L'ESERCITO BORBONICO DAL 1815 AL 1830

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Erano poi emanate le disposizioni relative al reclutamento dei commissari di guerra, che avrebbero dovuto essere presi per una metà tra gli aggiunti e per un'altra metà tra i funzionari della tesoreria e del ministero (decreto del 10 giugno 1817) previo esame teorico e pratico davanti al consiglio dell'intendenza (decreto 30 aprile 1818).Era infine riordinata la pianta organica dell' intendenza (decreto 18 novembre 1818) che, per il futuro, avrebbe dovuto contare su nove ordinatori, diciotto commissari e 36 aggiunti (al momento erano in servizio nove ordinatori, venti commissari e 25 aggiunti) ed era approvata una loro diversa dislocazione (decreto 17 luglio 1820). Un riordinamento dell'intendenza, avviato subito dopo gli eventi del 1820-1821, si completava nell'estate del 1822. Un decreto del 31 luglio modificava il sistema di contabilità fino ad allora in uso e riduceva di numero gli addetti all'intendenza che nel dicembre successivo troviamo così formata: un maresciallo di campo facente funzione di intendente generale, un altro maresciallo di campo come segretario generale, quattro ordinatori, otto commissari ed undici aggiunti (4). In questi provvedimenti del 1822 si faceva poi esplicita menzione di quelli che erano in que] momento i due più importanti problemi dell' amministrazione militare: liquidare le tantissime partite in sospeso dovute alle vicende straordinarie del nonimestre costituzionale - ed era stata a tale scopo istitutita una giunta di verifica dei corpi disciolti - e preparare un nuovo e più funzionale testo di norme amministrative. Questo testo, più moderno, ma senz'altro non più conciso del precedente, vedeva la luce nel 1824 come Ordinanza dell'amministrazione militare, approvata con decreto del 24 giugno. L'intendenza militare era confermata alle dirette dipendenze del ministero della guerra e con l' intendente generale come preposto cui si affiancava un commissario di guerra quale capo del!' ojjìcio di verifica. Per la Sicilia erano previste due vice-intendenze, una a Palermo e l'altra a Messina, con a capo due ordinatori. I commissari (e gli ordinatori) formavano ora nel loro complesso il commissariato di guerra corpo fiscale militare addetto per propria instituzione al servizio amministrativo dell'armata. I commissari erano di prima e di seconda classe equiparati a maggiori e capitani. Potevano essere nominati commissari di guerra di seconda classe, previo esame, i capitani dell'esercito, alcuni funzionari del ministero della guerra, e i controlori degli ospedali militari. Per anzianità si era promossi commissari di guerra di prima e poi ordinatori, ma a questo rango potevano accedere, con precedenza, gli uffiziali di ripartimento del ministero della guerra. In periferia il compito p1incipale dell'intendenza era quello di far passare in rivista dai commissari, tutti i mesi, i corpi e i militari isolati per accertare la forza effettivamente presente sotto le armi, sulla cui base dovevano poi essere liquidate le spese di prima classe (stipendio e soldo) mentre era, almeno apparentemente, secondario quello di controllare l'effettiva esecuzione dei vari contratti di appalto per forniture di pane, foraggio, medicinali, letti, ecc. Al centro era invece la stipula dei contratti per forniture di vario genere a costituire il più importante dei compiti - e sin dal 1817 - visto che l'articolo 34 del regolamento di quell'anno ne faceva car·ico al consiglio dell'intendenza. Tranne casi eccezionali queste forniture erano assegnate in appalto attraverso un'asta pubblica, così un decreto del 5 aprile di quell'anno prevedeva le modalità di sub-asta (la seconda seduta di asta) per i contratti di forniture.

(4) A.S.Na. A.R.C.R. Fs. 1019.

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