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NOTE E RELAZIONI DI VIAGGIO
l. G . OTTOLENGHI, Rapporto della commissione per la delimitazione del Montenegro (1).
In obbedienza agli ordini di vostra eccellenza, ho l'onore d'indirizzarle il seguente rapporto sommario sull'operato e sulla situazione attuale dei lavori riflettenti la delimitazione del .1\iontenegro.
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Parte prima. Procedura seguita dalla commissione
Per l'andamento dei lavori,. la maggioranza della commissione ha fissato: a) Di prendere le decisioni a maggioranza di voti. Il delegato di Russia, che avrebbe voluto l'unanimità nelle questioni di principio, vi ha di poi rinunciato. b) Di considerare la carta austriaca al 300.000 come elemento complementare del trattato, in conformità alla dichiarazione fattasi nella decimanona seduta del congresso eli Berlino. Il commissario turco vi si oppose, probabilmente perché non ignorava che tutti gli errori materiali del trattato ridondavano a vantaggio della Porta. Ma gli altri commissari tutti tennero fermo a quella massima, dacché il congresso, ogni volta che non trattavasi di separare in modo ben netto popolazioni di razze differenti (ad esempio le tribù albanesi dei Grudi, Hoti e Klementi), aveva necessariamente dovuto basare le sue decisioni sulle indicazioni e sulle denominazioni della carta. Onde si ha che dal tracciato su eli essa condotto, doveva risultare la direzione della linea dei nuovi confini e l'estensione del Principato. c) Le decisioni della maggioranza dover servire di base per la continuazione del lavoro: ciò venne votato all'umanità. Senonché, alla prima decisione presa contro il parere del commissario turco (nella questione di Gorica Topal), questi, contrariamente al voto precedentemente dato, si rifiutò di accompagnare la commissione negli ulteriori lavori. In conse- guenza di ciò, dal maggio al_luglio, la commissione fu condannata a quasi assoluta inoperosità, dalla quale non pote uscire fino a che le potenze non aderirono alla proposta conciliativa italiana di tracciare, occorrendo, le linee front i ere contraddittorie.
Difficoltà incontrate
La commissione si trovò di fronte a non poche difficoltà: l) Il testo del trattato, il quale, eccettuata la disposizione tassativa di lasciare alla Turchia il territorio delle tribù albanesi, non offriva quale criterio direttivo principi di nazionalità, o di razza, o di religione. Né, d'altra parte, esso poteva dare indicazioni abbastanza precise, avendo dovuto giovarsi della carta austriaca al 300.000 di scala troppo piccola e in molte parti inesatta, sia nella rappresentazione del terreno, sia nella denominazione delle varie località, sia nelle indicazioni della frontiera delle stesse tribù albanesi.

·2) Necessità di rilevare al 50.000 od al 100.000 il terreno di frontiera
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3) Gli ostacoli creati dalla Turchia, il éui governo, pure coll'apparenza di favorire la commissione, la contrariava per quanto poteva coll'impedire le ricognizioni ed il rilevamento preventivo del terreno, col vietarle il libero accesso a talune località, infine col rifiutarsi di prendere parte ai lavori ogni qualvolta i suoi interessi non erano favoriti.
Contegno dei commissari
Dall'andamento delle discussioni si poté argomentare che: l) La Russià favoriva in tutto e per tutto il Montenegro, anche patrocinando in suo vantaggio concessioni non accordate od escluse tassativamente dal testo del trattato, o dal tracciato condotto a Berlino sulla carta austriaca.
2) L'Inghilterra esercitava ]o stesso ufficio p'er la Turchia, ma con maggiore imparzialità; cosicché il suo commissario non seguì le viste della Porta ogni qualvolta questa avrebbe voluto profittare degli errori materiali della carta per defraudare il Montenegro delle fattegli concessioni. Onde avvenne che la Turchia si trovò isolata nelle sue pretese circa il tracdato sulle due sponde del lago di Scutari: da una parte verso la cresta della Rumia, dall'altra verso l a pianura di Podgoritza.
3) La Francia e l'Italia, sempre imparziali, si trovarono quasi sempre di accordo.
4) L'Austria ha offerto lo spettacolo singolare di mutare di contegno da un dì all'altro. Allorché si trattò da prima del tratto di frontiera sul versante a mare (bayrack di Mrkovic), il console generale Lippich, commisario austriaco, fu il solo che perorò con molto calore gli interessi del Montenegro. Poi egli fu obbligato da nuove istruzioni a votare in senso opposto. Tale contegno venne sempre seguito più tardi, per guisa che dalla prima all'ultima votazione egli marciò sempre sulle traccie dell'Inghilterra. Noto che il colonnello Tornei, incaricato d'affari dell'Austria-Ungheria presso il Principe del Montenegro, alle legnanze di Sua Altezza per l'inatteso contegno del console Lippich, ebbe ordine dal suo governo (conte Andrassy) di assicurarlo che i di lui interessi verrebbero dallo stesso governo austro-ungarico patrocinati in occasione delle decisioni definitive riservate alle potenze contraenti.
5) La Germania seguì sempre in tutto e per tutto l'Austria. Lpcchè ha messo il commissario germanico nella penosa posizione di disdirsi egli pure, senza ragione apparente, sull'affare di Mrkovic, e più tardi di votare puramente e semplicemente come l'austriaco; a meno che (per salvare le apparenze, ed anche ciò senza ragione) non si astenesse.
In conseguenza di ciò la Turchia si trovò sempre favorita. Infatti, nella peggior ipotesi poteva contare su quattro (Turchia, Inghilterra, Austria, Germania) degli otto voti. Il Montenegro, avendone sempre quattro contro, soltanto nella miglior ipotesi poteva contare sulla parità di voti: cioè quando l'Italia e la Francia non avevano motivi per schierarsi a favore delle idee della Turchia. Credo mio debito di segnalare questo fatto, che può gravare per dare ragione e fare apprezzare il risultato delle votazioni poco favorevoli al Montenegro.
Lavoro compiuto e da compiersi
Per quanto la commissione siasi riunita il 30 aprile, il suo lavoro utile cominciò dal 25 luglio, per le cause già accennate. Dopo allora si potè esaminare il tratto di frontiera fra il mare Adriatico e la tribù di Goussignè-Plava, proponendo tracciati contraddittori sui quali spetta ora alle potenze di decidere. Poi occorrerà apporre i termini (bornes).
Rimangono a delimitarsi: l. La frontiera di Goussigné Plava, da un lato (ovest) verso la tribù dei Klementi; dall'altr o ( est) verso i distretti di Ipek e Djakova. E' noto che la commissione non potè recarsi in questo territorio, abbandonato dalla Turchia, la quale si rifiutò di consegnarlo ufficialmente al Montenegro che non vi pose ancora piede. E' noto del pari che la tribù di Goussigne-Plava, in istato di anarchia e retta da Aly bey (il quale fece disarmare e spogliare dei loro beni gli slavi ortodossi del paese), si legò con gli altri paesi della alta Albania (Ipeck, Djakova, Prisrend, Dibra, ecc.) per respingere qualunque tentativo di annessione al Montenegro. Lasciando a parte la questione di diritto, o no, alla consegna, può aversi per certo che la Turchia, anche volendolo

(locchè taluno dubita) non avrebbe sufferente autorità per eseguirla pacificamente. Qualunque lo tentasse andrebbe contro alla tragica fine di Mehemed Al y. Ond'è che la Sublime Porta, se vuole realmente procedere alla reclamata consegna, deve rioccupare il paese a mano armata, isolando Goussignè-Plava dai vicini distretti di Ipeck e Djakova.
2. Il breve tratto fra Sisko-Jezero (punto dell'antica frontiera) a Majkovac sulla Tara , d'onde poi la frontiera segue il thalweg di questo torrente.
3. La frontiera fra il Montenegro e l'Erzegovina. Per questa i commissari montenegrino e austriaco (questo senza osservazioni di quello di Turchia) hanno dichiarato di trovarsi perfettamente d'accordo Sicché la commissione non avrebbe che il facile compito di sanzionare la linea accettata dalle parti che occupano il territorio .
4. Il breve tratto di frontiera sul versante Adriatico fra il territorio austriaco di Spitza e quello montenegrino di Antivari. Anche su di ciò esiste perfetto accordo fra le parti interessate.
Parte seconda. Tracciato della frontiera del mare al territorio di Goussignè-Plava
Dal mare al lago di Scutari
Per questo tratto di frontiera il trattato di Berlino dice all'articolo XXVIII: «De là, la nouvelle frontière traverse le lac près de l'il6t Gorica-Topal, et à partir de Gorica-Topal elle atteint directement les sommets de la crete, d' où elle sui t la ligne du partage des eau.x entre Megured et Kalimed, laissant Mrko'Vic au Monténégro et rejoignant la mer à V. Cruci >>. Articold XXIX: « Antivari et son litoral sont annexés au Monténégro ».

La discussione di questa parte di frontiera venne fatta separatamente: l. Pel versante a mare; 2. Pel versante sul lago.
I. Pel tratto del versante a mare si noti: l) Mrkovic non è un paese, ma un comune (Bayrack).
2) II capoluogo di questo bayrack è Veli Selo, il quale trovasi appunto là dove sulla carta austriaca è scritto Mrkovic.
3) Il tracciato condotto sulla carta taglia per metà il bayrack, escludendo dal territorio da cedersi al Montenegro: esplicitamente alimed (Kaliman) perché indicato nel testo del trattato; ed implicitamente , per mezzo del tracciato , i villaggi di Gorana e Leskovatz ed il ponte sul torrente Megured; nomi scritti sulla carta austriaca che servi ai lavori del congresso.
Dal testo e dal tracciato riuniti e combinati, si potrebbe adunque arguire l'intenzione del congresso di separare in due quel comune. Senonché mancano elementi per affermare che il congresso abbia lasciate quelle località all'infuori del tracciato, scientemente, cioè pur sapendo che desse formavano parte di un solo ed unico bayrack. In presenza di tale dubbio fondato, potrebbero prevalere le considerazioni seguenti: a) Mrkovic ha una sola comunità. b) Mrkovic ha sempre fatto parte del distretto di Antivari e con questo dovrebbe essere ceduto al Montenegro. c) Per razza e per lingua tutto il comune è slavo, ad onta che per religione preponderi l'elemento mussulmano. d) Il tracciato non può sulla carta seguirsi materialmente, la carta stessa ad una scala così piccola non potendo somministrare tutti i particolari necessari.
Da questo duplice ordine di considerazioni emersero due proposte concrete: l'una dell'Inghilterra a favore della Turchia; l'altra della Russia a favore del Montenegro. Quella a favore del Montenegro venne in sulle prime sostenuta con molto calore dal commissario austriaco ed accettata apertamente da quello di Germania. L'inglese, pur riconoscendo il valore dell'opinione opposta, favorì le idee della Turchia. Con lui si schierò il commissario francese le cui istruzioni analoghe alle mie, erano fondate essenzialmente sul principio di attenersi al tracciato della carta austriaca ogni qual volta il testo del trattato lasciasse adito a dubbiezza di interpretazione. A tal punto pertanto stavano: a favore del tracciato desiderato dal Montenegro: Montenegro, Russia, Austria, Germania {4 voti), a favore del tracciato desiderato dalla Turchia: Turchia, Inghilterra, Francia (3 voti). Io non mi sono pronunciato, per quanto avessi dovuto farlo in questo secondo senso per le ragioni indicate ai punti a), b), c), e specialmente perché il tracciato sulla carta non lasciava dubbiezza. Ma, sulla considerazione che per tal guisa ne sarebbe risultato parità di voti, io ho proposto e la commissione accettò di sospendere qualsiasi decisione. Desidero però di ripetere ora quanto in allora ebbi l'onore di scrivere all'Eccellenza Vostra Oettera 4 agosto 1879) che cioè «quand'io fossi stato chiamato ad emettere un voto che non fosse stato di mera applicazione del trattato e delle istruzioni sopracitate (ossia di attenermi al tracciato della carta), non avrei esitato un sol momento a dare suffragio in favore del Montenegro, sia per non frazionare uno stesso tutto, sia perché porto opinione doversi dare prevalenza al principio di nazionalità allorché il trattato stesso non vi si oppone esplicitamente.,., Senonché in questa occasione si mutò inaspettatamente il contegno dell'Austria. Infatti il suo commissario, che tanto calorosamente e molto più che quello di Russia aveva patrocinato la causa del Montenegro, dichiarò, in una seduta successiva, che in conseguenza di nuove istruzioni doveva votare contro. Dopo di ciò anche quello di Germania diede voto perfettamente contrario alle idee da lui prima sostenute. La Francia non potendo nè volendo disdirsi, ne conseguiva un mutamento notevole nel reparto dei voti, e ciò a danno del Montenegro contro cui si tro- varono: Turchia, Inghilterra, Austria, Germania e Francia, mentre a favore erano Montenegro e Russia. Io non ho votato ma, secondo le avute istruzioni, mi sono poi unito alla maggioranza. Infine faccio presente che ora il Montenegro occupa per Io appunto poco più del terreno che a lui spetterebbe secondo il voto della maggioranza. A seconda di questo basterebbe che egli si ritirasse dal ponte e dal Han di Mrkovic (sul torrente Megured).

II. Pel tratto sul versante del lago si osserva:
1) Il commissario di Turchia dichiarò che l'isola di Gorica-Topal esiste là dove sulla carta austriaca è scritto Gorica Plak. Quindi pretendeva che quivi dovesse passare la frontiera. La commissione per abbondanza raccolse sul posto deposizioni che riuscirono contradditorie; ma tutti concordemente rigettarono come infondata la pretesa della Turchia, perché la parola del testo applicata alla parola della carta, ed il tracciato su di questa condotto a Berlino non lasciano alcun dubbio. Con ciò venne respinto tutto il tracciato turco, basato su tale errore materiale.
2) Il trattato non dice a chi spettar debba l'isola di Gorica Topal (della carta): cono roccioso, disabitato, di nessunissimo valore all'infuori di quello che potrebbe acquistare quando, in tempo di guerra, lo si armasse di qualche pezzo di artiglieria per battere il lago. La qual cosa si potrebbe fare ugualmente bene dalle alture sovrastanti alla sponda del lago
3) La frase «elle atteint directement les sommets de la crete, d'où elle suit la ligne du partage des eaux entre Megured et Kalimed » ha dato luogo a due interpretazioni: a) secondo l'una, propugnata dal commissario inglese, la parola directement deve spiegarsi nel senso di arrivare da Gorica Topal al punto più elevato della cresta (Maured), percorrendo la più breve linea (retta) per quanto topograficamen te possibile. b) Secondo l'altra, propugnata dal commissario russo, devesi anzitutto raggiungere directement il punto della cresta (Pjat Ubal) più vicino a Gorica Topa!; poi seguire la linea di spartiacque fino a raggiungere il punto indicato fra Megured e Kalimed.

Votarono per la linea: a) inglese fovare contro b) russa a favore contro
Il commissario turco, dopo tale votazione, ebbe ordine di rinunciare al proprio tracciato (da tutti rifiutato) e di aderire a quello inglese. Ma in seno alla commissione egli non fece analoga dichiarazione, presumibilmente per potere nelle trattative successive aver aperto l'adito ad una facile concessione. Sul merito dei due tracciati in presenza si osserva:
1) L'inglese si avvicina di più al tracciato della carta, eccezione fatta per l'isola Gorica Topal.
2) Il contrario dicasi del tracciato russo.
3) Tanto l'uno che l'altro intacca il principio di nazionalità e di religione, perché la Kraina, parte della quale verrebbe ad ogni modo ceduta al Montenegro, è per la maggior parte al banese-mussulmana.

4) Il tracciato russo favorisce il Montenegro dal lato economico e militare. Dal lato economico perché il piano di Ostross è fertile. Dal lato militare perché la posizione del Pjat Ubal ha carattere offensivo e difensivo, fronteggiando verso Scutari la posizione del Tarabosch che copre Scutari stesso ad ovest. Tuttavia potrebbe aggiudicarsi al Montenegro perché la posizione molto più lontana sebbene più elevata del Maured sarebbe in suo danno troppo facilmente girabile: nel versante a mare per la valle del Megured e nel versante del lago pei contrafforti della Kraina.
Circa a questo tratto di frontiera noto infine che il Montenegro occupa ora di fatto tutto il territorio che gli verrebbe attribuito dalla proposta russa, accettata dai commissari di Francia e d'I talla.
Conclusione circa il tracciato del mare al lago l) Ragioni di razza e di lingua consiglierebboro di accordare al Montenegro tutto il distretto (bayrack) di Mrkovic. Si può ritenere inoltre che, se il congresso avesse avuto sotto gli occhi una carta esatta e dettagliata, non si sarebbe indotto col suo tracciato a dimezzare un sol tutto, per razza e per lingua affine al Montenegro. Facendo tale concessione al Montenegro, questi acquisterebbe: a) a sud, nelle alture di Mazura-Planina, una buona linea di difesa, non minacciosa tuttavia pel piano di Dolcigno protetto da un'altra serie di alture più avanzate. b) ad est le alture di Kokot-Rasadac che hanno invece carattere aggre3sivo verso la bassa valle di Megured e verso la stretta di Katerkol, da tal parte vera linea di sbarramento della dttà di Scutari. Questo secondo tratto d i tracciato sarebbe poi in aperta contraddizione colla frase del trattato « entre Megured et Kalimed (Kaliman) » che lascia Kalimed alla Turchia.
In conseguenza, per rispettare ad un tempo lo spirito del trattato che assegna Mrkovic ai Montenegro, e la lettera che vuole lasciata Kalimed (Kaliman) alla Turchia, e per non to- gliere a questa posizioni che in mano del Montenegro potrebbero acquistare un carattere aggressivo, si potrebbe in via di conciliazione stabilire il tracciato secondo la linea russa fino al molino di Mrkovic; poi seguire la linea inglese rimontando il torrente Megured fino all'altura di Maured.
2) Anche nel tratto fra la cresta ed il lago si deve, o coll'uno o coll'altro tracciato, intaccare il principio di razza e di religione, perché tutta la Kraina è abitata da albanesi mussulmani.
Io, col commissario francese, mi sono pronunciato a favore del tracciato russo, da noi giudicato conforme allo spirito del trattato. Ne è da credersi che l'altura di Pjat Ubal possa compromettere la sicurezza di Scutari, questa città essendo protetta dalle alture del Tarabosch che la coprono ad ovest.

Quando infine non si potesse venire ad un compromesso frazionando il primo tracciato nel modo sopraindicato, si potrebbe, per rispettare, per quanto è consentito, le ragioni di razza e di lingua, adottare la linea russa pel distretto di Mrkovic, e la linea inglese per la Kraina.
Dal lago di Scutari a Goussignè-Plava
All'articolo XXVIII del trattato di Berlino si legge:
«Elle (la frontìère) se confond ensuite avec les limites actuelles entre la tribu de Kuci-Drekalovic d'un coté et la KuchaKrajna ainsi que les tribus des Klementi et Grudi de l'autre, jusqu'à la plaine de Podgoritza, d'où elle se dirige sur Plavnica laissant à l'Albanie les tribu.s des Klementi, Grudi et Hoti ».
La commissione ha studiato separatamente i due tratti:
I) Dalla sponda occidentale del lago alla pianura di Podgoritza; II) Dalla pianura di Podgoritza ai confini di GoussignèPlava.
I. Per la pianura di Podgoritza il testo del trattato non indica un sol punto presso cui debba passare la frontiera. Questa lacuna è però colmata dal tracciato condotto sulla carta austriaca, il quale corre secondo una linea che partendo dal lago arriva al ponte sul Sem. Qui giova notare: a) I casolari di Plavnica esistono a sei chilometri più ad ovest di quanto è indicato sulla carta. Cosicché se si dovesse muovere da Plavnica del terreno, e non dal punto corrispondente a quello segnato sulla carta, il Montenegro sarebbe defraudato di quasi tutta la pianura accordatagli e di terreni e popolazioni in gran maggioranza slavi ortodossi. Nel caso presente trattandosi però di un errore materiale analogo a quello già segnalato per Gorica Topal, tutti (eccettuato il solo commissario turco), si pronunciarono a favore del Montenegro. Mentre il testo poi dice che la frontiera si dirige sur Plavnica, il tracciato ·sulla carta dci commissari ing1ese, francese ed austriaco porta due linee: l'una, a tratti, che arriva a Plavnica; l'altra, continua, che arriva a chilometri tre e mezzo più ad oriente; il tracciato sulla copia a me rimessa porta soltanto quest'ultima linea, la quale sembrerebbe doversi seguire. Infatti essa fu tracciata dal colonnello Tornei delegato militare dell'Austria-Ungheria al congresso, e venne accettata da tutti i delegati militari, eccettuato l'inglese. b) Nella pianura fra il lago ed il torrente Sem si incontrano tre colline non segnate sulla carta austriaca e denominate Vrany, Schipsanik e Rogami, la cui esistenza non poteva pertanto essere nota al congresso; questo, al quale non sarebbe sfuggita la loro importanza, ne avrebbe certo tenuto conto nell'indicare sul testo la linea frontiera. La loro importanza emerge da ciò che tutte hanno comando sulla pianura, mentre quelle di Rogami e Schipsanik sono a portata di cannone (a chilometri sei e otto) da Podgoritza. Motivo che indusse la Turchia a fortificarle ed a tracciare, sul versante coperto, ottime strade rotabili che possono dare passo anche ad artiglieria di grosso calibro. Giova infine avere presente che nella collina di Vrany predomina l'elemento slavo; in quelle di Schipsanik e Rogami, addossate alle montagne dei Grudi, l'elemento albanese (grudi); e che, in corrispondenza a ciò, il tracciato della carta applicato al terreno, lascerebbe la prima al Montenegro le altre alla Turchia. c) Nelle proposte austro-ungheresi annesse al protocollo 10 del congresso di Berlino, proposizioni che nella loro redazione quasi testuale sono diventate l'articolo XXVIII del trattato, è detto che si dovevano lasciare alla Turchia le tribù montagnardes des Klèmenti, Grudi et Hoti.
Per questo tratto di frontiera si trovano di fronte diversi tracciati:
1) Il turco, rigettato da tutti, perché basato sull'errore materiale dianzi accennato e perciò affatto arbitrario.
2) Il russo-montenegrino, pure da tutti rifiutato, perché col passare ai piedi delle alte montagne degli Hoti, e più ancora coll'incorporare parte del territorio dei Grudi (Dinosi fra gli altri) dal congresso espressamente riservato alla Turchia, sconfina dal testo e dallo spirito delle stipulazioni di Berlino, e sen. sibilmente si stacca dal tracciato della carta.

3) L'italiano, riproduzione del tracciato della carta austriaca da me posseduta, e del tracciato segnato con linea continua nella carta austriaca di tutti gli altri commissari. Secondo questo tracciato, muovendo dal punto più ad oriente (prima accettato dalla Francia, Russia e Montenegro). Si arriverebbe direttamente al ponte sul Sem, lasciando la collina di Vrany al Montenegro. Anch'esso venne rigettato.
4) Il francese, come proposta di transazione, secondo la quale verrebbe abbandonato il punto di partenza più ad oriente, già patrocinato dallo stesso commissat1o ·francese, si muove- rebbe dal punto sul terreno corrispondente a Plavnica delJa carta austriaca e poi si seguirebbe una linea che passa attraverso tutte le colline. La proposta, discussa punto per punto, non venne accettata che parzialmente, ossia fino a tutta la collina di Vrany. Si noti che votarono contro questa prima parte del tracciato francese soltanto il Montenegro e la Turchia: la Russia si astenne. Il resto del tracciato francese ebbe il solo voto del proponente.
5) Fallita la francese, io col commissario inglese presentammo la proposta di proseguire il tracciato tirando una linea retta dal punlo nord di Vrany al ponlt: del Sem, ossia di adottare una linea che sarebbe stata in parte quella proposta dal francese ed in parte la mia, aggiungendo sempre (cosa ammessa da tutti) la condizione espressa della distruzione delle fortificazioni erette e delle strade rotabili su quelle colline, con divieto assoluto di esigerne mai.

Su tale argomento giova riprodurre le parole del ;P,rotocollo n. 25: « Les commissaires de la Grande-Bretagne et d Italie son.t d'accord pour proposer une ligne qui partant .du sommet nord de la colline de Vrany, gagne en ligne droite la pont en pierre du Zem (Bremicki-Most). MM. le capitaine Sale et le colone[ Ottolenghi ajoutent que la commission émettrait alors Le voeu que toutes les fortifications pouvant exister actuellement sur les collines de Vrany, Schipchanik et Milesch (Rogami) seront rasées, qu'il n'en pourra étre édifié de nouvelles, et que les routes ou chemins militaires établis sur les dites collines seront détruits par le gouvernement ottoman. Les commissaires d'Autriche-Hongrie, d'Angleterre, d'Italie votent pour. Les commissaires de Russie et de Monténégro votent contre. Le commissaire de France vote également contre la ligne en question. En ce qui concerne la partie de la proposition relative à la neutralisation des collines, il serait d'autant plus disposé à l'adopter, qu'il a déjà formulé explicitement le méme voeu, qui est la base de son projet général. Les commissaires de Turquie s'abstiennent, ainsi que le commissaire d'Allemagne. Le bureau constate 3 voix pour, 3 voix contre et 2 abstentions ».
Analizzando questo risultato, emerge che la proposta italoinglese avrebbe avuto il suffragio della maggioranza se la Francia non si fosse tenuta vincolata dalla sua precedente proposta, o la Germania non si fosse astenuta dal votare. Un addentellato all'accettazione di questo tracciato si avrebbe in ciò che la commissione poi, a maggioranza di voti, prevedendo il caso che le potenze accettassero il tracciato stesso, ha deciso la neutralizzazione del ponte con quattro voti favorevoli (quattro astensioni: ossia Turchia, Montenegro, Russia e Germania). ed ha implicitamente accolta la linea che dal ponte sul torrente Sem rimonta il talweg fin presso il molino. Infatti i due possibili tracciati, nel territorio dei Kuci, partirebbero tutti e due dal molino rosso. Quando con questo o con altro qualsiasi tracciato si mettesse la Turchia nella impossibilità di occupare e fortificare la serie di colline che sorgono nella pianura di Podgoritza si salverebbero i legittimi interessi del Montenegro, senza pregiudicare militarmente la posizione della Turchia; posciachè sono sempre in mano di essa le formidabili alture occupate dalle fiere tribù degli Hoti e dei Grudi, che già troppo comando hanno sulle colline stesse e sul territorio ceduto al Principato.
Infine occorre accennare che attualmente tutte le colline sono occupate dalla Turchia, e la pianura lo è quasi per intero dal Montenegro.
II. Pel tratto dalla pianura di Podgoritza al territorio di Goussignè Plava, dalle parole esplicite del trattato emerge in modo non dubbio che dovrebbesi lasciare alla Turchia tutto il territorio della Kucha Kraina e quello delle tribù dei Grudi e dei Klémenti. Ciò venne ammesso da tutti i commissari, non esclusi quelli del Montenegro e di Russia. Se non che nell'applicazione di tale decisione si incontrano gravissime difficoltà, sia che si voglia stare al tenore letterale del trattato, sia che si voglia seguire il tracciato condotto sulla carta austriaca: lvi si legge fra l'altro: « En résumé, il (il commissario d'Inghilterra) pense que l'on ne peut diviser la Kucha-Kraina des Kuci-Drecalovic et par conséquent que la question ètre réglée par les gouvernements. Le commissaire de France est d'avis que la ligne frontière entre la plaine de Podgoritza et les confins de Goussignè-Plava est, à cause de la question de la Kucha-Kraina, impossible a determiner par un vote .
1) I Kuci costituiscono di fatto una sola tribù abitata quasi interamente da slavi ortodossi. In occasione dell'ultima guerra essi se sont déclarés pour leur frères de race, les Monténégrins, come riconobbe e dichiarò lo stesso Mehemed Ali pascià.
2) La denominazione serba di Kraina (fascia, lista) è in genere applicabile al territorio di frontiera che sia teatro di guerra. Nel caso in questione comprende i bayrack di Fundina, Orahovo, Triepci e Kocia. In questi ultimi due solamente prevale l'elemento albanese cattolico; locchè è spiegato dal contatto colle tribù albanesi dei Grudi e dei Klémenti. Soltanto seguendo a nord i limiti dei quattro comuni, si potè fissare approssimativamente il confine fra i Kuci Drekalovic ed i Kuci di Kraina.

3) I pascoli, principale ricchezza del paese, sono in comune ed inseparabili.
4) Nè nella storia del passato, nè nelle tradizioni, nè nelle consuetudini si trovano traccie della separazione.
5) Infine, come elemento di fatto, la commissione ha potuto constatare sul posto che nella Kucha-Kraina l'autorità del Montenegro che l'occupa per intero, si esercita senza pressione e violenza con elementi del luogo.
Per queste considerazioni la commissione, da un lato non ha potuto attribuire la Kucha-Kraina al Montenegro perché vi si oppone il testo preciso del trattato, dall'altro ha giudicato impossibile di effettuare tale separazione. Infatti dal protocollo n. 25 emerge che, ad eccezione del commissario turco perché interessato, e di quelli austriaco e germanico, che non si pronunciarono, tutti gli altri, non escluso l'inglese, fecero dichiarazioni in tal senso.
Le texte scrict du traité de Berlin obligerait la commission à attribuer l'intégralité de la Kucha-Kraina à la Turquie. Or, si les hautes parties contractantes au congrès avaient pu se rendre compte de la ralité des choses, cume l'un fait les membres de la commission, elles n'auraient jamais songé à une pareille attribution. En effet, /es Kuci de la Kucha-Kraina, issus de la 'mème famille que les Kuchi Drekalovic, ne pourraient en erre séparés politiquement sans des inconvénients qui sautent aux yeux. Deux au moins des bayracks de la Kucha-Kraina, Fundina et Orahovo, de fait et se sentiments sont tous absolument monténégrins; et le troisième, celui de Triepci, est tel par son esprit que l'ordre y est maintenu par le Monténégro, mai au moyen des habitants eux-memes formés en compagnies. Le quatrième bayrak, celui de Kocia a vu, il est vrai, la plupart de ses habitants se refugier sur territoire turc; mais d'un part il ne compte que le nombre très-restreint de quarante maisons; et d'autre part il y a lieu de penser que les habitants émigrés en Turquie ne sont pas revenus chez eux uniquement à cause de l'état d'incertitude sur la démarcation future de la frontière. Dans telles conditions, attribuer la Kucha-Kraina à la Turquie serait faire oeuvre vaine et mème grosse de conflits sanglants ».

In conseguenza di ciò si fissarono entrambe le due linee di frontiera, rispondenti all'una o all'altra delle decisioni che potranno prendere le alte potenze contraenti.
Quella che lascia la Kucha-Kraina alla Turchia ottenne la seguente votazione: a favore Austria, Inghilterra, Francia e Italia; contro, Russia e Montenegro; astensione, Turchia e Germania.
La votazione dell'altra linea risultò: a favore, Austria, Inghilterra, Francia e Italia; riserva· Russia, Montenegro e Germania; astensione, Turchia.
Per ben rendersi ragione di questo risultato, conviene avvertire, rispetto al secondo tracciato (lasciare la Kucha-Kraina al Montenegro), che la riserva della Russia e del Montenegro vuole essere intesa esclusivamente nel senso maggiori aspirazioni, per effetto delle quali la frontiera sarebbe riportata fino alla linea del Sem. Di guisa che non è dubbio che, quando fossero definitivamente respinte queste aspirazioni, anche la Russia e il Montenegro voterebbero in favore di quel secondo tracciato. In quanto al commissario germanico, è certo che, o starebbe fermo nella riserva già espressa, o si pronuncierebbe in favore, seguendo anche in ciò, come nel resto, il parere del commissario au- striaco. In conseguenza, il solo voto contrario al tracciato che lascia la Kucha-Kraina al Montenegro, sarebbe quello della Turchia, parte interessata. Come dato di fatto ricordo che la KuchaKraina è per i ntero occupata dal Montenegro, Esposto così l'operato della commissione e i criteri che la guidarono, verrò ora ad esporre il mio pensiero circa questa parte del confine.
Se si volesse applicare al terreno la disposizione letterale del trattato relativa alla Kucha-Kraina ed ai Klementi, si avrebbe un tracciato che si stacca notevolmente da quello condotto sulla carta austriaca, come risulta dall'annesso schizzo al 300.000, e come già venne segnalato al n. 4 della memoria e carta unita comunicate al regio governo da Turkan bey il 14 giugno 1879. Invece, contrariamente alle espresse stipulazioni del trattato di Berlino, il tracciato della carta austriaca: a) taglierebbe a metà il territorio delle Kucha-Kraina, lasciando parte di questa al Montenegro, b) viceyersa lascerebbe un ancor più notevole zona dei Klementi al Montenegro.

Ora quando si voglia combinare il rispetto al testo del trattato colla fondata presunzione, accettata dalla maggioranza della commissione, che il congresso, non avendo sott'occhio una carta esatta e non conoscendo il terreno, col tracciato abbia voluto indiare graficamente l'estensione delle concessioni fatte, non mancherebbe il modo di conciliare le opposte esigenze e le segnalate difficoltà. Si potrebbe, cioè, accordare al Montenegro la Kucha-Kraina, ed incaricare la commissione di rettificare il tracciato della tribù dei Klementi secondo i reali ed attuali con· fini di questi; e ciò ad onta della notevole perdita di territorio che ridonderebbe al Principato in paragone del territorio che gli spetterebbe stando al tracciato della carta, come appare dall'annesso schizzo al 300.000, nel quale quella parte dei confini dei Klémenti che tocca il territorio di Goussignè-Plava è indicata approssimativamente secondo le informazioni raccolte dalla commissione.
Qui torna acconcio di far cenno delle maggiori aspirazioni che, come fu già detto, il Montenegro, sostenuto dalla Russia, vorrebbe far prevalere rispetto al tratto di confine che corre tra il piano di Podgoritza e Goussignè-Plava. Sull'argomento, lasciando per un momento da parte il testo del trattato, non puossi a meno di riconoscere come fondato in ragione il desiderio espresso dal Montenegro, e favorito dalla Russia, di una rettifica di frontiera intesa per guisa che questa rimonti la linea del Sem. Tale rettifica sarebbe consigliata da convenienze di ordine topografico-militare e di ordine amministrativo, e condurrebbe a queste conseguenze: a) Fissare una linea topografica ben definita. b) Lasciare al Montenegro la linea di comunicazione di- retta fra Podgoritza e Goussignè-Plava. Questa si percorre in una giornata di marcia ed è sempre praticabile; mentre la strada che dal Montenegro condurrebbe al distretto di Goussignè passando sotto il Monte Kom richiede tre o quattro giornate di marcia e, a cagione delle nevi, non è praticabile per molti mesi dell'anno. c) Rendere più sicura la posizione di Podgoritza, veramente minacciata a buona portata di cannone dalle alture di Kakarica Gora (sopra Boici n) e da quelle sovrastanti a Dinosi.
Tale necessità venne ammessa al congresso di Berlino, duodecimo protocollo, dallo stesso plenipotenziario turco, allorché reclamava per la Sublime Porta Podgoritza avec un suffisant de dèfense.
La possibilità di codesta rettifica non soltanto non fu esclusa, ma per contro venne espressamente e chiaramente ammessa dal congresso, anche quando dovesse intaccarsi il territorio dei Klementi (au détriment des Klementi). Infatti si legge nel protocollo 12, seduta 4 luglio: M. le plénipotentiaire d'AutricheHongrie constate également que les plénipotentiaires de Russie ayant émis l'avis que la proximité de la frontière près de Dinos pourrait compromettre la securité de Podgoritza et qu'il serait nécessaire d'éloigner la à une distance de 8 à IO kilomètres à l'avantage de l'Albanie, partant de Mokra ou au delà en ligne directe jusqu'à n. 2116 de la carte autrichienne. La commission européenne de délimitation serait chargée d'étudier sur place si cet éloignement de la frontière peut avoir lieu et de régler [es questions territoriales qui pourraient résulter de cette rectification au détriment des Klémenti. Il est entendu que, si un accord ne s'établit pas à ce sujet au sein de la commission, le tracé du traité reste intact ».
La commissione non ha avuto campo di occuparsi di tale o di altro possibile scambio perché, com'è noto, non ebbe mezzo di studiare la delimitazione del territorio di Goussignè-Plava. Inoltre giova avere presente che l'importanza della reclamata rettificazione e la certezza di avere contraria la Turchia, renderebbero indispensabile una decisione delle grandi potenze.
Intorno a tale soggetto, con lettera del 24 luglio da Scutari, io mi permetteva di fare presente a Vostra Eccellenza come in considerazione delle difficoltà pel Montenegro di occupare e conservare pacificamente il territorio di Goussignè-Plava, si sarebbe potuto trattare per uno scambio sulla base di accordargli la linea del Sem, d'onde la frontiera andrebbe direttamente verso Mokra Planina. «Per tal guisa, concQ.iudeva, si verrebbe ad accordare al principato poca parte dei Grudi e dei Klementi, ed il Montenegro in compenso, potrebbe rinunciare a quella parte del territorio di Goussignè-Plava che ora non può occupare».
