socialista e che lo avviò al disastro con gli occhi bendati — conclude Nenni —. […] Esso giocava con le parole, costruiva edifici di frasi, dottoreggiava sulle tendenze, offriva insomma lo spettacolo dei dottori della chiesa, disputanti sulla lettera dei sacri testi, mentre il loro mondo andava in rovina»99.
1.5 Il partito socialista di domani È suggestivo setacciare i parallelismi fra il libro della maturità autoriale di Lussu e le riflessioni di un nume tutelare del PSI come Nenni, perché negli anni in cui completa la Marcia Lussu teorizza il superamento del vecchio socialismo. Dopo aver affrontato quel testo, che contribuisce al suo lascito politico (per com’è messa la sua salute, potrebbe essere davvero il suo testamento), si può inquadrare il giellismo di Lussu nel periodo più florido della sua opera letteraria, dal 1933 al 1938. Nel 1933 Lussu compie 43 anni. Sta per aprirsi un lasso tormentato della sua biografia: in primavera lascia Parigi, dove risiede stabilmente da esule dopo la fuga da Lipari del 1929, per cercare sollievo prima nella Francia meridionale, poi ad Auch, in Guascogna, nel tardo l’autunno100; come vedremo, la battaglia (non più prorogabile) contro la malattia ai polmoni lo costringerà presto a una sosta. È un anno terrificante, che si apre con la vittoria-lampo del nazismo in Germania: il virus fascista attecchisce oltre le Alpi. Il mondo, nella fattispecie l’Europa, sembra andare «a destra», ma proprio in questa temperie, lugubre per l’antifascismo, ogni pagina vergata da Lussu ribadirà con tempra l’insegnamento della Marcia, proprio quando i fatti sembrano negarlo. A quell’altezza, GL ha ormai archiviato la politica dei beau geste, in cui Lussu ha avuto comunque un ruolo di primo piano: su tutti, nel 1929 ha accompagnato in stazione Fernando De Rosa, suggerendogli come sparare nell’imminente attentato al principe ereditario; ha meditato di far freddare Mussolini a un cecchino e nel 1931 è stato intermediario fra il movimento e l’anarchico Michele Schirru101. Secondo Fiori, gli albori di GL sono sintetizzabili nell’assunto: «ben definita la pars destruens, tenuta 99
Ivi, p. 198. «Ma neppure — conclude poco dopo — di un estremo atto di fierezza e di volontà ci dimostrammo capaci»; ivi, p. 201. Né i fascisti possano vantare granché: «L’offensiva contro un proletariato materialmente e spiritualmente disarmato era stata una facile impresa, il colpo di mano su uno Stato che anche agonizzante avesse mostrata la intenzione di difendersi sarebbe stata impresa ben più rischiosa», ivi, p. 221. 100 Cfr. BRIGAGLIA M., Emilio Lussu e Giustizia e Libertà, cit., p. 97. 101 Cfr. GIOVANA M., Giustizia e Libertà in Italia. Storia di una cospirazione antifascista 1929-1937, Bollati Boringhieri, Torino, 2005, pp. 98, 102 e 104.
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