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DELL'AFTA EPIZOOT I CA

NEGLI ANIMALI E NELL'UOMO

L'afta epizootica, detta anche febbre aftosa, ft1nzello o mot·bo aftungolare, è malattia infettiva Lrasmissibile a tutti gli anim"li domestici, specie ai ruminanti, come pure agli uccelli , al camello e al dromedario , c da questi, in speciali circostanze, all'uomo. È morbo conosciuto tìn dal sedice;;imo secolo. quando endemicamente si estese in tutta Europa sotto il nome di stomatito ulceratha.

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1816 Buniva pel primo dimostrò la sua co ntagiositil, e poscia Brun ell, Renner, Wi rth, Rodinger, Spinola, ma in q uest' ultimo periodo era c_onsiderata come malattia di poca importanza , causa la mitezza de l suo andamen to. Da qualch e a nn o a questa parte però, ha preso una forma molto intensa e gra\'e in quasi tutti i paesi d' Europa, il .;uo decot·so i• diven uto maligno, attaccando in parecchie località anch e l'uomo. e la mortalità, poco conosciu ta in passato, ha ra:,:Aiunto in alcune invasioni proporzioni allarmanti. Oggi, tanto i veterinari, quanto gli agricoltori, si mostmn o preoccupati per i danni incessanti che ridondano

ANI MALI E NELL'UO IIO 31)7 all'agricoltura ed all ' igiene. e perchè l' industria zootecnica costituisce uno dei cespiti più ragguardevoli della nostra produzione agricola. n veterinario che assisteva a questi es perimenti, carattòrir.zò i sintomi presentati dagli animali" durante la vita, in tutto identici a quelli dell'afta.

Come tutte le malaLLie da infezione, l'afta ha un periodo d' incubazione, quindi di eruzione vescicolare o puslolare e poscia d' ulc erazion e, accompagnata da un lel-{gero stato febbril e, che caratterizza la malattia.

L' el&mento ca usale è un virus specifico, mi croscopicamente ri co noscibile solto forma di cocchi pallidi, grossi poco meno di un mi cromillim etro, ·che si trovano abbondanti nelle sierosità delle e pustole, cocch i tondeggianti od ovoidali, isolati o riuniti da due a sei elementi assieme, formanti delle piccole co ron cine (Levi).

Escluso che poteva tratlar·5i di spore dell' oidiwn albicans (Rob in), ed assodata la possibili tà delle culture in liquidi natur·ali eil artilì ciali, si spiegano le condizioni di nutrizione, di proliferazione e di diffusione col mezzo dell'acqua, del pascolo e commercio degli animali.

Siegel trovò nei reni e nel fegato di animali morti di afta dei bacteri, e, fatte delle colt ure, con esse co ntagiò nella bocca quattro giovani maiali ed ebbe come esito la morte di tre di essi dopo quarantotto ore.

Due vitelli furono anche inoculati, uno nella l bocca, e l'altro nella ca viti\ addominale e morirono entrambi dopo 4 igiorni.

Schottelius rinvenne nel liquido chiaro-giallastro delle vescicole pochi elementi morfologici , e, con materiale di coltura , ottenne delle colonie delicate e quasi trasparenti, di color grigio-perla con margini lievemente dentati, che oin capo a parecchie settimane raggiunsero il diametro di un mill imetro e mezzo.

Gl i elementi li trovò più grossi dei comuni cocchi riuniti . .a piccole catenelle, e li denominò streptotiti.

11 doli. Hurth trovò nel contenuto delle vescir.ole delle mammelle, degli elementi rigonfiati informi, uniti in corte -eatene\Je, fece colture in gelatina, e notò che assumevano for ma uguale agli strept ococchi della risipola e della suppurazione, ma che nel brodo mantenevano la_ forma t in, annotando la particolarità del comportarsi delle colo me n ei diversi roE>zzi nutritivi.

Nell 'agar e nel siero di sangue rinvenne le colonie cirr.on date da un alone di granuli debolmente rinfrangenti la luce che ra <rgi un oevano talvolta diametro quattro volte ' "" e più gr·ande deJlr, co lon ia. . . . lo, ripetendo tali osservazioni, mi son serv1 to d1 tub1 ca.pillari di vetro sterilizzati , per raccogliere il ma teriale delle vescicole aftose sviluppate!'i sull e mammelle, dopo prati cata disinfezione della parte; e l'o sse rvazione del liquido vescicolar e, come delle col ture falle nel brodo, mi fece rilevare la presenza di elementi tondeggianti, ma nella maggior parte ov(\id nli , riuniti a due ed a quauro assieme, formanti delle piccole catene (slrt!ptociti di Schollelius).

I ntorno al periodo d' incubnzione, noto che nella stagione ealda \a evoluzione è più rapida che nella fredda, e, secondo le mie osservazioni, non si tratta di un contagio volatile, ma bensì di un contagio fisso. Osservai in nna zo na infetta, che la tna\attia non penetrò in una stalla di 7 capi di bovini e .dae ovini, che aveva no pascolo tutto a st\ e ch e , durante la epi\lemia, erano stati trattenuti semprò in quel dato terreno. Tali risultati pratici escludono la possibilitit della trasmi ssione della malauia per mezzo dell'ari1.1, e le osservazioni di Le Gend1·e, che in uua famiglia si ammalavano solo le persone che prendevano bue di vacche affette di afta, sono dimostrat ive.

Nell' infezione ordinaria, si ammette in generale un peri odo di 5 a l O gior ni ; però ia Yer.t ed esatta durata di periodo , può es.>ere determinata dalle so le infezioni artificiali.

Questo periodo può essere brevissimo nei suini (24-48 ore), ed ordi nariamente di ci nque gio rni iu media negli altri animali.

Si deve considerare come peri odo d'incubazione il tempo che passa tra quello d' inoculazione o di art ificiale o casuale contagi•l, e quello dell'apparizio ne de i primi sintomi del morbo, che non ba niente da fare con quello di commercio con animali affetti, o di stazion e in luogo ritenuto infetto.

Ellbene, po rtando la bava dalla l>occa di un anirnale malato in quella di uno sano, lo sviluppo del morbo si ha infallibilmente fra i due ed i ci nqu e gio rni, anche d'inverno, e tale co noscenza è util issima per quanto in propo sito si rileva dalla letteratura contemporanea. 11 Greffier dice che. lo stadio della durata minima dell'afta epizootica ha una importanza giuridica di primissimo ordine, ed io agg iungo che del pari è importante a sa persi la durata massima. Egli opi na che durante la stagio ne estiva, il periodo d'incuhazione può essere di soli due giorni ed anche meno nel porco. Taio 1nodo di vedere è condiviso da Bourgeois ch e , fondandosi sulle prop ri e osserva1.ioni, ammuLte come minimo la durata di .i,i ore e come massimo 8 giorni.

Godbille riti ene tal periodo non minore di 48 ore nei bovini , e riferendosi a moltepli ci sue osse1·vazioni falle a

Parigi durante il1893 , sopra animali p1·ovenienti da in fetti e sani. afferma ciò senza tema di essere smentito: ammette però che nel porco la malattia si può benissimo ìn 2-i. ore. Si regis tra infine che, daglt rimenti dei dottori in veterinaria Dav id e Zernecke, rt· sulla un caso d' inoculazione sviluppato si dopo 13 gior ni, in un bue che 8 mesi prima aveva sofferto l'afta.

Le prim e manifestazioni del periodo eruttivo vengono carallerizzale da nn certo malessere generale, da tristezza e quindi da elevazione ter mi ca, ch e nei casi ordinari abbastanza mite: l'animate rifiuta di man gia re, perchè ti lavoro ernltivo iniziato sull a mucosa della bocca gli rende diffi cile e dol orosa la masticazione, e si vede perciò stare con la testa bassa ed andare in cerca di acqua, che beve come preso da viva sete e rimane volentieri musello nell'auoevera toio. e ciò per lo sviluppo Oogtslrco nella t1occa , che la rende ca lda , asciutta e di color rosso . A. questo tien di etro una fortissima iperemia saliva re : e dalla bo cca !'-i vede colare nllhondanti ssima e spesso fetrda baYa filant e.

In molti casi si ri scontra stili chezza , e, se il processo aftoso si estende all'intestino, diarrea. .

Nei casi pil1 accent ua ti, ai sintomi locali dell'afta, associano quelli generati e più insidiosi malatl.ta .a processo dissolutivo del sa ngue, la febbre st e l mal e vien preso da intensi tremori con sussulti nèll e varie regioni rlel corpo; però lo stato ces_sa di solito dopo uno-du e giorni, se non so praggiUnge estlo letale.

L' evoluzione erutti va se6ue l'insorgere del inala, prima con l' apparizione di ch iazze rosse sulla mucosa, quindi con la formnzione rapida di vesciche e pustole a base larga sulle dette chiazze, e poscin (24--4.8 ore dopo), con la rottura delle vesciche e formazione di ulcerazioni, cb8" in prosieguo cicatrizzano .

La sede prediletta nell a bocca e ai lati e base della lin gua, nelle gengive, sul pala to, nelle gua ncia e nell e labbra, e, quando sono più V('SCic hette confluenti, formano· delle vaste piaghe supe rfi cia li.

L'eruzione talvolta si rinvi ene ancbe nell'esofago e sopra tutto il tubo gastro- intesti na le, sulla mucosa nasale e sulla congiuntiva , accompagnandosi a scol o nasale e si ntomi di congiuotivite con scolo lagrimate. L'eruzione c11tanea pi ù ordi nar ia è quella che si avvm·a in vicinanza e fra le unghie dei piedi (alla cucit ura, nell o spazio interdigitale), con tum efazione ll em mono sa dove, nei casi un po' gravi'" si formano delle vere ed e:- te se piaghe, che fan cadere le un ghie e deturpano anche i diti. Pure la cute delle mammelle è comu ne sede di semplice o disc reta eruzio ne, associata a tu mefazione fl ogistica ed a dimi nuzi one ed alterazione della secrezione lattea. E cosi pure le a ltre parti della cute e ·sere sede d'e ru zio ne, specialmente regioni dove la pelle è più sotti le.

Però non tutLi gli ani mali so no a ttaccati ugualme nte dall'afta, nel cavallo. ad esempio, !'eruzione d'ordina r io si limita alla bocca, in allri più alla bocca ed ai piedi , in altri ancora più alle mammelle e piedi e me no alla bocca. Quando la malattia si presenta limi tata ai soli piedi, net bovini e suini , suoi dirsi morbo nelle pecore e nell e ca pre ro ppina, paronicchia ovina contagiosa, podoparenchidermik.

Non tutte le epidemie si mostrano per inten si tà , esten sio ne di er uzion e e gravezza d'infezione : m;. ordin al'i am ente, più estesa è l'eruzione, più grave è la forma.

. oli animal i sono d'ordinario maggiormente le l ptcc . : . andissima fra i lattanli, anche . a la mortaht,t e gr . 'b' lmenle dimtnult a, l oltre di essere senS I ' aecrezione attea, t di principt albu. . te alte rata per aume n o è qnah tat1nmen '. . Ili del colostro ; . .d' e di corpuscoli analogh i a que mtD OI l ualilativa rende anche il latte porquesta q 'nfiammazioni gas tro-intesti nal i, oativo e ca pace di provoca r e l "' . [' muoiono in brevtSSIIDO tempo. pE.'r cm ' l d . . ìl periodi.) ulcerativo ha la Nell a maggiOranza et cast aie) · ma alctm e d' i 0- 15 aiorni (andamento norm ' durata ' . . e rofonde e ritarda no a volte ltl ulcerazlont sono . e phe le lesio ni ai piedi, n è raro 1 caso c . cicatrizzare , e no · la . oca u\izia , divengono graV I • per ca ttt ve cure , o per p p attere tlemmoooso, le . . ò ass um ere vero car forma fl ogistica pu . d' funrro sità " li unghio ni e gli · · · ·ono co pnre l l'> • n ulcerazsonl st . . d . filtrazioni di pus solto la zoccoli po ssono vent re scalzati a In. l . . a osite

. d . d'ti talmente alterati da rtehledere PP . murag l1a, e 1 ' 1 d d . tal modo il processo dt operazioni chirurgiche , rttar an o m ripar a1.ione. . . .1 t' dalla malattia nei diti N l 1870 io vidi due ovini muti a ' . . l e . • . . t dell a ch irurgia veter !D art:t, e dei piedt, senza l ° . e la pe rdita degli unquest'a nn o_ vi.ùi .6 con po stu mi di lesioni ghiooi ed !Dllerl t et perdita di due capezzoli. all e mammelle co nsts .en ' . .. t·itarda in media sino a La cicatrizzazione ID questt cast tre-quattro settimane .

' tà che l'afta epizoo tica si trasmetta dall'ani- Non è una oovt male all'uomo ed assuma talvolta cara ttere

Boerh ave e Van Swieten ha nno co mpre so sotlo ,) nome

DI:LI;AFTA EPIZOOTICA

afta una malallia epidemi ca, accompag nata da febbre a corso ciclico, ed entra mb i hanno ritenuto che le esu lcernzio ni nlla bocca rappresen tavano nn sin toma della malattia.

Sagar nel 1765, il parere che ques ta forma morbosa rapprese ntava uell'uomo l'afta epizootica, ed aggiu nse che, quale mezzo di trasmissione tra l'animale e l'uomo, era il lalle. Tal e opi nione è stata poscia positivamente atrermalct da Davi d in un belli :;si mo lavoro pubblicato nel 1887 , e quindi da Le Ge ndre, ed oggi si aggiunge che qua e lù furono segnalate forme erullire molto somiglianti :di'a fta epizoo ti car in persone che ave vano co ntallo co n anirnali afTeui e che non venivano bene definite.

Ora la fr E-quente coiilcidenza di epidemie di febbre aftosa negli animali o di epidemie di stomatite aftosa ne ll ' uomo. confermano qnanto i deui antori avevano osservato .

P er molti ssi mo tempo, nei trauati di medicina umana, il nome di afta com prendeva tutte le ul ce ri dell a bocca, e co n tale estensione di significato si trova in I ppocnlle.

(; alenu, Me teo, Cu ll on, Good , ecc . ec,·. Willam e Bateman confo ndevano l'afta co l mughello, ma la di stinguevano dalle altre s tom atiti ulcerose. Dopo, gl i studi di Guersant, Billard, Rilliet, Barthez, ecc., definirono la sto matite aftusa : una affezione della bocca caratterizzata per una eruzione vescicolare e consecu tiva ulcerazione.

Nel 1869 e 70, io osserva i per la prima volta nel comune di Giffone, in quel di Lleggio Calabria, una forma morbosa particolare, che ve niva ca 1·auerizzata da una eruzione vescicolare sotto ed ai margi ni della lingua, sulle guance. lahbra ed anxoli della bocca, eruzione che frequ entemente si vedeva es tesa in diverse pa rti del corpo, ma in parti co la re snl dorso delle mani ed in qualche caso an che ai pieòi e sulle dita in vicinanza dell e un ghie , nel mentre domi nava l'afta epizootica nel bestiame. che in sensibile qua ntitit si all eva in quella plaga. Da quel tem po atl oggi ho pot uto osservare nell' istesso comu ne altre tre Yolte la stessa for ma morbosa nella sta gione estiva , sem pre quando dom inava l'afta.

Anche in Si cilia nel '189 1 ebbi occasione di curare tre casi iso lati, che ri vestrvano la stessa forma , svilu ppatisi dietro l'uso di lat te crudo di non sicura provenienza.

In gene1·ale questa speciale malattia un corso be · nign o, e s'iniziava con uno o piu giorni di malessere, che zza e se nsazione di bruciore nella bocca. A ciò teneva dietro l'apparizione di piccole chiazze rosse sulla mucosa, nel centro delle quali si formava un pu nto bianchiccio, ch e rapi damente si elevava e prendeva tuili i cara tteri di una vescichetta co n conte nuto trasparente, che nel 3o.3• giorno diven iva torbido e tosto si rompeva la5ciando la morosa ulcerata .

Contemporan ea mente all' eruzione si aveva poca febbre o nessu na apprezzabile elevazione termica, i piccoli ch iede· vano in cessan temen te acqua pel ca lore fortissimo della mucosa oral e. emellevano abbo nd nnte snliva filante, specie dut·ante il tempo della formaz ione e rottura delle vescicole, che, qua ndo erano con flu en ti. forma vano delle es te se ulcerazi oni con fondo bianco-grigiastro, cope rte di nn essudato den -;o cbe di{Ii cilmente si lasciando una super ficie sanguinante . I l uorrlo di qu es te ulcerazioni era ro su, tagliato a picr.o e lievemente indurito. Nello stesso tempo si notavan o distur bi digestivi, inappetenza e spesso di ar rea nei ùambini; ma la eruzione nella bocca rappre1-enta va il sintoma patog nomo nico più importa nte . I distu r bi fun zionali si accentuavano nei primi giorni e raggiungeva no il massimo nel momento dell'ulcerazione. e. l'allattame nto nei bambini, come la masticazione negli adulti, riuscivano dolorosissimi. lntanto conviene bene co noscere le circostanze che favorivano questa trasmi ss ione.

Il decorso si compiva •:on la cicatrizzazione nel periodo medio di l 0-1 5 giorni, e, quando la eruzione di,•eniva co nfluent e, si diffondeva sulla cu te di più parti del corpo, alle mammelle e par ticolarmente sull'istimo dell e fauci, farinl!e, e sui genitali (cosa che si osservava frequentemente nei piccoli), la febbre !li acr.entuava maggiormente, sopraggiungevano sintomi tifoidei a forma adinamica e s1 avveravano casi di morte : però la guarigione era la nota più costan te.

Dietro indagini ripetute ed accurate, assodai che i primi colpiti emno i pasto ri e specialmente i piccoli di qu este famiglie, e poscia la malattia si diffondeva sopra parecc hi popolani, ciò che non lasciava alcun dubbio sulla co ntagiosità della formo morb osa.

I pastori di detta località danno ai loro bimbi del Jaue crudo, se nza tener co nto dell'animale sano o malato, c poi bevono acqua in orci uoli di ter·ra cotta a co llo stretto. apponPodov i la bocca a caso or l'un o or l'altro. Si trascurano colà anche le più vo lgari norme di pulizia sa nitari a, e le ca rni di animali morti di afta vengono co nsumate da-gli stessi alle,•atori e guardiani. Oevo però constatare il fatto cbe, a mia conoscenza, non s i è verificato nessun caso grave, nè la durata delle ul cerazioni si protrasse per lungo tempo sugli adulti. Cbarcot, Boucha rd, Le Gendre riportano nelle loro pnhblicazioni molli casi di afta, comunicati per mezzo del latte preso da vacche afTetle d'afta epizootica, e citano non solo cas i isolati, ma an che multipli contemporanei in una casa di salute sopra bambini, se mpre per con tagio diretto.

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Lo stesso dicasi di Hertwing e Chabert, che videro comunicare l'afta alla bocca delle persone che fecero uso di !alte di animali aftosi .

Il dollor Faletti, in Valle d'Aosta, osservò piit volte il passaggio dell'afta dagli <'- nimali , non solo nei bambini ma anche negli adulti mediante il latte crudo. Il professore Mosler riferi sce sopra due casi da lui ossen-ati, uno in persona di una ragazza che lnorava in località infeua , la quale · presentò vescicole grandi e piccole alle mani e fra lo dita dei piedi, e l'altro in un giovane apprendis ta macellaio di 45 antt1, che elJbe pustole in ambo le mani, allo scroto e al pene. Il medico veterinario Eucke di Hall e, narra di vari hambini, che solevano per abitudi ne bere latte munto da fresco, i quali presentarono un'eruzion e estesa su tutto il corpo di forma ve sc ico lare, simile a quella dell'afta, <Juando la malattia si sviluppò nella stalla dove si prendeva il lalle, mt>ntre altri bambini dell' istessa localilà, che non facevano uso di «Jnel laue, non ammalarono.

Due ra gazze adibite a mungere le vacche di una stalla infetta, perché tenevano piccole ferile ct1tanee alla mani, si contagiarono dell'i stess o male con tolti i sintomi ca r att eri stici, tanto sulla loca lità delle cuta nee, quanto sul generale. Un pastore ebbe eruzione vescicolare sulle labllra e alle geo · give, analoghe all'afta epizootica , mentre inlìeriva il morbo fra le sue pecore.

iegel Sflg nala una vera epid emia da lui osservata nei di ntorni di Berli no negli anni i 888-89-90-91, coincidente collo sviluppo dell'afta epizootica nel bestiame.

Egli dice aver caratterizzato quel morbo come contagio dalla bocca analogo allo scorbuto, e la descrizione che ne fa è quella d'una stomatite grave con salivazione nell a maggior anza dei casi, eruzioni ves cicolari ai mnrgini della lingua, su ll e ge ngive, alle labbra e agli angoli della bocca , che rompendosi davano luogo alla fuoruscita di un liquido chiaro ed alla for mazio ne di nl cerazioni superficiali più o meno estese.

I n q uesta speciale epidemia notò che il peri odo d'in cubazion e era di 8- 10 giorni, durante i quali si avevano sintomi prodromici di malessere, e quindi si manifestava la forma cat·atteristica dell'infiammazione su lla mucosa T: eruzi one in aleuoi casi si estese ed anche sopra tulla la pelle, assieme a svil.uppo di pelecchie , apportand o aborti nelle donne ed an che casi di decesso . Come complicanze ha notato forme d1 glossite, emor ragie sottocutaoee, dell e gengive e di a ltre parti de ll a bocca, la polmonite catanal e nell a stagione fredda . asce:>si sottoung ueali, e dice che in un quarto di tnlli i colpiti , la malattia as;;unse un carattere maligno. Fra i sintomi costanti fu notata la tumefazione del feg aLO .

Siegel trovò nei reni e nel fegato dei bacteri simili a quelli ottenuti da culture falle con sangue preso da pecore e cavalli morti di aftn, ed ammette in modo indiscutihile , la identitit della forma morb osa da lu i studiata nell'uomo con l'afta epizootica.

Le afte della bocca, possono dipendere da moll e e svariate cause, co me: stato sabtll'rale delle vie digestive, nffezioni croniche di delle vie. debo lezza costituzio nale od accide ntale per malattie infettive od esau rienti, irritnzioni meccaniche della mucosa. ecc. Però tutte queste ca use non determinano !a febb1·e nftGsa epidemica nè presentano l' esten sion e e le local izzazi oni delle afte sull a mu cosa orale e sulla pelle, come di freq uen te si osserva nei bambini.

La sto matite epidemica s i distingue da ll a semplice: per la fac ile complicanza del la febbl'tl, per la pre· senza di piccole vescichelle trasp nre nti , o di color grigioperla, che si rom pono ed ordinariamente si es ul ce ran o al

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giorno, per lo epidemico e CClDtagioso e per. le loca lizzazioni.

La forma discreta è carallerizzata da rosso re a chiazze e secchezza dell a bocca in primo tempo, abbo ndante salivnione e spesso fetida in secondo tempo , as5ociata a do lore e calore urente. La forma conlluente ed estesa si accom pagna a maggiore elev11zion e termica iniziata con brivido, e spesso si associ a a tremore gen erale, vomito , sintomi tifoidei e può menare alla morte. Si distingue con facilità dal mughetto per le masse cremose ca ratter istiche depositate sulla mucosa, dall'herp es buccalis per le lo ca lizzazioni sulla lingua, palato, ecc ., dalla sto rnati te ulcerosa, per la profondi ti! ed estensione delle ulcere.

Ora , se in passato per la mitezza del male non troppo impression ava il possibil e co ntagio sull'uomo, che le epidem ie si ripetono ed assumono forma maligna, impone la massima sorveglia nza ed il maggiore r igore per impedire non solo il co ntagi o sull' uomo, ma anche la diffusione fra la specie umana.

Le ri corre nze epidemiche e la forma grave richiama l'll ttenzione dei cultori delle mediche discipline e del legis latore. Le rilevanti ssime perdite eco nomi che, per la mancanza di lavoro del bestiame, per la diminuzione ed alterata •tualità del latte, pel dimagrimento grave degli animali affetti, i frequenti aborti , le perd ite di gran numero d'a · nimali adulti e particolarmente di piccoli e di lattanti, interessano non solo i singoli proprietari e l'econo mia nazionale, ma, per la diffusibilità della forma morbosa , anch e i prin · cipii di libet·o scambio internazionale.

• Golles'' int ber, pa r la ndo de lle ultime epidemie dice che in qoara ol'an ni di pratica ve teri naria, è la prima volta eh; constata o n decorso malig no dell ' a fta, associato a compl ica nza di tosse molto do lorosa, di diffusione Oemmonosa alla gola e di for te dinrTea.

Siechene der in parecchi casi notò una speciale diarrea che assumeva forma disenterica, preced uta da contor·cimenti ed agitazione dell'animale, e dice che al reperto necr·oscopico, si rin vennero congestioni di parenchimi viscerali, contenuto sanguinolento nel tenue e macchie echimotiche s ulle mucose e nelle llierose.

. Engel, in parecchi casi di morti apoplettiche, all'autopsia rrnven oe essudato siero-sanguinolento sotto la d ura madre e nella cavi tà addominale. Hafner in una vacca morta istanta neamen te a l terzo gior no della malatt ia, rinven ne degene r azio ne grassa de l muscolo cardiaco e tume fazione co n rammollime nto del fegato. 11 prof. Guillebeau in una locn1ità della Svizzera, notò che so t :? l capi di bovini auaccati in 5 giorni, morirono 18 giovenche nel t• periodo della cioè q uando l'er uzione si stava svil uppando sulla mucosa della bocca e gli animali avevano molta sete. aumento di saliva, cessazione della secrezione !allea, tremore genera le ed abballimento.

All 'autopsi a s i notaro no le so lite al terazio ni de ll 'afta , iper·emia della mucosa con parziale raggriozamento dell'epiteli o nei primi stomaci, emorragia e pigmentazione nel tenue , ulccrazio oi quasi cicatrizzate sui pilastri del pa nzone, :;tasi viscerali e stra vasi sa nguig ni.

chottelius e Fentzling in una sezione di una vacca morta sei or e prima, trovarono , oltre le ulcerazio ni della bocca e dei piedi, ar-rossimento e emor ragici de lla sierosa e

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sotto-sierosa del panzone, simili lesioni sulla mucosa intestinale e stasi visceral i.

Io tut ti i casi fu dimostrato che era assolutamente elimina bi le ogni sospetto di complicanza col carbonchio ematico.

I n Italia l'afta epizootica si è manifestata in moltissime provi ncie de l r egno, ed in alc un e ha rivestito forma grave, accenna ndo di avvicinarsi alla gravissima riscontrata ultimamente in Germa nia ed in Svizzera, ed il commercio specialmente r isenti e ri se nte danni positivi. La mo r talità del grosso bestiame non è elevata, ma sono frequenti gli aborti e la mor te dei lattanti per la defì cen te quantità del latte e sopra tutto per la venefica qualità.

regione meridionrl!e la malattia ha presentato carattere meno grave, ma si notò però aumento di gravezza e di mortali tà nei sui ni, ovini e particolarmente fr:\ i lattanti.

L' essere più o meno alcuni a nimali in luogo di alt r i, sono di s tinzioni che si riferiscono solo al genere di all evamento locale, non potendo venire colpiLi animali defi cie nti in una data regione. provincia di Terra di Lavoro, ad esempio. dove si all evano molti suini, si ebbe in qu es to anno una epidemia abbastanza dill'usa fra detti animali, estesa anche ai bovini.

La cura di qu esta infermità deve considerarsi sotto il punto di vista preventivo , difensivo e repressivo.

Si pre viene l'afta ten tando di re ndere gli animali immun i per mezzo di una specie di vaccino.

Una tal pratica preservati va fu messa in ope ra lì n dal Delafond e rece ntemen te rimessa in onor e da l chiarissi mo do tt. Naso n i in quel di Pavia; ma_le inoculazio ni non diedero

'.H'TA EPIZOOTICA

que l risultato che si as peuava, soprat ut to per non essersi trovato un efficace processo di atten uazione de l virus, e per· complica nze ed esiti infau sti fra gli inocultlli, questa pra tica , già diven uta estesa in Lombardia, fu abbandonata .

Si ccome l'afta epizootica è un'affezione ch e fra ani · mali può dirsi la vera ma lallia del gio rn o, cosi si è cercato di fare tentati vi co n iniezio ni di siero di sangue di animali che avevano di già supe rata l'afta , in analogia di quanto si è pr:oticato io alt re malattie da infezione (Behrin g, Ki tasato, R. oux), sugli animali e su ll' uomo n scopo prevent ivo ed anche curativo, ritenendosi oggi che il siero del sangue degli animali immunizzati r.o nteoga dell e an titossine, rappre3entate da sost anze ch imi che indeterminate. che si trovano in quan tità definite e costa nti si trallerebbe quindi di fagoci tosi. e la distruzione microbi ca si farebbe in ta l modo all'i nfuo ri dei leucociti, i quali. eccitati dai microbi, darebbero per prodotto le alassi ne, (ru ali sos tan ze immunitrici. Pot·ò, allo stato pre· sente delle nost t·e conoscenze scientifi che , la fago cito:.i rapp resenta uno dei fattori più importanti ed attivi a favore dell'immunit à . '

Fu il veterinario distreLLuale Oavid de ll a provincia di Brandenburgo in Prussia, che avuta l'op portunità di fa re simili prove , unito al veterinario Zer nekc, ci comunica i ri sultati di ta li esperimenti. I due valenti zooiatrici nel mese di dicembre 1893, sperimentarono ciò sopt·a 15 capi di bovini, di coi ono che aveva soffe rto l'afta nella primavera de llo stesso nnno.

Il siero fu preso dal sangue di due robusti buoi che avevano avuto l'afta tre settima ne prim a, e che si trov avano co mpletamente gua r iti .•

NEGLI B XELL'IJOMO i.Ot

Dei l 5 bovini H furono ino culat i e 6 te nut i per testimoni. Dopo l 5 giorni delle praticate ìnoculaz ioni, si produsse il contagio artili ci:lle mediante la hava portata direttam ente dalla bocca degli animali infetti in quella dei san i, ed in cnpo a ci nque gio rni , si rilevarono le prime manifestazioni dell'afta , la quale in seguito si verificò so pra tutti. Si è notato pure in questo caso che il bue. il lloale aveva sofferto l'afta in antecedenza. non i! stato ri.;parmiato, ma la man ifestazi one si è verificata dopo tred1ci giorni di incubazione e presentò grado leggiero.

Svilu ppntasi tale infcrmitit, i due spcrimeotato ri vollero provare l'efficacia della sieroterapia. e riferiscono di avere ottenuto grande vantaggio con dosi elevate; ma ch e , causa la grande quantità di siero necessaria e la difficoltà di procurarsela. tali tentativi riescono di poco val ore pratico.

Da par te mia noto che l'antitossina co ntenuta nel siero de l :-;angue di un animale non è proporzi onata mente ug nale a qu ella di un altro, e che trovai nel siero dd maiali.} un'attività

La legge del 22 dicembre l 888 sulla tutela dell'igiene e della sa nità pttbblica, e l'orJi nanza di polizia ve terinaria em anata dal dell'interno, in data l" febbraio pro\ vede dal Ialo difensivo; ma tali disposizioni sani tari e. lìi no ad oggi lasciano molto a desiderare dal lato della appli cazione, anch e perchè il servizio veteri nario non è provvi sto di sufficiente personale. inquan tochè in tutto il regno, il nu mero dei veteri nari con diploma esercenti nel 1892 . era di -2307, cifra di molto inferiore allo strellissimo bi-

Per qu este rngioni e per ignorante tra'Scuranza dei ùeteut,)ri di bestiame, le denuncie fh casi di afta in ge nerale a rr i· van o (llle autorità competen ti quando la profilassi difensiva non è più possibile. Sarehuero pe rciò necessari di sorveglianza e d'istr·u1.ione fra !!li allevator·i, zraot r e guardiani di be liame, affìn chè. denunciati i casi in tempo utile, si possa impedire il magg iore danno ai colpiti e la propa gazione ai sa ni.

Per tanto otten ere non sarà mai abbastanza rElclamato il concorso de l medico, singolarme nte nei piccoli comun i. dove più si esercita la pas torizia e vi ò ma nca nza di veterin ario, e ciò allo sco po di maggiormente tutelare la salu te dell ' uomo profilauicamen te.

Per poter tale malattia in sul nascerA. converrebbe eseguire speciali e r igo rose ispezio ni dai veterinari pro' ineia! i in tutti appena si denunzia l'esistenza dell'afta provincie limitrofe, procedere ad un cen simento, e qu ando sr avverano dei casi, adottare mezzi opportuni di as:;oluto isolamento e di cura. 11 sequest ro, più che delle stalle ed ovi li , converreb be farsi di zone e ca mpi interi , eslentl end olo a Lullr i ruminanti e suini della località.

'\RGLl A"lMALI E 403 possono contagiare sia cammi nando che pa scolando, e speci,tlm ente bevendo negli abbeveratoi comuni o corsi di acqua. La resistenza del virus aftoso di ssem inato in prat erie , stall e, e cc. , non è bene conosciuta; ma p1>ssono farsi coltivazion i in acq ua comune ed in acqua sterilizzata e gli elementi infettivi resisto no per molto tempo all'azione degli agenti com un i. li virus aftoso si può trasmettere da un animale ad un altro media nte la ba va, In sec re1.ione nasale, co ngiun tivalc e delle ulcer azion i ai piedi; il latte deg li a nimali aiTeui può anche co ntagiare anima li E'd uomo. e da alcune osservazioni risu lta che anche il sangue può infeuare. Per tutto c_iò, un contagiato si trova nel periodo er utod 10 quell o di esulcerazione, dorunque si porta co ntamtDa la località, ed i sani che nell o stesso sito si co nducono,

Da tali conosr.enze si deduce c he nell a zona di terreno -calpestata da animali infetti, dovrà rig orosamente impedirsi il pascolo ai sani.

È generalmente conosciut o ch e il ca lore (a 100 grad i) annienta Ali elementi dell'afta, e sicco me il passaggio di {Juesta infermità nell'uomo si avvera pr incipnlmente per mez zo del co mmercio del lalle cr udo, d urante un'epidemia .dovrà esserne i'mpedito l'uso, se non sarà prima bollito.

Ogni comme rcio in una zona infetta dovrà essere ri go r osam ente vietato e converrà stabili rsi una sorveglianz1 sui ma-celli, an che pel possibile contflgio da parte del sangue. Si .donà parime nti impedire l'uso di resid ui di cibi di animali e della fabbricazione del formaggio, per evitare la propaga'Zi one del male.

Per di fendersi efficace mente dall'i nvasione e diiJusion e dell'afta, bisogna ostacolar·e !;ordinaria via che la malattia tiene per diiTondersi negli animali e nell ' uomo.

Oi etro molti dali scien tifi ci di rigorosa osservazio ne parti colare, risulta elle il perio do d'i ncubazione spontanea dura in media un 10 gwrni, che quell o di co ntagio artificiale o d'in oculazio ne è di 5 , e che il massimo osservato speriment almente fu di 13. Di etro ciò, dopo un tal periodo di tempo, gli animnli che si r invengono sani in una vi sita, se appartenenti a lo calità infetta, dirsi certamente li ber i dall'aft l e non capaci di più co ntagiare, e quelli che subiro no la malauia, dopo 8 !!iornì della co mpleta ckatrizzazione.

L'ordinanza di polizia veterinar ia, per ollenere libero tran· s ito, vuole che gl i animali di un a localit i1 infetta, debbano essere muniti di certiricato dichiarante che nella plaga in cui erano rimasli, da oltre tO giorni almeno non vi furono malauie epizootiche, ed io opioerei che si sarebbe più dicendo: « da i 4 giorni non vi furono malnuie epizootiche ».

Ri tene ndo come fisso e non volatile il vi r us aftoso, ue consegue la necessa ria e rigor osa pulizia dei lot:ali, la disinrezione di tollo e di tutti quelli che hanno contatto con animali iofeui, ed i cani delle mandrie sequestrate dovranno tenersi alla catena.

La cessazione della malauia do\ rit sempre essere constatata dal veterinario ufficiale, il quale dari\ tutte le disposizioni alte per la disinfezione.

[n qoanto all'uomo, la pi"Ofilassi consiste nell'allontanare i bambini dalle sta lle e luoghi ove si custodiscono animali malati , nel disinfettare le per:;one c gli abiti di eh!' hanno avuto con tano co n animali subito dopo aver fatto delle medicature, o comunque toccato gli animali stessi, o gli oggetti che ebbern con que:>ti co ntallo , e tale pratica non si dovrit mai trascu rare pr ima di portarsi a mangiare. Converril astenersi di medicare, mungere o toccare animali ammalati, o carne di questi, quanùo si hanno lesioni alle mani, e face ndo uso di ca rne di animali aftosi, hene badare che venga sufficientemente colla. Quand o si verifi cassero casi di contagio sull'uomo, t1>nverrà praticare l'Isol amento . Una madre contagiata dovra sospendere d'allattare il proprio bambino durante la malallia; ma appena cessata si permetterà 1'. allattamento, conoscendosi che il siero del latte degli animali che subi rono l'infezione, contiene delle sostanze antitossic he per lo stesso principio infeltivo. Si dovr:t sempre evitare di dare ava nzi di cibo di tali malati ad animali domestic i.

La cura preventiva e la difensiva nelle diffusibil i :;i potrebbe di re la vera cura del morbo, per la malattia quando. si è •:esa od endemica , m'lncano spesso i mez1.1 adatt1 ali uopo. P:rò , dobbiamo aggiungere che questa forma morbosa la poss iamo combattere, sia difensivamente che mente, quantunque riesce sempre più facile curare •l m1le appena si può ·rare la diagnosi. . forma epidemica, che io ebbi su ll ' uomo, mi giu.vai del calomel:lno, degli ac1d1 e de• li cilati e chi nncei per interna, degli acidi ed astrmgenti localmente, fra cui l'acido fenico, e meglio l'acido soHorico in veicolo mucilaginoso t OOO) ed ebb1 sempre fortunato. . . .

Per c•Ji animali in que:;ti ultimi temp• sono stati dettalt molti mezzi igienir.i e medicamentosi, e la ti zia e la ventilaz.ione degli ovili e delle stalle , locah asc10th e temperatura mite. allontanare i latto nzi dal se no m;1terno ai prim i si ntomi del male , somministrando loro beveroni con latte bollito ed allungato co n acqua, btbtle coQ farina, ecc. . ..

Come farmaci furono consigliati al prmctp10 lauia l'acido salicilico ed il salicitato di soda, le nnfrescanti, e, comparse le afte, lavature ripetute ptu volte al jl;iorno con decozione di orzo condito con. miele, soluzione di clorn to potas sico, ed .:" . ptedt bagm e mollie.nti di malra o di farina e latte, solnztODl debolmente

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