LA SALUTE PUBBLICA IN ITALIANA

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GIORGIO MORTARA Profeesore ordinario ~i Statistica nella R. Università. di Milano

LA SALUTE PUBBLICA IN ITALIA DURANTE E DOPO LA GUERRA

BARI G-IUS. LATERZA & FIGLI, EDITCfaI YALE ,UNIVERSITY PRESS, NEW HAVEN

1925


STORIA ECONOMICA E SOCIALE DELLA GUERRA MONDIALE Serie Italiana

DIRlìlTTORE

J.AMES T. SHOTWELL P ROFESSORE DELL'UNIVERSITÀ COLUMBIA (U. :O,. A,)

COMITATO I'rALIANO

Presidente: Senatore Prof. Memb1-i:

Prof. Prof.

Lu1G1 EINAUDI

PASQUALE JANNACCONE U111BER'l'O R1cc1

L'elenco completo delle serie straniere trovasi in fondo al volume.


INDICE ANALITICO

PREFAZIONE DEL DIRETTORE

p.

XVII

INTRODUZIONE . Si accennano le principali circostanze che hanno influito sullo sviluppo della popolazione italiana e sulla salute pubblica. durante e dopo la guerra.. Si spiega come per ora sia. possibile soltcmto uno studio parziale delle conseguenze demografiche della guerra, per la. mancanza di molti elementi ohe occorrerebbero per uno studio completo. - Uno sguardo d'insieme allo sviluppo d.illa popolazione italiana. nell'ultimo dodicenuio. L'appar ente regolarità. di sviluppo risultante dal confronto fra. i due ultimi censimenti scompare nell'analisi dei vari elementi del bilancio demografico, la qua.le pone in evidenza le singolari caratteristiche del periodo considera.to.

LIBRO PRIMO PARTE PRIMA -

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

LA MORTALITÀ.

CAP. 1° - CENNI GENERALI SULLA MORTALITÀ.

. p.

15

La curva della mortalitù. italiana. nel mezzo secolo preceden te alla g-uerra. Tendenza della mortalità. alla diminuzione. La deviazione della curva di mortalità. dal suo cammino nel periodo bellico e il ritorno ad esso dopo la guena. - E~ame critico delle fonti statistiche per il periodo bellico. Lacune od errori relativamente lievi nelle statistiche delle morti per la popolazione civile. Incertezza dei dati sulle morti nell'cserctto: cause della scarsa attendibilità di questi da.ti. Spiegazione del metodo di raccolta. dei dati del Comando Supre,uo e delle corr ezioni arrecate ad essi.

CAP. 2° - I MORTI DELL'ESERCITO E DELLA MARINA MILITARE p . 27 Riassunto critico dei dati del Comando Supremo s ulle perdite sofferte da ll'esercito operante. Il numero dei militari morti dut·ante la guerra si può stimare a circa 600.000; l'eccesso di morti, in confronto al numet·o norma.le,


X

· INDICE ANALIT ICO ad oltre 500.000. - Esposizione delle statistiche del Comando Supremo sulle perdite dell'esercito operante. Dis tribuzione delle perdite per anni e per mesi. Perdite nelle principali opernzioni, perdite sulle varie fronti. Le perdite in relazione alla forza, nell'insieme dell'esercito e n elle varie armi. Eccezionale g r avità de.Ile perdi te delle fanterie in operazioni offensive. Le perdite della marina militare. - Un'indagine particolare sulle perdite dell'esercito e della marina militare: la statis~ica dei morti compilata dal!' Ufficio Notizie per la provincia di Bologna. ·

CAP. é.l0

-

I MOR'I'I IN PRIGIONIA .

p . 49

Da 90 a 100.000 Italiani sono morti in prigionia . Con trasto :fra l'alta mo,rtalità degli Italiani prigionieri del nemico e la bassa morta.lità dei nemici nostri prigionieri. Cause dell'alta mortalità dei prigionieri italiani nei campi di concen tramento: la fame, l'insufficiente riparo, i maltrattamenti. Tristi c ondizioni degli ospedali. Le miserie dei prigion ieri impiegati in lavori. L'odissea dei reduci, alla fine della guerr a . La maggio,: parte delle morti av r ebbe po tu to essere evitata, c·on un meno disumano trattamento .

CAr. 4° - I MORTI PER OFFF.SA NEMICA NELLA POPOLAZIONE CIVILE .

p. 57

Migliaia di morti derivate dalle insidie nemiche a,lla navigazion_e mercantile, da.i bombardamenti aerei , dai bombardamenti navali di città. Pe,·dlte cli vite ·per affondamenti od aggressioni d i navi. Distribuzione nel tempo, e secondo i mezzi impiegati dal nemico_. - Bombardamenti aerei. Regioni e città colpite. - Bombard amenti navali . .Regioni e città colpit e .

C,u . 5° - I i\WRTI NELLA Rl!;GIONE INVASA DAL NEMICO.

p. 68

Supel'ficie e popolazione della regione invasa. Calcolo della popolazione rimasta nl'lla regione stessa durante l'occupazione nemica: viene stimata a circa 970.000 anime. Ripartizione cli essa per provincie . - Le morti nella r egione invasa. Critica delle fonti. - La frequenza delle morti nella regione invasa è stata due volte e mezza maggiore della normale. Mortalità per provincie e per circonda.ri e distre tti: forti cli:fferenze di mortalità fra le varie zone. - Cause generali d'alta mortalità nella ·r egione invasa: sevizie e v iolenze del nemico, spostamenti in ma~sa, deportazio ni, concentra.menti in zone malariche, manc,tnza cli assistenza sanitaria ed igienica, affama.mento delle popolazioni. Spiegazione delle differenze di mortalità riscon. tra-te fra le va.r ie zone clell,, regione invasa.

C~P. 6° - I MOR'I'I DELLA POPOLAZIONE CIVILE. CENNI GENERALI p . 107 L'eccesso di mort i nella popolazione èivile, durante la guerra, supera i 600.000. - La mortalità italiana avanti, durante e dopo la guerra, in con-

fronto. alla mortalità di altri paesi belligeranti e neutrali. Caratteristiche comuni a i paesi belligeranti nei periodi bellico . e postbellico. In generale la mortalità, dopo uu for te rialzo duran Le Ja guerra, tende a proseguire nel suo movimento dis cenden te .


INDICE: ANALITICO CAP. 7° - I ì. \IORTI, SECONDO I MESI, NJ•:LLA POPOLAZIONE CIVILE.

Xl

p . 113

Ripartizione delle morti per mesi, neg li ul timi a nni anteriori alla guerra. Costruzione di numerL indici mensili per il periodo 1914 -23, in modo da eliminare l e va,·ia zioni pel·iodiche. Variazioni special men te· impo rtanti della mor ta.litit messe in eviden za con tal metodo; loro cause. Eccesso di morti nel periodo dell'epidemia intluenzial e : circa. 600.000, dall'agosto 1918 a.l marzo 1919. Correlazione fra la curva delie morti e q uelh delle nascite. R itorno al normale nel 1921-23.

CAP. 8° - I MORTI, SECONDO LE REGIONI, NELLA POPOLAZIONE CIVILT1: •

p. 125

La mo1·t.alità delle va.rie regioni neg]i ult imi anni anteriori a.Ila guerni. Va,riazioni della mortali tit dal 1862 al 1913: generale tendenza alla discesa. R ipartizione delle morti p er r egioni nel 1911-13: costruzione di numeri indici regionali per il periodo 1914-23. Vicende della mortalità nelle va.rie r egioni in tale perioc1o. Eccesso di mortalità ed eccesso di morti nelle singole r egioni, nel 1918. La mortalità nel triennio 1921-23: qu a.si generale diminuzione in confronto all' anteguerra. -Eccedenza cli quasi 1.200.000 m01·ti nel quad rie nn io bellico, in confronto al numero normale : come si d istribuisce per r eg ioni.

CAP. 9° - I .MORTI, SECONDO L ' E T À, NELLA POP OT..,AZIONE CIVILE. LA MOR.TALI'l'J\ INFANTILE .

p. 143

Cenni retrospettivi: la diminuzione clP.lla mort alità per g ruppi òi e h\, secondo il sesso, n el ,p1a.ran tennio precedente alla g uerra. Qualche confront o i nternazionale : caratteristiche della mort.a.li tit italiana secondo il sesso e I ' e t/e. - Costruzion e cli numeri indici dei morti nei siingoli gruppi d'età, secondo il sesso, per gli a nn i clal 1914 al 1923. Considerazioni sulle variazioni del numero tlei morti nei singo li g ruppi d'età c1urante tale periodo. - Sag-gi di m ortalità, per g ruppi d'et à, secondo i l sesso, per l'anno 1918: eccec1enza della mortalità c1el l!J18 su quella normale, nei singo li g rnpp i. Consic1erazioni sui metodi per l'apprezzamento de lla sn permort alità e cenni sulla variazione clel1 a su permortaHtit del 1918 in fun?.>ion e d ell'età. Cont ributo dei vari gruppi d'e tà al complessivo eccesso cli morti nel 1H18. Eccec1enza perc ent uale cli m ort,i nel biennio 1918-19 ; effetto complessivo dell'epidemia. inftueoziale : circa 600.000 morti in piu del normale. - La morta-Jità infantile: necessitit di speciali metodi cl' indagine. Premesse metodologiche; calcolo c1i saggi cli mortalità per ciascuno dei primi cioque anni d' età, dal 1914 iu poi. Uno sgnarclo retrospettivo sull'andamento tlella mor talità. infantile nei quarant'anni precede nt i a11a guerra. La mortal ità. infant ile. dal 19H in p oi: l'aumento n el per iodo b~llico; la dim in u zione dopo l'armistizio. La mor talità nel primo a n no d' etl,, durante la g nerra , n elle s ingole regioni: caratt eristiche comuni. La. m ortalità nel primo mese d'età, : c1ei nati legitt imi e degli illegittimi. - Distribuzione per sesso e per gruppi c1'etil. c1ei morti in più del normale durante il periodo b ellico : circa 950.000 maschi e 350.000 · femmine. S npermortalitit l)er gruppi d'età,.


XII

INDICE ANALCTICO

PARTE SECONDA - LE CAUSE DI MORTE. CAP. 10° - CENNI GENERALI SULLE CAUSE DI MORTE

p. 187

Confronti retrospettivi: variazioni della mor talità nell'ultimo quarto di secolo anteriore alla guerra. Diminuzione delle morti per malattie epidemiche, per tubercolosi, per malattie dell'appara.j;o respiratorio e dell'apparat o digerente; aumén to delle morti per tumori maligni, per malattie del cuore e delle arterie. Critica delle fonti statistiche. - Confront i internazionali : caratteristiche della mortali ti,, italiana. - Il periodo bellico. Aumento delle morti per febbre tifoide, per malaria , per difterite. Epidemie di colera, di meningite, d'influenza, di vaiu-010, di tifo petecchiale. Aumento delle morti per malattie tubercolari. D iminuzione o stazionarietà delle morti per altre malattie epidemiche e per tumori maligni. Aum ento delle morti per apoplessia e per malattie del cuore e delle arterie, ·per malattie dell'apparato respiratorio e dell'apparat o digerente. Maggior frequenza di morti connesse con la maternità. - Il periodo postb ellico. Tendenza alla normalità e persistenza di anormalità.

CAe. 11° - LE CAUSE DI MORTE, SECONDO LE REGIONI

p. 230

Confronti retrospettivi : variazioni nella frequenza delle principali cause di morte, per regioni, nell'ultimo quarto di seeolo anteriore alla guerra. Principali caratteristiche regionali. - Le cause di morte, per regioni, durant e e dopo la guerra. Le infezioni tifiche. Il tifo esantematico. La malaria : cause di propagazione della malaria nel periodo bellir,o ; rapido miglioramento nel dopoguerra. Il vaiuolo: l'epidemia del 1917-1:!2. Il morbillo, la scarlattina, l' ipertosse. La difterite. L' i nfluenza; la m ortalità. per influenza nel 1918: distribuzione geografica dell'epidemia. Le successive ondate epidemiche; manifestazioni nelle varie r egion i. La meningite cerebro-spinale epidemica. L 'encefalite epidemica: un'epidemia ignorata nel 1916-18? L'epidemia del 1919-23. Il colera asiatico. La tubercolosi; aggravamento durante la. guerra e successivo miglioramento. La meningite. Le malattie del cu ore e de Ile arterie. Il marasmo senile. Le affezioni dell'apparato respiratorio: aggravamenti concomitanti all'epidemia. influenziale. Le a.ffezioni dell'apparato diger ente. Le malattie dei reni. La sifilide. L'anemia. - Conclusione.

C~P. 12° - LE CAUSE DI MORTE, SECONDO L'ETÀ .

p. 299

Lo studio dell'azione delle singole cause d.i morte secondo l'età consente cli rettificare e completa.r e i risultati delle precedenti indagini. - Confronti retrospettivi: va.-riazioni nella frequenza delle principali cause di morte, seconùo l 'età, nell'ultimo quarto di secolo anteriore alla guerra. -Le cause di morte, secondo il sesso e l'et,.-ì., durante e dopo la guerra. Le infezioni t ifiche : gli effetti cle!W va.ccinazioni antitifiche. Il tifo esant ematico. La malaria: la sna diffusion, n ell'esercito operante e nella popolaz1one civile. Rapido mig lioramento do po la guerra. L'epid,emia di vaiuolo nel 1919:20: gli effetti de lla vaccinazione antivaiuo losa. Altre malattie infettive: morbillo, scarlattina, i pertosse, difterite. L'influenza : saggi di morta lità. per influenza, secondo il sesso e l'età, nel primo periodo epidemico (1918-19). Analogie . e contrasti tra l' influenza epidemi~a e quella endemica. Le successive ondate influenziali e la ! 01·0 differente incidenza in r elazione a.ll'etit. e al sesso. La


INDICE ANALITICO

XIII

meningite cerebro-spinale epidemica. L'"ncefalite: nuovi indizi di un'epidemio. nel 1916-18; l' epidemia nel 1920-23; differenti caratteri delle due ondate epidemiche. Le malattie tubercolari : gli effetti della guerra nella popolazione m ilitare e in quella civile. Differente andamento delle v arie forme tubercola.ri. Il miglioramento postbellico. I tumod maligni. La meningite non epidemica. L'apoplessia e la congestione cerebrale. Le malattie del cuore e delle arterie. Il maro.smo senile. Le malattie acute dell'app arato respiratorio: in qual m isura l'aumento delle morti nel 1918 si possa attribuire all'epidemia influenzia!P.; la diminuzione della mortalità dopo la guerro.. Le malattie acute dell'apparato d igerente. Le mnlattie dei reni. La sifilide: nell' analisi della distl'ibuzione dei morti secondo l' efa si r ivelano le consegue.nze della guerra. L'anemia. Cenni riassuntivi. PARTE TERZA -

LA MORBOSITÀ.

13° - NOTIZIE SULLA :FREQUENZA DI ALCUN]~ .MALATTIE p . 357

JAP.

Lo stud io della morbosità. è reso difficile dalla mancanza di dati e dalla scarsa attendibilità d.ei pochi dati disponibili. -Le infezioni tifiche nell' esercito e nella popolazione civile. Il tifo esantematico: l'epidemia del 19l9. La malaria: i malarici di guena. Il vaiuolo: l'epidemia nel 1919-20. Morbillo, scarlattina, difterite. Un po' di storia dell'epidemia influenzia.le. Manifestazioni epidemic he di colera asiatico alla fronte, nella popolazione civile, e fra i prigionieri austro-ungarici, provenienti dalla Serbia (1916). La dissenteria bacillare; la dissenteria amebica. L'encefalite epidemica. La meningite cerebro-spinale epidemica. Il tracoma. Le malattie veneree. Altre malattie trasmissibili. La pellagra. La tubercolosi nell'esercito. - La morbosità. generale nell'esercito operante.

Lrn1w SECONDO ?ARTE PRIMA -

NATALITÀ E NUZIALITA

LA N~~'l'ALITÀ.

;AP. 14° - I NATI VIVI. CENNI GENERALI

p . 405

La nat alità. nel mezzo secolo prececl-ente alla guerra: diminuzione della natalità d.al 1890 in poi. - La natalità dal 1914 al 1923 ; diminuzione nel periodo bellico e scarso compenso nel periodo postbellico: il disavanzo di nascite si può caleolare a 1.400.0j)O. La natal ità. riprende, dopo una breve a.scesa, il suo cammino d iscendente. - Qualche confronto internazionale. Analogie tra le variazioni della natalità., negli ulti mi anni, nei diversi paesi belligeranti. ;AP.

15° - I NATI VIVI, SECONDO I MESI

p. 413

R ipai·ti1,ioni d.1llle nascite per mesi, negli u ltimi a nni anteriori alla guerra. Costruzione di numeri indici per il periodo 1914-23, in modo da eliminare le variazioni periodiche. Principali variazioni della natalità così messe in evidenza ; loro cnuse. Effetti della mobilitazione, delle licenze ai militari, della epidemia in:fl.uenziàle, della smobilitazione.


INDICJç ANALi'rICO

XIV

16° - I NATI VIVI, SECONDO LE REGIONI .

CAP.

p. 421

Confronti retrospettivi : le variazioni della natalità, per regioni, dal 1862 al 1913. .Progressivo approfondir~i delle differenze regionali. Confronto fra due tipi estremi di varia7,ione: la natalità nel Veneto e nel Piemonte. Le n:i.scite nel per lodo bellico. Costruzione éli nurneri indici dei nati vivi per gli anni dal 1911 al 1923; variazioni del numero dei nati nelle diverse regioni ; cause delle differenze che si riscontrano. Calcolo del disav:i.nzo d i nascite durante il periodo bellico, e del disavanzo o dell'avanzo durante il periodo postbellico, per singole regioni. - La. nsttalità nel 1921-23; diminU·· zione della nata,lit,'t nel!' Italia settentrionale e CP.ntra.le ed in Sicilia., aumento altrove; le differenze regionali sono ancoro. aumenta.te. Le cause della diminuzione della nat alità.

17° - LA FECONDlT.c\ DELLE DONNE ITALIAN~:. NATI L l~Gnvl'IMI E ILLF.GITTIMI p. 439

CAP .

Proporzione delle donne atte alla procreazione, nella. popolazione . .Frequenza clelle nascite t ra le donne atte alla procreazione: variazioni di tale frequenza, in Italia e nelle singole Tegioni nel mezzo secolo precedente a!Ja guerra. - Nascite legittiiue e nascite illegittime. Proporzione delle coniugo.te fra l e donne atte alla, procreazione. Fecondità delle coniuga.te nel cinquantennio auterior e alla guerra. Cause della diminuzione della. n'atalità legittima.: l'emigrazione, la restrizioue v olontaria. - Natalità illegittima : s ue variazioni nello stesso cinquantenu io. Cause delle principali variazioni. Le na.scite illegitt ime durante e dopo la, guerra . .Legalizzazione d i unioni libere. Altri effetti della. guerra. La smobi lita.zìone e le sue conseguenze. Illegit timi r iMnosciuti e non r iconosciuti : cause delle variazioni nel numero degli uui e degli altri. Va.riazione del n umero e della proporzione degli illegittìm i, per regioni, dal 1911-13 a.I 1921-2-3. CAP .

18° - I NATI MORTI .

p . 466

Cenni introduttivi.. Va.riazioni del numero dei nati morti nei p eriodi bellico e postbellico. Proporzioni mensili dei nati morti negli anni 1914-23. Principali altera11ioni connesse con lo. guerra. Effetti dell'epidemia influenziale. -La proporzione dei nati morti nelle singole regioni, nell'anteguerra. e negli anni 1914-23. Variazioni connesse con la, guerra. - Proporzione dei nati morti fra. i legitt imi e fra. gli illegittimi. PAR'l'u: S ECONDA -

LA NUZIALITÀ.

C,\P. 190 - I MATRIMONI. CENNI GENERALI

p. 477

.La nuzialità nel m e zzo secolo precedente alla. guerr n. - La. nuzialità dal 191!1, al 1923: la dimi fzione nel periodo bellico e l'esuberante compenso nel periodo postbellico.. - Qualche confronto int~rnaziona.\e. Anal ogie e contrasti fra i p aesi belligeranti.

C,w . 20• - I MATRIMONI, SECONDO I MESI .

p. 481\

R ipartizione dei matrimoni per mesi, negli ultimi anni anteriori alla g uerra. Costruzione di numeri indici per il periodo 1914-23, in modo da, eliminare le variazioni periodiche. Va.riazioni della nuzialità in t ale periodo, e loro cause.


INDICE ANALITICO CAP. 21° -

I :VlATRIMONI, SECONDO LF. REGIONI

xv p. 491

I matrimoni nelle varie regioni , dal 1914 al 192-3. Analogie e differenze regiona li. Il disavanzo di matrimoni nelle singol e regioni dal 1914 al 1918.· L a nuzialità nel 1921-23 : caratteJ:e tra.nsitorio dell'aumento che si riscontra in confronto all'anteguerra. L'avanzo] c1i mat rimoni, per regioni, dal 1919

al 1923.

CAP. 22° - I MATRIMONI, SECONDO LO STATO CIVILI!'. E L'ETÀ DEGLI SPOSI p . 498 Le combinazioni di stato civile nei periodi bellico e postbellico. - Vadazione del numero degli sposi e dello spose, nei singoli gruppi d'et..s.. Disavanzi del periodo bellico e avanzi del periodo postbellico. - Variazione del numero delle unioni nelle diverse combinazioni d'età degli sposi e delle spose. Preferenza degli nomini g iovani per le donne mature e degli uomini maturi per le donne g iovani, nel ·p eriodo bellico. D isavanzi e av,i,nzi nelle varfo combinazioni d'età.

CONCLUSIONE

p. f>13

Le principali conseguenze della guerra sulle variazioni natura.li della popolazione italiana.

APPENDICE .

p. 519

I . Popolazione presente in Italia (1800-1921). - IL Popolazione presente in Italia (1911-23). - III. Mortalità in Italia (1864-1923). - IV. Saggio dei procedimenti seguiti pèr il calcolo delle perdite dell'esercito. - V. Mortalità, dei maschi adulti non mobilitati nel HJ15-18. - VI. Popolazione e mortalità. nella r egione invasa (1917-19J.8). - ' VII. Morti dal Hl14 al 1920, per mesi. - VIII. Morti dal 1914· al 1920, per compart.imenti. - IX. lVIorti dal 1914 al 1920, per sesso ed età. - X . Classificabione io ternazionale ed italiana delle cause di morte. Ragguaglio. - XI. Natalità in Italia (1864-1923). XII. Nati vfri dal 1914 al 1920, per mesi. - XIII. Nati vivi dal 1914 al 1920, per compartimenti. - XIV. Nati morti dal 1911 al 1920, per mesi. - XV. Nati morti dal 1914 al 1920, per compar t imenti. - X VI. Nuzialità in Italia (lSM1923). -XVII. Matrimoni dal 1914 al 1923, per mesi. - XVIII. Matrimoni dal 1914 al 1923, per coinpartimenti. - XIX. Lo sforzo demografico-militare clel l' Italia, della Francia e del Regno Un ito nella guerra del 1914-1918. XX. Bibliografia sulla salute pubblica in Italia durante e dopo la guerra.

INDICE ALFABETICO .

p . 563



PREFAZIONE DEL DIRETTORE

Nell'autunno del 1914, essendo lo studio scientifico delle conseguenze della guerra sulla vita. moderna, passato subitamente dal campo della teoria a quello della storia, la Sezione di Economia e di Storia della Fondazione Carnegie per la Pace Internazionale si propose cli adattare il programma delle sue ricerche ai nuovi problemi che la guerra andava suscitando, ed a quelli che anelava trasformando. Il programma in corso, la cui preparazione era stata il ris ultato di una conferenza di economisti tenuta a Berna nel 1911 e che si occupava dei fatti che erano allora cli attualità, aveva appena cominciato a mostrare dj qual valore fossero i suoi contributi; ma; per varie ragioni, esso non potette più essere proseguito e sviluppato. Su richiesta del Direttore della Sezione, fu quindi redatto un piano, il cui scopo era di cercar di misurare, per mezzo di una indagine storica, il ,costo economico della guerra e il perturbamento che essa cagionava nei processi. dell'incivilimento. Si pensava che una siffatta « Storia economica e sociale della guerra mondiale», qualora fosse intrapresa da uomini di temperamento equanime e di adeguata cultura, conscii degli obblighi scientifici di una tale opera verso la Verita, avTebbe potuto fornire elementi per la formazione di una sana opinione pubblica, e così contribuire in maniera fondamentale agli scopi di nna istituzione dedicata alla causa della pace internazionale. Il bisogno di una tale analisi, concepita e condotta secondo lo spirito della ricerca storica, anelò ovviamente crescendo a mano a mano che la guerra, svilùppandosi, sprigionava dalla vita


XVIII

PREFAZIONE DEL DIRETTORE

nazionale forze complesse, destinate non soltanto a servire ai vasti processi di distruzione ma anche ad eccitare nuove capacità di produzione. Questa nuova attività economica, che nelle normali condizioni di pace avrebbe potuto essere un gu~da.gno per la società, e la sorprendente attitudine1 dimostrata dalle nazioni belligeranti, a sopportar perdite lunghe e crescenti - pur presentando spesso l'apparenza esteriore di una rinnovellata prosperità - rendevano necessario di riesaminare da capo tutto il campo della economia di guerra.. Un doppio obbligo s'imponeva quindi alla Sezione di Economia e Storia: essa fu costretta a concentrare il suo lavoro sul problema che così le si presentava, cd a studiarlo nella sua totalità; in altre parole, ad applicare ad esso i criterii e le discipline del metodo storico. Come, appunto, la guerra stessa era un evento singolo, ma che penetrava, per via apparentemente staccate le lme dalle altre, sin nelle più remote parti del mondo, cosi l'analisi della guerra doveva essere sviluppata in conformità di un piano nello stesso tempo vastissimo e pur adattabile alle limitazioni pratiche dei dati disponibili. Tuttavia, mentre la guerra si andava svolgendo, riuscì impossibile l'eseguire, in maniera ampia e degna di fiducia, questo piano di uno studio scientifico ed obbi.ettivo dell'economia bellica. Studii incidentali ed indagini parzia.li potevano esser fatti, e furono fatti, sotto la direzione della Sezione; ma, per ovvie rag'ioni, ~ra impossibile intraprendere una storia generale. In primo luogo, un accertamento attendibile delle risorse dei belligeranti avrebbe direttamente influito sulla condotta degli eserciti in campo; il che condusse a sottrarre, quanto più si potesse, all'esame quei dati della vita economica dei paesi combattenti che ordinariamente, in tempo di pace, sarebbero stati subito disponibili per le indagini. Ed a questa difficoltà di consultare i · documenti se ne aggiunse un'altra : quella, cioè, che i collaboratori, aventi la compete1rna per studiarli, era.no per la massima parte a servizio della nazione, nei .paesi belligeranti, e quindi non dfaponibili per la ricerca scientifica. Il piano di una storia della guerra fo, quindi, differito


PREFAZIONE DEL DIRETTORE

XIX

sino a che non si ristabilissero altre condizioni, le quali rendessero possibile non solo l'accesso ai documenti essenziali ma anche la cooperazione di economisti, storici ed uomini d'affari nelle nazioni principalmente interessate, il cui comune lavoro non fosse ,frainteso o nel suo scopo o nel suo contenuto. Terminata la guerra, la Fondazione riprese cli nuovo in esame il piano originario, e, con alcune piccoìe modificazioni, si trovò ch'esso era adatto alla situazione. Il lavoro cominciò nell'estate e nell'autunno del 1919. In primo luogo) fu tenuta a Parigi un'ul-_ tima conferenza del Consiglio consultivo di Economisti della Sezione di. Economia e Storia, il quale si limitò a progettare una serie di brevi indagini preliminari in campi speciali. ]\fa poichè il carattere puramente preparatorio di questi studii ricevette ancora maggiore rilievo dal fatto che essi erano più specialmente rivolti a problemi, che in quel momento con maggiore urg·enza assillavano l'Europa, parve miglior consiglio di non considerarli come parte dell' indagine generale ma piuttosto come studii aventi un valore attuale nel periodo dell'assestamento della guerra. Apparve anche chiaro che non soltanto da quella conferenza non avrebbe potuto esser formulato a priori un programma generale, ma che, per intraprendere la Storia economica e sociale della guerra, sarebbe stata necessaria un'organizzazione scienti. fica nuova e assai più specializzata di quella esistente : una organizzazione basata, in primo luogo, più saldamente su fondamenti nazionali e meno su di una cooperazione puramente internazionale. Fino a che i fatti della storia nazionale non avessero potuto essere accertati, sarebbe stato impossibile procedere all'analisi comparativa; e le diverse storie nazionali erano esse stesse di una complessità -e varietà quasi sconcertanti. Per conseguenza, fu disciolto il primo Comitato di ricerca europeo, e si decise di istituire al suo posto un Comitato editoriale in ognuno dei paesi maggiori e di nominare aJ.cuni -speciali direttori nei minori, i quali, almeno pel presente, dovessero concentra.re la propria attività sulla storia economica e sociale della guerra del loro rispettivo paese.


xx

PR.El!"'AZIONE DEL DIRETTORE

La nomina di questi Comitati da parte del Direttore generale è stato il primo passo compiuto in ciascun paese dove s'è già

posto mano al lavoro. ·E se mai il piano della Fondazione avesse bisogno di una qualsiasi giustificazione, essa. è già pronta nelle liste di persone eminenti nel campo della "dottrina e dei pubblici affari, che hanno accettata la responsabilità della direzione. Questa responsabilità non è punto lieve, poichè implica l'adattamento del piano generale alle diverse esigenze delle condizioni nazionali ed ai differenti metodi di lavoro; e qu·e l tanto del successo, eh' è già stato rag·giunto, è dovuto alla generosa e fattiva cooperazione di coloro che hanno assunto l'uffido in ciascun paese. Un~ volta costituita l'organizzazione editoriale, non poteva dubitarsi quale, in ogni caso, dovesse essere il primò passo per addivenire alla effettiva preparazione della storia. Senza documenti non può esservi storia. I documenti essenziali della guerra, cosi locali come centrali, debbono, quindi, essere preservati e resi utilizzabili per la ricerca, nella misura in cui questa è compatibile col pubblico interesse. Questo compito archivistico è di grande importanza, ed appartiene di diritto ai governi ed agli altri proprietari delle fonti storiche, non allo storico od all'economista che si proponga di utilizzarle. Esso è un dovere connesso alla proprietà; poichè tutti quei documenti sono un deposito fiduciario di carattere pubblico. Per conseg·uenza, i collaboratori, cui era commessa questa parte della storia della guerra, potevano, compiendo indagini nel proprio campo, esaminare la situazione quale essi la trovavano, e presentare i r isultati di questo esame sotto forma di guide o manuali: coù l'istituire un raffronto fra i vari metodi, essi avrebbero, forse, anche contribuito a ptornuover,e l'adozione di quelli che fossero sembrati i più pratici. In ogni paese, quindi, fu questo il punto di partenza per il lavoro da intraprendere, benché non per ognuno di essi sia stata scritta una speciale monografia. Sembrò per un certo tempo che questo primo stadio del lavoro intorno alla storia della guerra, avente per oggetto poco più che la composizione estrinseca degli arehivi, esaurisse tutte


PREI<'AZIONE DEL DIRE'l'TORE

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le possibilita di ricerca. E se il piano della storia fosse stato limitato a indagini fondate su documenti uffi.ciali, poco di più si sarebbe potuto fare; perocchè, una volta che i documenti sono stati marcati come «segreti», pochi sono i funzionari governativi dotati di coraggio od iniziativa sufficienti per rompere il suggello. E così, una gran quantita di materiale di fonte, e.ssenziale per lo storico, fu effettivamente posto fuori della sua portata, benchè gra.n parte di esso fosse affatto innocuo da ogni punto di vista. Mentre le condizioni di guerra, continuavano in tal guisa ad ostacolare la ricerca, e molto probabilmente l'avrebbero ostacolata ancora per molti anni, era necessario trovare un'altra alternativa. Fortunatamente, questa soluzione alternativa la si aveva già pronta nella narrazione, ampiamente corredata da prove documentarie, fatta da coloro stessi che avevano avuto qualche parte nella condotta degli affari durante la guerra o che, essendone stati osservatori attenti in situazioni privilegiate, potevano raccontare di prima o almeno di seconda mano, la storia economica delle varie fasi della grande guerra e delle sue conseguenze sociali. Così maturò l'idea di una serie di monografie, le quali in massima parte sarebbero state esposizioni non uffi.ciali ma autorev oli1 di carattere descrittivo o storico1 a mezza strada fra le « memorie» e i « libri azzurri». Queste monografie costituiscono il corpo principale del lavoro fin ora assegna to. Esse non sono limitate a studii contemporanei, cioè del solo periodo bellico, poichè la storia economica della guerra deve estendersi su di un periodo più lungo di quello del conflitto armato, e comprendere anche gli anni di «deflazione~, almeno quanto basti a fornire una misura del perturbamento economico un poco più esatta cli quella che può ritrovarsi in giudizii puramente contemporanei. A questo stadio del lavoro, i problemi editoriali assunsero un nuovo aspetto. La serie delle monografie dovette essere progettata avendo riguardo sopratutto ai collaboratori disponibili piuttosto che all'esistenza del materiale di fonte, perchè erano gli autori stessi che disponevan0 delle fonti. E ciò, a sua v olta, richiedeva


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PREFAZIONE DEL DIRETTORE

un atteggiamento nuovo verso quei due ideali che gli storici si propongono come fine supremo : la coerenza e l'oggettività. Per far si che ciascun autore fornisse il suo più importante contributo, non era possibile tenersi in confini strettamente logici: i fatti av1·ebbero dovuto essere ripetuti con tendenze diverse e considerati di:!, punti di vi.s ta differenti; argomenti avrebbero dovuto essere tratt:a,ti che non apparteng·ono agli stretti limiti della storia; e una assoluta obbiettività non poteva essere ottenuta in ogni parte. Sotto la pressione della controversie. o dell'apologia, opinioni partigiane sarebbero state espresse in questo od in quel punto. Ma siffatte opinioni sono in alcuni casi una parte intrinseca della storia stessa; sono estimazioni contemporanee dei fatti, tanto significative quanto i fatti stessi ai quali si riferiscono. Inoltre, l'opera nel suo complesso è disegnata in modo da fornire il suo proprio correttivo; e dov'essa non vi riesce, altre opere vi riuscixanno. In aggiunta a q_uesto trattamento monografico del materiale di fonte, è già in preparazione un certo numero di stuclii, affidati a specialisti, di argomento tecnico o limitato, storico o statistico. Anche queste monografie hanno in parte la natura del materiale di prima mano, in quanto esse registrano dati storici, raccolti abbastanza v icino alla fonte per permetterne la verifica in modi di ctli sarebbe impossibile giovarsi più tardi. Ma esse appartengono anche a quel processo costruttivo per mezzo del quale la storia passa dall'analisi alla sintesi : processo, nondimeno, lungo e clifficile intorno al quale si è appena incominciato a lavorare. Com'è stato giustamente detto, nei primi sta.dii di una storia come questa lo studioso non fa altro .c he ~ scernere il cotone». I fili intricati degli eventi debbono ancora essere intessuti nella trama della storia, e per quest'opera creativa e costruttiva possono esser necessari altri piani ed altre organizzazioni. In un'opera, come questa, che è il prodotto di una cooperazione così varia e complessa, è impossibile incLicare, se non in maniera generalissima, come si cli.s tribuisca fra direttori ed autori la responsabilità per il contenuto delle varie monografie.


PREFAZIONE DEL DIRETTORE

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Del piano della « Storia » in complesso e della sua effettiva esecuzione è responsabile il Direttore Generale; ma la composizione dei programmi particolareggiati di studio è stata in gran parte opera dei varii comitati editoriali e dei direttori di sezione, i quali hanno anche letti i manoseritti preparati sotto la loro direzione. Tuttavia, l'accettazione cli una monografia in una serie non lega i direttori alle opinioni od alle conclusioni degli autori. Come ad altri direttori, si chiede ad essi di garentire il merito scientifico, la pertinenza e l'utilità dei volumi ammessi nella serie; ma, naturalmente, gli autori restano liberi di apprestare a loro modo il loro contributo individuale. Ugualmente, la pubblicazione delle monografie non impegna la F ondazione Carnegie a consentire in qualsiasi specifica conclusione che sia in esse espreRsa,. La responsabilità della Fon· dazione è verso la Storia stessa: il che implica l'obbligazione non già di evitare, ma di assicurare e cli preservare, narrative e punti di vista diversi, in quanto siano essenziali per .comprendere la g uerra in tutta la sua estensione. J.!ù~fES

NB.

T.

SHO'l'WELL

Nella Prefa.zione Generale, m essa innanzi a c:iascun v olume cli questa serie storica, si dichiara che la Fondazione Carnegie concede ad ogni autore la libertà d'indagine e di parola richiesta dalle esigenze scientifiche del.l'argomento che egli tratta. La Fondazione si è se1npre scrupolosamente attenuta a questo principio; e, nell'interesse stesso di questa autonomia scientifica, ha creduto necessario cli chiedere ad ogni collaboratore di limitarsi alla trattazione dei problemi inerenti al soggetto assegnatogli e cli non introdurre nella discussione opinioni e controversie estranee all'argomento. Dato il carattere internazionale della nostra organizzazione, una tale direttiva scientifica si rendeva doppiamente indispensabile.


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PREFAZIONE DEL DIRETTORE

Nel 1)resente volume, dedicato ad uno studio statistico delle conseguenze demografiche della guerra, l'Autore ha inserito un capitolo relativo al trattamento dei soldati italiani fatti prigionieri in guerra. Sarebbe stato preferibile che un tal soggetto fosse stato trattato in una monografia separata. Il General Editor però non si rese _conto a tempo del significato di alcune espressioni e di alcuni giudizi contenuti in quel capitolo e delle complicaziòni a cui potevano dar luogo. Non potendo, ormai, portarvi alcuna modificazione, tiene però a dichiarare che il contenuto del detto capitolo non è conforme ai principii che regolano le pubblicazioni della Carnegie. Il Generai Editor desidera, quindi, dichiarare che i fatti esposti e i giudizii formulati nei passi dell'opera che concernono il trattamento dei prigionieri di guerra sono presentati al pubblico sotto l'esclusiva responsabilità dell'autore. .TAMES 'I'. SHO'fWELL


INTRODUZIONE

Si accennano le principali circostanze che hanno influito s ullo svilu ppo della popolazione i taliana e sulla salut,e pubblica durante e dopo la guerra. Si spiega come per ora sia possibile soltanto uno studio parziale delle conseguenze demogTali che della g ue rra , per la mancanza di molti elemen ti che occorr erebbero per uno studi o completo. - Uno sguardo d'insieme allo sviluppo della popolazione i t.aliana nell 't1Itimo dodicennio. L'apparente regolari t.ii, di sviluppo- r is ul tan te dal confronto fra i due u ltimi censimenti scompnre nell'analisi dei vari elementi del bilancio demografico, la quale pone in evi.deuza le singolari c:irattcristiehe del periodo considernto.

1. La guerra, divoratrice di vite, ha in ogni tempo recato prn o meno profonde modificazioni nell'equilibrio clemograftco· dei popoli travolti nel suo lugubre giuoco. Stragi di combattenti, epidemie negli eserciti e, da questi propagate, nelle popolazioni civili, carestia e fame, devastazione cli ampi territori, oppressione o, fuga dei loro abitanti, djsgregazione delle famiglie, impedimento a nuove nozze, sono fenomeni concomitanti d'ogni grande conflitto tra popoli. La storia è intessuta degli orrori d' innumerevoli guerre, segnanti le tappe cli quella che, con inconscia ironia, chiamiamo ~ via del progresso » delle umane società. La nostra generazione aggiunge purtroppo alle antiche narrazioni la cronaca della sua guerra, di quella che abbiamo vissuto, che ancora domina, con le sue conseguenze, tutta la nostra vita, che, fors'anche perchè la più vicina, ci è apparsa la più immane e la più tremenda di tutte: < la grande guerra > per antonomasia. G.

MORTARA,


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INTRODUZIONE

Di questa cronaca proveremo a scrivere un brano, indagando come le speciali circostanze caratteristiche del periodo bellico e dei primi anni successivi abbiano al~erato l'equilibrio demografico dell'Italia : come, cioè, per effetto di tali circostanze, si siano modificati i. diversi fattori delle variazioni quantitative della popolazione, di modo che. n'è rimasta poi modificata la consistenza e la composizione di questa. 2. La popolazione italiana si era andata regola.nnente sviluppando attraverso mezzo secolo di pace : lievi, e quasi trascurabili, erano state le ripercussioni demografiche delle campagne coloniali d'Eritrea e di Libia. Negli ultimi decenni anteriori alla guerra europea, la frequenza delle morti era andata diminuendo; meno rapidamente era diminuita la frequenza delle nascite, onde l'aumento naturale della popolazione era divenuto di mano in mano più celere. In uu paese già densamente abitato da antica data, dal suolo sfruttato, dal sottosuolo povero, scarso di risparmio accumulato, lo sviluppo economico non poteva seguire che più lentamente lo sviluppo demografico. La pressione della popolazione crescente aveva determinato il deflusso d'una corrente emigratoria, sempre piu ampia e sempre più largamente ramificata, di'retta in parte ai paesi dell'Europa centrale ed occidentale, in parte alle Americhe, in minor parte altrove. Molti emigrati rimpatriavano dopo un soggiorno più o meno lung·o all'estero: ta.Jora l'emigrazione diveniva periodka e stagionale ; molti a,ltri si stabilivano definitivamente in ·terra straniera : parecchi di questi però non troncavano og·ni vincolo sentimentale ed economico con la pa.tria. Le emigrazioni, apparse da principio Jenomeno patologico, si dimostravano ormai fenomeno fisiologico, inevitabile conseguenza del veloce incremento d'una popolazione che straripava oltre i ristretti confini del territorio nazionale. 3. La guerra altera profondamente le condizioni di sviluppo della popolazione italiana.


INTRODUZIONE

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Fino dai primi giorni del conflitto e uropeo (agosto 1914), turbe innumerevoli cli fuggiaschi rifluiscono in patria dall'AustriaUngheria, dalla Germania, dalla .Francia e dagli altri paesi coinvolti nel conflitto : il generale turbamento dell'economia mondiale, accrescendo la disoccupazione, promuove numerosi rimpatri da altri paesi e restringe bruscamente la corrente emigratoria. Suscita preoccupa¼ione, per la tutela della salute pubblica, specialmente il ritorno in massa cli decine e centinaia di migliaia d'emigrati, in parte reduci da paesi in cattive condizioni sanitarie. Coli' iniziarsi della preparazione italiana per la guerra, nuovi. fattori di turbamenti demografici si aggiungono. La mobilitazione occulta sottrae alle famiglie gran numero di giovani, li sposta da regione a regione, li ammassa verso il confine. La dichiarazione cli guerra all'Austria-Ungheria (24 maggio 1915) rende più intensi questi movimenti e detenniua un nuovo afflusso di rimpatrianti dall'estero: si contano a centinaia di migliaia anche i r itornati per servire la patria in armi. A grado a grado la mobilitazione si estende alle classi più anziane ed alle più giovani. Fino dai primi giorni delle ostilità., l'occupazione di territori situati oltre l'antico confine conduce le nostre truppe a contatto con popolazioni in condizioni sanitarie peggiori di quelle della popolazione italiana; più tardi, la conquista di posizioni già tenute da truppe nemiche infette di gravi malattie epidemiche reca nuove minacce alla salute dell'esercito e della popolazione civile. Tra la zona di guerra ed il resto del paese si stabilisce un continuo ed intenso ricambio di uomini, ali' infuori delle normali relazioni, in parte ristrette per conseguenza della guerra. Sono complementi e nuovi r eparti che accorrono alla fronte, sono lavoratori civili che affluiscono nelle retrovie, sono ammalati e feriti che vengono sgombrati dalla zona delle operazioni verso le r egioni retrostanti. Dal!' inverno del 1915 in poi s'intensifica anche il movimento dei militari, che sono inviati in licenza dall'esercito alle loro case, che tornan o poi al loro posto; più tardi s'ingrossano altre m inori correnti, come quella degli esonerati


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INTRODUZIONE

dal servizio militare per laYori industriali ed agricoli indispensabili alla sussistenza della popolazione od alla r esistenza dell'esercito. Q,uesto continuo ricambio cli uomini richiede speciali cautele igieniche : occorre stabilire una specie di, filtro, che eviti la trasmissi one di malattie infettive dalla popolazione militare a quella civile e viceversa. Còmpito arduo, perchò una parte del nostro esercito opera in Albania, un'altra parte in Macedorua, minori reparti in Russia, in Palestina: regioni tutte in pessime condizioni sanitarie; còmpito che è reso più arduo quando, per l' inasprimento della guerra sottomarina, la nostra penisola diviene il passaggio preferito per gli scambi di uomini e di merci fra · l'Inghilterra e la Francia e i loro eserciti operanti nel vicino Oriente. Il progressivo ingrossamento dell'esercito operante rendo di mano in mano più vasti gli scambi di uomini fra esso e il paese, e accresce i turbamenti demografici determinati dalla mobilitazione. 4. Q,uando un biennio e più di funzionamento e di progressivo perfezionamento aveva reso l'orga,nizzazione sanitaria idonea a difendere la pubblica salute cla ogni insidia,, la sconfitta cli Caporetto (ottobre 1917), il precipitoso sgombero di un ampio territori o da parte delle nostre truppe, la sconvolgono. Si spargono per tutta l'Italia centinaia di migliaia di Veneti, profughi dalla regione invasa e da quella minacciata dal nemico; si sparpagUano nelle provincie più prossime al Piave ceritina ia di migliaia di supeTStiti della Seconda Armata, interamente disgregata, che vengono poi raccolti in campi di riordinamento. La perdita cli copiosi approvvigionamenti di derrate e di merci d'ogni sorta rende critico lo stato del paese, già prima costretto ad accontentarsi di rifornimenti molto inferiori al bisogno. Condotta a termine con grande rapidità la riorganizzazione dei senrizi igienici e sanitari a tergo della nuova fronte, si presentano subito impreviste complicazioni. Circostanze sottratte ad ogni possibilità di umano controllo favoriscono il propagarsi di gravi


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epidemie : fra tutte terribile quell.a d'influenza che culmina nel1'ottobre del 1918. Con l'epoca di massima estensione e, gra,rità di quest'epidemia coincidono i giorni della vittoria:, la quale è fonte di nuovi pericoli per la salute pubblica. Centinaia di migliaia di prigionieri austro-ungarici sono rastrellati sulle terre riconquistate e redente: sporchi, mal nutriti, infetti dai. germi di malattie epidemiche. E contemporaneamente, in condizioni assai più pietose, seminudi, sordidi, molti infermi., tutti esausti cla.lla fame patita per lunghi mesi, e straziati fisicamente e moralmente dal malvagio trattamento, rimpatriano in disordine, trascinandosi a stento, gli Italiani sopravvissuti alle inenarrabili miserie della prigionia: centinaia di migliaia anch'essi. Se dei prigionieri nemici riesce relativamente agevole il concentramento in campi isolati, è invece difficile frenare l' impazienza dei nostri di ritornare a.i loro focolari. La smobilitazione, iniziata poco dopo l'armistizio, crea nuovi problemi igienici: dalle fronti si riversano in paese milioni di uomini, fra i quali si annoverano a centinaia, di migliaia i malarici, a decine di miglia.ia i tubercolotici ; i germi cli epidemie esotiche n:linacciano di propagarsi col rimpatrio dell'esercito d'Oriente. In questo stesso periodo, il ripopolamento e la restaura,1ione

igienica ed economica della regione che era stata invasa dal nemico suscitano ragioni d'occupa.zione e di preoccupazione per i preposti alla difesa della salute pubblica. Ma la soluzione dei problemi che s'affacciano è ora agevolata dalla più equa ripartizione in tutto il paese del personale sanitario, che nel periodo bellico si era dovuto concentrare nella zona di guerra, indebolendo il presidio delle altre regioni e la. difesa diretta. della popolazione civile dai morbi. La clifficoltà e la scarsezza degli approvigiona.rnenti alimenta.ri, che negli ultimi tempi della guerra aveva contribuito a peggiorare la salute pubblica, poichè gli organismi denutriti erano più facile preda delle malattie, non cessa immediatamente con l'armistizio, anzi si protrae, un po' attenuata, nel biennio 1919-20. La reazione alla disciplina. imposta dalla guerra, lo sforzo delle


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classi più misere per l'adeguamento delle entra.te alle spese, rapidamente crescenti pel rialzo dei prezzi, cagionano in quel biennio vive agitazioni dei lavoratori manuali, che diminuiscono .la produzione e concorrono a ritardare la resta:,urazione economica del paese1 mantenendo cosi condizioni poco propizie anche alla eliminazione delle cause di mag·giore morbosità e mortalità. Persiste, dopo una fuggevole ripresa, la stasi delle correnti migratorie ; negli scambi economici coll'estero prevale ancor molto il passivo sull'attivo, stentano a riprendere le esportazioni: tali circostanze cagionano sensibile' disagfo. 5. Migliora la situazione del paese nel periodo dal 1921 in poi. Torna regolare il la,voro, gli scambi coll'estero tendono all'antico equilibrio, si rianimano - meno imponenti che nell'anteguerra, ma pur copiose - le emigrazioni. Le migliorate condizioni della pubblica finanza consentono la cessazione delle emissioni di carta moneta: i prezzi ed i cambi divengono relativamente stabili; tutta la vita economica del paese si avvia verso un meno oscillante assetto: la produzione aumenta, si attenuano alcune esagerazioni di consumi voluttuari, che avevano contrassegnato gli anni immediatamente successivi alla guerra, ma s'intensificano consumi di generi necessari, sintomo di più normali e più sane condizioni di vita. 6. Come abbiano influito sullo stato e sul movimento della, popolazione italiana le circostanze perturbatrici che si sono man_ifestate durante e dopo la grandè guerra, è ancor oggi difficile giudicare. O meglio, non si può ancora disegnare un quadro completo delle influenze demografiche di tali circostanze, perchè manca una parte degli elementi all'uopo necessari. La guerra ha-recato il disordine in molti rami della pubblica amministrazione: in quelli, specialmente, che non servendo direttamente all'azione parvero di secondaria importanza quando sopratutto urgeva operare. Cosi i servi.zi statistici caddero in uno stato di vero sfacelo, dal qua.le soltanto ora sembrano tendere


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a risollevarsi. A sei anni dall'armistizio non si dispone d'una statistica attendibile dei morti in guerra; sugli invalidi non si hanno che notizie parziali, e nessuno sa quanto sia, va.sta la lacuna che resta da colmare ; le statistiche sul movimento naturale deJJa popolazione negli anni dal 1919 al 1923 sono ancora inedite 1 ; del censimento del 1921, affetto da non lievi errori di rilevazione, sono stati ritardati gli spogli, e dovranno trascorrere alcuni· anni prima che si conoscano per tutta Italia i dati sulla composizione per età, stato civile, sesso, della popola7,ione e quelli sulla consistenza numerica dei vari gruppi professionali ; le statistiche dell'emigrazione e dell'immigrazione, compilate da fonti incomplete e va.rie, con metodi imperfetti, non offrono che una grossolana e deformata immagine dei fenomeni rilevati. In queste condizioni uno studio completo delle conseguenze demografiche della guerra per l'Italia non potrebbe essere condotto a termine se non col sussidio di ipotesi largamente arbitrarie; anzi in molti casi il giudizio dovrebbe essere interamente appoggiato sopra ipotesi il cui grado d'arbitrio non si potrebbe in alcun modo delimitare. Poiché in un avvenire più o meno lontano saranno djsponibili, speriamo, dati completi sui morti e sugli invalidi di guerra, saranno pubblicate le notizie sul movimento naturale della :popolazione dal 1919 in poi, saranno elaborati e divulgati i risultati del censimento del 1921, non conviene oggi lavorare di fantasia, dove domani si potrà lavora.re su dati cli fa,tto. Ma d'altra parte non c'è ragione cli trascurare, intanto, lo studio di quegli argomenti sui quali si dispone già. d'una sufficiente documentazione. 7. Ogni seienziato che sia degno di tal nome ha nell'animo la perpetua aspirazione a,lla sintesi. Le osservazioni frammentarie, le analisi particolari, tendono a r icomporsi nella sua mente in un'armonica costruzione; ogni singolo perfezionamento è preor1 Mentre il presente lavoro era già in corso di stampa, ci è stato possibile , per cortese concessione del Direttore generale della Statistica dott. A . AscHrnm, consultare i n bozze di stampa le pubblicazioni sul .Movimento della, popolazione e sulle Cause rli morte per g li a.nni 1919-23.


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.dinato al migli.oramento dell'insieme. Q,ui, dove il seducente richiamo ad una vfaione d'insieme delle conseguenze demografiche della guerra è frustrato dalla mancanza degli elementi necessari per la sintesi, non ci lasceremo vincere dallo sconforto. E ten-

teremo per ora di raccogliere e coordinare gìi elementi di stuello disponibili :intorno alle variazfoni naturali della popolazione italiana <durante e dopo la guena, fermandoci sopratutto ad esamina.re le ripercussioni della guerra sulla salute pubblica, principale tema proposto al nostro studio dal Comitato scientifico della F ondazione Carnegie. Le informazioni che andremo esaminando sono abbastanza copiosé ed interessanti per apparire degne di accurato studio; la nostra analisi preparerà - ne abbiamo fiducia - una parte dei materiali occorrenti per la sintesi, che un giorno, speriamo non remoto, si potrà tentare. Il piano del nostro lavoro potrà apparire - a chi ne prenda conoscenza attraverso l'ampio indice analitico che preponiamo al volume - scarsamente armonico. Argomenti che avrebbero meritato vasti sviluppi, come lo studio delle morti nell'esercito operante, sono ristretti in poche pagine; argomenti secondari sono trattati con discreta larghezza. Disarmonia, che se è sgradevole al lettore, è penosa per l'autore, il quale, disponendo di poche e scheletriche notizie su taluni arg·omenti principali avrebbe potut o raggiw1gere l'armonia soltanto col ridurre a poche righe la trattazione di quelli secondari. L'opera sarebbe riuscita breve e ben proporzionata ; ma sarebbero necessariamente sfuggiti ad un'_analisi troppo sommaria molti accertamenti di fatto che, pur essendo singolarmente di non grande importanza, hanno maggior valore nel loro insieme e potranno reca.r e qualche aiuto nel desidera.bile lavoro cli sintesi, che lasciamo all'avvenire. Abbiamo preferito sacrificMe l'armonia alla ricerca della maggior somma possibi le di ristùtati. Il fine perseguito valga a mitigare l' inevitabile condanna dei critici. Non esponiamo qui un sommario degli argomenti trattati, chè a tal uopo giova l'indice analitico ora ricordato. Diciamo


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solo che abbiamo prima e più ampiamente studiato la mortalità, come quélla che in maggior misura e più direttamente si è risentita del.la guerra; tale studio abbiamo integrato con quello della morbosità, in quanto era reso possibile dalle poche notizie disponibili. Abbiamo poi esaminato le variazioni della natalità, aggiungendo infine, come complemento necessario alle indagini sui fattori di tali variazioni, qualche cenn o sulle vicende della nuzialità. Ma daremo, anzitutto, uno sguardo d'insieme allo sviluppo dclln popolazione italiana nell'ultimo dodicennio. 8. Il demografo che in un lontano avvenire, ignaro o dimentico delle vicende politiche del tormenta,to periodo che noi abbiamo attraversato, si accingesse a ricostruire lo sviluppo della popolazione italiana attraverso i risultati dei censimenti, rischiezo

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La popolazione italiana dal 1800 al J9:24 .

rebbe di non accorgersi delle ripercussioni demografiche della guerrn monct·iale. L'aumento medio annuo del numero degli abi-


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tanti, che si era mantenuto sui 210.000 così fra il 1881 e il 1901 come fra il 1901 e il 1911, supera i 230.000 fra il 1911 e il 1921; la curva della popolazione, delineata attraverso i punti resi noti dalle periodiche rilevazioni, sembra indicare un pro· gressivo regolare numento : un singolare concorso di circostanze dissimula gli effetti della spaventosa ecatombe di vite umane. 9. lV[a se, col sussidio delle notizie, pur incomplete cd incerte, che si possiedono sui diversi fattori di variazione della popolazione, tentiamo di costruire un approssimativo bilancio demografico del dodicennio 1912-1923, le conseguenze della guerra si maniJestano in tutta la loro estensione, e nel tempo stesso si palesa quel giuoco di compensi che dianzi ne celava le tracce. Dal 1913 al 1918 il numero dei nati si riduce a metà, quello dei morti raddoppia; la poderosa corrente emigratoria diventa esiguo r ivolo, diminuendo di più che diciam10ve ventesimi, la poco meno vasta corrente immigratoria si contrae anch'essa fino ad nn settimo della primitiva dimensione. Poi, eol ritorno della pace, crescono le nascite e scemano le morti; si ravYiYano, pur non giungendo alla metà del volume d'anteguerra, le correnti migr atorie. L'ingente perdita di vite avvenuta fra il 1915 e il 1918, la restrizione delle nascite fra il 1916 e il 1919, trovano parziale compenso nel continuo afflusso di cittadini, r isospinti da paesi stranieri verso la patria ; ed il rallentamento dell'emigrazione dopo la guerra concorre a colma;re più rapidamente quei vuoti che le armi nemiche ed i morbi avevano lasciato 1:ella popolazione.


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INTRODUZIONE

BILANCIO DEMOGRAFICO ITALIANO 1912-1923 (000 OMESSI )

PER IL DODICENNIO

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1n.ero dei n.ati vivt quello 'mOl'ti

1912 1913 1914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 1922 1923

l.134 1.122 1.114 1.109 882 691 640 771 1.158

1.118 1.127 1.107

636 664 643 811 856 929 1.276 676 682 642 660 626

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498 458 471 298 26 -238 - 636 %

476 476 467 481

7JO 840 640 490 240 120 110 280 340 200 220 300

I

750 900 500 180 170 60 40 200 410 280 280 400

-

40 - 60 + 140 310 70 --1.. 60 I --1.. 70 I + 30 - 70 80 - 60 - 100

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458 398 611 608 96 - 178 -566 125 406 396 407 381

Mercè i dati sopra raccolti siamo in grado di disegnare con migliore approssimazione, di anno in anno, l'andamento della curva della popolazione italiana. Vediamo subito com'essa si 40.-----.--------------40

30 ... · _ _.....__ _..__ _..;..__ __,__~_. 30 1901

- - - --

1811

1921

Svilwppo ef!etth·o

- - - - - - - - - - - - Svilu1ppo u.nifor1ne

La popolazione italiana dal 1901 al 1925.


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INTRODUZIONE

discosti molto da quel reg,olare sviluppo che corrisponderebbe all'uniforme prosecm,ione, fra il 1911 e il 1921, dell'aumento avvenuto fra il 1901 e il 1911. Ad un primo tempo di ascesa più rapida segue una sosta, poi una netta discesa, poi ancora una sosta, infine un nuovo t~mpo di- continua e celere ascesa. 10. Qualche numero negativo in una colonna di numeri positivi, una leggera ondulazione che altera la regolarità di una curva: ecco la breve e fredda sintesi di una realtà incredibilmente complessa, che si offrirebbe al demografo dell'avvenire, quand'anche avesse la ventura di possedere le notizie onde abbiamo desunto la tabella e il diagramma. Ma noi, che siamo stati spettatori partecipi delle fortunose vicende, nel passare in rassegna i numeri che narrano i fatti, per indagare le manifestazioni e le cause e gli effetti dei fenomeni demografici bellici e postbellici, non potremo impedirci di rievocare le passioni, le glorie, le sofferenze, i sacrifizi, che gia sembrano tanto lontani sebbene siano storia di ieri. Non insensibili, ci sforzeremo tuttavia di essere imparzia li espositori, affinché la diretta conoscenza dei fatti possa ravvivare la descrizione di essi e delle loro connessioni, senza nuocere all'oggettività delle conclusioni.


'

LIBRO PRIMO

MOR'I1ALITÀ E NIORBOSI'l'À



PARTE PRIMA

LA MORTA LI TÀ

CAPITOLO PRIMO

CENNI GENERALI SULLA MORTALITA.

La curva della. mortalità italiana n el mezzo secolo precedente alla g·uerra. Tendenza della mortalità alla diminu z ione. La devi azione delfa curva· di mortalitù. dal suo cammino nel periodo bellico e il r itorno ad esso dopo la guerra. - Esame crit ico delle fonti statisti che per il periodo bellico. Lacune ed errori r elativamente lievi nelle s tati stiche delle morti per la popolazione civile. Incertezza dei dati sulle morti nell'esercit o: cause della scarsa a t tendibilità di questi dati. Spiegazione del metodo di raccolta dei dati del Comando Sup remo e delle corr ezioni a rrecate ad essi.

1. Fra tutti i fenomeni demografici, la mortalità è quello che risente nel modo più diretto e più immediato le conseguenze della guerra. Per questa ragione e perchè alla:. nostra indagine, come tema principale, è proposta la ricerca delle ripercussioni della guerra sulla salute pubblica, cominceremo dalle morti lo studio della demografia bellica e postbellica.

2. Uno sguardo all'andamento della curva della mortalità italiana per il mezzo secolo precedente allo scoppio del conflitto


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MORTALITÀ E MORBOSITÀ

europeo basta a mostrare una netta e ininterrotta tendenza alla discesa. 40 , - . - - - - . . - - - - - , - - - - -........- - - -.......- - - - , . . . -- - - - - . 40

10 l - - - - · - - - i - - - -- 1 - - - - - - - i - - - -- l - - -- - -!----

-

- - - 4 10

o ,_____ _,_____,..____..1.._ _ _ _.____ _ __.__ _ ___. 1863

73

83

93

13

903

o

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La. m ortalità in Italia dal 1863 a.l 1923 (linea. contin ua.). La linea. tra tteggiata indica. la linea d i decremento uniforme in ba.se all'esperienza del periodo 1890-1913.

I! numero medio annuo dei morti per 1000 abitanti, che si aggir ava sui 30 all' inizio del cinquantennio 1864-1913, si era abbassato sotto i 20 alla fine di tal periodo. Nel diagramma, costruito sulla base delle proporzioni annuali dei morti, l'alternarsi di annate propizie e di annate climateriche può forse in parte dissimulare la continuità della tendenza decrescente; ma essa apparisce ben chiara quando, per eliminare le minori oscillazioni, si calcolano le proporzioni dei morti per periodi quinquennali, invece che per singoli anni. NOMERO MEDIO ANNUO DEI MORTI PER 1862-GS

1866-70 187.l -75

1000

ABITANTI

!S76·80 1.881·85 1886·90 1891-95 1896-900 1901-05 1906-10 1011-lS

30,44 30,46 30,43 29,45 27,33

27,21 25,50 22,93

21,88 21,08 19,44


I - LA MORTALITÀ IN GENERALE

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3. L'aver · accertato la contim1ità della tendenza decrescente non ci autorizza ad affermare che, senza gli eccezionali eventi del periodo 1914-18, léL mortalità italiana avrebbe proseguito la sua, discesa attraverso l'ultimo decennio. L'esperienza dei fenomeni sociali attesta lo scarso valore delle previsioni compinte, quasi meccanicamente, col prolungare nell'avvenire la linea del passato. Nel caso nostro una siffatta estrapolazione potrà essere lecita soltanto se, dop o avere diligentemente studiato le circostanze che avevano determinato la discesa della mortalità e indagato il loro modo di ag·ire, ci saremo formati la convinzione che, in assenza di fattori di perturbamento, le circostanze stesse avrebbero continuato ad esercitare un'azione mitigatrice sulla frequenza delle morti anche negli anni successivi al 1913. Per ora ci limitiamo a tracciare, nella linea tratteggiata del precedente diagramma, il cammino che avrebbe percorso la curva della mortalità fra il 1913 e il 1923 se la proporzione dei morti per 1000 abitanti avesse continuato a diminuire uniformemente nella misura media annua accertata fra il 1890 e il 1913. Da codesto cammino si discosta già grandemente la frequenza delle morti nel 1915 - primo anno di guerra per l'Italia; ricordiamo la daf·a dell'inizio delle ostilità contro l'Austria : 24 maggio 1915 - ; più ancora se ne discosta negli anni successivi, fino a raggiungere nel 1918 un livello sensibilmente superiore al massimo toccato nel cinquantennio prebellico (34,17 morti per 1000 abitanti nel 1867). Da 17,94 nel 1914, il numero dei morti per 1000 abita,nti sale a 22,28 nel 1915, a 23,32 nel 1916, a 26,15 nel 1917, a 36,08 nel 1918. Da questo culmine la mortalità cade bruscamente a 18,75 nel 1919 e nel 1920, ritornando così all'altezza del 1913; si abbassa a 17,42 nel 1921, a 17,66 nel 1922, a 16,56 nel 1923, rasentando quel livello cui l'a,vrebbe condotta l'uniforme proseguimento della discesa avvenuta nell'ultimo quarto di secolo anteriore alla guerra. 4. Abbiamo voluto fin da principio fissare i tratti fondamentali delle variazioni della mortalità nel periodo bellico, affinché G.

MORTARA.


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MOR'l'ALITÀ E MORBOSITÀ

il lettore avesse subito una sommaria visione dèi fatti, quali si presentano all'osservatore. Prima di procedere alla descrizione più particolareggiata, che costituirà il necessario avviamento ali' investigazione dei nessi esistenti tra i fenomeni, ci conviene però sostare, per chiederci quanto atten,dibili e quanto completi siano i dati di cui disponiamo intorno alle morti avvenute nei periodi bellico e postbellico. In tempi normali le statistiche italiane delle morti si potevano ritenere p1·aticcimente esatte riguardo al numero dei decessi (il cui errore era probabilmente molto inferiore all'l °/o). ì\'Ia in un periodo turbato da tante circostanze a,rverse alla reg·olarità delle rilevazioni demografiche, eome quello dal 1915 in poi, qual fede meritano i dati delle statistiche ufficiali?

5. La questione dell'attendibilità delle statistiche ufficiali va discussa separatamente rispetto alle morti avvenute nella popolazione civile _e nell'esercito territoriale, e rispetto a quelle avvenute nell'esercito mobilitato e nella marina da guerra. La rilevazione delle morti nella popolazione civile dei territori sui qu1:1-li non si sono svolte operazioni belliche si può ritenere pmticamente completa anche negli anni dal 1915 in poi. Può essere stata omessa la registrazione di qualche caso di morte di bambini nei primi giorni d'età, o di disertori la.ti tanti; può essere stata ritardata la registrazione di qualche decesso nel turbamento determinato dall'epidemia infl.uenzia le del 1918, che, dove più gravemente ha infierito, è giunta ad intralciare il funzionamento dei pubblici utlici; qualche altro disordine può essere avvenuto nel periodo di rilassamento della disciplina civile che ha seguito la guerra; ma da quanto si sa è lecito indurre che tutte queste circostanze non possano avere determinato lacune od errori tali da alterare in proporzione sensibilmente maggiore dell' 1 °lo i dati statistici sulle morti accertate nella popolazione italiana. Anche nella zona delle operazioni, o meglio nelle parti del vecchio territorio nazionale più pros$ime alla fronte, i dati sulle


l - LA MORTALITA IN GENERALE

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morti avvenute nella popolazione civile durante gli anni 191f> e 1916 si possono ritenere quasi completi. I pochi chilometri quadrati di territorio montuoso e radamente popolato, occupati dagli ·Austriaci nel maggio del 1916, erano stati già prima clel1' invasione abbandonati dai loro abitanti; sembra probabile che nel frettoloso sgombero non tutti i comuni abbiano potuto trarre in salvo i registri dello stato civile, poichè in una nota a pag·. 6 del 1l1m;imento dellci popolcizione nell'anno 1916 è detto, senza, maggiore precisione, che i dati demografici riportati per il circonda,rio cli Asiago sono incompleti, quasi tutti i comuni del circondario essendo stati sgomhra,ti per esigenze militari. L' i11tero circondario annoverava nel 1916 circa trentamila abitanti, migliaio più migliaio meno; perciò le lacune cosi seg·nalate non possono avere grande rilevanza in relazione ai dati per l'intero Regno cl' Italia, tanto che la Direzione Generale delli:~ Statistica non ha neppure creduto che valesse la pena di tentare di colmarle. Cambiano le cose col 1917. Alla fine d'ottobre e in novembre, dopo la battaglia di Oaporetto, gli eserciti nemici si spingono, nella pianura, fino al Piave, e si affacciano all'orlo degli altipiani tra Piave e Brenta. La vasta e ferace regione invasa contava più di 1.200.000 abitanti· di questi una parte cercarono scampo in altrè regioni, ma i più - da 900.000 a 1.000.000 - rimasero presso i loro focola.ri. Sulle vicende demografiche della zona occupata dal nemico, nell'anno trascorso fra l'invasione (novembre 1917) e la liberazione (novembre 1918), le statistiche ufficiali non recano notizie : ma anche per l'anno 1917 la massima parte dei comuni invasi avevano potuto trasmettere alla Direzione Generale della Statistica soltanto notizie parziali sul movimento della popolazione (196 comuni con più di 1.000.000 di abitanti), oppure non ne avevano trasmessa alcuna (38 comuni con più di 200.000 abitanti). Per le nascite e per le morti, la Direzione Generale ha cercato di colmare la lacuna mediante computi approssimativi, che hanno condotto ai seguenti numeri di morti: 20.827 nel 1917 e 24.242 nel 1918. Numeri modesti in confronto alla somma


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MORTALI'l' À E MORBOSITA

dei morti in tutto il Regno, così che anche un errore del 30-40 ¼ in essi cagionerebbe un errore di meno dell' 1 "lo in quella somma. D'altra parte, per l'anno dell'occupazione nemica, si sono avute, da una speciale inchiesta, attendibili notizie dirette intorno al numero dei morti nella maggior parte der comuni invasi : n otizie che al momento opportuno riferiremo. Dal 1919 in poi, anche nelle ter!'e liberate la, raccolta degli elementi delle statistiche demogra.fiche torna a svolgersi regolarmente. Qualche ritardo da pa,rte dei municipi nelle comunicazioni alla Direzione Generale della Statistica fa sì che questa, per non rimandare soverchiamente la pubblicazione dei dati sul movim ento delht popolazione, divulghi notizie provvisorie, destinate ad essere di mano in mano sostituite da quelle definitive. Nel periodo bellico, un'altra lacuna della statistica delle morti deriva dall'omissione della maggior parte dei decessi avvenuti per conseguenza delle numerose perdite di navi mercantili cagionate da insidia nemica (siluro, cannone, mina, ecc.). Il n umero assoluto di questi decessi non è piccolo : esso tuttavia non è rilevante in rapporto alla somma delle morti avvenute nella popolazione civile; onde l'omissione non altera grandemente il quadro generale della mortalità. Nell'insieme, dunque, per la popolazione civile si hanno notizie non del tutto complete, ma affette da lacune e da errori relativamente lievi, anche per il periodo bellico. 6. Non può dirsi altrettanto per la popolazione militare. Dove gli atti di morte sono stati redatti dalle autorità civili, co111e di regola fuori della zona delle operazioni, la registrazione dei decessi ha proceduto :in modo soddisfacente. Nella zona delle operazion_i, invece, si sono manifestati inconvenienti, in parte inevitabili. Atti di morte che erano stati reg·olarmente redatti sono andati dispersi in luoghi e periodi di disordine cagiona.te da violente azioni offensive nemiche (così specialmente dopo la battaglia di Capo retto).


I - LA MORTALITA IN GENERALE

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In molti casi non è stato redatto l'atto di morte perchè il decesso non era stato accertato: cosi per i militari scomparsi durante combattimenti, dei quali si è a lungo ignorato (e di alcuni ancor oggi s'ignora) se fossero caduti sul campo o fossero

stati invece catturati dal nemico; per quelli caduti combattendo su posizioni subito dopo occupate dal nemico, o durante movimenti cli ritirata, o in momenti nei quali era disgregata l'unità dei reparti e spesso un uomo od un piccolo drappello procedeva isolato; per quelli scomparsi isolatamente, o a piccoli gruppi, dei quali non si sapeva se avessero disertato o fossero stati sorpresi. da insidia avversaria. Certamente questa enumerazione dei casi cli omessa compilazione degli atti cli morte non è completa, ma I essa vuol essere soltanto escmplifi.cativa. Gli atti cli morte regolarmente redatti dall'autorità militare non sembra siano stati sempre comunicati ai comuni di origine dei militari, i quali eomuni invece hanno avuto talvolta notizia di morti sfuggite alle autorità militari. Per quanto ci. consta, non esiste ancora neppure un riassunto numerico completo degli atti di morte redatti dall'autorità militare durante il periodo bellico. · Sono, inoltre, incomplete le notizie sui 1~1orti in prigionia. Nel disfacimento dell'Impero austro-unga.rico, l'organizzazione dei servizi di assistenza e di vigilanza ai prigionieri venne meno ad un tratto, e sono occorsi poi a.uni interi per rintracciare, ad uno ad uno, quei casi cli morte che non era.no stati ancora comunicati fino all'ottobre del 1918 dalle Croci Rosse austro-ungarica e germanica alla Croce Rossa italiana. Ancor oggi non si sa con certezza quale sia stata la sorte di numerosi prigionieri italiani. L'assegnazione delle pensioni a.lle famiglie dei morti in guerra, l'assestamento dei cimiteri. alla fronte, la ricerca di notizie su prigionieri scomparsi senza lasciar tracce, il riordinamento delle matricole presso i centri di mobilitazione, hanno dato luogo a indagini mercè le quali le autorità amministrative militari e civili sono riuscite ad accertare numerose morti che erano prima sfuggite ad ogni. registrazione. l'ila di tutto questo


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MORTALITÀ E MORBOSITA

lavoro non si è tentato ancora una sintesi, con la formazione di un unico schedario od elenco dei caduti in guerra, che ormai sarebbe possibile costituire quasi completo; e senza tale schedario, che consentirebbe di eliminare i <:Ioppi o tripli computi, i dati delle varie fonti non possono venire fusi nè coordinati reciprocamente. Prima o poi si dovrà compilare lo scheda.r io unico: è deplorevole che ancora non lo si sia fatto. Un prezioso aiuto a.lla statistica dei morti in guerra potrebbe essere recato da una fonte non ufficiale: lo schedario dell' « Ufficio Notizie» di Bologna, istituzione sorta per generosa iniziativa privata, che nel periodo delle ostilità recò inestimabile benefizio morale Alle famiglie dei militari, informandole sulla sorte dei loro ca.ri, e che dopo l'armistizio continuò la raccolta di notizie e perfezionò l'ordinamento delle informazioni ricevute. L' Ufficio Notizie possiede uno schedario molto più completo di quelli che possiedono, o che potrebbero formare, i singoli uffici ministeriali; ma gli mancano i mezzi necessari per lo spoglio. Per la sola provincia di Bologna l'Ufficio Notizie ha potuto finora eseguire llll elenco nominativo e vari riepilog·hi statistici dei morti in guerra: riporteremo più avanti i risultati 'di questo paziente e meritorio lavoro. In tanto disordine, i soli dati numerici dei quali sia possibile disporre sono quelli, largamente approssimativi, raccol~i dal Co- , mando Supremo dell'esercito mobilitato, durante la guerra, integrati più tardi mediante altre notizie, in gra.n parte anch'esse approssimative. Conviene spieg·are la genesi di codesti dati, .per poterne apprezzare l'attendibilità. Ciascun reparto dell'esercito mobilitato, dalla compagnia, o , batteria, od unità equivalente, o minor reparto autonomo, in su, compilava ogni settimana una < Situazione della forza», dalla quale risultava la consistenza ~rnmerica del reparto a.11' inizio ed alla fine della settimana ed erano indicate le variazioni in aumento ed in diminuzione avvenute nel corso della settimana, distinte secondo la causa della variazione. Già da questo colleg:unento tra la situazione iniziale e quella finale compa.riva il


I- LA MORTALITÀ IN GENERALE

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numero dei morti; ma contemporanea.mente alla situazione settimanale veniva compilata una « tabella delle perdite•, la quale conteneva qua.lche maggior particolare sulle morti avvenute in combattimento o altrimenti per o'f'fesa nemica. Ascendendo per la via gerarchica, da comando a comando, i due documenti settimanali finivano per giungere, attraverso successivi riassunti, al Comando Supremo, il quale li riceveva dai Comandi delle Armate. ' In teoria, dunque, il Comando Supremo avrebbe dovuto disporre settimanalmente di un completo ria~sunto delle perdite sof-. ferte dall'esercito operante (a, complemento ed a rettifica delle prime notizie trasmesse per telefono, per telegrafo, o mediante u1'ficiali di collegamento, nel corso delle azioni). In pratica il riassunto riusciva spesso incompleto, e ne diremo subito le principali cause. Anzitutto, in qualche periodo dj violente offensive nemiche, la trasmissione dei documenti settimanali sofferse interruzioni, alle quali non sempre fu possibile rimediare mediante successive indagini. Talvolta non soltanto piccoli reparti ma anche grandi unità, coi loro comandi, furono circondate e catturate dal nemico: per queste unità il Comando Supremo' non seppe mai con precisione quali perdite avessero sofferto nei combattimenti degli ultimi tempi anteriori alla cattura ; nè sempre la lacuna fu limitata ad una settimana perchè in molti casi la trasmissione delle situazioni delle settimane precedenti a quella della cattura era stata ritardata (ritardo spjegabile date le condizioni nelle quali si combatteva sulla nostra fronte). La mancanza di notizie intorno ad intere grandi unità si ebbe esclusivamente nel periodo dal 24 ottobre alla fine di novembre del 1917: riordinato l'esercito, dopo la ritirata, si riprese regolarmente la trasmissione dei documenti settimanali, e .già al 24 novembre fu possibile compilare una situazione completa dell'esercito mobilitato. S'intende che anche nel periodo di interruzione del normale riepilogo, il Comando Supremo si rese conto, in modo approssimativo, dell'entità delle perdite ; ma venne meno la rilevazione diretta. In secondo luogo, accadde molte volte che, nella trasmissione dei documenti settimanali da comando a comando, una parte dei


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MORTALITÀ E MORBOSITÀ

dati, per una circostanza o per l'altra, s'incagliasse prima di raggiungere l'ultima mèta. Soltanto dalla primavera del 1917 in poi, il Comando Supremo, accertata l'esistenza di gravi lacune nei riepiloghi settimanali della forza e delle perdite, provvide a verificare, volta per volta, che tutti i reparti dipendenti fossero compresi nelle situazioni trasmesse dalll;) Annate; mercé questo controllo, nelle campagne 1917 e 1918 venne colmata la maggior parte delle lacune che le situazioni originariamente pervenute al Comando Supremo presentavano. La più frequente causa di omissioni consisteva in un equivoco, che chiariremo con un esempio. Una brigata di fanteria aveva partecipato a sanguinosi combattimenti; alla fine della settimana veniva ritirata dalla prima linea e trasferita ad una grande unità di seconda linea. Il comando della brigata, compilata la sua situazione della forza e la tabella delle perdite, trasmetteva i due documenti al comando della grande unità di seconda linea, per lo più col ritardo necessario per un accurato accertamento delle perdite dopo azioni micidiali. Il comando che riceveva i documenti, ritenendo che ·uguale comunicazione fosse stata già precedentemente fatta al comando di grande unità di prima linea dal quale la brigata aveva dipeso durante l'azione, e che questo avesse provveduto a tra.smetter oltre i documenti (mentre nè l'una nè l'altra cosa era avvenuta), tratteneva presso di sè la situazione e la tabella delle perdite, senza curarne l'ulteriore corso. Cosi venivano a mancare, nelle situazioni giungenti al Comando Supremo, proprio i dati sulle perdite di quei reparti che .avevano maggiormente sofferto. Nella primavera e nell'estate del 1917 - epoche di fierissime lotte - qualche situazione settimanale dell'esercito dovette essere integrata faticosamente mercè i dati per parecchie brigate di fanteria e per numerosissime minori unità (batterie di artiglieria, compagnie del genio, ecc.), che, senza il controllo eseguito, sarebbero sfug·gite nei riepiloghi della forza e delle perdite dell'esercito mobilitato. Annnaestrato dall'esperienza del 1917 sulla misura delle laeune delle sue rileYazioni, il Comando Suprèmo fu meg·lio in


I - LA :MORTALITJ\. 1N GENERALE

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grado cli tentare l'integ·ra.zione anche dei dati del biennio 1915-lH, per computare approssimativamente le perdite totali del peri.odo bellico. Ma. siffatti calcoli non erano certame11te destinati a fornire notizie definitive; essi miravano semplicemente ad accertare l'ordine cli grandezza dei numeri dei morti, dei feriti, degli ammalati: a, misurare, insomma, p·r ovvisorianiente e in 1;ia di prima apvrossi??iazione, l'estensione del tributo pagato clall' Italia per il trionfo della causa comune. A sei anni cli distanza dall'epoca in cui furono compilati i riepiloghi del Comando Supremo, siamo in grado cli affermare che il numero dei morti in essi indicato è considerevolmente inferiore al vero. Le cause della deficienza appariranno nel corso dell'esposizione, che faremo; cli quei dati. Ma fino da ora è bene accennare qualche causa cli carattere generale, che ha ostacolato l'esattezza e la compiutezza delle rilevazioni. Gli stessi comandi dei minori! reparti non erano spesso in grado cli fornire attendibili notizi.e stùle loro perdite. Una compagnia che giungendo in prima linea contava, per esempio, 200 uomini, dopo una settimana di combattimenti ne contava 123. Uni co dato si.curo: la riduzione della forza da 200 a 123 uomini. Quanti complementi avesse ricevuto la compagnia nel corso della settimana, non era sempre noto con precisione : talvolta i rinforzi diretti ad una compagnia giungevano ad un'altra, molte volte giungevano in momenti tali che era impossibile la registrazione non solo dei nomi ma anche del numero dei nuovi arrivati. Anche nel caso più fav orevole, quando cioè era noto il numero dei complementi (supponiamo 58 per la nostra compagnia), si poteva stabilire soltanto un rozzo biJa.ncio : 200, numero iniziale; più 58 complementi, uguale a 258 ; meno 123, numero finale, uguale a 135 perdite. Ma come si ripartiva.no queste perdite ? Ecco un punto che spesso era clifffoile chiarire : si sapeva, per esempio, che 52 uomini erano entrati in luoghi di cura per ferite o per malattie, si era accertato che 25 erano caduti sul campo, che 3 erano stati catturati vivi dal nemico ; ma dei rimanenti 55 si sapeva soltanto che non erano più pre-


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MORT.ALIT.t\. E MORBOSITÀ

senti. Di questi 55 dispersi s'ignorava quanti fossero caduti combattendo, quanti fossero stati catturati dal nemico; e non si poteva escludere che taluno avesse disertato, che qualche altro, ferito, fosse stato soccorso e trasp01fa~o in un ospedale senza che al comando della compagnia ne fosse giunta notizia. Nella primavera del 1917, essendo giunte ormai in Italia notizie abbastanza complete sul numero dei prigionieri nostri esistenti presso il nemico (catturati nelle campag·ne 1915 e 1916), fu possibile stabilire approssimativamente quale frazione del numero totale dei dispersi denunziati fosse costituita da prigionieri ' . Ma le proporzioni stesse non poterono applicarsi alle successive campagne, per le mutate condizioni delle operazioni. Non si potevano, infatti, stabilire coefficienti applicabili in ogni evenienza. Nelle offensive nostre un'alta proporzione di dispersi era costituita da caduti sul campo (specialmente nei _casi d'insuccesso e di pronto abbandono delle posizioni conquistate col primo impeto); nelle offensive nemich e un'alta proporzione di dispersi era invece costituita da prigionieri. Dunque i dati del Comando Supremo, validi soltanto in via approssimativa come indicazione dell'ammontare complessivo delle perdite, hanno valore anche minore come indicazione della distribuzione dell.e perdite stesse nelle due principali categorie - morti e prigionieri - , perchè tale distribuzione fu in parte eseguita mediante induzioni, e non soltanto mediante rilevazione diretta. Nonostante i loro difetti, questi dati, che non erano destinati a rimanere per la storia, ma semplicemente elaborati allo scopo di orientare prontamente il Comando Supremo sulla gravità delle perdite, costituiscono per ora l'unica base per l'apprezzamento del contributo di sangue offerto dall'esercito italiano durante la guerra. Molto meno arduo, per ovvie ragioni, fu il còmpito dell'aceertamento delle perdite sofferte dalla marina militare, sulle quali si hanno dati definitivi e completi. i

Un saggio dei procedimenti seguiti è dato in appendice.


II - I MORTI DELL'ESERCITO

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CAPITOLO SECONDO

I MORTI DELL'ESERCITO E DELLA MARINA M[LlTARE. Riassu nto critico dei dati del Comando Supremo sulle perdit,e sofferte dal! 'esercito operante. Il numero dei militari morti du rante la guer ra s i p uò stimal'e a circa 600.000 ; l'eccesso d i morti, in confronto al numero normale, ad oltre 500.000. - Esposizione de lle statistic he del Comando Supremo sulle perdite dell'esercito operante. Dist ribuzione delle perdite per an ni e per mesi. P e rdite nelle principali operazioni, perdite s ulle varie fronti. Le perdite in r elazione alla forza, ne l!' insieme del1'esercito e nelle va rie armi. Eccezio nale gravità delle perdite de lle fanterie in operazioni offensive. - Le perdite della marina militare. Un' indagine particolare sulle perdite dell'esercito e della marina militare : la statistica dei morti compilata dall'Ufficio Notizie per la p rovincia di Bologna.

l. Alla fine cli novembre del 1918, poche settimane dopo gli ar mistizi. sulle due principali fronti, il Comando Supr emo compilò un riassunto statistico delle perdite sofferte dall'esercito italiano nel periodo dal 24 maggio 1915 (inizio della guerra italo-austriaca) all'll novembre 1918 (armistizio sLùla fronte francese). Tale riassunto 1'u comunicato alla stampa periodica ; esso fu riprodotto integralmente, c:011 alcuni commenti, nel Gi01·nale cl' Italici. Secondo quel riassunto, i mor ti n el periodo indicato ascendevano a circa 460.000, cosi ripartiti : Mor ti per malattia :

Esercito territoriale Esercito operante . In prigionia . 1'oTALlll

32.000 53.000 45.000 130.000

Morti per ferite o pe1· azione di gas tossici: Sul campo . In os pedali . In prigionia

278.000 47 .000 fl.000 'I'OTALIO

330.000

Questi numeri erano stati ottenuti mediante rilevazione diretta (integrata nel modo spi<'gato p recedcntt--rnente) per quanto


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MORTALI'I'À E MORBOSI'l'À

riguardava le perdite dell'esercito operante; da un calcolo approssimativo per quanto riguardava le perdite dell'esercito territoriale (si era applicato alla forza media esistente sul territorio nazionale - escluso l'esercito operante - un coeffi.cience di mortalità, medio annuo del 0,7 °/o); da comunicazioni delle Croci Rosse austriaca e germanica sulle morti di prigionieri italiani. Non erano comprese nei dati dianzi riferiti, come esplicitamente avvertiva il Comando Supremo, le perdite sofferte dalle truppe ausiliarie italiane (11011 combattenti) in Francia, dalle truppe dislocate nelle colonie (Libia ed Eritrea), dai contingenti italiani in Palestina, in Siberia, in :M:urrnania. 2. Nei primi mesi del 1921, doYendosi comuniccire alla Commissione delle Ripara.zioui dati sul numero dei militari italiani morti nel periodo bellico, vennero ripresi in esame i dati dianzi riferiti, col sussidio di nuove uotizie raccolte nel biennio trascorso dopo la fine delle ostilità. Si era accertato : che il numero dei morti per malattia nell'esercito territoriale fino alla data deli'armistizio era stato molto superiore al numero calcolato, con soverchia prudenza, dal Comando Supremo; che dopo l'armistizio erano morti ancora parecchi militari, rn seguito a ferite riportate in guerra; che il numero dei morti in prigionia era quasi doppio di quello denunziato fino all'ottobre 1918 dalle Croci Rosse dei paesi nemici; che il numero dei caduti sul campo andava fortemente accresciuto, perché molti dispersi che si ritenevano prigionieri erimo invece morti combattendo. Tenuto conto di queste correzioni, e dei morti nelle Colonie e sulle fronti secondarie dianzi enumerate, i dati del Comando Supremo venivano cosi rettificati : Morti pe1· malattia : Esercito territori al e Eser cito operante . In prig'ionia . TOTAL!Jl

47.000 59.000 80.000 186.000


II - I MOR'rI DELL'ESERCITO M01·ti pe1· ferite o per azione di gas io.~sici : Sul campo . Iu ospedali .

3 17.000 51.000

In prig ionia

10.000 TOTALl'l

378.000

Il numero complessivo dei morti per malattia fino all'll novembre 1918 e per offesa nemica. fino a tutto il 1920 salh-a ·cosi a 564.000. È questo, per ora, il dato d'insieme più attendibile che si possieda sul numero dei militari morti nel periodo bellico. 11 numero di 651.000 morti, comunicato alla Commissione delle Riparazioni, comprendeva 87 .000 morti di militari in servizio, di reduci dalla prigionia e di invalicli di guer ra, avvenute fra .il 12 novembre 1918 e il 30 aprile 1920, data che chiudeva il periodo considerato dalla Commissione delle Riparazioni per il calcolo dell'onere delle pensioni di guerr a. Questo numero di 87 .000 può apparire molto alto; ma si deve considerare che fra i reduci dalla prigionia la mortalità è stata altissima nei primi tempi successivi al ritorno, e che alla fine del 1918 e al principio del 1919 l'epidemia influenzia.le mielè numerosissime vittime nell'esercito.

3. Il numero di 564.000 morti. è forse ancora sensibilmente inferiore al vero. Vari indizi concorrono ad avvalorare questa opinione : i dati sulle concessioni di pensioni a famiglie di morti in g uerra, le informazioni raccolte presso l' < Ufficio Notizie > cli Bologna, le notizie ottenute durante l'assestamento dei cimiteri alla fronte, tendono concordemente a indicare numeri alquanto maggiori di morti per ferite (forse 400.000). Quanto ai morti per malattia, è facile r endersi conto che i dati dianzi riferiti indicano un limite minimo della cifra ammissibile. Avuto riguardo alla composizione per età dell'esercito, la frequenza media delle morti, secondo il livello accer tato nel triennio 1911-13 (periodo cli mitissima mortalità) avrebbe dovuto essere, normalmente, di circa 0,65 % all'anno. Il numero totale


30

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

degli individui-anno osservati, dall'inizio delle ostilità all'armistizio, è all'incirca cli 11 milioni; quindi la mortalità normale avrebbe dovuto aggirarsi sui 70-75.000 casi. Ma, nella parte del 1918 anteriore all'armistizio, l'epidemia influenziale ha determinato un eccesso di mortalità del 150-200 °lo nelle età fra 20 e 40 anni, corrispondente all'eliminazione di circa 50.000 uomini. Siamo già a 120-125.000 uomini, in confronto ai 106.000 del calcolo ufficiale; e non abbia mo tenu to conto che di una sola delle cause di maggior morta lità ma nifestatesi nel periodo bellico; è v ero che questa è di gran lunga la più importante, ma non sono trascurabili i numeri dei morti per colera (circa 5.000), per altre malattie epidemiche ohe hanno avuto larg·a diffusione, per malaria e per tubercolosi che hanno infierito con eccezionale intensità. Tutto considerato, non pare imprudente arrotondare a 200.000 il numero dei morti per malattia (compresi gli 80.000 morti in prigionia). P er le precedenti considerazioni, crediamo cli poter stimare .a circa 600.000, in via di larga approssimazione, il numero dei militari morti durante la guerra, compresi i morti della marina militare. 4. Le statistiche ufficiali del movimento della p opolazione indicano soltanto il numero dei militari morti, per i quali l'atto di morte è stato redatto dall'autorità civile: 82.340 nel quadriennio 1915-18. Avvertasi cl1e questo numero compre nde più di 5.000 prigionieri nemici o militari alleati morti in Italia e forse piLt di 1.000 militari a riposo morti in età avanzata. Inoltre una decina di migliaia di morti devono essere avvenute nel periodo dal 12 novembre al 31 dicembre 1918. Sicché appena un decimo, -o poco più, dei militari morti durante la guerra sono compresi n elle cifre del Movimento della popolazione 1 • In questa pubblicazione, però, sono anche riferiti, in nota e senza particolari sulla ripartizione per età o per altri caratteri, dati sul numero dei morti per i quali l'atto di morte è stato compilato dall'aui

Vedasi, però, su questo argomento la nota in appendice.


II - I MORTI DELL'ESERCITO

31

torit.à militare. Essi sarebbero ascesi, in complesso, a 560.820; aggiunti ai morti per i quali l'atto è stato redatto dall'autorità civile, danno un totale di circa 625.000, che l1on differisce sensibilmente dalla nostra cifra di 600.000 ove si deducano da esso gli atti di morte (certamente par:ecchie migliaia) r edatti dall'autorità militare fra il 12 novembre e il 31 dic.emhre 1918. Nell'esaminare i dati del ;vfovimento dellci popo_lazione per gli anni della guerra non potremo sempre tener distinta la mortalità della popolazione civile da quella frazione della mortalità militare che è ivi considerata. Non è indicata, per esempio, la ripartizione per mesi, nè quella per regioni, delle morti di militari. Fortunatamente è indicata la ripartizione per età ; e quindi potremo, fino ad un certo punto, evitare le confusioni. 5. Stabilita nella cifra approssimativa di 600.000 la mortalità della popolazione militare durante il periodo bellico, è fa.cile calcolare di quanto essa abbia ecceduto la mortalità normale, determinata in base all'esperienza del triennio 1911-13, che abbiamo già visto corrispondere a 70-75.000 casi. L'eccedenza si può stimare a 525-530.000 casi, dei quali. circa 400.000 dovuti ad offesa nemica e il resto, cioè 125-130.900 ad accresciuta mortalità per malattie. L'eccedenza di morti appar.irebbe lievemente magg-iore se si tenesse conto della circostanza che i militari, essendo sottoposti a visita medica all'atto dell'arruolamento o del richiamo alle armi, rappresentano un gruppo di elementi in condizioni di resistenza organica superiori a quelle medie dei loro coetanei. Se invece della mortalità di 0,65 per 100 viventi si adotta per base del calcolo una mortalità di 0,50, l'eccedenza delle morti risulta aumentata di 15-20.000 casi. Ma noi abbiamo voluto eseguire il calcolo nel modo più prudente. 6. Finchè non si avranno dati ufficiali definitivi intorno alle perdite dell'esercito durante la guerra, converrà ricorrere, per qualche notizia intorno a quest'argomento, alle statistiche rac-


32

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

colte e divulgate dal Comando Supremo, le quali forniscono da.ti abbastanza particolareggiati, ma incompleti per le cause che abbiamo precedentemente esposte. Il Comando Supremo calcolava, nel novembre 1918, a 428.000 i morti dell'esercito operante, dal 23 m.,aggio 1915 ali' 11 novembre 1918: Come abbiamo visto (pag. 28) si può ritenere che questo numero vada accresciuto a -617.000. Degli 89.000 in più, 40.000 sono morti in prigionia, 49.000 sul campo o in ospedali italiani. I 428.000 morti sarebbero distribuiti così, secondo l'epoca della morte : 1915 66.090

1916 118.880

1917 ]52.790

1.918

40.250

La somma delle precedenti cifre è 378.010; altri 50.000 erano, secondo il calcolo del Comando Supremo, i morti in prigionia. Ricordiamo che quest'ultimo numero, secondo le indagini più recenti, va accresciuto ad almeno 90.000; la massima parte dei decessi di prigionieri sono avvenuti nell'ultimo bimestre del 1917 e nel 1918; a questo periodo spettano forse nove decimi del numero totale.

7. Accanto ai numeri dei morti, il Comando Supremo indi-

cava i numeri dei feriti\ degli ammalati', dei prigionieri. Feriti Ammalati . Prigionieri

1915 190.400 306.530 25.100

1916

1917

19.18

285.620 586.170 79.520

367.200 795.950 398.370

103.420 770030 66.220

Il numero degli ammalati va apprezzato in relazione alla forza dell'esercito; esamineremo più avanti, nel capitolo sulla morbosità, l'andamento del saggio di morbosità nell'esercito operante attraverso i tre anni e mezzo cli guerra. I numeri dei feriti e dei prigionieri interessano sopratutto per il valore assoluto, come quello dei morti. È indiscutibile 1 Feriti ed ammalati entrati in luoghi di cura, esclusi dunque quelli curati ambulatoriamente. Tra i feriti sono compresi i colpiti da gas asfissianti.


33

II - I MORTI DELL'ESERCITO

che l'anno prn cruento s~a stato il 1917, che segna anche il massimo numero di prigionieri; mentre il 1918, se non si tien conto dei morti in prigionia, è l'anno della minore perdita di vite. 8. È data anche la distribuzione delle perdite per mesi, e qui la riportiamo, avvertendo che fra le morti non sono comprese quelle avvenute in prigionia, le quali ingrosserebbero sopratutto le cifre degli ultimi dodici mesi del periodo bellico. 1915 : giu gno 1 luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre. 1916: gennaio febbraio marzo. aprile . maggi o

giug·no luglio . ag·osto settembre ottobre novembre dicembre.

1917: g·ennaio febbraio marzo. aprile . maggio giugno

luglio . ag·osto settembre ottobre novembre dicembre. 1

G.

Mort-i 7 .560 9.460 6.230 5.èl70 16.780 J 6.550 4.]40

Feriti 22.070 32.660 25.100 12.510 42 050 45.430 10.580

Prigionieri

2.950 3.900 1.370 2.110 7.490 5.910 1.370

34.010 32 010 43.640 41.230 41.190 64.190 50.260

2.470 1.490 3.940 2.980 12.630 21 920 11.250 21.360 10.810 12.070 14.210 3.750

7.700 3.020 6.240 8 .100 21.350 56.730 33.720 52.940 31.390 27.680 7.410

1.040 420 2.090 1.150 24.830 20.240 6.260 10.230 2.820 3.340 6 .680 420

33.180 24.4-80 38.380 41.580 47.210 38.160 52.200 6iU50 67.710 63.090 56.510 61.520

2 .440 3.100 2.650 2.280 35.990 17.530 3 .000 29.870 lfi.370 22.100 9.300 8.160

4 .310 5.160 5.050 4.100 91.850 37 .140 7.890 82.240 36.760 47.700 23.500 21 .500

490 1.230 850 470 21.640 11 .450 880 13.140 7.470 230 000 80 000 30.750

48.660 48.680 62.690 63.070 61.990 59.100 67.530 73.080 86.650 87.000 72.500 65.000

29.340

Ammalati

Dal 24 maggio al 30 giugno 1915.

ftiOR'fAHA,

3


34

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

1918: gennaio febbrai o marzo. aprile .

maggio giuguo

luglio . agosto settembre ottobre 1 •

Morti

Feriti

J>r·i gionieri

Ammalati

2.950 1.420 790 650 1.250 12.250 4.440 2.040 2.440 12.020

9.420 3.780 2.610 2.330 3.600 32.340 12.130 4.6SO 4.560 27.970

1.540 300 110 10 100 52.000 6.700 920 290 4.250

50 520 52.580 50.650 52.240 69.880 56.610 M .930 S4 :-350 105.160 193.110

Nel 1915 specialmente la lotta stùl'Isonzo e ai piedi del Carso cagiona gravi perdite; il numero degli ammalati e quello dei morti si risentono dell'epidemia colerica. Nel 1916, l'offensiva austriaca nel Trentino e la nostra controffensiva portano ad alto livello i numeri dei morti, dei feriti, dei prigionieri, nei mesi di maggio e giugno. Nel quadrimestre da agosto e novembre le nostre operazioni offensive sulla fronte dell'Isonzo cagionano forti perdite, specialmente di morti e di feriti. Il numero degli ammalati cresce fortemente dal mese di luglio. Nel 1917 cominciano a presentarsi alte cifre di perdite col mese di maggio, in cui s'inizhi l'offensiva itaLiana sull'Isonzo e sul Carso, continuata . nel giugno. Ma le perdite del giugno derivano in parte non trascurabile anche dalla nostra non riuscita offensiva nel Trentino. Dopo la relativa tregua del luglio, riprendono più attive le operazioni offensive italiane sulla fronte del1' Isonzo, e salgono di nuovo ad alto livello le cifre delle perdite. I mesi di maggio e cii agosto del 1917 sono stati, in tutto il periodo bellico, quelli che hanno visto maggior effusione 4i sangue italiano. Alla fine di ottobre e nel novembre la violenta offensiva austro-germanica, cne ·costringe il nostro esercito allo sgombero d'una parte del Veneto, . è contrassegnata da enormi

1

Dal l' ottobre ali' 11 novembre 1918.


3.5

H - I MORTI DELL'ESERCITO

perdite: nei soli due mesi successivi al 24 ottobre 1917 il nemico .c attura un numero di prigionieri doppio di quello dei catturati nei precedenti ventinove mesi di guerra. Quando riprende la · resistenza sulla nuova fronte, diminuiscono i prigionieri e aumentano, relativamente, i morti ed i feriti. Gli ammalati sono molto numerosi in tutto il periodo di maggiore attività bellica. Nel 1918 si hanno forti perdite soltanto in giugno ed in ottobre. L'offensiva austriaca del giugno e la nostra riuscita controffensiva, si traducono in gravi perdite di morti e di feriti. 40

30

10

?O

~ A

I

7 I\ \ I V~V\ r\. \ I \ 1.vµ

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n

10

\.._.._

o

Ott-ho. '915

l'/"991ò •/Yov•mhr• f.916

-\ \ \ "'--u7\'-' A

~

\

Afoygl# · O,u1ntv. f91l

6,.

191/J

zo,

10

o o"

f!J1lJ

Morti dell'esercito ope:ra.n t e, per mesi.

Anche, il numero dei prigionieri (catturati dal nemico specialmente nella fase iniziale delle operazioni) è molto alto, essendo superato solo dai numeri dell'ottobre e del novembre 1917. In ottobre la nostra vittoriosa offensiva è contrassegnata da un forte aumento nel numero dei morti e dei feriti. Il numero degli ammalati aumenta rapidamente dall'agosto in poi, prima per l'epidemia malarica, e dopo sopratutto per l'epidemia influenziale. Entrambe le epidemie si riflettono debolmente nel numero dei morti, perchè trattandosi di malattie con decorso lento, o almeno


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

36

non. molto rapido, gli infermi venivano in genera.le trasportati in ospedali delle retrovie e i decessi erano r egistrati dalle autorità civili, non da quelle militari. 9. Per dare più chiara idea del cont1ibuto derivato alle perdite complessive dalle principali operazioni belliche, giovano i seguenti dati, al pari dei precedenti, offerti dal Comando Supremo. 1,'ron.ie

.Natura delle opera.zicn 1i

l!:poca

- - - - - -,- - - - -- - - - -, - - - - --· Isonzo

n i eri

lVfag·gionovembre 1915

54.000 160.000 21.000

Agostonovembre 1916

45.000 112.000 20.000

Maggiosettcm bre 1917

92.000 226.000 46.000

Offensiva aus triaca e controffcnsiva italiana

Maggioluglio 1916

35.000

T ren tino

Offensiva italiana e controffensiva austriaca

Giugno 1917

9.000

Isonzo Trentino

Offensiva austro-germa- 24 ot.tobrenica 31 dicemb. 1917

Isonzo

Isonzo

Trentino

Offensive italiane e controffensive austriac he

.J110-r1i

--- --- ---

id.

id .

id.

id.

75.000 45.000 25.000

3.000

S7.000

91.000 335.000

Astico-MaTe Offensiva austriaca e con- 15-28 giug no 11.000 troffen,s iva italiana 1918

29.000 52.000

G rnppaP iave

Offensiva italiana

24 ottobre4 no vem b. 1918

7.000

23.000

3.000

Le tre campagne offensive sull'Isonzo sono costate a.Jl' Italia 191.000 morti, 498.000 feriti, 87.000 prigionieri. Considerate le lacune delle statistiche che qui commentiamo, ,si può ritenere che in realtà i morti abbiano superato 200.000 ed i feri ti 600.000. Le tre gTandi offensive n emicb,e - del magg.io 1916 nel Trentino1 dell'ottobre 1917 s1ùl' I sonzo e sugli Altipiani, del giugno


37

Il - I MOR'rI DELL'ESERCITO

1918 sul Piave, hanno immolato 81.000 vite; i feriti sono ascesi a 195.000, i prigionieri a 432.000. Il numero dei morti si può arrotondare a 90.000, quello dei feriti deve aver superato 240.000. Tutte le altre operazioni svolte nel corso della guerra banno avuto secondaria importanza, dall'aspetto delle perdite, anche quando - come la battaglia di Vittorio Veneto - hanno esercitato decisiva influenza snl successo finale. 10. La massima parte delle perdite si è avuta stùla fronte principale, ma sono tutt'altro che trascurabili i numeri dei morti e dei feriti sulle fronti secondarie. Si sarebbero avuti 2.670 morti e 7 .020 feriti sulla fronte francese, 3.010 morti e 2.850 feriti sulla fronte alba.nese, 2.530 morti e 5.460 feriti sulla fronte maced(me. I 428.010 morti si suddividono in 15.360 ufficiali e · 412.650 uomini di truppa; i 946.640 feriti in 33.350 ufficiali e 913.290 uomini di truppa; i 569.210 prigionieri in 18. 730 ufficiali e 550.480 uomini di truppa. L'alta proporzione degli ufficiali tra i morti e tra i feriti attesta l'esempio di ardimento che essi hanno dato, a costo della vita.

11. Abbiamo fin qui considerato cifre assolute. Può essere interessante anche l'esame di qualche cifra relativa. Le perdite sofferte dall'esercito, attraverso le cifre assolute, danno la misura dei sacrifizi di sangue che sono stati richiesti al . paese. Ma soltanto attraverso proporzioni alla forza si può misurare l'intensità del rischio che ha gravato, nelle varie epoche della guerra, snl combattente. P ROPORZIONI DELLlll P ERDl'L'lll !:'I CIASCUN ANNO PER O G NI

1000

UOMINI DFll,LA FORZA MEJ.llA DELL' ESlllRCITO OPERANTE.

Morti

Feriti

Pri!Jionieri

]915

67

25

HJ16

84

1917 1918

74

192 201 178 48

19

56 193 31


MORTALITÀ E MORBOSI'rA

38

Avendo riguardo alla forza, appare maggiore che nelle cifre assolute l'effusione di sangue del 1915 e d.e l 1916 - che, da questo punto di vista supera il 1917 - , mentre appare minore quella del 1918. 12. Un'altra interessante raccolta di dati è quella che indica la ripartizione per anni dei morti per ferite e dei feriti. In relazione alla forza media, la più colpita di tutte le armi è la fanteria: la proporzione ·media annua dei morti supera il 10 °/ 0 della forza, quella dei feriti giunge al 30 ¼- L'artiglieria e il genio, che vengono subito dopo, hanno proporzioni dieci volte minori di perdite, e proporzioni ancora minori, ma di poco, ha la cavalle ria. Avvertasi che tutti i dati della tabella andrebbero alquanto aumentati per riparare alle lacune che sono nella rilevazione del Comando Supremo. .Propor.=ione media anniul

lit1,mero assoluto

per ogn.i 1000 ·t tomini d ella media

/OY:;a

Armi .111òrti per J~dte

Feriti

Mm·ti

Feriti

pP.r fe·d te

- -- -

314.300

896.700

103,5

29:\2

Artiglieria

9.200

28.200

10,3

31,0

14.600

Fanteria

Genio

3.900

Cavalleria

1.000

3.400 .

Altre armi e corpi

1.600

4.100

9,1

I

33,9

8,2

27,8

1,1

2,8

- -- TOTALE

330.000

I

947.000

55,6

159,7

Se, invece di riferirsi aUa forza media, si calcola· quale frazione degli uomini di ciascun'armà, passati per l'esercito operante, sia stata sottratta per morte dovuta a ferite, si trova che i morti corrispondono al 16°/0 del numero tota.le dei passati per Je file delle unità di fanteria, .al 2,5 ¼ per il genio, al 2 ¼ per l'artiglieria.


II - I :MORTI DELL'ESERCITO

39

Tenuto conto anche dei morti non compresi nelle statistiche del Comando Supremo, dei morti per malattia (anche in prigionia) la proporzione dei decessi dovrebbe salire al 22 °/0 circa per la fanteria, al 6-7 ¼ per il genio, al 5-6 % per l'artiglieria. 13. Le storie delle brigate di fanteria narra.no a centinaia epici esempi di sa~rifizi collettivi di vite, cosi nel cor so di operazioni offensive, come di difensive. Noi qui, limitandoci alle due settimane dal 13 al 27 maggio 1917, che sono state le più sanguinose di tutta la guerra, dfamo qualche indicazione sulle perdite sofferte da alcuni dei reggimenti che hanno partecipato alla lotta:

Jlforti, feriti

Settimana

e

di,par,i nella settimana

Reggimento

Propor::iond v~r ogni 1,;u-mero auoluto

100 ""mitti deU4 (or=<>

combouente

128° Fanteria

.

1.408

59

119°

1.400

58

241°

"

1.369

57

.

1.364

57

1.326

55

J.123

47

248° 232°

231° 13-19 maggio

.

.

229°

.

1.0,,5

44

206°

>

1.013

42

>

160°

.

1.01 0

42

48°

997

42

242°

"

987

41

95°

'

68°

I I

961 961

I I I

40 40

NB. Àl~ri 14 reggimenti della 2• armata (Medio Isonzo, Gorizia.) e della 3• Armata (Carso) segnano perdite superiori al 20 ¾ della forza.


40

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

M0>·ti~ f~rfti

Settimana

e

d ispei·si neUa, settimant:i

Reggimento l\1i1,rnero assoluto

26° Fanteria I

'

138°

.

118° • 20 Granatieri , 10 " 70 Bersaglieri

'

74° Fanteria

:

74

1 651

69

1.624

68

1.621

68

1.461

61

1.456

61

1.439

6p

113°

»

1.416

59

1.390

58

21° Bersaglieri

1.325

55

25° Fanteria

1.323

55

73•

»

1.306

54

43°

l)

1.304

54

226• 18° 90° 264° 234° 114°

141° 250°

I

1.785

137°

40°

20-26 mag·gio

'

Propo.,.zione per ogni 100 uomi n i deila f or:a comt>atlerrte

89° 32° 78° 259° 249° 260°

.• .. . . :,

1.198

50

1.133

47

1.119

47

1.107

46

1.106

46

1.072

45

1.065

4-4

.

1.050

44

.

1.031

43

.

1.016

42

. • .

1.016

42

)>

.

.

996

41

976

41

968

40

%8

40

-

NB. Altri 22 reggimenti d ella 2• e della 3&Armata segnano perdite supedori al 20 ¾ della for:.1a .


II - I MORTI DELL'ESEJWITO

41

Considerando insieme i 41 regg·imenti elencati, si vede che in una settimana essi hanno perduto per offesa nemica 49.886 uomini, ossia il 50,7 °lo della forza combattente (98.400 uomini). Sarebbe stata del 28,9 °lo la proporzione dei feriti, del 5,2 ¼ quella dei morti accertati, del 16,6 °lo quella dei dispersi. Le informazioni raccolte anche da fonte nemica fanno ritenere che al massimo metà dei dispersi siano stati catturati ; gli altri sono caduti sul campo. Si può quindi calcolare a 42-45 °lo della forza combattente la proporzione dei morti e dei feriti, considerando cbe anche una parte dei prigionieri catturati dal nemico erano feritf. Valgano questi pochi dati ad attesta,re il valore delle nostre ' truppe e la violenza con la quale si è svolta la lotta sulla fronte italiana: violenza forse uguagliata su taluna delle altre fronti, ma non superata, probabilmente, su alcuna di esse. 14. Sul numero dei morti appartenenti alla marina militare, abbiamo notizie ufficiali definitive. L'Ufficio Storico del Ministero della Marina ci ha cor tesemente comunicato i dati che qui riassumeremo. Il numero totale dei morti per causa di g·uerra nel quadriennio 1915-18 ascende a poco più di tremila. Circa un sesto delle morti è avvenuto sulla fronte terrestre, dove reparti della marina militare hanno prestato servizio. Come si ripartiscano i morti secondo l'anno della. morte e secondo il luogo ove caddero, è indica,to àai seguenti da.ti: 1.Vu,mero dei nim·ti

Totale

...4.nn o

- - -- - -- 704 693 l.307 1.292

- - -1915

11

1916

15

1917

83

299

382

1918

409

367

776

•roTALlll

518

2.651

3.169


42

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

Fra i morti sono compresi 167 ufficiali (6 caduti sulla fronte terrestre e 161 in azioni navali od aeree). Non abbiamo notizia del numero dei morti per malattia; ma tenuto conto delle vicende della mortalità nel periodo bellico e della forza media presente, stimiamo che sia stato non inferiore a 2.000 né superiore a 4.000. 15. In mancanza di dati completi e definitivi sulle perdite sofferte dall'esercito italiano durante la guerra, crediamo interessante riassumere brev emente i risultati di un' indagine particolare compiuta dall'Ufficio Notizie, per la provincia di Bologna. L'indagine è stata eseguita attraverso una rilevazione nominativa dei morti : sono stati utilizzati i numerosi documenti in possesso dell'Ufficio e sono state raccolte notizie da altre fonti, con tal paziente e sagace diligenza che i dati si possono ritenere, a.i fini pratici, completi. L'indagine dell'Ufficio Notizie ha accertato che il numero dei morti nel periodo bellico, appartenenti alla provincia di Bologna, ha superato i 10.000. Iu rapporto alla popolazione calcolata al 1° geru1aio 1915 (603.000 abitanti), i 10.085 morti fino al 31 dicembre 1918 indicano una proporzione di 16,7 morti per ogni 1000 abitanti. Applicando la stessa proporzione alla popolazione italiana, si ottiene un numero presumibile di 603.000 morti; il cui ordine di grandezza concorda con quello del numero altrove calcolato (v. pag. 30). S'intende che un sif:fa.tto computo ha semplice valore di controllo, perc11è le varie provincie italiane hanno dato contributi differenti (in rapporto alla popolazione) all'esercito, e perché la proporzione de.l le perdite fra i presenti alle ·armi è senza dubbio differente nelle varie P,rovincie. Notiamo però che la provincia di Bologna, iri rapporto alla popolazione, ha dato all'esercito un contributo solo lievemente superiore alla media italiana; e non v' é ragione di credere che la proporzione delle perdite debba essere per questa provincia molto superiore o molto inferiore alla media.


-.1,3

Il - I MORTI DELL'ESElWITO

Nel numero dei morti sono stati compresi quei dispersi in combattim ento (l.176) od in prigionia (60), sulln. sorte dei quali non si era ancora potuto avere notizia alla fine del 192,'3 - cinque anni dopo l' armistizio - e che pertanto di regola si potevano presumere morti. 16. L e perdite si ript1rtiscono, secondo g li mmi in e ui sono tl.\'Yenute, nel modo indicato dai seguenti dati :

Morti per feri te . Dispersi sul campo Morti per i nfortuni Mo!'ti per ma lattie . Dispersi i n prig ionia . TOTALE

1915

1916

1917

1918

1915-18

1.226

1 .575

5H4

319 14

271 56

1.486 478 4.J..

108 70

4-.8:ll 1.176 184

371

S6(j

53 1

2.576 60

3 .844 60

1.930

2.268

2.539

3.348

10.085

I l massimo numero dei morti per offesa n emica (fra ,q uesti si possono comprendere i dispersi sul campo) si ha nel 1917 (l.964), il minimo nel 1918 (642). L'andamento dei dati sulle morti. per offesa nemica, confrontato con quello dei dati approssimativi per l'intero esercito, commentati dianzi, mette in evidenza le lacune che devono a ncora esistere in questi 11 ltimi dati, specialmente per l'anno 1915. Delle morti per malattia, due terzi spettano a.l solo a nno 1918, a cagione dell'epidemia influenziale e dell'altissima mortalità fra i prigionieri. L'alto numero dei dispersi sul campo, cioè cli militar i per ·i quali più di cinque anni dopo la fine della guerra non si aveva ancora la prova sicura dell'avvenuta morte, attesta l'enor me diffi. coltà di una completa statistica dei morti in combattimento. Il numero dei dispersi in prig·ionia è indice, in vece, della criminosa negligenza con la qua.le le autorità militari nemiche pr ovvidero alla sor te dei prigionieri italiani. Ma su tale argomento ci intrntterremo più avanti.


M:ORTALI'I'À E MORBOSIT.A.

L'Ufficio Notizie ha rilevato anche i morti nel 1919 (475, dei quali 8 per ferite) e nel 1920 (185, dei quali 2 per ferite), ossia nel biennio della smobilitazione. Compresi questi morti, le perdite della provincia di Bologna ascendono a 10.745 vit_e . 17. Considerando i soli morti fino al 31 dicembre 1918, riassumiamo per gruppi -di classi di leva., ossia di_ anni di nascita, i dati sulle morti, distinte secondo la causa. A:nni di nascita

,Morti p-,·

(e,i1e

fino al 1875 1876-80 1881-85 1886-90 1891-95 1896-900 1901-04

23 153 614 1.305 1.862 863 1

ToTAl.w

4.821

Dispersi su-l campo

.

Morti pe·r i-njOYtuni

5

3 47 171. 308 382 264 1

p~r

Dispersi in p,·ig,·onia

malattie

29 42 64 25

60 368 718 879 1.025 794

--

--

184

I 3.844

19

1.176

Jlfo-rl ì

Totale

92 590 1.548 2.545 3.353 1.955 2

1

3 16 11

20 9 -

60

10.085

Nelle classi più anziane e nelle più giovani, meno impiegate sui campi di battaglia, i morti per malattia prevalgono sui morti per offesa nemica; nelle classi intermedie, il numero dei morti per offesa nemica è in taluni casi più che doppio di quello dei morti di malattia. Indichiamo, per dare più adeguata idea delle perdite sof~ ferte da ciascuna classe di leva, la distribuzione per anni cli nascita dei morti, suddivisi in due soli gruppi : fi, m orti per offesa nemica o per infortunio, compresi i dispersi sul campo; B, morti per malattia, compresi i dispersi in prigionia. Escludiamo i nati fino al 1875 e dopo il 1900. A

1876 1877 1878 1879 1880

B

16 74 18 68 36 63 78 74 71 92

1881 1882 1883 1884 1885

A

B

106 14l 155 186 226

103 158 157 147 169

A

1886 1887 1888 1889 1890

288 294 313 341 389

B

157 173 17~ 190 191

A

B

1891384187 1892 389 198 1893 473 232 1894 505 209 1895 557 219

A

1896 1897 1898 1899 1900

B

477 221 290 191

238 225 145 92 2 74


45

II - I MORTI DELL'ESERCITO

Le dodici classi di leva dal 1886 al 1897 danno da sole 4.730 dei 6.181 morti della categoria A. Le classi che hanno pagato il massimo tributo di sangue sono state quelle dal 1893 al 1896. Nell'insieme, la proporzione . dei morti per causa violenta (categoria A) al totale dei morti è del 61 °lo; m entre per il complesso dell'esercito ita.1fano la proporzione, secondo i dati riferiti alla pag. 29, sarebbe del 67 °fo. Q,ueste proporzioni concordano abbastanza bene tra loro, considerato che_ la prima si riferisce al periodo dall'inizio delle ostilità fino al 31 dicembre 1918, mentre la seconda si riferisce al periodo che termina coll'll novembre 1918 e quindi non compren de gli ultimi 50 giorni del 1918, contrassegnati da un'alta frequenza cli morti per malattia. 18. La distribtlzione dei morti per anni di nascita non indica senz'altro - data la lunga durata della guerra - la distribuzione per età. La quale è stata ricostruita così dall'Ufficio Notizie : Morti

Età

111orli

E til,

Morti

151 19 406 20 l .023 2t 854 22 718 23 650 24 648 648 25

26

583 537 485 444 448 368

34

262 272 206 174 IG3 103 71

Età fino a 18

27 28 29 30 31 32 33

35 36

37 38 39

40

364

333

da

41 in su 224

La curva di distribuzione secondo l'età sale rapidamente ad un massimo che corrisponde all'età di 20 anni, poi va discen· dendo lentamente fino alle età più avanzate. Si può, approssimativamente, calcolare che, dei 10.085 morti, 907 non avessero raggiunto il ventesimo compleanno, 6.438 fossero compresi trl: il ventesimo e il trentesimo, 2.481 fra il trentesimo e il quarantesimo, e 259 avessero superato il quarantesimo compleanno. Appare preponderante il con.tributo delle età fra venti e trent'anni, che hanno dato quasi i due terzi del numero totale dei morti.


46

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

19. Dei 5.997 morti per offesa nemica, 4.441 sono caduti sul campo, 1.231 sono morti in ospedali mobilitati, 241 in ospedali territoriali, 8 a casa propria e 76 in prigionia. Dei 3.904 morti per malattia, 1.149 sono morti in ospedali mobilitati, 1.518 in ospedali territoriali; 320 a casa propria, 917 in prigionia. Q,uesti dati confermano le Ofìservazioni precedentemente esposte: che soltanto una piccola frazione delle morti per offesa nemica è compresa nelle statistiche civili (Movirnento della popolazione e Statisticci delle cause di morte) e che anche delle mor~i per malattia una buona parte non vi è compresa. Il numero così alto dei morti per malattia a casa propria dipende principalmente da decessi di militari in licenza avvenuti durante l'epidemia influenzia.le; infatti, dei B20 CM,i, 211 si riferiscono al solo anno 1918. È dato qualche particolare sulle malattie che ham10 cagionato la morte, per 3.088, su 3.904 morti di malattia. Di questi, 1.401 sono morti per polmoniti (compresa evidentemente la forma influenziale del 1918, poiché 1.259 casi sono dati da tale anno), 505 per tubercolosi, 232 per enteriti, 230 per tifo, 62 per malaria, 658 per malattie diverse. Nel 1919-20 si hanno altri 200 morti

per tubercolosi, che in buona parte devono essere reduci dalla prigionia. 20. Secondo le armi od morti si dividono così : Fan terie com battenti Artiglieria e bombardieri Genio . . Cavalleria . . . . Aeron.autica . . . Altri corpi e servizi

corpi d'appartenenza,

10.085

7.859 1.002

462 59 57 646

Anche queste proporzioni concordano con quelle già esposte per il complesso dell'esercito (tenuto .conto qui dei morti di malattia).


47

II- I MORTI DELL'ESERCITO

Tra i morti, 438 erano ufficiali, 9.647 uomini di truppa: c1oe un ufficiale per ogni 22 uomini di truppa: mentre per l'intero , esercito operante si avrebbe un ufficiale per ogni 27 di truppa. 21. Le elabora7,ioni dell'Ufficio Notizie offrono anche dati sullo stato civile dei morti e sul numero dei figli da loro la.sciati. Li riassumiamo, per gruppi di dassi di leva. Numero dei morti Anni di 11aicita

fino al 1875 18ì6-80 1881-85 1886-90 1891-95 1896-900 1901-04 TOTALE

Cdi.bi

Oon iupati

21. 105 415 1 264 3.046 1.915 2

65 471 1.108 1.260 302 39

6.768

3.245

--

Vedov,i

Orfinti laa scfoli dai mot·li

166 1.388 2.575 2.044 347 48

6 14 25 21 5 1

-

72

I

6.568

D ei 2.230 morti che erano nati prima del 1886, 1.689 erano coniugati o vedovi, ed hanno lasciato 4.129 orfani (ossia 244 per ogni 100 morti coniugati o vedovi, 185 per ogni 100 morti) e 1.644 vedove : 100 morti sciolgono dunque 74 matrimoni. Dei 7.855 morti che erano nati dal 1886 in poi, 1.628 erano coniugati o vedovi, ed banno lasciato 2.439 orfani (ossia 150 per ogni 100 morti coniugati o vedovi, 31 per ogni 100 mor ti) e 1.601 vedove : 100 morti sciolgono 20 matrimoni. La contrapposizione delle proporzioni calcolate per i due gruppi d'età mostra la diversa gravità degli effetti sociali dell'impiego in combattimento dei 'militari di classi anziane e di classi giovani, e conferma la saggez7,a del criterio adottato in Italia di r isparmiare il più possibile le classi anziane. Nell'insieme, per ogni 100 mor ti si hanno 32 vedove e 65 orfani. Se le stesse proporzioni valessero per l'Italia, la guerra avrebbe reso vedove circa 200.000 mogli, ed orfani cir ca 400.000 figli.


48

.MORTALITÀ E MORBOSITA.

22. Rinunziamo ad esporre alcuni dati sulla professione o condizione dei morti, elaborati daU' Ufficio Notizie, perchè ci è apparso vano ogni tentativo di confronto con i dati dell'ultimo censimento anteriore alla guefra. La colpa non è dell'Ufficio Notizie1 bensì d.ella infelice classificazione delle professioni adottata in quel censimento. Esprimiamo la speranza che con lo stesso metodo seguito per la provincia di Bologna, l'Ufficio Notizie possa e voglia dare all'Italia, col concorso della :pubblica amministrazione, quella statistica completa dei morti in g·uerra, che soltanto da uno sc;hedario nominativo può essere desunta in moclo soddisfacente 1 .

1 È qui opportuno avvertire che l'elenco dei caduti per la pro1•incia di Bologna,, riassunto nei dati statistici da noi commentati, fu intrapreso per ord ine della Commissione nazionale C. O . S. C. G., come saggio; si sperava di estendere poi l' indagine a tut ta l'Italia.


III - I MORTI IN PRIGIONIA.

49

CAPITOLO TERZO

I MORTI lN PRIGIONIA. Da 90 a 100.000 Italiani sono morti in prigionia. Contrasto fra l'alt.a mortalità degli Italiani prigionieri del nemico e la bassa mortalità dei nemici nostri prigionieri. Cause dell'alta mortalità dei prigionieri italiani nei campi di concentramento: l a fame, l'insufficiente riparo, i maltrattamenti. Tristi condizioni degli ospedali. Le miserie dei prigionieri impiegati in lavori. L'odissea dei r educi, al la fine della guerra . La mag·gior parte delle morti avrebbe potuto essere evitata, con un m eno disumano trattamento .

1. Durante la guerra, l'esercito italiano ha lasciato nelle del nemico un munero di prigionieri che le valutazioni nostre e quelle avversarie stimano concordemente poco inferiore ai 600.000 i . Da 90.000 a 100.000 di questi non hanno riveduto le loro case. Si calcola a circa 10.000 il numero dei morti in prigionia per ferite riportate nei combattimenti antecedenti o contemporanei alla cattura, e ad 80-90.000 il numero dei morti per malattie. Colpisce l'altezza di quest'ultimo numero. Stimando a 580.000 - cifra intermedia fra quelle indicate dalle due parti - il numero dei prigionieri, ed eliminando i 10.000 morti per ferite, il rapporto fra il numero di 80-90.000 morti per malattie e quello di 570.000 esposti a morire, indica una probabilità di morte del 14-16 °/o. In poco più d'un anno di permanenza media presso il nemico, i nostri prig'ionieri sono stati falciati dalla morte in proporzioni poco inferiori a qllelle in cui sono caduti per offesit nemica i soldati di fanteria in tre anni e mezzo di asprissima guerra 2 •

' mani

1 Secondo il nostro Comando Supremo, 570.000 circa ; secondo fonti nemiche, 588.000 (v. Relazioni della Reale Commissione d'Inchiesta, vol. III, pagg. 29

e 168). 2 Abbiamo visto (v . retro, pag. 38) che il Comando Supremo calcolava appunto al 160/o la frequenza delle morti per offesa nemica tra i militari passati per

G. :hiORTARA.


50

MORTALI'I'À E .MORBOSITÀ

I png10nieri nen1ici catturati dagli Italiani sono ascesi a circa 400.000; la loro prest)nza media in Italia ha superato d i poco un anno; il numero dei morti di malattia non ha superato i 14.000. La probabilità di morte è stata dunque del 3,5 °fo. Per tener conto della durata deU.a prigionia, si può riferire il numero dei morti al numero dei prigionieri-anno, calcolato col dividere per 365 il numero delle giQrnate di presenza. Da 80 a 90.000 morti di malattia per 700-750.000 prigionieri-anno, corrispondono ad una mortalità media annua del 12 ¼ per i nostri prigionieri presso il nemico; 14.000 morti per 400-450.000 prigionieri-anno corrispondono ad una mortalità del 3 °lo per i prigionieri nemici in Italia. La frequenza delle morti fra i prigionieri italiani è stata dunque nove volte maggiore della frequenza deìle morti fra i prigionieri nemici. La sproporzione appare più grave quando si consideri che la mortalità media annua normale era del 0,65 °lo in Italia, del 0,90 "/ 0 in Austria-Ungheria, nei gruppi d'età cui appartenevano i prigionieri ; sicché la mortalità dei nostri in prigionia è stata diciotto volte maggiore della normale; queìla dei nemici è stata poco più di tre volte maggiorn. Aggiungasi che un grande numero di morti fra i prigionieri nemici in Italia è derivato da una malattia epidemica - l' influenza del 1918-19 - al dilagare della quale non si è saputo in nesslm paese opporre barriera, mentre non dà malattie epidemiche ma da v oluta inumanità di trattamento è derivata la massima parte delle morti fra gli Italiani prigionieri '.

le file dei reparti eombattenti cli fanteria dur ante la guerra. Probabilmente tal frequenza va aumentata al 18-20 °/0 ; resta, in ogni modo, del lo stesso ordine cli grandezza del la frequenza de lle morti per malattie accertata tra i prigionieri. i L 'epidemia influenziale, che ha triplitlato la mortalità. fra gl i uomini dai 20 ai dO ann i, ha infierito in Italia proprio nel periodo di p r esenza dd massimo numero d i prig ionieri nemici. In Austria-Ungheria e in Germania l'epidemia ha. avuto g r avità. molto minore, come vedremo pi,ì avanti. E3sa, clel resto, non è menzionata nè dalle informazioni nemiche nè d"'lle nostre come una delle principali cause di alta mortalità. degli Italiani in prigionia.


llI - I MORTI IN P RIGIONI A

51

Si noti, infine, che mentre i prigionieri nemici sono stati da noi restituiti ai loro paesi in ottime condizioni di salute, gli italiani sono ritornati in cosi pietoso stato che nei sei anni ormai trascorsi dopo il rimpatrio molte e molte migliaia i:tncora sono morti, in più. del normale. · Tenuto conto cli questa supermortalità successiva al rimpatrio, il rischio di morte del prigioniero finisce forse col superare quello del combattente cli fanteria, accostandosi al 20 °/0 • Proporzione spaventosa, che può sembrare incredibile a chi non conosca il maltirio sofferto dai prigionieri italiani, incancellabile vergogna por i popoli che se ne sono resi colpevoli. 2. Kelle Relazioni della Reo le Comm issione d'Inchiesta

( vol. JII, pagg·. 36-48) sono narrati e documentati numerosissimi -...atti di barbarie, che banno cagionato la morte di singoli prigionieri, o di interi reparti, sul campo di battaglia o subito dopo la cattura. Feroci massacri di reparti che si erano a.rrcsi ed erano stati disarmati, uccisione sistematica dei feriti rinvenuti dal nemico sulle posizioni conquistate, mancanza di cure e imposizione di intollerabili fatiche ai feriti catturati, si ripetono in migliaia di episodi avvenuti in ogni pa.rte della fronte ed in ogni epoca della guerra, dai primi agli ultimi giorni. Spesso i prigionieri validi vengono impiegati, subito dopo la cattura, in costruzioni di trincee, in trasporti di munizioni ed in altre opere dirette alla distruzione dei loro commilitoni; tale impiego avviene non solo nelle retrovie, ma sul campo di battaglia, in modo che frequenti morti di I taliani sono cagionate dalle armi italiane. I prigionieri diretti verso l' interno dei paesi nemici veng·ono previamente spogliati della migliore parte del loro corredo di vestiario e di calzatLU'e e sono avviati in vesti leggere verso regioni freddo, in stagione inclemente. Per lo più il viaggio è compiuto, almeno in parte, a piedi, con alimentazione insufficiente, o addirittura senza vitto per più giorni. Giunti ai campi di concentramento, i prigionieri sono pri-


52

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

Yati di ciò che era per avventura sfuggito alle precedenti spoliazioni. Vengono addensati, senz'alcuna precauzione igienica, in ristretti baraccamenti, spesso infetti per la· precedente dimora di prigionieri russi o serbi decimati da epidemie di colera o di tifo petecchia.le. Unico serio provvedimento profilattico: la vaccjnazione contro il colera e contro il tifo, del resto molte volte superflua perchè era stata già operata da noi. Per un singolare concorso di circostan11e, in cui i credenti scorgono il prevalere della pietà divina sull'umana empietà, le epidemie r isparmiano i prigionieri italiani, nonostante le condizioni ecce11ionalmente propizie alla loro diffusione. Tuttavia la mortalità è altissima : le comun icazioni fatte dal nemico durante la guerra spesso tacciono la causa della morte, o ne alterano la dichiarazione (come hanno dimostrato le indagini compiute neg·li archivi nemici dopo la. vittoria); non possono tuttavia diss-imulare l'enorme frequenza delle morti per tubercolosi, e finiscono coll'annunziare, sotto il velo di più o meno trasparenti e ufemismi, le morti per fame. Si parla di indebolimento o esaurimento (Korperschwéiohe), · o addirittura di edema, da fame • (Hungerodem), causa di morte che ritroveremo, per opera degli stessi autori, nella regione invasa dalle armate nemiche dopo la battaglia di Caporetto. 1 Così denominato per le manifesta.zioni edematose che si present ava no nelle estremità e nella faccia. • Il depauperamento org-anico dato dal la l unga fame por tava uno stat o di discrasia sanguigna, idremia, affievo limento della fuuzi.one cardiaca, al terazione trofica delle pareti vasali sauguig-ne, ed in conseguem:a un' abbon dante t rasudazione -sierosa nel connettivo sottocutaneo e nelìe cavità sierose, uno stat o di cachessia che menava fatalmente allo, morte. , Il sintomo caratteristico e ra il gonfiore dei piedi e della faccia: questi ammalati cadevano in uno stato d i esb:erno esaurimento, accompagnato da forti d iarree, per lo più ribelli percbè mancavano i medicinali atti a combatterle se-

1·ia.mcn te .....

, A ll' autopsia n on è stat.o mai ris,con trato in q uesti cadaveri segno alcuno di lesione dovuta a malattia. Non si è potuto constatare che la estrema denutrizione. I l g rasso era completamente scomparso anche da q uei luoghi cli riserva (per es. il tessu to adiposo orbitario retro bulbare, !'atmosfera adiposa del rene) da cui non scompare quasi mai. Anche gli organi int erni, specialmente il fegato, appariva no d i peso diminuito• (Relazioni, voi. III, pag. 161).


III - I :MORTI IN PRIGIONIA

53

3. Le cause dell'alta mortalità n ei campi di concentramento sono ampiamente illustrate nelle Relazioni (vol. ID, pagg. 49-62) ; qui ne riassnmeremo brevemente le principali : et) La fa.me. Il Yitto dato ai nostri prigionieri è stato sem_pre scarsissimo e spesso immangiabile. Chi non abbia ascoltato dalla viva voce dei r educi la descrizione di ciò che era loro offerto come alimento esiterà a credere agli orrori che sono narrati nel volume ora ricordato e nelle numerose pubblicazioni cli ricordi cli ex-prigionieri. L ' insufficienza del vitto concesso dalle amministrazioni militari nemiche era fortemente aggravata dEtlla disonestà dei preposti ai campi di concentramento, i quali distraevano a proprio vantaggio una parte delle somme destinate all'acquisto dei viveri, o una parte dei viveri forniti in natura. Imbestiati dalla fame, i prigionieri erano ridotti a frugare 11elle immondizie e nei letamai in cerca di residui aliment.ari, a contendersi i rifiuti dei pasti di animali domestici, a mendicare gli avanzi del rancio di prigionieri d'altra nazionalità meno crudelmente affamati dal ne- · mico, ad ingoiare erbe non commestibili, terriccio, sassolini, per calmare gli stimoli dello stomaco. L'amore dei parenti, l'opera pietosa di istituzioni benefiche, si affannavano invano a lenire tali sofferenze mediante la spedizione di derrate alimentari. La minor parte dei pacchi ·spedrn giungeva u,l la destinazione : la massima parte era sottratta in territorio nemico prima dell'arrivo ai campi di concentramento, o rubata dai preposti ai campi stessi, o lasciata marcire per s uscitare l'esaspera.zione dei prigionieri che si credevano dimenticati da.i lor o e dalla patria. In un solo campo cli concentram ento si sono ritrovati dopo l'armistizio un milione e mezzo di pacchi non distribuiti (ivi, pagg. 122-128). Diminuzioni di peso di 10-15 chilogrammi erano normali nei :prigionieri. Gli invalidi. restituiti prima dell'armistizio pesavano in media meno di 40 chilogrammi. In molti casi il peso dei reduci era ridotto alla metà del normale. b) L' insufficiente riparo dag li agenti fisici esterni. Al


54

MORTALITÌi. E MORBOSITÀ.

vestiario di lana ed. alle solide scarpe di cuoio sostituite vesti di tela o cli carta, la vita all'aperto o in baracche pri.ve di riscaldamento od insufficientemente riscaldate (anche snl riscaldamento solevano frodare i preposti ai campi), spesso senza coperte, riusciva micidiale. Gli organismi indeboliti' dall'insufficiente alimentazione soggiacquero facilmente ad affezioni bronchiali e polmonari; la tubercolosi si diffuse largamente, assumendo forme di inconsnela grav.ità e ra.pidità di decorso. Nei baraccamenti non furono rari i morti di freddo. e) La brutalità di trattamento. Frequenti i casi d' impiego delle armi contro prigionieri, per pura malvag·ità o col pretesto di lievissime infrazioni disciplinari; generale l'abitudine cli bestiali metodi cli punizioni corporali : palo o bastone (iv i, pagg. 131-147). 4. Negli ospedali, l'ignoranza dei medici (spesso non medici, ma flebotomi o dentisti, o studenti di medicina), l'assenza di ogni cautela per l' isolamento dei colpiti da malattie infettive, l' insufficienza della alimentazione (anche qui assottigliata dalla disonestà degli amministratori), la mancanza di medicinali, cli ferri chirurgici, di biancheria e di ogni altra cosa necessaria, il difetto di riscaldamento, l' incredi.bi.le sudiciume, e perfino i maltrattamenti agli infermi, creavano condizioni tali ch'era un grnn rischio l'entrarvi. Lievi ferite e malattie sa.nabili erano aggravate per difetto di cure, invece che guarite. E ppure gli orrori dei cam pi di concentramento erano tali, che si guardava con invidia chi riusciva ad essere ricoverato in una di queste anticamere della morte. 5. Le inenarrabili miserie della vita dei campi cli concentramento hanno potnto essere descritte dai reduci. Minori notizie si hanno sui più atroci supplizi dei prigionieri inviati ad eseguire 1avori stradali, agricoli, industr iali nelle più varie parti dei paesi nemici, talora ceduti come bestie - a numero, e senza registrazione di nomi, di modo che la loro sorte non ha potuto in molti


III· I MOH.'rI IN PRIGIONIA

55

casi essere accertata - da uno Stato all'altro (cosi alla Turchia, che n on aveva prigionieri italiani, molti ne furono ceduti dal}'Austria-Ungheria, e mandati nelle più remote r egioni asiatiche). Di repar ti interi, inviati a lavora.re in zone malariche, o gelide, od a presta.r e servizio sui campi di battaglia, i compagni rimasti nei campi di concentramento non videro r itor nare neppure un superstite : le vicende più spaventose di questi disgraziati, trattati peggio che schiavi, rimasero ignote perché nessuno soprav,isse a descriverle. Tutte le cause tlianzi indicate per i prigionieri raccolti nei campi di concentramento - la fame, la mancanza di protezione dal freddo, la ferocia del trattamento - hanno agito, aggr avate, su quelli inviati a lavorare lungi da ogni controllo, senza nep, pure il ricovero delle baracche, senza assistenza sanitaria. S'è aggiunto l'eccesso del lavoro sfìbrante, intollerabile per organismi denutriti. 6. Non cessarono con la fine della guerra le sofferenze dei prigioni.eri. Lo sfacelo dell'impero austro-ungarico determinò l'abbandono dei campi di concentramento in balia dei yrigionieri stessi, con la cessazione dei rifornimenti alimentari e di ogni altra necessar ia assistenza. Nel generale disordine, non fu possibile organizzare r egolarmente il rimpatrio: centinaia di migliaia di uomini laceri ed affamati, impazienti di t?ccare il suolo della patria, mossero a piedi verso il confine. Non pochi caddero per via, trucidati alcuni da fuggiaschi dell'esercito nemico che vollero vendicare la sconfitta sugli inermi; non pochi periro11 0 appena giunti in Italia, vittime dei passati stenti o facile preda dell'epidemia influcnziale, che in quei giorni imperversava con maggior furia. Meno disordinato m a più tardivo fu il rimpatrio dei pr igionieri che erano in Germania : trattenuti colà, in parte, per settimane e m esi dopo l'armistizio, ebbero a soffrir e nuove privazioni e nuove angherie: non mutò, coi colori della bandiera, l'animo degli oppressori.


56

MORT ALl'l'À E l\fORBOSITA

7. Quantunque manchino dati numerici attendibili sulle cause delle morti dei prigionieri italiani presso il nemico, crediamo che in ordine di micidialità esse possano graduarsi così : prima fra tutte la tubercolosi, cui sembra dovuta più d ella metà delle morti ; al secondo posto le affezioni delFapparato respiratorio; al terzo il deperimento derivato dalla fame e le affezioni dell'apparato digerente cagionate da disadatta alimentazione; al quarto le malattie infettive; al quinto le altre ma.Iattie ; al sesto le ferite, le percosse ed i mali trattamenti quali cause immediate di morte. 8. Che la maggior parte delle morti di Italiani png1onien fossero evitabili, dimostra il confronto fra la mortalità degli ufficiali e quella degli uomini di tr uppa. Le morti che erano state denunziate dal nemico - poco più di metà del numero totale non giungevano a 500 per gli ufficiali, mentre ascendevano a 50.000 per gli uomini di truppa. Un ufficiale morto per ogni 100 m orti di truppa, mentre v'era un ufficiale per ogni 40 prigionieri. La mortalità della truppa sarebbe stata dunque due v olte e mezza maggiore di quella degli ufficiali. Ma poiché le morti non denunziate sono molto più numerose, proporzionalmente, per la truppa che per gli ufficiali, si può calcolare che la mortalità della truppa sia stata da tr e e mezza a quattro volte maggiore di quella degli ufficiali. . Cir ca tre quarti delle morti avvenute avrebbero dunque potuto essere evitate se anche la truppa fosse stata trattata nel modo, pur barbaro, in cui furono trattati gli ufficiali. Ma i nostri. nemici hanno vo luto infligger e ai prigionieri italiani un trattamento particolarmente inumano, sia per vendicarsi cli quello ch'essi chiamavano e tradimento > dell'Italia, sia per crear e nelle famiglie dei prigionieri un profondo malanimo contro il nostro Governo, cui esse dovevano far risalire, almeno in parte, la responsabilità delle sofferenze inflitte ai loro cari.


IV - CIVILI UCCISI DAL NEMICO

57

CAPITOLO QUART O

I JYIORT I PER OFFES A NEMICA NELLA POPOLAZIONE Cl -VILE.

Migliaia di morti derivate dalle insidie n emi che alla navigazione mercantile, dai bombardamenti aerei, dai bombardamenti navali di città. -Perdite di vite per affondamenti od aggressioni di navi. Distribuzione nel tempo, e secondo i mezzi impiegati dal uemico. - Bombardamenti aerei. Regioni e città colpite. - Bombardamenti navali. Regioni e città colpite. ·

1. Oltre i morti dell'esercito e della marina militare, vanno annoverati fra le vittime diÙtte della guerra molti non militari. E noto che numerose morti si sono avute nelle città e nei minori centri compresi nella zona delle operazioni, in seguito a bombardamenti compiuti dalle artig·lierie nemiche. Ma fa difetto ogni attendibile notizia numerica su queste morti; e non si haru10 neppure elementi sufficienti per tentare una stima del numero di esse. Si hanno, invece, notizie attendibili sul numero delle morti derivate : a) dalle insidie nemiche alla navigazione mercantile : b) dai bombardamenti aerei cli città indifese; r;) dai bombardamenti navali di città indifese. Le morti accertate per queste cause ascendono a circa 3.400. Intorno ad esse daremo or ora i particolari che abbiamo potuto raccogliere. Mancano notizie complete anche per un'altra categoria di morti collegata molto da vicino con l'attività bellica: quella delle morti derivate da esplosioni di munizioni, in parecchi casi dovute ad opera nemica. La Statistica delle cause di morte menziona 27:3 morti nel 1917 per una esplosione avvenuta alla Spezia, ma


58

}CORTALITÀ E MORUOSIT A

non registra i mol'Li nello stesso anno per la formidabile esploi,;ione della polYeriera di S. Osvaldo ad Udine ; e certamente molti altri casi le sono sfu ggitL Q,ui torna acconcio avvertire che anche dopo la fine della g uerra si sono ripetuti per par ecchi anni ·con notevole frequenrn infortuni più o meno gravi ed estesi, per esplosione di depositi cli munizioni, o di singoli proiettili, ca,gionando n umerose mor ti. Finora non sono stati pubblicaU, per quanto sappiamo, dati st,at.istici i11 proposito. 2. Sulla perdita di vite derivata dall e insidie belliche alla navigazione mercantile, abbiamo ricevuto dall' Ufficio Storico del Minister o della l\Iarina i seguenti dati. Nwrnel'O dei rnorti su navi

Equipaggi Passeggeri TOT ,\LE

affondate dal nemi.:o

dan neggiaie clal neniico

•compar,e

1.029 910

40 21

292 1

1.939

61

293

I n tutto i morti ascendono a 2.293, dei quali 1.361 appar tenenti agli equipnggi della marina mer cantile e 932 passeggeri. Il numero, piccolo in confronto a quello dei militari mor ti per causa di guerra, appare tuttavia molto significativo quando si consideri ch'csso si riferisce quasi per intero a vittime non militari, itppar tenenti cioè a q uella pa,rte della popolazione cui per a nticn. consuetudine internazionale si sogliono rispar miare offe-se belliche dirette. D ai precedenti da.ti appitre che la maggior parte delle mor ti è siciwa,nente dovuta ad offesa nemica. Qualche dubbio rimane per i 293 morti su navi scomparse, per le quali non si hanno notizie circa le cause che determinarono la per dita ; ma) l luogo e il tempo in cui questa è avvenuta fanno presumere, in generale, che si tratti di affondamenti per opera del nemico.


IV - ClVILI UCCISI DAL NEMICO

3. La perdita di vite si ripartisce così i;econclo gli anni': 1914

Equipagg·i

PasReggeri TO'l'ALE

5 5 10

1915

1.916

1917

1!118

Epoca ignota

119

248 117

242 513

172

206

n75 70

325

365

64:i

7:i5

193

21

I precedenti dati non bast.ano a dare una mis11ra della varia intensitt~ delle insidie alla marina mercantile, nel le va.rie epoche della guerra, perché la perdita. d'un solo piroscafo con numerosi passeggeri pesa grandemente nella formazione d ei totali annui. Cosi nel 1915 ben 216 morti su 325 sono dati dal piroscafo •Ancona>, affondato a cannonate fra la Sardegna e l'Africa; nel 1916, 100 sn 365 dal « Letimbro >, silurato non lungi cln, Bengasi ; nel 1918, su 755 mor ti, più della metà spettano al < Tripoli >, siluTato a n ord-est della Sardegna (398 morti), e un sesto all'< Adria >, sihffata fra la Sicilia e l'Africa (125 morti). .J.. Restringendo l'indagine ai soli piroscafi da carico di banrliera italiana affondati per opera del nemico (148 in tutto) si riesce molto meglio a seguire 111 correlazione tnt i mezzi d'offesa adoperati e la perdita di vite 2 • In complesso i 148 piroscnfi affondati banno avuto 309 morti e 69 ferit.i; 63 pirosc:afi hanno av uto perdite, 85 non ne hanno avuto (o almeno nou appare che ne abbiano avuto, dai. dati ufficia.li, che non è d11, escludere presentino qualche omissione). 1 Abbia.mo ripartito i m orci secondo l'epoca della peròila del!e navi in base alle notizie contenuto nel le R elazioni della Reale Uon.,ni.,ione cl' b u:hiestci, voi. IT., pag. 308 e seguenti, integrate co n quelle date nel!' Elenco dei p iroscafi e velfor·i affondati durante la guel'ra, pubblicato dalla Direzione Generale della Marina. M ercantile nel 192 L. I l confronto tm i vari documenti fa dubita.re che i dati sulle per dite di vite not1 sii~no del tutto completi (manch~ rebbero, per es., i morti clul piroscafo• Iniziativa.• scompa.r so nel 1915; e soltanto iu 12.3 su 1!63 aJl'ondam cnti di piroscafi, in 2P, su 876 affondamenti di velieri, si sanibbero avute vittime umane: proporzioni che sembra.n o t r oppo basse). • I dati sul numero dei morti e dei feriti sono stati desunti da.Ile citate Relazioni della Rec,le Uo,n,n·issione d'Inchiesta e sono stati m essi iu relazione con i dati sull' epoc:1, e sul mez7.o del l'affondamento conte uut i nel citato l~le11co dei piroscafi e velùl'i af[o,,c/,ati d11ra11te la g11er1·a.


MORTALITÀ E ;\'lQRBOSITÀ

60

La proporzione delle navi affondate che hanno avuto perdite cli vite cresce col proltmgarsi della guerra: supera appena un decimo nel biennio 1915-16; giunge quasi ai sei decimi nel 1917-18, come appare dai seguenti dati. Hanno avuto morti o feriti: 2 3 40 18

..

Sll

.

13 morti, 6 feriti 3 9 202 4'3 18 85

7 plroscafi da carico affondati nel 1915 » 1916 42 » 1917 75 1918 24

L'aumento progTessivo nella micidialità della guerra contro la marina mercant.ile si connette coll'evoluzione dei mezzi -di distruzione adottati. 1916

1917

30 2

25 40

-

9

8

-

1

2

1915

A1e~zi di a/(01idame·n to

6 1

Cannone Siluro Bomba Mina

- --~

Totale

1918

1

I I

17 5 1

i

62 60 22 4

I

Il siluro, che era mezzo di distruzione impiegato eccezionalmente nei primi tempi della guerra, diviene negli ultimi tempi il mezzo normale (anche per conseguenza dei provvedimenti adottati dall'Intesa per la protezione delle navi mercantili, che rendevano pericolosa l'emersione del sommergibile, necessaria per la distruzione a cannonate). È per se stesso evidente il maggior rischio che presenta per gli equipaggi delle navi attaccate l'affondamento mediante siluro, eseguito normalmente di sorpr~sa, mentre l'affondamento mediante canuone o bombe di solito è preceduto da preavviso, o almeno da accertamento della presenza del nemico i. I dati statistici ìo conferma.no. Si sono avuti, infat.ti: 26 morti e 20 feriti su 62 piroscafi da carico affondati mediante cannone

232 46

,

!':i 1

'14

»

1 4

»

60 22 4

,

siluro bomba mina

Le R elazioni della Reale Uoinmi,sfone d' lnc/1-ie.• ta, vol. II, pag. 7H, conchlu-


61

IV - CIVILI U CCISI DAL NEMICO

Il siluro, arma caratteristica della nave sottoma1ina, è dunque il mezzo di distruzione più micidiale fra quelli impiegati nella ultima guerra. È da temer e che nelle g uerre futUI·e non si ritorni a mezzi meno crudel:i, anzi. si aggiung·ano al siluro mezzi di distruzione ancor più inumani. 5. A complemento delle precedenti notizie, aggiungiamo la r ipar tizione degli affondamenti di naYi d'ogni sorta avvenuti durante la guerra per opera del nemico, secondo il numero delle ,ittimc (morti). Sono compresi anche quindici casi di attacchi non seguiti da affondamento, che hanno dato luogo a mo1'li di passeggeri o di persone d'equipaggio. Numero dei morti su, ciascuna nave

o

].JO

11-20 21-:.JO 111-40 41 òO f>l-100 125 2 16

398

. Numero delle ,umi affondate o attaccale

Nrtmt1·0 totale

dei nw,·ti

494

o

120

48<l

17

279

10

2M 132

4 2 4 1

1 1

654

90 817 125 216

398 2.293

6. Il numero dei mor ti per conseguenza di bombardamenti aerei, operati dal nemico su città indifese, ascende a circa un migliaio, come risulta dai dati che piu avanti riportiamo. dono cosi la. loro esposizione del modo in cui fu condotta. dal n emico la gucrm sottomarina : • N ella serie dei 622 affondamenti (237 piroscafi e 385 veli eri) verificatisi dal 18 giugno 1915 a l 12 ottobre HHB, oltr e a circa 150 attac chi non riusciti, che però danneggiarono più o meno gravemente la nave, l'attacco pe1· sorpresa è la. r egola, eccezione il preavviso. 11 lancio del siluro, quando colpisce la nave nelle su~ parti p iù vitali, det erminandone la quasi immediata. distruzione, è spesso cng-ione di nnruerose vittime ; perchè il tentativo di salvataggio mediante la discesa in mare delle scialuppe, in queste condizioni riesce assai difficile. lo a.Itri casi è lo stes~o siluro che, squarciando la n ave, uccide o ferisco per effetto dell'esplosiono. Non di rado il sommergibile, che vuole nlfonclare la rlave a colpi di cannone per risparmiare il siluro , colpisce alla cicca il ponte, le cabine e le


62

:MORTALITÀ E MORBOSI'I'À

La maggior parte di questi morti è data, naturalmente, dal Veneto, ma anche altre regioni danno contributi non indifferenti, come appare dal seguente riassunto. Indichiamo anche la ripartizione reg·ionale dei feriti, per illustrare più completamente i dannosi effetti di questa nuo\7 a forma di g~rnrra contro gli inermi. Viuime dei bombardamenti aerei rii locali tà. ind.if~se

Oompa,·tìmenli

----- --- ~~I~:::_ Lombardia Venet o Emi lia Marche Abl'UzZi Campan ia Puglie

35

121:J

802

696 58

22 ·,

TO'l'ALE

54

14 7 18 67

103 103

965

1.158

2L

Chi osservi attentamente l'elenco particolareggiato dei morti e dei feriti nei singoli centri, riportato più avanti, potrà forse sospettare dell'attendibilità dei dati in esso raccolti, nel confrontarli. coi dati, che vi abbiamo posto accanto, intorno al numero delle bombe sui singoli centri. Treviso, colpita da più di 1.500 bombe, segna soltanto 48 morti e 50 feriti; Bari perde 48 vite e segna 67 feriti, per opera di sole 45 bombe. Anzitutto bisogna considerare, in simili confronti, che la bomba non è un'unità omogenea, ma cornpxende mezzi di offesa che vanno dal piccolo proiettile di imbàrcazioni, seminando la. strage fra le persone che stanno ancora a bordo o hanno già. preso posto nelle imbarcazioni.. ... • . Più avanti sono cosi riassunti i danni della guerra sottomarina: , L'uccisione di oltre 2000 fra. gt>11te di mare e passeggeri che avevano diritto di contare snll'adempimento dell'obbligo .giuridico, ch' e ra pure nn impegno d'onore e un sacro dovere d i coscienza, dei Governi tedesco e· austro -ungarico, di osser vare e far osservare dagli ufficiali delle propr ie navi da guerra le leggi e gli 11si .del diritto delle ge nt i, stabiliti dalle Conven;,;ionL dell'Aia e dalla Dichiara.,ione d i Londra, le ferite, il tur bamento psichico che ri sentirono e porteranno for se ·per tut ta la. vita migliaia. di naufraghi scampati alla morte, che videro massacrati dai proiettili od inghiottiti dalle onde, chi i propri genitori, chi i figli od il coniuge, gli enormi danni materiali sofferti dalla na zione..... • (ivi, pag. 78 ).



• •

.. .-···

,,. ....M•·-----.._,,

PARROCCHIE 1 S. Pietro 2 S. Marti no 3 $ , Fra ncosco 4 S. Gio. i n 8ragora

5 S. Zaccaria 6 SS. G ìo. o Paolo 7 S . M~ria Formosa

6 S ., Marco

9 SS. Sal•Jal ora 10 S. Luca

11 S. Maria del Giglio 12 $. Stefano

13 14 15 16

S. C.1ncian o SS. Apos tol i S, Falìce SS. Erm1.igor a e Fort unato (S, Maf'cuola)

17 S. C ristoforo (Madonna dell'Orto) 18 S. Geremia

1S S. Sflvestr o 20 S. Cassiano

21 S . Marii G lorios a dei Frari 22 S . Giacomo d à ll'Orlo 23 S, S imeone. Profeta 24 S . N i cola da Tolent i no (Tole,itin i) 25 S. Pantaleone

26 L'Ange lo Raffaele 27 S , Maria del Carrnolo (Carmlni) 28 SS . Gervasio e Protasio (S. T r avaso) 29 · S. Maria dei Rosario (Gesuati)

»---==---==--==--===--

G

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ADO

1000

30 S. Eufemia ~ i n Isola della Gi udecca,

Carta indicante le bombe lasciate cadere dagli areoplani austriac


I I

CITTÀ DI VENEZIA ,,il

• Bombe esp,losive ·

o Bombe )ncendiarie

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e tedeschi su Venezia dal

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1915 al 15 agosto 1918.

....•



IV - CIVILI UCCISI DAL NEMICO

63

pochi chilogrammi a quello colossale, pesante alcuni quintali (su Padova furono lanciate bombe di 3 quintali ciascuna, contenenti 150 kg. di esplosivo); poi tener conto della parte del caso: una grossa bomba sopra una piazza deser ta può non cagionare danno di vite, una piccola che sfonda il tetto d'una casa in un quartiere densamente abitato, o che cade in mezzo ad una folla, può uccidere decine di persone; inoltre aver presente che, dopo le prime dolorose esperienze, le città più vicine alla fronte provvidero all'apprestamento di rifugi onde fu assicurata l'incolumità della maggior parte della popolazione, la quale si affrettava a ricoverarvisi a.l primo allarme; mentre dov'erano meno frequenti le incursioni aeree mancavano i rifugi, od erano scarsi, e la popolazione non era avvezza a valutare adeguatamente il pericolo cui era esposta; infine ricordare che una parte dei bombardamenti furono compiuti su città ql1asi totalmente sgombrate dalla popolazione civile (come Treviso nel 1918, anno in cui fu colpita da 1.279 bombe, che fecero relativamente poche vittime), dove ai gravissimi danni materiali non poteva corrispondere gran perdita di ,"ite. Certamente, esaminando la distribuzione topografica delle bombe cadute su città, come Padova o Venezia, che - pur abbandonate da una buona parte dei loro abitanti - serbarono sempre una popolazione di alcune decine di migliaia di an.ime, si rimane meravigliati. che il numero delle vittime non sia stato molto maggiore. Il merito è sopratutto dei ricoveri, che generalmente si dimostrarono efficaci. 7. Considerati i recenti progressi della navigazione aerea e della tecnica della "'guerra chimica >, si rjmane pènsosi di fronte a questi dati sulle perdite derivate dai bombardamenti aerei, che forse rappresentano il primo anello ù'una catena di spaventosi stermint di vite, destinati ad avverarsi in futuro per opera degli tùtimi mezzi escogita.ti dall'intelletto umano per la distruzione dell'uomo. Così forse, dopo i primi esperimenti bellici delle armi da fuoco, qualche solitario studioso rabbrividì nel1' immaginare i venturi trionfi· del nuovo strumento di morte.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

64

lvfORTI E F.ERl'TI PER BOMBARDAMENTI AEREI NEI SINGOLI CENTRI COLPITI

Provincie

Localiiù

I Ancona.

Ancona

·l \

Bari .

Belluno Brescia

.

~

)

Chiarava.lle J:<'alconara . lesi ; Bari. Bisceglie Bitonto . Mola di Bari . Molfetta Polignano . Auronzo Belluno . Brescia . Breno Dese.n zano

.l

Salò .

Campobasso

• I T ermoli

(1915-18) 1

Bombe lanciate 2

163 16 2 ? 45 ? ? 20

Morii

Feriti

8

22 20

-

-

?

? 2 ?

-

2 8

2 9 21

2 67

48 -

7

?

-

-

2

-

2

4

9 115

11

-

4

-

8

11

-

1

4

5

I

2

1 I precedenti dati sono r ia~sunti dalle tavole ripor tate nelle Relazioni della Beale Commissione d' lnchie.,la, voi. II, pagg. 315 e ss. Sono stati corretti :i.lcuni lievi errori di addizione inter venuti nella compilazione d i quelle tavole (che ind icano 984 morti e 1.193 feriti). Benchè proba-b ilmen te incompleti (la Commissione d'Inchiesta non può aver trovato d ovunque notizie complete e sicuri', a q nalche anno di d istanza dagli a vvenimenti), i pr ecede nti dati i ndican o un numero di vittime molto maggiore di q uello che l·isul terebbe dai dati pubblicati nel la. Statistica delle cause di mo,-te, che Begna 83 mort i nel 1915, 246 nel 1916, '.Il nel HJ17, 97 nel 19 18, cioè in tutto <167 morti in seguito a bomba,·damenti aerei. Secondo una recente pubblicazione (ll ,na,-tirfo e la fede di Venezia, in Rivi.,ta men.,Ue della città, di Venezia, marzo 1924), da. fonti ufficiali il numero dei mor t i a Venezia r isulterebbe di 55 (invece di 50) ; il numero delle bombe lanciat e di 736 {invece d i 626). Z Nella colonna , bombe lancia te , è indicato il n umero delle sole bombe sicuramente accertat e. J>er parecchi centri manca ogni indicazione sul numero delle bombe : qliesti comprendono più d'un quinto del numero totale così dei morti come dei feriti, onde il numero segnato di bombe va accresciuto almeno di un quarto.per tener conto anche dei bombardamenti di questi centri. S i giunge così ad un totale di circa 6.000 bombe, che senza d ubbio rimane ancora ir.ferior e al vero.


65

IV - CIVILI UCCISI DAL NEMICO

Provincie

Chie ti F errara Foggia F orlì . Lecce . Livorn o Macerata Milano Napoli Pad ova Ravenn a Rovigo Sondrio

Treviso

Udine

G . MOR"fAR.A.

Bombe lanciate

Località

I

Castellammi.re .I Pescara

.l

..

Ferrara Codigoro Vieste Rimini ) Bcindisi . . . . Otranto. . · Squinzano . . . . Pozzallo . . . . S. Pietro Vernotico ~orto:erraio · i\Iacerata . . i'IIilauo . . . · Monza . . . Trezzo d ' Adda Napoli Ponticelli Citta della 1 Este . Padova . Piazzola sul Brenta Cervia Ravenna CavanelJa Po . I Sondrio Castelfranco Loria Mon tebelluna. Roncade Motta di Livenza T reviso . Cerciven to Cividale Gemona Latisana ll:1ara.no Lagunare Mogg·io Udinese Palmqnova Paluz'z a . ' Pordenone S. Giorgio Nogaro . Tar cento . Tolmezzo Tricesimo . Udine Varmo Venzone

I

·l

Feiiti

?

4

-

8

3

19 4 6 4 3

-

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7 3

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.I

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Morti

13 6 ?

25

I

-1 -

-

3 2

1 2 -

6 17 2

18

10

-

3 100 3

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-

76

-

-

129 2

108 2 1

3

912 3

3 ? ?

1 ? 1 ? ?

?

1.526 ? ?

3 44

3

-

14 2

-

-

33 1 2

22 -

48

-

1 1

30 -

40

44 -

8

2 -

-

50 -

63 -

1 4 4 25

? ?

41

13 1 7 37

6 ?

17

25

5

5

? ? ?

20

-

15

-

-

-

-

-

5


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

.66

.

Pwvincie

Venezia. .

Verona Vicenza .

I

Bombe lanciate

Località

Cava Zuccherina Chioggia !lfoolo Mestre Portogrnaro · S. Donà di Piave s. Michele al T agl. s. Michele del Quarto. Torre di Mosto I Venezia Dolcè . 1 Verona. Bassano Schio Vicenza TOTALE

I

? '

? ?

1

-

526

60

? ? '? ? ? 626 ? 78

14

-

6

I I

-

2

80

-

2 50

4

2 2 66 1

l

186

30 274 10 23

75 40 4 60

4.983

965

1.158

·l r

M01·ti I Feriti

527 ?

8. Il numero dei morti per bombardamenti navali di città costiere o prossime alla costa deve superare i 150. In mancanza di notizie complete, ci -varremo di quelle, probabilmente incomplete, raccolte nelle Relazioni della Reale Comm,issione d' Inchiesta, vol. II, pagg. 324 e ss. 1 • Indichiamo anzitutto la ripartizione regionale dei morti e dei feriti. Vittime dei bombardamenti marittimi di locaUtà indifese Morti Feriti

Compartimenti ,

.Emilia Marche Abruzzi. Puglie TOTALE

2 125

12 112

3

12

35

142

159

1 I l numero d~i morti per bombardamenti navali è indicato anche dalla Statistfoa delle cause di morte, che segna 67 morti n el 19l5, 24 nel 1916, 19 nel 1917, O nel 1918,.ossia in tut to Uù. Poiché, salvo pochissime eccezio ni, i bombardamenti sono avvenuti nel 1915, è lecito arguire che la statistica delle cause di morte sia, a questo riguardo, incompleta nel 1915, e invece negli auui successivi indichi come morti • per bombardamenti di città cost iere . una parte dei morti per bombardamenti aerei.


67

IV - CIVILI UCCISI DAL NEMICO

Ed ecco l'elenco dei centri colpiti, col numero delle vittime. Proi:incia

Ancona

) Senigallia

Bari

Chieti Foggia Forli . Macer ata Palermo . Pesaro Ra~·enna

dei

bombardam .

I Ancona

A.scoli Piceno

Campobasso Ca tanzaro

lVumet·o

Località

:I

Cu,pramarittima . Grottammar e . s. Benedetto del Tr. s. Elpidio. Bari. Barletta Monopoli Molfetta Campomarino Catanzaro Marina Chieti J<'ossacesia . Ortona s. Vito. Manfredonia 1'remiti Rimini Por to Recanati Palermo Pesaro Fano Porto Corsini TOTALE

2 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1

...,

2 1

Morti

Fe?·iti

90

67 37

22

2

5 3

-

4

22 2

1

-

7

11

-

-

2

I

-

1 1 -

-

2

9

6

4

-

1 2 1 1

-

29

142

-

3

159


6S

MORTALlTA E; MORBOSITÀ

CAPITOLO QUIN'l'O

I MORTI NELLA REGIO~E INVASA DAL NEi\IICO. Superficie e popolazione della region e invasa. Calcolo della popolazione rimasta n ella regi one stessa rlurante l'occupazione nemica : viene stin~ata a circ11 970.000 a nime. lti parti:;done di essa per pr ovincie . - Le morti nella regiono i nvasa. Critica delle fon t i. - La frequenza de lle m orti n ella regione occupata è stata due volte e mezza maggiore d ella normale. Mo r talità per p rovincie e per circondari e distret ti : forti diffe renze d i mor talità fra l e varie zone . - Cause g·enernli d 'a lta m ortalità nella reg·ione invasa : sevizie e violenze del nemico, spostam enti in massa, depor tazioni, concentramenti in zone malariche, mancan za di assistenza sanitaria ed igienica, affama.m ento delle popolazion i. Spiega z ione delle d iffer enze di morta li tà rise"on t rate fra. lo varie zone della regione invasa.

1. Durante l'offensiva del maggio 1916, il nemieo occupò alc uni comuni della provincia di Vicenza : la popolazione di questi era già stata sgombrata verso l'interno. Dopo la controffensiva italiana, alcuni dei centri occupati dal nemico vennero riconquistati, altri rimasero nelle sue mani, altri anc ora vennero a trovarsi fra le linee avverse, no man's lancl. Molto più gravi furono gli effetti dell'offensiva a ustro-germanica dell'ottobre 1917. Il vincitore occupò l'intero territorio deUe provincie di Udfoe e Belluno, una parte delle provincie di Treviso e di Venezia, ed estese ulteriormente la zona di occupazione nella provincia di Vicenza. Queste terre rimasero nelle mani del nemico press' a poco per la durata di un anno : il 24 ottobre 1917 era comincia ta la battaglia di Capor etto, cui segui l' invasione; i l 24 ottobr e 1918 aveva inizio la battaglia di Vittorio Veneto, mercè la quale l'invasore venne ricacciato di là dalle Alpi. La superficie della zona invasa si accostava a 12.500 chi- · lomctri. quadrati; la popolazione superava 1.200.000 abitanti. Nonostante che una parte di q uesti avesse cercato scampo nei


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

69

territori nazionali non occupati dal nemico, r imasero di là dal Piave quasi un milione di Italiani, che in un anno di oppressione furono sottoposti ad angherie, a maltrattamenti, a privazioni di ogni sorta, delle quali appare qualche riflesso nei dati sulla mortalità che tra breve esamineremo. 2. Prima di considerare le notizie disponibili intorno alla mortalità, ci conviene preparare un termine di riferimento per le notizie stesse, le quali soltanto se messe in rapporto con dati sulla popolazione possono essere adeguatamente valutate. Sulla popolazione della regione invasa non si hanno notizie sicure posteriori al 1911. Il censimento, del 9 giugno di quell'anno le assegnava una popolazione legale di 1.309.000 abitanti, una popolazione presente di 1.152.000 1 • Al l° gennaio 1915 la Direzione Genera.le della Statistica calcolava presenti nella regione stessa 1.2.30.000 abitanti; questo calcolo, eseguito su dati attendibili per quanto riguarda nascite e morti, ma su dati incompleti per quanto riguarda emigrazioni cd immigrazioni, non merita grande fiducia ; può tuttavia dare un'approssimativa misura della rapidità d'aumento delle popola,zioni considerate, nel periodo immediatamente anteriore alla guerra. Ma per computare la popolazione presente nel periodo clel·1' invasione, bisogna tener conto, oltre che del normale aumento della popolazione dal 1911 in poi, delle seguenti circostanze : 1) La regione invasa alimentava nell'anteguerra una poderosa corrente emigratoria diretta verso !.'estero e specialmente verso i paesi dell'Em·opa Centrale : in buona parte, emigrazione temporanea. Il censimento del 1911 aveva dato i seguenti risultati, sul numero degli appartenenti alla popolazione legale che si trovavano temporaneamente alì' estero: P rovincia d i Udine.

• 1

• Belluno

90.853, dei quali 79.378 in Europa 38.804 , 31.789 •

V. Relazioni della Reale C'omniÌS$Ìone cl' I nchiesta., voi. I V, pagg. 6-7.


70

MO~TALITÀ E MORBOSI'l'À

Allo scoppiare della guerra europea, la massima parte dei nostri connazionali che si trovavano in paesi belligeranti, rientrarono in Italia : nel solo periodo dal 1° agosto al 15 settembre 1914 rimpatriarono 66.880 emigrati di età superiore a 15 anni appartenenti alla provincia di Udine e ' 27 .502 appartenenti a quella di Belluno '. E poichè rHornarono non soltanto emigrati temporanei, ma anche molti che avevano da anni trasferito il loro domicilio all'estero, la popolazione della regione invasa giunse probabilmente a superare il numero di abitanti che, a calcolo, si sarebbe potuto assegnare aUa popolazione legale. 2) La mobilitazione sottrasse, più tardi, molte decine di migliaia di uomini alla popolazione maschile della r egione. Non abbiamo dati precisi in proposito, ma in base alle statistiche della leva ed a quelle dei richiami alle armi abbiamo calcolato, con approssimazione che crediamo sufficiente, il numero dei militari appartenenti alla regione invasa. 3) Una parte della popolazione, fuggendo di fronte all' invasore, si rifugiò in altre provincie italiane. Di questi profughi furono eseguite varie enumerazioni, le quali, sebbene non complete, danno indicazioni abbastanza attendibili sul loro numero e sulla loro ripartizione per provincie d'origine 2 • Considerate tali circostanze, abbiamo proceduto nel modo seguente al computo della popolazione della zona invasa, durante il periodo dell'occupazione ne mica. Alla popolazione presente secondo il cènsimento del 1911 abbiamo aggiunto il presumibile aumento fino a tutto ottobre 1917, stimato sulla base delle statistiche del movimento della p opolazione; abbiamo inoltre aggiunto il numero dei rimpatriati allo scoppio della guerra europea, dei quali le suddette statistiche non tengono, o tengono molto inadeguatamente, conto {nel fare questa aggiunta abbiamo ! M rN1S1'ERO m AGRicor,TURA, Dati stati,tici ,,,; rimpatriati per causa di guerra e sulla disoccupazione, Roma, 1915, p. 50. t R. COMMISSARIATO DEI.I} Emon,<z10,ai,;, Censimento generale dei profughi di guerra, Roma, 1918. M1Nrnnmo PRR LE '! 'ERRE LIBEllAl'E, Censimento dei profughi cli guerra, Roma, 1919.


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

71

accresciuto della metà i dati dell'indagine poc'anzi citata, per tener conto dei rimpatriati dopo il 15 settembre 1914 e di quelli d'età inferiore ai 15 anni). Dalla somma cosi ottenuta abbiamo poi sottratto il n umero dei militari mobilitati e non restituiti alla vita civile all'epoca dell' invasione e il numeTo dei profughi al di qua del Piave, stimato SLùla base dei censi menti dei profughi, coordinati a vicenda 1 • Il nostro calcolo è stato eseguito per singoli circondari o distretti e, quanto al profughi, per singoJ.i comuni : dove avevamo soltanto dati per proYincie (così per l'aumento della popolazione e per i militari alle armi), abbiamo applicato le stesse proporzioni a tutti i circondari o distretti cm ciascuna provincia. Il risultato ottenuto non dovrebb'essere molto lontano dal vero, per l'insieme della regione invasa. Ne abbiamo una riprova nella concordanza di esso con altre stime ottenute con procedimenti differenti. La Direzione Generale della Statistica ha computato la popolazione della regione invasa col sottrarre da;l numero totale degli abitanti quello dei profughi (non ha tenuto, conto dei rimpatriati nel 1914 nè degli assenti per servizio militare: i due errori solo in parte si compensano). La Reale Commissione d'Inchiesta sulle violazioni del diritto delle genti commesse dal nemico hfL raccolto notizie direttamente dai comuni invasi. Infine le stesse autorità nemiche occupanti avevano eseguito un censimento della popolazione della zona oceupata. Confrontiamo i ri 'ttltati del le varie stime di questa popolazione.

1 Abbiamo tuttavia, rngioue di credere che i da.ti da. noi assunti sul numero· dei profughi siano inferiori alla. realtà.. Dov'è possibile il controllo, i censimenti si tr ovano in difetto : cosi pe1· il comune di Venezia il primo censimento indica. 75.!1,l!l profughi, il secondo 65.032, mentre indagini eseguite dalle autorità. municipali permettono di affermare che il numero clei profughi ha superato 100.000. l\foncauo, pur tr oppo, per i comuui invasi, cousimili elementi di controllo; e perciò non abbiamo n eppur tentato una correzione dei censimenti dei profo~hi. D'nltroode, nel nostro computo della. popolazione, l'errore derivato dn. questa circostanza sembra avere trovato compenso in qualche errore in $enso opposto d'altri clementi del calcolo.


72

MORTALITÀ E MORB0Sl'l'À

Il nostro calcolo dà .794.845 abitanti (vedansi i particolari in appendice). La, Direzione Generale della Statistica abbassa il numero a 850.000. La Commissione Reale calcola 913.31'9 per i comuni che le hanno fornito notizie; andrebbero aggiunti secondo la Commissione stessa circa 80.000 abitanti (e .secondo il nostro calcolo 90.000) per i comuni che non hanno fornito notizie; si giungerebbe cosi a 993.319. Ma la Commissione, « in considerazione di qualche duplicato presumibilmente contenuto nei rilievi dei singoli comuni in conseguenza ct'ei movimenti della popolazione avv<':nuti nell'interrio della zona invasa, r it'iene di arrotondar·e la cifra complessiva della popolazione presente nella zonci invasa in abitanti 950 .000 ~ (Relazioni, vol. IV, pag. 7). Il censimento compiuto dalle a utorità militari occupanti alla data del 15 marzo 1918 indica presenti 808.593 abitanti, come appare dai dati riferiti nella r elazione del tenente colonnello PERATHONER stùl'atti'vità del Gruppo Economico Paritario del Comando Gruppo Eserciti von Boroevic, presentata dalla delegazione austriaca alla Commissione delle Riparazioni a Parigi. Ma dal testo della relazione stessa sembra evidente che quel censimento non comprenda la zona dipendente dal Comando Gruppo Eserciti von Conrad~ con 60-70.000 abitanti (vedasi la traduzione della relazione Perathoner nelle Relcizioni della Reale Comm,issione d' Inchièsta, vol. IV, pagg. 597 e ss.; sul punto che ora trattiamo vedansi segnatamente le pagg. 599 e 608); e d'altronde non è da farsi illusione sull'esattezza del citato censimento. L'analoga operazione eseguita un mese prima aveva segnato soli 646.043 abitanti; si trattava dunque di censimenti. molto sommari, se a trenta giorni d' intervallo davano tali differenze; ed è più che vernsimile che successivi rilevamenti abbiano dàto eifro maggiori di. quella del marzo. Nella stessa relazione Perathoner si parla (pag. 611) di 320 carri di granturco destinati all'a.p provvigionamento cli 968.580 persone ; e più avanti (pag. 616) si dice che fu chiesto al Comando SL1premo l'invio di 7.980 tonnellate


V - [ MOR'l'I NELLA REGIONE INVASA

73

di fluina, « cioè il fabbisogno per 56 giorni per gli abitanti del Veneto (150 grammi al giorno per persona)~. È facile riscontra.re che questo fabbisogno è calcolato per una popolazione di 950.000 ahitanti. Il nostro computo della popolazione1 quello della Reale Commissione d'Inchiesta, il computo che le autorità occupanti assumevano per base deg1i approvvigionamenti alimentari, indicano concordemente compreso fra 950.000 e 990.000, in cifre tonde, il numero degli abitanti rimasti nella r egione invasa. Di fronte a tali concordan7.e, per de ogni peso la discordanza del calcolo operato dalla Direzione Generale della Statistica, sopra clenienti insufficienti. Assumeremo il numero arrotoudato di 970.000 abitanti a ra.ppresenta,re la popola7.ione della r egione invasa. 3. Se possiamo sperare di aver conseguito una soddisfacente approssimazione nel ca.lcolo della popolazione complessiva rimasta nella regione invasa, non dobbiamo però dissimulare che certamente minore è l'approssimazione .raggiunta nei calcoli per singoli circondari e distretti, che dovrebbero indicarci la ripa,rti?.ione territoriale clella popolazione stessa. E ciò perché nel periodo

dell'occupazione nemica avYennero considerevoli sposta.menti di abitanti da alcune ad altre parti della regione occupata: furono trasferiti nuclei di popolazione da zona a. zona, per motivi, o pretesti, sanitari ·(concentramenti cli malarici, ecc.), per esecuzione di lavori (requisizioni cli opera manua.le, arruolamenti', o per precauzione politico-militare (sgombero della zona più prossima a.I fronte 2, concentramenti di maschi atti alle armi); cd ' Sulle r equisir.ioni cl'opera man uale, vedaasi le Relazioni rle//c, Reale Commissione cl' I11chiesta, vol. TV, pagg. 338-35S. Alcune rn iglia.ia di lavoratori furouo arruolati per la Germania e per l'Austria-Ungheria, dove circa 2.500 s i recarono effettivamente. 2 Legg esi nelle citate Relazioni, vol. IV, pag. 73 : • Consoli datasi la fronte sulla linea del P ia'7e, il nemico sospettò accordi tra, la, popolo.7.ione ·della, riva orien tale e l'esercito nostro cornbattente sulla r i va oppo:;;ta e non esitò adorai rrnre l'evacuazione in massa di t1t!ta la popolazione abita11l"e sul territorio di riva .,i-


MORTALITi E MORBOSITÀ

esigenze economiche ùeterminarono spontanee migrazioni di persone e cli famiglie. Di tutti questi spostamenti soltanto in parte abbiamo potuto tener conto nel calcolo della popola11ione. Da ciò sensibili differenze, nella distribuzione della popolazione, fra i nostri dati e quelli che la Reale Commissione d'Inchiesta ha calcolato sulla base delle informazioni ricevute dai municipr. I dati che seguono si riferiscono soltanto a quei comuni per i quali la Commissione ha potuto ottenere notizie, comprendenti in complesso il 91 °/,) della popolazione rimasta nella regione invasa.

Provincie

Popola.zion,e ··r ima~la. J.u.rant,e l'ùr1;a.sione 1 nei comu.u.i per i quali si hanno notizie dall' b,d,·ie.•la Secondo

Belluno Udine . T reviso Venezia

.f

do li d ell'Inchiesta

203.040 503.SSO 149.610 59.180

Seco,n,do il nost'TO calcolo

186.537 470.124 169.807 60.880

È difficile giudicare l'atten dibilità delle due serie di da.ti. Poichè esse sono state ottenute con procedimenti totalmente differenti t.ra loro, bisogna contentarsi di non trovare dift'erenw anche maggiori. Nel nostro calcolo non è tenuto conto dello spostamento verso nord delle popolazioni rivierasche del P iave; da questa drcostanza può deriva,re in parte l'inferiorità delle cifre nostre per Udine e Belluno in confronto a quelle della Commissione, e la superiorità, del.le cifre per Treviso. Però abbiamo l' impresni.~tra del Piave per una striscia di 6 km . L'evacuazione fu. comandata. d isor tlinatamente ad arbitrio dei comandi locali, t,ra il novembre 1917 e il gennaio 1918, senza preavviso, senza preventivi provvedimenti per gli alloggi nei luoghi di destinazione•. I quindici comuni to tal mente sgombrati dal la popolazione·avevano nel 1911 circa 61.500 abitanti; tenuto conto dell'aumento della popolazione fino all'ottobre 1917, dell'assenza dei militari e dei numerosissimi profughi fuggiti di qua del Piave, si può stimare a circa 36.400 abitanti fa, popolazione presente ali' inizio dell'occupazione nemica; sono state dunque da 35 a 40.000 le persoue che hanno dovuto abbar:donare le loro case in seguito all'ordine di sgombero emanato dalle autorità occupanti.


V· 1 MORTI NELLA REGIO~E INVASA

75

sione che i <.lati della Commissione per le provincie di Belluno e di Udine sia.no alquanto superiori al Yero: ciò ritenern, del resto, la Commissione stessa., come abbiamo già visto. Esaminate diligentemente tutte le noti:;de che si hanno intorno agli spostamenti di popolazione avvenuti nell'interno della regione invasa, stimiamo nelle seguenti cifre la popolazione rimasta in ciascuna provincia (nella µarte invasa dal nemico), durante l'anno dell'occupazione: Belluno U dine

Treviso Venezia .

190.000 1\70.000 150.000 60.000

I precedenti dati vanno aceoUi come largamente approssimativi : crediamo tuttavia che nessuno cli essi si discosti dalla realtà in misura superiore al 10 ¼, anzi gli errori deyono essere notevolmente inferiori a questo limite. A v vertasi che i dati stessi comprendono tutti i comuni invasi 1 • Abbiamo osato una rettifica del calcolo della popolazione per provincie; ardiremo tentar e una operazione analoga per singoli circondari o distretti; ma avvertasi che i limiti de l possibile errore qui divengono più ampi. Riferiremo più avanti i risultati di tale rettifica. P er doYcre di correttezza scientifica indicheremo anche, per ciascun circondario o distretto, la popolazione da noi calcolata col procedimento precedentemente descritto, mettendola a raffronto con quella calcolata dalla Reale Commissione d'Inchiesta in base ai dati forniti dai comuni; però, per 11011 aggravare soverchiamente il testo, releghiamo tali noti1,ie nell'appendice. Non compare nelle precedenti tabelle la proYincia ùi Vicenza, perché i comuni di questa provincia. occupati dal nemico nelle offensive del 1916 e del Hl17 erano sta.ti previa.mente' sgombrati 1

Invece. i dati esposti poco sopra si riferiscono a quei soli comuni che

hanno fornito notizie a.Ila. Reale Commissione d'Inchiesta.


'7G

MORTALITÀ E MORBOSIT A

dalla popolaz.ionc; pochissimi abitanti devo.110 esservi rimasti durante l'occupazione, se pur ne sono rimasti : tanto pochi che non vale la pena di tenerne c onto. 4. Diremo ora dei dati sulle morti iiella regione invasa, duTante il periodo dell'occupazione nemica. L'unica attenclibile fonte di notizie è costituita dalle Rela'?:ioni della Reale Commissione d·' Inchiesta, che (nel voJ. IV, pagine 191-202) riferiscono i' dati raccolti dalla Commissione stessa m ediante schede diramate ai comuni. Sono relativamente pochi i comuni che non hanno risposto a.ne richieste della Commissione; essi compr endevano soltanto il 9 °lo della popolazione t.otale della, regione invasa, onde la lacuna si può colmare a calcolo senza tema di troppo grave errore. Resta, piuttosto, ad accertare quale attendibilità abbiano i dati fomiti dai comuni. ~ La mancanza di un regolare servizio di stato civile durante l'anno d'invasione in molti comuni ha reso naturalmente spesso inevitabile che tali dati fossero raccolti sulla base della semplice notorietà pubblica». Così è dichiarato nel v ol. IV delle Rela'?:ioni, pagg. 181-182; ed è poi spieg·ato che~ la brevità dei termini in cui l'indagine dovette essere compiuta (primo semestre 1919) e le condizioni in cui molti comuni si trovavano al mome.ç.to dell' inchiesta - priv.i di personale e oberati di lavoro - hanno impedito che tale indagine potesse essere compiuta col rigore necessario. In ogni modo, fatta riserva per gli eventuali errori contenuti nelle comunicazioni ricevute dai singoli comuni <, la Commissione e venuta in possesso per quasi tutti i comuni invasi (per · 268 comuni su 291 comuni non totalmente sgombrati) dei dati, che indicano con una suf.ficiente approssimazione quale fu l'andamento della, mortalità durante l'invasione tra la popolazione 1°i1nasta. sul luogo , . 1 • Specialmente in conseguenza <lei movimenti della popolazione a vvenuti nell' interno della zona invasa per l'evacua zione dell a zon a del Piave; per lo spostamento clella mano d'opel·a requisita nei lavori; per la. flut tuazione dei ri· c overati negli ospedali, ecc. •


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

77

Crediamo che, se in qualche caso le notizie date dai com uni sono errate in eccesso (cosi, per es., . le 500 morti denunziato dal comune di Q,uero, su 2.800 abitanti presenti durante l' inva,5ione, son for se in parte cagionate da un tr oppo generoso arrotondamento di cifre), in un numero molto maggiore di casi i dati si devono ritenere errati iu difetto. P arecchi comuni denunziano numeri di morti, che messi. in rapporto con la popolazione indicano saggi di mortalit..'t inverosimilmente bassi: una dozzina. di comuni delle provincie cli Udine e di Belluno (nelle quali normalmeute la m ortalità s uperava 18 °fo 0 ) avrebbero a vuto nel l'anno dell'occupazione nemica saggi di mortalitit non superiori a 15 per 1000 a.bitanti, mentr e nell'insi eme della regione invasa la morta.lit.::'\. è stata due Yolte e m ezza superiore alla normale. Il frequente contrasto fra le buone condizioni di questi comuni e le cattive elci comuni circostanti è anch'esso indizio dell'inattendibilità di dati cosi rosei : Yalga per tutti l'esempio del comune cli Selva di Cadore, c he, con soli 6 morti denunzia ti, see;nerebbc una mortalità dcli' 8 °/00, m entr e nel resto del circondario cui esso appartiene la mort::ilità gi unge a 44 per 1000 abitanti. E, ancora, che per eccezionalissime circostanze sia stato u.n comune in così favor evole condizione potr ebbe forse ammettersi; ma che ne siano stat.i dieci o dodici è assolutamente impossibile. Anche altri comuni denunziano saggi di mortalità probabilmente inferiori al vero ; nell'insiem e abbiamo l'impressione che gli err or i in difetto prevalgano sugli errori in eccesso. Per una parte dei comuni si ha un certo controllo dei dati forniti alla Reale Commissione in quelli forniti alla Direzione Generale della Statistica per la compilazione delle statistiche annuali del movimento della popolazione. Per ò i primi dati si riferiscono all'anno dal 1° novembre 1917 al 31 ottobre 1918, mentre i secondi si riferiscono all'anno solare 1918. La differ enza ha qualche importanza, per ché gli ultimi due mesi del 1918 sono _stati funestati dall'epidemia influen ziale, m entre nell'ultimo bimestre del 1917 le condizioni sanitarie erano abbasta&,a buone. Perciò non ci meravigliamo di trovar e alquanto ma.ggiori le cifre


MORTALITÀ E i\10RB0SI'I'A

78

fornite alla Direzione Generale di quelle fornite alla Commissione. In 78 comuni della provincia cli Udine i morti sarebbero stati 6.774 secondo la Commissione, nell'anno dell'invasione ; 7.035 secondo la Direzione Generale, nel 1918; in 28 comuni della provincia di Belluno si denunziano rispettivamente 3.835 e 4.255 mor ti. Anche questo confronto, che consente il controllo d'un quarto del numero totale dei morti denunziati alla Reale Commissione sembra escludere l'esistenza di sensibili errori in eccesso nei dati da questa raccolti. Un paziente esame di tali dati, comune per comune, ci ha indotto a ritenerli, nell'insieme, plausibili e degni di elaborazione. 5. Abbiamo completato a calcolo i dati rilev ati dalla Commissione supponendo che nei comuni non aventi date notizie la mortalità sia stata uguale alla media accertata nel. circondario o distretto cui i comuni stessi appartengono. Questo completamento aggiunge un numero presuntivo cli 3.1 56 morti ai 40.406 denunziati alla Commissione; in tutto, cioè, i morti nella r egione invasa durante l'anno dell'occupazione nemica ascender ebbero a 43.562. Se non vogliamo simulare l'esattezza, che sappiamo mancar e al risultato del nostro calcolo, e vogliamo indicare i limiti verosimili dell'errore di questo, possiamo dire che il numero dei morti deve esser e stato compreso fra 41.000 e 47.000 e quindi avere corrisposto - in rapporto a 970.000 abitanti - ad una mortalità dal 42 al 48 °/0 0 • Poichè questi due limiti non sono molto lontani l'uno dall'altro, possiamo per breYità prenderne la media e quindi stabilire che la mortalità della popolazione rima.sta nella regione invasa è stata press'a poco del 45°1oa 1 • Lo. .Rea.le Commissione d' l nohiesto. giunge a oonolusioni pooo differenti. , Lo. mortalità. t rn lo. popolazione presente nelle provinc-ie invnse raggiunse nell'anno dell'ìn·ua-sione circa. il 45 0/ 00 . Se ai ca.si di morte accertato. si aggiungono quelli di morte pr esunta - de. ritenersi special mente numerosi t ra gli a.bita.nti scomparsi o.I momento dell'invasione nel tentativo dell'esodo, t ra. gli opera.i scompnrsi sui lnvori e t rn gl i evacuo.ti del Piave e della. zona. malo.ric1, - ò legittimo po.ria.re di una morto.liti,. del 50 0/00 • (Relazioni, voi. IV, pa.g. 18!1}. 1


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

79

Questa proporzione, la cui altezza non abbisogna di essere dimostrata al demografo, appare nena giusta luce quando sia paragonata con la corrispondente proporzione per gli ultimi anni anteriori alla guerra. Nella regfone invasa la frequenza delle morti era sensibilmente inferiore alla media italiana : nel triennio 1912-14 la media annua era stata di 17,12 morti per ogni 1000 abitanti, in confronto ad una media per l'Italia di 18,28 °/w L a frequenza delle morti nella regione invasa è stata dunque superiore circa del 163 °lo alla norma.le. 6. Il calcolo dei saggi di mortalità per provmcie, o frazioni invase di provincia (calcolo che crediamo poter eseguire valendoci dei dati sulla popolazione dianzi stabiliti, la somma dei quali corrisponde alla cifra di 970.000 abitanti assunta per la regione invasa), indica profonde differenze nella mortalità fra le va,rie parti della zona occupata. Eccone gli elementi ed i risultati.

J~.fo>"ti nel·

Provincie

Morti pe1· 1000 ab·i tanti

l'ann o di

Popolazione oc.c-u,pozi ont!

n.t'1n.ica

1'tdl'a1rno

1nedia ,;rn.n·u a

d. 'occupu.~.

i912·101-1

- --Belluno

190.000

10.800

5G,8

18,6

U dine

570.000

18.799

33,0

18,1

150.000

11.18 1

74,5

13,9

60.000

2.782

46,4

14,5

970.000

43.562

44,9

17,1

T reviso (parte invasa) Venezia T OTALE

r egi one invasa

Mentre nella provincia di Udine l'eccesso della mortalità durante l'occupazione nemica, sulla mortalità d'anteguerra, è soltanto dell'82 ¼, nella provincia di Belluno sale al 206 °/0 , in quella di Venezia al 219 °lo, in quella di Treviso al 435 °fo. Si può meglio valutare l'eccesso della mortalità comparando il numero delle morti avvenute nelle singole provincie con quello


80

:MORTALITÀ E MOHBOSI'rJ\. {

che si. sarebbe avuto in base al saggio di mortalità prebellico indicato nell'ultima colonna clella precedente tabella .

.Numero dei morti nell'anno deU'occtt]Xl.z~o,,e nenifoa

Provincie Calcol!ltO in b(t SC

.d..ccet·ta.to

(1 llct mo rtalità

Eccedenza. del

nu.me>•o acee1•.. la.lo su quello calcolato

del 10 1.2-101,1

Belluno

10.800

3.fJ34

7.266

Udine .

18.799

10.317

8.482

Trevi so (par te invasa)

ll.181

2.085

9.096

2.782

870

1.912

Venezia

In complesso il numero dei morti supera di circa 27.000 quello che avrebbe corrisposto alla mortalità normale della regione invasa 1 • Notiamo fino da ora. che la mortalità nella regione invasa supera fortemente cosi quella accertata, nello stesso periodo nel resto d'Italia (28 per 1000 abitanti, esclusi i caduti in guerra), come quella accertata nei paesi nemici. La proporzione dei morti per 1000 abitanti, nel 1918, è stata in Austria (territorio attua.le) cli 26,4 ; in Ungheria (antichi confini) di 25,9; in Gèrmania (antichi colfini, esclusa l'Alsazia-Lorena) di 18,4; sempre esclusi i caduti in guerra. Si noti che anche nei paesi nemici, come da noi, la mortalità del 1918 è stata superiore a quella del periodo annuale nornmbre 1917-ottobre 1918. 1 Comparazioni come quella eseguita nel testo non possono avere altro valore ehe quello di grossolane indieazioni della misura ili variazione della mortalità. Per conseguire migliore appL·ossimazione si dovrebbe tener conto delle differenze esis tenti nella eomposizione per sesso e per età fra la popolazione rimasta ne.Il~ terre invase e la popolazione d'anteguerra. La scarsa natalità del trienn io 1916-18, il ritorno di molti emigrati, l'assenza dei militari, l ' esodo dei profughi ed a ltre minori circostanze avevano certamente m odificato la compos izione per sesso e per età. Ma fanno difetto elementi per un'analisi del fenomeno.


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

81

7. Già le proporzioni cakolate per le singole provincie rivelano l'esistenza di zone cli mortalità vera mente spaventosa; tale la parte invasa della provincia di rrrov iso. Ma il calcolo per circondari o distretti fa intravedere più gravi or ror i. Per t11le calcolo abbiamo stabilito in modo approssimativo la popolazione di ciascuna delle minor i eircoscrizioni; ma nel valerci <li questi dati sulla popolazione non dovremo dimenticare le riserve, poc'anzi esposte, sulla loro a ttendibilità. Cfrcondari o di~fretti

J>opolaz.icnie

Morti n.eU'aimo d 'occ·u pazlo,t.e

Jifot·H pe,· 1000 abita.nU"

- -- --

Provincia di Belluno Ag ordo Be lluno Feltre Longarone . . . Pieve di Cadore .

26.000 60.000 6!.000 12.000 31.000

700 2,540 5 780 431 1.:WJ

26,9 42,3 94,8 35,9 43,5

52.000 28.000 32.000 22.000 30.000 134.000 37 .000 41 .000 35.000 52.000 67.000

1 .202 939 1.179 957 1.422 4.253 1.338 982 1.712 867 1.fi91 2.357

23,1 33,5 36,8 4,3,5 47,4 lll,7 33,f> 26,fl 41,8 24,8 30,6 35,2

46.000 40.000 13.000 51.000

2 .184 2 .383 1 .599 5.015

47,5 59,6 LW,O 98,3

53.000 7.000

2 .501) 279

47,2 39,9

Provincia di Udine Cividale . Codroipo Gernona Latisana Palmanova Pordenone s. Dani ele tll'll Friuli S. Vito al Tagliamento Spilimbergo . . . . Tarcento 1'olrnezzo Udine

40.000

Provincia di Treviso Coneg·liano . Oderzo . . Valdobbiadene Vittorio

Provincia di Venezia Portogruaro S. Donà di Piave (parte invasa)

G. ·?i,f on·rA.BA.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

82

Riesce difficile, a prim.a vista, spiegarsi le forti differenze esistenti fra circondari o distretti che appartengono aù una medesima provincia; la grandezza delle differenze potrebbe anzi indurre a sospettare dell'attendibilità dei da,ti sui quali abbiamo fondato i nostri calcoli, se uno sguardo ,al cartogramma che illustra. la distribuzione geografica della mortalità nella regione invasa non rivelasse che le differenze1 lungi dall'essere distribuite casualmente1 corrispondono alla, diversa posizione delle varie circoscrizioni.

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La morta.l it/i, nell a regione invasa (per circondari), nell'anno dell'occupazione nemica.

Una fascia di circondari e distretti contra.ss~gnati da altissima mortalità corre lungo la linea di. confine tra la regione invasa e il resto' cl' Italia. Se si traccia una linea ad una ventina di chilom_e tri a tergo della fronte austro-ungarica, e si considerano poi i circondari o distretti compresi totalmente o per la maggior


V - I MORTI NELLA REGIONE TKV ASA

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parte fra questa linea e quella della fronte i, si trova che, con una popolazione di soli 271.000 abitanti, essi hanno avuto quasi 20.000 morti (19.743). La mortalità ascende dunque a 72,9 per 1000 abitanti, p1;oporzione cinque volte. maggiore cli quella degli ultimi anni anteriori alla guerra (1418 morti per 1000 abitanti1 media annua 1912-14). Una, seconda zona cli alta mortalità, che rappresenta in certo modo il proseguimento della prima, è costituita dal resto delln fascia Jittoranea 2 ; qui una, popolazione di 52.000 abitanti dà 2.B79 morti, che corrispondono alla proporzione di 45,8 per 1000 abitanti, due volte e mezza ·s uperiore a. quella pr ebellica (18,9, media 1912-14). Il complesso dei rimanenti cirçondari e distretti, costituenti la parte interna della ragione inva sa, hanno avuto 21.440 morti, con una popolazione di 647.000 abitanti : quindi una proporzione di 33,1 morti per 1000 abitanti, meno che doppia, cli quella del 191:2-14 (18,1 °/00 ) . Si noti che anche in questa zona di mortalità relativamente benigna, la proporzione dei decessi è superiore d'un quinto alla mortalità accertata nello stesso p eriodo nell' Italia non invasa e superiore di circa un terzo a quella accertata nell' Impero austrom1garico durante l'ultimo anno della sua esistenza. La distribuzione geografica della mortalità in quest' ultima zona non sembra regolare; apparirebbe la tendenza verso un più alto li v·ello nella parte occidentale-settentrionale, prevalentemente montuosa, e verso un più basso livello nella parte centrale ed orientale, prevalentemente piana o collinosa. Rag·gruppando insieme i circondar i e distretti della prima regione°, troviamo 6.611 morti per 181.000 abitanti, cioè 36,5 °/00 ; 1 Circondari o distretti (in or dine geografico da ponente a levante) di: .Feltre, Valdobbiadene, V it torio Veneto, Conegliano, Oderzo, S . Donà di Piave, Por-

togruaro .

Distretti di Latisana e Palmanova. Circondari o distretti cli BeHuno, Agordo, Longarone, Pieve di Cadore, Tolmezzo. 2

3


84

MORTAL1T1 E MORBOSI'rÀ

raggruppando quelli della seconda regione 1, troviamo 14.829 morti per 466.000 abitanti, cioè 31,8 °/w La differenza, non insignificante, perde però importanza di fronte alle molte maggiori differenze che abbiamo riscontrato fra questa zona e le altre due (fascia occ~denta,l e-meridionale e fascia meridionaleorientale ). Non discenderemo ad esaminar e la morta.lità nei singoli comuni. Di mano in mano che si passa dal complesso della regione invasa alle singole provincie, da queste ai circondari o distretti, e infine da questi ai comuni, s'innalza il limite degli errori che possono derivare da inesatte informazioni sulla pop'olazione o sul numero dei morti, nel calcolo dei saggi di mortalità . Il lettore che desiderasse notizie per singoli comuni potrà trovarle nel citato volume quarto delle Relazioni: gli sarà facile correggere qualche lieve svista ivi incorsa nella stampa dei dati o nel calcolo dei saggi di m ortalità. Per quattordici comw1i si trovano saggi di mortalità superiori a 100 per 1000 abitanti, che nella maggior parte non possono attribuirsi ad errori in eccesso nei dati sui morti nè ad errori · in difetto in quelli sulla popolazione, anzi purtroppo rappresentano una dolorosa, benchè quasi incr edibile, realtà.

8. Dalla relazione sulle violenze e sevizie usate dal nemico eontro la popolazione della regione invasa, stralci.amo alcuni brani, che ci sembrano meglio idonei a chiarire le cause dell'altissima mortalità accertata nella regione stessa (Relazioni, vol. IV, pagg. 181-184). · " Le cifre più alte della mortalità sono date dai comuni, che si trovTarono nella prossimità della linea del Piave. Essi ebbero una doppia sventur a. Le popolazioni, che poterono rimanere nelle proprie case, dovettero subire le violenze e le privazioni mag-

1 Circondari o distretti di Porclenone, Spilimbergo, 8 . Daniele del Friuli, Gemona, 'rareento, San Vito al Tagliamento, Codroipo, Udine, Cividale.


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

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giori per opera delle truppe ivi maggiormente addensate per ragioni tattiche. Le popolazioni che dovettero sgombrare le proprie case e trasferirsi in paesi più a.rretrati si trovarono a mancare non solo cli cibo, ma anche di ricovero e di indumenti. Onde l'offesa delle intemperie, il ' deperiment:o organico per insufficiente alimentazione, il contagio delle malattie delle truppe, la ma,ncanza di cure sanitarie mieterono fra tali popolazioni vittime a. centinaia. • < Motta di Livenza denunzia 310 morti su 6.000 abitanti, il 52 °/m Conegliano denunzia 520 morti su 7.820 abitanti, il 67 °loo; Oderzo 400 su 5.000, l' 80 °/ 00 ; S. Lucia di Piave 27 su 250, il 108 °/ 00 1 ; Miane 660 su 5.680, il 116 °/00 ; Follina 450 su 3.700, il 121 °/~ Cison Valmarino 565 su 4.300, il 130 °,100 ; Fregona 609 su 4.455, il 136 °loo; Vittorio Veneto 1.825 su 11.000, il 166 °loo; Farra di Soligo 640 su 3.680, il 17 3 °/~ Q,uero 500 su 2.800, il 180 °/00 ; S. Polo di Piave 350 su 1.310, il 260 °/00• Sono cifre di mortalità che superano quelle delle truppe in combattimento 2 • • • Con queste cifre emulano quelle della mortalità in certe regioni della provincia di Belluno e specialmente del Feltrino. Il Feltrino, che è una 'delle regioni più note per la robustezza della sua popolazione, ha avuto durante l'invasione una mortalità superiore al 100 °/oo- Nessuna cp,usa bellica diretta in questo, perchè le conche di Arsiè, Feltre, :F onzaso furono sempre fuori del campo tattico delle operazioni. Nessuna causa di forza maggiore specifica, perchè tali paesi nop. ebbero neppure la iattura dello sgombero coattivo. ~ < Unica causa le inaudite sevizie e violen ze fatte subire alle popolazioni dalle truppe di occupazione, in prevalenza ungheresi, e il regime di fame, in cui le sfrenate requisizioni e i saccheggi dell'invasione ridussero le popolazioni. La relazione ufficiale del

Il testo citato indica la prr>porzione del 92 0/00 , pe r un errore di calcolo. L ' osservazione risponde perfettamente al vero. La mortalità media annua. per offese nemiche nell'esercito operante italiano si è aggirata sul 700/oo della. forza. presente. 1

2


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MOH.TALlTi E MORBOSITi

comune di Feltro sul r esoconto dei movimenti dello stato civile durante l' invasione è intitolata Il conto tragico e cosi si esprime : « Oltre alle conseguenze materiali e morali patite dalla popolazione, ai danni spesso gravissimi alle case e ai campi, alla

distruzione della vita economica del paese, a tutto il complesso iu(i.ne di tante sventure che il Municipio poteva solo in parte lenire, ln fame e le malattie concorsero a rendere ancor più stra,danti le condizioni delle nostre popolazioni. L'Ufficio dello Stato Civile... comunicò il 4 ottobre al Comando un elenco dei morti che è una terribile accusa. Giova qui riportarlo, notando che in totale è semplicemente cinque 'v olte più alto dogli anni precedenti. Novembre 1917, morti 61, dicembre 66, gennaio 1918 n. 97, febbraio 99, ma.no 99, aprile 117, maggto 101, giL1gno 96, luglio 160, agosto 269, settembre 192. Totale 1.387. Se si aggiungono i morti dell'ottobre (162) e se si pen.sa che in detto elem:o non figura.no quelli di 11 frazioni aggr egate ad altri comuni, si può calcolare che oltre 1.800 furono i morti nell'anno della dominazione austriaca. E ciò in un comune ridotto a 18.000 abitanti! 1 • Data la grande mortalità, il Municipio dovette provvedere all'ingrandimento del cimitero urbano, requisendo un campo capace di 672 fosse. :o « Eppure Feltre è superata <la Arsiè che ha una mortalita del 120 °/00' Seguono Sovramonte col 93 °/ 00 ; Mel col 76 °fo 0 ; Ospitale col 70 0Jo 0 ; Farra d'Alpago col 74 °looi Fonzaso col 69 ¼ 0 ; Cesio Maggiore e Lorenzago col .66 ¼ o; Seren col 58 °loo; 'l'r iehiana col 56 °fo0 ; Lam on col 55 °/ 00 , ecc. ,. . ~ La ter za serie tragica di cifre di mortalità dopo quelie dei paesi del Piave e del Feltrino è data dai paesi del litorale, dove ebbe l uogo il deplorato provvedimento della relegazione dei malarici. Col comune di Carlino si supera un'altra volta il 100 °/00 di mortalità (108 °fo 0 ) . E Precenicco raggiung;e quas i il 100 "/00 (99 °/., 0 \ Muzza.na del T urgnano l' 80 "/ 00 • Altri. paesi, come Porto1 Successive indagini del!' autorità municipale innalzano a 2.14S il numero dei morti ed a 19.000 qllello deg li abibmti, nell'anuo dell'invasione.


V - I MORTI NELLA REGIONE INVASA

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gruaro, Uarano Lagunare, S. Stino di Livenza, Palazzolo della Stella toccano o superano il 50 °/00 ( dal 49 al 58 °/00 ) ; nel complesso si può dire che nella zona malarica rispetto ag-li anni precedenti la mortalità fu quadruplicata. » ~ Fuori dei casi accennati, il 50 °/00 di mortalità si supera ancora a Udine, dove la popolazione rimasta fu composta in mag-gioranza di vecchi) donne1 bambini e infermi, e in qualche comune, che probabilmente più risentì. della insufficiente alimentazione (es. : Prato Carnico, Erto e Casso, S. ~aniele del Fritùi, Palrnanova). » « ì\fa quasi dovunque, anche nelle :1.one delle retrovie meno colpjte dall'invasione, la mortalità subì un brusco aumento verso il 30 e il 40 ¼o· L'eccezione cli qualche comune, in cui le cifre di mortalità non subirono nell'anno di occupazione nemica notevoli variazioni, conferma la regola. Si tratta di quei comuni che poterono, con abile astuzia, meg1io nascondere le pro,rviste necessarie all'alimentazione della popolazione (es.: Villa Santina, Tarcento, Ipplis, P onte bba, S. Vito d i Fagagna , Cividale, ecc.). • Nelle stesse Relazioni, vol. IV, pag. 181, è detto : « ••• lo sofferenze morali inflitte alla popolazion e, le violenze consumate contro cli essa, la requisizione sistematica cli tutti i generi alimentm:i e la fame conseguent.e... agironò clirettarnent'e sull'aumento di mortaJ.ità (casi cli mor te in seguito a lesioni, casi di morte per idroemia). ì\:fa anche l'altro ordine di. cause, che fece il mag·gior numero di vittime, c:ioè le malattie - dissenteria, tifo, malaria - r isale incli1·ettainent'e al nemico. Infatti l' infierire delle mJ.lattie infettive, con una violem1a che ma i fu conosciuta nel Veneto prima dell'invasione, fu palesemente doYuto alla climimrita resistenza fisica degli organismi per mancanza di nutrime·nto, all'assenza quasi completa di profilassi igienica e c ure sanitarie, e a talune scellera.te disposizioni, come la relegazione dei malaricL ~ La precedente sintesi è molto efficace, ma uno spoglio dei documenti raccolti dalla Commissione cl' Inchiesta giova a confermarne e ad illustrarne le conclusioni.


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MORTALITÀ E .MORBOSI'.rÀ

9. Per esaminare le varie circostanze che hanno concorso a determinare la deci.rnazioue degli abitanti del Veneto invaso, ci converrà classificarle per gruppi. Mancano notizie numeriche complete sul numero _delle vittime dirette di operazioni di g·uerra; ma ie informazioni raccolte dalla Commissione d'Inchiesta riferiscono molti casi di morti dovute ai bombardamenti aerei e terrestri che hanno preceduto ed accompagnato l'invasione; sono anche numerosi i casi di uccisione cli civili a focilate q con armi da taglio, così nel corso dell' invasionE: come in quello della ritirata (soltanto in una scti.ramuccia sostenuta dalla guardia civica volontaria di Udine contro truppe nemiche che fuggendo predavano, gli Udinesi ebbero trenta morti; e questo non è che uno dei molti esempi). Aggfongasi che in molti casi i comandi militari nemici obbligarono le popolazioni della regione occuJJata a compiere lavori o trasporti di materiale bellico nella zona sottoposta al tiro delle nostre artiglierie, e ciò non solo in momenti di tregua delle operazioni belliche, ma anche e specialmente durante i più aspri combattimenti. Le obbligarono inoltre a lavori (rastrellamento di bombe, scaricamento di mine, custodia cli depositi cli munizioni, ecc.), pericolosi per tutti ma più pericolosi per gli inesperti. Pertanto le vittime dirette di operazioni belliche si annoverano non ad unità, o a decine, bensi a centinaia. Il lettore che desideri maggiori informazioni a questo riguardo può consultare le citate Relazioni, vol. IV, pagg. 171, 172, 342, 343 ; voi. VI, passim. Anche più gmnde è il numero delle vittime di atti di delinquenza compiuti individualmente da militari dell'esercito occuparit"e : omicidi commessi contro inermi che si opponevano a rapine, a furti, a requisizioni arbitrarie, a violenze carnali, assassini di ba,mbini, vecchi, ammalati, dovuti a brutale malva,g ità. Molti cli questi delitti sono esposti, coi loro racca1:iriccianti particolari, nei documenti raccolti dalla Commissione cl' Inchiesta nelle terre invase (vol. VI delle Relazfoni), in parte riassunti nella relazione sulle violenze e sevizie contro le popolazioni civi li Cvol. IV, pagg. 140 a 164). Nella presente pubblicazione, edita


V - I MORTI NELLA REGIONE

mv ASA

sott:o gli auspici di un'istituzione che si propone principalmente di prom uovere la pace internazionale, non sarebbe fuor di luogo il testuale riferimento delle pagine da, ultimo citate, che offrono un tremendo saggio delle atrocità cui dà lnogo la guerra. :Ma

la ristrettezza dello spazio disponibile per la trattazione del nostro argomento ci obbliga a rinunziare al r iferimento ed a rinviare allo Relazio1ii. Secondo· la Commissione d' Inchiesta il numer o dogli omicidi accertati snpera seicento (Relazion'i, vol. IV, pag. 134), dei quali più di cinquanta commessi in seguito a. stupri. Ma, certamente questi numeri sono inferiori alla rea.1tà, perchè non tutti i delitti avvennti hanno potuto essere accertati. Parecchie volte le violenze o le depTedazioni subite hanno spinto le v ittime a l suicidio ; e questi non rari suicidt meriterebbero cli essere aggiunti ag1i omicidi. I maltrattamenti e -le torture inflitte ai lavora.tori costretti a servire il nemico hanno avuto tale gravità da cagionare numerose morti ; la Commissione d'Inchiesta ne enumera 130 (vol. IV, pag. 173). All'enumerazione preced.o una documentazione delle sevizie. Più gravi effetti sono derivati da, provvedimenti che hanno cagionato lo spostamento di masse di popolazione, in condizioni di estr emo disagio. 'l'ali: ci) Lo sgombero della striscia di 6 chilometri sulla sinistra del Piave7 che ha aliontanato bruscamente dalle loro case :35-40.000 , ~ersone (Yedasi nota 2 alla pa.g. 73). L'evacuazione fo eseguita « senza preavviso e senza preventivi provvedimenti per gli alloggi nei luoghi cli destinazione. I r itrosi vennero trasportati su carr i ; fam iglie intere con vecchi o bambini vennero abbandonate sulla strada in mezzo alla neve. La responsabilità, della sistemazione e del vettovagliamento Yenne scaricata sui comuni. a cui i pr ofughi evacuati venivano a,vviati. Le case dei profughi furono aperte al sacchegg·io del.le truppe. Le coperte furo no disperse nei campi. militari e nelle trincee; il mobilio 111 bruciato per riscaldamento ; le scorte alimentari furono rubate > (Relazioni, vol. IV, pag. 73). Lo sgombero eseguito in condizioni


MORTALITA E MORBOSITÀ.

l'Osi disai:;Lrose ùunrnte la stagione invernale (molti gruppi di profughi doYettero passa.re varie notti all'aperto) ha determinato immediate morti, speeialmente di bambini, di vecchi, di gestanti; (' ma.Jattio l'he successivamente hanno condotto a morte i <:ol-

piti. L e popolazioni sgombrate si sono pÒi troyate in tali condizioni di abitazione, cli deficiente riparo dalle intemperie, cli alimentazione, da venir decimate dalle malattie e dalla fame, come diremo pili avanti. b) La deportazione di cittadini italiani in Austria. Oltre 11n certo numero di deportazioni indi ,·iduali, di carattere puni1.iYo, furono eseguite deportaziohi in massa di uomini dai 14 ai 70 anni, che ftffono trattenuti per Yari mesi in campi di concentramento, in condizioni igienit:.he, sanitarie, alimentari, non immaginabili. Di queste deportazioni la Commissione discorre ampiamente nel vol. ID delle R elaz'ioni, pagg. 5i9-588. Essa calcoia che i deportati e gli internati negli stessi campi di concentramento (internati che provcniYano dalle proYincie italiane irredente) abbiano raggiunto il nnmero cij 16.000 ed abbiano dato ;{.000 mort.i. Dalle notizie rifer ite nelle relazioni dell'Inchiesta crediamo poter calc:olare che da un quinto ad un sesco di questi rnorti appartenessero alla r egione inVA,Sa. l:)ono altri 500 o 600 morti dn mettere in c onto. e) Il c oncentramento ùei malarici, Yeri o supposti, in una speeialc zona. « Kcl giugno 1918, appena nella zona litoranea, da l Taglinmcnto al Piave la malaria comi11ciò ad infierire più g-ravemente, il comando del gruppo di eser citi von Boroe ,·ic, <·ol pretesto tli isolare la zona ma.larica dalle zo11e circostanti e di · ù servarc tutto il chinino disponibile per l'esercito, evacuò d'autorità f·utti i paesi posti lungo la linea Torre cli Zuino-Portogh1aro e relegò le rispeltiYo popolazioni nella cosidetta zona. (·hiusa, cioè nella zona più fieramente malarica, in compagnia d1 quaJchc medico italiano prigioni.ero, sprovvisto di chinino e di q u~dsiasi mezzo cli cura efficace> . < ... T pron·edimenti attuati... per opera del c·osicletto com111ismr io civile clella rna lcwia fu rono dolorosam ente pagati con


V - I MORTI NELLA RIBGION!~ IKV ASA

vere ecatombi dalle nostre popolazioni. Da Sa11 Giorgio di Nogaro la popo]a?.ione fu deportata a Porto Lig11ano, Gorgo cli Latisana, Pertegada, ed ebbe circa 280 decessi. Da l'ifozzana 75 famiglie, di circa 500 persone, in- prevalenza donne, Yccchi e bambini, raccolte le loro poche masser i2.ie, furono porl a.te s ui carri in un isolotto malarico e condannate in maggior parte a morire. Da Palazzolo furono deportate a ì\falisana circa 40 famiglie. A Caorle intere famiglie ebbero la stessa sorce. La famiglia Zanetti com posta di 38 persone ebbe così ben 17 mort1 . Nel distretto cli San Donà di Piave la famigl.ia ifontagner su 26 persone ebbe 19 morti; la famiglia Sorgon 13 morti ; la, famiglia Contarin 32 morti ; della famiglia Ferro composta di 40 persone sopravvissero 6; della. famiglia Urban di 8 persone, sopravvisse uno solo. A PortogTuaro, i malarici .c acciati dalle loro case e la,nguenti per giornate intere sotto i portici dei.la città, senza coperte e senza pane, morirono a centinaia. Carlino accolse più di mille pr ofughi malar ici, senza, ricevere una, compressa di chinino. • Carlino, il paese della malaria, - scrive il parroco - divenne addirittura il paese della morte» . I malarici relegati che tentavano cli uscire dalla :wna chiusa per proc-,urarsi un po' di. cibo veninuio incarcerati. .. • (Relazioni, vol. IV, pagg. 84, 86). Si noti che anche nelle cosi dette zone mn.lariche la mortalità prima della invasione era relativamente mite. Nelle pro vincie ùi Belluno, Udine, TreviM e Venezia durante l'armo 1916 erano state registrate in tutto 47 morti per febbr i da malai'ia o cachessia palustre, delle quali almeno 7 n elle parti della provincja. cli Venezia che non furono poi invase . Si noti ancora che furono concentrati nella. zona chiusa non soltanto i malarici ma anche molte persone assolutamente immuni da malaria. • Quando in una famig;lia si verifica.va un caso di febbre malarica, il malato veniva isolato, e tutti i membri della famiglia venivano trasportati in località più rna,Jaric;a » dichiara l'ufficiale sanitario del comune di Caorle, rim asto al suo posto durante l'occupa.zione nernicr~ (Relc1 6ioni, vol. VI, pag. 337). Ed uno dei medici militari italiani prigionieri a,ssegna.ti alla zona


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)fORT.-\LITA E i'IWRBOSIT.\.

infetta attesta : < I riconosciuti malarici e tutte le persone che c-onvi,·evano con loro, non solo, ma molti che mai avevano avuto la malaria furono sentenziati malarici e cosi allontanati ... Così la maggior parte degli abitanti fu costretta a lasciare i propri paesi, abbastanza salubri anche riguardo alla malaria, e a recarsi in zona fortemente malarica ; fu obbligata ad abbandonare le proprie caso, dove almeno avevano un discreto giaciglio e la protezione delle porte e fin estr e, e a cercare riposo in granai spro\Visti delle une e delle alrre. Ogni granaio ospitava 50 o 60 e più profughi, che avevano apprna lo spazio per m ettere un po' di paglia · o qualche avanzo di letto per dormire... Allo strazio fisico dei profughi si è aggiunto quello morale ... li commissario civile della malaria e il suo aiutante ... ridevano e godevano davanti alle miserie, schiaffeggiavano donne e vecchi, non avevano nemmeno rispetto della morte, e alle madri piangenti, che chiedevano pane e chinino per i loro figli, rispondevano che l'erba dei prnti era anche troppo per sfamarsi e che le pietre costituivano un ottimo rimedio per la malaria> (ivi, pagg. 561-562). Altri provvedimenti dell'autorità occupante hanno avuto immediate riperc ussioni sulla mortalità: tale, per es., "l'impossessamento da parte del nemico per scopi militari di tutti gli ospedali civili, escluso quello di Feltro, e spesso l'immediato sgombro d'autorità dei malati civili ivi degenti (Oden,o, Udine, Cividale, San Daniele) > (Relazioni, vol. IV, pag. 82). La mancanza spesso completa di assistenza igienica, sanitaria e farmaceuti ca concorse indubbiamente ad aggravare la mòrlalità. Quasi dovunque facevano difetto i medici; la maggior parte delle farmacie erano state saccheggiate dal nemico; buona parte del materiale sanitario cli proprietà pubblica o privata era stata rnbata dagli invasori e destinata all'esercito o spedita nei paesi nemici. La sospensione delle distribuzioni di sale favorì la recrudescenza della pellagra. In tali condizioni, le malattie infettive (tifo, vaiuolo, ecc.) importate dalle truppe occupanti, si diffusero facilmente, fa.


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vorite anche dalla indescrivibile sporcizia che era patrimoni.o comune della civiltà di queste truppe, da qualunqne paese provenissero. 10. Ma la causa maggiore dell'altissima mortalità del Veneto invaso consiste in quello che la Reale Commissione d'Inchiesta ha efficacemente definito: l'affamamento delle popolazioni. Per giudicare imparzialmente quanto è avvenuto in questo campo conviene anzitutto ricorrere alle fonti nemiche, le quali naturalmente tendono a mostrare minore del vero il disagio alimentare delle popolazioni asservite e a diminuire le responsabilità delle autorità d'occupazione. La già citata relazione PER.A.THONER, presentata alla Commissione delle Riparazioni, mira appunto a dimostrare che l'amministrazione austro-ungarica fece tutto il possibile per lenire le sofferenze delle popolazioni venete ; la fonte, perciò, è sospetta. Ma, poichè a noi non interessa la ricerca delle responsabilità, ben.si l'accertamento della situazione alimen.t are della regione invasa, potremo trarre dalla relazione Perathoner, come del resto ha fatto la stessa Commissione d'Inchiesta, preziosi elementi di fatto. Premettiamo che nella regione invasa si trovavano enormi quf',ntità di provviste alimentari nei depositi militari destinati per la sussistenza dell'esercito ital.i.ano. La fretta ed il disordine della ritirata dell'ottobre-novembre 1917 non consentirono alle nostre truppe di operare la sistematica distruzione di tali provviste, che in buona parte caddero nelle mani del nemico, come è riconosciuto nella relazione Peratboner (traduzione nelle R elazioni, vol. IV, pag. 601 ). Inoltre < l'occupazione avvenne ... in un momento molto propizio per l'economia agricola, quando cioè era ancora disponibile la massima parte della produzione annua delle campagne ed un contingente relativamente alto di bestiame. In seguito a queste condizioni favorevoli, fu dato alle armate nel primo tempo di procu1~arsi i viveri ed i forag·gi esclusivamente dalle provviste di questo territorio relativamente ristretto " (lvi, pag. 606). Così


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eufemisticamente si descrive il disordinato saccheggio delle risorse del territorio occupato, avvenuto nei primi tempi successivi aU'invasione. È riconosciuto, del resto - e negarlo sarebbe stato impossibile - che ~ durante le operazioni e in parte anche alquanto tempo dopo avere raggi unto il- Piave, i fabbisogni di tutto l'eser cito, data la necessità di avere gli animali da macello ed i prodotti agricoli, dovettero venire soddisfatti in via di requisizione; così le riserve del terr-ito1·io occupato ven1ie1·0 rapiclainente assottiglicite e lo stato del bestiam,e riclotto in est?·ema r·ovina ~ (pag. 606). Spogliato il paese d'ogni ,risorsa, invece di rifornirlo 1, il nemico iniziò quello che poti·ebbe dirsi il regolamento della fame. < Già nel novembre 1917 la razione del pane per la popolazione dovette venir limitata a 250 grammi al giorno per persona (il ·Governo italiano aveva fissato la razione della farina a 500 grammi per persona) e quella della carne pure a 250 grammi al giorno per persona t. Nel dicembre 1917, in seguito a deficienza delle provYistc, si dovette ordinare una ulteriore limitazione della razione d1 pane a 150 g-rammi di farina fina, oppure a 200 grammi cli farina di gTantuxco. Nel corso del mese cli gennaio 1918 ... venne emanata la confisca ed il calmieramento cli tutte le provviste cli farina e di grano ..., la confisca dei bovini, dei v itelli, dei maiali, delle pecore e delle capre e limitato il consumo della carne per la popolazione in 200 grammi alla settimana per persona,... la confisca dei legumi, delle patate da semina, delle castagne commestibili, dei semi di legumi, del vino, dell'olio commestibile e cli provviste di foraggi fresclii > (pag. 607). · Ma queste ancora sono epoche fortunate. Qualche settimana più tardi < in vista delle esigue provYiste e dei trasporti dal xetroterra assolutamente insufficienti, non si potè più somministrare la razione di farina a 150 grammi giornalieri per persona, 1 Non soltanto con le risorse del pnese occupato si provvide a i bisogni dell'eser cito invasore, ma furono anche esportate g randi quantità d i derrate verso i paesi nemici (v. Relt,:,,ioni, voi. VI, passim). 2 Evidentemente si deve leirnere: • 250 grammi al la settim,ina,, come ri· suita anche da quanto è detto poco dopo.


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epperò negli ultimi tempi prima del raccolto del grano... si dowttc ridurla a 100 grammi • (pag. 615). A,vertasi che queste miserrime razioni erano puramente teoriche. Lo ammetre lo stesso Perathoner: « Però anche questa razione ristretta non potè i.n molti casi essere distribuita... La razione di carne... di 200 grammi alla settimana, negli ultimi tempi non potè Yenire somministrata affatto, per mancanza cli b0stiame > (pag·g. 615-616). Mietuto il frumento, meno d'un quarto del raccolto venne destinato all'approvvigionamento della popolazione (v. tabella a pag. 610 della relazione Perathoner). < Avuto riguardo alle condizioni specialmente difficili dell'alimentaziouo delle armate nel territorio occupato, del grano del nuovo raccolto... non potè essere lasciata per la popolazione civile la razione individuale di 150 grammi di grano, che per 60 giorni, cioè fino alla metà di setlembre. :Nel territorio dell'Annata dell'Isonzo, ciò venne effettivamente attuato; nel territorio del 6° Corpo d'Armata però non poterono venir somministrati che 103 grammi di farilm al giorno per persona> (pag. 616). Dopo il 15 settembre fu pro\rveduto con distribuzioni di granturco; come risulta dagli stessi dati del Perathoner, la razione effettivamente si ridusse a 50 grammi giornalieri per persona. Le disposizioni sul razionamento non bastano a dare idea delle vere condizioni alimentari del t-errito1io invaso, perchè: come opportunamente ricorda la Commissione, si trattava di razioni massime, le quali, nel caso cli penuria di grano, potevano essere ridotte dai comandi di distretto. D'altronde, secondo le stesse ordinanze dell'autorità occupante, la razione di frumento poteva essere assegnata soltanto ai bambini e ai malati, < il cbe > osserva la Commissione (vol. IV, pag. 362) < non risulta essere stato mai fatto >, perchè neppure questi l'hanno avuta. Si dava, se ce n'era, granturco; di questo la razioue massima era fis-· sata a 200 grammi cli farina. In pratica, per più mesi, cioè da febbraio alla metà di luglio del 1918, oltre metà della popolazione della regione invasa fu ridotta a razioni quotidiane di meno che 100 grammi di farina di granturco. Ma anche queste razioni


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rimasero puramente teoriche7 perché in realtà spesso le distribuzioni si ridussero a poche decine di grammi (vedansi esempi alle pagg. 363 e 364 del vol. IV delle Relazioni). La carne in generale mancò completamente. I legumi, gli ortaggi, le ftutta, il pollame, i latticini"il latte scarseggia rono dovunque per effetto dei saccheggi e delle requfaizioni. Quasi 11ulla fu lasciato alla, popolazione (per la documentazione v . ivi, pagg. 367, 368). Scarseggiò il sale, fu sottratto quasi totalmente lo zucchero (pag. 369). La Reale Commissione distingue, nella storia dell'alimentazione della popolazione della r E?gione invasa quattro periodi: ' dall'epoca dell'invasione (ultimi di ottobre-primi di novembre 1917) a tutto marzo 1918: restava qualche provvista7 non asportata dal nemico, o nascosta a tempo prima del suo arrivo; dai primi d'aprile alla metà di luglio : massima miseria: erano esaurite le vecchie pro vviste e non si poteva ancora disporre del nuovo raccolto; , dalla metà di luglio alla metà di settembre: condizioni nn po' migliori, mercè quella parte dèl nuovo raccolto che la rapacità dell'occupante aveva lasciato alla popolazione; dalla metà di settembre alla data della, liberazione (fine di ottobre-primi di novembre) : nuova grave carestia; era esaurito il frumento e non era ancora disponibile il granturco. Notiamo come il secondo periodo, coincidendo con le ,prime manifestazioni dell'epidemia influenziale7 ne abbia agevolato il diffondersi. Il quarto periodo, il più disastroso di tutti, ha ridotto la popolazione in tali condizioni che se non sopravveniva la liberazione pochi sarebbero rimasti i superstiti. Tale è la voce unanime delle autorità civili ed ecclesiastiche, dei medici e degli altri cittadini interrogati dalla Commissione (v. Relazioni, vol. VI, passim,). Le condizioni alimentari non sono state ugua)i nelle varie parti della regione occupata, sia per le differenti risorse di esse, sia per la differente rapacità delle truppe occupanti. Nel territorio del 14° Corpo d'Armata germanico (corrispondente press'a poco all'ex-distretto di Moggio Udinese, ai distretti


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di Gernona, Tarcento, S. Daniele del Friuli, Spilimbergo, al circondario di Pordenone, ai distretti di Vittorio Veneto, Conegliano e Valdobbiadene, ossia alla zona centrale della regione occupata - vedasi il cartogramma r ipo1'tato alla pag. 82) cominciarono a mancare derrate alimentari alla popolal:lione civile già al principio del febbraio 1918. Lo dichfara la relazione Pcrathoner, e spiega che < la ,nancanza dei generi alimentari, in un ter-

1·ito1·io nor·rna lmente in buone condizioni economiche, de·ve asc1·iversi in 1Ja1·te allo sfruttamento particolannente intensivo del paese da parte delle truppe germaniche,, (pag. 615). Q,uel1' e in parte ,, si può togliere: la r elazione non sa, nè poteva, in-

dicare altre cause del precipitoso immiserimento del ricco territorio, dov'erano rimasti circa 399.000 abitanti. Poco differenti sembrano esser e state le condizioni del territorio dipendente dal Comando Gruppo Eserciti von Conrad (Circondario di Feltre), con circa 61.000 abitanti (v. Relazioni, vol. IV, pag. 360). Nel territorio dipendente dal Comando dei Gruppi di tappa di Belluno (che comprendeva il distretto di Belluno, il circondario di Tolmezzo tranne l'ex-distretto di Moggio Udinese, il circondario di Pieve cli Cadore, il distretto di L ongarone e quello di Agordo), con una popolazione complessiva di circa 174.0CO abitanti, l'assoluta carestia cominciò coll'aprile 1!)18. Infine il territorio dell'Armata dell'Isonzo (Circondario di Cividale, distretti di Udine, Codroipo, S. Vito al Tagliamento, Palmanova, Latisana, Portogruaro, S. Donà di Piave - parte occupata dal nemico - , Oderzo), con cir ca 336.000 abitanti, pare si sia trovato in condizioni meno peggiori. Qui la vera e propria carestia cominciò col giugno. Al pr incipio dell'estate la situazione delle prime tre zone era così msperata che < quale ulteriore provvedimento atto a migliorare le condizioni di approvvigionamento della popolazione nei distretti settentrionali, il Comando del generale Boroevic... ammise lo scambio di generi alimentari (fino allora proibito per ragioni di polizia e ncll' interesse di un'amministrazione razionale dei generi G.

MOltTAl!A,


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MORTALI TÀ E MORBOSITÀ

alimentttri) tra la popolazione ed i territori bisognosi (sprovvisti) del Comando dei Gruppi di ta.p pa di Belluno e del 6° Corpo cl' Armata da una parte, e quelli dei distretti settentrionali dell'Armata dell'Isonzo dall'altra... La popolazione off"riva fo1·maggi, burro, aceto, tela e verfino vest'iti e gioielli qual'i generi di scambio per avere il granturco "· Il Perathoner,. dalb cui relazione (pag. 615) abbiamo tratto il precedente brano, si guarda bene dallo spiegare che il provvedimento si risolse in un'atroce beffa, a danno delle popolazioni affamate. Riferisce la Commissione d'Inchiesta (vol. IV, pag. 147) : « Migliaia di donne, fanciulli e vecchi... fecero a piedi parecchie giornate di strada, scendendo dalle valli alpine alla piana, per procurarsi faticosamente un piccolo sacco cli farina... Ora, nonostante il provvedimento generale del Comando Gruppo di Eserciti che autorizzava tali viaggi, i com.aneli distrettuali e le gendarmerie locali seppero trovare anche in ciò un'occasione per fare bottino e derubarono gli sventurati viandanti, reduci da viaggi di centinaia cli chilometri, del prezioso carico che trasportavano. In alcuni luoghi la gendarmeria aveva l'ordine di sequestra.re il carico,. .. in altri luoghi. di sequestrare il carico e di aITestare le persone,. .. in altri luoghi ancora di impédire il passaggio sui ponti in qualsiasi modo ... IL pretesto era la inosservanza del termine fissato per il ritorno, o l'eccedenza del carico di farina trasportato; lo scopo era il rifornimento delle m ense o più spesso lo speculare sulle rivendite della farina sequestrata... La Commissione ha le prove di due casi in cui povere donne, derubate violentemente della farina in cir costanze simili dalla gendarmeria, caddero in tale stato di disperazione da precipitarsi nel fiume vicino~ . Le diverse condizioni degli approvvigionamenti nelle diverse zone spiegano alcune delle differenze osservate nella distribuzione della mortalità. :Ma bisogna tenere presenti altre circostanze. A ragione osserva la Commissione che bisogna distinguer e < la condizione dei comuni rurali da quelli urbani, e, nello stesso comune, della parte rurale da quella urbana. La popolazione rurale ha avuto in alcuni periodi la disponibilità delle razioni perso-


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nalmente lasciate nelle requisizioni e qualche volta ha potuto sottrarre generi alle requisizioni. La popolazione urbana dipendeva esclusivamente dalle partite di generi che venivano ufficialmente assegnate al comune per la, distribuzione. Le condizioni si aggravano nei comuni in cui erano concentrati profughi della zona battuta dal fuoco (profughi del Piave) o internati delle zone malariche : a questi non sempre provvedeva l'occupante con congrua assegnazione di generi, e comunque trattavasi in ogni caso di popolazione povera e sprovvista di qualsiasi risorsa personale,, (vol. IV, pag. 361). A proposito di profughi del Piave, tutti i rapporti provenienti dai paesi ov'essi avevano trovato ricovero sono concordi nel dipingerne l'estrema indigenza. « Essi vivevano sulla popolazione perchè il comune era tenuto a somministrare a tutti il vitto e l'alloggio ,, riferiscono le autorità comunali di Pieve di Cadore (Relazioni, vol. VI, pag.40). E cittadini di Pedavena dichiara.no che i profughi "' vennero abbandonati, privi di tutto com'erano, senza ricevere alcun aiuto, tanto che per campare m iseramente furono costretti ad andare elemosinando di paese in paese,, (ivi, pag. 63). Il sindaco di Gemona, cittadina che ac<'.olse quasi 2.000 profughi, narra che < il comune poté fornire un po' di granturco a tessera finchè ne ebbe; poi anche i :profughi dovettero sottostare alla triste legge degli abitanti poveri, attendere cioè le misere e saltuarie elargizioni di grano >, che le estreme insistenze < delle autorità civili ed ecclesiastiche riuscivano a strappare alla durezza del comando nemico ~ (ivi, pag. 549). Se pessime erano le condizioni dell'alimentazione per le popolazioni rimaste nei loro paesi, addirittuTa intollerabili erano ,quelle delle popolazioni profughe. Nel comune di Palmanova la morta:lità è stata del 36 °/.0 fra i 1.800 abi.' anti rimasti sul luogo, del 93 ¼o fra i 1.400 profughi (ivi, pag. 583); a Gemona, mentre la mortalità della popolazione locale fu prossima al 30 ¼ 0 , quella dei profughi giunse al 60 ¼o (come risulta mettendo in rapporto i dati del vol. IV delle Relazioni, pag. 192, con le informazioni date nel vol. VI, pag. 549).


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11. Q,uanto abbiamo fin qui esposto da bensì un'idea della situazione alimentare della regione invasa, ma non n~ dipinge l'orrore come possono dipingerlo le testimonianze degli attori della tragedia. Fra le numerosissime Relazioni, raccolte nel vol. VI, non si ba che l'imbarnzzo della scelta:' autorilà e cittadini di zone diversissime del paese in-vaso descrivono in termini poco differenti le miserie delle popolazioni. Il direttore dell'ospedale civile di Belluno attesta che < nei mesi di aprile, maggio, giugno e luglio le condizioni alimentari della popolazione erano indescrivibilmente penose. La fame aveva indotto le persone a mangiare perfino l'erl;>a-spagna ed altre erbe commestibili soltanto per le bestie. Le gastriti e l'idroemia si diffusero rapidamente... sopratutto fra i vecchi e i bambini ~ (pag. 29). Dal suo diario, lo stesso medico stralci.a questa annotazione in data 24 luglio 1918: "Si è fatto per la cucina del pane che rassomiglia a paglia, pesta. All'ambulatorio ogni giorno più vi è affluenza di gente... Tutti soffrono la fame. Grandi disturbi viscerali in causa delle erbe che si mangiano. Tutti i bambini hanno la diarrea. Vecchi profughi arrivano all'ospedale quasi morti. Si legge iu tutti la sofferenza e la fame. Molti assomigliano a spettri sem;a voce e senza forza di camminare. Tutti sono gonfi a.ile gambe per la grave idroemia > (pagg. 31, 32). L'amministratore dell'ospedale di Feltre dichiara: ~ In primavera si manifestarono i primi casi gravi di idroemia. Per il solo comune di Feltre l'ospedale ha segnalato circa 50.000 presenze di idroemici. .. In primavera scoppiò fra i ricoverati maniaci una gravissima forma di scorbuto, che i sanitari giudicarono derivata da1là deficienza di viveri di conforto, carne e condimenti sopratutto. Infatti su 450 ricoverati ch e il manicomio aveva nel novembre del 1917, nell'ottobre 1918 ne erano morti circa 300 ~ (pag. 5H). A Pedavena, dov'erano rimasti poco più che 4.000 abitanti, < in luglio i malati di edema generale per mancanza di alimentazione èrano oltre 600. Durante gli undici mesi d'occupazione morirono per esaurimei:ito 130 persone nel comune ed altre 15 mandate all'ospedale civile di Feltre,, (pag. 64).


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A Fonzaso i morti per idroemia sarebbero stati 50, su meno di 6.000 abitanti; a Larnon 80, su meno di 7.000 (pagg. 67, 69). L'arcidiacono di Agordo narra che " la popolazione era af~ farnata. I sintomi dell'idro ernia . si manifestarono già in molte persone durante l'estate1 per il gonfiore diffuso alle mani e alle gambe, e sopravvenendo l'inverno, che qucst'a.nno è stato singolarmente mite, si sono avuti in Agordo un'ottantina di morti, causa il deperimento fisico generale. Il comando austriaco non distribuì in 11 mesi più di un chilogrammo e mezzo di farina per persona " (pag. 72). A Ronchis, in conseguenza della denutrizione, si verificò nei mesi di giugno e luglio 1918 una mortalità rilevantissima per dissenteria sanguigna (pag. 237). Secondo il parroco di Oordovado, paese ov 'erano rimasti poco più di 2.000 abitanti, sulle 67 persone morte dal giorno dell'invasione a quello della liberazione, almeno due terzi sono perite per deficiente nutrizione (pag. 244). L'abate di Moggio Udinese racconta che "'la popolazione era m olto scarsamente alimentata; nei mesi di luglio e agosto molti accusarono fortissimi dolori di ventre, perchè in mancanza d'altro la maggior parte doveva esclusivamente nutrirsi di erbe e non furono pochi i decessi per denutrizione fra i vecchi e i bambini " (pag. 262). Durante la primavera e l'estate la popolazione di Alleghe - attesta il sindaco - fu costretta a cibarsi di erbe dei prati (pag. 378). E il sindaco cli Oencenighe: « Per effetto delle requisizioni e spogliazioni praticate dall'esercito nemico, la popolazione rimase quasi totalmente priva di generi alimentari, tanto da essere costretta, per vivere a cibarsi, per oltre quattro mesi (estate 1918), quasi esclusivamente di erbe. La popolazione in seguito a tale mancanza di alimenti necessari si trovò ridotta in stato di denutr izione e prostrazione fisica completa, tanto che il medico ebbe a constatare oltre 90 casi, in persone adalte, di gonfiamento degli arti inferiori, attribuito allo stato di estrema debolezza in cui erano ridotte. Oltre tali casi constatati dal medico si fa no-


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tare ch e in identiche condizioni er a ritlotta oltre la metà deUa popolazione• (pag. RSO). NC'I comune <.li .l!'u.lcad.e « la popolazione, costr etta, speci e n ei nwHi d i 111;igg io, giugno, luglio e agosto, a vivere quasi escluxiv111111·1il.<· di t•rhc sel vatiche, si ridusse in uno stato di deb0Jc7.,1n, 1·Hln· 111a ; ;11lllia1110 av uto 9 casi di morte p er inedia • (pag·. ,l8 I). La p11pol.1 zio11c• cli Aurouzo, riferisce il sindaco, rimase priva dc•i g1· 11<·ri 111T1·ss:1ri, • tanto ch e nei mesi di maggio, giugno e lug lio 1!Jl 8 clo vt·ll.1 · 1·iv1·1T t·sclusivamentc di erba che andava rat·t·.og·lit· 11clo llt'i prali 1• 1lt'i i>os1:lii • (pag. R89). "Per supplire a lla i 11suffieì1·1 1:,,,a cl1 ·llc · i'ari 1II' ri correvamo all'erba, sulla qual e ci gct.ta.va1110 1:011H· lwsl ic- • sni v1· il ::i indaco ili Dan!a di Cadore ( c itato nel voi. I V clt'I lt· !,'l'llf .~ i1111i, pag-. 180). ~ All'aprirsi della, buona stagione il' ra ,11 i;:;li1· si e ·i 1>11 r11110 q 11:i si esclusi vamente di crbtt • attesi.a il sind,ll'.u di Vi;:;o cli ( 1:1 d11n · ( pag. 39!:>). <

Già al Natale del 1!1 17, do11 1w 1· 1·1·1T lii rnlial'ano i r ailicclt.i

pP.r i campi > narra il parroco di l ' i1·1·1· di Soli;..;·o (pag-. 478). e Innumer evoli furouo le vill.i111t· cl.-11:i. r.111w a l 'i,· I'" di ~oligo, a :Farra, Rolle, Combai, R e vi11l', Tarzo, Vill11ri o \/1· 111'111 1· 11'n•gona;

In gt'.111.i dnl l'iavn n ri Pl Ca.dù l't' , i 11 1n11d11 1,:i.rl.i,·ol:i.n·, Si'111 liravano piuttosto larve a1nhula11l.i t:llt' lig11n· 11111:1111'. (Jral'i r11ro110 10 COl18('f,'U('.ll½C di I.alt'. n •g-iirlC' : Jll' I' l:1. ('f'('S ( ' ( 'iil., · d, ·11111.ri:t.iOII!', il J.iro inlic rl t<·1Tibilmc11L1•: a ~at·.il <·, 1H' ll 'w;pil11l1 ·1 1!t'll1· H<·11olc 11or-

111a.li, d ovi• 1~ra11 0 ri('ov1,r a.l.i i 111.1.lal.i ,·.i l' ili , I' HO 11 / 11 di <'Hsi l.rov:.va morte ecrla , poit'l1t'· ai lil'llsi, a1·1·1il.i la lc·11q w rai.11ra di 40 gradi, si sornrnini sl.r ava p:1 sl.a, 1111 p<· zzo di pa11c · 1wro 1· quak.he patata>

(pa.g . 478). • Per c: iì'uU.ù dl'ih- ,-.,;d.i1 ,11,· r,·, 111i,.;i1.i .. ni ,, ,;pog-lia,;ioni pratica.I.e dall'eser ci to i11v.ison ·, g-li n hil.11.111.i dt'I comune • (Forni di

Sopra) • sono rima si.i l.11 J11 w 1il1 · pri ,·i dt ·i /.','l'IICri alimentar i di prima necessi tà, che vcr s11 i pri111i d i rn:1.g-gio H)l 8 innumerevoli frotte di gente d 'ogni ctù, 1·<111 , ·.1 1Tl'll.i I.irati a mano, dovettero scendere giù nel Friuli i11 <·t·rc ·:i. alfa1111osa d' un po' di granturco per sfamarsi ... La fame g i1111s1• a I.a l punto che moltissime famiglie, per non morir di fa.mo, d ovt'l,l.t•ro l:1,r .macinare i torsoli d elle pannocchie di granturco, i g u8<'i dc•i fagiuoli e delle fave, e per-


V

I MOl<.'1'1 N ELLA Rli;G!ONE INVASA

1111" 1,, ,·1 111111 · cl i ;.;Ta11l.11n:o... Lo si.al.o di sempre crcsc:1•111.e dcnu11 1,,l .. 111' i11 ,· 11i la popola,,ionc si trovò ridotta a vi v1>r e eagio11ò I' l 11 ll•·ri n · dl'il a pl'ilag ra, mai eonosciuta in paese, con due casi I, l11 li : 1111:1. diss1·11l.1·rin sang uigna, con sei casi l etali; e set.te dc' ,•1,1-1i 111•1·,·11u l.i pe r gli slrapa:;,;zi sofferti nei lunghi e penosissimi 1 l11 F;,,i s11dcl d l.i • (pag. 514). 1\ <:1 ·111 0 11a < molti profughi si nutrirono di sole erbe per 111 11;:;o 1... 111po; cd erano donne e v ecchi • (pag. 649). A Poleenigo, 11ss1·1·is1·n il parroco, « Germanici e Ausloriaè i non . fecero che mq11tdarc Lui.i.o l'aruw. l'e r 110.i llOJJ vi fu n c ppun· il sale. L.:t popo l11,.i o11c p1~r cimprn o sei rnPsi v isse cli erbe ('Ott.1•, mcseolatc ,·(111 1111 pugno di farina • ([lag-. lì06). I~. Cre diamo che i brani, scelti fra i moltissimi che a vrem mo ,,. ,1.,11.0 riporta.n~, sia.no pi11 d m sriffic:if'nt.i a rf'nder(' c:n·.dibili quc.i ,-;:1g;.;-i di mortal i tà, cbc forse altrirneul.i il le lì.on• :-;ar d,h1: ,-;bd.o pro11!'11, o a giudica re inverosimili. La Reale Commissio11c pe r la vah11.:i.,." 011c elci da nni di guerra lta. rilc \'ato, da rda,;io11i <ki <·om11ni , '. l.7m m orti per fame (dato riportato nc1k Ucla.-::ioni, \'olunw lV , pag·. IA[,, e eomunical.o n.11elrn alla CommiRRi011c delle Riparar.ioni). 11 da to ù nmls ic uro, sia pcre hè le nol:ir.ie ond' <~ att.iiito sono i11compldn, sia pcrchè bisog ncr cbl><.~ hc1w defiuire d1e cosa Ri intende p<>r • morti per thme ~ . .Se si comprendono i casi u ei quali. la fam e fu concausa de lla morte, quPl numero è inferiore al vt>ro, poi.chè probabilnrnnte almeno la metà d i>Jle morti accertate ha avuto p er <'ausa priucipalc od accessoria la deuut..ri:,;ioue. Desta mni JTI('.rnvi~lia eh(' la mortalità 11011 ::-ia ::-tata. anche più alta. La Commissione d'Inchiesta lo spiega considt'mndo che in parecchie r.one la popolazione potè disporre di piccolli quan1ità di polla me, uova, latte, palai.e, castagne ed erhaggi ; 11ascon1kre, o proc u rarsi, a · peso d' oro, da militari n e mici, fJt1akhe altra partita di clcrra.tc; alimentarsi di saggina., tli frutJi selvatici e di erbe dPi campi; aYYantaggiarsi per la solidariet it fra le va.rie classi soc iali, che spi11se i m e no p ovPri .a soC'corrcrc dlicacem ente i più bisognosi (vol. 1V, pag. ,:l70).


MORTALI1'À R MORBOSITi\.

104

Devesi, inoltre, notare dm l'n pid,:mia influenr.i,1l e, l a quale tanto concorse au aggravare la rnorl:nl ità italiana nel 1918, assunse gravità molto rni nore nei pac;; i .n emici che nel nostro. mortalità della p op o la;,:i o1H: (' i v ile nl'l 1!)18 superò quella. del soltanto d el

La

mm

li"fo i11 I J11µ;il<'ri:1 , dnl 40°/., in Am,tria ( t eni tori o

attuale), dd l G "lo i11 ( : 1·r111 11,11 i:1., 111< ·111.rn in Italia l'eccedrn 1za fu del 76

°fo.

Ora, dal p1111l11 di 1·isl.a i1.::ienieo-sanitario, il \f pm•to

inv a so parl,<·•·.ipa va pi111.t.osl.u 1111,· 1·0 11di ;i:ioni d ei paesi ncmiei , (:oi q ua li <·1·a i11 co 11Li111 1(:

fr. ·,p w11 l.i <·1 1111 1111 i1·azioni p er

l ' intenso

sr:arnhio di 1w111i11i " di 11wr,·i dl'i., T 111 i11ai,o dalla prese1.1za d dl'csn n:il.o i11 vasul'l', c-l w :1 11, · c·o 11cli 1,io11i cl<'! rc·sto d'Italia, o ml'era nd:tanw11l r s1·pa1'11.l.o d a 111 111, ha l'ri, ·rn. i 11 1;.trissi m i casi valieata. ])'al tra p a rl.u '11i,llo st.1 ,si10 V 1·11 i-l.11 1·i111 11st.o 1111sl.r 11 la µ;rav itù dell'epid emia fu rni11on: c:111, i11 111e1llc· :i.11.r ,· 1·, ·;.; io11i il:ili:1111·, <;01ne fu minor e ndl'csen.:ito clii' 11\'lla )'op1>1:1 'l,i"1w , ·i l' il•· , ·rn ·l:111\'a. Uuai se l'i11fluc nza si fosse 111:wir1\sl.:1.t.a 1wll:i. r, ·;.;·i 11 1w i111·:1.s:1 {'0 11 (lnclla yio-

lcnza elie ha assu11to ;1.Jt.ro v ,·! No 11 " i li:, 11 1111 ,:l11 1i,, l i,·:1. ddl<· c:Lu:,c: di mortn JW r la r cg·io 111• i11 v11 sn. ; 111 11. d 11 •111111 ,i.11 si ,-;;1 ,-. l<·cito arg-11i r1· dw 1'1\pi1k111ia

i11ll11< :111·.i:il1 ·. li11 .. ;1

l11l l n ol.i.ohr, · J'.)] 8,

avm,sc\ as,.:11nt.o s1·ar sa dit1'11sio1w. I ,11 n ·l11 1,i11 111· l ',·rn ll10111·1· 11ff1·r1na (pag. f;(;rl ) <'iw

<

110 11 si 1:hl wro d11 r:111 l1 · l 'o, ·c·11 p:1·1,io111· 11 111,l:il.l.i,· "il1-

fol:tiv1• 111 1111if'1•,.:ta11Lisi i11 111 11.,.:,;11, prc·s,-;11 111 l'" i"'l 111,io1w , l.rn,1111< ' e ll<.' nel dist.rdl.o di ()1·111111111, dov e·, 11('1 p11nw cl i 'l'ri, ·n i i1110, ,-i do vet te eornhal.t.1·n· 1111'<•pid 1·111i11, cli Li fo s1·opl'i:il :1 i11 1111·0 1·1·i,-;;11l1e11tc fra

la p o po la:;.irnu , c:i vi l, · (-IO , ,11,,.i , 1·011 f, 11 H1rl.i 1 • . I : m,s1·r¼i o 11c m erita Jhlc ... lino :i.cl 1111 1·,·rl.o p 1111l.o : d:ill ,· i 1il'11 r 111:1 '/,io11i c he abbiamo riportato i ':.,;~; i, ri ;-; 11IL1. Ìiì jliif'l{' :-i ii11 · i diL i ; o ;-;;-:,1.·r,· i;iJlì O però che nei doeun1c nt.i r :i.1:1:o ll.i dalla I '111 11111 i~:'4 i111w l{, ·:i l,· l l(' ile terre i nvase non si parla q11asi 11111.i di i1il liw 11 '/,11 , ·pi cl ,·111i1·a manifestatasi anteriorm 0n tf~ a.Il a liI11 :r:1.'/.i o11c·. So ll.i11 il.o 1·,· r so la metà di ottobre d el 1918 si eo111i111·i11.1w a. ri ,-1·0111.r Hrc· d isposizioui delle a.utorith occupanti dirette a. JJ1'1\ V1·11 i n· la cli ll'11 s i111H· del m orbo (Ll ela.z;ioni, vol. V, pagg. f>67-f)ml): onli11(' di d , ·1 11111 :;.ia dei casi di iniiuenza e consi g li per l ' i sola.rnc 11l,o I (: 1'111111 111, I !", ol tob r e ), or dine d i d enun zia e precptti vari (Com (\f.;"I i:1,11s. ~ I ol to hrD), chiusura cfolk sc.11ol e


\'

I ~1011'1'1 Nl•:LLA Rl•:GIONJ,; INVAS:\

105

il, I tl l1,1r, •ll11 1,\l 11 1ii11;.;-" , :!:! ott.ol>l'c), chiusura delle .;euolc e delle

""'" t, , ( I'r11.vi 1-1do111i11i, :!:> ottobre) . .Non par dubbio dunqne che I', pl tl, •11ii11 1-1 i ;;i11 prt's1•11l.ata; ma è anche certo che soltanto in

pi , , ,,11,.isi11111. pari.,· ò derivata da essa la spaventosa mortalit.it tl,•11 11 p11p11l 11zin111: rimas ta ncll.a regione inva.sa. Tanto che la re111 1.1111... l',·r:1l.l1ot1(·r ha. potuto concludere .il paragrafo relativ o a l , ,·,·1·i1.i11 ;;1111il.:1riu con qnesta affermazione: "In generale, nouo11(11 1111 · 111. 111:1.11<·amm di nutrimento e le condizioni di vita anor11 11ili ,·11.11sal.1· dall.o stato di guerra., le condizioni sanitarie della !111p11li11.i111w c i vi h· nel territorio occupai.o furono buone> (pag. 6H4). I ('!',·r111 :1z io111 \ d.' inc r <èdihil.e impudenza, ma preziosa al nostro lhw. :1,, 111111. pari:(! uotevole delki morti avvenute n el krritol'io invaso 1111111,· d, ·ri val.a dall'influenza - - il cui cammino non aveva potuto ,.:., .,. ,.,. :,rri,sl.a to in nessun paese ---· l'oceupant.e non avnihhe man' ,ti" di 111dl.1·rlo in v ista, aLl atten11arn le sue respo nRah il il::'t. 1wr 111 d ,·, ·i111:i.i1io11e del popolo veneto. I :;, I >opo l'amtlisi <folle informazioni r aeco.lte nella regio1w ... ;·11p:i.L1, ci riuscirà possibile te ntare con rpw.lc he scrio fonda 1111·111.11 In spiegazione delle ditforemm di mort:alitit. risconl.rat<' fra I, · vari,· pn.rl:i di tal regione . Ln. sl:riseia di altissima mortalità. elle si stende dietro fa ('ro11l:1: nemica comprende i paesi che dovettero essere sgombra.ti dalla popolazione (e abbiamo visto Je t.risl:i conseguenze di tale s;.;·111nl.wro) P una parte di quelli dov'ess11 trovò rifugio. 1:; questa 1:i. z1111a più densamente abitata, e quindi più spietatamente sae..iw1.;g·i:i.t.a e tkvas tala 1fai J:111zi; 1n fona dcll'esereito invason' ,. 1·0111'1',o,sata dallo stesso Pera.1:honflr (pag. Hl 'I ) superiore ad un 111ili11111· di uomini, ma in qualche epoca - p. es. in g iugno, prima 1· tt(·I ('Orso d c:ll'offensiva ncmiea respinta dal nostro esercii.o - · d, ·1·(' :1.v ,·1T rag·;.;-i11nto e forse superato un milione e mezzo. La tl,· 11sil.:\ d1·1l(· l.rnppe in questa zona rendeva più facile la propag-11,1.ionc di. 111:1.la lt ic infettive da esse alla popolar.ione civile: 111'('f"(•s<·.cva il da1111 0 il frequente alternarsi di reparti diversi, c:h f' d1tll(• prime littP(' passavano a lle seconde e viceversa.


. 106

MOR'I'ALITÀ F, MORBOSITÀ

La seconda zona d i ali.a mortali tà - - quella littornnea - ha :,;offerto i cl.anni dei provv<·diinc 11ti con tro i malariei; ha ospitato anch'essa numerosi pro!'ug-lii ; <'. per se medesima m eno salubre

d elle altre. La tena ,1011a, 111< ·110 d<·11sa mente occupata da truppe nemiche, pi1'1 lo11ta11a d11ll a i'.0 11a dl'lle operm-,ioni tattiche, Jia. men o sofferto. La s111ldi visi11 1w tli ('ssa ill due parti: con pi ù alta mort a.lit:\ la p;1 rl.,· sd .l, ·1il.1·i,111:1.l1·-o<·l·idlintal e, eon m eno alta la ri rna11n11I,(·, si p11 ù ('01 111('1.1.,·r,· da 1111 ('anto con la maggiore povert:'l. di risor s(' 1i;1.l.i; rnl i iii' I J;1. pri li in pn.rl.n, claJl'altro con il più ing·or do s!'rul.la111 n11l.o d:i. l'SSa 1•111.il.11 soli.o i l dorni nio gcrmanieo.


VI

I ~10!/TI 1)1 1:LLA l'Ol'OLAiION IB CIVILI<:

107

CAPl'l'OLO SESTO

I ~lt 11( 1'1 DIGLLA P OPOLAZIONE CIVILE.

CENNI GENERALI.

I ,' ,wr,·,iso di 1uo r ti nella popolazione civile, durante la guerra, su pera i 1;1 11).lll)O. - La m ortalità italiana avanti , durante e dopo la g ue rra, in ,·n11f'ro11to a lla mortalità di altri paesi belligeranti e neutrali. Caratte ri s(i<.;111, comuni 11i paesi belligeranti nei periodi bellico e post.bellico. I 11 ;..:·1.mcr:tlc la mortaliti\, dopo un forte 1·iaho durant:c la g u e r ra, tcude " 1>ro8cg·uirc nel suo movimento discendente.

I . Ne.I triennio 1911-13 il uumero m edio a 11nuo dei morti 11ella l'"P"lazionc italiani~ era stato di eirea 681.000. S upposto eostante il liv<'llo dlìlla mortalità, n el quadriennio bellico (HllG-18) la poi'" lazio11 <~ civ iìc n vn .:bbc ùovui,o ùtuc una 1m·dia u 111111a d i 1.·.ini n 1;1;0.000 morti. Jnvrc:c si sono avute l e s<'gucnl'.i ei/'rc (ottenu te ,·ol sottrarre dati.e c ifre totali dei morti incli(:ati nnl M rwimm1.lu r/1'/ln vnpolo.z.ione i numt•ri dei rnoi'l.i di condizione • m il il.ari • rnmpresi in tnli eifrc) :

19] 5 1\:l]{j

1917 1!)18

W2.42 1 708.G44 688.4(i:3 1.148.f>Bf)

Comvle~,tli v:.unent.e 11d quadri enuio bellico la popola ziorn• (:i\' ile ha av uto 3 .277.961:l morti, in luog o dei 2.640.0(X) c he a\'reltbP a vuto n ell' ipotesi dianzi esposta. L'cec.:csso di (.;38.000 morti si l'iduce a poco più di 600.000 se si tolgono i H0.000 morti per il l.(' LTcmoto del gennaio HH5 : i n cifra tonda diremo fi00.000. A;.;g innto l'eccesso di morti della popolazione milita re (f)2:>-!'>,IO.OOO li110 all' 11 novembr e Hl18 e altri 10.000 cirea dal 12 no vemltre al 31 dicembre 1918), il totale eccesso di morti del quadriennio I!11 5-18 si può stimare a 1.140.000 c.irca.


.MOlfl'ALl'l'À E MORBOSITÀ

108

Questa 11011 è c he una prima grossolaua stima. V edremo più avanti ch e m etodi m e no ru dimentali conducono a valu ta7.ioni alquanto maggiori. l\fa :-;olta11Lo dopo un'accurata analisi de lla mortalità sar emo in g-r:1cl o di tenla r e una stima più precisa.

2. No n ahhi:11110 li11 qui eseguilo coufronli interna7,ionali, sebbc11c :ippa riss•· ,·,·id•·11tn c he avrebbero molto giovato all'apprez11anH·11l.n •·0111p:1r:t1.i,·o delle condi11ioni dell'Italia . L'omissio1w 110 11 è sia la ,·11.s 1111.I,· ; sollanl;o dopo aver e m esso in luce le diffi(:olLii. di(' s i "l'l'"'1g·o110 alla comple ta r ie ostr u7,ione della rnortaJilA d<·I IH'riodo li<'lli,·o, P al g iudizio i:;u di essa (per la m utala <·0111po:--iz io11n p1·r dii. d,•lla popolazio11e), possiamo eseguire compant11iu11i 1·011 1p111l.-l 11· l'r11l.l,o ed appr ez11arn e i risultati con la n e('('Ssa r ia pr11d(·11z:1. N(·,;li 11ll i111 i :11111i :111l (· r iori a lla g ncrra e uropea il s,1ggio di rnortalitit it.:ili:i.110 s i 111:rnl.1·11(1\T:1 pr cs,J'a poco ad ug uale ùist.1nza da.i 111as:-;i111i (' •l11 i 111i11i 111 i ne lla serie tlei i,;aggi di inorl.al il::ì. dd pritwipa li pa, ·si ol ' l;:11 r11 p;i.. Da l voi. H clcll'An1maire l n t ernatiourtl t/1• ,'-;[11 !i:; / i1/;/I ·, p1 1h ldi(·al.o da!l' rS'l' L'l' ll TO lNTElm AZIONAL'E DI ~·1·i1 ·1·1:-sT1cA ol,·s 11 111 i:111 10 i s(ig-ucnt.i ùati sull a mortalità n<>l p eriodo I \IOH- 1:1 n i11 pc·riodi prossimi.

N,:~n :1111

,111,:1111, ,I NN I II )

Russia Ji:uropoa. Romnnia U11ghcr ia Serbia S p11gna Bulgaria Aus tria Portogallo Italia Francia

1>1•:1 28,!)

:.!11,7 :,!,I ,(-i

;.!:1,7 :!:!,H

~:!,,I ~ I ,!'> :.!O,:,

~0 •.1 l l{,1;

~{01{.'l'.l Plm OHNI

German ia. ~'inlanùia . P russia Belg io Svizzera ltcg110 Unito Svezia . Olanda Nor vegia Danimarca

1000 AilITAN'l'I 16,5 16,4. 16,4 1:\7 Hi,2 14,1 14,0 I:l,9 13,6 13,2

Il precedentfl l:Ot1 fro 11l.o a s:-('g na a ll' Italia un p osto p iù basso di quello che le compel.u 11l' lla sca.la del la mortalità. Il saggio di mortalità calcolato nwdin.111.<· il semplie:e rapporto tra il nu-


V I • I MOl('l'I m:LLA l'Ol'OLAZIONJ<: CIVJLF,

109

1,1 ., r11 d, ·i 111 prl.i e q11eilo degli abitanti è un rozzo sl.n111·w11Lo di , H11q111rn·1.i1111<', t·o111<' bene hanno dimostrato i ùernograli. (Jiù ri' .,,.,..,,,.10 11.i s11.ggi di mortalità calcolati con riferimen to ad nua. l''' l'"l 111,io111• t.ipo (standard population), raccolti nel citato A11111 111ri11, v1·di:i.n10 migliorare la posizione dell'Italia; m entre la 1111,rl11 li l.:'t. i11 Ungheria risulta con qL1esto metodo di 24,3 pm: 1000 11l,i l11.11l.i <·d in Austria di 21,8 (proporzioni press'a poco uguali a q1l<' ll1· dia11:,,;i riforite), per l'Italia scende a 18,9; e p,tcsi che 1q'l 111ri va110 avere una mortalità molto minore si accostano a •1111·si.' ultima proporzione (Germania, 18,1 ). Ancor m eglio si r ende ,·c,1Td.la la comparazione ri<.:orrnndo alle !.avole di morta.lità. ConHid <•rn.11do le tavole caleolate per gli ultimi anni anteriori aUa ,.:;1w1Ta (anni compr esi fra il Hì06 e il 1912; non v'è co.i ncidenza ,·,.11,pll'i.a fr,t le epoche considerate pei· i vari paesi, ma v'è tale ,· il'i 11.1.nr.a ehc il paragone è lecito), si trova. ch n la (111rnta 111t,dia d,·lla vita era di anni 5fi,4 in Danimarca, li.i 5:J,4 ne l!' l 11g hill.cr ra ,. !;;1,lles, di ,rn,O in Gormania, ùi 47,4, .in Tl.a lia, d i 4 1,R in Austria. 11 n,eiproco della durata media della vita cosi il.niscn 1111 saggio di 111orl.al ith, t·lw nrnglio <l i qudli cakolati diretta me11te o <:ou rifori11H·uto alla popolazione tipo può conse ntire la c:omparaiiono; tale ,;a g-g-io risulta per l'Austria di :W,H morti per 1000 abitanti, per I' llalia di 21,1, per la Germania di W,4, per l'foghill.erra e Galles 1Ii 18, 7, per la Danimarca di 17, 7. La mortalità italiana appare così 11H.mo lontana da quella dei paesi più progrediti. 3. Rinunziamo ad og ni confronto condotto coi m etodi più corretti, per il periodo bellico, poichè per tale periodo non si hanno tavole di mor talità nè saggi calcolati con riferim ento ad 11na popolazione tipo. Ci limitiamo ad una comparazione dei sagg-i di morfaliti1 (rapporti fra il numero d ei morti e quello degli abitanti) ealcolati direttam ente sui dati delle statis ticlrn c ivili, le quali nei paesi belligeranti o non comprendono i m or ti in g uerra o ne comprendono soltanto una piccola parte. Consideriamo anche l'a.nno 1919, che p er ovvie ragioni può riguardarsi quasi un prolungamento d el periodo b ellico.


MOHTALl'l'À E MORBOS ITÀ

. 110

.Nou tenti amo alcun confronto t ra le p er dit e di v i te sofferte d a i vari p aesi p er ca11,;a u i r etl.a d ella g u erra. Soltan to u opo il com pim en to d elle 111011ogTali o pn m llel e

alla p r esen te, r i fer enti si

ai vari paesi lw l l i g-\·ra11t i , sai·;'~ possibile il con fr on to fra clat.i d efini t i vi. Co 11 f'r o 11 l.i di d :d.i prn vv i sor i son o già stati esegui t i in una

(Losses of' li/e caused H)23; Part Il, Tllc w od ll

p u bbliea11i o11 l, d Pl la l•'o11da:r.i o rw Camcgi e

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l•:f'(·.n i s:i;.::gi d i 11 1orl.a l it::\ p er il peri o d o b ellico, <'oni'ron tati

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·(·0 11 q rwl l i d,•I h i1·1111 io i 111111 \·diaJarnc11te a Hterior e

g·11p1Ta .

~1111;'1' 1 r•rm 10 00 A l\ l ' l ' AN'l ' I 8/11 / i

H nrna 11 i.~ TI 11g-l11•1·ia e l l oili;:i r i:L At1 8lria " I I :il i :1 I l11 r :111,·ia

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1917 -

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i'io11usl :11 tl.1· I' i 11q wrf',· ziorw tl, ·I 111 1"/,)',ll di (·011f'r on t o, la eomparazi o11 e 11()11 (' i 1111l i k : t ':4'."': t ;.; i Il ,·:1 ;1 11 1osl.r :1r <: alcune uni formità. - - -- t. I d:tti sono dt•x11 11l.i 11 1111 1' 1·u11 11'n., 11.;,.i 1111 i inl.erna.zio uali dcll'Anruu,ire StaU,:stiqu,e delJa ~:h .\ 'r1 ST1fiu 1,: C... ,::Nl:u" i. , ~ 11 1,, , .., 11'11 , N, •.. , l!J:!'2, pn.g. 200, sal vo alc uni, dei q uali iudiehia mo qui so tto lo fo11 li. ' I dati dal l!Jl5 in poi " "'" ' I ,·,.i I.i d,dl' Apcr ç1' amwel de la dé11wgra1ihie rleR .J.i,ver:1 p alJ!l du, 1nonde pubb l icn.to 11 1•1 1\ 1~1 : , dn.11' l ~ 'l'ITUT O I N'TRRNAZJONALE DI S 'J' A'l'JS'I'lt:A, a Confin i attuali, pel' ~ li n1 11ii da l 1!11 •1 in poi. " D ati tratti da.I '-1:lo viwcul.u ,l,•lltt 'Jw1wlo::io11e. 5Il dato per il 1919 è ri f~ri Lv i11 ,·s «LJ,,c111u11Lc n e ll'Annuaire. Lo abbiamo e orre t t o.


\' I I ~l<J lt' l' I DJ•: LLA 1-'0l'OLA½lON!i: CLVILI~

111

" "I 1'111 ·1si 1... 11 ig•Tn11ti (compresi n ella prima parte <lclla tabella) 111 11, .. r11il ili1 µ;,·111 •rn.l<! 11 0n m ostra notevoli riperc ussioni dello stato d i ,·.11nrn fì110 a tutto il mm; nel 1917 si osservano alcu ni non , ·1 1rn 1il i rial zi ; nel 1018 Ri ha, un brusco e gfmerale a ume nto, do, 11111 pri1wipal 111<'11tc all'epidemia inflnenziaJe. In Italia qu e::;to 11 11111 ,·1!1 0 ('.. 111ag gior e che in ogni a ltro dei paesi considerati, ec,·,·ll 111d 11. la so la Romania, p er la quale, però, l'atte ndibilità del d11J o, ,·. 111011,o d ubbia. Avvertiamo c h e nei paesi b elligeranti l'au111 ,·111.,, d, ·lla frequenza delle morti è in parte mascherato, nella i,11·11111;1,io11c del t:1agg io ùi m ortalità, per le v a riazioni avvenute 1w ll11 ,·1Hnposizione p er età delle popolazioni in seg uito alla di111 i1111zi01w della uatalitit, comindal:a <la noi n el 1916, mn in Ji'rancia, i i,·r111 a 11ia ed Au stria-Ungh eria nel 1915. NPi paesi n e utrali, la mortalità si mantiene stazionaria nel l" ·1·iodo belli co, fino a l Hl18; in qucRt'anno vediamo anche i pae::;i 11 .. 11 lwlli ger anl.i colpiti dall'epidemia infiucn ziale in rnhmrn n on 111 l'niore ai paosi b el lig·eranti (si eon f'ront:in o, p. es., ::-lpn.,.;·na. e Italia, 1 IJ:1.11da e Inghilterra). N1•l 19HJ la mortalità r ii.orna iu tutti i paesi, eeeettuat11, 1.l 1(011ia11ia, ad un livello m<>Ho prossimo a quello d'anteg uerra. 4. Negli an ni s ucees::;ivi, in quasi tutti i paesi la. mortalità discende solto il livello d'anteg ue rra, eome a ppare ùal seguente ,·on!'ronto: NUMERO ~H:DIO ANNUO DEI MOl{'l'T PER

1000

1912-13 1:nt-22

nomania. Ita lia

24,5 18,5 17,6 15.2 14,4

l•'rancia l'russia lk lgio . I nghiltcrra e Galles 13,6

22,9 17,&

17,5 13,8 13,8 12,5

ABI.TANTI

1

1912-13 1.')2 1-22

Sp:.igna. Svizzera Svezia Norvegia D,rnimar ca Olanda

2 1,7 14,2 1'1,0 13,4 12,8 12,1

20,8

12,7 12,6 11,7 11 ,5 11,3

- - t La magg ior parte dei dati pAr H b ie nnio 1912-13 sono il PRtrn ti d1>l citato A nnuafre Statist.iqu~; la ruaggior parte di quulli per il 1!)21-2-2 dal ci t ..tv Aperçu.


112

MORTALITÀ g M.OlWOSITi\.

:Misure~ più correU.c fklla tn o rl.alitit potre bber o forse attenuare le difTer cnze fra i dati postbellic i e quelli prebellici, e in qualche caso far apparin· liev <-111(•111.c 11111,g giorc la mortalità postbellica, invece che mi11or1·. l\la l,:1sla110 i precedenti

dati ad attestare

ehe l a gurn-ra 110 11 1111 l11s,·ialo (·01111: c rediU1, un grave rialzo della frequ enza dl'llt- 111or li; :1 111,i s, •111hra. indubitato che nella maggior parte (ki pa<·si sia ri, ·0111i1ll'ial.a q1l<'lla discesa d ella c urva della tnort~1lil;'i, <"li(· la g 11 ,·1Ta :i ,·,· ,·a. ittll'rrot:t.o.

I pn ·1·1·d, ·1di :,11111111 11.i·i ,·n1d'rn 11l.i ittl.<~rnazionali non sono d eslina l.i 11 Sl'l'\' i1·,· d 1 1,11s,· nd 111111 si.11dio 1_:ornparativo, p,·rli l:i 1i.l1·. l•:ssi lt11111111 l ' 111ii,·11 111"' di

neppur s u-

llH'I.L1•re in evid<~nza che

l ' andan1< ·1d.11 d,·11:i. 11 1orl :tl if:'1 11:-is,·n ·:tfo i 11 lbtlia n el p eriodo h elli,·o n i11 q1wllu poclll ,..lli, ·o ,·011, ·u rd :11 1wlln linee generali, con q11cllo oss1·n:tlo 111'1 r ,·sl u ,1i-1 1·1,:11r111,11 o<Tide11tafo e cen t rale. Corn:o rdatt:r.a di l ·lli'll i dw ri , ,·h

111 1: , 11111, , , .,1,, c·.onconlanza di

La g r ad11a:r.io11t· 111-i p;w ::i ,·111·11111 ·i . s1T1111dn l 'al t, ::1,:r.a del.lit morlalil.;'1, 1wg li 1tll i 111i ;1 1111i , " "" olt1l', · r11--, ·, · 1111111.o da, q1wlla d'anl,<'g 111·1Ta, ,. I' llalia ,-,i ri:.r .. ·;1 jll'<': ::: '; 1 p 11, ·11 :11 111 ~:l, ·s,.o po:.;Lo. P ,Lr·a g0n i pn·,·isi 11011 so110 JIO:-sihili , l" ' " ,·1111::,·;;11,·11·1.:i. dl';.J i spo::;1~'1rtH ·.11 1.i di ,·01di11i , 11<'11, • SIIJIJ'l'l'SSi1111i di ~ 1111 i, d, ·llt- f'ol' l ll:t.1/,iotti di 1111ovi SI.al.i , i-ili' la g 1w rra 11 :1. d, ·l, ·n11 i 1111 l11. ~In i d:tl.i copra rifer ii.i l 1;1sf;11111 p1 ·r 1111 pri11111 11ri,·11l 11111, ·11lo.


V II

I MOICl' I S l~CONDO I MESI

(:;1 Pl'J'OLO

113

SE'l'TIMO

I ~11 l l t'l'I . ~ 1,;<'<lNDO I MESI, NELLA POPOLAZIONE ClVlLE.

l!l p11rlll,lo 1111 ,iC'.11(, 111o rti per mes i, negli ultimi anni anteriori alla gue.JTa. e•.. a t,l'll :.d o11, ·. <li numeri indic i m e ns ili per il periodo 1914 1923, in modo " " ,·li11oi11a re le vnriazioni periodiche. Variazioni specinl n,ente impo rlu111.I .i..,11 :i 11101·1.alitit m esse in evi denza con tal metodo; loro cau•e. 1,:,..,,·Hso ,li mo rti n oi pe rio do dell'epidemin intlu<'nzi ale: ci rca 600.000, d nll'n;,:·oslo 1\) 18 al 1111.,rno 1919. Correlazione fra la curva delle morti de lle nascite. Ritorno a l n ormale nel 19:!J-23.

,. 'I'"'""

I. < _i,11 ;1s i tutte le analisi dei dati sulle morti offer ti dalle 111 1ii:I i,·111' dd Mrmim.ento della populazionc, p er il periodo beli,, " , ~·""" l.11rhal.c p er la prese nza, in questi da.Li, lli un certo " '"'"' "" di 111orLi ili militari, che non è possibile separare dalle ·ili ,., .. I .' i 11\·011vfrniente è m eno grave di quanto p o1.rc1Jbe a prima 1• 1tll:1. ~,· 11 tl1ra1:e, per la piceolezzn. de l rn ,mnro d eJJ e m orti di mili1:1ri ('0111 prcse n elle citate st.1,tist.iclie. III mcd ia. an n 11 :1., n e l l.rieunio Hlll-IH, le statistic he del mov i 111, ·11!.o della popol1w,io11e avevano compreso 1.379 morti m il ita ri. Nl: (:Ornprend.ono 1.31B n el Hl14, 8.722 nel rn.no:J 111·.I 19l6, 14.675 nel lfll7, 4f>.fi40 nel 11:!18 (fra i qua li 4.599 l'rig-io11ic ri di guerra e 502 militari alleati). La proporzione di q11l:sti morti militari sul totale dei morti compresi nelle statisf.ic.hc in esa m e è ili poco superiore all' 1 ¼ uel 1915, prossima :!.I '.! "lo nnl 191G e nel 1!)17, ::ti 4 °lo nel 1!)18. fkemlfmrlo ad :1.11alis i de LJa distribuzione delle morti, l'errore derivante clall' in"' 11s io11e de i militar.i si agg rava: per ese mpio nella distribuzione per m rsi (fatta eccezione per il 191 8) esso pesa sopratutto nel IH:ri odo primaverile-estivo nel quale è stata massima l'inte ns.i tà dl'-l lc azio ni bell ie hc, nella distrib uzion e per r egioni esso si ma11 ifi..~sfa sopratutto i n que lle parti del paese dov'erano c oneentrate 11111,g-i;iori masse d i truppa, o dove v enivano raccol i gli ammalati ,·d i fe riti sgombrai.i dalla fronte. Tuttavia gli errori c he possono

rnrn,

I l , M OltTARA,


MOln'ALITÀ I~ MORBOSITÀ

114

derivare negli apprezzamenti non sono cosi gravi da indurre a laseiar da parte il pre zioso mate riale statistico offerto ùalie pubblicazioni ufficiali; veùre rno ;mr,i eorne questo basti a mettere in e videnza le principali caratl:eristiehe della mortalità nel periodo bellico. Com i11<;nn :111 0 la 1101:,Lra a nalisi con lo sl.udio della mor talità p er s ingo li 111 1·:si. .J\ ll 'es posir,ione ed a l eornrnen to dei dati prern cttnn:1110 nl<'.u 1ic sn111pliei considerazioni di metodo. :!.

f,; 1iol.o

<"111 : la disl.ril, ur,io11e delle 111orl.i d 1u avve11g-ono

111 1111 pa<-:s,~, nel corso dell'a nno, vrese11l.a al,·1111<' 11..iJc pe riodi<·iU,.. 111 Ital ia, ne lla rne tlia a nnua del pn ioclo l'.1 11 - 1:l, s i era osservai.a la seg·1wnte <listribu'.lionc dcli,~ 111 orl.i st.:<:u11do i mesi:

6!',.~02 fi:-l.'1 8,, ( 1'rim<-st. rn d ' i11 vo r110

G e 111i:1io l<'(·bbrn io. M;1r zo .

1,1.!l:,s

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' l 'r/ 1111 ·n1r o di 11111,11 1111 0.

rno.715

I :,:,.r.r.:,

17G.277

158.168

'l\ ,'I' A 1, Ji; CiK() t1r,~,

Le cause della IH:riocl il"i l.:'i., 1·lw ,-, 1111:s:-:a i n ehiara vif,ta dal raggruppamen to de i daLi j H' r l.1'11;1; •:-:l.ri , :::0 110 ben n ote ai demografi: il massimo inve rnnlc : s i ,·o ll, ·;.;-a principalmente con la m aggior falcidia di v ite s1:11 ili p rn vo1·ata dall' inelernenza della stagione, e secondariarnrn1L<: clni l'a dalla mag giore natalità del primo trimestre, che a ccre:::cn il numero d elle tener e esistenze


V11

I MOl!.Tl f-J ICCONDO I Ml~SI

115

, ,,..,11,, 11 ;.: n11·1· r iiwliio d i morte; il massimo eslivo dipende ,,11 11, 1,,,i111i, ·11', · dn lla 111inore resisten za delle vite infantili ai 11111.. 1'1 1'11l " ;~1·11i 1 1wi 111t·si <':tldi. Taciamo altre cause di minore 1ll l,·1", l'"il'i1,., q11i i111porta, soltanto stabilire l'esistenza della i " 1·!,11 11, ·iU, :i,·,·, •111111.la, per dedurre che n ello studio della morta1111', l'•'I' 111< ·:-.i ,·on viene eliminarn e glt effelli, ove si voglia, come ,,. ,1 111;;ii11 11111, 1wn indagare l'azione di quelle circostanze che 1111n,.11 l11w11i.n dd.enniuano la distribuzione per mesi delle morti 11 1·1·,·11111,· 11<'il'a1mo, ma ricercare invece gli effetti di circostanze d ii ,·n" ' d,tllc n ormali, aventi a g ito in un inte rvallo di tempo , 111il r11;.:-.1·~·nato da eventi eccezionali e sini:;olari. :1. l',·r eliminare le variazioni sta.g ionali, invece di consitl, ·1111·,· il numero assoluto de i morti in ogni m ese di 1:iascun , 11111" dnl 1\114 in poi, c onsidereremo il rapporto fra d e tto 11umero ,. '!"' '" " 1·111Ti!sponrlt>n l.,-, allo i;t,,:~so m <>F"<' nPlla 1w:dia anntia. del l'.1 1 I 1::. l'l'I' esempio, il numero di 107.07G morti, e he s i rist;ontra. 1\l' I di, ·1·111brc .l'JJ S, messo in rapporto col n11111 er o 1ne uio annuale d,·i 111 01'!.i in dicembre nel 1'.)J 1- 1~ (cioè con 57.515) ci indica 1111 1111mC'ro di morti ug-uale a.I 18G "lo del normale di qu1:il 1r11>f;e; il 11 11 111ero di 4 7.4:12 m ori.i n1\I luglio l!)H), in rapporto a 62.274 11H1dia di luglio del triennio rnll-1/l - indica un uumero di 111 0 1·Li 11g uale al 7u °lo del n orm ale. Insomma, p er eliminare le v:1ria:t.iuni stagionali, non fare mo a ltro ehe ridurre i dati asso1111.i a numeri indici, prendendo come riferimento p er il dato di ,·i;n,;e u11 m ese il dal.o m edio del corrispondente m ese del 19 11.-13. ( 'on q1lf's l.o m e todo ottenia m o i seguenti numeri indici, per i sette :rnni dal 1914 al 1920, e p er il tri ennio 19~n-~3 eornplessiva1111•111" ,·ons idcrato.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

116

NUMERI INDICI DEI MORTI IN CIASCUN MESE, POSTO UGUALE A IL NUM.Imo MEDIO DEI MORTI N ICU,O S'l'ESSO MESE NEL TRIENNIO

100

1911-13. Mt' llin.

/ !Jf·/

l!J/5

101

Ft>bbraio Marzo .

!JO

1•16 102 1(18

April o.

!15

102

M11gg-io C i11 g-110

\)8

L 11g-l IO ,

89 90 91 100

97 lOL JOG

Gennaio

!IO

!-).:1_

J\ g-<,810 . S,·LJ.cmhrc

On ohrc Novembre 1)icc m b rc.

!)7 97

No11 s1 dim r 11l.i1:hi

1916

19171

1.918•

1919

1920 1921-23

116

!l5

116 110 101 109

103

139 111

133

102

107

94

98

!Jl !H

82

109

87 87

102 9l 97 102 102 102 JOO

102

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98

103

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94

111

104 105 106 110 11 l

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102 97 87 87 90 90

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98 90 96

1:20

2:, I r,!1,1 :i,1,1

87 89

1 IK

1°11

llO 108 9!)

10:,

98

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l OL 111

lOl

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9R

1(11

dw i n oi:;Lr i 11 11111,Ti i11 d i, ·i sono stati dc-

s111il.1 dal l e l'i frc assol11l.1: lll'i m o ri.i, e 111111 d: L r :1pporl i di 11wrl.ali U1, 1wr 1·11 1<-olare i q11 a li sa r Phlw o,·, ·orso , ·n111 ,,-, ., ..... 11ws1\ p rr nwsn i l 111111w1·0 1111•d i11 d1 ·~·li ahila11l.i : 1111 11wrc, , ·11 111p11l.al1ik so ll.11,111 0 1·011 l11.rh·11, d ose, d '11,rl 1il.rio n d1u d 'all.r .. 11d, · 11011 Ila avuto v11,r i a.;,,i <> 11Ì ;..:r:i.11d i ~:i, i 11w

tl<'I

1w 1·i,u lo 1·c,11 s id,·l'll l c, .

,I. Nl'i 1!11,1 i l 1111111 ,·r n i 11 d i.,,· d, ·i 1111,rl i 141 111a 11t i e n e basso in l.111.! o i l ,·nrsn d , ·11 ·11.11 110, 11<> 11, 11-i l 111il, · I ' i11 t.- 11so all·lusso, ucl scco11do s,·1111·sl.n ·, d1 pn >11 1;·, l 11 dai pi ll'Ni , ·111rn.1.i i11 g u erra e nonostante

l' im11H·dialo r i s l11 g 1111 tl ,·11, · , ·11rn· 11I i , •111ig ratori e : fattori

entra mbi di au11H·1llo d \'11 :i. l '"l'"l11·1,i o1w nss, ·1·v.1Ja . Convi e ne p erò rifl et ter e ch e 1111 a111111•1Jl.o d<'II ' I "/ 0 , ·ir, ·:1. 111:I 11umero

degli

esposti

a morire, come quello , ·n ;.:;io1111.! o dag li 1uTl'1rnati fattori, non po-

1 Abbiamo corretto mf\clia.11 tn 1111'n:~~ i1111ta dt-1 30/o i numeri inrl ici calc olati p er il IfH7 e mPdia11t<' u11 1n;:;.:1111>1a d,•I '.!,·1"/0 fJ lll'lli calcolati per il 19 l8, a ll'intento rli comrr~ndf'rvi i mort..i 1wl l11 t•·1T,· i 11vn.::-;l.' 1 d ei qnali è noto l'approssima.Livo nume ro, ma. non è nota. la. d i:-11.ri ltu i.io, iu .secondo j rr1esi .


VII I MOltTf SE CONDO I MESI

117

1,,111 •'H " 1·,·ll111·1• g rn11d0 i111lustio s ul numero de i morti, tanto più 111 q1 11111l11 I r1· d1 wi o i non emigr ati p er conseguenza dello scoppio d, •1111 ,;11,· 1T11. ,.·111·opea appartenevano in buona parte a gruppi <l'età 1•, l11 1'11 1il li 1· 11111L11 rc, che danno scarso contingente di morti. Nel 1111 1,, Il l,r11s,·o sali.o de l numero indice a 146 in gennaio è esclu,d ,·a ,·rn1s,·1::111·11za. del disastroso terremoto che miete più di 30.000 l' it,· . I >a rl'i,hrnio a maggio il numero indice oscilla, con tend, ·11·1.11. 11. 11m11t<'ncrsi superiore a 100. Dal giugno in poi- cioè d11 ll ' i:iizio de lla nm,tra guerra-si mantiene sempre superiore 11 100, vrn1 1111 nrnssimo di 111 nel mese di dicembre.Nei primi 1111':-11 dd IfHu il numero indice sale ancora (a 116 in gennaio ,·d i11 r, ·hhraio) ; poi ridiscende, mantenendosi però sempre supel'lon, 11, 100 fino a tutto agosto. Gli ultimi quattro mesi dello 1d 1·HH11 a 11110 sognano una netta diminuzione nel numero dei morti, ,.,., 1,11111·111.1 '. favorita dalla diminu7,ione del numero dei nati e quindi dq;li 1·s posti a morire nella prima infanzia. Nel 1917 i numeri i11di1·i rimang-ono abbaslanza bassi nei primi otto mesi, fatta ecce:t,io11<· per marzo cd aprile; nell'ultimo trimestre segnano una l,rusca variazione, che probabilmente in pa.rte deriva dalle dolorotin v.iccnde della popo1a7'ione veneta. I primi sette mesi del 1918 n·cauo di nuovo basse cifre di morti; dall'agosto appare palese la tendenza all'aumento, che si accelera nel settembre e culmina 11c1l'ottobre, c on un numero di morti quasi sestuplo del normale. /,on questi gli effetti della epidemia influenzialc, che proseguono a manifestarsi con decrescente intensità nell'ultimo bimestre del rnl8 e n el primo del 1919. Nel marzo di quest'anno il numero dt:l lc morti è gi:\ disceso sotto il normale e discende ancora nei rnotii s uccessivi, fino a1 livello eccezionalmente basso segnato dal 11u rnero indice del luglio (76), non a caso coincidente col più ba.sBo nu mer o indice mensile dei nati vivi osservato durante l'inte ro sc:::;Bcnnio. Nella seconda m età del 1919 il numero indice dcJle morti risale celermente : in novembre giunge a 106, in dicembre si mantiene a 98. Nel febbraio 1920 si manifesta un forte ria lzo del numer o indiee; un minore rialzo nel mese successivo: dle tti di una nuova ondata epidemica; una seconda, m eno ampia e


MORTALI'rÀ E MORBOSITÀ

118

meno profonda ondata si manif'estn in ottobre ed in novembre; n el resto dell' anno il numero indice si mantiene, in generale, basso.

Il tri ennio 192 1-2,l Regna il ritorno della mortalitù al normale. Consideran do i t rn anni tntti i n sieme, si vede che il numero i ndice no11 sl qwra di molto in nessun mese il livello d'anteguerra (la. 11 1assi 111:1, eccederrna è quella del genna io, ed è appena <ld ~ 11/ 11 ). Nd trim estre invernale il numero d ei morti del I !12 1-2,1 1\ i 11 fPri ore del 4,5 ¼ a quello del lflll-J:l, nel trirnnsl,rc pri111n v<'ri l11 è inferi ore dell'll,4¼, n e l trimcsl r e estivo

è inf'ninre dei. G,1 %, nel trimestre auLunua.k ò i 11 1'1 ·riorn 1Jel 0,0 "/0 • ·11 n111n c,ro dei morti si mantiene d.u11q1 1<· solfo i l l ivello d'a11l.1,g11c rTn sop ratutto nella primaver a e n e ll'<•,d.al.c ; si aceosta m o tto a q uel liveJ l o nell'autunno. Diffore 11;r,a <·(·rl.a111(i 11l.c non accidentale, che in parLe p Ltò derivare da vari:i.,,i011i avv(•1111tc n ella eomposiz.ionc della popolazione: è ì11l:d.l.i :11111 1,·111:i.l.o nnl dt•c.ennio il numero dei viventi nelle eth s<·11i l i, dw r11r11 is<'ono mag g.ior contingente

di morti nello stagi oni 1111·110 1·!,· 111 1· 11 1.i, 1·d ò diminuii.o

:il numero chi-i v i-vcrnti ll<~lle d.ì. ·i 11 f'a 11l,ili, ,-0 1..::1..::•·ll.i

:i.

l'orl.1) n 1orl:alith

pari.e la clill'i-1T11,',:1, 11::::,·n·:d:1. d 1; ,· 1· d (·rivarD anche da diversa inteusitA tl' a;r,io111, di nk 111w , ·:1.11s1·. d i 111o r l.1, nel

n ei mesi ca ldi. M:a in

dopogue rra in eo111'ro11 to :1.ll'a1l1,1·;.;-111·1T:1.: si ,\ :1!.l.1 ·11 1111,ln l ' a z.io1rn

di ale111u·, si 1ì a.~·gra val.a od i, ri111/1 sl.11. ,;l11:1.i11 1111.rin l '11,;r,i1>11.e di altro, 1w1· <·.i 1Trnd.:1,11z,1· 11,!111(·110 p:i.1·,,ial111l'11l,1· ,·n11111·:.;:.;1· 1·0 11 In g uerra, co rn o V\'d n ·1110

11.

l.<·111po oppol'l,111111.

Sn si (·011:.;id1 ·r:1,110 H•·p11 1·11.l11111<'11k i 1111 111,· r i i11di('.i mensili' d( :i 11111 1-l.i i11 1·.in,-1·11 11 11111 11, d a l l'.1:! l n l l '.1:t::, nppare visib'ile una nuuv;;, o:: d; :Ja :·pid:· i:i i:·: :., : · !::·. !:::. i::i;·,in ::: ·!l 'n !.tu!;re 1921 e ter-

1922 al gennaio l \l~il. J\11:i. l'n l l1 ·z.z.n d1·l l1 · :.;111·<·1 •,-si v(, ondate va deerc-

mine n e l l'd1l 1r:i.io 1\1:~:!, 1·d 1111 ' 11 l lrn. l'i l<' v11, dal. novembre

~ ~ ---1

Ecco i numeri i rHlici IIHlll ~i li pni· :~li

aen. 1921 19.12

89 12<l

1923

98

a1111 i di.I

1921 al 1923.

1,1e!J. ilfnr . i l1i r . Al((.!/ , fliu . /,n y . il yo. Seu. 8.1 110 97

87 87 87

~! )

!)Ù 8,')

100 9fi

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94

99

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Sf j

94

85 00

Ott. 102 92 93

No11. Dic. l OS

107

102 Oi:l

l Oì 00


V 11

119

I ~11 l ll'l' I :-il~CONDO I MF.Sl

" , 11,111, 1.i, ,, ,11 11 d, ·I l'.II S- 1'.I 1·1il111in:i. ne:! numero ind ice G80 (otto1111H1, , 111,·1111 d<'i l!l:!0 rag·µ;i 11 11ge 133 (febbraio 1!120), quella I 1\1 ' I :•:• 1111 ·, ·n 1~0 (~~1,111H1,io 1.9~~), quella del l!l2~-2:ì gi uuge 1qq11 11 11 11 111'/ . ,..;,,,11 iJ 1'a110 µ;li e<.:hi successivi, di mauo in mano

1,1,

ti ,

1t1 11 1111,·lii, <1' 111111, g l'a 11de esplosione. Le ondate si manifestano

nell'inverno: ecco un fattore della relatirnortalitA in queste stagioni, dianzi osservata.

, 111 1>1• · 11 ,·ll '1111l.11 111 10 e ' 111111 ·111, · 11111 ,~gion·

!,. I 11111 sg-11:1.rdo a.I diagramma del numero ind.icc mensile dal

afoterà a raceoglier e ed a d ,,HH1111 w r1• 1,, impresRioni R11l movirnc11to delle morti in quel

f'.••111111i 11 i '.ì l -1- a l dicembre 1fl19 <:i i" ' l'l11du. 1\, ·, ·;1.1tl.o a l ,,, w 11.. d (' ll1·.

nnmero i.nùiec d elle morti ab biamo disegnato 11ascite, ehe conviene tmicr presente nel cornme11to.

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I-H,

1 - 17

N umeri indi ci mensili clel numero dei m o rt i (Jin e:i. continua) e di quello tl ei nati vivi (lin ea. pun teggiata.).


120

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

La visione della c urv a dciJlc m or ti ueseritta nel diagramma dei numeri. indici mensili s ug-ge risec q uasi irre sistibilmente l' impres sione che l'unica ri pr\re 11 ssio11c ve ramen te g randiosa degli eventi dell'intervallo co11:-;id ural.o, s ili la morta lità della popolazione c ivile, sia quella <lei 1wriodo au l.1111110 1918-inverno 1918-lH. L e altre oscilla zioni 11,ppnris<:011 0, a l. confronto, tr a scurabili. No n sar:'1, i111il,il<· riportare qua lche c ifra assoluta por dare p iù pn·<·i:,;;i, id, ·:1. d,·lla ;.;randczza dell'aumento di mortalità a vvrn11i1 ... 1wl J)(' riodo ora aeeennato. Confrontando i numeri d ei 111orì.i 1w~ li 11ll.i1n i mesi tlel 1918 e nei primi del l!H!J c on quelli 11wdi <i<-i 111orl.i 11e i eorrispondcnti m esi del 1911-rn, otte niamo i s ,·g-111· 111.i dat i, e ll e s ono rappresentati gra!foa mente n el diag- rnm111 n alla pa,:.;·. 12 1. E ccedenza del n umero d,i nwrti A 11,,i

Me•i

1!) 1.8

C iugno Lug-lio .

l '. )l !I

nel 1nese i nd ir.alo 1m,l num.ero 1ned io dei m.or li nello stes~() ·mese nel 1//Jt- l i!

285 l. 2\H

J\ g-osto ,

10 .:1:.!!)

8ette111brc.

77.!J!)!I

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Mn r ;r.o .

I.O:,:,

Apri l o: . !186

:::iornrua 1Hlo k (·1 ·< ...d1·11z,· di 111orli :1.1 :,·.n rtate dall'a g os to 1918 al marzo mm s i ol.Lie ,I(' il 1111111,·rn d i :1,12.457 morti, come ecced enza eornple::;s i va i 11 co 11 l'rn11l.o II I 110rn1ale . Se si conside ra t:11<: a q11 <·s t.o 1111111<,ro va nno aggiunte le morti reg istrate ualle auto ril.:ì, 111ilil.nri 1· quelle a v venute in prigionia (l'omissione delle <1ua li i_, solo i11 pic<:ola p a rte compensata dall'esser e c ompreso 110.lk. p1·,·cud<' 11l.i c ifre un cer to numero di pr i-


V J I • I MO 11'1'1 SJ!;CONDO I MES1

12l

111·11 1w1 111nri,i i11 Ttalia); se si considcn.1, i11o l l,rn c he per 1 ,•n ,1111111 i11 vmd i 11u111eri di morti indicati nelle statisticlrn ufficiali

1• l 111tl, · l'i

11 11111

l111'niori nl vero, eonviene arrotondare a fi00.000 il numero 750 r-- - - - - - - - - - - - - - - - - - . 2 5 0

200

----------

- - - - · - - - · - - - - · - - - - - · - 2 00

150

- - - - -- - - - • --

----------- ----- --- 150

I 00 - - - - - - - - - - - -H-+-t-+-H- -

- - - -- - - - - - - - - - -

100

so ------· - -- - -- - -------------- so I I I

o

o VI

VII

VIII

IX

19!8

X

Xl~

Il

lii

IV

V

1919

Eccedenza. del numero dei morti negli ultimi mesi del 1918 e n ei primi mesi del 1919, sul numero medio dei morti negli stessi mesi n el 1911-13.

d ianzi trovato, per misurare, approssimativam ente, la _pcrclita di. vite in m·isura superiore alla normale eagionata dall'epidemia inf:lucnziale nel periodo in esame. Cercheremo wla r iprova del nostro calcolo più avanti, quando passeremo all'analisi delle statistiche delle cause di morte.


122

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

6. Le

successive ond.it1\ c·p id1i 111iehe h a nno r ilcvau :,,;a trascu-

r abile in confronto a qll\\lla tl1 •lln 111:i.g-;.;fo r e onrlal.,t tlcl l!H8-19:

il numero dei mori.i i11 p i ,·, , it-1 110 1·111;1.1., <'\ d i ~!>.400 nel fc hbraioCi.~mo 11,•l l' ollol 1n·-11 01·1· 111l>rn d\'llo 8tcsso ;urno, di 28.f>OO n ei l'i11q111· ll ll'Si tln ol.lol, r, · 1\1:.! I a l't-l>hraio l!l:!~, di 5.300 nel 11ov1·rniln·-1li1·,•11il11·1 · l !I:!:.!. 111 l.t1l.l.n li!>.·100 111orti i n pi ù del marzo 1920, cli

nonnaln: 1·i 1·1 ·a 1t11 tl, ·1·i111 11 tl, ·11:t. ,., .,·,·;,,i1J1 1.tl1· 1><·rd i l;1 ,:i l'itc del.c-rn1i11;tl11 1l.tll 'q ,i tl, ·111 i11 ,i<-1 1\1 11-i- l! I.

7. I ,';q ,l'n ·,·:1,;11111',tin ,·lii', ;ili' i11 1'u or i <ld pam·osù aggr ava-ll lt' lllo tll'll11 111orlal il i 1. 111'1 l!I I H- l !l, la g-11erra 110 11 abbi a avuto 11 111·,· 11,ol.,·voli ri111T1 ·11ssio11i s11lla frnq11 u n7,a d elle morti si deve ;tl'l11:1.11Lo 1111,d i li• ·: 1.r, · s,•. si g-11anla J'a,nlarnento d ella curva dei 11 111 11, •ri i11tl i 1·i tlt'I I,· 11;1~1-ii.1', la quale da.] maggi o 1915 in poi i.-11tll' 111'1.l :11 111·1il,· ,. 1111.isi i11i 11!1-rrot:tamcntc al la discesa, fino

al

111i11i11w tl,· 1 l11p;li o 1!1 1'.I. No11 01 ·.1:01Tc~ esser, i profondo i n dcm o;:1·,tli;i, l"'" i11l.1'11tll'r<' q11a11l.o i1lfl 11i s1·a il 11t11111·rn tl1•l l1i naseitc av1·,·111t1, · i11 1t11 p,,ri utlo 11 11· 11sil,, st1I 1111111 ,·ro d1•ll n 111oi'l.i dell o si.esso 1111 ·s,· ,. ,l.·i 1111·si pi1'1 vi, ·i11i, 1•1•1· 1·011s1'.~ 111 •11 za tl,·l l ';tll.11 lril111l.o c·lic l: 1 p1·i1 11 :1. i 11l: 111,.i;i. p;11,a ;dia 111or l.1•. Nl'I

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l '. ì! K 111·1·,·lol 11 · d111·1tl11 •·:,sl'n: inferiore del.-

I' 11 - 1:! "/ ,. ;ti 1111r111:tl ,·: 11,· ... l i ,.,.,,; l'"'" ''"! .. ,!!i z!! !U18 l' j n flnsso d('l l a rido l.la 11111.ali l /1. ,·. 111i11 11n ·, 11111. l1ill ';tll.r o dtc trascurabil e. <~,11incli l 'ost' illnz io111 , d, ·l l: 1. ,·11n·11 tl,·11,· 111 o r l.i intorno al livello

1916-18 in c ui il uumcr o d r ll1~ mori.i avn·l ,I ... 1'111·111 .. , n p:Lr ità di ogni altra c ird ' a.nleguerrn, in 1111 p,•ri, 1tl11 1·0 11w q1ll'llo d e l

costa1rna, diminuire g-rn.d11:1l11w11I.,· 1w r 1·011i;;cguenza della prog r essiva diminuzione d1\ll11 11111,w il.,· 1 i11tl i, ·11. in r eal tà un eccesso di m orti

nelle età 110.11 i 11 l;111l.ili ,. 11 11 ,·011 Linuo aumento di tale ecHl I 5 in voi .

eesso dal


\ ' 11 l Wrn'l'l Sl•:CO.NDO I MES I

123

l ,11 ,·11rl'l·l11 ·1.i 111 11· tra la <:11rvu. delle morti e q ucl ln delle na111 11, , ,d r l l'•·ln 11 11 ·,·st.rn111a cl1·Htra d el nostro ùia1,;nLm111a, rn,i 111e;;i 11111 ,·,w iil' i 11.I 11111.r1/.o 1!H9, quando, avendo cessato d i a g-ire le , 1111111 • d i 111111'11 · s 1>1Tinl i del periodo bellic o, ed essendo l.<·rniinata. I', 1il,li-111 i:1 i1il l11<·111/.ial c, le v icende della natalità m os l.nu10 vi,;ilo1 l1 111 ·1d,· In loro a :t,iouc su quelle d ella morta lità. Si noli la eon' 111 11 il11 11za l'r:i. i! minimo d ella c urv a delle morti e quello deUa , 111·1·11 dl'll,·. 11a s1:it.n (luglio Hl19) e il successivo ar-cendere dell'una , 111 più rapido asGendr,re dell'altra. 11 n;1111ero cece,;ionalmente alto dei nati n ei primi mesi elci. l \ l" O ,,. !'al.I.ore solo ,;eeondario dell'alto numero di morti nel febl, n 1i,1-111:1rw d i (]nell'anno . .B;, in generale, da l 1921 in p oi la l'lp:1d.i1/,io1H; ddlc naseitc n on difl'erisee moli.o da qu ella d'ante;·,111·1'1':1, s i<'.<'116 non può molto influire sulle varia:!.ioni dei n11meri 11,di,·i dl'!l e m orti. Si 110!.a, però, nn numero di naseil.n mi11rn·11 ,... 11:1. pri111nve ra (2,1 % m eno nel. H)2 1-2:1 d11~ 11nl 1!) 11 -JH) l' ,.,.Jl',·s Lal.n (2,H "lo in meno); 1111 n11m er o rn a.g-giorc 11e1l' it1 Vl'n 10 1 1,'.1 ''fo i11 pi11 ) <: nn numero vrcss'.t pof'o 11g11,1,h, n e ll'auL1ui110 11 (1 1,·! / 0 in meno). Quost<' var ia:t,ioni ne ll a d is t.rili11:t,io nl' sln.g-io nak d, ·lk 111tseitc eoncoITo.no, in via scc:on<laria, a. spiegare Jc varin1.io 11 i avYonute ndla d i,;Lrib117,ione stagionale d elle rnorl:i. 8. Le eons idera7,io ni fin q ui esposte ci indicano la via da s,·g1iire p er unn nrnno Rllperfk iale a nalisi dello s volgim ento della 111 o rtalità n e l periodo bellico. Non è possibile prcseimlerc, nell'nppre:,;7,a rn ento della. mortalifA, da,lle v mia:,;ioni avvenute nella ,·omposizione por età della popola :t,ioue, e sp<'P.i:1.lm eT1t.c rl::i lln dim in uita n i.p pri·R<\11ta117,a delle età infantili. Si ùirnoRf.m pf:rf:ant.o i11dispen sabilc l'anali,;i d ella dis tribuzione pe r età dei morLi. A ualis i alla (JHalc passeremo più avan ti, dopo avere esaminato Ja. distribuzione r <>gionale delle morti, che è ut ile cono::;(·crc p c1· poter eircoscrivrrc n ello spazio le manifesta,zion:i cn.r atf:<' r istiche d vIla mortalità negli ultimi an ni e poter quindi pi ù n µ;<'\·oJrnente l'isn.lire dagli effdt.i alle cause.


I ~· I

~l< Jl fl',\l.l'l' A 1,: MO lrnOSI'l'À

9. Prima di 11 lil ,1 11 1d .. 1111r,· cpw:,;l.o argom ento della distribmdone l'• ·r mesi dell1· 11111r1I, clnlil oi1111tc, l'l'l'ùrispondere ad una obbiezione c he forse si :,;11ri, 11 11'111 ·<'1 11111. 1tlla mente del lettore. Nel confronto tra i dali 1111·111, 111 11 1>1,111 11 1<1 l.ra:-;eurato di tener conto della circostanza d tc · 111 l'"l'"l11zi,.11,· ('lii essi si riferiscono si va assottigliando d11 l 11111 1·1·. 1" ilc ·I l'.ll f, all'ottobre del 1918 per corn;eguenza della l'"" " r, ·1d , 11 111111,il il.:1zioue della popolazione maschile o della i1wrn·p11rn ·1.l11, .. , cl '111111, parte cli essa nell'esercito ·operant<', i cui 111orl1 '" l,1101111. p11rl,, s l'uggouo alla statistica civ ile. Risp onùiamo dw liii, · , r, .. ,,1n1,zrt 0 (;Ompensata dall'altra che una partn delle 111111·11 1111·,·11 111" in i,;ervi zio militare :,;o.no comprese nelle s tatiHl1..J ,,, ..i,·ili ; il <'Otnpenso è soltanto parziale (almeno 11cgli anni l'. 11 1, l 'i 1; lul.lavia basta a ridurre l'errore in mis ura tale da ren"'"'' ' s,·111n,i;.;lial.>ilc ogni tentativo di <'Or rnzione, che riuscirebbe :,rl>il.ra ria.. D'a ltra parte, in. seg11 il.n, ,·011s ide rando separalamente 111. 111or!ali th <lei due sessi, potr emo ovviare all'inconveniente ora a ccennato.


V111 - I MOICl'J s 1,;CONDO LE REGIONI

125

CAP l'l'OLO 0'1.''l'AVO

I MOll1'J, 8ECONDO LR REGIONI, Nl•: LLA POPOLAZIONR CIVILE. I ,11 111111'1.11liLi'L dl'lle varie region i 11egli ultimi anni anteriori alla guerra. Varl 11~.io11i ddl:L mort.alità dal 1862 al 1913: generale tendenza a lla di1«·c H>L. H,i partizione delle morti per reg·ioni nel 1911- t:l: costruzione di 1,;,;111\ri indici r egionali pe:· il periodo 1914-23. Vicende della mortali11\ 11cllc varie regioni in tale periodo . E ccesso di morralità c d e ccesso d i 1110,·ti 11ellc s ingole r e~'in11i, nel 1!)18. La mortalità 11el t rie nn io l !)~ J-2:1: quasi generale diminuzione in ·confronto all '11 11tegu r.rra. - Eccod,·11:i:a di quasi 1.200.000 moi·t,i nel quaclriennio be llico, in confronto Ili 1111111e ro normal e : come si dis tribuisce per regioni.

I. Il livello d ella mortalitù era notevolmente ùiver :;o 11cl lc 1!1·:1T ~;e r<'gioni itnliaue, nf'.g li Hlt.iJni 111,ni :mti,1·iori nlht. g-11rn-ra.

il nu111(•.ro 111t:dio ann uo d<·i JIIOri.i 11-i,n:1( Li g'11ria ) e di 17,00 ( I'i 1·mo11te) a massimi di :!:!144 (Basilicata.) L' di :!:!,4:! (P ug lie ). I pi i1 a lt.i :,aggi di mor talità crn uo da ti dalle reg ioui m e ridionali ,·d i11f; u!ari, i p iù ba,;,;i da Qlll'lln Rnf.l.nntriona li e cenlrali. l:'er un confronto più rigoroso occorrerebbe disporre di buone tavole di sopravvivenza regionali; si h anno invee.e soltanto quelle, i11tclieissime, pubblicate in a ppeudiC'e al Movirnento della popola,: ione, 1914, che s i riferiscono a l p eriodo HJOl-10, in eonfronto :il quale g-li ultimi anni anteriori alla g unrra avevano :;egual.o 1m forte prog r esso (rnorLali t.A. m edia italiana nel. 1901-10 21,5 p1-r 1000 abita nti, nel 1911-liJ 19,4). Riferiamo più avanti (pag. 129) i sag·g-i di mortalità regionali (·alcolati per il per.iodo 1911-13: qui poniamo a raffronto i sa g·gi di mortalità calcolati direttamente, m ediante il rapporto fra il 11umero dei m·orti e quello dei v iventi, per il decennio ' 1!101-10, con quelli calcolati dalla durata m edia della vita indicata dal le citate tavole di mortalità regionali, col m eloclo c onsueto ai d em ografi (o:;sia computando il r eciproco della duralà media della vita). ,· 111·op(·a. Nel triennio 1!)11-i:;

111-r 1000 n.hitanti andavn. (la minimi di


126

MOR'l'ALITÀ F. MOIWOSITÀ Numrrn 111r,lio 1&111uw dei morti pe:r 1000 abitanti /,',t!,·ulu ,lireUo <Jalcolo indiretto

Oompartimenli

Piemonte . Liguria Loml:mr dia Veneto Emilia.

2 1,10 2 1,05 23,26 20,62 21,55 20,96 21,10 2 1,13 22,47 2l,93

1:1,:12 18,8 (i

:22,:-!2

t!t,flO :!O,GO JV,73 2 l ,Ol 20,26 19,95 2:l, 12 22 ,39

'l'o,;ca11a Mard11: U,11 t.ria

t\l,r,1 1.1.I { ':i 1111 1:111 In

22,62

2:,.01

H :11•d q ~11a .

22,G3 2:l,7G 21,B:'>

2f:l,25 24-, 39 2:l,04 25,25 22,!H

!'I'.\ I ,I ,\

21 ,'lK

2:.!,47

1' 11 1: ll ,• l ln,dl1t·11 1.11 . C11 lat.ri;i .

t:i,G4

~j ~· alt H ,

Il ,·1111rr .. 1i1 .. i 1, I,.,.... ,· :d ia f: 1.vola di 111od,dif:'1 aif1•1111 a 1111 po' I, • i1,1r,.,., ·111/.<' fra I, · 1·:iri,· rq.;io11i; n1C'11l·.r, • i ~-:1.g-gi <li 111orf:ditù.

,·: ,l, ·.. l:di d i r..tl :11111" 111, · I" ''" il p1: riouo JDU l - 10 v:i.r ia110 l"r:i. 1111 mi11i111" tl1 I H,1·;i ; ,. 1111 11i:1 ssi1110 di

:3;\:>4, q 11d li ,·:ikol:d.i dal r cci:?5,2fi :

i'r", .,1 ,1, ·1111 tl11rnl 11. 111<·di:i. dl'l la v ita 1·:iri :1110 l"r:i. :20 ,l i:3 1, l" ÌÙ

d ,• 11 ..111 ,.1,.. 1111:i.

jl:11"1.c,

dt:1 11, dill'l·n·11 1/,<' d,·i s:ig-M·i di mortalità.

di r l'i l :111 1,· 1il ,. , ·11 I, ·11111 1i so110 dov 11f.1• s1·111 pi i,..-1111·111.n a llifferente c o 11 q,.,si zi 111 w l'•·r .. 1:'1. 111-111, po po l:1i\i 111ii ddlt- v:1.rie regioni.

t11 p:ìd.,· iiliii\/;iur, · ,:, ·11,· dilì'1·n·11:1jt· pt ·1·~i~i1·

Ma

ia pdncipale earat-

tcri sf.it:a tll'll:i tl11,l I i l11 1zi1111,• g-,•ohT:ifi, ·:i tl .-11:i, 111orlalità. (più basso · li vello 1w l S,·ll,·1ilri .. 111 · ,. 111' 1 (!,· 1ilro. pi1'1 :ilio nel 1Vfeil7,ogiorno e nelle I solt•) ri 111:11w i1111ll,-r:1l :1 . Poid1ù :-;oll.11,111 11 l".,. pcwl1 is:-;i 11ii pni odi si haimo tavole di morbilità r egio11:1l i ; poi,·l 1t'• I, · l:11'01, · ,·si:-;to11Li p er i diversi periodi sono calcolate sulla l111s,· di d11l.i div1\r samcnte attendibili, con m etodi di versi, e q11i 11d i 11011

:-;0110

ri ,•;·oro.sa mente comparabili; poi -

ché, i nfine, le iavok pi11 n ·,·,·1if.i :-;0110 affette da gravi errori,


V 111

I ~IOH.'l'I f-\ 1,:c o N I)() r,1,; 11RCION I

127

, """ ' 11l tl il11 11,11 1ol 1.r .. v,· di111osf.r:il.o •, ri11un zier emo a ser vi rei d elle 111 1111, • di 1<11J•l'11\' \'iv,·11za 1w 1· irnla;.;-ini s ulla va.riaziono d Plla mor111 111/1 ,o1 1n , ,·,.rso il 1,·111po <· <:i varremo semplice m<'ntc di Raggi ,I J 11111rl11lili'o. 1·11kolnl.i din•.U.n.mente mediante rapporto fra il rn1"" 111 ol, ·i 111orli ,. q11t'llo dei viveuli. La minore precisione del 11,,,1,11 111 li 11. r, ·l:d iva.me11tc searso peso n ello studio di un periodo 111 ,·,d Hi s n110 avut.l' fortissime variazioni della mortalità, la 1•.1111 ,d,· z,.:1. t11·llv quali non può apparire molto diversa coi diversi 111,•l11oli di 111is 111·.1 di essa. ' !. J ,.. s l.11dio delle variazioni della mortalità nelle singole , , ....l,11 ii il:1.lia11n durante l'ultimo mezzo seeolo anteriore alla 1•. 111 •r1·11 l,n·vc p nriodo di rapida variazione evolutoria., Acguito 11 11 111 ··.l,i ::,·,·o li <li lenta variazione oAcilla.toria inte rrotta da bru, , l,1 .. tlli i• pie no di attrattive per lo seien ziato, il (luale, attrn, ,.,.. " l':111:il i,,i degli effetti, può g iungere, senza in,;orm o nta bili clii~ 11 , •dl i,. :tll:i. ~a·issione erl all'apprezzarn1~11l.o ctcll1~ 1·1111Rn d 1e i ,11.111,u , .11·111111,·1d.n intluif.o s ulla fre(lnen ila delle rn ol'Li. ìVfa il 110Rtro f.c:11,a " "" 1·011s c'11f.<' di sostare\ in codesta analisi pi11 di qun.nto sin. 1dr,·ll.a11 1c 11te J1ec:essario per il eolleg:1.menl.o <lcllc v iecnue rlel pcl'll•do h1·1lieo o postbflllico eon (ltwllc delle e por;lrn preeeclc nti e 111 -r la \'::tlnta.½ionc comparati va. <l ei t'c nomeni dPmografiei uel p cr irn lo stesso in ~·elazione a, quelli anteriori. Onde per ora ci lirnii.-,·,·1110 a porro in evidenza quanto hanno comune i movimenti. d..Jl:i. mortalità n elle varie r eg-ioni, riserba.ndoei di accennare iu i,;q.;-11if.o ale uufl più importanti cara.l.teristiehe differenziali. 11 uiagramma 11<:l q11:l.le abhiamo tliRe~rntl.o l'andamento della 111 o rla liti1, in c iasc una delle sed iei regioni italiane dal 1862 al I!l J:\ ( diagTnmm a traccialo in base alle medie quinquennali, p<'t· di111inarc le minori oscilla½i01lÌ ehe avr ebbero d isturbai.o hL vii-;io11e <I' ins ie me se c i fossimo valsi di proporzioni annuali) n on è i<l.ato coRtruil.o coll'intento di p ermelt.ere al le ttore l'esame dello

I

Ji'anl.a•ia e rmltà (a 1>mpo•ilo delle 1wove tavole di 11iortalitcì italiane) in Gior-

1m/o tlegli Ecun.omù,ti, lnglio ltì20, pag. 298.


128

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

vicende della mortalità i11 uua data, o in uu'altra data, regione. l•iSSo mira inveee a darn l ' iu1pre:;sio 11e visiva della concomitanza, 1:he si riscontra i11 alto g rad o l'r;,. l'a.11damento delle varie curve

40 ----------.-----.-----,.------.40

tO

o----- 1------,-----,----- ,~ ----+---1 10

I o

1870

80

90

900

10

J, a. n,orl.alill\ " "Il" vul'i,, n•i.;io ni i l.alia.n e da.I 186'J a.I 1913 .

o


V III

I ~!ORTI 811:CONDO LJ.; Jtl~G lONl

l2!)

1, •1• l111111 li , •·<,111 ·0111 il a11;,;:1. ehe più lentamente e m e no netta m en te 1111rl'i dH, 1wt·l·t'l.;da m ediante il solo cs11n10 ùei dati num erici~ 1.11. s i11111ll ;111 (·a e concorde diminuzione della fr·c 11ue11;,;a. d elle· 1,, .,, I i 1wlh, v:1ri1: parti tl' Italia induce a ritenere che le cause 111 ,•drn11 i11a11l.i di tale diminuzione abbiano agito dovunque, con 11t1,·11HiU1 11011 n101Lo differente. Quali siano state t.ali cause è qui 111·1q11al.111·0 indagare: esporremo più avanti altri dati che ci age, 11!1'1'11 1111 0 l' indagine. Ma premeva intanto stabilire che la mitiga1,111111· de lla mortalità av veratasi in Italia nel cinquantennio pn·lw!li(·.o 11011 è la. risultante di movimenti discordanti, am,i è 1',·sp1T ssione di tu1.1 tendenza comune a tutte le r egioni. I '1 •.r a gevolare i confronti, riferiamo, accanto ai saggi di 1,101·11d ith p Br i due periodi estremi del m ezzo secolo considerato, 111 11111·ri imlici, dai quali si rileva immediatamente la grandezza r, ·laliva rlella r iduzione dell.a mort.alità avvenuta in ciascuna

l:ompa,·tinumli

Nunuro ·rne<lio annuo dei 11wrl-i. _per 1000 abit«uti

----18 62-6(,

l'iumo11tc

-II

l !Jl .l-1,1

Marche I Jmbria

28,5!) 27.6l 29,87 29,66 29,96 31,0ll 30,68 27,77

Lazio.

04,()()

:\ !,ruzzi

:-;a1·ùegua

32,4!l 31 ,08 33,77 37,17 32,13 28,96 32,70

17,00 Hl,75 11,n 18,50 17,13 19,02 17,96 18,29 20,63 22,37 22,42 22,44 20,14 21,38 20,39

ITALIA .

"30,44

31,88

I .igul'in .

Lombardia Veneto . 11:milia

T oscana.

Campania l 'ug-lic Basil i cata

Calabria. Sic ilia

< (; ,

Dato approssimativo.

) t Ott'rA..RA.

I

I

1G,G5

.N ttmeri in,l-ici

per il l!/ll- {;1 po,ta - 100 /e, morlolilà <kl . 186!%G

·----·58 62

6G 60 62 55 62 65

54. ' 63 72

66 60 63 7'1

62 64


MOR'l'ALITÀ !: MORDOSITÀ

130

In cinquant'anni la 111ortalil.ù, ital iana é diminuita d'un terzo; la propor:t.ionc va,ria da n:gfo1w a rC'gione, ma entro limiti relativamente non molto 11,111pi. Vedremo orn 1·0111u In g unra abbiii turbato nelle varie r egioni la g-c1wm l(· t' t·c kl'l: disc<'sa della curva della mortalità. H. N,·11'11.1111.lis i clc ·lln distribuzione r egionale delle morti da l Hl14 i11 poi c·i 11.llc-rrrn110 11Uo stesso metodo seguito nell'analisi ddl11. d isl.rili11:1.io110 po r m esi: considereremo, cioè le cifre asso11:!.1· r::!oll.,· :1. 1111111 e ri indici, e non lo proporzioni al 11umero d1·gli :Ll,il.11.111.i, dH· rfo,w.o difficile calcola r e p er la scarsa attendil,ililh dc ·i dal.i dio Hi hanno sulla varia½ione della popolazione dc-Il e· s i11gol11 n ,g'ioui nel p eriodo bellic o, e c h e d'altra p arte non 1·011s c·11l.01w 1H·pp11r esse corretti confronti per le moditìcazioni nvv \'11111.c: 11nlla composizione p er età cfrlla popolazione durante il pc,riodo iu e::;a tlle. La cl isl.riùu½ione regionale dell e r11nl"l.i avvenute in Italia, 1101111, 1111•dia. annua de l periodo ]!)1 ·1- 1:1, c h e assumeremo come ri li· 1·i111<111l.o, ,~ iuclic·a1~i dni S<'g-11<'11!.i dati. l'ic11110 11t c .

f,7.28'1

I ,i:~ 11ria

:.!O.f,,18

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1;1 ,,11 '. I

r~az ic> . Abruzzi Campania

:: t. :.!,I I

Puglie .

,1)1. :1 1!1 ) SUD

Basilicata Calabria . Sicilia . Sardegna.

1oni

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CEN'!'llO 101.220

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7,1 :1:.:,

( 191.731

2H.:i!l7

7

7 !1, l !1 / ISOLE

17.511 ~ 'l'OTA 1,11: 680.855

96.686


V111

I MORTI Sl~CONDO LE REGIONI

commentare i numeri indici che abbiamo numeri dei morti in ciascuna r egione, in " l' 'il 11 111w dal 1\114 i11 poi, al corrispondente dato medio per il I 11,,111il,1 I '.111 - 1:1, dol>binmo avvertire che i dati sui morti nel \ ,,,., ,1.. ,,..gli 111111i 1U17 e 1918 sono stati integrati con l'aggiunta d,•I 11111 rl.i 1H· 1 c:omuni invasi, secondo il computo della Direzione 11.,11,·1·,d, · d,•lln :,Lalistica. 1'1111111

di •·i.po rre

131

o

1111 , 111 110 ,·111 r il',·rin· i

N11 MICIU INDIO( DEI MORTI IN 0IASOUN COMPARTIMKN'l'O,

i 'USTO UGUALE A

100

I L N UMERO MEDIO ANNUO DEI MORTI

NELLO ST ESS O COMPARTIMENTO NKL

1911-13 Media

1!114

1!115

1916

1917

1918

19.19

1920 1921-23

l ' w 111 011le

96

108

100

101

173

106

99

92

L1 i.: 11 ria

95

10G

101

109

181

11 '1

105

!H

I ,0111h11rù ia .

92

101

l.03

98

157

91

95

94

V,· 11010

95

117

119

118

177

100

101

9~1

106

103

172

!)7

9!)

94.

l•:11, i li11,

94

110

·1·,mc:i11a.

95

102

107

lOG

178

98

101

94

~l 11 n : llc

98

106

101

99

171

98

103

96

I l111 hria

102

108

107

105

178

105

111

103

I ,1111io

100

107

108

103

216

102

105

106

100

203

102

98

172

91.

98

94

92

98

101

97

186

102

98

91

.

( :a.111pania

98

109

116

117

198

116

103

9f)

11:1:;ilicala

100

109

115

121

206

115

96

97

96

98

94

181

101

100

100

1·11~lic

Ca labria.

94

1-\i,:ili:t

89

95

104

94

150

85

102

87

H11 rù1•gna

94

105

112

125

203

110

107

94

J' l'A LCA.

!11

109

106

103

175

99

100

94


132

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

4. Nel 1914 il numero dei morLi si mantiene generalmente basso, senza neppur una. eeee:.:;,io11n per quei compartimenti (specialmente del SeLte11trione) dove più abbondante si è riversato il flusso dei 11ostr i l'rni gTaLi reduci dai paesi entrati in guerra. Nel l !H5 il ni11111:ro intliee delle morti supera 100 in quasi tu tte le n•µ; io11i. 'l'o!'t·a 117 nel Veneto, per consegue1rna diretta 1~ indire tta 1·01111: ved remo - d ella presenza in questa regione della m:iµ;µ; ior p:ufo tl ell'esercito operante. Sale a 203 negli J\hrni',zi, 1:sdw,ivarnc 11te per effetto del terremoto di gennaio. Nl'I I\) I(; il 1111mero dei morti s i mantiene superiore a l nor11111fo quas i dov11111p.1c, nonostante la già sensib.ile diminuzione tll'llc 11a .·cite. /-.i1:g11a 110 cifre partieolarmeuLe alte il Veneto, per In e ireosti111za or ora accennata, le Puglie, la Ilasilicata e la Sarde~na, per il rincrudimento di varie malattie infettive. Il l!:117 sembrn segnare una sosta, anzi un regresso, nell'ascesa dei numeri indici dP-lle rnQrf"i. Ma uon bisogna dimentieare che iu quest'an no il numero dei nati è g ià ittferiore di oltr e un terzo al normale : eircostanza eh e tende a diminuire se11s ibilnrn11I.(, il 11u111ero dei morti. Troviamo, tuttavia, 1111111<'.ri indici anehe più alti ehc nell'a11110 precedent:n iu varie rn;.;"io11i : il numero d(•i 111orti è ::1pec ialrue11te elevai.o i11 S;1.nl•T:11a, i11 l\asilicat.a e 111:lle l'11µ;1i\'1 pe r 1' 1111.eriore di11"11sio11 0 di 111;1,lni.l.il: i11fotl;ive. Il I!li H i· 1·1,11LnisH1·;.:1111.l.o dal ;.;·,·11, ·r:i.ll, fo ri.issimo aumento di:! 11111111'1"" d,·11, · 111111"1.i. I 111111wri i11di1·i n ·µ; io11ali vn.riano fra mi11i11ii di I :>O (Si,·il in) ,. di I r,7 ¼ ( I ,rn 11h:1rdia), e massimi di ::! l(i ( l.:i.zio ) 1· di :.!Oli "/ 0 \ llas ili, ·aln). Il 1111n11:ro indice per l' i1 1:sil:1 111: 11!-i ii.1·µ; 1111 i· i 7:,: ,·io,· il 11111111'1"0 dei morti n el 1!:J18 ì: s 11pcriorn tl ,·I 7:, ''/ 0 iii 1111 rn111 l1·. l,1· dill"lTP11:t.e tra le varie reg;io11i sono d1-l.1 ·rn1i1111I.,· pn· v:1 l, ·1tf, ·1111·11l.1· (se u on esclusivamente) dalla d iversa i11l.e 11s il:"t 1·011 l:i. q11a ln i11 esse s i è ma,nifestata l'epidemia iullue11zial1·, 1·0111" v1·d r, ·111 0 i11 :;cguìto, quando studieremo la frequenza delle 111 01"1.i n 11!11· 1·pi,kmia dovute. Nell'appr ezzare i numeri indici delle 111orl.i p1·r il l!l l 8 bisogna tener presente la forte diminuzione d1• ll1, 11:1s1·il.1· a vvcuula nel p eriodo bellico: nel triennio 1916-1 8 il dis:1.va,11i',O eom plessivo del numero dei nati


V111 - I MOl~TI Rl•:CONDO LE REGIONT

133

.i ,1111 p11 r i 11,I \lk ¼ del numero anuuo normale clolle nascite, 11, 11 · l111il,·11w di'! pa1·sc, ma in qualche regione ha ragg-i1111l.o pro1"' ' 1,l111tl 1111l.1·vol1111:11t.n maggiori: in Piemonte, per esempio, ha 1,11·,·11 10 il I:!7 ,: i11 Lombarrua il 123 ¼; sicchè, senza l'aggrava''" ,11 ,, pol'l:du d111l' inflnenz1t e da 1tlt.re ca.use, il numero elci 1111,rli 1wl I\I IH a.vrcbbe ùovuto mantenersi molto s otto il normale. ' l'n111i11:1 l.a la g uerra, il numero indiec delle morti per l'Italia , l1 ·11d,· n !I~) 11e l l ~IJ.9. Le Pnglie, la nasilicata, la Sardegna, se1•. 1111.1111 a11<·.orn :n umeri indici sensihilmente superiori lt 100; si ,11•.;•;i1111,.;<' ad <' RSC la Lig uria. l\fo anche nella m aggior parte delle 11 11 r, · n ·g·ioni, se il numero dei morti è poco s uperiore, od in1,...ior,·, a l norm ale, la frequen7,a delle morti in r elazione al nu1,11·ro de i viventi nei singoli gruppi d'età si mantiene quasi do1•1111q111· s111wriore al livello norma.le. Il basso livello dei numeri 111tli<'i delle mori.i deriva dalla, scarsa natalità. del p eriodo Hllfi-1!}, d11r:rnl:<' i l cin:ifo il cii~:w anzo complessivo del numero dei nati ,·. s l:11 0 par i, n e l .Regno, a l 129 ¼ del numero an n110 normale, e 111 qualche r egione ha supP.ral:o il 150 ¼ (P icm ouk 17 1, Lom1n,nlia Hil). Col 1920 la, frituazionc migliora. ]J liflve aumento (da H9 i1 I00) del numero inòi<:fl italian o è inadeguato riffosso del forte i111:rcmonto della natalità, (il numero indice delle nascite sale da li\l a. 104); soltanto in una regione (Umbria) il numer o indice dc·llo morti supera., di poco, 110; nella maggior parte delle altre n ·sla inferiore o poco superiore a 100, nonostante ch e dal 1919 la popolazione abbia ripreso ad aumentare. Gli anni 1921, 1922 e 1923 segnano un ulteriore progr esso. 11 numero indice italiano seende a 94 nel primo anno, a 97 nel s,·,:ondo, a 02 .nel terzo, nonostante l'ininterrotto aumento della popolazione c d il ritorno delle nascite al livello normale. I nu11wri indici r egionali presenta no modesti scarti dalla media nazio11ale, con qnn.lchc mra ·eccezione, derivante da epidflmie di lit:v<: entità.•. 8 i torna ormai a condizioni norma li, anzi appa re ' Fra, i n11m<1ri inù.ici per il triennio l92 l-23, precedente montc riporta.ti, il


134

MORTALI'r.À. E MORBOSITÀ

certo che il computo della freq uenza delle morti età per età c ondurrebbe in quas i fui.Le le reg'ioni a s aggi di mortalità sensibilmente inferiori, in g-crie ra.le, a quelli d el periodo 1911-13. Soltanto urr ;u·.e 11raf.o esn111c della distribuzione d elle morti secondo l'ctit e s1' (·011clo le cause di morte potrà consen tirc i la ricerca d oi f;ttf.o ri dl'I pro nto ritorno d ella mortalità ad un basso li vello.

r,. I .'1·.,·1·1·,,,iorralmc nte alta mortalità d e l l918 m erita più a 111pia :1.11:i.lis i. N,·. 11.hhiamo m ostrata l'importanza in r elazione al numero 11 or111;1.1, , di mo ri.i dato da ciascuna r egione; ora cer eheremo di s i.i 111arr11, la g-m11de zza i n r ela7.ione a l numero deg li abitanti. Ma1H.:a11 0 dati attendibili sulla distribuzione per r egioni d ella popolaiio ue italiana ne l l\:l18; perciò assumeremo a d enominai.ori d ei sttggi d i moda lità rng innali g li :-:tef'lf'li numeri di abitanti. c he e i s ono serviti per il calcolo cfoi s a.g·gi di rnorf.a.lità p er il f.rie nuio 1.HJ l -1:1. Iu tal m odo commettiamo ceri.amen te nn ern11·,·, 111 ·rd1c', la po polm,;io11e uel 1!:l18 e r a distribuita i n modo :r.lq11:r.11f.o cli vnrso dn q11nll o del 1!)11-1 :1 ; ma l'e rrore di poc•.hi. 11till<·s i111i 111 ·1 d1·110111i11al.o re de l xa g-g-io di 111n rb.l iU1. ha sea rsa i111porf.11.11z11, d<> vn il 11111111 ' rato n·. t', a111n, i11f.alo twlla 111is 11ra m edia ""' 7f, "/.,. C:0111'ro11l.,·r .. 111" i ~11.;.;;.;-i di 11111rf.11,li l.:'1. dd 1!11 8 eon que1Ii d el l!Jf l - 1:1 I" ' " ol.l1·,111 ·n · 111111. 111 i~11r11. dl'l ln • s 11pl' l'lllOl'Ln li.tà • d el 1918.

più a lto ( Lu.zio) Lo c e n. n,ppn1111. 100 ; 111 11, u,111·,J. 11 1•n1 1:•d d H1·a11do i nnmet"i indici annuali dondu qnnllo 111t"d in I 1·11· 1Hm l l t-10 110 Hl n.1.4, 1·i ,~a.v:ttiA, nel 1921 in nessnna. r egione si r aggiung-11 I0:'1; t• •· I 1~1:!·.~ ·ti 1·u;:::i1111~11 111 ne l Lazio, 106 in Calabria., 105 nelJ e .Pllglic; u di 1111o vo 11 nl 1i•~:, 11 011 ~i 1·11 g-~i 11u~e 105 in n essunn. rt!gione.

Non si osserva dunqn o 11e.s~ 11 n il11 porl,11,ul,11 11g-~ru.va.111 f111to de1Ja. m orta1itilo ; le osci.J-

la.zioni sono dello RLcsso o rdi11 11 di ,1111•11,• <' ho si n.vvero.vnno n ell'antAguerra.


V III

I MO!i.'1'1 i:;gcoNOO Lg REGIONI

135

11\'ururo medio annuo dei moYli 111,r fOOO abit. l'111111111 1·t i 111r11fi

19-11-1.1

--1--

:·:i1i :ll ;1

16,65 17,00 19,75 17,91 18,50

, , ,,,,11• 11 1111.

11,rn

1•Ji

IIH 1l1f.l ,

l ,l '-1 111111 ,

l ,11 111l,11 1•1l ln

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~I Il I I' l1 n . t l111l11 l1,

I

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\ I 11 11 •zl f 11 1111 1 1111111

. ,, ,.., , .. , ...

1 1 ••

I \ 11 11 1111 •11I 11

f '•""""'" l\ 11 · d lii. t111 1•, lq~'IIH

'

• I

:I

:I

19 ,02 17,\16 18,29 :m,63 22,37 22,4.2 22,4420, 14 21,:18 20,39

I

19111

I

---- 28,80 30,70 31,00 31,80 3 1,80 30,!\0 32,GO

32,00 39,60

3n,,w

Jfo!Jaum, mnr· talrw. 1ld 1918

12,15 13,70 11,25 rn,s9 13,BO

13,37 13,58 l.4,04 21,31 .1.4,77

1

11 ,60

19,23

4-1-, 40

2 1.,98

1.G,20 36,50 32,10 4-1,30

2:3,76 J(i,36 10,72 20,!)1

I ,;i ,.;upurmortalitù. del 11:118 va da. minimi di e irca 11 morti I'..,. 1000 abitanti (Sicilia., L ombar dia) a massimi di 22-24 (Pu-

·:li", l\a.sili~ata). J!;ssa si manifesta, in geu erale, più gr a·ve nelle r q:;io11i meridiona]j, più lieve nelle settentrionali. ln nessuna re;.:ic 111:· me riùiona.le è inferiore a. 1.4 per 1000 abit.a.nti, in nessuna n·;.;-io11!: ,-;d.tu n.triona.le raggiunge La.le Livello. La distribuzione ·'.1·0 ;.;-r:i.li1::i, n on è, però, molto r egolare: contrastano con le r e;;io11 i ,·in·.o,-;U1.nti il L azio per l'alto livello, ]a Calètbria per il livc-llo rclal iva.rnente basso della rmpermortalità.. t !011f'ro1d.:1.11do la. distribuzione r egionale deJ n11mcro dei 111orl.i 111:I l!JJH <.:on quella ,del 1911-13 cerch ernmo, infine , di rc ·11clnn·.i 1:0111.o dc-Ila. r iparti:ilion e dell' eccedenza di morti del 1918, 111 c,c111fro 11l.o :ti 11111np1·0 normal e, fra le varie parti d'Italia.


136

MOH'.rALTTÀ li: MORBOSITÀ

l~~r.r.c""so d1·l l1L 11101°1,ulill't, d,·I l!)IK !'411lln. normale.


V Il I

I MOWl' I 8 1~CON DO L F, RIWTONl

137

·---- -- -- - ---- - - -- - Eccc~nza dt>Z n11,mtro dvl le m.m·li avven u te ttt-l 1918 sul tUltil'"t"Q mt.:• d io annuo delle mor,i d t'l 19 f1 -1 :1 L'om1,urlinwnti

(,'i/re as10/t/.le

Oif're pr-opor.:·.

a 10()0 mo,•ti

i n eccede11za

l' i,·111 011lc

41.927

I ,ig-ur ia

lG.570

32

l ,,,11 , hardia

51.8 17

107

82

V, ·n<:tu .

49.722

!W

l•:11,ilia

36. 139

70

' l ' u HC/lllll

3ti.230

71

~t a re ire.

14.961.

2!)

l l 111 l)l"ia

9.74.4

Hl

l ,11 'l. io

28.1 8 1

M,

,\ hr111:zi

2UH8

4~

63 .84 7

J ;,M

47.~~!)

!12

f

:11 111pa nia.

I '11 :.;-l ii\

H:i~iticata.

1.1.:i:1::

:!:l

Calalll'ia

23 .2!)4

,J;,

Hicilia

39.82v

7f'.

Hardcgua

17.9!ì2

;:15

1'1' ALlA

513.320

1000

I: lt 11 li:1 sdLenl.rio11ale, ehe JLonmilrnenLe dava il 42:3 per 1000 ,l, ·1 11111rl i irr Italia, dà soltanto il :388 per 1000 ùe ll'e1:cclk,nza di rr" 11·11 d.-1 I '. I I H; l' Italia insular e, ehe dava il 142 per 1000 del ,,., , 1111rl ,·, d:'i il I rn per 1000 deH'cecede n7,a (bassa proporzionlé'

mite mortalità siciliana). Concorrono, 1111•,·,·,·, 1111'1·1 ·1·1·cl<·111/.a in mis1U'a. s upe1·iorc a l norma.le l'Halia , ·,· rr l rn l,· ( 17:1 111 ·r 1000 dell'ef,ccden za, Hi/3 per 1000 del normale) 11 ,·11.; ;·io111· d, ·11 '11 11.a mortalità del Lazio; e l'Italia meridionalP 1:1% pn 10011 cll'i l'1'.1:1:cden1/,u,, 282 per 1000 dt>l normale). d11 1·111.11 11.1111. n· lnl.i vamente


138

MORTALT'l'À E 11WRD0SITÀ

o. Mentre per il periodo bellico il calcolo dei saggi di mortalità regionali presenta cause di e rror e tanto gravi, che abbiamo preferito, in generale, di ri1n111z.iarvi, per il periodo postbellico si può tentar e s imile (':i.l<-olo con la sicurezza di non incorrere in er r ori sn11sihil111l'11t.n 111ag-giori di quelli che potevano incontrarsi nell'a.11Le~th' IT:t. l'attendo dai dati del eens imento del 1921, abbin.1110 <·11kolato, 111<•.diant.c l fl opportune rettificazioni, la popola:t,i one 11wd i:1. pn·s P11tl\ in ciascuna r egione nel triennio 1921-28. A q1ll'sl.a ahbi:1,111 0 riferito il numero dei morti ne.Un r egione (111c di;1, ;.ii;11;a (1(-1 sudd,·t.1.f, lricuuio), µer otknf'r n sa,ggi di morLdit.;'1.

,--

Nu ma.ro mttà io a nnun tlei ,nor/i p ,!'I' lOOO t:i bit.

-

Oompa,··time1,1i

,l'iem onte

L iguria. 'Lombardia Veneto . l~milia

II

I

i .I I

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'I10.s<~:u1:i

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I

1014

1:;,76

- - -~---·--- -· I V 11,·ia: fot ..e

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- 0,68

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-0,84

A.h r uzzi

:.!O, f ;';

t ~;,:1G

- 0,79

Campan ia.

~O, I ;;

18,93

-1,20

.l:'ugliP.

~ 1,:1r,

20,81

-0,54

Basilicata .

~I /

22,24

+0,2G

Calabria

IH,•11

l.8,84

-f- 0,43

IH,7:",

l.7, 20

- l,55

18 ,83

19,11

+ 0,28

I l.111 IJria.

Sicilia Sardegna

I

I :I

J~


V I I1 - I lllOl{'l'l S~CONDO LE REGIONI

139

Il 1!'11.ort· ('lic lo desiderasse può facilmente confrontare i 1111 1~r.i di 111 01falit.'1, tlel 1921-2i3 con quelli ùd 19U -rn riporta ti

111 11 ·'11 11i', i (pa~. 1:15). Noi preferiamo confrontarli co11 quelli del 111 1.1, 11.11110 <'Il e ..i.vcva segnato il minimo livello raggiunto dalla 11111rl nlìl:\ in 11.alia. (l11ns i l.111.tc le regioni, con le sole eccezioni della Calabria, dd In Sardc~·1111, e della Basilicata, segna.no diminuzioni di mor111 Iil.:'1, pi11 o m eno rilevanti; e se anche una parte cli queste va 11.l.lril111il.a a. modificazioni della composizione per età della. popol11zio11t·, la. maggior µarte va giudicata reale indicazione tli un'at1... 1111:1.l.a, n,,,ione delle canse di morte. So110 alquanto aumentate nel dopoguerra le differenze di 111111'1.a.lilà rra le varie reg ioni. Nel 1921-23 i saggi di mortalità l'aria11u da un minimo di 14,46 (Liguria) ad un .massimo di 22,24 11::1.silil'afa), mentre uel 1911-1:3 variavano da un minimo di 16,fi5 ( I ,ig-11ria) aù un massimo di 22,44 cnasilical.i,). 8i è allhassat.o forlt-11w11lc il minimo, lievemente il massimo. 7 ..Riepiloghiamo i principali r.ii:aillnti dell.a 11ostra i11dag i11 u s ulla mortalità per r egioni. Negli ultimi einq11ant'anni anteriori a lla g uerra, la freq11enza delle morti tendeva a diminuire rapidameute in tutte le\ r egioni. Il periodo bellico arresta, fino dall'inizio, la diminuzione c!dla mort.alità; il movimento s' inverte e si ba u11 lento pegg-ioramcnto fino al 191.7, un enorme aggravamento .nel Hl18. A.;1cora nel mm la frequ enza li.elle morti si mn.nt.imu~ Ruperiore al livello normale; soltanto c:ol HJ~O Ri ritorna a condizioni dec:isamentt~ migliori e n el 1921-23 il livello della mortalità discende pi ù in basso che negli ultimi anni anteriori alla guerra. nuropea . Si osservano sensibili differenze nell'anda11rnnto della mortalità da r egione a regione; ma le tendenze generali sono I(\ medesime dov unque. L'eccesso delle morti avvenute nel quadriennio 1910-18, sul 1111mero normale (posto uguale al quadruplo del numero medio


140

l\WR'l'ALITÀ I!! l\WRBOSI'l'À

annuo dei morti nel triennio numeri:

H)J

1-'l:I), è rappresentato dai seguenti -- --

1•i

l•:cce<lenza complen.•iva m.orti nel .19115-lH s1tl numero normale

·--- -

Com.po ,·timm,ti

Cifre as,ol-ltte

--- -

Cifre proporzionali a 100 morti normali

-- - -

Piemo11l c

47. eW

82

T.ig-111·in .

19.911

~7

Lo111l,artlia

:I

58.994

62

Vo11e1l.o

84.908

rn2

l1:111 i lin

45.388

90

~larc lin.

4il.128

93

16.791

80

i l m hna .

J 2 .192

LailÌU

il2.GH2 (;12.137)

rnr,

(133)

/\ hrn zz i

r,1 .mo

l73

(7'1 )

Hl

(80)

( ::i 111p:rnia

l\a silkala

!18

(22.0H~)

GO.:I IB (r,!t ,S~~) G7 .!1~1;.

1,11

IC .:.!:.!'1

,r.i

Ca la h ri11

1\1,H\ IH

70

Hid lia .

:1 1.111; I

13

:.!! , ,,11 :1

145

l'l'A LlA

1;;11,. HH:I (1,oi;. 1()7)

91 (89)

All'ingrosso, Il\ pi:,•t:c:d,·111.i ,·ii'n· s 1 possouo assumere a rappresenta.re l'eecedr~n;r,a di 111<1rl i 111111 rl1·1·it,ata direttamente dalla guerra. I dati fra parentesi i 11dic.a110 l'lTecu.enza che resta dopo detratti i morti per il terre moto dl'i g-ennaio 1915.


V111 - I .M.Olfl'l SECONDO LE REGIONI

141

I ,11 furl.,· <:<·.1:<111<\m:a delle morti accertata nel Veneto si col1,.,.,11 pri 1wip.il11w11l.c con la presenza dell'esercito operante; le pl1'1 r, ..-t.i "<T<id1•11r.e della .Bas ilicata, della Sardegna, delle Puglie dl p,'11d o110 dalla larga diffusione ùi malattie infettive nel periodo l11 •ll i,·n ,. d1,II ' i11fl1w11za nel 1918; quella del Lazio deriva quasi ,.,,,·l11s iv11.111i,11k <la quest'ultima causa_ ~1,·rit.a. r ili1:vo la tenue ecce den7,a de lle morti in Sieilia. Auche 111 I ,1111d,;m lia prm;enta una proporzioue relativamente bassa. Lo 11i.11dio <'11<, rare 11to dell'azione delle varie cause di morte nel quadd, ·1111io 1~)1 :>-1 8 ci indicherà le circostanze determinanti delle d11'1', ·r,·11 z,· t.rn h: varie regioui, ehe qui ci siamo coutent.ati d i 11wlf,·r,· i11 ,wid1m7.a e d.i commentare molto s ommariamente. H. N,·11,· precedeuLi cifre non sono compresi i morti per i , 111 11 11 1·111 1.. di rnorte fu redat.Lo dall'autorità militare. Di questi """ " ' ,·.. 11n..;1 · , . la riparti?.ionn ~1\c·.011rlo l::i. r i,g-innn di nmw.it.a.; .. 11,I, · ,·n11vi,·111·, provvisoriameuLe, es1:11:1ri rh in base a qualche l1>nl, ·Hi .-lw 1,osr-11 condurre a plausiuili risultat i. Noi abbiamo ;:i1pp11::l11 d1 e i f.>60.000 morti, p e r i quali l'at.to di morte ò stiLto , ,•d11fl11 dall'autorità militar<', negli anni Hl14-18, si r ipartiscano 11 1• I, • rn ri•· reg'ioni propor1/.io11a.lrnm1te ai c ontinge nti da.ti da q111 ·HI,· a ll 'l:sereito operante. Sommate le c ifre cosl ottenute con q1wl l,· di:1.11r.i riferite (escllrni p erò i morti a cagione del terre111 .. 111 dl'i l!Jl f>), e arrotondati i ris ultati per uon dar loro neppure 1'11 p p11n ·11;,.u. della precisione, dalla quale sono ben lontani, otte11 111 11111 I" ' " ,·ias1:11na regione l'eceedenza complessiva delle morti ,,111 11111111 •rn 1111r11rale,per l'intero periodo 1915-18. Abbiamo escluso I, 11" " 1I d" 1· 1rl.n a.I terremoto affi nchè i nostri dati esprimessero • .. 11 1111" 1°11 ".;: rn ramento d ella mortalità presumibilmente derivato, d 11, 111,11" " "' ' nd indirettamente, dalla guerra. l', ,1 , •111·11 ·111.in: 1111 apprezzamento dell'importanza degli ee' ,•11111 d i 111 111 l11lll i1 i11 rdaziorye al numero degli abitanti, abbiamo 111 .. , 11 .. 1,, , l!r, , 11ss11l ute alla popolazione media del periodo 1\111 1:1; ,·.,:d 11 ld,i1111w ottenuto una misura (che può valere , .. 11 ," 111·i11111, 11 1•1•1·11,;,;i11 1azione) della supermortalità avverata.si 111 d11 H1·1111a n ·1·.i111w 111'1 quadriennio bellico.


142

MORTALITÀ E MORD0Sl'l'À ErcPd»nz" complessiva dei morti Coniparf.im,e~ili

n,!l 19J6 1.8 ( OQwtpreoi i m i Wori, ftHclww te uillime d11l Urremoto del 1!:J15) sul n u,n.ero 11ormu.ltJ

(r,~ propor:. Cifre a.,solute a Ci1000 abitanti

Piemon te Liguri1L

103.990

30,20

33.500

27,73

L omba r tl ia

139.300

28,70

Ve neto.

.149.200

'11,GI

l•!milia.

92.!)00

311, 17

Toscana

~10. l (X>

:1:1, 14

Marche

,M .ii(l<l

,1 1,:>5

Umbria

2:J.:!(J()

:-\(j,42

Lazio

r,:!. " io

:l!),32

Aùru1,1zi

• l ! t . ,H){ )

:1 1,44-

107 . KU(J

:)~,,t:•

T'ng lin .

!l'.J.11( lii

I:,_!) I

Jlasilicata .

;2,J. I ( HI

!",0,'1 :.!

C:daliria

,I I .K(l(I

~'.! )I,I ,I

Campania.

~i eilia .

l'l'A I.I /\

KK .:lnl 1

~:i,H;,

:1:1. IC l(J

,1r,,:,~

I . 11;1;,.1I Hl

:13,30

Nu11 a;..;-;.;-i 1111;,;-i11.111<> ,d l., ·ri .. ri ,·,,1 1111w11 l,i a quelli già esposti. .La r iparl.i :1,i o 11<, ol, ·i 111il il.:1.ri 11111rl.i 1·N:·w 11ol11 Nl.al.a. eseguita in base ad una ipotc,;i , ,. 11 0 11 ai 1·iN11l l.11.l i d i 111111. n·µ;i sLn.t~i onc diretta, non può

dare

luo~o

n

co11 11111•11li. l .'11 1111. s11 1tt·n11orLalità del Veneto, del

La.zio, d elle Puglie, <lol la

1111:-i l i, ·n l a

ti

lega con le cir cost..1.n:,;e 0 ih a1T1>1111:1Le .

della. Sardegn a si r icol-


IX. - I MO!l'l'l SECONDO L'ETÀ

CAPITOLO I ~ltll l' l' I,

14:1

Not.o

s 1,:cONDO L'.E'l'À, NELLA POPOLAZIONE ClVILE.· LA MORTALITÀ IN.l!'ANTILE.

1 '• 11,d rnLros pcUivi: la diminuzione della mortalità per gruppi di età, se-

1·1111,lo i l sMso, nel quarantl\nni o precedente alla guerra. Qualche conf"r11111,o i11Lernnzionale: caratteristiche d ella mortalità itali ana secondo il 1111HHO ,1 l' età. - Costruzione di nume ri indici dei morti m ii s ingoli i,·rnppi d 'et:i, secondo il sesso, per g·li anni dal 1914 al 1923. Con sidern,.l1111 i :-:u ll c varinzioni del numero d l\i morti n ei s i11goli gruppi d 'età d11ru111.o L:tl11 periodo. - Sagg·i di m ortalità, per g·ruppi d 'età, secondo Il 11•·HH0, pM l'nnno 1918: eccedenza d e lla mortalith del 1918 su quella ""' 11111 111, 11d singo li grnppi. Con siderazioni sui metodi p er l 'apprezza111,·11 Ln tld ln supermorLali th e cenni sulla variazione della supermorta11 1,, ,lo- I l'. ll tl i n funzione de ll'età. Contributo dd vari gru ppi d 'età a l ;-11 11,pl,·:::: i vo eccesso di morti ne l 1918. Eccedenza pe rcen tuale di morti " " ' l,i ,·111,;u l ~lfl-19; eftetto cnmplc:.iRivo dc!l'cpidcrnla influenzin.lc: ,·11 ,·11 1;1JO.UOO morti in piìt dd n ormale. - J..:i 111ortn lit.\ infantile : ne,·,·11Hil1\ di s pecia li me todi d'indagin e. P remesse m e to dologic he; cal1· 1110 tl i s a g-g·i d i mortalità pl\r ciascuno , lei primi cinqu e anni d'età, t1 11 l l '.1 1~ in poi. Uno sg·uardo retr o8pcl,Livn 8111l'andamento della mor0 t11l lu',. i11fa11 Lil<ì 111~i quarant'anni pmcedenti alla g u e rra. La mor talità i11f11111,il (I dal 1~)14 in poi: l'a11111c 11 to nel pe riodo b el li co; la diminuzione dupu l"arn, istizio . La mortali tà ne l primo a nno d'etiL, dura n te la guerra, 11,·1 111 ;; i11 g·ole regioni: c11rattm·istirhe comuni. La mortalità. n el primo 1111·H11 tl 'cLA: dei nati legi ttimi e degli i111•g ittimi. - Distribuzione pllr 11•·111111 11 pe r g ruppi d ' età. d e i morti i n pi ù del no rma le durante il pe' 1.,,1., 111,I Iico: circa 950.000 maschi e 350.000 femmi n e . Supcrmortalità p n 1'

l', 1'11 ppi ù'ct:-\.

lo studio della distribuzione per età dei morti 111•1 I"' '""" .-J, ' 1', og-getto delle nostre indagini riesca fecondo, con' I, 1.. , 111 11.. pr,..-,·dere da un brev e esame delle tendenze che si 11 11, ,, 11, .,.111, 11 1111 11,·lla frequenza delle morti alle varie età, negli 111111 11, ,1 ,,,·,·11111 1•n·1·<·denti alla g uerra, Per evitare la soverchia l11,.,;l11 •;w,11 " " 11 ·, ·1-11111w condotto anno per anno, ci limitiamo a 1·rn1111 d, ·rn r, · I r11 111 ·riodi triennali, distanti di cir ca un v entennio l'111w d11.ll '1il lr11 : il pri1110 appena posteriore all' unificazione ita,\ 111 ,,..111\


MOR'l'ALlTÀ E M.ORBOSI'l'À

144

fama, .l'ultimo appena _pr0-ccdcutc alla guerra europea. l'cr cia-s<.;uu triennio abbiamo cn k olato la frequenza m edia annua delle morti, separatamen te per eiascun sesso, per gruppi quinqueuna,li d'età fino ai 15 anni e per gTuppi decennali dai 15 i II su. Il confronto tra i :,;agg-i d i mortalità dei suecessiv i periol.li sarà :,;ufficicnte al 11ostro sc:opo: le variazioni della morLaJith sono così grandi clin il scllso n l'intensità di esse appariscono ch iaramente sen7,n 11e(:cssi1.ii. di seguirle anno per anno. I

- - --

--

-

N 11.mcro 1ncdio annuo d e-i -1;10;•ti j>et' ugn·i 1000 v·i vcnli in cia11c1tna età,

-- --

l!Jtù

1812 - IHU

.1890-18.92

1:111 - t:J!:;

- - - - - - ---- -

-- - - 0-5 5 - 10 10 - 15 15 · 20 20- 25 25 - 35 35 - ~r, ,t[, - !J5 55 - 65 (ìfi - 75 7:,- 85

H:, - ...

'1"1tlll! lr 1•/,l,

--

-

Maecki

Jt1em,mine

Afo•clti

l 11emm:im:

118,2fi 12,11 6,02 7,18 1l ,2tl 10,38 13,14 20,0:1 3f>,Gl 80,nt 170,!}li :!!J-1,lG

110,56 12,79 6 ,76 7,34

Rfi,:,7

SG,'1-!) 18 1,rn :!!) 1,'17

91,37 8,83 3,80 1 />B H,7'.) 7,M) !l, 10 1 r,, 1!l 28,;17 7 1,H7 1r,:.,1-J ,;.11 ,7t,

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.Ji'em.niine

!j!l,27 ,1.,77 2/>ll -.1,32

55,69 !'i,06 3,09 4,82 (i,12 6,76 7,57

---

li,13 li, 111

IU,07 I j. ~ I ~ I

1 ,r.2 11 ,7:!

:!ti . :~K 7,1,HH

:•:1,1i'{ !,~1,:0,

!l,! ),1

:W,H:, !,H,f,(>

Ln freq1w11 z:1. d, ·lk 111orl.i ,·11. di111i 111w11d11, 11 l.l.n1,vcn;o il tempo, i11 t11tl.1 ~ 11: 1·l :'1. : 1111i,·:1. ,,..,., ..1.i111w •ttwl l:i. ,le-I ~ ruppo delle e tà supc riur! ;:, ~r, ;;nni , IH.' I 'jli i ll c j-; j u :-i;•u l i'\"li, iil1 1,vggiorarr1e11Lo ùal primo al 1:,cco11do Jll' ri ud" ,·1111:4idnal.c, ; 111a ò 0-ccezione di poco rilievo, e fo n;c soll:11d.o 11.pp11n·11I ,· p,·1..-ltì: 11ori si può giurare sull'esattezza de i 1:u11si11 11·1it.i " tl..Jl 11 sl.ati::;t ichc delle morti per quanto rig uarda le e t;\ d1·1·n ·pii<', n11zi è noto che gli uni e le altre sono a lfetLi da g ra. vi~~i111i nrori. La varia grav ità e il variabile senso di questi 0.rruri posso110 benissimo aver cagionato l'appar ente pcggioram0.11t.o 1lc-lla 11 ,o rtalità. da 85 anni in s u n el passaggio dal primo al seco11do periodo.


I X · I 1\l! ) li.'L'l RgCONDO J./E'l 'J\

145

I ,11 1r,·,p11 ·11z11 d,·11,· 111orti ::ippare fortemente dimimuta in 11 111, 1,, ..t i'1 i1 it, ·r iori ;1 75 anni. Dal 1872-74 ai 1911-rn si osserva 111111 d11 11 i1 111 ,.io11, · d,· lla rn ct:'1. nel saggio di mort.alità. fra O e 5 111111 , d, ·i lr, · '111i1il.i J'ra. ri e 10, di oltre metà. fra 10 e 15, di un 1, 11 .. ,. l'i1'1 111 ·i µ,T11ppi d'età compresi fra, ·15 e 65 anni, ossia 11, •II, · d h ,·,·rn111111it"amc 11tc produttive. Ancora fra 65 e 75 anni , 1 1111 111111 din1i 1111:r,ionc che va da un terzo ad un quarto, e fra 'Ilo ,·d H:, 1111a dimin11zione di oltre un decimo. Ricapitolando : d l11il1111zi1111i l'ori.if4sime nell'infanzia e nell'adoloscenza, meno forti 111•lli1 1·:inv i1H'1/.½a. e nella ma turità.; diminuzioni ancora notevoli 1wll11 ,.,,,.,.1ii,·:r,:r,a e Holtanto nelle estreme età lieve aumento, del 11•111,o II XS/1.Ì dtt hbio. N 011 ,·s isi.on o grandi dilforenze tra il comportamento della 1,,.11·l11l ili'1 11111sl'l 1ile e di quella femm inile : è un po' maggiore la d111111 111,.1.. 111 · dell' una nelle età dell'adolescen1/,a e della giov inezza , :!:·!!'::!!r;: ::..!!r. et~\ senili.

l',· r 1111·.Unrc meglio in lnce l'importanir,a tlelJa dimit111:r,ionc ,lt·llt1 11101'1.alità fra il primo e l' ultimo 1icriodo coni:;idnrato, abl,1111 11" \'alc:oh1to dai da.Li ùella JJrc<:1:dcnl.e f;1hc-\ll.i, d.ue serie di 11111111'l'i indic i, - mm per fa mortalità masch ile ed una per la 1t111rl :ili l.:'t li~uuninile -- , che rappr esentano la frequenza dolle morti 111,i :-;i11;.:;oli gruppi. d'età. nel 1911-.W in perceutuale della frequemia 111·;.:;li stessi gruppi 11el 187::?-74. N IJMlr.111 I NDICI DELLA FREQUENZA DELl,E JIIOUTI IN CIASCUN GRUPPO D'ETÀ tlll:I. I '. li 1- 1:\ P OSTA UGUALI<~ A 100 J, A JrREQUE NZA ACCERTATA NICI, 1872-71 Ma•chi

Femmine

0-5 5 -10

Età

50

10 - 15 15 - 20 20 -25

1.3

50 40 46 66 61 59

60 M

:1:, · 45 ,1:, - 55

59 57 59

58 57

:,:, - (i:i

6&

61

2!) .. f35

75 7:, - 85 H!i . .. .

(j!, ·

'l'ntlc le d,i ti , MottT An.\ .

39

74 89

68 85

107

106

64.

63 10


14G

MORTALI'l'À E MORBOSIT;\

È degna di nota la g r ande r C[;'Olarità della distribuzio11c delle riduzioni di frequcn7,a doli o morti in funzione dell'e tà; essa attesta il caratter e

non a ecid c ulale di tali ridu7,ioni, d elle quali

ci appariranno l e cause n ello studi o, ehe faremo più innan 7,i , d ella mortalità sneonclo l e rna la ttin.

2. La variazione <lella frequeuza d el le morti i u r c l a:t.i one all'età, in Halia, 110 11 può essere eonvc t1icntc 111<'11i.c appr c 7,7,ata senza H s11ssiclio dnll:1 c omparazione intcr11az io11alc, c lic tuttavia rid11r1·c 1110 a!l<.:lw qui alfa minor possihi l<' ,•,:l.,•11:-;io11P. (;i limi l.tm• 1110 a eonfroutare i sag ~ i d i 11 1orl.alif:'t. 11el primo anno d'elà, nei sut·t:essivi quattro H,1111i, 1· po i d i di1·<·i in di eei

anni d'età, n el nosl.ro paese e in al l.r i 1· i11 q 111· /~'l'a neli paPsi P.ur opfli: due con m odali tà. superiore a q1wl la d ' l lalia ( !Jng beriu. e Ausl.ria) e tre con mor talità più h:1,:-;:,:1 ( 1 :n111:J.J1ia, l•' rn.nda, fo -

gl1ilt.nn·a. (~ 0a.llP.f.\) . R~ng-11inm10 i l 1·.0111'rn1tlo :-:,·1,;1.1·af.a1111 \11l.1·\ p (~T' i due ses,;i, non essendo l ra.s(; 11ral,i li lt- .J ii'i', ·1·,·11zn di po,dzi 01 1c d ella m or tu.lif~ì m11sc hilc italiana <· di 'lll<' l la lc ·111111 i11 il1•, 11l'i <:0 11 -

fronti int ernaziona li. Com e appare dalla l ii hnlla r iporl :d :1 1'ii'1 :i l':111li , l:1. 111o r l alit.à il.aliana 11<:I primo a.1111 0 d' d :'L ù i11k1· 111 1·di a l r:i q1wll:i. dl'i paesi tl 'n ll.a 111orl.al i l.il. 1: q11nlla 111-i pa,·:-;i di l,a-;s11. 11wrl :1.lil:'1 , 11111, si a ceosta pi i , :i.I la :-:,·,·011d a 1·111' 11.1111. p r i11111. :,.,i f 1111 1,io 111· r l'i11.li 1·11,1111 •11 l u favore-

v o le, di 111·11d 1·1 tl.1· :-:01,r:i.l.11'.f.o dn lln l w 1..-l k :1 i1dl 111·111/.:L tlcll'allu,tf'am e 11l.o 11 111,h' rno, da 11oi p i 1'1 l111·;:1111 w 1JI• · ,·1111s11<'1.o c he altrove.

Nd h, 1,fh i1 1f:J.11l.i l i 1,11',il o 1,11o ..-,·ssi1 ,. :ti p1·i 1110 anno d 'età, infra i

v ece, la 111ù r i~JiitiL ii a i ia.11:1. ,·. 11w ii11 :ii i :1, ,. :;1:p (T,1,l,a soio pae:,;i d.,J. noi <:011:-;id1:r 11l.i

da q1 1t" l l:1 111,;;·ll<'ru:;c . La p ersist eiiza

di mal a t.t.i n 11pidn111id11·, :111.1·0 1·,· <on1111.i r :1r•·, ò la princi pale causa di questa poco i11 v idia l1il1 • :41 lJ ll' l'io r i l.;'1. F ra 5 e 15 anni la 111or lnl ii :'1 il : i.l iana è m eno di sc osta dai

che dai m assimi oss1·n ·n l i i n a ll;ri p a esi. 15 anni corni 1wia n d ill'l·rire n ettamente la posrn1one d ella mortalità masehilc <· cl i q1wlla f nmminile. La mortalità masch i l e, già fra 15 e 35 ;,1,1111i pi11 hassa in Italia che in quattr o

minimi

Dopo


I X • I ~101{'1'1 SJ•;CONDO L' E T A

147

d,T, 1111 11.ri , ·i11q1 11, pai,Hi com;ider ati, segna i mini mi fra t utti questi 1,11 ,·HI 1ll'i '11111.ll.r<J dcec1111i d'età da 35 a 75 anni. La fr·ugalità e ,,. 1111 ... r1111za di \' ila d0ll c nostre popolazioni con corre c crtarnente 11 d, ·ln111i11an· I.aie r isultalo, che in parte può anche aseri vcrsi 11 1 pn·tlo111i1111.rc delle più salubri oceupazioni rurali sulle occupa·1.l 111 1i 11rl>:1111·, e i11 parte forse alla resistenza degli Italiani a cause di 111orl.1· ,·ara!.1.nri:,tiche di queste età, che a ltrove m enano larga :si 1·11 ;..;·1· : l'l'His l.e11za i e ui fattori sono ancora in buona parte osc urj. Ndl1J età più a vanzate - oltre 75 anni - non si riscontrano 1r11 i t,111/.'.f: i rii mortalità dei vari paesi differenze cosi forti come 111'11,· 1-l.:'t, prw:cdenl.i ; l' Italia occ:upa un posto interme dio fra i \'111·i pno ·Hi eo11::,iderati. 1,n po,.;izione della m or talità femminile è meno favorevole. l\i ,·1 d,·,·,·1111! d 'età fra 15 e 3f> anni, i saggi di mortalità italiani •,1111 111< ,, :1.ll ' i11circa, in me7.7.0 fra, i minimi ed i massimi; e sol111 11111 i'ra ::r) 11 4G n.nni d1H A88i 8i a.r·.<:o8ta.no cfoc·.i:·mn11°i1tl.1~ ai mi111 111 i, ,. ,.;olla11l.o fra 4f> e 6:->dm i,egna no PSHi medesimi i m inimi i1 1 ,·,11t!rnnto agli altri paesi. Q.uesl.a mr-no l;worr,vol0 p1mizione :si c·111111('Lle principalmente con l'aue or larga feconJi(.à, delle donne il~1.lia11r, (è noto che il contributo cli nuove vite si espia non di rado <.:01 1 un tributo a lla morte) e <:on l'ampia partecipazione di ('ssc a lle op ere dei <.:ampi ed al lavoro industri a lf\. Taa posizione 111 i~·liorn quando ecssano, eol ercseere dell'età, le gravidanze e i 1,arl.i e divien e più rara l'oceu pazione fuori di easa. l•' ra fi:J e 75 a nn i la mortalità femmin ile in Italia n on è 111 011.u a lla, rn.,i nelle e tà :-;ucces1;ive è più a lta ch e nella m ag;·;i111· p:1.l'i.,· degli altri paesi t:.:on silierati: segua a n zi il nJ.:1,ssimo l'r:o. q1wsl i 111'1 dceennio tla 7[> ad 85 anni. E il precoce ·invec..!1 i;111w11lo d,·111~ nostre donne, troppo sfruttate nella gio vin e7,za r· 11t'l la 111:tl111·i lA, ch e si rine tte n ella frequenza delle m orti. H.ic·11.pi l.,d i111110 i principali lin ea m e nti della mortalità italiana, q uali c i :;,,11 0 npparsi nella ,comparazione internazionale: rn orlal il.:'L dei lattanti, m edia; rnortal il.h 111~1 1• in fa,nzia, a lta ; morln.lilà 11e ll'adolescenza e nella prima giov inezza, m edia;


MORTALITÀ .E MORlmSITÀ

148

mortalità nella g-iovinczza. e 11el ln maturità, bassa,; mortalità nella p rima vc(·.ch io:,,;za, l>:1,,;,;a; mortalità n ella vc<.:dti<\,,;:,,;a, e nella dccr<'pil.n:;w,a, media o alta. Si ntesi i mpr cc,isa dnll,, 111 1,110 i111prc<,isc osser va zion i precedenti, che posso110 V!'r ifil'.an;i s11i dal.i ddla 1.a hclla <:11 n ,;cgue. NUMERO l\1 1r.n10

__R_,.u_, _

A:-INUO 111~1 MOlt 'l'I l'Kll 100() VIVRN'l'I I N CIASCUNA. ETÀ 1

, lf,.r11,.,,.;a

I

1hti(ll"ia

Jlldia

I

0 1:rmmi.ia

Prancia

212,4 14,9 2,7 6,3

JilH,4

140,4 12,7 2,9 5,6 7,4 10,4 Hi,6 30,5 liG,!l IG-1,7

BOG,1.

:1!)2 ,'1

11:1,2

1 l tf,3

Jil ,:1

12,3

M.ASCIII 250,0 25 ,5 4 ,5

177,0 30,9

5,7

5,2 6,2

J ui,l~iU~rra ,t GaJles '

1.,:14,4.

0-1 L - :i 5 - 15 15 - 25 25 - 35 35 -15 4r, . f,[>

:lG l ,H

55- 65 65 - 7n

32,9 70,6

17,7 33,8 70,6

75 . sr, 85- . ..

15:i,6

J!',0,5

306,!l

279,4

O- I

:! tr,,2

J . !)

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202,5 2:,,:1

7,H

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1:,8, I :3 1,2 ,1,:1

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:1, 2

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3,0

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(i, 0 7,7

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5,1 G,G

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7,8

6,7

141,U

I 0 , (i

~8,~

:2 1,:1

f,(i,:,

!,H,!J

:2:1,7 !', 8,2 138,9 285,2

11,4 2 1,6 53,4 140,9 329,2

11,6 23,7 5 1,8

:{5,r. 7,0 7,2 7,5 10,4 17, 4-

7,3 10,5

3,8

7,8

7,7 8,G

J 2,2

In, l

24,6 59,9 153,2 310,:,

:11 ,2 GG,;1

lG,8

2,7 3,5 5,0 8,3 1;'.i,2

30,8 G3,9 ftJ0,1 21r.,1;

I•' 1,; MM I N I~

5- .15 15 - 2:, 25 · ,1:, 35 - 15 45- 55 55 - 65 65 - 75

75 - 85 85 - ...

10, 1

VJ,O 29,5 70,0 151,8 292,2

1'1:i,'1

1:,:1,0

270, (i

:\()(i' (i

.LB,6 15,9 2,8 3,0 4,2

120, 1 215,1

1 I saggi di mortalità, d c s 11 11 1.i dal voi. T( del ci tato Annuaire l nter11ational, dc Statistique, si riferiscono a i puriod i l!lOS-13 pi,r l'A ustr ia e per la Francia, 1907-14 por l'Italia e la Germania, .l!JO!..J.5 per l' Ungh er ia e l' Inihilterra.


I X - l ~IOl<'J'I 8 1~CONDO L'~'l'À

149

:1. I lo 1•,·11clo o ra studiare la varia7,ione di froq11c n7,a delle 11 ,11,·!1 t-11·1·011110 l'<·U,. 11ul pn1·i odo bellico e postbellko, img-uiremo Il ,·0111-u !l'i.<, 111dodo. ( li limiLeremo, cioè, a confron tare l.m loro I, · ,·ifn · :1ssol11!.e, rid11ccndole per comodità. di compara½ione a 1111111,·ri i11did a v(•.nti per base i numeri dei morti accertati in ,·111H1·11 11 g-ruppo d'età n ella m edia a nnua del triennio Hlll-13; c i 11Nll- 1T1·111 0 da.I calcolo di saggi di mortalità, non avendo a di11p0Hi;-;io11<· le attendibili notizie, che occorrer ebbero, intorno alla cli:slril111 ½io1 1c per età dei viventi. l•:sporremn Repamtamente i numeri indici calcolati per i cl1tl' S P SSi. I 'ri 111:1, di esporre quelli r ela tivi alla popolazione maschi!<-, ., ,·v,·rli:i.mo : I ) .-l1c in tutti gli a nni considerati le statistiche cornpre11cl111111 1111 ,·nl.o n umero di morti di condizione « militari o p e11Hio11n li 111il itari •. Quanti e come ripartiti p er eth, risul ta da lle ,·,rr, · :1ssul11 tc c he riportia mo in u.ppcrnJieu. È yu..,,sl.v 11 11 cl m ento 111 ·rl.11rltaLore, perchè una parte delle mori.i di militari son o dovute n ,·ansa bellica. dire tta (offesa, n emica.) e n on a. malattia o a.d i11fortunio. Ma non si l.ra,tt,a della. pa rte magg iore : i mori.i per li:rilc sono ~.278 nel HJ1 5 sopra un lotalc ùi 8.722, 4.350 sopra 1;1.;10;1 nel 1916, 2.953 sopra 14.675 uel 1!)17, 1.773 sop ra 45.640 11d l !H8, 483 sopra 19.071 n el D'altronde, essendo data lw11s l la d istribuzione p er età dei militari morti, in complesso, 11111 11011 quella dei soli morti per ferite, sa.rebbe stato impossibile .-li 111 i1111,rn soltanto questi ultimi, nel computo dei numeri indici; •·ol ,·li111i11:11·n tutti i militari morti a.vr e bbe significato eliminare 111 ,,.11d..f1(: anno e in qualche gruppo tl'età. più della. m età del , ·1111qoln 1:-;ivo 1111mero de·i decessi : avr ebbe significato com;iderare s11ll11.11l.11 111 pa,rtc m eno numerosa della popolazione maschile, cioè ,p1n lla 11011 pn·s<'11 f.c alle armi. In o gni modo, quest' ultimo esame può essn<· i11L, ·1·pssa nte, e più avanti lo tente r em o; m a per ora nel ealt-olo lit-i 1111111<\ti indici compr enderemo tutti i casi di morte r cg-istral.i ll <' I !llo nimenlo della popolaz ione ; . 2) d1e ' "' I I !J I G i nume ri indici non comprendono la mas-

mm.


150

MORTALITÀ E MORBOSI'I'.i\.

sima parte dei morti a cagione dr,! f.errernoto del gennaio (14.139 Ru 14.017), perchè di età ig-nota. l'er ovvie rag-ioni, dulo lo scopo della nostra indagine, co 11 v <\1 1i va qui ri111111z.i:tro a qualsiasi tentativo di co1Te7.io11n.

NoMJml

]NlllUI UIGI MOl t'l' I IN CIASCUN GRUPPO

POS'l'O lJOUAJ.J1: A NICI.I.()

o' ETÀ,

l.00 11, NUMIWO Ml!:DIO ANNUO DTf.I MORTI

RTn~sso GRUPPO n' JCTÀ

NEL

1911-13

A) MASCHI Medi,,

0-5

5-10 10-15 15- 20

1917 1

/ !IN

/.9/(,

1.916

90 92 95

103 .100

103

81

113

125

125 128

338 405

m;

1.?IR

1

19.19

1!)20

1.921-23

66

83

84

141

126

76

137

104 107

9(;

111

115 126

149

447

147 1G6

20- 2f>

94

142

11 19

liì4,

x 11;

1,;,:

144 131

25-30 30-35

95

12G

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!)G

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JG:I

1.28

l(.);J

97

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J,18

12 1

100

40 - 15

95

284

1,11

I J5

98

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100 100

132 136 I2<ì 12L 107

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138 131 106

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101

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102

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112

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107

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108

L08 L03

102 99 97 104

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70- 75

101

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101 101 104

109

100

106

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100

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I 17

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80-85

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111

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11!1

128

10!) 108

85- 90 90- ...

97

1U!I

107

I J,J

11!1

L02

95

102

101

12 1

111

I l'I

11 7

9G

91

96

Tutte le età. 2 95

110

107

I().(

IG7

100

99

95

1 Numeri indici calcola.Li. Rui d1tl i dol Movi,nenlo della popolazione, corretti, con l'aggiunta d~I 11,9 O/o nel 1917 ., d••I ,1,:I "/o n e l l!J18, per tener conto dei mor ti ò'età ignota e dei morti n ei c omuni iuvn~i. 2 Il numero indice per luUc le c l.:\ comprende anche i morti d'etò. ignota.


I X · I MOl/.'l 'I SECONDO L'E'.l'.À

151

I. I 11111 11, ·ri i11d il'i per le età da O a 5 anni, che ahbiamo in-

' liir " 1,..1 q11:ioln, p<T non lns c.ia.rvi una la e unn., non m eritano

, 1111 11 ·. I ,11

1·:1 riHzi111H'

I" 111, q,1d11w1i1,·

1· 011

dr Ila cifra assoluta dei morL.i è <:ollegata

la varjazionc che avviene nel 11umero ùcgli

, i'' n,li ;1 111orin·, il qw.t le si riduce rapidameute di anno in a11110, ,1,.1 1i111; :il l'. ll! J, por effetto della progressi va d.iminuzione d.eJ 11asrite. Poiehè per le età inferiori a.i 5 anni sa1-(l'ado di ca.Icolare saggi di mortalità, che ci indichen 111111, 111. v1·ra misura della variazione della freque nza, delle morti, ::,,:: '.':tk l:i p!.' lla di formarsi nd ef-a.minnrn 1p1<'sf.i numeri indie.i 111 ·111·111.<· dalle c ifre assolute. I >:i. :, a 10 e da 10 a 15 anni s:i os:;erva, 1m gni.duale a,111111 ·11!11 ol, ·i 11111n(:ri indici dal 1914 al 1!)18. Già nel Hl17 il nu11w r11 d, ·i 111ort.i :;11pP.ra di oltre un q11arto la m edia del period.o 1·1 1 I 1·:. :1s:,11111'.1, a. t.,·rminr, cli rifcrimm1lo; ten11to c oni.o dnl T)rol,., l,1 1, l1 ·"·i-,;1' i'O anmcnto del numnro degli espm1ti n. morire av,,- 11111 .. dal t !lt ,) in po.i i11 qucslc età, si 1n10 ril en<'r~ d,e itt , , , ,p1o ·11 ;,.:i. 11<-llc mort-.1 :;ia au men t;at.,1 di oltrn 1111 quinto 11d .l!:117. ;'\ ,·! l !> IK, poi , il n11m erodci morti irnpcrnil11on1111k <ld 2,l8¼ 1'1·:1 f> ,. IO anni, del :J05 °lo fr:1 10 e LG; il sag-gio medio rii mort.ilil:',. fra :> <' I!'i a 1111i d ev'm1sere eirca ire volte e m ez:l'..1 magMio r<' d el l!(lrrna,le. A ncora uc·1 t !l t !) iJ saggio di mortalità dev'c:,;:--:,·r1• s Hpcriore di '(lrnttro decimi , e nel 1!}20 di tre decimi, al 1111 rn1:ilP. Nel triennio Hl21-2H H numero dei morti rla. f> a 10 :,1111i 1;i a.hbassa molto sotto il normale : solo in parte per nfl'etto ol, •!111 l,:iss a 11:i.tnlità. del p1·rio<lo bellico, in p arte maggiore per ,· tl', ·1111 di 1111a diminnzione della. mort.;1litti.. Ji'm IO e 15 anni, il 11111 11, ,,.,. d, ·i rnort.i 11rI 1921-2:} è lievemente superiore a quello o1 ·111ii, T;1wrr:1 , 1nn la fre quenza. <.klle morti non dev'essere mag;~i on ·, ,·,-.~ 1·11d11 a111ne'ntat.o 'il num.ero dei viventi. l• rn I:, ,. I:> ;11111i si ri:;<..:ontra,no forti aumenti nel numero cl,·i 11111rl i :11 wlll' p1·ima del Hl18; ma. P; inutile dis1,w.1ta.rn R11 questi ;1.1mw11i.i, l'"i,· 111\ 1·11111(\ p;ià a bbiamo spiPgato, Tton è po:;sihilc d isl:<·r111 ·1·1 · i11 q 11:111l:1. p;1 rtP sia no effetti immediati della guerra ( mori.i p<T o ll't·:-.. :i 11 1·111 i,·:i ). Nel 1918 il. numero dei morti in queste 11111 111'1'11 d, ·l k 1, · 1110 i 11


152

MORTALITÀ E l\WHBOSITÀ

età è da tre volte a quat.lro e mezza superiore al 11ormale; esclusi i morti por fel·i 1.e e tenu to c-011 to della varia½ionc avvP-· nuta nel numero dcg-Ii ci;posti a 111ori rc, ::;i può, con grossolana approssimazionP, stimare chc il s11,ç;gio di mortalità sia, press'a poco tre vo i.te e m e11za siqH' rior1· al 11on11nle, 11c!l 'i11tervu.Jlo d'età da lfi a 4[> anni. f\Tt:1 f!H !I i 111111H·i-i i11d ki, pur<: 1t011 raggiungendo i cu lrni11i dnll 'a11110 pn~1·nd,~111.,·, si 1na11l.1·11g-0 110 assai <"levati; si può eakolare c he il sag;.;-io d i mortalil.;\ abl,ia s11 p('rnf.o il normak d i pi11 d e lla md:'1, f'rn .IG e a:, a1111i e ùi pi 11 cl'u11 t<'rzo fra 35 e 4fì. I ,n prrn,r\n:;,,n. dei rcdu e i dalla JH'l gfo 11i:~ P tkii pri;:;-ionicri r1rnni1:i i11gro::;rm le cifn: dei morti cd i e o1-rispondcnti numeri iuuici. Nel I !:liO, i 11urncri indici diminuiscouo fortemente in t utti i gruppi d'età consideruti: s i può tuttavia calcolare c he il saggio di mortalità superi il 11ormale in proporzioni c h e variano da alm eno tre d ecimi fra 15 e 20 auni a circa un decimo fra 40 e 45 anni: proporzioni che vauuo dccres.:enclo col crescer e dell'ctii. N1~l triennio 19~1-~~, solla 11lo frn H> e :m ;JmJi i num eri indici s-i mantengono scusibilme nt.c superiori a 100 ; l'ra 2r> e 45 anni souo poco superiori o poco inferio ri. 1J saggiu di 111orl.alil.,,. d,,-

v'esSfll'C inferiore ul normale i n Lutte 11: d.h l'ra e forse a 11ehu 'il, tpiclle trn 15 e 20.

~r,

e· ,l.r> an11 i

ib .:l :1 a1111i in su, il numero ch·i 111o rli , 1,:1ssu 11vl l!ll4,, s i ma.11l:ic1 H: ;.;·1:nemlmu11Le s upe ri ore al 11or1n:il u 11l'I l1i1·1111 io successivo; ma il pcggiora.1111:111.o 11011 app:1.n i ;..;r:i.,·1· , q11a11d o si teng.1 co nto a.11d1n dd sn11s iliilc ;111 11 w1il.o 111'1 1111111(·1·0 degli. esposti a morire·, avv0.1111 lo dn l 1!11 f. f:: i11 poi . Sc·n1hra r-l1e il p eggiorarn en lo l.e11da ad 11.1·1·1·111.11:1.r:-;i 1·111 1-r1·s1·c·rc· d!' ll'dit. Ne] Hl17 ~i nota un 1111,n,·ion· 11ggr11.va111,•1tl.o tll'il11 1111>rl.1,liLiL: tenuto conto del uun1ero doi viv1·11ti s i 111111 s li11111rc·, i11 ,·ia <.li larga approssimuzione, che il saggio di 11111 rl.:1lil:1 s i;i :11111w11Lato ài almeno un decimo fra 4!", e <.iG a nni 1· di a li111·11u 1111 o l.1.avo fra 65 anni e lH t}f:à estreme: aumonli WL11 io pi11 11111(- ,·oli in q uauto si tratta di età nelle quali. g ià normalnw11l.1, la l'rc·q11e11,1a delle morti è alta . .Nel l!H8 l'a umento cfoJ nurn e rn cll,i 111orLi è ancora più forte che n egli anni precedenti; ma l'1·1T1•cl1·m::a d el numero dei morti nel


I X - I MO.lfl'I SECONDO L' E'l't\ I\IIH s ili 111111wru 11orrnale diminuisce rapidamente col crescere calcolare, sempre c uu larga approssimaz,ione, clie I l H11ggio di rnortalità sia doppio del n ormale fra 45 e 55 anni, 1111p, ·riot·e di ahneno un terzo fr a f>5 e 6f>, di almeno un quar to J'r11 li:1 e 75, di a ltneno un quinto fra 7G e 85, di almeno un settimo J'ra H:1 e lii et:ù estreme. Ancora nel 19Hl, fra 45 e 50 a nni il rs11 ;..;·g·io di .t.nortalitù supera notevolmente il normale; da 50 anni i11 s11 i numeri indici non oltrepassano mai 110 e la loro eeeed1·11z.a s ul 100 può derivare, almeno in parle, da aumento avve::::to net numero degli abitanti di tali età,; da 90 anni in su non i· ne ppure raggiunto il mnnero normale di morti. Nel 1920 i 11 1111,cri .i ndici diseendono a ncora : sopra 60 anni d'etù il numero ,li-i morti è ormai diseoso quasi a l livello normale, rneutre fra 1 IG e '50 si mantiene un po' più a lto. 8 i giunge a d un più complPto asseRtamento nel tri ennio .I !l2l-2rl; i nu meri indiei ormai d iffe riscouo di poco, in più o in menu, da 100; 1·0 11sid1iral.u l'aumento a,vveuut.o nella popolazione, è da prosunw n ' c he, n l111 cno fra 46 e 75 anni, il saggio di 1nortalit.'.t sia pit'1 bas:;o di ,pmlhi d'antcg-ucn·n.. L'attento esame della precedente t,auclla rnostm come gli a umenti del numero de lle morti a vveratisi dal l!H5 in poi si riile tt:ano inadeguatamente n el totale per tutte le età, per con::;cgucnza del minor numero dei morti in età infantili, ch e deriva da lla, diminuz.ione dell e nascite. Ancor meglio eiò si vedo prcnd1·1l(l o. in esame i da.ti assoluti, raccolti in appendice. Per cscmuio, il 1111111(·ro totale dei morti nel HJI9 (344.122) è prm,s'a poco 11~:11:1.11· a qu nllo m0.clio mrnuo del 1911 -1?. (H44..472); nm il 11umcro d,·i 111 11rl.i d i oltre 5 anni di età è maggiorn d'nu quarLo nel 19Hl (::.:'G:;.::.:'\1\1) ,· Il(· 11 c-l 1911-ln (207.551). E ancora nel l\JW, sopra so li ,\,I:!. I :,,1 111 ort.i, 228.981 hanno età superiore ai 5 anni. d, •Jl ' di',.. 0 i pw'.!

G. 1~ i11 l.c-n ·ssantc, ora, vedere in qual mis ura le caratteristiche accc rLat.1· 111:lla mor talità maschile si ritr ovin o in quella femminile, nl'!l 'n 1111.lisi ùella qual e sii.uno liberi. da elementi perturbatori, q ua.le ì· :-;Lai.,, I' indusionc di tm certo numero di mor ti


MO Kl'ALl'l'.À. E 111:0H.BOSITÀ

154

cli militari, dovute ttll offesa ncmi<:a, e l'esclusione di una parte delle rnorti di militari dcri yate da mnlattia, n ei dati per la vopo!azione maschile. Num,1,1

n11: 1 MOl('J'I

I N l>JC I

P08TO IJO IJA LI•: A Nfi: 1..1 1,n

l ( X>

Il ,

IN CIASCCN GRUPPO

D'~:TA,

MEDIO ANNUO D E I MORTI D'ETÀ N~: 1, 1911-13

NU~H:ClO

S 'J' l1~s:,..() GllUPPO

lt) I<' 11: M M f N F, Modi:.

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102

~ i:'I. dc•U.a, s ui numeri indki

1 "Jt)s~lusP. 14.4&9 sn 1:°l .r{,!I 1'1· 11111 ii1111 111nr t., , p1•1· consegnenza riel terremoto, perchè d'ctc\ ig-notu.. 2 Numeri indic,i crilc o lal.i ,mi d11.t.i do,I Afovimentv della popolazione, corretti con l'aggiunta. del 8,3 °/o n e l .I!J 17 11 11,•I 1 1,r1•1111 n<d l~HH, })er fa:~ner conto dell e u1orte di età ignota. e de1IP. morte n1~i c:011 111 1ii i11 vasi. 3 Il numero indice per L11Uo lo .,1.,\ "omp1·enrle anche le morte d'eU, ig nota.


I X - I ~101{'1'1 ~ !•'.CONDO J,'IC'I',\

155

1•'111 :, ,. I :, 11111 1i i 1111 111<·ri i 11dic i d nl lc JtJ OL'ti fn111111ini l i a u" " 111 1111<> ,;n11 l1111l11H ·11f.t·. fi 110 ,Ll 19l7, iu misura poco di ffel'en te il11 1pll' l l11 111·,·1·rfaf.a

JH'I'

i n un:1eri indiei d elle morti m a:,whili . Nel

l '. ll'c i l 1111111,·n , o1 ssulL1f.o dei morti supera di un quarto, e il sagg-io di 111orf1dil.:'1 s11pt·ra d'11n qninto,

il livello del 1911-13. Nel 1918

1·,.,.,·,·tl1·11za clt ·l 11L11n f'r o dei morti sul n ormal e è a ssai più aHa 111 ·1' 11· f',·111111i111 • d1e por

i

rnasd1i: tocc[t infatti il 287

°lo

fra f>

1• 111 111111i , il ;;::8 °; 0 fra 10 e 15; il sag-gio m edio di mortalità.

I:,

1111 f, ,.

a1111i dev'essere pressochè qna.druplo de l normale.

~~ 1·l 1\11 \1 il sa,·~·g io di mortalità si mantiene

a neora superiore di

11 11 lnzo al 11ornia.le, nel 1920 d'un quinLo; ma nel l\J21-2:J il 111111 1, ·J'<> i 11tlkc i i:;i abbassa a 74 fra 5 e 10 anni ed a fl6 fra 10 ,. I : ,. n11tl ' ,., a prc·sumcre che

il saggio di m orta.l it:\ si a. t-\ensibil-

11 11 ·11to- i11 1',·riorc· a qrwllo rl 'an tcgucrr n..

I >:, f :, :1 :!O m mi l'amlameuto dei uurncr.i i ndki è m ol to 111 1tl, · :1 'Jl l\'l lu d escri tt o p er le età prccC'ckut.i , nia l 'a11111t·11t.o ù ,.,, l"' 111 i 11, 11·c·, alrnen o fino al 1\;117: 11 0 n è d a c:,;el11den· d1e. in •Jlll'sl o ;.;T11ppo d'età la diminuzione d0l k morti c:onnc•ss<: t:o n la 111:tl 1· r11il.:'1, t·o1111H' nsi in pa.rt<~ l'azi o 1w d<'llt• e:i.1":c • di 1na;.:-;.;·i or c 1110,·l;i.Jil.:'i. 111.i.niìestatesi uel periodo lm lJ.ieo. J\La. nel Hl1 8 il nu111,·rn i11dic e sal e a 401;1, indieanùo uua. frcqncn 7,a, di morti quasi , 11111.clr11pla. dc11n normale ; n el lHlH indic:u, a ,wora u11n. fh~ffuen :r,a ,-:11pc·rion· di f'm·r;e un terzo alla normale, 0 nel 1920 scende solo li,· v1·111 t·1tln. lnv0ee nel 1921-2:1 i l nurrwro ind.ieti a ssai basso d1 ·111il 11 l'IH, il saggio di mortalità è disceso sott o il livello d'an11 '", 111 · 1'1':1 .

11' ! . , :!I) ,. :;'."> anni gli a un w nti ilf'l JlllllWrn dd!c· morti sono r1 ·l11 l 11 111111 ·111 .. pi tT oli lino a tu l.Lo i! 191 7 : nrl ;wdHi tp1i e1v d ia.mo ,·11,· ,·i,', d i 1w 11ol a dal diradarsi dell e gravi dam;e e ù ci r i scw ch e 111· tl1 ·ri 1·11 11 ... N, ·1 l\ll8 il numer o delle mor ti ù più che quadruplo ,. il sn;.:-;.:-i" ol i

11111rl.alità press'a poco quadruplo del normal e ;

:i 1wora 1wl l '. 11 '.I ,. 11d lfl20 la m or talità supera di <:i rc:,t 1:11 terzo l:i. 111 is11r:i. 1i,11·111:tl, ·. i\ 11c:h e in q u este età nol 1921-i:1 i 111rnrnri i 11tliC'i sc·t •11do110 soli.o 100, n quindi i saggi lli n1orf alii.ìt <le,vono

"""''l'I'

111'ffa.111C·1111· i111', ·riori a quelli del 1911-l P,.


MORTALI'rA E MORBOSITÀ

Nelle età fra :![i e 4G anni è p iù sensibil e l'aum ento delle morti fino al J9J 7 ; .in qu este età è meno efficace il fattore di c ompenso dianii a cecnn a to (climinuiione delle g rav i dan ze). Ma è m eno rnicidiak i I I !JI 8, poiehè il numero delle morti n on g iunge al triplo, e il saµ;g io di 111ort1tlità è poeo più di d ue volte e m ezza, maggiorP, dd 11orn1:d1•. Anche nel Hl19-20 la frequ enza delle morii li 111 P11n ;1,1111H·11b1ta c he nelle età precedenti: supera tuttavia di o lt r<· 1111 q1ii11 lo la mis ura normale. 1\fa s ono q uest<' ](' ultim<~ a ltc r ;,1,zio11i dd la 111ortalità : il n umero, e d a n1.ag;gior rngioue la 1h ,qu u1 ,za, ddl " ino1'1.i scendono soU.o il livello d'a11i.lig 11ena nel 1.ri1·1111io 1\12 1-2:l. Da 1:> anni "iii po i, l'andamento dei numeri i11diei d elle mo1ti i· pol:O dilfoJ'l'11tt! da quello accertato per la popolazione maschile: in g 01wral1· so no un po' minori g li a umenti fino al 1917, sen sibiltm•11I.E' ruaggiorc g li aumenti del Hl18. Le malattie dw hmmo speeialmcntc infierito in ques t'anno scm brano un po' più micidiali per le fornrninc che per i maschi. Nd rn19 parrebbe avv e11i rc il contrario, s pecialmente fra 20 <'· :>0 a n ni : g li aumenti dei 1111rn \' ri im!ic i P,o no i n tali e tù, molto più rorl i JH' I' i 111;1,selri che IH' I' lt· rrn11111i11e. Ciò deriva, a nostro par<·rn, dal ri m patrio di <·t·n l.i11aia di 111ig liaia di 11omi11i d a lla p r ig io11 ia, e dalla p mscn za di ,,rnt1. i11aia di 111i;.;fot ia di prig io11ini 11 t· 111 i1·,i, g li 1111i 1i g li altri i11 <·al.li v<· 1'011d i:,,io11i sa11il.a1·in. NPI l'.J~() i 11 11 11wt'i imlid discen110 110, ,. 1·:i:'1. s i 11,.,,.,,-,1.1 1,110 a 100 d :1. l it) :11111i i11 J'Oi; col 1921-2:1 essi S<Tt1d .. 1111 N1111.o IOU li110 all 'l'i,;'1. di 7U a1111i e r estano poco 8UJH' riori a !(Hl 1wll,· :-;11< ·,..,s,-,i v,· ; 111'11' i11s i1 •1111· è da riten ere dw la mo!'!.:i.!i !.:'t d:i 1r, ::1, i: i i 1: ~-ii ,-,i:1 i:,F·:·i,,r,· :ti li.vello prebellico.

6. Ccn;;1.11do di ri11ss111111 '1·,· I,· i111prnsNio11i desunte daJJ.' esame delle due tabell e ,. d i s i11l.di½z;1.r,· i I.ratti comuni di queste, possiamo dire che fin o a l I'. t I 7 i I 11111111•ro d elle morti tende a ercscer e : gli aumenti relalivi :-;0110 111assimi n elle età dell'infanzia (da 5 a 10 anni) e dc ll ':1.1 lo:1·s t·,·11za , con siderevoli anche n elle e tà seu.ili, minimi n elle cL'L ;.;·io va.11ili e mature, ove s i prescinda dalle m orti dovute ad offesa nemica.


I X . I MOWl'I SECONDO L' ETA

l!J7

'/ . I.,. 1•11.ri 11.:1.io11i dnl la rnort.alità nel 1918 sono di tale irnpor111 11:1.11 , ..iw i-;01·~1· il d< ):;iderio di misurarne m eglio la g rarHl e1111a ,, ol i dd,'1'111i11 11.r111~ i c·:tt'atteri attraverso l'esame di raµporti di 111111·l11 li l:'t.. /\ ,;oddi:sl:1.re tale desiderio, abbiamo tentato il calcolo di ,mr:~i di 11lllrl.alil.;'1., henchè si opponessero due non lievi osta' ·111 i : pri 1110 la pratica impossibilità di ricostruire la composizione 111 ·r ,·l:'1, ddla. popolaiione n el l\:l18 e quindi cli ottenere aUendi1,ili d, ·110111i11atori per i rapporti da calcolarsi; secondo la diffirn ll.:'1. di di:,l.ribuire fra i vari gruppi <l'età i numerosissimi morti ,·111• 1wll,~ ,-tati::;tiche del 1918 compariscono d'età ignota (50.676, i11 ,·011f'rn11to a 1.143.500 di età nota). :S:o,..-orrn 11na considerazione di carattere pratico. Por lo età da r, an11i i11 poi il numero dei viventi n el 1Hl8 doveva essere i11 ,·0111pk,.;,;o :,uperiore del 4-5 °/6 n quello m edio del pe riodo 1: 11 I I :1. I >':i.lLnt parte, por le stes8e etù, il nume1·0 d ei morti nel 1111 ~ irl'li,·:ilo rw llf> stati.;t.khe verrc~hlw mnn<'nt.nt.o d,·I 4-G 0 / i,::<' Hi vo l,•,;,;t, toner conto dei morti di ctit ignota. lti 11111rnia11d o all' una ,. a ll 'all.ra. corre7,ione, ril'enmdo <:ioè il nume ro de i morti di et:à. 11ola .11d .l. V.1.8 al. numero m ed.io dn i v iY1:nt i nel ml 1-Jn, :.;i altera11u iwllo stesso senso e in proporzioni pressoch è u g ua li così i 1111rnnratori come i denominatori de i rapporti di morl:n,lith, onde i valori di questi dovrebbero riuscire abbastanza attendibili. Jn ogni caso, sarà meglio conoscere saggi di mortalità validi solo i11 via Lli largn approssimazione, pi uttosto che non eonoscerne n ll'al.l.o. l', ·r i primi anni d'età completiamo i risultati del nostro cal...,1 .. ,·.,11 ,-:i.g-gi dr mortalità. calc olati m e diante altri piu precisi pnwi·d i111<"11l.i, c he saranno esposti p:itì avanti. J\ 111) ,-(·opo di rendere più a ge vole l'apprezzamento della rnorta.li l.it dt'I rnJ S riportiamo accanto ad essa dati 8Ullamortalil;ù, del l!>l l- 1:1, ('i1c abbiamo assunto c ome p eriodo di riferimento in questo ,;l.11di o, 1·. indichiamo a nch e l'ecceden za della mortalità 1lel 1918 s u qudln del detto periodo. 0


l\fORTALI'fÀ E MORBOSITÀ

158

]E,:,,;edenza, della rnorta,. jlilà del19l8 "" quella del

Nuuiero 1netlio annuo dei 1norti pm~ OfJni

1000 viventi in cùucuna età t

Età

-

1918

1/)/1-1:J

-

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I

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4,:1 (i, 1. li, l

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2cl,7 59,,J 1!'i2,5 3Hl,9

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5,1

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Femmim,

186,5 104,5 58.0 '2,7,7 28,1

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4,8 6,1 G,8 7,6 9,9 20,9 58,G 15:-l,2 309,0

15,5 10, l 18,5 18,(i 23,4 21,7 22,4 :J:l,1 77,!'i 187,,t

35G,2

I

18,7 12,9 18,~) 2~1,3 27,)-{ 2 1,4 l!l,7

I I

1.')11 - 18

Maschi

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Femmine

4fi,9 1'3,9 3 1,4 22,fi 17,7 10,7 7 ,.r, 1,1,2 J~,f> 17,:1

14,2 L0,7

:-i l />

!_),,J

X~ /) :!(10, :! ,ltiK,K

18, l ,:4.,!·) ,J.1,3

I

13,6

9,8 14,1 1.7,2 21,0 13,8 9,8 10,6 23,9 ,17,0 58,8

11 c:0111'ro11to co n la .1110.rtuli th di'! l '.ll l - 1:i, (· s 1w<·i,1.J111(•nl:c' il l':tleolo de.Jl 'eecedenza della mort.a lil.,'i. d("i

l'.ll S s 11 q11clla dnl

(·ilal.o J)l'l'io<lo, r e11do a;.;-evole ::;cor~(' I'<' IP n ·.~o l:1.r·il,;'1 (· 11 <· si pr<•S(' lll :1 110 rwll;i. vari.1:r,iP11 <> d<•lla

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d l' I l '. I I K 1.1. d, ·,·li11:11 1d11 ; poi ri sn l(·, 11 r.i ;.;-;.;·ir111 ;.;·(·1·,· 1111 nuovo mass i1110 ( 111<1 1111 i 11f"('l'io 1·,·

11,

q1wll11 cl, ·! pl'i11111 .111110 d'età, ma pur

11ct.i.: r11H·11i,· di:-:,·;·:1111.l.11 ) i111 .. n111 11i : ;1 1 11.1111i ; rid isl'.<.mde fino ad un nuo vo 111111 11110 ( 111111 111 11 11 0 d i lf,· 1·, ·111.,· dn (1111·.llo rJ ella puhertà)

fra

50 e i GO :1,1111i ; i11di r i:«il •· i 11 11111d11 ,·(11il.i11uo fino all e estreme età, dove .ra ggi1111 g <· il 11111ssi1110 cl, ·i 111:i.ssirui. Non è dunque del

j

tutto corri spo11d,:11L,· :i.I 1·,·r11 l 'opi11i,11w g eneralmente diffusa che 1 Avvertasi ch e pe r i pri111 i 1:i111p111 1L1111i d1nt::1. i saggi rli mort.nlità. ~ono rif'e1·iti a 1000 viv~nti n.ll' in i:r.io d(•ll 'n, 111 10 d'•· L:'i. c.on.sidcrato, mentre n C' llc s u c c e s s ive età. sono r iferiti 1000 viven!,i 1 i11 11wd in,, i•Jil,ro i limiti d'età considerati. Nel l'im propria terminologia comunc1 111:id,o 11 su.1ri, l primi verrebbero detti "probabilità -di morte», i sccon<li « quoziculi di morta.lità" . 4


IX - I MOln'C Sl1C0:-.J IJ0 L'ETÀ

1·,·,·t'('HHo di 111orlali ti1. de l 1!ll8 s i sia rrmnifeslafo xo pral.11Uo nelle ;,lii. g iovani li ; chè a 11zi i magg-iori eccessi di rnort.. 1.lit.h xi ::;ono 11.v11l.i null e 1-tù. infanti.Li ed in quelle senili. 'l'ale opi11io11e ::;i pu ò 11t·t ·og li nn ~ xolt~n1 to se l'affermazione venga riferita. all' c r:cf'sso rl'/11 /ilìo (percentuale) della mortalità del 1918 s u quella norma le, Il q11alc infatti è molto più grave nelle età gio vanili ch e in quelle 111:d.11rc e senili, come ris ulta dalle colonne p er il 1918 delle due l.ithn lle di numeri indici delle morti secondo l'età. Per ovvie ra;.:;io11i ', i numeri indici ivi raccolti corrispondono perfettamente ,·,>11 q uelli che si potrebbero calcolare mettendo in ra,pporto i :,;11,1~g-i di morta.lità del 1918 con fJll elli del rn11-rn. Soltanto per 11' l\lit da O a !) anni non si ha tale corrisponden za, p er il diverso 111!\l,oùo seguito nel calcolo dei sa ggi di morta.LiU.1. del 1!)18; diamo pn1:iò in noLa t i numeri indici per tali età. 8. Ln. cl ill'crenza cli apprezzamento elle dcri Ya dall 'e:,;aminarc dati s ull'ec:cc\SSO a ssoluto, o i11yec:e ci11r.lli s ull'<' <:<·<·sso rnJat.ivo, dei saggi di mortalit:\ del 1!:118, H OII ha rnilla d i xt.rano. Le· rn i-;urc differiscono perd1è i fatti rnisurnti sono lliffer c 11t.i. La deviazione del sa g·gio di 111o rtalit.\ del 1!:118 tla que.llo 11orrnale misu ra la frequenza uei tlnc:Pssi dovuti alla azione p 1u intensa. della normale esercitata. dalle <.:a.use di morte nel l!l18. l' <'r esempio, la dit'ferem,a di H,8, ch e la nostra tabella della pag-. 158 indica per la rnor ta,lità femminile nelle età tla 10 ,i 15 11.1111i, denota ch e, oltre la morlalit.à normale, si è avuta in quel 1 I 'o•f!IIÒ R1 s ono a~sunti cou1e dcnon1inn.tori nel ca.ìcolo dei sagg-i ùi mortlL~ li l.i'i. d,·1 l!HK g·li i:.i l.~RR i dati fini la popo}aziono che u.veva.no servi to n el ca.Jcolo e.lei

snggi di 111orl 1tliU, Lici 1911-Ul, m ettendo in rapporto µ;li u u i con gli n itri sn.ggi si 0Ue 11g ,J 110 1•rn, ·i ..,.a 111Pnte g1i stessi valori che ~i sono ottenuti rr1ettc11ùo iu ra.pporto i 11u111P rnluri de i primi con quelli ùe i secondi, ossia. i num~ri asHoluti dt-i morti u el J!JI H coi 11u111cri a ssoluti dei morti nella media annua del l!Hl-13. :? Nn nH•1·i i11 d ici doi .:;a.g~i Ji rr10rLa1it.à in ciascun anno d'età, per o~ui 1000 viven ti :ili' inizio d, d l' n nno d'età, nel 1918, po sto ug u a le a l(J(J il saggio ili mortalità d el 1911 l :.l. /). / 4-5 t-2 2-3 3-4 ):I:: 172 2l8 218 270 S'inizia c.iuclla. suct•.es:-;ione cli num eri <',r Asr.enti, che prosegue., .fin verso i 12

o i 13 anni.


160

MORl'ALlTJ\ F, MOIWOSI'l'À

gruppo d'età 11el 191 8 una, rr e11LH.' n,m di D,8 m orti per ogni 1000 viventi. E la diffe rnmm di ~l,8 dte la ta beJJa stessa indi.ca per il gruppo d'elà da 45 a G:, anni , »ompre nella popolazione femminile, denota l'hc a nd w in 1[11e sto gruppo si è avuta 1m l ·1913 una s upermort,a lil.h di !l,8 per ogni 1000 v iventi. L'ann o l918 è stato ng 11n.l111P11l.1· 111i d d ia.l e per i due gruppi di e tà: cos i le r aga,17,e di 10 ,t I r, a 1111i e omc le donne mat ure di 45 a 5!) anni hnnno pag·a to 1111 11g-11al n m aggior tributo alla morte. Ma q11\'sl.o 111a.g-g-io1· b:ibuto, uguale n ei due gruppi in rapporlo a l 11111111 \ro d1:i vi ven ti, ha importanza r ela tiva mollo diff'1 \1·1\t1 I.( \ i11 rapporto alla mortalità normal e. Questa super a di poco :1 pe r 1000 nelle etA da IO a 15 anni, onde l'aumento di 9,8 ha per effetto di rcnclern la. mortalità del 1918 più che qua drupla dclli:t n ormale; wc nlrc è JJrossima a 10 pe r 1000 n elle età da 41'> n. 55 a nni, onde l'a ume nto di 9,8 non f'a ch e raudoppiarla. Il mpporto fra l'cceesso d ella mortalità del J !l18 sulla normale, e la m ortalità norma le, ci indka. d11nquc in quale proporzion e la mortalità straordinaria ilel 1918 i::Lia alla 111o rtali tà ordin:1ria; è tale rappo rto die abbiamo c hiama to ,,,,_(·.,',-,,-r, rdat.iv o <ldl.1, niortalil h d1d HJ18 su quella del Hll 1-rn. 1:: d1iarn, ora, dm 11cll c cl.h do vi• 110 1·111 a l11w11I.<·· la f'r<'q ue nza dnllo 111orl.i ù bassa, 1111a s11purrnorl.11,lil.i1. 11 ssol11l.11,1111·11le 110 11 m.o lto g rand i' p11 ù 1·ss1•rn rn lal.i vn 111 l:11l.1• gTn11diss i111a ; 1111\ntre nelle età d ove g i:'1, di ,·011s11do la lh·q11< ,11:r,a ,lt-11 " 111orti è a lta, una s ulH'r1norl11.lil.:'L 11ssol11l.11.1111 ·11l.1· 111nll.o ;..:-ra11d1· p11ò a.p1n1rire r elativ a.-· 111e 11l.1: pi1·.n da. t'os i 111'1 l !II H 1': p:1ss:da q11as i .i nosser vata la s up crmort,1.lil.:', dd ,l \! l jh ' ;· 11;; ;;) ,,,q .. ,,.;i i n morire n elle e tà da O a 1 an110, dw, p11r ,·ss1·11d11 1wr sn st.Pssa m olto g rave, segna un aumento dn l :1:1°/,, solln11Lo i11 1·011 rro11l.o alla normale; è stata ancor m eno a.vvc rl.ili1. la pi11 g- ra v1: s u1 H:r·mortalità (del 58,8 per 1000 viventi) nella popo l11.;,;irn 11• l'<'mminilc dagli 85 anni in su, p er chè corrisponde ad 1111 a 11111c 11l.o di a ppena 19 ¼ in confronto a lla normale ; ha invcee d<'slnto ;:;-rande impressione la molto m eno grav e supcrmo!'l-alit.h 11cl11: f\t:\ g iovanili (n ella popolazione femminile : 14,1 per 1000 vivrn1t.i da 15 a 20 anni, 17,2 ùa 20 a


I X - l M0 1{.1'J HECONDO L ' J,:'l 'À

:!:i, :n ,O

161

,fo n :lf>), perehè segnava un aume nto a l q uadruplo °/11 n el p1·i1110 ;_:; l'up po, clt,I '.!81 ¼ n el secondo, del 130\J 0 /,> nel terr.o). Il seguente diagramma indica l'ceeedenza a.ssoluta della mori a l il.i~ fhil 1918 :,;u q uella del 19J 1-rn (linea <.:ont.ioua) e l'e<.:<.:cdnuza rela tiva pereentuale (linc.t tratteggiata), per la popolazione fc·mminile. Non abbiamo crednto opportuno costruire un analogo diagramma p er la popolazione m aschile, la mortalità della quale i\ alterata per la. presenza di un numero non trascurabile di r11orti pe1· offesa nemica o per malatlia c011tratta in guerr a e per la rnarn.:a nza di un notevole nnmero di morti per ma la ttie ordi11arie; ma l',mdaui ento generale delle curve apparirebbe anche qui in t nt to_simile. <la

ddla mor Lali.Là 11o rnmle (aumento del 2 9 3

tee.

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10 so 90 100 50 60 C:TA .Eccedenza O.StiOlutn. od ,•ecctlcnsn. r elat iva dei saggi di mortalità femminile per il Hllf:S s 11 q11cll i ilcl 1911-13, in funzione dell'etù..

o

10

f-:-, :MORTARA.

20

40

11


MORTALITÀ E MOlrnOSl'l'À

Il diagr amma m ette i n evidenzn due inter essan ti caratteristiche d ella supermorta l it.'.t d<'I I fl I K La prima consi:-;te i11 1111a 11d.l~1. l.1· 11clrn111a d ella supcrmorta-

lità a variare in eo rn ·la11i o11,· d ird.1.a 1·011 la 111ortalil.,\ 11ormale. Dalla prima i11fa1111ia all 'l'porn, d,·lla p1tlwrl:'i., dalla mal.urità all'estrema d cerq iil.<·ilt1a, l '1111da111 1• 11l.o dl'lla 1·11rva cli :mpennortalità

concorda 1:0 11 q1wllo ddla 1·11n·a (!i-Ila 1111,rl.;1,lil.;'i. 11on11ak: disce11.drn1l.e 11<'1 pri111 0 i11l.1 ·n·:1,llo, a s1:n 11d1•1tl.1· 1wl ::;L·1·0111lo. Q,111!::;l.a eouc ordn.11,.a i: ,·:-;prn,:-;io11n dul l:tLl,o dw la 111 orLalil h clipn 11d11 da due ordini cli virl"<1:-;La11'.f,<': dall ' int<111:-;il;i1, <li a11io11n cl n i fo.1.1 .ori pa1:ng-cni e dalla n •sisLni 1r.a <"ili' a ,p1•.!sl.i o ppo1w J'orgnnism o umano. L'ali.a rnortalil.ù. 11orn1alc 11ell.' i nf;1,11zia <' nel la, Vl'<:<:hiaia ò 1111 indi l'.e d ella sears,t resisl en,m organic·a in 1~1.li dii. Q uesta scarsa resistenza si manifesta 11011 sol i.ani.o di fronl., · a ll 'azione dei fattori patogeni uorm,1li 111.i am·.he di fro 11L, · :1 q1wl la di fattori anormali come quelli ehc h an110 U.1,!'ito 1wl l!II H: ,·osì si spiPgn l'a l t.a supermorl~<J.lità infanl.ile e senile cl<'I l!II H.

La seeouda, ea,ratt eristi ca s1•n1hra vc111l.ra tldil.l.oria ri:-;p<'i.l.o aUa 111·i1 11a, 111a ò Holl.a.1tl.o 1111a 1101.1,vnlt· ,., .,·,•1,i11 1w ..Jw

'Jlll'S f11

prl'Sl'llia.

Nd l<! dit dn lla ;.;-iovi111:r.i-,a, 1:aral.l.c •ri zzal.,· d:i. 1111 ':1.ll.a r, •sisl:f'n '!.a o r g a11iva e eia 1.1111.t l1assa 111orl.alil.:1. 1101·111:1.I<-, la s1qwr111 01·l.aliUt cld I \I I H i, alla i11 ~\<'!ISO a s:,;01111.o (1·11n•11, 1·1111l.i1111a), e· q11i11d i a.ll.is:-;i111a i11 :,;i, 11sn r<'lal.ivo (,·11r v11, lralfrggi11l.a). Cii, dnn ola che i fal,l.ilri pal.0M·,·11i :-;p1 •,·i11.li d, ·I l '.II H, o :-; 111·1·ial1111 •1il1· attivi in tale a1,110, a.~i vn ,111 1·1111 :,; i11 g nl11n · <'1'11, ·a,·i11 :,;1111, · 1wrso11 e cli età c01npr1\H<i fra i :!Il ,·il i lii :i1111i , 11 ,I 11111.n d, ·l la lnro !'orte capacità <li J'u:-;i :,;L.,1 1'.l.,L 11rh ;1,1 1i1·;1,. .\ii,·

, ·:itt:-;, ·

1t11r 111:li i d i 111 0 ,·i.1· l e donne tren-

l:e 111ti resi.~l.0110 llloll.11 pi 1'1 d, ·11, · s,·:ss11.1,l.,·11 11 i ( lll or Lalitù normal e,

6,8 per 1000 vi v,·111.i i11 <'l :'1. da ·•,, a :1r, a111u, 20,9 p er 1000 da n5 a fin); al l<! ca11:,;1• tl, ·l la :,;1q1< ·1·11111rl. llil ;i, <lel l!Jl 8 l e trentenni hanno r esistilo moli.o

111 ,·1111 dl'il"

:-;1·ss:i.11 tcnni (supermortalità

21,0 p er 1000 v i v ent i da :!:1 11, :1:,, 10,(i per 1000 da 55 a 65 anni). La seconda carattc r isl.i l'a d1· lla 111 orl.alità del 1918 potrebbe dunque venir espressa <:osl: il1d,ol c resistenza dei gruppi d'etù giovanili di fronte alle cau si· di s 11permortalità che hanno agito in tale anno.


JX · l MOHTI SECONDO L'ETÀ

163

!l. l l 11 altro quesito che possiamo proporci di fronte alla su-

del 1918 è questo: in quali proporzioni si ripartisce fra i vari g-ruppi d'età la totale eccedenza, delle morti sul nu1111 • ro normale? La risposta, per quanto riguarda la popolazione femminil<', ,,. data neJla seguente tabella. Omettiamo l'analogo calcolo per 111. popolu.;,;ione maschile, i cui risultati sarebbero perturbati dalle , · i rco:;tanzc già più volte accennate; il lettore che desiderasse <':;uguirlo troverà gli clementi necessari nell'appendice. 1w n11orl.alil:à

Ecr,tlf,r.nz(1, ,.ut nmn.ero <k Ue morti a , vtnutt n.tt 1!J1N

Btà

i 'IL ciascn n 9 1•11,pp n rl'r,tt,, d r.Ila 1mpolazfont. / u nm in Hr. kttl numero ,uerlfo a nrmu d t tl~ ,,wr ti a ·v ven,, tt' nello slr.!i!IO c,rupp() f.t'd li net 1!Jll-.13

------ - -- - -- - - Oift·r: assolute

- - ---·--1- - - -- -0-5 5 · 10 10-15 15 · 20 20 · 25 25. ao 30 · 35 3:'i .40 40-45 45-50 50 · 55 55 · 60 GO· 65

G5 - 70 70• 75 7:i - 80 H0 -85

~r•. ... '/ '11 1/t /1: d ,ì, I

I

f.} ifre. prov ,.1rnionali

,i 100 0 mm·ti nclt'wcedtnYA' tòl<tlt

- -- - -- -

18.766

73

25.:.196

98

17.978 2:1. 868

70

2G 3f:f,

102

27.209 24.557 15.441 11.924 8.221

105

8.699

34 27 29

!)2

95

60 46 32

6.987 7.5l l 9.169 10.800 8.135 4.902 2.091

42

258.019

1000

36 3" 19 8

• Non co11,p1·,•a11 In 11101·1,., d' e tà. ignota. (11,272) e le m orte nei comuni invas i (circa. 15.000).


164

!IWRTALITJ\. E MORBOSITÀ

I primissimi anni d'età, no11ostantc l'alta superrnortalità assoluta dalla quale sono si.al.i 1:olpil.i, da.11110 uu 11umero relativamente modesto di morti i11 pi1'1 d<· I 11on11alc, per la forte riduzione avvenuta nnl 1111111,·ro dq .;·li ('spw,l.i a 1norir e dnl JJcriodo prebellico al lf!I H a 1·11,g-io11u d,:lla rid otl.a 1111.l.a lilh. M"agg-iore contributo dà il ;_;T11ppo dn :1 a IO 11.1111i d 'l'l.h, dovn la :,;1qw nnortalità assoluta ò J11(·110 a li.a, 111a il 11u 11wro d eg li (:spo:,;l.i a morire più grande. l ;_;T11ppi da I !', n :1:, a1111i, co11 di:serd.a :,;upc:r111 ortalità e nurn nri di i:spo:,;li 11, 111o rirn a1u:or;1. alti, danno fo r i.i conl.iÙgenti :i.ll'<\<'.<'.<:d< :11:,,,a di 111orl.i ; i11v<:<'.n i gruppi dai I-i!> a1111i i11 sn, nonoslantu l 'alta :s11w·nnorlali tà, da.uno eontributi modc:;ti a (·ag-ione dello s<"ar8o 111mwro degli esposti a morire. Nflll'insierne, h\ eth dai 10 ai 4-0 anni, <·.h fl nel Hlll-1:1 avevano da.to il .14- 0 / 0 dc.I mm1ero totale (folli: n, url.i, nel 1918 danno

°/., dell'eecede11z;a del w.un ero d,:11,· 111orLi :;ul normale. Le età giovanili, dunque, hanno dal.o il 11111.µ·g-ior r:nntingente assoluto alla sehicra dei mori.i in pi11 d, ·I 11o r11mll', e sono state colpite da una supermortalità rl'latio111111 ·11/I' 111armù1·1"1: di q1H1lla di('. l1n, cnlpi l'.o 1<~ all.n : 1ali1. : 1-,<·1·0 l'•·r..!11\ 110110:,;l.;1,111,,. 1·.he 1·.:;:.,;e

.il 52

abbia.no f\<~g·11:1.l.o una. s1.1pi~nnorl.alil.ii. 11.~s,,/11/111111·11/r: 111i1111rr·, n 11011 di poco, di qudla :,;1•g11al.:i. dalle ull.i111u d:'1, s,·1iili ,. dalil.' prime d:'l. i111iL11l.ili , :,;i t': av uto I' i111prnssio1111, eia parl.,1 di 111011.i, <'. h C la s11penno rl"1.lif.:'t <Id della g io vi1w,,:,,,11,,

l ~II H l'os:.,;1· slnln 1',·1101111·110 ,p1:1.si esd nsivo

C r<'dh1110 <'il<' il 11osl.ro 111i1111 :,,,io:;o ,·:-n111<·. dl:i dal.i sulle morti del l!II H al1hin g iovai.Il 11,1111. ,·t,1T, ·ll 11, i11q .. ,sl.az;io 11e e risoluzione dd pn1l1k111;1.

10. S0Hn11to <·ol 1<·11•T ,.,,,Ilo 111wlw dl'i dati per il 1919 è pos:;ibile valutare J'cffel.l.o ,·rn11pl1•:-si,·o •kll 'l'pidemia influenzia.le che ha desolato il 1me:;e 111·~~1i 1tll.i 111 i 11wsi dd I !118 e nei primi ùcl 1!319. Avuto riguardo al 1111111(· 1·0 d• ·g·li e8posti a morire nei singoli gruppi annuali di et:ì. l'ra O 1: : , 111111i, :-;i può calcolare che la maggiore mortalità del l>ie1111io l !JI H- l!J abbia determinato in tali età c irca 140.000 morti .i n JJiù di quelle che avrebbero eorrisposto


l X - 1 M0 11TJ SECONDO L'E~r i'\

165

11 1 pn,;i,;l<irn dnlla 111orb11ità prebellica i . Dai 5 auni in Hu, il nu111 (·ru a.:;:;oluto d(•i mor ti nel biennio stesso h a :sup erai.o d i oltre ! ,l i0.000 t ( di :100.000 per le femmine, di 265.000 p e r i ma..,c hi) il doppio cl<'ila m ed ia annua del 1911-13. In piccola parte questo n11111(•1Jl.o 11d n11m ero dei morti corrisponde ad un aumen to nella p11pola:.i.iouc di oltre 5 anni; ma n ella massima parte dipe nde da 111 1 aumento <lei saggi di mortalità. Sulle 700.000 morti in più del 1111rncro normale avvenute nel biennio, forse 650.000 corrispondono a<l eccesso di mortalità ; e di queste forse 600.000 sono x!a l.e <:agionate, direttamente od imlirettamente, dalla epidemia i11ll11C'11ziale. Nello studio dell e cause di morte potremo verificar e ,;1, n q ua nto siano fondati questi calcoli, c h e ci hanno ricondotto nd 1111 ri,;ulta to già raggiunto per altra v ia (v. ret1·0, pag. 121). I 111.11.111".o crediamo interessante indicare, per la popolazione 1', ·111111i11il P, la rn.isura complessiva dell'eeccsso r elati vo del numero d,·i 11 1i ,rl.i i11 eiaseun gruppo di età dai 5 anni in poi, n el biennio l'. ll H 1\1, in <·on fronto al num ero m edio annno d e l Hlll-1'1. N1rn1m1

INDI CI

IN

01ASOUN

SO L NUMERO MEDIO ANNUO l>J.:L

1911-13,

DELL'ECCEl)JCN7.A

ll l<IJl'L'O D'ETÀ NEI,

1918-19

J)ELLF.:

P OSTO UGUALE A

1t:t,ì.

DONNE

MOR'I'Ir.

100

Numeri indici

Età

N"mcri indici

Età

:, - I O

32fj

243

I f,

382 343

35-40 40- 45 45- 50 50 - 55 r,r, - GO 60- G5

fì5 - 70 70 - 75 75 - 80 80 - 85 85 - HO

54 52

!JO - •••

2,1

ICI

I , , . :,!ti

,,.. ,

,.,, ;in

;126 ,Hi(l

!UI :t,1

:in3

' 11

,

198 129 109 78 56

Nu111eri indici

52

43 35

I l :-<1;·.1oi ll, ·11 l11 d1:i precedenti numeri in<lici è chiaro. .Per osempin, il pri11w d i ,·s,;i d dice che nella popola zione femminile il

, (:;,...,. 11IXN 1 " ' "' Ii, ""Il<· 110.000, sono derivate dall'epidemia

di vaiuolo; non

d u. q111•1lu. 111 i1 d\ 111•11z 11 1 1wl t!HH-·19,

" U i n :lL H.IXX) " ' "'II , H11l l 11 f,G0.000, sono derivate dall'epidemia di vaiuolo.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

166

numero delle morti fra i 5 o i 10 anni d'età ha superato, durante il biennio 1918-19, del 320 °lo il uormale numero annuo. Il massimo eccesso di morti s i lm fra 10 e 15 anni; eccessi ancora molto forti si osserv ano fino a 35; poi comincia il declinare, ininterrotto tino al le estreme età. Non tutto l'l\ccesso dei morti può attribuirsi all'epidemia inlluenzia lc (abbiam o visto che g-ià nel 1917 si erano rnanil'estati sensihili C<'.CCssi); ma si può senza tema di grave erro re affer~ mare dic 11c lle dii. fra 5 e 35 anni l'epide mia ha ueciso press'a poc o t.iwLe llo;;11e quante sarebbero morte n el cor s o di un triennio di 11onT111.Je mo1t.a.lità, per t L, tte le cause. Fra :l!) e 4 f> a1111i ne ha uecise quante sarebbero morte in un bie1111io, fra 4-:>(\ [>[> quante sarehbero morte in un auno. (}rossolane c o111para.zio11 i, eh e non preten dono a pnx'.isionc, ma tendono Roltn.111'.o n re ndere intuitiva la gravità degli effetti dell'epidemia. p<i r Il, <· l:,ssi d'ebi, più colpite. È facile compilare anche per i 1nas1·lti 111 1a lahd la analoga alla preced ente, in base ai clal".i ril<·ril.i alla pag-. UiO; ma. ee ne astenia.mo perehè per essi la p:1.rl.< ·.1· ipn;,,iu1u: alla guerra, lit prc'.s c nza di prig ioni<'ri lH'm i<·i in r; rn11d" 1111111,·ro, la 111a11<·::tJn. regisl.raziorw cli una parte d elle 111ort.i, ('us i.il.11is1·011u e o11di:doui al.l.1'. 11. IH'l'l.11rlian· la ('.Olllpa1·n1/,io11, ·. 1:: p11.1<-s,·, l.111.111,vin, dai ual.i g-i:'t. ri l', :ril.i 11e ll:i. c.il.al,a 1.alwlla, <·oJJtl\ la s l.rn.g1'. s in si.al.a 1111 po' 111i11or,i 11c:IJ11, popol11.zi,.1w 11111.sd1ih , d1< ·. i11 411ll'll11. k in111inile. 11 . 1\1H ·or11, JH· I l'. l:!O, J14'1l n , •lii i'rn r, 1· 1;(111.1111i la mortalità così d e i 111nsdJÌ ,·11 11,., ddl, · 1', ·11111 1i1w d• ·1·,· 11,1·,·rn ,•.<·<·cch1to la misura norma!P ; poic !H\ 1·~·,·,·,-d•.'!! :1.11 (\ ,11.,lt 1 • 1Hi!!O!'t! che nel prcccd enl.1~ lii1'. 1111io, 0;;11i l.<- 11 lnl.iv11 di ,·11.l,·11ln •·s,·g 1iito in ha.se a criteri simili a quelli dia11z i 11.dol l11 l.i p11l n· hli i, co11.uurre ad apprezzamenti erronei; e.i li111il.i,1111" 1,..r, ·iù a d indicare il fenomeno senza tentarne la mis ura.

,,,n

12. Nel triennio I!):! 1-:!: I l:i. 11101'Lalità appare ricon dotta al livello normale, anzi sol.I.o iI Ii ve ! lo normale. Finchè non si. a,vmnno i dati del eens i 111 0111.o I!12:l sulla distribuzione della. po-


I X - I MORTI 8J~CONDO L' ETA

Hì7

l'"l11 ~.i1111<· s<·<·o11do l'nl.ù., san\ impossibile fornire uua ùimostra1.1111w 11ssol11la111c1il.ç ineccepibile di questo migliora.mento che ,11,.lli i11cl i,1,i l'i a.111.orizzano ad affermare. lHa almeno qualche pri1wipio di cl i111 osl.rn,..,ione è già possibile. Vedremo piìt avanti 1·111111· sin dato provare e mifrnrarc il miglioramento n <'i 1irim·i 1·i11q11,· a1111 i di uLà. Qui om·iamo intanto aleuni dati per le etù, ~1H·<·c·ssiYe a i cinque anui. L a popolf-1,r.ione media d'Italia (vecclri confini) nel triennio l'. l:! 1-:?:I :,;i può stimare, in eifra tonda, u. ,37.400.000 abitanti. 'I'e:i::lo l'011to del numero dei nati vivi, dei morii. in eth infantile 1· cl1i!.di l'migrat.i e "immigmti n ella stessa età, si può (:aJcolare n ::.7!"><).000 il nmnero medio dei viventi, nello stesso triennio, in d i,. ;1:,, O a r> an11i. Restano dunque ::13.650.000 viventi <la 5 anni d'c·li, i11 s11. 11 numero me<lio annuo dei. morti, nel Hl21-211, in 1·1:'1 ,;1q,1·rior<' n. 5 anni, è stato di 426.301. Il :,;i ;.;-;.;-io medio a nnuo di mortalità, nel 1!121-~:l, è d unque di 1:.!,7 111·1· 1000 abitanti da r, n.nni in 811. Kn.ggio nettamcnl.1: 1111', ·riorn a <pu~llo di dieci mmi prima ( 1!).I 1- IH) d1<\ <irn stato di I::, 7 1'1·1· IOOO ah il.ani.i. I 1·arnbiamonti che si <ld.1u0Jto supporrn av venuti neUa comi'":-:i:r.io11<· per g-rnppi d'età dcUa. popolazione da 5 anni in :,;u non :,11111, lali da gi1.1 st.iliem·0 qu0st11 minore freqimnza m edia di morti, 1·lw d1 \ \' l\ provenire da, un'effettiva minore frequenza, di morti 11 ,·lln 11111 gb'ior parte delle siug·ole età dai 5 anni in s u. I 11111n<' ri indici delle morti da noi calcolati separatamente i,,·,· 1 11 111,-wlii ( pag-. l fiO) e per le femmin e (pag. 154), per gruppi ,111111, 1111·1111:1.!i cl'di1, r:i fanno pensare c he J.a rnorta.lità maschile 111 p11il,·l11· l r:il.l,o dell'intervn.llo d'eti:I, da 10 a 40 anni possa es:-.,·1, · ,111111 11i:1 gg iorc nel 19:?1-23 che nel 1!)11-rn, p er quanto i 111111wn 111d 1, ·i :1lilia.8tan,1a alti elle si riscontrano fra 15 e 2G auni i'oss:11111 111,,.1 1,· d1·riva.re, almeno in parte, dalla vrese11,1.1 di una popo l11zio11, · 1'i1'1 11111111·rosa in tali età, per effeLLo 1kl l'istagno d1'il'1·111i;.;T:i.,;i,,11,·. N,·llo stesso trie nnio 1!121-2:1, le etit dn. 70 anni in 811 lt:1111111 l11n,,· ""1~11:i.l.o una morta.lit.à. leggermento superiore, o a.Imeno 11011 i111;.,.i.. r,·, :1 qill'lla del l!Hl-1:-J. Ma fra, F> e 10 e fra 25 1


168

MORTALI'l'À E .MORBOSl'l'À

e 70 anni per i masehi e fra !"i e 70 an ni p er le femmi ne, la mortalità del Hl21-2B 6 se11:r,a ùubb io inflTion• a quella ùel 1011-rn. Stu-pisce la er,l e r iU1, de l ritorn o al normal P, m a 11011 si p uò negarne l'e vid enza, 1:1. l'c r eo111pl(·.larc i l u ostro studio della d.i strilrn z io1w d<~lle m orti f:P1·011do l',·lh, ('i <·o nv i en e ora <:olmar0 11· l:1.1·11111· della prceedt\111.1• l.rn,l.l.azio11 c p1•r guan to rig uarda la 111 orbLliUL i1 1fa11til c . M e ntre 1w r I,· (•I::\ dai 6 anni in su la ,·ari azirn11· di'! 1111m ero degli c:,;pu:;l.i a 111urirn, ual 1914 in 1>ui, ù si.ai.a i11 gi,1wralc h:11la

e g r:uluah·, il 111mwro degli esp osti a rnorirl' 1wl la pri111a i11l:1.n:1.ia è andal:o r:l.pid:unn11tl, dimi1nwndo eol (it-d ina n· dt·lla 11a b1.lil.à . .Per ciò p er q1wst,1. d.it i 111m1eri assoluti ,ki 111orl:i cosl:il:uiscou o

un clem enlo di sl.udio assoluu1mc1il.e. i11s1il'lit ·i 1·11k, ed 6 r1<..·eessario ten tare il cak olo di saggi di m or t.nlil:'1. La Dire:r.ione G enera l e d1:lla Sì.a t.isi.i, ·a s11ol1· 1·al<-olar 1~ a 11nual m c nte sag-g-i di mortalità p er i pri111i

r, :1111 ri

d ' d:'i. ('OI :=wgncr, to

proeedimfl nto: il numflro d0·i 11inrl.i da n a I :i.1111(1 111 1111 c erto an no so.la.re vi m1.e m esso i11 rapporto 1•0 11 l:1. c:,·11, i::0 111111:1 de i na ti vivi nello sl:exso a11110 e 11(\I ))l'l\('. l \d(•1d1•. S i 111.l i,·11,· 1·.11sì i l sa gg-io di mortalil::'i. pl' r il primo n.11110 d ' d h. l', ·1· ,·s1"11q1i11 : ~l orti da O a. I ;r.11110 111'1 100!) ( 17:,.20:J), di v iso pt·r In s1·111is,,11111m tl<·i 11ali vi v i 11<>! 1!10'. l ( l.11 :dtl l ) (' 111'1 l ! ìOH ( 1. 1:IH.H l :I), ,· io i'· p1·r 1.12 7.322, u g uali• al s:1.gi-:;in di 111<•rli1lil;'1 p1•1· i l pri111 n 11111 10 d ' età ( 155,41

IUOO s1q lt'rsl.il.i 11 11', ·l ii. O). Sol l.n ,.,·11 tl o i l 11111111·1·0 d ei morti da. O a I a 11110 d11 I 1111 11 11· r 11 tl q .;·l i ,·sposi i 11 111 orirc a O anni, si

p er

ottie ne il n1Hn: ·ro d 1·i t::qi! ·i·:- .!. i!.i ::.! !'!·!:': di ! ::::1: 11 { ossja. degli. eSjJosti a morire in el.:'i. da I a :! 1111 11i 1wl s11, ·,·,·ssi,·o anno solare). N el nostro cscrnpio: · l.l ::n.:1:!:! s 1q ll'rsl.il i 11 0 :1 1111i m eno 175.202 morti

da O a 1 anno 11g 11al(· a '. 1:,:!. l :!O :-1q11·1·sl.i l.i a l anno. Qu est'ultim o è il numero d egli (,sposi.i a 11: 11 1·i n· d:1 I a '.! arwi n el 1910; poi c h ò i morti in tale el.h 111•1 l '. 11 0 s1111, 1 sl :, Li :>9.939, il rapporto fra i due numeri ei dit il :-;a g ;..;-i o d i 111111·l:1li tà fra 1 e 2 anni (62,!)5 p er 1000 superstiti all 'd:'i I ). S11i ll':ll'11do ora fl).9~0 da fl52.1 20 otteniamo il numero (8\)2.I H l ) tl,·i s11 persl.iti a 2 a nni,cioè d egl i


IX - J UOln'l S l~CONOO L' E1.'À

169

,·~111,:-;l.i ;1 111 01·ir(· i11 t'lil da 2 a H am1i 1wl Hl l 1. I•: (·os i via. si 111·11:-;<·µ,·111· 11d (·.01n p11to... No11 ci f( •rtn inmo ad esporre k ipotesi, tutt'altro <.: 11 0 s(·111plic.i, :-;1tll(· qua.li è foi1dafa l.1 applica7,ione del procedimento dia.11:,r,i e,;c 111plifil'ato. Ci limitiamo ad avvertire che, m entre in epoche durn11l.n IP q11ali il numero d ei rntLi varia poco e vnria lentamente d:1 n11110 ad n,nno, esso può dar<' ri,;ultati ,;uflìcient.em e nte a.pprossimati, i11 tempi di mpida variazione del numero a nnuo de i 11aJ.i può dare ri,;ult.ati affotl'.i da non lievi errori. Oi sia eoJ1sentita, p(·1· di11101:1trn,rlo, tuia. 01-evt· digressione nwtodologicfl . 14. I ndie hiamo eou Jl iI 111mw r o tot.al<' dei morti iJ:1 età ..,;,.,; -!- / in un determinato a.rrno solar <'. Questi JV! morti in parte ( ,11') prov<' ngono dalle N' pcrnoue cl.i l' hn.11 00 raggi unto l'ct:'I. di .,· ;11111i 11<• ll 'a1rno solare p1·pcodentc, i11 part<\ (m." ) provP ng-ono d11llc· .V" per soue:· ehe l'hanno ra.g-ginnta 11<'H'n 11110 sf.<•s:-;o di o,;S(' l' Va1/,io1H·. 11 saggio totale di 111ort,'11iti,. p1·1· l'0tù. ,,;,:;; I- I , rif'l' ril.o a i suJwrsl:iti all'otit x , si può ott.enen·, pl'r l'a.11110 sol;U'(' in qucsLione, :-:0111 111n.11do i duE' saggi parziali di 111o rtalif.à ·i il/N' (~ in"/N'. Cosi s i (•vil:a ehe influisca, nella form a.7..ion(' del saggio totn.lE>, la dit~ r,·r< ~11 ;1,a evenf:ualrne ute esistente fra i numeri N' e N''. ( lo! p~·oc:edimento seguito dalla Direzione Genera.le della. ,-.:111 I i:-;Ii1 ·a, invece di prendere la son, ma dei due saggi parziali d1 111orf1tl ilù , s i prende il doppio tiella rnedia ponderata di essi 111 ·1!11 'lllltl(· a c-i::iscun saggio è attribuito <.;orne p eso il suo df'" " ::, :::::!,::·,·. !::l'a!ti la f'ormola M' / 0,f> (N' + :V") adottata dalla Dir,·zio1w l l,·1wrn le <'quivak a ll'all.ra:

..- .V' ( ,n'/

.V') I· Y' (m,"/ ,V")

- - - ,-

-~

:V' + .V"

-

.. - - -

<l1i;111do il 1111 1111·ru delle pcn;one die r aggiungono l'età .x; (e i11 pa.rl.ieol:11·,· il 1111 11 wro d0i nati) · è uguale nei d ue. anni ~onsidera.ti, la. Jll·,,, ... <11·1t1 ,· l'on11 ula. si riduce alla somma dt'i due saggi


170

MORTALITÀ B .M01W0SITÀ

parziali di mortalità rn' I N' e n(' / N"; dà quindi il r i stùtato cor ruUo. E quuuùu N' e .'V" ùiffc r is<:ono poco tra loro cl à a ncora un risultato appros8i111ati v anH· 11te corretto. Ma quando ,V' ù 1w1ggiore di N", il saggi o di mortalità

'm' / N' pesa più d1·l :;a ggio m" I N" nella formazi one dd saggio totale, il q11al1: co::;i ri sulta indebitamente dimi nuii.o :;n (come ac:caclc ndll: pri1111 : dit inrantili ) il primo saggio ò 111i11ore del :;ueo11do. 11 co11 t rari o a vvi ene quando N' è minore di N". < lo:;i i11 1111 porioùo in c ui il numero cfo i 11al.i vada

di.1ni-

111w1Hlo di a1111 0 .i1t anno (c:omc n el period o l w lli,·o) ii m etodo a dol.talo dalla Uirc:t.ione Oenerale rh~tf·n11 i11a 11 11 1·1To1·1, i11 m eno 1H'lla for111:1:1.i o11c dt:i sa,gg i di mori.ali I;\ 1w r I, · dii, i111iL11t.il i ; in 1111 pti r iodo in eui il. uumero <lei ùaLi

vada at11 111:11 l.a 11do (t.:om e

a ll ' iui ½i o d el peI'iodo postbcllieo) d C'ln111 i 11a 1111 t'tTore in più.

E

gti errori, c·.orue v edremo, non so11n :;1·111pr,· l.r:1:;1·11rabili. A ggiungasi ehe 11el cnleolo 1·0111p i 1Jl.o clnlla, Direzione Gem~ralc non è tenuto conto d<'i rn ov i11w1Jl.i 111i;~T1tl11 r i, hn1whè quc:-;tj rwgli ultimi lustri anteriori alla g 111·1T11, a\'\·:;s1·1·11 ass1111to /!,-nt11tlim1f>. rlimP11:;io11i.

1\; vt·ro <"iw li- 1·111T,,1tli 111i ;·y:1l••l'i•· :;n110 1·0111-

posl.c in gran parte di ;ul11li.i o 1·lw :;p1 T ial1111·11k i lia111'ii 11i 11ellc pi 1'1 l.n1wrn dit, v i parl:c1·ipa110 i11 111is1m1. r,· 111.l.i,·111111· 111." :;(·11,rsa; l11Ua\'i:1, si p11ù 1·.1ko lnn· 1·IH· 1wl l ' 1i1Li111 0 d, ·1·ì 111 1i11 :1,111.cri ore al 0

l!l l -1. l '1>1'.1Tdl'1tZa 111\'din 11.11111111, d q·:li 1·111 i ,;T11,l.i clnll ' Italia sugli illllltig rai.i, di l"i,;1, i 11r1 •1'i11 J't• lii

:1l llll li , fot 'l '/I SHI'

il llllll l\'l"O d i ]0.0()().

Tra s1·1 11·:1,n · sp11sla11w1di d i i "'i ",l11,,i111111 c·n,..J 11111.c·voli t.:onduce aù 1·1·1·01·i i 11 pi1"1 1wl 1·:1.lc·11 l11 d,·i H1q11·rsfifi , la /-':r11,·i l.:'1. d ei quali cresce c·011 l 'l'i,:"1. 1·.11i il ,·al ,·,,111 "i rii', ·1·i:a,·1· N 1°JIJH1n, :;i 1111ù ;.;-i11slifll'l11"1' l '11 111, ·ss11. 1·011:;idc razione d ei m ovimen t i 111ig ral.od ,·1111 l':1r;.;111111 ·1tl11 ,·lw l '1i1Tore, per se stesso 110n mollo gr ave ll('i pri 111 i , ·i 11, 11 11 · H11 11i d 'dh, si mani festa sempre nell o stesso sen so, e q11i11di 111111 11lfoom scusibilmcntc i risultati <li confronti che vog l i:1110 1·s1·;.;·11ir:;i 11,l.l.ra.verso il tempo. Tale argomento, v alido fino al I!) i::, 111111 l'l'ggc pilt per gli anni succP.ssivi, durante i qual i si l,a

:1' 111(·110 fino al

1919 - un'ecced enza.,

talora assai forte, degli i11111tig r:1 l.i :;11gli emigrati in età infantile.


IX - l MORTI S!!:CONDO I/ B'l'À

171

I :>. i',: doveroso rieonoseere ehe gli inconvenient i, ora a:cccn11111.i, d t· I rnctoclo impiega.Lo ùalla Dire:.-;ione Generale della Stati· Hl i1 ·a , appariseo110 i n pratica men o gravi ehe in teoria: i saggi di 111 ortalità imlieati uelle pubblicazioni ufficiali sono s u.llieie nti 11. dn.n: un'idea generale dell'anda mento della mortalità infantile n1 wl11: nf\l periodo bellico e in quello postbellieo. Tuttav ia a 11oi prn111eva aver e la misura più precisa possibile delle variazioni di morfalitit a v venuLe in tali periodi; abbiamo p erciò rifatto da ('apo il caleolo dei saggi di m ortalità infantile dal 1!)11 in poi, ('011 metodo idoneo ad eliminare i m cn;\ionati inconvenienti. Sia mo pa rtiti dall'ipotesi (non scelta ad a rbitrio, ma, suggerii.a dallo studio di st,atistiche indicanti ad un tempo la riparti:1,i<>111, pur età e per anno di nascita dei morti) die i saggi di 111nrl. ililù rn ' / 1\1' e rn" N" stiano f'ra loro, approssima l.ivame nte,

,·o nu·: 1 : 2 nel primo an no cl 'età,

L : J ,:5 n el secondo

t t1111 0,

l : 1 ucl terno, quarto, <1uinto

1111110

d'dù..

1\ libia.mo rtucht: tern1 to conto, 1nediantP a 11rnP111:i o dimi11 uz io11i ai denominatori dei saggi cli mor talità (aumm1l.i o dimim1z io11i stabiliti in base all' ipotesi di unifor me r iparl.izione dei 111 ov i111rn1ti mi gr a tort nel c orso dell'[rnuo i,olar e ' ), ddl'ceeedc.11za di i111111ig razioni o di emigr azioni. I ., • nostre statisliche II ffi e;iali 11011 inilieano i n um eri m,' e m", .,,.,·,,iT,· 111.i per il computo dei saggi p arziali tli m orb1litA. Esse 11 11 lw111 ,o p,-r<'> il n umero 1W = rn' +m."; indknno a11ehe, per il :,, i111 d 11 1111n d 'd:,\, i num eri N' '-' 1V" , d oè·. il m1m ('.r o clni nati ,,.. 11 ·,,, ,,,, , 1,r, ·1·1·du11te a quello d'osscrva.zio11<~ e~ de i nati n ell'anno s l , ·:1:111. 1,1111111111 :il l' l'CCedeoza <'lelk immigntl'...ioni o delle emigra' I.' 1, .. ,1 .. ,d "" I""'" nel t est o contluce ud a Uri hn i'Te al g ruppo N, d u e terzi 11 n.l ;-'r11111 111 ,\I ' 1111 11' 1·,.. 11 d(dl'e ccedBn za. di immigrnzioui o di emigrazion i accer~ Lat a. 11,•11'1111 110 ,.... 111 1·0 d1 rn,s1n-va.zionc per F etiir x, x+t. Perciò n ella rleterrnina.;d o nu dt>i 11 1111 w 1·I d,,,~fl ••Mpost,i n. m orire (os~ia d ei denomin a.tori dei saggi pa.r hia.li di 111o r ta.lit:'1.J >(i d Pvn 111·,·,·px1·1• r e o di minuire N '' di un sesto di tale er.c~denza, e 1\1· d i d 11f! H1•s ti; i-ti dn v11 i 11nll,n; a.ccrcsccre o diminuire lr· di ùue sosti dcll,eccednn za. a.ct~erLat,n. 111dl'u,1 11w rm la.,·f• precedente a q uello ù'osserva.zione.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

172

zioni, ne abbiamo determi11 al.o .l a misura approssimativa mereè un'aecuruta analisi dei mo vi111(:11Li mig-ralori. Con questi 01<-11w11l.i si p11ù nseguire il calcolo dei· saggi di mortalità per i pri111i ,·i11q11c arrrri d'età. Per il l!ll(i, acl .-sv 111pio, abbiamo i seg·ucnti dati:

M

..

irrori i cln

()

11,

-

I :1.11110 d'età nel 1916

,V' = 1111,l.i 111'1 I \I I r,

146.GBl

l.109.183 RR U;2fi

N " -: 1mU 111'1 l\llli 1,;,·1 ·1•114'11 1/,H cli i111rnii:;rati in et/L da

oa

1

;r,11110 cl ;c•.l:'1.: 111\1 I !li :i 11!'1 I !Il (i

=

::!.0<)0 :>00

Trn1 e11do pr1·HPlll.li c he sussiste la. r elazione: rn'' = 11([ - in', e ri cordand o I' ipotc:-;i l:1.tta, <:hc i d1w sag·gi pa1·ziali di m ortalità.

nel primo

a.1111 0

d'l'l.:'i sl.iarro f'ra loro 111'1 rapporto di 1 a 2, po::;-

siamo scrivere l a proporzione:

rn' / l.l 10.0W: ( M - 111' \ / KK I .7 10

.

I .• •) -' ,

dalla qua.le si ricavano i va.lori cli: ·111.'

= GG.G44

l ii

,,

H!l.!IH7 .

l'OHKiamo ora C'alc·oln.rc i d1w sn g·g·i pnr:r.inli di 1110 1'1:alil.h: :ifi .litJ,J/ 1. 11 O.o I fi H!l.!IH7 / HH l.7 111

0 ,0:, I 0 , 10:1.

la so11111111, d,·i q1111,li \'i cl:'1. i l 1,11g·gio l.oi11J,, cl i 111orl.alità (0,153) p er il prirno 111111 0 d 'l'i.ir, J><'I' il l '. lll i, sa;.;"g·io 1·0 1Tispondcnte a 15;~ morti fra O ,. I ;r.1111< 1 J11'I' og 11 i 1111111 ,·sposi.i

a.

m orire a O anni.

Col 11w.todo dl'lla I )i1 ·,·:r.io1i,· ( l,·1i.·r;1k. i11 vcce si otti ene: J.J(i.( i:;1 / '.1% .. J():,

0, 147,

cioè un saggio di 1no rl.alil.;'r 11.lrl'i.lo da 1111 errore del 4 ¼ in meno. Errore non gravi ssi 1no, 111:1. 111·p1 ,11 n· l:rascurabilc. Tornando al n ostro 1·11,J, ·oln, ,·. radl c ora proseguirlo. D educ endo dai nati n el 10 1:, i 111o rl.i prn vcmuti da essi negli anni 1915 e 1916 in età inforion i ;i I a111w, aggiungendo l'eccedenza degli immigrati nati nel l!ll :, l' \'l'ifi,:;iJ,,si n egli anni 191f> e 1916, si


JX - I MOR'.l'l SECONDO L' ETA

173,

.. 11.i,·1w il 1111111\:ro ,V' pflr la ùeterminazione della .11101·1.alità nel ,.,,,.0 11do an110 d ' età 11el J917. Analogam ente si ottic11e il n 11 mflro \'", drnlm:l111do <lai !lati nel 1916 i morti provenuti da essi nel l'.H/; ,. a ggiu11 g-cll(lo l'eccedenza d egli immigrati nati nel Hllu ,·,·rifkatas i 1wllo stesso a nno. Si ricominciano indi i calcoli come di11.11:r.i. Con ques to procedimento, più eorrctto di quello impiegato dalla Direzione Generale, abbiamo calcolato i sa ggi cli morta lità I'"" t·.i:isuuw d ei primi cinque anni d'età dal 1!:111 in poi. I li. Pri!lUt di esporre i risultati dei nostri calcoli, er ediamo 11t.il1 · ;uTmrnare alle vicende della mortalità infantile nell' ultimo ,p111.rn1il.t·1111i o a nteriore a.lla g uerra. Vicende ch e abbiamo grafi•·11.1111 ·1!1.n rapprese ntato nel seg uente diagramma, il q uale ci di' 'l ,..11::a tla una lunga eRposizione di fatti e (li numeri.

1---- - -- 12 o o

i' ùO

150

,, ..... _,/I, .., ',-,... 1( 1 0

·- -----··~·-----', _.,', -+------------1100 .~

1-2 .

\ ,.., ,. ,.. . , ,, .... ........

-

' ... , ,, v..i"\

so

o

1873

01

913 93 903 Sn:;i..i <l i 11,o,·L,d i 1,·,. " " i pri,ni 8 anni d' età nel periodo 1873-1913.

o


MORTALITÀ. E .MORBOSITÀ

174

Attraver so le osc illar.io ni, pi ù o meno ampie, c h e si manifestano da un a nno al l'a ltro, è palese la tendenza d ella mortalità a diminuire con tinwt111 c·11l.n c:oRl 11ol primo come n el secondo e n e l terzo anno tl'el.;'1. /u1d1c più forte, r elativamente, è la diminuzione n e l qua.rl:o t· 1wl q 11 i11 to anno d'età, non considerati nel diagramma pr('c.·<·d,·11(.c·. l'l'I' e liminare le minori oscillazioni, abbiamo cak o la.1.o s 11i s:i.;.;).;·i cli mo rl~ilil:à computati dalla Direv.'ione (fonnral n dc·ll11. Sl.al.is l.ic·:1. pcir g l.i anni dal 1890 in poi e s u quelli eia no i c·.0111p1clali l"'r g li 11.nni dal 1873 al 1889, con lo stesso md.odo \ 111,•di,· q 1d11q1w1111ali dl'i saggi di mortalità infantiln, che p o 11g·o11n ol.l.i111a1111 ·11 l.n i11 l '. V:clnm:a la co ntinuità della tendenza

<lrn:rrn·wP11l.t·. ll.:1.n·" g li:1.11111 I.ali 111c\clie1 ne lla seguente tabella. ---- -

N um,•ro 111,•d io ,fri 111urli in

,,,.,. .,.,,,,;

ali ' 1111.

Q11,iuq11.ennio 0-1

187'1 - 78 J879 • 8;1 .1 88'1- - 88 188'.l • !lH 18!1,1 . !18

1 11

I

1!10!1 · 1:1

1,1:\,C

rl 't!lÙ I

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1ti7 ,2 I :,!l,7

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211,G

1H!)!l - !lO:I 'J!l0-1 . OH

,v l,·.v,v11 ,111 110

.. ;,

an n i

11n11i

17G,,I

/IHH} .•m 1w r xli.li

d ,·llu

" "" i

<rn u i

Wli,tl 1%,:l 18ti,4

t:t,..."tmin anno d 'etti,

l tlai.i ,·ht· pn·1·c·do11 " I"'" ;.;'"" " i11 ,·1·iciP11za le seguenti prin(;ip,tl i <.:arattc•ri:-:1.i<"lw d, ·1111 :-: 1 iliq,111 • d ,·1111 11 1<.> rLalità infantile attrav e rso il p e ri odo c·o11s id ,·r:tl " : 1) temlc11 v.a. <·011 l.i1111;1 ;d ia di111i 11 11ziou e ; 2) vcìocil.à. pn,s s ·a p<wt• 1·md.:t1il.e della diminuzione, in funzione d el tempo (lt : s 1H·zz:c.l.c· dnl diag ramma possono con

1 Abbiamo ricomputat o i sa;::;::i di 11101·lalit/i. fino al 1889 a.vendo riscontrato ,.Jctmi errori in quelli compula., i dall" Direzion o Generale.


l X. - 1 MOH'l'l S.lflCONDO L'ETÀ

175

lo11., 1111 1q,prossi111azionc essere sostituite da lince rette discent1, ·11li); :1) cli 111 i1111zio11e assoluta decrescente col crescere de ll'età t d11 I pri1110 a ll' ullimo ùci periodi considerati si è avuto una ùi111 i1111zio111\ d i <i8,0 morti per ogni 1000 super stiti a O amù, di 50,0 l'"I' og-11i 1000 r,; nperstiti a 1 anno, di 27,2 p er ogni 1000 RnperNI il i a ~ a1111i, tli 18,3 per ogni 1000 s uperstiti a 3 anni, di 15,0 pn o;.;-11i 1000 super stiti a 4 anni); 4) d'ilni nuzione relativa crescente col crescere dell'età. I 1al i,ri1110 all'ultimo periodo il saggio di mortalitil, è diminuito cl, ·I :I:!"/., 11 el primo armo d'età, del 44 ¼ nel sceondo, del 49 °lo 1wl l.1·rm, del 54 °/o nel quarto, del 58 ¼ nel quinto. I ,o :,;l.11d io delle cause di morte ci porrà in grado, più avanti, cli :,;,·orhl'rn q11ali c ircostanze abbjano dete nni11nl:o la regolare e ·1111li1,11:1 di111i11uzione della morta.lità infa.utile, clte qui ei :,ia rno li111 il.:il.i ad a eecrtare. 1

17. I'c r g li anni successivi al mm, cceo i r,;ag-gi d i m ortalità 1b . 11oi c:a l1:o lati col proced ime nto che abbia.mo tlcsc ri tto. Come l1·n11i 1ii cl i eoufronto ri_portiamo i :,a:;gi per il triennio l9 ll-t:3, ,·:111:olal.i con lo stesso procedimento, i quali diffc riseono soltanto i11 liPviHHima misura da quelli calcolati col procedimento della I Hn·1/,io110 G~nerale 1, onde è l ecito il colleg-11,m ento f'ra l e due 11,·1·i,· di dal.i.

' 1· .. , ··"!!l'Hli!.à. di compn.ra.zione, riporUa 1no i s ~:;g-i ca.1~olati col procedi-

"' ""'" ""1:1111 .. tl ,d lt• Direzione Generale d ella Statistica, por il 1911-13. 0-L

1 10,:1

1-2 60,2

2-3

26,5

34 15,1

4.5 10,;:l

I 11 •p11··~1n 111·riodn i òne metodi di calcolo porta.no a. risultati pochissimo b ellico e postbellico, p er le ca.use ~ ià. spieg at e. l)tH' P R 1•11 1pit1 1 Il t• Hi~:~ lo d i rnurta1i tà nel primo anno ù't,tù. :secou ùo j} cu.lcolo della. Dirc,ioo, o (J,, ,, ,,rn1.. r i»>I ILlll'Chbe uguale a 147,H UP.I l!Jlu, a nel 1Dl7, a l Ba,9 111,I 1!)18, u s, ilL "''""11.. 1,,,,,.,L,, i,rrato in difetto; cd o. 141,1 nel 19Hl, a 15i, l nel d ifforPtd i. N o n ,·nKi 11 _.J pL·riodo

rnn,o

Ht20,

ossia. so m-u l11 h 11 11 11 l,1• 11rrn to in eccesso.


MORTALI'l'À E MORJ30S1TÀ

17fi

- - - · · - ·---- - -- - -·

I Anno

Num,ero 1nedio dei m,or li in ciascun anno d'eta, per oyui 1000 superstiti

I- {).

all'inizio dello stesso anno d 'età I

a.n n,

f- 2

2 -R a n ni

anni

I

3-4 ann i

I

ann i

_ _2_G_,_6_ 1__ 15,2 · i--1-0-,1- -

M edia

1!) 17

l 1lli,,ì

(i0,6 52,1 (i2,8 71,(, 62,7

l !I IX

l kl; / 1

104,i'>

rnn - 1:1 J !Il 11

1110, li

l'..11 :,

1-11;,r,

l !llli

1:,\ 1

12!1,!)

21,8 26, 1 31,2 2fi,4 58,0

12,r:, 14, 2 17,8 J5 ,2 :~7, 7 11;,1;

:!H, 1 , ~,( ;

1:,,ti

11 ,2

12, 11 11,8

8, l 7,!l 7,(ì

1

I ! Il ! I

I :l!'>,!l

l!J:lO

112,(i

60,0 56,8 ,

28,0 28, 2

1\12 1

127,8

[ì!'i,8

2 1,8

.1!)22 1!)2,l

12!i,7

43,8

12fi,8

.1.!J,!'i

22,8 17/l

I :~,O

8 ,:4

!),li

11,H 10,!)

...

N l'I 10 14 prmwg ,11, la dirn i1111 1/,i111tt· cl,· ll a 1110rl.alit:'1,: nel He•·.011do, l.1:r ,10, quarto e •1u i nl.o a.11 110 d 'd.i,. ,·ssa l.rn :,·a 1111 .l ivello ,· ui 110 11 <' l'il. s<·•·sa 11epJHtt'l' 111'1

1!1 1:!, ,·lw ,·rn sl.nl o l 'a.11 11 0 di

111111111111. 111orl.11.lil.ii. i111'a 111.il t\ di l.111.1.o il q1111.n111l1·1111io p1Yhellieo.

Mn ,·o l l !ll :1 s' i11 v<· r l.c 111, l:c 11d1·11,1a: In 111 or l.;tlil ;'t. sa i, • 1w ll.11.mC'ntc 1wl 1!1 1:, ,·. 11d l!lllì ; 111,I 1!11 7 s,·;.;·1111. 1111 li,·.1·,· r,·;.;Tn,so, 111a, nel l! I I H n 1.g;.;·i 1111g,· ,·i l'rn ,·111· •·r a 110 q l'll1 :1i , ·1 11 1sid,'1'al.1·. ri ...or di d'un loi il 11.1tt 1 pii ss:t.l.o. l',·1· 1.r.. v11.r ,· H11;.;-;.;-i d i 111<,rlal i!:'1. •soHi aHi comA q1wlli cl, ·I l '.I I H l ,iHog-1111. ris11 l i r, • 11110 Hl I H'. 1:, JH11· il p rimo anno

<l'.-.I.\ a l I xs1; l "'r i l '"·,·11 11cl11, 11 1 I H7:, 1» ·r il l.nn1.n, e forse ancor pi!, addi vlro P"r i! ,p, 1!!·! 0 I" '!' i! 'll! Ì!!I,,. L> i;1.Lno queste indicaj\

,-;i oni 110 11 11. s,·11qtl i,·,· l i1 .. 1.. d i ,·11 ri.,si l \

111a p er n1ostr are com e

il p eg-i,iora1111 ·11l o d,·11 11. 111 orl.11.l iU1. i 11 li1.1il.il n 1Jel 1918 sia stato di mano in rna11 0 pi1'1 g rn.,·, · ,·ol •'l'• ·s, ... n• dell'età. Non ci f crmia.111 0 s11II!' 1·irn · 11<- I I \HH, che abbiamo già prer:edentP-rnente c ompnral.1·. •·111 1 q1ll'l l1· per l e età successive; richiamiamo l'atten zio11n d1•l 1.-1.1•11·,·, i1 11·1·ec, sul già sensibile aumento della mortalità infa111.il•·, dw si

n a mani festato an teriormente a

quell'anno climatcrieo. N l'I I !JI !1-::!0 si rit orna a condizioni non


JX - l MORTI SECONDO L' J!;'r.À

177

111 1111.n ct ilforc11ti ria quelle del 1911-13; persiste, tuttavia, s pcc ial1111 ·111.P 11cJlc età_ da 2 a 4 anni, un sensibile peggioramento, <k1·i vn 11l.c - C'ome vedre mo - dall'epide mia di vaiuolo e dallo sl.rn:-, · i('() dell'epidemia influcnziale. Nel triermio 1921-23 i saggi di 111o rlalil.à diseendono sotto il li vello del 1911-13. Non solo si è lornali al normale ma si è avuto anche un sensibile migliorn111 c11to, perfino in confronto a l 1914, c h e aveva segnato Raggi di 11101talità eccezionalmente basRi.

18. L'andamento della mortalità infantile ne l periodo bellko 111·ci-c11l-a qualche diffe renza da regione a regiorie, ma in complesso si riscontrano in ogni parte d'Italia le medesime carat!.criRl.il"irn, come appare dai seguenti dati sulla mortalità nel primo a11110 d'd.il, 1 • Su,uk,,'v Jc.; ·nu.1rl.;. 11t':.l 111 -i.·, nu o :wuo ,i:,1u, p e1' ogni 1000 snpc;·,titi nll'1:t1l. O. f '011111a1·ti·menti

Mcdi:.1

W11 · f.1

I

1914

- - ·1 Pi<,monte Liguria . l,ombardia V<::11<:'to

'l'oRea.na. .

Marehe l J111ltria

l,11 z io . A ltru,,,. j

( :a11q,1111i11. ]'U" lio Ba;ilieala

Calabri:,. Sicili:1

Sardegna

l2t,2 113,0 HiO, 7 130,8 142,6 111,G 128,4 12fi,3 117,4 137,1 139,4 156,1 151,2 135,2 165, 9 125,8

I 109,(i

I

19 f!i

I

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1!J:!J- 2.1

l-

i

135,8 Il 98,9 1 11\),!J 145,3 165,3 118,7 I 145, l 131,1 I 153,8 104,8 117,7 130,9 146,9 128,0 138,0 115,3 123,0 140,2 14:,,9 135,9 1 143,8 155,0 lti4-, L 146, l 159,9 119 ,31 127 ,5 143,4 16 1,o 114-,0 130,8

J 21,r,

113,4 179,0 154,0 153,2 12fi,fi 144,8 132,5 127,0 148,5 145,1 179,!J 165,4 128,5 18:3,6 136,5

125,2 1 148,2 119,0 131.,0 167,6 192,7 148,3 171,7 151,6 194,8 122 6 156 9 rno:9 196;8 135,1 178,9 113,6 154,9 136,7 194,1 135,7 186,6 179,6 234,5 170,9 186,5 12fi,8 181,5 162,5 211,1 H\6,2 181 ,2

105,f>

\14,8 151,6 120,5 116,8 98,8 119,L 113,7 98,6 JB3,2 124,0 154,8 148,4 124,4 146,4 127,7

i In qnesto cn.loulo pur regioni non ò stato possibile tener conto dei movimenti migro.tori; uni ,,.. ,. il primo anno d'età l'errore che da. ciò deriva ti trascurabile. I sagi.:i ùi 111ort1d i1.:', sono stati da noi ca.lcolati secondo la. formula. M/ ( 1/8 N ' + 2/.'/ N" ), c he pmLictunente ~quivo.le a quella i mpiegata per l'Italia..

G.

'MOn'tA.RA,

12


178

:MORTALITÀ E MOHBOSITÀ

La t endenza all'auinrn ito li no a.i l Hl 7 si misura meglio mediante il confronto c,011 i ,;aggi di inor ta.lilà del 19 14 r,he mediante

il confronto coi1 q1wll i d,•I l!ll 1-J:1, innalzati dalla notevole punta della morLal iL:'1, 11\-i lal.ta11l.i 11el 19 11 (b en visibile uel nostro diagramma :1. p:1,g-. f 7:\). '1'111.Le le regioni segnano pegg.ioramenti, pi(i o mrnio g ra v i : 1111·110 l'olpitc appaiono la Calabria, la Liguri a, il Lazio, g li J\l1n11/,1/,i, la ( 1;1,111 pa11ia; n ettamente progTcssivo e c onsidcrn vo ln t'1 i11v('(:11 i l 1111ggioramento nel Ven eto; anehe k P 11glie, la ll11,,;i l i1:nl.11, 11 In ,">nrd11g11n. sono fra 1,, rug ioni più eolpitc. Nlii I ~l I H l '11.g},rn,va.1 nento è fortiss.irno " ;.;-1·.1111ral~: in 1·.onfronl-.0 11,I l !H -1 Hi lia 111111, H11p1·r111 orl.nlith ùi 7!!/ i pnr 1000 1·Hpmd.i a morire 11 nl le 1'11gfo·, di fi7 ,7 i11 :-;icilin, di fi7 ,~ i11 :-;a,rckg·na, d i GG,9 nelle Marchn, di ti,1,7 111·ll' l•:1nilitt, di 62,2 in f ':dahria, In parnech i e di queste reg·ioni ( l '11;.;fo11 S1.m hJ;,;-11a, Man -lii', ( :alaliria) il sagg-io di mortalità d.el. IHI H s11111 •. ra di oltr e: nll'i.:'1. ,pw l lo dlll lfl14. I minimi ng-grnv1trnP.11l-.i di 1111,l'i.alil.h ><i li:1.11110 i11 I .i1-':11ria, non una supermortal itù. cli :1:,1 I p(\r 1000 1·sp.. sl.i a 111 .. rir,·, i11 Piemonte (il8,fi), n el Lazio (:J!J,G), i 11 Basi li1·:ifa (-111, I ). i11 I ,11111harcli:t (47,4). Non sempre i maggiori ag-gTnva1 11,·1ili dl'l l11 11101-lalil:"t. ililirntile eorrispo11dono :ti magg-iori agg-rnv11.1111 ·11l.i d,•lln 111or1Ji.l il.:'1. µ;P-n<' t-:tl e. A11zi Ìli q11aldrn ! '.:1RO si ha quasi 1111 '11,11l.il.n 1i (Si, ·il ia. Marnh e, E mil ia c oli l'orl o a111iw11l.o dd ln 11iurl.11,l il i,. i 1ili 111l ik ,, a11mc 11l:o rel al:ivam1:11Ln 111od,·sl.o d, ·ll a 111orlnlili1. g,·11 ,· n 1k ; I ,11.1/,in L' Basilicata CO ii 111od 1·:-;l.u 11 ,111111·1!10 d,·lla 111orl 1ilili'i i1ili 11ilil, · ,, l'orto aumento della 111orl.alil.h µ;1·1i1·rnl•·). ,'iolla11lo 11Ur11\'•·r,-.o lo sl.udio delle cause di mori.e por <'I.il. 1· l"T n ·Mio11i 1-111r<'i,lw poi-silii ln n ·11clersi preciso conto del le c:irc-osi.nli'/,<·. dw ii11,1i11" d, ·i•·l'll1i11:il.o eosi notevoli dii~ forcnze r eg'iona.li, La Di n·1/,i1 11w t l•·linnJ, , ,lt· ll a Stati stica potrebbe con di spen dio nm1 1·; 1n11d,· l'orni n· 11 ,•;li st.11dior-ri quegli el ementi per l'a.nalisi della 11101'1.11,li U,. d,·1 l'.I I H ,·ho :i dati da essa raccolti l e consentono cli otLc,11:n·, 11111, ,·Jw li11or a mancano al pubblico. Anc ora n el Hl l !l 1: lid l '.1:.!0 l'q 1iclcmia di vaiuolo tiene alti, special mente nel Mczzog iol'llo ,. ili Sicilia, i saggi di mortalità; poi essi di scendono br11s1·11.111, •11LP. Nel trienni o J.92J.-2;l in tutte l e r egioni, esclusa solbwt.o In Sarckgna, la mortalità dei lattanti


IX -1 MORTI SECONDO L'ETÀ

179

,·11.d,• sollo il livello del 1911 -1/l. In parecchie regioni il miglior11.111Puto 6 considerevole: segnano diminuzioni dell'l 1 ¼ la Tos('ana e la Campania, del 12 °lo la Sicilia, del 13 ¼ il ricrnonte, dd 16 % la Liguria ed il Lazio, del 18 % l'Emilia. 1.9. Esaminando a parte l'andamento della mortalità nel primo 111 ese d'età (periodo critico che normalmente dà oltre un terzo delle morti a ccertate nel primo anno d'età), si riscontra ch'esso differisce nettamente dall'andamento della mortalità nelle età successive. Fino al 1917, infatti, non si osserva. alcun aumento sensibile nella mortalità del primo m ese : il saggio di mortalità llCl 1915 e nel 1916 è più ba,sso che nel triennio 1911-13 e solla nto nel 1917 diviene lievemente maggiore (del 3 °fo). Anche nel 1918 l'aumento della mortalità è relativamente leggero : 17 °/0 •

I Anno

-

Su J()()() ~ttposti. a morirr. alt' età O, muoiono in tll.ù

da0almese 1 da 1 a 12me.,i t .

·- -·- -

-----·

Mcclin.

1911 -13

-19,1

1914 1915 Hl16 1917 1918 1919 1920 1921 1922 1923

4G,3 47,3 44,8 50,6 57,3 49, l 42,6 43,0 42 ,2 39,2

91,5 83,6 l:19,2

108,3 95,7 129,2 8fì,8 100,0 84,8 84,5 87,6

1 ] I sa µ:µ:i o d i 111 orlalitù. è stato ottenuto c ol r iferire il numero dei mor ti in età inferiore n.d 1111 HH':--te in ciascun anno al numero dei nati vivi nell'anno stesso. 2 Diiforn111.1t l,rn i sriggi di mortalità. r iferi ti a pag . 176, per l'inter o primo anno d'età, e ~unili co111... 1111Li nella prima colonna di questa tabella, per il primo m ese. Il meto<lu ùi c1dcolo ,l ogli uni e deg li altri saggi non A il m edesimo; quindi il com puto delll\ di ff, •n·11,.1L, d:i noi eseguito, ha. valore soltanto in via di approssimazione. Avverln.Ni 1~ho 111d c·.nlcolo dei saggi per il primo mese n on sono cons idera.ti, nel 1917 e uo l J!JI K, i comuni invasi, che invece erano stati c on siderati


180

MORTALl'l'À lt! MORBOSITÀ

Dopo la fine della grnwrn. la 111 ort.al ità nel primo mese ricade subit:0 1 nel 1919, al l i v(-1!<1 dul 1\1 11 - 1,1. Nel .1920-23 essa discende molto sotto codesto li vull o, u sol.I.o fp1ello del 11:114 che aveva segnato l a mi,ii,11.~ propnr:r.iot11 \ di 11101-ti nel primo m ese d'età, n ell'anteguerra. /\,wll<' '"'i s1H'1·essi vi undici mesi d'età, si osserva 11 11 in 1111,·di;1 f.o n1igfo ,ramento della. mort.<t,lit:'t nel l !llfl, seguo per ò 1111 111·ggi om111(in.l.o 11d 1!l20 (epiùernia vaiuolosa ). Nel 1H21-:!:I si dis1·,,11d(, a sag·g·i di mortalità p i ù bassi di quelli del lfll l - 1:1, 11111, li nv,·11H·11l.1: superiori a que.l lo del I Hl4. 11 più gnutùe 1nig liora11 1(·11Lo si ,'-. a v 11 to, dunque, nel prirno 1111,:-w. :!O. /\1H'or rnl'gli o appare la r elali\'a 11 dl., •;,,:r..1. d ella mortalità

nel pri 1110 111('fH\ durante il perioù o h1,l l i,·o, OV <' si con sitleriuo a, par te le due sd ,iPr<i dPi nati Jcgit.l.i111 i (' d, ·gli i lh·gittimi. La mor1.al it:\ dei lcg-iU.i mi si 111:i.1 itk1H~ li 110 al I \11 7 i II li,riol'<·:, o al masrd mo u,;·11:1.lr. :-i.I li':el! o prl'b~·l!i i·o; 11• ·! I" I~ In '-'11 :,ent aprr.nR (10-1 1:1°/11• Per 1;li ill,igi f.l.i 11IÌ 11, ,·os,· pn11 ·,·do110 divr:rsanrnntc: gi:'L 111:i l !ll7 si Ila una l'req11P11z:i. di 111orl i ,;11p,·riorn dP I ,Il "fu

al li \'('llo d 'a 11 f.Pg11P1Ta,

(!

1wl l\!I S l'(T<Td,·11za ;.;-11111;.:;u al fil

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S n /non m,fi ,.,,,; ,111111 i1 111,• i11 d11, "" u ,1 I ,,,,.,.,,·

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La benigna mori.al il:'1 ,le-i 1111.1i k git.l.imi attesta che le cause di al ta mortalità carn.t.f.(•riNl.i, ·lw <Id pcrioùo bellico hanno agi to nel ca.lcolo dei so.ggi per il pr i 1110 "' ""' · 1\ l,hi t1mo voluto evit:ire il duplice a.rbitrio, ch11 sarebbe occorso , d,•11" a l.i111" d,•I nnmero dei morti nel primo mese e rte lln. loro r ipartizione secondo 111 l11g il,Li ,niU,, o illegittimitio. della. nascita. (vedesi il paragrafo 20).


I X - I .MOJ{'L'l 8 11:CONDO T! Jo:'rÀ

18 1

111 is11rn 1Tlat.iva 1rw11Le llebole s ulle prim issi1ue d;',, d(·ll' i11liu1:r.ia. 1'111.1.uri sodali ha 11110 in parte concorso ad illualzarn In 111orl.a lit;;\ dl'g'.li iHcgiLl.im i, la quale per ò in parte deve rite 11c n, i :-;olo appnr\'11temente a ggravata, come dimostrer emo nel trattar e de lla 11alal ità iìlegittima durante la g uer r a. Q 11anto ai legittimi, è o~portuno r icordar e eh<~ la forte diminuzione deUa natalità avvenuta dal 1916 in poi ha costjtuito m1 li1ttore di vantaggio per i na,ti in questo periodo, che hanno meno :-;off,, rto gli inconvenienti di una troppo rapida successione delle ;.\Tt1,vidanzc nella stessa madre. Ma questo fattore agisce in lieve mi:rnra s ulla mortalità del primo mese. Si può anch e not.are che, per il diradarsi dei matrimoni, è d imin.uita frn i nati la proporzio ne dei primogeniti, i quali, a parilA d i ogni a ltra condizione, sembra vadano s oggetti ad una morl.ali lA linvc mente maggiore di quella dei :,;uceessi vi nati. Ma I'a,,io11e di 4ucsto fattore, diffici lissima a misurars i, 110n può esi-;ern st"ata molto sensibile. Dal Hlll-13 al Hll 8 la p1·opor?.ionc de i primogeHHi sul tot.a.le dei nati è dimi11 uil:a dal :?0-:?G % a l 12-l fi "/0; anche a rnrn11:-:-o t·.lrn la m orl.alit,h de i primogen iti s uperi del G¼ q uella dei successivi nali (<.;iò è l.111.1,'altro ch e dimostrato), da tale riduzione deriverebbe uua dimin.u~ione di appena 0,4-0,6 ¼ 11eJla mortalità. Chfl la maggiore o minore proporz.ione dei prin1og-eniti abbia soltanto lieve influenza sulla mortalità infantile, i·. 1:011 fermato dai dati per i primi a nni successivi alla guerra, durante i quali la per<.;entuale dei primogeniti sul totale dei nati ,·i vi Ì\ xl~1.b1 molto ma ggiore che negli ultimi a nni antecedenti :Ll l:t ;.,:11t•1..-:1., (\ l.utl.avia la mortalità infantile è stata più bassa. 111 1

A,mo

S ,i 1000 nati 'Vi'Vi m1toiono in età, da O a 1 mese legiUimi

illegiUimi

J!ll!l

15,7

121,2

l !l.!0

40,G

l!):! t

41 ,4 -!1,0 38, 1

82,6 72,9 67,9 62,4

I ~):!~ 1!)2;\


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

182

Tanto la mortalità dei lattanti legiLLimi quan to quella degli illegittimi discende nel 1921-:!:l ad un livello molto inferiore a quello del 1911-rn, cd a nc he a quello del 1914, anno di mitissima mortalità inf"a11Lilc.

21. Dopo ave re studiato le variazioni della mortalità :;econdo l'età n el vc riodo bellieo, ci possiamo chiedere come sia distribuito pc r 1-;r11ppi d'e tà l'eccesso, sul normale, del numero delle m ori.i avve nute nel tm.5-18. Per r ispondere, calc olia m o le differ c 11zl, i.ra i 1111 me ri dei m orti n ei sing oli grup pi tl 'Pt:'t. 11e l Hll 5-18 <, i l q111ulrnplo dei eorrispondcnti numeri m cdi a111 111i per il Hlll-13. 111 tal m odo trascuriamo le v ariazioni a vvenute dal HHl-13 al 1\:115-18 ne.I numero degli esposti a morire i11 dascun gruppo d'età; il dtc, se è lecito per le e tà superio ri a G a 11 11i, dove le v a ria:r.ioni sono state r elativamente p ieeole, 110.11 l' ]e('il.o per le elà infantili, dove, per la riduzione della na talitìt, il 1111rnero dcg·li esposti a morire è m olto diminuito. l'er av <·rP. 1111' id<·.a ddl'effel.to della maggior mortalità dùl periodo bclli<·o i11 q1w:--ln (•.IA, a ppl ic heremo al 11urn<i ro medi o a nnuo dq.;-li cspoc;l.i a morir('. i11 ciascun an no d 'd ;ì., dal primo a l quini.o, n e l l~ll l- 1,1, 111, 11H\di11, 11.ril.mel.i(·:t sernpli<·1: (ki f.:ag-g-i di morl.alil.it. <'akolal.i l'( \I' i q11:1.l.l.ro a 1111 i dal l!-!1 5 iii I !l I ~Ji:.-.,,11,,;t,

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18.264

4 -5

b~f1.H1i7

I f1 1I

12.471

La somma dei numori dd l'1dl.ima colonna (312.072) molti.p licata per 4 ci indica il 1111111 (1ro di morti in età da O a 5 anni (1.248.288) che si sarebbe a vnl.o i11 Italia nel quadriennio 1915-18 se il livello della mortalità fosse stato quello che effettivamente


IX - 1 M011'J'I S:RCONDO L' Ii:1'À

1.83

è st,ato e il numero degli esposti a morire rosse stato in ogni anno uguale a quello medio osservato ud 1911 - J:I. Nel 1911-13 il uuruero m edio annuo dei morLi rn:ll c stesse età era sta to di 260.M7, elle moltiplicato per 4 dà 1.042.188; d11nque la supermortali!.ù del HH5-18 ha determinato nej.e età da O a f> anni un numero di morti ehe, a pari numero , di esposti a rnor ire, avrebb0 s uperai.o di 206.100 quello normale. l'er l'avvenuta cliIIlllluzione nel numero dei nati, si sono avute, invcec, r,;oltanto 1.047.228 morti di bambini da O a 5 anni nel quaùric1111io bellico, eioè appena 5.040 in più del normale. Ma il eonfronto eo11cludente non è questo ehe indica una mortaliLà s upcriorn appena del 0,5 °lo alla normale, bensi l'a ltro di dianzi, che indiea uiw, mortalità supt~r iorn del Hl,8 ¼, ossia <li un quinto, alla normale .

ti. Per le età suc..:eessi ve ai 5 anni, abl.Jia ,n o e rnduto op11ort11 no I-imitarci ad un largo a.gg-rnppamcnl.o ( da b a 1!\ ila 1G a 4f>, da 45 a 65 e da 65 anni in s u), Bia per a.gcvolare la visione d'insieme Llella mag-g-iore mor(.alif.;i del periodo hc llit·.o, sia per potel' più. faeilmen l.e eomprendcrc nel t:ompulo i casi nei quali l'atto di morte fu redal.l:o dall'autoriLà militar e •, casi d.ci quali ò ig·nol.a. la distribu,:iouc pe r età. Abbiamo attr ibu ito la q uasi totalità di questi 560.000 easi al gruppo d'età da 15 a 45 anni, riserbando soli. 10.0<X> casi al gruppo da 45 a 65. Avvertiamo iuolt:re che nel caleolo dell'ceeedenza di morti th-1 1!1 15-18 non abbiamo tenuto conto de i modi di età ignota (~·.o:iu ,·o:-:l Cf:dusi quasi tutli i morti per il t.crrcmol.o del 1915 ed i 11101'1.i ne l. 19 17 e nel 1918 ne i eomuni invasi: in tutl.o 53.248 masd1 i o :>4.1 i !) femmine), sia per la difficoltà di riparLirli per gr uppi d't·U1., s ia. per ottenere cifre un po' inferiori al vero e quindi più co1Tt:l.la.rnc11tc riferibili alla popoht,:ione medilt de l 1911-13 per 0Ll.t·1H·n: :-:11.gJ;·i di morLalità secondo l'età.

1

Compresi l rnort.i in prig io uja presso il nemico.


184

MORTALITÀ E MORBOSITÀ Riporti amo i r is11 Ji.al.i del 110:;t.rn com puto. 1,:r,•nf1·'11:,:i1, d,./ 1mrrt i i,,1 '.; i 1t scu1.1. {11' 1/lfl )O (.t~ ,.,,, •11..t l!l/t,. /8 ( c1m1pt·,·.'11 q 1ttlL1. J)M' i itttah

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49.694 134.184 03.83(5

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5H.868

~:\. I ,'u1·1·(•cl,·11,.:1. lol.11.I ,· d(· i 111 0 1·1.i, i n <:011 f'ron l.o al 11onuale, aHC:(:11dernhlH: a H:!:I. I '.11 111mwl 1i (' :.!77.GH:;! f emrni.ne, cifre ch e ten endo co 11l.o d(·i 111orl.i cl 'l'l :'t. iM11 ol.a ((·sd usi quelli del l!ll f>,

dl'i 11wrl.i t1(·i ,·0 1111111i i 11v.:u ;i ::d pos,;ono arrotondare a 8G:1.ooo 111:t.:·wl,i ,. '(K7 ,()()() 1', ·111111i11 (s: to l.a.Je 1.150.000.

per i l terrcÌn oto )

Dal prece<.lenl.c 11 u 11H:t·o t'· ,·sd11s:1 1·(·1 ·, ·1·d<·11za delle mor ti i n età inferiore n. 5 a nni ; (\('.('('d1·11,,n 1'111· i11 l', ·:t.1 1.:'t. 11011 mdste p cr ehò an zi il n um er o d ei m o r t i i 11 I.al, · ,·l.;'1 ,·. i ,11·, ·rion• d i 7.!i!l!I n l normale (si eehè l ' cc:ecdc n:r.:1. co 111 pk:,si \' a p, ·r l1 d l., · lt- d .;'1. si ridur.rcbbc a 1.1 42 .000 i 11 1:.ifra l.011da) ; 111a d11 ·

, , i, ·/11 11/111n1/1 •

(•siste,

pcn·.hè soltanto la di tni 11 11'.l,i o11<' d1· ll c 11:is,·ik ,._ sl:ila ,·ag-io11<· ehc 110 110.~l.a.1d.o l'a.11111e11l.ata /n•1rw·11 u 1 d,· lk 111111'1.i i 11 l.111.t i i primi c i11q1 w a 1111 i d 'ct:ì., il 11.11 11 11"1·1111.~.~ n /1 1/u d,·i 1111 ,rli si sin. mantenu to lmi-;so. S<, si lic tt ,·0 111 0 d(• ll '(·(·( ·,·d, ·11:1.11 1·i 1'1111tl, · d" i 111orti f r a O l'

5 a iuti, l"IH', 1:0111\'. 11.hhin 1110 cli 111osl ntlo l'°' ··:i.11,,i, si p11ò stim ar e a circ-a 20(i.OOO, l',·,·(..-1 !<-1m 1. ,·0111pl,·:-::-:i \':1 ddl, · 111orl.i sa l e a 1.356.000.

d ella pop0Jazio11c, si l'" ù sli11111n·

,·lr,·

l:t s11 pnrmortalità del pe-

r iodo belli.co Hi:l, si.al.a l~t.l(· ,·lt<· n1·1·,·lili,· 11.11111u11 tato di circa. 1.300.000 easi il nu m ero <.lel l t> 11101'1.i, s(· l:i , ·u111 posi ½io11e per età della popol azione italiana ro;;s,· (' o:-d:111ic- 111c 11l.c rimasta quella ch e era nel 1911-13. L 'cc ced<'11 m ora i11di(':tia ('Or risponde quasi al doppio del numero meclio a.11111 10 cl< ·i 111nrl.i dd periodo 1911 -13. Ri fere ndo i nume ,·i dl'll:1 pn·(·cdente t.ahe.lla ai numer i medi dei v i venti n ei singol i g ruppi tl 'dh, si ol.Lielle una approssim ativa


IX - I MORTI SECONDO L' E'l'À

185

misura della supermortalità uel periodo bellico, ehe metteremo a conJronto con la mortaLitù media annua normale tli ciascun gruppo di età. Eccnl,•11,: fl com1>lm;siva d ei ,norti nd 1915-18

Età

in crm/ror,w a l norma le, ,,er Of/l"i 1000 t1i~en.1i /,fo schi

--- - 5- 15 15- 4:, 45 - (j[, 65 - ..•

10 ,73 97,76 15/,:! 41.i,90

I'· -

Pemmine

II

I

I

lB,49 17,45 10 ,90 52, 19

.Nwm,1wo medio annuo ·n ormale (1911· 13) d P.i morli

pBr ogni 1000 t,"ivcnti

Maschi

/temmirae

- -3,70 6,08 17,02 88,tH

4,08 6,11 14-, 7489,07

La pi1'1 alt.a s uptwmortalità assoluta si osserva nel ~ruppo masd1ile di e tà ùa 15 a 45 anni, c he cornprcmle la massima vari.< : d<:i mililari morti per ea.usn. tliretta della g uerra. e u11 consid1m·vol<: 111111H\l'O di morti per l'epidemia inlluenziale. A11e he il eorris po11de11tc gTuppo fouuniHile ha una morLaliLà più a ltn. di quel la del gruppo preeedcntc e dd s ur:<:m,Rivo, prineipalmente per il JJÌlL gTave l.rih11 to paga(,o all 'i11flurn1½:l. 1:; notevole l'alla supcrmortalità dcJ g-ruppo i;;nni le. Messa in rapporlo con Ja mortalità normale, la s upermortalit.à del periodo bellico appare tripla di essa nelle età da 5 a I:> a nni per ambed ue i sessi, e in quelle rla l f> a 45 per le fi ·111 mi ne, a lquauLo i nferiore alla mortalità normale dai 45 ai 65 a 11 11 i <: poeo s uperiore a lla metà di essa nelle età senili. Nel ;.;T11 1,1 ,o più colpito, quello dAi maRchi da 15 a 45 anni, la super111ori,1ti ii.it. dd µcriuuu ueliico (:orrisponde a sedici volte la mort.nliU1. 1111r111n.le.



P AR'l'E SECONDA

LE CAUSE DI MORTE

CA.Pl'l'OLO D ECIMO

CRNNI HKN.l!.:l{ALI SULLE CAUSE DI M:OH,'l'K

Confronti retrusp1:ttivi : val'iaz.iu11i d r.Ila mo rta!Hà nell 'ulti mo qunrto di secol o anteriore a ll a g 11P,rr;i,. Diminuz.io11 t1 delle morti per m nla ttie 1;1pidcmicbe, per tuù ercolosi, per mal attie de ll'appamto respiratorio e dell 'apparato di g-C\ren te; aum ento ctnlle m orti per t111nori m a,liia;n i, p e r malatti e tle l cuore e delle a rte rie. Critica de lle f'onti sta ti stiche . Confronti internazionali: caratteristiche della mortalità. italiana. - Il periodo bellico. Aumento d elle m orti per febbre tifoide , p er m a laria, pnr difte rite. Epidemie di colera, di meningite, d' influen za, di vaiuolo, di tiro petecchia le. Aumento de ll e morti per malattie tulrnrcolari. Di11,i1111.r.io11e o stazionarietà dell e morti per altr e m alattfo epi demiche e I'"" i11111or i 111uiig 11i. A u111e1,tv delle morti per apoplessia e per mal,tttic " " ' c·.1111 rn (< delle arte,·ie, p er malattie dell 'tt pparato respfratorio e d nll' 11ppar11.to dig-erente. Maggior frequenza di morti connesse con h1 ma1.,-r11i1.,·, . 11 peri odo postbellico. T endenza. a lla normalità e persistenza di 1Lllur11utliUt.

1. 'l'uf,l.c l,· prceedenti indagini s ulla mortalità saranno illuminate <li 1111 ova liH:c, mcn:è l'analisi, cui ora ci aed ngiamo, àell'azionc dcJli, :singole cause di morte: analisi per la quale le notizie pubblicuf.e u.111111:tl mente dalla Direr.ione Generale della


188

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

Statistica offro110 un au1pio materiale. Purtroppo tali notizie non risal g o110 cosi addil'l.ro com e q11 Plle del movimcllto della popolazione ; soltinilo dal I H87 in po i si hanno dati sulle 1·ause di morte per l ' H;1.lia i11l.na; rna tutlavia questi dati sono preziosi, perehè ri g 11arda110 proprio il periodo di maggior d imi1w zio11 c della mortaliU1 ilalia11a. l>a l triennio 1887-89 al 1911-J;\ il 1111 11wro annuo d C' i 111 01"1.i :-.i ù ri dolfo da 27,02 a 19,43 per IO()() al1iln.nl.i.

A quali 1·ariat',io1ii d' i11t<:'118ità. dell'azi one delhi :-.i11g·ol<' ,·;1.111,e di 111o rl.(• (\ dov11l.a la d inii1111zione? geco il qursil.o c11i do1•n•111 0 ri,:pond,·n·,

S('

vo:Tl·m o r enderci adeguato coni.o d;,I 1;wdo in c ui

la g-11,·1Ta ltn. inll 11il.o a turbare le p i'(' <·si sl.(· 11 1.i l.l'11di,11r,1· a.ll 'n.n111e 11l.o od a lla tlimiJ1uzionc della m or l.alil.:'1 111 ·r d<'i,(T111i11al.1~ malal.ti1·. L 'aggravamento d ella rnorl.a lil.i1. 1wr 111111, dnla 1:a11sa, µer 1·sempio per malaria, può essere di v,·1·sH11w 11l.1·. n.ppr1•r.r.ato e in diversa misuTa attrihuil.o a eom;q.; 11,·11z: 1 ,i.-11:1. g-11Prrn, secondo elte rapprrsonti, per cosl dire, 1111 ,·i l.orno 11l l':11d.i,·o, oppure i11veee un fo11omeno di g ravil.ii. prima ig-1101 11 111 1,1w s,· dli' :-.i 1:011sidera..

La stazio11arifltA di effetti di 1111'11,ll.ra ,·11.11s11. cli 11111rl.,·, pLW esempio del (:arwro, Ila di vnr :-.o si g-11ific ·;i.l.o s1·1 ·011do ,·lw '" ';•;11a :1d 11 11 p<'ri odo di axc<isa., o di dis1·.1':-.a, o di sl.11,l,i l ili,, cl, ·I :snggio di 111orb1.li l.1\ pt,r I.al (·11,11:;1:,. Ma 1'\ s11pnrll1111 s111·111l1·r•· 111wli,· •pii 11.ll.n, parole p(·t· di111osl.ran, q1wllo ,· lt' t', 01·1·i11, ,·111 · ,·io1., 1·oli ·111losi 111 ol.l.er e in 1, v id(·1t½IL il l.url,11,1111 ·111.o p11rl.11.l.o dnlln ;..;·1w1'1'11, i11 dal.,· l'Olldir.ioni, hisog-1111. ,·011os,·1T1· lw1w lnli ,·1111cli:1.i,11ii ,. 111•,·r,· ,·!tiara idea Re 1·sse l'o:-.s,·ro :-.l 1d i, ·lw o di1111111i<'l11 ·, ,·. 1w cli1111111il'IH', in quale direzio11(' l<-11cl( ·ss,·r o 11 11111111.r,·.

2. <1,11i 11011 possi1111111, , ·,11 11, · 11llro 1· ,· 1d,lti11.1110 fatto, limitarci a confro11l. 1rn 1111 ,·,·rl II p,Ti11clo i II i:1,i11 li: ,·ol periodo imm edi atame11te a11Leri o n , alla g-11,·1T1 1.; 1oc·r .. li t'·, s,· i-;li e fl'etti di alcune eause di morto varia.110 ,·,11 1 1111a ,·, TI.a 1·0JLtinuità attraverso il tempo, quelli di all.rn varin,111 11, sloalzi, e talvolta si attenuano per poi riaggravarsi, o v i, ·,·n·r s11. Co11vieuc, p erciò, seguire sen za l acu11e l 'andamento ddl1: :-.i 11gol,· rn.use di morte attraver so il t empo, per poterne i.>(·11 g i11diL·an; hi tendenze.


X - CAUS.E DI MOR'I' t,; IN URNIGIULJ•;

18~

H.aggruppaudo per trienni i dati c.lelle stn.tisLidw 11l'lit·i,oli , 1wr <'li111i11are qualehe variazione cli minor conto e pe r· ,1,.:;,·vol:1.,·(· i <·onfronti attraverso il tempo, abbiamo ealcolato sa gµ; i di 111orlalilh per singole cause di morte, o per singoli gruppi di <·a11~,·, pnr eiascuno dei trienni dal 1887-89 al 1911-13. In pareed,i <::i~i i riimltati dei nostri ealcoli di fferiseono da quelli riferiti udla Statistica. tielle cause di morte ( cosl segnat11.mente per i quattro trienni più recenti), perché nel nostro caleolo abbiamo assunto per termini di rif'erimento dati sulla popolazione eorrelti in armonia eoi ri tiulLaLi dei censimenti, il cbc non :::emprc era stato fat.to dalla Direzione Generale della ~latistka. Avvertiamo c he nelle nostre elaborazioni dei dati sulle cause di morte, abbia.m o cerc.:ato di raggrupparli in l',Orrispondcnza alla f:lassiticazionc i11tcrna.:;,;ionale con<>onlal.a. fra gli slat.istid (nomendal.ura. i1!1.nrna:dormle abbreviata entrata in vig-on, <·ol l!H I )•. UoJt poche cel'.e;i;ioni, la nom enclatura. ilaliarnl. si può J'icondurre senza diftieull.à a quella intenta:.1ionale; ciò tfosc :<i i111pos~ihil<~ soll.a.111.0 quand.o 1111a voce della .11onw11datura i11ten 1a ;i;io11.de è f'usa o co nfusa iu 1111..i più alllpia vol'P. ddln 11011H: 11(·.lal.urn. italia11a (per nRempio il colera iuùigeno, che nella prima fa vo<·e n sè, nella Sf'conda è f:ompreso i11 1111 vasi.o gruppo di malattie d<>ll'appamto digerent.c ). Talvolta abbiamo mantenuto rlistiut.e ca.us<' di morte che la nomenelatura. intcrrn.1,:.1ionalc relega noi vasto g ruppo de.I.l e ma,IattiH varie, perché presentano speciale i11tornssc, o come forme morbose earatteristiche del nostro paese (pidlahTa), o per il forte numero di decessi da esse determinato (a11rn:i;1., :na.l::.Ltie delle arterie), o pPT i loro riflessi sociali (sifilide). /\ hhin.mo volentieri affrontato il penoso .lavoro di riduzione dei dal.i ital ian i alla classifica:;,;ione interna7,ionale, per a gevolare i co11fro11ti il,·i <lai.i italiani con dati esteri già divnlgati e con quelli e lru l.rovna11110 luogo e commento nelle monograrì c pa.rnllelc alla p 1·<·~<·1 d.<·, relati ve ad altr.i paesi. • Diamo in a.ppo11 di c" il m gguaglio fra l'elenco nosologico italiano e quello internazionale.


MORTALJTÀ E MORBOSITÀ

l!JO

Premesse q1H'ste 11f'<·essar ie a\'vertenze, esaminiamo rapidament e le v i cende <klla rnortalitit p<"'r l e varie cause JleU'ul timo quarto di seco lo a 11i.<·r ion· a lla 1-;110,1Ta europea. 3 . Seg-11l'11do l 'on I i'"' d<'I la c-lassific-azione internar.io, 1ale, incontriam o 11.1 1zit11l lo 11 · pri11('ipali mal attie cpi dcmidrn: febbre tifoi cka, lil'o

pl'l 1·, ... liinl1·, l'd 11lri da m a laria, vaiuol o, m orbillo,

S<·arlnl.l.i11n., ipnlus,w, cl il'k r il.<·, i11 fl11 ernca, colera asiatieo, r isipol a, diss<·11f., ·ri 11., 1,· ld ,rn, or, ... , ·J 1i<>11i, <'<·<·. Nel tri e nnio 1887-89 q11este 11111.lai.i.i,· 1·11~ io 1111v11110 111 111, 111o rl11.ii1.:'1. a111 111a di 4.li48 p er

1.000.000

di :d ,il.a11l.i . N, ·1 l \1 11 I :1 !11. proporzio111· si ridu ce a J.300 m orti 1w r f .000.000 di 11.l ,il.11.111.i . I ,11. di111i1111 i',i o 11c di oltre sette decimi 11\'lla nwrl.a liU1, p1 ·r

110 11 ò acciden tale:

q1w:-il.1· <·11.11i,;1,

essa si

;,;, ·o lge in 111odo n111l.i111111 :il lr:i.v, ·r:-io l 'i 11l1 ·ro periodo consi derato, pi 1'1 lc 11ta da pri111:1 , pi1·1 rn.1•id11 di poi . Mown PER r,u:

MAl,A'l"l'IIC

INIIIOA 'l'I( :-1.. 1·11,1,

1·1,; 11

1.000.000 nr

ABITANTI

(m <'di a 11 11111111). 1887 8 /J

//j/)0-//;J

/8//.'l-!lii

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1:1u ;: ti /

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,1,11;17

2.7(i7

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J .:.:HJ

1.;;()()

( fatto ri dP lln cl i111i 111t)',ÌOIII' HIII JO ili ('/JJ'k rna.laU.ic· <1 11i11d i

1·011:-;i1kr:1 I., ·

1kll11

( pro;.;T1 •,-;i.;o

prolìil1:4l4i

cl1·llc ·

C'(IJ JIIIIIÌ a lle varie

cl1·ll '11r ~11.11i zzu.z ic>11 e i g i enica e

11111.IHll.i, · i1tl'd.ti vl1, miglioramen t o

(1 (' 1l 'a,ssisl.1·11z11. :411.11il1Jri11.), i 11 p11 rl.c• :-11... , ·i11 l i 11.d a l1:11ne di esse (più

larg••

a ppli, •. ;7,i,-,1,., d1

.. ,..,,,,1 prc ·v ,·11l 1Y i HIH'< :i ìi ei , come p er la

malaria e JH' I' il Y11.i 11olo ; 1q q.Ji1 ·w1.i111w di 1111ov i m ezzi tcrapeutiei, com e p<:l' la dil'l.<· ril, · , . pn

111. 11 1nlaria ). Sen za ccceziorn\ le

Y ecchie m a lattie e 11d1·111ic-l w :-11·1~1111110 l'or l i d iminuzioni; e l a stessa in flu en za, di più rC'c·1·11I., · i11q ,orl11t',io1H·, dopo un periodo di micid .i ale attività, seml1rn al.l.1· 111 111.r, · i s11o i effetti . Indichi amo, t rirn 111 io pn l.ri (·11 1iio, il numero m edi o annuo dei morti, per 1.000.000 d i a h ilm1Li, per ci ascuna delle mal atti e sopra enumerate.


191

X - CAUSE DI MOH'l'E IN Gl~NEllALF:

tifoidea

p 1</,er.<:hùùe car.h . pal.

87-89 !)0-92 !·Hl-9!'> 96-98 99-01 02-01 05-07 08-10

835 601 475

271

·-· 1 1

ll-L3

240

J

f>L9

431 357 287

Tritnnio

-

-

87-89 !l0-!)2 9~-!-lf> !:16-!:ll'l

9!)-01 0204 0(,.07 08-10 11-13

.Febbri rla malaria e

Tifo

F ebbre

'l',·iennio

[pertosse

595

50 3 1 1

r,41 iS05 393 415 272 lfì8

...

Vaiuolo

- 534 125 88 36 40

117

l.OB

'

97

Difterite e laringite c-rupale

Influenza

11

17 79

.M.orbulo

S,!arl" lliua

655 507 3fi7 243 2:!5 228 245 316 249

333 24,7

Colera asiatico

- -- - - - - - - - - - - - -34-7 825 18 91 325 530 351 481 227 255 33 j7:ì ,m1 201 220 187 264 199 133 149 180 191 140 l f,7 125 8 160 175 103 124 59

I

HiO

122 74 50 73 88 105 Altre ,nalattie epidemiche 1

36 1 207 185 UG 92 !)3 94 84 68

La diminuzione è, naturalmente, maggiore per quelle malattie che sono state combattute con mezzi preventivi o curativi :;pcc:ifici, che per le altre; tuttavia anche per queste ultime la mortnlit:ì appare ridotta di più della metà dal principio alla fine cld q11al'to di secolo considerato (cosi per l'ipcrtosse, per il mori.Jiiio, por la s1.:adaLLiuu.); e qui appa'r e l'efficacia del progresso igiu11ic·.o !-;'«1110.ral e del paese. 4. lJII HP.:011do gruppo di cause di morte è costituito dalle malatt.ic: tul>nr.,olnri. Anche qui si osserva una notevole diminuzione di 11l()rf.nli l.h clal 1887-89 al 1911-13. i Ri~ipola, di><s u11L11ri", l,•bbrn, orecchioni, altre malattie infettive, infezioni non deter mintite.


192

MORTALITÀ E MORBOSITÀ 1.000.000

MORTI PER MAl,A'J"l'II~ 'rUBimCOl,A JU, PJ<: R

m

AUITAN'l'l

(media a1111ua). 1887-<39

1890-.?2

18!1:: .%

//jf)(; !)H

I H9.9 .?01

l!/02-M

l .9()fi-(f7

l,908-10

l!/11-1.'J

2.128

1.995

l.!10!)

1.8ml

1.79G

J.626

1.695

1.638

l.567

Oltn\ dw l ' i1 11l11 sso d,:i eonsucti fattori g·rnH·ral i di 111i nore mortalitiL ( prnhT1·sso i;.;-ie11ico e sanil.ario), :,i

rifll'l.t.,· 1ll'l ln pre-

cede11t( <"il'n· il 111 i g-l ioramcnto ec o11omi('o dt'I p:u ·s,·, .-Ili', consrnll.P11 cl o a lln popola;i:ionu 11n meno ba:-;so 1.,·11or di ,·ila, lia ac<.:l'l'S\' i 1do ia n·sisl.1·1 1:,;a a l la lulwrc ol os i_ I ,a d i1 11i 1111 :,.io1w della m ol'l.:i.lil.:'i. c\ pi 1'1 ll-111.:i. 11q;-li anni H11,·,·,·ssi v i al l\100, l'l,e pure so110 sl.ati

pi 1'1 florid i p er l 'eeo110111 ia il.n li11,11n, l'onw pnrd1è la

crescen te 0<:1·.upa.:,;io11e nelle i11d11sl.ri,·, il

rnpido alllmi1.;o della

popola:,;ion<: ai 1111tg-;.;-i ori 1:1:11 1.ri 11rba11i , il l'ilon,o di 1111mcrosi emigrati fì accati dalla dura vita co11dul.l:1. :il l ',·:;l, ·rn, l1a11110 concorso a contrastarne lo svol~.dmento. l( , a111 i 11:i.1 ,,1,. s, · p:1.ra I.un m1t.n lo sviluppo della morl.1tlil.à pe r le pri1wip11l i l'o rn11 · l.1ilw.n ·.olari, si vede c h e tanto la tubercol osi poi 111011:m · , p111,11I o la rn e11 ingitc tubureol arc iwµ; na110 dimi1 111 ;1,io11i

i, · i11i.i \11111, ·11i, · 11111ci,·,d1· : xo110

Il.\ a l tre f'ol'n1e qucllti dH'. 1·, ·,·:1.110 1111 cl, ·,·i::i1·11 ,·c, 11lri h1ilo :i.li.i. dimi1111:,;i o 11<· µ;1·11,•ralc dia.11;1.i a1·1 ·,·rl;1 l:1. l•:n·o i dai.i

Xlii lllllll l' I'()

IIIC'clio /1,IIIIIICI cl, ·1 IIICll'l.1, l" ' I' 1.000.000

di ;1,hita11l.i, 1wr Il· si11 g-ol,• l'c,1·1111· l.1dtc ·1·c·olnri ; 1111in1110 nd ,·ssi anche i dati s ulla 11101'1.alil.:'1. l "'I' 11111,.,ri 1111il i h11i, , 111 · ,·0111111t·11terumo poi .

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4-29 189 423 414

1

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'1~1:mori ,n,i.li 9n i

427

H7 1

87,8!)

17:,

I I

428 452

!\02 !123 519

G03 641 661

I Tubercolosi ùisaeminCLLa, lalu, nrnsonterica, scrofola, disseminata, lupus, sinovite e artrite f ungosa, tuber colosi delle ossa e d'altri organi, morbo di Pott.


X - CAUSI•; 1)1 MOR'l'li: IN GENEHALI!:

193

Colpist·f> il b1·11sco aumento della mortalità per t ubereolosi polmonare nel l899-1901, tanto più perchò appa re a.1·compa,.:1111.to da un improvviso salto in basso nella mortalità JHir • altre form e• . L 'una e l'altra variazione sono apparenti, in buona parte : esaminando le statistiche annuali delle cause di morte :-:i lrova che c ol 1899 diminuisce improvvisamente il numero de i morti per tubercolosi disseminata, mentre aumenta quello dei morti per tuber colosi polmonare ; poiché proprio in quell'anno sono state introdotte variazioni nell'elenco nosologico italiano, è probabile che Riano Rtate date istr1rnioni agli /l.ddetti alla c ompilazione della statistica delle cause di morte, dall e quali possa esser e derivata la classificazione sotto < tubercolosi polmonare • di una parte dei morti ch e p rima venivano attribuiti alla • tubercolosi disseminata>. N'è indizio il criterio ch e segue la nostra Dire7,ione Generale della Statistica 1. cli raggruppar<-i insieme ne i co111'ronti retrospettivi le morti per tuber colosi polmonare e di:-::-:c minat:i., in morlo da neutralizzare il mutamento avvenuto .nel (·.rilerio ùi cla ssificazione. I!: da considerare inoltr(' c he i pro~ressi c011scg-uiti ne lla diag-nosi della tuber colosi couseutouo tl i accertarne la presn117,a in casi che un tempo ve11ivauo aLLril.Juiti ml affezioni eronic:he dell'apparato respin1tor.io. 'l'e nuto conto delle circostanze ora accennate, la diminuzione del la mortalità per tubercolosi polmonare appare maggiore di •1 11a11Lo prima ci fosse apparsa; rettificata in 1.220 la cifra del pri mo quinquennio, quella dell'ultimo - 978- indica una riduzio1w di l' ir('a un quiuto. Naturalmen te appar<-i minore di prima, 0111, 11,l.l.;1,,·ia decisiva, la riduzione - da 721 a, 41 4, cioè di oltre d un q11 i1 1l.i a vvenuta nella mort.a.lit:à per altre forme tubercolari. 111 (,µ:11i ,nodo, prescindendo dai mutevoli eriter i di scpam1/.iOJI(: 1.ra I,· vari 1· l'orme, i dati riforiti da principio ci inclif'a110 una d irni11u½io11,· di pi ù d ' un quarto nella mor talità per t11ue n:0Iosi.

1

Vedas i ,

p,1r Ps 1•1 11pio,

l1opus colo Notiz-ie atatidiche sullo, m.01·t,ilit,i, JJCr tuber-

co/.()s·i (1887- 1,9/ •I), l'"l,hl i,·.11.lu u,•I 1!12'2. G.

M OJJTANA,


194

MORTALITÀ E M:0Rl30SI'l'À

5. Al

contrario d elle ca11sn di 1nortc tìn qui studiate, i tu-

mori maligni vanno g 11::u l ag n11.11do 1:urreno . .La m ortnlita da essi determinata è aumentata di m d ;:ì, dal primo all'11Himo triennio considerato, e sol o i n parLl i J'aunwn l:o p11 ò a ttrib uir,;i a lla variazione avvenuta 1wl ln ,:o mp0Hi 'l,io 111: Jllir el ù d ella popolazione per conseguen'l,a dul prol11n ;..;-:1,111 l'.11l.o d ella durata m ed ia dd la vita: varia½i o ne dt<· a1,,n,•,11,,, 111 ,,apprnsenta nza dei g r u p pi d 'lth più colpiti da q 11esl.,· 111a laLlic, S u.Ile quali 11011 c i fcrm ian ,o a discut ere, per d11u ra g i oni : prim o c he il fon om ono c( p JJ 'a11111e 11 to d ella m orl,11,Jit:'1, per 1'.n 11e ro 110 11 è solamente itali,'.l,110 11111, ,\ 1no ndia l e

(e l.11Ua via 11: <:a11,1c 11e ,101 1.0 a nc ora i11 ;._;-rn,11 pa1'Le 0,1,,.1, r c ); sec:011<1 0

d1<, la 11 w r tal il.h JJer tumori 11111,Jig 11 i 1101 1 ,1,·111bra avere-

partico la rme11tc t'Ìs<'11tito d ella g uerra, <' q11i11di 111 1 e::;aino app rofo11ùito di essa, 1.wrc bbe scarsa r olaz io11n <· o l l.n 111a fondamental e del no8tro 8tudio.

i'i. La rn e 11 i11;.;-ih , s,,i nb1·a 11,1.1,.,111 111.1·1 · 111. s 1111, :1.'l,i<>1 ll, dist ruggitricc, ati:n:i,vc r so il tempo, sia JJl >f' 111<·1·i lo dd ln 111 i ,t.;li o1·l·· assi stenza m ed ica, sia JJel' .il <lin.t,ùarsi l k lla 1'01'111:1, ,·c·l".-i>l'o spi rra lc c p idomiea, c lw vcllrnmo poi inac·c' rbi n, i 11<'1 1,nio d c, liPll ic·,o. Oscilla, ,.;c nza t c n,k;r c: a ll a d i 111 i111 11,i111..-, la 111 11rl.n l itiL p er 11,puplc,,;,,;ia ,: c 1111;.w:-;Li o1..- ,·.,:1·,·.h r al ,·; 11,11 1111 ·111.a ,,..U.11.11..-111,,· In mo1·talil.;'i p< '. r ,nn l:i.Ll.i(· dl'.I (' llon· ,: dl'i J>e ·ri ,·nr di11, Hirh '<> JH:, an gina J)('dori s, <' q1 lf'l la 1wr 1t111l11.U.i,· d ,·11 ,· 11.rl., ·r·i ,·. Malal.l.in tu tte caratlrn: islid1 1' ill'il1: <-i.:'1 H,·11 il i , "11l' HJ1p111d,o J>e· r l '1t('(:1·1ist'.iuta rapprese11t:wza di i.al i <·I.ii, lll' i ln popol11,,1io11l' 1q,p11,ri s<'u no più frequenti cause di dl·,c1:Hs11. l,11, 11111~,.::i .. r ,· pr,·,·iNi111 w 11\'lk cliagnosi e n elle indicazio 11i d c l k <·n11Ho d i 111111'1., · da pari.,· d ei m edi ci concorre a determinan; il !'o ri.(· 11,1111 11'111.o rente -

l" ' r q11 csta parte solo appa-

della mortalil.:'1, JHT I•· ,· il.n l.,· ,·11,11sc. Anche studiando la

mortalità p er g ruJJpi Li 'Pl;'1, (, n r il110 g iudicare se vi sia stato aumento reale o se J' a.11111< ·1ilo l.11 1.1.'n ltro che indifferente, che si riscontra, possa v e11ini i11l <,n1,11 w11 te attribuito a mutam ent o dei criteri di dichiam7.io,w morte.

"

di dassifìcazi one d elle cau se di


Hl5

X - CA USI~ Dl MOR'l'E I N OENJmALI~

l•:ceo, ad ogni mollo, i dati sul numero medio an n110 dei 11101'1.i, µer 1.000.000 ùi uùiLunti, per ciascuna ctelk malattie i11cli n tl:e. Aggiungiamo i dati sui morti per marasrno senile, in1.nrno a i quali si potrebbe ripetere ciò che abbiamo detto dianzi :-11 i morti p er malattie del cuore e delle arterie.

'l'riennio

JJ1r.ningiu Me..ingit,e Apoplessia Malattie semplice cereb. - spin. e r,0n.r,eRt. del epidem. cer. e ,qpin cerebrale cuore, ecc.

·-

87-89 !J0-92 93-95 fJ6-çJ8 !)!)-01 02-04

4R8 470 533 4}17 483 43 L

():,-07

MG

08- 10

351

I l - 13

;J;;.j

7 1 37 7 1 J (,

...

...

- -J.074 1.005 \J88 925 1.0 16 1.030 1.027 1.06tl 1.060

1.!'>31 1.602 1.661 1.658 1.800 1.836 1.821

1.904 1.85G

Ma/,aUie delle arf,erie

Marn ,mw senile

1R8

962 1.064 1.141 1. 217 1. 402 UI88 1.11 2 1.4-15 1.4 ov

- --- 178 197 199 230 244 285 342 350

Lu eircosta11za che bruschi aumenti <li rno l'talibì. per apoplessia, ccc., per malattie uel e uore, ece., per marasmo Hcnile, Hi manifesj.<tno dopo il 1898, me11trc nei <1ni11dici an ni s uccessivi Hi hanno lente e non grandi varia,1ion i, fo, pensare ehe anche qui la. revisione dell'elenco nosologico abbia condotto a modifica,1ioni dei criteri di classificazione delle mor ti e quindi detenni11ato quell'apparenza di un repentino aume11to di mortalilà. 7. Ritornando all'ordine dell'ele nco nosologico internazionale, qua.le ci eravamo momentaneamente discostati, incontriamo i I ;·:l'llppo rl 0.l1 0. malattie dell'apparato r espiratorio: bronchiti, l)ro1wnpol n1011iti, polmoniti, pleuriti, ecc. In questo gruppo ci tt'ovi,•1,1110 cli 1111ovo di fronte ad u11a considerevole diminuzione cli 111orL11.liL:'1 ., i'i1n Ri manifesta quasi ininterrottamente.

d :Li

M.011'1'1 I 'IC!t MA t:,A'l'TIE Dlt:LL' AP.t'ARA'l'O RESPIRATOlUO, 1·1rn 1.000.000 DI ABITANTI (media annua). 1887-89 189U-!1:J

5.105

5.667

Js:1:1 :1;.

/8.?fi-.98

1899-901 1902-04

tf}()f>-07

l .?08-10 1911-13

:,.:H,!,

·1 . 708

4.537

4.. 158

3.904

4.437

3.870


196

MORTALITÀ E MORBOSITÀ Esamineremo anche qui l'andamento della mortalità p er sin-

gole forme morbose.

1.'riennio

flro111:h;1c acu,tu

87- 8!) '.J0-~12 !"13-!Jfl !H-i-!)8 !1!1-0 I l)2-0 1I

I

llronchite cronica

0:1-07

1./405

08-JO 11 - 13

1.2!6 1.236

I

Altn• ddl't1717>1wato

a ctda.

2.220 2.611 2.4114 2.099 I .G82 1.617

Polmon:t~ cr upa/P. ~ bronco-p 11l m .

2. 2::\!l 2.4117 2 .f,2 1 2. 3\Jf, 216 24-U 254

2. 2!17 2.:l!IG

malotli~

,.,.,i,inito1·io 1

(,!',:! f•8!l ~:lO :J0/4

3 !2

~- ~[,7

228

2 I r~:,

:l7!i ~:1:l 211:)

210

2. 1(,8

226

Non è improbabile che una pa rte dt'lla diminuzione indicata dalle precedenti cifre sia appar cntP.

1:

xi ,·o ll t'ghi con quelle mo-

dificazioni di criteri di elassifi<.:aziu111 , d.-1111 c;1.11xc di morte, cui

abbiamo poc'anzi accennato; spccial 11w11L(· 1wll1· d.ì. :,cnili la freque nti~ 1:oesi,;t1~11za di più 111alaU.i1: lax1·ia ,·a 11qH> ;ul 1111 larp;o ari.iii.rio nelle uichiarazioni e 11cl l1: daxxi i1rn:1.i o 11i d1:llt: cau:,e di rnorl.(i, tanto più in quanto Ju prexcn:r,a cli ,·,·rt, ·. ,·0111li:r,io11i patol ogic he (diabete, arteri oxcl<'roxi,

e' (' <' ,)

rc· 11clc ·, i11 111 011.i caxi, letali

aff1 i:r,io11i acute elio a llrinlC'11ti 11,v rc ddwro n v 11lo nxilo benigno. No n xi

può rp1i11cli t·tw.l11cl1 ·r, · d1n l '11.1111w11l.o ri x(:ontrato n ella

m o rlalilh pc ·r 11ml11.tl.i o cl,· I c·11orc ~ ,, d, ·11 1· 11,rl.1·ri c e per marasmo senile :sia i11 pn rl.t · ,·,,rr, ·111 1.iv o 11.1111. cli111i 1111zio 11 e ch e riscontr i amo qu.i ; è a ndw 1>oxs il 1ilc- C'l 11 ·. i 11 vi r U1 dc· i pro:.:T< '8'.;i diagnostiei , siano stati neg li a1111i pi,·, rc ·<·c·1il.i 11 1.1.riln, il.i a l 11bcr c olosi polmonare dec essi ch e un lt'mpo s11r, ·l d ... ro Hl11.Li nl.l.rih11iti a polmonite cronica o ad altre affezi oni : pnc'i l a ;; ra 11clt·'.l,W, cll'ila diminuzione è tale che in buona parte

('NNa

d1· v 1· r ilt- 11t'l"Hi 1·01-rispo.ndente alla r ealtà.

i M alattie delle foss" " " " "li , d ,·11" l.rnc: lwo., d ella laringe ; m alatti P d e llo. pleura; c on gestione P, (l apo l'l··~~•n l'o l111t11ia. rt ~; poJmon it e croni<'. a,, <',n.ne re na. }JOJmonare ; malattie della. tiroid n •· d c· I l i1111, ; a s ina.; enfisem it polrno u n.re .


X - CAUSE DI MORTE lN GENJ~RALI~

197

La riduzione della mortalità per malattie dell'apparato respiratorio deriva in parte dall'accresciuto benessere, c he co11:;c11te 111aggiore riparo dalle intemperie mercé migliori conùi:r.io11i di abitazione e di vestimento. In parte anch'essa deriva da quel progresso igienico e :;anitario, ch e esercita, come abbiamo già detto, una generale benefica influen7..a. 8. Proseguendo secondo l'ordine dell'elenco nosologico internazionale, incontriamo le principali malattie dell'apparato digerente: malattie dello stomaco, atrepsia, ulcera rotonda dello stomaco; diarrea, enterite, colera indigeno, gastroenterite, tiflite, colite, ulcera intestinale, ecc.; appendicite, peritonite; epatite, cirrosi epatica. La mortalità per queste malattie, complessivame nte considerate, dopo essersi a lungo mantenuta µresso che :;ta:.~io11aria, se mbrava tendere decisamente alla diminu:.1ione nel!'ultimo decennio anterior e a lla g uecrra P.11ropP.a, c-.om~ appare dai :;egueuti dat'i. M•m'l' I PER LE INDICATF. MALA'l''l'IIC DELL'A P PARATO DIGEltJJ:N'l'E, PER

1.000.000 nr

Alll'rANTI

(media annua).

1887-89

1890-.92

./8.?N-95

U/!JG-98

1899 -.?01

.1902-01

1/JOF.-07

1908-10

1911-13

3.835

4.047

4.116

4.049

3.858

3.962

3.768

3.477

2.858

Non tutte le malattie comprese in questo gruppo segnano 11;.:1111.le andam ento. La diminuzione decisiva si osserva nel sot1.og-rnppo • diarrea, enterite, ecc. >j la mortalità per malattie de llo s l.o111nco appare in aumento ; quella per appendiciti e perito ni ti , i pe r cruie ed occlusioni intestinali oscilla con lieve tenden:r.a al la diminuzione; nella mortalità per malattie del fogato troviamo di nuovo una decisa diminuzione. La ridui',ione della mortalità per diarrea, enterite, ecc. sembra potersi ricol leg-a rc non soltanto coi miglioramenti igienici e sanitari ma anche co11 il mig-Lior amento dell'alimentazione r eso possibile dal progrc:;so economico del paese; essa non si ma nifesta soltanto nelle età infantili , ma anche, come vedremo, in quelle senili.


MOR'r ALI'l'.À E MORBOSITÀ

198

Ecco i dati p er si ngoli sottog-n1pp i ùi malattie.

:triennio

Malattie detto 11tonzaco, ecc.

) )iru·n:u,, , l 'J>Jwmlic. , r 11fori fr, ,.,.,·. 1u·,·ifv11ifc

./lii' ni,1, mxl. u.~.

Epatite,

i11lc:,tinole

epatica

Malattie

cirrosi

elci reni

-87-89

~,l(i

90-92 93-!.!5 96-98

2:!H 2,11

UU-Ol

j f,~

0 2-011

~f'tti 20:l ~!,()

05-07 OH- 10 l l -J :;

~:,,1

'3.l:>

~.8:.:,

I !',:: 1,1'. I 11;:1 I !'1H I :,() I !'>I l ...!li I 1,1

07 o:i '.1,1

::!. l li:I

1::11

O:!

:1. I :!:1 :1.:n:! :: ..1:.: 1 :1:1w :I.l i',:! :l,:!87 :1, 1!):l

La mortal i tà. ver rn:d:i.1.1,i<, ,ki

- -2G3

201

:!O IO 1·•

..

188

29;) :337 :.70 B8fi

178 lfi8

(l'.I

161 15G

i;;

14 ;, I !',K

l ilt<

101 I

:l!JG

I

:l(i:J

,l,j ;!

n ·1ti ap par e iu aumento .

L'aumento in parte dip<,11!111 d11.lln ,·r, ·:-,·,·11 1.<~ r appresentanza, n el.I.a popola;o;ioll<,, <ki g-n 1ppi d 'l'l.;'1, :-w 111l i, dt1 vu que~l e malatti e

mietono rn!.t;;gior

t!i '. i!t!n1··, ! 11 1\n r fnr~•' è appa.rentP ---' in 4.uaulo deriva da 11 1i;.;·l io rn.lt1 111 ..-, ·1'1 11111 ,· 111 0 ddl n causo di nut!ll 'l'U

1

1 1

m or te - , ma in parte c n ·d i:1.11 10 :sin r ,·11 1, ·. I lai.i i11 proposi to so110 ripor tati nella p r ecede11tc Lal w lla. !I. <:rn 11d1• o Ri,·11ra di111i 11111/,i1,11,· :,.•·;·,111111n I, • •·1111s" di mori.e

I )11, ~(i r> 11101'1.l 11.I l '11.111 1t!, p1,r 1..000.000 11. '. I!> 111 o r l.i nel 1911-13; l a d imi11uzio11l\ è di po<'o i 11 f1· ri orn 11,i d1w l.1• r ;o;i. S i potrebbe obbiel.l.arn dw <·0 11 vi1·111·, rili ·ri r, · q11 ,•:,.I.,· 1110 1'1.i n l numero dei parti inveGe dw 11, q11<>l lo d, ·;~l i 1!1,01 11 111.i ; 11 1wl11 · i11 I.al modo la dimil;OIIII CSi'l\l l'Oli

la 111al.1·r1iil.:'L

I.

di 11l>iLa11Li, 11d 1887-H'.I, Hi dis('1·11d<·

nuzione appare fo rl.iH:si 11 111. ; dn (i,'. 1,1 11111rt.i (>L'l' ogni 1000 part.i nel primo peri odo Hi s<·1·11d 11

11.

:1,ou 11<' 1 :s<·<·rn,do. (Il numero·delle

n ascite è lievom e11L<'. d i 111 i1111il 1,, 111t'. 11l.r<· la popolazione è sénsibilmente a umeutaLn. ; <·<·•·o pt'l'..!11\ ,·,>I :-;<·condo metodo di c omparazione appare alqua11l.o 111i1111n· In diminuzione). Ecco i dati sui morti, p er 1.000.000 d i 11.l ,itm1l.i, nella m edia annua di eia• Comprendiamo in quoHlo ~ l'II J'f'" ..,11,h c l e m alattie ùell'ovaia., dell'utero e della. va.gina., ohe in qua.lc hu cnHo 11 0 11 dipendono, neppu.re indirettamente, dalla mater nitÌ\.


X - CA USE Dl MOlt'l'Ji; lN GJt;N Ji;JU\ 1.1,;

1!19

s,·11 11 t.ril't1nio, per singoli sottogruppi di ca.us i• d i 111nrll· ,·ornpn•sc .in q uesto gruppo. Ma!attie

I

Altrit tn4lattie di

deU1 ooaia,

F&J'iwe

del~'Ull!f"O, della vagina

pue.-pl!'ral•

87-89

42

79

90-9'.l 93.!.15 96-98 99-01 02-01 05-07 08-10 11-13

60 57

53 52

34

39

211 18

34

18

31 :14

56

27

50

1'riennio

17 18

3H

I

grauidan:·a, parto, p-,.,erperio 1

- - · -144 81

70

68 62 54 59

I progressi dell'assistenza ostetrica e m edka, la prote;.-;ione legislativa della maternità rklle operaie, va.nno c·.ons idcrnli fra le principali circostanze che hanno determinato 1111 cosi rapido e !'orte miglioramento. 10. P er completare l'esame ddle ca use di morte, s c1:011do la

clu.ssi{il:ar.ionc intermt½ionalfl, rimangono, nll' inf'u ori. delle morti violente, e cli quelle per cu,usa ignota, le morti per due soli grnppi di cause morbose : definito l' uno, d1c c omvrende i deeessi i111a.ntili dovuti a vi½i congeniti, atrofia congenita, immaturità, ccc.; mc 110 precisamente definito l'altro, dove vanno classificate tutte Il , rnor'Li dovute a malattie non c omprese nella parte già esaminai.a dall'ele nco. Da questo µ;rupp o delle < altre malattie >, noi n.l1bia1110 ~ià estratto le malattie delle arterie, che ei è s<'\mbrato i11t\·n :s:-;a ntc studiare a parte; ne estrarremo anche altr e cause di morl.1\, ,ipg·nc di particolare esam e, o per il numero di ùece8Ri che eag-io11a110, o per la loro natura, cioè : l'anemia e la leucemia, la pclla~ra (\ la sifilide. Per eomodil.;\ riuniamo in una sola la.be lla i dati sul numero annuo dei mori.i , pe r 1.000.0()9 di abitanti, p er queste cause 1 Metrorragia do po il pnrto, diRtocia., gravidanza extrnuterina., ecc., e clampsia. puerperale, pelvi e m etruporHonitc pnerpernle, s incope ed altri uccidenti n el pario.


200

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

pur tanto differ enti fra l oro. Vi aggi ungiamo i dati sui morti per causa ignota o n on dichin.rata.

Triennio

Vizi conr,enili, ccc. 1

Anmwin, lcucc1nia

I'ella[11·11,

87-89 90-92 93-95

I .!177

331

1.()11'.l

27'1 250 302 2!-14

Ll 5 134 102

96 -98 !Hl Ot

I .fl:,O I .fi'1 :, L.tit8

02-0 ,:1 05 07 08-10 11-13

1. 570 1.40:J 1.34G 1. 1[,8

Sifilide

- - ----

110 75 60

72 76 71 6G :i8 5fi

39

48

104

292 351 269 328

G6

31

r, ,

Alt1·e

Caw:1a

rnalatUe 2

iy;wl.11,

2.5:11 i.2,1r, 2.01!1 1.8:1:1

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(;(,,j

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I . liO'i I .:,,1:1 1.r..20

1:, 1 W2

84

La diminuzione n el numero dei mori.i p<•r vizi eongeniti, ecc. può essere i 11 parte effettiva; ma in pari.., es,·111/,:t dubbio dipende

dalla diminuzione della rmtalità, dw ,·id1 11 ·,· l a rnppresentan7..a delle primissim e età nella popolazio1H', ,. dal pro;.;-r esso della r egi strazione d elle cause di mort,· (sia tll' lla did1ian1.,1i one, sia nello sp?g-lio), pP.r 1:11i moltP. rno ,-1.i i111'n.1d.ili , .,,,. 1111 1... rnpo <'l'ano frettolosa m ente attribuite a c.;ausc prenatal i s,.,,o urn, 1·011 111ai-:g iore ~e rupolo, attribuii.e a ea.use av,·111.i ng-il.o dopo l a 11aes1:iflL. Cr ediam o d i c soltanto in l)il'c.ol a pari.i· 111. cli 111 i11111/,ionc si possa r itener e r calt: ( i11 rnpporl.o a.I 111111wro dl'll ,• 1111.s1· il.n), pcr d1è par cl:ehi<i ,·.amai di mori.,· ,·0111pn ·s1• i11 ,pwslo ;.;- r 11ppo non dovrebbero 1,s~1,n· smwdl.ihil i di 1111 11.ar,· rapicl11 11"·11 I.,· la l oro inte nsità d'a,1ionc, ,•ss1·11clo ~l.r d l:1.111,•111.,· dip, ·11d, ·111.i clalla 1·ostituzione della pop0Jazio11l·, di('. vari:1. 11101 1.o l, ·111.: 1111, ·,d.,· ' 1'111.i.:i.v ia non è da escludere c he q1mll'l1 0 pro;.;T, ·Kso 111.1.1111.losi tll' lla tutela della donna durante la g r avida111/,n, cln 1111 ,·;1111.11, tll'll 'al imen tazione e in general e n el tenor di vil a cl "1 l11 i'" l'ol11.1/,iu1w, dall'al tro, abbia avuto 1 Idroccfnlo congenit;o, ornio ,·,11·1d1rn,li, Hpi un bifida., mostruosità.; cianosi, vizi cougoni ti ùi cuore; n.l.1·4·~i1L ; l u.ld,n, l111'orino complicato; a.trofia congenita, ate]ectaRia pol mo nare, i111111u.l11 r ili\.; H,·l,·1'P111a. 1 nd(-~ma dAi neon ati , ecc.

2 Questo. voce compnH1 di· 1 prcccdcu Lt.nn 1::Htt8 p assati in

111·1' 111a.lu.ttie non comprese nei g ruppi ,wl 11•:-{l,0, Vc dc:\nsi, per mo.ggiore chiarezza.,

111 111'1 1

1·rt.:-t"( P g' 11 1t.

gli elenchi nosolog ici in appo nd if~o.


X - CAUSE Dl MORTE IN UENl•,H.ALI•:

201

t·.ome ripercussione una diminuzione di morti pe r ali;unc delle cause comprese nel gruppo in esame. Nella mortalità per anemia e leucemia, oscillazio11i in vario snuso, ma nessuna modificazione decisiva. Netta e forte diminuzione nella mortalità per pellagra, ri dottasi dei tre quarti dal 18D0-92 a l 1911-13, sia per conseguenza dei provvedimenti di profilassi attuati specialmente dal 1904 iu poi, sia per il miglioramento dell'alimentazione delle popolazioni rurali più colpite dalla pellagra. Un lieve miglioramento apparirebbe nella mortalità per sifilide; in gran parte apparente : il maggior contingente di morti per questa causa. è dato dalle età infantili, la rappresentanza delle quali si è ridotta, nella popolazione, col diminuire della natalità. Segnano diminuzioni molto forti i due gruppi dei morti per malattie di verse da quelle fin qui enumerale, e dei morti per c ausa ig·uota o 11011 dichiarata. Nel primo gruppo meritano speeiale menzione le diminuzioni de.Ila mo.r talità pe r edarnpsia infa ntilt' (da 794 per 1.000.000 di abitanti nel 1887-8!) a 44G uel 19.ll-1 :.I), per p~rassiti intestinali (da 1:,8 a JH;I); pe r asfi ssia o apoplessia nel parto (da 108 a 20) : cau,.;p, di morte, queste, e,.;clnsivamcntc o prevalentemente infanti U, che di vengono di mano in mano più rare col progn:dire dell'cdueazione igienica e dell'nss.istenza sanitaria cd ostetrica. Nel secondo gruppo, la dimin11z.ionc deriva dal miglioramento degli accertam e nti medici sulla \";111s11. della morte. Di tal e diminuzione bisogna tener conto nei t·.onl'ro11l:i f'ra I.e epoche prossime al 1887 e quelle prossime al I :11 :;_ I ,';i,111ueuto d1e si riseon!,ra uella mori.aliUt per quald1e 111alalt.ia in parte deriva dalla più completa ela,.;,.;ifìcazione dei devcssi s,·,·011<10 la causa. 11. Pt:r t,0 11du r re a termine la nostra rassegna delle cause di morte, c i ,·i ma ne a far cenno delle morti violente. l sui<:idi va11110 gradualmente a umentando di frequenza: fenomeno com u11t· a t11tti i paesi civili, e meno accentuato in Italia che altrove. La frnq uenza delle morti v iolente per altra


202

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

causa tende a diminuire, o almeno non cresce, col diradarsi degli omieidì e col perfezionarsi dei mezzi preventivi dc~li infortuni n elle industri e e n ei trasporti, nonostante che la, crescente industrializzazione del paese e il moltiplicarsi e l'accelerarsi dei mezzi cli trasporto er eino ogni giorno nuovi rischi. Brusd1i rialzi della mortalit.c'\ in qualch e periodo provengono da cata clismi distruttori (tale il terremoto del 1908, che ha cagionato più di 77.000 morti). °F,(;( :0 i dati : come al solito, medie annu(\, por 1.000.000 di al>il.anl.i. 1~riennio

S11icidfo

87-89 90-92

50 5n

,Il \)

93.95 96-!J8 !)!) 01 02-04 05-07 08- 10

[17

:::.K

63

:;1:1

G3

::ii~

.11-13

f,2

71 8:.l 84

.A ltrr rn " ~,· d,i 111.o rlr niol,•ulr,

:m,

:\, ;~

:~! ,:.; 1. 1:: 1 :1,1 :1

1~. l'c'I' apprc¼zan• (:011 vv11k11L1•.111 "1d.e· le · e·e111di :,,,io11i della 111orialil.:'1. dnl 110:-l:ro pal'tH' 11,1111. vig'ilin dc ·lln ;.;·111·1'1'11., c· n·diamo ora Jl( ~('(ISSH.l'Ì() dopo la C' C)lll! lil, l'il,'/,iOIIC' c·ol j)II HH/ 1,1,il 11.(:1:1·1111:1.re brevn1111:1d.1· q11ali l'o:-sc'l'o le· e·11.n1.ll.e ·risl.i<"ill', di ll'e·n ·11:,,,iali de lla mortaliU,. il.ali:11111. i11 ,·0111'rco 11 l.o 11. q1l<'ll11. cli 11.lc ·1111i a ll.ri paesi europei. L'l sl.il.1110 l11l.,•rn11z ico111 tl, · cli Si1di:<l.i1 ·n, tll'I eiLal.o Annua,ire l nttJr11u li1)11ui rii' ,\'i lfiisii11111· 11· ,,i _ ii , p11 ,..:·. iii8 e sg.), ha cercato di ricond11rr11 11.1111. ,·ii,,..HilJ. ·11:,,,ico11<' i11l., ·rnazio nale abbreviata le classifica½io11i ddlc· , ·:i. 11;1, · cl i 111111'1.c· i111pi q .;-n.l:c nPi rliversi paesi europei. Pa.rLrn 1do dai cl:tl.i iv i 1·1u·,·oll.i, pnr gli anni dal 1911 al 1913, abbiamo eal<.:ula.l.11 s11,g'g·i cli 1110,fa.liLà m'c di annuali per t.ale triennio, per singole 1·11.11 s11 cl i 111ortn, P<?r sci paesi europei: Ungheria, Spagna, Frn.111:in, I k r111n11ia, Inghilterra e Galles, Svezia. I risultati del calcolo ~0110 ri1111 il.i 11c:ll a seguente tabella, che comm enteremo con la nmg~io n , ll rnvil:à possibile. (Per le cifre assolute, rinviamo all'Anmtrl.irc ).


NUMERO MEDIO ANNUO DEI ~!ORTI XEL T RIENXIO l!Hl-13, PER 1.000.000 DI ABITASTI, PE3 SIXGOLE CAUSE DI :\!ORT E, IN v .~RI STA'r I D'EUROPA. M. d'ordite

della o.ausa di morte 1

2

Cau se di mo r te

;,; 28 U 25

Diarrea. e.d ent.eri te (età 0-2 a n ni ).

26 !7 28 2g 80 Sl S~ S3 S4 S5 36 S7 S8

A ppendicite e tiflit e, . , . Ernie, os truzioni intestinali . . . Cirros i del fegato. . . . . . . Nefrite acnta e malattia d i Brigbt . . Ma lattie degli organi genitali femminili Setticemia puerperale . . . . . • . . . Al tro malattie di gravldan2a, parto, p ue rperio Deboleiza congeni ta, \'lzl di conformulone Se nilità. . . . . . • . . , .\'Iorll violente (escluso s nicldlo) , Suicidio Altre malattie Malattie igoote o mal definite .

8

5 O 7 S O JO 11 I! 18 li 15 1~ 17 18 19 20 :2 1

T otale Sono comprese nella voce 13 alcune forme che dovrebbero essere com11rese nelle voci 14 e 15. :1 E' compresa l'encefalite. 3 E 1 compresa la pleurite. * E' compresa. nena voce 37. 6 E' compresa l'albuminuria. • E' com presa nelle voci 25 (tino a i anni d'età) e 87. ' Sono compresi il colera indigeno e la tiflite. • Solaappendlcite. La tifiiteè compresa nelle voci 25 e 87 (v. n. 6). • E' compresa la pielite. 1

Spogria

Italia

Fran.cia

Germania

I--F-o_b_b_r_e_t_i_ fo_i_d e- .- _- _- _-_- _- - - - - - - -- - - - ~ ~ ~ - : - _ _8_6_

Tifo esantematico F ebbre e ca c he;sia palustre . V aic olo Morbillo Scarlauina I pertosse . Difterite e c rnp Iafluenza , Colera asiatico . Colera indigeno . . . Altre malattie epidemiche Tubercolosi polmonare. ·rubo rcolosi dello meningi Altre forme tube rcolari • , Canoro e altri rumori m a ligni Meningite semplice . . . . . . . • Emorragia e rammollimento cerebrale . Malattie organiche del cuore Bronchite acuta . . . • . Bronchite cronici<. Polmonite . . . . . . . , . . . A l tre malattie dell'apparato r espirat orio • Malattie dello s tomaco. . . . .

4

Ungheria

4

8

1

1

40

69

97

9

4

ll 8

79

5

SS6 569 SOO J87 33 15 2 98 8.229 1 103 1 109 l 482 272 2 69:! 681 454 • .•5< 3 ~

_

S13 81 133 2S5 402 1 5 115 l.194 87 238 534 988 1 510 1.6H 1 22, 57~4 S

249 105 175 IOS 12i 59 - & 68 918 175 U <l G61 SS4 1.060 1.818 1.296 29480G

117 28 71 70 115 S 12 S9 1.795

171 197 820 377 t. 1'2 I 426 S68 84~81 \lo

l:7~ff:;aI

- -51- ~

!

890 S 11 607" 1.600" 2.100

2

328 55 200 128 149

146 08 188 210 108

_ 10 88 1.S07 197

Sre~i'J

I

I I 1

I

2 35 1.056 141 212 1.026 124 686 1.312 068 l.'<O iJ

i I

67 4-~

153 188 62

_ u 47 1.544" 177 184 1.099 14 754 1.064 228 912665

l.SiO 1.408 l,Ot7 688 348 Ml 208 815 164 - " lM 84 183 2.159 l.45Sl i Si5 1.591 lf> 629 324 1!1 - • 28 20 • 42 61 70 79 lì5 1b3 102 1'9 113 79 454 " 27 171 148 I SS 105 38 Sl ò • 466 46S • 815 408 312 8 27 18 60 Sl'i 27 16 40 102 S4 114 47 43 21 7'62 44 47 bi oS 3l 3./•o2 Sll 1.1~8 ',60 1,059 932 6~3 3 19i 1.016 1.109 2.7'0 1.607 905 l!.2J5 4òò 327 849 519 405 45S -!35 1~8 48 81 2!8 22~ 9q li~ 8 e63 4.261 3.093 2.280 2.IH 2. 113 l.51~ _ _1._ 0_2 _i __ 6_5.J._ _ _ 1_22_ _ _ 1._0_9.~_ __ 2_10_ _ _s_;_ · _ ___s_o_;_ 23.910 22.llS l ij,428 18.158 !6 7i2 14,0,2 13.885 10 E' compresl4 nella voce ?5. u )Ienlng ite cerehro-spin11le e pidemica. La meningite semplice è compresa nella , ·oce 37. ~07

u Sola emo1tBKi a. 1a Sono comprese le malattie delle arterie. " Sono coo, pl'eee nelle vooi 27 e 28.

is Diarrea o c,1lera indigeno: tutte le eth.. 1, :l!alattie dell'inteallno e dell'appara to digerente. li E' compreso nella voce f5. " E ' comprùsa la tubercolosi mlliare. ,. Tutte le età.

,-

z


204

MORTALI'l'À E MORB0Sl'l'À

La frequenza delle ma lattie epidemic he i n I talia appare ancora alta nel conrronl.o eoi paesi più progrediti. Le prime dodici voci dell'eleneo i11l.e1·11,w,ionale delle cause d.i 111 01tc danno in compl esso una morl.alil.ù media annua di 1.300 per 1.000.000

di abitan ti' , nw nl.re la co rri spondente mortal itil.. <'· tl i G74 in Svezia, di G:17 in l1' rn11c ia ( proporzione favorovoltl d 1l' i n parte deriva ctal la s('ar sa rappresentanza delle et.\ i11fa11l.ili, più eol pite da q110sl.n 111:i.laU.in), di 820 i n Germania, di !lliO i11 111;.;·hiltcrra. S~g11a110 propor11ioù i più alte dell' Ttalia eo:-,1 In ~ p:i.;.;·11a ( I .G89) cotn e i ' ll11g he ri a. ( 1.0:>li). Sono earal.tcri s1.il'i11 · tl,·J 1111~1.ro paese Je a.Il.e propor:r.i oni di 111 orl.i per malaria e p, ·r l"d,hn· l.ili>idc. A nehe per i l vaiuolo e per i l col era asiatico In sil 1111.i',i o111· tl ell ' ltalia appare sra.vorevol e; avvertasi per ò elll' il l.ri, ·1111 io 1!111 - 13 è stat o contrassegnato da gravi ma nil"<·sl~1.zio11i tl,·11,· due rurrn e epidem iche: eseguendo il coufro11l.o per <'1""'111' 11,111.t'riori o posteriori, si riceve irn' impressione assai divn:-111. ( 1·,·tl 11.11si i dati riportati più addietro sulla rnorta li th JH'r J,· <111, · 111 al1il ti,· i11 vari e epoehe) E inv<·<·<' ;1,1.Ji>a:;tamw. m it<' In 11111rl1tl il h 1wr 111alal.l.ie tuber colar i.

La eifra d i l.:,ti7 m ori.i pn

I .O(HI.IHIO di 11.hila11ti non è

molto superiore ai rn i11i111i ,lt-11' l11;.::liill.,·1T11. ( 1.-10!1), dd l:1. Oer rna11ia ( 1.:>0·'ll <' tlPlla Spa;.;·11:i. ( l .:, J'.1 1, 11 11 ·111.r, · ,., 111011.o i11 f'c r ior e 11011 soll.a11to al 111.1 ssi111 0 d,·11' I l 11g lll' rin (:l.,J.JI 1, 111 a :1.11el tc alle <·il'n,, assai l'i•·vnU•, d,·1111. J1'r11.1wi11. (:!. Hi:11 ,. tl, ·Jl a Sv<·:r.ia (1.905).

I ,a 111ort.a.l i!.i'1 111·r l.1 1111,,ri 11111l i;.::11i 1111 11 p11 ,·, dirsi molto bassa: r i ma 11;.::0 110 al di sol.I.o d.-1111 1,ro111,1"1,ini11 · i l11 li11.11a ((iul morti per 1.000.000 di al,ila1il.i l 1' 1111;.; l ll'ria t l ~! l ,. la Spa~na (5M), ma scg-aanu t:i fn· più :~.Il;· In l11 r; 111(·Ì;i, \H:.!Oì, lii ( :( ~n nn.n ia (890),

l'In-

ghilterra ( 1.0 .'l(i), la Sv,·i',ia ( J,11'.l!l l. Sono dil-J-i, ·.ili i ,·n 111'r1111l i i11J.,·rn11i',i 011:1,li per l e voei 17-lB

della classifica7,ion<, ,lt- JI,· , ·1111:-1,· ti i 11wrt1·, per i diver genti criteri di classilkazio1w. :1tl11ll.i1l.i 111·i ,·ari paesi; sembra t uttavi a ch e nè per la rnc ni 11gi1.,•, 11,., 111· r J',·111orragia e r ammollimento cer ebral e, nè per le m:Lial l.i, · dl'i ('uore, la mortalità i taliana i Non compres i pAr l'lt a.liu., lo. fl nn u:"n ia. e la Svezia i morti di colera. indi· geno, c he le stalisi.ichc <li quos t1i p1u :si non in dica.n o o. 1nu·te.


X · CAUSE Dl MORTI~ IN GEN l.;RALI•:

205

po:sl'ln dirsi mite; auzi in generale appare alta., e pc·r lo malattie dld uuo r c parrebbe 11iù alta ch e in ogni altro paese eo11:-;id<·1·ato.

Uove indubbiamente la mortalità italiana segna il massimo e': nel campo delle malattie dell'apparato respiratorio. 8 i lla 11110

ua noi 3.870 morti per 1.000.000 di abitanti, in conf'ro11Lo a 3.776 in Spagna, a 2.920 in Ungheria, a 2.6:39 in Francia, a 2.3 I I in Inghilterra, a 2.100 in Germania, a 1.662 in Svezia. La cifra tanto alta ha fatto p erfino sospettare dell'atte11dibilità delle nostre statistiche: si è dubitato che essa ineludesse un certo numero di morti per tubercolosi polmonare; e il dubbio sembrava corroborato dalla relativamente bassa mortalità per quest'ultima causa, segnata dalle nostr e rilevazioni. La stessa Direzione Generale della Statistica, nelle citate Notizie statistiche sulla mortalt:tà per tubercolosi (pag. 1x) avvertiva: < 11 numero efTettiv o dei morti per tubercolosi, in tutte le sue varie form n e SPdi, è prouabilmcnte s uperiore a quello che r isulta dalla statistica delle cause ùi morte, non essendovi compresi quei <'asi d 1e, pure a vendo natum tubercolare, possono essere stati dai medici dic l1iarati come casi di rtinr·rea,, di rrwningite, di lJ,1,,onchifo ci·onicn o cli pol monite cron,'.ca, senza speeifieare se provenissero <la neoformazioni tuber colari. Ma ove si consideri ('.h e i morti di polrnoDiLe c ronic:a, per ogni t.000.000 cli abitanti, c he erano Rtati dic hiarati in numero di 227 nel 1887, di 180 nel 1888, sono ve1111ti gradatamente d.imin11endo negli anui susseiuenti, fino a 22, in m edia, nel triennio I !) 12-14; che le dichiarazio ni di morte per b1·onchite cronica non sono a11me ntate dal 1899 in poi (dal quale an no si cominciò a tn11nl'l1 • dist:intf~ da quelle per bronchite capilla,re ac·u ta); e ehe il 1111111t·1·0 dei morti per meningite acuta e 1wr dia1·rea presenta un s1·ns iliile miglioramento dal 1887 al 1914, si può legittimamenlti rit,·1wre che la diminuzione riscontrata nel numero dei • morti JH ' I' l11IH'l'r:nlns·i sia r eale e non dipe nda dall'a vere i m edici, negli ulli rui a1111i d'osservazione, sostituita alla diagnosi specilìca di tale maliLUia altre dichiarazioni di morte che non escludono l'esistenza di tale am·,,,ione •: Come si vede, la Direzione Generale è molto prudente, e ne merita lode; ma si può osser vare


206

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

c h e verosimilmente ineonvc11i(' nti simili a quello supposto per

l'It.alia ~tvveng-ono n egli al1.ri pnosi. A tal e proposito 11011 possiamo che ripeter e quanLo sn i v evam o n el 1914 (Annal i di Statistica, serie V, vol. 7, pa~. 18) : «

In

eo11fro11to a l la 111a~1;ior parte dei paesi enropr.i, la mor-

talità por malaLtit: t11lwrl;olari appare molto bassa i11 I ta lia; an½i, secondo n.lr-11 11i sc.irnr;,,iati,

inverosimilmente

bassa, 111.111.o da far

suppo r rn 1:lrn 11rnll.i ,·a.'li di morte p er tiru en :o losi V(111;..:· ano a ttri h11i l.i a. v arie· 11111.lal.l.ic dell'apparato r cspiral.o ri o. Oss(:r vi am o : c!H', sp(•cia.i;nrn 1te

per i maschi, h1

m u1'i1i.li i./,. i l.11.ii11.11a. <': u.ssai

uassa, 111'/l' insirw, e, proprio in quclk 01.:'1. d 11· i11 a ll.ri paesi for11iseo110 pi ,·, fo r i.(· l;Ontingen te di mori.i pn 1.11IH'n·ol osi ; d 1e rwlk dA fra 20 e 40 a1111i, i11 ,·11i la m orta lità p er tuber col osi è alt.'l., qrrdla per l e p r i,wip:i.l i 111:i.lal.l.io dell'apparato r espiratorio è l 1assissirn a, tanto da. 111>11 11111, ·,·si ril.(·11 c rc sensibilmente ing rossata

per elTOllflP <:la,.;sili,·11:1.i m1i :

ehe i l eoellkicnto di 11,orl.alil.:'1 111 ·1· I 1d ,c ·r, ·e1 losi nelle et à i nfantili, i11 rela½ionc a quel l o cl<d l,, ,·l:'1. fra : 10 , . ,10 a11 11i, no n

appari· -

nei c-onfro nl.i inl Prn;r ;,,io11:tli

l r •,ppn l>:i ~~:o;

d 1e q uindi l',·1.-rorc polrl'11l w prc ·s,·11 111.rsi i11 111is11ra rilev:1111.,· soll.11,111:o p<'r In Pi.il, rra i

IO (' i 1;0 a1111 i. Ma se111 queste

app1111l.o I<· d .:'r, i 11 c ui la 111url.a l il,;'1. il.11.l ia, 111. ,., 11nl s11u i11:,i1:m e, IJ.rsim; 1: q11i11cli la s1·a1·s11, l"rc·, pw11·1.11. di 11>11rli I"' " nllh1i o11i tuber -

colari 110 11 p11,, apparire · i11 v,·rusi111il, ·;

dH·, d':il l r:r. p:rrl.,·, ,. s, ·111·s11 i l 111 11111 ·r11 cl <'lle morti attribuite a pol11Hi11 i l.i ,·cl :a. l ,rw1C"l 1iti c·r111ii,·lw, i11 1·0 11li:onto a quello

chill n mo,'l.i l" ' '' 1,,1,. ,.,.,.1 ..,.i. NP ! ,i ... ·"!!!1i,1 !!!01-10, di fronte a

553.716 rn orl.i pnr 11111.lnl.li, · l.1ilwr,·11 ln.r i, 1w l.ro vi11.mo soltanto 82.277 p er broncltite cro11il':i. <· r,.HI H 111 ·r 1)() l 11 1011 il.o cronica.. Sembra ad unq11n ,·Il<' i 11 ,·1111 q ,1<-sso i dal.i delle nostr e statistiche si possano rit(' IH·n• 11 l,l,11sl111m1. a.Ltendibili, per ci ò ch e rig uarda l a mortal ikì. p,·r l.11I IC'rc ·c, l osi • . Se si a<.:coglie q 1w sl:r c·(11w l 11sio11e, non si può respi n gere l 'altra: ch e la m orla.liU1. p, ·r 11 111.lattic dell'apparato respiratorio è real mente, e non soJo .rppnn·11l.cmente, molto alta in Italia.


X - CAU t:lE Dl MOU'l'E 1N GENIWALE

207

I;~ p11ru 111 011.o alta in Italia la mortalità pe r 111alaUio dc ll'a.pd iger e nte, sp0cialmente per quelle compi:eso 111'1 ;;oU.og-rnppo delle < diarree, enteriti, ecc.». I confronti intcnia;1,io11ali so110 uitlicilissimi per la varietà dei cr iteri di classifica;,:;io11e ; li liin.i tcrcmo alla Spagna (2.719 morti per 1.000.000 di ahita11ti), a ll'Italia (2,044), alla Francia (1.418), all'Inghilterra (1.071). Anche: le malattie renali determinano una mortalità più alta in Italia elle nella maggior parte degli altri paesi. La frequenza delle morti connesse con la matemità e con l'evita.merd:o rli P.SRa è rela,tiva.ment.r~ ha.ssa (91:i per 1.000.000 di abitanti in ltalia ; 191 in Spagna, 151 in l!..,rancia, 124 in Ungheria, 123 in Inghilterra, 74 in Svezia). Crediamo non paragonabili le proporzioni di m orti per debolezza congenita e vizi di conformazione indicate dalle statistiche dni vari paesi. E questa, notoriamente, una classe in eui il mcdieo frettoloso ripone molti easi di morti infantili, senza c 11ra1'Ri di accertarne la vera causa. Di mano in mano che si per feziona l'accertamento delle cause di morte, la classe tende a restringersi: comprende ancora 3.562 morti per 1.000.000 di n.l:ril.n.nl.i iu Ungheria, ma soli 560 in ] 'rancia e 08,J in 8vezia. Differenze coRl rileva nLi. non dipe udono in varte decisiva dalla minore na1.alit,;'l. de i pae;;i ù,t ul.timo citati, e solo in pkeoìa parte si possono ritenere reali. Anche la classe cklle morti per senilità è una di quelle che oll'rono comodo l'ifugio per molti casi che presentano qualche dirticoll:lt di classifica;:;ione od altrimenti disturbano la pigrizia d<·I 11wdi<:o autor e della diehiarazione della causa di morte. Trovia1110 la proporzione più alta in TTngheria (3.197 morti per 1.000.000 di abitanti), dove l'alta mortalità generale fa invece pres urnt:ru c iie d!:Va essere abbastanza searso il vero numero dei m ori.i p, :r sc11ilità. La proporzione italiana, nel confronto con quel!P ('alcolatc per gli altri paesi aventi una buona organizzazione si.al.i si.i va, non appare inverosimile (Italia 1.409 ; Inghilterra 905, 0 p:1.g 11a 1.016, Germania 1.607, Sve11,ia 2.205, Francia 2.740). p anl,l.o


208

MORTALIT.À .~ MORBOSITÀ

13. Le lunghe ed aride <..: ornparazioui sull'azione delle <..:anse di morte attraverso il te mpo ed attraverso lo spazio noo saranno state inutili, se ci avranno aiutato a meglio percepire l e condizioni e le tendenze d ella mortalità italiana alla vi g-ilia della guerra europe:t. I confronti i11l.c ruazionali ci hanno mostralo d1e ancora molte ca11se di morte infierivano nel nostro paese con intensità mag-g-iorc dw nei paesi igienicamente più progrediti. Tali l e malattie epidem iche: specialmente (JUell c rn.ral.l.eriNl.iehe dell'i111':u1:,,ia, la malari a e la febbre tif"oifl0.; lali IP rn nlulLi<~ acute dcll'apparal.o r ospi rnl.orio: specialrnn11l.n le hro11ehiti; tnli le affezioni i11 tesLi 11a.Ji . .Malattie tutte Ja eui d i lf11si o11e si <..:ollega con l e insuffieienze d.ell'organizzaz.ione ,, ddl'cd 11<..:a,1ionc igienica; con l'inadeguato riparo dalle in t1·rnpi, ri1·; ,·011 la di,;a.rlatta alimentaziorn~. Il progresso eeonomieo e cil' ik ,lt-11' llalia tendeva, come ci ha11uo musi.rato i co111'ro11Li 1·,ol p11.ss:1.L1>. ad 11.ll.e1111are rapidam enle la gravità tlel tributo a111u10 p:i.;.;al.o dalla 11oslm popola,1ione alla morte; si v edeva spc<·.ial111n11L,· di111 i 1111irn In l'n ,q 11enza di quelle cause che il progTc:so ig i1· 11 i,·1o ,·. s11.11 il.11.rio 1·.d il mig iioram c11 l.o de llo co11di:t,io11i 1·1·.011 0111 idw i'"":,11110 pi ù ag·,,volm,•.111.1· arg i11ar1·.

C lio, dopo il l!l U , s1 pol.,•s::,• ,q,.. rn.r,· 11 11 ' 1dl.,· 1·iorc cel ere dis,:csa d1 ·Jl11, 111orl.11,Jil.h, 1q,p11.n· ,·,·id, ·111.,· 111 11 1 soll.a11 Lo dall'esl.rapopola,1i o1w d\'lll' 1·11 rv1· tki H11,;.;;.;·i di 111 1>1·lnl il1'1. pt·r singole cause di mori., , (111011.,, di q11 ,•,d,,· ,·11n•,· 11n11 11111sl.rn.110 1111 rallentamen to, bcmd 1tn :w1 ·,·l,·ra11w1dn , d• ·l la l"r" ,i ir,,· ..!-:;i IIL·g·!i ultimi anni anteriori alla g-1w 1Ta, siedi,-. 11111 1 v·,·ra 11.k1111a rag-ione per supporre prossima la li11e di lnl di1-11·1·H11.), 11 m 11.11d1 c dalla comparazione internazionale, elle ri vda ,p11t11I.,, ,·11.11 1111 i110 ancora dovesse percorrere la morta.lii..\ il.ali111111. !'n s, ·cndere al livello di quella britannica o di q1wlla s Ycd,·H•'. ,, nel Lelllpo stesso mostra che essa avrebbe poluLo p,·rvo 1T•·1·lo, poichè sarebbe bastato ridurre ancora l'a:à onc di q 111·JI,) cause di morte ch e già si andavano eombattendo c:011 1>11011 s11ccesso. La stessa ripresa del cammino discendente della 111 01"1.aJità negli anni successivi al


.\

<:A IJl::H~ Ili MOlt'l' l1: IN GIBN li;t(J\l,J~

209

l'. 11'.I, dopo n 11011osl.:u1te la g uerra, attesta ùlw s11ss i;;l.1 ·va 110 fio dn pri 111n c o11di-.io11i propizie a 11uove ridu zio11 i (folla 11 wi-l alil.;ì.. 14. T,a guerra, seompaginando l'organiw,azione igi1·11 i1·a e 1,n11 iLaria, peggiorando le eondizioni di alimentazione, d i alljl.a:1,io11e e di vestimento d'una gran parte della popolazione, do veva 11c<:cssariamente interrompere - anche a prescindere dai suoi e ffetti (liretti - la discesa della mortalità, anzi tramutarla in as eesa,. L 'analisi delle eallse di morte ci darà elementi per la spiega,,ione delle vari:1zioni di mortalità che abbiamo accertato nel preced.enLe studio sulla frequenza delle morti in generale e per regioni e per gruppi d'età. fo quest'analisi non erediarno convenien te valer ci, per il poriotlo bel lieo, di saggi di m orta.litA per singole eause di morte. J\1w l11i a.mrr11isso ehe fosse possibile determinare con s uffic iente apprussi11w.zionc Ja popolazione media di cias<:1111 anno da! J!J1 5 a.I I \JI K, nel <·.akolo clei saggi di mortalit.ì. non si tc rrehlJ(i :1.i<'.1111 <:o nLo delle nulieali morlifìcazioni di rna110 i11 111:1.no rna11ifr:;la11l.irsi nella 1·.ornpof<i v.iorH~ pt·W d.11, dnlla popoJaz.iOll(" · 'J'n,1'nl'ian10,

perlanto, valen:i delle eifi:c assolute, 11<:lla t:omparnziunc delle quali eereheremo di te ner c oulo delle aceennate mo<l ific.l,zio11i; e mcg-!io ne Lcrr cmo (:onto in seguito, q1ianrlo clallo studio sommario delle cause di mort1. passeremo all'e:,a.me della loro inln1sit.à di manifestazione secondo il sesso e per gruppi d'età. I !>. Considerando complessivam ente le m orti derivate dalle

<:omrn·nsn mii p rimi dodici numeri della classificazione ird.1·,ni n:1,ionale, otteniamo le seg uenti cifre assolute:

c:1.11,-c·

~cdi.t an:m::.

/ !) / / . / :/

til'lriillannu,.

l!lf.l

1.9 /{j

1.91(/

1917

1918

1919

1920

} !)2/ -23

4!'>.!',62 82.7,i,i Wl.786 49.862 39.282 314.762 74.373 65.042 3G.977

Hi osservano hrnschi salti da anno ad anno, com'è naturale Lrattandosi di rn:rfal.l.ie epidemich e; ma fino a t utto iI 1917 non appare un cleeif<o :,ggravamcnto di morta.l ità. L'improvviso ed 14


MORT ALl'l'À E MORBOS ITÀ

2 10

enorm e aggravam en to del 19 18 è dovu to quasi per intero all' influenza; se si esclude tale ca nsa di morte, il numero d e i dcecssi si riduee a 40.721 n el 1918, in confronto a 4 1..204, m ed ia annua del 1911-rn. Nel

19 1!) ancora l'epidemia i nflucm~ialc, e diffuse

manifesta1.ioni di vai11o lo, manten gono a l to il nnmc ro d<ii mor ti; si aggiunge, ma ila scieondaria imporlanza, 11n 'c pid,i 111ia d i tifo p etecd1ia lc. l 'rosq.;·110110 nel Hl20 l e stragi <kll ' i11f1 1w11za e del vn.iuolo ; i l 11 11111 1'.ro el c i mor"li per mal attie <ipid<·111 i<"IH· ù anc ora :-;11pnri oro d i o ll.rn dun quinti al normal0.. Ma

IH'I

l '.l~I si d iiude

.i l <·i<·lo d'ali.a 111orlalii.i1, epi àem it:11, eo 111i1 w ia i.11 1·11i i : ii H: i 11 ,orti di m i11 11 isc:0110 a ,H.2!)!); e nel 1922 (:.!l.' 1 17 ) , . 1wl 111:n (:17.:18(>) si manLn11;.;·0110 in n 11 m ero fortcm c 11 !.,· i 11 1i·r ior,· :i.Ila m edia del

1911-Vl. li 11 111rw1·0 dei m orti per 111:i.l:i.ll.i, · ,·pid1· 11 1il'i1e 111d 10]8-20 de l 2:12°/11 cpH: llo del lHI 1- 1:: ; i l 1111111, ·ro dei m orti nel 1921-2:3 ò i n vece. atl es!;O in!"(irior,· d ,· 1 I '.!"_',.. ~i li:i. d u11q11e l' im-

s11pem

pressione di essere ri tornai.i al 11rn·mal ,•, :111·1. 1 di n vc,r ,nigliorato :

il n um ero :11rnuo dei mori.i JH' r I Jl1)11.1111n d';1hil :11 il.i ,\ s•·<·so eh 1.HOO nel 1911-·1:1 a H8!l 1wl 1\1~ 1-'.".!'I. V, ·.Jr,·111 11 111·nì, f"r:t breve, ,·o rnc: f[lWSto mig l ion.unnn to ; 1:1wr:i.!:· ::i;, r i::11 11 :1,1111\ di 111i ;;·!io r a111<i1il.i e di fH'g·g-ioram <·11l.i par½ia li .

Ln <'.i l"n · 1'!1n ,;i rif"<irii-;,·0110 al p,· ri, ,d11 l w l li, 11 s:il i n ·hhn r o se v i ,;i :i.~·;h·i1111;.;·1 ·:-is1·rn i 111 ori.i pilal.o

i 111111.li 1·,,.1111 d i 111 11rl 1: 1"11 eom-

Jll' I'

d;1,11':1.11l11ri l.:'1. 111 i li l;1.n·, S,·1 1,r si:-1:-1i 11 11· :-1111111 le· 11 oli1.i e

sulle

<"a11s,· d i 111111"1 ,· 111'!1',·:-1,·1·, i l 11; r il< •rin· 1110, 11 l •·11qHJ dcbif.o, quelle dH\ ahhia11w pol11l.11 rn.,·,·11;·, li,·r, ·,

Ma :1.111'111' l ':i.pp:1r,· 1il 1· ::l:i:1,i 11 11:1 r i,·l:'1 (:-1,· 1\ Inc ito cosi defiuirla) dcila rno;'t.i.liL't pPr iiiid jj :! i;· ;·pid :·:::i:· !::· fl :::: ;:,! 1917, che risult er ebbe dai pn :1·1·d1·1 il i dnl 1,

il i

r i \' .-In ri s1dl.anLe ùi svari ate ten-

den ze, in p11,r l.1i 1ll'll.a11 11: 11 l.11 d,·ll1ii l,·, dn llc· di ver so ca use di m or te. 16. Mostra

1111a.

d(•,·isa li-11d,·11za all'aum ento

il num ero dei

m orti per febbri da 1nnlnri 11. ,, ,·a, ·lim,si a p alustre. L'aum ento è ininterrotto e r apido dal I \II :, 11,I I fll8; bisogna r etroceder e di vent'anni per rit rova r<· 1111 111 1111 c·ro di morti di m alaria c osi al to com e quello del 1918.


X - <!AUSE Dl MORTE JN C.:ENF.RALt•:

211

I,<· ,·11,11s1\ di q11esl.o aggravamento ci apparirn.11110 più avanti, 1wll '<·sa n1<· d,·ll n ripar tizione delle morti per r egio11i o pe r seHso , .,1 d:'t..

Col mm s i manifesta una forte diminuzione, che prosn~lw 1wl I!l20 e riprende, dopo Ja lieve ascesa del 1921, nel 1922 e 111'1 1923. 11 numero dei morti nel 1923 è inferiore alla media del I '.l I 1-13.

T..a febbre tifoide ha dato luogo anch'essa, negli anni della ;.;-uc rra, ad un numero di morti s uperiore a quello prebellico, s,·Hza però segnare, come la malaria, una costante tendenza all'aumento. Ancora nel 1920 e nel 1921 si hanno n umer i insolii,imente ali.i di morti; ma col 1922 e col 1923 si ritorna a nume ri po<·o differenti dalla media del triennio 1911-13. La difterite segna in t utto il periodo bellico cifre di morti s 11 p!'l'iori alla media del 1911-13. Col l!H9, però, si osserva una hn1:-w a diminuzione, e in quell'anno e nei s u<:<:essivi il J111 rucro de i 111 orti rimane nettamente inferiore alla media prebellica . ln r app orto alla popolazione, si osser vano 11: S<'g-11e 11ti varia,;ioni nnlla. proporzione annua dei m orti 1,m· 1.000.000 d i al ,il.unLi, da.I 1911-lo al 1921-23 : da 97 a 109 per la malaria, da 240 a 238 pe r la febbre tifoidr, da 103 a 76 per la difterite. Metlin. unnuu.

f!)jJ.J,1 M HIHriJL . ll'nl1h 1•0

lifoido

I H f11 ,ri111.

1914 1915

S.41&

2.045

3.8:15

8 .(16

6 .054

0.467

3.602

4.088

4.270

1916 5.000

1917 1918 1919 1920 8 .407 11.477 6.760 1 .228

192 1 1922 192/J ,.8ts 4.085 3.807

10.831 O.S53 10,05~ 7.669 9.620 10.116 8.~31 8.271 4.770 2.81' 8 .187 9.0ll'I 2.700 2.749 1.881 4 .825

17. I)urante la guerra, si mantiene costantemente inferiore a l li v<· llo prcbcllko il. numero dei morti per vaiuolo, p er scarlatU11 n, n p,·r In malattie epidemich e varie che sono comprese nella vo1·c I:! d<·l l'olrn1co internazionale. Soltanto dopo l'armistizio si osserva11 0 ~Tavi manifestazioni epidemiche di vaiuolo (d1pcnclcnti, t uttavia., cotn l' pii'1 avanti vedremo, dalla g uerra), cbe si protraggono per il hi1·11 11io Ifl 19-20 e mostrano qualch e strascico ne l 1921. Nel 1922 e ne l 1!12:1 il numero dei morti per vai11olo è piccolissimo.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

212

Il numer o dei m orti per s1·arlatl.i11a. continu a a m an t en er si r elativ ament e bitsso an v h e do po la li11u dnl la g u erra: nel 1921-2B resta infer iore del 40 "lo a l 11 111n(•ro aC'l·e r tato n el 1911-13. A n ch e il n um er o dei m ori.i p<'I' m itlaUi n qlidn 111 i eh e v arie è m i nore del

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1.000.000 di abi tanti

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18. N egli aHni della g uer ra, il 11 111111'1'11 ,le- i 11101'1.i ver col er a ::l.SÌ::Ltieo è m olto pieeoln, t"Pr·np,1 11 l:1 s l :1.I isl i1 ·,o. d,·JJ(' <·a11SC di morte, c h e n e r eg-i stra. solla n to 2:l:i 11< ·1 1!11:, ,. 11 ,.,. J l !l lli ; ma i l <Juadro muter ebbe se si ag-µ;i 1111/.;'CSSt\l'O i 111111'1.i :i.l'l': 1r l.<·11t•11 l.i al l' ns<·1·1:ito

(4.278 11el l !Jl !) e !)1. n el l !'l lfl) l' :di<- i'" l'" l:ii,i"11i ol,·1 1,·

Y,01,. ,

rn·c,11-

p atc; da.Ilo 110Rl.ro truppe ol l.rn l 'a.111.i,·o , ·1111 l i 11, · 1q:,:) 111'1 l \l'!f)) 1 • Tntorno ali<> Ppid.,m i,1 l'.ol or id1t' m a 11 i J', •;4f11.l , •:-;i 1w l p,·r iodo be llic o dan ·111 0 ampie 110Li½iU pi ù a v a11 Li (1·11,1 1i l n l 11 ,l/111'/111si/,ù), g iovan doc i di n.ltn· 1'011 1.i .

1!1. Il 1111nwrn d" i 111 o rl i 111 ·1· 11 11, rloi llo ,. J>< ·r ipcd osse, pur essendo ù1. 'llll'liit, pi,·1 h:i sso 11t'g·l i :1.1111i d..J la ;; 11 ,·1Ta ch e n el t r ien nio preb1dli<:o, Jll'•·s,·11111 '111 a i,·l11 · p 11 11 i11.. N,·i oi11 poµ;11n1T1;1,, i u vece,

il nu-

mero dei m o r i.i ,·osi 1w r 1·11 11/1 ,·1111 w 111·r l 'a l J.ra cansa si m an ti en e costantem en tf' i 11 J't •rior,· 11 l la 11wilia d'n11 1.,·gu erra: il numero dei morti di m o rb illo<.' 111i11on · d i'! :,:! "" 11 1'1 192 1-23 che nel 1!)11-13, qu ello dei mor ti cl ' i pnl rn,s,· ,·. 111 i 11Mt· del 4-3

o;.. l'er

1.000.000

1 Dati d esunti dn.Jl n. ml :,,,.;.,,, ,, d•·I I >in ,1.t.nre Geu crn.le della Saniti, P ubblica a l Con s ig lio S nper ior e ù i S a n i lA, s u /,,,. l 11lclr, dell'igiene e della .a,ni /.à pubblica dn· rante la, guerra e dopo la ,,.ittori,,, ( /.'J /f, :.'11), volumi tre, .Roma , 19'21-22. Nel citare · que st.a. relazion t, n e u.bbi:ev i e ri;ino i l l.i Lulo : Sa,nità p ubblica.


213 .i, 11

I'

I

1ol, il11 1Jli , In propor;,,io11e annua de i morti varia, dal l!lll-13 l '. t~ 1-:.n, d a :..!-1'.I a 111 per il morbillo, ùa I 7f> a !)4 per lp, ·rlossc•. Mo,I IJL iu11111:L /!)/f. / :J

1\111 1

hllln

G.Hf>

11111r101om

1915

1916

6. 378 R.230 3.820 5,701

11.244

IV/4

H. 7:10

1917

3 .213 7.689 •t.711

t 9f9

1920

/92 1

6.14' 2.817 a.su 3.217 2.420 4.409

4.311 2.~r.7

1918

1!J::!2

/ !) :J:J

3.023 5.IG,[ 3.298

,.10;

:!O. Jl numero dei morti per tifo petecchia le si mantiene molto l11u;"o, eome nel triennio 1911-VJ, negli anni dal 1914 al 1918; n 11111cnt:a fortemente nel 1919, ma dopo questa violenta esplosione "i'icln111 ic'.a riclisr.ende a poche unità. Medi~-. anm111.

W 11-13

!914

1915

33

11

26

1916

1917

1918

27

M

1919

1920

1921

1922 1923

IO

SC'l1lw 11e manifestatasi dopo l'armi::iti:,r,io, l'epidemia di i.ifo (H'lc·cTltialc· non è indipendente, come veti.remo, dagli avvrni i1nc·11l.i l>elliei. :e!l. Singolare ò l'andamento delle morti per i nCTuenza: oscilla:do11i re lativamente lievi fino a l Hll 7; gTandissimo e r epentino a111ne ulo uel 1918, con uno strascico nel 1919; s ueeessive millori n clc,ereseenti ondate epidemiche nel 1920, nel 1922, nel 192i3. 11 1111111oro delle morti per influenza nel 1921-23 supera del 100 ¼ cplC'llo dol 1!)11-13. Per 1.000.000 d'abitanti, la proporzione an111 111. ,lt-i 111orti d'influenza era di 124 nel l!Hl-13; sale a 233 nel

M1 •1l in U IHI IH l

,.,,,.,::

lnll1101w.11 .

<l . :Jr.K

1!J14 :19:15

1!J16

:1917

3.359 4.174 5.919 8.814

J91S

2'14,0H

192 1

1922 :1923

nl.781 24.428 4.,162

19/9

1920

U,19'J 8,808

i:!. lt i11.ss1111ic:111lo: i principali fatti caratteristiei del periodo uellieu, ver q 11:1111 o rig-w.1.rda malattie epidemiche, sembrano esser e:

la g-ravis:-i111a epidemia influenziale del 1918-19 ; l'epidemia eolerit.:a del 1915-16;


MORTALI'T'À E MORUOSI'l'À

214

il progressivo e fori.e a 11mento della mortalità per malaria; l'inasprimento ù clla mortalità per febbre tifoideii e per difterite. Di qualche aHrn ma11il'(:sta;i;ione epidemica (meningite, encefalite, ecc.) parlere 1110 in soguito. N ei pri111i <·i 11q11n anni successivi alla g uerra, le più uotevoli man.ifosta;i;io11i epidv nii<'l1e derivano da fat.t.i del periodo bellico, com e di1110:;t.n,rn1110 pit'r avanti por quanto riguarda le epidemie di vai11olo e cli til'o pcl.rn:chiale. Anehe l e varie epidemie d' in· tl11rn1:i:11. Hi posso rro in 111t eerto i;enlm eu rri;iùeniru euuw S11<:cessivc 111a11il't,Hl.:1,,,,io11i, ~ r:ul w.1.lmeutc aU.c,11 111,111.iRi, di un tmieo eielo epi dc rnivo. JJovu .nor, :;i ku11w st.r:i.::;ei ehi dellu .:pidemi e derivai.i~ o favorite dalla g11crra, i l 11111111,ro dei 111orfi lll'~li anni successi vi all 'armi sLi;i;io è in ~··1i,,ral " irrf'l\riorn alla 11wclia prebellica. 'l'orna, o continua, a mirnifosf.arsi q11c lla f.c1Hle11za :i.I 111i g-liora.rnento che era stata ca.ratf.eriRfka doll'11lf.i 1no q11art.P di s,·,·o lo prceedcntc al grande eontliU.o.

2:1. L e mori.i deri vai.,: da mri.laU.iv. 111f11 ·n ·,il11 ri i-li 111011.ipli(·.ano, 11 011 rn oll.o r:1.pidamc 11to, mn 1:011l.i1111a11wrrl.1·, rwl p, ·.riodo i.,~IliC'o.

Da Gl.!lf,!J en:;i ri el u,1 ,~si p:tHH/t li, :,7.:\.f:t 11111 f\11 :,, Il, GLOGO mi i t!:lHi, n Gt . l(i7 11d I !li 7, 11, 7:\.!l,111 111'1 f '.I I K. ~I.-111.n, g-Li aumenti lino nl 1!117 cl ipendorr o dal pq .(g'Ìo r11,1111·11f o g-n1.tl1111l e delle condizioni di vifa d, •1111. pupol11,J',io111 · d11 rn.11f.11 111. g-11c rra, quello del

l!H8 deri va 111 ·r In 111:i.;.;-;.;-ior p:1 rt.,· clall ',·pitl, ·11iia iutluenziale, ch e ha fac ilrr1c iit(~ a.U,,·1T;i.lo p;;r,·,·,· !ii,· n:iMli:1,ia di Lubcrcolotiei, .le morti dei q11uli H0110 slal.,· 11.lfri l111 il.v allo si.a.I.o morboso preesistente, coneau:;a, ::;o 111)11 ,·1 w H11, p1·i11dpalo, dell'esito letale; infatti quasi tutto l'aumerrf.o Hi 11111,11il'uHf.11. 11oll c morti per tubercolosi polmonare (ed è noto d111 I' i11fl1w,111/,n. dt:I 1918 presentava m an:ifestazion.i localizzate p1·i11t·ipal 111rnrf.e nell'apparato r espiratorio). Nel 1919 si ridiscendo a G~.'.Wl morti, nonostante il rimpatrio di numerosissimi ex-prigiorriori f.11hcr colotici; il miglioramento prosegue nel 1920 (58. 12·1- nwrl,i) e si accentua nel 1921 (52.359)


215

N,li 1:1:.·:: ,. ,u,I 1i1:n il numero d.ei m orti no11 dif'l', ·ris<·c rn ollo da. q1i, ·II" d,·I l'.l:! l ; 1· la media del Lricuuio 1921-2:1 rnsl.;i. i11 f1 '. riorc d, •I ,I "/ 0 ;1 q11nlla dul 1911-13. In complesso, tenuto l'.01110 dnl1·11111111·111.nl.11. po pola:i:ioae, la morta,lità per tubereolosi appai'\'. scn11il,i l1111·1 tf.1· di 11 1i11uita dall'anteguerra al dopoguerra: la propor'l.m111· 11.1111 11a dei morti per 1.000.000 di abitanti è scesa tla L.G(i7 111 ·1 l'.ll 1- 1:1 n l.4 1~ nel 1921-23. l11di<'lliarno, anno per anno, il numero dei morti, per singoli 1'1'11 ppi cl i formo tubercolari. N6dia annua T1dtftrr.nl. , .. ,1::i1111:11fl

Mi,111111:1tn

l I

l 11h111r.nl11rn,

Alt.11 lmum\ l 11t.fltr11h1n

Ì

/fJJJ.JS

1914

19:15

19/G

:\,t. ~!I()

S:J.261

36. 302

H, J.10

5.()4.1

r..498

11.&ll!J

13.054 14.542

1917

1918

1919

1920

1921

1V22

:J!J23

37.908 119.376

~U.364

,2,302

40.479

3G.fi40

S7.533

37.8.'\t

6.715

6.967

6.206

6.057

r-.788

5.Y90

G.010

15.585 Ht.07(l 17.r.lS 13.65 1 11,!)AH

H,U:H

9.470

10.0t5

7.557

(.; 1101.nvolc, tt1H.J 1e dopo h g1rnna, H divario 111 '. I 1·<,11q,ol'l.n1,1,·11l.11 d, illP varie !'orme tnbor e;olari. 11 1111111ero dei mor ti per t uhc:rc:o.los i polmo nare si 1ua111.ici1<i :11 w<•r :t a,<;R:ti alto nel Hll!:I 1~ 11P-l Içi2n ; ,li mi 1111isc'.11 n1'.l'.btinn11l.1i 11d rn:J L; aum enta sensibilmente no! sueec:;:;ivo bienn io. Non è 1·as11nle la e.on<'.omit.a.nza dello alto cifre di mori.i p<~r tubercolosi pol111onarc e p er influenza n el l!)l!)-20 e dello IJa:;so d l're nel I\ I:! I ; ane;ho l'aumento del 19:.!2-23 nelle morti por tubercolosi i,11l1111111a1·Cl non è forse indipendente dalle manifestazioni opidc111 i, ·III' d' influe nr,a. Ma queste relazioni i.ra le due malattie poln ·111" 1111·glio c:saminare, stilla baso di validi indizi, più avanti. N,·1 l'.1" 1-'':t il munero dei mort.i pr.r t.nhcrcolosi polmonare è pi1'1 11.11.11 d,·I \l 0 / ., che nel 1911-rn. Almeno in parto, come vedrl'l110, q11 n,l.o n11mento di morti per tubercolosi polmonare è 1·011Hug1w11'!.11. il<·lla guerra. Il 11!111 ,, ·r11 d,·i morti per m eningite t.ubercoJarfl dirni 1111isce s ubito dopo il 1\11 8; nel 1921-23 è del 7 ¼ più basso che nel 1911-VJ. i\1wlw il 1111m ero dei morti per altre formo f.ul.Jcrcolari, dopo l'a 11me 11l.11 d,·.I periodo bellico, decresce hrm;e;amonto nel 1919, continua 11. di111i1111ire nel 1920 e nel 1921, e poi oscilla


216

MORTALITÀ

F,

MORBOSI'l'À molto inferiore al livello

entro limiti non ampi, m a.nf.e11e11dosi

d'anteguerra (diminwdo 11 c d el :12 °lo dal 1911-10 al 1921-23).

11 miglioramen to 1:o mplcsHivo l'iin ahb.iamo riscontrato uel numero dei morl;i p er t.i'dwl'l·olosi (: d11n q11e risultante di un aumento delle morti ver l.11hnr ('olosi pol111011n.n· e di una diminuzio1ie delle morti

per mrn1i11µ;if.,: t.11h,· r 1·ol:1.rn ,. 1wr a l tre l'onne tubercol ari.

24. Il 11111r1u1·0 d,·i 111orl.i 1wr f11111ori 1na.ligni, disseminati o Joeali 1/.i',1i,l.i , 111usl.ra l1:µ;g·1,1·1, vari11.i',in11i 11d periodo bellico, Jurante il qu11.J.,

Hl\Jll l,rn.

111;i.11ii'1::...La.1'si 111111. susi.a

i,,

quel l'aumen to di 111or-

talil.h l'IH· si era n1a11 ili·sfal.o 11.hl,11.sl11 111/,11. rapido ne l pre(·edcmte quarto di s,~1'.olo. Modu1. annua

Twu.ori malig.

1!J11-:l.1

ltl/"I

J!J/[,

JU/fi

t:J/7

l :11 ,\

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2!S.l57

~3-~-J,1

:t4.25~

i ,1,:,:!:1

:!!l ,HtH

.' I 1!11

·.u,11 ~

~S.01 I

1922

19::!3

:!5.300 ~5.970

19~1

j7_005

La sosta è forse, i11 par i,·, :q•1•n1·,·1d,·: h- slal.istic he d elle cau Re di mone 11011 co 1nprrn1do1111 1111a frn.1.1011,· ,ki 111ort.i a.ppartf'nf'nti a ll'f'RC'r c ito opPra.1111', e· 11<',!.:;li

: 11111 i

1•11 7 ,. I \II H 111111

1·.0111 -

pre11do110 i morti nei co1 11 11 11i invasi ; cl 'all.n, 1·:i.111.o, 11011 8i può esd11 don· dw il d i radi:unn11(0 1i<'i 111e·di,·i 11.cld,·f.fi 11.I ~w r vi½io ddla popola1/.iu11c (',iv il !', 11c l peri odo iiollic·c,, 11.IJl 1i11. n ·:...o pi1'1 dil'lit:i le, in q 1111.ld11·. t'll.1-\0 Jl'lt:110 c·v iclrn 1l.n, l';uT1·rl.11.11H ·1il.11 d,·i l.11 Jl'l ori rn.ali gni, q11aln ,·a11s:1. dn lla 111orl.c•. 111 11µ;11i 11 111d11 i di ii.i l" 'i'l11ul.t.0110 di esdu<.lcrv dw 11t•µ;li 11.1111i ddla ~·111·1T11. si ~.in 11.1·1tf.11 1111 forte aumento della. rnorl.nlil:'i. p, ·r f.11 11111ri 111:ili,·:11i ; :i.:·:: ·:i 111 1~·ia1r10 ehe già negli

anni i n111 H·din!a!!!''! !i "

:•r•·• ·•·iJ ,·11l i :ill:i

;·:11 1·1T:1. l'rwmcmto <'!ella

morbtli(.:ì. sl(,isf<a 1•rn r:1.il,·11f 1tf11 : d11.I l '.lo:; 11.I 1!108 la. proporzione dei morLi p er l.u 111ori 111:1.l i~ 11 i· ,·rn. H:t.li fn d:i. r, Il a G45 per 1.000.000 di abitanti, ma dal l'.H>H al l'.1 1:1 n:i. salila sol tant o da G45 a 667. Dopo l a guerra il 1111m .. r 11 11:,;s11l 11f11 •ki 111o rLi riprende ad aumcnt.are : raggiunge 26.U!J:! 1w l l11. 11wd ia d c·I Lriennio 1921-23, che supcm del 13 °/o qu.ella tll'I 1!11 I 1::. J\11dte in rapporto alla popol azione il numero dei mori i p,·1· l.11 11 10ri maligni

appare aumentai.o:

da 661 per 1.000.000 <.li :th il.:i.111.i nel 191 l- UI a 698 nel l!J21-23.


.\

Ci\ l lf;I•: IH MOl{TJ~ lN G.l!:Nl~lULJ~

217

I .'111111w11lo di ·lln n1orti da l L91!:J in poi si manil'rn,1.1.l. ;_;T,ulual1rn:nte, " 1i tJ 11 ll1·11:-:1·11,11":11tu: questa circ ostanza sembra eo11for111:.1,rn l' ipo1P1il dli' In :-:osi.a 11c ll 'a111nento delle morti dal I!:Jl4 al 11)18 sia Hl11.l 11 <:ll"dtirn., n 11 0 11 apparente : altrimenti nel 19Hl si :,w.rebbc t1 .. v ,i1... ri:-:1:0111.rarc 1111 improvviso forte aumento delle rnor-1.i a1:,·,·r l11.Ln lll :r tumori maligni. C lu.s::;ifiea ndo i morti secondo la sede dei tumori, non si trov 11.11 n gTa ndi diverg·enze fra l'andamen to delle eifre n e i vari gTuppi, co 11w appa re dai seguenti confronti fra i dati per il 1914 e quelli IHT il Lri rn 1nio 1916-18. Numero assoluto dei mo,·li Selle dei tu·mori

J.914

Ovai11., u i.ero, vagina .

2 .732

Mam111 c lle .

l.088

V,·sc ica, organi geni tali maschili, re ne. 110,·.rn, l:ll'inge, trachea

(i[>[> 1.nl(-i

S1 0111ar~n ~ (~sof:ago

7.470

1,·.,1~:1.to, milza, pancreas, iutcst . , p,•ritonco

5.~74 :.!82

():-;sa e Ll ,U'l.icolazioui . Cc1Hri u e rvosi, organi clr.i sen s i .

T umori disseminati, sede indeterminata

Media. a.1rnua

1916-18

2 .G5G 1.076

f,91

G20

1.206 7.tlll') 5.B73 287 [,&7

4.G87

4.!.181

:F>. TI numero dei morti per meningite non epidemka ::;i 111a 11 l.iP11t> negli anni de lla g uerra, ad un livell o sern,ihi lmente inr,· rio rn a quello prebellico, e dopo la guerra diminuisce ancora. N,·1 l'.1:! l-~H è del 47 "lo piti basso che nel 1911-13. Per 1.000.000 d1 1,l,iln11l.i ~i hanno le seguenti p roporzioni annuali di morti: 334 JJ< I l '. 111 1:1, lfi5 n el Hl21-2~. : '"' ,11..; ,i ;,;..;'ite c.erebro-svirn.ile epiJeI11ica, 1·a1·issirna nell'ante,.;· 11 ,·1-r11, 11,, ·q11 i:-:la 1111a notevole estensione e gravità nel triennio I '.I I :, 17: ·,i rn poi diradando, attraverso qualche oscillazione. Il 11 111111 ·rn d ,·i morti nel 1921-2:{ è maggiore che n el 1911-rn: si t.ra,tL,1, d i """'" ' .i,,..iae Lli c.;asi, che però indicano la per::;i::;l.e u:,,,a cl i q 11aldH · r, wo laio e pidemie.o. Mo1lin 11 1111 11 11.

/"I/. {,'/

llcningite non epidrmueit

cer.-spin. opiù.

I u :H7

1.91.'i

19 /()

1917

1918

19"/9

1920

-/921

1922

10.01,1 f;.2Gtì 1,1 !10.1

1,,1./

7. 949 2.255

7.174 1.042

8.434 6.301 20 86

0.641 44

5.977 87

6,267 6.~83 38 51

1923


218

MORTALIT.t\.

:m MORBOSITÀ

26. Non dubbio, benché forse imprevisto, si presenta l 'aumento nel numero dei morti per apopl eS8ìa e congestione eerebmle e per rammollimento ecn·brale, nel periodo bellico. E si curo anche l'aumento dell e m orti p er malattie del cuore e del pericardio, sincope, angirn1, IH '<·.l.ori s. Nell' uno e nell'altro gruppo di cause di morte, .la in<>rl.alitA ern sta:i,ionaria, negli ultimi 1mni anteriori alla g 11e1Ta, <:0111 1· ri s111i.11, dai dati più addietro esaminati; dunque l'aumc nlo ora ris<·011 tn1J.o non costituisce il proseg·nim ento di 1111'a11t nri orn l.t:11d1·11 za, bnnsì un fenomeno nuovo. La eo.1tcornil.a11 za dPii'n11111,·11io 11nilc morLi per i du<: gruppi di ea.u8e con 111111. dirni1111zio1w 1ll'llri rnorti per malat.ti(, de.Ile artcr.i c, le quali i nv t:<·t, pri111a dt:lla ;.;·1teiTa tendevano all 'aumento, fo, sospettare che nel pt:riod o udlit :o siano stai.e al.l.ri l111 il.e a i dn e primi gruppi morti 'ir1 reali.;\ dt·1·i \'al.n da ea.11so <:011q,1·<,sn nell'ultimo gruppo;

rna l 'a11ali8i tl,·lln sl.al.isl.idw pnr l'<·g io11i tl i111osl.1·11, ehe t ali spostam enti non posson o aver e avnto g rn.11d1· importanza, r iscontnmdosi forti 1.tt1rncnti dei m ori.i pl' r 11111,!11,I I it· dd cnore anche <love non è dimin uito il numero 1ki 111111'1 i J>(' i' rn alaltie del le arteri e, e v i ceversa. L 'ali.a cirra d i 111 orli dl'I l'.t! K l'O:: ì per apoplcssiu. (',om e, sopratuUo, per nmlal.t.i, , d, ·I 1·1111n·, ,'.. ,·,· rlnrncnl:e t· o1111<·ssa (·on l'l'pidemia inf1uc 11z;ial(•.: ,·oi11p11,io110 q11i mori.i eh e ha.11110 a vili.o l' i111!1wttzn \·.0 1111 , 1·0111 ·:111sn : " l '11zi""" l..t.nl, \ di questa nmlatl.i:i. i·. si.a l.a ag·evoln.(.:i. da v iY,i ot·g·11.11i,·i 11 1'1111 zionali preesi-. si.enti, o l'11.1·1·id\'til <· l\'1 11.k 1111. pol11l o pi 1'1 1'11!'il111\'11 l,e prodursi in tlcguil.o 11.ll ' i11dd ,ol i111 rn1l.o d,·1111. r, ·Hi1-d.1·11y,11. 111·;.;11,nit:a det erminato dall'infilw11rn . llopo In. p111il 11. d,·1 l'.II H, si ln l'lla nel 1919 a cifre pi.ù ba:,;::t:; n,·g·!: a: :::: ::,: ,· ,· ,·:::::,· : ::: I::,. 'i:::i.!:-1: e oseillazi one, ma

non si gi1111gl' 111ai 11. 1111111< ·ri ,·oHI 11.lt i 1·011w quelli toccati nel p eriodo bellico. '1'111111.vin i l 1111111,·rn d,·i morti n el 1921-23 supera quello del 191 L- 1:1 dl'i :, "/,, pn i<, 111a l11.U.ie del euore e del 13 °/0 per l'apople8sia, e(:('. Il pri11111 a11 1111 ·11f.o si può interamente attribuire all'aumento della pop11l11 Y,io11t·; il secondo in parte indica una maggiore frequc ny,11, di 11wrl.i. li numero dei morti per malattie d elle arteri e seg-na, i11 v1:t:n, 11el 1921-23 una diminuzione. del 9 °lo in confronto al I '.) I 1- 1:1.


X - CAUSI~ Dl MOR'l'I~ JN GENEIULI~

219

I,, . propor:;,io11i aunuc clei morti per 1.000.000 di abitanti va, 11, "" ,·oHI: da I .O(iO a 1.125 per l'apoplessia, ecc., eia l .8:i(i a 1.8;11 11111· In 11111,l:i.l.l.in de l c uore, ecc., da 360 a 298 per le maJal.l.ic dcli,~ 111'1.,·ri n. lu co inplrn;so, per i t.re gruppi di malattie, la proJJornio11c d, •i 111orl.i pe r l.000.000 di abitanti è press'a poco la m edet:>ima 11, 111 '11.111.cgurnora (3.2GG) e nel dopoguerra (3.254). Media annua /!)ft. /.1

19.,//

1920

1.92 1

40.690 40.905

40.H3

1!JJ.O

1.916

37.137

'10.302 13,582

41.807

I

tì5.0f>0

67.tHS

71.562

68.H2 72.821 86.657 69.MB 67.2H 69.002

M:d11\l1011i1l\of 11 rloru 1 I

12.261

11.5M,

12.0Hì

10.5r.4 10.833

M11!nUrnùQI I\CC.

111Hl l'O,

.(

1917

1918

:191.5

A1m11 ln:1:..,MC.

42.906 4 5.123

9.048

o.on

7.8~7

lù.81&

1922

192 .1

43.113 42.981

71.658

64.745

1~.268 10.362

:n . Le principali malattie dell'apparato r espiratorio, e spe,·i:i.111,, ·111.,, I,\ polmoniti e broncopolmoniti a e utc, risentono J'orl.c11,,·111.,· g·li l'lt'cll.i dell'ep.i demia influenzia.le. Il num ero dei morti por q I ll'sl.c malattie nel 1918 è doppio di quello dnl 1 \lH ; in 11111111 ·rosiss i mi. casi la polmonil;e o In hron r:hite costitu isce In manil't-sLazi onc caratteristica dell'infitwnm; in all.ri casi ne <:ostitui,\\'e 1111a ,·.omplica zione ; in altri ancora una conseguenza postuma. ~11 q11csto punto ritorneremo ne ll.' esame della mortalità per rng ioni. Prima del 1918 il numero dei morti per malattie dcll'appnraf o respiratorio non sembra, nel periodo bellico, tender e 11 iHl ·11111.l.ieamente all'ascesa; ma vedremo più avanti eome questa 1'11.v111·,· v<>k apparenza dipenda dal progressivo diminuire della l" 'l"il11i',in11,: i11fantile, molto colpita da queste malattie (circostanza , ·!:: · ,:;,i,·;.;::. :u:.die il relativamente scarso numero dei morti nel l'.11 '. I), ,, ,·0111,· in realtà l'azione delle malattie stesse, quali cam;e di 111or1 ,., 1-1 i 1-1 i11, andata intensificando nel corso della g uerra. 1,;l·,·o i11l.n11lo i dati s ul numero assoluto dei morti. 1


MOR'L'ALITÀ E MORB0Sl'l'À

220 -

- -- - -I

I I

Media annua

lln;nchitl! ai.:uta

1-

/J1·,,,td,it,, Cl'Ul41 CU

- '1,Ul l O 37.(iO:\ 4-2 .!):,:l 11li .lHi I ,lli.H!IO

H.'1()1; 7 .H7:: K.70,I H. :l-l K K.:1:,!l

1918

;,1. I :~~

10 .:!lM

Hl l !l 1!)20 1!)2 1 l !lU l'.):l,J

:10.0 :I:! ,10.:IHli

1911-13 1914 HH5 1916 1917

I

::n .mo :11

,,,rn

::n.011

7 .!M 1 :, . '. H 1 l i .07 1 <i.:1:1() r,. !):!,1

l 'nlm on;t,• crn11ii:ri ,. 1,~·tnu:o• 11,11111. ,u: 1.,1a

7:,.!)7(i 7 1.:>I!) 77. 7:,1 K:, :,1 )0 7H.:l!):l 1n .,11;:1 71i ,1I K K:1.7:!7 1;(; .H<H '7'. I !,11'7 l iK.()11,1

- - - - ----ltre malattie ,tetru7,p arot o H/1'ALE

I

1\

rt•s11iratorio

7 .934 5.[,48 5 685 5.910 6.33 1 10.446 7.4fi0 7. 206 7.754 8.832

135.626 122.M3 135092 145.719 129 .872 24!1.245 121.841 127.2:10 108.229

7.655

108.600

L2ti.4:l2

Uopo la µ;11e1Ta il 1111111l,r<> d,· 11,· 111 orl.i p e r malattie d ell' apparato respiratori o di111ii111is,·,·,

,~ 1', ... i:1.11111 ·111.,,

q 11an do sono pas-

sate l e magµ;iori 0 11da.L,· q,id, ·111i, ·I, ,· i 1dl 11,·1 1t', iali, die mantengono r el ativamente a llo il 1111 11w1·0 d, ·i 1111 w1i f:

I"'"

pol 1noni!.e crupale

per brou.c·.opolmonil.e ; u·11l11. 1wl 1!11!1 '. '0, · 1wl l!l::!2. TI 1111 mero

tlei mor ti ne l 19il -i,l p,·1· 111:1,\:i.l.l.i t· di '1 1,..:sl.11 g l'llppo ò i nti-; ri o r e del lti

0

/

0

a quello d<'I l!JI 1- 1:1, 11 011 0N!!11i1,· i l lù r k a 1111w11 Lo av-

v e n u to nel la po pol.u,i111 1c . l{,ip1·,·.11cl, · 111. d i:s1·,·:s11. ,kl ln 111ortal.ità,

che la g-1w 1Ta avPva i11LP1T ol.l.o : la prn p111"1,irn11 · 11.1111 11a d"i morti p,: r 1.000.000 di a hil.a11l.i d i111i1111i s,·1· dn :LH7<l ,,.. 1 I \JI 1- 1:1 a :1.0!)9 nel I !)::! 1-2'1.

'.::!k. I.,: pri 1wi p11,l i 11111.111,l.l.i,· d,·11 '11,1•1•11.rn ln d iµ;crcn te segnano, a ttrnven;o os.. il lazio 11 i , 1111 :s•.·11fl il>il, · 111 111w11lo d<'i numero annuo dei m o rLi , d111·: w!.,· i ! 1,.·1·i.,d .. ! ,.-!!i, ·" · i '.,111< · J/l' l' l e malattie dell 'apparato n ;spiralnri o , :,;' i 11 v ,· r l ,· 111 1, ·11d,·11 za dell'ultimo periodo anteri ore

alla µ;11<· 1T11.; :dia d i:-,·,·:sn s1ilw11l.r a l 'ascesa. Ascesa che

apparirebbe ,noli.o 11111,µ;~ i111·,· :s,· la ri d11:r.ione de.l numero dei viventi nei prirni::;::;i111i g1·1q>pi d i ,·!:'i, cltc sono i più decima ti da queste malatti e, 110 11 111· d issi 1111ilai,NC la g ra v ità, die GÌ sarà rivelata dallo stud i o d <'i la 111111·la l il.i1, in funzion e dell'età. L'epid emi a influem;ia.l e dd l !I I H :s i rip1 :n .:11ote an ch e rmlle m _ o rti attribuite a malattie dell'a.p parato d ig cn·u!.e, specialmente a diarrea,


X - ( 'A lJHI~ DI MOWL'.li; 1N GENELU L IG

,•1il,-ril , · 1

,., .... ;

221

,· io', 11011 appare tanlo cv.i d e nte d a ll e dl're , ·ompl rn;s ive

1lw1 ... !11\ il 1111111,·ro cl<·i rn ol'ti n e l 1\:118 sia p it'I ali.o cl w rwg li armi , ,,·, ·1·1·1k1il.i, dal 1!11 l iu poi), qua nto dalla r ipar ti,1io11 c 11!-i m o rti 1" '1' ,·lh, l'IH· pi1'1 avanti studieremo. La brusca d.iseesa d e lk m o rti 1w l l!I IH (·.0 111'n n11a la g ravità deg li effetti dell'epidemia d e J I \Jl8.

N,· I 1!120 e 11e g li a nni s uccessivi il nume ro d e i morti per quesl.n 11111.l:1.l.l.i«: a ume nta, anch e p e r con scguenra d e lla ripresa d ella 1111 1.alilh; tutta.v ia il trie nnio 1921-2/l seg na un nume ro di morti H11pi,ri or o soltanto del 4

°lo

a qu Hll o del 1911-13. ln rapporl.o alla

popola,1io11e Ja, mortalità è dimi nuita ]i!werue11le, scbbeu e n ell e

d:'i. i111:t.11 tili abbia segnato (lnalc h c aume n to : il nume ro annuo ,i,,i 111o r l.i pe r l.000.000 di ;1,b il.anti è cli secso da 2.858 nel 1911-13 11

:.!.78- 1 111:1 1m n-23. 1,:,-:1.111i11,ui<l o a parte i siu g oli g ruppi di malattie, Lroviam o

,·Il<' l':1.11 111L·11 Lo d e l irumfwo d ei morti dal l!) J 1-1:1 a l 1!)21-::!:3 è d111·11l.o 1·selu siv amen te al gruppo « dia rrea, 1•111.<·rit.1·, <'< '.t'. • , l'hc ,wg11:i 1111 ine r cmento <'!P.11 '8 °/,., mentre i rnol'l,i 1wr m:r.iaflfr dnllo :sl.0 111:u :o dirni nuiseono ue l 14 °/ 0 , i m o r t i per apprn11l i1·il.1 i 1.<,niLn d n l 2 °/ 0 , i morti per ernia, ed OC'.d trsionc

0

pe ri-

i11tesli11a lc d<· I '1 "/,,,

i m o r ti per e pal.il.e e cirros i cpa.Lie a cl<'I IO "fo. l~cectto dr.e 11e l p r irno g-rnppo, Lo rnn. a m a nifes ta rsi la I.P.nèlen,1a alla rid u:t.ioun d 1· lla rnorl:alità., ehe av eva. c:ontra.sscgna to l' ulLimo VP.ntidnqucnnio 11.11l.,·<"rn k11l:e alla g uerra.

I M111l 111 1111 111m

./ttflln tlir,

,frllo 'f /flffl(t r,()

Jt;rn iu, Ienteriti!, ])fa,-r,·a, IAppendicite, I occlwsiont: ,!cr.. p ,•ritonite

intest'i.nale

- ---

l

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I I .O•I f1

1:11 .1 1:11 :, 1!) 11; l!ll 7 1!l I 8 J !II !J 1920 Hl21 1922 l!.123

10.7<1:J I :! . I ~:.! :1

11 . ~1,1; :1 .1,71; I :! U:.!:.! S :,!(;H

11).~~! I D.:,s1; !) .f,ìlH H. ~f,!I

75.809 72.082 88.768 !J0.531 74. 179 !13.4 G7 (;~_!)30 78. 1.45 HH.:l f,:I

7f,. 1f, 2 H'.]Sl!)

4-.fi4fì 4.229 4.628 1.623 4 .596 4. 838 4.401 4.226 4.613 1.407 4.391

3.M l 3.395 3.775 4.007 3.894 3.71!:i 3.409 3.419 3.417 3.572 3.,121>

Epatite,

I

ci-t··rosi

epatica

- -- 5. 184 5.072 fi.415 5.093 4.85 1 5.196 1.154 4 .291 4 5:-19 4.G69 4.848

I

1'0TAl,/è

100. 17[, 95.481 1lfl.209 115.523 !)7196 119.2?.8 85.162 100.313 110.508 97.238 104.562


222

MORTALITÀ E M0Rll0S1TÀ

Il numero d ei morti per malatti e dei reni sembra t endere l entamente all'a,umenl.o n,~, peri odo bellic o -

prosegu endo c osì

la tendenza ch e si rna11ir,,stava neg-li ulLimi anni antecedenti -

;

il più rapido aurnm1l.o d(·I J!!18 ò indubbiamente connesso con l'epidem ia infl1H·n11iail', t:0 111\1 dimostra l'esam e d ella ripartizione di esso p er g-r11ppi d'd.h, ,~ <:ome appare dalla c onsecutiva diminuzion(' dnl I !I I ~'- I lnpo l:i. g 11erra il numero dei morti per queste rnalaJ.t.i<·, nl.lrn,v,· 1·,40 0N, ·illa11ioni, si manti ene p rossimo al livello prc lw lli,·o ; ,. q 1ii11di , 1., ,111 11.o c onto dell'aumento d ella popolazion e, i11d i,·a 1111a :-;,·11:-;il,ii, · <ii 111 i1 111½i u 11u ùdia mu1ùtliLà : la pr u[Ju.r niune 11,11111111, d,·i 111o r l.i 111 ·r 1.000.000 di abi buil.i i:\('Cnde da 4fì~ nel 1911-13

a 4:\:) 1w l I '.12 1-'.!:I. Mtid!a

:!~>. Le \>

Media annua

101111111

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111;1,!;1.ll.i(·. d(·i1';1pp;1r;tl., g·(,11 ih1,lc l'emminile

In ali.I'(\ 111orl.i \·011 11eNs,· \·0 11 la 111;d.,'1'11il./1. di 111i 1111is,·.0110 di n11-

1rwro d11ra11l.e la ;..:,·11PlT:t. .U:i. ,L:H">O, 111l'di:1. :1111111:1 I '. I I I I :,, ~:,:nndono ad 1111 111i11in10 di :Ui~O nd 1!11 7, r is11.l, ·11do 11. '.:!.H:! I 1wl 1111 8; nel l'.11\ 1 l'Ì\'ado11 0 a ~.fi7"1. La di111i1111 1/,io11<" il, ·r ivn dall a 1·it1 11zion e cll'I 111 111 1<·ro cll'I J.· 1111s,·it.,,: 111d.l\-.111 ln i11 r11.1,,,01·l.o il 1111 111\\l"O delle do11 1w rno r l., ·

! H 'I"

1·n11 s(•g·11(·11z11. dir,·f ln d<'i l11 11111.1.,·1·1, il:1. 1:ol nuniero

d(·l i<- 11 :1.H•·il, · ( 1111.li l'ivi,. 1111.I i 11111rl.i ) Hi .. 11,·11;·;n110 proporzioni crescei il.i cl11l l'.ll f", i11 poi ; 11\·I I \II H il H11.ll.o ,·, m aggiore, per conseg 11C'11 za (it-1i ' \' pitl, ·111i11 i11 fl11 1· 11 zi11.I, · ' , 1111r l i,·ol11,rnwnte micidiale per

le ge:--J:1.1:ti

t~

in·r !i · p::i ·:·pi· :·i · ,

::i ·!

! ~'! !~:-i.i riL!:!'n:t alla proporzione

del 1917, u nel l '. 1:!0 Ni 110111 11 11 1111\' r iore lieve miglioramento • .La vivace ripr<·H11, ,l<-1111, 111t1 11lil :'i d a l lU~O in poi accr esce il numero asso l11 t.o 11!· !1 (· 11 11,rli di r l'll.a mcnte con nesse c on la maternità.

Il numer o d\'11 ,· do11 11,· 111 orLe per febbre puerperale

1 Infatti n e i primi mesi r1.,1 l! II K f., f'l'Of'Orzioni sono pooo diverse da quella del 1917 (nel primo trimcsLru ~Hl;, ,,..1 """""d o 276); nel terzo trimestre le morti aumentano a 3f>l per 100.000 nas.:il.,· " " "' quarto, periodo c ulmina nte dell'epidemia, a 495.


X· <'A I IHI•: DI M OR'l'R IN G RNRI? A l.1 1:

22:1

11,·I l\t:J I :1:1 s i 1n11.nl.iP1H\ ,;cn sibilmente s uperior n a l li vP IIO de l 1:11 I 1:1 ; il 1111 1111·1·<, <lc llc mode per a lt.r e rna lal.1.ie di g-ravi' 111 11'/,11,, pnrl.o 1• p,wrpe ri o è press' a poco ug uale u e l t rie nnio i'" i-11 l11·lli1·0 ud in quello prebellico. Anch e in rapporto a l 1111 111ero d.-111 · 11as(:il.1 \, ;.;-li anni 1921-23 segnano un li ev e p eggiorn.111rn1l.o d, ·11 11, 111o rl.alilh delle madri, in confronto al 1911-1 3. P eggiora1111 ·111.o dtc er e d iamo sia de rivato, almeno in parte, dalla molto 11111.g-g-io r propornione di primipare, fra le donne che hanno affron111.l.o i ris< :hi de lla maternità nel periodo più recente 1 • Per cause 1,.,n noi.o, il r .ischio di complicazioni e di infezioni è m aggiore 111,llo pri me gr a vi dam,;e e nei primi pa rti, che n ei s uccessivi. D ONN~~ M ORTE P F!R F F.BBRF: rUERPF:R ALTI: 11: l'l•:H A l.'l' it l~ MAJ~ A'l"l1I f4~ Dl (HtA VI OA NZA,

Pli:li OG Nl ~l ,·111:1

100.000

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11.: l'Ul!; JC.p J~ IUO,

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1915

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25G

:!4'1

A udw le malattie dell'utero, de ll'o vaia t· della va ½'ina JL0 11 dirdl,1,1n1~nt<: f:onm:i;;;8e con la. ma.tc rnità (mn. 8pes8o connesse indin·l.la111rn1l.1 i) s i va nno d inulando 1·.ol di n1,dn.r;;;i de i part.i, fìno a l 19Hl. I 'oi a11 menLauo, eon l 'aumeul.arc d e lle na scite, ma non raggiun;.·;,,110 il livello d'anteguerra. La non grande, ma netta, diminuzione clnl I i11 1- rn a,l 1921-n dipende forse dalla diminuita proporzione cli dn11n, \ pluripare, ch e sono soggette m aggiormen te delle pri11 ti i'" n · 11. q ueste malattie. Il m eno intenso eser cir.io dell'attività 111·wn ·nl r i,·P durante la g uerra dev' essere stato il p r incipale fatt ore cl ,·1111 d i111 i1111;,;ione or a accennata.

ll.il', ·r i11111 0 orn. i dati s ul numero assolu to delle morti. ,\ 111,lia. unnu& i,111. J:1

Ma l . ovul11 , 11 L, \'llf.t' trt)IJhro p 1wr11ornlt1

A ltr o ma l. cl i ~ rn v . tJ cc

11rit'i

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1 Cosi s pe,·.i,d,11,· 111.., " " ' l !l'~O e nel 1921.


MORTALI'l'À E MORBOSITÀ

224

30. La diminuzione del numero delle nascite si ripercuote anche sul numero de lle morti per v izi f'.onge niti, ecc., che diminuisce fortemente. I II rapporl.o a.I numero delle nascite, la mortalità per questa <·a11sa mostra un de<.:.iso aumento soltan to nel

1918, in corr elaz ione <· o n l 'epi demia influenzial e. Dal 1920 in poi il numero a s,;ul11lo d d l,, 111 u rti e la proporzione di esso al n umero dei nati si 11 111.111.<·11;.:;0 11 0 fortr· nicnte inferiori alla media prebelliea. ;\ prnposil.o di q 11nsf a dimi,rnzione si rieordi quanto abbiamo os,wr valo i11i.ol'lto nll< · cli111inu;.,;i oni avveratesi anteriormente alla ;.;·11:·:T;i ( \'. pn;.;·. :!00). !::did1iamo il numero dei morti in ciascun an 110 <' In prnpor1/,io1 1<, p<·r 100.000 nascite. J\1 0 1(Ì1\ lt llllU II

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,H. l 'assa11do dall<· pri t1H ' a lle 1ill.i111 <· ,·U1., v<,d ia.1110 er esccre pr11,•:n·ssi\·;un,·1il.1· d11rn.11i.,· la g 111·l'l'a i l 1, 111111 ·1'11 cl,·i 11 101·1.i jH'. r· 111al'11 s111 0 s<·.11il<'. I .'a111111 ·.11 Co si a<·1·1·.lt-rn 11,·I I !I I :,.;: 11111 ·li1· q 11i 8Ì l'illt-11.<· l '<·pid<·.111 ia i11ll1,c11zial<-: ,;1·1·11111 10 11· cli v1·1·s<· l'i.:'1. <i<·i 111ort i. ,;!;i.I.i ;i.i.1,ril111 il.i Il. ( ' ILIIS( ', di,,,.,.,_,. 1111 111 ,· 1·0,; i dt '('l',;si d i o i n

S Oiio

tT11.ll.:'1. d, ·1·0110 ,·ss<\l'I \ nl.l.ril 111 il i 1111' i11 ll11<'11 ,.n , p, ·rl'i 1<\ s<·11:r,u i l eon<:orso di ,·ssa 11011 s:1.r<'i1l11 ·ro a1·11·11 ., li . N,· I l !i l !I si ritorn a ad. una <:irrn. pr11,;si11 111 n q1l('ll11. d, ·I 1!117, ,·io,.. 11.1w ora a ssai alta; nel 1H20 si oss<·t· va 1111 11 111 10 1·11. d, TiH11 d i 111 i 111 1,,io1l(', d1c riporta il num ero dnlln m ori.i :i.I l i1,· ll o d'1111l.,·/.'.:1:,·1T:1.. l1d.0 1·110 a. I.aie livel lo esso

oscilla 11 el l,ri ,· 1111io l !t:1 1 :1::. 11.11 1/,i ;.:;l i l'(\sf.a inferiore all' l

0

/ , 0

in media.

3'.:?. JnRic rn(~ <·oi dal.i Htli 1111111<·ro d<i ll ri m orti per marasrno senile, riferiamo quelli p<·r ;.;·l i 11.ll.ri ;.:;r11J>pi che completano l'elen c o, premettendo qmtlelw so11111111.r i11. os:;crvazionc csplieativa.

Morti 1)inlentc

(,•,;d11s11 i l s11Ì('.idio e l a morte p er causa di-

retta di guern:1.). Nel I !H

r, so110

<:ompresi 30.476 morti a cagione


X - Ci\1JSl1: DI MOit'l'Jt; IN GENim.ALE

225

,1, ,1 i<- 1T,·11wlo cld g'(' llliaio. Negli a ltri anni s i OKse r va110 oseilla1.1 "11i il i 11011 ;.;Ta11cl e importa11 7,a. S11Jr·iilio. Neg-li n,nni della guer r a, il numero dei s 11ie idi dim i111, iK('(: ; poi riKaln grad ualmente al livello prebellico, c d a 11c li c 1111 ,,,,· Kopra. Per ò l'aumento del 3 ¼ che si riscontra dal HJ J J-V3 11 I I'.tt 1-~:; è m eno che proporzionale all'aumento della popo111:,,,ion c .

Sifilide. Il numero dei morti è stazionario, anzi nel 1918 e ,wl 1919 decr esce. Si tenga presente che questa causa rli morte agiscP sopratutto nelle età infantili, la rappresentan za delle quali ù andata progr essivamente scemando dal 1916 al 1919. Ma anehe dopo la ripresa della natalità il .numer o delle morti si mantiene abbastanza has8o: dal 1911-13 al 1921-23 è diminuito del 20 "fo. . Inf'mi(I, r. leucemia. Si può ripetere la p rec:erlente osserva'l,i01H: Jl('I' il 1919. La recrudescen za del 1918 è eonncssa eon l'l'pidcrnia infiuenziale. Dopo la g uerra il numero delle morti tl i111 i1111iK( ·.c fortemente : il triennio 1!-121-2:\ sc~na 1111a rid11'.l,io11c dd ~'.J 0 / ., in eonfronto al l!ll 1-rn. Pello_r;ra. L a climinu:-1ione del l!.:117 e del 1!)18 dipende in pa.r te dalla mn.n eauw di daLi _per i eomuni invasi, c he solcvano dare non p iceolo contingente di morti; anc:he nel 191fl alcuni cli !ali comuni, _pur indicanclo il numero totale de i rnorl.i, non potern110 i.mliearnc la ripartizione sec:onclo le cause. Ma in parte la di111i 11 u:-1ionc è effettiva. i',;, poi, r eale in t utta la s ua estensione, e v eramente deci~i v11 , la diminu:;-;ione che si r iscontra negli a nni più r ecenti. 11:i.l 1\1 11 -1:t a l Hl21-23 il n umero dei morti per pellagra è dimi111,il.o cl, ·11 ' H:I "fo. È sper abile e probabile che in breve giro d'a1111i 'l" ''Kl.a malattia possa venir cancellata dall'elcneo delle (·.a11K(' cli 111ur1... , p<'r ]'Italia. 11/tr,· 11111 /11 1/i , ·. Una parte considerevole delle mori.i <:omprese in questo gTIIJII'<• pro vengono da cause ch e agiscono cli pr nl'c renza nelle età i I tliL11 i.i Ii. I>a.La la decr escente rappresentanza di q ueste dnr ante .il pc riud11 ill'llieo, la sta~ionarieLà del numero totale dei morti signific.:a ag-gra\';1111(•.111.u della m ortalità n ei singoli gruppi G.

MùKTAHA ,

15


226

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

d'età. Nel 1919 l e m orti per que81.e l :ause dimi n uiscono ; n egli anni su ccess1v 1, p ur a u rn c ntn ndo a lquanto per c onseguen za dell 'aum ento delle nas(:it<:, x i m antcng-ono molto infer i ori al liv ello d 'anteguerra. Dal I BI 1- 1:1 a l I ~)~ 1-2:1 il numero dei m or ti p er e

altre malattie • dim i 111 ii:-:e(' dnl t G

°fo.

Causa ig}lnfo 11 11011 rlù-hiarata . L'epidemia influen::,;i ale del 1!:118 ha i nlin ri l.o i n a l<·1111 i 1110;.;·h i c on tal e v i olen za da di8organizzan·, pn r 111. lè,rz11.l.11. a ~x,:111/.n. d<i l p er sonal e, i ser vizi sani tari e d i xl.al.o " i vi i, ·. I >11. .. il', 1111 1'0 1'1:e a 11m m1l.o n el numero d elle morti l:t <:1!i 1·:rn~.:i.

11rn1

lt n

pol.1!1.o e>\s<'rc 1u·(·<• 1'1.n!:a. I noltre,

parte

1.ma

d (\i (·0 111111 1i in va si 111111110 dato nol.i zi e x 1d numero dei morti, ma 110 11 s1 tl l11. ripa r l.izio11n cli <:Hsi Hn<;01 ulo I<· ,·auxe. È da riten ere

ehc

ddl<: ~\1.fiOO 111o rl.i <·0 111pn'H\' i n q1H'sl.o ,.;T11ppo nel 1918 molte Ri a no 1frri vat.< : dall ' i11fl 1lf'll1/,a ,. dall,· x111 · 1·orn pl i <:11:i1ioni. I.imi [1,11111, 1·.ol 1·i l.or 110 d PI I<· 1·1>1 1d iz io11i s:1 11 ilari c

Negli ul-

al nor male, e col

mig liorarn(:111.o ddl1: ri ln\:i.ZÌOIIÌ sbt.i sl.idl(' , i l nnm er o dei m or ti

p nr 1; a1rn:1. ig-1101.a va cli111 i 111 1c:11do . . Mflr,u11111

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1 È qui indicato il n u 11wro d1• i 111orl.i ptU" tutto le m a.la.ttie non considerate n ella precedente rasseg na. 2 'l'otale n on solo cfo lln "ifn, """ l'ipo,·Lat.e, ma a n C\he di quelle riferite precedentemente nel corso dell " """"'');" " do, I lo caus e di morte. Indica il numero totale d ei morti com11resi ,, .,11 ,, s i.al is l.i,·.a dnll ll cause di morte . 3 Mancano dati per i coinu11i i 11 vn:~i.


X - CAUS8 DI MOR'l'J•! IN GEN l~RALI<:

227

:1,1. La rassegna de i numeri di morti per le vari e cause cl11ra11l.o il. per.i odo bellico, alla quale a bbiamo dedic:al.o le pre,·,·dnnti pagine, non costituisce che una prima approssimazione 1wll ' indagine s ull' intensità d'azione delle differenti m alattie. l~ssa I 111.1.avia ci consente di scorger e alcuni tratti caratteristic i della 111ort.aHtà della popolazione italiana durante la guerra. Campeggiano gli effetti dell'epidemia influenziale del 1918, <:110 non sono rappresentati soltanto dai 270.000 circa morti in pit'.t del normale per influen:r.a, bensl anche da un numero non 11LulLu minore d.i rnorti dichiarate dovute ad altra causa, le q uali però evide ntem e nte (lo attesta la loro riparti:r.ione per r egioni, per sesso ed età, per epoca dell'anno) h a nno avuto per concausa, se non per causa unica o principale, l' intluen :ta. Fra queste: oltre 100.000 morti in più del normale per polmonite crupale e broncopolm onite a c uta ; eirea 20.000 per malati-.k de l e 11 ure, al1.rdl.ante per dial'l'ea, enterite, ecc., a ltr ettante forse per eausa ignota o non dic hiarn,ta; eir ea 10.000 per t uhc rcolmd p olmoimrc, a lLretta ute por brone hitc acut.a, altrel.t;111I.(: pf,r rnaras 1110 Hcnile; e non poehc a ltre migliaia per a ltre cause. .L'mx;csso dj m or ti dov uto, direttament0 o indirell.amen le all' intl.ucnza, nel 191 8, appare dunque, attraver so lo studio delle eausc di morte, pr ossi mo al ine:,w.o milione, eomc ei era già a ltrove apparso (v. 1·etro, p. 1~0). Gravità infinitamente minore ha,nno tutte l e altre manifesta:i:io11i epidemiche : fra quelle i;;altuarie ricordiamo l e epidemie di (·Oll'l'a del 191f>-16, di meningite eerel.JI·o-spinale del 1!)15-17, di vaiuolo d<'l 19 19-20, di tifo pctceehialc del 1919; fra quelle con1.inH:d.l v,,, l'::.uwcnto ùclla mortalità p(;r fchhrc tifoide e p er diftcril.( , 1· (:rnp, (' più preoccupante di tutte, p er gli effetti' non solo tra11sil.ol'f, l'(isl.cnsio11e della malaria, rivelata dal progressivo a umenti) d l' li<- morti. Anf:!w la 111 o rl.alità per malattie tuber eolari cr esce gradualm ente. F, en·.:w.0110 le morti per apoplessia e congestioue eerebrale, per ma lal.l.ic d!'I c uore, per malattie dell'apparato r espiratorio, per ma lal.l.ic dc ll'n.pparato digerente, per m aras mo senile ; aumentano i riseli i d(:lla maternità.


228

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

Quasi in nessun easo veùiamo, n egli an ni della guerra., proseguire la dimim 11/,io11c clelh mortali tà, anche l à dove si andava r egolar menl:n m;ini f'esl.ando nell'anteguer ra; an cor più raro è il caso di di111 i 1111 r.io11i subentranti ad aum enti ; p er lo più accade il (;0111.rnrio : s11hentra cioè un aumento alla consueta di m i1111½io1111. ,14. I dal.i r inss1111 ti v i sulle cause di morte, precedentem ente esu1ni11nti, ('i ,·.011s,111l.0110 im a pr ima visione dei fattori del ritorno al 11or 11111,I,· <k lla 11101'1.a.l i tà dopo l a g uerra. I ,o s1 1<·1:nssiv11 1r1anifesta:-1i oni epid emiche d' intlue1rna v anno Ji111i111 ie1ulo di g-rnv il.:'1, ; l e ep idemie di vaiuol o ed.i ti fo petecchiale cs11.11ris!'.0110 i l IOl'o 1·i<:lo. Si diradano l e morti p er febbre ti foide, ehc 1:ra110 di vc11 1il.o pii', frequen ti d11ra11 l.e la g uerra; ancor più dirniuu i:::cono le 11 w 1·l.i per dilleril.e. /\11.rn m alatti e ep idemiche, <.;Om e i l m orl.Jill o, la :,;carlattiua, l' ip,1rl.o,;s1:, dtc 110n avevano accr e:::eiulo l e l or o ::;l.r,1.g·i 11cl per iodo h11llil'!1, d i111i 11 ui:,c:ono d'esl.en::;i one nel dopoguerra. Il 1,n11roso .1.1111111111".o ,folle muri.i 1,1,1· 111n.ln ri:i. ,; pnr t.11lier colosi e1:1k i l <·.11,rnpo, 1wg·l i 1111.irni anni , 11.d 11 1111. gTad1 ialc dim in u'1,Ìo111·. I ., . 111 orl.i I H I I' m11.lal.l.i<1 dd 1·11orn ,. d, ·1111 n1'1.1 :ri 11, p(1t' m a111,l.l.i, · d11ll'appar11.l.o l'l'spirnl.o r io, l" 'I' 11111,1·11H1110 su11i l11, discendono a 1·il'rn i11 J'11 r inri 11, q 11,· ll 11 prn hnlli..!11 · ; di111i 1111 is<:0110 for tem en te a1wl11 : 1., 111orl.i , ... ,. :q,"pl, ·: 1,ii:i. ,. ,·.. 11,;1·:sl.irnw. ,:erel.Jral e e per mal11.l.l.i1 · d11ll '11.ppn r11,l.o dig,·r,·1il.,·. l'<.' r 111 qll.i ;,;T11ppi di 111 al11lli,· r ipn ·111 l1· g ih. 11, manifestar si nel interrotto. L ' imprussio1w. dw Hi 1·i, ·,·vn dn.11 ',·" n me dei dati sommari sulle cause di m or l:c ~' q 1wl la <'lw 11· 1·1111;;<,g ucnze d egli eventi del per iodo bellico sin.110 orn111.i q 1111.:si iil;.;c11sibili n ella mortalità del triennio 1921-23. Ma l'n1111.l isi dl'lh: c:ause di m orte per reg'ioni, e più ancora l'anali::;i pnr ,•l.:'1,, ,·.i mostreranno ch e persi stono anche in codesto f:r i,·1111 in 1101.<,voJi aggravam enti di m or tali tà, direttam ent e o i ndird.l1 w 1<·11l.,1 del.erminati dalla guerr a : aggra-


X - CAUSE DC MORTE IN Gl!:N.1!:Lt AL.l!:

229

1·11111c•11i.i d 1e 11 011 a ppariscono, od appa riscono inad<'g uatamente, sommari, per ché in parte od in tutto clissim 11la f.i dalla 1111ilal.a composi½ione per età della popolazione, o compe111m f.i da 111i;.;li oramenti dovuti ad altre circos tanze. ,w i dal.i

:I!">. Passando ora allo studio r egionale delle c ause di morte, ..iw c i permetterà di localizzare i fenom eni r,aratteristici del pe-

riodo bellico, pr emetter emo alle indagini su tal periodo una rapida "s posizione della situazione prebellica e dei suoi antecedenti.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

230

(;Al'l 'l'O LO lTNDICESIMO

LE CAUSE DI MUl{' I' ~, S.J!;CONDO LE REGIONI Confronti rntroHpeUi vi : vari a~io ni n ella frequenza delle principali cause di m o rLe, I""' rng-i1111i , 11t:ll ' 11ILi1110 quarto di secolo anteriore alla guerra. Prin!'ipa l i carat1.11riHl,ich (l regionali. - Le cause di morte, per regioni, ,l11rnn1,11 o dopo l,i g·11<11'l'a. Le infezioni tifich e . Il tifo esantematico. I ,a 1111,.111.,·in. : ,·.11.ns11 di propag·nzionc d ella malaria nel periodo bel1i"o; rapido 111 ig·lior:unc 11Lo n el dopoguerra . Il vaiuolo : l' epidemia ,1 .,1 1~)1 7 :!:!. Il nwrhillo , la scarlattina, l' ipe rtosse. Lit difterite. L'in llne1111m; la 11111rt:d iL1\ per influenz a n e l J!ll8: di s trihu~ione geogrnliea ,1 .,11' ,.11id01nlÌ:i.. I ,e1 H11,:.·.n~s i vc1 o n cl:Ltc cpi,lon dch c; 111anifC'$tazioni n e lle varin rng- inni . I ,a 111c ni 11)!,"itc cerebr o-s pinale epidemi ca. L'encefalite c pidcn1k a : 1111 ' ,.pidmnia i;.p ,orata 110 1 l ~ ICi- 18 ? L' e pidemia del 1919-23. [I e.ol(·,ra. :u-d:i.l.it·o. I ,a l,u hcrco losi; a.g-p;l'ava111c11to clurantc la g uerra e H1H·,c~1~x:,dvo 1ni;:; li or:u1u•.uto. Ln rn P-nin g·it.t•.. I Jn n1ala.ttie del cuore e '-lo l! o a r t.,;1 Ì 1.\ • .U 1n.1,1"a.s 1.1n snnilr.. ·1.c. affc~~: n :d d r.l! 'app:.r:1.to r nspira. to rio : a.g·g-ravam t•.11Li c n11 c o111iLa.11 Li all\~pith;111ia inll uc11:t.ial e. JJC a.ffc:1..ioni tlc ll ' a.pparnLo tlig-rn·B111,l,. Le malattie d n i l't \ 11i. IJa s ifil ide. L' nncn1ia . - C o11 c l11si o11 e .

I. l', ·r 11011 a g-g-ra van \ il l1:sl.o d i l.r o pp,, v o li1111 i11 u s , : f.n.hdlc, ri111111 :r,i11.11to a

ripo rl.an\ l.111.ii i ri s 11l l;iii cl , · i 1111s l.ri , ·;i.le-oli s ulla J'r~-

italiana., 1891 e 1912, tlc egliamo e ri-

q11rn1 :r,11, cl l'il 1· 111orl.i jll'I' s i 11 g-o l1 · , ·11.11 :-11• 1 i11 , ·in s , ·111111, rng io n o in r n p porl.o 11.I 1111111,·,ro d 1·g- li 11.hi l.11.1rl.i, p, · r i d1w 11.1111i

dio 11. lilii 11.11io :-1,·nlf.o '111 11.li p , · r indi di , ·0 111'rord.o ' .

I l.!!:·w~u ia.111 0 i e 1111f'ro 11I I p1•1· n ·u lo 11l llll'•.l i n,11(1' dn,l,i. f)Hr Si lll?:'Oli anni , r er ch 8 il c alcolo di m e d io l,rì u111111.lf (1•011 10 l 1nlil d1 u 110 11~1·g-11iLo pe r l'Ito.lia.) avrebbe richieAto ULI luug-li hotHimu ln,vo,·o f' l'l l lÌ lll lllll, l ' O cli fll 'll jll l.1'11..:1.i O n H Ù4:,i do.ti assoluti. Anche limitandoci t\ i:i i11 g-ulì n 1111 I 1d,h l u.1111 1 d ov u to compitirc In.boriose operazioni, ridn· cendo primu. i da.Li. di c i 1LH4~111 11L 1' 111-{ i11110 n.ll n. c ln.RAificazione internazionale, e co.1cola.ndo poi i s agg i tli mort.11.lit.1\. 11111· Hl11g-n lo crt11:,e di morte, regione per regione: sa.ggi di mortalità che - pa,·rì, i11,·,·.. ,ll l,il,· - le uosl.rc pubblioazi'oni ufficiali non indicano !:IC non per poc l10 111 1Ll11.l.l l11 lnf..tl.ivo e perqua.lch c a ltra. ca.usa.; diciamo , meglio che li indicava110, po rcl11', ,1,.1 1111 :, in poi a n che quei pochi dati sono stati soppressi. Abbiamo scelto il 1S'J I, '"'"" ,..,,, 111ortalità prossima alla media del triennio 1890-!Y..!, altrove considera.to, p,,rcl11\ 1111:.,;Ii rmn i precedenti - all'inizio delle rilevazioni statistiche sulle causo di niorLo - era. ancora molto grande in alcune r egioni


231

XI - CAUSE DI MOR'J'E PER IUGGLO NI

l', ·riamo soltanto quei dati che ci sembrano più aùatti a mettere i,, nviclenza le particolari caratteristiche demografi.che regionali prnbellichc, cui potremo poi ricollegare le caratteristid.1.e rngio11al i r:he accerteremo nel periodo bellico. Seguiremo, in questa rassegna locale delle cause di morte, il c onsueto ordine, corri8pondente, con lievi variazioni, a quello della classificazione internazionale abbreviata. 2. Sorprende l'ampiezza delle variazioni ehe si riscontrano nella mortalità p er ie principali malattie epidemiche, la quale va

- - ----- r-·;11~,:;_

per ~ ìOO.(X)() di ,,/,ilo.nli, pe~·

e11ide,nidw'

( }om.partimenti

-

-

- -

t/i!}~--1 - 1,912

P iemonte

I Jign ria.

Lombardia Veueto . Rmili a .

Toscana i\ilarcl.le 1Tmbria Lazio

1

A IJruzzi C:1mpunia. l 'ugli" l l a:,ilieata. ( ;alahria ~il'.ilia

ITAl,li\

t,1.1,ber co l.a ,·i .,-

- --- -

l' .7"v ·.·J 1 G<-iO 2.58B 2.087

I .,r. J.o-

18.91

I 1!112 I

~,-1

0 ". 1. O;J fi74- 2./\18 \!42 2.338 1.00!) 2.lJl

I

( [. , I :11

2.G8G

1,014

3.0Ci4 1.188 J. 602 4 .126 3 .215 3.926 6.093 7.376 4.277 4.~,:n 4.673

700 75;1 634 1.140 L.090 1.254 1.592 1.303 2.121 2.004 2.206

1.!l7~ 1.7•lo l. 780 2.~vO 1.:.54 2.2% 1.737 l.!i67 1.154 1.7:>4 l.2f.9 2.481 1.60·1 l.G!l5 1.136 1.887 1.26::l 2.015 1.w,1 1.157 974 1.233 970 1414 1.076 1.84() I l.!)75

3.257

1.153

1.(161

l .490

~,;nlfJ,llie

dell'rtpparato r(!,'4J)i'l·nlor-i.o a 1891

. •1 , \ol

1 1:112_

I

. ~.Mhti

:dl:-;3 5.0(i0 4 .22G G.152 5.104 5.055

4. 977 5.469 8.104 6.824 7.150 6 195 5.186 4.~161

2.!H3 2.%8 2.!j\)2 2 . 7!H 3.461 1.937 6.093 4.301 4..332 4.812 3.856

5.511

3.689

1..-1:.;6

fl .17,1 H.25 L 2.r.78

:3.4.8,:

1

il numero dei 11,c»·t.i p,,r i quali non risultava la causa; abbiamo scfllto il 1!'>12, come l'n.nno di µiù Ua.:,.i:-;11, 11111 rlu.lib'.t. generale che si sia avuto prima <le11o ::;coppio ùclla guerra. europea. 1 -~'ebbr" ~ifoido , I ifo petecchiale, febbri da malaria e cach es sia p:ilustre, vaiuolo, morbill o, s c"rlau.i 11a, i pertosse, difterite e laringit e crup,d e, influen za, cole ra. asiatico, ·ri~ipoh, di:,.i~enteria, lebbra, orecchioni, ecc. 2 Tubercolosi polmo111iro 1 t.is i, m ening ite tubercolare, a.ltrA forme tubercolari. 3 Bronchite ac ntn., l'won~hit,o ~ronico., polmonite crupa.le 1 broncopolmonite a c u ta, mala ttie dclht plcurn ed al tre malattie dell'apparato respiratorio.


232

MOH.'rALITÀ E MOlWOSITÀ

da un minimo di 1.188 p er 1.000.000 di abitanti (:Marche) ad un massimo di 7.H76 (Basilicata), n el 18!J1, e da un minim o di 510 (Piemonte) ad un m assimo di 2.291:i (Sardegna), nel Hl12. I minimi del 1912 si aceosb.1.110 a l 1., proporz.i oni dei paesi più progrediti a questo r iguardo ( vedn11Hi le v.ompara.zioni a pag. 203), mentre i massimi sono 11.1H:or11. vi1·i11i alle proporzioni dei paesi meno favoriti. Pod1i Sl.11.l.i pn ·:,m ul.:1.110 ùa r cgi o,rn a regione di ffer en:ze di cond i½io11i 1:oHI prol(111d, , ,·.ome l'Italia; differenze delle quali è brn1n 1:0110H<·nrn I,· ,·nwm, IH'I' pol.rn·Hi meglio rendere eonto delle vi <·.n11d<, d"I l'"''iodo l1<·lli,·.o e di q1wi lo p ostbcìlieo. ' 1'111.1.c le r c;.;·iu11i :,.;\'l.l.1·111.ri onal i 1· n,ntra.li e gli Abru:z:zi, fra quell e m eridionali, a v(\v11.110 11nl I !l I ~ 1111a. mortali là per malattie epidemic he illl(·,ri orn nll11. 11wdia il.11.l in11a ( I . U\1 morti per 1.000.000 di abitanti); le altru ru;.;·iu11i 1111 ,r idirn 1nli "le irn;ulal'i superav ano l a media stes:;a. Sil.11a½io11 1· 1io11 1uTid1·11i :d,·, poid1ù anche n el 1891 la si ritrova, con l' 11ni1:a. dil'li ,n·11z:i. dw la 111 01·1.a.l ità n el Lazio supera anch't>.Rsa la mcdi:1. 11aY,io11:i.ll·. Consider ando 11~ singol, , 11111.l:i.llil· ,·pid1·111i,·1i(', v1'diarno c he la regolarii.h della di:;l.rihu ½io11n gc>ngTHli; ,1. dc> l la 111ori.alii:ì. di-

pende partieolarmcntc da al<-.l11w di 1·s:-w : 11111.111.ri:1. (1wl l !H~, rni11iini di mortalità pnr 1.000.000 di :i.l,il:i.111.i : l'i, ·111n11i.1, e Lig uria 2, Lombardia 7, 1Vfarc·l11, !I, l l 111 l> r i11. lo ; 111assi mi: Sardegna !/4~, l\asi I irn.l.1.1, ':!:,!I, .'-\il:i I ia :.?:l!I, Cal11.l ,r in :2:Hi ); vaiuolo (minimi: U mhrin I , L ombardin., l•:111ilia

1,

M11r..l1<· ~, Vn11 d.o 4, L iguria 10;

massi111i : Cal11.liri11. :IH'J, Si1·ili11. :11;1;, <ln 111 p11.11i11. :107); morbillo (minimi : L ig-11ria :,O, 111111,ri:i. 1;1;, l'i ,·11 i, ,11l.l· 7~, 'l'u:;<·ana.81, Veneto !ll, pania 344); 8l:arlal.l.i11:i. ( 111 i 11i11 ii : San ic-g 11a :1, P iemonte 8, L i guria ed Umbria ~l, 'l'os1·a1111. I(), ~'lnrl'lin 1:1, L om bardia 15; massi mi: Sicilia 412, Calabria '277, 1'11;.;·I i., I (i I ); intluenzà (minimi: Piemonte 31, Liguria :1H, I ,oinlinrdin 1\il f,;milia 51, Toscana 53, Ven eto 54; massimi : Sankµ;1111, '27K, Basilicata 220, Puglie 200, Calabria 173). È fac ile V(\d(' l't' eome si ripetano spesso i nomi di alcune date regioni :,.;ni.11·111.rionali e centrali n ell'enumerazione dei minimi, e quelli di n ,gio11i meridionali cd insulari n cll'cnu-


X l - CAUS15 DI 110H.Trn PER RIWTONI

233

111n;~zione dei massimi. Le eondizioni natura li d<'I 1.nri l.orio (spc•·ialmente per la malaria), il disagio dell'abitaziorw n l':t<ldensa111c nt.o negli alloggi, la riluttanza all'adozione di m ez,,;i pn, vc ntivi (~ peeialmente per il vaiuolo, talora anche per la malaria), a lla <h·nunzia dei casi tli malattia e all'isolamento degli informi, e in g-i,nerale lo stato più arretrato dell'organizzazione igienica e il s110 peggior funzionamento, sono i princ.ipali fattori dell'inferiorità delle r egioni meridionali ed insulari. Per altre mala tl.i e epidP-miche : fe bbre tifoide, ipertosse, diilerite, si notano bensì forti àiffen~n:,.e ili mortalilà da n .:gioue a regione; ma queste differenze non stanno in relazione con la situazione geografi <:a; né si presentano, attraverso il tempo, con quella r egolarità c he è invece earatteristica del primo g-ruppo di malattie. T grandi passi eompiut.i nella loti.a contro l e ma lattie epidemiche si ritletl:ono nei saggi di morta lità di tuU.o ln n:g"ioni: il progrr,sso comwguito è dovunque <lecù;ivo: ria l I H\JI a l J!)l~ il sag-gio ui mortn.li l.à per malattie e pidemiche s i rid1w.1~ da vm:; per 1.000.000 di abitanti a l .H0!1 in Basil ieata, da U.O\:W a 1.5\:1::! n0.II P. Puglie, da 1.73H ii 510 in P ic montP., da l.fi02 a GM ncl1' Umhria . Il prop;resso assoluto 6 maggiore n elle r egioni che avevano una pitì a lta mortalità; il progresso relativo è grande a11ehe iu quelle c he avevano già una mortalità comparativamente IJaHHa . L'andamento dei saggi di mortalità regionali al.traver so il l.1 ·111po ò tale da far pr esumer e che non solo nelle r egioni a ncora pi ù a r rdrnte sar ebbero stati da sperare 11lteriori miglioramenti, 111:.. .-ii,· ;;.;w l11: in quelle più prog-rc<lite la discesa della frequenia dPIIP mori.i por malattie epidemiche a vrebbe proseguito, senia Le rn·.<·.nzio1111.li <·.ircosl:anze del periodo bellico. Già nel .1914, in confronl.o al I \l I~, vediamo ridotto da 510 a 462 per 1.000.000 di ahitarrl.i il Na g-g·io tli mortaliLà per malattie epidemiche del P iemontl', da !1-1~ a 743 quello della Lombardia, da 1.00!) a 846 q uello de l Vrnl('l,o, da 1.014 a li63 quello dell' E milia , e soltanto la Liguria, l'rn 11: n ·giorti settentrionali, segna un lie vi,;simo a umento (da (.i74 a 711!',).


231

MORTALI1'i\ E M0RB0Sl'1'À

3. Tol almente diver sa da q11ella delle malattie epidemiche, Un qui studiate, è l a distrih117,i one g eografica della m ortalità per tuber colosi . L e rliffen:11 ½ll r cg·ionali sono minori; il saggio di mortalità per malaUil \ l.11lwn·olal'i var ia nel 1891 fra un minimo di 1.157 (Hasili(·.ata.) ud 1111 massimo di 2.481 (Lazio), n el 1912 fra un minimo di !!70 ( Calabria) ed un massimo d i EJ7 5 (Sardegna.). La. 11wrl.a lil:'i. pc•r l.ulJcreolosi è generalmeu te maggi ore n elle r nµ;io11i 1-wl.l1· 11l.rio11ali c he in quelle m eridionali o ('.P1i1:rali ed in Kiciiii1. ( 111m;;,i 111i, dopo l a Sardegna : Lig uria Uì7 ~, V1·11d .o 1.780, I ,0 111h:1.rdia. l .7-1-H, 'l'mwana 1.737; minimi, dopo la <l:ila.hri a: .Ha:-.il i,·:1fo. !17..J, Kieilia L.071:i, Abruzzi 1.1 :H;, i\ l:1n·l1< , 1.1 :>4, Uampa11ia !.'.:!liii, l l 111hria 1.2G9). Questa cara.i.t.ni:-.i.i, ·:i. dc•lla distribuziolle geogTalh:a d ella mortalità p er tiilw.r <'ol osi cl,·ri \' a principalm ente

dalle forme polmonari. Non il v.~rio g r:1.1 !0 di h1·11c~ssen', u è le

ne

1:onùi½ioni di abitar.ione, quc llv cl,·ll ':il i11w11l.11;,,io11e, e uevpure l ::t vari a distribuzione dell1: oc·c·.11p:1:1,im1 i , s,·1111,r:i.110 prevalc~n, fra, le circostanze determiua.ni.i

dc:llc \ clil'l', ·r, ·11;,.,· rc ·g-io11ali ; 11011 è

irnprob::thi le che fai.I.ori ctlliv i 0d c·r,·clil:1ri 1·111 11 ·11 1T:1.110 a rcnd<'l'C ùiYer sa la r e:;i,,tn111/,a dclii' popola;.,.io1 1i ,lt-11, · vnri, · pari.i cl ' li.n.lia. a lle ii1sicli<' clnlla t11b(•n·o losi. t',: c·1·rl.o, ,,..ri',, ..Jw i 11 l.11ì.1.,· 11· m g-io ni l::t 11101'1.ali t.;'1. l.11 l>cn ·o l:1,n· l.1·11clu 1·11, 1111ll,11.11w11I.,· 11. di111i1111irn, come apparn d11,I 1·011J'rn11l.o J'ra i cl11.l.i 1,..1· il I H'.11 ,. l" ' I' il 191i, racc·oll.i tll'lla 111·c·c ·c·cl,•1i1.,• i11 J... ll:1 ' . N,'. i :-.11.;•;;·; i di 111or l.alità del 1912 po;;:-.0 110 c·1111:-.icl,·n1.r:-.i •·Nt.r, ·1111 · 111t'·k cl, ·I 111 i;.:lio rn.111 ento, anch e n ell e rng·io 11i ,·011 pi1'1 l,11s,;11 11111rl11-lilii. l " ' I' l11l w 1·(·olm;i ; anzi n el 1914 trovi,1,1 11 0 di111 i1 1uil n 111 f'r 1 • 1 jll ( ' !1 :1.1! d, ·!1 1• n1 o it i in quasi tutte l e rq.;io11i d1n 1wl 1!11 '! 111•,·1•11111, :-.,·,;1111.111 k l'if're minime: da 970 per 1.000.000 cli :i.hil :111l i n H:E, i11 c:alabria, da 974a912 in Basilicata, da 1Jl7i ;

Il,

I .CHI J i11 Si,·ilia.

i Chi ùegidera.sRe mn.~giori i11 ron11n.zio11 i le troverà. n e lle citate Notizis st,~ tistiche sull.a nu,,·talit,, per t,tlwr,·ulu.,i, ,•dil.u d o.Ilo. Direzione Gen erale dello. 81.o.tistica., dove , o. pag. 3, sono chd.i !'m~~i di 1norta.lità. per regioni per g-li anni 1887-191!1,,


XI - CAUSE DI MORTE l'ER REGIONI

2~5

4. Allontanando<..: i per brev e t ratto dall'ord i Ile della classificazione internazio nale delle cause di morte, fare mo s ubi to cenno della mortalità p el' mal,tttie dell'apparato respiratorio, ver meLterc meglio in evide nza il contrasto esistente fra la distri buzione geografica di tali malattie e quella della tubercolosi. L e differenze r egionali sollo anche qui assai note voli ; si va da un minimo di 4.22(; mori.i per 1.000.000 di a bitanti ( Veneto) ad u n massimo di 8. 104 (Ca mpania) nel 1891, e da un minimo di 2.592 (Umbria) ad u11 111n.~;simo di 6.093 (Puglie) nel 1912. I nmssimi s' i, 11.;ontrano nel Mezzogiorno (n el l 91 2 : Puglie 6.093, Cam pania -UJ;J7, Sicilia 4.842, Calabria 4.332, BaRilicata 4.301 ), i mi11i1ni ne l Centro e nel Settentrione (Umbria 2.592, Vene to 2.u78, La:;,.io 2.794, Piemonte 2.868, 'l'oseana 2.913, Marche 2.D:>8). Non ;;i può negare l'esistenza di 11 na. notevole correJa :1,io1H: i11 v1Tsa fra questa distribuzione r egiona le e q, wlln. <IC'lle rmtla Uie J.ul>1:n :olari; sarebbe p erò affrettato <·011d 1iud<:rt1 ti d H1 mo lte dit-hiarazioni cli cau;;e ù i morte <"'o tn prrnm i11 tplt'sto g-ruppo vadano reLLilìcato e attribuite invceti a l.11 ht:n:olosi polmo1u1.1.·e, e ne abbiamo aecennato ~ià le ragioni (1"el ro, png. :805). {,;, invece palese, ch e l e popolazioni meridi onali, meglio r esis te nti alla tubercolo8i, sono più vuluern.bili cos i di fronte ,tlie affe?.ioni a.cute l:ome di fronte a quelle ero11iclrn dell'appa rato r espiratorio: Rpfl(·ialrnente di frontfl a lle affezioni bronchiali, la cui frequern~a l'l l'mbra più variabi le, nello spazio, di quella delle polmonari. E ceo ak 1111i dati estremi, per il 1912, sul numer o ùei morti per 1.000.000 d i ahilanti : l\n ,ndtitc a cuta: minimi: La:;,.io 578, Piemonte 1547, Lig uria 6!):I; 11111NNi III i: Puglie 2.544, Sicilia 2.097, Calabria l.69~, Basilicata I .:>1IH. Jko1whil.1• cro11iea: minimi: Lombardial13, Veneto 149, Umbria 1GH, Liµ:111·ia 1u7; massimi: Puglie 430, Basilicata :187, i:ìardegna 371>, <:1, 11q1a11ia :J61. Polmonil.n tT11pa lt· e bronc opolmonite acuta : m·inimi : Umbria 1.317, .Man·l11• 1.4ti!), Veneto 1.497; massimi : Campania 2.935, Pugile 2.856, Sard1 :µ:1111, :J.:865, Sicilia 2.264.


236

MORTAL1TÀ F. MORBOSITÀ Pl euriti cd altre malatti e df'll'apparato r espiratorio : minimi:

Umbria 111, Tosca11a lflf'>; 111 assimi: /',ardeg11a 311, Basilicata 299, Abruz7.J 290. Sembra supc rf1u o as v <'rt i re che fattori climatici con corrono cerlamcnte a. dctorrni11a1·(: le differenze regionali della mortalità per malatti<' del l'n.p par al.o r espiratorio: l a maggiore frequenza di intern;e <i hrmw ii(, variaz.ioni della temperatura e di altr i olem enf.i m etoorolog-il·i , ,· lw t! 1·aratteristica del Mezzogiorno, dev'essere . 11011 11lf.i11111, 1·a11sa dl'lla pi11 alta mortalità. M,;, f'espv ò'ic nza dell'ulti mo venticinquennio a til.,,rivn.; 1:t lla

g'111·1Ta al.1.l'sf,11, c lw , q11a.li si siano l e eanRe dP lla, tli vcrsa riparf.i'l,io111, n ,g'io11ale della mortalità per quesle malattie, eRsa tende dimi1111irn, 1:01 progresso del benessere e c ol miglioramento dd l':issisl cnz.a sanitari a. 'l'utte le regioni italiano, ,mnza e<..:cezione,

11.

811p;nano for ti diminuzioni dell a m orta,l ità per m alatti e dell'apparnl.o rnspi raf.orio, dal 18!)1 al 191 2. T,a discesa sar ehhe indubbiamente continuata, in assenza di con<li:1.io11i pl,rLurbatrici; già nel 1!114 111 morl.alif.it nwuia it.aliana pP t' I.ali malattie era, rli min11if,1. :i ,l4R4 (da , \.liH!l nel l!WJ ) pPr f.000.000 di abi t:inl.i. L:1 compa1·n.:,.io11e i11l.t·rna:1.ionak al.I.osi.a clw m oli.o cammi no 1·im;uw a1wora a 111·r,·01Tc·1·n 11.11 ' Italia IH'I.' porf:a.r si a lla pari cll·i p,L«'si più pr o" 'l'('cii l.i 1w lln lol.1.:t. l'.0111.ro i<' tn alat.l.il' dnll 'appnraf.o rc ·spiratorio; l' H(' p11n · ,·,n11li,.io11i 1111,f.11rn li 11011 (·011sì~1tl.ir:1.11110 a l nostro paese cl i f.0,..-11.n· i 11 1i11i 111i, l 1tl.l ;1vi11. 111. s1•11sil 1i l,• cl i111i1111'l,io11<' che conf.i111111.va a 11111.11 il',·sf11.r si 11 q .;-l i 11 ll.i 111i /I.li lli a111 ,·r iori a.Ila guerra indiea la possi liil il:'1. cli 11 lfc-riori prn,";r, ·ssi.

!i R.if.orna11clo al l'orcli,w d,·ll ',·l, ·11, ·11 i11t.,•rn azionale delle cause di morte, pass1in •1110 111 0110 hrc ·v,·1111·111,• i11 rassegna i dati regionali sulla m orf.aliU1. 111 ·r l.1111,ori 111:t.li 1;·11i, perehè, com e abbiamo visto, questa C'ansn. :li 111<>rf.,, 11q 11 Hl' 111br11 avere risentito particolari con seguen11«' pl~ r I(· •·011cli ,.io11i cil' i periodo bcllieo, e pertanto interessa meno al no:;l.ro 1·H11.11w. 111 tutte l e regioni è sensibilm enle amneututa l a m or t.11.lil :'1. IH' I' I.umori maHgni, dal 1891 al 1912 (nel 18\:11 , minimo 19 1 m ori.i pn1· 1.000.000 di abitanti - Sarde-


X I - CAUSE VI MORTE L'El{ l{EGlUNl

237

gua; massimo 679 - 'l'oseana; nel 1912, miuimo i.114 - Sardeg na; massimo 94~ - Toscana). t, in generale, maggiore la mortalità nelle rngion i seltentrionali e centrali che in quelle me ridionali ed ins ulari, come a:ppare dai seguenti dati per il 1912: Massimi : 'l'os<:ana \:143, Bmilia \:132, Lombardia 82\:1, Marehc 747, Liguria 725, Piemonte 724. Minimi: 8arrlegna 314, Calabria 379, Puglie 405, Basilicata 429, Sid lia 431.

G. L1:: uwdi per meuingite semplice C'.erebrale e spinale e per meningite cerebro-spinale epidemiea 1 segnano una sensibile rliminirnione in tutte le r egioni: il minimo discende da 255 morti per 1.000.000 d i abita,nti nel 1891 ( Umhria) ~1 126 nel 1912 (Umbria); il mw,simo, tla 804 (Puglie) a 438 (Lombardia.). Non appare una netta r egolarità nella distrib11;1,io1 10 g-eogr a.rit:a, 1·orno Hi V<~<le dai segue nti dati sui morti, pe r 1.000.000 di abitant.i, nel H!l2: Mafifiimi : Lombardia 4:l8, Puglic 42D, i-ih:i lia ,l!JH, Campania :185. Minimi: Umbria 126, Marehc 15:\ 8an log11a HJL L' l talia eentrale ha cifr e generalmente basse e i l Mezzog-iorno sembra più c:olpit.o delle altre parti d' ltalia. Ma, r ipL\· t;i11.mo, non si riscontra.no qui regolarità di di8t.rih1rnione geografiea s imili a quelle accertate per ali.re cause di morte. La compar a~ionc interna:6ionale sembra iudicare la possihiJi l..'L cli 11ltcriori diminuzioni della mortalità per m eningite (vedi 1·,dr11, 1,:1.g'. :,!0!1). D el re,;to la possibilità stessa si dimostra realtà, ne lla di111i1111;1,io11e dei rnorli p er meningite (escluse le forme tube n :ola ri) i II If.al ia, da 309 per 1.000.000 di abit.anti nel 1912 a 282 111·1 l !IJ 1I. 7. La 11w rlalili1, rer apoplessia e congestione cer ebrale si mantiene a hhas l.a11m si.abile; ed è degna di nota anche la stai Oos\ nA I IHH I

t ~0 111 H

11 n l

l!H~ il numero de i morti per mAningite epidemica

è piccolissimo e no11 i11 ll11 isc;o s1}11si Lilrnente sui saggi di 1nortn..lità..


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

238

bilità, n el tempo, della d istrih117,io1w regi onal e. Non variano molto i minimi ed i ma.ssimi dal I K!II ( mi11irno: Cal abria 663; massimo: Marche 1.624) al 1!11 ~ ( 111 i 11i111 0: San.legna 591; massimo: Marche 1.519). Indic hia1110 li • reg ioni di massima e di minima mortalità, nel 1m~Massi rn i: ~larl'iw l.!>l!I, l Tmbria 1.292, Abruzzi 1.iGG. Mi11i111i : S:1rd,·g 1111 f'>'.11 , Calabria 789, Sieilia 794. T,a pi1'1ali.a 111 01-ln.lil.:'1, sembra cor rispondere all'Italia central e,

la pii't 111 iL,· 11,ll1· l sol<i <·d all'Italia meridionale; ma a11che qui 110;1 si l.rnrn. 111111, ildia r egolarità di distribu,1ione geografica. Uua p:i.rl.,·, 11011 ril,· v111i1.1·, dnlln diffP-r en½fl r egionali dipende dalla dif~ 1'1·r,·11l 1· ra1u•r1 •s1·11l.a11za, 11ellu, popolazione, dei g ruppi d'et."1 senili, pi t', ,·olp il.i dn q11\'sl.a causa di mor te. H. S11 lla 1110rlalili1. 1wr maln.11.in dl'I 1·11orc si può dir poco; il g rnrnl<' a 111,11·11i.o ..!1c appa.rirulil11, dallt· si.atistich e per quasi 1.,11.1.,· li- l'l ·g·i1111i d.,v'1·ss1·.l'l· i 11 pari.,· app:11'1·111.<· ,, provenire da una pi1'1 ;1.1·1·11ral.a l'lassifi1·azio11n clell< • 1·a11 s<• di 11101'1.c, C'Omc abbiamo 11llr11 , · , · ~pi,·gal•> ( V\'di

·1·1·/ 1·0,

pn g'. l'.11 ). l 1:r:1 no, p1·r <·s1•111pio, i11-

1·,·rnsi111ili propor zio11i di 111or l.i p<•r 11 111.111.f.l.i, · d1 ·I 1·11on· <·.osì basse 1·111111• 'lll<'lla n<·t·<·rl.ala p1·r la Si1·ilin 111'1 I H'. 11 (: >'.17 111 orl.i per 1.1100.1111(1 di 11.l,il,a11l.i, l'iH· s:i.n·l,l .. ·1·0 di v,·1 11 11.i 1.:10,1 11d 1!)12 !), e 11011 ,·. ,·,·1·1,o I"''' ,·11.sn dw i pi1'1 l'orl,i 11,111 111 ·111.i dal 18'.'J l al 1912 11.pp11ri H1·.. 1111 ,,..11,, r q ·; i .. 1, i ,·111 · 111·1 pri 1111, n.1 1110 s1·g-11n.vano saggi di 111o rl 11li'1',. pii', h11HHi. Li 111il11111lo,·i

11

,·011:.id, ·rn r, · i d11li I" '" il 1!!12, più attendibili,

trov ia ,110 q,,..~!" :,r.. : .. 11·.1.i,,!!i ,!i 11 1,,1·!i : .. ·,· !.000.000 di abitanti, nelk t- i11gol,· r •·;,;"in11 i : Massimi: l'il'lii1•11l1 · :!.:!:! I . I '11111pa11i:t. I .!108, Lombardia 1.914, Marehe 1.888, L ig 11rin I .Hlili, l l111hria 1.856, Ba,silicata 1.845, Abruzzi l.84~. Minimi: Sardl'g-1111,

1.:10 I, Sic·ilia

1.420, Lazio

1.480, To-

scana 1.517, Cal abria l.!,H7. 'l'aluno di. questi 1ni11i 111 i s11.rnhhe forse un po' salito se la rilevazione delle cause cl i 111orl.e fosse stata più perfetta.


XI· CAUSE DI MORTE PER REGIONI

239

9. P er quanto rig uarda l'aumento di frequenza delle morti per malattie delle arterie rinviamo ugualmente a lle conside razioni già, esposte (1·,,t·1·01 pag. 194). Nel 1912 tale fre qne n:r.a varia da un minimo di 140 per 1.000.000 di abitanti (Puglie) ad un massimo di 718 ( Lazio). .f; legittimo il sospetto ehe almeuo in parte una cosi /.!,'l'alllle variabilità da regione a regione provenga da di.verso crite rio di classificazione delle cause di mor te e da diverso grado di al.l.fl ndibilità della classifka:7.ione stessa. Non si nota una sie 11ra regolarità nella distribuzione geografica. I masGi111i 1 :i c ! 1912, sono dati dal Lazio (718), dal Veneto (525), dall'Emilia (4 1:1), dalla Toscana (407); i minimi dalle Puglie (140), dalla Sidlia ( 14'.<1), dalla Calabria (167). 10. 1\ tH" he le variazioni d.ella frequenza uelle mori.i per anemia lr 11c:<·mia c:rcdiamo ehe derivino in parte r.ilevante da variazion i 11 <'i <·.ri tcri di classificazione delle morti. In a lum c regioni s i r ifwo11Lr1·t n.11monto1 in altre diminuzione: au mc11Li e diminuzioni s pesr;o t.anto ~ran<li da non apparire verosimi li per 11 11:1 causa di mori.<~ du~ 11011 ha c:ar atLere <ipidu111i<:o. Nel l!l12 i masi:;irni corrispond ono a lln Pug li0. (618 morti per 1.000.000 di abitm~ti), alla SiciUa (f>,Jl ), a lla Sardegn11 (453); i minimi a ll a Toscana (107 ), a l Piemonte (lUU), alla Liguria (IU7), all ' L<:ruilia (174). e

11 . Le prineipali malattie dell'apparal:o digere nte s i present.i.no. '!1111,li cause di morte, eon frequenza molto variabile da r ng·io11<· :1. rcg-ione; nel 1891 si va da un minimo di 2.515 morti p<'r I .000 .0CX) di abitanti (Veneto) ad un massimo di 6.~nO (Puglie), 1u· I I!l I:! da un minimo di 1.489 ('l'oscana) ad un massim o di 4.12H ( l\:isili<·al.a). La comparazione interna½ionale (vedi retro, pag. 207) 1110sl.ra d1c i massimi del 1912 possono ancora r ig uardarsi alti~-;i 111i , 1111·1il rc i minimi non raggiungono la me uia lici paesi pili pro;.:;n·dil.i. La disLril111·1,ioiw. g·1,o;.:;rafica è assai regolare; in t.i1tl:e le regioni meridionali t,d irnrnla ri la mortalità per q ueste malatLi e è


MOR'l'AL lT"- E MORBOSI'l'À

240

superiore alla media italiana; in tutte le r egioni settentrionali e centrali, esclusa la sola Lo 1uba,nlia, è inferiore. Tale distribuzione delle malattie de ll'a.pparnto digerente dipende principalmente da quell.a ddll, alfo:doni acute dell'intestino, le quali d'altronde ne cost.i l.11i:-a;o 11 0 il !-;'l'Uppo di gran lunga più im portante. Dttti rug io11ali , pur il c omplesso di questa classe di malatti e, si tro vn110 11ldln ~ugucnte tabella. Nel testo ci limitiamo ad i11d il:an , i 11mssi111 i ud i minimi della mortalità per singole soU,wlas~:i, 1101 I \li ::! (111 01ti per 1.000.000 di abitanti). klo,·l'i, P'-'' 1.000.0()() di a/,itanti, per ,,wlattie ( '0111111i rl i11u·ul1:

connesse e.on Lo, '/11.(t.l,~rn itù 2

d ell 'apparalo digenmle. L

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28

MalatLic dello sL01111u·n : 11111.ssi111i: Sit;ilia 42\:1, Puglie 353, Veneto 318; mini1ni : I l11tl1ri11 1-1!1, 'l'osl'ana 172, Lazio Hl2. 1 Malattie dello stoma/\o, n.l.,·,, l'si", 111,,om rotonda dello stomaco, ecc.; diarrea, enterite, gastroenterite, colcrn. ind ig-11110 1 t.i Il i l;e , ecc.; appendicite, peritonite; ernie, occlusione intestinale; epatit,o, ci 1T ( 1!-. i npaLica.

2 Malattie dell'ovaia, dcll'11 l,11·0, d,d ln. vagina ; febbre puerperale; altre malattie ed accidenti della gn1.vidtt11 '-" , del parto e del puerperio.


Xl - CA.USE DI MORTg l'F.R REGIONI

241

Diarrea, enterite, ecc.: ma8simi: Basilicata 3.448, Sidlia 2.394, Abruzzi e Ca m1mniu. 2.087; minimi : Toscana 994, Pi cmonLe l.066, Liguria 1.071. Appendicite e peritonite : massimi: Emilia 150, Skilia li.17, Lombardia 136; minimi: Basilicata 88, Umbria 95, Liguria 102, Piemonte 108. Rrnie, occlusione intestinale : massimi: Basilicata 140, Campania 123, Calabria 120; minimi: Umbria 66, Marche 73, V eneto 78. Epatite, cirrosi epatica: massimi : Sardegna 227, Liguria 203, Campania e Basilicata 180; minimi: Veneto 100, Emilia e Toscana 107, M.arche 112, Umbria 114. L ti più grave mortalità del le regioni meridionvJi in parte ilipende dalla più alta proporzione dei gruppi d'età infantili in queste r cg'ioni di elevata natalità; calcolati i sa ggi d.i morl,.,tlità per sin goli gruppi d'età le differenze r egionali ris ulter e bbero un po' attenuate; ma r ester ebbero, anch e cosi, a ssai rileva nti. Le differ enti condizioni di clima conconono a ddcrminarlc; ma semhrano prewi,ler e i fattori umani e m odili.cu.bili (condizioni cli alimentazione, di riparo dalle intemperie, <li ahita:t.ione; educazione igienica; assistenza sanitaria) sui fattori fisici. N' è prova la grande diminuzione di mortalità per malattie dell'apparato <ligerente avvenuta in tutte le regioni nell'ultimo venticinquennio anteriore alla guerra europea, diminuzione in generale più forte ]à dove la mortalità era più alta, e specialmente rapida nell'ul1.imo deecnnio. I~. L1 : ma lattie r enali si presentano auch'esse, in generale, più l'n·q11 1·11 l.i nel Mezzogiorno. La frequenza delle morti varia fra uu rni11i1110 di 121 per 1.000.000 di abitanti (Sardegna) e un massimo di 47:! ( l\asilicafa) n el 1891, e fra un minimo di 2H3 (Veneto) ed 1111 11111,:-:sirno di 677 (Sicilia) nel 1912. L 'aum ento, nel tempo, appare r1:110t11c 110 quasi generale; in certi ca si esso è talmente forte da appa rirn inverosimile (per esempio da 121 a 423 in Sardegna) : si p11ù :-;m.:pel.tarc che in parte derivi da progresso G.

MORTAIIJ.,

t(,


242

MOH'l'ALIT À E MORBOSI'l'À

n ella preeisione della d ia g-nosi , della di chiarazione e della dassitlcazione ùelle <.:ausn di m orte. ludi ch.iamo i massimi ed i minimi della freque11i\a dol l1'. m ort i per

HH2 ( epoca p er la q1111,il'

1.000.000 di abitanti nel

dati si possono ritenere abbastanza

attendibili ). Massimi : Si1·.i l ia Ji77, ( ;a111pauia e Pnglie 621, Lm:i o 549; minimi: V1 •11<'10 :1i1:1, I / 1111,ria :1;H, :Emilia 335, Toscana 350.

I :1. I ,,. 11 1orl.i 1·011 111,ss1, <.:on la m aternità ' si presen tano con rn~qtH'iiZc. diff,·n·iiLi 11<·ll l~ varie regioni; 1na le differenZ:e sono 111011.o 111 i11ori <'il<' 111 · r alLn: ea use di m ori.e. Nel 18!}1 si va da 1111 11 1i11i11w di lli:1 1111 ,rl.i pnr

1.000.000 di abi tu.111.i ('l' oseana) ad

1111 111assi1110 di :.!7:.! ( l\11.,.;i li rn.l.a); noi 1012, da un 1ni11irno di 70 (Vc11<:to) ad 1111 111:1ssi11w d i 1.1;1 (1-:>ar<l egna). La dimi1111¼.i on e nell'ull.i1110 v i,11l.i<:i11q11, ·1111 io prdw l li<·.o è gra11il1· in t utte le r egioni e soli.ani.o 1111a 111 111ind.:1. 1'1·a l'.io11(: di essa è dcl.erminat.a dal dcercH<:<: rn dl'lla 1111,l:i.lil :'i., ''"""" :1.l,J1iamo p 1·1,1·.1,d<'. tt l.enw.nte tlirnostt'al.o ( ved i l'dl'u, p:i.;.;-. l ! IH).

La 111111'1.nlil.:',. I" '"

'I'"""'·•·

111alal.l.i1~ appare 111agg·ioro, i11 g-cn c -

rnh ·, tll' II,· r q~·io11i 111,Tidi111111.li , per eon,;og 11c11zn. della più clov11.IJ1. 11:i.l~di l.:'1.. Ml'l l ,•11do i 11 r appor to il nu 1r11~ro dn il(\ do11 11 e 111ori.e fH ,r 1·01 1s1·g111·11 z1·. dil't·I.I.,· d ,·lla 11,atcrnitit ( l'cl.>hrn p 1u;rpcralc, allre 11111.111.l.l.i" od w ·,·i,1<-111.i d,·1111. g-raviuan:;,;a, d el parto n d el puerperio) col 111111wro d,·11, · 11m:,·i1<- , :-:i lia11no l e sog·11c 11ti propornioni regio11ali d i 111orl.i 111 ·r 0;;11i I Ol).000 nas<.:ilc, 11el Ull 2.

l'ie HlV i ìt.P

., .......,.,..

i:.~, Liguri a Lombardia 221) Veneto 1G3

I

!·:n:il: ;;. ' l 'c , Kl 'H IHt

M11rd1<·

U111hria

::t~!! 2,1 1

22:l :l ll

I

L::.zin Abruz;,:i Cam pania Puglie

227 306

2 l6 219

I

Basilicata 239 268 196

Calabria Sicilia Sardegna

40l

- - --t

Coruprondin.mo in q 111,H l.o

/~T 11

ppo u,uche le morti per maln.ttje òell'ovaia,

dell'utAro e della. vag-iun., 11011 '"'•11 11pro derivanti, n eppure indirettamente , da1la nrntcrnità.. La st r etta con·,,J,.zio11•1 f'r:o l'o.ndame nto della frequenza <li queste

morti e di quelle der ivan t i di rol.l.n11 0,· 11 L<' dlllla maternità att estu che a nche le prime malattie sono spesso connesse "'" ' J' .,scrcizio dell'attività procr~atrice.


Xl - CA1JSJ<: DI MOl{'l'li: l'J!;R IUW lONI

243

Da queste p ropor1.io11i, le e ui dilfore 11w so no tl'oppo forti per essere inte r a me nte r eali (è inverosimil e, p. es., la bassa proporzione d e ll:t t-lieiLia), non ris ulta più a lcuna netta r egolarità di distribuzione geografica. Le proporzioni precedenti ci serviranno di basi per i eonrronti col periodo bellico, durante il qua.le la riduzione del numero delle nascite r ende più che mai difficile l'inter pretazione dei rapporti di questa elassc di morti al numero degli abitanti. 14. Non ei fermiamo a lung o a diseuter e s uile di fferenze reg ionali di t:re quem;a di due eausc di morte : ca r a tteristiea l' una della prima infa n zia (vizi congeni ti, ecc.), l'altra dell'estrema vecchiezr,a (maras rno senile), p erché crediamo ehe in parte tali cliffc re1rnc s iano apparenti e der iv in o da diffcr c utc di ligenza dei nH!dit·i 1w lla e ompila ,1ione delle d enunzie della u1usa d i m orte: i due g rnppi di ca use di morte ora ricordati so no di q uclJi dove vole 11Licri si ea cciano i casi che riuseirebbe d irli<'i In elassifiea rc altrove. 11 rnedko, c hiamato di fronte a l cadavci·e di un bambino o d i un veed 1io che egli non ave va !'orse m ai visto v i o, dove non abbia sospetto di m ori.e dovuta a delitto, non s1>111pre ded iea un pazien te esn.me a ll'a eccr tam ento della causa. della 111or tc e talora si aceoul.enta delle dichiarazioni de i famig liari, g-eneralm ente sbrigative cd imprecise. Notiam o, in ogni m odo, ch e il g enerale regr esso osser vabile in l.111.f.n le r egioni nella mortn.liLà per vizi con geniti, ecc., solta11l.o i11 pa rte può venire attrib uit o a cresce11te precisione del !'i!,, v::.1:w::l.u (]di;: ca use di m orte. In parte esso J eriva. da lla riùuzio11<· avv<' nuta nella natalità e in parte anche da minor e frequen,-:11, clt·llti morti per questa causa, fra i neonati. N el Hl1 2 le minim e pro por1.i o11i si ha nno in Lig uria (679), in Piem onte (710), nella Ca111p: u 1i:1. (7:,7 ); le massime n ell'Emilia (1.826), nel Veneto (1.57\J), 1wl k Marche (1.408). Le mori.i pn 11111.rasmo senile sono aumen ta te, in rapporto alla popolazione, 11 1-ll:1, 111agg-ior par te delle r eg'ioni: in parte l'a umento deriva dal prog-rcssiyo aumento della rappresentanza


244

MORTALITÀ E MORHOSI'l'À

dei gruppi senili, in parte forse è r eale. Dove s'incontra diminu,-;ione , può attribuirsi alla maggior prer.isione della classificazione delle cause di morte. Avvertiamo che in talune regioni si trovano aumenti troppo ro rti p r,r essere totalmen te reali (così n ell e Puglie da 81!> a J .4i8, i11 t)ardegna da 729 a 1.876), dovuti in parte a varia:1.ion i nvv 1•1111 le (in meglio o in p eggio ?) nella classifieaz;io11e dclii: cnu:;n di morte. Secondo i rlati per il 1912, le più a lte pro por:1.io11i di morti per marasmo senile, p er l.000.000 di ahifrnd.i, :,areuue ro siate segnate negli Abruzz;i (1.93!3), in Bas ilicata (J.8:lnì, in Calauria (1.732), in Sieilìa (UiUG), iu Cam1m11ia ( l.fi(i!I). 'l'nl11nn. di queste regioni (coRl l'Abruzzo) conta un nunwro re lati va.mente grande di longevi, onde l'alta proporzione di m o rti pe r maras mo senile non è del tutto in verosimile; ma il contrario può dirsi per qua lch e altra (cosi p er la Sieilia). I minimi son o da.I.i <lai L a:1.io (G7fl), dalla Lig uria (88fl), dal la Lombardia (943): nella prima e nolla terza di queste r egioni Ja proporzione dei long-evi, nella popolaz;ione, è bassa, e d a 11d1e 11e lla seconda è un po' in fe riore alla m <>òia de l Regno (vedn•._i (:, ,11si111.r' 1·i.lo della popolnzùme, 1!J I 1, vol. VU, pag-. 67). I f>. Ln mortalità per s itiliùe pro:·m11f.a H11oi rnaHsirni in Caln l1ria (11nl I fJ I2, 124 mori.i pe r 1.000.000 di 11.l,if.11,111.i), 11d La½iO (122), 1wll11, <:n11 1pa11ia ( 111 ); i rni1iimi i11 .Pic 1111H1l.o ( I H), 111 :I Ve neto (22), 11c 1Ja Lo111Li11.rdia (:!8), i11 11:111ilin 1·d i11 ' l'o>11·a11a (:ZD). ln quasi tutte le r q .;-io11i Hi 0>1:-H· r v11.1w H1· 11 Hihili rid11:,,.i111ii di mortalità nell'ultimo quarto di :;1·1·1,lo pr, ·,·1·d1·1if1· 11.1111. ;.:1w1T11.. 16. Mala f.l.in f.ri:-il.1·1111·1!1.1· ,·11.rnfl.t•riHl.ica del nusl.ro paese è la pellagra, la e ui l'l'P1f1w11 z11., 1·.11 111 ' 1\ 1101.0, ò connessa con la consuetudine dcll'alinw1il11.:,,,i111w 11. h11.:-ic di g ranturc o. Ignota in par ecchie r egioni, o vi 11f. 1. 1111·n·1": i provvedimenti adottati per combatterla, si presenta va 11.111·11 rn 1wl I!H2 e on notevole intensità. n el Veneto (137 morti per I .tXX>.000 di abitanti), nell'Umbria (85), n elle Ma r ehe (54), in L o 111h11nlia (50 ), nell'Emilia (28). Tutte le r egioni più colpite segllttno fori.i miglioramenti dal 1891 al 1912


XI - CAUSE DI MOR'J'E PER Rl•,GI ONI

(vedasi tabella a pag. 240); il progresso è minoro dove Hi è più tenacemente mantenuta l'alimentazione maidiea ( Ve nel.o), rnaggiore dove il pane ha più largamente surrogato la pole nta ( Lombardia, Emilia, Piemonte). La diminuzione della mortalità per pellagra non acceomwa ad arreRtarsi: dal lfJl 2 al 1914 il numero dei morti per 1.000.000 di abitanti docrcsc:c ancora: da 137 a 99 nel Veneto, da 85 a 47 nell' Umbria, da 54 a 26 nelle Marche, da 50 a 42 in Lombardia, da 28 a 20 nell'Emilia. 17. Non c.i formiamo a discorrere della mortalità per cause violente li di quella derivante da malattie non comprese nella preeede nl.e rassegna; molte osservazioni interessanti si potrebbero esporre su tali argomenti, ma i limiti prefissi al nostro studi o <:i consigliano di non sottrarre spazio a più imporl.aoti tral.tazio11i. 18. L'e:;ame, compiuto nelle preeedenti pagine, della mortalità secondo le l:au:;c, per le :;iJ1gole regio11i ilal ia 1tc, ci ha 1ncs:;o in grado di spiegare le profonde differenze che avevamo riscontrato, frn regione e regione, nei saggi di mortalità generale (vedi retro, pag. 125). Tanto più interessante è lo studio delle cause di mor te, in quanto mostra che le differenze regionali :;ono risultanti di variazioni in direzioni non sempre concordanti dell'intensità di a:r.ionc delle diverse malattie: se le regioni meridionali pagano più la rgo tributo alle malattie acute dell'apparato respiratorio e dell'n1,p,1.1·al:o digerente, alle malattie renali, alle malattie epidemidH\, la maggiore mortalità dov uta a queste cause trova parziale compn11Ho 11dla minore frequenza di morti per malattie tubercolari e per t11mori maligni. (Non moltiplichiamo l'enumerazione ùi contrasti fra !t: distribuzioni regionali delle varie eause di morte, come sarebbe liw ilo lii.re riassumendo le osservazioni dei pr ecedenti paragra!i , p<i rd 1è qui intendiamo semplicemente mettere in evidenza l'esisl.cn:r.a di sir-latti contrasti, e non ripeter e, in altro ordine, quanto già abbiamo scritto).


246

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

L e differnnze locali nell'azione delle singol e cause di morte fanno sl che l'indagine, c ui c i accingiamo ora, sulla mortalità secondo le eause nel pnri od o bul lieo, r egione p er regiomi, non si a una m era ripet.i11io11c di q1wlln. g·i:'i. N,e~uita per il compl esso del Regno, a,rni possa i-:i o va rei per locali:i1zar e certi fenomeni caratteristic:i del pl'ri odo h1:Jli1·0, In 1,;ui inan i festa7.ioni si collegano c hiara11H·1d,.,, ~·0111t\ v1·dr<· 11101 1·011 le eondi11i oni 1irebellich e dei l11 og-hi ov, , apparis,:0 110. 111 111011.i ,·asi In cit'e;ostan 11e part..ieol a r i d<· I pPriodo della. g·11nrra 11011 l'a1111 0 d 111 peg·gi ora.r e si tuazioni g-iiL n ;isl.1•111.i , l'aso r evoli alla difl'11sin1w d i •·Pri.i, rnalat.ti0.; in altri l'asi si ril.orm1 , pl' r eosi d i re, all'a.111.ieo: n 111·n·iù 110 11 sar h stato i 11 uti l1i i l nosl.ro sg·11arclo rctrospct.ti vo a l ln d isl.ri huzio11 e r eg i onal e del le ea use d i m ori:<'. Nell'esame delle 1.;ause di m orte, per r ugioni, durante l a g uerra, Reg·uendo il eornrneto metodo, e;o11siden•n· 1110 i dal.i a,SRoluti: l'in<'PJ-1:P:,w.n s:1il l:1. dis:trih117.ionn r <'g ionaln <lnlla pnpola11ionP i tal iana, i 11 q1nll periodo e l e prog ressive varia.11io11i 11nlla c:omp0Ri11ione per el.ì1., Rcon:,;igliano il cakol o e i l eonfron lo di »ag-i-:i di mor l.a,Ji l::ì,• .Per ev itare :;ovt•r d 1io i11g-omhro d i lnbelle, 11011 riporl.iarn (• t 11t l.i i dal i c hn eorn rn nnt.ni·emo Rll lh morta.I il.;\ r, •g-i011a.ln pc•r sing·o l<~ <·:1.11sc, ma soltanto i pi1'1 sa lie11l.i. 1\1. ~,·;.;w· Jldfl il ,·.011s111'1.o ordi111 ·, d i r<·1Jlo 11.11 i',i l.11l.l.o delle malal.l.i1· •·1'id,·1 11 i<'II\', di\' , ..,ll,.:id,·n ·n·111 " s,·1 111,rnl.11111,·111.n l'una da.ll'allra J\t'r 11 wl l ,·n · ill 1·1·id1·11 1111. I,· llnk voli 1·11.n 1.l.lv r i st idie differ e1111iali dvlla loro d islriln1 zi.,11, · i-:•·o;.; rali1·11. 1lt'I 1wriodo bellico. L,· 111nrl i J"'J' i', ·hi,r,· 1.i i'oid1• ,. 11111.i:i.ii.i,· ai'ii11i (p11eu1110-Lil'u1 m e11i11g-o-Li l'u, parn,J.il'o, l', ·l ol,r,· 111ilia1·,·) sH110 11.11 1uenl.a.te prindpalrnente llH]ln 1·1·i-:io11 i s1 ·1 l, ·1111·i011nli. N..JI ' Italia settentrionale si giunge n el Hl18 ad 1111 1111111,·rn di 1·:1.si doppio di quello del IH14; m a an c:h e nei tr e a.11 11i l'n ·,·,·d, ·111.i ern.110 state regi strate morti 'in numero molto s1qwrior1· :i q1Jl' llo normale prebellico. M eno grande, ma netLame11l.u d is<·•·n1 i hii<-, è l'aumento nelle r egioni centrali ; minimo, e l irn.ital o a l solo anno Hllfì, n elle m eridionali. Nelle r egioni insulari •,;i r q .-iisl.ra110 JLUrneri di morti sempre inferiori a quelli segnati 11e l I !JU e nel 1913.


XI - CAUSE DI MOlt'J'l<l PEH REGIONI

247

Ntttnero assoluto <lei •morti p c1· {el,l,rn , tifoide, er..c. &lle11lr ione Ucntro. JV/ezzoyi.or no f.<ole

1!)12 1913 1914

1915

mm 1917 1918 1919 1920 192 1 1922 1923

3 512 3.341 3.177 5.449 5.799 4.9G1 1 6.240 1 4.481 5 .042 4.912 4.113 a.793

1.247 1.!'>74 1.288 1.258 1.749 1.497 1.781 l.lGO 1.669 l. G6G

Ui841.725 1.55l 1.612 2.093 1.637 1.628 1.2GO 1.583 2. 389

l .149

1.2!:lfj

1.865 L. !l!lO

1 .057

1.487

1.300 1.,12~ 9:18 1.148 1.190 1.258 1.004 758 J .32G

l .00 1

L:L ti isl.ri 11117:ione g-eoµ;rafiea uella maµ;µ;iorn mori.al iU1. per iufo;r,io11 i l.i fk lH : nel periodo b ellieo fa apparire a.U.nndil,il(\ l'opi 11ione della J>irn1,ionc Generale della Sanità (8nnit1i 1m/J/Jlim., Il , I, pag. 5(i) ehe n:,;:,;a, sia derivata dalla « n1aµ;g·ion· di:,;s(s111 i11ar.io1H\ di co11Lc11,;·io eollugala al t·.ornpl1:RHO movimento di\ll'IO/.;Ta,lico di 1;1rn1-rn., c:ni non sempre potò opporni u11 n (liu:i,(·() inter vento µrofil a.U-.ico, a. enusa delle prevalenti e:,;.iµ;elli\t\ militari -. . T più furti ag·µ;ravamenli di m orf.a.lirà si osservano nel Vendo: il nnmero

il(\i morti per i nfo;r,ioui t:ifieh(~ sa.l e da. 77n nel Hl14 a 2.353 n el 1!) 15 ; aumenta an cora, a 2.400, nd Hllfì ; poi discende a 1.100 11d 1!117 e risal e a 1.830 nel l!H8 (avvertasi, p erò, che nò la <·il"rn. d<'i I !l17 n tl qu ella del 1018 c:omprenuono l e morti avvenute 11ui ,·1111111 11i i 11v~1.si). La jwe;;enza della magµ;io1· parte del l 'esercito opcrn.111 (\, tt(•I Vnn e1.o o ai suoi eonlìni, Ri riflette in que:,;ti nunwri, ("he p11r ,·111n1m\1Hlono soltanto una modesta fra,7:ion e dello mori.i a.vve11 11l.t· tl<'l l't·s(·rd to stesso ; ma anche regioni, dove non 1:ra110 concenJ.r;1i.i 1uwl1·i 1·1:1·e7,ionalmente grossi di tr uppe eo111l;;1,l.lci1l.i segnano g-r a1ul i :1.11 11 1C'1tl.i n el numero dei morti : da l.~118 11t'I I H14 a 2.326 n el l !II H, la Lo11th:.Lrdia; da G14 a 1.04H, n :111 i lia ; da 1

Manca.110 rlnli por i r·ri111uni i 11 vn.f-i.


248

MOR'rALIT.À. E MORBOSITÀ

354 nel 1914 a 841 nel 1917, il Piemonte. Fra le r egioni settentrionali l'unica che segna c ifre poco differ e nti da quelle prebellich e è la Liguria: l'Appe nnino lit divide dalla Valle del Po, che, in un certo sen so, poteva quasi tutta considerarsi zona delle retrovie dell'eserc ito . .ll magg ior :1.ggravaU1ento nella L ombardia e nell'E milia s i ha ne l I 01 8, dopo ch e, in seg uito a ll'arretramento del fronte d i eomhrLl.1ime nLo, le due r egioni er ano venute a trovarsi più proHximo a cl esso, cd e ra aumentato molto lo scamhio di uo mini frn. In reg ioni stesse e l'esercito. Ntdl n w 11c <li più attiv o mo vim ento milit;tre, osserva la R1:la'l.io1w sulla sa nità pubblica (II, 1, pag. 58) « I<· s orgenti di infe:,,.ionc e le occasioni di contagio diretto e i11<li rl'Uo erano c r eseiutc a dismisura, sia nella compagine dnll'esereito, sia n ella conviwmza sodal e ch e l'ospitava, e uc dt; ri vava 1111a permanente e generale predispos izione a ll'infozio111·, parl.it·.o larmente favorita dalie speciali condi:,,.ioni della zo11::1., t:oxl ri,-en di aeq ue superficiali, largam ente adoperate per wii a g ri t·oli , du11wsl.i1.;i ed i udiv.iduali ~. Nel l!llU il numero dello mori.i [HH . l"nhhr,i l.il',ii,k d iminuisce brusc::i,rucnte, eol dileguars i di q11nll<: ,·in·oxl11.11'1.1· du· a vc:v,1r10 fnvoril.o la difl'us iono cfoll' c•pidc rn in 111d Jll'riodo lll'l li,·o. Dopo 1111a 1:1u11Hiuiln ripn:xa 11nl Ul20-2 1, il 111111w ro tll'll11 111o rl.i diminuisee n neorn: l.111.1.11,vin 110 11 ' ll;tlia eonl.i11i,11l.11,ln o pt· 11 i11H1tlare cd. in Sartl<-µ; na ,,. più 11.ll.o 1wl I!J:.!:!-:n dli' 11C'I I '.} I:! I :1. ( !1J111c ricordo della g-11crra ri11111,1111 11 11 11,µ;;_;T11.v11.1111·,111.o d11l l11. 11,o rl.a lit,à per infezioni tifit:lw. 20. Cl l.il"o t::;:i.11l.1: 111a l.i1·0 ( pl'!.,·tT li ial,·) ioosl.ra qualche lieve incremento n e l pnriodtl lwl li,·o: :-<111w ,·olpil.<i s pedalmente la Campania (22 morti nel q11:u lri,·111 1io l!ll :J- 18) e le Puglie (35 m orti). Ma si tratta di manil'1 :sl.11.'.l,io11i rnlal.ivamente poco importanti; è soltanto n el 1919 die - i11 dirnll.a d irendenza cli fatti connessi con la guerra, com e vedn·1110 11d capitolo s ulla morbosità - si osservano manifestazion i 1110110 più diffuse di questa infezione. Nessun a regione si sol.l.rnt: n ll'opidcmia del 1919; ma le r egioni


XI - CAUSE Dl MORTE PER REGIONI

249

più colpite sono quelle g ià dianzi accennale : la. Campania, con 221 morti, le P uglie con 72 e inoltre la Liguria eon n. Anche nel Lazio (36 morti), negli Abruzzi (24), l'epidemia è abbastanza diffusa. Tutte le a li.re regioni insieme danno 135 morti. Dal 1!)20 al 1923 si osser vano soltanto pochi casi (63 morti nei quattro anni), sparsi irrq;olarmente nelle varie regioni. 21. Particolarmente dolorosi, per il regresso che indicano, sulla via del.l'eliminazione di un flagello nazionale, sono i dati sulle morti pnr febbri malariche e per cachessia palustre. Alla generale rapida diminuzione delle morti per queste cause, che si era avverala nell'ultimo quarto di secolo anteriore alla guerra (vedi retro, pag. 191), subentra un generale aumento, che in qualelle regione a8sume proporzioni allarmanti: le sole Puglie, per ('s1, 111pio, x1,;.;-11a110 nel 1918 pit'l morti per mal:1.ria di qnanti ne a. vex:·w s11g-11aLi nel 1\H4 l' ltalia intera. H.egiou i ùove la ma.la.ria era q11asi x,·.ornparsa rlall'elenco delle C'.a1rnc di morte, come la Li g uritt, cito noi. 1\H4 aveva. segnato soltanto u11 mori.o, n1gisf.rano doeine o eentinaia ùi casi. N . ax.,oluto ,lei morti

7,e1·

feM,ri rli malaria o p er cachessia pa/,,.lre

Settentrione

HJ1 2 1i) rn l\Jf tl I !l I :, I !li li

1\1 17 1!:Jl 8 1!:Jl !J 1920 1921 1922 1923 1

166 1!12 112 193 175 291 1 769 I 834

591 490 :l!'\6 3152

Oentru

ltl.ezzuy'i,orno

199 143 95 210 243 568 1.161 593 255 284 199 183

1.102 997 737 1.597 2.360 4.013 5.844 2.912 l.552 1.736 1.629 1.239

Manca.no dn.ti po i' i coin1111i invasi.

I:wle

1.694 1. 372 1.101 1.835 2.282 3.535 3.703 2.391 1.825 2.338 1.901 1.55:'I


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

250

Il maggior peggioramento r elativo, durante l a g uerra, si riseontra nelle regioni mC'ridional i e centrali; ma, com' è faeilc scorgere, il peg-gior amn11l:o ii g ,·avn dappertutto.

.8

tanto forte la

variazione, che, nollosl.a.111.<i I' i11 eertezza dei dati sulla diRt.ribuzione regionale dcg-li a.hifa.lll.i, ;;i può tentare il calcolo di saggi di mortalità pet' ;;i 11g-ol i 1·on,pa1timenti, i quali indi d1emrmo eon suffici cnt <' approssi 111 :i.1/,io1w la misura del peggioramento, i n rapporl:o alla popolazio11t·. l~:·wguiamo tale ealcolo p er l'anno 19 18, du) s(·g1111, 1'11,po;.;'l'o clnll a reeruclcsccnza di mortalità pBr malaria

a v,·t·1111J.11, cl11ra11L,· ia ;.;·11crra; a titolo di co11front.o riponiamo i ('Ql'l'ispo 11dn11l.i dal.i pt•J' il 1912 e per il

1mm.

/tllorti 11er 11ur.l,ari.a e 11er cadrnturia prùustre r,e1· J.(XJ0.000 di abitmUi

Snr clegna l1asilie at.n Sicilia Calabl'ia l'uglic l,:tllÌO /1. hl'lllllli <:1l111p:111i:1

t:1/:t

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:i.

l'lllpo d'occhio se

gli ;i g-g-ra1·:111w1il i .. l i:11111 i,, l'•·l: 11/.i 1111,· :d li ,·,·ll o a 11l.il-o. Tn generale l'ordi::1· d:·I

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n ;...;; :i

iiinli o d:i (jiinl lo del 1912; si

osservano p1 ·rù :i1(·1111 i 1111!,·1·,,Ji :, po~l :1111(·111.i. L 'aggravamento in Sardegna nd i11 Si,·ilia ,,. 111 i 1111 r ,· ili q,w! 1'111· si sarebbe asp ettato; in Rasilicata, 11l'ik l' 11~·l i, ·, tll' I I .:,zio, 111';.( li Abruzzi, nella Cam-

1 Se nella. popoia:don 0 V PIH 't,11, 1-t 1 1~0111 pre nde anche l'e sercito operante si ginnge ad \11HL proporzioue pili hn.H'-'11. (:i:, (tt)J. M.a. uon crediamo corrAt.to tale criterio: i u1ilitu.ri colpiti <ln. fl 11·111f1 g n,,vi di rna.la.ria erano Ap8880 trasferiti in ultre regioni.


XI - CAUSE DI j\ WRT8 PER RT<:GTON[

251

pania, è maggiore. L'insieme di queste cinq11e rngioni, tcwritorialmente contigue, d <'l iinita la zona di maggiore inasprimf'nto della mortalità malar.icn.. Le cause della l'C\crudescenza dell'infezione malarica 11011 hanno nulla di rnisl.1:ri oso. All'infuori delle circostanze di ear atl:<'re generale elle ha11110 eoncorso ad aggravar e la morta lità pm· molte ma latt.ie d 11rn11tc la guerra (pcggiommento delle condi,1ion i cr.onornil'h•· e dell'alirrrnntazione, difetto di assistenza sanitaria, ecc.), ha 1111 o ng.ito circost.arrne sper ifìche. Tanto n ella ;1,ona d'opent½iotw pri,u:ipale del nostr o esercito (Basso Isonzo, litto·rale fri11la.110, Basso P iave), quanto in q uelle seco ndarie (Albania, ì\llacc<lo11ia), Il'. t r uppe sovente sostavano, v ivevano, eombatl.evano in lrn ·alil:'t. malaric he. La stagione p iù propizia a l propagar s i del1' i1tf't1;1,io1H: nra proprio q uella in cui si ,.;volgnva più i11te11sa l'al.ti v il.ù. 111 i Iil.a re, i11 cui, pertanto, si a vevano rriaggiori c·onc·enl.ra.1111:111.i di tru ppe nelle ¼Olle inl'ette, più <:onti11 110 e .i11 tu nso r icam bio, l' più gmvi dilUcollà per la profilassi. Dall'<,1w1·1· ilo, la malaria si diffondeva facilmente ne lla popoln,zionc civ.ilo: g·li arnrnalat..i .ritirai.i cl;:i,lia fh111f.e e nu·.1·.uH.i i11 11101-(ld cli cura in regio11i lontane, q uelli in viai.i in l icenza alle Joro 1.:a se, i <:on~C'dati, r e1:avano in og-11i parte d'Italia il malcfieo g-erme. Cmii si spi ega la rkomparsa di numerosi casi let.<1.li di ma.laria in r egioni che a vevano quasi dimenticato tale ca.usa, di morte. Le più freqw~nti <·om1111ie.;1,zioni con le zone infette di Alba nia e di M.acetlonia s pi1·g·a110 la particohtre gravità del peggiommento nelle Puglie ' ; 11, l,.;nl1\ in vece, m ercè il ma re che r endeva rneuo facili e m eno 1:sf.<'s i i 1·011i.al.l.i 1:ul resi.o th:,l paese, hanno sofferto .in m inor mis11 rn. l•'11 ori <l ella zona di g·uerra., sono state qnasi dovu 1H1ue tnt1><·1 1r,t.1.,· 1wl IH'riodo bellic o le opere di bonifica; la marwn n:r,;1 o scars1•;1,;1,;i. di nwdici, l' .ins llflìciente approv vigionamento del t Per· i uiili Lnl'i 1111a.l1Lrici Si!-{Ombrn.ti dall'Albania er o.no destinn.t,i n.l ricovero, a lla bonif"i na ed n IIn. 1•.0 11 v1d 1•scenza, gli o s pedo.l i contumaciali posti uci pili ~a.1nbri luoghi delle J.->ug-li o: A l f.1u11111·n., 8anteramo, Gioia, del (Jolle, Acqua.viva. (Sanità p 1thhli<',a,, II, 1 , 159). ,;: prol ,a l,ili: <·.hr, nn "' parte ddl'ag-g-ra vo.mento della mortalit.à. pugliese derivi d ir BU:\1no11t,, dn. tttol'Li cli mi.litari ricoverati in questi o~p~dali.


252

MORTALITÀ E MORBOSI'l'À

chinino - se ne aveva poco, e bisog nava distribuirlo in primo luogo ai combattenti n elle zone malariche - hanno contribuito ad indebolire la di feRa, <·ilo era stata abbastanza bene organizzata n egli ultimi an ni u.nteriori alla guerra, con tro la mal aria. Maggioro 011'\·sa, 111i11or e difesa: ecco la situazione del periodo h elli<:o. L 'nss<'ll:,m degli uomini adulti, c ostringendo donne, vecclii, ni,g-11.1/,;\i , al d11ro lavor o dei campi in zone m alari che,

ha eHposf.o nl l' i111't·:1.ionc or ganismi immuni e m eno resiHtenti ed ha co11f.ril11 1if.o ad acereHcere la frequenza dei caHi di malattia e

di 111 or l.1·.

Ci H<nnhrn i11d i:,;cutibile ch e l'epidemia i11l'lul•n;,,ial e del 1918· nhhia avul.o sensibil i riper cu ssi oni anc he sul la mortalità per m alaria.. .Ne esporremo I.e prove, o mep;lio p;li indizi, più avanti, q uando tratteremo della mortalità per q11e::1l.a. causa, in r elazione all'et à. Q,ui ci limitiamo ad osservare l'lie, 111 e11l.rc nel terzo trime· stro del Hl L8 i l numero dei m orti p< ' r l't·h hri <In malaria e cachessia palustre aveva supt•rat.o Holl.:1.111.0 <lt ·I ~ I 0 / 0 i l nu mero dello stesso tri m estre <leJ l!J17, n el quatt o f.ri 1111':d.r<· Hi ha t111 a11111rn1l.o del 57 ¼; in cifre assolute, i morti pllHH11.11t1 tla -l.l f1li n f,.Ollj uel

,i.mm

Ll'l'½O t rim eRtrn e <la a 4-.71i8 11<'1 tp1arlo. ,', i p11t'i Hl.i 11 111.r n a l'or:-;1, 1i11 111ig-li:1.io l.'en ·.udt·11za di 11101'1.i 1lt'l.t·n11i1111.l,11, dall't:pidemia, infl1H,11 1/,inle. I la i I !ti !I i1 1 poi, il 1111111Prn d,·i 11, orl.i, 11.l.l.rn verso qualehe OHci lla.:1.io1H· (H•·11Hihilt· 11111111·1!1 0 tl i 11101'111.lilz'i. 111'1 19~1 in Sicilia, l:la rd eg-1111,1 I 'al11 l ,ri11 , l\m1ili, ·1iln ,. I ,:1 1/,io ), lt-11< l t• a iliminuire. Nel

192:: l:t !'rt ,q,w::·:,::. :!:· !!, · ,11 .,r! i i"T ::1 :1.laria G Lornata in quasi tutte le regio11i 11.d 1111 li v, ·llo l'"t·o tlill't ·rt·11le da quello d'anl.eg tierra, come a.p1,a1T dni <1111,i ril'1 ·r ili tlia11:1.i (pag. 250). Notevole eccezion e quella d<· I V\'11t'lo, tl ol'\' il 111 1rn1,ro dei mori.i nel biennio

1922-23 (4.38) è a11cora pi 1'1 t'l1t · <l oj>pio di quello dei morti nel 1912-13 (164): con:,;q ,;1H·11 z11 dt·i l.11rl,a1neul.i a l regime delle ac que a.tTecati dalle opera½io11i <li ;.;-,wrra, e della propaga½ione dell' infezi one malarka cagio1111,ln tlni provvedimenti p seudo-profilattici dcll'amminislra½ionc i w mi va 11l'lla regione invasa.


XI - CAUSE DI MORTE PER HEGI0Nl

253

La rapida diminu11ione della mort~1,lità, conseguita mercè la ripresa della loWt an t.imalari<.:a, t'a sperarP. che 11cl prossimo avvenire prosegua qll(d la discesa nel numero dP-lle morti, c he si era manifestata a11teriormente alla guerra. 22. Il num<ffo dei morti per vaiuolo si mantiene bassissimo negli anni Hl1f'1 ci 1916 (rispettivamente 19 morti e 16 morti, in tutta Italia); col 1917 si manifesta una lieve recrudescenza, localizzata specialmente in Piemonte (79 morti su 114 in tutto il Reguo); 111:I Hl18 l'epidemia si estende e si aggrava: soltanto la Lombardia, le MarchP-, l'Umbria, gli Abruzzi, le Puglie, la Calabria e la i-,ardeguu. rimangono parzialmenLe immuni (e tuttavia segnano i11 complesso 4::! casi letali); nell'insieme delle altre regioni i mori.i :,;ono 882. I principali focolai appariscono nella Campania (:\84 1110!'1.i), in IlasilicahL (119), in Piemonte (11:\). In compfosso, si hanno nel Regno 924 morti, cifra Ho11 <~c:c:e½ionalmeuLc alta (se u'ernno avuti 4:828 nel Hlll e iUlil(i ne l Inl~). I•~ :;oltanto nel l!JHJ, però, ehe l'epidemia vaiuolo:;u. rag-g'iunge la sua pieua rliffnsione cd intensibì. Cont<>nnt1t nel Sl'i.i.c,111.rione P. nril Centro - prohahilmentc per virtù dP.lla pratica della vaccina'i.ione, ormai e ntrata nel costume, dilaga libe ramente nel Mezzogiorno cù in Sicilia., dove le norme della legislazione igienica sono più spesso eluse. Nel 1920 le manifestazioni epidemiche si a.U.c~n11ano nella maggior partP. dP.llP- regioni: restano però vaste e micidiali nel Mezzogiorno; in Sicilia l'epidemia si diffonde e rag-g-iu 11gc Ja massima intensità. Nel 1921 si riscontrano leggeri strn>wi<'lli deH'epidemia vaiuolosa nelle reg'ioni Rettcntrionali e centrnli ; nel Mezzogiorno ed in Sicilia il numero dei morti è ancora ahbast·~ nza elevato. Nel 1922 si osservano 37 casi letali in tul.L.i. 1111.lia e\ nel 1923 soltanto 16: si ritorna al normale. Consi1kr11.11do I' intno periodo epidemico 1917-22, si 1111.11110 i seguenti 1H1111 nri <'Olllplessivi di morti nelle varie divisioni territoriali: 860 n<'I S<'i.1.rn1t.rione, 582 nel Centro, ~0.4::! I nel Mezzogiorno, 7.989 ne lle lsok. Appare già da questi dati la localizzazione delle manil'm.;L:w,ioni più gravi nelle r egioni meridionali ed


254

111.0lfi'ALITÀ E MORBOSITÀ

insulari. Localizzazione, i c ui parLieolar i sono m essi m eglio in eviden~ dai dati sul num crn d ei morLi per singole r egioni, che ora r i feriremo ( dati, a11<:110 questi, rig uardan ti l 'in ter o p eriodo

HH7-22). !UlR!I lla~ili cata l.;{25 , T oscana Paglie I 7.!IG<i I A hruzz i S icilia 751 I V eneto Campan ia :,.H:.!:.! Lazio 303 l Lomba rdia IA :1.1 I I'it• tnOII te 242 Liguria C:il,tb ri11

l

I

I

l!lG E milia 192 , Marche 18!) I Umbri a 169 Sardeg na

I

68 49

34 23

! 11 r ap porLo .d ia popol azione : l e Puglio ha nno avuto 5.040 111orli pn I.UUO.OUO di abitanti , la Basili cata 2.944, Ja Si eilia 2.017, la U,1,111 pa11ia I .ti88, la Ualabria 976, g li Abruzzi 5BG, il Lazi o 209. 111 11u:-;:;1111 all.ro co1npartimento è stai.a raggiunta la proporzione di I 00 rnorl.i per 1.000.000 di auil.,.1,11ti. Ma, m eglio delle cifre n •lal.i vc, le c i fre n.ssol ul.1· so110 atte a 1110:sl.ra.re la ~ravità d ell'epide111ia e l e profo nde ditrcreuzc tr a la d ill"i1:-;io11n di essa nelle varie 1·ngio11i. L' irnmu nitù. 1lt-1lla Sanleg1ia puù 1'ss1·r11 spi<'~ata dalla s1'.parn,½i o1w li si<.<t deJl' i sola <.lai r rn;Lo d ' Italia; 111a la ro lal:ivamc 11t11 111i Lu 11 w1·l,alil,h dnlln n ;gi0n-i Sl'.t1.P.1il.r i1111ali, <In \' " j'lln' l'<'pid(•111ia Ila a v1il.o le sue prim e 111a11il'e:;l.a½io11i ('.1:-1 1111>rl.i 111'1 1!11 7, s11 114 111 01"1.i i 11 l.111.i.a Jtalia), e di q 1wl!P <·n11l.r11.li , :i.l i, · '1 1111,li a1 1½il.11f.l.o si t'• prnpag.i.l.o il co11l.ag i o ( i i m ori.i i 11 'l'os,·.i.1111, 1H·I l\11 7 ), al.testa i11 q1wsl.1· rngi o11i si prc:;enl.;1110 ,·rn1di :1,io11 i favorevoli alla pro 11l a r ,·pr, ·ssi, ,11,: di 1111 'upidn111 ia vai 11olosa. Nt·lle r egioni m l'lridio11ali ,·d i11 Si, ·ilia, i 11v1:1'.t', si pt"l's,·111 11,11 0 1·011di½ioni favor evoli

1' 11 11

al la rap ida tl ill"t 1sio111'. l{ ipl"l,ia1110 1·it'i ,·lii' al,ilia mo dianzi aecen11aLo: 11, 1101-111·0 p:i.r1·1·,·, il dil"l'1i,:11 di" !''"' T:io per l 'obbligo legal e della va1:1:i11a:1,i,>111· ,. i 111·1·;.;·i11d i:1.i ,·01'1"1' 11 1.i cont.ro tal e pratica costituiscono i l 111ag-;.;·ior l"11ll1 11'i' ti " i111"t ·r io r ilA ùelle r egi oni m eridionali e deH.~ oieilia. I ,a tlnlnr..sn ,·spnienza d ell'ultimo periodo epidemieo dovrchlw a111111 011i 1·,· l:i. I >ir,;½ione General e della Sanità P ubbliea sulla neeesi:;il.h di r1·1111<' rn effettivo anche in queste regioni l ' obbligo della va1·,·i11;1:1,io111'. L 'addensamento dl'ila 111,pola½ione in grossi ce11tri favori sce

il propagarsi delle epide111i,· spec dmcnte n elle Puglie e in Sicilia.


X l · CAUSE DI MORTI~ Plm. REGION[

255

2/l. La distribuzione geografica della morta lil.'1, pe r morbillo uon dà, luogo a speciali eousiderazioni. I maggiori n;.;·;.;T11,v:i.m enti di mortalità nel 1916 si riscontrano nelle regioni c hl: ;.;·i;\ negli ultimi anni precedenti alla gu erra avevano più soff'erl.o nei pnriodi di rincrudimento di questa m alattia endemica (L ombardia, Lazio, Campania, Sicilia) e n el Veneto, zona di guer ra. .Non sembra riscont rarsi nessuna connessione fra la distribuzione re· p;ionalc della mortalità e le circostanze caratteristiche del periodo bellico; sembra an:.1i che t,ale distribuzione si connetta quasi to· talmente con eireosLanze preesistenti. D'altronde il numero dei morti per m orbillo ò secso di molto nel 1917 e nel l !H8: anche tenuto conto de lla diminuita rappresentan7..a delle età infantili si può ritcnc L"c e he la mortalità sia stata più bassa ru:il "I 917 che in o;.;ni altro an uo preeeden te (il.2rn mort.i ; m inimo pnilrnllico :>. ,tli! nel I !J04 ).. Negli anni successivi all'armistizio s i tliseende a ei l'n, aneon,1, minori : 2.817 nel Hl Hl, :3.02,1 n el 10'.':!2; e la r ee rudcsl·.c11,1a di mortalità ùel 192,1, :-e a umenta iJ 11111n er o dei morti a [>_l(j4 , noJt lo f:onducc ncppurn a y11d li vello d m eor · ri8pondeva al minimo cl 'a nt.eg-11erra . J;; sped a lmc ntc note vole la d iminuzione ucl munero de i morti in Sic ilia ; tuttavi a considerando le g randi divisioni Lerril.oriali si vede d w la diminu:r,ionc si estende, in proporzioni non molto differenti, a tutLa l'Ilalia. Tl numero medio annuo d ei morti per morbi llo nel Regno è disceso da 7.9!)!) nel l!H2·14 a 4.16fi nel I '.I~ l -2H. Nel 8 cttcn trionc esso è diminuito da 2.;$63 a 1.200, nel <!e ntro eia 1.339 a fi97, nel Mezzogiorno da :1.141 a 1.770, nelle Is ole, d:1. I . I r>!i a 499. 24. La 1-w arlattina non presenta manifestazioni e pidcmidw rilevanti ; so ll:uilo 11el Lazio, negli Abruzzi cd iu Ha:-ilil·aLa s i mauifosl.a nn :1.g';.;Ta1·a111 cnti di mortalità abbasta n,,;a IH>L.,voli in qualche a nno cl, ·I p,'l'ioclo bellico. Ma non si ha nno <'lc nH·11l.i pnr collegare tal i J'l ' ( ·r1 11 i<-s<'(\11,1n della scarlattina con <"i n ·osla Il½(' par· Licolari a q 1wl p•·riodo, 111\ i HH' s 11 pporr e c he possa l'>.isLe rc un siffatt o eollega 111 .,nl.o.


256

MORTALITÀ E MORDOSITÀ

Dopo la guerra il numero dei morti per sr.ar la ttina si mantiene rela tivamente basso: ùa una media annua di 4.038 nel 1912-14 si discende a 2.211 nel 1921-23. Le diminuzioni decisive sono quelle che si osser vano in Sicilia (da 1.949 a 437 morti) e nel Mezzogiorno (da l.50U a 866); n el Settentrione il numero dei morti diminuisce forteme nte (da 407 a 220), ma era già. scarso. Nel Ce ntro, i11v(:ce, s i osserva un peggioramento non lieve : da 167 a li81i inorLi, dovuto principalmente all'aumento dei morti nel La,,;io (eia U:I a 504). IG dil'fi('.ile de eidere s e le diminuzioni della m or talità per scarlattina e pe r morbillo accertate negli ultimi an 11i Hin.no i nd izi di progresso igirn1ico e sanit ario o dipendano dn q11dle alte rnativ e ùi ri11crudiLne nto e di attenuazione de llo l'orin e l\piùe mich e, c he ci appaiono capriccim;e p er ch è ig noriam o Il- ('il'( :ostanze ch e le determinano. Forse ha influito l'uno <· l'all ro dt'i dl.nJ.i. fattori: il prossimo avvenire ci dirà quale ahl>i;i, 11,v1t1.o 11111.ggior influs8o.

25. Osserva¼ioni analogh e a <111<·11(· di:1 11:1.i •·H po1-;Le s ull'andam ento de lla scarla ttina d11ra ntn la g1H·1Tn, s i poss111111 ripPl.nr(, J>P-r l'ipcrtosse, mala ttia, anc or più 11e Ll.a11lt'11I,· tl, ·I 111orhillo e de lla sc;Lrlal.Lina,, caratteristica d elle età i111'11.1il.il i. I ,11, 11111rlalil.:'i pnr ipe rl.088C 11.s cu11til: ne l. H.116 ad un live llo dli' 111111 a v,·.vn pi,·, rag-g-iunto dal I 002 i11 poi (in quell'anno si em110 a v1d.n :.i:.m 11iorl,i pe r 1.000.000 di ahitn.111.i ; 111•.I l !llli se ne i:.onn a v11I,· t i O ). I,' i1111,sprimento della morl.nlil.h Hi 11111.11ifc·sta princip:1l111e 11l.u 111'111· n ·µ; io ni settentrionali, e pil'.t clii' in 0µ;11i a ll.ra ncll' Emi Iin, 1w l \1(·11<-l.o e nella Lombardia. Il 1:011fro1ilo co!I !,!'li anni p n :(·(·t!t,11 1.i :i.11:t µ; 11P.rra moi-.trn r:;h e le mort i n.v vt'111d.1• 11 nl l!J IG, J}('I' q1111.1il.o 1111rnerosc, non presentano tale freq 11c 11,,;a dn. l'nr p(•.11san·. 11, ,·11,11sc speciali, connesse con la guerra: ai 1.mm 111orl.i 11(:I I !J Hi ,... 1 Veneto si possono contrapporre i 1.412 mori.i d, ·I IDI~; ai l.t 4!) d ella Lombardia, i uni del 1912. Nell'Emilia la 11 ,orl.11,lilh i: i11solitamente alta, e così n elle Marche; ma si tratta, prol111.l,i li11c·1il,e, delle punte caratteristiche delle malattie epidemic he, e: 11011 ve diamo alcun legame fra queste punte e le condizioni caral.l(:r i81.ic he del periodo bellico. Del resto,


XI - CAUSE Dl MOW!'E PEH 111•:GlON I

:!57

nel l!H7 e nel 1918, nonostante il generale peggiorn.1111·111.o delle <·ondizioni sanilarie del paese, il numero ti.ci morti pn ipe rl.osso diminuisce fino ad un minimo mai prima raggiunto (:J.2 17 (:ns i ucl. 1918), cho solo in parte si può attribuire a conseguc11;1,n del ri dotto numero degli esposti a morire. Dopo la g uerra, il numero dei morti oscilla fortemente; tuttav ia i minimi del 1919 (2.420) e del 1921 (2.567) sono più bassi di quelli prebellici, e i ma~simi del 1920 (4.499) e del 1923 (4.705) sono meno alti; attraverso le oscillazioni. sembra manifestarsi nettamente la tendenw. alla diminuzione. Anche qui è arduo decidere se si tratta di una conquista definitiva o cli una tregua concessa dall' irregolare manifestazione delle esplosioni epidemiche attraverso il tempo. La maggior iliminuzione nel numero dei morti, dall'anteg-ur 1Ta al dopoguerra, si osserva nel Settentrione (da 2.711, media annua 1912-14, a 1.795, meilia annua 1921-23); minori variazioni 8i 1101.ano noi Centro (da 8:18 a 6l:!4) e nel Mezzogiorno (da 849 a 671); le Isole segnano una forte diminuzione r elativa (da 743 a 433).

26. La frequenza delle morti per difterite e laringite crupale (~ seusiuilmentc aumental.t negli anni òal 1915 al 1918. Nelle cifre assolute, l'aumento della mor talità non appare in tutta la sua rnil:lura, per conseguenza del progressivo diminuire, nella popolazione, dei gruppi d'età infantili. L'aggravamento relativamente map:g-ior o si nota nell' It.alia centrale; anche nella settentrionale il n11nH·ro <l<•.i rnort.i segn:.i. un considerevole aumento_ Nel Mez:-1ogiorno 0 11ell e Isole il numero dei morti si può dire stazionario : consi,lorata la minore rappresentanza delle età infantili, la stazionaridh del numero assoluto indica però un aggravamento della frequ enm dl'lle morti, nel periodo bellico.

G.

MORTARA.

17


258

MORTALITÀ E MORBOSITÀ Numero as,oluto ,l.,i 111m·ti per difterite • laringite cr,,pale

1912 1913 1914 1!)15 1!)16 1!11 7 l !J I H l!JI!) 1!1:lO 1!)2 1

1!)22 Hl23

Beltentrionc

Gentm

1.002

485 507 604 668 723 842 928 450 f>25

LG:..'.0 I .!)H l

2.:120 -2.150 2.:-115 I 2.470 I l.475 1.617 1.497 1.372 1.274

Mezzogiorno

524

937 867 1.007 844 1.004 1.105 932 581 672 657 597

58 1

714

6115

T.,ole

918 4-88 446 438 504 563 440 ;108 :-:53

228 207 180

La. loc·;1.lir.za11i one dell'aumento dd la mortalità durante la g-uena far ebbe p ensar e ehe e::;so, al 1111·110 nclln r rp;ioni settentri onali , sia in par te dipeso dal J>l'gg iora rnn11l.o dnl ln (:ondir.ioni i ~i.c 11id1c d erivai.o da lla 11n::-;(:11r.,1, d,\ll'n,;nr (' ii.O c dal l"n :q 11cnte ri( :arn hio cli 11o mini 1.ra, la fronl.(: e i(: r l'i.r ov i,· : 111. I ,ig·111·ia :-;i rnoi.;tra pn·Hso d re irnmunn dalla rP<:nidc ·s,..-11:,.11.. ~l a al la r ccrudeH(:<:11:r.11. sl.n:-;s11. parl.n<:ipa110 r, :gioni lo 11 l.11,1w dnl ln :,,,11111. tl i g uerra, 1:0111<· In 'l'w-u-11.1111., I' l l 111iiria ,·d il J.nzio ; ,. i11 H1·11so rnl ativo, quando eiol°: ~i ,·11rr,·gg111 10 i H11.;.rn·i tli 11 1orl :i.li l.:'1, 1wr l.1,111,r conto della muta li.i. (·011q ,0Hi;,.io111 · 1wr d .i,. d, ·1111. p11111d11,:,,i1111n, v i partedpano anche, com,: dia11 zi di1"n11 111,;, I<· n ·gio11 i 1111Titl ioi 1al i ed insulari. U n a causa Kil·.11 m o g,·11, ·1·1,,il · ii , " "'·i-;,; ;., ;-,1 ;11 i;;t alità per difter ite ha consisl.il.o 11c ll11, clil"l it-1111.i,. dcc • i11 111 011.i luog hi sussi steva, d urante la gu erra, cli a.ppli,·11.rn pr rn,l11.111 n11 I('. il rimedio sp ecifico (si ero), n ei casi di malati.in. L11. s, w w·:,,:,,11. d<"i inedici r endeva pi ù tardi va la diag nosi e più knl.a, o 11.clcliril.i.ura impossibile, l'applicazione del rimedio. La r iprova cl, ·I pn ·pondcrante inHusso di questa circostanza, si ha co11Si(kra11cl o J'a11damento delle morti p er difterite 1

Mancano dati 1,cr

j corn1111 i i.n v(LSi.


X l · CAOSE UI MOH.'l' E PRR Rl~C l()NI

259

dopo l'armisti½io. ln tutte le gran.di divisioni ftll' ri to ria li il nu111ero di queste morti diminuisce bruscamente e lo rtc 1111·11te ne l I !l In, col riorganizzarsi dell'assistenza sanitaria a l In popo lny;ione 1·.ivile. Nonostante l'aumento della popolazione infaulilc, de rivato dalla ripresa della natalità, il numero dei morti si m antie ne relativamente basso a nche negli anni dal 1920 al 1923: nel Setten trione, nel Mezz.ogiorno e nelle Isole i numeri dei morti negli 1!1timi anni sono molto inferiori a quelli degli anni immediatamente precedenti a lla guerra; soltanto nel Centro per siste un leggero peggioramento, specialmente in Toscana e n ell'Umbria. ]\fa è probabile che questo sia fenomeno transitorio: d'altronde esso presenta es tensione limitata, cosi ch e si p uò affermare che la dirninuz.io11e nel numero dei morti per d ifterite, interrotta dalla g ue rra, abbia già ripreso il suo eorso. '27. L' i11fluenza non presenta fino a. tuU.o il l ~H 7 ;1,11rnrn1ti di mor talità d1e, per la loro gravità o per la loro localiy;z11,;.1io1w geografica, possano apparire dipe ndent.i dalle sp1·t·.i,t:i eoml izioni <.lel pcrioùo heli ico. L'arnpie:t1:t,a delle varia½ioui dw s i osservano da anno ad anno nel numero dei m orti ne lle sing-olc r egioni non i,;or passa i .cons ueli limiti; solo nel Veneto il rnrn è contrassegnato da un numero di morti relativamente alto (867, in confronto n Hf>l nel 1914), che in parte può essere attribuito direttamente n lla presenza dell'esercito. Ma si tratta di una variazione ancora re lat,i vamente piccola . .I!; col 1918 che l'influenza assume esten:--io,w \'<I intensità straordinariam ente grav i in tutte le r egioni, S\· 11 , .n ccl·l·:tJiu 11 e .

/\ hl 1i111110 <·alf'ola.1.o saggi di mortalità, r egionali, per rnt>tturn in cv id,·11 1/,11 la di:--1.ribuzione geografica dell'epidemia, o m1,glio pa11clc111ia, i11ll 1t (' t1½iale del 1918. Riportiamo ancl1c i 11111111,ri assoluli d<·i d, ·,·,·:--:--i, p, ·r indicar e la partecipazione dl'lle va ri e rngioni al trih11l.o cl i :!7-1.04 1 111orli pagato dalla po poln.;.1io1w il~tl iana a ll'epidemia : ril'11n lin1110 d1 c I.al numero va 111 01 1.o :u1111 <·11l.11to, per ragioni che abhia11w g-i;'1, <·:--po;;to e d1e mng-lio :1.1Hl r<·111 0 il lustrando in seguito.


MORTALITÀ E MOHBOSITÀ

260 - - - -- --·--

J1'Jorti per in.fiuenz(t_. nell'anno 1.'/18 Nume1·0

f.()00 000 a b,tan tt

a ~solu t o

~

Lombard ia .

22.101 8.274 36.653

Ve11\'t()

14.591

11:mi l ia

19.410 21.'185

L iguria.

'r,1scnna Marche . Urnhl'ia. La;1;io

Ahruz;1;i. Campania

8.234 5.325 16 .701

13.6i>9 27.21 l

l'uglic Basilicata

20.33!)

Calabria

l f).(.; l(i 29 .9ti6 ~1.47 1

Sicilia Sardegna

5.00,,

per

--- ~ - -

5.597

I

1)1:r

tfrl UJ 12 1917. Propo1·z i1Jn (!

f<r 1.000 .000 d1 ll.!Jltouti

78

6.8%

u

7.480

112 8!J 75 G2 105 123 107

5.0Bl ' 6.932 7.9f,7 7.4 85 7.(i07 11 .H'.!!l !l.75G

160

9.2,J[, J.t . J 22

187 W2

10 .770 7.l;H,t

203

11 1,1.~

24fi

s.ooa

iu-

r1wdi a at'111ua

Ir~·opor :rnne cti

(}01npartimenti

Piemonte

JJfo-rli

ftuen ~a. , nella

12!)

114

La. morlalit.à per influenza. varia. dn 1111 1ni11i11w di !\O pnr 1000 abitanti nel Veneto ad un massi,n o di 11/1 111'1 l.11.zio; t:!cbbcnc essa sin stata molto 11Ha in t ul.te 1.n l'l\g-io11 i, prn.-«·111 11. d1111q110 una. vnsi-11 g-m.cln.zion c cli micidinlil:;'t. Le pi1'1 11.l l.1· proporzio11i cli morti sono dn.t.1\ dn.l h, m g-ioni m e ridi onali, dalla Snrd og-1111. e dal Lazio; le più l,asso dnllo 1T g-io11i sol.l1·.11l.riu11:di ,. 1·.1\11'.rali. (Lazio escluso) e da lln Sn.rd<\µ;1111.. So110 ri 11111.sl.11 o:s,:11rn I,· 1·.11,11sc di questa ripartizione /.i1'.ng rnlk11, dolla 111o rln.liU1.: H<1111hra d1c l'epidemia si sia propa;.;rd.11. d ,1. ,.,,d n lior d, 1,111. 11 .. 11 ,i •jii• 'i4IJ1, una circostanza sufficiente a spi11/.iarn 111. 11111.1,.;·giorn 111ikzza de lla sua manifestazione nelle r egioni sdl.t·11l.rio1111.li. I l '11.ll.ro11d1·. nella stessa Italia ·m eridionale qualehc r cgi<t11, 1 pn·s<111ia 1111a mort,alità relativa.mente bassa: tale la Campnnin, d1, vn p111·c !'.esistenza della grande agglom erazione urbana di Napoli , con popolazione densissima e sovraffollata, crea condi1/,io11i fa vor evoli alla propagazione dei

t

Esolusi i comuni invnRi.


XT - CA USJ~ DI J\1.0R'l'E Pl'i.:1{ W~G !ON I

261

contag i. La mortalità della Campania - 8 pc r 1000 nhil.n11ti è, praticamente, uguale a quella della Toscana, tlov,i ~ li a bita nt i so110 in gran parte disseminati per le campagne e vivono i11 <"0 11di½ioni igieniche assai migliori. La presenza di un grande t·c11tro 1:rl.mno potrebbe essere invocata per spiegare l'altissima ino rlalità dei La;r,io (11,9 per 1000 abitanti); ma qual maggiore fa<.:ilit:\ di dilfosione dei contagi si è avuta invece nel Veneto, dove la presenza di un poderoso esereito e i conseguenti frequentissimi scambi di uomini tra la fronte e le n ~l;rovie e tra q ueste p, quella e le altre parl:i d'Italia, l'affollamento, nelle città meno prossime al fronte, di profughi dalle terre invase e dalla zona delle operazioni, ercavano, per cosi dire, le condizioni ideali p er la diffu• sione di una epidemia, mentre i movimenti di truppe n ecessari por .la prepara½ionc di una grande offensiva contrasl.ava110 ogni scrio l.e nlal.ivo ili profil assi. Aggiunga.si c he, p roprio 11d periodo c ulmi11anto dell 'epidemia: fu inizint.n fa halL<t 1.•,'li:1. di Vitt()f'i" Vr•nl'l·(I. L o sforzo imposto alle truppe eombattcnti p ur la t:011quisl.a delle linee nemiche e per la rapidissima marr.ia attraverso le Venezie, lo s1Jostarneni.o della magg'ior parl.t· doll'cscn:ito in zone che si trovavano, dopo l'occupazionf\ rmmiea , in disastrose co11dizioni ig'ienicbe, l'affluenza alle r e trovie di centina.in, di miglinia di prigionieri, il tumultuario ritorno di centinaia d i migliaia di 110st.ri militari, reduci dalla prigionia: questi e quelli laecri, sporchi, afta mal,i, esausti, portatori dei più svariai.i agenti patogeni, sembrav :1110 t:o,;1.ituire cir costanze eminentem ente favorevoli ad una trern n11tla diffusione ed intensificazione dell'epidem ia influen½iale nel V,·1 wl o. i11 ve<:1: Ja mortalità nell'esercito combattente è stat,<t rclal.i v11.11w11l.0. mii.e, per quanto Ri può arguire dalle poche inlormazio11i dis po11ihili, e la mortalità nel Veneto più baRsa r-lw i11 ogni all.ra r,·~io1H·; ,;i noti a questo proposito, che la propor:r.io11c ùi cirea f> 11 wrl.i 1><·r 1000 abitanti risulta, dal rappo ri.o lm il 11 um ero de i mo ri.i 11!'1 V,·11eto (eccettuati i comuni inv11.s i p('I' i quali non si hanno 1101.i:r.i,·) <: In. popoht½ione eivilc pn·s 11 11l.i v11.nrnnt.e presente nel Vrnwl.o 11011 invaso, e quindi è c·t' 1·ln.n1t:11l.t: <'H:1.ger ata, perchò fra i mori.i I': <·ornpr<·so un certo 1111111t·.ro di militari. So


262

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

si aggiun ge al denominatore del rapporto la forza dell'eser dto operante n el Veneto, la propor zione dei morti n ella r eg ione stessa scende a circa 11 °/w pro po rzione ora t roppo b assa, per ch è non tutti i morti per inrl tll:n,m, provenienti dalle truppe cb e oper a vano n el Veneto, a11:,,,i solo la minor parte di essi, sono r egistra ti n elle sl:at:is t:idw dollc t.;a use di morte. T enuto c onto di q ues te cin .:osl.an;r,1: 1: dd la pr esen,1,i di prig ionieri e di r ed uc i dalla p rig ionia, ndl' nll.irno hirn es tre, si può riten ere ch e la mortalità p er inrluun;r,a de lla p o pola;r,iorrn v ene ta non abbia s upnrato di m olto la propornion,\ d, \I -1 °/ 0 0 , e irca trn v olte inferiore a q uella d ella :,j1.1,rd ,1g 11a , d111 p1m1 s i tro vava in co nd iz ioni p rop izie ad un r.i g ornso iso lnrrw111.o da! r esi.o ri el pa ese. Confro n1.a11clo In m ortalità p Ar influe nza del 1918 con la m ortalità m P.d ia a nnua p er intiuen,11.1, n nl s1:sscnnio Hl12-17 ( vedansi da ti n e lla p r ecede nte t.'l,b clla), sem bra pol.1:rsi osser va r e una eerl.a r·.or r P.lnzionn dirnl;l,a fra, la dist.ribm;io1H\ d(' II' influen za epidem i ca e di que lla e ndemica. Sono caratte r i 1:01111111i a lle d ue distri bu:,:d oni la b a ssa mortalità de l.IP- m g-ioni Hl\t.l.,:11trio11ali 1: dolla 8 ic ilia e l'al ta m o rtalità delle r e gion i 1I1P.rid io11ali ,. d ,·1 111. Sa rd,·g n:i. ; p1·.r le r egio ni <:e ntrali si nota q ua leh<\ d is1·onla11:,,,:i. l'ra I<· d11 (' dis l.r ibu:;,;io ni. No11 s i può noga r", in O,.(ll i 111 0<1 0 . ..i w 1·Hs1· pre se 11l.i1to una 1101.c vo le sorni g lian ;r,n. L.11 <11111.1<•. pol.r nhl w 1·ss nrn addotta a sos l.1 :µ;110 d1·ll' ipol.11s i ,·ho l'ng ont.n p11.log 1·110 dl'll ''. i1 1llu nnza P-pide11til·;1, s ia si a.I.o il 11w d, ·s i1110 ddl n i11il 111·11,,11, 1·1Hle miea : ipotes i 11011 pa1:ilì<·11 111,·11 I.,· 11.11111wss11., 11,11:,,,i, d11 111.1 111111 v ig orosamente op pug na.I.a. A i 1:011i.rnrio d i nli.r, · 111a i11.ii.i, · q 1id 1·111id1u, l u 1,;ui m a nif'e staz.ioni, rin en1dit,1· d 11r11,1tl, · la :~1w rra , s11110 p,1i ri tornate prontam ente nei limiti n o nna.li; I' i111111 ,·11·1:i. 11 111.111i, ·11,· a11cl1e n ogli a nni successi vi all'armis tizio una di11'11s irn11 · " d 1111a g ravità m aggior e rii quella pre bellica. Questo p q.;·g i.,1·11.11w11Lo <': 1:omune a tutte le r e g·ioni italiane, sen:,,,a eccezio1w 11.ll:11 1111,: 1wr m etterlo in eviderrna in modo sintetic o indichiamo a11;r,it.ut.t.o il nu mero de i m or ti in ciascuna grande divisione terri to r ia le , 11Pg li :1nni dal 1919 in poi, in c onfronto c ol 1918 e col 1D I :.l- 17.


XI - CAUSE DI MORTE J'.l!:R WWJONJ

263

Numero osaolulo dei tnot·ti pe1· i11/lurnru1, Settentrione

Jledia annna 1912-17

1918 191\J 1920 1921 1922 1923

1.369 101.029 14.684 8.!:160 1.202 6.206 3. 540

l'entro

Mezzoyior11u

5~8 51.745 6.616 5.541 758 1.61,t 1.492

1.566 81.830 7.581 7.033 1.646 4.020 2.599

!:m l ,•

(;:,O

3!:1.437 2.900 2.894 556 1.359 1.177

La pr ima grande ondata epidemica - quella del 191 8 - si prolunga nel 1919; le succesRive orn.late del Hl20, del Hl22, del 192!1 sono, in tutte lo divisioni territoriali, gradualmente decrcscc11ti. L'a nalisi geogra fica conferm a la prog r essiva a tte nuazione delle rna.11il"cRt.<tzioni epidemiche n elle s ucceRsivc onda te, c he semh rnno eon isponder o ad alLrnl.tanti suceessivi p eriodi d'un uni co ciclo . .Ji'ra la seconda e la ter :r,a onda ta, l'a nno I fl2J eost.iLuisce nn periodo di trngua: la mor talità per inliucmr,a rii.orna al livello normale in tutte le di visioni territoriali. (;hc il c·.ido Hpirl1~mic:o non fosse aucora compiuLo, attestano i dati per il sucèessivo bie nnio_ E sembra., da,l le notizie preliminari, che auc he ne l IH24 e nel 1925 la mortalitit per influenza si sia manten uta s uperiore al livello d'anteguerra. 28. La distribuzione geografica delle s uccessive manifesta:E.io11 i <·pid omiche non presenta caratteristiche deg·ne di nota: eome :1.l tl,i:rn w g-iìt uello, il per sistere di una mort.a.lit.à p er infl.ucn:r,a n ,l;t.f.iva1111 ·11l.e alt.a si osserva in tutte le regioni. Soltanto v a, mos:;o i.11 rili1·.vo il più g mve peggioramento r elativo delle r egioni sct.tcntrionali, d11 v1· il numero medio annuo dei m ort.i d' i11f1111:11:r,a. n el 1922-:n t· q 111ulruplo di quello del 1912-17, e dd k rn;..;io11 i centrali, dov' l'· 1.riplo, in confronto a.Ile r egioni mnidio1111.li cd insulari, dov'ù t-<oll11.1il o doppio. Di consegncmm, In d ill'< ·n ,111/.C di mortalità tra le vnri(· rc•gioni s i s ono a Ue 1111af.1·, 1:01111· 11.ppare dal seguente confronl.o.


264

MOR'l'ALI'l'À E MORBOSITÀ Morti per in fluenza (media annua) N :u..mero o,tn,olulu

Piemonte Liguria.. Loml.Jar<lia Veneto gmil ia ' l '()st•,;t.11:L

M:tr clw. U111hria. l ,azio Ahruzzi . Campania l'uglie Basilicata C,i.Jabria Sicilia Sardegna

P r op. p er 1.000.000 di ab.

/.9/2- 17

1922-23

1/)12-17

1922-23

272 94 Mi8 333 212 173

1.090 395 1.666 1.014 709 662 323 181 386 565 1. 292 fi59 2 tG :,78

78 74 92 89 75 62 105 121> 107 160

321 297 ll23 252 2H7 232 277 2,U 251 388

129 187

H59 277

292 203

11.9

88 148 237 441

447 143 298 433 217

ii:11

1]1

455 377 227

a:1,i

:w;

:182

Non. abbiamo el em en ti p er g iu<li(;:1.n ; :-{ t '. il 1n ng).:: ior 4Lg"µ;l.'l1vam<\n I.o relativo della mortalità per i llil ll<'ll'/,11. 11<' 111, n ·gioni sett enl.rio 11ali e centrali nel 1 !)22-2:1 - 1'1;110 1111,1111 , ·oid.rasl.a11te COll 111 d isl.ri I 1111/,io11e ~cog-r:d ica dd la pri nm 111:1.g·g·io r c ondata epickmica -

"

ahhi11. <:11rn.l.l.<:rn l.rn.nsil.0 1·i11 ,. ,p111.si di rc\mmo acciden-

tale, o Hin d1·Hl.i11nl.o a JHll'HiHl.nrn 11,1w11r11. pnr qualche t empo. S0g 11n.l in m o i l li 1.l.l.n 1 :-;p, ·n 1.111l11 <'1111 11.Jl.ri p11ssa f>picgarlo. No no~l.11:n! P !' n.!!11 !'n:1; il)!! P a v v~ ,,1 ,!l n dn.! !',.tuLeg·u.erra a! dopo-

guerra, l a disl.rilJ1r1.i,111,·. r, ·;·;in1111.I,· ol, ·1111. 111 0,talità conserva immutate alcune caral.l.1 iri :-;l.i, ·.li, · : lnl i !'11.ll.o li vello in Basilicata, negli Abru:i1zi, in Sardeg na, i11 Calnllria, " il li vello relativamente basso

in Sicilia, nell' E milia, i11 'l 'o:-;,·1t11n, nd ·Lazio, n el Veneto.

29. La meningite cordiro-spinalc epidemica si era manifestata soltanto qua e là, in 1·11.s1 :-;poradid, negli ultimi anni anteriori alla guerra : su 30 casi di morte accertati nel triennio


XI - CAUSE DI MORT F, PE H. Rl~G IO Nl

l!H2-14, erano stati dati. dalla Calabria 7 e dag-li t\ hr 11 :,,,1i li; nrn si tratta di. numeri cosl piccoli elle sarebbe t.erncrn,rio pa rlnrn di localizzazione. La recrudescenza epidemica manifestatasi nel 191G guito all'inizio della mobilitazione - e propagatasi rapiua inn11t.e dalla popolazione mililare a quella civile, tocea l'apogeo nel l!Jlu, poi si attenua. Il maggior numero di casi letali si ha nella Lombardia (824 nel quadriennio Hl15-1 8), nel Veneto (575), nella Sicilia (552), nella Toscana (440); queste r egioni da sole danno più della metà dei casi di morte a ccertati nel quad1'iennio bellico (4.444). Ma non si può ritrovare a lcuna spiccata r egolarità n e1la distrih1rnione geografica delle manifestazioni epidemiche, le quali appaiono un po' dapperl;ut.Lo. In quasi tuUe le regioni, il mass imo numero di morti si osserva nel H)16; nel s uccessivo biennio la m orta lità si va attenuando. Nel periodo dal 1919 al 192,1, pur essenflo il nu mt>ro dei mo rti r idotto a poc:hc ded11e all'anno, i:;i manlfone rnoHo s11pf'.rior e a l normll,le. Persistono focolai <-:pidP-rni< :i, sp 1-1<:ialme 11Le nella Lombardia (48 morti nel q uinquennio) e 11el Ve udo (Ml), ma anche nel La zio (3ti), in Toscana (28), n ell'Emilia (20 ), in Sicilia (19), nelle l'uglie (rn), in Piemonte (l!)).

BO. La risipola non presenta notevoli variazioni nella distrihu½ionc r egionale delle morti, ch e tendono in generale a dimi-

nuire, durante la guerra, col diminuire dei gruppi d'età infantili.

;1! . L' 0 1H '. dalite epidcmiea non è separatam ente m enzionata m,Jl'nlc,wo dnll e cause di morte adottato dalla Direzione Gene ra le della SLa lis lk a. E perciò av vertiamo che non potremo prc:-s<:111.arc fatti ma r;olta11l o ind uzioni, a proposito di essa. A vvertiamo, i1101Lrn, che alc une iwsl.n; i1Jdu:t.ioni contrastano con auto revoli o pi11 io11i manifestate iJ1to rn o alla cronologia cd alla distrib11:;,io11r, g·1~ogra.fh:a della encefali te epifl<-nii1·.a , pr esentatasi in Jb1,lia 11cg-li 11lti1 ni anni. Notiamo a n:t.it111.Lo di<' il numero dei mori.i IH ' I' <111r:c falite in Italia soleva variare pocltissi111 0 da armo ad a 11110 ; da l l!:106 a l 1915


MORTALITÀ E MORl30SITÀ

266

aveva oscillato fra un minimo di 957 ed un massimo di 1.186, con una deviazione m edia ili poco più ùel 6 ¼ dalla media aritmetica 1.06\:l. Una (:o::;I grande sta bilità consente sem,'allro di escl udere che fra i easi !et.ali di encefalite fosser o compresi numerosi casi determinati dal la, forma epidemica, la quale so si fosse manifestata, av r c bbr, determinato brusche varia:t.:ioni da un anno all'a ltro. ln vc<·<' dal l !J1 6 in poi l'andamento della mor l.nlil.à muta irnpr ov vi8amc ntc : i morti per encefalite salg ono ?ì 1.501 in quell'anno, a 2.,140 nel SLH.:cessivo, per ridiscendere a J. 73;1 nl'I 191 8 1;d a 1.::27 11.-:l l '.ìl!l. Nonsembra eccessivamcntc. ardiL.i. l'ipotesi dw t.m i c·aHi !c l.al i del triennio 1916-18 regh,trnl.i ne lla st.a tistica d elle eaw;n d i m or t.c tle bbano esser e r·ompn·si da 2000 a 3000 casi di encefal ite epidemica . Riusr:irelibu dil'lki lo, a ll.rirn1i11ti, spiegar e il brusco aumento. Esaminiamo ora la ripartizion<' fki 111orl.i Hecondo le r egioni, confrontando n triennio 1916-18, d11r a1 1LP il qua lr s 11pporuamo a \7venul.e le prime mauifei,;la:i:ioni lldl ',,11,·,· J'a l il n npiflemiea, col triennio precedente .

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Xl - CAU RF: DI MO lt'J.'J!; J' lm HF.(JION I

267

Nell' i11:-;icmn del Regno il numero dei morii per c1l<'ditlitc a11menta dnll'H~ 0 / 0 <lal primo al seeondo tr icn 11 io ; ma vi :-;0110 J'< 'g'ioni l'l1<i segna1io aumenti anche più forti: il n urncr<> dt>i 111or1.i e reiwe <le i 199 °lo nella Campania, del 160 °/ 0 in Picmo11I.P, tl<' I 14/i "lo i.1t ·roscana, del 128 ¼ nell' Umbria, del 125 °lo nel La:d o, del 122 °la nell'Emilia ; v i sono, al contrario, r egioni con aumenti insig nificanti o searsi: il Veneto col 5 ¼, la Ilasilieata e la Sardegna col 26 "fo. Anche le grandi disuguaglianze regionali nella manifestazione dell'aumento delle morti attestano il probabile carattere epidemico ddìa forma morbo;;a onde tali morti sono der ivate. Dubitiamo, per gli indizi tin qu i esposti ', e per altri che esporr emo più av~1nti nell'esaminare la distribm~ioue dei morti se(:ondo l'età, per singole eause di mor'lc·, d<'.ll'e81.t ttezza dell'af~ li·r1na7,io1H: (·.on la quale il Dire ttore (foneralc: clella SaniL:\ ineornineia il eapitolo della sua rela:t.ione (Sr.initù rmt1blù:o,, U, 2, pag. 27), ehe : < ht prima eomparsa dell'cw·cfali l.<\ c1picl<:111i<"a in Italia risalfl a ll 'i nVf~rno del 1918 >, e de ll'alt.nt alferma7.ionc, i vi aggiunta, dw ~ i primi car;i di eneefalil e e bbe ro, presso cli noi, un carattere essenzialmente sporadieo > . Se sono esatte le nostre indu zioni, le prime manifestazioni dell'epidemia r isalir ebbero a i primi mesi de l 1916 (e forse agli ultimi mesi del 1915). Che siano Hfuggite quasi completamente all'attern1;ione dei mediei, come si

1 Le s Lo.tistiche delle cause rli morte indic,wo lo. r ipa1·t.izione delle morti per t 1·i111 ..,1,ri ; ,,,t anch e qu esta. ripartizione offre argomenti o. sost.egno de llo. uosLra jpo tl'~·ri. :inpr·a.l.uUo n ei m esi antunnaJi-iu verna.li, che sono quul1i fa vorevoli a.Ilo

t-.vi l11ppo d,•lln. f'un 11a epide mica, s i v e de aumeut..a.re il n u mero ùe i n1orti per nn~ofo.lit,,~. Ci l i11iit.ia.rnu a. coufront:.u.re la distrihnzione dei morti secondo i t,1·imc::;L1·i, n e lla, 1111~dia. a. 11111aa. d,1 1 tl'i~nnio HH2-14 e n e ll'anno 1017. J• trimestre

2• trimestre

Media aunun 1111:.!- M

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Anno 1917

489

3• tri m,cst1·c '..!'..!li (iH7

L 'eccesso di 11p11•t.i dPI l!Jl'ì ù n.ss a.i rnaggiorc uui duo t.ri 1111ni l,ri ,·sl,romi (80'2) c h e nei dutt interm e d i (:',lii). I.o s l,·s s u a.cca.dP. n el UHX: 1t,·.,·P:-iso dt!i d11 t1 Lrimestri

e s tremi 471, dAi due i11 t.,· 1·1111•di :im.


268

MORTALITÀ E 11f0RBOS1TÀ

spiega? P er la novità, o (Jnasi, di tal forma epidemica nel nostro paese; p e r Ja r elativa m od e ntLe;1,:at della s ua diffusione (i 221 casi letali d i encefillil.n, pnr un terzo non epidemica, segnati n el !Hl 7 nella provi ,u'.ia di Mila.no, ch e dà il massimo numero asRoluto fra l.uft.,· le prov i1u·p, <:m;1.ituiscono pur sempre 11n nuniero a ssai modl',:1.o ); rwr la. dd,ol<~ c ontagios ità del male, che eon eorre a dissimu la.I'<' n.ll:1. s i.essa nsperienza del singolo m edieo la natura epickmi<·11 tl,·lla l'orma m orbosa. Quanto al « carattere sporadic o > della 111:1 11ii', ·sl.11.:i:io11c, e i sembra ch e un aggTavamento di rnortalil.ii. rn1111, q1w il o de l 19 17 (da l.100 ·a 1.400 casi i n più del nor11111.le), n1:1.11i i'1 ·i;l.:wl.<'s i 111 g nm parte delle prov ince italiane, e <'O n s 1w1· info i11l.1•11s il.il. in talune di esse, non presenti davvero un si tfaitto <:a rai.I.e re . l'e r m osLrnrc la diffusione della s upposta epidemia di encef'a.lite <.I.cl t ri enni o 1m6-J8, e n um eriamo l e prov ince che in un a nno d i q ur l trimmio hanno avuto u n num ero di morti almeno triplo della m edia a.n n1u1 d1~l Lrie1111i o l\ll i-14. L n p r ov ince s ono e lencate in orcli11 e g·<·ogni.lko: il primo 1111nwro s 11,·c ,,·ssivo al nome d ella prov irl('.ia indica il 11um1·r o m od io ;1.11;1110 dc ii m o t'l.i a nt,'g 111·1Ta, il :,weomlo i l m ;:issimo r:1 g-gi 1111to 111 ·1 I ri, ·1111 io xo~ pl'l.lo. Novara ~,1 (!)4 11<·1 l fll7); 'l'ori110 :1 1 ( 1:1:! 111'1 1!11 7); Mila110 (i:>(tt 1 111'1 1!I 17): Pado va I :> (l i() 111'1 I !1 17 ); V1·,ro1111. I :i([,:, 1w l 1\:Jl 7); Vi.-,·11za I :! (:i:, 11<'1 1!11 7 ); l•',•1T11.r11. H (:,:, 1wi 1!117 ); Piacenza3 (:18 111'1 1!11 7 ); l•'in·11 ,.,. :!:I ( I O-I 111'1 1!11 7 ); l.11 ,T:1. 8 (57 nel 1917); li'lasxn :1 ( I :, 111'1 l'.11 7 ); l' ix11 r, (:11 111'1 1!11 7); /\ x.. o li G(19 nel 1917); l\1a1·1•1·1t111. H (: i:, tll'I l '. 11 7); l', ·n 1;.;i:i :•:; (W 111'1 l!Jl7, 7611el 19 18); C:i.1,t..:rl.a :! I (!i:, :w! !'.! ! 7;; i•;:;p,di :! I (:--;(; ;;c l 1!)16, 91 nel 1918); Salerno l t (!J:1 111' 1 1!11 7); 1 ':illll1ia I :! ('IO 11d 1~) 16); Palermo 11 (37 n el I 917). Colpisce la 1.:oi11<'id, ·11,.n no11olog i('.a, dei maggiori aumenti, c he quasi tutti <:orri ~p0111io110 all ':i.11110 1!)17: c oincidenza ch e - non tra ttandosi d i 111111. 111 11.111.I.I ia for tem ente dipen dente : da vicende m eteorologich e - po r;.;·e 1111ovo indizio del carattere epidemico d ella forma m o rbosa alla q uale è dovuto l'aum ento d ella mortalità . E saminando i l 1111111<·.ro dei morti provincia per pro-


X l - CAUS~ DI MOH'l' IJ: l' l<:R HIW ION [

26\l

v inda, dal lfl l ~ a l 1918 (esduse le provi n<.:e d i llellu110, Udine e Vc ,wzia pe r le quali -si hanno dati solo par:dali p e r g-li 111Limi ùuc a llni ùi tal periodo) si trova che, su 66 provinl:c, :-iole 8 :-;ognano il massimo numero di morti in uno degli anni a11l.cri ori al 19 16, m entr e 9 lo segnano nel 1916, 34 nel 1917 e 16 nel U:l 18. Sarebbe importante r intracciare so l'epidemia d'eneofalito del tr.iennio 1916-18 sia stata in qualche modo connessa con la g uerra e con i movimenti domogmfici da essa determinati_ Esaminando diligentemente la distribuzione delle morti per encefalite nel triennio 191 ~-14, si nota che tre sole province presentano una frequenza di morti, in rela,zione al numer o degli abitanti, più che doppia della media del Regno (29 morti ogni anno, per 1.000.000 di abitanti): queste sono le provinee di Udine (101 morti per 1.000.000 di abitanti), Brescia (ti7); Trevh;o (64). L'alt11 m ortalità per cncel;1.LH.e in queste province potrebbe far pensare che ivi esisU•ssero focolai epidemici, i quali fossero s fuggii.i - per le eaw;e gih a.eeen ual.e - a.ll'att.P-117,ione dei m edic:i ( J deg li ig-icni;;t.i . .Non è priva di siguifieato la eir<.:ostanza che k prov irH:e stesse erano confinanti (o prossime al confino) <.:on l'Austria ed avevauo frequenti r elazioni eon essa. Appunto in Austria si sono osservate le prime manifestazioni dell'encefalite epidemica in Europa nel se<.:olo ventesimo (.','a.nità puuulica, II, ~, ~6). L'alta frequen za di morti per encefalite nelle eitate nostre provinee è fenomeno rdativamente recente : vedasi, per esempio l'andamento dei numer i dei morti ne11a provincia di Udine dal 1901 in poi. nI

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La di11'1 1s io1Hi dell'epidemia in ogni parte d'Ilalia ne l 1><1ri odo bellico s i può 11g"evolmcnte spiegar e, se si ammette cl ic il punto di partemm ;;ia :-;Lato ne ll o province di confine, pc rdrè i eo11tinui m ovimenti di l.n1 p1w (i di militari isolati <.:reavano u11 eontinuo ed intenso rienrn hio di 1w rnini fra tali prov i11(:(1 e t 11 U.o il resto del paese. Si noten\ a11dt c e lle fra le prov in ce <.:011 più forte


MORTALI'l'À E MORBOSITÀ

270

aggravamento di mortalità ne l 1917 s0110 quelle che hanno accolto maggior numero di prof11ghi dalle terre invase (cioè dai l uoghi ove supponiamo s i allllidasse il germe dell'epidemia ). Questa nostra ipotesi s ulla via di diffusione dell'epidemia e s ulla sua larvata esisteuza, già prima della g uerra, nelle prov ince di con fin e, potrh forse apparire auda ce, benchè sia suffragata da va lidi irHfor.i. E vogliamo ammetter e la por.;sibilità che gli indi,r,i s f:cssi siano stati da noi tratti da strane co.incidenze di eventi, illll ipenùenti da quelle connessioni che noi abbiamo cr euuLu di Nt·u ri;eni. P oid1t~ tal volta nulla è più inverosimile del Vl' l'O. Mn i11 o~ni caso crediamo che non possa neg·arRi la preSl'II Za d i singola ri manifestazioni di mortalità p er encefalite, d urante il periodo bellico, nella maggior parte del paese : manifestazioni le quaH, per il modo in c ui appariscono, sono da ritenere di na tura epi de mica. :1~. Dopo d1e nel mm il numer o dei morti per P-ncefal ite ern ridis<.;eso ad un livello poco superiorP- a q uell.o d'anteguerra (1.227 morti nel Hll!1, in confr onto a .L.04G media annua 1!113-lfi), l'HRO r iRale brirscameute nel rn~o. Q,ucsta seconda ondata epidl•m i(·a <': pii'! mic idia le della primtt : ad 1111'attc11uazio11<: 11cl 192 1 ,;('~11 n 1111 1111ovo pcgg-iora.me 11to 1Hd ·1n~::1 " 111m 1111 ovn aUunua;,,io11t• 1101 l!l:!:1 ; 111a. il l'ido l'pid(· 1n il·O 11 011 Hnrnhrn a ncora csauril o. l11 did1ia111 0 il 1111111t·ro lol11ll' d1·i 11101'!.i pur encefalite in e ias1:1111 11,11110 da l f\ll f> i11 poi, 1· l't'('t'(',;,;o di tal numero sulla media n.11 1111a dl'I l\11 :t- ff,, 1·1·1·1·,;,;o dli' i11 via di larga appr ossiina:1:io 1m t111<'i ,.,,,,::::wr::: ::, :·:q,p n·:a·:: 1.••n : il numero ùullc vittime della forma epidc 111i(·a. 1916

.t!Jl?

l!J/8

/!)19

1920

1921

1922

1928

Morti per encela- ( lite (totale) . . . 1•591

2.340

I .7H:I

1.227

3.443

1.G63

2.144

1.777

Morti per encala· lite epidemica . .

1.2!)5

(i;\8

182

2.398

618

1.099

7::12

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546


X l - CAUSE DI MORTJ•; P.111{ mm 10N1

271

N<'I q11i11que 11 nio 1940-23 l'encefalite epiùe rni!',n nvrnbbe ucc iso :l,02\J persone. il vero n umero dei morti è prolm llilrnente 111ng-g-iorc: pa recchi devono essere stati assegnati ad 1.1.llre voci de lla statistica delle cause di m orte, p er la scar sa fiun ilia r iUt dei m edici con questa forma morbosa. Indichia mo ora la distribuzione per r egioni dei morti per e ncefalite nel periodo 1919-23, confron tandola c on quella del 1913-15, per avere un' idea della distribuzione geogra fica dell'epidemia.

N u,111J1·0 assoluto dei morti per cncefaW,e Oompm•tinunti M edif'I. a n n ua 191,1•1,5

Pirnn o11te Ligur ia . Lomhu rdia . Veneto

206 'IV

l h~

195

398

mo

248 229 1G6

201 131 327

Toscana

(j,t

M,u·chc .

37 23 34 32 68 5L 10

Ca lah r i a

28

Hicil i,~

60 38

San lq~11a

1913-lb

41>

70

l'u~·li e li as i I icata

a11.tl-1,hi

·t!J19-2ll

il 1919 23

posto - 1110 il 1"1'U111.l'Y0 medir, o.n.nu" dei morti ·n.el

101

Emi lia

Umbria. Lazio Abruzzi . Campania

M6d-ia

Num,:rn indio,! 1)l't"

(>7

13 101 59 112 108

20 56 122 46

204

2nn

18 1 187 297 184

165 212 200 200 203 12 1

Conf'ro11ta11do i 11u.meri indici per il 1!:119-2:1 eo11l.1i1111ti nell' ultima colonna di q11 esta tabella coi nu me r i ind i<:i pet' il periodo 1916-18 1:0111.<:1 1111,i nel l'analoga tabel lrt n. pag. 2(i(i, s i vede ch e la distribur.ione rngio1mlc de ll'ecce::;so di in ot'Li ne i due pe-


MORTALITÀ. E MOHBOSITÀ

272

riodi in parte c onconJa, in par te discorda. Regioni che avevano avuto una mortalità relativam e nte alta 1ml primo periodo (Piemonte, Toscana, La½io, l~milia ) s i ritrov ano ai primi posti anche nel secondo; regioni c li c ave vano avuto una mortalità assai bassa (Veneto, Sardeg11a ) si riLro vano agli ultimi posti. Ma d'alLro canto, la Campan ia, g rn,v1·me11Lc colpita dalla prima esplosione ep idemica, soffrn rc laJi va1rn:11 te poc:o n elle successi ve; cd il contra rio avviene iJ( ' I' la Lo111ba,rdia e per le l'uglie. L() rq;-io11 i pi II colpile nel periodo epidemico 1919-~3 sono :' J,;m i: ia, i I I ,11,,,io, la 'l'osmtna, le Pug lie, la, Lomban.liu., il Pierno11l.1·. ; In 111n110 ('.olpite sono la Sardegna, il Vene to, la Liguria, la Ua 111 pa11ia, le Man:he, I' lJrnbria. Sulle eireostanze determinanti la disl.rilJ11½io1w g-eog, a fiea dell'epidemia s ono state espresse ipotesi, e he 110n 1·,i sembrano r egger e alla prova dei fatti : ci aste11iamo, pcrl..tnLo, dal riferir.le .

1.li.l• .Per complctarn la rar.;r.;egna delle JH'i11eipali malattie epide miehe, ei r esta a pai'la re del colera asiatico. L e manit'e sja½ioni di q11ef'ta ma lattia i:;0110 state gravi, com (· :tl JIJi:11110 a.11.rove a eecn11ato ( ved i 1·et1·u, pag. 212), sp ccialme 11t1• 111•1!'1•,wn·il.o; ma In Hb1.ti:-:l.id11! d1·II (', 1·.a11sl\ ùi morte rcgiRtra.110 r.;o ll a 11l.o ~:I:>111 orli 11c l l!Jl 5 e 11 11nl l!J IG. Di ci11csti :241i JtJo l'l.i, IH:l so110 d11l.i dal Ve ndo, 4G dall' l :111 ilia, I dalla l ,ornhal'dia, l ii d:illn Sni'd1 ·M·11a; i morti nc ll u n ·M·io11i :-:d.k11l.rio11ali i11 p:11'1.,· :-:0 11 0 111ilil.n ri morti in ospedali lll'lla z,11111, di pri1110 :-:µ;o rn lH' ro. I dal.i d.-11:1 :-:lal.i:-:li,·11. ,· ivi l<· 11011 ri:-:111 ·, ... lii11.11 0 che in minima parl.0 .la 1-;ra,·il .'1 k!l 111 ;1!1if'!'s ll!zio ni t!P !! '< ·pit!emia colerica avvenute uur n11I.P la ;.;111 ·1T11, :-:1111, · '1111di ,·i i11i.rnttorremo diffusamente più avanti, traU.a11do d, ·lln 11101'1,o:-:il.h. Daremo allora qualdw 1101.iz in n,n('he su a ltre malattie epide mich e, allo studio (i(-111 · quali 11· slal.istiehe delle morti offrono materia le inadeguato. Dopo la fine della g 11 nrrn, 11 011 si sono più avuti in Italia casi letali di colera asiatieo. 1

1

1•


273

:1.1. l'rosq.;·11in rno, l'esame r egionfl,le s tilla m o r t.alit.:'L pl' r cause di 111or1.<i, H<'<·omlo il cons ueto ordine . Nelle i ndagini regionali stilla mortalità per wala.Ll.i<· l.11bm·, ... 1n ri, bisog-na procedere cautamente. Essendo, gencr almrn1l.l:, i.-111.0 il dec:or so di queste malattie , molti militari, che avevano rn11l.ratto la tubercolosi alla fronte , sono stati sgomberati ne lle ,.u11(· retrostanti cd ivi più t.ardi sono morti. Il numero dei dc<:, :Hsi nelle zone di primo sgombero è stato in tal modo accre,.;,·iuto; m a difettano elem enti per distinguere, regione per regione, le morti di militari da quelle di civili. r d:11.i d ispoµibili consentono, tul:l.avia, aleunc conclusioni non pri ve d' interesse. Num.e,·o as•oluto dei morti ptr tuherculusi polmonare

.,,,.d.,,

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-:W /3-11 - - - -l'ic1110111.c . Lil{uriu. . Lombard in. Veneto ' Rmilia T oscan a Ma rc he lJ111hriu . l,a,1,io Ahr11,1,,1,i . C11 111 1':i11ia . l'11g-l io .. · ll:1Hilit·11 l1L .

1

3.817 1.761 5.r..Gr, 3.865 2.518 B.220 747 532 1.422 880 2.329 I .7a5

(} il a hn a . .

Sicili:t. Sardegna

ITALIA.

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4.227 2.021 G.283 4:.609 3.055 3.88[ 886 640 1.628 889 2.489 2 .125 257 889 2.828 1.201

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1917

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4,.384 2.4.2(', G.890 3.4-42 3.241 4.3[!6 948 689 1.844 931 2.495 2.276 274 892 2.884 1.404

1918

I

5.f,77 3.117 8.7~43.4.6!', 4. 241 5.182 1.167 881 2.564 1.164 3.502 3.016 321 J.119 3.522 1.699

1919

·l !J2 1J

.M Pdia nn111,a

1921-23

4 .92!-I 2.C.37 G.8!14 4.371 3.302 4.270 1.056 836 1.990 971 3.006 2.488 256 950 3.001 1.435

4..434 '1 .026 2.083 1 894 lì.577 6.407 -1.861 5.019 2.981) 2.931 3.75f) 3.260 1.023 954 771 690 1.676 1.665 1.002 940 2.882 2.467 2.-113 1.928 30:1 271 !f:,0 1.085 ,.l.2:,,J 2.li93 1.:17:, 1.2~-7

:1:1.0:,H :ili.:\02 37.908 39.376 4!J. 3G4 42.:1112 ~O-~ n

,\7.312

Vedasi la notn ~,,g- 11rnd,o.

MoRTARA .

18.


271

MORTALITÀ Ji: MORBOSITÀ

Il numero dei morti p er tuber eolosi polmona r e tende acrescere d al 1914 a l 1Hl7 i tt tutte le r egioni': n ella maggior parte di queste l 'aumento s i svol ge sen za in terruzioni. In g rnerale, le r egioni che avcva110 ne ll'anteguerra la più alta mortalità p er tube rcolos i po lmo 11a rc s1:gnano i m am.,riori aum <·nti relativi n el numero de i mo rti ( Lig uria ~1 "lo, Lombardia '25 "'/0 , 'l'os{';llla 80"/o), quelle d1e avc•v:1110 la più bassa mortalità n e i:wg11a110 minori (Ras ili<"aLa i:: "lo, Cnla bria 21 ¼, .Abru7,:,;i 2 "fo). La <·o i11c iden 7,a 11011 1': c·.;1 :-;11n.l1·: essa denot:a che hanno a g ii.o in Il.ali.i. (:a11sc i.doneP a d i111 i11 11ir<· la n :sistc nza alì' infezionc t ulw r('o lnn: (n·:-;l.riz,iuui à lirn <·.111.ari, pcgg-ior:1mcnto d elle c ondi7,io 11i di al>il.;1.z.io111· e d i vcstim c 11l.o, più e stenuante lavoro d elle don ,w 1· d<"i r:iga:r.zi, P.Cc.), l e q11u.li lt,uJ110 prodot to più gravi cffe l.Li l:'t d o v i' h a nn o t r ovato più p rop izio il l.1:rTeno. Gli aumen ti rnlativamente l'orl.i d, ·1 11 111t1 t:ro dei morti n ell' Emilia (;"H 0/ ,, ) e nell e Puglie (:I:! "/., I p r .,1>ahi lmt·11l.e deri vano, alme no in parte, dalla presn11za di 1111111 ,·rn:-;i osp1·dn.li , ov'crano ric o verati militari provenienti r is 1wt1.i v11.1111 ·1t1 ,· dalla fronte g'iulia e dalla f'ro1d.e albanese . L'aurne u l:o d elle morti J)(~r l.1d1l'r•·.,l11:-;i pol11101111.n, dal 1!117 a l 1018 è s olla 11l:o ne lla minor pari.i, il :" "~11il" di 'l'wllo nvvcr a tos i 111·;.;·li n.1 111i pro,:ndcnl.i ; i11 pari.,· 11111.;·.;; i11r, · ,·:-:-;o dni va, eom e sappiam o, clall '<' Jiiclrnnia i111l 11<·111/,ia lc ·, ,. l" ' rln11lo va ria, da regione a rcg io1H·, 1w 11 :-;ol la 11l.o i11 r c lnz;io11, · :ill:1 di l1', ·n ·111<- cl iffusion e della tube rcolosi 111a a 11d1 n i11 nda1/,io11 1· 11 11:1 ditr, ·n ,111.e violenza di m a nif'cs la7,io1w ddl 'q,id1·111i:1.. N, ·11 ,· n ·;; io11i llll' l'idiona li, più c olpite <lall'ir)fJucuzn, l Hii ii H ' ii lo JH · I niiir ::· : ·n :!:·i :r: urti per tubercolosi polmonare, da.I 1\11 7 11.I l '. I IH, ,·. d,· I :1:1°/"1 n ell1~ r egioni settentrionali, m e no (·.olpil,·, l'11.1111w1ilo ,. :-;o ll~1.nto d el 25 °fo. 11 confronto l'ra In di:-il l'il1111/,in11c · pe r trimestri dei morti per tubei;colosi polm o 1mrc· o di Hs,· 111i11:i.l.a nel 1917 e nel 1918 mostra ch e, dell'au1rn·nl.u lol:i.J.- di t·in·a 18.000 m or ti avvenuto dal 1

i Veeeezione dc! Vendo ,\ " l'l""·c 11 tc; nel 1917 e n el 1918 mancano i dati per i comunj invas i.


X l - C:: AlJSI•\ DI MO R'l'J•; l'l•:R RIW IONI

275

pri111 0 nl s(:(:0 11do a nno, la maggior parte ( 1,1.0 00 c in ·.11.) s i manif,·:-1la nel sm·omlo semestr e, e specialmente 1wlJ' 11!1.i111 0 l.rime:-11.1·•·, evoc,1 di massima violenza dell'epidemia i11f'lun11;1.ia lo, ed ,·po!'a, ad un tempo, del rimpatrio di numerosissimi ex-prig io11i<1ri tuherr.olotici. 1917 . 191:::l.

Ju trimestre

20 trim.est1·c

3° trirnestre

4° trimestre

:J.840 • 11.701

9.738 12.950

9.085 13.790

9.069 17.442

Ncl 1919 il numero dei morti diminuisce in t utte ìe r egioni (l'e ccezione del Vene to è solo apparento : i dati per il 1917 e por i I I9 L8 n on r.omprendono i morti n ei c omuni inv asi, m entre il da.I.o per il 1919 li compre nde) ; p erò il numero d ei morti è an•·o ra quasi d o vunque più alto ch e ne l J917. L a diminuzione p rosq.,110 nel 1\)20 o si accentua n e l 1921, a mw im mune da rnanifi ·i·d.a;1,ioni <'pidemiche d'influenza. Nel 1!)22 e nel Hl28, con Ja ripr1•.sa di tali manifestazioni, aumenta Ji(:V('lfl!:til.(\ il n um(·ro cle i 11,orLi. Tu ttavia , di fronte a lle forti variazioni degti anni dal HJ1 & al L920, il n ume ro dei m orti appare q uasi ::;tabili,:zato n el 1U21-23. Appunto perciò n ella tabella sopra riliw ita non abbiamo tenuto distinti i dati p er i tre anni di questo peri odo, l e oRcillazioni da 11n anno all'altro non ave ndo grande importa n za.. H a invece impor'l.a 11za l'accertamento, che i nostri dati consentono, di un a gg ravame nto g·en erale della mortalità per tubercolosi polmonare 11d I!)2 1-23 in confronto agli ultimi a nni antecedenti alla guerra. :-;i lia l' impressione (conformata, come v edrem o, dallo studio della ;;;;;;·i;;,ii U1. jH' l' " tà) che col ritor no a condizioni n ormali di vi t:1 s ia di111i11Hil.a, o tornata al normale, la freque nza dei nUO'Vi casi di l.1d11 ·1Tolosi, mPnt.re il numero dei tuber c olotici esistenti e il 11t111u·rn d, ·i 11101'1.i restano ancora insolitamente a lti per la presenza di 111111;,·ros i a mm ala ti ch e ha nno contrn.tto la l.11l l\'l'('(1losi in seguii.o a li, · Nli1.vornvoli circostanze del periodo l,olli(·O. Conl'ro11l.ia1110 la l'n·cp1cn za m e dia a nn11a doli (' 111 01'1.i 1w1· tuberc olosi polrno1111.r<", 111'11<' Ringol e r egioni, d11 n u1l.c il tr iennio Hl21-2J , con que lla dd hi(,11nio '191 :1- 14.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

276

Nu:mP.ro medio annuo dei morti 'fW'r

Compartimenti

Piemonte Lig-uria . Lorn hard ia.. Vc11l'to

l•:rn ilia. 'l,nsca 11a

i\'l:irdH: .

Umbria. l~azio Abruzzi Camµa uia Puglie • Basilicata Cuh,brià. Sicilia Sl\l"degna l'l'ALLA

tul,ereolo11i polmona1·e

pe,· 1.000.()(}<) di abitanti J!)JfJ.14

1.921-28

1.100

1.188 1.424 1.219 1.258 984 1.148 822 932 1.088 648 691 83 1 579 625

1.420 1.129 1.053 912 1.167 667 760 1.04.6 603 689

789 525 :,•IO C.83

f,f)8

1.237

1.433

929

9!l!l

111 cp 1a:,;i l.111.Lci le reg i o11i lu 11101'1.11,l il.ii. p<T l.,illl'n:olosi polmo1111r11 ò forl.,•mc11l.c a111T1onl 11i.11,; i l 111assi 11 111 11.11 1111 \11 1.o di 205 morti a ll 'a11110 p.,,. 1.000.000 d i 11.l 1il.n11li ,', d11.l.11 dnl Veneto : esso è, a l111n110 i11

pa ri.o, c·u11H1·g-11,·11za dq.;·li Hl, ·111.i o dej patimenti sof-

fc1'1.i dal!" l"'l'"l11.i',io11i d11rn111.,, I' i 11 v11 sioi11· 11ernica. Ma anche la Sarc!<'g-nrt !110,;! rn. 111! 11.11111,·it!u ri !,·virnl.t-: d i 196 morti sopra

1.000.000 di a hil 11.11l.i ; i 11iil il11ri snrd i so no sl ati particolarmente sensibili a.g li c tfol.Li dd d isng-i cl c· lla ;.;11c rra e della prig i onia. A umenti poco m eno 1·011sicl c·n·v oli s,•g-11ano l'Umbria. (172) e l e March e (155); segue a rplt'sl.c· n ·g-i o11i la Lombardia (120 ). A11che in Piemonte (88), in Cal ahrin (Hf>), mdl' Emilia (72), l'aumento della mortalità è superiore a lln 111c\cl in del Regno. Nelle altre r egioni · è minore; anzi la Tosca na e; la :-,ieilia segnano lievi diminuzioni

di mortalità.


X L - CAlJSIT. DI MORT"P: P l.:R ){IT.GION I

277

La rnrn1i11g il.c l.ulJen:olare mostra minore aurnn11to d i mor ti cl11rn11l e Ja g uerra: :,;ia perché colpisce prevale11temc11l.c i lmrnJ.i11i e Ja diminuzione del numero di questi, nella popolazion<", dnl.(,rrnina un'appar ente diseesa della mortalità, sia pcrchò 11011 !Jol.nva, per la sua locali,-.:zazione, risentire cosl fortem enl:f\ eonw la 1.ulJercoJosi polmonare gli effetti dell'epidemia del 1918. l pi1'1 notevoli aumenti, nel numero dei morti si hanno nell'Italia set1.i:ntrionale, dove già nell'anteguerra la meningite tubercolare era, più micidiale . Per le ali.re forme tubercolari, quasi t utte le regioni segnano abl>astanza forti aumenti del numero dei morti. Non si distingue una netta regolarità nella distribuzione geografica di tali aumenti; è degno di nota, per la sua misura eccezionalmente alta, quello della Toscana. N7t1ncro (1,ssolu.l,o déi m.orli per •, ncniny·i lc luh1·1··co{Ct,rc f!

1911 1915 l!HG 1917 1918 1919 1\)20

192 L

l'.122 1:12:1

1,JC:I~

(,Un: ·in,1,lu,ll·it: l 11f>1:-1·cvlu.r; (.:si:l1e."u Lu l11.Lcrc.;ulo s ; y ulmuuu, ·~)

..']ea,mtrione

(,'enl.ro

1lfez~'!.O[Ji m~no

lw/e

9 000 10.286 11.2(i2 10.322 t 11. 237 I 9.844 8.771 7.64:i 7.347 8 .22!.l

3.31[)

,J . 318 '1 .901

2.0:J[i 2.1~2 2.393 2 .417 2.477 l.834 1.600 1.536 1.289 1.451

3.668 4.227 4.(ir\8 5 .337 3 .928 3.445 2.811 2.681 2.895

5.2GO

r\.894 5.529 4.251 3.829 3.727 3.443 3.460

C li c· l'11.11inm1to nel numero delle morti per form e tubcreoln.ri divcrn<·. da q1 w ll11 polmonare, avvenuto nel quadriennio l!)I S-18, sia deri vai.o dalla g-ucrra, è confermato dalla ]Jro 11ta e decisi va <liminur.iono d1 n Ni manifesta fino dal 1919 e ehc pro~eguc nel

i

Manca.no c.lu.ti per i

c o111 1111 i

ju va.s i .


MORTALl'l'À I!: MOHBOS1TÀ

278

1920, nel 1921 e nel 1922, dando luogo ad una sensibile reazione nel ll:}2;3. Ma anche ne l 11!2,\ il numero dei morti per queste malattie è in tutte le di visioni lcrritoriali molto più basso che nel 1914. Il migliorarn e11 l.o delle eo11dizioni di vita della popolazione italiana dopo la g·1w1Ta :,;c mbra a ver a gito efficacemente a ridurre la mortali l.:'l.: da :,44 111 ,,. 1.000.000 di abitanti, n ella media annua del 191,\- 14, rn,:,;:1. ò d isec:;a a 405 nella media del 192 1-23. Qucsf.o 1n ig l iommento fa sperare che, eliminate le conseg ue11 1/,v ddla 1-;'lle Lnt, anche la mortalità per tuber colosi polmo11an, po:,;:,;11, rapidamcni.c diminuire , n ei prossimi anni. 111 ,·0111plrn,so, nd periodo 19Hì-192/l il numero dei morti per tuhc ,n·ol o:-;i pol1norn1re ha ecceduto di cir ca 60.000 quello che ~;i ::;a re iJIJe avuto ::;e fosse rimasto costante il numero dei morti al li ve llo m edio del periodo 1913-14. Tenuto conto anehc dei militari m orti per la stessa m a.lattia , non compresi nelle statistich e ci vili, dei morti in prigionia, dei morti nelJe terre invase, si dovrebbe giunger e ad una complessiva ecceden za di circa, 100.000 morti s ul n11 1rn-ffo nonnaJe. R anc'.ora JH-ii prossimi a nni altri decess i ùo vuti alla g uerra si a ggiung0ra11i.o al triste clcneo. Le a ltre forme t nber coJari hanno segw1Jo u11 '<'<·e1·dc·n r.a di e irl'a 1:>.000 mori.i, s ul numero normal e, 1wl q11:ulri ,·11 1iio l!ll :1-18. IJ1111. pari,<, cl,·l,.;'li :1.g-gTavamc11f.i cldla 11101'1.a lil.h s i connette eo11 l'qJ icl(' 111ia i11ll11 ei11/,ia lo : c in·11. l :,.OoO inorl.i in più del norma.I( • posso11 0 ( \H>io rn nf.l.r ih11 il.i 11. q11 ,•sln <·a 11::ia , forse non indipende 11l.o clnlln l,.;'111 ·1Ta . "lr. Ln .,.._,.

,1 : .. , • . :1 . .. ., : .. ... ,

11 I P ld

I,, , I / , I \ . , ' '

non dà luogo a pa rf.i c·o ln ri o:-1:-:,·n •nr.io11i.

1:16. La mcning-il.c s1,i11pl i, ·u ~i prnsenta con frequenza decrescente dal Hl14 al l!J I 7 11d la 11111,1,.;'g-ior parte delle r egioni: la diminuzione deriva pa r,r.ial11w11l.e, 11ou unicamente, dalla diminuzione della natalii..à e da lla l'o11scg-uente minore r appresenta nza dei gr uppi d'età infanti li , d ll: danno il maggior contingente di morti. In par ecchie rcg io11i :,;i osserva un balzo in alto nel 1918,


X l - CAU SI•: Dl J\lO l{TP: PKR l{ l~G ION [

279

l.11,111.11 i,ii1 11otcvol(, i11 q uanto si era. ag·grav ato proprio i 11 qucl1·11.11110 il disava.11:r,o ddle nascite. Dubitiamo c he q1w :--l.o bal zo :-;i ,·01111d.kt (·011 l'PJ>idemia iufluenziale : indich er emo più a va11ti i 11di1/,i 1:he ci sembrano avvalorare l 'ipotesi. Qui ci Jirn i l.ia1110 a ,·11111'roul.are la distribuzione p er trimestri dei morti n el 1!)1 8 t:011

,pwlla dei morti n el 1917.

1917 l 918

1• trim.estre

20 trimestre

3° tri11,e.<tre

4• trimest,·e

1.981 t.897

l.948 1.852

1.797 2.135

1.418 2.550

La bassa mortalità per meningite nel quarto trimestre non i, f'n11orn c no eeee:àoual e del 1\:117, an,1i si ritrova negli anni pre<·cdenti : n el quadriennio 1914-17 i morti nel quarto trimestre <·ostil.11ifl<:o no solo il 20 "lo del numero total e ùci morti di me11i11,_:il.e; nnl 19 18 ne costitui,,.cono il ,l0°/ 11 • Vn mi,_:liaiu di morti, •.· ror ~(' più, si possono rit.n1wrr\ 1·.onn,~r;r;P. 1·.011 l 'npid1•.m i a i 11l l11en:r,inle. Dopo la g uerra, nonostauto dw i l 1111mero tld lc 11as1:ite

:wmcmti fortemente, e quindi vada erc::wP11<lo la ntppn·s1 ·11l.1.1.11:,,1ì. dni g-ru ppi <l'1~tà piL\ eolpiLi dalla men i 11µ:il.1·, il nurnnro delle morti si m antiene molto baf;so, "in tutte l e pa.rti d' I talia, c ome appare dai sog;ueuti confronti. Num. a.tRol1</.o dei ,norl.i per m.enin!]ite semplice cercbra/,e e spino.le i\1,•,lin :rn1111n.

I '.I I :l- 1·1 • 1 ~, ~~ ~~ .

8etlcntrione

l'enlr•o

Mezzor1iorno

I sole

5.051 3.171

1.202

2.798 1.631

1.524

796

677

1·,: i 1il.,•n •s:--:1.11l.<i 11otare che la g uerra non h,1, .inf.1·1Tof.l;o la dimi 1111:r,i111w d< ·lln morti p er meningite e ch e n el dopo-µ;111 \1Ta IJ1.le dimini1:r,io11,' :--i t'· 11,<·cderata. Sulle cause d1~I f;i11golare <·0111po l'lamc11to d i q1ll'sl.11. ,·11.11sa tli morte non osiamo cRpOtT<, ipof.('si_

37. 11 11111111'1'0 1ki mol'l.i per apoplessia 1, ,·011µ;1·sl.io 111: cerebrale va sale11d o, 11.l.l.rn.v1·r so oseillazioni, 1u ·l la 11111.ssinut parte


280

MORT.A.LITÀ

F,

MORBOS1TÀ

delle regioni, durante il periodo bellico. L'aumento è troppo grande per poter essere ritenuto semplice conseguenza della crescente rappresent.anza, nelle popolazioni, dei gruppi d'età senili donùe proviene la maggior parLc (lei morti. In parte deve dipendere dalla più disag-iaLa e pi(1 laticosa esistenza c h e m olti vecchi hanno condotto d11m11 Le ;.;·li a1111i della guerra, in parte dalle violente emozion i (\ rn1tli1111c angosce sofferte dai genitori dei combattenti, dai prol"11;.;-hi , m:c.; tanto vero che subito dopo la fìn e della g ue rra, 11nl 1\1 1!1, il numero assoluto dei morti ritorna press'a pol·•> 11.! !i vt' llo del 1914, nonos tante il sensibile a umento della popolazio11c i11 età senile. Avvertasi che nel 1918 andic l'epide111ia ittllu1:11zialc hala sua parte nell'intensificazione della mor1.nliLà; è i11 Lale anno che in q1Jasi tutte le regioni il numero de i mori.i per apoplessia tocca il massimo. Confrontando la ùi:;trihuzione per trimestri dei morti p er apoplessia nel 1918 con quella degli anni precedenti, appariscono subito gli effe tti dell' i11llucuza. 1• trimest,·e

20 trimestre

3u trù11et1lre

4(/ t.ri·mc~ln:

Mf'élia nnnna

1911 -17 .

1918 .

[2.560 12.GS L

!l .28:.

8 .4-118

10.91\J

H.52fi

'.). [ (j~

ta.018

L '<·1·1·1\1h111za di rnorti dcl.e nninal~t dal! ' i11ll111,11za 1levc c:;sere s i.al.a di ~.000 a H.000 ,·n.si . Nd 1!)1!1, 1·n11w ahhi111110 ;.;-i:'t. ddl.o, il 1111111 nm dei morti ridiH<·.e1111<- 11.d 1111 li vnll o p,wo dilli 1n· 1tl.1• da q 11 ul lo tlcl 1914, e vi si rna 11i.i(·111· 11,·I l ~t~O ,. 1wl 1\1::! I. N,·1 hi1 ·1111io 1!)22-2~ si osserva un sc-rnsihil<· :u:11 .. ·111.0 111'1 111111wr,, d,·i 111111·1.i, 1•robabilme.11te collegato con la ma~gio n· d ill"us io11, · cli i"oi-11111 ,·pidP-miche dell'influenza e di affezioni dcll'appnml.o r, ·Hpirnl.orio. Le varia.zio11i dia11 zi d,·Hnil.l.u :--i manjfestano, con intensità non molto difTercnte, i11 1111.1.1· In pa rti del paese, come appare dai :;eguenti dati pe r grandi di vis ioni territoriali.


X l · CAUS I~ lJl M.O ltTE l'El{ w•:GLON l N u.111.cro assoluto dei morti pe-r o,11ople.'fsia,,

19 1,Jl !H5 1916 HH7 191 8 1919 1920 1921 1922 1923

1.','cl tenlr<ione

Centro

Mez:::ortio1·no

l 7 .661 l!J.224 17.970 18.870 I l9.39l i 18.259 18.551 17.763 18.983 18.557

7.527 8 .240 7.755 8.303 8.661 7.757 7.856 7.430 8.284 8.482

10 .366 10.94!) 10.620 10.7:.l3 11.856 10.090 9.603 10.044 10.921 11.017

281 (U'C.

l :m{e

,J.81i:, 4.308 4. HJ3 4.267 4 .511 3.995 4 .211 4.166 1.095 4.210

,l8. Della stessa natura di quelle accc rrnate dianzi, a proposito de lla mortalità per apoplessia e congestione cer ebrale, dovrnhhl\rn rn-:,;n re .le eause dell'aumento di mor i.i pAr malattie <l Al e 11on·, .-Ire appar e fenomeno comune a tutte le r cg.ion i durante la g·unrTa ". (ì,ui riferiamo dati riassu ntivi, pe r gr a nd i d ivisioni territor ia li, all'intento di mostrare la genera lità del fe nomeno e di rn cl:tcrc in evidenza il forte aumento di rnortal.ità connesso con l'epidemia intluen'.l.iu.le del lH.18. Numeru anululu dei 11w1·ti pe1~ ·mc.t:laUi6 del cuore Mezzogiorno Isole Ucntro

Selfonlrionc

1914 l !)lf, I 9 l (i

i!J l7 I !Il R

I !li !I I !l:.!O l !):.! I

I!):;:; 1!)2:1

31654 33.921 31.873 32. 781 3 38.787 3 33 012 31.837 ,ll.378 ::2.094 2!).401

10.234 10.689 10 .269 11.717

rn.ns 10.632 10.546 9.951 11.133 9.620

16.450 17.279 16.843 18.020 22.311 16.832 15.628 17.045 17.824 1.5.832

6.540 6.870 6.714 7.545 8.565 6.625 6.680 7.114 7.0G6 GA!Jfl

- - -- - 1 M aucu.110 da.ti p1H" i c:0 111 u n i invu.si. 2 Con l'appa.ru 11 Ln n•~{~o:1.i o 110 e.le i Veneto, per Ja m auca.u zu. ùi ùu:ti pe r i comuni

invasi nel 1917 e u el l !I IH. 3 Mancano ùn.ti per I

co111u11 i inva si.


282

MORTALITÀ ~ M.OlWOSITÀ

Alla m aggiore g ravità dell'epidemia del 1918 t;orrisponde uu maggior aume nto di morti ne l Mezzogiorno (24 ¼ in più del 1917) ch e n el /-ìel.lc111.r ionc (18 ¼)La eonnessio1w t.r:i l'e pidemia infiuenziale e l'agg r avamento della m ortali tà pe r 111:ilall.ic del cuore è d1.ia,ram ente dimostrata dal eonfro nto de lla d i~t.ril>11 z;ione per trimestri delle m orti avvenute nf'.I l !II H 1·011 q11dla delle morti avven ute negli ultim i anni p r eecd< ,11 1.i. Jo t.,·i,,,r,.~!ttre

20 trim. f?Rtr~

8° trimtestre

40 tr-i meetrt

20.78i 20.242

15.038

Vl.GG2 17.480

l 7 .867 ~\J .700

Mt1di11. 11 111111H

l!IJ ,J. J 7 1!) 18 .

16.21!)

I>a I 2.000 a 16.000 mori.i rappresentano il maggior tr i buto di vit.n prelevato dal l'epidemia del 1!11 8. G ià 111•11919 il numero dei morti discende fortemen te : a l.Lra,verso oscillazioni, il quad riennio 1 !120-23 ~ngu a. un'ulterior e rliminuzione. In t;ifi:a assoluta il numero medio a.1111110 dei m o rl:i in (Jl lf'Rl.o quadriennio (64.9 12) è 11n po' m11g·;.;-ior0. vlw nel HJl,I 14 (6:3.2:JG), m a in rel:t:,,io ne a,1 numero d<:!-;·li :1.l>il.:1.111.i i: minore ( 1.7,lli mol'ti pe r 1.0()().000 <li abit.anti, i11 ('0111'rn11t.o :1. 1.77(;). Il senso de lle variaz;io ni ne l 111tn1<:I'" dl'ii<: 111 01ti pn 11ia.ln.l,l.ie dc l.<:11 01'1· i:, ;..;-e11 nral111<: 11l.n, il 1111·.d v.~i1110 rwll o varin pari.i d' Il.a lia: diffo ri ~1-l' :il q 1111,11 l.o l' i11l1 ·1 1s il.:'1. ddl ,· v:1 r i:1 ~.i11 11i . ( !n~l l'a.11me nto del l!)l ~ ù pili l'orlo 111' 11,· n ·g-i,111i 11ll'r id i1111:ili , .i .. v<: l'influe nza è stata pili diffll~:i, I ' pili !,;T : l.\ ' I '.

:ì9. l l1 1 ~i11g-ola1·,· ,·111 d.r:i,,l.11 ,·1111 I, · ,11.,rl.i p er mala ttie d el e uore e p er apopl essia pn ·s1·11l:u1, 1 I,· 111111'1.i p1:r m a h1,ttie d elle arterie - caratteristic he ,L11d1'1·~:,,t· s 111·1 ·i11 l1111\11tc delle età senili - , ch e tendono a diminuire, d1m1,11l 1· 1:1. g·111 \1Ta1 i u quasi tutte le r egioni. Noi la crfldiamo in gra 11 p:1rl." , o l'o rse in tutto, apparente; in un p eriodo in t;Ui cr a110 1~1.111 0 d ira dati i m edici in servi½io dvile, non erano possibi li, i11 111011.i c.1.-,i, d ia g nosi delle malattie e d accertam enti de lle cause di 111 01·1,e <:osl accurati eome quelli che


X l - GAUSJ~ DI. MOR'l'l~ l'IGlt W~G LON I

i< i :-wlo va 110 ra re

283

negli ultim·i a nni an teriori a ll a ;..;-11 <·1-ra; e, 1wn ·iù, 111111a d i più facile che una frazione de i mo rti IH\r ma111.I.J.i,1 delle arterie sia stata eompresa fra i m orti pe r 111 ;ilal1.ie tl ,·1 1·11ore o per maras mo senile . Quest3 nostra ipotes i t"i 1·011fn 11 111.ti1. dall'aumen to del numero dei morti, ehe segue a l ritorno dt'ila pa,ce . 11 numero medio annuo dei morti, che era disecso da L1.836 nel 1913-14 a 9 . 948 n el 1918, diminuisce aneor a a 8..4t 4 11d l !ìl!J-20, ma poi risale a 11.147 nel 192 1-2:l. Si può obbiettare d 1e g ià nel mm e aneor più nel rn20 il se rvi7.io sanitario per la popolazione eivile era riorganizzato, eosì eh e il nume ro ùei morti per mala ttie delle arterie a v rebbe dovuto fin d a allora aume nta r e, se la nostra ipotesi avesse f·.oniRposto al ver o. L' obhi m1io11.e sembr a giustificata. Cr ediamo che solo in parte l'ipotes i i;l.1:i;sa g'iovi a spiegare l'andamento de lla mortalità per maJaLLic dol io arterie ; e r iteniam o di dover a g-g·i1111g-en · 11 11'.1.ltrn i;pieµ;a ;.r,io nn, f:he ci appare plausibile . Notiamo anzitutto ehe le morti por mal:itl,ie dPllt, a rterie no n appariscono aumentate, appariscono amli fortem e 11l.o diminuite uell'a n no dell'influenza . .I!: ovvio s11 pporrc c he f rn le persone d 'età matura e senile a ffette da arterioscleros i l'influenza non ahhia trova to una particolare resiste nza, anzi a b bia trovato eo.nJizioni propizie alla s ua di fTuRione ed alla sua leta lil.à; e che 111 olt i vecchi i quali sarebbero sta ti lentamente condotti a mor te dal g-1·u,duale peggioramento delle condizioni della loro eireola. :1,io 111 · i;iano s tati invece rapidamen te uceisi dall' influen za. Se eiò ò 11.v1·1·1111l.o nel 1918, la sdriera deg-li arteriosclerotici negli anni imn1P,:iali1,11·w nte SliCCessivi era fortem ente diminuita e no n poLnva daro 1111 eontingente di m or ti c osi alto com e q tLello dug li a 1111i pn ·,·,·d1 ·11l.i a l t9 18 . Indi i bassi numeri di morti del 1\119 e de l 1\1:!0 . ~In di 11mno in mano che nuove r eclute .: ll111is1·0110 ad ingTOsH11,rn la Mt·.hicrn, anche il numero d ei mo rti l.ol'lln a erescere. Esamina11d o In diHl.ri b11zione dei m ori.i pe r gT:111d i di visioni ter ritoriali, s i ri l.rn v:1. pn:i;i;'a voc·.o il m cdci;i 1110 :111da111c11l,o nelle varie parti d' flali a: do v11 1H pu: d iminu7,io11e <kl 1111111oro de i morti


MORTALITÀ E MORBOSI'l'À

284

nel p eriodo bellico, dov11nq11n maggior diminuzione nel 1919 e nel 19:W, dovunque a111ne11l.o nel 1921-23. Anch e questa uniformità conferma l e nost ri: ipote8i, che, per la loro natura., dovrebbero valere per tulfo Il' r egion i e non soltanto per alcune di esse. N u11u.1•0 as.olttto dei ,norti per malaUie delle arterie

J !) I ti 1!Il :, I !l 11; 1!11 7 l !) 18

JVU)

1920 19:H 1922 1\/W

S«tlt:11lrio11e

Oentro

Mezzuyiorno

Isole

6.050 6.314 5 .720 5.666 5.202 4.765 3.934 5.145 6.213

2.397 2.535 2.180 2.275 2.240 1.877 1.692 2.482 2.705 1.9!)8

2.400 2.137 1.976 2.IG9 1.833 1.757 1.599 2.195 2.5L8 2. L54

707 730 688 723 673 612 612 693 827 71n

5.4U4

40. 11 numero dei morti por anemia, si rnfl.nl:in 111, rdal.i vam eni.e alto in tutto il periodo bellico, 11111, 8IW1'.ial111 011l.c 111'1 1!) 18, nonostnnte la diminuzione dellfl. popola:r.io111' i111'a11li l1· d11· g-li offre i l m a:-;si 100 co111.i 11go11 tc. L 'n.111110111.o dal I !11 7 a l I !J I H I': l'orto in t11Lt1: 11: r og-io11i (eccct.l.11nl.n In so la l\11 si lirn.1Jt, du,·1: Ri ha una dimi1111 :r.io111,) n :<i l'Olkg-11, t'. 011 l'qiid1 ·111i11 i11ll111:11:r,iafo.

f\1111111 ·1·11 m1H,d11!0

S,•ll,·,,t,·,.,,,,i

l edia

&OOU&

HJJ1. 19l!'i . 1916 . 1917 . 1918 . 1919 . 1920. 1921-23 ,

( ',·ulro

:i.:~!)!"',

!)80

,t. H 11

l .:!71.

Cl:!(i

I .2L8 1.015 1.555 1.051 1.190 769

:i

(;((i

'1 .7H:1 ,1.:,0:1 :1.8 14

2.5,J7

df:i m.orU pm•

(ltje,nia

Mezzoyiorno

Isolo

2.712 3.315 3.283 3.253 1.324 2.721 2.717 1.938

2.256 2.620 2.8i3 2.420 3. 148 1.893 2.311 1.408


X l - CAIJSI!: Dl MORTJ•: l'.l!:l{ RIWlON l

::!85

Il H<>lilo <·011rronto della distri buzione dei morti pe r Lrimei11clicn un'ceccucnza di 3 a 4 .000 morti sul 1101·111ah\, 11cl peri odo dell'epide mia iufluenziale.

1-11 ri

l917 1918

1• trimestre

2• trimestre

[Jo trimestre

4• trimestre

1.822 2.296

2.232 2.300

3.06::l 4.102

2.226 5.114-

Aneora nel 191\J e nel 1920 il numero dei morti si mantiene 11.hha.HtJmzn alt.o. Ma nel triennio Hl2 1-2,I, n onostante l'aumentatJt popolazione infantile, discende in tutte le divisioni territoriali ad 11n liven o molto inferiore a quello d' anteguerra. Diminuzione l.n.oto più notevole in quanto non si tratta della r ipresa d'm1a lnndc1w,a g·ià m anifestatasi prima della ~uerra, bensl d' una tende 11za. IIIIOVH.. 4- 1. l.l11cl l1,L del mara.smo senile 6 una cn.t.ego r1 a tc nt.nt.rice per il 111< cli <:o f're l.loloso c hiamato a ll'aeeertame 11to dd la 1:auHn. di morfo. Se eorris pondcsscro alla veritA i dati de ll e 81:atistidic, in HC88un'cpoca come in quella della. g-uc rm 8iu·eubero s tati n umerosi i longevi, riniti per LrauquiJlo c:;aurimcnto del eielo vitale . I~ prol,.ibile 1:.he inv eee l'apparente aumento sia derivato da cre~t:rn1l.e inesattezza degli accertamenti: parecc:hie migliaia di morti por 11ml11.ttie del cuore, delle arterie, dei polmoni, cc1:.. devono 1'HH('l'II Htatc comprese in questo gruppo. Co8l specialmente nel I!Il .4, 1111110 in c ui il disordine s usdtato dall'epidemia infiuenziale lta •·oiworxo a turbare ancor più g-li accertamenti delle ci:i11se di 111 orl.<·. <lo11fro11t iamo la distribuzione per trimestri dei morti ne l rn t~ , ·011 q111'il1t dei morti negli ultimi anni precedenti. M c t1 i11

/o tri,neslre

2° trimestre

3° trinteatre

4 11 l1·i11tt.::tl1·,:

l G.84-9 1lì .G70

10.64-2 11.355

10 .676 13.8 1:1

2:J.8 17

,-11 1111 ,t

1914-17 1918

1,i _1r,a

Da 10 a. I ~.000 11101'1.i in più devono 1:xxnrn cl e ri vale thl1' influenza.


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

286

Sia vero l'aum enLo, o sia in gran parte apparente come noi crediamo, è cer to die esso compare in Lutt e le regioni . Riassumiamo i dati sulle m orii 1w r 1;ra ndi divisioni territoria li. N1nnwro assoluto dei morti per maras11w senile ,','r'fl1•ul,·i1J1u•

191 11 1\J I:, l!l l(i l'. 11 7 l!II H 1!1 1!1 1\)20

rn:n 1922 192'1

17.701.i l\l.77G 18.725 l\J ,356 :"J2.o92 21.046 L7.G!:J2 17.692 19.044 lli.658

I I

Centro

6.966 7.964 7.959 8.747 10 163 8.272 7.200 7.178 7.986 6. 8()0

Jl!Jezzugiorno

I sole

15. 336 17.256 17.319 18.579 22 .493 18.503 l G.277 l!i.946 16.404 13.787

7.5!:J4 8 064 8.433 9.'171 I O.GO? !:l .J5o 9.15 1 8.74G 8 .1302 7.613

L a urusea diminuzione delle mor ti attr ib uii.e n ruarnsmo senile, ehe si 088cwva, nel Ul20, dopo l'e,m1wirr1tmto ùella _prima o rrmggi oro omlakt e_pidemiea cl' in lluonza e do po lu riorg-a.nhr.z:izione d el RP-r vizio :,a.nitario civile, la a ppar ire li111dala l' ipolt-:-:i d ia.11:c.i rr-;poi:;l;.1, i11l.o r110 a lla ca.11:c;a dc ll 'a.11111P1il.o cl, ·i 111orl.i 1w;.sl i :i1111i ,la l I!li :1 al I!11 !I. -I ~. I,,. pri1 wipa li 111:li11.l.l.i•· cl, •ll':i.p1 •:1.r:il.11 re:-:piratorio hanno f.111.!.1· :-:q.;-11111 0 11ol.,•1·11li 1111 111 <' 111.i ,1,,1 1111111,· ro clt•i mor ti nel periodo lwllil'.o.

l J:: l:ro nt· l:i! :·

:H· ;d :1, fH 'iì c lH"

M•·Plµ;a l, ì, rn aggior parte delle sue

vittime ,w lle d :'L i11f:111 1.i li, l:1111.o 1111·110 rappresentate quanto più ci si a.llontaua <1 11 1 l\ll f, (i11 t,·111pi 11o rn w li tre quarti dei morti per bronehite ae11ta <' r:1.110 d'l'i.;'i. ittfe riore ai 5 anni), segna nel 1915 o nel 1016 nu111c ri prog-rc·:-:~ iv::unente cr escenti di morti. Il regr esso del 1917, i11 pnrk :-:1·111plice conseguenza del minor numero di bambini r :-:i:-:f1 ·1il.i, i11 pari.e derivante da mancanza di i

M ancano da ti per i com,mi invn.s i.


X l - CAUSI~ DI ìVfOR'.rE PER H l!:GLONl

287

11nl izio p<' r i eorn1111i invasi, è seg-ui to da 11 11 p iù l"ortn a g-gTaYa11111111.o di 111o rta lit:\ 11cl 1918, il quale, come abbiamo del.I.o a lt rove ( png·. '.è! HJ), dipende principalmente dall'epidemia innuP11zia le. N,· lln regioni m eridionali, dove già infieriva più largame nte in 1.,·111pi normali la brond1ite acuta, l'aumento di mortalità. è ma.:;1-(io rc : dal 1917 al 1918 il n umero dei m orti a umenta del 54 ¼, 11111111.rc n elle r egioni settentrionali, meno eoJpite da questa ma.bl.tia, l'aume nto è solf~1,n to d el 30 "f.. Nu,ncro a.soluto de.i rno,.li di bi·onchite acuta

1!)14 1915 19 1fi 19 17 I HI ~

&Uentrione

Uentro

A{t!ZZ(>giorno

I sole

12.297 rn.817 15.781 11.574 1 15.101'

5.148 5.448 5 991 4.896 6.552 3.924,

13.789 14.719 15.lì05 rn.8fl2 21.H72

6.369 6.968 8.681 6. f,68 8. 107

11.0::G

.1.c:·::1

,UWo

IO. !!134.

3.4844.171

10.(i7::! 1~.~iu

3.58G

10.f,3::I

f1 .2HH '1 .3% :>.023 4 .472

rn i !)

10 A 3B

1~Ji0 HJ21 1922

10 233 9.109 10,ll\;l 8.426

1923

In t.utte le divisioni tcrril.uriali il numero dei morti Regna f'orl.issima diminuzione nel 1919. Non ostante la ripresa deJle 1i:11w it.c 1 1i il consegue nte a umento della popolazione infantile, il 1111 1, wrn d ei morti si m a ntiene molto bas so a nc h e n egli anni suc1·p:,;:-; il' i. I l 1iumero m edio annuo dei morti n el 192 1-2/1 è inferiore 11, q,wl io d..t 10 14 di 25% nelle r egioni settentrionali, di 27¼ 11 c·II<· c·,·111.rn li, di 19 °lo nelle m eridionali, di 28 °lo n elle i ns ula ri. Chn q ,wsf.:,. di111i1111 zione sia in buona par te r eale (e non sol tanto ap pn.rc·11I.,·, , ·irn,. d,·1.cnninata da minore rappr esen tanza delle dà i111.'ai1til i 111'1 <101 11 ,-g11c1Ta in confron to all'antegue rra.) p ofn· ,110 d im osf.rarn pi 1'1 11,1·11,111 i studiando la distribuzione tlni 111o rl.i secondo l'el.'i.. 1111 a

i

Mancn.uo dut i 11111· i

,· on11111i

in vn.si.


MOH'l'ALITÀ E MORBOSITÀ

288

La bronchite c ronka, più frequente causa di m orte n elle età senili, non mostra. /;"rnndi a umenti nel numero dei decessi, fino al 1917 ; però, attrave rso sensibili oscillazioni, sembra pre valere la ten denza :1.'w e11d e nte ne lla maggior parte delle r egioni. Nel 1918 si osser va un deciso a umento in quasi tutte l e regioni; il maggior a.111nc 11i.o re lativo si ha nelle regioni centrali. Nel 1919 il nume ro doll,i 111orli diminuisce fortemente dov unque; la dimin11 zio11 e <·.0111.i 1111a noi Hl:dO; n el s uccessivo triennio Hl21-23 il n11rn1 iro dc ll<i m ori.i per bronchite cronica fri mani.iene in tutte le g- rn 11di divi,.;ioni Lonil.oriali m olto inferiore al livello d' anteg-11nrra. 1:: :-prn·.ia.lmente notevole il mig-l'ioramento nel Me½½ogforno o 11e ll o Is ole. N1.,mern a.uoluto clei 1norti rrnr bronchite r.rrmico,

SetlP.nlrione

19 1'1 Media ann11a

1,11,. ""''"

1918 1919

2.633 2.993 3.562 2.884

U)20-2:l

2.273

1915· 1'1

l'enfro

Mezzogwrno

!, ok

l .Oll9

2.949 3.11 6 3.:,93 2.776

1.252 1.277 1.478

2.1 :,8

82!.l

1.051 1 571 J.1 6:, 8!)~

1 . 11lì

No11 ,.;1·111 li ra a11d:u:1i l' ipnk,.;i 1·.IH \ il 1·,·1111/i.~ti operai.o dall'(ipi1k111i:i. i11ll1w11:,,,i;il o <i«-1 l!JI H- 1!) l.rn, lt , 1H·r1-10 1w a 11 zia11e affette dn. bro 1wlii l.1• ,·rn 11i1·;i. n l.J ,ia 1·1111,·orno 11. di111i1111irn il numero dei mo ri.i 1wg li 11.111,i 1-111,..-,·,-.H i\'i. ~111 i11 pnrt.<· la di111 i1 111¼ione può essere derivai.a da 1111.r•· 1·ir1 ·.,sl11 11z,·. La pol111rn1il.1 · ,· nq,:i!,· (.-!11· 11orn1:tl 111c11 Lc trae poco m eno d'un quarto delle s 1w vilt.i111,· d11i g nippi cl'eL~t sotto 5 anni) segna aumento di mo rLi ne l I !I I ti ,. 11< ·1 I !11 7 ne lla maggior p arte delle regioni; m olto ma~g-io n ·, .. g,·1wrnk, a umento nel 19 18. La broncopolmonite acuta (clHi 1H ,i ;.;T11ppi .i nfantili s uole falciare ima m età dei suoi m or t i) a 11nru 11l.a :i.11d1'essa il numero dei decessi in quasi tutte le r egioni, 1101w:-l.a11le la diminuzione dei bambini esistenti. Nel 1918 l 'aum c nlo ù e norme dovunque: il numero dei morti è più di due volte e me¼za m aggiore di quello del 1914.


X l - CAUSE DI '10RTJ~ l'l~lt REC ION r

289

l1À:co i dati s ul 1111rnero dei morti per polmonite <-r11pale e per l,ro 111:opolmon ite acuta, distinti per grandi divis.io11i te r r itoria li. Numero assoluf.o dei m.orti p er polmonite cru1w1" e bronco-polmonite acuta

1!)14 1!Jl5

1916 1917 1918 l!Jl.9 1!)20 !!12l J.922 .1!)23

Settentrione

(}entro

Mezzogiorno

Isole

29.075 35.433 35.667 31.282 68.Q;:lt) 33.39,t 34.392 28.637 31.!H.!2 26.979

10.752 10.967 11.982 11716 26 372 10.412 11.869 10.599 12.0!)2 10.354

22. 137 22 268 26.2:W 21.605 62.231 23. IOl 25. 829 18.973 2,1 .680 2 1..557

9.5ti5 9.083 11.622 10.689 20.821 9.511 11 .637 8 .595 10.743 9.114

I

I

Aneorn nel 191fl e nel 1920, in corrispondenza c on Jc ma11ifosla~ioni epid emiche dell'influenza, il numero dei morti rimane rrnperiore al livello d'anteguerra.; ffli.l, poi diminuisce nettame nte. Nonostante le nuov <~ onda.te epidemiche d'influe nza, c1sso si mantiene, negli ult.imi a nni, ad un livello poco differente da quello prebellico. Dal l 9Hl-14 al IH21-23 il numero medio a11 11110 df'i morti per polmonite crupale e per bronco-polmonite 1u:11 l.a varia: da 30.162 a 29.203 nel Settentrione, da 10.659 a 11.015 11d < :<·111.ro, da ~1.706 a 21.737 n el Mezzogiorno, da 9.792 a 9.484 11<\ll c· 1:-: .. f\\. ln rapporto alla popolazione, il numero dei morti è <li111 i1111i l.o a nC' hc nel Centro e nel Mezzogiorno, dove in cifra w;:-:01111.a a pparc leggermente aumentato. N<·llt- rq.;-io11i 111cridiona1i, ove s uol essere massima la rrnque m,;a d i q1 1,·:-:l.c\ malattie, si osserva il più grande n1111wnlo relativo dd 1111111,·ro dni morti dal 1917 al 19 18 ( tr-,,1¼); :;cnsibilrncnte 111 i1wn· ,\ l'a 11111cnto relativo n elle regioni :;cl.l.<·11trionali (117 %) e <:e11 l.rali ( l~li "/ 0 ), ov'csse meno inlicri:-:eo110; min-imo 1 Mancano dn.ti pe r i G . MOllTAU,\.

coir11111i

i 11 vnHi. 19


MOlt'l'ALl'l'A E MORBOSIT A

:!90

neE<J isùle ( 95 %), dov<' la li.·eqw'nza norm,\ìe è pi.!ì'e s uperiore a lla media del Reg-110 . Il numero ùci 11101'1.i p(·t· pi<'nriti sale ininterrottamente dal 1914 al 191Pi, eo11 1111 kusrn sa!(,o fra il 1917 e il l~J l 8 : il movime11Lo i, 1·.0111tt1w :i •j11asi l:ui.tc le regioni fin o al 1917, a f:u U:n, esclus o il V, ·11 <'10, d:il I !117 n,1 ID18. L'aumento relativo dal 1917 al Ul18 i, dl'I :> I 0 / 0 1H'lh, l'P.gimri sdteHtrionali, del 20 °/0 nelle nwri dio11ali. N,·1 i !)I!) il 11u rnrn:o dei mori.i rlimin1 dsc(' ; diminuisce 11,11 1·ora 1wl l'.l~O, rii.ot·1 11m(lo al livello Ll'auleguerrn, da! qua.le :,;i d i~:r·.~ ~:-:t:?. :--:~~~i~·. ihi hi!~·ii t~~ 11t più soltanto IH.J l!J:?S?, ]ne1!trc !?.t~! 1~)21 ,. 111'1 1!1'1 ;\ ri11 1:1.11c• assr:.i v ic ino ad e,mo. In rn r-dia a 1rnu11., il nn·1111·!'0 dei m ori.i per ple urite era stato di 2 .797, os:;in, di 'i8,f> per !.000.000 di :tbit:inLi, 11d 1\H3-J 4; passa a ~.940, ossia a 78,ii pnr· I .ono.ooo di abitanti, neì l!J2 1-23. La variazion e è minima. 1\ 1td1e o:,;;1rni 11a.11do i dati per diviRioni territori a li, n on troviamo /4'!''.'.P!:!i V:U'!?!?.i1J1 '.i: lii! l .:'':! ! ,!, l.Y6i1 w·l s,,jf·(' p i]·i 0ro r-, r!:-i, ,1g2 !l 444 tiel Ce11lro, ua 77'7 a 7'i(j rrnl lVf<' zzogiorno, da 417 a 4f>5 nelle l sole. l ,0. p1·i nei pan impressio ni (l' in::;i('lll (' (·.I w ::i pos:-:0 11 0 ri c:avarc

dnlla p1·rn,c•dnnf.1• u:-:posi z;io ll('. ::;uli1: 11w1'1.i

IH'f'

111,il, tfti , · dPl l'appa-

r nl n 1·,,s pin d.11 ri o so110 q11;1Jl:r" : la ,! ,.,11,• r:il, · l., ·11 d,· 11 ·1.:i :ill' a111111\1ii.o d(·IJ., 111<1rf.i

111:i IH 't·iodo lidli t·.o ; In ,~1·111•1·,il,· i111pu11.(;11za dol-

l";i 11 1111·11 f.o da l l\l l 7 ,d l!)lf< ; la 111:1 1.:;g ion· i11f.1·11siU1, di quest'au11 1(•,111 0 11('11(' n·,.;·io 11i dn v 'pr;i. gi:1. p ii', ;rii.a la 111.ortalità per le rnal:i.1.1.in i11 1·K11.1111 :; il h , ·111 ·1·11.I, · r ii orno nl 11onmtlc negli ,1,nni dal I !l~ I :i.I I !l:n.

l'o il'l1<': i'a111111 ·11 l.11 d, ·11,· ,,,.,r1.1 dal I\Jl7 a l 191 8 è, in parte prepond 1·rn11 l.1·, 111 :111 i1', ·sl.:1·1,i"' 1t • od d'i'cUo dell'epidemia influen:,:iale, la prec:e1fo11l.1· o ~.:-i,·n·:1Y.io11<· l'i s embra eontribuisea a recare

un po' di luce s ui l'nf.l.ori dl'il:i, lrn:a li z:1.azione geografica di tale e pidemia. Abbiamo v isi.o v l11, ,•:-:sa ha inJìerito maggiorme nte , in generale, nelle regio ni do v',•rn più diffusa, anteriormente, la comune influenza; ag~i1m,;ian1 0 ora che ha trovato più fac ile campo <li espansione dove ln 11111lal.f.ic acnte dell'apparato r espiratorio s olevano essere più frcq1w11f:i e più micidiali. Qual<:he con ferma


X 1 - CA lJSE DI ~Wl{'l'l•: l' J,; g J<YC: !ON I :i

l:1 k

291

oi,sc l'\ ';t11io1w se mbrano r ccaro i <:011frotli.i i 11L<·1·11:1 Y,io11ali ;

casuale Ja, m aggiore violcmm dcll' q,id,·111i a 1J<' lla nonrw.lrncntc ha m1';;tlta m ortalità pel' rn alalJi <' ;i ,·111,n d,· ll'a pµ arnto respiratorio, nè la minor v iolenza n ella Ul'1·111a11ia , . 11<d l' Jn g hiltc rra, e h e l1 am10 molto m in or e proporniouc d i 111or l i JH' I" tali nrnlattie. Per meglio lumeggiare gli effetti dell'epidemia infl ue117,in.l<·, 1·0111.parer e mo la distribu:i;ione per tri mestri dei morti nel 1918 <,oll quella dei m orti nell'anno pr eC'.edente. Non conviene estendun : il (;011fro11to Ji iù a tl did1 ·0 11d 1.empo perd1è ia eornposizion e per nt.'1, rl0 lla popola11io11e era troppo diffcrc11tc da quella del l !ì] 8, a 1uw in e ui sono searsmncnte rapprc,;entn,ti i g rn ppi d'età in fantili, m ol.Lo colpiti ùa qu este mala.ttfo. 11<1 11 t': ('.<Yrtan1<:11t:c

S p:1;.;·11a, die

111 frim,e~lr,.;

llr onc hi te \ rn17 a c uta. I Hl18 Bl'on c l1it e I 1017

.I

I~l 18 1:'o lrn o 11ite j 1H17 c rupa le . . . / l~JJ 8 ll t'Ol!CO-pOI • \ 191.7 monitc acuta ( J!J1 8 Ma latt i e ) Hl l 7 tl<·l!n p lc L 1r a 1918 c roni<~a .

14. 70;l I.0.89fi

3.09(;

vv,,

12.32;1 J 2.182 l.(i, 104 13. 224 881 891

;Jo f-ì"i'IIÌct!l'·:l1'tJ

8.577 8.~ 77 1.878 J. 7(i2

h'f> h··i nw.v/,i·,:

~l 0 lri11w~ln;

fi .:,28

8.08 1

IO.I 1:1 1.'.lm

'.l I .C77

1.lìf>ti

U.77'!.

r,. l DB

JU.\H8

16.438

~-~r.i

5 .60.1

10.750 \!12 1.049

19.446 754 1.091

2. 11 8 1.1 l 7 ~).(ì30 37 . 727 9.817 5G.478 790 1.617 1

I .':u 11rwnto nel numero delle m o rti connesso co11 l'epidem ia i11f l1w11i1ia k , 11 PI secondo sem estre del 1918, s i p uò s timani a

l G-20.UOO J><'I' la bronchite acuta, a 2-H.000 per la broudi il.n <'.ronka., a :;r,..10.000 per la polmou ile erupalc, a 55-uO.OOO 1wr la b r onco po l111 <111iJ.,, a c.11 ta., a d un m ig lia.io per le ple uriti. S o 110, in eomplcsso, da L 10 a 120.000 morti in p i ù. del 11o r n 1;1,I<·.

43. TI 1111 111 1·1·0 <l <·i 111 o r Li per nmlattin d 1d lo ,.;Ln 111 ;1,<·,1, oseill a, durante la g ue rra , <' 111,rn li 111iti non m olto ;1,111pi. l' rcva.lc, s p e cialmente nel ~etl(·11lrio11\', la tc·11dc 11i\a. a lla d i1ni1111:-1io nc (conse-


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

292

guenza. della decrescen te~ popolazione infantile), con qualche eccezione. Nel 1918, però, si osi;erva un aumento quasi generale del numero delle mori.i, d1c è connesso con l'epidemia infiuenziale, come appare anche d;i.LJa, distribuzione per trimestri: Jv h'iuwslre

1917

20 trinustre

1.930 1.800

1!) 18

1.733 1.801

30 trimestre

4° trinielltre

3.063 4.026

2.188 3.576

IJ 11'c1'.1·.e dn11za <li almeno 2.000 morti sembra doversi attribuire a ll'epidem ia inlluenziale. Nonostante l'aumenlo del numero delle nascite dal 1920 in poi, il numero dei morti si mantiene fortemente inferiore alla media prebellica. Reco alcuni confronti, per grandi di visioni territoriali, fr11> gli anni più carnl.Le ristici. Nu,nero a.•soluto rlci morti per 11wlctUic dello stomaco

Nodi• ,nnn•

Medi11 IUl lltlll

f «•lf-

Settentrione

Centro

ilfezZl/fJionw

I !li ,1- J 1-

4.342

1.860

H.3611'

I.I 11 '.J:l,J

2.!MI

I !117

!..!. !J2:ì

J.G8G

1!1 18

-1.~!):\

l.'170

a.:i81:l

l '.l l !i

:J.017

70!)

:.! .:,8!)

I !)2~· ~:i

:1. 1 IH

7:.!7

0.024

1.952 1.257 1.308

I

J <:1H1fro11l.i ri vl'.!11.11 0 <"1111 il M11i',ilO~iorno partecipa scarsamente al la di1r1i1111 i',Ì(>1 1(1 dd l(, 111orl.i nel periodo della natalità decrescente, cd ò 11111,;.;J;·i(1r11H,11i.(, ('.Olpilo ti.al rincrudimento della mortalità 11el l!JI H. i\1wll(' dopo la g uerra, nel 1922-23, mentre tutte le altre parti <I' Italia sl·~11a110 un forte miglioramento, il 1\foz,r,ogiorno ha u11 1111111c ro di morti fortemente superiore a quello d'anteguerra.

' Mancano dati pe1· i comuni invasi.


XI - CAUSE DI MORTI~ l'li:R J{F.QTONf

293

44. 11 11umcro dei morti. p er diarrea, cd e nl.<irito <:lie pure ,;011 forniti prevalentemente dai gruppi infantili - 11011 1.ondo netlrnnente a. diminuire in nessuna regione: in tal11111:t, a,w.i, t<'nde 11cttamente ad aumentare, fino al 1917. Dal 1917 al 1!)18, poi, s i oHHCrva quasi ovunque un forte aumento, eonnesso, a lmono in parte con l'epidemia influenzfale. L'aumento relativo dal I !l L7 a l 1918 è massimo nelle regioni centrali, minimo nelle insulari, come appare dai seguenti dati. Nunie1·0 assoluto dei morti per diarrea, euter·ite, tee. Settentrione Oe1ttro Me::::n_(Jiorna isole

Hll3 1914 1915 !Hl6 rnl7 1918

26.075 :\3.9,J,t. 31.290 25 32(\' 30.Gf,1 '

31.171

12.1!)5 !).507

11.341 12.354 !).122 13131.

23.485 23.943 27.855 2!J.!J67 25.6!'>2 :1:1. 7!)9

-~~1!)

:!-1-.0-11

8.2,16

2~.1sr,

1mm

29.ii7G

2>L80!l

1~)2 1.

34.905

lf/22 1923

27.850

10.4B6 11..1 8 '1 9.fi:,R 10. 373

3::l.509

13.343

12.5[,7 15.628 lG.!>23 14.079 15.586 l.0.1[)1. 1'1. :2211

~7.:i21

14. 74:1

2,,.0-rn 24.!J(i(;

12.:,71 HU,9 1

Trnttanùosi <.li una caui;a (li morte specia..lme n1.e caratteriHtic:a delle età infantili, non crediamo opportuna una più particola r<' analisi. dei. dati regionali, che solo mediante la suddivisione ci<·III· morti secondo l'età, in ciascuna regione, di.verrebbero fon 111d i d ' isl.rnl.Live conclusioni. Purtroppo le statistiche italiane non 1·01111·11;..;11110 I.aie s ud.divisione, per Ringole cause di morte . ,\d ill11:-;l.razione dell'aumento della mortalità n el 1918, eor1l'ro11l.i:i.1110 la distribuzione trimestrale delle morti avvenute in tal.e anno <·011 q11dla dd. 1917. I"

l !H7 l!Jl8

t

trimestre

'.1.72(; K.H71I

2<J triniestrc

/]o t1·ùne.11trr.

11.018 11.1!)1

31. H!)

Mancano da.ti pcl' i nomuni iuvn.Hi.

43.6:l!l

,,.. tri,nr,..,t,,-,: l!J 18/i ~'.1.760


MORTALITÀ E MORBOSITÀ.

294

Da 18 a 20.000 m orti si posso.io attribuire ad effetto del-

l'epidemia inA uenzinlo. N el 1919 il numero dei mor i.i è in t utte l e parti d'Italia molto basso, sopratutto p1ir co11 segucnza della ri dotta rappresen-·

tanza delle eth i11 li1.11t.ili 11 <·1111. popolazione. Con l'aumento nel numero dei nal.i, 1·res1· t: a11dw il numero dei mori.i per queste malattie; ma l'a1111w 11lo del 1D20, quello del 11:121, quello del 1!)23 sono a.1lt'.l1 e tlo v 11t.i i11 pa rte a più micidiale azione delle malattie slrn;sn. I )n.l U) 1:1- J4 al l!J:>.2-23 il numero medi o annuo dei mort i a 1111w1tla da '.!H.G'.:!:I

;i

30.G7() nel 8Pttentrione, da 2:1.714 a 25.022

111d Mt·1/,zogi orno, da 12.!'.JfiO a. 13. l [H n ell.e I sol e ; diminuisce da I O.H:11 a JO.OW nel Centro. ln molte regioni la g uerra semhm

av1·rc laseialo eome stra;;d co un sen si bile aggrav a.meni.o del la. 111 orl.al il.à per queste form e morbose.

4/J. Non c i f'crrniamu a commentare

dati. regi onali sulle

morL1 p er uJm,Lile e 1:irrrn;i PJm l.ic,L, elle in g-e11cr ale l lurante Jn.

g11c1Ta rn ostrn.110 11011 :LUJ J) Ì l' oseiJla:i.:ion i, se111/.;t chT ika Lt:111Je 11z.1, as(:<'nrl01tl.0 o disce11dc11l.l·. :-al vo 1111 S<' 11si hik .1g~r;i.y;1.111c\11i.t> 11 \d Mt'ZZO/~i on 10, ud 1U18. Dopo In g-11<\l'l°.1 a11 111t·11l;i. li1·v<·.1111 ·1il.(\ il 11111111·r11 tll·i 11 1ori.i 11c i ,'id,lt•111.rio11t·; tii 111i 1111is<·1· l1·11 i.rn, nd

,,.,i (

:\l ,•r,1/,n:·:i11r1 1u t• 11<·llt' !sol<': l\ >1·s1· q 11 1·sl.;1 tli 111i 1111r,i,>111· 11011 ù i 11diJ><'l1<lt- 1il.1· tl:1 ll;i rid11r.irn1<· ;1.,·v1•11 1i1.:1 111'1 <·1 >1 1s111 11n dt'I vino. 1,:cco i <lali J>t'I' al<-1111 i 1wriotli t.i1>i1·i.

riiodia

l!odi•

u.11111111.

annua

,\',fln1fr11111,·

( ',u/1 '0

l !li;;. I ,I

"!. 1:;.

·,:;o

1918

:!.O..! !

1921-:JR

::.1 1:::

7,,1; (j'.)7

1lfr.zzoaio1·no

f RofP.

1A07 1. 628

800 7!:10

1.201

G27

4U. Quant o a,lln 1110 1'1 i J>t·r 111ala.ttie d ei. r eni, v ar iano anI!I i 7, ma c:011 preval ente tendenza a,U'aume nto: aument ano 1,oi l>r11:-;<·atr1011Le nel 1918, in corri sponch'esse lentamente fino :li

denza con l'epidemin. i1ill1 1n11:t,iak, specialmente nel Mezzogiorno


295

X l - CAUSE D1 MOl/'1'1•: l'l•~H. HJ<:UIONl

(da. li.:i\)7 , L 8.0u7), m a a nc he ne lle al L.r n parti d ' 11,i.lia (da :>.7f,f> li.GO,~ n el 8cLt.cntrione, dn 2.730 a o.~:-:l8 ,wl C,·111.n, da :J.8G8 a L1.HG6 11clln faole). L'osa.me della distribuzione ddl, : mo1·i i p<:1·

:i.

l.r irnestri eonduc e a d attribuire all'epidemia i nfiuci1:r,ial<: 11n

1'('.-

1·csso di 2.500-3.000 morti.

~1 c d!n. u nnun.

1!)14-17

•!.860

:J.796

1!)18

5.107

4.073

3.l:i91 4 . 849

4.7fì2 6.74.(i

Negli anni suc <'.1~;.;si vi ,Ll HJ18 s i l'itorna a eifrc pc>1:11 differ enti da quelle d'an l.('gT1nrra, senza variazion-i d egne <li 110Ut udla. di sf.rihmr.ionc p:cop;rntica delle m orti .

,17. Il pn;:;B·iora nrnnto n elle co1tdi ,1ioni de!l'ai:":i~:Le11~1a ~·.;1.nil:1ri:: alla. popol.i:,,;ionc civi le, e l a. d<:pn::,;:,;io1w lll'l l.1·11ur <11 v ii,.!,, s• v cln110 i11 rnoll.c rt 'gio:d fi n o dal J \ll(i,

.i.1( 1a. \·1·.-.

o

1';1.111111•11!0

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d,,!!a

il 1tu,1tnro ,kllc. clo 11;1<: 111or!.(· JHT (' On :;c~·w·111.;;. d iretta ddl.i. mf'ttcr11ilù (<·.ioù p<·r f'<'i>lll'(' jHH'rp:!r:1k 1•d all.t·<· ina.laLtic od .wdclrn1ti <ii g ra.,·id,.11z.1, p,tì'lo e iJtt1..:rp<·,;o ì <1 il i1 u,110rv dello nasci!.<: ( uni.i ·vi v i e nu.t.i tllor,i) ; nl'I 1!l17 il r i u.im divie.n,~ pi1'1 forte e pi ù gem'rnk; aiwor più gTavf:, nd a88olntamon /.e f;f)w·r.1.I<', nel 1 ()18, eol t·o11cor1-10 clofat e pidemia. infl nonziale. L a cl i111 i; 111:,,;iono degli anni tlnl 19 19 a l 1H~3 è anch'ct<sa comune, ;. I 11 1.1<- I,, n,µ;ion i, eorn' è a tuito c om1 me ln r ioq-;,tniz,za.ziorn: doJl :1:-'.::i: ,,.,,:1.• 1. s :~!l.i.l aria, e il mig'li.ora.me ul.o <lP-1 t.cn or di ,·il~1.. 1:1fi 1·1.11110 a l<·Hni dal.i 1wr i ti·o a1rni dal 11)16 al f! lfH, i11 proJH1ri', io11c: tra

( '.Ol 11'ro 11lo

al l!>I :!.


29G

MOH'rALI'l'À E MORBOSITÀ

e p,1·

Piemonte Liguria. Lombardia Ve11cLo l~milia ,-roscri11n

Mardw . U mbria. Lazio Abruzzi Campnnia Puglic l3asilicata Ca.laùriu..

Sicilia Sar<l(•g·na 118 .

Don11e ,no1·le per feblrre puer,p,ra/e aUre ,nalaUie di nravidanza, parto e puerperio per ogni 100.()()() nascite /912

1916

1917

1918

2!l(i

317 331! 310 230 321 273 243

440

229 231 223 311 227

31G ::!37 278 228 248 27G 23G 313 200

306

284-

4Jl

216

208 1!)7 247

2&3 211 281.

;H~:>

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23:,

220

;)g(;

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259 22$) 163

21!)

239 268 196 JJOI

I

280 370 287 I 349 331 '339

44 t

417

226

3&2 431 285

268 176

11 n;rnwro dei mor i.i per :,;Hìlidt· dil 11i111tis1 ..- 11l'll.a1111;1tle,

dliranl.o la g-uc rra., n elle l'q.;·iu11i 111c1·i dio11ali ,·ol i11,;11bri ; o:-a ;illa 1Hd In ('.(\11/.1'11,I i ; 1'.n:s1·.c 11nl In sd.tc 11i.l'io11:1 I i, , I,, 1·1· so110 c;onc:cntrate ~ randi 111:1ss1i di l.n 1pp1· opt \l':i.111.i e\ I P1Til11ri: tli . I dati sulle morti 11011 d:i.11 1111 1'111• 111111. 1'11llidiss i111 :1 id, ·:1 1lt-~·li (·fldl:i della g uerra

;;u lla diff11sin11,· ddl11. Nililid,·. No11osl 11,11I.,· d11·. 11c l pBriodo bellico

'la malal.l.ia ,;i sin i11ol1tlol,i:111wnl.,· l'""i'" ~al.a J.Jit't che in tempi nor-

mali, gli a1111i XU('('t'sNi v i Nt·g-11 :1.1111, s 1w1·i:1.lme11le nel Mezzogiorno e nelle Isoll:, 1111a li,rl.,· d i 111i1111 1/,in1w ddle morti. Può darsi che

il pronto ricor::;u alh: (·11 rc • s 1>1·1·iliclin e il prog r esso dei procedimenti terapeutici abl>i;1.110 pii', d11\ eompensato la diffusione del contagio, attenuandone gli dldt.i.

1

]~sclusi i comuni invn.si.


X [ - CAUSI~ DI MO l{'l 'E J'lt:lt m,;rn ON I "f\T1.1.mc1·0

Motli•

1914 1915 1916 1917 1918 annua 1919-21

ottsoluto dei

111111·/i

297 'I "'" .<1i/ili,fo

Sctl6nl1~,i ons

C'cnfro

1t1°e~Z0,1/ÙJ'l'll 1J

445 478 520 546 492 423

368 361 349 386 310

8 11

320

739 699 665 600 537

!:ml,•

~70 2~1 2:,0 l87 185

160

Ml. La distribuzione geograftca della mortalità per pellagra 110n muta radicalmente nel periodo b ellico; intorno a ll'andam ento <li essa si vecln. q11anto abbiamo scritto a lla pag. 22!i !'>O. Non erodiamo ulile ria.<:Rmnere le considerazioHi, esposti' 11el corno iklln. precedente indagine, s 111l'a.ndamen t:o della rnortalit:h I_Hir singolfl ca11Re 1ielle varie r egioni. Soli.ani.o in podli r·a.si :-:i può r inss1nnn l'n i11 breve il ri ::1uliJ1,i,u cÌ,:ìi"i111·,·:-:Li ;..;·a1/,io 11,) a11aliL·iea: dire, per c::;empio, che sopratut'f:o il Mn:r.·1,o~ior110 1: le l solc han no r is1\11tito J'ag·gr:wanrnn t:o <lcl l:1, m ortalit à JH\J' ma la r ia,<' sono 81:at:i rlcvnstn ti dalle cpidcmi n di vai11olo fl d i tifo p etced1i:~k ; c lic sopratutto n Scttcntrion u lra visl o au in on1:arn la diffusione d n ll,t fob bre l.if'oiclr,, ,folla d iflcl'ile, dcli.a me11i 11g il.e cereh ro-spi11:i.lc ; che le mag 9'iori stragi dell' influenza sono state compi utfl 111'1 ~fozzog-ior no, dove a nehe le atie:1.ioni acute polmonari h anno i11 111:ig-g-iorn mis ura acereseiuLo i dan11i dell'epidemia influenzialc. lt ido l.l.P a form a coRì schcm atiea le eonclusioni, sf'nggono quegli a1·.1·,·rl.:,.111,·11l i imi nessi tra ]e var ie manifestazioni m orbose e g li nv,·111.i d,·lla g-ucrra, sulle r elazion i tra le di.verse mala Uin, :m ila dill'11s io11c di queste n el tempo e nello Rpazio, che eost.il.11isco1w l'o rni· i ri K11ltati più in ter essanti del precedenf;c sl.11dio. L' i11d, 1.g·i11, 1 Kllll 'mlione delle cause di morte per reg ioni, pur avendoci eo11K1'. ttl.it.o d i loealiz7,are alcuni fcnom e 11i 1,ar:1.t.l.orist.i1 '.i del periodo hd lic·o e\ di meglio p r ecisar e fatti g-i:'t rilevati da.Uc indagini p rc<:P<i<-11 1.i, l:1sl'ia qualdic punto ose11ro. Ho pral,11tto la mancanza di u11a g-rad 11aJ'.io nc dei morti per c i:i s1,11 11a 1:ausa, in


:!98

MOR'J'.AT.T'l'À

F,

MORBOSITÀ

<.:iascuna regione, seconrìo l'dà, rcmlc lliflicilc il g iurl:i11io sull'andamento della, morlali l.h w11· qualche malattia che non segna aumenti molto rilcva11J-.i 1wlle (: ifrc asrwlute e tuttavia dà sospetto di sensibile intcusifi<-.a,,;io111·. dlii s uoi effetli letali. ln mancanza di dati r egionali s ulla gT,ul11.1:1,io11e per età., possiamo val erci di quelli <:he si riliT isrn11 0 nl complesso del Regno; l'esame di essi, sn 11011 po lr,1. dissiparn ogni incertez:r.a, ci consentirà. t uttavia d.i sl.alii lir" i11 11 1odo s il:m·o l'esistenza di fatti che avevamo i11l.11il.o ,: cli 1:1·il..in: l:rrori d'apprez½amcnto cui avrebbe potuto co11d11n ·i '" s lrnli" dnll0 r·fu1se tli morte sen z a distinzion e di eth.


Xli - CAusg Dl MOll')'g l'E l{ 1ç 1'i\

299

CAl'l'l'OLO DODICESIMO

LE CA USE DI MORTE'., SRCONDO L' l~'!'i\.

I ,o studio dell'azione delle singole cause di morte ser,ondn l'età conscnt,, <li rettificare e completarn i risul tltli <lc1lle prncr,dcmti indagini. · - Confronti retros pettivi : variazioni nella frequenza delle principali cause di morte, secondo l'età, nell'ultimo quarto di secolo anteriore alla ftnerrn.. -- LP. ca.11 s,~ ,1i rn orte, ~P.c·.on,lo il st~HHO A l1nl.A, durante ~ dopo la guerra. Le i1t f'eido11i Lifi cl,e: gl i P-ffet.Li delle v,u,cinazioni a n titifiche. Il tifo esa.nternatir,o. Lri ma laria: la sua di!l'ilsione nell' esel'cito operante e nell a popolazione civile. .fta pido m igli o ra me nto dopo la g'Ul:11·1·a. L'epidemia di vaiuolo del ]\)l!l-20 : gli effetti del la vacc,in:1,do rn, a nt ivaiuo los,t. Al t re 11udn.tLic, infeUi ve: morbillo, .~carl:tUina, ipertosse, ,Ii C'terii;e. L ' i II Il ucm;;;a: Mgg·i cli mortali tà pe r inflirnn za., secon do il sesso e l'nt,i,., '"' I pl'imo periodo epi<lm:n i co (l DIH- 1~1). i\11:,log·ic, " ,·.o:i tr:isl,i t r:1. l' i11 il ue11::t,a. ephlern ic.;a e que!la. c1Hlmni(;a . Lt·, ~Uct.t::-{:i i Vl ; t111dat, ; i11 il11C;ll 1/.i aii e ht. "io l'o Li l1ì\~rc...rnu} it1 ci l1cuzn in 1·ci n.¼io1w aii.et,it. e a i :H·:n 111. i ,:i. 1t1~ ni11 p;it(~

cercbro-i,;pinale ephle1nica. J i' ('.11t·1 \ralì Le: n uovi indizi di

un'epidemi,t ud l'.HG- W ; l' ep idc 111ia del l!l:.!11-:.!,l; di llt'rc111.i <'ar:il,t.m i t1 clle dn,~ ondat<,~ nf)i<l <,1n i,~he. Le 111:d:tU i( ·. 1.nh(•r1·11l:, r i: ~~· l i ,·ffi •.tl. i ~1 , •.I I;:.

p;nerrn 1wllt1 po po l:t½io11<1 m; lil.:trn ,•. i 11 1p 11,l l:1 <'. ivil". l)i/for,·.nl<: :1111bt n1<~ril.o tlt~!l{~

v.itrte fonnC";

Ll!l;e1T 1 Jh!.ri .

J 1,1rn1ori. rn a li g·n i.. Lr1 1rteni 11; ·itc

! I n1fµ:lio!';1111 r.. n Ln

post b('!lic< 1 •

"l'iòcmica, l}apople~~i11 e l a l'.011g'f~stionc ccr~brale . .Lo rna [a.tti c~ del cu ore e delle arte ri e. li n1 a ra1::i rno s,,ai lc . Le mal a t t ie acut,e d ell'apparat.o r espiratorio: in qual 111 i8ur,1 l' a,uncnto <lelle morti uel .1918 ~i pos,a aLLribni re a ll ' epi<lc rnia, inJ!ncn,,,ale; la dimi nu½ione dcll :1 rno r tid il,iL ,lopo 1:L g u e rra. Ln rna l a.Ui.e acute d,·.11':opp:trato di1s'ercnte. L e rn nlatLir, dei reni. La s ili lidr,: ndi'a 111disi ck.l l:1 1listribu~done dei rnorti :;eeoudo l'cLh si ri vc~l a no ]e cons<~g-ucnz(~ dc·lla :.!;t1crra. 1/a 11 e 111ia.. Cenn i riass un tivi. l H ) ll

I, I lnp11 :i.v<·.r locn,Jir.1/,ato nello spazio le prineipa,li (':iraU., ·1·iva ri1· 1·a11su di mori.e. or:i.. p ro,,Pde mlo oltre nell'analisi, ce r dH·1·1·1110 d i i11dividua,rne le 111;11iiti·sl.a½i1111i in relazione al ,; us,; o 1·d all ' d:'L. La progressiva 1: i1·<:o:-:1:ri½io1111 del c:ampo di ma11it'vs(;1.1/, io11n <ki fenomeni caraLt.1·.r i sLi<' i <i<·I pnriodo c:hc, f"onna og)..('dl.o d\'lll' 11 ostre indagini ci <.:.ous('11t.1· di 1·1·st.1·i11gcr c a grado a g rado la cerchia

st.ielw d1 ·.I rwri<>do l>1d lico, riguardo all'ar.i one d<~l k


MORTALlTÀ E MORBOSITÀ

300

delle ipotesi ammiss.ibili per la spiegazione dei fenomeni stessi, cd è quindi a,usilio, più c he valido, necessario a.ll'inv estigazione

delle cause. Prima di p rorwlc rn al l'osarne della distribuzione delle morti secondo le ca11s1· 1· s1\1·011do l'età. n el periodo bellico, ci conviene anche q ui dc•scri VPI'!\ brnvcmente la situazione d'anteguerra, con qualche r ifl'rinient.o al passato, idoneo a chiarire le tendenze cvol11to ric c:111, s i e rano manifestate n ell'ultimo q uarto di secolo. Co11H, ahhia1110 l:d.to nell' indagine sulle cause rli morte per regioni, \'0111'ro11 l<·n:1110 la mortalità. del 1912 con quella del 1891, pl'I' av(•rn 1m' idea dello variazioni avvenute : idea meno compll't.a di que ll a c he av remmo ottenuto m ediante uno studio <:ondol.to attraverso tuLf.o il periodo considerato, ma sufficiente a i fini d<'lla nostra ricerca, ch e non ci consente lo spazio indispensabile per una più ampia a nalh=;i c:omparativa. ::!. I.a l'requcn½a delle m orti per ln pr inc ipali malattie cpidrnnie lw' è alta sopratutto nell' infa,;1½ia. l~ssa è andata fortcment1) di minuendo in ti:Jl;tp lP. fll.h; Je nmg-g-io ri aLl\· 1111a ½io11i si ONS<\rva110 nelle d:\ fr.1, I f' 10 anni. ;1/twli rw1· /1• 'J n'im:i 1u,l,j 11m{ff/tic t'/ Jirfr1111d11·. '/Jf' I• Of/ll i /000 1,i,1:md1:,

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N t:11<- !'l.:'1, d<· ll ' i11r:i.11 ·1.i:1, I:, ~'l':1.111!1· dimi nuz ione de lle morti per

difterite,

])l'J.'

fohlm · Iil'oid, ·. i,n 111:i.la.ria i, 0

la dimin uzione pur

1 Febbre tifoi,1e, tifo p,·J , ,,·,·1, ial.. , r.,\,ltr·i <li umhiria e cachessia palustre, vaiuolo , morbillo, f\Carh\Ui11a., ip,•rl.nss,·, difterite e laring ite CTnpa.lP., inilucnzn., colera as iatico, ris ipola., tlisst.•1it.,· r i1\-. 2 An<lh c la mortaliti, per vaiuolo ò diminuita, anch e quella per influen za.; ma. ciò non appare nel confro 11 l.o J.rn il 1891, in cui queste due cause di morte hanno agito con siugoh,ro mitczv.a in confronto n.gli o.no i precedenti, e H 1912, in cui s i sono avute eccezionn.li manifcstn.zioni epide miche di vaiuolo.


xrr - CAUSE

])I MOl{'l'I•;

]'lm E'J'Ì\

301

1wl.evole della mortalità per morbillo, SLll,l'la.ttina e ris ipola, nelle ,·.th adulte sopratuLto la dirninu,1ione delle mor ti por 111al ari:t e pl'r fe bbre tifoide, hanno determinato la deeisi vn rid11z.io11<\ cl<'lla 11wrfalità per qnesto gruppo di cause.

3. Le malattie t1Jhercolari hanno fortemente attenuato 1n. loro ar,ìonc nell'infanzia; buone diminuzioni di mortalità si risc:oni.rano anche nella vecchie:r.za; minori diminuzioni nell'adolescen,1a, nella giovine:t;za, e nella maturità. La piì1 alttt mortalità si riscontra. nelle et..'\ giovauili, la minima in quelle senili e n ella secontla. infon½ia. Morti per ,nu/,<Jttie tuberww,·i, per ogni 1000 1Jiventi, in et,, di a>Lni

1891 Hl12

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10-20

20-40

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110·...

,J ,98 2,28

3,51 1,53

0,98

0,67

1,29 1,17

2,48 2,29

1,-12 J ,27

1,07 0 ,!.13

0,75 0,42

i: i11tercssauLe osHervarc dm, mentre 11cl lc dà dd la prima infanzia. cd in quelle della vecchioz,1.1 il. mig-liornmcnl.o dclb mortalitA nou è molto dilfore11te p er i due Sl\:,;si, l'rn JO n (iO anni la morta.lii.ii. maschile è r imasta p ross'a. poeo immutata., e la d i1nin11zione risult.ante . dallo prceeuenli propornioni è tutta ùovuta ,tlla minore morl.1,lità femm inile . .l!'nt 20 e 40 anni Ja, mor1.a li th è rimasta del 2,21 ¼o per i maschi, mentre è scesa dal i,'/:> al 2,38 ¼o per le _femmine; fra 40 e GO anni è rimasta dt·II ' 1,::\) 0 / 0 0 p er i masehi, mentre è scesa dall'l,45 all'l,14 °/00 pn 11· r,·1n m.i11e. Per spiegare il divario fra i due sessi, occorre nolan·: pri 1110, e he la mortalità femminile per l.uùereolosi era ecee½io1ml11 11 ·11l.<· alta - in r apporto a quella m aschile - in Ttal ia, iH m odo eh 111ostrare evidente che ai fattori fisiologici di 111aµ:giore rnor1:1.l iU1. l'rn1rni nilc (speciale rieeliività nel peri odo della puberlà o i11 q11,,1ln dl\lla maternità) si ag·giung-essero li1.l.l.ol'i sociali, i.n g-ra11 pari.<· l'liinimtbili e nella mi nor pari.i i 1\lin1i11ati fra il 18!:ll 1: il 1~1 1:1 (1:<:<:<·ssivo st:rultamcnto dd lavo ro l'e1nminile, eccessiva prolili1·i l;'1., i11s111lieienza di alil11<·1il.a;,,io11c in quei . p eriodi critiei, e1;<:.); srn·o11Clo, 1'11c l' indusl.rializ.½a;r,io110 d el paese


MOl{TALT'l',\ F, M01W0SIT À

302

ha eontnu,tn.to l'nttcm1azion<, del la tubcrco1osi spc<;ialmen t<' nella popo)a7,ionc ma:,;ehik , dond<· traggono l'oper a manuale k i n d ustr ie più insalubri; ll:r w, (·lw l'cmig-razioue, togliendo alla pop ol azione m aschile- 1·!,•11 Jl'11li tm i più validi ha p eggiorato la sua composizio1w, dnl JH111l.o di \' i8ta della r csiste nz:1 org11 nica, ed ha. arrceato 1111 1illl·rion• J}l',.;·µ;ioramento rostit1rnn dok poi el em eut.i sfinii.i, µ;i ii i .il:wcal.i dn lla l.uucrcolosi . . J. I ,a 1111>1folili1. per

tum ori maligni, a lta ~opratutto n ella

vc·<Tliwzz.i , i· 1·i111;w.l.n. 1p1asi 'i nv ar iata solo rra i Jat!.:wVi, ò g-rau d('1111·11l1· a111111•1il ..il.a i n tu t.l.u le altre 0.t:\. A!u1·li 1n:1· tumori malir1ni, pm· ogni. IU()O v i't,enki, in cl.a <li anni

18!)1

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0,88 l ,l'i

2,2~ 3,51

2,21 3 ,82

T/ aurnuHLo della m ort·~1.litù. n C'llc cl.ii. m lultc ò, i11 gcuc ra.le, elle pe r i m m;d ii: rra ~O n ·10 :1,1mi,

minor e per Jc, remmi ue

tH·.,· esempio,

ln. mortalità anmrinta soltnnl'.o <la O, I:1!1 a O, 1(;,1 i>(' I' k p r i11ll', 11w 11t.1·t· :;ale tla O,OtiG a O,J 1:; j wl' i s1·t·u1Hl i. I ,;i. rort.n di111i n 11 ,·,i o11t , <il-Ila kc·ond it.h k 1111 11i11ilt, ;1,v,·,·111 d.a 1wi ,·t,111.1,uu i o ronw ,·.0 111 ·o rr<: a spi1·g-1tr·1, I.alti diff1·n·11 i'.n : d,·,·0 110 1•:c;:;crc dive1111!.1· pi11 ran · Il · fo r1 1tl' ,·a.11t·t·ros<· i11d i r <'l.l..1 1111'11 I.(' c onnesse con la 11111t.,·r11il :'1.

!"i. I ,a 111orl.ali l:'1 p,-r 111,·11i11~ i l.,·. 111alal.t.ia micidiale ali ' i11fanzi a., diminui:,;ec. I>i111i1111is,·t· ii ,·1·,· 11 w 11t.n la 1110.rta.lità

per apoplessia e

cong esti ouc (:1·rd1ralt ·, ,·:111s,· di 111 orLc caratteristiche delle età senili. JJ!Io1·ti ,li 1111:wiu!lifr ,

per ogni /(JINJ ,,;,,,•nli, in. et,~ ,li m111 i.

1891 19 12

_Morti di apoplessie, e di congestio,w r.,•relirale, per ogni JUOO " iventi, in età di antii

0-f

l -fi

r,. /(/

10-60

60·80

8U- .• ,

2,89 2 ,53

l ,:,1; 0,1-;,1

0,:,8 0,35

0 ,84 0,79

7,15 7,02

21,5G 19,4tl


303 • (i. l.'aum(~llt o, ùl10 abbiamo nl trovc n oi.al.o ( p.ig-. l \ l:1), <lnl la 111111fo.liLà. p er malattie del cuor i:', appare eom u ne a l.111.lfo 11· <'I.ii , ,·1:1·dtuato il primo an no. Nelle età aùull:e, l'n1mw nl.o i· rd,t1 i v.1 11 H · 11 t o minor o por· le femmine, lo quali banno Lral.to l 11°1 H'li 1/,i n d:dl n d iminuzion e dcll'attivil.it proc:reatrico, dw per i rn; uwli i. i!ior·ti <li malattie cùl r.uo,·e, p er oani iUOO -ci.t..•cuii, in ct"-i

L8Dl

1:J12

r;.1

1-5

5-10

/0-20

20-40

40-GO

0 ,15 0,39

0 ,16 0 ,19

0 ,11 0 ,12

0 ,16 0,20

0,3 1 0,40

,z.;, ct.u11.i

G0-80

80-.. .

.t,:rn

8 ,G4

l,55

10,59

17,48 25,1()

Anche l 'aumn11f.o rl i morta lità p er 111alaLl.in delle arter ie, ca rat! ('l'isti(:hf'. specialmen te rl011 C' 0tà sf'nili, si 1na 11iffisl.n. in t 11tti

i g-rnppi <l'f'!;:\ piìt ('.Olpiti. .!lfor ti p er 111alall ic " " "'' o rl,·ri,>, v er ouni 1000 vi11r.-uli, i n rlif di, ,wui

•IU-GU

811- . ..

o,rn

1891 l!H2

ù,:!O

1,2 1 2,30

:,,30 9,12

7. ln tutle le età, ma specialmente in q uelle dai 20 anni in s11, sf';:;-na forti ilirui1111:1.ioni la mortalitii per le principali malattiPd1,ll 'apparato respiratorio', che tuttavia rimane molto alta spt>1·ial 1111· 11l.1' nell' infanzia e nelltt vecehim;:i;a. Morti per malaUie ,leU'<1pparato respiral.o,·io, per ogni 1000 ·v it-e11ti, in età di ,,nni

,,.,

/. [,

!i-10

10-20

20-40

40-60

(i0-80

SO- •. .

1891

:~:s,Otl

10,!l\J

0,54 0,40

1,4-4 0,7!)

rn,77

,IG ,Hl

~8 ,7,1

1,22 0,82

3,2 l

1912

l ,\JO

H,8 1

~~,3 1

H,!lli

l Bronchite ,w 11t.", h rnnc l, it.o cronica, polmonite Cl'll pal", broncopolmonite a-cnta, al tre malattie d o ll 'n,pp,Lrnto n i~pira.torio.


NlORT ALlTÀ E MORBOSITÀ

• 304

8. Anehe maggiore è la diminuzione della mortaliUt per ]e prineipali malattie dell'apparato digerente', letali sopratutto nelle età infantili. Le più forti dimirw½ioni si osservano nelle età infantili ed in quelle senili. Morti 1,ei· 11wfr,tt·ie <lell'appa,·ato digerente, p er ogni J{)(/() viventi, in, età di anni

189l UH2

o.,

1-5

5-10

10-20

20-40

40-liO

li0-80

110- ...

'1 l , \)(j ,il,:14

14,03 fi ,94

0,89 0,54

0,29 0,27

0,17 0,37

1,16 0,7!:I

5,33 ~,6G

15,89 6,6'5

H. È in rin.l½o in quasi tutte le età la frequen½a delle morti per malatti e dei r eni. Mor t·i per malattie rlei reni, p er o[!ni 10(}() vivcnt,ì, in P-l(i, (li an11,i

1891 191 2

U-1

1-5

5-10

11). 2()

20-1/()

·1 0-60

60-80

80-...

0,51 o,8r.

0,79 0,79

0,30 0,26

0,08 0,10

0,14 0,21

0,22 0,11:1

0,7J 1,4-0

J,Of, 2,49

I O. l)iminuiRf'.n, solo in parl:n prn· <'. ons ,,µ; 11, ,11'.l.a dnlla mi nore 11al.a liU1., la J'requen lla d el.le m or t i p er ld,l,ro JH1,,rpc1·u,le e per a.lLn , 111a.lal.l.i1, 1·.d a<·dd<:111.i dulia ;.;Ta vi dam:;i., del rmrto e de] 1111c rp<: rio. I >11. o ,o:lH s1:rn1d o a 0,0~1; per

1000 fra le donne di

JO-:W a 11 11i; da 0,HO 11. O,tl:, l'r:i. q,w ll n di ~0-40 anni; da 0,19 a 0,11 f't'a q11nl ln di -IO lio. 11. Fra i laU,a1,1i, I<- 111 orl.i JH'I' vi1.i congeniti, ecc., scendono da 52,52 a 35,5:J 1w1· 0~11i I OflO vi venti; fra i vecchi le morti per marasmo senile a11111rnil.a110 da 5,79 a 6,132 per 1000 viventi di 60-80 anni e da 7fi,,l I n ! Il ,u:I per 1000 viventi di età superiore a 80 anni. l Malattie d ello stomaco; dinrrc:t, enterite, colera indigeno, ecc.; ap pendicite e peritonite ; ernie, occlusiono intesti11a.lo; epa.tite 1 cirrosi epatica.


305

12. La frequenza <lei suieiùl aumenta in t11t.l.1: k d:'t ; varia molto la frequenza delle altre morti vioknt<' .

110 11

.i.Morti pP-r Ru.ir:idio, per ngni 1000 1)ivcnti, in ehi, J i, nuwi 10-20

1891 1912

20-10

10-6()

60-80

80-...

0,120 0,146

0,069 0,136

0 ,01!.l

0,078

0 ,097

0,042

0,136

0,134

t.3. La mortalità per sifilide nel primo anno d'età scende da 1,27 ,t 0,85 per 1000 viventi. La mortalità per anemia, e leucemia sale da 2,22 a ~,fil nd primo anno e scende da 1,21 a O, 75 nel Rueeessivo quadriennio d'età; nelle età successi ve si mantiene Hempre bassa.

14. La mortalità per pellagra scende da 0,24 a O,J 8 80 anni e da 0,83 a O,Hi oltre gli 80 anni.

rm 60 e

Li Dimin11i.seo f'orteme11te .in tuffo lo dà In frequenza delle mori.i per eause non comprese nella procedente enumerazione; .l a diminuzione 6 forte specialmente n elle eth infa,ntili (da 26,8:1 a 1:),!l2 per 1000 viventi nel primo anno d'età) ed in quelle seni li (da 2i3,52 a 9,97 oltre gli 80 anni). I(;_ 11 prceedente esame ci permette di porre in rilievo, !>1·<·,·,· s intesi, i principali fattori di dimimrnione della mortal il /i.

111

111 1111.1.1, 11: dù, ma specialmente in quelle infantili e senili, dimi1111 i1;1:o 1·o rl.,•111rn1te la frequenza delle affezioni acute dd l'apparalo H'.~pir:1l.\11 ·io e dell'apparato dig·erente. Tale dirn i1111 ;r,io111:, <..:onscgucm:a d.-1 µ;n 11orn.le miglioramento economico 1:<l ig i1:11ieo del paese, 1,iuLl.0~10 d11: di speciali provved.i mcn l.i profilai.Lici, ltn influsso propo11dn.1.11i.<: 1101 determinare la diminu;r,io11e eomplcssiva della nwrl.alit.:'1,. l',·.r 1,, clà infantili esercita a11('il e ;;rande influsso la dimi11t1;r,io11(· dclii \ ,norti per v izi co11g e11 il.i, immatuG. ?,IOitT.\RA.

20


301:i

J\fORTALITÀ E MORBOSITÀ

rità, e cc. 1 ; di quelle p er maln.ttic epide miche - e specialmen te p er difterite, vaiuolo, febbre t i roiùe, malaria, morbillo, scarlattina, risipola - ; di que l11' pe r 111alalJie tubercolari. La diminuzione de lle morti p er malaria e pe r tifoide ·influisce forteme nte a n che s ulla mortalith deg-li aduli.i. Come vedre mo, il periodo bellieo se g na un quasi g ew'lrale r egr es:,;o 11dla via p1:rcorsa durante gli ,ùtimi lustri precedenti. Si lli lfo11do110 111w va111e ntc le malattifl ch e s'erano anda te diradando ; ~·.i pnisrn1La 110 1wove forme morbose, o almeno manifcsJ,a :r,io11i ,·pid1"111id1,• 1:c:cezionalmenLe viole nte ili rm1iattie già l'lllil'll lidl<'.

17. Nello studio delle cause di morte sceomlo il sesRo e l'età, dur.:inte il periodo bellic o, ei Yarrcrno dei dati assoluti, p l'l r la difiiL·,oltà <li og ni ri l'uri1ne nto alla popola½ione. 8 oltanto per le ()tà da O a I B da, 1 a f) anni, ave ndo potuto eomputare il numero <.logli esposti a morire, in hn.r-c ai dati dl'-111~ statistiche tle l movimento della popolazione 2, sarnmo in gTado d i u tlcolarc sa g gi d i mortalit.it (prolntbililA di 111u1·Ll, "); c,1foo lo, d';1.ll.rnn,k , neee::isario p er un e orrcl:to apprczzam e nl.o, poid1 t': l:t. prog-n •ssiv:1 di111i1111:r.io11e della popolazione infa ntili• 11, •gli :i.1111i dc-Ila g 1.1 e n·,;1, ni11d11 l;1,Jlac:1, ogni e onfronto 1.ra i dal.i a sso I111.i. IH. I.a l"l'l.ihn: l.ifoiù e 11el l1: \'l.;'i, rr:i la 11a:-ieila e G anni non s uol 1,ss,·n· 111011.o 1'L·1•q111,11 t1·, 1· 11ot1 ila 1·ag ionato un numero di 11tor l.i l'.<:l0<'~,iu 1111,l1Jll:11Ln all.1> i11 1wss1111 :i.11110 d el periodo bellico; p er e iò 0111 1\1.l.ia.1110 0~ 11i , ·;i.in,111 cl, :<;1;..;;..;i di morta lità p flr queste età.

L ])iminuzione <;O:-iÌ f'od,u d m Hi ?-tpit;M'a so lo n.mmett~nùo ·che sotto questa voce sio,no compre~e mollll mori.i d,11·iva.te in r ealtà. da vere " proprie malattie (speciahne utc dell' app"rnl.o n •"pirnlurio e de ll'apparato digeren te) n ei primi giorni ò.'eti>.. 2 È il calcolo occorso pe r ,,. ,t., tm·rni,rnzione dei saggi di mortalità. infantile esposti precedentemente (vudi rd·1·u, pa.gg. 169 e scgg.). 3 Per il ca lcolo dei saggi d i morttLlit:\. abbi11,mo s u pposto che i morti per caus a ignota si ripartissero fra .le va rie cause di morte n e lle stesse proporzioni dei morti per c11,usa nota ,


:XH - CAUSE DI MOR'l'l•: l'El< 1•:'l' i\

:,07

li'l'a 5 e 10 anni d'età, il numero de.i mo,-1.i ;1.11 11H·1,La :-:1·11sil>il11tente negli anni della guerra, salendo, in 111 edia a11 11 11;1 1 a !E\81 in confronto a 7561 m edia annua del biennio 1\) I :1- 1.1. i\ 11(:ora nel 1019-21 il numero medio annuo dei morti si 111 a11l.i1)11 i, alto (889)1 ma nel 1922-23 discende sotto il livello d'anl.e~ue tTa (a 681). Il rapporto dei due sessi, fra i morti, è lievemente spostato a favore delle femmine nel quadriennio bellieo: muoiono 87 maschi per 100 femmine, in confronto ad 83 ¼ nel hie'n nio prebellico, ma questo lieve spostamento sembra aceide ntale; nel qui nquennio J9l9-2;3 la proporzione ritorna. a d 8.l "/ 0 • Fra 10 e 20 anni, l'a.umeuto del numero dei morti nel periodo bellico è maggiore : da 2.001, m edia annua 1913-14, esso sale a 2.90H, media annua Hl15-18. Nel 191H-21 il numer o m edio a nnuo dd morti i,w ende lievern ente1 a 2.8D2; nel 1022-2rl segua. una più dcci.sa ùimiuu,,;ione : a 2.374. Il rapporto fra i due ::;essi q ui si 1uodifica a favore dei masehi negJi a nni de lla µ;11e1Ta.: ne rnuoiouo 71 per 100 fouuni1w, iu couli:'011!.o a 7D 11 e! periodo prcbellieo. Speeialmente nel 1\:118 è aeecntuato il in.ig lio rnrnc11to n•lativo della. mortalità maschile: muoi0110 ,mli (ili m.1:-:d1 i por I 00 l'e m.rnine. ]\,fa u el 19 19-2!3 si torna ad 1111a propornio11e di 80 °/ 01 molto Yieina a quella d'anteguerra. La deviazione n el -periodo heHieo può derivar e in parte da mancata registrazione delle 1norti di giovani militari, nelle statistiche civili; in parte dagli

1,ll'l'i;l.i d e lla v accina~ionc a.ntitifìca sui coscritti arruolati.

l•'r:1. 20 e 40 anni, il numero medio annuo dei morti sale da :.!.l i7 :.! IH'I biennio 1913-14 a H.861:l nel 1!)15-18; ridiscende a :-!.!J7H 11 ,-I I \l I!1-2 1, a 2.f>89 n el 1922-2:1. La. proporzi01rn dei m aschi

a urn1 \1ila dn !I:.! JH~r 100 femmine ne.I HllJ-14 a 100 ne l Hllf'>-18. lVfa. lii 1111'di,· ili:-:~iinul.ano un fenomeno degno di 1101:a., dw :-:i rivela 11d l'<·:-:at11(' tl,•i dati annuali.


ìlWRTALITÀ E MORilOSI T À

308

Nnmcro ,lei m01·ti :per febbre li/uide, da 20 a, 4.() anni d 'e/ii, 1/Ub/JChi

fernmine

maschi p er .100 fernmfoe

1.431 1. 350 1.205 2.936 2 309 1.161 l.340 !J41 979 1.071 941 953

Hl12

·1913 l!l1'1 I '. li:, l !) ll i l nt ., '7 I!J l.8 1!11!1 1~120 1921

..

1!:122 192::l

1.RR9 1.443 1.348 1. 541 2 .0 89 1.922 2. l74 1.G72 2.190 2.081 l.64/1 Ui41

107 94 89 191 111 IH (i2 5f,

45 51 57 58

r,

Nel 191 il numero dei morli aum enta fortemente, Ropratutto in seg-uito n.l lP- manifesl,1,1.ioni epidemiche avvflnnt c ncll'esP-rcito. Avverl~'tRi che, pur trattandosi ù ' unu. maiai.!.ia, di l1111go ,lc,c :1ll'RO, la q1111.IP- norma.lnwnte consentiva l o s~o mhP-r o dl'~ li inl<·.rmi da.gli ,-il.:1.l,ili11H•11fi Ranifnri avn.n'lJt.f.i a cp.1ell i d1·ll1, r drovil\ ò pr obal,ile 1·.1111 1111 (·1•rl.o ni11111iro di rnHil.nri tllorl.i di l.il'o 11011 Kia110 compresi tH'l il, pn ·c·1•1k11l.i l'il're. '1'11 1.f.a vi:1. 11<·1 1!11 :, i l 111111Hi1·0 dei maschi 111orl.i 1\ q1111,:.;i doppi11 di qtll'llo di,JJ., l'i,111111 i 11c . A111:ora nel 1916 :.;i 111a11l.i(·1w 11.lq 1111.11 l.11 :.;1qwrion·, poi :.;i r id1wc brusca.mente alla mdA 1wi 11111· n 1111 i K1w1·.1,:.;:.;i vi , 1111 ·.11 1.,·., 11(:lla popolazione femmi-

nile .il. n11nw ro d,·11,· 11 11,rl.i ri111:1.111' aito . .For:,;e :,;0110 ::;fuggiti nel. biennio l!JJ7- l t, pi1'1 11 11111,· 1·11:.;i dnn .:i:;~i cli militari dell'esercito operante? N ulla 11.1d.or i:,,z11 a 1·rf'f l1:rlo, si hanno anzi buone ragioni a sufl'ni,gio d1·ll ' ip<>l.1·Ki 1·0111.rnria. Riteniamo che l a brusca diminuzione della propor zio11e del.le morti m aschili ùal 1917 in poi sia derivata dalle v.1.('.(·i 11azioni ant.i tifichc, largamente praticate nell'esercito: dirrnno 11,11zi che non ci pare l ecito alc un dubbio in proposito. La diini 11uzione della proporzionfl dei maschi è maggiore nei g l"l1ppi di età che hanno fornito maggiori.


X ll - UAlJSJ<: DI MOR'l'J~ l'~R ~ 'l' /\

,·011Li11g-c nti all'esercito 1; prosegue anche 11el l!/l!l o 111·1 1mm, a1111i uei quali l'esercito veniva gradualmente smol>i lil,1 1Lo e le sl.atisticlte civili comprendevano ormai anche la, rn:1,::;sirna pari.e dt:i morti in servi:ào militar e; non può spiegarsi con riferi1 11rn 1Lo a 1·.ondizioni locali particolarmente sfavor evoli alle malattie <li q1u:sta specie n ella regione dov'era concentrata la maggior parte delle truppe operanti, perchè il Veneto ha normalmente una mortalità per febbre tifoide non inferiore alla media del Regno, e lo stesso esercito operante, nel 1915, proprio in quella regione o presso i suoi conii11i, aveva, solferto per notevoli manifestazioni opidemiche. L e statistiche degli a nni successivi al 1H20 conformano che la nostra .ipotesi è attendibile; coll'allontanarsi del periodo in cui flu-ouo praticate le vaccinazioni ad una b uona parte dei masehi adulti, e quindi coll'attenuarsi o eon lo scomparire doli' immuni tà. c:oni;eguita, tende uuovamflnte ad aumentare la propor;,,ione ilei rnorti maschi, in eonfroul.o alle femmine : da 45 °; 0 ne l l!ì~O essa risa.le a 58 ¼ n el Hl2:ì. 1;; ckg-na di 11ota, tuttavia, la persiste nza, dell'immunità, o della rni11on : rit:dl.iviL:'.t, per p~treechi anni. .Nè sembra attendibile l' ipotc::;i, ù1.t fultu1 0 m essa innanzi, ch e la r elativa immm1it:\ dei maschi non <lerivi I.auto dalle iniezioni antitifiehe quanto dal la. selezione verificatasi durn11l.o la. campag na, e dalla immLu1izzu.;,,.io11e contro le forme in1'1·.I.I.i ve eonseguitn mercè la vita ùi trineea. In I a.le ipotesi. la

' ~;i v1·d a 110 lo seguenti proporzioni doi mnschi morti di febbre t ifoide per

o:! 1t i

11111

1', •1 11111iuP, nei !3ìngoli ~rltppi quinque nnn.li d 1et:\ 1 p ropOrzi.o n i cl1c abbiu.mo

-,,d,:olal"

I"" ' " il pnriorlo WL2- l1, anteriore all1• 1-(UCrra. cd 1'•:Hnn~i I.o , 11 l'n 1· i I p,·riodo 1917~19, ò.11rantf.l i l q ua) e ftirou.o

lo vn.cei naz1011 i

alle vaccinazioni n c lc scg-uiic 1·cgoln.rment,c

1,,,1l' •'Hl·1·citu. ,i /aschi mor li di J e/.Jbr(J tif'oide per ogni 100 /i.i,nmiu1• l!, ,!' IJ

H.1 12 -1-1

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Alle tlimi1.111Y-io11i n·l:d.ivu.1 11l·1t lu liuvj tlcl]a pro porzione doi 111rLsdli fra. 15 e 20 n nni e da. 3.5 in s 11, Ki l~o ,il r11,p po1 1;_;'0110 lo fo rtissime d imiu uziu 11i ne lle ciò. da. 20 a 3f> u.nui, alle qual i curri spo11do il 1111L~gio r n nn1ero ili vncc:i ttn.t i.


310

MOR'l'ALl'l'À E MORBOSITÀ

dirninuz;ione relativa della m orta.Jità masehile non si osRerVf\rebbe solo p er la febbre tifoide m a nuch e per altre m a lattie i11fettive. Nelle età s uperio ri a i 40 a1111i, il numero d elle morti aumenta in proporzioni inferior i a. q uelle osservate fra i 5 e i 40 anni , d urante la. g-w·1-ra, ma. s i mantiene alto mwhe dopo. Il n um er o medio a nnuo de i m ort i sale da 1.217 n el HJIH-14 a 1.566 n el 191f,-18 cd a I. ?;:{i nel lHHl-23. Il rapporLo fra i due Ressi oscilla nni vnri g-l'llppi d 'età , senza tendenze ben determinale; nell' inNici110 11011 varia sens ibilm ente nel periodo b ellie o (rimanendo a 10 1 "lo ('Om e nell'anteg ue rra), diminuisce lievem ente n el periodo poRLbcllico (!l2 % nel 1919-:!3), forse per effetto delle vaccinazioni a11tit.ifi ch e s nhite da militari di classi a nziane. La siug·olare modificazione (:h e si osserva nelle proporzioni dei due sessi fm i morti d'ogni eLà, da.li' imme diato anteguerra all' immediato dopog-ucr m (nel bie nnio 1913-14 muoiono 7.042 maschi e 7.876 femmine, nel biem1io Hll!-J-20 muoiono 7.059 maschi o 10.220 femmi ne), è spiegata ua llc osservazioni f'Spos te clia.1 1:1,i a propm;ito df\gli effetti della vat·.t·inazio 11e a nl.i Wi<·n.. I q uali clfotl.i dissinwJn.110, in pa rte, i"I pc rs isl.ni1Lt· r i11l: n1d imc nto d t' lla rn or tnlitù. per queste rna lal.l,i1 •. fol:1.U.i 11 i, I hi <·.1111io 1!l:?2-2,~ il 111111ll:rn med io a 1111l1 0 de i 11111.s('lii 111orl.i ( .' l.titil ) è in f'er ior f\ :i q,wll o dr· I l'.11 :: (:l.780); q11<'il n dl'II<· i'< ·111111 i11e è s uperiore (-l.!i-10 i1 1 ,·.. 111'ro1il.o a -1.I S I). ~la Jll'I' ;.;·li si.essi masehi, se si es.-l11 clo110 I<- .-l :'1. d11, :!O n .10 :1.1111i, Ni l.ro,·a 1111 numer o di morti 8C11s illil111l'11l.1· 111;1 ;.;-gio1·1· 11<'1 l'.I:,::,: .:,:: ; (11ll'dia a nnua 2.714) ch e oel HH :; (:;".,1:to).

19. No11 ·v,11<: In p, ·11;1 d i ,·s11 111i11.1re Ja clist.ribuzionc p er età dei pochi morti d i tifo 1wl,'('d 1ia ln 11egli a n ni anteriori a l mm. In quest'anno di r ec- n1d, ·141'•·11i a c pidc rniea muoiono 485 m asch i e soltanto 76 femmine : xpropori ione determinata dalla circos ta n,,;a, che l'epidemia ha inl ie ril o xoprn.tutto in a lcuni campi di con centramento di prigionieri 11< ·111i<:i, eome narreremo più avanti, nel ca pitolo sulla morbosità. De i it85 maschi, 331 era.no in età fra .


X II - CAUSE Dl MOH.'l' I•: l'El{ 1,;'l'À

311

~O 1: (iO a1111i; per altri 121 non ha potuto tiss1:r<·. nt ·t·1T l.af;i. l'l'tù ;

1,rolmllilmenle quesLi ultimi erano tutti, o q11a.-.;i l.111.1.i, pri1-;io11i\'ri. I>a.I I !)20 al l!ì23 non si hanno elle easi sporad ic i. 20. L'a.umento della mort,alità per malaria, durante la g 1wrra, 1\ g iù, molto forte nelle età infantili. Nel primo anno d'età la l'n:-

q11cn:1.a dello morti si quadrupliea da l HJ14 al 1917, nel s uceess.i vo quadriennio rl'età si quadruplica dal 1914 al 1!)] 8. Dopo il .L!H8, altmverso oscillazioni - notevol e specialmente l' incrudi ruenlo del HJ21 - la frcquern~a delle morli per malaria nelle età infan tili tende a diminuire ; tuttavia a.neom nel 1U22 e nel 1923 s i mantien e n e ttamente sopra il livello dep;li ul timi anni anteriori ,tlla g uernL. geeo i saggi di mortalità: .Morii per febl,,-i di mala.rie& e ver a«iwssia palnxln:, pm· o.r1ni /()(XJ .,opra1miventi all'inizio ili ,;ùt~r;u.n r1u.11n ,li r.lit l!it.':

1!1/4

[!}15

1916

1917

l!J/8

/!1/.'I

l.'1;!0

1:r.1 1

1:1:JJ

l .'J;J::

da o a I aoao 0,:11 0,26 0,0:1 0,72 J,0!) 0,!)4 o,r,~ O,:i l 0 ,(iO o,r,4 0,4:, da I a 5 mi 0,22 0,17 0,32 0,40 O,G,3 0,70 n,::.1 o,~:,.; 1),44 0 ,:1.1 0,2,;

l•'rn i f> e i 10 anni la rcc rudeseemm dell'epiùcrn ia. rrmlariea. ti u.rnutc la. g ue rra è più grave : il numero nssoluto d ei morti varia eosi: /!J/::

l .'114

l .'1,( 5

1916

1917

1.918

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1920

1921

1922

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I !)li

-1 10

619

1. 045

1.180

507

3%

435

311

233

,',,·11 ;,,a l',·pi dc rn ia. in fluenr.iale, il 1918 avrebbe forse ,wg-1111.f.o una di 11 ii1 111 ;r.i1111 ,, d i morti in questo grnppo d'età: n'è i11<1i11io la rclativ:i. pi, ·, ·ol,·11z.a dell'aum ent o in eonfronLo aJ Hl l 7. ( )ol l!ll!l In. d imi1111½io111· :,; i 111a11il(·st11, assai sensibile ; essa 1H·os 1•!,'.'11•·, at.lr aver f-o q11aldw .,:,;, ·ill:1i',io111,, nel quadriemiio s u,·,·ess i vo: i I 11111111n-o d ei morli J1c l I!l~:; t'·. :1.111:ora s 11pcr iorc a q11 nllo d1·l I !li -I, 111a già inferiore a q11llilo df•I 1!11 ,1. Il rapporto dni d1w. :,;,,s:,; i osci lla di anno in anno, sc11½:1. 1:,:1·.1;,1i .. 11al'i varia11io11i dng-111\ di nota .


MORTALITÀ E MORBOSITÀ

312

Fra i 10 e i. 20 anni l'aumento del numero dei morti è un po' m eno ra,pido fino al 1917, ma la punta del 1918 è JJilL um1·cata. Ecco i numeri dei rnorti: 1913

1914

1915

111/G

/!1/7

1!)[8

1!)1/J

11120

11121

1.922

!.923

221

1.64

f\37

'170

78 1

1.70(;

583

40(;

489

3Ml

261

lL mag-giorn ri a l7.0 della mortalità nel 1918, in confronto alle r,t;,\ proe1:d (:11 !.i, i:or:ri8ponde

alla maggiore diffusione che ha avuto

I' i1illurn1:1.;1, i11 (1u csl;c età. La proporzione fra i due sessi non mo-

xi.rn. g rn.11di varia:,:ioni: sembra che la maggiore estensione del-

1' i nlll1 e 11:1.a tra le fr,mmine nel 1918 controbilanci i r.n icidiali effetti dr. I xnr v i7.i o militare prestato in zone malariche da g iovani delle

mm

<:!:iss i di leva 18\:l8-Hl00 '. Col si manifesta una diminuzione: le eoni,eguen:,:e della guerra si palesano in un note vole rialzo della propor7,ione dei maschi alle femmine (212 °lo, in e oufronto a Hi4 tiel biennio prcJJCllico cd a 153 nel quadriennio bellico). La dirn i11u7,ion e del numero dei morLi prosegue nel quadriennio Imio-im, inte rrotta solo nel rn21; ma il numero dei morti n el rn2:{ !', ancora xupcriore non solo a cprnll.o, N:ee7,ionalmenl'.e l.;;1,,-::-:0, df,I 1111 4, IH\11:-;l a rl('.JH: a cpwllo de l 19!:1. P0.nlu1·;1.110, l'or:-:P, g·l i nlle l.1.i d,,i pi1'1 l;1.r 1•,·o i111pio;.;-o del lavoro di rag a :1.:1.i i11 z,0 111 , 111al:i.rjdte, dur11.11l.o la g 111:1Ta. I ,a pro pondo1u, <li-i 111 11.xdii allt, l'c mmine nel l!t~() ~:I ( 11,0 "/ .,) rii.orna proxx i11111, a q1wll11, ,! ';1,111.e,'.s·uei'l'a. l•' ra :!O , . ,I() ;1.1 111i ::.ppari :-;,· .. 1111 j>ÌÙ gTaYi le eonseguen7,e dirdl.1, dd ln g 11,·.1T;1.. :-il'id11 ·1w xoll.11.111.o 1111a parl.n d o i mili tari m ori.i d i 111alari:1.' xi:1 ,·011q,r.. :-;a 11 ,•ll n s l.11.l ixl idio e ivjli (ma11cano eerparte dei. .111 orli all a 1·ro1 il.11 pri1wipalc), i l numero dei maschi v a so verchiando xc111 pn· pi1'1 q1wl ,., , J.<.lk rrnnrnine: ment re nel b iennio 191?,-14 s i h a pre:-;x'a, po('.o ,·q 11ilihrio mune rico fra i morti de i 1 Negli anni dal 191& 1d 11/Dl il dn11 11 0 per la maggiore pa,·tecipazione delle ragazze ai lavori agricoli in ½01H1 111 n.l n.ril·. l1 0 ha. uguagliato, e forse superato, q uello pAr il Rertrizi o milit.u.1.·e 1n·cstn.to i11 1'1'.~inn i rnn.la.ri~,h.P. da. g iovani loro coP.tanei. 2 Sullu. diffusione dellii i:ml aria n e ll' esercito opcra nLc abbiawu :.sià da to notizie a pag. 25l ed altre ne ,hrnmo più avanti, nel capitolo s ulla morbos ità.


x n - CAU SE

DI MOJn' I•: 1·1~1{ l•!'l' t\

313

d11c sessi, 11el 191!) il numero dei ma:;chi t' i-a-:-;l.11plo di quello d e lle femmine. T,a schiera d elle vittime p ostum e ddl;1 ;.;-11e1Ta. si allunga n el tempo: ancora nel 1920 il nume ro dei m.1 sd 1i mort.i è più che doppio di quello delle femmine, ne l l.ric nn io I!12 1-2:J è s up eriore della metà. Nella popolazione femminile, l' au 111e 11tn relativo del numero delle morti fino al 1917 è un po' minore fra i 20 e i 40 anni che nel gr uppo d'età precedente (10 a 20 anni ) e nel successivo (40 a 60), probabilmente per la m e110 assidua partecipazione delle giovani madri, occ upate nelle faccende domestiche, a l lavoro dei campi in zone malariche. Nel 1918 il forte a.umenl.o della mortalità è in parte da attribuire atl effetto dell'epidemia iufluenziale, specia lmente per I<~ femmine : lo conferma la brusca diminuzione che si osserva, pt~r queste, nel numero delle mort.i nel mm. D al Hl20 i11 poi il ruunero rlP-i morti d1ill ' 11110 n tle ll'all.ro S<-$ So va diminne11do; pe rò a nc-orn 11d Hl22-2,I il 1111me ro medio annuo dei morti è di :117 maschi e 2,lO fommi11n, i11 eonl'ro11 l.o a 124 m asc hi e 124 l'r. mminc nel HIV}-14. Quando s i cousitleri l'enorme schi nrn. tli 111;.tln.ri(:i d H: la ;;uel'!'a ha lusciato super stite, si può r ite nere ,1.hl>w, l.;11 1;,m :-;oddi8f:tc:cntc la riduzione della mortalità. eonseg 11ib.L negli uUirni auui. Reco i dati 8ul numero assoluto dei mol'Li, anche pe r le P-1.à dn 40 a ('iO :111ni, rlflllc q ua.li ora dis corremmo. d,:i 20 ,,, 111..Q,!U; /ti.

,.inn:i ft11n.min~

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rla 411 a 60 mmi JIJ.tJ.Rr.hi fenunùir.

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141

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1923

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3 14

MORTALITÀ E M.01W0S1TÀ

Nella popola7,ione i11 c là ua 40 a GO anni l'aumento del m1mcro d elle morl..i fì 110 al 10] 7 è r rltLti vame.nte minore c he nel g ruppo p r ecedente, pe r i m ns d1i - sol o in piccolo numero r ichiamati alle armi - ; r elati va11rn111.li m aggfore, p e r l e femmine - più libere di attcmkrn all n 01 H·re rurali in s ostitu zione degli uomini assenti. Il ridii: 11110 a li<' a r mi di classi an7,iane, n ell' ultima faRe della g n c r ra, :w('l'<'s<·(• a 11clte in queste età la mortalità m aschile nel HllH o nel l !ll!J ' . ( Al solito, va rieordato p er il 1918 il c onLrih11Lo ti i 111 o ri,i n·<·ato dnll' influenza). Già il 191 9 segna una forte di 111 i1111:,,io111· 11t·l nurn ero dei morti; la diminu:,,iorw prosegue, irii11L<· rrol.l :1, nel s ut,;ccssivo quad1·iennio, rna ancori1 i l numero 111Nlio a 11 11uo dei morti nel 1922-~3 (:..H.10 m aschi e 171 femmine) s 11pnra fortemcnLc q uello del 1918-14 (211 maschi. e 105 femmine). Dai GO anni in Ru, l'aumento relativo d ell e morti fino al 7 è poco min01·c di q uello osser vato f'ra i 40 e i uO anni ; nel 191 8 s ubentra g iù. una lieve diminuzione (i11 q ueste età Ri risfmte m eno l'cll'ello d<~ll' <~piùernia. intluenziale), e hn prosegue uel 1!H!l. L n. d imi n u:,,ione a prima viRta. Rc\mbra n1.i11ore eh e n elle età precnrlcnti; ma si t.rattn <l' una 1nera apJJarc11za, dcri vant<i dnll:a. rnan-

rnt

(':m za dellit p11nt..1. <IP.l l !Jl8 : se s i <'s e:;11 0 il l:0 11 1'ro11f.o fra. il 1!11 7 l\ i l J !ll !), la tli111 inu:,,io110 11.ppa rn qui pi t'i g-r;1.11d l> d 11, 11c lln cl:'l, d:ii ..i.o ai 1;0 a 1t11i. li. rappo rto rra i s Ps s i s P11 1h r:1. 11111d iliears i a s f:1.1·,>ri, d1•1l_o li•111111i1w, 111'11w ri otl o pi1'1 i11l.1·11s o tl1 ·lla r1:c r11 dcRcenza. Ppitl1·111i1 ·:1.: 111111 ,io110, i11li d.1i, i :,.J 111:1s..!1i p,·r 100 l'emmine nel l!l t:1- 1.J, 1:,0 rw l 1!11 :, lii, 111:1. s ul l:1 11 1.,, 1:n 11d 1!) 17-18. La propo r:,,'io111· risal, · :1 1m "/ .. 1wl l'.1 1!1 ,. ;;i 111:i.111.i1·11<' a 146 nel l920-2B. ~A 11 01 1 <'•. :1.c·,·i ol, ·11':d •· ,. •T•·ol i:11110 ..iw 11011 lo sia -- la varia7,io 11 e potrl'hl ,1, s piq .:;:11·s i •·1Jsl : i11 l., ·111pi normali, i p iù dei veenh i ch e muoiouo di 111ala.ri:1 :1.1·1·1·:1110 1·0111.ratto l'infe:r,io ne durante la g iovinezza o In. 111:d11 r it:·,, •111: 11,tlo, pe r ovvie cause sociali, la p robahilit.à d i eo11tr;1rl:1 l'l'a 111:1.;:;;:;iorn per i masd1i; in tempi ' Nel 1[)18 i morti eh, ,JO :i. ,1,, 1u11ti sono i\;'l,'i s n l .2 44 di 40-60 anni ; nel 1919, 10H su 860. Il 45 °lo dei morti di 111:i.l:i.ri:. f'r:1. 40 e flO anni d'età. provien e dnnqne . dal g ruppo di 40-45 anni, che co111preu<lo le classi a nzia n e ric hiamate a lle armi negli ul timi tempi della ~ucrrn.


:1I f,

d'epidemia, invece, molti dei vecchi morti lia.11110 ,·0111.ralfo l' i111'<'zione s olo reeentemcnte, attraverso mc:;,::d di l.1·:1,:i11i ssin111· ,·l1P 11ossono a g ire con facilità presso ch e uguale a <Ja11110 cl,·i 111:1 sl'i 1i e d elle femmine. Ecco i dati s ul numero dei morti in étà superiore ai (;0 a 1111i : l!JJJ

1914

1915

1916

1917

1918

1919

1!)20

192/

l!J22

/!/:!.':

339

267

476

632

1.311

1.279

819

649

725

f,55

482

Dal 19HJ in poi il numero dei m orti tende a diminuire. Però la diminuzione appare r clati vamcmtc lenta: anc ora nel 1922-23 il numero medio annuo dei morti è di 569, in confronto a 303 11cl I 9rn-14. I p rovvedime nti profilatti ci e sopra.Lutto quelli t:erapeutiei ,;embrano aver m eno giovato a questi gruppi, dotati di minore r esisten za. organica a cagione dell'età avam,ala. 2 1. L'epidemia di va.iuolo cominc ia a ma.ui fost.':irsi nel 10 17: ha inizio l'ra g'li adulti ' e fra questi miciln il magg-ior n11111uro di vittime: a 77 morti di età superiore 1i 20 a1111i Hi eonlm ppongono soli ~3 di et.à inferiore n () anni. Nel l!JJ8 l'e pidemia s i cliffomle lentamente : a ncora, pi1'1 l'ra gli adulti ehc fra. i bambiui (400 morti sopra i 20 anni, HlO sotto i G a11nì). N cl l 91 !) e nel l 920, raggiunta la massima intcnsit:ì, il vaiuolo ra larga strage di bambini (15.034 morti sotto 5 anni ), pur mietendo un eonsiden •voh, numero a nche di adulti (5.704 morti sopra 20 anni) e di rag-:1.;:'l,i (fi.fi68 mortì da . 5 a 20 anni). Ancora nel 1921 muoiono 770 l1:1111hini, :322 adultì, 263 r agazzi; negli anni successìvi si o s'.>'. ,·n·:u!o so!l.nnto <.:asi sporaòi!'.i. l1'i110 11i :!O anni d'età 'il numero dei m orti nel periodo epide 111 i,·o 111111 ,, 1110110 diffcrcnle per i due sessi: n el EJl!l, a (i.f',O:! masd ,i s i 1·011l.l':1.ppo11g-ono 6.6!:JO femmine; nel 1920, a 4.:!4!) 111mw.ll i, 4.161 fp111111 i1w ). Ma l'rn i 20 e i 40 anni la ùiffon::i,,;a ,, g-l'a11dissima: giù. tl('I l!II H 1·n1.110 morti solta nto ,H.) 111asd1i i11 1"0111'rv11to ;t 124 fcmmi 1w ; 111'1 J!)l!I m11o iono 3,14 mn,sd1i ,. 1.4 IH l'cnn11 inc ; t Vedasi i u p ro pl•;ito 1t.11d 1P il (:apilolo 8ttlll\ morho~i tlA..


31G

MORTALITÀ E M01W0SIT À

ne1·1920, 294 maschi e 1.1 77 femmine; nel 1921, 34 m as<:hi e 129 femmiue. La m ort a lil:à fe mminile è press'a poco quadrupla di quella maschile. La r i vaccinazione di una gr an parte della popolazione maschile di cp1m,l,c eLà, passata per le file dell'esercito negli anni da l I !) I .~ i II poi, manifesta i suoi benefici effetti : cir ca 2.000 vite sono l'isp,. trmia te i. Ancora fra 40 e 60 anni sembra ma 11 il(isl.a l's i q11a lchc a nalogo e ffetto (nel biennio 1919-20 muo io110 71i7 111:1sc hi e l.0,12 femmine), ma la più scarsa mor talit:'L 111asd1i li, q 11i p11 ò dipen der e anche da altre circostanze. I n u1rll'ri 11011 :-10110 111 011.o gTa ndi: e basta un focolaio epidemico in 1111 l'<·parl.o r1,1111ni11ile tli un ma nicomio, o d'un r icovero, o d' un o::i1wdal,,, pn ,· a lte ra re la pr oporzione dei sessi nella media del l{q~·110. Ol i.l'u i (iO a nni di età il numero de i mor ti è r elativa mente pi1:1:olo ,i Jll"<Wa lg-0110 i maschi, forse per chè p iù esposi.i a con1.ral'l'C il 1:0111..i.g-io, per la loro p i 11 intensa partecipazione alla vita sociale. l'er m egli o m o8trare la gr.tviLà ,Li:;s11 nta dall'ep ictem i1,i nei g-ru ppi d' ot.ù pi Lt colpiti, ab l>i,'lmo cal<:ola.t.o sa14"g-i di morta lità p er Jr, nlA i 11fanti li. 111,wli d ·1'. .,,,,,iuolo, 11"'' O'fll i /IH)IJ NOJ>ra ,·r i,·t·ut·i « ll' ini::io d i, r.i.mwuu ,1,111111 , l 'l'l,1 Mnd ia.

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t C he la. <·.:1.11...,,11. 111·p l"" 11 l,•111 11 1.. d,·IL, d111'1·1·.. 11 t,,i 111o r La lità. dBi due sessi s ia. q uella a.c cen n n.l.:i. 111•1 l,t's l,,, 11pl'111 n , ,v , ,l,11i1.,, 11 1 :-.,· 111plice esa.mP. d ella. dist ribuzi one per q ninqu e nuì d 'cLù. doi 1110 1·11 11 , •I l '. )l ! I.

46-0

()5

Jl}tt

Jlomiuine 43 i

Ma.~chi

227

233

133 176

90 135

r.r. 51

P rima dell' ett1. del s nrv i:t.io 111 i li ! n.rH 11111o ion o p iù 1nn.sc hi che femmine; frn. 20 e

,Jr, a.u ni la mo1·ta.lità. maschilu è ~ ra 11d1·1111: nt.c jn fcrior c a quella fe mmini le ; n u11e e tà gn ccessive , o rma.i lontan o tla.lP1~porn1. dulia, ri vacc ina zion e, il n u mer o dei maschi modi lcnde a riaccostar si a q ue llo d ell o fo mmine, a n zi finisce col superarlo ,


317

XTI - CAUS1~ Dl MOlfl'J<: Pl•:1: Jl:'1'/\

2 ~. Nelle età infantili, la rno rtalith p(:t· 111 ol'hillo pn•F;cnta, durante la guerra, oscillazioni abbas lanw n.mpi( ', s1• 11;1,a. t.1'1Hle11za a ll 'aumento, anzi piuttos to con qualche tern.J.ernw, n.lln dimi11 11;1,io11c . TI li vello d ella mortalità dopo la g ue rra si man!..i n nn pit't l1asso di prima. Jltorli ,li "!orbi/lv, per uy11i J(){)() sop 1•avvfoenti all'inizio tl'i ci,".u;11,11. anno d'età 1

1913

19.14

191/i

.W16

1917

da O a 1 anno 1 ,60 0 ,8G .1 ,21 1,84 0,48 da I a 5 anni 2,07 1,29 l,<>2 2.25 0,71

1918

/!) / !}

192U 1921

1,03 0,GO O,(;G 0,79 1,4f> 0 ,69 0,99 1 ,')G

1922

J.928

0,47 0,89 0,7[:\ 1,18

Sopm i 5 anni, fo, mortalità p er morbillo non pres<'nt.a ca ral.t.ni d u;.;-n i di s peeiale mcn:donc _ .l!'rn i 5 e i 10 nnni oi,;,:illa , c:011 t.1·.mle11 za n!la djminuzione (da 771 eas i di m orte, in m edia ann11a, n e l b ie nnio 1!)13-J.4, xi di scende a <,78 11 c l q11a.dl'ic111tio h ellieo cd a :196 n el quin queuuio 1!) 10-2:l). l<'ra i IO e i jQ anni

dimiJ111 isc:,: per le f'1·mrnine (da 78 mori.i, rn e dia J.(ll::- 14, :t 5G, mcdiit 1915-18), ma a uurnnta p e r i m,1,schi ( da G!) a \:.17): q uest'ultimo a 11m0,n t o deri va princ:ipal111e 11t.,i da lla punta d el 1918 ( 1:11 morti maschi di fronte a 67 femmine), e h e rorse dipende

da ci11a lch e esplosione 0,piùe rniea in collegi, o i n caserme ove (·ra.110 raccolte g io va,nissime rcel ul:e ; dopo il 1918 d iminuisce ,·osi )ll\ l' i masch i (m edia annua 1919-2:1, m orti f>O) come pe1· 11: i, •111 111i11e (4fi). Fra i 20 e i 40 anni le manifestazioni epidc111 il'ill' 1wil'a11ti ,j,, n t.e militare sono riv elate dal ùruseo aum e H!.o ddlt- 1111ll·l.i 111ai,;d1ili, da 2fi nel H)J 4 n 160 nel 1\:llfi ccl a I (i~

nel l ~l lti ; 111:t poi s i I.orna a cifre molte basse, salvo c lt n 1H'I l !l~ I ('10 111orl.i J. Nl'lla po po la;.,ione femminile, n eRs1ma t.rat·.('ia d i s imile a.111111 ,1110. < >l i.I',·· i 40 a nni i casi le tali di 11wl'i,illo so no sempre r ari.

23. N1' ss1111 i11di ,.,i11 d i :1.11111c 11ti d i Jllort. t.li li1. do v 11t i a lla ;..;-ucrr a si ritrae dall o s l.11 dio d,·11:t. rip:1.rt.i,.,ioi11: JH' I' l'i:'1. d(,i 111ortj ù i scar-


318

MORTALI'l'A E MORBOSITÀ

lattina. Nei pr imissimi anni d'età s i v e d e diminuire la frequenza delle morti, come ris 11lta dalle seg-uenti propor zioni. tllor J,i, ,li :;:i;a..rlullinr;i, pm· o:;ni .1000 .vopravv i·uenti "Jl'•,:·,1.izio di ciascu.n anno d'età, /.'I f./

1:11,,

tr)I(;

da o a I anno 0,:1:1 0 ,20 da 1 a 5 anni 0,:1,, O,GI

0 , 10

0,17 0,14 0 ,10 0,08 0,11 0,11 0,21 o,tr, 0,44 0,48 0,28 0,26 o,;;o O,B(l o,ri:3 0,4G

1:1/.':

0,2H

J.9 /7

1918

1.91.9

1!/2(1

.192 1 1922 192iJ

1,' r;:. i !", :· i ! O anni il numer o d e i m.orti si ma11tien e ba sso 1w l p, ·riodo IH \ll iui: in media ann ua 550, in confronto a 1.0\Hi 11nl hi1 \111 1io I in::-14 ; d iminu isce ancora nel dopoguerra (472, media a11 11w1, lfl l!l-,n). i\Hrdtanl.o aecade fra i 10 e i 20 anni: 193 mori.i nel p e riodo hnll ie o, lt58 nel periodo p ostbellico, in confronto a :; 10 1w l pnriod o prnbcUic o. Dai 20 n.1111i in s u i easi letali s ono rns.i, e il loro 11 11 11H·n·o i) più bas:,;o d.urante la guerra (m e dia ar1111w. 67 morti ) e clopo (77), c he prima ( 101 ). 24. r/ ip<-·rLossc 1n·es t•nbt nel t rie1111i o 1!11:,- 17 1111a sf•11s ihik rner11d(\:,;ee11:-m epidcmiea; a.ltrn minori 11n l l !l:!O <: 11(d 1\1::!,I. ivla 11d l' i11sirn11n la rn or l:al il:ii. po:,l.hnll il'.a. appan· i111'<-ri o r1· a (l ll clla prd,d li('.t. 11,,·,·li d i,

ipr·,·l.n.\'!<(r , JIIT " f/ lli / Uflfl

ttfl' i wi::io il i / fl{.'l

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da o a 1 311110 ~, 1,1 I ,l;H ':J,r,o da 1 a 5 nnni U,(i l n.. ,.ir .1 ! ~ I ' : '

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I .Hl

I ,:;,,

ovi'VCHli

,l 'd,i /.'120

1921

1.922 1923

2,42 1,26 1,58 2,31 <;> O,'i!-', o,ri~ n,4-7 o, 7•~ 0,41 0,51 0,63 : ~,;' ; I

F ra i 5 e i IO a 1111 i, dA i11 c 11 i I' ipertosse è molto più di rado l etale, si ha q ua ld1,· :1.1111 11i11l.o del numero dei morti, specialmente nel l!HG, ne l 1!)1 8, 11;;1 l!l20. Il numero medio annuo dei morti seendc da 128 1101 1!)]'1-14 a 81 nel 1922-23. Pochi casi e poch e oscillazio ni fra I O o 20 anni; oltre i 20 anni soltant o casi sporadici. Non s i ha indizio di aleuna eonncssionc fra la recrudescenza epidcmiea e la guerra.


3 1!)

:!5. La d itle rite segna un prog rc:,;:,;ivo au tt H' ttl.o il i 111orl:a litù Jl(' ll e età infantili, durante la guerra . Ab biamo g i;\ a< TP tt 1111,l.o <·o mc, a nostra opinione, tale aum ento Ria dipeso pri1w ip:d111 ,,11l.n dalla rici Lt,,;ione dei servizi sanitari civili, ch e ha impe <lilo o ri lardal.o in molti casi l a diagnosi e la cura d ella m aJattin.. Ne dan·hh,· una riprova l' i mme diabi diminuzione della morlalif:à dopo l'arm isf:i7;io. Nel 1!)22-23 i saggi di mortalità scendono sotto il liwllo 1l'a.nLeguerra. Morti di .-li fte,·ite e lal'in_qite ci·npale, per ogni 1000 sopm.,,,iv,mti a.U'iniz-io ,li r.ia.'u:un anno di età, J.9/i/

1!11'1

1!11:;

J.?tG

t .'1 / 7

1918

1.919

! .920

f!/21

1.1122

192,·:

da O a I ant!O o,o1 o,n1 o ,38 o,44 OJ,o o,43 o,31 0,40 0,1.0 o,34 o,32 ~a I a 5 anni 0,65 0,7G 0,79 0,82 0,9fi O,ll4 0,61 O,G8 0,68 0,(iO O,f,8

ll'ra i G (' i 20 a nn i si osser va u n a.11;1,log-o prog-1·08siv o a urnc111:o dal 1.D'J 4 al 1918, un',-1,0;1,loga lH'11s <:a (li ,n i n111.io 1H: 11nl I n I 0. Dopo 1111 :inm;i bilc r ia l7.o n e l 1\)20, i l num('ro de i 111o r l.i sc <,ttd<, 1m l 1!)22 e nel HJ23 ad uu livel lo p ii'! ha ,;so di quello tkl 1~11 :i. l.'J13

1!114

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1/J/7

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730

889

tJ.1.l

!)54

l.t25

LA!IS

831

1.008

780

!lli8

'1 73

Oltr e i 20 anni s i hanno poch i casi di m orte ; um anc he qui \\ paleRe l'aume nto nel p eriodo bellico: da una m edia annmt di 1~ t·as i nel hie nnio 1913-14, si passa, g radualmente a 38, 59, 69, 96 11(•i q 11alf.ro a nni s uccessiv i, p er ridiscendere a 78 c osi n el l!JHl 1·0 1111· 11<'1 IH20, a 67 nel 1!)21 ed a 58 nella m edia. a.nnua de l hi t·1111 io I :lJJ-2:1.

0

:!li. 11:d 1\1·1·01:i, Regucndo il eon s ueto ordine, alla maggio r ùisLrugg il.rin · di vif.n : a ll.' influen za. I sagg-i d i 111orl.a l il.it infhnl:ile m e ttono in rilio vo il Hl\11,;iliilu inasprim c11to dl'lh 111o rf.a lil.ìt d el 1916, ma attus ta110 a 11(:11e e he nel 1917 s i era rii.ornai.i al li vello norm a lo. N(•ss1111 s i11l.om o premonitore a 11111111 ;,,h la vi 11i<·11f.issima e pid emia dP I 1!li H, 111: itt queste nè in altre e l.h.


:l20

MORTALITÀ E :VlORBOSITÀ

Mentre di co11sucto la mortalità per influenza è quattro vol(e maggiore n el primo anno Ll'et:ì ch e nei succeRs ivi anni dell' infanzia, nel 1918 è un po' più olnvata nel seconùo gruppo d'ctit. che nel primo. Ossia: l'aggnwa,mcnto relativo <lella mortalità per influenza ù rn olto maggiore dal seconùo al quinto anno d'età che nel prin10. N(:lk postl'riori ondate epidemiche s i ritrova, attenuata,, la s l.(•s:-;a c·aratteristica: nella media dei tre anni 1920, 1022, I!)~,: (Ps<"iucl ianw il Hl21 perd1è quas i immune da manifcsta;,,.io11i epidrn1i<:11e) la mortal.ità del primo ai~no d'età è poe o pit't dw do ppia, ma la mortalità dei fì uccessivi quatt.ro a nni d'età <.. piìi ('Ile quadrupla, di quella del 1913-14. Morti d' ·in/l1te,izri, p er ngwi 1000 sopmovi-vcnti all'inizio ,Li cia~cun an1w rl'elù 1913 J!Jf ,1

/ .9/:j

Jf/22

1.?2:/

da Oa I anno 0,57 0,55 0,58 0,91 0,61 11.40 1,55 1,21 0,f>f> 1,H7 da I a 5 anni 0,13 0 ,13 O, ln 0,23 0,15 12, H) 1,L-1 0,86 0,1 8 0,54

o,:12

1!11/i

1.?17

1.9.LH

1!11.9

1.920

/ !/2 1

1,2<>

li calcolo dei saggi di rnorL.:tliL:'t., riport a.Li a lla pu.g-. ;;~ I, per i singol i anni d'età lì.uo al quinto m ette in <•vidnnila 1111 c urio80 contrasto fra l'anrlamtmto della mortalil:'t. in 1'1 111 i1io1H: d<ill'dA 11<:I p e riodo epidemico cd iu c podie 11or111;1.li. I >i solito, come appari· dai dati p er il 1!117, la 11wrl.a.liUt JH' I' i11ll11e11½a, decresce ntpida111c 11L<· 11 n·g-olarnH·11l.e dal pri1110 nl q11i1il.o an no rl'dit. Nel (ll'l'iodo npid1·111i('o, i11 v<·1·1·, <·xsn 11.1111w1da dal primo al secondo anno, Jl<'I' pui d(·t·n·scTn · 1·11 11 rapidil.:'1. 111 0 11 0 ,n inore della consuet.a. Il miuun: rialzo ddl;;. ;111 ,rl Hiii!,. ,i,·i ial,La11i.i può spiegarsi eonsi<.lcrando ch e l' im111o l1ili l;'1. cki 1>11.1111>i11i ne i primi mesi della vita e l'alimentazione 11111.l.,·r1111, li p1·,·sc•rv1u10 da molte occasioni di contag io (n el primo J1wx1· d '(·l:'1. il sag,;io di mortalità per influenza, che era stato di 0,11 p e r I000 11d L917 non sale che a 0,93 nel 1918 cd a 0,19 nel 101 !/; o.; i 111a.11i.i c11c dunque basso anch e m ii p eriodo epidemico, se pure l'a.111nt· 11to relativo è grande). Negli anni di età. s uceessivi al primo va<·.n ·xeendo la resistenzadell'orgmtismo alle malattie; ciò spiega. il rapido diminuire della mortalità in


x n - CAUSE:

321

DI MORTE l'ER J•:TÀ

periodi non epidemici ; ma va cr escendo a 11chc , eon In mobilità de l fan<:iullo, la sua espos izione al r ischio di c ont agio ; e iò spiega il crescere, con l'età, dell'aggravamento relativo dell;,t probabilità ti i m orte, nel periodo epidemico.

1

. fi uenza, per ogni· 0-1 anni in 1. 9 1000 sop1·avviventi al- 2 . » l' !nizio di ciascun anno 3 . d-,, età 4 .5 ,,

.,, t 1,- d' mfH"

3 : 4

1.'1.17

J.918

J.?J.'I

0,64

11.40 15,98 rn,49 11 ,13 9,18

1,55 1,66 1,33 1,0l 0,76

0,3L

o,rn 0.09 0,() 6

Già n eJJe e tà in fa.ntili , d urante il periodo e pidemico 1918-19, ::;i osserva un maggiore ina sprim ento r elativo della mor talità per influenza tra le femmine che Lra i maRchi. Nel primo anno d 'd ù la p rnpo r7,ionc delle femmine tra .i morti sale da 78 per 100 m asd 1i nel rn1:1-17 a !:!O nel 1!j18-rn, r itornando poi a 7G nel rn::w-:n. Nni ,11 1att.ro anni <l'età, SilCCC8Si vi al pr imo Jn propor1,ior1c d.clle femmine sale da H.l per 100 masd 1i nel l !)J:l-17 1.t 11.l nd I '.)18- Hl; riùis<.;em lc a '.)~ nel 1'.)~0 ~H. F ra i 5 e i 1.0 anni nor malrn<..mtci si ave vano podic decine d i casi l e tali cl ' inO uen za : Vlf> i n media annua, n el 1913-17. Si sale a 24.1:128 n el Hl18, a. 1.5191 nel Hll !l ; ancom nel 1H20 si osservano 1.16H casi. Si torna a l normale n el 1921 (161 morti); m a nd biennio successivo si osserva un leg·ger o peggior am<?mto (288 m ori.i 11d 1922, 1!)7 nel Hl2,1). La proporzione delle fem mine lm i n1orl i a.:mwnta ancor più che nelle età pr ecedenti : da !}7 per 100 ne l l '.1~0 ~:i.

,\ 1wl l<'. dai IO a i 20 anni le mor ti per intiuenza. solc wa no esseni ra 1·, · : I!-{\), i11 nwtlia annua, nel. Jfl13-17. Au1rn ,11i:1.11 0 a

51.H3H 1td l !I I:-·:, :; U ,m n el 1919, a 2.5Hl n d 1\1:!0. N1,;; li a11 11 i successi vi »i li a11110 nume ri di morti assai rn i11or i, 11 1:i. nm:orn da due a q1 1afl.ro 1·011., · s 1qlnriori al n orma le : :1-11 11<'1 l!l:.? I, G:!O nel 1922, 42G 11('. f I \)~::. I ,:i. ;.:;i:"i. commcta preval,•111,;1. dt.' IIn l'!m1tnino tm i morti (1 2B JH,r I oo 111a fwl 1i 111 ,l IDl :-1- 17) t'· Ii1· 1T 11 1t·1 d ,ti ra llon :at:.i G.

J\fOR"A R A.

21


322

MOR'I'ALITÀ E MORBOSITÀ

nel periodo epidemico l918-L9 (133 fommine per 100 maschi); poi la proporzione d eHe femmine diminuisce (103, media 1920-23). Fra 20 e 40 a nni, da 1102 morti, media a nnua 1913-17, si va a 92.059 nel 1918, a 10580 n el 1919. Queste cifre aumenterebbero, e non pof:o, Rfi venissero a ggiunti quei morti a ppartenenti a ll'esore il:o opora llto, clte 11011 vi siano già compresi. Q uanti siano, ig nol'ia mo. 1:; a.ne lle · per tale mancanza che il rapporto d ei RC'.Si:;i a p pru·11 Ringolarm entc sfavorevole allo femmine, delle q ua li in11oio110 l(iO r cr ogni 100 maschi nel 1918-19, in confronto a 114 ~;,, 11('1 1!) 1:1-14. Dieiamo «anch e» per tal ma11ea11,r,a, perehè abbia mo 1·ag io1w di c re der e che, aggiunte le morti che mancano, il rapporto ri111111-rc:bbc molto favorevole ai maschi, per la ca usa g ià a ltro ve a ccennata : c he , cioè, la dis loca,r,ione dell'esercito operante neUa r eg ione ve neta , relati vamente risparmiata dall'epi- dcmia , ha eo,;ti tuil:o una situazione d i pri vil eg io per la popolazione maschi.le di queste età. Ancora ne l J!J~O Bi osser vano 6.!127 mort i e la proporzion<~ delle fem m ine Bi m:111 t·.irn 1c molto alta ( 175 per 100 maschi ); nel 1921 la morL'i lità dim inuist·o f'o rtemente (570 easi) e la p r oporzione delle femmine r it:orna 11or1 11:1.k ( 107 per 100 ma :,;e hi). A lle nuo ve onda te epidcrniehe dd l!l~!'.1 ( l .:>17 111 ort.i) c del l!J:!:I (!JVJ) corrisponde un nuovo J'ia.lz;o d dla pro por:.,;i o1w dellP fom mi11c (1:14 pe r 100 m asc·.hi, 11 0 1 hi1 •1111 i" I !l:!~-~:1). ~peeia lrnentc i11 tpws l:o µ; rnppo d'cl::'L a ppa 1.·c c vidt·11lt· la ,·trn nessione tra le rnn.nil't•sl.a zio11i npidn111id1u n l'<'t'.('. \'Sl4o d,·ll: 1. mor talità femminile s u q 1w ll11, IIIJl,Sd1il e. Dni '10 ni 1;0 11.nni il 11111111 '. ro d, ·i 111o rl.i per iutluenza è a utn l)nt:.Ll,v, in prnpnrzion;·, ;: (: pn' ;n t~nn ( '.! H '. 1:cllc precedenti età, nel p eriodo ,ij1id1:111i,:o. 1:rn !4111.lo di :>0,1, ·i n media annua, nel 1913-17: sale a :1H.:1i1r, 11111 l\ll H; l-li. ma nt ien e a 5.445 nel mm ed a 4.510 nel 1.!l~O. I >i~1:!>1HI" n (i10 uel 1921 ; risale a 2.068 nel 1922, a 1.088 nel l!J~:1. M,:11 1.n '. d i solito in queste età m uoiono d' influen za più m asehi 1'. h< '. 1'1 :111rni110 (85 femmine per 100 maschi nel 1913-17), nel per io<.lo 1'. pidcm ico 1918-19 i numeri dei m orti dei due sessi si pareggfa110; e ancora nel quadriennio 1920-23 la propor zione d elle fcm.mi11e si mantiene anormalmente alta 1


XII - CAUSE DI MOR'Pl<: PER g 'J'À

323

(HO per 100 maschi); anche qui corrispo11ùe alle ma.nircsf.1.1,;r,ioni e pidemiche un mag;gior aumento della mortalità J'c111rni11ilc_ L'aggravamento relativo della influenza divie uc anelH· minore fra i 60 e gli 80 anni. Da 1.505 morti, in media n11111ia, ne l. 1913-17, si passa a 19.968 n el 191.8 ed a 4.588 nel HJI!). Al contrario di quanto avviene n ei precedenti gruppi d'età, troviamo nel 1920 un numero di morti (5.104) maggiore di quello del 1!)19. 8i rit orna al normale nel 1921 (1.107 morti); le successive ondate epidemichè aggravano fortemente la mortalità nel 1922 (4.566 morti) e n el 1923 (,!.8!15). La 11orrnale prevalenza femminile tra i morti (11:3 femmine per 100 masc hi nel 1913-17) è rafforzata nel periodo epidemico 1918-HI (13;1) ; n e.I quadriennio 1920-23, invece, la p roporzione delle femmine ,;i abbassa (102 p er 100 lll.t::H:hi). Co11Li11ua a cUminuire, col crescere ùcll 'ctà, la. grnvità ùell'aum e n to relativo della mortalità per infl1u'11'l,11.. Olt:rn g-li RO a1111i , da 4u~ m orti, in m edia annua, nel l!)J:1-17, s i va a 1.1,'18 11d 1!! 18 cd a 521 nel 1!ll9. T,e posteriori ondate inll11n11;r,i1ili s i m anil'<~r-;l.auo in maggior mis urn che uelle pr<~<:ede ul.i 1.·Li~: ::;i ha 11110 i>u4 morti nel 1920, ~WO nel 1!)21, !)!)O nel I 022, 84!! nel }!)2:ì. T,a prevalenza cfolle femmine sui mar;chi, n ormale frn i morti di queste età. (121 femmine per 100 maschi uel HIIB-17), aume nla sensibilmente ne l periodo epidemico 1918-Hl (ln:ì); nel quadriennio 1920-23 la propurnionc discende a 106 per maschi. :.!7. 1 morti a ttribuili all' influenza nou rnpprcsentano, come ,;n1,1,ia111", ,·I,., 11i1<~ 1m1fo ùclJe vit.t.ime dell'epidemia del 19J8- itl; il nu11wro d<· II,· quali si raddoppia, o quasi, se ,;i a,ggiuug-0110 ai ck<:nssi 1wr i1ill111·11Y.n i decessi in più del normaln nJtril111i1i nd a ltre ea11s<·, i '1 11:ili posson o aeeagiona.rsi a ll'eJJidc 111ia. i\'1<·11 1.n • non è dif"lit-il,· ,·11.l<-ol:i.n·, :ippros,;imalivam entc, l'an 1111011lan · , ·0111 plessivo di q1ws l.11, s,·1·01 1da t:al.egoria di decessi, dan·.lilH, luoMo a soverchio arl>it.rio il ln1il :i.l.ivo di riecr<"art11· il 11 11 11wn, i1 1 ,·.iaseun gr uppo di età. / 111/in·lln1111·11/i- s i può ~i1111;.;-<·n· a <·iò ,·.ul prncedimento segui to pi,·, :1ddi,fro ( pag·. l(i:I). ì\la i11 1111 ,·akolo diretto


MORTALITÀ E MORBOSI'l'À

324

di saggi di mortalità preferiamo considerare soltanto quei casi che nella statistica delle cause di morte appariscono sotto la voce « influenza •. In mancam1a di dati sulla, ripartizione per età della popolazione, ci siamo va lsi dell'espediente già altrove adottato (vedi retro, pag. 157), per poter calcolare saggi di mortalità. Determinata la mortalità totale p er influenza per singoli gruppi d'età, nel 1!)1 8-1 9, a,bbiamo voluto confrontarla con la mortalità m edia annua del 1911-13, per mettere meglio in evidenza il s ingolare andamento, in funzione dell'età, della morta.lità dovuta all'epidemia. NUMICI{() Jllr.I

MOH'J' I D'INFLUENZA PER OGN I

1000

VIVh:N'l'f,

IN CIASCUN GRUPPO JJ'JC'l'À

EU.

Media, annua 191.t-13

l-i1om1nn; 1918-19

- -- - ma:,u;hi

fcmmi1w

m o.sehi

0-5 5-H> lfi-25 25-~5

0,282 0,024 0,()28

0.238 0,024 0,027

0,027

o,mo

;l:,-1!j

0,04-4

4:J-5!J

r,r,.n5 I>:, 7G

0.077

0,040 O,OfiG

"12,!)!J.0 !\4 10 7 ,800 10,f,!)() 8 ,<i:.:O (i ,:,!)0

O,l-14. O,B!J2

o,,rnn

0 .1:l!l

!\ OliO l,,'.)80

7:,-...

1, I (j I

1,~w

7 ,!J I()

- - -·- - f emmine

H ,,.\70 7 ,280 11,080 14 ,88()

!), 180 1,,0!!0 :,,7,10 !l ,420 10/,00

L' i11ll111·11:1,1 1, ,·pid, ,111 i(·:1, ila q11:1kl l<'. <·arattere comune con quella c nd<·llli("a : (·osl l":dl.o lil"l'ilo de.I la m ortalità nelle prime età infri,n(.ili " 111"::., ,li i.i111,· ,·i.,\. ;-;\'.11iii, i't.bbassamento relativo della mort:1liL.'1, 1"(:1n111i 11il,· i11 <·.011lru11to a quella maschile fra i 45 e 55 anni. ·Ma s i 1.rn,1111. di ('11raLl.1:ri connessi, sembra, con le variazioni della r esisl.<:11 z:1. org:1.11ica, che, minima alla nascita, va aumentando nc ll' i111"11-w.i11. o nella prima adolescenza, mentre va poi diminuendo ndk ul:'t 1nature, col crescere degli anni. Anche la diminuzione rdal.i va della mortalità femminile intornoal cinquantesimo anno s i <·.o ll cg·a con un fattore generale di minore m ortalità : la cessazione de l le gravidanze e dei parti.


XII· CAUSF: DI MOH'.m Pl~R l~TÀ

325

Sono invece notevoli i caratteri differenziali tm I' i11nuc n:t.a c pidomica e quella endemica. La prima colpisee m olto fo rl,c rn ontc lo d::\ più vigorose (da 15 a 45 anni), che la seconda ris parm ia ; e s i presenta molto più l etale per le femmine che per i ma8c:hi anche nelle età dcll'infan7,ia e della pr ima giovinezza, nelle quali normalmente la mortalità masehilc per influenza era più alta di (f 11e lla femminile; così pure nelJe età senili l'aggravamen to della mortalità n el periodo epidemico appare maggiore per le femmine. 28. P er poter comparare più facilm ente l'andam ento della mortalità in rcla7,ione all'età, nelle successive ondate infl uenzia.li, .ttbbiamo cakolato numeri indici del nurnern dei morti d'influenza in <.:iaseun gruppo d'età dai 5 anni in su, per ogni anno dal l!H8 a l 1!l2.1, posto uguale a 100 il numero medio annuo dei morti 11d I HI ::. 17. Questi indiei giovano a mosf.mre quanto reRti su veri ore al norma i<'\ arH·he negli 1111:irni mrni, il m1mf'J'I) ilei morii. l'er le ctù rla O a 1 e da 1 a G am1i, dove il nume ro dei viventi var ia molto tla anno ad anno, abbiamo <"akolal.o inv(i(:o 11 wneri ind iei. dl'l sa{J(l'io di morlaliUi. p<'r influ0.11za. Nmneii i1ulir.i (media amma 1.91(1-17 - 100) del sarmio rl-i ,,wrlalitil tld numero d-,i mnrti

------·----~ Età

0-1

/.(i

7.619

192 1

1.7!">12:-18 IHt; H:i

1922

:: 11

1923

I'.!:!

l !J IH l!J l\1

1920

fi:Uì,

5-10

l lJ.20

18.465 · 27 .160

20-40

40-60

60-80

80-..•

30.483 3.&03 2 .291

7.741

1.327

3&7

1.083

305

11;;

917

IH

712 fi38

1.475

2.291

8Gl

1.333

11 2 1137 200

ll!J

180 328

189

127

1139 74

502

·111

:301.l

r-0 :21,1

225

302

2 16

1!12

[811

213 146

ln tutte lt, d ,i1, lt· s111-c1,ssivc m a11 if'esfa'.t.io 11i <' pidPrnivlio I.ondono ad attr 1111a rs i. '1'11lfavin. s i 0Rscrvu,J10 ~raneli di lfo l't' ll'.I.C nel comportamen to dei \'ari g-r11ppi d'età. L 'ailc'.t.'.t.a d(·lln pr ima Oll(]ata non è raggiunta JH' a vvi('i nala da alcuna d,·llo s11c1:essivc, ma


326

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

il numero delle vittime di ciascuna delle ondate più r ecen ti (1922-23) supera quello <.Lella sceonda ondata (1920), o si a ccosta ad esso, nella prima infanzia e nelle età senili, mentre è in genera le molto inferiore ne lla seconda infanzia e nell'adolescenza. L e manifestazioni e pide mielw, assai m eno diffuse nelle età. senili durante il periodo e11l mina nte de l ciclo epide mic o, mostrano pe rò in codes te eth 1111a m:.i,ggfore persistenza r elativa: nel biennio 1fl1 8-rn il 11umcro dC'i morti da 60 anni in su supera del 579 °/ 0 il 1111m uro ll1l'dio b iennale del 1913-17, nel 1922-2/l lo supera an<:orn. tld l:Hi 0 / 0 ; il numero dei morti da 20 a 40 anni nel I\J 18- 1!) su pe ra. i I norma le in proporzione enorme m ente maggiore (16.8!J3 ¼), n e l 1922-23 lo s upera in proporzione soltanto doppia (il02 °lo), L'esempio mostra che cosa :1hhiamo inteso dire accennando ad una maggiore persistenza relativa delle manifesl~1,zioni epidemiche nelle e tà senili. Anche nelle prime e tà infantili, la persistenza relativa è notevole. Da O a 1 a nno, la mortalit:'.L pe r infhtenza del IU18-Hl fmp era dell'89fi ¼ il li vello normale, q11dla del l fl22-2R lo supe ra aneora del 102 °/ 0 • h1 via a ssoluta , invi'.(:(: la massirna pl\l'sisl.(·11za s i lta J'ra i 20 (' i 40 au11i, eom c moslra110 i pr<'1·(·1k111.i 11111111iri i11did . Nel I !J~ I , q11a11do la. rnortnli t:\ pe r i11ll11(·.11 i 11. sol.lo i :i anni e sopra i (iO 11011 ri vda va .1.l«-1111 s1·.gw, cli 111:1.11il'c•.s l.:1.z io11i npide miche, l.r11, i ~() ,: i .JO 111111 i il 11111111·ro cii-i 111ort.i nra au(;ora doppio rfol non11n ll- (l':1.11110 l'.1:./ 1 11011 ,·. 1!11111111• · lol.nlrn unte immune, c ome pri11 1n ,·i 1·r11. s,·1111,rnl", d11 111 :11ii l', ·sl:1;-.io11 i (•pi<lemiehc influenziali: la eai.(·11a l'.i11 · pa1fr 1111,i i '.I i ri 11011 1·· i.rn111·ctla uel 1921). Nel Hl2.1 il numero dPi 11111rl.i .-.. 11 1worn. l.r,'. voll:e maggiore del norma le nelle stesse e t:'t, 111,·11lr, · 111 ·g li :1 llri gT11ppi è poco più o poco m eno ch e doppio dd 1, ,,1·111:ilv. La distribu.!.io11n pn dii. tld 111orLi è, p e r eouseguenza d\'lla varia p er sistenza del!(· 11111 11il',·sl.azioni epidemiche nei vari g ruppi d'età, molto differe nlt- 11C'I I,· :--111·.(·.essive ondate. I morti da JO a 60 anni costituiscono q11:1 s i i due terzi del numero totale delle vittime nella prima 011dala ( I H18-19), ancora più della metà n ella


XI1 - CAUS.!i:: D1 MOHTE PEH .li::'1',\

32.7

seconda ondata ( Hl20), meno d'un terzo nelle s 11c1:essi V( : ( I !122-23). T morti da fiO anni in su costituiscono meno d' u11 d( wimo delle vii.Lime nella prima ondata, poco meno d'un quarto nel la secrnida., più dei due quinti nelle successive_ Le proporzioni dei m o rti nelle età infantili, sul numero totale, risentono fortern1"ntc l ' i11f-111sso delle variazioni numeriche della popolazione di tali d:ì, : per esempio, s e nel 1918-19 il numero degli esposti a morire i11 ciascun anno d'età fosse stato lo stesso che nel l!l22-23, si sarebbero avuti in complesso 57 ){22 morti da O a 5 anni, invece di 49.234 che in realtà si sono a,vulL Ì<; visibile tuttavia un aumento della, rappresentarnm delle prime età infantili, da O a 5 anni, dalla prima ondata 1 (ln18-19), ov'essc costituiscono il Hi 0 / 0 del numero totale dei morti, alle ultime ondate (ln22-2B), ove ne costituiscono il 25 ¼- L a proporzione delle età da 5 a 10 anni, invece, diminuis<'.(\ l'ort.mne 11te dalla prima ondata (9 ¼ )·a.lle ultime (2 ''/ 0 ) , e solo n ella minor parte questa variazione si può attribuire alla diminuita rappresentanza delle età dn !> a 10 anni nella popo.lazione italiann_ N ,wwro a~.,o/.uto dr.i 11w·1·t.i ,l' in/lumi:m i u 'tut,r ·i. 1u!riml·i

.Età

0 ,5 5 -10. 10-20. 2040. '10-60. liO-....

1918-19

1920

l.'122-2."J

49.234 26.919 55.663 102.639 13.8'10 36, 72f>

3.357 1.163 2.519 6.927 -1..6 10 5.768

5-434 ,185 1.046 2.430 3-156

u.aoo

2! 1. 1\ l,fii:1.1110 g-ih indicato, gruppo per gruppo d 'età, lti proporzioni Ira i 111lll'li dd dne sessL Ci sembra utile r iunire in u11 ~o l ({Ua dro t11ti (: !, · prnpo r1/.io ni ca kolate, per mettcn, 1rn:;.\·lio i11 q vit A vo ler t~sx,:n , 1wooisi , lu. 'Jn"i 11u1, on<latr.. e pi ch.mli iiaL fl ' i 11l'111· 11 zn. fiarP-l>he que]]a della pri 111a. v01·a,-•1:·d.n.l,i; di:I l!HK. D:.t.ta. l:.t. :,;ca.rs is:-ii1 11 :t lol,a.li !:'1. doi ca si manifestatisi jn ta.l A ~ poca , a l ,ltiu.1110 pr1 ~r1 ~rito inrlica.rn f",o l pri 1no 1111m <~n ) d 'ordin e ]a, più n ota e pjù n1ici ,lj u,IP 0J1 du..L11,; que lla. del Paul.1111110-i11vqn 1u HH8-Hl.


MOR'l'ALl'l'À E MOlWOSI'l'À

328

denza le caratteristiche della distribuzione per sesso, nei vari gruppi d'età, durante il periodo epidemico. ] 1'enw1,iur: m,ortf. rl' influenza per ogni 100 nwschi Età

/!)l!/- 17

1.'118-1.'/

1.')20-28

0-1 1-5

78

l:JO

!lt

111

75 92

97

129

101

12!) J.14.

133

103 1!>9

5- 10. J0-20. 20 40. 40-(iO.

8:,

G0-80.

1 Il':

80-....

121

lGO 100

90 102

J:::3 Io3

106

In tut.f:i i gruppi d'età la propo1"1,io1 11: tldle f'<~mrnine aumenta fortemente nel primo e più viole11l.o 1>< ·riutl o epidemico; l'aumento appare certamente esagerato ncJI<: d,;\ da 20 a 40 anni, per le quali le statistiche civ ili non ha11no r•·;.;-islrato una parte delle worli di rniliL1ui. Nel qu1.ulric1111iu :-111<·.t:n:-i:-ii\'o :i.i 1:,1\), in proporzione delle femmine diminuis<:c fot·l..,1111:111.,· i1 1 quasi tutte l e eta., nonostante il persist0r o di manifi:stazio 11i <·1,id,·111i<:lw i11duhbiamcutc connesse con quel.la del

ll:JI H- 1:1 ; i;oll.:1111.o l"m i :m l\Ù. 40 anni la proporziouc re::;ta mollo s11pP1ior,• :tlln 11un11 alc .

,IO. L '0.piclc mia di 111<:ning il.,1 .:1•rol,ro-spi11:1k, dw Ila r aggiunto il s110 e 11 lu1 i 1Hi nel ! !liti, lta col pii.o n p1·1 ,1,•n:11za i bambini, gli :u.loleseoi ll.i, i µ;io va11i . H,,·l:t.1.i v11,1111 ·11l.1· pol"l 1i ::;0110 i mor ti d'età, rnat11ra . <: r; l,l' j 111 :111il"<"sl.:1 ,.in 11 i si souo av11l.e ncll'cscreito (vedasi il r:apil.olo s11 ll11. 111nrl><•.~ il i1.), " ,:iù :,pi< :µ;a l'ali.a. propor:;,;ione dei ma::;ehi neJl,i d.:',. f"ra ~O n ;JI) n 1111i. Ma anehc nelle a.ltre età i masehi sembrauo pi t"t ,·.nlpil.i dnl l,· re11nninc, come appare da.i

seguenti dati. Morfi ,li meningite cm·ebro•spinafo epide1nica ue{ rpiinquminio 1!)15-1N

w,rt,vclt,i

fenimine

.Età

maschi per femmine

1(/()

926

O 10 1020 20-40

781 l.OlO

40- .. ,

174

726 431

128 181.

32 1.

31[,

149

117


329

Xll - CAUSE Dl MO l{'l'I•: Pl!:1{ E'l'À

Nel quadriennio 1920-23, i morti s i ri(luc0110 a po(·.hc decine: 10 anni, 40 da 10 a 20, 76 da 20 a 40, ,lii da -1-0 anni in 811. Continuano a prevalere i maschi: 136 per 100 li,1n 111i 1H,; la proporzione è più bassa di quella, del quinquennio 19 1r,- 1!1 ( 178 maschi per 100 femmine), perchè suno eliminati i foc:olai epicl11111 ici 11e ll'esercito (morti nel 1!120-23 in età da 20 a 40 anni ~!l 11111sehi e 36 femmine).

m sotLu

31. L'esame della diRtribnzione per età dei m orti per encefalite c:unfernm la rwslm ipotesi (vedi 1·etro, pag. 266) di una sem;ibile manifestazione epidemica, avente il sno culmine nel 1!H 7. l/amncnto dell a m ortalità n on è, infatti, 11niforme n elle Yarie età, m1zi si n otano differ en ze gra11d issime ùn gl'uppo a ,~r11ppo. Oonf'rontando il tr iennio l!Jl:1- l G, d11ra nte il quale 11011 1-< i c hl11i ro 11otcvoli ma11ifesl.a7,ioni epidc rniclt(\, 1·,ol tric tt nio I \l I u- 18, dH' a noslro avviso costituisee il JH'tfodo cpid<•111 i(:o, si l.rn\'n. c·lw il saggio medio mmuo di mor!.alii.i1. p<'r rn ,cern,litc nel pr imo an 110 d' età dirnin11isf'e da O,t:\ a 0,1~ per 1000 esposi.i a morire; nei <Jna.ttro success ivi anni <l't'th ;r11111P11ln Holbrnto Ji,,vPmrn1te (da O,OG n O,Oli) . .Per le nt:.ì. s 11eeessi ve a r, a 1111i, c.;ompa rormno i numP-ri a ssoluti dei morti. 1'lumero ·, ncdio t:tmt·u o dei 1rwrti ll'cnccfa,lile, in etil, di r1rm1,i

I!li :,-1:, . ! !l i ii ' " . J,:c,·r:ss1J 111,r<:1:ntnctle di ud lr i1·1111i1J /.?/lì - 18

(iO-..•

5-LO

10-20

21!-4[)

5G 99

74 12t-l

134

168

~~7

?.77

40:1

(i()l

78

74

181

14:J

/()';J

40-60

modi

L ,L ,·in ·o,d.:111zn <'IH· l 1 0c·<·esso di mort.i llf'.I 141•1·011!111 Lri(,ttttio,

in confro11l.o ;ti pl'i111n, ù ri par tito per cl.A i11 1110!10 1lt'l.l.;1111(' ttl<' di verso d:1. q11t ·l ln i11 ,· 11i s i ripartiscono 11or111al111(,1tf.t, i 111orl.i _per encefalite lias l.( 1'd1l11i ;1 !';11' JH' ttsarP, sn p11n· 11011 s i a vessero altri indizi, c he 11d s1'1·1111dn l.l'i<·1111io s i:1 11n s l;tfti t·o111prese in 0


1VIORTALI'l'À E MORBOSITÀ

330

q uesta voee della stal.ist.ica tlcl le cause di morte manifestazioni morbose di natura a l.quanto d iversa dalla 1:on suela. Ma abbiamo visto già (pagg. 2GG e scgµ;.) q uanti altri a,rgomenti avvalorino questa conelusione. Nel 1919 i s,1g};·i d i mort. 1,lità infantile si mantengono bassi (0,12 nel primo a1111 0 d'd.h, 0,05 nei quattro anni successivi); ma le ma11il'<·sl.a11ioni t:pidti111iehe non sono dileguai.e. Il numero dei muri.i ll('lln <·UL s11periori ai 5 a.imi è, infatti, superiore -- e 11011 di p1wo al normale, come appare dai seguenti da.ti. Nw,LP!l·o d.ci morti rl',:ru;efolitc, in el.lì rli anni

I ~li U • E,;cc.~so p r,1·c1J11tnnlc ,li morti

r.-10

I0-2U

20-10

40-UO

60-...

1:10

110

224

243

313

lii /

./ !I

67

45

[,

in conj'nmtu alla mcdirt a.nnu,ci del J.9Ji/- f{,

Nun nmnca, perl auto, la co11ti1111il.i'I. l.rn In rna11ifosb111ioni epide mi<.:hc del 1916-18, da noi messe in <!Vitln111a, e quelle, già 11otc e Htuùiale, del 1!)20-2!11 d('.11<' •111,il i nrn. ,·i i11I rnl ten·<~mo. Tndichia.rno la clisl.ribu:r,ionc pm· dh d1·i 111orl.i pnr n1we fa.litc 11d q11adrie 1111 io l!:J~O-t1l, eonfro11 l.a11tlola <·11 11 q11<"ll11, del lric11nio I ! II : i- I ri. l'{um r•ro m,·diu

01u1110 I/I

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La seeo.utla. 011d:d:1 ,·pi11<-111i .. a, !'lt<\ ha il maggior eulmine nel 1920 e un (·11l111i11< · s,·1 ·1111d,1l'in 11d 1922, differisee alquanto dalla, prima. Sembra elte l.11U:1 la di ~l.ribuzione per età dei morli sia in essa spostata. ve rso i.-. !'I.;',. pi11 basse. Si eomincia, a r itrovare aggravata la 11101'1-1.li l.!1. i111',1,11i.ilt·, che nel l!llfi-1 9 em rimasta norma.le : il saggio ùi morl.a lil.;'1 Jl(l l' il primo anno ll'ctà ascende


XII - CA USI~ DI .MORTE

l'lm ETÀ

331

a 0,15 nel 1920, a O,tl nel 1921, a 0,20 J1el lfJ2~, a O, lG nel 1923; q uello per il suceess ivo quadriennio d'età aumonta rh-qwttivarnente a 0,10, a O,OH, a O,OU, a 0, 10. L'eccesso medio ,u111110 relativo dei morti fra 5 e 10 anni è qimsi doppio nella seconda. dH: nella prima ondata, fra 10 e 20 anni quadruplo, fra 20 e 40 a.n11i mnggiore di ùue terzi, fra 40 e 60 anni d'nn terzo, oltre (iO anni molto minore. Nelle età senili il numero dei morti per nncefalite nel 1920-23 è di poco superiore al normale: queste età sono rimaste presso che immuni dalle manifestazioni epidemiche. Circost.anza che fa dubitare più dm mai della dipendenza di queste epidemie d'encefalite dalle epidemie ù' innnenza, nelle quali abbiamo visto spostarsi, nel tempo, la massima frequenza verso le età più alte. La proporzione cfoi sessi fra i morti va.rin sensibilmente dal periodo J91,~- l!i (13;.1 maschi per 100 fem mine) ai p eriodi 1!)16-19 ( J 2:1) e 1!)20-2,1 ( 1 Hl). Nell'eccesso medio annuo dei morti, in t:onfronto al 1111mero normale, la proponr,ionc dei IJt:1,sd1 i ù relativamente bassa ( 109 nel Hl16-19, 108 n el HJ20-2H). Anche questa alternzione del rapporto tra i sessi confcrmtt il carattere anonnalc d'una pnrte delle morl.i per enccfalit.c reg.istrat.e nel periodo 1!)16-HI.

:J2. La mortalità per malattie tubercolari segna qualche a111rte11t.o, nelle età infa.nl.ili, durante il periodo bellico; ma nel l!ll\l diminuisce bruscamente, e negli anni successivi si mantiene acl 1111 li \'ello nettamente inferiore a quello d'anteguerra. Dimi1111 ~.i, nw d,,ppiarnente confortante, L:omc sintomo di miglior ato fc11or cli vii.a 1: come indice di uno scarso influsso suJJ11 111w v" ~trnt· r;w.io11i ,i<-lla diffusione della tubereolosi cagiona i.a o fa vori i.a dalla ~·1w1T:i . Af, ,di. il i 11uil"Uie. tubercolari., per O!Jni l(J()O .rn·11ni,w im;11ll: o,/J,' inizio di ·cic,scu.u ,rnu,J d.'d(i, /!J/::

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332

MORTALlTÀ E MOIUJOSITÀ

Per l e età superiori a. 5 anni eom;idereremo separ ata m en te l a tuber col osi p olmonare o d isseminata e l e altre fonyie tubercolari. L'a umento del 111rn1en J dcllr. m orti nel p eriodo b ellico è notevole cosi fra i G (1 i 10 c:ome fra i 10 e i 20 anni. Gli effetti. del p cggiornmr. 111;0 d t>I 1:onor ùi v i ta si m anifest ano gradualmente e app ariscono 11c1l l;i. lor o 111assima intensi tà nell' ulti mo an no di guerra: 11d 1lii 8. IVI n i I forte aggravam ento della mortalità in <Jnest'n.u110 <IC' ri va, 11nl la parte m aggiore, dall'epi demia influenzi alo '. La p1111l.:1. tl dormin n.i.a da tal e epidemia nella cur va della, mor tali!.•\ ~i.'a. visi l,i le 11ei dati precedenti per l e età da l a f> a1111i, ù IH111 111an,al.a itci dati <:he tra poc:o .riferiremo per le età dn. !'> a 10 a1111i, Pd ancor più in quelli. per le. età da 10 a 20 ; l n. p1111 l.a è 111011.o pii1 acec nt w1l.a nella c ur va della mortalità p er tuber colosi pol1110nare c-lrn i1t quella delle altrn forme tuber colari, com'era ovv io p n!vnd11re eonosccmlo la prctlominante l ocalizzazi one delle m a11ifosl.a,1i.oni l'lpiderniebc 1101l'appar at o respirat01·io. U opo il l !Jli-S il 11 urncro dei m orti di 111 i11uis<:.c pr ogrc:,;si varnentfl nel.le etù. 1b G a 10 a1111i. In pari.e· l:i. di111i1111:,,ione ò sernplir.elllentc il ritlesso ck !la tliminu:r.io111\ <·.1111 ,;i \·1·rili1·a 111,I 1111111ero

elci viventi, J)er COllf\O/{ llen ,1a d0-llo sear,;o 1111111, ir ,, il<dll\ 11:is1·.i tc 1w l pcriorl o hel lic:o. Ma dal l!ll ,1 al 1m1:{, o d:11 l \l lH al 1\1:!,~, il Hll llìcro dei vi v1:1d.i in nt.h da

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a 10 :1,1111 i ,·. di 111 i 1111il.o sol t:rnto

d1d ~O¼ (·i n ·.a , 11H' 11l:rn il n umero cl1·i 111orl.i p, ·r 1.1 il1<,r eol osi. pol1110 11:1.1·,~ 11 diss<,11IÌ 11 ala i· di1 11 in11il.o tl,·I :: 1 "/ 0 chi l'.)l:J e del 620fo dal l!ll H al l'.l~: :, 1· i l 1111 1111 ·r o d,·i ,11 .. rl.i p,·r a ltre form e tnbert'.Olari 1\ d i111i1111il11 ri :-:p1·l.l i 1·:111w11l1· d, ·I :: 1 "1 0 n del 53 "fo. Nelle!<·!.:',. da !O ::. :!Il ::;;;;i, i i ;1;1;11;-;·., <ki m ul"Li ùi111i1111isuc dopo il I \JIH; p<·ri, l:1 tli1 11 i1111,.i11111· i· i1 il,1:rrotl.a da un sensibi le aum ento 1wl l !)t:L < )11 11siol ,·1·:i.1 .., l':11 111 11 ·111.o clni. num ero d.ei viventi 1 È importantP. no t:1.n } cou11· In. t.1'111ln11 ;,;n. n.ll'a.u n1euio ùella. mortalitù. s i m anifesti e v ill e nte a nche pri11111. d ,·1 l~JIH, I' ,~o,no In. clisccsa del l !JH) sia. qui m P.no gra.ndc, c he nelle età pn}r.ode11fi . 1t i~•·;._~11 u. ric orclu.re che Pepidcmia. infh1en zh\lc ht> prosegnit.o t>nche 11 AI IOJD, u 1111i11d i 111, ccrtamentA contri b uito d ireU,amente 1tÙ a ccrescer e lt> mort,n.lità. per L1tit<" r1'olos i ; vi h a c,ontribuito a n c h e indirettamente,

pel'chò organhuui che pur a.vev:.l.110 ~11p<1r:\ t o P influenza gono d i fro nte o.Il e insidie de l bacill o di Kod,.

r ima.Rti

indeboliti


XI!- CAUSR DI :WIOl{T~ J.'J•:R J•:'l' À

333

di. queste età, il numero medio annuo (5.871 ) iki morti per lubereolosi polmonare nel triennio Hl21-23 intlk.a 1111a rnortalitìt sensibilmente minore di quella eorrispondente a l 11 u1 1H·rn 111c<lio annuo (f>.793) elci morli nel HH3-1 4 ; il numero dei morti JJCl' altre forme tubercola ri è, anehe in cif'ra assoluta, minore n e l per iodo I 921-2/3 (media annua 2.099) che nel 1913-14 (media annna 2.:J l4). Nelle età dcll' infam:ia e dell'adolescenza la guerra non lm tlunque lasciato come conseguenza un aggravamento della mortalità tubercola re; anzi, dopo il pegg'i.oramento avvenuto nel per iodo bellico, la, mortalità discende negìi ultimi anni ad un livello nettamente inferiore a quello d'anteguerra,. La proporzione dei due sessi tra i mori.i non segna variazioni degne <li nota nelle età da 5 a 10 armi; in quelle ùit 10 a 20 anni la JJroporzione delle fomrni1w m orto.\ di t11hm·colosi polmowu·,· ,foa:0n de dn 186 per 100 rnaiwhi nd IUVl-14 a 170 nel l!ll f>- l H. per .risalire a rn2 nel l !1rn-~;j . Nd (H:1·iodu beili<·.o la mortalità è ;1,11111 nntata pi1J che trn le le111mi11<\ lra i rn,n-wlii, H11g-getl.i a ma;.;-gio.i:i fatiche e st.rapa.:1.zi n cJla vii.a l'iv i In, clovn KJ>eHKo gli 1.u.lo lcKcenti ùovc\'ano surrog.i.n' ;.;·li ;~l!:.:lti, e JH'I' il serviz,io militare. NuMJJ:lW

A$SOLU'J.'U DEI M011TI l'.lm MALA'l''l'] Jr, TUBERCOLARI

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Anni

I

Tubercolosi pulnwna.re e rlinseniinata

Altre f,,1·111.e /.i,/,ercolari

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I

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1.741 1.662 1.830 2 .361 2 240 2 .:i1H ::!.217 2 .0!J:, l. 7~~

2 353 2. 27fi 2. r,11~}

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334

MORTALITA E MORBOSITÀ

Fra i 20 e i 40 a nni l'aumento ùcl numero delle morti nel periodo bellico è maggior e per i maschi che per le femmine . Sebbene un cer to numero di decessi di militar i sia certamente sfuggito alla statistica <:lw q ui commentiamo•, il rapporto fra i morti dei du0. sessi sale ùa 83 maschi per 100 femmine nel 1918-14 a 9n nnl Hll 8; nel mm, dopo il rimpatrio dei prigiònieri, sale ancora, a I02; nrl q uadriennio 1920-23 si mantiene a 92. t degno di nota, il fori.e aumento dclfo morti a nc:he nel.la popolazione rc~mmi11ilc1. Ancoru nel 1Ul9 e n el Hl20 il numero dei morti rima,,c n:;:mi a lLu, 1>oi ùiminui::;1:e; per<'> la diminuzione è 111rn10 g rn11d1• die nei precedenti g ruppi d'età. Vale la pena di paragonare il nnmer o dei morti negli ul timi anni <:on quello del biennio prn,:edc ntc a lla g uerra. NUMERO AS SOLUTO DICI MORTI IN 1°:'l'À DA

20

per tuhe,·coloxi 1ml mmrn ,.,. o tii~·s,:mùtulo

Media a11111rn 1.913-14 Medi a annua 1!)2 L· 2~ Vm·ù,1::i01w p<:rc<:ntw,.fo

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Il nttnH·ro d<"ll<i 111od .i li•n1111i11ili ,. :1.111111·111 :1.l.o prcss'a poco propo r:,,.iu11:1,l111n11l.1• 11.ll:1, popnl11zio1w, p,•r 111. L11IH·1·<·olosi polmonare 0 dissc111ina l.a ; e\ d i11ii1111 il11 14<'1114iliil111c ·11l.c·, pc•r lr altre forme tubercolari. I l !!1111111rn <I n!! !' 111 nr!.i t!!H,-!,·.hili I': :wmenl:al:o forterncutc per la tubcr1,olos i pol1 11011a r, · n diNHc· 111i11ata, Sl~nsibilrneutc per le a ltre forme. 8opr:i.l.11U.o l.ra i mori.i p<ir tuber colosi polmonare vanno cercate le vii.I.in,, · pos l.l11111• dc•lla g uerra. Lo svantaggio maschile apparirà cmtn.1111·111.<i ,nag-giorc quando sarà possibile

' Il maggior nucleo ùi mo rLi pP r tube rcolosi non compr esi nella. statistica civile è costituito dalle vittim e dc lii, prigionia : molte migliaia. (veda.si il ctipitolo s ui morti in prigionia).


caleolare saggi di mortalità per sesso cd dù, i11 st·~·11il.11 alla p11hhlic1tzione dei risultati del censimento del 192 1. Reco ora i dati per l'intero periodo che eow; id1 ·ri11.11w.

NUMF.RO ASSOLUTO DEI MO!i'l'l PER l\lALAT'l'IE 'l'UlJ.ll:lWOLAICI DA

Ar,ni

1913 1914191.[, 1!J16 19L7 H>IH

l!H!.l 1 !}:!O

1921 .l!.l22 192H

20

A

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ANNI

O

Altre forme tubercolari -

maschi

/ t:tnmt11 e

8.7G9 9 .0:12 9.783 l0.705 11.225 t ,UlOO 12AG8 10.975 10.307 10.429 10.492

10.fì9!) 10.[,97 11.323 11.794 J 2.170 14.00G 12.'112 12 !!31 10.fi!',9 11 .028 1I .77(i

----·· 'fYIU~Clti.

(ern.minP.

--- 1.22L 1. 258 1. 525 1.()9[>

1.!)44, 1.870 2.2112 I. ?~H l. X!JH I .~:)!I

1.282

1.555 l.G38 1. 722 1.8G9 1.818 1.796 1.9;'12 1 .75fl .1.'lti:i Lilli LR50

La punta del HJ18 è visibi le solta11to nelle morti per tuber colosi polmonare; però in quesl.o gruppo d'età è molto meno mare11ta che ue.i due precedenti, forse anche per 111 maggiore rc,dstcnza dell'orgnnismo, che h a prolungaLo il decorso della malat.1.ia, ov'essa si è mtrnifestata in seguito all'infiuenza, ed h a quindi a.lh111lm1ato la data della morte (si noti l'alto numero dei morti pe r l.t!hPn·olosi polmonare nel 1\)19 e nel 1020, anch e rnilla po pola½io111\ l'c 111111i11ile). L':i.11da.11H·11t.o della mortalità per tubercolosi polmonan' ncg-li anni poste rio r i 11' l!llD non è forse del tutto indipc11clc11l c dall'arntamcnl.o d<d la 111ortalith per infiuem,a. Crediamo 1'11<' l:i. t:oincidenza dcll 'cporn. cli minima mortalità per 1'111111, <l pe r l'altra forma morboHn 1wl I \I:.! I 11011 Ria a.c:eident:i.lc, t\ d1e la rc<' rndesceur,a di rnort.alil:'i. l.111,c r .. o la r<' nel 19~~ t\ 111'1 1!1~:1 Hi t:on uett.a, iu parte, con lfl 0 11dn.l.c <\pidc111i d ie d' i11lh1011:i:a 1na11ifostatesi in


336

MORTALITÀ E MORBOSI'I'À

questi anni. L'influenza può aver agito a.nche qni, in molti cafli, come fattore predisponente all'infezione tubercolare, e quindi il suo effetto sulla mortalità può non essere stato immediato. Da,i 40 ai 60 anni la popolazione maschile, in gran parte rimasta esente dal servizio militare nel periodo bellico, segna un aumento di morti rni11ore che nel gruppo d'età precedente (aumento del 1 f> 0 / 0 dal 1!-l I ,I al Hl 17, mentre fra i 20 e 40 anni l'aumento è del :-12 °/ 0 ) ; per la popolazione femminile l'aumento è poco dii~ fererde 11ei d11e g ruppi d'età (19 e 17 °fo). È ben visibile l'effetto deii'epiLka11ia i1iil11L·11ziale uel 1918. Col mm il nuu1ero de:i morti incorni1wia a diminuire: la tubercolosi polmonare segna. il minimo numero di viti.ime nel 1921, poi m osl.ra, un sensibile aumento, c:he ril.euiamo eorn1esso con le nrnnife::;tazioni epidemiehe dell'influenza. Il numero medio annuo dei m orti nel 1921-23 per Luber eolosi polmonare o disseminata (8.040) impera del 7 °i0 quello del 191 :1-14 (7.48C>): differen:w. per la mw::si111a parte, se 110n per intero, c:orri Rponde nte all'aumento del In. popolailione. Il numero dei morl..i per allre forme tubereolari ò, a11<·.l1 0 i11 c·.ifh1, assoluta, minore nel 1\)21-2/l (media anrrna 1.180) clr e 11eJ J!ll:l- 14 (media annua L :-115). La proponione clei d11n sessi l.rn. i rnrnti non ù molto dHT'ere1 1te ne i due periodi: H4- l<'111mi1H' l'er 100 11111.sdri 11d 191:1-14 e SU uol 1!:!21-2:l. Oltre GO anni d'età. si 11111.nil'csta a1H·<•ra 1111 progressivo aume11l.o d<'llc morti li110 al l!Jl ts; sPg-11<· 1111;1 11ol e volc diminuzione 11el 1!!1 !1. N<·g·li a1111i s 11\·.<:c.-,s i1i , il 1111111nm <ki 1norti, pur mante" 11e11du:;i i111', ·rioJ'( : ;1i 11111ssi111i rn.ggi1111I i 11e l periodo bellico, supera la media pr:.:!:d !:, ·;:. ( ::::-d :;:. ;::i:1t:; :, !!!!,; M: Lul.Jercolosi polmonare o disseminata :!.·I:!:!, ;i.li.re: 1',11·111 ,: 7 l H; rn cdia annua Hl2 Ì-:"JJ: I.uh. polm. ecc. 2.791, all.1·,1 l'ort11< · '17i">). 1:folo in parte quest'aumento è giustificato dall'a.u1111:11'0 clc·lla. popolazione; in parte indica un rialzo della mortalità, d: c n cdi.i 11w anehe qui eorrispondere alle manifestazioni epidemid1e d ' i111l11e117..a del 11)22-2~, specialmente diffuse nelle ei.à senili.


XII· CAUSE DI M.OHTg l'EU K l'À NU MERO ASSOLUTO DEI MORTI PER MALATTJJç

polrnonare o II 1'ubcrcolo,i d· ·

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337

'J'IJIIJr,11uo1,A lll

Altre f orm.e tubercolari

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1913 1914 1915 1916 19t1

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8.008 8.409 8 805 10 [ltl4

2.435 2.410 2. 718 2 708 2.9 15 3 11 U

1.o10 1.290 l.426 1 456 1.511

748 688 729 779

1. 7 I 2

858 908 815 836 751 n9

1919

9.007

2.618

L 772

.19:W

8.5fi2

2.724

J.492

1921 1922 1923

7.4-80 8 334 8 306

2 703 2 82 1 2.850

1.280 1.0% l. I 6!'>

819

I /a11 m<~11l.o delle morti per tubcreolo:-.i <I u ranl.e la gunrra è consid tm:vole i11 tutte le età. F ra gli uomini giovani l'u,urnento è fon;c meHo grande di quanto si. :,;ar Libl>c a:,;pcLLaLo ', e sn.n\bbe stato an<:l1e minore Hem;::i. il contribu to d i morti d ie l1arrno arre(~ato i rcduc:i dag li ;;tenti delta p ri;;iou:a.. S:n;C"~it:.;, ·i nvece ;-;~rande i mpressione ii eom;onlc a umento deHc mortj .in t u,l.e le altre età. Donne, bambini, ttdolc;;eenti, vcedri, :,;j ri:-;entono i.ul:li delle pf\no:-;c condizioni di vita del periodo hcììico: le pri vaiioni, spceialmente alimentar i, ed i disagi che tutta la popolazione è costretta a floprortare aprono la via alla difi'usione della. tubercolosi. Uopo la gucua, mentre si attenua rapidarnen !e la. morlalità riel I' i, dìw:1.i,L e ncll'adoles1:enza, la diffusione della tu bcrcolosi denrnJrno11l.1: :1.l!.:1 del le morti di adulti e d i vecchi. La m a.ssi nw. p ernikLn, 11,:i. d,·ll 'a,.;·gTavamcnto di morLali!à si osser va. n0l le d ,;'1. fra ~0 C .fQ ;11 111i, 11011 :;()[tanto fra i maschi, che JianllO :-;o ff<TI.O

hì trin~ca. cd i11 pri?::io11ia, rna. a.neho tra le fcnnnin<~, :· lH~ :ud pill continuo ed i11111 ll'di :do ,·.<;r1LatLo c on i co11g-i 1111Li rii.ornai.i a lk loro case affetti dn l.11 1>1:1", ·ol, ii,i, han no trovato più rr nq 11(• 11l.i occa:sioni 4

Vedasi perO la.

11 0L,1.

a.Ila. pn.g-. :tM.


338

MORTALITÀ E MORBOSI'l'À

di e ontrarre anch'esse l'infe:tione. Sopratutto n ella m ortalità per tu.b ercolosi polmonare si r .i scntono le conseguenze postume della g uerra; la m ortalità. per altre form e tuber colari segna una sensibile diminur.ione in quasi tul;f;e le età. In parte l'aggravamento della mortalit:'t per tubercolosi polmonare si può ritenere derivato dalle manifcs ta:,,;ion i epidcmiehe dell'influenza, la quale, presentandosi s pceialrnc11 Lc con l ocalizzazioni negli organi r espiratori, da un caulo ha el iminalo numerosi t uber colotic i, dall'altro ha favorito in moli.i cnsi lo sviluppo dell'infezione tubercolare.

:m. La dist:rib11:,,;io11e per età dei lllorti p er tumori m aligni n on muta. scm;ibilmcute durante la g-uerrn, anzi i dati che la esprimono manif'e stano una grande stabililà . Diminuiscono alquanto i morti musclli dai 20 ai 40 auui; lll a In d iminuzione è apparente e forse scomparirebbe se si potesse lcnt•r <:onto dei mor ti militari t1on reg isfrati nelle statistiche c:ivili. (;1·cdiamo apparente anche la stabilità del numero dei morti neg li 1111.ri ;.;ruppi d'età, e abbiamo già a ltrove indieato la ragiouc d el 110Hl.ro Hospetto: la diHorganizzazioue del H<>rvizio sa.nil,ario JHl i' I 1, popola.:r.io11c c:ivilc doveva rendere in molt:i ~:isi impo:;:;il>ilt: la diag-110,;i del cancro. Dopo la g-ue rra, vediamo brusc:irnc nl.t· 11.11 1111~1!111.rn il 11 11 mero <.lei mori.i 11cllc etù, mature e seni li. Nel lo d:'L rrn ::!O o 40 anni esso !li ma 11tio11c 1:,l,;1,zionario; fra IO n ~O 11.1111i n11111e11La. lievem ente; fra. :, e 10 a 1111i dirninuist:c : la di111i 11 11:r.iu11 e de ri va solo in parte dalla tl i11ii1111il.n rapprc:;c 11l.a11:r.11. d i q1u·Hlo dh; è invcee apparente e uuriva,111.1: per i11l.(\l'O dn Hi111il1: 1·11,11:-;:1, la t.liminuzione dei morti <.J.a O a [I a 11 11 i. Riassu11w11tlo: il vn ro e, drn ·i,;ivo 11 11mento del n umero delle morti per t umori 111aliµ;11i d opo la g·uorT a si manifesta sopratutto nelle età m ature e Ht\11 ili. Nttme1·u t1v:mlnl11 dei ,n.orti pe1• tumori 1naligni., in et,i di anni

R iennio

(I.(,

r,./(}

/ (1. !J()

20-40

40-fiO

60-80

80-.. .

1913-14-

342 348 33 1

200 19 l 129

,Hi!l ~07 410

2.978 2.895 2.901.

16.297 16.609 17. 274

25.259 25.492 29.052

2.114 2. 186 2.M5

1917-18 1922 23


XII - CAUSE Dl MORTE P II:1{ l•:'J'A

34. La mortalità per meningite (nou epitlemil'a) m o~l.ra una decisa tendenza alla diminuzione nelle età infantili. Jlforti di meningite, pe,• ogni .1000 sopravviventi all'inizio di ciascmi anno d 'elc\ 1.'Jl.':

da O a 1 anno 2,M

da I a 5 uni

1,10

1.914

19/{'j 1916

2,2(1 1,81 0,97 0,76

1917 1918

1!J19

1920 1921 1Vi2 1:12:1

1,G l 1,51 1,45 1, 14 1,48 1,37 1,60 J ,[,!) 0,74 0,64 0,84 0,62 0,61 0,61 0,63 O,ti4

Le cause di questa diminuzione di mortalità ci sfuggono: dobbiamo contentarci di riehiamarc su di ossa l'attenzione degli studiosi. .Nelle età successive ai 5 anni, il numero dei morti di meningite oscilla, sen:a1, nett.a tendenza alla dimin uzione, fino a,119 17. 8 prcin.hr1 enJe fra i 5 e i 40 anni appare fWideute trn11 punt::i. nel 19 18, <"11c dev'essere connessa con l'epidemia i nf-tucnziale. Col mm ha pri11cipio una progressiva diminuzione llel 1111111 e ro dei morti, d1c 1ll'g li anni più recenti sr:Pncle in t ul.ti i g r uppi cl'cl.h molto :;otto il livello prebellico. Nwmr.,·o m::svlufo ,le.i morti r:l-i TIJ.r.ningil.c. in tl<ì di <.inni

40· .. ,

ii-20

!!().,(/)

880 889

883 818

856

641

850 848

729

I!) 18

2.r>23 2.364 2.010 2.230 2.30-1 3.002

1.or.r,

PO:l

I!l 1!)

2.18(;

883

687

1!120

8G2 638 626

72 1

l!I~~

2.034 J .682 1.528

1!12:l

1.30G

fi1 8

f>i"'>7

191:3 1911

1915 1916

191.7

l'.li l

64,t

55:: !j()tl

1:35. Le n 1orl.i p1·r :11 11, plcs:-;i,i e c ong-e.-;l.io11e 1·l' rolira.lc lcnrlonl) ad aumentare di 11t1111c ro 1 d 11 rn11lo ;1 periodo l,ol li<"o. 111 ('0 1Tisp ondenza all'epidemia i11 il11e 11zi, il1· 1·s sc st·g 11:1110 1111 a1rn1e11l.11 ben di-


MORTALI'l'À E MORI.l0S1TÀ

34-0

stinto, specialmente fra i 20 e i 60 anni. R degna di nota la pronta diminuzione nel 1919. Dopo aver toccato un minimo nel 1921, il numero delle morti aumenta sensibilmente nel 1922 e nel 1923, forse in connessione con le manifestazioni epidemiche d'influenza, che, come abbiamo visto, hanno eolpito specialmente i gruppi senili della popolazione. In rapporto al numero dei viventi, la frequenza annua delle morti per apoplessia e congestione cere. brale n on tlev'essere maggiore nel 192 1-23 che nel J91'1- 14, salv o c:;he nelle età s uperiori agli 80 a nni. tl,:i ,,,,,r l'i 7,e,· '"f'oplessia e convc:1t'Ume cerebrrt,le, i n cli1, <li an1,i

N1itne1·0 ,t1tsolu.to

20-40

40-1;0

GO-IJU

RO-•••

1913

656

5A11r,

Hll4 1!:)15

5.:-wr,

211.5 I 5 ~(i .%4,

5.208 fi.669

li.1 '.l7 fi.Oli7

2!1.010 :n.37 1

6.203 f, .OU8

1917

6!:JO 824 756 7 10

~~. (i!,!')

6.250

1918

S6f,

G. '.l:J'.l 7.0 10

~!) .!J!,2

H. 22 1

HlHJ

740

n 00 1

'.l7 .!i:2(i

r.. mr,

1!:!20 J !l2 i 1!)2'.l

765 GS(j

li .O!l:1

~7 .::1~ I

!',.Z',!l!I

~{; _70 ::

:1.7~G :>.74 8

700

:, H:lH

'.lH. 770

6.Wo

J !J2:1

7011

G.%0

28.7,J!J

6.332

191fi

,lG. l,n 111orl.nli lh p<· r 111:i.l:d.l.il'. dql t·.1iore sem bra tendere all'aume 111.o 11el <·o rHo dol1:,. ~11l:rr11,. Tali· l.c11 ucnza appare distinta nei saggi di 1110rl;1,lil.h i111":i11iil,·; 11cl pri1110 anno d'età l 'aumento prosegue anehc dopo la li1w d1:lla ~11e1-ra: la mortalità toeca un massimo nel .I \:l::!::!. 1'f01·t-i di m ,,{, ,flu· del r;uore, per ogni 1000 ~opra-vviventi nll'iwiziv ili ciusc1.tn anno d 'etù

1913

1914

/!l/ f,

/!J/li

lf/17

1!)18

1919

L920

1f)21

J,')22

1923

da O a I BDOO 0,28 0,34 0,4[1 0,44 0,61 o,r:,2 0,47 0,47 0,60 O,G6 0,46 da I a 5 anni 0,17 0,12 0,16 0, 1!) 0,19 0,22 0,15 o,rn 0,21 0,18 0,15


Xll - CAUSE DI l\WWrI~ l'l•:Jt l•:TA

:-111

Fra i 5 e i 20 anni l'aumento del numero <l<-11<: mori.i è già notevol0 u d 1917; nel 1918, poi, si manifestano i11 1111 1111ovo rorte rialzo gli effetti dell'epidemia influenz ia le. 11 I !l 1!I s <·;.;-11a u11a immediata discesa; negli anni successi vi il numer o m1so l11to <lei morti discende al livello d'anteguerra. Poichè il numero d<"i viventi è alquanto diminuito, l a mortalità rimane un po' s uperiun: a ll'antico livello. Fra i 20 e i 40 anni H movimento ascendente è pure abbastanza visibile e la punta. del 1918 molto marcata, specialmente per il sesso femminile; i pericoli della maternità sono aggravati per conseguenza dell'epidemia inttue 11.z iale. Nel 1919 il n umero deJlc morti femm inili scende molto sotto le cifre prebelliche ; invece il 11urnero de lle morti maschili s i mantiene più alto. Probab ilmente è c odesto uno strascico de ll n. gw~rra: i r educi dalla t.ri11cea o dalla prigfonia concorrono al rialzo relativo della mo1·t.alilA 111as<· li il~i ( 11111oio110, nel Hll !'J, 82 111asdii }Hff ogn i 100 fom111i11e: 11nl HJJ;; ne morivano soltan to Oli). Dopo il 1918, i l uurnero dei morti per 111ala l.l.ie del c11orc in età da 20 a 40 armi. riea.ùc ad 1111 li vello pro~si1110 a q11nll o d'antegnerra., e vi si mantiene, con qualche oscillazio1te. l i numero m ed io annuo d e i m orti nel bie nnio 1!)22-2,1 è, a nr.i, pii, basso di quell.o del 191:"l-14, specialmente p e r le femmine (2. 171 iu conf ronto a 2.386), ma anche per i maschi (1.f>fi8 in confronto a 1.577). :-,i 11oti che la ripresa della nuzialiLit, e quindi l'aument,ata freq11<i11:.1a delle gravidanze, dopo il 1918, teudono a contrastare la di111i1111zio1w tiella mortalità femminile; bisogna tenerne conto nel r ·rlllf'1·1111l.;11·r· i rial.i per gli a.rrni rl,1.l l 920 11,l Hl2R f'.on n,nr.lli JHì r g-li a1111i dal l!llli a l Hll 9. Di mano in ma.no che ci si a l lonl: t11a dal periodo loclli,·o, la proporzione dei sessi Lende a r ia.1·<·oslar:;i a l livello 111 ,r111a l<\: muoiono 7f> m aschi per 100 l"c1n 111i11e 11el 1920-21, rn ;1. ~nlt:1,1110 7'J nel 1922-23. Sovrawt.t.11 ollrc l't:l.:'i. di 40 anni è gT,L11d n l'.1.11 1111•1110 del num ero <lei lll or l.i li110 :a.I l'.1 17. I.a pu 11ta drìl l \)IH ,. rl'iati varnente meno import.i.111.1 : ,·liu lll'lle di,. pre\"ede11l.i, 111H. il 111 1111uro a:;:;oluto dei morti ·i n l'<:(".e~~o p1:r ,·0 11s1·;.;-11<:11:,,a dull'1·pid<i111ia i11llucnr.iale


MOU'l'ALITÀ E MORBOSITÀ

342

è molto maggiore (circa 10.000; mentre nelle età inferiori a 40 anni

non giunge a 3.000). l,'a unu'nto nel numero delle morti dal 1917 al 1918 è molto più forte per le femmine (6.888) che per i maschi (3.811) : questa caratteristica conferma la connessione di esso con l'inflnc,mza . Dopo il 1918 si ritorna a numeri di morti poco differenti eia, que lli d'anteguerra: D:el 1919 l'epidemia influenziale e nel 19~'.i la 1·l'equP11;,;a. eccezionalmente alta delle affezioni acute dell'apparato rcspil'atorio concorrono ad accrescer e la mortalità. Nurncr o anolulo dr-i rrwrti per 1nala.Uie del curw~, in età, di anni 20-40

5-20

1!)2 1

2.027 1.!J83 2 065 2 042 2 .38 1. 3.~28 1.~127 2.23f> 2 .157

.1!)~2

l.!l,ll

U):!iì

2 .08!)

19 1B

1914

1915 1916 l.917

1918 191!)

1920

---·- - - - - ~---mascki

{ f! mu1,ir1ti

l.526 l.(ì2!l l.71~

2.312 2.460 2.f,90 2 Rl-l8 2.548 3.8!JG 2 .0G2 2 .:l11Q ~.mis 2 .2!):, 2.(M7

I hllg 1. 741

2.,ir.r, 1.(,8 1 1 6:.!7 1.7W 1.li,1:1 1.r,0:1

40- .. .

54.763 57.!lMJ 62.287 58.450 62.281 72.980 G0 .531 :,7.:,00 :,7 .7:.2 60.419 54.381

:17 . L:i di1rti1111'l.ionc, d11 1·11.11k 111. g-11(·1Ta, del le morti per malatf;i(: del le arl.c:ric·, H1illc' 1·.11.11H1·. di dl11, q1111fo ablJiamo esposto qualche ipo l.t.;:-;i pii', addi nl.r11 (p:1;..;-. :.!H:!), :si 111:i.11 if'csta in tutte le età..

reale e non ap pan:111.(:. N11I l.1·i1·111 1io suecessiv o si osserva un aumento della mori.a lil.h : i I I\I:!:! segna un numero di mor ti maggiore di quello acec:rl.:1.l.n i11 o;..;-11i a ltro anno dal 1913 in poi. Non è temerario colleg:1.rc q11 u:-d':dln 1n orl.a lilà con la eccezionale frequenza di form e influc11 ½i:1.li n cl i affo½ioni bronchiali e polmonari, tr a i vecchi, nel 1922. No11 ì: visibile, invece, ness,rna riper cussione dell'epidemia in!liw ,w.ialc de l 1918; ma si ricordi in proposito quanto abbiamo os:-mr val.o a pag; 283.


xn - CA USR Dl MOH'.rn PF.R F,TÀ

343

Nonostante la rccrudm;cenza dfanzi accennal.. 1, la. rnorw.litù. degli ultimi anni appare, i.n complesso, infer io rn a que lla <l'antegucrru., speciaJmcnte se si tien conto dcli'aumc11l.o della popolazione_ Ecco i dati i;ui morti i n età superiore a 40 anni (i w orli in età inferiore sono pochissimi). Nume,•o assoluto dei nwr ti p er mal.attie delle arterie, in elà <li anni

19W

40-60

60-80

80-...

1.329 1.319 Ultìl

2.457 2.468 2.62;') 2.377 2.427 2. 178 2. 0Gl I.S.70 2 .50f) 2.987 2 .4f,2

H)JG

1.161

!VJ7 1!11 8

1.136

7.955 7 .'122 7.fi94 6.752 6.9:ll

1.06,1.

<l.404

I !li\) !!l~O

911 787 1.0G9

., !l!'.,8

1914

1915

1921 1922 1923

l. lfl6

1.oor,

5.780 G.%0

7.7G3 (:Uj,15

È degna di nota la sensibile <limim1zione del l'eccedenza. maschile tru, .i morti: in età ùa 40 a tiO anni mori va.no 24B maNchi per ogni 100 femmine nel 1913-14, ma soltanto 2 18 nel 1022-23; da GO a 80 anni rispettivamente 162 e 152 ¼; da 80 a n11i in s u 131 e 117 °fo. Non sapremmo formulare ipotesi sulle <·a11H1: di qu esta variazione, che p ur non sembra accidentale.

::H. I ,<\

111or ti al,1.ribuite a marasmo senile v anno ni.pidnn11:nl:(~

cres<:<:11d o 11d

pcl'iodo bellico. Lo straorclinario a um.ento del Ifil 8

si conndl.11 1·<>n l'npidcrnia influen zialc. E,.,so si ,rn:1.11 ile:-,ta i11 111ag-i;,r ior mii:;11ra pl' r I<: fomminc (G.378 decessi in pi i'! d<1l IH 17) ehc

per i ma.sell i (::.078 i11 più); c d 6 r elal.iv:nncul<·. 111ag-;..;-iorc fra i 60 e gli 80 ,1.1111i 1·lw HOpra i;li 80: car:i.1.1.cri d H: (·c>111·orda110 con quelli riscontrai.i 11c:II<, :Lll.n, 111a11ifc s!a;,;io11i pri11c :ipali e collaterali dell'epidemia, inrl11<·.11:t.ia.l(·. Nd mm le, mori.i di111i1111iscouo, re-


l\fORTALI'l'À E MORBOSITÀ

344

stando però ad un alto live ll o; è soltanto col 1920 che si osserva una diminuzione decisiva. Nel quadriennio 1920-23 il numero medio annuo dei morti frn GO e 80 anni (21.747) si man'.iene inferiore alla m edia del l!H H-14 (22.020); da 80 anni in su è leggermente superiore (2fi.8:1f.i in confronto a 25.678); ma, ten uto conto dell'aumento <fol la popolazione, anche in queste ultime età la frequenza de lle mori.i appare diminuita. L'aumento della mortalità nel 1!122 :si t:011nc l:tc con le manifestazioni epidemiehe d' influenza e col ri11c r11di rnento della mortalità p er affezioni acute dell'appar;tto r nNpi rn.torio . I ,a prnpor½io11 t\ dei sessi ritorna normale negli ultimi a.uni: frn GO e 80 a11 n i muoiono 124 femmine per 100 maschi, nel

l\Jlil-1 4, 140 ne l 1!11 8, 128 n el 1920-2H; da 80 anni in s u, 118 nel 1913-L4, 122 11til HH8, 118 nel Hl20-2:1 . ..Vu.rnero ai;11oluto d ei 'lllor ti per uwrasnw ~Crti le, i1) "là fii

,·•u n'Ì

(i 0 -1/11

1/0-.. .

25.77!) :!:•."77

1913

22.027

1914

22 01 :.:

I!l tf> 19 1G 1!)17 l !lli:l l!l l \l

:!3.!l!12 2~. f(; ~ 2:,.(;7:1 H:.l.:.!~:,

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:!S.:~7,1 :10.d28

;1:1 .:,18

28 .G12

25. 1;{5

39. Lo stud io d,:11., 111 .. rl.i rwr ma lattie acute dell'apparato r espiratorio, secondo l'l' L:'1., ,·011:s1:11Le un sensibile pr ogresso alle nostre indagini. La fo r i.<: di 111i1111J1Ì!>11C f:he appare, fino a ! 1917, n elle cifre a.ssolute dei mori.i 11dl e età infantili, per tali malattie, si tramuta, attraverso il 1·.ak.olo dei sitggi di mortalità, in un sen sibile aum ento: il rial ½o d i mortalità del 1918 si pr esenta più. imponente.


Xl! - CAUSE DI MOR' l' I~ l'l<:I{ l•~'l'À Murli di bronch.ile acuta, potm,onit.e. m·u1u,le,

IJJ·ow:o - J10/111ou i t,i ,,,·nlH,,

per O{Jni 1000 ~op ravviventi <tll'inizfo <-li cfo,.w:11:11

191.'I

1/114

1/)15

1916

1917

1918

1.91.?

H45

J.920

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da Oa 1 anno 27,24. 2G,53 29,52 34-,48 30,17 37,87 24,70 24,43 2 1,7!.l 21,77 ~:1,,;i 7,56 7,13 8,50 10,12 7,79 l o,40 6,95 7,62 7,0a 7,,;7 <i,:!:,

da I a 5 mi

Anche qui, come nella m aggior parte d ei casi in c ui I' infl uenza detcrmiua un aumento di mortalità, l'aumento è relativa,ment.e maggiore fra il primo e il quinto compleanno che nel primo anno d'età. È importa nte mettere in rilievo l'aumento della mortalit:à dal 1914 al Hl17, c he pr obabilmen te deriva in g-ran parte dalle r estrizioni nel t0nor cli vita imposte dalla g uerra; ne <l.'t una riprova la pronta, e:ad 11tn, <lclln. mortn.lità nel 191U; in l.:de a11110 e nei successivi la frequrn1'.l,a rld l0. m orti si rnant.icrw ad 1111 li vnllo Rntrnihilmentc inforioro a 11uell o d'a1it.(~g"11 r 1Ta.: il ;;a~g-io 1nndio di m ortalit;ì. nel primo a.11110 d'ct:ù ii di :!(i/Hl Hrl H>Ul- 14, di 2,\,8(-\ 11el t!)l!l-'.,W; n ei quat,1.,-0 a1111i d ' dil ;;11<·.,·<'HHi\'i rispettivamente tli 7,HG e di 7,12.' T'P-r m e1~Jio i11dic'.arn !' i111po1"t: u1:1.;1. cldl'a.11111e11l u dd la 111 urt..1,liUt nel 1918 direm o che se In t'req11n11:1..1. drlle m orti s i fosse m1wte nut:a a l livello del l!Jl7 s i sare bbero av 11 l.i 4:1-44.000 decessi fm O e 5 auni d'el.h; poi c hr. Re ne sono avut.i .i n vece 72.000, l a differenza di 28-29.000 rappresenta, in via di larga approssima1 I,:. d iminuzione della mortalità. do. 7 ,85 11, 7 , 12 nel periodo d'età da. 1 o. G a.1111 i ù p ii'1 s ig nifi~n.tiva. di qnanto apparisca. a prima. vista., per chè Ai manifesta no110:-d.:u1t.P 11niL sfa.vorcvolc modiJica.zione nP.lla. composizione per cl.lì. elci ~ r11 ppo cc.11 1:1id1-rai.tJ. I; ii 1·:-. po::-1li a. lllorin:; :::ii scindouo, iufn.tti, cosl nei due periodi in u.-;ainc.:

Media. a n11 1111. 1!11 :1- 1-1 Modia :u111ua 1:11:1 :!:1

(le:. 1 a 2 nuHi

da 2 a /1 anni

da .'I u 4 miui

9Gl.000 79fi.OOO

893.0UU 683.UUU

6G9.000 G32.000

du ·I <' ,;

111111i

8!)1 ()lii/

1;:1:1.000

D a.I primo a l ~t·1·01 11ln JH' r iodo ò a.urn cn Lal.u, la rapprcs<•11t n.n :1.n. n·la,U va. d ,· 1 seconùo a nn n d 1 n l.Ìt. 1 1•il1 ,·olpi t.o dal l e n.1fe1.io n i acuto hn111 chi:di n pol111011 ari, ù diminuita qu ella. d ,·1 •111:t.1·10 1, d 1d q u in to .1.nno, m Pno colpi i i . ll11 i11 d1 , a. p:t.r i 111orta.lità. in ciascm n a.111111 d '•·I:\., la. 111o r laliLù. IIH.!ll ia. fra. I " r, :t.1111i ~:t.n·l1h1• a.l'parsn, a umentata. 'l'rova1·n di 111i11 11il:t. la. 11101'1,rLlit:\, mmlin. fra I t• ! , 1u111 i ~ig 11i linn. c he è d iminuita in ma~g-ioru pro11or;r.io11n h rno r ta.lit. '1. 11 u i s in~ oli a1111i d i qucJ l'inter-

vallo d'età.


MORTALITÀ E i\IORBOSITA

:l46

zione, l'eccesso di morti deriva lo dall'epidemia infl ncnziale • in quesLe dà. Fra 5 e 10 anni il n umero dei morti cresee più rapidamente dal 1914 al Hll 7 ; la punta del 1918 è molto pìù marcata; mentre fra 1 e 4- a1111i la mortalità si r a,ddoppia, qui si quadruìJlica. In eifra. assolul.a, sollo oltre 11.000 i morti in più del normale c he si po:.;:.;ono afJ.ribuire all'influenza. La propornione del numero ck l le f°l :111rni11c a quello dei maschi, fra i morti, che è di I IO °lu nnl l!ll,1-17, sale a 123 nel 1918. Ancora nel Hll9 e 11('.l l!)'.:!0 il :1wncro dei mor ti è alto, poi si abbas:;a ad nn liv cHo m oli.o i 11·fo1· iot·ii a qu e llo prebellico. (Avvertasi che il numero dei viv,·nl.i .i n qnc:.;f.<· età diminuisce fortem ente negli nltimi 1.t uni, per c on:,mg-iwn½:t, dello scarso numero delle nascite durante la g-u e1Ta; ma in parte la dimi n11 7,i onP della mortalità è r eale, poid1ii, s<i dal mm :i.l l!:1:23 il n11m<•.ro d <ii v ive nti in efà da f> a 10 anni ò di111inuit.o circa del 20 °/ 0 , il numero ùci morti per le malattie che qui eonsideriamo i•, di111i1nlito del 4-1 %). L a proporzione dei due se~si ritorna no n11nk ( IOH re.m mine per 100 m aschi) nel 102 1-2,1. ,Vwm.f'.ro ffo1'. ,,11.orl i. .,;,·;· /,r oJJ ,!iil r. m ·11fu, <·r u1h1fti, ln'o1H·o- 111,f.111011 1it,· o ,·11 /11, ,;,, d "

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HJ23

1. G87

2 .863 2 .MlO

polm.orril<: ,li n nni

t Confrontando i nnm c•1·i n.ssulul i ,1.,j morti nel Hll7 e n el 1918, l'eccesso risulta solLanlo d i 23-24.000. J\11 ,c i11 t.:d ,uoùo non si ticn c onto dell ~ fort e -diminuzione avvenuta ùal primo :.d s ,·eo 1Hlo :.um o nella popolazione infantile, p er con-

s eguenza. della. riduzione dPlle na.Hcih ~.


.XII - CAU S~ DT MOR'l'l~ l'l•'. ll 1•:'l'A

Anche maggiore, relativamente, è l.'aurnc rt!.o dd lt· 111 orl.i rra 10 e 20 a nni_nel periodo bellico: dal 1!H 7 al I ii IH, po i, i I 1111 m ero dei m orti aumenla al settuplo, e l'ecccdemm dl' ri v11J.11. d,ill'epidemia infiuenziale si può stimare, in cifra assolula, a ~0.000. Nel l 918 la proporzione delle femmine, che nel 191:3-17 na cl i 99 per 100 maschi, sale a 114. Nel 1919 il numero dei m o r.'l.i t'· ancora doppio di quello dell'anteguerra e nel 1920 diminuiscli di poco. Col 1921 il numero dei morti r itorna ad un li vello non molto superiore a quello prebellico; tenuto conto dell'aumento 1lella popolazione, la frequenza m cclia delle morti nel 1921-2H appare prossima a quelJa del 1913-14. La proporzione dei sessi ritorna normal e (99 femmine per 100 masc:hi). Fra, i 20 <~ i 40 anni il numer o <lei mor ti tende a. crcseer c fiuo al l!ll 7. Nonos!·ante che una parte delle morti di rnilil,1.r i 11 0 11 :-;ia 1:omprC':m nelle statistiche eivili , si rna.ntien0 a.nd11 •. negli a nrri dal l9 I4 a.l 1H17 la. prevalenza <le i maschi t ra i morti: indizio dell'aum,· nl.:da, rnorl.alitù. deJJn popol:l,7.iorw rnasdliln. Nel 111 18 il numero de i morti aumenta qnasi al se U11plo (l'ecc1id1irmt 11<-ri vat.t da!l'epidl..'rnia inOurnzia lc t,i p11 ò stirnar·n a :17.000) ; a11c orn. nel 1919 e nel Hl20 si mantiene pniss'a poco doppio del n umero d'anteguerra; poi dirninnjsce brusca.mente. 11 n unrnro m edio ùei mor ti uell ' nltimo triennio (UJ21-2~) ò :-olo lievem ent:e superiore alla meùia dfll l91B-14 (6.433 in confronto a 6.317), e in rapporto al numero degli abitanti la frequenza delle morti non dev' essere arrrn011tata. Mentre prima della g uerra prevalevano sensibilmente i rnai-:,· hi trn i morti (94 femmine per 100 maschi, n el 1Hl3-14), pn•\·11 !µ;0!1" r0rt<'mcnk le fomminn rn~l Hll 8 (130 per 100 m rischi) e n el l!l~() ( 1:17 ). La prcvalE-mza. femminile si manti ene, al.l.<·1111:1.l.a, nel l:ri P11 11 io l!J~ l-2:1 (104) ; in parte può der ivare cla vnria :,,i c>11l' interve1111ta rlC'lla <:ornposizionc per sesso dcll11 p opola,,i111H· ; irr parte :cwmh rn d,·riv11.r, ·. dalla maggior e v ulne ral>il ii.:'1. dl'i ,:,·,.:su debole <li rro11I ,· ;a.l ii· irr f"<'7.io ni dell'appara to n·s pira to r io, s i111 ultanee o po:-;l:11 1111· :a.111 · orrdal.<i e piclcmid1c i11ll 11 <· 11,,ia li. Fra i 40 1: i (i(J a 11 11i l'a11111 nnto de! 11111111'1'0 clt-i 111orl.i lino al 1917 è mag-g-ion · ,. jti1'1 eo11t i1111 0 l')I(' nel g-rnppo d'dh pre-


348

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

cedente; è relativam en te m i n or e l a punta d el 1918, che raddoppia, o poco p iù, la mortalità dell'anno precedente; è meno marcato lo strascico epidemic o, ma è pit'i intensamente prol ungato anche n el 1920. Col 192 1 i l numero <lei morti ritorna al livello normale ; se ne di::wosta al q wwto nel 1922, a n no in cui qu.este affezioni aeute ha,1110 inlìerito abbastanza v iolentemente nelle e tà senili; in (·<n1q 11•11so i! 11 11m e ro dei morti nel 192:3 è eeeezionalmen tc hasso. ( iosl il 11umero medio annuo dei morti è minore rn:I l!)~ l-~:1 ((i. l !\4 masehi e 4.4GB femmine) c h e n el 191 3-14 (Ci.48:, rn:1s dl i e -'1-.:J,!8 femmine); a più forte ragione dev'esser e 111 i11orn la fr1·q w·11¼:t delle m orti, dato l'a n m<-ml:o a vvenuto n ella popola¼io1H\ di q1wstc età. L a propor¼ione delle femmine, di solito 111011.o i11re,·ion: a q uella dei masd1i (72 °/ 0 , media l !H8-17 ) au nrnn ta s rn s ihilmc nt.e (84 °lo) nel l!H8; n e gli ultimi anni ritorna al livell o nonna.le (78 ¼, m ed ia 1!>2t -2n). L'cccedernw, assol uta lle llc morti d cr i v,1tt: tlall' epi tle111ia. dol l!H8 t:lÌ p uò s timare, in q ue sto g ruppo d'età, a 16.0UO. Oltre i GO am,i, infì,rn, s i V(:d1: 1uu11 (·1 1Larn rapiùamentc il numero d f>:i mort.i fì no a l Hll7; il Jmlw cil'.I l !l l k (., mo ll·o mrno nHo

drn ne i preceden ti g ruppi: l'el:cc dc n:1.1.t a :s1-m l11ta <ll'll(· 111o rti 11011 si può si.imam s uperiore a 4-.000. Nel I !li !I (' 11( •.I I !l~O s i ri ead e a un livclJo poco s upcriorn a q11el lo dnl 1!1 1!\ (·o l l!l~ l s i disecmlc a eifre infe ri ori a q1wlle d 'a11l.ng-111·1-rn; il l!J~;\ p r esenta eifre anc: lrn pi11 ra vor... voli, do po (·ii(· il l !l~j a v1:vn s1·g naLo un nuov o fortn i1u:r11d i111 (·11l.o dl'ib 11H, rt.:dit.:'1. No11os t.a 11 I.(; l'eccezionale mort.aliLiL d\' I l!l~~, il 11 11111('1"0 d, ·i 111ort.i 1H'lia 11H'd ia an n ua clel Hl2.l-2,: ù poc·.hissimo " ''!"''·io,·,· a l liv, ·ll o ,lc,I l !ll:1-14 ( Hi.000 rna.-,c.hi e 15.8GB !cmm irH', i11 1·011rrn11to :i. I :,.7!1/i 111:1sdti e 15.800 femmine). Oonsi d er ato J'au1rw11 to d1·lla 1•opob1i o11e, la fre quenza delle morti appare diminuii.a. L e propo1·¼io11i dei flue seRRi Rono poco differenti tm loro: in g-cneral,· 1•r•· v:tlg ono leggerm ente i mas chi, m a ncg-li a rmi di mortalith c1·.1·(s:1.io1ml111e nte elevata (Hl18, HlHl, Hl22) si oss erva una loggcmi prnvall'.111/.a femmini le, che può essere indizio di co 1111essione tra q11 (;:·d.a, e e<:ezionalo mortalità e le manil"estaz;ioni epidcmiehe d <" II' i 111111e nza.


:X Il - CAUSI•~ DI MOH.'l'I~ 1•11;1{ l•:T A

,J,l!l

Nunu:ro assoluto dei nwrti di bronchite acu,/,,1,, 710/mou il,· ,·r11 1ml11, bronco-polm,onite acuta,, iu. età. d.i ,uwi 20-10

1913 1\)14 1915 1!116 1917 1918 1919 1920 1921 l922 192:l

10-1.i()

maschi

femmìr.e

fllU,'fCiti.

::1.302 3.228 3.671 3.748 3.1% 19.396 6.008 5.2:'.16 3.074 3A!l0 2.88 1

3.154 2.949 3.l42 3.383 3.369 25.244 6.370 7.210 3.lBO a.798 2.9J 7

6.390 6 581 6.3 l5 6.604 7.897 15.814, 8.074 8.295 6.173 6.93fì 5.3!',2

,i,J- . ..

f emmine

ma.chi

4.521 4.556 1.615 4.982 5.561 13.199 6.030 6.117 1 .:!f,3 !l.181 3.91'.:

15.796 15.797 16.901 17.857 19.844 2l.605 Hl.128 17.20fi 14 947 18.282 t,1. 772

,.,.,,,,,,;,,,. I r,.1:12

l:i 8(i8 1G.ti42

17. 365 l.9.293 22.132 16.(i55 l lì.646 14.815 18.513 1C ~fì2

l{.i(·apil.ol iamo. L e princ ipali a,ffç;1,io1ti ,w11i.1 \ d<\,!;li or½a ni respiratori l',tgiona.no una mortal i i.:'1. 1-;"m1eraln w 11l<i 1_;n::;<:<i 1il.c 11::i pr irni tre anni ddla. g ur,rra . .Nel 1V.l8 i·,;:-:c l'.l1ntpio110 t11 1tl i1r11n l:nsn. :,,I.rage, determinami.o un ec·.c:csso di I t0-1~0.0()() m orti. La ui.stribuzionc per S\.'Sso e p er cf.:'t. di qucst'ccc (i:,so di rnorf;i <:onforma la sua dipend<~n:r.a doll'epidemia i.;1f11.1<:n;1,iaiu, lu conseg-ue117.(\ deHa. qua.le continuano a manifcs!tu·si, in misura molto minore, nel I !Il!) e nel 1!)20. Un sensibi le inasprim enlo dr,11::i, mortal ità , speeia l 111(·.11l.e nelle età senili, si. osRerva anche n el 1922; H l!l21 e il l \1:t \ i11v<:v.(1 se~nano cifre <.li mortalità ccccziormlmentc har;sc.

mortalità nel l !l:!:! ,\ appe na :-:<·11:-:il1iln. Nnll' inRleme, il triennio 1921 -2:1 ::;(•g-na i l f'itorno d l'ila 111orlalifi1. a ti un li vello u guale od infe rion· a. q 1ll' llo assai 1;i., ·o r1\\' 0i<'; il peg gioramento tleUa

prebellico.

40. :F ra lu a ll.r,· 11.l'J'czio11i <leil'apparaf.o n ·:-:pi ral.orio , la I.H·onchite cronù·a sern ilra di,·:uln.r;;i, d 11ranf.1: la ;~11 ,·1Ta , ,wll<: clù. inferiori ai 40 anni, 1w.ll ,· q 11:d i pnù ii porn 111ic i •, ia k; :;i uifl'onde,


:350

MORTALITÀ E MORB0 Sl'l'À

invece, nelle età superiori ai 40 anni, do ve cagiona il maggior numero di morti. 1~ beu vi:;ibile, spcc.ialmcntc fra i 40 e gli 80 anni, la punta del 1918: si può s timare che in quest'anno si sia avuto un eccesso di poco m eno di 2.000 mor ti. Anche qui aumenta nel 1918 la proporzio11e llolle femmin e, salendo a 122 per 100 maschi, mcnln) dal l!)l;J al 1917 è soltanto di llfl. Ancora nel 1919 il 1n111Hiro dei morti si mantiene anormalmente alto; dal H/20 i Il poi <':-::-:o :-:c n11fl<i ad un livello molto inferiore a quello d'anl.cg1wrra. l /1111. doll c cause del miglioramento consiste forse nc Ua i'lii11i;1;1,;,:io110 i11 massa di eroniei operata dall'epidemia iufl111i 11zi11fo 11nl l~HH- 1!>; rna il miglioramento sembra cosl costante da litr d ;1hil.11.r1· 1·.lin altrn cause abbiano concorso a determinarlo. 1Vw,n..<wo afitwlulo dei mor·ti di bronchite cronica, in 1Jl 1i, cli anr,i ,-JU-fi(J

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41. La l'req11l'11,,a d<'lh· pl1 ·11ri 1i 1:mmhra. tendere all'aumento, nel periodo bc llit.:o, 11110 da ll o pri111 c età infantili: più decisa appare tale tendcn:1.a 11e i 1111111 (·1·i de i morti fra 5 e 10 anni e sopratutto fra 10 e :io a1111i. In q11est' ultimo gruppo d'età. l'aumento è più for te per i 111 11.:-:(' lii d1e per le femmine, e si connette con la chiamata alle anni d i <;oscritti molto giovani, negìi ultimi due anni della guerra. J\fo110 resistenti alle fatiche e ai disagi, costoro hanno pagato u11 lar,;o tributo a lle malattie dell'apparato


X !I - CA USI~ DI lVlOR'l'R PElt E'l' A

351

respiratorio 1. Ancora, più marcata è la pre v.ikn,,a dcll'a.11mento della mortalità masuhile n elle età fra 20 e 40 a 1111 i, l'.iw hanno dato maggiori contingenti all'eserl'.ito 2• Non è molto ;.;T,1.11tk, 111a è nettamente visibile, l'aumento del numero delle morti nel I!J l 8. Anche in tale anno prevalgono di molto i maschi sulle fcmmi11c, t uttavia l'aumento relativo della mortalità è maggiore per q11c~tn che per quelli. Nel 1919 il numero delle morti rimane arn:ora :=i.bbastanza alto. l\finore è l'aumento delle morti fino al 1917 - anzi è dubbio se poss,ì parlitrsi di aumento --- e meno marcata la punta dd 1918, nelle età superiori ai 40 anni. Nel 1920 e negli anni sueeessivi il numero dei morti diminuisce"; nelle dà oltre i 20 t1nni si mantiene alquanto superiore a quello d'anteguerra; ma nel rapporto n.lln. popolazione l'a.umento della 11101faliU1. dal Ull:\-14 a l 1!)20-2:J apparirebbe piceolo, e !"orse òll'.Omp11.rin ·hil1:. ,;~ probabil e dm le ma11 ifosla½io ui epidemiche dcll' inll1.w11za abl>ia11u c.011<:or:,;o a m a nlew•.n \ rnla!.i va111<;11l.1~ a.Ho i1 nume ro de i morti n.11d1n 1wg li anni pi11 rncenti.

1 Uons id.,rnndo insieme il n umero dei morti in età. da 15 a 20 anni pe r ùrn11chite ac11 t1i, pulinu uito crupale, bronco-_p olmonite acuta, pleurite, s i t.rovu. cl1 u 11 ul biennio IDl 1l- lf, 111orivn.no, in media. a.nnna, 881 maschi e 8 15 fe mmiuo; ne ll'n,1110

1917 ::;.0110

111 o d .i 1.r,,Hi 111aschi o 872

fernmlne. Nel 1918 Peffetto

fl Allt~ f"ati<" l111 111i l il.,L1·j

sull e g iovan i n :d11 tn ù cliKsimnla.to da quello dell'epidemia i11Uue11zin.le, pi ii dil1'11 ~n. tra lo f emmi11(L l1'rn. i rn ru·l,i cli pl eurite, tutta.via, pl'nvn.lg ono fo l'torno 11 t,o i 111asc:hi

anche in quc!:;t'u.. 11110 . :t E s i ramm e nti c lt u s o lo 11.na parte de i militari 11wrii d i plo uri tu ~ouo cou1~ pres i nelle st a.ti~ Lid 111 q11 i c omm1..:11tatc. 3 La forte <limi1111 z io1 111 IIPI 1111111ero de i n10rli lrn. !"> o IU n.nn i, ne l JD2'2~23 in conf ronto al lDlB-11, co1'1'ispu11d u qua.Hi f)(-'"I' in t,nro :Lll:t, di n1 i11 uz; ion e av ve nuta. nel numero dei vive nti pe r von.-.o~t.ttrn 7.a. 1.Lelh1. ::;ctu·~n. 111L1.1dit1\ dul pc 1·io fl o bèllico.


352

MORTALITÀ E .MORBOSl'l'À Nrtrnero cweolulo dei morti di pleurite, in età di anni

r,.,o

ff/-2()

20-40 femmfrie

323 3:!6 437 529 614 840 687 380 387

204 266 266 251 276 4$)8

1!11!1

183

rn:W .l!l21

1'11 120

220 233 241 280 352 728 352 2!'\8 224

1922

!)0

227

.JO(J

1!)2,l

P6

211

BOO

1913 1914 1915

f f ,l

13'1

127

l9Hi

l(jfj

1!)17

159

1Hl8

301

40-•..

maschi

320

2W

317 325 2fJ4

1.203 1.316 1.270 1.245 1.381 1.640 1.376 1.349 1.409 1.51!\ 1. 292

42. Tra k a.lle1/,Ì011i dell'a p pa.ral.o d i g-er ente, eonsi dereremo da prima le mal attie dello stomaco. Nelle età. infanti li, la, morl.alil.'t p<,r •JrwHl.c malattie tende :l.l !'a.umen l.o nel period o bellieo, balza ad 1111 111:1:-;simo nel ]!)18

~pc1r eon scg ucn ½a della, ep i d em i a. i 11ll 11(,11'.l,i:1k ) , .. rii.orna ad un li vnl lo poeo superio r e al nor male (an z i i111', ·r io 1·1·, p,,r li: d h da .I a :, a1111i ) tnd ]!)lf) 1, 1wl 1!)20. 'l'1,111tl.o 1·.0111.o tl1 ,I 11 1111H\I'Q degli OHpoHLi :1. 111 01·i 1·1·, si prrù sl.i1narn vlw l '< •1·.<· 1'NNO di morti del Hl18, "ir1 1·011i"l'<nilo ;i.I 11111111·.1·11 •·lw Hi ,:,1.rd, lw 11.v 11l.o su avesse perdu rato la 111 0 1·1:r.l iL/1, d1·I 1!11 7, Ni:1, ,-;1.;r.l.o d i 1·.ir, ·11,

~.r,oo

per le età d a

o a,

Ga 1111i. NPg-l i :1.1111 i dnl l 'l:J I n l l '.1:J:I In 11101'1:al il.à discende ad un

Nnt11w1·0 1lt-i 1!J1iJ

da

1.9 / ./

11/0l'I I,

/ !)/{,

a H 1 anno 0,12 fi,1 1 7 , 17

da l a 5 anni

0,57 0,50 O,<.i:J

di

l!lt1!,1IIÙ• rli'/fo Nlomaco, per ogni 1000 sopra1,viventi 11 l/1i11i~io d i. cia,."cnn ,1snnn rl'fltà,

1:1/,;

f:11 7

(i,Hr>

·1 ,02 !l,il4- 6,63 6,87 5,46 5,W 5,52 0,,1!) 0,9B 0,46 0 ,48 0,58 0,44 0 ,42

O,(;f,

f!.118

1919

1920 1921

1922

.192,1

Nelle età sucecssi vc ai :-, a nni, le malattie dello stom aco cagionano un numer o r cla.1.i v a.mente scarso cli morti; numero


XII - CAUSE Dr MOHTE l'J~I{ K l 'A

3fi3

ch e, tutta via, va crescendo nel periodo bcllieo, 1:011 1111 aumento eccezionale di forse nOO casi n el 1918, p er poi ri cadere a<l 11n basso ìivello nel 1919. L'aumento del 1918 è dovuio per 1111 l.1:r:,,o ai maschi, per d ue Lerzi alle femmine; questo caratten: i;1:1111Jm conferma.re la dipendenza, almeno parziale, di esso dalJ'cpidc mia influenziale. E cco i numeri dei morii d'età superiore ai f> anni: 191{/

1914

l!J/5

1.916

1917

191H

1919

1920

1921

1922 192,.:

1.537 1.490 1.681 1.666 1.726 2.2:\,t 1.175 1.282 1.101 841

H!i anni Ru ccessi vi ai

rnrn

\101

segnano una, graduale forte di-

min uzione della mortalità per malatiie ùeHo stom aco: diminuzion e che apparirebbe m,1ggiore nei rapporti alla p opola?:ione.

4H. Le prineipali malattie intestinal i (enterite, dia1Tc,1., ccc.) (:agirn ,:1.1111 ,L11c 11 '1 ·ssc l1 IH:t per dita di v :. tc JJl'Og rc8siva111n1,l,11 cr esccn:.c uni µcriodo hcl li1:o. Nf\1 111 dh inli\1·i,wi ai ,, :1.1111i i " " ;;:~i d i. mori.al il.ii. l.ciid11110 a sal i r e : l'w,ccsa è :;opr alul.l.o rapi da 11nl I !HH, in coirn.:itlen za t:Oll l 'epidemia inll11en:,,ialc. '1'<·11111.o t:0111.o del 1u.nre1·0 dd vivc11ti, Hi 11uù cal(·ularc d 1c i 111 orLi 11el 1!Jf 8 :11,bi,wo ceeeduto di quaRi 17.000 il numero dai Hi sarchhe a.vulo penlumndo la. m ortal it.it ùcl l!Jl7, in queste età. Nmriero dei morti di diarrea, enterite,

tMr..,

per ogni 1000 ~oprt:,,n)i.·venti

cdl'ini.!io di ciascu1, cm.no t.l'elà

l.?13 1914 1915

191(/ 1!)17

1918 1919

1920

1!)2{

1922 192.1

da On 1anno :Jti,02 3:2,54 :.m,H:l 42,27 37,93 16,03 3:l.29 4:l,43 42,00 37,92 42,0<i dala~ ~nui li,% r-i,n:1 7,61 8,37 7,i!O 11,01 G,uG 6,87 9,48 '1,G(i 7,a3

1>0110 il l!I IR, In mortalità, att raverso oscillazi oni, si m a11l.in11c

ad 1111 li v1· llo alq11a11l.o Ruper i or e a. quello del 1913-1..J.. l ,';u1 111t·1t!1• della, m ol'Lalil.:'1. dni b ll.anti, per queste m alal.lie, i11 eo111'1'011 l o al J'anl.eguerm, e'; Hl al.11 al.1.ri ìrnito da talun o al la <·1·mw i11 l.n. di i'l'11Hio:u, d~ll'u.lluttamc11l.11 a.l'l.ili( ·ial1·, al la, 1liminn il.a dispo11 ilii li l:'i. di lai.I.e vaccino cd ;LII,, più 1'1·1·1p11'111.i aclull.cra:.,,;io11i di , ·sso . < !:utH\\ l.11ll.e che certam eute lt:1,111111 :ig-il.o, 11111. c he Hl't1il 1l'n111 , i 11s11l'ficicnLi a spiegare un cosi 1,ol.<·1·01 ,· a11 11 H·11l o di rn o1'111.lil.i'1., 110 11 lim i tnto al G. MOHTAR,L

23


M:ORTAUTÀ E MORBOSITÀ

354

primo anno d'età, anzi e s Leso ai s 11ccessi vi. U n'analisi della distribuzione geografiea ùell'aume uLo della mortalità infantile per aflczioni intestinali acu te potl'clJbe ag·evol are la ricerca dei fattori cli tale aumenlo; man cano gli clemen ti all'uopo necessari, ma la Direzione Generaln dl'l la ~tatis tica potrebbe agevolmente offrirli a ll'elahorazio11c d ng li s tu d iosi. Fra G <' IO 11.1111i l'aumento del numero delle morti, nel eorso uclla g 1u:1T11, i, rap ido, la punta del 19J 8 più marcata, la di s ees a dPI I !J I !J 1110110 ;..;-r a nde : ancora in quest' ultimo anno il 111rnwro <i<·i 111oi·1.i i'· pii, ali:o c h e in cias cuno degìi anni prcee<k11li al I!Il H. Nt· I I!):!O e 11cl 1921. la d iminuz ione proseg ue; n e l 1\122 e 11c l 1!12:: Hi an;e 11tua . 11 numero dei morti nel 192H è infe-

r iore dd ,IH 0 / 0 u q11 e ll o del l!H3, mentre il numero degli CSJJOSLi a rnorirl' <'.: cl i1ni1111itu HOll.a.nto d el 20 % c irea: la diminuzione è quindi .l.'\'alt· 1· 1101<- vole. Ji'r n. LO e :!U 11,1111i, l'aumento delle morti durante la gae rru,

è r c lati va 11 w 1il.,· 111:i.;·;;:;iorc c ii.e n ei g rup[io d 'P-tà p r er.erlente : c:on l'arruo lam1·11l.o d,·11 ,· i·.l:tssi g iovan i :umw11ta110 le morti mas ell ili, ii! tal mi!s11 r:1, d:1, ii1 \·Drl.ir,1 i l. 11ormak rap po r Lo lk .i du e sessi fra i m o ri.i , s d il>1 '. 111· 11· 11os l.re s l.n,ti s ti d 11' n on 1·omp n,11dano t ntti i d <,1'.nH:, i di 111 ilil.ari . Il ri.tl m rii mo r L:1.lil:h tl c l l'.11 8 ii press'a poeo 11 ,~11;1.lc- pn i d1w Ht'.sHi. A ndte qui il 1u11111,ro d d l1, mo ri.i 11e l L9LD s i 111 a11 l.i1·1111 11,HH11.i a li.o; acl lD20 e rw l l '.):! I :,i osserva una se nsi lJil n di1,1 i11 11zio 11", 11111, :,o lt:.nto 1w l l '.)2:! e nel 1\.)23 si disuern!e a 11 11,n.1·ri i1ili·ri o ri n q 1w lli d 'anl.1·g1 u ,1T11.. !\.v 11to r iguar do all'aumento d e lla p11 po la1/,irn11 ,, la 1·n·q 111·11za du l!l, morti n el 1922-23 è Fra 20 ('. '10 111111i Hi o:,:-:n va 11<d µ eriodo bellico Lm a umen to del numero rld ln 11 1o rl.i re1l11.l.i va 111 c n tc maggiore che nelle età precedenti, per i. 111a Hd1i ; 111 i11oni, pe r Je l'emmine; è meno m arc ata la punta del 1!) I 8. N nl I !)I !) la mortalità femminile d im i nuisce, ma quella m a:, d1i l" n11 1nen ta, probabilmen te per effe tto di qualche manifcsl:azio,w ,,p ith: mica (dissenteria?) 1 nell'tis eruito t

l Uassumia.mo 11iù a vn.nli ( 11 0 1 capito lo sulla tnorbosità) le notizie ch f~ si


XII - CAUSF, .DI .M OR'rF: l'El-I. l•tl'À

C' fra i prigionieri nemi<·i, il cui princ ipio risalti al I!) I H. N<)I HJ~O e 11d 1921 si torna a cifre poco lontane da. quelh, pn,Jwl lidw ;

11cl. l !)22-23 il numero delle morti, e ancor più l a loro f"rcCJ11u11za, discC'mle ad un livello molto inferiore a quello del l !J 1::- 1.1. Nmnem a.,sul1tto dei 1>1m·t·i di en/.erit,, diarreu,, ,w,: .. in età di anni 10-20

5-10

20-10

ma&chi

femmine

554 595

710 625 849 !)77

ffl.lJ AChi

fr.mmi,i~

740

1.041

680 1.0~5

1.036

l!.l13 L9l4 I!Hf,

1.903

2.312

771

I!I lii

2. 9fi7 3 .090

!)!)f,

] . 1!)42.057

l.013!) 1.S!"iH

1. .11r,2 1.925

1. 280

G.491

1!Il!)

a. 1G5

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I. l :!:1

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:l.740 2.20b

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1.0!1'1

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l.182

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1~11 7 I !li i:;

1.8 40

l. 28(;

1.099 1.28!) .1 .7:,(i

Ancora fra 40 e 60 anni dati s11 lln morti 1wl I !)18 e i l<' I 1\H!) mo~trano tracce delle mnnifc;;tazioni epidemil'.11c fra m ìlit:ari o frn prigionieri, dellfl quali sinmo stat.i dianzi condoLLi a supporre l'esistenza. Tn queste et.à, come nelle successive, è <·,·iden1e il progressivo aumento della mortalità nel p eriodo bellico, non cancellato dalla discesa del 1919. La punta del rnw {, visiliil<· i11 t111.te le età; ma solta.n!.o dopo i 60 anni app,1.r<· la co11;,1;ci;;. ;.IL(irazione dei rapporto fra i due sessi a dn.111111 d elle li: mn1i1w, perchò nelle eth prceedenti essa ù dissi1111il;il:1 dalla oppusb all.n:i.:l.ionc, cagionata da manifc!'\l"n.:;1io11 i <'pid1·111i che 11,vv<·11 1il c· c·s<"l11~ivanwnle o prevalentemcntn 11e•lla popo!:1:;,;ione ma.sc·liil<-. hanno s ulle man if'p:,,4 f,n.xi1111 i l'11i1h•111i td1 ,• di dis!-W J1 l 1•1·in. n.vvi"•11 11!1• 1l11 r n11 ! 11 h. ~ 11 l' 1Ta, , Da. nesr;nua. louie, 111• 1·1\ a\1lti11.111n l'nl.1110 l'ic a.varn 11otizi 1· ~111 'l ll t-~ la 111 a: iif1·~ln.1.ionc del 19 19, che pnre d o v 11 :\v .. , ,. 11 v 11 l.11 n ··d ,t-11 -..ti o11•· 11<•11 l,1·a :-w n ra.hili: (a.li,1<!110 ! AOO casi letali).


356

MORTALITÀ E MORBOSTTÀ

()osi fra i 40 e i 60 anni come oltre i 60, il n umero dei morti si mantiene ancora s11.pe1iore al normale n el 1920 e nel 1921. Nel 1922-2~ il numero assoluto dei morti è molto minore che nel 1913-14 n oli<) età da 40 a 60 e sensibilmente minore nelle età superio r i a fiO anni . Poiehè la popolazione è aumentata., la frequ enza. d<·l lc 11101ti ù notevolmente dimi nuita. i\'11,m.e,·o assoluto dei 11iorli di enteri/R., rliarru,,, ccr.., in età, cli ci,nni CO-.. .

4JJ-Uu

1!11:1 1!11 1 1 !l I f, I '.I lii

JnfJ.XCJti

f iJmmim!

l.O!l8 1.177 U lrn:l J . ,173

mn.schi

.f,im rtt-it,e

1.27a

3.783

3. 860

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H.irn.pilol11,11clo : i11 l.uU:c I<' d ù. :,;i 111:1 11 i f'1 ·:,;f.a 11 0 ; li effet ti del pcg-g-ion1.1111 •,11l.o dl'.!l'al iin c 11l.ai1i 01H1, 11 i11 g-,·11 1:ral e do! ten or di v ita, dura11f.11 la g-111·1Tn ; i11 l.ufl.1· 11, d.1'1. si r i:-w 11l.n l'a ggravamento ùel l a morta.li i..:'~ 1·0 11 1wss" 1·011 l ',•pi1k111i11. i1ill1w11i\iaJe. Il rìLor.n o a migliori concl i:1,io11 i d'11.li111l·1 1ln:,,,io11 1·, " d1 v ii.a., ncgii anni più l'Hc..:en li, si riflette in 111111, di111i11 11·1.io111 · dPll a 1uorl.11lità nelle età superiori ai einque an11i. N\'.11" 1·! :'1 i11!':u1l.ili, inveee, persiste un sensibil e aggr avamento dnlla 111 orl.11.l il:"1.

44. Le morti per npnl.il.<· n <:irrosi epatica sono numerose spec ialmente dop o i 40 a 1111i. I II tali elà, si mantengono prossime, durante il periodo b elli<:o, ;il livello d'ant eguerra. La pun ta del

1918 è visibile. N el Hl19 si osserva una note vol e dim inuzione


ccl audie negli a nni s uccessiv i il u um cro dl' Ilo 111orl i, p11 r i,(:11 dc 11clo atl a11in cntarn a lqua nto, si 1nautie11u i 111"(•1·i111·,· :i.I liv ,·l lo d'anteguerra. 1\

qu0sto rnig;lior amento non è lùrsu (·~l.r,•111('11. 111.

fori.e dimi nuzi one avvenuta nel consumo del v iuo. 11:('(:o 11ln111i

dati c omparativi. Nmne,·o cu,,uluw dei m orii di ep«titc e cir1·mri epaf.ica, in età. di anni 4(1. (j()

C0-80

mm

1.877

2. l55

191 4

2.155 2.25(l

Hll(i

1.94.9 :U57 1.9,'il

1!)17

L. 847

2 .08G

1 !1 IH

:l.O<l.5

1915

2.16~

1!110

1.GJ7

2 .168 1.857

l !l::!0

U i :!l i

1.917

1!121

l. 7:1\I

1.!)1:,

l !12:!

1.78•1

t. !):,li

1!12:;

1.!l!IH

~.OGC,

4G. Au menta leggermente

d u t·~1.11 Lli

In g·uen·a la

mor talitù p er

malattie Jei r en i, nelle eL:'i, i 11 fantili: s0Ua11Lo 11ul H.118 t:ssa appare

:wnsihilml'HLe inasprita; lJoi, 1ml qu inquennio I :,U}-2,J, disc:m,dc ad 11D l i vello un po' più basso di quello prebelli co. Mort·i pc,· malattie dei rcrri, pe,· ogni. LU()() .'JOJJr(l.'tnrimmti t1,l/.'ù1:izio di cia.~cuu anno rli elà l .'J/:;

ila dn

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1922

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IO ;11 111i l'aumento del numero d0llc 111orl.i 1wl pc

rra IO (' ~() a 1111 i, :;pec:ialrne 11il' p(·I' i 111.isd1L :,,i 11mni f'(·St.a ;1.1w.lH: 'l' ' i il da11110 dc ll' incorpor.1:1.io1H· 11<'11',·sc·rdto di. n •c·l11il- lropp1 , ;: io v:i.11i: ili media aw111.1. 11 1·1 l!H -1- 1:1 11wriva110 di 111:i.l:tl l i,· d,·i 1T11i, in età rra i 15 e i ~o a1111i , li i() 111;1sd 1i (· ~(l:, (c·111 111 i 11c·, 11\'I 1!117 muoiono l'iodo bc1lli<·o ,·. pii, rapi do; e auc or. più rap ido


MORTALITÀ E MORJJOSITÀ

222 maschi e 187 femmine. L'aumento delle morti nel 1918, in connessione con l'epidemia influenziale, è notevole, specialmente per le femmine: in confronto al 1917 si ha un'eccedenza di 267 maschi e 417 femmine, tra i 5 e i 20 anni. N cl 1919 la mortalità non è ancorn ril:ornat1.L normale, pur essendo molto diminuita; ma negli armi ::H.1ccessiv i la diminuzione prosegue e il numero dei morti (e n. maggior ragione la frequenza delle ,m orti) dis<.:ende, nel 1922-2H, sotto i l livello del 1913-14. li'm i 20 l\ i 40 anni, gli effotti della guerra si manifestano n(:l i 'esac,c,1·b.:i.rKi dd la 1tiurtaìità maschiìc; ancunL Iieì 1!)] 9 muoiono 7:1 masc hi per 100 femmine, in c:onfronto a 58 nel 191:3-14. La punk'1 del 1!)] 8 è marcata, special mente per le femmine. Anche in queste et,ì, nel 1922-23, il numero e la frequenza delle morti scendono ad un livello più basso ùi quello del 1913-14. Oltre i 40 mmi, l'aumento del 1111m('. l'O d(~lle morti, già considerevole fino al 1917, p erdura. ;).IH '. ura. 11d 19.L9, dopo l'ecce1.iona le rial:w del 1918. Il numero medio a11nuo dei morti. nel 1920-23 (9.685) supera q uello del 1!) 1,1- 14 (8.91.G); .la maggior parte di quest'aumento corrisponde all'au111t·11!.u de lla pupu!aziune, ma in parte esso dev'essere reale. L'a.1 1:a morl.ali lù dnl 1!l2::! co rrispond e al la ecccziormle frequen1.11 di all:rn mnn il'csta.1.ioni morho::;o (inll ucnw., !Jrondtiti, pol111011 il.i ) 11\'llt, \'I.ii, Kt'. IJÌIÌ. Nnnu:,·o dei

'I IWrl'i

!i- IO

1913 1914. 1915 1916 1917 1918 1919 1920 Hl21

1922 1923

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d,:i reni, in età di anni W-40

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7!:',6 770 801 889 896

l.256 1.::184 1.398 1.308 1.275 1.719 1.284 1.465 1.292 1.331 1.250

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l. 292 896 958 727 687 542

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,1:n ,1:11 :1a:;

;311

BJ2

4.1;3 71)8

l.154

138 465 ::174 375 372

962 851 832 767 741

8.71] 9.122 9.515 9.289 10 .00G 11A15 10.108 9.161 9.624 10 .131 9.825


X TT - CAUSF: DI :V1 0RTR T'l~lt 1,;·1•A

ì:159

46. L'a nalisi della r ipartizione dei mori.i per d ,;'1. 1110,;t ra eome la diminuzione del 11umeru totale dei morti ùi :;ifilidn 11011 di p,·11da, da minore letalità della malattia, m a sia pura <·011:-;,:g11,:11z.a dl'l minor numero cli esposti a morire in età, infa,ntik. li l'all'olo dei saggi cli m ortalità da. O a 1 e da 1 a. 5 a..nni mo:;tra a.11 z.i un :-;nnsibile aggravamento della frequenza delle morti dura11l.c la g uerra. Scindendo la categoria dei nati legittimi da quella degli illegittimi, si tr ova comune ad entrambe il peggioramento: nel 191H-14 morivano di sHilide nel primo mese di età 0,12 su 1000 nati legittimi e 4,68 su 1000 illegittimi; nel rnt5-18 i saggi <l i mortaliLà salgono a 0,15 per i legittimi cd a 5,71 per gli ille1,.:-il.t.irni. Jlm·t.i per sif,."lùle, pc1· Oflni /r'i()() X0')1r,1·m ,i·t>imti all'ù·,,;zio (li cù,scw1 a.1t1w cl 1cl"b /.'!/,"/

/!1/1

1915

1916

1917

da O a I anno O/li 1,01 0,87 1,03 1,37 da I a 5 anni o,o;: O,OS:? 0,0:1 o,o:: o,o::

1.911:1

/.? !.?

l .?20

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I /!O 0/1:{ 0,77 O,ii:1 O,f,!I 0,6(; o,o:: 0,0:1 0 ,0:1 0 ,0:1 o,o:: 0 ,0:1

.All' aumento delle nascite legittime <"OrriHpomlc nel ]!)::!O un' immcdfata diminuzione della mortalità. elci lattant i, pe r sifìJicle : diminuzione che, attraverso ose illn.,doni , proseg1rn negli anni succ:es,livi . Tl sag·gio di mor talità nel primo .111110 d'età per il 1921-23 (media ann ua 0,63) è fortemente inferiore a quello del Hll:1- 14 (media annua 0,96). È confortante questa diminuzione, poie hè indica che la guerra non lascia una grave eredità di tare al ln 1111ovc generazioni. N1·!! 1• l'I,\ f'ra 5 e 20 anni il numero medio annuo ddle mo!'!.i ;uim,·111. t da. 2(; nel 19l3-14 a B4 nel 1915-18 cd a 4(.i ne l tn l9 '. Ancora 1wl 1!120 :;i hanno 33 morti, poi si torna al. li vello 11or male (~·1, lll('rli.i. l!J2 1-23). Più forte è l'aumento n ei p;l'llppi d ' C'l it dai 20 a i 40 an 11i, "'"' ilnnno dato i map;giori 1·011!.i n;.:;,·11 1.i all'1's<· r-

i A l sen s.ibill' a.u 1111· 1d o di inc,1 t.i nHt~eliili 1n1. IO ,. '20 11.1111 i nun •·. (• st,r a n eo l'arrnola1nento 11tdlt~ c laH:-ti ~iovn.11i . Noi I B IH- 1!) u111uio 11u di :-1 ilil id1• in in.le età.

41 maschi, in

confrotd,o

H.

2:,

11nl

t ~l\:S- 111.


360

MORTALITÀ E .l\10Rll0S1TÀ

cito: il uwnero medio annuo dei maschi morti sale da 144 nel 19UH4 a 169 nel 191G-I 8, 111e11tre quello delle femmine r imane

staziona rio (!l7 e 96). Il 191 !) 8egna una diminuzione, così per i m aschi (135) com e per l e fommi11e (76); <lop o una recrudescenza nel 1920 (160 rnasdti e 8;~ femmine), si discende nel triennio 1921-23 a cifre iuforiori a quelle d'anteguerra ( IM m aschi , 82 femmine). Oltre i 40 a 11 ni s i o::;serva p ure un lieve aumcJ1to (da 273 a 28!l) por i tn asd 1i, 11cl periodo ùellieo, mentre rimane stazionario il 11 1m11•r o delle femmine ( 12G e 12H). Nel 1!119 si manif'cot:1 un ultcrior<~ nurnonto (B05 mreiS{:hi, 12(; f'crr11ni1H·ì, che forse ha carnl.Lc n• aceidcnt.alc. ·1~ dog no di 1101.:1 l 'a li.o 11umcro delle morti f'cm111i11ili 1w l 191 8 nei g r uppi pi 1°1 c·ol piLi da ll' influenza: nelle c l.ù. <lai 20 ai 40 anni si sale da 7(; 111orl.i 11el 19 17 a 108 nel 1918; 11ell(\ et~\ da 10 a (iO :11111i xi 1·:1 da 8:->a 102. 1\fa 11011 •~ da escl wlcr<\ che l:i. coin<"id<\111/.a :,i:1 •·:ixnale. Nel 1920-~m Hi dtorna a numer i (Ji morti poco dim•n•1 li.i d:t q1 1<-lli d'anteg uerra (265 masehi, l~fi femmine). Ncll'insiernr,, i dati della. xlal.isl.w:1 dd l<· ,·:1.11S\' di morte, ''·'" "ffff,f.il,,nPrtf.n e,mmir1nti, ,ln•ll!() q11:il•·li" i11i!i:,.iq •!•·!!n tl i!l'!!~imw dnlla si filide durante 11.t i;uer"l'a. 0 011H : ahl,i: 11110 dl'i.l.o :i.11.rovn, le :,l.al.isl.ichc rinm ogTalidrn 11011 rilkl.l.0110 1·1 11 · 111 1:1 111i11i111a l'razio1w d ol fo11onw 110. 11}.;xn r,rn11bra11 0 l,1 11.1.:i.vi:i. i11o li , :i.n · i 11 111odo inc:ontro-

vrn t ihii(' d1(, 11d dopog-11nl'rn, 11011 n ·sl.: 1.1111 ;;T: 1.l' i u1·1nl· <ld peggion1,111n11l.o avv1·1111l o

tll' I

1wriodo Jwlli ,·o ; l'o n-u• il v:i.111.ag·gio der i vato

da i prn~;TnHxi d,·1111. l.n: 1.pi11 1kll:1 si li lid<' li:i. pi1'1 d1P- con trobi land al.o il da1 1110 <kl'i v:tl o d:111:1. 11 1:1°·:·.i11n· p1·c1p:1.gn:,,io11M de.I morbo.

47. l nli1w ,

Jll'I"

11011 l.r:, ... ,·11n 11·1· 1111'altra causa di morte im-

portante spec:ial 11H· 1tl.l: 1wl la pri 111a i111:L111/.ii1., c:i soffei·rneremo sulla mortalità per anemia.

1,:,·,·11

i xag-g·i di mortali tà fino a 5 an11i.

/11,u·li ,/'o ,w1uio. 1,1r O.'JUi ;non NOJ11'('1'{~t,'Ì'l.H'Ul-i. all '111i -: io ti i ,:i,1..1c11n n.rmo di età

d. o a 1 nano da l a 5 aunì

m11;

1,918 J.919

t{JJ;'J

1/111

4,77

4,70 (),f>2 (ì,: )~) 7,4:1 !l,70 0,5G 0,Gr, O,Gfl 0,7 1 0,97

0,6:"I

/!//!i

/ /117

(;,u.i 0,56

1920 1921 1922 192:J 6 ,40 3,H 3,0!l 3/!5 0,57 0,50 0,41 0,42


3Gl L'a11 m c 11l.o d <' lla mortalità è g ià co11s idP rnvol <· li 110 a l IH17 ; 1w ll 'a11110 s 11cee:;:;ivo riceve maggiol' imp ulso pnr 1·011s1 ·g-1 H,11za dd l'1:pidemia influonziale, la qua le determina tm (\('( '.l'sso di q11a,:i 2.:100 morti in c onfronto al numero c h e a vrebbe c o r r is pos i.o a l pcn;i:;tcro della mort.alità del l !H7. Nel 1919 e n e l 1!)20, 11011,istante uua b uona discesa, la mortalità r imane alta. Ma col I !)'.! I t\s,;a discen de aù un live llo f'ortem entc iuforiore a que llo d 'anl.1-g llorra, f\ vi si mantiene n e l l 922 e nel l H23. Fra i 5 e i 10 anni il numero d e i morti eresco nel periodo lJulìii..;o; la punt.'l. del lfl18 6 più ma r cata ; ma già n e l HllU o nel 1920 s i ritorna a c if'rc nor m a li ; e i umnori d e i morti n egli anni

dal 1921 a l 1mm iuùicano, _a nche te nu to c onto d e l minor num e ro di esposi.i a morire, una sen s ibil<~ ri d 11zio11c della m ortalità.. Fra i 10 e i 20 anni l'amnonto è spncial 111rn 1t<: forte pel' i masd 1i; mentre noll'anl.r:g-ucr ra morivano i11 qt l<'sto d ii. ,noli.<, pit't f'emm i1 H: dic n111 :;d1i, n e l 19Hl prnval::;0110 i rnas<·.lii, p<:r dl't·l.l,o I lnl l'n,tTuolamcrnto d nl I,: classi g io va 11i. /1. nc: IH'- qui - - rit.oniarno è af:c cntua,ta ht p unLa dd H118. N e l f.ri l'11 11iu .l!J:! 1-::!,I il 11111,rnro e la fre que nza dello morti t:iO! tO mollo d i;11 i11l!it1 • P i-: i 111a1""''!~"''" inferiori alla. media ùol l!H3-14. l!'ra i 20 cd i 40 a nni , llu rnttlo la g-1l<'rra, mcntrn rimano r,t.azionaria, u diminuisc:c, la mortaliLà femminile (fr1,tl,;-1 ccc:czione per il 1918), aumenta qu e lla maschile, o si manl.ien <~ a li.a a nehe ne l 191U. ln qw~s t<~ f~l.à l'a ume nto p ot rebbe esser e ,u:1:ag-ionato a l servizio militare, ma non varre bbe la stessa spi eg-a1/,io1, .. IH'I.' /;ius tificare il for te aumento di morti m aschi fra 40 ,. (;o .t n;,i. ! l persistere riegli amnenti am:he nel l'Jl\) rn. 1wns :1.rc· ;1,JI ' irll' l1 1sio 1H· :-;otto la voc:e • a ru~miH, » <li easi di rno d .n d o v11 l.i a qtut l<:111: 111a11if1·sl.n.zio110 opidorniea (anchilostomiasi r), for:-;1 · provoeuta. dal ri111 p:1 l.rio di c mig-r ati. Lu. supponi h il <i ma.~·g·ion· l'requon za d\·ll': 1.1wltilos to 1nin s i tra i maschi i-:p i<'g lll'r•·li l1<· .111,·.li(\ c om e essi - pos i.i p i1'1 spesso in cond iz io n i di 111i11o r1· r< ·s is l.,·111/.a pflr l a prm;c 111/,.1 d1·I p:1r:1ssil.a al>bia110 flato 1110_\~o :1d 1111 a 1111wn to cli mort.ali t;ì, 1tt :1 g-gio1·t· di q11 c llo os,;e 1·,·alo p1· r le· l't·1111 11 it1l', c osl fra i ::?O e i 40 dii: Ira i -Il ) " i li() a1111 i. I ; i;1. tH'I l!l~O la mor-


062

MOR'l'ALI'l'À E MORBOSITÀ

talità è molto diminuita; nel sueccssiv o triennio il numer o e la frequenza delle morti scendono al di sotto del livello p r ebellico. Nu.nw.ru rno1~olu.to dei rnorti per ane1nia,1 in elò, di arm:i ,i- IO

LU-20

mascki

fe1nmi ne

'ìna~clii

femmin•

138 128 137 H9 1.19 245 129 103

244 269 365

479 412

416

611 602

47'1

37:J

417

;}95 913 691 :2:J8

353 fi67 379 365

714 682 596 974 693 626 468 -137

1117

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Hl13. 19U. 1:)15 . 191 7. 1918 . 19Hl. 1!)20. 1921. 1922.

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4~. Lo :<l1l' lio •l•·lla. di:,;t rihnzio1w d!•l!<· m o r ti p<'r dà, <'Ompiul.o 11t·ll11. pn·,·,·tl,·.111.<\ r:1.sso1~·11.a, 1ndl.n i11 n v id,·111/.a i carn.1:1:eri d d pq .;-;.;·iorn.111,·111.o dc\l[a rnorl.alil.ù 1wl pnr iodo hd li <·.o. N,•.ll o <'1.h i111'a11ti li so no s o prn.t11tto i<' 11111.laU.i n a e ut.e dell'apparal.o di ;.;·,· n·.111.c·. e tlc:ll 'n.pparn.t:o rc·s pirnl.orio 1·.• 1.;,;-ion u di m aggior p, :rdil.a d i v il.1· ; <·1·1•.s,·0110 I<: 111orl.i p,· r a11<· 111i11. ; 11<': va rlimentir:at.a la. malaria, 111·0;.;-n •ssivn111t ·1tl.n s ,· 111prn più rni eid ia le . L'inlluenza 11011 r isp:1,n11i:1. ,111C':.;l.i ,":r11ppi di ,•I.ii. ; :1.,11/. i li colpisce molto duramente. ~i ,!,c•;g-i1.1,,~·,, 1111 i l:1 ;-:I rn::··· dd l'•.•pitlemia v aiuolosa. Oltre i fi n 1111i di l'l/1. s i 1,11 is1·.., :i.Ila (:l'f!S('.(~nte diffusione d elle affezioni. bronc hiali, poli11011:1.ri, ~·;1.s l.l'idie, intestinali, alla ripresa della malaria, alla cl i:.;a :.;l.rns11, i11rn I n;io ne dell' intlucnza, una maggiore frequenza d i mol'l.i Jl(' I' !'l'hbre tifoide e d una sensibile estensione della tuber<·o losi . Fra i 20 e i 40 a nni Hi 11.l'.erm;cono i danni della malaria e dfllla. febbre tifoide ; sono pi il i11 l.e 11se le manifestazioni epidcmidw rii meningite cerebro-spinale, d 'C'ncefalite,' di tifo petecchiale , di


363

t·olern, gnLvissime quelle d' influerrna; J..L l.11Jwn :olosi s i diffonde. 1,;tJ a.nelle qui le atlczioni acute dell'appara.I.o dign,•1t1.,· 111ictono :·mmpre più numerose vittime. Dopo i 40 anni diviene più sensibile l'effetto d<'l l':i.1111 11·111.o della mortalità per malattie del c uore e delle arter ie, 1><'1· apoplessia e per congestione cerebrale, p er malattie dei r e ui, 1: do po i GO anni per marasmo senile. Grava anche su queste el.à J'a11m ento della mortalità per malattie a cute dei polmoni, dei bronchi, dello stomaco, rlell' intestino; ed appare intensa la diffusione della malaria, sensibile ancora la propagazio11e della tuber colosi. Non trascurabili gli cftctti delle epidemie ùi mnningil.e (~ d'eneefalite ; terribili quelli dell'epidemia influcnzialc. L'esame della mortalità secondo l'età nel periodo bellico ~·ui<la, ,:ul 11n:1 conclusione profondame nte <livers:1 cla (Juella cni av n, bhero potuto condurre r eminis<.:c11w sl.orid1c (ln~li c\TP.nt.i d<'rnog rnlki co11nessi con le guerre preccde11l.i. No n sc>11<> pi1'1 IP rpidrn11ic dw da!,.çli eserciti dilagano 11<'lla pop0Ja:,,,io111~ dvilt\. Le pill prco<.:cupanti manifestazioni epide111 ic hc di c olera, di tifo esantematico, di m eningite cerchro-Rpinnlr , hanno potuto ('88C'n' circoscritte in 11n campo r elati vame11l.o l'isl.t'dl.o. La sola inJ!unn:,,,a ha sfidato og ni riparo, ma quali ripari erano possibili eontro una. malattia di cui tutto era ignoto'? Non l' insutlicienza di provvcd imenti profilattici, ma l'impossibilità. - allo stato attuale della sdc nza, - <li Riffatti provvedimenti, ha aperto incontrastato il 1:amrnino all'epidemia sterminatrice. Essa si è difl'uRa rlu,rante la g·11c11Ta, rrw. n<~ssuno può escludere in modo assoluto clrn a.nclw l:'"·111/, a la ~·;1.wrra., prima o poi, l'ondata epidemica Bi sa.rcbl.,, !'l'"<'ipil:ab1. s ui pa.,si f'he ha devastato. A 1111i pa n· inv,,cc tristemente caratteristico del pe riodo dl'l ln guerra I' i11;1s pri1111'11 l.o 1lcll 'azione di t utte fjll('l k 1·;1.ma, di 111nl'k ch e il mi!,.çliora11w11l.o de ll 'alirne nta;i;io11c, del v1•s l.i11w11l 11 1 d..J l'ahit.azione, era nndal.o pro;.;'rcssivarne nl.c debnllando 1wl pr1·.1·.1·d<111tc quarto di seco lo. Il pt'opa!,.ç;1,l's i d •Ile nnl.(1ril.i, dc,11 1· µ;a s l.t'il.i, ddlc bronchiti, dcllu pol111011ili, .J.,111111:,,,ia 1111 ;.;-r;1d11al1 · i11d d 1oli111euto della resistem,;a, Ot'ga11i(1/I. dolla popola:,,,io1w il.alia11a, s empr e più


3G4

MORTALITÀ E MORBOSITÀ

scarsa di v i v eri, sempre più p overa di vesti, e ridotta, specialm ente nelle città, in condj:.doui sernpr e J!eg giori di abitazione. Forse questa general e a ttettua.zione d ella resi sten za ai morbi ha r eso più. facil e il di fl'ondcrsi dell' inflllenza; l a qual e in pop0lazioni est er e p iù ric:l·li c e m eglio n utri te ha compiut o stragi ass~1i meno g ra vi d te da uoi . .M:a i l peg gioramen t o delle conàizioni di a li11111;1bzio11c, d i. VListim ent o e di abi tazione ù a.nell 'esso conseguc111,n dd la guerra : quindi l a si ng ola.re vioJcJtz;a con c ui l"cpi<lcrnia ha pnr <;osso l' Itali a n on è del t ut.Lo i n di pen dente d:.d l'cRarn·hncnto fisi t:o j_n t;Ul ln gt..te.1-r,,t avev a ri doll.o l,L 11osl.rn popo lazione. Lo s!.tldio della m or taii tà per d :'L <:i lta p<m1111::;::;o an ch e di ii;olitre le eonsegnen,m più d irnt t.,: d1·i la g·,icrra, o::;si a. i p eggior;1,rn ù11t i dùl la mor!al ità 1for i va.Li dal lt1 1·011di1,io11i di vita del solrla.to combn,ti,Ptii.<,, o a 1rniliario, o pt·i,:;irn,ic ro. Per m olte malattie <.;i è l'iusdto Lli. seorgerc in rno,lo 11011 1·q11ivo1:o ::;i ifaU,i peggior aJu enl.i ; tl'all.r u eanLo abbiam o pol:11 1:o ;1.<·.<'<'riar<· i benelki effetti 1.l.i _provvct~imenti pr of-il.attici adoUaii 1,n al l.1,11 11;1.rn la morbosilù di rni ]i i:n:r i (vn(·<·:ina,1,iotTi nnl.ii.i(i1·l11,, apl i v;1i 1111l n:--:•·-!. 4!). .'-il.11tliarnlo, diL fHi 1· ctii., In. i"n'.q11<·11za d ,·11, · 111 orl.i 111:i pri mi ;111 11i :--:11n ·.essi \·i al l'arrnisl.i:1,io, v11diarn o <:1.111 1pari 1·u q 11n;:;li sl.ra-

s<-i1 ·l1i ddl;i, ;,·111 ·1Ta <·Il<' lo :--:l.11dio d' i 11 si1· t11(· dl'lla rnortalità non l"i ;i.1·1·\"a 1·0 11:--:( •t tl.il.o di :-wor;;,•n •. di :;si 11111 lil.li eom\ ;rano dal m if;l iora11w11lo 111n/iu ,·lii' c·.da\'a i p, ·.•·;,.;·iorn,111v 11ti pa,rtù;olar-i. .Ma vedja1110 d'al tro ,·:1.11 1.o, 1,i1"1 11l'l l:1.11 w11i.1;, r iprcscntan,i molte rli <111nlln l.1•.11 d1·.11•/,1· a l 1:ii,·; lio r:u111·11l.n d...! !1'. ' l '"1.li ìn. g w'\rrn. aveva interrotto Ja 111a 11 i l<·:,l111/.i111w. ,., dopo i l l.ra11si tori o reg-rcsso, v ediamo r ia iì"c n 11;1,rni i l pro~·.1·1·:--::;o 11d lu pre ven zion e e nella cura tlelle malattie.

Nello età, infan1.ili ,,. di 1"!!1· il1 · s1·org-ere r .i pcrcusr;ioni, sulla m ort alità, dei fatti (·aral.L1 ·risl.i1·i dol peri.odo bellico. Quasi t utte le cause di m orte a_ !..;·ist".0110 ('011 ù1tcnsit à minore di quella d'a n teg·uerra: è notevole la d i 111 i11 111,!one dei decessi per m alal.tie aeute dell'apparato r espi r al,01·i o, per malatti e dello stomaeo e


Xl I - CAUSE DI MOH.'l'I~

n :1>

1,:•1•1\

365

p nr parecchie malattie infettive. Questa dirni 1111zio1w d1\l1n mortalil.h rappresen ta il proseguim ento ùi que lla d1n :-;i •·ra 111.u1ife:,;f.i,I a negli ultimi lustri anteriori alla guerr a e di p,·11d1· d alle 11wdcsime circostanze, che h a nno ripreso ad agire. J .'1111 i<'n. 1·1·1·.1:zio1ie veramente importante alla prevalente tcndem :a a l 111iµ; Iioramento è costituita dalle malattie inteRtinali, che a1 wor:1. JH\g"li a nni più r ecenti c agionano una mortalità nettament1\ :,;11periore a q uella d'anteguerra.. SoHanto in via molto indiretta Ri può ritenere che questa cresciuta morta.lità per enteriti si ricolleghi con le circostanze caratteristich e òel periodo Ldliuo. Dai f> ai 10 anni la mortalità appare, per quaRi tntte le cause, ritornata al livello d'anteguerra <' spesso discesa al di sotto di esso. Ji'enomeno tanto più degno d i nota in quanto sono compr esi i11 questo gru]JpO d'età, spccialuwn!.e nPgli an ni pi ù rccc1il i1 i • fi g-li cli µ;11 enn. », s• dln. rcsis t.cn;,.a orgw1i{·a, <ki quali si ('1', tll O l\1,Ll.<1 paurose ])revisioni pessimiRtkhc . /\11(:h('. f'rn i 10 e d i 20 n.nni fl 'dù :-;i o:,;s<·rva110 rnoì t.i rni h'lioramL·nl.i .n otevoli o pochi ea.si di JH~µ;g'ioran1c11to, fr:t i quali nwritano spee.i afo r kor<lo quelli e!H· s i rif'c ri r~C'ono :dl' iuflttenz:-1. t"d n.lla febbre tifoide. L e tracce più 11<'1.!.e della g uerra si ri:;co1if.rnno ne l gruppo d'età <la ~O a 40 anni. l tubere olotic:i e<l i malaric i fo rni Hl:ono anc ora non lievi contingenti di tardive v ittime del grnnd(~ e onllil.to; le consuguenze imme diate e successive delle ondate epick111i('hc infiucm,iali si mani festano più gravi; la febbre tifoide s i 1na11i.il·111' n,nch'cssa più diffusa che nell'anteguerra; l'en cefo,lite, HPlln

~ i1 ;i,

fn;·n,a epidemica, ruiete più ln.:·g-:1rncntc. JVfono 1:of.~1:-

volt1 1·lw i11 :i.li.re eth è il miglioramento de !Ja mortalHà JH'I' a llrl' form(' 111nrl10:-;<'. N<'lk. 1·1:'1. 111:d.11n• n s\\nili s i osservano v a ri;1,zin11i d ,·11:i. 111ortalità i11 vnl'io :,;1• 11:-;o : JH \ I' al1:1111u caw,r, a11m, :1tf.i, p1· r ::.!1.n· di11: inuzioni, ('. lll' :,; pt •:,;:,;o rapp1·,•:-;('. lll,a1t0 ripn·:,;(· d i 111o vi11 w11l,i ;;ih evidenti nc ll ':1,11f..,;.;·11, ·1T:t (1·0:-:i l'n 11mn 11 !o dPll:1, 111orl :il il:'1 p<·1· l umori mali1;ni, la d i11 1i1111,.io1w d i q 11C'Jla p•· r 11 1:1.l:J.i l.i•· ,1<-11':q1parato diger ente). Sono 1k:·:1w di 1111!.:i., l'ra ~·l i sl ras1·id1 i 11<- lln g-1Hw ra, la


366

MOHTALITÀ E M:OHBOSITÀ

persistente alta mortalità pnl' i11flueJ1za e l'inasprita mortalità per malaria. Nell'insieme, però, i primi anni sueecssiv i all'armistizio segnano un rap·ido e (:011 1'o rla11t:c rìtorno verso le condizioni normali e verso In rip1·P:s11, d1•lla ùiminuzione della mortalità..

50. A (·0111pl,·11w11l.o dt''llc notizie fin qui esaminate, vogliamo ora csporr(\ I(\ i11l'orn1ai1ioni che abbiamo pot uto raccoglier e intorno alla 111orlio:,il.i1., I<-. q11ali c i consentiranno di colmare qualehe lnc11ntL ,kili- j,1",·1·,·d, ·11 1.i in1.la/-\'i ui :s11l periodo belìi1·0.


PARTE TERZA

LA MORBOSITi\

CAPITOLO Tl{KIH Cl•:i-\l MO

NO'l'I Z II•: SU LLA lt'REQU~Z.L\ DT i\T,( )l lNF: MA L/\'l"l'l K

Lo 1:1tnolio ,folla morbo.~itit è reso diffi c il o 1lalln 11uwcamm di dati e ,la Il a Hou·sa :ittondihilit.\ dei pochi d:1ti ,Ji:.: ponihili . l.n inl'm<i o11i tificlrn 111,ll 'cHnrcito e n e lla. popola11ioue c ivi l11. li til'o ,,s:in te 111ati co : l'e pidemia <fol l!>W. La malaria: i m a lari c i tl i g nerrn. 11 vaiuo!o : l 'cpi dnmia del l!Jl !}-20. Morhillo, Bcarla.ttina, rliru,rit<'.. po ' di stori>i rlnll 'npidc mia inflmm:r.iale. Manifest,tzioni r,pide miehe di colera asifLLico a lla fronte, ne lla popolazione c ivile, e fra i pdgionicri au8tro-ung arici provenienti dalla Serbia (1!!1 6). La dissenteria bacillare; la dissenteria amebica. 1.'cnccfalitc epidemica. La meu ingitc cerebro-spinale epidemica.. li trncoma. Ln m alattie veneree. Altrn malattie trasmissibili. La pc lla;,.:.,.,l . La tu ber col osi nell'esercito. - La morbo~i t ii. generale n cll'ese1·c iLo 01•1,rnnto.

n,,

l. S11lla 111orhosit.c\ si hanno poch issimi dati staf.i;;l.ic :i, n la magg ior pari.e· ;;1·:i.rnn.rn ente attendibi li. Soltanl:o pnr alc·.1111n m a lattie infettive vig·e l' olil>l igo ddla denunzia all e 11.1 11.oril.il ;;anil:arie ; n è srnnpre qualch e rcg i o 111·

In

;;p1•1·i:1.l1111,11l.c· in.

l 'ohhl i ;..;·o ò r .i gorosa,111<·1!1 <· 0:4;;1•.r v al.o.

eondiz;io11 i 1111r111:i.li dl'I H1wvi z;io ;;:1.11 i lnrio ,·cl i11 aHH 1uu~ ili

~ravi epidemie, i dal i ,1<·111· sl:1.l.i;;l.il'ilC' pos;;o110, ali11c110 in v i a di


:.168

MORTALITÀ E MORBOSTTA

larg·a approssimazione, errata in difetto, r i specchiare la verità • .lVIa 1wg·li anni tlella. guernL, quando m ancavano numerosissimi

medici, chiamati al servi,1i o dell'esercito, e varie malattie epidemiche presenta vano se11sib.ili r ecrudescenze, non si poteva spemre un attendibile accertamento della morbosità. Nel riprodurre e commen~are le noti7.ie ch e abb.iarno p"otuto raccoglien i, <·.i v arrnmo p ertanto con la massima prndcnza, dei dati ul"fìci;,di su lla mor bosità per malattie infetti ve : in og ni modo a v v er t iamo, 1111i1. volta per sempre, che essi sono da. ritenere incoìììplcti, f.\peci:1lmcnte n egl i anni dal 19! :°; al 1!J18. <J11aRi tid:f:c le noti,1iA r,lrn riaRRurncn ·.11 10 ,-:0 11 0 desunte dalla, lfola,.ion n s1dla 8anif.ù. P ubblica, gih dlaf.a, esposi,1ione v eraJHcHtn ol.ti1na. delle eon di1doni i gicni<:11< , 1, sanitarie (ld periodo hellieo e postbellico. A l tr e fonti nflkial i, li 11 or:1.1 mancano. Quanto ,<tlla mo ehosith comples:siva nAìl'!•.s(, n·il.o op1,rn.n l.c, d varremo dei

<la.I.i ra.ec olLi da.I Coma.udo Supremo, <·i w <T(·d iarn o diano una inclica11ionc sui'lici entem ente apprnssiniaf:i. d< ·II <· (·011cl.i;1,i oni sani tar ie d cll'cscr c if:o nell.e vari e epoelie <ll:l la ,.;·1w 1Ta. l>ati sul. num ero d(•i (·a~i l!(•.n1mc·iati in f:ntto l'cs('.r•·il.o f.1·1 Til 11 ri:ii,· ,, opcr:m f:c 1w gl i a1 111i dal l HH> a l 1D l8, cli ak11 1H, m:1.hl.f.i, , i 11 f"d .f.i vl ', <:i ha <:orf.t:H<·1nui il:c l"ornil:o la Din1zionn U<•.11<·1·,1.ln d, ·11:,. :-::111il.:'i. Mi li l.a r c, cd :i.11dH' di q11<is1.i d varrnm o. :!. I ,n n·1· n 11l \'sn• 11 za <Idio i11f"l'1/,io11i l.ilil"ill' ( f"chhre tifoidfl e

p:t,ra f.i fi ), ,·lw si 11111.11if1·:-;f.:i. col 1~11:i, 1\ <·o llq.;-af:a con l a g ne!ra, <:onw a ppat"(' dall a :-;11 :i. disl.ri l,11'1.i111 11· µ;1•ogTafica. Abbiamo gih c;:;n.m i n:i.f.o (,·, 1·,-/ 1·11 . !"':·: " 171 d:di :011 11.i 1rw rtalitit ; q ui aggiungiamo Rl <:11 11i d11.fi :-;1111 11. 111 11rho:-;il :'1. 11 1,I V eneto. Il numero dei. casi d enun:i;iaf.i c rn :-;l.11.lo, i11 q 111 ::-;f.11. r egione, di 4.168 n el 191 :l e di 3.687 nel !HJ/1 ; ~,11.lt- n 7.KtG 11(,I Hllf> ed a, rn.629 nel 1916. È vero che la pr cs0n,1:i. c!1 ·11'1·:-;,·n·if.o operante accresee il numero degli eRposti ad ammala r si ; n vn ri conlato che l e i nfezioni tifiche colpi scono con una c1:rf.a pn·l"C\r cnza i giov ani. Ma non basta l'aumen t ato numero d1:gli <'spo:-;ti al rischio a giustificare nn anmento di oltre 200 °/ 0

11<'1

numero dei colpiti ; tanto più .i n


XIII - SULLA Ji'REQUEN:li\. Dl ALCUN1,: MJ\ f ,A'l"l'IE

,lf-iH

quanto probabilmente non tutti i militar.i colpiti fig11ra110 nella slatistìca dcll<' denun~.ie compilata dalla f>ireilio1w n,·111Tal" dclb Sanità 1 • Le condizioni cli vita delle truppe di prima e di ,.;1 :1·.011d:i. linea rendevano ardua la profilassi e quasi impossibile l'csd11sionc del contagio. Agivano concordemente molteplici cause prnd isponcnti: diRagi, fatiche, improvvise variazioni di temperatura, perfrigerazioni, disturbi nell'apparato digerente, alimentazione prevalentemente carnea, con carni 11011 Rempre ben cotte. La :;porcizia delle persone e dell'ambiente, la facilità d'inquiname nto degli alime11ti facilitavano la iliffusione. L'aildensamcnto tie lle trnppe in ristrettissimi ambfonti, i 1:ontinui movimenti dalle prime alle se,:onde lince e da un ::;ettorc all'altro, l'incessante ricambio di uomini tra la fronte cd il paese, rendevano quasi irll'.v il.i,hiln il vontag io. N'on si può esc:!11dt·rn d1c siano Rin.I.i .i mportai.i g-,,rmi .Ja.11 1\sc·r<·ito avversa.rio, t.;OSI att.m.vt·rso i priç;ioni0ri, <·.01111· al.l.ra,·,·1·s o i tc•rritori Ot T11p:i.l.i (,\'a u ilti /'ulii!li(.'a , l 1, I , pa.g. 59). lJna magg-ion, dil1'11,;io111· delle• i11 1'ci1ioni l.ilk hc ru 1:vil.a.l.n.. non solta,ntu cncrcè i provvtid i11w111:i ip;i,·nici generali a<lott:tl.i per la difesa, dell'esercito e del p:u:sn, ma .wchc mercè provvedimenti speciali: vaccinazioni prnvenl.i ve (che scm hm abbiano henc corrispoRto all'intento) 2, eoncentmmento degli ammalati e dei t.;Onva]esc:enti in appositi st.-1bilimcnti, controllo hatteriologieo dnll<' diag-nosi P tielle guarigioni (Ivi, pag. (18). 1

' <.:as i di iufozioni tifiche (febbre tifoide e paratili) ncll'e~!ln:ii,o, s,,.,.,.,,1., ,t,d.i ,lt,1 Minis t,•ro ,J,, tr,, (;nr rra (Direzione Gene rnle della San it,, milit,a ,·r). 'J 'ruppe Lerrito1-iali

'l'l'U.J'JI" mullilitat,•

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:: Vedasi, $tig li oll'f'll,i d1· II,· v11.1~cin:wio n i, q11a11lu u.lil,iu.1110 :,;criUù piii a.d-

,lidr o (pag. ~). G. MOH'fA RA.


1370

· MOH'l'ALTTÀ E MORBOSITÀ

3. J1 tifo esantematieo l1n. avuto dLU·ante la g uerra manifestazioni, la cni grav ità non è Mleguatamente indicata dai dati, a.ltrove esposti, sul rnnncro dt•i morti (v. rel1"o, pagg. 213, :!48, 310). li'ino dai primi iru:si fl ('lla g uerra europea, questa malattia presentò larg he n :t·r11des1·e11 ze epidemich e in Russia, nell'AustriaU ngher.i a o ne i p1ws i balcanici, dove preesisteva allo stato endemico. 1:; noLn. la s pa vPtil:osa. estensione a ss1111ta più tardi dall'epide mia llt\i 1·il.:1.I i p:t.l'si, 1· s pecialmente in Russia erl in Polorua. Q11asi l.111.1.-, 1,, 11111.11il'cstazioni epidemic he avvenuto in Italia dur;1.1tl.P <· dopo la ;~t1<\l'l'a 8ouo derivate, ùirt-'LLam u1tl.1· ù indircttam1· 1d.n, da i111 porl.azio11i cl:1 codesta vasta zona infetta. 111 i\l ha 11i11. ,. i11 l\111eC'donia l'ottima organi½Za:t;ione sa nitaria g iovò a l'l\pri111<,n · i 111i11acciosi foeolai locali ed a ridurre a minime d ime11si o11i il 1·0111.a,:.;-iu alle n ostre trnppe. Jn Albania s i ehhero, fra. i 111ilil.:1.1·i, r,r, ,·asi 1101 1!)17, ~4 nC'l 1918 e 25 nel 1919 (Sri·11.il,i, /'1r/J/1/il'II, 11 . ~. paµ;. 40).

'l'ra i p ri;~·io1iini au::;l.ri:i ci, r accolti :ill'Asi11ar:t dopo la. sconfHl:a d(\ll',·sn ,·il.o ~(·rho, :,;i manifestarono nni primi mesi del 19.11:i ;17 1·asi , ..,,, 1; 111111 ti. Altri prigionieri erano sta.ti eoncf'ntr:i.ti a Cng-li:u·i : :rndw 1·r:1. q11m;ti si ebbero 14 u 1s i, P I~ sn n'nbhc ro fra i 111ilil.ari il11.li:1.11i ;ul<lP.tti a l.:a .loro c ustoJia. (11•i , pag-. 4 1). La popol11.zio11< · ,·ivil1· s1•111Lra. sia rimasi.a ·im11111m•. N<'llo 1-l.,·s:« • a111 10 l\:!16 f'urono aeeortati 49 casi nel comune di i\11dri11; 11nl 1!11 7 , 1r, ea si in quello di Corato. La sit:uaziorni ,;1\o~ ra li(':t. d, ·i d111 · 1·•>1111mi pug liesi, compresi nella zona d i primo sgoml.wro s 11d o ri, ·111.:LI<:, <lo ve venivano con eeutrati gli ammalati pruve11ie 11i.i d:i.11,· i.r,q,pP oper a nti in Albania cJ .in Macedonia, rende più d1n v1·ros i111ilc l'ipotesi deUa prov cniemm, ha lcaniea dell'infezione. t\ll.rl'l.l.11111.o dicasi per i oasi ma,nifostatisi a Molfetta (25) ed a Corato (:,) 11.-ll:1. primaver a d el 1918. Qualche caso acce rtato a. Bagnasco (Cu 1H·o) snmbra di provcnien:t;a libica. Casi sporadici si ebbel·o in nll.r<' lo1·11lità . li'orse le precodnnl.i 11nl.i,1io non sono complete. Secondo dati della Direzione Gc11c rak de lla Sanità Militare, i casi di t ifo esantematieo a ccertati noll'esnn·.il:o e fra i prigionieri n emi<:i sarebbero


Xlll - S t JLLA l!'HEQlJENZJ\ DI ALCUN IC MALA'l'TIE

371

stati 76 nel 1915, 107 nel 1917, 12~ nel 1!)1 8 ( rnnn, ·a il dal.o pe r il HHH). Tn og ni modo si tratta di numeri assai 111od(·s t.i. Le più gravi manifestazioni epidemiche si ebbero dopo In. ti 11P de lla guerra. I militari reduci dalle zone infette, que lli ri111pal.r iat.i dalla prigionia, e sopratutto i prigionieri nemici, disserni 11at.i p,·.r f.11tt.a Italia (l'enorme numero di essi impediva il concen!.ramc 11to in pochi luoghi), eoncorsero a propagare la malattia in og ni parf.1~ d<'I paese. Dai prigionieri molto spesso il contagio si trasmise ai militari italiani addetti alla loro vigilanza; dagli uni e dagli altri, aUa popolazione civile. Sono eloquenti, a questo proposito, i dati ra('C'Olti dalla Direzione Generale della Sanità (TT, 2, pag . 220), s ui easi denunziati ne l. 1919, suddivir:;i pr.r provineic, con di!,ti111,io11B rrn i rrig-ioni1w i di guerra, i mil it.n.ri italiani, la popolazione C'ivile. H.ipo rl.ia.1110 i dati per 11.l<:un1i provi11d e più gn.1.v emc11f e ('Olpil.t·. N l l MJrn o

IJJ•: I l'AS I Il i 'l'J l<O !<Si\N'l'l•:MA'l' Jt :O

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372

JlOlfJ'ALITÀ B MORBOSITÀ

ln g-enerale la massima m1tcrn,ione de ll'epidemia si osserva tra prigionieri e tr a i rn ilitu.r i (in gran parte addetti alla loro c ustodia); di gran luuga 1ni11ore è la diffusione n ella popolazione civile. Singolare ò la. r ipar ti,r,ione dei casi nella provincia di Napoli, dove probab il111<:11 t1, l'npidcmia ha, trasmigrato da taluna delle provinc:ie <·.011 1.igw· (Ca:,;ctfa,) ' o è stata importat.a da cx-p rigionieri o da rnd u(,i dai Hakani. La eircostanza che parecchi tra. i primi 1·11.:,;i 1'11ro1111 ;uT.nr tati iu per son e ch e ra mmendavano abiti mili tari hn 1'11.l.l.o a.iw.ht\ p ensare che l'infezione sia stnta impor1.al.a :1.U.n1,V1)n:o o;,;-;_:d l.i di vestiario, o bianc:heria (Sa.nità P.ul)/Jlir:11, Il , ::!, p:w:. ,10). Lu. :,;1·11rna di ll'l1:,;io11<1 nella popolazione c:iv.ilc sembra attcst.are il buon s1w1·1•sso dc ·i provvedim e nti profilattici, che hanno for se r.isparm ial.<> a l I' II.al ia tre rnc~nde stragi, com e q uell e e he il dcrmotifo ha co111pi1il.o i11 a ltri p;w,;i. Cn·dl:1111!' I"'"'., ,·hl' i prPP-P-<l <~nt.i dal.i s ul uumero dei casi 11ul la. popola.1/,irnu· <'i vile siu.110 molto in fer iori al vero. La sl.aJisl.ic:a d,·l k , ·11,11,;, · di morte ::;eg-n.i, nP-1 HH9 11n 1111rnero totale di i'ifi J 111o rl.i pn 1.i ro petcc:c;l1i;1lc, dei <.ptal i ~4~ 11ia.><cl1i i11 dit da :!O 11. IO , u,11 i. !\U.rihuianw purn t.utt.i q 11P.sti 24!~ ,·asi e, :,;es.i v uoh·, 11 11a p ;11fr dc ·g·li ~ l (·.a:,;i r ifl'l'fmtisi a masdii d.i 40 a tiO a.1111i, n.lla. popolazio11, · 11tilil.are ed ai prigioll'ieri . .lll c if'ra tonda si avranno c·irc :n :!KO 111orl.i militari o prigion inri e <;irca ~80 nel r P-sto della popola,.io11c ·. Ora il 1rn111ero dei casi denunzia.I.i sarebbe di 5.7BG fra i 111ilil. 1,ri ,·cl i prig ionieri, di ~15 ne l resto ù el la popolazione: la p1·opor'.l.io11, · d,·i c·asi letali sarebbe di 5 ¼ fra i miliLari fld i prigioni<iri, cl i H!I "',, 11t·I resto deìla pop0Ia.zio11e . Non è a mmissibile un cosi 1·11on1w cli vu,rio di lela,Jità; sembra piuttosto plaus ih.ile l' ipotesi e-lii' la 1u,u;::;ima p a rte dei casi avveratisi ne lla popolazio]l(~ c ivile· 11 011 :sin110 sk-i.ti denuuziati. I 31f> casi denunz.iati devono e osl.it11irc• 1111a decima p artc,·o men o, cfol vero numer o dei casi av ,·c•ral.is i. j

1 11 maggio1· focolaio <lcll n. proviu cin. di Caserta. fu quello di U:i.Rsino (2.5M ~u 2.516 casi), località e he s i tru vn.. in frequen t,iasi ma 001no niea.1.iouc fP-rroviaria,

c on Napoli.


XLil - SULLA ~'RE~fJENZA 1)1 ALù U~H : ~1,\Li\.T'l'IE

~73

li dclo c pi<k·mieo ò stato a ssu.i IJrcvL·: il m11,ssi1110 1111mtirn di 1·a si s i è avuto nel mese di magg io Hll!:l ; n11mPri ahhaslirn;,,a ;.;-ra11di anclw 11ell'aprile e nel giug no; num<'ri rapidn 11w1il,P d,·1· r,·s <·n1ii:i n ei lll('S Ì precedenti <' sncceR»ivi .

-L Trattando della mortalità p er malaria (v. retro, pft!:,, t[>I ) ahiJ.i amo ac:eennato alle cause d ella grave r ecrnd esc enza di qw ·s ta infezione manifestatasi nel p eriodo b ellic o. Daremo qui partieolari notizie sull'azione di taluna di codeste cause. S ulla. fro11 te prine.i pale, i easi di malaria furono scarsi nel 191 ù; a,w.lte fra la popolazione eiv ile del Basso I som10 la morbosii.à f11 normale. Ne l l!JHi le c ondizioni pegg'iora.r ono in questa zona: • La g uerra iweva i;ià sconvolto l'cquilihrio sanitario ... nei suoi più ess<'n½iali l:itl,o ri: regime idrau lic o e c ultura inte nsiva. Il lavoro ng r i, ·olo n ra. ,:nssa to tlcl tul t.o, o ridot.i.o a i minimi termini, 11,•Jla 111a g gfo rl' (•::;Lension c del te rri torio ins i<lin.t.o d a ll'a.nol'e lis mo. 11: c on:-;t·,i.;-11<·11tc 111c nte ('l'a tras curata la ma1111 i.<·11;,,io11<' d ni nume ro,;i 1·anali di ::;eo lo ..., me ni.r e i fossi di t.ri1H:1·a 1· lt \ i11 1111 11111rcv.oli buelle di granate favorivano qu e i piccoli iinpa.l11tlau1cnti, che ::;oa o tanto propizi alla vita nnofolil'a... Menti',· l'anofcii::;mo c resceva., aumentava giorna,lmente l'adtknsa.mcnf:o degli uomini, per le coT1 · tinne a,;,;ioni <li guerra... E, eon i complementi, venivano pure da. I.ante parti, a rinsaldare. la catena infettiva, non pochi individui lu s btto cli latenza malarica, non facilmente rilevabile n elle affreUatc, sempre urgenti spedizioni • (Sanità Pubblica, II, 1, pag·g-. 1!\O, I f>l ). Così s i costituivano le condizioni propizie ad una 111:tti·;.;-ior,· tlill't!s iom·. dell'Infezione malarica. G li spostame nti d i JTpar'l.i da 1111a parte all'altra della fronte dissemina vano l' i nf, 1;,,io11,· in ;,;orw imm111ii : g iù. nel 1917 il numero dei cas i di mala.ria s i 11ltllti plica a11dH· 111'11<' arma tf' operanti in r egioni 11011 111n l1Lrielw. D o po l:i. ril.ir:11.a tlnll'ol:tol.Jr c-n ovembrn HJ1 7 l:1 :-;il.11:1,:,,io1H· peggior:-, di 111011 o. l l11:1, g ran parte' della 111w va l'rn11l.t · nl.l.ra vt:r·s;r regioni malari d10 ( l\w,so l'iavc); la g rwrra a 111111lla in pod1i g iorni i ris ultati d c ll';1,11nosn 0111·ra di bonili(':i , st·n 111•ol g t•.11do il reg·irne idraulico e ripristi11a11do li, p11l11d,·.


MORTALITÀ

374

F,

MORBOSiTÀ

Le armate che tenevano la linea del Piave avevano già nelle loro file un buon numero di malarici, p rima che si manifcsta,ssero nuovi casi d'inf'c1.io11c locale: eirca 12.000 casi erano stati accertati fra il diee.1111.>rc 1917 e l'aprile 1918 (lvi, pag. 153). Col sopraggiungen~ della 11uova fase epidemica, i easi si moltipliem10; se ne hanno l:irca 2 1.000 ua maggio ad agosto 1918 (lvi:, pag . 154). Nel solo 111efw di ag-oxto il numero dei nuovi casi di malaria nelle d lll' a1·11111,l.c l.occa il 24 °/oo della for½a: l' inrezione mette t'uor.i <:01n l,:1,l.l.i 111l'11l.o 10.000 uomini. Mancano precise notizie p1~r i m cxi x11< ·c·,·xsivi nli'ag-osto; ma è 1wLo dw l'c11iùemià Ìlà ulteriorm e11t.c• di l:1 ;.;-:il.o (l oi, pag-. 155). Secondo dati riferiti dal l\icmmo, il numero dd 1·:1xi di Jnalaria denurndati al ln. f'ronte italiana nel 1918 sarc bhc a s(·c·xo a 85.0B2, dei quali 29.!38~ primitivi. Sulla f'r111il.1: d ' Albania, tutto il territorio oecupato dal.le no~tre Lrupp1· n :,. i11ldto da malaria . T corsi d'aeq1m < non mai l:Orrctti da 0 1w n • di a rginamento e ùi bonifica, presentavano nella s l.a;.;-io11, · ,·11.lda n111nerosi e vaRti bracei morLi, che, insiem e 1:01:i Il' pal11cli cli Valona, costituivano 11110 Rterminato vivaio ùi anofeli, 1:0111rn il q11alc~ poco, o punto, potevano f':1.re i lavori di piccola l>1111ili t·:i. l'iie la <lisponihilità di mezzi e di persona !<' c onxc\111.i v:i. cli :il.l.11an· • (lvi, _pag. l fif\). Nonosta,nl.1' t.ul.t.c Il- dil'eRe prolìlnU.i.-111· ,·cl i provvedimenti l:erap,~utici, npplkati con ogui possibil<- lnr;.;·lwz1/,a, lo condizioni stesse delln g-nena resero inevitabile 111111 vasi.a diffusione della malaria fra le nostre truppe. Non s i lia11110 d11t.i c:omplcLi s ul numero dei eolpiti; si ba qualche notizia s1d 11111 ,wro cll'i malarici rimpatriati dall'Albania nel periodo bdlico ,: i.ra:,f'nil.i 11dla zona lli primo Rgombero sud-orientale (Puglie); I'\ ovvio c:hc in generale ven.issero rimpatriati soltanto gli ammalai i pi 11 1-;r:w i. Ecco i dati (l ni, p:1,g·. 160) : /'·1·-im:itiui

Aprile-dicembre

Recidi·v i

Totale

1916

,1.282

3.167

7.549

1917

,1.924,1.f,6]

fl.320

9 .244

12.26!)

16.830

1918


Xlll -· SULLA l<'REQUJrnZA Dl ALCONJ~ ~1 ALA'l 'T .m

., ....... ';.)

,)

1•:liminati i d uplicati, queste cifre indica110 g i:ì. 1111a venti11a. d i migliaia di casi primitivi (molti di. coloro d11 : appa risc'.OllO eorne r ecidivi u on erano stati trasportati in Italia do po I.i prima inf'e,1ione). Ma ecrtam ente il numero degli Italiani dici hn.11 110 <:ontratto la ma laria in Albania supera di gran l un!-;';t q11(',;l.a l:ifrn : bisogna tener conto dei rimpatriati dopo il 1918, cl i L11 t.1.i i rimpatriati in periodi di ti'egua della malattia (che nou eornpaiono fra gli ammalati), dei numerosi morti. La fronte di ! facedonia era in condizioni analoghe a quella d'Alùania. Reco anche qui i dai.i sui rimpatriati (Ioi, pag-. 161 ):

Sollcmbre-dicembre 19lf. L!:117 l'.)18

Z.:' rhnilivi

Recidivi

Totale

7.Hil 3.01l3 tl40

1..386 ~. ll(i

8.547 5.14!)

U l81

2.iJ21

I II l.111.l.o, iI 11u1nero dei easi primitivi 11011 clcv'cssen: moli.o

inforiorn a I !>.000 : numero incompld .o, pnr le ragioni sopra c~sposte. Crediamo di r c::;tarc mo ti.o sol.Lo al ve ro stimando a 50.000 il numero tlci m ilitari italiani d i.e han no contratto l' iufc,1io11e malariclt in Albania o in 1\faccdonia. Al 30 giug no Hl2 1 fu e:mguito un censimento dei ma.larici di g uerm, i quali risultarono in numero di circa 120,000. Numero se nza dubbio inferiore a quello dei nuovi malarici ·Creati dalla. µ;uerm, una parte dei quali ernno già morti, od · erano guariti, o per a lt re eause sono sfug-g-iti al censimento. La cifra totale Lli I G0.000 ::un ;1,pp,.1,rc csagcrntr1. F.ssa t': almeno d uc volte m;.a.g·;;iun: del ni111w1·0 a.1111110 <li nu ov:i casi di ma laria che era Mal.o :tl'(',c·rtato 11dl ' i1d.c)f'il, popo lnzioue del Regno negli ultimi 1.nm pi anl.c:riori alla g t1L:1Ta (11n l l!ll "J, l'ra primitivi e r ecidivi era.110 :,;I.al.i dc :111111ziati men o di t:10.000 (·a:,;i). Il eonfronto mmd.rn la µ; r;;,v il.;'1. ddlci conseguenze ddla µ;1tc'. IT,c, s ulla diffusione della inala.ria. La ripr esa di 1111' i11lc111sa a,r,ion c profllal.l,ic:11. e: l.c)l'/1,p,:111.ic·a, dopo !'ar mistizio, ha ddc·rn1i11al.o 1111 ra.pido mi µ; lioramrn 1l.o dnlle condizioni del paese, dc•I q11al ,· :1hhia1110 µ; i:'t. l.rov;d.o s inlorni nei dati


376

MOR'l'ALITÀ E MORBOSITÀ.

sulle morti per malaria. Il numero dei casi denum~iati, che aveva superato :mo.ooo nel 1917 cd era ancora di ::!68.000 ne.I 1mn, ò disceso a 235.000 nel 1922 cd a 189.000 nel 1923.

5. L'intcm;a attiv.iti1, profilattica aveva reso rare, poeo diffuse e relativamente benigne le manifestazioni epidemiche del vaiuolo

in Italia.. Andw nei primi due anni della nostra guerra la situazionn s i mantiene ottima, come abbiamo altrove mostrato {v. retro pag·. 211). Secondo la relazione sulla Sanità. Pul.iblù:a (II, 1, Jmg·. 18), la reerndescenza cpiderniea che ebbe inizio nel In 17 de rivò dal. passaggio di prigionieri di nazionalità mmena, g·i,'t eombattenti nell'esercito austro-ungarico, giunti in Halia rlopo un lung hissimo viaggio, nel corso del quale avevano attraversato la Rmmia. A tal passaggio seguirono, in P iemonte, le prime manilestazioni che ~ snb<lole e insidiose, sfuggirono, per l'anomaJia della tonna clinica, ali' intervento prolilatt.ieo Jocrtle. Lo stes:=;o aceadde, in seguil:o, di altri casi. E cosi I' inl'ezi01w ahhe agio d i diffowlcrsi ». Nel Mezzogiorno essa, g iunse, inoltrt\ direttam1~nt(~ dal Levante europeo, dov'era grave e <liffusa; vi giuru;c attraverso g·li intensi scambi di uomini e di merd con la penisola hal(:n.ni< '.a , determinati dalle necessità d ella g 11e1Ta. L' indebolimento della v ig·ilanza sanitaria fece passar" inosservati, o quas·i, i primi casi. L'andamento d<>ll'epidemia si manilesta attraverso il muncro dei cas i dor11111,1iat.i, che da 626 nel 1915 e rla 641 n el l!H6 ascende a l.297 n<d 1!)17, a 4J>l!:l nel 1918, a 34.:365 nel 1919. Col 1920 comim:ia .la discnsa: s i hanno 26.453 denunzie; essa proscgu(: uel 1921 (4 .H44 <·as i), nel Hl22 (534 casi) e nel 1923 (495 easi). Nell'es(1rc it:o.. I' i nl.<:1·vento prolìlattko riusci a circoscrivere ogni manifesl;;--1,zio1w ,:pidPrnica i. Anche gli intensi e rapirli spo' Il numero dei easi d i vaiuolo nell'esercito è st.ato di 79 nel 1915, di 1'18 n el 1916, di 139 nel 1917, di il'29 Del 19lfl (dati forniti dalla Direzione Generai~ della Sanità Militare). L'epi<le rniti d ul l!)l!).2() ha avuto lievi ripercussioni: il m1 · mero medio annuo dei casi di v ai 11 olo n ell'esemito, per ogni 10.000 nomini del la forna media, è stato in quel b ie1tuio d i 2 mentre nel Hlll- W era st::i.to di "·


Xlll • SULLA l!'HJ~QUl<:N'.6/\ DI J\ LCUNJ•: \I ALt\ ' l'TIE

W, 7

,;lamenti di popolazione del HJ18-HJ diedero I11og-o a 111a 11il"o,;l.a:t.ioni meno grav i di quelle c he si sarebbero pot11I.(• u ,11wn,, 1n<in'.i: la vigile azione profilattica. <~Rercitata dai scrvi¼i 1,a11ilal'i ,·.ivili

e militari. Nelle regioni settentrionali e nelle centrali le manil"\'.sl.a;1,io11 i i,pirlom"iche del dopoguerra hanno avuto irnportan7,a relativamente scarsa, come già è apparso dai ·dati sul numero dni morti (pag. 25H). Il numero dei casi chmunziati è stato di 3.704 11d Hl19 e di 3.489 nel rn20, in confronto rispdtivamente a :30.6fil ,,d ,L 22.964 casi nelle regioui rncridiuua.li cd insulari. Verso la fine del 1918 l'epidemia divampa nella dttà di Napoli, e :,;i estende a.Ile più. vicine provincie; nel HH9 si 11.ec1-md<· nn nuovo attivo foe olaio d'infezione nel Barese (dove i easi denunziati furono l'in:a H.0<){); ma la Direzione (-l cncralc della Sanit.it Pubblica j l111:n àl., pa.g·. '.!H_] ril:ie1w che• si dehha almeno raddoppiare tal 1111mcro per aecostarsi al vero); ùi qui l'e pi(krnia s i diffonde n1·l n·,;t.o d.ell('. Pug lic , in Hasilieata, in Ca.lahria, in :--i(·ilia. Il coincidere dell' inizio della recrudesc enza del vai 11o lo con l'apog·eo della violentissima epidemia infiuen¼ialc , che aveva re<:a.l:o quale hf· disordine nei servi7.i l'lanita.ri, e ne a ssorbiva. I' iutura attiv.itit, fa trascurare. \p prim,~ manifoRl:azioni e d irnp0.dil:we, ritarda., ind<·lloli:,;ee l'opera ùi profilassi. Nel 1H20 l'epidemia si diffonde in a lcuni luog hi, in a ltri Ri attenua; soltanto nel Hl21, però, si osserva un g enerale decisivo 111ig·lioramento. I da.li s 11I n11lllero dei ca.si dr:n1:n7.iati sono a.ssolutamcnt·<· i11:sulli" i, ·1: Li a dar(, un'idea. della br:wit.à dell'epidemia . Sp1Y'.i:=1.lnwn!.1, ndk n ~g io11i n1<•l'idionali cd insulari, i e.asi dem111;1,ial.i rappn·S<'nl:ano s nll.a.111.o la minor parte dei casi avveratis i. Bas ti ,·011s ideran· d11· 1ll'll'i11i.(:l'11 p eriodo epidemieo 1917-'.!2 s i so 110 a v11 I.<· nelle r o1; io 11i :~dl.i,11l.rio11ali P centrali L 44::! m o ri.i , di rrn11Lc a ,·i1·,·;i 14.500 ca ,;i d c 111111;1,ia l.i : la lol:ali Ut, sarclJbn di'! IO "/ 11 ('il'ca ; IH:lk n•gioni merid io11a li ,·d i 11;.;1tlari sono s i.al.i 1u·1·nl.:d.i ~K.·1IO niorl i, di fronte a c it·(·a li:!.U(IIJ ,·a s i d<·n111 1;1,iat: i: 111 11'1.alilii, sn.l irn bbe a lJa inverosimile pro pori',io11,·. d1•I .1.r, "lw l',· r q11n11lo s ia plaus ibile l' ipo-


378

MOH'l'ALITÀ E MORHOSl'l'A

l.esi d'uua più alta leutlità del ,·aiuolo nel 1'lfo1/..zogiorno e nelle lsole, una differenza così enorme come quella che risulterebbe dalle precedenti propor7,ioni ò inammissibile: è ovvio supporre c·he nel Mezzogiorno il numero dei casi non denunziati .sia molto magg'iore (for::;e q uadruplo o quintuplo) di quel\o dei casi demmziati. L e inehi1'~i.1'. 1·Hcg-11itc dalla Direzione Generale della Sanità. e 10 rcJa,.,io11 i ricevute dai medici provinciali m ettono in luce la 1liprn1llem.a della larga e rapida diffusione del vai uolo dalle spc(:iali con<.lizioni create dalla guerra. La ridnzio11e tki serviz.i ~a11itari loc:ali, derivata dalla chiamata alle ,trmi di numeros i 111!'.di<'i, ha. impedito o ha reso tardivi provvedimenti profilattici ali' i11iz.io delle marùfestazioni epidemiche, e in molti casi ha impedito lo ::;volgimento di quell'op<'1·a cli persuasione che occorre pcr indurre a ìasciarsi vac:cina.rn g-Pnt.i riluttanti, come qnellfl del Nfe7,zogiorno. 11 eonti.11 110 movimenl:o di militari, di operai e di prorughi I ia agevolato il diffondersi deJl' infezione. De l resto, la recrudescenza del -vaino lo n.d periodo belli<'o 11011 è particolare all'Italia: Rflmbra a uzi d1e essa abbia :.ivnto i11trn 1s ilù più ;;rave chci da noi neJJ.a maggior parte dei pacs·i doli.' 11:11ro pn. orie ntale e m el'idiormle (peuisola bal1:.1.nic:a e penisola il>nric·a). (i. <l.11a11l.o nl morbillo, abbiamo poco da aggiungere a ciò d1c nbl>iamn si-rii.lo tmtl.audo tiella mortalità. La Direzione Generale dl'l!a ~;uii! :\ ( Il, 1, pag. 10) osserva ch e la lieve r ecrudP.SCt,nz.a. cpi,l\-mi1·a del 1915 si manil'est.a specialmente nelle provincie dov'era più i11t:cnso il movimento miliutrc. A nostro parere, non è eselw;o t'i11 : la c oi1icidcnza sia casuale; le più gravi manifestazioni de! J!J I li :--i 1Listribuiscono in modo tale da non attestare un nesso tlireU.o 1:011 In. prese1w,a dell'eser cito (v. retro, pag. 255), ed anche II d I fJ I G i numeri dei morti nel Vcncto, nella. Lombardia, nell'li;mi lia , non superano ::;cnsibilmente quelli ,wccrtati nelle epidem ie: elci I !ll:J o tlcl 1H12. D'altronde, nell'esf'r-


XIII - BULLA flrnQLJJ<}N½A Dl ALCUN 1,; MALA'l"l'lB

37!)

t·ito, nel Hllf'> ;,;i ebbero pochi c:asi cl.i m or billo (:::! I !I) 11e l In ;,,onn di guerra, m entre se n'ebbero molti 1ml resto de l l.t\1-ril.orio (,1.078),

Sct.:onùo i da!..i delh Direzione Generale della. Sa.11 i Ut Mi I il,1 re i I numero dei t.:a.si di mor billo a ccertati nell'eser<.:ito è :;ta.to di :i.~m nel Hll f), di 4 .(i98 nel Hl16, cli 2.!J66 nel Hl17, di 3.747 lll'i l !JI !/. P iù rara è stata, nell'esercito, la scarla ttina (42fì ca si 1H·I l!HG, 646 nel 1916, 848 nel 1917, 728 nel 1918), nè la gu rn-ra. sembra a ver t.:ontribuito in akun modo a diffonderla n ella popolazione eiYile (v. retro, pag_ 255). 7. La difterite ha presentato una sensibile recrudescemm nel periodo bellico: la prima manifestazione di tale recrudescenza s i osserva nel Hl15 n elle regioni settentrionali e quindi può, forse, eollegarsi eol p eggiorarncllto di <:Oll(liz ioni ig i<'nich e d<~rival.o dal la. mobilitazione. P erò nel l'<'snn·.il.o i r·.a s i di dil'l.<,r'il.<: so110 1·a1·i (9fi ne l 191.5, ùei quali soli G 11t"ll;1, zo11;1, di g·1,.,,T,t, :!04. 111,I 1!11 (\ :?.7 1 11d 19 17, ~!\:: 11n l l!II H). 8- Manifestazioni moltt~ dill'11sv d ' i11ll1t<,llz:1., rna r<'lativarrn,nte benigne, si e rano g ià av ut<, i11 Halia, <·.01ll1: i11 a ltri paesi, ne lla primavera del 1918. l;~ <lil'lkil c s tahi liro dond<' s ia partita. l'ondata epidemica, che ha corso il. m oudo intero, e se sia parlita da un solo punto, o da più punti ad un tempo. Le prime manifestazioni, in ordine cronologico, sembra sian o state quelle della. Cinn e degli Stati Uniti, ma 11011 avendosi n otizie attendibili p t:r la lltissin nò per unà parte dei paesi. balcanic i, nè per la, '1'11r<"11ia, <" di!'lit:i l(~ stabilire l'origine della pandemia del mm. (\·r!o è c lic f'11rn11 0 ug ualmente colpiti, prcss'a poco nello s t.nsso l.,·11q ,o, i paesi !il- Il ' 1111.esa, .i quali comunicavano libèrarn('ni:t' (·011 l' ,\nwrica e <·011 I' !•:si.remo Oriente, e g li Imperi Centrali, i q 11a li 11 'C'J'a1w sAgregati JH'l' <·!l'dl.o del h l.occo tnaritl.imo. La pri111a li1,s<:, pi ,·1 be11igna, de ll 'epiC:l!- rni a s i ,·sl.u11 dt· l'rn 11oi al periodo pri111:1.vn il<·-,·sl.ivo de l Hl18. « Q11!'sl.n l':is,· ,\ ,.,,.ral.1.crizzata da 1.111 inlh :nah iln poi.e re espansivo, a,·1·,1ntpa;.;·11al.o p tH'C da una straonlinaria inil,·i',i'.n <' dalla q11:i.si 11nil'or1nil.h d<'i la l'orma


MOR'I'ALl'PÀ F, MORBOsrrA

diniea. Assai rare furono, d ifatti, le eomplicazioni bronco-polmonari; rarissimi i decess.i » ( 5,rinilét Pubblica, n, 2, pag. 4). Secondo dati riferiti dal Direttore Generale della Sanità (Ivi, pag. 5), in una delle nostre armate furono denunziati 14.750 casi in maggio, 9.755 in gi ug no, 4!"> in luglio: questi dati attestano il rapidi:;;simo esaurimento dclln prima fase epidemica. Nonostante Ja battaglia <i<d l'iaV<\ (rncth cli giugno-primi di luglio), ndl'csercit.o non s i oss<irva a lcuna recrudescenza. Soll.a11l.o allit fine cli l11glio, e più in agosto, si disegna mi11,u·.ciusn u11a. mwva a:sceS1't di moruosilà e d.i utortalità, che p1·ose;;11<' nel settembre <' culmina nell'ottobre, per JJOi graduaJtrHi11l.<i dec:linare (<:ome apparn dai dati sulla mortalità per mesi, ns pnsl"i pii.1 addietro, alla pag. 120). Questa seconda fase si <lisi ingue netta.mente dalla prima, per b malignità. della forma morbosa.. • In me½½O alle forme lievi Lli malattia, che pure furono ;1.~;sai numerose, i casi gravi assunsero tale importanza, per il numero elevato e l'entità delle complica½ioni, generalmente letali, da <'.a.ng ia.rn 0.ompfotamr~nte la fi sonomia epidemica, affermandone, i11 mis ura assai impressionante, il carattere cli malig-nità. Nella rnag·gioranr.a. dei casi, le ' manifcsta½ioni morbose ldali cornpari vano dopo la remissione di nn primo af.ta.cco » ( 811,nilò l'u./J1,/ ù :11 , I I, ::!, pa,g. 6). No11 Hi lia alc una not.izia sul numero dei 1..:olpiti da :influenza 1wlla. popohr.iorw civile, e per l'esercito si hanno notizie frammentari e (l oi pag·g-. 7, 8). Nella Prima Armata, nell'ultimo quadrimestre <il- I l!l 18, s i ebbero 32.482 casi, con 2.703 morti. Nella zona. di primo sgo inllcro nord-orientale, dove venivano ricoverati i militari arn111alal.i prove nie nti dalla fronte italo-austriaca, nei mesi dall'ottobre ID IH a ll'aprile 1919 si ebbero 90.347 casi, con 8.151 morti. Si 1:,arebbe avuto nn caso di morte per 11 o 12 casi di malattia. Ai fi00.000 <·as i di morte, almeno, determinati dall'epidemia influenzia.le, in Ita lia (v. 1·etro, pag. 227), dovrebbero dunque, aver corrisposi.o da r, a 6.000.000 di casi di malattia ; un abitante ogni sette sarebbe stato colpito. Proporzione davvero impressionante - tennto conto anche della brevità del eif'lo epi-


X lll - t:ìU LLA J!'Rl!:t-llJ J,;N:t.A DI ALGl JNI•: M,\J.A'l" l' JI,;

:1:-; 1

<ltanit:O - , ehe inùiea l'immen sa eUff11sio111· dc·l la 11111,lnl.l.ia. S i prn1s i 1:he in certe zoue più c olpite dev'cs:·wrsi a v 11t.o 1111 •·11 :so di 111afatlia per ogni quattro o cinque abitanti. Ncg'li a nni successivi al 1919 si sono osservai.i· rip n·s1· q ,i clc,mieh e ù'influenza, ma la diffusion e e la gra vità di p,;:-;1: :-.01111 :-.laLe incomparabilmente minori, in eonfronto a quella dt>I 1!Il H- 1! I. Intorno a tali epidemie abbia.mo dato notizie, traltando <l<-1 1:, mortalità . Non si p u ò dimostrare c he l'epidemia ùcl 1918-19 sia ck rivata dalla g uerra: è certo tuttavia che la g uerra ne ha grandemente favorito la diffusione attraver::10 il m ondo e ha indebolito la r esisten za clclle popolazioni. L'lt.'1.lia ne ha sofferto più d'ogni altro p,ws<i per il t1uale si abbiau o notizie ; selflbnt c he in uessua a.l i ro g rane lu ,S t:i,to la pandemia a bbia 1·:tg-iona.Lo, in rappor to al 111111w ro dc·.h·li ;ihila nl.i , u 11 c·osì g ra 11d P 1111mc ro di mor ti. !I. I da.I.i d1·i la s1.1,tisti1·n 1h:ll1: 1·au:,;1• di mo rie, dli: aJil,ia.1Ho 1·otnmM11l.at.i ('I). rl'lro, pag-. i l :!), i11 t.orno alla n1orL•.1,l iti1, Jll'I' <·ul1\l'II a :,;iatieo sono lwn 1u11g i dall'o ll'r in • 1111 adeg·11.t10 q11 a dro de lla gravità assunta. dall'cpide 111ia, t: del pe ri,·olo <:lt'e:ssa ha costit uii.o p,w il n ostro pn.eRe. Ma h: nofo':i<' r at'.l'olLe ne lla Relazione s uJl.i, Sanità Pubblie11 (lJ, 2, pag-g-. SG- 1,lfi ) eo us rn1t.ono di <·ompletarc il q11a tlro. nonv ie ne premettere <:he, m entre in Italia n on si c rauo pi ù os:-wr vatc m a nifesta zioni epide miehe di colera ,.tsiatic o, dopo il l !Jl ~, l'A us tria-Ungh eria nell'anno 1913 era stata eolpita da dii~ 1'11s1'. 11111.!!if"f's ta11ioni, c:hc ,d e ra no protratte n egli anni s m·.,·c:,;sivi 1· :-;i <'l'il,110 a .;gra.vat,e dopo l'inizio della g uerra c uro1wa, 1wr il <·onta.l,i,o ('. 011 le· popolazioni i:;erbe , più gravem en te i11 fd l.1•. L '1•pidnn1ia if:ali:ma ùel 1915-lG è stata ind11ldi ia1m·11l.1 · 1·a 1,ionat.1 da i111po rf a7,ione di germi dalla fro11t1· i1 a lo-11,11sl.rian 1. J!'ino a tu l.l:o il 1111·si, di g iugno de l 1!:lli> 110 11 si ,·ra a.\' 111.o alc11n caso di \:.Ole ra 1101 110:-;f.ro csereito; 1111 1111:sl' 1· nw:1.i\o dopo l' inizio della campag-11a., al pri1wipio di lug li o, r11ro 110 drn 11111:1.iati i primi casi sospetti i11 rq 1;1rli dH· :1,·,·v11110 01 ·c·1 ep:tl.o t.r i1w,·,· 8111 Carso,


382

MOH'l'ALITA E MORBOSl'fÀ

strappandole a truppe austro-nng·ariehe provenute dalla Gali:da e presumibilmente infette da colera (I vi, pag. 87). Quando fu bene accertata la natnra d olla malattia, essa si era gilt diffusa ad altri reparti; sembra probabile, però, ch e q uasi c ontempornn eamente, da a ILrc part:i delle linee nemich e conquis tate, si fossero propagati .i germi alle truppe occupanti. Alfa fine di luglio, l' infe,,:ione s i l\Sk nd<'va dalle p endici del Monte Sabotino al mare, fra lfl l.rnppe di pri111a linea, e dilagava anch e a t<'rgo di queste, ne.Ilo r cLrovi1·, 11011 soltanto nell'P-sercito ma :u1clrn fra le popol:1.:iio1;1 d C'l LniTiLori o già austriaco Ol:1.;up:1.tu aìi ' i11 i:t.io delle os t.ilit:ì.. Q11a ri lii,, n ell' interno de l paese, s i 111a11ifm;tavano casi di <'olurn i11 os pedali m ilitari ehe ::1<:c:op;li nvano ammalati o feriti provm1ieuti dnlla fronte. Lo manir<·sla:t.io11i epidemiche si a ggravarono nell'n,gosto: il numero dei J11 orti, e hc in qualehe giorno deg·li ultimi di luglio avcwn, s uperalo i ,10 11Plle due armale iuldle, g iuuse a superare i GO in g-io rni prossimi a lla metà di agosto. Attraverso os<:illa:.1ioui, J'(·.pid <' 111 ia s1·inbra poi flec:iinare. TI m assimo numero giorna liero di mo ri.i 111'11<- d 1w :u·mal.e toeca i GO in un sol o giorno n,i primi di sPl.knll,r,·, 11011 r:1~;.dungc' i 40 in ottobre; nella ::ic1:onda m<•.l.:'I, di q1wslo 111< ·s1· il 111111wro q11oticlia.no d ei morti s i m:rnli<·nr\ inl'<'rion· a di,·, ·i. ~la i11 11ov<·mhn· <'< :1:0 111111, nuova vioJc nLissi111a ripr<'s11,: ,·,·1·so la 111 dit del m1·s,, in qnalC'.11 n g-ior110 s i hanno pi11 di .100 d,·111111:t.in, e il giorno I G il 111111wro ,li-i n1orl.i s 1q,..ra i 1.10. l11di s ' i11i :t.ia uu nuovo p eriod o disc1·.11<ll'1il.1·, i1 1L,·rrol.l.o d:i 1111:1 111 ,·11<1 v io leula ripresa in dieemlll·c~ ( i1< q11:1.l,·lw g·inr11 •1 il 11111111 ·1·0 dl'i 111o rLi si aecosta a i 70), dopo la qual• · l:1 d i1- 1 ·1·~11 1,r,.,:q .;!w r ::pid;i, \\ ùcfinitiva. Giù. n el gennaio l!HG di rado ,·. s ,q,. ·r:ilo il 1111rne r.·o giornali.ero di 5 ea.si di morte : n ell ' ull.i111a ,i.-,·:,.d,· 111111 si lta 11no più nè denunzie di f'asi di malattia, Hè mori.i. Le successive ma11i rc·sl:1.zio 11i de l 1916 hanno minima gravità; si tratta di ris tretti l'o<;olai, s 11hito spenti, con pochi ca.<;i di malattia e poehissimi morti . N,· 11 ,• rcl.rovie e nP-1 resto del pac~s<·, le manifestazioni cpid<'m il'l11• v<·ngo110 pronta m ente circosrrith..• e domate.


X III- SULLA FREQUENZA l>l J\LCl l N l1: MALA'l" l' ll 1:

:18;;

L'estensione tlell'epidemia ò indicata dalk se ;.;-11<·11ti 11otizie s l,11.i:;til'lie. Nella zoua ili operaz.ione sono stai.i a1Tnl.;1Ji I !i-~0.000 <·a s i con 4.500-!'>.000 morti 1 • Essi si riparl.iseo110 cos i : Dem.rnzie

J1:sercito operante

. . . ) ' rerritori occupati Popolazione civile . uct· l'rov. d1 mc .

ill orti

/ 9 /[j

1.91(;

lfJJ[i

15. 744 582 149

28B

tJ.22!:J

255 69

La mortalità media dei colpiti sarebbe: statru d el 28 %, Nella mna. di primo sgombero, che accoglit:va ammalati e feriti provenienti dalla fronte, l'epidemia h tt avuto manifestazioni la rgrt111 entc diffuse, ma nou molLo gravi. In tutto si sarebbero av11l.i 4,\:2 c·asi , ('011 111 morti. l•:cco la di Rtrihuzio1w geografica di (j ll<'Sl.i 1·;1,:-;i. i Jr.nn11.=iP.

Veneto Emilia

) militari · ( civili .

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I civili

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Lombardia ~ militari ( civili . ) militari Piemonte

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I ,a 111nrl:ali1A d<~i colpiti è di circa 25 ¾- I casi ma 11ilt·,·1;1.ti;;i nella JH>pola¼io11e eivile in gener ale f'. orrispondooo, !ocalm(inl.e, a manil"c8la:1,ioni a v\'c11nte in ospedali milit,'1ri. L'e pisodio più µ;ra.v1· (dà solo dh I :>I 1·nsi e 44 morti, sopra u11 1111mc 1·0 ,·n111pli,ssivo di 202 C<tsi 1· di lii inorti a C'.certati nella po polmr.iniw ,·ivile) (, i Questi 1111111 1· , ·i rn.p)'n·~•· 11 l.nno min imi, c~s P11do pndm hilo d11, u1u1, pu.rlc dei casi JliÙ ra.pida.rnnu Lu lt· la li :-tiu.110 Hfn~ giti alPncc1•r t a.11w11 t o , s n nu11 tle lla. morte, della. ca.usa. ùi ess o..


384

ll.OR'l'AL1'l'À E M0J-Ul0SITÀ

quello avvenuto nel manieomio di Reggio Emilia, due padiglioni del quale erano stati rcqui::;iti ad u::;o di ospedal e militare e ri<:evevano ammalati e feriti dalla fronte. In questo ospedale non si ebbero casi di colm:a, ina è verosimile che qualche porlatore di germi, ivi ricoverato, abbia determinato la diffusione della malattia n e i reparti del manieomio. Tra i folli si tibbero 145 (~t::;i, eon 41 morti ; all.r·i li 1:a.si, con ,~ morti, fuori d1d manic·omio, in borgate pr0Rsirn1, ad e::;so. Noli' Ita lia p1:11inl:,ularc furouo registrati in tutto H c:asi di u>1,:rn, ,.;par,,i i 11 \'ari,' provineie, prontamente iso.l:l,ti; ed altri [> c·asi 1wllr1 ;1,011.1, di sgombe ro sud-orientale (Puglili), clovP afllnivano i reduei dal l'A lbania t' dalla Macedonia. Ln Sanl egn:.t si ebbero rnan ifcsLa,do ni di quald1c gmvith nel periodo settembre-novembre 1H15; crn1tro prirwipale Sassari. ..l<'urono aeccrtati JO(j casi, <:on oH decessi; nut spe<:in,hrnmte il primo di questi 11nm11ri de ve riteuersi i11f1·rion· a.I vero, per la ril ut·.tanza rl<:lla popola;1,io11e a ll e• de nnn;1,ic. L'npi<lcmia s i ritim10 importata da.11:i, ;1,ona di guerra, uon a ppanmdo vorosimile al1,1·a origine: uon è stat:o posRihik, porc'>, olt ... 1wr•· la prova dirPUJ1. ·c1i l.n le provonicnw.. Per <:omplctarc il quad ro ch-111• 111:1,11if<·s1.a zio11i q1icl1·111ic:l w dul L·.oh:ra, O<:l:O!'l'n r ieordu,rL' 1111oll1:, µ; ra,·issinw, avvc:11111.e rra i prigio11i1•1·i austro-ungari<·.i <·11,U:urati clai Snhi e· dopo la rot.ta cl,·ll'Psc,ri,itu s<• rho l.r:is porl.:11.i i11 I.C'JT:t ilalia11:1, C' quelle eh e si ohhcro rrn l.rupp,· 11osl.n · n·cl1wi eia.li' i\ llta11ia. I pri;.;-io11i"ri :1 11slrn 1111µ;:1.ri, ·i r11 ro110 s han:ati all'Asinara nella sec.: onua mdi\ cli di1·1·111lq·,· .i..i ,~1 1:,. , ;i:'i. d11r:i.ntn la tra.ver ::;at.n dall'Albania al l' ,\ si 11ara., il ,·ol .. rn li av1wa deeimati: per esempio, sul piroscafo < Dul'a cli , lc-11ov11. •, dll' recava H.141 p rigionieri, si erano avuti più cli r,,ttl ,·as i, 1·011 cirea :!00 morti: sul «Re Vittorio •, con :J.08H priµ;i o11i c·ri, G:1 morti (Sw1.ità I'uhblù:a,, II, 2, 128). l prigionieri sban·i1,l.i c·1·a110 in numero di 23.739; l'epidemia infierì tra loro 1:011 t.n :rn e ntla intensità, specialmente negli ultimi giorni di dicembre HJJ :11· nei primi giorn.i di gennaio 1916: d<'clin ò poi rapi<larnentc; si o ssPl'YÒ ancora. qualch e ea,;o in f<.'h-


X III - SULLA FREQUE NZA

I)]

A LCIJN I~ MAl,A'l''l'lli:

:u;r,

hraio. ln tutto m orirono 4.574 prigionieri, cioii il l!l 0/ 0 di q uanti erano sbarca ti a ll'Asinara; Re si tien conto a nd1(i dc·i 111orl.i rinll'attesa dell'im barco e durante la tra versata, prohn l>ilrn(·11f.c\ In per centuale s uper a il 25 ¼ del num ero inizia le 1 • 11 1111mnro d,ii morti è l;ale da far presumere ch e più della m età dei pr ig"io11ic ri siano stati colpit i da c oler a . Fra le scorte militari che accompagnav ano i trasporti di pr igionier i si ebbero 5 casi, senza decessi: fra gli equipaggi delle navi 5 casi, con un decesso ; fra le tr uppe di custodia 6 casi, con un decesso. Più tardi (fine di fe bbraio-principio di marzo 1916) furono raccolti a.Il'Asinara circa miUe m ilitari nostri, r ed uci dall'Albania. Il colera, manifestatosi d urante la trav ersat.a, prosegui dopo lo sharco: i n l:111'.1,o si ebber o 104 e;.LSi <'.OH ,H decessi (comprcRi i morii ;11dla l.ravc rsata). 10. I da l.i d iamr,i e:spos ti vnlg-0 110 ad illu:-1t rare la g-ravità del pericolo che l'cpirlc mia <:olc!rica Ila co:;tituito pe r l'<':-1e rd to, m a. non bast.ano ::i.ncor :L a d are idea d(•lkt inl:e nsil"ù c011 l:1, q un.le cs::;a. :-;i (~ presenta ta nei reparti ehn ne furon o rna.g-gionnc nLe colpiti. La Relazione s ulla Sanità Pubblica (11, 2, pag. 11 5) dà notizie particolari per alcune un"ità, a,rldiril.l.ur a clccimatc dall'epidflmia: riassumiamo qui i da ti per quei r eggimenti che hanno av uto u11 numero <li <:asi Ruperiore al 10 °;,, della forna me dia 2 •

l Dr, t.,·o ~o l i piro,:cafi, d urante. la. tro.verso.to., s on o s laU /.(t1Uati i11 in n 1·, · 1.519 cai l a v ur i di co l,,ro~i. 2 Ciò no 11 t-1 i~ 11 i fit:u. che abbia no avuto un colpito ogui di cci pn•Hn11 Li , o pro porzioni m u.gf.{i01'i , pnrchò i rln.t.i Ri riferjscono ad un pcrio,l o n,h hnl"l1tt1 '.l.11. lnn~ o

(da. 1 a 6 m esi), l l11r u.11t.n il ciuu.lc ha avuto luog o n e l r e~gi 111c 1d,o 1111 co1d,in110 e rapido ricambio d i 1111mi 11 i. l ... tff ma n tenere cogta.nto In. fo ,·z,1. d i nn n \g-gimen to a 2.500-3.000 uo1uin i , in 111 1 pf"riodo di jn lcusc n zioni l,o ll ichn o d i 141·1Lvo morbosità., occorreva nn n.t t i vo nlllw;so tl i compl e m en ti. fn 'lll!tl,1110 1·u,<g-i1111.w lo possono essere pass ati n el c orfio di J'Oc l, i n w s i n.1, c hc <In. !i.l)(X)" !I.()()() 11 0 111i11i : da l doppio ,\l triplo della su a, f<,rzr. m od in.. G·. M ORTAIU .


386

l\iOR'I'ALl'J'À E MORBOSITÀ

lleggimenfo

74° :l!'ante ria 36° » 73• 56° 700 27°

JJenunzù:

iiforl'i

Dur ala dell'epùkmia

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228 138 181

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,,

- 14.

111 ak1 111 i dei c ilati reggimenti il numero dei colpiti ha s upe mto il ~O "/ della forza media, il numero dei morti l'S ¾, In <;ompl!,HHo i 17 reggime nti hanno dato 7.37G casi e 2.:no morti, c ioè q11asi la 111d/1, ùci casi e più della metà dei morti accertati nell'i11i.1·ro "Nt1r<·il.o ope rante. La mortalità dei colpiti ha toccato il 31 "lo; n lln 11111.ggion1 diffusione ha corrisposto la maggiore letalità dcll'npid<•111ia. Già. i pn.:e1•d1•1!!.i dati indicano la più grave diffusione del colera fra Jc lrnpp1, eombattenti di fanteria; ma si hanno dati più completi. Su 4.2~!) morti per colera avvenute nel 1915 nell'esercito operante, il.!JH I ::;ono date dalle fanterie combattenti e soltanto 248 da altre u.rmi. e corpi. La prevalenza delle fanterie nella composizione dell'esereito è lungi dal gfostificare una cosi enorme preponderanza di mor ti, che invece è spiegata dal diretto infettamento, nelle trincee, dal maggior disagio di vita, dalla maggiore difficoltà di pronto isolamento dei colpiti. 0


X lll - StJLLi\ FREQUENL'.;A DI ALCUNI•: MALA':r'l'm

:!87

l l. Due carattP-ristiche principali disl.iJJg-110110 l'cpiclC'rn ia <:oll·rica ùcl 191!'>-16; la violenza e la lunga durala. cil'lla s1111. 1nanif'c stazione nell'esercito, da un canto, la scarsa dil1"11::;io11t• 1wlla popolazione civile, dall'altro. La prima carattf'ristica trova la sua spiegazion e ne l!(·. (:011dizioni singolarm ente sfavorevoli ad ogni difesa, in cui s i presentò l'epidemia_ Si er a appena agli inizi della nostra guerra, in 1u1 periodo d'intensa attività offensiva non sussidiata da sufficiente attrezzamento bellico; occorreva sfruttare senza risparmio l'unicn mezzo di guerra cli cui disponevamo iu abbouùa11za: l'11omo_ Ancora l' <>spf'rieuza non aveva condotto e la necessità 1101.t a veva, cosl:retl.o a quei provvedimenti che i11 epoche sueecss ive furono adottati per mitigare i rischi e i disag i al combattc·nl.(·. T:or;.;-a nizznzionc sanit.n.ria cd ig'i<'nic:1. or a :mcora impcrfcl.l.:t; i 11ui1/.1/,i cd il personale ins uffieiP. 111.i_ Tra Jc ein·o:;;l. 1.n:',P l:1.von ,voli alla dill't1sio11c cd al la p nrnisl.1:11za dull 'opillnrn ia si posso no a 1111ovC' rn.rc I<' snµ; 11e 111.i (S"uif,i / 111/1/J/ira , Il, ~, Jl:lg"- !):I): ·r•omission e o il r ii.ardo Jtcllc d\·.1111 111/,il· clni <·as i i-ospc;l.l.i, s pc(·ialrncmt.c all' ini ;1,io dnll'cp'dC'm in., la dillicolf:ì. di lo(:alizzar e i punti di manil'e slazione doi casi Roi;pdl.i, pe r il scµ; rdo mante nuto Ru'il:,. dislocazione dei r eparti operanti; l' il11poRRibililA di s nbordinn.r<" alle esigenze della l)rofifassi i continui sposi.amenti dì rnpar t.i dalle prime alle seconde lince, o vicever sa, e dall'uno a .l tro settore (cosi truppe infette andavano a contaminare zone ancora immuni ; truppP- immuni erano invia.te in zone infette); la, difficoltà di conciliare le vaccinazioni anticoleriche con le esigenze miUtarì ; I' impossihilit.:ì. cli r itira l'l\ immediata.mente dalle prime lint:,· i r eparti infetti ; gli ostacoli insuper abili ad ogni provvcdiino11l o p er l' igic 110 e per il risanamento delle trincee_ 8ollii.nto nnl p,•riodo iHvc rnal n di ristagno delle operazioni bellic he s i poi.i\ m<'diante l'eRl.n11s io1u\ dr\llC vaccinazioni, l' imm ecli:1 1.o is ola.11w11l.o dei casi sospetti e dei portatori di germi colcrigrn1 i, lo di si11f'(•zio11i, il risanamento dclll· 1u:q11c, cd altri minori provv .. di11H:11l.i, vincer e l'epide mia e ,·0111.rasla nH: non s ueècsso la riprPsn.. L a scarsa diffus io1H· 11011a popolazione dv iii· t': spiegata dal


388

MORTALITÀ E MORBOSI'l'À

fatto che non agivano per essa g li ostacoli opponentis i alla difesa anticolerica nell'esercito oper a nte. ~ra agevole determinare i focolai epidemici, e 11011 ardno circoscriverli. Soltanto in qualche paese delle retro,1iP, dovn più intenso era il t raffico da e per le prime linee, si ehbe ro cpisoLli veramente gravi (Cormons: 190· casi con 91 mo ri.i ; Monfalcone : 42 <'asi con 24 morti). Fuori della :;,;ona, d'oJ)('r.17.ione , l'episodio più grave è quello, già ricorrlnto, di Regg·io 1,;mi lia; le condizioni di affollamento del manil'omio e In >-: pedale ricettività, dei folli resero fatale la propag·a1/.io 11 c del. mo r bo, nonostante ch e fino dai prim i casi ne fosse s i.al.a 1·ico11os<:i11l.a In. na,tura. Si noti, p erò, che s i giunse a limil; tre I' i 11fo:t.io11t> a quattro reparti del manic..:omio, risparmiandola agli alLri qualtro, ospitanti un mi~liaio di dementi (San ità l'uvhlica, 11, 2, 125). Tutto il person a !<' di a ssis ternr,a e di servb·..io limase irnmunC\. LP rnani f'esb~.7,ioni 1·pide1nid1e di Sassari e dintorni poterono essere in breve tempo ('Ìl't'oscrittc, m er cé l'oper:oi clelle a utorità, sanitarie. Dis tinte, ne lla ge.rwsi, dall.'cpid1•111i:1 11al.n s ul la 1·ro,1tf' cle ll' l so11zo, souo le due epidemie irnvorl.at, · ;1.l!';\ s i11ara dall ' Alhnnia. L'isoletta, destinata già. dn.ll'anteg-1101Ta a s(·do d ' 111111, i111porta11te stazione sanitaria, con sentì In (:omplda ,mgT1 \ga z irnu· d nllt \ 111;1s::H~ i11f'ctl.n da.Ila, popo.lazione it.alia1111; ('. dopo In li11(' dcll 'npidernia l'u rono prm:w tutte le 1n·,·c:au1/.io 11i 11c·1·•·s:-1nri1· pt·r evita.re ch e pori.al.o ri , apparc11temcnt\· :-1:i.11i, nt· n ·,·11.:-:st· r o il germe altrove. I~. Vol1·11do ri;1s:-11111wr,· I, · ,.,.,,s,·;.;-11"11ze ,tcllc varie manifi's L.i:1.ioui dd (·o hT:1, i 11 :·irn- iol:.li, la rg,1.mc nte a.pprossimativt·, possiamo ,;t imare dt(' s i s ia1111 :1.\'111.i: 20.000 casi , con 5.000 mori.i, IIC\ll ' l'SCll'(:iLO, )) )) 500 » 200 11 11ll1t popolazione italiana (vecchi confini), » 700 )) 300 nc,ll a. popolazione civile delle te rre occupate, )) » 15.000 )) 5.000 J'ra i 1•ri:;ionie ri austro-ungarici 1 ,

l

Esclusi i morti ùurant,, In. f.rn.v<1rsatn.

(11.

ret,·n, pn.g. :l8f,).


Xlll- SIJLLA l!'l{J~QUEN~A Dl ALCUNI•~ MALATTIE

i)89

.:-,iarno be n lontani dalle modeste i:.ifrl' 1: 111: avi:va1110 i111;011l.rato nella stat.isti1·a deHP cause di morte ( v. 1·etro, Jlai:,·· 2 L2). La counessione delle varie manifestazioni eJfiùc rnid10 (·,011 la ì-\·uerra, è così palese, che non ritorniamo a parlarne. La scomparsa di tali manifestazioni negli anni Hll 7 e IU18 ~mmbra dovllta all'efficace azione dei mezzi profilattici aùoU.aLi, -l'd .i n ispecie della vaccinazione anticolerica, introdotta sisternat·h:amente nell'esercito. U. È difl.ieile stabilire quale fosse nell'anteguerra la ditfu:-;ionc e la distribuzione geogrnfica della dissenteria, < sia perchè la dcmmzia dei casi di malattia non era obbligatoria, sia perchè I.i :;taLi,,tka, delle ea1rne di morte eompreude in gran parte le vari n formi~ cli 1lissenteria fra le enteriti comnni, differen:dando ,;tdo la <lis:,;onLnr ia cp.idemiC<L nei rari ca:,;i iu i;ui viene così cspressa111 e11L1' qualificata• (Scinità Pu/Jlilù:a, 11, 1, 77). t perciò l'i1e JIOtt ahhi:i.1111) prima discon;o a pari.i: della rnorlal iLà pnr dissenteria, ritcm.:mlo i11:,;ullki<'-nti iè i11di<'it:r.io ni st.a.Usl..iche disponihili suJl'argorncnto. La 1lissenLeria l:.ii.u:il lare av <'va qunlclic l'ocolaio, noi.o J><~r indagini rnonog raticJie, nel V clleto ; qual.cl te focolaio, meno sicuramente ae;certato e delimitato, esisteva iu altre regioni. È <:erto tuttavia che le manifestazioni epidemiche prima del 1915 non era.no ni~ cjiffut>.e ne½ gravi, altrimenti a.vrebhero richiamato srn1:r.a duhbio l'attenzione dei medici e dell'amministrazione Ranil.1.rin.. D•1ra11k la guerra si sono avute manifestazioni a ssai nokvoli. R1·s a ohhligatoria la denunzia, sono Rtati accertati 2.67~ casi nel l!Jl !'J, '.!.:11JO ne l 1916, 11.602 nel 1917, l/J.200 nel rn1R, 1Um, nel Hl l!I, t .n:J:) noi H)~O, 1.118 nel 1923. l{.iportia1110 dati 8ti!la distribuzione regfona,k delle d,·111111:r.ie, per il q11 i11q11e 1111io Hll !",-1!1 '.

1

I do.ti pe r U UH7-JH pi:r il V••rnJtO so110 i11 c<m1pl4d,i .


390

Piemonte Liguria . Lombardia. Veneto Emilia Toscana . Marche Umi>ria . Lazio Abrnz:d. Campania l'ug lic Bas ilica ta Calabria Sicilia . . Sardegna

1.91/j

1!116

t!J 17

1918

191!)

216

167

438

1.974

333

l3

1!)

4.480 1.448

3 .4Jli

1..r,r,s

1.847

30:!

220

180 l.193 17 347

500 1.6 L8

177

127

110 1A5f>

1.375

1. 891

383

76

3

128

2:19 l:l

70

1.tiH

13

10

809

192

587

1..066 37

52 59 171

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152 12 52

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1,_1.7

149

3414(5 87 28

15 36]

42

È palese la, vrepundorantc i111po rl.:1.111/,;1. (ld fo<:.olaio u' infe½ione veneto. Dal Voncto 1a rna latl.ia Ki dilfo11d n più intensumonto alle r egioui vrossimc: nell e regioni noa co11tig 1w, 111,rnifrn,W.t.½ioni ampio si hanno in g eue ruie più tardi. L'(·HanH· d, •i dali dol mi r, fa supporre che es isl.essoro già prima de ll a g 111 ·1T11. 111i11ori f°o<:o lai, 11011 tn.ts(:1u11,bili, in altro reg-ioni il.a.li .i.11(~; 111 :1. i dal.i per gl i anni. Kuccessi vi al,Lestuno c he l'e pide mia ci el pc ri udo hul Iiu > è derivata soprat.111,l,o d:i. JH'opag·a.:done do lla rnal:i.llia ual Vene Lo, onùc non sembra d11l>bia la dirci.I.a dip<' ncl,•11 1/,;1 di essa da lle circostanze connesse (·011 la ;..:111·1-rn. ~,· 11il1rn /1<'<·(:rl.:1,l.o dte, a l contrario di quanto è :1vv,,1w!.11 p,::· :i.!1.n· ,·pid:·.111 ic, l.n1,srn.cssc dall'eser cito alla popola½iuuo ,·ivik (l'o l,·n 1., 111 1•11i11gitc, ccc.), e similmente a quanto n oi crod ia rno :-:i11 11.\'v,·11111.o por l'en cefalite epiàemi<.:a (v. retro, pag. 269), la d iKK1i11l.ori:i. hac illa,r e si sia propagata dalla popolazione civile a q11dla 11ii li tarc (Sanità. P ubblica, TT, l, pagg. 81, 82). L'addensarnt'.111.o di 1wrnini nella zona di guerra., l'aJ·~ follame nto, n elle retrov.ie, d i pror11g lli dai paesi della zona de llo opera zioni tattiche, c r earou o condizioni propizie a l.r inasprirsi dell'infezione ; • v ecchi focolai, g-iil. ri tenuti esliuti si ridestarono e


X lIJ - SULLA l•'HEQUJ•:N½A DI A LCl lN J1: MJ\ I.A'l"l' I J1:

:1111

ne sorsero ùei nuovi a neh e in local itù sino allorn ris pa n11i1ll.<· , ( f vi, pag. 79).

Dopo la g uerra, si sono molto a ttenua i.<' k rn11,11 ifr~1la;,,io11 i epid emiche nel l\'fo7,zogiorno e n ell e Isole (ehe in l,ul,t.o 111111110 dato s ole 156 dcnum1ie n el 1920), m entre banno persistilo 1101.<ivoli manifosta.zioni specialmente n el Settentrione (ancora nel 1mm si hanno 884 denunzie dal Veneto, f>14 dalla Lombardia, 1'.!7 dal P iemonte, 286 dall'F,milia). 14. L e m anifestazioni epidemiche ui dissenteria a m ebica, che

si sono avute d urante la guerra, non sono der ivate, come quelle d i rlissen teria bacillare, da diffusione di una malattia g ià esistente allo s i.al.o endc mi<:o; a.n;,;i posson o eons illRr arsi dovute ad impor t.ar ;,,ionn di germi ('So! ic:i, spedalmente dal la pe nisola balc a ni<:a . Rari e111-;i (•rano st,a ti Sflgnalati nell'a11l.ng1HnTa, KJll\Cia l111ont<i fra. inilibiri rnd1w i dnlla L ibiu.; rari c asi 1'11ro110 segnalati a nclw 11d pri mo hi n11nio Cl('lln. n osl.ra µ;111•.rra : <: soli.a ni.o nel 1111 7 dw le tle 1111n;,;ie s i 11wll,ipli1:a.no. 'J'ra i rnd 1wi da.ll 'A lha nia 1: 1bl la Macedonia erano stati 1w1 · .. rl:1.f.i 4 1·:1.s i di diss1:11i.e1·i,.~ auwbic.i. nel t 9Hi; si sale n, 4Hi <:asi ne l l!:117 , a 1.G71i 11d 1~)18 1 • Ne l 19 19 il n nm cro uirnin ui~we tr n i rrnl1u,i (ti l f>), m a g i,rn/jOllO 1u.1mcros1· denunzie (8 I 8) dai campi di con ecntr::unc nto tle i prig;ionimi. (Sanità Pubvlica, II, 2, 73). S ulla fronte principale, un focolaio vient> segna lato ne'll'agosto 1!)17 fra le truppe britan niche ivi operaJ1ti (probab ilmente si tratta cl' importazione dalla Macedonia o dalla pc11i soln. di nallipoli, :wvenutu. llirettam entc, o attraverno la f ron l,.. f.rn,!H'('St·); imm ediate iuda.gini rlarmo luogo a segnalazion i'. di 1·a-si anch P. l'rn. 11\ noi-1:rc trupp1~. 1'uttavitL, nell 'insie me, si p11ù din· che la. di11'11,..io11c Ria ri mask1, strettamen te limitata. l 1od1issi111 i <·:1si :,ono stati denunziati n e lln popol.izio11(' <·ivi!<• (8 c1.1 s i ;i, 'l':il'll 1il o, ll('(l '<'pid.('mia d<ill'cst.-1,l;P. 1!117, d w ha da lo luog o in t11U.o 11. I :17 <·:aRi).

1 In Ma.cedu11 ia. 1'11 r o110 d ,•111 111 zin.Li, f n\ I,:

11 0 H l, r11

l,1'11 1')"" i v i op,•ranti , 1.07J

easi nel 1917 e 211; ni, I r:liH (Sowilo / '11/,Miw, 11 , :.!, I'"/.(- 7,1).


MOR'l'ALl'l'À E MOHBOSI'l'À

L e manifestazioni di dis::;cnteria am ebica accertate durante la guerr a sono state tutte <.;agiona.te da con dizioni specialmente caratteristiche di quel periodo. Così la diffusione della dissenteria bacillare come quella della dissenteria amcbiea sono fenomeni generali del periodo bellico nei paesi clw hanuo parteeipato al gr a nde <·on!litto.

15. ALLiamo giiL esposto gli ind.izi ch e ei indueono a ritener e dH' nel periodo bellico si siano avute notevoli manifestazioni di c 11 (:c:f:ditc epidemica (v. ·retro, pagg. 266 e scgg.). Qui nou ritornia mo s ull'argomento; aggiungia m o invece q ualehe notizia s ulla s uecessiva epidemia del 19l9-23, che ha avuto il suo c ulmine nel 1920. La Direzione Gener ale della, Sanità, <1,1 nof:izfo raccolte in 49 provincie, desum e che nel trimestre ge11ua io-marzo 1920 ::;i siano avuti 3.960 caRi con I.OHI morti (Sanità Pubblica, tl, 2, pag. 28). Probabilmente questi numeri sono infe riori al vero : ncll' intero anno il numero de i morti deve aver raggiunto 2.400 (v. r·etr·o, pag·. 270). La Dire½ionc Genera]<', della Hanith rilforw di poler uw1Je1·,• iu evidenza alcune regolarità. della d iRtribu½ione geogTafi ea ùdht malattia (foi, pagg. 2!-l-00): ·1ocalizzazio11e s pli<" i1tlm(•nk 11e lk n·g'ioni settentrionali e centrali, e, nelle zone eol pii.e, loeali,1zazio11e nei maggiori centri urbani; relativa imm1111il.iL dC'll e r egioni litl.onL11ec. L'analisi, da noi <'S(·g nitn. pn·1·1·d(·11 l.1·111(·11Le, dei dati sulla ruortalità <:.ngionatn. dall'cpid(·.rnia ( p:r g·. :!(i(; ), <:i induce ad escluùcr c la prima \: In. kr;,,a n·gola ril :"L: q uanto alla seconda, no11 abbiamo e lemfmti s 111'1k i<>n l.i 1Hi1· dis1·.11I.P1·ln, m a notinmo 1':h r. gli accertam enti di una malattia. po1·0 nota, o nuova al nostro paese, sono cer tamente riusciti più eo111pl eti nelle città che nei minori centri o nelle campagne, dov<' molti ea.5i possono essere sfuggiti a lla precisa diagnosi. Intorno al supposto u csso fm encefalite letargica ed influen7,a ([vi, pagg. 3 1 a 33), se si a ccog-lie la nostra ipotesi di una notevole manifestazione epideinic.1 d'encefalite uel periodo bellico, si viene senz'altro ad. esclutler e la sucecssionc cronologica di


X.I II -8UI.LA ~'Rli;QUENZA D l ,\LClJNJ•: \ l t\ l.t\'1" 1' 11•:

:1:,:;

essa a li' intlue11za; e la r ecrudesceur.a dd I!li !l-~:1 Hi p11ù ri1,011uettere meglio con la precedente epide mia. dd I !JHi- 1~ dw ,·u11 l'epidemia .i nll,rnnzialc del HHS-19. Ma con lui.lo 1,iù 11 011 1\ l,•, ·ilo 1•sdudcrc ogni uesso tra le due forme morbose . Manifestazionj di encefalite epidemir:a n el p eriodo lwll ic ·n ,, postbellico si sono avute in m olti paesi e nropC'i.

16. L,t meningite cerehro-spinak epidemica si presentava rarissima in ltalia., negli ultimi a nni prece denti alla g uerra . I!: soltanto nel period o della mobilitazione che si manifesta una vivace recrndescen7.a. L'addensu.menl.o dPi 801dati in caserme irnprovvisate, non sempr e idonee nè s0mpre ben tenute, crea c ondizioni favor0voli a lla infez'ione; le necessità milil.al'i di quel periodo ostac·olano la p rofilassi U,an-itit Pubhlica , I I, 1, Jmg-. ~9). L e prirn <' rnanifcstazioni ,li caralf.1•1·p ep idPrn i1·0 si OH,mrvano 11d i;t,111111.io t, 11 nl l'Pbhraio tnl f> in llasilit:al.a, nd lc• Pnglic, in To:,wa.11a, 111dl1· Mar1:hc ; seguono più g ravi n1nni l'P.Hl:n.:1.}oni in l'i<'rnonte e iu. l ,0111 harrlia . l> iff11sa dalle g wtrnigioni 111ilil.ari alle popoht½ioni dviii; l'<ip idrnn ia Hi propaga rapid.11ne 11L<' i11 1.ul.l.a 11.a lia. È notevole la la rga partecipa.;,.io11 P a d csHa ddla popolm,;ione mili tar <' •. Hecondo la Uir0zio1w Uo norale del la ~an iUt, il numero clt' i casi den1in7,iati flarnbbe cm;I cli.stri buito: 19/(;

1.917

1918

1.814

4.505

953

1.458

'.l.558 l .339

1.055 545

1915

Ci vili Militari.

La l>irczio 11 e Gene rale della :,,imità Militare rorniHt'.(' dati pii, co1npldi NIii eaRi accertati n ell'esereito: 871 n n l l!JI !\ u,:1,, ne l U:l lfi, Ui!J:, 111 :I 1.917, 1.141 nel 19 18. L a gr a11dt• p1Tvalnn:r.a dei casi ;t.\'('<' rln.li 1wlle truppe territoriali , a l pr i1wi p i11 d1·ll 't· pidemia (807 ('.! Ni, in ,·onrrouto a (i'I. fra le trupJl(' 01>1-ranl.i. 1wl I!I l r,,, i La prùpon:ioup d,• i 11011 111 ili t,n.ri s u l totn.lc dr•lli• d1-1111 111. i n 1Lppn.n , 111inure del vero: esse ndo :-.i c111·n.111P11 L(, pi i'1 rn ,q1rnul.i 1,, 0 111 iHH Ì011i di d n11 11n1.i n IH:r )a po1Jo]azione civile c he pt·r l',·H11 1·cil.11 .


~TORTALITÀ li; MORBOSITÀ

al:testa che l'origine di questa va .ricereata all'interno del paese, e non alla fronte. Dopo la guerra l'cpirlcrnia si va dileguando: il numero delle denunzie, che aveva rag-g-iunto il massimo di 5.963 nel 1916, discende a 26l 111\1 IHl!), a 105 nel 1920, a 86 nel 1921, a 66 nel 1922, a :1/iR 11nl 1\)2,:. 17. 1;; :si<".11 ro r:he la g uerra., addensando enormi masse di 11omi11i g iovani nella zona di guerra e presso i centri di mobi1if:a1,io11n, ha dato largo impulso allo sviluppo della prostituzione <' cl!,i lihnri amori, e quindi alla diffusione d0lle malattie veneree. "!)'altra parte l'assenza degli uomini chiamati alle armi - - mariti, l"ratc lli o padri - ha favorito la rnoll.iplicaz;ione delle unioni extralegali, occasionali o durevoli, spesso proJJizie anch'esse alla propagazione dei eontagi. Nella regione invasa, le truppe nemi<:hP oecupanti hanno recato, purtroppo, 11na larga infezione. M.a s11ll'elfol.l.o di ta,li cin:ost.anze manca ogni rlo1:mru~nta,1io1w nurneriea; i 1;oli dati ehe conosciamo, quelli rif'eriti nella Relazione s11lln ~a11il:'t l'nhh'liea (TT, l , allegato sl:atistieo n. 15), non c i semhmno iclonr:i al lo 1;eopo. Essi indicano il numer o degli ammaln.t.i 11n!I,• ,·in·.o:-wr.izioui dei eorpi d'armata territoriali compresi 11clla zo11:1. cli primo sgombero nord-orientale, cosi in cifra, nssol11ta (:o rn u i11 <:ifra proporzionale alla forza media presente. Ma poiclit": 111m parl.n rl Plla. morbosib't, venerea registrata in quelle <'ircosr:riz.io11i t": data dall'esercito operante, il riferimento alla sola fo1%1. l.<>1Tilo1·i:1fo ancra profondamente il significato dellr: c-.ifrc assoluk-. L,· 1 1u,i!i, d'nltra parte, p er loro stesse, non dicono nulla quant.o a lla 1'1·nq11c11z.a rlelle ma.latt.ie. Occorre dunque attendere la pubblka11io11e di ulteriori notizie, per poter giudicare la g-ra.vità degli cffPl.ti d1 •ll:1. g unrra in questo campo.

18. Il tracoma è rna.lal.Lia molto diffusa in Italia. Sopra ogni 1000 iscritti di leva delle elassi 1885-1893, 8 sono stati riformati per congiuntivite cronica. La proporzione dei riforma.ti è particolarmente alta in Sardeg-11a (:ì8 per 1000 iseritti), in Sicilia (22), nelle Puglie (16); 11elle n.11.rn regioni varia fm 2,5 e 6,3 per 1000.


XlH-SULLA l<'UU:Q,U~N~A DL J\LCUNE .IIALA'l''l'l l•:

:\%

La gLlerra ha contribuito all'ulteriore di l1'11s io11l' cl, ·1111. 111: d:i.l.l.ia .

l'cr non sottrarre all'esercito numerosissimi 1101ni11i val id i, l'il <·,1.11t·.0,llato il tracoma dalle cause di riforma, e fu ro11 0 t·ostil.11il.i ,;pcl·iali reparti di tracomatosi. A eagione « dei disagi, de;.;·li 11.dde11:;arnenti e degli spostamenti imposti, dalle esigenze militari, la dil-J'm;ione del male trovò n uove occasioni e nuove vie di co11t.a;.;·io 1 sia perchè la selezione degli infermi contagiosi in alto non semprn potè essere fatta tempestivamente e largamente, sia perehè le provvi.d enze sanitarie intraprese non poterono essere applicate <:on la preordinata regolarità, in conseguenza di necessità militari e di esigenze belliche imprevedibili. Così, alla smobilitazione, l'entità dell'infezione risultò ancora piil grave e minacciosa di quanto foRse prima della gu erra ... • (Sanità Pubblù;a, II, 1, pag. 28). ft stato, pertanto neecssario intensificare la profiln,;si (fni, pagg. 230, ] Hl ). l!-1. 1'1ir va.rie nrn,'lat.tie l:rasnii,;s ibili, d ,n 11011 ;1.pparis<:0110 separatam,111te nella sL::i.List.i<:a dell e <::1.11sc di morte, o che non mostra.no in tale stn.l.ist.ica inanifcsLazioni s pc<:inlmente notevoli, le indagini ùella Direzione Gcnc.rnlt, ùolla Sanità. consentono di rintracciare episodi in parte coll<'p;ahili con lt, speciali eondizioni ereate dalla guerra. La peste bubbonica, che specialmente nei suoi maggfori focolai endmnici asia.tiei cd africnni ha infierito crudelmente nell'ultimo decennio, ha avuto ripetute, ma lievi, manifestazioni i11 l•:11rnpa. La lotta contro i topi sulle navi e nei porti ha dovunque 1.·onl:'cguito ottimi r isultati; e i pochi casi di pesi.e nei;P!'ta ti in Tlalin 11t,gli 1111.imi anni non hanno dato luogo a diff11,-io11, • del eo11l.11,/.:io a larghe masse di popolazione. Nessuno di q1w;.;l.i r:asi ::mmbra poi.ors i connettere, direttamentr o i11di rPl.la n1n1I<·, eon Ja g u<·tT11. '. 1 i Vedasi, sul l'n.1x onrn 11L,>, ,",'rm·i tù, F 11hbl-ic11, , .II, ~, pn.g-~. 1H7 l f1!>. Ncg-li a.uni dal 1920 al 1922 8 i ~0 11 0 a.v 11 Li 11.l c 11 11 i cn.~i di pes te l,uhho11i<~a. 1i mpurta.l,i o de rivati direttamente da. in1 prn"l.a:do 11 0) 1wl IH provinc io di Nu.po l i , Cal,a1 1i;L 1·: VmH~:t.in.. I fo-

colai. epidemici sono s t·.n.t,i H11hi t.o

d 1·coHcriL1'i

e :-1 plH1ti.


MOR'.rALI'.rA E M01W0Sl'1'À

Come pure erediamo imlipenclcnte dalle pa.rticolari circostanze del periodo bellico 11n e pisodio di trichinosi (22 casi, con 5 morti), manifestatos i 111·1 19 17 nella provincia di Bergamo, sembrandoci artificiosa l' ipotc::;i (Sanità Pubblica, II, ~, pag. 80) che gli animali ì11fd.ti a v<issero mangiato aecidentalm.ente residui di alirnrnl.i <·011se r vati d'origine estera, portati dalle trincee da soldati vn1111l.i i11 licenza. Q1111klw ,·aso di febbre ricorrente aeeertato fra prigionieri a 11 stro-1111g-ari1 ·.i 11cl gennaio 1919 (J1Ji, pag. 54) non ha avuto nsito lcl. 1.IP; iI pronto intervento profìlattico ha, circoscr itto l'iof'P:i1io1w. La. spirochetosi il.l.ero-emorragiea (Poi, pagg. 59-70) ha avuto 1111a dit:iu·da diffm;ione nell'esereito operante; mancano dati statir;tir.i s uìla morhosith, quanto alla mortalità è certo che è stata bassa , ma nm1 si può predsa,rne la misura. La malattia si è manifestata sp0<:ialmeute fra i combattenti; qualche caso è apparso lHlll<i rcl.ro vic, :1.11<'.l1n rra la popola,r,ione civile. Nell'interno t.lel paes<~ 11011 s i (·.o:,;l.il.11irono, in genera.le, focolai epidemici, salvo che nel eo11111?w di Ualeata (l!'ircnze), ove, rrnlla seconda mel:it ùel HJHi, f11 eolpil.o più d'nn quarto de lla, inte ra. popolazione. Dopo la ritira.I.a dPll 'ol:tobre-novembre 1917, l'cpi<hirnia cessò ncl.l'cserdl:o; dn. c ii> si potrebbe desume1·e che es:;u avesse trovato a limc 1do 11 ni1(·. rn11di;r,ioni della primitiva zona d'operazione. Dopo la g 11mTa. si ,\ :1.v11l:a nna notevole manifest:1zione epidemica nel eornu 11(\ di l{.01ll'ig-lio11e (Roma): un migliaio di casi, con 7 morti ; ò difficile sl.ahili1T fa(\ questo focolaio sia disceso, direttamente o indirelta nwni.<·, da q!,!'lli r:h c s'erano accesi nel periodo bellico. 20. Singolari so110 g-li olfotli deHa guerra sulle manifostazioni della pellagra, la e 11i clill'us ione - com'è noto - sta in relazimw con quella ùel cons11.rno a limentare di gr anturco, e specialmente, 1-embra, di granturco avarin.l:o. Nella regione dm cl1he a soffrire l'oeeupazione nemka dal novembre 1!:117 al novembre l9l8, < durante l'invasione nemica e poeo dopo la liberazione, fai ebbe una recrudescenza della pel-


xnr - SULLA

FREQUENZA Dr i\ LCllN 1,: MALATTIE

,l!:17

lag-ra nelle campagne, là. dove il mai:, aveva co:,Lil.ui to l'ali111cJ11.a,1,ione quasi esclusi va ed era mal conservato pe r 11aH<'.011d erlo alla rapacità delle requisizioni, mentre gli altri fattori di III iH<·ria organica ne avevano favorito l'azione morbigena.» (,\m1,il(i. l 'uli/Jlica, II, 1, pag. 217). Aggiungiamo che le autoritii oeuipa11l.i p(iggiorarouo la situazione alimentare col sottrarre alle popola,i;ioni venete il grano ed altre derrate, costringendole così all;1 dieta maidica 1 • Nel resto d'Italia, invece, ristretta fortemente la prodm1io1w ( 1 la disvouibilità ili gmntun.;o, ed accresdute le importazioni di frumento, il pane prevalse sempre più sulla polenta. Fra gli stessi profughi della regione invasa, dm si sparsero un po' dappertutto, :s<·.omparve ogni tracda di pellagra (lvi, ~17). • Duranl.e I.a g uerni... la vrovvi:sta del mais non rius<'. iVit a co1Tispondere a li.e e:,;igcnze alimentari esclusive d c.Ile region i pell..tg-rose, die prima ne avcv:i.no la !:on::;1wtudim:, rncnl.n: la popola,i;ioue trovava. pi11 agevole e pii; eonl'o rl.evole l'ali1111•11ta,1,ione mistu., ehe ern divenuta più ;,u:1:c:,:;::;ihil<:, v 11oi p!:1- il H(:rVÌ1/.ÌO statale di approvvig ic,na111<:1il.11, v 1111i fn ,r 1., 111ig lioral., : c111 1di:1,i111 1i ec·.onomidre... L'.inehiesLa i;anilaria, tes tò eompiuta, dimoi;tra, a l:aJ riguardo, ehc l'intl11cnza favon;solc, <:ollcgata allo :,:;tato d i g-uerm ..., ò i;icura nelle provi11eie di Ferrara, F.iren;,,e, Forli, Perugia, Ravenna, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza, Venezia e 11nllc torre redente » (foi, pag. 216). 11 11rnta.meuto delle consuetudini alimentari ha persistito dopo la g-unrra; mentre la prodmr.ione del grano è tornata, al primitivo livc.llo ,- i' im1,ortazione è fortemente ,wmentata, la JJl'odu,1,iu1w e l'irnporl:azio nc cfol granturco, sono sensibilmente dirni1111il.n 2; ,. quindi dc: \''1 ·ss(:n· fortemente diminuito il consnmo ali111rn1l:u·,· -

-t

Vedn.Ri rclro(p11.g-g-. ~Jao ~e~g-.), quanto è detto i:.1.dl'n.lim o1it n,zio11n d oll c popo-

lazioni dc1la. r uA"io 110 i11vn.H1t.. - Ho du.vvero Jn. })eJlag ra, pnl', co 11 Hidnrn.t'Hi unn. o,nit(l.minosi, come tn.lun o ril.i1!111·, lu. 1d~La n1Ct;C01n.u~a c..lell u erh1, cloi cn.111 pi cu11 lu, farina rli granturco ba. fnnrn u,U1m111tt.n i (ln.n 11i dell'u.liment.n.i',io11H mn.idicn., per quanto riguarda la diffus iorw d i qu1· HLn. nin.ln.Uin.. 2 La quantit.\ m e (liu. 1L111111 u. di ~ rn.111,orco di ~poniliile t-ti è dùot.ta da 84 kg.


3H8

MOR'l'ALl'l'.t\ E MORBOSITÀ

La s urroga.z:ione progressiva del pane alla polenta è stata a gevolata dalla sospensione del daz:io sul trumento, provvedim ento - da questo aspetto - grandemente benefico. Il numero dei cas.i di pellagra denunziati, che era stato di 1.629 nel Hll 2, di 1.G!J9 .n el mm, di 1.129 n el 1914, si trova ridotto a B03 n el lf.122; dei 303 casi 214 s ono dati dal Vene to (nessun caso nella provincia di Belluno, 4 in fp1ella di 'l'reviso, 17 in quella cli Udiue; non appariscono dunque conseguenze permanc nl.i d<·ll 'oeeupmdone nemica). Nel Hl2B si osserva. una pi11 d ed:.:i,•n, dimi11uziuuc : u 66 casi. :ìl. Scarsissi me notizie si hanno sulla m odJosità tubercolare. 1•'.sse si r iferiseono a ll'esercito. n numero dei riformati per malattie dell'apparato r espiratorio, presumilJilrnente di natura tubercolare, è stato (Sanità T'uuulica, JI, I, pag. 104): dl

1~1f;

1.224. B.6B9

nel

9.348

>

1917

I f>.989

>

1918

11.7:l(j

6.159

mm

19l!l 1020

IJ11a parte di questi riformati 11 011 avnvn110 mai prestato i-er vizio milil'are (is<'ritti rl c lli• 1111ov1\ k ve, ('hia rnati a nuova visita. dopo prel'edc nli ril'o n11 n), o 11011 l'avevano pr estato durante la guerra (ric hin:111al.i di v,·(·(·ii i,· J, ·v,i). lTna parte dei riformati per tubercolosi pos:,0110 1·0111par·irn pii': volte nei precedenti numeri, essendo stali d1i1111111.li pi11 volte a nuova visita nel p eriodo bellico: quindi non è dn. mwludcrc un certo numero di duplicaziorii. Sui 48.095 atti di r if'o rma, al massimo 40.000 dovr ebbero riguardare militari che sono i-lati a lle armi durante la guerra.

per abitante n el 1909-13 a 68 k ~. n el 1919-2!1. Avverta.si che una buona parte d i questo granturco è destinata a l conRmno del bestiame, un'altra frazione serve per la semina.


XIH - SULLA .l!'REQUENL'.;A 1J I ALCUNE M/\ L/\'1".1'1 1•:

:l!l !I

Un'altra fonte ùi notizie è data dai re parli di :1.('<T rl:1111,•1 1Lo d iag·nM,tico ([1)i, pag. 105). Il numero cle i giu ukal.i 1w r111:111<111l.,·m c nte inabili al servizio militare per le varie fonn c di l.1Jl11•r eolosi è stato: di > >

6. l 52 i:3.622 11.957 7.016

nel »

, »

1917 Hl l 8 19HI 1920

Qui però s0110 compresi anche g li inabili per forme tubereolafi ùiverse da quella. polmonare; d'altra parte non vi sono eompresi nè i riconosciuti inabili n el 1915 e nel 1916, nè quei tube rc:olotici d10 non sono passati per i centri diagnostici, p er l'i,vicknza dolla rnalatfia. (),1ia.11l.o ;ti p rig-io 11ier.i reslil.uil.i da l 11e mic·o, nd <:orso (lolla g ui:rra, 1·0111t\ nlfoLLi da Lubcr c:olo:,;i ( LU>D,:), ris uii,a da dati uflit·.ia.li ( foi., pag. lOG) d11, ti.,1 1(i 1'111'0110 ri1·.0110K<:i 11 ii l.11 l1,,1T.olol.i(·i dai ecntri di a ecertamn11l.o diaµ; 11o;;ti,·o. 111 g- ra11 pari.e nK;;i so1w compresi nelle c ifr(' cli1111:d ripo rl:1.h'. A ne he te n endo conto de i ri J'onnal.i dopo i I J920 JH·r tubercolosi contratta mil p eriodo b c lli(:O, o doi <:asi d i malattia sfuggili ad. a ccertamenlo, è diflfoilc :;limare a più ùi 50.000 il numero dei tubcreolotiei di guerra. Questo numero, però, dà una misura inadeg uata della diffusione della tubercolosi nell'esercito. Anzitutto non comprende i militari morti per tubercolosi mentre e r ano all e armi; in secondo luogo non comprende - e l'omii::sio1w <\ !'o n,w p.i ù grave - i moltissimi morti per tale ma!a tLia mentre c>rano prigionieri. Tenuto conto dogli uni e ùegli all.ri, crediamo c he il numero dei t ubercolotici di guerra s i posH1l, stimare, a ll' ine irea, a 100.000. Numero che non pre tendo 1l.l ,·111 m precisione, anzi vuoln soltanto inùicare l'ordine di ;,;T11.11dm1:,,,11. d<d fenomeno. Se si prc;;e i11d,· da e o.loro ehe hanno eo11l.raUo In l.uben·olosi in prigionia, :,;i può <·11.kol11.re che i l 11 umoro dei mi litari e olpiti da tal malattia :;ia rirrw.sl.o sens ibilmc11I.(: inl'er'ior(: n.ll'J ¼ del


,100

MOR'l'ALl'l'À E MOJWOSITÀ

JJumero degli uomini che sono passati per k file uell'esercit.o m obilitato (più di 5.000.000). La proporzione non p uò dirsi alta; è a nzi bassa in confronto a quella ('he si sarebbe aspettata, c onsiderando l e faticlw, i di tmgi e l P soffer enze del combattente . Riteniamo che la vitn. a ll'aria aperta l' la uuoua alimen tazio,w abbiano co11<·ors o a l'renare la diffusione della tubercolosi nell'esercito. l~Hsa ha invec e trovato più agevol e eampo di propagazionn dove a ll e persistenti cattive condizioni cl'ahita.zione si è a ggi11nl.o il da nno dell'insufficiente alirnentaziorw, com' è accaduto JHir in da8si più misere della poµola:1.: io11c <.; iviìe, speeialnw.nt<' nelle <.;ittà. Migliorato, cou l a fine della g uerra, il tenor di v ita, si è immediatamente a ttem,nto il llag-<\llo, ('Ome abhia.mo visi.o trattando della. mortalità.

:::2. La ruorl.iosit'!,. ne ll'csen :ito opera11l.1'. è stata rchtljvan1e11L<: wite ; fuori dei periodi di violente ma 11i l'<'Kt.a zioni epidemich e si ò mantenuta oscil la nte intorno alla proJJOl'l'lio1w mPm,i.le di ,1-4 11rnma·1ati per ogni 100 prcKPnl.i, in nwcl i:1. 1 da.I.i che riproduciamo più :l\':1 11 1.i s11il:i. 111orhos it:ì in r cl :1 ziouc alla forza. presente souo t.ratlol.l.i i11 l'o r111:1. g-rnfi, ·;i nnl K1·g"Uentc diagramma,. 80

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A mmalati per ogni 1.000 n omini (for za presente), in ciascun mese, nell 'es P.rcito operante.

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60

40

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XIII - SULLA FREQUENZA Dl ALCUNE MALAT'.rIE

401

Il rialzo negli ultimi mesi del 19 15 dipende dall'epidemia <.:olcrica; nei periodi verso la fine dell'estate e l' ini7,io de ll'a11t:unno ,:osi del 1916 come del 1917 si fa sentire la m a laria; ne l <.:01Tispondente periodo del 19 18 si aggiunge, all'epidemia mala l'ica, Ja più grave epidemia influenziale, che già nel maggio di quell'anno ave va determinato - con le s ue meno maligne manifesta7,ioni un sensibile rincrudimento della morbosità. Appare evidente, penì, la relativa minore diffusione dell'epidemia nell'esercito operante: nell'ottobre del 1918, che ha segnato il culmine di essa, la proporzione déi colpiti da influenza dev'essere stata prossima al 4 °/0 della forza dell'esercito operante, m entre si è a ccostata all'S 0 / 0 ncJ r esto della popola7,ione. A MMALA'l'f EN'l'RA'l'l NEGLI S'l'ABILIM. SANI'l'ALU DF:1,1.' RSEiiorro OPJtRANTJr. PROl'Ofl.7.!0NI PER OC:NJ

1.000

UOMINI o~:;1,1, A l <'OUZA 1•n.1r.s1i:NTJ1;. /,f)Jt;

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Ge11 naio P eburaio Mnrzo Aprile

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Maggio .

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Giugno Luglio Agosto.

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26

28

28

il5 40

31 34

28

St->ttembre. OUobre

,12 45 41

42

42

54

40

Novembre

6a

53

43 45 38

78 55 '

Dice mbre.

39 36 40

:)1 I

!J(j

43

J brnvi <·.e11 11 i c he abbiamo dato q ua e Jà neJJc pa;.;·i111'. pn ·.cedenti ~ull' organi zzazione della lotta contro I,·. rnalal.l.i1'. lrn :-;111ix-

t Proporzio ni 11..ppro:..i-1in1ntivo. l ,o. gue1-rn. ù inco 111 iiwi u.l,1t. i l ~ I mu.g-~io J.Hl5 ed è terminata jJ t1 11o vn111h1·11 l!J IR Hulhi frouio itnl ia11n., I l 11 11o v,• 111Lu·1i HJJ.8 su g ut11la frances e.

2Cj.


-l02

MORTALITÀ l<; MORBOSl'rA

sibili ci dispensano dall'insistere sull'efflcacia che ha avuto la complessa opera igienico-sanittt ria svolta mediante codesta organizzazione. Non per un easo benigno, anzi soltanto per l'incessante e tenace ed illuminat,a rati r·a di scienziati, di funzionari e di pratici, si è potuto <:oHtcnere la morbosità dell'esercito ad un livello molto basso in confronto a quello consueto nelle passate guerre.


LIBRO SF,CONDO

NArt ALrrA E NUZIALL'l1A 1



PARTE PRIMA

LA NATALITÀ

<JA l'JTOLO

i.J,UA'l "J'OJW

ICEHI MO

NNl'T VTVT - ( 1l~N N] rn,;m,:Ri\ Ll.

1,,.

nata li til nel 11,ezzo s ecolo prccc,dmott, alla g-ucrra : ttiminuzione della natalità dal 1800 iu pui. - La 11aLaliL;ì. tlal l!ll4 a l 1!1211; <li111 inuzi01H'. ne l periotlo belli co e scarso compm,so nel pr,rioclo postbellico: . il disavanzo di naHcite si può calcolarn a 1.400.000. La 11nLal iLà r iprcncfo, dopo una breve nsccR>L, il s uo cammino disce ndcnto. - Qualche confronto internazionnlc. Analog·io tra le variazioni dollii .nn.tnli tà, negli ultimi anni, nei diversi par.si be llii;eranti.

l. U no sg uardo r etrospettivo all'andamento della uatalita 111:i pri 111l c·inquant'anni della vita nazionale eostituisce l'i ndispen:-m bi i,, intr od uzion e allo studio delle alterazioni da ,·H,m. ,-,11hiit-

ncl periodo bdlico e nel dopoguerra. Cer ch er emo di ,,r;,-i,rn h rnv i

il p iù pOHHillil<'; f.r ase11rer crno i parti colari p er f'nnn a ,·c· 1'11.1.f.1·11zion e H11g·li ;1,Hpl'i.f.i più gen era.li d ei fenomeni.

AH' i 11i:1.io dc·I IH'r iodo consi<lenLto, il rnmwro 1111·dio 11.11 11 110 dc:i nati vivi era cl i po(·o i11f'e r iorc

;i.

1.000.000. IJ11 f.rn.11Hi f.or io a1111w11 Lo

nel 1866 ecl 111 111. cl1 ·pn·s,-ione ne l HCg-11e11f 1· liic·1111io

1,m•lf.i di

nozze a nlic:ipalc, u r if.nr clafc,, Jl(:r l c8f.c:11r;io11C' n f.111.f.o i l Regn o 1

del rito civile

11011 111 odifìc-a110 Hc· 11si l ,il111c :11l.c· In 1111 :clia del quin-


,101>

NATALITÀ E NUZIALITÀ

quennio 186fi-70. "Ma poi, attraverso le eonsuete oscillazioni, si scorge chiara la tendenza, all'aumento. Nel 1887 viene quasi raggiunto il numero, eceezio11alrnente alto, di 1.153.000 nati. Indi htt principio una lenta discesa, interrotta soltanto negli anni vicini al 1910: il numero Lici nati nel 190,3 è il più basso osservato dal 1880 in poi. li ria b:o dopo il 1904 non tieve sorprendere: l e generazion,i, moli.o 1111merose, del quinquennio 1881-95 hanno dato luog·o a 11aH<:ite p.iù abbondanti che le precedenti generazioni, meno 11.11111ero.,;e e decimate da più alb:i. mortalità. Allo stesso niudo uu11 av rel,be do vuto sorprendere urw, diminuzione delle na1wil.c i11 (:orrispondenza a ll'apogeo dell'attività procreaLrice delle H1:arr;1i generazioni dei nati fra il 1896 e il 1905, anche se La ;.;11(•1Ta non avesse fortemente diradate le li le di questi. i. N (~!la media del l.riennio rnu-Vl il nnmcro annuo dei 11r1ti si aceosl.a a l.ll7.000; si mantiene a l.11.4.000 nei l!H 4, fl la diminuzioni' è a.ppeua sensibile nel lHlf> (L 109.000), Soltanto (·ol,. l 9l6 si mauifcsta, già intenso, l'e tfotl.o della, g uerrn, che clira.da le nozze e disgiung-e le coppie coniuga.li: il uumero de i nati 11011 ~iunge a 882.000. P reeipit.a ancora, a 714.000, nel 1917, e proseguendo poi più lont.a.mente ne.Ila tlisecsa toc·<:a nel 1918 il 111i11irno di 6fl:>.000, ch e 6 inferiore di o]tre d ue q uinti ;,tlla media d(·gli 11lti111i anni prebclliei. Col 1919 s'inizia la. ripresa: il numnro d1•i 11ati vivi risale a 771.000, b a lza a l.168.000 nel 1920; ma rie11.11P a 1.11 8.000 nel 1921, a 1.127.000 nel 1922, a 1.107.000 nel 1!)2;J. Du<· !:ti.I.i ro11:!:1,n1 enl.tli emergono dnl sumplice esame dj questi dati so11tma ri : la profonda depressione della natalità nel periodo bellieo e la duholc ripresa cli essa nel periodo postbellico. Il numero dei nati ncil 1920 è bensì il massimo segnato in Italia dal 1862 in poi, 111:t Hupern appena di poche migliaia il numero dei nati nel 1887, q11a11do la popolazione italiana era d'un quinto m eno numerosa, e s 11pnrn solo del 4 % la m edia de; li ultimi anni anteriori alla g ue rra. Dopo il 1920, poi, si discende a cifre che differiscono poc hissim o, in più o in m eno, da tal media.


XIV - I NATI VIV I

407

;3. Qual è stato il ùisavan:w di nascite del.ormi nato dalla g uerra? Grossolanamente si può stabilirlo confronl:m1do il numero efl'eLtivo elci nati nel quinquennio Hl15-l!) (4-.IH0.:> 14) col numero che si sarebbe avuto se si fosse manLenu L;.1. e o::.l.,u1i.1'. la. media annua del triennio 1911-13 (5.583.355). La d iffcrcn1/.n di 1.452.84 l indica il disavanzo cercato. Se, in via di se conda e migliore approssimazione, si fa cominciare il periodo perturba to e oll'aprile 1915 (nove mesi dopo lo scoppio della guerra europea.) e se n'escludono gli ultimi tre mesi del 1919, durante i quali il numero dei nati supera già la corrispondente media prebellica, il disavanzo appare un po' maggiore (1.478.829). Senw. pretendere la precisione, che uou si può conseguire in calcoli di questo g-cncre, sem pre fonùat.i su ipotesi in parte arbitrarie, possiamo ril,1\111:r1\ dio il <lisava,nzo ùi nascite avvenu to in suguito alla guerra s ia stato di 1.4:10.000- 1.:100.000. ~oll.a.111.o i11 111i11iina parte (88.88:::!) btlt· dis,:i.van1/.o trova com penso ndla JJ1ag-g-iol' 11atalili1. de l p1·1·iodo ol.l.ohn· l~ll!) -apri l<: Hl22, durante il quale il Hurnero mc 11,;ilt, de i nati ::;i <'. mantc11nto s11periore al normale. La. qtiasi rw111(·.a.111/.:.1. cli ,·.om[H'.1·1so c olpis1:n maggiormente pcrchè il forte disav,.Lll1/.0 di circ11 1.i00.000 ma tr.i .rnoni determinato dalla g1wrrn. rr:1. xtato, invc\ee, riuasi_ interamente compensato alla fìne de l 1.922. Si noti che dopo l'aprile del 1922 il numero de.i na.t.i vivi ric:ulc sotto la media prebellica. 4. Se, dalle proporzioni dei nati v ivi per ogni 1000 abita nti, s i :·.rn.ccia la, cui-va della natalità in Italia p er il 1,H1,:w secolo dw precede la guerra europea, il diugramrnn, dw q11i r iprrn11wia1110, 1110,;l:ra 11na notevol e analogia, <·.on '(lldlo dnlla mortalità. L ' una ,. l'altra curva, dopo u11 periodo di o,;1·illazioni scn1/.a 111"1.t;1, l.e11dc mm, all'ascesa. o alla tlisct'.sa , s' i111:an1mina dccisam c 111<· vcl':;o il basso. Ma la di xccs:i dulia 11;,1,l.alii,à è più tardi v a di (]t1d la d r l la mortalità: ,;' i ni1/.ia :-;oll.11.111.o intorno al 1890, quando g i:'1 da 1111:J. quindi1:i1111. d'a1111i la frequenza delle morti most.ravn 1111:1 pale»<· l.nnd1m1/.a. :1 dirn iuuire. E la


408

NATALITÀ E NUZIALITÀ

natalità discende più adagio della mortalità: l'intervallo fra le due curve aumenta.

- - ---------+-

30

30

,o

-

-

- - --110

o,__ ____._____.._____...____~ - - -....- - - ~ o 1863

63

13

93

903

n

13

Nati vivi per ogni 1000 abitanti, clal 18ìil:I al 192U.

.1±:cco le proporzioni. d.ci nati, per ogni 1()()0 ahit.a.11i.i, 1111~di1 ~ dì periodi quinquennali: tlS,48

!J7,t~

BH,Rii

BG,!l;l

11'ra il 18(i0 ,. il

BS,0 1

:J7,:i0

ai;,0:,

ll,l,!l!I

:l2,52

3'2,50

l:11,B':l

IH7~, il 1111111 uro u11nuo dei nati vivi era di 37,:, per 1000 nl>i t.n11Li : nl'g li a1111i dal 1!111 a l mm era sceso a 3 1,(}. Poid1(: .i11t.:~nl.u il 11:rnHTo dei mori.i era diminuito da 30,4 a 19,4 per 1000 abit:.1.111.i, l'1:1:e1:d1:11za annua de.i nati sui morti era aumentata da 7,l a 1~,5 "/,,.,. Il fenomeno domina11t:1· dd periodo co_nsiderato è la discesa della natalità. Soltanto la prm:mlcnl:e e simultanea e più rapida discesa d ella mortalitt't n e ha compensato ad esttberanza gli effetti sull'incremento della popolazione; e quindi, se gli studiosi se n'erano avveduti e ne avcv:1110 indagato l'andamento, le cause e gli effetti, essa non aveva p1'.rò suscitato generale inte~essame nto.


XlV - I Ni\.'l'I VIVI

4-0!J

f>. NeJ perioùo bellico la natalità si ahlJas:,;a: da :\ I,07 11at.i per 1000 abitanti nel 1914, si scende a, 30,48 rwl Imr,, a ~4,01 nel 1916, a 19,4!> nel 19 17, a 18,0\:l nel Hl18. Noi l!ll!J s i lia la prima r eazione, col rialzo a 21,36; si sale brusca111e11te a ,I 1,84 nel 1920 (proporr.ione appena <.:orrispondente alla metlia d<'I periodo 1911-13), poi ricomincia una lenta discesa: a 30,HH rwl 11:)21, a 30, 14 nel I922, a 29,27 nel 192H. Proba bilmente qurn;t.(· proporzioni deg·Li ultimi anni sono, ancora, più alte ùi quelle dw si sarebbero avute senza la guerra,, perchè la grand.o frequenza delle nozze celchmte negli au11i dal 1919 in poi non può non a.vere contribuito a,rl innaharl0.

6. L 'Italia occupava, pe r la misrtra della. uatalità, come per· (Jriella della mor talità, Lm posto i11tL•n11(,dio fra i massimi e i minimi dni paos i n11ropci, <:ornc appar<· dai :,;eg-11<~nti <la.li p<'r i l pcrioùo t!J08 I:\ o periodi prossimi, dr·su11i.i dal vol. T1 dr1ll' ;lunuaire l n l rT"IWlimw l 1lr• Sf1r/.isl.i<pr,·. NUMERO 10:010

Ltussia europea Uoma nia. Ru lgaria. Serbia Ung-bcriu PorLog-allo .

lt11lia

ANN UO lll•: 1 NA TI

V I V I l'lo:H 'l<lN I

'15,(.\

Rpag-na

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'1 3,l

Austri:~

3 1.,!J

41,0 38,2 36,0 34-,6 32,4

Pru8sia Germania 1"inlandia Olanda Danimarca

30,2 29,5 2!J,5 29,1 '.!7,l

I

1 .()(.)0

AB l' l'AN'l'I :

Nor vq;-i:t .l{cgno Unito

Svizzer a . Svezia Belgio Francia

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2,1,7 24,4 23, cJ 19,!>

La d i111iru1zio11e della 11alalit,1., Llella quale ablJimn<J d11snil.lo 111 ma11il"1·st.azio11c 11cl nostro paese, è fenomeno <:orn1111c1 a q u:r.-.;i

tutti i J>,Wsi ,,11 ro pd e presenta in alcuni di <,i:;si 111:u1ili'slazio11i assai J>ÌLL irnpo11rn1Li. Ci tiam o solo, p er con:,;cnf.irn la <·0 111pant;,,io1w, qualche dalo s11 lla 11:il; tlil.h del 187H-85, o di 1wri11di prossim i, per alcuni d11gli Kl:di 1·n11si deral.i 11ella pn:1·, ,d<·11l.1· 1:r.lwlla : U 11gheria 44,4, Sp11;.:1m :11i,:.!, I lnnn11.11 i:1 :IH.0 , lkgw , 1l nilo ~!f.,:t, Jl'rancia 24,!~.


NàT.ALITÀ E NUZIALITÀ

410

7. La proporzione dei nati agli abitanti Ji un paese non è <:he un primo e grossolano strumento per le indagini comparative :,;ulla tendenza alla proerea:r,ione. Metodi m eno imperfetti con:,;entono ·p iù profonde iII vrn;tigazioni. 1\fa le variazioni della natalità avvenute nel pnriod u hellico sono così grandi che anche la semplice propon:ione tld nati agli abitanti vale arl indicar~e, ('00 sul1k ie nl e aJ>prossimnz.ione, l'intensità.

NA'l'I VTVY lfedia annn• 1.912 - m

Romania Bulgaria " . Ungheria 3 • ftalia 4 .AustJ'i n Gcrmnni:i lnghiltc rrn e ( :allcs

4-2, l '16,2 31,l RI, 1 26,8 2R,8 20,:! 17,9

23,0

l:ICIA"iO l•'rancia

Hl,!-1

:::ìpug11a .

:JO,!J 28,1 2G, l 2G,4 2H,G

Norvcg-in :-,vizzcm Svezia

/ !J/4

42,8 4 1,0 3:1,~ 32,0

27,8 24,0 22,2

Olanda. 0:111i111arc11

PER 1.000

•) " r. - · ·~· t

31,!J 28,2 25,ti 24,9 22,7> 22.9

AHI'l'AN'l.' l

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40,fi

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11,6

9,r,

31,~ 26,2 ~1,2 23,7 19,5 21,6

3 1, I. 2G,n 24,4 26,1 18,7 21 , 1

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16,0 19,5

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37,6 33,5 27,:l 21.,~

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R0,2 26,0 23,7 25,1 t 8,2

28,& 24,8 24,1 24,2 18,4

27,0 24,2 22,6 2G,4 18,4

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20,;1

rn,H

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-----·1 I dati sono do:·m 11t,i d:dl,· t~oinpara:doui internazionali deJPAnnuaire 8tal'i,stique della. Statistiquc () ùrd,mh• dc la l!'rance, 19'l'2, pag. J.lJ[), eccettuatiJ alcllUÌ, <lfli quali indichiamo qui s o l L<> I, • fonti. 0 Nella prima colonna, 11rndi:1 :11111 11:1 Hlll-12. 3 1 dati dal 1915 in poi Hono I rnLLi <lall'Aperçu annuel de la dimograpi.ie rliv:n·s pays du nwnde, pubblicalo " " ' l9'2H dall' fatituto Internaziona le cli. Stat,i:..:Lico.. ' Dati tratti dal lllovim,mlo della 1-.opolazione. '' Confini attuali, per A"li anni d:11 J!IM- in poi.

,le,


XlV - 1 NA'l'l VIVI

'111

Nei paesi belligeranti la natalità ueere:;ee l> rusv.an1t· 11te nel primo anno su ccessiv o a quello dell'entrata in g uerrn; 11cl :;e<;ondo anno :;ueces:;ivo si manifesta un'ulteriore diminuzione, in q11ald1<: caso ancora molto forte; poi la discesa rallenta; in qualc he paes(' la natalità risale lievemente verso la fine della guerra. Nei paesi ch e hanno compiuto uno sforzo de mografico-militare più intern;o, la natalità discende ad un livello corrispondente a poco più o poco meno della metà di quello prebellico; in Inghilter r a la diminuzione è molto meno marcata. Nel quinquennio 1915-19, complessivamente considerato, l'Italia presenta una diminuzione di na talità, in c onfronto alla p r opor:àonc m e dia del 1912-13, di 46,5 p er 1000 abitanti, poc o inferiore a quella della Germania (55,2) e s uperior e a quelle della. li'rnncia (38, l) e dell'Inghilterra (23,2 ), beneltè la rnol>i lita;-;iorn: ilali:1,11a. s ia e o111i1wiala, lliec i mnsi più tard i. Nel lHl!) la l"requeu,;a delle uascii.c è g-ia in :;cn ~ihi l1: :wnrnnto in tuf.l._i i 1_.m(:s i be lIig-e r;:,111.i. Nei pae:;i n ettlrali euntinua a. m :.1.11irl·-slnrni d.11ranl." il p e riodo bellico la te nde nza :ul un.1. g rndua lc .Ji;-;(:e,;a nc ::a naLa.li tA, elw era sta ta caratteristica llegli ul timi 1.1,11ni ante riori a l 1Hl4. Soltanto nella, Svi7,7,cwa e nel l'Ola.11da, la disc·1'Ha H<!mbra 1.1,c:celcrarsi per ripercussione della guorra. 8. Dopo il HH9, nei paesi b elligeranti la natalità risale; ,;cgna quasi dovunque una punta n el 1920; poi tende a ridiscendcn : <: 11e l biennio 1921-22 si mantien e, in generale, infcrior<· al Jiv nil o d<\I l91i-13, nonostante la grande frequenza de.i m atrimoni 11 e i pri111i anni s uecessivi all'armisti:,,;io. In ncss1111 pacS(' la g uc ri-:i. ,,.,11,l>r11- a.vere a rrestato la discesa de lla 11al.aliU1., i11 taluno He111i>ra av1:rla a ceele rata. L a punta, del l!J20 s i uHs1·1·va anche in pa<:s i 11<:111.rali : in parte effel.to de i 11iul.ri111 01 1i dw la gu erra aveva rilardai.i e .la p ace ha cow:;e 11l.il.i, i11 pa ri.<: rillc:;so della ondata di fìl.li zi,1. prns pc ri tà c he ila s1•g-u\l.o l'arn1i ~l.iziu.


NATALJ'.rA E NU1/.fALITÀ

412

NUMERO MEDIO ANN UO DKl N'ATl VIVI l.'~:11

Romania I t11 lia Pruss ia l11ghillc rrn llelg-io l1,ra11c.ia

Nella.

l !l/2~ /f:

1920

1921-22

,1 2 ,H

:l3,7 ill,8 25,3 25,5 21,9 21,4

38,0 30,2 23,6 21,,1. 2l,J 20,0

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g-rad11n.11io 11\' d e i 11/11·Hi ,·111·01', ·i, H•·•·o11dn l 'alte:r.za ddla

11a talità, l'Halia. t:011 :CH; l' V/l, 1111 p osi.o i11 l ,•r111, •di o, i ',OIIH \ ndl'nntc -

g uerra. Ciù

non apptLre u c 111 '. dn l pr,·1 T d1 ·1il., · 1·11111'ro11l.o, pe r

la

111ane a11:r.a di dati l'l '. lativi ai p;u '.si ,lt-11 ' l 1:11rn p;i , ·, ·1ilra l1: ,·.ti o ric n 1.alc: parn; i <'iw, 1wr g-li s poHl.11.11w11 1.i d i 1·n11ll 11 i 11.vvo1111l.i c on

la

pace, 11011 s i pn '.sl.a110 a li,· 1·0111p11.n1.z i1111i n ,l.r rn, pt'l.ti v,i.

1

.La. 1rta;~1~i1 ,1· pu1·t 1, dnl d 1t.1i pnt' Il l d111111 l 11 l!ll ~- 1:, sono des unti dal citato 111 11.1-{ii w · J+n.d ,o di 1p1 o l l i pm· il pHriodo l!:)20-22 d:il citato

Annua:i1·,1 8tal,:.'f1,ù, ,rn ; lu, A.1 wrçu .


XV· I NA'l'l VIVI SECONDO I Ml 1:H 1

UAl'l'l'OL< > Q,u1NDICES1MO

NATT VIVI, SECONDO J ME.'·ìl. Hipartizione delle nascite per mesi, negli ultimi anni a11te1-iori alln. gmwrn . Costruzionn di numeri indici pnr il periodo 1914-23, in modo da eliminare le variazioni periodiche. Principali variazioni della natalit:", C08Ì mcsRc in evidenza; loro cause. Effetti della mobilitazione, del le licenze ai militari, della epidemia infiuenziale, della smobilitazione.

l. .Per ben seguire le vicende della natalità italiana nel peri odo bellico non bu,stano l e dfre annuali, anzi conviene ricorrere a tJltClle mensili. Nell'interpretazione di q1rnstc, però, bisogna poi.ci· dixt.in :;11<'1"1' g H effetti cli speeiali perturbamenti dalle co11H11ete vari azioni p<iriodkh e; al quale intento seguiremo 11n pro-

<:nclimrn1to analogo a q1wlln adottato nello st.11dio delle m orti (v. 1·1'ln1, pag. I I :,).

Nella media a111111a, del 1wriodo l !ll 1- t:;, i 1111,t.i v 1v1 c rn110 <·osi distrih11iti per m <,xi: Gennaio F t"bbraio Marzo . Aprile. M>tggio Gi ugno Luglio .

Ag-<mto . Sc1.tcm hn•. 01.1.ohn: Nov1;111hn ·

Dic1,r11l>rc . ' l '11•1•A1,i,:

107.33!.)ì

96. l()() Trimestre d' inv1,r110 ;!04.165 100.726 92.51]9 di primav. 265.707 89.3311 83.827 . 88.122 / 90 33() è , d'estate 271 .864 !)3.407 )

ì

95.9 15 ( 91.400 87.620

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d 'autunno

:l7-1.!);lf,

I . I I G.671

Le 1.:a11xe 1h·l l11. p1·.riodidt:'t, tielle rnLseil.o ( 11w1111 11 inn·nl.1 1, di quella delle tnort.i, <' 1110 11.o 111cno di q11<:lla ddl<: 1iozzn) xono assai complcs:;e : i11 pari.,· lixiol og·id 1c varia i111!-11sil.:'1, dell' impulso sessual e 11dlc· di v,-r,w ,•poch<· dd l'a11110 . i11 pari.e so-


NA'l'ALI'l'À E NUZfALITi\

él 14.

eia.li - periodicità dei matrimoni, Reparazione e ricongiunzion<· periodica di c oppie coniu;;ali fl(T f'o nsegueuza delle Illigrazioui temporanee. In ogni modo, q11i 11011 importa l'analisi di tali cause : bas i-a stabilire J'\'si:-d (imm f' la misura della periodicità, per evitare er rori ncll' i11krprC'i.1,:1,in11t· d0i dati mensili del periodo bellico. 2. Ad nli111i11are le var im1io11i s la g'ionali, inveee cli c onsidPrnr c il n11me ro a ssol11to dei n ati vivi in (' ia scun mese di eiascun

a11110 da l LH! 4 in poi, consillcrc r<' :11 0 i! rn.pporto t:rn tale numero 1· q11 c llo <:o rrispondente a llo Rl.<·sso 11wsn nella media a nnua del 1!11 L- t :) ; ossia ridurremo i dal.i ;i sso l11li a n nmeri indici, pren de ndo eorrw termine ùi r ifori1111·1il.o 1•1 ·1· il dato di ciascun m eRP "il dalo m edio del c orrispon<i<·nil- 111t ·x1· 111·1· il 19 11 - 13. Con !:ah• proeodjmcnto otteniamo i sq.!;111·11li 11 111111· 1·i indi<·i . Nu mc,n

100 1911-13

I NIJICI OEl NA'l'I V JV J I N OIA H, 'll N i\l 1,.~. 1,:, l 'tlH'l'O IJGO Al.1•: A

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I uumeri indicl 1)el' g-l i a 11 11i !!11 7 1: JH18 souo sta.ti corretti, per tener conto

delle nascite avvenut e nei co1111111i i11 vasi , con l'aggiunta del 3,3°/0 nel lflJ7 " del 2,4: 0/0 nel 1918: aggiun to propnn~ionn.li ai nnm~.ri dei na.ti viv i calèo]ati pcl' i comuni non aventi dato uoti~i•· .


XV - T NA'l'I VIVI Sl•}CONDO l MES T

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N11111••ri indici dPi n:t.l,i vi v i , 1n•r nw~i.

~- Soltanto a par tire da lla pl'iin,.1,v1·.l'a tld 1\-1 1:) i n ume r i dei na,l:i potrebbero r ivelare qualc he in n m;:,o tl eg-li av ve11imcnti politici dell'estate del 1914. Il r ia h,;o doi numeri indici dello nascite, dte eulm ina n el mag·gio del 1915, si connette con l'eccezionalrnente alta nu r.ialità dell'agosto 1914, ma più ancor a col rirnpa tl'i o di n11mcrosissimi emigrati subito dopo lo scoppio delln g ue r ra e111·o pca , e con l' immerl iato r i~bi.gno dnlln cor rnnt.i nmi gra to rie xc>g-11ito _a tale evento 1 • Il r itorno degli emigrati ri 11 11 i:-w,· molte <·oppi<· dw viv1wano separate, la sosta della <'tni~ rn,i'.inr w

1 NAI V11 11 Plu, 1·lm lm n.1:eolto i) massirno numm·o di 1'i 111 pn.l,t·i,di ( 111n.si-ti mo così a ssoluto 001110 i 11 n1.ppu 1·Lo a.Ila. popoln.zione), i l u 11111m·11 i11 d i1· n 11, •11 11 111LHC itc ,del n,aggio l!J Lr, ò 111 0 110 nito : 120 {nrn. stn.t,o d i HY2 i11 f'p hl1nt.io, di 100 i 11 ttl lt l"~O ; e r a salito a l07 i n n.l't'il,· , H i ù 1111L11 l,t · 11u Lo u. l l 4: in ~ i 11~ 110 ), Mn. ,u wl.., 111·11 0 n.lt;r 1! regioni i n u m e l'i. i 11d i ni so110 n.11.i: i n 111~HHt1na. ri rn n.11g-o uu Hotln 100 : i11 Nn.rdegnn., nelle Marche , o oll'lfm hl'in., 11"1 111, Un.u1pn.11ia, s 111H·1·11.110 110 .


416

NA'l'ALITÀ E N U1/,IALITÀ

i,\Tita n uov e separazioni ; onde, nonostante l'abbassam ento della nuzialità dal settembre del l!l14 in poi, il livello della natalità resta normale fino a l.uf.to a;.çosto 1915. La consecutiva graduale diminuzione delle nas<'.it.c, <·.he comincia col settembre, dipende dalla r estrizionr dei matrimoni e dalla progressiva mobilitazione occulta, ch e disgi1111;.ç<\ numerose coppie coni ugali. La diminuzione delle na~citc <\ i11 I.P1Tol.ta dalla punta del gennaio 1916, che si presentn, più o 111<:110 accentuata, in tutte l<> regioni, come appare dai :4ng·11c 11ti 1111111 <:ri indici:

l 'ie mo ntc. Lig aria Lomhardia . Veneto .

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11 rn p1:11l.i 110 a.11111 tmto ùcl numero indice delle nascite n el ;.çennai o I !l lii ~i può attr.i buire a varie circosta nze : ripercussione dPlla 1·<ila l.iv11.1111·11l1· a li.a n11zia lità del maggio 1915, maggiore spost.J.mc nto di d<·111111;,.i<' di nascite dal dicembre al gennaio (spostamcu to gin. a hil.11:il,· i11 ~idlia e in parecchie regioni meridionali, e prohahilm1·11k 11,., ... ,•iu·i11to dopo lo scoppio rlP-lla g uerra 1 ); mn

' Il rital'do delle d,.,,.,..,,; ,, di 110.scitc dal dicembre al gcnao.io aveva, in 01·ig ine, lo scopo d i postieip1trn 11'1111 ,umo l'epoca in cui il nato sarebbe stato chiamato alle armi. Dato. fai lr, .wi~i ,rn dell o. consuetudine, era facile prevedere chP. la. g uerra. a.vr ebb e cont ribuito n. di ll'o11derlo.. J,~sn.minando le proporzioni dei <\ue sessi fra i nati in dicembre e fra. i un.ti iu gennaio in Sicilia - regione dove la. deplorevole consuetudine hn. grn11 do cstP.nsione - si vede ch e durante la. guerra. cresce la proporzione dei maschi frn i denunziati come nati nfll gennaio, dimi· unisce fra j denunziati come nat,i noi 1licembre. T ermina to. lo. guerra, il movimento non si arr.e sta: la causa che g li .lrn <11.,V, impulso è scomparsa, mo. esso pr oseguu


XV - I NATI VIVI SECONDO T Ml<:SI

noi crediamo che dipenda principalmente da

1111'

417

i11tc nsific11:1.ione

delle relazioni sessuali fra i coniugi, alla vi g"ilia dnll 'n ntrnl.u in

guerra dell'Italia, che faceva prevedere lunghe scpnn1,:1.io11i . 11 successivo brusco salto del numero indice da !)il noi f'e lJbraio 1916 ad 81 nel marzo rispecchia gli effetti della rnolJilit.a;r,ione palese, ini;r,iata eol giugno 1915, che determina imruediala mente una nuova forte riduzione della nuzialità e che allontami dalle loro case molti coniugati giovani (in tutto sono chiamati alle armi 190.000 uomini dai 20 ai 27 anni). Prosegue lenta la (!isecsa del numero indit:c fino al luglio 1916; la nuova forte

por incrnin: d i minuisce nncorrt la proporzion e dei mnsi,hi in dicembre, cresce i n go1u1 0,io. ,11awcld Oicc:111hrn (111c di :1 :ut111rn lf110· 12) ( 19 11· 1:l)

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I~~ c 111·ioso 11 ntn.rc·, poi, come la. consuetudine del ritardo n e lln. rl<:! 111rn z ia ahhin finito eo!Jlvs lp 11(le rs i anche alle fe mmine , sebbene in mino1·i pi-opo.rzioni . Ni, d ì1. jndizi o lo :-:q :1ilil11·io l.l'n. i l rn:mero delle nate in dicembn-} e quol lo d, d lo 11a,l.11 in gennnio, clrn solo i 11 p ici;<da. parte d ev'cssererca.le,se pur lo Ù j !'1 il c 1·•· ?•w,o r 11 di l,11,lf• squilibrio 11PI }l"t·io do lwllieo rnostra che anche i r itardi tl4~11,! d o nu rndn di nn:-H:i tn femminili souo di v P1111i,i pili freq n enti in ta.1 periodo. ])ell 1a.11111 0 11 l.1• 11 1·ll 1L l',·oq11,~n :1.:1, rlci ritardi p o r g o i11 ( li 1. i11 a 11d111 l 111,11 1la1111J 11t,o della propo r½io111· frn. il 1111m1>n) <·l ni dichia.r n. U uali in WH1 11 11,io II H n11rn 1:ro dei dichiarati nat i liPI dit-1•n1h1·1· 11rl't~Pd f'n t11 , e h~ s::i.Jo da. 1'1H po r 100 11 o ll'n,1d,i•j(lle r r a, a, J63 u e l llll6, a Hi l 11 111 1!!1 7, "' 17K ,,.,1 rn.1 s , a. JR2 ,,.,1 111111, " '211() " " ' 111'.,!0, "· 207 nel 1921, a 210 n e l 11 r.tl, " :t2'1 i,,,I 111211. G. M o a·rAnA.


418

NATALI'l'A E NUZIALI'.rÀ

caduta dell'agosto probabilmente è il r iflesso della ehiamata alle armi del novembre 1910 (440.000 uomini dai 19 ai 29 aiini). Si ha poi qualel1e mese di 11011 grandi variazioni dei numeri indici. Alla lieve asccBa dell'ottobre-novembre 1916 non sono estranee le numerose Iicenze concesse a militari nell'inverno 1915-16, durante la sosta dalle operazioni belliche. Segue un nuovo salto in IJw,so nel febbraio 1917, che corrisponde alle ulteriori sottrar.ioni di uomini alla popolazione civile operate nei lobbraio e 1101.i.'aprile del 1916 (350.000 uomini da 25 a .'-32 anni) 1, ii Ol lugfo, dello stesso anno (290.000 uomini da m a 34 anni). Nc ll' iuvcmo 1916-17 le concessioni di lkcnr.e ai militari dcll'c:,ereito operante cominciano un mes i~ p rima che nell'inverno precedente (in novembre invece che .iu dicembre) e il loro effetto ::li m.anifesta più sensibile, nel rialzo dei n umeri indiei del trimestre luglio-settembr e 1917. Dopo il quale si cade a cifre bassissime, nel novembre e nel dicembre l 917 (era.no stati soltratti a.lle famiglie altri 2GO.OOO uomini, pcl' la rnaµ;µ; ior parte rli 19-20 anni, nel settem hrc 19 lfì, e 130.000 di 35-40 .i.un i. n el dicembre). Dallu. prim:tvcra. fle·1 1917 in poi, veng·ono vro:,;eµ;u itc anche nella staµ;ione di 1.n aggiore attività belliea larghe eonecssioni di licenze a.i militari dell'esereito operante (benchò me no nmncrosc che ne l periodo i II vernale) ; ne deriva una scnRi bile ripresa ùella na1.alitit : da ld,IJra.io a luglio 1918 i numeri iudiei si mantengono ad 1111 li vnllo prn :o diverso da quello dell'anno precedente. Coll 'a µ;mll.o 1918 :,i manifesta la ripercussione del rovescio militare dnll'ol.tohrc-11ovembre 1!H 7 : l'agitazi.one degli animi e gli spm;ta,m·Hl i di popolazione avevano contribuito a ridurre iu Cfuell'epoca la 1111,1i11,lil:'t. ; le c oncessioni di licenze ai militari erano state grandemenl.<: ristrette; nuove chiamate alle armi avevano disgiunto a ltre coppie coniugali (fra il novembre del 1917 e il gennaio del 1918 e ra.no Ntati chiamati più di 270.000 uomini, in gran parte di classi a.11 r.ia ne: ano a 43 anni di età.). L'afflusso in paese dei militari in licenza invernale aveva ripr eso vivace nel gerrnaio 19 18 e s'era sempre più intensificato nei mesi successivi. Il numer o dei militari contemporaneamente


X V - 1 NA'l'I VlVf 8 1<:CONDU I Ml•'.SI

419

assenti daH'esereito operante, in licen za, c:lw ,-oJo ('<TP:r,io11.ilnicnt<· aveva superato 200.000 negli inverni 191 5-Hi e l ~llU - 17, HllJWra

%0.000 nel mar:;10 l 918 e giunge fin oltre :l00.000 lll'i 111a!-:'g-io, mantenendosi poi quasi sempre superiore a 250.000 1lt'i llll·Hi esti v i. Se ne vedono gli effetti nel rialzo dei numeri imli!'i dell1: nasei te dall'ottobre del 1918 in poi: nonostante che lo sfor zo demog-rafi eo-militare abbia ra.ggiunto l a massima intensità, l e nn.::;c·il l' ri sal g ono a proporzioni fra il 55 e il 60 °/11 di quelle d'anteguel'l"a. Nel t1·imestre giugno-agosto 1919 si manifesta una. nuova e pi II profonda depressione del numero dei nati : n el m ese di luglio il 11 11rnero indice sc:ende nl più basso livel lo c]j tutto il sessennio 1!1 1'1-10. <inesb1 depressione deri va principalmente dall'epidemia :i1illi1e11 :r,ial<", <'11e ha .i11fierito in ,;poc·inl .m odo .nei mesi dn.! scl.l.erni>1T I !li 7 al g·c11rniio 1!118, rliradurnl o i 111al.ri111011 i , i nt<,rro tn pemlo I<" n ·l:1.z i1111i ,·01 1i11g-ali <' l.rom:a11do .ili' i11i:.1io 1111111<Tose g ravi<.la.n:;;c, o

alwrlo o p<'r m orte della ~c:,;t·n.nl.<'. I ,a li1w dell ' i1w11ho dcii la g·11(' 1'1':1., il t'i111pal.1·io di llll',\1/,l> 111i-

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lio11e di l'l'tiU<:i clalla Jll'Ìg'ÌOnia, la rapida HIIIOi>iJila½iOtl C d1·II<" <.:lassi più a11;;,.ia11<:1 r esl~u1rando la 1·rn1Yi,·<"n:r,a l;1,111ili:t1'l·. 1:woriscono la pl'onl.a ripresa della nalalit.h: dall'a~oxto al xd.l.<imure 1919 il ntmwro indice doll1i 1111x('il.n ha.11/.a da r,1 a 80, 1• in ol.Lobr e sale a 106. Col progredire deJla sm obiJita:.1io11(), ;1,11<·.Jw i matrimoni erano andati aumentando di numero: solta nto n el maggio

mm

si era s11pPrat.o il numero prebellico, ma, già n ell'ottobre del 191H i l J1t11111·r o i11dice delle nascite supera n otevolmente 100: effetto in pari.i· <IPI ritorno dei m ariti ai talami, in paite dell'aul.ieipaJa co 11H11111.1y.i,>1:(\ di 11111,Lrimoni <..:ontratti nella primavera. NPg-li iiltirni .rnesi <i<"I l!IJ!l <" 1wi primi del 1920 il nrnnero d<'i 11nli 81qwra fortc nll'11k i l li vd lo normale ; m a già n ella srPoncln. nwt.;\ d<"I l !l~O ridisf:cnd <" H11l.l.o t.nl1· li\'nllo. Di fronte all 'a.11111<'111.o di naH<·i l.,· prov ocato da.ll't•l·<·<·,1,io 11a l11w11te alta freq1.1en:.1;1, dni 111alri11111 11i cl.i.Ila primavera cl ol 1\11!1 i11 poi, 8t.n. la din1i 11111/.in11<· ,·a h·i111111l.a clal grande 1111 111e1·0 di sc·i111,;li111<·11 1.i d i ('oppi1· 1·011i11g·11li ,. dalla diminuzione della 11111/,ial il i\ 1H· I p1·riod o l w lli,·n. I cl11, · l: lll111·i pn•ss' a poco si eq uilihra110 111'1 l.ri,•1111io I !)~ 1-:n.


NATALITÀ E NUZIALITÀ

420

La distribuzione mensile tielle nas cite in questo triennio è un po' alterata in confronto all'anteguerra: è aumentato de l 2,4 °/11 il numero dei nati nel scmcstre autunno-invemo, diminuito del 2,4 °;0 il numero de i nn.f.i nel semestre primavera-estate. Alter azione n on grande, c:111• prohal>iJmente si r-onnette con la variazione avvenuta ne l 1·.0111.ributo delle coppie cli p i11 r ecc-mte formazione al 111m11' ro tob1fo delle nascite. ll solo mese che HPg-ni una. forte variazio111~ dd II umero indice è quello di gcnuaio; ma qui la vn.rinzio11n è i11 partf\ apparente, perchè determinata, dall'aurnrnilal.o Hpusl-luuc11Lo a l gennaio di de n1m7,i0, di nasdte, di fattoavvn1111l.1· i11 dicembre. -L Riassumendo le impre:;s ioni des unte da lla preced ente analis i, os8erviamo che le manifestazioni carnttcristiche cfol periodo bellico eonsistono in s ucc·essivc ridu,.io11i della. natalitit. Ogni ehiamat.a r1.l ln a1·mi di <"la,ssi an7,iu,11c disgiunge nun:1.erose e.oppi.- f\Ristc-1111:i, ogni c hiamata di •·lassi g"iovani vini.a. la l'orma¼iomi tli nuove eoppifl; le licC'.nze <·011,:t1ssc ai m;l_it~1.1·i attc1111::i.n o poi, in qualche mis ura., l' uno f\ l':1.ltrn <'fl'n tto. La linc d Plla, guerra e la smohilitazio1w, o p1~ra.ndo in s tmso oppo;;l.o, I.P11do110 ad accreseere la na.l.alil.i1,. L 'a111n1i11l.o ii molto pi11 rapido dnlla. diminuzione cui esso fo risl'.011.tro, cumc multo pi1'1 rapidn i• la. smobilitu.¼ione in conl'ronto alla mobilitazione. Da l 111aggio I!l lfl all'aprile del HJ2~ il num er o dei nati tende a ir111,11l.1i1w.r;;i ;;uperior<' al livello d'anteg uerra, poi seenrle sotto tale li v1illo : i dal.i IH'I' il 192~ mostrano nettamen te, ad eccPzion Pdd primo q::::.d:·i:::t'o:l.n\ 1m <lis:1x an7,o di nascite '.

I

1921

1922 ! 99S

Ecco i rrnm or ì indici

...

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Gen.

l•'ttl.J.

Jl/m ·.

108 118 112

97 10(;

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i s.i ngoli 1nesi del triennio 19'Jl-23. Jlfo!J. Giu. L ug. A go, s~u. Ott. Nov. :1:, u;, 97 08 U8 106 110 99 tl!) I Uj 100 100 08 95 95 97

105

111-0

100

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A1ir.

!1\1

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XVl - 1 NA'l'I VIVI SECONDO Ll<~ REGION I

421

CAPITOLO S.isDIO.l!:t;IMO

r NATI VIVI, SECONDO LE

REGJON I.

Couf'ronti retrospettivi: le variazioni della natalità, per region i, dal 18(;\! a l 191 :1. Progressivo approfondirsi delle differenze regionali. Confro nto fra due tipi estremi di variazione: la natalità nel Veneto e nel l'ic monte. - Le nascite nel periodo bellico. Costruzione di numtlri indici. dei nati vivi per gli anni dal l!l14 al 1!)2/l; variaxioni d e l numero dei nati nelle diverse reg·ioni ; cause delle differenze che si riscontrano. Calcolo del disavanzo di nasci te d11rantc il periodo bellico, e del disavanzo o dell'avanzo durante il periodo postbHllico, per singole regioni. - La n atalità nel 19\!1-23; diminuzione dclii• natalità n ell'Italia setl,i,11l;rio11alc e centrale ed i n Sicilia, aumento altrove; le difl'ercm;e regiona li so no :uuwra auml'.ntate. Le cause de lla diminuzionc dC\llit 11,)talit,i,. J. Ne lla i'n·quc111/.a delle mts<"Ìt:c, I(' vari1· rn;.;·io11i il,;1,lia.11e mo-

sl.rava110, 111:;.:·l i 11lti111i a1111i (H'(:1:1:de11l.i a lla i.:·1101Ta, dim·ru111/.c assni mai;giori di q11l'lil- 1·si st1·11ti 111:lla l'n·1p1t•11;,:a tl el ln

m ori.i. Nel

triennio l !Jl 1- 1:;, i l sag;.;-i o 111l'dio a.1 111 11al1· di 11alalil.i1, var iava <In un minimo di :!:i/ i 1w1· 1000 al,ila,d.i i11 I ,i /,!;1iria ad 1111 111assi11 1n di

,W,5 nellfl 'J:>uglie; per il sag;,.;io di 111orl. t.li l.i1, si a\'<·va 1111 1·;1rnpo

,Ji variazione assai più risloretto ( 111i11imo: f(i,(i, l'it•111 011l.1·; massimo 22,4, lfa,8ilieata). Questa grande varielà di condizioni regionali non è fenornc 110 d' a nti ca dabi: nel 1862-65 la natalità variava da un minim o d i :14,5 (Umbria) ad un massimo di 42,.l (Basilicata) ; nonosta11ie il più alto livello del minimo e del massimo, il ea.rnpo di ,·a.ria1.iv1n, er,1, (p1;1.si due volle viii ristreUo ui c.p11.uI1,o i· div,·11uto nel 1!111 - 1:i. <111arda11do orn, più particolar.m ente, alla sit11a1/.io 11 1, ,·011q,arativa dcli,· v;1ri1· rl'g ioni 1111·1 periodo più r el'rn1L\,, \'!1tl i11.1110 d 11· il minimo ddla 11.i.lalil.:'1. 1:orrispo11d e ad una n :g-io111· sdl, ·nlrionalc, i l rn;i ssi1110 11d 1111n rneridio na.l e . .Ma la disl.r i l1111/,io111· ;..;·1·ogra'fica della l'rnq111 ·11za d, ·11,· 11as,·iLe 11011 ù 111011.o r, ·g o l;ir1· : lll'I ,'idl,c11trio11e trovia11 1u atll'lit· r,·h·io11i di aìl,a 11:i.lalil.:"t ; 1ll'I ( :1·1d.1·11 In 11alalità. ,è

media, nel Mm•,zog·iorno

i'· ;.:·<·1H ·1·al1111·11l.1 , nlla, IH'li n l su ln è m edia.


NA'.rALl'l'À B NU~lALI'J'À

422

Colpisce l'alta frequm1½a delle nascite nelle regioni adriatiche, dove è relativamente suu·sa la diminuzione della natalità dal 18f>2-H5 al 1911-13, come appare dal seguente confronto. N umero meditJ annuo dei nati 1;i·1;i per 1000 alJilanti

Con,pa,rtù,,euti

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l'uglic llasilicata Calabria S icilia Sa rtleg11a

36,76 36,80 37,lìO 38,23 1 37,f>!) 39,90 3G,38 :14,52 36,00 2 37,60 B8,25 42,05 42,09 :l8,7J. 41,62 37,6,{

l ·11 A J..,I ,\

aS,48

L..omlmrd ia . Vendo 1,; m ilia ' L'rn; caua Marche Umbria.

Lazio Abruzzi. Campania

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L,i. diminuzione della frequ enza delle nascil.e

79

è curatteristica.

gc11nrnl<' di tutte le regioni, sen½a alcuna eccezione. Ma nella graude:1.,.a di 1.n.l d.i minuzionc sono forti le differenze da regione a reg ione : in taluna la natalità è diminuita appena del 5%, in tal a.lLra fi110 d1 :l ,I(; "fo. D ivergenze cosi grandi fanno intuire la. varicti1 doJ J,, c iri ·0;-;i;1,;1,;n c.he hanno agito nelle diverse parti del paese: cireosb1.1m· l'li n pi1'.t a.vanti cercheremo ùi mettere in luce. 2. È interessante :,;v.g1 1ire, attraverso il tempo, il manifest.arsi e l'accentuarsi dellr, <lilfornnr,e regionali. Per nn primo orientamento può valere il se,-!,'110,nf.e diagramma (dove abbiamo rappreJ

!

Anni 1863-65. Dato largamente u.pproHsimativo.


XVI - I NATI VIVI SECONDO LE 1mGJONl

42~

sentato medie qu.inqucnnali, per eliminare le minori osc il.lazioni), destinato a d,uc un idea d'insieme della variazio11c d(,lla 11al:1,lil~'t. dal 1862 al Hll B.

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N.A'l'.ALrl'À E NUZIALITA

424

·Mentre nell'analogo diagramma della mortalità ( v. rel1'u, pag. 1~8) si palesa una grande analogia di comportamento fra le diverse c11rve regionali, qui alcune r egioni mostrano caratteristiche che divergono da quelle predominanti: le curve del Veneto, dell'Emilia, dcli.e .Marche, dcll' Umbria, della Calabria sembrano ribelli alla tc1111<:11¼a generale e solo lentamente declinano: quelle del P.icmonl:c, «Jclla Liguria, delltt Toscana, precipitano, invcc,c, vl\rHo i I baHso, precedendo di molto lo altre nella discesa. :1. I'oit:hè lo spazio non ci consente di riferire i.utti i dati ::;11 lla freq uenza annua delle nascite n elle siugolc regioni, dei

quali ci siamo valsi per la compiJu11io11c tlcl diagramma, ripor1.iarno i dati per le due regioni ehe rnpprcsentano i tipi estremi di variazione: il Piemonte che segna la massima <liscesa uel cinquantennio, il Veneto ehe segna la mi11.iiua. Riportiamo anche i dati s ulla mortalità a,ccertat.a. nelle due r e~ioni nello stesso periodo, per mostrare la sconcordan;,~'t di eomport.arnento dei due fenomeni: le curve di mortalità. piemo11tcHc (\ veneta procedono vicine nel ca.mrnino u.iseendcntc, spesso i11t.rc1T ia11ilosi a. vieenda; le curve di natalità. invece vanno sempre pi11 divergcmlo: l' una m;d lla. i11tor110 a.d un livelle:> cost:ru1te1 l'all,ra H(·.01111«· rapidamente. Nurnero mcd·io a,nnu.o, .:l·,m·i

clei noli vivi Vc.•n.etv

(j2. (>f,

lili -70 71.75 7G-80 81-8& 86-90 91-9& 96-00 01-05

. 06-10 11-13

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-1 ;18,23 36,76 H7,lil 35,53 :~7,~tl I 35,2~ ;~(i,'1-~ ! 35,71 :l(;,7.1 3!'\,23 :'!(i,:,8 34,43 a5,t+;; 31,50 35,:.IG 29,8!'\ 3G,Hr, 28,21 36,!) 1 2!\82 3G,31I '.l3,49

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l'iem.oul. e

Per il Veneto, 63-o5.

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28,Gl 27,90 2-1,16 24,0::! 21,89 19,13 I 19,67 19,34 17,91 I

I I I

28,87 2G,93 2G,G7 26,37 25, 14 23,2G 20,86 19,74 18.91 16,65


XVI - l NA'l'I VIVI SECONDO L I<: REGIONI

42f,

Abbiamo creduto utile il precedeutc raffronto anche per escludere l'ipotesi, che sarebbe forse apparsa plaus ibil e se ei fossimo limitati a eornpararc la curva della natalità 1:011 la c ur va della mortalità per il complesso del Regno, che la rni 11urn l'rcquernm di nascite, seguìta alla diminuzione della frcqucmm de.lk morti, si possa ritenere determinata eselusivamcntc da q11e;;ta. Non maneano tuttav.ia, legami fra due diminuzioni, come pi11 a.vanti vedremo. 4. Per il periodo bellico, non eseguiremo alcun ealcolo di :-;a g-g·i di natalità; l'incertezza che si ha sulla popolazione delle varie regioni toglierebbe valore a ogni computo di tnl sorta. Come abbiamo proeeduto nello studio de lla mor talità, così procederemo q11i , rid111 :e mlo n 11 umeri indic i le cifre as:;ulutc, per 1:ompararlc CO ll •111e llc llnl pcriullo prebcllieo (1911 -W) (.'. lii t·i :--in1110 g'CllCral 111e 11t.<· ril1:rit i 11dl<• <:omparnzio11i. NuM1,:1u

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NATALITÀ E NUZIALITÀ

5. Nel 1915 ancora la maggior parte delle r egioni segnano indici superiori a 100. I rn 1mHri indici più bassi p or il Piemonte, la Lombardia, la U ~uria, la 'l'oscana, rappresentano forse piuttosto il prm,eguimento de lla tendenza alla diminm;ione delle na::ieite, già visibile pri111a dnl 1914, che u na conseguenza dello scoppio della g-111·1Ta 011ro1w a, il quale anzi ha determinato verso quelle r egio11i 1111 <·011siderevole riflusso di emigrati, che non può non a\'<'r i11f111i l.o s ulla natalità. 11 numero delle nascite di111in11isc·c dal 1!)14 al 1915 in tutte le region i a nord del Lazio, me11Lr<' a u11H:11l.a iu questa regione, in t utto il Me7,zogiorno e 11<'l11 · lsok Nelle regioni m eridi011ali l'aumento delle nascite si <·olhiga, prnbabilmente, col deciso rallentamento dell'emigrazione l.rnn:,;oceanica dal giugno Hl14 in poi e col forte aumento dei rimpa tri dall'Arnerica. Nel 1916 il numero Llci nati 1·.on1i11cia ad esf.lere interiore al 11ormale in tutte le r egioni. Il disavanzo - ch e nella media del H.q;nn è del 21 ¼ --· va ùa un minimo del 0 "lo (Sardegna) H,d un massimo dP-1 29 ¼ ('l'oscana). Tu gcnc rn.10 le diminuzioni sono r1, lati van1<'ntf' ma 0giori n clk r egioni scttc11l.rio11ali e Cf\11tra.li dw in quell e me ridionali <' lns ulari. N<'I l ~ll7 prosegue dov unque la dimi11uzionc. TI disavanzo, i11 c·.011rro11l.u al 110rmale, va da un minimo de l 19 "fu (Sardegna) a d 11 11 111assimo <lel 46 % (Piemonte) ; nella m edia italiana toccn, i I ,lii

0

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N<'l l!l l 8 si a g·gr.wa. il clisavanzo, giungendo al 41 "fo. I disava.117,i n ,gio11ali vanno da un minimo del 30 % (Sardegna) ad un massimo <IP! !,O''/., (Piemonte, L ombardia). Come negli anni precedenti, andic 11('1 I !)17 e nel l!J18 i più forti disavanzi si osser vano nel SeU.e11 l.rio1w, i m eno forti nel Mezzogiorno. Aumenta già ne l rn I !) il numero dei nati in tutte le r egioni: il disavanzo medio it:l.li:1.1to si riduce a l 31 ¼ ; i disavanzi regionali variano tra. un m inimo del 14 % (Sar degna) ed un massimo <lel 44 °lo (1:'iemontn). Al disavan7,o degli a n11i rniccdenti, s ubentra nel 1920 un a.va.nzo di na scite, in confronl o a.I numero norma.le (avanzo di 4 °lo


XVT

l NATI VlVI SECONDO LE REGIONI

427

nella m e dia cl i Rng·no) : in qualch<' r<'gio11e (l,n.;1,io ) l'avanzo g i 1m ge al 17 °/,,; in parecchie altre (Cala bria, 1'11g l ic, i\ bruz'.ìli, Umbria) :;upc ra il 10 "/ 0 ; ma varie regioni (Pie111 011l.1·, L omb:11·d ia., Liguria ) h a nno ::rncora un numero di nas t'. iLu i11 li·rior<' al nonna.le : il 1fo;a vnn;1,o g iunge a l lf> 0 / 0 in PiemonLt\. Così 11<'1 I!l::'O 1·01 111 • ne l 1921 l'avanzo è c omune a, tu tte l e r egioni ec 11l.rali <' meridionali; invece la maggior parle delle regioni settentrionali , t' 11 cl 1921 a nc he le insulari, seg·nano disavanzi. Già n el J92J il. numero d ei nati decresce in qua;;i tutte lC' rng io11i (fanuo eccezione soltanto la Lorn bardia e la Campania) ; la m edia ùcl Regno torna a l livell o normale ; il massimo avanzo rng"ionale scende al 14 ¼ (Umbria), <' persistono difm,van'.ìli fino d e l 15 °/0 (P if'm o ntP.). NP-l 1922 ,~ 11el 1923 i n nm('l'i tki nati osc·.il l;,t110 i11 vari o ~,·.11s u : prcva.l g-0 110 nel Sette ntrioni' le· climi1H1'.ìli oni, lt<' I lVfe l',1/.0g iorno ç;li aum e nti, in c onfronto a l 1\1:H. Ma ~i l.ral.l.a di varial'.io11i 11011 g r;rnùi, i11 pai-ag-onc a. q11ulil' cl eg-li ;11111i pn•,·ctl1·.11l.i. Nelle regfo11i :-wl.l.c·nl.ri ona.l i (1'c·1·el.tu11l.o il Vc ,w l.o ì il 1111111nro delle nascitu I\ inferiore al no rma.I<' ; ,·o,.;i 1111n · i11 To~,·;1.11.i ,·d in Sic ilia ; nelle altre rr1:.sioni s i n1 a 11l.i(\IH' s 1qH'rio1·e a l 110rm:i.k.

6. Le variazioni d e l nume ro d e l.le na:;eitc nelle diver se regioni presentano d un que notevoli analogie: è generale la prog r essiva. diminuzione d a l 1915 a l 1918, gen era le la progress i va ripresa dal 1918 al 1920. Confrontando l'a nda m ento delle nascite in mm cldlu rng io ni C'h e hanno segnato m a ggior ttisavanzo e in nna. di q u" lk d w l' hanno segnato minore, si vede che le c m ·v,; ddl, · nasdlc preiw 11 l.n.no g"li stessi caratteri: i:;oltanto 111~ll ' 1111n e\ pi1'1 profoncln. 1·1!1 , 11u ll'altrn la d epresRione d el periodo lm lli c·o ,, 1111•110 v igor osa l'1 ·s p:1.11s ionc posthellica. Ciò ben appar<' da lla 1·n1npar azionc rra il l' i1 ·111onl.n e lt' Puglie, cse~ ui ta gTn lit·a 1n1·1tl.,· 111'1 seguen te dia~ rn.11111111.1 dove abbia m o a.n('hc dis0g·11a lo la (·.urv n d ei numeri i11cli1 ·i cl1 ·l11· 1111"(·.it<' p er In. Sn.rcl1·g1m, 1'111· prn:;enk1. caratteri un po' xi11p;olnri : una p iù I.ardi va 1, 111<i110 proro11da discesa e una p ii'1 prc>11l.a 1·011s1 ·g-1u ,111.<, :1.s1·.,•sa .


NATALITÀ E NUZIALITÀ

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7. L'analogia di arn.la.m rn 1to dell<i c urve del.le 11aseitc mostra e he dapper tutlo hanno agito le 11 icrlesime cause, com'era, d'a ltronde, ovvio. In Lutte le r eg'io11 i la mobilitazione di tanta parte della popolazione maschil e ha necessariamen te ristretto il numero delle nuove coppie eo1ti11gali ed ha disgiunto gran parte di quelle esistenti, atte alla pro(a-cazione. Quindi l'uniformità che


xvr - l NATI VIVI SECONDO

u;

mmlON[

429

si ris contra è facilmente spiegabil e. Interessa piultosto rit:crcare il perc h è de lle non lievi differe n ze che s i osserv a.no frn le varie reg ioni: e qui cercheremo di mettere in o::vid e 11;,;;1, al<-1111<· pri11c·ipali drcostarnm che llanno agito a d e le rminnrle. Anzitutto la diversa proporzione in e ui sono stati ri sl.rc·tti i matrimoni nelle diverse reg ioni non poteva non manHesl~1.re i s 11oi e ffetti. In Piemonte già nel 1915 il nume ro dei matrimoni i'i riùotto del 43 °/0 in confronto al normale, in Sardegna è dimi nuito soltanto del G% : possiamo credere c he un simile divario 11011 abbia avuto alcun e ffetto sulla natalit.1. dell'anno successivo ?

Il I 'irnnontc e la Lombardia, r:hc hanno avuto i massimi disavanzi nel :n11mero dei matrimoni n e l quinqu e nnio 1H14-18, h anno a v11to a11che i massimi dfaava11zi del n11mcwo ddlc n11.sdte nnl qui11q111•1111io 1!)1fi.]!); la Sardegna <:h e ha a v u to il 111 i11imo c!if;a v,111:,,0 cli 111al.rimoni ha a v uto and1 c il 111 i11i1110 clis:1,ya11 i',O di nas c:il.n. ()11alc-l11· apparn11IJ'1 1·.0 11t raclcli z io1 111 110 11 ,. diflit·ill' a. s piP~arc•. Cos i I' l•:1ui lia 1 la. q uale p ure i: fra le: rq~ ic,11i c:11,• 111os l.rn.110 m .i nore 1·psl.r izio11 n clnl 1111111e1·0 elci 111al.ri 111oni 1 e\ fra quelle~ c·h1· mosl.ra110 umgg-iorc n •:-:Lri z io11e , i<-1 11111111·ro cll'il1· 11;i sc·it.c ;

111a

rlcllc numerose nozze i vi c c• lchrn.tc , spc•,·ialnrn 11l.n 11nl Hll f) n noi 1916, una buona frazione e os l.it11iva sc:111plic·emc 11ln la. legal.i½½azione di 11nioni libere (spesso co11saeral.e tlal vineolo religioso) g-iit da te mpo esistenti, e quindi non poteva determinare un sens ibil e rialzo della natalità. La s tessa osservazione v a le, .in minor g-rndo, pe r altre regioni: specialmente p e r il T,a:,;io, le Marche, I' lJrnhri;i , il Ve n e to, la Toticana, dove sono s t.at.P reh.tl.iva111 c 11k pi11 1111 1111..-os i· I.ali le gaJ i:,, zazioni ùi unioni libere . 111 scT011do luogo, p e r varie cause, la ::;ottraz io rw di 110111i11 i operai.a d:illa mobi li ta zione non é s tata 11g-1rn.lml'nl.c· g- r:1.11cl, ·, in rappo rto nl la. po pol11.zio1w mas chile adulta, i11 t.111.lc- le · rc ·~io11i, 11c'· in tu tte s i ,·. svoli.a c-011 11g-wtle rapic.Jità. I ,a Li g-11ria 1 p,·r c·sernpi o, ha dato 1111 c·o11l.rih1il.o rc·lnl.ivame n te :,1·arso .ill'1·s1·1Til.o, p1:n :hè le inclusi.rio cli g·1w1-ra 1· i s ,•rv izi po rtun ri li:111110 ridiic·s l.o la prnsenza di moll.i 1111111i11i g·io \'a11i I' validi. I ,11 :-:11rclq .; 11a, <"ile• ue g li nlt.imi anni n.11l:e ricwi 11.1111. g-111·1-r;i a v Pv:1 a v1il.o 1'11.ll.is sirna propor -


430

NA'l'ALl'l'À E NU~lALITÀ

zione di 48 r ifor mati su ognj I00 iscritti di l eva sottoposti a visita medica definitiva (m ed ia del Regno 31 "/ 0 ), sia per la grande diffusione delle malattie c.b c sono causa d'inabilità alla milizia, sia per la grande freq11enza delle stature inferiori al minimo stabilito per l'arruola,U1L'lllo, nella prima fase della guerra ha dato un contributo di uomini relativamente scarso. Più tarcli, l'ahbassamenlo del limlL<· di s t••tw·a per l'arruolamento, l'ammissione dei tra<:ornatosi JtcJl'cscrdto, le ripetu te revisioni dei riformati, ha.uno <·oneor::;o ad aecrescere talB <contributo; ma è certo che la, durata media del ser v izio presLato da l soldato sardo nel periodo uellico è rimas ta sen sibilmente inferiore alla m edia italiana . .Nelle r<>gioni di confine, inYCe<·, In. mobilitafilone è cominciata più presto (mobilitazione oc<"u lta) cd lia tolto alle famiglie una maggiore frazion e d<~lla pOJJo]a:,,,ivmi ad ulta. Tn terzo l uogo, seeomlo i coslumi d1•1le varie popolazioui, cireostanze simili ltauuo determinn,to 1·011K0g·uen:,,,e dissimili. La d1 iamata alle armi òP.i Ji dau11al:i in q11ald1(· luogo ha, indotto ,1d anticiparo, in qualdrn altro a rit.a rcla.n· I• · 110½1/.<". La lontanauza dei mariti ba favorito gli a<luHeri i11 111is11r:1. 111olt.o diYerna nd divers i luoghi. TJgnalmeule varia è stab.t la l'n ·q1w11:,,,a drdl f' 1rnim1i libere occasiona li nP.lle località ov'0rn.11n ,·0111·, ·111.rnf.i 111wlni d i f.n1.ppc. Ln, maggior occupazione de l In do1111(i, t'\'sa. 11eeessaria dalla lo11f. 1.11anza di tanti uomirù, ha divnrs:11111 ·111.<\ promosso nelle d iVC'l'S<i parti del paese, nnc ue secondo la 11al11m e il luogo dcl.l'oc<·.11Jm½io11c, J1: 1111io11i <ixtra-lcg'ali. I hrl'v i ri torni dei militari al lalarno, nei 1w riod i delk li<,cn:,,,e, Ko110 sfali pi ù o meno feeondi seeondo d1e era più o nw110 diff11,.;n in ('Onsuetudinc della limitazione volonlaria de lla prOIL": 1·011suef.11dinc che nelle particolari contingenze del periodo IH· lli1,o do v(·va ::lembrar 8ag·gio mantenere, anzi osservare eo11 magg'ior rigore. Nelle Puglie, dove la limitazione volontaria è rara111e 11f.c praticata, il disavanzo totale delle nascite n el quinque1111io 19 15-19, in rapporto al numero normale, è due voltf\ minore che nel Piemonte, dove, per il facile contagio dell'esempio fra.1H·r.se, la limitazione è largameuf:t· adottata .


XVI - I NATI VIVI S U:CO NDO 1.1,; 10,;(:I ON I

~;11

8. Anche la generalità dell'aumenLo cie l 1111111<·rn cl <·lle nascite iu tuUu ill rugioui, dOJJO la gueffa, 1to11 ,·, r,·11011w110 d w possa destare meraviglia. Sono comuni a tutte le reg-ion i le d111· cause fondam e ntali di tal aumento : la costitui.io11e di 1111o v,· <·opp ie coniugnli e la riunione di quelle ch e la g uerra a veva cl is1111il.o. 1\f:.i. .la mis tU'a in cui hanno agito tali cause è stata a ssai div<·rsa ne lle diverse parti del paese. L'eccezionale intensità <kll'aumento dei matrimoni nel Lazio dopo la guerra concorre a spiegare la forte ripresa della natalità; la r elativa debolezza dell'numcnto dei matrimoni in Sicilia è una delle cause della meno vi v:u.:e ripresa della natalità. Il ritorno dei marili ha avuto mag~iore ripercussione sulla freq uenza delle nascite nei luoghi dai qual i 110 n ha potuto riprendere s ubito dopo l'armistizio un' int.c11sn. 0mig-razione ver so l'estero, c he in q11elli dovf\ l'P-mip;rai.ione ha riprnso. 1,; le difficoltà eco11ornic hc dnll'<isis l.<'11;1,,t, c rn:-.eiut<' n(.:J dupug 11erra, lumno frustrato in qu.ik hl, n ;g-iu11e ;.;-li effetti <l<dla ri1111io11 e <lelle eoppie eoniugali e tlei 11110vi corn1ul>i, favorendo i l propagarsi della consuetudine di limit11.rc l;.1, pr oc:rcazion0. 9. Mediante l'esame dei nume ri i11<lid, abhiu,1110 pol.11to reuderci conto dell'andamento della nal.alil.il in ciasl:una r egione, durante ·il periodo bellico. Rimane ora il desiderio di una visione d' ins ieme degli effetti della guerra sul numero dei nati : a soddis J'a rlo gioveranno i dati della Reguente t.abella.


NA'l'ALITÀ J~ NUZIALI'l'À

432

Il

IJ1 iw nM1.~o d,,J. 1u.tmi->ro det noti vivi nel quinquennio 1!J15- W , ,n r.onf nmto al q1i i,u1,,plo d.~l numero

11u•,lw 1.otnuo ~z,. . 1 nalt vid i1el 191.1.-13

Oompartim,enti Il

,

,\wrrwrn

I

P,·muir=. pf''TCf'n . al mtrn.. ~ 1d10 _

a 1,, 11uo d1•1 11ah

1L~s olulo

Piemonte Liguria. Lomhardi:t. Ve1wto ~milia ' l'osca rrn. Marche . IJmhrill . Lar.io Abru:r.zi . Campania Pugiit, Basilic:1.ta Calabria S icilia S:trd cg11a IT/\1 ,11\

Propor:::wne ,,,. -f()(J()

P

1

"··'°' I""' ·;;:,,, ,, --""~:~ 34.303 262.431 178.115 : ~: : ~ ~ ;

47.949 24.029 47.282 55.742 98.2•1,\ ,ii.801 22 00\i 50.53~ 14u.85G 18.721

1.452.841

·,1

I Il

118 Hi8 137 L40 154 132

110 115 120

I

90

95 128 102 120

,~o

27,01 52,53 47, 71 45,64 ·12,34 42,32 B3,Gl :31,09 B7,6.J. 28,67 34,34 44,91 34,33 :18,72 2 1,2:, •l-0,22

Cos i 111 rl'ln.:1.ione al numero normale delle nascite, come in rnla:1,io1w a l 111111wro degli abitanti, il disavanzo del periodo bellico a.pp;1,1·e pit'r µ;l'ave nel Settentrione ( l f>3 °/0 del numero normaln dni 11:1.li , -l \7!', per 1000 abitanti) ch e ud Centro (185 ¼ del numer o 11 o rr11 a l(·, ,l~l,40 per 1000 ab.), nelle Isole ( lll ¼ e 35,43 per 1000 ah. ) e sopratutto nel lVIczzogiorno (100 °/0 e 33,31 per 1000 ab.): A l ~ctl.untri onc è stato sottratto un a.nno e me:r.zo di nascite, a.l lVIczzoµ;iorn o un anno: così può efficacemente r iassmnen,i l'effetto della µ;·1w1Ta.

i Proporzioni calcolate in hn.si, al numer o degli abitanLi ,il l • gennaio 191G, cioè all'inizio del quinquennio cmi s i r il'criscc il disavanzo.


XV 1 - I NA'l'I VIVI SECONDO LE RJ<:GIONI

433

Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana, r-;0110 le regioni che mostrano maggiore diminuzione delle nascite in rapporto a l numero normale; Sardegna, Campania, Puglie, Cal,tbria, :-;0110 q ue lle cbe moslrano dimin uzione minore. Anche in rapporto al 11111ncro degli abit'1nti, la Lombardia e l'Emilia sono fra le rcgioui du: Rf\g11a110 maggiore riduzione e la Sardegna e la Campania tra quelle vhe la segnano minore. 10. Per gli a nni pit'.1 reeenti possiamo ritentar e il calcolo di sag-g-i ùi natalità regionaii. Partendo dai dati del censimento del 192 I, abbiamo calcolato, mediante opportune rettificazioni, la popolazione media del triennio 1921-2,J per ciasc una r egione : arl essa abbiamo riferito il numero medio a1111uo dei nati vivi. Nummo

~IJo:JlIO ANNUO DEl NA1'l VIV I

1•1,;1( 1()()0

All l'l'A N ' l' I

Varwz fonl' do/ /.'I/ I f:1:! I :!::

/.'//•/

t.'l:J t :1::

:!i.:.!:i

I !1,77

~:i,:)7

!!I /HJ

:!/t7

::O,!l-1

'.!.7, (;!I

il,:11.

:1.1.:1i:;

Emilia

èl5,!l8 i.li.1 ,51.1

'.W,70

-

Toscana

27,97

26,9!ì

-

Marcl1e

32,93 3 l,89

32,33

29,9G

i.10,40 34.,?o 34,3n

+ 2,98

37,23

-

.l:'iemonti: Liguria. Lombardia. Vene to

lTmbria Lazio ,\ h r uzzi .

31,7n

Ca.111pani:1.

33,1 2 37,4.0

J'ug-lic 11:t:;ilic:tla Calabri a Sicilia Sardcg-11:1

32,29

"'

'J,11;

1,60 3 ,83

1,01 - 0,GO -1- 0,40

I 0,47 I- 1,2:1 0 , 17

34,78 33,5 1

38,82 ,16,27

30,2G

:l8 ,li7

I,:,~)

30,1!>

32, I :!

l ,!1:1

·1,IJ I :! , 7C

Abbiamo s n ·lh, ,·011w 1wrirnlo di rifl· ri1111 ·1il.11, 1wl pn•c1•de 11l c eonfronto, l'a11110 J!Jl,I, 1wn·l11\ l'l'/l. ~I.al.o 1'1 111110 di 111 i11i rna nata-


434

NAT ALITÀ E NUZIALITÀ

lità per l'Italia, a n teriormPnte alla partecipazione cfol nostro paese alla g uerra. Si vulo, t11ttavia, com e sia proseguita la d'iminuzione della natalità: la nwdia italiana è scesa da ,31,07 nel l!H4 a 130,05 nel lfl2 L-'.t: '. Molto p.it't i11l.<'rrn,sa11l.1·, però, c h e l'accertamento della dimini17,ione med ia cl1•lla l'n·1111e n7,a delle n ascite nella popolazione italin.nn., Ì\ l':wn.lisi clnl <·.omportamento grandem ente differente dcli.e popo l:1.½in11i dclk varie regioni. L a diminuzione di 1,02 1111.l:i J>e· 1· 1000 a bitanti, nel.la media del Regno, ò la risultante di di111 i11111/,iu11i r ogiona,li che giungono a massimi di ::,83 (Bmilia), di :1,:.7 ( Liguria.), di 13,31 (Lombardia), per 1000 al>ifanti, e di a 111111•11l.i 1'110. vanno fino a 4,04 (Basi lic·af.a ), a 2,!JH (Abruzzi), a ~,7G (Ua lal>ria), per 1000 abitanti. 1l campo di var.ia.7.ione delle prnpor·½ioni regional i dei nati p1:r I000 abitan ti, ch e abbiamo visto estender si dall'intervall o fra il m inimo di 34,5 cd il massimo di 42,l nel 18G2-G5, all'in1.<•rvallo fra 23,G e 87,!J nel 19 11 - ln, si ampfot 1nic·ora più : dal miuimo di 19,8 (Piem onte, L iguria) <lsso va ora al massimo lii :18,H (.lfasi!icaJ:a). Sono c omprese nei t·o11ti!l i d'Ttalin, popolazioni 11nn meno feconde delle p iù feconde cl' (1'.11ropa e popolazioni non 11w110 Ktcrili delle più sterili (vedansi i dati della tabella a pag. 412 ): la 11af.11,liliL della Basilicata e delle P ng-lic ò prossima a quella dt•lla Ho 111a11ia, ln. natalità della Liguria <l d el Pifimonte ò infcrio1·(' a q1wlla dclln. Francia. T rnvia,110 dunque approfondite, dopo Jn, g uerra, le già grandi d irTi· r<·1 1z1' 1'KiKle11Li prima.

11. Nl'lle rcg-io11i settentrionali, e specia lmente nel Piemonte e nella Lig-uria, <:rrnli:1,1110 che la diminuzion e della natalità sia derivata prim·,i pa lirl!'11l.n da ll'estendersi della limitazione volontaria della proere:.tiio11e. L'intensificarsi dell'emigrazione tempo-

t Media lievemenlo llivu1>tn do. q uella (29,91) che r isulter ebbe da.i da.ti della. pag. 409, calcolati dalla Direziono Generale della. Statistica. sopra una popolazione un po' maggiore ili q ,mila il,.i 11oi ,issunta a ba.se del calcolo.


xvr · I

NATI VIVI RECON DO L I~ H.IW ION T

435

ranea ver so la. .l!'ran<.:ia, dopo la g uerra , d cvi' a.v en• f:1v o rito il trapianfa me11to tielle abitudini coniugali cli <111nl paes e 111>11 solo n elle r egioni it.a liane confinanti, ma anch e in a,lf,re . <:i h d11ran f.1~ la g ue rra il rimp atrio di centinaia cli migliaia di 11 0111i 11i ria paesi OV <' la limitazione volontaria è ormai abituale, n clov't·:,;,-i a vevano in molti ca si, dimorato a l ungo ; il sog giorno <li t.rupp1: in ·1,'rnucia; i frequenti contatti fra uomini d elle varie p a ri.i d ' ltalia, avevano certamente c ontribuito alla diffusione di questa consue tudine. Ancora nel Mezzog iorno non no appariscono i sintomi ; ne sembrere bbe invece pa.rt.flcipe la Si cilia, per quanto i11 ve r o.~imilc appari,;ca l'ipotesi ai c onos r:il.ori della s ua gente . L 'emigrazione v er s o l'Africa fran <·es c p ol:rclJIJe avere c ont.ribuil·o a diffond er e qui più che a ltrove In ahil.udin.i limit.atric i. ifa l'rndia.1110 imprudente ogni precipil.o:,;a c o11d11s ione . I dati che pol.ra.11110 ottcnc rs·i 1110.rcè il nuovo s 1·.hl'111a di r ill' va zio 11c d elle iia:,;cil,c, att uato in lt.1.Jia col 1!}24, ~ct.tn ra.11110 l'or,-<: q11:-lll'IH, s p,·,,,., ,,,.o di llll'l' :,;ul prob le ma ridia nal,alil ù. :,;ici lia11a. La cli11ti1111zio111·. <ll'lla q tmle i:u parte d( iriva a.11<.:lw dal l'ortf: di:-:a.v:i.111/.0 ('il e la g 11nrra ha c ag ion.'.l,til, ,, il clopog 111·1Ta 11011 ila ,·o l111al.o, tt(·l 11111111,ro de i matrimoni. N elle regioni m eridiollali, d o v e a ncora t': la.s<:.iaLo più libe ro cors o a.Ile con s eg11e m1e cieli' impuls o RCRRllil,l<', l'aumento d ell e na:-:cit.e appare natura.le conseguenza d ell'aumento dei matrimoni :,;c;;·uito alla g ue rra e del ristag no dell'emigrazione verno l'estero.

I:!. La varia e ner gia con la quale si _è manifes tata la riprw;a cl(ilin 1111.1 1.l itii. ne ll o v arie reg iulli f~1. s ì die considerand o il 1111m e r o cl1 ·i 11al.i tH' I quadri ennio 1920-23 in c o11fro nl.o a.I ll111111·ro elle ;;i s arl'l,IH' 11.v11l.o R<' Ri rosse mantcn11 t.a f'ORl::1.111.,· la 11ll'di:i. annua cll'II,· ll:1,,-t·il.t• :il li v ello d el 1911-t:l, in :d1·11111· n ·g io11i :-:i ris coni,ri llo 1.va11 1/.i, ,·iot'· 1·.t111q111111-,i parziali d1·i cli1-,11,va11 1/,i dd I!) I :1- I!I, in altre di i-;uv11,11 ;,.i, 4'114' ,-i a g·g·i1111gOllO a 1f114'11i d,·1 p,·riodo pn'cedentc .


N.aTALITÀ E NUZIALITÀ

436

!

Avan.~o

<+> o

di#avarizo (-) del

t"-umero d1.,'i nati i:foi nel qutJdrien .. nio 19 2 0-~~l. in confronto al

l

0011,partimenti

,quadrupl-> del num,. m1!dfo moi-uo 1 dei nati vivi nel J9 l1 1:t

i

{'I à

umerrJ

Ina,.,,,.

~~o~-~~~ I

Piemonte . Liguria . Lombardia . Veneto . F,milia . Toscana Marche. Umb ria. Lazio Abruzzi. Campania l 'nglie

.

Basilicata Calabria Sicilia . Snr<legna l'l'ALIA

I!:

.

p L'l"C(!n,

at

,lii.avan.~o riel 1Yf5 19 1

Ii

53.404 1 - 37 ¼ 8.776 - 26 °/11 - 59.178 - 23¼ + 30.367 + 17 °/0 9.770 8O /o · I- 4¼ + 1.G?.2 tì.204 1- 13"/o !:J.702 + 40 °lo + 22.!M:\ + 19 "/o + 17.;i7 1 + :11"/o

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::;orp rn11clc 11 l.t: la H1·.;Lrs1::;H111w, mi ::;11ra ddl' av.,LH¼O d i nascite

nel qnaùril'1111 io 1!ltO-::m. Soll a11 io il :1°;., del ùisavan,10 avvenuto

n el quinquennio l !J l :,- 1!) l r ova 11 11 t·o111penso nel quadriennio ::;uc..;c..;essi \Tu, 11ùllu"U1,1,i.,· ..i ,. , i l d i;:;:wn,;1;,;o di matrimoni avvenuto durante la

guerra sia Hl.al.o piil c lte c..;ompensato.

Hi può osservare <"111:, H<' 11d 1923 esisteva già un numero di coppie coniugali no11 i111'n ri ore a quello che si sarebbe av uto senza i perturbamenti a 1Tcrni.i dalla guerra,, tuttavia le c oppie i I r a pporti fra djsa vanzi e dis,wanzi riescono positivi e quelli fra avanzi e disavanzi negativi. Ma. noi abbiamo invertito i s egni per evitare confusion e. Il se~n o - siguiiic:i. che è continuato il disavauzo delle nascite a nche nel 1920-23; il segno + indica che l'avanzo di nascite ha in parte compensato il disavanzo del J!H5-lfl.


X VI - I NA'l 'I VIVT SECONDO T.E RJ~G lONI

437

formate dopo l'anni8ti,r,io non avevano potuto eo1wor1·nr<· a ncora in larga mis ura all' incremento della popolm1io.1w. J,; l'OHfwrvazionf', entro certi limiti, è g'iustifieata. Non basta, i nfrtU.i d t<\ sia colmato il disa van110 ùci matrimoni perché possa s ubii.o vc11 irn <:Olmal.o quello d<'lk nascite : la straordinaria frequeu,r, a dei 1111tl.rirn o11i ,tvveuuti nei primi anni postb ellici manifesterà i s uoi effclli Httlla natalità durante un qlta,r to di secolo, e li manifester à sopra1.uU:o intensi en tro la prima metà di tal periodo . .Ma si può r eplicare che n el 192/l, sebbene i.I numer o delle (:uvt•ic csist(mti all' inizio llell'anno f'osse superiore di almeno un q uarto di milione a l numero delle eoppie esistenti nel 191;1 1 , e 1mbhcme più di un milione e me w;o fossero le coppie costituite da m eno di quattro anni (coppie di r<'<:ent.e rormazion e e quindi più feconde), m entni nel 1913 ern110 u11 milione soltanto, il n u11wro <lelln rttts(·.il.e non ha ra.gp;i1rnto il liv,·llo <lei l!) J:l. Tn pn.r 1.,, <· iù <kriva daJJa, più alta età me dia - (' q(l i11di da.Ila rni 11ore f<'co11dil.;\ d<'lil' couiug-ate viventi 11el I !l2::, in f·orr l'ronl.o a cinclle v ive nti neJ UH,I ; rna iu pari:<' devP. cfrriv;i.n· arwlw da <·n's<·Prtl.f' ùitfosione delle pratiC'lic nco-rnalthus ia rrc. 1~ ovvio c:he i mal.rimoui rilanlal.i dalla, g-11cr rn, sono stati eontratti in età meno gio vanile e quindi sono riusciti certamente' meno f"econd.i, am:lw iudip<mdcnt.<'.m C'nt<' dalla lim it:a,r,ione ar tifi eialf' della pr oercazimw . I,;. l p iù fo rti òisav anzi si osservano nel Piemonte, nella L ig·11ria 1· ll<'lla L o rnbardia. 1!: tuttavia consider evole anche il <lisa.-

J 111 cifro 11111d 11, :-4 j l'ull cO,if•,uln.rc c h e ~uu10 :,,tale d1sg-11111 Lo 1wr 111o r l,1, d 1 111io <lei cou iu~ i 1 :\OO.l)i)(). 1.,100.uoo co ppi(· t~oni11g-n.li 1ml 1u•rindo 1i1 1,1 IH 1\ t;oo.ooo 700.000 nel 1919-2'3 . l)1nll rn. p:t!'II' :-t i ~0 1111 1·nx!i l.11il,I' 7;'{ ).0()0 11110\·1· c·oppi1· rwl prii11 n 1u- riodo e l.G00.000 111'1 :-tPt~1111dn. H11·.,·l11', i l 11 11111nro d t> lln coppii· c•1n d11 :,.{a li 1•s itt l,0 11li in l l a.lia a.I principio dc•I 1:1!!:\ dovov,l. 1·1·,·,·d1·r,• d i ~~-,t1.nt1n 1r,o.nc)C 1il 1111111,·rc, i1 .. 110 <·oppi n eRi-

stcnti alla firn· d,·1 l!IJa A ggiun~a.:-1i .,d 11• 1'1,111Ì~ r11,:1.io 11 1, l.1 •111111 •nL1wn. ,\ 111011,o d i 11 d11 ui l.n d opo la. g u erra , e ohe , pertanto, dev' •·~x,·1·11 a.11111 111l11d1l. fru. I•· ,·01•11i1, 1::-;i:•dt·11l,i la pl'Oporzione di

q uelle che v ivon o uniti' n di111i n11il,11, la. 111·oporzi rn11 • di q11 ell1~ c1H· vivouo ùisgiunte.


-Jo8

NATALITÀ E NUZIALl'l'À

.Modesti avanzi si. notano nella 'l'osca::1a, nelle Marche, in 8ardegna, nel Veneto. La Ilasili(·al.a, gli Abruwzi, le Pugile segnano avanzi piu forti. I 111,1.<;t;imi sono dati dall' Umbri~"!., dalla Calabria, dal Lazio, dalla Campania. Anche queste rng-io11i l:On massimo avanzo 110n avevano compensato, fino a 1.ul.lo il 19i:3, che quattro o d nq11 c decimi delle naseito rna1wa.t.o d urante la guerra. Non è fors1~ iinpossibile c he esse g-i1111g-a 110 a completare il compenso; ma - per quanto lomera.1fo sia110 le previsioni in simile materia - cn·di11rno di pole r mw lud (m: una siiìh,tta possibilità per la maggior pa.1.te delle altre n.;i;iv11i, E per l'Italia, in complesso, il c.om pc11so 1.iarziale (! tanlo pi<:eolo dw il disavanzo cli 11:i.sl:il.e ddenuinato dall,t g-uerra con1..i uua a s ussistere quaRi l.ol.1.l11H'1if c (H7 "lo) alla fine del rn23.


XV II

NATJ\Ll'l'À LJ,;Q['l" l'J 1\l A E 11.LIW IT'l'lMA

4R9

C AI'l'l'OLO DICIASSET'l'ERrno

Li\ I•' 1,;coNDITA DELLE DONNB IT J\ Ll i\ N1,; NJ\'I'I LI!;GITTIMI F, ]LLEGITTnn. l'ropor:.1ione de lle donne atte alla procn1a:.1io11e, nella popola:.1ione. F r equenza delle nascite tra le donne atte alla procreazione: varia:.1ioni di tal!\ frnqumw:a in Italia e nelle s ingole regioni nel me:.1zo secolo precedente alla guerra. - Nascite legittim e e nascite ill!\gittirn e. Proporzione delle coniug ate fra le donne atte: alla procreazione. Fecondità d elle coniugate nel c inqua n tennio anteriore all:i g uerra. Cau se della climinuzion!\ della n:italit:ì legittima: l'emigrazione, In restrizion!\ vo lontaria. -- Natalit:, ill<',g ittima : sue variazioni n ello stesso cinquan tenni o. Cause delle principali variazioni. - Lo mtscite illegitLi111 e d urante e dopo la g·uerra. Lega liz,mzione di union i libere. A l tri effetti dnlla g·u e,.,.a.. Ln s1110hilitazion!\ e le s ue cl'nsegu!\m:r.. lllegittimi ri co nosci11Li "non ri1'.011os,·.i11 ti: ,·.~nt..: ,\ <lf'llr\ variazioni nel nun1crc dc ~li nn: e~ d(~g·!i ::.lt.ri. V a ,·i .. ,d011,~ del 1111111e rv e della propornione cfog·li illt1g·i1.Li111i, per 1·cg·io11i , d :d 1\)IJ -l:l ,il 1'.)2 1-2:L

1. La uata lità g<-meralc, l'io<': il rapporto fra il numero tlei nati e q uello degli abitanti d' un pn.c•sc dipende : dalla proporzione delle do1 1uc in età l'e t'.Olllln nella. popolazione;

tlalla frequenza delle m1seite tra le donne in età feconda.

Mccliante questa, scissione dei fattori della natalità generale, s i a g c,vola lo studio ddle s ue v a,r ia:11.ioni.

,,

l',·r I' 11.alia si trova che la proporz.ione delle d onrw indù l'c eo 11cl:i.' 1wlla popolazione totale è sccsrì, cln ~:::!7 °/.,., 1ll' i (·1·11si-

1 Do11n11

d11.

cr,

!L

1:. :1.1111 i . J\ 1,hiarno CBCIW,(0 i l g- ruppn, 11011

sterile, dcllu do1111" da. ·I~, IL r,o /Llllli p•·r r idu1·1·t, a.I

;:;l i

IL~~- i1 111.a 1111 • 11 t.n

dP~ li IHT OJ"i neJle dichiarn.v.io 11i d, ,,1ù, dni 1·1·11:-. it,i . l oi el 1c\ i pill :~ru,v i d i l,11,l i Pl'ruri co11ducono ad aggl omHr:t.rnn1il.i i11Lun111 11 11 1, ,, U, roL011d t•, c o1 1H.id11r11.11d11 il 1.çn 1ppo d'ct,:"t. rla.15 11ii11 111 111

1•11'1 • 1 1.i

1

a. 4.5 anni il Juru 1•ll'ol l.u v i111111 1p m ~i 1·li111i 11 a.l.o , ,~01111,1· 11H1u1do1"1i 1Lpp1·u s:;jmu.Ll.va.mente, fra. La.li l im il,i di Pt.1-.., ~ 11 ,·1Tur i i11 pi i, 11 1 111id li i 11 111oi10.


440

N.A'l'.ALITÀ E NUZIALITÀ

meuti del 1871 e del 1881, a 214 in quello del 1901 1, per risalire a 219 in quello del 1911. L e variazioni non sono traseurabili ; ma sono così piccole in eonfronto a quelle della natalità generale, che appare evidente (·o mc la maggior parte di qneste provenga invece ùa variata f'r<·q11<·11 :r,a, delle nascite fra,_ le donne in età feconùa. Anelw nelle Hi11g-,>le r egioni, vediamo in gen ernlc piccole variazioni 11d la pro po r11ionc delle flonne in età feconda , e, pe r di più, I. di varia,lio 11i sresso non m ostrano alc una correlazione dir<'i.l.a co11 I(: varia.:r,ioni avvenute nella na,talità. Nel Veneto la prnpo rzio11t· d<,!!c donne in età feconda è diminuita da 220 su LOOO al,il.anl.i He l 1871 a 212 nel 191 I, nell'Emilia è diminuita da ::!~:I a ~07, e tuttavia tali r egioui Hl',.\'!lano soltanto lie vi dimi111rnio11i della natalità; nella Lig uria, dove la p 1·oporzione stessa i·. a11mentata da 227 a ~31 per 1000 abita nti, si riseontra invece una delle più forti diminuzioni di 11:1.1.tJil:'1. Senza micludere, <111nq11e, c h e fa variazione nella prop01·11ionc ddk do1111e in elà. feeonda abbia contribuito anch'essa a deL<1rrn i11a rc la, vari::tzione de lla 11a.tn,Jilit generale, posRiamo rite11e.re <:ile il l'nttore rl.i g-ra..n .lunga prepoudcn.mte ahhia (·onRiHtit.o nell a di111i111 1·1.iorn• dei pa rti fra

11· dou.11c in età fecomlu. !•:Ha.minia mo ora eom c abbi::i va.rialo, a t.l.1·a,·orHO il t<·mro, la f'l'eq 11e 11w. delle nascite, in re.lazione al numero <le ll1• donne pre-

Hurnihiline 11l:e idonee alla proereazio1w.

' Dopo il l !N.) doveva ucccssariamente diminuire la proporzione. Il n otevole ,uum•11lo .r,,lf,. " """i Lo o la diminuzione della mortalità infantile, avvenuti in queg li n.11 11i , t.0 111IP v:rno ad :-i~r,1·esce.ro s poc iahnente la proporzione dei ~ruppi infantili. Pi,'i 111.,·di I' i11t,11isi li carsi dell'emig razione (composla specialmente di maschi adulti) e il di v,• ui,· ,.,Iulte delle genera1.ioni più numo,rose nate dopo il 1880 Lende di nuovo a ù '"'""'"Lari• I:. proporzione delle donne in et..'l. feconda.


XVII - NA'l'ALI'l'À LEGI'l'TIMJ\ E 11 ,Ll•:G l' l"l'IMA

NUMERO Mt,;UIO ANNUO DEI NATI V IV I P l!:lt O ll N I

DI

15-4-5

4-41

1 .()0() l)l)NNI•:

A NNI.

,;6-71:ì

76-85

SU-/Jf,

.tJti-(J:1

153 1.53 15!) 168 157 169 148 152 160

14:1 12!) 14!.l 157 160

J.!B

l ()H

123 15!) 174 159

1:,0

1'15

107 1,i,1 172 161 132 153 11,2

lG I

156 144 164 166 160 158 158 154 11,él 17::!

Campani::t

lMl

I G:?

I t,r,

1:'ug l ic

173

184

!la~i !ic:.t:t Ca labr in

170

l'icmo11tc Lig uria Lombar dia . V<·ncto Emilia,

T oscana Marche Umùria.

1G::l 15!) 14!) 171

IHi- Jt,

158 l!'i2

1;)5

17H

140 156 J r,r, 178

180

lR!

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.. M H

I :,\-!

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1(i0

Sic ilia

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178

l ii i

158 111!1

Sardegna

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1(\\1 17(i 1,rn

1'11:\

L'17

l'l'AI. IA

lii I

1(ì.1

l !'.!l

I :,:,

I ti.li

Lazio Ahruzzi.

14-9

U,J 172 1 1 , ,

,,. La, frequenza delle nar,;r.i t.P- fra l e donne in età feconda, dw nel decennio 1866-75 va.riava tra un minimo di 148 p er 1000 (l\ lan ·li 1·) 1·d un massimo cl.i 173 (Puglic), cioè in un campo abba,d::w:1.:1. 1·i,d r1 ·. l.f.o, ~egne vie molto divergenti nelle varie l'<'/..jtl!:i , coHI (' lii\ 111 \I d1 \1 ·.c nni o 1906-1:1 vediamo disceso il mi1ri111" ;i. 10 7 (Lig uria ), 111c1 tl.r c il massimo è rimaslo a 17:3 ( B:t~ il i1·:tla). \/aril·

rq.~io11i Hog11a.110 s1ms i bili aum c n l.i di 1.nl l'r1 ·q 111· 11i1:1.:

sono il \/1•.111 •. 111, I' l•:11, i l ia, le Mardtc, la Ba silil'af a; itt n.11.n·

l l rlt -

hria, l-'ug l i1·, C:1.l:dll·in li vello. Ma I<- : t.11.n · 11n v l ' n ·;.:;i o11i Hn;.:;11a11 u d i 111 i 1111!'.io11i p i ,·, o 1n e110 forti: d el :IO "/ 0 l:i I ,i;.:;11 r i:1 . di'! :!!I "/ ., il l'i1 ·11101tl.1·, 11<-I :!:! "/ ., la ' L'o-

sc:ana, del l (j "/., i l Laili", <1 1· 11 ' 11 "/,. la ~ i,·i li :i. ,. la ~ar llcgna,.


4'12

NATALITÀ E NUZ.lALl'l'À

4. Stabilita la prevalente dipendenz~ della diminuzione della natalità generale dallu, rninorn frequenza di nascite fra le donne in età feconda, ci rimango110 a dd< \r minare le eircostanze che hanno cagionato ques1"·1. 111i11nrc· frequcmr,a. Comincian:w co ll'os::;(\l'Va re d1c i11 I talia la gra.ndissima maggioranza dclln 11:1.s!'il.(• proviene da un ioni legali, come appare dalJe seg·ue11 l.i propor,1ioni dc:gli illegitlimi su 100 nati, nei periodi tlia 11,1i <·0 11s idt:ral:i:

(i ,4

76-BG

86-[lr,

7,4

7,2

0/j- ffi

5,9

1,9

l'oichè il contributo delle unio ni extra-legali alla nal.a,lità <:omplcssiva è cosi scars o, possiamo senz'altro escludere che variazioni tanto grandi della .1·requc.11,1n. de ll e nascite come quelle (·.he abbiamo aceerlato dipendano in pa rte preponderante da variazioni de lla na ta l:itt,. illegilt.ima. Ce l'l.a.rnm1 tc :md1e questa ha com:or:;o a del.crrninarle, e non trn:;curcremo di m etterlo in ev id(·nza; mn. dobbiamo prima rivolger e la nostra nttenzione alle variaz.io11i ddln. 11atalità l egitt ima., ch e iì110 da or a. l'.i appariseono cli gT,1.11 l1111ga J., pi11 importanti.

:1. /\c·e(·rlal.o <:he le variazioni del rapporto fra il numero dd 11aLi <e cpwllo deile donnfl di età facond a devono dipender e p rinc i pal 11w11l.t: da varia,1ioni del numero dei nati legittimi, r esta a vrn lern S (' q11 nsl.c•. 11l t.ime derivino: lla varia,1i,.,i,· 1H•!!a proporzione delle coniugate sul numer o totale delle do111w i11 (·I.i,. faconda (ossia, in uli.ima, analisi, spedalmentfl da varia:,,io11<: 11cl.la frequenut dei matrimoni e nell'età rlella donna all'atto clc·l malirimonio); oppure: da variazionl' 1l('Jln frequ enza delle nascite fra le coniugate in età feconda, cioi: 11 nlln. fecondità delle coniugate. fi_ La proporzione delle r:01li 11gate su ogni 1000 donne in età fo<: onda segna soltanto pk('.Oi<' variaz.ioni da nn censimento n.l-


XVll - NATALI1' À LEGl'J"l'll\L'. J,: .lLLl!.:Gl'J"l'l iVIA

443

l'altro.~ di W 0"/ 0 0 nel 1871, di 534. n e l IH8 1, di :,,I!) 11c l 1901 , di 528 nel HJll. Più sensibili variazioni si riseo1it.r:1.110 d is< :(·.11de ndo all'esame de lle propor:r.ioni regionali: sono sp e,:ialmrni l.<· 1101.(ivoli le diminuzio11i a vvenute nella Liguria, nel Lazio, in S;1rd1·h11a ; gli aumei1 ti nvvenuti nelle lVIarehc, nell'Umbr ia, n e l!(· 1'11 ;.;f o ,, ù1 Hasilieata, in Calabria, in Sic ilia. Notiamo c he ](~ pi1·1 l'orl.i diminmdoni c orrispondono alle regioni dove abbiamo ved uto pi 11 rorJ·.1,mente diminuire la natalità., e pare<.:ehi aumenti <.:orrispo11do110 a regioni dove meno è diminuita la natalità. Aggiungiamo, però, ch e io differenze neila proporzione delle coniugate n elle varie regioni non possono esser e la. causa pr.i ncipale delle differenze nel la natali tà, le quali sono assai J_Ji ù profondo, eornc appare dal seguente raffronto parziale. .Vunt. 'iltediv aunno dei nali p e,· /()()(} donne in, d,ì, {e· ,Jonda ( J.inJ,; /1))

Basilicata l' uglie .

17:l 172

.~U,

'Idi

Uon ·i 1,,tf(tlc /()()0 rlmme dù /ccouda i/:,/ I;

,-;m :i51

Veneto

1.72

517

'I'oscana P i.emon te .

l il2 108 107

:,32 501 -18-1

Liguria

i)e11:1.a. dubbio, una differenza nella proporzione delle c oniui.;·aLc l:omc quella, esistente fra la Basilieata o la Liguria esercita

scr.s ihiin i;dim;;;o s ulla frequeilza dei nati in rapporto al nnm.-,1·0 del le do1111,· i11 età fceonda. :M:a tra il Ve neto ed il T'ie11w11I.(·., p111· esse1ulo q 1111,s i 1.ras<·- nrabifo la differe nza nella. p ropo r,,io11,· d,·11, , eoniuga.l,l,, ,·. g i-a11dissirno il di vario n ella. frnq urn1;,,a d(,i 11a l.i.

7. Hisog-11;1. d1 111 q111 , 1·i<·<,rcare 11e lla di Vl'l'sa l'n·,p1(·11za dd k nascite fra lv do11 1w ,·011i11µ;al.(i i11 dh l<·1·011da 111 111. pi1'1 g-(·1iunile e più decis iva s pi,·g·11-,,i111ll' ,klh •. dilfon•11,,(' 1·,·g·io11ali . -


444.

NATALITÀ E NU'.lIALITÀ

NUMERO MEDIO ANNUO DF:I NATI 1, 1<:Gl'l"l'I M I Pll:R OGNI DA

l[>

,\

~G

1000

CON IUGA'l' I~

AN NI

fiti- 7;i

7ti-8f,

Hfi-.{}t,

!16-0,,

06- f:J

Piemonte

:!8 1

Liguria

28!'i

:>.79 27 1

209 209

Lomhar cli:t

2!):\

2!14

Vendo l~m ilia 'l'm;i:ana .

2!)!) :?!=);;

:>.93 2(i:) ".'.77

Ma.n : lic

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".'.8:!

U llll>riii

272 2G4 28!1 297

j ;,r,

261 235 29 1 313 272 251 2G9 2ì"l8 22H 25f> 27:l293 2:i6 2G7 278

2:.,7 287

:>.71

2(i;;

L:rnio . Abruzzi Campanin 1:'uglie Basil icatn Calabria . Skil ia Sardeg na !'l'ALIA

au

,J08

29B 280

·ni1

BOO 2~1-1

297 276

2G7 248 271 280 257 261 285 254 230 289 30::l 30/i 28B 283 2!/G 2G:3

290

2tM

:>.77

2(i7

:_!,J. J

2B7 2!)0

'.:?(j'i

261~

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314 272 233 272 2Ml

237 2!)7 28fi ;:jOB 279 2t)~J.

Co111'1~rn f;1.i-i l1· prevedere, qui appare il fattore prepo11de1·a11 l.n <' dd la di111i 11 11:1.ionc della natalità nell'ultimo e inqua,nl:eunio e d e ll< · ditr1 •r(•11w r<·g·io nali. Nnl I Hlifi-7:, il 11111111·to medio annuo dei nati vivi legittimi per ogni 1000 i ·o !1i ! ! g H !.P tli 15-45 anni (fecondità legittirna) var iava e nl:ro li rni r.i aliJ,:i.sl.an,:::1, ristretti da regione a regione: minimo 264 (La:;,io), massi mo 314 (Puglie). Le differ enze regionali si vanno acccnl:11a11do, nel tempo: nel Hl06-15 il minimo è ead11to a 209 (:Pic 111rnlf P , Liguria), m entre il massimo rimane a !H4 (Veneto). L'arnpic:;,r.; 1. del campo di varia,,;ione è più che raddoppiata. Il più bas,;o liveUo <ldla i'l'eondità ìegittima corrisponde all1· r egioni rlov' è più bas!,\a la, 1iaLnlitA generale (Lig uria, Piemonte,


XVIJ - NATALITÀ LEGJTTIMJ\ I~ ILLEGITTIMA

445

Toscana, Laz.io ), il più alto livello a q11 e lln do v' Ì\ pi 11 ali.a (Pug lie, Veneto). L e più forti diminuzioni della fo< :011dil:'i. l<·gi ttirna corrisp ondono a ll e mag giori diminuzioni della ualalil.;'1, g"l' 1w n,.lc (PieJ11 0Hte, Liguria) ; aumenti della fecondità lcg itli111a <:orri.spo11dono alle minori diminuzioni della natalità gcnura.lc ( \lnneto, 11:milia.). H. N <:lla composizione per e tà della popolazion e fem minile 1·0J1i11g ata pres umibilmente f'ceonda nou P- a v venuta, nel corso d e l c inquantenuio 1866 -1915, n essuna variazione che pos!:la svhcig a.n' diminuziolli ùi fecondi tà (·osì grandi come quelle accertato, a11½i ù a umentata la rapprcsen1.a11½;1, d0i ;;ruppi d'e tà più g iovani e m eglio .idonei a lla procrc a z.ioue . Nulla fa riLeu el'l: l:he ca u r:;e a1w,Lo tnielw 0- patologieh e di :-.l.1·rili lù. s i m::mifcr:;tino u egli ann i più n ·<·<·1 1t.i <·.011 l'n'q 11<·11i~-1 mol to 11i;.tggio rc <l i q u 01la d ' un temµ o. L 'l•111i~; ra.z:io uc ddiniliva clisgfong c fH' I' se1111u·c 1111 (·1·1to 1111rn ero di coppi<' ; l'cmig raz.iono lompor:wc:.,. 11c di i:;gi11 11g c 1111 magg ior n uw ero tr a 11s itoria m cnte. Q,ucsw t;Ìl'l'Oé>lanz:1 ccrt:im en te 11ou ò estran ea alla <.lim.inu:r.ion c della fecornlilù k Kil.l.ima, .·pceia lm entc in aleune rng ioiti m e ridiona li ; ma n o11 sembra es0r citarc a:r.io11 c ·decisiva, poicllè r e gfo11i cl' intensa. emig-rnzio11c c ome il Veneto e ia Basilicat.a manten g ono presso che inalterata la loro 1111,talitii,.

I ,a d.i minuzione d ella mortalità infantile ..m c h 'ess a h a con(·ors o a d im innire la nat.alit..'t, in quanto, se il nato sop r avviv 0, la ,nadl'< ', impcg11ata ncll'alla.ll,nncnto per un peri ollo d11: i:: ceri.<· n ·g·io 11 i v i<' n<~ protratto oltre i cliciol.to nws i, ò m <·11 0 <lis poi:;ta, li :-:iul11g·i,·11.11 1t ·11l.n e ps icologic amente, ::ul 1111 1111ovo 1·011(·1·pim c nt.o ; 11 11 ·11l.r1· :-:,· il 1i;1,l.o muore in tt·ne ri:-::,i111 11, l'l.;'1., 11 10ll.o :-:1wsxo è rapida1111·1il.1· :-:111Toh·al.o. Ma 111·pp111· qtll':-.1.a 1·.in·11:-:la11i.a i::-:1 ·rl'i l:1 influsso d<·l'i:-: iv11 : 111. 11111rl.aliU1 i11!'a11li l1 · ,-. di111i1111il11 p1·..:-::-:'a pot;O a.ltrett.'1nl.o Jl(·.I V,·111'1 11 ,. 111'11 ' 11:111 ili11., do vo In 11a l11.liU1. lq:;ill.i1na non è diminuii..,., q11:111l o Jl('I l'i(· 111111il ,· ,. 111 ·lla Li1'11r ia , <111 ,·1, la natalità, leg ittima ha a v 1!111 1111 <·uxl pn·, ·ipil.0:-:11 lr;w o ll o.


446

NA'l'ALl'l'À E NUZI.i\.LIT À

La diminuzione della nat.<ilità legittima s i manifesta pil't che a ltrove nelle grandi eitt.\. F, pcr talune di queste è possibile st udiarne la misura M i s i11g·0Ji g ruppi d'età delle coniugai.e . Da tale st udio ' viene confe rrnaJa la conclusione, c ui già si dovrebbe giunger e per <':·w lm;io,w <l 'alt.re• cause, cbe la r iduzionf' delle nascite legit.time dc•ri\' i pri11<· ipalmcnte dal diffondersi della cons uetudine di li111it:1.n· volo11taria11w ntic il numero dei nati. La locali:1.zrw.io11t\ gcograli<.:a del la dim in11 zione della natalità legitt.imn ac·c ·rnit.ua ta soprat.utto ne ll<' rc ·gio11i contigue alla Francia - · con fe rma t:nle ipotesi. Ahhiamo già a ccennai.o eornn 11el peri odo bellico ed in quello post.bellico la consuetudine della li lllilazionf-l volontaria debba rn;sersi ulteriorm ente propaga ta, cd abbiamo enumerato aleune c:i rcostanze che devono avere frtvori t.o I.aie propagazione (Y .1·etro, · pag. 4%). Solt.1,nl:o dopo la p ul.Jbli<:a zio11c dei rir,;1111.ati del eeusimento del Hl21 sarit possibile c:alc:ol:1,rc\ per il periodo postbcllic:o (p. flR. pRr il trienni o 1!)21-23) sap;M·i di t'N',ondit.h legitl.ima, in rela:,,;io,w al numero delle donn e in dh t"ceo nda, e q uindi s nt~ !'rnµ;ar c ("On clnl i più prfl<'isi l' i"potesi da noi esposta.. !l. l.1• n:uw il:c ill egittime costituiscono in l talia una piecolu. t'rn.:1.io,11 \ dul 1111,ucr o complessivo, erl è p1·rc·.iù c lte le ab biamo li,, q 11i t.rn.s1·11ralc, mentre cercavamo di r e u.dcn;i conto <:!elle cause dPll i- 11 111,g ginri varia :,,,ion i della natalità. Ma lo studio della loro freq uc·nm t'· l.ul.tav in. i11t.eressante, anch e per c:hè nell' ul timo decennio il 111111,c•ro cll'gli illegittimi non ha variai.o sempre propor 7,ionalmc11! e :t! 1wn1 t·1·0 totale rleHe nascite, anzi h~t presentato sensibili divcrg1·111.c· da q11Pst.o, nel s uo andamento. Comincerc 111 0 a,wli n qui coll'esporre le proporzioni dei na,ti a lla popolazione fcrr1111i11ill' in età feconda: n aturalmen te il n umero dei nati illegittim i vn riferi to a l numer o delle nubili e delle v edove, dalle quali p rov i(·1111 la massima parte ili tali nati.

i Vedansi dati ed arg omi,111,i i 11 pl'o pos ito in MoR·rA11A, L 'incubo dello spopolarnento e l' Italia, n All' Ann uario de lla lt. U niver sità d i Messina, 1911-12.


XVII . NATALI'.rÀ LEGI1" 1'1M J\ I~ IT,Llt:G l 'l"l'lMA

No~u ~RO MEDIO ANNUO DEI NA'J'l PER OONl

.l'ic mo11tc Lig ul'ia. Lomba rdia Veneto

Emilia T oscana. Marche. U mbria. L azio Ahrmr.?:i . C:unpania Pngli<• l 111 s11t cata Cala.hl'ia Sicili:i

1000

447

11,1,IWl'l"l'IMI 15-'1:, ANNI.

N UBILI O VED0Vh: D I

66-W

76-85

86-95

13,5 15,2 13,3 13,6 30,4 34,1 ?,1,1 39,7 44,1 16,9 16,7 18,7

11,7 14,5 10,3 20,2

9,7 13,8

H:!, 1

Sarùegna

30,1 29,2 22,U

ITALIA

22,0

,rn,1 H2,8 43,9 60,7 6<.i,6

rn,o 15 ,f,

l !J,J

9,2 20,8 53,1 27,fì -10,2 59,9 69,8 16,7 14 ,0 1-1 ,·1

IJli-1:i

8,2 rn ,2 8,5 20,5 39,3 21,8 31,7 4-4,9

57,0 13,7

U3,5 ] .j, l

10,:.!

8,!i

19,7 35,9 16,0 21,7 26, 1 36,6 8,3 9,5 10,6

24,8

1,1.,a

l'S,ti

30,8 32,0

j :~, ~)

18 ,l;

:W ,7

,15,1

:10,,1

2 1,5 20,a

13,0

20 ,0

lf,, J

12,7

1O. Ltt frequenza delle nascite illegittime è molto diver sa 11<' 11(\ va.rie regioni. L e più alte proporzfoni so no date da quelle

dm c:o,;t.ituivano lo Stato Pontificio (La:t..io, Emilia, Umbria, Mar-

ehe ), i11 molte parti delle quali vige ancora il costume di c:011lmrn, 111 1io1ii eol v i ncolo r elig i oso t, che, pnr essendo clPfìniUv ,• ncl l'i 11l.ci11'l,io11c tl c i contraenti , o non r icevono i l s11g-g-el lo k ,-:all', o lo ri ,·c-vn110 Holl~1.nto dopo l a na.sei l.n cli fi ,_:li , a l.111.e la. dn i cl iril.l.i di questi . :-iin1i li 1111 io 11i prnmal.rimo11iali Hono lhi q1w 11l.i a 11dw nel V en eto <:cl i11 'l'oH1·a11a., 1· 11011 H<'il.l'H1·g-g-ia 110 1ic•pp11 r 1· i n 11.ll.rn n~1 Ha influsHo ili ;~nL11 l1111g-1L 111 i 11nro l 1111-1il-ll,1111 i.u. di 11 11 io 1ii li ho,·u promosse da. infatuazione, Hof'.i11.li H l11. . Nn ll 11 1'n/.(l 11 11 I d 11v1• il H111dn.l hw1u Hi orn. pilL esteso ed aveva. messo più prof'oud o rn.dici 111 11.{li ul l.i 111 i v1111t,'n.. 1111i n.11tt,i·iori nlla. guerrn., non si vede aumenta.re , n.n'.l.i si v11du di1n i 1111 ìn 1, liL l'noo ndilA ilJ ogiLLirna..


448

NATALITÀ E NUZIALITÀ

gioni. D ella loro frequenza dà indizio la proporzione delle legittimazioni ùi figli naturali, clrn 11cl 1911-13 giunge a 27 per ogni 100 matrimoni nel L azio, [L ~!:I 1wll ' Emilia, a 16 n ell'Umbria, a 15 nelle March e, a 14 nl'I V etl<'l.o, ; 1 0 i11 Toscana, a 7 in Sar degna, a 5 in Liguria . La propon1iot1\' l.ra il nunw rn de ll e legittimazioni e queno delle nascite il l<'gil.l.i111n llllÒ ser vire vo nrn i11dice della freqnenza, <·on c ui i nati 1'11or i del 11 iu.trimonio vengo110 r icondotti nella schient dei 11al.i lng·itt.i11 1i : Le 11uto conto de l.l 'alta morta li th i11fantile, tal frt·q1w11 Y.;1. appar e molto g rande q ua;1do ,-,i i 1h·.0 1, t r;i,11ù lH'oJ:Jon,iorn 1·ome que lle delle Marche (G9 Jegiftin1;w,io11i 1wr 100 11asc ite illeg iUiuic, 11e l l!Hl -13), dell'Umbria (fJ8), 1kl LaY.io (fi5), del Ve11elo (GO), della Toscana (47), dcll'Rlll ilin (,IG), dclJa Sardegna (08), delJ[t LigTtria e della Sicilia (31.). Ri 111a11;;ono invece definitivame nte il.legittimi i più dei nati fuori <!PI matrimonio in Calabria (7 lugittimazio 11i pt:r 100 nas<.:ite illegitl,ime), uelJit Campania, (1.:2), 111>1 Piemo11tl' (l:n, n ella Hasilieata (17), 111dl1i P ug·lie (20), in Lombttrdia (21). 1wgli Abruzzi (2G) . .M.a in t.ul.11! qnestc ultime regioi1i, n,•.f·.l'\ltn::i.l:a. J;i. n alabria, dove effel:tiva mcut<' domi na ima certa rilassnl.e:,,,za d i co::;tumi, la r·econdilà illegittima i: bassa, c·ornc appa rn da.i d; tl.i dPlla nostra t.abeUtt. I I. 1:: d1·g1i;1 di nota la te ndenza della natalit.à illegiUirna a d i111i1111 in ·: l1 ·11de11r.n. comunP. a tutt e le regioni, sem,,a eccezione, L,e11d1i: l(i ,·a 11s ,· 11011 s iano do vunque le medesime. Nelle r egioni 1lt1JJ'ex-/-,Lat.o I'111il.iti1·io la eonsuetudine di contrarre le unioni 1·.oniug:1.li ,·" I vi,w"I" ,·i vilc nel tempo stesso che col r eligio::;o va g uadagw111do rnpida.me ntf\ te rreno; altrctta11to accade negli altri luoghi <love l'11 11io11 u legale solcva essere pr eceduta da un periodo di unione lilH,rn, 1"011::;ae rata o non dalla religione. Altrove l'abbondante emigrai',iOtH· di uomini giovani ha r eso più rare le unioni extra-legali : 1·os i ,;pceia,lm ente nel :Mezzogiorno. Altrove, infine, le pratiche ncornali.lt11sia11e non sono rimaste limitate alle unioni legali, anzi si so110 gTa11dcmente estese anch e fra le unioni liber e : eosì in PiemonLe e i11 Lig uria.


XVII - NATALITÀ LEGITTIMA E JLLEGITTIMA

.449

Si può diseutere se la diminuzione Jella natalità illegittima sia sempre indi<.;c di un mig-Iioramcnto Lli eostumi n e lla, vita privata, ma non si può negare eh'essa rappresenti la l>m1dica al:f:cnuazione d'una dolorosa piaga sociale.

12. A eomplemento dei dati già riferiti, indicheremo più avanti, per eiase1ma regione, la proporzione degli illegil.tim i - suddivisi in riconosciuti da almeno uno dei genitori ed i11 non rieonosciuti - sul numero totale dei nati vivi (v. pag. 463), e il. rapporto fra il numero eomplcssivo dogli illegittimi e la popolailione totale (v. pag . 4H4), nel periodo 1911-rn. i::. Nello studio delle naseite illegittime <lurante il periodo hdlieo non possiamo valerci di rapporti di frequenza ealcolati r-: ttl numero delle do1me non eoniugatc in ct:ì. f"ce onda, per(:hò rna1wa.110 inl.orno a I.ai e 1111111e ro da.I.i dir-1-il.Li, e ea,l!:oli d'approssimazione saranno possibili soltanto clopo la pubblica'.l.ionc dni rifrnli,a.l.i .del ccnsime 11l.o del 1921. 1:; poi-;sihilc, invet·t·, il riferimento d<'il l' n;1,;c-ilcc ilkg ittim1' a l numero totale delle nascite: esso c:i incli<:a f:llc rnenl;rn J1el 19 11 -1:) si erano avuti 47,9 illegittimi sopra og ni 1000 nal:i vivi, n el 1914 Ri scende a 46,7, n el 191 5 a 4:3,5, nel 1916 a 41,8, per risalire a 46,1 nel 1917, a 48,G nel 1918. Dopo questo n etto ciclo di discesa e di co11sccutiva ascosa, si osservano minori oscillazioni, e,on prevalenza d el movimento discendente: la, proporzione degli illegitt.irni <.'. di 4!\7 RII 1000 nati n el 1919, di 46,7 nel 19.20, di. 45,li n<'l I 'lj I , ti i 4\ I nel Hl22, di 44,5 nel rn2i). In definitiva, sem lmi dHi dopo la ,:;11n1Tn. la. proporzione d egli illf1gittirni Ria 1111 po' disec::;a , in c:0111'1'01ilu all'anteguerra. Il rapporto f r:1, In 11a~cil,n illi,gittirn(· u In JIOJiol:1,1/.ion!: ii dis(;1•so da. 1/ >:I 11:i.l.i illn,:;il.t.irni , in medin. a111111a, 1w~· (11()() ahil.:111li, tl<'I 11111 - 1:1, a 1,:\t{ 11('.i l!)::! 1-2,l. F, probabi li· dw a1w.l1t· la l'rn1pt!·t11/.:1, cll 1lk ,,asc il.,· illn,:;iU.irnc in rapporto al 11111111-ro ,J.-lln clo11111· 11 011 ,,011i11,:;nl.c· i11 d:',. l'nc ;o11da. sia. diminuita,. s1: 11011 i11 ,·,:;11:ilc· prnJ101',1,io11( ·, i11 J1n>J1or:1.io111 : 11011 molto minore. G.

MORTARA,

29


MiO

NA'l'ALI'l'À E NUZIALl'l'À

14. Meglio dP-lle cifre r elative, gioveranno le cifre a ssolut~ a prom1rarci una chiara visione dell'andame nto delle nascite ille gittime nell'ultimo decennio. Da 53.507 nascite ill q;ittim e, m edia annua del rnll-13, si disc e nde già a i>2.8 r:: 11!'1 HH4; la discesa poi si accelera : s i . va a 48.246 nel I ~l I :i, a ,16.884 n el 1916, a 32.933 nel 1917 •. Ancol'a 1111:1, hrnvn di Hcc::;a, a 31.743, n el 19181, e po.i s' inverte la l.end e11½a: ( ' ( '.e O unn modesta aseesa n el 1919, a 35.232 ; ma sngut' 1111 ro1-t1: a11rru:nlo: a 54.095 nel 1!)20, ,1, f>3.9HO n el 1921. lndi li:i. 111·indpio un i,i<.Jnsibilc movim<'nto di di H('C'Ra : a 50.8/l4 nd I !I::!::!, a 4!:l.272 nel 1923. In cifre arrol.011dal.t\, s i I tanno 50.000 un.I.i illngil.t imi all'anno Ml 1922-t H, i11 l:011front.o a 53.500 nel l\)11-lil.

.

l fi. NP-i dati p er il 1!)14 riesce a1H:ora dif'lk ile se orgerc qualc:he ripereussione della gucrru. europe a: r.i pereussionc ehe pure qua1:1i c err,amentc dcv'csHen;i m ,:1,ri i resi.i.I.a. 11 1:.i mpatrio di moltisRi mi emigl:'ati temporanei, la prnvìsio1tl' della possibilità cli una partecipazione d ell'Italia a lla guerra, d(; vollo :wer da to impnlRo già. negli 1111.imi mesi del 1!)14 alla lcg.1.li½½,w,io11e d' u11 c er to nume ro di 1miouì libere; e s 0110 cosi vu.11u Li al mondo come tigli lo,;..;-il.l.i111i parecchi che era,no già i11 seno alln madre quand'essa si prnscnta va all'ufficia.le dello stato ci.v ii <' per c ontrarre matrimonio. La 1:rcsciuta. frequenza di codeste legalizzazioni appare e vi<.le11l.e d11.I numero ùei figli naturali lcgiLLimati, che nelle s ei regioni dov' ,ì pi11 l're rp1e nte l'unione libe ra prccorritriee di quella legale (La.½io, 11:11,ili;i., LTmuria, Marche, Veneto, Toscana), aumenta da 15.181, muùia. 11.111111a 1911-13, a 17.4LO nel 1914. Molto mag·giore appare la ripercussione della guerra nel 1915. Nel periodo ìrnmediatamo11l.n posteriore all'entrata in guerra del1' Italia, vengono k:ptli½7.11.i,e moltissime unioni irregolari: il numero dei figli naturnli I ·gitt imati. nelle Rei regioni dianzi enu-

1 Va aggiunto alle cifre del HJ17 " del 1018 qua.lche centinaio· di nati nei comuni invasi per i quali mancano not izie.


XVII - NATALlTr\ LEGITTIMA 1,; [I.Ll~Gl'l'TIMA

.J-ii l

mcrat e sale a 119.W!J, numero più c h e Lr .iplo de l 11orn1al(' ( 15.181, m edia Hlll-t:3); la proporzione del numero <.lei legW.irnal,i al uum e ro dei matr irno11i sale da 15per 100 matrimon i, m edia J!)l 1-rn, a G,J per 100 rnu,Lrimoni nel 1915 t, raggiungendo In altiss in1t· quote di 88 ne l L azio e di 85 nell' Bmilia (58 n ell' Umliria, !""i-1- 11\'llt· l\'l ard1 ", 48 nd Veneto, 38 in Toscana). Col brusco tliminuirc di q11cll o unioni extra-legali che avevano già, nell'intenzione tle i co11 v i vnu li, earaUere di minore instabilità, diminuisce bruscarne11tc anche il numero dei nati illcgiLLimi riconosciuti, che in parte eonsiderevole proYeng ono tlu. tali unioni: già uel 1915 <'HSO s i riduce, n elle solite sei regioni, a 16.856 (in eonfronto a !!U)(i4, media 1911-13 ed a 2J.:350 n e l 19 14); e cade a 10.08fi mli lHHi . .Naturalmente la diminuzione 11011 d( ll'iva soltan to da.Ila legn.lizzazionc di unioni libere ma ,uiclle da allre eause : priucipalmt'n i.c dal disgiungimento delle coppie ir rcg-oJari l' ua.JJ'impedi 111c111 o ;1,I I,, l'ormazione di nuove coppi(:, d c ri val i dal la mobilitazio1H·; (' H('(:0 1ulariam <~nt.e dalla ri111t1.a 111/.a (k i dli;1111;1.l.i a lk • armi a r-ari( :ars i d i nuove responsahi lil..'t <:ostil,11c ndo 11111.1. farn i1~lil.l lfig it.1.i rnn pro1irio 1111a.rtdo divmii va. pi1'1 dilli1:ilt · :, o p1H·r in· a i liisog11i di questa 2• .Ma il primo fattore <.:i sern l>ra essern s ia Lo il più importante : n el I 9l!i in Ita lia il numero dc.i nat.i illogit.timi ri<.:0110sduti era g ift diminuito dal 4 1 "/ 0 , in c onfronto a.I normale, mentre q11el lo dei nati legittimi (per il quale pure a;;·ivano il secondo e il ten!.o fattoro di diminuzione) era diminuito sollanlo del 21 °/ A1worn ne l 1916 le legalizzazioni di unioni irregola ri sono e<:cezio11al111l·11te numerose (ben chè m eno che nel 1915), come att(•sl.a i I 1111 m(' ro d(,11(~ l(~git.tima.1/.ioni: 2fi.o8 I, n elk s<'i reµ;io11i 0•

1

Ì1:

s 1q1111·ll1111 a vvt·rlin· cho )a. pr·opor7.ionn di (;;! 1,·g iUim:Lli pm· HM) 111:1.Lri-

moui n on si~ 11 ilim1, c l11,

mn.ziouo di fi~ li

di og ni 100 111a.l rimo 11 i H.:.S Ria.110 a•·t~ornpa~ nat,i da. lo~ iUi-

pPrc hù c on 1111 111n.l, 1·i111011io v11n 1~0 110 ~ 111•:,1i-:o J.,~ iUima.ti due o pii1 figli i ll11~ill i 111 i. ~ Nello !iol il,o H11i 1·11;.cio11i, 1111·111.ro di111i1111i:-m11 H11n Kil1ili111 •11L1• ""' l!H r, i l numero dei nati ìJlcg-iU.irni l' i 1~0110:--ti'l 11 t.l, 1·.0111n n,ppll.l'H d,d da.Il d1,I 11..Hlo, u1 111 n·11W.L (da. 8.519 a9.015)quel lo dei 11011 l'i1:11 110'(1'.i11I I. Pr11l ,1thi1 1111•1 d o 1111 1L p11.rl n di 1111e•Hl,i illrgittim i 111tl, 111'1di,

non riconosciuti }H"Ovnn~o110 da 1111 io11 i •·111· l 1L g-111·1Tn. lm l,1·orn: n.to, senza di essa tl.Vruùùuro liniLo coll'.-:--t:-w n, l1!g-1dii',:1.u.to.

111erti r c forse


452

NATALITÀ E NU,!;IALITÀ

eonsiderate sopra, corrispondente alla p ropor zione di 62 per 100 matrimoni. Onde n on desta m e rnvig-lia l' ulteriore diminuzione, nel 1917, dei nati illegittimi r ico11oseiuti (7.976, più qualche dc~eina n ella r egione inva~a: eioù poco pi ù d i un terzo del num ero n ormale, n elle sei r<·g-io 11 i). Col 1!) 18 ecssa ht dimin uzion e n el n umero d ei uati ill t>g-il.fi n1i riconosci11ti, anzi qua e là si nota q ualch e a nm cnto: 11clle so lite sci n ·gioni se n e ba un n umero di 8.0:J4, poco dilforc 11 tc da queJJo d r\! 19 16. L e legittimazioni, nell e Hl.cs:,;n rng-io11i, diminniseono a 1:U:,,: 1tel 19 17, a 6.703 nel 1!) 18; <·, i11 p l'opon,;ionc :11 ni 1mero d!'i 11t:it.1·i 111 01li, a. :)9 nel 1917, a IH 1101 l!H8. .Nell' insiem e delle regioni ili vers<· dall \' s<·i li 11 qui c:onsiderntc, i nati illegitlimi riconosciuti, pro,·,·11< ·11do pi i, i,;pesso tla uni oni occasionali che da tutioni st.-1b il i, R0 g 11 a110 variazioni m olto tlit~ l"<~r <=mti da quelle fin qui tlcseritte. I /as8i,11za dcg·li u om ini dalle famiglie e la presen za in parceeh ie reg ioni di for ti coneentrarn en ti di l.r11p pc fn,vorisce le unioui o<·< ·nsionali: il num ero <ici 11aLi ricouosci11l.i d imi n11 isce solo di poeo : da 1 UWG, m ed ia n.11111i..t 19 ( 1-1?., a !l.:{82 111\1 mm, p m· r isal ire a !WU7 llCl 1917 et!. IL 9.GHO 11e l l!:) 18. f,; p roba.bile dic iu uu l.,11011 111cnwro di casi i pa<lr i sia110 sl;1,ti militari, i q ua li a bbiano rin viai.o alla fine della g-ue r ra In reµ;o lari:,.zazio11<: fl e lle n nioni contratte d urante la g uerra stessa, a lla 1· i,.d li11. della c hiamata, alle armi, o nei perioùi di licenza. l(i. Nel l!) I!) inc:omi neian o a rna ni feRta.rsi gli effetti dclhi s m obi Iitazio11<·. N11 111 Prose coppie irregolari si r icong iungono; m olt.iRsi m<', 11 11ovn s i l"ormn.no: come a umenta fortemente il n um ero dei matrirno11i, <'08l aumenta il numero delle unioni libere, per il costituirsi di qu nlle die la g uerr a aveva ritardate. Già dal HJl 8 a.I 1\ll !l i l n um ero ti.egli illegittimi riconosciu ti; n elle sci solite r<igio11 i, sa i<' da 8.034 a 11.11!:l ; nel 1920 balza a 21.73!l; n el 1921 c rcs<·1i a 11<·.ora, a 24.037; n el 1922 si m a n tiene a, 23.616, n el 1923 a 2:1.:>(i!'>. Le cifre del triennio 1921-23 son o tutte superiori alla media d<:I t riennio 1911-13. Sembra verosimile che la pr esen za di moltn g'iovani donne vcdo vate dalla guerra


XVII - NATALITÀ L EGITTIMA E ILLEG lTTLMA

45:$

abbia. dato a lime n to alla forma.zione ù i cop pi(· irregola ri, tanto p iu agevolmente in q uanto le vedove contraendo 1111ov<' nozze p erdono il tl i ril.1.o al la pensione, nè l' imlennizzo offorl.o lo ro dall'E rario in code:,;La e ventualità è tale da c ompen sar e la perd i I.a 1 : e q11i11di s' intende come preferiscano il concubinato, m agari t·o11saL:ral.o dall ' 1111ione religiosa, al matrimonio. Parrebbe confe rmar1• quesf.a ipol.e;;i lo scarso numero delle legittimazioni, le quali risa.lgo 110 bensi, dal minimo· di 6 .02 1, toccato nel HH9, a 8.801 nel 1020, a 9.684 nel 1921, a 9.482 n el 1922, a 10.043 n el 1923, ma Ri rnant.nng ono molto inferiori al uunwro prebellico, sia in c ifra as,.;ol11f.a (la med ia. del 1911-13 e ra s ta,ta di H>.18 1), sia in rapporto al numero dei matrimoni ( I f> legittimazion i per 100 ma1.rim o ni nel 1911-13, G nel 1919, G n el. HJ20, () 11el l!)zl, 7 nel 1922, 0 1H·I 192;1), sia in rappor to al nume ro dei na.l.i illegittim i d co11<>Ht:i1 d.i ((i9 legil.f.imazioni per ogni 100 nati illegil.Lirni r icouosei11ti ne l rn 1 l- l ;I, fl4 11cl Hl19, 41 nel L920. 40 nel l!J::11 l' ne l 1922, 4;; 11 e l I U::!:I) t _ And1e ne lle altr e r egioni il 11umcro dt~gli i ll u;.,;"itl im i ric o110H(:i 11ti a11111(,11 la forLe rne 11te d o1w ìu. fiue du lia g 11t•1Ta. 1\\,1 Hll!l ri:;;al n 11 10.28!\ no i l!)l!O l.occa il ma.:;;s imo di l f>.7'>9; 1wgJi an ni Sttel·essivi, pur dimi11ueutlo gradualm e nte, Hi mantiene s uperiort• a lla media prebelliea (media. a nnua .l\:J.ll-1.:1, I t.l!:Ifi; ne l 19~1,

1 In d~1·ogn. a.lln. disposizione dello. legge ilei 18!J5, Rer.ondo la. qua.le lo. v ello vii di i.:111• r m 1111.~s,mùo a. seconde n ozze avrebbe pcrdut,o il diritto a.Ila pensione, \111 d .-,w,,111 l11ng otoncm zia.lA <lei lVIU Rtabili sce che la vedova, coutrneudo nnovo ! 11::.Lri :: 111::111 , :d,lii:L di :·iLlo a. pc.r c u11iru u u ca1Jil:_\l~ con·i:,tpOn<l~nt~, 8eCO!H.1o i ea"'i , a. Lro od n. ,p11d,l ru 11.1111 11:d itù. <lella pensioue. La. r iformo. ffti ra ad inco1·n.~g-inrP i ma· t rimoni d1·Jl11 v1•d1lv1• di ~ 1rnrra., con vantaggio cosi dell'Erario COIII H d,dla 1110 1':\l c· pubhli1·a.. 1\111. !'lii'" d 11 hl,io d ,u ahhja. 1:n.ggi nn to i nt~rarnPn tB i l Hllo fi111·. 2 ..Avv,~du.s 1 1· l w I n. l•·ga.lir.r.:ir.iu110 d ell e 1u1io11 i irruguln.n 1• q11i11di In. lq~i U.im:i.ziont, d t"i lig li da 1•'-li-.1· l'l'o v<•1 111ti 8 <'~11011 0 1 i 11 g,•1tt•rn.ln, di al1· 1111 i u.1111 i la. ,~o sl,itn1.io11c tioll1• 111lln11i Hl,PH~11; ,,.,,·,· i1', P1•1:1·.. ;,;io11 alu f'1 ·1·q 11., 11 ;,.a, di 1111i n11 i i rT t·~ulu.t·i osser va.tu. f,.UJ1i l,o dnp•• In. fì11, • d,· 1111, g-111· 1·,·u. 11n11 pni nvu. r, 11 .,IIP r'Hi 110 1 11 11 1111•ro tloll e leg ittimn.r.io11i d l'~ li n.111,i l'.11 :) I ' , ~,~n. J\111. ll,V l't · l.1111 d11 v 11l u n ll 1•ll1·1·Hi 111a.g-g-i(H'UI CUtCJ cr erliamo, n e l 11111111•1·0 ,1 .. 11 .. l1·i~i l,li 11111 zi 1111i d 1· I 1:1~ 1.~ t, 1{1•11 ;,,u. 1111:-il ac.olo l'CUIJUmico a.l wu.trimu uio Ùl' lln v ..duv ,· .i , :~11 1· 1Tn.. 1'1: ;.(111 1110 os"41· 1·vnr11, pPn'i, 1.~l 11! lo Acarso

numero di logiUi1 r1 n.i,iv 11i 11 0 1 d,q111~11 111'ru. di 1'•·111lo u.11d111 dal la. pi ceolczzu. del nurn er (• delle cop1Ji c ir rcgola,·i ~d11.l 1i li cu~ j i l 11 il.P:-1 i d 11 1·u.1d,1• la. g- 11 1• 1'1':1,.


NATALI'l'J\. E NUZIALITÀ

45,l

15.436; nel 1922, 14.26,1, nel 1923, 13.739). ~_; dunque fenomeno generale, negli anni posteriori alla g uerra, la più frequente costituzione d.i coppie irregolari: agisc:C' dovunque il tormwonto delle vedove di guerra, a. s<:onsigfotre loro l'unione legale. Anche qui il numero delle Jogil:Umn,,;ioni si mantiene più basso che n ell'anteguerra (mrclin 1011-rn, 4.7o!~ ; nel 1920, 4.041; nel 1921, 4.008 ; nel 1922, :1.!"J:10; rwl 19:n, 4.012). l 7. Ab biamo dianzi considerate tutte i11sieme le sei regioni dov<, pi1'1 s poRso l' nnione libera p1·ecede q11rlla legaie. ìVfa. non i, JWi vo d' i11l:eresse il confronto, per sinµ;olc regioni, tra i dati d'anteguerra e quelli postbelliei, sul II nmcro dei nati illegittimi riconosciuti . Veneto

Emilia

'l'oscan.lt

March,

Tlmb,·ia

Lazio

Ma,lia annua 1911-13

5.4-rn

7.280

2.r)::.;n

956

I921 -2B

8.8lf,

"i.77()

~.2'/2

1.54[> 1 .2M

4 .225 2."/8f,

t;J()

1'.; degna cli nota l'.1,ntitesi tra l'annrnnto dei nati illegit.l.im.i riconos1:.iuti nelle due r egioni settent:rionali, sopratutto n el Ve11<·1.o, n la ùimimrnione nelle quattro regioni centrali, soprntutto 11c l Lazio. C1wliamo che nel Veneto il fattore preYalente deH'a.umento delle 11as1· il.1: ill cµ; it.tirne sia stato il ristagno dell'emigr azione. Oli orr1 igTn11l.i vuncl:i si dirigevano prineipalmcnte verso l'AustriaUngh eria n la Gn1·mania; dopo la guerra hanno trovato chiusi, o qnasi, i ,·.u1,:s11d.i shc,cch i. Ond' è rimasto in patria un grandissimo numcro di µ;iov :r.1 1i, che in condizioni normali a.vrebbero varcato iJ co11fi11n: nd in una r egione dov'è consuetudin e, specialmente nelle <·am pah·1w, fo.r precedere il matrimonio da un periodo, diremo cosl, di ,, ,.;pcr1m ento, s' intende quale doveva essere la conseguenza cli tale ,-iti1azione. I/esame delle statistiche delle legittimazioni sembra co 11 1't irrna.rc la nostra ipotesi: già nel 1921 il numero dei legittimnti (:Ui,{8) s upera la m edia del 1911-rn (3.581 ); aumenta ancora nel 1922 (:1Ji90) e nel 1923 (3.!J26).


X Vll - NA'l'A LfTÀ LEGITTlMA E ILLJ,;(! l'l''J' I MA

.J.ii5

Qua.rito ,LI T,a:t.io, non ci sembr a Lmnerario <:o llegare .la forte clirninu:1.,iorni 11d numero degli iHegittimi rico110,wi11f.i , 1·.ol gTa ncl e a umento della 11u:1.,iuliti1 negli a nni successivi alla h ll(' IT,1,. .Sp,·c'iaJmente in questa r egione sembra: tendere a lla dimi1111:1., ione il n11 rnnro rlf'l lc l!nio11i contratte col solo v incolo r<> lig-ioso : and,c le k g if.Limn.7,io11i dive ngono rare (1.077 nel 192 1, I.Ofio ne l 1!12:!, 8!ì0 nel 1923, in confronto a 2.!133, m edia annua 19 11-L:1)TI contras to tra l'aumento delle nascite di illegittimi riconosciuf.i nell'Rmilia e la diminuzione delle legittimazioni (media annua HH 1-U\ 4.4fi4; nel 1921, 2.SGO; uel 1922, 2.SOf,; n el 192:J, ::.2H2ì è spiega lo, probabilmente, in parte, dal moWplicarsi delle unioni irregolari che non v eng ono regolarizzate per la ragione di tornaconto economico già r .i petul,._1,111e ntc accennata. Anebe n ella 'J'o::;cana, n elle Marche, nell'Umbria, sono fortcmwntc di minuite I<' le1.?;H,tim ..;,;ioni, poco diminuite l e J1a::;cite ùi illcg-ill.i rni riconosci11ti ; il dival'i o deriva dalla, stesRa 1"i 1·c·ot>tam~a (' dn q unl ln. incli<·u.ta n<"lla 1101.n. 2 alla pa~. 45,l.

18. Dj::: .mo or.i uno ::;guardo :1!!:1 v:1ri a7.io1w 1w ! 1111niero <leg li illegittimi rieonoRei nti n elle a lb·c, 1·<,g ioni. Comirn:ia mo da quelle settcnt.riona.li.

Midia a11n11a 1911-lo 1921 ,23

Pi~nionte

l,O?nbardia

J.,igtwia

1.440 1.181

2.814 4.090

942 924

1101-wi1il i '1:1. \'al'i:1Jo solo lie vemc u l.e : r i conlia,m o d w ;;li a l 1il.;1.1t1.i

di qrn·sl.,· r<'g ion i soi 10 pit'1 cspert.i deg-l i a.rtiffai al i.i a p 1·, · v1,nin' i COlln\pi11H·11l.i , ,, Il (' lian110 (\f,;tf'RO l'appli<"a½i OII( ' l l<'ll ' 1dl.i1110 dnccnni o, 0 1111,· l;1 111:t ;.;";.:;ior l'n·q11t·11 i',:1. di 1111in 11i 1i l ,1·r1· dc•1·i v:t.l.11. dal la presen za dt ·I I,· v ,·dHI' <' cl i g 11 ,·1Ta 11011 si r iv,· la ad, ·g 11:i.l:1,111<,11l.e .1tel confronto. l11 v,·,·1, i 11 I ,0 11 tl 1al'di: 1 si lro1•:1 fo rl 1·111 n 11I.,· a11111c·nl:.:'tto

il numero dng·li i l il-g ilJi 11 ti ri, ·0110,.;, ·ittl.i, , . , ·n •cl i:11110 d i (\ l' au111 ento sia dovuto alla solil.i, , ·aM·io1w: 1111<·.Ji c, 11, 11,gitl.irna;,;ioni ::;ono un


NATALl'rÀ B NUZIALl'l'À

456

po' più numerose che ncll'antcguen :a (media 1911-13, 1.012; nel 1921, I.329 ; nel 1922, 1.24!'\ ; ne l J923, 1.093). Aliru.;:. i

() ,1mwmic1

lledia annua 1!111-13

475

1.078

903

1921-23

r;1 2

2. 1:15

1.246

P u yti1•

R m;ilic.

Calabria

SfoiUa.

215 271

865 l .436

1.797

70G

1.7G6

520

SaJ"dt:g.

L e rcg-io11i dl'l M(:½½ogiomo segna no tutte a umenli, pi ù o m e no sern;ibili, lll'. l 111111ter o degli illegittimi riconosciul.i; in Sid.lia tale 1:u111e :·o i· :;l~t'.I.ÌOn,1ri o; in Sardegna è ::i,Jqwi 11i.o diuii11ui lo. Credi a mo die la. eausa prevalen te dcll'a 11me 11t.o 1·011sisla nelle unioni lilH:l'n di vedove di g uerra; l'anme nl.o del le na.s<:it.c illegittime 11011 è aecompag11a,to da aume nlo delle k g-iU.imazioni (m edia 1911-13 p er l' intero :Mezzogiorno l.2!lfi lc,;it:ti m a ½ioni ; nel 1921, l.078; nel 1922, l.Of>l ; n el 1928, 1.~48 ).

19. Ne l.la frcquen7,a delle nascit<i di illPg itl.irni 11011 ri conosciuti si ri1:1co11trano varia zioni n etl.'l,Ulc 11l<' diffe re nti da q uelle 1:hn a.hhimno /l.f'.1 ·p.r[.ato pC'r gli ilieg"ittim i ril-onosciuti, 1:1 pcci::tl 111c111.<i n(·I pnriodo pos tbellico. D11m1d.<, la guerra, il nume ro deg-li illl'g-iUim i 11011 r i<:o uosl'i11l.i di111i1111iscc pi11 ta rdi e pi ù adagio di lJ ucllo (fo i ri1:onosciuti; la s 11.1 111assi111a riclt1½ionc giunge soltanto al n1 °lo (nel 1918), m c 111.l·(· il 11111111·ro d ei ric onosciuti dimi n11 iscn fino del 47 % (ne l ]!Jl 7); 11· 1·;1,ralfrrisl.idH' !..i;eografich e cfolle due di1:1tribuzioni sono 1livers c . Nnl Vti11d.o il 11111111'!'•1 degli illegittimi 11011 rieonoseiuti, eh(; era, s Lato di I.H<>7, i11 11l<'dia annua, n el l!Hl-1 11, aumenta sem;ibilment c fi no dal I!l I r,: :~ ~.036 ; può a ver v i intluito il r im patrio di molti emigrati {.(·111por:1.11n i, avvenuto subito dop o lo sc oppio della g uerra e urop ea. .l{i111 a nc a lto (1.964) n e l Hll6, q uando si fanno sentire le co.uscg11 c11'.I.<' de lla, pr esenza d ell'eser cito operante; dimin uisce n el 1Hl 7 ( l. ~:18) e n el 1918 (1.074), ma alla cifra di ciascuno di q11 cst.i d lll\ a nni bisogn e r ebbe a ggi unger e q ualch e centinaio di na ti nel la. r r:gione invasa (300-500).


XVII - NATA.LITA LEGIT'l'lMA E ILLl~Gl'lvl'IMA

4f'>7

Nelle a ltr e regioni dove più spesso l' u11io111· extra-l egale precede .il matrimonio (Lazio, Emilia, Umbria, Man:1111, To::icana), il numero <legli ill egittimi non riconosciuti si ma11Li e11e ::iingolarm e nl.e alto (6.712 nel 1911-Hl, 6.979 nel 1915, 6.0!JI 11c·I l!J IG, 5.IGG nel UH7, 5.201 nel 19 18). Una parte di queste 11asc:iil- illeg ittime t:<'rl.amente proviene <la unioni extra-legali, delle qua.l i le <; hiarnaLe alle armi suceedentisi nel periodo bellico, o la mol'l.c· d ell' uomo per causa tli guer ra, hanno determinato di mano in mauo lo sciogl imento, mentn~ in condizioni normali sarebbero :,;tate legaliz:i',ate. 1n alcune delle r egioni ora ric orda te sono stati coneentrati grossi nuclei di truppe, nd auehe qn<'Rl:a eireostanza 11:1 <'ser eitato qllalche influsso. Nelle r imane nti regioni della Vali(' .Pacla.na (Piemonte e Lornl>ardia) la diminuzione degli illegittimi 11011 rieonosd11l.i 1\ slJtta rclativarue11te maggiore : da 2.80<5 11el l!J l l-1:l, il 11111m·ru di rn;si <': su·.so a 2.008 ntd l!-11/i, a 1.RF,2 111•111l17, a l.1.?:\ nvl 19! H; in Lig-11l'ia, i11veec, per le eau:;e i,;-iit at:ee1111al.1· (al.l.i vil.h dl'lh, i11d11st1fo tli g·ucrra e Llei traffici), ln, dimin11;1,il,111: t'i s i.al.a a s~ai li-,1'l·: da 48!} 111·1 191 L-lJ i~ 4)1!:i 11cl l\:l!u-JK. Nel l\fo;1,;1,ogiorno o rn•lle Jsok la dimi1111i',iu111: c·· sl:atn più lenta e m euo profonda dw n ella T,01111>;1.rdia. ('. 111•1 1:'ie rnont<'. La fi·eq11 ente precodtà. delle unioni extra-legali ha fotto sl che soli-:1.111.o dopo la chiamata alle armi delle classi più giovani si in1.rns ificas:,;e l'effetto dell'alluuLauamcnto degli uomini arruolati Jll'll' ,•s1·r1·il.o ; la diminuzione nel 1018 è qui maggiore che altrovr: da K.-l!l I 11al.i ne lla m euia annua del l\Jll-rn, s i scende a ti.Hi !i ii,· 1 l:jji i, ;i, ii.1il(i nel Hì17, a 5.651 nel 1918. :dO. 'l',·l'll1i11al11. la g-111,rra, 1·iman,~ 1wl biv111lio 1!)1!1-:!0 :1,11orrnalnw11il- :i.11.u 1wl \11•11..i,u il 11111111:rn dn;..:li ilk;..:ill.i 111i 11 011 r i,·01wsciuti: 1.!17!1 11('1 1!11 !) ,. :!.1 -11 111'1 l!l:!11, i11 ,·,11il'ro11Lo ;i 1.807 , m edia 191 1- 1:1. l l1m pa ri.,· ,le-i 11:1 li 1wl pri1110 :111110 s1·;..:11a 110 le violenze lh-11 ' i11 v: 1so1·,·, 111:i. p,·r il s1·,·011do 11,111111 111111 1·:i.l1· q1w:,;ta spiegazione. L':dl:t rr,·q11 .. 11 ;1,:1 di 11:i.s1·il, · illq .; il.l.i1111· 11\\1 1920 è determinata i11 park dal rist.n;.;-110 d1·ll ',·111i ;..:ra;1,i11111·, i11 parte dalla


NATALITÀ 1G NUZ.IALITÀ

-1-58

scia d'jmmora lità, lasf'iata n ella regione dal passaggio e dal prol ungato soggiorno di mili oni di uom ini giovani e bramosi d i godimenti sessuali. Nel 1921 i 11al.i illegittimi non riconosci uti discendono a 1.60!'>, n el 1922 a 1.472, nel 1923 a 1.497: numeri nettamente inferiori a quf'l1i cl'anl.cgue1·rn. Ma eon siùer ando insieme tutte le na scite di illcg-itf.imi, no n ri<·onosciuti o rieonosciuti, si osserva dal 1911-1;1 al JU:! 1-:!,I 1111 rortc amnento: da 7.226 a 10.:34.0, ehe crediamo d i11e 1Hl1111f.1 · da i due fattori poc'an7,i ricordati. Nelle allrl' r\'g-ion i dove le unioni 1:ihc r c s tabili sono più froq 11 e nti ( Lazio, J•;milia,, Umbria, l\,fardw, Tosen.na), il n111nero dei 11n.ti ·illcg·itt.imi non rieonoseiuti, dopo aver toeealo uu minimo (4.848) 11cJ 1919, risale n el 1920 assai vicino (G.4.50) alla media µrcue llica (G.712), ma poi diminuisce r::i,pida rnente : a 5.639 n el Hl21, a 4.720 nel 1922, a 4.396 nel H.l~,I. T..,a diminuzione è com un e a tutte le r egioni dianzi cnu niera,!.<', cornl' appare da l seg·ue n!.e confronto. J,;milia

'l 'osctJ1u,

Mnrche

Umbri<>

L<>ziu

Media ama 19 l 1-13

2.Ci:J(-j

674

2.0\.!9

615 ,16()

1,151>

1921-21.1

l .6:ll 1.1 71

(101

fttiO

All(:hc l0. a lt:rc rcgi.o11i della Va.li<' l'ada11;i. sn1.;-11a 110 1ina l'orto d irni1111 Y,io 11c 1wl n11rncro elc i nn.ti ill c~it.l.i111i 11rn1 ri('onosciuti ; una s1•.n :-;iliil1· clirn in11 Y,in11, · mostra 11111·t· In Lig·11ria.

Mc,lrn

3111111!

l ~ir,1iria,

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489

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1.020

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l '.l~ l

.Nell'lt:alia rrw ridio 11nl<- ,•cl i11 :-;11 lar(· il n umero degli illegitti mi non ric onosciuti ù isc<'ndt· :1d 1111 111i11imo di f>.037 nel 1919; la ripresa del 1920 (fJ.8(i4) i· 1111·110 a ccen tuata clw n elle regioni sct1.e.ntrionali e centrali, 11 t·ol I!li I lu t inizio una nuova discesa, c he proseg ue nel SL1cccs8i vo hic nnio (5.407 n el 1921, 4.933 nel 1922, 4 .656 nel 1923). In t11U.1i lo r 0gioni il numero dei nati illegittimi non riconosciuti resta m oli.o inferi.ore a lla m edia prebeJl iC'n. Tl r iRf.agno dell'emigra7,ion <', ehe in altre r egioni ha concorso


XVII - NA'l'ALI'.l'À Ll~G l'J''f'IMA E H,LJ<:Gl'l''l'JM:A

459

moltiplica re le unioni libere e q11ind i le 11.isv il,· ill q .:ittinw, qui ha agito prevalentem ente in direzione opposi.a. Pit"i di rrulo le mogli rcst.nno sep:1rate per mesi o per an 11 i dai mari l.i, con l'Oeeano d i 1rn:,1zo : più rari sono quindi gli adull.cr1 <' le 11.ir-wit.c adlllt<'rinc. 8,

Abru;;i Ca mpania

597

Uedia anona 1911-13 1!)21-23

2.171 l.195

602

Pugli<!

/Ja1ilir!al.a

Oalalwia

l.213 886

69

J.620 r,s 9

f,8

2.410

1.157

~1. L e varia;,;ioui tii frequen,1a delle nascite illegittime sono state, nel periodo bcllir,o, molto diverse nei e omnni urban.i, dove .1tn11ivano in gran numero operai e militari, e nelle eampagne, spopolate dalla mohilif.a;,;ione. Nei maggiori comuni urbani è flirui11uito di poeo il num ero delle naficite illegittime, n ei 1:omu11i mmli è di mi 1111il.o niol to fortemente sopratutto il numflro d ni 11n1.i ill <'gil.l.i111i ,·i1 ·1111,1s,· i11ti , in buona parte provenienti da uni o1,i ,·0111,ral.1.,~ ,·ol solo vi1H'olo reJigiotlo. Nt:i rni11uri 1:M11l.ri urbani la v..i.ria.:-.ione deila nataiil"à illeg-it1.ima è piuttoRto simile a qu <'l la d e i comun i r nrali dw n. quella d.ei centri maggiori. Il c:onenntrnmento ue lle <·ittit d i fori.i nuclf\i d.i truppa e ùi grandi masse d'operai a dde tti alle iud.ustric di µ;1ierra è il principale fattore delle di Fferen:,,;e ora indicat o. 1914

1915

1!) /(j

8.648 8.1 17

9.37!) 8 .J!3S

9,161 S. 10f1

7 SO!l

7.'.)70

7.(i 12

7 .157

!).(iO:~

r1. 7c:i

2.:1'.)~) I Riconosciuti . I Non riconosciuti l.8H8

2.:142 1.84)1

1 .!1!10 1.H:l:l

1.::8~ 1.7 1:!

I I ~>~ I r,o:;

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1.1,,:1

1.8 11 1.11;11

I A'.1'. I I. I H: 1

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1!1.r,,1r1 l '.UH7 I 11,cono,:cinli . No11 r1conooc111l1 H.'l l H H.f, 1~)

l fd;I;( ; H.H()U

'.1."7·1 7.r,o:e:

7. l iliO li.:H ts

8 .002

Capil110~!11 1lt 11rovincia I Riconosciuti . I Non riconosci oli Ca~ilnor,111 111 circondano

Altri con111111 con 11iù ,11 \ 11,cono,:cinti . 20.000 ab1tR11l1 . I Non r1co11osc111t1 Altri comuui.

J

/ ,9/8 l

1.'113

1. 17 1

1

1

Manca.no du.l,i

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C0 111 u11i

iu va.~i.

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l .:MO

f,.H8G


NATALITÀ E NUZIALITÀ

460

Negli anni successi vi all'arm isf.i:;r,io si osser va i n tutte l e categorie di comuni un forte aumeul,o degli illegi t timi ric onosci uti. Ancora nel Hl23 il numer o di questi si man ti en e fortemente sup eriore al livello del 19 U: la gen er alità. dell'aumen to è indice della generalità delle c1.u1sc di esso, tra l e quali riteniamo a ssol utamente prepondera11 f.c la f'requenza delle l.i bere u nioni di ve<.lo ve di gw , 1Ta.

Il .11umuro il<~i 11;1,i.i illegittimi non ri conosciuti, dopo un aum ento, r e lai.i va111c 11t.Li rn o<.lci;to, n eJ. 1920, discende in tutte l e ca1,q;o ri <' di t·on 1111 1i ad un livello pil'.t uasso di quello prebellieo ; m :i <·.u1 111111i 11rl1a11i ,;(:nnck anch e sotto il. m iuimo t occato durante la g uerra.. La d i miJLu:.1io11e app ar e <:onl:in11a dal 1920 i n poi. 1H tutte l e eategorie di cornuni au m enl.n. In. p<wcentual P. dei r iconoxei 11ti sul totale degli illegittimi. La dimi11117.io ne delle n ascite illc1-;"i ll.i111e av v enuta iu Italia dall'ant.nµ;1 u~1TH al rl opog 11r~rr a b rlnv 1d.:1 i11l.nr:1,m enh: ai <comuni urbaui .

l cumu11i run.ili S<:g,11111 0 an1/,Ì 1111 a11111 u11l.o, JH'olmbilmcn te

tlcriv ante dalla maggi or e pt'<:f·,odti1., i v i c·o11s1wf~1., dei matri moni, (;Ìlc determinando una umggi ure freq 11<·11za d i ,·1·dov1· <li µ;uu tTa in gi onme età ha, p er rifl esso, dul.1\rlflit1al.o 1111:i. 111:1 µ;~·ior1· f'n ·q11 nn za. cl c llR ~Rc·.011dc 1107.7,('. frrcµ;o la ri di I.a li ,·c·cl o v<·. f•;(·<.;o i dal.i JHi r l ' ul tirtto fJ1ti1up1rn111io : l'ipol'l.i11.1110 di nuovo, pn r <·0111oclil à cli <·011qiar :1.zio1w, :11wl1c • i 1111 1.i 11e·1 · l 'a11 Lcgucrra. 1:11::

1:11:1

' . I Hicu11o~c111L1 ;-; ,; 1;-; Capiluoghi di promcia / Non ricono~ci11L1 :-1_,1I '/

S ,', ~11

f, , :·• I

1: ~~ I

C il h.1 d"1 . d . j Hicouosciuli . '.l.:l'. 1!> ap uog cin:ou arto I Noc ricooosciuli I.S<;s

I . 11; I

:J.fil 8

Altri comuni con più di l Ricooosciuli I .1r,:1 20.000 abibuti I Non riconosciuti 1.1 7 1

!)'.l:!

1.7:!0

78 I

!J64

! Itri comuni .

I

:;,;:1

l " ,:l:l!I

l.f,1!)

/ .'J2 /

1922

11 . 1:31

10.197

9.37 1

4,740

4.4'12

2.636 1.368

2.652 1.238

2.656

l.963 927

1.902

J .931

74.8

667

5.2f,5

192.':I

1.041

j Riconosciuti . 1!J.r.,1f, 10.:1112 2 1.001 23.740 23.129 23.416 / Jlon 11conosciut1 K.·1IH li.U~7 7.6H3 6 .907 6.228 5.798

22. Riassurnouo g li e ffd.l.i dnllt• 1.;ause ch e abbiamo cercato di analizzare n ella loro a:1.ione lo<:al o, i seguenti dati sul numero


XVI1 · NATALITÀ LEGlT'l'IMA 1,; I LI.I•:(: l 'l''l' I MA

complessivo, 'in I talia, dei nati illegittimi f'i('On():-,<·i 11f.i (H.) non riconos1:i uti (N. R).

]1. N. R

lli l (\

d,·i

·l!J/f-1:J

1u1,1

1!H5

1916

1917

1918

1019

·I V:JO

111:! /

l!J :t:.•

33.JUU

~~-~JO

17.58~ 15.850

~J.408

!fl,J.78

!Hl.•J7!S

!1'/ ,tlttU

:11.:JO<

10.894

19.467 17.417

17.72'

20.SOS

~8.S19 19.927

u.010

IS.824

16.617

l•U 5'1

12. !J!I I

11 . !lliK

/!l :!.'l

Sewm ùi secndcrc ad analisi particolari, e senza ritorn:1 r, · 1.Lll'csam c dei dati per il p eri odo bellieo, ci pare utile rndf.1 •rn in evidenza le più notevoli differenze tra il p eriodo posl.beJlil·.o

e il peri odo prcbellic:o. Il numero complessi vo dei nati v ivi illegittimi è alquanto rwnorc nel dopoguerra (5 U345, mPdia 1921-23) ehc ncll'an tflgtwna, (53.507, m edia 1911-H\). L a rlim·i nu:l.ionc è dovuta per intc1·0 a,l minor 11 11111nm di illegittimi nou l'ieonosciuti ( l~.1 26 nel l 92 1-2:: ùi l'rn11 l.e a ::!O.:lof.: nel 1911-rn). l~ anzi alquanto aumflnfato il uu11iero dng-l i i ll11g-if.f.i111i r wonoseiuti (:;8.:J I !) in coufrouLo a :;:J.l!>!l) ; tale 1_u11nl'11f.11 <·0111p1·11:-;:1, una .r1trtc d,•.ll n. di minuzione Hopra irnlif'n1'11.

Per <.:orn;cg·ucn7..a è au nwntal.a f'o rl.rn111·11Lc (da ,18 a 7-1 °fo) la propon-.ioul\ dei nati illeg-itf.imi ri1·0110:-,eiut.i da a.lrnc1to 11110 dei genitori. Quali si siano i fattori delle variazi oni così riassrmte, quesle so110 da giudicare benefiche. Un minor numero rii illegit:timi, 1111:t. 111ag-gior proporzione di . illegittimi riconoseiuti, eostituiscono I' i11di:,,io sic·11 ro della minore est en sione di fenomeni pat:olog-i<'i so<·i:1.li . V, ·1T"hhl' la t:cula.zionc di inneggi ar e al proi;r f'i-:so n1 11ral11 dl\l popolo il.d iano, almeno al Rllo progn·.sso 11n lla 111or:1fo scsR11ak, poi1 ·l1 1\ in al tri campi la g-uerra indt1bi>iarnn11L<· Ila 1·11.· g ionaf.o g-ra v i r q.;T1•:-;:-,i (vosì p er il rispPI.Lo alla v ii.a, a li<· " l' i 1ii .. 11i, alla prnpril'l.1) iill.rn i), 11c•I 11osl.ro !'Olltl' 11<'g"li 111fri p:1Psi l w ll i g-eranti , l\'la g-iova 111<·;.:;lio 1111:1. l'n ·ddn a11al isi a s1·011q1111-r1· il g-i1101·.o delle pri111:ipali 1·i n ·..sl:u1 :1,,· 1'111' 11.;.:;is1·1111n s1il la 11:tJal if:'i. i ll <'µ;if.f.ima. .

.

J ) L'c pid1 ,111i11. 111:1l.ri111111ii 11,!t· 1'111· 1111 1·olpif.o il 11osf.ro p,Lcsc dopo la g uerra ( 111' parl<·n·1110 pi 1'1 a. v11.11f.i) lta agi to i n c:crto modo


462

N ATA.LlTÀ E NU~IALITÀ

come una valvola ili sicurezza: in m olti casi l'unione li bera è un surrogato dell'unione legale che n on si può o non si vuole contr arre. La maggiore fac ilità e;on la quale sono state contratte unioni reg·olar i dal 1919 in poi ha diminuito l' impulso alla formazione di unioni lilJPn~. Q 11esl,1 circostanza ha agito, pii1 o meno, in tutte le parti d' J lai ia. 2) ln ak111w 1·cg-ioni dovo vigeva l'uso cli conl.ran·(i l'1 mio1rn col solo vine;olo rcli g'ioso, per poi legalizza rla - e 11011 s<·mpre dopo <1wdd1(1 a11110, i11 g enerale dopo ehc 11.vcs:-;(· l'(•t·a.to !'rutto, q11C\s t'11:,;o :,;i I'· amlaLo d ir adando; è prosc1~uito 1111 11 w vi111rn1l.o che a v<ivn, avul.o g-i:\ prima della guerra ampio s v il1 1ppo. :I) 111 senso c·ontrario, cioè a moll.ipli t·11n• il' 11r1ioni libere ma. stabili nell' i 11!:nnzionc dei eontrae11 Li, ila a ;.;iLo il l.ornaconto delle uonne vcdovate per conseguen za d,·lln g·11erra a non riprendere marito per n on perdere la peusio1w. ,\ 1wli1\ q11<:st:1. cireostanza rleve avere operato in tutte le parti d' ll alia, (' s e 11<~ s<:orge quas i dov unque l'effe tto in uu maggior uu1111·ro d i 11al.i illcg-ittimi rico11osciuti, non accompagnalo da 11n ,ul<•g 11al.o n11 nw11 l.o di legittimazioni ( poid1è 11on<iRtante la nasc it.. tki fi;.;-!i l"' n:i::I.<: 'l 'ostacolo neonom ico alla lega.Jizzazione cl1~1l' 1miom·.). I >o v,· l'l'll'dl.o 11011 s i vede, s i p11ò ritenere ch e s ia dissimulai.o dall 'dli-ll o 1ki J'a l.tori oppos ti pn•ccci <'ntcm e11l.c i nd ieal.i. 4) L n n·sl.ri:do11n d!'ll1· <:o rre11l.i ,·111igTnl ori1 , da 1111 canto ha. ,.1.c<:rnwi11l.o il 111111 11,ro dt,i g·iovn ni 1·1·lilti (' q11i11di ha dato incentivo a.cl 1111i1111i lili,·n· ; dall'nll.ro !in di111i1111il.o il numero delle coniugale ablm11do11al.,· d:r.l 111:r.ril11 ,. '11ri11di l1a ridotto la frequenza degìi aùultt::l'L l'ro hn.liilii1 ili1i11 it(' ll, · n·/.;'io11i dove prevaleva l'emig razione tempora11ca di l11·1·v,· d11ral.a ha predominato il primo effetto; in quelle dove p1·ovnlnvn l'e migrazione temporanea di lunga durata, o la per1n.u11:11i., ·, ila predominato il secondo. 5) La crescente propor,1io1w dei riconoscimenti di nati illegittimi in parte è derivai.a n11c lte dalla propaganda che operano a tale intento istituzio11i lioncfic lte, m edici, ecc. Questo fattore ha agito specialmente ne l lo grandi città. Crediamo però che soltanto in piccola parte esso u.l>bia concorso a determinare il


xvrr - NA'l'ALl'l'À

L EG ITT I M A 1,; 11.1 ,l•;(l l ' l" l ' l ~I ,\

,11;:1

forte aumento avven uto nella pcrec11tuah' d('g-li illq(illi111i rwonosciuti da,ll'a11l.o;.;·11c rT11 111 dopoguerra. 6) La 1;rnsecnte diffusione di proccdime 11 l.i al.ti ad nvil nn • l::i. fecondazione o ad interrompere la graviùam,;a ha ,·0 111 ·.on·H> a nch',~ssa a d iminuire i l numero delle na..,cite ille;.;-itl.i 1111·. 21,J. 11 vario e ffetto r isultante n elle varie r egioni <lall'azion(' dr. Ile eircostanzc ora enumerate, e di altre second~rie che hanno ii1 1luito Rulla natalità illegittima, si può meglio appmzzar e mediante uno sguardo alla seguente l:a bella, dove sono confrontate le proporzioni dei nati illegittimi r ieonosciuti e quelle dei non riconosciuti, sul totale dei nati vivi, per i due periodi triennali 19 11-rn e 1921-23. _/!;u Uo11tparti111.enti

l

}Il(}()

1"it:mtoMr.iu.t·i

33 L

42'.5 43,8 102,7 10,2

I 29 7 34'.5

33,7 60,0 12,2 17,5 14,6

l'l'Al, fA .

29,7 1 ,H ,2

Sicilia .

t!l :J t-:!:I

tH ,,J

Sard1•g-111L

Hnsilic:Lta . C,ilnhria

rùwno."ciuh

JV2 / ,:!:I

9,9 11 ,2 12,5 17,4 14, 7 25,8

J'11gl ifl .

I non

I -,:,,/-):/ I 17,8 22, 1 10 ,:1 1 ,G ::2,r. I :1!,, 1 1,;,:1 1 1a ,r; 18,0 28,~) 12,G 7,2 13,!l lO,l ,J.1 ,li I 28,7 23,8 7!l,3 88,2

1VH-J:;

Piemon te L iguria Lombarùia Ven eto. Emilia . 'l'oscana March e Umbria Lazio . Abruzzi Cn.mp1mia .

uati ·,ri·~i ~uJn~:1 illr.yilli,u.i

14,9 26,1 15,5 18,7

I

2 1,3 18 ,5 28 ,2 28, 1 12,!:I 19,9 15,0 4,0 32,6 l !l,7 1r,, 1

15,3 16,2 19,3 12,5 12,0 9,8 10,3 2 ,!) 10,7 12,7 7,H 11 ,7

La p r opor z io ne de i nal,i illti?;iUi111i ri 1·0110H1·i11l.i, Hlll Lolal c dei nati, aumenta 111 l.11Llo le l'll?;ioni , u1 :cnl.l.1ml.n q11dlc dc ll' l lalia centrale e l a Sanl0.g-11n_ La p ropo r '.l.io1w dc,i nati ill cg-ittimi non ri-


464

NATALITÀ E NVJ.';lALl'l'.\.

conosciuti diminuisce in tutte le r egioni, senza a lcuna eccezione. In generale prevalgono le rliminnzioni sugli aumenti.; soltanto la Lombardia, il Veneto, l' Em ilia, gli Abruzzi, la Campania, la Basilicata, segnano 1111 atml('nto della percentuale degli illegittimi sul tota le dei nati. Nel complesso de l paese, aumenta di 4,5 la proporzione degli illegittimi ricono:.;('. itili, :.;11 1000 nati vivi; diminuisce di 6,5 quella dei non ri<·ono:.;<'.i11Li; ::;icc hè in complesso prevale la diminuzione s ull'aurnrn,Lo. l ,n. propor,;ionc dei riconosciuti, sul totale degli ill egittimi, dirnin 11i:.;<·( \ in l.111.t:c Il'\ r egioni, ecr.e f:tw1.tc: le l\farclu'\. Abbiamo g-i:'L dcLl.o t'ome nel complesso del R(•g-110 l'::;::;a ::;ia aumentata da :·;8

H

74 °/0 •

~4. natalità tutte le numero

lJna vis ione ancor più 8i11 kl.i(·a dell e variazioni delht illegittima si può avere ('011:.;id( :ra11do, senza distinzioni, nasc ite di 'illeg'ittimi, r ir.onos(·i11f.i o 11011, e 1·.i ferendo il di esse alla popolazione f.ol.al1·. Nn111 . 111"'/ ill 0 Oor1qn1,rlùnr.nl·i,

f'ic monlù Liguria Lombard i11 Veneto . Erniìia .

•roscana Marche Umbria Lazio Abruzzi Campania. Puglie llasilicata . Calabria

Sicilia Sardegna

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0,6g 1,34 0,81 0,85


XVII - NATALITÀ Ll!.:GlTTIMA E ILLEG!TTU1A

165

TI numero assoluto dei nati vivi illcgitl.irni ò aumentato soltanto nella Lombardia, nel Veneto, negli Abr11½½i, 11nlla Campania, nelle Puglie ed in Basilicata. In tutte le altre r egioni ò dimiuuito: sono specia lmente notevoli le diminuzioni del P iemonl.1:, de lla 'l'oseana, dell' Umhria, del Lazio, della Calabria, dcJla ~icilia, deliri. Sardegna. Tn rapporto al numero degli abitanti, anche la Campania." le Puglie segnano diminuzione; l'aumento della Lombardia quasi s i annulla e quellò del Veneto appare sensibilmente attenua,to. Al preeedente confronto sarà opportuno sostituire, appena la pubblicazione dei dati del censimento del 1921 consentirà di f'arlo, il confronto, più corretto e più sig 11iticativo, tra i rapporti di natalità illegittima calcolati s ul numero delle do1me nubili e vedove in età feconda. Crediamo eert.o d1n U1Je confronto mostrerà umt diminnzione della natalità illegiUima andw rnaggiorl' <li quella c hn risulta dai rapporti al la popola½io111\ l.ol;tln. In ogni moclo si può fil10 da ora a,1T.Crl.arc con soddisl'aY,i11111·. il considerevo le n1igliorame11Lo avvc•n11to tlalJ'a.nl.<1gucrTa. al dopoguerra.

G.

l\lORT.\RA,


466

NATALl'l'À E NU7.fALl'l'À

CAJ'JTOLO IJ l<JlOT'l'ESIMO

l NATJ. .M.ORTI. Cenni introduttivi. Vnrim:io11i del numero dei nati m orti nei pel"iodi bellico e postbellico. l'ropor:r.io11i mensili dei nati morti negli anni 1914-23 . .Principa li >1ltrrn:r.io11i connesse con la guerra. Effetti dell'epidemia in-· fluemdale. - La propo r,<ione dei nati morti n e lle singole regioni, nell'antn~1wrra n nq\"l i :u,ni 1914-23. Variazioni connesse con la guerra. l'roporzioue dei nati morti fra i lcgitti111i e frn g·li illeg·ittimi.

I . .Sulla 111.1.li-morl.a lità e' inLral.tmTc nio moli.o hrcvemeute. Non sembrano opportuni e o11fro11l.i r ct rospeltivi, perebè è rnoHo ùul>l>io 8C le variazioni elle appa.riscono nella frequenza d.ci nati morti in rela:t.ione al numero lui.a i e dei nati derivino da vera varia:t.ioue del fcnomeuo, o da ,·n·xeente esattezza, del.l'aeccrtament.o dei nati morti, o fon;(: :i.1ll'l11: da L:,l"escente frequenza de ll'attribuzione ai nati morti di brtlllhi11i <'1 1(' in n •a lt.1:1. sono morti dopo la nascita,'. Ci limitia.mo ad o,;,;nr van, cllO la freque n za d.ei nati 111orli su l l.ol.ale de lle 11a8citc :-;c111/; ; ·,11·11 !.:'nd(' rt' all':iumeul o neg-li ultimi ùeceunt a 11tc riori a lla µ; 11l'l'l'i1.. Neppure <'segui.remo <:onfro11l.i i11l.1·rn:i.:r.io111tli, 111 ·1·d1<'· In g-randc vari otù dclh: d e f-ìnir.io11i 1: ddl e di,;poxi:1,io 11 i li,µ; i,;l11.l.iv1: Hull'accerf,;1,n1 c 11 t.o dl\i 11:1.l.i mo ri.i rn11d1· i11c·.1•rl.i i ri x1tllnl.i d 'ogui 1:ompara:r.io11\' di I.al ,;orl.n.

<!. l i 11 u111cro 1tll'dio ;1.1111110 11<-i 11;11.i 11 to rl.i nel 1911-13 era s tato ti.i efrca 47.000: , ·:-i:-iiì ,•orri,;po;1d,:\·a a pot:O i)iù del 1 °lo (4,07) del numero tolak de i 1111.l.i (l'ioù d l•i nati v ivi pili. i nati morti ). Nel 1914 1: ne l l !tl :1 il 1111111 ('1"(} a ssoluto è molto prossimo alla media d el prec1,d1·11l.1· l.rirn111io: 1:ominei.a. a decr eseere forteI. Il diffonder si, in Sicilin. n 1101 M.01.1.ogiorno, della. consuetudine di ritar do.re all'anno successivo Io. den nnziti d1Jll11 11Mcite mo.schili avvenute in à ieembr e, e tAlora anehe in novembre, dove fl01tcorrcre o.d aume ntare le denun zie di nati morti, per ch é un cer to numero di un.ti vivi c he muoiono prima di esser e sta.ti denunziati o.Ilo stato civile probabilmente sono denunziati come nati morti.


XV T!I - I N A'l'l MOl{'J'f

4ti7

mente nel 19Hi ('37.000) e contin ua a clecrcseere 1H'I 1!J17 c;m.000). l\foutre ancora nel 1918 il numero dei nati vivi diminuisl·(:, quello dei nati morti a umenta a 3B.OOO ; aumenta ancora, a pi 11 di BG.000, nel 19 I 9, a. 52.000 nel 1920, a quasi 54.000 nel 192 1; s i ma 11t.ic 11c prosHimo a 53.000 nel 1922; discende sotto 51.000 nel 10::l,I. Ma le eifre assolute danno indicazioni equivoche : J)f:rciù I,· riforiremo al numero totale delle n ascite. Vediamo c osì che la pen:entuale dei nati morti si ma ntiene prossima all'antico livello nel 1014 (4,10 ¼), nel 1915 (4,09 ¼), nel Hll6 (4,05¼); solta11to nel 1!)17 appare in li eve a umento (4,14 ¼). Un fod.e e brusco a nmento si osserva nel 1918 (4,8 1 %); negli anni suc:cessivi la per eentuale dei nati morti sul tot.1.le <lei nati si abbassa un po', pur mantenendosi sensibilmente s uperiore al .livello d'anteg uerra : Ò, infatti, di 4,[)7 ¼ nel 19 191 d_i 4,,rn °/0 ne] 19201 di 4,5!) ¼ ll (' i I!):! I, di 4,4.9 °lo nel l 92::l, di 4,~8 % nel 1923. L a m ed ia del Lr.i~:1111io ln21-2:1 (4,49 "/,i) segna un a umento di oltr(· 11 11 dc("i mo i11 !'011fro 11to a lla m<>dia del l!l l ·1- 1:1. H. T,o ~Indi<> d ellr ,·aria;,;ion i Jncn:;ili dC'll:1. nati m 01ta litft (: 1 c onRentirà di risalire n.llP. c..iusc tli taluna de ll<1 v:iria;,;io11i a nn uali ora osserviitc. Per dai:;cu11 mese del periodo hellieo indich eremo la proporzioue p e rce11tuale fra i l 1111 tnrn:o dei nati mori.i e i l num ero totale dei nati. I dati assoluti s ul numero m e nsill> dei nati mort i xono riportati nell' AppHndicc. NA'l' I MOR'rI su

100

NA'.l'J

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E NATI MOti•rr.

Mntlin 11nnu:o.

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Ge1111a io .

Febbraio Marzo . Aprile.

Maggio G iugno

Lugiio . Agosto.

Settembre . Ottobre Novembre.

Dicembre

Media anun:1.

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f.?15

-1, 27 1 ,4G if-,28 1,:10 ,1,20 4 ,1 l'i 11,0 H 4 , IO ,1,10 4,07 :~' !H; 11, l fl ,1,0:.l ::,H7 :t8:! :1,!M :l,!1:.! :1,H,I :l, !11 :l,!17 :1, :11 :1,H I :l,!1:.! ::.7:1 H,7:..! :1 ,H:I :1,-17 :1,82 :;'~Jr, :I.H:, 4,0H ,1, 111 .·1,:a; 4-,7 J ,J,HI 4 ,7 1

1916

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1917

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NATALITÀ E NU7:IALITÀ

468

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Nati morti su 1()()() n ati, per 111 .,~;, dal J(JM al

M9

1919.

La linea pnnley.ctiaU., corregye r1li e1·,·11r, ,l<·ri.,,nnti drt r·ilarcli

nelle clem,nzie dei 1u1,l'i iu di,·1•111/0·,·.

Al commento dei clati prcm ettia 1110 a l<· 111 w a.vvert.c111/.C' d'ord i11c 1-,cncraJe . Primo : si c hiederà porc:h ò non ah bia mo. scg-uito miche qui il eo11s11<'i.o metodo: q uel lo di calcolan• da ll0 c.:if're assolute numeri i11di1 ·i pe r i si ng-oli mesi. Ris]Jo1Hlia1110 die i dati ottenuti con I.al n1dodo l'i av rl'hhcro condot:t.o a <·011clusioni press'a, poco p ara llele a qut'i l(·. d(·:;rn ;l.e :1.ti 1ht i s i; i 11,1,ti vivi (i n quanto il numero de i nati 111nrl.i, 1·,1J11<i que llo d t\i na ti vivi, tende a variare proporzionalmente a l n,mrnro dei eoncepimenti), con qua lche diver genza la qua le ò 111 ,·ssa in molto più chiara luce da ll'applicazione del metodo q ui :ulof.tato. Con l'altro metodo, avremmo dovuto clùederèi, di J'ro11I(• ad ogni variazione del numero indice dei nati morti, se e:,;sn f'oss(· derivata da una variazione nel num ero delle gravidanze oppure da una variazione della propor½ione delle gravida,nze con c::;ito infelice. Poichè le variazioni


XVIII - I NATI MORTI

469

nel numer o de i parti sono state suffi.cientementc stulliatc attraverso l 'analisi ùella frequenza de i nati vivi, prcl'e r ia mo qui concentrare !'attenzione sulla proporzione dei nati morti. :Sec.;01ttlo: i nati v ivi sono per la massima parte nati al ter11 1i11 c 11ormn.le dolla g-ravidanza; invece fi.·a i nati morti sono 111 011.o mune r osi i prem aturi. Consegu en za : se, per qualche causa, in un certo perioùo aumenta ·o diminuisee fortemente il numero dei eo11cepimenti, se ne risentirà l'effetto sul numero dei nati morti g ià dopo sette od otto m esi, mentre l'effetto sul numero dei nati vivi si manifes terà nettamente soltanto uno o due m esi più tardi. Que:-;t.a sempliee osser vazione bast.L ,t spicg-arci parecchie appan·11ti aHomalic della serie, dianzi riferita, di percentuali m en sili di nati morti. Cosl le proporzioni eccezionalme nte basse dei nati morti nel 8et.tembre ]!HG, nel luglio l!H6, nel settembre L917, nei 111c1,d da m ,Lggio ad agos to L9~0, p reludono alle forti Lliminu7,ir.• ,i d~·I !ttunero dei nati vi vi che si m.'1,nifnr~L.~.no ::an o c!n c mesi pi 1'1 l.1,rdi ; gJi a um enti <lell'ago:,;1.o 19H,, <Id Ji1g lio-ago,;l.o HILH, cd anclrn quello deg-li 11H.imi m e:,;i del l!l2 1, a.1111 1.111'.l.ia.110 g-li a11mc11ti nel numero elci na l.i v ivi e lio Ri jH"OHe11l.a110 po ·o dopo. T e r zo: le propor;r,ioni dd nal.i 111 orl.i i II dicc rnhrc i,;0 110 nrn1l.e in neecsRo, per ehò il numero dei 11ali vi vi <llrn1111?:ial.i i n quel mese è molto inferiore al vero, per eonsegue nr.a dell'abitudine vigen te in alcune r egioni di denunziare con rit.Lrdo i nati in dice1n1Jre. Il movente del ritardo (desiderio ili prorogare di un a1rno la dat'1 ile i ser vizio milit.-1re p er il nuovo nato) non agisce ri g uardo ai nal.i morti; d'altronde una parte dei nati vivi doi quali 1·.ra :-I.al.a ritardai.a la denLm'.ilia muoiono, .e talu uo vi<'ll de111111'.l.i:t.l.o ,·01111· 11al o morto, invece che c om e m orto uo po la n a seil.a. Il rapporl.o l'rn. il numero, errato in <l<'Ce:s:,o, d<·i 11.i.l.i morti, <' la ,;01111 11 :1., 1·1Tata in difel.to, dei nati vivi ,. <il-i 1111.l.i morti, ri i,;11ll.:1,,1·1Tal.o i11 1·1·.<:n:-NO. JI c:ont:rario a vv i1·111· in g-1·111111.io: un num1iro pn•:,s' n p11<·11 1·,;al.l.o di nati 11101'1.i v i,·111• 11 11•:-;:-;o in r a pporto eo11 1111 1111111,• ro l11l.al1! di nal.i orrnl.o i11 1·1·<·1•,;:,;o per consegucmm, doll o d1·111111zi,· l11,nl i va11 1011l.1· 111·, ·,;1•11t.al.11: il rapporto risulta errato in dii'!'l.l.o. J•:c·<:<> 1w r..!1,., il 11,,.,,,. cl i dice mb re segna


470

NATALITÀ J<; NUZIALlTÀ

sempre un brusco balzo in alto, e i l successivo gennaio un salto in b asso, della percentuale dei nati morti. La differenza fi.· a la proporzione dei nati morti in dicembre e quella del s uccessivo gennaio va crescendo ne l periodo bellico e c ontinua a crescere . nel dopoguerra: ind izio dell'intensificarsi de i rihirdi nella denunzia dei nati viYi (,·. retro, pagg. 416, 417). 'l'ale differenza sa le da 0,44 1rnll'anteg11c tTa n. 0/>2 11el 1915-16, a 0,73 n e l 19l(i-17, a 0,82 nel 1!H7- 18, a 0,9G nel 1918-19, a 1,06 nel 1!'.IHl-20, a 1,l H nell'ultimo l.l'i e 1111io ' .

-L L1· precedm1ti osser vazioni e-i ,;g-ombra110 il ten eno all ra pido esame delle cara.tteristidw d<il movimento m ensile delJa nati-mort~'1lità n el periodo bellico . .Nell'anteguerra fo, proporzione dei 1w,l.i morli presentava, nna, n etta periodicità. Da un massimo rii l"irea ,.I.,[>0 / 11, raggiunto in dicembre (o in gennaio, nmHi:stantr: !a <·.ontraria apparenza: si rammenti ciò che dieevu,mo dian:r,i), 1•:-;:-;a :-wendc va progressivame nte ad un minimo di ,1,7 "/0 ill sdi.crnhn', pe r poi r isalire. Nel p er.i odo bellico r im a ne cvidcuk l-1 uwdP:-;ima 1wr iodicith; solta n to la sua m11,11iff'sfa,:r,ion e è perturbata p1· r b k11d1·11;,,,a dnlln 11:u:dto prhna alla dis(·e,:a ti poi :dl':1.sr·l'H:1., ,·li,· pr11tl1 1<·1• l' Pffdl.o 1u·1:<:11 nato po('.' an'.!.i. I dal.i ffH :w, il i »(:111 hra110 t·.0111'o rn 1:1,ru il 111a1iifestar.;i di un litw1• n11111t·1il.o tldl11 11a li-111orl a lil;'1 finn d11,I 1!1 17, aumento ch e si manLi <'I H' 1w i pri 111i 11 11"s i d i'! 1!111'. l ,'11 11.a proporzione dei nati mort i 11c11'1tlt i1110 hi111t'sl n • d,·1 I !11 7 ,, 111'1 primo del Hl18 forse in pa rte dipe nde da ll1 · I ris i i 1·i,·1·11d1· d ,•i prol"ug hi ven eti; è difficile, però, dimostrarlo. Ma la varia,;ion(' pi1'1 111>Lt,v< il" e quella che si osserva nei m esi dall'agosto 1918 a.I 111:1 r:1.o l ~l l9. lijcco, per questi mesi, l'ec111.1

1 In Sicilia, dove l'abit uùi uu de lle de nunzie tardive è più diffusa, la cli:Jfor,m?.:l, t ra. la propor zione perceut1mlu elc i nati morLi de l dicembre e quella. del s uccessivo gennaio era. di 1 ,52 n11I L1·i•11111io pr ebellico. Essa sale a 1,89 nel .HH5-l6,

a 2,03 nel 1916-17, a 2,18 u cl 1017- LH, r, J.,7u nel 1918-HJ, a 2,35 n el 1919-20, a ll,W 1rnl 1920-21, a 3 ,54 nel 1921-22, a 1,'15 nel W22-23.


471

XVIII · I NA'I'T MORT I

<.'.eùem;a delle proporzioni osservate, sulle m cdif: dc.I 19 1l - I91a, eceedenza che può indieare fa misura approssi m:d.i va d( ·1l'('.(·,('(,Rso di nati-mortalità di quel periodo~

/ !) /.'I

/!)18

Jlyo,to Settend,re

O,GO

1,82

Ottobre Novembre Dicembrn

3,40

1,86

0,6!J

Genna,i<> .F ebbraio

0,18

0,42

A'/1irzo

0,3:J

È evidente la correlazione fra quest'aumen to tlella nati-rnortalitA r~ l'aume nto della mortalità che abbiamo altrove d eseritto e delineato (v.

retro,

pag·. 119). L'apogeo della nati-mortalità

eorrisponde allo stesso mese che segna la, massima inte nsità dell'epidemia intlucnzialc: e la eoneomitanza non ò eas uaJe , perdi<\ a pp11nto l'influenza ha determinato 'la m assima parte d,,Jl';1,11n-11•11Ln rJ,, Jln. 11n,t.i- mnr talib'1. (•"· nnto ,YmH, pa.rt:i,·olanrn,11t·., . lH:ricolos a Ji,ssc la, malattia per le tlo111u: colpil.1·. d11ra11l,1: la gra,vidan,1a). L'e pide mia ila dot.onn ina.t.o, ncg-li H m,~s i dia.n¼i con siùeraLi, un aumeuto di e in:a G.000 11a1..i mori.i s ul uuuJ(:ro e orrispondcnte alla propo rzione n o rmale. A 1ierH' nei m es i d i febbraio e nove mbre rn20, novt;rnhrc e cl ienmbre 1!)21, gennaio e febbraio 1922, novembre e dicembre 1922, il livello relativamente a lt.o della mortalità devo in parte dipendere dal rinc rurlimento ddlu, m orlalità ehc si manifesta in quei mesi. L'aumento della nati-mortalità nell'estate del 191!} - dopo d1 c 1H'i tn(eHi di aprile e di maggio essa era rit.ornatn al l ivel lo norm:1k dipcndn principalmente, come abbiamo g ià ddi.o, dai 1,;Ta11d" a11111 l·11 t.o 11c l JH1mc ro d ei eoneepimenti scg-uil.o :1.l! 'arn1isl:i,1io. /\11('!10 · il li v1• lln ahhn.s t.a.J1 za alto rklla. na,f;i-mort:ilif.:ì. 1H•.µ; li ultimi (·. i11q111 · 1111·s i cli'! 1n2 1 ò in pnr f.<' dip<'.11dc11I.(· dal r i:1.l,10 nel n umero cll,i 1111.i.i , <'iH' Hi oss l'rva lll'i rnns i clnl l'oi.l.oim: I!!::!! n,I febbraio I!):!:!. 11: n'.(' ÌJH'O!'.alnl '. 11t.,·. il li vn llo rd:1.l.i va111<·.11 l.1: baHso della, rnorl.alil.i\ tlnl 111n;:;g-in a ll 'a ;,;·os l.n I !l'..!O ,-; j s ping a , i11 pari.e, considerando la t'orl.,· di111i111r1.iot 1< · d l'I I, · 11a,wit.,· :1.v v,,11111:a ne i mesi dal luglio al l'otJ.ol,r, · di·I l!l:!O.


472

NA'l'ALITÀ E NUZIALITÀ

Il confronto dei dati per il triennio 1921-23, ormai scarsamente perturbati per conseguenze postume della guerra, coi dati per il 1911-13, non getta aleuna luce sui fattori del rialzo aceertato nella nati-mortalità. Si ritrova l'antica periodicità: massimo (cirea 5 %) in dicembr<' o in gennaio, iliminuzione prog ressiva fino ad un minimo in setl.cmbre (circa 4,2 %), poi rapida ascesa v erso il maf-simo. Cof;l il mas simo come il minimo sono rialzati di O,G in eonrronl.o all'a11tcguerra. L'aumen to dei easi di ritardo ne.Ile denu11:dc di 11asdte avve nute negli ultimi mesi dell'anno as-grav11, 111 t·.u11fro11l.o all'a11Leg-uerra, l'errol'e i11 eet:e::,so della p1,rcl,nl.uall, dei ual.i morti in dicembre, l'c rrnrc in difetto della pc rcentuafo di gemmio '. 5. Le differe,rne regionali della 1u1,ti-mortaliti.t. erano abba1:,tanza com;iderevoli nell'anteguerra. D:1. p1 ·oporziuni minime di ;J,21 nati morti su 100 nati (Sardegna) e di B,im su 100 (Veneto), si anctava fino a massimi di 4,88 su 100 (Li~1irirt) e di 4.,7!:l su 100 (Campania). Non si manifE>stava una bo11 ddiuita rcg-olarità. nella distribuzione g-cogrnfica ; sembrava, tuttavia, in p;<'ili' rale, più bas,;,i la frequen:,.a, dei nati morti n<'l Srttentrionr ( pi,·1 alla 111\I Cc1tt l'o e ne l Mr;,;zogiorno. 111 quanta parte k difforl'.11ze l'egionali si11.110 n •ali e i11 quanta pari.e derivi110 da val'ia pl.'< '('isio ne de ll, • ril,· v:i.zio11i , 11011 sappiamo d ii:it'l'l'IH'I'('. M:i. q,ws l.11. ig 11ora 11za 11011 ,·. 111 011.o dannosa al nostro i11tc 11t.o, t·.lw i: s p•·(·i:1.l11ll'n l1· q1wll11 d i sf.11dinrn Je couseg uerrne della g 1wrra ; 1wrd1 1·, p11 r v:1.ri:i.11<111 il li vdlo della nati-mort,1,lità, essa, 1ua,u.th~:H~ ntd h· \':;.i·i , · :·,·h·in:ii i :..; ;; ui ,·arattcrL (Josì nel 19 1 J-1:1, come nel 1918 an110 di n1assi111a 11ati-mo1:ta.lità. - , come ne l 1921-2~, troviamo fra le rng io11i •·0 11 più a lte proporzior1i di nati

t

Riferiamo i dati sulla oo.Li -rnorwdilkì. iu ciascun mese del triennio 1921-2.:1.

.. . . 1922 . . ..

1921.

1~2t. .. . .

Gen.

Feb.

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4,42

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4,60

4,78

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n,61


XVlll - [ NA'l'l

MOl{'J'I

morti !;1 Liguria, la Campania, il La;,,io ; fra q11 \dl c· c·c,11 proporzioni più basse, il Veneto, la Sarùegna., la < 'alnl>ri:1. La più rapida d iminuzione del numero d ei c,011<;(· pi111\'11l.i Jl('I Sf'ttnntrionc I dove va tendere a diminuire il rapporto d(ii 11n.l i 11 1orl.i al .1111111oro tot.nl c dei nati più elle nel 1\fozzogiorno. Ep1>11rc· i cla l.i l)('I' il 19Hi c i mostrano un gener a.le 11umento d ella. mtti-111<11'1.alil,;'1 , n<'I Settculrioue ed una generale diminu1..ione nel Mezzogior110 ci 11(:!lc Tsole, aumento anche .nella Toscana e nel L azio, dimi111111io11e nelle Marche e nell'Umbria. Supponiamo che l' antitesi, a prima vista inesplica bile, fra l'auùame11to effetti vo u quello prcvcùioilc, d eri vi iu parte dal più largo impiego d elle donne in lavori faticosi, nelle regioni doYe le industrie han no maggiore .i mportanza. Nel HH 7 persiste l'aumento della nati-mortai it:à nelle rngioui seLtent.rionali e nel Lazio, e la climinuzionc nelle m er id ionali cd ins ulari (eccettuata la BasilicaLn); s i a.ggiungo110 a lle r eg-ioni <·.o n nati-m orta lità s uperiore alla norma le In Man:hc e l' l f111bria, l'o r:--c pn r il progresRi\'O impie;.;·o dPlla don na ne ll e induRtri(J di g uerra . Le r<>giu11i c·n11 dimi11uil.a 11al.i-11101·lnlit:ì, ;;ono, sc- m;n. ccc:<iili o Hi, prn\'ak11tc rn\· t1l.t: agT:l'l1iv.

fi. Apriam o una parentesi, pnr a<:c:<'.111111,1-v ,tli'a ,,;io11ci di un fattore che abbiamo li11 q ,ri trnscurnLo. Hi osservino i seguenti dati sulla, proporzione d ei nati morti ,;1·1·011do Io stato <:ivilc. NA'l'I MOIL'l'l 80

100

N A'rl VIVI F. N A'l.' I MOHTJ,

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dei 1nn.tri111011 i

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1'1·•·1~11d11f1 da. •~o nc uhiuu.t..o ,

t.li pr i mogcm iLi ,

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d i1 11i111 1z i11 110 d4·i (~otu~o pi rn eut i

l'iù r,,rl,• ca H1 li n g-0 11 t.,~ di 111L11 tll ol'l.i; ;...rnLII pa.rl.c~ dei

m atrimoni cdebru.1,i 1wll' l1!1, 1dia. ,. JH• I V ,•111•ln 11111 1~11:1 11 111•1 l!11f> 01·11.110 IP:,{al izzazion i d i u.nio ni f,x t,1·1L-h·:~11ll, i~iù. d 1L l,111111'n "~i~ Li ·1111, I' :,4po:-4:•H 1 lu-11 p,·uvvi:-it C lii figli (vedan::1i pag g . J;''M ,, :-rn:.{g,J.


474

NATALITÀ E NUZIALITÀ

Queste proporzioni mostrano c he, m entre la nati-mortalità fino al 1917 rimane pressoehc st.azionaria fm i nati legittimi, eRsa aument.a. fra gli illegil.Limi. La staz;ionarietà fm i legittimi è la risult.ante della. eontraria a,zionc di ùue fattori: .wnwnto nell'età delle madri, d1e tende ad aecrescerc la nat.i-mo rb1lit.à, f\ diminuzione nella proporzione dei primogrn1i ti s 1il i,ol:Lin dei nati, che tende a ridurre la natimm'talil.h.

L'a11111<,nl.u Ira. gli illegittimi risulta da.l cr<·sc<ini dnlla quota di q11elì i t·ltn (H'ovcn g·ono da unioni occasion~~li, o in ogni modo 11011 f.:tahili 11c ll' intenzione dei con vi venti, e <lai la t'. res<·cnte oct •11pm\io11c nelle ind ustrie delle donn<' non co11i11gatt·. Nolle r egioni settentrionali, dove 11.11r·.lw lo eo11iugal.e sono at·1:orse in maggior n umero agli opHid, s' <'· a ggi unto il dannoso <'ffctto del lavoro in dustriale ad accrnsccre fa nati-mortalità fra i lcg-itt.imi ; nelle regioni meridionali questo fatt ore ha agii.o in m is ura t.rascurahile. P0r esempio, i1t Lig uria dal rn1 ;; al lfl17 la nat.i-mortn.lilà legittima è salita <la 4,70 n. 4,98 "/.,, mentrn negl i .\ bTiiìlì\Ì è SCl'Sa da ,1,4:; 1t ,1,08 Ofo. L'asces11, della nati-mort,alith ·in a lc111w rcg·io11i appan· ('Ol i<'gntn c·o11 la <:rcsccnte propory;iorw (i<\t.;·li illcg iff i111i l'r a i 11nf.i; la diS('.l lHa <i<·lla nati-11101talifù i11 nlf.n·, <·011 la <1, ·c·1·(·s<·n11i.<i propor½i011<' clq~li ill<ig·if:f.i111 i.

7. N,· 1 l!ll l-i s i i1111;il 1/,:i l'orl, ·11 1<'111 ,· 111 L11U<i le· regioni la propory;io11t: d,·i 11:1Li 111orLi : il 111:issi111 0 s;il<i da. :'),27 °/0 n el 1917 (Lig ?iria.) a, u,:n "/n ;;, •i :'.li :; ( l ,.1 1,i .. ì; i l 111i11irno sale da 2,94 "/o ne l 19 l7 a '3,70 ¼ ad 1!11 ~ (~ard, ·gna). L'au m en to dipende princ ipalrnente, se non cs<'l 11s i ,·a 111,·11L,·, dall'<·piùerrùa in fluenzialc; sembra superfl uo ripl't<' I'<' JH' I ' il- s i11g·ole regioni la dimostrarjone ch e abhiamo ò.at.o poc·.'am1i p•·r l' lf.dia . Esso è un po' maggiore per gli illegittimi che per i l<·g it.l:imi. Nel 1919 l'alto livello d<·lla 11ati-mort.1,lità sembra dipendere dalla continuazione dell'epii11· r11ia. inlluen:dale n ei primi mesi dell'anno e da,] forte aumento d <·IJ<' gr:wida.nzc prossime al termine,


XVlll - I N A'el MOl{'l'l

475

n el seeomlo s emestre. Si notano aum enti g'e1wr a l111t 111t11 più forti Helle r egioni me ridionali, dov' è stato più g'ra v 11 lo sf.ra,-;ck:o dell'rpfrlernia intluenziale ( P ug-lic, .Hasiliea.l.n), ,. i11 qwll1 1 n·gioni dov' ò stata più pronta e più intenstt la ripr,·sa dl'll;1 proe1·ca v.io11c. Ancora n el l 920 il livello tiella nati-mort.alità è a lt.o: i II quas i l.11tte k r e gioni esso supera sensibilmente il normale. · "I l!l:!1 ('resec quasi dovunque la nati-mortalità. L'alta frflqu em~a cli,i nati morti in questo biennio dipende in parte dal grande numero di matr imoni che sono stati contratti 11el biennio Hl19-iW: da questi sono de rivate nmnerosissime 1w.sc:il.e di primogcuiti ne l 1920-21, ed è noto elle tra i primogeniti la propondone cki na ti morti s uol esser e singolarme nte elevata. Col progressivo diminuire del. numc:ro de i mntrirn01 1i , s1·mhra 1·he n el 1!:l~~ e nel 1923 la n ati-rnorl.a.lit.à Lc ncla. a ria1 ·1·osf.ars i ;o]l 'a.11t.il·o livP llo. A11r:orrt. si nrn,nt.iP n11 s11pi,rio1·11 n.d ,·s~o. pri 1wipalrrw11tt1 - 1:n :cliamo - pe r due c a11s,1: la pi1'1 a.11; 1. propo r,.io11t: di primipan· f'rn le partoric' nti, e la più ali.a d;'1, 111c dia clnll 1· partorienti non primipare 1 • C0111'rn11i.a11do k propor,,iu11i d,·i mili m ori.i nel 1921-23 con quoll<1 clnl 1911 - 1:\ s i vcd,1 dw li- primi· :-;0110 più a lte in ci11asi tutte le rcg"ioni; 1· la g'c11cralith del fenomeno fa pensar e a. fa.ttori di caratter e gen e rale come quelli dia nzi ricordati. L 'unica eccezione degna di no{.a è eostitnil"a dal la Sardegn a , dove la ual.i-mortalità è lievem ente d imi nuita; ma app1111to in c odesta r egione è stata minore che in ogni alf.ra 1·osì In l'idu,,io 11t, clolla nuzialitit durante ht g uerra eomc .la ripn•,m dopo ia g1wrra, e pc~rc iò l'a:;,,ione di quei fo.ttori dt· vt· 1·,;s1-r•· 111 · 1·,,s~11.ria 1111·11f.c • pi11 deuole d1e ~1ltrovc. I J>rossim i :11111i ,·i diranno 8 1~ la, nostra. ipol.,·~i s ia ;1l lt-1 1d ihilc·. S1· lo•\ clo vrh di 111 i1111i1·c aneora la 11;1.Li-111 0 rf.alil;'1 ,. r ilornan · pres,;' a pcwu al livdlo d'a1d,l'.g'lll \t'l'a, di 11111,1111 i11 111:1110 1·lw a11cl1·;'t

I

Ourn.nl o

111. g- 111· 1T 11.. dii11i11 11I p ro1,o r :,,,i u 11 u.l 111.,11l n 11101 1,o mP11u

il

11uinu r o

dell P.

spose d 1c tù, ~11 po1·i11n1 n.i 'l.-, a111 1i d io ,111 nll,J dullu :i prnm d 'o1i1. inforior o n. tale li-

mite. Ne dcrivu. la.

4~011 H o g- 1u,i 1:,,, 11. 11.m: 111 11 11dn 11 01

l,1 1H l.u.


NATALITÀ~ NUZIALITA

476

diminuendo la percentuale delle primipare fra le partorienti e che si andrà abbassando l'età delle partorienti non primipare. Anche l'aumento avvenuto nei casi di ritardo della denunzia di nascita concorre a spiegare il rialzo della percentuale dei nat.i morti. Certamente vengono denunziati come nati morti numerosi bambini. c he li.anno in realtà vissuto qual che giorno, o qualche set.Li man.i. 8. J.{iforiam o i dal.i sulla nati-mortalità nelle s in,.;ole regioni <lai l:ll l a i 1!tW, <·ile abbiamo dianzi commentati. I n11IT1<'1ri assoluti <lei un.I.i morti sono indicati uell' Appendic:e.

NA'l' I MORTI SU

1911- l iì 1!)11

Piemonte Lig ul'ia. Lombardia Ve 1tel.u

Ji;milia .

'l'os<:nna. Ma rc he Umhria L a;,:iu

100 !.'Il:,

N ATI V IVI .ii: NA'l'I MOl?Tl.

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-1,,L!I

3,63


PARTE SECONDA \

LA N U ZIA L 1'1' A

(;ArITOLO DIUlA NNOVESIMO

T ;vr Arl'1iJ1'10NI. - CENNI C I1~N-RRj\ Ll.

Lit nuzialità nel mcz:1.0 ;;ccolo precedente alla ;.;-ucrrt\. l.t\ nuzialitii d:i! 1914 al 1923: la ,limin1rnio11e nel periodo 1,clli<:o c l'csubernnte con1ptrn so nel pcriodo post be lli co . - Qunlchc confron to iu tcrna:1.ion nlc. An alog ie c contrasti frn i pac;;i helli gcrnn ti.

1. La nuzialità, come sintomo e com e esponente delle cond i:,t,ion i f'Conomichc e soci ali , meriterebbe amplissimo studio, cui il' 1101.i:,t,it' rlisponibili anche per il periodo bellico offrirebbero s11ffki1•11l.i mal·f'ri11.li. Ma il tema della nostr a, trn,tt.aziorui t\ l;tk , C'he <'i pa,-r<'hhc <li sconfinare se alle indag ini Rulla nmlinl il.:\ a;.;segnassinro li11iil.i pi,, ampi <li quelli entro i <J11ali posso ,10 t•si;cn \ eu 11Lt·.111rl.t> q11n11do si miri sollanto ad acecrtarc lti pri1H'.ipn.li riper c usi;io11i d('lla l'n·q111·11'.l.11, de i matrimoni su lla l'rc •q111 \11'.l,a dell e nascite.

2. Pod1i ('1·1111i, 11.11,.il.111111, s11ll'a11d1111w11l.o dl'i la. 11u zialità nel mezzo secolo n11i.tTion·

11.1111

~ 11,•1-r:1..


NATALITÀ E NUZIALI'rÀ

478

1~r-----,------.-----r-----r----""T"----,1s

0'------'-----'------'-----'-----~-----0 n 1863

73

83

93

~03

23

Matrimoni per 10:Xl n.bit.wW , iltil 1>-<A ;:1 ..1 111~:1.

Al contrario di q unnto abhi a.n111 o:--K(·rv :do p<·r la. m ortalità e per l a rn-.talità, cbe i:,11L1:a 11dm tll'i.i:i.11 w11i, · clis,·,·1 uìono nel cinqnantcnnio con siclfirato, la 1111'.t.ialil~\ :1pp:i.r,· oK, ·ill:1.111".<· intorno ad ,m .l ivello prcss'a poc·o i;;f.aloilP.

TTn forte r in.ho nel IJW!\ alla v ig-i l ia dPlln. pr111111ilg-:i.Y.io1H' d<·I Co<liv1~ Civi le, ù11a g-ra v(• d(' l'l"l'HKio11,· ll <"Ì 1,r i1tti 11.1111i s11<:1:1·Ksi vi, (·oic:l.if.1iis,·0110 I<' pi 1'1 1101.nvoli vnri:i.,,io11i . lti11.l,,o ,. ol,·pn,ssiu.1.ie ddenni11:1.l.i dalln ril1i1Jarnm a.I rii.o ,·iv il, · 11,·ll<- r q.:ioni dove l' u11ioin, rl'li gios:i. ,·11sf.il. 11i v11., pri 111n d, ·11 ·1111 ill, ·11,:,,i o11<· il.aliana, l a forma l<,g:i.i(· di 11111.f.ri11w11io. ' 1'11 1, · r i l11l l1111z11 si va mano in mano 11.l.l.e11111t1Hlo, , ·011u · 11 pp:11·,· ol11 l r:1pi olo l Tt 'H('t,r c della nuzi alità, dopo i l 1870, 11(·11, · r q:;i1111i dio · 11v,· v11.110 l'atto parte dello Stato PontHì c:io; 11e ri 111a1w l.nl<', ·in, ,·,,111,· alihiamo altrove aeccnnato, n el r i tardo d.ella <T ld,r:i.,.,i.,, ... d..J 111al rimonio ci vile in confronto al rilo religi oso. All'aumento della nu'.t.ial i lh tl<'ll,· eitate r egioni fa riscon tro una diminuzione n ella rn ..1.g-gior p11.ri,l' delle altre: diminuzione non rilevante e detcrmi11ab1. pri1H:ipalm cnt.1>. da modificazioni n ella. composizione per età della popnlaY.ione, nella qual e, per ·effetto dell'emi grazione e della dimi nuzione della m ortalità, v a scemando


X I X - I MA'l'IUMON I

4-7!l

la rapprese11ta11:1.a de i gruppi ehe forni :-:t·o110 ma;;g·ior c·o11ti11geute al matrimonio. Tn rapporto a.Ila popòla,1ione, s.i souo av11I.<·, 1H'i :-:i11g ol i periodi quinqun11 11aJ-i del mezzo seeolo precedente a lla ;;11l'ITa, k s ng-uenti propor,1ioni di matrimom, per ogni 1000 ahita11l.i:

8 ,:J(j

7,01

7,80

7,f>3 8,06

7,77

7,41

7,14

7,36

7,87

7,f> I

:1. Nel 1911 -rn e rano stati celebrati, in media annua, 263.000 ma trimoni; già nel 1\H4, col manifestarsi delle prime ripereussioui della g uerra, si discende a 252.000; poi la diminnzione si a ccelera: si va a 186.000 nel 1915, a 106.000 nel 1916, a 99.000 nel rn17. Una lieve ripresa, a 107.000, si osserva già n el 1918, ma è soltanto n el HH9 che eomincia la r<'aziomi alla c ompressione della. nu,1ialit:'l. durante il periodo bellieo: i matrimoni snlgono a ;s;1;u1ou; tml;.;· ono ancora, a circa :.>OH.000, <:ifra p(wo 111e 110 che <luppia d<dla normale, nel 1920; poi llisce11dono n. 42<i.OOO ,wl HJ21, a :151.000 11cl 1922, a 321.000 n el rn2:1. 4. Il ùi1:m,va11,10 dei maLrimo11i durm1tt- il pe riodo be llico si può appross imativamente stimare "011fro11l.;mllo il n1nncro ùellc unioni contratte n el quinquennio 1914-18 col quintuplo della media annua del !Hll-13; con tale proc edi.mento il disavan,10 riSLllta di c irca fiGH.000 matrimoni. Se si vuol e ssere più precisi, conviene 1·,al<:olarn il disa vanzo partendo dal seLtembre 1914, primo mese 11nl qual<· s i i, potuto manifestare l'effetto della g uerra europea , e g iu11g1•11do :1,ll'april<-, 1919, ult imo mese in c ui il 1111111 <:ro d(:i rna.t.rimo11i s i ù maat,enuto inferiore a l normale : e oHl v:i.1111.ato, il uisav11,11i',o :-:ak a lil0.000 ca:-:i. Dal magg-io al dice111bn•. l!lJ!) il nume ro dl'i 11111.l.ri111,,11i <~cccdc d i lOU.000 il 11on11al<- ; 11l'I L!)'.'JO si ha un ult.1•rion : IL VH. ll i'.O di ~-'.11;.000 malri111011i, llt'I l !l~ I di IGa.ooo, nel 1!)22 d i HH.000. Il dis:i.va.11zo d,.J 1wriuolu lwlli1·0 <'· ;;ih quas i interam c11Le 1·0111p••11,;11.lo n lla li1 1<· dl·I l!l:l~, ,. L11t.1.avia 1101 192,l si ha u11 1111.nrion· 11,rn,11:1.0 di :,H.000 11111.l. ri111 011i.


480

NATALITÀ E NUZJALITr\

5. In rapporto alla popolazione, il numero annuo dei matrimoni era stato di 7,51 per 1000 abitanti nel 1911-13; discende a 7,0~ nel 1914, a 5,10 n el 19H>, a 2,88 n el 1916, a 2,72 nel 1917; risale a 2,98 nel 1918, a D,2::? 11 el 1919, a 13,99 nel 1920; ridiseendc a 11,54 nel 1921, a n,ml nel Hl22, a 8,48 nel 1923. t evidente la t endenza al ritorno vl'l'so il livello prebellico, sebbene il movimento si svol µ·a pi,1 l en lam cnte che p er la mortalità e p er la natali!;;\. N ni rn.pporl.i alla popolazione, il disavanzo dl'l periodo l>nlli<'.o 11011 appan ·. 11.11c:ora totalmente compensato alla fine del 192.'I ' , nwnln~:1ppn!'ivn più ehe eornpensato nel!c elfn· assolute. l,11, ('ag io1w dr.Ila di:,;c·ordanza è ovvia; dal 1910 in poi la, popola;r,io11c a1 1111n11l.a rap id,1,rn<ml,e, e perciò n ei rapporti alla popola-

;r,ior1<: l'a va11zo appa1·1> rnlaJi vamcnte minore ehe nei dati assoluti.

H. Le v i(·m1<k el<·lla nnzialità in Italia n el JWriodo bellico 110n sono moll:o div<i1·s0. da quelle de gli altri paesi partecipanti alla µ;ucrm, c:omc npparn dai dati c:h0. riportiamo a pag. 482. La rl< iprcssionc ò sLal.a p.i ù _profonda d1<: altrove ; n el quinquennio

19 14-18 l'Ha.Jia ha uvuto uu disava11w di lli,ri rn aLr imoni per 1000 aliit.ant.i , in <:onfronto a lla proporr.io111•. mc,dia d, ·I l!)l ~-1:1, 111<mtrc la (]<\rTrn1,nia l ' ha a v uto ,-;oll:anl:o di

\1 ,\1, la l1'rn1H'.ia cli !l,i, e I' l11g llill.<·1Ta Ila a v 11l.o 1111 av:i.11,.,0 di 0,8 l de·l<T111i1111,lo d11,ll :1, grancle

i'l'eq11011 1/,a d<'i 111:1Jl'imo11 i 11 ni pl'i 111 i I.e ·1111 ,i eil' I In µ;11< :1Ta, quando i c·o11i11µ;11l.i e·1'11,1io e·,m 111' 1'11,I i d11I ,-e·1·vi •;,i" 111 i lilHl't '.),

La 11111.g·gi .. ,· cle ·111·e·,-,-io1w cl<'lln 1111:t,i1dil ì1, i(i1,liana può essere <forival.;1, i11 parie· eia 111111 111a;·:1 ·:i .. r1· k11l.1·zz11. di adattamento psichico della 11osl.l'a P"!"'li1 ·1.ie11 11 · 1ille· pnrlie·olari condizioni del periodo della g'll( sl'l'a, i 11 ,·c, 11 1'1'11111." a e11wl lo ehc si manifesta, per esempio, nel Belgio t , i11 < ic'l'111a 11 in.. Mn noi ercdiamo che sia, derivata principalme11l.o dn cl1H' 1'111.1.ori: primo, il più precoce e più esteso sfrutta.m eni.o dnll< · ,·lnssi di leva gio vanissime (ch e

1 La somma dei disavanzi tlei.:li n 1111i 1!11·1-18 ci uguale a 16,81 per 1000 abitant'i, la somma degli avanzi degli anni J!Jl!)· ~:1 ,', 11:.:ual e a 15,07, (Jome si vede, non manca molto a raggiungere il compenso.


XIX - l MA'l'RlMONl

4,81

neppure la Franc:h , eosì povera di uomin i, ha. irnpicg-ato con altrdtanut larg-he7,7,a) cd il più intenso sfr11tla11rnnl.o de ll o 1·fossi giovani; scc·ond o, la maggiore scarsezza, delle eorH:(':,;::;ioni di Ji. c·<)11 ,r,e, co11gedi, esoneri temporanei, ai militari mol>il il a ti (1·o neessioni elw in Francia e nella stessa Germania f11ro11 0 m ollo c·11rn to, w cntre da noi solo tardi se ne intese tutt.'1 l' importa.11:t,a) . .Nè va dimenticato che le peggiori condizioni ec onornielrn dd nostro paese - specialmente in confronto all'Inghilterra, alla !•'rancia cd alla Germania - ponevano più gravi ostacoli alla <·0stitnzione di nuove famiglie. Tnfine va con,;iclerato chf\ la n uzialità. doveva subire minori rnsLri1/..ioni dove, essendo consucL,t la limitazione volonta ria della prole, si sapeva facilm ente evitare che le nuove c:oppie fossero immediatamente feconde, e quindi si potev,tno eli minare o ri<111rre le diffkoltù. di rn.rnLLerc ceonomic o. In og·1ri modo, la forte clepros::;i<rne 11,~ll,1. nw/.i11 lih'1 ,. UJ! nlh·o ,;iu1ro :;i11Lo1no <ll'l l' i11leuso sfonr.o dmn ogTa.111·.o-111ilil.a .n· r'.o rnpiuto <la ll' 11.alia p<·r la ;.;·uerr1t '. J.t'ra j n e11l.rali, I.i. 1111,r,i;,,lilù :;i r i:,;1•111.n in 1·on:,;i1krev0Jo mis ura. 1.lella guerra europr,,'.1, s111:e·i almc nt1·. nnlla /-,vi,r,,1c•rn e nell'Olanda,

più vieine ai paesi belligeranti. Nei pa esi scand inavi par quasi d1c la guerra favor.isea l'aum ento uci matrimoni ; nè p uò stupirsene chi ricordi la parte di interm ediari dei Lmffici internazionali co11 la Uerm::u1iu, assunta da questi pa,es.i, e il benessere ehc essi rn , lta11n o 1·itratto.

I 8 11ll 1L 11 ,ii-.11n1. di ta.l<' s forzo riferian1 0

G . MORTARA.

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NA'l'ALITi\ E NU7ilALl'fÀ

482

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11c,.;·Ji 11.IJ.1·i S l11l. i, 11,111'1"' 111•1· il ril11rd11 t1, ·r11·11 I" a lln K111ol>ilitazione da l prnl1111;·;11.n-1 i d, ·i dil ,11.l.l il i i1il,·r1 111·1.11111 1ili i11 l.,rno ai nos tri con-

fini. 1:; s olb11l11 111'1 1:1· •0 , ·111 · 111 1111 :,,.i1 il ili1 r-1 i i11 111il :,,.n :i.<l tm livello prossimo a. q 1ll' ll 11 d, ·:·,li 1111 1·1 p111 ·1,1 11·1,·i1 i d n iii1 ,.;·11<' tTa.. L'Inghil-

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dei quali indichin.1uo <p i i Knl l.n I•, IH 1d, 2 Nella. prima colu1111 a., 1,wd11" 11 11111111. 1:11 l~l~. 3 DaU tra.tti dallo Sli<li.,IÌ.,i·/u·, .fo /11·/,11,·I, /ili· d ei, /Jeu l.sch.e Rciclt, 1!)23. 4 I da.ti dal 1915 in poi " ''"" I rn 11 i du 11' /I /1<:r ç1< m mucl de la di,nograpltie des divers pa:11• d,i mnnde, p ubblica t 11 11 n l l !•'.'il o1 ..11• I s lilulo I ute rnnziona.le di Sta.tistfoa. :, Dati tratti da.I Movintculu tl,·l/a 11111wl ozione. G Confini attua.li: per g li a.111d d1d 1!1 "1 in poi .


183

X IX - 1 MATRIM"ONl

terra scg-na anc h'essa un forte a umento di ,nnl.rimoni, bencllè nel peri odo bellico, complessivamente considnni,1.o, 110 11 avesse a v 11to <.lisa van:1.0, bensl avanzo. Nel quadriennio l!) f !)- 1!1~~ l'fog·lril l.errn aggiunge un avanzo di 5,2 matrimoni J H' I' 1.000 ahi1.anl.i (se mpre in confronto alla proporzione me<.lia a.11111ra tlPI l!l l ~-1 3) a quello di 0,8 conseguito nel 1914-18; la .!!'randa t·o111prnsa ad usura, con un avan:,,;o di 20,5, il d isavan:1.0 di 9,~ dl' I precedente quinquennio; la Germ ania compensa, meno abbondan1.e rnente, il disavanzo di 14,1 con un avanzo di 19,1 ; l'Italia con1.nippone un avanzo di 14,1 al di8::i.vanzo di 16,8 matrimoni per 1.000 abitanti. Anche nei paesi neutrali si oss ervano, spc<:i.almrn,t.e ne l 19~0, ,.;eusibili aumenLi di nn:r.ialiLà. MA·r&JMoNr Pim

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t.uLl.a f•:uropa, " q1111 s i, dt •vt · diprn1dPn · tl1J. , ·:1.11,.;t· ;.:1·11crali. Le lJLUtli 110 11

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484

NATALIT À

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NUZI ALITÀ

nomi co. Pare strano che in un continente impoverito dalla g uerru (.;resca la nuzi alità, come suol avvenire in epoch e <'l'espansione economica. Ma non bil:;og ua dimenticare ch e in molti paesi europei il generale impoverimento 110n ha escluso un migl ioramento rel ativo della condi:;i;io11e dei lavora~ori manuali: è noto elle i:;pcsso i salari reali i:;ono slal.i, .' peci almente nel 1920-21 , :-mpcriori a quelli d'antcg-11<'r 1·a ; ,;0110 i:;la.Li così incoraggiati i mal.r i111011i nella parte i1u11H·rit·an11· 11te preponderante della popol11:;,;io11<·. D'altro t:anto, la fil.l.i :,.ia 011dal.;1 di prosperità del l9HJ-~() <1 il r ialm dc.i prp:,;:,;i av v1'11 11Lo in quel pP-rioào hanno creai.o a 111nii.i g·iu vuui c·in·o,;l.n.11:,;c propi zie alht oosl.il:uzione di 11na l:1 111 igfo1. 11: infine le con<li½iuui <iconomiche del dopog u1·1Ta., :-;1· 1H·~gior i cli 11u ell.e dcll'antcgiwna, sono state però i11corn pa rahi l 11w11l.t· rni gliori di

qrrnlle del periodo L>ellil;O ; e per ei ò il pa.s:-;ag;.;io d :111 'q Hw a tristii:;:-;irna de1l a g-uerra a quella, m c110 I.ri si.e·, s11c ·,·c·tl11l.a :1.l l ':11·miRti zio, Ila potulo pr od urre g li stessi effl'l.l.i di 1111 l'orl c· rnigliorarrrnnl.o di c..:orn.lizion i ee:onomidw. Se i1 11:;isl.ia.mo sni fattori 1',(·.0110 111 ic·i lll'i pn.csi n euLraJi

, ·il<' lia11110 ag'ito a 11dJ<}

no11 ;,c;.:.·hia111 0 l ' i 11 qwrl:1.11,.a dt' Ì l'al.l:o t'i non

c•t:o nom k i: soprat utto d ell o si alo di a11i111" r.. r,11:i.lnsi 11t ·I t·o mhal.l.t·11 l.t·., d 1P S1'11l.c11 do,;i isolai.o i11 n1t·:,;:,,n :111 :i 111.. lli l1 11li1I<' ,lt- i 1·or11pag 11i, sog 11ava 111. v ii.a l.ra11,pr i lla d,·lla 1'11111 ig l i11. ,\ rw ll<' l'c•,;1:111pio <-.

si.al.o c·01 1l.11,gi oso: ,. 11011 p,wlri . sc,11 z11 1·1·11dc·r :,c ·11< · <'Ollto, ila11110

li11.il.u c·o 11 In sp,1s11 rni 111 ·1· i111illl :,;i,111<'. l } n1 1d11l :1 11111l r i1111111i11I,· ,·. sl :rl11 111< ·1111 i 111po111·11Lc nel 1101:;tro <:110 i 11 .r.11.ri p:r.c·:;i , ,·11111, · :d,l,i:111111 ,·isl o d i1111zi ; 11t'\ sr-mhra ditlìcr eato in moli.e l'<';.:.'io1ri d:rl r ,·~11r111 g,·1·si cl1·ll '<· 111i g r:azione, l a qwi l e era divenuta per I' 11.alia 111111 11,·,·c·ssi li1 lìsi olog'Ì<:a piuttosto c..:he uu fenomen o patologico. Ki piro', :1;.:.;~i1 111;;<'l'< ' l'IH · in nessun al tro paese tantfl giovani vite sono si.a.I., ·. r npil.,· d:1.ll \ ·pidcmi a i nfluen r.i al e; e ciò ha contribuito ad assol.1.ig liarc· la s1·hicra <.lei candidati al m atrimonio.


XX - l MATH.IMONI SECONDO T MJ•!Sl

485

CAPITOLO VENTESIMO

t MATRJMONl, SRCONDO I MESI. lliparLi¼ioue dei matrirnoni·per me,8i, n egli ultimi anni anteriori alla g 1wrra. (;os truzione di numeri indi c i per il periodo 1914-23, in modo da e lirni1mre l e variazioni periodiche , Variazioni della nuzialità in tale pe1·iodo , e loro cause,

l. A n chfl per i matrimoni, <:om e per le nas cite e per l e 111orti, è inLeressante seguire, 11ei da li mensili, le perturba:;i;ioni eng-ional;e dalla guerra. Adotter emo a tal nopo il consueto pron :tlim ento (v . 1·el ro, pag-. 1·15) per l'clim ina:;,;ionc dell e v,.u'iar.ioni ,,;lagionali . N<' lla 111mlin annua tl<ll !"'·1·infl11 1!111-1 ,\, i rn a•t·irn O!!i t·r:.:.:io di:,;l.ril111iti 1·0,,;i, sc('ondo i mesi :

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La p,,riodi c· il.:'1. 11.-i 111a lri11101ii d ip1·11d1· q11:i.,,;i c·,,;d11~iva.me u te da fattori di c·a nil.11-n · ~oc ·iolo~ ic·o ( pr,·c·,·11.i r, ·li~ io,,;i, 1·0 11R11et:udini,


NATALITÀ. E NUZl.A.Ll'l'À

486

particolare convenienza economi::n <li eontrarre il matrimonio in date epoche, periodic ità delle mig-razio ni temporanee intem e cd internazionali, ecc.), piuttm;t:o ('Il<'. da li 1.U.or i di carattere biologico, c he forse, d irettame11l.c o i11dird ta.111 1·11tn, esercitano a.nel.t'essi qualche influsso , cl i c·11i r i,•s, ·1· d irli1·ik i ,:o la r <\ l 'c ffel.l.o. ~- P resa eo1111· dal.o di raU.o la p,· ri odi1·i t:'1. 11urn1a.le i11 I talia n egli u lti111i ann i a11l.1·riol"i all a g"l 11' IT; l , al1l1ia1110 (·a l• ·olato i rapporti fra i 111111wri d 1,i 111atrimo11i 1"eid11·11.l.i lii l ' l/l,><(",1111 lllt'l::i(.; deg-li a.11 11i dal 1!li -I al I !l:!:I ù i l llllJU l' i'(I 1r1, ·di11

JI 11 1111 o

, ·, ,rri,:1,0 11 ùcnte

a.Ilo i:;l.esso m e:-;c 111'1 I !i 11 -1:1. 1,;('("() i llll llllTi i11d i1·i t1, ,s11nt:i da. la.li ru.pporl.i:

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136

- ----t Numeri indici correUi cun 1'"·1~1.(111111" il nl :.!"/o " " I .l.!J.1.7 e <lell'l°ionel 1918, p er tHner conto anche dei comuni i 11 vn.1d d11 I 111 •11ii1·.o non compresi nelle Rtati-

stiche del movimento della popoln,,.io,..- .


XX - l MAT RIMONI Rl~(;ONDO l :Vll~S1

487

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N11meri iiulici dei nrn.Lrimoni , pm· mP.Ri.

3. È dubbio Re l 'aumento rl Ai m atrimoni nell'agosto 1914 :;i (',Ounetta in qualche modo con la g uerra europea (il rimpatrio cl i emigra.ti ha eertamente favorito l a nuzialità), p er~hè in gran parti· si t r atta di connubi preparati fino dai m esi preecd<•11l i. 1:; i11 v111:c· si1:11rn, la dipenrlen 7M'1 dalla g nert'a d1~lln fcll'Ln clirn i1111;,;io111: cki 111atri111 011i in t ut to il lJCl'iOclo ùn,1 scU.nmbn · l fll,f. al maggio l !H :,. l'riina

<:'

più ch e la mobilita:1;.i o no o, :n ilta, l 'a11g-o-

sei o:-:a i1wnl.1•;,,:,:11, cl1• l fu t uro induce al rin vio di 1101/,1/.c\ g iii. ckc :i :-:n e llisl.o~;·li,· il 1wm:ino d<:'i p;iov n,n i dal malri111011io. /\Ila v ig ilia dcll'c11l.nil.;1. i11 g 11c·1Ta d1·ll ' lt.1.lia, a l 1111':-:c· di 111ag;.:;i o di'! 19J f>, corrisponde· 1111n s,·11sihil1· p11111n cldb c· 11 n •a cll'il11, 1111:,;iulit~i: il numero i11 di1"c' s;il1· :1. IO!',. ~l a ,;111 ,i l.o dopo, tll' I g i 11g-110, (:;;so cade a 66, e da a llo r a i11 poi,

, ·0 11

mwi lla;,,io 11i pi 1'1 o tn1 \t1 0 g"t'n.ndi, tende


488

NATALI'l'À ~ NUZIALl'l'i

a diminuire. Scende sotto 50 verso la fine del 1915, tocca un minimo di ?,3 nel 1!}16, un minimo di ?,l nel lfl.1 7. Molti matrimoni celebrati in questi anni costituiscono semplicemente, come abbiamo altrove avvertito, legalizzazioni di unioni libere già. esistenti da tempo. A '190.000 matrimoni C<'· lebrati nel triennio I m!>-17 (·or-rispondono 111.000 legittimazioni di figli naturali; l:<'n11to <:onto del presumibile numero m edio dei figli 11ell0 unioni lihm'<\ c iw vengono legalizzate, crediamo che almeno u1 1 q11inl.o de i rrml:rirnoni contratti nel triennio a ppartengano ,1. L;i.f1_, •·ntcgoria; m a questa stima rimam' fo! 'S<' ,110Ho al di sol.I.o della Vl\ l'::t. proporzione. t',; <legno d i 1101:a rn~I L917 teffetto del di.-a,:;l.l'O 111 iìil·., tn' ddl'ot.tobre; i I 1111 11wro indice dei matrirno11 i, c lic ne i mesi e::;tivi si era rna1il,c11uto iu generale s uperiore al livnll o d.el l !HG, ead0 pi11 in basso in novembre e in dicem hn· . T~a ripresa dei mesi successivi al ma.r,10 I V I 8 6 probabilmente ùovLtta, all'estensione da.La alle concessio11i di li1·1:11:r,e p1~r i m.ili1:a.ri; il numero indi('.C nella pri inav <·ra l\ 11Pll \i:; l.ai.c Sl!p cra n on solt:n.nto H livnlio <kl 1917 m a a11clit· q1wllo dl'l l91G. Cade. invnce, mollo in basso nell'ott:oiH'<', <'<l aJH'.O I' pi1't JH' I 110\·cml,1·1·. pc l' nvidc11i.<' conscg·11e11,1a 1.kli'cpid1i111ia i1dl11( s1 1:,,i;il(·. I l1d.l.i ,b q1ws l.11 1·ag·io11al.i impcdii;wo 110 o ri1ard;1110 111011,, 1101/,Zt' : ,. so110 1w11 11lt.i111a 1·ag·irn11' d1,I p1·r:..;is i<' 11 i.(· liass11 li1·,•ll o dd la 1111,1ialil:à a 11l'IH' 1w i pri111i 1111·si dt· I l !!I!). 1:: so ll1111Lo 1·01 111 :1.;~).;'ÌO di qucsl.':i.11110 1°111' il 11111111'1'0 i11d i,·,, d, ·i 111:1.l.rin1 t1 11i s11pcra decisamente il livclln 11orn 111.lt- ; 1•11. l'"i l'll,l'iil:1.111< ·111.,· 11:41·,· 11t l1· 11do per tutto il resto ddl'a11110. I h IO i11 :·., ·1111:1i11 s:i.l, · :i. I ·J:! i11 mag-g;io, .indi fino al massi1110 di ::!11 I i11 d i,·,·11d,n·. N,·1 l !>:!O <:<\s,;a l'ascesa, ma il numero d e i mal.ri1110 11i ~,i 11111,1d i,·1w n1oll.o alto iu tutto l'anno: il numero indice osc.il la fr;1 1111 111 i11i1110 cli 170 (ma.nm) e u n massimo ùi 22G (luglio). N<d 111:! 1, 11rn11Jsla11te c he il numero .i11dice del gennaio (24)~) s ia il pi1'1 al to di tu tta !a serie, :si djscgna. nettamente un 1nov i11 w11l.11 di d iscesa.: in novembre il numero indice scende a I 110. 1' rn:,ot'·ue, altra verso oscillazioni, il movimento discendente 1wl I !)~:! (massimo 155 in gennaio,


489

XX - l MA'l'RlMONl 8 1•:CONJJO l MESI

mi nimo lW i11 :1ov1~mbre) e nel 1!)~,m (massi m o 14-8 in ap rile, m inimo 108 in inn 1·,,,o), uè appare orma i lo11la110 il 1·il.on10 a l normal1i. 1k Le ror ti va1.'ia:r,ioni mensili della n uzialitiL t urba no 1111 po' la visione d elle caratteristiche generali dell'andament o di ('S8a 1wll,1 s1iric <li n umeri indiei dia nzi riferita: abbia mo perciò e aleo lal o 1111a 8Crie di numeri indici trimeRtra,li per il periodo bellico, dH' mette meglio .in evidenza le va.ria:.doui giit accennate.

NUM ICRI l NDICI DEI MATRIMONI DI CIASCUN '1'1! JMICS'rRl1:,

i'OSTO UGUALI~ A 1()() Il, NUMl'.RO MEDIO ANNUO PER LO S "l' ICSSO 'l' lt1Mlf.S'l'l11C l>EL 'l' Lmr.NNTO

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4 ,ui appa.1'1 ) 111cglio la ripr l'sa. d e ll'csl.at\' d1•I l !JL'i, proul.am~:nte so lfoea.ta dagli eventi deU'ottohrn, n la nnovn. r.iprcsa della primavera-estate del 1 !:l 18, r epn ~ssa dall'epidemia. intlucnzial Pd1:I l'a11 L11 nuo. 1111:1. t·araUc ristica della. uuzialiti~ nel periodo b ellieo, che i: tli:-;:-;i11111lal.a 11<d numeri iu<iie i, è questa : tendono 11d n.l.l.(•111mr:-;i k diii',· i',·11,.,, i.t a i 11uuwri ùei tJ.1aLl"Ìrno11i e oril.rnU,i 111:i vnri n1!•si: l.1:1Hlono, ,·.i(I(\ i lllal.ri111oni a distribuirsi pit't 11ni 1'111·111(•.1111 ·1il.,· 1wl ('. orno d..Jl ':11111 0. N<'I 10 1I -Hl i 11 1,rn ori d1:i 111alri1 111111 i ,·mii r·: il li m,i si 11gT1 li 11 11 ·si si s1:osl.a va 110 in Hl('dia di') ~ I "/ ., dal 111111H:n, rnccliu rn-,1,:-;il, · ,·ah·ol:i l.o JH·1· l'inl.-,ro ,1.1 1110. l ,o s1·osl.a11w1 1h1 nwdi o

1

N1t11 u •1·i i11d i1· i 1~on·nl.1.1 11wdiu,1d,1• :i.;.:.~ i 111111L dPI '.!. 11/ 1,

111•1 ·

il J!Jl7 o dcli ' 1 °lo

nel 1918, per t <' ll(' I' 1·11111,11 doi 111rdl'i11101 11 a.vv P1111l1111• 11·11 111111 ti cl Plla. che non hanno f11 n1 il.n 1111!,i:1.i,,.

n·~i o tH~

invas a.


490

NATALITÀ E NUZIALITÀ

ò già ridotto al 18°/0 nel i916 7 °lo nel 1918.

t~

clfscende al 9¼ nel 1917, a.l

Questo progressivo uguagliamento ùelie eifre mensili si spiega facilmente conside ra 11 clo die, mentre in tempi normali è libera la scelta d ell'ep0<:a dcll n 11ozr.<·, e quindi si preferisce q uella più eonfonon a lla <·0 11YP11irn1 za cd alla consuetndioe, nel periodo bellico moli.i di co lorn c li(\ s i appre::;tavano al matrimonio 11011 potl'.vauo :4<:l'gli<'l'n JHT la ,·d ,:hrazionc l'cpoea da loro prcrerila, 111a <:r a 110 o lJbli g-al.i a fi ssan: le 11or.r.<·. ir1 111-1 tletermi!lal.o hn·ve i!!!.<· ,· val!o di i.<'mro. L<· dai.<' d,,! I(· (· liia inaLP aTk armi ,

i periodi. as::;chnati a.Ile Hccni.lc dei milil.ari , t'.t·<·.. , lian110 /~Tandem cn tc in{luito s ulle date dei m n.f.rimo11i , a ll1·r;1.11d o la <·on sueta pcr.i odicità mensile.


X X I - I ~I J\'J.'H.lMON I Sl<:CO NDO LI~ H.l~CIONI

49 1

C APITOLO VEN'l'U N E ::i lM O

l "JV(ATBJMONI, SECOND O LJ~ REUlON L 1 matr im,mi ne llo varie regioni , dal 1914 a l W23. Analog ie e d ilforn11:1.<: rng iona li. l i di savanzo di matrimoni n elle i;ingoie rcg-ion i dal 1!) 11 a l 1918. L,, nu,: ia lità nel 1921-23: carattere transitori o de ll'aume n to cl,<, s i riscontra i n confronto all'antegu erra . },'avanzo di mMl'imoni , pe r regioni , da l 1919 a l 1923.

1. Alle vicende della. nnr.ialit:h n0Bc va.r in r<~g-io11i, dal 18fi2 a l 191H, a bbiamo già br evemen te acc1'.\nnato (v. r etro, pag. 478); 11è crediamo necessario, ai fini ùel n ostro studio, più lungo tli;,;<.;orso. Ci limite remo a seguire le vi cende del u ume r o dei ma1.ri monj d urante e dopo la gue rra, nelle varie r egion i. P er gli a nni dal 1914 al 19:!B pr oceder e m o col solito m etodo, r.i(lu<.;enclo a n umm·.i fo di.ci le d frc a ssolute, assunfo a period o di l'ife ri111e 11Lo il l !Jll- L::J.

Nu~ll<:ltl

I NDIO! Oli:I MA'l ' lt JMON J I N CI ASCU N CO Ml'At:'l'J M ICN 'l'O ,

100

POST O UGUA L E A

1914

Pie monte

Liguria Lombardia V e n e to•. E mil i:i 'J'u~c:rna M n r d u:

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138 124122 120 11 ~ l :!2

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A b rn ;1,;1, i . Cmnpa ni11 . J:'ug li c . Basil ical.:1 Cala bria Sicilia .

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1:ulchrnti oei eorn uni invasi che


492

NATALITÀ E NUZIALITÀ

2. I caratteri generali della varia,1ione del numero dei matrimoni durante la gu erra sono aualoghi in tutte le r egi oni: dovunque si osserva una rapida dis(·('sn,, quasi sempre seguita da una lieve ripresa; è comune il v iva<·e aum ento di connubi dopo la fine dellu. gu erra, eù in q11nsi l.1it.lP le r egion i esso culmina nel 1920, laseiando poi adito ad 1111a 1111ova dis<:csa verso il livello normale. Ma nella rapidi ti1. 11 111•.ll 'arnpi c7,;,:a dei movimenti si notano gra.ndi diff(' r<'11½P da r q.;-io1w a 1·1•g ione. Tn taluna (Piemonte) si rn,g~;i1111 g<· ;.:;ih 11< ·1 I fl J n ln, n1assin1a dirninu½ionc, e questa è assai g·ra.1Hl0. ( 7~ 0 / 0 )

; in Lnl niltra. (Sardcgnaì la massirnn ditui11u¼ioue ii 1·ag-gi111il~L molto pi 1'1 la rdi, n el 19 18, cd ò assai minore (~7 ¾). J1'ra qum;t.i 0sl:i'rnni, le altre reg-io11i sLu.11110 interm edie : nC'lla magg ior parte di esse Ju. più fori.e ùi tni111 1;,.io11e si ha nel 1917 e corrisponde a c·.irea ùuC' ter,1i del rnrn1<' 1'0 1101·mak. Presentano caratl:<~rist.iehc com11ni le reg ioni dov' ò più fn •(111eule l'unione libera preli 111in..1.n· al m atr imonio ei v-ile. Molte ('OppiC' il'l'cgolal'i v c.,ngono l cg,'l,li½zal.c qt1n1Hln l,L 1.:l 1iarnata alle armi minae<:ia d i disgiungerln: ed 6 questa ln principal e cau::;a, per c oi giit 11 PI Hl14 , 0 pi1'1 f'n rlemenh~ nC'l ]!H G, i mm1eri indi,·: dei matrimo11i J'IC1l'l 1:rn ilia, .nel La7,io, 111:ll' lJrnbria, 11!'lln ~·l al'l'iw, 11<'1 Vn11Hl.o, in Tosc·n,11:1, stJJH'rano la 111ecl i.1 ilali:i.11:1. N.-1 1!11 :>, IIH'til.r1• g·i;'~ in l i. dia il 1111mn ro 111-i 111:1.l.1·i1111111Ì ,·.. i111','l'inn · dul '.d9 "/ 0

al 1101·111ail', tll'I I' J•:11 iili:1 ,-. s11p,·1·in1·1· clc·II ' H" I., ,. 111'1 1,:i.,,io i111eriore ::;olla11 l.o clc-1 :!"/,.. 1\ 1w11r:1 111'1 1!11 7 ,·. 1... 11 v isihil1: l' iniiuenza dellt: l<-g·:ili ,.,.;1 ;,:io11i cli 1111io11i lil wr,·, lll'Ì 11 1111 11 ·1·i i11di1·i per l'l!:milia. il L11 zio. Ln Li;.;·11ri:1 pn ·s,·ccl.:o. di, 11i 1111·1.in11i d i !!!!:~i,t!i tà m olto miaori ùi q 11.olle c h o si o::;~cTv:i.1111 nllrn,1 ,· , sopral.111.1.o per la mi nore sottrazione di uomiui op1·r:li:1 111"11:i. s11a popolazione, sottrazione, d'altronde, in part i • 1:01111w11s:il a cl:1 immigrazione di lavoratori da altre regioni. Anche minore 6 la di111i 1111;,.i,H11· della uuziu.lità in Sardegna., dove l'alta proporzi one elc i rif111·111.1,l.i lta sottratto all'esercito, nella f' JH'I'

non hanno <lato noLizie. Il numero d i t.a li ma trimoni è slato tlesunto da t1 n ,,alcolo approssimativo.


XXI - J MAT RlMONI S l~CONDO

L(t;

ltEGIONl

4!J3

prima, fase ùclJ,t g uerra, un grande rn1rn cro di uomini giovani. A ggiungasi e.li(: i11 qum;ta regione Bono assai l'n:q11<'1 d.i i matri1noni tardivi, i quali non hanno risentito se11sil>ill· di111i11111/,i01H) per consc;.;-1ienza del.la guerra (n el 1917, anzi, s i (·011l a 110 i11 /-;ar<legn :1. 10~0 sposi d i oli.re 40 anni, in confronto a 9 I::? m·I I !l 1:l). La d i1n inuzione particolarmente forte nel Veneto Ilei l !)IH

i· del.enniuata dt~ll' invasione; ancora nel 1919 iì numero 1ki 111.1 l.rirnoni raggiunge appena la m edia prebP-llica, p erch è una 1Ja1fo d ell:1. popolazione non ha fai.I.o rii.orno alle sue case, distrutte daiiu artiglierie e dall'odio n erni<;o.

Nel Piemonle e nella Lombardi a, dove sono ra,r i così i m at r imoni precoci com e quelli tnrdivi, la <liminuzione d el la nuzialità è molto forte; m eno forte in al cune regioui meridionali , dove spesso gl i nomini si sposano m ollo giovani.

La. r i pr(~Sa 1kil ln uuzialitù dopo la g nerra i: pi i', prn11l.n. rwl Mez:,,:op;ior110 eh e n eì 8cttentrion e. A q11esta cl ifler e11za 110n ù l'on,c 1·sl.ra1wo il di~agi o di moll'c industrie 11cl dopog·111,1T11., du, ha oslacol alo la l'o n11a,1iollc di 1111ovc' 111,rni g li(~ ndln r1 •g io11i i11d 11stri~tli cd è :;t:.i.to po(·o :·::,c nt::.o nd!e r q.;ioni ;1g ri cole. 1-;c n C\l 1!11!) I' ii11i;t l:r.am P11l.o ddla lluzialit;'.t. ù lllag·g-i orc nel :Vlezzogiorno, in comµenso nel l!:l:!1 e nei due :1.nni s11cccssiv i ù 111a.ggiore uel SeLLeutrione, protraon<lm;i Jriù a. luni;o dov'erv, eo111in<;i ato JJÌLL tardi. Il modesto aum ento della, nu½.ialità in Sardegna. si spiega ricordando co.m'era stata modesta la diminuzione nl'I ('('l'iod o bellico. Dev'essere, invece, attribuita a disagio econo m i1·0 la rdativa debolezza della ripresa in Si cilia.. Ci,,. 1n:! ! \l:! ! i! numero ùci mateimoui è in tutte l e r q.çinn i più l1asso .-lil' 111'1 1.9:!0. Mentre nel 19:tO i numeri i lldi,·i l'l·giollali va11110 da 1111 rnafss imo di 2:t8 (Basilicata) m l 1111 111i11i1110 di lfl) (Sanlq..ç1111.), 11\'I l!J:! I il masBimo di8cenck a I!)() ( Vt· 11do) cd il mi11i1110 a 1:: I (Sivilia). Prosegue la d isn :sa 11l'I lii( ·11 11io successi vo: 111'1 I\J:!:! i l 111:issilllo i, di l fiH ( \/ 1·111'1.o ) t· il 111i11illlo di

113 (Si cilia) ; 1wl l'.):!:I il 111:1ssi1110 di 1::H (\/ 1•111' 111 ), il 11ii1iilllo di 10\:1 (Si<;ilia). Il 111111..çgion· prol1111gn.1111·11l.o d1·ll'a.ll.a 1111,1ialilii. eompensa il ritardo nl'lla ripn ·sa dt ·ll1 · 1101/,Z<" 111'1 V1·11do.


494

NATALITÀ E NUZTALITÀ

~. Riassumeremo ora in pochi numeri le conseguenze della, guerra s ul numero dei matrimoui uelle varie regioni: la tabella che segue gioverà a <lar e una visione d'insieme degli dl'etti dei vari fattori dei cpmli abbiamo aecerinato l'a~ione. DISAVANZO Df'.L Nummo Olr.I MA'l'RIMONl NEL QUINQUENNIO

191.4-18

IN CONFRONTO Ar, Qll!NTUL'LO DICI, NlD IICIW Ml~D!O ANNUO DEI MATRIMONI N1,;1,

H) l 1-Ul. I Propor;i one I

Oom_partinienl1'

i

Num.("l'ò (IHNOluto

Piemonte Liguria. Lo mbardia . Veneto F.milia Toscana Marche Umbria. Lazio Abruzzi . Campania Puglie Rnsi licatu Cal nbrin !-\icilin Sard<'g-nn

h 'A J.IA

I i

:i '

I

p~·crntuale a l -tnimero uwdio a nnuo

I

<lei moh·imnni

I -,I

I

--

G:1.071 ]:l,1J6,1 I 89 29H 5:l .!J3l

nel 1911-13

.

- 257- 1 Hi!J 260 215

28.!}17

14 7

-l'.! .57G 18 .401 11 604 11 6 I !J 26.,rn2 5f, lì92 ;;7 .O(i7 9:>li7

W2 2l0 20'1

135 229 2:! I :,!(J\J

Propor·;; i ou.e 1)f.'1' 1000 ,, b itanli t

17,97

10,GO :

17,87 14,45 10,31 15,27 16,21 16,23 10,M 17,H:! lli ,:>I Il~ / )4;

I,,,:,:!

:.!!",,I ~:1 1

17, IH

r1.7H:~

:.!:IH ! 1,I

l8,32 G,:,H

!'1t~1;, I ~!")

:.! I!',

15,68

~r..~H~

(i(l.'1!11;

Cosl i11 ra pJiorl.o al 11111111·1·0 11nr111:1.l1· dei 1nat.rimoni, eome iu rapporto alla. popola'.t.io111·, i 111assirui tlisa vanzi si hanno i11 Lombardia, Piemonte, Ha:-;ili1·:if:t. :,.;i<'.iLia; i minimi in Sardegna, Lazio, Rmilia, Ligur ia. Tl disavan~o corrispondi' a p0<:o più o poco meno ùi tluc volte e mezza il numero :i.1111110 normale dei matrimoni nclk i Proporzioni calcolate su l numoro ,fogli abitanti nl 1• gennaio 1915, ultium dati. mrteriore al 1921 per la qu a.le s i a.bbiano dati nJriciali s ulli. ,list ribuzion o della popolazione per regioni.


XXl - I MATRIMONI SJWON OO L~ l{EGlON I

495

prime reg ioni , a pol:O più o roco meno d' 1111a voli.a 1· rne:;,,1,a nell.c sccond<', Ol:l:ettuata la Sardegna, ùo v(' il di,;av;a.11:1.0 11011 raggiunge 11Dpp11re il numero annuo normale.

4 . Per gli ultimi anni, possiamo l:alcolare sagg·i di 1i11;,.ialii.\, rif1,n :ndo il numero dei matrimoni alla popolazione, d cl.n nninala (:ol s11r1sidio del censimento del t 921. Confrontiamo i sag-gi

1:0 ,;ì

\·afoolati con quelli dell'anteguerra. NuMF:RO Mlr.T)TO ANNUO DEI MATRlMONI PER

-

-

..

-

1000

ABI'l'AN'l'I.

---·--Vo.riazionc

1911-1/1

Compa1·ti111cnti

1.921-23

a,,1,

t!J11-m

al 1921-23

- --- -Piemonte Liguria. Lomb:ndi:1. ·v eneto E1nilia Tos.:ana Minchc U mhria . Lazio Abruzzi. Campania Paglie Basilicata Calabria Sicilia Sardeg na ITAl , I A

7,14 6,60 7,08 7,00 7,21 7,7:, 7,1.Hl H,24 ~, I !,

:I l I

10,58 8,78 10,1[, 10,:21

-j- ;:.),441- ~,Hl

'.l,:JO

+2,01; 1- 2,n1 1- ~,51

10 ,r.,1 10.,1~ 10,Hi 11 , 17

10.ao

I 3,07

+ 13 ,~ I

f- 2,2Z 1- B,02

·i ~,30

8 ,00 7.72 8,21 7,87 7,7'2. 7,89 7,H

!.l,67 9,!',0 10,72 9,83 8,67

9,or,

+ 1,9t

7,51

9,8-1-

-1- 2,3H

+ 1,9:, + 1,26 + 2,85 + 2,11

+ 0 ,78

1Vk11!n · p1 •r la tnorl.alitù. e p er la natalità sia1110 :-;I.al.i i11 g rn.do di s1·org1,1·,· 1l<'lle 1:il're tlel 1921-23 l e caralfori sti<:!1<• dnll '<'q11ilibrio prn-:l.l w llil"n, ,·Il<' g iit si disegna sotto i n·,;id11i dl'lh· pnrL11ruazio11i 1·011111'~t~h· 1·1111 la g 11cl'l':i., n clln 11u;,.ia.lil.:\ d o11 1i11;1 a 1ll'ora la r eazione ai l.11rl1111111·11l.i :i.vv1· 1111t.i n<'i p<' ri odo lw lli1 ·0. 111 l.11 1.tc k regioni si ha111w :-;1q~gi di 1111 zi alil.;\ pi1'1 al!i di q1wlli preuelliei ; l'eccedo 11:1.:i. I':, i 11 g,·111'r;il1·, 111:i.ggion · 111'1S1·1.i.1·11l.rio111 ·, per la eausa già poc'a 11 :1.i 11,1·1 :1·1111al.11, ,i('lln pi1'1 I.a rdi va 1· q11i11di più a lungo protratta -

1·ipn·s11. dl'lln 11111/,i11lil.i1. i11 q1w,;l.:i. pari.e d'Italia.


NA'l'ALITÀ :FJ NUZIALITÀ

4l:16

Se ancora nel 1921-23 la nuzialità è fortemente alterata, in tutte le r egioni però essa tentl e a diminuire, come risulta da.i numeri assoluti d ei matrimo11i riportati in appendice.

5. Confroutamlo il 11111111·ro a sso luto dni matrimoni del q uin qt1ennio 191 9-:;?,l 1;011 quvl lo 1·1 11, s i sarehlH' a v uto se si fosse mante nuta cosl.a11tc la. n 1<"cl ia .u111u:L cli'! J!) I L- 1::, s i r iscontrano iu t utte l e r eg-io11 i ra g-g-11a.nl1 ,vo li avanzi. tl.11as i do v uu(JllC l'avanzo non solo pareg-g-ia il clisa va11zo del q11i 11q 11rn 111io I!) 1,1- 18, m a lascia .w..11., 1111a pii'! o 1111•110 ia r g-a 1,1·c·1,1 iP11:i:a. i l11iva <T<·czione degna di 11ol a ii q1wlla ckJ111 0 ic-ilin., dovi· 11011 f.rova 1·.011 qH·11so una b1wna

parto di:I disavanzo. La :;ituitzio ne <:ompa rativa delle vari e• r eg-io11i ò illustrata 11nlla seguente tabella. AVANZO Dll:L NIJMTmO m r.r MA1'RIMONT Nrr.r, 0,TTJN0,lll•'NNI•) 1N OONFCWN'l'O Al', Q,OINTUP LO

NUMERO MEDIO ANNUO .IJ~~l llA'l'HIMONI

Nb:L

191t-1~.

I Onm.v,-,rtimenti

I 11·11 .... , .. ., ....

N I I J/lf I'II o ·"·" ol u I o

(i:I :ll l(i

I'"''·'""··"·''; i/ u fllO ,!(::,. , " " . 11 .,.,

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l 'imnon l.<\ I .ig-11ria. I ,0111 li:i rd in

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V1 ·1H:lo.

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W2 l4 2

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'l'o:sc;1 1111

[,:'. :1.17

Mar c ii<\

l '.l.'. ltH

Umbria Lazio Abruzzi Campania. Paglie Basilicata . Calabria Sicilia Sardegna

I U,78 :.!!J.73fi :m.:!0,1 Gl.304 :1:\.8 12 ll.071 30.606

['fALIA •

1919-~~

011:1,

1

44.7' 61 9.883 623.745

1:rn 109 128 176 107

108 91 116 121 61 171 110


XXI - I ::'IIA'l'lUMONI S l~CONJ)O LF, m m IONl

497

Jn Hn.lia, i matrimoni avvenuti 11d quinqu1:nnio 1919-;JH non solo compt' nsano il disavanzo ckl I!) 14- 18, m a lo ('t :ccdono d1:I 10 °/0 • N(' ll n siugole r egioni si presentano proporzin11i Hp<'HfiO moli.o di ver~eu ti ùalla media del Regno. I ,n. Sicilia mostra una eccezionale debolezza 1mlla r iprt's,t 111,Jla 111, z.ia lità dopo la guerra; anche le Puglie non g i1111g-0110 a 1·.111npl· 11sarc interameute il disavanzo del periodo b ellico. Lo 1:0111 purnmno a d esuberanza il Lazio, la Sardegna, la L iguria, l' Emilia , i I \Tcneto, l'Umbria, la Toscana, la Calabria. In aleune di quesl.e r<'gioni - specialmente nel L azio, n ella Liguria e n el Veneto l'aumeuto dei matrimoni in parte corrisponde ad un forte incremento della popolazione; in altre - eosì nel L azio stesso, nel1' Umbtia, nelfa Toscana - deriva in parte dal diradarsi dnlle unioni contratte col solo vincolo religioso. Rinssumendo i da.I.i per grandi divisioni territo rial i, :,i 1,rnva d 1n l'avnnr.o <lPl q11in'l11Pnnin 1919-::!H SUJ1<'l':1. di 1:!.1U8 i! diA::. v:i.11:1.0 dd q11i11q111,1111io 1D] 4-18 n el Snl.!.c11l,l'io11c, lo s upera di ~5.746 nel ( 1c 11l.ro ; lo f.: upera di 9.H\)7 nnl 'Mn;,,wgiorno. Nl'lle lsolc, inve<:<'1 rium1w n.d <~sso inferiore fii :JO.lir>O. ,;; notevole il parziale contrasto fra q11 <'~:l1' l·i li:e 1· q unllo riferentis i alle n asc:ite, che abbiam o c:omm1inta.t.o r>iù 11ddielro (pag. 4,16). ll Sct1.e ntr ionc, ehe mostra uua così v igoro:m ripreRa, di nuzialità, Reg-1111 i nvcce II na fiacca ripresa di natalità ; il Me:t.zogiorno, con 1111a più debole ripresa <li nozze, lw. invece un forte aumento di 11a.sc·il.1·. Appare qui l'influsso della limitazione volont.':l.ria. dcJla 1,rok su lla. 11nk1.lil:à. de] $ettcntri one, influsso ch e invece è scnrHo 1wi ì1i1·,.zo~iorno. Coucorda110 assai bene i vivaci s viluppi d<·i ni11Jri 111011i ,. dl'il n nascite n el Centro, cd i fi:tech'i :w iluppi d('g-li 11 11 i (' d, ·11 ,· :111 ,·,· 111'11" fsole.

G.

?tloRT.\R .o\ .

St


498

:NATALITÀ E N'UZIALl'l'À

CAPl'I'( 1LO \I l•:N'l'1D U.~S1MO

I MA'l' B.Il\ilON I, S l•:CO.NDO LO STATO CIVILE

1,: I : t•:'I',\ OJ•~GL1 SPOSI. J.1~ c o111hi11:tzio11i ,li s tato civile nei periodi bellico e pos tlJellico. - Variaz io1111 d (lf 11111111)1·0 d eg li sposi e d e ll1i spnsr., n ei si ng oli g ruppi d'età. Iìisava 11 v.i <id pi,1·irnlo bellico e ava11:.1i dlii pcrioùo 1><1HL"i><oilico. - Varia>1 in11 e d()I 11111111:rn 1lcllC1 unioni nolle divorse com binazioni. d'età degli s pos i 11 d., Jf n sposn. l.'reforonza degli uomini g iovani per le donne mat ure e ,lt,gli uo111i11i maturi p e r -l e donne g iovmii , 11 ()1 periodo b e llico. Disavanzi e a v1rn:.1i nelle varie co111ùi11a >1i o ui d 'etil..

1. Le it11.lag i11i sulla ripartizi one (k;.;-li sposi e tlellc spose secondo lo stato civile e l'età. n el p er .i odo l.wlli1:o offrono campo ad una quantilà. ti' iutercss:-1,nti oss<'rvazioni, specialmente se eseguite per singole regiolli, o rrH."\glio ancora r<'r provincie. 1\fa q,ri siamo costretti ::i limitarci a !.Jr cvi ce1111i, c !te :;pl•ri.1,m o ~n,:i'.il.i110 nuove investig-ar.i.oni i::u (JU('Rti dati, i q11al i 11p1·01w pi,·, d' 111 1<1 spi raglio :;ui cm..t.umi rl<'lk v ari(' g(' nti it.alia111·. ~- ~e si ('14arnill a la riparl.i,-.i"111 · d, ·i 11111.l.ri11101ii 14cco11do le <:om l>i11a1/.io11 i tli Hl11,l11 1·i vil •· d,·;·;li NJ•11t-ti 1 1wl 1... ri"do bellico, non desl,;1, 11H·1·11.viµ;li11. v1·tl1· r :-,·,·11111.r1 · 111 111111 pi1'1 rnp idamente il numero dl'll1, 1111io1!i rrn <'l'! i!,i ,. 11111,ili 1·111· <pl('llo delle unioni fra veùovi {~ ::u!:iH t: !':·:: :·:·!i! :! : · \ i·d~, 1• : · , i• veder seernare meno rapidamente ili l.11Ltli 11· ;dl.n · I,· 111iio1ii rrn vedovi e vedove. 'l'ra. i vedovi, e tra i <·clil>i ,·lll' spo:s11.110 v1·dovc, sono in generale m eno rappresentati i ~rnppi d', ·l i1 dll' !ranno dato maggiori cont ingenti all'esercito; le 1111io1ii I ra c·1·1i ui e nubili sono prevalentem ente unioni tra giovani, cpwlle tra vedovi e vedove sono quasi sempre unioni fra t.;"<'1 11.,· 111at.11ra; onde si spiega facilmente la diversa ripercussione d('lla µ;11PtTa s ulle diverse combinazioni. L e variazioni nelle comhi 11azio11i secondo l o stato civile sono in


grn.n parl.r- il ,wmpl iee riflesso di var ia,1,io11 i 11\'lle ('Om binazi oni secondo l'et:i. N1.t met•o (le-i ,uulrim.oni {rn:

Celibi e n"biti Modi"'

Celibi

Vedovi

e vedove

e ,mbili

ViHlom: ,. multimi

11n11t1a.

l!Jll-13 J!) 1,1 19 15

1916 1!ll 7

i

19}8

I

5.119 4.635 4.253 3.871 3.402 3.0!J2 7.41<> 11.574 S.\JG[, ,u;7,,

233.315 2U.J 5!l 16 1.281. 84.533 76 .80!) 84.862 :.!72.71, 45 1.6:W 382.907 315.905 288.50:3

1919 1920 1\)21

1922 rn2::

tiAOX

16.592 15.845 13.59411.05(; 10.099 .11 .059 37.173 32.520 23.202 1 !umo 17.:!3:,

H.O().I

7 .r,,1x

fi.:,~~ G.422 G.:!3!) 6.559 I :1.27ù Hl. Ili

JO.f.18

9.0!19 8.688

I n 1:on1pl 1~sso, 11e l per iodo H}14-18 si ha 1111 di,:.a va.111/.u Ji

5G!l. I 8:>matrimoni, i n <:o nf'ronto al nunwro 11o rmal c ( m edia 1011 1,l); 11nl :-:uc l·u:-:si v o pniodo I 9 I H-~~ lafo disa v11 117.0 i· 1·onqH·11sai.o da uu avanzo pr1:f;f;'a JHJ<·o 11g-uak. Ma nc ll:t ripart.i ,r,io111• dol disavanzo e d ell 'a van½o seeondo le 1:01r1 h i n:1,7,i o1 ri d i si.al.o eivile s ussi stono

forti differ en ze, com e a ppare dnHn seguente compa-

ra7,io1w. ( 'm11l11'.11u=im1i fra:

D'i,'<l'VC>»ZO ( - )

.Avanzo tùl 1!Jl!l-:J2

Cc:l i i>1 " 1111hi li (;.,Jil,i o v,·.d o ve

- 531.928 (j,il4-2

+ 48\l.mJ8 + l4.1'J1

V,·.tl o vi u 11111,i l i

21.307 li .G08

-1- 4!'i.8:>7 -I- 11,.0,1~

:,li '.I. 18:,

-1- ;11>:,.\l,f I

Ve rlo vi11 v<·d ovll

D i.J<ttv,mzo (- ) o avanzo(+ )del t :Jl./.:J:!

del 1914-18 -

_,ffi.0:10

I- 7.XO~ I- ;!,I. :,:,O !U:1-1

Il dis11.,' a 11 z<> di 11111.l.r i 111 01 1i 11<•1 qui11q1w1111io l\11 -1- I H 11 pr essoc hù t·o 111 111•11 snlo 1w l q1md r i,· 1111io l !ll !l-'.!:! ;

i l\iln.11cn.1u) ila.ti 111·r i

, · , 111111 11i

11 1 VH "4 i

d:11

111 • 111 ii• 1 1 ,

111;1.

si ,·. 1110IL0 lon-


NATALITÀ E NUZIALITÀ

500

tani dal compenso per il disa.vanzo delle prime nozze, mentre· rimane un largo avanzo nelle seconde nozze. Nell'insieme del periodo novennale 1914-22 si sono sposati 37.228 celibi e 20.480 nubili in meno del normale (media lHll-13), ma 33.B84 vedovi e 17.236 vedove in piiì dul 11ormale. La minore nuzialità, dei celibi e delle nubili non abhisogna di 8piegazioni: quella che pare strana è la mn.g"/~·ior<· 1111:;,.ialità dei vedovi e delle vedove. E ancora per le vcdov<· :-:i può addurre l'alta frequern,;a di donne ehe

in giova11n cl:à lla11110 perd.uto il marito in guerra, eomc spiega11io1Hi dni p11ii11iarc di nuovi imenei: queste vedove g·iova11i banno pot11l.o liì,c ilmrntl,<· ri tron1,re un compagno. Mn l 'a vn.11 zo i, a11che più f"orl.n

dun voli.e maggiore -

per i vedovi masd1i : a deter-

rninnrlo c rediamo elie abbia molto contribu i to l'Ppidernia intluenzinle del ] !l18-1H. 'l'alo epidemia ha determi11al.o una :;upermorLaliti1, cli <·irea f>0.000 donne eoniugatc d'<'J.:'1. i 11 1"('.riore ai 40 anni; prcRs'a p oco altrettan ti. uomini sono rim:1,,:ti V<!dOvi in età relativam ente giova11ile e molti di C8Si son o pa:-:sati a nnove nozze. Nel lfll!J il numero dei Vf!dov i 8posal:ii:;i :-:upora rh, 1 11 ~ 0/ 0 il 1101.'ITW,lc ', rn cuLrc qudlo dl'.i (:di bi lo supera solt..1.111:o riel .I!) "/o. 111 minori proporziu11i, vale la :-:l:e:-:14a spit\g-a:,r,io111•. IH' I' l' 1•.1·.<·1•;,,io11al" l'n•q1i"1·.11,1a doli<- v,·dove :-:pos< · 11cl 1\11\1-::!::!. La :-:1qH·.rn1orlalil.:'1, de.i ,:011i11~·al.i d'd .:"1. i1i1·. ,rior,· ;1 ,I:, n1111i , ,·11,g-io11nl.n d11.l l',·pid,·111ia, si p11ù :-:l.i111n1·t1 11 •·in·a ,10.000 ,·al4i. N.-1 dOV(' :-:po:-:1d.1·Ki :-:1q 11·rn il 11rn·111 11k

1\11 \1 il 1111111<'1"0 delle ve-

d(' I 7: \ '" ,., q1 wllo d<'lle nubili

solta11l.o <h·I ::!-I "/.,. Le eu11:-:q~1H·11·1.,· dird l ,· ,. i 11dirl'i l., · d, ·1111. g-1wrrn. lmuno certame11t.e \'l:duY:1,!.,: :::: ::::::: :· :·n ::: :,!!n ::::1.,·,;·; ,.,,.,. di donue eh e tli uomini, spccialmenl.1, 1w ll1 · ,·lii. g-iov11,1ii li; ,. q11i11di si sarebbe dovuto aspettare 1111 g-rn,11 1111111 "·"" di K,·,·rn1cl,· 11ozzc di vedove, piuttosto che di vedovi. l',•rd1t'· 1-1 i l.rov11. il <·<1111.nwio? Crediamo che la causa prcclominn,111.n d,· 11:i. r ..!11.l.iv11.11H\11I.,· :-:earsa frequenza, cli now;e femminili sia q uella di ,·11i 11.hhia1110 1~i;'i. all.rove discorso

i

In parte la più alta sup,·n11i,i,.l il.1\ il11i v o ll ov.i dipcndn 11n c he clalla più

pronta smobilitazione delle classi n.n, i,.no.

'


XXll ·· STATO CI VIL.I!; .1!:D ETÀ DEGLI SPOSI

501

{v. retro pag . 4f>iì): cioè la convenien:;,;a economica, che distoglie le vedove cli guerra dal contrarre nuove no:;1,:;1,c l)(\ l' 11011 perdere il diritto alla pensione. Soltanto nel 191\) la proporzione delle secondo no½11e s ul totale dei matrimoni (18 ¾) supera fortemente la mis ura normale (l i "lo); ncl 1920 ritorna a tal misura e nei ducanni sucecssi vi sce11d1~ un po' al disotto (10 ¾), per conseguenza dell'ecce11io11a.l<frcquenza delle prime nozze. 3. Per meglio apprezzare le variazioni avvenute nella rli,-;tribuzione per età degli sposi e delle spose durante la guerra, abbiamo ridotto a numeri indici i numeri assoluti indicati dalle ~tatistiche del movimento della. popola:;1,i011c. J<;cco, anzitutto, i dati per i masehi. N UMJr.'Rl TNrllCI 1

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Pùl' to1rnr c o1d,,, 1l 11i cc11111111i i11v1t,Hi nl H1 111 11 1 l, 11.111 111 fo n d i.o du.l,i , i 1111nwri

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NATALITÀ E NUZ fALI1' À date delle chiamate alle armi. F ino dal 1915 la ùepression e è fortissima nel gruppo dai Bl a.i :J5 a 1111 i, d tc è quello maggiorm ente sfruttato; nel 191(; si ag-g-mva i11 q11C'Rto gruppo e si aggrav a ancor più, r elat i varrw11 !., ·, i11 q1ll'llo dai 25 ai :30, che ora subisce maggiori falci rli<·. ( !oll '1•s!.<·11 tl, ·1·si dl'ila 111obilitazione nelle età più g iovanili (sol.I.o :! I a 111 1i ) ,. pi1"1 11111.l.11l'l' ( da JO a 35), si abbassa fort.emelll.<· a1w lie i11 (•ss<1 il 1111111<·ro i 11di1 ·t1 d <'ç;li ,;posi. Nel l 'ultima fasi · d<'lla ~ 11<11Ta s i 111 ohili l.n110 dnssi pi1'1 11.11 1/,i11,11t1 n dassi pi1'1 gio va11i, 1· v,·dia.1110 r·.11d<1n, 111011 0 111 l111ss11 i 11111111>ri indici a11 ·Il(• l!dl!\ PI:'! !!l!'(·l'iOl'i a :! I :l!llli

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IH1 8 g li !'lfoU-.i ddla mollilil.a1/,ioll<' so110 l'ol'l i 111w l ll' 11\"I g-rnppo d 'eth da 40 a 45 a1111i. 1\ll e 110 li.tc i lrnc11te spiega.hi le <', l 'a11cl11,1111 ·1il.11 cl,·1111 1111:.1ial i l.à nei g-r11 ppi d'e!.h da.i 45 ai HO a 1111 i, l"ill' li:i.11 1,11 cl11 l11 s,·11 1"sissi111i c onling·enti a ll'esereito, m a l'l11· p11l' 111osl 1·111 111 cl,·pr,·ssio11i :1.hl>astanza forti. Solo in piceol a p ar ti• <TPdi:rn10 l'lw 11 11l'sl P p1,ssa,110 c olleg-arsi con l ' impiego di lav o r :1.l.ol'i ,·i ,·ili 1wll:i ·1,1111:1. di g-ucrra e con l'emigr azio11u di OJwl':i.i v,· J"so I<- ,·ill:'1 1 l o1ilH110 d:il k l oro conR11f'te <limo l'e, e qui11di i 11 1·011d i:.1i 1111i 1111 ·1111 li , l'or<· l'oli al 111al.ri 111onio. JL ri;;Lag-110 dc ll 'c111igTa1/,io111' ,·, ·r so l ',·sl,·r11 cl11 l' n ·lil,1, a v 11r 1'.ot11prn1,.;aLo ad e,.;1il>1,n~11i1a l',·lfrl.l.1, cli 1.1111 ,·1r, ·11Hl1111 1/.•'. 1·,: ro.rse lo ,-;la.I.o d'a11i1110 <idi ' i11l.1·ra popol:1.zirn ll' , 1111·110 J•l"!>Jti:.1i11 a lieti JtllllRi ori , t· lw si l'illnl.l.,• i11 <jll( 'Hl.11. d, ·p 1'1 'HHio11 1· ,1, ·1111. 1111zialità. N1·ll,1 d .:'i. pi1'1 11.v11.11z11.l1 ·

d11i li!, 11 1111i i11 s 11

il 1111mero degli

:-;poHi, i11 v"'"" d i di111i 11 11i1·,· ,·111111 · 111' 11,· l'l i , Jtl'•·•·1·.d t· 1il:i, aumenLa. Cr ediamo dli' l ;il1 · 1111111l'1tl11 Hi11 cl, ·r il'lll11 d11lln solitudine in cui sono rima:-;ti mol li ,·,·,T l 11 dop11 111 p11 1"l,·11z11 d <· i lig-Ji per il fronte, o dopo la prc 111al.111":1. p,·rd 1l11 d 1 ,·sH1, s11lil.11di11e cui hann o eer<:ato di porre riparo.

4. Dopo l a fine dl'lla ;..;·11,·1T11, i l 11111111•ro d ei matrimoni aumenta in tutti i gruppi d'd.;'1,. l•:111 r11 q111tl.Lro anni (1919-22) viene f]Uasi per intero compensai.o i l d isn1·11 11i\O del quinquennio

1914-1 8.

Ma, com'era facile prevedn1·, 11,J 1·11 1111 w 11so quantitativo non può corri spondere qudl o qual il.nl.i \' o : l.111.1.i <·oloro ch e hanno dovuto


XXII - STATO CJVIL I~ 1m F.'l' i\ DE<:J ,I SPOS1

50/l

r iLa,rdarc le n07.7.C per consegueuza della g 1wrra si sposano bensì, ma si sposn,110 in ct::'t di qualche anno supc i-ior\' a q1wlla i11 c ui

si sarebbero s po:aLi sen7.a tale impeùimeJJLo. Si('d11\ i l di Hav:i.n:r.o del l!ì14-18 ò soHauLo in piccola parte c ompc11sal.o IH'i g rnp pi d'd:'i, infr:riori a 25 nnni, mentr e è compensato ad 11:-111r:1 1wliP d ii. :-.11p<'riol'i a, 30 anni. Prosegne anche dopo l'annisl i¼io l't·,·<·(i¼io,ial c frequenza di nozze senili, sulle ca.use della q11ail· a bbiamo esposto qualche ipotesi poc'anzi.

Dirav. (-)o """"· {+) ,lcl 1.9(,f./8

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G. Ora r il',·ri r, ·1110, 11.1wlw p<'I' I,· r,·111111 i1II' , cakolat.i )>l'I' il p,Ti ocl" l1t·lli, ·o.

1111 111< ·ri iiu.lici


504

NATALI'l~J\. E NU~IALl'rÀ

N UMERI INDICI DJ,:L LE SPOSE IN CI ASCUN GU.CTPPO D'F!'L'À, POS'l'O UGUALE A

100

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122

Nelle ctù. fi no a :JO :.1n11i l' in que Uc d.1 -~G i 11 su le varia ilioui <ld n 11mcro de.lit· s110:;e <'.UlTispondono ,.Lll l>ast.a rnm h()ne ( i n via di la r1-rn app1·08sima¼ion<:) t·iKp l'i.liva11H·11i.<' :i. fl ll<'il<· dngli x pm;i d'e!.h i11fcriort· ;). ::G <' x u pc rion· a :,O :11,11i. ( !orrix po11d1•11½1.1, cl d

l.11!.l,1, 1111,l,11 rn.l c , dal.a l;i. l'o,-1,· 1·o i-n·lat',i1t11< · l'ill' x 11o l<· ,·x i sLcrc

l'ra l'•·l.;'i. d<'ilo x pmio •· q 1wll:t. d, ·lln x p 1,x11.: tli111 i 111 1i x1·0110 gli sposi h·i o v a11i ,

di 111 i11 11 i,:, ·11110

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I,· (1111>'-<t' M·i o va 11issi me; aule spoRc iu

tn e 11l~1.110 Ml i s pnx i ,·,·, 'l'li i , , ·ti .11 111 11 ·,il:11111 tli r i ll<·xxo

etlL pi ù dli' 11 1nl.11 r :i..

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v a r in.~.i o11i d , ·1 11111 11 ,·i-11 d, ·11,· s, ,. ,s, · t'rn i :30 ed

anni, speeialrn 1:11I., · '"''

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l!tlti, a pp ari s<\ Ouo si n g ol ari.

Si vedano i 11u rne ri i 11d i, ·i 11t ·1· •11 1,·.·.t,· d .:'t. 11 cl Ul.l.G: essi variano

10:~ e llO, mcn tn: 1wll<· , ·la. d:i. : ;:, ,,, ! )l) a uui i n um eri indici per i m a sclù vanno di!, 8/i ;1 lll l . 1,; 1w l l!lJfj i 11unH~r i indi <.;i femminili fra 35 e 4G a 1111i s i 111:111i•· 11h rn 10 a 92 ed a 98, m entre quelli m aschili fra i 40 1·d i :,O :1 11 11 i so n o sce»i ad 81 e 89.

fra

t

Vedasi noto. alln pag-. 501.


XXII - STA'I'O CLVlLl~ lm g'J'À Dl~GLI SPOSI

505

Aneora nel Hl l 7 apparn ee<.;ezio na.lrne 11l,l, alto il 111u11nro .indi<:e fenuninilc fra 40 e 4G a nni. Per q ua l<· stra110 favore della P r ovv id(:11:r,a I, · do11 1u· matu re lla1 1110 LrovaLo marito con facilità r elativamen te magM·iorn d e lle meno g iovani e delle più anziane (a prescindere da.li,· v,•,·,·hil', <i<'lll' q11ali ,tbbia mo spiegato dianr.i la fortuna)? S i potrebbero fare in proposito le p i ù varie ipotexi, x,•11:r.a pox8ibilità di e ontrollo, se l 'analisi delle combinazioni di età deg li sposi e d elle spose non recasse q ua lche lut".e sulla genesi del e mfoso fenomeno. 'l'orner emo sull'argomento fra breve. t'i. l\fa prima dobbiamo es porre i risultali di un calcolo a nalogo a quello esposto p er i maschi, sili tlisiwanzo d i spose in <:ia,s<:uu gruppo d'età nel pe riodo 1914-18 l' s nll'avn.111/,0 nel periodo l!H!l-22. O ùu.tv . t - )u cium, .

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hellico 111·11<· d.:'1, pi1'1 :: io v:111ili ,·. xo lo i11 pi, ·,·o ln pari,· 1·0111peu roaLo; ancor a l'ra '.! I <·

:1r, a 1111 i il

,· .. 11qh•1 1xo ,., i1wo111pl<'i,o ; xollanto oltre


506

NA'l'ALl'l'À E NUZIALITÀ

i 25 anni si

.ha una larga cs11hen1,11:1,11, in confronto al Horrnalc no nn 11 i, per l n q uali il compenso ri-

( ecceLtuate le età da 4f> a

mane incompleto). Pros0µ;110 a1l<'lw q11i l 'eeeezionalc frc ctuen?.fl, di noz7,e senili, dopo la µ; ul't'l':t.

L'età. media <.lelh' sp OKl' 111a 11t·all' 11d 1w ri od o bclli<· o (disaYanzo) è di antri :!:!,7:,; l'd.h 11wdi;1 dl'lll' spo!,(' in eeecsso nel p eriodo p osUw ll it·o (a\' a 11 ,,o ) t', di a1 111i :!(i,HI. Il r i i.ar do t1 0l matl'imonio (:agio11al.o dalla g1 1t' ITa si p11ù va l 11l.ar c n. (·in·a ciuattro a,nni: il dal.o eo1 1(:<m la co 11 quell o t·akolal.o p1·r i 11 1as1:lti. Lf11f\ sg·11ardo al l' ultima colon na

dl' ll n

p r1·t·1·d<·11i.t'

ai I il.a ad i 11 Lt•1Hicn· 1111.1, <I c•I Jc c·a11 sn d< · 1la r, · In I i 1·;1.111< •1il.e

l.nbdla. I 1ass11,

11aj.alitù. n cg-li nn 11i sueeess.i vi ali.a g-llt'JTa, <· i1 1 parlit·oln.re n el I ~l:2:·t

Si v erlc c he a.Ha tinc del 19:!2 il v11ol.o ap1·1'1o da.I la. sear sn

1u1:1,.ialità d el v eriodo bellico era q11asi <·ol 111a l.o ; ma doiwe m eno ,;invaui

erano subentrate a <1011110

pi11 g iorn,11 i e <iuincli p i ù

i'P1·or1dn.

7. Nelle i11 dag i11i sulle e omhinazioni d'1:U1. dcg-li Rposi 11011 po:;:iia mo n.ss111ut'l'C u. per i odo di ri forinrn 111.o :! 1!)1 1- 1:~; Llot>hiamo rifflrirc:i a.I Hll ,l, p cr ('hù n <'gl i a.1 111i prt::·t•.dt·1ili Il\ sl.afi,d.it·l1e i laJi;:,11c 110a r cc·avano 11oti'.l.i1: i11 prnposil.o.

l'nr ,·om oditit. di n.ppr11'.l.1/.n1111'11l.o, pn·s,·11 l in111" a 11\'.l1,·. q11i i dati ri dol li a 11111111'1'i i11di,· i .


XXll - ST .\ 'PO Cl VlL.I!.: .1!.:ll l~T,\ Dl•:C LI S1'08 l

Nu~11mr

I NDWl l>lt l i\l A'l'H.lMO NI IN CIASCUNA UOMBI NA Z l<J N I•: ll ' 1i:•r ,\ ~

Dls!.1,0 >; l'O~O

Jo:t,, dello •11uou

DJ;.;f.1l .1A SPOS A, POSTO l H: UA LI.; IL NDMEHO DE L rn1,1.

E t,1 della spooa

r<'ino a 21 anni 21-25. 2:1-30. l<'ino a 25 anni 30-40 . 40-50. \ d a 50 in su \ lino a 21 an n i 21-2fi . . 25-30 . . · ' 30-40 . . 140-50 . . 1 cla :>O in ,;u

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i\08

NA'I'ALI'l'À E NUZIALITÀ

Si osse rva una c uriosa antitesi fra il comportamen to degli sposi giovani e quello dei vecch i. Fra gli uomini più g iovani - u'el.à inferiore ai 25 a nni - diminuisce molto più il 11111n<:ro delle combinazioni con donne g iovani che quello delle c·o1111>i11azioni con donne mature. Nel 1916, per esempio, 6 cli111i1111 il.n del 70 "/ 0 in c onfronto al 1914 il numero delle 1·ornhi1111 ;1,io1 1i ,·011 donne d'età inferiore ai 21 anni, ma soltanto c1 .. 1 :10 "/,, il 1111mc ro delle combina:doni eon donne da 40 a f>O a1111i. i\1 11 :or pi1'1 111;i.rc ·11.i,c, ,\ ii i L:IL01llellO pe r g-li llOIIlÌlli d'eta fra ::?:, ,. ;\() a1 111i. ' l'ro vin1110, pnr e:-;empio, d iminuito del 70 ¼, nel l!llli, il 1111m<· ro cll'ilc, ,·,>11il1i11a1/,ioni con do1me di 21-~fi anni, d el 74 °/ 0 q11ell o <kll ,: 1:0111i>i11a1/,io11i con donne d'etù i nferiore a ~1 an ni ; <~d n.11111c11l.al o i11v, ·,·,· del 4 ¼ quello delle combinazioni 1·011. don ne eia -'1 0 ;1. f,ll ;i 1111i. C t'C:Hl'l' 11ll.nio1·111<·11 I, · il divario fra le sor ti delle spose sec·ondo le· d .:'1 , 1wl p;1:,:s;1_::;;..;·i11 ;ti ;.;-n rppo degli uornirù di BO-H5 anni. Nel lHICi i, dillli1111il.o ,lo- I lii "/,. il 1turnero delle combinazioni <" 0 11 <!01:111· di ~ ! ~!, :111 ni . d!'! G5 "/o il numero di quelle con <101111<· cl'<'I:·, i111', ·rio,·,· :1 :! I :i.1111i ; ù a 11menl~1.f.o, in vee", del :;~ 0 / 11 il 11111111•ro c1 .. 11 ,· ,·,.11il,i1111zi,. 11i <·on donn<, di 40-:>0 a 1111i e ùd I :! 0 / ., q1w11,. d, ·11,· ,·,.11rl ,i1111.1/,io11i <:011 donne d'eli1. s llper.ior c ai :,O a1 111i . N,· 11, · ,.1,, d:1i :1f, :li I:, 11,1111i, ;.;-li uo mini mostrano ancora una d<·<'i:sa 111a;.;-;.;-i"r 1,·111l, ·11 m. l ' l'l'HO le spose mature, n el periodo lwlli<·o. 0

opposto. Nel 10 11'<, 1wr ,·:s,·1111,in, t'· a llmeutato del 26 ¼ il nume r o delle c ombinazio11i ,·011 <1011111 · d i ~ 1-~!') a nni, m entre è diminuito del 23 °lo il numero dl'IJ,· ,·0111l ,i11:11/,io11i eon donne li.i 40-50 anni. Gli uomini d'ctfr :rn pni or, · :i.i :,:, ;11111 i mostrano ancor piu decisamente una m agg ior l.1·11d,·11;1,;1. n· r:so le spose giovani; aumenta del 41. °lo il numero d,·11,· c·n1n lii11;1 zio11 i con donne di 21-25 anni, mentre diminuisce dc·I \I 0 ,,, il 1111111n n di quelle con ùonnc d'età. superiore ai f)O anni.


XXII - STATO CIVILE IW

1•:'l'A

m :m,I SPOS1

;)w

L a maggiore prcrr.ren zn. degli uom ini ;..;-i ovani pc ,· le donne mature Rcmbra attenua rsi di mano in m ano 11d pniodo be llico; la m aggiorn prclerernia degli uomini maturi pnr i<' s pos<' g-iovani se1nbra, iu vece, accentuarsi. l due fenomeni, così strani a prima vista, trova,10 s,· 111plic issime s piegazioni. L a g uerra induce molti che v iv evano in concubinato a \ 'Ollt rarre matrimonio; nelle unioni liber e spesso il divario d'età l'rn gli sposi (la maggiore età della donna in confronto all'uomo) aveva (·.ostituito u no degli ostacoli al matrimonio. La chiamata a lle armi induce l'uomo a r egolariz>'.,arc la situazione, sp esso per ri guardo a i fi g li. Ecco la principale, se non unica , c.1us ..t del primo perturb.<t.m e nto osservato n elle comhin11,zioni p er etit. La eausa del secondo pertul'lmrnento è più semplice : q11auto più scar seggiano gli uomini giovani, a rruolati nell 'esnr cito, IJ1.nto pii, lac:ihnPnt.e le dmtnn giovani Ri lri.,wi:wo i11d11 n·p " spof<art> uomi11i maturi o vrn·r- hi. È una que:;tionc di ulfo1ta e di doma nda - dire bbe 1111 P-<:ono1ni,;fa - : quando 1'11omo rlivi<irw raro, ,;i bada rne110 alla qualilù ; q11a11do In do11mL ai>boJl(la, s i ila rna;.i: gior poss ibilif.ìt di seelta.

8. La nos tra sp.ieg-m:ionc deil'appare nl.n <ivolw~ione degli s posi ~ iovani verso le spose mature pa rrà forse poeo p ersuasiva. T'l' I' <·0 11 validarla, riportiamo a lc uni <lali s ulla variazione del n ume ro dPllc spose, per gruppi ù'età, in duo r egioni, Emifat e Cau1 pa11in, l'iie rii ffori:;cono profondamente quanto a c os l.umi mal.ri 111011 iai i. N<·li' 11:mil ia le unioni liber e prematrimoniali 8fl 110 i'n·(JU\\llf.i:-;:-;i111, ·, ,. 1110 11,(· di esse sono s tal.e legali zzale 11\'I l!H :, ,. ne l !!l iii : 11< · di,. i11di11,io l'altissimo nnmrro dri fi g li 11afur1tli i<'g ittimaf.i, <'ill' f.rnTa I' H:, 0/ 0 de l nume ro d<·i n111,l.ri111011i 11, ·I pr imo amJO <' il 7.~ "/ 0 11nl tH·1·01Hio. Nella. Cn.1npa11in s<>110 l'<'lnl.i vnmc ntn rare le 1111io11i lil1t·n ·, sf.nl,ili 11PII' inl.< ·11zi01ll' d,•i c·n11\·i,·<·.nl.i, e poch e so110 sl.11,f.,, lq .:-n lii',i'Jt,l.c, 11<'1 pe riod o lwll i<'<> : il 1111rn<ffO de i figli natura li k g il.l.i1111d.i c·wTi :-;111>1H l,· 11.pp,·11n 11 1 ~ "/,, del numero d ei matrimoni 11<'1 l~I :,, 11,I .J 0 / 11 1wl l!IH;.


NA'l'ALITÀ E NUZIALITA

510

Orbene, considerando i numeri indici dell e spose secondo l'età, vediamo che nella Campania in tutte le età il numero delle spose è diminuito così. nel "1915 come nel 1916; la misura della diminuzione, massima nel.IP età più giovanili, si va di mano in mano attenuando col <..: reseorc dell'età. Nell'Emilia, invece, se diminuisce il nunwro dello spose nei gruppi d'età più giovanili, che forniscono rc ln.ti n1.mcn te minor contingente all<,.~ anioni libere pt'cmali'i1no11iali (Ja tlonna gioYano può facilm ente ottenere di essere ~posata sern!la previo esper imento), au nw11ta invece rnoii.o i'o1'1.en1L·11te nelle età pilt mature, che danno J11agg-iori eontingonf.i a llo 1111ioni li bPr e : nel 1915 esso raddo ppia, i11 confronto al normale, nelle età da 130 a 40 anni. Questi dati rn nfermano duuque la Hostra ipotesi, e ancor più indisc utibile apparirehhfl la cou l'en na so ci fosse consei1tito lo spn,zio p oi· 1111a minuta anafo,i dei dati stessi, sudd iv isi anche per prov.iw..:ic. Clii aneora dubitasse dell'attendibilità dcll' ipotesi da noi esposta, troverà n0l Y/01,i rncnto della p opola:tionc 1m m,tl cria.lc s utlkieute per metterla alla. prova. n' 1,:'1',Ì,

Nt JMltl{( INDICI UICl.J,I;; SPOSI,: 1.N rnM,Ol l N (llHJl ' l 'O rOS'l'O U G UALE A

100

IL NUM IWO ~rn111() J\NNlllJ 111,:1,

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l•'ino a :! I 2 1-:!:,

N111 ifi.o,

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105 110 101

79 96 136 211

133 108

38 43 64 121 119

111

25-30

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11;

,30-40

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7.1

4i~

40-50 da 50 in

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9!1

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HO

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101 107

Tutte le etfl.

!Il

!",7

,11

106

99 56

9. Per non turbare so vnrd ,iamentc l'equilibrio dell'opera, dobbiamo qui chiudere l'indag i11 e s ulle combinazioni degli sposi secon do l'età, che costil.11isc ·n, pnr cosl dirP, una parentesi nel


xxn - STATO

Cl VI LI!; lW

t•:TA T>l~(J L I

SP OSI

511

nostro l a vo1·0, e:;:;Lmdo solo indir ettanw 11t.1· <:0 1111 P:;sa ,·o l trnna principale tii e:;:;o. 1•:sporrcmo altrove i r i:;ul Lat.i dui l <' 1' l11 ho rn.1/.ioni

dw abbiamo <·seg uito sui dati p er gli anni dal 1!)1!1 i11 poi. ()i l irn it.ia1110

a riportare una tabcl1a ri::t8S1111t.i v;1,, dal la q 11:il,•

ris11l lrL <'vid,·11 1.e eom c il com p en 8o, quantitati vauw11l l' pn·sscw liì· t·o mplPto, a n ,t o::;i nel 1919-22, alla sc arsa nuzialità d(.'] l!ll 1I- I H, sia stato i ns11fTic:h=mte dal p unto di vista della fecondità. R.csl:ano ro1ti disavanzi nelle eom binazioni di fltà fra do1111(' giovanissime ed. uomini giovani, ch e sono le più feconde; i mag;.;' iori avarn~i si hanno in combinazioni

che sono m eno focondc

p1ir l a m eno g iovanile età deg li sposi e delle spose. Sensibili :i.va111/.i si h a nno a11che nelle c om bi nazioni presumihilmc nte inr1:1:0 11dt·.

Avveri.a si e lle qui i disavanzi e g'li 11Va11:r,i so110 val 1ilat.i i11 c·o111"ronl.o n,II(\ (·.irrn <lui l !J L4, poi1·ltl'

IJlil,ll('it,l lù

dali Jll' I' il 10 11 - 1:i.

t•:d <· ssc·11d o g iii. r idot.l.o a lq11a11to 11el 1!)1 11, p<·1· c:0 11st·g·w ·11 1/.a dnlla gT11\1Tn, i l 111111 11 ·ro d1\i 111:1.l.ri111 0 11i, i disa v;i.11:1.i apparis1·0110 111i11ori, (' g·li ;1,,·,tt1:r,i 111:1;.;·giori, d i q11a11t.o app111·i1·.. l,ll\'l'C1 se• l'o:ss1· possihi l1·

:I eoufronto col l '. l l l - 1::. /{f(Ì, detta RJIO#U

Età, dello sposo

/> Ì Nf101U l :. o ( -)

o

\ Jt"'i no a 21 anni

21 -25 . . . . . 2G-30 . . . . . rrno a 25 anui ( ,30. 40 . . 11-0-50 . . da :10 in su f

!i :: o :~ ~1 anni

~ :.l 1-:l:, l!:,.:10

. . :!:i :10 . .

( :10.,10 . .

,f() :,O . . d 11. : ,Il i11 lì110 ;L

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N ATALI'l'À E N U:(.IALl'l'À

512

fiIJO a 21 anni 21-25 . 25-30 . 30-40 . 40-50. da 50 in su

l\!i-,15

1[,-55

\ fino ~a 21 a11n i 21-2.J . . . .. 2!)-30 . . . . .

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11 1.1!1 l ~H! , s 11

I .:.!:.!7

+ + + + + +

+

1.4-10 11.729

30.434 32.044)J .241 30

+ + I+

83 729 2.669 6.994 1.986 254

+I-

197

n14

+ +

l.997 2 .396 2 .459

+

+

-

1.309

+ + + +

3.714

+ 5.735 + 22.441 + 28.947

+ + +

nO

+ + + + +

145

91 817 2.563 5.589 598 1.043 108 284 503 1.858 1.711 l. 232


CONCLUSIONE I,(• princip,ili con ~cg,rnn"e della g·uer!'a sulle variazioni .1ial11rali tl1·ll:1 po-

pola1/.ionc italiana. f. Giullti a,l termine della lunga esposizione e delle fatico:.;e

analisi, non tenteremo di conden sare in poche righe i risultati ddìa aostnt i111laµ;ine. Per accertare che l a g-uerra, direttamente o i ndirettamente, ha cagionato un eccesso di circa 1.200.000 mori.i ed llll tlisavanzo di circa 1.f>00.000 nascite, non sarebbe occorno bat ter e un così penoso l:ammino. Ma noi non ten devamo tanto a eodesto faeilP- accertamento, quanto 11 rernl erei conto <le] moòo e dol la misura in uiii hanno agi to sull e val'ia:r,ioni della popola½ionn l e particolar i eir eos1·a11zn ciel p1:riodo bdli1:o: n tal e inlc11l c• vo11 fidia1110 di a.VPIT rn.ggi1 1;1f.o, I H' Ì l imil.i di'! possibili\.

:!. ll r:rn pa,tri o di 11::mrrnsis:;il1ii n 11;g r al.ì dai pal'si hell igcrmlii, allo scop]Tio ddb g11n1Ta ,•urope.a, 11011 sem bra avP-re determinato riper cussio11i dcg11e di 11otn snlla sa lul.c puhhlica. Non si può esc ludere, ma neppure affermar e, d-i1-: t.1,ltrna. delle minori ma1ùfcstazioni epidemi che avvenute durante la guerra ;1hbia avuto origine da codesti rimpatriati; sembra potersi escludere l' import.azi one da parte loro dei germi delle maggiori cpid1• miC'. li rilorno di così grandi masse di uomini, p er la, mag~ior f'1·eq111:11:,;a tll'i 11,atrirnoni e delle nascite : q11;1.lc 111· :-;in stai.o l'<'i' ldJ.o ahi ,ia111<1 n ,r vnto di rintracci are.

:l. 1.:i 1111il1ilil:1,;,,iow, 1: l.'ammassa111c 11f.o di f'orl.i 1·1111l.i11g1:11l,i di tru pp11 pn •:-;so il ,·011fin c sC'g-nn.110 i pri m i si,·u ri d11.1111i ddla. guerra al la s:i.111111 p1 1hhlica. La rn1 ·1 1i11g il.1· 1·1·.n ·lrro :-;pi1 111.lc epidemica, l'1·1tl'd·11.lil.1· ,·pitl1·111i,·11. nd alf.rn 11111.lal.f.in i11 f'l'l.t.iv11 :;j diffondono por i l p11 <'èW, li,.vo ril.,· dai rnpid i " ,·011t.i1111i sposLnmenti G.

MOR'rAH.A.

33


514

CONCLUSIONR

d i uomini da regione a rcgioue. 1\ia fino al momento dell'entrata dell' ltalia iu guerr a non si. osserva am:ora nessuua manifestazione epidemica veramenl.o g-rav<' e uiffusa. L ,t n u:;,;ialitit e la. n atalità cominciano a l'ise11 l.i rni dd dist.w(:O di uomini dai loro focol ari, fin dal perioùo d<·lla 111obil i{;1.:1.i011<' o('culta.

La m obil ita:;,;io1w pal<·:·w, i1 il.t·1 1sili1·:i11do i 1110 \Tiruenti milHari, accresce il riscltio d•· lla propa;.o;a:,,,io1 11· di 1·11111.ag i ; e lo nncessi tù inel utt.abili della g·111·1Ta po11;.;-011u sov1· 111<'. ostacolo a lJl'ovvcdirn ei ili p l'olilal:tk i. l1'i1 w dai primi m<·si di loti.a, si i 11sin ua i l g-<w111< · d<,i <·.oi<:ra, i.ra ie iii.e dei uu::;t.,·i 1:u11ii,al./.1· 11 Li , I,,. i 11i',:zi01,i lilic-lw i11qwrv1,1-:o;a110. Non b reve 116 i'al'il ,· ,·. la lol l.a ,·0111.1·0 q11est.i 111orbi ; m 11 1 nonosLante IP- molteplif:i d il'li('ol l.:'1., si ri <·s<·<· altiue a d elimina r e complctarnenle I' u110 da.Il ' escn·il o, dopo a vcrue

scongiurato la diffusione uel paese, e ad aU.1·1111an: ;,.;-l'at1di,m P11l<'

11.1, freque1rna e i danni dell'altro. Di ma110 i11 11111,110 d w si susseg110110 l e chianutte alle armi, s' i11tem,ifien1 10 gli effetti ùeHH mol>ilit a:t.i ow? sulla. !l.:ttalil}.1,: I<' nasdtc deucsr:ouo perdtè rnoll.P coppie couiug·àli ve11go110 disgi nntf' e poclw nuove tu1io11i si l:ost itui scono. ,1, Col pros0,~·uire d<\1111, ~~1w1Ta, I<' 1·01Hli:,,,i1111i di vi l:i. d,·1 pa,·s,·

va11110 g't'11.d w1.l 1nn1ll.1: p1·;..;·;..;-ior:1,11 do. Si r i d 111T l ' n li11w11l.nziu1H·, si 111a.1d.io111· 1·111.rn 1nod1·sl.i li11 iil.i il ri 1111111·:11111'11 l.o d,· I v,•sl.ial'io, si di111i 1111Ìs1·1· i l 1·011:s11 11 io d1·i , ·111111111•, l.il,ili : i l •;11cld i,,il': wi 1111 •n to <li t utti i hiso;..;-11i lisiulo~i,·n1111·11l.1· 1'i 1'1 i 11q 1o r ll11 d I l' ll'tw r i,,il.r l'l.t.o. Nel tempo stesso, I' a.ss1·11:,,,a di 1111 11 1111 11 ·rn " ;',11"1'1 1 ,-r, ·s•·,.111.1· di 11omini va.-

lidi cu~!.rins>t~ k~ d i ::: t:1·, ! \ 1·: ·: ·!:! , , , .i ;·. ?~iJ.!. ~!i !!OHttui meno v.alidi rimasti a casa, a s11ppl i r,· , ·11 11 l' op,·n1 li/ro alla uw,nca.11:1.a dei l1J,voratori più etl"iei<:111.i . I ,:i. di 111 i111 1;,.io1 w dl'i tn e:t.zi dispo11ibili p er l 'assisten za, l' aume11t.o tld l11 '-ll'ol':t."

ri <"l 1il'sto alla popol a-

zioue ci vile concor r ono a tl<'l, ·1·111i11:1.1·1· 111 1 JH·ggioram ent o del tenor di vita. Il qual e 11011 si 1111111 i f',•sl.n i 11 i111 prov vise esplosioni di morbi epidemici ; per ò si l'i v,· l:1.1 a ll' :wv11l':1.t.:L analisi delle statistich e, in Lm lento ma p l'O/..;T1·ssi vo :1.11111c11Lo dulia mortalità per molte malattie, cui gli or ga,11is111i indeboli i.i oppo1 1;..:·0110 minore


CON°C I ,U810 N 1,;

51[,

rc::;i81:r,nza. CltL\ Le privazio11i,· pi,·, del ma;.;·;.;·ior Invo rn, abbiano con('orso n determinare questo aum en to di rnorlalitiL, è dimostrato tlall'a11aJisi eseguita delle vari11,1.io11i di rn\tp11 :11:1.a delle niod,i scco11do il sesso e l'età. Per non citare d1 n 1111 exMnpio: i ! rortl' r inl:t,O della mortalità dei b ambini fra i ei11quo e i tli et· i

;n11ii di nl.it. nou può derivare che in minima parte da 111a;.;·;.;"ion• xlh1tl.a wento del l oro lavoro; in parte preponderante dev'L·ss(·n· attribuito al decadimento del t enor di v i ta. Intanto che peggiorano le condizioni sanitarie della popolazione civil e, nell'esercito - domato il coler a e attenuata la m icidialità delle infezioni l:itid10 - si va sempre più diffonc.lencto la malttria, specialmente dopo l'invio di trnppe 1rnlla penisol a bal canica. Anche nel paese, per le C.ìuse che abbiamo m esso i11 Luee, l e infezioni rrmlaric:h e riguac.lngnano (·ckrtnnnLe il l.t:1Te110 JH·rd11l.o rl ura11te gli 1111.imi ;i 1u1i di pn·OtTt1 pa11 tl'.

Jlill'l':

!a n·t·n1d1·iw1· 11m. tl iv iL'lll'·

f>. ' l'ul.l.a v ia, a1wor:1. 111•ll '1·xl:1.l 1· t· 111'il' :1,uf.1111110 d t\l l!ll 7, pit't di due ..Llltli dopo I' i 11i;r.i., ,k- il;,, 111,,;l.1·.i. ;.;1w1T:i, I, ·. ,·011diz,i1111i :-;;11 1ii.nrit·

dell'Italia Prauo disndt·. Nt': xe1ni>l'a avtirlt ·. imrn1 :d ial:anw11tf•. pnggi orate il rapido sparpagfo1me11to i11 l.111.i e IL: r e;.d o11i th:i profughi <la Ila regione invasa. e dalla reg-i 011c mi 111u.:c.i at.a . G Ii effetti di questa dolorosa immigrazion e sulla m orbosità e sulla mortaLità quasi non sono iliseernibili nei dati stati stici , ch e riflettono ad 1111 l.t•11 1po l' ell'e l.to di questa e d i molte altre v icende. No11osl:1.11te il richiamo alle armi di classi molto an,1ia111·, g·li ,·fft·!.!i dt:11;, m obilitazione sulla ;rnzialitiL e :mila 1mtaiii.i1. 1·t·ssa110, ad 1111 el'rf.o p11nl:o, rii aggr avami. Ci si adatta a lla g-11 n1T11, t · si ri or ga11i½:1.a l.111.11,. la vita c ome se .l a g uerra dovt·xs1· durar st·111pl'1 ': ripn·11do11t) lt·. nozze e cessano cl i d1\1·.rnxc1•n· I,· 11mwite. (i. <: Ii 11 I1.i111i 111n;i del ln17, co 11 la disl;1l.t.11. d i C11porcl.to e la s11t:.1·1·:·xiva l'if.iral.11. dnl 11osl:ro escr eil.o, Xl'g-11:1.110 il pl'i111:ipio d' una duplivc l.rag t:dia: dt·ll11 :sl.rn.:1.io xoffl'rl.o da.l it· popol:1,:1.io11i delle terre iirntsf', lini pi1'1 gT;1.vi pa.l.i11 1v1tli i 11ll il.l.i :i.i 11osl.ri prigionieri dopo


CONCLUSIONE quest'epoca. Da,l novembre 1917 al novem bre l!l18 trnseorre un anno tli inenar rabil i miserie, delle qual.i le nostre pagiue possono aver dato soltanto unn, pallida i m magine. La fam e decima l e popolazioni oppresse, d ecima i J)r i gioni eri. Alle so ffnonze morali si aggi ungon o, into llerabili , le sofferenze fisi ch e. J\'lolte dcdne di migliaia di t11 hcr<·o lotil'.i r i1uaJJgono testimonin,11,,l' viveuLi degl i orrori di qunll' :1,11110 di servitù. An n o l:'tl,:ik andie per le popolazioni dell' Hal ia 11011 <·aleata d n

piC'd<i 11nmico . .Serpeggi a, ancora r cl nl.iv:i.111('1 11.P ra r o,

il v,1,i1111io ; si di iì,mdono sem p re pjù la mal;;-.ria ,, la L;;! wn- o losi; sp1•sscg-g ia.110 Je m ori.i p<W vari e m alatti e c· li1 · l.rio1di 1110 della dimiruri t'l, rnsistenza organiea della popol a:,r,i111w. l\',·11',·sl.al.c•, 1:011 i11e r edil>il o ce lerità, si

propaga da u11 ca po all ' 11.l l l'u d,·lla pe-

1tisola l a viol enl.issimn, epidemia di i11ll11<· 11z:1 , .-11" l'"i , i 11 poeil i m t>Ri , miete fra l e geni.i

indeh olit<' d:1 I n · :1111 , i di l'l'i va;,,ioni,

li00.000 vite. Di q uestlt epitle111ia .tlilii:i.11111 111 i11 111: 11 11 1·111.P sl.11Cliafo l e m anffesta:;r,i oni, mostrando c-01111 · i 11 ,.. ,·l i 111 ·1· i 11ll 11, ·11;,.:1. <·ostit11iSl.:an o a.ppcnn. ima m ct:\ delle, s11<i ,· il.l.i1111 ·; I 11.l l.rn. 1111'1.;'1. C'.adn fa leiuta da ali.re rnaJ:: t ti <', <: 11i

l' i1tll11,· 11 1/.n lt11 :q " ·l'I" I:, vi:, "

,.,,,·.

agp;i nnta, 1u l ;1ggrn var 1m il 1·.orsc1. Nei g-ior11i dc·lln v il.l.ol'ia , 111<\11 1.n · p i1'1 "" l" ' l'l' •' l't-t11,·11. 1· 111lli11 ·11i111., :1Jll11i vn1w 11ull1, l'd .t'CJ Vic, 1i 11 11 r111i 11111.ss,· d t J•I 1,~ 1,>111,·ri 111 •111 i<·i; 811-

l.Jilo dopo g-i 1111µ;i,v11,110 le· sl 11.1wlw 111•11,11 ,;1111 t'd i,· d,·l l ',·t-11·1'('.i l,o dei 11 0,:tri r •·d1w i d,· 11 :i J'l'Ì/':i .. 11i11. · r;li 1111 1 ,. :·.11 11ll1·i r 1·c·11,11do c opiosi gcr 111i d i 111:il:11.l.i,· i 11 1', ·l l.iv,·. 111 p11rf, · i " 'I' , 11'1.1'1 d '11J"g-a nizr,azi on e, in parte 1wr h,·11 iµ;1111 1"111'1• ·. •1 11• ·><! 11 ol111111·ol i 11al :1. :1.llluonza r ecò

d.a,uui

a Stiai n1i1iur! di q t1 !!.!dn

~!

:--.11 1·, \J,1 .. \ p1 1 !l!ln

rag·io11cvolmcnt.r.

teniere. Nè L'iufl11e11 z:1. 1111·11 ,., 111011 11 r-cln1;·,,· i'r11. 'l'll'sl.i avanzi d'eserciti disfatti, n è essi di11'11s1·rc, 1111";.:111111 ·11 1,, µ;c· rrH i di contltg i. L a più gr ave c onsegurn1,1a sa 11il 11 J"i11 ol, ·1111 f'. ,rz11,l.a immigrazione di prigionieri nemici è stata cp 1< ,ll 'c·pid, ·111i11. d i ti fo p eteeehiale ch e sopratutto fra i prigion ie r i st1·,:si lt11 :.,,,. 11.0 k sue vittime, n el · 1919. L'inten sa epidemia, di vai1111lo clt-1 l '. ll !l-:W 11011 è srata imp orrata dai prigionieri ù eJl'ol.l ohn · l!J I H ; 11· Nlte origini sono . meno recenti , c ome abbi amo :1,<T1·111 111,l.o.


CONCI ,l :8 t( >N 1,;

517

7. l•'r e1 1.1 ta dall'epidem ia intl 1w1 1½ial1·, la 1·,·;1 ½io11c alla i;ear sa 1n1;,;ialit:'1, d<:I pnrioclo bcllic:o si rna11iti·Hl.a 1~·i;'1, 1w lla primavera

del l !ll !I. Il di savanzo d.i matrimoni, ti<'riva.t.o dalla ;~11t' 1Ta, t\ ahlmsL:u1:r,;1, rapidam ente eolmato.

Pit1 tardiva, 1·.0111 ',., 11at.11ralP, e

111 olto 1111•110 v igorosa, si presenta l a ripresa dl'l la 11:d; i.lith. La. g1w1Ta sembra aver dat o decisivo irnp11l so alla p 1·opag;1,½io1H' d l' I 1·ostume d ella limita:t.ione volontaria della prot.;rea:r,i o11t·, dw

giiL cla alcuni Jnstri si andava estendendo, specialmente i11 al1:une regioni. D opo l 'ar m i stizio, la salute pubbl ica va rapidamente migli orando. Ancom nel 1919 l e epidem ie d'i1 1tlucn½a, di vaiuol o e di t ifo petecchiale, segnano, con una, !argon strage, J.a scia d ella g-uerrn; ma g ià migliora il tenor di v ita della popol azio11e, e i mm edi atam ente diminuist.;0110 gl.i e trPI.Li .letali cli cpw lln m alattif' eui l'esa11rim e11to fisieo aveva 1·.011s1\1 1Lito pii'1 v,1 ,,;Ln diff11sio11 e. L n :-;n1 ol>ilit,.q,~i o11fl 11011 ~nrn hra dP i:n 1·111 i q f).1·.-. d a 1 11 ~"~'\ , ·0 1!~t·.~·t~e!·i~~f' d i q11all' II\' l'ili cvo. La ripn·sa d«"lla lol.t.11, t·otil,ro In malaria, lo sg·omul ·ro dc ll1: trnppe dn.11,i ½011e ·i11f"l'l.f.1·, rr ,·.1111,110 l' <•1-,t.,:11sio11e di ,1uesl<1, 11mlat.l.ia,. A i t.1!ll!'n·oloti<·i di ;.;·111·1T:i. si appresta, 1:on 1111'M,sillua assi Rt<:n½a, h possihi l it.'L di g- 1 1al'ig·io11L'. .Ril'osl.ib 1ib1,, ('.on a½ione pronta cd ener g-i ea, 1' org-a.n i½'l~1.;,,,io11<' i g-i1'11il·.,~ e sani t,a ri a, ri esce m eno di fficile il riparo contro l e malal,t ie epidemic he. La rnrn·bosità e lrt mortalità diminuiscono, scem:lendo sotto il livello d ' a11tc;.;·uerra.

~- 1::

c('J'to, Lutlavia che le con i;egucnze <lei la gtwrra s11lh s;1-

lt<i.,·. p1111i1ii1·a 11011 ila.nno filuto di manifestarsi. 1' 1·1' <:il.;1.1·,· ;1.11:r,it.111.t.o Ps,·mpi pal111ari : quanti muoiono a 11l'Ol' oµ;µ;i di l.11 l wn·olosi o di 11 1:i.l:i.ri ;1 . ,·111· ha11110 c:nntrat.to l'Otlo:·dt· 111 n la t.t.i,· i11 g·111·1Ta! q11a11Li 1111111 i111111 1w r k t·on::1C'guc 11½(\ di al t.r, · 11111.l;i.t.1.i,· ,·0111.l'at.t.1: n fii lt:ri t.,, r i port.at.1· i 11 g·1H' l'l'a ! 8 (: a111·,)I('. ril,rov assi 111 0 11g·gi la 111ortal iLù pl'I' 1111LJ;1rin

1'

p, •r t.11IH'l'(·,olosi a l l i 1·,·ll11 di'! 1!11::, dovremmo

dire d11· s,· 11 '/,a l:i. g 1w1T11, ,·ssa sn n ·hlì< · dis,·,·sn pi 1'1 i11 basso. T/l's:tttll' d('I I,· sl.11,liHl idw d,· 11w gn1 til'il!' IH'I" g l i anni dal

19 Hl i11 poi 1·i lia ,·1111s,·11Li t.o di l'i11Ln1.1·1·.ian,, aUn1,vcr so l'ana.lisi


CONCLUSIONF.

i">JS

della di stribuzione dei decessi seeo11do la l'ansa di morte, il sesso e l' età, una parte degli effett i. postumi d ella ,\\llerra. Ma è stato a noi, e su.rà ad altr i, impossibil u rl'lld cr : i eouto della misura in cui la mortalità per malntl.i o largamci1t<· diffuse (per esempio, m alattie del cuore) sia. ;u,n, ·:-wi11f; 1. pn i 11clnbo linwnti org-anici o di sttffbi funzionali ckrival.i clal l,· sl:1.vnn·,·oli 1·oi 1cli ;,;i oni di v ita

del combatten te (\ clPI prig i, 11 1i, ·ro. 1,;i1 ,,. ,p111si alf n •l.la11l.o dil'lic ile rintracci aro le l.al'd i v,· c·o11~1·g·1w11;,;1· <l<"i p11.l.inw111.i 1i delle pr.i va.zio11i d11i In popol:i.;,;io111\ ,,i v iln 1111. so il',·rl,o 111'1 1wl'i odo bolli co. Di i.roppn i'ori',n (' ri s11ii,a 1d," In 111i:-su1·;i, d, ·lb 1111,rl,11,-ii..'1., u ddl;1 morta.lit.;'1,1 o 111•11 ' iclo111:il :'i. al iWl'v i;,;i o 111ilil.;1r1· , p1 ·r d 1t'· sia possibile di Hc0rn1•n \ l' 1i lfotl.o di 1111a di lali rorzl' q 111111d ',·ss:1 11011 è tli

g r a11 lu 11g-a prcp o11dcr a 11Lc su lle alt.n·. !l.

l,a i;ag·ar,ia 1kl cl n111 0;.;Tali> di do111:111i s:oi1 1':'1 1'11rs, · sc ·op ri ro,

eol sussidio di imlagfoi sp1·1 ·ial11 w1 11.,· dirdl.1·

:i.

1:i.l1· i1ii,c 11to, le

meno v i c i11e eo11f;c!,'1w 11i',1" posl1111w <1•·11:i. ::w·rr:1. 1\ 11oi hasl.1., p1·.1· o r a, ILVCI' CS!JOs(.o qLLc llo d11 · ,·i ,·. :oi'l•al'SI> d, ·11 ,· S II!' (·.0 11scg11 c D1/.C f·ontcmpor::i,ncc 1' pro:.;si m e, c·d :11·1· 1·, · ol'l'c :·l o ::~ !i ~:I 11dio:-:i l'I C'm c111i d ' i 11rlaginP, r:w .<·.o l l.i i,d ordi 11 :li 1 1·1111 :i.11111r ,·, da.i '111:tl i p1·1· nvvenl,11rn. t.a l11110 di 1·ssi pol.r:'1 ri ,·a v:1n· più di q11:111l.eo 11oi ;il, lii:i.1110 sap11t.o.


A PPJ~NDTOR



I POPOLAZIOKE PRESENTE A VARIE DA.TE SUL 'l'ERRITORfO DEL R~GNO D'ITALIA, NEI CONJ<'INI' DEL

1913

(V. pag-. 9 del testo) Popola.zione

Dat«

1800 1816

(11,·igl-iafo

di abitanti)

18.124 18.383

1825 1833 1838 1844 1848

19.727 21. 212 21.975

1852

24.348 24.861

1858 1861 (31 dicembre) .

1871 (31 dicembre) . 1881 (31 dicemb r e) . 1901 (9 febbraio) 1911 (10 giugno). 19~1 (1° dicembre)

22.936 23.617

25 .017 26.801 28.460 32.4 75 34.<571 37 .1<!3

NOTA . - I precedenti dat i hanno servito per la costruzione del diagramnio. alla pag. 9. Le notizie per le epoche anteriori al 18130 sono desunte da un'elaborazione dei censimenti degli antich i Stati i taliani compi11ta per cura del dott. Prnruo CAS'fIGLIONI, che nel 1858 dirigeva l'Ufficio Statistico degli Stati Sardi , completata per curn della Direzione Generale della Statistica (vec1asi Annuario Stat-istfoo Italiano, 1887-88, pagg. 152, 153). Le notizie per le epoche posteriori al 1860 sono desun te dai censimenti italiani, completato il primo - quello del 1861- con un calcolo a pprossimativo della popolazione del Veneto e del Lazio eseguit o dalla Direzione Gen erale della Statistica, (Oensimenlo del 1901, ,·ol. V, pag. XVJ.


522

APPENDICE

II POPOLAZIONE l'l!.ESE~TE A VARIE DA'l'E SUL 1'EHRl'l'OlUO DEL R EGNO D'ITALIA, NEI CONFINI DEL

1913

(V. p11g. 11 del testo)

Data

1911 1912 1913 1914

(31 dicembre)

,, »

~

,,

,,

>

1915

>

>

1916

>

»

1917

»

:,,

1918 1919 1920

>

,.

»

»

»

192t »

»

1922 Hl23

:,

>

>

Popo/nzione (rnigliairt rli abitanti)

34 .814 35.272 35.670 36.28]

36.889 36.985 36 .807 36.241 36.366 36.776 37.167 37 .571 37 .!'169

XoTA. -1 precedenti dati hanno servito per la. costruzione del dia.gra.mma. a.Ila. pag. 11. · I calcoli sono stati eseguiti mediant e i da.ti sul bilancio demografico italiano da.l 19.t2 t,l 1923 raccol ti nella tabe lla del testo. Fra i su ddetti da.ti, quelli sull e nascite e sulle morti sono desunti dalle statistiche ufficia.li, quelli sulle immigrazioni e sulle emigrazioni sono stati calcolati dall'a.ntore, con forti correzioni aJle statistiche ufficiali, notoriamente incomplete. Le cifre della tabella qui sopra riportata comprendono anche i militari ita.liani p rig ionieri del nem ico, il CL1i numer o ba s uperato il mezzo milione verso la metà del 1918. Esclusi i prigionieri, la popolazione alla fine del 1916 si ridur· rebbe a circa 36.900.000 abitanti, allo. fine del 1917 a circa 36.400.000. Le cifre della tabella non comprendono i militari nemici prigionieri in Italia, il cui numPl'O h a supPrato i 400.000 verso la :lìM del 19lS.


523

APPEND I CE

ID NUMERO ANNUO DEf ,CORTI PER OGNI 1000 ABITANTI, IN ITALIA, DAL

1864 AL 1923

(V. pag. 16 del testo)

1864 1865 1866 1867 1868 1869 1870 1871 1872 1873 1874 1875 1876 ]877 1878 1879 1880 1881 1882 1883

29,66 29,79 28,97 . . 34,17 30,,18 27,7,1 29,8,~ 29,91 30,65 29,97 30,31 30,68 28,68 28,13 28,84 29,42 30,42 27,fi5 27,56 27,60

1884 1885 1886 1887 1888 1889 1890 1891 1892 1893 1894 1895 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1902 1903

26,92 26,96 28,72 27,99 27,51 27,57 26,32 26,11 26,18 25,16 24,98 25,05 24,06 21,93 22,94 21,89 23,77 21,98 22,24 22,42

1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 19!3 1914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 1922 1923

21 ,16 22,00 20,91 20,90 22,76 21,67 19,85 21 ,41 18,15 18,75 17,94 22,28 23,32 26,15 36,08 18,75 18,75 17 ,42 17,66 16,56

Non . - Proporzioni calcolate dalla D iJ·ezion e Generale della Statistica e desunte clalle pubblicas ioni ufficiali. I dMi per g li anni 1915-18 comprendono anc he i militari morti sul <lampo ocl in prigionia .


5:24.

APPE!\'DICE

IV SAGGIO DEI PROOEDTYIBN'L'I SEGUITI DAL Cm.:IANDO SUPREMO

DELL'ESERCITO OPERAN'l' E, PE.l:t LA APPROSSIMATIVA DETERMINAZIONE DELL' A.MMON'l'AHE DELLE PERDITE SOFFERTE (V. pag. 26 del testo)

NoTA. - I seguenti saggi si r iferiscono :dle sole perdite di uomini di truppa. Le perdite di u fficiali sono stat e computate a parte.

1) Pe1·iodo dal 23 maggio 1915 al 31 dice1nb1·e 1916.

I dati più completì sono quelli raccolti dal Ministero della Guerra.. Tenuto presente il ritardo col quale il Ministero r iceve le informazioni, e l'esiguità delle perdite del primo quadrimestre 1917, si può ritenere senza grave errore elle le perdite comunicate al Ministero fino a tutto aprile 1917 rappresentino le perdite avvenute fino al 31 dicembre 1916 : le qua:li sarebbero, pertanto, es·presse dai se guenti numeri: 183.867 morti (compresi 5. 511 morti in prigionia), 102.054 prigionieri (compresi 5.511 morti in pr igionia). Eliminato il doppio computo dei morti in prigionia, si giunge ad un totale di 280.410 motti e prigionieri. TotaJe che supera del ::!O °lo il numero di 233.747 desunto dai dati fino al 31 dicembre l916, annessi alle situazioni della forza. La de.ficienza di questi u ltimi dati dipende principalmente da queste circostanze : a) Omessa denunzia di per dite da parte di reparti mobilitati 1 ; 71) Mancanza, nei da ti annessi alle sitnazion i, delle morti avvenute· in stabilimenti sanitari do po che l' infer mo era stato perduto di forza dal r eparto. cui apparteneva.

1 Un es1n'essivo· esempio cli tali omissioni si osserva nelle denunzie c1i perdite d i ufficiali, che pur e notoriamente sono più a ccurate d i quelle r elative [dia truppa. Le· tabelle annesse alle situa zi oni indicano 2.275 dispersi, mentre i prigionieri dei q~rnli è stato comunicato l'elenco n o minativo alla Croce Rossa Italiana (che dovrebbero rappresentare ,ina pm·te soltanto dei dispersi - l'altra pa1·te é costituita da morti sul campo non accertati) ascendono a 2.562.


APPENDICE

525

2) Dal 1° ,gennaio al 2.9 luglio 1,917 .

I dati annessi alle situazioni indicano 91.445 fra morti (30.612) e dispersi (60.833) . Dato il progres,;o ottenut o nella registrazione delle perdite, si giudica conveniente applicare a questa cifra un coefficiente di corrèzione del 10 ¼, invece di quello del 20 u;0 desunto dalla precedente esperienza'. Si giunge così ad un totale di 100.590 fm murti, dispersi e prigionieri. I prigionieri catturati dal nemico devono ascendere a 36.000 2 circa (compresi 1.400 morti in prigionia); così si hanno: 65.990 morti (compresi 1.400 morti in prigionia). 36.000 prigionieri (compresi 1.400 morti in prigionia). 3) Dal 30 luglio al 28 seUembre 1917.

I dati annessi àlle situazioni indicano 21.342 morti e 40.592 dispersi : totale 61.934. Riducendo al 5¼ il coefficiente di correzione per questo periodo, si giunge ad un totale di 65.031.. Circa 20.000 sono i prigionieri; quindi si hanno: 45.731 morti (compresi 700 morti in 1)rigionia). 20.000 prigionieri (compresi 700 morti in prigionia). 4) Dal 29 settembre al 31 dicembre 1917.

Per i periodi dal 29 settembre al 19 ottobre e dal 24 novembre al 31 dicembre si assumono come corrispondenti a l vern i dati annessi alle situazioni settimanali della forza. Tra il 20 ottobre e il 23 novembre, mancando le situazioni delle grandi unità che sono state maggiormente impegnate, si deve ricorrere ad un calcolo indiretto. Al 20 ottobre erano presenti 2.000 .000 di uomini. Fra il 20 ottobre e il 23 novembre l'esercito operante ha ricevuto 240.000 complementi (compresi i ricuperi di ammalati e di feriti della zon:t di guerra); il numero dei rientrati da licenza ha superato di 80.000 quello dei partiti; sono stati ricuperati circa 310.000 sb,tndati dopo la battaglia di Caporetto. I vari fattori di aumento banno dato 630.000 uomini, che aggiunti ai 2.000.000 danno 2.630.000. i }'.; apparso in seguito che questi coefficienti di correzione erano stati st&· biliti con soverchia. pruden z&. Le lacuue delle situazioui in questo e nel successivo periodo devono essere state alquanto più gravi di q_u auto si supponeva. 2 Dato desunto da un'analisi comparativa di informazioni d i fonte italiana e di fonte nemica e delle comunicazioni della Croce Rossa Austriaca..


526

APPENDICE

La situazione del 24 novembre indica invece soli 1.850.000 presenti. Si induce che all'aumento di 630.000 uomini deve essersi contrapposta una diminuzione di 780.000. Le informazioni raccolte fanno ascendere a 325.000 il numero degli sbandati che dopo il 24 ottobre hanno potuto sottrarsi alla prigionia; mentre in base alle notizie pubblicate dal nemico ed a quelle ricevute dalla Croce Rossa Italiana si può valutare a 285.000 il numero dei prigionieri cat turati dal nemico nel periodo in esame (non comprese alcune migliaia di degenti in ospedali, che non fig·uravano nella forza presente e che perciò vanno esclusi da questo computo). Resta da giustificare uila diminuzione di 170.000 uomini. Tenuto present e che negli ultimi tempi anteriori all'offensiva nemica il numero medio settimanale degli ammalati si aggirava sui 20.000, si può valutare a 18.000 la corrispondente media per le cinque settimane dal 20 ottobre al 23 novembre. In q uesto periodo è bensì notevolmente diminuita la forza dell'esercito, ma i disagi del ripiegamento devono avere accresciuto la morbosità. Calcoliamo dunque a circa 90.000 il numero degli ammalati. Rimane ancora da giustificare una diminuzione di 80.000 uomini, che corrisponde ai morti ed ai feriti. Si può ripartire, a calcolo, nel modo seguente: 20.000 morti e 60.000 fe:riti. Aggiunti i morti ed i prigionieri per i periodi 29 settembre-19 ottobre e 24 novembre- 31 dicembre si ha una somma di: 32.670 morti (compresi 3.000 morti in prigionia). 317.750 prigionieri (compresi 3.000 morti in prigionia) .

NoTA. - I r isultati di questi computi, eseguiti in epoche che vanno ùalla primavera del 1917 ai primi giorni del 1918, sono stati r ettificati dal Comando Su-premo in seguito ad ulteriori in formazioni. Perciò i l riepilogo generale delle perdite compi]_ato nel novembre 1918 reca dati in qualche punto diversi da questi, èhe si ripor tano soltanto per mostrare il carattere di larga approssimazione nècèssariamente inerente ai dati del Comando Supremo: c.arattere specialmente manifesto n el computo delle perdite in ottobre.novembre 1917. Com' é spieg ato nel t esto, nell'eseguire queste indag ini non si pensava a raccogliere materiali per la storia, ma sol tanto a supplire al bisogno del Comando Supremo di avere al più pnsto po•sibile informazioni, anche lal·gamente approssima tive, sull'estensione dei vuoti da colmare nella compagine dell'esercito.


527

APPENDICE

V S ULLA MOR'fALI'l'À DELLA POPOLAZI ONE MASCHILE AD UL'fA

N'ON ttWORPORA'l'A NELL'ESEIWI'l'O, NEL QUADRIERNIO

1915~18

(V. pag-. 30 del testo)

I dati sul Movimento della popolazione per gli anni dal 1915 al 1918 comprendono fra i morti 82.340 persone, di condizione « militari o pensionati militari>. La distribuzione per gruppi d'età di questi morti è indicata in una tavola della presente appendice (pag. 537). Sottraendo dal numero totale dei morti di età da 15 a 45 anni, di sesso maschile, quelli dichiarati "militari, ecc. », abbiamo ottenuto il n umero dei morti "non militari,, che riferiamo nella prima colonna della seguente tabella. Nella seconda colonna indichiamo il numero me dio dei viventi in ciascun anno in età da 15 a 45 anni, di sesso maschile, non militari, che abbiamo calcolato partendo dal censimento del 1911, tenendo conto delle successive vicende (movimenti migratori, ecc.) e avendo riguardo alla forza dell'esercito, al numero dei morti, a quello dei prigionieri. I risultati cli questo calcolo hanno valore di larga approssimazione. Nella terza colonna indichiamo il numero dei morti per ogni 1.000 viventi di 15 a 45 anni, maschi, non militari. illorti d,i J5-4S Viventid'i tS-4:i

Anno

1915 1916 1917 I 1918 '

ann'i maschi, non 1nilila1·i

anni maschi,

41.399 40. 789 40.232 101.919

6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.500.000

non militari

1.l forti per oç;ni

1.000 v iventi

6,9 8,2 10,5 80,4

In confronto al saggio di mortalità normale (6,1 per 1000 maschi di 15-45 anni), i dati dell'ultima colonna mostrano un aggravamento i

Esclusi i comuni invasi.


528

APPENDICE

molto forte, che in parte si può spiegare considerando la peggiorata composizione per età del gruppo considerato (nell'esercito è incorporata maggior proporzione cli giovani che di anziani) , in parte considerando la scelta negativa .operata mercè le visite mediche dei coscritti e dei richiamati, che lasciano alla vita civile i meno sani e i meno validi. Ma non sembr~i che le due circostanze bastino a spiegare aggravamenti così forti come quelli accertati. Ond' è lecito supporre che i dati sui morti comprendano fra i non militari anche un cer to numero di militari dei quali è stata indicata la condizione o professione che avevano anter iormente alla chiamata alle armi. A titolo cli confronto r iportia mo i saggi di mo1·talità per la popolazione femminile . da 15 a 45 a nni d'età: 1911-13, 6,5 per 1000 viventi; 1915 , 6,2; 1916, 6,4; 1917, 6,7 1 ; 1918, 23,3 1 • La comparazione fra i due sessi convalida l ' ipotesi dianzi esposta; per il sesso mascl1ile l'aggravamento della mortalità doveva essere maggiore, per le accennate circostanze; ma non sembra che queste potessero determinare differenze così forti come quelle osservate.

1

Esclusi i comuni invasi.


APPENDICE

VI C ALCOLO DELLA P OPOLAZIONE PltESENTE NELl,.A. REGIONE INVASA, DITitAN'I'E L'OCCUPAZIONE NEMICA

(novembre 1917 - ottobre 1918)

(V. pag-. 70 del testo} l ) Per provincie. I f'·rouim;ia, ~

1JellH1W

I P,·o?.;ù·icia ~

Urline

1---- - - - -

I

PTOVincia ~

l

Prov incia,. ~

Vene:ia 1

'J'reviso 1

- - --1---

Popolaz. presente (cens. 191l) 192.793 628.081 211.697 ' 79.973 Aumento fino a tutto ott. 1917 15.424 62.808 21.170 7.997 Rimpatriati per causa di guerra 41.300 100.200 12.490 3.910 249.517

'l'OTAL,I~

Da ded·uJ"l·e : l militari alle armi, o morti, o

245.357

91.880 I

I

prigionieri .

31.200 31.780

I profughi di qua del Piave POPOLAZIONE RL\iAS'l'A NELLA R~:GlONR INVASA

791.089

J

186.537

9.188 I 30.670 I 18.550 44.880 ____ 5:)4.359 I 169.807 i 64-.142 97.600 139.130

I

2) Per i' insieme della re9ione invasa.

Popolazione presente (censimento 1911) Aumento fino a tut.to ottobre 1917 . Rimpatriati per causa della g-uerra. TOTALE

Da dedwr·r e: I militari alle armi, o morti, o prigionieri . I profughi di qua del Pia ve . PoPOLAZWNE RIMASTA NELLA REGIONE INVASA

1.112.544 107.399 157.900 1.377 .843 168.658 234.340 974.845

No'l'A. - G: esclusa d al calcolo la J?rovincia di Vicenza, essendo tra scurabile il n umero degli abitanti rimasti nei comuni invàsi di quella. provincia.. i 1 1 calcolo si riferisce alle sole parti invase delle provincie di 'l'reviso e di Venezia . Un e lenco completo dei comuni invasi è dato uell e Rela.e-ion-i della Reale Uo»t· 11,·i.s.l'ione <l' luchiesta, voi. I\', pa{sg, 7 e 191 e segg.

( } . ~lOH'l',\UA.


APPENDICE

530 ·

POPOLAZIONE PRESENTE NELLA REGIONE INVASA, DURANTE L'OCCUPAZIONE NEMICA, PER CIRCONDA"RI O DISTRE',l."l'I (V. pag. 7"5 del testof .

A - Calcolo nostro per l'intero circonda,rio o distretto. B - Calcolo nostro per quei soli comuni che hanno dato notizie alla Commissione Reale. C- Ca,lcolo della Commissione Reale per i comuni che le hanno dato notizie .

CIRCONDARI O DISTRETTI

A

B

G

27.480 58.620 56.590 12.370 31.480

27.480 58.620 56.590 12.370 31.480

25.500 63.800 69.680 12.54-0 31.520

51.560 26.790 30.970 19.410 24.570 130.450 39 .640 35.680 39.530 35.020 53.890 66.850

48.840 23 .060 30.970 14.210 24.570 108.520 39.100 31.700 21.200 20.080 48.710 59.180

50.580 25.830 33.330 17.440 34.100 116.700 42.41.0 33.930 25.090 19.760 43.870 60.840

51.500 48 .220

51.500 48.220

46.010 39.710

Prov. di. Belluno. Agordo Belluno Feltre . Longarone Piev e di Cadore P1·ov. di Udine. Cividale Codroipo Gemona Latisana Palmanova Pordenone s. Daniele del Frinii. .S ...Vito al Tagliamento. Spilimbergo . Tarcento . Tolmezzo . Udine . P1·ov. di Treviso . Conegliano Oderzo


APPENDICE Valdobbiadene Vittorio

531

20.140 49.950

20.140 49 .950

46.070 18.080

42.800 18.080

I

10.480 51.010

2

Prov. di Venezia.

P-0rtogruaro S. Donà di Piave

52.830 6.350

Non. -- I risultati dei du e calcoli concordano per i circondari o distretti di Longarone, P ieve di Cadore, Tarcento. Il nostro calcolo dà risultati inferiori all'altro per le circoscrizioni di Belluno, Feltre, Gemona, Latisana, Palmanova, Vittorio Veneto, Portogruaro: in buona parte la differenza deriva dalla presenza di profughi dalla fascia prossima alla linea del Piave e di altri immigrati; la stessa circostanza, in minor misura, spiega le differenze accertate fra i due calc-oli nelle circoscrizioni di Cividale, Codroipo, Pordenone, San Daniele del Friuli, San Vito al 'I'agliamento, Spilimber,Q;O. Il nostro calcolo dà risultati superiori a. quelli della Commissione per le circoscrizioni di Conegliano, Oderzo, Valdobbiadene, San Donà di Pia.ve, dalle quali una parte della popolazione era emigrata. verso settentrìone. Del'iva forse dalle emigrazioni verso la. zona. pedemontana l'analoga differenza tra i due ca.lcoli per le circoscrizioni di Agordo e di '.l'olmezzo.

1 Compreso il comune di Sernaglia (con circa. 2.400 abitanti), per il quale la Commissione indica. il numero dei morti ma non la popolazione. 2 Escluso il comune di Sernaglia (v. nota precedente).


• 552

MOH.'l'l PER

1000

ABI'1'AN1.'I IN CIASCUN CIRCONDARIO O DIS'l'RE'l "l 'O

DELLA REGIONE IKVASA, 1'~L'.A.NNO DELT)OCCUPAZIONE ID~llflCA

(V. pag'. 81 del testo )

No•r ... -ll calcolo dei saggi di mortalità si t'ifel'isce a quei soli comuni che hanno fot·nito' notizie s ulle morti a lla Reale Commissione d ' Inchiesta. Nel testo abbiamo dato per ciascun circonda.rio o distretto il presumibile numero totale dei morti e degli abitanti. ~el computo dei morti abbiamo preso a base i dati della Commissione, completandoli a calcolo; per ·1a popolazione ci siamo valsi delle due serie di dati ripo1·ta.te nella t e.vola preced ente a questa, correggendone reciprocamente le indica.zioni. Crediamo che il più attendibile saggio di mortalità per ciascun circondario sia quello do.to nel testo; ma per scrupolo di correttezza. riferiamo qui i risulta.ti dei calcoli compiuti coll'assumere a denomina.ton, dei rapporti di morta.liti.: B- la. popolazione da noi calcolata, l ' - la. popolazione calcolata. dalla Commissione, per l'insieme dei comuni di ciascun circondario o distretto che ha fornito notizie :ill a Commiss ione (v. t.1vola precedente).

C1.aco.:;0AR1

o

D1sTRJC'l"l'I

.H

e

Prov. d·i Belfo,no.

Agordo Belluno Feltre. Longarone Pieve di Cador<'

25,6 Lt3,3 Hl2,l

27,5

:-rn,.s

34 ,8

83,0 3-1,4

,~2,9

,12, ti

23,4))f,,l

22,li ;;1.,11 35,4 41,7 Jl,7 29,2 31 ,o

Prov. di Udine.

Cividale . Codroipo Gemomt Latisana Palmanova Pordenone S. Daniele del I•'r iuli S. Vito al Tagliamento .

38, 1 :>1, l 57,9 31,4, 34,2 27,3

25 ,5


APPENDICE Spilimbergo . Tarcento. Tolmezzo Udine.

:'>3H

41 ,2 25,\J 29,l

36,6

34,8 26,3 32,3 35,6

Prov. di Treviso. Conegliano Oderzo Valdobbiadene . Vittorio Veneto

42,,~ 49,4 79,,1 100,4

60,0 129,8 913,1.\

53,2 15,t

43,1 43,9

47,5

Prov. di Venezia.. Portogruaro . S. Donà di Piave .


APPENDICE

534

VII DISTRIBUZIONE PER MESI DEI MORTI DAL

1914

AL

1920

(Dati desunti dal Movimento della popolazione) (V. pag·. 116 del testo) Mesi

Gennaio Febbraio ìv[arzo .. Aprile ·Maggio. Giugno. Luglio Agosto . Settembre Ottobre . . Novembre Dicembre TOTALE

J.914

J.915

J.916

191.7

:1918

:1919

1920

68.228 57.132

95.252

75.981

64.127

73.370 68.326 55.699

66.270 56.345

64.758 56.128 58.657 53.344

90.763

64.789

60.484 ,63.705

70.554 63.013 50.280

84.579 66.29') 48.744

47.766

49.593

43.949 52.421 56.374 53.589 57.680 58.102 65.626

51.795 60.983 70.738

48.967 42.796 47.432 50.242 49.476 52.886 53.300 56.620

46.820 49.866 58.441 52.481 47.485 51.199 55.611 56.106

55.603 51.166 49.088 49.206 55.342

67.029 54.882

54.236 4.B.534 50.434

48.639 52.394 66.304 62.832 56.156 53.804

48.400 55.986

55.328 63.734

54.580 57.687 67.674 61.649 52.499 50.626 49.771 53.985

643.355 741.143 721.847

131.593 293.386 168.250 107.076

682.311 1.166.301 676.329 681.749

NOTA. - Le precedenti cifre non comprendono i casi nai q uali l'atto di morte fu redatto dall'autorità. militare . .Fra i morti n el gennaio 1915 sono compresi 30.245 morti a cagione d~J terl'emoto. Nel 1917 e nel 1918 non sono compresi i morti nei comuni invasi.


535

APPENDICE

vm DISTRIBUZIONE PER COMPARTIMEN'l'l 'l'ERR.I'rOHIALI DEJ lliORTT

DAL 1914 AL

1920

(Dati desunti dal Movimento della popolazione) (V. pag. 131 del testo)

C-ompartim,,.ti

:1914

Piemonte. fio.OSO Ligul'ia. 19.463 Lombardia . 88.633

Veneto . lì;milia . Toscana . Marche. Umbria. Lazio.

60.784 47.414 44.359 20.477

1920

1915

1916

J9lì

:1918

1919

61.90l

57.165

60.901

56.5fJ9

20.835 98.660

57 .988 22.399

99.211

21.781

37.118 150.694 113.945

21.620 90.953

76.720

93 .541 75.891

23.378 87.622 64.362

64.845

53.155

5J.. 774 49.307 20.730

86.425 82.80 9

99.607 75.244 55.178 47.683

48.!)83

49.966

45.876 20.522

46.897 21.658

13 .0J 6 24.655

25.484

22.271

49.945 21.7'72

12 .719

13.429

13.255

13.021

22.163

24.282 29.629

25.952 60.267

26.193 30.183

2f> .029 28.986

72.520

..

68.488 47.392

52.880

71.973 56.447

Basilicata

10.679

11.687

75.038 fl6 .176 12.384

18.016

52.422 51.046 138.202 95.768 22.065

Calabria .

Sicilia

26.869 70.655

27.318 74.984

28.098 82.614

26.979 74.162

51.891 119.001

28.819 67.580

80.574

S ardegna.

16.482

18.441

19.654

35.478

19.237

18.763

721.847 703.138 'l.194.175 676.329

681.749

Ab1'UZ¼Ì C:Lmpa n ia

l'ug·lic

ITALI/\

. 643.355 741.143

2l.895

35.942

13.817

27.180

29.164

76.017

72.740 49.75,•

55.833 12.345

10.304

28.G50

NOTA, - Le precedenti cifre non comprendono i mOl' t i per i qunli l'atto di morto fu i-edatto dall'autorità m ilit are. Fra i morti nel Veneto sono compresi 20.827 morti nel 1917 e 27.874 mor ti nel 1918 nella regione invas.'\ (numeri calcolati, in via approssimativa, dalla Direzione Generale deJ!a Statistica.). .Fm i morti negli Abruzzi sono compre;,;i 29.488 morti nel 1915 n cagione del t ~rremoto del gennaio.


APPENDICE

f>36

IX 1YIOWl'I S ECOND O L'E'l',\

-

(V. pag-. 150 del testo)

a) 1vlaschi. Mc<.lia. 1911-13

/},'t(~

0-5

191,1

1915

191/J

1917

191S

136.92t 123.606 140.919 140.883 107.084 148.527 9.211 8.451 9.238 11 .526 . 11.065 29.833 ,J,.872 4.621 5.613 5.982 18.928 5.031 6.803 6.510 7.563 8.539 9.772 29.182 8.624 8.139 12.241 12.816 11.084 26.112 6.969 6.641 8.784 9.606 8.821 26.199 6.353 6.095 6.936 8.296 8 .302 24.610 6.483 6.290 6.816 6.850 7.847 19.877 7.302 6.929 7.280 7.503 8.515 19.898 8.243 8.600 8.471 8.897 18.385 8 .61.0 10.924 10.810 11.051 10.m7 11.995 19.008 13.098 13.302 13.882 13.490 14.400 19.343 18.313 18.193 18.875 18A55 19.851 24 568 22.205 21.850 23.145 22.596 24.470 29.430 33.987 26.409 26.726 28.742 28.702 29.967 29.597 24.043 24.124 25.927 25.573 27.030 17.211 16.897 19.092 18.601! 19.757 21.110 7.539 7.281 8.195 8.100 8.263 8.559 2.630 2.480 2.451 2.424 2.169 2.189 413 149 14.358 934 3.035 11.050

fi-10

10-15 15-20 20-25 25-30 30-35 35-40 40-45 45-50 50-55 55-60 60-65 (i5-70 70-75 75-80 80-85 85-90 90-.. . ignota.

191',J

1920

90.8~3 113.l W 13.010 11.582 6.(;72 7.139 11.310 9.805 14.032 11.271 11.266 8.991 10.324 8.146 9.614 7.847 10.273 8.404 10.374 9.660 12.030 11 .t,63 14.140 14 .117 18.920 19.71::: 23.264 22.491 27.568 26.674 24.976 26.267 .18.522 17 .183 7.177 7.669 1.973 2.086 4.698 1.423

i o.ile le t 344.472 iJ27.046 379.305 1 370.013 348.n8ì:s 560.627 34'!.122 342.164 eia .. j . Comooi I 10.997 2 12.874 2 inmi .

I

Not·A. - .Non sono compresi i casi nei quali l'att o di mor te è s tato redatto dall'autorit,1, mil itare . 1

Compresi 14.917 morti nel terremoto del gennaio, dei q_uali 14.139 d'et;i.

ig nota. 2

Datl largamente approssimativi per 236 comuni del Veneto.


537

APPENDICE

°MOlt'rI SECONDO L' :ET.\. (V. pag·. 149 de l testo)

n)

Maschi .

NUMERO DfilI MILl'rARl 1'l l'filNSIONA'l'l Mll,l'l'ARI COMPJmS1 h'ltA I MOR'l'l P~ R I QUALI

J.'A't'·ro

D( MO IV1'1'l FU REDATTO DALLE AUTORITÀ CI VILI

(e che perciò sono com pres i nei dati dell" pr ecedente tavola)

'.\ledi:t J,:uì

1f>-20 20-25 25-35 35-45 ,15.55

1911-1.'I

75-8:'i

1i/10

14

1:'\

804

)182 -1.79,l

657 f>.ii8~)

107 96 89

124

2.598

61

447

77 62 74 82 11

)09 9(j

5 .43fl l.J40 161 101 68

1.311:l

8 .722

89 72

17

S5-... ignota

;191,,

8Hl

(i7

:"}5-6fl 65-75

19U

9

Tulle le età

1.379

sr, 124 23 64

191S

:1!)10

2.019 3 .937 5.24i 2 .906 182

6.106 11.431 17.439 8.983

126

164 110

1.30d 5.951 6.157 3.336 680 132 89 70 16 1 .337

·1 917

s ss

76 66 16 100

]1Ul01l

)4.671>

5u

448

74 26 859 45,640

I

19.07]

2

No-c,1.. - L'esiguiti. dei nnmcri cli m ilitari compresi nell e statistiche d el Movimenlo della popolazfone fino a.l 1917 dimostrn cirn soltanto una. piccola percenrnale dei morti dell' esercito operante vi è inclu sa. La massima parte delle m or i.i di mili tari (560.820) è ~tata in v,we r o,gistrnta cla.ll'n.utorifa militare, nel quadrien nio 19lf,-18.

j

'!

Oornpr es'i 4.599 prigiouieri di ,guerra e 502 militari all eati. C<>mp1:esi 8 .146 prigionieri di g nerrft.


APPENDICE

538

Mo R'l'I SECONDO

L'E'l' .l

(V . pag·. 154 del tes t o) b) Fernmine. M,edia Età

1911-iS

1914

1915

1916

1917

1919

1918

0-5 123.626 110.673 127.981 128.473 98.230 142.392 5-10 9 .398 8.651 9.451 11.575 11.291 34.794 10-15 5 .637 5.161 5 .834 6.46Q 6 .809 23.61fi 15-20 8 .151 7 .487 8.378 9.097 9.277 32.019 20-25 9 .397 8.819 9.334 9 .506 9.576 35.762 25-30 8 .739 8.149 8.678 8.921 8.711 35.948 30-35 8 .011 7 .526 7.989 8.467 8 .270 32.568 35-40 7 .270 7.674 7 .954 23.078 7 .637 7 .733 40-45 7.374 6.955 7.241 7 .669 8.202 19.298 45-50 7.016 7.249 7 .801 15 .879 7 .658 7.35G 50-55 9.585 9.115 9.481 9.554 10.204 18.284 55-60 11 .277 11 .179 11 .711 11 .761 12.114 18.264 60-65 17 .251 16.573 17.037 17.270 . 18.193 24.762 65-70 21 .480 21.047 22.024 2l.757 23.311 30.649 70-75 27.363 27 .637 29.274 28.760 30.312 38.163 27.586 32.440 75-80 24.305 24.111 26.072 25.871 19.622 21.218 23.123 80-85 18.221 18.042 19.80] 9.066 9.587 Sfi-90 8.008 7.861 8.729 8.506 3 .220 8.298 2.876 2.814 3.25f> 90-.. . 2.786 525 2.378 11.751 479 223 14.645 ignota.

1920

83.160 101.100 13.021 11.827 8 .101 7.345 10.927 10.551 12.028 12.037 11.745 11.896 11.092 11.397 9.68'2 10.056 9.152 8 .983 8 .557 8.413 10.498 10.177 )2.297 12.436 17.766 18.207 22.543 21.512 27.287 29.060 27.275 25.705 18.825 19.979 7 .875 8 .813 2.607 2 .907 3.154 1.809

!

T~tte le 336.383 316.309 361. 838 i 351. 834 333.723 605.674 332.207 339.595 ala .. Comuni .} 9.830 2 15.000 ~

in ;~si . 1

1

Comprese 15.559 mor te nel terremoto del gennaio, delle q uali 14.468 d'età

j gnota. 2

Dati Ja1·~amente approssimativi per 236 comuni clel Veneto.


539

APPENDICE

X RAGGUAGLIO FRA LA CLASSIFICAZIONE lN'l'ERNAZIONALE SOMMARIA DELLE CAUSE DI MORTE E LA CLASS1Jì'ICAZ10NE, ITALIANA (V. pag. 190 del testo) .

Classificazione internazionale. 1. Febbr e tifoide.

2 . 'rifo esantematico. 3. Febbre e cachessia palustre. 4. Vaiuolo. 5. Morbillo. 6. Scarlattina. 7 . !pertosse. 8 . Difterite e crnp.

9. Influenza. 10. Colera. asiatico. 11. Colera. indig·eno . 12. A ltre malatti e epidemiche.

Classificazione italiana. 11. l<'cbb. t.ifoidca, pneumo-tifo, meningo-tifo, paratifo,febb. miliare. 12. 1.'ifo petecchiale . 18. Febbri da malaria. 19. Cachessia pah1stre. 7 . Vaiuolo e vaiuoloide. 8. Morbillo. !J. Scarlattina. 16. Ipet·tosse . 14. Difterite. 15. Laringite crupale. 17. Influen;;a. 21. . Colera asiatico. . .. (Compreso nell a voce 104). 10. Risipola.

20. Dissenteria epidemica.

13. Tubercolosi polmonare. 14. Tubercolosi delle meningi.

15. Altre forme tubercolari.

26. Lebbra. 28. A<.:tinornicosi, varicella, febbre ricorr ente, morbo di vVei l ed a ltre malattin i nfettive, miasmatiche e contagiose non specificate. 95. Orecchioni. Hl. Tubercolosi polmonare, polmonite caseosa, tisi polmo nare. 30. ;\l!eningite tubercolare, basilare, idrocefalo acquisito. 29. Tubercolosi disseminata. 32. T abe mesenterica ed intestin. 33. Scrofola d issemi nata. 34. Lupus. 3n. Artrite fung·osa, si novite fung . 86. 'I'ubercolosi delle ossa. 37. Male vertebrale di Pott.


540

APPENDICE

16. Cancro ed altri tumori mrd,ig·ni.

17. Meningite semplice.

48 a 58. Tumori malig-rli disseminati in più organi o localizzati in singoli organi (NB. I numeri da 49 a 58 corrispondono ai vari organiJ. 13. Mel)ingite r.ereb.-spin. epidem.

f>9. Mening·ite sempl. cereb. e spin. 18. Emorragia e rammoll. ce,·ebr. 19. Malattie organiche del cuore.

20. Bronchite acuta.. 2 1. Bronchite cronica. 22. Polmoni te. 23. Altre malattie dell'apparato re-

sph·atorio (eccettuata tisi).

24. Malattie dello s tomaco (eccettuato cancro).

2fi. Diarrea. ed enterite (bambini fino a (lne anni d'etii).

26. Apper1dicite e tiflite.

27. Ernie; ostruzioni intestinali.

64. Apoplessia e congestione cereb. 66. Rammollim euto cerebrale. 90. Malattie df'l cuore. 91 . Malattie del pericardio. 92. Angina pectoris, morbo di Hunti ngton . 93. Sincope. 77. Bronchite acuta. 78. Bronchite cronica. SI. Polmonite crupale. 82. Broncopolmonite acuta. 76. Malattie delle fosse nasali, della trachea, della laringe. 79. Malattie tlella pleura e tlel mediastino. 80. Congestione polmonare e apoplessia polmonare. 83. Polmonite cronica, cancre11a polmonare. 84. Malattie della tiroide. 8(,. Asma, enfisema. 97. Malattie dello stomaco, gastrite, atrnpsia, dispepsia, morbo di Ludwig . 98. Ulcera rotonda dello stomaco . 104. Diarren. infantile, g a stroenterite, colera indigeno, enterite , tiflite, colite, ulcern intestinale, proctite, autointossicazione intestinale, dentizione difficile (tutte le et,\; però le statistiche indica.no la ripartizione per età dei morti, di modo che si possono s eparare quelli di età supe riore ai due anni). 110. Appendicite, ascesso della fossa iliaca, peritonite. (La tiflite è, compresa nella voce 104). 105. Volvolo .


APPENDIUB

2$. Cirrosi del feg·ato. 20. Nefrite acuta e m alat. d i .l:lrig ht. 30. Tumori u on c ancerosi e al tre

ma la ttie deg·li organi g·enita li femminili. ,H. Setticemia pue r1>cralo. 32. Altre malatti e della g·ravidanza, del pa r to, del p u erperio .

33. Debolez:m cougeuita (" vi"li di confo1·mazione.

:l4.. Se uili til. 35. Morti violente (eccettuato il s u icidio).

36. 8u icidio .

:n. Altrfi malattie . 38~ i\falattie ignote o mal definite .

541

107. 1.!:rnic intestinali e addominali. 99. Epa t i te, cirrosi epatica . 112. 1falattie d ei reni. J18. Ma la t tie dell'ovaia . ll9. Malattie dell'utero e d e lla vag itta fuori del puer pe rio. 124. F ebbre puel'pcraie. 121. Metrorragia dopo il parto . 122. Distocia, g ravidanza c xtra u tcr ina, rottura dell'utero. J2él. Eclampsia puerperale,. 125. Pelvi c metro peritoui te puerp. 126. Sinco pe ed a ltri a cciden ti nel parto. 2. Idrocefalo congenito. e rnie ce•·cbrali, spina bifida, mostruos ità. :;. C ianosi, vizi congeni ti di cuor e. 4 . .Atr esia. 5. 1,abbro lcpoxi no complica to. 6. Atro fia congenita, a.teleccasill po lmonare , immaturità . 132. Sclererua , edema <lei neonati, l ithoped ion. 44. llfarasmo scmile. 140 a 156. Morti violente acciden tali (i vari uumeri corrispondono a diverse c ause). Hi7. O micidio (com preso q ue llo cl" in1'.:tn te). 158. . F erite ripor ta te in du e llo o in g uerra. 15!:J. Conda n na alla. peuii. capitale. 160 a 168. Suicidio {i vari n umeri corrispondono :ii vari mezzi imp ieg-ati}. (Corrispo11de ali' insieme dei nurneri dell'elenco nosologico, non iudica t i sopra). . . . ( Gruppo nou nume1·ato) ?\lorti per causa ignota o non d ichia m ta.

No·r;.. - Il ragguag-lio precedent~monte r iferito è stat o eseguito in collaborazio ne dalla Direzione Generale della Statistica del Regno d' Italia e chlF Ufficio Permanen te dell' Istituto I ntern azionale di St.atistie."\.


542

APPENDICE

XI

1000 1923

N UMERO AN NUO DEI NA'l'I VIVI PEH OGNI

IN ITALIA, DAL

1864

AL

ABI'l'AN'l'[,

(V. pago. 408 del testo) 1864 . 1865 1866 1867 1868 1869 1870. 1871 1872 . 1873 . 1874. 1875 . 1876 . 1877 . 1878. 1879. 1880. 1881. 1882 . 1883 .

37,78 38,35 38,72 36,55 35,32 36,99 36,72 36,97 37,97 36,42 34,97 37,81 39,34 37,13 36,32 37,94 33,96 38,10 37,15 37,24

1884 . 1885 1886 1887 1888 1889 1890 . 1891 1892 1893 1894 1895 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1902 1903

39,01 38,57 36,97 38,93 37,54 38,26 35,81 37,17 36,22 36,48 35,48 34,90 34,77 34,74 33,52 33,87 33,00 32,51 33,43 31,73

1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1913 i914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 1922 1923

. . . . . . . . . . . .

32,88 32,67 32,14 31,70 33,67 32,74 33,29 31,52 32,38 31,69 31,07 30,48 24,01 19,45 18,09 21,36 31,84 30,33 30,14 29,27

Non. - Proporzioni calcolate dalla Direzione Generale della Statistica e desunte dalle pubblicazioni ufficiali.


543

.APPENDICE

XII D IS'l'RI13UZIONE PER MESI DEI N A'l'l VIVI DAL

1914 H 1920

(Dati desuuti dal .Movi1nento della popolazione) (V. pag. 414 del testo)

1911

1915

1916

112.724 105.278

Gennaio

105.664

Febbraio

92.568

96.297

8!1.21/3

Marzo.

98.809

102.210

81.119

Aprile.

92.771

94.971

76.535

,

1917

1918

1919

1920

74.944

64.968

64.222

128.133

5 9.920

56.865

53.305

108.266

62.131

60.336

55.074

107.5fll

56.244

59.386

54.450

98.182

Magg·io .

92.938

96.438

71.239

5 1.344

54.661

nl.394

98.688

Giugno

83.544

85.995

65.868

60.761

50.043

42.301

88.884

Luglio

85.462

87.204

68.114

66.143

n0.978

38.126

88.748

Agosto

88.834

89.01>8

62.206

61.497

45.228

45.680

88.953

Settombl'e

91.636

89.838

65.227

62.141

46.916

74.633

89.724

Ottobre ..

95.653

89.764

70.705

57.824

52.785

98.842

90.267

Novembl'e

96.785

84.609

67.001

52.113

49.343

97.126

90.082

Dicembre.

89.927

80.575

59.12l

46.145

48.754

95.467

80.563

TOTALE 1.114.091

~OTA. -

1.109.183 881.626 691 .207 630.263 770.620 1.158.041

Nel 1917 e nel 1918 non sono compresi i nati nei comuni invasi.


f,-14

APPENDICE

XlTl

D lS'l'HfilU½IONE

PEH. COMPAit'l'IM.KNTl 'l'.BlWI'l'OJHAJ,I DEI NA'l'l V1 \'1

DAL 1914 AL 1920 ' (Ditti desunti dal Movimento della vopotazione) (V. pag-. 4:lf) del t.c•sto)

1914

l'icmontc L ig·uri a Lombardi a. Veneto. Emilia '.l'ost.:ana Marche . Umb ria La:.1io. Abruzzi Campania Pug·lie Basilicatit Calabria Sicilia Sa.rdcg·na lTAJ.IA

77.609 29.368 l53.f>77 l3:l.106 93.438 77 .529 37.049 22.621 41.174 46.688 112.683 83.007 16.895 48.905 114.015 26.432

J:/1',

iD1t;

7f>.7f>7 f>fi.599 27.540 23.255 147.307 llJ.975 132.707 103.1>70 90.796 69.900 72.995 54.768 36.895 28.567 22.::197 18.004 41.535 03.304 •17.147 38.507 U3.713 94.300 83.815 68.962 17.563 13.949 50.365 41.911 120.395 100.423 28.256 24.832

1DJ7

1!118

1919

43.710 20.6;,,7 85.099 81.857 53.703 42.529 21.616 14.022 28.501 29.406 81.994 58.564 10.814 35.716 83.33:'> 22.209

40.427 19.f>86 78.691 67.875 53.Hi3 42.685 20.710 lo.647 25.051 26.945 75.727 55.486 9.718 32.030 74.:'>25 19.087

45.049 19.619 94.792 87.661 63.102 52.086 26.068 17.101 30.092 34.273 82.383 60.527 11.780 37.839 84.626 23.622

1114.091 1.109.183 881.626 713.782 655.3:'>3

19:!.0

69.089 :d8.206 140.699 141.151 98.172 81.411 39.641 24.887 48.313 52.948 ll9.297 92.005 18.613 57.489 122.291 28.879

770.620 1.158.041

· . No~·A. -Fra. i nati vivi nel Veneto ;;0110 compresi 22.525 nati nel 1917 e 15.090 nati nel 1918 nella. zona invasa (numeri ca.lcolati, in via. approssimativa, dalla. Di· reiione Generale della Statistica.).


APPENDICE

54.5

XIV PER MESI DEI NATI MORTI DAL 1914 AL (Da.ti desunti dal 111ovimento della popolazione)

DlS'l'RfBUZIONE

1920

(V. pag. 467 del testo)

1914

1915

Gennaio

4.928

,i.038

Febbraio.

4.056

4.41:!6

).forzo

4.205

4.705

3 .f)0'7

Aprile

3.822

4.117

3.181

2.469

iVfagg·io

3 .738

i.l.838

2.842

2 .239

Giugno.

3.411

3.438

2 .632

2.226

2.069

2.011

3.671

Lugli,o

3.530

3.553

2.616

2.234,

2.000

2.311

3.717

Agosto .

3.620

3.452

2.698

2 .313

2.085

2.767

3.647

Settern bre .

3.647

3.208

2.57'1

2.168

2.749

3.165

3.900

Ottobre

3 .938

3.595

2.869

2 .256

4.106

4.232

4.124

Novembre .

4.178

3.859

2.942

2.328

3.114

4.211

4.732

Dicembre

4.542

3.981

2.995

2.701

2.783

5.082

4.954

47.6Hi

47.280

37.236

2!:J.820

32.357

36.476

52.387

TO'l'ALE

19/G

191i

1918

1919

11)20

4.413

3.l95

3.060

2.994

5.339

3.967

2.901

2.776

2.641

5.273

2 .790

2. 797

2.542

4.681

2.49-9

2.293

4.309

2.319

2.227

4.040

NoTA, - Nel 1917 e nel 1918 mancano i nati morti nei comuni invasi.

G.

MORTARA.

36


APPENDICE

54(;

xv DI$'l'lU8UZl0NE PER COMPAR'l'IMEN'l'I 'l'ERl-Wl'ORTALI DEI NA'.l'I :\IOR'l.' T

DAL 1914 AL 1920

-

(Dati desunti dal Movimento cle/la popolazione) (V. pag. 474 del testo)

P iemonte Lig-uria Lombardia. Veneto. Emilia- . Toscana . Marche . Umbria L'lzio. Abruzzi Campania Puglie . Basilicata Calabria . Sicilia . Sardegna ITALIA •

i9i4

1915

1916

1917

1918

1919

192(}

3.179 5.757 4.887 3.972 3.433 1.526 1.134 l.970 2.172 5.871 3.841 817 1.894 4.803 821

3.078 1.558 5.699 4.868 3.785 3.226 1.522 1.166 2.061 2.146 5.698 3.731 830 1.875 5.185 852

2.404' 1.238 4.420 3.925 H.045 2.479 1.153 852 l.7l2 1.634 4.719 2.713 649 1.452 4.105 736

1.807 1.149 3.410 2.292 2.390 1.866 992 720 1.512 1.274 4.073 2.511 569 1.264 3.318 673

1.852 1.121 3.760 2.312 2.76! 2.392 1.101 753 l.675 1.336· 4.349 2.802 566 1.291 3.550 733

1.832 l.096 3.936 3.47l 3.033 2.640 1.280 925 1.623 1.611 4.602 3.361 686 1.427 4.172 781

2.770 1.576 5.656 5.413 4.260 3.879 1.698 1.330 2.543 2.534 6.230 4.548 981 2.303 5.701 965

47.615

47.280

37.236

29.820

32.357

36.476

52.387

1.538

Nor A . - Mancano nel 1917 e nel 1918 i ne.ti morti nei comuni invasi del Veneto.


.APPENDICE

54-7

XVI 1000 IN h ALIA, DAL 1864 AL 1923

NUMERO ANNUO DEI MATRIMONI, PKlt OGNI

ABITANTI,

1

(V. pag. 479 del testo) 1864 . 1865. 1866 , 1867. 1868. 1869 . 1870. 1871. 1872. 1873. 1874. 1875. 187(:i . 1877 . 1878. 1879 . 1880. 1881. 1882. 1883.

8,00 9,03 5 ,61 6,72 7,17 7,98 7 ,29 7,43 7,53 7,94 7,64 8,42 8,18 7,76 7,17 7 ,60 6,97 8,11 7,84 8,06

1884 . 1885. 1886 . 1887. 1888. 1889 . 1890. 1891 . 1892. 1893. 1894 . 1895. 1896 . 1897. 1898 . 1899. 1900. 1901. 1902. 1903.

8,26 8,01 7,93 7,96 7,94 7,67 7,34 7,48 7,45 7,39 7,45 7,29 7,07 7,22 6,88 7,33 7,19 7,22 7,26 7,22

1904. 1905 . 1906 . 1907. 1908 . 1909. 1910 . 1911 . 1912 . 1913 . 1914 . 1915 . 1916 . 1917 . 1918 . 1919 . 1920. 1921 . 1922. 1923 .

7,51 ·7,71 7,83 7,76 8,37 7 ,82 7,83 7,50 7,56 7,46 7,03 5,10 2,88 2,72 2,98 9,22 13,99 11,54 9,39 8,48

Nou. - Proporzioni calcolate dalla Direzione Genera.le della Statistica. e desun te dalle pubblicazioni ufficiali.


...'-''

XVII

/X)

DÌS'l'RlBUZIONE PER MESI DEI MA'l'lUMONI DAL 1914 AL (Dati desunti dal J11.ovimento della popolazione)

1923

(V. pag. 486 del testo)

19H

Gennaio Febbraio. Marzo Aprile Mag·g·io, Giugno. Luglio . Agosto . Settembre . Ottobre . Novembre

..

Dicembre 'l'O'l'ALE

1915

26.262 36.245 17.770 27.657

23.919 26.713

19.234 16.676 14.299 15.353 16.503 20.449 22.761

19.720 11.669 9.212

13.437 23.885

!920

1921

1922

10.660 15.451 16.518 21.455

46.966 55.839 30.315 60.749

51.125 43.189 28.782 55.169

32.595 44.748 21.996

8.856 8.749 8.260 9.272 9.530 8.564

22.879 23.56·7 20.382 22.288 30.107 ·15.489

37 .190

·7 .736

7.668 8.982

51.890 51.890

35.313 33.223 30.101 39.092 49.140 48.443

26,787 28.237 24.580 21.597 30.661 42.434 38.464

39.320 24.092 24.fi95 21.211 19.622 2'i .423 33.914 31.709

42.463

34.657

29.744

29.351

96.649

105.572

332.576

508.834

425.682

350.969

320 .834

19 16

1917

19!8

10.404 12.222 10.938 9.464

8.122 10.025 7.274 8.754 7.233 7.515

7.879 8.838 7.999 10.975

9.980 11.204 12.928

8.074 7.014 7.295 5.990 6.825 8.265

18,978

12.628 10.380

9.061 10.330

252.187

185.675

105.882

6.883 7.184 8.812 8.800 8.311

19 19

No-r.... - Nel 1917 e nel 1918 mancano i matrimoni dei comuni invasi.

192 3

29.139 34.008 19.157 41.848 20,578 22.468 18.445 17 .425 26.591 31.060 30.764

> >rj >rj

zt=.l

cl ......

o

t=.l

.


xvm. DISTRlBUZIONE PER 0 0 :MP AR'rIMENTI 'l'ERRI'l'ORIALI DEI MATRIMONI DAL (Dati desunti dal Movimento della popolazione)

1914

AL

1923

(V. pag. 491 del testo) 1914

1915

1916

Piemonte . Liguria. .. Lombardia. Veneto . Emilia . Toscana Marche . Umbria. Lazio .. Abruzzi . . Campa.n ia

23.202 7.852 31.958 25.899 20.275 20.6Hl 8 .649 5 .641 10.851 11.294 24.127

Puglie

16.169 3.631 10.589 25.402 6.039

13.943 5.723 20.702 20.545 21.270 14.923 7.247 4.419 10.583 7.371 15.202 11.009 2.210 6.892 17.845 5.791

6.907 4.232 9.561 10.057 10.706 8.450 3.211 2.418 6.52n 4.284 10.829 7.158 1.083 4.305 11.132 5.023

252.187

185.675

105.882

..

Basilicata Calabria . .. Sicilia Sardegna . . . l'i'ALIA ,

.. . .

~

1917

1918

1919

1920

1921

1922

1923

30.212 10 .121 44.464 34.720 24.325 25.714 10.502 13.199 13.261 31.055 19.726 4.439 13.443 31 .869 7.302 320.834

29.388 9.857 39.730 24.995 20 990 24.991 11.062 8.199 15.619 18.616 38.052

49.250 15.175 71.f)53 • 49.723 35.879 42.910 16 .499 11.814, 19.732 22.697 48.259

42.571 13.707 61.738 47.642 32.124 35:705 13.996 9.571 16.941 16.602 39.483

24.970

32.112

2'1.647

1.075 3.739 10.470 4.166

8.341 4.443 10.809 6.686 8.672 10.216 3.411 2.444 5.901 4.576 10.968 9.315 1.259 4.008 11.680 3.843

6 .189 17.016 35.616 7.286

8.587 23.730 51.144 9.770

5.885 17.249 39.263 8.55S

34.63fi 11.199 49.773 39.587 26.261 28.402 11.675 7 .317 14.250 14.633 32.765 21..202 4.796 13.983 32.879 7.612

98.649

106.572

332.576

508 834

425.682

350.969

7.286 4.186 9.452 8.427 8 .605 8.591 2.831 1.979 5.525 3 .688 10.492

8.137

6.482

No·1'A. - Sono compresi nel 1917 2000 e nel 1()18 1000 matrimoni celebrati nei comuni invasi <lel Veneto (calcolo cli larga approssimazione).

>

"O "O t.=::J zt:,

.....

o

t.=::J

:.,, ,i,.

'-"


Il

550

APPENDICE

XIX LO SFORZO DElliOGRAFICO-MILITARE DELL'b'ALIA, DELLA FRANCIA E DEL REGNO UNITO NELLA GUERRA DEL

1914-18

Presentianw, senza 11wdificazioni, questa nota, così come fu SC'l"itta nell'agosto del 1918, quando il supremo sf01·zo dell' Italia preparava la vittoria sul Grappa e sitl Piave e la qissoluzione dell' I mpei·o austro-ungarico, fattoi·i decisivi del &rionfo dell'Intesa. Essa giova a mettei·e in evidenza l'intensità. dello sfo1·zo demografico dell'Italia, del quale il nostro studio ci ha rivelato le conseguenze sulla salute pubblica e sul rinnovamento della popolazione. Per valuta re comparativamente lo sforzo militare dell'Italia, della Francia e del Regno Unito, in quanto è espresso dal contributo di uomini fornito agli eserciti dell'Intesa, conviene tener presenti le diverse condizioni demografiche dei tre paesi . In Italia, negli ultimi decenni, mentre diminuiva la mortalità, la frequenza delle nascite si manteneva abbastanza alta. Essendo quasi impossibile un'ulteriore estensione delle colture e difficile un'ulteriore intensificazione di esse, mancando risorse naturali adatte a favorire lo sviluppo di grandi industrie, scarseggiando capitali, il forte incremento naturale della popolazione cercava sfogo in una vasta e continna corrente ernigt·o.toria verso l'estero. Questa sot traeva al paese molti uomini adulti, lasciandovi numerosi ba mbini, vecchi, donne. In Francia, la natalità decresceva rapidamente e l'a umento naturale della popolazione era presso che nullo. La fertilità del suolo, sfruttato da un'agrico~tura più progredita della nost1·a, la ricchezza del sottosuolo, che forniva io abbondanza carbone e ferro, il possesso d'ingen ti capitali accumulati dal risparmio di più generazioni, permettevano alla Francia di mantenere in condizioni di lar go benessere la sua popolazione, quasi stazìonaria; onde l'emigrazione all'estero era scar sissima. Per conseguenza d ella decrescente natalità e delle rare emigrazioni, la popolazione francese contava nn numer o relativamente grande di adulti, un numero relativamente piccolo di bambini.


APPENDICE

551

Nel Regno Unito, essendo scesa la mortalità ad un livello bassissimo, rimaneva grande l'eccedenza annua delle nascite sulle morti, nonostante la forte diminuzione avvenuta nella natalità. Lo sfruttamento intensivo delle immense ricchezze del sottosuolo, la fiorente attività delle industrie, l'enorme sviluppo dei traffici, offrivano impiego ad una popolazione rapidamente creseente; soltanto una parte dell'incrementò di questa si riversava di là dei mari, nelle vaste e doviziose colo11ie o in paesi stranieri. Sul territorio metropolitano rimaneva, in proporzione, minor numero di bambini e di vecchi che in Italia, maggior numero di bambini e minor numero di vecchi che in Francia.

La diversa compos1z1one per etit delle popolazioni d ei tre paesi è messa in r ilievo dai seguenti dati, desunti da pubblicazioni ufficiali.

Eti,,

Fino a 15 a 18 a 65 a

oltre

l'opoladone secondo l'età, nel 1911 (migliaia) Ft·ancia Reg·no Uniu, maschi femmine maschi femr11,ine

ltalia maschi femmine

H:i anni 18 65 75 7f>

5.989 987 8.931

TOTALE

5,.079 ~)76 11.732 1.071 396

lll.136

301

5.785 1.033 9.691 829 312

17.021

17.650

19.254

813

1.265 548

6.984 1.290 13.093 829 296

6.941 1.300 13.644 1.039 426

19.937

22.492

23.353

5.019

969

Sopra ogni 1000 abitanti, gli uomini da 18 a 65 ,1nni d'età erano ,;oltanto 256 in Italia, ma 299 in Francia e 285 nel Regno Unito . Questo primo confronto basta a indicare la sfavorevole condizione del nostro paese; la quale, tuttavia, viene meglio illnminata mediante la contrapposizione della parte economicamente attiva della popolazione alla parte economicamente passiva. Dividiamo in tre grandi gruppi la popolazi-one di ciascuno degli Sta t i a11eati, d istinguendo le persone economicamente attive (in età da 18 a 65 anni) da quelle economicamente passi,•e (sotto 15 e sopra 75 anni) e da quelle economicamente nè attive nè passive· (da 15 a 18 e da 65 a 75 anni). Una siffatta classifica non ha che il valore di una prima larga approssimazione, nell'indagine sull'efficienza economica delle popolazioni; ò tuttavia sufficiente a mostrare, nelle grandi linee, quanto siano differenti le condizioni dei tre paesi.


552

APPFJNDICE

La popolazione economicamente attiva era costituita di 26.ì3i .000 persone nel Regno Unito, di 23.868.000 in ]<"rancia, di 18.622.000 iu Italia. La popolazione economicamente passiva era composta di 14.650.000 persone nel Regno Unito,'.di 12. 387 .000 in Italia,.p.i 11.042.000 in Francia . v ierano, infine, persone economicamente nè a t tive nè passive in numero di 4.458.000 nel Regno Unito, di 4.281.000 in Francia, di 3.662.000 in Italia. · La Francia si trovava in una condizione doppiamente favorevole in confronto all' Italia, avendo una -popolazione economicamente attiva assai maggiore ed una popolazione .economicamente p assiva sensibilmente minore. Il vantaggio appare più notevole se si tien conto anche di quei gruppi d'età che dianzi abbiamo considerati economicamente neutri, ma che in realtà. comprendono maggior numero di persone attive che di passive. Anche il Regno Unito era assai più favorito dell'Italia, iwendo una proporzione maggiore di persone economicamente attive ed una proporzione minore cli passive. In Francia 23.868.000 persone economicamente attive ave\ ano a carico 11.042.000 persone economicamente passive; nel Regno Unito 26.737.000 ne avevano :i carico 14.650.000; in Italia 18.622.000 ne avevano a carico 12.387 .000. Ogni 100 persone economicamente attive ne avevano a carico soltanto 46 passive in Francia, 55 nel Regno Unito, ma ben 67 in Italia. Si avverta che questa sproporzione era aggravata, per l'Italia, almeno in confronto alla ]'rancia, da una circostanza non trascurabile. Abbiamo dianzi considerate economicamente attive tutte le donne adulte; ma in r ealtà il lavoro femminile in Italia trovava meno largo impiego che ìn Francia, le donne occupate professionalmente prima della guerra essendo da noi soltan to 5.100.000, di fronte a 7 .700.000 in Francia. Questa differenza dipende sopratutto dalla maggiore fecondità delle nostra donne, che spesso impedisce loro di occuparsi fuori di casa, per le frequenti gravidanze e per le cure che devono prestare ai figli in tenera età . 7

~·.·.

-:-: .;,:-

La condizione di cose ora tratteg·giata dev'essere sempre tenuta presente nella valutazione dello sforzo militare. Data la minorn pro-


APPENDICE

553

porzione di elementi economicamente attivi in Italia, ogni sottrazione operata su di essi doveva avere una. più forte ripercussione sulla vita economica del paese. Con la mobilitazione ' fo bensì sottratta alla popolazione attiva una frazione lievemente superiore in F r ancia (32,8 ¼) che in Italia (28,2 ¼l; ma sarebbe affrettato conchiudere che questa maggior sottrazione attesti un m~.ggiore sforzo della Francia. Detratti 7.819.000 chiamati alle armi, la popolazione economicamente attiva rimase ivi composta di 16.049.000 persone, mentre in Italia la sottrazione di 5.252.000 la riduceva a 13.370.000 persone. Per conseguenza della mobilitazione, a carico di ogni 100 persone economicamente attive rimasero 69 persone economicamente passive in Francia, 93 in Italia. L'onere che venne a pesare su ogni persona attiva in Francia fu appena uguale a quello che g·ii prima della guerra grnvava le spalle cli un lavoratore italiano, mentre in Italia l'onere corrispondente salì di oltre un terzo. Fu quindi molto più intensa nel nostro paese la ripercussione economica della mobilitazione, considerata quale sottrazione di forze lavoratrici ; fu quindi molto più penoso il nostro sforzo. L1 confronto col Regno Unito mostra una superiorità relativa del nostro sforzo anche maggiore di quella dianzi riscontrata nel confronto con la Francia; infatti, nel Regno Unito fu mobilitato soltanto il 20,9 °fo , della popolazione economicamente attiva, la quale, detratti i 5.599.000 chiamati alle armi, rimase composta di 21.138.000-persone. A carico di ogni 100 individui e~onomicamente attivi, ne l'i"masero 69 economicamente passivi, come in Francia. .....

:.·.

·.·:

Si potrebbe obbiettare, ai criteri dianzi seguiti per la determinazione dello sforzo militare , che abbia.mo tenuto conto di elementi estranei alla popolazione maschile, e che, d'altronde, abbiamo valutato lo sfor·zo total-e dal p rincipio della guerra, non io sfm·zo attuale, che sopratutto interessa misurare e confrontare.· E bbene, cerchiamo di rendere~ conto dello sforzo attuale riferendoci alla sola popolazione maschile adulta . Elimineremo così dal confronto una serie di elementi, che pure ~ necessario considerare se si 1 Tutti i dat i sul numero degli uomini mobilitati indicano il numero dei chiamati alle armi fino al l ' luglio 1918.


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APPENDlCE

vuol ragionare obbiettivamente, ma soddisferemo - in compenso - il desiderio di un confronto tra quello che si è fatto per dare uomini all'esercito ed il massimo che si sarebbe potuto fare. All'inizio delle ostilità 1 la popolazione maschile da 18 a 65 anni d'età ammontava, come si è detto, a 13.093 .00.P uomini nel Regno Unito , a 11.732.000 in Francia , a 8.931.000 in Italia. Tenuto conto delle perdite definitive (morti, prigionieri, riformati) fino al 1° luglio 1918 (1.340.000 nel Reg·no Unito, 2.30 9.000 in Francia, 1.350.000 in Italia), si può calcolare che a codesta data sopravvivano 11.753.000 uomini da 18 a 65 anni nel Regno Unito, 9.423.000 in Francia, 7.580.000 in Italia (esclusi i riformati di g·uena). Quanti di cotesti superstiti in età da 18 a 65 anni sono alle armi, nell' esercito di terra? Nel Regno Unito 3.423.000, iu Francia 5 .045.000, in Italia 3.895.000; ossia 535 su 1000 superstiti in Fra.ncia, 514 in Italia, 291 nel Regno Unito. Il nostro sforzo appare, da queste proporzioni, poco i nferiore a quello della Francia e molto superiore a quello del Regno Unito. È facile prevedere altre obbiezioni. Degli uomini attualmente alle armi una parte sono impiegati in servizi pubblici, n elle industrie di guerra, in uffici, presidi e servizi territoriali, in presid'ì coloniali; una parte sono ammalati, o feriti, o convalescenti, ecc. Limitiamo pertanto il confronto agli eserciti operanti. Le armate francesi operanti in Europa contano circa 2.830.000 uomini; quelle italiane 2.310.000; le armate britanniche operanti sulle fronti principali (compresi Egitto e Palestina, Mesopotamia, Aden, Africa. Orientale) 1.915.000, al 1° luglio 1918. Dei superstiti in età da 18 a 65 anni, sono dunque impiegati negli eserciti operanti sulle fronti principali 305 per 1000 da parte del!' Italia, 300 p er 1000 da parte della F rancia, 163 per 1000 da parte del Regno Unito. Da q uesto dato, il nostro sforzo risulterebbe lievemente maggior e di quello della Francia e quasi doppio di q uello del Regno Unito. Se si volesse r estringere 11,ncora il confronto, limitandolo ai soli militari che fa.uno parte di reparti comba ttenti sulle fronti principali,

1 Assumiamo per il 19H i clati sulla popolazione del 1911. Si commet te in tal modo un lieve - ma inevitabile - errore, perché nell'ultimo triennio anteriore alla guerra il numer o degli ttdult i doveva essere aumentato, sebbene non molto, in t utti ' tre i paesi.


APPENDICE

555

si otterrebbe un'ulteriore conferma della grande intensità dello sforzo italiano. Sempre alla data del 1° luglio, i combattenti francesi erano 1.980.000, quelli italiani 1.589.000, q uelli britannici 1.274.000. Cioè, sopra ogni 1000 Francesi dai 18 ai 65 anni, erano combattenti 210; sopra ogni 1000 Italiani 210; sopra ogni 1000 Britanni 108.

Ma - è bene ripeterlo - qt1esti confronti tra il numero dei militari alle armi, o dei combattenti, e quello degli uomini adulti sono insufficienti a consentire un'adeguata valutazione comparativa dello sforzo militare dei vari paesi, perchè lasciano nell'ombra un'elemento di decisiva importanza per il confronto, qual è la proporzione, molto più elevata in Italia, della popolazione economicamen~e passiva. Quando si tenga conto di codesto elemento, lo sforzo nostro appare molto più pode1~so e più penoso anche di quello della Francia, pur astraendo dalla ricchezza quattro volte minore del nostro paese, che rende infinitamente più dolorosi i sacrifici cui è esposta la popolazione in seguito alla mancanza della sua parte più valida e più attiva. Il disagio necessariamente maggiore dell'Italia s i rivela nel rapporto tra il numero dei bambini e ragazzi da alimentare e quello degli uomini che rimangono a casa, sui quali, in sostanza, grava quasi tutto l'onere del mantenimento dei primi. Per ogni 100 maschi adulti superstiti al 1° luglio 1918, liberi dal servizio militare (esclusi i riformati di guerra)

v 1 erano 331 persone di età inferiore ai 15 anni in Italia, 238 in li'rancia, 175 nel Regno Unito. Un'altra circostanza singolarmente favorevole alla Francia, da non dimenticare nei confronti, è quella che essa dispone per i servizi più faticosi nella zona di guerra e nel paese, e per i lavori nelle retrovie e nelle officine, di un esercito di lavoratori forniti dalle sue colonie e dagli alleati. Le sole colonie le hanno dato quasi 250.000 lavoratori. In analoghe condizioni si trova il Regno Unito. L'Italia , invece, non ha potuto trarre nessun apprezzabile contingente di lavoratori dalle sue colonie, e, per contro, ha fornito abbondante mano d'opera agli alleati, senza riceverne da loro. Tutte le precedenti considerazioni avvalorano la conclusione che lo sforzo demografico-militare del!' Italia è superiore a quello della Francia ed ancor più a quello del Regno Unito e costituisce un onere molto più grave per il paese.


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APPENDICE

xx BIBLIOGRAFIA Belli C. M., I risultati sanita1'i della ,querm rnondiale dedotti dalle statistiche di mo1·talità della mm·ina italiana (in « Annali di m edicina navale e coloniale», 1920, vol. I, pag.. 157). La R Marina ha avut,o nel periodo 1915-19 3.925 morti per fatti bellici (dei quali 2.433 morti per annegamento , in seguito ad affondamento di navi, 362 per ferite in combattimento, 150 per accidenti, attacchi, combattimenti aerei, 980 per esplosioni ed altri accidenti sulle navi). La forza merua nel quinquennio è stata di 89.000 uomini; la mortalità. media annua per fatti di guerra si è pertanto accostata al 9 '/00 • I morti per malattia nello stesso quinquennio (sola truppa) sono stati 2.543, dei quali 1.613 nel solo anno 1918.

Boldrini Marcello, I figli cli gue1·1·a (nel « Giornale degli economisti e rivista di statistica», giugno 1919). Studio della fecondità dei militari durante i periodi di licenzà trascorsi in famiglia.

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Social Hygiene >,

Boldrini Marcello e Crosara Aldo, Sull'az'ione selettivci della guerra fra gl-i studenti unive1·sitari italiani (in « Metron », gennaio 1923). Boldrini Marce-Ho e Mura E., Sviluppo co1-poreo e predisposizioni morbose. Pubblicazione del L aboratorio di Statistica del!' Università Cattolica. Milano, 1925. · Bordoni Uffreduzzi G., Come si è combattuto il vaiuolo a Milano (in « .Annali d'Igiene", 1920, pag. 85). B rui ni G., L'influenza a Genova (nel Bollettino Municipale « Il Comune di Genova", 31 ottobre 1924). Cantelli ]'rancesco, Sull'aumento d·i mortalità dovuto alla g1terra (nel "'Giornale degli economisti e rivista di statistica •, novembre 1917). Castrilli Vincenzo, Il censimento dei profughi di guerra (nel« Giornale degli economisti e rivista di statistica ~, aprile 1919).


APPENDICE

557

Coletti Francesco, Studi sulla popola,zione italiana in pace e in guerra. Bari, Laterza, 1923. Vedansi specialmente gli studi: Popolazione di guerra e popolazfone di pace, Regioni e -risveglio demografico, E la q"alità della popofozione ?, 1 figli della _g uerra.

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Commissione M:iwisteriale per lo studio della pellagra, Studi ed osservazioni sulla pellag1·a. Relazione dei professori A. Lu stig e A. Franchetti. Firenze, T ipografia Ariani, 1921. Vedasi sp~cialmcnte il capitolo VUI : Conclusioni sui ,·isu.ltati ottenuti dalle indagini ~ le varie p,·ovincie (sull' influenza della guerra sulla pellagra].

Comune di Genova, Relazione sul sesto censimento ,qene·rale della popolazione. Genova, Soc. Anonima Industrie Grafiche ed Affini, 1922. Vedansi specialmente i capitoli: Urbane:,irno ed i,nrnigrazfone di gue,·ra, contenente anche dati sul movimento della popolazione nell'undicennio 1911-2t; Mortalitù per tube1·colosi e mo1·bilitcl.

Comune di Milano: 1. Note pubblicate nel Bollettino Munic.ipille

« Città di Milano • : Vite potenziali mancate (giugno 1918). I fenomeni morbosi dU?·ante la guerra (settembre 1919). 2. Note illustrative ali'« Annua,·io • del Comune . Anno 1919, pagg. CCLI-CCLXIV. Anno 1920-21. Sui matrimoni (pagg. 18 e segg. nelle note intercalate dopo la pag. 28 del testo) . Sulle nascite (note interca · late dopo la pag. 40 del testo). Sulle morti (note intercalate dopo la pag. 56 del testo).

Queste note sono dovnte al Dott. .A. Molin ari.

Comune di Venezia - Ufficio S-tatisti.ca, Il censimento generale del 1° dicembre 1.921 della popolazione di Venezia. Venezia, La Poligrafica Italiana, 192 3. Vedasi speeialmente il capitolo su La popolaz-ione di Venezia, durante la guer,·a.

Cristalli G., Sulle conseguenze demog1·afiche della guen·a a Napoli. Napoli, Officina Aldina , 1920.


558

APPENDICE

Direzione Generale della Sanità Pubblica, La t·utela dell'igiene e della sanUà publ;lica durante la gnerra e dopo la vitto1·ia (1915-20). Relazione del Dfrett01·e Generale dott. Albe1·to Lutra1·io al Consigl-io Su,pe1·iore di Sanità. (Tre volumi) : Parte Prima: L'opera di profUassi e 'fç'opera di 1'icosfruzione (un

volume). Parte Seconda: Le malattie trasmissibili dell'uomo. Volume I: Le malattie infettive endemiche, Le malattie sociali. Volume li: Le malattie trasmissibili di nuova importazione. Le malattie esotiche. La profaassi sanitarici inter·nazionale. Le conseguenze demografiche dellci gue1·ra. Roma, Tipografia G. Artero, 1921-22. Cita'!lione abbreviata: Sanità, Pubblica.

-

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- Bollettino sanita?'io ( Estratto dal Bollettino ufficiale del Ministero dell'Interno). Pubblicazione periodica. Direzione Generale di Sanità Militare, Dati sulla vaccinazione antitifica diir·ante la guerra. Roma, Stabilimento poligrafico per l'amministrazione della guerra, 1920.

-

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<

Giornale di me-

Direzione Generale della ·statistica, Movimento della popolazione secondo gli att·i dello stato civile (pubblicazione annuale).

-

Statistica. delle cause di morte (pubblicazione a·nnuale).

Economo G., L ' encefaute leta1·gica(in .:Policlinico» , 1920, pag. 93). Accenna a casi osservo.ti nell'inverno 1916-17 e nota che in quell'epoca , avevamo avut o evidentement e una leggera epidemia. di questa malattia, (vedansi in proposito le pagg. 266-272 d·el testo). Conferma la precedenza dell'encefalite sulla febbre spa.g nuola (v. ret1·0, pag. 392).

Gallo Rodolfo, Popolazione, matrimoni e nascite in Venezia dal 1911 al 1922 (nella « Rivista mensile della Città di Venezia», gennaio 1923).

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APPENDICJ:tj

559

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Il vento Arcangelo, ll clei·motifo o febbre petecchiale nelle epidemie del pa.ssato e in quelle contemporanee (in pagg. 175, 280, 327, 407).

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560

APPENDICE

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- Note demografiche dei prfrn·i tre anni di guen·a (Ivi, luglio 1920). B1·eve analisi delle statistiche demografiche italiane per il periodo in-, d icato.

- La mortalità in 1·apporto alla condizione economica [nel Comune di Roma dal 1914 al 1920) (Ivi, settembre 1921). - Censimenti e m,ovimento demog1·afico n ella città, di Roma (fino al 1920] (Ivi, ottobre 1921). - Le malattie del citare (Ivi, agosto 1922). Notizie per il Comune di R oma fino a. t u tto il p rimo semestre del 19'22.

. - Mortalità p er difterite e profilassi antldifter·ica (nel · « Bollettino mensile di statistica del Comune di Roma », gennaio 1923). No tizie per il Comune di Roma fino a t u tto il 1922.

l\1e mmo Giovann i , Il se1·vizio sanitario milita1·e nell'ultima guen·a (nel « Giorna le di medicina militare», 1923).

- Il va,iitolo nell'esercito 'italiano e la .ma profilassi (nel m edicina militare», 1924).

«

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«

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Me,ise dagli a Luigi, Notizie storiche sul mais. Venezia, Istituto Federale di Credito per il Rii:!orgimento delle Venezie, lug lio 19.24. Vedasi specialmente il capitolo : ,11ais e pellagra.

Mi c h el s Rober to , Cenni sulle migraz'ioni e sul movimento d'i, popoZazi-one durante la giten·a em·opea (nella « Riforma Sociale ~, gennaio 1917) .

Mi nistero della Gu e rra , E x -pri,q'ionieri di guerra italiani dati per dispersi o morti. Relazione sull'azione svolta pe1· le 1·icerche all' estero e su:i mezzi tuttora occorrenti per accelerare la soluzione del complesso problenia. Roma, Stabil. poligr. per l'ammin. della guerra, 1922. )finistero per l e Terre Liberate , Censimento del profitghi di g·uer·ra. (ottob1·e 1918). Roma, T ipogr. del 1\:linist. dell'Interno, 1919.


APPENDICE

561

Molinari A l essandro. Vedasi Comime di .Milano. , Pecori Giuseppe , L'encefalite epidemica a Roma (1919-20) (in <Annali d'Igiene», 1921, pag·. 32). Studio di 347 ca~i (dei quali 93 letali) manifestatisi a. Roma. Nega all'influenza. il carattere di causa predisponente.

-

Le difficoltà nelZ'appl-icazione della legge sulla va,ccinazione obbligatoria (in« Annali d'Igiene », 1924, pag. 292).

P icchini Luigi, La lotta contro ìa malaria nella provincia cli Venezia (in « Igiene moderna» , 1924, pag. 313). Espone i provvedimenti presi per combattere la dìffnsione della mala.ria cagionata da.Ila guerra.

Reale Commissione d'Inchiesta sulle violazioni del diritto delle genti commesse dal nemico, Relazioni: l.

II.

III. IV. V.

VI. VII.

La partecipazione della Germania. Danni ai monumenti. Mezzi i'eciti di guM·rn. Trattamento dei prigionie1·i di guerra e degli internati civili. L'occupazione delle pi·ovincie invase. Legislazione e animinist·razioue del nemico nelle ~m·çivincie invase (documenti). Documenti raccolti nelle provincie invase. Sottoscrizione forzosa ai prestiti di gue1·ra nelle provincie 1·edente. Otto volumi. Milano, Bestetti e 'l'umminelli, 1920-21.

Citazione abbreviata : Relazioni.

Rèpa ci Franc esco Antonio, I fenornev.i demografici deUe grandi città d·urante e dopo la guer·r·a (nel « Bollettino mensile dell'Ufficio del Lavoro e della Statistica di Torino ,., settembre-ottobre 1921).

La mA.ziaWà e la natalità nel 192.1 (Ivi, gennaio-febbraio 1922). La mortalità durante e dopo la guerra (Ivi, maggio 1922). R. G., .ll martirio e la fede di Venezia (nella« Rivista mensile della città di Venezia», marzo 1924). Contiene notizie sui bombardamenti aerei di Venezia. È tolto da questa pnbblìcazione il ca.r togramma intercalato nel testo.

Rho Filippo, L'epide1n'ia ct'infiuenza nella marina militare italiana (in « .Annali d'Igiene», 1919, pag. 193). Dal g iugno 1918 al gennaio 1919 un migliaio di morti su circa 130.000 presenti alle armi. Il numero dei colpiti sembra aver superato 80.000.

- , L'epidemia di influenza nella m;arina militcwe italiana (in « Annali di medicin_a navale e coloniale», 1919, vol. I, pag. 496). G. Mon:unA.

36


562

.APPENDICE

Romby Paolo, Note sui 'l'isultati ottenuti dalla vaccinazione anticolerica delle truppe della Terza A1·mata (Atti del II Congresso internazionale di medicina e farmacia militare, vol. II, pag. 307). Roma, Stabilimento poligrafico per l'amministrazione dello Stato, 1923. Sampietro Gaetano, Encefa.lite epidem'ica -o nona (in «Annali d'Igiene», 1920, pag. 45). -

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Demografia di guen·a e alfri saggi. Bologna, Zanichelli, 1921.

Tagliacarne Guglielmo, L'influenza della guerra sull'età media e sulla fecondità dei nuovi coniugi nel comune d·i Milano e nel Regno (nel Bollettino Municipale < Città di Milano>, giugno 1922). Ufficio del Lavoro (presso il Ministero d,i Agricoltura, In.dustria e Commercio), Dati statistici sui rimpatriati per causa di g1terra e sulla disoccupazione . Roma, 1915 .


INDICE ALFABETICO

AVVERTENZA. - Per non dare eccessiva estensione a quest'indice: si sono richiamati , in generale, i fatti piuttosto che le cause di essi; si sono richiamati i compal'timenti (regioni) anche dove nel testo sono esposte notizie per provincie, circondari o comuni; si è richiamata la voce iniziale di ciascun gruppo di cause di morte, dove le notizie sono date per gruppi (p. es. essendo ri unite insieme le morti per .App end·icile e peritonite, i richiami sotto Appendicite valgono anche per Peritonite); si è evitato ogni richiamo a nomi d'a.utori, essendo g ii\ disposto in ordine alfabetico l'elenco bibliografico dato alle pa.gg. 556-562.

Abruzzi : Mortalità, 125-142. Morta.liti,, infantile, 177-179. Mortalità secondo le cause, 230-200. .Mortalità o morbosità per: apoplessia, 238; diarrea., 2!U; d issenteria, 390; encefalite, 266, 271; febbre puerperale, 240, 242, 296 ; influenza, 260, 264; malaria., 250; malattie del cuore, 238; malattie dell'apparato digerente, 2i0 ; malattie dell'apparato respiratorio, 231; malattie epidemiche, 231-233; ma-rasmo senile, 244; pellagra, 240; pleurite, 236; scarlattina, 255; tifo esa.n tematico, 249, 371; tubercolosi, 231, 234, 273-276; vaiuolo, 25ll, 254. Morti per bombarda.menti aerei, 62 ; navali, 60. Natalità, 416, 421-d38, 441-465; illegit tima, 447 465. Fecondità, 441 ; legittima, 444; illegittima., 447. .Legittimazioni, 448. Nati-mortalità, 4,72-476. 0

Nttzia!Hà, 491-497. v . Italia meridionale.

Acque: Regim e delle a.eque nelle zone delle operazioni, e malaria, 251, 252. Affama.mento: Dei prigionieri i taliani, 53. Delle popolazioni della. regione inv asa, 93-103. Affondamento cli navi : v . Navigazione. Albania: Morbosità fra. le truppe, 3-70, 374, 375, 391. Alimen tazione: D ella popolazione italiana c1urante la g uerra~ 5, 514. Dei prigionieri italiani, f,3. Delle popolazioni della. regione invasn, 93, 106. Ammalati: Nell'es ercito, 32-34, 400, 101. v. Morbosi.lei e i nomi individuali o di classi cli mal attie .


5ti±

INDICE ALFABETICO

Anchi lost.omiasi: Sospetto di manifestazioni, 361. Anemia : Mortalità, 199-201, 225,226 ; per regioni, 239, 284, 285; per età B60 362. Angina pectoris: v. Malaitfo del cuore. Apoplessia, congestione cerebrale : Mortalità, 194, 195, 218, 219; confronti internazionali, 203, 204; per regioni, 237, 238, 279 281; per età 302, 339, 340. Appendicite, peritonite: Mortalità, 198, 221 ; confronti in ternazionali :203, 207; per regioni, 241. v . lrlalaUie dell'apparato digerente. At·tiglieria: Morti e feriti in guerra, 38, 39. Atrofia congenita: v. Vizi congeniti. Atti di morte redatti dalle autorità militari clurante la guerra, 20, 21. Austria: l\fortali tà, 80, 10!, 108-111; secondo il sesso e l'età, 146-HS. Natalit"', 409, 410. Nuzialità, 482. Basilicata: .Mortalità, 125-142. Mortalità infantile, 1'77-179. Mortalità secondo le cause, 230-298. Mortalità o morbosit.-\ per: appendicite, 241; bronchite, 2~5; dis,enteria, 390; encefalite, 2fi6, 267, 271; ernie, 241; febbre puerperale, 240, 24-9 , 296; influenza, 232, 260, 264 ; malaria, 232, ·250, 252; malattie dei reni, 2H; malattie del cuore, 2il8; malattie del fegato, 241 ; malattie dell'apparato d igerente, 239, 210; malattie clell' apparato respiratorio, 231, 235; malattie epidemiche 231-233; marasma senile, 244; meningite epidemica, 393; pellagra, 240; pleurite, 236; tubercolosi, 231, 234, 273-276; tumori maligni, 237; vai nolo, 253, 251. Natalità, 416, 421-488, 441-465; illegittima,. 147-465.

Fecondità, 411; legittima, 441 ; illegit-. tima, 4'.17. Legittimazioni, 448. N at-i -mortalità, 472-476. Nuzialità, 491-497. v . Italia .,meridionale. Belgio: Mortaliili,. 108, 110, 111. Natalità, 409-412. Nuzialità, 480-184. Bibliografia, 556-562. Bologna: i morti in guerra della provincia, 42-48. Bombardamenti aer ei , 61-66. Perdite derivate, 61; per regioni, 62; per singoli centri, 64-66. Bombardamenti navali, 66, 67. Perdite derivate, 66; per regioni, 66; per singoli centl'i, 67. Bronchite acnta : Mortalità, 196, 220; confronti internazionali, 203,205; per regioni, 235, 286, 287, 291. v. Mala-ttie dell'appamto respiratorio. Bronchite cronica : Mortalità, 196, 220; confronti internazionali, 203, 205, 206 ; per regioni, 235, 288, 291 ; per età, 349, 350. v . 1l1alattie dell'awaralo •·espiratorio. Broncopolmonite acuta : v . Polmonite crupale. .Bulgaria: Mortalità, 108, 110, 111. Natalità, 409, 410. Nuzialità, 482. Cachessia palustre: v . Malaria. Cala1'ria: Mortalità, 125-142. Mortal ità infantile, 1'77-179. Mortalità secondo le cause, 230-:,l98. Mortalità o morbosità per: apoplessia, 238; bronchite, 235; dissenteria, 390; encefalite, 266, 271; ernie, 241; feb· bre puerperale, 240, 242, 296; influenza, 232, 260, 261; malaria, 23'2, 250,.


INDICE ALFABETICO 252; malattie d el cuore, 238 ; m alattie dell'ap parato digerente, 240; malattie dell' apparato r espiratorio, 231,235; malattie del le a r ter ie, 239; mala t tie epidemiche, 231-233 ; marasmo senile, 24'4; m orbillo , 232; p ellagra, 240; scarlattina, 23Z; tubercolosi, 231, 234, 273-276 ; t umor i maligni, 237; va,iuolo, 232, 253, 254. Natalità, 416, 421-438, 441-465; illegittima, M7-465. Fecondità., '141; legittima, #<l'; illegittima, 447. L egittima zioni, #8. Nati-mortalità, 472·476. Nu zialità, 491-497. v. lta.lia, 1nerid·iona.te. Campania : Mor ta lit/c, 125-142. Mortalità infan tile, 177-179. Mortalità secondo le cause, 230-298. Mortalità o mol·bosità per: apoplessia, 238; bronchite, 235; diarrea, 241; d issen teria, 390; encefalite, 266-272; ernie, 2!11; febbre puerpernle, 240, 242, 296; influenza, 260, 261, 264 ; malaria , 250; mala t tie d ei reni, 242 ; malattìe d e l fegato, 241; malattie dell' appa· i'àtu digèrente, 240; mala ttie dell'apparato respiratorio , 231, 235; mala,ttie epidemiche, 231-233 ; marasmo senile , 244; meningite, 237; morbill o, 232, 255; pellagra, 240; polm0nit e, 235; sifilide, 244; tifo esantematico, 2'18, 2'19, 371, 372 ; tubercolosi , 231, 2341 273, 276 ; vai uolo, 232, 253, 254, 377; vizi congeniti, 243. Morti per bombardamenti aer ei, 62. Nat.alità, 415, M6, 421-438, 4!H-465; ill egittima, 447-465. Fecondità, 441; legittima, 44'1; illegittima, 447. Legittimazioni, 448. Nati-mortalità., 472·476. :Nuzialità, 491-497, 509, 510. v . ]tedia meridionale.

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Can cro: v. 'tumori rnaligni. Ottuse di morte, 187-229; confronti internazionali, 202-207; per regioni 230298; per sesso ec1 età, 299-366. Classificazione italiana e internazionale, 189; raggu aglio tra le due classificazioni, 589-511. v . Morbosità, lrlortalità e i nomi individuali o di classi di malattie. Cavalleria : morti e feriti in gnerra, 38, 39. Cirrosi epa tica: "V. 1'llalattie del fegato. Col era asiatico : Morbosità, 381-389. Mo1·talità, 191, 212, 381-389, 514; confronti internazionali, 203, 204; per regioni, 272, 383-388; ne ll 'esercito, 381-388; nella popolazione civile, 383388; tra i prigionieri nemici, 384-385, v . Malattie epidemiche. Col er a indigeno : v . Dia.Tea, enterite, ecc., Malattie dell 'appara,to diget·ente. Congestione cerebrale : v. Apoplessia,. Congiun tivite cronica: v. Tracoma. Cru p : v . Difterite. Danimarca: Mortalità, 108-111. Natalità, 409-412. N n zialità, 482, 48.'l. Debolezza congenita: v. Vizi congeniti. Deficienza di matrimoni : nel periodo bellico, 479, 480; per reg ioni, 494; secondo lo stato ci vi le degli sposi, (199-501; secondo l'età degli sposi, 502-506. Deficienza di nascite: nel periodo bellico, 407, 426, '127; per regioni, 432, 433; dopo la guer ra, per regioni: 435-438. Deportazione di abitanti d ella regione invasa., 89, 90. Dennotifo : v . Tifo esantema#co. Dianea, enterite ed altr e affezioni acute dell'intestino : Mortalità, 198, 221; confronti interna-


1NDICE ALFABETICO

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zionali, 203, 207; per regioni, 241, 293, 294; per età, 353-356. v. Malattie dell'o,pptwato digerente. Difterite : Morbosità, 379. Mortalità, 191, 211; confronti internazionali, 203; per regioni, 257-259; per e¼, 319. v. Malattie epidemiche. Dispersi: In guerra, 21, 26, 524-526. In prigionia, 21. Dissenteria: Nella regione invasa, 101. Sospetto di manifestazioni epidemiche, 354, 355.

D. amebica, 391, 392. D. bacillare, 38fJ.391. v . Malattie epide-11,iche. Eccedenza di matrimoni: Dopo 13, guerra, 479, 482-184; per re gioni, 496, 497; secondo lo stato civile degli sposi, <!00-501; secondo l'età degli sposi, 502-506. Eccedenza di morti: Dal 19 15 a.I 1923 per tubercolosi, 278. Durante la guerra: nella popola,zione militare, 31, 107; nella popolazione civii e, 107, 120, 121; per regioni, 189141; in complesso per regioni, 141, 142; per sesso ed età, 182-184. Nel periodo dell'epidemia influenzia.le , 120-122, 227; per regioni, 134-137; per età, 163-166. Nel 1918: per diarrea, ecc. 294; per · malattie del cuore, '2.82; per malattie dell'apparato !'espiratorio, 291, 849; per marasmo senile, 282. v . Supermorl.alità. Eccedenza di nascite: , Dopo la guerra, 407, 427; per regioni, 435-4ll8.

Eccedenza ·di nati morti nel periodo dell'epidemia inflneuziale, 471. Edema da famA: Causa di morte di prigionieri ital. , 52.

Nella r egione invasa, 100, 101. Emigrazione, 2, 6, 11. Ripercussioni sulla natalità, 445, 454, 457-459, 462.

Ri.percussioni sulla nuzialità, 502. Emilia: Mortalità, 125-142. Mortalità infantile, 177-179. Mortalità secondo le cause, 230-298. Mortalità o morbositt\ per: anemia, Zl9; apJ?endicite, 241; colera, 272,383, 384, 388; d issenteria, 390, 391; encefalite, 266-272; febbre puerperale, 24.0, 24.21 296; influenza, 232, 260,264; i pertosse, 256; malaria, 250; malattie dei reni, 242; malattie dell'apparato digerente, 240; malattie dell'apparato respiratorio, 2i:ll; malattie delle arterie, 239; malattie epidemiche, 231233; meningite epidemica, 265; morbillo, 232; pellap;ra, 240, 244, 245; sifilide, 244; tifoide (febbre), 247 ; tubernolosi, 231, 273-276; tumori maligni, 237; vaiuolo, 232,254; vizi congeniti, 243.

M orti per bombardamenti aerei, 62; navali, 66. Natalità, 416, 421438, 441-465; illegit-

tima, 447-465• .Fecondità, 441; legittima, 444; illegittima, 447. Legittimazioni, 448, 451, 452, 455. Nati-mortalità, !172-476. Nuzialità, 49L-497, 509, 510. v. J I.a.Zia seUentrionale. Encefalite: Mortalità, 265-272. Encefalite epidemica: Morbosità, 392, 393. Mortalità, 513. Mortalità per regioni, 266-272; per età, 329-331. Enterite: v . Diarrea, enter·ite, ecc. Malattie dell'appa1·a.to digerente. Epatite: v. Malattie del fegato.


INDICE ALF~i\BETICO Ernia, ,occlusione intestinale: Mortalità, 198, 221; confronti internazionali, 203; per regioni, 241.. v . Malattie dell'apparnto digererite. Esaurimento fisico: Dei prigionieri italiani, 52. Della p opolazione della. regione iuvasa , 100, 101.

Esercito: v, iJ.rtiglieria, Oavalle1·ia, Dispersi, F'anteria, Feriti, Genio, ,11orbosità, Mortalitcì,, Morti in g1te1·1·a, Perdite, Prigioniei·i, Sforzo de1nograficomilitare. Esoneri dal servizio milita,·e : Conseguenze sanitarie, 3. Esplosioni di deposit i di munizioni, 57, 58. Fame: Causa di esaurimento fisico per i prigionieri italiani, 53, , 516; per la popolazione della i-egione invasa, 93-103, 516. v . .il.ffam,o,,nento, Edema da faine.

Fanteria: Morti e fel·iti in guerra, 38-41; pe,·<lite di alcnui reggimenti, 39-41; ammalati e morti cli cole1·a, 386. F ebbre puerperale ed altre malatt ie ed a.ccidenti della gravidanza, del parto

e de! puerJJerio : Mortalità, 199, 222, 223; confronti internazionali, 203, 207; per regioni, 240, 2i2, 2i3, 295, 296; per età, 304, :Febbre ricorrente, 396. .Febbre tifoide: v. Tifoide ( febbre ). Fecondità, 439-446. Legittima, 443-446; per regioni, 444. Illegittima, 4:1-6-449; per regioni, 447. Feriti: Nell'esercito operante, 32-38, 149, 226; nelle principali operazioni belliche, 114-37; sulle varie fronti, 37, 38; per armi e còrpi, 38. N ella. popolazione civile: per insidie alla. navigazione, 59, 60; per bombarda.menti aerei, 64-66; per bombardamen ti navali, 66, 67.

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Finlandia: Mortalità, 108. Nata.lità, 409. Francia: :Vlortalità, 108, 110, 111; secondo il sesso e l'età, 146-148; seMndo le cause,

:202-207. Natalità, '109-412. Nuzialità. 480-483. Sforzo demografico-militare, 550-5.'i5, Freddo: Causa di morte dei prigionieri italiani, 54.

Gastroenterite : v. Malattie dell'apparato d·i ge1·ente. Genio: Morti e feriti in guerra, iJS, 39. Ge.rmania: :ì\llortalità, 80, 104, 108-111; secondo il sesso e l' età, 146-148; secondo le cause, 202-207, Natalità , 409-411. Nu~ialitic, 480-483. v . Prnss·i a. G1·a.n Breta.g na e Irlanda: J\olortalità, 108, 109. Natalità, 409. Sforzo demografico-militare, 550-555,

v. lnghilterra e Galles. Guerra sottomarina, 4, 20, 58-61. V~ Navi,qazione. .Eiungerodem : v , Edema dei f'mn, .

Idroemia : Conseguenza clella farne nella regione invasa, 100, 101. v _ Ed1mw, da fame. Illegittimi: Fxequenza dei nati illeg.ittimi, 442, 446465 ; per regioni, 447, 450-4'59, 463-165; nella. popola.zioue r;rbana e rurale, 459, 460. ~ Nati-mortalità, <173, 474. Mortalità nel primo mese d'età, lf;0-182. v . Legitli11wzioni di fìgli nalttrali.


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INDICE ALFABE'l'ICO

Immaturità : v. Vizi congeniti. Immigrazione, 8, 11. Ripercussioni sulla mortalità., 513. R ipercussioni sulla natalità, 415, 426, 435, 450 , 456.

R iper cussioni sulla nuzialità, !1,87.

Influenza : Morbositii, 379, 380. Mortalitò.., 191, 2W, 227, 516, 517; confronti internazionali, 203; per regioni, 232, 259-264; per età, B19-328. Epidemia del 1918-19, 5; nell'esercito, 30; nel la regi0ne invasa, 96, 104 ; tra i pri~ionieri ital iani, 50, 55 ; tr a i prig ioni.e d nemici, 50; aumento di morti c1a essa cagionato, 120, 121, 122, 13:l-137, 157-16!. Ripercuss io n i dell'epidemia del 191819: ·sulle morti per altre malattie in genere, 227; per anemia, 225, 285, 351; per apopless ia, 2 18, 2-30, 339; per c ausa ignota, 226, 227; per malaria, 252, 311-314; per malattie dei reni, 222, 29!1c, 295, 357, 358; per malattie d el cJU'ore, 2 18, 227, 281, 2->"2, 341, 342; ver mala ttie dell'apparato d iger ente, 220, 221,, 227, 292-294, 352856; per malat tie d ell'apparato respil·atorio, 219, 227', 287-29[, 3!4-351; per malattie e accidenti della maternifa, ~22, 2D5, 296; ver maras mo senile, 224, '227,285,343; per meningite, 2 17, 27S, 279, 339; per sifilide, 360; per tnbercolosi, 214,215, 227, 274, 275, 278, mn, 33;,, 336; per vizi cong-eniti, 224. R ipercussio n i dell'epidemia dd 1918-19 sulla nuzialità, 419, 484, 4S3, 489,500; _snlla natalità., 419 ; s ulla nati-mortalità, 471, 474. v . Malati-ie epidemiche. In'ghilterra. e Galles : Mortalità, , 110, 111; seco n clo il sesso e l' età, 146-118; secondo le cause, 202207. Nn:talità, 410-412. N uzialità., ·4B0-483.

I pertosse : Mortalità, 191, 2 12, 213 ; confronti internaz ionali, 203 ; per regioni, 256, 257; per età, 318. v. iYlalattie epideiniclie . Italia centrf\.le: Morta lità per : anemia, 281; a poples~ia, 281 ; bronchite, 287,288; diarrea, 293; difter ite, 258; influenza, 263 ; i pertosse, 257; malar ia, 2i9; malattie del cuore, 281 ; malattie del fegato, 294; malattie delle arterie, 281; malattie del lo s tomaco, 292; marnsmo senile, 286; meningite ~empl ice, 279 ; meniug (te tubercolare, 277; morbill o, 255 ; polmonite, 289; scarla ttina, 256; sifilide, 297 ; tifoide (febbre), 2!7. Natalità : Disavanzo di nascite nel pe· riodo bell ico, 432;. v. La.zio, Ma1·cl1.e , Toseana, U,nbria. Italia insulare: .Ric hiami come per Italia centrale. v. Sa,·degna, Sicilia. Italia meridionale : R ichiami come per Italia centro.le. v. Abruzzi, Basilicata, Ca.labria, Oa,npania, Puglie. Italia settentrionale : Richiami come per Itali" centrale. v. Emilia, Ligm·ia, Lombm·dia, P ienwnte, Veneto. Laringite crupale: v . Difterite. Lavori forzati imposti a i pr igionieri italiani pt·esso il nemico, 51, M, 55. Lazio : Mortalità, 125, 142. Mortalità infanttle,, 177-179. Mortalità s eco ndo le cause, 230-298. Mortalità o morbosità. per : bronchite, 235; difterite, 25S; ù.isse n teria, 390 ; e ncefalite, 266-272; febbr~ puerpel0a le, 24.0, 212,296; influenza, 2f,O, 2f.1, 264; malaria, 250, 252 ; malattie dei reni, 2'1.2 ; malattie del cuore, 238; malattie dell'apparato digerente, 240;


rNDit:E ALFABETICO malattie dell'apparato respiratorio, 231, 235; malattie delle a r terie, 239; ma.Jattie dello stomaco, 240; malattie epidemiche, 231-233; meningite epidemica, 265; mo•·billo, 255; pellagra, 210; s carlattina, 255; sifilide, 214; spirochetosi, ·396; tifo esantematico, 219; tubercolosi, 231, 231, 273, 276; vaiuofo, 254. Nata.litit, 416, 421-1/.!S, 441-465 ; illegittima, M7-46G. l,'econdità, 4'11; legittima., 4,b4; ,illegittima, 447. Leg,ttima.aion'i, 448, !151,. 452, 455. N a ti-mortalità, 472-476. Nuzia lit à, <191-197. v. Italia cent1·ale. Lebbra: v .' 1lfalattie epidemiche. Legittimazioni d i figli naturali, 448, 450-J56, 509. Legittimi : Freq,ienza dei nati legittimi, 413-il46; per regioni, !144. Nati-mortalità, 473, 474. Mortali t.à nel primo mese d'età, 180-182. Leucemia : v . Ane,nia. Licenze a militari mobilitati: Conseg t1enze sanita1.·ie, 3. R ipercussioni sulla n:ito.lifa, H8420, 430. Hipercuss i.oni sulla nuzia lità, 420,481, 488, 490 . Lig uria: Mortalità, :125-142. .Mor talità infantile, 177-179 Mor talità. secondo le cause, 230-298. Mortalit1 o m orbosità. per : anemia, 239 ; a ppendicite, 2:U; bronchite, 235 ; colera, 383 ; diarrea,, 241; d ifterite , 258; dissenteria, 390; encefalite, 266272; febbre puerpera le, 2iO, 212, 296; influenza, 232, :260, 264 ; malaria, 232 , 249, 250; malattie c1el cuore, 238 ; malattie del fegato, 24t; malattie dell'apparato digerente, 210; malattie dell'apparato r espiratol'io, 231: ma-

lattje epidemiche, 231-233; marasmo senile, 244 ; morbill o, 232 ; pellagra, 240; scar la,ttina, 232; t i fo esante matico, 249, 370, 371; tifotde (febbre), 248; tu b ercolosi, 2:31, 23!1, 273, 274, 276; t u mori maligni, 237; vaiuolo, 232, 254; vizi coogeniti, 243. Natalità, 416, 421-438, 4:IJ-465; illegittima, 417-465. Fecondità, 441; legittima, 4'14; i llegitt ima, 447. Legit timazioni, 44'3. Nati-mortalità, 472476. Limitazio ne volonta ri,1 delle nascite, <135, 418. Nuziali tà, 491-497. v. Italia settent,-ionale. Limitazione volontar ia del le n ascite, 430, 431, 434, 485, 446, 448, 455, 463, 481, 497, 517. Lombardia : Mortalità, 125-142. J\llortalihi, infantile, 177-179. .Mortalità secondo le cnuse, 2i:l0-298. Mortalità o m or bosi tà per : appendici te, 241; bronchite, 235; colera, 272, 383; dissenteria, 390, 39~; encefalite, 266272; febbre puei·perale, 210, 2,12, 29G; influenza, 232, 260, 264 ; ipertosse, 2.'\6; 1ualaria-, 232, 250; malattie del cuore, 238; malattie dell' a-pparato d igerente, 2!10; malattie dell' apparato r ,espiratorio, 231; ma.latti e epic1emi· che, 231-233 ; marasrno senile, 2<1-1; meningite epidemica, 265, U93; meningite semplice, 23, ; morb illo, 255; pellagrn, 240, 24.i, 245; scarlattina, 232; sifilide, 2,JJ,; tifoide (febbre), 2!18; t ubercolosi, 231 1 284 1 273, 274, 276; tumori maligni, 237; vo.iuolo, 232, 253, 25:1.. Mor t i per bombardamenti aerei, 62. Nat,alità, 415, 421-138, 441-465; illegittima, 447-!165. Fecondità, 441; legitt ima, 444 ; illegitt ima, 4'17.


• 570

INDICE AL'F'.ABETICO

Legittimazioni, 448, 455, 456. Nati-mortalità, 472-476. Nuzial ità, 491,497. v. ltalia seUentrionale. Lupns : v. Tubercolos·i . Macedonia: Morbosi tà fra le truppe, 370, 375, 391. Malaria: Mor bosità, 373-376. .Mortalità., 191, 210, 211, 515, 517; confronti intera.azionali, 203, 204; per regioni, 232, 21,9-253; per età, 311-315. Diffusione della malaria nella regione invasa, per opera dell'amministrazione nemica, 90-92, 252. v. Malattie epidemiche. Malattie, 367-402. v . Cause di ino,·te, Morbosità, Mortalità, e i nomi individuali o di classi di malat t.ie. l\falattie a.cute dell'intestino: v. Diarrw, Malattie dell'appa..-cito wigerente. Malattie clegli organi genitali femminili: Mortalit;,, 198, 222, 223. v. Febbre puerperale, ecc. Malattie dei reni: Modalità, 198, 222; confronti interna-

gioni, 231, 235, 236, 286-291; per età; 003, 344-352.

Malattie delle arterie: Mortalità, 194, 195, 218, 2UJ; per regioni, 239, 232-284; per età., 303, 342, 34,3. Malattie dello stomaco:

Mortalitìi:, 198, 221 ; confronti internazionali, 203; per regioni, 2,m, 291, 292; per età, 352, 358. v. Malattie dell'(J(pp,11rato d•igerente . Malattie e cl acciden ti d ella gravidanza, del parto, èlel p 11erperio : v. Ji'ebb,·e puerJ>era le, ecc. Malatt ie epidemiche: Morbosità, 368-394. Mortalità., 190, 191, 209,214 ; confronti internazionali, 203, 20!l; per regioni, 231-2èl3, 246-272; por età, 300, 301, 306-331.

Malattie tubercolari: v. 'l'itbercolosi. Malattie veneree, 394. Maltrattamenti : Ai prigionieri italiani press o il nemico , 51-55. All<t popolazione della regione invasa,

88-92.

Marasmo senile: Mortaliti,, 195, 224, 226; confronti inter-

zionali, 203,207; per rngioni, 2H, 242,

nazionali, 20a, 2.07; per regioni, 2<1il,

294, 295; per età, 304, 357, 358. Malattie dlel cuore e del pericardio: Mortalità, 191, 195, 218, 219; confronti internazionali, 203, 205; per r egioni, 238, 281, 28:2; per e tà., 303, 3!0-342.

24fl, 285, 286; per età, 00!!, 3fl3, 344. Marche : Mortalità, 125-142. Mortalità infantile, 177-179. Mortalità. secondo le cause, 230-298. .Mortalità o morbosità. per: apoplessia, 238; dissenteria, 390; encefalite, 266272; ernie, 2!1 ; febbre puerperale, 240,242,296; influenza., 260, 26i; ipertosse, 256; malaria, 232, 250 ; malattie del cuore, 238; malattie del fegato, 141; malattie dell'apparato digerente, 240; malattie dell'apparato respiratorio, 231, 235; malattie epidemiche, 231-233; meningite semplice, 237; m e ningite tubercolare, 393; morbillo, 232; pellagra, 2-10, 244, 24.5; poi mo-

Malattie del fegato: .Mortalità, 198, 221; confronti int ernazionali, 203; per regioni, 241, 29:1,; per età, 356, 357. v. Malattie dell'appum:,to digerente. Malattie dell'apparato digerente: .M.ortalità, 197, 198, 220, 221 : confronti internazionali, 203,207; per regioni, 239-2H; per etù, 304, 352-357. Malattie dell'apparato respiratorio: Mortalità, 195-197, 219, 220; confronti internazionali, 203, 205, 206; p er re-


INDICE AU'ABETICO

i',71

nite, 235 ; scarlattina., 232; tifo esa.nnazionali, 203; per regioni, 232, 255 ; tem.a.tico, 371; tuber colosi, 23L, 234, per e tà, 317. v . 11ialattie epidemiche. 273, 276; tumori maligni, 237; vaiuolo , 232, 253, 254; vizi congenit i, 243. .ilforbo di Pott: v. 'l'ubercolo., i. Morti per bombarda.menti aerei, 62; naMorbosità, 367-402, 513-518. v . Oause di 1,w,·te, M.o,·talità e i nomi vali, 66. i ndividuali o di ~.lassi cli malattie. Natalità, 415, 4L6, (12L-438, 4H-±fì5; illeMortalità: gittima, 447-465. .l<'econditò., 441; legittima, 414; i llegitIn Italia, 11, 15-402, 513-518, 523. Confront i internazionali, lOB-112; setima., 447. (:oudo il sesso e l'età., 116-148 ; se· Legit timazioni, 4•1S, !151, <l 52, 455. condo le cause di morte, 202-207. Nati-mortalità., 472-476. Nuzialità., 491-197. Per mesi, 113-124, 531 . v. Italia centrale. Per l'egioni, 125-142, 424,425,535; mortalità infantile, 177-179; secondo le Marina militare: Morti e feriti in gner- · ra, 41. cause di morte, 230-298. Maternitù, (Mahittie conne~se con la): Per sesso ecl età., 143-185, 527, 528, 536v. Febbre pue,.perale, ecc. 53S; confronti int erna,zionali, 146-148; s econdo le cause di morte, 299-366. Matrimoni: v. Deficienza cli nwlrimoni; Eccedenza di matrùnoni 1 Nuz·i alità ; Mortalità. infantile, 168-183; per i-egioni, 177-179; legittimi e illegittimi, 180-182; Unioni extra-legali. secondo le cause di morte, 311-360. Meningite epidemica: Morbosità., 393, 394. Secondo le cause di morte, 187-402; confronti internazionali, 202-207; per reMortalità, 194, 195, 217, 513; per regioni, gioni, 230-298; per sesso ed età, 299237, 264, 265; per età., 328, 329. Meningite non epidemica : 366. N<ill'esercito operante, :<7-!18, 524-526, Mortalità, 194, 195, 217; confronti internazionali, 203, 204; per regioni, 237, 538. Nella regione invasa, 68-106. 278, 279 ; per età., 302, 3.~9. Dei prigionieri italiani, 49-56; dei priMeningite tubercolare: Mort,alità., 132, 2H, 2L6 ; confronti ingionieri nemici, 50. Corr elazion e con fa natali tà, 424,, 425, ternazionali, 203; per regioni, 277, 278. i45. v. Tubercolosi. v . Ca1'Se di mo,·te, Eccedenza cli mort·i , Morti in guerra,1l1orti inpr·igionia, MorMine: v . Na-vigazione. ti nella regione invasa, Super,nortaz.it,à . Mobilitazione: Causa di pertubazioni demografiche, 3. Morti : V. Cause di morte, .Eccedenza di 11iort·i, Ripercussioni sulla mortalità., 513, 514. Mo,·talità, Morti in guerra, Morti in R ipercussioni sulla natalità., 415-418, prigionia, Morti nella 1·egione invaso.. 428-430, <l5l, 514, 515. Ripercussioni sulla nuzialità, 416, 417, Mor ti in guerra, 18-48. Fonti statistiche, 18-31. 420, 428-430, 451, 4S7, 50L, 502, 509, Nell'esercito operante, 27-'11, 524-526; 514, 515. per offesa nemica, 27-31; per malatMorbillo : t ia, 27-31; in prigionia, 27-31; secondo Morbosità, 378, 379. l'epoca, 32-34; nel le principali opeMortalità, 191,212,213; confron ti inter·


572

INDWF. ALFABJ~TICO

razioni, 3i-fl7; sulle varie fronti , 117; per ar1ui e cor11i 1 38; _p er reg ioni, 111,142; (lolla p rovincia di Bologna, 42-48 .

Lei::ittima, 141-4A6; illegittima, 1.4\l, 4491ti5. Con-clazi on e con la mort.alit ù., 424, 425, 445.

v. D,ficienza di nascite, Eccedenza dina-

Nell a mn.rin a militare, 1l, 42. po t·

'1,:ite, Fecundità, L imifo,zioue voluuto,riu

insitlit; alla n avigazione, 5S-Hl; p~r homb,ir,lament.i a,Ar<'i, 61-6G; p er homb arda.mcuti n a.vn.li , Hfi-fi7 ; 1Hdl a 1'H· g ionA i n vasa, 7G-Hx;. Mo1·ti ln prigiouia,, 27-:n: 11!> rin, r,21 -fi2(i. Ottuse tli n.lta. 1110,·t,a.lit:.\., 1tH, ncc iF-ion e tii r.~ri Li , r,1.; impi l•.!-{o i11 :1.orn\ èPopP.r :w;io11i, f,L; a Jfo.in:une nt.o, 52, 5B; in-

delle na.,oit.e, Nati-71wrt«lità, .Rilorrl,i nelle denunzie di na,sCite.

N ella

popola.zioua civile, 57-67 ;

s nllic:icmt..c riparo, GH, [,~; uiuJtra.Lta.1nP11ti, r,1 ; d cficionte a.ssisten·1,a su.ui-

tariu., :;,i; la.vori forza.ti, ?11 , fi>. Morti_ Hulla region~ invasa., 7f;-10H. 11,o n ti st..a.tiliticlu:~, 76-', 8, Distribuzione gt:ogra(ica, e per cir c o · Rcri1.ioni "unniuistr n.t.ivc,, 7!J-S7. rn;,_

1.06.

I n l ti:dia, !166-476. .Pnr m esi, 407-472, 515. Per r egioni , 472-476, 51ti. J.,ugit t ima e i l lP.~it Urua., 17:~. 11711 Corrclnziono con la. 11u z iu.liti1., lli!I, 1, . 1. v • .l!lc.ccdenza, rli 11.rtli mnrli. Na.viga.:,;i.o u c ( lus idit· :d l:t) : Perrlit~ di v i l.P, r"~ .li l ; pnt' 1111 111 . r in , 11a,vi d a. 1::irir.11 :!.11a,· ,·u l ,•, f,'. I, 1,11, 111• ,.

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573 -:\4.ort i <1 rnort,a.li.lù. u u ll a r <°'gioue inva.St\ 1

7<J- LOH, i,l~-5,m. ltip1~1·c11s~ioni ùelP i11va.sionc s ulla n u7.in.l iti,, 193. v . Aj/a,nto.'tlLCnlo, .Alime-n taz·inne, DcpO'rto,. zione, ,Morti nella 'r egimu inva.1a, Pro(,iy/ii di guerra. Olrrnda: Morto.lith., 108, 110, HL Natalità., 409412. N uzialità, 481-483. Omicidi: c..u s a d i m or te, 11()'.l. Commessi da~ n emico nellu. r eg-iont~ in· vasa, 138, 89. Or ecchio ni : v. Maù,Uie epidr.miche. O rfaui ùi g n e.rra, 47. Par atifo: v. Malat/i.r, ,;pidemiclte, 'l'if irirl~, (f~hbrc).

P clln.~ra.: Morbos it,·,, BIMHl98. M orLtLlili,, J!J!l-'.!01, 2.!5, 2l!fì; p 1,r region i, :!10 1 :l11, 2,;;-,, ~)7 ; t11~r ell1., :-'aO:l. Nell:t rcg-iouc inv:tsa , 103. 1>criLouitP-: v. Appendicite. l'cste bulihonica, 39-:\. Pieiu ouLu : Mnrb,li t.ì,, 12n-l42.

Mo rta liti, jnfan t ile, 177-179. .'\<l ortnli b\ sccowlo le cause, 230-298. M o ,t,,.liU, o morbos ità per: anemia, 239; :LPJ"' 111lidt.1~ 21 1; lJr o n chi to, 235; co· l•·nl , ;;H;;; tl i:t!Tt·a.! 21 1; òi ~sr.ntnrhl.; :,!)O, :,~ 11 ; 1·11 c 1•f'a.li l,e, 26G-~a~; f&bbre 1H11•1·p1·rnl ,·, ~.10 , ~.J~, ;l9G; iuflue n 1.a.,

2Jl, :!C:0 1 :,!1;1 ; 111:daria, ~ (2 1 2!'"){); ma.In.I.I.i n d1•I 1:1111rn 1 :J:*ì; 111n.ln.l.Lic de l -

l' apl'a,l':ll o

di g-1· 1·1· 11L,· , ~ Il) ;

il,·ll 'u.pp:u ·a,l,11

t'Pl'i fli nLi o l'i o,

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::t:H , ~ {:'• ;

1nnla.l I i11 1• p id11111i1· lw , ~:t i ~~ : ; 111t•1ll1tg-itn 1•pid 1•111 ii~n 1:~i ;~, t :111:t; n1o r lii ll o ,:2:tJ; rw ll a~r:t 1 '.! 10, '.! I:-', ; K1·11 1l 11.I l.l 1iu. , 'l,: :1; 1-' i-

fi lid<•, i M; til11P-.; u1.t ., · 1111d1,·u 1 :td l1 :'7 1 , t,j foid 1, (fo1 ,bn•) 1 '2,JH; t,11lw 1·1·11ln~o , ~·:tr ,

231, ~7:3, 271) ; t.11 11101·i

11mlig-n i ,

"2:a;

vn..i 110 \0 1 ~t,2, ~t.·I, ;j7(i ; vi:1.i congeniti, 'L1'.l. .Nalalit:,, -11H, l:l l-43t;, 11.l -1H,'>; illcgitt.imn , 147-tJnr,. F'P.<~ondi b'L, d1 l ; lf'g-i1,l.in111 , 1,1'1 ; illogit,-

t ima., 447. Leg i ttima.,,.ioni , tl1K. Nati·rnortalit>\, 472-i 7(i. Limitazione volon ta.riu. delle nasc;it.e ,

430, 435, 448. Nnzialit,\, 491-497. v. I lali,,1, ·"elhmlrionale. Pleurite: M ortalità per l'P.gioui, 2.%, 290, 2!Jl ; 1•cr cli,, 350-Bi\2. v. M,ua/lic dcll'appa,•r,to ,·espiratorio. Polmonit.A cru p,du e bron c o po l m onite acuta. Mor talit:\, JOO, :.!'20; coufronti i ntcrna6io1rn.li1 20B; pe r r ef{io 11i , 23.~, 2f*.;.2DL

v. i'W.,.t lallù: tlcll 'r1,ppar,1,to rr,.~11frnto1·io. P o ;;ol azion P. itn.lin.na.:

S uo s vilu ppo, 1wima., ùunL-ute e d upo !a, ~uc1rra., 1- 1:l, fl:l l , i.,ii. ofo,·,o tl"mo~n,fico-militfu ·tJ dd l' ftali:1., U0U-w5. I'o1·tog n.l '1-, : Mortrclit,i,,, .llJK. N"to.litù, 400. l'riµ;io n ieri italia ni, 3'.!·37, Ml, 516, 524-fl>!l;_ Conseguenze sanitariB rlel loro r im patrio, :,, G16. ConRQ~aen v.c dol ri ui pa.Lrio s u lla. 11 n i,a lit.ll., ,t!fl.

Mort i , ~7-H I , tf! I, GG.

Di::; pc rs i, ~ I. v. A ff,tmr1,111,-.>llo. 11/im,·ulu -iom•, /,,11.r<wi {o,·.:,ali, Alollroll11111,·11fi , Jllorli ù, pri.,,i,,11 i11 .

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70, 7J , 99 7 515.


574

lNDICE ALFABETICO

Prussia: Mortalità, 108, 111. Natalità, 409, 412. Puglie: Mor talità, 125-142. Mortalità infantile, 177-179. Morta,lit à séconclo le cause, 220-298. Mor talità o morbosità per: anemia, 239; bronchite, 235; colera, 384; dis· senteria, 390; encefalite, 266-272; feb. br e puerpet·ale, 240, 212, 296; influenza, 232, 260, 261 ; malaria, 249-251; malattie dei reni, 212 ; malattie dell'apparato digerente, 239, 210 ; ma· lattie dell'apparato respirnto1·io, 231, 235; malattie delle arterie, 239; malattie dello stoma,co, 239; malattie epidemiche, 231-233; marasmo senile, 244; meningi te epidemica, 265, 393; meningite semplice, 237; morbillo, 232; pellagra, 240; polmonite, 235; · scarlattina, 232; tifo esantematico, IM8, 249, 370, 371; t-racoma, 394; tu· bercol osi, 231, ~3·276 ; tumor i malign i, 237; vaiuolo, 2M, 377. ,\forti per bombardamenti aerei, 62; navali, 66. Natalità., 416, 421-438, 441-165; illegitt ima, 4147-465. Fecondità, 441; legittima, 144; illegittima, 447. .Legittimazioni, 118. Nati-mortalità, 472-476. Nuzialità, 491-497. v. ltC1l-ir.o meridionale. .Regione invasa: v. Occupa.zione nemica di terrifor·i italiani . .Ricambio di uomini tr a l'esercito e il paese: conseguenze sanitarie, 3. Risipola: Mortalità per r egioni, 265. v. Malattie ·epidemiche. R itardi ne lle denunzie di nasci te, 116, 417, 466, 469, 470, (1.76.

Romania: Mortalità, 108, 110, 111. Natalità, 409-412. Nuzialità, 482, 483. Russia: Mortali tà, 108. Natali tà, 409. Sardegna: Mortalità., 125-142. Mortalità infan til e, 177-179. Mortalità secondo le cause, 230-298. Mortalità o morbosità per: anemia, 239; apoplessia, 238; bronchite, 235 ; colera, 272, 384; dissenteria, 390; encefalite, 266-272; febbre puerperale, 210, 242, 296; influenza, 232, 260-264; malaria, 232, 250, 252; malattie dei reni, 211, 242; m alattie del cuore, 238; malattie del fegato, 241; malattie dell'appa,ato digerente, 240; malattie dell'apparato respiratorio, 231; ma.latti e epidemiche, 231-233; marasmo senile, 244 ; meningite, 237; pellagra, 240; pleurite, 236; polmonite, 235; scarlattina, 23'2; tifo esantematico, 371; tracoma, 394; tuber· colosi, 231, 234, 273, 276 ; tumori ma· ligni, 236, 237; vaiuolo, 253, 254. Natalità, 415,416, 421-438, 441-465; illegittima, 447-465. Fecondità, Ml; legittima, !44; illegittima, 447. Legittimazioni, 448. Nati-mortalità, 472-476. Nuzialità, 491-497. v. Italia insulare. Scarlat tina: Morbosità, 379. Mortalità, 191, 211, 212; confront i internazionali, 203; per regioni, 232, 255, 256 ; per età, 317, 318. v . Malattie epidemiche. Scorbuto: Nella regione invasa dal nemico, 100. Scrofola: v . Tube1·colosi. Senilit./i. : v. ./11arasnio .,enile.


INDICE ALFABETICO Serbia: Mortalitr,, 108. Natalità, 409. Seivizi i ~ienici e sanitarj: organizzazione durante la guerra, 4.

575

Smobilitazione : Problemi igienici da essa determinati, 5. Ripercussioni sulla mortalità, 517. R ipercussioni sulla nuzialità, 419, 420, 431, 452, 501, 517. Ripercussioni sulla uata.lità, 419, 420,

Sfon:o demografico-militare dell'Italia in eonfronto con la Francia e col Reg no Unito, 550-555. 431, 452, 517 : Sicilia: Spagna : Mortalità, 125-142. Mortalità, 108, 110, 111; secondo le Mortalità infantile, 177-17[). cause, 202-207. Mortalità secondo le cause, 230-298. Natali t:à, 409-41.2. Mor tali tà o morbosità per: anemia, Nuzialità, {82, 483. 239; apoplessia, 238; appendicite, 241 ; Spirochetosi ittero-emorragica, 396. bronchite, 235; diarrea, ~11; dissenteS tatistiche del lo stato e del movimento ria, 390; encefalite, 266, 268,271; febdella popolazione : deficien ze per il br0 puerperale, 24.0, 242, 296; influenperiodo bellico, 6-7, 18-20, 76-78 . za, 260, 264; malaria, 232, 250, 252; Steriliti., 445. malattie dei reni, 241, 212; malattie Suicidi, 201, 202, 225, 226; confronti indel cuore, 238; malattie dell'appaterna.zionali, 203; per età-, R05. rato digerente, 2,10; malattie dell'apSupermor·talità : parnto respiratorio, \!31, 235; malattie Significato di varie misure di esso.1 delle arterie, 239; mala.ttiè dello sto· 159-161. maco, 2'10; malattie epidemiche, 23 1, Per regioni, 134·1B6, 141, 142. 233; m:wasmo senile, 244; meningite Per sesso ed etiL, 157-159, 184, 185. epidemica, 265; meningite semplice, v .. Eccedenza di morti. 287; morbillo, 255; pellagra, 240 ; pol- · Svezia : monite, 235 ; scarlattina, 232, 256 ; tifo Mortalità, 108, 110, 111; secondo, le cauesantematico, 871; tracoma, 394 ; tuse, 202-207. bercolosi, 231, 234, 273, 276; tu!Ièori Natali t.à, 408-412. maligni, 237; vaiuolo, 232, 253, 254. Nuzialità, 482, 48B. Nataliti., 416, 421-438, 441-465; illegitSvizzera : tima., 447-465. Mor talità 108, 110, 111. Fecoudità, 441; l egittima, !bt4; illegitNatalità, 40fJ-412. tima, 447. Nuzialità, 481-488. Legittimazioni, 448. ~a.ti-mortalità, 472-476. Tabe mesenterica: v. Tubercolo,i. Rita.rdi nelle c1euunzie di nascite, 4 16, 'fifo esautemati<lO o petecchiale: 417, 466, 470. Morbosità, 870·il73; per provin cie, 371. Nuzialità,, 491-497. Mortalità, 191, 213, 516, 517; confronti v. }/.alia in.sular•. internaziouali, 203; per regioni , 248, S ifilide: 24fJ; per età, 310, 311. Morta.liti., 199-201, 225, 226; per region i, v . Malattie epidemiche. :.144, 296, 297; per età, 305, 359, 360. Tifoide (febbre): Siluramenti (v. Navigazione). Morbosità, 368, 369. Sincope: v. 11.folatt·ie del cuore. Mortalità, 191, 211, 514; confronti in-


57ti

INDlCE A"U'.ABETlCO

teroazionali, 203, 201; per regioni, 246-248 ; per età, 306-310. Tisi : v . Tubercolosi. Toscana : Mortalità, 125-142. Morta.lità i nfantile, 17"7-179. Mortalità secon do le cause, 220-298. Mortalità o morbosità per : anemia, 239; diarrea., 241 ; difterite, 258; dissenteria, 390; encefalite, 266-272; febbre pnerperale, 240, 242,296 ; influenY.a, 232, 260, 2(H; malaria, 250; malattie d ei reni , 242; malattie del cuore, 2ll8; malattie del fegato, 2-il; malatt ie dell'aJ?parato digerente, 239, 240; malattie dell'a.pparato respiratorio, 2Bl, 235; malattie delle arterie, 239 ; malat tie dello stomaco, 239; malattie epidemiche, 231-233; meningite epidemica, 265,393; morbillo, 232; pellagra, 240; pleurite, 236; scarlattina, 232; s ifilide, 244; spirochetosi, 386; tifo esantematico, 371; t ubercolosi, 231,234, 273-276; tumori maligni, 236, 237; vai uolo, 254. Natalità, 4,16, 421-438, 441-!l65 ; illegittima, 447-465. lèccondi tà, '141; legittima, 444; illegittima, 447. Legit,timazioni, 418, 451, 452, 455. Nati-mortali tà., 472-476. Nu,,,ia.] ità, 491-497. v . Italia, cent,·ale. Tracoma, H94, 395. Trichinosi, 396. 'l'nbercolosi : ,\iortal ità, 192, 19H, 2H-216; confronti internazionali, 203-206; per r egioni , 231, 234, 235, 2-73-278; per età, 301, 302, 331-3:JS. Nell'esercito, 398-400. 'l'l-a i prigionieri italiani, 52, 56, 399. Tumori mali~ni: M0rtalità, 192, 19i, 216, 217; confron ti internazionali, 203, 204; per regioni, 236, 237, 278 ; per et1i., 302, 338.

Uccisione : di feriti, da parte del nemico; 51; di prigionieri sulla via del rimpatrio, 55; cl i civili nel la r egione invasa, 88, 89. Ufficio notizie militari di Bologna : statistichll dei mor ti in guerra, 22, 29 ; indagine sui morti della provincia di Bologna, 42. Umbria: Mortalità, 125-112. Mortalità infantile, 177-179. Mortalità secondo le cause, 230-298. Mortalità o m orbosi tà per : a poplessia , 238 ; appendicite, 241 ; bronchite, 235, difterite, 258; dissenteria, 390; encefalite, 266-272; ernie, 241; febbre puerperale, 240, 242, 296; influenza, 260, 264; malaria, 232, 250; malattie dei reni, 212; malattie del cuore, 238; malattie clel fegato , 2il; malattie dell' apparato d igeren te, 240; malattie del l'apparato respiratorio, 231, 235; malattie dello s tomaco, 2-40; malattie epidemiche 231-233; meningite, 237 ; morbillo, 232; pellagra-, 240,244, 245; pleuri te, 286; polmonite, 235; scarlattina, 232; tubercolosi, 231, 234, 273, 276; vaiuol o, 232, 253, 254. Natalità, 415, '116, 421-488, 441-465; iliegitt ima, 447-465. .Fecondità, 441; legittima, 444; illegittima, 447. Legittimazioni, 448, 451, 452, 455. Nati-mortalità, 472-i76. Nuzialità, 491-497v. Italia centrale. Ungheria: Mortalità, 80, 101, 108-111; secondo il sesso e l' età, 146-l.4.8 ; secondo le cause, 202-207. Natalità, 409, 410. Nuzialità, 481. U nioni extra-legali, 447, 448, 450-!156, 462, 473, !l78, 488, 492, 509, 510.


INDICE ALFABETCCO Va.ooinazioni: Anticoleriche, 52, 387, 389. Antitifìche, 52, 1308-310, 869. AntiQaiuolose, 25!, 255, 316. Vaiuolo: Morbosità, 376-378. :\ltortalitii,, H!l, 211, 516, 517 ; confronti internazionali, 203, 204; per r egioni, 232, 253, 254.; per età., 315, 316. v. Malallie epidemiche. Vedove di guerra, 47, 458, 455, 456, 462,

500. Veneto: Mortalità., 125-1'12. )!101·ta1ità, infantile, 177-179. Mortalità secondo le r.a.use, 230-298. Mortalità o mor bosit.\ per: bronchite, 235; colera, 272, 383'; dissenteria, 3B<JS91; encefalite, 266-272; ernie, 2U; febbre puerperale, 2!10, 242, 296; influe nza., 232, 259-264; i pertosse, 256; malaria, 250-252 ; malattie dei reni, 2;1,l -242; mnlattie del fegato, 241; malattie dell'apparato digerente, 239,

G. MOltTAR\.

577

240; ma.latti e dell'a.ppara.to respira-

torio, 231, 235; malattie delle arterie, 239 ; malattie dello stomaco, 240; malattie epidemiche, 231-233; meningite epidemica, 265; morbillo, 232, • 255; pellagra., 240, 2M, 245, 396-398; polmonite, 2d5; sifilide, 244; t ifoide (febbre), 24:7. 368; tubercolosi, 231, ~1, 273-276, 371 ; vaiuolo, 23'2, 254; vizi congeniti, 243. Morti per bombardamenti aerei, 62. N a.talità , 415, 416, 421-488, 441-·! 65; illegittima, 447-465. Fecondità., 441; legittima, 444; illegittima, 447. Legittimazioni, 4,1s, 451, 152, ilf>1. ~ati-mortnlità., 472-476. Nuzialità., ,J9l -i97. v. Jtalù, settentrionale, Occnpazione nemica di territori. italia11i. Vizl congeniti, atrofia, imma.turil.à, ecc. : Mortalità, 199-201, 224 ; confronti inte,·nazionali, 203, 207; per l·egioni, 213; per età, 80!.

37



PRO GRAM MA PER LA STORIA E c oNoMICA E SocrALE DELLA GuERRA M ONDIALE

I DIRE TTORI E CONSIGLI DIRETTIVI ITALI.A

Prof. P rof . Prof . Prof.

LUIGI E INAUDI, P,·esidente. PASQUALE JANNACCONE.

UMBERTO R1cc1. JAMES

T.

SIIOTWELL,

ex-officio.

.AUSTRIA E UNGHERIA

Ufficio direttivo misto Prof.

J AMES

T.

S HOTWELL,

Presidente.

E er-ie A.1istriaca. Prof . Dott. FRmDRICH Vv rESER, Presidente. Dott. RICIIARD RmoL. Dott. RrnHAnD ScaiiLLER. S erie Ungherese. Dott. GusTAv GRATZ, D-i,1·ettore. P rof . Dott . C LEliENS PmQUET, Direttoi·e della serie della Salute pubblica.

BELGIO Prof. H.

P m ENNE,

D-irettore. FRANCIA

Prof.

C .ILIBLES

GmE, Presidente.

A RTH UR FONTAINE. P rof . H ENRr H AUSER.

Prof. Prof .

CIIARLES RIST.

JAMES

T.

SHOTWELL,

ex-officio.


(2]

I - DIRETTORI E CONSIGLI DIBETTIVI

GERMANIA Dott. CARL MELcmoR, Presidente. Prof. Dott. ALBRECH'l' MENDELSSOEN BARTHOLDY, Segretario. Dott. HERMANN Bt.rcmm. Prof. Dott. CARL DmsBERG. Prof. Dott. MAx SERING. Prof. JAMES T. SaoTWELL, ex-officio.

GRAN BRETAGNA Sir Wrr.,LJAM B EVERIDGE, K. C. B., Presidente. P rof. H. W. C. DAvrs, C. B. E. THOMAS JONES, LL. D. J. M. KEYNES, 0. B. F. H. HmsT. P rof. W. R. ScoTT, D. Phil. LL. D. Prof. JAMES T. SHOTWELL, ex-officio.

OLANDA Prof. H. B .

G REVEN,

Direttore.

RUMANIA DAvro MrmANY, Direttore.

RUSSI A Sir

P AUL VmoGRADOFF,

F. B. A ., Dù·ettore della Prima serie. SO.ANDINAVIA

P rof. H..uiALD WESTERGAARD (Danimarca), Presidente. Prof. Er,r lliCRSCHER, (Svezia). Prof. J AMES T. SHO'l'WELL, ex-cfficio.


II ELENCO DELLE MONOGRAFIE Quest'elenco contiene soltanto le monografie pubblicate od in preparazione, ed è soggetto a mutazioni. Le monografie si dividono in due categorie principali: quelle che costituiscono un intero volume, da 300 a 500 pagine, e quelle di circa 100 pagine, o meno, che, trattando argomenti speciali, potranno da ultimo essere riunite in un sol volume con altre trattanti a1:gomenti simili. I titoli sono stati raggruppati in modo da indicare la composizione del volume, come ora è proposta; ma questo raggruppamento: non può essere consi derato definitivo nelle serie più complesse e più vaste. È però intenzione d ella Fondazione di far uscire il numero di. volumi annunziato. L'elenco contiene soltanto le serie di volumi concernenti i paesi europei ; le serie riguardanti i paesi extraeuropei saranno annunziate in seguito. Le monografie già pubblicate sono indicate con un asterisco; quelle anche già pubblicate, ma che faranno par te, insieme con altre, di uno stesso volume, con due asterischi. SERIE

rrALI.ANA

Bibliog-rafia dei probl emi econorruc1 e P rof . VINCENZO PoRRI sociali della guerr a; con un' introduzione sulla r accolta e l' uso dei documenti della guerra, di EUGENIO CASAJNOVA, Sopraintendente dell'Archivio del Regno. ·» Prof. ALBERTO DE S·rEFANI _,_ La l egislazione economica della guerra. P rof. UMnElITO Rrccr - La produzione agricola in Italia, 1914-1919. Prof. ARRIGO SERPIERI - Le classi agricole in Italia durante la guerra. ·~ Prof. RICCARDO BACHI - Gli approvvigionamenti alimentari e la politica annonaria in Italia. Prof. GAE'.l'ANO ZINGALI - Il rifornimento dei viveri dell' Esercito Italiano. Prof. Lumr E INAUDI - Finanza di guerra. - Il costo della guerra per l ' Italia. Prof. P ASQUALE J ANNACCONE - L ' infla11ione cartacea in Italia, e i suoi effetti sni prezzi, i redditi e i cambi esteri.


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II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

• Prof. GIORGIO MORTARA - La salute pubblica in I talia durante e dopo la guerra. Prof. GIOACCHINO VOLPE - Il popolo Italiano durante e dopo la guerra. • Prof. GIUSEPPE PRATO - Il Piemonte e gli effetti della guerra sulla sua vita economica e sociale. SERIE AUSTRIACA ED UNGHE RESE

Austria-Unghm·ia. • Prof. Dott. 0THMAR SPm,'N - Bibliografia dei documenti a stampa concernenti la guerra. • Dott. ALEXANDER PoPOVICS - St.oria bancaria e finanziaria del1'Austria-Ungheria durante la guerra. Stor ia Econ omico-militare: · se1·ie di studi diretta dal Prof. Dottor WIESER, dai generali KRAUSS e HoEN, e dal colonnello GLAISEHoRSTENAU. Col. KLOSE - Coscrizione ; Col. PFLUG - Munizioni e rifor nimenti; Col. RA'l'ZENHOJi'ER - I trasporti sotto il controllo milita.re. Gen. KERCHNAWE - L'utilizzazione economica dei territori occupati: Serbia, Montenegro, .Albania. Dott. GRATZ e dott. Scai.iLLER. - « Mittel-Europa », o la preparazione di una nuova Unione economica. Prof. Dott. FRIEDRIOH W msER - L 'esaurimento e la disorganizzazione della Monarchia degli Absburgo; eon un'appendice sul disfacimento dell' Unione economica Austro-Ungarica del Dottor R10HARD SoHi.h,LER.

Inipm·o Austriaco. • Prof. Dott. JosEP.FI REDLIOH - Il governo in Austria-Ungheria durante la guerra. Dott. RIOHARD R IEDL - Il Controllo sull'industria in Austria durante la guerra. Dott. H. LovmNFELD Russ -- Il Controllo sui Viveri e sull' agricoiJ.tura in Austria dmante la guerra. Il lavoro in Austria durante la guerra - Serie di studi diretta da FERDINAND HANUSCH. Ing. BRUNO von E NDERES - Le f errorie austriache dmante la guerra .


II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE I•

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Ing. E:mL von HoMANN-HERIMBERG - I rifornimenti di carbone

in Austria durante la guerra. Cancelliere Dott. lGNAZ SEIPEL - Gli effetti morali della guerra sull'Austria. Prof. FRANZ ExNER - La guerra e l a crimin alità. Dott. HoRNIOK - Il costo della guerra per l'Austria. I

Regno d'Ungheria. Dott. GusTAv GRATZ - Storia economica della guerra in Ungheria. Sguardo generale. Conte ArnERT APPONYI - Gli effetti della guerra sull'amministrazione governativa e sullo spirito pubblico. Barone J OSEPH SzTERÉNYI - L' industria Ungherese durante la guerra. ~ Dott. ALESSAi,DRO MA'l'LCKOVITS - Storia del commercio ungherese durante la guerra. Dott. JOHAN von TELESZKY - Storia della finanza ungherese durante la guerra. Dott. EMIL von lYIU'l'SCHENBACHER - L'agricoltura ungherese durante la guerra. Prof. JoHANN Bun - Il controllo dei viveri dur ante la guerra. Dott. DESIDER PAP - Le condizioni sociali in Ungheria durante la guerra.

Da salttte pubblica e la g1ierra in, Austria-Ungheria: Prof. Dott. CLEMENS PmQUET - Sguardo generale sulla salute publica in Austria-Ungheria. Effetti della guerra sulla salute pubblica in Austria-Ungheria - Studi dei Dott. HELLY, KrncHENBERGJin, STEINER, RASCHOFscHY, KAssowrTz, BREITNER, von BoKAY, ScHACHERL, H ocKAuF, FrnoER, E'.YRLE, ELIAS, EcoNoMo, MtiLLER-DEHAM, NoBEL, \VAGNER, EDE'Lì\IANN e J\UYERHOFER, con un' introduzione del Prof. Dott. Clemens Pirquet, direttore. SERIE BELGA Prof. H . PrRENNE - Il Belgio e la guerra mondiale. FERNAND P .ASSELECQ - La deportazione degli operai belgi, ed il lavoro forzato della popolazione civile durante l' occupazione tedesca del Belgio.


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II ·· ELENCO DELLE MONOGRAFIE

• Dott. ALBERT liENRY - Il rifornimento dei viveri nel Belgio durante l' occupazione tedesca. • Dott. J. PrRENNE e M. VAU'l'RIER - La legislazione tedesca relativa all' occupazione del Belgio. Prof. ERNEST MAllAIM - La disoccupazione nel Belgio durante l'occupazione tedesca. Conte CHARLES DE KERCHOVE - La distruzione dell'industria Belga per opera dei tedeschi. Prof. F . J. van LANGENHOVE-La politica economica del governo belga durante la guerra. SERIE CECOSLOVACCA • Dott. ALo1s RASiN - La politica :finanziaria della Cecoslovacchia durante il primo anno della sua storia. Gli effetti della guerra sul popolo Cecoslovacco. Un volume di studi sotto la direzione del Presidente MASARYK. SERIE FRANCESE Dott. CAMILLE BLOCH - Guida bibliografica della letteratura sulla storia economica della guerra nei rispetti della Francia.

Effetti della guerra siil governo: Prof. PIF..RRE RENOUVIN - La. trasformazione della Costituzione e dell'Amministrazione Centrale in Francia durante la guerra. • Prof. liENRI HAUSER - Il problema del regionalismo. ARMAND BOUTILLIER nu RETAlL - I servizii amministrativi durante la guerra. · HENRI CHARDON - Organizzazione della Repubblica per la pace.

Studi mlle statist·iche del periodo della guerra: M1CHEL H UBER - Effetti della guerra sulla popolazione e i redditi. LucIEN MARCH - I prezzi ed i salari durante la guen-a.

Rifornimento e controllo dei viveri durante la guerra: • ÀDOLPHE .PICHO~ e P. P 1NoT - Il razionamento ed il controllo sui viveri. • MICHEL AuoÉ-LARmÉ - L'agricoltura durante la guerra.


II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

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* ÀR'rHUR

FoNTAL.'lE - Storia dell' industria francese durante la guerra. * Prof. ALBERT Ar<'TALION -- Effetti della guerra sulle industrie tessili. RoBERT PINOT - Gli effetti della guerra sulle industrie metallurgiche e meccaniche; EuoF.."IE 111Auc:r.,Èi:tE - Gli effetti della guerra sulle industrie chimiche.

Gli effetti della guerra sui combustibili e le forze rnotrici: HENRI DE PEYERIMHOFF - L' industria del carbone e i combustibili minerali. * Prof. RAOUL BLAi"ll'CHARD - Le forze idroelettriche. Gen. GEORGES CHEVALIER - L'industria forestale e del legno durante la guerra; Col. PAUL DHÉ-L' industria aeronautica durante la guerra. ALBERT THOMAS - Organizzazione delle industrie di guerra. WILLIAM OuALII> e M. C. PrcQUENARD - Le condizioni del lavoro durante la guerra.

Studi siii problemi del lavoro d-urante la guerra (in. 2 voll.): A . CRÉHANGE - La disoccupazione durante la guerra. RoGER PrcARD - Il sindacalismo durante la guerra. B. NoGARO e Ten.-Col. WErL - Operai stranieri e coloniali in Francia. MARoEL FRors - Le donne nell' indust1·ia in tempo di guerra.

Effetti della guerra sui territori occitpali: PIERRE BouLIN - L' organizzazione del lavoro nei territori in.vasi. PAUL CoLLINET e PAUL ST.AHL- :n rifornimento dei viveri nei territori invasi. EDMOND MICHEL e PRA.."IGEY - Danni inflitti dalla guerra.

Profughi e pr'igionieri di guerra: Prof. PrERRE CARON - I profughi e i cittadini in.ternati. GEORGES CA.BEN-SALVADOR - I prigionieri di guerra.

Effetti della guerra sui trasporti: M.ABCEL PESCHAUD - Le ferrovie francesi durante la guerra. GEORGES PocARD DE K ERvILER - La navigazione interna e il trasporto di merci.


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II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

Elfetti della guerra sulla marina mercantile francese: HENRI CA.1\TGARDEL - La marina mercantile durante la guerra. GEORGES H ERSENT - I porti francesi durante fa guerra. Prof. CHARLES R1ST - Effetti della guerra sul commercio francese. E '.l'IENNE CLÉMEN'.rEL - Politica commerciale francese durante la guerra.

El]etti della giterrn siille finanze francesi : l-IENRI TRUCHY - La politica finanziaria della Francia. A l',BERT AUPETIT - La banca e il mercato moneta.rio.

Studi di storia sociale: PTof. CHARLES GrnE - Le società cooperative, e la lotta contro gli alti prezzi. H ENRI SELLIER - Gli effetti della guerra sul problema dell' abitazione.

El]etti della giterra siilla salute pubblica : Dott. LÉON BERNARD - La salute pubblica e l'igiene. M. CASSIN e VrLLE CHABROLLE - I soldati foriti.

Storia economica di alcwne città francesi durante la guM·ra: ,;) BDOUARD H ERRIO'l' - Lione. J. LEvAINVILLE - Rouen. PAUL CoURTEAULT- Bordeaux. C. J . GrnNoux - Bourges. Prof. M. L' l-IÉRITIER e CAMILLE C:ru.UTEMPS - Tours. PAUL MassoN - Marsiglia. H. SELLIER, M . Po.ÈTE e M. BRUGGEMAN- Parigi. GEORGES DELARACHE - L'Alsazia e la Lorena.

Effetti della guerra sulle colonie ecl i possessi : ARTHUR GmAULT - Le colonie durante la guerra. A UGUSTrn BERNARD - Effetti d ella guerra nell'Africa Settentrionale.

Il costo della guerra per la Francia: Prof. GASTON JÈZE - Il costo della guerra : spese dirette. Prof. CHARLES GmE - Il costo della guerra per la F rancia.


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II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

SERIE TEDESCA Prof. Dott. A. MENDELSSOHN BARTHOLDY e Dott. E. RosENB-,1.UM Sguardo bibliografico alla letteratura tedesca sulla storia economica della guerra; con una sezione supplementare ricavata dagli .Archivi imperiali tedeschi a cura del Dott. MusEBECK.

Effetti della giierra ml governo e la costituzione tedesca: Prof. Dott. A . l\fENDELSSOHN · BARTffOLDY - Il governo 1tedesco in tempo di guerra. FR-EIHERR von GAYL, Dott. W. von KRIES e Dott. L . F. v.on. KOHLER - L'amministrazione politica dei territori occupati.

Effetti della guerra sulla morale e la r el(gione: Prof. Prof. Dott. Prof.

Dott. OTTO BAUMGAR'l'EN- Effetti delfa guerra sulla morale. Dott. ERIGI-I FoERSTER e Prof. Dott. .AnNOLD RADEMACHER Effetti della guerra sulla relig ione. WILHELM FLITNER - Effetti della guerra sui giovani. Dott . M@ITZ LIEPMAi"\/N - La guerra e la criminalità.

E_-(Jetti della guerra sulla povol(iz·ione, i redditi ed il tenor di vita in Germania: Prof. Dott. RunoLF 1iEERWARTH - Gli effetti della guerra sulla popolazione : studio sulle statisticlie demografiche. Prof . Dott. AnoLF GUNTHER - Gli effetti della guerra sui redditi. Prof. Dott. MAX S ERING - Effetti generali della guerra sulla produzione.

La guerra ecl il controllo governativo: Prof. Dott. H. GOPPERT - Il controllo di stato e la sna abolizione. Dott. A. KoETH ·--- · I rifornimenti delle materie prime sotto il controllo governativo. Dott. '.V. Fmsmr - La coopera½ione e conomica cogli alleati della Germania, e l' organizzazione governativa dei rifornimenti.

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Lo sfriittainento economico dei territori occitpati: Dott. GEORG JAHN - Il Belgio e la Francia · settentrio1i ale. Dott. FRrTz KARr. 1L\NN - - La Rumania e l ' Ucraina.


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II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

Dott. W . von KRIES e FREIIIERR W. M. R von GAYL - La Polonia e i Paesi Baltici. Prof. Dott. K. W IEDENFELD - Gli effetti della guerra sul commercio tedesco.

Gti effetti della g1wrra sidla marina e siiUe ferrovie : Dott. E . RoSENBAUM - La guerra e la marina mercantile tedesca. ;La guerra e le ferrovie (da concordarsi). Dott. HERMANN BucHER - L ' influenza della guerra sull' ind_1L'ltria tedesca. PAUL U MBREIT, AnAM STEGERWALD, ANTON ERKELENZ, e l' ex-cancelliere GuSTAV BAUER - La guerra e le unioni operaie tedesche.

Storia sociale delle classi lavoratrici diirante e dopo la g1terra: Ex-ministro DAVID - La guerra e l ' operaio tedesco. Prof. Dott. '\V.u.,oEMAR ZrM"MERMANN - La guerra e i salari.

Il rifornimento dei vive1·i e l'agricoltura: Prof. Dott. 1YLa SERING - La guerra e la popolazione agricola. Prof. Dott. A. SKALWEIT - Il rifornimento dei viveri durante la guerra. Prof. Dott. ERNS'I' W AGEMANN - Le statistiche alimentari nel periodo della guerra. Prof. Dott. FRIEDRICE Lli:REBOE - L' influenza della guerra sulla produzione agr icola.

Effetti della g1ierra sulle fi-nanze tedesche: ~rof. Dott. WALTER LOTZ - Le finanze pubbliche in Germania durante la guerra.

SERIE BRI'l'ANNICA 01.iide bibliografiche ed archivistiche per la storia della guerra:

* Miss

M. E . BuLKLEY - Rassegna bibliografica generale.

* HThARY JENK~SON - Manuale di amministrazione degli archivi. * Dott. H UBERT HALL - Gli archivi britannici in pace ed in guerra.


II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

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Dott. N. B. DEARLE - Dizionario delle Organizzazioni ufficiali belliche. Dott. N. B. DEARLE - Cronaca economica della guerra.

La guerra e il governo dell'Impero Bt·itannico: Prof. W. G. S. ADA.MS, C. B. - Il governo della Gran Bretagna e Irlanda durante la guerra. ( Con speciale riguardo ai suoi aspetti economici). * Prof. A. B. KEITH D. C. L. - Il governo nei dominii britannici durante la guerra.

Conseg1ienze economiche e finanziar·ie della guerra:

* Prof.

A. L. BoWI$Y - Prezzi e salari nel Regno Unito nel periodo 1914-1920. F . W. HrnsT e J . E . À.LLEN - I bilanci di guerra inglesi e la politica finanziaria. Si r JosIAH C. STAMP, K. B. E. - La tassazione ed i redditi nel tempo di guerra. - La. tassazione durante la guerra - I profitti durante la guerra e la loro distribuzione. Il costo della gnerta per la Gran Bretagna (da concordarsi).

· La guerra e l' assic1irazione: (volume unico). S. G. W ARNER - L'assicurazione sulla vita. A. E. SICH e S. PRESTO~ - L ' assicurazione contro gl' incendi. Sir NoRMAN HrLL - L'assicurazione navale. Sir ALFRED WATSON -· Le Società di mutuo soccorso e l' assicurazione contro le malattie. Sir WILLIAM BEVERIDGE - L' assictnazione contro la disoccupazione; con un' appendice sul movimento nazionale per il risparmio di Sir WILLTAM SCHOOLING.

Il controllo governativo durnn-te la gu1wra:

* E. M. H. LLOYD - Esperimenti di controllo statale nel ministero della guerra e nel ministero degli approvvigionamenti. 1 Sir WILLIAM BEVERTDGE, K. G. B . e Sir EowARD C. K. GoNNER K. B. E. - Il controllo inglese sui viveri. * Sir THoMAS MIDDLETON K. B. E. - La produzione dei viveri durante la guerra.


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II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

0 H. D. HENDERSON - L'ufficio di controllo sui cotoni. • Sir ÀRTUR SALTER K. B . E . - Il controllo interalleato sulla navigazione : un esperimento di amministrazione internazionale.

La giierra e il la,voro industriale:

E. F. H ITCHOOCK - L'industria della lana durante la guerra. C. ERNEST FAYLE - Storia generale della navigazione inglese durante la guerra. ·~ Sir RrcIIARD REDMAYNE, K . C. B. - L ' industria inglese del car bone durante la guerra. W . T. LAYTON C. H ., C. B . E . - L' industria inglese del ferro e dell ' acciaio durante la guerra. G. D. H. CoLE- Le unioni operaie britanniche e la guerra. 0 Il Trade-Unionismo e le munizioni. ** Il lavor o nelle miniere di carbone. ** L' 01·ganizzazione interna di fabbrica. • Hu:z.tBERT WoLFE, C. B. E . - La offerta e la regolamentazione del lavoro. * Prof. W . R. Sco'.l.'T e J. CUNNISO~ - Le industrie della vallata della Clydc durante la guerra. L 'Agricoltura e la Pesca in Scozia: P rof vV. R. ScoT'.l.' - Introduzione; D. T. J ONES - ùa Pesca; II. M. CoNACHER-L'..Agricoltura; Prof. W. R. ScoTT- La riforma agraria; D UKCAN - Il lavoratore agricolo ; Dott. J. P . DAY - .Appendice sulla juta. THOilfAS J oNES, LL. D . - I l Galles nella guerra mondiale.

Ef!etti della r;iiei·ra sulla salute piibblica: Dott. A. W . J . MAc FADDEN', C. B . - Le condizioni della salute · ,pubblica in Inghilterra duran te la guerra. Dott. E. CUNYNGHAM Bnow~, C. B . E. -La salute del Redu ce.

SERIE JUGOSLA.V.A P rof. VELIMIR BAJKITCH - La situazione economica della Serbia, allo scoppio e dur ante il primo anno della guerxa. Effetti economici e sociali della guerra sulla Jugoslavia (volume da concordarsi).


II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

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SERJE OLANDESE Dott. M. J. van der FLmR - Le finanze nell'Olanda; durante la guerra fino al 1918. Dott. F. E. PoSTHUMA- Gli effetti della guerra sui rifornimenti e l ' agricoltura olandese. C. J. P. ZAALBERG- Gli effetti della guerra sull'industria manifatturiera olandese. E . P. DE MoNCfil' - Gli effetti della guerra sul commercio e la navigazione olandese. Prof. H. W. !11ETHORST - Gli effetti della guerra sui prezzi, i salari ed il costo della vita. Dott. J . WESTERMAN HoLSTYN - Gli effetti della guerra sulle banche e la circolazione cartacea. Prof. Dott. J . H . CARPEN'l'IER ALTING - Gli effetti della guerra sulle colonie olandesi. Dott. H. ,T. Ro~rnYN - Gli effetti della guerra su l problema dell' abitazione 1914-1922. Prof. Dott. H . W. C. BORDEW1:CK - Le finanze di guerra in Olanda, 1918-1922. Il costo della guerra. SERIE RUMENA D. MrTRANY - La rivoluzione rurale in Rumenia e nell' Europa sud-orientale. Le conseg1ienze economiche della guerra ùi R1i1newia:

Dott . G. .A..'1l'1'IPA - Gli effetti dell' occupazione nemica in Rumenia. Prof. J . CA.i.'lTACUZINO - Gli effetti della guerra sulla salute pubblica in Rumenia. Gli effetti della guerra sopra la vita rumena ( da concordarsi). PRIMA SERIE RUSSA (Fino alla rivoluzione bolscevi ca). Gli effetti della g1ierra sul governo e le finanze nazionali Rnssia:

in

P A UL P. GRONSKY - Effetti della guerra sul governo centrale. ALEXANDER M. MrcHELSON - Le finanze di Stato durante la guerra. PAUL N. APoSTOL - Il eredito di stato russo durante la guerra.


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II - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

Gli ef!etti della guerra sitlla circolazione e; le banche: Prof. MrcruEL V. BERNADZKY la. guerra.

La circolazione in Russia durante

Municipi e Zemstvos durante la guerra: Principe G. E. LvoFF - Gli Zemstvos in pace ed in guerra. N . I. ASTROFF - Gli effetti della guerra sui municipi russi, e l' unione panrussa delle città. Principe VLADIMIR A. 0BOLENSKY e SERGIUS P. TumN - Gli Zemstov, l'unione panrussa deg1i Zemstov e lo Zemgor. IsAAK V. SHKLOVS.KY - La guerra e la psicologia degli operai degli Zemstvos.

Gòi effetti della guerra siil movimento cooperativo· ùi Russia: Pro.f . .A. N. ANzIFEROFF - Effetti della guerra sulla cooperazione agricola, e le cooperative di credito_

Gli effetti della guerra sitll' agt·icoltura r·iissa: Prof. A.. N. ANz1FEROFl!', Pro.I'. ALEXANDER BrLIMOVITCH, e M. O. BATCHEFF - L' economia rurale in Russia e la guerra. Prof. ÀLEXANDER BrLIMOVITC.S: e Prof. V. A . KossmsKY - Effetti de1la guerra sulla proprietà e l' appoderamento in Russia. Prof. PETER B. STRUVE - Il problema del ·rifornimento dei viveri in Russia durante la guerra.

Gli effetti della guerra sull'industria r1issa:

o_

SrMON ZAGORSKY - Il controllo di stato sull 'industria durante · la guerra. Boms N. SoKOLOFF - Le miniere di carbone. l\fARK A. LANDAU - L'industria chimica. Smwrus N. TRETIAKOFF - L' industria del lino e della lana.

Gli effetti della guerra sul lavoro e le condizioni indiistriali:

I salari di guerra. Mutamenti nella composizione e nelle condizioni delle classi lavoratrici.

ANNA G. ErsENSTAD'r -

W. 'l'. BRAITHWAITE -


II • ELENCO DELLE MONOGRAFffi

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Glti effetti della guerra sul commercio russo: PA UL .A.. BoURYSCHKINE - Il commercio interno della Russia durante la guerra. Prof. BORIS E. NoLDE - La Russia nella guerra economica. :M:HJHAEL

B.

BRAIKEVITCH -

Gli effetti della guerra sui trasporti

in Russia.

Gli effetti della guerra sull'educazione e la salute pubblica in Russia: Pi:of. D. lVL 0DINEZ - La scuola elementare e sCCIOndaria durante la guerra. Prof. P. J. NovaoRODZOFF - Le università e le istituzioni accademiche dur ante la guerra. NrcrroLAS M. M:oan,ANSKY - La storia sociale dell' Ukraina durante la guerra.

Storia sociale della Russ·ia cliirante la guerra: Sir PAUL VmoGRADOFF - La Russia nella guena mondiale : una sintesi storica. Gen. NrcHOLAS N. GoLOVINE-L' esercito russo nella guerra mondiale : studio di storia sociale. , S. S. KoHN - La demografia russa durante la guerra.

SERIE SC.A.NDIN.A.V.A. Gli effetti economici della guerra sulla Svezia; una serie di studi diretti dal Prof. ELr F. H ECKSCHER, con una sua intro.duzione. Prof. ELI F. HECKSCHER - Gli effetti della guerra sulla vita ed il lavoro del popolo svedese (introduzione generale). CARL MANNERFELT - Gli effetti della guerra sulla agricolt ura svedese ed il rifornimento dei viveri. 0LOF EDSTROM - Gli effetti della guerra sull' industria svedese. OTTO JA.RTE - Gli effetti della guerra sulle classi lavoratrici. Prof. ELI F. HECKSCHER - Gli effetti della guerra sclla circolazione e le finanze. KURT BERGENDAL - La guerra ed il commercio svedese. Dott. WILHELM KErLHAU -La Norvegia e la guerra mondiale.


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Il - ELENCO DELLE MONOGRAFIE

Dott,. EINAR CoHN - Gli effetti economici della guerra sulla Danimarca; con una sezione sull' Islanda del sig ., THORSTEIN 'l'HORSTEINSSON.

III EDITORI DEPOSIT.ARII I TALIA : Casa Editrice GittS. AMERICA: Yale University

Laterza e figii, Bari. P·ress, New Haven, Connecticut . A1JSTRIA UNGHERIA: H older-Pichlet·-Temsky, A . G., Vienna. FRANCIA: Les Pt·esses Universitaires de Ji'rance, 49, Boulevard Saint-Michel, P aris. GERMANIA: Deiitsche 11erlags-À. nstalt, Berlino e Stuttgart. GR,u'l B RETAGNA: Oxford Vniversity P,·ess, Amen House, Warwick Square, London, E . O. 4.


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