4° REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTROAEREI 1926-2003

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4o REGGIMENTO ARTIGLIERIA CO NTROAEREI 1926-2003

Una pagina importante della sto ria militare '

Armando Ra ti

Presentazione

Ho accolto con vero piacere l'invito de l Comandante del 4° Reggimento Artigli eria Conrroa ere i di presenrar e questO belli ssimo volume del Gene rale Armando Rari, dedicaro alla gloriosa sroria del 4° Reggim ento Artiglieria Conuoae re i " Pes ch iera" che rap presenta un vero e proprio atto d 'amore nei confronti d e l reggimento e di quanti servirono la Patria sotto l a sua Bandiera anche fìno all'estremo sac rifìcio.

L'aurore, Generale d e i Bersaglieri, Presidenre della Consu l ta delle As soc iazioni Combatte nti stiche e d 'Ar m a di Mantova e provincia, è u n in sig n e s mdioso di sto ria politico militare, ha già pubbli catO numerosi te s ti di argomento storico e co ll abora con le principali testate giornalistiche mantovane. Con grande entusiasmo e piena disponibi lità ha accolto la proposta avanzata dal pr ecedente Comandante, Co lonnell o Agostino Biancafarina , e n el volgere di bre vissimo tempo ha realizzato questa pregevole opera lenerari a. La b e lli ss ima iniziativa è stata infine portata a compim ento dall'attual e Comandante, Col onnello Francesco Ippoliti, che ha provvedutO a formalizzare le inizi a tive che hanno consenti tO la stampa d e ll 'o pera.

Il volume, ricco di int e ressantissim e e d es clusive foro d 'e poca, ripercorre la sro ria del 4o Re ggimento dagli anni '2 0 sino ai g iorni nostri coll ega ndosi indissolubilmente con la sroria d e ll a c i ttà di Mantova che lo ha ospitato dal 1 927 al se ttembre del 1943 e dal 1968 ai giorni nostri, non ché della città di C re mona ove ha se d e il dipend ente Comando di Gruppo. ,

In ta le qua dro, oltre c he di interesse sq uisitamente m il itare, l'opera risulta senza dubbio di gran de interesse anche p er la società civile d ell e due ci ttà rappresentando il reggi mento un a realtà pien ame nte inserita d a sempre nel conresro sociale dell e s tesse.

Non posso non sotrolineare la minu zios a ricerca condotta sui farri d 'a rme cui il 4° Reggimento partecipò nel corso di tanti eventi belli c i della sroria it al iana, ed il giust o ri salto dato a lla perizia e a l valore dei Suoi artig lieri, anche nel le s ituazioni più tragiche e dramm atic he venutesi a c reare sui div ers i fronti nei quali il reggimento si trovò a com battere

Non meno interessante è la parre introduttiva dedi cata a lla poco conosciuta origine della spec ialità contro acre i e la parte conclus iva che si ria lla ccia ai giorni nostri con l'attualità d e lle vicende che hanno visco protagonista il reggimento sino a l 2003.

Parti co larmente apprezzabile risult a quindi ques[a pubblicazione, chiaramente voha a diffo nd er e la storia del reggimento ed in particolare a te ner vive le sue tradizioni, ali mento primar io per infond e re l'entusias mo nei giovani ufficiali e sottuffìc iali e volonta ri in Ferma Breve e Servizio Permanente, quale stimolo nec ess ario per superare le difficoltà

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insit e in una profess ione così difficile in cui tanta parte hanno i valori irrinunci a bili delle tradi zio ni e dell o spiri to.

Interpretando i se ntimenti di ricon oscenza di tutti gli appartenenti al 4° Reggimento Arti g li eria Contr oae rei, in serv izio e non , ringrazi o di c uore l'au tore per l'imp egn o e la passion e profusi n el suo lavoro e quanti hanno contribuito fattivam e nte alla reali zzazione di qu es ta pregevole ope ra.

In s ieme al l'apprezzam ento p er il p ersonale del reggim ento che ha contribuito alla reali zzaz ione di qu es to b el libro, l'augurio che il 4o Reggimento e la Specialit à Contro aerei prosegu ano il loro cammino nel so lco delle loro magnifi che tradizioni per conseguire risuhari sem pre più significativi.

Il Coma ndante della Brigata di Artig lieria Controaerei Brig. Ge n. PAOLO ZACC HI

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Saluto del sindaco

Scrivere dei 4o Reggimento Artiglieria Controaerei è scrivere di una parte della nostra città .

Perché il Reggimento è insediato a Mantova da/lontano l 0 gennaio 1927 ed è divenuto parte integrante della comunità mantvvana, la quale lo percepisce come presidio in difesa del nostro territorio.

Perché jù presente nelle tragiche giornate del settembre '43 in difesa dei vari punti della nostra città assediati dall'esercito nazista.

Per questo il mio personale ringraziamento va al Generale Armando Rati per la sua diligente e precisa ricostruzione storica del 4° Reggimento Artiglieria Controaerei.

Ripercorrere la storia del Reggimento è allo stesso tempo occasione per riflettere sulla drammatica esperienza della guerra che ha coinvolto tanti milioni di italiani ejàlciato un'in tera generazione di giovani.

Così è stato anche per i/ 4 ° Reggimento Artiglieria Controaerei, costantemente impegnato su vari fronti, in particolare nella campagrta di Russia, costata la perdita di oltre 300 uomini, oltreché sacrifici e disagi inenamlbili per i militari italiani.

Per le istituzioni che rappresentano lo Stato democratico e per le giovani generazioni chia mate a rafforzar/o, questo volume può offrire validi spunti di riflessione.

G IANFRANCO BURCHIELLARO 5'indaco di Ji1antova

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Prefazione

La s roria del 4° Reggimento Artiglieria Contr oaerei così efficacemente narrata dal Generale Armando Rar i è un contributo prezioso che va ad arri cchire quella di alt re prest igiose Unirà del nostro Ese rcito.

Dal resto eme rge non so lo il valoroso comporta mento de i gruppi del regg imento che, sotto la preziosa g uid a di validissimi Comandanti, sono s tati impi egati s ia sul fronte Russo sia in Afri ca Settentrionale, ma anche il valore della Sp ecia lit à ch e, oltre a svolgere azioni prettamente conr roaeree, non esi t ò, quando richiesto dalle c ircostanze , ad unirsi a i fanti nel frenar e l' impero del nemico.

Ne sono t estimon ianza le motivazioni delle decorazioni al Valo r M ilitare co n cesse alla Bandiera di Guerra ed ai singoli Combatte nti.

Sono graw al Gene ral e R a ti , com e art ig li e re co ntroaereo che h a trascorso nella Special i tà pe riodi anche diffic il i, co m e quello d ell a trasfo rm az ione dal s iste ma cannon i a l sis tema missili st ico e l' in se rimemo nel co n testo NATO, d edicando ad essa i migl iori anni di una lunga vi ra con le ste ll etre.

Lo ringra zio p e r aver ri cordaro quel "bravo solda to" che è stato mio Padre, distintosi già ne i quattro lunghi anni della l a Guerr a Mo n diale quale Sonocomandante di una batter ia ip pot rainara del 3° Reggimento Artiglieria da Campagna.

Infine rivolgo un v iviss imo apprezzamento a li ' All[ore di questa laboriosa, int e ressa nte e appro11>fondira opera, confidando che g li Artiglieri Contr oae rci, inorgogli ti dal loro br ill a nt e passa to, opere ra n n o con semp r e magg io r entus iasmo, nel solco de lle magnifiche tradizioni della Specialità.

Generale C.A. MARIO PRATO DI PAMPARATO Comandante del Corpo SpeciaLe E.I. S.M. O. M già Comandante dell'Artigfierill Controaerei dell'Esercito

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Premessa

È stato il Colonnello Agostino Biancaforina, in qualità di Comandante del 4° Controaerei, a chiedermi, nella primavera del 2003, di scrivere la storia del reggimento. Inizial mente esitante, in quanto appartenente al Corpo Piumato, ma esortato dalle parole di molti amici e co lleghi, ho aderito alla proposta ed intrapreso il mio lavoro con particolare entusiasmo

Non volevo, infotti, dire di no ad una richiesta così qualificata. Ricordo, inoltre, io mantovano, che da anni il reggimento è parte integrante della comunità virgiliana, anche perché numerosi sono stati i suoi cittadini che vi hanno appartenuto.

Dalla lettura di diari e memoriali, dalla consultazione di preziosi documenti, quali le memorie storiche deL reggimento, è uscito il vissuto e con esso le vicende umane di soldati di ogni grado che hanno fotto del "dovere militare" una delle ragioni d'essere della Loro vita.

Nato ne/1926, iL 4° ha vissuto l e esperienze delle tragiche campagne d'Africa e d i Russia, oltre alle aspre vicende dell'8 settemb re 1943. Ricostituito alL'inizio del secondo dopoguerra "non ha mai segnato il Protagonista di radicali mutamenti, sia negli organici che nei sistemi d'arma, in conseguenza deLL'inarrestabile sviluppo tecnologico, iL 4o rappresenta ancora oggi uno strumento efficace e competitivo, orgoglio non solo dell'Arma di Artiglieria ma delle nostre Forze Armate.

Mi auguro che giovani e meno giova ni, leggendo il testo, sentano La fierezza di aver fotto parte o di far di un reggimento così carico di storia e di gloria.

Mantova, maggio 2004

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Ringraziamenti

Al momemo di congedarmi dal fì·urro di mesi di ricerche vorrei ringraziare tu tti coloro che in questo arco di tempo mi h anno seguito, inco raggiatO e consigliato

Al Sindaco di Mantova Gianfranco Burchiel laro; al Cav. lav. Dott. Piermaria Pacchioni Presidente della Banca Agricola Mantovana; al Dott. Franco Abis Agente Generale dell'Agenzia Generale lNA-Assitalia; al Signor Alessandro Ansaloni titolare Concessionaria Ansauro e al Signor Riccardo Ducali Amminisuatore Delegato Fen Energia la mia piLt sincera gratitudine per aver assi curato un cont ributo prezioso per sostene re il lavoro editoriale dell'opera.

Ringrazio inoltre il Generale Mario Prato per i preziosi s ugg erimenti duran te le mie ricerche; i Colonnelli Agostino Biancafarina e Fran cesco Ippoliti, che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno

Vorrei poi ringraziare il personale dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito per la disponibilità mostrata nel consentirmi l'accesso alla documentazione conservata presso l'archivio dell'Ufficio Storico.

Infine vorrei ricordare le Signore Alessandra Ferrarini Far io, Angelina La Mattina Corri, Liliana Sacchetti Canova, Paola Marabini Costa, Alessandra Gelato Berretti, i coniugi Walter e Michi Gursmurhs di Berlino; il Signor Antonio Pettini ed il Comm . Vannozzo Posio che mi hanno prestato letter e, diari e fotografie .

Sono fortun atO per tutto l'incoraggiamento e l'aiuto ricevuto dal mio editore, Valerio Somerri

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Mantova, pianta prospettica stampata n el1610 c ir ca.

rARTIGLIERIA CONTRAEREA: LE ORIGINI E LA SUA PARTECIPAZIONE ALLA GRANDE GUERRA

Lidea di dar vita ad una artiglieria contraerea nacque nei primi anni del XX secolo, nel periodo di tempo in cu i divenne realtà l'a pparizione sul campo di battaglia dei mezzi aerei che, in pochissimi an ni , avevano realizzato in credibili progressi.

Questa insorgente necessità di controbattere l'azione della nascente av iazione, dell'aeroplano come mezzo b ellico, il cui impi ego poteva ormai essere prev istO in ogni conRitto e da parre di qualsiasi nazione belligerante, spinse il nostro Minist ero della Guerra, di concerto con quel lo d ella Marina, a deci.dere di nominare una commissione mista per lo studio dei mat eri a li destinati al tiro contrae reo.

La commissiOne, presieduta dal Co lonnello Alfeo Clavari no , si riunì, p er la prima vo lta, il 18 luglio 1911 a Nettuno presso la "Sc uola Centrale di Tiro di Artigli e ria". Si riunì non per elaborare un vero e proprio spec ifico progetto bensl per individuare, sulla base della documentazione sui materiali contrae rei ra ccolta dal l' Ispetto raro delle costruzioni di art iglierie e dei risultati emers i da ll 'esame di quelli già messi a punto presso ditte tedesche, le modifiche da apportar e al cannone da

Il Colonnello Alfeo Marchese Clavarino. (Gcn t-..1As5JMO IACOf'l, Tl cemro aeldestmrnmto e sperimentnzione Artiglieria Conrroauei e la spràalità Dal/e origini rd 2 000. OFfìc in a Grafica Bolo gnese, Bologna, 200 l).

CAPITOLO
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70 m m, in d o tazio n e alle batte ri e a cavall o, che consentissero u na elevazione ta le da p oter col p ire ob ie rr iv i vo la nt i

In un seco n do tempo, ad una di versa com mi ss io ne comp osta an ch'essa da uffi cia li dell 'Esercito e d ell a Mar in a, ve nn e invece affidato il compito di s t abilire le g iuste caratte ris tich e da attribu ire all ' arma contraerea tenen do como delle es p e ri e n ze maturate nella g u erra italo-tur ca pe r la co nquista della Libi a, n el cors o della qual e, il l 0 n ove mbr e 1911, s i era avuto , s eppur e em bri o nal e, il pri mo bomba rd a m e nto aereo esegui t o dal Tene nte Gadoni, co n q u attro r ud imenrali g ran ate, su d i u n acc amp amento arabo ad Ain Zara, un "assal to cel este" che impressi o nò e sti molò la fanrasia deg li ital iani e te rro ri zzò gli arab i.

N el co nte mp o un'a ltra com mission e venne in viata all ' est ero p resso le d it te Skoda, Krupp, Wichers e Sc hn ed e r per l'acquisto o l'eve ntuale produzio ne s u li cenza di armi di pi cco lo calibro d est i nate al tiro contraereo .

Era stato prev isto c h e l' a ttività di ambed u e qu es t e ult im e com mi ss ioni doveva ri guard a re , so pr arrutto, i m ate riali d e i due cannoni se mi a m omat ic i da 75 mm Ehrh a rd t, del ca n n on e automatico da 37 m m d ella Wichers e d elle mi tragliere da 20 mm, no n so lo ma dovev a co n cluders i con u n pe ri odo di valutaz ione e d i sperimenrazione da com pi ere presso il pol igon o di Nettu n o .

Corteo a sostegno dell'entrala in guerra dell'ita lia, tenutosi a M ilano, nel maggio del 1915

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Le fMJbblic:a%fonl cbo l COJUl.JEU D8LU S.BJU t41oi abbonali aono ::- Ga b r iele D 'A nnunzio al termine di u na manifest.azion e in terventista a Roma
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La dichiarazion e di g uerra. 26 gennaio 1917. Batteri a a ntiae rea a Monte Zausa.
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Dicembre 191 7 . Grave di Ciano (MontelJo ) : po s t az ion e italiana con mitragliatri ce St. Etienne contrae rea

Ma tutto ad un ce rto m.om e nto dov ette esse r e sospeso . Prima, temporan eam e nt e, a causa del v erificarsi di una epidemia malarica m a nifestatasi improvvisamente nella zona di Nettuno poi, definitivam e nt e, per lo scoppio dell a gr a nd e gu erra e la conseguente chiusura dei mercati est e ri.

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L'incursione degli aeroplani austriaci su Milano.

Solam e nr e p resso la prestigi o sa i n dusrria Ansa ldo cont i nuò lo studio, iniziaro alc uni m esi prima dello sco p pio del confl i no, d i un affusro che per m erresse aJ ca nn o n e d a 10 2/3 5 un a elevaz ione non di 20 gra d i so l tamo ma d i 80 , t ale d a poter co lp ire i veli voli. Studio che il M ini ste ro d ella guerra declin ò pe rc h é con s iderò il10 2 / 35 u n cal i bro tropp o elevato per le es ige n ze d el mom ento.

Penanro all ' ar to d el la no s tra entrata in gue rr a contro I' Aus ui a la spec ialità contra erea era pressoc h è i nes isten te . I n fatti essa e ra rappresenta ta so la mente d al " R e p a rto d 'Artiglie ri a Co n traerei" che aveva la sua sede a Nerr u no ed era stato costituito il 20 gen naio 19 1 5 a cura del 13° Reggi m e nro A rt ig lieria, con il compiro di ad destrare il pe rsonale per il se r viz io all e arm i contrae ree, studi a re le quest ioni tecn iche e p rovvedere all a d e tenn in az ione delle t avo le di t ir o Si trattav a di u na u n i tà n o n om o ge n ea, dorata di s olo m a t eriale disponibile , co mpo s ta da 4 sezioni c h e tur o no s ubito mobilit a te ed a vvi a te in zona d ' operaz ion e o n e ll e s ue vi c inan ze . La l a d a 75 E a Udine , la 2a d a 75 111 a Boscoman t ico , la 3a da 37 m m a S aggio (Milano ) e la 4.a d a 75 /911 a C amp al ro (Ven ez ia) .

I nta nt o co n il p rogre dire d el con fli tto s i accentuava lo svi lup po de ll 'av iaz. io n e b elli ca, Ie pres t az io n i del mezzo aereo cresceva n o a vista d'occhio, la sua appa ri zione s u l campo di ba ttagli a si faceva sempre più freq u enre, le nostre ci ttà, completamente in d ifese, vive va n o so t to il te rri b ile, incom b e n te p e ri co lo d i dive nt a re ob ie tti vi d i l uttuos i b o mbar d am e nti.

E fu sotto l' i n ca lza re di queste p r eo cc up a nti circostanze ch e nell' agos to de l 1915 i nostri Alci Coma nd i d ecise ro di pervenire a ll a cos tituzione d e ll a l a Batte ria Conrra e r ea m edianre la fu s ione de ll e Sezioni d islo care a U din e c a Bosco m anrico, il c u i co m a ndo venne affi d ato al Capitano P io Morandi che, quindi, p ossiamo co n siderare il primo Coman d ante d i bat t eria cont raere i operativa . Cad rà su l P ia ve il 18 novembre 1917 .

Nel s u ccess i vo mese d i sette m b r e, presso il reparto di Nett u no, vennero create altre du e batt e ri e , la 2a c la 3a, c h e furono s u b i to avv iate in zona di gu erra; la 2a a Scodo vac ca , a dispos izione ,çlell a 3a Arm ata schiera ra s ul Ca rso , la 3 a agli ordini del Ca pitano A ugu s to de Pigni er, colui c h e era stato il l o C om a nu a n t c di Reparto d 'A rtig li e ri a Contraerei e nucl eato d al 13° Regg ime nto di A rti g li e ri a, a C asarsa a difesa dell' aero porto presso il q u a le verr à ab bat tu to il p rim o ae reo a u s tr iaco.

In nove m bre n on solo ve nnero formare altre tre batte ri e (4a 5a 6a) da 75 CK s u autoca rri m a fu pure p resa la decis ion e d i ut ilizza re pe r la difesa contrae rea anche le b a t te ri e d a 7 5 /91 1 tr arre d a i regg i m e mi d a campagna e i ca nn o ni da 76/40 coll o ca t i s u installazioni d i c ir costa nza

Nel gennaio d e l 19 16, secondo ann o di g u e rra, la disponibilit à d e i m ezz i per la difesa a ntiaerea, come arr esta il Generale Monrtt al volume X della sua pr ez ios a racco lta su ll a "Storia dell 'Art iglieria Italiana" era rapp resentata d a :

3 batte r ie d a 75 CK (12 pezz i)

l sezione da 75/27 mod . 9 1 1 (2 pez7. i)

2 1 b a tt e ri e d a 75/27 m o d . 911 (84 pezz i rol ti a i reggim e nti d a campag n a)

l O pezzi da 76/40 s u in s tallazioni di c ir costa nza

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3 sezioni mitragliatrici MAXUA

l sez ion e miuagliauici autocarrata da 25 mm 23 proiettori da cm 90

Si uarrava di poco pitt di l 00 pezzi, in gran parte però solo temporaneamente destinati a compiti contraerei e del tutto insufficienti per soddist:'lre le esigenze derivanti dall'offesa ae rea nemica ch e poteva colpire sia abitati posti nel vasto territorio nazionale che obiettivi militari terrestri e navali.

Solo in seguito il Comando Supremo pensò di rim ed.iare alla grave carenza dotando la contraerea di al rri l 00 pezzi di artiglieria olue che di 50 mitragliatrici e 50 proiettori, ma deliberando nel contempo che, per il fun z ionamento di questi materiali, solo gli organi di comando potevano essere costituiti in modo permanente con e lementi specializzati, mentre il rimaneme personale, solamente all'occorrenza, poteva essere trattO dai territoriali , opportunamente e prevemivam e me inquadrati e addestrati.

Oltre al provvedimento suddetto venne disposto, sempre dal Comando Supremo, che le nuov e batterie da campagna in corso di costituzione presso i centri di mobilita-

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Proiettore i n azione sullo stradone di Spresiano-ponti della Priula (ne ll a notte sul 15 giugno 1918).

zio ne , facessero pane integrante della difesa contraerea, ma limitatame nte al periodo di tempo in cui queste si trovavano presso i s uindi cari cenrri siruari , di norma, nelle grandi città

Sempre nel 1916 , sotto l'inca lzare degli eventi bellici e la conseguente necessità di dover d isporre di p erso na le prontamente impi ega bile, divenne inevitabile provvedere allo sc ioglimento del Reparto di Artigli eria Conrraereì dì Nettuno ed alla costit uzione, al suo posto, di una nuova unità cui fu dato il nome di "Re parto Person ale Conr raereo" con sede a Belveder e di Aquileia quindi in zona di guerra, agli ordini del Capitano Giuseppe Vannurellì.

Presso questo rep arto vennero concentrat i, per poi essere ridislocati al fronte, sia il personale che i materiali della speciali tà che all a fine del 1916 poteva disporre di 22 batte rie organiche, 315 p ezz i isolat i, 4 treni blindat i c 292 mirra gliarrici per un totale di 1.124 peni.

Ma con l'arriv o de l 1917, terzo anno di guerra, quel lo che sarà l' anno della grande cris i, della ritirata di Caporetto, si era farro pressa nte e v itale il riordino di mrra l'artiglieria da campagna. fu questa disposiz ione a causa re il ritiro di tutte quelle batter ie cui erano sta ti affidati compiti di difesa ae rea e quindi una drastica riduzion e del numero dei pezzi con tali funzioni , oltre che uno staro di particolare diffi co lt à c turbamento nella specia lità contraerea, e c iò proprio nel momento in cui cresceva l'offesa aerea nemica sia s ulla lin ea del front e c h e nelle imm ediate e lontane retrovie.

F u g iocofo rza da parte del Comando Supremo correre ai ripar i ordinan do l'allestimento di alrre batt e rie da 75 CK e l'approvvi g ionamento di particolari congegn i di pun'

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Operazioni d ell 'arti g li e ria antiaerea. Uno d ei ve livo li a us triaci abbattuti dur ante un ' in c u rsione nel Veneto.

tamento da d es tinare ai p ezz i da 7 5 / A Un provvedimento che c onsentì la for m az ion e di 20 barr er i e s u 4 cannon i e di 19 s u 2 e, di co n seguenza, creò un se ns ibil e accresc imento dei reparti c onrrae rei la c ui a mp ia disloca zio n e portò alla creaz ione di uno s p ec iale Uffì c io di Di fesa Ae rea Territori ale al qual e venne asseg na ta l a res ponsabilità dell'impiego e d e lla di slocaz io ne d ella tO t ali t à d e lle barrer ie non schierate i n zona d 'o p eraz ione.

Qu este ultime, in vece, ven nero riunite in raggruppam e nti d 'Armata e cos l rip arti t e:

l o ra gg ruppa mento asseg nato all a l a Arma ra

2 ° r aggru pp amen to asseg nato alla 2a Armata

3° r aggruppamento assegnatO alla 3a Armata

4° raggr uppamenro asseg naro alla 4a Arma ta e zona Carn ia 5o r aggruppa m e nto assegnato all'Uffi c io Se rvizi Aeron aut ic i del Coma n do S upremo

Fo rza ·a 0.. 0.. tE ::l ::> Com ando di raggru ppamento ......... . 4 2 1 7òtali 3

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Batterie contraere i (4 pezzi ) Auto campali 75 c. K. Truppa 6 19 85 110

Da posizion e 7 5/11 C.- 75 A. M 7 6117- 76/40 7 6 / 45 87 B. ecc. Trupp a s o ·.:; .o.. -o o u o V) 5 18 57 80

Quadrupedi ·(;l ·a '-'=' ::l :.a l 2

v (Il ::l v ..... 0.. '-' 0.. v w v ::l >o u :..... ·a :.a ::l -< c:o )) l 2 Sezioni con traere i da po s iz.. (2 pezz i) 75/9 11 C. 75 A M 76/17 76/4 0 76/45 87 pef B. ecc. Truppa 2 I l 37 50

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Artiglieria contraerei (Organico del raggruppamento)

Si può qu indi giustamente affermare che il4° Reggimemo Contraereo del quale, nel presente volume, viene narrata la storia, trova la sua origine in questo 1917, non solo, ma che i raggruppam enti possono e d evono essere conside ra ti " i padri " d egli attuali reg gimenti .

Riassumendo , negli ultimi m esi dd 1917 , prima dello sfondam ento d el nostro front e a Caporetto, la speciali tà contraerea era presenre sui vari fromi di guerra con questa struttura :

12 batterie da 7 5 CK dalla P alla 12a

26 barrerie da 75/27 dalla 13a alla 38a

19 batterie da 75/ A dalla alla 115a e dalla 120a alla 122a

12 banerie dorare di materiale vario dalla 201a alla 2 12a

10sezionida 75/Adalla Palla 10a

15 sez ioni dotate di materiale vario per un totale di 69 batterie e 25 sezioni comraeree propriamente dett e

Dopo Capore rro e la conseguente ritirata delle nostre truppe sul Piave, sul Montello e su l Grappa, si avvertlla n ecessità di proc eder e ad un miglior coordinamento dell ' im

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Novembre 1918. Cannone da 7 6/40 della 164" ba tteria cont raerea a difesa di Greco (M ilano) . (M useo Sto ri co lcal iano d ell a G uerra Ro ve re to 32115}

piego della contraerea L'intero territorio naziona le venne suddiviso in 3 raggruppam enti e 4 gruppi di difesa territoriale. Il l o raggruppamento fu a sua volta suddiviso nei gruppi di Genova e Savona, il 2° in quelli di Ancona e Pescara, il 3° in quelli di Bari e Barletta. Ai quattro gruppi autonomi territoriali spettò la difesa contraerea delle città di Torino, Firenze, Roma e Napoli.

Il 18 gennaio 1918 si ebbe la ricosriruzione in Nettuno del "Reparto Artiglieria Contra e rea" sotto la guida del Colonnello Aldo Buffi e con questi compiti : studio dei mate ria li e dei merodi di tiro contraereo, istruzione deg li ufficiali, formazione e addestramento delle batterie. Ma non era trascorso che un solo mese dalla ricost itu z ion e del reparto che emerse la convenienza bellica di addestrare il personale nelle vicinanze della zona del fronte oltre che presso gli stessi parchi di artig lieri a, una necessità in seguito alla quale il campo di riordino della cittadina di Mirandola, nel modenese, dove erano stat i raccolti i materiali recuperati dal fronte dopo Caporetto, divenne un distaccamento di Nettuno dall 'attivi tà febbrile ed incessante. Basta sottolineare che in nove mesi , quelli compresi tra il febbraio 1918 e il termine del conflitto, il distaccamento curò la costituzione e l' invio al fronte di ben 80 batterie e l'addestramento di circa 700 ufficiali.

Delle batterie introdotte in campo operativo le pil.t idonee al tiro contraereo si dimostrarono quelle da 76/ 4 5 e da l 02/35 p erché dotate di maggiore gittata, pil.t celer i e manovriere, p il.L effìcac i contro g li aere i che ormai avevano acquisito la tendenza ad agire da altissime quote (circa 4.000 metri) o a bassissima quota (dai 150 ai 300 metri).

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Cannone su autocarro da 75 mm della 2a batteria contraerea. Nove mbre 1918. M i t ragli era Vi ckers da 40 /39 d ell a 342 " batte ria contr ae rea p osizio n a ta a V izzo la T icin o. ( Mu seo S to r ico Tra lia no de ll a G uerra Rovc rc to 32/40 }.
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Nove mbre 19 18. La 32 1a b atte ri a co ntrae r ea co n i p ezzi da 10 2/ 3 5 pos izi o n ata a C resce n zago (Milano) . (Museo S tori co I tal iano della Guer ra Rovere ro 32/ 18)

All'ini z io della batt aglia di Vi ttOri o Vene to, q u ella c h e po rterà l'Itali a all a vitroria fina le, la specia lità pot eva co ntare su ben 196 batterie e 4 2 sez ioni pari a 400 bo cc he da fuoco, qu indi su una consiste nte potenza d .i fuoco, il prod otto di un vero e proprio mir a co lo se si p en sa che la produzione naz ional e d i artiglieri e contraeree nel maggio del1915, all'i ni zio del co nflitto , era pressochè null a.

Con infaticab ile e t enace energia g li artig li eri contrae rei, dal più elevaro in grado al più umil e so ldato, av evano saputo vincere non poch e diffì co lrà, grazie a l loro profondo senso del dovere. Ad essi il g rande m erito di ave r abbattuto , nel co rso del lu ngo , sa nguinoso co nfli rro, 128 ae rei n e mici , un s ign ifì carivo co ntribu to al co nseguim ento vittorioso d ella prima g u e rra mondial e .

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TRA LE DUE GUERRE MONDIALI

Co n la fìnc del con flino incominc iò l a smobilirazion e Ne i prim iss imi g io rni dopo l'armi s tizio, ch e rap pr esentò la fine di 4 1 mesi di soffere n ze, di lo go ranti , giganteschi sfor zi, vennero congedate t u tte le classi d al 1877 al 1884 per u n com plesso di 60 0 .000 uomini d ell 'ese rcito operame e 175.000 della zo na terr itoria le . Altri massicc i congedi segu irono nell919.

Tu t ta l'artiglieria s ubì di colpo notevoli comrazioni. Le batterie d 'asse dio e di bom b arde ve nn ero fortemente ridotte, i reggimenti da campagna eccedent i rispetto alle divisio ni rim aste in vita furono sciolti, la contraerea perse s ubi to le sue unità assegnate alla difesa territorial e . Un provvedimento que st ' ultimo caratte ri zzato dalla fretta e dalla inop portunità c ch e il Minis te ro della Guerra dovette rap idamente eme ndare ord in ando la sospens ione della messa in dispart e d ei m ate riali da 75 CK, da 7 5/27 e da 76/4 5 spinto dall a n ecessità di doverli risch ierare lungo la nuova linea armistiziale .

Ma nel febbraio del 1919 il provvedimento venne reinnodotto e reso nuovameme esec utiv o . Restarono in servizio so lamente le batter ie da 75 CK che durante il conflitto avevano daro buoni risultati

Nel m ese Eli marzo il Reparto di Artiglieria Contraerea di Nettuno fu sciolto. Nel nov e mbre s u ccess ivo, con l' entrata in vigore del la legge s ull ' ord inamento, nota co l nom e di Albri cc i, il Ministro d ell a Guerra pro te mp o re, la s pec ialità s ubiva la sua prima vera ristruttura7-Ìonc Venne art icol ata in "3 Depositi Scuo la" c iasc uno s u l coman do e 5 gruppi operativi, q u esti ultimi a loro volta s u 2 b acce ri e autocam pali.

I ne Depos iti Scuola furono dislocati a Genova , Ravenna c R oma co n il compiro di mob ilitare, in caso di guerra, le unirà contraeree per la difesa del territorio.

Nell 'aprile del 1920 , all 'o rdinamento Al bricci, seguì q u ello d ell' Onorevo le Bonomi che, pressaro da in calzanti esigenze economiche, soc ia li e pol itic h e, s i vi d e costretto ad imp orre magg io ri rest rinivi ori entamenti. La cont raerea passò da 15 a 1 1 grupp i opera tivi. Nel contem po sanz ionò il trasferimemo del 3° D eposi w Sc u o la da Roma a Nettuno. Un cam bi o di dislocaz ione reso nece ssa rio dalla opportu nit à di poter disporre su mare lib ero di un poligono di t iro pe r artigl ierie contraeree ch e co nsem isse la sperimentazione d e i materiali e de i mezzi adeg uati ai tempi mod erni e la d ete rminazione dei dari di tiro.

Du e anni dopo, esatta mente il l o ottobre, si ebb e la so ppress ione dei Depos i ti Scuola di Genova e Ravenna e la trasformazione di q ue ll o di N e ttuno in "Sc uol a di Artig lieri a

CAPITOLO II
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Contraerea", il cui comando ve nne assegnato al Colonnello Carlo De Nobili, che diveniva l'unico is t ituto di reclutamento per gli ufficiali di complememo e di addesuamento per il personale della specia li tà.

Ma fu con la promulgazione della legge sull' ordinamemo militare n 396 dell' 11 marzo 1926 che nella contraerea si ebbero signiflcativi mutamenti. Vennero creati 12 "Centri di Artiglieria Comraerea" impropriamente ricordati come i progenitori degli attuali reggimemi. Tra i 12 neocostituiri Centri va ricordato il 4° che aveva la sua sede a Peschiera del Garda e la cui srrutm ra organica comprendeva 2 gruppi contraerei, il primo aurocampale e il secondo da posizione; l reparto fotoelerrricisri e l deposito. Comandante interinale era il Tenente Colonnello Giuseppe Pavesi cui, due anni dopo , subentrerà il Colonnello Marco Scazzola.

Il l o aprile il gruppo da posizione passava al r reggimemo pesante, sostituito da un secondo gruppo autocampaJe cui si aggiunse il reparto fotoelettricisti del3° Centro Contraerei.

11 l o giugno successivo il "4o CENTRO ARTIGLIERIA CONTRAEREI" di Peschiera fu sc io lto e dalle sue ceneri il l o gennaio 1927 in Mantova nacque il "4o REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTRAEREI AUTOCAMPALE" armato con materiale da 75/27 CK, il cui motto divenne: "IN HOSTIUM AQUILAS IGNEM FERRE" e quesro il suo ordinamento:

Comando e Compagnia Deposito:

I gruppo autocampale (l a e 2a batteria):

II gruppo autocampale (3a e 4a batteria):

I reparto fotoelertricisri (Ja e 2a compagnia):

II reparto fotoelettricisti (3a e 4a compagnia):

con sede a Mantova con sede a Mantova con sede a Lodi con sede a Mantova con sede a Lodi

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Peschiera del Garda. Caserma Carlo Alberto, sede del "4° Centro di Artiglieria Contraerea" (1926).

rt 1o Comandante. Il 2 ° Comandante. Tenente Co lonnello Giuseppe Pavesi (1926-1928). Colonnello Marco Scazzola ( 1928-1930).

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Per il reggimento fu l'i n izio d i un lungo periodo di assesramento e di ammaestra menti che rappresenterà un apprezzabile contributo allo sviluppo d e lla giovane specia lità

Nell'aprile del 1931 i due re pani foroele t rricisti vennero sciol t i per dar vita a due sez ion i che entrarono a far parte integrant e del l' organico dei gruppi Nel l'ottobre succes sivo il no gruppo di Lodi si trasferiva defìn itivameme a Mancova sede del Comando di Reggimento che du e ann i dopo mmava la sua denominazione in "4o REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTRAEREI" venendo, n ello stesso t empo, dota to de l cannone da 75/46, di fabbricazione italiana, in linea con i tempi, in possesso di n me quelle cara t ter ist iche necessarie per porta re la contraerea ad un soddisfacente grado di perfezione e per farne una Un i rà moderna; peculiarità rappresemace dall'elevata velocità e celerità di tiro e da congegni tali da consentire sia il puntamento verticale che orizzontale.

Nel l 935 a l cannone da 75/ 4 6 venne affiancata la m.itragli era da 20 mm realizza ta dalla Bred a e dall'Iso r ta Fraschini, capace di una ce lerità di tiro di 220 colpi al minuto e con una velocità iniz.ia le d i 840 metri al secondo.

E mentre la contraerea procedeva sp edita mente sulla strada della sua modernizza zione, dotandosi di artiglierie dal tiro piLL lungo e piLL potente, il nostro governo prend eva in consideraz-ione l'esistenza di una possibile azione militare da parte d ell'A bissin ia

Il 3° Co ma nda nte.

Il 4 ° Coman d ante. C olo n n ello O ttavio Boll ea ( 193 0-19 33) . T ene n te C ol o nn ello Igino Salvetti (1933).

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CANNONE DA 75/46 MOD. 1934

Ditta costruttrice: Periodo di servizio: Calibro: Lunghezza dalla b.d.f. (in calibri): Peso del pezzo campale in batteria: Settore verticale di puntamento: Settore orizzontale di puntamcnto: Gittata massima sull'orizzonte: Altez:z,a massima di tiro: Tiro utile contraereo:

Ansaldo (Italia) dall934 al 1950 75 mm 46 pari a 345 cm 3.300 kg da -2 a +90 360° circa 13.000 mt circa 8.500 mt circa 7.500 mt.

contro le nostre colonie in Africa Orientale, quelle dell'Eritrea e della Somalia. Ciò in quanto, nonostante i rrattaci esistenti tra le due nazioni e tutti i t entativi comp iu ti dal governo italiano per conservare con l'Impero Etiopico buone e profonde rel azioni, l'arroganza indigena, alimentata dal ricordo sempre v ivo di Adua, aveva assunto forme mmacc10se.

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Il ) ° Comandante. Co lonnello Emilio Pinto (1933- I 935).
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Mantova. Caserma Pastre ngo, 1934.

Il 6 ° Co mandante . Il 7° C omandante. Co lonn ell o Gaetan o AJagia (1935-1936) Co lonn ell o Pao lo Fantazzini ( 1936-1937)

Una va lut azio n e tutta italiana s uffragata d a i numerosi in c id enti di frontiera provocati d ag li ab iss ini a nos tro danno , quali qu e lli d i Gondar de l 4 novembre 1934 e l' improvv iso attacco al nostro posto confìnario di Ual Ua1 avvenuto il 5 di ce mbr e successi vo.

Qu es ti e pisod i c la volontà politica di pr endere p a rt e a ll a ga ra tra le nazioni europ ee p er a um enta re i, possedimenti coloniali, offrirono il pretesto a l n os tro Governo per romp e re g li indu g i, passar e all ' az ione , affionrare l'ormai in ev itabil e co nflitto per la conquista d ell 'Etiopi a .

Per il ragg iun gim e nto di t ale scopo ve nn e d ato vit a ad uno speciale Corpo di Spediz ion e M e tro poli tano che, ini z ialm e n te, fu p osro ag li ordini d el Gene rale E milio De Bono e, a part ire da l 26 novembre 1935 , cinquanta gio rni dopo l'ini z io d el co nflitto , del Maresc ia ll o Pietro Badoglio con c ui si passò all a fase più ve ramente d ecisiva della guer ra derta "d ei serre mesi" (3 o ttob re 193 5 - 5 maggio 1936) .

Le ostil i tà contro l' Etiopia ebbero inizio il 3 ot t obre 1935 ma al4° Contraer ei, sin dal settembre preced ente, era p erven uto l'ordine d i portars i con il Comando di Reggimemo, il II gn.Jppo (4a e 5a batteria), il IX (l a e 2a bat t e ri a) e le due compagnie foroeletu iciste (2a e 9a) a Marsala in Sicilia e q ui schierarsi p e r la d ifesa contrae r ea dell 'isola No n s olo, m a dovette invia re quattro batter ie dell'81 o gruppo (7a- ga- 9a- lO a), rinforzare dall'I P compagnia fotoe le ttricisri, a Roma e dimorni per la difesa co ntr ae rea d ella capitale.

Ne ll a sede di Mantova rimasero il Comando d e p os i to, 3a e 6a batt eria e le tre batteri e d'istru zione, oltre che una sezione foroeletui c isr i. F u rono qu esti repa rti alla sede a

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provvedere all'appr ontamento di due batterie da pos iz ion e (2 56a e 257 3 ) che, rese complete in uomini e materiali, ve nnero mand ate oltremare, in territorio libi co, assegnate al 2° Arriglieria Coloniale.

Nel fra rrem po, precisamente 1'8 genna io 1936, nonostante gli imporrami impegni d i ca ratte re operativo connessi all'esige n za "Africa Or ie ntale", che aveva d etermin ato la lonta nanza da Mantov a di gran pane dei reparri , fu Lt g u a lm ente possi b i le pro cede re alla conseg na della Bandi era di G uerr a a l reggim ento. Un pr ivi leg io fino ad allora d ete nuto solamente dai Corpi d ell e Arm i di Fameria e Cava ll e ri a ed ora finalm e n te esteso anc he ai regg imemi di art ig li eria, i nclusi q u ell i della special i tà cont raerea.

La significativa ce rim on ia ebbe luogo a Manrova, in Pi azza Sordello. Il 4 ° si sc hierò co n i so l i reparti presemi alla sede, affianca ti dai carabinie r i e dai fanti d el 49° Reggimemo, anch'esso di stanza nella ci rrà virgiliana. Madrina fu la Signora Sofìa Martignoni, co n so rte dell'Onorevo le Ma r t ignoni , Capitano di a rriglieria.

Da un cofano in legno parina to antico, opera deg li art igiani fratelli Vcrga ni, fregi ato d el motto del reggimento " In hostem aquilas ignem ferre" oltre che d a l verso virgi l.i ano " .. . rejèram tibi JV!an tua folrnas" e dell a d edica "La Sezione A.A.A. di Mantova", ve nne esr rmra la b and iera poi co ll egata all'asta, sulla qua le fu infissa la lancia dono dellvlinisrero della Guerra.

Spettò all ' I n gegnere Bonfanri po rgere il vessillo al Colonnello Fanrazzini , il Coman dante del 4° . Qu es t i, dopo averlo ricevuto, pronun ciò brev i parole , di ce ndo tra l'a ltro: «Lo stendardo vuoi significare l'indistruttibile vincolo che Lega gli artiglieri in congedo e queLLi

Pezzo da 75127 montato s u ca rro Ceinm o.
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Spagna. Fuoco di sbarramento di nostre artiglierie contraeree nel corso di un'incw·sione aerea nemica.
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Comandante. Co lonnello Vincenzo Catalano (1937-1939).

in servizio in una sola grande jàmiglia che vuoLe emulare Le tradizioni di valore e di sacrifi cio deLL'Arma» .

Alle parole del Fanrazz ini, dette con so lennità, seg uì la ben edizione della band iera da parre del Vescovo di Mantova Mons Menna e con essa la fine della roccante ce rimonia. Po i co n scorra e reparto d ' ono re, percorren d o le v ie di Mantova, saluta ca dai c itt ad ini l ungo il p ercorso, raggiunse la Case rma Prin c i pe Ame d eo in Corso Gar i baldi per la sua d efinit iva collocazione nell ' uffì.cio del Colonnello Comandante.

Undici giorni d opo, esattamente il 19 gennaio, salutata dalle autorità civ ili e milita ri de ll a città e da una numerosa folla la bandiera, scorta ta dal Capitano So lofra e dall'Alfiere Sotmrenente Tonsig, partì alla vo lta di Marsala dove si trovava il Comando del regg im ento mobil it ato. Rientrò a Mantova l' l l maggio 1936, sei giorni dopo la fi n e dell a

AOUlLAS lGNEM

Mantova, 1938. Ispezion e al mater iale di artiglieria. Sullo sfondo iJ vecchio motto d el 4 ° reggimento.

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Mantova, 1938. Batteria da 7 5 /46 (Case rm a Prin ci pe Amed eo).
Il 9 ° Comandan te. Colonnello Francesco De V illa ( 193 9 194 1) .

guerra d'Etiopia che, come s i ev ince da una relazione del Ministero della Guerra: «COstituì un'impresa coloniale che, per imponenza di preparazione, per difficoltà d'ambiente e di spazio, per genialità di condotta, per tenacia e 7Jalore d'esecuzione, superò ogni altra del genere».

La storia militare, in fatti, non offre a lt ro esem pio di un eserciro che, fort e di 400 .000 uomini , trasportato a 4 .000 ed 8.000 chilometri dalla m adrepa tria, in soli serre mesi penetra nel cuore di un paese sterm inato e sconfìgge un avversario numero so, audace ed agguernto .

Ma n ello stess o mom enro in cui la v icenda co loniale i ta li ana in Mrica Orientale volgeva al suo epi logo, nubi minacciose si affa cciava no sui cieli di Spag na. Lone Ld trasecolari, esasperat i odi di classe e rano sul punto di esp lodere Da una parre i padroni della potenza economica guidati dall'eserc i ro ed appogg iati dalla Chiesa, dall'altra buona pane dell a borghesia illuminata e la classe la voratrice .

Quand o il 3 l luglio 1936 avvenne l' u cc isi one del leader dell'oppo s izione Ca rlo So re! o, l'es erc ito spag nol o si so ll ev ò , dichi arò lo stato d 'assedio c la legge marz iale, arrestò i capi repubblicani e i principali esponenri dei si nd acati. Il Governo d ella Repubb li ca chiamò a ra ccolta le o r ganizzaz ioni operaie che subiro procl ama rono lo sciopero gener ale ed eressero barricate .

Bozzolo , 19 gi ug no 1939, Campo Sportivo, Festa d el Reggimento (Comandante Maggiore Sim eoni , Parroco Don Primo Maz:ro lari , Vicar io Don Giovanni Monticelli).
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Fu l'inizio della guerra civile; la Spagna calava in una t empestosa nube di violenza e di odio . Su bito la guerra divenne un affare internazionale . I repubblicani chiesero armi ed ae re i alla Francia, alla Ru ssi a e ad altri paesi l naz ion ali st i al la German ia e all' It al ia. Q u es t' ultima, che i niz ialm e nt e e i n mod o occ ul to s i e r a limitata a fornire un a ppoggi o aere o, n el m ese di d icem br e spedì una divi s io n e d i C amicie Nere c h e, n e ll a p r imavera del 1937, di venn e ro quattro pe r un total e di 4 0. 000 u o mini .Lartigli eria fu presente in Spagna, olt re che con le bane ri e i nquadrate ne ll e div is ion i, con l O g ru ppi (l 04 pe1 zi) d i piccol o e medio ca libro e con 5 batter ie contrae ree da 75 C K e 2 d a 20 mm. Tra queste due ultime va ricordata la 7a del 4o Reggimento di MantOva com p osta tutta da volo nt ari .

P a rtì d al la c i ttà vi rg iliana il 19 g iu gno 1938 al compl e t o di u omini e material i . G iunta in te rra di Spagna prenderà p a rt e a ll a seco nda banagli a del Levante (13- 30 luglio 1938) ed a lla secon d a d ell ' Ebro (25 lu g li o 3 n o ve mbre 1938 ) n el co rso d e ll e quali s i di s tinguerà p e r p rontezza cd e ffi caci a ne ll a protezio n e ae rea di com and i e d i grand i unit à ope ranti.

E fu mentre ancora si consumava il dramma de ll a Spagna, infuriava la seconda battaglia dell'Ebro, definita la disperata controffensiva dei rep u bblican i durata oltre tre mesi e fini ta in u n bagno d i sang u e, ch e i l Genera li ss i mo Franco, co l ui che nel giug n o 1936 si er a posta all a tes ra de ll e tr uppe africane dando ini zio al la lun ga e sangu ino sa gu e rr a c ivil.e, volle de cor a re del la medag li a mili ta re un s imbolico rep a r to d i art ig li er ia, int e n d e ndo con ques to dare a ll 'Anna la p i LL al ta deco raz ion e al valor e . Q uesta la m ot iv az ione: «Ha com battuto dovunque con inestinguibife fede, con epico ardimento Af rombo dei suoi cannoni ha risposto sempre if grido di vittoria»

Anche il 4° in Spagna ebbe i suoi c."lduti, tra questi i componenti della squadra trasmissioni, uccis i durante una p resa di posizione e al c u i ricordo venne poi ere tto un mo nu mento del quale sono rimaste le so le colonne che oggi fanno corona al mo num e n to a i caduti d e ll a çaserma S Martino , se d e del regg im e n to

Al conflirto, c h e e ra inizi alm e nte lott a i n tern a tra due fazioni spag n o le, non fu pr ese nt e alc un a b andie r a di regg imento i tal ia n o nè alt ro se gno d ell e trad iz io ni mili ta ri italia n e

Sulle un iformi indossate da i vo lontari, che non erano quelle italiane, non furono apposte stellette, emblema della soggezione alla disciplina milita re italiana, ma seg n i e dis tintivi di grado spagno li.

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LA BATTAGLIA DELLE ALPI

Nello stesso momento in cui si concludeva la guerra civile spagnola, che continua nmora a vivere nella memoria popolare come un conflitto di opposti in cui si imposero in tutta la loro forza la crudeltà e la passionalità del fanat ismo, andava maturando lo scatenarsi della 2a guerra mondiale. Lorizzonte d'Europa appariva carico di eventi .

Il 4° Cont raerei, da poco rientrato dal la zona del Brennero dove aveva preso parre ad esercitazioni a fuoco di un certo rilievo, riceveva la v isi ta del Generale Alfredo Pariani, co lui che, divenutO Sottosegretario di StatO al Ministero della Guerra e Capo di Stato Maggiore dell'Esercito , con la sua f<lmosa circolare 9 .000, sarà il vero responsabile della preparazione e della trasformazione delle nostre Forze Armare. Nel corso della visita gli vennero p resentati i gruppi controaerei pronti ad essere mobilitati . Si trattava di 3 da 75/27 C K (II-IX-XI); 2 da 75/46 (XVII e XXII) e 7 da 20 mm

Non passò molto tempo dall ' auwrevole ispezione che le forze tedesche, artraversata la frontiera, davano ini zio al 2° conflittO mondiale . Era il 1o settembre 1939. Due gruppi di armate, pari a 58 divisioni, con l'appoggio di 1 500 aerei, varcata il confine con la Polonia, puntarono rapidamente in profondità per andare a cozzare contro una trentina di divisioni po4tcche che in sole tre settimane ve n n ero distrutte, cessarono di esistere Quando il 3 settembre Gran Bretagna e Francia, per rispettare l'impegno preso nei confronti della Polonia, entrarono in guerra, le forze corazza te germaniche avevano ormai ragliata il "corridoio" e raggiunto il basso corso della Visrola. Il 17 furono le armate sovietiche ad attraversare la fronriera orientale polacca Un colpo alle spal le che, per i po lacchi, ormai agonizzanti, non in grado di far fronte ad una seconda invasione, fu veramente fata le . Tedeschi e russi s'incontrarono e cordialmente si salutarono lungo la linea che partendo dalla Prussia Orienrale passa per Bresr Li rovsr e Leopo li. Lalleanza fu poi sugge lla ta d all a spartizione della Polon ia che aveva cessato di opporre resistenza. Alla sconfìna d ella Polonia seguì il massiccio attacco dell'Armata Rossa alla Fin landia. 36 divisioni, pari a 500.000 uomini, si lanciarono conrro le 9 divisio ni finlandesi che contavano complessivamente 13 .000 uomini, ma la cui resistenza, durata tre mesi, fu talmente tenace e straordinaria da suscitare in molti Stati, persino in Germania, ammirazione e stupore. I soldati finlandesi seppero coraggiosamente opporsi allo strapotere sovietico e cedettero solamente ne l marzo del 1940 quando, ormai esausti e privi di riserve , il loro governo si vide cos t retto ad accettare le richieste della Russia e con esse la

CAPITOLO III
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resa. Un m ese dopo fu la Germania a romp e re l'apparente bonaccia, a scate n a rs i come un uragan o cont ro due paes i pacifici qu aLi la Norvegia e la Danima rca e il 10 maggio a sfo ndare le difese del front e occidentale provocando quel dramma che sconvolgerà il mondo.

Quel giorno 126 divi sion i di fanreria c l O corazzati invasero l'Olanda, il Belgio e il Lussemburgo. li 15 l'Olanda cap itolava. l tedesc hi a rri varono a ll a Manica ragli a ndo fuori le armate alleate in Belgio , isolando la Francia. Fu lo stesso Churc hill, divenuro primo ministro, ad a nnunciare al la Camera dei Com uni che l'Ing hilt erra aveva su bito un enorme disastro militare ma ch e non si sarebbe mai arresa anche se costretta a co mbattere da sola c concl use dicendo: «Non ho altro da offrire che sangue, dolore, sudore e lacrime»

A Dunk cr que incomin ciò il reimbar co dei soldati inglesi. Tn sette giorni vennero posti in salvo 224 .000 uomini. La Francia era ora veramente so la sotto il profilo politico, ec onomic o c m ili tare; di fronte a lei aleggiava lo spettro d e ll a disfatta L'avanzata tedesca sul suo te rrito ri o era ormai inarrestabile.

E fu di fronre ad una Francia ormai prossima alla sconfitta, ridotta agli esrrem i , agli esa ltanti successi delle uupp e tedesche, che Mussolini, nono sta nt e la nostr a g rav issima imp reparazione non solo sul piano dell'inad eg uatezza numeri ca e qualitativa d ella potenziali tà b e lli ca, ma anche su quel la delle concezio ni strategi c h e e tattiche dell 'orga nizza z ione dell e forze e dei comandi, preoccupato di un isolamento polit ico dell'Itali a, poneva fine alla "no n belligeranza" proclamata nel set t em bre preccdenre e il l O giugno 1940 trascin ava l'I ta lia nel conflittO a fìan co della Germania.

La dichi a razione di gu erra dell'Italia alla Franc ia e all ' In g hilte rra riv ersò s ul nostro ese rcito uno sfo rzo enorm e per la vastità dei front i sui qua li avre bbe dovuto sc hierarsi :

Il m antov ano ge nerale AJfredo Guzz.o n i, comandante d e lla 4 3 ar m ata aJ fron t e o cci d en tal e.

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quelli delle Alpi Occidemali, delle 4-AJpi Orientali, della Tunisia, del confine egiziano e dell 'Impero .

Sulla fromiera alpina occidentale vennero schiera te subito due Armate ( 1a e 4a) agli ordini del Principe Umberto. La 4a, sotto il comando del Generale mamovano Guzzoni, dal San Bernardo al Monte G ran ero e la l a comanda ta dal Generale Pintor, dal Granero al mare. Su questa linea del fronte il 4° Reggimento Contraereo si trasferì subiro con i suoi grupp i da 75/46 e da 75/27 che vennero dislocati nel setto re della l a Armata, passando alle dirette dipendenze del Comando dell'Armata Per dieci giorni i nostri soldati rimasero sulla difensiva per le difficoltà dell'impresa che erano stati chiamati ad affronta re Avevano di fronte un dispositivo di difesa forte per natura, appoggiato a ben muni t e opere permanemi e campali, presidiato da considerevoli truppe sia da fortezza che mobili ed abbondantememe fornito di artiglieria e mitragliatrici. Un dispositivo questo francese deciso a resistere nonostante lo sfavorevole andamemo delle operazioni sug li alt ri scacchieri. Gli italiani su questo fronte delle Alpi Occidentali passarono dallo schieramemo difensivo a quello offensivo, su ordine di Mussolini, so lamente il 20 giugno quando ormai i tedeschi erano ent rati a Parigi e il Governo Petain stava per trarrare la resa con la Germania che verrà rìrmata due giorni dopo nel vagone sa lon e di Compiegne sul quale era stata fìrmata quella del 1918. La nostra battaglia contro la Francia, nota come quella delle Alpi, durò quattro giorni, fìno al 24 giugno, quando il Marescial lo Petain chiese l'armistizio anche con l'Italia ponendo così fìne alla guerra che, seppure breve, ci era costata 641 caduti, 2.600 feriti, 2 .000 congelati e 600 dispersi

Il 28 giugno, quattro giorni dopo la firma dell 'armistizio , i gruppi contraerei del 4° rien trarono a Mantova. Il XVII ed il XXII da 75/46 per organizzare la loro partenza per il fronte dell'Africa Sertemrionale; il Comando di reggimento con gli altri tre gruppi da 75/27 e con i due avuti dal l o Artiglieria Comraerea, invece, per partire alla volta della fronriera orientale, quella con la Yugoslavia, assegnata alla 2a Anna t a.

Come ultimi giunsero in zona si schierarono con le proprie batterie nel territO rio di S. Vito di Vipacco, nella Valle del Vipacco, il fiume testimone di cruenti com battimenti della prima guerra mondia le, particolarmente dell' 11 a battaglia dell ' Isonzo detta anche d ella Bainsizza. Sul Vipacco i reparti del 4° rimasero fino al 12 ottobre dei 1940, poi il rientro a Mantova, la loro sede naturale.

Qui incominciò subito quel lavoro di approntamento di nuovi gruppi, dotati di artiglierie da 88/56, da 75/51 Skoda e da 90/53, da destinare ai va ri scacchieri di guerra, dove il loro impiego sarà partico la rm. ente utile, spesso svolto in condizioni gravose.

I l 9 marzo 1941 il Colonnello De Villa lasciava il comando del 4o perché chiamato ad assumere quello della Scuola di Artiglieria Contraerei di Sabaudia Venne sostituito, interina lm eme, dal Maggiore Antonio Di Lo renzo cui, a partire dal 5 aprile, subentrerà il Colonnello Giuseppe Di Martino. E fu sotto l'abile guida di quest'ultimo che, oltre al continuo lavo ro di all es tim ento di nuove batterie, venne dato vita ad uno speciale "Reparto Addestramemo Unive rsitari '' in cui affluirono gli allievi ufficiali per la fì:equenza di un corso della durata di quattro mesi. Direttore dei corsi fu il Maggiore Antonio Di Lorenzo, Comandante del reparto fù invece il Capitano Farisoglio.

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La zon a d i S. V ito di Vipacco (o ggi territori o s l ove n o).

I corsi furono tre . Il pr imo venne svolto n e l periodo febbra io maggio 1941, il secon d o nel periodo l uglio-ottobre 19 41 e il terzo, ultimo della serie, ua il dicembr e 19 4 1 e il marzo 1942 Tra i frequentatori del secondo corso vi fu Mar iano Rumor, colui che n el dopoguer ra diverrà Presidente del Cons ig li o dei M i nistri e che dai co ll egh i di corso era noto come "il le tterato".

Di s tintivo del Re par to Alli evi Ufficiali.

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Il 10° Comandante (int ). Maggiore Antonio Di Lorenzo.
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Allievi Ufficiali del Reparto Universitario in addestramento.

Balestreri Franco Castel verde (Cremona)

Bertagnoli Oscar Castello della Pietra B eseno

Bonomi Emanuele Corso Vittorio Emanuele, 14 - Lodi

C asarini Paolo Savignano sul Panaro ( Modena )

Caso Vincenzo Corso Fratelli Crispi Modica Al ta (Ragusa )

Cauicchini (;in o Via Chiassi., 8 1 Mantova

De Quarti Carlo Alberto Lomello (Pav ia)

Dolci Jlrduino Trigolo \Cremona )

Font i Cataldo- Via Cavour. 1 2 S. Cataldo (Ca l tanisetra )

Frizzera Bruno Mattarello Trento

Gafà Pietro Via S . Paolo, 48 Chiaramo n te Gulfi (Ra gusa)

Ghisetti Giauarina Riccardo Ricengo per Crema (Cremona)

Goio Guerrino Rovasunda (Vercelli )

Grossi Gino Via S. Filippo, 13 Reggio Emil ia

Guarneri Giouanni Caste lverde (Cremona )

Lamacchia Antonino Fa l cone (Messina )

lv!efoni Salvatore Via XXIV Maggio , 5 Cagliari

Musatti Fr.ancesco Rodengo Saiano Via Cantore, 29 Brescia

Pauesi Bassano Via Mantova , 23 Cremona '

· Pecch ioni Franco Via del Sale, 7 Cremona

/Pennacchia Giuseppe It ri Litcoria.

R.inaldi Mario Via Moretto , 63 Brescia

Romano Ferdinando Via S Lorenzo , 5 65 Genova

Roueci Giannetta Via Bononcini . 21 Modena

R.ubinelli Maury Via 27 Marzo, 44 La Spezia

Rumor Mariano Ponte Pusteria, 16 -Vicenza

Santoro Calogero Borrello (Cata nia )

Sauoca Giouanni Via S. Marghe r ita, 9 Enna

Schembar i Carmelo Via Nunzio Scrofani 16 Ragusa

Scollo Giuseppe Via Vittorio Emanueie, 14 Caltagirone (Catania)

Souenti Giuseppe Altolia (Messina )

Veroux Eugenio Banca d 'Italia Messina

Vi[{a Alfonso Cappella Picenardi (Cremona)

SERGENTI

Silua Franco Via Cesare Battisti, 167 Viareggio (Lucca)

Ele nco nominativo dei frequ e ntat ori del 2" corso.

L 48

Signor Colonnello ,

Giunti al termine del nostro Corso ci rivolgiamo a Voi, per dirui il sentimento deuoto dqfl' anima no stra Abbia mo trascorso quattro mesz· nel Reggimento da Voi comandato; mesi intensi di austera disciplina, di studio appassionato, di applicazione e di esercizio volonteroso.

Sono stati per noi una tappa fondamentale della uita; chè, sul prospetto luminoso di questa stagione guerriera della Patria , il nostro spirito ha avuto, ai V astri ordini , la tempera gagliarda e tenace d ' una maturità interiore che si consuma e si approfondisce solo nella rinunzia e nella dedizione.

M ernori del monito che c'impartiste il gior no in cui giurammo fedeltà incondizionata al Re e alla tria, noi Vi assicuriamo che vogliamo essere degni del. la tradiz ione di eroismo e di gloria ch' è privilegio immortale delle Armi italiane.

Mantova , 3 r Ottobre 1941 -XX GLI ALLIEVI DEL R. A. U. Jl saluto di commi a to d egli a lli ev i del 2 ° corso.

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Gli allievi Ufficiali frequentatori del 3° corso.

NELLE BRUCIANTI SABBIE DELrAFRICA SETTENTRIONALE

Sin dall 'i nizio del con flitto l'Italia era venuta a trov ars i su t re distinti front i: quello francese, quello dell 'Afr ica Oriemale e del l'Africa Serrenuionale. Su quesc'ultimo poteva fare affidamento su 9 divisioni di fanteria , 3 di camicie nere e 2 libiche per un totale di 250.000 uomini al comando del Mar esc iallo Italo Balbo , squadrista, rappresentante tipico del regime fascista, colto d i sorpresa dal conflitto in Libia, su un territorio dest.inato alla guerra, alla più dura d elle guerre.

Le Unità dis locate in L ibia avevano grandi deficienze di armamemi e di mezzi di ogni tipo, soprattutto corazzati e meccanizzati oltre che pezzi anticarro. Per quanto attiene alla difesa contraerea, all'inizio del conflitto potevamo disporre per la difesa mobile di un solo gruppo da 75 CK e di alcune barter ie da 20, un tota le molto mode sto, e per la difesa fissa di 6 batterie da 75/60

.Lunica bas e seriamente difesa in tutta la Libia e ra qu ell a di Tobruk dove la Marina disponeva di ottime batterie da l 02 e da 76 .

Quando giunse il 28 giugno 194 0 Mussolini, convinto che l'Italia avesse il pi eno controllo delìvlediterraneo e la totale superiorità territoriale, ord inava a Balbo di muovere con le sue Divisioni dalla Libia, superare il confine egiziano , puntare alla conquista dell'Egitto, perciò affrontare l' eserci to inglese che, in quel momento , in A fric a Sette ntrionale, poteva con tare solamente su 63 .000 uomini . Fissò come da ta d'inizio dell'offensiva italiana quella dell5 luglio.

lvla Balbo lo stesso giorno 28 gi ugno moriva in un incid e nte aviatorio. PartitO da Derna alla vo lta di Sidi Azeir per visitare la 2a Divisione libica, come giunse inatteso con il suo aereo sul cielo di Tobruk, che pochi minuti prima aveva subito una incursione aerea nemica, scambiato p er ingles e, veni va colpito dalla nostra contraerea prec i pitando al suolo in fìamme.

A sostituire Balbo Mussolini designò il Maresciallo Graziani il quale, come in tutta fretta giunse a Cirene dove s'era stabiliro il Coma ndo Superiore delle truppe operanti, trovò l'ordine impartito in precedenza da Mussolini a Balbo, che ignorava, quello di iniziare il 15 luglio l'invasione dell'Egitto.

Il Graz iani di fronte a tale ordine rimase fortem ente preoccupatO; all'oscuro delle condizion i sia morali che ma t eriali delle sue due Armare oltre che della reale situazione

CAPITOLO IV
5 1

avversaria, considerò subito l'offensiva "proibit iva". Il suo grande t imore era che potesse sfociare in un disastro, perciò, deciso a non muovere, chiese ed ottenne di rinviarla ad avvenuta chiarificazione della situazione operativa propria e del nemico e ad avvenuta ricezione del personale e dei ma t eriali che il suo predecessore Balbo aveva chiesto al Comando Supremo s in dal maggio precedente e più volte sollecitata

Chiese, inoltre, che la sua offensiva fosse limitat a alla conquista del ciglione di Sollum, e solo in caso di un accertato ripiegamento del nemico, venisse spinta fino a Sidi el Barrani a 150 chilometri oltre il confine. Andare oltre per il Graziani sarebbe stato troppo pericoloso.

Tra i numerosi preoccupanti prob.lemi che assillavano il Graziani vi era quello della difesa contraerea, resasi pressante dall'aumentata aggressività dell'aviazione nemica e dalla scarsa disponibilità di batterie contraeree. Il Comando Supremo interessato della questione, dovendo curare anche la difesa contraerea del territorio metropolitano, potè disporre per l'invio in Africa Settentrionale di un limitata numero di gruppi della specialità.

Tra i predestinati v i furono due gruppi del 4o Reggimento, ambedue da 75/46, reduci dal fronte alpino occidentale. Si trattò del XVII al comando del Capitano Ugo Navarro e del XXII agli ordini de l Maggiore Alessandro Perfumo. Lasciarono Mantova nel mese di luglio del 1940 ed il ro agosto giunsero nel porto di Bengasi; il XVII con la motonave Città di Parlermo ed il XXII con il piroscafo Marco Po lo

A fine mese, ricevuti i materiali provenienti dall'Italia, i due gruppi del 4° passarono alle dirette dipendenze del 2° Reggimento Conuaereo, c0stiruiro il 3 luglio in territorio d 'ol tremare, sul fronte libico, al le dirette dipendenze della l oa Armata.

Il reggimento posto agli ordini del Colonnel[o Romeo lviarcello Carnera, inizialmente, assunse la responsabilità della difesa concraerea della piazzaforte di Tripo li, poi quella di mtta la Cirenaica dislocando i sette gruppi che lo componevano, provenienti dai diversi reggimenti contraerei, nelle sottoindicate località cirenaiche:

VI da 75/27 CK (Jvfaggiore Vittorio Stefani)

VII da 75/46

XV da 75/46

XVII da 75/46 (Cap it ano Ugo Navar ro)

XX da 75/27 CK (Tenente Colonnello Stefanini)

XXI da 75/27 CK (Tenente Colonnello Enrico Michelangelo)

XXII da 75/46 (Maggio re Alessandro Perfumo)

a Derna a Bengasi a Cirene a Bardia a Tobruk a Bardia a Bardia

Il 5 settembre, mentre i gruppi contraerei andavano assumendo le dislocazioni loro assegnate e le operazioni sul fronte libico stagnavano in attesa di eventi, Mussolini convocava a Palazzo Venezia i vertici mili tari, compreso il Graziani. Nel corso della riunione il Capo del Governo, troncan d o ogni indugio, reiterò l'ordine di marciare sull' Egitto, volle che l'offensiva italiana, precedentemente sospesa, quella che doveva portare le nostre truppe oltre il confine egiz iano, a Sidi el Barrani, iniziasse il giorno 9 dello stesso

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Cirenaka, settembre l '940. Dislocazione dei gruppi contraerei.

mese. Un ordine che non ammetteva dilazioni, di fronte al quale il Graziani si trovò nell'impossibilità di opporsi ed a cui, benchè fortemente convinto dell ' insuccesso, non gli rimase che rassegnarsi Piegarsi al la volontà del Duce s ignificò sancire l'inizio dell'inevitabile disfatta che doveva seguirne.

Ritornato a Cirene non gli rimase altro che definire con il suo Stato Maggiore i te rmini dello sviluppo della manovra offensiva impostagli da Mussolini. Articolò la sua l Qa Armata destinata all'azione in due blocchi distinti: uno, composto dalle divisioni libiche,

-- -· .. ..JIIIII' ••
Sidi el Barrani Il fortino.
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F (

Sidi el Barrani.

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marc iante a cavallo d e ll a dirertrice di mov imento, l'altro for mato dall e Divisioni Cirene e Marmarica, avanzanre a protez ione del fianco destro. Co n la Divisione 23 marzo ed il Raggruppamento Malerri costituì la sua riserva pronta ad intervenire in qualsiasi direZIOne.

Le batterie conrraeree dei grupp i VI XX e XXI vennero decentrate a ll e Gran di U nirà con il preciso duplic e com pito di proteggere i loro movimenti e, all'atto dell'a ttravers am e nto del confin e libi co-egiz iano che p er i n osu i reparti rappres e ntava un momento molto criti co, sc hi erarsi s ul c ig li one di Sollum per dare sicurezza a l pos sesso di Passo Halfaya

Il martin o dell'8 settembre l'intera 1Qa Armata ini ziò a muovere; all ' alba del 13 varcò il confine, irrupp e in terrirorio egiziano, alcune ore dopo la l a Divisione li bica occ upava Sollum. Il giorno 16, poco dopo mezzogiorn o, il coman dante de lla 23 marzo, che aveva scavalca to le divis ioni li b iche, alla testa della s u a 219a Legione, entrava in Sidi cl Barrani ab bandonata dagli ingl esi c h e si erano ritirati n el cam po trincerato di Marsa Marruk, il ca posaldo pitl imporr ante del sistema difensivo del deserto occidental e, ch e ave va un perime tro di ci r ca 20 c hilom e tri , era circondato d a un fosso, da un retico lato, da ostaco li ant icarro e aveva il suo porto sbarr ato da barco ni.

Al termine del movimento offensivo, costaro all'Armata, sotto l 'aspetto logist ico, no n poche diffico ltà, ne ll a raggiunta zo na di S idi el Banani, una località desertica, aperta a tutte le insi di e, pri va di ve ri appig li tatt ici, ad un cent in a io di chilometri dalle posizioni di parte nza , rimas e ro le bacterie co ntra eree del VI e del XXI gruppo non chè la 2a d e l XX,

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mrre da 75/27 CK, a protezi one del ciclo d elle truppe di occ upazione, qu el le delle di vis ioni e del raggrupp amento Maletti.

La pr esa di Sidi el Barran i fu enfatizzata s ia dalla prop aga nda ufficial e che dallo stesso Graziani il quale , inv ece, ave va fallito lo scopo primario della sua offe ns iva, quello di annientare le tre di v ision i inglesi che a veva di fronte e che, co n un'abil e ma n ovra di ripiegamento, e rano riuscir e a sorr rarsi al combattime nto , ad evita re lo sconrro .

Muss olini vo leva subiro trasfo rm a re il s uccesso tattico co nseguite con la conq u ista di Sidi el Barran i in un successo st rate gico puntan do su M arsa Matruk, convint o che l' espugna z ione dell'imp orrante campo trin cera to ingles e av re bbe porta tO a ripercu ssioni politi c h e, n on so lo, m a c h e per tale o p erazione fossero sufficient i le forze italiane prese nti sul terri ro rio egiziano e che Ma rsa M auuk non sarebb e stata difesa dai britannic i.

A ta le disegno, p e rò , si o pposero s ia il C omando Supre mo che lo stesso Graz iani co n vinti , con l'occupazion e di S idi el Barrani, di aver realizzate la massima penet razion e raggiun g ibi le con le for ze disponibili e c h e l'i nvestim ento di Ma rsa Marruk an dava preventi vame me studiate e ben organizzaro sopra ttutto nel campo della v ia bilità e idrico. Stimarono c he l' operaz ione rich iede va al tri 200 .000 uomini con potenti ca nnoni ed abb ond a nti m un izion i c c he sa reb b ero occo rsi almeno du e mesi di t empo p e r poter condurre a termine t a le pre p a r az ione .

Nel fratte mpo Mussolini, ave nd o daro il v ia all a sciagurata ca mp agna di Grecia, non insist ette, confermò la fìducia in G raziani e lo in vitò a predisporre con accortezza ciò che gli necessi tava per il prosieguo dell 'offens iva. Prati camente gli lasci ò la sce lta d el mom ento in c ui punt are s u Ma rsa Matru k .

Fu i n conseguenza di q u esta faco l tà accor data da l Duce che l' in tera l oa Armat a s i abbarb icò s ulle posizioni di Sidi el Barrani. Aveva bisogno di riorgani zzare le propri e unirà , di riforn irsi di pezzi di ricambio , di munizioni e ca rburami , persin o di chilom etri di tub az ioni per acquedotti, ave ndo gli inglesi in terrato i p ozzi dopo ave rv i ge ttato d e ntro sacchi di prevemivame nre pred ispost i.

Le truppe si sistemarono in capisa ldi ca mpali privi , pe rò, quasi d el tutto, dell' o stacolo ant icarro e con limitati tratti m in ati. Le batterie contraeree schierate a protezione dei comandi e degli elementi dife nsiv i, quotidianamente doverrero intervenire p er opporsi , con efficaci a:L.ion i di fuoco, all'att ività di di st urbo e di di st ru zi one che l'av iazion e n emi ca effettua va co ntro il n ostro dispos it ivo. In tanto , all'in sapura d ei nostri Alt i Coman di, gli eventi stava n o precipitan do. Infa tti n ell a n otte sul 7 di cembre, rre m esi dopo la presa di Sidi e l Barrani, qu a ndo la compless a macchina b ellica d ella nostra 1oa A rm ata era prossima ad ultim are il p ropri o r io rdino per poi riprendere la s ua av anzata , gli in glesi, cog liendo di sorpres a il G raziani, passarono inaspe rraramente all'attacco d elle nostre posizion i avanza te con l'intento di respingere a l di là della fronri e ra eg iz iana le trupp e italiane

Circa 25 .000 soldati br i tanni ci con 10.000 veico li , si mossero n el d eserto, verso occi de nte, in direz ion e d e i nostri ca pisa ldi. Part iti d al camp o trincerato di M a rsa Marruk, i potenti ca rri Mat ilde d a 26 ronne llat e, di c ui g li i tali ani n e igno ravano l'esiste nza, seguiti dai b attaglion i di fant e ri a a ucotrasporr a ci, all 'al ba del 9 erano davanti a i nos tri sch iera-

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menti avanzati, qu elli d el le du e divisioni lib iche, del raggruppamento Maletti e della di vis ion e 3 gennaio. Cominciava la battagli a di Sidi el Barrani.

Sui reparti italiani s i sca t en ò subiro un infe rn a le fuoco di artiglieri a, di forze aeree e n a vali, al termine del qu a le la massa corazzata, in un fitro polverone soll e vato da l ghibli, iniz iò a muovere rius cendo a penetrare rra le ma g li e della nostra difesa Cap isa ldi e ba t terie di artiglie ria di ogn i ti p o e cali bro tentarono di a rr es tare il pod e r oso, i n attes o urto . . nemtco, ma mvano.

Da vami al piccolo v ill aggio eg iziano di Sid i el Barrani, per du e giorni i no s tri soldat i, m etro politani e libici, lo ttaro n o con la forza della disperazione. Lott arono fin o alle ore 17 del giorno 1 1 allorchè sul campo di batt aglia calò il si len zio Ormai tutro era statO t ravo lto o catturato: u omi ni , materiali e mezzi , co mpres i quelli dell e b atte ri e contra eree prese nti a Sidi el Banani, divenrata terra di mort e e di distruzione, sulla qua le passava e ripass ava il ghibl i.

Numerosi furono g li a tti d i e roismo compiuti dai n ostr i soldati n ell ' inte rno dì Sidi el Barrani , di fronte ad un nemico inarrestabi le e dalla sc hiacci ante superior i tà di mezzi sopra ttutto corazzat i.

Tra gli eroici s old ati delle giornate di Sidi el Barrani e merge la figura del Cap it ano Giova nni Di Castri, da Fra ncavilla Fontan a (Brindis i), l' eroico Comand anre della 2a Ba tte ria del XX Grupp o Co ntraereo da 75 CK.

Ebbe la medaglia d 'oro al valo r militare con gu es ta mot ivazione : «Comandan t e di una batteria contraerei auto campa le, poco adatta al movimento e alfe azioni in terreno desertico, in tutto il ciclo operati vo che portò le nostre trupp e ai confine egiziano a Sidi el Barran i ed oltre, compì a protezione del cielo della 2 a Di visione Libica, alfa cui dipendenza operò, brillanti azioni n elle quali rifulse il coraggio, l'abnegazione, lo sprezzo del pericolo, nonchè Le sue belle doti d'organizzatore ed animatore. Durante una violenta offensiva avversaria sferrata con notevo li mezzi corazzati e fanterie autocarrate, scrisse col suo reparto una pagina gloriosa. Soverchiata buona parte delle jànterie nemiche, a llorch è tutte le altre batterie tace vano per esaurimento delle muniz ioni, il suo reparto con tinuava a far jùoco, sem inando lo smarrimento e lo sbandamento tra l e colonne nemiche dilaganti verso il centro d ello schieramento. La sua azione perso nale primeggia in quei momenti di lotta accanita. Da solo jùga una camionetta avversaria che osa avvicinarsi ai pezzi, si sostituisce poco dopo a un puntatore di un pezzo, caduto, alimenta l'azione tenace controcarro che raggiunge fasi veramente impres sionanti, la protrae con indomito valore fino a che viene sommerso dalla schiacciante supe riorità nemica Magnifi ca figura di Comandante votato al sacrificio -Fronte Cirenaica-Egizian o, 13 settembre 11 dicembre 1940>> .

Perdu ta Sidi el Barran i il Graz iani, ritenendo in co ntenibi le lo sforzo offensivo britan nico, progettò dì ritira rsi fino a Tripoli p e r «tenere almeno fa bandiera su quel castellO>> Era indignaro di esse r e s t aro cosue rro non solo a co mpiere un a azzard ata av anzata in Egitto ma addiritt ura a co mb atte re la guerra "dell a pulce co ntro l'elefante" Ma Musso lini, dichiaratosi contrario al piano di Graz iani, s ic uro c he egli potesse sape r fermare l' avanzata inglese sul vecchio co nfine o tra Bardia e Tobr uk , lo autorizzò so la mente a por ta re quanto aveva di effic ie nte verso la Cirenaica, ve rso Bengasi e gli rinnovò la fiducia.

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Cap. a. SPE Giovanni Di Castri.
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Il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi consegna la medaglia d'oro alla memoria alla sorella del capitano Di Castri (Roma, 31 gennaio 1949).

Bardia. Pezzo da 75/4 6 in azione .

Nel frattempo il sacrificio del nostro schieramento avanzatO, qu e llo delle innumerevoli vite delle due Divis ion i libich e (l a e 2a) , della Divisione 3 gennaio e del RaggruppamentO Maletti, il Generale mamovano caduco anch'esso a Sidi el Barrani , medaglia d 'oro al val or militare, e d e ll e batterie comr ae ree, aveva consemitO a lle G ra ndi Unirà di 2a sc hi er a di poter sfu ggire all'acce rchiam ento in g lese e di ripiegare s u Bardia, c h e però potè esse re raggiunta dal la sola Di v isione Cire n e in quanto la C a tan zaro, co me giunse a ll 'a ltezza della loca li tà di Bug Bug, venne circondata e in gran part e di str utta.

Il l G dicembre Bardia si trovò accerchiata. E ra una piazzaforte solo di no m e . Costituita da un semplice campo trincerato, con un fos so anticarro i ncompl e to e pochi intervallati campi minati , aveva a l s uo interno circa 45 .000 uomini appar te n e nti alle Divis ion i Marmarica, Cirene, 23 marzo e 28 ottobr e o l tre che alle Unirà di Artig l ieria di Co rpo d ' Armata, tra le quali i due Gruppi Contr aere i (XVI I e XXII ) originari dal4 ° Reg g im e nto di Manto va . Comandante della piazza di Bardia, era il General e Bergo nwli.

Pe r ere giorni consecutivi, dal 31 dicembre 194 0 al 2 gennaio 1941 Ba rdi a su bì una se ri e di martellanti , v io le nti bombardamenti aero n a vali che provoca ron o se n sibili perdite s ia di uom i ni che di m ate ri a li. Alle 4 e 30 del giorno 3 i pionieri inglesi lasc iaron o le loro basi di partenza, che pr e ve ntivamente avevano o cc upato, e si portarono d avant i ai nostri ca mpi minati. Sotto la protez ione del fuoco dell e loro arriglierie, utili zza ndo i famosi cubi b e ngalore, riuscirono a d aprire dei corridoi e a rrasformarli poi in varc hi , attrave rso i quali si riversarono i carr i Mari lde , molro più efficac i dei nostri p er g itt ata e vel ocità , seguiti dalle fanterie au st rali ane

La massa corazzata in g lese puntò alle trin cee it a liane, di fronte alle qua li la lotta si fece s ubiro accanita. La schiacciante superiorità del potenzia le bellico del n e mico, nel

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volgere di un breve lasso di tempo provocò il cedimento di alcuni imporranti capisaldi ed il conseguente investimento e su pera mento degli schieramenti di diverse batterie di artig li e ri a sia da campagna che contraerea e la distruzione dei nostri pochi mezzi corazzati.

Alle ore 16la situazione volse a l peggio, so lamente alcuni capisaldi erano ancora in grado di continuare la loro resistenza che cessò del turro il mattino del giorno 5 con l'entrata delle truppe australiane nel cuore della piazza d .i Bardi a. E fu ne l tu rbin e di questo assedio dei primi giorni del 1941 che scomparvero, perché disuutti o catcurati, i pezzi della l a Batteria del VI Gruppo Conrraereo e quelli dei due Gruppi (XVIl e XXII) del 4o Reggimento mandati nell'agosto del 1940 da Mantova in Africa Setten triona le e qu i enuari a far parre del 2(' Contraerei. Schierati tra i capisaldi di Bardia, stretti nella morsa della dilagante massa corazzata nemica, con amm ir evo le coraggio avevano sostenuto una lotta disperata, senza speranza Ne ll a piazzaforte c irenaica aveva no cessaro di esistere.

Quella di Bardia fu per gli italiani una perdita amara ma in evitab il e pe rché nulla essi poterono contro il poderoso, inarrestabile uno sferrato da 2 Divisioni corazza re e da 4 di fanteria appoggiate da 700 aerei e dall'intera Mediterranea Fleet. Pesanti le perdite sub ite dal 2° contraerei nel corso dell'assedio di Bardia, furono di 36 uftìciali, 60 sortufficiali e 1.213 so ldati di truppa .

Piegata la coraggiosa resistenza di Bardia gli inglesi puntarono a ll a cinta fonitìcata di Tobruk, incompleta ed assolutamente carente, al cui interno stavano le truppe del XXII Corpo d'Armata del Generale Pirassi Mennella, simbolo vivente dell'artiglieria italiana,

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Batteria contraerea da 75/46 in postazione.

m aes tro d'incere gen e razioni di artigli eri, intrepido Comanda nte. Nella piazza forte libi ca, agli ordini del Mennell a v i erano due Batte ri e (2a e 3a) da 7 5/46 del X.V Gruppo Conr raereo.

Il giorn o 7 genn aio Tobruk s i trovò acce rchiat a d a lla 7a D ivisione corazzata britannica e dall a 6a aus t ral iana . Qu este il giorno 2 1 , d opo reit erati inutili t enrat iv i di a prire un a brecci.a nei disp ositivi difen s ivi italiani , tutti stronca ti d alla decisa reazione d e i nostri cap is aldi e da lla prec isa azi on e di fuo co d e ll e batter ie di ogni t ipo e calibro, p assa rono all 'arracco decisivo.

Aus rraliani e ingl es i riuscirono a sconvolgere ogn i cosa: opere, osse rvatori , sc hi e ram e nti e ad ap rire un a breccia di 2 chilome tri a ttrave rso la quale s i ri ve rsò la loro massa corazzata che, dopo ave r invest i to e s up erato i ca.pisaldi avanzati, riuscì a penerr are a ll ' int erno della piazzaforte dove si lot tò duram e nre p er tre giorni , fino alle ore 16 d el 23 genn aio quand o la di lagame infiltr az ione n e mica di venne ampi a e profond a e la resa inevit a bile.

A Tob ruk er a ac caduto guanto prima s i era ve rificato a Sidi el Barra ni e a Bardia . La schiacciante s uperiorit à del le for ze attaccanti aveva reso imp oss ib ile ogni pro lun gata resistenza e fa ta le la capi to lazio n e . Pe rdemm o 23 .00 0 uom ini compreso i pr ig io n ie ri e tutto il materiale es is te nte all'interno de lla ci nta forr ificata e non di s rruno prima d ella resa Le batterie contraeree d el XV gru ppo venn ero ridott e a l si len z io .

Fu di fr o nte all a p erdi ta dell ' important e piazzaf o n e di T ob ruk che il General e Graziani, preso atto dell 'avve rs ion e manifestata da Musso lini e da l C omando Supremo ad un suo rip iegamento in Tr:ipo litani a, decise d i co mb atte re la b attaglia d 'a rresto su ll a linea D e rna-Berr a-Me chili , s ub i to cons id e rata il Gr appa della Lib ia D ern a, al contrario di Bardia e di Tob ruk, non poss ed eva un a cima forrifì ca ta m a so lo vecch ie mura e alc uni fortini; Berta aveva un so lo fo sso ant ica rro e nient ' al t ro; M ec hili era so lament e un isola to incrocio di piste.

G razia ni s ulla pr esc elra lin ea di arresto schierò runo ci ò che gli era rimasto d ella sua l o a Ar ma ta S i rrattava di reparti raccolti n e ll a region e o fatti a FAuire dal te rgo, ch e a ffidò al Gene ral e Te ll er a, il s uo fidato Capo di Stato Ma gg io re , mandata a sost itu ire il Ge n e ra le Beni al co mando dell 'Arm ata . Il 25 ge nnaio gli inglesi attacca ron o De rna. Il giorno su ccessivo, volendo restr ingere la zona di arr esto, il G razi ani o rdin ava l'ab bando no della pos iz io ne di Mechili. Fu la mo ssa c h e d ecise le sorti dei resti dell'Armata ita li ana, determinò il successo d el n e mico in quanto , ve nuto m e n o lo sco gli o Mech ili, agli in g lesi fu p o ss ibile lan c i.a re, a ttraverso il dese rto , in direzion e di Ghemin es, tra Be ngasi e Age da bi a, la loro 7a Divis ione corazzata co l prec iso inrento di blo cca re la ritirata agli italiani , sba razzars i della loro presenza in Cirenai ca

Al Graziani, com e se ppe d ell ' aggiramento intrapres o dagli inglesi, p e r evitar e l' accerch ia m e nto de ll a sua 10 3 A r mata , non rimase che ordinare l'a bbandono del Gh eb el e di co n se guen za la ritirata ve rso la Sirte, l' ampio territorio compreso tra la Cirenaica e laTrip o li tani a. I re pa rti d e l Tellera, s uddivisi in tre co mp less i di forze, nella notte s ul l o febbraio in iziarono a muo ve re. Il primo a cozza re con tro il bl occo c he gli ingles i, dopo aver celermenr e at traversato il deserto , er ano ri usciti a real izzare al chilometro 3 7 de lla Via

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La prima offensiva britannica (9 dicembre 1940- 7 febbraio 1941).

Balbia, fu il 10° Reggimento bersaglieri. E bbe una sorte molto triste . Preso sotro il tiro di un improvviso fuoco di fila d e i cannoni e delle mitragliatrici nemiche, fu in gran p a rte distrutto.

Poi fu la volta degli altri reparti , tra i quali il VII Gruppo Contraereo da 75/ 4 6, ad essere costretti ad uno ad uno, prima a sostare, poi a lottare senza riuscire a s up e rar e lo scoglio ingles e e quindi a raggiungere Agedabia e, di cons egu e nza, la Sirte ossia la salv ezza L:ultim o temativo fu compiuto il 7 febbraio a Beda Fomm dai due eroici batta glioni carri M. 13 con l' appoggio di tutte le artiglierie disponibili costrette a sparare ad alzo ze ro. Fu l'es t remo inurile combattimento, poi sulla zona degli scontri cadde un profondo silenzio. Delle migliaia d i uomini che componevano la 10a Armata, agli ordini prima del Berti poi d el Tellera, il Generale la cui famiglia era di origin e di Castiglione delle Sti v iere, anch' esso morto in uno dei numero s i scontri con gli inglesi, medaglia d ' oro al valor militare che, in tragich e condi z ioni d'inferiorità di mezzi, aveva saputo trattenere il nemico pe r b en due mesi dall'inizio della sua offensiva, solo pochi el ementi poterono raggiungere la Sirrica, uscire dalla morsa bri tannic a La prima offensiva ingl ese in Africa Settentrionale, iniziata da Sidi el Barra ni, avanzando per 800 chilometri, aveva ponaro le truppe inglesi alle porte del pauroso deserto della Sirtica. Qui fortunatamente si arrestò, non incal zò per raggiungere la Tripolitania, il suo vero iniziale obiettivo . Una decisione presa dallo stesso Churchill , ch e fece passare in seconda linea le operazioni in Africa Settentrionale, auto r izzando lo spostamento di gran parte delle sue forze presenti su ques t o fronte, nei Balcani. Invece di esp ellere definitivam ente gli italiani dal Nord dell'Africa, decise di approfitta re della sconfitta

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s ubita dall e nostre trupp e in Grecia per crearv i una resta di ponre st rat egica a ll o sco po di impos sessarsi , al mom ento opportuno, di tutta la peni so la balcanica. Sarà l'imervento tedes co a far fallire questo piano di Church ill.

Nell'impeto dei combatt:imenri di Sidi el Barrani, degli asse di di Bardia e di Tobruk e del ripie gamenro fino alla soglia della Sirre, in s ieme alle Grandi Unirà che com ponevano la nostra 1Qa Armata, erano andati perduri rutti e sette i Gruppi Contrae re i del 2° Reggim e nto.

Il Comando Supremo italiano, con un nemico ormai padrone della Cirenaica, s i vide costretto a rivedere l' int ero asseno difensivo della Libia per imped ir e anche la perdita della Sirte e fo rse dell 'intera regione li bica. Dis locò subito, davanti alle posizioni avanzate britanni che, le divisioni Pavia e Bologna e il 39° gruppo t edes co Pan zerjaeger, il primo consistente aiuto germanico arrivat o in terra d'Afri ca, e sul tergo di queste, in riserva, la nostra Ariete appena giunt a d all 'Ita li a.

Per la ricostiruzione del 2° Reggimento Contraerei, andato distru tt o nel corso della prima offensiva inglese, vennero destinati altri gru ppi in arrivo dall' I talia, e precisamente il XVIII da 88/56, il XXIX da 88/56 , il XLIII da 75/50 Skoda, il XLII da 75/50 Skoda

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JPart en za d el XLIII gruppo da M a ntova. Da s inistra: Ten. Scoppettonc, Ten. Col. P rato , Ca p. La V i ola.
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(su due batte ri e) e il XIV da 75/ 27 CK (su due batte ri e) . Tutt i vennero posti agli ordini del Tenente Colonnello Attilio Marescotti, Comandante interinale .

Il XLlll, generato n ell'ambito del 4° Reggimento Contrae re i di Mantova, era stato costi t uita il 20 luglio 1940 su quattro batterie (73a- 74a- 75a 76a) . Un mese dopo il gruppo , uno degli otto modernissimi dati da Hitler in regalo a Mussolini, dotato dei pr imi cannoni telecomandati ed asserviti alla centrale di t iro Gamma-Masler, mancanre però del ra d ar sostituito da un telem etro di nuovissima generazione, si trasferiva alla Scuola Contrae re i di Nettuno per un periodo di addestramento, al termine del quale passò alla difesa conrraerea della capitale dislocandosi nelle seguenti localirà: Comando di Gruppo presso la Caserma Ferdinando di Savoia, 73a b atteria al Km 12 d ella Via Aurelia, 74 a alla Quercetta, 7 5a al Porcareccio e 7 6a alla Cecchigno la Il 24 gennaio 19 41 il XLIII, al comando d el Tenente Colonnello Arna ldo Prato, s'im barcava a Napoli sulla n ave Espe ria con dest inazione l'Africa Settentrionale . Giunto a Tripoli entrava a far parte de l ricostituito 2° Artiglieria Contraerei e il 20 febbraio assumeva la responsabilità della difesa contraerea dei campi d ' aviazione di Castel Be nito (73a e 74a batteria) e di Misurata (75a e 7 6a batteria) A Bengasi il Prato si servirà dei radar tedeschi dis locati presso l'aeroporto di Castel Benito. Era da questo che tel efonicam ente (sistema manuale) arrivavano aJ comando d el gruppo, posto s u di una terrazza allo scop erto al centro d ella città, i dati necessari per dirigere le batterie. Mentre il XLIII Comraereo con l e sue b at te ri e stava schierato in T ripoli ta ni a a difesa d ei sopraindicati aeroporti, le truppe italo tedesche ag li ordini del Gener<Ùe Rommel, che avrà completa li benà d'azione, balzerà sulla scena bellica come uno dei pitl capaci maesrri nell'impiego di formazioni mobili, davano inizio a quel la t ravolge nt e prima controf fensiva che, nel giro di so le du e settimane, le av rebbe portate alla riconquista dell'intera Cirenaica ad eccezione della piazzaforte di To bruk. Fu un' operazi on e in grande stile, condotta dalle nostre Divisioni A ri ete , Bologna e Bresc ia e dalla sa Divisione leggera tede sca. Si svi lupp ò. in tre fasi : la l a (31 marzo - 4 aprile) porrò alla rioccupazione di Bengasi, la 2 a (4 8 aprile) costituì l'avanzata da Bengasi al cigl ion e di Mechili e la 3a (9 -13 aprile) co11dusse all'inves tim ent o d ella piazza di Tobruk ed ::Ù raggiungimento del contìne egi z iano tra Sollum e Sidi Ornar.

E fu ad avvenuta r iconquista d i Bengas i, lungamente difesa d agl i ingl es i, che il XLIII Gruppo Contraereo del Te n e nte Colonnel lo Praro las ciò i campi d ' aviazione di Castel Benito e d i Misurata e si porrò nella capitale Cirenaica dove giunse il 7 aprile per ass umere la difesa contraerea d ella città e del suo porto sch ie ra ndo s i con la 73a batteria (Tenente A lfredo Rizzon) a El Sabri, con la 74a (Tenente Alfredo Moroni) a Puma Giu liana, la 75a (Cap itano Ottone Smalis) a Cava Vecchia e la 76a (Capitano A ntonio Gelmetti) a Forte S. Giuliano.

Il l o luglio all e quattro batterie del XLI II se ne unirono altre cinque appartenenti ai grupp i contraerei, il XLII da 75/ 48 su du e batte rie e il XVIII da 88/56 su tre batterie Con l'arrivo di qu es ti ultimi la r es ponsabi li tà della d ifesa di Bengasi passò a l Colonnello Ital o Lene r, il nuovo Comandante del 2° Reggimento , di cui il XLIII ne faceva già parte e ne farà parre fino al t ermine del conflitto in Africa Settentr ional e . Nella particolare cir-

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Pezzo della 75• batt eria in postazione a Misurata.
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Bengasi. Com ando d ifesa del XLIII gruppo "Santa Terrazza" (apl"ile 1941).

Il Colonnello Pra to parla ag l i artiglie ri di un a s u a batteria.

costanza del cambio di responsabilità il GeneraJe Gariboldi, Comandante Superiore delle nostr e Forze Armate in Africa Settentrionale, decorava il Tenente Co lonnello Arnaldo Prato di n1edaglia d'argento al va lor militare con questa motivazione: «Comandante di difèsa contraerea della Piazztl di Bengasi, oggetto di quotidiani, intemi bombardamenti aerei nemici, si prodigava instancabilmente per oltre sei mesi a rendere sempre più efficace e prezioso il fuoco delle sue batterie che abbattetJano numerosi aerei nemici ImpatJido sempre sotto l'imperversare del fuoco awersario mai fasciò il suo posto di comando completamen te allo scoperto anche quando questo subiva i micidiali scoppi delle bombe nemiche Bello esempio di freddo sprezzo del pericolo e di salde virtù militari» (Piazza di Bengasi- 17 luglio 1941- XIX).

A Bengasi, la città libica divenuta uno dei poni nevralgici per i rifornimenti dell e rruppe italo tedesche presenti nella r iconqu israta Cirenaica, i Gruppi Contraerei del 2° Reggimento rimarranno fino al Natale del 1941. Un lungo periodo di tempo durante il qu ale essi avran no i loro primi caduti, subiranno ben 210 incursioni ae ree con bombardamenti notturni e diurni da parre di un nemico scaltro, audace, sempre in agguato per colpire il porco, i depositi e gli aeroporti, si dimostreranno semp re pronti a reagire con azioni di fuoco armoniche e tempestive, riusciranno ad ab batt ere 49 aerei accertati e 19 probabili.

E fu nel corso di questa perman enza a Bengasi che il Generale Bastico , divenuto il

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nuovo Comanda nte Superiore delle Forze Armare in Africa Settentrionale, faceva pe rvenire al Colonne llo Len e r il suo elog io per l'a rr iva, e fficac e : «difèsa antia erea della città assi curata da tutto il reggimento », mem re il Com a ndame d ell a Pia zza quesw compiacime mo: «A 1è e ai Titai artigLieri bravissimi iL mio pLauso per i briLLan ti risuLtati ottenuti neLLe incursioni nemiche» !manto all a vitto riosa concl usione d e ll e ope razioni condotte dalle trupp e ira lo t edesche sul fronre di So llum , al co nfìne egizian o e ra s ub entrato un pc ri.odo di riordino str utturale . Ma il pumo nodal e rim aneva 1o b ruk ancora in m a n o d eg li inglesi , acc e rchia ta da rrc divis ion i itali a n e . Quando giuns e il m ese di o ttobre 1941 Rommel, conv in co che la massa d elle forze nemich e fossero impegnare in Med io Orienre, che alla fronriera egi zian a ci fossero solamente due divis ioni , la 7a britannica e la 4a indiana, pensò fosse g iun to il momento d .i espugnare la piazzaforte di Tobruk , c he rappresem ava la sua costante preocc upazion e, p e r po i avanzare verso esr, verso il cana le. Fissò il 23 nove mbre come dat a d ' in iz io dell'operazione che sarebbe s tata condotta dal XXI Corpo Ita li ano che assediava la piazza e da du e divisio ni tedesche e due itali ane.

Ma Rommel venne preve nutO da una improvv isa ed imprevista offensiva inglese defi nita " Crusader" . Infatti all e pri me ore d el 18 nove mbre, sotto una pioggia dirotta , proretti d a u n am pio ombrell o di aero plani , le forze b ritanni ch e att raversarono il re t ico lato

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Be n gasi. Tumulazio n e di un artiglie re. Al cen tro il Gc n . Bianco di San Secondo, a destra il Co l. Prato.

posw l ungo la frontiera tra Libia ed Egin:o e, giovandos i delle favorevo li cond izioni meteo, riuscirono da sud ad aggirare i capisa ldi presidiati dalle rruppe della nostra Divis ione Savona schierati tra Sidi Ornar e Sollum. Aggirata la Savona puntarono verso ovest e verso nor d i n dir ez ione di Tobruk. La Savona, rimasta iso lata, dopo sessanta giorni di du ri combattim e n ti, di privaz ioni di ogni genere, decim ata , senza poss i b ilit à di essere riforn ita di viveri, acqua, munizioni e m edicinali , il 17 gennaio ch iederà la res a all'av versario. Gli inglesi diretti a Tobruk, come giunse ro a Sidi Rezegh, il punto chiave di tutta la zona, cozzarono prima contro la nostra Ariete poi anche contro le due divisioni corazzare tedesche ( 15a c 21 a) presemi in zona La battaglia da questo mo mento ar se in rutta la Marmarica, sarà la piti grande combattuta tra forze corazzare nel deserto dell'Africa Serremrionale . Fu una se lvagg ia battaglia durata due giorni , term inata con lo scompig lio della 7a D iv is ione corazzata in g lese. Su l terreno rim asero ce n tinaia di carri armati distr utti.

A quesro punto Rommel, ri tenen do g li ingl es i battuti, l anc iava le sue forze cor azzare verso es t , verso il co nfìn e egiz iano, con l'imeneo di precludere loro la ritirata. Ma d i questo movimento, dell'oscurità della notte, dc i larghissimi sp azi, ne approfitta rono i b ritannici per riorganizzarsi, riprendersi dalla bawsta di Sidi R ezcgh, sottrars i all'accerchiamento e, fuori da l controllo iralo tedesco , con la loro massa corazzata, prosegui re nuovamente ve rso Tobruk per congi un gers i con le tru p pe assediar e.

Come Romm el, giun to all a frontiera , seppe del riordino ing lese e del loro movi mento in direzione d i Tobru k, con le sue div is ion i co razzate ri tornò indietro, nuovamente a Sidi Rezegh. Qui, però, nella seconda b attag lia che ne seguì, durata anch 'essa, come la prima, due giorni, il 29 e il 30 novembre 1941, gli inglesi ebbero la meglio. Infatti , dopo esse re riuscit i a stabilire il contano con la guarnigione di Tobruk, ponendo fine all'assedio, costrinsero Rommel ad abbandonare l'investimento della piazzaforre e, per ev ita re ulteriori pesanti perdite, dopo ue settima ne di scontri, s p ecie di corazzati, a ripiegare sulle p osi zioni di Ain Gazala. Romp ere il co ntatto col nemi co fu una so lu z ione am ara ma n ecessa ri a per non essere ta g.li ato fuori co mpletament e . S ulla nuova lin ea difens iv a i combarrim enr i ripresero, durar o n o diversi giorni , fino a quando la pressione britannica divenne insostenibile, il logoramento delle truppe italo redesche prcoccupame e fu giocoforza abbando n a re anche Ain Gazala c ripiegare prima sulla linea Mech ili-Derna , poi su Ageda b ia e infine s u Marsa el Brega alle porte della Sirre dove il 6 gennaio 1941 si era avuro il di sastro de i resti d ell'Armata de l Telle ra. Al le porte della Sirte s i esaurì la spinta offe nsiva in glese, la "Crusad er", costata pesami p erdite da ambo le parti .

Nel fì-att em p o a Be n gas i, prima che la c ittà c ire naica venisse raggiunta dagli avanzant i in gles i, il Co lonnello Prato div eniva il Coman danre del 2° Regg imento Contraerei in sosrimzione del Colonnel lo Lene r, il Capirano Smalis, Comandanre della 75a batteria, prendeva Je redini del XLII I gruppo. Il Prato, prima di lascia re il gruppo che aveva guidato sin dal giorno della sua partenza da Mantova, per onorare la memo ri a di un capo pezzo ri masto vittima sotto un bombardam ento aereo, volle c h e il pezzo nr. 58 di matrico la de lla 7 5a batteria fosse imes raro al Capora l Magg iore Giusepp e La M era .

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Allarme n el deserto .U110 dei quasi quotidiani tentativi inglesi di rompere la. ferrea cerchia. iD.torno a Tobruk: mentre infuria. il vento del deserto, carri armati e aeroplani nemici ce1·ca.no di avvicinarsi alle nostre posizioni: ma la mossa è avvertita. e le batterie aprono il fuoco contro l'avve rsario, costringendolo ancora u11a volta. a ritirarsi. tmseo"• di A. u.tu•m•>

17 agos t o 194 1. Illustrazion e d ell a " Domenica del Corriere" dedicata ad uno d ei numerosi tentativi d egli ingles i di rompere l 'assedio di Tobruk.

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Be ngasi. Dislocazion e d elle batterie del XLIII g ruppo.

M A E M E D l T E

Gran Sirte (Golfo di Sldra)

Itinerario di ripiegamento d ei gruppi contraerei da Bengasi a Tripoli

\J' ,/ \.
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Co m e le erupp e ita la t ed esc he in pi ena ritirata d a A in Gaza la ragg iun sero la nuova lin ea di difesa, quel la rappresenta ta dall e pos izioni di M ec h ili D e rn a, lo stesso Rommel, di ve nuto su approvaz ione di Mussolini unico Comand ante d i tutte le truppe della Marmari ca e unico res p o nsabil e della co ndotta delle oper azio ni, ordina va al2° Contrae reo di abb ando nare Bengasi, che av eva d ifes o da gli attacchi ae re i nemici co n a mmirevole corag gio e di ri piegare s u ' [ì-ipoli.

A Tripoli giun se il 27 dicembre, sei giorn i dopo l' iniz io d el suo movim ento retrogrado; gi unsero p erò solam ente due Gruppi (XLIII e XL II ) che vennero subito sc hierati a difesa della città. D el XlV e XVIII non s i conobbe l. a so rre, perch é ca pi tati in zo ne scon osciute dell a S irte o per ché d is persi n el deserto Il XL UI a Trip o li s i disl ocò co n il Comando di gruppo e la 75a barreria nei pressi del c imitero e braico, con la 73a in locali tà H enn i, la 74a a Porta Eriz ia e la 76 3 al Parco d ell a R.imembran za .

Nella capitale l.ibica gli artig li eri del XLIII trovarono quelli di un a lt ro Gruppo Con trae reo, a n ch'esso ge nerato d al 4° di Mant ova . Si tratta va del XXX] d a 88/56, su due bat terie (34a e 35a) al comando del ]ènent e Co lonnello Paride Ghisl e ri ch e, d opo un breve peri odo di addestrame nto presso la Scuola di T iro di Nett uno , il 24 a prile 194 1 e ra partito alla vo lta d ell 'Afr ica Settentr ionale. A 'Jì:ip oli , il g iorn o dopo il s uo sbarco, precisa ment e il 3 m aggio, per effetto d ell o scoppio della n ave Birmani a carica di munizioni,

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Porto di Tripo l i, 3 maggio 194 1. I:incen dio della moton ave Birmania, car i ca di m uni z ioni , provoca to d a un atto di sa botagg io. I n p r imo piano il Piros cafo M arc o Pol o.

Canno n e Krupp da 88 /5 6 m o d. 3 6 in dotazion e al XXXI grupp o. (Gc:n. lACOPI, Il mttt"O nddmmmmro t' sprrimrmazio11r Artiglirria Còmroaaà e la specinlitti- Dalle origini a/2000. O ltì cin a C rafìct Bolognese:, Bo log na, 200 l).

CANNONE KRUPP DA 88/56 M OD. 193 6

Ditta cos trut tr ice:

Per iodo di se r v izio:

Calibro: Lunghezza d a ll a b. d.f. (in calibri ) :

Peso del p e7,7o camp;Ùe in batteri a : Settore ve rti cale di puntamen t o: Se ttore ori-c.w n tale di punta m e nto: Gi t tata m ass im a s ull'orizzonte: Alt ezza dj t iro:

Tiro utile contraereo:

Krupp (G e rmania)

An sald o (Itali a ) (s ol o b. d.f c c ulatta) dal 19 4 1 al 1943 (circa) 88mm 56 pari a 4 9 2,8 cm 5.500 kg da 3 ° a +85° 360° circa 14.60 0 mt c irca 10.400 mt circa 10.000 mt

pro vocaw da un atro di sa b o t aggio , il XXXI aveva avu to i suoi p ri mi mo rti: Serge n te Magg io re Bc rtagnol o , Se rge nte l\.1ag giorc Gu errie ri e A rti glie re Br o g li a . U n a dramm ati ca cir costa nza nel co rso d ella q u ale , p e r Scll va re il magg ior num er o di v ite u ma ne , e me rs e il coraggio d el manto va n o T en e nte Ot tor ino Sacchetti d el XXX I gruppo.

Ad ess o il Ge ner ale Gari b a ld i, qu ale C om an d an te d e ll e Forze A r m are in Africa Set te nt r ion ale, co n cesse la c roce di g u e rra "s ul cam p o" con q u esta moti vazione : (( Ufficiale di eccellenti doti profession ali, incaricato delLo scarico di muniz ioni e materiali di artiglieria a bordo di un piroscafo , sorpreso da u na esplosione verifi.catasi i n una na ve vicina e proiet tato

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al su olo per lo spos ta mento d'aria, si adop erava, sebben e contuso, nell'operaz ione di assistenza e soccorso Sotto il susseguirsi degli scoppi della nave incendiata che cagionavano danni e per dite di vite umane, con grave rischio personale riusciva con pro ntezza e decisione, altissim o senso del dovere e spirito di sa crificio, a porre in salvo i suoi dipen den ti ed a sottrarre alla morte i fèriti» (Africa Settentrionale, 7 giugno 1941)

Nella capitale libi ca, dov 'e ra no giunti al termin e del loro ri piegam e nto da Be ngasi, g li a rtigl ie ri del Co lonnello Pra to trascorse ro la fin e del 19 4 1 c l'inizi o del 1942, terzo anno di guerra. Il s u ccesso era arr iso ag li inglesi; ess i erano giunri all e porre dell a S irric a m a l'atuaversame nto di rmta la C irenai ca li aveva mess i in difficoltà, nell ' incap ac ità di st a bi lizz a re la si tu azion e La loro co ntroffe ns iva, a re naras i dav ant i a ll e posiz ioni di Ma rsa e1 Brega, sembrava g iunc a ad un punto morro . R om mel poteva cont a re su un po' di res piro, sostare per poi ri prende re la prop ri a libe rtà d ' azion e . Ma su questo p e nsiero tornò a ri fl ette re .

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Il t e n e n te O n o rino Sacch e tti

Ritenendo perico loso sostare sulla difensiva camb iò parere, rivelandosi ancora una volta un maestro di ranica nel deserto , capi che bisognava agire subito, non dare tregua all'avversario, passare al co ntranacco .

Infatti il22 gennaio 1942, a soli quindici gio rni dal ripiegamento sulle posizioni di Marsa el Brega, ri ordinate le su e di vis ion i mise in moro il suo disposit ivo, dando inizio a quella controffensiva che porterà le forze italo-tedesche in Eg itto .

R ap id amente si aprì la strada tra i vuoti de ll o sch ieramento degli in g lesi costrerri alla ritirata prima su Agcdabia e poi sulla li nea Anrelau Murs attraverso un terreno difficile, dune sabbiose. Il 29 Bengasi veniva rip resa dai solda t i del raggruppamemo tedesco March e della nostra Divisione Ariete. Alcuni giorni dopo perveniva al Colon nello Prato l'ordine di lasciare Tripoli e di ritornare con il reggime nto nella capitale cirenaica . Come v i giunse schierò le sue batter ie a p rotezione della c ittà, del s u o porto e dei suoi campi d'aviazione. Ai pr i mi di maggio arrjvaron o dall'Italia, completi di uomini e materiali, altr i tre gruppi contra ere i da 75/46 (LXXI LXXII- LXXIII) che s i affiancarono al XIV ed al XLIII nella difesa co ntraerea di Bengasi , tranne il LX.Xlii decentrato ad una Grande Unirà.

Intanto l'avanzata dell'Africa Ko r ps era giunta nei pressi di Gazala e di T obruk, sulle cui posizioni ins eg uirori e inseg uiti tirarono il fìaro, si guardarono in faccia sino a metà maggio qua ndo Rommel fu in grado di attaccare nuovamente sino a g iungere ad assedia re la fort ezza di Tobruk e a c ostrin gerla alla resa che avvenne all'a lba del 21 gi ugno.

A Bengas i il 2° Contrae rei, adeguatamente rinforzatO, rimase fino a l 21 l uglio, quindi per altri cinque mesi; un lungo periodo nel co rso del qual e subì ben 125 incursio ni, abbattè 53 aerei nemici accertati e 19 probabili, cont ri buì validamente nell'impedire le azioni di sabotaggio con cui gli inglesi rendevano alla distruzione dei nost ri aerei dis locati sugli aeroporti.

Un comportamento coraggioso riconos ciuto dallo stesso Generale di Corpo d'Armata Ettore Manca di Mores che così si espresse in un suo e n comio farro pervenir e al

Veduta del porto di Bengasi.

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scala 1:50.000

Bengasi, giugno 1942. Dislocazione dei gruppi contraerei del2°.

Colonnello Prato : «Con vivo compiacimento ho preso visione delle relazioni pervenutemi sull'attività della difesa contraerea di Bengasi e ho ascoltato le parole con le quali il Sottosegretario di Stato per la Marina ) dopo aver assistito ad una violenta incursione nemica su codesta Piazza, ha voluto esprimere la sua ammirazione per l'abilità e il contegno dei nostri artiglieri Conosco da tempo le belle batterie, che tanti allori hanno già mietuto difendendo Bengasi, per meravigliarmene, ma conosco anche lo sjòrzo di intelligenza e di lavoro che sono occorsi per organizzare, in così poco t empo e in condizioni diffìcili) una efficace difesa. Al Comandante del2 o reggimento artiglieria contraerea rivolgo un particolare vivissimo elogio» .

Il 21 luglio il Colonnello Prato con due suoi gruppi, che da questo momento verrann o indicati, forse per facilità, non più col numer o romano ma con q uello arabico (1.4° e 43°) e con il 3° Reparto fo toelett rico, lasciava Bengasi perché destina to alla difesa contraerea della baia e della piazza di Tobruk, passata un mese prima nuovament e sotto il controllo delle truppe i taio tedesche e dove l'attività dell'aviazione nemica stava facendosi partico larm ente intensa e preoccupante.

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Agosto 1942. Schieramento delle batterie contraeree a difesa de ll a piazz.1. di To b ruk.

Liquidato il problema di Tobruk, la cui resa e ra stata per gli inglesi un duro colpo sia sotto il profìlo politi co sia dal punto di vista militare, Rommel con l e sue truppe puntò alla linea di frontiera eg iziana, la Sollum -Ha lfaya. Qui avreb b e dovuto sos pendere la sua avanza ta, fìnc h è non fosse s tata co ndot ta a ter mine la con quis ta dell'Iso la d i M alta; operazione verso cui curre le risorse disponibili dell ' Asse, soprattutto aeree e marittime, doveva no essere concencrare

Turco sembrava o rm a i deciso quando, ad un ce rco momento , si fece vivo Hitler in persona il quale, sebbene con molte riserve m e ntali avesse considerato va lido il piano per impadronirsi di Malta , temendo che attaccando l' isola la Germania subisse le stesse perdire avure a Creta, esa ltato come Mussolini dai successi di Romm el , volle che fosse sospesa l'azione su Malta e protra t ta l'a van zata dell'Ar ma ta di Romme.l sino nel cu ore dell'Eg itto.

L'Africa Korp s avuto il via li b era, il 24 giugno, senza incontrare una vera e p r opria resistenza, attraversava la fromiera ed il 30 espugnava il campo t rin cerato di Marsa Marruk, poi proseguì la sua marcia per ragg iun ge re e conquistare le posizion i di El Alamein prima che il nemico potesse organi zza rle a difesa Era l'ultimo bastione che gli inglesi potessero opporre all'avanzata italo tedesca, superato il quale restava libera la via verso il del ta del Nilo.

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II 1o luglio le forze italo-ger maniche, sfianca re da m esi di lunghissim e marce e da aspri comb a t t imenti, giuns ero ad El Alam ei n e qui incapp arono nel dispo s i tivo inglese d el Gener al e G ott, ch e un m ese dopo rimarrà ucciso mentre s i recava in aer eo presso il suo com ando e verrà soscituiro dal G enerale Momgomery. Era un dispo s itivo cos tituito principalmente da capisaldi iso lati ma in via d i un profondo rafforzament o, spec ie di campi minati e ca rri armati. Rommel nel corso del mes e di luglio tentò du e vol te, con una serie di co ntrattacchi, di rompe rlo senza p erò riuscirvi so prattutto a causa d ella massiccia presenza dell'aviaz ion e brita nnica , ormai s icura padron a d e i cieli e d ei vast i ca mpi minati di cui si ignorava l' esistenza

Concluso il ciclo operativo dell'infausro m ese d i luglio 1942, un intermin abi le m ese carico di com b attimenti , di co ntinua lotta sa n g uino sa, di perdite gravi, di logora mento s pieraro, i fant i delle no s tre Divisioni Trento - Bologna- Pavi a - Brescia e Fo lgore e i soldari tede sch i della 164a Divisione e del Gruppo Ram ke dov ette ro a bbarbicars i su ll e posizio ni raggi u nte, davanti ai camp i minati bri ta nnici. Die tro di loro la mas sa co razzata e meccani zzata forma ta da ciò che restava d ell e tre divisioni tedesch e e dell e nostre Trieste, Li ttorio e Ariete. Ques t ' ultima con il de centrato XXXI Gruppo Contraereo da 88/56 en uclea to da l 4° di Mantova e che aveva cessato di far parte della difesa contraerea di Tripoli. Schi erato nella zona di q. 125 a tergo d ell 'Ariete, i s u o i p ezz i rappresentavano le unich e ann i efficaci cont ro i carri Sherman e Grane ma da q u es t i, giorno p er gio rno , in una lotta impari , ve rrann o m ess i fuori combattime nto. Il XXXI gruppo scom p ar irà nel turbine della battaglia di El Alamei n. Mentre l'Afr ica Korp s, in p ie na crisi di rifornimenti, sp ec ie di benzina, co n un Rommel mala to, pr eoccupato, sfid u c iato, si sistemava a difesa su l fro nte di El Alam ei n, il picco lo agglom e rare di cas e con una s tazion e ferrov ia ria, l'Sa Armata in glese passava s otto il comando d i Momgome r y, s ubito preso dal des ider io di po ter passare, quanto p rim a, alla co ntro ffensiva. Nel contempo il Colonnello Prato si separava dal suo 2° Contraerei perché chiamaro ad assu m e re la res ponsabilità de ll a difes a aerea di Marsa Marruk r ico nquistata. Era il l 0 settembre.

A Tobru k il Prato, sostituiro dal Colonn e llo Attilio Battag li a, così salutò i s uoi artiglieri all'acro d el commiato: «Chiamato a comandare le artiglierie e la D icat di una piazza dell'est lascio con profondo dolore il comando del reggimento Agli Ufficiali, Sottujfìciali ed artiglieri tutti (Repa rto Comando, 14° grupp o, 43° gruppo e 3° reparto foto) , porgo il mio saluto ajjèttuoso di capo ch e ha condiviso con loro dolori e gioie per oltre otto mesi,· invio il mio riconoscente ringraziamento per quanto, con ferma fede, con spirito di sacrificio, hanno compiuto in questo Lungo periodo, rivolgo l'esaltazione di continuare ne/loro ottimo comportamento affinchè il reggimento tutto possa, in virtù dei suoi componenti, proseguire nella gloriosa iniziativa iniziata nel giugn o 1940, sempre più verso il cuore del nemico fino all'im mancabile vittoria ».

Alcuni gio rni prima di lascia re Tobruk, per gl i alti meriti co ns eguiti nel co rso della s ua azion e di co mando, ven iva dal G enera le Garibaldi in s ignito della croce di g uerra al vale r militare "s ul campo" co n questa motivaz ione : «Com andante la difèsa di una piazzaforte della Libia orientale, durante continu i e micidiali bombardam enti, per vari mesi pro-

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Il settore sud del dispositivo italo-tedesco ad El Alamein (indicata la posizione del XXXl gruppo contraereo originato dal4°) digò la sua opera rivolgendo con le sue batterie contraeree e controcarro e costiere Anche quando subì da vicino lo scoppio di una bomba avversaria, noncurante della propria vita, con intensa applicazione e competenza tecnica, rendeva più efficace l'organizzazione del fuoco delle artiglierie» (Africa Settentrionale, settembre 1942).

Nella stessa circostanza, il Maresciallo Rommel gli conferiva la Croce con Spada ed Aquil a di l a Classe dell'Ordine dell'Aquila Imperiale Tedesca. Massima decorazione per ufficiali stranieri .

Il 20 settembre al2° Contraerei , passato sotto la guida del Colonnello Battaglia, perveniva il seguente elogio : «Le truppe della Piazza di Tobruk hanno[,] nella notte sul14 [,] tro nca t o nettamente lclzione di sbarco nemica[] La brillan te vittoria è merito oltre che all'azione di comando [,]della strenua resistenza e della pronta reazione di tutte le forze armate italiane in cameratesca collaborazione con i germanici (]Fate pervenire a tutti, capi egregari[,] il mio elogio per quanto hanno compiuto[]- Barbasetti di Prum».

Come abbiamo visto, dopo i due falliti tentativi compiuti nel mese di luglio di rompere le difese inglesi distese su un fronte lungo 70 chilometri, i soldati dell'Mrica Korps, sistemati a caposaldo, attesero l'urto nemico. Questo, condotto da tre divisioni corazzate e da sette di fanteria, per un complessivo di 220.000 uomini, si manifestò con inaudita violenza all'imbrunire del 23 ottobre quando, pro tette dal fuoco di migliaia di pezzi di artiglieria, le fanterie inglesi uscirono dalle loro basi di partenza, che silenziosamente ave vano occupato la notte precedente , pe r avanzare strisciando ve rso i campi minati per

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aprirvi d e i varc hi attraverso i quali riversare poi la loro mass a corazzat a. Incomin ciò così quella durissima battaglia che d urerà undici giorni e ch e passerà alla scoria co l nome di El Alarnein e sarà un a delle più g randi della second a guerra mondiale

Fu una lotta spesso selvaggia, ricondu c ibile a qu e ll e della pr ima guerra mondiale, che ved rà affrontarsi i 220 .000 soldati deU'.Arma ra bri t an ni ca con i 100 .000 dell'Africa Korps e verrà combattura fino all' esuemo delle forze, cesserà solamente quando l'assolu ta su peri or ità nemi ca in aviazio ne, arti glieria, nonchè in ca rburante e munizioni, ren derà impo ss i bi le ogni resistenza, farà venir meno ogni disponibilità corazzata con cui lanciare contrattacchi per eliminare i pericoli di penetrazione.

Nella notte sul 5 n o vembr e, con il frome ormai infranto, co n le form az ioni corazza te n em iche o rm ai alle spalle, fu gioco forz a per i soldati italo tedeschi, o meg lio per quanto restava de11 ' Armara di Rommel, ab band ona re le pos izioni di El Alamein che avev ano difeso con gra nde coragg io , pa ga ndo un elevat issimo rributo di vite umane. l niziò cosl quella lun ga, dolorosa ritirata dei resti dell'Armata italo-tedesca, costrerri a marciare, spesso a pi edi, con poca acqu a e poco ci bo, com inuam ente marre1lat i dall'aviazione n emica.

Durò l 02 giorni e terminerà a fine gennaio 1943 in Tunisia dop o 2.300 chilo metri di ripiegamento. Anche i due Gr uppi Conrraerei presenti a Tob ruk (il 14° e 43°) dovettero ritirarsi. Lasciarono la piazza il 12 novembre, il giorno prima ch e vi giun gessero gli inglesi. Attraversarono la Marmarica, l'al top iano di Barce, Bengas i, la Sirrica e Tripoli. Il 20 gennaio varcarono il confin e runisino, t re giorni dopo er ano nell a zon a di Mcdina dove schierarono le l oro batterie Per l'Italia la p erdita d ell a Libia fu un colpo rragico .Lintero Pa ese, combattenti e n on, so lda t i e c ivi li, uomini e donne si resero conco di aver perso definitivamente la guerra.

Il l o fèbbraio, con l' arrivo dall'Itali a del Gen e rale Mes se quale Co mandant e della neocostituita l a Ar mata italiana, incomin c iò il riord ino d ell e trup p e present i in Tunis ia che raggiungeranno il numero di 85.000 uomini. A n che il 2° Contraereo venne adeguatamente potenziato. Posto agli ordini del Colonne1lo Gentile, ai tre g ruppi supe rstiti (14°, 4 3 ° e 48°) si unirono il 90° e 91 o e la P Compagnia fotoelettr ica . Ai primi di marzo presero posi zione s u lla linea difensiva del Mareth, posta nei pressi del co nfine libico, ben organ izzata e profonda ben 30 ch ilom etr i, costruita dai frances i pri ma della g u e rra per parare eventuali in cursion i itali ane in Tunisia.

I gruppi s i schi erarono nei serrori delle di visioni di l a linea in posizioni piuttosto avanza te in modo che essi potessero essere impiegati , oltre che per il loro co.m.piro normale contraereo, anche per il comp ito di interdizione e di arresto in conco rso con le artiglierie terrestri. Il 48° nel settore della Giova ni Fascisti, il 90° in quello della 90a Divisione ted esca e della Tri este, il 91° e 43° in quello della Spezia e ill4° della P istoia. Sulla lin ea del Mareth, che doveva esse re difesa fìno all ' ul t imo , si com battè la P battaglia di Tunis ia. Iniziò nella notte su l 17 marzo con un attacco nei setrori delle Divisioni Giovani Fascisti e Triest e Il nemico s perava, in breve temp o, di se parare le due Arm a re dell'Asse (l a I talian a e sa Tedesca) per poi bat te rl e sin go la rmem e g razie alla loro schiacciame supe riorit à ed alla certezza di trovare una blanda res iste n za, ave ndo di fro nte so ldati in

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gran parte reduci da una ritirata di 2.300 ch il ometr i in condizioni materiali e morali molto precarie.

Gli inglesi si imbatterono invece i n una resistenza ostinata che durò fino al30 marzo, il giorno in cui, con il nemico ormai su l punto di investire lo schieramento delle nostre artiglierie, Messe ordinò l'abbandono della linea del Mareth sulla quale si era resistito e combattuto. Gli artiglieri del 48° gruppo, rimasti privi di automezzi, dovettero distruggere sette dei loro otto pezzi per poi r ipiegare sulla nuova linea difensiva, quella arretrata di Akatir, l 00 chilometri piì:1 a nord, schierandovi l'unico pezzo rimasto a tergo dei capisaldi d ella Divisione Giovani Fascisti .. Il 43° s i dislocò nuovamente nel settore della divis ion e Spezia, mentre gli altri gruppi (14° 6 pezzi, 90° 9 pezzi e 91 o 6 pezzi) passarono alle dirette dipendenze del Comando d'Armata.

Sulle posizioni di Akatir, dove tutti i Gruppi Contraerei del 2° Reggimemo concorsero vali damente ad arrestare e respingere un tentativo di sfondamento attraverso la sella di Roumassa, la resistenza degli italiani durò dal 31 marzo fino al 7 aprile, poi fu giocofo rza effettuare un ulteriore ripiegamento su Enfìdaville dove la nostra l a Armata combatterà la sua ultima battaglia, quella in cui si giocheranno le sorti della Tunisia. 1143° si schierò ad est d i Geb Zaghuan, ancora sul tergo de i reparti avanzati della Spezia, presso chè orma i decimata.

Sulla linea difensiva di Enfìdaville le batterie del43° si prodigarono senza soste, combatterono due battaglie, la prima dal 19 al 30 apri le, la seconda dal 9 al 12 maggio. Il mattino dd 12 gli artiglieri del gruppo spararono le loro ultime munizioni, poi su tutto il gruppo calò il silenzio. Nel pomeriggio vennero fatti saltare i pezzi, distrutta la centrale di tiro, incendiati i trattori, le armi portatili rese inutilizzabili .

Scomparve così, sulle quinte montagnose di Enfidaville avvolte nel fumo, nelle fiamme, la vita gloriosa del43° Gruppo Contraereo generato a Mantova tra le fila d el4o Reggimento, tra le mura delle sue caserme. Scomparve dopo due anni di guerra combattuta in terra .d' Africa. È stato lo stesso ultimo Comandante del 2° Reggimento, al suo rientro in Patria, a scrivere che il 43° gruppo in terra di Tunisia si è particolarmente distinto dando prova di coraggio, capacità e spirito combattivo Meritevoli di particolare apprezzamento, sempre secondo il Genti le , furono lo stesso Comandante del gruppo, Tenente Co lonnello Serra, il Capitano Smalis e il Tenente Liquori.

11 Colonnello Prato, il l o Comandante del glorioso 43°, colui che da Mantova portò il gruppo sul fronte dell'Africa Settentrionale, il l o marzo 1943 divenne Comandante del 30° Reggimento Contraerei schierato dirette dipendenze del Comando della nostra l a Armata, con il com piro soprattutto di assicurare la difesa contraerei della grande rotabile costiera lungo la quale erano schierate le batterie. .

Dopo una strenua difesa, fino a consumare tutte le munizioni, il 21 maggiQ, alla fatta ai suoi artiglieri, rifiutava il rientro in Patria. Fatto prigioniero dagli aTreai:i a Capo Bon, lingua di terra della Tunisia, veniva in prigioni; n'egli Stati Uniti. .

La durissima titanica prova in Tu nisia per arginare e ributtare la valanga anglo-americana che ci attanagliava da Oriente e da Occidente era per noi ormai irrimediabilmenre

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Tu nisia. Linea difensiva d el Mareth con la dislo caz ione d ei grup p i co ntraerei d el 2 ° reggim e nto. perduta. Sacr ifici imm e nsi, alt ro spargim ento di sangue, nuove irre parabili perdite . La feroce g u erra s i rive rsò quin di sul nostro s uol o metropolitano con la crudeltà, la v iolenza di un cataclisma distruggitore

Così sta sc ritto nella "Sro ria dell 'Arti g li e ri a Italian a", vol. XV I , edit a a c ura della Bibli ote ca di Artiglieria e Ge nio, Roma 1955 : «Mai come in Tunisia le artiglierie contraer ree si sono merita te il titolo di "artiglierie universali}) talvolta loro attribuito perché in nessun altro settore del.fronte esse hanno esplicato (parallelamente al loro compito contraereo) un'attività così multiforme, così intensa, così aderente alla situazione come quella svolta in Tunisia in concorso con le varie specia lità di artiglieria terrestre))

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NELLA STEPPA GELATA TRA IL DONEZ E IL DON

Nella notte sul 22 giugno 1941, una domenica , bombardieri germanici piombarono sulle città russe dando inizio all'improvviso attacco all'Unione Sovietica con l'obiettivo di eliminare la minaccia a Oriente, assicurarsi rifornimenri alimentari e di materi e prime. 164 divisioni, pari a tre milioni di uomini schierati dal Balt ico al Mar Nero, mossero velocememe in territorio sovietico con l'int ento di giungere a Mosca prima del periodo di cattivo tempo.

Le unità russe, sorprese e disorientate dall'irruenza dell'attacco tedesco, duramenre sconfitte, incominciarono a ripiegare in profondità, protette da robuste retroguardie, dando avvio, nel contempo, a l trasferimento verso Orienre delle fa bb riche, delle industri e e dei depos iti dalle regioni minacciate. Fu il recupero che consent irà la rinascita militare sovietica del 19 42 e 1943 .

Mussolini, fìducioso e sicuro in una rapida e facile vittoria tedesca, ma commettendo un grav e errore di valutazione, prendeva la decisione di ordinare la cost ituzione di un Corpo di Spedizione, formato da tre delle migliori divisioni di cui disponeva il nostro esercito: la Pasubio, la T orino e la Celere, da inviare sul fronte russo, destinato ad ope rare a fianco delle Armate Tedesche . Un piccolo Corpo di 62.000 uomini, una goccia d ' acqua nel mare delle armate che dilagheranno al di là della Viswla, del Nipro e che si sconrreranno poi accanitam ent e tra il Volga, il Nipro e il Don.

Gli ita li ani per la te rza volta ritornavano a combattere in Russia, su lle superfic i ghiacciate del Don, dopo essersi battuti su quelle della Beresina, nell'era napoleonica e della Cernaia in Crimea nel 1855. Ritornavano a combattere una guerra su di un terreno operativo pieno di emerge nze , contro un nemico del tutto sconosciute, in un ambiente naturale inospitale, a distanze enormi dalla madreparria. Una guerra che, già poco sentita in partenza, div e nne improvvisameme assurda, sorretta solamente dal senso del dovere militare .

Della Pasubio faceva parte 1'8 0° Fanteria , il reggimento come il 4° Artiglieria Contraerei , di stanza nella città di Mantova. Le nostre tre divisioni , partite dall'Italia nel luglio 1941, giunte nella località di scarico, quella di Borsa in Ungheria, proseguirono per raggiungere il luogo di radunata fìssaro nelle città rumene di Suceava e di Borosani Poi si portarono verso la zona d'impiego ua il Dniester e il Bug. Un movimento que-

CAPITOLO
V
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24 agosto 1941. Illustrazione della "Domenica del Corriere" d edicata all'artiglieria italiana presen t e in Ucraina alla battaglia tra i due fiumi (dal Dn iester al Bug)

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Gli Italiani in Ucraina. Con impeto e valore le nostre truppe paz·tecipano all.o sviluppo della. travolgente avanzata dell'esercito alleato in Ucraina , dando prova delle loro altissime qualità combattive. Ecco un reparto di artiglieria. italiana. che entra)n azione contro i bolscevichi. dl A . Oe Urame)

se'ultimo di 750 chilometri, lento e faticoso a causa delle abbondanti piogge di quei giorni e dell'unica pista disponibile ridotta ad un pantano impraticabile .

Nei giorni 11 e 12 agosto sul fiume Bug furono proprio i soldati dell'80° Fanteria a sostenere il primo combattimento, ad avere i primi caduti italiani in terra di Russia, tra questi il mantovano Tenente Antonio Sansoni.

Ma fu sul Dnieper, raggiunto tra pesanti diffìcoltà logistiche e sotto continui bombardamenti aerei, che avvenne il primo vero scontro con le truppe sovietiche; i nostri so l dati conseguirono la prima vittoria riuscendo a chiudere nella grande sacca del fiume grandi unità sovietiche in ritirata.

Passando poi di combattimento in combattimento, di successo in successo, ma sempre muovendo in merLo ad un mare dì fango, sotto violenti acquazzoni e tra una grave crisi di rifornimenti, arrivarono al bacino del Donez . Qui, dopo aver proceduto all' occupazione della zona industriale di Gorlowka-Nikitowka, trascorsero il loro primo terribile inverno russo cui non erano abituati, nè convenientemente preparati e attrezzati Abbarbicati nei capisaldi affrontarono condizioni di vira veramente proibitive.

Nel frattempo, presso il nostro Comando Supremo, adeguandosi ad una precisa volontà politica, era in corso lo studio per aumentare il numero delle divisioni italiane presenti su l lontano fronte russo.

Era stato lo stesso Mussolini ad affermare: «Non possiamo essere meno presenti delia Sfovacchia e bisogna sdebitarsi deff'aifeato» Solo il Generale Messe si oppose energicamente a questo ormai deciso accrescimento. Presente da quasi un anno in Russia quale Comandante del Corpo di Spedizione, sapeva dalla personale esperienza che la grave carenza di materiali e di mezzi, soprattutto carri armati, e le continue incomprensioni manifestate dalla parte germanica verso le nostre necessità, avrebbero rappresentato un drammatico svantaggio, perciò ne sconsigliò la partenza.

Mussolini, insensibile al suggerimento del Messe, confermava il proprio punto di vista, e il 13 dicembre prese la pesante decisione di elevare la forza operante in Russia a 220.000 uomini, così. da perven ire ad un'Armata (8° Armir). Nell'aprile successivo lo Stato Maggiore dell'Esercito ne definì la formazione organica su tre Corpi d'Armata (II CSIR- Alpino) con un considerevole complesso di unità direttamente dipendenti dal Comando d'Armata e la cu i costituzione rappresentò un grande sforzo per il Paese e per l'esercito già duramente impegnati su altri fronti.

Nel momento in cui emerse il problema della difesa contraerea e quindi della necessità dì poter disporre di sufficienti batterie da 75/46, che necessariamente dovevano essere sottrane alla difesa del territor io e sost ituire con altre dotate di materiali meno validi, la scelta cadde sul 4o Reggimento di Mantova il cui comando era retto dal Colonnello Giuseppe Di Martino Al reggimento l'ordine di considerarsi mobilitatO per la Russia giunse a fine apri le 1942.

Il 15 maggio, alleggerito degli incarichi non connessi al suo prossimo impiego di guerra, assunse la denominazione di "4o Raggruppamento Artiglieria Contraerea" con questa composizione organica: Comandante; Comando di raggruppamento; reparto comando; IV e XIX Gruppo Contraereo, ciascuno su due batterie, già sul fronte russo

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Mantova. Il 4 ° s fil a p e r le vie cittadine diretto alla stazi one ferroviaria d a d ove partir à p er la Russia. In testa il Col onn ello Di Martino co n la bandiera.
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Mantova, 1 3 giugno 1942. li Co mand ante d ell'Artiglieria sal uta il 4 ° in partenza per l a Rus s ia.

con il 30° Raggruppamento Art iglieria di Corpo d'Armata (Colonne llo Lorenzo Matiott i, mantovano) il primo, al comando del Tenente Colonnello Squillace, schierato a J assinovataia a protezione del cie lo del Comando Tatt ico del CSTR; il secondo, agli ordini del Tenente Colonnel lo Carlo Berardi, dislocato a Stalino a difesa del campo d'a viazione; XXXVI gruppo del 5o Contraerei su 3 batterie di Padova al comando del Mag giore Franco Pennella; XXXVII gru pp o del 4° Contraerei su 3 banerie di Mamova agli ordini del Tenente Colonnello Ferdinando Cavalieri; XXXVIII gruppo del l o Contraerei, anch'esso su 3 batter ie di Casale Monferrato al comando del Magg iore Amedeo Giordano; 31 a 40a-42a batteria da 20 del l o Contraerei e 65a d ella Divisione Bergamo. Complessivamente il raggruppamento in zona d i guerra av rebbe potuto disporre di 5 gruppi da 75/46 (52 pez2i), il migliore e p it t moderno materiale contraereo di cui disponessimo , di 4 banerie da 20 , di l reparto speciale e di l sezione fotoelettricisti.

Ricevuto l' ordin e di approntarsi per il fronte russo, i gruppi ancora in !calia diedero ini2 io ad un intenso addestramenro allo scopo di conferire ai reparti, destinati ad operare in quel particolare ambi ente, uniformità organica, tecnica e d iscip linare . TI 16 maggio il XXXVII da Pesch ie ra si porrò a Mamova, sede del Comando del reggimemo e, insieme, il 13 giugno partirono dalla s t azione della città virgiliana con des t inazione la Russ ia Il XXXVI partì da Padova e il XXXVIII da Casale lvfonfcrrato Il trasferimento per ferrovia av venne fìno a T roppau, l'armale Opava, città della Repubblica Ceca (65.000 abitanti) nella Moravia Settentrionale.

I soldati viaggiarono su tradotte consumando ciò che i famigliari avevano dato loro

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U fficiali del 4° contrae re i s u una tradotta in viaggio verso il fronte russo. A sinistra il tenente B erte tti.

alla partenza, con le gambe penzolami dai porcelloni spalanca t i nei vagoni merci da "uomini 40 " per ammir are il panorama mai visto prima di allora.

A Troppau, tra il 16 e il 17 giugno, si radunò tutto il reggimemo e il 19 nel campo sport ivo della città, alla presenza di una delegazione militare italiana e del locale coman do tedesco, con una a ustera cerimonia il Colo nnello Di Martino assumeva uffìcialm ente il comando d el neo costituito 4° Raggruppamento Contraereo Il giorno dopo, per via ordinaria, ebbe ini zio il movimento verso la zona d'impiego , distante ben 2.900 c hilometri.

Fu un trasferimento compless o che venne effettuato con 1.200 automezzi, 36 pezzi da 7 5/46 trainati da autocarr i, 32 pezzi da 20 mm autotrasportati e con 2 sezioni viveri. Da Troppau, muovendo su strade dal fondo pancanoso e viscido, tale da rendere l'andatura degli autOmezzi lenta e fat icosa, facendo tappe giorna lier e a Cracovia, Jaroslaw, Leo poli (la città polacca divenuta dal 1939 città deli 'Ucra ina), Rovno, Zitomit, Kiev, Lubny,

UCRAINA

La marcia dal luogo di radunata alla zona d'operazione.

Itinerario di trasferim e nto da Petropawlowka aUa zona di l 0 schieram e nto (1 0 15 luglio 1942).

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Po l tava, Krasnograd e Novomoskovsk, il raggruppamento giunse nella località di Pctro pawlowka , in zona d'impiego .

A Petropawlowka incorporò di fatto il IV e il XIX gruppo, in Russia con il CSIR sin dall'agosto 19 4 1 e che in quel momento si trovavano ancora dislocati rispettivamente ad Tassinowakaja e a Stalino. Con questo inserime nto il 4o raggiungeva la forza organica di 5 Grupp i Contraerei pari a 52 pezzi da 75/46 e a 4 batterie da 20. Il l O luglio l'intero raggruppamento ent rava nel vivo della campagna di guerra. 1.1 Comando con il XXXVII gruppo e due barrerie da 20 (42a e 65a) si dis locò a Makejewka a nord est di St alino a d ifesa del campo d'aviazione c de l Comando de ll a Grande Unirà ivi collocato; il XXXVI e la 31 a batt e ria da 20 a Gorlowka a disposizione del la divisione Sforzesca; il XXXVIII e la 4 0 a batteria da 20 a SraLino nella zona del II Corpo d ' Armata. I due gruppi JV e XIX rimasero schierati nel le già citate località .

Il giorno 13 , poco dopo la con cl usione dell'epopea de l CSIR e l' assunzione da pane del Genera le Garibaldi della responsabi li tà operativa de ll 'intera sa Anna t a, cost i tu i ta dal XXXV Corpo d'Armata (Divis ioni Pasubio Torino Celere), dal II Corpo d'Armata (Sforzesca Cosseria e R avenna) e dal Corpo d'Armata A lpino (Tridenrina J u lia e Cuneense) e dalla Divisione Vicenza, le truppe italiane ripresero la loro marc ia verso il Donez per poi puntare a l Don per prestare aiuto alle divisioni tedesche impegnate ad assicu rare il possesso della sponda destra de l tìume Lattraversamemo del Donez venne prev isto a Luganskaja, il cui ponte era stato

Tran s ito s ul pon te sul Do nez a Luga nskaja nel luglio 1942.

distrutto dai russi in ritir ata e quindi andava riartivaro. Un compito che spettò a i genieri del l o Battaglione Ponticri de . l Tenenre Co lo nnello Biandrate con il concorso di una co mpa gnia p er pomi p esanti e una di auti eri. Il lavoro, iniziato alle ore 15 del 23 luglio, terminò alle 18 d ello stesso giorno e si svolse mentre gli autieri provvedevano a rimuovere le numerose mine esiste n ti all'accesso ed al lo sbocco del ponte. Alle 19 incominciò il transito. Le prime colonne a passare sul ponte riattivato furono quell e tedesche cui seguirono subi to dopo quelle italiane. Ma per sma ltire parte dell'intenso traffico i pontieri dovertero gittare un seco ndo ponte a circa 300 metri a monte del primo, subito aperto al movimento.

Nelle giornate dal 23 luglio a l l o settembre rransitarono sui due ponti 8 divisioni, truppe e servizi di due Corpi d'Armata c dell ' Armata per 3 7 .000 veico li militari: aurocarri, trattori di ogni t i po, autocarrette ed autovett ure oltre a decine di migliaia di civili co n il lor o ca rraggio. La pror ez ione aerea al girta mento dei due pont i e al successivo passaggio di uomini e mezzi toccò al IV Gruppo Contraereo del 4° che, lasci ata la località di Tass in owakaja, si era ridislocato ne lla zona di q. 147 e di q. 135 nei pressi di Luganskaja. Per fortuna non si vide un solo velivolo nemico.

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Scene di guerra nei villaggi russi.

I primi reparti italiani ad attraversare il Donez furono quelli della } 1 Celere, vera avanguardia dell'intera Armata, mandmi in tuna fretta in avanri verso il Don per elim inare la testa di ponre che 3.000 soldati sovietici avevano stabilito nell'ansa di Serafimovic e che costituiva una minaccia al fianco s ini stro dell'Armata. Per piLl giorni, dal 30 luglio al 14 agosto, i due Reggimen[i bersaglieri (3° e 6°) della divisione, ben sorretti dal fuoco del 120° Artiglieria, affrontarono con grande coraggio i reiterati attacchi soviet ici prima di riuscire a costringerl i a ripassare il fiume, abbandonare la riva destra.

E limin ata, con l'azione di Serafì.movic, costata pesanri perdite, la testa di ponte nemica, le Divisioni del li e XXXV Corpo d'Armata si sch ierarono su l Don, rispettivamente a sinistra e a destra del XXIX tedesco, per assume re la difesa del settore che, lungo

Pezzo della 2 3 batteria del XXXVIII gruppo a Millerowo.
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Tce rtkovo

Schieramento dei grup p i contraerei durante la l a battaglia d i fensiva d el Don (20 agosto l se ttembre)

la riva d estr a, andava da Pa vl ov k all'afflu e nt e C hoper. Un se ttore che poi , co n l'inserim e nto d el Co rpo d'Arm ata Alpino , che avve rr à n egli ulù mi g io rni del m ese d i se tt e mbre, s u b ir à u na ra dical e modifìca

M e nn·e le Grandi Un i tà dell'Sa Armata an d avan o perfezionand o la loro organizza zion e difensiva s ulla riva d est ra del Don , p ressoc h è priva di vege t az ione m a r icca d i vil laggi aventi pi LJ o meno le stesse caratteris ti c h e, il 4° ric eveva d a l Comando d e ll 'Armata , d a cui diretta m e nt e d i p e nd eva, l' ordine di mo di fic are la di s locaz ione d e i pr o p r i gruppi , di p o r ta rsi in avant i a ridosso de ll e posizion i occupa re d all e nost re divis io ni e da quelle tedesc he

Il Co mando del ragg ru ppa menro, il XXXVli g rupp o , la 31 a e 65a batte ri a d a 20, s i portarono a Millerovo, a difesa del Comando dell 'Armat a e del campo d 'av iazione; il XXXVI p assò a Kanremir ovk a pe r la difesa d el ce mro lo gis ti co e dell ' a e rop orto; il XIX s i p ortò a Vorosc il ovgra d , sede de ll ' Int e nd enza de ll ' Arm ata. So lo il IV per il mom e nro rim ase a L uga n skaja e il XXXVI U d ecen trato al TI C orp o d'A r mata

Nel fr attem po sul Do n s i c ombatte va la prima batta glia d ife nsi va. Iniziò ne ll a nott e sul 20 ago s to quando i ru ss i, dopo una br eve preparazion e d i a rtiglieria, riu sc irono ad a rrraversare a g uado e s u t r aghet ti il fium e, assale ndo su un f ro n te di 70 chil o m et ri i capi sal di d e ll a Sfo rzesca e d e ll a Pasu bi o, le vere pro t agoniste d ella baccaglia. Dopo t re g io rn i di dura locta, co n la cad u ta del pi lastro di Ccborarewsky di feso da c irca 1 .000 uom ini e l' in ves tim ento di quello di Jago dnij , do ve s i e ra no r ac colti i rest i di d ivers i r epart i p e r un

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•Kupja nsk D c __ 4 o XXXVII• Starobelsk 31 65 da 20

•Taly Kant emirovka •N Markovka\1 3 1 XXXV I Gartm1cevka \/XXXV III .Tcertkovo • Belovodsk 2-3 l XXXV III 40 da • Maltcevskaja •Millerovo • • Gorlovka •Vo rosci lovgrad XIX Pav lograd • Stalino

Vescenskaia l

D isl ocazio n e dei gru pp i alla data del lO dicem bre 1942, vigilia dell a 2a b att agl ia di fe nsi va del Don. totale di 3.500 uomini, la situaz ione si era fatta molto preoccupante, incombeva il pericolo di un aggiramento.

Fu grazie al coraggio dei fanti, bersaglie ri e ca m ici e nere, a l preciso tiro delle artiglie ri e delle divisioni, po i costrette a difendere i propri pezzi a colpi di bombe a mano, alle eroiche cariche del Genova e Savoia Cavalleria ed all'intervento nella lorra deg li alp ini del Mome Cervino e del 6° Reggimento, se il difficile momenro potè essere superato.

D i fronte all'inactesa, caparbia reazione italiana, ai russi, nonostante la loro schiacciante super iori tà, non rimase che rit ira rsi olrre il fiume, ponendo fine alla l a battaglia del D on Ciò rese possib ile la srabilizzazione del fì·ome, l'inserimento dd Corpo d'Armata Alpino, in izialmeme des ti nato ad operare sul Caucaso, in prima schiera q u ale ala sinistra d ella nostra ga Armata, cui spettava il comp ito della resistenza ad oltranza sulla riva d estra del fiume, ne l tratto compreso t ra Babka e Vescenskaia, lungo 280 chilometri, avendo alla propr ia sinistra la 2a Armata ungherese e alla propria desua la 3a romena.

Li n verno preceduto da gelate notturne incalzava, incominciarono copiose le nevica t e . La temperatura scese sensibi lmente toccando punte di 35 gradi. I so ldati an d avano alla ri cerca di possibili migli o ri condizioni di vita. In questa situazione difficile, piena di disagi, le batterie del 4° continuavano ad assicurare la d ifesa aerea dei centri nodali del

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I'Armaca italian a. Chiamate pil.t vo lt e ad inrervcnire contro le rci terace incursioni dell'aviazione nemi ca, sono sempre intervenut e con az ioni d i fuoco pronte e precise. Pur troppo non m a ncarono le p erdite s p esso pesanti e sempre dolor ose, sopratt utto nell'ambito d el XXXVI e XXXVI I gruppo contro i qu ali il 13 novembre si scatenò un massiccio b ombardam e nto aereo portato da un centinaio di aeroplani russ i, molti dei quali fini rono abbattuti al suolo.

Il 1O dicembre, vigi li a della 2a barrag lia del Don, il raggrupp a mento co ntraer eo aveva questa dislocazio n e: I V gr up po e 40 a bat teri a da 20 nella zona di M altcevskaja; XIX gruppo presso l'ae roporto di Voroscil ovgrad; XXXVI (P e 3a b atteria) a Kanremirovka ; 2a batter ia del XXXVI e 42a da 20 a Rossosc; Co mand o di Ra gg rupp ame nto , XXXV II gruppo , 3 1a e 65a b atteria da 20 a Starobelsk; XXXVIII (2a e 3a barreria) a T certkovo; l a batteri a del XXXVIII presso l'aeroporto di Garrm icevka.

Il g iorno 11 i s ovi etic i, dopo ave r fatto afAuire s ul fronte dell a nostra ga Arm ata, gra z ie alle loro immense ri so rse d e mografi c he , conside revo li forze, davano il via a quell'azi one di logoramento che impegnerà i nostri soldati in una es t enua nte lotta e durerà cinque giorn i. All'alba del16 sul Don, nel se ttore d e lla Cosse ria, d e lla Ravenna e d ell a Pasub io costiruenre la part e ce ntral e del n ostro schieramento, si sca te nò l'infe rno. Du emila c inqu ece nto b ocche d a fu oco iniziaron o la loro p reparazione contro le p os iz io ni de ll e tre div isioni dando cos ì in izio all a 2a bat t aglia difen s iva d e l Don, que lla ch e seg ner à l'i nizio

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Frome russo. Artiglieri d el 4 ° presso un trattore preda b ellica.

del capovolgimento d e lle sorti della guerra a fa vore dei russi, porterà le nosue truppe alla r.erribil e ritira ta, all'abbandono defìn i rivo del fronte russo , alla p erclita di 95.000 uomini dei quali 25 .000 morti combatte ndo o di ste nti dur a nte la ritira t a e 7 0 .000 saranno facri prigion ieri. D i qu es ti ultimi solo l 0 000 sopravvissuti saranno restitui t i dall ' Union e Sovi e tica .

Mentre i soldati trince rati n ei cap isaldi investiti dalla furia nemica, attaccati a massa al di qua d el fìum e che non era pitt un fiume ma un ponte continuo di ghiaccio , ce rcavano disperatamente di opporsi alla p e n e rrazion e sovi e tica, i gruppi del4° furono subito chiamati a tenersi pronti per affrontare la grave siruazione anche con azioni di fuoco terrestri sp ecie controcarri. Il giorno 18 i russi si spinsero in profondità per 30 chi lometri fino a Taly, quindi per altri 25 sino alla p e riferia di Kantemirovka provocando l'interruzione della ferrovia Rossosc-Millerovo e lo scompaginamento delle attività del ce ntro logistico e ospedaliero italiano, oltre che la minaccia dal t e rgo d ello schieramento del XXXV e XXIX Corpo d'Armata.

A Kantemirovka, un grosso centro abitato sulle cui alture stavano schi e rat e le due batt e rie (1 a e 3a) del XXXVI gruppo e le due da 20 inviate in rinforzo a difesa dei centri logistici del Il e XXXV Corpo d'Armata, incominciarono ad affluire, esaust i per la lunga durata dei combattimenti della settimana precedente, numerosi sold a ti in ritirata dal Don resa inevitabile dalla loro impotenza d i fronte all e masse avanzami dei carri armati russi. Si uatr.ava di uom i ni appartenenri a reparti decimati da circa dieci giorni di lotta, esausti nel fìsico , depressi nel morale, il cui numero poteva variare da un minimo di 3.000 ad un massimo di 6 000.

Furono questi a ponare agli artigli e ri del 4o la rrisre notizia della rottura del front e, dell'andamento sfavor evol e d ella banaglia e, nel contempo , a creare nella cittadina, con i loro autom ezzi, le loro sa l merie, i carriaggi e le sline, una situaz ion e di preoccupazione.

L
Kantemirovka, dicembre 1942.
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Carro armato sovietico distrutto dalle batterie del 4°.
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• Voroscilovgrad XIX • • -.. • Gorlovka Pavlograd • Stalino 94 • Millerovo • Djogtevo 2•
----.
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-------------------
Fronte rus s o. U n p ezzo da 75/46 co lpi to d a un a sc heggia vicino aJ vivo di volata.
Gomel
Battaglia difensiva del Don
Direttrici di attacco sovietico
Linee di ripiegamento dei gruppi/batterie

Tutti andavano alla ricerca di ricoveri, di rancio caldo era le limitate possibilità. All'alba del 19 le sagome dei carri armati nemici apparvero sulle colline che circondano Kantemirovka c si fermarono ad osservare. Furono r i tenuti tedeschi ma le cannonate dirette sull ' abitato brulicante di uomini chiarirono subito di chi si trattava. Al fuoco dei corazzati e a quello degli aerei, apparsi improvvisamente in cielo, reagirono i pez·Li del le bat terie da 75/46 che disponevano di 50 colpi antiaerei e di 300 anticarro

Verso le 3 del pomeriggio la pression e nemica div enne insoste nibile; con i carri armati ormai di lagami tra le isbe e per l'esigua disponibilità di munizioni e di v iveri, l'abbandono di Kanremirovka divenne inevitabile. Dopo aver proceduto alla distruzione di tutti i materiali ancora effici enti, la grande disordin ata massa di so ldati , abbandonando ogni cosa ingombrante che avrebbe ponno rallentare il movimento, lasciava l' abitato per disperdersi in rivoli, immettendosi su dive rsi itinerari, ve rso Belovodsk, Starob elsk, Tce nkovo, Millerovo, verso la salvezza. Erano le 18 del 19 dicembre.

Gli arriglieri delle quattro batterie contraeree, due da 75/46 e due da 20 , in gran parre a piedi a causa d ella limitata disponibilità di automezzi (6 su 26) dovuta alla man canza di carburante, si avv iarono per una "balka" che percorsero fino alla strada che conduce a Nova Markovka e da qui si portarono a Belovodsk dove trascors e ro la nott e Il mattino d el 21 ripres e ro la ritir ata in dire zion e di Starobelsk dove si trovava il Comando del Raggruppamenco con il XXXVII gruppo e le batterie 31 a e 65a da 20 i cui uomini mantenevano il controllo del paese. Da Starobelsk i ripiegati da Kantemirovka vennero fatti proseguire p e r Voroscilovgrad dove poterono riorganizzarsi e dove il Maggiore Pennella, il Comandance del XXXVI rimasto con 4 pezzi, assumeva il comando di tutte le artiglierie presenti. Posto agli ordini del G ene ral e Musinu , direttore delle tappe, e bbe il compito di concorrere alla difesa dei due ponti su l Donez. Dello sfonunato XXXVI rimaneva la sola 2a batteria schierata a Rossosc a tergo delle divisioni del Corpo d ' Armata Alpino.

Da VorosciJovgrad ciò che era r i masto del XXXVI ripiegò su Kupjansk, che difenderà insieme ad elementi del XXVI battaglione carabinieri e a un battaglione di complementi fìno alla fine d el m ese di gennaio.

E m e ntre s i combatteva a Kanremirovka, presso il vicino aeroporto di Garrmicevka aveva inizio l' eroica resistenza della l a batteria del XXXVIII gruppo agli ordini d el Capitano Mario Vezzi!. Questi, venuto a conosc e nza della travolgente valanga di ferro e di fuoco che si era abbattuta sui nos t ri soldati schierati sul Don, non esitò a sistemare a caposaldo la sua batteria e turri gli altri reparti presenti in loco, deciso a resist e re Con i suoi artiglieri, chiamati a svolgere, i n nobil e gara con la contraerea tedesca, azioni diverse da quelle cui erano stati norma l mente abituati, rifornito di viveri e munizioni solo per via aerea seppe resistere per trenta giorni riuscendo a stroncare ogni t ent a t ivo nemico di penetrare nel caposaldo. Infatti solamente il 18 gen naio 1943, dopo aver disrnmo il materiale ancora uti le, con i pochi superstiti della batteria, lasciava Garrmicevka p er essere sgomberato, con aerei da trasporto t edeschi, su Starobelsk pr esso il comando di raggruppamento e da qui su Kupjans k, lontano dal la zona degli scontri

Al Capitano Vezzi !, la coraggiosa guida della difesa di Garrmicevka, verrà concessa la

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medaglia d'argento al valor militare con questa significativa motivazione : «Comandante di batten:a contraerei a difesa di un importante aeroporto, durante 30 giorni di assedio, passando dall'azione contraerea a quella terrestre, con preciso ed ejjìcace tiro contro carri armati e.fanterie nemiche, concorreva validamente a mentenere il possesso del campo. Più tJolte attac cato da vicino, da preponderanti forze nemiche, resisteva eroicamente dando bell'esempio di sprezzo del pericolo e di altre virtù militari».

Lo stesso giorno in cui i sovietici investivano Kanremirovka e l'aeroporto di Gartmicevka, altri reparti corazzati russi avevano fatto la loro comparsa a Tcertkovo dove, a difesa del Centro Logistico ivi dislocato, stavano le batterie del XXXVIII gruppo (2a e 3a) . 1122 dicembre, dopo tre giorni di arracchi da parte di carri armati sovietici, di fì-onte al pericolo di essere travo lti, perdere i pezzi da 75/46, le due banerie abbandonarono l'ab itato, ripiegarono su Malrcevskaja dove si trovava il IV Gruppo Contraereo e la 4oa batteria da 20. Ma ciò fu possibile solamente alla 2a baneria e non alla 3a in quanto, investita da un violemo fuoco nemico, era stata costretta a desistere dall 'imp resa, a lascia re i pezzi g ià incolonnati e pronti a muovere.

Come il Capitano Bruno Camandone, Comandante della 2a batteria, giunto a Mal rcevskaja, seppe della sorte toccata alla 3a batteria gemella, si offrì di rirornare a Tcerrkovo Ottenuto il via libera dava inizio alla temeraria impresa. Con un manipolo di uomini: fanti, artiglier i e bersag lieri e con due mezzi corazzati avuti dal Comandante delle forze italiane della difesa di Tcertkovo, usciva dalla cinta difensiva per portarsi nella

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Capitano Bruno Camando ne M.O.V.M.

zona del recupero. Giuntavi, in breve cempo r iusciva a recuperare due dei ere cannoni ed a riprendere la via del ritorno. Tu tt o sembrava procedere per il meglio quando incappò in una improvvisa reazione n em ica n el corso della quale rim ase ferito Malgrado ciò non volle rinunciare alla r ischiosa missione, deciso con i suoi uomini a portare in sa lvo i suoi pezzi Nel fì-a t tempo il fuoco dei russi continuava martellante e violento. Co l pito più volte al petto e all'addome l'uftìciale sì abbatteva esanime su uno dei due cannoni e in questa do lorosa posizione, sorretto dai suoi soldati, rientrava nell 'a bitato di Tcertkovo. Con lui caddero gli Artiglieri Giovanni Fea da Castagnolo M onferrato (Ast i) , Battis ta Pisoni da Mu lazzano (Pavia) e Luigi Ramella da Pollone (B iel la), wtti d el4° Contraerei. Verranno se po i ti n el cimitero milita r e di T cerrkovo 2.

È stato il Generale Le rici , i l Comandante della d ivis ione Tor ino e deg li assediati di Tce rtkovo, tra i pit.r coraggiosi e meritevoli, esempio di grande serenità e fermezza, sempre pronto a condividere con i suoi soldati pericoli, disagi e privazioni, a proporre che l' atto eroico d el giovane cap itano venisse premiato con la concessione d ell a medaglia d ' oro al val o r militare Questa la motivazione: «Capitano di artiglieria appassionato ed entusiasta, venuto a conoscenza che nel corso di un ajfrettato ripiegarnento del gruppo cui apparten eva alcuni pezzi erano stati abbandonati, ottenn e, dopo reiterate resistenze, di poter tentare il recupero dei pezzi stessi. Seguito da altri ardimentosi riusciva con perizia e tenacia a recuperarne due avviandoli alle nostre linee. Fatto segno a violenta reazione nemica e fèrito una prima volta, volle insistere nel generoso compito r,zssuntosi per recuperare altro pezzo della sua batteria. Raggiun t o l'inten to a prezzo di jòrti sacrifìci e prossimo ormai a rientrare nelle nostre linee col prezioso carico, venne colpito in pieno d a raffiche anticarro Esa lò l'ultimo respiro abbattuto sul suo cannone, parole di fide e di incitamento ai compagni che lo avevano seguito nell'ardua impresa Esempio di cosciente valore e di sublime attaccamento alfa pmpria arma» ( Tce rtlwvo, ftonte russo, 24 dicembre 1942).

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U n o d e i tanti c imite ri dove so no stat i se pol ti i no st ri Ca du ti

Nel tormentato paese di Tcertkovo, che aveva visto il sacrificio del Camandone, il giorno del Santo Natale 1942 incominciarono ad affluire i resti italiani delle Divisioni Tç>rino, Ravenna, Celere e della 298a tedesca ed un'aliquota della Pasubio, provenienti dalla conca di Arbusow, chiamata la valle della morte, rrovandovi finalmente, dopo giorni di digiuno ed una marcia penosa provocata dal freddo e dalla fame, qualcosa da mangiar e e dove poter alloggiare al coperto. T certkovo, uasformata in un vero e proprio caposaldo, praticamente in staro d'assedio, resisterà accanitamente per 20 giorni ai furiosi, reitera ti attacchi sovietici da terra e dall 'aria. Solamente il giorno 15 gennaio gli elementi validi dei 14.000 assediati (7.000 italiani ed altrettami tedeschi) agl i ordini del Generale Lerici, poterono sfondare la triplice cerchia russa che li suingeva da tre settimane ed aprirsi la strada verso Occidente, verso Belovodsk, a circa 60 km da Tcertkovo che venne raggiunto nella nottata del 17 gennaio. Illimitatissimo numero di autocarri e di slitte potè consentire solo il trasporto di un centinaio di infermi, pertanto la maggior parte dei malati, feriti e congelati, rimase a T certkovo, abbandonata al proprio destino nell'ospedale e nelle isbe con l'assistenza di un medico e di un cappellano rimasti volontariamente nella cittadina.

Dal libro del Sottotenente Corti si può comprendere quale fosse la situazione san itaria nel caposaldo: «[ ... ] La maggior pena ci venù;a dal pensiero degli ormai duemila ricoverati nelle costruzioni dell'ospedale. Uno dei tre medici che vi prestavano servizio era aper tam ente pessimista sulla loro sorte: 'Ancora una settimana così" mi aveva detto una volta

Fanteria sov.ietica in combattimento per la conquista di Tcertkovo.
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Gennaio 1943. Aerei italiani fanno pervenire agli assediati di Tce rtkovo munizioni e viveri paracadutati.

incurante dei disgraziati che udivano le sue parole (e ne muore la metà'' e allargava le brac cia scuotendo il capo [... ) . Egli e il Capitano Ruocco operavano in condizioni raccapriccianti: asportm;ano gambe e bra ccia in cancrena con coltelli e con lamette da barba [ ]. Nei corridoi c'erano pozze d'urina, marciume. Gli stanzoni erano pieni di uomini cenciosi, brulicanti di pidocchi, ammucchiati sulla paglia».

Nel corso delle azioni nel caposaldo di Tcerrkovo, olrre al comportamento eroico dei fanti, degli art iglieri e del personale di minori unità, svolsero particolare preziosa opera di collaborazione sia con la normale attività d ' Istituto sia col frequente impiego in linea come combattenti i carabinieri della Divisione Tor ino al comando del Sottotenente dei CC. Attilio Boldoni, che dopo il conflitto diverrà vice Comandante dell'Arma. Morirà nel dicembre del 2002 a Mantova dove con la propria famiglia si era stabilito una volta lasciato il servizio attivo. Tetschany, dove si rrovava la l a batteria del IV gruppo, venne attaccata il 24 dicembre , vigilia di Natale. Gli artiglieri lottarono da fànri, sparando ad alzo zero. Solo quando furono sul punto di essere circondati, dopo aver distrutto nmo il materiale non più utilizzabile, raccolti i feriti, con il Co mandante di batteria ferito e febbricitante, incominciarono a ripiegare su Maltcevskaja, dove si trovavano le altre batterie del gruppo, e la 2a del XXXVIII ripiegata da Tcen kovo.

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Gennaio 1943. Te nu ta invernale del Capitano fari sog lio del 4°

I resti d el campanile d ella vecc hia C hiesa di Rossosc ridotta a un rud e re.

Ma anche a Maltcevs kaja si delinearono presro attacchi in forze per cui fu g iocoforza rip iegare lungo l'uni ca strada anco ra aperta, quella che porta a Mill erovo in procinto di esse re tras formato in un caposa ldo all'int e rn o del qua le er ano venu t i a trovars i fanti, bersag lieri , carabini e ri c art ig li e ri , una massa di sba nd at i a ppartenenti ai p il.t sva riati re parti c proveniemi dall e pil.t d ispa rate loc alit à .

Tutt i i pezzi da 75 /46 disponibili vennero sc hi e rati sulla linea avanzata de l cap osaldo , pronr i ad intervenire co l fuoco co ntrocar ro e a d istanze ravvicinare. Si costruirono trincee, ricoveri e fort in i tanto da far assume re al perimetro esterno di Mille rovo l' aspetto di un vero e proprio campo trincerato . Per 2 1 g iorni il caposaldo resistette ai numerosi attacchi sferrati d ai sov iet ic i co n intensità sempre c re sce nt e . Ten n e duro fino aJ 16 gennaio 1943, il giorno in c ui per il peggioram e n to della situaz ion e general e divenne inevitab il e tenta re di effettuare la sortita dall a sacca, l'a bbandono dell ;:l c ittad in a, il ripiegamento s u Voroscilo vg rad c h e ve n n e raggiunto il matt in o de l 17, al termin e di un movim e nto compiuto combattendo, ap re ndosi spesso la s trada all 'a rma b ianca e semin ando il terreno di caduti. 11 giorno dopo il cappellano del 4o Don Giovanni Pi garo compì quel coragg ioso atro che gli valse la medaglia di bronzo al vaJo r militare . Offerrosi vo lontario pe r portarsi con alcuni a utomezzi lung o l' i t in c rar.io in p reced enza pe rcorso, riusciva a recupe rare l l O soldati in g r a n parre colpiti da congelame nto. Don Pigato e ra uno de i

10 0

200 cappellani militari presenti a l fronte russo; 56 di essi non fecero più ritOrno, l O cad dero in comba t timento, 20 i dispersi, 23 morirono in prigionia e 3 in luoghi di cura.

Da Voroscilovgrad i superstiti dei tre gruppi (IV XXXV I e XXXVIU) e d ell e b atte rie 31 a, 4 0a e 65a da 20, con i pochi t reni disponibili e g li amomezzi che fu possibile racimolare, vennero sgomberati prima su Kupjansk, poi su Gomel, la località dove finirà la lunga, drammati ca odiss ea d e i nos tri s oldati, avverrà il riordino dei resti dell ' Sa Armata per far e rirorno in Patria.

Diversa fu la sort e toccata alle batte ri e del XIX gruppo schierate a difesa dell ' aeroporto di Voroscilovgrad, che ai primi del mese di febbraio abbandonarono per portarsi nella vicina zona di Gorlovka Rikovo. Qui le batterie, rimaste con soli 5 p ezzi d a 75/46 e 4 mitraglier e da 20, si unirono all'ultimo scag li on e del blocco sud in ripiegamento dal Don , d ettO anche "Colonna Carloni" dal nome del Comandante del 6 ° BersagJj eri , ch e costi t uiva il nucleo principale. Con la "Carloni" , forte di 2.326 uomini e di un cenrinaio di auromezzi, si port a rono presso l'imporranre nodo stradale di Pavlograd che venne rag giunto il 7 fe bbraio e doveva essere difeso. I russi rimasero inchiodati dinnanzi al caposaldo di Pavlograd ben di eci giorni , dall'8 al 17 febbraio , quando per sottrarsi ad una micidial e lotta nell'abitatO, questo dovecte essere evacuato per ordine del comando della piazza di Dnjepropetrovst che venn e raggiunta sotto l'incalzare dell e for ze corazzate e

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Scena d e lla ritirata.

meccani zza re russe e dove gli artiglieri del gruppo sostarono per due giorni prima di raggiungere Gomel. Quel lo di Pavlograd fu l'ult imo combattimento sostenum dai soldati italiani in terra di Russia

Sino alla fin e d el mese di gennaio, mentre avveniva la fase di arretramento dell'Sa Armata, diverse unit à italiane assicurarono la difesa di alcune imporrami località, così co m e g ià avevano fano i presidi di Tcerrkovo e Gartmicevka. Tra qu este quelle di Starobelsk nella cui organizzazione difens i va, fin dall ' inizio d ella travo lgente controffensiva sovietica era statO in serim il XXXVII gruppo con traereo con le sue batterie e le 31 a 65a da 20 . A Srarobelsk, svolgendo azioni sia contraerei che conrrocarro, affrontò i russi in condizioni veramente proibitive, con il gelo, sotto la neve Nonostame c iò seppe ugualmeme distingu e rsi per sa ldezza morale e spirito combattivo

Con il fu oco d ei suoi p ezzi contras tò i ripetuti attacchi avversa ri; a bb a ndonò la località so lo il 18 ge nn a io 1943. Fu l'ini zio della via c ru cis degli art iglieri del gruppo e delle due batterie da 20. Ca mminando sulla steppa gelata, barrura dalla tO rm en ta, con temperature c h e a volte raggi ung evano i 40 gradi sono zero, arr ivarono a Kupjansk quindi a Karkow e infì ne a Gomel, la città del riord ino dell'Armata, dove g iunsero il 28 febbraio, pon en do fine al loro ca lvario.

Non rimane che parlare della 2a baneria del XXXV1 gruppo e della 42a da 20 schierare a Rossoch a difesa del Comando del Corpo d 'Armata Alpino, cu i spenava la responsab ilità della difesa della riva destra del D on da Babka a N. Kalirva. Ambedue le b a rre rie ebbero u n d es tino drammatico che iniziò alle 5 e 30 del 15 gennaio, quando un reparto ru sso composto da una vent ina di carri armati che trasportavano c iascuno anche dieci uomini, penetrò nell'abitato . I pezzi contraerei spostati dal campo d ' aviazione nel centro urbano , dove la lotta ini ziò a divampare, contribuirono effìcacemente nello sfo rzo per contenere l'irruen za avversaria.

G li artig li e ri, a fianco degli alpini, lottarono per due giorni s ino a quando, di fronte alla minaccia di acce rc hi a m ento, la rottura col nemi co divenn e irrepara bil e anche p e rché non es isteva alc un a possibil i tà di forze per chiude1·e la falla. Nella notte sul 18 gli alpini e i pochi s u perstit i d ell e due batterie decimare dai ca rri armati russ i, in co minciarono la lor o tragica r it irata c h e sarà dolorosa per le durissime cond iz ioni del clima, per il cattivo s tato delle piste, p e r l'ins ufficienza di quadrupedi, a ut omezzi e carburante, oltre che per le mart ellant i, rapide azioni dei sovietici.

Ci furono artiglier i d e lle due sfortunate batter i e che caddero a Rossosc lotta nd o cont ro i ca rri arma ti russi o durante i combattimenti sostenuti per rompere i vari successivi accerchiamenti oppure, come migliaia di al pin i, rimasero su lla sreppa russa gelata per ché g ravemente feriti o congelati . Diversi morirono sulla via d el Davai, quella che portava ai campi di prigionia. Pochissimi, i più fort un ati, i sopravvissuti, que lli che ri u sci ro n o, dopo dodici giorni di drammatico ripiegamenro, a ra ggi un gere la lo cali tà di Serbeki no dove i resti del Co rpo d 'A rm ata alpino erano rientrati n ell e lin ee amiche

Anche le due sez ioni fotoelettriche d el 4o Contraereo vanno doverosamente ricordate p erché anch'esse, operand o fianco a fianco delle batter ie da 75/46 e da 20 , hanno con coraggio affwntato i ri schi , vi ss uto i drammatici eventi dell'inutile ca mpagna di Russia.

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Mantova, Il aprile 1943. Il rientro d el 4 ° dal fro nte russo.

Mantova, 11 apri l e 1943. I reduci d el reggim e nt o ri e ntrano a Mantova.

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Una, quella da 90, già facenre parte del CSIR, seguì le sorti del XX)(\!Il gruppo cui era stata assegnata; l'altra da l20 , g iunta dall ' Itali a nel senembre 19 42 , quelle del lV gru ppo s.ino al ripi egamenr o su Mill e rovo perch é poi, da so la, ha continuato la sua marc ia prima su Voroscilovgrad po i su Gomel.

Invece i due Gruppi Contraerei complementi, originari dal 4°, giunri in ter ra di Rus sia, alla stazione ferroviaria di Kupianst tra il l6 e il19 di cembre 1942, propri o nei giorni d'inizio d ella travolgente controffens iva sovietica sul Don, per dare il cambio al IV e al XIX gruppo presenti sul fronr e russo sin dall 'agostO del 1941, non fecero in rempo perché imp edit i dall'evo lversi dei tragici avvenimenti. Uniram enre ad un batta glione autieri, al 14o Reparto special ista d'artiglieria, ad una com p agnia territoriale e ad una di guas tatOri, furono co n urgenza portati a Starobelsk e qui uti lizzati per il comrollo e la difesa degli impi ant i della linea ferroviaria Sr. Orko l Starobelsk- Luganskaja.

Da quesc i luoghi ebbe poi ini z io la loro ritirata, che per anch'essi fu lun ga c dolorosa, fino a Gomel dove i du e gruppi complementi vennero fusi in un unico reparco cont raereo equip aggiaro con armi di preda belli ca . Assegnato al II Corpo d'Armata, venne destinaro a ritorn are in li nea , a combatte re nuovamente a fianco dei tedeschi per la progettata

1: 11 ° Co m a ndante.
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Colonnello Gi u seppe Di Martino (1 941-19 43)

offensiva di primavera intesa ad eliminare il saliente sovietico di Kurt Fortunatamente tale decisione non ebbe seguitO e così anche per i complememi si aprì la via del ritorno in Patria.

Dopo essersi raccolto nella zona di Gomel, il 4° Conrraereo a i primi del mese di aprile del 1943 faceva rientro in I talia con la sua bandiera, il suo comandante, i suoi s uperstiti. Arrivò nella città virgiliana il giorno 11 dello stesso mese accolto con profonda commozione e vera esu l tanza da tutta la cittadinanza mantovana

Dei circa 2 .000 uomini del 4 ° Raggruppamento Artigli eria Contraerei paniti dall'Italia, 31 O non sono tornat i, rim asti sulla coltre nevosa che livel la ogni cosa, caduti in combattimento o morti di stenri e di fat ich e durante la tragica ritirata, o in pr igion ia, oppure dispersi T nomi della quasi to t alità di questi che non sono tornati dal home russo sono riportati nei quattro vo l umi espost i dal settembre 1971 nella cripta del Tempio Nazionale di Cargnacco.

Il sacrificio di questi cro ici artiglieri , tra i quali primeggia l' inrrepida figura del Capitano Camandone, è stato riconosciuto dalla Patria con la concessione della medaglia di bronzo alla bandiera del reggimento e con questa motivaz ione: <<Reggimento contraerei da 75146 e da 20 mod. 35, assicurava durante la campagna fa protezione contraerei al comando d'Armata, ai campi d'aviazione e ai centri fogistici. lniziatasi l'azione ojfènsiva del nemico, le sue batterie si tradàrmavano in batterie controcarri in nobile gara con quelle divisionali, opponevano la più strenua resistenza nell'impari lotta contro le masse corazzate nemiche che dilagavano intorno alle località difèse Numerosi carri venivano arrestati davanti alle posizioni delle batterie che al campo di Gartimischewlca, a Tscherlcovo, a Maltschewskaja, a Millerowo, resistez;ano per settimane a fianco dei resti delle divisioni, scrù;endo pagine magnifiche di valore e di sacrifìcio (fronte russo: Rossoch, Genidische, Kantermirowka, J'vf.anlcoso, Kalitwkaja, Tschertkowo, Maftschewkaja, lvf.illerowo, Woroschilowgrad, luglio 1942 - gen naio 1943)».

Al Colonn" llo Giuseppe Di Martino, il Comandante del Reggimento, è sta t a concess<lla Croce di Cavali e re dell'Ordine Militare di Savoia (poi d'Italia) con questa motivazione: «Comandante di reggimento contraereo con i reparti schierati su esteso fonte, si moltiplicava per completare fa preparazione dei reparti dipendenti, riuscendo con costante, cace la voro a forgiare le sue truppe sia tecnicamente come moralmente in modo perfetto. Durante aspra battaglia, durante la quale il suo reggimento svolse prevalentemente azione anticarro, dava protJa di corag_rr,io ed alto senso del dovere {Russia, giugno 1942 aprile 1.943)».

Cosl e bb e a scrivere il Generale Comandante d 'Art iglieria dell'Sa Arma t a italiana in R ussia Ma ri o Balotta, riportato nel XVI volume della pregevole opera "Sroria dell 'Art iglieria Italiana", edita a cura della Biblioteca di Artiglieria e Genio, Roma 1955: «L'of fensiva nemica, durante la seconda battaglia del Don, portò repentinamente le batterie del 4o Reggimento controaerei ad un posto d'onore in prima schiera Il Tiro controcarro, assurto a compito principale, riconfèrmò ancora una volta il valore, lo spirito di e la perizia di tutti i componenti del Reggimento. L'eroica resistenza all'aeroporto di Gartmischewka, con tro la quale per trenta giorni consecutivi si gli attacchi di soverchianti fòrze nemi-

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che; i ventisette giorni di assedio a Tcertkovo, durante i quali rifolsero il coraggio e L'abnegazione di tutti gli artiglieri; L'accerchiamento di Millerowo, durante il quale per ventun giorni consecutivi le batterie sostennero L'urto nemico; L'estrema difesa dei cannoni all'arma bianca e bombe a mano contro fanteria e cavalleria nemica a Maltcewskaia; la volontaria parte cipazione al combattimento di fanteria a fianco delle truppe germaniche a Millerowo; sono fotti che, esaltati anche dal riconoscimento dei comandi germanici, consao-ano e vivificano di luce gloriosa la tradizione eroica dell'Arma».

Nella campagna di Russia, oltre ai Capitani Brun o Camandone e Mario Vezzil, il primo decoraro di medagli a d 'o ro ed il secondo di medaglia d'argento, hanno meri tatO quella di bronzo i Tenenti Co lonnelli Ferdinando Cavalieri e Anuro Sq uill ace, il Magg iore Vincenzo Va lenza, i Capitani A rnaldo A d ami e Bruno .Agen, i Tenenri Nicola Costa n tini e Giova nni Pigato cappellano, il Sottotenenre S il vest ri Russo , i Sergenti Mari o M acc hi ave l.li e Viro Morselli, i Caporal M agg iori Luigi Bocc hiani e Fortunato Carminaro, i Capo rali Telemaco Barillaro, Ro cco D e Si lvest ri, AJessan dro Fe nzi e Antonio Rettore, gli Arr ig li eri Francesco Amb ros ia , Guerrino Soffritt i c Mario Zo rzin.

Numerose so no state le croc i di guerra.

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C ompo s izione po etica scritta d <ùl'artigliere mantovan o B e rgamini del 4° co ntraerei al suo rientro dal fronte ru sso.

La visita al 4o Contraerei del Generale Gariboldi già Comandante dell'sa Armata Italiana in Russia (maggio 1943)

Il Generale Gariboldi si intrattiene con la vedova di un caduto del 4° contraerei.
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Il Generale Gariboldi decora un Comandante di gruppo.
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rl Generale Gariboldi assiste a ll a con segna d e ll e drapp e ll e.

IL DRAMMATICO 8 SETTEMBRE

Correva il mese di luglio del 1943, terzo anno di gue rra Il 4o Contraerei era da poco rientrato dal fì-ome russo ed aveva ripreso la s ua attività di guarnigione impernia ta, sop rattutto, sul riordino dei propri reparti e sull'addestramento delle reclure del primo quadrimestre del 1924 chiamare alle armi per colmare i vuoti lasciati dai caduti, dai feriti e dagli ammalati della campagna di Russia.

Il giorno l l le truppe ang lo ame ri cane avevano messo piede sulle coste meridionali della Sicilia. Sbarcare nella piana di Licata, di Gela e di Siracusa avevano raggiunto Palermo e s tavano puntando allo stretto di Messina e quindi all'occupazione completa dell'Isola.

Il 25 rutti g li uomini del reggimento, così come l'intera popolazione italiana, ass istettero al capovolgimento politico del Paese, alla sostituzione del Governo Mussolini con quello di Badoglio il quale, nello stesso momento in c ui dichiarava che la guerra sarebbe continuata a fìanco del la Germania, andò subito, segretamente, alla ricerca di una soluzione al conflitto che ormai si presentava senza speranza

Il mutamento politico aveva aperto un periodo di incenezza e di forre preoccupazione . Venne proclamato lo stato d'assedio i n tutto il te rritorio nazionale, la responsab ilità dell'ordine pubblico passò alle autorità militari . In virtLl di rale dispos izione governativa, gli artiglieri del 4° concorsero al controllo armato di s t azioni ferroviarie, ponti stradali e ferroviari, centra li eleruiche e di altr i punti sens ibi li di Mantova e provincia Erano i giorni in c ui dalla Germania giunse al Comando di reggimento la dolorosa notizia della morte sotto un violento bombardamento aereo di quattro m.ilitari del 4° . Si tratt ava del Capita no Gu ido Mondiano di Mi lano, del Teneme Giuseppe Riccardi di Alessandria e degli Ar tiglieri Vincenzo J.vlanfredi di Asti e Leli o Scuderaro di Cremona.

Si trovavano in Germania, presso la Scuo la Contraerea di Re ri k, in sieme ad altr i 26 miLi t ar i del reggimento, per la frequenza di un corso. I quattro deceduti sono sta ti sepolti nel quadrato mil i tare del cimitero della cittad ina di Rerik sul Balr.ico dove, a tutt'oggi, n posano .

Nel frattempo l'obiettivo di porcare l'Italia fuori dal conflitto senza scosse nè fratture, cu i tendeva il nuovo Ministero Badoglio, si presentava particolarmente diftìcile da raggiungere in quanto bisognava tener conto della presenza della poderosa macchina bellica dell' allearo tedesco, pronto ad occupare il nostro rerrirorio e della indisponibilirà di forze

CAPITOLO VI
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R e rik (German ia ) Le o n o ranze fun eb ri ai sol d a ti italo- t e d eschi morti so tto il bombardam e nto aereo
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C imi tero Militare Italiano di Rerik. Tomb a d e l Cap itallO G uido Mondi ;rno.

Cimitero Militare Itali a n o d i Rerik. Tombe di so ldati ital i an i.

militari in grado di garantire il rispetto delle decisioni governative Le nostre migliori unità erano andare perdute sui fronti dell'Africa Serrenuionale e della Russia e gran part e di quelle esistenti erano disperse fuori da ll'Italia, in Francia e nei Balcani.

E mentr e l'Ita lia andava valumndo come e quando uscire dal conflitto la Germania, venuta a conoscenza delle intenzioni di Badoglio, con il pretesto di rafforzare la difesa contro gli sbarchi alleati, senza che il nostro Governo potesse apertamente opporsi, faceva affluire sul nostro rerrirorio ben 17 divisioni e 2 brigare (pari a 150.000 uomini) che dislocò in modo tale da po t ersi rapidamente impossessare dell ' Italia Se tt entr ionale e, con un opportuno spostamento di forze già presenti, assicurarsi il controllo delle regioni centro meridionali. I tedeschi intendevano usare la nostra penisola come antemural e della difesa dell'Europa Centrale

Quando giunse il 3 settembre, lo stesso giorno in cui le forze alleare sbarcavano in Calabria, a Cassibi le (Trapani) sotto una renda approntata nel bel mezzo di un uliveto , il General e Castellano, ponendo termine a lunghe, difficili trattative che avevano evidenziato una carenza di st rateg ie e di idee, tìrmava l'armistiz io per conco di Badoglio ponendo termine alle ostilità tra I'Icalia e le potenze alleare. L' I talia usciva dalla guerra, si sganciava da un'alleanza che l' avrebbe condotta alla catastrofe. Una trag ica scelta che d eterminerà, nel ben e e nel ma le, tutta la successiva sroria del nostro Paese.

Badoglio alle ore 19 e 45 del giorno 8 annunciò alla Nazione l'avvenuto armistiz io con gli alleati. Mentre per i nostri soldati ebbe il significato di: «la guerra èfìnita», per i tedeschi rappresentò l'attuaz ione del loro piano "Asse", ossia l'occupazione a sorpresa, con ogni mezzo e senza il minimo scrupo lo, dell' I talia e il disarmo delle nostre Forze

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LA

VOCE l MANTOVA

La prima pagina del q u otidiano "La Voce di Mantova" del 9 settembre 1943 dà notizia delJ'avvenuto armistizio

Armate venutesi a trovare prive di ordini, nelle condizioni di dover affromare una smtazione molto difficil e.

Spettò al gruppo d'Armate B, agli ordini del F el dmaresciallo Rommel , colui che era chiamato la Volpe del deserto, assicurare il controllo tedesco dell'Icalia Settentrionale; toccò, invece, a l gruppo d'Armate C, al comando del Feldmaresciallo Kesserling, il resto della penisola. So ldati germanici, ben armati, pervasi da rancori e da un profondo spirito di vend e tta, dalle Alpi alla Calabria, incominciarono ad agire con l'intento di occupare caserme, catturare e disarmare i nostri soldati per poi avvi;uli verso i lager di Germania e Polonia dove vivranno giornate inquietan t i, di vera sofferenza fino al term in e del conflitto .

A Mantova, come m ogni localit à d ella Penisola , s1 v1vevano ore di grande trepidazione; da un momemo all ' altro si arcendeva l'ormai s icur o arrivo dei tedeschi Ciò che si verificò all e ore 7 del giorno 9, quando una unirà della Divisione Granatieri Corazzati Leibs randarr SS "Ado lf Hitler", una delle grandi Unità agli ordini dì Rom mel composta da motociclisti, autoblindo e carri armati, giunse all.e porte della città. Qui si frazionò in pil.t aliquote. U na di queste, tra lo stupore e lo sconcerto della gente, puntò subito e rapidamente all'occupazione delle scuderie di Palazzo Te dove stava alloggiato un reparto del gruppo da 75/51.

Le altre si diressero , sicure e spavalde, verso le caserme della città tra le quali la Prin-

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cipe Amedeo, posta in Piazza Garibaldi, sede del Comando del 4° Contraereo e de l Reparto Comando, e la Gradaro in via Gradaro, sede di due batterie del 523° gruppo da 90/53 agli ordini del Tenente Colonnello Vincenzo Valenza.

Lattacco alla Principe Amedeo iniziò all e 9 e 30 e venn e portato dalle SS p rove nienti da Porra Cerese. Giunte nella piazza antistame la caserma e scese dai loro mezzi si diress ero verso il fabbricaw decise ad occuparlo. Il primo soldato i t aliano che incontrarono nella loro breve marcia di avvicinamento fu l'Artigli ere Lorenzo Petrini, uno degli elementi della difesa che il Colonne ll o Di Martino aveva fatto collocare all'esterno della caserma Due SS con arteggiamemi minacciosi gli intimarono di arrendersi. Alla prepotenza il Petrini prima rispose con il fuoco del s uo moschetto, poi lanc iandosi alla baionetta cont ro uno dei due aggressori, il pitl vicino. E f u durante questo suo corag gioso atto di ribell ione che il giovane artigliere venne più volte ferito, in modo grave, alla regione cervicale. Morì presso l' infermer ia de ll a caserma dov'era staw subito ricoverato.

Non passò molw tempo che i tedeschi, avvalendosi dell 'appoggio del fuoco di du e carri armati, riuscirono ad abbatte re la pona principale della Principe Amedeo e a pen e trare al suo interno . A questo punto gli scontri cessarono, fu possibile pervenire ad una t regua nel corso della quale il Comandante tedesco Hansen chiese al Colonnello Di Martino la consegna delle armi. Questi rispose che avrebbe aderito alla richiesta so lo su ordine del Comandante militare della piazza di Mantova Generale Cesare Bartolotta, da cui poi l'H ansen si recò e conco rdò la sospensione di ogni atto osti le e la raccolta di tutte

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Mantova. Monumento a Garibaldi e Caserma Prin cipe Amedeo. (A S !vfn Arc hi vio G iovttri nr. 14211E Aut nr. 19/04).

le armi porcari li in un magazz ino della caserma. Agli uffi ciali sa re bb e stata .lasciata la pistola d 'o rd inanza . Tuno quesw in anesa di ordini da p arte del XXX Corpo d ' Armata, al comando del Ge n e rale Glo ria, con sede a Bo lzano e da cu i dipe nd eva la guarn igione mant ovana . O rdini ch e però non giungeranno mai .

Ne l frattem p o all'inrerno della Principe Amedeo, sottO la stre tta sorvegl ianza tedesca, semb rò ri tornare la no rm a lità come se gli scont ri del martino de l 9 non avessero av u to luogo . Una illuso ria namralezza che durò fin o a ll e ore 11 de l l O, ossia circa 24 ore, quando il Comandanre tedesco Hause n pretese che mt t i gli Ufficial i prese nti in caserma s i r ad un asse ro a l ce ntro d el cortile. U na richi esta che pe r molti rapp rese ntò una manovra di press ion e per indurre il Comandante Di Martin o ad acce ttare co ndizioni disonoranti , il segna le di qualcosa di poco chiaro, di pericoloso, a l qua le ris chiando preferirono sottrarsi scavalcando, non v ist i, il muro di cinta per poi dil egu a rs i nell ' aperta campagna o rifu g ia nd osi n ell e vicine abi t azioni.

Colo ro ch e, in que l clima d i incertezza e diffid enza, non riusc ir ono a sottrars i alla cattura vennero fa rt i salire su camion e condotti a ll a Caserma S Martino in v ia Dosso d el Co rso, a llo ra sede di magazzini militari, oggi del 4° Regg imento Con rraerei, trasfor mata in cam po d' int e rnamento non so lo per gli uffi cial i del pr es idi o di Mantova ma anche di aln·i, catt uraci in g ran parre nell 'Italia Settentrionale. Il Co lonnello Di Martino, prima di lascia re la Prin cip e Amedeo p er prende r e la via dell ' internamento, riuscì a co n segnare la b a ndi era d el reggime nto a Don Pigaro, il cap p ell a n o mi li ta re, perché la portasse fuori caserma . D on Pi gaw l'affidò a Don Costante Berselli , che diverrà un elemento di spicco della resis t enza mantovana e cuswdirà lo stendardo fin o al t ermine del conflino.

Qu as i co nr em p ora neamenre all'attacco all a Caserma Principe Amedeo le SS tedesche condussero qu ello all a Gradaro in via Gradaro. Lo port arono lun g o rre direzioni e con l'app oggio di quattro ca rri arma ti. Il loro primo obiettivo fu il ca n cello d'ingresso, contro il qual e p erò si limitarono a spa r a re alcuni colpi di mitrag li atr ice . Poi passarono alla porta seco ndaria e fu anraverso questa, d opo ave rl a scardinata, che remarono di entrare Un tentativo ch e fu , t e mpor a neamente, contrastato d al lanc io di alc une bombe a m a no effettuato d all'Artigliere Fernando Zan in . Un cor aggio so gesto ch e, purtroppo, gli costò la v ira Co lpito a morre da una raffica di mitragliatri ce, esa lò l' ultimo respiro incitando i commilicon i a n o n des iste re da ll a lo tta che durò un paio d'ore fìno quando, grazie alla loro superio rit à di armi e di mezzi, i tedeschi di venne r o padron i della s ituaz ione Nello s t esso momento in cui le SS tedesche affrontavano i so ld ati della Pr inci pe Amedeo, della Gradaro e delle a ltre caserme citt adine, un reparto tedesco, anch ' esso di SS, provenie nt e dalla stat ale cre m onese, dava inizio all 'occupazione della staz ion e ferrov iari a, la cu i difesa e ra sta ta assuma dal Cap itano d el 4° Renato Marabini e d ai suoi U01111111.

Tutto incominciò alle 8 e 30 circa, quando un uffi ciale tedesco s i presentò al com andant e ita li a no d ello scalo merci di Belfiore chiedendo l' imm ediata consegna delle armi, ciò ch e dov eva avv e nire ent ro IO minuti, trascorsi i quali sa re bbe passato all'azione. Al rifiuto espr ess o dall'ufficia le italiano i te d eschi in com in ciarono a sparare costringend o i

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nostri soldati ad abbandonare la zona dello scalo merci e a portarsi all ' interno del corpo pr incipa le della stazione. Nel frattempo altre SS con l'appoggio di un mezzo corazzaco, proveniemi dai giardini pubblici, mossero in direzione del deposito locomotive e del fabbricato viaggiatori.

E fu di fronte a questa minaccia che il Capitano lvfarabini, dopo aver rifiutato la resa, decise di passare all'azione . Incurante de l pericolo, in un estremo coraggioso atto di difesa, si portava all'es t erno del fabbricaco lanciando contro gli avanzanti tedeschi alcune bombe a mano Invest ito dal fùoco delle mitraglia t rici nem iche, rimaneva ucciso Fu una morte eroica che avvenne ment re nell'albergo antistante Bracchi si trovava la sfortuna t a moglie del Marabini con la tenera figlioletta. Toccò a l Sottotenente Anelli di Cremona portare la notizia de ll a morte d el m a rito-padre.

Con l'occupazione della stazione i tedeschi d ivennero arbitri della città subito trasformata in centro di raccolta d ei militari italiani canurati e disarmat i. Nel la Caserma S Martino, come già detto, vennero riuniti gli ufficiali, nella Gradaro e presso i capannoni di S. Giorgio i sottufficiali e la truppa . Si calcola che presso i tre campi d'internamento di Mantova, istituiti dagli occupanti tedeschi il l O serrembre 1943 e rimasti in funzione fino all'apr ile 1945, siano passati almeno 200 mila militari i t alian i travolti dalle vicende belliche segui t e alla firma dell'armistizio tra governo italiano e aJleati.

Alla data dell'S settembre 1943 il 4° Reggimento Contraere i aveva in forza non meno di 400 tra ufficia li e sottuffìc ia li ; impossibile elencarli tutti, t rascrivo i nomi di coloro di cui sono venuto a conoscenza e che vissero le tragiche giornate dell'armistizio:

Mantova. Caserma del Gradaro.
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Cippo posto sul piazzale della stazione ferroviaria di Mantova a ricordo del sacrificio del capitano Marabini.

Colonnello Giuseppe Di Martino; Tenenti Colonnelli An tonio Di Lorenzo e Vincenzo Valenza; i Maggiori Vincenzo Fo rnari, Renato Rognoni, Antonio Chimenti, Decio Lo Martire, Luigi Clerici e Giuseppe La Ma ttina; i Capitani Pietro Giorgi, Salvatore Bonanno, Ottor ino Sacchetti, Beniamino Scaravelli, Et to re Pangalo, Ascanio Troiani, Giorgio Maccagnini; i Tenenti Gilio Flores d'Arcais, Serafìno Tirimanz i De Medici, Elio Capuano, Francesco Cento, Don Giovanni Battista Pigam, Filippo Capobianco (medico), Vito Modugno, E ug en io Checchini, Filippo Guidi, Giuseppe Sandrini; i Sottotenenri Alessandro Berretti, Salvatore Runo; i Marescialli Maggiore Arino Borriero, Saverio Potente; i Marescialli Capo Remo Diamante, Nicola Tulliani e Viro Fago; i Marescialli Ordinari Pietro Sarcina, Primo Cardin, Alfio Massa, Bruno Poncari, Aristide Grandi, Anuro Buonapace, Alberto Vigevani, Elim Pedicone, Luigi Longo, Ottorino Tor t ella, Aldo Pierucci e Guido Colannino; i Sergenti Maggiore Cesare Bussemi e Luigi Scaglioni.

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M anto va. La p o sizi o n e topografi ca d ei 3 ca mp i d ' i nt e rnam e n to A C ampo di S G i o rgio B - Ca mpo del G rad a ro C Camp o di Mo ntanara.

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«0./fert osi v olontario per assumere i l co mando de lla d ifesa d ella st azione di M antova, avuto sen t ore che truppe tedesche stavano per tentarne l'occupazion e organizzava, con slancio che lo aveva già distinto in precedenti azioni di gtterra, il personale disponibile per fronteg giare l'avversario. Attaccato da forze prepo nderanti sp ecie per m ezzi di fuoco, dan do fulgido esemp i o di eroismo e d el p iù cosciente sprezz o d el pericolo, impugnando un mosch etto si porta tJa in mezzo ai suoi a rt ig li eri, infìammandoli con il suo coraggio ed il suo a rdore ed infond endo loro con la sua au dacia, volontà di resisten za . C ircondato e sebb en e so t toposto al fuoco d i a rtiglieria semovente, respingeva sdegnosamen t e l'offerta di resa, co ntinuan do invece, ca lm o e sereno nella lotta, fin o a q uando colpito a morte cade va a l suo posto di com batti mento Luminoso esempio di amore di Patria e delle Virtù guerriere di nostra gente>>(Man tova, 9 settem b re 1 943) .

l resti mortali d e l Cap i ta no Marabini ripo sa n o oggi nel Sacrario-Ossa ri o ubica[O nel c i mitero comunale di M a mova ove vi sono ra ccolt e 1.057 salme di caduti.

valorosi militari del 4° Contraerei caduti durante le tragiche giornate dell'armistizio, decorati di medaglia d'argento al Val or Militare
RENATO MARABINI , di Gaetano, da Imol a (Bologna), Capitano (alla memoria) Capitano Renato Marabini.
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«Artigliere ardito e valoroso già distintosi in precedenti azioni di guerra per audacia e sereno sprezzo del pericolo, durante il proditorio attacco condotto da un reparto SS tedesco contro La caserma del proprio reggimento rimaneva calmo e sereno al posto di combattimento assegnatogli prodigandosi, oltre ogni Limi te, nell'impari lotta. Ricevuta l'intimidazione di arrendersi, rispondeva prima con precisa azione di fuoco e si lanciava poi arditamente alla baionetta contro il più 1Jicino degli aggressori Colpito mortalmente in questo suo generoso impeto da una raffica di fucile mitragliatore, sebbene stremato di forze, continuava ad incitare i compagni a persistere nella lotta e a non curarsi di Lui. Trasportato al posto di medicazione decedeva poco poco, solo rammaricandosi di non poter riprendere ancora una volta il proprio posto di combattimento e pronunziando parole di fide nei destini della Patria» (Jvfantova, 9 settembre 1943).

I resti mortali del Petrini il 21 marzo 1946 sono srari riesumati dal campo militare del cimitero di Mantova e rraslari in quello di Cusercoli ove riposano.

LORENZO PETRINI, di Emilio, da Cusercoli di Civitella di Romagna (Forlì), artigliere (alla memoria) Artigl iere Lorenzo Petrini.
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«Duran te la difesa della propria caserma dtt un proditorio attacco di truppe t edesche, era di esempio per ardimento e coraggio. Incaricato con altri compagni di sorvegliare un tratto di muro di cinta, accortosi che il nemico era riuscito a forzare una porta in un cortile vicino, da dove tentava l'irruzione in caserma, spinto dalla propria indole generosa accorreva in tale settore e, completamente allo scoperto, si scagliava contro il nemico lanciando bombe a mano. Colpito all'addome da pallottola di mitragliatrice, mentre veniva trasportato al posto di medicazione, dove poco dopo decedeva , incita va i compagni alla Lo tta e alla resistenza>> {Mantova, 9 settembre 1943).

I resti mortali del Zanin il 25 aprile 19 47 sono stati riesu mati dal campo militare del cim itero com unale di Manrova e traslati n e l Sacrario Militare d el ci m itero di Este, dov e a tutt'oggi riposano.

Artigli e re Fe rnando Zanin.

N el difendere Mantova dalle SS tedesche invaso ri perirono in tutto secce mi lit ari del 4° co ntraereo. Ai già citati Capi tano R enato Marabini, Ar tiglieri Lorenzo Perrin i e Fe rnando Zanin, vanno doverosamente aggiunti i nomi del Sergente Angelo Perego, decorato di medaglia di bronzo, e degli Artiglieri Salvatore Castrogiovani, Giuve Dioni, Rodolfo Landini. Questi gli artiglieri del4 ° contraerei sopravvissuti in Mantova alle tragiche giornate dell ' 8 settembre decor ati, invece, di medagli a di bronzo al valor militare per il loro ero ico comportamento tenuto di fronte all e truppe tedesche:

Tenente ALDO GAL, da Padova Se rge nt e GERMANO GATTO, da Montagnana (Padova) Artiglie re MAIUO MAZZA, da Calenzano Betto la (Piacenza)

FERNANDO ZANIN, da Monselice, artigliere (all a memoria)
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Il gonfalone della città di Mantova.

Ufficiali mantovani che hanno prestato servizio a14° Contraerei nel periodo bellico (1940-'43)

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Te n e nte Alfonso La M attina. Te n e nt e An tonio Fa.-io. Tenente Alessan dro Bertetti. Tenente Onorino Sacchetti. Allievo Ufficiale Gino Cavicchini.
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Tenente medico Filippo Capobianco.

IL SECONDO DOPOGUERRA

Con l'armi st izio dell'8 settembre 19 43 si ebbe la dissoluz ion e de ll e nostre Forze Armate e con esse qu ella d el 4° Conrroaerei. Con la fìne delle ostilità sorse il problema della loro rico sti tuz ione che sarà condizionata dalla volontà degli al leati sempre meno presenti come for za di occupazione ma sempre ben present i nel seg uire l'evoluzione politica de l nostro Paese .

In attesa della fìrma del trattato di pace il gove rno italiano venne auto rizzato dal Generale Alexand e r, Comandante Supremo delle forze angloameri cane in Italia, a dar vita ad un esercito di transizione che avrebbe dovuto costituire lo stad io intermedio t ra quello già esistente, imperniato soprattutto su i gruppi da combattimento che avevano preso parte alla guerra di liberazione, e quello da allestire in conformità dci limiti che sarebbe ro stati impost i dal trattato di pace .

A questo esercito g li alleati vo levano attribuire un compito prevalente mente di tutela d ell'ordine pubblico, p er evi tare che in Iralia potesse ripetersi la drammatica esperienza della Grecia e che fosse a lunga ferma. All ' opposro il nostro Stato Maggiore voleva un eserci to da campagna, con la presenza di battaglioni carri e di un a elevata potenza di fuoco comrocarri e cont roaerei, e che fosse a ferma obbligatoria. Rinunciare a quest'ul tima, abdicare al ruol o c he l'esercito aveva se mpre sentito come suo, s ignificava non contribuire alla formazione della coscienza nazionale dei cittadini. Fortunatamente, dopo amp ie discussioni ai massimi livelli, prevalse l'intenzione del nostro governo . Leserciro di tran siz ione autorizzato da Alcxander ebbe una for za organica di 140.000 uomini, suddivisa in 12 brigate di sicurezza, in 5 gr upp i da com battimento e, come riserva mobile, nel Reggimento Garibaldi , erede delle Divisioni Taurinense e Venezia duramente provat e, dopo l'armistizio, nella guerra partigiana in Jugo slavia, oltre che in Comandi territori ali , sc uole e reparti di addestramento. Materiali e mezzi furono assicurati dalle risorse n aziona li , dai surplus dei m ezzi posti in vendita d a speciali organi di liquidazione alleati e dalle importazioni decise dal governo.

Quando nel lugli o 1946 l ' Italia venne ufficialmente in vitata alla confe renza di pace per esporre le propri e riv e ndicazioni di carattere m ilitare, lo fece pon endo in evidenza il ruolo svolto dall e n ostre Forze Armate dura nt e la cobe lligeran za e il fatto che, economicamente prostrata, non avre bbe potutO all estire un apparato militare in grado di minac ciare i propri vicini, non solo ma anche soste n e ndo il suo diritto a ll 'a utodifesa e la

CAPITOLO VII
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volontà di essere inserita a pien o tirolo nel futuro schem a difensivo delle Nazioni Unite. Chiese un tetto di 236.000 uomini. e nessuna limitazione specifìca sul tipo di armi che avreb be avu tO in dotazione.

Il Consigli o dei Ministri degli Esteri della confe ren za di pace st abilì invece il limite massimo in 185.000 uomini p er le tre Fo rze Armate e 65 .000 p er i Carabinieri. L'Italia non poteva di sporre di più di 200 carri armat i mcdi e pesami, la dislocazione dei reparti sul territorio n az ional e doveva rispondere a criteri difensivi e di mantenimento dell'ordine pubb lic o. Veniva ino ltre imposta una fascia di smilirarizzazio ne di 20 c hil ometr i sia alla front ie ra occidentale che orientale. Fu un trattato di pace ch e provocò una profonda amar ezza e un fo rte risent im ento s ia nel governo c he nell'opinione pubbli ca.

Firmato il trattato le ult im e tru pp e alleare in cominciarono il loro ritiro e con esso la fìne del regim e di occupazione alleato. I.:Irali a diede subito al suo su um cnro milit are un a compl eta ristru rc urazi one, adeguandolo ai compiei assegnatogli : que llo della prot ez ione della fr o ntiera più perico losa ed evenrualmente del manten im ento dell 'ordine pubblico. Quando il nostro Sta to Maggiore affro nrò l'impostazion e della difes a emerse la vulnerabi li tà del nostro ter ri torio e quindi la necessità di disporre di una potente difesa controaerea e nel contempo, a causa della scarsezza delle risor se di sponibili, affio rò l'esigenza di con ce ntrare g li sforzi nell'area p iù ad alro ri sch io di una aggressio ne , que lla d ell a fr on tiera oriemale.

Nel progetto del nuovo ordinamento da esso elaborato fì ssò la pr esenza, nella composizione d ell a divis ione di fanteria, di un reggimento di arti glie ria co ntroaer ea su 2 g ruppi par i a 6 batteri e. Una delle divi sioni ch e dovette adeguarsi alle nuove dispo s izi oni o rgani che fu la "Mantova", già G ruppo di Combattimento ch e, al term ine del confli tto , e ra venuta a trovars i dislocata in Liguria Emilia.

La " Mantova" aveva il VI gruppo da 40 mm del 155° regg imen to artigli eria, al comando del Maggiore Picca, dislocatO ad Alb eng a Sarà questo g rup po, il 24 maggio 1947, ad essere trasformato, sempre agli ordini del Pic ca, in "Nucleo cosrirmivo del 4° Reggimento Com roa ere i" , poi in 4o REG GIM E NTO A RT I GLIEIUA C ONT ROAE REI LEGG E RA "MANTOVA" con il motto: «Coljùoco infrango l'ala del nemico» . Il reggimenro, ultim ate in breve tempo le op e raz ioni di completamento (due gr uppi se i batterie d a 40/56) , nella Case rma Piave di Alben ga pavesaca da Tricolori riceveva la visit a del Gene rale Monrezemolo, Comandante della " Mantova" e le drapp elle offerte dalle donne de lla cittadina li g ure i cui a bita nti, p resem i in massa all a ceri moni a, orm a i consi deravano il 4° come una delle pitl imp orram i componenri della lo ro comunità. Ec co ciò che, tra l'altro, ha detto il Comanda m e d el reggim e nto ri volge ndosi ai suoi artigli er i: « l'offirta, alta mente significativa, sta et dimo strare con quanto ajjèttuoso interesse il Paese segua la rinascita del nostro organismo, quanta onorevole cura gli italiani pongan o p er i loro figli ch e compio no sotto le armi il loro do vere di cittadini. È un segno della fiducia e della speranza che il Paese ripone oggi in noi {} Desidero for rilevare come ciò accada ad appena due anni di distanza dal giorno in cui, per volontà, per sacrificio, per eroism o di pop olo, e dopo lunghi mesi di tormen tostz, sa nguin ante passione, la nostra bandiera potè finalmente ritornare a splendere sul sacro suolo de!l.a Patria sia pure martoriato e colmo

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Albenga. La patron essa lega la drappella al la tro mb a. di sciagure, ma ormai Libero e non più oppresso/.) Ma r.mcora un altro sentimento ci legherà alle nostre drappelle. Nel custodirle .fra noi, sentiremo che esse ci riallacciano alle antiche gloriosissime e non distrutte tradizioni della nostra Arma ed a quella del disciolto 4° Còntroaerei ch e abb iamo l'onore di far rivivere nel suo passato di gloria. Siamo gli eredi di un Reggimento i cui componenti, sempre ed ovunque, su tutti ; .fronti, nei tristi campi di prigionia, nella Lotta per fa Liberazione, seppero tener fede alla promessa con La quale avevano impegnato il loro onore al servizio della Patria È numerosa La schiera dei gloriosi caduti che il Reggimento del quale siam o i continuatori, conta Cito per tutti La figura del Capitano Bruno Camandone>>

Nel frattempo, dopo es tenuam i trattat ive, la confe renza di pace aveva definùivam enre stabi lito i nuovi confini imliani e del ter ritorio li bero di Tri este che, come affermerà il Croce : «m ortificano La dignità dell'ltalia» In virtLLdi queste decisioni il gor iziano e il resto d e l Fr iuli ve n nero restituiti alla sovranità italiana ment re ' Jì·icste e il suo circondari o cos tituirono la zona A del rerricorio lib ero di T rie s te c he continuerà ad essere amm i nistrato dagli alleati fino al 24 otcob re 1954 quando ritornerà all ' Italia.

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Albenga. Case rm a Piave.

La nu ova fro nti e ra che lasciava all ' Italia Monfalcone e Gor izia e ra sra ra definita, ma esisteva se mpre il timore che il Maresciallo Tiro, co n sapevo le del l'a ppoggio sovietico, potesse ce rcare di ri so lvere la questione di Tri es t e con un'azio n e improvvi sa, diretta a mett e re le for ze all eare di fì-onte al farro compiuto. Una se nsa zione di incertezza e di inqui e tudin e c h e aveva raggiunto il suo colmo l' anno prima quando la caccia di Belgrado abbattè du e aere i a mericani che stavano sorvolando il territorio jugos lavo; T ito portò da 9 a 14 le s u e divisioni presenti nella zona B (Istria) e il Genera le Morgan, Comandante dell e trupp e a ll ea re, s i vide costretto a chiedere di pot e r impi ega re anc h e l'esercico italiano p e r co ntribuire alla difesa della Venezia Giu lia

E fu, soprar mrro , di fronte a questa persistente min acc ia j u gos lava che lo Staro Nfag gio re d el n ostro eserc ito d ecise di trasferire la D iv ision e "Ma nto va" s ulla nuo va frontiera, n ella zona di Gorizia e del Friuli , punti caldi de l n ascente a rrri co r ra Ori ente ed Occ idente. Il 4° Conrroaere i a scag lioni, tra il l? e il20 lugli o 1947, lasciava Albenga per trasfe rirs i a Cervig n a n o del Friuli, presso la C aserm a " Monte Pasubio"

Qui il l o sette mbre raggiunse la sua defini t iva cost itu zione orga nica con questa formazione : Comando di Reggimento, Reparto Comando e tre gru ppi da 40/56 su rre bat terie ciascu n o . Il 16 , in occas ion e della sostituzione dell e truppe a ll ea t e nella zona A della Ve n ez ia Giulia res tituita all'Imlia, t ruppe del reggim ento co n co rse ro all'occupazione d ell a c i ttadina di Gra do. 114 dicembre, festa di S. Barbara, il Genera le Comandante della "Mantova" de co rava la b a ndiera di guerra di medagli a di bronzo a l va lor militare, gua-

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Cannone contro ac rc i da 4 0/56. Il 13° Comandante (int. ) Il 14° Comandante. Maggiore Fra n cesco M u scara ( 1947) .
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C olonnello Giovanni Piace nti1ù (1947-1 949).

Cervignano del Friuli. Caserma Monte Pasubio. dagnata dmante la dolorosa campagna di Russia ed inaugurava, nell'ingresso principale della caserma, una lapide dedicata al ricordo della medaglia d'oro Capitano Bruno Camandone .

Il 30 giugno 1951 il 4° Reggimento Artiglieria Conrroae rei Leggera "Mantova" cessava di esistere. I tre gruppi che lo componevano passarono ai tre reggimenti di artiglieria da campagna (3° 5o 155°) della stessa Grande Unità. Il giorno dopo, l o luglio, come previsto dall'Ufficio Ordinamento dello St ato Maggiore, il reggimento veniva ricostituito nella cittadina di Riva del Garda come: "4o REGGUviENTO ARTIGLIERIA CONTROAEREI PESANTE" il cui morto divenne : «Contro tafa atJversa». Inizialmeme ebbe questa articolazione: Comando di Reggimento e Reparto Comando in Riva del Garda, presso la Caserma Damiano Chiesa, l'irridentista na t ivo di Rovereto caduto a Costa Violina nel magg io 1926, decorato di medaglia d 'o ro al val or militare; CVI gruppo da 90/50 in Sabaudia presso la Scuola di Artigl ie ria Conuoaerei per il suo completamento. Il l o novembre quest'ultimo giungerà in Riva del Garda per passare a tutt i gl i effe tti alle dipendenze del Comando del 4° con la denominaz ione di l gruppo. Il4 aprile 1952, sempre dalla Scuola di Sabaudia arrivava, completo di uomini e mezzi, il II gruppo. Il 4°, dotato di cannoni da 90/50, posto alle dirette dipendenze del 4° Corpo d'Ar mata di Bolzano, in Riva del Garda veniva ad assumere questa dislocazione: Comando di Reggim ento, Reparto Comando e T gruppo da 90/50 (2 batterie) presso la Caserma Damiano Chiesa; II gruppo da 90/50 (2 batterie) presso la Caserma Pietro Cella, l'eroico Capitano degli alpini morto ad Adua il l o marzo 1896 per ferite riportate in combatti-

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Il 15 ° Comandante (int.). 1116° Comandante. Maggiore Mario Giovenco (1949 -1950 ) Colonnello Giuseppe Salvati (1950-1951}.
1. 31.
Riva del Garda. Caserma Pietro Cella. Il 17° Comandante. li 19° Co mandant e. Co lonn ell o Antoni o AJfaro Degan ( 195 1 -1952 ) . Co lonn ell o Anron i o Marini ( 1953 1958) . H 20 ° Co mandante. Il 21 ° Comandante.
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Colonne ll o G iu sepp e Ferrante (1958 -1960 ). Colonne ll o Aldo Bassignano (1960-196 1).

mento, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Nel marzo del1953, nell'ambito del reggimento, vennero costituiti il III gruppo da 90/50 e il IV Comroae reo Leggero da 40/56.

Il periodo di tempo che va dal 1951 al 1953 fu per il 4o particolarmente impegna tivo. Dovette affrontare molteplici problemi connessi soprarnmo con l'acquartieramento degli uomini in due caserme abbisognevoli di ristrutturazione; con la ricezione e l'addestramento di un nutrito numero di reclure proveniemi dal CARdi Pesaro Difficoltà che seppe ben superare grazie alla capacità ed allo slancio dei suoi Quadri ufficiali e sottuffìciali. In soli 21 mesi il reggimento, dallo stato embrionale si trasformò in un reparto organicamente al complero di uomini, mezzi e materiali, preparato ed efficiente.

Ditta costruttrice:

Periodo di servizio:

Calibro:

CANNONE DA 90/50

Lunghezza dalla b.d.t: ( in calibri):

Peso del pezzo campale in batteria:

Settore verticale di puntamcnto:

Settore orizzontal e di puntamento: Gittata massima sull'orizzonte:

Altezza massima di tiro:

Tiro utile controaereo:

Generai Motors (USA) dal 1950 (circa) al 1958 (circa) 90mm 50 pari a 449,9 cm 6.665 kg da 0 ° a +80° 360° circa 17.000 mt circa 12.000 mt circa 10 .000 mt.

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Nel mese di dice mbr e d el 1955, dopo quattro ann i e mezzo di p e rmanenza nella ridente cittad in a gard esana, il reggimenro " in roto", agli ord ini del Co lo nn e llo Marini, s i rrasferiva a Verona presso la Caserma "Mast ino d ella Scala", il n ome di un esponente di spicco della Signo ri a de ll a Scala. La caserma sorge su ll 'a rea d i un am ico cim ite ro di so ldat i veneziani che gli a ustriaci rimossero per costruirvi due infras trutture militari che, nel 1866, con la fì ne della presenza asburgica nel Ve n e co, p assaro no all' ese rciro italiano . Nella Mastino della Scala ve nne acquanieraro il Regg imento di Cavalle ri a "Lancieri Novara", ne ll 'a ltra , che fu intirolara a Carlo Camozzini , il 79° Fanteria Quest' ultima, al t e rmin e d el 2° co nflitt o mondial e, div e rrà Carcere Mandam e nral e . li 4o come g iun se a Verona incorporò il Gruppo Concroaere i Legge ro da 40/56 del 2 ° R egg im e ntO .Artigli er ia da campagna della "Tridenrina" c h e divenne il V gruppo Con que s ta im miss ione il regg imento ris ul tò costi tuito da 3 gr uppi p esa nt i da 90/50 e da 2 leggeri da 4 0/ 56 co n una forza organica, tra uffici a li, sot tuffì c iali e mi li tari di truppa, di 1.200 uomin i.

Durante la s u a lunga permanenza a Verona che dure r à fino a l 1 968, come già negli anni di Riva d el Ga rda , l'attività del reggimento fu parc icolarmenre varia ed intens a Svolse le annuali scuo le di tiro presso il poligono di Casal Bors ett i ne l Ravennate; fu presente ad i mporrami ese rcitazioni di cooperazione con le eruppe al pine dislocate nell e local i tà d e ll'Alto Adige; p r eparò i propri uom ini alla difesa di i nfrasrrurr ure di elevaro interesse civil e- militare.

Il 22 ° Co mandante.
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Il 23 ° Co ma nd a nte Co lonn e ll o l e res io Pelizza (1961 1 963). C olonnello Pas qu a le Samm a rco (1963-1965) .

Verona. Caserma "Mastino della Scala", 1963. U n gruppo di Ufficiali.

Nei difficili anni in cui l'Al to Ad ige venne destabilizzato da attentat i a caserme e tralicci, quelli dell96 1-62, reparti del 4° furono inviati in zona, chiamati ad assolvere compit i di ord in e pubblico. Per lungh i mesi, spesso in condizioni ambientali e climatiche avverse, gli artiglieri operarono sorvegliando giorno e notte in stallazioni di vitale interesse.

Il 31 agostG> 1963 il reggimento perdeva il III gruppo da 90/50 e i due da 40/56 perché sciolti, rimaneva con i soli due grupp i da 90/50 (I e II). Il II già a Mantova presso la Caserma S . . Martino. Lanno dopo fu un anno molto imporrame per il 4° Controaerei. Abbandonava definitivamente il cannone da 90/50, trasformava le sue batterie pesanti in unità missili HAWK che vennero subito inserite nella difesa integrata NATO.

Il s istema missilistico HAWK (Hom ing all way Killer), nome dato al sistema d'arma perché il missile HAWK, in inglese FALCO, si approccia al bersaglio con una rotta simile a quella del t1ko quando s i lancia su ll a preda) nasce dalle esperienze maturate nella guerra di Corea e dalle esigenze di do rare le forze terrestri della NATO di un sistema di protezione generale dell'area della battaglia, inseribile nella organizzazione della difesa aerea integrata. Sviluppato a part ire dagli anni Cinquanta, nel 1961 venne adottato dalle forze americane; esso si basa su un missile ad alta velocità, oltre "mach 3", a guida semiattiva e a navigaz ione proporzionale, monostadìo a propellente solido.

In conseguenza di questa particolare uasformazione il I gruppo di stanza a Verona diventava I Gruppo Missili Controaerei, il II del disciolto 2° pesante campale di Mantova, si trasformava in II Gruppo lvfissili Controaerei del 4°, rimanendo nella città vir-

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Mantova, 1966. Il Pres id ente de ll a Repubblica On. S uagat sosta davanti alla bandi e ra del 4°. Il 24 ° Comandante.
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lIl 25 ° Comandante. Co lonnello Filippo Gandolfì (1965-1967). Co.l o nn ello Bartolomeo Ma cc hi arc lli ( 1967 l 968) .

Ve rona, 15 giugno 1966. Sfilamenro d c i mi ss ili HAWK.

gi li ana . Il reggimento m u tava la s u a d e n ominaz ione in "4o REGGIMENTO ART IGLIERIA MISSILI CO NT ROAEREI " co n i repart i così d is locat i: a Ve ron a (Caserma M ast in o de ll a Scal a) Co mando di R egg im e nto , Reparto Coman d o e I g ruppo su 3 b a tt e rie (l a, 2a, 3a c u i n el 1967 si aggiungerà la 4a); a Mantova (Case rm a S. Mar t ino) II g ru p p o s u 5 batte ri e (4 a, 5a, 6a, 7a, Sa) e 2 4a comp ag ni a t ras mi ss ioni. Nel 1967 la 6a e ga b a t ter ia passe ranno a Cremona (Caserma M a n fredini ) .

Con il m ut ame nto d a pesante campale in mi ss ili i Q u ad ri d el reggimento dovettero affronta re un nu ovo tipo di addestram ent o, d el t u tto nuovo e di ve rso , impostato sull'im piego d ei ma te r iali HAWK , la cui dir ez io n e ve n ne affidata a pe rso n ale is truitO negli Stati Uniti. Un ad d estra m e nto che s i co n c retizzerà nel le eserc itazio ni simulate presso le ar ee addestrative d i Santa Ca t e rin a e di Mantova c in que ll e d i lancio s u r adio b ersagli presso il poligono i nr e rforz..e d i C apo S . Lo renw . In seguito alla sua t rasfor m az io ne in miss ili le visite al regg im ento da p a rr e di alte a u torità nazionali e NAT O si fece ro ricor renti. All'esercitazi on e di la n cio d ell' 1 1 l uglio 1966 presenziò il Generale De Lorenw, Capo di Stato Maggiore dell'Eser ci to, a quella dell 'a nno dopo lo stesso M in is t ro della D ifesa On . Tremellon i.

Non mancarono gli inte r ve nti del pe rso n ale del 4o in ai u to alle p opolazioni colp i re d a pubbliche ca lamità Per l'intero mese d el 1966, o lt re m ill e uo mi n i t r a ufficiali , so t tuffìc ia li c semp li ci artiglieri del r eggim e nto fur o n o present i nel Pol es i ne colpiro da una p e ri co losa inon d azion e . Lavora rono nella posa di sacch etti a ter ra p e r la sopraelevazione

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Verona, 1966. Il gruppo bandiera del Reggimento , a s in rstJ:a nella foto , sfila per le vie della città a conclusione del x m raduno nazionale degli artiglieri in congedo. Roma, 2 giugno 1967. Sfìlan1ento degl i HAWK d el 4 ° in via d ei Fori I mperiali.

Mantova. Caserma S. Martino , 16 ottobre 1967 S.E. Mons. Maffei posa la prima pietra per l'e re-zion e d ella cappella.

Verona. Facciata i nte rn a dell a caserma "Mastino de lla Scala".

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Vero n a, 4 dicem b re 196 7 . Il Comandante del Presidio p assa in rassegn a i reparti d el4° . Sa rà l 'tùtima festa di S. Barbara c h e il reggimen to ce le bre rà nella città scaligera.

degli argini e nel trasporto di generi alimentari del centro racco lt a della Croce Ro ssa alle zone alluv ionate. Operarono con al acrità e generos ità m erita ndo la riconoscenza e l'ammirazione della gente polesana

Fu con l'a rrivo del 1968 che il4° compl etò il suo mutam enro, perse definitivamente i po ch i cannoni da 90/50 r imasti, modificò radicalmente la propria dis locazione che divenne piti ampia e più articolata.

Il l o agosto il Comando di Reggim emo lasciava la sede di Verona p er trasferirsi a Mantova presso la Caserm a S. Martino, così chiamata in ri cordo della battaglia di S. Martino del 24 giugno 1859. Giunse n e ll a città virg ili ana con la bandiera di guerra e, con essa, sfì lò per le vie cittad ine pr ima di ragg iunge re la caserma che era di r ea lizzazione relativamente recente (1934-35). Il Comando del I gruppo con la batteria comando e le due sue batterie (2a e 4a) dalla Caserma " Mastino della Scala" di Verona passava alla " Dame Ali g hi e ri " in Raven n a Un'infrastruttu ra s ituata nel centro s torico d ella città risalente al 1700, anno in cui venne edificata per essere d est inata quale "Co llegio dei Nobili", istituto che ebbe un ri leva nre peso nella formazion e cu lru rale, morale e poli ti ca della classe dirigenre romagnola per quasi du e secoli . Dal 18 77, anno della ch iusura del collegio, il palazzo venne destinato ad ospedale civ ile poi a distretto militare e, infìne, nel 1968 a sed e del I gruppo.

Contemporaneamente a n che la l a e 3a batteria del l gruppo lasciavano la "Mastino

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Ve ro na, 1° agosto 1968. La bandiera del reggi m e n to lasci a l a " Masti no della Scala" per raggiungere la nuova sed e di Mantova.

Mantova, l 0 agosto 1968. La bandiera d el 4 ° sfi la p e r le vi e ci ttadine.

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della Scala". La Ja per trasferirsi alla Caserma " Pozzuolo del Fr iuli " in Ferrara, denominazi on e data per ricord are la località dove, dopo lo sfonda menro di Caporetto , il 3 0 otto bre 191 7 si sac rifì carono i fa n t i della Brigata Be rgam o e i due Regg imenti di Cava lleria Genova c Novara per arginare l'offensiva austro tedesca. La 3a batteria per porrarsi alla Caserma G iulio Cesa r e in R imini. Frattanto la 7a baueria del Il gruppo si separava dalla S. Mart ino di Mantova per andare ad unirsi in Cremona, presso la Caserma Manfredini, all a 6a e sa .

La costruz ion e della Manfredini ris a le ad epoc h e div erse, a datare dal 1070. E ra uno dei piLL bei pal azzi di Cremona, il palazzo de l Conce Covo. Ag li in izi del XVI secolo divenne un p rospero convenro di Monache Agostiniane denominaw "Convento delle Annunciate" . I...: avvento della Repubb li ca C isalpina decr etò la fine del convento e la sua trasformazione in caserma detta ''Ann un ciata".

Ne gli an ni ch e segui rono ospitò trupp e fra n ces i e austriache e, dopo le gue rre d'indipenden za, eruppe di caval le ria it aliana . Nel 1875 divenne se d e del4° Reggim ento Art iglieria da campagna. Nel 1904 assunse la denominazione di "Marzio Manfredini" in onore d ell'Ufficiale e roicamente caduto n ella barraglia dell'Amba Alagi del dicem bre 1885.

Termi nat i i rrasfèrim enri di sede il p e rsonal e s peciali zzato nel s is t ema HAWK iniziò il propri o servizi o H2 4 pr esso i risp en ivi sir i opera t iv i, le ese rcitazioni di coope razione con I' Aeronautica Militare ebbero un incremento sensibi le.

Il 20 orrobre 1969 S. E. Mons. L uigi Maffeo, Ordinario Militare per l'Italia, giun

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Mantov a, l 0 agosto 1968. La bandiera fa il suo ingresso nella case rm a S. Martino di Mantova. Mantova. Caserma S. Martino, sede d e l 4 ° controaerei.
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Mantova. Concerto d e lla Banda dell ' At·tiglie t·ia controaerea.

Ferrara. Caserma Pozzuolo del Friuli.

Ravenna. Caserma Dante Alighieri.

Rimini. Caserma Giulio Cesare.

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geva alla S. Martino per compiere un ano molto eloquente, la benedizione della cappel la dedica t a a S. Barbara, fortemente vo lu ta dall ' allora Cappellano Don Sergio Lasagna e dal Comandante di Reggimento Colonnello Bartolomeo Macchiarelli e realizzata con il concorso di uff).ciali, sotruffìciali, artiglieri e trasmettitori del reggimento . Nel mese d i luglio di tre anni dopo spetterà invece al nuovo Ordinario Militare Mons Mario Schierano , benedire quella eretta presso l a Caserma Manfredini, sede del distaccamento di Cremona, anch'essa consacrata a S. Barbara.

Nell ' aprile del 1970 la 1a batteria del T gruppo lasciava ddìnitivamente la sede di Ferrara . Al completo di uomini, mezzi e materiali, si trasferiva a Ravenna nella Caserma Dante Alighieri dove si univa alle due batterie (2a e 4a) dello stesso gruppo ivi dislocare La 3a era sempre in quel di Rimini .

Cambiavano i comandanti ai vari livelli, continuava invece, quasi senza sosta, l ' attività del reggimento, delle sue batterie ubicate in Mantova, Ravenna, Rimini e Cremona Un'att ivi tà esplicata con serietà e professionalità, i cui cardini erano e sono tuttora i turni operativi presso i siti, le esercitazioni di aereocooperazione, le valutazioni tattiche nazionali e NATO e i lanci presso i poligoni interforze

Quando nel 1973 ben quattro batterie, in sede di valmaz ione, riportarono la massima classifica, non mancarono i compiacimenti, quelli dello stesso Capo di Stato Maggiore dell' Esercito, deii'Ispettore dell'Arma di Artiglieria e del Comandante dell'Artiglie-

Cremona. Caserma Manfreclini.
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Il 26° Comandante. Il 27° Com:tnclante Colo nnello Giovanni Macch i (1968- 1970). C olonnello Girohuno Dr ei ( 197 0 1972) .
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Mantova , 15 gi ugno 1971. Caserma S. Martino. Festa dell ' Artiglieria.

ria Controaerea, farri p ervenire al Comand ante del reggirnemo protempore Colonnello Pozzi.

Proseguivano c proseguono tmrora num e ro se le visite al regg i mento, ai suoi siti op erativi, da parr e di alte autori tà milit a ri , di uffì c iali delle varie armi , di frcquentacori di Scuole e di Accad e mie, o l tre che di appart e n e nti all e Associaz ioni co mbattentis ti che e d 'Arma. Visite che cosr iruivano e costitui sco no opporr unirà per far co noscere la complessa att ività del reggimento, documentar e l'efficie nza dei suoi Quadri .

Quando giunse il 1975 una profond a ristrutturazione avveniva nel nostro esercito, le umta reggimentali venne ro sciol t e, le bandie r e di guerra passaro no ai batta glioni /gr uppo. fortunatameme quell e conr roa eree non furono int eressa re e così il 4° potè essere chiamaco ancora t ale.

Il 1976 per il nostro Paese fu un anno molw doloroso. Fu l'a nno del terremoto del Friuli, che sconvolse l' intera regione causand o migliaia di v i tt im e e imm e nsi dann i materiali , e delle alluvioni. In ambe du e i dramrn a ti c i eve nti non mancò l'a pporto del 4°. Nel primo, chiamaro a fornire uomini ed auromezzi per il trasporto di materiali destinati alle popolazioni colpite dal sis ma , lo fece con grande gene rosi tà ed elevata responsab ilità, tale da m e ritare l'elogio e la gra t itudi n e del Comitaco Provinciale della Croce Rossa di Mantova retro dall'Avv. Emi lio Fario . Nel secondo caso, quando nel mese di ottobre si verificò lo straripam enco dei fiumi Oglio e Ch iese ad Acquanegra s ul C hi ese, il paese mantovano ai confìni con il Cre monese, il reg g im e nto fu subito allertato e chiama to ad imer-

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Mantova, 197 1. Caserma S Martino. Visita del gen e rale Marchesi, Capo di Stato Maggiore d ell ' Esercito.

venire . Inviò sul luogo d e ll ' inondazione un gruppo di formaz ion e composro da cinque batter ie per una forza comp lessiva di 200 uomini al comando del Ten e nte Co lonnello Cava rocchi.

Come giunsero in zo na gli a rtigli eri del 4° si trova ro no di fronte a ce ntinaia di enari di campi coltivati allagati, a decine di abita--Lioni sott'acqua, a num erose famig li e che avevano subiro la furia devastatrice della piena e che, dopo anni di lavoro, era no riusciti a "farsi una casa". Il Cavarocch i, postO il " centro operativo" nella sede de l municipio, siste mati i soldati nei locali delle scuole elementari c medie del paese , incominciò a studiare la situazione. Esisteva il p e ricolo che tutta Acquanegra venisse completam e nte sommersa co n conseguenze davvero disasuose, data la brevissima distanza che la separava dal punto princi pale di rottura.

Per diversi giorni i militari del reggimento co n que lli della Brigata M ecca nizzara Bresc ia e del Battaglione Gen io Ponrieri, lavor arono alacre mente per rinfor zare co n saccherri di terra le arginature, prodigandosi molro nell'opera di tamponamento di pericolosi fontanazz i. Una presenza quella militare che durò fino alla cessazione del pericolo e costituì per la comunità acquanegrese un arto di vera so li darietà, di grande civi lt à e s peranza. Il sindaco di Acquan egra cd i membri della Giunta , riuniti in perm anenza, hanno ringraziato le Forze Armar e con questo ordine del giorno : «La giunta municipale di Acquanegra

Mantova. Caserma S. Martino, g iug n o 1973. Festa dell'artiglieria.
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19 76 Al luvione nella zona di Acquan egra sul Chiese (Ma nto va). Militari del 4 ° controaerei int e rve ngono per rinforzare gl i argini.

Il Tenente Co lonnello Cavarocchi illustra al Prefetto di Mantova Dott. Cantarina, al Sindaco Caprioli e al Questore Mazz amuto, l a s ituazione del momento.
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197 6. Acquanegra s ul C hi ese. I mili tar i d ell ' eser cito costruisco no un so ttop assaggio p e r imp edire il tracim a m e nto dell e acque. M a ntova. Caserma S. Martino Saluto di co mmiato d ei con gedanti del 1/C/72.

) ;y

Il 29° Comandante. Colonnell o E rm anno Pozzi (1972-1974). Colonnello Luigi PaJmi eri (1974-1976).

Il 28 ° Coma ndante.

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Rave nna. Caserma Dante Al ighi e ri. Giuramento de ll e reclut e. Mantova, 197 6. C erimonia del 4 Novembre Il 3 0 ° C om a nda nte. ll 3 1° Comandante. Co lonnello G iorgio G h edi ni ( 1976 1978).
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Colonnello Aurel i o Rignano ( 197 8 1980).

sul Chiese, in riunione permanente dal 4 ottobre u.s., presa in esame la situazione di emergenza, ed attuati i primi provvedimenti d'urgenza d'intervento a seguito della piena dei fiumi Oglio e Chiese, sente il dovere di esternare un sen tito ringraziamento, a nome anche della popolazione, all'Ujjìciale Superiore che ha coordinato i servizi lungo gli argini di difesa dei fiumi medesimi, in base alle disposizioni impartite dall'Ufficio del Genio Civile in costante contatto con la Prejèttura, nonchè agli Ufficiali, Sottujficiali militari del4° missili di Mantova ed a quelli giunti da Legnago, Vicenza e Brescia, che con spirito di sacrificio e di abnegazio ne hanno operato in condizioni estremttrnente diffìcli e pericolose».

Dopo il 1976, l'anno che ha visto il reggimento operosamente impegnato nel soc corso alle popolazioni co lpi te da pubbliche calamità, proseguì la mai interrotta peculiare attività addestrativa . Ne l 1977 il 4° svo lse ben otto esercitazioni NATO, ottenne ottimi piazzamenri nelle annuali gare di atletica organizzate dal Comando Artiglieria. Conrinuò ad affrontare le Scuole di tiro missili a Capo S. Lorenzo e quell e con i complessi quadrupli da 12.7 a Foce Reno; a sviluppare i cicli di conferenze sulla dom·ina d'impiego, da tutti seguiti con attenzione nella consapevolezza della loro urilirà ai fini di un arricch imento della preparazione protèssiona le . Una mult iforme attiv ità che concedeva al personale del 4° poche opportunità di riposo.

E rano gli anni in cu.i venn e a maturazion e la trasformazione dei materiali da HAWK basico ad HAWK mig liorato identificabile con Helip. Con questa importante riqualifì cazione il vecchio missile veniva licenziato e sos tituito da uno di pronto uso con la conseguente elim inazione dei laborarori di manutenzione . Ma l'atten z ion e dei comandami

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Mantova, 1978. Visita del Ministro della Difesa On. Ruffrni.

non era pumata solamente al settore addesrrativo-operarivo, ma anche a quello, non meno importante, d el tempo libero . E fu in tale ott ica che nel 1979 venn e rea li zzato ex novo uno spaz ioso ci nema teatro presso la S. Martino. I ncominciarono le mostre, le rappresentazioni, gli sperracoli c le recite soprarrurro con la partecipazione della com pagnia teatrale mantovana "Campogallian i". Una operosità incensa, quella del 4°, pianificata e cadenzata a 360° che, ancora oggi, costituisce, giustamente , la ragione d 'essere del reggimento in t cm p o di pace.

Mantova nel 198 1 celebrò il b im illenario della morte d el suo sommo po eta Vi rgili o e fu in qu es ta impanante c ircos tanza che la c ittà riceverr e la visita del Preside nte della Repubblica On. Sand r o Perrin i. La resa degli onori militari spettò al 4o Controaerei con la sua bandiera di guerra, la banda dell 'artiglie ria controaerea, una compagnia di formazione e una rappresentanza di ufficiali, sottufficiali e artiglieri.

Canno success ivo il sistema miss ilisri co HAWK veniva u lt erio r ment e mo difi cato mediant e l'inseri mento di materiali tecnolo gicame nte pitt avanzati ravvisabili come P. I. P (Produ ce Impiovemem Pro gram) . Una int eressa me innovazione che ha arricchito le sue caratteristiche tecniche e lo ha posm nelle con dizioni di poter "seguir e" più bersagli Anche la rete delle trasmis sio ni ha avvertito un sensibile migl ioramento grazie all'in troduz io ne d i nuov i ponti radio den o m in ati Marcon i.

Sta tua in cotto di S. Barbara eseguita dallo sc ul to re Baldassarri p er in carico d ell 'all ora M a ggiore Lo ren zo M attiotti c h e la fece po rre nel p rim o co rti l e d ell'Arse n ale M ilitare di M an t ova. È scom p arsa nel tu r b ine delle giornate de U'8 settemb re .

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Il 3 2 ° e il 33° Co m a nda n te. Co lonne lli Renato D e Mola (1980-1982) a destra, e Franco Prei te ( 1982-1984) a sinistra.

Il 15 giugno 1983, festa del l'Arma di Arriglieria, Mantova e la Controaerea vissero una g iornata esaltante. Nello stadio della città, in una toccante corn ice di popolo , di bandiere e di soldati, h a avuto luogo il giuramento so len n e de ll e reclute appartenenti al 4o scagli one 83 Vi hanno preso parte ben cinque gru ppi bandiera, q u elli d el 4°, 5°, 1 2 1o R egg im ento di Artiglieria, del 17° Gru p po Controaerci Leggero e del 235o Battaglion e Fanteria " P iceno"; sette batterie di form azio n e, quarrro compag ni e reclute, la banda dell'Artiglieria Cont roa erea, la fanfara della Scuola Allievi Carabinie ri di Torino ed una form azio n e ae rea dell'Aeronautica Militare.

Numerose le autorità politiche, civili e militari c h e hanno assistito alla cer imonia, ua le quali il Ministro della Difesa e il Comandance d ell e Forze All eate Sud Europa. Erano ino l tre prese nti i gonfaloni delle città sedi di unità controaeree ed in gran numero le

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combanentistiche e d'arma , olrre che molra folla. Una manifestaz ione che ancora oggi i mamovani ricordano, di elevaw spessore parriouico, una esaltante manifestazione di effici enza che ha rappresentato l' ideale i ncontro tra le com unità mantovane e le s u e Fo rze Armar e . Alcun i m esi dopo la cerimonia d el g iur a mento , che fu una entus iasm ante giornata vissuta dalla Controaerea, il 4° celebrava la ricorrenza della Sanra Barbara nel luogo sacro più con naturale, quello della Chiesa di Santa Barbara, a ttigua al Palazzo Du cale d i Manto va, cos truit a come basilica pa l. a tina nel 1562 da Giovan Battista Bertani. H a offìcia to la S. Messa e tenuto l'omelia S.E . Mons. Caera no Bonicelli, Ord inario Militare per l'Italia

La nno s u ccessivo (1984) c i fu lo scioglimento d e lla 7a batteria dislocata alla Manfredini di Cremona e d ella 4a di Rav enna. Il regg i me nto s ubi va una dell e s u e prim e ri strutturazioni senza però provocare alcuna co mrazione nel campo ad destrativo anzi la cooperazio n e con l'Aeronautica Militare registrò un sensib il e incremenro, le ese rcitazioni pianifi cate ed effettuate rag giun se ro l' in vidia bile nu mero di 125, tutte condotte a ter min e in modo professionalm ente correttO c lo devol e Il 4 o ttob re il reggimento riceveva la visita del Gen erale Umberto Cappuzzo, presente a Mantova per partecipare al conve gno su "l prigionieri militari italiani durante la seconda guerra mondialé' . Il Cappuzzo,

Mantova, 1981. Reparto del 4° re nde gli onori al Presid e nt e della Repubbli ca On. Sandro Pertini in vis i ta alla città .
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Mantova, 15 giugno 1983. Festa dell ' Arma di Artiglieria. Giununento delle reclute.
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Mantova. Caserma S. Martino, giugno 1984. Festa dell'Arma di Artiglieria. Presiede la cerimonia il Generale Prato, Comandante dell'Artiglieria Controacrci dell ' Esercito (in tribuna).

Capo di StatO Magg iore d e ll' Eserci to, è staco ri ce vuto a ll a Caserma S. Martino da l Colonnell o Nico la Veli a che da un mese solo aveva sostituito nel comando il coll ega Preire

I l l o gennaio 1985 trova i reparti del 4° così dislocati: a Mantova Comando d i R eggimento, Batteri a Co mando, 5a e 9a barceria e 24a Compagnia Trasmissioni; a Ravenna Comando l grup po, Batte ri a Co mand o , l a e 2a batte ri a; a Rimini la sola 3a batter ia d e l I gruppo; a Cremona Comando II gruppo, Batteria Co mando , 6a c 8a batc eria. Nel campo agon istico fu l'anno in cui la rappresentativa d el reggimento salì s ul gradin o pitt alro d el podio, perché meri raramente classifìcatosi al l 0 pos ro nell e co mpetizioni d i Terrarhl o n e Pemathlon svoltesi a Mest re ed organ izzate dal Comando d eii'Ani g li e ria Conrro aerea deii'Eser cico.

11 1985 fu pe rò anche l'anno in cu i il reggimento venne colpito da un grave lutto per la mort e del Capita n o Giovanni Dal Farra, Co m andante della 6a batte ri a del2 ° g ruppo di C re mona, appartenente a l Distre rro Militare di Treviso, per fr attur e schel et ri che multipl e e les ioni multiple viscer a li , a seguito della caduta per mancata a pertura del paracadute

Il 26 ago sto 1987 il Colonnello Vella , dopo un lun go p e riodo di co mando duraro tre anni , lasciava la gu id a del 4° sost iwito dal Col onn ello Piero Perrìlli.

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V is ita del Comandan te della FrASE, General e C.A. G iorgio Donati , ai r e p arti in esercitazione a Capo S. Lorenzo. Sardegna. Campagna lanci.
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Mantova. Caserma S. Martino. Visita del Generale di C.A. Corcione.

Con il rrascorrere del tempo molri uomini, di ogni grado, sono us citi dalla vita del reggimen to rimpiazzati da nuovi arrivi. Spetterà a questi ultimi ed ai restanti adoperarsi al fine di assicurare al reparto la necessaria prontezza operativa. Un traguardo molto imp o rt anre per un reggimemo peculiare qual è i l 4°, raggiungibil e, come in passato, attraverso Io scrupo lo so compimentO d e lla multiform e attivi tà addestrati va, il cui ele mento essenzi ale è rappresemaro dalle campagne di lancio, che costitu is cono le prov e cerrifìcative dell e capacità tecnico-operat iv e del p e rsonale d elle b anerie missili dotate di mezzi necessari per acquisire, idenrifìcare, inseguir e ed i ntercettare bersagli aerei a media, bassa e bassissima quota.

1134° e il 35° Comandante.
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Colonnelli Nicola Velia (1984-1987) a destra e Piero Petrilli (1987- 1988) a sinistra

Molto utile la cooperazione con rAviazione dell ' Esercito che conseme alle uni tà missili di addestrarsi alla scoperta, al rilevamento ed all ' ingaggio d egli elico tt eri e a qu esti ultimi di sfruttare al meglio le cop ertur e d el te rreno pe r e lu de re il rilevamento elettronico ed otri co dell ' avversario

N el settembre d el1991 giungeva l'esigenza p rofughi albanes i. Furono gli uomini d el dist accamento di Ravenna con i loro mezzi ad inrervenire per assicurare il trasporto dei rifugiati alle località di destinazion e . Fu un a partecipazione che mise in luce, ancora una vol t a, la sensibili t à e la singola re disponibi li tà del personale appartenente alla s pecia li tà conrroae re a Nello stes so periodo di t empo nasceva "L'Occhio del Falco", un g iornalino della Caserma S. Martino diretto dal Comandante Co lonnello G iuseppe C ald arazzo, con il Tenente Colonnello Benv enuto De Pascalis e il Maresciallo Di 1v1agg io come redattori . Era la voce d el comandante, l'ango lo delle inform az ioni, delle rifl ess ioni di ciò che avveniva o andava maturando nell'ambito del reggimento, all'ombra della bandie ra Quando giunse il 199 2 il 4° cambiò denominazione , perse la parola " missi li " per diventar e solamente "4o REGGIMENT O ARTIGLIERIA CONTROAEREI". Nel frattempo si separava dal complesso quadruplo da 12.7 su Affusto M .55 , montato su torretta M. 45 che utilizzava per la difesa a bassa e a bassissima quota, per sost iruirlo con il sistema d'arma missilistico conrroaerei a cortissima portata chiamato STINGER, spalleggiabile, del peso di 16,8 chilogrammi, con un raggio d'azione di 2.000 metri, do raro di un m issi le che utilizza u n sistema di guida a raggi infraross i.

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Campagna di lancio 1987. Sard egna. Camp agna lanci 1988.
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Cerimonia del cambio tra il 35° e il 36° Comandante. Co lonn elli Piero Perrilli (1987-1988) a sinistra e Vincenzo Samp ic ri (1988- 1989) a destra. Mantova. Caserma S. Martino. Visita del Generale Mario Prato, Comandante deU'A.rtiglieria Controaerea dell'Esercito, figlio del Colonnello Prato, gi.à Comandante di un reggimento controaerei in A.S. Il 37° Comandante.
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Il 38° Comandante. Colonnello Giuseppe Caldarazzo (1989-1991). Colonnello Antonio Cosma (1991-1993).

Se mp re n el 1 992 il regg im e nt o ven iva privato delle du e sedi rom agnole, quelle d i Ri mini e R ave n na . In ques t' u lt i ma lo cali tà il I grup p o, con n me le sue tre batte ri e (l a, 2a, 3a) si staccav a d al 4 ° per d a re vit a al " 2 ° R eggime nto Arti gli eria Cont roae rei " Nell a se de di Mantova a vv en iva, inv ece, la conrr az io n c della 24 a Compag ni a T ras mi ss ioni che ce deva un plotone aJ 2° Regg iment o di Rav en n a

In virtù di questa nu ova ristrunurazion e il 4 ° m urava il suo organi co che divenne form a to da: Com a n d o di Regg imenro, Batte ria Co m a nd o , b a tte ria spt e cf, l :• e 4a b a tte ria , p resso la Caserma S Ma rc ino d i Ma n tova; Coma n do I g rup po, 2 a e 3 a b a tt e ria presso la Caser m a Ma n fr ed ini di C rem on a .

:L8 lugli o 19 93 il Co lo n ne llo Antonio Cos ma lasc iava il coman do del regg im e nto ; g li s u be ntrò il Col onne ll o G iovanni Ragu seo, un vete rano del 4 ° ch e guide r à per o l tre tre an n i. Il reggim e nt o prosegui nello svolgim e n t0 d ella sua multifo rm e a ttiv i tà addes trat iva e nell 'imp eg no edu ca t ivo dei g iov a ni a rr iglie ri , a l s e nso d ell a d iscip lin a, del d overe e del risp e tt o , ossia di quei valori ch e so n o a ll a base di un a sa n a co n v ive nza non

Com pl ess o q uadru pl o M.5 5 in batteria. ( G en M ASS I MO IA<.O PJ, ! l wmYJ nddrst rmnem o e sperimtlllrtzione Artig!irrin Cnnrronerei f In spn inlirll • Dn llr origini al 2000, Offìc i na G ra fì c.1 l\o log nesc, Bol ogna , 200 l )

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Il sistema missilistico portatile STINGER. (Ge n . M ,\S SIMO LKOPJ l! cenn·o r1ddestmmenm e sperimemazione Arrig!ieria Contmaerei e la specialit à- Dalle origini a/2000, O ffi c ina G rafìca Bo lo gnese, Bo log na, 20()] )
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Rappresentativa militare inglese in visita alla S. Martino.

solo militare ma anche civ il e, di un collettivo che s i identifica con il binomio PatriaNaz ione. U na educaz ione quindi ri volra verso ciò che gran parte della socie tà di oggi rifiuta in nome di più co mode teorie edonistiche e co nsumistiche.

Nello stesso anno il regg imento, con una batteria, ha effettu ato una valurazione tattica (cambiamento di pos iz ioni e lancio) nel poli go no interforze di Creta (Grecia).

Nel novembre d ell 'a nno dopo, a seguito d ell 'a llu v ione che si era a bbattuta su una vasta area d el Pi e mont e, eme rse il pericolo d ell a rot tura degli argini d el Po nel territorio mantovano. Spettò anco ra una vo lta al personale del 4° interve nire sui lu og hi m in acciati per sorvegliare le sponde del fiume, controllare p eric olosi fontanazzi. Ciò ch e gli art iglieri fecero con ammirevo le imp eg no , meritando la riconoscenza delle a ut orità e della gente.

Fu nel 1996 che il reggimento ebb e in dot azio ne il sistema controcar ro "Folgore", costiruico da un cannone da 80 mm senza rin c ulo, della girrata util e tra i 75 e i 1.000 m etri e assunse l'app ell a tivo di "Peschiera" , il nom e della località del Garda che l'aveva v isro nascere nel lo ntano 1926, divenen d o 4 ° REGG IMENTO

"

ARTI G LIERIA CONTROAEREI PESCH IERA"
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Il 39° Co ma ndante. Co lonnello Giovanni Raguseo (1993- 1996). M a ntova . C aserma S. Martino. Vi s it a d el5 4° reggimento fran cese
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Il Ge n eral e Prcite, già Comandant e d el 4°, in visita al reggim e nto. Op eraz ione DINAK. Le batteri e d el 4 ° schierate a Tor re Ven eri ( Lecce).
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Operazion e DINA.K. Il Battalion Op era tion Cen t re (B.O.C. ) d el 4 ° a Bari Pal ese.

Passarono alcuni anni. Sugli incontri ai massimi livelli politici e sul territorio ospitante incominciarono ad affacciarsi pericolose minacce anche dal cielo. E fu in questo contesto che il 4° venne attivato nel 1998 con la l a batteria schierata a Torre Veneri (Lecce) nel contesto dell'operazione "Grecale" provocata dalla crisi balcanica. Nel 1999 invece di ve nne protagonista dell'operazione "DINAK" e si schierò sempre in Puglia con il compito di assicurare la difesa con troae rea a media e a bassa quota del territor io nazionale.

Il 2000 è stato l'anno del reclutamento di volontari a fèrma annuale, della trasformazione del reggimento in una forza professionale. Un arruolamento alternativo al servizio di leva o al servizio civile che offre al volontario la possibilità di proseguire nella carriera militare e comunque di acc u mulare una esperienza professionale e formativa utile per l' in serimemo nel mondo del lavoro. Molti i vantaggi derivanti da questo tipo di arruolamento. lnnanzitutto esiste la possibilità di scegliere la sede dove prestare servizio (Mantova o Cremona), poi di conseguire patemi militari convertibili, una volta congedati, in patenti ci vi li , ed infine di frequentare corsi di informatica in lingua inglese e di partecipare ad esercitazioni e a missjoni di pace a basso rischio, percependo una sostanziale indennità agg iun tiva. mensile.

Una tipolog ia di reclutamento che , inizialmente, ha trovato il serbatoio dì alimenta zione nel Nord, in forza della conven ienza di svolge re il periodo di fe rma in prossimità del luogo di residenza, ma che poi si è esteso alle regioni meridionali e centrali.

Il 40° Comandante. 11 41° Comandante. Colonnello Angelo De Pascalis (1996-1997).
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Colonnello Mario Gelato (1997-1998). Operazione DINA.K. Visita del Generale Cervo ne, Capo di Stato Maggiore dell'Eserc i to. A si ni s tra il Colonnello Pi er Paolo Lunelli. Il 42° C omandante.
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ll 43 ° Comandante. Co l onnello Pier Paolo Lunelli (1998- 1999). Colonnello Pasquali n o Mauriello (I 999 2000).

Con l'arri vo dei volontari il 4°, quale supporto al combartimemo, come special ità cara rrerizzata da elevac i contenut i tecnici, si è posto sulla strada di un nuovo asserto organiz za tivo. I primi volontari sono giunti a ll a S. Martino il 19 settembre 200 0; un mese dopo hanno pr estato gi uramento davanti a l loro com andante e all a bandiera del reggimento. U na cerimonia on orata dalla pr ese nza del comandante del l'a rtiglieria conrroa erea, delle mas sime auto ri tà della città, d ei gonfa loni delle locali tà c h e ospitano inst a ll azio ni militari de l 4°, delle associazion i combattent is tiche e d 'Arma e di molti fa migliari dei giu randi.

Il gi uram e nr o, sempre dedicato alla memoria di un caduto o d i un vivente decorato di medag lia d'oro al valo r milita re, che ha luogo da vant i alla b a ndi e ra di guer ra del reggim e nto, pe r il volontar io rap presenta un so le nn e imp egno di se rvire la co munità nazionale, di offrire un importante contributo a ll a Patr ia, al suo popol o lib e ro e sovrano.

Anche nel2000 il4° venne impegna co n e ll a z ona di Borgoforte (Mantova ) in seguito ad una alluvion e co n il perico lo di rottura d egli a rg ini del Po. Il lavoro degli art iglieri del reggimento, così come nei preced e nti int erventi di pubbliche calamità, è stato partico larm ente utile, tale da meritare i l riconoscimento del Prefetto della città di Mantova .

Siamo giunti al 2002 . Il sis rema missi l isrico HAWK , da ben 38 anni in dotazione al reggimento , ri ceve ulte riori modifìcaz ioni , alcune delle quali anco ra in fase di ultimaz ion e Grazie all'introdu z io n e di tecnologi e sem pre più ava nzare esso acq uista la possi bi-

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1 9 sett e mbre 2 0 0 0 . I primi arrivi di vo l ontari in ferma annuaJe a l reggimento.
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La cerim on ia del giuramento.

lit à di dominare meglio il campo di barraglia, di ridurre il rischio di perdite tra i combattenti che lo impiegano

Il2002 è statO un anno molro impegnati vo per il reggim e nto. In apri le ha preso parre all'Operazione "S prin g Flag", rischierand o le sue unità presso l'aeroporr o di Grosseto; in maggio è int ervenuto a ll 'o perazione "Kremlin" svol t asi a Pratica eli Mare, c in giugno, sempre a Pratica di Mare, a quella denomin ata "Aventino", ambedue queste ultim e inquadrare nell 'ambiro della missione di contro llo dello spazio aereo nazionale contro eve ntuali attacchi terroristic i portati con vettori aerei in occasione de l "Su mmit" Naro Russia FAO renurosi nella capitale.

Qui termina la mia narrazione sul 4° Conrroaerei I nuovi scenari geopo litici hanno mutato il ruolo delle nostre Forze Armare e quindi del 4° Reggim ento Artiglieria Controaerei. Ai suoi uomini viene richiesta un a sempre maggiore professio nalità ma il loro spirito, la loro forza morale:, il loro se n so d e lla fede e della di sc iplin a so no quelli di sempre, di tutti g li arriglieri c he hanno fatto parte de l 4° e che, nel corso dei suoi 77 anni di v it a, ne hanno segnato gl i event i operando su l fondamento di cerri valori, primo fra mrri quello del dovere, da molti manifestato, s ia in pace che in guerra, col sacrific io della propna v1ta

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Ope razione Spring F l ag. Posto comando di b atteria.

Il··-

1•1 l i

S PRI NG FLAG

Grosscto 8-1 3 aprì le 2002

KRE t\ ILI N

Pratica dì Mare 20-29 maggio 2003:

AVEN TI NO Prati c a d i Mare 8- l 5 g iugno 20 02

NATO RUSSIA COUNCtL CONSEIL OTAN - RUSSIE COBET POCCMSI - HATO Il 44 ° Comandante. Il 45 ° Comandan te. Colonnello Dome ni co Garzo ne (2000 2001 ) .
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Co lonnello Giovanni Pe tro s ino (2001 2002). Cremona, 18 lugl io 2003. Il Brigadiere Generale Paolo Zacc hi, Comandante della Brigata Artiglieria Co ntroaerei, parla nel corso d ella cerimonia di giuramento del 6° blocco V.F.A. 2003. U 46° Comandante. Il 4JC C omandante. Colonnello Agostino Biancafarina {2002 2.003).
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Colonnello Francesco Ippoliti (2003- )
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LE

CHE OSPITARONO IL REGGIMENTO

Peschiera del Garda 1926 Ve rona 1955

A lbenga 1947

Riva del Gard a 1951

CITTÀ
l'

LE DRAPPELLE

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Donata al reggimento dalla Consorte del Co l onnello Comandante all a sua p artenza p er il fronte rus so ( 1942). I n a l to (davanti), in basso (retro).
179
D el p e riodo in cui iJ reggim e nto , in quadrato nella Div ision e M a n tova, aveva la s u a se d e a Ce rvignano del friuli ( 1948- 1951 ) In alto (da vanti), in b asso (retro)
180
Del periodo in c ui il reggimento era di stanza in Riva del Garda ( 1951 1955) In alto (davanti ), in bas so (retro)
181
Del 2" reggimento artiglieria , un gruppo del quale passò al 4" controaereo (1964) In alto (davanti), in basso (retro).
182
La drapp ella del tempo presente. In alto ( davaJlti), in basso ( rctco) Cas erma S. Martino. Monume nto ai Caduti.
183
Caserma S. Martino. Panoramica.
184
ALCUNE CARTOLINE REGGIMENTALI
185
1:; (_ ,J<:l? CONTRO L ' ALA AVVER SA " -à;-cv186 CONTROAERE!

4° CENT RO ARTIGLI ERIA CONTRAEREI ( 1926 - 1930)

Tenente Colonnello Colonnello Giuseppe Pavesi Mario Scazzola l 926-19 28 1928-1930

4° REGGIM EN TO ARTIGLIERiA CONTRAE REI AUTO CA MPALE (1930 1934)

Colonnello Te nente Colonnello Ottavio Bollea Igino Salverei (int ) 1930-1933 1933

4° REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTRAEREl (1 93 4-1943)

Colonnello Emilio P imo 1933- 1935

Tenente Colonnello Gaetano Ala gia 1935-1936 Colonnello Paolo Fanta zz ini 1936-1937

Colonn e llo Vincen zo Catala no 1937 1939 Colonnello Francesco De Vill a 1939- 1941 Maggiore Antonio Di Lorenzo (int.) 1941 Colonnello Giuseppe Di Martino 1941- 1943

4o REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTROAEREI LEGGERA (( MANTOVA" (1947 - 1951)

Maggiore Maggiore Colonnello Maggiore Colonnello

1947 1947 1947- 1949 1949- 1950 1950- 1951

I COMANDANTI
Piero Pi cca (nu cos titutivo ) Francesco Muscara (nu . costitutivo) Giovanni Piacentini Mar io Giovenco (int. ) Giusepp e Salvati 187

4° REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTROAEREI PESANTE (1951-19 64 )

Colonnello Antonio Alfaro Degan 1951-1 952

Tenente Co lonnello Cir ino De Maria (int.) 1952-1953

Colonnello Antonio Marin i 1953-1958

Colonnello G iu seppe Ferrante 1958-1960

Co lonnell o Aldo Bassignano 1960-1961

Co lonnell o Teresio Peli zza 1961-1963

Colonnello Pasquale Sammarco 1963-1964

4° REGGIMENTO ARTIGLIERIA MISSILI CONTROAEREI (196 4- 1992)

Col onnello Pasquale Sa mmarco 1964-1965

Colo nn ello Fili ppo Gandolfì 1965-1967

Co lonnell o Bartolomeo Macchiarelli 1967-1968

Co lonnell o Giovanni Macchi 1968-19 70

Colonnello Giro lam o Dre i 1970-1972

Colonn ell o Erm anno Pozzi 1972-1974

Co lonnell o L uigi Pa lmieri 1974-1 976

Co lonnello Giorgio Ghedini 197 6-19 78

Co lonn ello Aurelio Rignano 1978-1980

C olonnell o Renato De Mola 1980-198 2

Colonne ll o Franco Preite 1982-1 984

Co lonnello Nico lò Velia 1984-1987

Co lonn ello Piero Petrilli 1987-1988

Co lonnell o V in cenzo Sa mpieri 1988-1 989

Co lonne ll o Giuseppe Caldarazzo 1989-1991

Colonnell o Anronio Cosma 1991 -1992

188

4° REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTROAEREI ( 1992 1997)

Colonnello Colonnello Colonnello

Antonio Cosma G iovanni Raguseo Angelo De Pascalis

1992-1993 1993-1996 1996-1997

4o REGGIMENTO ARTIGLIERIA CONTROAEREI ((PESC HIERA" (1997-)

Co lonne llo Angelo De Pascalis 1997

Co lonne ll o Mario Gelato 1997-1998

Co lonnello Pier Paolo Lunelli 1998- 1999

Colonnello Pasqualino Mauriello 1999-2000

Colonnello Domen ico Garzone 2000-2001 Colonnello Giovanni Petrosino 2001-2002

Co lonnello Agostino Biancafa rin a 2002-2003 Colonnello Francesco Ippoliti 2003

189

DECRETO 18 DICEMBRE 19 5 1

È concesso al 4° Reggimento Artiglieria Conrroaerei Leggero "Mantova" il seguente stemma: D'argento alla croce di rosso attraversata in campo da lambello d'azzurro di tre pendenti.

Il primo quarto troncato d'argento e di verde, alla burella d ' azzurro posta in banda e caricato in cuore dall'arma di Ucraina d'oro. Ornamenti esteriori; Sullo scudo, il fregio dell'Arma di Artiglieria, specialità contraerei, con l'indicazione del numero de l reg gimento s u una piastrina d'argento , sormontato da un elmo, posto di profilo , cimato di tre foglie di quercia d'oro e accompagnato sotto da un nastro d'azzu rro svo lazzante ai lati dello scudo. Sotto lo scudo su lista d 'argento con l'estremità bifide di nero bordate d'oro, il

GLI
STEMMI ARALDICI
"CONTRO
190
I..:ALA AVVERSA"

DECRETO Il MARZO 1991

È concesso al 4o Reggimento Artiglieria Controaerei uno stemma descritto come appresso :

STEMMA: inquadrato nel Primo, d'argento, alla croce di rosso, accantonata nel capo a destra dalla testa di Virgilio, alla naturale , in maestà, attortig li ata dal serto di alloro, di verde; nel Secondo, d'azzurro alla Monogramma d' Uc raina , d'oro, sormontato dalla stella di cinque raggi, dello stesso; nel Terzo, di azzurro, alla stella alpina rec isa, fio rita di tre e fogliata di tre, al naturale; nel Quarto, di rosso, al silfìo di Cirenaica, reciso d'oro. Lo scudo sormonrato dalla corona rurrira d'oro degli Emi Militari e ornato dalle insegne indicanti la ricompensa al valor militare conseguita. Sotto .lo scudo, su lista bifìca svolazzanre d'oro, il moto in caratteri romani maiuscole di nero

" CONTRO
191
I;ALA AVVE RSA"

Rivo d/Garda 195 1 55/

Peschi e " • Verona 1926 1955·68 Ravenna 1968·92 •

192 LE
GUARNIGIONI
19 3
Scudetto omerale deW Artiglieria Contro aerea d ell 'Ese rcito.

Nota bibliografica

II volume è stato redatto sulla base di documenti d'archivio dell'Ufficio Storico della S .M .E. e delle memorie sroriche del 4° esistenti presso il comando di reggimento.

Mi so n o avvalso, altresì, dei seguenti testi per notizie di carattere specifico:

FRANCESCO FATUTTA, Cenni sull'impiego dell'artiglieria contraerea nel corso del1 o conflitto mondiale- Studi storico militari, SME, Ufficio Storico, anno 1990.

VI NC ENZO GALLINARI, L'esercito italiano nel primo dopoguerra 1918-1920, SME, Ufficio Storico, 1980 .

MASSIMO ]ACOPI, Il centro addestramento e sperimentazione artiglieria contraerei e la specialità. Dalle origini al 2000, Officina Grafica Bolognese , Bologna 200 l

LUIGI LONARDO, Mantova 1943. Una stagione di guerra, Ed. Franco Angeli, Milano 1995 .

GEN. ETTORE MA NCA DI MORES, L'impiego della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano, SME, Ufficio Storico, Roma 1985.

MARIO MONTANARI, Le operazioni in Africa Settentrionale, SME, Ufficio Storico.

LEOPOLDO NUTI, L'Esercito Italiano nel secondo dopoguerra 1945-1950, SME, Ufficio Storico.

GEN. MARIO PRATO, L'artiglieria contraerea- Ottant'anni di storia, Padova 1991.

GEN. CAR10 ROSSI, Artiglieri eroici dell1talia sconfitta (1940-1945) , Ed. Superga, Torino, 1955 .

FILIPPO STE FANI, La storia delle dottrine e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano, SME, Ufficio Storico, Roma 1985.

Storia dell'Artiglieria Italiana, Pa rt e IV dal1914 al 1920 e Parte V dall920 al 1945 .

195

Indice

Presentazione del Còmandante della Brigata di Artiglieria Controaerei Saluto del Sindaco della città di Mantov a . . . . . . . . . . .

Prejàzione del Comandante del Corpo Speciale E.I. S.M O.M. già Comandante dell'Artiglieria Controaerei dell'Esercito Premessa ... Ringraziamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

CAPITOLO I

LARTIGLIERTA CON TRAEREA: LE ORIGINI E LA SUA PARTECIPAZI ONE ALLA GRANDE GUERRA

CAPITO LO II TRA LE D UE GUERRE M OND IA U

CAPITOLO III LA BATTAG LIA DELLE ALPI

CAPITOLO TV NELLE BRU CIANT I SABBIE DEL LAFRICA SETTENTRIO NALE

CAPITOLO V

NE LLA STE PPA GELATA T RA IL DON EZ E IL DON La vis i ta a Manrova del Gene rale Garibald i, g ià Coman danre dell'Sa Armata itali a n a in Russ ia (magg io 1943)

pag. 7 9 " 11 " 13 " 15 " 17 )) 29 , 43 )) 5 1 " 81 " 10 7 " 109

CAPITOLO V[ IL DRAMMATICO 8 SETTEMBRE 197

I valorosi militari del 4o Conrroaerei cadu t i durante le tragi ch e giornate dell'armi st izio, decorati di medaglia d'arg ento al Val or Milita re . Ufficiali m anro vani che hanno prestato servi zio al 4° Conrroaerei nel period o bellico (1940-' 43)

CAPITO LO VII

IL SECO NDO DOPOG UERRA

Le città che ospit arono il reggi mento

Le drapp ell e . . . . . . . . .

Alcune cartoline reggimentali

I Comandant i . .

Gli stemmi ar aldici

Le guarnig ioni . .

Nota bibliografica

" 118 " 122 " 125 " 177 " 178 " 184 " 187 " 190 " 192 " 195

198

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