LA DIVISIONE ITALIANA IN FRANCIA 1803-1806

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« L’histoire du royaume d’Italie du 1794 à 1814 est le plus beau sujet des temps modernes, l’idéal s’y joint au positif. »1 Stendhal

Introduzione

Nel dicembre del 1801 si assiste per quanto concerne il futuro dell’Italia settentrionale al passo fondamentale verso una nuova stabilità e forma statale. Con il congresso di Lione, dove Napoleone Bonaparte2, divenuto ormai Primo Console della Repubblica Francese, convoca rappresentanti di tutti gli ordini sociali, si sancisce la nascita della Repubblica Italiana. Bonaparte ne è il Presidente, il milanese Francesco Melzi d’Eril3 il Vice-Presidente e Milano la capitale. La nuova struttura statale viene sviluppata per garantire maggiore stabilità e funzionalità alla repubblica satellite della Francia e per eliminare pericolose frange di giacobinismo che potevano ancora esistere nella seconda repubblica Cisalpina, le quali mal si accordavano con la nuova Francia uscita dal colpo di stato del diciotto brumaio. La riformata Repubblica, sebbene ancora più legata alla sorella transalpina con la presidenza in mano direttamente a Napoleone, riesce però a godere di un nuovo impulso innovatore che permetterà un vero sviluppo amministrativo e che avrà riflessi su tutti i settori dello Stato4. I due campi più importanti a cui lo stesso Bonaparte tiene sono quello diplomatico e quello militare. Il Ministero degli Esteri prende sede con il proprio ministro Marescalchi e la prima divisione ministeriale proprio a Parigi. Sebbene subordinato sul piano decisionale alle volontà francesi, ciò permette una partecipazione diretta dell’Italia ai grandi rapporti diplomatici che hanno luogo a Parigi fra le diverse potenze europee. Secondo campo delle riforme è quello dell’esercito. Si assiste in breve tempo alla razionalizzazione delle truppe della Repubblica, alla loro riorganizzazione e ad un attento controllo sul corpo degli ufficiali. In data 13 agosto 1802 viene emanata la legge sulla Coscrizione, che permette la riforma dell’esercito5 abbandonando il modello volontaristico in favore di un esercito più popolare e rappresentanza di tutta la nazione. Tramite il sistema coscrizionale viene anche data la possibilità al 1

Da Stendhal, Rome, Naples et Florence, Parigi, 1817, pag. 411 Per una biografia generale rinviamo all’opera di L. Mascilli Migliorini, Napoleone, ed. Salerno, Roma, 1991 3 Rinviamo per una biografia di Melzi e per la connotazione delle sue idee politiche all’opera di N. Del Bianco, Francesco Melzi d’Eril: la grande occasione perduta, ed. Corbaccio, Milano, 2002 4 Per una visione generale dell’epoca napoleonica in Italia e su tutti i diversi settori, non solo quello militare, rinviamo a C. Zaghi, L’Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno, ed. Utet, Torino, 1986 5 Per una visione generale delle forze armate italiane del periodo rinviamo all’opera di A. Zanoli, Sulla milizia cisalpino-italiana: cenni storico statistici dal 1796 al 1814, ed. Borroni e Scotti, Milano, 1845 ed all’ultimo lavoro di P. Crociani, V. Ilari e C. Paoletti, Storia militare del Regno italico 1802-1814, ed. Uff. Sto. SME, Roma, 2004 2


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