LEZIONI APPRESE NELLE OPERAZIONI CONDOTTE DALL’ESTERO

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Una Organi zzazione moderna ed efficiente per fornire risposte efficaci alle sollecitazioni esterne, deve sapere utilizzare, sistematicamente e con chiara visione del futuro, le esperien ze via via maturate. Ciò perché le s trutture e le procedure che ne regolano il funzionamento siano sempre aderenti al quadro di situazione contingente. Anche l'Esercito - in a nalogia a quanto avviene in tutti i Paesi della NATO- si è posto l'obiettivo di raccogliere, valutare e diffondere capillarm ente le esperien ze tratte dalle attività operative, per aggiornare e rifasare costantemente lo strumento in tutte le sue componenti. La mia conversazione si articolerà in due parti. Nelle prima illustrerò le "lezioni apprese" dalla Forza Armata durante le op erazion i multinazionali , nei settori della dottrina, della organizzazione delle forze, d egli equipaggiamenti, dell'addestramento e della logistica. Nella seconda parte, vedremo come le "lezioni apprese", poste in sis tema con l'analisi del quad ro di situazione nazionale ed internazionale e dell'insieme delle missioni affidate all a Forza Armata, hanno consen tito di avviare un processo di riconfigurazione generale dello strumento terrestre. Riconfigurazione che, partendo dal concetto opera ti vo, arriva a definire i "pacchelli di capaci tà" che la Forza Armata deve predisporre per rispondere con efficacia alle richieste di sicurezza del Paese. Ved remo, infi ne, com e la dinamicità con la quale si modifica no gli scenari di impiego e la molteplicità degli impegni operativi hanno suggerito di creare u n s istema per co nsen tire la pu ntu ale sistematizzazione delle lezioni apprese. j

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l PARTE La .prima considerazione che emerge d alle operazioni fin ora condotte riguarda la crescen te complessità degli scenari. I parametri che determinano il s uccesso delle missioni di "peace keepi ng" sono essenzialmente due: - il consenso politico delle parti ex belligeranti verso l'operazione; -la credibilità della forza di inter((••.sono emersi chiaravento e la sua imparzialità verso le mente i Imiti deUe Nazioni faz ioni in lotta. Unite a condurre direttamente gli Interventi di "P ace ke plng"... ,

Le esperienze su l campo hanno dimostrato che il co nsenso politico, indispensa bile per avviare la missione umanitaria, può non essere condiviso da tutti gli "attori" presenti in Teatro che spesso sfuggono al controllo delle "autorità riconosciute".

In questo scenario sono emersi chiaramente i limiti delle Nazioni Unite a condurre direttamente gli interventi di "peace keeping". I motivi sono di natura s trutturale, perc hè le NU non dispongono né di forze proprie né di una propria organizzazione C2, ma sono anche e soprattutto di natura concettuale e investono l'impostazione stessa dell'operazione perché si ricollegano al principio della mentalità passiva. Le recenti operazioni hanno confermato che la capacità di Comando e Controllo non si può improvvisare. Le Nazioni Unite che, come detto, non dispongono di strutture permanenti, hanno dovuto: - affidare la direzione delle operazioni ad una organizzazione regionale, quale è la NATO (caso della BOSNIA); - oppure, designare una Nazione leader (l'Italia nel caso dell'ALBANIA). La NATO, per realizzare strutture sempre più efficaci, prontamente spendibili e totalmente proiettabili ha sviluppa-

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to il concetto di Combined Joint Task Force (CJTF) onde conferire ai Comandi Regionali, la capacità di proiettare s trutture di com ando in teatri diversi da quelli individuabili nelle aree di rispettiva responsabilità. L'Italia, e la Forza Armata in particolare, intende concorrere alla concretizzazione del concetto di CJTF, con l'inserimento di personale nei diversi Comandi NATO, ma soprattutto con il potenziamento del COMLANDSOUTH incentrandovi il Comando della componente operativa terrestre. L'Esercito dovrà, inoltre, disporre di almeno un Comando Operativo intermedio prontamente spendibile, proiettabile ed espandibile in senso interforze e multinazionale e predisporne un secondo, potenzialmente proiettabile, non fosse altro che per motivi di rotazione. Tullavia, la struttura di comando e controllo per le operazioni di "peace support" deve essere definita caso per caso, in base alla natura della missione da assolvere, ai vincoli imposti d alle Nazioni partecipanti e all'interoperabilità delle forze da queste messe a disposizione. Le relazioni di comando e controllo, con particolare riguardo all'autorità da delegare al Comandante della Forza di Intervento, costituiscono uno degli aspetti più delicati dell'intera problematica. Normalmente, la delega non supera il livello d i autor ità corrispondente al controllo opera tivo (OPCON). È un livello di autorità che garantisce sufficienti margini discrezionali nella d irezione delle fo rze in zona d i operazioni e che, nel contempo, of{re alle Nazioni partedpanti, sufficienti garanzie di controll o su ll 'impiego delle rispettive unità nell'ambito 4


del manda to. Nell'operazione in Bos nia, proprio per co nsen tire alle autorilà ,nazionali di esercitare il controllo sull'impi ego delle u ni tà è stato adottato un modello organizzativo basato sulle figu re dell'Ufficiale Coordinatore Rappresentante deJl'Autodtà Nazionale UCRAN - e del suo "d ep u ty'' DUCRAN - affiancati r ispettiva mente ai Comandanti multina·zionali della Forza e della Divisione. I due Ufficia li, privi di autori tà diretta sul contingen te nazion ale, assicurano due importanti fu n zion i: - prima: garantire alle au torità italiane un'adeguata supervisione sull'esercizio dell'OPCON n ei limiti previsti dal m andato; - secondo: costituire un canale preferenziale e diretto di collegamento con la nazione per far fronte, con tempestività ed efficacia, ad esigenze non pianificate. Il modello realizzato in Bosnia, è risultato efficace nel caso specifico, potrebbe non essere applicabile in altre circostanze. Tra le soluzioni alternative allo s tudio, cito quella di prevedere un Comandante Nazionale di Contingente con res ponsabilità allargate alle predisposizioni per lo schieramento delle Forze in teatr o, ed all'organizzazione del sos tegno logistico della componente nazionale. Voglio sottolineare che l'indeterminatezza della situazione è una caratteristica delle aree conflittuali e ch e il consenso non può essere dato per scontato. Ciò nonostante le NU h anno continuato ad applicare, anche di recente (per esempio UNPROFOR), un modello di "peace keeping" basato su 5


osservatori e forze di interposizione "leggere", a pplicando il principio rigoroso de lla n eutralità passiva. Le lezioni apprese hanno indotto molte Nazioni, a definire congiuntamente una base dottrinale specifica e compiuta, sulla quale basare la preparazione e l'i mpiego delle unità. Tutte hanno convenuto sulla opportuni tà di superare il modello neutrale - passivo e di individuare i lineamenti per l'impiego proattivo d ella forza militare, ossia costruttivo ai fi ni dell'attuazione del Piano di Pace. Questo nuovo modello subordina l'attuazione dell'intervento a tre precise condizioni: - prima: esis tenza dj un piano di pace sottoscritto dalle fa zioni in lotta; - seconda: consenso a livell o poli tico e militare nei confronti dell'in tervento; - terza: cessate il fuo co in atto a livello militare operativo (che non esclude, però una probabile co nflittuali tà a livello locale). Il nuovo modello definisce anche quattro requisiti minimi, ai quali si d eve con fo rma re la forza d i intervento: -primo: unità d i inten ti delle Nazioni partecipanti; - secondo: concordanza sugli obiettivi e sui piani operativi; - terzo: imparzia lità nei confronti delle fa zioni; - quarto: impiego controllato della forza. Come già detto, il parametro concettua le e di ri feri mento imprescindibile per l'awio d i un'operazione di supporto della pace è il raggiu ngimento d i un accordo tra le p ar ti in lo tta. La Forza di Intervento fa quindi affi damento sul fatto che i 6


Capi politici ed i Capi delle fazioni hanno accettato pienamente il Piano di Pace, condividendone obiettivi e modalità di attuazione .

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Ma il consenso totale non è un presupposto realistico. Anche se i Capi sul campo si sono impegnati a rispettare il cessate il fuoco, possono verificarsi occasionali violazioni dall'una o dall'altra fazione a livello locale. Possono quindi sussistere le condizioni per l'uso della forza allo scopo «Per quanto riguarda l'orgadi imporre il rispetto degli nizz Ione delle forze, è assoaccordi, oltre che, ovvialutamente indispensabile che mente, per garantire la esse abbiano un assetto da sicurezza e l'autodifesa combattimento... ,, delle unità. D'altra parte, ogni episodio conflittuale può infrangere la barriera del consenso, può riaccendere la crisi e con essa la guerra, segnando il fallimento dell'operazione di "peace keeping". Questa nuova impostazione, quindi, presuppone la disponibilità: - da un lato, di forze adeguatamente organizzate, equipaggiate e preparate ad ingaggiare il combattimento; - dall'altro, di una specifica organizzazione preposta al controllo della forza sul campo ed alla gestione dei possibili incidenti. Per quanto riguarda l'organizzazione delle forze, è assolutamente indispensabile che esse abbiano un assetto da combattimento. Questo non solo per conferire loro la massima credibilità ma anche per consentire loro di af{Tontare efficacemente improwisi e sempre possibili cambiamenti di situazione. La perdita del consenso, qualunque ne sia la causa, può portare al fallimento dell'operazione. In una tale evenienza, non resterebbe che: 7

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• passare ad una azio ne di imposizione della pace; • oppure, riti rare le forze dal teatro. La decisione sulla opzione da attuare compete all'Autorità politica internazionale. Ma, in ogni caso, la Forza di intervento deve attuare in tempi brevissimi una azione di contenimento, a premessa del passaggio ad una operazione di "peace en forcement", o dello sganciamen to e del ritiro. Questo significa che le moderne operazioni di peace keep ing r ichiedono capacità operative di eccellenza in quattro settori: • primo: intelligence; • secondo: Comando e Controllo, nella duplice prospettiva di dover soddisfare la legittima aspirazione delle singole Nazioni ad eserci tare il controllo s ui propri contingenti e la massima interoperabi lità tra i diversi con tingenti, non p iù solo NATO; • terzo: mobilità, che nelle operazioni d i peace support sign ifica soprattutto massima velocità su strada; • qua rto: p rotezione, non solo indiretta - ossia quella derivante dalla credibilità d ella Forza - ma anche diretta, ottenuta attraverso l' indurimento dell'equipaggiamento e dei mezzi. Ma l'elemento di m aggiore rilevanza è costitui to sicuramente dalla professionalità e dalla motivazione dei protagonisti, dei peacekecper a tutti i livelli. I comp~rtamenti dei peacekeeper sono definiti dalle regole d'ingaggio. Buone regole d'ingaggio sono il presupposto fo ndamentale per il successo e la credibilità dell'i ntervento. Devono, per ta nto, essere reda tte accurata mente in funzione s ia della miss io ne s ia della s ituazione politico-militare in cui si è chiamati ad oper are. Devono essere chiare, comprensibili ed univoche, idonee a sa lvaguardare - quale obiettivo prioritario - l'incolumità del personale e la credi bilità della missione. Cred ibili tà che 8


include la deterren za e la capacità di ritorsion e. Quindi, per conferire reale credibilità ad una operazio ne "militare" è necessario c he l'uso legittimo delle a rmi non s ia limitato al l'a l,ltodifesa, ma venga esteso fin o a d includ ere il ricorso alla forza min ima pe r l'assolvime nto del m a ndato . Ques ta è la novità di maggior ri lievo c he cara tte rizza le moderne o pe razioni d i peace keeping. Essa co nferisce efficac ia all'azione m ilitare, ma co ntribuisce a rend erne più co mplessa la condotta. L'applicazione delle regole di ingaggio non è una competenza escl usiva dei Comandanti di contingente ma può co involgere anche i Comandanti d i minori unità, se non addirittura il s ingolo mili tare.

«È opportuno evidenziare che un militare ha pochi s econdi per decidere il comportamento d tenere. L'addestramento dei singoli va dunque curato con notevole scrupolo e competenza...»

È facile immaginare la r ison a nza c he un non corr e tto uso dell e RoE avrebbe anche fuori del teatro e come l'episodio verrebbe immediatamente diffuso dai media in tutto il m ondo. Va da sé, che tutti i peacekeep er de bbano acqui sire una spicca ta ca pac ità d i valutare queste implicazioni.

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È o pportuno evidenziare c he un militare ha pochi secondi per decidere il comportame nto d a tenere. L'a ddestrame nto dei singoli va dunque c urato con notevole scrupolo e co mpetenza.

Esis te, tuttavia, una s p eci fica organizzazione negoziale permanente de putata, tra l'altro, ad ammortizzare gli effetti di eventuali incidenti. Si tratta delle Join t Military 9


Commissions (JMC). Esse so no inserite in un complesso organizzativo che mira a realizzare uno stretlo collegamento tra la forza di intervento e le organizzazioni locali. A livello tattico, le commissioni miste sono presied ute dal Comandante e costi tuiscono un foro importantissimo per: - informare costantemente le fa zioni sulle attività in corso, nell'otli ca di una « ...nelle operazioni di peacc upport Il concetto di assoluta trasparenza delle "vittoria" non esiste ed è operazioni; sostituito d quello di "sue- prevenire eventuali incicesso"•.. » denti sottolineando i rischi a cui le fazioni possono andare incontro in caso di comportam enti non conformi al mandato; - gestire, minimizzandone gli effetti, gli eventuali incidenti derivati da una errata applicazione delle RoE. Queste commissioni, sono previste dalla dottrina, nell'ambito delle operazioni civili -militari, e costituiscono l'elemento portante dell'organizzazione consul tiva-negoziate preposta all'implementazione del trattato di pace. Le Operazion i Civili Militari, sono sviJuppate parallelamente alle operazioni di peace keeping vero e proprio, ma sono con queste strettamente coordinate, per contribuire: - nell'immediato, ad elevare e/o mantenere alto il consenso delle parti; - nel lungo periodo, a creare le premesse per il ritorno alla normalità socio-economica delle popolazioni. Questo, molto sommariamente le lezioni apprese dalle operazioni multinazionali cui l'Esercito ha partecipato.

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Ma come articolare e preparare le Forze da inviare in teatro, per dotarle de lle capacità ric hieste? Per ri spondere co m p iutamen te a questa domanda occorre fare a lc une ulte riori considerazion i. Nelle operazioni di tipo t radizionale le Unità sono impiegate secondo moduli precostituili, ne i quali l'equilibrio tra leta lità c protezione deriva da lla volontà di perseguire la vittoria, senza alcu n a limitazione nell 'uso della fo rza. Nelle operazioni di peace su pport il concelto di "viltoria" non esis te ed è sostituito da quello di "successo", da perseguire a ttraverso lo sviluppo armon ico di una vasta gamm a d i attivi tà, prevalenteme nte non violente. Ino ltre, gli scen a ri di possibile impi ego sono assai d iversi. In queste condi zioni non risulta conven iente utili z7.a re modu li organici precostituiti: è invece necessario o conveniente r icorrere a con tingenti strutturati ad hoc, in relazione a lla specifica esigenza da fronteggiare. Questo significa che le unità, sono raggruppate in formazioni s tandard presso le sedi s tanziali per ragioni disciplinari ed ammin istrative, e possono essere assiemate all'atto del l'impi ego, s ulla base dell a esigenza e secondo il princip io del1a task organization. Coerentemente con questi presupposti, i contingenti nazionali impi egati in Bosnia e in Albania, son o stati configurati con l'obie ttivo di conferire loro sp iccate caratteristiche di versatilità, mobilità, protezione e poten za di fuoco. I contingenti sono composti da unità di tipologia assai diversa, s ia per le forze di manovra sia per i s upporti tattici. In particolar e n el1e " forze di manovra" : -la componente meccanizzata e corazza ta è tenden zialm ente orientata a lle attività static he di controllo e di sicu11


rezza, quali attivazione di check-point e di apprestamenti difensivi; - la componente blindata/motorizzata, in virtù della maggiore flessi bilità, è orientata alle attività a spiccata connotazione mobile: scorta convogli, esplorazione, pattugliamento di itinerari. Le unità di artiglieria e mortai pesanti, assolvon o, prioritariamente, un ruolo dimostrativo e dissuasivo nei confronti delle fazioni. È opportuno evidenziare che in Bosnia l'artiglieria è p re-

sente con un li mitato numero di pezzi (o tto), pur dovendo assicurare la copertura di un settore molto esteso. Occorre però sottolineare che in caso di intervento, deve essere garantito un elevato grado di accuratezza del tiro per ridurre al minimo il r isch io di "danni collaterali" alla popolazione civile. Questo vuoi dire che l'unico ti ro ch e è possibile effettu are è quell o direttamente osserva to, il che r ichiede un raffittimen to della rete di osservazione. Si tratta di un impiego del fuoco che potrei definire chirurgico: in sostanza, stiamo passando dal concetto di fuoco di saturazione di area e quello di fuoco di precisione ed effetto con trolla to. Le Forze Speciali svolgono, innanzitutto, una attività informativa caratterizzata da spiccata discrezione ma anche Cla capillarità ed accuratezza. Tale importantissima attività è indirizzata sia al territorio sia al tessuto sociale ed è sviluppa ta non solo a supporto diretto del contingente nazionale, ma anche nel più ampio contesto m ul tinazion ale. Le Forze Speciali, operano anche a sostegno diretto deJJe unità impegnate in azioni ta ttiche delicate e/o ad elevato rischio e concor ro no all'acquisizione ed alla designazione di obiettivi in profondità, nonché all'osservazione ed al contro}12


lo del fuoco di artiglieria. La componente "carabinieri paracadutisti" si è rivelata insostituibile per svolgere attività connesse con la sicurezza, le informazioni, il controllo del traffico e del movimento, i contatti con la popolazione, nonché pe1~ funzioni di polizia militare. La componente genio, costituita su base compagnia guastatori di Brigata e rinforzata con mezzi speciali e nuclei BOJ;: (b onifica ordigni esplosiv i), ha svolto attività assai diverse. Inizialmente è stata indiri zzata verso la "mobilità" ed i lavori infrastrutturali per agevolare lo schieramento del contingente, quali interventi sulla viabilità, bonifica di ordigni esplosivi, riparazione di edifici per l'alloggiamento del personale. Nella fase più calda è stata l'attività dei nuclei boe ad assumere il ruolo preminente, soprattutto nelle aree di insediamento della popolazione. Infine, a situazione stabilizzata, si è passati alJ"utility repare" che rientra nell'ambito delle operazioni civili miJitari. Tra queste, il ripristino della viabilità ferroviaria ad opera del reggimento genio ferrovieri. Il supporto delle trasmissioni ha ormai assunto connotazioni molto particolari, sia per il territorio da coprire, decisamente più esteso che n egli scenari operativi tradizionali, sia per la necessità di evitare i r ischi di "black-out". Il notevole sforzo organizzativo - funzionale si è concretizzato nel raddoppio o addirittura nella triplicazione delle reti, differenziando ove possibile i sistemi di comunicazione.

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Le unità di elicotteri d'attacco conferiscono ai contingenti grande credibilità e spiccata capacità di deterrenza, per elevata mobilità, accentuata versatilità d'impiego, considerevole potenza di fuoco e possibilità di movimento notturno. Sono, quindi, indispensabili per sviluppare attività di particolare valenza e visibilità quali: « ... Le unità di elicotteri - la sicurezza d'area; d'attacco conferiscono ai - la ricognizione armata; contingenti grande credibili- la scorta armata a convogli tà e spiccata capacità di ed unità. deterrenza •.. » Sin qui abbiamo visto come e perché "confezionare" i contingenti, vediamo ora com~ addestrarli. Una preparazione di tipo militare classica, come penso sia chiaramente emerso, è necessaria, ma non è ancora sufficiente. Innanzitutto, l'assemblamento delle forze secondo il principio della "task organizzation" richiede una fase preliminare di addestramento del contingente sul territorio nazionale, per consentire l'amalgama delle unità di diversa tipologi"a. Debbono essere svolte, in particolare, attività addestrative mirate, quali: - lezioni generali; situazione sociale, culturale e politica in teatro, scopo e mandato della missione, regole di ingaggio, elementi di diritto bellico e umanitario; - addestramento specifico, con riferimento alle situazioni di impiego previste: posto osservazione, posto di blocco/controllo, controllo d'area e pattugliamento, rastrellamento, scorta di convoglio, controllo delle violazioni, applicazione delle regole di ingaggio, ecc.; 14


- addestramento di reparto con sviluppo di esercitazioni sul terreno. Tornerò sulla organizzazione dell'addestramento nella sec0nda parte di questa mia conversazione.

La o istiC' Le operazioni multinazionali hanno consentito di verificare la validità della organizzazione logistica nazionale. Per l'alimentazione dei contingenti è stata attivata la catena logistica nazionale che attualmente si articola su tre anelli. Up elemento di rilevante importanza è costituito dall'area di transito, sotto la responsabilità del Reggimento Logistico Regionale (RELORE) articolato su un Reparto Logistico di Contingenza (RELOCO) Italia e un RELOCO dislocato in Teatro. I rifornimenti vengono effettuati sempre "dall'indietro verso l'avanti"; dalla madrepatria per via aerea e navale; in teatro per via ordinaria. Le lezioni apprese dalla Forza Armata hanno imposto di riesaminare anche la componente logistica, con l'obiettivo primario di riconfigurarla secondo criteri di accentata flessibilità, perché possa adattarsi a situazioni di impiego anche molto diverse tra loro e sostenere proiezioni di forze fuori area, con spiccato allungamento del braccio dei rifornimenti; È anche emersa l'opportunità di accorciare la catena funzionale eliminando la demoltiplica dei Comandi di Regione Militare, riducendo S·e nsibilmente il numero delle formazioni logistiche presenti sul territorio accorpandole in pochi poli specialistici dedicati ai "rifornimenti" ed al "mantenimento", e prevedendo quando necessario il potenziamento della fascia di aderenza con organi inseriti direttamente nella componente operativa, per conseguire un equilibrato livello di autonomia funzionale logistica delle unità; Si è altresì rivelato indispensabile completare in tempi brevi l'ammodernamento del sistema di comando e controllo di tutta l'area logistica, attuando la gestione automatizzata 15


dei parchi mezzi e materiali e delle attività di mantenimento e rifornimento.

n ricorso a forme di cooperazione multinazionale in campo logistico consente di realizzare consistenti economie, specie nei campi dell'acquisizione di beni e servizi e della costituzione di unità logistiche di teatro. cc ... Risulta Inoltre conve· niente designare una "nazione pilota" per il coordinamento del rapporti con le autorità e gli operatori locali •.• »

Risulta inoltre conveniente designare una "nazione pilota" per il coordinamento dei rapporti con le autorità e gli operatori locali e per la stipula degli accordi generali in materia di approvvigiona-

mento delle risorse. Le singole Nazioni però debbono mantenere adeguati margini di discrezionalità nella fase di concretizzazione degli approvvigionamenti. Per concludere questa prima parte d ella mia conversazione, vorrei riassumere gli elem enti essenziali delle lezioni • apprese. Una prima riflessione sulle esperienze che stiamo vivendo riguarda la struttura di comando e controllo.

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Il ricorso ad una organizzazione militare permanente, quale è la NATO, con strutture efficienti e procedure di lavoro collaudate, ovvero, la designazione di una Nazione Leader ha risolto - sembra, in maniera efficace - il problema del comando e controllo, che in passato ha costituito il punto de bole di molte operazioni di peace support. 16


Un altro ammaestramento riguarda la composizione delle unità. Nelle operazioni di peace support sono da prevedere compiti assai diversificati e situazioni imprevedibili. Pertanto non risulta più conveniente impiegare unità organicamente precostituite, ma è necessario ricorrere a formazioni modulate per la specifica esigenza, secçmdo il principio della "task 5 organization". Tra l'altro, tale nuovo concetto impone un'eccezionale flessibilità dei singoli moduli ed un'elevatissima capacità C2 da parte del Comando destinato ad impiegarli. Infine, l'aspetto logistico. È emersa la necessità di riconfigurare lo strumento, di procedere ad una riduzione quantitativa degli organi, ad un accorciamento della catena funzionale logistica nell'ottica di una accentuata flessibilità del sostegno e di una gestione accentrata delle risorse e delle attività. Va sottolineato che il successo dell'operazione, è anche legato ad altri fattori. Tra questi: - la perfetta sintonia tra azione diplomatica ed azione militare; - la credibilità ed imparzialità delle forze; -l'efficacia delle regole di ingaggio; - la capacità, a livello politico e operativo militare, di mantenere ed incrementare il consenso delle popolazioni, anche attraverso le operazioni civili o militari; - la validità della campagna di "press information", per garantire all'operazione il sostegno della pubblica opinione internazionale. 17 ....

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II PARTE

Per poter compiutamente delineare la configurazione generale dello strumento militare terrestre, le lezioni apprese debbono essere poste in sistema con la situazione italiana. Vediamo, innanzitutto, il contesto internazionale. La NATO ha modificato la propria strategia, passando dal concetto dj difesa a quello più ampio e complesso eli sicurezza. Ciò significa che gli strumenti militari non saranno più ancorati a scacchieri operativi prepianificati, ma dovranno acqu isire spiccate caratteristiche eli proiettabilità per intervenire anche fuori dell'area NATO per comporre le crisi emergenti prima che degenerino in conflitti veri e propri. In tale ottica, l'Alleanza si sta dotando eli Comaneli "proiettabili" eli adeguato livello, sia attraverso la concretizzazione del concetto di CJTF, sia attraverso la costituzione eli Comandi precostituiti per le Forze eli Reazione. In ambito all'Alleanza, si moltiplicano le iruziative di cooperazione "bi e plurilaterali". Un cenno particolare merita l'iniziativa, tutta continentale, della Identità eli Sicurezza e Difesa Europea (European Security and Defence Identity- ESDI). Il ruolo emergente della ESDI in ambito Alleato testimonia concretamente l'assunzione da parte degli europei di maggiori responsabilità nel settore della difesa e, nel contempo, afferma l'esigenza di mantenere un rapporto transatlantico stabile e sicuro. Inoltre, numerose sono le iniziative riguardanti la costituzione eli forze multinazionali al eli fuori dello stretto ambito de il'Alleanza. t8


Con riferimento alle sole forze terrestri, cito: - il Corpo d'Armata Europeo (EUROCORP) su base FR, GE, BE e SP, che è impiegabile dal novembre 1995; - Ja Forza Operativa Rapida Europea (EUROFOR), costituita da IT, FR, SP e PO, che sarà completata nell'ottobre 1997; - la Forza Anfibia britannico - olandese; -l'iniziativa italo-tedesca - anche se ancora in fase di studio per la costituzione di una G.U. alpina combinata; - l'iniziativa italo - sloveno - magiara, in fase di lancio per la costituzione di una bligata alpina multinazionale. In definitiva, l'evoluzione della NATO, la costituzione di strutture di Comando e Unità multinazionali ed i contesti operativi sempre più internazionalizzati impongono una riorganizzazione degli strumenti militari nell'ottica di una sempre più spiccata integrazione. Per l'Italia, l'ipotesi di un conflitto generalizzato che interessi direttamente il territorio nazionale, seppure molto remota, non può dirsi comunque definitivamente ·scongiw·ata o tramontata. In ogni caso, un eventuale conflitto si proporrebbe con tempi d i preavviso prevedibilmente molto lunghi e verrebbe fronteggiato nel contesto NATO, sulla base del principio di reciprocità. Si sono create, inoltre, le condizioni per il controllo preventivo dei rischi, attraverso una politica di sicw·ezza proiettata all'esterno, allo scopo di comporre le crisi prima che possano sfociare in conflitti, che possono intaccare interessi nazionali. Per la Forza Armata, gli scenari che con maggiore probabilità potranno interessare Io strumento m iHtare terrestre sono costituiti, in ordine prioritario, da : -Area Balcanica; - Regioni del nord Africa; - Medio Oriente. Inoltre, sotto la spinta della pubblica opinione, la Forza Armata p uò essere chiamata a condurre operazioni di tipo umanitario a nche in aree più remote, come ad esempio l'Africa 19


«••. Da questo quadro di

centrale e sub-sahariana. situazione, emerge chiaraAnche le calamità naturali mente che la difesa e la le attività terroristiche sono sicurezza della Nazione non emergenze che possono intesono più ristrette al solo ter· ressare il territorio nazionaritorio italiano.••,> le. Da questo quadro di situazione, emerge chiaramente che la difesa e la sicurezza della Nazione non sono più ristrette al solo territorio italiano, ma devono necessariamente essere proiettate anche al di fuori di esso. Lo strumento militare può quindi essere chiamato ad intervenire secondo tre opzioni: - sul territorio italiano, per la sicurezza diretta della Nazione; -in area NATO, in ottemperanza all'articolo 5 del Trattato; -fuori dell'area NATO, in aderenza a specifiche risoluzioni delle NU. In tale prospettiva, le funzioni principali affidate allo strumento militare sono: - presenza e sorveglianza sul territorio nazionale; -difesa degli interessi esterni e contributo alla sicurezza internazionale; -difesa integrata degli spazi nazionali e dell'Alleanza. Per poter delineare il concetto operativo delJ'Esercito è necessario entrare nel merito delle missioni assegnate alla Forza Armata, effettuare, cioè, l'esame delle missioni. La presenza e sorveglianza comporta una serie di attività che possono essere riassunte in tre categorie: -presenza avanzata; -concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni ed al mantenimento dell'ordine pubblico; -concorso al bene della collettività nazionale. La presenza avanzata consiste nel garantire la permanenza di unità sul suolo nazionale, a scopo preventivo e deterrente, nonché la capacità di intervento sulJe frontiere o in altre aree del territorio. 20


Di norma, essa si sviluppa contestualmente a lle attività addestrative che, in condizioni particolari, possono essere svolte in località dove è più sentita la necessità di una presenza militare. Il concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni ed al mantenimento dell'ordine pubblico è uno dei compiti che la legge 382/78 assegna alle F.A.. Le attività sono connesse al concorso nel controllo del territorio al fine della prevenzione/contrasto di attività illegali, con attribuzione, al personale miUtare, dello sta tus giuridico di Agente di Pubblica Sicurezza. In tale contesto, si inquadrano le operazioni "Vespri Siciliani", "Salento", "Riace", "Partenope", ecc .. Il concorso al bene della collettività nazionale si concreta, essenzialmente, negli interventi in caso di calamità. Per quanto concerne il contributo alla sta bilità internazionale, le operazioni più probabili sono in primo luogo di tipo umanitario, volte, cioè, al risanamen to di situazioni di dissesto sociale ed economico, ed operazioni di Peace Keeping, indirizzate, invece, alla ricomposizione di situazioni conflittuali già insorte. Di questa tipologia di operazioni a bbiamo già parlato nelle prima parte. Qui mi limiterò a fare una considerazione sul livello di partecipazione. Le recenti esperienze hanno dimostrato che una partecipazione al di sotto del livello divisionale relega il ruolo del contingen te a compiti essenzialmente esecutivi. La scelta sul livello d i partecipazione compete, in relazione al ruolo che si intende 21

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svolgere nel contesto multinazionale, al vertice politico nazionale. « ..• È importante sottolinea-

Se il ruolo è: re che un potere contrattua- totalmente subordinato il conle significativo può essere tributo potrà giungere sino al ottenuto solo con un adelivello di una Brigata leggera. guato contributo di capacità Se il ruolo è di partecipazione militari•.. » alle decisioni nel consesso internazionale ed in primo luogo in quel. , lo europeo, l'impegno potrà ascendere a quello di un comando intermedio di coordinamento e controllo delle forze, alla stessa stregua di altre Nazioni, Francia e Gran Bretagna in primo luogo. È importante sottolineare che un potere contrattuale significativo può essere ottenuto solo con un adeguato contributo di càpacità ~ militari, ed è il solo strumento per impostare l'intervento in modo coerente con i principi umanitari ch e contraddistinguono l'approccio italiano alle operazioni di peace keeping. ?

Di contro, una partecipazione marginale comporta inevitabilm ente la subordinazione di fatto, se non formale, alla linea d'azione decisa da altri, con tutte le conseguen ze anche gravi, ~ul ruolo ricoperto dal nostro Paese. La difesa diretta del territorio nazionale e/o dell'Alleanza va garantita con tre modalità, owero in tre tempi distinti: - la dissuasione, ottenuta con una politica ferma, una adesione convinta al sistema di alleanza ed uno strumento militare credibile; - la prevenzione delle crisi che possono incidere direttamente ed indirettamente sulla sicurezza e sugli interessi nazionali, attraverso la partecipazione alle Forze di Reazione dell'Alleanza (IRF e RRF); - la difesa diretta del territorio italiano e di quello degli Stati 22


alleati, in caso di minaccia diretta o di aggressione, in ambito multinazionale alJeato ed interforze. Inoltre, va sottolineato che i conflitti ipotizzabili nei moderni scenari sono caratterizzati da tre principali fattori: - livello tecnologico; - professionalizzazione degli strumenti; - intensità delle operazioni. Lo strumento militare deve essere pronto ad operare secondo una gamma di opzioni tra due estremi: -il conflitto simmetrico, caratterizzato per entrambi gli schieramenti contrapposti, da: • sistemi e piattaforme a tecnologia avanzata ed altissima professionalizzazione del personale in entrambi gli strumenti contrapposti; • elevatissima intensità e breve durata dello scontro; -conflitto asimmetrico, nel quale si riscontrano: • tecnologie diversificate, spesso improwisate; • assenza di regole e ricorso a sistemi terroristici; • bassa intensità, lunga durata ed azioni militari ispirate anche ad attività tipiche delle forze di polizia. I.:esame delle missioni assegnate alla F.A., indica chiaramente che lo strumento militare moderno si troverà ad operare secondo una gamma di opzioni di impiego che si differenzian o per: - tipologia di operazioni: guerra classica, operazioni diverse dalla guerra; - teatro: nazionale, area NATO, fuori area NATO; - contesto operativo: single service, joint, combined, combined e joint. In relazione alle missioni da assolvere, è ora possibile definire il concetto operativo dell'Esercito, i cui elementi essenziali sono 23


tre: le attività operative, la categorizzazione delle forze sulla base delle missioni da assolvere, le priorità da attribuire all'approntamento delle diverse categorie di forze. Primo elemento essenziale: le attività operative. I.:Esercito dovrà: - garantire una efficace presenza e sorveglianza sulla Penisola: • sviluppando attività addestrative lungo tutta la Penisola; • predisponendo uno strumento in grado di far fronte con efficacia e tempestività alle esigenze nel territorio nazionaJe; • fornendo, quando necessario, un concorso qualificato e tempestivo per la tutela de!J'Ordine Pubblico, e per il bene della collettività; - concorrere alla difesa degli interessi esterni ed alla sicurezza e stabilità internazionale, fornendo, in relazione alla specifica situazione: • unità di Forze Speciali per il recupero di connazionali all'es tero; • un "pacchetto di capacità operative", articolato secondo il principio della "Task Organjzation", in grado di operare unitariamente nello stesso teatro, owero in due teatri distinti; il "pacchetto" dovrà disporre di: = capacità di Comando e Controllo fino a livello Divisione, tali da poter assumere, in alternativa, il "Comando delJa Forza", in caso di operazioni multinazionaJi di media consistenza, oY\?ero il"Comando di settore" in un complesso di forze multinazionali del livello ordinativo superiore; = forze di manovra della consistenza massima di due Brigate a struttura "Framcwork"; = supporti tattici e Jogistici adeguati a sostenere la fase di manovra; • un secondo pacchetto di capacità uguali al primo da poter alternare in caso di operazioni di lunga durata; 24


-partecipare al sistema di sicurezza comune in ambito interforze ed Alleato: • esercitando una effi cace azione deterrente attraverso la convint·a e fattiva condivisione degli obiettivi dcJia NATO e l'allestimento di uno stru mento di elevata credibilità; • fornendo il contributo pianificato alle Forze di Reazione della NATO per la gestione preventiva di crisi in aree di contingenza della NATO (controconcentrazione); • concorrendo alla clifesa comune con tutte le forze disponibili ed eventualmente, con quelle di mobilitazione. S~condo elemento essenziale: la categoriz:tazione delle forze. Risponde alla esigenza di fornire rispos te efficaci alla richiesta di sicurezza, con .le risorse prevedibilmente disponibili. In tale contes to, tutto lo s trumento militare nel suo complesso dovrà, in prospettiva, essere in grado di concorrere alla difesa del territorio nazionale e/o dell'Alleanza in caso di attacco diretto. Pertanto le unità dell'Esercito in relazione alle prioritarie opzioni di impiego dovranno essere articolate in tre categorie: - forze di proiezione per le operazioni fuori area, costituite da comandi proiettabili, prontamente spendibili ed espandibili in senso multinazionale ed unità monofunzione (reggimenti) alimentati con personale volontario, equipaggiati ed addestrati prioritariamente per le operazioni di peace support; - forze di Reazione destinate alle IRF ed RRF della NATO per la gestione di crisi in a ree di contingenza NATO, alimentate, a regime, con personale volontario 1,ed equipaggiate ed addestrate prioritariamente secondo gli standard NATO; - forze per la difesa del territorio, alimentate con personale di leva, equipaggiate ed addestrate prioritariamente per le operazioni connesse con la presenza e sorveglianza, ma in grado, all'emergenza, di concorrere al soddisfacimento delle esigenze fuori area e di difesa comune. Terzo elemento essenziale: la priorità nella preparazione delle forze. La definizione di precise priorità deriva dalla constatazione che le risorse disponibili non consentono se non nel medio l

Fino a quando non samnno disponibili i volon tari, samnno alimcn1a1c con personale di leva.


lungo termine, di conferire a tutte le forze lo standard di efficienza - e soprattutto di efficacia - richiesto. Per poter definire i programmi di alimentazione di personale e assegnazione di materiali per ripianamento e/o ammodernamento degli equipaggiamenti, devono prima essere definiti precisi criteri di priorità, sia tra le tre categorie di forze, sia tra le unità appartenenti alla stessa categoria. Le priorità tra le categorie sono così fissate: - priorità uno: forze di proiezione; - priorità due: forze di reazione; - priorità tre: forze eli difesa. Nell'ambito di ciascuna categoria saranno poi dettagliatamente definite precise priorità tra appartenenti alla stessa categoria. Ma come si possono quantificare le forze senza quell'elemento di riscontro che era costituito dalla minaccia diretta contro il territorio nazionale, pressoché matematicamente definita in tutti i suoi elementi? Come hanno fatto quasi tutti i Paesi occidentali, anche noi ci siamo orientati a delineare lo Strumento sulla base delle capacità reali da esprimere, secondo due principi fondamentali: -la modularità della struttura, che consiste nel definire le singole "capacità operative", ossia i moduli base capaci di assolvere specifiche funzioni; - la economicità delle formazioni, che si traduce nel definiTe "pacchetti di capacità", ossia insiemi di moduli costituiti da singole capacità, strettamente attagliati alle missioni da assolvere. Per quel che concerne la definizione dei moduli, ossia delle singole "capacità operative", mi limiterò ad alcune osservazioni riferite: -all'esercizio del Comando e Controllo, cui sono destinati Comandanti e staff; - allo sviluppo di alcune delle funzioni operative, al quale sono destinate specifiche unità. 26


Con riferimento al Comando e Controllo, i livelli di Comando della Forza Armata sono: -lo SM dell'Esercito, che deve essere in grado di fornire una qualificata consulenza tecnico- militare allo SM della Difesa, ollrè che delineare la policy generale per l'approntamento dello strumento militare terrestre; -il Comando delle Forze Operative Tenestrì (COMFOTER), che deve avere la capacità di assumere responsabilità del livello operativo, ovvero fornire moduli o elementi di staff per la costituzione di Comandi nazionali o multinazionali sulla base del concetto del CJTF; - i•Comandi Operativi Intermedi ed i Comandi di Brigata, che devono essere in grado di esercitare il Comando e Controllo su Unità del livello immediatamente inferiore, organiche o ricevute in linforzo, nazionali o multinazionali. Un esame più approfondito deve essere rivolto ai Comandi Operativi Intermedi nonché ai Comandi di Brigata. Configurare tutti i Comandi sulla base delle tre possibili opzioni di impiego potrebbe non essere economicamente·conveniente. Più remunerativa, invece, potrebbe lisultare una categorizzazione degli stessi Comandi sulla base della missione prioritaria ad essi affidata. Secondo questo criterio, potremmo quindi avere: - Comandi di proiezione per gli interventi "fuori area"; - Comandi di reazione per la gestione di crisi in ambito Alleanza; - Comandi per la difesa del ten·itorio. Ciascuna tipologia di Comando richiede caratteristiche peculiari, che, semplificando, possiamo riferire ai seguenti indicatori fondamentali: - la proiettabilità, una caratteristica che, in misura più o 27


meno accentuata, deve essere conferita a tutti i Comandi; - la espandibilità in senso interforze, una caratteristica che può essere richiesta nel momento in cui un Comando Operativo Intermedio assume il ruolo di Comando della Forza o Comando del Settore di Intervento ri spettivamente nelle PSO o nel Controllo del Si tratta quindi di Territorio. << •••La espandibilità si reauna caratteristica riservata a lizza predisponendo le cellupochi Comandi, da conferire le del Comando in modo da consentire l'inserimento di in misu ra parziale, in quanmoduli/elementi di altra F.A. to il loro livello di responsae/o di altra nazionalità ••• n bilità (livello tattico) è tipicam ente single service; - la espandibilità in senso in ternazionale una ca ratteristica essenziale, come le recenti esperienze stanno dimostrando, nelle PSO, che in teressa i Comandi di Divisione e di Brigata destinati ad operare fuori area. La espandi bili tà si realizza predisponendo le cellule del Comando in modo da consentire l'inserimento di moduli/elementi di altra F.A. e/o di altra nazionalità. Per quel che riguarda le funzioni opera tive, lo Stato Maggiore dell'Esercito ha effettuato un'analisi dettaglia ta, consap evole che una corretta defini zion e qualitativa dei moduli costituisce premessa indispensabile per arrivare a configurare le capacità globali che la For za Arm ata deve esprimere. Mi limiterò, naturalmen te, ad evidenziare gli aspetti peculiari di alcune di esse. In primo luogo quella relativa al Supporto al Comando e Controllo, Comuni cazioni, Computer (C4). Nei moderni scenari l'esercizio del Co mando e Con troll o richiede la d isponib ilità d i sis temi automatizzati in grado di elab orare dati di situazione in tempo rea le, consentire l'elaborazione e la trasmissio ne tempestiva degli ordini, effettuare il controllo im mediato degli "scostamenti" ed adegu are costa ntemen te gli ordini. In s intes i richiede sp ecifiche capaci tà nel settore della computerizzazione. 28


Le unilà delle trasmissioni debbo no necessariamente evo lvere verso unità C4 (Comando, Controllo, Comunicazioni c Computer) in relazione all'eleva to livelJo di qualità del "servizio" richiesto e al la convenienza di utili zzare tutti i moderni mezzi tecnici che consentono di passare dal semplice collegamento tra punti alla gestione centrali zzata e computerizza ta di apparati digitali estremamente complessi. Per quel che riguarda la funzione Combattimento, alla quale sono dedicale le forze di manovra (fanteria ed elicotteri d'attacco), gli indi ca tori principali da prendere a riferimento per definirne le caraucris tiche sono: - la proiettabiJità; - la mobilità su strada e fuori strada; - la protezione; - la potenza di fu oco. Con specifico riferimento alla "mobilità", voglio evidenziare che, nelle operazioni di pcace support, la capacità di percorrere la maggior parte dei terreni (propr ia dei m ezzi cingolati) diventa meno pagante rispetto a lla possibilità di muovere con elevata velocità sui percorsi più probabili (propria dei mezzi blindati). Un cenno particolare merita la funzione che in ambito NATO è definita con l'acronimo: RISTA (Reconnaissance, Intelligence, Surveillance and Target Acquisition). Un a funzione che, per potersi concretizzare, presuppone la capacità di impiegare, in modo sinergi-

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co e coordinato nello spazio e nel tempo, unità: - esploranti; - intelligence (HUMINT, SIGINT, IMINT); - eli sorveglianza; - eli acquisizione obiettivi. Per il genio, vorrei evidenziare l'esigenza eli dotare eli sistemi robotizzati le unità impiegate nella bonifica degli ordigni esplosivi. Altra capaci tà che vorrei porre in evidenza è quella relativa alla difesa NBC. Nei moderni scenari operativi, la minaccia nucleare è diventata meno massiva ed incombente. Nel frattempo, però, è aumentata eli intensità la minaccia chimica che potrebbe manifestarsi anche in operazioni di "peace support". Fazioni o gruppi possono ricorrere a qualsiasi mezzo, quando condividono il rispetto alla vita umana affermatasi nelle società evolute. In tale prospettiva, è necessario disporre di capacità di difesa NBC: -a livello individuale, disponibilità di equipaggiamenti ed elevato addestramento; -a livello reggimento, disponibilità di squadre NBC dotate di attrezzature di rilevamento e bonifica; - a livello COMFOT, disponibilità di reparti altamente speciali zzati, in grado di operare sia in modo unitario sia, e soprattutto, per nuclei distaccati alle G.U .. Infine, la Cartografia. Le moderne operazioni possono interessare teatri per i quali non sem pre è disponibile una cartografia aggiornata e, comunque, non sempre della ti pologia utilizzabile con i sistemi automatizzati. È qu indi , necessario dotare i contingenti di un nucleo carta30


grafico, le cui specifiche capacità saranno messe a punto nel dettaglio con la collaborazione dell'IGM. Le Capacità Operative, come detto, sono state individuate e ne sono state dettagliatamente descritte qualità e caratteristiche.' Queste, armonicamente assemblate sulla base delle esigenze, vanno a compon-e pacchetti di capacità, destinati ad assolvere una specifica missione, che comprendono: -struttura di comando e controllo; - unità, mezzi e procedure. In linea con il concetto operativo già delineato, sono tre i "paechetti di capacità" da "confezionare" per le esigenze che la Forza Armata deve soddisfare: -pacchetto di proiezione, destinato alla difesa degli interessi esterni ed al concorso alla sicurezza ed alla stabilità internazionale - pacchetto di reazione, destinato a concon-ere alla difesa comune in ambito NATO; - pacchetto di difesa, destinato a garantire una efficace presenza e sorveglianza sul territorio nazionale, svolgendo le operazioni tipiche di tale missione. In proposito, vorrei evidenziare che i pacchetti di proiezione e di reazione costituiscono, nel loro insieme, le forze predisposte per l'impiego fuori del territorio nazionale. Complesso di forze che non è dato dalla somma dei due pacchetti ma dal loro "minimo comune multiplo", nella considerazione che difficilmente si potranno manifestare, contemporaneamente, un impegno NATO e uno fuori area. Il complesso delle unità dei due pacchetti ammonta a: - due Comandi di Divisione; - 6 Brigate; - supporti tattici e logistici. 31


Il terzo pacchetto, quello di difesa, destinato ad operare sul territorio nazionale, raccoglie le restanti forze dello strumento militare terres tre. Esso comprende due Comandi di Divisione e 7 Brigate. Su questo pacchetto gravano, in primo luogo, gli impegni connessi con la presenza e sorveglianza che, allo stato attuale (Vespri Sicili ani), assorbono risorse corrispondenti a circa due Brigate: il che significa che ne occorrono almeno quattro per poterle ruotare. Ma sulle forze inglobate in questo pacchetto gravano anche la maggior parte degli oneri cosiddetti presidiari p er la vigilanza a depositi e strutture varie della Difesa. Va evidenziato, infine, che le Unità sono ali mentate con personale di leva e che, quindi, a lmeno un terzo (2-;..3 Brigate su 7) sono costantemente in addestramento. Ciascun pacchetto è stato definito in termini qualita tivi e quantitativi e sono state stabilite le unità ad esso destinate. Questa analisi ci servirà per valutare nel dettaglio le attuali capacità delle singole unità e p er elaborare una pianificazione, coerente con le disponibilità finanziarie, per portare le capacità ai livelli desiderati. Questa panoramica s ui pacchetti di capaci tà ha avuto lo scopo di affermare la n ecessità di categorizzare le forze in base agli orientamenti di impiego più probabili per poterle equipaggiare secondo criteri di priorità ed addestrarle in maniera coerente con le ipotesi di impiego. Ed a proposito di addestramento, lo SM dell'Esercito sta elaborando un progetto per rivedere iter e metodologie di forma32


zione. Nei moderni contesti operativi, il personale della Forza Armata è chiamato a ricoprire incarichi diversificati che'richiedono conoscenze e capacità sempre aggiornate.

« ... In conclusione, l'analisi delle lezioni apprese costituisce uno dei riferimenti più affidabili per la preparazione dello strumento mili· tare •.

In tale prospettiva, la formazione del personale deve necessariamente uscire dalla logica di una approfondita preparazione iniziale, con rari aggiornamenti e deve trasformarsi in una formazione permanente, lungo un percorso fatto di momenti formativi che, in successione temporale, precedono le tappe fondamentali di impiego. Per quel che concerne l'addestramento dei reparti e degli organi di staff, l'obiettivo da perseguire è quello di improntarlo al massimo realismo. Ed in questa prospettiva, la Forza Armata sta sviluppando numerose iniziative, tra le quali: - l'intensa partecipazione ad attività mul tinazionali; - lo sviluppo dei sistemi di simulazione, dedicati sia all'individuo sia ai team sia agli organi di staff; - la condotta di attività "itine. ranti" lungo la Penisola che si prefiggono di rendere stimolante, pagante ed efficace l'addestramento, portando le unità a diretto contatto con ambienti e situazioni di impiego molto vicini a quelli reali, mediante lo sviluppo di attività in forma prolungata, continuativa e lontano dalle secli stanziali. In conclusione, l'analisi delle lezioni apprese costituisce uno dei riferimenti più affidabili per la preparazione dello stntmento militare. 33


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Per questa ragione, lo SM dell'Esercito ha elaborato un progetto che prevede l'utilizzazione sistematica, a tutti i livelli ordinativi, degli a mmaestramenti tratti dalle attivi tà che vengono svolte sia in ambito addes trativo sia in operazioni vere e proprie. Gli ammaestramenti , armonizzati con l'analisi aggiornata della situazione che la Forza Armata conduce in s tretta collaborazione con gli Eserciti dei principali Paesi Occidentali , consentono di mantenere lo Strumento costa ntem ente in si n tonia con le esigenze da fronteggiare. Il momento che stiamo vivendo è il frutto di cambiamenti repentini e di vasta porta ta che non hanno dato il tempo p er

Il Capo di Stato Maggiore deii'Esercilo, Tenente Generale Francesco Cervonl, è nato a Ceprano lFRJ il16 maggio 1938. Nominato sonoteneme di Aniglieria da montagna 111° senembre 1958. laureato in Scienze strategiche e in Sociolooia Specialiuazlone in Scienze Umanistiche; conosce le lingue: francese. inglese. spagnolo. Ha frequentato 1seguenti corsi militari: •13° Accademia Militare l138° Corsol: ·scuola di APPlicazione: • 95° Corso Scuola di Guerra. Ha ricoperto l seguenti Incarichi di Comando: •1960-1968: Comandante di Plotone Reclute. Comandante di Sezione. Sonocomandante e Comandante di Baneria a. mon. lMonlorio Veronese. Udine. Tarvisio. Tolmezzo. BellunoJ; • 01.09.1978- 03.09.1979: Comandante Gr. a. mon. "Sondrio"; • 15.10.1982- 09.11.1983: Vico Comandante Brigata

AlPina "Oro bica"; • 23.10.1987- 24.10.1988: Comandante della Brigata Alpina "Cadore"; •15.01.1993 -19.12.1993: Vice Comandante della Regione Militare Centrale; Ha rlcopeno i seguenti incarichi di Stato Maggiore: • 01.08.1973 - 20.08.1974: umciale Addeno UHiclo "l" del C.do 4° C.A. alpino: • 21.08.1974- 30.08.1978: UHiciale Addeno alla 21\ Sezione dell'OHI cio Ordinamento dello SM dell'Esercito: • 24.09.1979- 31.12.1981: Capo della 21\ Sezione deii'Uiflcio Ordinamento dello SM dell'Esercito; • 01.10.1983 • 22.04.1987: Capo UHiclo RESTAV dello SM dell'Esercito; • 23.04.1987- 28.09.1987: Capo del l Reparto dello SM dell'Esercito: •15.11.1988 - 31.03.1990: Capo Ufficio del Capo 111 SM dell'Esercito;


un adeguamento tempestivo delle strutture, anche per una isteresi intrinseca alle macro organizzazioni come la nostra.

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La strada che abbiamo imboccato, riferita alla organizzazione per moduli ed al confezionamento di specifici pacchetti di capacità, sembra essere quella realisticamente perseguibile per rimodellare lo strumento, continuando ad assolvere compiti onerosi. Da questi compiti, peraltro, giungono continui segnali che rendono dinamico il processo di ammodernamento: posso dire che siamo in grado di captarli.





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