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4. La demarcazione provvisoria (1947-1974}

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1. Introduzione

1. Introduzione

Tra il 18 e 19 febbraio 1947 gli ambasciatori delle Quattro Potenze Alleate a Roma chiesero al Governo ital iano di procedere immediatamente alla delimitazione prowisoria in modo che le truppe alleate si potessero r itira re dalla Linea Morgan entro i 90 giorni prescritti dall'art. 73.1 del TdP. All'invito seguì l'incontro a fine febbraio a Trieste tra i rappresentanti italiani e jugoslavi. In quell'occasione fu istituita la Commissione Alleata (Supervisory Commission) con fu nzioni di 'raccomandazione' visto che non era prevista dal TdP, ciò che diede origine a numerose discussioni. La Commissione Mista italo-jugoslava iniziò i suoi lavori a marzo per accordarsi su una linea prowisoria tra i due Stati che, però, non pregiudicasse quella delle futu re trattative, ma le divergenze in vari settori, tra i quali quello di Gorizia, non permisero un accordo completo e definitivo entro il 15 settembre 1947, data di entrata in vigore del TdP a seguito dell'improwisa ratifica dello stesso da parte dell'URSS il 29 agosto (art. 90 del Td P) 71 . Per tale motivo il Comando Militare Alleato della Venezia Giulia delimitò la linea del TdP, disegnata su una carta alla scala di 1:10000072 , su una carta alla scala di 1 :25000 73 e demarcò sul terreno una linea di confine d'imperio, la famosa Linea Bianca. La linea bianca è anche il titolo del documentario rea lizzato dalla RAI regionale su soggetto di D. Stasi e per la regia di C. Brugnetta. Il lavoro aveva l'obiettivo di spiegare la storia, i caratteri, l'immagine di Gorizia nel momento in cui stava cadendo quel confine che l'ha vista divisa dalla sua piana per più di mezzo secolo 74 A parere della parte ital iana tale linea si discostava sensibilmente, a nostro danno, dalla linea prevista dal Trattato di pacè5 • Gli errori sul terreno derivarono dalla difficoltà di individuare quasi al metro, specie nei centri abitati, la linea che sulla carta al 25000, che si ricorda è derivata a sua volta da una al 100000, era spessa come minimo 0.4 cm, ossia corrispondenti a 100 m sul terreno! 76 Questo è uno dei motivi per cui passare dalla delimitazione alla demarcazione è uno dei problemi maggiori in qualunque attività di confine. In questo ambito, la clausola del

TdP che dava facoltà di spostare la linea di 500 m da una parte o dall'altra (art. 5.5), in vece di agevolare il lavoro sul terreno, creò ulteriori problemi interpretativi77 e la creazione / giustificazione delle famose sacche di occupazione jugos lave78 •

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1832 _ 5_206; aut. PROTGEN-GEN-2018-6 92-P del 23 marzo 2018).

Il 16 settembre le forze jugoslave sostituirono quelle alleate a ovest della Linea Morgan sconfinando in più punti. Le sacche di occupazione furono, almeno così era l'intento, congelate con l'accordo raggiunto a Udine tra il gen . Cappa, comandante territoriale di Udine, e il gen. R. Pehacek del 22 e 26 settembre 194779 • Nonostante ciò, gli sconfinamenti continuarono almeno fino al 7 maggio 1948.

In base al TdP (art. 5.2) la linea prowisoria doveva essere concordata e demarcata entro 6 mesi, ossia entro il 15 marzo 1948. Le trattative si complicarono col fatto che dopo tale data non ci sarebbe più stata la funzione arbitrale della Supervisory Commission.

Fig. 4.2: Partigiani jugoslavi piantano nel piazzale della Transalpina i paletti per demarcare il confine della Linea Bianca (da AMSF Museo; aut. AMSF, gennaio 2018) la llo quasi nella posizione che verrà occupata dal termine 57/15 (da ERPAC Servizi o Musei e Archiv i Storici. Fototeca dei Musei Provinciali di Gorizia, fondo Lazzaro, coll. C 15 01; aut. PROTGEN - GEN - 2018 - 692 - P del 23 marzo 2018).

Fig . 4.3a: Soldati alleati piantano un picchetto per segnare il confine prowisorio davanti alla stazione Montesanto (settembre 1947; Archivio Storico Edvigio e Arduino Altran (Gorizia), 2007; aut. sig. A. Altran, 2018).

Montesanto.

PROTGEN - GEN - 2018-692-P del 23 marzo 2018).

Il 15 ottobre 1947, su richiesta italiana, iniziarono i contatti per esegui re i richiesti lavori di delimitazione per l'esecuzione del Td P. La Commissione mista ebbe a capo il col. (poi gen.) E. De Renzi 80 per 11talia e il col. Lah, prima, e i l col. V. Alcis, poi, per la Jugoslavia. Purtroppo, per l'atteggiamento ostruzion istico degli jugoslavi, nella seduta della Commissione de l 27 f ebbra io 1948, 15 giorni prima dello scadere del tempo concesso dal Td P, si verbalizzò l'impossibilità di raggiungere un qualsiasi accordo in merito alla procedura da seguire per la delimitazione della frontier# 1 • Tale stato dei lavori fece chiedere all1talia, in base al TdP, l'intervento arbitra le delle Quattro Grandi Potenze (comunicazione agli ambasciato ri de l 19 maggio 1948)82 • I nfatti, il capo di Stato Maggiore dell'Esercito gen. Marras descrisse così la situazione sul terreno83 :

[ ... ] Comé noto alla S. V./ dal 16 settembre 1947, giorno in cui la vigilanza lungo la linea prowisoria di demarcazione tra !1talia e Jugoslavia fu affidata dal Comando alleato alle nostre Forza Armate/ si sono avuti numerosi e ripetuti sconfinamenti nel nostro territorio i quali, anche se venissero attribuiti ad iniziativa di elementi confinari, si effettuano senza dubbio con la connivenza dei Comandi superiori jugoslavi. [ ... ]

Ritengo pertanto opportuna una presa di posizione da parte del nostro Governo nei confronti degli Stati garanti della esecuzione delle clausole territoriali del trattato di pace. [ ]

Non ostante le note restrittive clausole militari, il Trattato di pace riconosce al nostro Esercito il diritto alla difesa locale delle frontiere (art. 61) e non vi è dubbio che questo diritto dovrebbe applicarsi anche per respingere gli sconfinamenti jugoslavi, specie quando essi vengono appoggiati con azioni di fuoco. [ ... J

L'azione ebbe l'effetto sperato tanto che il 5 agosto 1948 si ebbe la prima riunione della Commissione mista. La delim itazione del tratto montano settentrionale si concluse nell'ottobre 1948 .

La zona davanti alla stazione Montesanto era anche teatro d i accese manifestazioni jugoslave contro il Governo italiano84 • La polizia jugoslava interveniva a mani f estazione ultimata, mentre quella italiana interveniva per non esagitare gli animi a seguito di gruppi di italiani che rispondevano. In particolare, il Comando dei Carabinieri paventava la possibilità che tali eventi potessero far scaturire gravi incidenti di frontiera 85

Anche dopo la posa del filo spinato, la zona della stazione Montesanto era ritenuta molto propizia per eventuali espatri clandestini o passaggi di persone. Per tale motivo i graniciari, le truppe jugoslave a sorveglianza del confine, non esitavano a sparare a chi tentasse di sconfinare in Italia. Proprio uno di tali mortali accadimenti si ebbe davanti alla stazione Montesanto nella tarda serata del 29 giugno 194986 :

[ ... ] Ieri sera alle ore 22/55, si è sentita sul piazzale della stazione M. Santo una raffica di mitra.

Il s.b.t. CJVITELU Galliano che si trovava nell'ufficio della Brigata Frontiera I/\ è subito uscito assieme all'appuntato . .. OLEO Antonio/ armato di mitra/ per vedere cosa stava accadendo. Nel frattempo sono state esplose altre due raffiche.

Un camioncino, sopraggiunto pochi minuti dopo da via Ugo Foscolo, con i fari, ha illuminato il luogo e subito si è potuto notare una persona a terra/ intrisa di sangue e la sentinella slava che si era awicinata con l'arma spianata/ toccava col piede la persona stessa per vedere se desse ancora segni di vita.

Era di servizio al varco il F. T. MINTO Enrico i l quale trovavasi, in quel momento, nella piazza Transalpina, vicino al reticolato/ di fronte a Via Caprin.

Fu possibile ricostruire così l'accaduto:

La sentinella Jugoslava vista una persona che cercava di espatriare (un uomo di circa 40 anni) senza alcuna intimazione aveva aperto il fuoco/ colpendola alla prima raffica. Poi, awicinatasi alquanto/ mentre il ferito in lingua croata invocava: "Lasciami stare ho moglie e figli" lo fini va con altre due scariche.

Diversi proiettili della prima e terza raffica finivano in territorio i taliano tra la piazza Transalpina n. 2 e via Caterina Percoto n. 3.

Malgrado l'affollamento/ essendo giornata estiva, che c'era nel cortile della Transalpina, davanti al Bar in piazza Transalpina n. 4 e a/l'osteria si ta nella stessa piazza n. 2, il fatto non ha avuto conseguenze gravi. [ .. .] Verso le ore 24 giungeva una macchina della Stampa la quale fermatasi per una decina di minuti, ripartiva.

Alla lettera è allegato uno schizzo che descrive la zona, la dinamica dell'accaduto e la posizione de lla persona colpita (fig. 4.7). Pur nella sua tragicità, lo schizzo permette d i avere una descrizione precisa della posizione delle abitazioni allora esistenti anche se si deve notare l'i mprecisione del tracciato della linea di confine a sud del cosiddetto 'triangolo de l colonnello' e davanti a via Caprin.

DI QUA DEL CONFINE Se lo ricorda bene/ quel giorno, Bruno Tomasi. Se lo ricorda bene quel giovane in ginocchio in mezzo alla piazza della Transalpina a implorare pietà, a pregare/ a chiedere di far passare di qua, in Italia, i propri parenti. Davanti a lui il graniciaro freddo/ impassibile. No, non ebbe pietà, il graniciaro. E gli sparò. E lo uccise. Era il 29 giugno 1949. L'indirizzo dice via Foscolo. La villetta della famiglia Tomasi Rosso è proprio l'ultima: poi ce una stradina a fondo cieco e quindi la rete. Di là/ i terreni della stazione ferroviaria della Transalpina. La rete .. . «Ma prima ancora della rete/ in quel settembre '47, i titini spostavano avanti i paletti e io poi di notte li rispostavo più in là » ricorda il signor Tomasi, al tempo membro della polizia civile a Trieste. [ ... ) [ 87 ]

In una foto pubblicata sulla rivista Tovaris, a cadenza decada le ed edita dal Fronte di liberazione della Slovenia, il 6 novembre 1950, in occasione del trentesimo anniversario del TdR (1920), si riporta la stazione Montesanto ripresa da sud con sovrimpresso un tracciato di confine che scendendo dal monte Sabotino, segue molto da vicino le infrastrutture ferroviarie, gira attorno all'edificio della stazione per poi continuare sempre lungo la ferrovia 88 lasciando, così, tutto il piazzale all'Italia .

Fig. 4 .7: Schizzo relativo alla trag ica ucc1s1one awenuta presso la stazione Montesanto nel giugno 1949 (ASD, Affari Politici, Jugoslavia b 53 (1949), fs . n . 5 Jugoslavia e Italia. Incidenti di frontiera 1949; aut. del 19 febbraio 2018) .

Vista la persistenza delle divergenze (Colovrat, Cellio, Sabotino e Gorizia) che non si poterono risolvere con la Commissione Militare Mista italo-jugoslava89 , nel novembre 1951 fu istituita una Commissione Diplomatica, tipologia che si sperava potesse aiutare un più facile accordo, con a capo, per l'Italia, il ministro Giardini9 0 La Commissione operò fino al 1962 anche se la sua attività si diradò e nei fatti risultò inconcludente già anni prima. È interessante, poi, come il ministro Giardini evidenzia che in questo tipo di attività

[ ] Più di una volta la Commissione fu sul punto di addivenire ad un accordo/ sennonché nel momento di concluderlo, ecco sopraggiungere al di fuori di essa, il fatto nuovo imprevisto o l'incidente o l'intemperanza della stampa di uno o dell'altro Paese/ a rimettere ogni cosa in discussione e ad obbligarci a ricominciare tutto da capo.

Si aggiunga che/ per quanto a se stanti e malgrado il loro carattere preminentemente tecnico/ le trattative furono, seppure indirettamente/ sempre influenzate da altre più importanti questioni in sospeso tra Italia e Jugoslavia/ tra cui in primo luogo quella di Trieste. [ . ..]

Per quanto riguarda Gorizia, si scrive:

[ .. .] Settore di Gorizia

In questo settore/ come risulta dal verbale allegato al te/espresso 18/12 del 28 marzo 1952 e della carta che vi è annessa/ la linea concordata ed accettata dalla parte contraria rappresenta in tutti i punti un arretramento degli jugoslavi rispetto alla linea attuale di occupazione.

Parte del piano caricatore della stazione di Gorizia Montesanto è stata da noi ripresa al pari della casa detta ''Braini" contesaci fino all'ultimo. La soluzione raggiunta per Gorizia quando verrà resa nota e sarà convalidata nell'accordo generale non potrà non essere ritenuta soddisfacente/ specie per i goriziant già rassegnati a considerare senza speranza di successo/ ogni nostro tentativo di respingere gli jugoslavi dalle posizioni che attualmente occupano.

In merito a Gorizia, le direttive del gen. Cappa al capo della Delegazione Italiana per la delimitazione del confine italojugoslavo gen. Lorenzotti 91 nel novembre 1951 evidenziavano92 :

Gorizia

Problema di elevato valore psicologico/ inquadrato in una situazione scontata. Nessuna pregiudiziale di carattere militare. Cedere eventualmente nelle zone periferiche (estremità nord e sud); nella zona cittadina attenersi quanto possibile al limite della proprietà ferroviaria [ ... J

Dal verbale allegato al telespresso 18/12 del 28 marzo 1952 indirizzato al Ministero degli Affari Esteri dal ministro R. Giardini da Lubiana si ha notizia di un accordo che avrebbe spostato la linea del confine verso l'edificio della stazione di ca . 11 m, ossia verso est93 :

[ ] Mi permetto di attirare l'attenzione di codesto On. Ministero sul recupero di parte del piazzale antistante il piano caricatore propriamente detto della stazione di Gorizia-Montesanto ( circa 700 metri di lunghezza per una larghezza variante dai 20 ai 25 [m. N.d.A.]).

Su questo importante punto/ come pure su quello della casa Braini e del passaggio in comune sul ponticello che attraversa il torrente "Corno'; la resistenza jugoslava è apparsa fino all'ultimo insuperabile. Soltanto dopo una lunga serie di riservati e separati colloqui tra lo scrivente e Knez fu possibile giungere ad una soluzione per noi particolarmente soddisfacente e interessante in quanto porrà a nostra disposizione/ a immediato contatto del complesso ferroviario/ una vasta zona di cui la città di Gorizia potrà giovarsi per i suoi futuri scambi e sviluppi commerciali con la popolazione di oltre confine. [ ... ] Debbo per ultimo far presente che l'accordo di cui allvnito verbale/ pur essendo impegnativo/ diverrà esecutivo quando saranno risolte le restanti divergenze.

Verbale

Le Delegazioni Italiana e della R.F.P. Jugoslava hanno oggi ultimato l'esame della divergenza sorta/ durante la delimitazione del confine/ nel settore di Gorizia/ tra il fiume Isonzo ed il cavalcavia di S. Pietro di Gorizia (termine temporaneo n. 58/1/A).

I Presidenti delle due Delegazioni concordano che la linea di confine abbia/ lungo il suddetto tratto/ l'andamento rappresentato graficamente sull'unita mappa (allegato lJ alla quale si riferiscono i punti indicati nella seguente descrizione:

[ ] - dal punto n° 10 taglia ad angolo retto la rotabile GoriziaSalcano/ portandosi a 1 m. di distanza ad ovest dell'allineamento dei pali occidentali della linea telegrafica (punto n° 11);

- dal punto n° 11 segue/ alla distanza di 1 m./ /'a/lineamento dei predetti pali telegrafici occidentali fino a/l'altezza della terza coppia di palt considerando come prima coppia quella che si trova dinnanzi al lato orientale del fabbricato che sorge nell'angolo sudoccidentale del piano caricatore della stazione ferroviaria (punto n° 12);

- dal punto n° 12 raggiunge in linea retta la staccionata in cemento all'altezza della seconda coppia degli anzidetti pali (punto n° 13/·

- dal punto n° 13 segue la staccionata in cemento fino al suo angolo sud-occidentale (punto n° 14);

- dal punto n° 14 prosegue in linea retta fino al secondo albero del filare occidentale/ a partire dal fanale settentrionale (punto n° 15);

- dal punto n° 15 si porta in linea retta al punto n° 1~ che si trova a ~30 m. ad ovest del fanale settentrionale;

- dal punto n° 16 si dirige in linea retta al punto n° 17, che si trova a ~30 m. ad ovest del fanale meridionale;

- dal punto n° 17 si porta in linea retta fino al punto n° 1~ che si trova sull'intersezione della linea mediana fra i due filari di alberi con il prolungamento del lato meridionale de/l'edificio principale della stazione ferroviaria;

- dal punto n° 18 segue la linea mediana fra i due filari di alberi fino al loro termine (punto n° 19):

- dal punto n° 19 raggiunge in linea retta /'imbocco settentrionale di via Percoto al punto n° 20/ che si trova a 8/50 m. dalla staccionata in cemento della ferrovia;

- dal punto n° 20, mantenendosi sempre alla distanza di 8/50 m. dalla predetta staccionata/ si porta in linea retta al punto n° 21/ che si trova a 1 O m. a nord dell'altezza dell'angolo settentrionale della particella 641/7,·

- dal punto n° 21 si porta in linea retta fino ad un punto situato su/l'allineamento del margine orientale del marciapiede occidentale del ponte sul torrente Corno/ 1O m. a sud dell'altezza del predetto angolo della particella 641/7,· segue poi l'anzidetto allineamento fino allo spigolo nord-orientale del marciapiede; segue quindi fino al suo termine il margine orientale di detto marciapiede (punto n° 22);

- dal punto n° 22 raggiunge in linea retta /'intersezione del prolungamento della linea mediana del ponte con l'allineamento del margine settentrionale di via S. Gabriele (punto n° 23); [ ]

I Presidenti delle Delegazioni concordano inoltre:

1 ° - che in caso di discordanza fra la descrizione del confine e la rappresentazione grafica sulla mappa/ farà fede la descrizione;

2° - che la Parte Italiana prowederà:

- ad assicurare che non venga manomesso il tratto della tubazione che corre in territorio italiano e che alimenta il serbatoio d'acqua della stazione ferroviaria di Gorizia (MontesantoJ·

- a concedere al personale tecnico jugoslavo il transito sul territorio italiano per prowedere alla manutenzione del tratto di tubazione innanzi precisato;

- a concedere il trasferimento in territorio jugoslavo dell'anzidetto tratto di tubazione, qualora ciò sia richiesto dalle Autorità Jugoslave;

- a spostare a proprie spese in territorio jugoslavo e lungo il confine concordato ad occidente della palificazione telegrafica gli esistenti tratti della staccionata in cemento, che attualmente delimita il piazzale del piano caricatore della stazione di Gorizia {Montesanto); [ ... ]

4° - che lo spostamento dei tratti della staccionata della ferrovia [ . ] dovranno essere ultimati prima che abbia termine la posa dei termini definitivi di confine nel settore di Gorizia;[ ...]

6° - che sia costruita, nel tratto tra l'angolo sud-occidentale della staccionata in cemento del piano caricatore della stazione di Gorizia (Montesanto) e la casa Braini, sulla via S. Gabriele, ove si prevede un'intensa circolazione futura, una adatta recinzione. Essa porterà indicazioni, opportunamente intervallate, in luogo dei termini di confine concordati dalla "Commissione Mista ItaloJugoslava per la delimitazione del confine// con le "Norme tecniche - Parte r Ciascuna parte presenterà un proprio progetto e sarà realizzato quello che meglio risponderà allo scopo, dividendo a metà le spese tra le due Parti. [ ... ]

Lubiana, 8 marzo 1952

IL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE DELLA R.F.P. JUGOSLAVA (R. KNEZ)

IL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE ITALIANA (R.A. GIARDINI)

Al verbale è allegata della cartografia su base catastal e (fig . 4.8) dove si riporta la linea di confine demarcata (linea indicata dalla freccia tratteggiata) mentre con la linea indicata dalla freccia a tratto continuo si descriveva la nuova linea di confine concordata. Le zone campite tra le due linee sono quelle che sarebbero passate a11'Italia 94 • Con riferiment i a lato si sono indicati i numeri d'ordine dei previsti termin i di confine . Tra i numeri non era previsto un termine al centro del piazzale. 47

Fig. 4 .9: Dettaglio del piazzale con le due linee di confine, sovrapposto alla situazione ca t astale odierna (Elaborazione dell'Auto re con QGIS 2.4 Chugiak®; ASSME, 1- 5 1952, b. 5 (particolare); comunicazione per autorizzazione all'ASSME del 9 gennaio 2018 a statesercito@esercito. difesa. it).

Utilizzando il software QGI S 2.4 Chugiak© si è sovrapposta l'immagine del confine spostato con la situazione odierna prendendo come base la mappa catasta le del co mune di Gorizia.

Nella fig. 4 .9 le frecce indicano le stesse linee della fig. 4.8 . Si osservi che la linea indicata dalla freccia tratteggiata passa per il mosaico odierno confermando che la linea rossa (sull'originale), ossia la linea indicata dalla freccia a tratto continuo, è rimasta solo un'ipotesi.

Nel febbraio 1952 la Commissione mista militare istituita a seguito del TdP si doveva sciogliere per far continuare il lavoro alla nuova Commissione mista diplomatica95 .

Nel marzo del 1953 un cittadino di Zagabria riuscì, superando i binari e scavalcando la recinzione di filo spinato presso la stazione Montesanto in un momento d i disattenzione dei graniciari, a riparare in Italia96 •

In questo stesso periodo fu pubblicato un articolo di rassegna su Gorizia che descriveva il senso di abbandono della zo na della staz ione Montesanto97 :

[ ... ] A Gorizia, il reticolato di confine fra le due zone - un filo spinato e arrugginito tenuto su malamente da storti paletti - divide la strada dal piazzale della stazione Nord, o stazione di Montesanto. La stazione è abbandonata, vecchie impalcature ne rivestono una parte, come se fossero in corso lavori di riparazione a un vecchio fabbricato, poi tralasciati. La sentinella jugoslava passeggia su e giù col fucile in spalla, tra macerie prowisorie da sgomberare. Costeggiamo in macchina, a passo lento, il reticolato: più di un profugo, mi dice la guida, c~ rimasto attaccato con le mani, fulminato da una scarica [non elettrica, ma da arma da fuoco N.d.A.1 mentre tentava di scavalcarlo. Poco distante, al termine di una stradetta di campagna che finisce in un muro, il confine divide il cancello d'una villetta. [ ... ]

Il te rreno recuperato da via U. Fosco lo a via C. Percoto (c a. 2300 m2 ) fu conferm ato anche in un documento del 1957. Infatti , da Lubiana il ministro plenipoten ziario O. Formentini rife riva che nei colloqui col ministro Knez aveva fatto presente che il lu ngo lavoro fin qui svol t o doveva essere assolutamente concretizzato con una linea defi nitiva e ufficiale . Per quanto r iguarda Gorizia scrisse98 :

[ ... ] e) GORIZIA. La soluzione cui si è pervenuti tiene conto delle reciproche reali necessità in molti punti assai sensibili. Infatti, nella zona della stazione Montesanto abbiamo recuperato, dopo non lievi difficoltà, un tratto di terreno sufficiente ad allargare via Percoto, sì da permetterne il doppio transito automobilistico, ed una particella presso casa Braini.

Rimangono alla Jugoslavia, come previsto, [ ... ] il piano caricatore logicamente facente parte della stazione Montesanto. Quest'ultimo però decurtato di una piccola fascia di terreno, per tutta la sua lunghezza, a nostro favore. [ ... ]

Purtro ppo, nel 1958 le concessioni lungo il tratto Salcano I - s. Gabriele da parte jugoslava furono considerate da quest'ultima troppo generose per cui non sa r anno più riprese, neanche in sede di demarcazione per il Td0 99 :

[ ... ] I vantaggi territoriali concordati a nostro favore e non ancora codificat~ soprattutto relativi al periodo in cui - con la rivolta Ungherese [ottobre -novemb re 1956 N.d A.] - la Jugoslavia aveva le unità corazzate sovietiche alla frontiera, appaiono ora, al Governo Jugoslavo, troppo favorevoli per /1talia e contro producenti nei riguardi dei rapporti con la popolazione slovena di confine: trascorso il periodo di timore [ ... ] il Governo Jugoslavo intende rimangiarsi almeno una parte dei benefici concessi [ .. .]

Negli anni Sessanta del XX sec., il problema de lla chiara e ufficiale delimitazione e demarcazione del confine si era palesato. Il r isch io di incidenti di frontiera era una preoccupazione delle due autorità, specie di quelle jugos la ve100 • Un ameno awen imento venne riportato dalla stampa nel quale si racconta che un toro, in fase di carico su un vagone della stazione, si divincola e scavalca il filo spinato nei pressi del piazzale della Transalpina sconfinando in Italia. Come per suo volere passò in Italia, così poco dopo ritornò in Jugoslavia venendo abbattuto a colpi di pistola 10 1 •

A seguito di una ricognizione congiunta, nel 1971 una Commissione Mista m il itare ebbe il compito d i effettuare la manutenzione del confine nord già demarcato. In molti punti i termini erano stati dannegg iati dalle intemperie, da lla vegetazione e dalle attività antropiche rendendo praticamente invisibi le il confine . Il lavoro sul terreno fu svolto negli anni 1972-1973 interrompendosi agli iniz i del 1974. Probabilmente la parte jugoslava era a conoscenza delle trattative che avrebbero portato alla firma del TdO, non così quella italiana 102 • In defin it iva l'opera di manutenzione interessò solo 126 dei 142 km.

5. L'attentato al ' cippo di confine' davanti alla stazione Montesanto (1969)

Il confine orientale e i suoi te rmini furono anche oggetto di azioni di mostrative durante il periodo che in Italia vide il sussegui r si di var i attentati.

Not izia di una ta le attività real izzata nella notte del 4 ottobre 1969 alla recinzio ne che attr aversava la zona prospiciente la stazione Montesanto si ha da una sentenza -or dinanza del giudice

G. Salvini del Tribunale Civile e Penale di Milano, Ufficio I st ruzione 20 del 3 febb raio 199810 3 • Nel 1969 il termine 57/15 non esisteva, ma ci interessa riportare tale avvenimento per t est imoniare il valore simbol ico del luogo e porre in risalto alcune, diciamo, incongruenze .

Da ricordare che a quell'epoca la recinzione non era estesa come oggi, ma cor r eva dall'altezza di via U. Foscolo a v ia di s. Gabriele ( fi g . 8 .9b).

In realtà, si deve parlare di un tentato attentato visto che l'innesco, per fortuna, non funz ionò . I nolt re, sembra che in realtà il luogo de ll'attentato non fosse davanti alla stazione Montesanto. Dal testo della sentenza si legge:

[ ... ] Cordigno inesploso deposto vicino al cippo di confine italoJugoslavo [purtroppo non se ne specifica né il numero né la precisa localizzazione N.d.A.] a Gorizia veniva invece rinvenuto casualmente solo in data 6.11.1969 [ 104 ], in occasione di lavori di potatura di alcuni alberi eseguiti da operai italiani

La cassetta rinvenuta presentava le medesime caratteristiche di quella deposta dinanzi alla scuola di Trieste e risultava contenere un ordigno anch'esso del tutto identico a quello di Trieste, composto da innesco a orologeria e candelotti di gelignite per il peso complessivo di kg. 1,500 (cfr. rapporto riassuntivo del Nucleo Investigativo Carabinieri di Gorizia in data 5.3.1970). Anche in tale occasione venivano rinvenute nelle vicinanze della cassetta cinque foglietti con slogans antislavi [Nei vari artico li di giorna le consultati non si fece cenno a dei vo lanti ni ritrovati anche se si scrisse che le autorità di polizia eseguirono il sopralluogo di una zona più ampia per accertarsi della presenza di eventuali altri ordigni 105 N.d .A.].

L'ordigno rinvenuto sulla linea di confine veniva quasi immediatamente fatto brillare per ragioni di sicurezza dagli artificieri intervenuti sul posto e l'esplosione risultava di tale potenza da far saltare i vetri di numerosi edifici nel raggio di un centinaio di metri sia in territorio italiano sia in territorio Jugoslavo e da danneggiare comunque gravemente il muro di sostegno della rete di confine.

[ ... ] Ecco il racconto in merito ai due attentati reso immediatamente da Siciliano [ottobre 1994] sin dai primi interrogatori:

[ ... ] ATTENTATO AL CIPPO DI CONFINE CON LA JUGOSLAVIA A GORIZIA

Da Trieste Neami e Portolan ci accompagnarono alla strada per Gorizia ove arrivammo con la luce e quindi ci intrattenemmo in un bar onde aspettare il buio e innescare l'ordigno in macchina. Non avemmo appoggi locali. Fu scelto il cippo situato di fronte alla vecchia stazione ferroviaria. Il luogo era adatto anche perché la strada era poco illuminata. Nei pressi del cippo c'era la rete metallica che segnava il confine. Non sono in grado di ricordare chi depose la cassetta/ forse fui io stesso. Fui invece certamente io a lasciare lì vicino dei volantini del tutto analoghi a quelli lasciati a Trieste, anche questi da me manoscritti. Il congegno deposto a Gorizia, per quanto ricordo/ era del tutto identico a quello deposto a Trieste. Sapemmo che anche questo ordigno non esplose in quanto non apparve alcuna notizia sui giornali e Neami e Portolan ci confermarono poi la notizia e a distanza di qualche settimana comparve sui giornali la notizia del ritrovamento dell'ordigno inesploso. [ ... ].

Anche Giancarlo V/ANELLO ha parlato sin dal primo interrogatorio [novembre 1994] degli attentati di Trieste e Gorizia, [ ... ] :

"... I due episodi di Trieste e di Gorizia nacquero in concomitanza con una visita del Presidente Saragat in Jugoslavia. [ ... ]. Ripartimmo da questo appartamento, che ricordo modesto, alla volta di Gorizia dove arrivammo solo noi quattro intorno all'ora di cena. C'era ancora movimento e ci recammo quindi a cena in una trattoria e poi al cinema all'ultimo spettacolo, cioè quello che inizia intorno alle 22.00/22.JO, solo per tirare la mezzanotte e poterci muovere con più libertà ... [ .. .] Terminato lo spettacolo ci portammo in una zona fuori città e isolata e al buio/ all'interno della macchina e con la luce interna/ Zorzi collegò l'ultimo contatto. Prendemmo poi una strada sterrata ove/ ricordo/ ebbi molta paura in quanto la macchina sobbalzava e con l'ordigno già innescato c'era il serio rischio di saltare per aria. Raggiungemmo il punto di confine con la Jugoslavia nei presso di una stazione ferroviaria. Zorzi scese e collocò personalmente/ mostrando una notevole freddezza/ l'ordigno nei pressi del cippo di confine jugoslavo/ superando quindi da solo il cippo italiano e la cosiddetta zona di nessuno [ ].

Altro riferimento al fallito attentato di Gorizia lo si ricava dalla sentenza della Corte d'Assise di Milano del giugno 2001 106 relativa al processo di piazza Fontana:

Per il secondo obiettivo fu scelto il cippo vicino alla stazione ferroviaria di Gorizia/ perché era un luogo poco illuminato e nei pressi c'era la rete metallica che segnava il confine italo-jugoslavo.

[ ] Il congegno di Gorizia era identico a quello della scuola slovena/ e/ poiché nessuna notizia apparve sulla stampa/ ritennero che l'ordigno non fosse esploso/ come fu confermato a distanza di qualche settimana da Neami e Portolan [14]. [ ... ]

[14] Costoro riferirono ai mestrini che era apparsa sulla stampa locale la notizia del rinvenimento de/l'ordigno.

Da quanto reso negli interrogatori si trova i l costante riferimento a un termine di confine davanti alla stazione o nei suoi pressi. Dalla documentazione in possesso si sa che, invece, davanti alla stazione, fino alla demarcazione di Osimo, non erano stati posti in opera né termini prowisori (paletti di legno) né quelli definitivi 10 7 : vi era solo una recinzione di pali in cemento inframmezzati da un telaio in tondino retata, probabilmente non in buone condizioni. Forse col termine 'cippo' si voleva indicare uno dei pali di cemento che sorreggevano la rete metallica. Inoltre, per zona di nessuno si deve probabilmente intendere la fascia a verde tra la strada e la recinzione. Più difficile è comprendere il significato delle parole superando quindi da solo il cippo italiano. In definitiva, si può pensare che gli attentatori non avessero ben chiara la situazione rea le sul terreno ipotizzando l'esistenza di un confine ben definito.

Il testo riporta che la scoperta dell'ordigno fu fatta da dei potatori per cui si può arguire che il punto non fosse proprio davanti alla stazione 108 dove non era presente la vegetazione. Inoltre, la bomba a orologeria era [ ... ] a mezzo metro esatto dalla rete di demarcazione [ ... ] davanti ad una trattoria/ quando ha dato unocchiata in una siepe vicino alla rete metallica. [ ... ] 109 • Infatti, dalle foto pubblicate su alcuni giornali 110 , si può con buona sicurezza individuare il punto della recinzione a poco più a sud dell'edificio dell'ex segheria che si trova presso il confine a est di via U. Foscolo (strada chiusa). Facendo riferimento ai termini di confine odierni, si è nella zona del termine 57/12, il punto in cui la recinzione, che qui diventa una semplice rete con pali di ferro senza muretto di base, si dirige quasi in linea retta verso nord al valico di Salcano I.

Il tentativo di disinnesco fatto dal col. alp. Monzani non ebbe successo per i l carattere artigianale della bomba per cui si decise di farla brillare in loco con l'aiuto di un artificiere dei Carabinieri anche se da parte jugoslava se ne chiedeva il disinnesco. La deflagrazione fu sentita per tutta la città provocando ingenti danni materiali agli infissi nel raggio di un centinaio di metri. Sempre dalle foto pubblicate si può vedere che a seguito del brillamento dell'ordigno, alcuni alberi presero fuoco.

Sempre dalle foto pubblicate si può vedere anche il danno della deflagrazione al confine. L'onda d'urto sbriciolò ca. 1 m di lunghezza del muretto a base della recinzione lasciando appeso ai telai della rete un palo di cemento. I due telai superiori al muretto non sembravano particolarmente danneggiati evidenziando solo una piegatura verso il territorio jugoslavo 111 • In un'altra foto si può osservare che proprio davanti al palo di cemento colpito, sito di fronte alla trattoria da Elio, ve n'era uno di ferro del vecchio reticolato in filo spinato 112 • Già il giorno dopo operai jugoslavi erano al lavoro per riparare la recinzione con il risarcimento italiano.

2018).

Comunque, si trova strano che in quell'occasione una macchina si fosse potuta fermare per vari minuti in quel posto e di sera tardi visto che ogni fotografia del luogo che si può trovare ha sempre impressa la presenza di ronde di militari armati. Inoltre, l'edificio all'angolo nord di via Caprin era una caserma . E, infine, dove stavano i graniciari?

La zona a verde dalla parte italiana dopo il 1977, ma prima del 2004, era visibile in una foto aerea salvata dal sito www.maps.live .com nel 2009 dove si vede anche il puntino bianco del termine secondario speciale 57/15.

Quando, nel 1975, l'Italia ritenne opportuno ch iudere la controversia con lo Stato confinante, approfittò sia di una più favorevole situazione interna che del nuovo clima internaziona le scaturito dalla Confer enza di Helsinki dell'agosto 1975 con il relativo Atto finale che sanciva l'intang ibilità delle fron t iere disegnate alla fine dalla ua Guerra Mondiale 113 :

[ .

I. Eguaglianza sovrana/ rispetto dei diritti inerenti alla sovranità - Gli Stati partecipanti rispettano reciprocamente la loro eguaglianza sovrana e la loro individualità/ nonché tutti i diritti inerenti alla loro sovranità ed in essa inclust ivi compreso in particolare il diritto di ciascuno Stato alla eguaglianza giundica/ alla integrità territoriale, [ ... ].

III. Inviolabilità delle frontiere - Gli Stati partecipanti considerano reciprocamente inviolabili tutte le loro frontiere nonché le frontiere di tutti gli Stati in Europa e pertanto si astengono ora e in futuro dall'attaccare tali frontiere. Di conseguenza/ essi si astengono anche da ogni pretesa o atto per impadronirsi o usurpare parte o tutto il territorio di ogni altro Stato partecipante.

IV. Integrità territoriale degli Stati - Gli Stati partecipanti rispettano l'integrità territoriale di ciascuno degli Stati partecipanti. Di conseguenza, si astengono da qualsiasi azione incompatibile con i fini e i principi dello Statuto delle Nazioni Unite contro l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o l'unità di qualsiasi Stato partecipante, e in particolare da qualsiasi azione del genere che costituisca minaccia o uso della forza. Gli Stati partecipanti si astengono parimenti dal rendere il territorio di ciascuno di essi oggetto di occupazione militare o di altre misure di forza dirette o indirette in violazione del diritto internazionale/ o oggetto di acquisizione mediante tali misure o la minaccia di esse. Nessuna occupazione o acquisizione del genere sarà riconosciuta come legittima. [ ]

In questo clima il TdO fu firmato nel pomeriggio del 10 novembre 1975 nella villa Le opardi-Dittajuti a Os imo (AN) dopo il negoziato segreto tra il d irettore generale del Ministero dell'Industria e del Commercio E. Carbone e B. Snuderl, vicepresidente della Camera fede ra le dell'Economia 114 •

Per quanto riguarda il tratto di confine di Gorizia, il TdO non lo prende in considerazione direttamente anche se ne scrive la delimitazione. Infatti, 115

Le parti contraenti [ ... ]

Convinte che la uguaglianza fra Stati, la rinuncia all'impiego della forza ed il rispetto conseguente della sovranità, dell'integrità territoriale e de/l'inviolabilità delle frontiere, [ .. .] rappresentano la base della salvaguardia della pace e della sicurezza internazionale e dello sviluppo delle relazioni amichevoli e della cooperazione fra gli Stati. [ ... ] Hanno convenuto quanto segue:

ARTICOLO 1 - La frontiera tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, per la parte che non è indicata come tale nel trattato di Pace con /1talia del 1 O febbraio 1947, è descritta nel testo di cui a/l'Allegato I e tracciata sulla carta di cui all'Allegato II del presente trattato. In caso di divergenza fra la descrizione della frontiera e carta, farà fede il testo.[ ... ] ossia, la demarcazione del confine a Gorizia discende direttamente dal TdP del 1947. Da questa considerazione si potrà, per esempio, comprendere la di sputa ch e vi fu sulla data da incidere sui termini di confine.

Il ministro degli Affari Esteri M. Rumor (1915-1990) nella sua relazione alla Camera del 1 ottobre 1975 comunicò l'accordo con la Jugoslavia in via generale e, in particolare, il superamento del problema del TLT con il riordinamento di alcuni tratti del confine stabilito dal TdP del 1947116 • In questa comunicazione fu evidente che co n il trattato non ci si preoccupava soltanto di rendere defin itiva la linea di demarcazione vo luta nel 1947, ma ci si proponeva anche, seppure in modo implicito, d i eliminare le ultime contese territoriali rimaste insolute dalla fine della guerra 117 • Esse riguardavano l'occupazione abusiva da parte di entrambi gli Stati di alcune sacche di territorio, ma in misura nettamente preponderante da parte della Jugoslavia, awenuta all'indomani del trattato di pace.

A seguito della ratifica del TdO, fu ricostituita la Delegazione italiana per la demarcazione della linea di confine di Stato italojugoslava nell'ambito della Delegazione diplomatica1 18 • Con la riunione preliminare e informale svoltasi a Nova Gorica dal 15 al 17 marzo 1977, si costituì la Commissione mista italo-jugoslava per la demarcazione e il ripristino del confine di Stato (Commissione Mista, CM) 119 • Il capo delegazione italiano fu il col. B. Leoni 120 (fig. 6.1), mentre quello jugoslavo fu il col. B. Marijanc. La CM era composta da altri tre membri, da esperti, da un segretario e da un interprete, all'inizio per il serbo-croato, poi per lo sloveno. Il compito della CM era di dare definitiva sistemazione al tracciato e alla demarcazione del confine 12 1 estendendo le competenze della similare commissione istitu ita nel 1972122 • Essa operò con grande autonomia, ma su ind icazioni della Commissione diplomatica mista per la delimitazione del confine italo-jugoslavo (Commissione Diplomatica, CD).

Il Gen B runo Leoni. ora in a usiU.iri a, I! un cx . 11110110 dena Scuora M thtare di Mi· i.tno. Oopo r Aecad e, mia o la Scuola d1 Appflcazlone hJ pre, ,1a to $etv1:.10 ne, reg gim,~t• d, antghena 5'> eemp.ile. t 4<> e.ltn · pale. 3" pesante cam, pa le ed ha comanda· IO Il 9" ~nte . tt& frequentato ta SCuola di Guerra ed ha p,e,. suno serv1i10 eh S ta· 10 Magg11)(e alle Truppe Cam,a. alfa steso Scuo· ta d1 Guerra cd aUb Ow1slone • Mantova • Oa1 1977 Ila guidato - pe r ine.a11CO del Ministero degh Es teri o su deSlgna.ilone cteuo Stato Ma9 • g1ore @ll'E.serc110 - la Oeteg,aiiono 11a1ta na net la Commission e italo 1ugosta11a per la domar, cn lone del coo ftne d i S tato. frno a l wo sci09h , mento. nel giugno 198 1. a manda to conctvso

Fig . 6.1: Foto e biografia del gen. B Leoni (1924-1988), presidente della Delegazione italiana per la demarcazione del confine ita lojugoslavo a seguito del TdO (1977-1980) (da Rivista Militare, OJ, 3, maggio-giugno 1982, foto con biografia del Gen. Bruno Leoni, p. 24; aut. del 15 marzo 2018).

Nella 23 riunione della CD, svoltasi a Roma dal 25 al 28 maggio 1977, si concordò, tra le altre cose, il Regolamento per il funzionamento della CM (7 giugno 1977; 20 artt.) 1 23 e le istruzioni per l'attività dei nuclei tecnico operativi misti (N TO) . I capi commissione della CM erano per parte ita liana il ministro plenipotenziario G. Trotta (da l 15 giugno 1977 sostituto dall'ambasciatore G. Pascucci-Righi) e per parte jugoslava l'ambasciatore A. Drndic. La Delegazione italiana per la demarcazione del confine di Stato fu istituita con un decreto interministeriale .

Allegata al verbale della 1a riunione della CD 124 vi era la descrizione della linea di confine (delimitazione) definita dal Ministero degli Affari Esteri 125 • Per il tratto davanti alla stazione Montesanto è scritto:

[Su ogni pagina è presente il timbro del Ministero degli Affari Esteri italiano N.d.A.]

[ ... ] fino all'altezza di un gruppo di case e del posto di blocco Salcano-Gorizia. Vicino ad un grosso pilastro cambia direzione, taglia la strada asfaltata poi tende a destra e procede vicino al bordo della strada per circa 1O metrt lasciando un palo telefonico in territorio italiano, pot punta verso la stazione ferroviaria di Gorizia-Montesanto. In questo tratto la materializzazione è più consistente, le sbarre sono più grosse ed il filo spinato più abbondante; in seguito la linea è materializzata da una staccionata in cemento armato delle ferrovie. Passa a m. 5,,60 e m. 5,,20 da un muro di cinta di una segheria abbandonata, poi segue il ciglio Est della strada privata della stessa segheria/ il tutto resta in territorio italiano. Proseguendo la linea di confine passa fra due case e precisamente a m. 8,50 da quella in territorio italiano e m. 8,60 da quella in territorio Jugoslavo che è delle ferrovie. Davanti (zona) alla stazione la linea continua lungo il bordo esterno della nuova recinzione che è di pali di cemento e rete metallica. Giunta ad una sporgenza di forma triangolare [il cosiddetto 'triangolo del co lonne ll o'126 N.d .A.J di m. 14,4 di base, la elimina e prosegue parallelamente alla stazione. La sporgenza resta in temtorio italiano. La linea ora procedendo sempre lungo il bordo esterno della recinzione giunge davanti alla casa n . 2 di Piazza Transalpina e/ numerando i pali di cemento della steccionata dal palo ad angolo e procedendo verso Suft al 9° palo piega verso sinistra (cioè verso la ferrovia) in modo tale da giungere ad un punto che dista m. 4/85 (verso Est) dal pilastro che trovasi sul bordo Ovest della Via C Percoto in territorio italiano. Il pilastro è situato vicino ad un palo della luce e la misura è stata fatta a partire dalla superficie rivolta verso la strada. Restando sempre ad 1 metro della recinzione/ si è fatto riferimento alla superficie interna dei pali (quella rivolta verso la $tazione), la linea di confine continua parallelamente alla Via C Percoto. Passa a m. 4,75 dal muretto di recinzione della casa n. 3 e a m. 4,75 dallo spigolo Est della casa n. 1 sempre della stessa via sopra menzionata. Supera (conservando la direzione) di m. 50,50 il palo ad angolo che trovasi davanti la casa n. 1 di Via C Percoto. Qui piega a destra/ va direttamente all'ultimo palo di sostegno di cemento della palizzata di recinzione con rete metallica che dista m. 24,30 dal punto di deviazione ed è collocato sulla ripa di destra del Canale (torrente) Corno. (Alla presente si allega uno schizzo illustrativo). (Al/. 2).

La linea di confine da qut superato il canale, segue la recinzione che ora è di pali di ferro e rete metallica (mantenendosi sempre lungo il bordo esterno della palizzata che pertanto resta in territorio Jugoslavo). Attraversa la Via del Monte di San Gabriele (Erjavceva ulica) alla distanza di m . ~95 dallo spigolo della casa n. 79 della stessa via. Da qui la linea procede lungo la rete di recinzione che trovasi al di là della strada (rete che resta di proprietà italiana), poi segue il filo spinato che divide gli orti e passa a m. 9,85 dallo spigolo di Casa Gregari n. 11 di via Paligo.

[ ... ] Le quote ed i toponimi in essa richiamati sono quelli riportati sulla cartografia 1:25000 e 1:50000 de/l'Istituto Geografico Militare Italiano rispettivamente edizioni 1963-1966 e 1967. [ .. . ]

Per pianificare i lavori si decise di dividere il confine in tre parti. Gorizia ricadde nella seconda dal termine 25/12 al 66 che, seppur previsto nelle trattative del 1949-1950, non era stato messo in posa. Vista l'importanza del tratto, i rispettivi Ministeri degli Esteri lo indicarono come priori t ario per l'inizio dei lavori. Infatti, si iniziò dalle sponde del fiume Isonzo procedendo verso sud . Per i lavori di demarcazione questo tratto fu affidato all'Italia . Il tratto riguardante Gorizia avev a uno svi luppo di ca. 5. 5 km e fu fortemente voluto dall'Italia co me incombenza anche se co mportava difficoltà logistiche notevo li (terreno mo ntano co n boschi fitti e di tipo roccioso con consegu ente difficoltà di posa, com e anche co n grande variabil ità meteorologica) poiché po liticamente più delicato e lungo il quale si erano otte nuti vantagg i territor ial i 127 •

I lavori d i demarcaz ione prowisoria i niziarono il 1 giugno 1977128 • L'NTO 1 (misto italo-jugoslavo), che eseg uì il tracciame nto e la posa dei termini prowisori sul terreno, era rappresentato e co mandato, per l'Italia, dall'allora ten. topog. (poi capitano) C. Colella che divenne successivamente, col grado di generale, Coman dante dell1GM e che eseguì i lavori sul termine 57/ 15 nell'ottob re 1977129 :

[ ... ] Dopo 27 anni è tornato a Gorizia. Con il grado di brigadiere generale. E come vice comandante del/1gm ieri era al piazzale della Transalpina. E ci ritornerà la prossima settimana. Perché dovrà rideterminare, assieme ai colleghi dell'omologa commissione slovena, la posizione del confine: rimosso il cippo che riporta il numero 57 barrato 15, quel punto sarà segnato da una piastra. «È un evento emozionante», commenta. Aggiunge: Si respira un'aria diversa da allora». Il suo compito era, ed è, quello della <<materializzazione sul terreno>>, come si dice in gergo, il confine. Chiarisce: «Noi dovevamo tradurre sul terreno le decisioni del Trattato di Osimo. In quel documento, infatti, veniva stabilita con precisione la linea di demarcazione». [ ]

Da l verbale della 2a riunio ne della CM (7-8 gi ugno 1977, Nova Gorica / Ruttars) si è informati che la CM svolse un sopralluogo nel recinto della stazione ferroviaria di Nova Gorica 130

La posa del termine prowisorio relativo al 57/15 fu confermata dal verbale della 3a riunione della CM (17-19 agosto 1977, Udine/ Nova Gorica) 131 •

Dall'inizio di giugno alla fine di agosto 1977 l'NTO 1 svolse i lavori di posa dei termini prowisori. L'NTO 2 per la posa dei term ini definitivi secondari ini ziò i lavori a fine giu gno per terminarli a metà settembre. Le misure delle coordinate e delle quote iniziarono ai primi di agosto protraendosi fino a subito dopo la metà di ottobre. Intorno ai termini fu disegnata una circonferenza bianca in previsione, poi attuata, dell'utilizzo dell'aerofotogrammetria per cartografare la linea di confine e una fascia di territorio dalle due parti.

Dal 19 al 20 settembre 1977 i Capi Delegaz ione s1ncontrarono per la firma dei verbali di posa dei termini prowisori 132 .

Nella 9a riunione della CM fu allegato il verbale, dell'8 settembre 1978, di consegna alle rispettive autorità di frontiera e operatività giuridica del settore di Gorizia dal termine 55/20c al termine 59/20 133 • Al termine dei lavori, la descriz ione, in effetti un pò scarna, del tratto di confine prospiciente la stazione Montesanto è la seguente 134 :

[ ... ] il valico di frontiera SALCANO 1° (SOLKAN per la Jugoslavia): il termine principale 57 sul margine orientale ed è/ come quasi tutti i cippi ai valichl di tipo speciale e di grandi dimensioni. La linea piega a SO per m 8 e si porta al cippo 57/1/ poi piega di nuovo a S e raggiunge (termine 57/2) la recinzione che da questo punto/ per lungo tratto/ segna il confine e divide rabitato italiano di GORIZIA da quello jugoslavo di NOVA GORICA. Di fronte alla stazione di MONTE SANTO (ora jugoslava) sorge il termine secondario speciale 57/15, nel piazzale della transalpina/ in corrispondenza dell'asse della via Caprin. La linea segue la recinzione/ forma un angolo di fronte alla casa n° 2 della piazza/ raggiunge il termine 57/17,· da qul sempre lungo il recinto/ il confine divide la via italiana Caterina Percoto dalla via jugoslava parallela che porta alla stazione ferroviaria. La linea prosegue in linea retta fino al cippo 57/20 e quindi dirige brevemente a SO per raggiungere il 57/21, situato sulla sponda N del torrente CORNO ( al punto in cui il corso, scoperto in territorio italiano, risulta coperto). Il confine, sempre seguendo la recinzione/ raggiunge in pochi metri il valico di via S. Gabriele (Eriavceva cesta, per la Jugoslavia)[ ... ]

A seguito della proclamazione dell'indipendenza da parte della Slovenia (1991), questa, con nota verbale del 31 luglio 1992, subentrò alla Jugoslavia come firmatar ia del Td0 135 • In quel frangente vi fu chi ipotizzò una revisione del TdO anche in materia di confini 136

Per quanto riguarda la foggia dei termini di confine, essa fu la stessa di quelli della Commissione 1949-1950 come affermato nelle Istruzioni per l'attività dei Nuclei Tecnico-Operativi misti (29 aprile 1977)137 •

I termini prowisori, messi in opera dal NTOl, erano pa letti di legno a sezione quadrata 10x10x80 cm con l'estremità inferiore a punta inserita nel terreno fino alla metà. La sommità era colorata in rosso per un'altezza di 10 cm e subito sotto vi era scritto i l numero del termine. Tale tipologia di termine era già stata adottata nei lavori del 1949- 50. Nelle zone dove non fosse stato possibile infiggere i paletti (p . es. terreno roccioso), lo stesso sarebbe stato sostituito da un quadrato rosso di 20 cm d i lato con una croce al centro e il rela tivo numero dipinto accanto. Ogni termine provvisorio sarebbe stato individuato da tre punti di riferimento segnati su oggetti inamovibili nelle immediate vicinanze. Questi punti furono segnati con un quadrato rosso di 10 cm di lato e contraddistinti con le lettere A, B, C. Nel verbale di posa del termine provvisorio, redatto in due copie, vi era scritto quale sarebbe stato il tipo di termine definitivo (prisma o piastra). Il verbale del termine provvisorio fu distrutto al momento della firma di quello definitivo.

I termini definitivi, messi in opera dal NT02, erano pitturati di bianco e di quattro tipi: principale, secondario, secondario speciale e secondario sussidiario. La loro quota ufficiale era presa al livello della faccia super iore 138 •

Il primo tipo fu posto all'inizio dei tratti principali corrispondenti in genere ai valichi di frontiera. Esso è un prisma che pesa ca. 120 kg con un'altezza di 75 cm e base superiore quadrata 28x28 cm Sulle due facce rivolte verso la linea di confine furono incisi i numeri distintivi. Verso i due Stati confinanti vi erano le scritte RI per 11talia e SFRJ per la Jugoslavia. Il prisma è ancorato al terreno con quattro tondin i ricurvi che sono immersi in una gettata di calcestruzzo separata da uno strato di ghiaia da quello di terra o sabbia che copre il testimone.

Fig. 7.1: Termini di confine usati nella demarcazione a seguito del TdO (Dai tipi compresi nella collana detta donazione LEONI, dal titolo "Delegazione italiana demarcazione confine di stato ita lo-jugoslavo. Relazione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977-1980" (cat. 2790a), c/o la biblioteca del Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018)).

Allegate al verbale della 3a riunione della CM sono riportate le istruzioni per il collocamento dei prismi al posto dei paletti prowisori:

COLLOCAMENTO DEI PRISMI a. Piantare nel terreno/ ai lati del termine temporaneo, quattro paletti disposti in croce, a una distanza tale da non subire spostamenti durante i lavori di sostituzione del termine temporaneo. I paletti dovranno essere più alti del termine e saranno collegatt a due a due, con funicelle che segneranno, con la loro intersezione, il centro preciso del termine. (Se il terreno è roccioso e non consente di infiggere i quattro palettt saranno dipinti sulla roccia segni ausiliari per il centramento del termine). b. Togliere il termine temporaneo e procedere allo scavo di una buca per il collocamento del prisma. La buca dovrà essere dai 30 ai 40 cm più ampia/ e dai 15 ai 20 cm più profonda della parte del termine che deve essere interrata. c. Collocare sul fondo della buca il "testimone inanimato'; controllando con il filo a piombo che !1ntersezione delle cordicelle coincida con la croce incisa sul centrino. d. Coprire il centrino con uno strato di terra dello spessore di cm 5; collocare sopra uno strato di pietrame e cemento nella proporzione di 1 a 3. Quindi collocare il termine definitivo controllando che sia perfettamente verticale e che il suo centro corrisponda al centro delle cordicelle incrociate. e. Colmare il restante spazio della buca intorno al termine con calcestruzzo nella proporzione di 1 a 3/ fino a circa cm 1O sotto il livello del terreno. Riempire questi ultimi 1O centimetri con terra battuta e pietrisco. In terreni solidi usare una miscela di calcestruzzo/ nelle proporzioni di 1 a 5 alla quale aggiungere anche pietrame più grosso. f. In terreni rocciost dove non sia possibile scavare la buca, praticare quattro fori profondi circa cm 20 nei quali cementare i tondini di ferro del termine, piegati nella parte inferiore. Anche in questo caso va collocato il testimone. Il termine può essere costruito anche sul posto. g. Incidere infine le tacche di direzione/ quando il termine sarà ben fissato.

I secondari si collocarono tra due principali. Le loro dimensioni erano 20x20x40 cm con un peso di ca. 39 kg. I numeri distintiv i erano incisi sulle facce rivolte ai due Stati.

Il terzo tipo ha la foggia dei principali e si pose in particolari punti. Il peso di questo termine era di ca. 850 kg. Si decise di costruirli in cemento armato con tondino di ferro invece che in pietra, come in passato, per questioni economiche 139 • La base superiore ha le d imensioni 50x35 cm, mentre quella inferiore rettangolare ha le dimensioni 56x41 cm con un leggero spiovente a 34 cm da terra. La parte basale è alta 30 cm per cui la parte superiore del termine è alta 90 cm. Rispetto ai semplici secondari, riportano anche l'indicazione degli Stati confinanti e l'anno

(millesimo). I numeri distintivi sono incisi nelle due facce rivolte verso la linea di co nfine .

L'ultimo tipo, con una lettera minuscola in aggiunta al numero, si pose in tratti che si dovevano demarcare in maniera dettagliata come accadde sulla cresta del Sabotino, lunga ca. 1000 m, dove ne furono aggiunti ben 64 per evidenziare il sentiero di ronda alle pattuglie di guardia per un totale di un centinaio.

Se non fosse stato possibile collocare un termine prismatico, si sarebbero collocate delle piastre di pietra dura o di marmo. Le loro dimensioni erano 40x30 cm.

Sulla testa dei termini si sarebbe inciso un piccolo foro del diametro di 5 mm e profondo 5 mm con ai due lati due linee lunghe 8 cm, profonde e larghe 5 mm che indicassero la direzione della linea di confine al precedente e al seguente termine.

L'incis ione delle linee direziona li doveva essere eseguita dopo la posa del termine. Il foro e le linee furono pitturate con vernice nera.

Fig

Dimensioni dei termini di confine (Dai tipi compresi nella collana detta donazione LEONI, dal titolo "Delegazione italiana demarcazione confine di stato ita lo-jugoslavo . Relazione sui lavori di demarcazione e ripristi no 1977-1980" (cat. 2790), c/o la biblioteca de l Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazione n . 1 in data 4 maggio 2018)).

Sui termini principali e speciali furono incise le sigle dei due Stati confinanti : RI per l'Italia e SFRJ per la Jugoslavia. In testa sarà inciso un piccolo foro del diametro di 5 mm e due segmenti lunghi 8 cm indicanti la direzione verso i termin i precedente e successivo . I numeri identificativi saranno incisi sulle facce rivolte agli Stati per i termini secondari, mentre sulle facce rivolte alla li nea di confine per quelli pri ncipali e specia li. Il termine sarà pitturato in bianco, mentre in nero saranno verniciate le sigle, numeri, direzioni e, eventua lmente, l'anno. La posa sarà ufficializzata con un verbale.

Per quanto riguarda i termini speciali, e il nostro è uno di questi, il loro costo fu delle allora 400000 Lire equivalenti agli odierni€ 1534.91 (2017) 140 •

A seguito del TdO, il confine orientale fu demarcato da 3515 termini di varia foggia 141 secondo il seguente schema 142 :

Tutta la documentazione dei singoli termini fu consegnata al Ministero degli Affari Esteri e allo Stato Maggiore dell'Esercito trasportandola a Roma con un camion 143 • Oggi tale documentazione è conservata nell'IGM Archivio sezione Confini, confine italo-sloveno.

Come è usuale, sotto ogni termine e in asse, si sotterrò un ' testimone inanimato' o centrino in materiale ceramico o fittile con incisa una croce 144 • Il testimone è fisicamente separato dal termine così da non essere mosso in caso di manomissione del termine stesso.

Un problema sorse relativamente a se e quale anno incidere sui termini. In genere, nella pratica si indica l'anno di demarcazione, detto anche millesimo 145 • Da parte jugoslava si insisté a non scrivere nulla anche se su quelli già demarcati e ripristinati nel

1972-1973 era stato inciso 1947, anno del TdP. Problema simile nel caso della riverniciatura dell'anno sui termini o ripristinati o riparati. Da parte Jugoslava non si voleva incidere l'an no 1975 su quelli del tratto da dosso Giulio al mare come proposto dall'Italia. Il non scrivere alcunché era inaccettabile da parte italiana per motivi sia politici che giuridici 146 • Comunque, per non bloccare i lavori, prima di iniziare le operazioni si decise concordemente di far eseguire, intanto, un incavo nel quale potesse successivamente esservi inserito o meno l'anno deciso. L'Italia propose di ridipingere il 1947 anche sui termini messi in posa nel 1949-50147 • Nella 2a riunione della CD 148 la Jugoslavia propose di incidere il millesimo 1947 sui termini da monte Forno (Pec) a monte Goli (Golic) e il millesimo 1954 su quelli dal monte Goli (Golic) al mare. Anche in questa occasione la parte italiana rigettò la proposta per la parte del 1954, accettando, però, il 1975 per i tratti centrale e sud 149 • Nella 3a r iun ione della CD fu deciso di incidere il 1947 solo sui termini principali e speciali del tratto monte Forno/ Pec (termine 1) a dosso Giulio/ Kadja Vas (termine 66). Nel verbale della 4a riunione della CD (Nova Gorica, 4-7 dicembre 1978) si conferma l'esecuzione di quanto deciso 150 •

Pe r concordare la stesura dei verbali di posa dei termini definitivi 151 si riunirono i tecnici dei NTO tra il 9 e il 13 gennaio 1978 a Nova Gorica 152 • La riunione servì anche per concordare il calcolo delle coordinate dei termini e dei punti d'appoggio, come anche le quote. Questa attività, all'epoca, era molto gravosa poiché i termini dovevano essere localizzati spazialmente in due diversi sistemi di riferimento, cosa che oggi è molto facil itata dall'utilizzo del sistema di riferimento collegato al datum globale WGS84 e sue materializzazioni.

La posizione dei termini e l'andamento del confine furono riportati in prima battuta su una carta alla scala 1:25000. Questa cartog ra fia sarebbe stata distrutta allorquando le mappe alla scala 1:5000 fossero state d isegnate. I numeri delle mappe nelle quali ricade Gorizia sono il 49 e il 50 e riportano a lato i dettagli in scala maggiore di alcuni tratti del confine.

La cartografia delle reg ioni transfrontaliere viene sovente a dipendere dal problema dell'eterogeneità dei sistemi cartografici di riferimento degli stati confinanti. La determinazione delle coordinate piane nel sistema Gauss-Kruger dei termini di confine (italiano ROMA1940 e jugos lavo D48) 153 , fu effettuato utilizzando la già esistente rete trigonometrica di con fine di I, II, III e I V ordine determinando ulteriori punti d i V e VI ordine. I trigonometrici possono anche coincidere con un termine e la loro numerazione sarà, rispettivamente, sax e 60x. L1talia usò l'ellissoide internaziona le tangente al geoide a monte Mario (Roma) e o rientato al monte Soratte. La Jugos lavia usò l'ellissoide di Be sse! tangente a Vienna-Hermannskogel (Austria) orientato a Hundsheimerberg. La proiezione cartografia fu per entrambi quella di Gauss con, rispettivamente, fusi di ampiezza 6° ( m=0 .0004) e 3° (m=0 .0001 ) . La rete trigonometrica di coll egamento tra i due Stati per il tratto nord fu determinata nel periodo 1948-50 partendo da punti del I ordine e raffittendola fino al VI ordine. Nel periodo 1955 -57 si determinò un'analoga rete per il tratto meridionale. Le misurazioni per il tratto centrale furono eseguite con reti ausiliarie che si appogg ia rono ai punti determinati nel 1948-50154 .

Solo verso la fine dei lavori di demarcazione gli jugoslavi accettarono di usa r e il metodo aerofotogrammetrico per il disegno della cartografia della fascia di confine. In occasione del passaggio all'indipendenza della Slovenia nel 1991, da parte italiana si duplicò tutta la documentazione visto che questa non era stata consegnata da Belgrado a Lubjana . Per le riprese aeree e per meglio identificare i termini, intorno a questi fu disegnato un cerchio bianco . Inoltre, nei due territori si dovettero determinare dei punti di appoggio.

Nel corso degli anni, dopo la demarcazione e come per ogni confine, è necessario svolgere dei lavori di manutenzione dei termini e dei tratti tra gli stessi. In questo caso la delicatezza dei rapporti tra i due Stati ha comportato una grande attenzione alla visibilità sia dei termini che della linea immagina ria che li collega, in questo caso segmento rettilineo congiungente il punto di confine adiacente. Per tale motivo negli anni si sono resi necessari accordi di manutenzione. Qui di seguito gli accordi finora entrati in vigore:

• Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio esecutivo federale dell'Assemblea della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia per la manutenzione del confine di Stato/ firmata a Nuova Gorizia il 29 ottobre 1980(16 artt.) 155

• Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Slovenia per la manutenzione del confine di Stato/ firmata a Roma il 7 marzo 2007(16 artt.) 156

Della seconda Convenzione si riporta il testo che permette di comprendere il delicato e impegnativo lavoro che comporta la gestione di un confine internazionale anche ben dopo la sua definitiva demarcazione:

Capitolo I - Confine di Stato

Articolo 1 - 1. Il confine di Stato fra la Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana/ si sviluppa secondo il tracciato stabilito dal Trattato di pace con !1talia firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 e dal Trattato fra la ex-Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia e la Repubblica Italiana firmato ad Osimo il 10 novembre 1975.

2. I dati relativi alla demarcazione del confine [ 157 ] sono contenuti nei seguenti documenti elaborati dalla Commissione Mista sloveno-italiana per la manutenzione del confine di Stato:

- catalogo delle coordinate e descrizione della linea del confine

- atlante delle carte e delle mappe del confine che sono allegati alla presente Convenzione.

3. La linea di confine nel Golfo di Trieste tra la Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana è descritta nel testo dell'allegato III e segnata sulla carta allegato IV al Trattato fra la exRepubblica Socialista Federativa di Jugoslavia e la Repubblica Italiana firmato ad Osimo il 10 novembre 1975.

Articolo 2 - 1. Il confine di Stato dal punto triconfinale slovenoitaliano-austriaco fino al Mare Adriatico (nel testo che segue: confine terrestre) è materializzato sul terreno mediante termini di confine principali, speciali e sussidiari. Essi sono di norma situati direttamente sulla linea di confine e, dove le condizioni del terreno lo hanno imposto, da un lato e/o dall'altro della linea di confine.

2. I dati relativi ai termini di confine (posizione, tipo, numerazione, ecc.) sono contenuti nei documenti di confine di cui al punto 2 dell'Articolo 1 della presente Convenzione.

Articolo 3 - 1. Il confine di Stato delimita il territorio dei due Stati in superficie e, verticalmente, nello spazio aereo e sotto la superficie.

2. Nei casi in cui la linea di confine coincida con corsi d'acqua, essa resta invariata anche qualora l'andamento del corso d'acqua venga modificato.

3. L'andamento della linea di confine si può far coincidere alle variazioni dei corsi d'acqua solo se le Parti contraenti concludono un Accordo ad hoc.

Capitolo II - Manutenzione del confine e ripartizione in settori

Articolo 4 - 1. Le Parti contraenti si impegnano a mantenere chiaramente individuabile il confine terrestre ed ad eseguire a questo scopo i seguenti lavori come disposto dalla presente Convenzione: a) verifica della posizione dei termini di confine, ripristino di quelli esistenti, posa di nuovi termini in sostituzione di quelli distrutti, demarcazione integrativa; b) misurazione di singoli termini o tratti di confine quando se ne rawisi la necessità; c) aggiornamento della documentazione di confine; d) adozione di ogni altro prowedimento ai fini della manutenzione della linea e dei termini di confine; e) adozione del sistema di riferimento geodetico europeo (ETRS89) per le coordinate dei termini di confine allo scopo di ottenere dati omogenei per le due Parti contraenti.

2. Il ripristino del termine triconfinale sloveno-italiano-austriaco sarà effettuato in accordo fra tutti e tre gli Stati interessati

Alticolo 5 - 1. Le Palti contraenti prowederanno, quando ritenuto indispensabile per l'individuabilità della linea del confine, a liberare una fascia avente la larghezza di 1,5 metri da ciascun lato della linea di confine, da alberi, cespugli od altra vegetazione. Il terreno intorno a ciascun termine dovrà essere in ogni caso tenuto sgombero per un raggio di un metro.

Allo scopo di rendere più evidente l'andamento della linea di confine, accanto ai termini non facilmente individuabili sul terreno, si dovranno collocare delle paline metalliche arancioni aventi un'altezza di 2,4 m.

2. Entro la fascia di confine di cui al punto 1 del presente Alticolo, non è consentito costruire alcunché, ad eccezione delle opere di interesse comune delle due Palti contraenti.

É vietata la collocazione di contrassegni dei limiti di proprietà e di altri contrassegni che ostacolino l'individuazione della linea di confine.

3. In casi palticolari le Pa,ti contraenti, di comune accordo, possono permettere anche altre costruzioni purché non ostacolino la visibilità della linea di confine e la stabilità dei termini.

4. Nella fascia di confine possono essere conservati alberi ornamentali od altre colture di palticolare pregio.

5. Ogni Pa,te contraente può, in ogni momento, effettuare i lavori di cui al punto 1 del presente Alticolo, previa informazione dell'altra pa,te con 1 O giorni di anticipo.

Alticolo 6 - 1. Al fine di garantire l'adempimento degli impegni derivanti dalla presente Convenzione, le Pa,ti contraenti effettueranno i lavori di manutenzione della linea e dei termini di confine in un arco di tempo non superiore a otto anni.

Il periodo di otto anni verrà calcolato a paltire dall'anno in cui verrà effettuato lo scambio degli strumenti di ratifica della presente Convenzione.

2. Indipendentemente dalla norma che precede, le Palti contraenti possono di comune accordo, in qualunque momento, quando se ne rawisi l'urgenza e/o l'oppo,tunità, eseguire lavori sul confine.

Articolo 7 - 1. Le persone fisiche o giuridiche che possiedono o gestiscono terreni, ponti, miniere, gallerie od altri manufatti situati sul confine di Stato o nelle sue adiacenze, sulla superficie o nel sottosuolo, sono tenute a consentire l'esecuzione dei lavori di manutenzione del confine previsti dalla presente Convenzione.

2. Gli indennizzi per i lavori di cui al punto 1 del presente Articolo vengono stabiliti secondo le norme della Parte contraente nel cui territorio sono situati terreni e manufatti. Sono escluse richieste di indennizzo nei riguardi dell'altra Parte contraente.

Articolo 8 - Il confine terrestre è suddiviso in otto settori sotto Indicati:

Settore I: dal termine triconfinale sloveno-italiano-austriaco fino al termine speciale 8/10 (escluso) situato al valico di frontiera del Passo del Predii,·

Settore II: dal termine speciale 8/1 O fino al termine principale 18 (escluso) situato al valico di frontiera di Uccea;

Settore III: dal termine principale 18 fino al termine principale JO (escluso) situato sulla cima del Mataiur;

Settore IV: dal termine principale JO fino al termine principale 44 (escluso) situato al valico di frontiera di Mernico;

Settore V : dal termine principale 44 fino al termine principale 54 (escluso) situato sul Monte Sabotino;

Settore VI: dal termine principale 54 fino al termine principale 66 (escluso) situato presso Medeazza;

Settore VII: dal termine principale 66 fino al termine principale 78 (escluso) situato sul Monte dei Pini,·

Settore VIII: dal termine principale 78 fino al termine principale 92 situato alla Baia di S. Bartolomeo.

Articolo 9 - Gli impegni derivanti dalla presente Convenzione nei riguardi della manutenzione del confine e le spese relative a detti impegni vengono ripartiti come segue:

- la Parte slovena è responsabile per i settori I, III, V e VII,·

- la Parte italiana è responsabile per i settori II, I~ VI e VIII.

Qualunque sia il settore ciascuna Parte è responsabile per i termini di confine, situati nel proprio territorio, che indicano indirettamente la linea di confine.

Articolo 1O - 1. Al fine di garantire l'adempimento degli impegni derivanti dalla presente Convenzione/ le Parti contraenti istituiscono una Commissione Mista sloveno-italiana per la manutenzione del confine di Stato (nel testo che segue: Commissione Mista).

2. Ciascuna Parte contraente nomina un Presidente/ un Vice Presidente e due membri della propria Delegazione. Ciascuna . Parte designa inoltre il personale tecnico ed ausiliario ritenuto necessario.

3. Oltre ai compiti di cui all'Artico/o 4 della presente Convenzione/ la Commissione Mista prowederà a: a) redigere un programma dei lavori da eseguire/ stabilire il numero di esperti tecnici e personale di manovalanza/ consegnando loro istruzioni scritte di lavoro; redigere il verbale finale dei lavori eseguiti sul confine; b) materializzare/ quando necessario/ la linea di confine là dove la stessa interseca ponti, strade/ linee ferroviarie/ gallerie/ canali, condotte sopraelevate ed altri manufatti.

4. La Commissione Mista può adottare anche altri sistemi, ritenuti più idonei per la demarcazione del confine/ in relazione a particolari esigenze.

5. I lavori sul confine di cui alla presente Convenzione vengono eseguiti con il consenso e/ di norma/ alla presenza dei rappresentanti delle due Parti contraenti.

6. Ciascuna Parte contraente sostiene le spese della propria Delegazione nella Commissione Mista e quelle del proprio personale impegnato nell'esecuzione dei lavori sul confine.

7. La Commissione Mista prowede affinché la linea di confine descritta nei documenti di confine/ di cui a/l'Artico/o 1 della presente Convenzione/ rimanga fissa ed immutata alla fine di ogni lavoro di manutenzione.

Articolo 11 - Per l'esecuzione dei compiti derivanti dalla presente Convenzione la Commissione Mista costituisce un gruppo misto di esperti, mentre per l'effettiva esecuzione dei lavori sul terreno costituisce dei nuclei tecnico-operativi misti.

Il lavoro del gruppo misto di esperti e dei nuclei tecnicooperativi misti si svolge in base alle istruzioni scritte emanate dalla Commissione Mista.

Articolo 12 - Nello svolgimento delle proprie mansioni gli esperti delle due Delegazioni possono utilizzare i punti geodetici esistenti sulla linea di confine o che sono inclusi nella rete di triangolazione del confine, situati nel territorio delle due Parti contraenti.

Articolo 13 - 1. La Commissione Mista prowederà a stabilire le regole e le modalità di funzionamento della propria attività.

2. L'attività della Commissione Mista si svolge mediante sessionl incontri o quant:altro ritenuto utile per il suo espletamento.

3. Le decisioni della Commissione Mista vengono prese a/l'unanimità.

Le questioni che la Commissione Mista non possa eventualmente risolvere verranno sottoposte all'attenzione dei rispettivi Govemi.

4. La Commissione Mista conduce le trattative e redige i documenti in lingua slovena ed in lingua italiana.

5. La Commissione Mista redige un verbale di ogni sua sessione od incontro.

6. Ciascuna Delegazione della Commissione Mista dispone dei timbri previsti dai rispettivi ordinamenti.

Capitolo IV - Attraversamento del confine

Articolo 14 - 1. Per lo svolgimento delle attività derivanti dalla presente Convenzione, i membri della Commissione Mista, gli esperti ed il personale ausiliario della Commissione Mista, muniti di un regolare documento di identità, possono attraversare la linea di confine in qualunque tratto dal termine triconfinale slovenoitaliano-austriaco al Mare Adriatico.

2. In occasione dell'organizzazione ed esecuzione dei lavori sul confine, la Commissione Mista stabilisce norme per 11 movimento del personale dei nuclei tecnico-operativi misti lungo la linea di confine e nel territorio dell'altra Parte contraente, nel rispetto della normativa Comunitaria in tema di libera circolazione dei lavoratori e di libera prestazione dei servizi.

Articolo 15 - 1. Ai membri della Commissione Mista, agli esperti, al personale ausiliario ed al personale dei nuclei tecnico-operativi misti, durante la permanenza nel territorio dell'altra Parte contraente, per l'assolvimento dei compiti derivanti dalla presente Convenzione, è garantita !1mmunità personale e /'invio/abilità dei documenti ufficiali, del carteggio e dei timbri che portano seco.

2. Le persone di cui al punto 1 del presente Articolo, nell'esecuzione dei lavori sul confine, durante la permanenza nel territorio dell'altra Parte contraente, possono - se del casoindossare l'uniforme ma debbono essere disarmate.

Capitolo V - Disposizioni finali

Articolo 16 -[ ... ] 4. Con l'entrata in vigore della presente Convenzione, la precedente Convenzione tra il Consiglio Esecutivo Federale dell'Assemblea della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia ed il Governo della Repubblica Italiana per la manutenzione del confine di Stato, firmata a Nova Gorica il 29 ottobre 1980, ove la Repubblica di Slovenia è subentrata come Parte contraente, cessa di avere validità.

Per la regolamentazione del passaggio delle persone e dei trasporti terrestri e marittimi ai valichi, fu firmato l'Accordo di Udine il 15 maggio 1982 tra Italia e Jugoslavia 158 • Questo accordo sostitu ì, ampliandolo, quello del 31 ottobre 1962 firmato sempre a Udine 159 che, a sua volta, aveva ampliato l'accordo firmato a Roma il 31 marzo 1955 che, a sua volta ancora, aveva come precedente un accordo firmato a Roma i l 3 febbraio 1949160 Con l'accordo del 1962 fu istituita una Commissione Mista Permanente per cui nacque il lasciapassare, documento destinato ai residenti delle zone interessate che permettesse la libera circolazione nei due Stati. I valichi furono classificati in tre categorie: internazionale (I), locale (II) e agricolo.

La rete di Gorizia, chiamata anche 'muro di Gorizia' per un infelice parallelo con quello di Berl ino 161 , è diventata il simbolo di tutto il confine orientale.

Da dopo l'entrata in vigore del TdP, la linea di confine prospiciente la stazione a nord di s. Gabriele fu demarcata con alcuni paletti e del filo spinato. Da varie foto si vede che all'inizio la recinzione era praticamente formata da due fili spinati paralleli, poi si aggiunse il filo spinato arrotolato (concertina). A seguire co mparve una rete con basamento e pali in cemento della foggia usata in ambito ferroviario. Infine, la rete odierna fu costruita dopo il termine della demarcazione de l TdO (anni Ottanta secolo passato).

Nell 'ottobre 1953 il Sindaco di Gorizia comunicò al Prefetto che un ufficiale superiore appartenente alla Commissione per la delimitazione dei confini si era presentato per informare le autorità italiane che quelle jugoslave volevano iniziare la sostituzione de/fattuale reticolato posto per delimitare il confine provvisorio nella zona fra la Stazione Montesanto e la Via S. Gabriele con un muro pieno di una certa altezza [2 m N.d .A.] 162 •

Owia men te, pochi giorni dopo il Ministero degli Affari Esteri rispose d i non concordare con l'idea del muro.

Nel marzo 1954 la Pres idenza del Consiglio dei Ministri Ufficio Zone di Confine comunica al Prefetto di Gorizia quanto dichiarato dalla Commissione Diplomatica italo-jugoslava 163 :

[ . . ] Sorprende che il Sindaco di Gorizia abbia sollevato le obiezioni riportate nel te/espresso al riferimento [n. 2435 del 1 ottobre 1953 N.d .A.], circa la costruzione di una cancellata prowisoria in sostituzione dell'attua/e reticolato che segna il confine prowisorio nel tratto prospiciente la stazione GoriziaMonte Santo.

Il Colonnello Tortore/li, esperto topografo della Delegazione italiana, che ebbe sull'argomento un colloquio col Sindaco, mi assicura di aver precisato che non di un muro pieno si tratta/ bensì di una cancellata prowisoria/ il cui scopo è semplicemente quello di rimediare alla meglio allo spettacolo indecoroso che offre l'attuale recinzione, anche se esso/ come taluni goriziani mi hanno detto, senza ironia/ ha il vantaggio di attirare i turisti ...

Codesto Ministero è al corrente dei motivi che hanno indotto/ col parere favorevole dello Stato Maggiore dell'Esercito/ ad accedere alla richiesta jugoslava della costruzione della cancellata prowisoria e delle condizioni alle quali il nostro consenso è stato subordinato/ ossia:

- arretramento della linea di demarcazione (a nostro favoreJ in modo da consentire la costruzione di un anello stradale e del ponte sul torrente Corno/

- costruzione della cancellata secondo il progetto elaborato dal/1ng. Visintin Capo dell'ufficio tecnico del Comune di Gorizia ( e non di un ''muro';/

- sistemazione delle fognature e del torrente Corno.

Non si può negare che tali condizioni rappresentino qualche vantaggio per il Comune di Gorizia.

Mi pare però difficile che la Parte Jugoslava le accetti, [ . ..]

La differenza confinaria, che si riferisce al settore di Gorizia/ è stata da tempo risolta e, credo/ anche in modo che può ritenersi abbastanza a noi favorevole/ poiché in gran parte di quel tratto di frontiera gli jugoslavi dovranno arretrare dall'attua/e linea di occupazione Purtroppo la soluzione raggiunta per Gorizia non potrà essere resa esecutiva prima che tutte le altre divergenze non siano state composte, tra cui l'ultima, e la più ostica, quella del Sabotino. [ ... ]

Il 28 aprile 1954, data di una delle riunioni della Commissione, la Jugoslavia informava l'Italia della volontà di costruire un recinto che in definitiva impedisse, per motivi economic i, l'esodo clandestina1 64 Nel telespresso si riporta :

[ ... ] Il Ministro Knez ha affermato allora che le Autorità jugoslave avrebbero dato inizio ai lavori a proprie spese. A tale dichiarazione ho risposto che se loro avessero costruito un'opera non sulla linea definitiva, ma su quella prowisoria/ ero costretto ad avanzare tutte le mie riserve. [ ]

Allo stesso te lespresso sono allegate le due lettere di Knez e di O. Formentini, ministro plenipotenzia r io e presidente della Delegazione ital iana nella Com mi ssione per la risoluzione delle divergenze nella delimitazione fra l'Itali a e la Jugoslavia, che si possono cons iderare l'inizio docu menta le della storia dell a recinzione . I due testi sono:

Preg. Signor Ministro

Alla seduta del giorno 28 aprile 1954/ nella quale abbiamo trattato/ nel terzo punto dell'ordine del giorno accettato in comune/ la costruzione della cancellata sul confine prowisorio davanti alla stazione ferroviaria di Nova Gorica/ è sorta/ a causa dell'inatteso cambiamento dell'atteggiamento della Delegazione Italiana, una divergenza in merito a tutti i punti accettati a suo tempo dall'allora capo della Delegazione italiana Sig. Ministro Giardint con lettera del giorno 12/9/1953 inviata al Sig. Kutin, in quell'epoca a capo della nostra Delegazione.

In questa lettera il Sig. Min. Giardini accetta quanto segue:

1) che la citata cancellata dovrà essere costruita in modo da poterla successivamente trasferire ed utilizzare, dopo raggiunto l'accordo, sul confine definitivo;

2) che il tratto sul quale sarà costruita la cancellata sarà stabilito sul posto;

3) che la Delegazione Jugoslava presenterà, tramite il proprio esperto topografo Sig. Ten. Col. Petkovi0 un progetto con annesso preventivo delle spese;

4) [ ... ]

5) che le spese saranno ripartite in parti uguali fra i due Governt·

6) che sulla cancellata dovrà essere applicata, in modo visibile, la tabella recante la scritta "confine provvisorio'; come ora indicato;

7) [ ... ] L'esecuzione del predetto accordo in merito a questo problema non è ancora avvenuto per il motivo che la Delegazione Italiana aveva presentato nel frattempo il suo controprogetto pur essendo stato concordato, come risulta dal citato testo della lettera del Sig. Min. Giardint che i lavori dovevano svolgersi sulla base della proposta della nostra Delegazione/ consegnata al suo topografo Sig. Col. Tortore/li il giorno 23/9/1953.

La Delegazione jugoslava ha ugualmente studiato il suddetto controprogetto della Delegazione italiana/ esponendo nuovamente/ alla seduta di ieri, le sue osservazioni a causa delle quali non può accettare la sua proposta. Nella alquanto lunga discussione fatta su questo argomento alla seduta di ieri sono sorte divergenze a causa del/atteggiamento della Delegazione italiana, opposto/ nella sua sostanza/ a quello assunto e già formalmente accettato dal Sig. ministro Giardini su questo problema.

Dopo la lunga discussione in merito ai progetti italiano e jugoslavo della cancellata ed allo scopo di poter giungere quanto prima alla sua realizzazione, la Parte Jugoslava ha alla nne dichiarato, in occasione della costruzione, eventuali determinate correzioni e completamenti di minore importanza. Abbiamo così dimostrato di essere disposti a venire incontro alla Delegazione italiana e rendere finalmente possibile la soluzione di questo problema.

Poiché di questo problema non è stato redatto un verbale ufficiale, bensì le trattative si sono svolte per corrispondenza di ufficio fra i Capi delle due Delegazioni, mi permetto Signor Ministro di pregarla di volermi rendere noto, per la identica via/ il suo punto di vista su questo argomento e cioè:

- se la Delegazione italiana/ da parte sua, riconosce il punto di vista del Sig. Ministro Giardini, esposto nella lettera indirizzata al Sig. Kutin il giorno 12/9/1953, come pienamente valido e impegnativo per le successive risoluzioni di questo problema;

- se la Delegazione italiana è pronta a dare, sulla base del proprio progetto, predisposto dal/Vfficio Tecnico del Comune di Gorizia con data del 31 ottobre 1953 per la costruzione della cancellata davanti alla stazione ed accettato da parte nostra alla seduta del giorno 28 apnle 1954, immediato inizio/ in accordo con i nostri organi tecnici, ai lavori per la materializzazione del problema di cui trattasi [ ... ]

F. to Knez Rihard

Ljub/jana/ il giorno 29 aprile 1954

Udine/ 2 maggio 1954

Pregiatissimo Signor Ministro, ho ricevuto la Sua lettera del 29 aprile 1954 e mi affretto a risponderle.

Durante la discussione che si è svolta in seno alla Commissione diplomatica il 28 aprile u.s., Lei, esprimendo il desiderio di veder risolti i problemi inerenti alla cancellata di Gorizia, ha avuto occasione di dire che tali problemi, in un certo senso, non rientrano nella nostra competenza, ma che praticamente vi si sono gradatamente infiltrati.

In effetti anch'io non vedo come possano rientrarvi, se non in quanto riguardano manufatti costruiti in territorio ancora in discussione.

Sono stato costretto da parte mia a confermarle, come, dopo la lettera in data 12 settembre 1953 inviata dal Ministro Giardini al signor Kutin e dopo anche la compilazione del controprogetto italiano e relativa relazione, portata a conoscenza del sig. ten. Colonnello Petkovic, dal sig. colonnello Tortore/li, erano state sollevate da parte delle Autorità Centrali italiane, alcune importanti osservazioni, rientranti in gran parte nella loro legittima competenza, delle quali non avrei potuto non tenere il debito conto.

Ho anche aggiunto che, partendo da considerazioni di carattere tecnico, riflettenti la solidità e restetica del manufatto, Esse erano giunte a mettere in dubbio anche la opportunità e l'urgenza delle opere stesse, tenendo conto, fra l'altro, del fatto che dopo sei anni di discussioni non si era potuto trovare altra soluzione all'infuori di una recinzione in muratura nella zona prowisoria

Non escludo peraltro che le Autorità italiane siano giunte a tale conclusione anche perché la parte tecnica non è stata completamente trattata.

Esaminati infatti gli incartamenti, mi sono accorto che la discussione non ha trattato tutti gli argomenti necessari.

Nel progetto italiano sono, per esempio, comprese le questioni relative:

- al ripristino della circolazione autoveicolare in territorio italiano fra il piazzale Montesanto e via S. Gabriele;

- alla sistemazione delle fognature lungo il tratto in oggetto.

In relazione a tali problemi mi sembra evidente che occorrerà prendere le necessarie decisioni e prowedere inoltre all'esame dei progettt in quanto interessino la linea di confine prowisoria. [ ... ]

F. to Omero Formentini

Nel luglio 1954 le speranze jugoslave erano in una collaborazione alla costruz ione della recinzione che, però, non vi fu anche se la proposta era venuta dalla parte italiana, seppur con alcune varianti 165 •

Vista la situazione di non collaborazione e l'impellente necessità jugoslava d i chiudere in maniera più sicura e riconoscibile il tratto di confine, nel settembre 1955 il Ministero dell'Interno DGPS Div. per la Polizia di frontiera e dei Trasporti comunicava al Ministero degli Affari Esteri DGAP Uff. 2° che la Jugoslavia, e precisamente le ferrovie jugoslave, stava costruendo una recinzione con un muretto di cemento alto 40 cm con pali di cemento infissi per sorreggere una rete metallica. Il nuovo manufatto aveva un'altezza totale di ca. 2 m 166 • Tutto ciò era stato preceduto dalla comunicazione dell'll g iugno 1955 di Knez a Formentini 167 che

[ ] la Direzione delle Ferrovie Jugoslave/ ha preso le necessarie misure per sistemare e rendere idoneo lo spazio davanti alla stazione nord di Gorizia. In seguito a questo/ la predetta Direzione/ oltre al resto/ ha fatto costruire la cancellata lungo il confine prowisorio.

[ ... ] Per questo ho l'onore di proporle/ che la nostra Commissione/ ove Ella fosse d'accordo/ renda noto/ prima del collocamento della cancellata/ a/l'opinione pubblica di una e dell'altra Parte/ per mezzo di una dichiarazione comune/ che la costruzione della cancellata non pregiudica/ in alcun caso/ la delimitazione definitiva in questo settore/ poiché le trattative in merito sono ancora in corso.[ ... ]

Alla comunicazione di Knez, il 29 giugno 1955 rispose il ministro Formentini ribadendo in grandi linee quello già precedentemente detto in altri incontri, ossia

[ ... ] che tale questione era ormai da tempo fuori della mia competenza, ebbi occasione di ricordarle che una delle ragioni, avanzate dalle Superiori Autorità Italiane, era costituita dalla inopportunità, viste le reazioni che si erano verificate, di dare al pubblico una evidente manifestazione che, dopo tanti anni di discussioni, non si era potuto trovare altra soluzione al/7nfuori di una recinzione in muratura sulla linea prowisoria. [ .. . ]

I n un fasc icolo 168 datato novembre 1958, si trova una foto della zona davanti alla stazione Montesanto ripresa da sud (fig . 8 .1 ) . La zona si presenta con alberi spogli (periodo invernale) e terreno in te r ra battuta. In primo piano, per correre verso sinistra e in fondo, i pali infissi nel terreno con il filo spinato indicante la linea provvisoria tracciata dagli Alleati. Nella foto non si nota la presenza della Stella Rossa in cima all'edificio asburgico e non vi è la recinzione in pali di cemento del 1955. Inoltre, visto il discreto stato del filo spinato si può concludere che la foto possa essere stata scattata nei primi anni dopo il 1947.

Fig. 8.1: Piazzale davanti alla stazione Montesanto con la demarcazione della li nea d'imperio alleata con filo spinato (ASSME, 1-5 1958-61, b. 10, fs. Documentazione fotografica. Divergenze confine orientale, sfs. 5 Piazzale della stazione ferroviaria Gorizia M. Santo; comunicazione per autorizzazione a l l'ASSME del 9 gennaio 2018 a statesercito@esercito.difesa.it).

Nel telespresso dell'8 luglio 1959 169 , il Ministro dell1nterno comunica al Ministero deg li Affari Esteri che il Sindaco di Gorizia ha richiesto 170 la rimozione del reticolato deteriorato. In un telespresso del 12 ottobre 1959 il Ministero degli Affari Esteri comunica che a fronte di un sopralluogo del Presidente della Delegaz ione italiana nella Commissione Diplomatica per la delimitaz ione del confine italo-jugoslavo il ret icolato, per la lunghezza di ca. 200 m, davanti alla stazione Montesanto risulta asportato in vari punti 17 1 • Nella comunicazione sullo stesso argomento dal Ministero delle Finanze del 16 settembre 1959 172 si aggiungeva che

[

..

.] Immediatamente a ridosso dei resti del reticolato, a circa 20 centimetri, è stata posta in essere, dalle Autorità Jugoslave, una recintazione a carattere permanente (zoccolo e colonnine in cemento con rete a maglia metallica dell'altezza di circa 2 metri).

Pertanto i resti del reticolato in argomento non hanno alcuna funzione, né di delimitazione del confine provvisorio di Stato (già contrassegnato sia dai paletti, sia dalla recinzione permanente costruita dalla Jugoslavia), né di vigilanza doganale; al contrario detti resti sono di impedimento e pericolo alla circolazione e costituiscono uno spettacolo invero poco decoroso. [ ]

Alla lettera del Ministero delle Finanze è allegata una lettera del Dir igente di Settore della Polizia di Frontiera Settore di Gorizia del 17 giugno 1959 che a sua volta aveva allegata una lettera del giorno precedente del Comitato Popolare Distrettuale - Gorica Sezione Affari Interni che lamentava la rimozione del filo spinato e dei paletti che segnano il confine.

[ .. .

] Come è noto, le stesse Autorità jugoslave costruirono in quel punto, nel settembre 1955, una rete metallica, sorretta da un muricciolo in cemento alto cm. 40, alla distanza di circa cm . 20 dal confine.

In effetti il filo spinato in questione più che rimosso è stato distrutto dal lungo uso in qualche tratto e dove tuttora esiste è del tutto inservibile. [ ... J

Nel 1964 il comune di Gorizia sistemò la fascia di verde da via Foscolo a nord fino all'imboccatura di via Percoto a sud (fig. 8.2).

In corrispondenza di via Caprin e a ridosso di quello che sarà il punto di confine 57/15, si costruì una zona di parcheggio per le auto . Anche in questa cartografia si nota la presenza del 'triangolo del colonnello' anche se con un angolo al vertice più ampio di altra documentazione e, forse, troppo spostato verso nord . La stessa disposizione del verde e dei viotto li si r itrova nello schizzo di dettaglio (ca. 1:800) riportato nei fogli 49 e 50 della MAPPA DI CONFINE TRA LA R. ITALIANA E LA RSF JUGOSLAVA (1:5000) d iseg nata dall1GM nel 1980 a seguito del TdO.

Fig. 8 .2: Sistemazione delle aree verdi a ridosso della recinzione di confine davanti alla stazione Montesanto ( dal sito del comune di Gorizia, 1964 (non più in linea nel 2018)).

Nei lavori del 1978 la recinzione eretta dagli jugoslavi ne l piazzale e lungo via Percoto (a sud) e verso Salcano (a nord) era venuta a trovarsi in territorio italiano173 :

[ ...J Particolarmente insoddisfacente/ per molto tempo/ la situazione nell'abitato di GORIZIA dove la nuova linea di confine è rimasta a lungo irraggiungibile/ data la presenza della vecchia recinzione sul vecchio tracciato confinario.

La Commissione Mista/ com'è noto/ aveva effettuato con assoluta priorità la demarcazione definitiva a GORIZIA per espresso desiderio della Parte italiana/ proprio per sanare la situazione precaria esistente nella città. Già nel giugno 1977 erano stati messi in opera i termini temporanei in tutto il settore; nel successivo mese di luglio la Delegazione italiana aveva collocato i termini in cemento definitivt· nel settembre 1978 tutto il settore di GORIZIA era stato formalmente consegnato agli organi di frontiera delle due Parti. Ebbene un anno dopo/ settembre 1979, la nuova linea di confine era ancora irraggiungibile esistendo ancora la vecchia recinzione; ciò ha dato motivo alla Parte Jugoslava di sottolineare !1nutilità delle iniziali richieste italiane di dare precedenza a questo settore; infatti esso sarà l'ultimo ad avere una definitiva sistemazione.

Sembra che ora il progetto comune italo-jugoslavo redatto dalle due amministrazioni comunali per l'erezione di una nuova recinzione sia pronto (il finanziamento è già stato da tempo assicurato). Tra breve il precedente recinto dovrebbe essere abbattuto. Il nuovo recinto sarà tuttavia più esteso del precedente/ raggiungendo a nord il valico di SALCANO 1° e a sud un punto ad una ventina di metri dall'erigendo valico di frontiera di VIA S. GABRIELE/ ERIAVCEVA ULICA/ previsto dagli accordi di OSIMO. Da parte sua la Jugoslavia prolungherà ulteriormente la recinzione/ ma a proprie spese e sul proprio territorio/ anche più a nord del valico di SALCANO 1° e fino alle officine GOSTOL/ sul tratto di confine che costeggia la rotabile GORIZIA-SALCANO [ ... ]

Tale situazione si protrasse anche dopo 1'8 settembre 1978, data di entrata in vigore del confine a Gorizia 174 •

Da l verbale della 2a riunione della CM (7-8 giugno 1977, Nova Gorica / Ruttars) si sa che si svolse un sopralluogo tra i termini 56/13 e 57 /1 per poi proseguire lungo il recinto della stazione Montesanto. In quell'occasione fu deciso di posizionare un termine secondario speciale proprio davanti alla stazione: quello che diventerà il 57/15 . La spesa sarà divisa tra le due Parti. Nella Relazione allegata al verbale della sa riunione della CM ( 11-13 gennaio 1978, Udine / Nova Gorica) si riportò l'effettuazione della posa del 57/15 175 •

Qui di seguito è riportato il verbale di demarcazione definitiva del termine 57/15 eseguito il 25 ottobr e 1977 176 (fonte:dalla documentazione geodetica dell'Istituto Geografico Militare (Autorizzazione n. 6973 in data 19.02.2018)):

COM MISSIONE MISTA ITAI.O,JUGOSL.AVA l'ER LA DEMARCAZIONE E IL l!IPJUSTINO DEL CONFIN E DI STATO

MUAHA JUGOSLOVANSK<HTAWAHSKA KOMISUA

ZO OBB.EUVANJE IN 0$NAYUAHJf ORUVNE MEJE

Nucleo tk'n~YO m t110 n' ___ J _ olwpm.o ... __ 2 _

Verbale

(con schizzo) di posa del termine ..cond.Arlo special. e èelìnitivo n.' 51L!.L__ della linea di confine tra la Repubblica d'Italia e la R.S.F di Ju gosla via

ZA PISNI K

I• ll<Jco) o posta vitvi dokoncnega ..!!!..Ìl1darnep meìnega zna ka ;t. 57/ 1_2. p ose bnega ne mejnl erti med SFR Jugoslavi jo in Republiko ltaliìo

1 Oggi 25 ott ~~·---lillpre.sentl

• 'PeT 1a Delegati~ ttali.1 r.a: T•n. cari o Colella per la Oelegntìona Jugo.slaw: ~1. ~." Kallld~ero rl 6 è sta to collocmo " termine d•finitiYO: aecond&riO..,.,m,.Qial.e__ n." ..ilLJi.

2. OescMzione e ubica:done del termlne : Pri ama in cemen~osto 1 n_p_;z:oa_!11

1'l1ta '·- di W\ .:p•u::~~to 1n cemen_!~ de lla reeinzione terrorlarta ecl. l'.aase d1 _ rta Capr ie • di. t'Tonta

3.

1 Danea 25 ol<!g.m._ _ 197.1. v na:vtOOraostl

• z:a ltalijans'ko Oelegacljo: por . carlo Colell&

• Jugo,lovan, ko Defegocljo: popol l<. Vido aav Kalud ;l!~.!1,=6:....__

Je postavljon dokonenl mo]ni ?J\l1k: ~ lcuudarni__p o.aebu3. ot 5JL!.L

2 Opis i s, 1>0loiaj mejnega znaka~ lle-tonald. eteber bl1su. betonau.. .Pls li5• ...zelun1ii.ke ~;I.!., na a redi~ Ti..!..Jl!Prin na9roti ielun11ke ate.lJ_e HoTB .)lorioa __ ___._

3. Povi-etek poteka motn.e ~rte med tem inpre)An1lm li termine colloèoto' e.:.iueHo p re<:e<leot&: e-:" """' nlaR&n: - • ~5'1~il. E!_•dA -<all.a-ff41=1-<>~ _

Linea retia

4. Tìpo e genere ,del testtmooe lotcrrato: piaatrella 1n terracotta con ero ce 1 nc1ea. --------·------- s. Il matcrlolo od lt personale di manovnlaoza sono stati fomiti dalla D<,leoo:zlone 1 tal~~-·-

Ravna erta

.4. Tip in vrsta podze.mne-Qa centra: ke r amic5na P12ìilc! ica. .; !%'9z&nis l<r1zoam. -

5. Materiai \n delavee Je d~l• _.1 ta).AJ!!.!!.!!J?-.___ Oo~gaclJa.

1• • Coordinate piane l Ravne koo,dl nato l x

'

2' • Olot-dll1a • a, imut fro li termino <:0llo<:ato e quello precedente (n .•,5_'?,lU.) Razdoft• In ozlmut med rem In pret§,)Jlm mojnlm rnal<om (§t .5.U.!JJ

· szlmut azimut

· quota

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FIR MATO

Il CAPO NUCLOO TECNICO · OP ITAUANO VODJA ITAI.IJANSKE TEHN!CNE SKUl'INE

Ten. Car l o Colel la t!lu~~

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POTPISANO

VOOJA JUGOSlOVANSK.E TEHN!CNE Sl<UPINE Il CAPO NUCI.EO Tl:CNICO JUGOSLAVO

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93

Nello schizzo del verbale definitivo di posa del te rm ine di confine 57/15 177 si nota a nord ancora la presenza del cosiddetto 'triangolo del colonnello ' demarcato con due termini secondari solo alla base. Comunque, si osserva che il profilo dell'edificio della stazione non trova corrispondenza con la realtà non essendo simmetrico rispetto a via Caprin.

(Dai tipi compresi nella collana detta dona zione LEONI, dal titolo "Delegazione italiana demarcazione confine di stato italo-jugoslavo. Relazione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977-1980" (cat. 2790a), c/o la biblioteca del Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018)).

Dalle figg. 8.4a e 8.4b del termine 57/15 appena posato, si osserva che lo stesso è stato demarcato demolendo la base della recinzione. Ciò vuol dire che il termine è stato posto ca. 20 cm più a est del tracciato della Linea Bianca .

Figg. 8.4a e 8.4b: Il termine 57/15 dopo la posa ne l 1977 (Dai t ipi compresi nella colla na detta donazione LEONI, dal titolo "De legazione italiana demarcazione confine di stato italo-jugoslavo . Relazione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977-1980" (cat. 2790a), c/o la biblioteca del Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018))

Fig . 8.5: Tratto a nord del termine 57/15 posato nel 1977 con, sullo sfondo, ancora evidente il 'triangolo del colonnello' (Dai tipi compresi nella collana detta donazione LEONI, dal titolo "Del egazione italiana demarcazione confine di stato italo-jugoslavo. Relazione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977-1980" (cat. 2790a), c/o la biblioteca del Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazio ne n. 1 in data 4 maggio 2018)).

La Prefettura di Gorizia, nel novembre 1978, mise in evidenza lo stato di quasi abbandono della recinzione tra i valichi di Salcano e di s. Gabriele. Per tale motivo ne aveva richiesto il ripristino ai due comuni. Mentre la parte jugoslava non sembrava interessata, la parte italiana, pur essendo d'accordo, richiedeva fondi statali per owia competenza sul confine. Il Prefetto, allora, attraverso il Min istero dei Lavori Pubblici trovò sia la disponibilità operativa che quella economica visto che vi erano fondi per gli obblighi derivanti dal Td0 178 • Comunque, il Prefetto poneva in risalto che una costruzione unilaterale del manufatto, anche col consenso jugoslavo, avrebbe comportato problematiche relative alla sua manutenzione visto che si trovava proprio sulla linea di confine.

Nella 4a riunione della CD (4-7 dicembre 1978, Nova Gorica) furono formulate, a segu ito di un sopralluogo, delle proposte riguardo le caratteristiche, l'estensione e il finanziamento di una nuova recinzione: e. La Commissione Diplomatica ha deciso di proporre alle competenti Autorità dei due Paesi un tipo di recinzione nel tratto da SALCANO I I SOLKAN al valico di via S. GABRIELE / ERJA VCEVA cesta che conci/ii nel migliore modo possibile le esigenze di sicurezza e di estetica in quella zona delle due città. L'esecuzione di tale opera sarà affidata alle Amministrazioni comunali di GORIZIA e NUOVA GORIZIA. La Commissione Diplomatica suggerisce che:

- la spesa sia a carico dei due Governi in misura uguale;

- la recinzione esistente/ situata sulla linea di confine/ sia restaurata là dove non è indispensabile sostituirla.

Nell'lla riunione della CM (20-23 marzo 1979, Udine / Nova Gorica) si decise che la nuova recinzione fosse eretta a cura degli organi civili local i esattamente sulla linea d i confine e in maniera tale che non ostacolasse la manutenzione dei termini 179 • Rispetto alla vecchia recinzione che correva dal torrente Corno a poco più a nord di via U. Foscolo, la nuova inizia da l valico di frontiera Salcano I in corrispondenza del termine principale 57 per terminare subito a nord del valico d i frontiera di s. Gabriele . Da parte jugoslava si prolungò la recinzione più a nord, in territorio jugoslavo e a spese sempre jugoslave, fino agl i edifici delle offici ne Gastol. Ancora oggi la vecchia rec inzione è visibile e permette di avere una testimonianza di quella che era posta davanti alla stazione Montesanto come alcune immagine e cartoline riportano 180

La seguente tabella riporta la denominazione del termine di confine (tutti secondari, tranne dove specificato) che si trova lungo il tratto della linea di confine tra i valichi Salcano I e di s. Gabriele, la loro inter distanza e alcune note 181 :

Termine Distan za di dal Note confine successivo

Tratto

57/17 13.32 m

Recinzione fra v. Percoto e v. Kolodvorska

57/18 69.40 m Angolo r ecinzione

57/19 50.57 m

Margine O della v. 57/20 24.61 m Kolodvorska, all'angolo della recinzione

57/21 60.67 m Riva del torrente Corno Secondario speciale

Distante poco più di 14 m dal te rmine della recinzione, 57/22[ 187 ] 29.65 m al di là della sede stradale (lato meridionale) valico di v. San Gabriele marqine S della strada recinzione (Dai tipi compresi nella collana de tta donazione LEONI, dal titolo "Delegazione italiana demarcazione confine di stato italo-jugoslavo. Re lazione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977- 1980" (cat. 2790a), c/o la biblioteca del Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018))

Fig. 8.6 : Modifiche della linea di confine tra via Pe rcoto e i l valico di s. Gabriele (Dai tipi compresi nella collana detta donazione LEONI, dal titolo "Delega zi one italiana demarcazione confine di stato italo-jugoslavo. Relazione sui lavori di demarcazione e rip ristino 1977-1980" (cat. 2790a), c/o la biblioteca del Cdo B. alp. "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018)).

Durante le trattative la parte italiana provò a far modificare l'andamento del confine lungo via Percoto poiché la posizione del filo spinato di occupazione jugoslava non permetteva il doppio transito dei mezzi . Un'a ltra richiesta fu di far proseguire il confine verso il valico di s. Gabriele in maniera che la suddetta strada potesse immettersi su via di s. Gabriele.

Fig . 8.8 : Il termine 57/22 nella nuova posizione con attività di canti ere intorno per la costruzione del va lico (da Rivista Militare, maggio-giugno 1982, 0/, 3, foto Posa del termine speciale n. 57/22 (mediante autogru) al valico di Gorizia via Monte s. Gabriele, p. 22; aut. del 15 marzo 2018).

Mentre per la prima parte la Jugoslavia acconsentì a un allargamento fino a 4.85 m della carreggiata davanti agli edifici a ovest, verso s. Gabriele fu possibile solo spostare di una cinquantina di metri la deviazione verso sud-ovest della linea di confine in corrispondenza del torrente Corno188 :

[ ... ] Sempre nel settore di GORIZIA venne compiuto un inutile tentativo di migliorare a nostro favore l'andamento del confine fra la Piazza TRANSALPINA e la via S. GABRIEL~ lungo la via PERCOTO. La linea di occupazione aveva per molti anni ristretto tale via tanto da non consentire il doppio transito dei mezzi; le istruzioni prevedevano qui un allargamento di circa un metro, portando la larghezza a m 4,75-4,85 secondo i punti. Si tentò di arrivare ai 5 metri ma la Parte jugoslava non volle saperne. Né volle sapere di rettificare nnutile rientranza poco a nord di via S. GABRIELE per ottenere che dalla stessa via si potesse, dalla parte italiana, svoltare a sinistra con automezzi; rimase dunque la strettoia nonostante il pressante interessamento di Organi locali, oltre che della Delegazione Diplomatica. [ ... ]

La presenza del termine 57/15 costrinse a lasciare un buco nella nuova recinzione che vi passava sopra. Ciò che colpisce è che la recinzione impediva di collocare un traguardo ottico, una stazione totale o un'antenna GNSS sulla sommità del termine stesso .

A seguito della caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989, alcuni parlamentari organizzarono una manifestazione alla recinzione davanti alla stazione Montesanto chiedendo il ritorno dell'intera città all'Italia . Uno dei manifestanti tentò con un piccone di abbattere il basamento della rete , ma fu subito bloccato dalle forze dell'ordine 189 •

Situazione della vecchia recinzione e schema progettuale di quella nuova (Dai tipi comp r esi nella col lana detta do nazione LEONI, da l titolo "Delegazione italiana demarcazione confine di stato italo-jugoslavo. Relaz ione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977-1980" (cat. 2790), e/o la biblioteca de l Cdo B. alp "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018)).

"Delegazione italiana confine di stato italo -jugoslavo. Relazione sui lavori di demarcazione e ripristino 1977-1980 " (cat. 2790), c/o la biblioteca del Cdo B. alp "JULIA" (Autorizzazione n. 1 in data 4 maggio 2018))

Nel settembre 2002 si riportano notizie 190 del colloquio svoltosi a Bologna tra una delegazione di Gorizia e R. Prodi, allora Presidente della Commissione europea . Un secondo incontro fu riservato a tre sole persone: il sindaco di Gorizia V Brancati, il presidente della provincia di Gorizia G. Brandolin e l'assessore comunale alle politiche europee e ai rapporti con le minoranze D. Terpin. Da quell'incontro ebbe origine la proposta di eliminare la rete dal piazzale della Transalpina per simboleggiare l'ormai definitiva caduta delle barriere e la conclusione di una particolare fase storica .

L'anno successivo vi fu alla Camera dei Deputati un'interrogazione dell'on . A. Maran riguardante proprio la rete confinaria 191 :

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente/ signor ministro/ come è forse noto/ una rete attraversa una parte della città di Gorizia e la separa da Nova Gorica/ la città slovena che le è cresciuta accanto. È una barriera confinaria che - è proprio il caso di dire - è quel che resta della vecchia cortina di ferro che ha diviso l'Europa/ costituita da un muro di cemento armato su cui è infissa un'inferriata che/ in ambito urbano/ in città/ divide in due il piazzale della stazione ferroviaria Transalpina. Il 1 maggio 2004 la Slovenia entrerà a far parte dellVnione europea e le amministrazioni comunali di Gorizia e di Nova Gorica hanno manifestato di comune intesa l'intenzione di dar luogo ad una riorganizzazione della piazza della stazione Transalpina in modo da accogliere una delle sedi dei festeggiamenti previsti per il 1 maggio 2004 e in modo che/ successivamente/ la piazza possa essere definitivamente riassimilata nel ruolo di parte urbana di rilevante interesse comune della città di Gorizia e della città di Nova Gorica/ sia pure realizzando/ nel periodo compreso tra il 2004 e il 2007, quando le barriere verranno definitivamente dismesse/ una barriera effimera. In un recente incontro il sindaco di Nova Gorica [ ]

ALESSANDRO MARAN. . .. ha affermato di aver ricevuto la comunicazione da parte del ministro degli affari esteri della dispombilità della Repubblica slovena a togliere definitivamente la rete che separa le due città ... [ ... ]

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente/ onorevole Maran/ naturalmente !1talia è assolutamente favorevole - come ha affermato in tutte le sedi - a questa entrata in Europa ed ha espresso un giudizio positivo sui recenti referendum awenuti in Slovenia/ per quanto riguarda l'adesione sia alla NATO sia allVnione europea/ che hanno ratificato questa decisione. Tuttavia/ il nostro Ministero degli affari esteri non è ancora a conoscenza della intenzione da parte slovena di giungere alla rimozione di tale rete. Naturalmente/ immagino che ciò verrà notificato al più presto. È evidente che l'entrata in Europa e non in Schengen per qualche anno comporterà una serie di problemi tecnici abbastanza complessi.

Intanto/ la frontiera esterna della Comunità si sposta più in là e/ quindi, vi è un problema comune europeo riguardante gli extracomunitari ed i valichi. In questo contesto/ si inserisce anche la questione specifica della rete e del residuo del muro. È chiaro che il Governo italiano/ dal punto di vista politico/ è assolutamente favorevole a tale rimozione/ affinché al 1 maggio del 2004 sia rimosso non solo il residuo del muro ma anche l'ultima città ancora divisa dai postumi della seconda guerra mondiale.[ ... ]

Il 12 febbraio 2004 alle ore 10.30 il sindaco V. Brancati e il collega sloveno M. Brulc abbatterono (in realtà sbullonarono) simbolicamente uno dei pannelli della rete di confine che da cinquant'anni separava la città di Gorizia e Nova Gorica 192 • Il giorno prima la notizia del possibile abbattimento della rete sollevò alcuni malumori per i problemi di controllo della nuova apertura lungo il confine per possibili sconfinamenti di clandestini 193 • s. de l confine prowisorio ripresa dal lato ex jugoslavo (da ERPAC Servizio Musei e Archiv i Storici . Fototeca dei Musei Provinciali di Go rizia, fondo Lazzaro, co li. G 04 06; aut. PROTGEN-GEN-2018- 692 - P del 23 marzo 2018) di Gorizia, fondo Lazzaro, coll. G_21 09; aut. PROTGEN-GE N-2018 - 692-P del 23 marzo 2018)

La decisione di abbattere la rete 194 e il sottostante muretto ebbe l'avallo alla fine del 2003 da parte della Commissione Mista Permanente istituita a seguito dell'Accordo di Udine 195 del 1982 (art. 44). Dopo tale gesto partì il cantiere per dare al piazzale della Transalpina una nuova veste in vista della notte del 30 aprile 2004 quando vi fu la solenne cerimonia e i festeggiamenti per l'ingresso della Slovenia nell'Unione Europea 196 .

Da segnalare che fino alla fine del 2007 lungo la linea di confine di via C. Percoto, parte slovena, vi era un cartello in sloveno con la scritta POZOR! DRZAVNA MEJA (ATTENZIONE! CONFINE DI STATO) (fig. 8.12). Nel 2011 il cartello non era più in situ. Lungo il tratto di rete, lato italiano, non si sono mai visti cartelli dello stesso tipo.

2007).

G. Rosso (Gorizia); aut. G. Rosso).

(lato sloveno) . Da notare la deviazione della rete verso sud-ovest in corrispondenza del termine di confi ne 57/20 che non ha permesso di pro lungare via C. Pe rcoto fino a via di s. Gabrie le (foto dell'Autore, 2007).

PROTGEN-GEN-2018-692-P del 23 marzo 2018).

9. Il nuovo piazzale della Transalpina e il mosaico

Le amministrazioni municipali di Gorizia e Nova Gorica decisero di onorare l'ingresso della Slovenia nell'Unione Europea nel maggio 2004 co n una nuova piazza comune ubicata davanti alla stazione ferroviaria di Nova Gorica (stazione Montesanto). L'idea di una risistemazione del piazzale era uno dei capitoli de l PIANO STRATEGICO GORIZIA 2010 : IDEE PER CRESCERE IN EUROPA presentato il 6 febbraio 2004197 •

L'area davanti alla stazione ferroviaria di Nova Gorica, l'ex stazione ferroviaria settentrionale della città di Gorica/Gor izia, è il luogo più abitato dove le due città s'incontrano . La composizione degli ed ifici e delle strade urbane che terminano radialmente nella piazza e progettata monumentalmente dall'architetto M. Fabiani era per molti anni divisa fisicamente in due dal confine . Tra le diverse proposte degli architetti di Gorizia e Nova Gorica, le due amministrazioni municipali hanno scelto quella del goriziano R. Schnabl. La rimozione della rete di confine 198 e il nuovo look del piazzale ha di nuovo unito l'area comune delle due città con l'installazione di un mosaico nel centro, o meglio, centrato sul punto di confine 57/15 . I nfatti, questo si trova a 23.40 m dalla facciata della stazione e 15.90 m dall'imboccatura, in asse, di via Caprin e leggermente disassato verso sud rispetto alla facciata della stessa stazione .

La piazza avrebbe assunto, a seguito dell'abbattimento della recinzione di confine, il ruolo di luogo urbano del tutto nuovo rappresentando la fusione delle due città di Gorizia e di Nova Gorica in un un ico agglomerato in seno all'Unione Europea.

Il tratto di recinzione al centro della piazza, della lunghezza di ca. 46 m, fu abbattuto lasciando traccia del suo percorso con una linea di binderi in porfido che, con un'interruzione, attraversa idea lmente anche il mosaico 199 Il tratto abbattuto termina a nord poco prima del termine secondario 57/14 mentre a sud termina ca. 77 m prima di arrivare al termine 57/16 sito all'inizio di via Percoto. La piazza 200 era divisa in due parti, quella slovena e quella italiana, da un recinto costituito da uno zoccolo in calcestruzzo (alto 0.60 m) e una pannellatura in rete metallica di color verde ad altezza d'uomo (alta 1.30 m), dall'aspetto più simi le a una recinzione privata che a un confine di Stato.

Tutta la piazza doveva essere focalizzata, oltre all'imponente edificio asburgico della stazione ferroviaria, alla parte centrale dove l'attenzione pubblica mondiale si era concentrata negli anni precedenti. Pertanto, due erano gli obiettivi principali: l'eliminazione della preesistente recinz ione confinaria (muretto e soprastante rete metallica) e l'eliminazione del termine di confine contrassegnato con il progressivo 57/15. Nel progetto in iziale era previsto che anche i termini di confine 57/13 e 57/14, ossia quelli posti verso nord, fossero sostituiti da una piastra come il 57/15 poiché il tratto di recinzione che si prevedeva di abbattere sarebbe dovuto essere lungo quanto la facciata dell'edificio asburgico e a esso prospiciente. Alla fine, però, questa idea progettuale non fu realizzata.

La scelta per bando dell'opera d'arte (dicembre 2003) da collocare al centro della piazza cadde su un 'opera musiva dell'artista F. Vecchiet di forma circolare del diametro di 16 m20 1 e denominata MOSAICO DELLA NUOVA EUROPA. L'opera, centrata nel punto di confine 57/15, è suddivisa in un cerchio centrale, una corona centrale e una corona esterna.

Il 21 aprile 2004 al centro del cerchio centrale del mosaico il vecchio termine di confine è stato sostituito da una piastra metallica del diametro di 0.80 m che ufficialmente è il nuovo termine di confine. L'operazione è stata eseguita dall'IGM sotto la responsabilità del cart. S. Spatola della sezione Confini. La piastra è bucata al centro per un diametro di 0.15 m e attraversata da una fascia larga 0.03 m. Al centro di questa fascia, traguardata da due linee, vi è il forellino indicante l'esatto punto di confine. Nella parte più esterna, larga 0.25 m, le scritte sono state eseguite ritagliando la lamiera. In territorio sloveno è scritto R. SLOVENIJA / 1947 / 2004. In territorio italiano è scritto ITALIA/ 1947 / 2004. Lungo la linea di confine, a nord e a sud, è riportato il progressivo 57/15. La presenza di due anni su un termine non è usuale. Probabilmente fu fatta per ricordare l'evento. Inoltre, è strano che sul nuovo termine si sia scritto solo ITALIA invece della dicitura originale R. D'ITALIA, ciò che invece si è fatto per la parte slovena. L'uniformità delle scritte tra vecchio e nuovo termine era stata ribadita in una Dichiarazione Congiunta dei presidenti della Commissione Mista italo-slovena per la manutenzione del confine di Stato min. A. Tarelli e min. T. Petek firmata a Trieste il 10 marzo 2004202 :

[ ] le scritte sulla piastra devono rimanere le stesse come sul cippo pre-esistente: numero 57/15, nomi di due Stati e l'anno 1947 e 2004/ i due Capi del gruppo misto tecnico sloveno-italiano devono essere informati della forma della piastra/ del materiale e delle scritte sulla piastra e devono approvarla;[ ... ]

La restante parte del cerchio centrale è riempita con ciottoli 0.05x0.05 m . In direzione perpendicolare alla linea di confine nel punto di confine 57/15 e uno per parte, vi sono due tombini mascherati sempre con l'acciottolato . Lungo la linea di confine vi sono dei binderi in porfido larghi 0.28 m. La parte centrale è contornata da una striscia di marmo rugato.

Il pavimento di fondo della corona centrale è formato da strisce parallele alla linea di confine di larghezza variabile alternate di colore scuro (granito nero) e chiaro (granito bianco-grigio) formate da tozzetti di marmo quadrati. Questa zona ha 14 inserti in acciaio inox zincato antiscivolo opaco di 0.15 m di larghezza che rappresentano l'esplosione del vecchio termine confina r io 57/15.

La corona esterna (cord olo) è costruita in marmo rugato nel quale sono incastonati due inserti in acciaio i n corrispondenza delle direzioni nord e sud (si osservi che non sono allineati alla linea di confine) . Questi inserti riportano la scritta MOSAICO DELLA

NUOVA EUROPA (verso nord), i l nome dell'opera, e MOZAIK NOVE EUROPE (verso sud) . L'indicazione della direzione geografica è indicata con una lettera nel tratto verticale esterno al cordolo .

Dal nome del mosaico ci si può collegare a un'altra diatriba che non ha avuta una soluzione comune : come denominare la nuova piazza unita? Per prima cosa bisogna evidenziare che la piazza è separata dalla stazione da una via denominata Kolodvorska pot, mentre dalla parte italiana la corrispettiva parallela è denominata via Foscolo. Quindi, per il nome della piazza, da parte italiana si è stati fermi nel conservare la vecchia denominazione toponomastica, mentre da parte slovena 203 si voleva dare una svolta totale anche nella forma per cui la si è denominata Trg Evrope, ossia piazza Europa 204.

Dalla documentazione dell'Archivio Sezione Confini dell1GM si riporta il verbale della XI sessione della Commissione Mista italoslovena per la manutenzione del confine di Stato (Gorizia, 24-25 novembre 2004) che riassume le varie fasi di collocamento della piastra 205 :

Relazione sui lavori di manutenzione del confine di Stato effettuati nel 2004 ed esame del verbale della XIII riunione (26/28 ottobre 2004) del Gruppo misto di esperti italo-sloveno per la manutenzione del confine di Stato.

[ .. .] La Commissione Mista ha esaminato il verbale della XIII riunione del Gruppo misto di esperti, tenutasi a Nova Gorica dal 26 al 28 ottobre 2004/ contenente il resoconto dettagliato di tutti i lavori svolti, lo ha approvato esprimendo il proprio compiacimento ed ha autorizzato che il testo venga unito come allegato 1 al presente verbale.

[ ] Punto 2

Collocamento della nuova piastra speciale di Confine n. 57/15 sul piazzale della Transalpina a Gorizia/Nova Gorica ed approvazione e firma del verbale di revisione del termine.

Sulla base di quanto stabilito al punto 6 del verbale della precedente riunione della Commissione Mista (Pirano [Slovenia N.d.A.] 3-4 dicembre 2003J il Gruppo misto di esperti ha proweduto ad assistere la Ditta/ incaricata dal Comune di Gorizia per i lavori di rimozione del cippo speciale n. 57/15 e per il collocamento/ al posto del cippo/ di una piastra speciale in metallo. Tale modifica è stata effettuata per aderire al progetto di risistemazione del Piazzale della Transalpina/Kolodvorska pot a Gorizia/Nova Gorica/ realizzata nell'ambito delle manifestazioni previste in occasione dell'ingresso nellVnione Europea della Repubblica di Slovenia awenuta il 1° maggio 2004.

La Commissione Mista ha manifestato il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dal Gruppo misto di esperti e per la realizzazione della predetta piastra speciale di metallo da parte dei Comuni di Gorizia e Nova Gorica.

Il vecchio cippo speciale n. 57/15, non avente più carattere confinario/ è stato collocato sulla linea di confine tra il cippo 57/16 e la nuova piastra n. 57/15 a circa 22 m da quest'ultima. Su tale cippo è stata collocata una targa in metallo riportante in lingua italiana ed in lingua slovena la seguente dicitura:

"Cippo che demarcava il confine di stato fino al 30 aprile 2004. Sostituito con una piastra speciale n. 57/15 collocata al centro del mosaico realizzato in occasione dell'entrata della Repubblica di Slovenia nell'Unione Europea il 1 maggio 2004"

Il resoconto dei lavori effettuati dal Gruppo misto di esperti è riportato negli allegati 1 e 2 al verbale della XIII riunione di Nova Gorica di cui al precedente punto 1.

La Commissione Mista ha esaminato il verbale di revisione del termine di confine n. 57/15 elaborato dal Gruppo misto di esperti e lo ha approvato apponendovi la firma dei Presidenti delle due Delegazioni.

Tale verbale entrerà a far parte dell'attuale documentazione ufficia/e del confine.

L'Assessore Terpin del Comune di Gorizia, a nome dei Comuni di Gorizia e di Nova Gorica, ha presentato il progetto di un pannello turistico bilingue da collocare al margine nord del Piazzale della Transalpina/Kolodvorska pot, segnalando che per la realizzazione di tale progetto potrebbe rendersi necessario rimuovere un breve tratto di rete metallica confinaria. La Commissione Mista ha espresso preliminarmente parere favorevole all'iniziativa con la condizione che la collocazione del pannello non ostacoli /7ndividuazione della linea di confine e risulti in armonia con l'attuale sistemazione urbanistica della stessa piazza. [ ... ]

Al/. 1

VERBALE DELLA XIII RIUNIONE DEL GRUPPO MISTO DI ESPERTI ITALO-SLOVENO PER LA MANUTENZIONE DEL CONFINE DI STATO

[ ] si è tenuta a Nova Gorica nei giorni 26, 27 e 28 ottobre 2004, la riunione del gruppo misto di esperti[ 206 ] [ ... ]

Punto 1 de//V.d. G.

Collocamento della nuova piastra di confine n. 57/15 sul piazzale della Transalpina/Kolodvorska pota Gorizia/Nova Gorica

Secondo quanto stabilito al punto 6 del verbale della X sessione della Commissione Mista (Pirano 3-4 dicembre 2003) circa la sostituzione del termine speciale n. 57/15, ubicato a Gorizia/Nova Gorica nel Piazzale della Transalpina/Kolodvorska, con un altro termine adeguato, il gruppo misto di esperti il giorno 17/02/2004 ha preventivamente proweduto ad effettuare le misure necessarie per l'assicurazione plano-altimetrica del termine suddetto. In allegato 1 il verbale della riunione straordinaria.

La Ditta incaricata dei lavori di risistemazione del Piazzale della Transa/pina/Kolodvorska pot, commissionati in vista dello svolgimento della cerimonia d'ingresso della Slovenia nell'Unione Europea, il giorno 14/03/2004 ha proweduto alla rimozione del cippo collocandolo lungo la linea di confine a circa 22 m in direzione sud.

Il giorno 21/04/2004 i capi del gruppo misto di esperti hanno assistito la suddetta Ditta nell'operazione di posizionamento della piastra speciale metallica n. 57/15, assicurandosi che venisse collocata nella posizione originaria del cippo rimosso. In allegato 2 il verbale dei lavori effettuati.

Nel mese di ottobre del 2004 il Comune di Gorizia ha proweduto a far collocare una targhetta metallica sul vecchio dppo speciale n. 57/15 [ ... t riportante la dicitura, in lingua italiana e in lingua slovena, concordata dal gruppo misto di esperti (vds al/. 2).

[ ] Punto 5 dell'O. d. G.

Nuova documentazione del confine di Stato Tenuto conto che la nuova documentazione del confine di Stato, elaborata in forma definitiva e presentata alla Commissione Mista nel corso della X sessione, ancora non è entrata in vigore e che la medesima non è stata ancora stampata, gli esperti hanno proweduto ad aggiornare il volume delle "Coordinate e descrizione della linea di confine" sulla scorta delle varianti occorse fino ad oggi alla documentazione del confine (termine n. 57/15: variata la quota ed il tipo di termine). [ ... ]

Allegato 1 [dell'Allegato 1]

VERBALE della riunione straordinaria del Gruppo misto di esperti italo-sloveno per la manutenzione del confine di Stato

[.. .J gli esperti si sono incontrati a Gorizia / Nova Gorica, presso il cippo 57/15 il 17 e 18 febbraio 2004.

[ ... ] Punto 1

Assicurazione del cippo 57/15 ed elaborazione dello schizzo e delle misure

Le due Parti hanno effettuato le misure necessarie per l'assicurazione planoaltimetrica del cippo 57/15 (le misure e lo schizzo sono allegate al presente verbale [Non sono state trascritte N.d.A.]J. La Ditta appaltatrice dei lavori ha rimosso la parte rimanente del muretto, e relativa rete metallica, a cavallo del dppo.

Punto2

Conservazione del termine 57/15

I Capi del Gruppo misto di esperti non hanno autorizzato la rimozione del dppo di confine 57/15 e propongono che la Commissione Mista prenda una decisione, a breve termine, compatibile con la sistemazione architettonica del piazzale della Transalpina/Kolodvorska pot

L'inizio dei lavori per la costruzione del manufatto musivo sono previsti a decorrere dalla prima settimana di aprile 2004 mentre i lavori di risistemazione del piazzale sono potuti proseguire.

L'eventuale rimozione del cippo è necessaria che sia accompagnata dalle decisioni sia sulle modalità di conservazione e collocazione del medesimo, sia sulle caratteristiche del nuovo termine di confine. [ ... ]

Fatto, letto e sottoscritto a Casa Rossa/Roina Dolina il 18 febbraio 2004.

Allegato 2 [dell'Allegato 1]

CONFINE DI STATO ITALO-SLOVENO

NOTA TECNICA sui lavori di posizionamento della nuova piastra speciale di confine n. 57/15.

I capi del Gruppo misto di esperti italo-sloveno, sulla base delle decisioni concordate dai Presidenti della Delegazione italiana e slovena per la manutenzione del Confine di Stato indicate nella loro "Dichiarazione Congiunta" {Trieste, 10 marzo 2004), il giorno 21/04/2004 hanno proweduto a collocare, nella stessa posizione del cippo 57/1 la nuova piastra speciale. La nuova situazione verrà riportata nella documentazione ufficiale del confine di Stato.

Tale lavoro è stato effettuato utilizzando i punti ausiliari determinati prima della rimozione, awenuta il 14/03/2004, del sopra menzionato cippo.

I capi del Gruppo misto di esperti, al fine di evitare dubbi sulla demarcazione del confine, hanno deciso di far collocare sul vecchio cippo, ora posizionato sulla linea di confine fra il cippo 57/16 e la nuova piastra 57/15 a m. 22 circa da quest'ultima, due targhette di metallo riportanti, una in lingua italiana ed una in lingua slovena, la seguente dicitura:

CIPPO CHE DEMARCA VA IL CONFINE DI STATO FINO AL 30

APRILE 2004. SOSTITUITO CON UNA PIASTRA SPECIALE N.

57/15 COLLOCATA AL CENTRO DEL MOSAICO REALIZZATO IN OCCASIONE DELL'ENTRATA DELLA REPUBBLICA DI SLOVENIA

NELL'UNIONE EUROPEA IL 1 MAGGIO 2004

Dallo Schizzo dassicurazione del cippo 57/15 eseguito con ancora il vecchio termine di confine in posizione (scala 1: 1000) si osserva che il punto di confine fu triangolato con due punti posti presso la facciata della stazione. Dalla planimetria si deduce che la congiungente 57/15-57/16 forma un angolo, rivolto verso la Slovenia, di ca. 176°30' con la congiungente 57/15 -57/14 . Inoltre, il progresso tecnologico ha permesso di precisare la distanza 57/15-57/16 in 99 .96 m, 0.05 m in più rispetto alle misure dell'epoca di Osimo; come inferiore di 0.03 m è la distanza misurata 57/15-57/14. L'altitudine della testa del vecchio termine fu misurata in 91.78 m .

Il testo della Dichiarazione congiunta del 10 marzo 2004 richiamata precedentemente è il seguente 207 :

I Co-Presidenti della Commissione Mista italo-slovena per la manutenzione del confine di Stato hanno preso nota che due Capi del Gruppo tecnico misto/ durante il loro incontro del 18. 02.2004 a Nova Gorica/ hanno proposto alla Commissione Mista di decidere sulla rimozione del cippo n. 57/15, sul tipo di nuovo termine e su che cosa fare con i l vecchio. La soluzione deve corrispondere alla nuova sistemazione architettonica del Piazzale della Transalpina e Kolodvorska ulica.

I due Co-Presidenti hanno ribadito la posizione presa dalla Commissione Mista Italo-Slovena per la Manutenzione del Confine di Stato durante la sessione annuale regolare a Pirano in giorno 04.12.2003 {Punto 6 del Verbale d ella X sessione) ed hanno deciso quanto segue:

- in conformità con il punto 6 . del Verbale della X sessione della Commissione Mista il termine speciale No. 57/15 può essere sostituito con una piastra di metallo o di marmo [ Le ultime tre parole sono state poi cance llate con sigla N.d.A.] nel centro del mosai co che rivestirà il Piazzale della Transalpina;

- le scritte sulla piastra devono rimanere le stesse come sul cippo pre-esistente: numero 57/1~ nomi di due Stati e l'anno 1947 e 2004 [Owiamente, il 2004 è un'aggiunta e non esistente sul vecchio termine di confine N.d.A.];

- i due Capi del gruppo misto tecnico sloveno.italiano devono essere informati della forma della piastra/ del materiale e delle scritte sulla piastra e devono approvarla;

- dopo lo scambio del cippo si deve correggere la documentazione del confine di Stato;

- i rappresentanti dei Comuni di Gorizia e Nova Gorica decideranno sulla destinazione finale del vecchio cippo nello spirito di buon vicinato e di reciprocità. [ ... ]

Di seguito è riportato il ve r ba le di ripristino del t ermine 57/15 eseguito il 21 aprile 2004 20 8 (fonte: dalla documentazione geodetica dell1stituto Geog rafi co Militare. (Autorizzazione n. 6973 in data 19.02.2018)):

COMMISSIONE MlSTA lTALO - SLOVE NA

PERLA MANUTEZ!ONEDEL CONflNE DI STATO

MESANA SLOVENSKO - ITALIJANSKA KOMISIJA

ZA OBNOVO [N VZDRZEVANJE DRZAVNE MEJE

Nucleo tecnico - operativo misto o • l Mesana tehnièna skupioa st. l

Verbale

di revisione del termine speciale n°: 57/l 5 della linea di confine tr..i la Repubblica ltaliann e la Rcpubblic.i Sloven3

Scuorc o"; VI

Zapisnik

o obnovi posebnega meJnika s1.: 57/1 5 na mej11i èrtì mcd Ri!publik o Slovenij o in Repu bl iko ltalijo

Sekior :;t .: VI

I Oggi 21 aprile 2004

Il NU<:leo T.O. di lavoro n• I ha effettuato il npristino del tenmne di confine n• 57/15

I. Oancs dnc '.?I.aprila 2004

JC mesana tehnièna skupina ~L.: I , zvrsiln obnovo m cj nika t1.: 57/15

2 Dcscriz1one e ubicazione del termine

Prisma in cemento posto rn pros.,urutà di un parnpeuo 1n cemento della rcc10;,;1onc ferroviaria, sull'asse di Via Capnn e di fronte alla stazione ferroviuria M. Santo

3. Condinnne in cui è srato trovnro 11 rerminc

Buone condii1oni

2. Opis in lega meJml:3 ki nosi zclczno ograjo; v osi Via Capnn prcd ,·hodom na posiajo Nova Gorica

Bctonslo •t.:bcr sredi bctoru.kegn zidu.

3. S13njc ·: l..arcremJc b1l najden mcjnik

V dobrem >1:mju

4 Lavori compiuti e descrizione del ICrminc ripristinato

4. lz\Ti:cna dela in opis obnovljcncg;a OXJNG

A seirui10 del prOj!cmo clabon110 <bi comuni di Gorizia e Nova Gorka per la risi~'temazions: del Piazzale della Tran$al pina. 11 pnsma è stato i.ost11U1to con una piastra spccitlle i n meta llo di fonna cin:olare (raggio-0.40m.).

Vanata la quota

V skladu s projclctom. lei sta ga pripravili o~ini Nov:i Goric:1 in Gorizia za urcditcv trp pred i.clcwisko postaìo, jc b1l su:ber .tamenjan s posebno kovinsko okroglo plosco (polmcF 0.40m).

Vi>ma 1e spn:meojcna.

Schizzo S ktca

DA TI DEFINlTl\ "J DEL TERMINE DOKONèN l PODATKl O MEJNIKU

I .Coordinate piane : N~ m E w Pravokome koordinate . x - m. y

2. Coordinate geog,-afichc· o . cp- - À • Gcogrnfske !coordinate· . .

3. Distana e azimut fra tl termine colloca10 qul!llo pre<:edente (n°:) Dolima do sosednjega mcjnika (~.:)

10. L'accordo per lo 'sconfinamento' nel piazzale (2004-2007)

Il piazza le, metà italiano e metà sloveno, doveva diventare uno spazio dove i cittadini di entrambi gli Stati potessero liberamente circolare, passando da una parte e dall'altra del confine segnato soltanto da un disco metallico fissato al livello del selciato al centro dell a piazza. Pertanto, dal 1 magg io 2004 al 22 dicembre 2007 209 , data in cui la Sloven ia entrò nell'Area Schengen, l'abbattimento del la recinzione risu ltò un passaggio non ufficiale, ossia non un valico per cui secondo la legislazione non poteva essere servire per entrare nello Stato limitrofo. Per ovviare a tale ' inconveniente' che avrebbe vanificato tutto il lavoro fatto, Italia e Slovenia decisero di istitu ire e regolarizzare l'accesso dei turisti, dei cittadini italiani e sloveni nel perimetro della piazza con il divieto di entrare in uno dei due Stati dalla piazza stessa 210 :

MINISTERO DEGU AFFARI ESTERI - ITAUA

Commissione mista permanente italo-slovena per l'attuazione dell'Accordo di Udine

La Commissione mista permanente prevista dall'artico/o 44 dell'Accordo di Udine del 1S maggio 1982/ si è riunita in VII Sessione ordinaria a Nova Gorica {SLO) 11/ 14 aprile 2004. [ ... ]

La Commissione ha approvato il seguente ordine del giorno:

1. Esame dell'attuazione dell'Accordo di Udine

2. Accesso dei . pedoni al Piazzale della Transalpina a Gorizia/Piazza della stazione ferroviaria di Nova Gorica [ ... ]

2. La Commissione ha approfondito la problematica dell'accesso dei pedoni al Piazzale della Transalpina ed ha valutato due opzioni:

- l'istituzione di un valico di II categoria presso il Piazzale/

- l'autorizzazione ai pedoni in possesso di documenti validi di circolare all'interno del perimetro del Piazzale per fìni turistici.

La Delegazione slovena ha dichiarato che entrambe le opzioni vengono ritenute accettabili, ma la seconda opzione pare preferibile, in quanto meno costosa in termini tecnici e più facilmente realizzabile entro il I maggio prossimo.

Anche nella Delegazione italiana, i rappresentanti del Ministero del/1nterno hanno fatto valere le difficoltà tecniche e gli elevati costi aggiuntivi che ostacolano la realizzazione della prima opzione, tenendo anche conto che le procedure richieste non consentirebbero l'apertura del valico entro il 1 maggio 2004.

Per quanto riguarda la seconda opzione, la Commissione è pervenuta alla conclusione che essa sia realizzabile entro il 1 maggio prossimo ed ha sottoposto all'esame dei due Governi le seguenti misure a titolo temporaneo:

- l'accesso e la circolazione entro il perimetro del Piazzale è permesso - ai fini turistici, per ammirare il nuovo mosaico del pavimento - ai pedoni, cittadini italiani e sloveni e degli altri Paesi membri dellVnione Europea, in possesso di un valido documento d'identità, nonché agli stranieri legalmente presenti nel territorio di uno dei due Stati ed in possesso di documenti validi.

- ai due lati del Piazzale verrà apposta una opportuna segnaletica nelle lingue italiana/ slovena e inglese, per segnalare le condizioni del libero accesso al Piazzale/ con l'indicazione del vicino valico di frontiera di II categoria di San Gabriele/Nova Gorica I.

- resta inteso che gli Organi di Polizia dei due Paesi assicureranno il controllo e la sorveglianza dell'area del Piazzale/ collaborando fra loro per prevenire e reprimere eventuali violazioni, in armonia con le legislazioni nazionali e gli accordi vigenti e potranno limitarsi ad invitare i pedoni, che erroneamente oltrepassino i limiti del Piazzale/ a rientrare nello Stato di provenienza.

La Commissione ha incaricato i Càpi delegazione degli Organi Locali di Frontiera di definire con la massima urgenza i limiti del Piazzale entro cui è permessa la circolazione dei pedoni e di concordare le modalità della segnaletica ( dimensioni e contenuto delle scritte sui cartelli ed eventuale orario). Ogni Stato prowederà all'installazione dei cartelli sul proprio territorio.

Le due Parti si informeranno reciprocamente sulle decisioni dei rispettivi Governi, onde darne tempestiva attuazione. [ ]

F. to IL PRESIDENTE DELLA

ITALIANA Antonio Tare/li

Verbale

In data 15 aprile 2003 [doveva essere scritto 2004 N.d.A.] in Gorizia si sono incontrati i Presidenti degli Organi Locali di Frontiera italo sloveni al fine di adempiere all'incarico,. conferito dalla Commissione Mista Permanente italo-slovena per l'attuazione dell'Accordo di Udine riunita in VII Sessione ordinaria a Nova Gorica {SLO) il 14 aprlle 2004,. di definire con la massima urgenza i limiti del Piazzale della Transalpina a Gorizia,. entro cui sarà permessa la circolazione dei pedoni, e di concordare le modalità della relativa segnaletica. [ ... ]

Le parti, dopo aver effettuato un sopralluogo presso il Piazzale della Transalpina a Gorizia,. piazza della stazione ferroviaria di Nova Gorica,. hanno deciso quanto segue:

1. Limiti del Piazzale entro cui è permessa la circolazione dei pedoni

Si assume,. come punto di vista per la descrizione,. spalle edificio Stazione Ferroviaria di Nova Gorica (Sfo),. fronte l'intersecazione di via Caprin (I) con il piazzale della Transalpina: lato sinistro: sino alla linea,. perpendicolare a quella di porfido indicante il confine di Stato,. rappresentata dall'asse di due tubi panca (arredo urbano),. posti uno in territorio italiano ed uno in territorio sloveno. Tale linea congiunge perpendicolarmente il muro di cinta del giardino pertinenza dello stabile dell'Albergo Ristorante Transalpina,. dal lato italiano,. con uno spigolo dell'edificio della Stazione della Transalpina, dal lato sloveno; lato destro: sino alla linea, perpendicolare a quella di porfido indicante il confine di Stato,. rappresentata dall'asse dei due tubi panca (arredo urbano),. posti uno in territorio italiano ed uno in territorio sloveno. Tale linea congiunge perpendicolarmente il muro di cinta del civico nr. 40/a di via Foscolo,. dal lato italiano,. con uno spigolo dell'edificio della Stazione della Transalpina,. dal lato sloveno; lato spalle: edificio della Stazione Ferroviaria di Nova Gorica (Sfo), sino alle intersezioni con le linee lato destro e sinistro. lato fronte: linea rappresentata dal muro di cinta del civico 40/a di via Foscolo, dall'Incrocio di via Caprin con il Piazzale della

Transalpina e dal muro di cinta del giardino dell'albergo Ristorante Transalpina/ sino alle Intersezioni con le linee lato destro e sinistro.

Modalità della segnaletica

- La segnaletica dovrà riportare il seguente testo nelle lingue dei due Stati confinari ed in lingua inglese: » CONRNE DI STATO -

UMITE INVAUCABILE - È consentita la circolazione dei pedoni esclusivamente all1nterno della Piazza«

- Le dimensiont caratteristiche e posizionamento saranno conformi alle indicazioni dei competenti Uffici Tecnico dei Comuni di Gorizia e Nova Gorica, già interessati in merito informalmente. Si allega una planimetria del piazzale riportante in dettaglio quanto indicato nel presente verbale.[ ... ]

F. to IL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE ITAUANA Pietro COMELLI

F. to IL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE SLOVENA Rajko KOMAT

Quindi, a seguito delle decisioni della Commissione Mista nella piazza sono stati apposti dei cartelli trilingue (italiano, sloveno, inglese in territorio italiano; sloveno, italiano, inglese in territorio sloveno) che spiegassero il particolare status del luogo con una cartina che indicasse i l perimetro della piazza. Infatti, i l perimetro è stato definito senza la demarcazione con termini, ma sfruttando degli allineamenti v1s1v1 . Questi allineamenti sono stati materializzati sia coi suddetti cartelli, che con quattro strutture tubolari bianche poste lungo i lati nord e sud. Nella parte superiore del cartello vi sono le bandiere dell'Italia, dell'Unione Europea e della Slovenia a seconda della posizione dei due territorio rispetto alla posizione del cartello.

Bisogna osservare che il cartello dava adito a delle incomprensioni. La dicitura CONFINE DI STATO LIMITE INVALICABILE sembra adombrare l'ipotesi che il limite permesso del piazzale sia diventato un vero e proprio confine e che quindi quello lungo l'ex recinzione sia veramente scomparso. Infatti, sulla cartina in basso le diciture CONFINE DI STATO/ DRZAVNA MEJA si riferiscono alla sola recinz ione rimasta. In merito, la legenda non chiarisce in pien o il simbolo del confine.

Fig. 10.1: Dettaglio del pann ello sulla delimitazione de lla zona a cavallo del confine perm essa al libero transito dei pedoni con a destra la legenda. Oggi ( 2018 ) non più in situ (foto dell'Autore, 2007).

Ta le situazione non deve essere vista come originale poiché la si ritrova quasi uguale tra Italia e Città del Vaticano per piazza s. Pietro. La diversità è che da piazza s. Pietro è poi possibile cont inuare ed entrare nella Ci ttà del Vaticano, o dal Portone di Bronzo o dal Cancello delle Campane 211 e viceversa verso

11talia212 • di parte italia na (fonte: G. Rosso (Gorizia); aut. G. Rosso).

La demarcazione visiva della zona permessa, a nord e a sud, era data da quattro grandi cilindri d i color bianco posti come se fossero delle panchine.

Figg. 10.2a e 10.2b: Segnali indicanti lo status e il perimetro del piazzale davanti alla stazione Montesanto permesso al transito pedonale: a sinistra quello in territorio sloveno, a destra quello in territorio italiano. Si noti la diversa disposizione d elle bandiere in alto e della sequenza delle scritte. Oggi (2018) non più in situ (foto dell'Autore, 2007) .

A tutt'oggi, però, i l transito è permesso solo ai pedoni 21 3 e non ai veicoli a motore . Il passaggio dei veicoli è impedito da una serie di fioriere poste sulla o nei pressi della linea di confine.

Lungo il lato sud italiano, parallelamente ai cilindri bianchi, vi è un grande cartello con i luoghi più sign ificativ i di Gorizia. Mentre, lungo il lato nord sloveno, sempre parallelamente ai cilindri bianchi, vi è un grande cartello che ricorda il primo volo a motore dei fratelli Edvard e Josip Rusjan compiuto il 25 novembre 1909 in territorio sloveno, proprio a Gorizia.

Fig. 10.3: Due delle quattro strutture tubolari bianche poste a nord e a sud della zona permessa per individuare l'allineamento visivo del perimetro del piazzale (foto de ll'Autore, 2007).

Per la costruzione del mosaico centrato sul punto di confine 57/15, si rese necessario eliminare il termine del 1977. La questione divenne subito spinosa visto che le ipotesi erano tante. Ognuna delle due amministrazioni lo voleva come cimelio nel proprio museo214 se nza rendersi conto che un termine di confine spostato dal suo punto di confine diventa un semplice oggetto, viene spog liato della sua funzione esistenziale215 • Vi era anche l' ipotesi che il termine fosse portato a Firenze nella sede dell'IGM visto che quel tratto di confine è di competenza italiana216 • Alla fine, per fortuna, fu deciso di lasciare il vecchio termine sulla linea di confine, ma spostato di ca. 22 m verso sud 217 • Tutto ciò awenne nel pomeriggio del 12 marzo 2004 2 18 • Anche in questo caso tale sistemazione è un unicum visto che il vecchio termine nella nuova posizione non svolge alcuna funz ione di demarcazione della linea, ossia lungo la linea di confine non è stato aggiunto alcun nuovo termine.

Fig.

57/15 e la recinzione come si vedeva prima del maggio 2004 dal territorio italiano ( 4.1.10 Riqualificazione Piazza della Transalpina; non più in linea (2017)).

Fig. 11.4: Il termine di confine 57/15 sollevato dalla posizione originaria nel 2004 (Mostra permanente Driavna meja na Goriskem, Goriski Muzej (Nova Gorica); comunicazione per autorizzazione del 17 febbraio 2018).

11.5: Basamento del v ecchio termine di confine 57/15 (in parte interrato) nella nuova posizione (foto dell'Autore, 2007).

Il vecchio 57/15 è stato infisso nel terreno in maniera più profonda di quanto lo era nella sua posizione originaria. Ciò si deduce dal poco zoccolo che è rimasto visibile. Infatti, l'altezza originaria era di 30 cm, mentre oggi ne escono quasi 5 cm (fig. 11.5).

La nuova posizione del vecchio 57/15 è stata riportata sullo schizzo allegato al verbale di riprist ino del punto di confine 57/15 col nuovo termine (vedasi cap. 8).

Fig. 11.6: di confine 57/15 nella nuova pos1z1one lungo la linea di confine con la lastra d'acciaio che ne descrive, in italiano, la funzione fino al 30 aprile 2004 (foto dell'Autore, 2007).

Per difenderlo dalle intemperie e per giustificare la nuova posizione, il vecchio termine è stato coperto con una camicia di acciaio nella parte sommitale che scende sia dalla parte ital iana che slovena. Nella parte superiore della camicia è stato praticato un foro di forma ovale che permettesse di visionare il punto di confine inciso in testa al termine e le due lineette che indicavano la direzione verso i due termini successivo e precedente (fig. 11.8). Il testo in verticale recita (fig. 11.6): 137

CIPPO CHE DEMARCA VA IL CONFINE DI STATO

FINO AL 30 APRILE 2004

SOSTITUITO CON UNA PIASTRA SPECIALE N. 57 15

COLLOCATA AL CENTRO DEL MOSAICO

REALIZZATO IN OCCASIONE DELL'ENTRATA DELLA

REPUBBLICA DI SLOVENIA NELL VNIONE EUROPEA

IL 1 MAGGIO 2004

Dalla parte slovena vi è lo stesso testo tradotto:

TA MEJNIK JE OZNACEVAL DRZA VNO MEJO

DO 30. APRILA 2004, ZAMENJAN JE BIL 5 PLOSCO ST. 57/15 V SREDINI MOZAIKA, KI JE

BIL POSTAVUEN 08 VSTOPU REPUBLIKE

SLOVENIJE V EVROPSKO UNIJO

1. MAJA 2004 confine (foto dell'Autore, 2007).

Le coordinate del nuovo termine di confine 57/15 sono

45.95527°N 13.63475°E, mentre quelle del vecchio 57/15 sono

45.95508°N 13.63475°E 219 •

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