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DAL DISCORSO DELL'ASCENSIONE AGLI ACCORDI DEL LATERANO 21 l

Le campane squillano. Coloro che \'edono un po' più in là della contingenza (a m io avviso non ha ·di ritto di governare una nazione chi non. sia capace di g uardare almeno a cinquanta anni di distanza) sono preoccupati.

Sitijazioni Europee

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Nella nazione più industriale e mercantile di Europa, la G ran Bretagna, si ·invoca da studiosi e da ·politici un ritorno alla terra ». Ma come portare alcuni, soltanto alcuni dci molti milioni di lo ndineSi ammucchiati nella metropoli, di nuovo verso le campagne? Si può fare il cammino a ritroso? ·

Il ministero dell'Agricoltura risponde con una nota di pessimismo. Negli ultimi venti mesi la. terra arata è diminuita di altri ottantamili ettari, il che significa una diminuzione di o ltre duecentomi la q uintali, nel già es iguo raccolto di gra no valutato a un milione e duecentomila q u intali.

Dunque Londra cresce, ma si fa il deserto nelle campagne ing lesi. :E noto che nel 1927 l'Inghilterra ha superato Franci a e Germania come minimo di natalità. Anche f:telle belle feconde pianure di Francia il deserto guadagna - ironico e trag ico bisticcio di parole! - guadagna terreno perché l'urbanesimo sterjle ha - per nutrirsi! - spopolato e devastato i villaggi ed i casolari. Ecco un vero grido di a ngoscia, la nciato recentemente da G iusep pe Barthelemy, membro dell;Istituto di Francia.

«Noi sappiamo che vi sono oggi in Francia - egli scrive - d ue volt e più stranieri di prima della guerra : un milione nel 19 11 , · due milioni e mezzo nel 1926; ciò r appresenta il sei per cento della popolazione totale Su cento abidella Francia, ve ne sono sei che non sono francesi. una proporzione impressiOnante Dal 1918 al 1926 sono stati introdotti in Francia SB mi la lavorator i d ell'industria e 600 mila contad ini, ciò che rappresenta un t ota le di un milione e mezzo di ind ividui. Secondo le nostre vecchie statistiche del 192 2, gl i stranic.>ri avevano già in mano 333.800 ettari di ter ra, di cui 90.}00 erano loro proprietà, mentre occupavano il resto con mezzadri e contadini. Nd 1926 l'Italia ha fornito il d iciotto per cento dell'importazione del b mano d'opera. N on vi sono dunque abbastanza francesi per coltivare la terra di Francia. 2 un fatto Noi abbiamo t roppa terra per le nostre braccia; L'Italia ha troppe braccia per la sua terra. Che cosa val meglio? ti la scelta tra la gioventù, la vitalità, la fecondità da una parte e d::all'altra "l'età matura, l"età tropPo matura, che annunzia l a sen ilità "L'emigrazione - diceva Mussolini nel 1924 - deve essere considerata non come un fenomeno doloroso d i miseria e di d ebolezza, ma come un pro blema morale e P? litico di forza" l>

Tdentiche preoccupazioni affiorano negli elementi respof!sabil i della politica belga di fronte al declino progressivo delle ·nascite.

Anche la Svizzera accusa lo st esso morbo, cog li stessi f atali effetti.

Il Vaterland dd 21 agosto u. s., giornale conservatore di Lucerna, getta un grido di allarme per la diminuzione della natalità in Svizzera.

«La verità che balza limp id3. agli occhi <li chi non si contenta di vivete a lla g iornata - dice il giornale - è questa: "La Svizzera è in preda. ad un lento moto di disgregazione e di decadimento"

.a D a una tabella statistica r isu lta <he le na.sdte che nel 1901 erano 29 per ogni mille abitanti sono discese nel 1926 a 18,2, mentre la Francia in anno ne aveva ancora 18,8 e l'Italia 27, 2.

«Non c'è che dire: siamo orm3Ì al d irotto della Francia, prosegue il Vaurlanà; né è mot ivo di alcun sollievo il vedere che qualche altra naz.ione è scesa più in basso dell a nostra media perché le cifre prese a sé sono di una terribile gravi tà. Esse dicono che s.i:uno · ormai al lim ite estremo, oltre il qua le è scritta la condanna a morte d i una nazione; né i l moto accenna a rallentare».

Come si vede, l' ansietà è dovunque d iffusa.

Tesi False

Basta questo, a fare giustizia di tutte le assurde pseudo scientifiche o filosofiche vociferazioni dei neomaltusiani. Nessuno, oggi, prende p iù sul serio la famige rata sedicente legge di Malthus. Ci si domanda come si possa ancora seriamente discutere attorno a questa specie di « pa· tacca » scientifica.

:e stato d imostrato che prendendo a punto di partenza la popolazione esistente suiJa fa.ccia della terra all' epoca di Malthus e applicando la legge di Malthus a ritroso nei secol i, si g iungerebbe a questa mirabolante nonché · grottesca conclusione: ·che ai tempi dell' Impero romano la terra non aveva abitanti!

falsa è la tesi che la qualità possa sostituire la quàntità, tesi che io ho ri battuto energicamente non appena fu avanzata quasi a g iustificazione della purt roppo prog ressiva flessione della natalità .italiana; falsa ed im· becille è la tesi.--che la minore popolazione significhi maggiore benessere: il livello di vita degli odierni quarantadue milioni d i italia_ni è di g ran lunga s uperiore al l ivello di vita dei ventisette del 1871 o dei diciotto del 18 16.

Vero è, invece, che i benestanti sono i meno prolifici (fenomeno di egoismo morale, dunque!). Vero è, invece, che·le f amiglie più deserte di bambini sono quelle che non soffrono penuria di ambienti.

Di queste e di altre consimili « f alsità » pseudo scientifiche f a effi . cacemente tab11la rasa l'autore del volume in questione. Il quale au tore cade, però, come dicevo, in akune inesatteue per ciò che concerne l'It alia.

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