STORIA E POLITICA

Page 185

Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa - xxxi, 2016

185

Giuseppe Bedeschi

I socialisti riformisti italiani e la rivoluzione bolscevica in Russia

Per intendere il lacerante dibattito che la rivoluzione bolscevica attuata in Russia suscitò in tutti i partiti e in tutti i movimenti che, nell’Europa occidentale, si richiamavano al marxismo, è opportuno rifarsi a Karl Kautsky. Questi, infatti, che sino ad allora era stato considerato da tutti, Lenin compreso, come il massimo teorico marxista, assunse subito una posizione nettamente critica – destinata a diventare con gli anni opposizione intransigente – verso la presa del potere da parte dei bolscevichi. Ritroveremo diversi elementi di tale critica negli esponenti del riformismo socialista italiano. Kautsky aveva guardato sempre con grande interesse alla Russia e in occasione della rivoluzione del 1905 aveva svolto un’analisi che presentava diversi punti di contatto con quella di Lenin. In Russia, diceva Kautsky, la chiave di tutto era il problema contadino. I contadini russi volevano la terra, volevano investimenti e mezzi tecnici per coltivarla, infrastrutture, ecc. Senonché, non solo l’assolutismo, ma nemmeno la borghesia liberale era in grado di soddisfare tali richieste dei contadini, perché essa non voleva violare la legalità e non concepiva la riforma agraria senza indennizzo, che però sarebbe stata un onere impossibile per i contadini poveri. La confisca della terra era quindi una misura che poteva essere presa soltanto dal proletariato rivoluzionario, cioè dal proletariato urbano diretto dai partiti socialisti. E d’altra parte solo il proletariato rivoluzionario poteva prendere misure atte a reperire le enormi somme necessarie alla sopravvivenza dell’agricoltura russa dopo la confisca della terra: l’abolizione dell’esercito permanente, la confisca dell’intero patrimonio della famiglia imperiale e dei monasteri, la requisizione dei grandi monopoli – miniere, pozzi petroliferi, officine siderurgiche, ferrovie, ecc. Il futuro della rivoluzione russa era dunque affidato all’alleanza fra il proletariato rivoluzionario e i contadini. Anche per Kautsky, quindi, la peculiarità della rivoluzione russa consisteva nel fatto che essa non poteva essere una rivoluzione borghese in senso stretto, in quanto non sarebbe stata diretta dalla borghesia bensì dal proletariato. Al tempo stesso, però, Kautsky teneva ben fermo il convincimento che la rivoluzione russa non avrebbe potuto essere in alcun modo una rivoluzione socialista, a causa della grande arretratezza della Russia, arretratezza che si rifletteva anche sul proletariato russo, il quale era ancora troppo debole e troppo poco sviluppato. Sicché l’obiettivo del proletariato – che non avrebbe potuto vincere senza l’appoggio dei contadini – doveva consistere nel migliorare le proprie condizioni sia materiali che politiche, nel soddisfare le aspirazioni dei contadini poveri, rinunciando


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.