L'ESERCITO DEL REGNO D'ITALIA 1805-1814

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Conclusioni Tra il 1796 ed il 1814 servirono sotto insegne italiane193 oltre 165.000 coscritti, 44.000 volontari provenienti da tutte le regioni d’Italia, 8.000 tra Dalmati e Istriani. Altri 164.000, provenienti dai dipartimenti su suolo italiano direttamente annessi all’impero, servirono sotto insegne francesi194 ed altri 50.000 nel Regno di Napoli sotto le insegne di re Giuseppe o di Re Gioacchino195. Le perdite subite dal Regno d’Italia nelle sole campagna principali videro oltre ventimila uomini persi in Spagna tra il 1808 ed il 1813, ventiseimila uomini persi in Russia ed altri quindicimila persi in Germania e Italia tra il 1813 ed il 1814, pari quindi a oltre il 28 per cento dell’intera forza impiegata. Oltre ad essi molti italiani servirono sotto i coalizzati, come sardi e siciliani, emigrando e restando fedeli alle monarchie dei Savoia, dei Borboni e degli Asburgo, oppure servendo nelle truppe o nella marina britannica. Secondo Carlo Zaghi, si possono individuare in tre i fattori che svilupparono un’idea di indipendenza nazionale nel pensiero culturale durante il periodo napoleonico. Il primo è l’unificazione legislativa sotto un comune codice civile; il secondo la semplificazione istituzionale e territoriale in sole tre realtà, ovvero il regno d’Italia, il Regno di Napoli e i dipartimenti francesi, il terzo è la creazione di un esercito nazionale in cui la nazione poteva identificarsi196. L’esercito assume il ruolo fondamentale di trait d’union tra le repubbliche giacobine del triennio rivoluzionario ed il Regno, passando per la seconda Cisalpina e la Repubblica Italiana, riunendo due istituzioni agli antipodi tra esse, per obbiettivi sociali, politici ed ideologici, ma figlie di uno stesso fenomeno. Il Regno d’Italia, struttura più duratura tra quelle formatesi dopo il 1796, fu quella che più incise sulla formazione ed affermazione dell’idea di indipendenza ed unità della nazione italiana. Grazie a ciò, il Regno fu il più presente nella memoria del Risorgimento che si sarebbe sviluppato nei decenni successivi. Se per Melzi solo Napoleone, grazie alla propria forza politica sullo scenario europeo, poteva tradurre in realtà il sogno dell’indipendenza italiana, questa non sarebbe mai stata possibile senza

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Ci riferiamo qui alle sole truppe della Repubblica Cisalpina, della Repubblica Italiana e del Regno d’Italia. Segnaliamo le opere del colonnello Domenico Guerrini, La coscrizione militare in Francia nel periodo napoleonico, Scuola di Guerra Torino 1912, e di F. Frasca, Reclutamento e guerra nell’Italia napoleonica, ed. Editor Programma Milano, 1993, per l’approfondimento sulla coscrizione nei soli dipartimenti francesi. 195 Cfr. Zanoli, op. cit. , pp. 33-35 196 Cfr. Zaghi, op. cit. , pag. 653 194

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Conclusioni

11min
pages 91-95

III. L’incorporazione nell’esercito austriaco

10min
pages 86-90

II. Le truppe depositarie dell’ideale d’indipendenza

4min
pages 84-85

X. La difesa del Regno 1813-1814

11min
pages 76-80

I. Le truppe come strumento dell’unificazione nazionale nel pensiero di Melzi

6min
pages 81-83

IX. La campagna di Germania del 1813

14min
pages 70-75

VII. Gli italiani in Spagna

19min
pages 54-61

VIII. Gli italiani in Russia

19min
pages 62-69

VI. La campagna del 1809: da Sacile a Wagram

6min
pages 51-53

V. La campagna di Prussia 1807

4min
pages 49-50

IV. La campagna del Regno di Napoli 1806

2min
page 48

II. La Cavalleria

11min
pages 18-22

IV. La Guardia Reale

24min
pages 28-38

III. Artiglieria e Genio

11min
pages 23-27

Introduzione

14min
pages 3-8

I. La Fanteria

21min
pages 9-17

I. L’armata d’occupazione dei porti in Puglia

2min
page 45

VI. Le Scuole

9min
pages 41-44

V. Trasporti, Veterani, Corpo topografico

4min
pages 39-40
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