come il rituale del caffè o una sigaretta. Poche righe dopo, l’intrepido capitano non riesce a premere il grilletto e risparmia un ufficiale austriaco. La seconda vibra negli ultimi istanti del tenente Avellini: ferito a morte in combattimento, cieco e agonizzante, si fa leggere da Lussu una lettera dell’amata, piange sotto le bende. Quando lo raggiunge la notizia del trapasso, il sardo capisce d’essere rimasto solo: «Non è vero che l’istinto di conservazione sia una legge assoluta della vita — mormora —. Vi sono dei momenti, in cui la vita pesa più dell’attesa della morte»453.
3.5 Intermezzo umoristico Prima di archiviare la figura autoriale di Lussu, una considerazione sintetica: l’efficacia della sua penna dipende anche dall’ironia che l’ha contraddistinta sino a renderla il fioretto con cui trafiggere i nemici politici, i compagni di strada e pure se stesso, come fosse la sua filosofia di vita. Un certo filone critico ha cercato le basi di questa verve nel patrimonio genetico sardo, con tanto di saggi di traduzione in dialetto454. In un primo momento, il diretto interessato è sembrato sottoscrivere: «Io non appartengo alla Repubblica delle Lettere. Nella letteratura non ho maestri — dichiarerà —. L’ironia che mi viene attribuita come caratteristica dei miei scritti non è mia, ma sarda»455. Ma Fiori, pure sardo e suo biografo maggiore, ridimensiona l’uscita. Lussu, per così dire, correggerà il tiro: atavico è il suo essere a sinistra, cioè una ribellione ai soprusi preceduta dall’istinto — ereditato dagli avi predoni — e poi confermata dalla ragione; da tale senso di giustizia è approdato, dice, al socialismo. «E il fastidio che tuttora mi dà l’autorità, malgrado sia arrivato a maturità politica — spiegherà in una lettera a «Mondo Operaio» del 1957 —, esplode poi in umorismo ogni volta in cui l’autorità si veste di sussiego e di pomposità: umorismo, cioè il sentimento innato di rivolta, reso incruento e addolcito dall’educazione e dalla cultura»456.
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Cfr. LUSSU E., Un anno sull’Altipiano, cit., rispettivamente pp. 134-138 e 202-207; la citazione è da p. 207. 454 Cfr. DELOGU I., L’umorismo sardo di Emilio Lussu, negli atti del convegno «Emilio Lussu e la cultura popolare della Sardegna», cit., pp. 229-243. 455 Cit. in FIORI G., Il cavaliere dei Rossomori, cit. p. 326. 456 Cfr. LUSSU E., «Destra» e «sinistra»¸ lettera pubblicata su «Mondo Operaio» nel giugno 1957, in Id., Essere a sinistra. Democrazia, autonomia e socialismo in cinquant’anni di lotte, Mazzotta editore, Milano, 1976, p. 239.
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