più generosa sottoscrizione, ovvero si tratti proprio di un «avvertimento» indirizzato ai destinatari etichettati come <<grasso-borghesi», perché sappiano regolarsi di conseguenza. Del resto, nella cartolina n. 105/14 - edita dalla LIM - il discorso rivolto al cittadino è espresso in termini che appaiono ai limiti della brutalità («Il Governo ha stabilito che se il Prestito Volontario non darà la somma necessaria, si dovrà decretare il Prestito Forzoso. Ma mentre il Prestito Volontario rende oltre il 5. 70%, il Prestito Forzoso non rende nulla ... »). Per fortuna, in questo clima sconcertante - in cui non si sa più se la sottoscrizione venga richiesta, pretesa o imposta - l'Italia che cambia dimostra anche di sapere sempre restare se stessa, pronta ad avere - malgrado tutto - fiducia nell'avvenire e senso industrioso della sopravvivenza. Una quantità di piccoli commercianti e artigiani cercano di sfruttare il meccanismo - già ampiamente collaudato - del Prestito, unendo alla diffusione delle immagini e delle informazioni di quest'ultimo, quelle concernenti la propria piccola attività, anche a costo di suscitare un divertito sorriso. Così, una avventurosa Casa dei Modelli «Augusta», di Roma, offre per 200 lire di sottoscrizione «un cappello per Signora a scelta»; il Gabinetto Ottico Oculistico
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Pascotto, di Napoli, offre alla sua clientela «in premio ed in ricordo» una serie di cartoline con impressioni della guerra, ritratte da Sartorio, appositamente sovrastampate con inviti al Prestito e con il nome della benemerita Ditta; così, infine, lo Studio fotografico Alfredo Adamo, ancora di Napoli, offre ai sottoscrittori, per ogni cartella di 200 lire, «sei elegantissime fotografie gratis». Così dunque, in un panorama contrastato e per certi aspetti stridente - in cui più che mai si confondono le voci «ufficiali» del Governo, quelle dei grossi enti benefici, come la Croce Rossa Italiana (in prima linea, come sempre), e quelle di singole industrie, piccole imprese e intraprendenti cittadini si conclude con questo «Prestito della ricostruzione» o «della pace sociale» (come viene definito il VI Prestito) la grande operazione finanziario-cu1turale iniziata formalmente nel 1915. Al di là di ogni possibile diversa considerazione sul valore generale dell'iniziativa, sembra giusto rilevare come in queste immagini - che di tale impresa sono umile, ma viva, testimonianza - sia racchiusa una parte significativa dei sentimenti, dei sacrifici e delle speranze con i quali la nostra gente ha saputo affrontare e superare quei difficili anni lontani.