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Conclusioni
La presente ricerca ha inteso fornire una ricognizione complessiva delle attività dei principali enti di ricerca italiani in ambito di Studi Strategici. Per formulare considerazioni precise si sono evitate le generalizzazioni e si è cercato di inquadrare le materie d’interesse, proponendo un approccio metodologico. Nel tentativo di circoscrivere e approfondire i temi di ricerca, è stata operata una scelta delle strutture di ricerca italiane, utilizzando i parametri stabiliti dal Global Go to Think Tanks Index del 2016, che ha consentito di restringere il campo ai tre enti italiani maggiormente accreditati a livello internazionale. Questi, unitamente a un’altra struttura, sono stati anche selezionati per contribuire al progetto dell’Osservatorio di politica internazionale, sostenuto dal Parlamento italiano e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dalla ricognizione effettuata è stato possibile comprendere che le strutture e le attività militari italiane costituiscono una delle aree di ricerca dei think tank italiani esaminati. Almeno sino al 2012, inoltre, è stata oggetto di specifici approfondimenti anche la proiezione delle Forze Armate all’estero. Per quanto emerso dal presente lavoro, i principali canali di diffusione dei prodotti di ricerca degli enti analizzati avviene principalmente sul web. Gli approfondimenti in materia sono svolti attraverso attività formative, convegni e altri eventi, che consentono un’immediata condivisione e, per gli addetti ai lavori, un’occasione di scambio e confronto. La produzione complessiva degli enti di ricerca appare strutturata e coerente, riuscendo anche a raggiungere i decisori politici nel caso dei contributi forniti all’Osservatorio parlamentare. I risultati di queste attività, spesso di eccellente livello scientifico, non appaiono sempre adeguatamente valorizzati. Generalmente, gli approfondimenti e i rapporti di scenario non sono divulgati in ambiti diversi da quelli istituzionali e da quello degli specialisti della materia. In merito a questo aspetto, si potrebbe auspicare un maggiore sforzo a livello di comunicazione, in quanto a livello giornalistico molti temi sono spiegati e trattati in maniera troppo semplicistica. Per quanto riguarda le questioni della proiezione delle Forze Armate all’estero, l’esperienza italiana è stata e continua ad essere straordinaria, sia per le capacità tecniche dimostrate dal personale coinvolto che per l’eccellente lavoro organizzativo e logistico del dispositivo militare nel suo complesso. I militari italiani hanno saputo integrarsi in compagini multinazionali e si sono guadagnati il rispetto dei cittadini dei Paesi dove sono intervenuti.
In altre parole sono stati l’immagine dell’Italia, che popolazioni in difficoltà hanno avuto modo di valutare e apprezzare. Questi considerevoli risultati, tuttavia, non sembrano essere stati capitalizzati a sufficienza. Gli esiti delle operazioni all’estero non sono sufficientemente valorizzati e diffusi a livello di mass media e, in alcuni casi, non sono stati oggetto di analisi puntuali da parte degli enti di ricerca. In un prossimo futuro, sarebbe auspicabile orientare gli studi proprio in questa direzione al fine di approfondire, secondo un approccio scientifico e multidisciplinare, la conoscenza degli aspetti operativi degli interventi attuati, sulla base delle riflessioni metodologiche sviluppate nel primo capitolo del presente lavoro. Le analisi formulate potrebbero essere utili per definire e codificare un modello di intervento, che risulterebbe particolarmente efficace, individuando eventuali correttivi e sostenendo la condivisione di buone pratiche. Studi specialistici, fruibili all’esterno della realtà militare, accrescerebbero la conoscenza delle possibilità di impiego delle Forze Armate da parte dei decisori politici. Allo stesso tempo, la divulgazione di queste analisi a un pubblico di non addetti ai lavori permetterebbe una migliore comprensione dello sforzo messo in campo dai militari all’estero e favorirebbe il superamento di posizioni precostituite.
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