Corrispondenza di Ugo Foscolo209 C F, Lett. 147 Al Vice-Presidente della Repubblica Italiana Francesco Melzi â Milano Milano, 10 aprile 1804 anno II Il ministro della guerra mi ha fatto lâonore di dirmi che voi mi concedete di passare allo Stato Maggiore del generale Pino in Francia, col medesimo grado con cui ho militato negli anni addietro. Sebbene il Generale mi abbia chiesto con un grado superiore, io non mi querelo se non mi viene accordato; mi contenterĂČ del titolo di capitano, e tenterĂČ di meritarmi nuovamente migliore fortuna. Anzi il desiderio dâistruirmi, il bisogno di uno stato men incerto, lâamicizia che mi stringe al generale Pino mi confortano di accogliere con riconoscenza da voi questo nuovo favore. Quandâanche la fortuna non mi fosse amica in questa carriera, io spero che la conoscenza di nuovi paesi non sarĂ inutile aâ miei studi; solo vi prego di ordinare che mi sieno pagate le gratificazioni accordate agli altri ufficiali di Stato Maggiore, e di fare che nel brevetto, e nellâordine di viaggio mi sia ingiunto di raggiungere personalmente il Generale, acciocchĂ© i comandanti delle piazze non mi facciano peregrinare a loro grado per tutta la Francia. Frattanto piacciavi, Cittadino Vice-Presidente, di aggradire in questa occasione tutti i miei ringraziamenti, e di considerarmi come uomo consecrato a voi. In qualunque luogo mi trarrĂ la fortuna, io vivrĂČ sempre pieno deâ vostri beneficj e delle vostre virtĂč. Salute e rispetto. C F, Lett. 293 A Massimiliana Cicognara-Cislago, Milano Valenciennes, 3 dicembre 1804. [âŠ] Ognuno che sa le mie faccende, e voi piĂč châaltri, puĂČ conoscere quanto il generale Trivulzi mi Ăš poco propozio. Eccomi dunque lontano dalla Divisione, inviato a Valenciennes a comandare gli storpi, e le reclute deâ depositi che vennero dâItalia; commissione noiosa, difficile, nuova per me e di non molto onore, e secondo le mie forze, dispendiosa. [âŠ] C F, Lett.297 Al Generale comandante la Divisione [Calais] Valenciennese, dicembre 1804 an. 13 Sino da otto giorni addietro ho avuto lâonore di scrivere al Generale Comandante la Divisione lâarrivo deâ Depositi, il loro stato, ed i loro bisogni; ma non mi veggo onorato ancor di risposta. Il soldato, estenuato dal viaggio ed afflitto oggi ancor piĂč dalla stagione, ha bisogno della paga giornaliera; io non ho fondi. Dieci rognosi sentono inveterarsi ogni dĂŹ piĂč la loro infermitĂ ; ed inveterata che sia, riesce di difficilissima cura: io non ho chirurgo, nĂ© mezzi da provvedere i medicinali. Un chirurgo venuto dal Campo di St.Omer sâĂš arreso alle mie preghiere eli visiterĂ : ho sborsato quel piĂč che ho potuto per glu unguenti; ma il chirurgo partirĂ , nĂ© la mia povertĂ mi concede di spendere altro danaro. Sia stancezza, siano infermitĂ inveterate, o malignitĂ di clima, pochi individui sono veramente sani: tre allâOspitale, uno deâ quali mortalmente: i viveri non di meno sono buoni e le caserme paiono sane. Il magazzino deâ legumi secchi ne somministrava di cattiva qualitĂ , ed in pochissima quantitĂ : ho aderito alle lagnanze del soldato, ed ho sospeso di prenderli dal magazzino, sostituendo per la zuppa il pane bianco a quattrâoncie per individuo; il che Ăš di maggiore e piĂč sano nutrimento. Ho dovuto prendere a nolo anche gli utensili di cucina e di tavola, poichĂ© il pubblico non ne somministra. Spero che realizzando in danaro i legumi secchi si corpiranno le spese del pano bianco e degli utensili. Aspetto impazientemente, Cittadino Generale, la vostra approvazione superiore, o prevvedimento diverso. 209
La lettera147 Ăš in U. Foscolo, Epistolario, volume primo (ottobre 1794 â giugno 1804), a cura di Plinio Carli, Firenze, 1970; le seguenti in U. Foscolo, Epistolario, volume secondo (luglio 1804 â dicembre 1808), a cura di Plinio Carli, Firenze, 1952.