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IV. La campagna del Regno di Napoli 1806

Guardia Imperiale. Ne seguì i movimenti nella Grande Armée, sotto Ulm il 17 ottobre, occupando la capitale austriaca il 13 novembre e partecipando alla battaglia di Austerlitz il 2 dicembre 1805.120 Unica unità italiana a distinguersi prendendo parte diretta ai combattimenti, essendo l’intera Guardia Imperiale e Reale rimasta di riserva, fu la compagnia di artiglieria, che, schierata sul colle del Santon sul fianco sinistro francese, meritò gli elogi di Napoleone. La Guardia Reale della Linea fu alla fine della campagna rimpatriata, per essere riunita ai nuovi corpi delle Guardie d’Onore ed ai Veliti, allora in costituzione a Milano, dove rientrò il 6 febbraio del 1806121 .

IV. La campagna del Regno di Napoli 1806

Sventata la minaccia dal Tirolo e sconfitta l’Austria, che capitolò già il 26 dicembre 1805 con il trattato di Presburgo, in Italia restava da risolvere la questione napoletana. Il Regno di Napoli era stato presidiato, dopo il ritiro del corpo di Saint Cyr, da truppe russe e inglesi. Alla notizia di Austerlitz, le truppe russe si imbarcarono entro la fine dell’anno e gli inglesi si ritirarono poco dopo in Sicilia. Nominato Giuseppe Bonaparte comandante dell’Armée de Naples, in realtà diretta dal comandante del I corpo Masséna, la spedizione fu costituita da contingenti franco-italiani. Alle truppe italiche fu riservata l’ala sinistra, che doveva coprire la costa adriatica. La Divisione Lechi fu organizzata su 2°, 3°, 4° e 5° reggimento di linea, forti di otto battaglioni e 4.400 uomini. Alla Divisione Lechi fu anche assegnato il reggimento Cacciatori “Real italiano” e, come artiglieria, le 1^ e 4^ compagnia artiglieria a piedi e la 2^ a cavallo, oltre alle 2^ e 4^ del treno. I reggimenti Dragoni Napoleone e Dragoni Regina furono invece assegnati, insieme al reggimento di cavalleria polacco in forza al Regno d’Italia, alla Divisione dragoni di Dombrowski e schierati sulla costa tirrenica. Iniziata l’invasione il 6 febbraio 1806, il 14 dello stesso mese i francesi entrarono a Napoli. Diretta all’occupazione dei porti in Puglia e a presidiare l’Abruzzo, la Divisione Lechi rimase estranea ai combattimenti in Calabria, tra il II corpo di Reynier e l’esercito borbonico sostenuto da truppe britanniche. Impegnata dapprima nell’assedio e l’occupazione delle diverse piazze, e nella difesa costiera contro possibili sbarchi anglo-siciliani, la divisione italiana fu impiegata, dopo lo scoppio delle prime insurrezioni di marzo, nel reprimere le bande di insorgenti in Aspromonte ed in Abruzzo, con la formazione di colonne mobili il cui compito era quello di tenere sgombre le vie di comunicazione ed inseguire le bande di guerriglieri. Le truppe italiane furono disperse tra la Puglia (tre battaglioni) e l’Abruzzo (tre battaglioni), ed in Campania (due battaglioni) per sostenere l’assedio di Gaeta, che ancora resisteva. Alla Divisione Lechi fu

120 Per una visione generale dello scontro rinviamo all’opera di S. Valzania, Austerlitz, ed. Mondadori, Milano, 2005 121 Cfr. Pigni, op. cit. , pag. 195