L'ESERCITO ITALIANO TRA LA 1° E LA 2° GUERRA MONDIALE

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L'ESERCITO ITALIANO TRA LA 1· E LA 2a OUERRA MONDIALE NOVEMBRE 1918- GIUGNO 1940

MINISTERO DELLA DifESA STATO MAGGIORE ESERCITO - UffiCIO STORICO
ROMA
1954

PARTE PRIMA

NARRAZIONE

l

L'ESERCITO ITALIANO ALLA fiNE DEL 1918

La guerra del 1915-18 impose al Paese uno sforzo organico considerevole. Non rientra nei compiti di questo lavoro seguire le vicende di tale sforzo (1). Qui ci limitiamo perciò solo ad accennare alla situazione organica del nostro Esercito alla fine del 1918, unicamente per poter avere u n a base di riferimento nel corso degli sviluppi che si sono avuti, successivamente, con l'adozione dei vari ordinamenti succedutisi nel periodo di tempo che va dall a prima alla seconda guerra mondiale (2). ...

In data 2 novembre 1918, cioè alla vigilia dell'armistizio vittorioso, l'Esercito italiano si presentava, a grandi linee, ripartito in due masse: una, la maggiore, rappresentava la massa operante, la quale, complessivamente, aveva una forza di 2.232.976 uomini (di cui 82.067 ufficiali e 2.150-909 sottufficiali e truppa); l'altra, la minore, rappresentava la massa territoriale, la quale aveva una forza di 811.438 uomini (di cui 103.888 ufficiali e 707.550 sottufficiali e truppa), distribuita nei presidi, deposi ti ed enti vari del territorio . La forza alle ar mi risultava in totale di 3·044·414.

Rispetto ai vari scacchieri operativi nei quali erano i mpegnate, le forze della massa operant e erano riparti te all'incirca nella seguente mi sura media :

- fronte italiano: 91, 1 % (circa 2.ooo.ooo);

- fronte francese : 2,3 % (circa 50.000) ;

(x) Per lo sforzo militare compiuto dal P aese nella prima guerra mondiale, v. la pubblicaz ione «La forz a dell'Esercito », edita nel 1927 a cura del Ministero della Guerra - Uffic io Statistico.

(2) Nel riferirei ad un periodo in cui continuava ancora la guerra - la prima guerra mondiale - nella quale furono e mob ilitate, ai fini della vittor ia, tutte le risorse umane, materiali, economiche, finanz iarie e morali del Paese, ri teniamo non sia il caso di soffermarci a parlare di « ferma », di « forza bilanciata » e d i altre espressioni del gene re fatte per essere riferite, nel campo organico, solo a ordinamenti di pace.

Massa operant e massa t errit• riale.

CAPITOLO
l.

- fronte albanese: 4•4 % (circa 10o.ooo); - fronte macedon e: 2,2 % (circa so.ooo).

Naturalmente la massa operante era distinta in combattenti (poco più di r.soo.ooo); complementi: di pronto impiego (circa so.ooo) o anco ra indisponibili (circa 5o.ooo); truppe varie e servizi (circa 550.ooo); ed era inoltre inquadrata in una serie di unità minori, raggruppate in divisioni, corpi d'armata, armate e jntendenze, tutti alle dipendenze del Comando Supremo.

Anche la forza territoriale, distribuita nei presidi, depositi ed enti vari del territorio, era inquadrata in unità minori, le quali facevano capo ai comandi della circoscrizione militare territoriale esistente sin dall ' inizio del conflitto (25 comandi di divisione e 12 comandi di corpo d'armata territoriali), tutti alle dipendenze del Ministero della Guerra. A seconda degli ordini del Ministero, i comandi territoriali provvedevano alle molteplici incombenze derivanti dallo stato di guerra e riflettenti la preparazione del personale e la tenuta del materiale. Tutta l'attività' militare territoriale, però, era, in sostanza, orien tata e svolta in aderenza alle necessità operative del fronte e alle esigenze della sicurezza del territorio nazionale.

La massa degli uomini di truppa, sia mobilitata che territoriale (appartenente a 27 classi di leva, dal 1874 al 1900), era inquadrata da graduati di truppa, da sottufficiali e da ufficiali, i quali ultimi, nel dicembre 1918, assommavano ad un totale di 185.955 unità, ripartite nella seguente misura : 21.926 ufficiali in servizio attivo permanente; 437 ufficiali in congedo provvisorio; 2218 ufficiali in posizione ausiliaria; 105.491 ufficiali di com plemen.to; 48.314 ufficiali della milizia territoriale; ufficiali della riserva.

Alle operazioni presiedeva il Comando Supremo, responsabile, n ella persona del comandante, dell'intera condotta della guerra. Comandante supremo per delega di S. M. il Re era il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, e da lui dipendevano, oltre agli uffici che nell'insie me costituivano il Comando Supremo, i comandi seguenti : - comando generale di cavalleria: aveva alle sue dirette dipendenze le divisioni di cavalleria e le impiegava secondo gli ordini del Capo di S. M. dell'Esercito;

Su • 8

- comandi generali di artiglieria e del genio: era no organ1 co n sule nti del Capo di S. M. dell' Esercito ; - comando superiore di aeronautica : dava direttive per l'impiego e il coordinamento dei mezzi aeronaut ici dell'Esercito mobilitato e per la difesa aerea della zona di guerra; sovrainte nd eva inoltre al servizio fotografi co ae reo ed al servizio aerolo gico .

Ai bisogni dell'Es ercito il Capo di S. M. dell'Esercito provvedeva m edia nte una intenden za generale, che avev a il compito di invigilare su tutta l'organizzazione logistica, coordinandone gl i sforzi secondo le necessità di vita, di movime nt o e di lotta delle unità. Nel campo operativo l'azione del Capo di S. M. dell' E sercito si esplicava attraverso le g r an di unità, le quali, a l momento dell'armistizio del novembre 1918, erano rappresentate:

---;. dalla 1 .. armata, cos ti t uita da una intendenza d'arma ta ; da truppe d'armata e unit à varie in via di spostamento; dal V corpo d 'a rmata su 2 divisioni (ss• e 69•) oltre alle truppe suppletive; dal X corpo d'armata su 2 divisioni (6"' e 32"') oltre al le truppe suppletive; da l XXIX corpo d'arm ata co mprendente r divisione (26") e truppe suppletive: in totale 10 .436 ufficiali e 309.021 sottuffic iali e truppa;

- dalla 3" armata, costitui ta da una intendenza d'armata; da truppe d'armata; dalla divisio ne di fanteria e uni tà varie in via di spostamento; dal XXV I corpo d'armata su 2 divisioni (45• e 54..) o ltre alle truppe suppletive; dal XXVIII corpo d'arm ata su 2 divisio ni (25" e 53"') oltre alle truppe suppletive: in totale 7740 ufficiali e 179.8o6 sottufficiali e truppa; -dalla 4'' armata, costitu ita da una intendenza d'armata; dall e truppe d'armat a; da 3 divisioni di fante ria (r 1, 22" e so•); da unità varie in via di spostamento; dal VI corpo d'armat a su 2 divisioni (rs• e 59") oltre alle trupp e suppletive; dal IX corpo d'armata su 2 di vision i ( r8• e 21 ..) oltre aJle truppe suppletive ; dal XXX corpo d'ar mata su 2 divisioni (41 e so") oltre alle truppe suppletive: i n totale 10.985 u fficiali e 313 .999 sottufficiali e truppa;

-dalla 6"' armata, costituita da una intend en za d'armata; dalle truppe d'arm ata; dalla 24" divisione di fanteria francese; dalla 48"' divisione di -fanteria britannica; da unità varie in vi a di spos tamento; dal XII corpo d'armat a su 2 divisioni (2o• e 21) oltre alle truppe suppletive; dal XIII corpo d'armata comprendente r div isione (14") e truppe suppletive; dal XX corpo d'armata su 2 divisioni (1 e 29•) oltre alle truppe suppletive : in totale (escl usi fran cesi e britannici) 7752 ufficiali e 198 .719 sottu ffi ciali e trupp a;

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\

----,.dalla 7.. armata, costituita da una inte ndenza d'armata; dalle truppe d'armata; dal III corpo d'armata su 2 divisioni (5" e 75") oltre alle truppe suppletive; dal XXV corpo d'armata su 2 divisioni (4" e n ") oltre alle truppe suppletive: in to tale 6598 ufficiali e I67.562 . sottufficiali e truppa;

- dall'Ba artbata, costituita da una d'armata; dalle truppe d'armata; da 4 divisioni di fanteria (I", 2", Io" e 12"); da unità varie in via di spostamento; dall'VIII corpo d'armata su 2 divisioni (48" e 58") oltre alle truppe suppletive; dal XXII corpo d'armata su 2 divisioni (51 e 6o") oltre alle truppe suppletive; dal XXVII corpo d'armata su 2 divisioni (5r" e 66") oltre alle truppe suppletive; da un corpo d'armata d'assalto su 2 divisioni (r" e 2") oltre alle truppe suppletive: in totale 12.302 ufficiali e 343·45I sottufficiali e trup pa; - dalla 9" armata, costituita da una intendenza d'armata; dalle truppe d'armata; da unità varie in via di spostamento; dal XIV corpo d'armata su 2 divisioni (9" e 34") oltre alle truppe suppletive; dal XXIII corpo d'armata su 3 divisioni di cui 2 italiane (28" e 6r") e I composta di italiani e czechi (6a) oltre alle truppe supple tive: in totale 6553 ufficiali (di cui 492 czechi) e 128.075 sottufficiali e truppa (di cui 14-474 czechi);

dalla ro • armata, costituita dall'XI corpo d'armata su 2 divisioni (31" e 31) oltre alle truppe suppletive; dal XVIII corpo d'armata su 2 divisioni (33" e 56") oltre alle truppe suppletive; dal XIV corpo d'armata br itannico con 2 divisioni britanniche (1 e 23") e il 332° reggimento di fanteria americano (U.S . A.): in totale (esclusi britannici e americani) 3445 ufficiali e 87 .784 sottufficiali e truppa;

- dalla 12" armata, costituita dal I co rpo d'armata su 2 divisioni (24" e 70") oltre alle truppe suppletive; dalla 52a divisione; dalla 23"' divisione di fanteria francese; in totale (esclusi i francesi) 2366 ufficiali e 72.631 sottufficiali e truppa; - da 4 divisioni di cavalleria (r"', 2", 3"' e 4"): i n totale n3o ufficiali e 20.893 so t tuffi ciali e truppa.

Vi erano ancora: ____, su1 fronte francese, il II corpo d'armata su 2 divisioni (3.. e 8") oltre alle truppe suppletive e a un ufficio servizi: in totale 1972 ufficiali e 49.625 sottufficiali e truppa; - sul fronte albanese , il comando, l'intendenza, unità varie, il XVI corpo d'armata su 3 divisioni (I3", 36" e 38") oltre alle truppe suppletive: in totale 4169 ufficiali e II4.565 sottufficiali e truppa;

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--" sul fronte macedone, la 35"' <iivisione e l'intendenza : m tot ale I 353 ufficiali e 48.777 sottu:fficiali e truppa; _.,. le piazze marittime di La Maddalena, di La Spezia, di Brindisi, di Taranto , di Venezia: in totale 1640 ufficiali e 4581 sottufficiali e truppa; -le truppe e servizi del Comando Supremo e dell'intendenza generale: in totale 3644 ufficiali e 66. uo sottufficiali e truppa (I).

Si potrebbe a questo punto notare:

Note riassantive. - che le armate avevano una composizione organica diversa l'una dall'altra, stabilita essenzialmente in rapporto al compito st rategico affidato a ciascuna armata. Alle dipendenze del comando d'armata, quali organi consulenti, erano: il comando artiglier ia d'armata, il comando genio d'armata, il comando d'aeronautica, il comando dei carabinieri, l'intendenza d'armata per il funzionamento dei servizi; - che il lavoro delle i ntendenze d'armata era ind irizzato e coordinato a cura dell'in tendenza generale alla quale era devoluta l'alta direzione dei rifornimenti e dei servizi per l' Esercito, e che essa esercitava tale direzione sotto l' autorità del Comando Supremo in relazione ai bisogni stessi dell'Esercito, agendo quale anello intermedio tra Ministero della Guerra e inte ndenze d'armata; - che i corpi d'armata erano di norm a su 2 divisioni. Alle <ii pendenze del comando di corpo d'armata funzionavano: il comat)do d'artiglieria, quello del genio, quello dei carabinieri e le direzioni dei vari servizi . Le truppe suppletive (unità di fanteria, di cavalleria, di artiglieria, del genio, ecc.) costituivano l'elemento d.i manovra nelle mani del comandante; --" che le armate avevano assunto la fisionomia organica di vere grandi unità strategiche e logistiche, mentre i corpi d'armata, alleggerendosi molto eli tutto il complesso dei servizi, avevano assunto le caratteristiche di grandi unità essenzialmente tattiche.

(r) C'erano inoltre: il« Corpo di spedizione italiano in Palestina)) con una forza media di 512 uomini; il <<Corpo di spedizione italiano per la Siria e la Palestina ll con una forza di ci rca 3150 uomini; le <<Truppe italiane in Estremo Ot·iente >> con una forza di circa r6r3 uomini; il <<Corpo di spedizione itcv liano in Marmarica ll con una forza media di 1342 uomini; il << Cm-po CzecoSlovacco >l con una forza di circa 2000 uomini (per l'inquadramento).

Da tener presente che alla guerra parteciparono pure carabinieri e guardie di finanza.

I I

La divisione di fanteria era rimasta la prima grande unità tattica per eccellenza, ed era costituita dal comando, da 4 compagnie mitragliatrici divisionali, 2 brigate di fanteria, ciascuna su 2 reggimenti, con un complesso di I2 battaglioni di fa nteria, cui corrispondevano 8- IO batterie d'artiglieria da campagna (e I gruppo pesante campale, eventuale), 4 compagnie del genio di cui I per i collegamenti, I sezione di sanità, I sezione di sussistenza, 2 au t osezioni. Pur essendo stata raddoppiata l'ar t iglieria in dotazione rispetto a quan to era all'inizio della guerra, il rappo r to tra artiglieria e fanteria, nell'àmbito divisionale, non era a ncora pervenuto, alla fine del I 9I8, nemmeno alla misura di una batteria per ogni battaglione di fanteria. Si era tuttavia cominciata a far strada l'idea di ridurre, nella divisione, il numero dei battaglioni di fanteria e aumentare contemporaneamente quello delle batterie d'arti g l ieria ; tanto più che l'esperienza di g uerra aveva dimostrato la necessità che la fanteria in combattimento venisse sostenuta da masse di fuoco pesante sempre più considerevoli.

Analo ga a quella di fanteria era la composizione organica della divisione bersaglieri (I).

Una costitu zione particolare avevano la divisione a l pina e la d ivisione d'assalto.

La divisione alpina, per il fatto di essere destinata ad operare in montagna , aveva una composizione piuttosto complessa e pesante, e comprendeva: il comando, 4 compagnie mitragliatrici divisionali, 2 raggr uppamenti alpi ni composti di 2 grupp i ciascun o, I raggruppamento arti g lieria da montagna, I battaglione zappatori, I com pagnia telegrafisti e servizi. Il raggruppamento e il gruppo alpini corrispondevano, all'incirca, alla brigata e al reggimento di fanteria, rispetto ai q uali era no però più complessi. L e unità er ano dotate di mezzi n ecessari per vivere e combattere su terr eni di montagna, e dispo n evano di una certa au tonomia (2).

L a divisione d'assalto, per le sue caratteristiche d 'impiego, non av eva (come d'altronde lo stesso corpo d'armata d'assalto) servizi in proprio e, per i rifo rnimenti e i mezzi di vita e di lotta, si appoggiava all'organizzazione logistica esistente nell a zona dove era chiamata ad opera re Era composta dal comando e da I ra ggru ppamento, formato da 3 gruppi, ciascuno dei quali comprendeva 3 battaglioni.

(r) Division i bersaglieri ci sono state nel co rso della guerra, ma aJla fine della guerra non ne esistevano più.

(2) Alla fine del 1918 c'era una sola divisione al pina (la s2").

12 oni .

Vi era ìnfine la divisione di cavalleria, la quale costitUiva una unità tattica e logistica, dotata di mobilità e di una notevole autonomi a; era formata da 2 brigate di cavalleria, 1 battaglione bersaglieri ciclisti, I squadriglia autoblindate, I gruppo di artiglieria a cavallo, I sezione telegrafica, I sezione radiotelegrafica, I sezione da ponte, r sezione di sanità, I sezione sussistenza, I colonna munizioni

LE VARIE ARMI.

Dalla esperienza di guerra era scaturita la necessità di in tutte le unità una potenza di fuoco considerevole. In relazione a tale necessità anche le minori unità di fanteria erano state largamente dotate di mezzi di fuoco e le loro formazioni organiche avevano subito un riordinamento notevole.

Considerando le varie unità di fanteria, dalle maggiori alle mi- La fanteria. nori, possiamo rilevare che la brigata di fanteria - oltre ai 2 reggimenti in organico e a I battaglione complementare per il rifornimento immediato di uomini - disponeva di 2 compagnie mitragliatrici di brigata, le quali costituivano - ed era una novità organica rispetto alla formazione dell'inizio della guerra - un elemento di fuoco automatico nelle mani del comandante, che poteva servirsene sia per l'azione offensiva che per l 'azione difensiva.

Forte era la struttura organica del reggimento di fanteria, costituito da 3 batt aglioni, I plotone d'assalto reggimentale, I sezione lanciafiamme portatile con 12 apparecchi, I reparto cannoncini da 37 con 4 pezzi, I salmeria reggimentale. Il reggimento aveva in altri termini gli elementi per muovere e per combattere, con un embrionale appoggio in proprio di fuoco pesante.

Do ve però si rilevava che i mezzi di fuoco erano stati accresciuti notevolmente, accentuando di conseguenza la caratteristic a organica della specializzazione dei compiti, era nell'àmbito del battaglione, jl quale, da un armamento uniforme a base essenzialmente di fucile quale si presentava all'inizio del conflitto, era gradatame nte passato ad un armamento complesso che ne aveva fatto una unità elementare di combattimento abbastanza dotata di mezzi per poter manovrare su terreni organizzati.

Il battaglione di fanteria era formato da :

3 compagnie, ciascuna delle quali era costitUita da 3 plotoni ordinari (con 2 squadre fucilier i e 2 sq uadre di lan ciatori di bombe a mano e da fucile), I sezione pistole mitragiliatrici e I plotone misto nel quale erano raccolti gli elementi ausiliari del comando di compagnia;

I compagnia mitragliatrici, su 3 oppure su 4 sezioni dì 2 armi ciascuna;

1 sezione lanciabombe Stockes co n 4 ar mi;

I reparto zappa tori .

Nel battaglione era no quindi riunit i fucilieri e la nciatori di bombe, mitraglieri pesanti (della compagnia mitragliatrici) e mitraglieri leggeri (delle sez ioni pistole mitragliatrici), tiratori di lanci abombe e zappa tori; cosicchè accanto ad elementi idonei per il tiro teso ve n'erano altri idonei per il tiro curvo ed altri ancora capaci dei primi lavori sul campo di battaglia.

Queste formazioni erano mantenute anche n elle due specialità dei granatieri e dei bersaglieri. Alquanto diverse erano invece le formazioni delle altre due specialità, alpini e reparti d'assalto, dovendo rispondere ad esigenze diverse.

L a composizione organica delle unità alpine era piuttosto pesante, essendo necessario conferir loro, rispetto alle altre specialità, una m aggiore autonomia tattica e logistica, tenuto conto del terreno speciale di mont ag n a su cui erano chiamate . ad operar e.

Negli a lpini, al posto della brigata esisteva il raggruppamento, costituito da 2 gr uppi alpini, i quali corrispo nd evano all' incirca a l reggimento di fanteria, ma con una maggiore r icchezza di elementi, essendo formati ciascuno da: 3- 4 battaglioni al pini;

I gruppo di artiglieria da montagna su 3 ba tt erie; 2 compagnie mitragliatrici su 3 sezioni di 2 armi ciascuna;

I reparto cannoncini da 37 su 4 pezzi;

I reparto someggiato di sezione di sanità e, eve ntualmente, 1 ospedaletto someggiato da 50 letti;

I parco viver i e sezione panettieri;

I colonna munizioni;

I sezione telefonica;

I salmeria di g ruppo.

Pesante era anche la compo sizione del battaglione, il quale comprendeva:

3 compagnie a lpine, ciascuna for mata da 3 plotoni ordin ar i (ognuno con 2 sq uadre fucilieri e 2 squadre lanciatori di bombe a

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mano e col fucile), da I sezione mi tragliatrici, da I sezione pistole mitragliatrici, da I plotone misto nel quale erano raccolti gli elementi ausiliari comando di compagnia, da zappatori c da I salmeria di compagma;

I compagn ia mitragliatrici su 3 sezioni;

I plotone d'assalto;

I sezione lancia bombe Stockes su 4 armi;

I sezione lanciafiamme portatile con I2 apparècchi;

I salmeria di battaglione. Nel corso della guerra era stata creata una nuova specialità: la fanteria d'assalto, con formazioni organiche snelle ed elastiche, atte a consentire azioni di urto e di slancio. Anche nelle uni tà d'assalto, come in quelle alpine, c'erano raggruppamenti, gruppi e battaglioni d'assalto, i quali corrispondevano all'incirca alle brigate, ai reggimenti e ai battaglioni di fanteria; però si discostavano da quelle alper ]a maggior leggerezza che ne costituiva la caratteristica orgamca .

II raggruppamento d'assalto era composto da 3 gruppi d'assalto, ciascuno dei quali era formato da 2 battaglioni (o repartz) d'assalto e I battaglione bersaglieri:. Il battaglione d'assalto era cos tituito da un numero variabile di compagnie d'assalto, di norma 3 (comprendenti ciascuna: 4 plotoni di 3 squadre, I sezione mitragliatrici, 2 sezioni pistole mitragliatrici e I sezione lanciafiamme portatile), I sezione lanc ia torpedini .

Erano state infine costituite anche squadriglie automitragliatrici blindate, comprendenti 2-3 sezioni.

Innovazioni erano state introdotte nell'arma di cavalleria per L a cavalleria. renderla meglio aderente alle particolari esigenze imposte dalla gue rr a.

I n cavalleria vi erano : reggimenti appiedati (con 2 gruppi, 6 squadroni, 2 sezioni mitragliatrici e I salmeria reggimentale), i quali nell'azione si uniformavano ai procedimenti della fanteria senza però ave rne i mezzi e la particolarç attitud ine tattica; reggimenti indivisionati, nei quali erano in dotazione armi automatiche per poter sviluppare azioni di fuoco oltre che le azioni di urto; reggimenti non indivisionati, composti solo di reparti a cavallo.

La brigata di cavalleria era su 2 r eggime nt i, del tipo d i quetli indivisionati, costituiti ciascuno da 2 gruppi :

__, il 1 ° gruppo comprendeva 3 squadroni, ciascuno dei quali era formato da I reparto a cavallo e da I reparto ciclisti con sezione mitragliatrici;

- il 2 ° gruppo comprend eva 2 squadroni, costituiti come quelli del I 0 gruppo, e I squadrone mitragliatrici.

I reggimenti di cavalleria non indivisionati, assegnati ai corpi d 'armata, erano formati anch'essi da 2 gruppi: I 0 gruppo su 3 drorii, 2 ° gruppo su 2 sq uadroni; ma gli squadro.?i comprendevano soltanto reparti a cavallo.

Complessivamente, tra indivisionati e non indivisionati, vi erano, al termine della guerra del 1918, 30 reggimenti di cavalleria, oltre a vari squadroni dislocati oltremare.

Un progresso notevole, dal punto di vista q uantitativo e tivo, si era avuto nell'arma di artiglieria, la quale, nel novembre 19I8, comprendeva le seguenti specialità:

1 ° Artiglieria da campagna; aveva la caratteristica della giore manovrabilità possibile. I reggimenti erano costituiti su 2 pi di 4 batterie con 4 cannoni da 75 ciascuna (mod. 1906 o mod. I9II). Era in corso il provvedimento per portare i reggimenti da 8 a ro batterie. ·

2° Artiglieria a cavallo; era dotata della massima mobilità per poter seguire le divisioni di cavalleria. Ve ne erano 4 gruppi (I per divisione di cavalleria), su 2 batterie, con 4 cannoni da 75 (mod. 19I2) per batteria.

3o Artiglieria da montagna; era dotata di materiali someg· giati per poter operare su terreni accidentati ed era ordinata in rag· gruppamenti formati con un numero variabile di gruppi, ciascuno dei quali comprendeva 3 batterie da montagna con 4 cannoni da 65. Anche i gruppi e le batterie someggiate (con cannoni da 65) si erano cominciati a trasformare, sin dal gennaio I9I8, in gruppi e batterie da montagna, assumendone la denominazione. Nel marzo era stata anche stabilita l'assegnazione fissa di gruppi da montagna ai gruppi alpini.

4o Artiglieria pesante campale; era la specialità che contemperava la potenza del fuoco con la maneggevolezza; poteva essere : -: a traino animale, ordinata in raggruppamenti su 2 gruppi, ciascuno dei quali formato da 3 batterie con obici da 149 mod. 19I4 - r6, o cannoni da 105:

l. r6

- autocampale, ordinata in raggruppamenti e gruppi di 2-3 batterie ciascuno con cannoni da 102 e da 105.

5• - Artiglieria pesante, denominata precedentemente « artiglieria d'assedio »; comprendeva unità di grande potenza ordinate in raggruppamenti, formati con un numero variabile di gruppi organici e gruppi eventualmente occasionali. I gruppi orgarnici erano : su 3 b atterie per cannoni da 149 A., cannoni francesi da 120 e da 155, obici inglesi da 152, mortai da 210 e da 26o; su 2 batterie per cannoni da 152/45 e da 381, per obici da 305; ogni batteria era su 2 pezzi se di grosso calibro, su 4 se di medio calibro di tipo moderno e su 6 se di medio calibro di tipo antiqu ato. I gruppi occasiona/i erano costituiti con batterie di specie, tipo e numero variabili.

6• - Artiglieria da posizione, denominata in precedenza anche essa, impropriamente, « artiglieria d'assedio»; com.prendeva batterie con materiali di tipo vario; le batterie erano normalmente su 4 pezzi se cannoni da 75 mod. 1906 e da 65 mont., o se obici da 149 ad affusto rigido; su 6 e anche su 8 pezzi se cannoni da 70 A, da 75 B, J6 R.M. e 75 A.; esse erano aggregate ai gruppi pesanti o costituivano gruppi a sè in numero vario. Batterie e gruppi da posizione facevano normalmente parte dei raggruppamenti pesanti.

7" - Artiglieria controaerei, specialità nuova incrementata al fine di ostacolare l'azione dei mezzi aerei sempre in continuo progresso. Comprendeva raggruppamenti, batterie e sezioni autonome, con materiali adattati e di circostanza.

8• - Bombarde: erano artiglierie speditive e costituivano una nuovissima specialità rivelatasi utile in guerra. Comprend eva no raggruppamenti con un numero variabile di gruppi; ogni gruppo era formato da batterie di numero e specie variabili; ciascuna batteria era su 8 o su 12 armi a seconda del calibro. Vi erano bombarde da 58 A., da 58 B. , da 240 C. e da 240 L.

Sviluppo ancor più notevole avev a avuto, nel corso della guerra, Il gen io l'arm a del genio nella quale non poche specialità erano state create per sopperire alle esigenze nuove della guerra i n armonia col progresso continuo della scienza e della tecnica . Tra specialità vecchie e nuove, l'arma del genio, nel novembre 1918, comprendeva:

1 ° - Genio zappatori, ordinato in battaglioni costituiti su 3 compagn ie; ogni com pagnia comprendeva il personale zappatori, il parco zappatori e I salmeria.

2. - u. s.

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2° - ·Genio minatori, ordinato anch'esso in battaglioni su 2, o più. compagnie; ogni compagnia comprendeva il personale minatori, il parco minatori e I salmeria. Esistevano inoltre sezioni minatori per cavalleria.

'

3° - Genio telegrafisti e telefonisti, ordinato in compagnie, normalmente su 4 plotoni telegrafisti e parco telegrafico. Esistevano inoltre sezioni telegrafiche per cavalleria e sezioni telefoniche per gruppi alpini.

4o - Genio radiotelegrafisti, ordinato in sezioni, costituite da un numero variabile di stazioni (radiotelegrafiche, radiogoniometriche e d'ascolto). Esistevano inoltre sezioni radiotelegrafiche per divisioni di cavalleria.

5o - Genio ferrovieri, ordinato in battaglioni con un numero variabile di compagnie, ciascuna delle quali comprendeva il personale ferrovieri e un parco (treno del genio). La compagnia d'esercizio Decauville comprendeva il personale del movimen to, della trazione e del mantenimento.

6° - Genio pontieri, ordinato in battaglioni con un numero variabile di compagnie; ciascuna compagnia comprendeva il personale pontieri e un equipaggio da ponte. Vi erano inoltre le sezioni da ponte per cavalleria.

t - Genio lagunari, ordinato in battaglioni su 3 compagnie.

8° - Genio fotoelettricisti, ordinato in sezioni fotoelettriche costituite con un numero variabile di stazioni.

9o - Genio teleferisti, ordinato in compagnie con un numero variabile di plotoni.

10° - Genio motoristi, ordinato in compagnie con un numero variabile di plotoni.

Il 0 - Genio elettricisti, ordinato in sezioni servizi elettrici di composrz10ne vana.

12° - Genio guide fluviali, guardiani e manovratori idraulici, ordinato in compagnie: compagnia guide fluvjali e compagnia guar. diani e manovratori idraulici, su 6 plotoni ciascuna.

I3° - Genio idrici, ordinato in plotoni servizio idrico, comprendenti una parte fissa e una parte variabile.

14° - Genio lanciagas; comprendeva la compagnia speciale X, su 6 plotoni, la quale aveva anche alla sua dipendenza temporanea la compagnia di lancio E, composta di sezioni la nciagas Livens.

r8

15° - Genio lanciafiam .me, ordinato in compagnie con un numero variabile di sezioni.

I6°- Genio pompieri, ordinato in sezioni con un numero vario di squadre.

rt - Genio mascheratori, ordinato in sezioni di mascheram ento .

Vi era infine l'aeronautica, la quale ancora (novem bre 1918) non L'aeron autica. costituiva una forza arma ta a sè, ma era ordinata fra le armi e i corpi dell'Esercito subito dopo l'arma del genio, ed era composta di ufficiali e truppa, tratti dalle varie ar mi e corpi, e di personale civile tecnico specializzato. Data l'importa nza assunta nel corso dell a gue rra da quest a nuovissima arma, era stato creato nel territorio un Commissariato generale per l'aeronautica col compito della preparazione dei mezzi; ma in qu anto all'impiego in guerra le unità dipendevano dai comandi di grandi unità cui era no asse gnate.

L 'aeronautica comprendeva: a) L'aviazione, composta da: da bombardamento, ordinati in r aggruppamenti di 3 gruppi, ciascuno dei quali comprendeva da 2 a 4 squad riglie e ogni squadriglia un numero vario di sezioni (4, 8, 18 apparecchi); -aeroplani da ricognizione, ordinati in gruppi con un num ero variabile di ogni squadriglia su più sezio ni (1 2 apparecchi) ; - aeroplani da caccia, ordinati anch'essi in gruppi con un numero variabile di squadrigli e, ogni squadriglia su più sezioni (18 a ppa recchi) ; - idrovolanti, ordinati in squadr iglie (con 12 apparecchi) . b) L' aerostatica, composta di aerostati, ordinati in gruppi con un numero variabile di sezioni (1 pallone osser vatorio per sezio ne). c) I dirigibili, co n cantiere dirigibili e sezione dirigibilisti per aeronave tipo M. d) Il servizio fotografico, co n sezioni fotografiche (da campagna e da montagna) e squ adre fotografich e.

In arm onia con lo sviluppo delle unità combattenti, anche tutta l'organizzazio ne logistica dei servizi era sta ta adeguatame nte svil upp ata e potenziata, attingendo a tutte le risorse industriali, agricole e

l servi zi.

19

per te IDità.

.finanziarie del Paese. Sicchè, nel novembre del 1918, tutt:J. 1 serv1z1 funzionavano ad alto rendimento, da quello sanitario e del commissariato a quello d'artiglieria e del genio, da quello ippico e veterinario a quello dei trasporti, delle tappe, della posta militare, ecc.

Particolarmente curati erano i rifornimenti delle armi, delle munizioni, dei materiali del genio, dei viveri e dei foraggi, i servizi automobilistici (con una sezione automobilistica presso l'intendenza generale e una direzione delle tappe presso le intendenze di armata), la costruzione e la manutenzione stradale, le ferrovie a scartamento ridotto, le teleferiche, il servizio dei recuperi.

Per l'aeronautica funzionavano speciali servizi che assicuravano i rifornimenti necessari per gli aeroplani, per gli aerostati, per i dirigibili e per gli apparecchi aerologici e fotografici.

LA DOTTRINA TATTICA.

Nel campo della dottrina tattica, l'evoluzione ultima cui era pervenuta la nostra regolamentazione era segnata, per ciò che si riferiva all'impiego delle grandi unità nell'attacco e nella difesa, dalle «Direttive>>emanate dal Comando Supremo nel settembre 1918 (r).

Le cc Direttive» erano ispirate ed improntate alle caratteristiche della guerra che si combatteva allora, nella quale cc le fronti difensive erano costituite da una successione di sistemi forti.ficatori », scaglionati in profondità.

In linea generale, negli attacchi jn grande stile contro tali sistemi, occorreva preparare una massa offensiva, articolandola in tre nuclei distinti : - cc un nucleo di prima linea destinato all'urto iniziale; « un nucleo di seconda linea destinato ad -addentrarsi, con successivi urti, nei sistemi difensivi nemici, sostituendo il nucleo di prima linea quando l'attitudine di questo allo sfondamento sia esaurita o anche solo menomata; - <c un nucleo di terza linea destinato a sfruttare il successo dopo, o eventualmente, durante la rottura del fronte>>.

(1) Erano due volumetti : «Direttive per l'impiego delle grandi unità nell'attacco» e «Direttive per l'impiego delle grandi unità nella difesa», editi nel settembre 1918 a cura del Comando Supretn().

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I primi due nuclei costttmvano, nel loro insieme , la massa di rottura; il terzo nucleo costituiva invece la massa di manovra.

Da questi concetti fondamentali relativi all'azione offensiva, scaturivano i procedimenti d'impiego delle grandi unità nell'attacco.

L'artiglieria doveva anzitutto spianare la via alla fanteria, distruggendo o neutralizzando tutto quello che si opponeva alla sua marcia. La fante ria - di cui le mitragliatrici costituivano l'armamento essenziale __,. doveva quindi avanzare, protetta dal tiro di accompagnamento dell'artiglieria, al fine di superare, combattendo, le successive resistenze del nemico. Il binomio fanteria-artiglieria si affermava così come elemento basilare e inscindibile per lo svolgimento di qualsiasi azione tattica di rili evo .

Anche l'arma aerea, combatten do per il dominio dell'aria e intervenendo nella lotta terrestre col bombardamento dei punti più sensibili e nevralgici del nemico e col mitragliamento e spezzonamento delle truppe avversarie, si rivelava arma potente e indispensabile nell'attacco come nella difesa.

Nell'azione offensiva, una volta scelto il fronte d'attacco, occorreva studiarne attenta mente tutte le possibilità di sviluppo, raccogliere le informazioni necessarie e provvedere alla sistemazione del terreno (parallele di partenza, camminamenti, schieramento delle artiglierie, collegamenti, ecc .). Nello svolgimento dell'attacco erano considerate le seguenti fasi : - la preparazione immediata; - lo scatto e l'avanzata delle fanterie verso l'obiettivo normale; - l'eventuale sosta dell'avanzata prima dell'obiettivo normale; - la conquista dell'obiettivo norm ale e degli obiettivi eventu ali; lo sviluppo del successo.

Di norma, .finchè il combattimento offensivo aveva luogo nella zona organizzata a difesa, la cavalleria logicamente non poteva trovare impiego ed era perciò tenuta in potenza, pronta a partecipare alla battaglia, al momento buono, con impiego a massa, per allargare e completare il successo .

Quanto alla difesa , le << Direttive >> ne mettevano in risalto le caratteristiche basate sulla sistemazione del terreno e sullo scaglionamento in profondità delle forze e dei mezzi.

Nella sistemazione del terreno venivano organizzati sistemi difensivi, a duplice fascia, comprendenti una fascia di osservazione, seguita da una fascia di resistenza. La fascia di osservazione era caratte-

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rizzata da una occupazione nucleare rada. L a fascia di resistenza era scaglionata in profondità per poter co n sentire un razionale impiego delle fo rze e compre ndeva di m assima tre strisce: la striscia di com J battime nto, ch e rapp re se ntava la travatura della fascia di resistenza; la striscia dei rincalzi e la striscia delle riserve, che rappresentavano le basi di partenza per le reazioni di movimento .

Nell'organizzazione a .difesa del fronte, le artiglierie dovevano essere scaglionate in profo ndi tà col criterio di assicurare una efficace manovra di fuoco su ampi settori, utilizzando razionalmente gittate e ca ratteristiche de lle varie bocche da fuoco

La condotta de lla difesa doveva ispirarsi in tesi ge nerale ai seguenti procedimenti : agire per prima con la contropreparazione (preventiva e im mediata); effett uare quindi, contro l'attaccante, una efficace r eazio ne di fuoco e di movimen to.

Dai concetti che qui abbiamo riassunti i n linee sintetiche , si può ben dedurre che, per quel che si riferi va all ' impi ego delle grandi unità su terr eni organizzati, le « Direttive >> segnarono u n momento culminante nell'evoluzione della nostra dottrina tattica, durante la prima guerra mondiale.

Tra « Direttive >> e regolamentazioni d'arma c'era però un certo sfasamento, i n quanto queste ultime non risultavano aggio rna te e armo nizzate con le « Direttive>> . Vero è che circolari, istruzioni e co nferenze erano interven ute a ch iarire e colmare molte lacune. Restava comunque il fatto che talune regola m enta zio n i d'arma risul tavano arretrate.

per la Per i procedimenti d'azione della fanteria vigeva ancora l' « I struzione provvisoria sull'attacco delle minori un ità di fanteria nella guerra di trincea>>, ed . 1917, la qua le suggeriva, per i repa rti di fanteria, di avanzare, nell'attacco, con una serie di «o ndate di comb attenti, susseguentisi l'una all'altra », in relazione alla necess ità di g r aduare lo sforzo a seconda d elle re siste n ze da superare. N u lla er a detto circa l'impiego dei reparti nella difesa, per il quale vigeva ancora il fascicolo <<Criteri d'impiego della fanter ia nella guerra di t rincea >>, ed . 1916, secondo cui le sistemazioni di fensive comprendevano gener al mente due o più zo ne successive di difesa (1).

(x) Come si vede, secondo le « Direttive » , la difesa era basata su sistemi a dup lice fascia, in cui la fas cia di resistenza comprendeva più strisce; secondo i « Criteri d'impiego della fanteria >>, la d ifesa era basata su più zone. L e

22

Quanto alle unità di cav.alleria, se erano appiedate, di norma si uniformavano, nei procedimenti tattici, a quelli della fanteria; se non erano appiedate ,e dovevano quindi agire come unità a cavallo, seguivano molti dei procedimenti previsti dalla regolamentazione d' arma sancita prima ancora dell'inizio del conflitto ( « Regolamento di esercizi per la cavalleria» ed. I9II e «Regolamento di esercizi per la cavalleria», vol. II, «Addestramento dei reparti>> ed. 1915). Non poche circolari ed istruzioni avevano tuttavia tenuto a giorno i reparti di cavalleria delle particolari esigenze tattiche imposte dalla guerra e del predominio del fuoco affermatosi nel corso delle varie operazioni belliche.

Norme per l• cavalleria.

Sull'impiego dell'artiglieria erano intervenute durante la guerra numerose circolari e istruzioni ad integrare ed aggiornare il vecchio «Regolamento dt esercizi per l'artiglieria da camp., pes. camp., a cav . e da mont . >> ed. 1913. Nell'agosto del 1918, il Comando Supremo aveva provveduto a diramare un manuale ( « Ricordi tattici e tecnici per l'ufficiale d'artiglieria »), nel quale erano state raccolte le norme d'impiego dell'artiglieria, con l'aggiunta anche dei relativi dati tecnici, secondo le esigenze del combattimento moderno e quali l'esperienza di guerra suggeriva.

In fatto di artiglieria, nelle sue linee fondamentali la dottrina tattica era orientata alla necessità di dominare col fuoco tanto l'artiglieria quanto la fanteria nemica. In particolare: - nell'azione offensiva, l'artiglieria, durante la preparazione, doveva cercare di ottenere, più che la distruzione materiale degli ostacoli attivi e passivi, la loro neutralizzazione, mediante potenti concentramenti, e lo stesso anche nel tiro di controbatteria; durante l'attacco, doveva proteggere l'avanzata della fanteria con potenti tiri di accompagnamento eseguiti da batterie di ogni calibro, specie quelle campali, predisponendone anche lo spostamento in avanti, a cominciare da quelle più leggere; -.., nell'azione difensiva, l'artiglieria doveva anzitutto colpire il nemico, durante l'ultima fase dei suoi preparativi per l'attacco, con tiri di contro preparazione; successivamente doveva coprire le varie

« Direttive » quindi segnavano una netta evoluzione, non solo dal lato formale della terminologia più rispondente a funzioni tattiche diverse, ma anche qal lato concettuale in quanto la profondità della difesa era più spaziata e ' più organica.

Norme per l'arti· glieria.

linee di difesa con tiri di sbarramento, preparando anche e facilitando i contrattacchi.

Da ciò scaturiva una cooperazione sempre più intima tra glieria e fanteria.

Per i i Riguardo al genio, le varie istruzioni emanate dal Comando Supremo erano servite ad aggiornare il «Regolamento di esercizi per il genio», ed . 1912, e le varie «Istruzioni pratiche)) di specialità, di edizioni diverse, al fine di orientarne il contenuto normativa secondo le esigenze del combattimento moderno al lume dei progressi tecnici raggiunti e dell'esperienza di guerra. ·

ca.

Per quel -che riguardava l'aeronautica, .tanto le istruzioni quanto le varie norme risentivano degli sviluppi rapidi che la nuovissima arma, con le sue specializzazioni, aveva avuto nel corso della guerra.

Era all'incirca questa la situazione panoramica d'insieme nel campo militare, quando sopravvenne per le nostre armi l'armistizio vittorioso del novembre 1918.

L'ORGANIZZAZIONE DELL'ESERCITO

TRA IL 1919 E IL 1925

Concluso nel novembre 1918 l'armistizio vittorioso con gli Imperi centrali, le nostre massime autorità politiche e militari diedero inizio a un graduale e progressivo congedamento dei richiamati, a cominciare da quelli appartenenti alle classi di leva più anziane.

Si trattava ora di alleggerire tutta la vasta attrezzatura di guerra dell'Esercito e ricondurla, un po' per volta, entro i limiti dell'organizzazione di pace, secondo un programma organico che tenesse conto sia delle esigenze sociali, politiche ed economiche del Paese, sia dei nuovi ingrandimenti territoriali acquisiti. Conseguiva da ciò un duplice ordine di provvedimenti intesi a: smobilitare senza scosse le unità del! 'Esercito; - attuare ordinamenti, anche provvisori, che, quanto meno, costituissero mète orientative per la riduzione dell'Esercito secondo l e esigenze di pace.

Per una serie di ragioni, tra le quali importante quella di esser sicuri che la massa degli smobilitati venisse effettivamente restituita al lavoro e riassorbita dalle attività di pace, la smobilitazione procedette con lentezza. Iniziata subito, sin dalla fine dicembre 1918primi di gennaio 1919, con le veèchie classi dal 1874 al r879, la smobilitazione ai primi del 1920 non era ancora ultimata. D'altra parte c'era stato pure qualche intermezzo operativo che aveva contribuito, anche se in misura minima, a produrre un certo rallentamento. Ai primi del 1919, per esempio, era stato necessario concentrare in Tripolitania 3 divisioni (la 38\ l'81a e una divisione d'assalto) per chiarire e definire la situazione che appariva in quella regione ancora minacciosa ad ·opera di ribelli.

Urgeva intanto cominciare a dare un primo assetto di pace all'Esercito; e si cominciò dali' alto comando.

In analogia con quanto era stato fatto precedentemente con l'ar- Gli Ispettorati. ma di cavalleria, artiglieria e genio, nel luglio 1919, con R. D. n. 1418,

CAPITOLO
Il.

venne istituito un Ispettorato generale dell'arma di fanteria. Ad esso fu attribuito l'incarico di curare « il mantenimento delle tradizioni dell'arma e delle singole sue specialità », nonchè i fattori morali e il più intimo cameratismo con le altre armi, e di imprimere «unità d'indirizzo all'addestramento tattico armo nizzandolo coi progressi tecnici delle altre armi » (r).

Successivamente, con R. D. n. 2145, venne istituita, nel novembre 1919, la carica di Ispettore generale dell'Esercito (2).

Contemporaneamente, con lo stesso decreto, fu istituito il Consiglio degli ispettori generali, composto dell'Ispettore generale dell'Esercito e degli Ispettori generali della fanteria, della cavalleria, dell'artiglieria e del genio.

L'Ispettore generale dell'Esercito presiedeva il Consiglio degli Ispettori generali, e poteva, per incarico del Ministro della Guerra, presiedere anche il Consiglio dell'Esercito, del quale per altro faceva parte di diritto quando si trattava di pronunciarsi su particolari questioni; inoltre era chiamato a far parte della Commissione suprema mista per la difesa dello Stato. Molto laborioso risultò l'ordinamento provvisorio da adottare per l 'Esercito.

(R. D. n. 2143 del 21 novembre 1919)·

Nel febbraio 1919, quindi a brevissima distanza di tempo dall'armistizio, il Comando Supremo trasmise al Ministero della Guerra uno schema di ordinamento, informato ai seguenti principi: - adottare un ordinamento il più economico possibile, sfrondandolo di tutti gli elementi più costosi e meno necessari; _, istruire, inquadrare e organizzare sin dal tempo di pace 30 divisioni (5 in più del periodo prebellico), in modo da poter costituire, in caso di guerra, nel minor tempo possibile, 6o divisioni mediante la trasformazione delle brigate di pace (2 per divisione) in altrettante divisioni efficienti ed organiche.

Basandosi sul pres uppos to che i q u adri fossero adeguati per numero e qualità; che le .reclute si presentassero alle armi dopo una conveniente preparazione premilitare, e che la truppa non venisse

(1) Il R. D. n. 1418 è contenuto nella eire. 469 G. M. 1919. Il R. D. n. 2145 è contenuto nella ei re. 616 G. M . 1919.

ORDINAMENTO

mai distolta dalle sue istruzioni, si riteneva sufficiente una ferma di 8 mesi, con la possibilità di contenere la forza bilanciata entro i limiti di 175.000 uomini circa (inferiore ai limiti medi di 225-250.000 raggiunti prima della guerra).

Veniva inoltre proposto di ridurre le unità di cavalleria e di abolire le musiche reggimentali sosùtuendole con fanfare.

In seguito ad ulteriori intese verbali, poterono cominciare ad essere tracciati dal Ministero i criteri informatori del futuro ordinamento dell'Esercito sulle basi seguenti (r): - adozione di rs corpi d'armata e 30 divisioni territori ali; - 6o brigate di fanteria desùnate a trasformarsi, in caso di guerra, in altrettante divisioni ternarie (su 3 reggimenti) ; - adozione del traino animale per i reggimenti di artiglieria divisionale (3o) e del traino meccanico per le arùglierie suppleùve;

- riduzione della cavalleria e della specialità bersaglieri; - ordinamento dei servizi in modo da poter conferi re una sufficiente autonomia di mobilitazione ad ogni corpo d'armata territoriale;

- diminuzione della ferma e aumento nello stesso tempo degli obblighi di servizio, riducendo al minimo le esenzioni.

Gli studi proseguirono finchè venne abbozzato un p-rogetto di ordinamento provvisorio le cui caratteristiche principali erano:

1 ° - Relativa ittdipendenza della struttura dell'Esercito dalla ferma e dalla forza bilanciata. L'Esercito doveva avere sin dal tempo di pace l'ossatura generale che avrebbe poi avuto in caso di guerra; quindi ordinamento su 30 divisioni raggruppate in 12 o 15 corpi d'armata su 2 o su 3 divisioni ; orientamento favor evole alla formazione ternaria del corpo d'armata mobilitato.

2 ° - Abolizione del « Corpo di Stato Maggiore » e sua sostituzione co l « Servizio di Stato Maggiore » .

Concetti informa• tori del progetto di ordinamento.

(r) Frattanto, in attesa che venissero prese determinaz ionj in merito al de fin itivo ordinamento dell' Esercito, il Ministero della Guerra cominciò, con una serie di circolari e di provvedimenti di carattere transitorio, a darè una sistemazione provvisoria ai vari clementi secondo un previsto schema di ordinamento, e a dare pure una prima applicazione ai nuovi criteri - in corso di adozione - relativi al reclutam ento e agli obblighi di servizio.

Da tali provvedimenti conseguì che molte unità, formate per la g uerra, vennero contratte, e molte altre smobilitate e sciolte.

27

3° - Estensione del sistema dei «fuori quadro », in maniera da avere così, in molti corpi c servizi, ufficiali di armi diverse con cui perequarc in qualche modo i diversi ruoli.

4o - Riduzione delle armi a cavallo c dei servizi a traino animale, nonchè della misura di taluni corpi speciali come i bersaglieri.

5o - Aumento di talune armi in relazione all'aumento della popolazione c del terri torio nazionale.

6° - Introduzione di talune nuove specialità, prima non contemplate dal vecchio ordinamento (radiotclcgrafìsti, aviatori, automobilisti, artiglieria an tiaerea, ccc.).

In particolare, rispetto al vecchio ordinamento prcbcllico, si sa- . rcbbcro avuti:

- grandi unità: un aumento di 3 comandi di corpo d'armata c di 5 comandi di divisione territoriale, c una diminuzione di 1 comando di divisione di cavalleria; e cioè: 15 comandi di corpo d'armata, 30 coma ndi di divisione territoriale c 2 comandi di divisione di cavalleria;

- fanteria: 12 comandi di brigata c 24 reggimenti di fanteria in più; e cioè: 6o comandi di brigata (compresa I di granatieri) e 120 reggimenti (com presi 2 di granatieri);

--:- bersaglieri: riduzione da 12 reggimenti, su 4 battaglioni ciascuno, a 20 battaglioni a piedi e 8 battaglioni ciclisti;

- alpini: aumento di un regg imento, con la creazione del 9o reggimento a lpini, pur lasciando invariato il numero dei battaglioni (27);

- carri armati: costituzione di I gruppo carri armati; cavalleria : I comando di brigata e 13 reggimenti in meno; - artiglieria: 15 comandi di artiglieria di corpo d'armata in più; 6 reggimenti di artiglieria da campagna in meno, con un totale di 30 reggimenti (I per divisione di fanteria); il reggimento di artiglie ria a cavallo ridott o da 4 gruppi a 2 gruppi; I3 reggimenti di artiglieria pesante campale in più (totale I5 : I per corpo d'armata); costituzione e quindi aumento di I reggimento di artiglieria autoportata e di I deposito scuola antiaerei;

____,. genio : I5 comandi del genio di corpo d'armata, 9 battaglioni genio zappato ri , 9 battaglioni genio telegra.fisti, I reggimento radiotelegra.fisti, tutti in più; trasformazione del battaglione specialis ti in reggimento specialisti;

- aeronautica: I ispettorato di aeronaut ica, 3 raggruppamenti aeroplani, 3 gr uppi aerostie r i e dirig ibilisti, tutti in più (ed ex novo);

- distretti militari: 42 in più rispetto a quelli esistenti, con un t-otale di I 30 distretti; - centri autQtnobilistici: I5 centri in più, ex novo (I per corpo d'armata); - gruppi treno: I5 gruppi in più (I per corpo d'armata), io luogo delle precedenti compagnie treno di artiglieria (32) e del genio (9).

Nel caso che si fosse voluto mantenere una ferma di 12 mesi per un contingente di leva di 230.000 uomini, la spesa si sarebbe aggirata su 858 milioni di lire circa. Qualora, però, tale cifra fosse risultata eccessiva rispetto alle possibilità del bilancio, allora si sarebbero dovuti adottare provvedimenti vari per realizzare nuove economie, riducendo la ferma per la maggior parte dell'Esercito a 8 mesi e lasciandola di I2 mesi solo per la cavalleria e pochissime altre specialità (aviatori e radiotelegrafisti), effettuando inoltre la chiamata del conti ngente in tre periodi in maniera che durante un certo periodo l 'intera classe po tesse trovarsi conte mpor aneamente alle armi. In complesso, in seg uito a questi ultimi provvedimenti, la forza minima non sarebbe discesa al disotto di 122.000 uomini e la forza massima non sarebbe salita oltre i 255.000 uomini, esclusi i richiamati; la forza bilanciata sarebbe stata quindi ridotta a circa 210.000 uomini, e la spesa sarebbe stata contenuta su 726 milioni di lire circa. Se poi anche quest'ultima somma fosse risu ltata ancora eccedente rispetto alla potenzialità economica del Paese, allora si sarebbe dovuto studiare il modo di realizzare altre economie per mezzo di:

- una ulteriore riduzione della ferma; - una diminuzione del contingente annuo istruito; _, sostituzione di tal une scuole di addestramento; - abolizio ne della cavalleria.

In tal caso però si sarebbero verificati vari inconvenienti e sarebbe stata anche compromessa la possibilità di una pronta e ordinata mobilitazione.

Trattandosi di un riordinamento dell'Esercito da farsi, sia pure in termini provvisori, dopo una guerra assai onerosa, gli studi vennero ancora proseguiti e approfonditi, particolarmente nei riguardi della circo scrizione te-rritorial e, del recl ut amento, della mobilitazione, della ferm a, dei quadri, dei sottuHiciali e graduati, e soprattutto nei riguardi di tutte le economie ch'era possibile realizzare. N è furono trascurate le esigenze di carattere sociale e politico dello speciale momento che si attrave r sava io quell'immediato dopoguerra. Naturalmente si cercò di tenere g r an conto dell'esperienza tratta dalla lunga

rpi e ser• . 'ordina•

guerra nonchè dalla necessità di rispettare le tradizioni di determinati corpi (1).

D opo i ripetuti scambi di vedute tra le nostre massime autorità politiche e m ilitari, e dopo studi intensi, fina l mente il 21 novembre 1919, con R. D. n. 2143 (riporta to dalla G. U. n. 278 del 25 novembre e dalla circolare 617 G. M. 1919), venne stabilito il seguente ordinamento provvisorio dell'Eser cito (2), che, dal nome del Ministro che lo propose e lo fece approvare, venne chiamato « ordinamento Albrìcci » (3).

L' E se rcito, ordinato in 15 corpi d'armata t erritoriali, 30 divisioni di fanteria e 2 divisioni di cavalleria, ve nne a comprendere i segue nti elementi :

(r) Per es., i bersaglieri.

(2) Nella relazione che accompagnava il relativo disegno di legge, era messa in evidenza la necessità «c h e l' ordinamento dell ' E sercito, sia posto in armoni a co n i principi che informeranno il f uturo reclutam ento e g li obblighi di serv iz io militare, secondo i progetti in preparazione, basati su l concetto fondamenta le della ferma di un anno, rìducibìle anche ad otto mesi per la quasi totalità del contingf!nte; e, in compenso, estensione a tutti dell'obbligatorietà del servizio, salvo a diminuire ancora la d ura ta della ferma per gli individu i che si trov ino in speciali condizioni di famig lia.

« A tali ca ratteristiche - era detto anco ra - alla cui attuazione non si potrà giungere che gradatamente ed in prosieguo di tempo, occorre evidentemente che risponda una struttura dell'Eserc ito tale da garantire l'efficienza dell'Esercito in caso di mobilitazione, e quindi consentire un completo addestramento del contingen te anch e nel breve periodo di permanenza alle armi; e perciò occorre un sufficiente numero di unità e un inquadrame nto con ufficiali e sottuffìciali ra ffermati atto a rispondere all'importantissimo co mpito.

« Pur tenendo presente le anzidette· esigenze, le ben note necessità delle finanze de llo Stato hanno imposto d i informare la progettata sistemazione dell'E sercito al criterio di rigorosa economia e della migliore utilizzazione della spesa. E con la ri duzione delle unità a cavallo che, dato il maggio r costo intrinseco, avrebb ero più fortemente gravato sul bilancio, con la trasfo rmazione dei servizi a traino animale mediante la trazione meccanica, più economica specialmente in tempo d i pace, co n la soppressione di ogni reparto o servizio non assolutam ente necessario a lla funzione dell'Esercito, ed infine colla riduzione della forza bilanciata al minimo indispensabile, si riti ene di aver co ntenuto le spese per l'Esercito stesso nei limiti consentiti dalla potenzialità eco nomi ca del paese, e di avere efficacemente assicurata la difesa zionale, imprescindibile necessità d i ogn i civile or-dine, pur senza pregiudicare quelle ulteriori trasformazioni del l'organismo militare che potranno essere consigliate in avvenire»

(3) Il generale Albricci fu Ministro della Guerra dal 24 giugno 1919 al 13 marzo 1920.

a) Stato Maggi ore dell'Esercito e comandi di grandi unità. Fu istituito il Servizio di Stato Maggiore dal grado di colonnello a quello di capitano. Furono istituiti altresi:

- 5 comandi designati d'armata;

- un ispettorato generale dell'Esercito e gli ispettorati generali delle armi di fanteria, cavalleria, artiglieria e genio; e, quali organi collegiali, i seguenti alti consessi:

- la Commissione suprema per la difesa dello Stato, col compito di risolvere, in tempo di pace, le più importanti questioni concernenti la preparazione della difesa nazionale;

- il Consiglio degli ispettori, col compito di esprimere il suo parere su talune questioni riguardanti l'Esercito.

Le novità in sostanza, rispetto al vecchio ordinamento prebellico, erano costituite dal Servizio di stato maggjore e dal Consiglio degli ispettori

b) Arma dei carabinieri reali. Comprendeva : il comando generale dell'arma, 7 comandi di gruppo legioni, 22 legioni (Io in più rispetto al vecchio ordinamento), I scuola allievi ufficiali e I scuola allievi sottufficiali carabinieri.

c) Arma di fanteria. Comprendeva: I ispettorato generale dell'arma, 30 comandi di divisione es in più rispetto al vecchio ordinamento), I comando di brigata granatieri, 53 comandi di brigata di fanteria di linea (6 in più rispetto al vecchio ordinamento), 6 comandi di brigata bersaglieri, 4 comandi di brigata alpini, 2 reggimenti granatieri, 106 reggimenti di fanteria di linea (I2 in più rispetto al vecchio ordinamento), I2 reggimenti bersaglìeri, 9 reggimenti al pini (I .in più rispetto al vecchio ordinamento), I gruppo di carri armati.

Le divisioni erano quaternarie; comprendevano cioè 2 brigate su 2 reggimenti di fanteria ciascuna.

La composizione dei reggimenti era varia; quella dei reggimenti gr anatieri, di fanteria di linea e di bersaglieri comprendeva I comando, 3 battaglioni (I) e I deposito; quella dei reggimenti alpini comprendeva I comando, da 2 a 4 battaglioni e I deposito. I primi 2 reggimenti bersaglieri avevano inoltre I battaglione ciclisti.

(t) I battaglioni risultavano costituiti da 3 compagnie fucilier i e 1 compagnia mitragliatrici pesanti; le co mpagnie fucilieri su 3 plotoni di 3 squadre ciascuno; la compagnia mitragliatrici pesanti su 4 plotoni di :2 squadre ciascuno (1 arma per squadra). Niente, dunque, nel battaglione dotazioni di altri mezzi d i fuoco che pure si erano avuti in guerra; ma solo un complesso di fucilieri con 8 mitragliatrici Fiat mod. 1914.

Il gruppo carri armati si componeva di 1 reparto di carri to, di I reparto autoblindomitragliatrici e di I deposito.

d) Arma di cavalleria. Notevoli le riduzioni apportate in st'arma, la qu ale, col nuovo ordinamento, venne a comprendere: I ispettorato generale dell'arma; 2 comandi di divisione (I in meno rispetto al vecchio ordinamento); 6 comandi di brigata (2 in meno rispetto al vecchio ordinamento); I6 reggimenti di cavalleria (I3 in meno rispetto al vecchio ordinamento); depositi allevamento cavalli per cavalleria e 4 squadroni palafrenieri. · Ogni reggimento si componeva di I comando, 2 gruppi su 2 squadroni montati ciascuno, e I deposito.

e) Arma di artiglieria. Comprendeva: I ispettorato generale dell'arma; I ispettorato delle costruz ioni d'artiglieria; I5 comandi di brigata di artiglieria di corpo d'armata; 30 reggimenti di ria da campagna, a traino animale (6 in meno rispetto al vecchio ordinamento); 15 reggimenti di artiglieria campali pesanti, a traino meccanico (I 3 in più rispetto al vecchio ordinamento); I reggimento di artiglieria autopor tato; I reggimento di artiglieria a cavallo; 3 reggimenti di artiglieria da montagna; 6 reggimenti di artiglieria pesante; 4 reggimenti di artiglieria da costa; 3 depositi scuola an aerei; I reparto palafrenieri; I direzione delle esperienze; I5 zioni di artiglieria; stabilimenti di artiglieria (fabbriche. d'armi, nali di costruzione, laboratori pirotecnici, laboratori di precisione, polverifici, officine di costruzione); depositi di allevamento cavalli per artiglieria.

I reggimenti di artiglieria da campagna, campali pesanti, pesanti e da costa si componevano di I comando, 4 gruppi e I deposito; il reggimento autoportato, di I comando, 5 gruppi e I deposito; il reggimento a cavallo, di r comando, 2 gruppi e I deposito; i reggimenti da montagna, di I comando, 3 gruppi e I deposito; i depositi scuola antiaerei, di I comando e 5 reparti.

Gli ufficiali adibiti al servizio tecnico costituivano un ruolo speciale.

Salvo che per l'artiglieria da campagna, dove erano state tate riduzioni, per il resto vi era stato un ragguardevole aumento nelle ·varie specialità d-ell'arma. ·

f) Arma del genio. Comprendeva: I ispettorato generale dell'arma; I5 comandi del genio di corpo d'armata; 15 battaglioni di zappatori (r per corpo d'armata); I reggimento minatori; 15 battaglioni telegrafisti (I per corpo d'armata); r reggimento

I reggimento pontieri e lagunari; I reggimento specialisti (fotoelettricisti, teleferisti, motoristi, lanciafiamme, lanciagas, meteorologici); I reggimento ferrovieri; 15 direzioni del genio (I per corpo d'armata); r officina di costruzione.

I reggimenti minatori e radiotelegrafisti si componevano di I comando, 5 battaglioni e I deposito; quelli ferrovieri, specialisti e pontieri -lagunari, di I comando, 4 battaglioni e I deposito. I battaglioni zappatori e telegrafis ti avevano ciascuno I deposito.

La novità era data dalla soppressione dei reggimenti zapP.atori e telegrafisti; dalla creazione di comandi del genio di corpo d'armata; dalla costituzione di battaglioni zappatori e telegrafisti di corpo d'armata, nonchè di I reggimento specialisti; dalla trasformazione del vecchio battaglione radiotelegrafisti in reggimento.

g) Corpo aeronautico. Fu ordinato nel modo che segue: I ispettorato di aeronautica; I raggruppamento aeroplani da caccia; I raggruppamento aeroplani da bombardamento; I raggruppamento aeroplani da ricognizione; 2 gruppi aerostieri; r gruppo dirigibilisti; r comando scuole; I direzione dei servizi di armamento.

Al Corpo aeronautico erano temporaneamente comandati ufficiali delle varie armi.

Col nuovo ordinamento, gli aerostieri dall'arma del genio passarono a far parte del nuovo Corpo aeronautico.

h) Distretti militari. Furono aumentati da 88 a 130.

i) Corpo invalidi e veterani. Fu mantenuto.

l) Corpo a·utomobilistico, costituito per provvedere ai serv1z1 automobilistici di carattere generale. Comprendeva: I direzione centrale automobil istica e 15 centri automobilistici (r per corpo d'armata).

m) Corpo del treno, costituito per provvedere ai servizi del traino, a trazione animale, di carattere generale. Comprendeva ufficiali di cavalleria, artiglieria e genio ed era composto di 15 gruppi treno (I per corpo d'armata).

n) Seguivano il:

Corpo sanitario militare, con I ispettorato di sanità militare; I5 direzioni di sanità e I5 compagnie di sanità (I per corpo d'arma ta); ospedali militari; I farmacia centrale militare.

Cat-po di commissariato militare, con I ispettorato dei servizi di commissariato, 15 direzioni di commissariato e 15 compagnie di sussistenza (I per corpo d'armata), stabilimenti vari di commissa-

33
3·- U. S.

riato (molini, panifici, stabilimenti per la produzione di gallette e carne in conserva, magazzini viveri e di casermaggio, laboratori vari).

Corpo di amministrazione, mantenuto per la tenuta dei conti presso corpi, istituti e stabilimenti.

Corpo veterinario, mantenuto per assicurare il servizio zooiatrico presso le grandi unità, e presso corpi e reparti di truppe a cavallo.

Scuole militari. Comprendevano: collegi militari, scuole di reclutamento, di applicazione, scuole centrali (istituite per l'addestramento pratico degli ufficiali), corso superiore tecnico d'artiglieria, istituti superiori di cultura militare, scuola centrale di educazione fisica.

Istituto geografico militare. Mantenuto.

Tribunale supremo di guerra e marina e 15 tribunali militari (1 per corpo d ' armata), per il servizio della giustizia militare. Reparti di punizione e stabilimenti militari di pena, con I comando, 4 compagnie di disciplina, I carcere militare e I reclusorio militare.

ll'ordin a · Caratteristica del nuovo ordinamento, rispetto al passato, fu un maggiore snellimento dell'organizzazione mjlitare conseguito mediante un razionale decentramento di organi e di servizi per corpo d'armata e la soppressione dei reparti e servizi non indispensabili. Molti servizi a traino animale passarono al trajno meccanico. Inoltre, nelle truppe a cavallo fu operata una forte riduzione.

La forza bilanciata fu portata a 21o.ooo uomini, inferiore cioè a qu ella prevista dal vecchio ordinamento prebellico (r) ; la ferma, ridotta ad un anno, riducibile, successivamente, ad otto mesi; sancito il principio della obbligatorietà del servizio militare per tutti i cittadini, salvo pochissime esenzioni.

Con q uesto ordinamento si intendeva stabilire, come fu detto, « un punto di arrivo per la smobilitazione » e « una cornice provvisoria entro cui raccogliere quella parte di Esercito che si riteneva di dover conservare »

(1) La forza bilanciata dell'Esercito era stata di 225.000 uomini nell'esercizio finanziario 1909 - 10; di 2 30 .000 e 240 000 successivamente; di 250.000 negli esercizi 1912 - 13 e 1913 - 14; nell'esercizio 1914 - 15 venne aumentata a 275 000 uomini. (Dalla pubblicazione «L'Esercito italiano nella grande guerra, I 915 - I 918: Le for z e belligeranti », edita a cura dell'Ufficio Storico dd lo S. M. E. - Vol. I e I-bis).

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Ma l'ordinamento Albricci, per cause varie, tra cui non ultima il perturbamento cui allora e ra soggetto il Paese, non potè avere attuazione completa.

Esigenze economiche, sociali e politiche imposero nuovi orientamenti ancora più restrittivi, intesi ad apportare ult eriori riduzioni n elle spese di bilancio e nell'organizzazione dei comandi, corpi e serv izi. Nuovi studi vennero quindi intrapresi per la preparazione e l'attuazione di un altro ordinamento provvisorio che significasse « un ritorno dell'Esercito ad ordinamenti e a proporzioni prossimi a quelli del periodo anteriore alla guerra », rimanendovi anzi « notevolmente al disotto » in relazione alle condizioni generali della finanza.

ORDINAMENTO

BoNOMI

(D. L. n. 451 del 20 aprile 1920 ).

In seguito alla nomina di un nuovo Ministro della Guerra, vennero ripresi, intensificati e approfonditi gli studi per un'altra sistemazione dell'Esercito , anc he in via provvisoria, che tenesse però in maggior conto la necessità anz itutto di effettuare forti economie, senza tuttavia pregiudicare l'efficienza dell'organismo militare.

Con l'ordinamento Albricci, adottato nel novembre 1919, l'Esercito era stato organizzato in una misura adeguata all'.ingrandimento del territorio nazionale, operatosi dopo la conclusione vittoriosa della guerra. La situazione finanziaria però imponeva ora tutte le co ntrazioni e riduzioni possibili, suggerite dall'esperienza della guerra, dal progresso degli studi militari e dalle condizioni generali del Paese.

Con D. L. n. 451 del 20 aprile 1920 (riporta to dalla G. U. n. 95 del 22 aprile e dalla eire. 248 G. M., 1920), venne perciò stabilito un nuovo ordinamento, che dal nome del Ministro che lo pr esentò al Parlamento per l'approvazione, prese la denominazione di ordinamento Bonomi ( r ).

Col nuovo ordinamento, la forza bilanciata era ridotta a 175.000 Concetti

uomini (35.000 uomini in meno rispetto all'ordinamento Albricci). La

(1) L 'on Bonomi fu Ministro della Guerra, la prima volta dal 14 marzo al 21 maggio 1920, e la seconda vo lta dal 16 giugno 1920 al 2 aprile 1921.

) l 35
Studi per un nuo· ' 'o ordinamento. informa·

ferma adottata era di 8 mesi per la ma ggioranza dei cittadini (r) e di 3 mesi per i cittadini in particolari co n dizioni. Le ferme brevi erano intro dotte come av viamento, n el campo orga nico, a ll'ideal e della N azione armata.

Venne adottata la formazione ternaria, la quale perm ise di ridurre i corpi d'armata territoriaLi - da 12 quanti erano prim a della guerra e da rs quanti erano previsti dall'ordinamento Albricci - a ro, cos tit uendoli su 3 divisioni ciascuno , ed acce ntu ando inoltre il decentramento ai comandi di corpo d'armata di molte attribuzioni proprie degli enti centrali .

L 'organizzazione delle unità fu fatta in maniera da consentire che le briga te di fa nteria di pace potessero ra pidam ente trasformarsi in divisioni di guerra, completandosi con nuove unità, create per sdoppiame·nto, sia di fan teria, sia delle armi speciali e dei servizi. L e grand i unità di fanteria furono costituite in modo da metterle in grado di agire efficacemente nei terreni mon tuosi, che erano una caratteristica dell e nostre zone di front iera, dot andole anche di artiglieria someggiata. Le truppe speciali da mont agna furono raggruppate con cri teri più organici, costit uend o divisioni alpine su 3 reggimenti alpini e I reggimento di ar tigli eria da montagna ciascuna, e forma nd o ex novo (come già previsto) un reggimento al pini, pur limitando nel com plesso l'aumento dell e unità ad un solo battag lione.

dispcse. Allo scopo sempr e di effettuare forti economie nelle spese di bilancio, furo no operate riduzioni nelle grandi unità e in varie specialità.

Le divisioni di cavalleria, che nell'ordiname nto Albricci era no previste n el num ero di 2, furono ridotte a I soltanto.

Qua nto ai I 2 reggimenti bersaglieri, che costituivano le truppe suppletive dei vecchi corpi d'arm ata, essi sarebbero stati rido tti a 4; m entre in loro vece sa r ebber o stati mantenuti altrettanti reggime nti di fa nte ria (8), appar ten enti a brigate decorate di medaglia d'oro al v. m. Cosicchè, n ell'insieme, il numero di reggimenti di fanteria e bersaglieri sarebbe rim as to di ro6, come era prima della guerra, r i(r) La ferma di 8 mesi in realtà, però, non fu attuata. La classe I9QI, la q u ale avrebbe dovuto, in conseguenza, essere congedata dop o 8 mesi di ferma, fu, con D. L. n. 722 del 12 giug no 1921, tra ttenuta in servizio « per le esigenze del passaggio graduale alle ferme stabilite dal decreto 20 aprile 1920 n. 452 >>, e finì poi col prestare da 19 a 21 mesi di servizio anzichè 8.

dotti però a soli 2 battaglioni effettivi invece di 3; il terzo sarebbe stato semplice «battaglione quadro » , da costituirsi e completarsi in occasione di richiami. Si contemperavano in tal modo le esigenze dell'addestramento e della mobilitazione con quelle del bilancio . Abolite tutte le musiche reggimentali.

Le economie più sensibili furono effettuate nelle armi a ca vallo, assai costose e richiedenti un lungo addestramento. I reggimenti di cavalleria vennero ridotti a 12 (4 in meno rispetto all'ordinamento Albricci che pure vi aveva operato una buona falcidia).

Anche in artiglieria furono attuate riduzioni. L'artiglieria da campagna a traino animale fu ridotta a 27 reggimenti, cioè 3 in meno rispetto all'ordinamento Albricci; l'artiglieria pesante campale a traino meccanico, ridotta a 14 reggimenti (r in meno rispetto a quanto previsto dall'ordinamento Albricci).

Per il genio, le specialità assegnate per t orpo d'armata subirono una contrazione in relazione alla contrazione del numero dei corpi d'armata. Si ebbero quindi ro battaglioni zappatori e ro battaglioni telegrafisti, anzichè 15 com'era previsto dall'ordinamento Albricci. Riduzion i furono pure apportate in molti organi giurisdizionali territoriali e in molti stabilimenti di ogni specie, adottando per questi ultimi il criterio di ricorrere largamente all'industria civile. I tribunali militari furono ridotti a IO, cioè 5 in meno rispetto a quanto previsto dall'ordinamento Albricci.

Venne infine affrontato il problema dei quadri.

La guerra, con l'accrescimento delle unità, aveva creato quadri esuberanti rispetto ai bisogni di pace. Occorreva dunque sfollare tali quadri per ricondurli nelle proporzioni fissate dal nuovo ordinamento. Molti di essi vennero collocati in posizione ausiliaria speciale, la quale, mentre consentiva loro un trattamento economico favorevole in considerazione delle loro benemerenze di guerra, rendeva nello stesso tempo possibile procedere subito all'èsodo di quasi 5.900 ufficiali, realizzando così notevoli economie.

Pur continuando nella ricerca di ogni economia che riuscisse a ottenere il minor ònere possibile per le finanze dello Stato, non si volle tuttavia, col nuovo ordinamento, trascurare la formazione, specialmente, e l'addestramento di quei quadri di complemento, la cui importanza si era tanto luminosamente dimostrata nella guerra testè conclusasi con la vittoria, e che costituivano un elemento essenziale di forza per l'Esercito. A tal fine furono istituite scuole allievi ufficiali e sottufficiali di complemento, sotto l'alta vigilanza dei comandi di corpo d'armata.

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In concreto, e nei confronti dell'ordinamento Albricci, l'ordinamento Bonomi venne a comprendere i seguenti elementi:

a) Stato Maggiore dell'Esercito e comandi di grandi unità. L'Esercito fu ordinato in xo corpi d'armata territoriali (5 in meno), 30 divisioni· di cui 27 di fanteria e 3 alpine, r divisione di cavalleria (x in meno).

Venne confermato il Servizio di stato maggiore per ufficiali dal grado di colonnello a quello di capitano, e i comandi designati d'armata furono por tati a 4 (I in meno).

D egl i ispettori generali non fu fatto alcun cenno.

b) Arma dei carabinieri reali. Restò invariata, col co mando generale dell'arma, 7 comandi di gruppo legioni , 22 legioni, r scuola allievi ufficiali e x scuola allievi sottufficiali carabinieri.

c) Arma di fanteria. Comprendeva: 27 comandi di divisione di fanteria e 3 comandi di divisione alpina, come già detto; x comando di brigata granatieri; 51 comandi di brigata di fanteria di linea (2 in meno); 2 comandi di brigata bersaglieri (4 in meno); nessun comando di brigata alpini (previsti prima 4); 2 reggime nti granatieri; I02 reggimenti di fanteria di linea (4 in meno); 4 reggimenti bersaglieri (8 in meno); 9 reggimenti alpini; I gruppo di carri arm ati (x).

Le divisioni di fanteria anche nel nuovo ordinamento erano quaternarie, cioè su 2 brigate di 2 reggimenti ciascuna; le divisioni alpine erano ternarie, cioè su 3 reggimenti alpini ciascuna.

I reggimenti di gra na tieri, fanteria di linea e bersaglieri si componevano di x comando, 3 battaglioni (di cui 2 effettivi e I quadro) e I deposito.

I reggimenti alpini si componevano di I comando, 2-4 battaglio ni e I deposito; il gruppo carri armati, di 1 reparto di carri d'a ssalto, I reparto autoblindomitragliatrici e I deposito .

Non era fatto alcun cenno dell'ispettorato d'arma.

d) Arma di cavalleria. Comprendeva : I comando di divisione (I in meno); 4 comandi di brigata (2 in meno); 12 reggimenti di cavalleria (4 in meno); 4 squadroni pal afreni eri.

I regg imenti si componevano di I comando, 2 gruppi e I deposito. Non era fatto alcun ce nno dell'ispettorato d'arma.

(x) Come aveva fatto l'ordinamento AJbricci, an che l'ordinamento Bonomi non previde affatto la costituzione della specialità «arditi » o <<fanteria d'assalto ''• il cui rendimento era stato apprezzato in guerra.

1rpi e ser· l'o r dina • '28

e) Arma di artiglieria. Comprendeva: I ispettorato delle struzioni d'artiglieria; 10 comandi di artiglieria di corpo d'armata (5 in meno); 27 reggimenti di artiglieria da campagna a traino male (3 in meno); I4 re ggimenti di artigli eria pesante campale a traino meccanico (I in meno); I reggimento di artiglieria tato; 3 reggimenti di artiglieria da montagna; 6 reggimenti di glieria pesante; 4 reggimenti di artiglieria da costa; 3 depositi scuola contraerei; I reparto palafrenieri; I direzione delle esperienze; I o rezioni di artiglieria (5 in meno); stabilim enti vari di artiglieria.

I reggimenti di artiglieria da campagna, pesanti campali, pesanti e da costa si componevano di I comando, 4 gruppi e I deposito; il reggi mento autoportato, di I comando, 5 g ruppi e I deposito; i gimenti da montagna, di I comando, 3 gruppi e I deposito; i depositi scuola contraerei, di I comando e gruppi.

Al posto del reggimento a cavallo, veniva mantenuto solo I po a cavallo in forza acl un reggime nto; cosi pure, a IO reggimenti da campagna era assegnato in più I gruppo treno.

Gli ufficiali adibiti al servizio tecnico di artiglieria costituivano un ruolo speciale a parte.

Non era fatto alcun cenno dell'ispettorato d ' arma .

f) Arma del genio. Comprendeva: IO comandi del genio di corpo d'armata (5 in meno); IO battaglioni zappa tori (5 in meno); I reggimento minatori; IO battaglioni telegr afisti (5 in meno) ; I gimento radiotelegrafisti; I reggimento ponti eri e lagu nari; I mento ferrovieri; 10 direzioni del genio (5 in meno); stabilimenti del genio (I istituto centrale di radiotelegrafìa ed elettrotecnica , I officina radiotelegrafica ed elettrotecnica, I laboratorio pirotecnico e di studi chimici, I offic ina di costruzione).

I re ggime nti minatori e radiotelegrafisti si co mponevano di I comando, 5 battaglioni e I deposito; quelli ferrovieri e n ari, eli 1 comando, 2-3 battaglioni (meno quindi dell'ordinamento Albr icci) e I deposito. I battaglioni zappatori e telegrafisti avevano in ciascun corpo d'a rmata un deposito comune alle due specialità.

Non era fatto alcun cenno nè dell'ispettorato d'arma , nè del reggimento specialisti.

g) Arma aeronautica. Continuava a far parte dell'Esercito; non si parlava più però di « corpo » ma di « arma ». Comprendeva: r comando superiore di aeronautica (al posto dell'ispettorato); 2 comandi di aeronautica (per ae ro stieri-dirigibilìsti e per aviatori); I gruppamento aeroplani da caccia; I raggruppamento aeroplani da

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(

bombardamento; I raggruppamento aeroplani da ricogmzrone; I gruppo aerosuen (1 in meno); I gruppo dirigibilisti; I comando scuole; I direzione dei servizi di armamento; I servizio fotografico (in più).

La nuova arma risultava quindi ordinata in modo più razionale rispet to all'ordinamento Albricci, e le riduzi oni erano limitate solo a un gruppo aeros ti eri.

h) Distretti militari. Furono limitati a Io6 (24 in meno).

i) Corpo invalidi e veterani. Mantenuto.

l) Corpo automobilistico. Comprendeva: I direzione centrale automobilistica e IO centri automobilistici (5 in meno).

m) Seguivano (I) il:

Corpo sanitario militare, con IO direzioni di sanità militare e IO co mpagnie di sanità (5 in meno); ospedali militari ; I farmacia centrale militare. No n era fatto alcun cenno dell'ispettorato di sanità militare.

Corpo di commissariato militare, con dire zio ni di commissariato e compagnie di sussistenza (non era precisato il numero; ma poichè era da presumere che sarebbero state ordinate in ragione di I per corpo d'armata, sarebbero risultate 5 in meno rispetto all'ordinamento Albricci); stabilimenti vari di commissariato. Anche qui non era fatto alcun cenno dell'ispettorato dei servizi di commissariato.

Corpo di amministrazione. Mantenuto. Corpo veterinario. Mantenuto.

Scuole militari. Comprendevano: collegi militari, scuole di reclutamento (per sottufficiali e ufficiali sia effettivi che di complemento), scuole di applicazione, scuole centrali, corso superiore tecnico d'artiglieria, istituti superiori di cultura militare, scuola centrale di educazione fisica.

Istituto geografico militare. Mantenuto. Tribunale supremo di guerra e marina, e tribunali militari in ragione di uno per corpo d'armata (quindi 5 in meno).

Depositi di allevamento cavalli, per cavalleria e artiglieria. Prim a facevano parte delle rispettive armi, ora erano considerati a sè . Reparti di punizione e stabilimenti militari di pena, con I comando, 4 compagnie di disciplina, I carcere militare e I reclusorio militare.

(1) Il Corpo del treno risultava soppresso.

Questo rappresentava tuttavia un ordinamento provvisorio da attuarsi in attesa che venisse concretato, dopo studi ancor più a pprofonditi, un ordinamento definitivo. Il Governo, anzi, prendeva impegno di presentare, entro l'anno 1920, il relativo disegno di legge per l'ordinamento definitivo dell'Esercito, e a tal fine veniva nominata (r) una speciale Commissione, composta di parlamentari e di personalità tecniche, con l'incarico di coadiuvare il Ministro della Guerra nella preparazione dei disegni di legge, « nella raccolta e nell'esame dei dati tecnici forniti dagli esperti, nella valutazione degli elementi sociali, politici e finanziari connessi all'organizzazione del Paese per la difesa nazionale ».

COMMISSIONE PARL AMEN TARE CONSULTIVA E PROGETTO GASPARO!rO.

Il 25 luglio 1920 (2) veniva nominata la Commissione parlamentare consultiva, incaricata di coadiuvare il Ministro della Guerra nella preparazione dei disegni di legge relativi all'ordinamento definitivo dell'Esercito, al reclutamento delle truppe e alla preparaz ione militare nella scuola e fuori della scuola.

La Commissione intraprese i suoi lavori ed esaminò a fondo, in Commissione par· · · l · · · bl · · · 1 · · 11 • d· lamentare coosul· tutti .t oro aspetti, 1 van pro emi orgamc1 re atiVl a or mamento, tiva. al reclutamento e all'istruzione premilitare.

Tra i vari sistemi di ordinamento, la Commissione portò la sua particolare attenzione sull'attuazione di un tipo di Nazione armata che consentisse di alleviare l'ònere del servizio militare e quello delle spese, conciliando le esigenze sociali ed economiche con le necessità della difesa nazionale (3).

Con l'attuazione, nel nostro ordinamento, della Nazione armata, ci sarebbe stata una ferma unica per tutto il contingente della durata di sei mesi , salvo casi particolari in cui la ferma sarebbe stata ridotta

(1) V. circolare 461 G. M. l 92o.

(2) V. circolare 461 G M. 1920.

(3) Riteniamo utile soffermarci a parlare di tale tipo di or dinamento anche perchè i progetti di ordinamento presentati successivamente dai Ministri Gasparotto e Di Giorgio si avvicinarono ad esso.

Progetto di Na· zioue armata.

a due mesi. Chiamata del contingente annuo in tre momenti: I 0 marzo, I 0 luglio, I 0 novembre. Forza bilanciata r 50 . 000 uomini circa.

L'Esercito avrebbe compreso truppe di copertura e centri di istruzione e di mobilitazione.

Le truppe di copertura sarebbero state costituite da circa 8o.ooo uomini permanentem ente in se rv izio in ogni epoca dell'anno, ri manendo dislocate in opportune sedi, ed avrebbero compreso le seguenti unità: I reggimento granatieri, x8 reggimenti di fanteria di linea, 2 reggimenti di bersaglieri, 3 reggimenti di alpini, I gruppo motomitragliatrici, 4 reggimenti di cavalleria, 6 reggimenti di artiglieria da campagna, 6 gruppi di artiglieria pesante campale, 5 gruppi di artiglieria da montagna, I gruppo autoportato, I gruppo autocampale, 6 gruppi di artiglie ri a pesante, 6 gruppi di artiglieria da costa, I gruppo di artiglieria contraerei, 6 battaglioni genio zappatori-minatori, 10 compagnje telegrafisti, I battaglione pontieri, I battaglione ferrovieri, squadriglie aviatori e servizi.

Con tali unità si sarebbero costituite: 6 divisioni dì fanteria (di cui 4 dislocate nell'Italia settentrionale e 2 in quella peninsulare), I brigata mi sta di bersaglieri, r divisione di cavalleria. Alpini e bersaglieri sarebbero stati dislocati nella zona montana di frontiera.

Per l'istruzione e la mo bil itazione, il territorio nazionale sarebbe stato ripartito in I8 circoli o dipartimenti, raggruppati in regioni. Ciascun circolo avrebbe com preso 3 ce ntri per fanteria, centri per le altre armi, magazzini e stabilimenti per i servizi. In caso di guerra, ciascun centro per fanteria avrebbe provveduto a cos tituire 3 reggimenti; cosicchè, all'atto della mobilitazione si sarebbero costituite 54 divisioni su 3 reggimenti. Analoghi provvedimenti sarebbero stati adottati per i centri delle altre armi. Sicchè, in complesso, si sa rebbero potute mobilitare 6o divisioni di fanteria, 2 divisioni bersaglieri e 6 brigate alpine su 2 reggime nti.

Ciascun centro avrebbe dovuto adempiere alla duplice fun zione dell'istruzione delle reclute in tempo di pace e della costituzione delle unità mobilitate in tempo di guerra. Ogni circolo av rebb e costituito, in guerra, un comando di corpo d'armata, e i comandi di regione avrebbero provvedu to alla formazione dei coma n di d'armata.

L'ordinamento importava una ricchezza di quadri; per tale fatto sarebbe stato quanto meno necessario mantenere permanentemente in servizio in tempo di pace : - gli ufficiali occorrenti per l'inquadramento delle tru ppe di copertu ra ;

----=: gli ufficiali necessari per il comando in guerra delle maggiori unità fìno al reggimento incluso;

- gli ufficiali indispensabili per assicurare in guerra il funzionamento dei centri di mobilitazione.

Gli ufficiali di complemento sarebbero stati reclutati fra gli inscritti di leva forniti di determinati titoli di studio.

Con questo ordinamento, accennato soltanto per sommi capi, si sarebbe contemperato opportunamente il reclutamento regiona le con quello nazionale, eliminando gli inconvenienti più sensibili del sistema regiona le .

Nel frattempo il nuovo Ministro Gasparotto (I) presentava all'e- Progetto Gaspa· same della Commissione uno schema di progetto di ordinamento del- rotto l'Esercito, nel quale gli organi incaricati della preparazione e dell'addestramento in tempo di pace erano nettamente separati da quelli destinati al completamento delle uni tà di pace ed alla formazione delle unità di guerra (2).

Pur lasciando facoltà agli organi competenti di fissare i particolari , lo schema di progetto stabiliva :

- la forza bilanciata nel numero di I75 ·ooo uomini (come l'ordinamento Bonomi);

- il costo dell'Esercito non superiore a quello anteguerra (fatto il debito ragguaglio del valore della moneta);

- la sistemazione degli elementi ritenuti essenziali per la preparazione e l'avviamento dell'organizzazione del Paese alla Nazione arma ta.

L'Esercito permanente - destinato all'addestramento in pace e ad una prima difesa in caso di conflitto ____, avrebbe dovuto comprendere ro corpi d'armata (come l'ordinamento Bonomi), però su 2 divisioni anzichè su 3 (con un risparmio quindi di IO divisioni rispetto all'ordinamento Bonomi). Ogni divisione sarebbe stata ternaria, costituita cioè su 3 reggimenti di fanteria (o bersaglieri) e I reggimento di artiglieria da campagna. In conseguenza si sarebbero avuti in totale 6o reggimenti di fanteria e 20 reggimenti di artiglieria da campagna .

(r) L'on. Gasparotto fu Ministro della G uerra dal 4 luglio 1921 al 26 febbraio 1922.

(2) Non è s tato possibile consultare nel suo testo originale il progetto di ordinamento Gasparotto. I dati sono stati ricavati da pubblicazioni attendibili di carattere uffic ioso.

43

· De del dell'E·

Per il completamento delle unità di pace e la fo rm azione delle unità d i guerra, il territorio dello Stato sarebbe stato organizzato e diviso in 20 zone militari, aventi all'incirca uguale popolazione e un determinato gruppo di provincie.

Le zone militari avr ebbero avuto attrib uz ioni territoriali e avrebbero provveduto a :

- organizzare gli enti per l'istruzione premilitare; - costituire gli organi per il reclutamento degli inscritti e il loro in vio ai rep arti per il co mpimento della ferma (depositi);

- compiere in pace il la vo r o di prepa razion e e di organizzaz ione, e in g uerr a quello di mobi litazione delle unità e dei servizi da mobilitare;

- compiere gli studi ed attuare le predisposizioni per la mobilitazione industria le del Paese .

In tempo di pace , ciascuno dei 6o reggimenti di fanteria avrebbe ricevuto le reclute da due diversi depositi, e q uesti ul timi sarebbero stati in numero ug uale ai reggimenti da mobilitare, e cioè 1 20.

Il progetto Gasparotto, presentato in linee schematiche, ve nn e accolto favorevolmente dalla Commi ssio ne parlamentare consultiva, l a quale, nel n ove m bre 1921, presentò al Mini stro della Guerra una rela z ione sul lungo lavoro co mpiuto, con le su e co nclusioni. Tanto il progetto, qu anto le varie ques tioni di ca r attere o rganico, vennero sottoposti all'esame del Consiglio dell'Esercito perchè esprimesse il suo pa rere ; ma prima che tale parere potesse essere espresso, avven ne il cambio del Ministro proponente .

Valendo si intanto dei dati forniti dallo Stato M aggiore, il Consiglio dell'Esercito, nella sua qualità di massimo o rgano tecnico co llegial e, di scu sse ampiam en te, dal no ve mbre 1921 al giugno 1922, le varie qu es tioni prospettate, esprime n do il suo pare re e ri ass umendolo in una relazion e, della quale riteniamo utile dare qualche cenno, l imitato ai punti più salienti, nella co n sidera zio ne che tale relazione molto servì ad ispirare l'o rdinamento dell' Eser ci to adot ta to successivamente.

Una delle q uestioni trattate con particolare attenzione fu quella della for za bilanciata.

L 'ordin amento provvi so rio Bonomi prevedeva, come abbiamo visto, la fe rm a di 8 mesi e una forza bilanciata di 175·ooo uom i ni, così ripar titi:

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Rendimento di una classe di leva 2 so.ooo uomtnt.

Ascritti a ferma di 8 mesi 21o.ooo, pari a 140.000 bilanciati Ascritti a ferma di 3 mesi 40.000, pa ri a 10 .000 bilanciati P erman en ti 25 .000

Totale 175. 000 uommt.

Tale programma però non potè avere attuazione pratica. Lo stesso Governo, infatti , si ripropose, per l'esercizio 1922- 23, di contenere la fo r za bilanciata entro i limiti superiori di 205.000 uomini, di cui 175.000 per le esigenze ordina rie e 30.000 per le esigenze straordinarie. Seno nchè, sulla base dei risultati del rendimento della classe 1902, si venne alla conclusione che la forza bila1tciata necessaria per istruire tutta la classe di leva non potesse scendere al disotto di 2 5o.ooo, fermo re stando inoltre che i richiami obbligatori dovessero essere computati a parte sul bilancio, all'infuori cioè della forza bil a nciata.

C'era da considerare in proposito che l'intelaiatura dell'Esercito era que lla necessar ia per poter assicurare una rapida mobili tazione delle grandi unità indispensabili, atta a garantire il confine in caso di guerra . Una intelaiatura minore avrebbe anche potuto rispondere ugualmente, forse, ai compiti rise r bati all'Esercito in tempo di pace; ma non ne avrebbe garantito nè l'istruzione, nè la mobilitazione, n.è la forza sufficiente in g uerra .

Volen9o mantenere il numero dei reggimenti e dei battaglioni esistenti, con la forza bilanciata di 25o.ooo uomini si poteva assicurare ad ogni battaglione quel minimo di forza occorrente per completare la sua istruzione. Com unque non si dov eva no varia re le seguenti basi di calcolo, le quali erano da considerarsi come fondamentali :

- istruire tutto il conti n gente valido di ciascuna classe di leva;

- adottare la ferma di un anno, al di sotto della quale non era possibile discendere per non comp romettere i l min imo di istruzione indispensabile e assicurare i ser vizi assolutamente necessari;

- concedere un a limitata abbreviazione di ferma ai giovani istr uiti in sede premilita re e la riduzione a 3 mesi di ferma ad alcune categorie di i nscritti in particolari condizioni di famig l ia . Il Consiglio dell'Esercito infine ammoniva:

- « che non concede n do la forza bilanciata richiesta, si sarebbe messo l' E sercito in condizioni di· non poter più r isponde re alle ri chieste di truppa per i servizi non m il itari;

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- « che se si volesse, come conseguenza della riduzione della forza bilanciata, ridurre le unità, l'Esercito non avrebbe avuto più l'intelaiatura necessaria per una rapida e regolare mobilita zione e che, comunque, con tale riduzione il numero di uomini disponibili non verrebbe a cambiare, onde sarebbe stato ugualmente impossibile soddisfare a tutti i servizi a cui l'Esercito provvedeva » .

Circa il numero delle grandi unità da mobilitare, tenuto conto della configurazione del nostro territorio, della situazione del nostro Paese rispetto alle nazioni vicine, dell'andamento e dell a natura dei nostri confini, delle risorse militari e del grado di facilità di concentramento dei nostri vicini, si riteneva sufficiente una forza di circa 6o divisioni, di cui però 36 avrebbero dovuto essere prontamente attestabili alla frontiera alpina.

Per poter mobilitare con sufficiente rapidità le 6o divisioni, si riteneva bastasse avere in pace 52 brigate di fanteria, più i bersaglìeri e le truppe da montagna e di cavalleria. In caso di mobilitazione, ogni brigata si sarebbe trasformata costituendo la fanteria di una divisione. Ciascuna divisione sarebbe stata ternaria, for mata da 3 reggimenti di fanteria e 15 batterie di artig lieria, più reparti e servizi necessari, ed avrebbe assunto il nome della brigata di origine .

Alle truppe da montagna era opportuno intanto imprimere il carattere di truppe di alta montagna, con reclutamento limitato esclusivamente a regioni montane, e con impiego riferito essenzialmen te alle necessità della copert ura sia in previsione che all'inizio delle ostilità. Consigliabile la formazione di brigate su 3-5 battaglioni e altrettante batterie da montagna. Un apposito ispettorato av rebbe esercitato in pace un'alta vigilanza tecnica sulle truppe da montagna .

Il Consigl io dell'Esercito es aminò inoltre il problema della costituzione delle grandi unità celeri, ed espresse il parere:

-che in tempo di pace venissero istituiti 3 comandi di brigata (da trasformarsi in guerra in 3 divisioni), cia scuna su 4 reggimenti raggruppati in mezze brigate;

- che la divisione celere in guerra dovesse co mpr endere, oltre alle brigate di cavalleria, un reggimento di fanteria autoportata su 2 battaglioni, un nucleo di 6 batterie di cui 2-3 a cavallo e le rimanenti autoportate o autotrainate, una sezione da ponte, una squadriglia di aeroplani;

- che la brigata di cavalleria dovesse esse re formata da 2 reggimenti di cavalleria, 2 gruppi ciclisti, 2 reparti di mitragliatrici pesanti.

Alla costituzione delle grandi unità celeri si collegava la questione dell'impiego e dell'organizzazione dei bersaglieri. Poichè i ciclisti da assegnarsi alle unità celeri dovevano essere tratti dai bersaglieri, 6 reggimenti di questi ·ultimi dovevano essere trasformati in ciclisti, con I battaglione effettivo e I quadro. Gli altri reggimenti bersaglieri dovevano essere impiega ti come truppe d'assalto.

Dato poi che in guerra si era dimostrata necessaria la fusione di elementi zappator.i e minatori, si ritenne opportuno che ogni battaglione zappatori avesse una aliquota di minatori e che ogni corpo d 'armata avesse perciò un reggimen to genio composto di un battaglione zappatori, con una co mpag nia minatori, e di un battaglione telegrafisti.

Una questione important e fu quella del numero degli ufficiali che occorreva avere disponibili fin dal tempo di pace, per poter assicurare un primo inquadramento delle unità necessarie in tempo di guerra. L'esperienza aveva dimostrato in proposito che per entrare in guerra occorreva come minimo un subalterno effettivo per compagnia e tre capitani di carriera su cinque; gli ufficiali superiori all'inizio, ad evitare l'immediato asso rbimento dei gradi inferiori, dovevano essere tutti di carriera.

Nell'ordinamento d ell'Esercito rimaneva ancora un'altra questione da risolvere: se fosse più opportuno concentrare il contingente di spo nibile in un numero minore di reparti di maggiore consistenza numerica, oppure mantenere in pace il maggior numero di reparti possibile, anche se risultanti di forza limitata. La prima soluzione offriva il vantaggio di togli ere la preoccupazione di costituire, all'atto della mobilitazione, nuovi reparti dalle unità esistenti, in quanto essi si sarebbero costituiti ex novo; la seconda soluzione offriva il vantaggio di poter provvedere all'inquadramento dei reparti in guerra con maggiore facilità.

Dal punto di vista della difesa, meglio era avere un Esercito a grande intelaiatura perchè consentiva una mobilitazione più rapida e più sicura, sfruttando maggiormente la rete ferroviaria, assicurando maggiormente la copertura e rendendo più difficile che una parte dell'Esercito potesse venire logorata isolatamente, prima che potesse accorrere, per sostenerla e rinforzarla, la rimanente parte dall'interno del Paese.

Quanto al costo del nuovo ordinamento, si ritenne che esso sarebbe costato, nella parte ordinaria, circa zgo milioni in più dell'ordinamento Bonomi, con un totale di I .570 milioni, cui erano da

' 47

ioforma· 'o rdio a·

aggiungere, nella parte straordina6a, circa 400 milioni. Si sarebbe così raggiunto un totale di circa 2 miliardi.

Nè fu trascurata la ques tion e dell'istruzione premilitare e dìrizzo educativo da dare alla scuola. Circa i vantaggi da accordare in proposito, fu proposto che l'istruzione premilitare costituisse titolo per il conseguimento del grado di caporale e per un congedamento da r a 3 mesi.

Infine venne affidato allo Stato dell'Esercito il compito di concretare le disposizioni relative alle varie questioni secondo le deliberazioni prese dal Consiglio dell'Esercito.

ORDINAMENTO DIAZ

(D . L. n. 12 del 7 gennaio 1923).

Studi e discussioni avevano consentito di approfondire i pregi e i difetti dei vari sistemi e di determinare, ai fini dell'ordinamento l'Esercito, una soluzione ancora più rispondente alle esigenze militari e nazionali del Paese.

E così, con decreto n. 12 del 7 gennaio 1923 (riportato dalla G. U. n. 12 del r6 gennaio e dalla eire. 15 G. M. 1923), venne tato un nuovo ordinamento che, dal nome del Ministro che lo aveva presentato, prese il nome di ordinamento Diaz (1).

Il nuovo ordinamento, « pur facendo u n considerevole mento sull'elemento uomo », teneva «il massimo e realistico conto del valore dei mezzi meccanici e della loro pratica applicazione », quale era allora e quale si presumeva potesse essere nel nostro Paese in un non lontano avvenire.

Principio fondamentale era quello di disporre di « adeguati nuclei opportunamente preparati » per costituire le varie unità. T ali nuclei di inq uadramento erano riten uti indispensabili per r accogliere in unità efficienti, dal lato sia tecnico che morale, la massa del sonale chiamato alle armi e richiamato dal congedo; tanto più in quanto era necessa rio ottenere in breve tempo, tra i vari elementi, quella organizzazione e quell'amalgama che erano rese difficili dai mezzi tecnici d'azione e dalla specializzazione che questi ulti mi

(x) Il generale Diaz f u Ministro della Guerra dal 31 ouobre 1922 al 30 aprile r924.

portavano. La loro costituz ione doveva essere accompagnata da gl iorati sistemi di mobilitazione, in modo che il sorgere della zio ne in armi potesse compiersi nel più breve tempo possibile e nelle forme rispondenti alle esigenze militari. Giacchè sistemi diversi, i quali comportassero la rinunzia ai nuclei di inquadramento e la conseguente formazione di sana pianta delle unità di guerra, avrebbero portato a seri inconvenienti, quali, per es., il rallentamento nella cos titu zione di unità efficienti e il ritar do nella radunata, nello sfruttamento delle ferrovie, delle caratteristi che del territorio di fine, ecc.

dell'Esercito di pace - era detto nella relazione che accompagnava il decreto n. 12 relativo all'ordinamento - doveva essere stabilita in rapporto alle unità di guerra ed avere l'attitudine ad inquadrare rapidamente, ordinatamente ed efficientemente, a ll'atto della mobilitazione, tutte le forze nazionali, per poter operare il massimo sforzo militare. Non essendo possibile, per molte ragioni, mantenere le stesse proporzioni del periodo prebellico tra esercito di pace ed esercito mobilitato, occorreva adottare provvedimenti di mobilitazione che consentissero di sopperire al nuovo rapporto tra forze di pace e forze di g uerra. Il nuovo ordinamento contemplava app unto un numero di comandi e di unità strettamente necessario per la mobilitazione.

Con la contemporanea adozione della ferma di 18 mesi - continuava la relazione - e con una conveniente forza bilanciata (di 2 5o.ooo uomint), sarebbero state salvaguardate anche le esigenze di pace e sarebbe stata assicurata, per ogni evenienza, la presenza alle ar mi del contingente istruito di una classe di leva, intera o forzatamente ridotta.

Un tipo di organizzazione a brevissime ferme, nel quale l'Esercito rappresentas se semplicemente una scuola di reclute, da inviare in congedo subito dopo ultimata l'istruzione militare, non avrebbe d'altra parte dato mai all'Esercito reparti qualitativamente efficie nti , nè avrebbe potuto assicurare la copertura con carattere di continuità.

Necessario era inoltre assicurare una completa preparazione e una sufficiente disponibilità di ufficiali; elemento questo che non poteva certo essere improvvisato data la complessità sia mento tecnico che dei procedimenti tattici. In base a questa esigenza, i l nuovo ordi namento, pur facendo il dovuto assegnamento sul contingente degli ufficiali in congedo, prevedeva di « mantenere un numero di ufficiali tale da far fronte almeno alle minime esigenze del tempo di pace ed a quelle indispensabili all'i nquadramento all'atto

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4· - u. s.

ai del · :n t o.

della mobilitazione», completando poi il fabbisogno con ufficiali richiamati dal congedo.

E poichè occorreva fare il massimo assegnamento sugli ufficiali di complemento e sui graduati, in quanto questi rappresentava no gli elementi indispensabili per ottenere nelle unità di gue rr4 la necessaria efficienza e il grado di istruzione imposto dal continuo evolversi dei mezzi tecnici, vennero istituite scuole allievi ufficiali di complemento e sottufficiali (di corpo d'armata).

P er quanto riguardava l'organizzazione dell e varie armi, veniva conservato, del vecchio ordinamento prebellico, tutto ciò che, in seguito all'esperienza di guerra, si era dimostrato utile; dopo però avervi apportato le modificazioni e le innovazioni suggerite e consigliate dall'esperienza stessa e da un ponderato esame delle probabilità dell'avvenire. Il nuovo ordinamento Diaz in linee schematiche contemplava le seguenti innovazioni:

a) Per l'arma di fanteria: - la costituzione organica dei reparti quale era resa necessaria dall'introduzione di nuove armi (mitragliatrici, cannoncini , ecc.) e di conseguenti nuovi procedimenti tattici. I re ggi menti non sarebbero stati costituiti da un numero fisso di battaglioni, ma da un numero variabile seco ndo le disposizioni che avrebbe date il Ministro; - l'abolizion e dell'organiz zaz ione delle truppe alpine in divisioni alpine seco ndo quanto stabilito dal decreto n. 451 del 20 aprile 1920 (ordinamento Bonomi), e la riunione, per contro, di tali truppe in raggruppamenti, più rispondenti alle necessità della copertura, della rapida mobilitazione e dell'impiego in guerra; -, la conservazione dei 12 reggimenti bersaglieri, utilizzandoli per fornire sia reparti di ciclisti per le grandi unità celeri, sia nuclei di formazione per unit à d'assalto; contemporaneamente erano aboliti i comandi di brigata bersaglieri; la costituzione del reparto carri armati, con riserva di dare conveniente sviluppo a ques ta nuova potente specialità.

b) Per l'arma di cavalleria: - la formazione organica dei reparti_ in modo analogo a quello previsto per la fanteria, allo scopo di dare all'a rma una maggiore efficienza tattica e la possibilità di costituire, insieme con elementi delle altre armi, grandi unità celeri .

c) Per l'arma di artiglieria:

- l'adozione di unità leggere (someggiate) e di obici nell'artiglieria da campagna allo scopo di assicurare un più efficace appoggio alla fanteria in relazione alle caratteristiche dei nostri terreni; -l'adozione in larga misura del traino meccanico nelle artiglierie per renderle men o vulnerabili di fronte ad eventuali attacchi di gas e per poter assicurare, tra l'altro, un tempestivo interven to delle artiglierie di medio e grosso calibro sul campo di battaglia; - il cambio di denominazione del reggimento di artiglieria autoportato in reggimento di artiglieria a cavallo, costituito su 4 gruppi : 2 a cavallo e 2 autoportati.

d) Per 1'arma del genio :

- la riunione in raggruppamenti di corpo cfarmata, alla dipendenza dei comandi di tali grandi unità, di quelle specialità del genio (zappatori, minatori, telegrafisti) che più specialmente sarebbero state loro assegnate in guerra, col vantaggio così di aumentare la capacità professionale degli ufficiali e di affiatare maggiormente l'arma del genio con le altre armi; - la costituzione del reggimento radiotelegrafisti fatta in rispondenza all'ampio sviluppo assunto, sul campo di battaglia, dalla radiotelegrafìa.

e) Per i servizi: -la costituzione di raggruppamenti trasporti di corpo d'arm ata (comprendenti le specialità del treno e degli automobilisti), eff ett uando in tal modo un più redditizio ed economico impiego dei vari mezzi di trasporto;

- la creazione di un servizio chimico militare, in grado di svilupparsi convenientemente;

- il mantenim ento dei soli stabilimenti militari consigliati da ragioni di prudenza nei riguardi della mobilita zione, inte ndendo per il resto ricorrere nella più larga misura possibile all'attività civile.

f) Per le scuole:

- la trasformazione degli istituti di reclutamento in rapporto ai mutati criteri circa il reclutamento e l'istruzione degli ufficiali effettivi;

- la costituzione delle Scuole centrali delle varie armi per il perfezionamento e per l'unità d'indirizzo della cultura professionale degli ufficiali;

- l'istituzione per corpo d'armata di scuole allievi ufficiali dì complemento e sottuffìciali;

- l'abolizione della direzione superiore delle scuole militari.

g) Per altri enti, in ottemperanza, oltre che del decreto n. 12, anche dei decreti n. 20 e n. 21 dell'n gennaio 1923:

- l'istituzione dell'Ispettorato generale dell'Esercito (come era previsto dall'ordinamento Albricci);

- la composizione del Consiglio dell'Esercito, con precisazione delle sue attribuzioni;

- il ripristino della Commissione suprema mista di difesa e ampliamento delle sue attribuzioni;

- il cambio di denominazione dello Stato Maggiore dell'Esercito in Stato Maggiore centrale (e ana logamente, del Capo di S. M. dell'Esercito in Capo di S. M. centrale).

· ln conclusione, il nuovo ordinamento Diaz dava all'Esercito una organizzazione tale che, avendo la minima intelaiatura richiesta dai bisogni di guerra e permettendo contemporaneamente di sopperire alle possibili necessità di pace, consentiva di istruire la gran massa del contingente ·valido senza richiedere un troppo grave ònere ai cittadini, e metteva in grado sia di assicurare l a mobilitazione sfruttando tutte le risorse del Paese, sia di avere la Nazione potenzialmente in senza imporre una spesa eccessiva alle finanze dello Stato.

orpi e ser• li' ordina,

In concreto, e nei confronti dell'ordinamento Bonomi, l'ordinamento Diaz venne a comprendere gli elementi seguenti:

a) Stato Maggiore dell'Esercito. L'Esercito venne ordinato in IO comandi di corpo d ' armata territoriali, suddivisi in 30 divisioni territoriali. Nessuna divisione di cavalleria. Furono confermati i 4 comandi designati d'armata.

Lo Stato Maggiore assunse la denominazione di Stato Maggiore centrale e fu posto alle dipendenze dell'Ispettore generale dell'Esercito (decreto n. 20 dell'n gennaio 1923).

Nessun cenno era fatto degli ispettori generali d'arma.

b) Arma dei carabinieri reali. Oltre al comando generale dell'arma, comprendeva: 7 comandi di gruppo legioni, I comando di gruppo scuole e legioni allievi (in più rispetto all'ordinamento Bonomi), 21 legioni territoriali e I legione allievi, I scuola allievi ufficiali, I scuola allievi sottufficiali, 12 battaglioni mobili e 2 squadroni.

c) Arma di fanteria. Comprendeva: I comando di brigata granatieri e 51 comandi di brigata di fanteria di linea; nessun comando di brigata bersaglieri; 3 comandi di raggruppamento alpino; 2 reggi-

menti granatieri; I 02 reggimenti di fanteria di linea; I2 reggimenti bersaglieri di cui 6 ciclisti (8 in più); 9 reggimenti alpini; I reparto di carri armati.

Ciascun reggimento si componeva di I comando, I deposito e un numero vario di battaglioni.

Il reparto carri armati si componeva di I comando, I deposito e unità di car ri armati.

d) Arma di cavalleria. Comprendeva: 3 comandi di brigata (I in meno); I2 reggimenti di cavalleria, 4 squadroni palafrenieri. Ogni reggimento si componeva di I comando, 2-3 gruppi di sq uadroni e I deposito.

Vi erano inoltre 3 depositi speciali di cavalleria : nel Lazio, in Sicilia e in Sardegna.

e) Arma di artiglieria. Vi era fatta una distinzione tra: - arm a e servizio territoriale d'artiglieria, - servizio tecnico d'artiglieria.

L'arma e il servizio territoriale d'artiglieria erano costituiti da: IO comandi di artiglieria di corpo d'armata; 27 reggimenti di artiglieria da campagna; 14 reggimenti di artiglieria pesante campale; I reggimento di artiglieri a a cavallo (trasformazione di quello autoportato previsto dall'ordinamento Bonomi); 3 reggimenti di artiglieria da montagna; IO reggimenti di artiglieria pesante e da costa; IO gruppi contraerei e I scuola contraerei (al posto dei 3 depositi scuola previsti prima); I reparto palafrenieri; IO direzioni di artiglier1a.

I reggime n ti di artiglieria comprendevano I comando, 3-5 grup pi e I deposito.

Il servizio tecnico d'artiglieria era costituito da: I direzione superiore delle costruzioni d'artiglieria; r direzione delle esperienze e stabilimenti vari d'artiglieria.

f) Arma del genio. Comprendeva : I direzione superiore delle costruzioni del genio; 10 comandi del genio di corpo d'armata; IO raggruppamenti genio di corpo d'armata; I reggimento radiotelegrafisti; I r eggime nto pontieri e lagunari; I reggim ento ferrovieri; IO direzioni del genio; I istituto militare di radio telegrafia ed elettrotecnica; r officina radiotèlegrafica ed elettrotecnica; I officina di costruzioni del genio .

I raggruppamenti genio di corpo d'armata era no fo rmati da I comando, r ba ttaglione zappatori- minatori, I battaglione telegrafisti e 1 deposito. Soppresso era quindi il reggimento minatori previsto dall'ordinamento Bonomi.

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Il reggimento radiotelegrafisti continuava ad essere su 5 battaglioni; que llo pontieri e lagunari era costituito su 3 battaglioni pont ie ri e I battaglione lagunari (complessivamente da I a 2 in più); quello ferroviario era formato su 2 battaglioni e I g ruppo di esercizio.

g) Arma aeronautica. Era fatta riserva di provvedere a parte al suo riordinamento (I).

h) Distretti militari. Vennero mantenuti nel numero di 106.

i) Seguivano (2) il:

Corpo sanitario militare, con IO direzioni di sanità militare, IO compagnie di sa nità, I isti tuto chimico-farmaceutico militare, ospedali e infermerie presidiarie.

Corpo di commissariato militare, con IO direzioni di commissariato, IO compagnie di sussistenza, stabilimenti vari di co mmissariato.

Corpo di amministrazione militare. Mantenuto. Corpo veterinario militare Mantenuto.

Servizio trasporti militari (3). Comprendeva: IO raggruppamenti trasporti e I officina di costruzioni automobilistiche. Ogni raggruppamento era costituito da: I coman do, I deposito, 1 gruppo automobi li stico e I gruppo treno

Scuole militari. Comprendevano: collegi militari, scuole di reclutamen to (per ufficiali e sottufficiali sia in servizio attivo che di complemento), scuole centrali, istituti su periori di cultura militare, sc uola cent rale di educazione fisica, corsi militari vari. Istituto geografico militare. Mantenuto.

Tribunale supremo di guerra e manna, e Tribunali militari. Mantenuti.

Depositi di allevam en to cavalli . Mante nu ti.

(1) Con decreto n. 62 dd 24 gennaio 1923, l'Aeronautica venne staccata dall'Esercito e posta alle dipendenze di un Com missariato per l'Aeronautica, al qual e fu devoluto il compito di organizzare i servizi aero nautici e di presiedere ed esercitare « tutte le attribuz ioni del Govern o >> su quant o concerneva l'Aeronautica sia civile che militare.

L'Aeronautica, come forza armata a sè, accanto all'Esercito e alla Marina, venn e costituita con decreto n. 645 dd 28 marzo 1923.

(2) Nell'ordinamento Diaz, a differenza dell'ordinamento Bonomi, non era fatto alcun cenno del Corpo inva lidi e veterani (che infatti venne poi soppresso con decreto n. 3098 dd 30 dicembre 1923) e del Corpo automobilistico; al posto di quest'ultimo fu però istituito il Servizio trasporti militari.

(3) Il Corpo automobilistico, previsto dall'ordinamento Bonomi, venne, come già acce nna to, assorbito e riordinato sotto la den om inaz ione di Se1 ·vizio trasporti militari.

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Reparti di correzione ( 1) e stabilimenti militari di pena. Comprendevano: I comando, I battaglione di correzione, carceri militari preventive, 2 reclusori militari principali e reclusori militari succursali, I carcere militare centrale e carceri sussidiarie .

L'ordinamento Diaz rappresentò una tappa nell'evoluzione or- Inconvenienti. ganica dell'Esercito italiano, e i ritocchi che vi furono appor tati nel corso della sua attuazione, non incisero sulla sua struttura, che rimase immutata.

L'ordinamento doveva comportare, come previsto, una spesa di circa due miliardi; senonchè le disponibilità finanziarie consentirono di raggiungere una cifra molto al di sotto di quella prevista (2). Si dovettero quindi escogitare ripieghi per poter restare nei limiti del bilancio (congedamento anticipato di una parte del contingente nell' esercizio I923- 24 e ritardo nella chiamata alle armi per l'esercizio 1924- 25)·

Inoltre, dato il numero delle unità previste, i reggimenti non poterono avere più di 8oo uomini effettivi nel periodo di forza massima, e di 400 uomini nel periodo di forza minima. Deducendo da tale forza gli indisponibili giornalieri, ne conseguì che la forza di quelli che nei reggimenti poterono seguire il ciclo completo di istruzione fu ridotto ancora di più. In altri termini, si venne ad avere una sproporzione fra organici e forza bilanciata.

Nell'aprile del I924, al pos to del generale Di az venne nominato Ministro della Guerra il generale Di Giorgio (3), il quale, desiderando ovviare agli inconvenienti verificatisi nei precedenti ordinamenti, preparò un nuovo progetto di ordinamento dell'Esercito.

(r) Era stata soppressa la dicitura cc reparti di punizione» dell 'ordinamento Bonomi e adottata quella di cc reparti di correzione» allo scopo di affermare il principio che si intendeva attri buire a tali reparti final ità educatìve e correttive

(2) Nel! 'esercizio 1923- 24 le disponibilità finanziarie pare consentissero di raggiungere solo la somma di r miliardo e 200 milioni circa.

(3) Il generale Di Giorgio fu Ministro della Guerra dal 30 aprile 1924 al 4 aprile 1925.

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nforma· n uovo t o.

L'ordinamento, secondo il progetto, doveva rappresentare un avviamento alla «Nazione armata>>. Con esso si doveva te n dere infatti: - ad abolire l'intelaiatura di pace dell'Esercito (stabilita, secondo l'ordinamento Diaz, in ro corpi d'armata e 30 divisioni) ; - ad approntare in pace solo i quadri ed i materiali necessari, incidendo così sulla forza bilanciata in genere e più specialmente su quella rapprese ntata dalla fanteria; - a gara ntire le frontiere con un adatto sistema di copertura; -a preparare tecnicamente l'Esercito per la guerra col minor disagio dei cittadini e col minor disp endio, in modo però che, all'atto della mobilitazione, tutte le forze del Paese avrebb ero po t uto e dovuto essere inquadrate in un numero considerevole di grandi unità.

Capisaldi dell'ordinamento in progetto (r):

a) I militari di leva sarebbero stati inscritti in due categorie : quelli di r• categoria con ferma di 18 mesi come massimo; quelli di 2 categoria con ferma di 3 mesi; a quest'ultima categoria sarebbero stati assegna ti individui in determinate condizioni di famiglia o in possesso di speciali requisiti. Annualmente l'intero contingente sareb be stato incorporato , assicurando così la preparazione (quantità) dell'Esercito con la minore disuguaglianza degli òneri tra le varie classi soci ali.

b) I reggimenti avrebbero assunto la .denominazione di << centri». D i essi una parte sa rebbe stata destinata ad essere sempre in efficienza; l'altra parte invece sarebb e stata in efficienza solo per un dato periodo dell'anno, mentre n ell'altro periodo avrebbe esplicato funzioni vere e proprie di scuola svolgendo corsi per allievi ufficiali di complemento e sottufficiali, nonch è corsi di integrazione per ufficiali di complemento. In tal modo sarebbero state assicurate la difesa dell'ordine all'interno e la preparazione tecnica (qualità) dell'Esercito col minor disagio dei cittadini e col minor dispendio per le finanze dello Stato.

c) Le truppe alpine sarebbero state mant enute sempre in efficienza per garantire (quali prime truppe di copertura) la frontiera alpina.

(r) Non è stato possibile consultare nel loro testo originale i disegni di legge relativi al progetto di ordinamento Di Gio rgio. I dati su tale progetto sono stati desunti da pubblicazioni attendibili di carattere ufficioso.

d) Il numero degli ufficiali sarebbe stato aumentato per assicurare un buon inquadramento. Gli ufficiaH del ruolo tecnico dì artiglieria sarebbero stati riuniti in un ruolo a sè.

e) I traini animali sarebbero stati mantenuti solo per le artiglierie someggiate e da montagna, e sarebbero stati abbandonati per tutte le. altre artiglierie, le quali perciò avrebbero adottato il traino mcccamco.

f) Sarebbero stati ricostituiti il Corpo di Stato Maggiore, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e gli Ispettorati.

I disegni di legge relativi a tale ordinamento furono presentati al Senato che, dopo ampia discussione, non ritenne di approvarli. Fu ri levato tra l'altro che non poche difficoltà si presentavano per potere, con tale ordinamento, approntare molto rapidamente, in caso di guerra, le numerose grandi unità previste dall'ordinamento stesso.

Per l'impiego delle grandi unità si continuò a seguire le << Direttive » edite nel 1918. In questo campo, quindi, non vi fu nessuna evoluzione.

Evoluzione vi fu invece nelle regolamentazioni d'arma. E cominciamo con la fanteria.

Durante i primi anni dell'immediato dopoguerra, la fanteria rimase senza un regolamento d'arma che ne orientasse e ne indirizzasse l'opera addestrativa.

C'era, è vero, la <<Istruzione provvisoria » dd 1917; ma anche se non ancora abolita1 essa risultava, però, so rpass ata in più parti e incompleta. Fin alme nte, dopo lunga elaborazione, venne diramato sul finire del 1922 l' << Addestramento della fanteria al combattimento», ed. 1921, che servì a dare le attese norme tattiche, uniformate e armonizzate coi concetti generali d'impiego delle grandi unit à sa nciti dalle « Direttive » .

Il principio informatore del nuovo regolamento rimase identico a quello che informava la regolamentazione del periodo prebellico, e cioè : che la fanteria, per poter avanzare, avesse bisogno di conseguire anzitutto la superiorità di fuoco sul nemico e di adottare formazioni

Norme per la fanteria.

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LA DOTTRINA TAITICA DAL 1919 AL 1925.

rade. La superiorità di fuoco doveva risultare dagli effetti di tutte le armi della fanteria sommati con gli effetti dell'artiglieria.

Circa le formazioni rade da adottare, si doveva sostituire, alla continuità della fronte, « una serie di gruppi di combattimento o squadre » che, sfruttando il terreno, consentissero « dì attraversare la zona battuta dal fuoco nemico con minori perdite e di sviluppare l'attacco nelle direzioni più propizie a penetrare nelle organizzazioni nemiche >>

Nella difensiva le formazioni rade dovevano rendere « possibile un'occupazione a nuclei che, pur presentando un bersaglio meno vulnerabile, (assicurasse) l'integrità della fronte, con fuochi efficaci e con agili contrattacchi ».

Cannoncini e lanciabombe erano considerati cc armi d'appoggio immediato della fanteria ».

Notevole importanza assunse la squadra. Si può anzi dire che tutta la tattica della fanteria risultò basata sull'azione « di un insieme di squadre, variamente intervallate sulla fronte e scaglionate in profondità ». Durante l'attacco, le squadre dovev a no agire come tante piccole leve manovranti in modo da sg retolare la compagine difensiva dell 'avver sario. D opo l' assalto, si doveva dare inizio ad una nuova fase, detta di penetrazione, perchè intesa a far penetrare gli elementi attaccanti nello schieramento nemico.

La difensiva, per la fanteria, doveva essere « la ri sultante dell'azione combinata di reparti che (agivano) essenzialmente da fermi col fuoco, e di reparti che (agivano) manovrando ed assaltando il nemico». Nè la difesa doveva <c mai irrigidirsi in sistemi lineari», ma doveva scaglionarsi in profondità. In armonia con quanto era· detto nelle «Direttive», la posizione difensiva era costituita da una duplice fascia: di e di resistenza; quella di resistenza era ripartita in tre strisce: di combattimento, dei rincalzi e delle riserve.

Le mitragliatrici pesanti potevano eseguire tiri normali e tiri speciali, contraerei e a puntamento indiretto. Potevano inoltre eseguire ((il tiro a distanza utile al disopra dei propri reparti o attraverso agli intervalli di essi senza loro arrecare danni » ; ma nulla era detto circa le norme tecniche da seguire per non recare danni. Mentre nei reparti di fanteria venivano diffuse ed applicate le norme addestrative tattiche del nuovo regolamento, nella Scuola centrale di fanteria (Civitavecchia) proseguivano intanto studi ed esperien z e per l'adozione di un tipo di battaglione che, per mezzi ed armamento, potesse rappresentare una unità dotata di una considerevole potenza di fuoco. Il nuovo battaglione, reso in seguito ad espe-

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rienze il meno pesante e il meno pletorico possibile, venne alla fine adottato, dapprima presso ogni grande unità territoriale, e, successivamente, presso tutti i reggimenti di fanteria (1). Per i nuovi procedimenti tattici da seguire, venne diramato l' « Addestramento della fanteria» (stralcio), ed. 1923.

Il nuovo Addestramento ribadì il concetto che la squadra armi leggere dovesse considerarsi « l'unità elementare di base per il combattimento della fanteria». E poicbè essa riuni va in sè tanto il mezzo di fuoco rappresentato dalla mitragliatrice leggera, quanto la forza d'urto rappr esentata dal nucleo fucilieri, ne conseguì che la squadra divenne elemento di manovra per eccellenza, sia per l'attacco che per la difesa.

n compito dell'accompagnamento e dell'appoggio dei reparti fucilieri rimase affidato alle armi pesanti, e più particolarmente alle mitragliatrici pesanti che costituirono perciò l'ossatura del combattimento.

Qualche anno più tardi venne diramato il « Regolamento per l'addestramento individuale», ed. 1925 - basilare per le varie armi, ma più specialmente per la fanteria - il quale, oltre a dare le nozioni indispensabili sulle varie armi e sui vari mezzi offensivi e difensivi, ne sancì anche i criteri tattici d'impiego. L'apertura iniziale del fuoco col fucile, per es., fu stabilita a non oltre 400 m., e sul tiro cont raerei con le mitragliatrici furono date norme d'impiego che i n tegravano quelle contenute nell'apposita «Istruzione>> del 1917.

Come abbiamo visto, con l' « Addestramento della fanteria al combattimento », ed. 1921, vennero emanate norme circa i procedimenti t attici della fanteria che bene si intonassero e armonizzassero

( r) Il battaglione adottato era così costituitO:

- 1 compagnia stato maggiore, con 1 plotone zappatori, 1 plotone esploratori, I plotone collegamenti e I plotone misto;

- 3 compagnie armi leggere, ciascuna su 3 plotoni di combattimento c 1 plotone misto; ogni plotone di combat timento su 2 squadre (x mitra gliatrice leggera per squadra);

-I compagnia armi pesanti con 4 plotoni mitragliatrici su 2 squadre ciasc uno (I mitragliatrice pesante per squadra), I plotone cannoncini su 4 squadre (x cannoncino per squadra) e I plotone misto.

Le armi automatiche - base del nuovo armamento della fanteria - furono portate tra leggere e pesanti a 26. Con ciò si incese valorizzare al massimo, per quel tempo, l'elemento fuoco della fanteria.

Norme per l'arti• glieria.

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con le norme delle « Direttive >>. Lo stesso si fece con l 'artigli eria, con l'arma cioè che più e meglio d'ogni altra era strettamente legata alla azione della fanteria sino a costituire insieme un binomio inscindibile per la soluzione di qualsiasi problema tattico. Contemporaneamente al predetto cc Addestramento», vennero infatti diramate le <<Norme per l'impiego dell'artiglieria» ed. 1921, le quali fissarono <<i criteri d'impiego per l'artiglieria tratti dalla recente esperienza di guerra e posti in armonia coi concetti generali delle <<Direttive » per l'impiego delle grandi unità nell'attacco e nella difesa ».

Principio fond ame ntale al quale doveva costantemente informarsi l'impiego dell'artiglieria era di << coadiuvare l'azione della fanteria, aprendole la via nell'attacco e agevolandone la resistenza nella difesa»; quindi, massimo affiatamento e collegamenti molteplici e sicuri tra fanteria e artiglieria. Quest'ultima andava impiegata a massa e sempre in armonia d'azione con la fanteria, seguendo la norma di <<battere a preferenza quegli obiettivi che maggiormente danneggiano la fanteria attaccante o che più ne ostacola no l'avanzata », in fase offensiva; e, in fase difensiv a, battere << a preferenza gli ob iettivi che risultano, ovvero appaiono, più pericolosi p er la fanteria della difesa ».

Norme erano pure date per gli schieramenti (di sicurezza e rinforzati), per la preparazione e la contropreparazione (preventiva e immediata), per l'esecuzione dei vari tiri (di distruzione, neutralizzazione, annientamento, sbarramento, repressione, ingabbiamento, accompagnamento, interdizione, contraerei .. .) e per l'organizzazione del tiro , dell'osservazione e dei collegamenti

Per qua nto concerneva le norme di carattere tec nico relative alla organizzazione e alla esecuzione del fuoco , furono ema nate istruzioni a parte, come per es., l ' « Istru zio ne sul tiro per l'artiglieria», ed. 1924, compilata, per molti argome nti, in stretta attinenza con le << N orme per l'impiego dell'artiglieria » . * * *

Gli acce nni che abbiamo dati qui rigua rdano ]a dottrina ufficia le; ma non si può sottacere che in tutto il periodo che va dal 1919 al 1925 ci fu un fervore di studi i quali, dopo la lunga esperienza vissuta della prima guerra mondiale in cui il conflitto aveva avuto manifestazioni pr evalentemente statiche, portaro no, per contrapposizione, ad una ripresa delle concezioni dinamiche della lotta e a tutti i

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conseguenti provvedimenti da adottare tanto nei procedimenti delle varie armi quanto nel fun zio namento dei vari servizi (r).

Tutti questi stud i furono il lievito della nu ova dot tri na tattica che maturò in seguito, dopo lunghi e laboriosi anni di riflessione, e trovò poi es pressione uf ficia le in norme generali c rego lam en ti d'arma .

(1) Nel 1924 vennero pubblicate (in bozze di stampa) le « Norme per l'organizzazione ed il funzionamento dei servizi logistici in guerra », concretate e aggiornate sulla base delle più recenti esperienze di guerra e dell a dottrina in atto.

I n tanta ripresa di studi orientati alla guerra d inamica, non si volle tuttavia trascurare la fortificazione campal e, e nel 1925 venn e diramata in proposito la « Traccia per l' esecuzion e dei lavori di fo,·tificazione campale».

CAPITOLO 111.

L'ESERCITO NEL PERIODO DAL 1925 AL 1934

Sotto la data del 4 aprile 1925, assunse la carica di Ministro della Guerra il Capo del Governo Mussolini (1), e l'avvenimento segnò l 'inizio di importanti riforme.

Si cominciò anzitutto col dare, nel giugno 1925, un nuovo as se tto all'alto comando delle forze armate (2), istituendo la carica di Capo di Stato M aggiore Generale (D. L. n. 866 dell'8 giugno 1925, inserito nella G. U. n. 139 del 17 giugno e riportato dalla circolare 299 G. M. 1925).

(x) Mussolini fu Ministro della Guerra, dapprima «ad interim >> dal 4 aprile 1925 al 3 gennaio 1926, e poi come titolare dal 3 gennaio 1926 al 12 settembre 1929. Poichè nell 'aprile 1925 era già Ministro dell'Aerona u tica e poco dopo divenn e anche Ministro della Marin a, si conclud e che nelle sue mani rimase affidata la direzione suprema di tutte le forze a rmate dello Stato: Esercito, Marina ed Aero na u tica.

Con Mussolini, nell'aprile - maggio 1925, venne nominato Sottosegretario alla Guerra il generale Ugo Cavallero, che mantenne la carica sino al novembre 1928; a lui fu ben presto dev oluta la quasi totali tà degli inca richi del Ministro .

(2) Sin dal tempo del Ministro Di Gior g io, era stata portata una partico la re attenz ione all'assetto della Commissione suprema di difesa, la quale (D . L. n. 123 del 4 genna io 1925 ri portato dalla G. U . n . 43 del 21 febbr aio e dalla ei re. 96 G. M. 1925) era stata ordi nata e costituita come appresso: - comitato deliberativo, composto dal Presidente de l C0nsiglio dei Ministri, presidente; dal maresciallo Djaz, vic e preside nte; d ai Ministri per g li Affari Esteri, per l'Interno, per le Finanze, per la Guerr a, per la Mar ina, per le Colonie, per l'Economia naz ionale, per le Comunicazioni e dal Commissario per l 'Aeronautica, membri. Potevano intervenirvi con voto consultivo: il Presidente del Consiglio dell'Esercito, qu ello del Comitato degli ammiragli, quello del Comitato per la preparazione d ella mobil itazione nazionale, il Comanda nte dell 'Ae ronautica e i Ca pi di Stato Mag!,riore d ell'Esercito e della Marina;

- organi consultivi, rappresentati dal Consiglio dell ' Esercito, dal Comitato degli ammiragli e dal Com i tato per la preparazione della mobil i tazione nazionale; - segreteria generale

Varianti di non grande entità sulla compostz wne d ella Commissione suprema di di fesa vennero ancora introdotte in seguito.

Il Capo di Stato Maggiore Generale fu posto alla diretta dipendenza del Capo del Governo , col com pito di concretare «gli studi e le disposizioni necessa rie per la coordinazione dell'organizzazione difensiva dello Stato, ed i piani di guerra, dand o a i Capi di S. M. della Regia Marina e della Regia Aeronautica le direttive di massima per il concorso della Re gia Marina e della Regia Aeronautica nel raggiungimento di obiettivi comuni >> (1).

Per qua nto riguardava l'Esercito, il Capo di S. M . Generale dipendeva invece dal Ministro per la Guerra, ed aveva il compito di presiedere «in tempo di pace alla preparazione alla guerra dei quadri, delle truppe e dei relati vi mezzi », e di esercitare in conseguenza un'alta azione ispettiva sulle truppe, sui servizi e sulle scuole. Fra le molte sue attribuzioni c'era quella di:

- stabilire i concetti fondamentali in base ai quali doveva esse r e informata la preparazione alla gue rra; determinare la form azione di guerra dell'Esercito e i criteri in base ai quali dovevano essere effettuati studi e provvedimenti per la mobilitazione;

- stabilire le esercitazioni ann uali, comprese quelle combinate fra Esercito, Ma r ina e Aeronautica;

- compilare studi riflettenti la sis tem azione difensiva del territorio e le eventuali operazioni ·di guerra ; - por tare l'attenzione su qualsiasi questi one di interesse mili tare;

- presiedere il Consiglio dell'Esercito, essendo questo « l 'organo consulente del Capo di S. M. Generale sulle più importanti questioni rel ative all'organizzazione, al funzionamento, alla mobilitazio ne dell ' E sercito e alla difesa nazionale ».

Nel disimp egno delle sue attribuzioni era coadiuvato da un Sottocapo di S. M. Generale.

Nell'insiem e, queste prime di sposizioni legislative tendevano a precisare e definire - anche se non compiutamente - la figura del Capo di S. M. Generale. C'era tuttavia da notare che di tutte le fu nzioni d a lui esercitate nei confronti delle varie forze armate dello Stato, rim anevano pur sempre preminenti quelle riflettenti l'Ese rcito , e questo per il fatto che nella stessa persona del Capo di S. M. Generale erano assorbite e condensate anche tutte le at tri buzioni del Capo di S. M. dell'Esercito . Inoltre, nessun potere di comando effet tivo era

(1) Alla carica d i Capo di Stato Maggiore Generale fu nominato (4 magg io 1925) il generale Pietro Badoglio, il quale venne contemporaneamente ad assorbir e anche la carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.

Il Capo di Stato Maggiore Gene • r ate.

:zaz iooe ziooe per a.

devoluto al Capo di S. M. Generale rispetto alle tre forze armate dello Stato (Esercito, Marina ed Aeronautica) e le sue funzioni finivano perciò col ve nire esplicate nell'ambito prevalentemente della consulenza, della coordinazione e degl i studi (I). Comunque, con la creazione del Capo di S. M. Generale era stato compiuto i l primo atto della riorganizzazione delle forze militari, cominciando col dare una soluzione al problema dell'alto coma ndo.

Contemporaneamente altra importante legge veniva promulgata sull'organizzazion e della Nazione per la guerra (legge n . 969 dell'8 giugno 1925, inserita nella G. U. n. 144 del 23 giugno e riportata dalla eire . 298 G. M. 1925).

Tale organizzazione - era detto nella legge - costituiva nel suo complesso la mobilitazione nazionale, la quale constava della mobilitazione militare (cioè delle forze armate dello Stato: Esercito, Marina e Aerona utica) e della mobilitazione civile (che importava l'organizzazione di guerra di tutte le attività nazionali, oltre che delle forze armate, per cui tutti i cittadini, uomini e donne, e tutti gli enti (t) C'era da tener presente che c.-ra la prima volta che in Italia veniva istituita la carica di Capo di Stato Maggiore Generale, e che mancava quindi una esperienza al riguardo. Solo eminenti studiosi avevano, nella stampa, caldeggiato l'istituzione di tale carica mantenendosi ovviamente sulle linee generali. Occorreva dunque attendere che, co n la sua attuazione, potesse, l'esercizio concreto, rivelare inconvenienti e suggerire ammaestramenti e norme più sicure per l'avvenire.

Mette conto a tal proposito riportare quanto scrisse pochi anni dopo, il 31 gennaio 1928, il generale Giuseppe Francesco Ferrari (che fu Capo di Stato Maggiore dell'E sercito, una prima. volta dall'II aprile 1923 al 4 maggio 1925, c una seconda volta dal 1° febbra io 1927 al 23 febbraio 1928) in una relazione presentata nel momento di lasciare la carica di Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. In essa era rilevata « la somma importanza » che aveva, « nella risoluzione del problema militare, la precisa definizione della costituzione e delle funzioni dell'alto comando in pace e in guerra ». A suo giudizio, « la soluzione ideale perchè più radicale, sarebbe (stata) quella dj dare al Capo di Stato Maggiore Generale le attribuzioni non solo di coordinatore, ma di dir·cttr> propulsore - e responsabile - della preparazione alla guerra dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica» In co nseguenza questi avrebbe dovuto «disporre del l'o rga no adatto per poter esplicare tale funzione, e cioè, di un vero e proprio ben attrezzato Stato Maggiore Generale, suddiviso in tre 1·eparti, ognuno dei quali corrispondente ad una de lle tre branche delle forze armate» Il Capo d i Stato Maggiore Generale, inoltre, avrebbe dovuto in guerra assumere « il comando supremo di tutte le forze armate », esercitando la sua azione di comando, su quelle di terra, « per mezzo dei comandanti di gruppo d'armate >!.

legalmente costituiti, erano obbligati a concorrere alla difesa della Nazione e ad esser sottoposti ad una disciplina di guerra) .

Per l'attuazione della mobilitazione civile - ch'era quella che Mobilitazione cio 1 rientrava nelle finalità della legge ____, sarebbero stati istituiti alla di- vile. pendenza dei Ministeri competenti e sottoposti per la coordinazione alla Commissione suprema di difesa: - un organo incaricato delle importazioni di materie prime, occorrenti per i bisogni delle forze armate e della popolazione civile; ---:- un organo incaricato delle fabbricazioni di guerra; -un organo incaricato di assicurare l'alimentazione alle forze arma te e alla popolazione civile; ____,un organo per la propaganda e per l'assistenza civile . Appositi comitati regionali e sottocomitati avrebbero assunto la direzione di tutte le attività civili mobilitate nei limiti della propria giurisdizio ne.

Quanto al trattamento economico, era sancito il principio, altamente morale, che esso, per i mobilitati civili tratti dai cittadini aventi obblighi militari, fosse uguale a quello dei militari mobili tati.

Nel caso di mobilitazione nazionale generale, era data facoltà al Governo di requisire beni e di utilizzare qualsiasi attività dei cittadini. Nell'insieme, era dunque una legge che, facendo tesoro dell'esperienza tratta dal re cente conflitto mondia le, fissava le norme necessarie affinchè il Paese, al momento in cui fosse ordinata la mobilitazione nazionale, potesse prontamente mettersi in condizione di resistere e superare, sia all'interno che all'esterno, la crisi della guerra.

In conclusione, si può rilevare che tan to questa legge quanto q uella precedentemente citata (n. 123 del 4 gennaio 1925) sul riordinamento e sulla costituzione della Commissione suprema di difesa, rivestirono un'impor tanza fondamentale nei riguardi sia della preparazione del Paese che del potenziamento delle forze armate.

ORDINAMENTO MussoLINI

(Legge n. 396 dell'II marzo 1926 ).

Da tempo Io Stato Maggiore dell'Esercito aveva intrapreso e approfondito gli studi di mobilitazione in relazio ne all'ordinamento Diaz adottato nel 1923. Da essi era emerso che lo sforzo che le autorità si ripromettevano di ottenere da tale ordinamento non era attuabile senza serie difficoltà e senza inconvenienti g ravi.

5·- u . s.

La divisione quatemaria, costituita da 2 brigate su 2 reggimenti ciascuna (con un complesso di 12 battaglioni), così come era stata impiegata in guerra, si era dimostrata pesante e scarsamente mane ggevole. Senza contare che, dovendosi, seco ndo quanto suggeriva l'esperienza di guerra, aumenta re ancora il num ero delle bocche. da fuoco per portarle alla pro po rzione di un gruppo di arti g lieria per ogni due battaglioni di fan teria, con un totale di 6 gruppi per di vision e, ques t'ult ima sarebbe in definitiva risultata ancor più pesante. Conseguiva da ciò la necessi tà di all egge rire, anzichè appesa ntire di più, la divisione, e l'unica solu zio ne logica (suffragata anche dal l'esperienza trat ta da quanto era stato fatto presso altri E ser citi) era quella di ridurre gli effettivi dell a fanteria divisionale diminuendone il numero dei battaglioni, approfittando an ch e del fatto che il volume complessivo del fuo co de lla fanteria si era, co n le nuove a rmi , co nsider evolmente acc resciuto. Da qu i il compromesso i11Sito nell' ordinamema Diaz: divisi one quatemaria in pace; divisio ne temaria in gùerra . Auspice il Consiglio dell'Esercito, nell'ordina mento Diaz l'unità di misura era r appres en tata, infatti, non dall a div isione, ma dall a brigata di fanteria su 2 reggimenti, la quale, all'atto della mobilitazione, doveva trasforma rsi in divisione ternari a, costituendo ex novo un terzo reggime nto di fanteria ed assume ndo, in più, le a liquo te necessarie di artiglieria, del genio e dei servizi . E poic hè i reggimenti di fanteria erano for mati in tempo di pace da 2 battaglion i effe ttivi e r quadro, n e conseguiva che la brigata, all'atto della mobilitazione, avrebb e dovuto, per la sola fanteria, provvedere a passare dai 4 battaglioni e ffettivi del piede d i pace a 9 battaglioni effettivi del piede di guerra ; se nza contare poi gli altri co mandi, reparti e servizi che avrebb e dovuto organizzare nell'àmbito della sua competenza organica. Tutto ciò avrebbe incontrato, proprio nel mome nto critico della mobilitazio n e, un a serie di difficoltà, le quali, se si presentavano serie per qu an to concerneva ·il personale, era no addirittura gra viss ime, per non dire ìnsormontabili, nei riguardi del fabbisogno dei materiali, dappo ichè questi ultimi - sia quelli acca ntonati che requisiti - non sarebbero stati affatto sufficienti rispetto alle necessità derivanti dall'ele vato numero di divisioni che sarebbero stat e formate in co rrispondenza delle brigate esiste nti in tempo di pace.

oue cer· Vi erano quindi ragion i di carattere organico, e anche ragioni di carattere addestrativo, che suggerivano la convenienza di appron-· tare sin dal tempo di pace le divisioni con formazioni analoghe a

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quelle di g uerra, in ma ni er a che, a pro posito del la gra nd e u nità ta ttica basilare per eccellenza quale era la divisione, venisse stabilita una struttura organica corrispondente tra formazione di pace e formazione d i guerra. Occorreva in a ltri termin i evitare q uel co mpromesso tra for mazione q uaternaria e fo r mazione ternar ìa che era sta to ado ttato nell'ordinamento Diaz, e addivenire invece, risolutamente, alla adozione, anche in tempo di pace, della divisione ternaria , costituita su 3 reggimen ti di fanteria c r d i artiglieria, con l a conseg uenza così che nel nuovo ordinamento l'unità di misura sarebbe stata data, non più dalla brigata, ma dalla divisione . Tra l'altro si sarebbero conseguiti questi vantaggi:

- ci sarebbe stata una messa a punto della divisione sin dal tempo di pace, con la possibilità d i poterla facilmente completare all'atto d ell a mobi li tazione, senza troppe scosse, e d i pote rla persi no impiegare prontamente, sin dall'inizio delle ostilità, anche in funzione di copertura; - possi bil ità di a ffiatamento tra i suoi ele m enti costitutivi ai fini di un sano « spirito di divisione» e di una conseguente feconda cooperazione nel campo operativo; - suffici ente snellezza, uni ta a b uon a propo rzione tra fanteri a . ed art iglieria, tale da consentire una efficace azione di comando e u n· razionale scaglionamento delle forze in combattimento.

A tali co nsi derazio ni che cons igliava n o l'adozione dell a divisio n e ternari a, se ne aggiungevano altre che i nv estivano i n pieno i l proble-ma dell'ordinamento di pace, ed esse -con rela6ve proposte - furono ri assun te, d allo Stato Maggiore, in un a relaz ione e, su ccessivamente , anche in una << Memoria» (r), presenta ta n el co r so d el 1925 a Mussolini, C apo del Gove rno e Ministro per la Guerra, che l'appro vò p iena mente.

(1) Tanto della relazione quanto della «Memoria » non è stato possibileprendere visione nel loro testo esatto essendo andate distrutte Una prima relazione, n el 1925, f u prese nta ta da ll 'Uffic io ordin amento e mobil i taz io ne dello, Stato Maggiore al generale Giuseppe Francesco Ferrari, Capo d i Stato Maggiore dell'Esercito, la prima volta, dall'n aprile 1923 al 4 maggio 1925; data, quest' ultima, sotto la qua le i l generale Pietro Badoglio assunse, come si èvisto pri ma, la cari ca d i Capo d i Stato Magg io re General e, assorben do anc he quella di Capo d i Stato Maggiore dell'Esercito.

Il generale Badoglio, succeduto nella carica di Capo di Stato Maggiored ell'Esercito al generale Fer rari, app rovò q uanto era stato esposto nella relaz ione e di spose anz i che le relative considerazioni venisser o r ipo rtate in una «Me m oria» d a p resen tare al Capo del G overno e M inistro per la G uerra M ussolin i.

• Esposte le ragioni che inducevano ad adottare un nuovo ordinaor• mento, la « Memoria>>prospettava i criteri fondamentali cui esso doveva ispirarsi e che qui riassumiamo a grandi linee:

- il numero delle unità di pace doveva essere adeguato allo sforzo che in effetti poteva compiersi al momento della mobili tazio ne, in modo che le unità di guerra di primo tempo potessero risultare disponibili e di facile, rapido e sufficiente completamento. Con l 'applicazione di tale criterio, le unità previste dall'ordinamento Diaz che risultavano eccedenti tale numero dovevano essere disciolte;

____, le unità di pace dovevano assumere la formazione di divisioni ternarie, provvedendo, all'atto della mobilitazione, a completarsi soltanto, senza procedere alla costituzione ex novo di altre unità e comandi;

- l 'o rdinamento di pace non doveva superare le 30 divisioni di fanteria (con formazione ternaria), dato che, secondo gli accertamenti fatti, lo sforzo iniziale di mobilitazione poteva consentire la costituzione solo di un esercito di campagna composto con un corrispondente numero di grandi unità, raggruppate, ben s'intende, in grandi unità d'ordine superiore e munite degli elementi suppletivi e dei necessari servizi. Dal numero delle grandi unità di pace sarebbe derivato quello dei reggimenti di fanteria, di artiglieria, nonchè la consistenza delle truppe suppletive, dei se rvizi, ecc.

Premessi questi criteri, la «Memoria >> passava ad esaminare anche le più importanti questioni riguardanti l'ordinamento, come, per es., il Corpo di S. M., le scuole, la circoscrizione territoriale, l'accantonamento dei materiali di mobilitazione, ecc.

Redatta in questi termini, la «Memoria>> venne approvata e, sulla base degli elementi in essa contenuti, venne elaborato un pro.getto di ordinamento ( r), in cui si cercò anzitutto di tenere il massimo conto dell'esperienza tratta dalla pr.ima guerra mondiale, non·c hè delle discussioni che nel periodo post-bellico si erano avute tra

(1) Nell'app ro vare la «Memoria», il Capo del Governo e Ministro per la Guerra Mussolini espresse l'intendimento che per ogni provincia venisse dislocato almeno un t·eggimento di fanteria e « quelli di supero>> venisse1·o .dislocati « nell'Italia settentrionale ».

Quanto a i particolar i dell'ordinamento, essi furono oggetto di attento e minuto esame e di d iscussioni tra l'Ufficio ordinamento e mobilitazione dello Stato Maggiore (che prendeva ordini dal Capo di Stato Maggiore Generale e de ll'Esercito generale Badoglio) e il Ministero (che prendeva ord ini dal Sottosegretario di Stato generale Cavallero). Concretato al fine il relativo disegno d i legge, esso nel gennaio 1926 fu presentato da Musso lini, nella sua qualità -di Ministro per la Guerra, al Parlamento per la discussione e l'ap provazione .

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ormato
ovo

gli studiosi, allo scopo di poter stabilire formazioni organiche, armamenti e materiali, i quali fossero rispondenti ai procedimenti suggeri ti dalla moderna tattica. '

In r elazione a lla necessità di con fe rire sic ure zza al territorio nazionale m ed iante un concreto e definito piano di difesa , e i n consid erazio ne delle possibilità economico-finanziarie dello Stato, furono poi de termina te l'ampi ezza e le proporzioni da dare all'intelaiatura dell'Esercito. Cosicchè il nuovo ordina m ento venne in definitiva a risult a re una transazione tra situazione fin anziaria del Paese e bilancio de lle forze annate, co n una ripartizion e ra zionale delle risorse disponibili fra i tre elementi fondam en tali dell'Esercito: quadri, truppe e materiali.

Con legge n. 396 dell'II marzo 1926 (inserita nel la G. U. n. 6r del 15 marzo stesso anno), venne stabilito il nuovo ordinamento dell'Esercito che, dal nom e del Ministro pro ponente, prese il nome di «o rdinamento Mussoli11i » ( r).

Le lin ee fon da men tali del nuovo ordin ame nto ___, le qu al i ripetevan o in sosta nz a qu an to aveva espresso in preced enza lo Stato Maggiore nei suoi studi e nelle su e proposte - era no le seg uenti: a) Adozione della divisione ternaria fin dal tempo di pace. Nel nuovo ordi n amento di pace venne assegnata in organico alla divisio ne una sola brigata di fanteri a su 3 reggimenti (9 battaglioni

(r) Sotto la stessa data dell't r marzo 1926 furono promulgate setk leggi militari, le qua l i nel com plesso prese ro allor a il nome di «Statuto dell'Esercito » . E sse furono:

I. - Le gge H marzo 1926, n. 396, sulrordinamento del R. Esercito.

2. - L egge II marzo 1926, n . 397, sullo sta to degli u ffic iali del R . Esercito, dell a R. Marina c della R. Aeronauùca.

3· -L egge n ma rzo 1926, n. 398, sull'avanzamento degli uffi ciali del R. Esercito.

4-- Legge II marzo 1926, n. 399, sulle disposizioni relative alla costituzione della dote per il matrimonio degli ufficiali del R. Esercito, della R. Marina, della R. Aerona uti ca e dell a R . Guard ia di F in anza .

5. - Legge II marzo 1926, n . 400, sul nuovo ordinamento dell'Amministraz ion e ce ntr ale della g uerra e dei personali civili dipen dent i.

6. - Legge II marzo 1926, n. 416, r elati va a lle nu ove disposizion i sulle procedure da seguirsi negl i accertamenti medico - legali delle ferite, lesioni ed in ferm i tà dei personali d ipe ndenti da lle amm i ni straz ioni militari e da altre ammin istrazioni d ello Stato.

7· - Legge II marzo 1926, n. 417, sulla isùtuzione di un ruolo unico di cappellan i militar i per il serv izio rel ig ioso nel R. Eserc ito, nella R Mar ina e nella R. Aeronautica

Il ouo,•o ordì••· mento

in tutto) e r reggimento di artiglieria su 4 gruppi. Nello stesso tempo venne sancito il principio della inscindibilità della divisione nei suoi ·elementi costitutivi, con la conseguenza, così, di un più facile addestramento dei comandanti e di una maggiore e più efficace cooperazione nel campo tattico tra gli elementi costitutivi della grande unità (r).

b) Intelaiatura dell'Esercito di pace basata esscuzialmente su 30 divisioni temarie, delle quali alcune ad organici rinforzati.

Il n um ero minimo di unità ritenute indispensabili (2) per la difesa del territorio nazionale ___, tenuto conto delle sue caratter istiche e della sua posizione geografica, nonchè dello sforzo iniziale consentito dalle risorse della Nazione - fu stabilito, nell'intelaiatura dell'ordinamento di pace, in quello di 30 divisioni del tipo ternario. Le 30 ·divisioni furono raggruppate in IO corpi d'armata dislocati nella penisola, I comando militare della Sicilia (corrispondente ad un corpo ·d'armata) e I comando militare della Sardegna (corrispondente a ·circa una divisione). Queste due isole, data la loro speciale funzione strategica, ebbero, dal punto di vista delle forze armate in esse dislo·cate, un'organizzazione a parte.

Intanto, poichè fu stabilito che tutte le 30 divisioni dovessero avere un'identica composizione organica, ne venne come conseguen-

(r) Qualche tempo prima che finisse la prima guerra mondia le, anche il nostro Comando Supremo aveva stabilito per ciascuna divisione una composi-zione fissa, designando le unità destinate a farne parte: le due brigate di fanteria, il reggimento d'artiglieria, il battaglione del genio e i servizi Contemporaneamente aveva sancito il principio della inscindibìlità dci vari elementi costi tutivi della divisione, ad evitare che le brigate venissero spostate da una grande unità all'altra, come era avvenuto - e in modo anche non infrequente - durante la prima fase della guerra.

(2) C i rca la soluzione del nostro problema mi litare, da tempo si erano formate tra i nostri studiosi due opposte tendenze: una, orientata verso la costituzione di un Esercito sempre pronto ad essere impiegato (Esercito «scudo e lancia »), anche se piccolo e notevolmente costoso; l'altra, orientata verso la costituzione di un Esercito con un maggior numero di grandi unità disponibili per l'impiego (Esercito a grande intelaiatura), dopo un passaggio però re lativame nte lento al piede d i guerra, in qua n to aveva bisogno di essere largamente completato all'atto della mobilitazione.

Con l'ordinamento Mussolini, si volle adottare una soluzione di compromesso fra le due opposte tendenze, costituendo un Esercito che fosse sufficientemente «scudo e lancia » e avesse, nello stesso tempo, una intelaiatura tale che gli consentisse, mediante nuclei d'inquadramento opportunamente preparati, di accrescersi, aumentando convenientemente il numero delle proprie unità, seco ndo le necessità di guerra .

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za che parecchie unità dell ' ordinam ento Diaz dovettero essere contratte, in quanto lo sforzo di mobilitazione non a vrebbe conse ntito <li inquadrarle nel numero di divisioni di primo tempo fissato dal nuovo ordinamento. Si addivenne in tal m odo allo scioglimen to, oltre che di mo lte brigate, anche dì numerosi reggimenti di fanteria (1), real izz ando una sensibile riduzione di unità rispetto al precedente ordinamento di pace.

In base poi al concetto d i otte nere un a più adeguata ripartizione te rritoriale delle zo ne di frontiera sia terrestri che marittime, e dei co mp iti affidati a ciascuna grande unità in tempo di pace, e anche ai fini dell a mobilita zione, il numero dei corpi d'armata, nell'ordinamento Mussolini, venne aumentato di uno rispetto a quelli stabiliti dall'ordinamento Diaz.

Il nuovo ordinamento dispose inoltre che un certo numero di divisioni, e anche di truppe non indivisionate , dislocate in zone di frontiera, fosse tenuto con organici rinforzati, o nel numero dei battag lioni e delle batterie o anc he negli effettivi. Veniva attuato in tal modo il principio di mantenere una parte delle uvità dell'Esercito co n t>tna buona consistenza, per poterle avere sem pre impiegabili in poche ore, o quanto meno in grado di potersi, all'atto della mobilitazio n e, completare rapidamente e fa ci lmen te, evitando tutto quel laborioso completamento - con la creazione magari di nuovi elementi - ch'era invece i mposto a lle altre divisioni d! minore consiste nza incaricate di passare dal piede di pace a quello di guerra.

c) F erma di 18 mesi e variabilità del contingente alle armi.

L 'o rdinamento Diaz, come è stato notato a suo tempo, aveva scartato l'adozione di ferme troppo brevi, perchè non avrebbero consenti to un adeguato servizio di co pertura alle frontier e e un efficiente impiego delle forze, ed era addivenuto all 'adozione della ferma di 18 m esi, la qual e, contemperando le varie necessità d 'o rdine politico, sociale e finanziario, consentiva l ' istruzion e della maggior parte del contingen te e la costituzione di reparti efficienti senza dover mantenere per ques to un personale permanente troppo numeroso . Opportuni temperamenti erano stati tuttavia introdotti per gli i nscritti di leva in speciali situazioni di famiglia o in condizioni di limitata idoneità fisica.

(t) Per l'attuazione del nuovo ordinamento fu in fat ti disposto che venissero sciolti 14 1·eggimenti di fanteria, più uno (totale 15) al posto del terzo reggimento granatieri che sarebbe stato costituito per por tare a 3 i reggimenti della brigata granatieri di Sardegna, la quale ne aveva soltanto 2.

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e se r • rdina •

Anche l'ordinamento Mu ssoli ni volle mantenere per la massa la ferma di 18 mesi, concedend o, però, ad u na a liquota di incorporati in particolari condizioni (per situazioni di famiglia, premilitari, ecc.) di compiere 6 mesi di servizio soltanto. Fissando la forza del continge nte a ferma di 18 mesi e quella del contingente a ferma di 6 mesi, nonchè la data delle chiamate alle armi, si calcolava di ottenere :

- un periodo dell'anno di forza massima, durante il quale tutti i corpi dell'Esercito avrebbero assunto una not evole forza quantitativa e gualitativa, e ogni unità avrebb e funzionato a pieno rendi-

mento;

- un altro periodo dell'anno di forza minima, durante il quale la forza alle armi sarebbe stata quella indispensabile sia per le esigenze della copertura, sia per poter costituire, presso ogni corpo, almeno una unità elementare con cui continuare l'addestramento dei quadri, dei graduati e degli specialisti.

Nella sua appLi cazione, questo sistema offriva qui ndi un a larga elasticità, anche perchè, ri partendo il contingente in scaglioni e fissando opportunamente la data di chiamata di ciascun scaglione, si potevano ottenere soluzioni diverse: periodi di forza massima, di forza minima, di forza intermedia ed eventualmente anche di for za costante per tutto l'an no. In tal modo si sa rebb ero contemperate le esigenze militari con quelle di bilancio, dato che , pur soddisfacendo le esigenze di pace e di mobilitazion e dell'Esercito, si sarebbe potuto, nel corso dell'anno, var iare il qua ntitativo della forza alle anni per po te rlo contenere sempre entro i limiti consen ti ti dal bilancio.

d) l11tangibilità delle scorte di mobilitazione.

ln passato, con l'intento di so pperire alle de ficienze del bilancio, si era talvolta attinto, sop ra ttutto per ciò che si riferiva a vestiario e munizioni , a materiali che costituivano scorte di mobilitazione; sicchè qu este ultime aveva no finito sempre col rimanere intaccate. Col nuovo ordinamento si volle i nvece stabilire netta men te che le scorte di m obilitazione non dovessero essere intacca te, e che anzi i mate riali esistenti dovessero essere completati secondo le necessità di guerra, in maniera che la preparazione dell'Esercito, anche dal punto di vista material e, non avesse a soffrirne. ·

In concreto, l'ordinamento Mussolini venne a compr end ere una parte metropolitana dell'Esercito, alla dipendenza de l Ministero dell a Guerra che vi provvedeva col proprio bilancio, ed una parte coloniale,

72
1

alla dipendenza del Ministero delle Colonie che vi p ro vvedeva col bilan cio in proprio; di qu est' u lti ma era detto a parte. Nei confro nt i dell'ordinamento Diaz, l'Eser c1to metropolitano si co m pose dei seguenti elementi :

a) Corpo di Stato M aggiore . Era retto dal Capo di S. M . Ge ne- ' r ale che, come si è visto prima , veniva auto maticamente ad assorbire l a carica anche di Capo di S. M. dell 'Eserci to; era coad iuv ato da un Sottocapo di S. M. Generale ch'era comandante in 2 .. del Corpo di S . M. Furono con fermati i 4 comandi designati d'armata, e l'Esercito venne o rdina to in : - IO cor pi d'armata territoriali; - truppe d ella Sicilia (corrispondenti ad un corpo d'armata), r ett·e da un com ando militare della Sicilia; - truppe della Sardegna (co rri spondenti all'inci rca ad un a divisione), r ette da un comando militare della Sardeg n a; - 29 divi sioni militari territori al i. Presso i co ma ndi di gra nd e unità territoriale furono istituiti 30 ispettorati di mobilitazione ( 1).

Si ebbero inoltre: I I spettore dei bersaglieri; I Ispetto re delle truppe a lpine; I Ispettore della cavalleria; I Ispettore dell'artig lieria; I Ispet to re del ge n io. Con ciò le funz ioni degli ispettori, non solo vennero valorizzate di nuovo rispe tto all e varie armi, ma vennero es tese anche ad i mportanti specialità. Non fu invece co n tem pl ata la carica di I spettore dell'arma di fanteria.

b) Arma dei carabinieri rea li. Fu ordinata con un decr eto a pa rte (2) . .

( r) Compito degli ispettorati di mobilitazione era quello di esercitare, i n tem po di pace, un 'az ione ispettiva su gli uflìci di leva , sui distretti e sui vari cen tri di m obilitazione dislocati nel territorio della rispettiva divisione terr itoriale, e di sovraintender c, all 'atto de lla mo bi li taz ione, alle operazioni stesse di mobilita zione

(2) Con D L. n. 855 del 16 maggio 1926 (p ubbl icato nel n. I25 della G U. d el 3I ma ggio 1926 e ripo rtato dalla dispensa n. 27 del G. M. stesso ann o), l'arm a dei cara binieri fu ordinata come appresso : comando generale dell'arma; 5 ispettorati di zon a (3 io m e no ri spetto ai 7 g rup pi leg ioni c a I gruppo scuole previsti dall'ordinamento Diaz); 2I legioni territorial i ; 2 leg ioni al lievi (1 in più); I raggruppamento batta g lioni c squadroni (pr ima non previsto); I scuola allievi sottufficiali. Erano caratteristici in questo nuovo ordiname nto l'i mp ulso d ato al reclutam e nto e a lla forma zio ne dei ca ra binieri m ediante l'organizzazione di 2 legioni allie vi, e un ass et to più organ ico conferito ai I2 battagl io ni mobili previsti dall'ordinamento Diaz .

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c) Scuole militari. Nel nuovo ordinamento furono inserite prima delle armi combattenti. Comprendevaoo: i collegi militari; l'accademia di fan teria e cavalleria e q uella di artiglieria e genio; la scuola di applicazione di fanteria e quella di cavalleria; le scuole di reclutamento di ufficiali di complemento; le scuole centrali; la scuola di guerra; la scuola contraerei; la scuola di sani tà militare.

d) Arma di fanteria. Comprendeva: I comando di brigata granatieri; 29 comandi di brigata di fan ter ia di line.a (22 in me no); 3 comandi di brigata alpini (al posto dei 3 comandi di raggruppamento); 3 reggimenti granatieri (r in più); 87 reggimenti di fanteria di linea (15 in m eno); 12 reggimenti bersaglieri; 9 reggimenti alpini.

La falcidia ci fu solo nei reggimenti di fanteria di linea (r).

Ciascun reggimento si componeva di un comando c di un numero vario di battaglioni, ed aveva annesso un deposito territoriale.

La specialità carri armati venne staccata e organizzata, come vedremo, a parte.

e) Arma di cavalleria. Comprendeva: 3 comandi superiori di cavalleria (corrispondenti in sostanza ai 3 comandi di brigata dell'orDiaz), 12 reggimenti di cavalleria, 4 squadroni palafreruen.

La cavalleria quindi non ebbe nè aumenti nè diminuzioni.

Ciascun reggimento si componeva di I comando e di 2 gruppi di squadroni, ed aveva annesso r deposito ter ritoriale.

Vi erano inoltre 3 centri speciali di cavalleria (si era solo cambiato il nome di deposito in centro): nel Lazio, in Sicilia e in Sardegna.

f) Arma di artiglieria. Era confermata la distinzione tra: - arma e servizio territoriale d'artiglieria; - se rvizio tec n ico d'artiglieria.

L'arma e il servizio territoriale d ' artiglieria erano costituiti da: IO comandi di artiglieria di co r po d'armata; I comando di artiglieria della Sicilia e I deli a Sardegna (in più); 30 reggime n ti di art iglieria da campagna (3 in più); II reggimenti di artiglieria pesante campale (3 in meno); I reggimento di ar t iglieria a cavallo; 3 reggime n ti di artiglieria da mo ntagna; 5 reggimenti di artiglieria pesante e 3 reggimenti di artiglieria da costa (nel complesso 2 in meno); 12 centri con-

(1) I 15 reggimenti di fanteria disciolti per l'attuazione dell'ordinamento furono: 25°, 32°, 39°, 48°, 6o0 , 64°, 69°, 72°, 76°, 8o0 , 82°, 86°, 87°, 158° e 226°: (cfr. nota 1 a pag. 71).

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traerei (2 in più e tutti di entità maggiore) e I scuola contraerei; I repar to palafrenieri; IO direzioni di. artiglieria (più I poi per la Sicilia).

I reggimenti comprendevano un comando e un numero vario di gruppi, ed avevano annesso un deposito terri tori ale.

Accresciuta di numero e d'importanza era la specialità contraerei, i cui centri comprendevano un comando, uno o più gruppi, un reparto fotoelettrici e un deposito.

Il servizio tecnico d'artiglieria era costituito da: I direzione studi ed esperienze di artiglieria; stabilimenti vari di artig lieria.

g) Arma del genio . Comprendeva: IO comandi del genio di corpo d'armata; I comando del genio della Sicilia e I della Sardegna (in più); II reggimenti del genio di corpo d'armata (I in più rispetto ai IO r aggruppamenti); 2 reggimenti radiotelegrafisti (I in più); I reggimento pontieri-lagunari; I reggimento ferrovieri; I gruppo aerostieri (in più); I istituto militare di radiotclegrafia ed ele ttr otecnica; I officina radio telegrafica ed elettrotecnica; I officina di costruzioni del genio.

I reggimenti comprendevano un comando e un numero vario di battaglioni, ed avevano annesso un deposito territoriale.

Non era fatto più alcun cenno della direzione superior e delle co struzioni del genio.

h) Carri armati . Costituivano una specialità destinata a un largo sviluppo ed erano così organizzati: - un centro di formazione, costituito da un comando, un deposito e gruppi di istruzione; - unità di carri armati, di numero e specie da stabilire .

i) Centro chimico militare. Specialità nuova. Comprendeva: 1 direzione del centro; I gruppo chimico.

l) Distretti militari. Furono ridotti a roo (6 in meno).

m) Seguivano il :

Corpo sanitario militare, con II direzioni di sanità mili tar e ( r in più); 12 compagnie di sanità (2 in più) ; I istituto chimico-farmaceutico militare; ospedali e infermerie presidi arie .

Corpo di commissariato militare, con II direzioni di commissariato (I in più); II compagni e di sussistenza (I .in più); stabilimenti vari di commissariato.

Corpo di amministrazione militare. Invariato. Corpo veterina1•io militare. Invariato.

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to in• n iste•

Servizio automobilistico militare (1). Compren deva: 12 centri automobilistici; I .ispettorato tecnico automobilistico; I officina automobilistica. O gni centro era formato da I comando, I deposito e da I gruppo o compag ni a.

Istituto geografico militare. I nvariato . Depositi allevamento quadrupedi. Invariati. Tribunale supremo militm·e e tribunali militari. Questi ultimi furono portati a II. In quanto al Tribunale supremo venne soppressa la precedente dizione «di guerra e ma r ina », dato che esso era destinato a funzionare per tutte le forze armate.

Reparti di correzione e stabilimeuti militari di pena. Rimast i fondamentalmente invariati.

Sciogl imenti, cos tituzioni o trasformazioni di unità, in conseguenza del presente ordinamento, sarebbero stati effettuati gradualmente.

Nei limiti dei fondi stanziati in bilancio sarebbe stato provveduto al completamento e alla sistemazione di tutti i materiali costituenti le dotazioni di mobilitazione, da considerarsi intangibili, salvo determinate aliquote da impiegarsi per rinnovazione e per le quali però doveva essere prevista una «im mediata ed i n tegrale sostituz ione >> .

Con dec reto a parte (legge n. 400 d ell'n marzo I926 pubblicata dalla G. U. n. 6I d el 15 m arzo dello stesso an no), si volle provvedere a dare un nuovo ord inamento a nche a!l'Amministrazione centrale della guerra.

In conclusione, negli anni 1925 e 1926 si provvide con una serie di leggi: - a organizzare l'alto comando con la creazione d5l Capo di S. M. Generale, per dare un indirizzo unita ri o alla prepa r azione e all'azione delle tre forze armate dello Stato: Esercito, Marina e Aeronautica, delle quali il Capo di S. M. Generale doveva essere il coordinatore te cnico responsabile, sottratto alle flut t uazioni della politica; - a organizzare la Na zione per la guerra, fissando per i cittadini di ambo i sessi l'obbligo di concorrere alla difesa comune, per

(1) Anzichè « Servizi traspor t i mi l itari », quale era previsto da ll'o rdinamento Diaz, si volle ora deno mina rlo << Ser11izio automobilistico militare » per me glio accentuare l'importan za data al traino meccanico.

la quale in ogni modo tutte le attività nazionali dovevano essere mobilitate (mobilitazione civile);

- a dare un nuovo ordinamento ai comandi, corpi e servizi de ll ' Eserci to ; ad assegnare ad ogni comando di divisione un nuovo organo (ispettorato di mobilitazione), incaricato di invigilare su tutte le co mplesse e delicate predisposizioni e operazioni di m obilitazione dei vari centri della grande unità territoriale; - a imprimere, nella stessa compagine interna del Ministero della Guerra, un nuovo assetto organico.

VARIAZIONI E MODIFICHE ALL 'ORDINAMENTO.

Tanto alle disposizioni di carattere organico quanto agli ordinamenti adot tati nel 1925 e 1926 ve nn ero in seguito apportati ritocchi, variazioni e modifiche. Si cominciò con l'alto comando.

Nel febbraio 1927 si provvide a separare le due cariche di Capo di S. M. Generale e di Capo di S. M. dell'Esercito che, per effetto del decreto n. 866 dell'8 giugno 1925, erano state riunite nella ste ssa persona.

Venne stabilito che il Capo di S. M. Generale, istituito «allo scopo di assicurare il coo rdinamento n ell'organizzazio ne militare dello Stato», fosse «il consulente tecnico del Capo del Governo per quanto concerneva la coordinazione della sistemazione difensiva dello Stato e dei progetti per eventuali operazioni di guerra » (decreto n. 68 del 6 febbraio 1927, inserito nel n. 30 della G. U. del 7 fe bbraio stesso anno e riportato dalla eire. 89 G. M . 1927). P er l'esercizio delle sue funzioni, mentre dipendeva direttamente dal Capo del Governo, poteva, per il tramite dei ri spettivi Ministeri, corrispondere coi Capi di S. M. d elle singole forze armate.

Con altro decreto (D. L. n. 69 del 6 febbraio 1927, inserito nel n. 30 della G. U del 7 febbraio stes so a nno e riportato dalla eire. 90 G M 1927), vennero determinate le attribuzioni del Capo di S. M. dell'Esercito, dei generali comandanti designati d ' armata e del Consiglio dell'Esercito.

. Il Capo di S. M. dell'Esercito era «l'alto consulente tecnico del Ministro per la Guerra>>, dal quale dipendeva direttamente, ed era

Separazione delle due cariche di Capo di S. M. Generale e di Capo di S. M. dell'Esercito.

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della

tenuto a dirigere « gli studi e le predisposizioni per la preparazione della guerra>> e ad ese rcitar e un'alta azione ispettiva sulle truppe, sui servizi e su lle scuole dell'Esercito. In sostanza, i suoi compiti specifici non si differenziavano gran che da quelli che erano stati determinati in precedenza, e tutta l'importanza delle nuove disposizioni era a ttinta dal fatto che il Capo di S. M. dell'Esercito aveva una individualità nettamente distinta da quella del Capo di S. M. Generale, con attribuzioni e responsabilità nettam ente definite.

Nell'esercizio delle sue funzion i il Capo di S. M. dell'Eserc ito era coadiuvato dal comandante in 2" del Corpo di S. M. (r).

Gli ufficiali generali comandanti designati d'armata erano incaricati di eseguir e studi e di presiedere alle disposiz ioni per l'organizzazione bellica del territorio nella zona loro assegnata. Potevano ino ltre ricev ere incarichi particolari riflettenti la preparazione dei quadri e delle truppe o l'efficienza dei servizi o le predisposizioni di mobilitazione.

A differenza di quanto era stato precedentemente dispo sto, il Consiglio dell'Esercito venne a costituire l'organo consulente, non più del Capo di S. M. Generale, ma del Ministro della Guerra, che lo convocava di propria iniziativa, o su proposta del Capo di S. M. dell'Esercito , per ascoltarne il parere sulle più importanti questioni rela6ve « all'organizzazione, al funzionamento, alla mobilitazione dell' Esercito e alla difesa nazionale >>

Qualche tempo dopo si provvide a definire m eglio le attrib uzioni degli ispettori d'arma e di specialità e a ricostituire la carica di Ispettore della fanteria (2), da considerarsi organo di particolare cons ulenza del Ministro della Guerra, « tenuto conto delle caratteristiche di quest'arma, al cui successo devono concorrere tutte le altre e per la

(I) Con decre to n. 70 del 6 febbraio 1927 (inserito nel n. 30 della G. U. del 7 febbraio stesso anno e riportato dalla eire. 91 G. M. 1927) vennero determinati l'ordinamento e la ripartizione in uffi ci del comando del Corpo di Stato Maggiore

Con decreto n. 1404 del 19 ottobre 1933 (inserito nella G. U. n. 259 del 9 novembre stesso anno e riportato nella eire. 6o7 G. M. 1933), la denominazione di comandante in 2.. del Corpo di Stato Maggiore fu cambiata in quella di « Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito».

(2) Decreto n. 1273 del 21 settembre 1933, inserito nel n. 237 della G. U. dell'n ottobre stesso anno e riportato dalla eire. 571 G. M. 1933.

cui efficienza il fattore tecnico deve integrarsi e fondersi con quello spiri tuale >> .

Gli Ispettori della fanteria, dell'artiglieria, del genio, delle truppe celeri (bersaglieri e cavalleria) e delle truppe alpine, dovevano costituire organi di consulenza e di studio tanto del Ministro della Guerra quanto del Capo di S. M. dell'Esercito, e mantener si in costa nte collegam ento fra di loro, «specie con quello di fanteria », tenendosi inoltre costantemente al corrente dello sviluppo e della si tuaz ione della propria arma anche presso principali eserciti stranieri (decreto n. 1340 del 28 settembre 1933, inserito nel n. 250 della G. U . del 26 ottobre stesso anno e riportato nella eire. 572 G. M. 1933).

A integrazione e completamento delle disposizioni emanate con legge n 969 dell'8 gi ugno 1925 sull'organizzazione della Nazione per la guerra, vennero preparate, discusse e approvate altre due leggi fondame n tali : una sulla disciplina di guerra e l'alt ra sulle dispe nse dai richiami alle armi per mobilitazione.

Leggi per la mo • bilitazione civile.

La legge n. 1699 del r4 dicem bre 1931 sulla disciplina di guerra (inserita nel n. 20 della G. U. del 26 gennaio 1932 e riportata dalla ei re. 55 G. M. 1932) costituiva, secondo il Ministro della Guerra del tempo (r), «un corpo di disposizioni creatrici di una disciplina di guerra rispondente alla inderogabile esigenza di mantenere salda e. compatta la coesio ne morale dei cittadini nei momenti di supremo ci mento d ella Nazione» . ·

Nel gius tificare la necessità di una tale legge, l'apposita comm issione parlap1entare così si era espressa : « L a guerra mondiale ha dimostrato qual e influenz a eserciti l'o rganizz azione del fronte interno e la saggia utilizzazione di ogni risorsa - materiale, biologica, spi rituale __,. della Nazione.

«Tali forze vanno tuttavi a tempestivamente coo rdi nate, ed il loro impiego disciplinato co n fermezza ; come pure da una severa e serena giustizia deve essere retta l'attività dì quei cittadini ai quali l'età o le co nd izioni fisiche vietçranno l'onore di poter difendere la patria con le armi, nonchè di coloro la cui opera è ritenuta necessaria in paese per alimentare le forze ar mate che combattono.

(1) Ministro della Guerra dal 12 settembre 1929 al 22 luglio 1933 fu il generale Pietro Gazzera.

T.eggi sulla disci • plina di guerra e sugli eso neri.

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« Stato veramente civjJe e saldo è quello che sa trasformare le energie nazionali in ordinate forze di propulsione. Funzione statale, qu esta, di gra nde importanza in pace; forse decisiva, in guerra: tanto più , se si tenga con to che l'evol uzione ed il perfezionamento dei mezzi di offesa trasformerà fatalmente, nelle lotte future, tutta la na zione in territori o di operazioni » .

Parallelamente quindi alla disci pli na ferrea vigente tra i componen ti delle forze armate dello Stato in caso di mobilitazione, anc he a tutti j cittadini non soggetti ad obblighi militari, compresi i minori e le donn e, ve nn ero imposti una disc iplina di guerra e l'obbligo di conco rrere alla dife sa e alla resist enza della Nazione: --..,. con la prestazione della propria attività materiale, intellettual e e spirituale; - con l'asten sione da atti, spese e co nsum i sup erflui; - con la pro nta obbedien za a qu alsiasi d isposizione emanata <ialle autorità responsabili c col volenteroso contrib uto ad ogni azione in va ntaggio della P a tria.

A tal proposito, presso ogni Com un e sarebbe stato costituito, non app ena indetta la mobilitazione, un comitato di resistenza civile, qual e organo perifer ico atto a curare l'a pplicazione dell a legge sulla m obilitazione civile e la pratica attuazione di tu t te le disposizioni ema nate dalle autorità responsabili.

Frattanto, con decreto n. n85 del 24 lug lio 1931 (i nser ito nel n . 224 della G. U. del 28 settembre stesso anno e riportato dalla eire. 503 G. M. 1931), era no state eman ate, sempre al fine di rin vigorire, organizzare e di sciplinare il fronte interno, altre norme riguardanti il regolam ento sulle dispense dai rich ia mi alle armi per mobilitazione.

Scopo di questo regol amento era quello di « assicurare in casi di richiamo alle armi per mobilitazione, il funzionamento delle pubbliche amministrazio n i e dei principali pub blici servizi», stabilendo le condizioni nelle quali po teva no essere concessi ritardi nell a presentazion e alle armi e dispense da i richia mi al personale, addetto a tali ammini strazio ni e servizi, avente obbligo di servizio militare.

Le pub bliche am mini strazioni e gli enti, per il cui funzionamento il rego lamento ammetteva dispense o ritardi, dov eva no preparar e e ten ere aggiorna to, annualmente, apposito progetto, << per dare un conveni en te assetto ai propri uffici e se rvizi in caso di mobilitazione, mediante il più proficuo impiego del personale proprio e di personale provvisorio non soggetto ad obblighi militari », al fine d i lasciare disponibile il maggio r num ero possibile di richiamati.

Bo

Anche negli sviluppi organici dell'Esercito si ebbero varianti, in- varianti nell'or· d ' · d · d" · dinam ento de l· tro otte pero m mo o pmttosto tsco ntmuo. l' Esercito.

Nel I927, con decreto n. I539 del 5 agosto (inserito nel n. 20 I della G. U . stesso anno e riportato dalla eire. 553 G . M. I927) il numero dei corpi d 'armata territoriali fu elevato a I I (costituzione del corpo d'ar mata di Udine). Conseguentemente, con l'a um en to di uno:

- il numero dei comandi di artig lieria di corpo d'armata fu portato ad II; quello dei reggimenti di artiglieria pesante ca mpale e delle direzioni di artiglieria a 12; quello dei centri contraere i a I3 ;

- il numero dei comandi del genio di corpo d'armata e dei reggimenti del genio fu portato rispettivamente a II e a 12; - il numero delle direz ioni di sa nità militare e delle compagnie di sanità fu elevato rispettiv a mente a 12 e a I 3; - il numero delle direzioni di commissariato e de lle compagn ie di sussistenza fu elevato a I2; - il numero dei centri automobilistici fu portato a 13; ___, il numero dei tribun a li militari territoria li fu elevato a 12.

Un a um ento si ebbe pure nell'arma dei carabinieri (legge n. 2415 del I8 dicembre 1927, inserita nel n. 3 della G. U. pel 4 gennaio 1928 e riporta ta dalla eire. 6 G. M. stesso anno), in cui il numero delle legioni territoriali fu fissato in 22 (r in più). Nello stesso tempo, pe rò , venne soppre sso il comando del raggruppamento battag lioni e squadroni carabinieri.

Qualche anno dopo, le variazioni all'ordinamento si accentuar ono Con legge n. 462 del 17 aprile 1930 (inserita n ella G. U. n 108 dell'8 maggio stesso anno e riportata dalla eire. 290 G M. I930), alle grand i unità territorial i ven n ero aggiunte 2 divi sioni celeri (che prima non esistevano). In compenso, al posto dei previsti 3 co mandi superiori di cavalleria, fu rono istituiti 2 comandi di brigata di cavalleria.

Le scuole mi litari furono ord inate come appresso: 2 collegi militari; I accademia di fanteria e cavalleria e I di artiglieria e ge nio ; I scuola di applicazione di fanteria, I di cavalleria, I di artiglieria e del genio, I di sanità militare; I sc uola centrale di fanteria, I di artig lie ria , I del genio, I di educazione fisica; I sc uo la di tiro di artig lieria; I scuola di guerra; 9 sc uole allievi ufficiali di complemento; scuole allievi sottufficiali. L'indirizzo scolasti co venne a risultare più organico e armonicamente più aderente alle diverse esige nz e . Quanto all'artiglieria, i reggimen ti di artiglieria pesan te da 5 furono portati a u, e, in più dell'ordinamento, vennero costituiti : 1 gruppo di artiglieria da costa della Sardegna; 5 reggime nti con-

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6. - u . s.

traerei autocampali (al posto dei centri contraerei); I reggimento di artiglieria leggero; I reggimento misto .della Sardegna.

Più tardi, nel I933, i comandi di brigata alpini da 3 furono portati a 4 (1); in conseguenza anche i reggimenti di artiglieria da montagna, distribuiti in ragione di uno per brigata, furono elevati da 3 a 4 ed assunsero la denominazione di « reggimenti di artiglieri11 alpina >> (2) .

La specialità minatori del genio venne riordinata e i relativi reparti furono raggruppati in 2 reggimenti minatori (legge n. 558 del 19 maggio 1932, inserita nella G . U. n. 131 dell'8 giugno stesso anno e riportata dalla eire. 297 G. M. 1932).

A proposito del genio, anche la specialità pontieri venne riordinata e aumentata portandola da I a 2 reggimenti. Il gruppo aerostieri fu soppresso e, in com penso, fu costituito il « servizio degli specia listi del genio >> (legge n. 287 del 3 apri le 1933, inserita nella G. U. n. 95 del 24 aprile stesso anno e riportata dalla eire. 221 G. M. 1931).

A queste varianti, che qui abbiamo indicate a tratti rapidi, altre ne furono aggiunte ancora.

ORDINAMENTO DELL'ESERCITO

1934

(Decreto n. 1723 dell'rr ottobre 1934).

Le variazioni introdotte qua e là nelle varie armi e specialità, con diminuzioni e aumen ti anche di unità e servizi; i cambiamenti di denominazione apporta ti a talune specialità e a talun i servizi, per rendere specialmente questi ultimi sempre più aderenti alle necessità e ai progressi realizzati nei vari campi; l'isti t uzione di ruoli vari nei quadri, avevano finito con l'alterare e modificare sensibilmente la fisionomia organica dell'ordinamento adottato nel 1926 (legge 396 dell'n marzo 1926). Si reputò quindi utile e necessario dare un quadro chiaro e completo degli sviluppi assunti dall'Esercito, dopo tutte le varianti introdotte. E così, con decreto n. 172 3 dell' 11 ottobre 1934 (inserito n ella G. U. n. 258 del 3 novembre stesso anno e riportato dalla eire . 867 G. M . 1934), venne stabilito, dal nuovo Ministro

( 1) Decreto n. 1404 dd 19 ottobre 1933, inserito nella G. U. n. 259 dd 9 novembre stesso anno e riportato dalla eire. 6t:YJ G. M. 1933·

(2) Legge n. 952 del 4 giugno 1934, inserita nella G . U. n. 149 del 26 giugno stesso anno e riportata dalla eire. 491 G. M. 1934.

della Guerra (r), l'ordinamento che qui riportiamo schcmaticamente allo scopo di poterne meglio seguire gli sviluppi nei confronti delI 'ordinamento del 1926.

L'Esercito metropolitano rimase ripartito nei seguenti elementi:

a) Il Corpo di Stato Maggiore e le grandi unità. Il Corpo di S. M. era formato dagli ufficiali di S. M . .(da colonnello a capitano) ed era retto dal Capo di S. M. dell'Esercito, coadiuvato da un sottocapo di S. M. e 2 generali addetti.

Nel campo delle grandi unità, vennero mantenuti i 4 comandi designati d'armata e furono aboliti i comandi militari della Sicilia e della Sardegna; mentre i corpi d'armata furono portati a 13 (2 in più rispetto al 1926) e le divisioni di fanteria a 31 (1 in più). Inoltre vennero costituiti ex novo 4 comandi superiori alpini e 3 divisioni celeri. Confermate furono le istituzioni delle cariche di ispettore della fa nteria, ispettore delle truppe celeri, ispettore delle truppe al pine, ispettore dell'artiglieria, ispettore del genio e ispettori di mobilitaZione .

Sancito fu il concetto che, in caso di guerra, anche i corpi armati dello Stato n on facenti parte dell'Esercito dovessero concorrere alla difesa nazionale. 1

b) Arma dei carabinieri reali. Comprendeva: il coma ndo generale dell'arma; 6 ispettorati di zona (I in più); I scuola centrale; 20 l egioni territoriali (I in meno); r legione allievi (I in meno); 3 battag lioni e I gruppo squadroni (di cui non fu prevista più la riunione in raggruppamento); I squad rone guardie del R e . Nel complesso ci fu nell'arma una contrazione.

c) Scuole militari. Comprendevano: i collegi militari, l'accademia di fanteria e cavalleria; l'accademia di artiglieria e genio; le scuole di applicazione di fanteria, di cavalleria, di artiglieria e genio,

(r) Il Capo del Governo Mussolini, che nel settembre 1929 era stato sost ituito dal generale Gazzera nella carica di Ministro per la Guerra, tornò, il 22 luglio 1933, a riassumere tale carica, tenendola poi ininterrottamente sino al 25 luglio 1943·

Dal 22 luglio 1933 al 7 ottobre 1936 tenne la carica di Sottosegretario di Staro per la guerra il generale Federico Baistrocchi, che fu in sostanza il vero ispiratore, creatore e potenziatore dei vari provvedimenti adottati durante quei tre anni; dal 1° ottobre 1934 al 7 ottobre 1936 tenne pure la carica d i Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.

Armi, corp i e ser· vizi n e ll 'ordina • mento.

di sanità militare; le scuole centrali; la scuola di tiro di artiglieria; la scuola di guerra; le scuole allievi ufficiali di complemento; le scuole allievi so ttufficiali.

d) Arma di fanteria. Comprendeva: I comando di brigata granatieri; 30 comandi di brigata di fanteria di linea (I in più); 3 reggimenti granatieri; 89 reggimenti di fanteria di linea (2 in più); I2 reggimenti bersaglieri; 9 reggimenti alpini; I reggimento carri armati (di nuova costituzione). Spariti i comandi di brigata alpini. La specialità carri armati, che e ra stata staccata nel I926, venne di nuovo organizzata e incrementata nell'àmbito dell'arma di fanteria .

e) Arma di cavalleria. Comprendeva: 3 comandi di brigata, come al tempo dell'ordinamento Diaz; I2 reggimenti; 4 squadroni pa lafrenieri.

.

Una novità organica venne introdotta nell'àmbito dei reggimenti in quanto cominciò ad ammettersi che i reggimenti dovessero essere costituiti con « gruppi di squadroni a cavallo o meccanizzati >>; cioè, l'elemento meccanico cominciò ad inserirsi nella nuova tradizione dell'arma e a sostituire l'elemento animale.

f) Arma di artiglieria. Con terminologia aggiornata, anche se non detto esplicitamente, era confermata la distinzione tra : - arma di artigl ieria ; ---, servizio tecnico delle armi e munizioni.

L 'arma di artiglieria comprendeva: I3 comandi di artiglieria di corpo d'armata (3 in più); 31 reggimenti di artiglieria di divisione di fanteria (erano i vecchi reggimenti di artiglieria da campagna, aumentati di r); 12 reggimenti di artiglieria di corpo d'armata (erano i vecchi reggimenti di artiglieria pesante campale, aumentati di r); 3 reggimenti di artiglieria di divisione celere (corrispondenti al reggimento di artiglieria a cavallo, ma con una nuova costituzione e con l'aumento di 2); 4 reggimenti di artiglieria alpina (erano i vecchi reggimenti di artiglieria da montagna, aumentati di r); IO reggimenti di artiglieria d'armata (corrispondevano ai reggimenti di artiglieria pesante, aumentati); 5 reggimenti di artiglieria contraerei (al posto dei 12 centri contraerei); I reparto palafrenieri; r 3 direzioni di artiglieria (2 in più).

Il servizio tecnico delle armi e munizioni comprendeva: I direzione superiore del servizio tecnico delle armi e munizioni, con centri di esperienze ed ufficio tavole di tiro; stabilimenti e centri di artiglieria vari.

Di rimarchevole c'era , oltre agli aumenti di unità, l'adozione di nuove terminologie per talune specialità e servizi.

g) Arma del genio. Comprendeva: I3 comandi del genio di corpo d'armata (3 in più); I2 reggimenti genio di corpo d'armata (I in più); 2 reggimenti minatori (in più); 2 reggimenti pontieri (I in più); I reggimento ferrovieri.

Il servizio studi ed esperienze del genio comprendeva: I direzione superiore del servizio studi ed esperienze del genio; I istituto militare superiore delle trasmissioni; I officina radiotelegrafica ed elettrotecnica; I officina di costruzioni del genio militare; centri vari di studio del genio.

Anche se non esplicitamente detto, c'era una separazione t ra arma e servizio studi ed esperienze, analogamente a quanto si praticava in artiglieria.

Da notare che non era fatto più alcun cenno nè dei 2 reggimenti radiotelegrafisti, nè del gruppo aerostieri.

h) Servizio chimico militare. Comprendeva: I reparto chimico, con annesso deposito; centri esperimentali vari.

i) Distretti militari. Invariati (Ioo).

l) Seguivano il :

Corpo sanitario militare, con I3 direzioni di sanità militare (2 in più); I3 compagnie di sanità (I in più); I istituto chimico farmaceutico militare; ospedali e infermerie presidiarie.

Corpo di commissariato militare, con I3 direzioni di commissariato (2 in più); I3 compagnie di sussistenza (2 in più); stabilimenti vari di commissariato.

Corpo di amministrazione militare. Invariato. Corpo veterinario militare. Invaria to. Servizio automobilistico militare. Comprendeva: I serviZIO tecnico automobilistico; 13 centri automobilistici (I in più). Non era fatto più alcun cenno nè dell'ispettorato tecnico automobilistico, nè dell'officina automobilistica; in compenso però, con legge n. 458 del IJ aprile 1934 (riportata dalla eire. 363 G. M. stesso anno), era stato istituito il « Servizio tecnico automobilistico )) , con un Ispettorato del materiale automobilistico, stabilimenti, direzioni, laboratori e centri d'istruzione vari.

Istituto geografico militare. Invariato. Centri rifornimento quadrupedi (corrispondevano a1 vecchi depositi allevamento quadrupedi). Invariati.

dei a odo one.

Tribunale supremo militare e tribunali militari: questi ultimi ridotti a 6. Reparti di correzione e stabilimenti militari di pena. Invariati.

In questo nuovo ordinamento fu confermato il principio della intangibilità delle dotazioni di mobilitazione, già sancito con l'ordinamento del 1926.

Nell'insieme, la fisionomia organica dell'ordinamento stabilito nel 1934 ripeteva quella dell'ordinamento elaborato nel 1926, ma a tratti più marcati e più consistenti, con una terminologia spesso nuova e con una decisa tendenza all'aumento di unità. Particolare impulso fu dato alla esaltazione dei valori morali (r).

Nel luglio 1934 vi fu, nei quadri, una innovazione importante (eire. 569 G. M. 1934) con l'istituzione dei ruoli comando e dei ruoli mobilitazione per gli ufficiali appartenenti alle armi di fanteria, cavalleria, artiglieria e genio. Lo scopo di tale costituzione era evidente, ed era quello di differenziare gli ufficiali in d u e ruoli principali a seconda dell ' attività da essi svolta e delle attitudini alla vita dinamica del comando di reparto oppure alla vita sedentaria negli uffici. A questi ruoli altri ne furono aggiunti di carattere tecnico. Sicchè gli ufficiali, per effetto delle disposizioni contenute nella precitata eire. 569, vennero iscritti nel : - ruolo comando, quelli appartenenti alle varie armi e ritenuti idonei; - ruolo mobilitazione, quelli delle varie armi già appartenenti ai ruoli M e consegnatari (2), e tutti gli ufficiali di artiglieria e genio provenienti dalla specialità treno.

(1) Con eire. 152 G. M. · 1934, venne disposto, per es. , che le divisioni fossero contraddistinte, oltre che da un numero, anche da un nominativo che ne esaltasse le tradizioni di g loria. Si ebbero cosi le divisioni di fanteria « Superga », « Gavinana », « Vespri », ecc., e le divi sioni celeri «Eugenio di Savoia », ecc.

(2) Il ruolo M fu istituito con legge 480 del 17 ap r ile 1930 (inse rita nella G. U. n . II3 del 14 maggio stesso anno e riportata dalla eire. 435 G. M. 1930), e venne successivamente ampliato (leg ge n. 1626 del 20 dicembre 1932). Era composto di ufficiali delle varie armi, i quali, giudicati idonei « a determinate funzioni aventi speciale importanza nei riguardi della mobilitazione», esplicavano mansioni di carattere territo r iale.

Il 1·uolo consegnatari fu istituito cen legge n. 1626 del 20 dicembre 1932 (inserita nella G. U. n . 299 del 28 dicembre stesso a nno e riportata dalla

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Gli ufficiali appartenenti al serv1z1o armi e muni zioni, al servizio studi ed esperienze del genio, al servizio tecnico automobilistico, ai depositi cavalli stalloni e ai centri rifornimento quadrupedi, pur trattandosi di elementi appartenenti a servizi tecnici, furono iscritti nel r uolo comando .

Fu questo il primo passo a quella più larga e accentuata differenziazione dei quadri che si verificherà negli anni venturi.

Nelle linee generali, gli ordinamenti del 1934 segnarono una tappa importante nell'evoluzione organica dell' E sercito italiano, nel q u ale si intese trasfondere, dalle supreme autorità, uno spirito nuovo intonato al tempo. Partendo da questo concetto si volle anzi, nell'Esercito, svecchiare, modernizzare e aggiornare persino la parte formale (I).

Anche la Guardia di Finanza venne nel frattempo riordinata (2).

LA DOTTRINA TATTICA DAL 1925 AL

1934·

Nel periodo che va all 'incirca dal 1925 al 1934, si ebbe una rimarchevole evoluzione nella dottrina ufficia le relativa all'impiego sia delle varie armi come delle grandi unità

eire. 15 G . M. 1933). Era composto di capitani anziani delle varie armi, adibiti a funzioni di consegnatari di magazzino e di addet ti agli uffici matricola.

(r) Basta per questo leggere, per es , l e d isposizioni circa le d ivise degli ufficia li, sottufficial i e militari di truppa contenute nel G M degli anni 1933 e 1 934·

(2) Con decreto n . 1223 del 24 l uglio 1931 (inserito nelle G. U. n. 234 del 9 ottobre stesso anno e ripo r tato dalla eire. 528 G. M 1931) l a Guard ia di Finanza fu così ordinata: comando genera le; 3 comandi di gruppo di legioni; 13 legioni terrìtoriali; I legione allievi guardie; r scuola allievi uffic iali; I scuola allievi sottufficiali; I scuola di app l icazione per la polizi a tr ibutaria investigativa.

(3) In tutto questo periodo, l'educazione fisica rice ve tte un grande impulso al fine di conferire al soldato agilità, destrezza e amore del rischio. Nelle divisioni vennero istituiti, in proposito, appositi centt·i di educazione fisica divisionali, i quali svolsero, nei conf ront i del le un i tà dipendenti, una azione propulsiva e coordinatrice nel campo dell e attività e delle competizioni ginnico- sportive, mentr e nei corpi venivano organizzate tra i reparti gare addestrative molteplici.

Anche nel campo i nte llettuale, allo scopo di rialzare il livello culturale e professionale dei quadri, venne data, dal centro alla pe r iferia, una energica spinta alla organizzazione di stud i, di conferenze e di corsi vari per ufficiali e per so t tu fficial i.

Nel 1926, allo scopo di orientare tutti alla comprensione di un nuovo indirizzo ta t tico da seguire n elle attività addestrative ed oper ative, furono pubblicati, con eire . 58oo del Corpo di S. M. in data 15 dicembre, i « Criteri d'impiego della divisione di fanteria nel combattimento >> . Con tale istruzione vennero date nel dopoguerra, dopo le note «Direttive» edite nel 1918, le prime norme orientative per l 'impiego delle grandi unità tattiche nell'offensiva e nella difensiva. In attacco, venne risoluta mente affer mato che occorreva anzitu tto <<ridurre la resistenza nemica a colpi di cannone », per poi « vinçerla a colpi di battaglione » In sostanza, con un tal e concetto, l'azione offensiva fu tutta imperniata sul bi nomio artiglieria-fanteria, secondo la concezione del tempo.

Nella difesa, i vecchi concetti della ripartizione del terreno in fasce e strisce, come erano state previste dalla re golamentazione del 1918, vennero abba ndo nati e fu invece adottata la norma di orga ni zzare la difesa stessa in profondità con una posizione di 1·esistenza, su cui doveva svolgersi il combattimento ad o ltranza, preceduta da una zona di sicurezza e seguita da una zona di schieram ento. La difesa fu inoltre imperniata sull'organizzazione dei fuochi e dei contrattacchi, associando così il movimento al fuoco. E poichè era previsto che della divisione facesse parte un battaglione mitraglieri divisionale, questo poteva « essere im piegato per raffittire la rete di fuoco » della posizione di resistenza, decentrando le co mpagnié fra i comandanti i n linea, oppure riunito « per l'esecuzione di tiri a massa a gra n de distanza (conco rso all'interdizione dell'artiglieria) ed anche per raffittire lo sba rramento in corrispondenza di qualche tratto di fronte >> Successivamente, con circolare 2 3 r del Corpo di Stato Maggio re in data 25 gennaio 1927, prendendo lo spunto dagli « Ammaestramenti tratti dalle istruzioni e dalle esercitazioni svoltesi nel 1926 », chiariti e definiti alcuni criteri relativi all'impiego delle varie arm1.

In fanteria, il plotone esploratori, che faceva parte della compagnia s. m . di ba ttaglione, fu sciolto, e le squad re furono decentrate e distribuite f ra le compagnie fucilieri, dando tuttavia fa coltà al comandante del battaglione di riunìrle per l'impiego . Quanto alle mitragliatrici pesa nti fu stabil ito che, a vendo esse assunto ormai la funz ione del tiro collettivo, potessero eseguire il fuoco a tut te le distanze. Il tiro con le mitragliatrici leggere non doveva spingersi oltre i 6oo-7oo m., raramente fin verso i 1000 m. Il tiro col fuc ile, al co ntrario, doveva assumere tutti i caratteri di un tiro i n dividuale mirato da effettuarsi alle piccole, per non dire minime

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distanze, allo scopo, non di battere reparti interi, ma di abbattere piuttosto questo o quell'uomo. In condizioni favorevoli di terreno, le mitragliatrici pesant i potevano essere impiegate anche accentrate, mentre per i cannoncini fu stabilito che dovessero sempre essere decentrati coi reparti.

Circa le formazioni da adottare in combattimento, si volle che si reagisse alla residuale tendenza alla distribuzione lineare, che ricordava le ondate di guerra, muovendo invece e agendo, tanto nell'avvicinamento quanto n ell'attacco, con le unità disposte a scacchiera nel senso sia della fronte che della profondità.

Per la cavalleria - che era l'arma del movimento per eccellenza - si ribadì che essa doveva essere impiegata in compiti esse nzialmente esplorativi. Qualora la re sistenza nemica le impedi sse di procedere nell'esplorazione, sua prima cura doveva essere quella di allargarsi per cercare di trovar modo di proseguire, tenendo presente che, per quanto possibile, essa era tenuta a combattere a cavallo.

Riguardo all'artiglieria divisionale, si chiarì quando essa dovesse essere impiegata accentrata, e quando decentrata. Inoltre, si suggerì di non eccedere nell'assegnazione di batterie di accompagnamento, come pure, a proposito delle masse di fuoco da impiegare in relazione allo svolgimento delle azioni, si confer mò ancora la necessità di coordinare bene la manovra di fuoco con la manovra di movimento.

Norme furono date anche per le unità del genio, da impiegare sempre con criterio unitario, applicando ad esse « il criterio della concentrazione degli sforzi e della manovra dei mezzi >> . Particolari avvennero inoltre dati sull'impiego dei mezzi aerei.

Furono queste le prime battute eli un nuovo indirizzo tattico, le quali culminarono nel 1928, ed ebbero la loro espressione organica e completa - anche se in una forma che potè allora sembrare troppo metodica e scolastica - con la diramazione delle «Norme generali per l'impiego delle grandi unità » e delle cc Norme per l'impiego tattico della divisione ».

Queste due regolamentazioni tattiche è fuor di dubbio che ebbero in quel tempo il merito di riuscire a dare un orientamento chiaro e a disciplinare- per la prima volta dopo la prima guerra mondiale - l'attività addestrativa tanto dei quadri quanto dei rep arti, sfrondando tale attività da tutto qud che di incerto vi dominava e vi sussisteva ancora unicamente pér mancanza di un insieme organico di norme aggiornate. Tu tto ciò ebbe conseguentemente il vantaggio di poter indirizzare d'ora in poi e inquadrare l'attiv ità addestrativa entro i confini di un a nuova unità di dottrina.

Con le « Norme generali>>, pur tenendo in gran conto l'esperienza dell' ultima guerra, a nche se essa era stata pre va lentemen te statica, si tornò alla concezione classica della l o tta, dando un « preminente sviluppo alla guerra di movimento » ed esaltando l'az io ne offensiva, in quanto questa era « il solo mod o di azione capace di risolvere la lotta >> . Non bastando la sola po tenza de l fuoco a risolvere l'azione, occorreva però la manov ra , la quale conse rvava sempre tutto il suo valore risolutivo, e in primo luogo occorreva « l'azione della fanteria, che è movimento, prepa rato ed appoggiato dal fuo co, e che culmina n ell'urto » Alla base di qualsiasi manovra stava «il principio della massa».

Anche l'azione dife nsiva doveva ispi rar si «all'idea di manovra >> e al « principio della massa >> , concentrando la r esistenza nei tratti di m agg iore importanza del fro nte da difendere e sferra ndo i l contra ttacco nelle direzioni più minacciose per l'offensore . In profondità il quadro di una sistemazione difensiva doveva di norm a comprendere: - una posizione di resisten za, i l cui margine ava nzato costituiva la linea di resistenza, sulla quale si intendeva stroncare l'attacco ; era rappresentata da una scacchiera di centri di resisten z a; - una zona di sicurezza antistante, il cui margine esterno costituiva la linea di sicurezza; - una zona di schieramento ret ro stante, entro la quale era anche organizzata una posizione intermedia . -

L'organizzazione della difesa doveva nelle linee ge nerali compor ta re : un'or ganizzaz ione delle ricognizioni, dell'osservazione e de i collegamenti; un 'orga nizzazione dei fuochi di a r tig l ieria e di fanteria; u no scaglionamento delle forze.

Anello di congiunzione t ra le <e Norme generali >> c le regolam entazioni d'arm a era no le «Norm e per l'impiego tattico della divisione >>, nelle quali in particolare era d ato un « meditato sviluppo alla coope razione tra le armi, specie tra a rt ig lieria e fanteria >> (r).

Schematicamcnte l 'azione offensiva comp rend eva t re atti fond amentali da cui scaturiva poi una serie di procedimenti tattici specifi ci:

(1) Nell'addestramento non si tra sc ur ò di far compenetrare sempre più intimamente l'a zione della fanteria - arma de lla manovra - co n l'azione dell' art igl ieria - arma del fuoco, e fanti cd art iglieri si ricercarono, con spirito d i cooperazione, per scambiarsi nozioni e notizie sulle rispettive esigenze tattiche e possibilità tecniche. Nè si man cò di diramare norme e circolari varie al fine di semplificare compiti e terminolo g ie, e di rego lare e disciplinare sempre meglio, nel campo dell'azione, l'impiego, da parte dell'artiglieria, delle <<pattuglie di collegamento per fant eria)>

l'avvicinamento; l 'organi zzazione dell'attacco che era, in sos tan za, « l' i mpianto della batta glia »; la preparazione e l'esecuzion e d eli 'attacco, in cui la fanteria segnava « il ritmo dell'azione generale » Raggiunto l'obiettivo dell'attacco, occorreva iniziare lo sfruttamento del successo in profondità, cerca ndo di convertirlo in inseguimento. Nell'azione difensiva si doveva procedere an zitutto zazione della difesa basandola sul sistema: osservazione- collegam enti - fuochi; e predisporre q uindi la contropreparazio ne, la re sistenz a e i con tr attacch i.

In sintesi, tanto le «Norme generali» quanto le « Norme per la divisi011-e » furono permeate della necessità di imprimere movimento alle operazioni di gue rra e furono perciò orientate verso un più deciso e maggiore dinamismo di q uanto non si fo sse avuto nell'ultimo conflitto.

I n armonia con le anzidette «N orme», ven nero preparate le nuove regolamentazioni d'arma.

Per la fanteria, la eire. 1100 dello S. M . R. E. del 15 aprile 1928 sulla « Composizione e procedimenti tattici del plotone fucilieri e plotone esploratori », dapprima, e, successivamente, l' « Addestramento della fanteria >> , edi z. 1929, apportarono modifiche sos tan ziali , rispetto al passato, sia nel campo organico che in quello dei procedimenti tattici.

L a vecchia formazione per 4, in ordine chiu so, venne abbandon ata e sostituita dalla formazione per 3, più snella e più semplice, la quale semplificava anche il passaggio all'ordine di co mb attimento d e1 plotone.

La brigata rim ase cos tituita su 3 reggimenti, e ciascun reggim e nto si compose di I compagnia comando (comprendente gli elementi di comando, collegamento e servizi), 3 battaglioni e 1 sezione cannoni da 65/17 su 3 pezzi (r).

Il battaglione si compose di: - I compagnia comando, con 1 plotone comando, 1 plotone collegamenti e r plotone esploratori;

(I) Il plotone cannoncini da 37 (4 pezzi), che jn un primo tempo era stato assegnato in orga nico al battaglione (v . nota I a pag. 59), non essendo stato ritenuto ada tto, sul campo, ad accompagnare efficacemente i reparti fucilieri, fu sciolto e in sua vece venne costituita, ed assegnata in organico al reggimento, la sezione cannoni da 65 /17 per fanteria, su 3 pezz i, utili zza nd o il materiale delle vecchie batterie da montagna.

No rme per la fanteria.

- 3 compagnie fucilieri, costituita ciascuna da I plotone comando e 3 plotoni fucilieri; ognuno dei plo toni fuci lieri comprendeva 3 squad re fucilieri e I squadra mitragliatrice leggera con 2 armi; - I compagnia mitraglieri, con I plotone coma n do e 4 plotoni mitraglieri con 3 armi ciascuno.

Totale delle armi automatiche del battaglione : 30. Col nuovo riordiname n to della fanter ia, vi furono armi che diminuirono ed armi che aum enta rono di valore .

Il fuci le, per es., decadde quasi del tutto ed i l suo uso venne, in un primo tempo, quasi bandito. Solo in seguito ne fu limitato il tiro a 200 m. (v . .n. 5 della e ire. IIOO e n. J6 dell' « Addestramento della fanteria », ed . 1929).

La mitragliatrice leggera fu con siderata efficace sino a 500 m . circa; la mitragliatrice pesante sino ai 1000 m. ; il cannone da 65 / 17 per fant eri a si no ai 1500 m.

Un'arma nu ova, il tromboncino, fu portata i n auge nella convinzione di aver trov ato l'arma a tiro curvo ed a proietto scoppiante, necessaria alla fant eria per superare gli ultimi 200 m. senza l'appoggio dell'artiglieria ( 1).

Gli es ploratori furono ancora una volta ri uniti per battag lione, oltre che pe r l'im piego, anche per l'addest rameryto.

P arti colare importanza fu attribuita alla cooperazione tra fanteria ed artigl ie ria, per la qua le furono con i n sis tenza date norme dettagliat e anche in sede di regol ame nti d'arma e di circolari a carattere ad de str ativo .

Con la nuova regolam entazione, l'azio ne tatti ca della fanteria risultò ben orientata e inqu adrata. I procediment i, tanto nell 'attacco quanto nella difesa, furo no ispirati ad una tattica profonda e snodata , col concetto però di dare il più possibil e i mpulso all'az ione dina mica e di valorizzare l'elemen to movimento, meglio di quanto non si fosse fatto in passato in cui esso aveva quas i fini to col rimanere soffocato dal fattore fuoco.

( 1) Al tromboncin o si arrivò dopo lunghi studi intrapresi per riso lvere il problema d i dotare la fante ria di un'arma a proietto scoppiante che le consentisse di progredire co n i propri mezzi neg li ultimi 200 m., cioè nella famosa cc stt·iscia - co me si dicev a allora - del nastro azzurro, o della gl01·ia, o della morte )) , nella quale non era possibile, per ragioni di sicurezza, l'appoggio dell'artiglieria Scartate le bo mbe col fucile, non precise e di scarsa gittata, ven ne adottato il trombonc ino, che allo ra se mbrò rispondere allo scopo, in quanto conse ntiva al fa nte di disporre della sua arma indiv iduale - il mosche tto - co n ann esso un appar ecc hio lanciabom be, con cu i era capace di lanciare proietti scoppianti sino alla distanza di 200 m.

Una conseguenza dell'azione dei nuovi criteri organici e tattici fu che l'unità elementare di base per il combattimento della fanteria, che era prima la squadra, venne spostata all'unità immediatamente superiore, il plotone. Soltanto nel plotone, infatti, vennero a trovarsi, riuniti e fusi insieme, tanto l'elemento per il fuoco (squadra mitraglia trici leggere) quanto gli elementi per il movimento e l'urto (squadre fucilieri); con un rapporto di 2 mitragliatrici leggere a 3 squadre fucilieri, tutto a favore dell'elemento manovra.

Le nuove norme, permeate com'erano della necessità di dare impulso al movimento, prescrivevano che in attacco anche il plotone dovesse tenere qualche squadra fucilieri di rincalzo per ·poter sviluppare un a piccola manovra e dare così impulso e vigore all'azione offensiva. In dife nsiva, il plotone, di norma, doveva costituire due centri di r esistenza, con I mitragliatrice leggera e 1 squadra fucilieri per centro, tenendo la terza squadra fucilieri a disposizione per poterla impiegare, a seco n da delle circostanze, possibilmente con azione dinamica. Anch e nell'àmbito delle più piccole unità, si avve rtiv a, come si vede, la tendenz a a conferire dinamismo e movimento sia agli atteggiamenti offensivi che a quelli difensivi. Interessante l'impiego delle armi automatiche. Con l'adozione della tattica profonda, le mit ragliatrici leggere furono proiettate avanti con i fucilieri quali armi di penetrazione, m entre le mitragliatrici pesanti f urono, di massima, scaglionate indietro q uali armi d'accompagnamento. Conseguiva da ciò la necessità, per le mi tr agliatrici pesanti, di eseguire, a favore dei reparti f ucilieri avanzati, o tiro al disopra delle truppe amiche o tiro attraverso gli intervalli lasciati liberi dai reparti antistanti. Su queste due forme di tiro, anche il nuovo « Addestramento » diede delle norme un po' più esplicite di quelle contenute nell '« Addestramento » del 1921, ed anzi suggerì di preferire, tra le due forme, quella attraverso gli in ter valli, nella considerazione che il tiro « al disopra delle truppe amiche incontra spesso serie difficoltà, specie col diminuire della distanza » Mancando ancora precise regole da osservare per la sicurezza delle truppe amiche, la delicata soluzione del problema della sicurezza rimase t uttavia, per il momento, affidata al criterio, assai spesso empirico, degli ufficiali mitr aglieri ( r).

Anche sul tiro contraerei con le mitragliatrici, il nuovo « Addestramento >> si soffermò a parlarne qua e là, senza tuttavia dare un

(r) Al fine di poter dare nor me sicure per l'esecuzione dci tiri con le mitragliatrici tanto al disopra delle truppe amiche quanto attraverso gl i inter-

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completo sviluppo all'importante argome nto. Comunque, si ebbero almeno criteri d'impiego più chiari che nelle regolamentazioni passate .

Quanto ai carri armati, che rappresentavano l'arma su cui non mancavano di farsi larghe previsioni per l'avvenire, il nuovo c< Addestramento >> diede qualche cenno a scopo orientativo, anche se .in modo un po' troppo sintetico. Però nel la specialità carristi, con l' « Addestramento delle unità carri armati mod. 1921- 1930 >>, ediz. 1931, si diedero norme ben dettagliate per l'impiego e per i procedimenti dei carri nell'azione offensiva e nell'azione difensiva. E poichè si riteneva che largo sviluppo avrebbero avuto i carri veloci data la loro «spiccata attitudine alle azioni di sorpresa, rapide e audaci », potendo « svolgere azioni di fuoco di grande effetto morale e mate r iale contro bersagli animati allo scoperto », dotati com'erano di «g rande capacità di manovra», nel 1931 venne pure diramata una « Istru zione provvisoria sui carri armati veloci», nella quale ne era previsto l 'impiego, particolarmente nell'esplorazione, durante la marcia al nemico, nelle soste, nell'attacco e nell'inseguimento.

In relazione all'evoluzione dei procedimenti della fanteria, l'armamento subì delle varianti.

Come fucile e moschetto rimasero quelli mod. 1891. Quale mitragliatrice leggera venne invece adot tata in un primo tempo la S.I.A. (1), sostituita presto dalla Fiat mod. 1926, più leggera e sicura. Successiva mente, però, furono distribuite in esper imento la Fiat mod. 1928, ancora più perfezionata rispetto al mod. 1926, e la Breda mod. 5 c. Quest'ultima incontrò il favore della fanteria per l a maggiore solidità e semplicità rispetto alla Fiat mod. 1928; sicchè, dopo ulteriori perfezionamenti, rimas e in dotazione l a Breda mod. 1930. Quale mitragliatrice pesante continuò ad essere impiegata la Fiat mod. 1914, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.

vallì, furono compiuti studi ed esperienze, in seguito ai quali si pote, m data 1° luglio 1931, diramare la circolare JOOO, contenente le cc Norme provvisorie per il tit·o con le mitragliatrici».

Rilevato anz itutto, con tale circolare, che .il tiro della mitragliatrice allora in adozione, la Fiat mod. 1914, era corto e abb isogna va perciò di correzioni, si suggerivano poi tutte le regole c le norme da seguire perchè il tiro con le mitragliatrici, sia al disopra delle truppe arniche che attraverso gli intervalli, potesse venire eseguito senza dar luogo ad inconvenienti.

(1) Prima della S. L A. erano state adottate nei reparti fucilieri le pistole mitragliatrici, le quali avevano già trovato impiego io guerra, dimostrandosi armi celerissime, ma piene di inconvenienti.

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Il tromboncino, sul quale in principio erano state riposte tante sper anze, presentò nel campo pratico non pochi inconvenienti e cominciò a decadere, tanto che, mentre dapprima si era stabilito che il moschetto con tromboncino. dovesse costituire l'armamento dei fucilieri, in seguito ne fu limitata l'adozione a 5 per squadra fucilieri.

Anche il cannone da 65/17, ben presto impiegato dai fanti con vera pad ronanza, si dimostrò nel campo pratico, come arma di fanteria, non scevro di inconvenienti in quanto troppo ingombrante e pesante, e solo in mancanza di meglìo, continuò ad essere adottato dalla fanteria.

Esperienze e st udi vennero intrapresi per migliorare l'armamento e, soprattutto, il volume di fuoco di cui si riteneva necessario dotare i reparti. N ell'àmbito del plotone fucilieri, il rapporto di 2 mitraglia trici leggere e 3 squadre fucilieri fu considerato inadeg uato e insuffici ente. Volendo au mentare il volume di fuoco del plotone, nel 1933 le mitragliatrici leggere furono portate da 2 a ], ed a nzi, dopo circa un anno di esperienze, si abbando nò addir ittura il criterio dell 'accentramento organico delle 3 mitragliatrici leggere in una squadra distinta e si rito rnò alla vecchia composizione della squadra, prevista dall' « Addestramento>> del 1923, decentrando organicamente le mitragliatrici in ragione di I per squadra fucilieri. Il plotone in tal modo risultò costituito di 3 squadre omogenee, composte di una mitragliatrice leggera e di un nucleo fucilieri , e la conseg uenza di ciò fu che la squadra tornò ad assumere l'importanza che aveva prima e a costituire l'unità elementare di base per il combattimento della fanteria. La funzione del comandante di plotone, prima importantissima pe r il co mpito di coordinazione tra fuoco delle mitragliatrici leggere e movimento d ei f u cilieri, rimase quindi molto semplificata .

Circa la cavalleria, i primi orientamenti addestrativi aggiornati le furono dati con l e varianti __, edite nel 1926 - al « Regolamento di esercizi per la cavalleria >> che risaliva al 1915. Successivamente venne diramato l'<< Addestramento della cavalleria», ediz. 1931, che segnò anal ogamente a quanto era avvenuto per la fanteria con l' « Addestramento >> del 1929, una tappa nella evoluzione dei suoi procedimenti tattici.

Nel nuovo « Addestramento>> venne anzitutto ribadito che « più che a infliggere perdite al nemico, la cavalleria (doveva mirare), con l'audacia e la celerità di manovra, a paralizzarne l e forze morali>>. Scaturiva da ciò la necessità .di ricercare, con ogni m ezzo, la sorpresa

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Norme per l a cavaller ia.

in tutte le fasi della lotta. In altri termini, la cavalleria, nella sua. azione, doveva ancora conservare la sua caratteristica di arma essenzialmente morale e di arma della sorpresa.

Come armamento, alla classica sciabola fatta per la lotta ravvicinata (insieme con la baionetta, la pistola e la bomba a mano), la cavalleria univa il fuoco automatico di mitragliatrici leggere e pesanti (oltre al moschetto). Anzi, il riordinamento organico dei suoi reparti era stato attuato col co ncetto di aumentarne adeguatamente la potenza di fuoco per metterli in condizione di affrontare il combattimento, se nza tuttavia perdere del la mobilità che re stava sempre come requisito essenziale dell'arma.

Un particolare spirito di cooperazione, basato sulla conosce nz a della tecnica delle varie armi, doveva animare i reparti della cavalleria « per portare al più alto grado il rend ime nto delle proprie forze ». La cooperazione doveva essere ricercata con la fanteria, l'artiglieria e, in modo speciale, con la fanteria autoportata e i bersaglieri ciclisti (impiegati questi ultimi talv olta « qual e riserva tattica » e altre volte in « speciali compiti lontani »), nonchè con i carri veloci, i quali « per la rapidità di movimento, per la potenza di fuoco e la scarsa vulnerabilità, sono potenti ausiliari della cavalleria >>

· Con la costituzione delle gran di unità celeri, comprendenti cavalleria, bersaglieri ciclisti, fanteria autoportata, a rtiglieria sia a cavallo che autoportata, ecc., il problema del loro impiego, in relazione a lla molteplicità dei compiti affi dati ai vari elementi, divenne complesso; ma di ciò trattarono le << Norme generali per l'impiego delle grandi unità >> . Comunque, la cavalleria, co n i suoi caratteristici procedimenti, venne a costituire l'anima e l'elemento fondamentale delle anzidette grandi unità celeri.

l'artì· Per quanto concerne l'artiglieria, in relazione alle idee sa ncite dalle «Norme generali» sulla necessità di far guerra di movimento, si cercò di conferirle mobilità mediante il traino meccanico, ricercando nello stesso tempo e procedimenti d'impiego idonei alle operazioni di movime nto.

Ad assicurare un buon traino meccanico venne adottato il trattore pesante campale 26, con carrello elastico, per le artiglierie pesanti e pesanti campali; mentre per le artiglierie leggere fu adottato il trattore leggero 31.

L'impiego tatti co dell'artiglie ria fu rego lato secondo quanto stabilito per le azioni di fuoco pesa nt e e per i vari tiri dalle « N orme

generali per l'impiego delle grandi unità» e dalle «Norme per l'impiego tattico della divisione » (1). Gli schieramenti dell'artiglieria dovevano essere effettuati .in maniera da «consentire l'esecuzione pronta, in tensa, precisa della manovra di fuoco e la continuità della cooperazione dell'arti glieria con la fanteria».

In attacco, le artiglieri e trovavano impiego eseguendo nella preparazione un complesso di azioni: di spianamento, di appoggio, ·di protezione, di interdizione, di co ntrobatteria; (i p ezzi per fanteria eseguivano azioni di accompagnamento e di arresto). Durante la prog re ssione dell'attacco, le artiglierie dovevano cercare di avanzare a sbalzi per assicurare protezione alla fanteria.

Nella difesa, l'azione del!' artiglieria doveva risultare manovrata, elastica, economica, con «un ordinamento fortemente accentrato ». Per prevenire la preparazione dell'attaccante, le ar ti glierie eseguivano la contropreparazione, con tiri di interdi z ione, di controbatteria, di spianamento, di protezione, di arresto.

Come armamento l'artig lieri a aveva in dotazione ancora il materiale impiegato durante la prima guerra mondiale e materiali di preda bellica. C'era in progetto il rinnovamento di parecchie bocche da fuoco; m a ancora nulla di concreto . Si era cercato tuttavia di conseg uire aumenti di gittata mediante miglioramenti apportati alle munizioni, e di accrescere il numero delle batterie idonee a opera re in montagna m ediante l'applicazione di carr elli a materiali che in montagna non erano stati prima impiegati.

Poichè, infine, c'era stata la dura esperienza di guerra sull'im- Difesa ch imi ca. piego dei gas, non si mancò di da re, nella nostra regolamentazione, un adeguato svilu ppo alla preparazione relativa alla difesa contro gli aggressivi chimici, non potendosi a priori escludere che il nemico, ogni convenzione internazionale in contrario, lì adoperasse m gue rra.

(x) In questo periodo vennero preparate e diramate parecchie istruzioni di carattere tecnico per l'impiego specificatamente tecnico delle varie artiglierie. Ne citiamo a titolo di esempio alc une: « Il tiro della batteria » (stralcio) ediz. 1929; «Addestramento dell'artiglieria - Fascicolo cannone da 75 {27 mod. 911 - Servizio del pezzo », ediz. 1928 e ediz. 1934; «Manua le pratico di tiro per l'artiglieria», ediz. 1932; t< Addestramento dell'artiglieria - Istr uzione sul tiro » (3 volumi), ediz. 1932; «Addestramento dell'artiglieria - Addestramento formale dei reparti», ediz. 1933; ecc.

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7·- U. S.

lttrlna.

Sulla difesa individuale contro i gas, qualche cenno era stato inserito nel «Regolamento per l'addestramento individuale J> del 1925. Ma ora si volle fare qualche cosa di più organico e completo, diramando nel 1930 l'« Istruzione sulla difesa contro gli aggressivi chimici», la quale diede, sull'importante materia, un insieme di cognizioni e di norme che, almeno per quel tempo, risultarono fondamentali .P:r l'addestramento dei quadri e delle truppe delle varie armi e serviZI.

A orientare sempre meglio la cultura tecnico-professionale dei quadri verso una più razionale disciplina delle intelligenze e una unità di dottrina, permeata delle nuove forme dinamiche impresse alle azioni, nel 1930 venne diramato un «Regolamento d'istruzione >J, riveduto e aggiornato rispetto al passato.

L'ESERCITO NEL PERIODO DELLA GUERRA DI ETIOPIA (1935- 1936)

Nel 1935, in occasione della campagna di Etiopia, l'organizzaz ione dell'Esercito fu messa alla prova.

Lo Stato Maggiore italiano, nell'eventualità di un conflitto con l'Impero di Etiopia, aveva in un primo tempo (1932) previsto nei suoi studi un aumento di forza, tanto nella colonia dell'Eritrea quanto in quella della Somalia, .in misura però r idotta, bastevole soltanto a risolvere il problema della sicurezza (r). Successivamente, nel 1934, in seguito a n uovi avvenimenti, si era passato dal piano di sicurezza ad un piano a più largo respiro basato sulla difensiva manovrata; quest'ultima sarebbe stata poi seguita da uaa controffensiva da sferrarsi con direzione da nord a sud. P er l'esecuzione di tale piano venne previsto l'invio in Eritrea, a rinforzo delle truppe coloniali, di un corpo d'armataspeci(ilè composto di 3 divisioni di fanteria, più truppe c servizin on indivisionati, e una aliquota di aviazione (10o apparecchi); inoltre sarebbe stata approntata nella madrcpatria una quarta divisione di riser va; in totale poco più di 8o.ooo uomini. In Somalia, ancne con qu-esto secondo piano, si ritenne che la situazione si sarebbe potu ta ancora fronteggiare con le sole forze in posto.

Senonchè, sotto l'incalzare degli avvenimenti (incidente di Val Val nel dicembre 1914), anche quest'ultimo piano parve .insufficiente, e il Governo italiano, ripresa in esame la situazione, venne allora nella dete rminazione di agi re contro l'I mpero di Etiopia .in grande stile, e il più rapidament e possibile, mediante un'offensiva a fondo operata da nord (Eritrea) e una difensiva manovrata operata da sud (Somalia) . Questo fatto portò a dover affrontare e risolvere, in tempi ristretti, una serie di problemi organizzativi nel campo della prepa-

(x) Tanto la parte politica quanto quella operativa della campagna di Etiopia non rientrano nei limiti e nelle finalità del presente lavoro; vi si fanno qui degli accenni uni camente per poter meglio spiegare e inquadrare l'attività esplicata in tale circostanza dall'Esercito nel campo della preparazione organica e logistica.

CAPITOLO IV.

r azio ne organica e logistica. Tali problemi furono r esi ardui, mente in principio, dalla necessità di cominciare a far affluire subito nelle nostre co lonie, anche per ragioni di sicurezza, varie unità e ingenti scorte di materiali , prima ancora che si fossero po tute apprestare in posto le indispensabili attrezzature portuali e logistiche a potenziale maggiorato, per adeguarle alle esigenze dei nuovi piani operativi di più vasta portata (r).

LA PREPARAZIONE SINO ALL 1 INIZIO DELLE OPERAZIONI.

Sotto la data del 27 dicembre 1934, venne proclamata i n Somalia la mobilitazione, e vennero, in seguito, adottati altri provvedimenti. Cosicchè, la forza della Somalia, che normalmente era di circa 7000 uomini, ascese, a fine febbraio 1935, a circa I7.500 uomini.

Anche in fu ordinato, dapprima (27 dicembre 1934), il passaggio di varie piazzeforti allo cc stato di sicut·ezza » ; successivamente, ai primi del 1935, fu ordinata la mobilitazione, in seguito alla quale la forza, che normalmente in Eritrea era di 12.000 uomini circa, ascese nel marzo 1935 a circa 50.000 uomini.

posi· Deciso l' inte rvento armato contro l'Impero di Etiopia, fu predisposta la costituzione di un Comando superiore A. 0., rispondente al criterio di interdipendenza delle operazioni in Eritrea e in Somalia, con una Intendenza A. 0., in grado di presiedere all'organizzazione e al funzionamen to dei vari servizi.

Dato il compito offensivo assegnato all o scacchiere eritreo, ve nne dispos to: · - che il contingente indigeno fosse elevato, in due tempi successivi, a 6o-Jo.ooo uomini, inquadrati i n un corpo d'armata, su 2 divisioni, e in bande armate; ......,. che il contingente metropolitano raggiun gesse in un primo te mpo i roo.ooo uomini e, successivamen te, i 250.000 uomini , con artiglierie, carri armati, genio, aviazione e se rvizi. Pe r la Somalia, dato il compito difensivo assegnatole, si stabilì di accrescere numero e forza delle bande e si ritenne che fosse sufficie nte, almeno in un primo tempo, il solo rinforzo di 2-3 battaglio ni eritrei (tratti dalla Libia), 2 compagnie di carri armati e 30 aeroplani.

( r) Per maggiori particolari v. la pubblicazione « Rela z ione sull'attività svolta per l'esigenza A. O. », edita nel 1936 a cura del Ministe ro della Guerra.

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Tutta la preparazione fu ispirata ai seguenti criteri:

a) apprestamento di grandi unità snelle per quanto po'ssibile, con formazioni organiche alleggerite ed elastiche che si adattassero alle particolari esigenze d'impiego in colonia, e con serviz i ef ficienti e mobili (someggiati e motorizzati); artiglieria la più mobile possibile (someggiata e motorizzata); genio in larga misura;

b) reintegrazione immediata nella madrepatria di tutto quanto era destinato oltremare, e, nello stesso tempo, rafforzamento dell' E sercito e delle frontiere;

c) inquadramento delle unità destinate oltremare assicurato mediante richiami di ufficiali dal congedo, per evitare che un troppo accentuato numero di ufficiali .in servizio permanente venisse allontanato e inviato nelle colonie, con grave pregiudizio del! 'Esercito in Patria ;

d) apprestamento di munerosi corsi addestrativi per quadri e specialisti; e) successione e modalità dei trasporti oltremare predisposte in modo da far precedere le truppe dai servizi allo scopo di renderne più agevole la sistemazione all'arrivo in colonia, limitando peraltro l'invio dei quadrupedi in A. O. allo stretto indispensabile e ricorrendo largamente all'invio di automezzi idonei;

f) costituzione a Napoli di una grande base d'imbarchi, attrezzata per tutte le esigenze, conciliando l'afflusso delle forze (uomini e mater iali) col deflusso verso l'interno, e assicurando una alimentazione della campagna su ampia scala ne] campo sia operativo che logistico.

In aderenza al corso degli avvenimenti, nel febbraio 1935 il Governo italiano ordinò; ____: la mobilitazione di 2 divisioni la « Peloritana n e la « 'Gavinana >> - e di I gruppo battaglioni della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (I); -il richiamo parziale della classe 19II, limitatamente al fabbisogno per le due divisioni mobilitate; - la costituzione eli 2 gruppi squadroni carri veloci.

(r) La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale era stata IStituita dal Governo fascista nel gennaio 1923 (R. D. n. 31 del 14 gennaio 1923) ed aveva un carattere politico e militare insieme.

Per la esigenza A. 0., essa adottò formazioni snelle e leggere, col concorso dell'Esercito limitatamente a quei reparti per i quali era richiesta- una speciale preparazione tecnica.

Criteri informato · ri della prepara• zione.

IOI

Nel marzo vennero adottate misure ancor più radicali, atte a conferire un aspetto imponente all'organizzazione dell'impresa, disponendo:

---= che per l'esigenza A. O. fossero approntate 10 divisioni, di cui 5 dell'Esercito e 5 della Milizia;

""" _:_ che ne fosse al più presto completata l'organizzazione logistica;

---: che si fosse provveduto a compiere .tutto lo sforzo richiesto dall'impresa, evitando, però, che con ciò venisse infirmata l'efficienza difensiva del Paese e dei possedimenti.

In conseguenza, nel mese di marzo, in aggiunta alla « Peloritana )), già destinata in Somalia, e alla « Gavinana )), in partenza per l'Eritrea, furono mol5ilitate altre 3 divisioni dell'Esercito: la «Sabauda »,la «Sila» e la «Gran Sasso)). Contemporaneamente furono date disposizioni per la mobilitazione di 5 divisioni della Milizia: la « 2 3 Marzo», la « 28 Ottobre>>, la « 21 Aprile», la « 3 Gennaio» e la « 1° Febbraio > >.

La mobilitazione delle unità dell'Esercito destinate oltremare venne compiuta in maniera da turbare il meno possibile i piani di mobilitazione generale, evitando di adottare provvedimenti che potessero comunque intaccare l'efficienza dell'Esercito.

L'inquadramento delle anzidette unità fu effettuato prevalentemente, nei gradi inferiori, con ufficiali richiamati dal congedo (nella proporzione di circa 3/4 di ufficiali richiamati e r /4 di ufficiali in servizio permanente effettivo); limitato rimase invece il concorso degli ufficiali delle categorie in congedo nei gradi superiori. Circa l'assegnazione degli ufficiali si provvide: .._, a completare anzitutto corpi, reparti e servizi coloniali, scegliendo, tra i numerosi volontari, gli elementi meglio idonei (nel 2° e 3o trimestre del 1935 si ebbe il massimo numero di richieste di ufficiali per l'A. 0.);

-a soddisfare le esigenze di mobilitazione per le unità delle varie armi e servizi dell'Esercito e della Milizia mobilitate; - ad assicurare l'inquadramento delle unità ricostituite in Patria in corrispondenza di quelle destinate oltremare.

Appositi corsi d'istruzione furono istituiti per gli ufficiali delle categorie in congedo, allo scopo di completarne l a preparazione professionale con carattere unitario e dar loro una conoscenza sommaria dell'ambiente e della guerra coloniale.

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Nè furono trascurati gli el ementi sottuf.ficiali e trupp a, per i q uali fu disposto: - che i richiami a lle armi fossero regolati in modo da evitare ab usi e sperequazioni di trattamento (si dovette effettuare una serie di richiami alle armi per completare le unità mobi litate e far fronte al bisogno di specializzati);

-; che comandi, reparti e servizi vari per l'A. O. fo ssero costituiti curandone l' inquad rame nto con sottuf.ficiali idonei ed elementi specializzati c apaci; - che fo sse ro organizzati arruolamenti volontari e svolti numerosi co rsi, anche per poter assicura re riser ve di sottuf.ficiali e di speòal izza ti; - che fosse predisposta la co ntemporanea ch iamata di 2 classi di leva (r); __, che fosse intensificata l'attività addestrativa dei reparti (2).

Un problema importante fu quello dell'organiz zazione dei com- l complementi . plementi.

Al seg uito immediato delle unità mobilitate fu ass egnata una aliquota di co mplementi: di massima 2 battaglioni di fa nteri a per ogni divisio n e. Inoltre, vennero costituite, in territorio nazionale, al tre unità complementi in gra do di assicurar e un'alimentazione temp esti va alle unità di oltremare: 2 battaglioni di fanteria per ogni divisione dislocata in A. O. ; r battaglione per ogni divisio n e in L ibia e per le forze dell 'Egeo . Per le altre armi, specialità e servizi, i com plementi furono adeguati alla consiste nza, al numero e alla specialità delle corrispondenti unità dislo cate nelle colonie.

Quanto alle unità rimaste in t erritorio, allo scopo di m a ntenerle in un giusto grado di efficienza, si dispose che il congedamento della classe 1913 venisse sospeso e che venisse indetta (novembre 1935) la c hiamata alle armi dei contingenti asc ritti a ferma ridotta (3° grado)

( x) P e.r la esigenza A. O. venne organizzato anche un forte ccmtingente di lavaratori, i quali f urono impiegati alle dipen den ze dei co mandi del genio e inquadrati in unità varie (ce nturie, co mpagnie, gr up pi e raggru ppamenti); tali unità furono armate ed equipaggiate a cura e con dotazion i dell'Esercito.

(2) Mentre una ingente quantità d i armi, di armat i e dj materiali di ogni ge nere veniva avviata in Afri ca, le truppe in Italia furon o impegnate in un a intensa attività addestra ti va, la quale culminò nelle grandi esercitazioni d'i nsie me svoltesi, nell 'agosto 1935, in Alto Adige con l'intervento di numerose divisioni.

delle classi dal I9II al 1914 compreso. In questo modo, una parte delle unità potè essere tenuta con organici quasi di guerra, e in taluni corpi d'armata si poterono costituire effettivamente i terzi battaglioni e le terze batterie (ancora da costituire).

Nel quadro del fabbisogno dei materiali, l'armamento e il munizionamento furono posti in primo piano. Volendo dotare le nostre truppe di mezzi moderni e po.tenti, fu disposto: - l'allestimento di mortai d'assalto da 45, mortai da 81, cannoni anticarro da 47 e cannoni contraerei da 20; - l'allestimento di carri veloci e carri d'assalto; ---,- la trasformazione della mitragliatrice Fiat da calibro 6,5 in calibro 8.

Per le munizioni destinate in A. 0., tenendo conto della distanza e delle difficoltà di trasporto, furono fissate le seguenti dotazioni di intendenza: - per l 'Eritrea: 10 unità di fuoco per le artiglierie; 15 per le armi portatili; -per la Somalia: 15 unità di fuoco per le artiglierie; 30 per le armi portatili.

Dovendo soddisfare tali fabbisogni, si provvide a sottrarre inizialmente forti quantitativi alle dotazioni di mobilitazione e, nello stesso tempo, a effettuare ordinazioni all'industria di guerra, intese a reintegrare i quantitativi sottratti alle dotazioni stesse (1). Inoltre la tecnica fu interessata alla soluzione di problemi relativi: - alla trasformazione di proietti esistenti di piccolo e medio calibro in altri più moderni; ----" al miglioramento delle caratteristiche del munizionamento anticarro e contraereo; ---7 ad una migliore 'utilizzazione dei proietti esistenti per uso coloniale, come quelli, per es., da 70/15 e da 77/28. Preoccupazione non .lieve fu quella di dotar·e le unità destinate oltremare di tutti i materiali e mezzi occorrenti per assicurare i vari servizi, tra cui importanti quelli del genio, del commissariato, sani.tario , ecc.

(r) E' da notare che tutta la produzione bellica del Paese venne mobilitata e organizzata per poterla mettere in grado di far f ron t e sia alle esigenze in A. 0., sia a qualsiasi eventualità che potesse sorgere in territorio nazionale a causa della turbata situazione internazionale.

,

Pro vvedi mento razion ale fu qu ello dell a ricostituzione immediata Ricostitu zio ne delle unità mobilitate. A mano a m ano che le unità venivano mobili- unità mobi· tate per esse re in viate oltrema re, pro ntamente in terr ito rio si provvedeva a ricostituirle con la stessa denomi nazione Sorsero così a l pos to della « Peloritana », della « Ga vinana » , della « Sab auda », ecc , desti nate in Africa, la « Peloritana II », la « Gavinana II » , la « Saba·uda II », ecc. (1).

Nel contempo si provvide al reintegro delle dota z ioni impiegate in conseguenza dell'es igenza A. O. In questo modo venne assicurata a li 'Esercito rimasto in territorio na z ionale la sua piena efficienza.

N ella ricostituzione, non si seguirono i vecchi criteri di ricos titu i re le unità con organici ridotti, ma si seguì il criterio di formarle co n organici di pace regol ari . Questo f atto , in quanto a perso nale e q uadru pedi, non presentò difficoltà a lcuna. Per le unità ricostituite si dispose di im piegare : - ufficial i richiamati dal congedo, esuber anti alla mobilitazione A. 0.; ---o reclute della classe 1914 e personale esuberante dell e altre classi; - quadrupedi di requisizione (quasi tutti muli).

In quanto ai materiali, dato che il loro gettito rimase sempre subo rdin ato all a po tenzi alità produttiva dell ' industria, le difficoltà incontrate furono molte. In at tesa che l'industria riu scisse a forni re i mate riali occorrenti, si dovette, per l'addestramento, provvedere ad usare qu elli delle dotazioni esistenti, adottando poi, per la r icostituz ione, cure ed ac co rgimenti particolari, atti ad attenuare e a superar e la crisi conseguente alle detrazioni effe ttu ate (2).

Frattanto, poichè la situazione internazionale si faceva semp re più gravida di pericoli, si provvide, non soltanto ad i n viare con ritmo crescente unità in A. O. (Eritrea e Somalia) per potervi intraprendere

(r) Dal febbraio all'aprile 1935 furon o ricostituiti 14 reggimenti di fanteria, già creati per la gu erra 1915 - 18 c p oi disc iolti, e precisamente i reggime nti: 95° 1 96°, 9J0 , 128°, 132°, 146°, 213°, 222°1 224°, 239°1 240°, 243° e 244°· T erminata la campagna di Etiopia, i predetti reggimenti, tra il settembre 1936 e i l fe bbraio 1937, furon o di nu ovo sc io lti.

(2) Allo scopo di d iscipli nare e controllare le attività in erenti alle fabb r icazioni di gu erra , e provvedere al rein tegro delle dotazionj intaccate per la esigenza A. O. specie per ciò che riguardava armi e munizi oni, venne istituito, e posto alle di pendenze del Capo del Governo e presiden te della Commissione

105
Rinforzi in Egeo e in L ib ia.

1ti io oa zio·

le operazio ni in ottobre, nel periodo cioè subito dopo la stagio ne delle piogge; ma ad inviare anche rinforzi negli altri nostri territori d'oltremare : Egeo e L ibia .

In Egeo, i presidi delle nostre isole vennero rinforzati con l'invio dall'Italia di unità di fa nteria ed elementi vari di artig lieria .

In Libia, furono completate le unità coloniali e fu costituita la, nuova divisione indigena «Libia I » . Inoltre si provvide all'organizzazione logistica di quello scacch iere e alla mo bil itazione ed i nvio # dall'Italia delle divisioni « Assietta », << Cosseria» e « Metauro », le quali, costituire grandi unità snelle e manovriere per eccellenza, furono formate ciascuna come appresso : - co mando, con Q. G.; - fanteria: 2 reggimenti; I battag lione mitraglieri; I battaglione provvisorio complementi; --': artiglieria: I reggimento su 2 gruppi ( I gruppo ippotrainato cannoni da 75/27 e I gruppo someggiato obici da 75/ I3) ; - ge nio : I compagnia zappatori- artieri con parco misto A. S. , I co mpagnia trasmissioni, I sezione fotoel ettricisti, I plotone idrico; - servizi (r sezione di sa nità, 5 osped ali da campo, I nucleo chirurgico, I sezione di sussistenza con sq uadra panettieri, I auto reparto misto).

Provvedimenti particolari furon o ado ttati per increm entare gli apprestamenti difensivi del territorio nazionale. Nelle isole del canale di Sicilia (Pantelleria e Lampedusa), in considerazio ne d ella loro importa nza· strategica, ven nero inviati presidi. Così pure, altre ad eguate provv idenze furono ado ttate per parare eve n tuali im previsti in Sicilia e in Sardegna, e un po' anche a Napoli e Roma.

Disposizioni inoltre furono date p er assicurare l'efficienza difensi va dell e piazzeforti, delle isole, dei tratti costieri di maggiore sensibilità, e a ta l fine furono mobilitati i reggimen ti contraerei autocampali e i reparti delle Milizie D.I.C.A .T. e da C.O .S. , rafforzata, quest'ultima, co n personale dell' Eserci to (I).

suprema di difesa, il « Commissariato generale per le fabbricazioni di guerra » (decreto n. 1374 del 14 luglio 1935, inserito nella G. U . n. 177 del 31 luglio stesso anno c riport ato dalla circo!. 6ro G. M. 1935).

(1) Con decreto n. 181 del 21 gen naio 1935 (inseri to nella G. U. n. 64 del 16 marzo stesso anno e riportato dalla eire. r89 G . M. r935) vennero create

Io6

Per provvedere a rinforzare le unità di frontiera si dispose il richiamo dei militari a ferma di 6 mesi, di tutte le armi e specialità, appartenenti alla classe 1913 . Inoltre, si cominciò a dar vita al nuovo corpo della « Guardia alla frontiera))' che doveva in seguito avere un notevole sviluppo (r).

Compito del nuovo corpo fu quello di rendere le grandi unità dell'Esercito « interamente disponibili per le operazioni)) e assicurare nel contempo, per ogni eventualità, «l'immediata ed efficace ·difesa delle frontiere » .

Guardia alla fron • tiera.

Allo scopo poi di disimpegnare corpi d'armata e divisioni di fan- e teria dalle onerose funzioni territoriali e dar loro così la possibilità •spcttorah di zone. di dedicarsi, con maggior tempo disponibile, alle attività di carattere addestrativo ed operativo, con legge n. 930 del 30 maggio 1935 (inserita nella G. U. n. 144 del 21 giugno stesso anno e riportata dalla eire. 474 G. M. 1935) si provvide a ripartire il territorio nazionale in «zone militari))' affidando a queste ultime il compito appunto di «a ttendere a tutte le funzioni di carattere eminentemente territoria le))

Con la circostanza, furono istituiti 5 « ispettorati di zone militari)) c un Sottocapo di Stato Maggiore territoriale, alla dipendenza del Capo di S. M. dell'Esercito, col compito di sopraintendere a tutto quanto aveva « tratto all'organizzazione militare del territorio nazion ale (zone militari, difesa antiaerea e costiera, per la parte che interessava l'Esercito), escluse le frontiere ».

Questa legge segnò l'inizio di una nuova e più razionale organizzazione militare .territoriale.

la Milizia per la difesa contraet·ci territariale (D. I.C. A.T.) e la Milizia per l'artiglieria da costa (da C.O.S.), col compito « di predisporre, in tempo di pace, e di attuare, in tempo di guerra, in conco rso con le unità co ntraerei e costiere delle altre forze armate, la difesa del Paese da attacchi aerei e navali nemici l>.

(1) In real tà il corpo della «Guardia alla franticra)) fu istituito ufficialmente solo nella primavera del 1937 con decreto n. 833 del 28 aprile (inserito .pella G. U. n. 139 del 17 giugno 1937 e riportato dal la eire 423 G. M. stesso anno), ma cominciò ad aver vigore dalla fine di dicembre 1934

La << Guardia alla frantiera l> fu ordinata in settori di copertura, retti da generali di brigata o colonnel]j, e ciascun settore di copertura comprese un numero vario di unità minori e, di massima, un deposito territoriale.

• 107

mento di uomini, materiali e mezzi diretti nelle colonie, fu istituita a Napoli, nel febbraio 1935, una « Base principale » col compito di: - provvedere al movimento, da e per le <:olonie, di personale, materiali, quadrupedi e mezzi vari;

----:. curare l'acca ntonamento dei materiali di scorta; - indirizzare la spe<:ia le preparazione delle truppe di passaggio se<:ando la loro destinazione.

L'organizzazione della « Base>> fu in seguito ritoccata per aumentarne il rendimento.

In aggiun ta alla « Base principale >> fu rono pure istituite « Commissioni allestimento e imbarchi>> per l'Africa, a Napoli e a M essina.

L 'ATIIVITÀ ORGANIZZATIVA NEL PER IODO OPERATIVO.

Il 3 ottobre I935 ebbero inizio le operazioni <:antro l'Impero di Etiopia, le quali terminarono il 9 maggio I936.

Per lo svolgimento dell'intera campagna fu costituito un « Comando superiore A. O.>>, con una « Intendenza A. O.>> per la parte logistica.

apoli. Essendo necessario coordinare il movimento di raccolta e avviao Eri• •malia .

\ All'inizio delle operazioni vi erano: a) Nello scacchiere eritreo: - 1 corpo d'armata indigeno, formato da 2 divisioni indigene, 1 divisione metropolitana Qa della Milizia « 23 Marzo>>), I gruppo di battaglioni della Mili zia, I gruppo squadroni carri veloci, gruppi squadroni di cavalleria eritrea ed alt re unità di rinforzo; - 2 corpi d'armata metropolitani: il I, formato con le divisioni « Sabauda >> e « 28 Ottobre», I gruppo di battaglioni della Milizia, 2 battaglioni eritrei, I gruppo squadroni <:arri veloci ed altre unità di rinforzo; il II, formato con le divisioni « Gavinana » e « 2I Aprile », battaglioni granatieri, alpini ed eritrei, I gruppo bande, I gruppo carri velod ed altre unità di rinforzo; truppe del « bassopiano occidentale », del « bassopiano orientale >> e della riserva, comprendenti pare<:chie unità.

b) Ne llo scacchiere somalo : - I divisione (la « Peloritana >> );

xo8

- raggruppamenti e g ruppi van di truppe indigene e di rinforzo.

La parte logistica, a lla quale presiedeva l'Intendenza A. O. col suo stato maggiore, era organizzata come appresso :

a) Nello scacchiere eritreo} oltre ai vari servizi: - la « base oltremare di Ma ssaua », inca ricat a di discipliscarico. dei piroscafi e di regolare l'afflusso e il deflusso di uomtm e m ezzi; - le « delega z ioni di intendenza », di staccate nei settori avanzati con funzioni di coordinamento dei vari servizi; - le <<basi logistiche avanzate » , costituite per assicur are alle truppe operanti un rapido rifornimento.

b) Nello scacchiere som alo : - una «sezione staccata di intendenza», trasformatasi poi in << delega z ione di intendenza » , incaricata di stabilire attribuzioni e competenze dei vari servizi nello scacchiere; - le << basi principali e sussidiarie di approdo » , incaricate di organizzare sbarchi e imbarchi di uomini e mezzi.

Pred is posiziooi di cara tter e logistico.

Durante il periodo operativo vennero mobilitate ed inviate in Invio di uDità. A. O. altre unità.

Oltre a battaglioni, g ruppi d'artiglie ria ed altri elementi vari, non indivisionati, furo no fatti affluire:

- nello scacchiere eritreo: le divisioni di fanteria « Gran Sasso », « Sila >> , le di visioni della Milizia « 3 Gennaio », « 1 o Febbraio », la divisione alpina <<Pusteria » (dall'Italia); le divisioni di fanteria « Cosseria >> , « Assietta » (dalla Libia dove erano state m andate in un primo tem po);

- nello scacchiere somalo: la divisione della Milizia « Tevere » (dall'Italia); la divisione indigena « Libia » (dalla Libia); la divisione speciale « S » (formatasi il 7 marzo 1936 sul posto).

Con l'affluenza notevole di truppe e servizi, il comando delle for ze armate d ella Somalia aumentò di importanza ed assunse il ruolo di un vero comando d'armata.

A nord , nel se ttore eri treo, con l'arrivo di nuove divisioni, si procedette a un primo riordinamento delle forze, costituendo, in aggiunta ai 3 corpi d'armata esistenti all'inizio delle operazioni (I e II corpo

d'armata e corpo d'armata indigeno), altri 2 corpi d'armata: il III (novembre 1935), con le divisioni « Sila » e « 23 Marzo >>, I gruppo battaglioni nazionali ed altre unità di rinforzo; il IV (gennaio 1936), con le divisioni «Cosseria>> e « I° Febbraio », I battaglione carri d'assalto ed altre unità di rinforzo.

Con la costituzione dei nuovi corpi d'armata si provvide alla formazione di tutti gli organi di comando, operativi e logistici, necessari per il loro funzionamento.

In seguito, poichè nello scacclliere eritreo, nel corso delle operazioni, vennero inviate dall'Italia alt re unità ancora, si ritenne opportuno rimaneggiare la costituzione dei corpi d'armata, i quali nell'aprile I936 risultarono così formati: - I corpo d'armata, con le divisioni « Sabauda >>, «Pus teria >>, cc Assietta >> e « 3 Gennaio», oltre alle truppe di corpo d'armata; __,. II corpo d'armata, con le divisioni « G av inana >> , «Gran Sasso >> e « 21 Aprile », oltre alle truppe di corpo d'armata; - III corpo d'armata, con le divisioni « Sila >> e « 23 Marzo >>, oltre alle truppe di corpo d'armata; - IV corpo d'armata, con le divisioni « Cosseria >> , « 1° Febbraio >> e « 28 Ottobre », oltre alle truppe di corpo d'armata; - corpo d'armata eritreo, con 1 e 2• divisione eritrea, oltre alle truppe di co rpo d'armata. Erano inoltre da aggiungere: una colonna celere, le truppe dell a zona del bassopiano orie ntale, quelle del basso piano occidentale e quelle della zona territoriale.

au per Nel frattempo, dato che la situazione generale si era fatta troppo gravida di minacce, si volle provvedere a garantire la difesa della Libia, rinforzando le truppe che vi erano dislocate con l'invio di unità dall'Italia.

In un primo tempo, come abbiamo visto prima (I), vennero completate in Libia le unità coloniali e le organizzazioni logi stiche, e intensificata la costituzione della divisione indigena « Libia l » (destinata poi in Somalia). Nel settembre 1935, si provvide all'invio dall'Italia di 3 divisioni: la «Cosseria >> , l' « Assietta >> e la « Metauro ». Siccome, però, la situazione internazionale sembrò avere una schiarita, la divisione « Metauro » potè, nel novembre dello stesso anno,

(x) V. pag. xo6.

IlO

essere rimpatriata, tanto più che sul posto si era frattanto provveduto a mobilitare altre unità; in seguito al suo rimpatrio venne sciolta la divisione «Metauro II ».

Ma la schiarita ebbe breve durata e, tra la fine del 1935 e i primi del 1936, la situazione politica internazionale ebbe una recrudescenza che, nel quadro della nostra organizzazione militare, determinò nuove misure, le quali ci misero in grado, in Africa settentrionale, di poter considerare .tr anquillamente ogni possibile eventualità difensiva e controffensiva. Le misu re furono concretate disponendo: ---=- che fosse mobilitata e inviata dall'Italia la divisione motorizzata « Trento », di costituzione recente, per un eventuale rapido impiego come elemento di manovra; ____, che fo sse completata, co n altri battaglioni, artiglierie e servizi, la divisione « Eritrea » ; __, che venisse costituita una nuova divisione della Milizia, la « Cire?e », formandola con un grosso raggruppamento, snodabile in gruppt;

/ --, che al posto della divisione « Assietta », partita per l'A. 0., ) { ' fosse subito costituita nella stessa Libia la divisione << Assieua II »; u \., che venisse cos tituito un comando di corpo d ' armata L. B.; __, che si provvedesse alla formazione e invio dall'Italia di numerose nuove unità di ar tiglieria, genio e servizi ; ____, che fo ssero spediti dall'Italia, con larghezza, materiali, carburanti, dotazioni di viveri e munizioni.

Con tali provvedimenti si ritenne di poter garan tire, contro ogni evenienza, l'integrità della nostra colonia in Africa settentrionale.

Anche i presidi delle nostre isole del Dodecanneso vennero rinforzati adeguatamente. Vi furono complessivamente invia t i dall'Italia: I re ggi mento di fanteria, I battaglione mitraglieri, batterie varie da posizione, someggiate e contraerei, e qualche reparto del genio .

Provvedimenti per l ' Egeo

Parallelamente a tutti questi provvedimenti intesi a potenziare l 'attività operativa i n A. O. e la preparazione difensiva tanto in Libia quanto in Egeo, venne svolta nel territorio nazionale una intensa attività organizzativa intesa ad assicurare l'efficienza delle nostre forze armate per una efficace difesa del P aese.

Attività orgaoiz· zativa nel territo· rio nazionale.

I I l

In linee schematiche nel territorio nazionale si provvide:

a) a costituire una divisione motorizzata (la «Trento>>, che fu poi destinata in Libia) e a motorizzare una divisione di fanteria (la « Po »);

b) a trasformare i 4 comandi superiori alpini, di cui al decreto sull'ordinamento n. 1723 dell'u ottobre I934 (I), in altrettanti comandi di divisioni alpine, per dare così un migliore assetto organico a questa specialità creata per operare in alta montagna e assìcurare l'inviolabilità delle nostre frontiere alpine (2);

c) a completare e perfezionare Forganizzazione militare territoriale, adot tata (con legge n. 930 citata prima) per alleggerire e svincolare l'Esercito operativo dalle funzioni territoriali, costituendo un « Sottocapo di S . M. per la difesa territoriale» (al posto del Sottocapo di S. M . territoriale), 5 comandi di gruppo di zone militari (al posto degli ispettorati di zone militari) e 29 comandi di zona militare (2); d) a distribuire armi di nuovo tipo più efficiente alla fanteria e cavalleria (bombe a mano, mitraglia t rici, cannoni, mortai, pezzi anticarro, carri veloci); e) a costituire una brigata motomeccanizzata e a motorizzare 2 reggimenti bersaglieri; f) a riordinare e po tenziare la difesa contraerea, le specialità del genio e il servizio chimico militare;

g) a costituire il Corpo automobilistico come elemento a sè, con personalità propria (2) e così ordinato: I servizio tecnico automobilistico e 13 cent ri automobilistici formati ciascuno da I comando, I deposito e un numero vario di gruppi; h) a intensificare la prod uzione, superando difficoltà di finanza, di materie p ri me e di mano d'opera, per poter rein tegrare dotazioni e scorte al fine di mantenere integra l'efficienza bellica del Paese (3).

(x) V . pag. 83.

(2) Decreto n . 2233 del 31 ottobre 1935, inserito nella G. U. n. 8 dell'n gennaio 1936 e riportato dalla eire 33 G M. stesso anno.

(3) Basandosi sul concetto che « senza scorte non si fa guerra di movimento >>, le autorità intensificarono la produzione al massimo con lo scopo anz i tutto d i soddisfare, con precedenza assoluta e con larghezza, tutte le esigenze della campagna in A. 0., dove si era impegnati a fondo in una guerra dinamica Conseguenza inevitabile di ciò fu però che, malgrado i vari allestimenti procedessero con ritmo intenso, le dotazioni e le scorte in territorio nazionale ne risentirono non poco ai fini del loro re integro

II2

Queste semplici linee schematiche danno un'idea dell'attività organizzativa che fu svolta in Paese, mentre una non meno intensa attività organizzativa veniva svolta nelle colonie e nei possedimenti.

PROVVEDIMENTI VARI DI CARATTERE ORGANICO.

Nel . biennio 1935-36, oltre ai provvedimenti adottati in conseguenza e in relazione alla esigenza A. O. e dei quali abb iamo f atto cenno, altri ne furono adottati an cor a.

Lo Stato Maggiore dell'Esercito venne rio r dinato, e con decreto n. 1419 dell'II luglio 19.35 (inserito nella G. U. n. 182 del 6 agosto stesso anno e riportato da lla eire. 633 G . M. 1935) venne costit uito: - un « Corpo di stato maggiore » , comprendente colonnelli e ten enti colonnelli di S. M. ; - un « Servizio di stato maggiore » , compre n dente maggiori , capitani e ten enti in servizio di S. M. (I).

Riordiname n to dell o Stato Ma g . giore.

Ri ordina ta fu pure la Com m issi011e suprema di difesa, la qu a le (legge n. 8o6 del 30 marzo 1936, i n serita nella G. U . n. II 2 del 14 maggio stesso an no e riportata dalla ei re. 392 G. M. 1936) venne a comprendere, nel comitato deliberativo, numerosi elementi: oltre al Capo del Governo e ai ministri segre ta ri di Stato, furono chiamati a farvi parte, quali membr i, i marescialli d'Italia, i g ran di ammirag li, i marescialli dell'aria, il segretario del pa r t ito fascis ta, i capi di S. M. delle forze a rma te, l'ispettore capo per la preparazione pre e postmi lita re , il presidente del comitato per la mobilita z ione civil e. Con la presenza nel comitato deliberativo del segr etario del part ito, il fas cismo finì col penetr are a nche in qu esto alto consesso a carattere militare, accentuandone il colore politico.

Rior din ame n to dell a Commissio· ne suprema di di • fesa.

A gli istituti mi litari, con decreto n. 1546 del 9 luglio 1936 (riport ato dalla G. U. n . 196 del 25 agosto e dalla eire. 702 G. M. 1936), f u d ato un nuovo ordinamento.

( r) Queste disposizioni sul rjordinamento dello S. M. dell'Esercito furono i n seguito in tegrate da quelle co ntenute nel decreto n. 1779 del 14 agosto 1936, riportato dalla G. U. n. 236 del 10 ottobre e dalla eire. 817 G. M. 1936.

Rio r din a mento delle scuole miti · tari

113
8. - u.
s.

all'ordi· 934.

Gli antichi collegi militari (r) assunsero la denominazione di « scuole militari » , per dare un tono meno coll egiale a tutto l'indirizzo educativo dei giovani allievi.

Le scuole allievi ufficiali di complemento furono portate a ro, ripartendo] e secondo il seguente criterio:

4 reggimenti-scuola e I scuola, per la fanteria ;

4 sc uole e r gruppo-scuola, per l'artiglieria;

I reggimento-scuola, per il genio.

Le scuole allievi sottuffìciali, nel numero di 4, furono così ripartite:

2 reggimenti-scuola, per la fanteria;

J scuola, per l'artiglieria;

I reggimento-scuola, per il genio.

Accademie e scuole di applicazione per le varie armi nmasero invariate. Dettagli furono dati sull'organizzazion e dei corsi.

Le 5 scuole centrali furono ordinate nel modo seguente:

I sc uola centr ale di fanteria;

1 scuola centrale delle truppe celeri;

1 scuola centrale di artiglieria;

I scuola centrale del genio;

I scuola centrale militare di alpinismo .

Per l'alta cultura tecnico-professionale degli ufficiali continuò a funzionare l' « Istituto superiore di guerra » (2).

Qualche variante venne introdot ta all'ordina mento, di cui al decr eto n. I723 dell'u ottobre 1934 riassunto nel capitolo precedente .

Con decreto n. 2233 del 31 ottobre 1935, g ià più volte citato, i comandi di brigata di fanteria divisionale furono portati a 28, e i reggimenti di fante ria divisionale a 91 (3).

(x) Con decreto n. 1954 del 17 ottobre 1935 (riportato dalla G . U. n. 272 de l 22 novembre e dalla eire. 921 G. M. 1935), fu istituito un collegio milita1·e a Milano, in aggiunta a quelli di Napoli c Roma. Con la trasformazione dei colleg i, si ebbero quindi 3 scuole militari.

(2) Con decreto n. 2233 del 31 ottobre 1935 (riportato dalla G. U. n. 8 dell'II ge nnaio e dalla eire . 33 G. M. 1936), la scuola di guerra, prevista dagli antichi ordinamenti, assunse la denominazion e di « I stituto superiore di guerra».

(3) Da questo momento sparirono le vecchie d enominazioni di « brigate di fanteria d i linea » e «reggimenti di fanteria dj linea », usate negli antich i ordinamenti, ed esse furono sostituite dalle corrispondenti denominazioni d i « brigate di fanteria divisionale » e « reggimenti di fanteria divisionale >>

I I 4

Questo fatto potrebbe far pensare ad una diminuzione nel numero delle divisioni; ma così non fu, perchè le divisioni di fanteria , anzi, vennero aumentate a 33 (2 in più rispetto all 'ordinamento del 1934), comprese, s'intende , le divisioni di ogni tipo di fanteria. In relazione al numero di queste ultime, anche i reggimenti di artiglieria di divisione di fanteria furono aumentati a 33 (2 in più rispetto a ll 'ordiname nto del 1934).

Qualc h e innovazion e (u introdotta nei reparti di correzione, i quali, oltre alle compagnie di correzione, compresero anche reparti militari speciali e reparti di riadattamento militare, quasi ad accentuare la finalità rieducativa che l'istituzione si proponeva.

La gerarchia degli ufficiali inferiori si allargò di un posto con l ' i stituzione del grado di « aspirante ufficiale di complemento » , immediatamente inferiore a quello di sottotenente e da conferirsi al termine dei corsi allievi ufficiali di complemento (1).

Infine, in seguito al risultato vittorioso della campagna di Etiopia, fu impresso un nuovo ordinamento ai contingenti di truppe dislocati nelle varie colonie.

ANNI 1935 E 1936.

La dottrina tattica in questo biennio fu caratterizzata da u na rinnovazione profonda e da una into n azione nettamente dinamica.

Con la pubblicazione delle «Direttive per l'impiego delle grandi unità », ediz 1935, la dottrina fu orientata verso le forme più dinamiche della guerra.

« La nostra deve essere gue rra di movim ento », era detto, e si aggiunse che « la battaglia si vince a colpi di divisione » .

Le prime azioni belliche era da prevedere sarebbero state aeree, nel momento st esso della mobilitazione e della radunata; sicchè i loro risultati avrebbero potuto «i nfluire sensibilmente non solo sull'inizio, ma sullo svil uppo delle operazio ni terrestri » Elemento primo di successo doveva essere « l a sorpresa>>, da ricercarsi particolarmente con l e divisioni celeri. L'orientamento dottrinale era ispirato al concetto di risolvere la battaglia con la manovra . Nelle azioni offensive si sug-

(1) Decreto n. 664 dd 6 maggio 1935, riportato dalla G. U. n. 122 dd 24 maggio e dalla circolare 392 G. M. 1935.

115
LA

geriva perciò di preparare due masse: una di rottura e una di manovra, costituita quest'ultima da una riserva di fuoco e di movimento necessaria appunto per poter manovrare.

Nella battaglia offensiva erano previste le seguenti fasi: - presa di contatto: compito degli scàglioni esploranti ed avanzati;

- attacco a fondo : compito del grosso delle forze; --:- sfruttamento del successo: compito delle riserve (« una vittoria non sfruttata al massimo - era detto - s.i risolve nell'occupazione di una striscia di territorio più o meno profonda ; ma non muta la situazione generale»); - inseguimento: compito delle grandi unità celeri.

La fanteria venne esaltata al punto da affermare che << l'artiglieria vale per quanto coopera al successo della fanteria >>; e così fu pure esaltato << il principio della massa ... fondamentale nella battaglia, ragione per cui occorre evitare quelle azioni sussidiarie che - non necessarie - si ri solvono in una dispersione di forze ». Ma si volle avvertire anche che « il fuoco è il mezzo indispensabile. . . di cui si ser-ve la fanteria nella battaglia; senza fuoco non si avanza; perciò dev'essere il primo a entrare in azione per armonizzarsi al movimento, come causa a effetto ». L'artiglieria a tal riguardo era da .considerarsi il mezzo più efficace, in quanto << fuoco significava, soprattutto, artiglieria e cioè tecnica e organizzazione».

La difesa doveva essere <<elastica e manovrata», avere scaglionate in profondità e unità mobili per il contrattacco.

La massima « senza fuoco non si avanza» divenne il motivo dominante della nuova regolamentazione. Le << N orme per il combattimento della divisione», ediz. 1936, ribadirono .sia tale concetto, sia tutto l'indirizzo dinamico delle «Direttive» emanate l 'anno prima.

Le norme tattiche furono sfrondate d'ogni superfluo e d'ogni schematismo, si cercò di descolasticizzarle in maniera da renderne l'essenza normativa il più possibile elastica e aderet;te alla realtà contingente del combattimento.

Si affermò recisamente che « la fanteria è lo strumento principale e decisivo della lotta. Se essa avanza, tutti avanzano; se essa cede, tutti cedono. Le altre armi hanno il compito di cooperare al suo successo agevolandone l'avanzata nell'attacco, la resistenza nella difesa ».

Il principio della << inscindibilità della divisione» fu considerato «fondamentale e inviolabile».

Nel combattimento «la fanteria rappresenta il movimento ... l'artiglieria rappresenta il fuoco »; cosicchè, particolarmente rispetto a

II6

queste due armi, nell'impiego della division e doveva dominare un criterio rigorosamente unitario.

Nell'azione offensiva, la divisione doveva avanzare al riparo e dietro un dispositivo esplorante e di sicurezza, e, « in base al compito e vagliata situazione· , terreno e probabili offese (specie nei riguardi del tiro di artiglieria)», si doveva stabilire dove e quando si sarebbe dovuto assumere il dispositivo di avvicinamento.

Nell'attacco, bisognava mirare possibilmente al fianco nemico per avvolgerlo e, se ciò impossibile, bisognava sfondare facendo massa Schieramento delle artiglierie il più avanzato possibile.

Il successo andava sfruttato sino «al lim ite di ogni umana possibilità », e lo stesso doveva esser fatto nell'in seguimento agganciando il nemico << fino al suo totale annientamento ».

Nell 'azione difensiva, la divisione si schierava su due o tre scaglioni per dare profondità alla difesa. Schieramento delle artiglierie « piuttosto arretrato e profondo », in modo da poter assicurare « la continuità del fuoco di interdizione vicina e di protezione anche nell'interno della posizione di resi stenza >> . Basilare l'organizzazione del fuoco di fanteria e artiglieria.

Le reazioni di movimento dovevano essere effet tuate mediante contrassalti (e questo era <<co mpito dei rincalzi di compagnia e di battaglione di I 0 scaglione ») e contrattacchi (e questo era <<compito di unità più consistenti- un battaglione al minimo----,>>), con l'ausilio anche di carri armati e di assalto.

Norme erano infine date per l 'impiego della divisione alpina, della divisione celere e della divisione motorizzata, tenendo conto delle particolari caratteristiche di ognuna di esse.

Le « Direttive per le grandi unità >> e le « N orme per la divisione >> contribuirono, nella sostanza e nella forma (I), a permeare e orientare lo spirito delle varie unità e delle varie armi verso l'azione ad alto potenziale dinamico, svincolandola, almeno formalmente, da ogni schematismo preconcetto e da rèmore teoriche, in modo da conferirle la più completa aderenza alla realtà ta t tica contingente.

A meglio consolidare l'unità di dottrina e la disciplina delle intelligenze mediante l'unità e la precisione di linguaggio, fu anche diramato nel 1936 un « Nomenclatore organico-tattico- logistico ».

(1) Nella compilazione tanto delle « Direttive per le grandi unità >> quanto delle «Norme per la divisione » venne usato uno stile incisivo e scattante, quasi a volerne jmprimere meglio i concetti nello spirito - più che nella mentedei comandanti interessati.

l I 7

Nell' « Addestramento della fanteria - Norme per il combattimento della fanteria » , vol. II, ediz. 1936, si volle chiarire che « la battaglia si vince a colpi di divisione e si rompe in una serie di comnei quali si lotta a colpi di battaglione » Con questa affermazione .taluni concetti tattici del passato, che pure a suo tempo erano stati largamente diffusi, non solo non erano ripudiati, ma anzi venivano integrati e inquadrati su linee più ampie (r).

Per l a guerra movimentata che si intendeva fare, si pose uno studio particolare affìnchè l a fanteria, malgrado arricchita di nuove armi, continuasse a considerarsi l'arma della manovra per eccellenza, l'arma cioè agile e leggera della lotta dinamica . A tal fine fu bandita, in fanteria, la distinzione in armi pesanti e anni leggere, come era stata fatta in passato, così che neppure concettualmente il fante potesse esser richiamato all'idea di disporre in proprio di mezzi di fuoco pesanti e tardigradi. Non si parlò più di mitragliatrici pesanti e leggere, ma semplicemente di « mitragliatrici» e di « fucili mitragliatori >>; niente mortai leggeri e pesanti, ma << mortai d'assalto >> e « mortai da 8 T » .

Il fucile riprese il suo posto d'onore come arma individuale.

Il fucile mitragliatore, quale « punta infuocata » e quale arma del combattimento ravvicinato, della penetrazione e dell'assalto, venne impiegato con semplicità in tiri normalmente frontali, rifuggendo dalle ricercate manovre laterali di fuoco e costituendo in attacco la punta di fuoco che precedeva e penetrava per aprire la strada alla squadra.

Altra arma coll ettiva fatta per aprire la strada alle squadre fucilieri era il mortaio d'assalto, da impiegare però, come minimo, per squadra (3 armi).

Armi d'acco mpagnamento erano: la mitragliatrice, il mortaio da 8r, il pezzo da 47 e i carri armati.

Per la mitragliatrice, poichè il modello Fiat 1914 risultava antiquato, si erano cominciate ad adottare la Fiat 1935 e la Breda 1936, le quali, per le loro ottime qualità balistiche e meccaniche e per il loro maggior calibro, rappresentavano armi automatiche potenti, meglio rispondenti alle moderne esigenze di tiro . L e mitragliatrici dovevano agire « per concentramenti di fuoco sullo stesso obiettivo »; unità minima d'impiego il plotone .

(r) V. pag. 88, là dove era detto (circolare 5.8oo del 1926 dello S. M. R. E.) che la resistenza nemica bisognava « vincerla a colpi di battaglione >> .

e r I a II8

Il mortaio da era arma a tiro curvo, efficace e potente, da impiegarsi contro bersagli defilati e « per obiettivi di speciale importanza».

Considerati un'arma spiccatamente offensiva erano i carri armati , e la loro azione, « sempre improntata a cosciente ardimento >>, veniva effettuata «per gruppi di carri e in cooperazione con le unità di fant e ria». Unità minima d'impiego il plotone.

Il diffondersi delle unità corazzate, specialmente all'estero, fece sorgere la necessità per la fanteria di un'arma difensiva anticarro, dotata di una notevole potenza d'arresto e nello stesso tempo maneggevole e leggera. Il pezzo da 47 l 32, per le caratteristiche del suo tiro t e so e rapido, sembrò allora rispondesse bene allo scopo e venne quindi inserito nell'armamento della fanteria per agire, decentrato per pezzo o per plotone, contro carri armati ed eventualmente anch e contro centri di fuoco.

Era da notare che, essendo stata frattanto sciolta la sezione cannoni da 6s l 17 per fanteria, era stata in sua vece costituita nei reggimenti di fanteria una batteria d'accompagnamento, su 4 pezzi, utilizzando lo stesso materiale da 65 l 17 ed affidandone il comando ad ufficiali di artiglieria. In .tal modo la cooperazione tra fanteria e artiglieria ebbe una saldatura pratica, e con carattere di immediatezza, nello stesso ambiente della fanteria. La nuova batteria abbandonò i criteri restrittivi d'impiego della sezione e fu impiegata con criteri artiglieristici veri e propri, col compito di integrare o sostituire il tiro delle artiglierie divisionali quando l'azione di queste ultime risultava insufficiente o veniva a mancare.

Notevoli varianti furono introdotte nell'esplorazione tattica, la quale venne affidata al « nucleo esplorante di fanteria », della forza di un battaglione, eventualmente rinforzato con unità mortai, carri d'assalto ed artiglierie di accompagnamento.

Anche la terminologia tattica relativa al servizio di sicurezza in marcia e in stazione subì innovazioni e cambiamenti che ebbero ripercussioni e riflessi nella stessa disposizione degli elementi di sicurezza (r).

Nell'insieme, la manovra dei reparti di fanteria, specialmente nell'àmbito delle minori unità, risultò ancora più semplice e sciolta.

(r) Allo scopo di diffond ere e far assimilare al più presto le nuove normo date al riguardo, l'Ispettorato dell'arma di fanteria diramò in fascicoletto, nel giugno 1936, la eire. 3.500 dal titolo «L'esplorazione tattica delle unità di fanteria. La sicurezza )) ' la quale altro non era che uno stralcio delle cc N01·me per il combattimento della fanteria >J , ancora in corso di stampa

119

Nell'azione del plotone fu abolito il rincalzo, e la squadra fucilieri , pur essendo articolata in due gruppi per ragioni essenzialmente di coma ndabilità, fu chiamata ad agire sempre riunita, e non più, come pr.ima, scissa in nuclei per una avanzata alterna. Per i vari servizi di pattuglia, dopo qualche esperimento, furono adottati plotoni esplMatori per i battaglioni e squadre pattugliatori per le compagnie fucilieri. In via transitoria, si tentò anche di addestrare un reparto di esplMatori di fanteria a cavallo divisionale, da decentrare (per squadre) ai reggimenti di fanteria operanti su terreni mOSSI.

Abbiamo accennato all'importanza sempre crescente assunta dai carri armati. Per meglio assicurare una armonica fusione di intenti e di sforzi, fanti e carristi furono richiamati alla ne cessità di assimilare ed applicare i nuovi criteri d 'impiego sanciti nel nuovo regolamento « Impiego ed addestramento carri d'assalto», diramato nell'agosto 1936.

Questa regolamentazione fu allora considerata «di base per l'im· piego di tutte le unità carriste », alle quali rimase affidato il compito precipuo di « aprire la strada alle fanterie, in .terreni non fortemente organizzati », mediante impiego a massa (unità normale d'impiego la compagnia, minima il plotone). Le unità carriste in conseguenza dovevano agire « sempre in stretta cooperazione con la fanteria ».

• e r 1 a Nei procedimenti tattici della cavalleria non vi furono innovazioni rimarchevoli e tali da render e necessaria una nuova regolamentazione (1). Tu ttavia la cavalleria venne ugualmente interessata ai progressi e ai procedimenti dei carri veloci, in quanto questi, nella loro azione, si affiancarono sempre più a lei sino a divenirne elemento indispensabile, secondo le nuove norme contenute nell'« Addestramento ed impiego dei carri veloci » , ediz. 1936.

« Il carro veloce - era detto in tale « Addestramento » - integra, facilita, abbrevia l'azione del cavaliere e del bersagliere » ; esso costituiva elemento prezioso : - «per aprire la strada all'assalto, - « per concorrere ad appoggiare l'azione dei celeri» Conseguiva da ciò la necessità di una sempre più st retta compenetrazione tra reparti a cavallo e reparti carristi, sino al punto da

(1) Nel 1936 fu diramato un nuovo «A ddestramento della cavalleria», ma riguardava soltanto l'istruzione formale a cavallo

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prescrivere che, in sede addestrativa, le esercitazioni di unità carriste dovessero concludersi sempre in cooperazione con altre unità celeri, e che anzi « lo squadrone carri veloò doveva saper operare con gli altri squadro n i a cavallo ».

Circa l'artiglieria , non furono diramate n orme par ti colari sul suo impiego tattico, dato che quest'u ltimo era stato largamente previsto, in fase sia offensiva che difensiva, tanto dalle «Direttive per l'impiego delle grandi unità » quanto dalle « N orme per il combattimento della divisione ». Fu invece sviluppata e approfondita la parte che si riferiva all'addestramento tecnico dell'arma e delle specialità (1) .

Comunque, come criterio generale, l'artiglieria doveva sempre mettersi in grado di potere c saper manovrare una « massa di fuoco concentrata nel tempo e nello spazio », tenendo presente che il suo volume di fuoco era « in ragione delle munizioni più che dei cannoni >>. Preoccupazione costante doveva essere quindi quella di assicurare un dovizioso rifornimento di munizioni.

I compiti dell'artiglieria si potevano in breve così riassumere:

a) Nell'attacco, l'artiglieria doveva, con un complesso di tiri (di spianameoto, di controbatteria, di interdizione), spianare le resistenze attive e passive del nemico come preparazione all'avanzata della fanteria (idonee allo scopo erano le artiglierie potenti e a lunga gittata) ; assicurare alla fanteria, durante l'ava nzata, un appoggio costante e immediato, c proteggerla nelle soste (indicate erano le artig li erie divisionali data la loro mobilità); agire a massa in favore della riserva quando questa veniva lanciata per la risoluzione della lotta (nell'impiego della riserva si doveva infatti essere « prodighi nel concedere fuoco; avari nel concedere battaglioni »); decentrare batterie con le unità di fanteria, spingendole anche molto avanti, nelle due f asi dello sfruttamento del successo c dell'inseguimento.

b) Nella difesa, l'artiglieria doveva non disperdere il fuoco, ma riscrb arlo e concentrarlo contro il bersaglio più importante rappresentato dalla fanteria nemica; frustrare la preparazione avversaria con

(x) Notevole, tra l'altro, la pubblicazione del V volum e dell' « Addest ,·amento dell'artiglieria - Parte l - Servizio osservazione », contenente no rme generali sul servizio di osservazione, sul rilevamento di sorgenti luminose e sonore, sull'impiego dei vari strumentj e sul funzionamento del servizio e add estramento dei reparti.

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Norme per l 'a rti · glierla.

r

una contropreparazione che ne stroncasse i cen t ri propulsori; eseguire e sviluppare, a protezione delle proprie posizioni (soprattutto della linea di resistenza), u n a serie di tiri (di controbatteria, di interdizione, di protezione, di repressione, di ingabbiamento), avendo anche cura di svolgere, con immediatezza e violenza, un 'azione di appoggio ai contrattacchi sferrati dalla fanteria.

Di massima l'impiego dell'artiglieri a era accentrato. Ma in terreni speciali e in casi particolari era suggerito il decentramento (terreni boscosi o compa rtimentati da rilievi) allo scopo di poter assicurare un intervento immediato.

Con le gra ndi unità celeri, lo sc hie ramento dell'a r tiglieria doveva essere molto avanzato, con un « l argo decentramento dei gruppi e anche delle batteri e».

i • La nostra dottrina si basava infine sul concetto che, per aver ragione dell'avversario nella battaglia, erano nec essa ri tre mezzi: il fuoco, la manovra e il lavoro; quest'ultimo inteso come potenziatore sia del fuoco (armi dell'artiglieria e della fanteria), sia della manovra (movimenti della fanteria).

A tal fine venne preparata e dira mata la « Ist ruzione sulla fortifica :<:ion e campale ))' vol. I, ediz . 1935 , comune a tutte le armi e quindi utile a tutti, particolarmente alla fanteria e ali' artiglieria . Vi si davano norm e per i l mascheramento, per la costr uzi one di appostamenti per fanteria e postaz ioni per artiglieria, per gli sgo mberi del campo di tiro, per gli ostacoli, per i ricoveri, per le comunicazioni, per l'organizzazione dei lavori, ecc.; e tut to ciò dava al lavo ro effettivamente il valore di un vero potenziatore e moltiplica tore degli ele menti di forza, atti a conferi re efficienza alle sistemazioni tanto offensive quanto, e più specialmente, difensive.

Accanto a que sta « I struzion e » di carattere generale sui lavori del campo di battaglia, altre ne furono compilate per l'arma del genio e sue specialità, contribuendo così a completare l a configurazione della nostra dottrina anche per ciò che si riferiva all'azione e all'impiego di quest'arma silenziosa e provvida (1).

(r) Tra le varie Ist ruzioni' d i arma e speciali tà sono da ricordare la «Memoria sull'organizzazione c sull'azione del gen io in gucn·a », ediz. 1935, e la « Memoria sull' organizzazione c l'impianto di sbarramenti nel combattimento d'arresto >>, edi z. 1936.

122

L'ESERCITO ALLA VIGILIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE (1937-40)

La co nclu sione rapida c vittoriosa della campagna di Etiopia ind u sse a nuovi orientamenti, sia nel campo stra t egic<rtattico, sia in q u ello organico. Nel campo strategico-tattico si volle spingere la èo ncczione della guerra di movimento a forme ultr adinamiche, sino ad affermare che per l 'avvenire si intendeva far e << guerra di rapido corso » ; si intendevano cioè adottare procedjmen ti ta l i da portare ad una rapida decisione della lotta Conseguenteme nt e occo rreva, nel campo organico, appr estare lo stru mento adatto, lo strumento cioè che fosse in grado di tradurre in atto l'idea di far guerra di rapido corso.

Secondo giudizi autorevoli, la divisione ternaria si era dimostrata, nella campagna di Etiopia, troppo pesante, di difficile comando e di difficile impiego (r). Si ritenne perciò nece ssario addive nire all'adozio n e di una unità più agile e snella, con funzioni d i comando molto semplificate. Tutti g li &tudi furono quindi indiri zzati a tale scopo . Si tr attava però di decidere se alleggerire sempliceme nte la divisione ternaria con la soppressione di qualche elemento , oppure se costituire, mediante trasformaz ione, g randi unità più semplici c più manegge-

(1) Il maresciallo Badoglio, che fu comandante superiore nella guerra di Etiopia, scrisse in proposito: « La costituzione dei riparti e delle grandi unità deve essere aderente alle operazioni che è previsto si debbano svolgere e adeguata al terreno s ul quale si deve operare. I riparti devono essere leggeri e sciolti, la loro costituz ione organica, omogenea.

« La nostra di visione ternaria - i di cui reggimenti avevano un battagl ione mitraglieri ciascuno - si è dimostrata troppo pesante. Pesanti poi i troppo complessi comandi.

<< La divisione a due reggimenti meglio poteva rispondere, se non vi fosse stata sp roporzione fra truppe, serviz i e comandi » . (Da l li bro « La guerra d 'Etiopia>> di Pietro Badoglio, pagg. 213 e 214) .

Evidentemente, però, il giudizio deJ maresciallo Badoglio si riferiva alle operazioni in Etio pia c nelle: colonie in genere, ma non già alle operazioni sui teatri europei .

CAPITOLO V.

voli che rendessero più facili ed agevoli l'articolazione e la snodatura della massa ai fini della manovra.

>inaria. Dopo studi approfonditi e ampi dibattiti, cui parteciparono eminenti personalità militari, si venne alla conclusione (1) che l'ado zione della divisione binaria - costituita su 2 reggimenti di fanteria e I di artiglieria - avrebbe ri sposto al concetto organico di alleggerire e semplificare il funzionamento della divisione, permettendo nello stesso tempo di disporre di grandi unità facilmente autotrasportabili, co n conseguenti ampie possibilità di manovra.

Col passaggio dalla formazione a quella binaria si rilevò che la divisione veniva a perdere la sua funzione di manovra, e che non di un semplice mutamento organico si trattava quindi, ma di un vero e proprio cambiamento radicale di funzioni: la divisione, infatti, così formata, perdeva la sua capacità di manovra per trasformarsi in colonna d'urto e di penetrazione, lasciando che la manovra divenisse funzione specifica del corpo d'armata.

Il nuovo orientamento tattico doveva essere indirizzato dunque, non già a richiedere la manovra da parte della divisione, come in passato, ma a effettuare la manovra a colpi di divisione. In altri termini, la manovra doveva essere affidata soltanto all'armata (manovra a l argo raggio) e al corpo d'armata (manovra a piccolo raggio); mentre alla divisione competeva l'azione di attacco, di sfondamento, di penetrazione. Conseguiva da ciò che la divisione doveva essere dotata di armi che le conferissero un carattere eminentemente offensivo ed aggressl vo.

C'era poi da rilevare che, con l'a·dozione della divisione binaria, si .finiva con l'avere una divisione quaternaria snodata in due parti. Questo fatto offriva la possibilità, quando occorreva compiere uno

(1) Si deve avvertire però che non tutti i capi militari si mostrarono concordemente favorevoli all'adozione della divisione binaria. In una riunione, per es., del 22 novembre 1937, su un totale di generali (des d'armata, di corpo d'armata e di division e), ve ne furono 8 che si espressero in favore della divisione ternaria alleggerita; 1 ge nerale · si espresse in favore della divisione quaternaria o quanto men o di quella ternaria; I in favore dei due tipi di divis ione - ternaria e binaria - da impiegarsi secondo le circostanze; I in favore della divisione binaria, ma integrata con mezzi per la esplorazione; tu[ti gli altri furono favorevoli alla divisione binaria così come era proposta.

Per parte sua il Capo di S. M. Generale, maresciallo Badoglio, si mostrò contr ario all'adozione della divisione binaria nell'Esercito metropolitano.

124

sforzo decisivo, che una parte (divisio ne di 2 " linea) potesse esser destinata a scavalcare l'altra parte (divisione di r• linea), col vantaggio sempre secondo i fauto ri della binaria - che la divisione di 2a linea poteva contare così sull'impiego, oltre che della propria artiglieria, anche di quella della divisione da scavalcare. A questo vantaggio se ne aggiungeva l'altro derivante dalla motorizzazione dei servizi divisionali e reggimentali, la quale consentiva di tenere indietro g r an parte dei se rv izi stessi . L a conseguenza dì tutto ciò era che veniva ad attuarsi: un aumento di fuoco verso l'avanti e un addensamento dei servizi verso l 'indietro.

In sostanza, così congegnata, la nuova divisiotle avrebbe potuto benissimo chiamarsi anche « brigata mista»; ed era solo per ragioni morali (dato che la forza di un Paese era determinata dal numero delle divisioni che esso era in grado di mobilitare), che si preferiva di parlare di « divisioni>> anzichè di «b rigate miste >>.

Prima di adotta re in via definitiva la nuova divisio ne binaria, si ritenne tuttavia opportuno esperimentarla in esercitazioni, allo scopo di accertare se essa fosse dotata di sufficiente potenza di penetrazione e a quali inconvenienti desse luogo (1).

Venne inoltre presa in considerazione la convenienza di: - to glie re alla divisione il battaglione mitraglieri, che rispondeva ad una funzione prevalente mente difensiva, sostituendolo con un battaglione mortai d 'assalto;

(r) La divisione binaria in realtà aveva avuto una pratica attuazione durante la campagna di Etiopia a proposito della mobilitazione delle divisioni « Assietta », <<Cosseria » e « Metauro » (v. pag. 106). Per uno studio più approfond ito si volle tuttavia che, nelle manovre esti ve svoltesi in Sicilia nel 1937, venisse esperimentato un tipo di divisio ne binaria così for mato: - comando d i divisione; - 2 reggimenti di fanteria, ciasc uno su 3 battaglioni e r batteria d'accompagnamen to; - 1 reggimento d'artiglieria div. fant. su 3 gruppi di 2 batterie ciascuno; - 1 battaglione mitraglieri su 3 compagnie; -2 compagnie da 8r (di 6 armi ciascuna); - I compagnia da 47/32 (su 8 pezzi); - 1 batteria da 20 (su 6 pezzi); -serviz i.

Nelle esercitazioni con la divisione binaria furono presi in esame : concetto c modalità d'azione nell'offensiva; articolazione e ampi ezza del settore divisionale in avvicinamento e in attacco; capacità di penetrazione della divisione ; schieramento in difensiva; compiti delle artiglierie divisionali nell'attacco e nella difesa; dosamento delle artiglierie e delle armi d'accompagnamento; organizzazione c funz ionamen to dei servizi.

l

- trasformare il battaglione di fanteria dandogli un a struttura ana loga a quella dei battaglioni alpini allo scopo di conferire ai reparti massima aggressività;

- assegnare un reggimento mitraglieri motorizzato al corpo d'armata per dare a quest'ultimo la possibilità di avere a sua disposizione una riserva di mitra g liatrici che g li consentisse, all'occorrenza, « di trasform are la divisione da unità aggressiva in unità capace di azione difensiva » mediante l'aumento di un volu me di fuoco appropriato qua le qu ello delle mitragliatrici;

- stabilire il criterio d'impiego dei mortai d'assa lto (da impiegare non come armi d'appoggio e nemme no a spizzico, m a a massa nel momento dell 'assal to).

Infine, dopo ulteriori studi e ritocchi, venne adottata la divisione binaria, costit uita secondo quanto fondam entalmente era stato proposto dal Sottosegretario per la Gue rra e Capo di Stato Maggiore dell 'Esercito gen Pariani (I): 2 reggimenti di fanteria e I reggimento di artigli eria (2).

( x) Il gen Albeno Pariaoi tenne la carica di Sottosegretario di Stato per la Guerra e di Capo di S. M. dell'Esercito dal 7 ottobre 1936 al 3 novembre 1939· Si tenga presente che a l Sottosegretario di Stato era devoluta la qua si totalità dei compiti affidat i al Ministro.

(2) La costituzione della divisione binaria , prevista in un primo tempo, fu ne1 dettagli cosi stabilita: comando di divisione; 2 reggimenti di fanteria, ciascuno su 3 battagl ioni co n I compagn ia d'acco mpag namento su 3 pezzi da 47/ 32 per battaglione (totale 6 compagnie); I battaglione d'assalto su 3 compagnie; 3 compagnie da 47/ 32 anti carro su 3 pezzi ciascuna; I battaglione mortai da 81 su 2 compagnie con 6 pezzi ciascuna; I reggimento di artiglieria per division e di fanteria s u 3 gruppi di 3 batterie ciascuno; t batteria da 20 su 6 pezzi; I posto aerologico; I battaglione del genio con r compagnia artieri, I co mpagnia trasmettitori e r compagnia operai fotoel ettricisti; servizi (x sezione di sanità, I sezione di sussistenza, I sezione autocarrette, I autosezione leggera). Successivamente, vennero studiate altre modificazioni da apportare alla struttura delle unità di fanteria, e, sulla base dei sugge rimenti tratti dalle esercitazioni sperimentali, nello scorcio del 1938 fu adottata per la divisù:me binaria la seguente formazione: comando ; 2 reggimen ti di fa nteria, ciascuno su I co mando, 3 battaglioni, I compagnia mortai da 81 e I compagn ia pezzi da 47/32 mod. '35 (d'accom pagnamento);

Con la formazione binaria, il numero delle divisioni aumentò considerevolmente rispetto a quello delle divisioni ternarie.

Un complesso lavoro venne svolto per assicurare che il passaggio dalla formazione ternaria a quella binaria avvenisse gradualmente e senza scosse. D 'altra parte studi erano stati già concretati affìnchè, a partire dalla primavera (maggio) 1938, la mobilitazione dell'Esercito potesse essere effettuata con divisioni binarie (foglio 13701 del 22 giugno 1937 dell'Ufficio O. e M. dello S. M. R. E.) .

Come torrettivo alla divisione binaria, si provvide alla costituzio ne di truppe suppletive di corpo d'armata in grado, a seconda delle circostanze, di : - rinforzare la divisione (specie se agiva isolata) con elementi di fuoco (artiglierie, unità mortai da 81, reparti mitraglieri); --,- accrescere il numero dei battaglioni (specie se agiva su fronte ampia o era schierata d'ala) con reparti di Milizia e bersaglieri ciclisti. Parallelamente alla costituzione della divisione binaria di fan' teria fu presa in esame la costituzione della divisione celere, della divisione motorizzata e della divisione corazzata ( r).

I battaglione mortai, su 2 compagnie da 8I e 1 compagn ia da 45 ;

I compagnia pezzi da 47/ 32 anticarro;

1 reggimento di artigl ieria , su 1 comando, r gruppo da 10o jq motorizzato, I gruppo da 75 / 27 motorizzato e I gruppo da 75j 13 someggiato;

I batteria da 20 contraerei; r compagnia artieri; I compagnia mista telegr. e radiotelegr.; I sezione di sanità . Variando opportunamente il tipo di artig lieria ed il genere dei mezzi di trasporto in dotazione ai servizi di reparto, si potevano avere i seguenti tipi di divisione bina ri a : - nm·male: reggimento di artiglieria su 3 gruppi di cui I someggiato; - da montagna: reggimento di artig lieria su 3 gruppi di cui 2 someggiati; servizi d i reparto e div isionali someggiati.

(I) Per tali div isioni fu prevista in seguito la seguente costituzione (v. allegatz):

a) Divisione celere. Compiti: esplorazione strategica, avanguardia gene· rale, sfruttamento del successo, azioni aggiranti a largo raggio. Formazione : comando di divisione; 2 reggimenti di cavalleria, ciascu no su 2 gruppi squadroni e 1 squadrone mitraglieri; I reggimento bersaglieri su 3 battaglioni, I compagnia motocicl isti e I compagnia cannoni da 47/32; I gruppo squadroni carri; I reggimento di artiglieria su 2 gruppi motorizzati, I gruppo a cavallo e 2 batterie da 20; I compagnia mista del genio; servizi ( I sezione di sanità, 1 sezione di sussistenza, I autoreparto misto).

b) Divisione motorizzata. Da impiegare quale riserva mobilissima d 'armata o del Comando Supremo, per manovra a largo raggio e per az io ni :l

I2J
Aumento dj gran· di unità.

·ganiz· l'Eser•

Tu tti questi studi relativi alla trasformazione organica dell'Eserci to si concretarono all a fin e nella costituzione di nuovi corpi d'armata, di nuove divisioni e di nuove unità e, conseguentemente, portarono a un riordinamen to dell'Esercito. Il primo schema di riordinam ento previde, sul finire dell'autunno del 1938, la cos titu zione di: r6 corpi d'armata (normali), di cui 14 in territorio nazionale e 2 in Libia; r corpo d'armata corazzato; r corpo d'armata celere; 1 comando superior e truppe alpine ; 51 divisioni di fanteria ( 1); 2 divisioni motorizzate; 2 divisio ni corazzate (di cui 1 sdoppiabile); 5 divis ioni alpine; 1 divisioni celeri.

Era prevista inoltre la successiva costituzione di al tro corpo d'armata normale (a Genova) e di un corpo d'armata au totrasportabi le (a Cremona).

Trattandosi di una trasformazione organica di notevole rilievo che interessava tutto l'Esercito, furono ado ttati provvedimenti ed accorgim enti particolari, atti ad evit are , in caso di mobilitazione, una crisi generale e comunque a ridurre gli inconvenienti che si sarebbero potuti verificare in qua lche unità per effetto della trasformazione in corso.

grande distanza F ormazione: comando di divisione; 2 reggimenti di fanteria su 2 battaglioni ciascuno; 1 reggimento bersaglie ri su 3 battaglioni; I battaglione mitraglieri; x reggimento di artiglie ria su 3 gruppi c 2 ba tterie da 2o; 1 ba ttaglione misto del genio; servizi (x sezione di sanità, 1 sezione di sussistenza, 1 autoreparto misto).

c) Divisione corazzata. Da impiegare a massa come mezzo di manovra o mezzo di rottura. Formazione: comando di div isione; I regg imento d i fanteria carrista su 4 battag lioni; x reggimento bersaglieri su 3 bat ta glioni; 1 regg i mento di artigl ieria su 2 gruppi e 2 batterie da 20; 1 compagnia mista del genio; servizi ( 1 sezione di sanità, I sezione di sussistenza, I autoreparto misto) (r) Le divisioni furono costituite coi reggimenti gemelli delle brigate di origine, delle qu ali di massima assunse ro anche il nominativo. Così, per ese mpio, con le brigate « Aosta>>, «Ravenna>>, «Sassari '' furono costituite le divisioni di fanteria « Aosta '' • « Ravenna », « Sassari >> Delle 51 divisioni fu previsto che fossero: 24 normal i; I2 da montagna; 15 autotrasportabili.

Intanto, come avviamento alla trasformazione organica dell'Esercito, si cominciò nel 1938 ad introdurre aggiunte e varianti all'ordinamento dell'Esercito stabilito con decreto n. 1723 dell'II ottobre 1934· In tal modo vennero gradualmente costituiti (1) comandi di corpo d'armata e dì divisione; reggimenti di fanteria divisionale, di fanteria carrista, dì artiglieria divisionale, di artiglieria di corpo d'armata, del genio di corpo d ' armata; comandi di artiglieria e del genio di corpo d'armata; direzioni di artiglieria, di sanità, di commissariato, ecc.

La Guardia alla frontiera fu ordinata in: . ' - comandi di guardia alla frontiera di corpo d'armata, retti da generali di brigata; - settori di çopertura, retti da colonnelli; - reggimenti di artiglieria guardia alla frontiera. Ciascun settore di copertura comprese un numero vario di unità minori e a ciascun reggimento di artiglieria guardia alla frontiera fu annesso un deposito mis.to.

Anche la ripartizione del territorio dello Stato in zone militari Comandi di difesa . ( l d l b e zone militari. venne opportunamente agglOrnata c ecreto n. 1555 e 5 settem re 1938, riportato dalla G. U. n. 233 dell'II ottobre e dalla eire. 746 G. M. 1938), stabilendo che « ciascun comando di difesa territoriale dipende dal comando di corpo d'armata nella cui circoscrizione ha sede e ad esso fa capo per tutto quanto non concerne la difesa del territorio.

«Ciascun comando dì zona militare dipende da un comando di divisione di fanteria e fa capo al comando stesso o al comando di di· fesa terri toriale nella cui circoscrizione ha sede ... ».

Ai comandi di difesa territoriale e di zona militare erano devolute:

- « le predisposizioni relative alla difesa territoriale, in pace (esclusa la parte relativa alle zone di frontiera), e l'attuazione della difesa stessa, in guerra (escluso il territorio dichiarato zona di operazione);

- « le questioni di reclutamento e di mobilitazione che non sono dal Ministro per la Guerra devolute ai Sottocapi di S. M. inten-

(1) Decreti n. 2280 dell'8 lu glio r937, n. 2288 del 21 ottobre 1937 e n. 1554 del 5 settembre 1938, riportati rispettivamente dalla G. U. n. 16 del 21 gennaio 1938, n. 17 del 22 gennaio 1938 e n. 233 dell'n ottobre 1938, e dalle circolari del G. M. n. 39, n. 42 e n. 745 del 1938.

r ( l f 129
Guardia alla fron· tiera.
9· - u. s.

istic:he :mento.

e per le operazioni e ai comandi di corpo d'armata e di diviSiOne>>.

In caso di mobilitazione, ai comandi di difesa territoriale e di zona militare erano devoluti rispettivamente i compiti dei comandi di corpo d'armata e di divisione.

A tutta l'organizzazione concernente la difesa territoriale presiedeva il Sottocapo di S. M. per la difesa territoriale, direttamente dipendente dal Capo di S. M. dell'Esercito. All'anzidetto Sottocapo di S. M. faceva no capo: -i comandi di difesa territoriale; ----,- il comando della Milizia Dicat e Milizia da Cos; il comitato centrale interministeriale protezione antiaerea; - l'unione nazionale protezione antiaerea.

Con questi provvedimenti si intese perfezionare l'organizzazione territoriale, rendendola meglio aderente alle necessità di difesa del territorio.

ORDINAMENTO p ARIANI .

(Decreto n. 2095 del 22 dicembre 1938 ) .

In realtà si dovrebbe parlare di un nuovo ordinamento Mussolini, in quanto fu quest'ultimo a farlo approvare nella sua qualità di Ministro per la Guerra ( 1). Però, dato che strenuo asser tore, sostenitore e artefice dell'ordinamento stesso fu il gen. Pariani nella sua duplice qualità di Sottosegretario di Stato per la Guerra e di Capo dì S. M: dell'Esercito, l'ordinamento dell'Esercito, stabilito, aggiorna to e rinnovato con decreto n. 2095 del ·22 dicembre 1938 (inserito nella G. U. n. 26 del I 0 febbraio 1939 e riportato dalla eire. 87 G. M. stesso venne meglio conosciuto sotto il nome di « ordinamento Partam >>.

Le caratteristiche principali di tale ordinamento furono: - una maggiore complessità, nell'insieme, e una maggiore specializzazione nei compiti operativi delle grandi unità; - una più razionale separazione delle attribuzioni dei vari comandi, distinguendo quelle di carattere territoriale da quelle di carattere addestrativo ed operativo;

(1) V. nota I a pag 83

- un accentuato snellimento nelle formazioni delle grandi unità con l'adozione della divisione binaria, la quale ----, si ritenevaavrebbe consentito una maggiore mobilità e aderenza alle necessità più svariate di guerra e alla dottrina tattica orientata alle forme più dinamiche e alla concezione della guerra di rapida decisione;

- un aumento notevole nel numero delle grandi unità.

Allo scopo di poter rilevare i progressi e gli sviluppi conseguiti in campo organico col nuovo ordinamento, in confronto dell'ordinamento stabilito col decreto n. 1723 dell'II ottobre 1934, ne riportiamo in linee schematiche i dati più salienti.

L'Esercito metropolitano fu così ordinato (decreto n. 2095 preci- Comandi, corpi e tato del 22 dicembre 1938):

a) Corpo di S. M. e grandi unità. Lo Stato Maggiore dell'Esercito continuò a comprendere il Corpo di S. M. e il Servizio di S. M. (1). Nelle grandi unità furono compresi: 5 comandi di armata (I in più rispetto all'ordinamento de] 1934): alla I\ 2"', 3"' e 4" armata si aggiunse infatti l'armata del Po; 17 corpi d'armata (4 in più);

1 corpo d'armata corazzato (costituito ex novo);

I comando superiore truppe alpine (equivalente a un comando di corpo d'armata e da non confondere perciò coi 4 comandi superiori alpini esistenti nel ·1934, i quali erano equivalenti a comandi di divisione);

I corpo d'armata celere (costituito ex novo); 51 divisioni di fanteria (20 in più);

2 divisioni motorizzate (costituite ex novo); 2 ·divisioni corazzate (costituite ex novo); 5 divisioni alpine (1 in più); 3 divisioni celeri . C'erano inoltre da aggiungere: 3 divisioni carabinieri;

I comando truppe di Zara con deposito misto; I comando truppe dell'Elba con deposito misto; I3 comandi di difesa territoriale (8 in più); 28 comandi di zona militare (I in meno).

(x) V. pag. 113, nota J.

Vi fu quindi dilatazione di grandi unità e di comandi. delle truppe alpine e quello delle truppe celeri furono soppressi.

b) Arma dei carabinieri reali. Come novità vi fu la costituzione di 3 divisioni carabinieri.

c) Arma di fanteria. Fu caratterizzata dall'aumento di unità c: da nuove specializzazioni. Venne a comprendere: 3 reggimenti granatieri; roo reggimenti di fanteria divisionale (n in più); 4 reggimenti di fanteria motorizzata (costituiti ex novo); 12 reggimenti bersaglieri; ro reggimenti alpini (r in più); 6 reggimenti di fanteria carrista es in più).

Ciascun reggimento si componeva di un comando e di un mtmero vario di battaglioni e unità minori, e aveva annesso, di massima, un deposito territoriale.

d) Arma di cavalleria . L'elemento meccanico cominciò a inserirsi decisamente nell'organizzazione dell'arma, l.a quale venne a comprendere 12 reggimenti di cavalleria; I gruppo squadroni a cavallo, autonomo (in più); gruppi squadroni carri leggeri (in più); 5 squadroni palafrenieri (I in più).

e) Arma di artiglieria. Vi fu un aumento notevole, comprendendo: 16 comandi di artig lieria di corpo d'armata (3 in più); I comando di artiglieria di corpo d'armata corazzato (in più); I comando di artiglieria di corpo d'armata celere (in più); 51 reggimenti di artiglieria di divisione di fanteria (20 in più); 2 reggimenti di artiglieria di divisione motorizzata (in più); 2 reggimenti di artiglieria di divisione corazzata (in più); 5 reggimenti di artiglieria alpina (r in più); 3 reggime n ti di artiglieria di divisione celere; 6 r eggimenti di artiglieria guardia alla frontie ra (in più); r6 reggimenti di artiglieria èli corpo d'armata (4 in più); 5 reggimenti di artiglieria d'armata (5 in meno); 5 reggimenti di artiglieria contraerei; I reparto palafrenieri; 16 di artiglieria (3 in più); I servizio tecnico delle armi e mumzwnt.

f) Arma del genio. Le varianti riguardavano la costituzion e di 16 comand i del genio di corpo d'armata (3 in più) e di 16 reggimenti genio di corpo d'armata (4 in più).

g) Automobilismo militare. Venne a comprendere: I servizio tecnico automobilistico; 16 centri automobilistici (3 in più); un numero vario di gruppi autonomi.

Non si trattava, come si vede, di un ordinamento completo; ma le varianti erano così profonde da segnare effettivamente una tante tappa nella evoluzione organica dell'Esercito.

Con l'aumento di numero dei comandi di grandi unità (1) anche i vari servizi furono aumentati (2). Per il resto, non vi furono rianti sensibili. ·

Nell'insieme, però, la ricerca di un marcato snellimento nella composizione organica delle divisioni finì con l'andare a detrimento della consistenza dei suoi elementi di fuoco e di movimento. Sicchè, se nella configurazione dell'Esercito si ebbe, in seguito al nuovo namento, un aumento notevole nel numero delle grandi unità, nella sostanza tuttavia queste ultime risultarono scarsamente efficienti e a potenziale ridotto . Infatti la divisione binaria, tutto sommato, poteva disporre di 6 battaglioni di fanteria e di 3 gruppi di artiglieria: scarsi quindi gli elementi di manovra (battaglioni) e scarsi gli elementi del fuoco pesante (artiglieria).

Nel lavoro di riorganizzazione generale, anche la difesa rei e la difesa costiera furono riordinate, con la costituzione della Milizia contraerei e della Milizia artiglieria marittima, alle quali furono devoluti compiti specifici appropriati (3).

L'oRGANIZZAZIONE MILITARE

ALL'INIZIO DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE (Settembre 1939)

Mentre erano in corso nell'Esercito i provvedimenti organici che abbiamo testè notati, si svolsero, ;tra l'estate del 1936 e l'autunno del 1939 (nel periodo cioè in cui il gen. Pariani tenne la carica di Sottosegretario di Stato per la Guerra e quella di Capo di S. M. cito), importanti avvenimenti politico-militari, tra i quali:

(I) Con eire. 8o3 G. M. del 24 agosto 1939, furono assegnati a tutte le divisioni un numero e un nominativo: per es.; r" divisione di fanteria « Superga )), 4.. divisione di fanteria « Livorno>>. . . ; IOI" divisione motorizzata « ste >> ••• ; 132" divisione corazzata « Ariete )) . . .; 1" divisione alpina « Taurinense » ; I" divisione celere «Eugenio di Savoia)) ...

(2) Con legge n . 1115 del 13 luglio I939 (riportata dal n. 187 G . U. e dalla eire. 685 G . M. . 1939), le forze armate albanesi vennero fuse con le corrispondenti forze armate itaHane.

(3) Con decreto n. 1888 del 24' novembre 1938 (inserito nella G. U. n. 291 del 22 dicembre 1938 e riportato dalla eire. 4 G. M. 1939), la Milizia Dicat

1 33

____, la guerra civile di Spagna; ---" la spedizione italiana in Albania, conclusasi con l'occupazione di quella regione; ____, l'alleanza dell'Italia con la Germania e l'inizio del secondo conflitto mondiale.

Tali avvenimenti ebbero anche ripercussioni sia negli ordinamenti, sia nei procedimenti delle nostre unità.

:pagna La guerra civile di Spagna cominciò nel luglio 1936, quando cioè era finita appena da qualche mese la nostra campagna di Etio pia, ed ebbe termine nella primavera (aprile) del 1939. A tale guerra l'Esercito italiano, per volere del Governo fascista, diede da prima in modo occulto e, successivamente, in maniera sempre più palese - un concorso cospicuo in uomini e materiali a favore di una delle due parti belligeranti.

Dal punto di vista dei procedimenti d'azione, la guerra di Spagna, per il fatto stesso che ad essa parteciparono, in favore dell'uno o dell'altro dei due contendenti, elementi appartenenti a nazioni ed eserciti diversi, ed esponenti quindi di dottrine tattiche diverse, fu fonte di utili ammaestramenti . Non così per il res to, giacchè la nostra partecipazione att iva, in misura sempre crescente, ad una guerra risultata lunga ed onerosa (proprio all'indomani di un'altra guerra brillante ma onerosa anch'essa, quale era stata quella di Etiopia), contribuì in modo notevole ad inaridire le nost r e scorte di materiali e di mezzi.

e la Milizia da Cos. assunsero rispettivamente la denom inazione di Milizia contraerei e Milizia artiglieria marittima.

La Milizia con traerei (5 comandi di gruppo, 1 scuola centrale e 22 legioni) aveva il compito di predisporre in tempo di pace, e di attuare in tempo di guerra, in concorso con le unità cont raerei delle altre forze annate, la difesa del Paese da attacchi aerei con armi di supe r ficie, e dipendeva, per la pa rte tecnica, per direttive circa l'acldestramento, i mpiego e tutto quanto concerneva il materiale, dal Ministero della Guerra (Sottocapo di S M. per la difesa ter ri toriale) o da quello della Ma rin a (Ufficio S. M.) a seconda se si trattava di unità costituite per conto dell'Esercito o della Marina e con materiali dell'Esercito e della Marina; per il res to (reclutamento, discip lina, amministrazione, mobilitaz ione) d ipendeva dal Comando gener ale della Milizia.

La Milizia ar tiglieria marittima (r co mando di gruppo, 8 legioni) era alla d i pendenza del Ministero della Marina per quanto concerneva materia le, parte tecnica, direttive per l'addestramento e impiego; per il resto dipendeva dal Comando genera le della Milizia.

Infine, nell'aprile 1939 vi fu la spedizione in Albania con un Corpo d'Esercito che occupò rapidamente tutta quella regione. Anche tale spedizione importò, com'era logico, di spendio di mezz1.

Spedizi one in Al· bania.

Un avvenimento importante, per le gravi conseguenze che ne scaturirono, fu quello che ci portò, nel maggio 1939, ad allearci con la Germ ania, dando luogo al cosiddetto <<Asse Roma- Berlino ».

Il <<Patto d'acciaio » tra Italia e Germania fu però firmato co JJ. l 'intesa esplicita che le due potenze avevano bisogno «di un periodo di pace non inferiore ai tre anni », dato che «so lo dal 1943 in poi... uno sforzo bellico» avrebbe potuto « avere le più grandi prospettive di vittoria». Particolarmente per l'Italia era necessario che ci fosse questo periodo di pace, tra l'altro « per il rinnovamento di tutte le nostre artiglierie di medio e grosso calibro >>; • • • « per ultimare il il già iniziato trasferimento di molte industrie di guerra dalla valle del Po nell'Italia meridionale », e per avere soprattutto il tempo di « sistemare militarmente la Libia, l'Albania e pacificare l'Etiopia ».

L a situazione dei nostri a rmamenti, d'altronde, era giudicata « disastrosa » (I).

Purtroppo, però, nel settembre 1939 la Germania ruppe in guerra con la Polonia, e tale co nflitto, allargandosi rapidamen te ad altri Stati, diede origine alla seconda gue rra mondiale. Colta quasi di sorpresa, l'Italia dichiarò la « belligeranza » e nello stesso tempo diede impulso ad un considerevole lavoro organico e logistico per poter potenziare al massimo, pur con limitate possibilità, Ja sua preparazione militare.

L'alleanza con la Germania.

Le condizioni dell'Ese rcito italiano, nel settembre 1939, si pote- Situazione

vano così riassumere : - non era ancora ultimato l 'ordinam ento per il passaggio della divisione dalla formazione binaria; - l'armamento era antiquato;

da poco adottato ternaria a quella - mancava ancora tutto l'attrezzamento moderno previsto per il riarmo delle unità;

(r) V. <<Diario» di Galeazzo Ciano (già Ministro degli Esteri), vol. I, pag. 92.

ci·

1 35
defi taria dell'E sercito.

- vi era grave deficienza nella disponibilità delle scorte e delle dotazioni di materiali (le quali, come abbiamo già notato, erano state troppo impegnate per la campagna di Etiopia, per la guerra di Spagna e infine per la spedizione in Albania). Come abbiamo visto precedentemente, la .trasformazione della divisione da ternaria a binaria importò una serie di provvedimenti organici intesi a realizzare , nell'armamento della fanteria, una maggio re potenza di fuoco a proietto scoppiante, adottando un battaglione mortai. L'artiglieria divisionale organica fu ridotta di un gruppo, e dei tre gruppi rimasti, fu stabilito che uno (da 75 l I 3) dovesse essere someggiato, ma con reparto munizioni e viveri motorizzato; gli altri due (da 75l27 e da IOolr7) motorizzati . Inoltre, il 2° scaglione salmerie e il carreggio della fanteria dovevano essere sostituiti con autocarreggio, e la sezione sussistenza divisionale abolita. Sicchè, in definitiva, la nuova divisione binaria, rispetto a quella ternaria, sarebbe stata caratterizzata da : - una maggiore potenza di fuoco a carattere prevalentemente offensivo; una minore capacità di fuoco difensivo; - una minore attitudine a muovere in montagna . Adottata la divisione binaria, si procedette alla .trasformazione di quelle esistenti, costitu endo, con i terzi reggim enti di fanteria e con i quarti gruppi d'artiglieria che si andavano recuperando, nuove divisioni, adeguando nello stesso tempo i progetti di mobilitazione alle trasformazioni in corso di attuazione. Senonchè, mancando mezzi e materiali per poter conferire alla divis ione binaria un attrezzamento moderno, si dovette, ai fini della mobilitazione, rinunciare per il momento (agosto- se ttembre 1939): ____. alla motorizzazione dei servizi nel reggimento di fanteria; -alla sostituzione delle batterie d'accompagnamento da 65117 con compagnie da 47l32; ----, alla motorizzazione dei gruppi da 75(27 e da 100117 del reggimento di artiglieria divisionale, nonchè a quella del reparto munizioni e viveri del gruppo someggiato . Non solo; ma per mancanza di materiali, 15 divisioni, di prevista nuova costituzione, non poterono avere per il momento neppure il battaglione mortai, e il loro reggimento d'artiglieria potè essere costituito, sempre per il momento, su 2 anzic hè su 3 gruppi . In un quadro più generale : - l'armamento anticarro della divisione risultava insufficiente quantitativamente (di massima solo 8 pezzi da 47 l 32 per divi-

sione) e qualitativamente (nessun pezzo anticarro di calibro riore al 47);

- le artiglierie contraeree risultavano insufficienti anch'esse quantitativamente (non molte le batterie autocampali) e mente (non vi erano pezzi di calibro superiore al 75);

- non vi erano artiglierie semoventi; - le scorte erano insufficienti e del tutto inadeguate ai bisogni dell'Esercito (I);

- deficienze notevoli vi erano nel campo dello stesso naie d'inquadramento

Complessivamente, nel settembre I939, l'Esercito disponeva di 67 Numero delle divisioni così distribuite: grandi unità.

48 divisioni in .territorio nazionale, di cui 2 corazzate, 2 motorizzate, 3 autotrasportabili, 3 celeri, 4 alpine;

I2 divisioni (esistenti o in affluenza) in Libia (2), di cui 4 però della Milizia; J 5 divisioni in Albania, di cui I corazzata e I ilpina; I divisione nell'Egeo (Dodecaneso); I divisione nell'Africa orientale (3).

(1) Questo fatto contrastava con quanto si era sempre affermato, e cioè che « senza scorte non si fa guerra di mo vimento » (v. nota n. 3 a pag. rr2). Sicchè, ne veniva a risultare uno sfasamemo tra dottrina tattica, tutta orientata alla guerra di movimento, anzi « di rapida decisione >>, e possibilità concrete, le quali erano seriamente limitate dalla insufficienza di scorte, di materiali e di mezzi

(2) Con decreto n. 70 del 9 gennaio 1939 (inserito nella G. U. n. 28 del 3 febbraio stesso anno e riportato dalla eire. 108 G. M. 1939), le 4 provincie in cui era stata divisa la Libia entrarono a far parte integrante del territorio del Regno d'Italia.

(3) Il numero delle divisioni (67) risultava maggiore di quello previsto dall 'ordinamento Pariani (63), perchè vi er;;tno comprese anche le 4 della Mil izia dislocate in Libia.

La forza alle armi, nel settembre 1939, in cifra tonda era di I.137.oo0 uomini distribuiti nella misura seguente: 8os.ooo uomini nel territorio nazionale; 84.000 uomini in Libia; 58.ooo uomini in Albania; r8.ooo uomini nell'Egeo (Dodecaneso ); 172.000 uomini nell'Africa orientale.

Può far meraviglia che l'Italia tenesse alle arm1, w periodo di pace, una massa così ragguardevo le di uomini; ma ogni meravigli::\ sparisce ove si tenga

137

Si trattava, però, di divisioni co n una co nsistenza assai leggera e con un volume di fuoco piuttosto scarso. Ma il fatto più grave era che in maggioranza tali divisioni, n el se ttembre 1939, erano ancora incomplete: solo 16 risulta vano effettivamente complete di materiali e di armame nto; le altre erano tuttora in crisi di trasformazione organic a da ternarie in binarie e comunque incomplete. Di analoghi inconven ien ti ri sentivano anche le a ltre unità non indivisionate: truppe e servizi sia di corpo d'armata che d'armata, raggruppam enti di reparti coloniali, ecc.

In conclusione, l'inizio della seco nda guerra mondiale colse l'Esercito ital iano in crisi di r iorga nizzazione e in uno stato di grave . nnpreparaziOne.

Nello stipu lare l ' allean za con la Ge rmania, il nostro Governo aveva molto insistito con l 'alleato affinchè si evitasse qualsiasi conflitto prima di t re anni, e cioè prima del 1943, in modo che l' Italia avesse almeno il tempo di prepara re convenientemente le sue for?-e armate. Ma poichè nel settembre 1939 si era impro vvisamente determinata, ad opera della Germania, una situazione di guerra in Europa, le nostre ma ssime autorità furono costrette ad affrettarsi, come è stato accennato prima, ad adotta re una serie di provvedimenti, ritenuti atti a con ferire alle unità dell'Esercito e delle altre forze armate - la maggiore efficienza possibile, compatibilmente con la povertà dei mezzi e col limitato potenziale delle nostre industrie.

presente la gravità della tensione che caratterizzò tutto il 1939, e che finl col dare origine al secondo co nflitto mondiale. Purtroppo, però, la massa dei nost ri reparti difet tava, co me già detto, di armi, di eq uipaggiamenti, di materia li . moderni; nè la nostra attrezza tura industriale era in grado di far fron te alle vaste necessità di un a guerra mode rna. Secondo l'Indice di mobilitazione, a fine agosto 1939 potevano essere mo· bilitate le seguenti unità:

I alto comando dell 'Esercito; 2 grupp i di armate; 9 armate; 21 corpi d 'ar mata; 50 divisioni di fanteria, di cui 20 normali, r ternaria (la « Granatieri di Sardegna ll), II autotrasportabili, 14 da montagna, 4 autotrasportabili .tipo A. S . (cfr. co n quanto detto a pag . 128, nota r); 5 div isioni alpine; 3 d ivi sioni celeri ; 2 div isioni corazzate; 2 div ision i motorizzate. Successivamente si sarebbero potuti mobilitare ancora 3 corpi d'a rm ata e 15 d i visioni di fanteria.

L'attenzione anzitutto venne rivolta al problema fondamentale dei quadri; tanto più che con gli ultimi ampliamenti organici effettuati nell 'Esercito, si era venuta a determinare una certa sproporzione fra nuova intelaiatura organica e disponibilità di quadri soprattutto di carrier a. Ad ovviare ad un tale inconveniente, fu disposto: - il reclutamento straordinario di 1.500 subalterni in s. p.e. ; - l'aumento organico di 2.200 ufficiali; - l'aumento organico di 6.500 sottufficiali; - il richiamo di 30.000 ufficiali.

Inoltre vennero svolti num erosi corsi integrativi allo scopo di dare impulso all'addestramento e alla specialìzzazione.

Sul problema degli specializzati in particolare (r), data la sua importanza in relazione al crescente sviluppo del tecnicismo e della motorizzazione deJI'Esercito, le nostre autorità portarono la loro attenzione, provvedendo ad aumentare per il momento di r8.ooo gli specializzati e a dare impulso allo svolgimento dei vari corsi di specializzazione.

Col richiamo di alcune classi dal congedo venne aumentata la forza alle armi, così da poter disporre di un contingente idoneo a fronteggiare la situazione internazionale in tutti i suoi eventuali sviluppi.

Mediante il richi amo di aliquote delle classi 1910- 12- 13 - 16 (altri richiami era no stati già fatti in primavera), che diede un gettito complessivo di circa 2oo.ooo uomini, si provvide, nell'autunno 1939, a rinforzare per prima i reparti della guardia alla frontiera occidentale; quindi, con la forza alle armi e con i richiami, si cominc iò ad organizzare un graduale approntamento di alc une grandi unità (1a e 4• armata; 6\ 2 .. e 1 ar mata; XII corpo d'armata).

Durante il periodo inve rnale 1939- 40, mentre si provvedeva a migliorare ancora l'inquad ramento dei rep arti in appronta mento, fu-

(1) Il nostro Stato Maggiore calcolava, prima della seconda guerra mondiale, che nelle varie armi accorressero le seguenti percentuali di specializzati: 45 % in fanteria; 47% negli alpini; 40% in cavalleria; 52% nei bersaglieri; 49 % ndl'artiglieria per divisioni di fanteria; 33% nell'artiglieria alpina; 42% nell'artiglieria celere; 48 % ndl'artiglieria di corpo d'armata. Come media si poteva dire che la metà all'incirca del contingente doveva essere specializzata, con la conseguen za che tale metà doveva ricevere un' istruzione maggiore dell'altra metà. Si argui va da ciò quanto importante fosse il problema degli specializzati.

139
Prov vedi menti per i quadri e per gli specializzati. Uicbi aml.

rono contemporaneamente diramate predisposizioni per una sollecita mobilitazione dei reparti non ancora approntati.

delle Sotto· e Capo dell'E· emer·

Frattanto, nel novembre 1939, le due cariche di Sottosegretario di Stato per la Gu erra e di Capo di S. M. dell'Esercito , che erano rimaste riunite nella stessa persona, vennero sdoppiate, restituendo così ad ognuna di esse le proprie responsabilità ed a ttrib uzioni di competenza (1 ).

Nello stesso tempo furono creati nuovi corpi d'armata e nuove divisioni, e si provvide a potenziare la guardia alla frontiera, considerata l'anima stessa delle nostre fortificazioni di co nfine, adottando una se rie di misure tra cui : - completamento dei depositi settoriali; - riordinamento delle artig lierie; aumento di capitecnici e degli specializzati per il funzionamento degli impianti interni delle opere. Sempre compatibilmente con la disponibilità dei mezzi e delle scorte, si cercò di migliorare tutto l'appresta mento n;lllitare e di procedere ad una m obilitazione g r aduale. Anzi, allo scopo di svolgere le operazioni relative alla mobilitazione senza eccessive scosse, fu prevista in un primo tempo la costituzione di sole 77 divisioni (in realtà però all'inizio del conflit to le divisioni mobilitate furono invece 73) in confronto delle 67 esistenti nel settembre 1939; sicchè, risultando minima la differenza tra i due quantitativi (le 67 divisioni già esistenti in p ace non era no infatti molto al disotto delle 77 da mobilitare), il completamento della mobilitazion e avrebbe potuto essere meglio agevolato.

Le divisioni (2) .sarebbero state raggruppate in 21 corpi d'armata (poi 24) e in 9 armate. Per la prima volta nell'Esercito italiano fu an-

(x) In data 3 novembre 1939 assunse la carica di Capo di S. M . dell'Esercito il maresciallo Rodolfo Graziani; sotto la stessa data venne nominato Sotto segretario di Stato per la Guerra (al posto del gen. Pariani) jl ge n. Ubaldo Soddu, che fu poi ispiratore e artefice dell'ordina mento 1940, di cui sarà detto in seguito.

(2) Le divis ioni, che furono poi mobilitate per la guerra, si distinguevano in: - divisioni di fanteria: avevano salrnerie, carrette e pochissimi automezzi; potevano essere del tipo normale e del tipo da mon tagn a, e differivano

q o

che prevista la costituzione di 2 gruppi di armate per l'eventualità che, in caso di conflitto, si dovesse sostenere la guerra su due fronti: contro la Francia e contro la Jugoslavia.

Procedendo intensamente nelle operazioni e negli accorgimenti per attuare una graduale mobilitazione, in data 1° novembre 1939 si riusd a migliorare la situazione dell'Esercito, rispetto a quella del settembre 1939 che si era rivelata fin troppo preoccupante : 38 divisioni - cioè 22 in più rispetto al settembre 1939 risultavano complete di materiali e di armamento (10 divisioni normali e da montagna e 3 autotrasportabili, di cui complessivamente 12 in Italia e r in Egeo; 13 divisioni speciali di cui II in Italia e 2 in Albania; 8 divisioni autotrasportabili e 4 della Milizia, tutte in Libia); 33 divisioni risultavano ancora incomplete (29 divisioni, di cui 3 in corso di costituzione, in Italia; 4 divisioni in Albania);

Situazione nel no • vembre 1939.

tra loro perchè quelle da montagna avrebbero dovuto avere il reggimento d'artiglieria o someggiato o carrellate;

- divisioni alpine: avevano salmerie numerose e l'artiglieria tutta someggiata;

- divisioni celeri: erano composte di cavalleria, bersag lieri ciclisti, artigl ieria a cavallo e a traino meccanico, e carri veloci;

- divisioni autotrasportabili: erano come le divisioni di fanteria del tipo normale, ma un po' più ridotte; l'artiglieria era a traino meccanico; potevano spostarsi in autocarro, ma non disponevano di autoreparti in proprio;

- divisioni mot01·izzate: erano composte di fanteria, bersaglieri e artiglieria a traino meccanico; disponevano in proprio degli automezzi necessari al loro trasporto;

- divisioni corazzate: comprendevano reparti di bersaglieri autocarrati, unità carriste e artiglieria a traino meccanico.

Prima dell'inizio delle ostilità vennero costituite in Libia due divisioni libiche, composte di truppe indigene.

Soggiungiamo che, nel corso della guerra poi, vennero creati questi altri tipi di divisione:

- divisione di fanteria da occupazio ne: aveva una forza ridotta, salmerie limitate e artiglieria a traino animale;

- divisione costiera: aveva da 2 a 4 reggimenti di fanteria, un numero vario di raggruppamenti d'artiglieria e servizi molto ridotti;

- divisione paracadutisti: comprendeva 3 reggimenti di fanteria, I reggimento d'artiglieria con materiale leggero e reparti speciali;

- divisione aviotrasportabile: aveva 2 reggimenti di fanter ia, I reggimento d'artiglieria e reparti speciali.

17 divisioni, di cui era stata prevista la costituzione, non erano state ancora neppure costituite ( 1 ).

E poichè questi primi risultati erano apparsi soddisfacenti, si era anche pensato di poter preventivare che per il maggio 1940 vi sarebbero state: 64 divisioni al completo; 9 divisioni incomplete ; 15 divisioni con forti deficienze (1). Le operazioni di mobilitazione vennero perciò intensificate .

u r e di Tra il febbraio e il maggio 1940 fu effettuato il richiamo di: - tutta la classe 1920; - due quadrimestri del 1919; - altre aliquote delle classi 1910- II- 12- 13- 14- 15- r6. Il getti to complessivo ·di tali richiami fu di circa 700.000 uomini, con i quali si po.tè : - portare al 100 % le unità della 6& armata, della Libia e dell'Egeo;

- aumentare l'efficienza operativa della I a e della 4• armata, già schierate, precauzionalmente, sulla frontiera occidentale;

- rinforzare sino al 6o % le unità della 2a e dell '8• arma ta, già sclùerate sulla frontiera orientale; - rinforzare le unità della Sardegna; - ricostituire, dove ancora mancavano, i terzi battaglio ni dei reggimenti e le terze batterie dei gruppi;

- approntare gli elementi necessari per la difesa contraerea territoriale.

Altri provvedimenti furono posti allo studio intesi a: - completare i comandi territoriali per poter così sganc1are dal territorio le grandi unità;

- completare ·ai 100 % gli stati maggiori dei comandi di grande unità;

-completare al 100 % tutte le unità esistenti della Ia, della 2\ della 3&, della 4a, della 1 e arma ta;

(x) Come si vedt;; 'il programma di mobilitazione iniziale che aveva previsto la costituzione un primo tempo di sole 77 divisioni - e di cu i si è testè parlato - era stato ben presto allargato sino a comprendere, nel nuovo programma, la costituzione di 88 divisioni.

- approntare al roo% tutte le unità dei collegamenti; - approntare determinati battaglioni della Milizia per la 2a e 8" armata, per la Sicilia e per la Sardegn a.

Nel campo dei materiali si cercò, con spostamenti e ripieghi molteplici, di far fronte alle esigenze sempre pi ù pressa nti delle varie unità. Malgrado, però, si fosse fatto tutto il possibile per superare le difficoltà derivanti dalla povertà dei mezzi, nella primavera del 1940 si potè solo rag giu ngere la situazione seguente : - scorte notevolmente inferiori ai quan tit at ivi previsti (r); - non eravamo in grado di rifornire forze superiori ad un quar.to dell'Esercito, e per no n oltre 6 mesi; - mo l te divisioni sa rebbero entr ate in guerra incomplete di armi, materiali, quadrupedi e automezzi, sebbe ne, per mancanza di mezzi, si fosse addivenuti nel fratt empo ad una riduzione nel numero de lle grandi unità da m obilitare, !imitandole - senza con tare le 2 d i visioni in A. O. - a sole 73 (quindi non più 88 e nemmeno 77, come era stato preventivato nel programma iniziale di mobilitazione).

ORDINAMENTO 1940

(Legge 1t. 368 del 9 maggio I 940).

L 'ordinamento Pariani, come abbi amo già vis to, era basato ____._ e ques to anzi ne costituiv a la caratteristica principale - sull'adozione della divisione bin aria . Senonchè, con tale adozio ne, la dosatura della fan teri a, nell'àm bito divisionale, era risultata scarsa. Per ovviare ad un tale i nconveniente fu di spos to che, dal marzo 1940, venisse assegnata ad ogni divisione di fant eria una legione della Milizia, formata da I comando, 2 battaglioni e reparti mitraglieri e di complemento, della forza complessiva di ci rca 1300 uomini (2).

(r) V. nota r a pag . 137.

(2) V. circolare n. IQ9230/r8-I-12 del r8 marzo 1940 del Ministero della Guerra (Gabinetto), relativa all'imm issione di reparti della Milizia nelle unità dell'E sercito.

Ta nto la legione quanto i battaglioni della Milizia si differenziavano dalle corrispondenti uni tà dell'Esercito (reggimento e battaglioni di fanteria), oltre che per il diverso reclutamento (volontario nella Milizia, obbligatorio nell' E sercito), anche per la massa dì uomini più rjdotta e per la minore potenza di

14 3
Sit u azi one n e Ila primavera 1940.

ione di ione di Ile divi • i e ser· ordina•

144

Con ciò non si trattava affatto di un ritorno alla divisione ternaria (e le autorità anzi tennero a precisare un tale concetto); comunqu e però, co n l'assegnazione .della legione della Milizia ad ogni divisione di fanteria, si veniva a dare nelle mani del divisionario un elemento di manovra, anche se assai snello e mod esto. Con tale provvedimento, quindi, non si ritenne di infirmare l'essenza di tutto l'ordinamento Pariani che rimase fondamentalmente quello che era, fondato cioè sulla fo rma zio ne binaria della div isio ne. Ri tocca to , completato ed amp liato, esso diede luogo all'ordinamento definitivo stabilito con legge n. 368 del 9 maggio 1940 (inserita nella G. U. n. II3 del 15 maggio stesso anno e riportata dalla circolare 320 G. M. 1940) ed entrato in vigo re con decorrenza dal 1° gennaio 1940 (r).

Secondo l'ordinamento 1940, che qui riportiamo schematicamente per meglio rilevarne le differenze co n l'ordinamento stabilito nel 1934 con decreto n. 1723 dell'II ottobre, l'Esercito metropolitano fu così ordinato :

a) Il Corpo di S. M. e le grandi unità. Lo Stato Maggiore dell'Ese rcito continuò a comprendere (2). - un Corpo di S. M., formato dagli uffic iali di S. M.; - un Servizio di S. M., formato dagl i ufficiali in servizio di S. M.

Era retto dal Capo di S. M. dell' E sercito, il qua le era coadiuvato da un Sottocapo di S. M. dell'Esercito e comand ante in 2a del Corpo di S. M ., e da un Sottocapo di S. M. per la difesa territoriale. Nelle gra ndi unità furono compre si: 6 comandi di armata (2 in più rispetto all'ordinamento del 1934);

fuoco che caratterizzavano i reparti della Milizia nei confronti di quelli dell'Esercito.

Le legioni della Milizia furo no assegnate soltanto alle divisioni di farlteria sia del tipo normale, sia del tipo da monta gna; alle altre divisioni speciali (alpine, celed, autotrasportabili, motorizzate, ecc.) non ne furono assegnate. (x) Tale ordinamento, a stretto rigore, dovrebbe esser chiamato <<ordinamento Soddu » dal nome del Sottosegretario di Stato per la Guerra che ne fu fervente sostenitore e ne caldeggiò l'approvazione. Però, poichè esso si richitv mava sostanzialment e all'ordinamento Pariani, di cui era in fondo una edi-zione ampliata e completa, si è ritenuto opportuno chiamarlo semplicemente «ordinamento 1940 » (2) V. pag. u3.

I8 corpi d'armata (5 in più, di cui I costituente il « comandosuperiore delle truppe in Albania »);

I corpo d'armata autotrasportabile (costituito ex novo);

I corpo d'armata corazzato (costituito ex novo); I corpo d'armata celere (costituito ex novo);

I comando superiore delle truppe alpine (equivalente a un comando di cor po d'armata, costituito ex novo); 54 divisioni di fanteria (23 in più);

2 divisioni motorizzate (costituite ex novo) ; 3 divisioni corazzate (costituite ex novo);

5 divisioni alpine ( I in più); divisioni celeri. C'erano da aggiungere inoltre, di nuova costituzione: 3 divisioni carabini eri;

I comando truppe di Zara con deposito misto; I coma n do truppe dell'Elba co n deposito misto; I6 comandi di difesa territoria le; 28 comandi di zona militare.

Rispetto all'ordinamento Pariani stabilito con decreto n. 2095 del 22 dicembre I938, c'era stato l'aumento di: I comando d'armata; I corpo d'armata; I corpo d'armata autotrasportabile; 3 divisioni di fanteria; I divisione corazzata; 3 comandi di difesa territoriale.

b) Istituti militari. Comprendevano: le scuole militari (gli ex collegi milita r i); l'accademia di fanteria e di cavalleria; l'accademia di ar.tiglieria e del genio; la scuola di app licazione di fanteria, quella di cavalleria, quella di artiglieria e del genio, quella di sanità; le scuole centrali; la scuola centrale di alpinismo (in più); la scuola di tiro di artiglieria; l'istituto superiore di guerra; l'i stituto superiore tecnico armi e munizioni; l'istituto superiore delle trasmissioni; le scuole allievi ufficiali di complemento; le scuole allievi sottufficiali.

L 'o rganizzazione sco last ica militare si può quindi dire nmase fondamentalmente immutata.

c) Arma dei carabinieri. Comprendeva: il comando generale dell'arma; 3 divisioni (in più); r comando superiore dei carabinieri d'Albania (in p iù); 7 brigate (r in più rispet to ai 6 ispettorati di zona dell'ordinamento 1934); 28 legio ni territoriali (8 in più); I scuola centrale; I legione allievi; I gruppo squadroni; 4 battaglioni (r in più); I gruppo dislocato n elle isole italiane dell'Egeo (in più); r squadrone gua rdie del Re.

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IO - U. S.

Anche quest'arma risentiva degli ampliamenti organici apportati nell'Esercito.

d) Arma di fanteria. Comprendeva: I ispettorato dell'arma; 3 reggimenti granatieri; 106 reggimenti di fanteria divisionale (I7 in più); 4 reggimenti di fanteria motorizzata (in più e costituiti ex novo); 12 reggimenti bersaglieri ; IO reggimenti aàpini (I in più); 6 reggimenti di fanteria carrista (5 in più); I reggimento di fanteria della guardia alla frontiera (costituiti ex novo); I battaglione « Guardia reale albanese » (ex novo).

Si sono avuti aumenti in quasi tutte le specialità, e in più si è avuta la nuova specialità della fanteria motorizzata. · Spariti tutti i comandi di brigata.

Rispetto all'ordinamento Parìani del dicembre 1938 c'era stato l'aumento di 6 reggimenti di fanteria divisionale, I reggimento di fanteria della guardia alla frontiera e I battaglione « Guardia reale albanese n.

e) Arma di cavalleria. Comprendeva: I3 reggimenti (r in più); gruppi di squadroni carri leggeri (in più); 5 squadroni palafrenieri (I in più).

Spariti i comandi di brigata, mentre venne dato impulso alla costituzione degli squadroni meccanizzati.

Rispetto all'ordinamento Pariani dd dicembre I938 c'era stato l'aumento di r reggimento di cavalleria.

f) Arma di artiglieria e servizio tecnico delle armi e delle munizioni. L'arma di artiglieria comprendeva: I ispe.ttorato dell'arma; 2I comandi di artiglieria di corpo d'armata (8 in più); 54 reggimenti di artiglieria per divisione di fanteria (23 in più); 2 reggimenti di artiglieria per divisione motorizzata (in più ed ex novo); 3 reggimenti di artiglieria per divisione corazzata (in più ed ex novo); 5 reggimenti di artiglieria alpina (I in più); 3 reggimenti di artiglieria per divisione celere; 9 reggimenti di artiglieria della guardia alla frontiera (di nuova costituzione); r8 reggimenti di artiglieria di corpo d'armata (6 in più); 5 reggimenti di artiglieria d'armata (5 in meno); 5 reggimenti di artiglieria contraerei; I gruppo autonomo di artiglieria della guardia alla frontiera (di nuova costituzione); I reparto palafrenieri; r8 direzioni di artiglieria (5 in più); stabilimenti vari.

Il servizio tecnico delle armi e delle munizioni comprendeva: I direzione superiore del servizio tecnico; I istituto superiore del servizio tecnico (in più); I ufficio tavole di tiro; vari centri esperienze.

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Nell'insieme, c'era stato generalmente un aumento nelle unità d'arma, tranne in quelle di grande potenza nelle quali c'era stata una diminuzione (l'artiglieria d'armata era stata ridotta a 5 reggimenti). Largo incremento era stato dato alla mobilità delle unità. Nel servizio tecnico si era cercato di dare un'organizzazione ancor più razionale, con carattere strettamente tecnico . Rispetto all'ordinamento Pariani del dicembre I938 c'era stato l'aumento di 3 comandi di artiglieria di corpo d'armata, 3 reggimenti di artiglieria per divisione di fanteria, I reggimento di artiglieria per divisione corazzata, 3 reggimenti di arùglieria della guardia alla fronùera, 2 reggimenti di arùglieria di corpo d'armata, I gruppo autonomo di artiglieria della guardia alla frontiera, 2 direzioni eli artiglieria.

g) Arma del genio e servizio studi ed esperienze del genio. L'arma del genio comprendeva: I ispettorato dell'anna; I8 comandi del genio di corpo d'armata (5 in più); 18 reggimenti genio di corpo d'armata (6 .in più); 2 reggimenti minatori; 2 reggimenti pontieri; I reggimento ferrovieri; I officina delle trasmissioni; I officina delle costruzioni del genio.

Il servizio studi ed esperienze comprendeva: I direzione superiore del servizio; I istituto superiore delle trasmissioni; centri vari di stud . io del genio.

Rispetto all'ordinamento Pariani del dicembre I938 c'era stato un aumento limitato a 2 comandi ·del genio di corpo d'armata e a 2 reggimenti genio di corpo d'armata.

h) Guardia alla frontiera. Di recente cosùtuzione (I), comprendeva nel suo nuovo ordinamento: I I comandi di guardia alla frontiera di corpo d'àrmata; un numero vario di settori di copertura; I reggimento di fanteria della guardia alla frontiera; 9 reggimenti di artiglieria della guardia alla frontiera; I gruppo autonomo di artiglieria guardia alla frontiera.

i) Corpo automobilistico e servizio tecnico automobilistico . Il corpo au tomobilisùco, per la sua importanza, venne ad acquisire un ordine di precedenza che lo poneva tra le armi e i servizi. Comprendeva: I8 centri automobilistici (5 in più); un numero vario di gruppi automobilisùci (in più); I officina automobilistica; I ufficio autonomo degli approvvigionamenti automobilistici.

Il servizio tecnico comprendeva: I direzione superiore del servizio; I centro studi della motorizzazione.

(I) V. nota I a pag. 107.

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Rispetto all'ordinamento Pariani del dicembre I938 c'era stato l'aumento di 2 centri automobilis tici. Notevole era l'organizzazione di questo importante elemento con criteri razionali che separavano le attribuzioni <!egli organi operativi da quelli preposti allo studio tecnico e al delicato problema degli approvvigionamenti.

l) Servizio chimico. Crebbe d'importanza, comprendendo: I reggimento chimico (di nuova costituzione); I deposito territoriale; vari centri sperimentali

m) Seguivano il :

Servizio sanitario, con 5 ispettorati di s.anità; I8 direzioni di sanit à (5 in più); I8 compagnie di sanità (5 in più); I istituto chimico farmaceutico militare; ospedali e infermerie presidiarie.

Servizio di commissariato, con 2 ispettorati di commissariato; 18 direzioni di commissariato (5 in più); I8 compagnie di sussistenza (sin più); stabilimenti vari.

Servizio di amministrazione. Invariato. · Servizio veterinario. Invariato.

Servizio dei centri rifornimento quadrupedi e servtzto dei depositi cavalli stalloni. Fondamentalmente invariati.

Servizio geografico (corrispondente all'Istituto geografico militare). Invariato.

Distretti militari. Furono portati a II6 (I6 in più).

Tribunali militari. Comprendevano I tribunale supremo militare e IO tribunali militari t erritoriali (4 in più).

Reparti di correzione e stabilimenti militari di pena. Fondamentalmente invariati.

Una particolare raccomandazione era fatta perchè le autorità centrali curassero il completamento e la sistemazione di tutti i materiali costituenti le dotazioni di mobilitazione e perchè l'organizzazione prevista dall'ordinamento venisse raggiunta gradualmente.

Fu questo l'ultimo ordinamento di pace stab ilito prima della nostra entrata in guerra del giugno I940. · Contemporaneamente alla legge sull'ordinamento, altre importanti leggi furono emanate sullo stato e sull'avanzamento degli ufficiali e sulla concessione di un assegno speciale agli ufficiali che lasciavano il servizio permanente (I).

(r) Legge n. 369 in data 9 maggio 1940 sullo stato degli ufficiali dell' Esercito, inserita nella G . U. n . 113 del 15 maggio stesso anno e riportata dalla eire. 321 G. M. 1940.

DELL'ESERCITO AL MOMENTO DELL'ENTRATA IN GUERRA (IO giugno 1940)

Al momento dell'entrata in guerra, 10 giugno 1940, l'Esercito italiano disponeva di una forza alle armi pari a 1.634·950 uomini, inquadrati in: 3 comandi di gruppo di armate: ovest, est e sud; 9 comandi di armata: I", 2"', 3"'. 4", 5", J", 8", ro"", « Po )) ; 24 comandi di corpo d'armata, di cui r alpino, I autotrasportabile, I corazzato e I celere; 73 divisioni, di cui 43 di fanteria, 5 alpine, 3 autotrasportabili normali, 9 autotrasportabili tipo A. S., 3 corazzate, 3 celeri, 2 motorizzate, 2 libiche, 3 della Mili zia (I); altre unità minori (tra cui 3 raggruppamenti alpini).

Però, se c 'erano le unità, sia grandi che piccole, non c'erano i Gra,•i lacune. materiali necessari. Delle 73 divisioni mobilitate, infatti, solo una piccola parte risultava completa di ma teriali e di armamento; le altre - ed erano la maggior parte - risultavano o efficienti ma incomplete, oppure poco efficienti (2).

Legge n. 370 in data 9 maggio 1940 sull'avanzamento degli ufficiali dell'Esercito, inserita nella G. U n. II3 del 15 maggio stesso anno e riportata dalla eire. 322 G. M 1940.

Legge n. 371 in data 9 maggio 1940 sulla concessione di un assegno speciale agli ufficiali del l'Esercito che lasciavano il servizio permanente, inserita n ella G U. n. II3 del 15 maggio stesso anno e riportata dalla eire. 323 G. M. 1940.

Queste leggi, emanate alla vigilia della entrata in guerra dell'Italia, si ispirarono essenzialmente al criterio di mantenere nel ruolo comando, cioè nel ruo lo operativo per eccellenza, ufficiali scelti e in età relativamente ancora giovane. A tal fine, i «limiti di comf!ndo ll stabiliti per la promovibilità degli ufficial i appartenenti al ruolo comando, di cui alla precedente legge n . 899 del 7 giugno 1934, furono trasformati in limiti di età, i qual i perciò risultarono di parecchio anticipati rispetto ai limiti di età stabiliti per gli altri ruoli: C<Ul conseguenze faci lmente intuitive.

(r) Non erano comprese le 2 divisioni in A. O .

(2) Le divisioni «com plete ll avevano il 100% del personale occorrente, le dotazioni individuali e di reparto, l'armamento collettivo, e quadrupedi e automezzi da completare med iante requisizioni; le divisioni « efficienti ma incomplete ll avevano il 75% · del personale, armamento e dotazioni al completo, e deficienze varie specie nei mezzi d i trasporto; le div isioni «poco efficienti»

LA SITUAZIONE

Per il completamento delle unità mobilitate vi era carenza persino di personale: mancavano oltre 2oo.ooo uomini. Grave la deficienza degli equipaggiamenti e di altri materiali i nd ispensab ili. Sicchè, alla intrinseca leggerezza costituzionale delle nostre divisioni in confron to con quelle estere, si aggiungevano altre gravi lacune d'ordine materiale (I).

Erano condizioni, queste, tutte ben poco promettenti per poter affrontare una guerra moderna di carattere to.talitario contro Eserciti di gran lunga più ricchi di mezzi, e nella quale, contrariamente alle concezioni che si ::tvevano ancora nel secolo passato (2), il fattore materiale aveva assunto un ' importanza predominante (3).

avevano il 6o% del personale, il so% di quadrupedi ed automezzi, e defi cienze varie nelle dotazioni e nel le armi. Al lume di questi dati, e in contrasto con quanto era risultato in data 1° novembre 1939 (v. pag. r4r), delle 73 divis ion i mobilitate, solo 19 risultavano effettivamente complete; 34 (comprese quelle libiche) risulta vano efficienti ma incomplete, e 20 poco efficienti ( r ) Scrive il gen. Carlo Favagrossa, che fu Commissario generale e successivamente Ministro per le Fabbricazioni d i Guerra: «Le divisioni d i fanteria - pure includendovi la legione di camicie nere - risulta vano d i un numero di battaglioni inferiore alle divisioni francesi e jugoslave, le quali possedevano 5 gruppi di artiglieria (di cui 2 di medio calibro) contro i 3 gruppi di artiglier ia leggera e antiquata di cui erano dotate le nostre divisioni. Mancavano altr esì del reparto esplorante, del quale erano in vece dotate le divisioni francesi e jugoslave. L'organico delle armi di accompagnamento e anticarro era 1/4 di quello delle divisioni francesi ed I Ì9 di quello delle divisioni tedesche. Se poi si considera che in realtà le dotazioni erano sempre inferiori agli organici e per lo più di armi di efficacia inferiore alle francesi e tedesche, il confronto assume caratteristiche fallimentari ...

« Le munizioni di artiglieria erano limitatissime .. . «Tragica si poteva definire la situazione del vestiario e dell'equipaggiamento, poichè i ri chiami allora in corso avrebbero assorbito quasi tutte le serie esistenti e le nuove forniture non avrebbero potuto coprire i consumi normali. Per la mobilitazione generale mancava un milione di serie di vestiario .. . ». (Dal libro « Perchè perdemmo la guerra >>, pagg. 26, 27 e 28).

(2) Basti ricordare che nel secolo scorso vi fu un momento in cui la dottrina tattica russa, quasi ad esaltazione esclusiva del fattore spiritualistico, mater iato di co raggio e di slancio negli assalti, rimase suggestionata e ispirata al noto aforisma: « la palla è pazza, la baionetta è saggia >> .

(3) « Non è certo con l'insufficienza dei materiali - concludeva in proposito nel suo lib ro il gen . Favagrossa - che s.i possono avere ardite concezioni nel campo strategico e nel campo tattico. Con l'incertezza dei ri fornime nti non si possono concepire operazioni a largo raggio miranti ad obiettivi lontani: con la miserja, le concezioni dei più capaci risultano limitate e ristrette portando con sè le tracce dell'indigenza ». (Dal libro « Perchè perdemmo la guerra», pag. 235).

Alla base della do t trina tattica continuarono ad esserci le norme emanate nel 1935 con le « Direttive per l'impiego delle grandi unità >> e nel I936 con le « Norme per il combattimento della divisione », le quali sostanzialmente conservavano t utto il loro valore. Solo, però, che con l'adozione della divisione binaria, tali norme bisognava applicarle tenendo conto delle differenti funzioni a ffidate alla divisione nel quadro della manovra del corpo d'armata e che si riassumevano nell'urto e nella penetrazione.

Per meglio chiarire e diffondere questo concetto, nel 1938 venne diramata la circolare 9000 su « La dottrina tattica nelle realizzazioni dell'anno XVI » (r), con la quale, a proposito delle grandi unità, si precisò la funzione di ognuna di esse.

«La divisione di fanteria era detto - è la grande unità base del combattimento destinata, particolarmente, all ' urto ed alla penetrazione. Ha costituzione organica fissa ed è unità inscindibile

«Il corpo d'armata è la grande unità di manovra. Unità fondamentale della battaglia, può svolgere nel quadro dell'armata, con le sue sole forze, più atti del combattimento

« L'armata è grande unità strategica e logistica, di composizione varia, corrispondente agli scopi della manovra ad essa affidata » .

La di gruppi d'armata, con compiti esclusivamente strategici, era considerata eventuale.

Da quanto precede era da dedursi che l'adozione della divisione binaria non doveva rispondere ad un semplice mutamento organico, ma a un radicale cambio di funzioni. La divisione doveva mirare soltanto all'urto e alla penetrazione, senza preoccuparsi troppo della manovra, la quale invece doveva essere svolta dal corpo d'armata che veniva così ad accentuare il suo carattere di grande unità di manovra. All'organizzazione unitaria del combattimento la divisione doveva unire una condotta del combattimento basata su una articolazione s,emplice della massa, sulla coordinazione del fuoco e del movimento e su una serrata alimentazione della battaglia. La manovra, nell'àmbito del corpo d'armata, doveva essere « facilitata dal giuoco degli scavalcamenti >> .

Come quadro indicativo, nell'azione offensiva delle grandi unità si avevano: la marcia al nemico (preferibile di notte; gravitazione del (r) La numerazione « XVI >> si riferis ce agli anni del Gov erno fascista.

r ) [ f
LA DOTTRINA TATTICA ALLA VIGILIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE. N orme per le grandi un ità.

movimento su una data direzione e verso obiettivi successivi); i combattimenti preliminari (coordinati dal comandante di corpo d'armata); l'attacco (si doveva tendere ai fianchi e al tergo dello schieramento nemico, con impiego a massa dell'artiglieria e, nell'àmbito divisionale, con scopo unico e direzione unica); il completamento del successo (da operarsi con penetrazione irruente intesa a sca rdinare i pilastri della difesa).

Nell'azione difensiva si dovevano predisporre: un pia1w di resistenza, adattando il fuoco al terreno, e una manovra controffensiva da attuarsi in forze a momento opportuno; neila zona di sicurezza occorreva organizzare una o più posizioni di arresto, occupate con sole unità mitraglieri e armi anticarro, allo scopo di « rendere più lenta e più cruenta l'avanzata del nemico ».

« La division e tipo ed il corpo d'armata - concludeva la circolare 9000 ---,- per la potenza di fuoco che sono in grado di realizzare e per la larga applicazione della motorizzazione, sono particolarmente idonei a quell'urto di masse ___, manovrato e risoluto - attraverso il quale noi ricerchiamo la soluzione rapida della lotta ».

Era, infatti, sempre « l'imperativo categorico della guerra di rapido corso >> che doveva inflessibilmente animare capi e stati maggiori, per renderli capaci di creare sul campo di battaglia le condizioni migliori per una soluzione rapidamente vittoriosa.

dei mo· In relazione a tale imperativo, anche l'impiego del mezzo meccanico era destinato ad assumere proporzioni sempre più vaste ed una importanza considerevole, per cui strade ed automezzi andavano posti in primo piano come una « vera forza di guerra >> .

Il grande sviluppo della motorizzazio ne imponeva d'altro canto la necessità di un equilibrio t ra strada e mo.vimento. Occorreva dunque organizzare le strade e disciplinare il movimento, sulla base delle necessità operative. A tale scopo venne diramato, nell'edizione del 1939, un regolamento sull' « Organizzazione stradale e disciplina del movimento in guerra >> , distinto in tre parti: nella prima parte erano date norme per i lavori stradali, per la circolazione e per l'organizzazione degli itinerari; nella seconda, era no indicati gli organi preposti alla direzione, alla coordinazione e all'esecuzione dei lavori e della vigilanza stradale; nella terza parte era detto come doveva funzionare il servizio (1).

(1) Nel 1937 era stata redatta anche una nuova edizione del « Servizio ùz guet-ra >> , in sostituzione della vecchia edizione che risaliva al 1912. In essa

A complemento della circolare 9000 venne anche preparata nel N or per 1 a J 938 la circolare 9500 su « L'esplorazione » , nella quale vennero espo- esploraziOne. sti sinteticamente i criteri e le modalità per l'impiego delle unità e dei reparti incaricati dell'esplorazione, tanto necessaria per la conoscenza della situazione del nemico.

L'esplorazione poteva essere:

- strategica (q uella strategica aerea aveva lo scopo di determinare dislocazione, entità, movimenti delle masse nemiche; quella strategica terrestre aveva lo scopo di integrare i compiti dell'esplorazione aerea e di iniziare la presa di contatto con l'avversario, e si articolava in un «grosso», preceduto da «distaccamenti esploranti n, di composizione varia, che irradiavano «pattuglie esploranti»);

- tattica (quella tattica aerea aveva lo scopo di determinare l'en tità, la dislocazione e l'atteggiamento delle forze nemiche contrapposte; quella terrestre aveva lo scopo di precisare e completare i òsultati dell'esplorazione aerea, prendendo contatto con le grandi unità avversarie contrapposte, ed era effettuata sul fronte dei corpi d'armata di Ia schiera dai «nuclei esploranti>> celeri o di fanteria, articola t! in « grosso )> e « pattuglie esploranti »);

- ravvicinata (aveva lo scopo di individuare presenza, forza e atteggiamento del nemico, ed era effe t tuata dai plotoni esploratori spinti anche a 3-4 chilometri avanti all'avanguardia o ai battaglioni di 1° scaglione) .

Nell;esplorazione si raccomandava prontezza di decisione: nell'incertezza, attaccare sempre arditamente, tenendo costantemente presente quanto poteva acquistare valore ai fini di una guerra di rapido corso.

Quanto alla dottrina relativa all'impiego delle varie armi, specialmente delle unità di fanteria ed artiglieria, si cercò di trarre utili e pratici ammaestràmenti dalle operazioni che si svolgevano nella guerra di Spagna, pur tenendo con to che si trattava di una guerra civile con caratteristiche particolari e differenti da una guerra fra grandi eserciti regolari (I).

erano contenute norme, aggiornate, sulla di sciplina di guerra, sul servizio di polizia, sui comandi e sulle truppe, e sulla compilazione d i documenti (r) Sulla base d i osservazioni e di dati di esperienza raccolti nel corso de lle operazioni in Spagna, il Comando del Corpo di S. M provvide a compilare un fascicoletto: «Note sull'impiego delle minori unità di fanteria ed artiglieria nella guerm di Spagna » (n 6.8oo del 20 maggio 1938), nel quale erano messi

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Per l a Un particolare risalto, in questo periodo che va dal 1937 al 1940, venne dato alla regolamentazione per la fanteria, non soltanto per la sua importanza tattica, ma anche a ca usa delle variazioni organiche, talvolta sostanziali, che vi. furono introdotte e che suggerirono l'adozione di procedimenti più aderenti. Così, in seguito all'adozione della formazione della squadra fucilieri su due gruppi, di cui uno di fucilieri e uno di mitragliatori con I fucile mitragliatore (formazione questa che ricordava molto quella prevista dall' « Addestramento della fanteria», ediz. 1923), si ritenne opportuno diramare nel 1937, in fascicoletto, l'« Addestramento tattico dei minori reparti di fanteria ))' co l quale furono date norme per l'impiego in comb attime nto della sq uadra e del plotone costituiti secondo le nuove formazio ni. Importante quanto era detto circa l'azione difensiva, per la quale si volle stabilire, in contrapposizione a quanto si era co ntinua to a fare sino allora, l'opportunità di reagire di preferenza col fuoco anzichè col movim ento; giacc h è le reazioni di movimento, spinte sino alle ultime cellule tattiche, come si era insisti to nelle rcgolamentazioni passate, minacciavano in realtà di degenerare in dispersioni di forze e di sforzi senza un rendimento adeguato. In tal senso, nel gennaio 1938 venne anche diramata (eire. uoo) la « Traccia orientativa per l'impiego e per l'addestramento della compagnia fucilieri e mitraglieri l>, con le anzidette innovazioni nei procedimenti difensivi della fanteria.

Intanto, altre modifiche organiche vennero apportate ancora nella costituzione dei reparti di fanteria.

In aderenza al co ncetto di conseguire la maggiore possibile semplificazione, furono assegnati alle compagnie fucilieri soltanto fucil i e fucil i mitragliatori ; i mortai d'assalto' da 45 e le mitragliatrici furono assegnati in organico al battaglione; ment re il reggimento fu do tato di mortai da 8r e di pezzi da 47·

A questo scaglionamento organico di mezzi di fuoco poteva aggiungersi l'eventuale rinforzo di altre armi secondo le necessità contingenti del momento.

I mortai d'assalto da 45, accentrati, come si è detto, nel battaglione, furono aumenta ti di numero, accentuando in tal modo la portata offensiva di quel reparto. Anc he nelle u nità mitraglieri fu apportata una innovazione, costituendo i plotoni mitraglieri non più su 3, ma su 4 mitrag liatrici .

in rilievo gli ammaestrame nti tratti per quanto si riferiva particolarmente al· l' impiego delle armi di accompagnamento della fanteria, dei ca rri d'assalto e dell'artiglieria divisionale.

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L'innovazione però a ncora più notevole fu quell a ap portata nel p l otone fucilieri, il quale ve nn e costit uito su 2 sq uadre, ma con questo: che ad ogni squadra furono assegnati 2 fucili mit raglia tori; sicchè il plotone ve nn e a guadagnare in mobilità e nello stesso .tempo in pote nza di fuoco con l ' aumento di un f u cile mitra g liatore, mentre la compagnia fucili eri ed il battaglione vennero ad accrescersi rispettivamente di 3 e di 9 fucili mitragliatori.

Questo armamento multiplo, unito ai vari mezzi in dis tribu zione, impose in fanteria che venisse cura ta e approfo ndita la specializzaz ione dei compiti e che venisse inoltre perfezionata nei quadri l a capacità tat tica e sviluppata l'abilità tecnica insieme ad un sa n o spirito o rgan izzati vo A tal fine, nel 1939 ve nn e preparato e dis tribuit o, in edizione completamente aggiornata, l' « Addestra me nto della fanteria », col quale fu rono date nozioni sull'impiego delle armi, dei mezzi e delle varie uni t à di fan teria, dalla squadra al reggi mento.

Col nu ovo « Addestramento » si intese armonizzare, inquadrandolo in una più vasta co ncezione dinam ica della guerra, il concetto del movimento con quelle che erano le inderogabili necessità del fuoco . Era la massima valorizzazione del fuoco che doveva servire ad imprimere un ritm o inflessibile al m ov imento e all'urto .

« L a fanteria - si volle p recisare ancora in modo categorico - è l 'elemento decisivo della lotta: se avanza, tutti avanzano; se si ferma, l' azione si stabilizza; se cede, tutti cedono. Soltanto la fa nteri a può, co n la conquist a, affermare la vi ttoria» Si ribadiva in tal modo, comp leta nd olo, l'identico concetto g ià espresso nelle « Norme per il combattimento della divisione » del 1936.

L'artiglieria, il ge nio, l'aviazione e persino l ' arma c himica dovevano cooperare co n b fa nteria per il suo migliore successo .

La fant eria, fra i tanti compiti, aveva anche quello di provvedere all'esplo ra zione ed alla sicurezz a Nell'attacc o dov eva organizza re fuoco, movimento ed urto , per andare avanti sino al raggiungimento degli obiettivi, imponendo la propria volontà con la co n ce n trazione degli sforzi e la superiorità del fuoco n ei tratti prescelti (preparazione d'ar tigli eria, appoggio e fuoco d'acc ompagnam e nto, eventu ale appo ggio di unità car ris te).

Nella di fensiva doveva organizzare l a resistenza sfruttando e valorizzando fuoco, terreno e ostacolo, scaglionand o i n prof ondi tà le forze su un a zo na di sic urezza e una posizio ne di resistenza (con posizioni di arres to, centri di fu oco e capi saldi) e predis ponendo osservazione, reazioni di fuoco e movimento

Erano questi m buona parte vecchi concetti tatttcl, presentati però in un a forma rimodernata e al lume delle possibilità dei nuovi mezzi. In sos tan za, tutto il din amismo appariva contenuto entro le esigenze ferree e inderogabili di un fuoco efficace ed ispirato alla massima fondamentale : « senza fuoco non si avanza » (1 ).

Il qu adro tattico della fanteria era infine, dall'<<Addestramento », completato con norme per il combattimento in casi particolari (combattimento nei boschi, negli abitati, di notte, ecc.).

r l'arti· Norme furono dat e anche per l 'impiego dell'ar.tiglieria, dell'arma cioè destinata a cooperare più strettamente con la fanteria; e se tali norme, in tesi generale, scaturivano da quanto era detto dalle «Direttive per l'impiego delle gra11di unità » e dalle «Norme per il combattimento della divisione » , varianti tuttavia erano apportate nei particolari per meglio renderle aderenti alle necessità imposte dall a «guerra di rapido corso ».

A tal pr oposito, nel 1937 fu diramato un nuovo « Addestrame11to dell'artiglieria » , vol. III, par te I, che trattava l'« Im piego e

( r) Prima della nostra entrata in guerra, si cercò di dare una larga diffusione alla co noscenza de i procedimenti d'azione della fa n teria, p ubblicando, nel 1940, un « Memento tattico » rel ativo all'impiego delle min ori unità di fanteria, con le ultime innovazioni, e un « Manuale per l'ufficiale di fanteria» contenente una raccolta di dati, d i caratte re organico- tecnico- tattic o -logistico, tr atti dalle più recenti regolamen tazioni dell'arma.

Per la conoscenza tecnica delle armi e dei mezzi furono inoltre pubblicate varie istruzioni tra cui : la « lstruzùme provvisoria sul mortaio d'assalto Brixia mod. 3 5 », ed . 1937; la «Istruzione provvisoria sul mortaio da 81 m od. 35 », ed. 1937; l' « Addestramento al tiro col mortaio da 81 e col pezzo da 47 mod. 35 », ed . 1938; la « lstrt4zione provvisoria sulla mitragliatrice Breda 37 », ed. 1938; la << Istruzione sull'addestramen to alpinis tico militare », ed. 1938; la «Istruzione per l'addestramento e l'impiego delle unità l anciafiamme », ed. 1939; la « I struzione provvisoria sul tiro contro aerei con le armi di fanteria », ed. 1940; l'« Addestramento al tiro individuale», ed. 1938; ecc . Quest' ultima istruzione sancì il concetto che «l'addestramento al tiro, unitamente alla preparazione morale e all'allenamento fisico, rappresenta uno degl i elementi basilari della potenza g uerriera di una fanteria » . Nell'armam en to del la fanteria vi erano stati anche tentativi di miglioramento. Come arma individuale, si era tentato, per es., d i adottare il fucile corto calibro 7,35 al posto del vecchio fu cile calibro 6,5 mod. 1891; ma non se ne era fa tto n ulla a causa degli i nconvenienti che ne sarebbero derivati . Inoltre si era pensato di riutilizzare la vecchia mitragliatrice leggera S.I.A., apportandovi alcune innovazioni e adattamenti tecnici; ma anche di ciò non si era fatto nulla.

addestramento tattico >> e più particolarmente « L 'artiglieria n d combattimento >> .

« Compito dell'artiglieria nel combattimento - si ribadivaè di cooperare con la fanteria: n ell'attacco, p er agevo larne i l mento; nella difesa, per ostacolare l'avanzata nemica e per facilitar e il contrattacco.

« L'artiglieria quindi vale in quanto coopera al successo della fanteria >>

Precisato il compito de ll 'artiglieria e rilevata la necessità, per poter mano vrare efficacemente le traiettorie, eli un'organizzazione complessa, si suggeriva di agire ugualmente, anche se tale zazione non era completa, qualora le operazioni inerenti alla guerra di rapida decisione lo avessero imposto.

« L e necessità inerenti alla guerra di rapida decisione - era detto imporranno, spesso, all'artiglieria, di agire prima di avere raggi unto questa organizzazione e, tal volta, in tempo brevissimo >>.

E così pure, quando la manovra delle traiettorie non era possibile o non lasciava sperare un rendime nto adeguato, non bisognava esitare a spostarsi e a « manovrare il materiale ».

Il vol ume di fuoco dell 'artiglieria era da considerarsi in ragion e delle munizioni più che dei cannoni; grandi dovevano quindi essere le cu r e per assicu rare e organizzare il rifornimento delle muniziotJi Per un interve nto .tempestivo, preciso ed efficace, occorreva saper organi zzare il fuoco provvedendo : - alla preparazione del tiro (insiem e di operazioni ne cessarie per mettere le batterie in grado di battere efficacemente g li obiettivi); - all'osservazione (terrest re ed aerea), essenziale per il d i mento del fuoco; - alle trasmissioni (con l'impiego di mezzi elettrici, ottici, acus.tici ed animati).

Schem aticamente le azioni di fuoco dell'artiglieria si potevano così rappresentare: a) in attacco :

---, le artiglierie dei reggimenti di fanteria esegu ivano tm di accompagnamento, alle minori distanz e e, di massima, a visione diretta;

- le artiglierie divisionali eseguivano tiri di appoggio, di spianamento, di interdizione vicina ed eventualmente di teria (potevano essere ordinate in « gruppi in appoggio specifico >> e «g ruppi massa di manovra »);

, 1 57

- le artiglierie di corpo d'armata eseguivano tiri di controbatteria, di concorso (o rinforzo) ai tiri divisionali, di spianamento, di appoggio e di interdizione vicina, eventualmente di concorso ai tiri di interdizione lontana dell'artiglieria d'a rmata;

- le artiglierie d'armata eseguiva no tiri di interdizione lontana, di rinforzo alla controbatteria di corpo d'armata ed eventualmente di concorso allo spianamento delle artiglierie divisionali; b) in difensiva:

----., le artiglierie dei reggimenti di fanteria eseguiva no tiri di arresto, a visione diretta e alle brevi distanze; - le artiglierie divisionali eseguivano tiri di inte rdizione vicina, di sbarramento (da scatenare in modo automatico e violento sul terreno immediatamente antistante alla linea di resistenza), di repressione ed eventualmente di controbatteria (potevano essere ordinate in «gruppi a difesa dei settori }} e « gruppi massa di manovra}}); ---: le artiglierie di corpo d'armata eseguivano tiri di interdizione vicina (in concorso o rinforzo alle artiglierie divisionali), di controbatteria, di repressione (in conco r so o r i nforzo alle artiglierie divisionali), eventualmente di concorso ai tir i di interdizio ne lontana deli'artiglieria d'armata; - le artiglie rie d'armata eseguiva no tiri di interdizione lontana, di controbatteria (in rinforzo all'artiglieria di corpo d'armata) ed eventualmente di repres sione (in concorso alle ar.6glierie divisional i).

Costituivano azio ni complesse di fuoco:

a) nell' offemiva: i tiri di preparazione, i quali precedevano immediatamente l'attacco per diminuire la capacità di resistenza e di reazione della difesa (comprendevano lo spianamento, la controbatteria e l'interdizione);

b) nella difensiva: i tiri di co ntro preparazione, i quali, nella imminenza di un attacco, venivano eseguiti per diminuire la capacità offensiva del nemico (comprendevano di massima la controbatteria e l'interdizione).

Generalmente le artiglierie divisionali erano impiegate accentrate, con criterio unitario. P erò, se ciò poteva ostacolare la cooperazione a favore della fanteria, non si doveva esitare a decentrarle.

Largamente previste erano la difesa contraerea e, in modo particolare, la difesa anticarro; come pure si suggeriva l'opportunità di

impiegare false batterie per trarre in inganno il n emJCo e cosiddetti « pezzi vaganti » per speciali compiti. .

Non si mancava infine di dare norme per l'impiego dell'artig lieria tanto nelle divis io ni alpine quanto in quelle cel eri e motorizzate.

A parte, in app endice segreta (pub blicazione n. 645/S. del 1937), furono date norm e per l'impiego tattico dell'artiglieria in tiri con proietti a caricamento speciale: fumogeni e ad aggressivi chimici (1).

Qua nto ali 'impiego delle altre armi, la dottrina tattica non si discostò da q uant o fo nd ame ntal mente era stato detto in precedenza (2).

Particolare cura fu posta nell 'approfondi re la preparazion e tecnico-professionale dei quadri, e a tal riguardo nel 1937 venne distribuito il nuovo « Regolamento d'istruzione » , in edizione aggiornata.

(r) Pe r la parte tecnica furono diramate istruzioni varie: « Norme il buon funzionamen to delle artiglierie e delle munizùmi », ed. 1937; <<Regolamento sul servizio del », ed. 1938; « pratico di tiro ad uso degli uffìcìali di complemento d'artiglieria », ed. 1938, ecc. ; nonc hè altre istru z ioni ri gua rdanti i var i mater iali e le varie specialità d'arma.

(2) Per il genio merita di esser ricordata la « lstmzione sulla fortificazione campale», vol. II, cd. 1937, compilata allo scopo di fornire dir ettive tecniche agli ufficiali del gen io incaricati della costruzione d i opere di carat tere campale e opere resistenti. Questa « Istruzione » completava l'altra, edita nel 1935, com une a tut te le armi (v. pag. 122).

/ oerali.

CAPITOLO VI.

LE fORZE COLONIALI

Nel 1919 le colonie italiane erano cos titutte dall'Eritrea, dalla Somalia e dalla Libia (Tripolitania e Cirenaica).

Ciascuna colonia era retta da un Governatore, dal quale dipendevano tutte le forze armate ivi dislocate. Vi era inoltre un Comandante delle truppe, il quale disimpegnava le funzioni di consulente del Governatore nelle questioni militari e aveva il compito di presiedere all'organizzazione, all'addestramento e all'impiego delle forze armate.

L'organizzazione .territoriale di ciascuna colonia rise ntiva delle sue particolari caratteristiche geog rafich e e politiche.

Generalmente, ogni circoscrizione militare territoriale coloniale comprendeva: la zona, la sottozona, il settore, il sottosettore, il presidio.

L'ordinamento delle truppe coloniali comprendeva: truppe nazionali e truppe indigene.

Le truppe tJazionali erano costituite dalle unità delle varie armi e dei vari servizi, formate con personale naziona le (ufficiali, so ttufficiali e militari di truppa).

Le truppe indigene erano costituite da unità formate con militari di truppa e graduati reclutati, mediante arruolamento volontario, tra i nativi del luogo o in regioni viciniori; era no inquadrate da sott ufficiali e ufficiali nazionali.

La proporzione fra unità nazionali e unità indigene era in relazione alla situazione politica e alla necessità di mantene re sempre elevato il prestigio nazio nale.

Le truppe indigene erano regolari e irregolari.

Le truppe regolari erano inquadrate ge ner almente in unità non superiori al battaglione; a seconda delle esigenze ope rativ e, i battaglioni potevano però essere riuniti in raggruppamenti tattici.

Le truppe irregolari erano riunite in « bande », le quali avevano esigenze logi stiche limitate e procedimenti d'azione ass ai sciolti, ed erano comandate da notabi li indigeni c da ufficiali italiani.

Con le truppe indigene, sia regolari che irregolari, più che la disciplina valeva l' ascendente personale dei capi.

Nell'ordinamento militare coloniale erano rappresentate le varie Le va ri e armi. armi dell 'Esercito.

In primo luogo c'era la fanteria (nazionale e indigena), la quale costituiva l'arma principale sia per la sua facile adattabili tà all'ambiente, sia per il suo costo minore rispetto alle altre armi, sia per le sue qualità ed il suo armamento che la rendevano idonea tanto al combattimento vicino quanto a quello lontano, e tanto nell 'azione offensiva quanto nella difensiva.

Vi era inoltre una specialità caratteristica costituita dalla fanteria montata, su mehara o su cammelli (reparti sahariam) o anche su muletti, la quale rappresentava una forza mobile, di facile spostamento, capace di rapidi e lunghi sforzi, e indicata quindi per la formazione di « colonne volanti » .

La fanteria aveva di massima come armamento : il fucile o moschetto, che costituiva l'arma essenziale, bene adatta alla guerrig lia e alla lotta individuale; la mitragliatrice (e la pistola mitragliatrice); le bombe a mano e da fucile; il lanciabombe Stokes; il lanciafiamme. Nel 1918, la fanteria dei nostri reparti metropolitani in Libia era stata parificata per armamento a quella combattente sul fronte europeo (1).

Un'arma, costosa ma utile, era la cavalleria, le cui possibilità di impiego erano vincolate al terreno e alle risorse idriche della regione. La cavalleria veniva impiegata nell'esplorazione vicina e in tutte le fasi del combattimento, specie nello sfruttamento del successo. Vi era quella add es trata ed equ ipaggiata alla maniera nostra (savàrz) e quella addestrata ed equipaggiata alla maniera indigena (spahis).

L'armamento essenziale della nostra cavalleria coloniale era costituito dalla sciabola e dal moschetto.

Altra arma importante era l'artiglieria, la quale tuttavia non aveva in colonia quella efficacia che aveva avuto invece sui fronti europei, dato che in genere i bersagli coloniali si presentavano diluiti

(l) Nei primi del 1919, anzi, erano state persino concentrate in Tripolitania 3 divisi oni nazi onali (St\ 38.. e una provenienti da europei, allo scopo di svolgere operazioni di grande polizia co ntro i ribelli.

II. • U. S.

o sfuggenti o di scarsa consistenza. Di norma erano impiegati piccoli calibri (da 65, da 70, da 75); calibri maggiori non erano indicati a causa degli svantaggi che, allora, avrebbero offerti. Di conseguenza, largo impiego trovava in colonia la specialità someggiata o anche cammellata.

L'unità tattica coloniale era la batteria, la quale poteva avere anche un numero di pezzi superiore alla batteria .delle unità metropolitane (6 pezzi in luogo di 4), per facilitare la sostituzione di qualche pezzo reso eventualmente inservibile. Spesso veniva impiegata come unità tattica anche la sezione.

Oltre a questa artiglieria mobile, vi erano poi le artiglierie fisse, di calibro anche maggiore, in posizione nelle piazzeforti.

Un'arma assai utile era quella del genio, rappresentato in quasi tutte le sue specialità: zappatori-minatori; telegrafìsti; radiotelegrafìsti; idrici; fotoel ettricisti, ecc.

Anche la nuovissima arma dell'aeronautica trovava in colonia un utile impiego per l'esplorazione, per il collegamento, per le azioni di bombardamento e mitragliamento ed anche come mezzo di rifornimento. ticbe. L ' unità tattica elementare tipo era costituita da .1 battaglione di fanteria (con compagnia mitragliatrici), I plotone di cavalleria, I sezione di artiglieria e I reparto del genio.

Grande unità tattica tipo era la brigata mista composta di 2- 3 gruppi di battaglioni, I squadrone di cavalleria, I -2 batterie d'artiglieria, reparti del genio e servizi.

Col tempo si provvide a costituire, di volta in volta a seconda delle esigenze operative, raggruppamenti tattici, e precisamente: ---, gruppi mobili, composti normalmente di uno stato maggiore, 3-6 battaglioni, numero vario di squadroni di cavalleria e di batterie d'artiglieria, I nucleo radiotelegrafìco, aviazione, servizi. I gruppi mobili potevano essere articolati in gruppi di manovra, di com posizione più leggera;

. ---, gruppi d'operazione, composti di più gruppi mobili, operanti sotto lo stesso comando.

truppe E' da notare che per le esigenze relative al personale nazionaleoccorrente nelle nostre colonie c'era il «deposito centrale per le truppe coloniali», con sede a Napoli, dal quale dipendeva, come distacca-

mento del predetto deposito, il « comando di tappa coloniale » con sede a Siracusa (r ).

Al deposito centrale pe r le truppe coloniali erano affidati principalmente i seguenti compiti: arruolamento di volontari per le nostre colonie; - imbarco e sbarco di personale tanto civile quanto militare da e per le colonie; ___, acquisto di materi a li e di mezzi suiJa base delle richieste pervenute dai Go verni delle co lonie; amministrazione temporanea del personale coloniale in licenza nel territorio n azionale.

Nel periodo intenso della campagna di Etiopia fu creata a Napoli, in aggiunta al « deposito centrale » di cui venne anche ampliata l 'attrezzatura, una « base principale », col compito di coordi nare il lavoro di raccolta e avviamento del personale e dei materiali diretti a lle varie colonie (2). Inoltre furono istituite a Napoli e a Mess-ina «com missioni allestimento e imbarchi>> per l'Africa italiana.

Premessi questi cenni del tutto sommari di carattere generale, diamo ora uno sch ema d egli ordi namenti milita r i delle varie colonie, da quella p rimo ge ni ta a quelle più recenti.

ORDINAMENTO MILITARE GENERALE DELL'ERITREA.

L'Eritrea era retta da un Governatore, il quale, per la sicurezza e la difesa della colonia, aveva a sua disposizione il R . Corpo di truppe coloniali dell'Eritrea, così ordinato :

a) Comandi: Comando del R. Corpo (con i var i uffici); comando dell'artiglieria; coma ndo del genio: tutti con sede ad Asmara . la forza del R. Corpo si aggirava i n tempo di pace SUi 12.000 UOmiDI.

b) Truppe: tutt e indigene. Indipendentemente dai battaglioni dis ta ccati in Libia, nel gennaio 1919 c'erano in Eritrea 8 battaglioni indigeni, formati su 4 compag nie e 1 sezione mitragliatrici someg-

(1) Il « deposito centrale per l e truppe coloniali » di Napoli fu posto nel 1915 (decreto n. II71 del 15 luglio) alle dipendenze del Ministero delle Colonie, alle cui dipendenze passò pure nel 1922 (decreto n. n4o del 24 luglio) il << comando di tappa coloniale » di Siracusa.

(2) V. pag. 1o8.

giata ciascuno (forza di ogni battaglione: IJ ufficiali e 530 uomini di truppa). Questi battaglioni, l'anno dopo, I920, furono ridotti a 6. Con l'ordinamento adottato il I 0 febbraio I 922, si ebbero :

5 battaglioni indigeni eritrei (riduzione quindi .di I battaglione ancora); armamento: fucile o moschetto mod. I89I e mitragliatrice Fiat mod. I9I4; ciascun battaglione su 4 compagnie e ciascuna compagnia su 2 mezze compagnie e I sezione mitragliatrici;

I compagnia costiera, su 2 mezze compagnie e I sezione mitragliatrici; senza mezzi di someggio;

I squadrone indigeni, su 2 plotoni e I sezione mitragliatrici;

3 batterie da montagna indigeni, ciascuna su 4 pezzi da 65/ I 7 e 2 mitragliatrici P. B. (preda bellica);

2 compagnie cannonieri indigeni, ciascuna su 4 sezioni; erano addette alle opere di fortificazione armate con cannoni da 70 mont., da 77, da IOO, lanciabombe Stokes e mitragliatrici P. B.;

I compagnia del genio, con I plotone zappatori, I plotone telegrafisti e I plotone radiotelegrafisti e fotoelettricisti (era mista di italiani e indigeni);

I sezione di automobilisti (mista di italiani e indigeni);

I drappello servizi presidiari, che comprendeva i militari indigeni per i servizi di presidio;

I deposito reclutamento per la Libia e Somalia, che si occupava dei militari reclutati e in assegnazione ai battaglioni distaccati in Libia e in Somalia.

Con decreto n. IJ86 del I7 dicembre I93I (r) l'ordinamento delle .truppe venne un po' ritoccato. I 'battaglioni, per es., furono costituiti su 3 compagnie fucilieri e I compagnia mitragliatrici con 4 sezioni di 2 squadre ciascuna. Le compagnie cannonieri furono portate su 3 sezioni, e la compagnia del genio passò su 2 plotoni: I plotone telegrafisti e telefonisti e I plotone radiotelegrafisti e fotoelettricisti.

Nelle truppe erano comprese: - truppe italiane, sia in servizio permanente (ufficiali e militari di truppa dell'Esercito, preferibilmente volontari), sia in congedo (ufficiali e militari di truppa in congedQ illimitato residenti in colonia);

- truppe indigene, reclutate con arruolamenti volontari; potevano contrarre una o più ferme, allo scadere delle quali passavano a (r) Con decreto n. r del 4 gennaio 1923 venne concesso al R. Corpo di truppe coloniali dell'Eritrea l'uso della bandiera nazionale.

far parte della milizia mobile per :tutto il periodo in cui erano giudicati atti alle armi.

Oltre alle forze regolari sopra cennate, vi erano anche 8 « bande armate » per il servizio di polizia, le quali erano destinate a costituire in caso di guerra i nuclei di formazione per le bande di guerra.

c) Servizi. Il Corpo coloniale disponeva dei seguenti servizi : Servizio sanitario, con direzione di sanità presso il comando del R. Corpo, 3 ospedali coloniali e infermerie varie. Ser?_lizio di commissariato, con un ufficio del commissariato presso il comando R. Corpo e magazzini vestiario ed equipaggiamento. Per il servizio del vettovaglia mento relativo alle truppe nazionali veniva fornita la razione viveri analoga a quella metropolitana, tranne la carne che era di 400 grammi; per quello relativo alle truppe indigene, provvedevano direttamente queste ultime; per i quadrupedi veniva assicurato, attingendo dalle risorse locali orzo, dura e fieno.

Serttizio d'artiglieria. Ne era capo lo stesso comandante d'artiglieria del R. Corpo, coadiuvato da un ufficio materiale. Vi erano un magazzino di mobilitazione e rifornimento ad Asmara , magazzini vari staccati e un laboratorio militare. Personale prevalentemente indigeno.

Serttizio del genio. Ne era capo lo stesso comandante del genio del R. Corpo, coadiuvato dagli uffici materiale, lavori e fortificazione. Vi erano un reparto deposito e un laboratorio del genio. Personale prevalentemente indigeno.

Servizio veterinario, con un ufficio di veterinaria presso il comando del R. Corpo e una infermeria quadrupedi.

Serttizio trasporti. Per quello a traino animale vi provvedeya un <(drappello treno », provvisto di muli, muletti e carrette; per quello a traino m eccanico vi provvedeva una « sezione automobilisti » P ersonale prevalentemente indigeno.

Serttizio della giustizia militare, con un tribunale. d) Ai fini della circoscrizione territoriale militare il territorio della colonia era diviso in 5 comandi di zona e I comando di sottozona. La forza in congedo era costituita: Forza io congedo. - dagli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa nazionali in congedo residenti in Eritrea;

r

to alla Etiopia.

- dai militari indigeni in congedo, inscritti negli appositi ruoli nei quaJi restavano .fìnchè atti alle armi.

In caso di guerra concorrevano alla difesa della colonia, con apposita chiamata (chitet), tutti gli indigeni atti alle armi non aventi obbligo di servizio militare.

Ai primi del I935, per fronteggiar e la grave situazione che si era deter minata con l'Impero di Etiopia, e di cui è stato detto prima (I), ve nne ordinata in Eritrea la mobilitazione, al termine della quale poterono essere costituiti:

I comando di corpo d'armata indigeni d'Eritrea;

2 comandi di divisione indigeni d'Eritrea;

4 comandi di brigata mista;

8 coma ndi di gruppo di battaglioni indigeni d'Eritrea; 27 battaglioni indigeni d'Eritre a;

I battaglione costiero;

I battaglione mitraglieri indigeni;

1 compagnia carri veloci d'Eritrea;

I gruppo squadroni indigeni; 4 gruppi da montagna indigeni (12 batterie);

2 wuppi misti (6 batterie); serVIZI van.

Allo svolgi mento d ella campagna di Etiopia, l'Eritrea portò, col suo contingente militare e con i suoi lavoratori, un valido contributo. T erminata la campagna con la conquista dell'Impero di Etiopia, tutte le forz e armate dell'Eritrea vennero comprese, secondo una concezione unitaria del Governo di tutte le terre dell'Africa orientale italiana, nel nu ovo ordinamento militare generale dell'Impero.

La Somalia era retta da un Governatore, il quale, come per l'Eritrea, disponeva, per la sicurezza e la difesa, di un R. Corpo di truppe coloniali della Somalia così ordinato:

a) Comando truppe, tenuto a Mogadiscio da un ufficiale superiore, che presiedeva alla disciplina, all'addestramento e all'impiego

(r) V. pag. roo.

166
ORDINAMENTO MILITARE GENERALE DELLA SOMALIA.

dei reparti. Comprendeva vari uffici ed aveva annessa una centuria funzionante come organo di reclutamento e reparto deposito per tutto il R. Corpo, la cui forza normalmente si aggirava in tempo di pace (nei primi anni dopo la prima guerra mondiale) sui 4000 uomini; successivamente tale forza aumentò sino a circa 7000 uomini.

b) Truppe: tutte indigene. Comprendevano, nel I9I8, IO compagnie di fanteria (di cui I amhara e 9 arabe); I6 sezioni mitragliatrici; I compagnia cannonieri. Armamento delle truppe: moschetto mod. I87o/87. Nel 1923 vennero formati 3 battaglioni sul tipo di quelli eritrei (I).

Per·l 'occ upazione dell'Oltre Giuba fu costituito un « Corpo provvisorio d'occupa.zione » così formato: co mando dell e trupp e; I corpo di zaptiè (per il servizio di polizia); 6 compagnie ascari; 6 sezioni mitragliatrici; I compagnia cannonieri; I reparto deposito; I autodrappe llo; I sezione radio; I squadra della Milizia.

In previsione dell'occupazione del territorio settentrionale della Somalia, con decreto n. ISSI del luglio I925 venne autorizzata la formazione di truppe regolari in soprannum ero rispetto a quelle del 1918 per il Benadir. Fu a ument ato in t al modo il numero delle compagnie, le quali furono anche provviste di una sezione mitragliatrici ciascuna. Altre variazioni furono apportate nella composizione del coma ndo truppe, nell 'artiglieria e negli organi preposti ai servizi. Nel marzo-giugno I926, il R. Corpo fu così costituito: un coma ndo truppe e un comando artiglieria (a Mogadiscio); 3 battaglioni Ben adir (su 4 co m pagnie ciascuno); 4 compagnie autonome; I compagnia presidiaria; I centuria autonoma; r compagnia can nonieri su 4 sezioni cammellate; 6 sezio ni, dive nut e poi 9, di artiglieria da posizione. Nel luglio I926, con l'annessione dell'Oltre Giuba, il «Corpo provvisorio d'occupazione » fu sciolto, e nell'agosto dello stesso anno, in conseguenza di detta annessione e della nuova sistemazione dei territori del nord, il R . Corpo venne costituito come segue : I comando (con un uffi cio S. M.); I comando d'artiglieria; 6 battaglioni di fanteria; 2 squad riglie di autob lind ate; I compagnia presidiaria; I r eparto deposito (per il reclutamento degli indigeni);

(r ) Con decreto n. 2 del 4 gennaio 1923, venne concesso al R. Corpo di truppe coloniali della Somalia l'uso del labaro.

7 sezioni di artigl ieria cammella ta; r co mpagnia cannonieri (con cannoni da 70/15);

IO sezioni di artiglieria da posizione;

I magazzino viveri, vestiario ed equipaggiamento; I corpo di zaptiè. Nel I929 (I), per necessità im poste da lle limi tate disponibilità di bilancio della colonia, furono apportate alc une riduzioni alla forza del R . Corpo che venne così riordina to: comando del R. Corpo tr uppe coloniali; 4 battaglioni di fanteria indigena (su 3 com pagnie fucilie ri e T compagnia mi tra gliatrici ciascuno);

1 sq uadriglia di autob lindomitraglia trici; I co mpagnia i ndigena au tonoma ;

I reparto deposito;

1 comando artiglieria co n relativi ser vizi; 3 ba tterie cammellate indigene;

I co mpagnia cannonieri su 3 sezioni. Rim aneggiamenti nell'ordinamento delle truppe si ebbero ancora nel gennaio 1931, finchè , nel 1934, venne adottato il seguente ordinamento:

comando R. Corpo trupp e colo n iali della Somalia; 4 battaglioni in digeni;

I reparto autono mo « Migiurtin ia >> ;»

I compagnia mezzi celer.i;

I comando artiglieria e dire zio ne del servizio; 3 batterie cammellate; I batteria autotrai nat a; . . .

I com pagma ca nnom en; I autoreparto; I compagnia deposito .

D el R. Corpo facevano pa rte anch e le « ban de armate di confine», col co mpito di polizia confinaria . Era no composte di irregolari indigeni, inqu adrati da uffici ali e sottufficiali na zionali . Nel ge nnaio I925 iniziaro no il servizio sulla linea del confine abissino i gregari di nuove bande, dotati di fucil e Manlicher, ca rtuccer a, futa e turbante bianco, detto dagli indigeni « dub », dond e la denomi nazione di « dubat » dato ai componenti di dette bande.

(1) Con decreto n. 2626 del 29 dicembre 1927, fu concesso al R. Co rpo tru ppe coloniali della Somalia l'uso della bandiera nazionale.

r68

c) Servizi . Il R. Corpo disponeva del: Servizio di sanità, con una direzione di sanità e infermerie vane.

Servizio di commissariato, con un ufficio del commissariato e magazzino viveri, vestiario ed equipaggiamento.

Servizio di artiglieria, con una direzione, un laboratorio militare e magazzini d'armamento. P ersQnale di truppa quasi totalmente indigeno.

Servizio del genio, co n una compagnia specialisti del genio . Servizio veterinario, con un ufficio di veterinaria presso il comando dd R. Corpo.

Servizio trasporti, con un ufficio trasporti, una sezione automobilistica (divenuta poi autoreparto) e nucleo scuola automobil isti. Servizio della giustizia militare, con un tribunale militare.

d) Ai fini della circoscrizione il territorio somalo era ripartito in commissariati regionali e residenze

La circoscrizione militare territoriale coincideva con quella amministrativa.

L a forza in congedo era costituita :

Forza in co ng edo. - per le forze nazionali: dagli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa in congedo residenti nella colonia; - per le forze indigene: dai militari indigeni congedati e che vo.Jontariamen te accettavano l'inscrizione negli appositi ruoli. Anche i «du bat ,, delle bande armate di co nfine potevano, all'atto del congedame nto, farsi inscrivere, volendo, nei predetti ruoli della forza in congedo.

Alla fine del dicembre 1934 (1), per fronteggiare la grave situa- Cont rib uto alla zione che si era determinata, dopo l'incidente di Ual Ual, con l'Im- guerra di Etiopia. pero di Etiopia, venne ordinata nella Somalia la mobilitazione, in seguito alla quale poterono essere costituiti : I co mando del R. Corpo truppe coloniali della Somalia; I comando tattico; 4 comandi di raggruppamento arabo- somali; 12 battaglioni arabo- somali;

(1) V pag. 100.

5 reparti mitraglieri indigeni;

I comando raggruppamento bande « dubat »; 6 gruppi « dubat » ;

I comando artiglieria;

7 batterie cammellate;

I gruppo batterie autotrainate su 3 batterie; 8 sezioni con cannoni da JO/I5;

I battaglione carri veloci su 3 compagni e e I sezione au to blindomitragliatrici;

I compagnia mista del genio;

I autoreparto; I3 presidiarie; serVlZl Vart.

Terminata la campagna di guerra del 1935 -36 con la conquista dell'Impero di Etiopia (ed alla quale la Somalia aveva portato il suo valido concorso), le forze armate della Somalia furono comprese, secondo una concezione unitaria del Governo di tutte le terre dell'Africa orientale italiana, nel nuovo ordinamento militare generale dell'Impero.

:par ati l itania

La Libia è stata retta, ora con due Governi separati dell a Tripolitania e della Cirenaica, ora con un Governo unico.

Sin dal gennaio del 1914 era stato cos tituito un R. Corpo di truppe coloniali per la Tri politania e la Cirenaica, informato al criterio che, pur rimanendo unico l'ordinamento generale della Libia, ciascuna delle due colonie disponesse itz effetti di un proprio corpo di truppe. In base all'ordinamento gene ral e i reparti erano costituiti in maggioranza di elementi indigeni, inquadrati da ufficiali italiani, e in minoranza di elementi na zio nali volontari.

Nell 'agosto del 1914 e nell'aprile del I9I5 era stata anche autorizzata, tanto in Cirenaica quanto in Tripolitania, la costituzione di bande irregolari.

Al termine della prima guerra mondiale, novembre 1918, le due colonie libiche, della Tripolitania e della Cirenaica, erano rette da Govemi separati e indipendenti, facenti capo, come tutte le al tre colonie, al Ministero delle Colonie.

IJO
ORDINAMENTO MILI TARE GENERALE DELLA LIBIA.

Ognuna delle due colonie aveva, per la parte militare, un proprio co mandante, dipendente dal rispettivo Governatore.

Nel giugno I9I9 veniva promulgato uno statuto pe r la Tri politania, e nell'ottobre dello stesso anno identico statuto veniva promulgato per la Cirenaica. In base a tale statuto gli indigeni delle due colonie venivano parificati nei diritti e nei doveri ai cittadini italiani, sancendo però il principio della non obbligatorietà del servizio militare per gli indigeni, per i quali era amm esso soltanto l'arruolamento volontario.

Il Corpo coloniale per la Tripolitania e per la Cirenaica avrebbe dovuto comprendere circa 25.000 uomini, dei quali circa I4.ooo in Tripolitania e n.o oo in Cirenaica. Armamento: il fucile o moschetto mod. I89 1, pezzi di piccolo calibro , bombe.

Nel 1923 (r), i Corpi delle tru ppe coloniali della Tripolitania e della Cirenaica fu rono ordinati nel modo che seg ue.

Tripolitania. Il R. Corpo coloniale comprendeva:

a) Comandi. Vi era il comando del R. Corpo, dal qu ale dipendevano: un comando delle truppe del sud tripolitano e un comando della zona orientale; il comando di cavalleria; il comando di artiglieria; il comando del genio; le direzioni dei singoli servizi .

b) Truppe: ve ne erano nazionali e indigene, ordinate in :

I divisione (2) carabinieri, con scuola allievi zaptiè per libici ed eritrei; avev a il compito di provvedere al ser vizio di polizia e d 'istitu to nel territorio mediante compagnie, tenenze e stazioni;

2 battaglioni cacciatori , composti di tru ppe nazionali volontarie;

6 battaglioni indigeni lib ici, impiegati essenzialmente come unità mobili;

6 battaglioni eritrei misti, impiegati anc h'essi come unità mobil i;

I legione libica della Milizia, su 2 coorti;

1 squadriglia di autoblindomitragliatrici;

I deposito coloniale (comprendeva I comando, r compagnia e tappa per truppe n azionali, I compagnia e tapp a per truppe indigene, I plotone invalidi, I musica, I ufficio imbarchi);

(1) Nel gennaio 1923 fu concesso ai Corpi truppe coloniali della Tripolitania e della Cirenaica l'uso della bandiera naz io nale .

(2) Unità equival ente al battaglione e al gruppo .

IJI
Ordinamento della Tripolitaoia.

4 gruppi sahariani (erano unità di fanter ia libica montata su mehara e cammelli, incaricate di provvedere al servizio di polizia e sorveglianza all'interno, specialmente nelle zon e desert iche);

7 squadroni savari (erano unità di cavalleria libica, con salmene cammellate, impiegate come cavalleria ordi n aria);

I squadrone spahis (era un a unità di cavalleria li bica, equipaggiata e addestrata all'indigena, e incaricata normalmente del servizio di polizia);

3 batterie libiche someggiate, impiegate come unità mobili;

4 compagnie cannonieri, ciascu na co n un numero vario di sezioni da posizione per l'armamento dei fortini;

3 compagnie del genio, comprendenti zappatori, minatori, telegrafisti e specialisti;

I sezione radiotelegrafisti, incaricata di gestire l a rete radio telegrafica della colonia.

Vi erano inoltre come truppe irregolari: I gruppo di polizia a cavallo irregolare; 2 gruppi ausiliari irregolari; I gruppo sahariano irregolare.

c) Servizi. Comprendevano il :

Servizio sanitario, con una direzione di sanità militare, I coo:pagnia di sanità, r farmacia, I ospedale coloniale e infermerie vane.

Servizio di commissariato, con una direzione di commissariato militare, I compagnia di sussistenza e stabilimenti vari.

Servizio d'artiglieria, con una direzione del ser vizio d'artiglieria, dipendente dal comando d'artiglieria e ave nte, co me organi esecutivi, labora tori e magazzini vari. ·

Servizio del genio, con una direzione del servizio del genio, dipende nt e da l co man do del genio e avente, come orga ni esecutivi, un magazzino, un laboratorio e uffici staccati vari.

Servizio dei trasporti, con 1 compagnia treno libica per i tr aspo:ti a tr aino animale e I au togruppo per i tra sporti a traino meccamco.

Servi zi o tappa, incaricato di prov vedere al movime nto e avviamento di uomini, quadrupedi e mezzi, con comandi di tappa vari .

Servizio veterinario, con una direzione di veter inaria e infermeria quadrupedi.

Servizio della giustizia militare, con un tribunale militare coloniale.

d) Ai fin i della circoscrizione militare territoriale la T ripolitania era divisa in zone, sottozone e presidi.

La forza in co ng edo comprendeva : - ufficiali, sottufficiali e militari di truppa nazionali in congedo residenti in colonia; - cittadini libici che avevano prestato servizio volontario e inscritti, all ' at to del congedamen to, nei ruol i dell a forza in congedo; - cittadini libici atti alle armi, obbligati a prestare servizio, come regolari o irregolari, solo i n caso dì mobilitazione.

Cirenaica. Il R. Corpo coloniale comprendeva :

a) Comandi. Vi era il com ando delle tru ppe della Cirenaica, dal qual e dipendevano il comando di cavalle ria, il coma ndo di artiglieria, il comando del ge nio, le direzioni dei vari servizi.

b) Truppe: ve ne erano nazionali e indigene, ordinate co m e segue:

3 battaglioni cacciatori, for mati co n elementi nazionali vo-

I battaglione indigeno libico, impiegato co me unità mob il e;

5 battaglioni eri trei misti, impiegati co me unità mobili;

I legione libica della Milizia, su 2 coorti;

I squadriglia di autoblindomitragliatricì ed automezzi ar-

I di visione carabinieri, con sc uol a allievi zaptiè per g li elem enti indigeni; av eva il compito di ass icurar e il ser vizio di polizia e d 'istituto nel territorio della colonia; vi faceva parte anch e I squadrone di manovra; lontari; m ati;

I deposito coloniale, che avev a il compito di provvedere alla amministrazion e dei reparti coloniali, alla matricola delle truppe di colore, al servizio di tappa per i m ilitari in transito, e co mprendeva I co mpa gnia n azio n ale e I compagnia indigeni;

3 squadroni sa vari, composti di indigeni e impiegati come cavalleria;

3 compagnie cannonieri, fisse, impiegate per l'armamento delle piazze e dei for tini;

I batteria libica someggiata;

I batteria eritrea someggiata;

I 73
Forza lo congedo. Ordinamento della Cirenaica.

2 compagnie del gemo, che compre nd evano zappatori, minatori e telegrafisti;

I sezione radiotelegrafisti;

I squadrone meharisti. Vi erano inol tre 5 bande irregolari a cavallo.

c) Servizi. Comprendevano il:

Servizio sanitario, con una direzione di sanità, infermerie presidiarie e depositi vari di materiale sanitario.

Servizio di commissariato, con una direzione di commissariato, una compagnia di sussistenza e magazzini vari. Il personale di truppa era prevalentemente libico.

Servizio d'artiglieria, con una direzione del servizio, una offici n a, magazzini, depositi munizioni, ecc.

Servizio del genio, con una direzione del servizio, un parco materiali e sezioni staccate del genio.

Servizio veterinario, con un ufficio di veterinaria c infermeria presidiaria. Personale prevalentemente libico.

Servizio dei trasporti, con I reparto treno per i trasporti a traino animale e I autogruppo per i trasporti a traino meccanico.

Servizio di tappa, con vari comandi tappa.

Servizio della giustizia militare, con un tribunal e militare coloniale.

d) Ai fini della circoscrizione militare territoriale il territorio era diviso in settori, zone, sottozone e presidi .

ogedo. La forza in congedo com pre ndeva : ufficiali, sottufficiali e militari di truppa nazionali in congedo residenti in colonia; - mili tari indigeni congedati che volo ntar iamente accettavano l'inscrizione nei ru oli della forza in congedo

>ge tti. Una commissione del Ministero delle Colonie, nel I 924, studiò e formulò un progetto di riordinamento delle truppe coloniali, per cercare di organizzare in un tutto armonico i Corpi coloniali, pur mantenendo l'autonomia e la fisionomia caratteristica di ciascuno di essi.

In tale circostanza furon o messe in rilievo l'im po r tanza e la funzione della base coloniale di Siracusa e del deposito truppe coloniali

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di Napoli. Per i quadri ufficiali appartenenti ai ruoli coloruali, nella considerazione che in colonia venivano sottoposti a sforzi e disagi superiori a quelli del territorio nazionale, furono proposti limiti di età alquanto ridotti.

Con decreto legge n. 99 del 24 gennaio 1929 (riportato dalla uni co G U d 11 '8 f bb · d 11 · G M ) · · della Ltbaa. . . n. 33 e e rato e a a ctrc. 105 . . 1929 , venne tstt- · tuito un Governo unico della Tripolitania e della Cirenaica, con un Governatore e un Vice Governatore. Al Governatore fu data facoltà di trasferire temporaneamente reparti regolari e irregolari, nonchè servizi, da una colonia all'altra, per poter addivenire, con urutà di vedute, alla soluzione dei problemi più importanti concernenti l'assetto militare e politico della Libia.

Dal 1929 al 1935 si ebbero varianti negli ordinamenti e nella composizione delle unità della Tripolitania e della Cirenaica, le quali possono così riassumersi :

Tripolitania. In vista delle operazioni risolutive che si intendevano intraprendere verso sud, nel I929 vennero costituite nuove unità sahariane, adatte, per la loro mobilità ed auto nomia, a manovrare su terreru desertici.

Alla fine del I93I si addivenne a un riordinamento del R. Corpo truppe coloniali che fu così costituito:

I comando del R. Corpo truppe coloniali; I divisione di carabinieri;

I battaglione cacciatori e deposito coloruale;

4 battaglioni libici;

2 battaglioni eritrei e I compagnia autonoma eritrea; 7 gruppi saha riani;

I comando di cavalleria, con 2 squadroni savari e 3 gruppt spahis;

I comando di artiglieria, con I gruppo libico cammellato (su 3 batterie), 2 compagrue cannorueri libiche, 2 sezioru di artiglieria sahariane, I compagnia treno libica, I sezione rifornimento quadrupedi;

I comando del genio, co n I compagnia radiotelegrafisti, I compag?ia specialisti, I compagnia telegrafisti, I compagrua mista del gemo;

I gruppo squadriglie autoblindo; I autogruppo.

Varianti all'ordì· namento dell a Tripollta oia.

1 75

I servizi rimasero fondamentalmente organ izzati come prima. Il territorio, ai fini dell a circoscrizione, venne diviso in 4 zone, 8 sottozone, 4 presidi e 2 comandi di tappa. Successivamente, furono costituite anche <c compagnie meharisti del Fezzan ».

alt'ordi· d ella tutte libiche.

Cirenaica. Anche in Cirenait:a, nel 1930, in vista delle operazioni per l'occupazione dell'oasi di Cufra, si volle procedere a un namento approntando delle unità sahariane, ben adatte allo scopo. Furono sciolti gli squadroni meharisti che si erano intanto costituiti, e con gli elementi selezionati vennero formati 2 g ruppi, cui, dopo la occupazione di Cufra, si aggiunse per breve tempo, nel 193I, un terzo gruppo. Il I e il II gruppo vennero in seguito disciolti. Altre varianti di non grande rilievo si ebbero ancora, finchè, nel I935, il Corpo truppe coloniali della Cirenaica venne assorbito da quello della Libia.

Nel I935, infa tti, con decreto n. 20I6 del I2 settembre (riportato dal n. 281 G. U. e dalla eire. 933 G. M. 1935), i Regi Corpi di truppe coloniali della Tripolitania e della Cire·naica vennero riuniti in un solo R . Corpo che assunse la denominazione di « R. Corpo di truppe coloniali della Libia», così ordi nato:

a) Comandi, con: I comando del R. Corpo di truppe coloniali della Libia, con sede a T ripo li ; gas1;

I comando militare della Libia orientale, con sede a

I comando di artiglieria della Libia; I comando del genio della Libia.

b) Truppe, con: carabinieri: ordinamento e organico da deter min ars i con provvedimento a parte, in re lazione alla necessità di assicurare il vizio di polizia e di istituto in tutta la Libia;

2 re ggimenti di f anteria d'Africa, costituiti ciascuno da I mando, I battaglione cacciatori carristi, I battaglione della Milizia permanente e I deposito coloniale;

5 reggimenti di fanteria coloniale, costituiti ciascuno da I wma n do, un numero vario di battaglioni e I deposito territoriale con eventuale deposito succursale;

I deposito truppe sa har ia ne;

7 gruppi sahariani;

2 compagnie autosahariane; 3 compagnie presidiarie;

I plotone presidi ario;

2 gr uppi di squadroni di cavalleria coloniale, costituiti ciasc uno da I comando e un numero vario di squa dron i savari o spahis;

2 r eggimenti di artiglieria coloniale, costituiti ciascuno da I co mando, un numero vario di gruppi e I deposito territoriale con eventuale deposito succursale;

I reggimento genio, costitu ito da I comando, un numero vario di battaglioni e I deposito territoriale con eventuale deposito succu rsale .

c) D is t retti militari, nel numero di 2: I co n sede a T ripoli e I co n sede a Bengasi.

d) Servizi, con: Servizio di sanità: I direzione di sa nit à militare della Libia i n Tri poli (con annessa f armacia e magazzino m ateriale sanitario); I ufficio di sanità in Bengasi; r compagnia di sanità; I sezione staccata di magazzino materiale sanitario e f armaceutico a Bengasi.

Servizio di commissariato: I direzione di commissariato ddla L ibia con sede a T ripoli e una sezione stacca ta a Bengasi, ed eventuali uffici dipendenti; I compagnia di sussis tenza; stabilimenti vari.

Servizio di artiglieria : I direzione di artiglieria della Libia co n sede a Tripoli e u na sezione staccata a Bengasi, e magazzini e laboratori dipende nti .

. Servizio del genio: I direzione del genio de ll a Libia con sede a Tripoli e una sezione staccata a Bengasi, e uffici e magazzini dipendenti.

Servizio automobilistico: I centro automo bilisti co dell a Libia com prendente I comando, 2 gruppi di cui I permanent emente dis ta ccato a Bengasi, officine, magazzini e depositi materiali.

1 centro rifomimento quadrupedi.

Comples sivamente l'org anico dei militari di truppa del nuovo ordinamento era sta bilito i n I8.356 uomini (5339 n azionali I3.0I7 indigeni).

Con la fusione dei due Corpi di truppe coloniali della Tripolitania e della Cirenaica si ebbe così un ordinamento unit ario fondame ntal e, dal quale presero le mosse gli ordinamenti successivi.

IJ J
12. - u. s.

1to alla i Etiopia.

Durante la preparazione e lo svolgimento della campagna di Etiopia in Africa orientale (3 ottobre 1935- 9 maggio 1936), l'organizzazione militare della Libia venne largamente incrementata e potenziata, con un aumento negli effettivi sia delle truppe naziona li, sia delle truppe di colore, in relazione alle funzioni e ai compiti strategici e logistici assegnati alla Libia. Strategicamente la Libia doveva costituire una minaccia potenziale e immanente contro eventuali nemici che avessero voluto ostacolare e impedire movimenti e operazioni per l'attuazione della campagna; logisticamente doveva rap_presentare un vero serbatoio di uomini, ben adatti e acclimatati con le regioni africane, e di mezzi efficienti.

Tanto nella fase preparatoria quanto nella fase esecutiva della campagna, in Libia vennero avviate dall'Italia nuove unità; nuovi reparti furono anche costituiti, e un movimento notevole di uomini e mezzi da e per la Libia caratterizzò quel periodo, in cui non poche unità vennero, attraverso l'Africa settentrionale, smistate e inviate in Africa orientale.

In particolare:

a) Nella fase preparatoria della campagna di Etiopia, si provvide a completare gli apprestamenti difensivi e l'organizzazione logistica della colonia libica, e a costituire e mobilitare nuove unità.

Tra le nuove unità costituite vi fu la divisione indigena «Libia I», destinata poi .in Africa orientale.

Vi furono inoltre tre divisioni di fanteria - l'« Assietta ))' la «Cosseria'' e la « Metauro )) le quali vennero mobilitate, con una formazione speciale (r), nel territorio nazionale e inviate nel settembre 1935 in Libia, allorchè la situazione sembrò troppo gravida ·di pericoli per quella colonia. Più tardi, quando la situazione sembrò meno oscura, una delle tre divisioni - la « Metauro » - venne rimpatriata.

Oltre alle tre divisioni anzidette, fu mobilitato, sempre per la Libia, anche il XXI battaglione carri d'assalto.

b) Nella fase operativa d'ella campagna, allo scopo di garantire l'integrità delle nostre colonie in Africa settentrionale e, nello stesso tempo, assicurare l'alimentazione operativa in Africa orientale, si provvide a: ___, mobilitare in territorio nazionale una divisione motorizzata la « Trento )) ' di recente costituzione ---;' e ad inviarla sollecitamente in Libia, completandola sul posto;

(r) V. pag. ro6.

- costituire e completare la divisione « Eritrea » con battaglioni provenienti anche dall a Somalia;

- ri cos tituire la divisione « Assietta », inviata in Africa orientale, con un'altra, la qual e assunse la denomin azione di « Assietta II >> ; ----;. costituire una divisione della Milizia, col nominativo di « Cirene >> e con formazioni speciali, su 4 gruppi di battaglioni (ogni g ruppo su 4 battaglioni), con I batteria d'accompagnamento per gruppo, e I reggimento di artiglieria su 2 gruppi autoportati da 75/27, oltre ai servizi;

- costituire un comando di corpo d 'armata L. B. (I); - inviare dalla madrepatria 1'8I 0 reggimento fanteria , I battaglione per i reggimenti motorizzati già in sito, I battaglione carri armati leggeri, 3 gruppi di artiglieria, 3 sezioni antiaeree da 20 mm., 3 plotoni cannoni da 65/ I7 con proietti anticarro, personale per So batterie di vario calibro, I bat taglio ne genio zappato ri-artieri, 3 compagnie del ge nio telegrafisti e radiotelegrafi sti, 35 stazioni e posti radio, reparti vari, I autoreparto, nonchè una ingente quantità di materiali, dotazioni di viveri, munizioni, carburanti, ecc.

( I) dal 1934 lo Stato Maggiore della Tripol itania aveva compilato uno studio approfo ndi to per la costituzione di un corpo d'armata libico che avesse, per il suo particolare caratte re e per le speciali esigenze d elle due colonie (Tripolitania e Ciren aica), una struttura organica diversa d a quell a delle grandi unità metropolitane. Tale corpo d'armata doveva riu nire, sotto un solo comando, le forze delle due colonie ed essere costituito in maniera da potere far massa, in caso di guer ra, nell'una o nell'altra delle due colonie, por assi curando a ciascuna di esse il presidio e la difesa. In conseguenza, il corpo d'armata doveva essere costit uito da du e parti d istinte: una, la magformat a di truppe mobili, le qua li dovevano poter agire libere da ogni preoccupaz ion e territoriale e solo a seconda delle esigenze di guerra; l'altra, la minore, formata di trupp e in ca ri cate della difesa e del presidio del territorio, le quali avevano il compito di provvedere a l mantenimento dd territorio e a costituire « il deposito d i riforn i mento e di istruzione della parte mob ile ».

In relazi one a tali criteri, il corpo d'armata nella form azione di guerra sarebbe stato, schematicamente, così costituite: - comando del corpo d 'a r mata; - trupp e mobili, con I divisione fornita dalla Tripolitania, I divisione fornita dalla Cirena ica, e trupp e e servizi direttam ente d ipendenti dal corpo d'armata e forniti tan to dalla Tripolitania quanto dalla Cirenaica; - truppe della difesa territoriale, con 1 corpo di difesa della T ripolitania e 1 corpo di difesa della Cirenaica.

Nello studio erano presi in esame le formazioni di pace e di guerra delle varie unità, il reclutamento del personale e varie altre questioni organiche di d ettaglio.

1 79

Terminata la campagna di Etiopia, le forze in Libia vennero contratte e riordinate. Alcune unità furono gradualmente sciolte; altre unità, nazionali, furono rimpatriate.

azione Nel 1937, in relazione alla situazione che si era venuta a creare libiche. nel bacino del Mediterraneo nei confronti dell ' Inghilterra e della Francia, si procedette ad una riorganizzazione delle forze armate della Libia allo scopo di potenziare l'apprestamento militare di quella colonia nel quadro delle esigenze operative più presumibili.

Si cominciò con l'istituire (decreto-legge n. 976 del 12 aprile, riportato dalla eire. 476 G. M. 1937) un << Comando superiore delle forze armate dell'Africa settentrionale » , dal quale dipendevano tutte le forze terrestri, navali ed aeree stanziate nel territorio e nelle acque territoriali della Libia.

Vennero quindi costituiti in Italia ed inviati in Libia 2 corpi d'armata, su 2 divisioni ciascuno : - il XX, con le divisioni << Sabratha » e << Sirte ))' destinato in Tripolitania; --:, il XXI, con le divisioni << Cirene » e << Marmarica ))' destinato in Cirenaica.

Le divisioni furono dislocate: la << Sabratha )) nel Garian; .la << Sirte » nella zona di Misurata; la << Cirene » nella zona di Barce; la << Marmarica » nella zona di Derna (r).

Forza complessiva dei due corpi d'armata, intorno a 40.000 uomini. Nel complesso, alla fine del 1937 le forze del'Esercito insieme con le truppe libiche assommavano a 6o .ooo uomini circa. Nel 1938, con decreto n. 1327 del I 0 luglio (inserito nella G. U . n. 202 del 5 settembre stesso anno e riportato dalla eire 635 G. M. 1938), le truppe libiche vennero ordinate in: - R. Corpo truppe libiche; - Forze del Territorio militare del sud.

(I) Le 4 divisioni: « Sabratha », « Sirte », « Cirene >> e << Marma rica >>, erano di norma costituite ciascuna da I comando, 2 reggimenti di fanteria, I battaglione I battagUone carri (eventuale), I compagnia motociclisti, I compagnia cannoni da 47/ 32, I reggimento d'artiglieria, reparti del genio, servizi.

Vi erano ino ltre le truppe di corpo d'armata: battaglione carri d'assalto, compagnia motociclistj, reggimento di artiglieria, reggimento del genio, compagnia chimica, servizi di corpo d'armata.

180

Il «R. Corpo truppe libiche» comprendeva :

a) Comandi: I comando R. Corpo :truppe libiche con sede a Tripoli (con comandi di artiglieria e del genio); I comando truppe libiche della Libia orientale con sede a Bengasi; 2 comandi di fanteria libica; I comando di cavalleria libica.

b) Truppe:

- fanteria libica, con: 8 battaglioni libici; I compagnia mitraglieri presidiaria libica; 4 compagnie automitragliatrici libiche; I compagni a scuola graduati libici; 2 depositi di fanteria libica; reparti libici per il presidio delle opere; -:cavalleria libica, con I gruppo squadroni spahis; I gruppo squadroni savari; I deposito di cavalleria libica;

-: artiglieria libica, con 8 gruppi di artiglieria libica delle varie specialità; 2 depositi di artiglieria libica; - genio militare libico, con 2 battaglioni del genio militare libico; I deposito del genio mili tare libico.

c) Distretti milita>ri: rimasero nel numero di 2, ciascuno con ! compagnia distrettuale.

d) Servizi:

Servi z io di sanità, con 2 sezioni libiche del servizio sanitario militare (una a Tripoli e l'altra a Bengasi) e 2 plotoni di sanità militare libica.

Ser vizio di commissariato, con 2 sezioni libiche del servizio di commissariato (una a Tripoli e l'altra a Bengasi); 2 plotoni di sussistenza militare libica; stabilimenti vari.

Servizio di artiglieria, con 2 sezioni libiche del servizio di artiglieria (una a Tripoli e l'altra a Bengasi); magazzini e laboratori di artigl ieria libica.

Servizio del genio, con 2 sezioni libiche del genio militare (una a Tripolì e l'altra a Bengasi); uffici e magazzini del genio militar e libico.

Servi z io automobilistico, con 2 sezioni libiche del servizio automo bilistico (una a Tripoli e l'altra a Bengasi); 2 autogruppi; officine, magaz zini e depositi di materiali.

Un centro rifornimento quadrupedi.

Le « For ze del .Territorio militare del sud» comprendevano:

a) Comandi: I comando del Territorio militare del sud.

b) Tru ppe : I battaglione sahariano (su I reparto co mando e 4 compagnie); I compagnia meharisti del F ezzan; I compagnia libica

I8I

udì e

presicliaria della Giofra. Al battaglione sahariano erano assegnati per l'impiego reparti dell'aviazione di presidio coloniale.

c) Servizi: I centro amministrativo del Territorio militare; I sezione autonoma di sanità militare; I sezione autonoma di commissariato militare; r sezione autonoma di artiglieria; servizio autonomo del genio militare; servizio autonomo automobili stico; I sezione autonoma di veterinaria militare.

Complessivamente le truppe del ·R. Corpo truppe libiche e delle forze del Territorio militare del sud ammontavano a poco più di 12.ooo uomini (2672 graduati e soldati nazionali, e 9556 graduati ed ascari libici).

L'ordinamento - da attuarsi gradualmente - andava in vigore sotto la data del I0 marzo I938 (I).

In definitiva, alla fine del I938 esistevano in Libia: 2 corpi d'armata, ciascuno su 2 divisioni metropolitane, oltre alle truppe di corpo d'armata; tali truppe potevano eventualmente venire raggruppate in una armata; -il R. Corpo truppe libiche e le forze del Territorio militare del sud, con l'ordinamento che abbiamo testè riportato.

Nel I939 proseguirono studi e provvedimenti (invio di materiali, completamento delle divisioni e approntamento eli magazzini e depositi) per meglio potenziare gli apprestamenti difensivi della Libia, le cui quattro provincie vennero intanto, con apposito decretolegge (2), aggregate al territorio del Regno d' Italia. Dato l'aggravarsi della situazione internazionale, lo Maggiore progettò l'invio in Africa settentrionale di altre divisioni metropolitane e la costituzione di divisioni indigene, allo scopo di poter così garantire l'inviolabilità della Libia .

Una apposita legge venne inoltre preparata e promulgata (3) per coordinare, con criteri unitari, la preparazione e l'organizzazione bellica delle terre italiane d'oltremare. In base a tale legge, la prepara-

(x) Nel magg io- giugno 1938, ebbero luogo in Libia (Gefara) grandi esercitazioni, alle quali parteciparono grandi unità metropolitane e truppe libiche. In tale circostanza fu compiuto un lavoro logistico notevole per lo spostamento di un corpo d 'armata attraverso la Sirtica, priva di ogni ri sorsa.

(2) V. nota 2 a pag. 137·

(3) Legge n. 1193 del 26 luglio 1939, inserita nella G . U. n. 198 del 25 agosto e riportata dalla eire. 662 G. M. 1939·

zione bellica delle terre d'oltremare spettava al Capo di S. M. Generale, il quale, presi gli ordini dal Capo del Governo, impartiva direttive, per le rispettive sfere d'azione, ai Capi di S. M. dell'Esercito, della M arina e dell'Aero naut ica . Quanto allo svolgimento delle operazioni, i comandanti su periori delle forze armate dell e terre d'oltremare ricevevano direttive direttamente dal Capo di S. M. Generale.

Il 1 ° se ttembre 1939, all'inizio del secondo conflitto mondiale, la L ibia venne sorpresa tuttora in crisi di preparazione (r) dei suoi apprestamenti militari, e con 4 divisioni metropolitane oltre alle truppe libiche. Pur avendo il nostro Governo dichiarato la «non belligeranza » del Paese, si provvide subito, come elementare misura prudenziale, a migliorare intanto la si tuazione delle nostr e forze armate con l'invio urgente di rinforzi.

Nello stesso mese di settembre, venne costituita in Tripolitania la s• Armata, su due corpi d'armata: il XX, già preesistente, con le di visioni « Sabratha » e « Sirte », e il X, di nuova costituzione, con le divisioni affl ui te dalla madrepatria « Bologna>> e « Savona». Ai due predetti corpi d'armata furono successivamente assegnate altre due d ivisioni metropolitane: la «Brescia>> (al X) e la « Pavia» (al XX); sicchè, entrambi i corpi d'armata vennero per il momento a risultare co stituiti su 3 divisioni Contemporaneamente si provvedeva a far affluire a scaglioni 4 divisioni della Milizia: la « 23 Marzo >> e la « 28 Ottobre » in Tripolitania, la « 21 Aprile » e la « 3 Gennaio » in Cire-

(1) Nella prima quindicina del gennaio 1939, erano stati adottati dallo Stato Maggiore (Ufficio O. e M.) vari provvedimenti per accelerare i lavori di difesa della Libia occidentale (approntamento di compagnie lavoratori, assegnazione dì ufficiali, di automezzi e attrezzi da lavoro), per rinforzare il XX e XXI corpo d'armata e per potenziare la Guardia alla frontiera della Libia. Per rinforzare il XX e XXI corpo d'armata era stato disposto:

a) il richiamo alle armi, nei mesi di febbraio e marzo 1939, di aliq uo te dell e classi dal 1901 al 1905• con cui sarebbero sta ti assegnati in Libia 28.000 uomini;

b) la chiamata alle armi, in febbraio, delle reclute del 1918, con cui sarebbero stati assegnati in Libia 7.soo uomini;

c) il trattenimento in Libia dello scaglione della classe 1917 che avrebbe dovuto rimpatriare per essere congedato.

Con tali provvedimenti si calcolava che la forza dei 2 co rpi d'armata - XX e XXI - sarebbe stata portata a oltre 50.000 uomini.

Misure erano state adottate inoltre per completare le dotazioni dei 2 anzidetti corpi d'armata.

Provvedimenti al· l'inido del secon• do CODflitto IDOD • dia! e.

'!' l

naica. Si veniva così, nell'insieme, a disporre per la difesa della Libia di 12 divisioni metropolitane, eli cui 4 della Milizia: unità, però, nella loro maggioranza, ancora incomplete non solo negli effettivi, ma anche nei materiali, specialmente in munizionamento, pezzi anticarro, carri armati leggeri, automezzi, vestiario ed equipaggiamento.

In seguito, le forze armate furono riordinate e potenziate con l 'invio di nuovi reparti e di altri m ezzi . Nel novembre 1939, la situazione delle forze armate era la seguente:

a) Tripolitania. Vi era dislocata la 5a armata, con 3 corpi d'armata (XX su 4 divisioni di fanteria: « Sabratha )) , « Sirte » , « Pavia » e « Brescia » ; X su 2 divisioni di fanteria: « Savona » e « Bologna >> ; XXIII su 2 divisioni della Milizia: « 23 Marzo>> e « 28 Ottobre »), r reggimento eli artiglieria d'armata (4 gruppi da 149/35) e unità della Guardia alla frontiera.

In cifra .tonda, un totale di 90.000 uomini.

b) Cirenaica. Vi era dislocata la ro& armata, con 2 corpi d'armata (XXI su 2 divisioni di fanteria: << Marmarica » e « Cirene >>; XXII su 2 divisioni della Milizia: « 21 Aprile >> e « 3 Gennaio >> ), e unità della Guardia alla frontiera.

In cifra tonda, un totale di 40.000 uomini.

P er il coordinamento di tutti i servizi vi era una Intendenza A. S. in Tripoli, alle dipendenze del Comando superiore delle forze armate settentrionale, con una delegazione d'intenden za a Bengasi.

Quanto alle formazioni, i comandi d'armata erano leggerissimi e senza intendenza; i corpi d'armata avevano i servizi previsti; le divisioni, tipo A.S., erano autotrasportabili, leggere e senza quadrupedi (r).

(r) Ciascuna divisione era costituita (cfr. nota a pag. r8o) su: I comando; 2 reggimenti di fanteria, ognuno su 3 battaglioni; I compagnia mortai da 81 e I batteria d'accompa gnamento da &;/rJ; I battaglione carri (so lo per 4 divisioni); I battaglione mitraglieri; I compagnia motociclisti; 1 compagnia cannoni anticarro da 47/ 32; I reggimento di artiglieria su 2 gruppi da 75Ì27 mod. I9Q6, I gruppo da roo/ I7 e 2 batterie da 20; I battaglione misto del genio; servizi (sezione di sanità; sezione di sussistenza; autosezione mista).

Riguardo al personale gli organici potevano considerarsi prossimi a qu elli di guerra, ma per il completamento delle dotazioni di materiali mancava ancora parecchio : 700 fucili mitragliatori, 6oo mortai, 450 pezzi di artiglieria, 350 carri L, 5000 automezzi.

Circa le forze libiche, fu prevista la costituzione di 2 divisioni libiche e di unità varie non indivisionate.

Nel campo dell'organizzazione logistica, le dotazioni dei magazzini furo no ragguagliate al fabbisogno di 6 mesi per una forza complessiva di 140.000 uomini, 8200 automezzi, 8soo muli e cavalli e 3200 cammelli.

Col 1940 la preparazione organica venne intensificata.

Organizzazione Sotto la data del I 0 marzo furono costituite le divisioni libiche delle forze libiche. 1 e 2& (1).

Fu creata anche la carica di Ispettore delle truppe libiche, e furono approntate pure varie unità libiche non indivisionate. Si ventilò inoltre l 'opportunità di costituire un corpo d'annata libico, affidandone il comando allo stesso ispettore delle truppe libiche.

Tra la fine di maggio e i primi di giugno, la divisione della Mi- all'ini· lizia « 2i Aprile » (2) fu sciolta, e con i suoi elementi venne costituita zio della guerra.

(1) Fogli del Comando superiore for ze armate A. S. n. 03 / 200570 O. M. del 10 febbrajo 1940 e n. 03/2oo6]8 O. M. del 20 febbraio I940. Ciascuna divisione libica fu costituita come appresso: I comando;

2 raggruppamenti di fanteria libjca, ciascuno su I comando e 3 battaglioni; 1 compagnia cannoni da 47/ 32;

2 gruppi di artiglieria libica da 77}28, ciascuno su I comando e 3 batterie; 2 batterie da 20 mm.;

1 battaglione misto del genio libico; servizi (x sezione di sanità, 1 sezione di sussistenza, I autog ruppo).

(2) Ciascuna divisione della Milizia desù Hata in Libia era così costituita:

1 comando; ·

2 legioni, ciascuna su 3 battaglioni, I compagnia mortai da 81 e 1 batteria d'accompagnamento da 6rjfr7;

1 battaglione mitraglieri;

1 compagnia da 47/32;

I reggimento di artiglieria su 2 gruppi da 75i 27 /1)06, I gruppo da xooii7/ 9I4 e 2 batterie da 20 mm.;

I battaglione misto dd genio; servizi (1 sezione di sanità, I sezione di sussistenza, I autosezione mista).

·la divisione di fanteria « Catanzaro», alle dipendenze del XXII corpo d'armata. Sicchè al momento della dichiarazione di guerra, IO gno 1940, in Libia erano dislocate, oltre a tutte le unità non 'Sionate:

9 divisioni di fan teria, del tipo autotrasportabile A . S. ( « ·bratha », « Sirte », « Cirene », « Marmarica », « Bologna », vona », « Pavia », «B rescia » e « Catanzaro »);

3 divisioni della Milizia ( « 23 Marzo », « 28 Ottobre » e « 3 •Gennaio >>);

2 divisioni libiche (Ia e 2a).

ÙRDINAMENTO MILITARE GENERALE DELL'IMPERO

(A.O.I.).

Conclusasi vittoriosamente la campagna per la conquista dell'Im-pero di Etiopia (ottobre 1935- maggio 1936), si cominciò subito col ·dare un primo assetto provvisorio al nuovo Impero, nel quale furono comprese anche le nostre vecchie colonie dell'Eritrea e della Somalia Tutto il vasto territorio venne ripartito in cinque grandi zo11e, e pre<Cisamente: - la zona comprendente l'Eritrea, il Tigrai e la Dancalia; <Capitale Asmara; zona comprendente lo Scioa, il Goggiam e l'Etiopia nord-occidentale; capitale Gondar; - la zona comprendente l' H arar, gli Arussi e il Baie ; capitale Harar ; zona comprendente i Galla e Sidama e le tribù dell'ovest; -capitale Gimma; - la zona comprendent e l'antica Somalia italiana e l'Ogaden; <:apitale Mogadiscio.

Ogni zona dipendeva da un Governatore, capo 'Zione civile e comandante di tutte le forze armate dis locate nel proprio territorio . Tutti i cinque Governatori facevano poi capo al Governatore generale e Vice Re, residente in Addis Abeba.

Ai limiti delle varie zone furono, in seguito, apportati dei ritocchi, sino a quando venne stabilito un ordinamento territoriale definitivo, che fondamentalmente confermò quanto era stato fatto in via provvtsona.

Con la fine delle operazioni, comandi, grandi unità e reparti, ritenuti non più necessa ri, cominciarono ad essere gradualmente bilitati, sciolti o rimpatriati. Le forze armate dell ' Impero furono in

tal modo ridotte, per poterle contenere soltanto entro i limiti imposti dalla necessità di presidiare e dare sicurezza alle nuove terre conquistate. In relazione alle èsigenze particolari delle varie zone, l'organizzazione militare subì quindi, nei primi tempi, adattamenti e ritocchi.

Nel I937, dopo più di un anno di esperienza, con decreto n. 2708 mi· del I5 novembre (inserito nella G. U. n. 9I del 20 aprile e riportato htare dell Impero. dalla circolare 339 G M. 1938) fu stabilito l'ordinamento politico, amministrativo e militare per l'Africa orientale italiana (I).

Per la parte militare, le forze armate terrestri furono così organizzate:

a) Stato Maggiore del Governo generale, con I Capo di S. M ., I Sottocapo di S. M., I ispettorato di fanteria coloniale, I ispettorato di artiglieria, I ispettorato del genio, I ispettorato dei reparti di camicie nere (Milizia) d'Africa, I direzione superiore dei servizi della quale facevano parte: I direzione di artiglieria, I direzione del genio, I direzione dei trasporti, I direzione di sanità, I direzione di commissariato, I direzione di veterinaria, I ispettorato di amministrazione, I ispettorato per l'assistenza spirituale, I ufficio superiore topocartografico.

Presso i Governi delle varie zone esisteva I comando delle truppe, il quale agiva sotto l'alta vigilanza del Governatore.

b) 1 divisione nazionale, dislocata in Addis Abeba (capitale dell'Impero), costituita come appresso: I comando;

2 reggimenti di fanteria d'Africa, formati ciascuno da I comando, 3 battaglioni, I batteria d'accompagnamento e I deposito; I battaglione di mitraglieri d'Africa; I reggimento di artiglieria d'Africa, formato da I comando, 2 gruppi someggiati e I deposito; 2 compagnie del genio d'Africa; servizi (1 sezione di sanità e I sezione di sussistenza).

(1) Le disposizioni riflettenti le forze armate - con relativa organizzazione da raggiungersi gradualmente - dovevano andare in vigore dal 1° ottobre 1936. O ccorre però tener presente che nel 1937 c'erano ancora nell'Impero circa 255.000 uomini, di cui 135.000 nazionali e 120.000 coloniali, cioè forze di gran lunga superiori a quelle previste dall'ordinamento; e ciò, sia come misura prudenziale dato il poco tempo trascorso dalla conquista, sia per necessità operative dovendo far fronte alle dbellioni divampate qua e là nel vasto territorio dell'Etiopia.

c) 16 brigate coloniali, di cui 3 in Eritrea, 4 nell'Amara, 3 nell'Harar, 4 nei Galla e Sidama e 2 nella Somalia italiana. L e brigate coloniali erano costituite ciascuna da : -I comando; - reparti coloniali delle varie armi; - servizi (I reparto someggiato di sanità e I nucleo di sussistenza).

Complessivamente i reparti coloniali delle varie armi comprendevano : s8 battaglioni di fanteria coloniale, 5 gruppi di squadroni di cavalleria coloniale, I6 gruppi di artiglieria coloniale, I6 compagnie miste del genio coloniale (I).

d) Truppe non inquadrate nella divisi one nazionale e nelle brigate coloniali; tali truppe comprendevano: I 0 - fanteria:

I gruppo di 4 battaglioni di Milizia d'Africa, in Addis Abeba; 9 battaglioni mitraglieri di Milizia d'Africa (motorizzati), di cui I in Eritrea, 2 nell ' Amara, 2 nell'Harar, 2 nei Galla e Sidama e 2 nella Somalia italiana;

2 battaglioni di fanteria coloniali, di cui I in Addis Abeba e r nella Somalia i taliana;

2° - caval leria: I gruppo di squadroni di cavalleria in Addis Abeba; 3° - artiglieria : 4 gruppi di artiglieria d'Africa (motorizzati), di cui I nell'Amar a, I nell' H arar, I nei Galla e Sidama e I nella Somalia italiana;

4 gruppi di artiglieria contraerei di Milizia d'Africa, di cui 2 in Addis Abeba, I in Eritrea e I nell' H arar; I gru ppo di 8 batterie d'Africa da posizione, i n Addis Abeba;

7 compagnie cannonieri coloniali, di cui 2 in E ritrea, I nell'Amara, I nell' H arar, I nei Galla e Sidama e 2 nella Somalia italiana;

(1) Le unità denominate « d'Africa >> erano composte esclusivamente di nazionali; quell e denominate « colcmiali >> erano composte di indigeni inquadrati da nazionali.

Ogni battaglione coloniale (o reparto corrispondente) aveva sede fissa, e in ta le sede era disloca to il rispettivo centro di mob ilitazione, avente anche funzioni di deposito.

r88

4o - genio:

I reggimen to genio speciale d'Africa, i n Addis Abeba, form ato da I coma n do, 2 battaglioni, I co m pagnia ferrovieri e I deposito.

e) Servizi non assegnati alla divisione nazionale e alle brigate coloniali. I maga z zini dei servizi d' artiglieria, del genio, di sanità, di commissariato, di veterinaria, dislocati nella piazza di Addis Abeba, era n o attrezzati in modo da funzionare anche quali magazzini centrali di r ise rv a.

Il servizio automobilistico comprendeva:

I autor aggruppamen to special e di Milizia d'Africa, in Addis Abeba, formato da I comando, 3 autogruppi e I depo sito con magazzini e officine;

I autorepa rto misto, con officine, per ogni comando delle tru p pe d elle va rie zone.

Presso il comando della piazza di Addis Abeba, come p ur e presso ciascun comando delle truppe delle varie zone, erano costituiti:

I deposi to territoriale e I deposito coloniale;

I sezione d'artiglieria, con magazzini e la borato ri ;

I ufficio lavori del genio, con magazzini e laboratori;

I uffi cio di sanità, con magazzino;

I ufficio di commissariato, con m ag azzini ;

I ufficio di veterinaria;

I tribunale m ilitare.

Forza complessiva dei militari di truppa dislocati nell ' Impero (Africa orientale): circa 65 .000 uomini, in cifra tonda (21.I45 militari di trupp a nazional i, co mpresi quelli della Milizia; 43.270 militari di truppa indigeni).

Nell'insieme si sarebbero dovuti avere:

8o battaglioni di fanteria, di cui 6o coloniali;

6 gruppi squadroni, coloniali;

27 gruppi di artiglieria, di cui I7 coloniali;

2 battaglioni del genio, nazional i;

7 com pagnie ca nnonieri, coloniali ;

I9 compagnie del genio, di cui I6 coloniali.

L'ordinamento predetto pe rò , data la situazione i n Africa orien- Schema di nuovo l ' · · h .1 C d S ordinamento. t a e, non pote avere p1ena attuazwne; tanto c e 1 oman o uper io re delle forze arm ate dell' Im pero ritenne opportuno presentare,

ooi dì e.

nell'agosto 1938, lo schema di un nuovo ordinamento che tava la formazione di r divisione nazionale, 22 brigate coloniali, truppe non inquadrate e servizi, con un numero complessivo di: 106 battaglioni di fanteria, di cui Bo coloniali ; r6 gruppi squadroni, di cui 15 coloniali; 26 gruppi di artiglieria, di cui 22 coloniali; 9 battaglioni del genio, tutti nazionali; 6 compagnie autocarri armati, tutti nazionali; ro compagnie cannonieri, di cui 5 coloniali. Forza globale (arrotondata) di tale ordinamento: 3700 ufficiàli; 3500 sottufficiali; 123.000 militari di truppa, di cui 93.000 indigeni. Quest'ultimo ordinamento, malgrado le difficoltà d'ordine finanziario, venne in gran parte attuato.

Quanto alla mobilitazione, le predisposizioni relative erano ispirate alla direttiva di « organizzare in A.O.I., entro il 1940, tutto quanto occorreva per un'armata nera di 30o.ooo uomini». Indirettamente la preparazione di una tale armata venne favorita per il fatto che la situazione interna impose di tenere nell'Impero forze revo li.

Nel settembre del 1939, data la grave situazione internazionale, il Governo generale dell'Africa orientale italiana emanò gli ordini relativi alle predisposizioni di mobilitazione «in funzione tiva disponibilità in posto di forza in congedo e di dotazioni».

Sotto la data del 1 ° ottobre dello stesso anno, la situazione si presentava come appresso : le forze dell'Impero (esclusi i carabinieri e la guardia di finanza, e compresa la Milizia) erano raggruppate in 1 divisione nazionale, 23 brigate coloniali, truppe non inquadrate nelle predette unità, servizi, per un complesso di: lizia; 128 battaglioni di fanteria, di cui 93 coloniali e 30 della

13 gruppi squadroni, di cui 12 coloniali; 27 gruppi di artiglieria, di cui coloniali; 9 battaglioni del genio, nazionali; 17 gruppi di bande, coloniali; reparti minori.

Forza globale, in cifra tonda: 5000 ufficiali;

5300 sottuf.ficiali; 190.000 militari di truppa, di cui I48.ooo indigeni. Con le predisposizioni di mobilitazione si pensava di potere far ascendere la forza totale dell'Impero a 280.000 uomini (di cui 75.000· na zionali e 205.000 coloniali), con cui costituire : 148 battaglioni di fanteria, di cui 93 coloniali e 33 della Milizia; I5 gruppi di cavalleria, di cui I4 coloniali; 30 gruppi di artiglieria, di cui 23 coloniali , I di Milizia contraerei, 1 da posizione; r o compagnie cannonieri, di cui 5 coloniali; ro battaglioni del genio, nazionali; reparti minori e unità dei servizi.

Con la maggior parte di dette unità, si progettava di costituire: 2 divi sioni di fanteria: la «Gra natieri di Savoia » su IO battaglioni di fanteria, 2 gruppi di artiglieria e unità dei servizi; l' « Ao-· sta», denominata successivamente «Af rica», su 7 battaglioni di fan-teria, I gruppo di cavalleria e r gruppo di artiglieria; 23 brigate coloniali.

Questa era la situazione verso la fine del 1939·

Nel 1940 (r) si continuò a perfezionare le predisposizioni di mo- · bilitazione, cercando anche di superare n el miglior modo possibile le varie difficoltà soprattutto d'ordine materiale (2).

Verso la .fine di maggio, nell'imminenza dell'entrata in guerra dell'Italia, si addivenne a una nuova organizzazione militare. Tutti i poteri politici, amministrativi e militari furono concentrati nelle mani del Governatore generale Vice Re d'Etiopia, e in relazione alle necessità operative l ' Impero fu organizzato in scacchieri: __, uno scacchiere nord, fronteggiante il Sudan settentrion ale; comprendeva i territori dei Go verni dell'Eritrea (meno la Dancalia) · e dell'Amara; forza circa 102.000 uomini;

(r) Con legge n. 887 del 21 giugno 1940 (riportata dalla G . U. n. 172 del 24 luglio e dalla eire. 576 G. M. 1940), venne soppresro il Comando superi01·e delle forze armate dell'Africa orientale italiana, già istituito con decreto · legge n. 1856 del 17 agosto 1938 . Tuttavia, la denominazione di Comandante superiore rimase e fu ancora usata in documenti ufficiali dal Governatore generale Vice Re d'Etiopia durante le operazioni del 1940- 41.

(2) Il 6 aprile 1940, vi fu una riunione a Roma, alla quale parteciparono il Capo del Governo, il Ministro dell'Africa italiana, il Sottosegretario alla Guerra e il Vice Re d ' Etiopia. In tale riunione fu presa in esame la situazione dell 'Impero e fu deciso di provvedere alle più urgenti necessità con l'invio di materiali e di personale.

all'ini·

- uno scacchiere sud, fronteggiante il Sudan meridionale ed il Kenia settentrionale; comprendeva il territorio dei Galla e Sidama e ali<:Ju.ote del territorio della Somalia fino a Dolo ; forza circa 37.000 uomtm; - uno scacchiere est, fronteggiante la costa francese dei Somali e il Somaliland britannico; comprendeva i territori dei Governi di Harar, dello Scioa, della Dancalia, di Dessiè, dell'Ogaden, Nogal e Migiurtinia: forza circa I23.ooo uomini; un settore Giuba, fronteggiante il Kerùa; comprendeva ali.dei territori del Governo della Somalia; forza circa I8.ooo uomtm.

Al momen to dell'entrata in gue rra dell'Italia, IO giugno 1940, le forze armate dell'Impero assommavano in cifra tonda (escluse le forze di polizia) intorno a 28o.ooo uomini, di cui circa 8o.ooo nazionali e 200.000 circa coloniali, inquadrati in divisioni, brigate e unità minori secondo quanto di massima era stato previsto, sin dalla seconda metà del I939, nelle predisposizioni di mobilitazione di cui si è fatto cenno.

Armamento disponibile: 6Jo.ooo fucili, 3300 mitragliatrici, 5300 fucili rnitragliatori, 24 carri M, 39 carri L, 129 autoblindo e autocarri attrezzati con scudi, 4 o bici da I49 l I 3, 4 cannoni da 120 l 45, 26 cannoni da 120125, 59 cannoni da Io5l28, 216 cannoni da 77l28, 92 pezzi da 70II5, 312 pezzi da 6slr7 e circa un altro centinaio di pezzi di tipi diversi.

ORDINAMENTO MILlTARE GENERALE DI ALTRE TERRE D'OLTREMARE.

Qui non si tratta di colonie, ma di possedimenti italiani.

iane A) IsoLE ITALIANE DELL'EGEO. -Abbiamo visto che i n occasione della campagna di Etiopia venne potenziata l'organizzazione militare dei nostri possedimenti nell'Egeo Nè, conclusasi detta campagna, il Dodecaneso venne posto in oblìo. Anzi, in relazione alla sua nuova funzi one strategica per effetto della nostra conquista dell'Impero, altri e nuovi provvedimenti furono adot tati per aumentarne l'efficienza e il valore difensivo.

(r) V. pagg. ro6 e 111.

Nel settembre- novembre 1939, dopo adottate le prime misure di emergenza, l'organizzazione militare delle nostre isole dell'Egeo venne a com prendere :

I comando delle forze armate; 1 gruppo di carabinieri; I divisione di fanteria (la «Regina »);

I battaglione mitraglieri autocarrato, su 4 compagnie; 2 com pagnie mortai da 45; I4 compagnie mitraglieri da posizione c. a. ;

I compagnia carri M; unità varie del genio; I plotone chimico; elementi dei servizi; (I distretto militare).

Le formazioni delle unità avevano una consistenza organica maggiore di quelle in Patria. Così, per es., i reggimenti di fanteria erano formati da: I comando, 4 battaglioni, I batteria d'accompagnamento, 2 compagnie mortai da 8I, I plotone lanciafiamme, con una forza complessiva di 4800 uomini circa. Il reggimento d'artigHeria (5oo) era costituito da: I comando, 4 gruppi da 75 l 27 l 9o6, I gruppo da I05 128, 3 gruppi da I49/I2, I gruppo da 2IO j 8, I gruppo mobile da 75/27, I batteria da 75/27 C.K., 4 batterie da 20, con una forza complessiva di circa 5000 uomini.

Si trattava di reggimenti pesanti, specialmente quello d'artiglieria. Fu quindi proposto di formare 2 battaglioni di fanteria per la difesa delle isole di Scarpanto e di Coo, di riordinare l'artiglieria e trasformare anche la compagnia carri in battaglioni su 2 compagnie (I di carri M e I di carri L).

Per l'artiglieria si propose di riordinarla costituendo:

I comando di artiglieria, alle dirette dipendenze del comando delle forze armate;

I reggimento di artiglieria divisionale (della « Regina ») su 2 gruppi da 75/27/906 e I gruppo da I49/I2; I raggruppamento da posizione (nord), su I gruppo da 75/27, I gruppo da I05 j 28, I gruppo da I49 / I2 e I gruppo da 2ro l 8; 1 raggruppamento da posizione (sud), su 2 gruppi da 75/27 e r gruppo da 149 / I2; 2 gruppi autonomi da posizione (I su 6 batterie per l'isola di Coo e I su 3 batterie per l'isola di Scarpanto); r gruppo di artiglieria contraerei, con 21 batterie (7 mobili e I-4 da posizione).

13. - u. s.

1 93

Le dotazioni di materiali erano quasi al completo.

L ' entità delle dotazioni dei magazzini era ragguagliata al fabbisog no di 6 mesi per una forza complessiva di 22.000 uomini , 500 automezzi e II50 quadrupedi. Era allo studio l'aumento dell'autonomia logistica da 6 mesi a un anno.

All'atto dell'entrata in guerra, IO giugno 1940, la situazione delle forze, salvo qualche riordinament o, era pressochè immutata. Oltre al reggimento di artiglieria divisionale « Regina » (5o"), era stato costituito il 35" reggimento di artiglieria da posizione.

B) ALBANIA. - Ultimate, nell ' aprile del 1939, le operazioni per l'occupazione dell'Albania, si provvide a dare al nuovo territorio un assetto politico, militare e amministrativo.

Verso la fine di novembre del I919, l'organizzazione militare dell'Alb an ia comprendeva:

I comando di corpo d'armata, co n truppe e servizi di corpo d'armata;

3 divisioni di fanteria (la « Ferrara », la «Venezia >> e l' « Arezzo »); non era considerata nel numero I divisione (la « Lupi di Toscana >> ) per la quale era stato g ià deciso il rientro in territorio;

I divisione alpina (la « Julia >>);

I divisione corazzata (la « Centauro»);

2 reggimenti di fanteria non indivisionatl (I di granatieri e I di bersaglieri);

I gruppo di cavalleria;

2 grupp i di battaglioni della Mili zia ; elementi minori.

Per la parte terri toria le vi erano: I comando di difesa territoriale e IO distretti militari, ancora in corso però di costituzinne.

Allo scopo di dare attua z ione alla legge sulla fu sione delle forze armate albanesi con quelle italiane (1), taluni reggimenti di fanteria e gruppi di artiglieria costituirono i terzi battaglioni e le terze batterie con personale albanese.

Forza complessiva in Albania circa 68.ooo uomini.

Le dotazioni dei magazzini d'Albania avevano a quel tempo una entità variabile da 15 giorni a 2 mesi; per il munizionamento 5 unità di fuoco.

(1) V. nota 2 a pag. I33·

1 94

Era stata stud iata anche, e definita, un'organizzazione capace di soddisfare alle esigenze di Ioo.ooo uomini e Io.ooo quadrupedi.

Era pure allo studio la questione relativa alla costituzione della Gu ardia alla frontiera albanese .

Al momento inizial e della guerra, Io giugno 1940, la situazione non presentava in Albania notevoli variazioni di forza rispetto a qu ella indicata prima, salvo una più marcata accentuazione nella preparazione in seguito all'arrivo di nuovi elementi e mezzi di rinforzo .

l • 1 95

BREVI CONSIDERAZIONI RIASSUNTIVE

Al te r mine di questa rassegn a panorami<:a dell'Esercito nella sua evoluzione e nei suoi sviluppi, dalla fi n e della prima guerra mondiale all'entrata in gue r ra dell'Italia nel secondo conflitto mo ndiale, possiamo trarre brevi considerazioni riassuntive, !imitan dole ad alcu ni particolari argomenti .

I. - GRANDI UNITÀ. - Al termine della prima guerra mondiale le nostre divisioni erano quaternarie, con 4 reggim enti di fanteria e I reggimento di artiglieria. Rapporto tra fanteria (12 battaglioni) e artiglieria (8-IO batterie) tutto a favore della fanteria, cioè de!l'elemento mano vra per eccellenza. Questo elemento manovra era però dotato in proprio di molti elementi di fuoco, ed anzi, so tto questo riguardo, il reggimento e il battaglio ne di fanteria apparivano dotati di mo lti mezzi : fucili, mitragliatrici pesa n ti e leggere, bombe, lanciafiamme, lanci abo mbe, cannoncini, armi difensive, ecc., e la loro fisionomia organica era caratterizzata da una accentuata specializzazione dei compiti, co n segue nza questa non ultima - delle forme prevalentemente statiche assunte dalla guerra. Successivamente, in pe riodo di · pace, si passò alla divisio ne ternaria, su 3 reggimenti d i fanteria e I reggimento di artigl ieria, .e il rapporto t ra fanteria (9 battaglioni) e ar t iglieria (4 gr uppi con un <:omplesso di I2 batterie) cominciò ad essere un po' più ravvicinato, sebbe ne ancor a nettamente a favore della fanteria. Quest'ultima era stata intanto organizzata con criteri razionali sulla base di una distribuzione di armi e mezzi moderni, in grado di potenziare sempre più le sue capacità di manovra, orientate verso forme dinamiche di guerra. I n prosieguo di tempo, e alla vig ilia del secondo conflitto mondiale, in aderenza ad una dottrina di guerra fond ata sulla rapidità e su una accentuata dinamicità operativa, si venne nella decisione di .adottare la divisione binaria, su 2 reggimenti di fanteria e I reggimento di artiglieria . Il rapporto tra fanteria (6 battaglioni) e artiglieTia (3 g ru ppi con un complesso di 9 batterie) si avvicinò di più e

CAPITOLO VII.

sembrò meglio equilibrarsi, soprattutto ai fini della mobilità e dell 'autotrasportabil ità dell'unità divisionale. In un P aese, però, a ricco potenziale demografico, come il nostro, e con scarso potenziale indu striale, la divisione firù col presentarsi senza ricchezza di mezzi p esanti di fuoco (artiglierie) e con insufficienti elementi di m a novra (fanterie). Quest'ultima l acuna apparve tanto grave che si ritenne in seg uito opportuno provvedere ad assegnare ad og ni divisione altri 2 battag lioni, snelli e l eggeri, della Milizia. Con ta le provved imento di ripiego non si tornò a lla consiste nza della fanteri a dell a divisio ne tern aria e, nello stesso tempo, il rapporto tra fuo co pesante (artiglierie) ed elemento di manovra (fanterie) venne allontanato dal suo pu nto approssimato di equilibrio.

Nel campo delle grandi unità, alla fine del 1918, olt re alle divisioni di fanteria e ai co rpi d'armata di formazione diciamo così norm a le, furono costituite divisioni alpine (1 soltanto), divisioni d 'assalto, divisioni di cavalleria e un corpo d'armat a d' assa lto. La fisionomia orga nica delle grandi unità rimase quindi pressochè uniforme e l a specializzazio ne dei compiti assai limitata.

Ne gli anni che seguirono, tra la prima e l a seconda guerr a mondial e, vi fu, nelle grandi unità, una marcata evoluzione, e a seconda d e ll 'i mpiego ne fu differenziata la co mposizione o r ganica. Nel 1940 vi erano infatti .divisioni di fanteria, alpine, autotrasportabili tipo normale, autotrasportabili tipo A. S., mo tori zzate, corazzate, celeri, e vi era no pure corpi d'armata n ormali, alpini, a ut otrasportab ili, cora zzati, celeri. La differenziazione fu portata p ersin o nell ' àmbito del.l e g randi unità strategiche con la costituzione di un'armata motocorazza ta (l ' armata del Po).

II. - FANTERIA. - Come nuova special ità, nel corso della prima guerra mondiale, era stata creata la fanteria d'assalto, che però, dopo il 1918, ve nne presto abolita; sicchè si tornò alle specialità del periodo prebellico. Vi fu anzi un momento in cui si cercò d i ridurre fort emente anche una vecchia e g loriosa specialità, come quella dei be rsaglieri .

Con l'andare degli a nni, necessi tà d'impiego imposero la creazione di nuove specialità, c così, ai g rana tie ri, alla fanter ia division a le, ai bersaglieri, agli alpini si aggiunsero le motorizzate e carriste

Una evol uz ione notevole vi fu in fatto di armamento e di mezzi e nella stessa formazione organica dei reparti.

1 97

Al termine della prima guerra mondiale le unità di fante ria sultarono piuttosto pletoric he e dotate di elementi e di mezzi di co, i quali si erano rive lati idon ei a superare le complesse difficoltà d erivanti dalla particolare g uerra di trincea che si era stati costretti a com battere. Successiva mente, negli a nni che precedette ro i l do conflitto mondiale, l'orientamento ge nerale, anche in armonia con la evoluzione e gli sviluppi della dottrina tattica, fu quello di non appesantire la fan ter ia per non farle perdere le sue che esse nziali quale a rma di manovr a, pur non mancando di dotarla di armi multipl e e moderne. In r ealtà non potevano essere certo le armi, razionalmente scelte, a rall entare il movjm ento delle fanterie su l campo di battaglia. Comunque, la preoccupazione di non santire la fanteria con molte dotazio ni fu tale che ebbe ripercussioni persino nel campo forma le della terminologia, e alla dizione di arm i leggere e pesanti si preferì qu ell a di fuci li mitragliatori e di g liatrici, di mo rtai d'assalto e di morta i da 8r, nella convinzio ne che <1lla se mplificat a terminologia form al istica corrispondesse l a sostanza con un im piego semplificato nel campo tattico.

Nei molteplici riordina menti operati tra le due guer re mondiali, l'armame n to della fanteria risultò composto .di armi antiquate, come il fucile e moschetto m od . r 89r, e di armi modern e, co me le g liat ri ci Fiat e Breda ultimo mod ello e i mortai d'assalto e da 81. Un 'impor tanza non eccessiva fti data alle armi controcarro e "traerei, e tutto il non facile problema si ritenne ri so lto per il momento con l'adozione, poco prima de ll a seconda guerra mondiale, .del cannone da 47 f 32.

L a forma zio ne de l reggimento rimase costantemente ternaria, su 3 battaglioni, e così pure quella de ll ' unità elementare di comba.ttimento - i l battag lione ____, su 3 compagnie fucilieri . Acca nto pe rò ai battaglioni e alle com pag nie fucilieri f ur ono r aggruppate armi ·compag namen to, come can noni (p rim a da 37, poi da 65/17 e infine ,da 47 / 32), mortai (da 8r) e mitragliatrici (prima con calibro 6,5 e poi con calibro 8). ·

Varianti e innovazioni venne ro introdo tte, a più riprese, nella formazio ne del plotone e della squadra, con sensibili ripercussioni nel campo tattico , i n quanto la coordinazione tra fu oco e movime nto rimase affidata ora a l coma nd an te di plo tone ora a l comandante di .squadra. Su qu esto punto o cco r re avvertire che i provvedimenti orga ni co-tattici, prima d ì essere adottati, fu rono oggetto di ampi dibattiti e di esami approfonditi.

III. - CAVALLERIA. ___,Nei vari ordinamenti del dopoguerra la cavalleria fu falcidiata, e da un numero notevole di reggimenti fu tata ad un numero assai ridotto, non soltanto per ragioni di bilancio, ma anche, e soprattutto, per ragioni di impiego, nella considerazione che nelle guerre moderne assai limitato apparve l'impiego di quest'arma .

All ' armamento classico, fatto di sciabole e !ance, si unì e si sovrappose, in misura sempre maggiore, il mezzo di fuoco. Le armi automatiche, come finirono col costituire l'ossatura fondamentale dell'armamento della fanteria, anche per la cavalleria cominciarono a poco per volta a diventare un elemento essenziale Nuove funzioni e nuovi compiti furono attribuiti alla cavalleria in campo strategico e tattico, basati più sulla mobilità delle azioni di fuoco che sugli urti travolgenti delle cariche; e nell'àmbito costituzionale delle grandi. unità, negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale, non si parlò più di divisioni di cavalleria, ma semplicemente di divisioni celeri, quasi a sottolinearne la funzione predominante che era quella di spostare celermente masse di fuoco, effettive o potenziali, per la soluzione di problemi strategici e tattici in campo esplorativo o in altri campi vari.

Un fatto notevole fu l'inserimento graduale e crescente del mezzo meccanico nella formazione stessa delle unità elementari dell'arma, per cui cominciarono ad esserci accanto al cavallo - l'arma classi ca per eccellenza della cavalleria - i mezzi meccanici d'urto e di f u oco quali i carri armati veloci, destinati col tempo a dare alla cavalleria una nuova fisionomia meccanizzata.

IV. - ARTIGLIERIA. - Dal punto di vista quantitativo, dopo un primo assetto dell'Esercito al termine della prima guerra mondiale, si ebbe in artiglieria un aumento generale. Anche qualitativamente si ebbe nei primi anni un certo miglioramento con la distribuzione di materiali di preda bellica; però ci si fermò, anzi ci si adagiò su tale miglioramento momentaneo al punto che, ancora all'inizio del secondo conflitto mondiale, la situazione artiglieri stica, in fatto di materiali, era rimasta su per giù, nelle sue linee generali, a quella dei primi anni susseguenti al primo conflitto mondiale. Non già, però, perchè non erano stati intrapresi studi su nuovi modelli di bocche da fuoco che fossero in grado di rispondere alle esigenze moderne della lotta; ma perchè studi e progetti, o a causa delle insormonta-

1 99

bili necessità di bilancio o per altri motivi, avevano finito col rimanere allo stato di studio e di progetto.

Spesso si fece ricorso al ripiego ingegnoso. Così, quando apparve necessario aumentare la gittata delle bocche da fuoco specialmente di piccolo calibro, vennero ingegnosamente introdotte razionali modifiche alla struttura del proietto o anche alle volate dei pezzi; ma il materiale, salvo pochi esemplari costruiti con criteri moderni, rimase nella stragrande maggioranza quello stesso della prima guerra mondiale e dei primi anni del dopoguerra.

Nei mezzi di trasporto delle artiglierie, specialmente pesanti e pesanti campali, si ottennero dei buoni progressi con l'adozione di trattori appropriati. Il traino meccanico si cercò di estenderlo il ·più possibile, dalle artiglierie di grosso calibro a quelle di piccolo calibro e, se pure in tale campo non potè essere attuato il programma massimo che prevedeva una quasi generale meccanizzazione dei trasporti, parecchio si riuscì tuttavia a fare anche con le artiglierie campali , e molto di più si sarebbe fatto ove ci fosse stato maggior tempo prima dell'entrata in guerra nel giugno 1940.

Un aumento ci fu nel numero delle varie specialità con l'introduzione dell'artiglieria contraerei e del!' artiglieria controcarro, destinate entrambe ad un incremento notevole.

In relazione agli sviluppi della dottrina tattica orientata a forme dinamiche di guerra, negli ultimi tempi precedenti il secondo conflitto mondiale si diede più impulso alle artiglierie leggere campali e campali pesanti __, anche in veste organica di artiglierie motorizzate, corazzate e celeri ----;. e, nello stesso tempo, vennero contratte e ridotte le artiglierie pesanti, probabilmente perchè ritenute meno mobili e manovriere e quindi non bene indicate per una guerra di movimento e di rapida decisione.

V. - GENIO _, Dopo i progressi conseguiti nel corso del primo conflitto mondiale, in cui si era sentito il bisogno di creare specialità e sottospecialità numerose rispondenti alle esigenze e ai progressi stessi della tecnica, l'arma del genio nei primi anni del dopoguerra subì una sensibile contrazione e quasi un colpo d'arresto. Presto però l'arma cominciò a rifarsi, e le varie specialità furono riordinate e razionalmente raggruppate a seconda del loro impiego . Nel frattempo furono intrapresi, sempre entro i limiti di bilancio e delle nostre possibilità industriali, esperimenti e studi affinchè i progressi tecnici introdotti nelle varie specialità fossero all'altezza dei

200

risult ati scientifici e tecmct consegwu ne1 van campt attinenti alle attività specifiche del genio.

VI. - MoTORIZZAZIONE E CARRI ARMATI. - In relazione agli sviluppi della dottrina tattica, la quale, specialmente negli anni precedenti il secondo conflitto mondi ale, fu de cisamente orientata a for. me molto dinamiche col concetto di vole r operare «guerra di rapido corso », motorizzazione e formazioni corazzate avrebb ero dovuto avere uno sviluppo adeguato e perciò considerevole. Ma poichè tale sviluppo non poteva che essere in funz ione della potenzialità industriale del Paese, da noi notoriamente assai limitata anche per la limitata disponibilità di materie prime e, sotto certi aspetti, per le non infrequenti rèmorc de l bilancio militare, nel campo dei mezzi motocorazzati si ebbe uno scarso incremento e molto si fece ricorso all'espediente e al ripiego.

Sicchè, in definitiva, quando si stabilì di costituire unità autotrasportabili, motorizzate e corazzate, queste furono, sì, dotate di m ezzi, ma in misu r a insufficiente e inadeguata per quantità e per qualità.

VII. - DoTTRINA TATTICA. ___,. Al termine del primo conflitto m ondiale, le nostre norme tattiche, come d'altronde quell e di tutti gli altri Ese rciti, avevano un determinato orientamento secondo le particolari es igenze imposte dalla guerra che si era dovuta combattere. Presto, però, la nostra dottrina, pur non abiurando gli insegnam enti ricavati dall'esperienza di guerra in cui la lotta aveva assunto forme prevalentemente statiche, volle e intese svincolarsi da concezioni e procedimenti anco rati alla lotta stabilizzata e orientarsi piuttosto, con vigore crescente, alle forme classiche e dinami che della guerra di movimento, in quanto queste ultime erano destinate a portare alla risoluzione rapida della lotta, senza logorii sfibranti e prolungati nel tempo. Era questo un ritorno alla dottrin a classica, ispirata ai p rincipi razionali dell'arte della guerra.

Agli sviluppi sempre più accentuati di una tale dottrin a avrebbe dovuto però, logicamente, accompagnarsi (come è stato già accennato) uno sviluppo reale di tutte quelle premesse indispensabili perchè il pensiero dottrinale e normativa venisse di forza tradotto nella dura realtà operativa della guerra moderna: preponderanza quindi, tr a l'altro, di mez zi aerei e m otocorazzati; orga nizzazione logis tica

201

agile e ricca; ampie possibilità e scioltezza nell'alimentazione operativa e logistica della battaglia, a tempi ristretti e celeri. Purtroppo tali premesse - specialmente le prime due ---,- mancavano o difettavano molto. Stando così le cose, qualunque dottrina, anche la migliore e più razion ale, non poteva che infrangersi e perdere di valore pratico di fronte alla realtà della guerra, in cui, oggi come ieri, contano i fatti e non le parole.

La conclusione è che qualunque dottrina tattica, per poter avere un valore pratico, deve anzitutto essere sostenuta, avvalorata e animata da mezzi ed elementi concreti. Oggi più che mai.

202

PARTE SECONDA

ALLEGATI

MINISTRI DELLA GUERRA

DAL NOVEMBRE 1918 AL GIUGNO 1940

Ten. gen Zupelli Vittorio: dal 21 marzo 1918 al 17 gennaio 1919.

T en. gen. Caviglia Enrico: dal 18 gennaio 1919 al 23 giugno 1919.

Ten. gen. Albriccì co nte Alberico: dal 24 giugno 1919 al 13 marzo 1920.

Deputato Bonomi prof. Ivanoe: dal 14 marzo 1920 al 21 maggio 1920.

Deputato Rodinò avv. Giulio: dal 22 maggio 1920 al 15 g iugno 1920.

Deputato Bonomi pro f. I vanoe: dal 16 giugno 1920 al 2 aprile 1921.

Deputato Rodinò avv. Giulio: dal 2 aprile 1921 al 4 lu glio 1921.

Deputato Gasparotto avv. Luigi: dal 4 l uglio 1921 al 26 febbraio 1922.

Deputato Lanza di Scalea p.pe Pietro: dal 26 febbraio 1922 al 1° agosto 1922.

Deputato Soleri avv. Marcello: dal 1° agosto 1922 al 31 ottobre 1922. ___..

Gen. d'Esercito Diaz duca Armando: dal 31 ottobre 1922 al 30 aprile 1924·

Gen. di c. d'a. Òi Giorgio Antonino: dal 30 aprile 1924 al 4 aprile 1925.

Deputato Musso lini pro f. Benito: dal 4 aprile 1925 al 12 settembre 1929.

Geo. di c d'a. Gazzera Pietro: dal 12 settembre 1929 al 22 luglio 1933.

Deputato Musso lini pro f. Benito: dal 22 luglio 1933 al 25 luglio 1943.

Allegato l.
'

All egato %.

CAPI DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO

DAL NOVE MBR E 1918 AL GIUGNO 1940

Ten. geo. Diaz Armando: dall'8 novembre 19I7 al 2I novembre I9I9·

Ten. gen . Badoglio Pie tro: dal 24 novembre 19I9 al 3 febbraio 1921.

Ten. geo. Vaccari Giuseppe: dal 3 febbraio I 92I all•u apr ile 1923.

Ten. geo . Ferrari Giuseppe Francesco : dall'n aprile 1923 al 4 maggio 1925.

Gen. d'Esercito Badoglio Pietro: dal 4 m aggio 1925 al 1° febbraio 1927·

Gc:n. d'armata Ferrari Giuseppe F ranc esco: dal I0 febbraio I927 al 23 febbraio 1928.

Gen. di c. d'a. Gualtieri Nicola: dal 29 lug lio I928 al 4 febbraio 1929.

Gen. des. d'armata Bonzani Alberto : dal 4 febb raio I929 al I0 ottobre I934·

Gen. di c. d'a. Baistrocchi Federico: dal 1° ottob re 1934 al 7 ottobre 1936.

Geo. di c. d'a. Parian i Alberto: dal 7 ottob re 1936 al 3 novembre 1939.

Maresciallo d'Italia Graziani Rodolfo: dal 3 novembre 1939 al 24 marzo I94 I.

206
C(IJI6U# .US#lfiT(I Allegato 3. CONGEDAMENTO DELLE CLASSI DI LEVA DOPO L'ARMISTIZIO DEL 4 NOVEMBRE 1918 lUìfUNDA M/l/TAli/ AllE A liMI CHIANAT.I /JI lE AIIMI(SOlO l'EH l-f ClAUE 1!100) N o '-l

GET TITO DELLE CLASSI DI LEVA DAL 1920 AL 1940

Inscritti so ttoposti a vis ita Classe di leva pr esso gli Uf- formati Rivedi bili Arr uola ti Incorporati fici provinciali di leva

1901 413 .646 22-456 72.26sJ 318.921 20J.13X 1902 415.878 29.146 70.8X7 315·915 (x) 19(>3 396.8oo 34-964 81.994 279 842 (x)

190 4 444·746 56.873 8p62 304.6II 2II.833 1905 444·264 59-838 1o6.88x 277·545 187.8g] 1906 478·516 61.956 125.002 291 558 190 -493 1907 496.137 68.804 134·924 292·409 226.388 19(>8 s28.8o4 41. 279 156.144 33I.38X (x) 1909 533-088 52·51 4 156.778 323 796 ( x) 1910 570-485 77·433 137·908 355·144 (1) 19II )28.123 58.746 101.986 367·391 229.<>6sJ

1912 515-968 6o .164 II J . I28 338.676 253 ·798 1913 527.223 s8.6o7 I14. 16sJ 354-447 220.415 1914 5!3·798 6o T22 IIJ.8l4 335 ·862 2']2.6)6

1915 500.578 51.272 104-776 344·530 281.824 1916 399-020 43·905 8o.404 274·7II 223.894 1917 312.168 19·365 57·639 235·164 184·958

19 18 269.295 r6.4o8 48.195 204.6sJ2 IJ3.6]0 1919 317-929 16.487 54·090 247·352 2II.SOJ 1920 41J.g64 14.042 77·152 326.770 279·699 1921 (2) 536.66o 21.230 120.296 387·6s5 245-456

(1) Non se ne conosce il numero.

(2) La classe di leva 1921 fu chiamata a visi ta presso i Co nsigl i d i leva d al 16 dic eml-r e 1939 al 31 lu gl io 1940.

208 All egato 4.

PREVENTIVI DELLE SPESE ORDINARIE

E FORZA BILANCIAT A DELL'ESERCITO DAL 1918 AL 1940

Coefficiente di Stanziamenti ri fe- Esercizio Preventivi di spese adeguamento dei Forza bilanciata valo ri al 1951 in riti al valore della finanziario (in milioni) base al costo della moneta nel 1950 vita (i) (in miliardi)

1918-19 3·077-452 352(2) 79,81 28,1 1919-20 210.000 4II (2) 79,62 32·7 1920·21 175·000 3·509 (2) 59,83 209·9 1921·22 175·000 2.323 50,57 117,81922·23 175-000 1.571 50,87 79·9 1923-24 250.000 I.483 51,t] 75·9 1924•25 250.000 !.421 49>43 70,2 1925·26 250.000 1.631 44,- 71,8 1926-27 251. 155 2.306 40·79 94· 1 1927·28 25!.300 2.317 44,62 103,4 1928-29 257-962 2.214 48,15 1o6,6 1929-30 253·150 2.300 47>38 109,1930·31 252.129 2·398 48·94 II7,4 1931·32 253·76s 2·575 54,17 139·5 1932-33 253·765 2·573 55,63 143,1 1933-34 251.710 2.263 59·13 133,8 1934-35 269·751 2.170 62,34 135·3 1935·36 263·563 2.136 61,47 I3T,3 1936-37 262.931 r.965 57,15 II2,3 1937·38 295·635 2.128 52,21 1II,I 1938·39 300.593 2.202 48·49 106,8 1939-4° 253-969 2.923 46·44 135.8 1940-41 357·286 3 75 1 39·79 149·3

(1) Coefficiente di adeguame nto dei valori correnti della lira, calcolato in base al costo della vita. Dati desunti dall'« Annuario Statistico Italiano 1951 » , pag. 373·

(2) Sono comprese le spese per l'arma dei carabinieri. A partire dall'esercizio 1921 -22 esse sono state raggruppate in appositi capitoli. Le spese indicate nella tabella si riferìscono al solo Esercito.

Allegato 5.
14· - u. s.

FRA PREVENTIVI E CONSUNTIVI DI SPESA DELL'ESERCITO DAL 1918 AL 1940

Preventivo

Consuntivo Coefficiente di adeEsercizio finanziario guamento dei valori (in milioni) (in milioni) al 1951 rispetto al costo della vita (l)

1918-19 352 (2) 20.910 79,81 1919-20 4II (2) 7·411 79,62 1920-21 3·509(2) 9·947 59,83 1921-22 2.323 4·968 5°·57 1922-23 1.571 1.921 50,87 1923-24 J.483 2.001 51,17 1924-25 !.421 1.766 49·43 1925-26 r.631 2·355 44·1926-27 2.306 2.6)8 4°·79 1927-28 2.317 2.221 44,62 1928 29 2.214 2.421 48,r5 1929-30 2.300 2-484 47.38 1930-31 2.398 2.781 48>94 1931-32 2·575 2.642 54·17 1932-33 2·573 o 2.649 55,63 1933-34 2.263 2.295 59,13 1934-35 2.170 2.661 62,34 1935-36 2.136 7·II4 61,47 1936-37 9·070 57,15 1937 38 2.128 5.815 52,21 1938·39 2 202 6.706 48·49 1939-40 2.923 14-904 46,44 1940-41 3·751 42·981 39·79 (r) Coefficiente di adeguamento dei valori correnti della lira, calcolato in base al costo della vita. Dati desunti dall'« Annuario Statistico Italiano 19)1 », pag. 373 · (z) Sono comprese le spese per l'arma dei carabinieri. A partise dall'esercizio 1921 -22 esse sono state raggruppate in appositi capitoli. Le spese indicate nella tabella si riferìscono al solo Esercito.

210 Allegato 6.
RAFFRONTO

ORDINAMENTO SPINGARDI

ADOTTATO PRIMA DELLA GUERRA 1915 -1 8 (Legge n. 515 de l 17 luglio 1910)

All ega to 7.
Bikrntio o/lo .riolo di 1914: 4?5.t't'tl.Ot'tJ circo fOI'.ltliJiltlnciota 1914: ?.fil tJtJtJ vomlni
/"erma
?4 me.ti 94 . c_: • c: . . re . --' ci. ___; c::: t "' .-::: :;:; (truppe d!J montJ = :> ..!:- ·- ....; : C> ·- -.: § .e g_ ::r . E ·e r5 "!" .:1:: c: :g :: .!: ;;; '-! o .9 .9 9 =re f:
.'==. .:! E"> E'> E' ..e- t t re d,
'"C -c -c ..Q .c -e::., w C") '-=- -'=2 co w C'O ro c::n c:n c::nC O MA N D l - R E G G l M E N T l .o N.B. ..fai/IO qwtc!Je aggiunta e nrrionte,lordtiurmento rimase rondamentalmente
llvrata dello
1914.·
(artr_glterra)
{gemo)
coJ't•.rtilo ti/la njtlti:r t/ellaj'Uerra 19l.f'- 1$

DELL'ESERCITO

N. 3885 di prot. S. M. Lì, 24 luglio 1919

A S . E. il Ministro della Guerra.

Fino dal febbraio di quest'anno questo Comando aveva compilato e trasmesso a codesto Ministero uno schema di ordinamento che rispondeva ai seguenti requi siti :

r. - Istrui re, inquadrare, organizzare in tempo di pace 30 divisioni in modo tale da poter costituire - in caso dj guerra - nel minimo tempo, con la massima coesione ed efficienza, il massimo numero di divisioni (6o) che la potenzialità della nostra popolazione consente. Ciò per poter fare fin da principio il massimo sforzo.

2 . - Essere il più economico possibile, sfrondandolo di tutti gli elementi meno necessari e più costosi.

Tenendo presenti le esigenze d'ordine esclusivamente militare e ponendo come principi fondamentali:

r0 - che la truppa non dovesse, per nessun motivo, venire distolta dalle istruzioni, spinte alla massima intensità, 2° - che i quadri fossero pienamente adeguati per numero e qualità al loro compito di educatori e di istruttori, 3° - che le reclute avessero rjcev uto una conveniente preparazione premilitare, si riteneva sufficiente una ferma di 8 mesi.

Con tale ferma - incorporando tutta una classe di leva senza eccezione (calcolata a 250.000 uomini) - la forza bilanciata sarebbe di 175.000 uom1m circa (r), cioè sensibilmente fnferiore a quella precedente la guerra (media 225.000)

Ed anche la forza quadrupedi sarebbe notevolmente ridotta. Infatti nella cavalleria si avrebbe : forza cavalli, r idotta, in ogni reggimento, alla metà; riduzione nel numero dei reggimenti (si potrebbero limitare a r8, abolendone 12), riuscendo così a ridurre i cavalli a meno d i I/3 di prima. In artiglieria per la trazione equina, si passerebbe da 38 reggimenti (36 da campagna e 2 pesanti campali) a 30 soli; si ridurrebbe alla metà il reggimento a cavallo. E con tale economia si potrebbe provvedere alla costituzione di un numero

(r) Ripartita sui r2 mes i dell'anno.

212 Allegato 8.
COMANDO SUPREMO
UFFICIO ORDINAMENTO E MoBILITAZWNE

molto superiore di reggimenti a trazione meccanica, nei quali, in tempo di pace, basterebbe avere i soli pezzi, con fortissima economia d i spesa e di tempo p er l'istruzione, non dovendosi p iù mantenere e governare i qu adrupedi Altra riduzione sarebbe quella nei cavalli degli ufficia li (diminuire le razioni come si è fatto durante la guerra).

Si abolirebbero completamente le fanterie suppletive E così da 108 reggimenti (5)6 di linea e 12 bersaglieri) si passerebbe a 120, con aumento di soli 12 (ossia di 144 compagnie). L'aumento sarebbe compensato - per la spesadall'abo li zione delle attuali 96 musiche (che diverranno sempre più costose per le paghe dei musicanti effettivi, tanto più necessari colla ferma così breve) e che si sostituirebbero con fanfare.

Il numero totale degli ufficiali effettivi non sa rebbe più numeroso di prima, perchè quelli corrispondenti all'aumento dej reggimenti e dei comandi di grande unità sarebbero compensati da un maggior sfruttamento degli ufficiali di complemento nei gradi infer iori .

E per contro l'allargamento del quadro generale dell'esercito coll ' ordinamento proposto di 15 corpi d'armata e 30 divisioni, è indispensabile :

1. - Per costituire la solida ossatura di un esercito, che in pochi giorni conterebbe 6o divisioni efficienti ed organiche (corrispond enti ciascuna ad un a brigata di pace).

2. - Per rispondere, in tempo di pace, alle esigenze indispensabili di un addes tramento intensissimo ed accura to delle r edute e dei richiamati (truppa cd u fficiali).

In complesso: mentre prima, con una forza bilanciata notevolmente superiore, dopo parecchi mesi di mobilitazione indisturbata dal nemico si r iusd a costituire 35 .divisioni, ora, in pochi giorni, se ne avrebbe quasi il doppio, in migliori condizioni di efficienza. La ragione fondamentale di questa superiorità, rispetto al vecchio esercito, è precisamente la solidità dell'inquadramento. I quadri si formano solo con un lungo ed accurato lavoro intellettuale e mora le, è impossibile im provvisarl i. Ne sono prove evidenti, non solo quelle che ha messo i n luce l'esperienza nostra, ma al tresi quelle deglj eserciti stranieri: la debo lezza fondamenta le degli eserciti inglese ed americano, che pur avevano uomini el i truppa robusti, valorosi e sufficientemente addes trati; la forza dell'esercito francese che era costitu ita essenzialmente dai suoi numerosi ufficiali, assai bene istrui ti fin dal tempo di pace. E la spesa di mantenimento di quest 'esercito così più efficiente dell'antico, sarebbe (astraendo dal rinvilìo della moneta) non superiore a quella di prima

Come premessa si era posto il p r incipio fondamentale che, durante gli 8 mesi di ferma, l'esercito non fosse d istolto dalle istruzioni.

Potrà però ver ificarsi che necessità di ordine pubblico impongano d ' impiegare parte della truppa per altri scopi.

E' da augurarsi, sotto ogni pun to di vista, che l'accresciuto numero dei CC. RR., possa limitare tali contingen'?e evidentemente nocive al buon andamento delle istruzioni.

r 213
\

Ma si fa notare che, come risulta dai dati forniti da codesto Ministero, ogni anno si dovettero fare richiami per ordine pubblico, portando la forza dell'esercito quasi sempre sopra i 300. 000 uomini. In tale previsione, evidentemente, non basterebbe più la ferma di 8 mesi, sarebbe necessario prolungarla. Ma tanto la maggior permanenza alle a rmi, quanto la maggior spesa, non sarebb ero affatto dovute ad esigenze militari e non sa r ebbe perciò giusto che andassero a danno dell ' esercito; bisognerebbe pertanto che, in quelle contingenze, il mantenimento totale (e non le sole indennità di P. S.) delle truppe poste a disposizione dell'autorità civile andassero a carico del bilancio dell'interno.

Ad ogni modo, anche per tali esigenze, l'av.ere un solido inquadramento, con ufficiali buoni e di morale elevato, sarà condizione indispensabile.

La truppa è quali sono gli ufficiali; in ogni circostanza essa si comportedi secondo il loro esempio. E lo Stato avrà bisogno sempre, in pace ed in guerra, contro i nemici esterni ed interni, di quadri solidi , di spirito elevato, profondamente affezionati alle istituzioni.

214
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RELAZI ONE SUL DECRETO RIGUARDANTE

IL PRIMO ORDINAMENTO PROVVISORIO « ALBRICCI »

(R. D. 2143 DEL 21 NOVEMBRE 1919)

Il progredire della smobilitazione ha reso ancora pi ù necessario e pm urgente la definizione di un ordinamento dell'esercito, :anche provvisorio, m a che possa servire di base per i pro vvedimenti relativi al completamento della smobilitaz ione medesima, e in particolar modo rispondere alle svariate esigenze che continueranno a sussistere finchè non si sarà raggiunto, in tutti i campi della vita nazionale, uno stabile assetto di pace.

Sembra anzitutto necessario che l'ordinamento dell'esercito sia posto in armonia con i principi che informeranno il futuro reclutamento e gl i obblighi di servizio m ilitare, secondo i progetti in preparazione, basati sul concetto fondamentale della ferma di un anno, riducibile anche ad otto mesi per la quasi totalità del continge nte; e, in compenso, estensione a tutti dell'obbligatoriedt del servizio, salvo a diminuire ancora la durata della ferma per gl i ind ividui che si trovino in speciali condizioni di famiglia.

A tali caratteristiche, alla cui attuazi one non si potrà giungere che gradatam ente ed in prosieguo di tempo, occorre evidentemente che risponda una struttura dell'esercito ta le da garantire l'efficienza dell'esercito in caso di mobilita zione, e quindi conse ntire un completo addestramento del co ntingente anche nel breve periodo di permanenza alle armi; e perciò occorre un sufficiente numero di unità e un inquadramento con uffi ciali e sottufficiali raffermati atto a rispo ndere all'importantissimo compito.

Pur tenendo presente le anzidette esigenze, le ben note necessità delle finanze dello Stato hanno imposto di informare la progettata sistemazione dell'esercito al criterio di rigorosa economia e. della migliore utilizzazione della spesa. E co n la riduzion e delle unità a cavallo che, dato il maggior cos to intrinseco, avrebbero più fortemen te gravato sul bilancio, con la tra sformazione dci servizi a traino animale mediante la trazione meccanica, più economica specialmente in tempo di pace, con la soppressione di ogni reparto o servizio non assolutamente necessario alla funzione dell'esercito, ed infine colla riduzione della forza bilanciata al minimo indispensa bile, si ritiene di aver conte nuto le spese per l'esercito stesso nei limiti consentiti dalla potenzialità economica del paese, e d i avere efficacemente assicura ta la difesa na zionale, imprescindibile necessità di ogn,i civile ordine, pur senza pregiudicare quelle ulteriori trasformazioni dell'organismo militare che potranno essere consigliate in avvenire.

Queste 'le essenziali ca ratteristiche del progetto per .il nuovo ordinamento dell'esercito

Allegato 10.

§ bersag l. ;§ alpini cava . art.autop.,..., art. mont z := art. pes. art costa Oep scuoJa c. ge nio r.t. geniopon z . r ::j genro err. CD{genio zap. --4 p gemo te l. = aer.bomb. = aer.ricogn Cl ••dirigibilisti Ispettorati: non era fatto cenno,

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..;o S!-o o.o N ....co E o1ua6 f5't:J OIUélfio1ua6 o:: G) -o 't":J !J)UélJ '() P!SO:J lJP o. ·sad ·lJP M 'lUOWlJPc: 1:G) 'AE':J 'e'jJE :z Ol Ol ·:rsad lJe w G) dWPTlJe :!E·ue11e'J c:J z !U!dre <!J ::; w o ·rfiesJaq a:: V) 'UI( lp lUE'j V) ll'UPJfi ::J o 1z • UJ <::5 l <t !<i ·;;:; z "' o 5§ 1:, 0:::: o "

ARMA, CORPO E SERVIZIO

1907

u o .., = :E .. .. :c ·:; -;;; ·C u ::! Ci o o.

Operai artiglieri R. E. (1900·1912) -Servizio topocartografico (1904· 1912) - -

Maniscalchi (1905-1910) - -

Cavalleria 23/8 5.800

Carabinie ri Rea l i -Automobilisti - -

Fotoelettricisti del genio - -

Oenio (radiotelegrafistì) - -

Oe nio (tutte le specialità esclus i i fotoeletlricisti e radioteleg raflsti) - -

Artiglieria controaerei -Foloelettricisli artiglieria contro- -

Sanità . -Servizio ch im ico militare - -

Sussiste nza -Fanteria e sue specialiti -Artiglieria (esclusa la specialità controaerei e fotoelettricisti c.a.) - -

Treno - -

1' eparti distrettuali -Totale - 5.800

RICHIAMI ALLE ARMI EFFETT UATI (DAL F EBBR AIO AL 1909 .. <! N .. v o o " .. 'ii o E .:: .., E § -:;; " :8 .., E .. " .. :2 .. :c ·; .. :c

" u o ::! < -;;; u u Ci ·;::; o. " Ci 'i: - - - -- -- - - -6.700 - -- - - -- 25 / 8 4.500 3 .797 IO / 8 - - - -- - - - 2/7 - - - -- 6/9 - 253 6/9 - 6/9 500 677 6 / 9 - - - -- - - -- - - -- - - --- - - -- - -- --6.700 - 5.000 4.727 -

(1) Per le divisioni « Gavina na » c « Peloritana >> il richiamo fu effettuato in da ta 7 febbrai o 1 935·

(2) Data di rich iamo 9 ottobr e 1935· (3) Data di richi amo 19 lu rlio J g 935

222
<

.,. ,

DIPENDE NZ A DELL'ES IGEN ZA A . O.

OTTOBRE 1935) 1910 1911 (1) .. -.; o .. v o N .. N "' .2 c :B "O E "O E u .. .. ·:;: :§l :! :c ·;: ,g :! :c .. u .. u o c:>. < "t; o o Q. < "' o ·;::: - - - - -aliquote vari e -- - - -- - 26/3 6.0 00 6.073- - 26/3 600 6514.800 4.150 26 / 3 4.200 3 951 19 /1- 26 / 3 500 450 2 / 7 2.700 2.650 26 /3 1.600 1.688 2{7 - · - 26/3 9. 170 10. 100 2/7 4.000 2.579 26 / 3 2.100 2.324 6 / 9 ISO 177 26 / 3 130 120 6 / 9 - - 26/3 4.500 4 738 28/8 - - 26 /3 400 440- - 26/3 3.000 28/8 - - 26 / 3 82. 300- - 26/3 35 600 38.356- 26 /3 l.800 1.455- - 23/3 4.000 4 26711.680 9.556 - 155.900 164 993 -

- - - 27 (2) - - --- - 135 (3) -- 11.800 12.773 - - 600 651 4.500 3.532 18.000 15.386 400 360 900 810 1.40() 1.523 5.700 5 870 9 420 9.750 18 600 19 800 2.050 1.900 8.150 7.050 130 183 940 1.150 4 755 8. 100 9.560 - - 400 4-10 3.000 2.700 6 000 5.838 - - 82.300 87 2•12 - - 35 600 38.356 -- 1.800 1.455 - - 4 000 4 .267 24.525 24.703 202.890 210.810 .

223
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SITUAZIONE DELLA FORZA PRESENTE IN SOMALIA AL 1° OTTOBRE 1935

P er son a le Armi Apparecchi Tr uppa :;; ... ·u o; ... " .. ... g. :S-2 'O .. " ;; o; 2 .. e._ c '22 o .. ·;:; ·;: :-5 ;:; .. v ·;:; ·;:; ;; o 'O :.: N <fO :E .. c ·;: ;; c .. V V> i-=: .. .&>u v 5 ..... " ::so 2 "" .. o Cl. ES = :a o "-e .j: > " o u c ·a < s v z - .. u ii? --------------- --- --- --- --- -- -- -- -- --

Comando Corpo spedizione 20 22 4 8 54 - 18 - - - - - -Comando del ge nio C. S. 8 4 8 - 20 - 12 - - - - - -Intendenza 180 . 192 1.701 848 2.921 3 2.336 - - - - - - -

Divisione "Peloritana, 653 632 16.408 - 17.693 963 14.580 600 60- - -R.egio Corpo truppe coloniali . 664 296 1.674 26.0 17 28.651 6.858 28.684 839 57 45 2 1 - -Truppe genio C. S. . 28 84 874 660 1.646 30 1.740 - - - - - -Aviulone 58 211 378 485 1.132 - 1.800 144 - - - 20 IO 8 Carabinie ri R.eali 40 105 97 1.493 1.735 34 1.980 2 - - - - -Totali 1.651 1.546 21.144 29.511 53.852 7.888 51.150 1.585 117 45 21 20 IO 8

·.: "' • E > ·;:; u "' ·;:; ·c ... " o .. .. e o "' 2 o :E = <" < - -- -- -5 l2 -1.220 32295 12208 17 4 33 l85 7- -1.848 70 4

Allegato 18.
1-.l 1-.l 0\

PROSPETTO

DELLA FORZA INVIATA OLTREMARE PER LA ESIGENZA A. O. (SITUAZIONE MAGGIO 1936)

227 Allegato 19.
r

P ERSO NALE, QUADRUPEDI , MEZZI D I TRASPORTO ED ARMI I NV I ATI, Cot U fficia l i ·;: ·-è .. COLO NIA 01 DESTINAZIONe ;; o; :; .. "'= 'ii .. c: o -<O o. ·;:; ;:; .. . _ " c u -o o. c o o··- u (l'l = " o o. 1-:t: < E ::l .:; o u !/) " " --- -

Erit rea 38 64 400 7.517 8.085 79 205 Som alia 5 8 74 1.683 1.822 43 15 Libia • I O 18 10 1 1.514 1.641 28 13 E - l 9 117 127 -Complemen ti inviati nelle va r ie colonie. - - - - 4.826 -Totale 53 9 1 650 10.83 1 16 514 I SO 233 '<l ;; Carr i armati .. o E CoLONIA 01 DESTINAZIONE " :=: C. .. =5'5 'O o·- ·g :so.. ;: -o ""' bo .. ., " -o o., "'- o: "' :E." .... ·e 'O o ::l> " ::;; :0" - -- --- - - -- - -- -

Er it rea ' 183.219 28.090 2.394 2.120 126 18 - 143 Somalia 38.984 7.509 783 527 12 - - 30 Li bia 33.351 5.41 2 839 3·15 67 - 32 138 Ege o ' 2.51 1 608 5 7 77 - - -Alt r i elementi inviati nelle varie colonie - - - - - - -T otale 258.065 41.619 4.073 3.069 205 18 32 311

228
(SITUAZIONI
PROS PETTO DELL A FORZA IN VIATl
229 OLTREMARE PER
ESIGENZA A. O.
),
LA
MAGGIO 1936) LE UNITÀ ORGANICH E, IN A . 0., LIIHA ED JsOLE ITALIANE DELL'EGEO ·;:; N 4) t: d) - :c e .s; .!:::!:: _g g 2 .2 .s =·§ e > ;:! u <.., ..:.5 ii? 1-----1-----1 __ < __ - __;§___ Automezzi :; :0 "' ... "'" Q. "'" i:: = .E "O " o " U1 Cl 8.134 2 18.29 7 37.558 243 5 275 1.337 165 394 28 210 184 908 1.902 48.981 1.934 63 2 .621 78 90 264 48 160 47 287 2.011 36.S02 4.027 62 1.458 - 52 84 16 26 268 350 140 2.979 296 - 38 - - 6 - - - 4 2.554 39.053 - - - - - - - - -14.741 346.112 43.815 368 9.392 1.415 307 748 92 396 499 1.549 Armi ·-::.? .; :g .g :g .., u ·cl"- · - > .., ... ·-<'l ·.... " c ·= o- o · o u - o _ ., u c< :;; ·-- c ," ·-- =- "- :Q:= .O e> C o .o o :::"' " '" c,_. :::,... g"' o"" o 0"" u- ., ,_ ""' "'"' "' "' o u u U;n- UV; C o: .= .c·-o .;;::-.::: :E .... u"' :S<n e ·a - --- --- --- --- --- --- --36 - 36 252 - 284 16 - 4 32 16 12 8 - - 35 42 24 35 - 4 - - 27 - -- 8 12 - 40 32 8 - 12 - - -- - - 6 4 4 4 - 4 - - -- - - - - - - - - - - -36 8 83 270 68 355 28 4 20 32 43 12 8

FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE DI FANTERIA ADO TTATA DI MASS IM A PER LA CA MP AGNA DI ETIO PIA

( 1935 - 36)

Comando della divisione.

Comando brigata di fanteria .

3 reggimenti di fanteria, c1ascuno su I comando, 2 battaglioni fucilieri e I battaglione mitraglieri.

I bat taglione m i traglieri .

2 battaglioni complementi.

I reggimento artiglieria per divisione di fanteria, su 2 gruppi cannoni da 75/ 27 e I grupp o obici d a 75ÌI3 (op p ure tutto su gruppi da 75/r3).

Reparti del genio (r compagnia zappatori- artieri con parco misto tipo A. S.; r compagnia trasmissioni co n parco telefonico misto tipo A . S., co n sezione fototelcgrafis ti someggiata e sezione radio; I sezione Eotoelcttricisti tipo A. S.; 2 plotoni idr ici con sezione di parco).

Servizi (x sezione di sanità e I sezione di sussistenza).

Comprendeva di norma : 541 ufficiali, 592 sottufficiali, I5.536 truppa, 3 .128 quadrupedi, 207 autocarri, 72 autocarrette, 7 autovetture, 25 motomezzi, 14 .162 f ucil i c mosch etti, 2. 162 pistole, I74 fucil i mit raglia to ri , 247 mi trag liatrici, 36 pezzi da 75, II ca nnoni da 6s/ r7.

Alle g at o 20

FORMAZIOI\TE DI GUERRA DELLA DIVISIONE DELLA MILIZIA

ADOTTATA DI MASSIMA PER LA CAMPAGNA DI ETIOPIA (1935- 36)

Coma ndo d i divisione.

3 legioni della Mili zia, su 2 battaglioni, I compagnia mitraglieri e I batteria cannoni da 6;/ 17.

I battaglione mitraglieri.

2 battaglioni di complementi della Milizia.

I gruppo obici da 65 / 17 dell'Esercito, su 3 batter ie.

I com pagnia speciale del genio dell' Esercito.

Servizi (I sezione di sanità, I sezione di sussistenza , 1 reparto salmerie, 1 auto reparto m isto).

Comprendeva di norma: 374 ufficiali, IO )II sottufficiali e truppa, 1.724 quadrupedi, I39 automezzi, 18 motomezzi, ISo fucili mitragliatori, 98 mitragliatrici, 24 pezzi di artiglieria.

Allegato 21.
AuegaiU DATI RELATIVI All'IMBARCO DELLE DIVISIONI PER l'A. O. DATA PORTI 1935 1936 ... C O NOUINATIVO DI o w o o o o : o 2 o UJ o "' MOB I LI DI "' ::! ;; z _, :;; :li "" co a> <i N ::! c; o <l Cl) « o: Cl \!) t.:J o w o :E :E % co a:: a:: c::J !IMBARCO ::! : 3 t: ::: : t&. w o z o \C 1.1.. z PE ORTA MESS I NA ,,, - ···-· • .• , l l NA 5. 11. .35 :?3 75 16 LE66ENOA GAVINANA 5 .11. 35 22 142 NAPO LI 1 26 IEJ , J'OKALIA SABAUDA 5 llf 35 43 40 CAGLI Alti s 17 • • LIVORNO </3 : l ' D
(+l +'/Jf/!hQI>Unlramg;'tu
» 3.1V.35 65 26 NAPOL I 12 n irì 2'D.MILIZIA €f.•
68 41
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01'77}
58 79 NAPOLI N. B. COSSERIA 19.VI11.35 BENGASI 27 9 a)rtt!idtJ!trljJprlatrnM.rln6 11ICtJIIIof1'tfNC&OI/8/6men/t l 7 iltvlrtoni.rono pttrltlt/n/;m PUSTERIA 22.XII.35 65 50 fJIJVU I!UIYi jft!rcircotltml 9 Q) /Q'(tlfJ.OC!Ia di!l/]lrtU/:0'//' ASSI ETTA 19.VIIL3S OtRNA ZO 25 7 ro BRU"" 1p l ;, cli'ctu/lrnze. comp14krta DIV. LIBIA 3 IO TO&AUK
MILIZIA
MARZO
2BOTTOBRE» 19.1V.3S
NAPOi.
nr'lla r onad/rornua. 3'D.M ILIZ IA (•J (• J/atfJiu>.rlalac<>nunlra. ,.21 APRILE, 18.V.35 65 42 NAPOLI 2 7 tant'Ila rMa t!'iAv; l/intJ GRAN SASSO 26.111.35 16 72 NAPOLI 8 HAPOLI SILA 26.1 11.55 71 REGG IO CALA B 25 10 12 M tS51N A 4 ' D. MILI ZIA 23 5 (><)
3 7 (><)/ail/v.(Ù-/aldconuntra. 1 «3 GENNAIO" .V 3 45 NAPOLI "lli::j ta- nt!lla- ZtJrt/1 o'IJ'alt!rntJ i &'O. MILIZIA (• ) 1 S 1 •l'FEBBRAIO• 65 57 NAPOLI nlllauna tT/Caurla s·o MiliZIA ( A 7 «TÈVERE• 18.X.35
Allegato 23. MATERIALI TRASPORTATI
O .
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/t>I'I'OYia interrilorio 17tl.lÌOI1ale
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1.000 000
VALORI IN TONNELLATE
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Tro.r,oor/1 ,ot>r rio mtrn> 800.000
750 000
700.000
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600.000
450 000 -1----
1-
400.000 -1---
350.000 +-
100 000
50.000
POSTALE
TAPPE GENIO
1935 Allegato 24. ----<:8.000 rn .2
GRAFICO DELLA SUPERFICIE COPERTA PER RICOVERO MATERIALI E STABILIMENTI PER SERVIZI D'INTENDENZA IN A. O. LEGGENDA
TRASP E
ARTIGLIERIA COMMISSARIATO SANITA SERVIZI GEN
Allegato 25. CAMPAGNA IN A. O.- GRAFICO DELLO SCHIERAMENTO E SPOSTAMENTO DEl SERVIZI D'INTENDENZA DURANTE IL lo PERIODO OPERATIVO (3 ottobre- 30 novembre 1935) ZQ/1.4 /JEL LC r.fAZIOA'I P/ .IU6.4ZZIHP ZOHII IJE/,1/A/U.lZ/tl'/ Il/OfPPfiT/J E THANf//0 (!5"·2/J 6/tlKHATE fiiYEtfl) '-"<''""-' LEtltlENIJA f/e d/ comv/Jicoz/one conlranstlo o-uicvro-IO,oerglt·av/omezz/. ____ PISte e caronrniere t il corso dtp assestame/lto . (/l'fie/ staccat/ d iil!T?ndenza IZ222J fJÙ/occu/oneJen/r/1/ilo ai.J-o/7': tffov/men/o Do.r/crnrnzcrle dvro-n le t! /D .Malzo · tflov/menlo oasif?er le operavò. n l sv tllacalle' o 4 6 e 9 10Km. \ \ • ...... l;( li d.l.! ...1 ...1 (,.) :E gasc e z oaHamed /flrtlf(II."'B4JJ'/JI'/Atl'tl N \ OH/f'IITALE 'Agura Q. o

CAMPAGNA IN A. O . · SERVIZI AUTOTRASPORTI

ESEGUITI DAL MARZO 1935 ALL'APRILE 1936

TRAJ'PORTI ErrETTVATI CON AVTOMEZZI Alli/TA R/ TRAJ'PORTI ErrE TTliA TI CON AVTOAIEZZI /)/TTE CIV/l./ 0 /J' P ONIBII. I TA AVTOTRAJ'PORT/ DI TTE CIVILI

6 0.000 50 000 4 9.000 4 8 000 47.000 46000 4 5.000 4 4.000 o 4 3.000 a: 42.000 w 41.000 :i 40.000 <t 39.000 Z 3 8 000 37 000 a: 36 .000 Q 3 5.000 0 3 4 000 33.000 32 000 o 31.000 3 0.000 \.:J 29 000 (.!) 28 000 <t 27 .000 l ...J 26.000 l <t: 2 5 000 1- 2 4.000 l 2i3 000 l :::> 22.000 l o 21.000 l

19 .000 <t 18.000 ...J 17.000 <t 16.000 15.000 l 14.000 l 13.000 l 12 000

l l l l

l l l l l l 11. 000 l l 10.000 ·.l 9 .000 't· 1:' 8 .000 • 7 .000 l •• 6000 /,......,.. : l 5 000 ·· 4 .000 _, ·· l 5 .000 .b ..· l z 000 ····. l .. . .. 1 t·······

l l l l

MAR APR. I MAG .I utUG.I lUGL AGOS SETT. OTT. NOV DI C GEN. r EBB MAR. APR 1935 19 36

Allegato 26.
j,'

ORDINE DI

NELLA CAMPAGNA DI ETIOPIA (APRILE- MAGGIO 1936)

Comandante superiore A. O.

Capo di S. M . . ......... .

Comandante superiore artiglieria Comandante superio re genio . . . Comandante superiore carabinieri Comandante superiore aeronauti ca Intendente A. O. . ... ... .

I corpo d'armata A . O. D. F . « Sabauda » D. A « Pusteria >> D . F . « Assietta >> ... .

4"' D. Mil. « 3 Gennaio>> II corpo d'armata A. O. D. F. « Gavinana >> ; D . F. «Gran Sasso >> . .

3" D. Mil. « 21 Apri le» III corpo d'a rmata A. O. D. F . « Sila >> ·.... . .. . x" D. M i!. « 23 Marzo>> .

IV corpo d'armata A O D. F. <<Cosser ia>> . . ... sa D. Mil. << r" Febbraio »

2a D. Mil. << 28 Ottobre >> Corpo d'annata eritreo

r • D. Eritrea

2"' D . Eritrea . . . . . .

Zona Bassopiano orientale Zona Bassopiano occidentale Zona terri to riale .... . . .

Forze annate della Somalia D . F . « Peloritana » D F. <<Libia»

6a D. Mi!. «Tevere>> ... .

Comando settoriale Somalia occid . . Corpo indigeni . . . . . . . . . . . . Av iazione della Somalia . . . . . . Delegazione i ntendenza

Maresciallo Badoglio Pietro. gen Gabba Melchiade. gen Garavelli Emilio gen. Caffo Aventino. col. Hazon Azotino. gen Aymone Cat Mario. gen. Dall'Ora Fidenzio. Comandante : gen. Santini Ruggero. Comandante: gen . Garibaldi Itala. Comandante: gen Negri Luigi. Comandante : gen. Riccardi Enrico. Comandante: gen. Trad i ti A lessandro. Comandante : geo. Maravigna Pietro. Comandante: gen Villasanta Nino. Comandante: gen. A. R. Adalberto di Savoia. Comandante: gen. Appiatti Giacomo. Comandante : gen. Bastico Ettore. Comandante: gen. Bertini Francesco. Comandante: gen. Siciliani Domenico. Comandante: geo. Babbini Ezio. Comandante : geo . Olivetti Adolfo. Comandante: gen. Teruzzi Attilio. Comandante : geo . Somma Umberto. Comandante: gen Pirzjo Bi ro li Alessandro. Comandan te: gen. Pesenti Gustavo. Comarrdante : gen. Dalmazzo Renzo. Comandante : col. Malta Giuseppe. Comandante: gen. Couture Amedeo. Comandante: gen. Redini Alderigo . Comandante : gen. Graziani Rodolfo. Comandante: geo. Bertoldi Sisto. Comandante : gen. Nasi Guglielmo Comandante: gen. Boscardi Enrico . Comandante: gen. Ge loso Carlo . Comandante: gen Frusci Luigi. Comandante: gen Ranza Ferruccio. Capo: col. Giorda no Edoardo.

Allegato 27.

CONFRONTO TRA LA FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE TERNARIA

E QUELLA OR IGINARIA DELLA DIVISIONE BINARIA SECONDO I PROGETTI DEL I937 (1)

Divisione di fanteria ternaria

Divisione di fante ria binaria

I comando d i divisione 1 comando di d ivisione

1 comando di bri gata

3 reggimenti fanteria (su 3 btg.) 2 reggimenti fanteria (su 3 btg.)

3 batterie d'accomp. da 6s/ 17 (su 4 pezzi) 16 compagnie da 47 d'accompagnamento (su 3 pezzi ciascuna) - (1 per btg.)

I battaglione mitraglieri (su 4 cp.) 1 battaglione mitraglierj (su 3 cp.).

Diffe renze in pi(t o ln meno nella D. P. binaria rispetto alla D. F. ternaria

In meno: 1 sezione CC. RR. al Q. G .

In meno: 1 comando di brigata

In meno: I rgt. ftr . su 3 btg.

In più: 6 compagnie da 47 (18 pezzi)

In meno: 3 btr. da 6sfx 7 (12 pezzi)

In meno: 1 compagnia mitraglieri

I compagnia da 47 (su 6 p ezzi) 3 compagnie da 47 anticarro (su 3 pezzi l In più: 2 comandi di comp. e 3 pezzi ciascuna)

1 compagnia mortai da 8I (3 plt. di 612co mpa gnie mortai da 8I (su 6 pezzi eia- l In più: pezzi) sc una) (raggruppate in btg. divisionale)

1 comando di btg. ; I comando di compagnia 6 morta i da 8r

I reggimento artiglieria per D. F. (su 4 1 1 rgt. art. per D. F. (su 3 gr. di 3 btr.: l In meno: J gruppo su 3 batterie gruppi di 3 batterie) 2 gr. da 75/13 o 65j 17 e 1 da 1oo/I7 o 75 /27 o 75 / 18)

All egato 28.
N w 00

-

r batteria da 20 (su 6 pezzi)

Elementi del genio:

2 cp. artieri su 3 plt. art. e 1 plt. oper.

1 cp. tel egrafis ti su 3 plotoni

I sezione rad iotelegrafisti sezione fototdegrafisti sezione fotoelettricisti

I btr. da 20 (su 3 sez. di :z pezzi ciascuna)

Elementi del genio:

I cp. artieri su 4 plotoni

I cp. operai-fo toelettricisti (2 p!t. operai c I plt. fotoelettricisti)

I cp. trasmettitori (su 3 plotoni)

In meno: 2 plotoni artieri

I n meno: 2 plotoni trasmettitori

I posto aerologico

I posto aerologico

I sezio ne sanità :

I coma ndo

I reparto carreggiato

2 rep arti someggiati

I repa rto portaferiti su 3 plt.

I sezione sussistenza (sc ind ibile in 3 posti distribuzione)

I sez ione sanità:

1 comand o

I rep. someggiato

I plotone por taferit i

I sezio ne sussistenza (scindibilc in 2 posti distribuzione)

I sezione au tocar rette (per le 3 btr. d'ac- l r sezione autocarrette (per la cp. da 47) compagnamento)

a utosezi one leggera (s u 3 autod rapp elli di Io autocarri) ......... -

I autosezione leggera (su 2 autod rappelli di IO autocar ri)

In me no: I rep. ca r rcgg.

In meno: I rep. somegg.

In meno : 2 p!. p . feriti !accentrati al C. d'A. per la manovra

In meno : 1 posto distr ibu zione

In meno: 1 autoclrappel lo d i IO aulacar ri

(•) Alla costituzione della divisione binaria furono apporratc successivamente, nella sua evoluzione o rganica, importanti modifiche c varianti. Qui ci si riferisce però al progetto originario di costi tuzione seco ndo gli studi compiuti dall'Ufficio ordinamento c mobilitazione dello S. M. R. E. nel lu gli o 1937 (n. 16270 del 29 lu glio 1937).

N. B. - Nella divisione binaria poteva prevedcrsi in guerra la costituzione di 1 comando di reggimento fanteria a disposizione per la riuni one, ai fini disciplinari ed amministrativi, degli elementi isolati della divisione (battaglione mitraglie,ri, reparti mortai da 81 c reparti da 47 anticarro) .

.... <:>
..<;-
........ ...
N w \0

RES OCONTO STE NOGRAF ICO SULLA RIUNIONE DI GENERALI

DEL 22 NOV. 1937, PRESIEDUTA DAL SOTTOSEGRETARIO DI STATO E CAPO D I STATO MAG GIORE DELL'ESERCITO GEN. PARIANI, RELATIVA ALLA CO STITUZ IONE DELLA DIVISIONE BINARIA E AD ALTRI ARGOMENTI DI CARATTERE O RGAN ICO

Gcn Pariani: La riunione che è stata indetta oggi ha quattro scop i e cioè:

1° - Studio di questioni organiche dopo l'introduzione della divisione binaria (dico in trod uzi one e non trasformaz ione)

2° - Formazione della divisione corazzata.

3° -Risultati concl usi vi do po la fine di q uanto è avve nuto nel Veneto.

4° - Veder e le analo ghe conclusioni per quanto si riferisce alle manovre di Sicilia .

In qu anro giorni verranno discussi e illustrati questi quattro punti . Approfitto di questa riunione per fa re un a gita a N ett uno ove ho fatto ri uni re tuui i materiali studiatj in questi ultimi tempi per vedere quali progressi siano stati fa tti in qu esto campo.

Principiamo d un que d al pr imo punto, cioè dalla questione principale: quella della divisione binaria

Il concet to de lla binari a è nato in un pri mo te mpo da una necessità: quella che, in contrasto con l'aumento dei mezzi assegnati alle divisioni, si possa giungere ad un alleggerimento delle divi sioni stesse, con la semplificazione delle relative funzioni di comando perchè la divisione ternaria è risultata troppo pesa nte, di di ffic ile co man do e d i · d iffic ile im piego Già durante la campagna etiopica sono sta te introdotte alla divisione di fante ri a delle modifi che che hanno condotto ve rso la bi nar ia.

Scopo, quello di allegger ire le unità per ottenere una semplificaz ione nelle f un z ion i di comand o.

Vennero creati dei reparti a forza ridotta, di potenza d i fuoco varia, ai quali si cercò di conferi re possibilità dj man ov ra e di urto.

Oltre a questa necessità co n statata sul campo di battaglia, è venuta fuori la question e della copertura .

Quasi tutt i i corpi d 'ar mata incaricati della copertura hanno senti to il bisogno di formarsi un a riserva sottraendo il terzo reggimento a divisioni che lo h a nno . Ma questa r iserva non r isulterà ama lgamata perchè cos tituita soltanto all'atto della mobilitazione

Perciò il problema da affrontare nuovamente sarà q uello d ella disp oni bilità per costituire sia le riserve parziali, sia quelle del comando supremo.

Allegato 29.

Sempre in tema di svjluppo di teorie, appare anche la necessità di avere delle grandi unità facilmente trasportabili, per avere sempre possibilità di manov ra.

Quindi necessità di spostare facilmente e rapidamente grandi unità da un punto all 'altro del fronte.

Tutto questo, però, è stato fatto nel concetto organico di alleggerire e semplificare il funzionamento della div isione.

Man mano che si avanzava in questo concetto, si è visto che passando dalla ternaria alla binaria, si finiva col togliere alla divisione una funzione di manovra e, perciò, si è giunti alla conclusione che per la divisione binaria si deve pensare: che la divisione perde la sua capacità di manovra per trasformarsi in colonna d'urto e di penetrazione lasciando la manovra come funzione specifica del corpo d'armata.

Quindi manovra per colpi di divisione e non da parte della divisione.

In qualche caso speciale accadrà ancora che qualche divisione dovrà fare atti di manovra per circostanze speciali; ma questa rimarrà sempre una eccezione perchè la vera manovra spetterà, d'ora in poi, al corpo d'armata e ancora più all'armata.

Per dare a questa piccola divisione (d ivisione binaria) la necessaria potenza di urto e di penetrazione, non potrà servire l'attuale 'f battaglione (mitraglieri) che ha funzione difensiva, ma si pens-:1 già ad un battaglione più rispondente ai requisiti di urto e di penetrazione, fornito di mortai d'assalto, da 81, ecc. In modo che, quando la divisione dovrà andare all'attacco possa disporre di numerose armi, e quando le artiglierie non possono più spostare il proprio tiro i reparti debbano poter contare soltanto sul proprio fuoco.

Sono in corso, a questo proposito, impo.rtanti esperimenti.

Il corpo d'armata poi avrà fra le truppe suppletive altri elementi, in modo da poter formare un reggimento operativo, costituito di fanti o cc. nn., un reggimento di mitraglieri per aumentare la potenza difensiva quando un corpo d'armata intenda assumere questo particolare atteggiamento a favore di altri setto ri ne i quali debba svolgersi l'offensiva.

Sopra questa questione, che coinvolge quella delle artiglierie, debbo far rilevare che, nella divisione binaria, mentre la fa nteria si riduce di un terzo rispetto alla ternaria, l'artig lieria si riduce invece di un quarto.

Sicchè, con l'adozione della binaria si avrà, in sostanza, una quaternaria snodata in due parti in modo che, quando si dovrà compiere uno sforzo decisivo, ci sarà sempre una divisione destinata a scavalcarne un'altra; ed in questo caso avverrà anche che una divisione destinata ad agire in un determina to settore, potrà contare sull ' impiego, oltre che della sua artiglieria, di quella della divisione destinata a scavalcarla. Quindi maggiore potenza di fuoco che consentirà una maggior facilità di scavalcamento ed alle artiglierie della seconda divisione di poter concorrere ad appoggiare efficacemente l'azione delle fanterie.

Oltre a questo vantaggio, dirò così tattico, ne avremo an che un altro: quello dovuto alla motorizzazione dei servizi reggimentali e divisionali che

16. - u. s.

consentirà dì portare indietro una gran parte dei servizi, perchè la motoriz. zazione non deve rappresentare soltanto una semplificazione, ma una diminuz ione di peso ed il conseg uimento dì un a maggiore autonomia della G. U.

Possiamo infatti diminuire il carreggio e quindi dimin uire la profondità dei reparti.

Avremo quindi : un aumento di fuoco verso l'avanti ed un aumento di addensamento dei servizi verso l'indietro.

Perciò la nuova division e invece di chiamarsi così, potrebbe chiamarsi anche «brigata mista» . Ma la quest ione del nome non deve esser quella che deve farci trattenere. Oggi, tutti deter minano la forza di un paese dal numero delle d ivisioni che esso è in grado di mobilitare; è quindi una questione di moneta corren te, è una qu estione morale per la quale è bene parlare di divisioni in luogo eli « brigate miste».

In ogni modo, come sintesi a qu esta premessa, dirò che ognuno sarà inte rpellato per dare jl proprio pa rere.

Chi è convinto, deve dire le ragioni che lo inducono a ciò; chi non è convinto, deve pure dire le ragioni di questa sua mancanza di convinzione.

Gen. Manera : Nulla da dire.

Gen. Lavia no: Nulla da dire.

Gen. Stirpe: Nulla da dire.

Gen. Arisio : Io credo che un ra gionamento sulla base delle sole disponibilità non sia sufficiente, ma che occorra 'cioè preoccuparsi anc he della potenza d'urto della divisione e cioè del numero dei suoi assaltatori.

Ora io penso che, ridu ce ndo si i btg ., si accentu i ancora eli più la deficienza di questi elementi.

Oggi il btg non ha più di 250 fanti puri. Domando quindi se non convenga vedere di aumentarli, perchè questo numero mi sembra insufficiente.

Gen. Pa,·iani: Lei non fa dunque, in sostanza, che una questi one di truppe d'assalto.

Gen. Arisio: Occo rre vede:e se non conve nga au mentare la forza d'urto dd fante, cioè del fante puro, vale a dire del fuciliere.

Gen. Pariani: Questa spiegazione mi induce ad un'altra considerazione. lo faccio questo paragone : una ternari a mette normalmente in linea .2 rgt.; quindi sul fronte di .z rgt. se ne impiegheranno 3.

La binaria terrà 1 rgt. in prima linea ed 1 in seconda ; quindi in sostanza sulla fron te d i .2 rgt., con la divisione binaria se ne avran no 4 ; quindi si avrà un aumento di forza.

Ma. la questione del gen . Arisio è una questione i nterna di reggimento ...

Gen. Arisio: di bat taglione anzi ...

Gen. Pariani: Per evitare false interp retaz ioni debbo dire che con la riduzione dei reggime nti d a 3 a .2 non è che diminuisca il complesso; esso aumenta anzi perchè i terzi elementi vengono riuniti per formare nuove divisioni. Perciò aumentano di I/ 3 le grandi unità dispo n ibi li.

Gen. Arisio: Bisogna vedere se non sia il caso di togliere i mitraglieri al battaglione p er aumentare invece i fucilieri.

Gen. Pariani: Questa, ripeto, è una questione ·interna che ha già sollevato molte discussioni e che non può essere discussa più.

Gen. Vecchi: Niente da dire.

Gcn. Nasci: Niente da dire.

Gcn . Rossi: N ien te da dire.

Gcn Robotti: Niente da dire .

Gen Zanghieri: Io pur non essendo in possesso di tutti gli elementi tattici, faccio queste considerazioni:

La divisione ternaria è pesantissima e non rispond e; si tratta di vedere però se togliendole qualche cosa, quello che resta ha peso sufficiente per rendere questa G. U ancora idonea a rompere ed a penetrare per consentire ad altre divisioni lo sfondamento.

Ora io penso che la ternaria, diminuita di un reggimento e di un gruppo di artiglieria, non c'è dubbio che nel complesso non abbia la potenza di fuoco e d'urto sufficiente

Soltanto ritengo che questa massa di fuoco e di urto debba essere diversamente artico lata in modo da dare la disponibilità di una riserva non di manovra ma di ali mentazione.

Penso perciò di prendere gli stessi elementi della binaria e di artico larli in una ternaria diminuita. Quest'articolazione in tre reggimenti più leggeri può permettere al comandante d i aver sempre nelle mani qualche cosa.

In ogni modo senza addentrarmi in questa discussione, dirò che, per formare un terzo reggimento a spese degli altri due, si potrebbe benissimo fare i plotoni di due squadre e con ciò si otterrebbe anche una semplificazione; naturalmente credo che questa semplificazione sia vantaggiosa anche in fatto d'impiego.

Gen. Pari.ani : Perciò invece di fare una binaria si dovrebbe fare una ternaria più debole

Gcn. Zanghieri: una ternaria alleggerita; questo problema naturalmente va studiato a parte.

Gen. Pariani: Qui ci addentriamo in una questione organica ed in una tesi completamente opposta a quella del gen. Arisio, che voleva l'aumento della fanteria pura, mentre ora si finirebbe col diminuirla.

Dunque, tre reggimenti di fanteria ed uno di artiglieria; e come vedrebbe lo schieramento?

Gcn. Zanghieri: Due reggimenti avanti ed uno di riserva. Scaglionamento 1n profondità, ma con la differenza di avere un'organizza z ione che permetta di dare parecchi colpi in profondità.

Gen. Pariani: Allora tre reggimenti uno dietro l'altro? ...

Gen. Zanghieri: Questo è da vedersi caso per caso in relazione al fronte ed alle situazioni. Quello invece che più mi preoccupa è che, oltre alla punta, debba vedersi anche il fusto del trapano egualmente robusto. Per esercitare una maggiore forza d'urto il comandante di divisione potrebbe avere anche delle unità d'assalto, ma, in questo caso, occorrono delle G. U. più pesanti.

l j

In ogn\ modo io ho fatto uno studio per calcolare la proporzione che deve correre fra la massa di fuoco e la massa d'urto; nella massa di fuoco ho considerato non soltanto le artiglierie, ma anche altri elementi, come i mortai da 45, da 8r, ecc

Gen. Pariani: E questa proporzione come le risulta?

Gen . Zanghieri: Nella binaria la proporzione è perfetta, ma la fanteria va diversamente distribuita.

Gen . Pa1·iani: In conclusione lei dice: va bene la divisione, ma in modo da arrivare ad una ternaria modificata.

Gen. Balocco: Si è parlato della eventualità di dare alla divisione binaria un terzo elemento, da togliere alle truppe suppletive di C. d'A.

Sotto questo punto di vista, esprimo il desiderio che le truppe suppletive siano affiatate con le altre, con le quali potranno trovarsi ad agire. In modo che qualunque s.i'a la divisione che deve avere le truppe suppletive, esista sempre un unico criterio addestrativo e tattico.

In merito al problema prospettato d al gen. Arisio, condivido il suo desi- . derio di aumentare la potenza di urto della fanteria, ma senza aumentare l'entità delle compagnie e dei battaglioni. Ritengo che una soluzione potrebbe essere trovata, sostituendo, almeno in parte, le mitragliatrici leggere con fucili semiautomatici che, dati in mano a fan ti opportunamente scelti ed addestrati, potrebbero non solo dare r risultati che si cercano, ma potrebbero a nche consentire un risparmio di munizioni che andrebbe a tutto vantaggio d el servizio di rifornimento e della produzione (autarchia).

Gen. Pariani: lo osservo che la discussione còinvo.Ige ora un altro elemento - il terreno - e parlando della binaria si vuoi parla re di terreno alpino.

Dopo l'ultima guerra d'indipendenza, però, può pensarsi che difficilmente le future guerre si svolgeranno sulle Alpi: o per lo meno le azioni che si svolgeranno in montagna non saranno le decisive.

La conquista dell'Impero fa sì che, con tutta probabilità, le future guerre saranno svolte su campi essenzialmente colonialj ove occorrerà trasportare numerose masse. Richiamo quindi l'attenzione su questo punto per segnalare la necessità di avere unità piccole facilmente trasport abili a distanza.

Se non dovremo fare delle guerre imperiali, potrà darsi che dovremo farne di quelle a carattere poHtico o, dirò così, religiose (fascismo contro bolscevismo, ecc.).

Anche in questo caso ci troveremo a dover portare le nostre unità in gra n. di pianure. Anche sulle Alpi si combatterà, perchè nessuno vorrà cedere un palmo di terreno.

Circa la questione del fucile semiautomatico, dirò che essa è stata affrontata non soltanto teoricamente, ma anche praticamente; abbiamo fatto esperimenti che però non ci hanno soddisfatti perchè i tipi realizzati non offrivano garanzie sufficienti di robustezza e di durata .

Dirò di più. Si sta già lavorando per trasformare il fucile 91. Bisogna pensare però che abbiamo ancora un miliardo di cartucce di tipo vecchio e

questo fatto induce a ritenere che la sostituzione del 91 non debba essere effettuata subito, quando non si avranno più tante munizioni .

Il fucile semiautomatico avrà queste caratteristiche: la sua gittata non sarà più quella del fucile, ma sarà rid otta a poche centinaia dì metri perchè a 2000 metri oggi non s i tira più. Perciò fucile sem iautomatico, ma con piccola gittata anche per ridurre il consumo delle munizioni e per riservare queste ultime pe r l'ultimo momento.

In sostanza il gen. Balocco alla questione della binaria aggiunge quella dcille truppe suppletive.

Gcn. Rossi: !o sono del parere che, con la questione della binaria debba essere trattata anche quella delle front i.

Gcn. Visconti Prasca:

Gcn. Pafundi: Nulla da dire Gen. Mercalli:

Gen. Zingales: Durante l'attacco il frammischiamento dei battaglioni sarà più frequente che p er la ternaria.

Ad evitare inconvenienti tornerei volentieri alla ricostituzione delle anùche brigate.

Gen. Pariani: Questa è una questione morale e il gen. Zingales sa bene quale lavoro da certosino si sta facendo per spostare bandiere, colonnelli, ecc.

Gen. Ba cchi: Nulla da dire.

Gen. Roluti: Alla binaria su due reggimenti a tre battaglionj preferirei la ternaria con reggimenti su due battaglioni, perchè verremo a sanzionare così quello che il comandante di divisione sarà portato a fare ogni qual volta vorrà tenersi una riserva.

Gen. Pariani: Non pensa che avendo un reggimento ci sia una sufficiente riserva?

Gen. Roluti: Sì, ma si tratta di fuoq>, ed avanzare si avanza con gli uomini. Schierando poi un reggimento su tre battaglioni in primo scaglione, il comandante del reggimento finisce d i non comandar più.

Gen. Pariani: Allora vuol dare alla div isione una funzione di manovra?

Gcn. Roluti: Sì.

Gen. Pariani: T utto sta nell'averle disponibili qu este ri serve; io ho detto di togliere all a divisione la funzione di manovra e !asciarle quelle di penetrazione e di urto.

Gen. Roluti: L 'intervento del C. d'A. può essere lento e può dare un arresto alla contin uhà de ll'attacco.

Gen. Pariani: E' una questione di opinione sulla quale è inutile discutere.

Gen. Vecchiarelli: Vedrei il plotone su due squadre, per poter costituire una qu arta compagnia di fucilieri.

Ved rei perciò l'abolizione della compagnia mtr. e la costituzione del battaglione su quattro cp. di: 3 plt. fucil. su 2 sq., 1 plt mortai, 1 plt. mtr.

Difficilmente capiterà di impiegare la compagnia mitraglieri tutta riunita.

Gen. Pariani: ... ritocchi quindi di carattere organico.

Gen Gamaleri: Niente da dire.

Gen. ·Dalmazzo: Per il passaggio alla binaria la questione principale è quella che il co mandante ancora qualcosa a dispo sizione. Se questa possibilità esiste non c'è dubb io che la divisione binaria sia utile. Insisto su questo fatto perchè in due circostanze in A. 0., avendo a disposizione due gruppi un solo bisogno ho sen tito: quello di averne un terzo per manovrare.

Gen . Pariani: Se ne avesse avuto tre avrebbe sentito il bisogno di averne un quarto. E' il comandante superiore che vedrà di rinforzare più o meno chi ne ha bisogno. Del resto, io ritengo il reggimento troppo piccolo per manovrare. Il reggimento non può che essere elemento di copertura della responsabilità del comandante. Questo può andar bene in A. 0.; ma sul campo di lotta contro eserciti europei incomincio ad avere i miei dubbi. Per di più è stato già detto che il carico della manovra spetta al C. d'A.

Gen. Gm·avelli: Sancito il principio che la divisione d iventa unità, d'urto, non c'è più dub bio che non sia conveniente avere divisioni più leggere e dotate di maggior fuoco in propo rzione alla fante ria. Bisogna svincolarsi dal concetto che con una costituzione di divisione differente dalla ternar ia non sia più possibile manovrare.

Se una div isione ha due soli elementi,' non è detto che non possa costituirsi una riserva con le forze che ha, dal momento che l'unità tattica è il battaglione. Questo svincolarsi dall'impiego del reggimento come unità di manovra offre la possibilità di un maggior adeguamento alla situazione ed al terreno.

Non c'è dubbio che per l'urto quando la divisione è più leggera ci sono possibilità maggiori.

Circa le possibilità di penetrazione sono di avviso che la binaria abbia una capacità maggiorè della ternaria .

Certo, impiegando una G. U . che è i 2(3 dell'attuale su un fr<J nte pure ridotto a 2j3, si avr à più manovrabilità e quindi impulso maggiore. Questo perchè si disporrà di maggiori mez;zi di fuoco che offriranno sempre requi siti di penet razionc migliori. ·

Circa il quesito mosso in merito alla proporzione fra fanteria ed artiglieria, basterebbe sancire jl principio che anche l'artiglieria debba essere proiettata avanti, cioè più impiegata nell'az ione, ovvero più decentrata, in modo da trovarsi, alla fine del combattimento, nelle stesse condizioni della fanteria.

Quindi, sono di avviso che la binaria sja superiore alla ternaria in tutti i campi

Gen. Pariani: In tema di artiglieria sì torna sempre sulla questione del fuo co e del movimento.

Il problema deve essere risolto così: « avere tanto fuoco che basti a garantire il movimento con poche perdite » _

Detto questo non mi preoccupano le proporzioni.

L'au mento di artiglieria che (considerate anche quelle dì corpo d'armata) av r ebbe la binaria non deve avere altro scopo che quello di diminuire le pe r d ite di fanti .

E per fa remo in q ues to campo, arriveremo app ena alle proporzioni esis tenti presso gli altri principali eserciti. _

L'artiglieria sarà sempre poca, ma è anche perfettamente inutile portarla troppo ·avanti; basta che abbia sempre il braccio tan to lun go da poter appoggiare l'avanzata dei fanti.

Richiamo frattanto l'attenzione sul cannone che si è ottenuto allungando il 75{18 e che avr à la gittata dì km. 12,5. Ha dato ottima prova e permette anc he di usufruire d ell'affusto del 75j r8. E' una ini ziativa gen iale del gen. Pallieri, che in questo campo ci ha messi all'avanguardia.

Gen. Fautilli: Niente da dire.

Gen. Rovere: Io co nfesso che rim ango fav.orevole alla te rnaria, perchè preferi sco veder manovrare un a divisione che u n corpo d'armata, dal punto di vista della economia delle fo rze. ·

A meno che non sia asso lutamente provato che la manovra svolta con 3 btg. non sia sufficiente o che occorra proprio passare alla manovra a colpi di brigate miste e cioè di binari e.

Se, verso' la fine del comba ttime nto, si debbano attendere delle riserve dal corpo d'armata, che cosa può atten dersi? Non si farà che dare u na tregua all'avversario, che può modificare lo schieramento delle arti g lierie c provocare l' a fflusso delle sue rjserve.

Acca drà cioè che, mentre co n la ternaria si potrà mand are a fond o un'azione, con la binaria bisog nerà aspe ttare l'indomani. E avremo impiegati 6 btg. in luogo dì 9· E, quindi, lo scopo dj ar ri vare alla disponibilità di un maggio r nu mero di grandi unità non è ra ggiunto perchè, nel frattempo, avremo speso un gran numero di btg. e di gr upp i

Sono convinto anch'io che la ternaria, così com'è, è troppo pesante, non tanto da l punto d i vista della manovrabilità quanto da quello logistico. Ma l'a lleggerimento della division e dovrebbe essere ric ercato senza mutare la sua fisionomia e la sua efficienza, mediante ritocchi interni del battaglione e del gruppo. Soprattutto, con la sostituzione dei mezzi di ri fornimento che male si prestano a ll'autotrasporto.

Ammettiamo inoltre che i n u ovi mezzi dati alla ternaria abbiano provocato un aumento (per mortai, pezzi anticarro, ecc.) di 1200 uomini, 320 quadrupedi ed una settantina di autocarri. Ebbene, questo aumento può esser neutra lizzato sostituendo il carreggio della fanteria e d elle artiglierie con auto mezzi.

Se poi pe nsia mo di sostituire in ogni divisione un gruppo a ruote con un gr uppo motorizzato, vediamo su bito che l'alleggerimento diventa ancora più sensibile e p iù soll eci to d i quello dato dal passaggio alla binaria.

Ed in questo modo l'efficienza della divisione non varierebbe.

Ge n. Pm·iani: Qui ci son due cose da considerare:

>

1° - il tempo che si perde nello scavalcamettto.

Lo scavalcamento di,venta una operazione normale se s1 uene presente che le artiglierie che devono compierlo sono già sc hiera te insieme a quelle delle unità che devono essere scavalcate.

E poi le: divisioni, invece di essere una dietro l'altra, possono essere anche affiancate;

2° - ci1·ca la maggiore spesa: noi non assumeremo mai delle fronti di diecine di km. e da sfondare ovunque.

Tu tto è in relazione allo scopo da raggiungere. Dove non si sfonda si può sempre mettere una divi sione sola con molte mitragliatrici, in modo da darle una fronte più grande. Ripeto che non voglio raggiungere ovunque la stessa densità. Voglio invece che nessuna economia venga fatta dove si vuoi raggi ungere il successo.

Gen . Canale: Niente da dire sulla binaria.

Mi associo invece con Arisio e con Vecchiarelli circa l'opportunità di rivedere le minori unità di fanteria.

Getz. Pariani: Nel senso di vederle più idonee all'assalto?

Gen. Canale : Sì, a seconda delle situazioni ,

Gen. Villasanta : Condivido quanto è stato detto circa la pesantezza della ternar ia, ma ritengo anche che il potere di penetrazione della binaria n on sia tale da consentirle di raggiungere la zona di schieramento delle arti glierie nemiche. Perciò la riforma non dovrebbe avvenire per tutte le divisioni dell'esercito.

Io sarei del parere di avere un certo numero di binarie e di ternari e alleggerite, specie in fatto di servizi .

In questo modo si avrebbero tutti i vantaggi.

li rinforzo potrebbe essere dato da divisioni intere se - per esempio il co rpo d'armata potesse avere una ternaria e due l:iinarie.

Gen Pariani: Io non credo che convenga avere tanti tipi di divisione.

Abbiamo la celere , la motorizzata, la corazzata, e mi pare che basti. Però, devo dire che, indipendentemente da ogni altra considerazione, la trasformazione delle binarie richiederà almeno 10 anni e che, frattanto, la coesistenza della binaria con la terna ria è assicurata.

Dirò solo che le divisioni che saranno trasformate per prime sono que lle di manovra e che quelle di front iera rimarrebbero per un certo tempo ternarie.

Gen Soddu: Date le funzioni ed i compiti che verrebbero assegnat i alla binaria sono favorevole. ·

Gen. Cona: Le poche osservazioni che ho sentito finora riguardo al dubbio che non sempre la binaria possa avere sufficiente capacità penetrativa, non hanno accennato alla regolamentazione

Anche la binaria deve poter manovrare e si deve sapere quando e fin dove interverrà il corpo d'armata.

Questo la rego lamentazione dovrà dirlo.

Si deve in ogni modo impedire che la divisione ven ga sca valcata nel co.rso del combattimento, cioè in periodo di crisi.

Gen. Pariani: Ma riducendo i compiti della binaria a quelli di urto e di penetrazione, avrà sempre quest ' ultima i mezzi per evitare lo scavalcamento.

Gen. Cona: Sì, purchè la divisione possa manovrare in piccola scala

Gen. Parian i: Nella battaglia moderna lo sfondamento è questione di poche ore o richiederà del tempo?

E, se invece di avere una ternaria avesse una quaternaria troverebbe una grande differenza?

Per me il delicato sta nelle artiglierie ...

Gen. Cona: .. . anche nelle fanter ie che determ inano nel nemico quel momento di incertezza che deve essere sfruttato.

Gen. Pariani: In questo caso, conviene a vere le divisioni schierate per ala.

E ' quindi una questione d'impiego.

L 'importante è invece che lo scavalcamento sia fatto con le artiglierie in posizione.

Il comandante indica lo sc hi eramento che preferisce.

Gen. Gamerra: Niente da dire

Gen. De Michelis: Prima di questa riunione avrei av u to una obbiezione da fare: quella sulle armi d 'accompagnamento e di appoggio che sono poche p er sup erare la crisi dello scavalcamento.

Ora però col fatto di avere in · un settore l'azione di appoggio de lle artiglierie di due binarie la mia obbiezione perde molto valore

Credo in ogni modo di esp ri merla.

Gen. Pariani: Ma la binaria raggiunge o no In scopo?

Gen. De Michelis: Va bene, ma bisogna modificare tutta la regolamentazione.

Gen. Trezzani: Mi sembra che finora stiamo paragonando due cose che non sono paragonabili

Si paragona con la ternaria q ualc he cosa che non ne ha nè la costituzione, nè i compiti, nè la forza.

Con qualche cosa che di divisione ha solo il nome, per poter giocare nei contrasti internazionali dove la moneta corre nte è la divis ione.

• Bisogna parago nare la ternaria con il corpo d'armata formato su due divisioni binarie.

Viste le funzioni dell'uno ved iamo quelle delle altre.

Da una parte ci troviamo con 9 btg. e da quell'altra con 12.

Da una parte 4 g ru ppi ; dall'altra 6.

Quindi, in fatto di mezzi, non v'è una decisa superiorità da parte de'l corpo d'armata rispetto alla tern a ria.

In fatto di articolazione poi bisogna ricordare che il problema dello scavalcamento non è solo un problema d i interessa invece tanti altri elem en ti (comandi, collegamen ti, osservatori, ecc.)

E' questo che fa sostare l'azione.

Se poi si vuole adoperare l'artiglieria di una divi sio ne a favo re de ll'altra, · si va contro al principio della insciodibilità.

Diciamo dunque: vogliamo la divisione quaternaria su due brigate miste.

Io domando allora: oltre a provocare un grande aumento di mezzi, non metteremo noi un nuovo anello alla catena del comando?

Non verrà l'azione di comando ad essere compli cata?

Vediamo ora quali appunti si fanno alla ternaria.

Pesantezza - ottimamente qualcuno ha suggerito i modi più opportuni per eliminarla.

Comandabilità - io credo che sia molto più facile comandare una ternaria che una binaria.

Capacità offensiva - ricorrendo aÌ restringimento del fronte si può arrivare anche a delle divisioni eli un reggimento solo, con fronte di 500 metri.

La fronte di una divisione non va però studiata in relazione al decentramento delle truppe, ma bensì in relazione agli scopi, al terreno, ecc.

Ciò anche per un fatto logistico.

Quindi, nel caso dell a binaria, la capacità offensiva diminuisce.

Aumento di mezzi -i mezzi in aumento son tutti destinati ad essere decentrati.

Perciò il comandante di divisione si troverà nelle co ndizioni di prima, ma chi si tro verà nei pasticci saranno i comandanti di rgt. e di btg.

Copertura - non ho elementi in proposito, ma dico: perchè non facciamo deg li elementi od unità territoriali per la copertura?

Ci saranno forse delle ragioni che lo sconsigliano, ma io il problema lo affaccio lo stesso.

Economia di mezzi - aumentando H numero delle grandi unità, le spese generali aumentano a parità di battaglioni e di gruppi.

Se facciamo i conti vediamo che questo aumento è anch e grande per un corpo d 'armata quaternario .

Autotrasporto - come pa dimostrato il gen. Rovere, il battaglione può essere facilmente alleggerito, sostituendo alle carrette le autocarrette.

La profondità delle colonne sarà, in tal caso, ancora minore.

E vi sono anche altri elementi da prendere in esame.

Credo quindi che per trasportare 9 btg. così ridotti non ci voglia poi molto.

Da notare poi che non potremo mai av ere un esercito che vada bene tanto per il deserto del Sahara quanto per il lago di Ladoga.

Tutto al più, caso per caso, potremo avere delle formazioni speciali.

Dottrina - non è male pensare per di più che la trasformazione della ternaria, oltre a produrre un cc:rto perturbamento dal punto di vista organico, ne produrrebbe molti da l punto di vista della dottrina .

Basta questo per far pensare a quali difficoltà si andrebbe incontro per far entrare nel cervello dei nostri inferiori i nuovi criteri d'impiego.

Gen. Pa,.iani: Approfitto di quanto è stato detto per dare qualche chiarimento:

Non è a credere che la trasformazione dej servizi porti ad un alleggerimento molto se nsibile.

Nè d'altronde possiamo pensare di cambiare in motorizzate molte di quelle divisioni che prima erano ippotrainate.

Non tutte le artiglierie, inoltre, possono essere motorizzate, perchè nei terreni alpini non troverebbero facile impiego.

E' anche vero che non si possono fare delle tutte uguali. Terreno e situazioni suggeriranno di volta in volta le -formazioni più adatte.

Senza ricorrere a frasi forti dico anche che Napo leone non ha mai fatto due battaglie con le stesse formazioni.

Lo . stesso ha fatto il maresciallo Graziani in Africa.

Però, più piccoli sono j mattoni che si impiegano per costruire un certo edificio, più facile sad jJ costruire in poco tempo.

In quanto al perturbamento della dottrina debbo osservare che questo non riguarda i gradi inferiori, ma i comandanti di divisione.

Ora, io credo che questi comandanti siano abbastanza duttili da poter passare facilmente da una dottrina all'altra, ·

Circa le maggiori difficoltà di comandare una binaria che una

Gen. Tt·ezzani: Il fatto di non aver niente da fare è già una difficoltà . . .

Gen. Pariani: ... è il caso di pensare che nella division e binaria tanti mezzi differe nti sono in mano al comandante di divisione e quindi i co mandanti di reggimento sono alleggeriti nei loro compiti.

Gen. Tt·ezzani: ma il divisionario è poi obbligato a decentrarli

Gen. Pariani: se riterrà che sia il caso; e poi anche il corpo d'armata può spostare i suoi da un posto aiJ'altro.

Gen. Tt·ezzani: Cioè dove lo sforzo riesce, da una binaria farà una ternaria.

Ce n. Pariani: Io dico insomma al comandante di corpo d'armata: «è più contento di avere due ternarie o tre binarie? >>.

Gen. Trezzani: Io preferisco due ternar ie.

Gen. Pariani: Ossia di fare il comandan te di corpo d'armata come non vorresti fare il comandan te di divisione!

Gen. Tt·ezzani: No; in modo da non essere fermato a mezza strada.

Gen. Pariani: Io preferisco tre binarie.

Gen. Trezzani: E' anche questione di vedere se si potranno avere tanti battaglioni e tanti gruppi.

Gen. Parian(· Qui non si tratta di risolvere oggi stesso un problema; si tratta di studiare un programma.

E' di vedere l'aumento di artig lieria e di mitragliatrici che occorrerà di avere per impedire che ci sia una d iminuzione di grandi unità.

Si tratta di una trasformazione graduale e programmatica.

Il tempo in cui potremo raggiungerla dipend e dalle varie disponibilità.

Gen. Terziani: Si è detto che vi saranno dei casi in cui la binaria, per poter manovrare, riceverà delle T. S. di corpo d'armata, di rinforzo. Su questo punto desidero fermare l'attenzione.

Bisogna ricordare quanto ha detto il generale Balocco in fatto di affiatamento.

.. • 2)1

L'afflusso delle T. S. non soltanto deve portare degli elementi operativi, ma non deve turbare l'unità che occorre avere.

Se invece di considerare la binaria consideriamo la ternaria alleggerita nel modo suggerito dai generali Rovere e Trezzani , verremmo ad avere un complesso che potrà servire come unità di urto senza attendere - come per la binaria - altri interventi che ritardino gli scavalcamenù.

Se poi vorremmo impiegarla in azioni di manovra vedremo che la ternari a, anche così alleggerita, avrà sem pre la possibilità di costi tu ire tre elementi (due di manovra ed uno di riserva) che potranno essere .rinforzati con T. S. fino a raggiungere la consistenza che si vuole, senza perdere la loro unità morale, operativa, ecc.

Concordo quindi coi gen. Rovere e Trezzaoi per avere tre reggimenti alleggeriti.

Gen. Pariani: Quindi: corpo d'armata con poche T. S. Gen Dall'Ora: La binaria dà luogo al1a costituzione di una grossa colonna. Tale colonna, per esser manovriera, ri chiede molti collegamenti.

dec orre aumentarne la manovrabilità, riducendo a1 minimo i mezzi di trasporto dei servizi.

Occorre inoltre ridurre i servizi divisionali passandoli al corpo d'armata. In qu esto senso, sarei favorevole alla binaria.

Gen. Pariani: La riduzi one dci servizi è già in un ordine dato al gene· rale Rosi Ma d eve essere considerata indipendentemente dalla questione della binaria, quantunque la binaria si presti di più a questa riduzione.

Gen. Mura1·i: Sono favorevole alla binaria alleggerita perchè i nostri teatri d'operaz ione sono così vari da far preferire delle grandi unità facilmente adattabili più di quanto non siano altre più grosse.

Gen . Negri: Parere favorevole alla ternaria, per le ragioni già dette dai generali Rovere e Trezzani. Non vedo nemmeno la ragione per la quale nella binaria le co mpagn ie del battaglione mitraglieri d evo no essere ridotte a tre.

Le compagnie mortai potrebbero essere su 4 armi invece che su 6.

Si potrebbe anche vedere se non convenga assegnare una o due batterie d'ac co mpagnamento per reggimento.

Nel complesso, sono favorevole alla ternaria perchè dà una ma ggiore sicurezza di scavalcamento dei battaglioni di primo scaglione.

La binaria no n avrà mai tutto quanto occorre per questo e se si dovrà fidare su altre divisioni, il successo potrà essere compromesso.

Perciò, penso anch'io ad una ternaria alleggeri ta.

Per esperienza personale dico che anche in A. 0., la binaria non è mai stata impiegata perchè anche all'Amba Aradam ed a Mai Ceu i rinforzi sono stati tali e tanti da rendere la binaria più forte di una ternaria.

Gen . Pariani: A proposito di alleggerimento è bene ricordare che mentre in pace si invoca spesso, in guerra non si che richieste d i aumento di mezz i anticarro, controaerei, ecc.

Vedere quanto accade in Spagna, dove i carri e gli aerei rappresentano dei nemici terribili. Quindi il bisogno dell'alleggerimento è sentito da

,

tutti; ma tutti dicono anche che bisogna aumentare la potenza d'urto della fanteria.

Gen. Bertini: Favorevole alla b i naria.

Gen. Rossi: Ritengo che la nuova g rande unità si presenta troppo leggera come di visione e tr op po pesante come brigata mista.

Potranno essere studiate delle nuove formazioni; io ritengo però che la forza di una grande unità dipenda molto dalla conoscenza reciproca di truppe e comandanti

Sono favorevole ad una divisione di maggior forza ed auspico la costituzione organica permanente di briga te miste di fan teria, perchè sono convinto che queste brigate miste sono più leggere e più potenti.

Gen . Pariani: Vorrei sapere che cosa deve intendersi per brigata mista.

Ge n. Rossi: Due reggimenti di fanteria alleggeriti, con artiglieria.

Gen. Pariani: f'llora è questione di nome.

Gen. Roui: Si avrebbe un complesso forte come la binaria, ma molto semplice e facilmente comandabile.

Gen. Pariani: In una parola è da preferire la ternaria o la binaria?

Gen. Rossi: Preferisco divi sion i di magg ior pote nza.

Gen. Pariani: Come comandante di co rpo d'arm ata preferirebbe due ternarie o tre binarie?

Gen. Rossi: Preferirei la divisione quaternaria su due bri ga te di fanteria .

Fra ternarja e binaria propendo per la ternaria, perchè ba maggiore forza.

Gen. Vercellino: Dopo quanto è stato detto sono favorevole alla binaria.

Vorrei solo chiarire la questione de ll'artigl ieria del la seconda divis ione.

A mio parere dovrebbe inserirsi nello schieramento della prima soltanto quando venga dec iso lo scavalcamento. In modo che il principio della inscindi bilità della divisione sia assicurato.

Per gli elementi minori sono favorevole a porta re il plotone a due squadre e dar le mitraglia trici alle compagnie, ad alleggerirne al massimo i servizi, compreso quello di artiglieria

Anche i repart i munizioni e viveri so no troppo pesanti.

Una volta ridotto il fronte di attacco, una gran parte dei servizi può essere eliminata.

Gen. Pariani: Per l'artig lieria è qu estione d'impiego.

Per l'alleggerimento dei servizi ci sono già degli ordini, ma questo alleggerimento, dipendendo dalla motorizzazione, dipende anche dal bilancio.

Gen. Siciliani: Piename nte favorevo le alla binaria.

Gen. Nicolosi: Resto favorevole alla ternaria per una ragione non di misoneismo, ma di semplicismo.

Io penso che sarà più facile avere 30 buoni d ivisionari che 45; 30 stati ma ggiori in luogo di 45·

Il divisionario è la cre ma del nostro esercito e n on dev e esse re adop era to per uno strumento che in fondo è troppo semplice.

Il metterlo alla testa d i una colonna di attacco è cosa inam missibile Penso perciò che sia sfr uttato male.

Passando nel campo organico dico poi che se, in casi eccezionali, occorrerà avere, nelle guerre f uture, qualche grande unità più piccola, si potrà rompere il dogma de lla inscindibilità della divisione ternaria per formare qualche cosa di più piccolo.

Resto quindi favo revole alla ternaria.

Gen. Pariani: In fatto d' impiego di generali faccio presente che dovendo avere 21 corpi d'armata dovremmo avere 2 1 generali per comandarli.

Per il co manda nte della b inaria il parere è del tutto opposto a quello del gen. T rezzani che gli ha attribuito un compito molto diffi cile.

Gen De Pignier: Sono favorevole alla binaria.

Come comandante di corpo d'armata preferisco tre binarie a due ternarie.

E questo specialmente per la Sardegna.

Sono anche fav orevole all' alleggerimen to della binar ia.

Dare una compagnia armi d'accompagnamento per battaglione mi par troppo, se si pensj che spesso il battaglìone avrà un gruppo di appoggio specifico.

Preferirei che la compagnia d'accompagnamento venisse <lata al reggimento.

Tanto più che, avendo il 47 una traiettoria più curva di quella del 65 / 17, n on può esse re schierato j n prima linea

Per quanto riguarda la squadra fucilieri ritengo che non convenga fare delle economie sul combattente vero e proprio.

Occorrerebbe riportarla a 15 uomini, utili zzando g li uomini resi disponib ili dalla motorizzazione dei servizi.

F ra le T . S. poi non figura p iù il 75·

Poichè la funzione delle T. S. è quella di rinforzare l'azione di appoggio, ritengo che più i calibri sono piccoli più l'appoggio ne guadagna p er celerità di tiro.

Per il genio pure credo che si possa ricorrere a qualche riduz ione.

Per esempio, le stazioni fotoelettriche divisionali potrebbero esser passa te al corpo d'a rm ata.

Lo stesso dicasi per gli altri servizi del genio, per qua nto il genio non debba essere con side rato un servizio.

In questo modo, si renderebbe la divisione più idonea alle sue funzioni di urto. -

Gen Pariani: Per le T. S. - artiglierie - dirò che esse comprenderanno il nuovo 75 /34, mentre non c'è più ragione che si verifichi lo stesso per il 149 che, per ragioni di g ittata, passerà a far parte delle arti g lierie di rinforzo.

Gen. Guzzoni: I dubbi che potevo avere circa il passaggio dalla ternaria alla binaria mi sono stati tolti dopo che V. E ha posto il quesito nei suoi termini esatti:

Come comandante di corpo d'armata, se mi si dom an dasse se preferisco due ternarie a tre binarie, sarei per le 3 binarie.

Gen. Monti: Messa la questione su 2 ternarie o 3 binarie sono favorevole alle binarie pur osservando che, in questo caso, il comand ante di divisione h a poca possibilità di manuvrare.

Ma c'è un aumento di mezzi. E per questo sono favorevole alla binaria.

Io ho sempre ritenuto che la ternaria dovesse essere alleggerita.

Vorrei anzi che si facesse un passo più avanti.

Invece della binaria su 6 btg. si potrebbe arrivare ad una G. U. costituita sulla base di 4 ...;- 5 btg.

Gcn. Maravigna: Si è gridato il «c rucifige » contro la ternaria perchè s1 dice che è troppo pesante.

Prima si è abolita la quaternaria: ora si vuoi seppellire la temaria.

Io sono d'accordo perchè quest'ultima non l'ho mai capita dato che non risponde a nessun principio d'impiego.

Ogni unità organica, per essere vitale, deve essere fornita di 4 elementi: centro , due ali, riserva

Il numero 3 per noi non è un numero perfetto.

Sono d'accordo col gen. De Pignier circa la proposta di riduz ione del genio e dei servizi, tanto più che i criteri d'impiego della binaria non richiedono più come prima il conco rso di questi elementi.

Piuttosto desidererei sapere: con la binaria jl coma ndante d i brigata rimane o muore? ·

Gcn. Pariani: Scompare.

Gcn. Maravigna: Allora chi assicura la continuità del comando?

E' stato detto che noi dovremo fare la guerra in teatri mediterranei per i quali occorrono G. U. piccole e leggere.

Ma io domando: l'esplorazione e la sicurezza in unità tanto piccole chi la farà?

Un organismo nuovo ?

Non sarebbe il caso di prendere quei pochi fanti che ha il corpo d'armata per esempio le camicie nere - per darle, a questo scopo, organicamente alla divisione?

Ho sentito poi parlare di preoccupazioni per- gli scavalcamcnti.

Io queste preoccupazioni non le vedo.

An che per quanto riguarda l'artiglieria bisogna abituarsi a manovre piuttosto ampie e di respiro.

Per i servizi infine li vedrei tutti al corpo d'armata.

Gcn. Guidi: Dopo una così esauriente discussione poco resta da dire.

E' mio parere quello che il problema debba essere in tempo di guerra visto diversamente che in tempo di pace.

In guerra occorrono unità leggere e con molta potenza di fu oco

La binaria ri sponde a questi requisiti.

La superio rità di proporzione fra artiglierie e fanteria, di armi di accompagnamento fanno rilevare che la binaria abbia sufficiente possibilità di fuoco e di movimento celere.

Quindi la capacità di penetrazione della binaria è identica a quella della ternaria.

Per l'alleggerimento della divisione dirò che questo prob lema io l'ho profondamente studiato.

2 55

Ho avuto l'impressione che bisogna diminuire il peso dei battaglioni non come forza, ma per la parte lo gist ica, come è già stato detto da parecchi altri. Conviene portare i plotoni a 2 squadre ed aumentare jl fuoco di accompagnamento delle compagnie costituendole sul tipo alpino.

Perchè se è vero che è il fuoco dell'assalto quello che trascina, è anche vero che chi dà l'impulso è il fuoco delle mitragliatrici TI personale che si economizza con l'abolizione della terza squadra io lo vedo perciò ripartito fra le due rimanenti .

Dirò poi che, per ottenere l'alleggerimento, non sono favorevole ad un eccesso d i motorizzazione. Si possono alleggerire di molto i battaglioni togliendo loro del materiale per i collegamenti a filo da sostituire con stazioni radio.

Sono favorevole alla binaria, ma penso che, nella sua organizzazione interna, debba esser presa in esame la possibilità di dare al comandante il modo di poterne dosare lo sforzo. Questo specialmente in guerra di movimentò.

Gen . Ambrosio: Malgrado che già sia stato detto che il confronto fra la ternaria c la binaria non sia possibile, io credo che convenga farlo per venire ad una conclusione.

La forza d'urto della fanteria è data dai battaglioni.

Nella binaria i battaglioni diminuiscono; ma se pensiamo che è possibile cambi are il l oro attrezzamento, si può pensare che questa diminuzione di forza di penetrazione finisca con l'essere limitata.

Sono sta.ti presi in esame molti elementi sfavore vo li, ma se ne possono trovare anche di quelli positivi.

Nel campo tattico, dobbiamo ri tenere che la ternaria si sia dimostrata pesante più della binaria. Lo stesso avviene nel campo logistico (movimento, itinerari, ecc.).

Un altro elemento per me di capitale importanza è il problema dell'artiglieria.

Oggi sul fronte di una G. U. l'artiglieria deve avere una buona azione di spianamento.

In movimento la manovra di fuoco sarà difficile e quindi il problema del decentramento si prese nterà con molta frequenza.

Nella ternaria con 4 btg. di 1° scaglione possiamo decentrare anche 4 grupp i. Ma ·se tiene conto del rin for zo del corpo d'armata ne lla b inaria, in rapporto al la fanteria di ! 0 scaglione, si può ottenere anche di più.

Perciò la bi naria: - è leggera nel campo tattico; -è facilmente trasportabile; - ha una maggior quantità di artiglieria; - si muove facilmeme; - può avere una forza di penetrazione ancora magg iore, modificando la capacità di penetrazione dei suoi btg.

Concludendo: Sono favorevole alla binaria.

Per quanto riguarda i problemi relativi alle minori unità, credo che non bisogna perder di vista il requisito della comandabilità.

Ho sentito parlare di portare la squadra fucilieri a 15 uomini, pur riducendo il plotone a due squadre.

Io credo che la squadra di 15 uomini non si possa portare avanti perchè sfuggirebbe di mano.

Gen. Scala: Il fatto che i Tedeschi abbiano portato i reggimenti divisione da 4 a 3 non è connesso ad una que stione di pesantezza, ma di disponibilità di materiale umano.

Tanto è vero che non appena fatta la ternaria, i T edeschi si sono affrettati a darla agli Austriaci, in cambjo di divisioni su 4 reggimenti a 4 btg.

Paragonando la ternaria alla binaria è logico pensare che la prima valga di più (si logora meno, penetra di più, ecc.).

Ma non è così che va impostato il problema.

Non si tratta ora di trasformare la divisione, ma di sostituirla con un'altra G.U.

E per il corpo d'armata bisogna pensare che diventerà una divisione quaternaria.

In questo caso la questione si sposta.

E' meglio avere un C. d'A. a 2 ternarie od a 3 binarie?

Io dico 3 binarie, an che in considerazione dei terreni in cui saranno chiamate ad operare.

Concordo con chi ha detto di aumentare la potenza d'urto della fanteria.

Ho sentito dire che si vogliono togliere le mitragliatrici alla binaria.

Io vado ancora più jn là.

Il battaglione mitraglieri non è uno strumento di urto, dovrebbe essere quindi sosti tuito da un btg. mortai d'assalto, perchè la potenza d'urto della fanteria si aumenta dando il maggior conco rso di fuoco all'assaltatore.

Gcn. Grassi: D'acco rdo coi generali · Rovere e Trez zan i, sono contrario alla binaria.

Le ragioni principali sono già state dette.

Io mi limito ad accennare ad una questione psicologica.

Si è parlato di scavalcamento di artiglieria, di comandi, di collegamenti, ecc., ma non si è mai parlato di questo fatto psicologico.

Lo scavalcamento fatto prima di aver raggiunto il successo, demoralizza quelli che scavalcano. In ogni modo non è un avvenimento che può incoraggiare chi deve andare avanti. Il fatto di dover compiere una impresa che ad altri non è riuscita, non solleva il morale della truppa.

Si ha poi un bel dire che la binar ia non dovrà più manovrare.

Ma io vorrei sapere quanti sono i div isionari qui presenti che non si vorrebbero tenere una riserva per manovrare o, almeno, un semplice rincalzo.

Allora la divi sione diventerebbe ancora più debole.

Gcn. Pariani: Qui entriamo in una questione di impiego e di schieramento.

Se diamo IO km. di fronte ad una divisione, essa si schiererà tutta.

Con fronte strettissimo si schiererà per ala.

2 57
17· - u. s.

Non è poi vero che chi deve scavalcare un altro debba demoralizzarsi. Per andare avanti capiterà sempre di vedere dei morti.

Gm. Grassi: Con la divisione binaria occorre fermarsi.

Pariani: In conclusione preferisci 2 ternarie o 3 binarie?

Grassi: Bisogna veder la fronte ...

Pariani: La fronte dipende dal corpo d'armata e non sarà mai il divisionario a fissarla .

Ma qui ripeto torniamo ad una questione d'impiego della quale è facile trovare la soluzione.

Io chiedo ·dei pareri nel campo organico. Data la sua funzione d'urto e di penetrazione risponde o no la binaria? Preferisci avere un corpo d'armata su 2 ternarie o su 3 binarie?

Grassi: Su 2 ternarie

Sono però d'accordo sulla opportunità di alleggerimento della ternaria. Faccio presente che - senza arrivare alle conclu sioni catastrofiche di un recente articolo di rivista che fa arrivare uno o due uomini per squadragli assaltatori sono pochi.

Nell'ultima fase della lotta chi è spinto veramente avanti è il comandante di squadra e di plotone. Per loro il combatçirnento diventa un atto istintivo nel quale devono cavarsela con i propri mezzi. E bisogna pensare poi che il comandante di plotone sarà un ufficiale di complemento. lo credo che occorra ritornare ai battaglioni di assalto.

Per ora il battaglione ha troppa gente che si ferma per strada. Il fi)/ I7 si ferma ad un certo punto perchè deve prendere posizione; dopo di lui si ferma la mitragliatrice per postarsi; lo stesso fucile mitragliatore deve poggiarsi a terra.

Ma allora chi va veramente all'assalto? Pochi fanti puri. Qualcuno ha detto la frase esatta.

In questa considerazione, in un mio studio del 1932, io preconizzai la costituzione del rgt su: - btg. d'assalto almati di tutti i mezzi che si possono impiegare marciando;

- truppe d'accompagnamento (con altri mezzi); - truppe per i servizi (collegamenti, ecc.).

Una volta sanzionato il principio dei btg. d'assalto, nessun coq1ponente di ·questi dovrebbe tornare indietro, nè per rifornimento di munizioni, nè per trasporto di feriti, ecè.

Gen. Pa1·iani: Così si raggrupperebbero in un btg. quei pochi .. . puri, citati prima.

Gen. Giuliano: Da guanto ho avuto modo di osservare e da quanto ho inteso, m i sono fatta una convinzione.

Noi abbiamo una ternaria, che quando fu fatta, dovette essere fatta bene.

Perchè oggi non risponde più?

Perchè si è caricata di troppa roba.

Bisogna vedere, se, invece di farla di nuovo, non sia il caso di adattarla ai nuovi compiti ed ai nuovi terreni pur !asciandola ternaria.

Voglio dire ora qualcosa riguardo al genio.

Ne ho inteso parlar poco e quel poco in modo restrittivo e proprio da quelli che in guerra lo cercavano di più.

Dico ora che gli artieri debbono essere considerati e mantenuti come sono oggi. E non debbono essere confusi con gli zappatori, il cui nome può essere messo insieme a quello dei portaferiti.

l compiti degli artieri sono molto diversi e restano sempre gli stessi, sia che la divisione abbja 3 reggimenti sia che ne abbia 4 o 2.

Se si tratta di fare un ponte tanto vale che debba passarvi un btg. che un rgt. Lo stesso dicasi per il combattimento d'arresto, impianto di ostacoli, ecc.

I mezzi' esplosivi, pneumeccanici per l'apertura di itinerari, tanto più importanti in guerra di movimento, se non accorreranno più di prima non accorreranno certamente di meno.

Quindi: - altro che diminuire 1 cp. artieri!

In quanto ai fotoelettricisti, durante la guerra d'A frjca non è stato possibile esaudire parecchie richieste.

Gen . Pariani: In sostanza: ternaria o binaria?

Gen. Giuliano: Prima di passare alla binaria, vorrei vedere se non SI possa alleggerire la ternaria.

Gen. Pariani: Allora: ternaria alleggerita se non si può passare alla binaria . . . purchè non si tocchi il . genio.

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RAFFRONTO

t Allegato 31.
TRA L'ARMAMENTO DELLA DIVISIONE DI FANTERIA T ERNARIA E QUELLO DELLA DIVISIONE DI FANTERIA BINARIA ADOTTAT A NE LLO SCORCIO DEL 1938 ,._ "' èiO ,._ - "' § .. ... "' .... o "' .. .. ·e.g .. .. ·c« _., .!:! ., 'O o 'O .. Grande unità ·v:= 'O 'O 'O .... ·;; ; ·a cv c._ .. .., ... 'c e u ·u "'-J; li 1:: 1:: O'" .. ... o o . " o :0 ·e ::;; c - Q. c o .,.,. c u .. u -----,,Divisione ternaria 243 156 81 6 8 8 12 36 12 Divisione binaria 216 48 135 24 8 24 24 12
RAFFRONTO TRA L'ARMAMENT O DEL REGGIMENTO DI FANTERIA DELLA DIVISIONE T ERNARIA E QUELLO DELLA DIVISIONE DI FANTERIA BINARIA ADOTTATA NELLO SCORCIO DEL 1938 '(j "' .. Cii ,._ .s •t: ... ' :! "' .. "' 'O 'O 'O Cnità 'U t. .. ·;; "" Il.!: .. o o u e ::;; ::: 0.. l
Reggimento dì fan teria della Divisione ternarìa • 81 36 27
Reggimento di fant eria della Di vision e binaria 108 24 54 6 8 on "' .. 'O ·a o c c lJ 4 -

UNI T A DIV ISIONE OIVISION E UATERNARI TERNARIA BINARIA<tl (n NE 1918) (FI NE 1926) (F I NE 19}8)

COMANDO DIVISIONE FANTERIA ' l '

COMPAGNIA MITRAGL.OIVISIOI'IALE

GOMAilDO BRIGATA fAN TERIA 2

COMPAGN IA MITRAul.DI BRIGATA

BATTAGLIONE BRIGATA

BATTAGLIONE 01 FAN TERIA

RE PARTO CANN.DA37 PER FAN T. 4 151

P-LOTONE D'ASSALTO 4 (S)

PLOTONE LANCIAFIAMME 4 151

BATT ER IA CANN o5/17D'ACCOMP. 3 (S)

BATTAGL.MI TRA&L.DIVISIONALE l

COMPAGN IAMORTAI OA81 l

COMPAGNIA MORTAI DA45 l

COMPAGNIA CAl'IN. O'AGCOMP.47,A2 2 1<1

COMPAGN IA CA NN. '" 1

COMANDO REGGIMEN TOART. CAMP. l 111 (1) art d/yJtr. ç;t]., GRUPPO CANNONI75/911 (SU4 2

GRUPf>O ART. PES.GAMP. (S U3 BTR ' (8)

GRUPPO OBICI OA 100/t7(SU 3 BTR. 1 1 (9) l(9)

GRUPPO CANNONI75/27(SU38TR 191

GRUPPO OBICI 75/t5SOM.(SU3BTR 1 '

BATTERI ACONTRAEREA OA 20 l

BATTAGLIONE GENIO ZAPPATORI 1

COMPAGNIA GEN IOARTIERI 2

COMPAGN IAGEN IOTELEGRAfiSTI ' 1

Allegato 32.
RAFFRONTO · COMPARATIVO TRA LE DIVISIONI QUATERNARIA, TERNARIA E BINARIA
NOTE
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"'"' j k" OS "' OSOONE l"VISION E
CONVEN UNI T A UATERNAR TERNARIA 81NARIA(1l NOTE Z10NALI (riN ( 1918) (nN ( 1926) (FIN( 1938) COMPAGNIA GENIO MISTA TEL.RT. l (ma. SEZIONE RAD IO 1 SEZIONE FOTO·ELETTRICISTI 1
SEZIONE SANITA 1 l 1
SEZIONE SUSSISTENZA f l AUTOSEZIONE LEGGERA 2 f SEZ AUTOCARRETTE PER BTR ACC l
COMPAGNIA PRESIDIARIA C•o) tfventvalt> i'Pre>J f (10)

Legioni cc. "' ,,ç<::<ç,Q...., grana t. fant.div. fa nt.mot. :orbersagl. pini ftr.carr. m ftr 6.af.

.....
ret tO o tO et ::::0 :l o (,.,) z o(X) )> a.. et rr1 '() z 3 -t Ql o tO tO ()"-o ..... '() o ol:i ••
' !b ;!:i; ·. .,.. ::i". :"
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TRETll

ETTORATI

Ali.EBATO N.84 • ESERCITO
NOTE
COMPARATIVO TRA l VARI ORDINAME N
,•
' N O T E UN l T A N1 1lomaniJ1 dJ armato , !lom7(/Jll'I'O/;;Inl Il l 1!fo;;rvf1pamen!t a?;;. ICii!Tl.f(I,Ol't: dicar. 1t'Jc(lil/l' carahnltrt

carrt.t.rrmab :arr1 armati >lerio carriJ'!o dir font t.dl .d'A. ·rt.,D. f4rg! cPJt • p.l'J" rt.d'armata t.cMtraerei ·o ort. cuntr.

J T E
AllEGATO N.$4 'ESERCITO NOTE
RAF
UNITA BRIG.ART IGL GRUPPO LEG. CC .
FRONTO COMPARATIVO TRA l VA RI ORDINAMENTI D o l NOTE: ' UN l T A NOTE (t l coman111 t1111rmara 777 777 777 l l (z)Cilm fvptrt!/j)tlli '77: 77: '7/ 77, (4)Cilm.fvptr. tlitaY. 1) t 1)6rlqato caro/t/n t'l'l

CORPO DI SPEDIZIONE PER L'OCCUPAZIONE DELL'ALBANIA (APRILE I939)

Le forze terrestri del Corpo di spedizione formato per l'occupazione dell'Albania compren devano :

1° SCAGLIONE.

A)

Comando del Corpo di spedizione.

12 btg. bersaglieri (9 ciclisti, I motociclisti, I misto, I autoportato).

2 btg. carri (su 3I carri ciascuno).

I gruppo sq. c.v. (su 63 carri).

I btg R. Marina («S. Marco>>)

I btg. fucilieri della divisione <C Murge».

2 btg. cc. nn.

B)

r cp. cannoni granatieri, autotrasportata.

I btr. da 20, autoportata.

I cp. comando reggimento granatieri.

I cp. R.T.

I sez. R. T .

1 sez. R.T. speciale (o.c.).

5 staz. R . 4 A.

I rgt. granatierj su 2 btg. (aviotrasportati).

C)

I sez. sussistenza.

r sez. sanità.

1 ospedale campo .

I autosezione leggera.

I autosezione mista.

4 autofficine.

2 autosezioni pesanti.

2 sez. CC. RR.

2° ScAGLIONE.

I btg. mitraglieri.

I gruppo da IOS/ 28.

I gruppo da I49/ I3.

Allegato
35.

I cp. pontieri.

I cp. artieri.

I cp. presidiaria.

6 autosezioni pesanti. comando 47° fanteria e btr. accompagnamento.

I btg. del 47° fanteria.

I gruppo art div. «Murge>> da IOO/ I7.

I comando rgt. cavalleria.

2 gruppi squadroni.

3° ScAGLIONE.

Comando divisione «Murge)). divisione «Murge » (meno 1 rgt. ftr e I gruppo da IOO/ IJ).

I btg. cc. NN.

4 autosezioni pesant;ì.

3 autosezioni leggere.

1 ospedale da campo.

Uomini Pezzi Carri armati

Automezzi Quadrupedi Motociclette Biciclette

22.000 64 134 Sso 2.500 1.200 s. xoo

CoMPLESSIVi\MEN TE
t Allegato 36. GETTITO DEGLI UFFICIALI IN S. P. E. DAL l 935 AL GIUGNO 1940 ftllllllllll Carabi nieri W7ZJl Fanteria Cor P.o automobihs ti co ®§# l MediCI Chimici-farmacisti Ullll Veteri na ri m1lilìil Commissariato - Suss iste nra IIIIIIIIIIIJ Amministrazione ' 1317 14 00 1500 1200 1100 1000 128 59 800 81 700 95 24 600 549 300 200 100 40
Allegato 37. GETTITO DEGLI UFFICIALI ·01 COMPLEMENTO DAL 1935 AL GIUGNO 1940 =::3 Cava lleria Corpo auromob. Chim ic i·farmac. IDDJ Veterinari ISl!m .tllmmissariato - Sussistenza l!llllllll!lll Amministrarione 14ò72 1938 84 150 185 I1Z 16000 15000 lotOOO 13000 12000 000 10000 9000 8000 1000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 1939

PROSPETTO DELLE ARMI E MUNIZIONI ESIST ENTI NEL I939

Esistenza A r mi Un fo c in distribuzione di scorta ( ! )

Cannoni mitr. da 20 • o o 726 - 4·15 )) da 75 /43/30 .... 62 - 2,41 )) )) 6s/ 17 o o •• o. 300 400 10,18 Obici )) 75 /13 o o •• •• 1.16] - 10,70 Cannoni )) 75/ 27 o ••••• r.8oo 1.298 7·45 )) )) 75/ 18 ...... 122 - 2,24 )) )) 75/ 34 o •• o - -)) )) 75 /C K •• o •• 155 III 13·53 )) )) 75/ 46 o o o •• o 92 - 1,56 Obici )) 100/ 17 .... . !.705 - 3,10 )) )) 105ÌI4 ..... - 120Cannoni )) 105/ 28 945 - 5,88 )) )) 105Ì3 2 238 -Obici )) 149/ 12 ... x6o 536 2,70 )) )) 149/13 .. . . . 490 - 10,10 Cannoni )) 149/ 19 o ••• o I -)) )) I49Ì35 ..... 358 519 12,2 1 )) )) 149/ 40 •••• o 7 -Obici )) 152/ 13 •• o •• - 88 33,20 • Cannoni )) 152/37 ... o. - 29 II,94 )) )) 152/45 o. o o. 46 7 14·05

Mortai )) 210/8 • • •• o. 6o 440 7·45 Pezzi )) 210j22 o o ••• 8 -Grossi calibri ........ . 190 - da 4 a 7

AUegato 38.

Armi Un f o c in distribuzione dì scorta (J)

Carri armati - cannoni 37j 40 94 - 7·45 Cannoni da 47/32 o ••••• 548 - o,12 Carri M . II- 13 • o • o 70 Carri L. 3 o ••••• 1.320 Autoblindo o •• o .. 34 :oLis:.:

Mortai da 45 .. 4.686 - 2,65 Mortai da 81 .. 982 - 0,95 Mitragl. << S.I.A. >> .. 2.767 421 1.033·753·955 Fucili mitr. Breda 30 .. 28.462Mitr. Breda 38 ... . . 2.000 - pan c1rca al Fucili e mosch. 91 . . . .. 1.750.529fa bbisogno Mite. F .I.A.T. 35, 37, 38 · 24-27?Pistole o •••• • o o •• . . 305·000 - 26·344·000 Elmet ti o o o o • . . .. 1.039·270 -Bombe a mano . . • o. o - - 2,97 D.l.C.A.T.

Cannoni da 75/ 27 .. 94 . - 7>43 )) )) 76/40 .. 45 2 - 4,03 )) )) 76/45 . . . .. 232 - 5·90 )) )) 77/28 • o • 82 - 7,25 Mitr. S. Etienne .. • o o o o 4·063 - pari al fabbisogno

Fucili mite. Breda 30 ... 2.243 - )) )) Fucili e mosch. 38 . ••• o o 83. 128 - )) )) Pistole • • • o o o o •• o •• 3·534 - )) )) (r) Avrebbe dovuto essere il 25% dell'armamento previsto per le G. U. mobilitate e mobilitabili.

270
Esistenza

PROSPETTO DEI MATERIALI DEL SERVIZIO AUTOMOBILISTICO ESISTENTI NEL 1939

Autovetture 3·400

Autocarri leggeri 10.298

Autocarri pesanti 8.o62 Autobus 262

Autocarri « Dovunque >> 557

Autocarrette 2.751 Camioncini e furgoncini 475

Autoambulanze 843 Autofrigoriferi 299 Autobotti 68 Autofficine 472

Rimorchi 5·152

Trattori

Trattrici pesanti 1.441 Motocicli 9·056 Mototricicli 2.287

Benzina tonn. 67·245 Gasolio )) 62.765 Petrolio )) 1.570

Lubrificanti tonn. 9·6oo

Allegato 39.

PROMEMORIA DI MUSSOLINI (PER IL FOHRER)

SULL A SITUAZIONE COME SI PRESENTAVA NEL MAGGIO 1939 E SUI PROBABILI SVILUPPI FUTURI

27 maggio 1939- XVII.

Ora che l'alleanza fra Italia e Germania è fissata e troverà, in ogni momento, secondo la le tte ra e lo spirito del Trattato, la sua piena applicaz ione, ritengo opportuno esporre quanto io penso sulla si tuazione attuale c sui suoi probabili sviluppi futuri.

I.

La guerra fra le nazioni plutocratiche e quindi egotsttcamente conservatrici c le nazioni popolose c povere è inevitabile. D ata questa premessa, bisogna prepararsi.

2.

Colle posi z ioni strategiche conquistate in Boemia c Albania, le Poten ze dell'Asse hanno in mano un elemento fondam en tale di successo.

Ho spiegato in una memoria a Von Ribbentrop, all'epoca del Convegno di Milano, j moti vi per cu i l'Italia ha bisogno d i un periodo di preparazione che può andare a tutto il 1942. Essi sono: « t e due Potenze europ ee dell'A sse hanno bisogno di un periodo di pace di durata non inferiore ai tre anni. E' solo dal 1943 in poi che uno sforzo bellico può av ere le più grand i prospe ttive di vittoria. Un periodo di pace è necessa rio all'Ita lia per le seguenti ragioni:

a) per sistem are mil itarmente la Libia, l'Albania e pacificare l'Etiopia, dalla quale d eve uscire un'armata di mezzo milion e di uomini;

b) per ultimare la costruzione e il rifacime n to delle 6 nav i di linea attualmen te in co rso;

c) per il rinnovamento di tutte le nostre artiglierie di medio e grosso calibro; d) per spingere innan z.i la reali zzazione dci piani autarchici che devono rendere vano ogni tentativo di blocco da parte delle democrazie possidenti; e) per realizzare l'Esposizione del 1942, la quale, oltre a documentare il primo venten nio del Reg ime, può fornirci riserv e di valute;

272 Allegato 40.

f) per effettuare il rimpatrjo degli Italiani dalla Francia, problema di natura militare e morale molto serio; g) per ultimare il già iniziato trasferimento di molte industrie di guerra dalla valle del Po nell'Italia meridionale; h) per approfondire sempre più j rapporti non solo fra i Governi dell'Asse ma fra i popoli, al che gioverebbe indubbiamente una distensione dei rapporti fra Chiesa e Nazismo, distensione che è anche molto desiderata dal Vaticano.

<< Per tutte queste ragioni l'Italia Fascista non desidera di anticipare una guerra di carattere europeo, pur convinta che essa sia inevitabile. Si può anche pensare che fra tre anni il Giappone abbia condotto a termine la sua guerra in Cina »

E' prevedibile che il Triangolo Londra- Parigi - Mosca cercherà - in tempo di pace - di danneggiare in tutti i modi le Potenze dell'Asse, specie dal punto di vista economico e morale. Sul terreno economico si risponderà sviluppando sino all'estremo piani autarchici e sul terreno morale contrattaccando su tutti i ca mpi.

Oltre all'azione di sabotaggio materiale vero e proprio, ogni sforzo dovrà essere intrapreso per incrinare l'unità interna dei nemici col favorire i movimenti anti-semiti, coll'aiutare i movimenti pacifisti (caso Paul Fau re in Francia), col patrocinare le autonomie regionali (Alsazia, Bretagna, Corsica, Irlanda), coll'accelerare la decomposizione dei costumi, coll'eccitare alla rivolta le popolazioni coloniali.

L'ingresso della Russia bolscevica nell'Occidente - condotta per mano da Londra - è un elemento indubbiamente favorevole allo sviluppo di questi piani.

Dal punto di vista strategico le nazioni ad Occidente possono considerarsi << murate», cioè praticamente inattaccabili per forze di terra. Si può quindi prevedere una difensiva reciproca sul Reno e sulle Alpi e in Libia. Viceversa le forze metropolitane e coloniali in Etiopia possono jniziare operazioni offensive cont ro le colonie francesi e britanniche confinanti.

Ad Occidente la guerra assumerebbe quindi un carattere predominante aereo- marittimo. Colla conquista dell'Albania, il problema navale italiano è notevolmente alleggerito. L'Adriatico è un mare interno che può essere ermeticamente chiuso.

6.

Solo verso Oriente e sud- est la guerra può assumere un carattere dinamico. Polonia ed altri Stati garantiti dovrann o fare assegnamento su se stessi e potranno essere paralizzati prima che gi unga un concreto aiuto, anche dalla confinante R ussia.

2 73
18. - u. s.

La guerra che le grandi democrazie preparano è una guerra di usut·a. Bisogna quindi partire dall'ipotesi più dura, che è la possibile al cento, per cento. L'Asse non riceverà più nulla dal resto del mondo. Questa ipotesi sarebbe grave, ma le posizioni strategiche conquistate dall'Asse riducono di molto la gravità ed il pericolo di una guerra di usura. A tale scopo, sin dalle prime ore della guerra, bisogna impadronirsi di tutto il bacino danubiano e balcani co. Non contentarsi di dichiarazioni di neutralità, ma occupare i territori e sfruttarli ai fini dei rifornimenti bellici alimentari e industriali. Con questa operazione che dovrebbe essere fulminea e condotta con decisione estrema, non solo si metterebbero fuori combattimento i «garantiti », cioè Grec ia, Romania e Turchia, ma si avrebbero le spalle sicure. In questo gioco noi possiamo contare su due pedine favorevoli: l'Ungheria e la Bulgaria.

8.

L'Italia può mobilitare proporzionalmente un numero maggiore di uomini che la Germania. A una abbondanza di uomjni corrisponde una modestia di mezzi. L'Italia - nel piano bellico - darà quindi più uomini che mezzi: la Germania più mezzi che uomini.

Desidero sapere se le considerazioni sucsposte incontrano l'approvazione del Fiihrer. Nel qual caso bisogna che su tali direttive si preparino i piani degli Stati Maggiori.

274
M.

Allegato 41.

UNITA' DELL'ESERCITO MOBILITABILI AL 15 AGOSTO

1939

SECONDO L'INDICE DI MOBILITAZIONE ALLORA I N VIG ORE (Riepilogo limitato alle unirà essenziali, raggruppate per tipi omogenei)

Gruppi di armate Armate Corpi d'Armata

Divisioni: di fanteria alpine . celeri . cora zzate motorizzate

Battaglioni : fanteria division ale e granatieri bersaglieri alpini . mitraglieri mortai . ca rri M carri L territoriali ter ritoriali mobili

Squadroni: cavalieri mitraglieri carri L

Batterie di piccolo calibro (sino al 100 incluso)

Batterie di medio calibro (sino al 210 inclu so)

Batterie di grosso calibro (da 210 escluso)

Batterie contrae ree

2 9 24 6s 5 3 2 2 ... l 33 58 49 45 97 158 66 15 9 1035 537 34 63

Totale 77 divisioni. Totale 501 battaglioni di fanteria . Totale p battaglion i carri. T otale 255 battaglioni T. e T. M.

Totale ( 1) 1669 batterie (escluse quelle di ca nn. mitragl. da 20).

2 75
UN I TÀ DI COSTITUZIONE IMMEDIATA F. COSTITUZIONE SUCCESSIVA

Batterie cannoni mitragliere da 20 Opere di medio calibro Compagnie genio Sezioni genio : Ponù del n. 1 e del n. 2 Sezioni sanità Ospedali da campo Nuclei chirurgici Treni ospedali Infermerie quadrupedi Sezioni sussistenza Sezioni panettieri con forni carreggiabili

I O 370 II2 I3 87 480 64 51 49 IO'J m. 1897 8 Sezioni panetuen senza forni mobili IO Squadre panettieri con forn i rotabili mod . Weiss 77

Reparti carreggio d'armata Reparti salmerie 14 73 434 3I 1 07

Autosezioni : pesanù miste . leggere autobus speciali autobotti 23 798 26 autobotti e autofrigo riferi aucoambulanze autocar rette

( r) In complesso : pezzi di piccolo calibro (sino al roo incluso) pezzi di medio calibro (sino al 210 incluso) pezzi di grosso calibro (dal 2 ro m su) pezzi contraerei pezzi da zo c. a.

TOTALE

2 6o 19 N. 4·438 » 2.184 96 252 654 N. 7.624.

SITUAZIONE CIRCA LE PREVEDIBILI EPOCHE DI CONSEGNA DEl PRINCIPALI MATERIALI OCCORRENTI PER Il COMPLETAMENTO DELLE DOTAZIONI DI PARTENZA DELL'ESERCITO AOTO EMOTOMEZZI MATERIALI DEL GENIO MAT.PEI SERV.LOGIST CARTUCCERIA LEGGERA ESPLOSIVI DI SCOPPIO E OA MINA

ARMI INDIVIDUALI MORTAI FTR . CARRI ARMATI TRATTORI BOMBE MORTAI FTR. ESPLOSIVI 01 LANCIO CANNON I fANTERIA

MITRAGLIATRICI MUNIZIONI PER ART.

ARTIGLIERIE

... Allegato 42.

SITUAZIONE DELLA MILIZIA (M. V. S. N.) NEL 1939

Comando Generale della Mili zia

Comandi di zona della Milizia

Legioni ordi narie (I)

Legioni da montagna (2) Legioni deposito (3) Legioni d'assalto Legion i confinarie Legione jn Egeo

Legio ni In Libia Legioni in A. O. I.

(t) Avevano la funzione di: - centri di mobilitazione; - concorso nella formazione dei reparti. Nel primo caso erano cosi costituite : 1 coma ndo di legione; r battaglion e d'assalto (destinato alle divisioni di fan teria); r compag nia complementi; 1 coorte territoriale; 1 o più coorti; reparti speciali.

Nel secondo caso era no costitUite come appresso: 1 comando di legione;

1 o più compagnie mitraglieri (per le legion i delle divisi oni di fanteria o per i battag lioni da montagna); 1 o più compagnie di complemento; 1 coorte territoriale; r o più coorti; reparti speciali

(2) Fornivano i battaglioni da montagna in rinforzo alla copertu ra , cd erano così costituite:

1 comando di legione; 1 bartagliooc da montagna; 1 coo rte terri toriale; 1 o piil coorti; reparti speciali.

(3) Avevano i rispettivi battaglioni distaccati io Libia per la delle divisioni della Milizia (prima 4 c poi 3), cd erano così costituite: r comando di legione; r bauaglione (per la Libia); 1 coorte territoriale ; 1 o p iil coorti; reparti speciali.

Allegato 43.
47 30 17 39 4 4 7

Legioni Dicat (r)

Legioni artigl. maritt. da cos.

Legioni universitarie

Legioni albanesi

Legioni fer rovieri

Legioni portuarie

Legioni forestali

Reparti postelegrafonici Coorti autonome (2) Reparti stradali

(1) Armamenti: 228 batterie c. a., in territorio nazionale; 4700 mitragliatri ci S. Etienne; 290 batterie (ancora i n corso di (2) Di esse, 15 erano universitarie, 3 forestali e 5 erano dislocate in Sardegna.

N. B. - Legioni e coorti erano corrispondenti a reggimenti e battaglioni dell'Esercito.

2 79
22 IO 9 4 14 4 12 26 23 21

NUMERO COMPLESSIVO DEL PERSONALE ALLE ARMI, NELL' OTTOBRE 1939, DISTINTO IN UFFIC IALI, SOTTUFFICJALI E TRUPPA

Ufficiali in S. P. E. (r) Sottufficiali: forza permanente forza richiamata Totale Sottufficiali Truppa (forza perm e r ichiam.) Totale Sottuffic iali e Truppa

Carabinieri: - Ufficiali S. P. E. _:_ Sottufficiali : forza permanente· forza richiamata Totale Sottufficiali T ruppa (forz,;, permanente e richiamata) ; Totale Sottufficiali e Truppa .

Totali: Ufficiali Sottufficial i Truppa . Totale generale (1) Per gli ufficiali di complemento ri sulta che nell 'ottobre 1939 erano 26.786.

24·100 16.o88 40.188 1.137·719 1.177·907 10.687 1.592 12.279 46 422 58·701 52·467 1.184.141 1.2 55·894

Allegato 44. r

LETTERA N. 1044II DEL 2 NOV. 1939 INDIRIZZATA ALL'UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE GENERALE DAL GEN. PARIANI, SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER LA GUERRA E CAPO DI S. M. DELL' ESERC ITO, RELA TTVA ALL'EFFICIENZA DELL'ESERCITO

M I NISTERO DELLA GUERRA GABINETIO

Segreto

N. 10441 I di prot.

Oggetto: Efficienza delle forze armate.

Roma, 2 novembre 1939 All'Ufficio di S. E. il Capo di S. M. Generale (Risp. f. 4887 del 22 ottobre c. a.) Roma

A seguito del foglio 10444I del I 0 novembre c. a. trasmetto i seguenti dati relativi alla situazione al 1° novembre e a quella che sarà al 1 ° maggio 1940 per le unità dell'Esercito:

1° - armamento, con grafico riassuntivo;

2° - munizìona men to espresso in un ità di fuo co;

3° - automezzi;

4° - carburanti e lubrificanti; 5° - vestia rio;

6° - personale.

In sintesi la situazi one delJ'Esercìto è la seguente:

DIV ISIONI

Italia

13 speciali Albania

AL I0 NOVEMBRE 1939 AL 1° MAGGIO 1940

II al co mpleto (meno carn u al completo c. c. M . delle D. cr.)

2 al completo (meno carri M. della D. cr.) 2 al completo c. c.

Allegato 45

41 Italia

3 tipo at. al completo 9 tipo m.e.n. al completo 26 tipo incompleto 3 in corso di costituzione

I E geo

I al completo

6 Albrull• l 4 tipo incompleto I mista di prev. cost. 6o di c.r. I CC. NN. di prev. cost .

AL I0 MAGGIO I940

3 at. al completo 29 al completo 8 incomplete 1 con formaz. di pace

I al completo

12 Libia 15 di c.s. In totale 88 div.

4 tipo Libia al completo (meno cp . motoc.) 4 tipo Libia al co mpleto (meno carri L e cp. motoc.) 4 CC. NN. al completo (senza cp. motoc. e carr i L) I5 non costituite )

38 al completo · 33 incomplete 17 non costituite

4 al completo I al completo I al completo 4 al completo c. c.

4 al completo c. c.

4 al completo c. c. 15 con gravi def. 64 al completo 9 incomplete 15 con gravi def.

ARTIGLIERIA DI ARMATA E DI CORPO D'ARMATA.

Al 1° novembre c. a. sono efficienti nel numero previsto dall'indice di mobilitazione, con l'armamento di attuale dotazione e con esclusione di materiali di nuova adozione (75 /34, I49/ r9, 149/40, 210/22).

Sono di prossima costituzione 3 rgt. artigl. di C. A. (uno per XIV C. A., ceduto A. Po; uno per XV C A. e uno per X I C. A.).

Al 1° maggio I940 potranno entrare n ello schie ramento I O batterie d a 149/40 e 4 batterie da 210/22.

DIVISIONI
AL I0 NOVEMBRE I 939

MuNI ZIONAMENTO AL 1° MAGGI O I 940.

F ucili e moschetti Armi automati che Mo rtai 45 . Mor tai 81 Pezzi da 47 Pezzi da 65 Pezzi da 20 Art. div .: roof t7 )) )) 75 / 2 7 )) )) 75 / 13

Art contraerei Art. C. A. e A.

larga disponibil i tà. buona >> )) )) notevoli d efic ienze. )) ))

b uon a disponibilità. notevoli defi c ienze. sensibili deficienze. sufficiente disponibilità. )) ))

buona d isponibilità. sufficiente disponibilità.

AuTOM EZZ I AL 1° MAGGIO 1940 (considerando le artiglierie divisionali tutte ippo meno quelle dell'Arma ta Po e della Libia)):

Automezzi spec ia li Autocarri Carri M .. ... ... .

s uffici e nte disponibilità. d isponibilità pressochè sufficien te (si riti ene di poter integrarla con la requisizione). avremo un centinaio di M.

CA RB UMNTI AL 1° MAGGIO I940 : di sponibilità pe r circa 4 mesi.

VESTIARIO ED EQUIPAGGIAMENTO AL 1° MAGG IO I940.

Situazione che consente la vestizione di tutte le unità di C . I. co n le truppe ai

Non sa rà possibile provvedere alle unità di C. S., all a M. V . S. N. e alla Dica t.

Non av rem o una sco rta ne i magazzini, ma sarà possibile acca ntonarla con la produzione di maggio, giugno e successivi.

Le previsioni per il I 0 maggio 1940 si basano sul gettito di una produzione di armi, munizioni, automezzi e vestiario inte nsificata al massimo

Tale produzione è naturalm ente subo rdin a ta alla disp o nibilità di materie prime.

E p oichè in questi ultimi due mesi le as segnazi on i si so no aggirate su 2/3 c irca de i fab bisogni, si deve r ilevare che, ove continuasse l'attuale situazione deficitar ia , la prev ista efficienza al I 0 magg io ne risulterebbe sensibilme nte rid otta.

IL SoTTosEGRE TARI O m STATO A. Pariani

egato 46.

PROMEMORIA PER IL CAPO DI S. M. GENERALE

COM PILATO DAL CAPO UFFI CIO COL. GANDIN IL 2 NOV. 1939 RELATIVO ALL'EFFICIENZA DELL'ESERCITO

UFFICIO DI S. E IL C APO DI STATO MAGGIORE GENERALE

Roma, 2 novembre 1939

Promemoria per S. E . il Capo di Stato Maggiore Gen erale

Oggetto: Efficienza R. Esercito .

Finalmente sono .giunti i dati più importanti rdativi all'efficienza del R. Esercito, inviati da S. E. Pariani, in adesione alla richiesta di V. E. L a visione è molto più ottimistica di quella risultante dai noti specchi del Coma ndo Corpo di Stato Ma ggiore. Sono date al completo al I 0 novembre 1939 ·(a nnesso 1):

- le I3 divisioni speciali (Italia e Albania) pur ammettendo che mancano i ca rri medi delle divis ioni corazzate e notevole numero automezzi, ecc.;

- 3 divisioni autotrasportabili e IO divisio ni montagna c normali, totale 13;

- 8 divisioni autotrasportabili Libia (p ur amm ettendo che mancano a 4 la compagnia motociclisti, e a 4 i carri L e la compagnia motoçiclisti); - 4 divisioni CC. NN. Libia (pur ammettendo che mancano compagnie motociclisti e carri L) .

T otale : 38 divisio ni al completo; 33 incomplete e 17 non costituite. Al 1° magg io r9<Jo, poi, si avrebbero 64 divisioni al co m pleto, 9 incomplete e 15 con gravi deficienze (88 divisioni). Non sono co nsiderate: 4 divisioni libiche, 2 divisioni nazionali in A. O. I. Particolari r isulta no dall'an nesso (mancante).

Ora dagli specc hi del Comando Corpo S. M. la si t uazione è la seguente: - al 1° novembre I939, si hanno al completo: ·l

3 divisioni di fa nteri a (I in madrepatria, r in E geo 7 di vision i c I in A. O I.);

4 divisioni alpine (in madrepatria); 23 brigate coloniali in A O. I. (A ggi u ngend o le 3 divisioni celeri, che hanno liev i deficien ze, si avrebbero IO divisionj co mp lete);

- al I 0 maggio 1939 (r): 34 div. d i fanteria (28 in madrepatria, 5 in Albania, I in A. O. I.); 7 » au totraspo rtabili (3 in m adrepatria, 4 in Libi a);

(1) Vorrà dire 1940.

All

I div. alpina (in Albania);

2 » moto ri zzate (in madrepatria);

3 » celeri;

3 » corazzate (2 in madrepatria, 1 in Albania);

2 » libiche (in Libia).

Altre 35 divisioni inco mplete (di cui 24 in madrepatria, 1 tn Albania, IO in Libia).

(Totale: 88 divis ioni più 4 div. libiche e 2 nazionali in A. O . I. = 94 div.).

Ora, in base a quanto si sa, sembrano più attendibili i dati forniti dallo Stato Maggiore.

Artiglieria di armata e di corpo d'armata.

Mancano 3 reggimenti di artjgl ier ia di corpo 1d'armata.

I materiali nuovi cominceranno ad aver si il I 0 maggio I940 (Io batterie da 149/ 40 e 4 batterie da 2Ioj22).

M unizionamento (an nesso 2).

Notevoli deficienze al I0 maggio I940, in fatto di bombe per mortai da 8r, di munizioni pe r pezzi da 20, 47, Ioo{17.

Sufficiente disponibilità di munizioni da 75j27, 75/ 13 e per artiglierie di corpo armata e armata.

Automezzi (annesso 3).

Si ritiene che siano sufficienti

Carri medi: saranno disponibili un centinai o.

Carburanti (annesso 4).

Al I0 maggio I940: disponibilità per circa mesi 4 Yz.

Vestiario equipaggiamento al I 0 maggio I940 (annesso s).

Sufficiente per unità di costituzione immediata.

Manca per le unità di costituzione successiva (15 divisioni), p"er la M. V S. N. e per la Dicat.

Nessuna scorta.

E' poi da osservare che le previsioni pel 1 ° maggio 1940 si basano sul gettito di una produzione intensificata al massimo: ma se la disponibilità di materie prime venisse a ridursi (2{3 del fa bbisogno in questi ultimi 2 mesi) l'efficienza al I 0 maggio 1940 risulterebbe ridotta.

Circa la forza (annesso 6), si hanno al I 0 novembre c. a.: in Patria ... 750.000 u. Albania . . . . 6o.ooo u. (compresi 5.000 albanesi). Libia ..... 132.000 u . Egeo . . . . . x8. ooo u. In A. O. I. .. 223 000 u.

IL COLONNELLO DI s. M. CAPO UFFICIO Gandin

N. B. - li promemoria risulra siglato dal Capo di S. M. Generale Maresciallo Badoglio.

EFF ICIENZA DELLE GRANDI UNITA' NEI RIGUARDI DELL'ARMAMENT O

I----U-n-it_à____ [ Situa%ione al 1° novembre 1939 lSituazione al 1° maggio 1940 G. a F.

8 sett. front. occid.

A) IN hALIA

al completo, meno: al completo 50 mortai da Sr (in co rso sped.) 1200 mitragliatrici (di cui 1000 richieste ora da S. C. Op. per dare profondità alla difesa) 10 batterie da m. e g. ca!. pri ve di caricamenti

7 sett. fron t. se t t.

6 sett. front. orient. 4 div. alpine 3 div celeri

2 div. motorizzate

2 div corazzate

Nessuna deficienza di ar- come contro mi per l'organizzazione finora attuata

al completo al completo al completo con 90% mezzi al completo di trasp. al completo con 90% mezzi al completo di trasp.

1 al completo con carri L al posto di M e 90% mezzi di trasp

r in corso di costituzione (Littorio) con carri L al posto di M e 70% mezzi di trasp.

al completo (carri M solo in ragione di 1 btg. per D. cr.)

41 div. ftr., di cui 3 tipo at.

al completo: al completo con 6o% automezzi comando C. A. senza au - autogruppo con so% togruppo per trasporto automezzi regoladi 1 div. mentari

9 tipo mont. e norm. al completo con 6o% mezzi come contro trasp. riferiti ad organici ridotti

Annesso n. 1.

26 con formazioni tipo incomplete

3 con formazioni di pace (Firenze, Bari, Siena)

al 1° novembre 1939

defìc. per ogni div .: 54 fucili mitragl. SI mortai da 45 2I mortai da SI 6 pezzi da 47

Situazione al 1° maggio 1940 ! Dalle previsioni sulla ) produzione risulta 1 che potranno essere Di esse, 6 con so% mezzi di completate xS div. trasp. le altre con mezzi

trasp. di pace in corso costituzione, per ogni div.: IoS fucili mitragl. 99 mortai da 45 24 mortai da SI S pezzi da 47 S pe zzi da 65/ 17

defìc.

l

al completo 2 div., I con formaz. di pace

Totale· al I 0 maggio complete in Italia 32 Df. e II speciali

15 divisioni di le dotazioni di mob. non sozione successiva no costituite. Esistono m parte quelle del genio e I5 gruppi art. Df. (soli pezzi senza caricamenti)

B) IN EcEo

I div. (Regina) con le lal completo speciali formazioni

C) IN ALBANIA

Defic. parziale fucili mitr. e pezzi da 20; defìc. totale mortai da 45, pezzi da 47, pezzi da 65/I7. Completamento art. dipende da recupen previa sostituz. con altri calibri alla G. a F. e dall'allestimento (non sicuro) de i caricamenti lal completo

I div alpina al completo con so% mezzt al completo trasp.

I div. corazzata al completo : con carri L a l posto di M con So% mezzi trasp.

al completo (con carri L come contro)

Unità

Unità

Situazione al 1° novembre 1939

Situazione al 10 maggio 1940

4 Df. con formaz. tipo incompleto

I div . mista gran. bers.

I div. CC. NN.

defic. per ogni div.: 54 fucili mitragl. SI mortai da 45 2I mortai da St 8 pezzi da 47 (terzi btg. e terze btr. in Italia)

al co mpleto

Guardia alla front.

4 div. at. tipo L ibia

e '

4 div. at. tipo Libia (Pavia, Brescia, Bologna, Savona)

4 div. CC. NN.

di prevista costituzione . di prevista costituzione

D) IN L IBIA

organizzazione in corso al completo: senza la cp. motoc. div. con 70% mezzi di trasp. al completo: senza le cp. motoc. div. senza i btg. carri L div. con 35% mezzi trasp.

l• i rompl<to

al completo meno 200 pezzi da 47/32 contro (x)

13 speciali

come contro con 40% al co mpleto con 35% mezzi mezzi trasp. (x) di trasp.

(formazioni senza cp. motoc. e btg. caz:ri L div )

DIVISIONI RIFERITO ALLE SOLE ARMI

Italia n al completo (meno carn 11 al completo c. ::-. M delle d. cr.)

Albania 2 al completo (meno carn 2 al completo c. c. M della d. cr.)

(x) Alla deficienza di automezzi si provvede con !•impiego manovrato dei due auto· g r uppi a disposizione del C.S.F.A.A.S.

288
RIEPILOGO

41 Italia I Egeo 6 Albania 6o di C.l{

Situazione al 1° novembre 1939

3 tipo at. al completo 9 tipo m. e n. al completo 26 tipo. incompleto 3 in corso costitu z. I al completo )

l

I2 Libia rs di c.s. In totale 88 divis.

4 tipo incompleto r mista di prev. cos ti t . I CC. NN. di prev. costit. 4 tipo Libia al completo (meno cp. motoc.) 4 tipo Libia al completo (meno carri L e cp. motoc.) 4 CC. NN. al completo (senza cp. motoc e carri L) 15 non costituite 38 al completo 33 incomplete I7 non costituite

Situazione al 1° maggio 1940 3 al completo 29 al completo 8 incomplete I con formaz. di pace r al completo 4 al completo r al completo r al completo 4 al completo c. c. 4 al completo c. c. 4 al completo c. c. 15 con forti defic. 64 al completo 9 incomplete I 5 con forti defic.

Le unità d i artiglieria di ar mata e di cor po d'armata sono efficienti nella formazione prevista dall'.indice di mobi litazione, cioè con l 'armamento di attuale dotazione e con esclusione di materiali di nuova adozione (75/34, 149 / I9, 149i4o, 2Ioj 22).

Di prossima costituzione 3 rgt. artiglieria di C. A. (uno per XIV C. A ., ceduto A. Po; u no per XV C. A.; uno per XI C. A.).

Al I0 maggio 1940 potranno entrare nello schieramento IO batterie da 149 ... e 4 batterie da 2Ioj22.

Alle deficienze dei mezzi dj trasporto si provvede con la requisizione.

Le divisioni, escluse quelle dell'armata Po, 3 autotrasportabili e quelle della Libia, alla data del 1° maggio avranno ancora le ar tiglierie a tra ino animale.

Unità
Ig. - U. S.

SITUAZIONE MUNIZIONI

ITALIA

Armi Unità di C. l. Armi portatili mod. 91 e mod. 38 Mitragliatrici ... Fucili mitragliatori Mortai da 45 Mortai da 81 Pezzi da 47 . Pezzi da 6s/I7 Pezzi da 20 .. Art. di p. c. pezzi da 100/ 17 pezzi da 75 Art. c. a. campali . . . Art. di m. c. pezzi da 105 leggero pezzi da 149 Art. di m. c. pesante . Art. di g. c. . Proietti + da 75 . Proietti + m. c. .

Unità di fuoco (comprese dotazioni di reparto)

Previste Esistenti Esistenti al JO. Xl-39 al JO-V-40 14 14,8 22 (I) 15 9·9 12 19 xr,8 15 14 5 10,8 14 1,8 3·3 12 x s. x 12 6,2 10,2 12 4·5 6,8 12 3.8 7 12 8 9·5 12 IO 13 12 5·5 8,5 12 9·5 I0,5 12 10,7 II>4 12 9·5 9·6 2 o, x I 2 - I

(1) L' esuberanza riflette il mu nizionam ento calibro .6,5 che riman e disponibile dopo la sostituzione col calibro 7,35.

Annesso n. 2.

Unità di fuoco (comprese dotazioni di reparto)

Armi schierate di previsto Esistenti Esistenti l accantonamento al JO -XI - 39 al 10- V - 40 Unitl di C. l.

in l in in l in in l in Albania Italia Albania Italia Albania Italia

Armi portatili mod. 91 e mod 38 7 7 6,5 7·5 7 7 Mitragliatrici o •••• o •••• 8 7 12 3 12 3

Fucili mitragliatori .. 7 12 I O 9 lO 9

Mortai da 45 ... . . . 6 8 8 6 8 6 Morta i da 81 ... 6 8 6 8 6 8 Pezzi da 47 ... 6 6 - 12 6 6 Pezzi da fJs/ 17 ... 6 6 6 6 6 6 Pezzi da 20 . . . o o ••• 7 5 7 5 7 5 pezzi da 100 6 6 6,5 5>) 6,5 5·5 Art. p. c. 6 6 6 6 pezzi da 75 5 7 pezzi da 105 ... 6 6 7 5 7 5 Art. m. c. pezzi da 1 49 ... 6 6 6 6 6 6

Proietti + da 75 . . o. .. 2 - - - IP roietti + di m. c. . . o ••• .. 2 - - - 0,5 -

ALBANIA

i

Armi schierate Uni tà di C. l.

-

Armi portatili mod. 91 e mod. 38

Mitragliatrici .. Fucili mitragliatori Mortai da 45 Mortai da 8r Pezzi da 47 Pezzi da 65/17 Pezzi da 20 .. pezzi da I00/1 7 Art. P· c. pezzi da 75 .. pezzi da 77/28

Ait. c. a. . . . . . ... Art. m. c. pezzi da 105 . leggero pezzi da 149

Ait. m. c. pesante Proietti + da 75 Proietti + di m. c.

(x) Fabbisogno per 6 mesi. Dovrebbe ·essere portato a I 2 mes i. Data pe rò la situazione delle munizioni in Italia al ro maggio, non è possibile aumentarle, altrimenti si diminuirebbe assai la disponibilità in Patria.

LIBIA
. Unità di fuoco (comprese dota zioni di reparto) Previste Esistenti Esistenti (l) al 10 - Xl - 39 al 10
V - 40 r6 15 I6 I8 10,5 18 17 15 17 II IO II - -II 6,8 II II 14 14 I2 6,5 12 II 9 II II 8,7 II II 12 12 II 14 14 II II,6 II,6 II 10,7 Il II 14 14 2 - I 2 - 0,5

Armi schi erate Unità di C. I.

Unità d uoco (compr ese dotazioni di reparlq)

Esistenti Esistenti Previste al JO • Xl • 39 al 1° • V • 40

Armi portatili mod. 9 I e mod. 38 IO IO IO Mitragliatric i • o IO IO I O F ucili mitra gliatori . . .... IO IO IO

Mortai da 45 .. . .. . IO IO IO Mortai da SI . . ... IO - I O

Pezzi da 47 . . . .. 8 - 8 Pezzi da &j/ 17 . . . . .. 8 8 8 Pezzi da 20 . . ..... . 8 8 8 Pezzi da 75 . . ..... 8 5·5 8 An. c. a. . . •• o ... 8 I O IO l Art. pe zz i da IOS . . 8 8 8 m. c leggero pezzi da 149 8 8 8 ... Art. m. c. pesante . ... . . . 8 8 8

Proietti + da 75 . . . . . . .. 2 - I Proietti + di m. c. . . . . . . . . 2 - 0,5

2 93 EGEO

AUTOMEZ ZI DI PREVISTO ACCANTONAMENTO I N PACE PER UNITA' DI C. I. In Patria In Albania In Libi a In Ege o ... Esistenza ... Esistenza ... Esiste nza u Esistenz a ... ... ... ... o .. o "' o "' o "' " " c c t=. c c bO 2 bO o bO o s: = c o - ;: .. ·.. .. = .. :0 1• novem. 10 1• novem. t• maggio ·. 10 novem. 10 maggio :0 l•novem. 10 maggio u D u D tl u .g u D u .. .. .. .. Il. .. 1939 1940 Il. 1939 1940 .. 1939 1940 .. 1939 1940 l "" "" "" l l

l l Autocarri • 33.820 14. 130 21.830 4.530 1.930 2.700 5 630 2.900 3 .700 170 167 167Tratto ri e trattrici 6.000 4.700 4.955 185 133 133 650 450 650 - -Autoambulanu 1.410 630 800 100 57 87 140 50 50 4 4 4 Autoserbatol p er acqua 710 420 420 50 74 74 340 360 360 6 6 6 300 200 205 28 14 19 40 44 44 - -. AutoHic!ne 720 200 436 45 20 40 75 30 60 3 3 3

Autovdture 2 . 470 1.460 2 .470 350 145 350 570 470 570 IO IO IO

Autospecialf varie 1.220 890 950 50 Il 21 80 IO 25 IO IO IO Carri M .. 416 170 170 184 - - - - - - -Carri L 940 820 820 - 132 132 460 322 :P2 - -Aulo!ricicli 2.310 1.460 2.030 350 275 325 180 180 180 - -Motoc!c li . 11.880 5 .070 8.500 2 . 590 750 1.500 3.380 860 1.400 20 20 20

n. 3·
Comando Co rpo S. M . - Uf}. Serv. Annesso
N \0

Benzina ..

Gasolio Lubrificanti

fabbisogno Tonn. per 3 mes1 100.000 110.000 21.000

CARBURANTI Unitl carburanti e lubrifi:anti al JO novembre 1939 di propridà ldi proprietl civile l di proprietà ldi proprietà civile militare (R. E.) ed a,;disposi z.R. E. militare (R. E.) ed a dtsposiz. R.E. Tonn. Tonn. Numero Numero 70.000 6o.ooo l ( 1 ) ? 3 o.ooo 6o.ooo 56.ooo l (l) 30.000 2.500 (2) 18.5oo

Esistenza attuale

(I) Provenienti dalla distillazione dei greggi.

(2) Circa,' non ancora precisabile. (3) Io totale mesi pe r carbu ranti , 3 mesi per lubrificanti.

27 25 II

!TALlA (3) 45 (3) (3) 40 (3) (3) s5 (3)

Previsioni al 10 maggio 1940

Carburanti:

Ug uale disponibilit à, perchè i progettati deposi ti militari dj g. c. non potranno essere ultimati prima di 12-18 mesi da quello corrente, nè i depositi ci vil i han· no possibilità di ricove ro.

·

Lubrificanti:

Si avrà un aumento di 15.000 tonn. che, unite alla esistenza, daranno un'auto· nomia di circa 5 mesi.

Annesso n. 4·
N \0 V\

Previsioni a l l 0 maggio 1940

Benzina .. Gasolio .. Lubri ficanti Benzina .. Gasolio .. Lubri ficanti

Tono. Tonn. Numero Numero I.OOo 6oo 220 315 32

3SO r8o so

ALBA NIA 26 IO 36 EGEO 6363 n. 4·

Uguale disponibilità, perchè mancano depositi carburanti militar i, ora in progetto, per poter passare all'accantonamento di ca rburanti per circa 2 mesi. Non saranno inviati ulteriori quantitattv l corrispondendo l'es istenza al quantitativo richiesto dal comando FF. AA. dell'Egeo. Esistono inoltre 200 tonn. circa d i carbu ranti per i bisogni ordinad. ( 1) Secondo i calcoli di questo S. M. LIBIA per 6 l Benzina .. 28.ooo 6)00 (r) 5·150 Gasolio .. 14-000 3-900 (r) 6. 100 ,Lubrificanti 4. 100 soo I.IOO

6 3 8

l 30 (x) IS (r) 23 (1) Sono in corso di spedizione oltre 8500 tono. di carburante acquistati dal mini stero A. l. con le quali si raggiungerà complessivamente una autonomia di mesi 4 e mezzo. N. B. - L'unità carburanti c lubrificanti corris ponde ad unn giornata di autonomia.

Esistenza attuale Unità carburanti e lubrificanti Fabbisogno l . al 1° novembre 1939 Tono. . di proprietà ldi propridà civile di proprietà ldi proprietà civile militare {R. E.) ed a disposiz. R. E. militare (R. E.) ed a disposiz. R. E. per 1 1.200 6oo IS O per 6 (r) ()so 90
l Scorte militari: 22 l Uguale disponibilità, perchè non si avran28 no anco ra i depositi carburanti ora in 50 cos truz ione ed jn progetto. 1-.l \0 0\

SITUAZIONE DEL VESTIARIO

La disponibilità attuale e qudla che si avrà al 1° maggio 1940 d i serie com plete di corredo è la seguen te:

In uso presso la truppa . . . . . . . . Ancora accantona te presso i centri di mobilitazione In allestimento (produzione massima: 235.000 serie mese in media)

Totale

Sottraendo le serie di presunto consumo in sei mesi e una seconda tenuta per truppe alpine Restano disponibili .

JO novembre 1939 1° maggio 1940 !.100.000 300.000 r .6so.ooo 3·0)0.000 6oo.ooo 100.000 2.350.000

PRESUM IBILE FORZA DA VESTIRE NEL MAGGIO 1940

Presso le unità dell'Esercito mobilitato (C. I. x.8oo.ooo; C. S. 3oo.ooo) . . . . . Presso uni tà M. V. S. N. e Dicat In territorio, presso i depositi (reclute più richiamati)

Totale uomini d a vestire Scorta n ei magazzini

Totale fabbisogno .

2 .100.000 180.000 500 000 2.780.000 500.000

Ne consegue che alla da ta del r" maggio 1940 si avrà una d eficienza di circa 450.000 serie per ves tire gli uomini alle armi, e nessuna scorta nei ma· gazzi ni.

Se al 1° maggio si volesse anche la detta scorta, la deficienza salirebbe a 900.000 se rie, che potrebbero essire allestite ne1 mest di maggio, giugno e luglio 19 40.

2 97 Annesso n. 5·

PERSONALE

Situazione al I 0 novembre già in la classe I90J) .

G. a F.: organici di guerra.

I 3 e 4.. Armata: divisioni, truppe e servizi di armata e di corpo d'armata su formazioni ed organici di guerra o prossimi ad essi, ad eccezione di taluni minori elementi del ge nio, dei btg. T. M., reparti presidiari, uni tà lavoratori e repar ù co mplem enti non approntati.

6a Armata (P o): su fo rmazi oni ed organici di guerra.

J"' Afmata:

Sardegna : unità su formaz io ni ed organici di guerra o prossimi ad essi, ad eccezione di alcuni elementi minori; Sicilia : su formazioni di pace ed organ ici ri nforzati con pe rsonale cl. 1910 - 1913 (circa 75 % organicj di guerra).

Rimanenti G. U.:

16 d ivisioni: su formazioni ed organici di guerra o p rossimi ad essi; 7 divisioni: su formazioni di guerra con organici pari a circa il 45% di quelli di guerra; 2 divisioni: su formazioni di pace con organici rinforzaù (cl 1910 e 1913); 3 divisioni: in corso di costituzione su organici di pace. In totale circa 750.000 u.

Situazione al I 0 magg1o p. v.

Quella che ri sulterà in rela zione ai richiami che saranno ordinati.

Situazione attual e

a) Tripolitania. s• Armata con 3 C. d'A. (X e XX su 3 divisioni ftr.; XXIII su 2 divi sioni CC. NN.), I rgt. artiglieria d'armata (4 gruppi da 149/3 5) e unità della G. a F . In cifra tonda 9o.ooo u. (truppa 90%, servizi so% organici di guerra).

n. 6.

b) Cirenaica. IOa Armata con 2 C. d'A. (XXI su 2 div isioni ftr.; XXII su 2 divisioni CC. NN.) e unità della G. a F.

In cifra tonda 42.ooo u. (truppa 90%, servizi so% organici di guerra)

Situazione al 1° maggio

Entro il I 0 maggio è previsto : a) n completamento delle unità in posto (specie 'comandi e servizi) con aliquote del co ntingente della chiamata primaverile del I940. b) L'assegnazione alle armate ed ai C. d'A. ·X, XII e XIII di aliquote di truppe e servizi (in corso di determinazione in rapporto alle attuali disponibi lità).

Tutte le unità su organici di guerra (I8.ooo u.).

4° - ALBANIA

Situazione attuale

a) Tutte le unità (XXVI C. d'A. con 4 divisioni di ftr ., I alpina, I corazzata) con organici prossimi al 6s% di quelli di guerra.

In cifra tonda 6o.ooo u. (compresj 5.000 Albanesi).

Situazione al 1° maggio.

b) Entro il I 0 maggio p. v. è previsto: - la costituzione di un secondo C. d'A. (XXVII) e di una divisione mista e di una divisione CC. NN.; - il completamento degli organici di guerra.

2 99

PRINCIPALI PROVVEDIMENTI ATTUATI (x) DURANTE IL PERIODO DELLA NON BELLIGERANZA (SETTEMBRE 1939- GIUGNO 1940)

A) PROVVEDIMENTI ATIUATI NEI..L'INVERNO 1939- 40.

Nell'inverno 1939-40:

- venne migliorato l'inquadramento dei reparti approntati nell'agostosettembre 1939; - vennero diramate le predisposizioni di mobilitazione per poter attuare la sollecita mobilitazione dei reparti non approntati, sulla base di quanto previsto dall'I. M. e dal P. R. 12.

B) GRANDI UNITÀ PREVISTE DALL' I. M E FABBISOGNO DI MOBILITAZIONE ALL'INIZIO

\ DEL 1940: I 0 - Le G. U. previste dall'I. M. in quell'epoca erano le seguenti: - IO comandi di- A. (t.., 2 , 3", 4"• 5.., Po (6..), sa, 9.. (d'Albania), IO'', S.); - I coma ndo di armata di riserva (7 ); - 24 comandi di C. d'A. (18 normali con T. e S., 4 speciali, 2 di cc. nn.); - 72 divisioni (54 normali, 13 speciali, 5 di cc. nn.) oltre alle T . e S. dell'Albania, corrispondenti approssimativamente ad I divisione mista. Si prevedeva allora di destinare in Albania, in caso di operazioni, un comando di armata (9") e un secondo corpo d'armata (IX).

2° - Per le armate I", 2", 5'". 9• erano previsti tutti i servizi di armata, compresi gli stabilimenti di armata. L'armata Po (6a) era completata di T. e S. e non aveva stabilimenti data la sua particolare struttura.

Per le armate e xo" erano previsti tutti i servizi di armata, eccetto gli stabilimenti: dette armate avrebbero dovuto appoggiarsi agli stabilimenti delle armate nelle cui zone esse sarebbero state impiegate (x o• Libia, 'f riserva alla frontiera occidentale). ·

Per le armate 3 ed S. non erano pre vist i nè servizi, nè stabilimenti di armata.

3° - In definitiva, le armate complete o quasi previste dall'l. M. all'inizio del 1940 erano 8 [r.., z• , 4a, 5\ 6.. (Po), 8", 9.. (Albania), xo"'], piÒ una di riserva (la 7").

(1) Dalla relazione dell 'Ufficio mobilitazione S. M. R. E . (n. 101075/3 del 1° marzo 1942).

300 Allegato 47.

C) PROVVEDI MENTI ATIUATI PRIMA DEL GIUGNO 1940.

1° - Personale richiamato alle armi: a) Nel febbraio- marzo 1940 furono chiamati alle ar mi: - tutta la classe I92o l - due q uadrim cstri de l 1919 gettito approssimat i vo 300.000 u. b) S uccessivamente, nei mesi di aprile-maggio furono richiamati alle armi, col s istema se mpre seguito della cartolina precetto : - elemen ti della classe 1916 anco ra in congedo 90.000 u.· aliquote delle classi 1910 - u - 12- 13- 14- 15 310.000 u.

Totale appro ssimativo .· 7oo.ooo u.

2° - Per effetto delle precedenti disposizioni ris ultaro no alle armi, ai primi di giugno, complessivamente 53.ooo uffi ciali e 1.379·ooo u. di truppa. I principali provvedimenti attuati. furono i seguenti : _J a) portate al 100% le unità della 6a armata, della Libia, dell'Egeo; b) aumentata l'efficienza operativa della 1(1, e 4a armata (frontiera occidentale); c) rinforzate al 6o% le unità delle divisioni e truppe dei C. d'A della 2.. e '8• armata (frontiera orientale); d) rinforzate le unità della Sardegna; e) rinforzato l'inquadramento dei reparti e ricostituiti, ove mancavano, terz i btg e l e te rze btr.; {) approntati gl i elementi della D . I. C . A. T. Rimasero da approntare: - taluni elementi dei servizi; - taluni reparti territoriali e territoriali mobili, cp. presidiarie e unità la voratori ; - rep arti complementi.

D) ULTERIORI PRO VVEDIME NTI ALLO STUDIO PER MIGLIORARE L' EFFI CIENZA BELLICA · DELL'E

sERCITO.

Alla data IO giugno 1940 erano allo studi o, fra l 'altro, seguenti provvedimenti:

a) completamento dei comand i territoriali (difese territoriali e zone mili tari) con il personale che ad essi doveva a ffluir e per mobilitazione. Scopo: sganciamento delle G. U. dal territorio.

Personale occorrente: Uff. 400 b) completamento al roo% deg li sta ti ma gg iori dei comandi di G . U. e costituzione dei comandi della 7"' e 8' armata (non ancora costituiti).

Personale occorre nte : Uff. r.6oo

c) completamento al roo % di tutte le unità esistenti delle seguenti armate:

- r" e 4a armata, personale occorrente:

- 2.. e 8" armata, personale occorrente: - 3a e 7"' armata, personale occorrente:

d) approntamento al roo% di tutte le unità dei collegamenti (telegr., marconisti, ccc.) previa istituzione di appositi corsi per la formazione degli specialis ti.

Uff. 2.500 T r. II7.000 Uff. 3.500 T r. rxo.ooo U.ff. 2.5oo T r. 50.000

Personale occorrente: U.ff. 300 Tr. S.ooo

e) approntamento di taluni btg cc. nn. per le divisioni della 2" e s• A., per la Sicilia e per la Sardegna.

Personale occorrente : U.ff. 300 Tr. S.ooo

Totale personale occorrente: .U.ff. n.too Tr. 293 .000

Il richiamo di tale personale era sempre previsto col sistema della cartolina precetto.

FORZA A RUOLO

DEGLI UFFICIALI DELLE CATEGORIE IN CONGEDO NEL 1940

Arma e servizio Co mplemento Riserva Ruolo d'onore

Carabinieri 857 846 29

Fanteria II5 . 133 15·31 4 7.186 Arti glieria 57·182 4·390 I.l45

Cavalleria 3·6oo 993 137 Genio 23·76o 399 Medici . . . 22.339 3· x9ll 1198

Farmacisti 3·718 1.995 55

Veterinari 2.438 625 59 Commissari r.819 529 27 Sussistenza 1·497 473 39 Amministrazione 2.958 902 68 Automobilisti 3·500 300 77

Totale 238.8ox 30·416 IO.II9

Allegato 48.
Allegato 49.
8785 7000 6000 5000 1000 o < < t;; :::::; x <( ii: ii: _,_ c,;) o:: ......, ......, :::::1 _, _, :::; iXi '<( <( ......, _, (.:;J = = 1- :E t= :z: i= :z: = :z: z:: t<( 0:::: ......, = < ..._,V) < t.:) <( c..o <( V) Cll :E
SOTTUFFICIALI A RUOLO IN SERVIZIO NELL'ANNO 1940
Allegato 50.
. (A RUç>LO
25.000 SO TTU FFICIALI N.B. LE CIFRE SONO LARGAMENTE APPROSSIMATE EARROTONDATE 20. - u. s.
SITUAZIONE NUMERICA DEl SOTTUFFICIALI AllE ARMI NEL GIUGNO 194 0
E IN CORSO DI FERMA) TOTÀLE

FORZA DELL'ESERCITO ITALIA NO ALLA DATA 10 GIUGNO 1940 . (SECONDO I DATI IN POSSESSO DELLO S. M. R. E.)

Nel territorio nazionale . In Egeo . In Albania Nelle Colonie 1 m Africa Settentrionale . in Africa Orientale . Totale

70.21)0 207.630 255·950

Allegato 51.

FORMAZIONE

DI GUERRA DELLA DIVISIONE DI FANTERIA (NORMALE) (194o)

Personale Armi Au tomezzi

"' ... O> o \(') o s- o; :a in- o "' ... - ·u ... -q' "" ·c ;:1 ... ·u Q. u .,., co "' "' "' " .. ., v o; E .. " ... "" 't:l ""' ""' ""' :t: Q. o. -.; .. .. "' "' .. "' ·u ... .B o. "" e "' "' ... 'N 'N · ... ·;; u u u > o v .. "" o .@ o o o ::l ;:1 N N N .. N -; :; :; o ·u 5 " e É é u ., ò: ., u (/) Cl u .,.; p. Q. Q. p.. c( .;( c( c( c( ::s ii'i -- -- --- -- - - -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- -- --

Comando di divisione 24 33 210 3 - o - - - - - - - - 25 - - 8 - 25 30

2 reggimenti di fante ria, ciascuno su 3 '1° rgt. 115 lì! 3.162 572 32 108 25 54 () - - 4 - - · - 3 8 l - IO 19 battaglion i, l compagnia mortai da 8 1 572 108 e l batteria d' accompagnamento da 65/1 7 2° rgt. 115 lì l 3.162 32 25 54 6 - - 4 - - - 3 8 l - IO 19

l legione della Milizia su 2 btg. e l cp mitr. 5 2 76 1. 130 206 14 48 12 18 - - - - - - 5 - - l - 2 13 l battaglione mortai 19 23 467 98 - - - - 18 - - - - - - - - 19 - - l 4 l compagnia da 47/32 controcarro. 6 IO 225 76 - - - 1 \ - - 8 - - ·- - - l O - - - l l r egg imen to d'artiglieria, su l gruppo da 75/1 3, l g ruppo da 75/27 e l gruppo da l 001 11 • • 89 96 2.504 1.708 41 - 18 - 8 - - 24 12 20 - - 2 - 9 58

Reparti del ge nio (I compagnia arti eri, l èompagnia telegrafisti e radiot elegrafistl, t sezione fotoe lettricisti) 14 18 535 50 15 - - - - - - - - - 13 - - - 3 14 4

Servizi (l sezione di sa nità, l sez io ne di sussistenza) . 15 16 521 139 20 - - - - - - - - - - - - - l - 5

Totale . ' 449 614 11.916 3.424 154 270 80 126 30 8 8 8 24 12 63 6 45 13 4 7 1 153

N. B. - Particolari, opportune varianti erano introdot te nella formazione di guerra della divisione di fanteria da montagna. \ ' w o '-l

Allegato 52.

FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE ALPINA (1 940)

Perso nale Armi Autome zzi c mo tocicli :.= :a \t') .. .... u "' 'E " " u " "' ... Q; "' t: :::: " :::: "' e "' " .., " ·;;; ... ;g ;; o. "' .., "' ·;:; <.) u > o o. È "' "' o o o 2 o o e .. 8 ..; N - :; :; 5 " 5 È È " ::: ::;; iii "' ... c:l ...: Q. < < < --- --- --- --- -- -- -- ---- -- -- -- -- -- --

Comando di divis ione 24 36 175 36 - 4- · - - 12 2 4 - -

2 alpini, ciascuno su 3 r· 127 147 4.483 1.449 61 81 27 27 12 - 3 15 - - 5 14 b a ta gli oni , 1 sezione dì saniti per reggimento alp ini, l ospedale da campo, l nucleo sezione di sussi stenza, un reparto salmerie 2° rgt. 127 147 4.483 1.449 61 81 27 27 12 - 3 15 - - 5 14

l regg im ento d ! ar tiglieria al pin a su 2 gruppi 79 76 2.587 1.530 89 - 12 - - 24 - - l - - 7

l battaglione misto del ge nio . 18 25 Q60 124 - - - - - - 35 - 2 2 7 8

S ervizi (l sezione di sanili per alpini , 4 ospcdali da campo, l sezione di suss!stenu con l squadra p:utettieri, l colonna salmcrie, l au t ore pa rto misto per division e alpina) . 55 41 1.496 739 14 - 2 - · - - 102 24 l 31 14 14

Totale 430 472 13.884 5.327 225 166 68 54 24 24 155 56 8 33 46 57

Allegato 53.
w o 00

FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE CELERE (I940)

Comando di divisione

2 reggimenti di cavalleria, Ciascuno su 2 gruppi squadroni a cavallo e I squadrone mitraglierj.

I reggimento bersaglieri, su 3 battaglioni, I compagnia motociclisti e I compagnia cannopi da 47/ 32 controcarri.

I gruppo carri L.

I reggimento di artig lieria celere, su 2 gruppi motorjzzati da 75/ 27, I gruppo a cavallo da 75Ì27 e 2 batterie da 20 c. a

I compagnia mista del genio .

Servizi (I sezione di sanità, I sezione di sussistenza, I autoreparto misto).

Comprendeva : 302 ufficiali, 396 sottuffìcjali, 6.6I2 truppa, 2. I54 quadrupedi, 1.002 pistole, 6.308 fucili e moschetti, 172 fucili mitraglìatori, 249 mitragliatrici, I6 pezzi da 20, 8 pezzi da 47/ 32, 24 pezzi da 75Ì27, 6I carri L, 4I8 automezzi, 539 motomezzi, 32 trattori, 2 500

)'.. Allegato 54.

FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE AUTOTRASPORTABILE (1940)

Personale

Armi Auto e Motomezzi :a o .-: "' .,., 8 .. ... M .... oO ,_ - 'u .. ·;:: ::s ·o c. .,., a; .. .. .. .. .. :::: .. ... " E .... "O "O "O "O "O ... c. ... c. ::l .. .. 2 ·o .. > .B o. "O È "O ·;:; ·;:; ·;:; ·;:; ·;:; o o 2 ... o "' .!i N N ... N N :; :; ::s è é .. "' .. " .. o ... ;:, 1- Ci ...; 8 Q. Q. Q. Q. Q. < < < 1-- -- -- -- -- -- -- ---- -- -- -- -- - - -- ----

Comando di divisione 33 34 267 3 4 - - - - - - - -· 35 Il - -

,"'""""'"M,.,;•.

'"'T "

117 175 3.051 345 108 24 54 9 - - 8 - - 66 l l -

scuno su 3 battaglioni, 1 r • comp agnia mortai da 81 e l batte ria d'accompagna- 'J!I rgt 11 7 175 3.051 345 108 24 54 9 - - 8 - - 66 l l - mento da 6S / 17 . . ·

l battaglione mortai 21 41 611 144 - - - 27 - - - - - 60 - - -

l compagnia cannoni da 47/32 auto· carrata • . . . . . 6 IO 225 76 - - - - - 8 - - - IO - -l reggimento di artiglieria, su 2 da 75{27, I gruppo da 100 17 e l batteria da 20 c. a. 82 91 1.702 - - 18 - - 8 - - 24 12 168 16 3 72

Reparti del genio (l comp. artieri con parco, l comp. mista telegr. e radiotel., l sezione fotoel ettricisti) 14 19 506 - - - - - - -- - - 18 l - -

Servizi (l sezione di sanità e l se· zione di sussistenza con squadra p an ettieri) . . . . . • 4 2 50 - - - - - - - - - - 3 - -.

A ll egato 55. .. :::: 'C) .. .'3 (j ·o o :e iii - -5812 16 12 16 3 4 - l 59 69 15 18 - 3 159 127

\/
Totale 394 547 9.463 913 220 66 108 45 8 8 16 24 12 426 30 5 72 IJ.J ..... Q

FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE MOTORIZZAT A (1940)

Comando di divisione.

2 r eggimenti di fanteria, ciascuno su 2 battaglioni, I compagnia mortai da 8I, I compagnia pezzi da 47/32 e I (o più) autoreparto.

I reggimento bersaglieri, su 3 battaglionj (di cui r motocicl isti e 2 autoportati), I compagn ia pezzi da 47 f 32 e I autoreparto.

I battaglione mitraglieri.

I reggimento di artiglieria, su 2 gruppi da 75 j 27, I gruppo da roof i7 e 2 batterie da 20 c.a.

I battaglione misto del genio.

Servizi (I sezio ne di sanità, I sezio ne di sussistenza con squadra panettieri, I autoreparto misto).

Comprendeva in cifra tonda: I0.500 uomini circa, r68 fucili mitragliatori, 90 mitragliatrici, 56 mortai da 45 , I2 mortai da SI, I 6 pezzi da 20, 24 pezzi da 47/32, r6 pezzi da 75 j 27, 8 pezzi da wo/ I7, 53I automezzi, I.I70 motomezzi, 48 trattori.

JII Allegato SG.

FORMAZIONE DI GUERRA DELLA DIVISIONE CORAZZAT A (GIUGNO I940)

Comando di divisione.

I reggimento di fanteria su 4 battaglioni. I reggimento bersaglieri, su 3 battaglioni (di cui I. motociclisti e ·2 autoportati), 1 compagnia pezzi da 47/32 e 1 autoreparto. r reggimento di artiglieria, su 2 gruppi da 75/27 e 2 batterie da 20 c.a. I compagnia mista de l genio. Servizi (x sezione di sanità, I sezione di sussistenza, r autoreparto misto).

Comprendeva : 273 ufficiali, 484 sottufficiali, 6.682 truppa, 5.I02 fuci li e moschetti, 76 fucili mitragliatori, 4I0 mitragliatrici, r6 pezzi da 20, r84 carri (x) e 184 pezzi da 37/40, 8 pezzi da 47/32, 24 pezzi da 75 / 27, 581 automezzi, I.I70 motomezzi, 48 trattori, 39 biciclette.

312 Allegato 57.
(1) Avrebbero dovuto essere del tipo M, ma erano in maggioranza del tipo L

FORMAZIONE DI GUERRA

DELLA DIVISIONE AUTOTRASPORTABILE DI FTR. TIPO A. S. (1940)

Comando di divi sione.

2 reggimenti di fanteria, ciascuno su 3 battaglioni, I compagnia mortai da 81 e I batteria d'accompagnamento da 6;/I7.

1 battaglione complementi.

1 battaglione mitrag lieri.

I battaglione carri L (eventuale).

I compagnia motociclisti .

1 compagn ia cannoni da 47/32 controcarri.

I reggimento di ar tiglieria su 2 gruppi da 75/27, I grupp o da xoo{17 e 2 batterie da 20 c.a

x battaglione misto del genio. Servizi ( x sezione di sanità, I sezione di sussistenza, 1 autosezione mista)

Comprendeva: 453 uffic iali, 594 sott ufficial i, 993 1 truppa, 9.025 fucili e moschetti, 262 fucili mitragl iatori, 232 mitragl iatrici, III mortai da 45, 12 mortai da 81, x6 pezzi d a 20, 8 pezzi da 47{32, 8 pezzi da 6;/x7, 24 p ezzi da 75/27, 12 pezzi da xooi17, eventualmente 46 carri L , 398 automezzi, 249 motomezzi, 36 trattori, 18o biciclette.

Allegato 58.

FORMAZIONE GUERRA

DELLA DIVISIONE DELLA MILIZIA (M. V. S. N.) (1940)

Comando di divisione.

2 legioni camicie nere, ciascuna su 3 battaglioni, r compagnia mortai da 8r e 1 batteria da 65/17 d'accompagnamento.

1 battaglione mitraglieri. r compagnia da 47/32.

I reggimento di artiglieria, su 2 gruppi da 75 /27, I gruppo da roo/ r7 e 2 batterie da 20 c.a.

I battaglione misto del genio. Servizi [I sezione di sanità, 3 ospedali da campo (eventuali), I sezione di sussistenza, I autosezione mista].

Allegato 59.

FORMAZIONE DI GUEF.RA DELLA DIVISIONE LIBICA

(I940)

Comando di divisione

2 raggruppamenti di fanteria libica, ciascuno su I comando e 3 battaglioni.

1 compagnia cannoni da 47/32

2 gruppi di artiglieria libica da 77/28, ciascuno su I comando e 3 batterie.

2 batterie da 20 c.a.

I battaglione misto del genio Libico.

Servizi (I sezione di sanità, I sezione di sussistenza, I autogruppo, salmerie divisionali autotrasportabili).

Comprendeva: 237 ufficiali, I74 sottufficiali, 46o militari dj truppa nazionali, 6 353 libici, 2I6 fucili mitraglia tori, 66 mitragliatrici, 8 pezzi da · 47/32, I6 pezzi da 20, 24 pezzi da 77/28.

Allegato 60.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL REGGIMENTO DI FANTERIA (I940)

Il reggimento d.i fanteria comprendeva:

A) I comando di reggimento con I compagnia comando di reggimento su 3 .plotoni : I plotone comando (con I squadra maggiorità e I squadra informatori), I plotone collegamenti (con 1 squadra marconisti, I squadra telefonisti e guardafili, I squadra osservatori, segnalatori e colombofìli, I squadra stàffette), I plotone servizi' (con I squadra servizi, 1 squadra salmeria, I squadra carreggio, I squadra autocarreggio). Totale: I5 ufficiali, 18 sottufficiali, 225 truppa, 71 quadrupedi, 24 carret te, 8 autocarri, 3 autocarrette, I autovettura, 4 motocicli, 2 biciclette.

B) 3 battaglioni fucilieri Ciascun battaglione era costituito da:

- I comando di battaglione con I compagnia comando di battaglione . su 3 plotoni : I plotone comando (con I squadra maggiorità, I squadra servizi, I squadra salmeria), I plotone collegamenti (con 1 squadra telefonisti e guardafili, I squadra osservatori e segnàlatori, I squadra staffette), I plotone esploratori (con 3 squadre);

- 3 compagnie fucilieri, ciascuna su I plotone comando .(con I squadra comando, I squadra rifornitori, I squadra salmeria) e 3 plotoni fucilieri; ogni plotone fucilieri su 2 squadre (con 2 fucili mitragliatori per squadra);

- I compagnia d'accompagnamento su 5 plotoni: I plotone comando (con I squadra comando, I squadra rifornitori, I squadra salmeria), 2 plotoni mitraglieri su 2 squadre ciascuno (con 2 mitragliatrici per squadra), 2 plotoni mortai da 45 su 3 squadre mortai ciascuno (con 3 mortai da 45 per squadra).

Totale per ognj battaglione: 30 ufficiali, 47 sottufficiali, 877 trup pa, 132 quadrupedi, I autocarretta, 2 motocicli, 4 biciclette, 36 fucili mitragliatori, 8 mitragliatrici, I8 mortai da 45·

Totale dei 3 battaglioni: 90 ufficiali, I41 sottuffì.cia li, 2.63I truppa, 396 quadrupedi, 3 autocarrette (con l'autocarreggio reggimentale), 6 p:10tocicli, I2 biciclette, 108 fucili mitragliatori, 24 mitragliatrici, 54 · mortai da 45·

C) I compagnia mortai da 8I su 4 plotoni: x: plotone comando (con I squacomando, I squadra collegamenti, I squadra riforn i tori, I squadra salmeria) e 3 plotoni mortai su 2 squadre ciascuno (con l mortaio da 81 per squadra). Totale: 5 ufficiali, 6 sottufficiali, 143 truppa, 32 çJ_uadrupedi, I bicicletta, 6 mortai da 8r , 8 autocarri (con l'autocarreggio reggimentale).

Allegato 61.

D) I batteria d'accompagnamento da &j/I7, con 5 ufficiali, 6 I63 truppa, 73 quadrupedi, 8 carrette, 4 biciclette, I mitragliatrice, 4 cannoni da 65/I7. .

Totale del reggimento di fanteria: II5 ufficiali, I7I sottufficjali, 3.I62 truppa, 108 fucili mitragliatori, 25 mitragliatrici, 54 mortai da 45, 6 mortai da 81, 4 cannoni da 65/I7, 572 quadrupedi, 32 carrette, 8 autocarri, 3 autocarrette, I autovettura, IO motocicli, 19 biciclette.

FORMAZIO NE DI GUERRA DEL REGGIMENTO DI CAVALLERIA (1940)

n reggimento di cavalleria comprendeva:

A) I comando di reggimento con I squadrone comando su 2 plotoni: I plotone coma ndo (con I squadra maggiorità, 1 squad ra servizi, I autodrappello), I plotone collegamenti (con I squadra radio e x squadra portaordini e segnalatori). Totale: I 2 ufficiali, 9 sottufficiali, 96 truppa, So quadrupedi, IO biciclette, 2 motociclette, I5 autocarri, 1 autovettura.

B) 2 gruppi di squadroni a cavallo, cjasc uno su 2 squadroni; ogni squadrone era formato da I plotone comando (con I squadra comando e 1 squadra servizi) e 3 plotoni cavalieri su 3 squadre ciasc un o. Totale di un gruppo squadroni: IO ufficiali, II so ttufficiali, 292 truppa, 291 quadrupedi, I3 bicidette, 2 motociclette, I8 fuc ili mitrag liatori.

C) I squadrone mitrag lieri, su I plotone comando (con I squadra comando e I squadra servizi) e 4 plotoni mitraglieri di 3 sq uadre ciascuno. Totale: 5 ufficiali, 6 sottufficiali, II6 truppa, I56 quadrupedi, I2 mitragliatrici, 3 biciclette.

Totale del reggimento: 37 ufficiali, 37 sot tufficiaH, 798 truppa, 8I8 quadrupedi, 39 biciclette, 6 motociclette, I6 autocarri, I autovettura, 36 fucili mitragliatori, 12 mitragliatrici.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL GRUPPO CARRI L (I940)

Il g ruppo carri L comprendeva: - il comando di gruppo con I squadron e comando su 2 plotoni: I plotone comando (co n I carro L comando, 1 squadra maggiorità, I squadra riparazioni e .recup ero carri guasti, I autodrappello), I plotone carri L di riser va su 4 sezioni (2 carrj L per sezione); - 4 squadroni carri L, ciascuno su 3 plotoni carri (con 4 carri L per plotone).

Totale del gruppo: 23 ufficiali, 29 sottufficiali, 26o truppa, 61 carri L, I autovettura, II autocarri, IO trattori, I autofficina, 8 rimorchietti, I6 motocicli, I6 motomitragliatrici, 35 carrelli, I3 rampe di carico.

Allegato 62.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL CORPO D'ARMAT A NORMALE (GIUGNO 1940)

Comando del corpo d'armata.

2- 3 divisioni.

I battaglione carri (eventuale).

1 reggimento mitraglieri autocarrato o 2 battaglioni mhraglieri someggiati.

I gruppo di battaglioni della Milizia (eventuale).

I raggruppamento di artiglieria di C. d'A., su 3 gruppi da 105/28 e 2 gruppi da I49/I3.

2 batterie da 20 c.a.

I battaglione del genio artten, con parco.

2 compagnie telegrafisti, con parco.

I compagnia radiotelegrafisti.

I sezione fotoelettridsti .

r compagnia chimica.

I squadriglia A. O. A. Servizi (x sezione di sanità, 8 ospedali da campo, 2 nuclei chirurgici, 2 ambulanze radiologiche, I ambulanza odontoiatrica, I sezione di disinfezione, I sezione di sussistenza, 1 officina autocarr, per materiali di collegamento, 3 reparti salmerie, I autoreparto pesante)

Allegato 63.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (GIUGNO I94o)

Comando del corpo d'armata.

2 divisioni alpine (la « Taurinense » c la « Tridentina »).

3 settori operativi, comprendenti ciascuno vari battaglioni e gruppi di artiglieria alpinì, oltre ad unità mitraglieri, servizi, ecc.

I sezione mista alpina carabinieri.

I battaglione misto genio per C. d'A. Serv izi (I sezione di sanità, 2 ospedali da campo, I sezione di sussistenza, I sezione panettieri, I autoreparto misto per C. d'A. alpino, 2 reparti salmeri e, I squadra tdefotografica).

Allegato 64.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL CO.RPO D'ARMATA CELERE (I940)

Comando del corpo d'armata

3 divisioni celeri (I\ 2• e 3•).

I raggruppamento di artiglieria di c. d'A., su 3 gruppi da Ios/28.

2 batterie cannoni da 20 c. a.

1 battaglione misto del genio, con I comp. artieri, I comp. telegraf. e I comp. marconisti.

Servizi (2 nuclei chirurgici, I sezione sussistenza e sezione panettieri, 2 infermerie quadrupedi, I officina mobile pesante, I officina autocarr. per mater. di collegam.).

Allegato 6S.
21. - u. s.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL C. D 'A. AUTOTRASPORTABILE (1940)

Comando del corpo d'armata.

3 divisioni autotrasportabili (la 9a <<Pasubio)), la xoa «Piave » e la 52' «Torino»).

I raggruppamento di artiglieria dj C. d'A., su 3 gruppi da 105/32.

2 batterie da 20 c.a.

I battaglione artieri, su 3 compagnie con parco.

I battaglione misto collegamenti per C d'A. autotrasportabile, su 2 comp. telegr. e I comp. marconisti.

I sezione fotoelettricisti autocarreggiata.

I compagnia chimjca. Servizi di C. d'A . (2 ambulanze radiologiche, r sezione disinfezione, r ambulanza odontoiatrica, I sezione di sussistenza, I sezione panettieri, x reparto salmerie, 1 autoreparto pesante, I officina mobile pesante, 1 officina aut. per materiali di collegamento)

Allegato 66.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL CORPO D'ARMATA CORAZZATO (GIUGNO 1940)

Coma ndo del co rpo d'armata.

2 di visioni corazzate (la «Ariete» e la 133" « Littorio »).

2 divisioni motorizzate (la 101a «Trieste>> e la 102"' «Trento»).

1 raggruppamento d'artiglieria, su 3 gruppi da 105/31:._,c;' 2 batterie da 20 c.a.

1 battaglione misto del genio, con I comp. artieri, r comp. telegraf. e I comp. marconisti.

Servizi (5 ospedali da campo, I nucleo chirurgico, r sezione sussistenza, 1 autoreparto, I officina mobile pesante).

323 Allegato 67.

FORMAZIONE DI GUERRA DEL CORPO D'ARMAT A IN LIBIA (1940)

Comando del corpo d'armata.

2- 3 divisioni.

I battaglione carri (eventuale).

I compagnia motociclisti.

I raggruppamento di artiglieria, su 2 gruppi da 105/28, I gruppo da IOO/ I7 o 2 gruppi da 75/27, I gruppo da 75/27 C.K. (ev.entuafe), 2 batterie da 20 c.a.

I · reparto specialisti d'arti glieria.

I battaglione speciale artieri.

1 battaglione o I compagnia mista collegamenti, tdegrafisti e marconisti.

I compagnia chimica.

Servizi (I sezione di sanità, ospedali da campo, 2 - 3 nuclei chirurgici, I sezione disinfezione, t ambulanza radiologica, I ambulanza odontoiatrica, I sezione bonifica, I sezione di sussistenza, I sezione panettieri, I autorepart o misto o I autogruppo).

Allegato 68.

QUARTI ER E GENERALE

Allegato 69. SCHEMA DI ORDINAMENTO D I UN COMANDO DI DIVISIONE DI
UfFICIO DEL CAPO DI S.M UfFICIO DI SANITA l UFF ICIO DI COMMISSARIATO l urFICIO DI IPPICA E VETERIN t l UHICIO CHIMICO l COMANDANTE DEllA DIVISIONE
(con l l'l'jlor/o comando_ 2 .u•z;on; misk dicoroiJilliRrl_ l dl't7,1l,Pt'IIIJ cv/o. moDiliJtico t'l qf'//cio posto/e}.
.ro!Yo
FANTERIA (1940)
N.B. 61/ollricomgno'/(//(//njiMe,
Dfl,OOrtvne ygr/ont;; erono orr/ti7ot/ti7 ma_ Il/L'l'P ono/ogo

QUARTIERE GENERALE

DI UN COMANDO DI CORPO D'ARMATA {NORMALE) (1940)
COMANDANTE DEL CORPO D'ARMATA ' "' CAPO DI S.M. jCOMANDANTU ARTIGLIERIA DEl lìENIO SOTTOCAPO DI S.M. (CAPO ' CIO SERVIZI !uFFICIO OPERAZIONI l l UfFICIO SERVIZI l COMANDO COMANDO J, DI ARTIGl. DEL GENIO l UfFICIO I.C.A. l l DIREZIONE DI SANIT A' l l DIREZIONE DI COMMISSARIATO l lUFF. ORDINAM. E PERS.J DIR EZ IONE DI AMMINISTRAZIONE l DIREZIO NE DI IPP ICA E VETERIN. ) l TRIBUNALE DI GUERRA l DIR EliONE TRASPORTI l UFFI CIO AUTOMOBIL ISTICO l .. ·'' UFF ICIO CHIMICO l
A(con /rt>;ztJ/'I(l('01/7!1/lQ(l_ ?J'é'ZitJnimiflé' é' l sn. Cé'/1'/'é' coru!J;nier;,; IJPZIQ/Jé' IP,PtJCQ/'I(Jff/'Uiica, IJ(li/QQ/'tl m_ ttJj'I'U!ii:a, /elelòloffrtZTtéa/ l d/'t7,0fJI?IItJ avltJI/JtJPIIir!/ctJ, lv///c/tJ,OtJJitliP).N.B. 6/ioltri comonr//o'/cor,Po r/ormato,.ro/Yo O,P,PO'rtunt? erano ort71/Jot/;/J man1l>ro onolopa.

SCHEMA DI ORDINAMENTO DI UN COMANDO D'ARMATA {1940)

UFFICI DEL SOTTOC APO DI S.M. l Uff. OPE RAZ IO Nl l j Uff. OROINANENTO l

fuFF.PERS.ESEGRET. j

TRIBUNALEDI GUERR

QUARTIERE GENERA LE (con reparto comando, 1/.ru. miste e 1St'<. celere c arabtntert,lre,parlo lo. pocarlo?ro/ico. /.re.t c arlo?ralico, 1 o'rop,oe/lo ou/omobtli.rlico)

Q::

l DIREZIONE DI S ANI TA J

DIREZIONE DI COMMISSARIATO J

DIRHIONE DI AMMINISTR AZIONE J

DIREZIONE DI ARTI GLI ERIA l

DIREZ ION E DEL GEN IO J DIREZIONE DI l PPI CA EVE TERIN .

DIREZIONE TRASPORTI

DIREZIONE AUTOMOBILISTICA DIREZIONE CHIMICA DIREZ ION E DELL ETA PPE DIREZIO NE STRADE UFF l CIO ACQUE l DIRtliONE POS TALE

UFFICIO lEGNAMI

QUARTIERE GENERALE

Allegat o 71.
l
l
l
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l
Allegato ORDINAMENTO DElLO STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO NEL 1940 (PRIMA DELLA GUERRA) CAPO. DI S.M. DELL'ESERCITO .--------- -t--- ---l SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO MINISTERO REPARTO DEllA GU ERRA - i SEGRETERIA UNIONE I.JAZ IQ IlA LE PROTEZIQ NE ANT IAEREA COM MISSIONE INTERittiN.SOJt VEGL.OPERE PRQ TEZ.ST A8 1llltl UFFICIO OIFESAI CONTRAEREI l l ' l UFFICIO L-...j STORICO UFFICIO PROTEZIONE A-A EOlfESA COSTE' :Q! t:: .... a; C) o :!l:..... :lo "-o"-z: ;::,...., :E C( z o a:: o II REPARTO l ;::: ...... a: a: o :si N Q.. V) -v; ...,co: o....., :z:O:: ....., z: ....., o>- :z: o V) N"'"' o;:;; o ...... 0:: N < g a:: o ..... 0:: .... ocr ..... ...... oz: ::J Q.. ::J s V') - = o z z ..... :z o o ....., N N < 0:: .... .... ....., f3 Q.. Q.. c C> Q C> o o < è3 <::>· o ;:;: ;:;: G ;:;: .... .... ;::, ::J .... ;::,
SERVIZIO INFORMAZIONI MILITARE DIREZ. GEN.UFF ICIAU IN S . P. E l DIREZIONE GEN. UfFICIALI INCONGEDO l-}_______,l-l DIRE l . GEN. PERSO N.CIVILI EAFFARI GENERALI l DIR EZ .GEN . LEVA SOTIUffiC . E TRUPPA l OIREZ.GE N.D'ART IG LIERIA 1-l DIREZ GEN OEUiENIO 1-1 DIREZ.GEN .SERVIZI LOiiiSIICI 1-f DIREZ.IiEitDI SANITÀ MILITARE i<L - - ...J - r - --' l l l l r l l ' -----c:;::;O-l -= o ., r-3: .-_ l> ::z: c;, V> l• l l -1,.,.. 1. )>c;"') j+-- l DIREZ.GEN.. DEI SERVIZI AMMIN ISTRATIVI v; l DIREZ .CiEN. DELLA MOTORIZZAZIONE l-l ISPETTOR.SUPER. DEl SERVIZI TEC NICI l-l OIREZ.SUPER.DEL S.T.AJI. f-1 DIRELSUPER.SERVIZIO S.E .G. 1-l DIRU.SUPER. DEL SERV. TECN. EDEL CORPO AUTOMOBCGI-l DIREI. DEL SERVIZIO CHIMICO 1-l ISPETTOR.DELSERVIZIO IPPICO E VET[RINARIO 1-l RAGIONERIA CENTRALE 1-l UFFICIOO'AwMINISTRAZ.DI PERSONALI MILITARI -j:::O oi"'T'' ::::0 a .l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l v C: :;:o .,o :::0 :::0 )> o ""l l fT1-,C l l ,..,r- C"") l > -__ l -o èS ' C:::;;o ' o :::c o z )>J'T1 z -c o z -c J'T1 :::c z o o J'T1 rz (n -c J'T1 :::c o o J'T1 rr)>G) c J'T1 ':::C :::c l> z fT1 r..... '<) o
Ul UKUINAMt:.N l U
STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO IN GUERRA (GIUGNO 1940)
SUP. DEl CC.RR . CAPO DI S.M . (
SUP DELLA FTR,
SUP. TRUPPE ALI1 ( 1 ) CO MANDANTE SUP. DELL' ART I GL·
SUP. DEL GENI O .-1
DANTE SUP. TRUP. CHIMIC, CO MAND.H SUP. AV IAZ IO NE R!.
SUP. DELLA M.V.S.N. DELL' ESERCITO --- ------------ - ---, MINISTRO DELLA GUERRA GENERALE ADDETTO : l ----------- ---- ---, JSOTTOCAPO DIS.M PER LA DIFESA .. t·c;.i' l ::J v) <( <(- -......;.... - a::o -'o 0:cr: <-' u.J z_, '-'Z< u..< ,_ UJ <t v.> w- Lr....OC (.!)Z oo o 0 o<(l- ow C3 r;:w L;:w tL L4..0... Lo..> ....__ ::l ::>.... ::l< ::lO: o 1z z .... u.J o :E z N o<( o <( cr: N a: ... o<( V) ::> o "" o "" 01- _o, <..) 0 -o c:::; v; U Q .... i:;: <t ;:;: .... ... .... ::> ::> ::> (1) Erono g li/spt>ltori d o rma " il Comantlanll' supl'r. tru,opPa/piÌle (2) Soli tiener alimobtlilati (.3) !Jeisoli UllicialimoiJilitali (4) Alle .rue dtjJendenzeanc/Jnl tlua rllertiMerale <o z-"' Q<( o:>- N o - > ..J eCO o a: ....., uo uv> ;:;:.2:: ;:;:. ..... ... ::>w :::> 0::: ..... Q. ::>V) la: w o :zo. O l/) -< a::>o ..... V) 2 U:E i:;:< .... ::> L..--, l S . l . M . l l c.u.s.s . J
DELLO
COMANDANTE
COMANDANTE
COMANDANTE
COMANDANTE
COMAN
ISPETTORE

SITUAZIONE DELLA FORZA ALL E ARMI (ESC LUSA QUELLA I N AFRICA ORIENTALE)

ALLA DATA 10 GIUGNO 1940 (1)

Eserci to CC . N N . Albanesi Totale Richiama ti Sotlutliciali Sottufficiali libici Sottufficia li c lasse 19 16 Sottufficiali Ufficia li e truppa Ufficiali e truppa Ulliciaii e truppa (a maggio) U ffi ciali e truppa

Italia 40.89t 974 640 622 2 5.500 - - - 76.800 41.513 1.076.940 Libia 7.250 157.630 674 15 .000 24.000 - - 11.000 7.924 207.630 ./ Al ban ia . 2.243 57.290 - - - 374 11.000 2.000 2.617 70.290 Egeo 916 23.940 - - - - - 200 946 24.140

T o/a/e 5 1.330 1.2 13.500 l 1.296 40.500 24.000 374 11.000 90.000 53.000 1.379.000

Forz a (sott u lf ic iali c truppa) suddivi s a a blocch i pe r t ipo d t serv izio alle nrm i, forza !rtnnta, ecc.:

Sottu ffic iali e sp eci ali zzati . 40 000 Trattenuti a servizio di leva 563.500 Reclute (clAssi 1919- 1920) • 300.000 Richiamati (classe 1916 e aliqu ot e clnss i 1910- Il - 12 - 13 - 14- 15) 400.000 CC. N N. 40. 500 Libici . 24.000 Albanesi 11.000 --Totale 1.379.000

(1)

D a l foglio 101075/3 del To marzo 1942 d ell'Ufficio mob ilitazione S .M.R.E.

Allegato 75.
w w .....

Ministero dell'Africa Italiana - Ufficia Militare. Allegato 76.

SPECCHIO DELLA FORZA PRESENTE DISLOCATA IN AFR ICA ORIENTALE ITALIANA

ALLA DA T A DEL 1° GIUGNO 1940

Uffi ciali Sottufficialì Truppa nnzio nal e Totale Governi l M.V.S.N. Col oniali R. E. M.V.S.N. R. E. M.V.S. N. R. E. M.V.S . N. R. E.

Com. Sup. Forze Armale A. O. l. 420 29 727 49 4.824 65 5.971 J.l3 1.468

Go,•erno dell'Eritrea 802 116 956 181 6.350 3.111 8.108 3.411 30.342

Governo dell 'A mar a 925 285 786 593 5.393 12.65 7 7. 104 13.49 1 39.684

Governo dello Scioa 1.140 246 1.176 377 11.336 4 . 250 13.652 4.873 35.056

Governo Galla e Sidama 700 74 583 138 3.503 1.931 4.786 2.14 3 23.886

Govern o dei i' Hara r 686 73 563 112 3.944 1.735 5. 193 1.920 31.001

Governo della Somalia . . 458 35 437 40 1.701 586 2.599 661 20.458 Totali 5 .131 858 5 .228 1.439 37 .054 l 24.345 47.413 26.642 181.895

Totale gweralc 5.989 6.667 61.399 74 055 181.895

Altre armi:

Carabinieri Reali Uflìc iali 76 Sottufficiali 811 Truppa naz. 2.085 Coloniali 6.086 Totale

R. Guardia Finanza . 4 1 . 174 ' . 799 . 831 .

R. Marin a A. O. l. . 356 . 1.143 . . 5.721 > 2.994 R. Aeronautica . 499 . 79 1 . ' 2 .872 . 3.566 .

Polizia Africa Italiana . 90 349 . . 1.3.JI . 4.601 . -- - - - - - -

Totali . 1.062 . 3.268 . . 12. 8 18 . I8.Q78 .

Totale generale 7,582 41.861 60.279 53.581 30.815 38.114 23.718 255 950 255.950 9.058 1.845 l 10.214 7.728 6.381 -35.226

w w IV

N l

lZATEI CELERI DELLA MILIZIA LIBICHE

@TI lE.F.T.F.(n j I3GennaioJ [ 1Alibica l

s

[23MarzoJ [2.Lib ica J

lP. A.D.A.f2>1 l280ttobreJ

A L L 1:. bA l l/ N. 'FI
. "Arr/ca u
s
COMANDI COMANDI CORPI LE GRANDI UNI SITUAZIONE AL D'ARMATA Pl D'ARM. D'ARMATA NORMALE ALPl Nl [AUTOTRASP.[ CORAZZATO CElERE DI FANTERIA lOvest l l 1• I l l l l Alp. Il l Est l J 2A I l Il l mn 3' l l Ili 44 l l IV s· Il v Po (6•)1 l VI 7. l LVII s· l l VIli 1o· l l IX l x l Xl Xli Xlii XIV xv l xx l XXI l XXII l XXIII l XXVI J (1) EmonueiB rllibe/'to Testo dtft'/'1'0 C2> P!'IÌJCÌjJf Amt'deo /Juco d'AoJ'tci At . J l Cr. l l CL. l l Acqui l jLombardiaJ l Aosta l LupiToscaMJ l Arezzo l Marche l l Assietta l Messina l Bari l Modena !Bergamo l Napoli lBrennero Parma ca cciat.Aie Piemonte cagliari Pinerolo Calabria Pistoia Casale 'Puglie Cosseria Ravenna Cre morta Re Cuneo 1 Regina Ferrara lSabauda Firenze l Sassari ' Forli ISforzescal Friuli l Siena l !Gran.Sa@l l Superga l l lsonzo Il Taro l lLegnano l l Venezia l l Livorno l N. B. Vi erano ;no/tre in A. O.!. 2 t/iv/.rio
' ALLEGATON. '17 TA MOBILITATE 10 GIUGNO 1940 D ' l v l s I l o N l ALPI NE AUTOTRASP.l CORAZZATE l CEl ERl DELLA MILIZIA l LIBICHE ICuneensej l Pasubio l l Bologna l l Trento l l Ar iete l l E.F.T.F. (1)1 l3uennaiol I1"Libica l l Julia l l Piave l l Brescia l l l ICentaurol I23Marzol I2.LibicaJ lPusteria l l Torino l IGata nzarol l Utt orio l lP.A.ò.A.(2ll IZBOttobrel [aurinensel l Cirene l . [ridentinal . . l Pavia l . l Savona l \ l Sirte l l. ·· . l l 11/ d/ncu/onali: 41V/'Oilat/erl d/J'Ctvoia, e "Arr/ca . u

FORMAZIONE DI GUERRA DELL'ESERCITO ITALIANO ALLA DAT A ro GIUGNO 1940

I 0 - STATO MAGGIORE DELL'EsERCITO (dipendente dal Comando Supremo).

2° - CoMANDO GRUPPO n'ARMATE ovEsr, alle cui dipendenze erano:

a) z• armata; comprendeva:

- II corpo d'armata (divis. di fant. <<Fo rlì>>, <<Acqui>> e « Li vorno>>, ' raggruppamento << Varaita - Po », divis. alp «Cuneense»); , - III corpo d'armata (divis. di fant. <<Ravenna>> e <<Cuneo>>, raggruppamento alp. <<Gessi>>); '

- XV corpo d'armata (divis. di fant. «Modena>>, «Cosseria» e << Cremona>>);

- riserva d'armata: divis di fant «Pistoia >>, «Lupi di Toscana>> e «Cacciatori delle Alpi>>, divis. alp. <<Pusteria>>, r raggruppamento celere.

b) 4 armata; comprendeva:

- co rpo d 'armata al pino (divis. alp . << Tridentina >> e << Taurinense », raggruppamento « Levanna >>);

. I corpo d:armata (divis. di fant. «Cagliari>>, << >> e . « Pinerolo>>);

- IV corpo d'armata (divis. di fant. « Sforzesca >> e « Assietta »).;

- 3° reggimento a lpjni; .

- riserva d'armàta: divis. di fant. ·<<Brennero>> e «Legnano>>, r raggr·uppamento celere.

3° - CoMANDO GRUPPO D'ARMATE EST, alle cu· i dipendenze erano:

a) 2" armata; comprendeva:

-V co r po d'armata (divis. di fant. «Sassari >>, « Lomba rdia>> e «Bergamo>>);

- XI corpo d'armata (divis. di fant. «Re» e « Isonzo », I raggruppamento alpini);

- truppe a disposizione del comando d'armata: 2° regg bersaglieri, 2° regg. «Piemonte Reale», 4° regg. <<Genova Cavalleria», 19° regg. cav. «Guide>>, 3° raggrup. a rt. , 3° raggrup. genio, e unità minori.

· b) 6" armata (armata del Po); comprendeva:

- corpo d'a!mata celere (ra. div . «Eugenio di Savoia»; 2a div. « Emanuele Filiberto Testa di ferro »; 3" div « Princip·e Amedeo Duca d'Aosta>>);

333 Allegato 78.

- corpo d'armata corazzato (divis. motor. · « T rieste» e «Trento», divis. corazz. «Ariete » e « Littorio >>);

- corpo d'armata (divis. autotr «Pasubio», «Piave >> e «Torino»);

- truppe a disposizione del comando d'armata: 5° regg. art.' c.a. autoc., 9° raggrup. genio mot., e unità minori.

c) sa armata; era ancora in via d i formazione con :

- XIV corpo d'armata (divis. di fant. da mont. «Marche » e «Fuglie»), nel Trevisano; .

- VI corpo d'armata (divis. di fant. «Messina », «Parma» e «Casale») e la maggior parte delle truppe e servizi nel Bolognese.

4° - CoMANDO GRUPPO n'ARMATE sun, alle cui dipendenze erano:

a) XII corpo d'armata (divis di fant. «Aosta» e «Napoli», più truppe supplettive: 10° regg. bers., regg. cavallegg. «Palermo» , 12° regg. art. di C. d'A., 12° raggrup. genio, e reparti minori): in Sicilia;

b) XIII corpo d'armata (divi s. di fan t. « Sabauda » e «.Calabria>>, più truppe suppletive: 13° regg. art. di C. d'A., 13° raggruppamento genio): in Sardegna;

c) comando superiore truppe Albania, con XXVI corpo d'armata; comprendeva: - divis. di fant. «Venezia», «Ferrara>>, <c Arezzo»; divis. alpina << Julia », divis. corazz. « Centauro »; - truppe a disposizione dd comando superiore: regg grana t Albania, regg. lancieri « Milano », regg. lancieri << Aosta», 26° regg. art., 26° raggrupp. genio, e unità

d) J 3 armata, con funzioni di riserva generale; comprendeva: IX corpo d'armata (divis. di fant . «Bari>>, « Taro » e << Pkmonte »).

5° - 7"' ARMATA IN RISERVA, a disposizione dello S. M. R. E.; comprendeva: - VII corpo d'armata (divis. di fant. «Firenze» e «Friuli>>); - VIII corpo d'armata (divis. di fant. «Siena» e «Granatieri di Sardegna»).

6° - FoRZE ARMATE DELLE ISOLE ITALIANE DELL'EGEo; comprendevano: - divis. di fant. «Regina>>; - elementi vari di rinforzo (batterie d'art. di vario calibro, CCCXII battaglione carri armati, compagnia chimica, ecc.).

334

7° - CoMANDO suPERtoRE FORZE ARMATE A. S. (Africa settentrionale), alle cui dipendenze erano:

a) 5"' armata; comprendeva; - X corpo d'armata (div . di fant . « Bologna », «Savona >> e «Sabratha »); - XX corpo d'armata (div. di fant «Pavia>>, «Brescia >> e « Sirtc >>); - XXIII corpo d'armata (x" divis. della Milizia « 23 Marzo>> , 2a divis. della Milizia « 28 Ottobre»);

- truppe di coper tura frontiera occidentale; - piazzaforte di Tripoli; - 2• divis. libica, a dispasizione.

b) 10& armata; comp rend eva : - XXI corpo d'armata (divis. di fanteria « Marmarica » e <CCirene >> ); - XXII corpo d'ar mata (divis. di fant. «Catanzaro» e 4• divis. della Mili zia « 3 Gennaio>>);

- truppe di copertura frontiera orientale; -piazzafor te di T obruk; - x• divisione libica, a disposizione.

c) Scacchiere sahariano; comp ren deva: - truppe mobili (x raggrupp su 4 batt. libici, 2 comp. sahariane, 1 comp. meharisti, 2 sez. cannoni da 20 c.a., I batteria cannoni da 6s/ x7 somegg.);

- 6 comp. mitragl. libiche da posizione; - settore di copertura « Gadames >>; - settore di coper tura « Serdeles »; - settore di copertur a << Cufra »

8° - FoRZE AR.\IATE DELL'A O. I. (Africa orientale italiana); comprendevano approssimativamente:

-2 divisioni nazionalj («Granatieri di Savoia >> e <<Africa») ed elementi nazionali vari (16 batt. non indivisionati, 2 comp carri armati, 1 comp car ri veloci, x squadr. autoblinde, IO gruppi d'art.);

- 29 brigate colonialj ed dementi colonial i vari (17 batt. auton omi, :2 gr uppi d 'art. , 8 gru ppi squadr. cav., 22 gru ppi bande).

335

ORDINE DI BAT TAGLIA DELL'ESERCITO ITALIANO ALLA DAT A ro -

n GIUGNO 1940 .

1. - STATO MAGGIORE DELL'EsERCITO: Capo di S. M.: Maresc. Graziani Rodolfo.

2. - GRUPPo D'ARMATE OVEST ..... Comandante: S. A. R. Umberto di Savoia, Principe di Piemonte.

a) 1• armata .... - Il c. d'a ... . D. F . « Forlì » ....... . D. F. « Acqui >> .. D . F. «Livorno » .. D . A. t< Cuneense >> . III c d ' a. . .. . D . F . <<Ravenna >> D . F . << Cuneo >> .. - XV c . d'a.... D . F. t< Modena >> D. F . << Cosseria » D . F. «Crem ona>> - ns. d'arm.: D. F. « Pistoia>> D F. << Lupi di Toscana >> D. F. <<Cacciatori del le Alpi >> D. A. « Pusteria >>

b) armata - c. d'a. alp... . D A « Tridentina » D A. « Tau rine nse » -I c. d 'a . .... . D F <<Cagliari » D. F. « Superga » D F. << Pinerolo >> -IV c. d 'a..... D. F. « Sforzcsca » D . F . << Assietta » .

Gen. Pintor Pjctro. » Bertini Francesco. » Perugi Giulio. » Sartoris Francesco. » Gioda Benvenuto . >> Perrero Alberto. » Arisio Mario. >> Nebbia Edoardo. >> M.elotti Carlo. » Gambara Gastone. » Gloria Alessandro. » Vassarri Alberto. » Mondino Umberto .

» Priore Mario. » Bollea Ottavio. » Loren ze lli Dante. » De Cia Amedeo. » Guzzoni Alfredo. » Negri Luigi. » Santovito Ugo. » Micheletti Paolo. » Vecchiarelli Carlo. » Scuero Antonio. » Barbasetti di Prun Curio. » De Stefanis Giuseppe. » Mercalli Camillo. » Ollearo Alfonso. » Girlando Emanuele.

Allegato 79.
)) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) ) ) )) )) )) )) )) )) ))

- ns. d'armata: D. ' F. « Brennero 11 D. F. « Legnano l> . Comandante: Gen . Forgiero Arnaldo. » >> Scala Edoard o.

3· • GRUPPO D' ARMATE EST . Comandante: Gen. Grossi Camillo.

a) 2a armata .. . . - v c. d''a ... . D F <<Sassari >> D. F. <<Lom bardia » D . F. << Bergamo >> - XI c. d 'a .. . . D. F. ce Re >> . . . D . F. « l so nzo >>

b) 6a armata ( Po ) - c. d'a. cel. .. I" D. cel . «Eugenio d i Savoia » 2 3 D. cel. «Em. Fil. T. d i F. » 3• D. cel. « Pr. Am. D. A. » c. d'a. corazz. D . M. «Trieste >> D. M. «Trento l> . D. Cr. « Ariete 1> D. Cr. << Littorio >> - c d'a. au totr D. At. « Pasubio>> D . At. « Piave» .. D. At. « T orino»

c) 8" at·mata (d al 12 giugno 1940) -XI V c . d' a . . D . F . « Marche l> D. F . cc Puglie » - V I c. d'a .... D. F. << Messina l> D . F. «Par ma >> . D. F . «Casale >>

)) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) ) ) )) )) )) )) ) ) )) )) )) )) )) )) l) )) ) ) ))

)) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) )) ) ) )) )) )) )) )) )) )) ))

Ambrosia Vittorio. Balocco Riccardo. C astagna Giacomo. E sposito Giovanni. Belletti Pietro.

Roux Matteo. Fio renzoli Benedetto. Federico.

Vercellino Mario. Messe Giovanni. F errari Orsi Fed eri go. Pizzolato Gavin o. Marazzani Ma rio.

Dall'Ora Fidenzio. Fer roni Vito. Nu vo loni Lui gi. Baldassarre Ettore. Bitossi Gervasio.

Zingales F rancesco Giovannelli V ittorio. Ron caglia Ercole. Manzi Lui gi

S A. R Ad alberto di Savoia, Duca di Bergamo.

Gen. Vecchi Giovanni. » Pentimalli Riccard o. » Marg hinotti Mario. » Rosi Ezio. » Zani Francesco. >> Grattarol a Attili o. » Nav arini Enea. 4· - GRUPPo n'ARMATE sun . Comandante : Maresc. De Bono Emilio. a) XII c. d'a. . .. D. F . « Aosta >> . D . F. « Napol i >>

)) )) ))

Ge n. Ro ssi Angelo. >> D'Arie Federico . " Coturri Renato.

• u. s.

33 7
2:2•

5· - 'f ARMATA (Ris.) ' •.

>> » Scanagatta Ubaldo. » n P etra di Cacc uri Carlo. )) )) )) )) )) » )) )) )) )) ))

b) XIII c. d'a. . Comandante: Gen. De Pigoier Augusto. D. F. « Sabauda » D. F . « Calabria >> c ) Co mando Superiore Truppe Albania (e XXVI c. d 'a.) D. F . «Venezia » ... D. F. «Ferrara » D. F « Arezzo » D. A. « Julia >> D. Cr. « Centauro » d) 3• armata - IX c. d'a D. F. « Bari » . D. F << Taro » D. F <<P iemonte >>

» Visconti Prasca Sebastiano. » Bonini Silvio. >> Zannini Licurgo. » Molinari Michele . » De Giorgis Fedele. » Ma gli Giovanni. >) G doso Carlo. » Ro ssi Camillo. » Zaccone Ernesto. » Pedrazzo li Gino. » Cerio Gio vanni.

Comandante: S. A R. Filiberto di Savoia, duca di Pistoia. - VII c d'a. ••••••• o •• )) )) Aymonino Aldo D. F. « Firenze » )) )) Negri Parìde. D. F. « Friuli » o . o. o. )) )) Sogno Vittorio. - VIII c. d'a........... )) )) Ga mbelli Remo. D. F. « Siena » • o •• o o. o. )) )) Gabutti Gualtiero. D. F. «Granatieri di Sardegna» )) )) Orlando Taddeo.

6. - FORZE ARMATE ISOLE ITALIANE DEL· L'EcEo . . . . . . . . . . . . . . Comandante: Gen. De Vecchi di Val CiD. F. « Regina » .....

7· - CoMANDO SuPERioRE FORZE ARMA-

smon Cesare Maria . » Piazzoni Alessandro. TE A. S. . . . .... Comandante: Maresciallo A. Balbo ltalo. a) 5a armata )) Gen. Gariboldj ltalo. - X c. d'a... )) )) Barbieri Alberto. D. F . << Bologna >> )) )) Lerici Roberto. D. F. <<Savona» )) )} Magg iani Pietro. D. F . . << Sabratha » )) )) Della Bona Guido. - XX c. d'a... )l » Cona Ferdinando. D. F. « Pa via » )) )) Zaglio Pietro. D. F. << Brescia » )) )) Cremascoli Giuseppe. D. F. « Sirte » •. » )) D ella Mura Vincenzo.

))

- XXIII c. d'a...... . . Comandante : Gen. Bergonzoli Annibale. 1" D. Mi!. « 23 Marzo >> 2 D. Mil. « 28 Ottobre >> - 2• D. Lib. (in ris.)

b) 1 d' armata . . . . . . - XXI c. .Q'a D. F. « Marmarica >> D. F. « Cirene >> - XXII c. d'a D. F. «Cata nzaro >> 4" D. M il. « 3 Gennaio » - 1" D . Lib. (in r is.)

c) Scacchiere Sahariano

>> >> Antonelli Francesco. >> >> Argentino Francesco. )) ) ) )) )) )) )) )) )) )) ))

>> Pescatori Armando. )) Berti Mario. )) Dalmazzo Lorenzo. )) T racchia Ru ggero )) Spawcco Carlo. )) Pitassi Mannella Enrico. )) Stcfandli Giuseppe. )) Merzari Fabio. )) Sibille Luigi. » Gallina Sebastiano.

)) )) )) )) ))

d'Etiopia. Gen. Liberati Amedeo. >> Varda Giovanni. >> Frusci Luigi. >> Gazzcra Pietro. » Nasi Guglielmo. >> Pcscnti Gustavo.

8. - FoRZE ARMATE DELL'A. 0.1. ... Comandante: S. A. R. Amedeo di Savoia duca d'Aosta, Vicerè -D . F. «Granatieri di Savoia>> - D. F. « Africa >> - Scacchiere nord - Scacchiere sud - Scacchiere est - Settore Giuba 22. - u.s .

339
SCACCHIERE FRANCESE (Alpi Occidentali). ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO D'ARTIGLIERIA IN SEDE DI PREDISPOSIZIONI ESECUTIVE NELLA lA ARMATA (maggio- 15 giugno 1940) a: Al . u jl essandna ol'23000 MUN I ZIONI OIREZ. lz r......_ --- -- -·il-_..._ -- - ART ' N? 153 CARRI F ERROV 2 1 • O 0 ERRIT.. lo l 01 o . <:)'!, "':-... 8 ;n ll :; .1 & '. ::;. c l"' l . 1 . rA G AIVANZ.AR.T. ossa ZONA l NT ENDENZ A . 4° MAGAZZINO ARTIGLIERIA ARM !• DEP. MUN Mad.dei Bosch i FRAZ.IV REP. MAG. AV.ART DEP.MUN. Ortovero Ql 1 13. 150 - N? 86 CARRI FERROV PROIETTI . ......... i .··....· .,...r" -t• N • t:i: 'i' , ZONA OPERAZIONI 1 unfoc - 21,mfoc .c .a. ·-·-· ---......... Leggenda Movimen ti materiali e munizioni Trasporto maleriqliperferrovia: ç.'-'.?260 - carrlferrov n•JB. mvnizlont " .. tJ. 1'.?8 950- " " n: 187. ,, , ., v/a qrc'/naria .·v-''16324 . . . . . . . . : ... of Q! IJl• 'Y , ZONA OPERAZIONI T unfoc - 2

D'ARMATE OVEST

E 7 " ARMATA SCHIERAMENTO DELLE FORZE (10-1 1 GIUGNO 1940)

GRUPPO
TA . ) ... ... ,,.., ···_. .... .· : ·GRUPPO D'ARMATE EST- SCHIEI
...P
DELLE FORZE (10-11 GIUGNO 1940) ALLEGATO 81 .•· ...... .... ... .... . ·.• . . . ••··. Kaposvar o PECS • ,-- , l D.I"TR. l "O.r.JEK• • .a, ___ ., o ITALIANI (-\ •* l ' i'nlbrma z.loi, IT'I/ tempi!)
SCACCHIERE LIBICO-TUNISINO SCHIERAMENTO FORZE {10 -11 GIUGNO 1940) o . . . . ... . l .· . •' \ 2 O FTR ofiof.ta ... -... --""' :· .. (' : o To1pur t . . '. . . ' • •··...·.. . •. . ' . • ··... ·. . .. ·.•. ••. . . . ' . . ' oDe'Y o6t'n1V/Id Q I TAl iA NI ,.. ' FRANCU/ •., le /n/or1ntrr1Ì1n / o t::
1940) an onoBRE • Q ITAl iANI f: _,\ lr ; n /DrtntrLtt:lnt d#l li!mpo) SCACCHIERE LIBICO-EGIZIANO-SCHIERAM o . . \ . . . . ' SCACCHIERE SAHARIANO .. .. . .. . ··.. ,: L '----/p -, ........ . · .;., G/z E 2 D.F IK,nayso ._ -. ---, D e s e r r o o l i() 100 ...
ALLEGA T O N. 83 ENTO DELL EFORZE (10-11 GIUGNO 1940 ) i GCRUSA L ! "M! t>ara .......... o(llla;•a OAS Illl l f /!1ìn ti Ual ., \ l 6/f/(iATA E tìll!A N A \ \ \ \ \ \l l s o e t · .... f olnNalrhl w N A \ ' /l . . ' \ . o t/'A/.IAI'II ( •\ iN G lESI ( JI'.:ultd;J/1 a # titli:lrm a r ioni
All egato 84 . SCACCHIERE A.O .I. - SCHIERAMENTO DELLE FORZE (l 0 - 11 giugno 1940) o i -. 200 400 ?OO. c::::> ITA I. IA N I INfiUJ'/ }{econdo le . • • • • ••. FRANCESI mformar/Ofl/ •···· del tempo

INDICE

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• /

/

PARTE PRIMA NARRAZIONE

CAPITOLO I

L'EsERCITO ITALIANO ALLA FINE DEL 1918.

Massa operante e massa territoriale Comando Supremo e grandi unità Note riassuntive Le divisioni

Le vane armt La fanteria La cavalleria L'artiglieria Il genio I servizi .

La dottrina tattica Norme per le grandi unità Norme per la fanteria . Norme per la cavalleria Norme per l'artiglieria Norme per il genio Aeronautica .

CAPITOLO IL

L'oRGANIZZAZIONE DELL'EsERCITO TRA IL 1919 E IL 1925.

Gli Ispettorati

Ordinamento Albricci (R. D. n. 2143 del 21 novembre 1919) Concetti informatori del progetto di ordinamento

Pag. 3 7 8 I I 12 20 20 22

·>
PremesstJ

Pag.

Armi, corpi e servizi nell'ordinamento Note sull'ordinamento . Studi per un nuovo ordinamento

Ot:.dinamento Bonomi (D. L. n. 451 del 20 aprile 1920) Concetti informatori dell'ordinamento Riduzioni di spese Armi, corpi e servizi nell 'ordinamento

CommissiO'Tle parlamentare consultiva e progetto Gasparotto Commissione parlamentare consultiva Progetto di Nazione armata Progetto Gasparotto Relazione del Consiglio dell'Esercito Ordinamento Diaz (D. L. n . .{2 del 7 ge11-naio 1923) Concetti dell'ordinamento

Innovazioni dell'ordinam ento Armi, corpi e servizi nell'ordinamento In co nv enienti

Progetto di riforma Di Giorgio ( 1924- 25) Concetti informatori del nuovo ordinamento

La dottrina tattica dal 1919 al 1925 . No.r;me per la fanteria . Norme per l'artiglieria

CAI>ITOLO III.

L'EsERCITO NEL PERIODO DAL 1925 AL 1934·

Il Capo di Stato Maggiore Generale . Organizzazione della Nazione .per la guerra Mobilitazione ci vile

Ordinamento M ussolini (Legge n. 396 dell' 11 marzo 1926)

La divisione ternaria Criteri informatori del nuovo ordinamento Il nuovo ordinamento . Armi, corpi e .servizi nell'ordinamento Ordinamento interno del Ministero della guerra

Variazioni e modifiche all'ordinamento 77 Separazione delle due cariche di Capo di S. M. Generale e di Capo di S. M. dell'Esercito 77

30 34 35 35 35 36 38 41 41 41 43 44 48 48 50 52 55 55 56 57· 57 59

Pag.

Ispettore della fanter ia e ispettori d'arma . 78 L eggi per la mobilitazione civile 79 L eggi sulla disciplina di g uerra e sugli esoneri . 79 Varianti nell'ordinamento dell'Esercito 8 I Ordinamento dell'Esercito 1934 (Decreto n. 1723 dell'Il ottobre 1934) 82

Armi, corpi e servizi nell'ordinamento 83 Istituzione dei ruoli coma ndo e mobilitazione 86

La dottrirza tattica dal 1925 al 1934 Norme per le grandi unità Norme per la fanteria . Norme per la cavalleria Norme per l'arfiglieria . Difesa chimica Unità di dottrina .

CAPITOLO IV.

L 'EsERCITO NEL PERIODO DELLA GUERRA DI ETIOPIA (1935- 1936).

La preparazione sino all'inizio delle operazioni Prime disposizioni Criteri informatori de lla preparazione . I quadri I complementi I materiali Ricostituzion e delle uruta mobilitate Rinfo rz i in Egeo c in Libia Provvedimenti in territorio nazionale Guard ia alla fron tiera Zone militari e ispettorati di zone Base di Napoli

L'attività organizzativa nel periodo operativo Le forze in Er i trea c in Somalia . Predisposizioni d i ca rattere logistico Inv io d i unità

Provvedimenti per la L ibia Provvedimenti per l'Egeo Attività organizzativa nel territorio nazionale Provvedimenti vari di carattet·e organico Riordinamento dello Stato Maggiore .

100 100 ro r 102 103 104 105 105 ro6 107 107 108 108 Io8 109 109 l I O I I I I l I 113 113

347

Riordinamento de lla Commission'e suprema di difesa Riordinamento delle scuole militari Varianti all 'ordinamento 1934

La dottrina tattica negli annz Norme per le grandi unità Norme per la fanteria Norme per la cavalleria Norme per l'artiglieria Norme per il genio

1935 e ' CAPITOLO v.

L'EsERCITO ALLA VIGILIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE ( 1937- 40).

Pag. II3 II3 I 14 1 15 I 15 II8 I20 I2I I22

Divisione binaria . 124 Aumento di gra ndi umta 12 7 Schema riorganizzativo dell'Esercito 128 Guardia alla frontiera . I 29 Comandi di difesa e zone militari I 2 9 Ordinamento Pariani (Decreto n. 2095 del 22 dicembre 1938 ) I30 Caratteristiche dell'ordinamento . 130 Comandi, corpi e servizi nell'ordinamento r 3 I

L'organizzazione militare all'inizio del secondo conflitto mondiale ( settembre 1939) I 33 Guerra di Spagna . I 3 4 Spedizione in Albania I 3 5 L'alleanza co n la Germania r 35 Situazione defic itaria dell'Esercito r 35 Numero delle grandi unità . I 37 Provvedimenti per i quadri e per g li specializzati I 39 Rich iami I 3 9 Separazione delle cariche di Sottosegretario e Capo di S. M. dell'Esercito I4o Misure di emergenza. I 40 Situazione nel novembre 1939 I 4 I Altre misure di emergenza I 42 Situazione nella primavera 1940 I 4 3 Ordinamento 1940 (Legge n. 368 del 9 maggio 1940) 143 Assegnazione di una legione di Milizia alle divisioni I 44 Arm i, corpi e servizi nell'ordinamento 144

Pag.

La situazione dell'Eset·cito al momento dell'entrata in guerra ( 10 grugno 1940) 149 G r avi lacune . . I 49

La dottrina tattica alla vigilia della seconda guerra mondiale Norme per le grandi un ità Disciplina dei movimenti Norme per la esplorazione Norme per la fanter ia Norme per l'artiglieria

CAPITOLO VI.

LE FORZE COLONIALI.

Criteri gen erali Le varie armi Unità tattiche Deposito trupp e coloniali

Ordinamento militare gepe-rale dell'Eritrea Forza in congedo Contributo alla guerra di Etiopia

Q,·dinamento militare generale della Somalia Forza in congedo . Contrjb uto alla guèrra di Etiopia

Q,·dinamento militare generale della Libia Governi separati della Tripolitania e Cirenaica Ordinamento della T r ipolitania Forza in congedo . Ordinamento del la C i rena ica Forza in congedo . Studi e Governo unico del la Libia Varianti all'ordinamento della Tripoli tania Var ianti all'ordinamento della Cirenaica

F u sione di tutte le truppe libiche Contributo alla guerra d i Etiopia Riorganizzazione de lle forze libiche Nuovi studi e progetti .

349
15 1 151 152 1 53 154 156 r6o 161 162 162 170 170 171 1 73 1 73 174 174 1 75 1 75 176 176 178 180 182

Provvedimenti all'inizio del secondo conflltto mondiale Organizzazione delle forze libiche Situazione all'inizio della guerra Ordinam ento militare generale dell'Impero (A. O.l.) Ordinamento militare dell'Impero Schema di nuovo ordinamento Prcdisposizioni di mobilitazione Situazione all' inizio della guerra

Ordinamento militare generale di altre terre d'Oltremare Isole italiane dell'Egeo Albania

CAPIToLo vn. BREVI CONS WERAZlONI RIASSUNTIVE

r. - Grand i Unità II - F anteria III. - Cavalleria IV. - Artiglieria v . - Genio VI. - Motorizzazione e carri armati VII. - Dottrina tattica

PARTE SECONDA

A

L L E O A T

183 185 185 186 187 189 190 192 192 192 1 94 19 6 197 199 199 200 201 201

1. - Ministri della Guerra dal novembre 1918 al giugno 1940 205

2 - Capi di Stato Maggiore dell'Esercito dal novembre 1918 al giugno 1940 206

J · - Congedamento delle classi di leva dopo l'armistizio del 4 novembre 1918 207

4 · - Gettito delle classi di leva dal 1920 al 1940 208.

5· - Preventivi delle spese· ord inarie e forza bilanciata dell'Esercito dal 19r8 al 1940 209

6 . - Raffronto fra preventivi e consuntivi di spesa dell'Ese rcito dal d 1940 210

7· - Ordinamento Spingardi, adottato prima della guerra 1915- 18 (legge n. 515 del 17 luglio 1910) 2II

35°
g.

8. - Lettera n. 3885 S. M. del 24 luglio I9I9 del Comando Supremo relativa ai primi lineamenti di un nuovo ordinamento dell'Eser-

Pag. cito da adottare 2 x2

9· - Ordinamento Albricci (R. D. n. 2143 del 21 novembre I9I9) . 2 I 5

IO. - Relazione sul decreto riguardante il primo ordinamento provvisorio << Albricci » (R. D . n. 2143 del 21 novembre I9I9) . 2 I 6

I I. • Ordinamento Bonomi (D. L. n. 45I del 20 aprile 1920) 2 I 7

I 2. - Ordinamento Diaz (D. L. n . 12 del 7 gennaio 1923) . 2 I 8

T 3· - Ordinamento Mussolini (legge n. 396 dell'n marzo 1926) 2 I 9

T 4· - Ordinamento 1934 (decreto n. 1723 dell'n ottobre 1934) 220 r5. - Richiami alle armi effettuati in dipendenza dell'esigenza A. O . (dal febbraio al 2 ottobre I935) . . 22I r6. - Richiami alle armi effettuati in dipendenza dell'esigenza A. O. (Dall'ottobre I935 al termine delle ostilità - maggio 1936) 224

IJ: · Situazione della forza presente in Er itrea al 1 . 0 ottobre I935 . 225 z8. - Situazione della forza presente in Somalia al I0 ottobre I935 226 I9- - Prospetto della forza inviata oltremare per la esigenza A. O. (situa z ione maggio I930 2 2 7 20. · Formazione di guerra della divisione di fanteria adottata di massima per la campagna di Etiopia ( 1935- 36) 2 3 o 2I - Formazione di g uerra della divisione della Milizia adottata d i massima per la campagna di Etiopia ( 1935 - 30 2 3 r 22. - Dati relativi all'imbarco delle divisioni per l'A. O. 232 23 . - Mater iali tra spor tati in A. O. 233 24. - Grafico della superficie coperta per rico vero materiali e stabilimenti per servizi d'intende nza in A. O. 234 25. - Campag na in A. O. - Grafico dello schiera mento e spostamento dei servizi d'intenden z a durante il I 0 periodo operativo (3 ottobre - 30 novembre 1935) 2 3 5

26. - Campagna in A. O. - Ser vizi autotrasporti eseguiti dal marzo 1935 all'aprile 1936 236

27. - Ordine di battaglia nella campagna d i Etiopia (aprile- m?ggio 1936) 237

2 8. - Confronto tra la formazione di guerra della div isione ternaria e quella originaria della divisione binaria secondo i progetti del 1937 2 3 8

;z9. - Resoconto stenografico sulla riunione di generali del 22 novembre 1937, presieduta dal Sottosegretario di Stato e Capo di S. M. dell'Eserc i to ge nerale Paria ni, relativa alla costituzione d ella divisione binaria e ad altri argomenti di carattere organico 240 .t:--

JO . - Ordinamento Pariani (decreto n. 2095 del 22 dicembre I938) . 260

35 1

3 1. - Raffronto tra l' armamento della divisione di fanteria ternaria e quello della divisione di fanteria binaria adottata nello scorcio

Pag. del 1938 261 Raffronto tra l'armam ento del reggimento di fanteria della divisione ternaria e quello delJa div isio ne di fanter ia binaria adottata nello scorcio del 1938 . 26 I 32. - Ra ffro nto com parativo tra · le divisioni quaternaria, ternaria e binaria . 2 62 33 · - Ordinamento 1940 (legge n 368 del 9 maggio 1940) 264 34· - Ra ffr onto comparativo tra i vari ordinamenti dell'Esercito 264- 2 65 35· - Corpo di spedizione per l'occupazione dell'Albania (aprile 1939) 265 36. - Gettito degli ufficiali in s p. e dal 1935 al gi ugno 1940 267 37 · - Gettito deg li ufficiali d i complemento dal 1935 al giugno 1940 26 8 38 - Prospetto delle armi e munizioni esistenti nel 1939 269 3 9 · - Prospetto dei materi ali del servizio automobilistico esistenti nel 1939 2 7 I 40. - Promemoria di Mussolini (per il Fi.ihrer) sulla situazione come si presentava nel maggio 1939 e sui probabili sviluppi futuri 272 41 - Unità dell'E sercito mobilitabili al 15 ago sto 1939 secondo l'Indice di mobilitazione allor a in vigore 2 7 5 42. - Situazione circa le prevedibili epoche di consegna dei principali materiali occo rrenti per il completamento dell e dotaz ioni di partenza dell'Esercito . 2 7 7 43· - Situazione della Milizia (M. V . S. N.) nel 1939 278 44 · - Numero complessivo del personale alle armi nell'ottobre 1939, distinto in u fficiali, sottufficiali e truppa . 280 45 · - Lettera n. 104411 del 2 novembre 1939 indirizzata alJ'Ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale dal· generale Pariani, Sottosegretario di Stato per la Guerra e Capo di S. M. de ll 'Esercito, relativ a all' efficienza de ll'Esercito 28 I

46 . - Promemoria per il Capo di Stato Maggiore Generale compilato dal capo u fficio colonnello Gandin il 2 novembre 1939 rel ativo all' efficienza dell'Esercito 284

47· - P rinc ipali provvedimenti attuati durante il periodo della non belligeranza (settembre 1939- giugno 1940) . JOO

48 . - Forza a ruolo deg li uffic iali d elle categorie in congedo nell'a nno 303

49· - Sottufficiali a ruolo in servizio nell'anno 1940 304

50. - Situazione numerica dei sottuffìciali alle ar mi nel g iugno 1940 (a r uolo e in co r so di ferma) 305

5I. - Forza dell'Esercito italiano alla data I O giugno 1940 306

35 2

353 Pag. 52 . - Formazione di guerra della divisione di fanteria (normale) (1940) 307 53· - Formazione di guer ra della d ivisione alpina (1940) 308 54· - Formazione di guerra d ella d ivisione celere (I940) . 309 55 · - Formazione di guerra de lla d ivisione autotrasportabile (I940) 3IO 56. - Formazione di guerra della divisione motorizzata (I940) 3 I I 57. - Formazione di gu err a della divis ione corazzata (giugno 1940) 3 I 2 58. - Formazione dj guerra della divisione autotrasportabile di fanteria tipo A. S . (I94o) . 3I3 59· -Formazione di guerra della div isione della Mi lizia (1940) 3I4 6o. - Fo rmazio ne d i guerr a della div isione libica (I940) 3 I 5 61. - Fo rmazione di guerra del reggimento di fanteria (1940) 3 I 6 62" - Formazione di guerra del reggimento di cavalleria (1940) 3 I 8

Fo rmazione di guerra del gruppo carri L (I940) . 3 I 8 63 - Formazi.one dì guerra del corpo d 'armata normale (giugno 1940) 319 64. - Formazione d i guerra del corpo d 'armata alpino (giugno I940) . 320 65. - Formazione di guerra del corpo d'armata celere (I940) . 32 I 66 - Formazione d i guerra del corpo d'armata autotrasportabile (I94o) 67 -Formazione di guerra del corpo d'armata corazzato (giugno I940) 323 68. - Formazione di guerra del corpo d ' armata in Libia (I940) . 324 69 . - Schema di ordinamento di un comando di divisione di fanteria (I940) . 325 70. - Schema di ordi namento d i u n co mando d i co rpo d'armata (normale) (1940) 326 71.- Schema di ordinamento di un comando d'armata (I940) 327 72 - Ordinamento dello Stato Maggiore dell'Esercito ne l 1940 (pri ma della guerra) 328 73· - O rdinamento interno del Ministero della Guerra nel 1940 329 74· - Schema di ordinamento d ello Stato Magg iore dell'Eserc ito 1n guerr a (giugno I940) . 330

75· - Situazione della forza alle armi (esclusa quel la in A 0.) alla data IO gi ugno I940 . 33

76 . - Specchio della forza presen te d islocata in Africa Orientale Itaalla data I 0 giugno 1940 332

77 · - Le grandi u nità mobilitate Situazione al IO giugno 1940 332-333 78. - Fo rmazione di guerra dell 'Esercito ital iano alla data ro giugno 1940 333 79 · - Ordine di battaglia d ell'Esercito italiano alla data IO- n giugno 1940 336

Bo . - Scacchiere francese (Alpi Occidentali). Organizzazion e del servizio d 'a rtiglieria in sede di predisposizioni esecutive nella ra armata

(maggio- rs giugno 1940) 340

8 r. - Gruppo d'armate ovest e t armata. Schieramento delle forze (10- n giugno 1940). - Gruppo d'armate est. Schieramento delle forze (ro- II giugno 1940) 340-341

82. - Gruppo d'armate sud e forze armate dell'Egeo. Schieramento delle forze (10- n giugno 1940) 340-341

83. - Scacchiere libico- tunisino. Schieramento delle forze ( 10 - II giugno 1940). - Scacchiere libico- egiziano. Schieramento delle forze (10- II giugno 1940) 340-341 84 - Scacchiere A O. L • Schieramento delle forze ( ro- n giugno 1940) 3 4 I • ;Jf'

354
Pag.

T IPOORAf'IA REGIOXALE ROMA GIUGNO 1954

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