3 minute read

LA CONTROFFENSIVA DELLE FORZE DELL'ASSE SU LICATA

Le forze deli' Asse ali' alba dell'l 1 luglio, ad evitare che gli Alleati potessero consolidare da Licata la loro testa di ponte, contrattaccarono in due direzioni: da Campobello di Licata con il gruppo del col. Alessandro Venturi formato dal 177° battaglione bersaglieri, dal 526° battaglione bersaglieri, dal 161 ° gruppo artiglieria e da un gruppo di semoventi da 90/53; da Naro e Favara verso Palma di Montechiaro con altri due battaglioni di bersaglieri <1> . Ma i fanti della 3a Divisione di Fanteria di Truscott respinsero con violenza entrambe le offensive, costringendo i soldati italiani a ripiegare, ritirandosi a sud di Canicattì.

Sulla strada da Favarotta a Licata cadde, colpito in pieno dal tiro di un carro armato, il generale di divisione Enrico Francisci (nato nel 1884 a Montemurlo, Firenze), inviato sul posto ad assumere il comando dei reparti impegnati nei combattimenti <2>

A sostenere il difficile contrattacco dei bersaglieri arrivarono il generale Ottorino Schreiber con i superstiti della 207a Divisione Costiera, i panzer e gli autoblindo del gruppo tedesco "Neapel". Dopo l'assalto del 35° battaglione bersaglieri, al comando del maggiore Guido Moccia <3> , che costrinse i soldati americani a ripiegare su Naro, riprese l'offensiva del 41° reggimento corazzato e del 15° gruppo tattico della 3a Divisione americana. Purtroppo ai combattenti italiani dal comando della 6a Armata arrivavano ordini poco chiari e soprattutto contradditori che creavano incertezza e preoccupazione agli ufficiali che si trovavano a fronteggiare forze militari superiori e meglio armate. Infatti, dopo un primo ordine di attacco, giunto nella mattinata del 12 luglio al gruppo "Neapel" che nel frattempo si era congiunto con il gruppo "Fulleried", ne arrivò un secondo che intimava alle truppe della 207a Divisione di non contrattaccare, ma di contenere l'avanzata del nemico. Questo perché bisognava ad ogni costo mantenere il controllo di Canicattì per impedire ali' avversario ulteriori successi sul campo. Ma, il gen. Schreiber, paventando un possibile aggiramento della città da parte dei soldati americani, alle ore 23,00 ordinò ai suoi reparti delle Divisioni "Assietta" e "Aosta" e ai gruppi tedeschi di ripiegare a nord di Canicattì, da dove sarà ancora costretto a ripiegare per dare protezione alla destra della 153 Divisione "Sizilien" che, riunitasi a Caltanissetta, dovrà arretrare fino ad Enna per posizionarsi sul fronte NicosiaLeonforte. Conseguentemente, Campobello cadde nelle mani degli americani e la stessa sorte seguì Canicattì, dopo i martellanti interventi eseguiti dall' a via - zione americana contro le truppe italiane.

Per impedire la marcia degli americani verso Agrigento, i soldati italiani crearono degli sbarramenti sulle sponde del fiume Naro. Il 73° battaglione bersaglieri venne dislocato sulle sponde delfiurnee il35° battaglione bersaglieri a sud di Castrofilippo. Qui, lungo la strada statale 122, i bersaglieri del maggiore Moccia vennero attaccati dal 30° gruppo tattico della 3a Divisione di Fanteria di Truscott. Nel corso degli scontri, che furono assai duri e continuarono per tutto il 12 e il 13 luglio, provocando oltre duecento caduti, si distinse il comandante maggiore Moccia, già mutilato della Grande Guerra, il quale benché più volte ferito, proseguì ad incitare i suoi all'attacco <4>.

L'offensiva italiana attraverso Palma di Montechiaro fu sventata dal 41 ° reggimento corazzato americano che occupò la cittadina del Gattopardo, costringendo le truppe italiane a ripiegare a tre chilometri a nord <5>.

Le truppe della 7a Armata di Patton, già la sera del 12 luglio, dopo aver contrasta to energicamente la controffensiva tedesca a Licata, avevano raggiunto i territori di Serradifalco e di San Cataldo, presidiate dalle ormai malconce unità italiane. Lo stesso giorno, sulla fascia costiera di Porto Empedocle, i soldati italiani della Milmart e di una batteria di artiglieria antinavale avevano abbandonato le postazioni dopo aver distrutto gli armamenti permettendo così agli incrociatori Brooklyn e Birmingham di bombardare indisturbati il piccolo centro portuale che venne occupato il 16 luglio dai Rangers agli ordini del col. William Darb y. Nella serata dello stesso giorno i fanti di Truscott entrarono ad Agrigento.

Nei primi due giorni dell'attacco delle truppe alleate le perdite italiane furono gravissime: 7.200 uomini sugli 11.400 della Divisione Livorno e 630 uomini, tra cui 30 ufficiali, sugli 8.700 della Goering.

La mattina del 19 luglio 1'82a Divisione aviotrasportata avanzò verso Ribera e Burgio e il giorno dopo gli americani occuparono Sciacca e Menfi. La sera del giorno dopo il generale Guzzoni ordinò alla Divisione Assietta che aveva avuto l'incarico di fronteggiare l'avanzata americana sulle Madonie, di ripiegare e di abbandonare completamente quell'avamposto. Ormai la strada per la conquista di Palermo per Patton era spianata.

(1) Cfr. A. Santoni, op. cit., p. 211.

(2) Cfr. A. Santoni, op. cit., p. 190. Il generale Francisci venne decorato con la medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria.

(3) Cfr. P. L. Villari, "Husky " 10 luglio 1943. I militari italiani e la difesa della Sicilia, Roma 2006, pp. 114-115.

(4) Il maggiore Moccia venne decorato, vivente, per questo suo eroico comportamento con la medaglia d'oro al Valor Militare.

(5) Cfr. E. Costanzo, Sicilia 1943, cit., p. 111.