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IL MIO CONTRIBUTO ALLA RESISTENZA
di Romeo Ceccarini
Sono della classe 1896 e ho fatto la prima guerra mondiale; appena smobilitato mi iscrissi alla Lega dei Reduci ex Combattenti del mio paese, Moiano, e poi anche alla locale Sezione del P.S.I. Allo scoppio del fascismo emigrai in Argentina ma dopo una diecina di anni ritornai in patria e quasi da isolato ripresi il mio mestiere di scalpellino che sviluppai nella lavorazione del marmo divenendo un marmista noto e conosciuto in questa zona del pievese e castiglionese, che è servito più tardi, dopo 1'«8 settem· bre».
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Gli avvenimenti politici del regime non mi toccavano, .anche se dovetti mio malgrado aderire alla locale Sezione Ex Combattenti.
Divenni amico del fotografo Solismo Sacco, perseguitato politico perché condividevo le sue idèe. Ma nel 1941 con la infornata degli ex combattenti voluta dal fascio, tutti gli organizzati nelle Sezioni furono passati di ufficio al P.N.F. Anche il mio nome passò negli elenchi e mi ritrovai assieme ad altri chiamato alla sede del fascio per consegnarci la tessera del P.N.F. e il distintivo che ci imposero di portare sempre all'occhiello della giacca.
Ero in forse se farlo, ma era assai pericoloso destare diffidenza come contrario, ed io non volevo fastidi. Il Sacco quando mi vide con la «cim ic e» si stupì, mi biasimò e poi mi tolse perfino il saluto. Io mi sentivo in grande colpa, pur avendo ripetuto che ero sempre quello di prima, ma la situazione non cambiò.
Avevo· acquistato tra i primi nel mio paese un apparecchio radio che' potevo liberamente ascoltar e anche per le stazioni proibite «radio Londra» e «radio Mosca». Così ero al corrente in continuità dell'andamento della guerra fascista e delle cose nel mondo, e la verità era molto diversa da guanto diceva Appelius di Radio Roma .
Allora presi coraggio e tornai dall'amico e compagno Sacco che mi ridiede la sua fiducia. Insieme, anche se in modo guardin· go, abbiamo seguito e vissuto gli avvenimenti degli sviluppi della guerra e del «25 Luglio» ed «8 settembre», assai pericolosi per noi.
Sapevo dei suoi segreti le gami col P.C.I. attraverso i compagni Marchini di Roma (ma originari di Moiano), e quando nel dièembre 1943, con l'occupazione tedesca dell'Italia, mi chiese di impe · gnarmi con lui nella lotta clandestina contro fascisti e tedeschi, mi senùi riabilitato, e con la sua guida io presi immediaù contatti con alcuni giovani militari sbandati e pote i formare il primo piccolo gruppo di 14 volenterosi e coraggiosi giovani decisi a compiere le azioni possibili di sabotaggio al traffico militare tedesco. Tra i primi ricordo alcuni nomi: Walter, Adero, Benitino, Alb erino, Fine, Lineo, Rolando, il Billi ed altri che servirono a orientare tutta la gioventù locale e della zona circostante per grande spazio, per sfuggire alle minacciose chiamate alle armi del Governo di Salò, preferendo il bosco e la montagna.
Io ebbi la ventura e la fortuna di unirli e collegarli nella «banda» che poi, aumentata che fu, si divise in due, e di guidarli nella pericolosa situazione, prima con la guida del Sacco e del C.L.N. locale, e poi di «Luca» (Alfio Marchini) Comandante della Brigata, quando da marzo in poi la situazione nei suoi pericolosi svilupp i richiese ed impose la sua presenza.
Per documentare tutto il resto di cui anche io mi sono assunto una parte di responsabilità, mi rimetto alla Relazione sulla atùvità del Gruppo che era sotto il mio contro llo, subito rimessa al Comando della «Brigata Risorgimento» a documentazione per le nuove autorità civili e militari dell'epoca. Quella mia Relazione è andata unita alle Relazioni delle altre «bande» della nostra zona in cui si è sviluppata la «resistenza» e la lotta partigiana, per merito di alcuni uomini conosciuti e apprezzati in essa seriamente impe· gnati.
Non ho altro da dire.
Q_uesta testimonianza è ripresa in copia autentica dai documenti conservati in archivio dalla Sezione A.NP.L di Moiano.