RIVISTA MILITARE 1904 TOMO II

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I-1A_ DISCIPLINA ei.::...,;..'__

L'argomento, che mi sono proposto di svolgere, si presterebbe, q nan.to altro mai, ad una esposizione teoriGa. Potrei considerare la disciplina, prima in generale: poi com.e istituzione militare, e pesare da ultimo, con la bilancia alla. mano, mancanze e castighi, delitti e pene, per vedere se furono rispettati, nella legge militare, i principi giuridici, cui quella genera.le è informata. Ma, nel dubbio che il lettore sia g ià ristucco di disciplina teorica, mi studierò di battere altra strada: ·sarò invece pratico, sarò semplice, perchè più desidero di riuscire utile che, non essendo, parere erudito. Mi starò pa.go di dimostrare che per promuovere oggigiorno e mantenere una buona disciplina, i superiori tntti debbano a mio debole avviso: 1° esercitare razionalmente la facoltà, loro fatta, di pun ire e di premiare ; · 2° imporsi col prestigio ai loro dipendenti; 3° trascinarli con l' esempio .

I. I mezzi disciplinali devono essere tali: che si adattino a.gli elementi da disciplinare, rigidissimi per quelli che non sono suscettibili di nobili sentimenti, e miti e più morali che coattivi, per quelli che ne sono capaci. Di ciò mi hanno fatto persuaso, e la mia esper-ienza, e so1n·atutto Ja storia militare, che, prima di accingernli a scrivere, mi diedi cura cli Ùvedere, in quanto sì riferisce alla d isciplina degli eserciti che furono. Von der Goltz ha potuto scrivere : « non. vi fu giammai « esercito che sia stato più disciplinato di quello tedesco :J9 -

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J,à. DISCIPLINA 606 << nelle guerre del 1866 e del 1870-71, nonostante le sue leggi « penali fossero molto più benigne di qualunque .altra, sanzionata per eserciti in campagna. Esse era1~0 1~oltre at « pli.cate con la più grande umanità a danno dei clehnq~rnnti.: « troviamo invece nella storia antica e moderna moltt casi, « in cui il rigore . draconiano e l' indisciplina vanno di pari « passo (1). » . . Come le leggi germaniche sono oggi ad un dipresso quelle degli altri eserciti europei, poco differente è il grado cli civiltà dei popoli) somigliante il modo di reclutare, se si eccettua l'I~ghi.lterra. Perciò non molto dissimili dovrebbero essere i risultati dei mezzi disciplinali, quando questi fossero applicati secondo l'indole cle' singoli popo~i. . Questa saggia applicazione, per non parlare dt altn eserciti viene essa fatta in quello ~taliano? Se si avesse a creder~ a quanto si è scritto, e forse ancora si scriverebbe, ogni. qualvolta avviene nell'esercito nostro qualche luttuoso fatto, parrebbe che no: la deduzione meno severa, che ~e ~e .trass~ e che forse se ne trarrebbe ancora, è che la disciplina v1 è molto 1·ilcissa.ta. Ohe vi sia taluno, comé mi ricordo aver letto in U\ì. giornale che in pace cerohi di « aggiustar le cose in famiglia » a.tte~uando le mancanze, quando sospetti ciò debba, anche in minima parte, recar danno alla disciplina, e si riservi ili • o·uerra di fare della stessa « una nemesi ultrice », non credo. Nepp tu credo che vi sia tal.u~o, _il ~ual.e rallenti. i freni o si renda colpevole della « cap1tis chmmut~o », ~oghendo agraduati ed anche a ufficiali la facoltà d1 pumre, per la sola :i:ao·ione di poter inviare ai superiori la situazione giornaliera b . ' ) . in bianco, o quasi, ed evitarne cosi un osservazione.. . . È vero che, generalmente, si argomenta del grado eh discipli.na d'un ripai'to, .o~tr~ che. da altre risu~tanze; anche ~ èJal numero delle pumz10111 registrate sulla s1tuaz1o~e, t~nendo conto però che vi sono eccezionali gion1ate, m cui, <{

(il La nazione nrmala. - )lo tr~clotto. dalla traduzione rrancese di grnest Jaeglé professore a.Ila seno!:, <li Sainl.-Cyr. - Par1~1 ¾884.

607 per rn1 cumolo di circostanze mala-ugurate, i superiori sono costretti ad infliggerne parecchie, Ma se, appoggiandosi sulla prova sintetica offerta d~1 una situazione, nOl'malmeute piena zeppa di punizioni, so ne muove rimprovero al comandante <lel riparto, cui si riferisce, non s' intende dirgli di punir meno, sibhene di studiare le cause delle mancanze e di prevenirle. S' intende dirgli: « bacli che i componenti lìet sita 1·i« pa1·to non conoscono (01·se, come sa1·ebbe clesicle·rabile) i to1·0 « dove1'i j che i suoi gracliiat·i e i suoi ufficiali no1i hanno fo1·se << il necessa1·io prestigio ; che essi non . sono (orse- esempio di « puntualità in tutto e aclope1·ano f'01·se 1nodi aspri co' cli« .p endenti j che il sistema cletl' istnizione mo1·ale, da lei irn« pa1·tita, è f'one sbagliato; se tutto ciò 1ion fosse , sa1·ebbe meno « f·J'eq_uente il bisogno cli 1·ico1·1·e1·e a punizioni. » Il rim,provero dunque non ha per iscopo d'indurre a punir meno, ma a cercare dì diminuire le mancanze con mezzi che rlnngi da.ll'in~ebolire la disciplina, ~ome fu scritto, tendono in~ 1 -vece a vrnppm rafforzarla. Questo modo d'intendere la disciplina diede gli eserciti tedeschi, testè menzionati; questo è il modo più conformo allo spirito dei tempi. Non è questa, come si crede, disciplina conciliante ed arrendevole, quale suggerirebbero i dottrinari, che sono cl' avviso facciano poca pr0sf1· sull'esercito; ma la vera, quel.la che, con equa severità, punisce le mancanze, facendo di tutto per prevenirle. Non credo pertanto che quei luttuosi fatti) e quelli. che . li hanno preceduti e pt1T troppo segnìti, siano indizio di 1·ilassata disciplina: se così fosse, l'avrebbero pur tale altri eserciti, che si ritiene ill'vece l'abbiano di ferro, chè anche in quelli se ne verificano di somiglianti. Questi dunque, checchè si dica in contrario, non hanno origine nella poca severità dei superiori; dubito anzi possano più facilmente prodursi, quando la severità sia esercitata in modo da farsi solo temere. Gli è da questa specie di severità che vorrei si astenessero tutti i superiori. Forti del potere che conferiscono il grado e le leggi, è facile cosit per _essi l'infliggere punizioni ogni ,olta si presenti loi·o l'occ1:tsione; tutti sono buoni a ciò, e non occorrerebbe all'uopo studiare tanto, quanto LA DISCIPLINA

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LA DISCIPLINA 608 oggi si studia. Il difficile sta nel farsi temere e nello stesse> tempo stimare e amare, come le attuali aondizioni sociali e militari richieggono; sta nell' essere inflessibili in quel tale · modo razionale, che faccia raggiungere il triplice scopo. Per me la facoltà d'infliggere punizioni (parlo delle di~ sciplinari, perchò le pene sono proprie d'una deliberazione collegiale) è una e ~ ~' _o~de i super~o:·i son~ investit.i, fatti, per essa, quasi grnd1c1 111appellab1h. Ess1 anzi mi paiono p iù che giudici; questi concorrono in parecchi ad una deliberazione, i superiori militari invece gin~ dicano da soli e determinano · la specie del castigo, se non sempre la durata : sono insomma da soli la legge e perciò. hanno ad essere, c0me questa, impassibili ed in esorabili,. ma giusti. / L'interesse della disciplina, solamente, li deve muovere 'ed oo·n i altro sentimento deve in essi, tacere; relazicnìi cli b 1 amicizia, rap1)orti cl' interesse, legami di famiglia, astio per\sona.le e via dicendo. Solo la coscienza, « la belfo compagnia « clte l'·uom f1·ancheggia sotto l'ibsbe1·go 4el senti1-si pu1·a » deve su;o-erire il quando e il come debba.si p unire; considera~ bb ' . .. zioni- estranee, di tempo, di luogo, di superiori, di comodità od altre. devono essere assolutamente bandite.. Guai se vi avesse qu~lche ,influenza, o il desiderio di farsi la nomea di severissimi; o quello di lasciar traccia di sè nel c.ompiere. un servizio in ore straordinarie o in luoghi disagevoli o pericolosi; o quello di accaparrarsi la sth~1a d'un sup~riore, elevato, che goda egli stesso la nomea d1 severo e d1 prevenirne un'osservazione, o quello in fo1e di procurarsi una serie di giorni tranquilli col primo esempio di rigore che. capita tra mani per tenere all'er~a i dipen~enti.. B ando alle i llusioni: il sol dato. osserva, capisce e fa 1 suoi apprezzamenti; t~ce, perchè la d_isciplina gli chiude l a bocca; ma i l superiore, che così operasse, non sarebbe quello del suo. cuore, non ne avrebbe nò stima, nè a.ffetto. / Le punizioni inoltre debbono essere inflitte con perfetta 1 coo-nizione di. causa, non solo per quanto ha tratto alla manca~za, ma pure alla persona, che l' ha commessa: è . neces,

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609 sario, vo' dire, conoscere a fondo i propri dipendenti, nei limiti, s'intende, acconsentiti dal grado. · Lo studio del loro carattere, l ungo, paziente, fondato i n ~pe_ci_e sull'osse1:vazione e sull'esper~euza, m~tterà i supe(;non m grado d1 con oscere la magg10re o mmore sensibilità e di scegliere così, alle prime loro mancanze, il mezzo più . acconcio di esortazione o di coazione. I n tale studio bisogna pure tener conto delle provincie cl' Italia onde provengono, variando con esse i caratteri e perciò il modo di t rattamento che meglio convenga: Siciliani e Piemontesi, Lombardi e Napoletani, Romagnoli e 'l'oscani ecc., abitanti d i città o di campagna, non possono essere go-ve1;riati alla stessa stregua. Capisco che, se avessimo il reclutamento regionalè, la bisogna non sarebbe diffici le : col nostro sistema invece è difficilissima ma, per chi ferm~mente voglia, non è impossibile. Si adoperino sempre modi confacevoli ai carntteri dei singoli d ipendenti nel dare ordini,· nel fare incitamenti, osservazioni, rimproveri, ecc... e si eviteranno molte mancanze. Sono questi alcuni modi per prevenire mancanze; al tri sono suggeriti dal regolamento di disciplina, · quali i pre.-ventivi avvertimenti sul da farsi sni desiderì dei superiori . . sul modo di vedere di questi circa a date cose, per le quali non v i sono norme tassat,ive, ecc. Ma non bastano; si presentano sempre casi nuovi, in cui i superiori clevonsi studiare di prevenire le mancanze. Ho visto fare una gfLra di corsa di resistenza p er compagnia; cinque dovevano essere i premiandi. Tutti avevano corso benissimo e, dopo mezz'ora; ~ieci de' più tenaci e de' p iù forti procedevano ancora a gruppetti di due o tre, ciascun gruppetto a distanza di tre o quattro passi. Correva con l or~ un subalterno il q nalo, forse perchè trafelato egli stesso o perchè desideroso di risparmiare a' suoi qualche malanno, non appena v ide · u :1 soldato del terzo gruppetto rimanere indietro, arrestò i gareggian ti e diede in nota pel premio i cinque più avanzati. Il. soldato. escluso non s'arrese tosto alla decision,e, brontolò e fu giustamente punito: . cinquanta altri pass( di LA DISCIPLINA

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LA D!SOIPLIN.A. 610 corsa avrebbero dimostrato al brontolone che aveva tor to e · la ma.ncanza sarebbe stata, prevenuta. La necessità di conoscere i dipendenti per sapere come p1·encle1·li, così almeno comunement,e si dice, consiglia, ad andare molto adagio nel punire le reclute per mancanze} che possono d ipendere da vivacità di carattere piuttost·o ch e da cuore t:, o..uasto •o da debole sentimento di onoratezza e di probità. Gli è con esse che, principalmente, devesi badare di proporzionare i c,istighi alle mancanze, le quali spesso possono provenire dal non avere ancor bene imparati i loro doveri o dall'averne dimenticato qualcuno, Non occorre si dica quante attenuanti militino a favore delle reèlute, delle quali bisogna tener Gonto; non le trascurano i codici, -perchè non , faranno lo stesso i superiori? Una r ipetizione dei doveri imperfettamente imparati od. obliati, un avviso amichevole o una paternale, un richiamo all'amor proprio· o all' onoratezza, un ricordo del dolore., che i lontani genitori proverebbero se sapessero punito il loro figliuolo, possono prevenire il ri petersi dello mancanze meglio assai che le punizioni. Con queste i superiorj dimno un'idea del loro ·rigore, ma non sempre della loro assennata giustizia, perchè in tali casi, finirebbero spesso per punire ugualmente, e le mancanze commesse con la coscienza di mancare e quelle involontarie: non si terrebbe insomma il dovuto conto del dolo e del danno. Non si meraviglino i lettori se, trattando dei castighi disciplinari, io fo menzione de' principi giuridici che servono di base all'applicazione proporzionale delle pene. Neppure i superiori, benchè semplici giudi~i disciplinari, . possono metterli in non·cale e punire ugualmente, per identiche mancanze; ora la r ecluta, il soldato ~mziano e il gradnato; ora chi nel commetterle pone malizia e chi nes. s~uu i ora l'intelligente e chi per· natnra è poco svegliato; ora chi manca in presenza di truppa e chi da essa non visto· quasi che il minor servizio, il minor grado, la nes' \ . suna ma.lizia, la poca svogliatezza e il minor danno disciplinare non siano ~ttten uanti da considerarsi.

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Nè si dica che la graduazione dèi castighi1 possibile dal capitano in su, non sia tale del pari ai snperiori di minor grado : gli avvertimenti, le osservazioni, i r improveri e gli i~ i~~rmi e baga~ sia da soli,. sia in modo bene inteso combinati, possono offrire mezzi sufficienti per un gran numero di lievi mancanze, prima di ricorrere alla consegua e alla prigione, h1 cui durata è per diritto :fissata da più. elevati superiori. Nell'uso di tali 1~ezzi vedasi però di n on trasmodare; ci sono ,1vvertimenti, osserva.zioni e {Ìmproveri che, fatti in un dato modo, producono miracoli, in un altro invece 'irritano e fanno nascere in cuore il risentimento e il desiderio della vendetta. Di qui specialmente traggono 0 1 igine i reati d' insubordinazione, che commovono il pubblico militare e più fmcora quello civile. Si prenda; un soldato e lo si metta alla dipendenza di un superiore, che non lo lasci muovere, voltare, fare un qualunque esercizio militare, adattarsi alla persona un qualunque oggetto di corredo o compiere un minimo servizio o atto della vita, senza che egli lo :fissi con occhio truce o lo canzoni, o lo rimbrotti, · o lo rimproveri a sangue o,' non pago d'ingiuriare lui, comprenda nelP ingiuria anche la sua famiglia che non conosce : si dia a questo soldato un carattere vivo e poi mi si d ica, se non debba giungere un .momento in cui, dimen:tico di t utto, la ribellione non abbia a sembrargli il minor e dei mali. Gli si dia invece un caratt.ere mite ed e%li, persuadendosi a poco à, poco di essere da meno dì tutti gli altri, scoraggiato, istupidito, incretinito diventerà,, talvolta un suicida, spesso un automa, a nulla buono nò per sè nè per gli altri. Non oreclo che la di~c~plina richiegga si guardi tutto pel sottile e che, per ogni mrn1ma cosa, da cui non può clerivarie danno di sor ta, si abbia a, fare 1~ voce gxossa: credo invece che gli sbagli frequenti, conrn~css1 senza malizia nonostante i nostri replicati avverti-· menti, s1 de~ba talvolta aspettare a, rilevarli qmmdo qualcosa ben fatta c1 permetta in pari tempo di impartire una lode. Questa cli lodare e, in genere, cli r icompensare i meritevoli, è stata sempre e continua ad essere una gnistione impor1

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tante pel mantenimento della disè'iplina. Secondo la civiltà de' popoli e secondo il modo, onde gli eserciti furono reclutati, le ricompense furono o 1-dbratìve od onorifiche o, come spesso accadde, l'uno e l'altro insieme. Oggi, nonostante il positivismo èe' tempi, ci si attiene, fortunatamente, più all'onore che al lucro, non solo gli ufficiali, ma· pure la truppa. A l premio tuttavia, per questa specialmente, è per solito annesso un lucro, del che fanno fede gli st essi regolamenti, che assegnano premi in dan~1ro per determinati casi e quando si soddisfi a prefissate condizioni. L'onore però derivante dal premio conseguibile è, in genera1e, preferito al lucro e se noi. lasciassimo la scelta a' più umili decorati tra il portare la medaglia al valore senza il l ucro annesso e il riscuotere il lucro senza la medaglia, la scelta cadrebbe quasi sempre sulla prima proposta e di rado sulla seconda. Rari in pace sono i casi di sì ambìta onorificenza e, verificandosene qua1cuno, s~ può solo farne· la proposta. Ci sono però premi onorifici che, secondo il loro grado, pos~ sono tutti i superiori conferire; un sorriso od una parola di soddisfazione; un permosso od una piccola licenza; una lode, secondo l'entità del merito, a quattr'occhi, in pres~nza della squadra, del plotone, della compagnia; .un encomio all'ordine del giorno del · battaglione, del reggimento, della brigata, della divisione, del corpo d'armata, sarebbero di grande contentezza, a chi se n'è reso mer~tevole e di grande incitamento ai camerati. In ciò, pel timore forse che ta,li mezzi, se troppo prodigat.i, perdano del 101'0 valore, si è, se n on erro, di soverchio avari ; si è generalmente più pro peri.si a rimprovera.re e a punire che a loda.re ed a premiare. Ed è male: la lode e taluni premi, in facoltà anche degli infimi gradi possono produrre, a favore della disciplina, prodigiosi effetti, qualora conferiti a proposito: eccitano qu~lla emulazione al ben fare, che sola è sorgente di grandi cose. Qualora poi la concessione del premio non fosse in facoltà di chi presume sia stfito meritato, si ricordi questi .che è suo imprescindi-

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bile dovere cli fare tutto quanto da lui d ipende, perchè il premio sia conferito; le così dette grane, necessarie allo .scopo, si devono sempre affrontare. con lieto animo. Ad una. còsa sola si badi: nella stessa guisa che la punizione deve avere lo scopo, non tanto di colpire la mancanza quanto cl.i r itrarre il colpevole dal ricadervi e d'intimidire nello stesso tempo gli altri, così il premio deve mirare, non tanto a1l'atto ,meritorio per sè stesso, guanto ad incitare il premiato a compierne di migliori ed i commilitoni ad imitarlo. Questa, onde fin qui ho discorso, non è la così detta disciplina a,ll'acqiia di 1·ose. I ntendo che il superiore sia inflessibile e che non passi sopra giammai a nessur.1a trasgressione: intendo che ' egli. non lasci senza un proporzionato guiderdone le opere meritorie, siano esse piccole o g randi: ma tanto if rigore che il premio devono avere per fondamento la ragione, ragionevole essendo la materia - uomo che si deve governare. Qnanta influenza a.bbiano i superiori nel promlìQvere e mantenere una buona disciplina, anche in tempi ad essa nefasti, dimostra la storia e in ispecie l'esempio di Gustavo Adolfo. Anch'egli, come scrive all' incirca Carlo Corsi nel suo S0rnnia1·io di sto1·ia 11iitita1·e, anch' egli « costretto ad accett are. e chiarnare aÙe su,3 bandiere molte « genti mercenarii:, d'origine diversa., vide necessaria la pif « rigorosa èliscip,lina e la instaurò e la mantenne», infliggendo per ogni trasgressione severe punizioni. Ma, ben sapendo che queste non bastavano per ottenerla buona, quale egli la voleva, era esatto nelle paghe, dava premi in dana.ro, lasciava aperta a tutti i meritevoli la carr~era, ammaestrnva egli stesso le sue milizie, « vegliava come padre alla loro < educazione morale e a tut,te le provvidenze necessarie ai « loro bisogni, dava l'esempio della operosità., della sobrietà, ,< della più rigida severiti1 di costumi ». Il suo principale avversario invece, \Vallenstein, non fa. ·ceva nul1a di tutto qnesto e si stava pago di dare alle sue m ilizie l'esempio di un valore personale a tutta prova e d i applicare ad esse una disciplirrn estremamente feroce: decimava le intere compàgnie, che volgevano le spalle al


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nemico. Non si può negare che pure \Vallenstein abbia riportato invidiabili vittorie : y_ueste però, più che alla feroce disciplina, furono dovute alla valeutìa cli lui ed all'eccita1~ento, suscitato nelle sue milizie dalla speranza nel sacchegg~o e nell_a devastazione, dai capitani dell'epoca e· in ispecie d_a lm, sempre tollerati, di frequente concessi e tal volta. comandati. La brutale sfrenatezza degl' Imperiali di Wallenst~in era t~le, che gli Svedesi, ben-chè nemici, erano ricevut,1 come liberatori in quei paesi tedeschi che, per loro grande sventura, l'avevano dovuta sperimentare. E se, adoperando mezzi razjonali, Gustavo Adolfo ha potuto ottenere sì buona. disciplina in un esercito in massima parte di · mercenari, che non si otterrà con soldf1 ti quali sono quelli dalla patria nostra forniti ? I mezzi ra~ zionali p~~ò acquista~~ tanto I~a-_ggìor va_lore per la disciplina,, q nanto prn grande e 11 prestig10, che 1 superiori hanno saputo acquistare sui loro dipendenti. Gli è di questo che intendo ora trattare.

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, 11 presti~io mi pare sia un non so che, un c;omplesso di timore e eh speranze, di stima e di rispetto. di fiducia e di ,affetto, di amore e quasi di devozione, u~' aureola insomma di luce tanto più vivida quanto maggiore è il o-rado un'~ureola della quaie il superiore deve sapersi circ~:dar; agh occhi de' suoi dipendenti. · Come si debba incutere il timore e come suscitare la speranza ho g ià detto: sono mezzi a, ciò la severità razionalmente esercitata ed una .razionale proclività a ricompensare i meritevoli. Il timore però e la speranza non sarebbero elementi di prestigio, se ad essi non presiedesse la pn1 assoluta imparzialità. Questa dev' essere la guida costante del superiore, a:ffinchè l'inferior e si~ppia che una data · mancanza o un dato merito, pari essendo le -circostarlze che li accompagnalono, saranno in l ui puniti o· premiati, nello stesso modo ch,e in quelli che lo precederono alle armi 0

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verranno à.OJ?O cli lui, qualunque sia stata od abbia ad essere la loro condizione, potenti od umili, ricchi o poveri, conoscenti o ignoti. L'imparzia,Htà è p11-re ragione cli· stima e di rispetto; ma questo e quella il superiore otterrà specialmente, se ampia~ mente fornito delle qualità intellettuali e morali, che gli I conferiscono autorevolezza. Prima qualità è l'istruzione. Neppure quando nobiltà e c~ero erano tutto e gli altri ceti nulla, neppure quando alla pnma era:110 esclusivamente riservati i gradi militari, il principio di conferirli ai più istruiti era impunemente violato: la Francia dei secoli xvI e xvu, e di gran parte del xvnI ne . pagò spesso la violazione a caro prezzo. Se allora si senti:a il bisogno, per avere esercìti ordinati e valenti che, come rn Isvc;i;ia prima e in P r ussia poi, il grndo ricevesse lustro dai meriti, s'immagini quanto ciò sia indispensabile ne' tempi che corrono di perfetta uguaglianza civile e dì libero esame. Non intendo dire con ciò che al grado sia stato diminuito il potere ; esso può quanto in passato; ma gli effetti del potere sarebbero oggi del tutto passivi, quando il grado non fosse avvivato da una forza eÌninentemente morale. Sarebl,e questa manchevole e il rigore ed il premio produrrebbero effetti di boTan luno-a minori., quando I)er es . non si dimo~ o . strasse di saper fare, e b(:me, il proprio dovere, quando nell'animo del solclato si facesse strada il dnbbio che ìa poca ìstntzione del superiore lo possa condurre, all'occorrenza, ad inutile strage. " È passato il tempo, in· cui bastava essere esatti ed intrepìcli: oggi conviene anche dimostrare d'essere istruiti, perchè la fiducia è specialmente ·a base cl' istruzione. E la cosa è naturale; anche nella vita comune ricorri.amo di preferenza, pei nostri bisogni giorrn1lieri, all'artefice più esperto e, in ispeci e, al medico più valente. Notisi, che al superiore mi-, lita.re non basta e~sere ottimo specialista; occorre conosca a fondo anche le relazioni che passEmo, tra l'arte e la scienza proprie, con tutt e le arti e le scienze, e non sono poche, che a q nelle militari sono cli ausilio. Vero è, che il grado cl' istru-


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zione, che si pretende, dev'essere solo in relazione alle proprie funzioni e che, da un massimo desiderabilenel o·ene~ale in capo, si può scendere ad un minimo pel softotenen te: sono però d'avviso che debba esservi maggior differenza tra la coltura di questo e quella media dei soldati, che t ra quella bisognevole al minore e al più alto grado degli 1 ufficiali. Falsa è la credenza, che ai subalterni ba,sti, come si suol dire, un a inverniciatura d'istruzione : bisogna pensare, 1° ch,e essi sono superiori ai sottufficiali ; 2° che i soldati stessi per quanto ignoranti, sEmno distinguere in generale, quasi' per ist into, l'oro di zecca dall'orpello, chi vende cerotti d.a chi sa compòrre farmachi, che ridanno florida salute. D i qui la necessità, ne' subalterni, anzitu tto cli ruminare e digerire l'istruzione avuta nelle scuole poi di accrescerla . ' per rendersi meritevoli dei g radi stiperiori. E, raggiuntili, non devono riposare sui conquistati alloi·i, ma r endersene sempre più meritevoli, innalzando la mente a studi ognora più elevati, che la esperienza) dagli anni a,cquisita, renderà maggiormente profittevoli : essi. devono pensare che, in loro, si dovranno specchiare, non solo i militari di truppa, ma tutti gli inferiori ufficiali. Ne guadagnerà tanto più il loro prestigio e con questo la disciplina, perchè è indubitato che più volonterosamente si ubbidisce a chi ci superi in sa~ere: è irresistibile l' influenza che questo esercita suo·li uomini b . civili ass~1i pi_ù di quella, onde i barbar~ era.no dominati, della forza :fis10a e della in trepidità. Non basta però essere, anche in sommo grado, intellettualmente istruiti, per consegui.re stima presso i -propri dipendenti. Ci influisce assai anche· la valentìa negli esercizi prat ici: cm superiore, che il soldato veda abile nel tiro, n:ella stima delle distanze, nella schermat nella ginnastica, nel .n uoto, nel cavalcare ecc., ha su di lui, a parità di altre qualità, più prestigio di un altro, che in ciò riesca mediocre. · Il vestire decorosamente è per gli ufficiali un a,ltro mezzo dt prestigio, e maggiore essi ne acquisterebbero, quando ·in t utti i loro atti elessero prova di essere que' perfetti genti)

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luomini 'che il loro st~1to sociale fa obbligo cli essere. Nep~ pure ne' momenti di santo sdegn~ si devo~o ?ermett~re, coi dipendenti, parole od atti .scon~1, esfress1orn. o modi grossolani o can zonatori, ingiurie, n11nacc1eo, peggio ancora, una qualunqu e violenza materiale. Oltr~ al_ 1~1alo esem1~i.o che ~larebbero, incorrerebbero essi meclesnm m san:21om penali e sì procurerebbero il rimorso cl~ avo:· provocato mancfnze o reati, eh~ possono essere la rovina d1 qualche loro 1nrenore. Bastereb be uno solo di questi atti inconsulti) per per dere cl'un tralto quel prestigio, ohe sì fossero st udiosamente_a?quistato in molti anni. S' imma,gin i dunque qual~ pr~stigw possano avere que' superiori, a cui fossero quasi abituali. Di questi, eh' io mi sappia, non vi è oggi alcuno e, se tale si mauifestasse, sarebbe eliminato: di quelli invece, che a · tali atti si lascianéì andare, vi è pur troppo ta.lnno, trascinatovi da moment anea sovraeccitazione. Solo questa può essere un'attenuante, quancl o però la si voo-lia considerare come ·ta1e. Non credo esista più il preg it~dizio, tramandatod dai così detti tempi della cic~a) mi si passi la volgare parola, quando la ruv.idezza, e peggio,. er.a ritenuta, solo però da alcunj, come il tocca-sanct della d1sc~plina. Non dissi a caso le parole, solo cla alctmi ; mentre ~or~vevo questo stavanmi sotto agli occhi il regolament o d1 cli· sciplina ed il codice penale dell'esercito sardo dell'anno 1~22: Il primo prescriveva i buoni trattamenti verso gl' inferiori ecl il secondo al n . 157 diceva : « il supei·iore che, pe1· asp1·ezzct d ' « cl-i modi, av?'èt p1·ovocato mi atto d'insnbo1'Clinazione; an 1·a « soggetto et pena, estensibile sino alla ca,çsa~ione del ba.ss_ o itf· « ficicile e allct dimis8ione dell'·n fficicile » . Forse la cond1z1one, che l' as1,rezza cli modi era, passibile di. pena solo quando cagionava l' insul:orclinazione, faceva sì che, negli altri casi, fosse tollerata. Gli è forse perciò cne in una monografia sulla disciplina (1), scritta nel 1838, si lamenta che « le teggi <~ m,ilitari pre·vedono e 1·ep1·imono t1·oppo impe1-(etta1nente i V

{-!) &sai stw lli disc ipline 1niHtair e, par le clrnv. SAll tN ~IJ LOì"_ DE Prn.LoN, C(lpitaine des cllasscu:-s au premier régimeo t de la brigade cl' Acqui. - Genes, !S38.


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LA DISCIPLINA

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modi g1·ossolani e la violenza1 tal?Jotta anche mate1·iale dei snpe1•io1·i » . :Ma se ciò prova che il brutto vizio esis:eva, prova pure che Ja generalità degli ufficia.li non ne era infetta e che, tollerabile · forse allora, qua,ndo l'esercito funzionava pure come istituto di correzione pei d iscoli e quando le stesse leggi ammettava.no le pene delle cinghie e dell e vergate, non si può assolutamentè tollerare ogo-i in eserciti o ' che ~ono pe~· eccellenza scuola di educazione e dai quali fu bandita ogm pena afB.ittiva. Se si vuole educ&.re siasi edu, . ' cat1; non è per nulla che anche al volgo è noto l' adao-io « atto di mano, tratto da villano »: la perfetta educa,zi~ie nei modi aumenterà prestig io al grado. Le menzionate qualità tutti i superiori possono acquistare nel:_a ..~msu,ra almeno, che si conviene ai gradi poco elevati: bastern all uopo che loro soccorra la forza cli volontà e che 1~ natura . non sia stata loro del tutto maligna. Del grado eh per!ez1one di esse . nei posti elevati non ,parlo, perchè 1:0~ m1 sembra del caso. '.l'accia pure di tutte le altre quiJ.hta, quali la prestanza della persona, la bellezza virile del volto, la nobil~à del casato, ecc., che natura solo può dare e ~he pure ?g_g1, checchè si dica in contrario, valgono a con f ~rir~ pr_est1g10, non s~lo ai maggiori gradi (1), ma anche a 1;mnor1 della gerarchia. Passo sotto silenzio quanto alcuni vizi privati, quali la tendenza nell'ufficiale a' debiti al giU:oco, all'intemperanza, nuoccia al suo prestigio : ta.~cio quanto vi nuoccia il difetto, che alcun tempo addietro faceva qualificare cli c01·1·ito1·e chi, pari ad una farfalla, annusava tutte le gonnelle ~ ?orreva loro dietro. Non parlo del danno arrecato al prestigio dal concubinato o dal fare in propria casa, quasi fosse un luogo pubblico, rumorose riu«

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(i) ~lo,rnGcccoLr, aforisma XII, sulle qual ità richieste nei generali distinle in naLu· l'iLI J ed acqu,stt1lo._. Sononatul"ali : i 0 Hgenio marziale ed il temper~mento sano, ro • busto, d, estrn,uita _grandi, e n p10110 ct, sangue spiritoso, onde ne risultano I' intrepi· ·depa nel pencolo, Jl _decorn nall a preseoza, l'infaticabili tà nel negozio_ 20 l'età COJll· petente, che trorpo g1ovan1Jc alla rMtunta cd all'esperienza, trnppo senile ,,Ila ve locità non dcroglu- 3° la uascit>• , la quMe quanto piti cospicua, tanto piti ella ispira vene· ral1o ne dt se stessa_negli .an i mi de' soggetti. Sono acquistate : 1• le virtù (!ella pruclcnz,1, della g1ust!Zla, de.Ila fortezza e della temperanza - 2• J'artc della g Lterra per toon ca e per pratica e quella del dire e del comandare • . 0

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nioni di colleghi e cli donne equivoche. Ma non posso tacere uanto vi venga meno colui, che abita o frequenta siti poco (J ' m . decorosi. Qualche rara volta, se si ha il pudore d'1 f are o-uisa che nulla Lle' primi difetti trapeli all'attendente, può :ccaélere che non ne giunga notizia in quartiere; ma cle' sit i che si frequentano, vi si avrà subito contezza ~ se non_ saranno più che decenti, vi perderà d'un tanto 11 prest1g10 dell'ufficiale. Che se oltre ad incutere timore ne' dipendenti, oltre a suscitare\n essi la speranza, oltre a procurarsene la stima ed il rispetto, sapranno i superiori acquistarsene pure la fiducia e l'affetto, il loro prestigio sarà molto maggiore. Qual disciplina, che solo del rigore fa,ccia perno a sè stessa, può produrre allora effetti paragonabili a quelli _che loro sa.ranno possibili? Un certo X ha scritto : « In tem_1a ~gm sup~nore « deve' essere amato stimato e temuto da1- di-pendenti. Ma '' « questa triplice corrispondenza di sentimenti fra inferi~r~ t~ ·« superiore, se è un cleside1·cdmn, non è poi sempre poss1b1le << e o·iuno·ono ad ottenerla solamente i grandi capitani. 'rutti ,< gli alt;i, dal generale al caporale, debbono contentarsi di « essere temuti e procurare anche di essere stimati ». Con sap.ta paee però di chi divida tale idea, noir concordo iu essa: sono d'avviso che tutti i superiori, dagli infimi ai più elevati, possano cattivarsi l'amore de' loro dipendenti: Esempi cl' inferiori mossi ad eroiche azioni dall'affetto pe1 loro superiori, benchè questi non fossero grandi capitani, registi:a in buon numero la storia antica e recente. Da che era mosso, se non da affetto, il èaporale zappatore Papini del 7° fanteria ' che a Saati s'accorQ:e essere il suo ufiiciale ~ caduto ferito, t orna indietro tutto solo, se lo carica sulle spalle e lo porta in salvo tra un nembo di strali e una grandine di proietti ? Se si riusciva nel .pa,ssato a farsi amare, s' immagini se non si possa oggi con gli attua.li sistemi di reclutamento! Ed oggi il riuscire in ciò è, più che nel pas· sato, indispensabile. Col sistema, attuale cli combattere, coi numerosi eserciti odierni, non il generale in capo, non i comarièlanti dei' grandi ripar ti, ma quelli assai meno elevati, )

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1:\ersino l'ultimo dei sottotenenti può trarre dall'amore dei suoi soldati grande vantaggio : sono essi che stanno dove più farve la, mischia e dove più occorre mettere in atto quei forti sentimenti che, soli, fanno sfidare il pericolo: · Nè per farsi amare è necessario regolarsi come colui, di cui parla il citato scrittore, che aspirando al titolo di buono, « (titolo pericoloso, lo ebbe anche Luigi XVI), lascia correre, « chiude un occhio, perdona, tollera e, condotto a tenere « questo sistema dalla propria debolezza, ben difficilmente « mantiene un. contegno esemplare ». No; una giusta severità è anzi necessaria per farsi amEire: gli stessi genitori che ne fanno uso, sono più amati di altri che a sola clemenza si informano. Siasi. pure giustamente severi, ma se nello stesso tempo si dimostrerà d'essere degni del proprio grado e di amare i dipendenti, se ne conquisterà la fiducia e l'affetto. I mezzi all'uopo necessari sono, come si dice, alla portata di tutti, ufficiali e graduati di trU:ppa. Non basta ricevere le reclute con solennità, bisogna rendere il principio della loro vita militare più ·bello che sia possibile, trattandole con modi benevoli e affabili, affinchè si persuadano tosto di ritrovare de' padri ne' superiori più attempati, degli amici in quelli giovani e de' fratelli nè' soldati anziani. S'informino i superiori delle loro famiglie, s'interessino della salute di queste, aiutino le reclute ad averne notizie qualora ne mancassero, le soccorrano de' loro consigli, non si l~scino trasportare ad asprezza se tarde ad apprendere, reprima:no .con fermezza qualunque sopruso venisse loro fatto ed esse con.traccambieranno ad usura con l'affetto il loro interessamento. E l'affetto crescerà se, di reclute diventate s~ldati, esperimenteranno i . superiori più severi forse, ma sempre benevoli e affabili; se, pur non risparmiandole nei limiti del ragionevole, li vedra.nno premurosi della loro salute nei quartieri, nelle esercitazioni e nei campi; curanti del loro vestiario e del loro vitto · stndiosi, specie nelle difficili circost~mze, del loro be' . . n essere prima che del proprio; non avari d' incoraggiamenti e magari cli materidi aiuti n elle marcie faticose; al loro letto' se deo·enti all'infermeria o all'ospedale. o

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Forse a taluni 'spiaceranno quella benevolenzf1 e quell' affabilità, con cui vorrei trattati gl'inferiori e si temerà forse da costoro u·, abbia a scapitare l'autorevolezza. S' appo~'l'e~bero al vero, se ne dovessero derivare confidenza e ,fa_m1gliarità; ma queste, non da quelle. virt~t ~raggo~o Or\g~n.e, sibbene dalla dimestichezza con gl' mfenon, dal trattarli rn modo poco decoroso, dal frequent~re ~on. essi lu?g~i troppo umili, dal contrarre con essi obbhgh1 d1 guals1as1 natura. Benevolenza e affabilità invece faranno sì, che la presenza del superiore non .sia sfuggita, ma ricercat~ con_ pia~e1:e, che lo si ~eda malvolentieri allontanarsi, che s1 des1den d1 stare Eempre ai suoi ordini diret_ti, che si senta vero dolore quan~o trasferiti dal suo ad altro riparto. Anche essendo seve~1~sirni se non si vuo'le passare per superbi e d'animo c~thv1, si p~ò essere benevoli e affabili: vale più ~n sorriso d1 com~ piacenza per chi fa bene, o di benevolo rimprovero per chi fa male che qualunque lode o bi.asirno fatti senza lasciar ' . vedere neppure il bianco dell'occluo. . . . . . Solo ai bambini l'orco rnet~e paura; a1 g1ova111 oltr~ a1 venti anni, no: a c1uest' età anzi, pur avendone uu poc_hmo, si affetta di non conoscerla e magari di sfidarla e, se 11 superiore troppo burbero prese3:1ta . per a.v v.entura. il fìa~co a auàlche piccola critica, si sorride non v1st1 sotto 1 baffi. quel s~orriso non è certo d'ammirazione. A quell~età invece si apre facilmente il cuore all' am?re, . non solo d'un bel viso femminile, ma anche cl' un superiore che; pur facendo rigar dritto i dipendenti, s~ occup~ amorosamente del loro benessere morale e materiale ed e verso loro benevolo e affabile. A tale ·s uperiore sarà agevole cosa mantenere la disciplina; i suoi ordini, persino i suo~ desideri saranno tosto, ·non passivamente, ma con entus.1asmo, ~seguiti; persino i suoi difetti, dato ne abbia, non saranno scorti, o, saranno considerati come nei ; chè la stima senza limiti è dell'amore la natural conseguenza. E se eo·li sarà inoltre vivo esempio' di puntualità nell' adem pime:to di tutti i suoi doveri 'n~' tempi normali e vivo !,0 - ANNO XLIX.

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esempio di coraggio ne' momenti difficili, come dirò or ora, può essere certo di trascinarsi dietro, sempre e ovunque, i sue1i dipendenti, nessuno eccettuato.

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Per quanto il superiore si sforzi di nascondere una istan-tanea riluttanza ad eseguire un ordine, ricevuto forse in presenza del soldato, questo sempre se ne accorg~, e domani. , in un caso analogo, spintovi dal malo . . . esempio. avuto e meno atto di quello a padronegg1ars1 1 mcorrera m una manifesta esitanza nell'obbedire. E se una interna riluttanza di cui iLppar ve nel superiore una prova fugacissima,. :PUÒ i~durre il soldato a ciò, che avverrebbe quando gli si ,desse il funestò esempio d'una palese esitanza o d'una obbedienza fatta di mala voglia. o peggio? QLrnl punizione, -che venisse inflitta, la quale per solito al soldato neppure vien fatta conoscere, potrebbe controbilanciare il danno morale arrecato alla disciplina? Non mi dilungo su questo scottante argomento; il solo accenno fattone basta a persua.dere i superiori tutti della assoluta necessità di non incorrere ·in sim ili mancanze, specie in presenza di truppa. Non vi ,è scusa che le attenui, nè il bollore della gioventù, nè il -carattere oltremodo suscettibile, nè il santo sdegno proaotto più spesso da un malinte.i::o di chi riceve .l'ordine, cho da .deliberato proposito di- chi lo ' dà. Il soldato, per ignorante che sia, di tutto si avvede. Se .un capo sotto1·dine, esséndo all'istruzione col riparto isolato, se la prende comoda e nicchia, tanto per far pas~are l'ora! ,e grida invece, strepita e si affanna al so~raggrnngere d1 un superiore, il soldato capisce e nota e s1 persuade che, ~ ·in assenza dei ·s uperiori, possa anch' egli nicchiare. E se domani sarà fiancheggiatore d'una_pattuglia, lontano da ogni ,controllo, fingerà d'aver perduto la strada ed aspetterà i -compagni al luogo pel quale dovnm.no passare al ritorno; -0ppurre, se gli rimarrà ancora un barlume di sentimento .del dover e teoricamente appreso, tirerà innanzi fìnchè la stanchezza, che non si cura di vincere con la forza di volontà gli offra una plausibile scusa di sedersi all'. ombra, . per unirsi poi agli altri, spesso di nascosto, ad eserc1ta~10ne .ultimata. E ciò egli finirà per considerare .come cosa d1 nes.suna importanza, se avrà veduto, che il capo d'un riparto :fiancheggiante o aggirante non si sarà condotto con quel-

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III. L 'esempio è potente molla, che dà vigorosa vita alla disciplina. I più accurati insegnamenti rimarrebbero lettera. morta, se i superiori prendessero per norma la comoda massima del « fate qnel che dico e non 9.uel che faccio ». Com'è possibile che il soldato osservi le prescrizioni sull'uniforme, sia. sollecito a passare nelle righe, eseguisca i movimenti con energia, compia bene le marcie di celerità e di resistenza, se i superiori pe' primi vestono come loro aggrada, se tardano a prendere il · comando del loro riparto riunito, se nel comandare o nell'eseguire sono molli essi stessi, se non mettono nelle marcio ·tutto guell' amor proprio, che anche nei meno favoriti dalla natura, è fattore di miracoli? A. chi è fuori tenuta, a chi ritarda alle riunioni, agli svogliati ed a chi resta indietro nel.le marcie, s' infliggono punizioni, ìeggiere dapprima, poi di mano in mano più gravi; eppure difficilmente si riesce allo scopo : talvolta anzi si fanno de' malcontenti e, se di prava natura., de' ricalcitranti, che finisc!rnO alla reclusione ed a peggio. Forse m'inganno: ma sono di avviso, che se costoro avessero veduti tutti i loro superiori rigidi osservatori della tenuta e delPorario, li avessero sperimentati energici e fino all' estremo limite resistenti neJle marcie, tali sarebbero stati essi stessi, tutti o quasi . I soldati, sieno dessi ingenui o furbi, ignoranti od istrniti, sono ancora in tale età, che l 'esempio più che il precetto lascia in loro durevole impressione : sono, specialmente ne~ primi mesi di servizio, come gli adolescenti nelle famiglie. Si specchiano i primi sui soldati anziani, e in ispecie sui superiori, come i secondi sui maggiori fratelli e sui genit0ri; fanno quel che essi fanno; v'è una sola.differenza, che a.gli -adolescenti, pel'Chè seiurn, malizia, qualcosa si può nascondere o travisare, ai soldati nulla.

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l'energia che all'uopo si richiedeva, e non avrà fatto di tt1tto per vincere le difficoltà materiali e morali, che si opponevano allo esatto adempimento del suo mandato. È l'esempior sempre l' esompio1 che esercita sul soldato un infinsso tanto· nocevole alla disciplina; notisi che tali mancanze ~fuggono spesso alle punizioni, perchè, o non conosciute o giustificate con la forz~~ maggiore. Se, coll'odierno modo cli combatterer non si dà al soldato l'esempio di compiere fino allo scrupolo il proprio dovere anche qua.udo non si è osservati, ne verranno gravi conseguenze e la colpa sarà dei superiori. È passato il tempo in cui il soldato era semplice molecola del plotone, combattente per solito in ordine· chiuso; oggi egh è elemento della squadra, come questa è elemento del plotone; oggi è un essere che, di frequente, deve mettere in atto la propria volontà e le proprie facoltà intellet· tuali; oggi deve spesso determinare egli medesimo, se starsi nascosto dietro un riparo o sporg·e rne da mezzo il petto iu su per far fuoco; se al comando avanti, dato quando il controllo dei superiori è, se .non impossibile, difficilissimo, sia. meglio stare fermo al sicuro od esporsi, ubbidendo, alla morte .. Guai se il sentimento del dovere non lo sorregge in questi ed altri simili casi, in cui, pur non adempiendolo, ha molta. probabilità di sfug gire alla punizione ! Il ·danno che da ciò può derivare è, in tempo di pace, taìvolta trascurabile : una manovra andata a male a causa del1' insufficiente cooperazione dei combattenti, grandi e piccini, può forse lasciare il tempo che trova. In guerra invece può essere causa di sconfitta. E siccome si raccoglio in guerra. quanto si è seminato in pace, perchè oggi il vor ticoso succedersi delle battaglie non lascia tempo di fare migliori dissodamenti e seminagioni, così la campagna sarà forse perduta e si dovrà forse subire, vergognosamente, chi sa per quanti anni, la leggo del vincitore. Non esagero : è proprio il caso di dire che : piccola favilla gran fiamma seconda, e la fiamma sareqbe la perdita della. l'unità e forse del!' indipendenza della nostra cara patria, e il malo esempio dato dai superiori sarebbe la favilla. Il

soldato, in ispecie, farà questo ragion~mento: se in pace non tutti fanno scrnpolosamente i.l loro dovere, che avverrà in guerra, quando il farlo può cost11re la vita? Non dubito che i superiori italiani, dal primo all'ultimo, siano disposti a compiere in guerra tutto il loro do·rnre; ma può avvenir e che qualcuno non lo compia in pace come dovrebbe. E ciò potrebbe bastare, per iscuotere q1;1,ella assoluta <}Onfidenza di recipro,co aiuto, che ciascun· militare deve .avere in tutLi i suoi commilitoni, confidenza cla cui la discipli~a è p1·incipa'tniente ccwatterizzata (1) », che costituisce senza ' alcun dubbio il micdior mezzo perchè essa produca o tutti i suoi effetti. Si dia adunque l'esempio della puntualità nell'eseguire, non solo lo cose importanti, ma pure le pii;i, piccole particolarità di sorvizio, e i dipendenti faranno lo stessol e si radicherà in tutti q nell'alma confidenza, onde • testè bo fatto parola. Quando il so-ldato abbia in cuor suo la certezza, per esperienza acq nistata in pace, che i suoi commilitoni faranno tutti come lui; che il suo ufficiale, lungi dall'abbandonare il plotone: marcierà coraggiosamente avanti ad esso, il soldato, ripeto, procederà a ,sua volta calmo e imperterrito tra il :fischiare dei proietti nemici. Ed il concorso Jei plotoni nella compagnia , delle compagn ie nel bat: taglione, ecc., sarà assicurato, e talvolta saranno perfino prevenuti gli ordini formali dei capi .e ne nascerà in tutti quella gara, che sola è cagione di grandi cose, di concorrere alla vittoria. Gli è perciò che, in parecchie occasioni, capi subalterni -dell'esercito tedesco, durante le ultime guerre da esso sostenute non hanno esitat o a sla nciarsi sul nemico, benchè , . . . ' .. ' superiore in numero: sapevano che 1 corpi prn v1c1m non avrebbero nicchiato, ma sarebbero accorsi tosto a.I cannone ed avrebbero energicamente preso ptLrte al la pugm. per quanto sano-uinosa. E non solo i capi elevati,. ma « tutti gli uffi< ci:li, persino i più giovani capi-plotone di tiragliatori

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erano di ciò convinti, e in conformità operavano ..; Ne stava;. loro garante la disciplina dell'esercito tedesco (1) ». Qual differenza fra Tedeschi e Francesi! Il 6 agosto 1870r a Spicheren, la 14a divisione prussiana attacca risolutamente la retrogilardia del II corpo d'armata francese, nonostante la .superiorità di questo fosse schiacciante. .M:a i Prussiani ~onfìdano n el cameratismo degli altri corpi e sono certi che, quanti saranno a.portata, faran no sforzi sovrumani per accorrere al cannone.. E così avvenne : la vittoria che, fino alle 3 pomeridiane aveva arriso ai Francesi. si volse a. sei:a in favore dei Prussiani : erano accorsi a sost~gno della. 14" divisione, anche da lontano assai, tutti i riparti che ne, ebbero la possibilità, non solo clel VII corpo, cui essa apparteneva, non solo degli altri (VIII) della prima armata; ma persino de,l III, che alla seconda armata era ascritto. Da parte francese invece nessuno . accorse, nonostante le divisioni del III èorpo (Bazaine) facessero in tutta la giornata. inutili andirivieni a pochi chilometri ·dal campo di battaglia. A dir vero Bazaine offerse aiuti; fu Frossard che, se ne, togli un reggimento, non accettolli ; ma in simili casi, oltre che si perde un t empo preziosissimo tra l'offerta e la risposta, la. prima, fatta solo a parole, può anche offendere. Bisogna, acconere senz'altro al cannone, come fecero i Prussiani in ogni contingenza e specie nell'oradetta battaglia e nella successiva di Borny del 14 agosto; bisogna che tuttit capi e 'g regari, siano convinti nell'animo fin dal tempo di pace che ciò avverrà anche in guerra, non solo per avere inteso dire,. ma per aver veduto fare ; non solo quando si è riposati, ma pure allora che la stanchezza opprime; n.on solo nelle incruenti . manovre, ma pur nelle difficili circostanze. In queste invece ed anche in quelle normali, taluni si lasciano andare alla critica ed alla mormorazione amen. ' due alla disciplina dannosissime. Che si critichi o il superiore o le d isposizioni emanate o qualche istituzione deliberatamente in presenza di truppa, _non credo avvenga; ma . <<

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si critichi senza badare se la trupp11 possa ascoltare o in presenza di ufficiali giovani, avviene pur troppo: avviene . pure che la critica sia fatta da questi e che i più elevati in . grado non diano loro sulla voce. Il malvezzo ci fu tramandato da tempo remoto, da quando non sapevasi far di meglio, per ingannare il tempo, che legge1·e la vita, come si dice, ai superiori. Ed ora, sebbene si abbia tutti qualcosa di più interessante da fare, il malo andazzo non è scomparso: alcuni, per fortuna pochi in cui, fatte le debite eccezioni, le pretensioni. sono maggiori del sape;e, t rovano a r·id ire su tutto e su tutti. Mancomale, sebbene sia sempre cosa condannevolissima, se costoro si sbizzarrissero a voce moderata e in siti appartati. No; . la trincùmo a voce alta da critici e da professori, in quartiere, in piazza d'armi, alle manovre, quando i soldati, pure essendo. a rispettosa distanza, possono non perdeJ"e sillaba delle loro parole. Talvolta: · pure taluno, che della disciplina ha più alto concetto, si lascia trascinare inavvertitamente alla critica ed alla mormorazion e. In una conferenza di presidio, tra,tta,ndosi. egregiamente del servizio delle ferrovie sotto l'aspetto militare, il bravo conferenziere ha con ragione os-servato che ufficiali, non t utti degli infimi gradi, si permettono d'inveire ad alta voce, · per dritto e per rovescio, contro tutto e tutti, che alle ferrovie si appartiene. Se ciò fanno gli ufficiali, in cui la truppa devesi specchiare, n on so per fermo che debba fare questtt nelle possibili oç,casionì di disagi, di contrattempi o di crisi; non so quale .:fiducia possa riporre in tale importante e difficile servizio; non so come• si potrà ottenere da essa ordine e disciplina ne' trasporti militari. Saranno inflitte punizioni, ma qual forza potranno es.se avere, se gli stessi superiori, col )oro ma]e esempio, avranno screditato il servizio ferroviario? Ciò che di questo, può dirsi de' setvizi vari, durante i campi mobili in ispecie: guai se tarda alquanto l'arrivo delle tende, delle coperte, dei viveri : o se l'acqua è scarsa, o si richiede, per attingerla,. t roppo lungo cammino; o se


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l'accampamento è soleggiat o, o r istretto, o lontano dai luoghi abitati! È un coro, da parte di alcuni, di critiche e di mormorazioni, alte, sonore e tali da essere intese anche dai sordi, quasi che i ritard( ed i piccoli disagi fossero procurati a bella posta e non provenissero. invece da speciali considerazioni o da difficoltà imprevedibili. Costoro farebbero quasi nascere il dubbio che, così facendo, credano di cattivarsi l'affezione de' soldat i e non pensino affatto al grave colpo, che dànno alla disciplina. In tali casi, invoce di mormorare, si dovrebbe trarre occasione per rappresentare ai soldati le,gravi difficoltà., talvolta insoi-montabili, che si oppongono all'esatto funzionamento de' vari servizi, e in ispecio di quello de' viveri. E quando in pace, pel verificatosi ritardo delle distribuzioni, si dovesse protrarre di qualche ora il poseguimento e l'inizio di operazioni militari, ·si dovrebbe dir loro con infiammata pf.irola, che in guerra occorrerebbe spesso fare altrimenti. In pace si può, eventualmente, protrarre di qualche ora, senza danno, una esercitazione, per non fare faticare i soldati a stom:a.co vnoto, 1m~ in guerra non si può quasi mai senza grave iattura. Il 24 luglio 1848 a Custoza, il ritardo posto nell'attaccare per distribuire i viveri, fu una delle cagioni, per cui fummo sconfitti. Perciò i soldati debbono essere abituati :fìn d''ora a trovar, nel .sentimento del dovere, t anta forza morale da accorrere, pur essendo digiuni per un cumulo di ragioni che essi non devono investigare, da ,accorrere prontamente dove .l'opera loro foss e richiesta. Bando cl nnque a lle critiche, bando alle mormorazioni; ,ma, pur cooperando a tutt'uomo arimuoverogl'inconvenienti, si dia esempio al soldato di pazienza e di forte volere, capaci spesso di renderci insensibili anche aUa fam e. Si faccia di tutto, porchè nasca e si affermi nell' animo suo quella :fiducia ne' superiori e ne' camerati, che dissi il u.iglior mezzo, perchè la disciplina · dia i suoi frutti : si dimostri col fatto di essere tutti compresi dél sentimento del dovere, sempre, anche ne' più insìgni:ficanti atti della vita. I superiori trascineranno così il .soldato ad imitarli, chè l'esem-

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pio; molto più che il precetto, si presta a promuovere od a tra.durre in atto una buona disciplina. Ma è tempo ormai di riepilogare e di conchiudere. Le san,i;ioni penali e disciplinari, che imprimano un carattere <l 'immutabile necessità alla disciplina, ci devono essere, e i superiori lo debbono severamente applicare : le passioni umane sono sì forti che non si saprebbe come altrimenti vincerle. Non si dev'essere però solo proclivi a punire, ma anche a premiare e i clne mezzi di disciplina clevonsi adoperare in quel modo razionale, che consigliano l' indole dei tempi e dei popoli, la giustizia, l'imparzialit,à e la perfetta ·c'onoscenza de'· dipendenti. I modi fracassosi, irr uenti, dispotici, lungi dal mantenere, scuotono la disciplina. Ma, pur così opera.udo, non si otterrà ancora quella discipli11a, che genera le grandi cose. Occorre all' copo una ben intesa educazione morale della truppa e, da parte di tutti i superiori, prestigio ed esempio. Conferiscono il prestigio: 1° l' esercizio r azionale della facoltà di pnmre e di premi.are; 2° la solida istruzione, onde traggono origine preziose qualità di mente, di cuore e di cara!,tere; 3° la perfetta educa,zione, che fa rifuggire da parole e da. atti che possano umiliare od inasprire; 4° la dignità personale, che fa guardinghi i superiori da quanto può nuocere al loro decoro; 5° la sollecitudine benevola e affabile per il benesser e materiale e mo1·ale de' dipendenti. Per dare il buon esempio occonono da parte de' superiori: 1° scrupolosa puntualità nell'adempimento di tutti i doveri; 2° pronta e volonterosa esecuzione degli ordini ricevuti; 3° intelligenza e instancabili tà nel cC'mpiere, sempre e ovunque, le missioni loro affidate; 4° assoluta astens~on e dalle cri t iche e dalle mormorazioni. Il soldato sarà così spinto, meglio che co' soli precetti e con le sole punizioni, ad aver fede nellE:' istituzioni e nei

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superiori, ad imitarli, a fare a :fidanza su di loro e sui: compagn,i. E la fede diventerà idolatria quando i superiori avranno, in pace, sapttto col prestigtc acquistarsi anche Ja devozione del soldato e g_uarfdo, in guerra, pagheranno coraggiosanente di persona, primi ad affrontare i pericoli, primi a far sacrificio della loro vita: Solo in t al modo io credo si possa promuovere la buona disciplina, quella cioè che occorre : 1° per ben condurre i colossali eserciti odierni; 2° per suscitare nel soldato, non virtù negative1 ma posit i ve e CJ. 1ia.si direi vi tali; 3° per radicare in tutti qùella ferma vol0ntà di v mcere, che è la. migliore arra di vittoria.

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IL l)IL.El\[\'.fA D'AMLETO PEI BERSAGLIERI (ESSERE O NON ESSERE . .• ECCO IL PR OBLEMA !)

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non ni soi t q ui mal y pense /

G. SaLA, colonnello.

Riprendo un vecchio studio pensato con coscienza, con cuore e buttato giù alla buona parecchi a,nni or sono : portava per titolo << Essere o non essere! >>edera un grido di dolore che partiva da l'anima mif~ di bersagliere,• confrontando ·il 1rnssato del Corpo glorioso cui appa,rtengo, col nebbioso presente d'aHora e le tenebre sconsola.te che avvolgevano l'avvenire. Più che uno st11di.o, emno appnnti per uno studio : erano ricordi., confronti, coustatazioni di fatto, a.s pirazioni .... R,ipr:endo il mio vecchio lavoro, con lo stesso cuore di dieci · anni fl:\-, con la stesssa fede, ma con ma,ggio.ri speranze, :poichè rnalgrado non si sia fal;to - da allon~ - qu~tsi nulla pei bersaglieri, lo spirito di corpo, la potenzialità cli questi non sono granchè deperiti, men1;re più forte, p.iù evidente si manifesta in tutti la, conviuzioue ch'essi - nelle 'condizioni in Clù sono lasciatì. - riescono inutili non solo, ma dannosi a sè ed agli a.ltri : la, solnzione del grave problema dei bersaglieri. quindi, se prima era urgente, ora non ammette clila.zioni. So d'azza,rda,re, oggi, un\~ltra parola in favore di un Corpo speciale, quando la, tendenza aUa fanteria 1,inica s'è andata sempre più accentuando ne l'a,mbiente militare, quando tutto - intorno a noi - ci conferma, quello spirito livellatore che già s'è imposto nelle moderne società,, ma, non .credo per ciò di ten-


632

tare fuori tempo un ritorno aU'antico o di commettere un ana cronismo. Ai giorni nostri. la vittoria è p~ colui che riesce ad impiega.re megli.o il ma,ggior numero di soldati (1) ; raramente forse, giun- ' geremo all' a,rma bianca, poichè nelle gra.ndi gueri:e moderne saJ:à il fuoco intelligente - più di .tutto - a decidere. Ed ecco, · in gran parte, spiegata l'odierna tendenza alla fanteria unì.ca, quasi accenno alla nazione. a,rmata,. I principii eminentemente democratici che informano l'attuale società,; trovan così una manifesta,zione anco nell'ambiente militare e sta bene: ma questo stato di cose - che tocco cli volo fa sì che i grossi eserciti dei tempi nostri risultino form ati da 1;u tti gli elementi disparatissimi, compresi fra, il fisicamiente m,e,liocre e l'ottimo che la societ~ offre a,l recluta.mento . Ciò posto; è per lo meno assurdo il rinunciare agli. indiscutibili e rilevanti vantàggi che si posson · tra.rre da.gli otti1ni, pel solo gusto di volerli impiegati assi.eme e frammisti ai mediocri. A questo resulta.to ci porterebbe indubbiamente l'attuazione della fanteria unica. Qua,ndo poi gli elementi ottimi, ~ià riuniti in un Corpo speciale con speciale missione, seppero forma,rsi una storia gloriosa sui campi di battaglia e colpirono l'imma.ginazione stessa, del proprio paese, tanto da, divenire il flipo di solclcito 11,a~ionale, allora per quell'esercito l'ideale della, fanteria, unica è un'utopia pericolosa,, qua,l unque siano le ra,gioni che 'possa,no consiglia,rla. La questione sembra a tutta prima tecnica soltanto, ma in real1;à non è che una propria, e vera, q~1estione morale, l)Oichè si risolve nel distruggere molti. ricordi, molte tradizioni che orma.i son parte integrnnte della vita e dell'istoria d'un l)Opolo e d'un esercito (2).

(t ) • Rest,, sempre inteso che H conce tto di forza non è rappresentato solo dal nu. mer<J, ma a nelle da l.utLo que l com.pl esso di fattori momli, i quali non di rado possono a1•cr tale peso (la far trabocca re la bilancia dal la lor par te, .1ncho contro forze sensibilmente superiori •. - E. BAnONE. - Come oper ano i g1·andi esci·citi.

(21 Ta ttica ed Op. sp. Vo i. ' . ({873). -

Regg. fant.J .

633 Ora il pericolo che per una siffatta scossa mora.le sì correrebbe, non supera forse e di gra,n lu.ngfL i vantaggi erti si mira, ~ Io non so dubitarne, perchè vi sono fa,tti, date e nomi, la cui memoria non sì può toccare e ta.nto meno distruggere. 'J~utto questo - comunque si.a, ·buono o no - si verifica, indubbia.mente df.ì. noi pel Corpo dei bersaglieri. · Ta.lchè il mio ritorno all'antico - se tale sa,rà giudicato -11011 mi sembra .fuori posto, e l'anacronismo non sussiste. Da, noi infatti i bersaglieri non si poterono abolire, ma.lgrado tutte le ragioni profonde degli avversari, rna.lgrado gli infiniti inconvenienti di cui veniva.no e vengono accusa.ti; non ultimo quello di de1JCMt1Jerare dei migl(ore elemento la fanteria di linea (1). PEI DERSA.0 LI ERI

IL DILEMMA D'AMLÉTO

T. Gen. OtLolenghi (allora ~laggio re nel 62'

·

.

,,

!

***

I nostri avversari però - e non son pochi. - s'a,ffanna,rono a dichiarare che i bersaglieri per i progri':lssi nell'arte e nella tecnieiL militare, non avevan piLt l'f,Lgione d'essere come corvo sveciale, ma cbe avTebbero trovato più frequente ed utile impiego come corpo scelto. ' · Il buon pubblico e l'inclita, ])rimi noi bersaglieri, tLbbocca,mmo alla ~ottili.ssima, trovata e nori badammo più che ta,nto a quella specie di scaz>patoia retorica.; scelti o speciali i bersaglieri rimanevano e con mille ragioni d'esistere se prima ne a:vevano una, poiehè si offriva loro un campo ben. più vasto d'azione ed Ull impiego forse più consono a.Ua,loro natura nelle guerre avvenire. Era logico, urgente, doveroso, che tale impiego nettamente si eoncreta,sse nei. regola.menti, poichè un Corpo come il nostro, senza uno scopo, senza un'impìego speciale ben definito, non solo è un assurdo dannoso a sè ed agli altri, ma .è destinato a, sta.sciarsi lentamente ed a scomparire da sè. Qui, ·forse, stava a,ppunto la troval;a, dei nostri avversari : lasci~Lre i bersaglieri senza uno scopo, sen7,a una missione clù~tra e precisa, : ridotti per tal guisa acl un corpo senz'anima, avreb(:l) Citi non ricorda lo splendi<lo discorso del!' on. Civinini nella seduta de l :1.6 dicembre !870 al Parlamento italian.o ? Si potrebbe giustamente delinire, quel discorso,

un

{ier,> scalto det senlimeuto nazionale italiano a di(esa dei bersaylieri.

.,


634

.

635 cevole aU'amor proprio ch'esse suonavano ; in conclusione molto fnmo e poco a,rrosto, a,n½i qualcosa cli peggio. Di fàtti meno la scelta - orma.i affatto p:r.oblema,tica - del personale, la, lunghezza, e la ca,denza, del passo (che ptrf· tentar ono togli.er,ii) le marcie un po' più celer( e lunghe (che s'esegniscono qua,nclo la deficienza :fisica, del contingente non le vieta) la clivis~L tradi.ziona.le più o me.no bistrattata.' i ;eo·olamcnti o . poco per volta ci. ug11aglia,t ono in tutto e per tutto a.Ua, fanteria di linea. Come si può pretendere, che un Corpo speciale - qualunque esso sia - senz11, uno scopo alla, propria esistenza e sotto l'azione di una continua ed ingiusta demolizione, non :finisca col vegetare prima,, col decadere di poi 'l Parecchi dicono : << I bersaglieri non hanno un impiego speciale e che per ciò ~ E' forse stabili.to cbe saranno adoperati com e la fanteria di linea 1 No : dunque loro scopo è di prepara,rsi e di accumulare una potenzia.liliì, tale cli resistenza, di velocità nelle marci.e, di spiritQ cli corpo, da poter f:!Sser pronti sempre ed a qualunque missione siano eventualmente chiama.ti in tempo di

IL D ILEMMA D'AMLETO

PEI BERSA(H,IER.I

bero necessariamente :finito col coopera.r e essi stessi a.lla propria consun7,ione. Difatti, allorchè si organiz~ò staoilmente la clifesa delle Alpi, i nostri avversa,ri si gnardaron bene dal destinarvi i bersaglieri, che dal Della, ]\farmora, eran stati creati << in, vista degli imiportcmti servizi che u1ici tr1tppa /ti cibili bersaglieri votrebbe rendere particolarrnente NELLE :à:CONTAGNE e nei pa,esi rotti~ (1) .

Oibò ! Si preferì creare un nuovo corpo speciale, che senza, pa,ssato, senza tradizipni, traesse con sè tutti gli inconvenienti d i cui si a,ccusavano i bersaglieri rispetto alla linea, considerevolmente a,umeutati da,l fatto ch'esso danneggia.va, anco. U nostro Corpo e che contribuiva a raggiungere la fanterfa unica, a,umenta,ndo -il numero dei corpi speciah. Perchè questa,... - chiamiamola, così - àimentioa,nza ?... Fatto sta che dalle spera,nze alle illusioni ed aUe disillusioni, passa,r ono molti anni, finchè venne naturale in tutti la domanda : << I bersaglieri ...:_ in una guerra futiwa u.na 1n,i,sS'ione sveoiale ? Qtiale ? >>

E -

grave sintomo -

avranno 1,in im,piego,

ques ta, dornanda fu rivolta anni sono

guerra>> .

ai nostri colonnelli, cla,lJo stesso Ispettore dei bersaglierL. (Z).

Avrebbe dovuto sembi·a,re uno scherzo cli cattivo genere, invece fa trova,ta giustissima, e presa, còme una tacita pi·otesta ; non po:te,,a, succeder diversamente, a.no s.tato delle cose. Pci nostri avversa,r i, la, domanda era apertamente intesa a promuovere sui bersaglieri un brevetto cli assoluta inutilità : per noi esprimeva, le incertezze. del d.u.bbio - che non voleva pa,rerlo - ma era. sconforto. N essnn Alessanclro sorse ed a.rdi tagliare il nodo gordiano e .· tutto 1:imase nel buio di prima,, poichè se un impiego speciale non pareva escluso pei bersaglieri, esso non era, (come non lo è ~t tutt'oggi) tassa,tiva.mente sta,bilito da alcun r egolamento, da afouna istruzione. Si risprn,e da una parte all'importa,nte domai:ida, con le solite frasi, belle ma vuote : dall'altra ci si contentò pcl solletico pia,-

. S11lle prim e, chi non vede ch'essi ha,nno ragione da vendere'? :ò'fa, pensandoci un poco, ci si avvede ch'essi dimenticano come là natura delle cose non si ca,mbia per far pia,cere a,d a.lcuno ,: non 1foordano che tutte le-specie cli esseri dell'universo creato, esistono in quanto hanno ragione d'esistere, hanno cioè uno scopo - recondito o palese, ma r eale, concreto, speciale per ciascuno alla loro esistenza, ; cl1e a,llorquanclo questo scopo cessa,, gli. individui delht speèie sono soppressi o si sopprimono da sè od almeno si. trasformano: non continua,no già, ad esistere invaJ.>ia.ti., per accumulare la loro potenzia,lità, in vista di :i;ìoterla, tra.durre in atto quanclocchesia. L' uomo, peggio un' accolta organizza,ta e cUsciplinata di · uomini, un corpo cli truppa, possono forse sottrarsi a,lfa legge natma,le che tutto modera e regge quaggiù '/ Senza, uno scopo speciale ben definito, nessun Càrpo speciale o scelto ha ragione d'r,.sistcre, poichè . la sua preparazione non potrà che esser ma,nchevole ed il suo rendimento ~ffettivo infe-

(!) • Proposi1.ione per la fo rmazione di una compagn ia ))ersaglieri ». Alessandro Della Marm ara, C~p itano nei .granatieri guardie. (2) L'Ispettore dei bersaglieri era il generale Testafochi comm. Edom·do, ora. defunto.

. J


fj36

IL DIL EMMA n,urLETO

r iore cli molto a, quello cui si avrebbe diritto ; esso, p er molteplici e nobili. ca,use, sarà sempre superiore a, quello ricavato da.Uc al tre fanterie, ma sempre e cli molto inferiore a quello ct1e dovi·ebbe dare, tenuto conto dei mezzi migliori di cui dispone... o meglio, dovxebbe disporre, chè da noi - ora - i mezzi migliori, senza escluderli, sori.o purtroppo i n gra,n ·parte un pio desiderio. Dinanzi a questa, rea,ltà crudele, mi ritorna a,l pensiero lo scettico dilemma, d'Amleto << Essere o non, essere ! >> e mi chiedo l)ercbè ancora esistano i bersa,glieri.. .. così com e ora., essi sono inutili, anzi dannosi : aboliamoli dunque e man teniamo - come ricordo loro dovuto - solo quel Museo Stori.co che il loro <more ed ed il loro affetto pel Corpo, ham10 voluto e saputo costituire : in quel tempio sacro a,l valore bersaglieresco, riuni~tmo i ricordi tutti, tutti del bel Corpo che dal ponte cli Goito, all' amba fosca del Rajo ed agli spalti di 'l'a-ku, d,i fronte a,l nemico brillò sempre col suo storico piumetto, cli cui noi siamo tanto orgogliosi ed alla v ista, del quale il bel popolo d'Jtalia, tutto il popolo vet·o, freme e si commuove cli. patriottico amore.. .' Aboliamoli - è meglio - seppure il nostro popolo vorrà permetterlo: se non a.ltro, chiuso il ciclo snperbo delle loro glorie e conservate queste nel loro sacro i\'foseo, non sail.'anno costretti sia, pure inconsciamente, a coopcra,re aUa propria decadenza ed alla propria fine. * **

E la ragione psicologica di questa corrente militare che non fn e non è sempre e sinceramente favorevole ·del tutto a noi bersa,glieri : la ragione vera, d,i qu esta speciale e strana manifesta,zione dello spirito militare a nostro r igua,r do, che costituisce uno stridente contra.sto nel confronto con l'estero'? Negli eserciti stranieri, è una gara che commuove quella con la qua,le tutti di tutte le a,r mi cerc~mo cli eleva,re, ili magnifi.caJ.'e i loro Corpi speciali ; la gloria, che da essi emana, è titolo cli gloria, cl'orgoglio per t utti : da noi, siamo troppo intelligenti per negare la storia, ma, 11 pàssato glorioso, il forte spirit o di Corpo, il mora.le

PEI BERSA 0J,IERI

637

elevatissimo, la spiccata popolarità d.ei bersa,glieri - cl,e lh quale essi sono orgogliosi - sem ora quasi dia ombnb e produca - come chiarna,tli. ~ - ~t.vversari... non ho saputo trova,re parola, più ada,tta ed espressi.va di questa, per indicarli. Francamente: col cuore in mano e senzèl, volerci inga,nnare i bersaglieri ·per molte e molte rngioni s'impongono ; a,d· essi di preferenza si ricorre nelle contingenze più serie e dolorose, riescono universal mente simpatici, ma nel fondo dc I.' anim a qua,ndo p assano veloci a.I suono delle spigliate faufa,re, le penne a,l vento, baldi, superbi nella, loro massa nera e il popolo che li ama e li ammira, freme ed appht.ucle, nel fondo de !.'anima di molti. che pur si senton commossi, a,ffiora una punta quasi dolorosa, indefinibile, che non si spiega, ma che pl'ocluce un certo malessel'e... perchè '? }<';' u n fenomeno strano, inconcepibiJc, q iian<lo.si ·pensi ai sentimenti forti <Ìi ca.meratismo cbe fonde tutti noi d.e l'esercito, mtt. il fenom eno esiste ed io lo indico perchè è vero. Forse - anzi c~rto - è prod.uzione diretta e fino ad un certo punto inconscia di quello spirito eminentemente indi vichmli.stico, gelosamente personale proprio all'indole, al carattere italiano : ili quello spitito che non ammette tii e voi, plusvalenti dell'io e noi..... splendida, dote naturale che rivela le altissime e gloriose origini del popolo che la possiede, ma caus~~ ·ili quanti giiai, se non con;ctta... e la stori,1 di ttitte le guene nostre, ce lo prova purtroppo a ca,ratteri tra,gici e dolorosi! Negli. a,ltri l:)Serci~i l'idea collettiva asserva ed\assimila quella, · indi.viclna.Je, da, noi purtroppo non succede precisamente lo · stesso : è un fatto iniliscutibilc, se dentro noi. pensia mo sinceramente e con coscienza.

** * Alla strana manifestftz.ione dello spil'iLo militare italiano, ben altro però s'a,ggiunge ; la verità, scotta,, ma non si può negare : noi. bersaglieri non ci accorgiamo de l' apatia che ci opprime come la dantesca ca,ppa cli piombo e ci rende poco curanti del presente e forse molto illusi su l'avvenire ; del resto non è tutta nostt'a la. colpa. 41 -

AN '.'i O XLIX.


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038

Il, D!Ll<;MMA D' AMU~TO

PEI BERSA.GJ,IB:Rl

Tolta· la fucina,, ove si temprava, la fibra, morale e fisica,, il ca.rattere ed il corpo dei nostri vecchi ufficiali, toll;a cioè la S0tioia normale dei bersa.gUeri ~t Livorno, per qua,lche tempo te si sostitui - per iniziativa dei. colonnelli -- un periodo più o meno !ungo, ma, intenso, d'addestramento speciale presso i corpi. Il ripiego avrà avuto i suoi difetti : non disculio, consta,to solo ch'esso portava, ad ottimi e pratici resultati, poichè completava mora.lment;e e fisicamente l'ufficiale appena a,bbozzato alla Scuola, di Modena, e provocava un'utile e naturale selezione dei novellini, con vantaggio non piccolo del Corpo e del servizio. j)fa si scrisse e si gridò, elle l'ufficia,le - qua,nd'esce da ì\iodena - deve ri1;enersi u:fftcia,le fatto e non da farsi o da completa.re ai Corpi, se non si voleva, menoma,rne l'autorità, presso i <lipendent.i. l\fassima ottima in teoria e se l'ufficiale - sp.ecie dei bcrsa,glieri - giungesse a,l Corpo come dovrebbe giungervi o vi giungeva, una volta,: ma quanto dannosa in pra.tica,, nelle condizirni a,ttuali ! · Ed il ripiego adottato dai. nostri colonnelli, poco per volta si dovette abba,ndona,re.... N'on rimasero ch·e le con.ferenze e le élne solite istruzioni pratiche, ma basta aver presenzia,ta una confsrenza, peggio averne fatta una,, e veder tirar di scherma e far ginnastica in tenuta giorna-liora per convincersi della passione, dell'intcrosse con cui son frequenta,te e dell'utilità che se ne può ricavare. Fortunatamente di eccezioni ve ne sono e molte, ma ciò non vuol dire che non sia vero quello che ho detto : l'eccezione non distrugge la regola, la conferma. JPrattanto l'ambiente sociale, in questo principio di secolo pieno di desideri smodati e di disagi d'ogni specie, va come sfibrandosi in nna lotta di cui sembra non ben s'intuiscano nè scopo, nè mezzi e si ripercuote 1mrtroppo anche nell'a,mbientc militare. Quella larva di scettica noia, quella deficienza di ogui alto idea,le che caratterizzano la ba,lda gioventù dei nostri bassi tem- , pi, com inciano ad .infiltra,r si - quasi inavvertit;c, ma senza

639

posa - fra i nostri ufficia-li ; una specie di noncura,nz~t in ogni atto di ~ervizio, d'indifferenza e cl'apa,tia per tutto ciò chJ v'ha cli più serio e cli più importante, una tendenza morbosa ad·~tbusare della parola diritti, accompagnata spesso da un concetto non sempre esa,tt;o e coscenzioso della parola doveri, sembra ii_npossessa,rsi della maggionmza, non risparmiando n eppure quelli che dovrebbero e potrebbero reprimere e si lirnita,no invece a deplorare soltanto. Quest'abbassamento nel termometro dell'energia, clelh:t a,ttività, <lello zelo ed anche - diciamolo, perohè è vero - - del · cara,ttere. finisce col risa,lta,re, con l'essere maggiormente dannoso pel ~ostro Corpo, poichè.mentre da nna parto la, nazione ha il.dTitto di richieder da esso molto p ii:L che da,l resto rla,Ha fan teria, esso dall'altra parte fu maggiormente colpito da una serie -di rif.om1e che ne mutarono il ca,r a,ttere tipico, lo ridussero cli mer.zi. lo minarono nella sna personalità e nella sua, potenziaHtà. ])a,i ba,tt_aglioni a,utonorni, si pa.ssò a,i grossi reggimenti, poi ai reggimenti su 4 batta.glioni togliendo a questi il numero origina-r io che è la, sintesi della loro gloriosa istoria, da ultimo si venne ai reggimenti su 3 battaglioni, perfettamente e6'ìW,li alla linea. J\i ba,ttaglioni bersaglieri .tu bensì - ·e molto op1)ortunamentc ridato il numero originario, ma non compensa - questo - il -danno enorme causato cla l'ordinamento in reggimenti - non più - solta,nto amministra,ti vi come era.no i primitivi grossi reggimenti - epperò troppo rigidi, liroppo pesa-nti., in aperto contrasto col carattere vero, con l'indole il modo d'essere c di dover .esser impiegati dei bersaglieri. . Jl ciclo di tali riforme e d'a,ltre innovazioni cbe ebbero tanto dannoso effetto sullo spirito di corpo, ~nll'amor proprio di qLrnsta, truppa specia,le, per ora si è chiuso con l' aver messo - qua,ndo si e qua,ndo no, a seconda, delle secli di gtrn-r nigione ~ i nostri reggimenti ~tlla dipendenza dei Comandi cli Brigata di fanteria,... meno ma,le che non ci raggruppa,rono in 6 :Brigate bersaglieri! (1). ('1) Vedi no ta a pag. 633. Lo splenrlido e p:1triottico discorso dell'~n. Civinini ~!la Camera, fu appun to provocato da l Decreto Ministeriale che rid ucc1•a 1 _reggimenti bers_a~ g\ieri a reggimenti di linea su 4 b:1ttaglioni e togliev,t ai battaglioni, 1 loro stonc1 ,numeri d'ordine.

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r


640

IL DILE)l i\.[A D' A)fLE'l'O

Questo lento processo di trasformazione o meglio di dissolu1,ioue, non è - per ora - che appena avvertito ed è fortuna, perchè dimostra che il nostro spirito ·d i corpo rimane '- nella maggioranza -ancora quale fu. pel pa,s sato, pieno cl'energùt o cli slancio ... ma l'esistenza embrionale clel fen:omeno non si può nega,re, mentre i tempi inca.Izano e l'avvenire è in rnano cli Dio ! Lo spirito di corpo è c_ome una pila : capace cli sviluppare le correnti continue più forti, se non ci dà che correnti intermittenti, vuol dire che è mal ma,ntenuta, non già ·che -è difettosa e polal'izzabile. Ora, a.I nostro Corpo, non manca questa pila potente, ma per un e11mulo di cause esterne, iri gran parte indivendenti da noi, non è mantenuta come dovTCbbe e sa,rebbe. desiderabile.

J~' indispensabile ed urgente che ai. bersa,glieri s'a,ffidi una •missione 'speciale non solo, ma si diano loro realmente i mezzi per pr epara.rvisi. in pa,cc, per attua,r la, i n guerra : un i mpiego razionale, importa,nte, com,ono a,1 loro cara.ttere e che si basi essenzia.lmente sul f1.wco, sulla, velocità e sulla resislenza, sviluppati a l più a.lto grado. · O far questo o abolirci; il famoso clilcm ma << e,çsere o non essere >> s'impone : è doloroso, ma logico.

Abolirci... e sa,rà possibile'/ Io credo di no, a.ln1eno :fintanto che la, rn1,zione avrà una mente per ricordare le proprie glori.e, una, coscienza per esser grata a chi le seppe conquistare col sangue ccl un cuore per amare le cose buone, u tiili e belle. Poi, facendo astrazione da tutto ciò, sarebbe opportuno, uWe :all'esercito ecl al pa,ese '/ La,s ci.o la risposta aJl'a1ta mente, alla eornpetenza indi.seussa d'uno dei nostl'i più noti genern,li, che non fu ma,i bersagliere : nelle parole che di Lui trascrivo, è la sintesi chiara,, precisa del grave ed 1.mgente problema a,lla, cui solu,1ione è inteso questo mio povero studio : << Nei nostri bersaglieri noi abbùmio tale una copia di glorici, cli ·tradizioni, di e1ninen# servizi resi al paese ecl all'esercito : tcile im vresl'igio, iino spirito di corpo elevato ed im sentimento di vera,, recile e legittiioo siiper~orità ohe SA1{El3l3E IMPOSSIBILE IL GIUSTIFICARNE L'AllOLI¼IONE SOTTO IL

Nou è quindi che noi bersaglieri dell'oggi si sia degeneri da CJ.ueUi dello ieri, ma dobbiamo l'icordarci che mol.ti con sarcastico sorriso ci sussuna,no d~t molto tempo all'oreccllio << Vi dimenti cate d'esse;· bersaglieri alle voi·te cleUa città>> e che se ci. continuauo a tenere nelle condizioni attuali, avremo più da temere che da spera.re da l'opera del tempo. L'ambiente demoralizzatore in cui ci si la.scia, farà presto o. ta,rdi 1Jrogressi dolorosi sulla nostra potenzia,l ità ; è ' necessario quindi scuoterci, reagire e la t'eazione non dobbia,mo aspettarla da altri, dobbi.a,mo ini½iarla noi stessi. (l) Gen. OnuLEXGH ! . -

641

PEI BERSAGLIER I

Nessuna spinta dunque a reagire contro l'apatia generale elle minaccia snervarci; ci resta s_olo quello spirito bersaglieresco su cu i si fo nda la massima, e miglior lJarte della, nostra potenziali tà, quello spirito di Corpo che ci ha resi e ci rende in realtà mciterùilmente e 1noral111,ente s1;,periori (1) all'altre truppe di fanteria, ma anch'esso pmtroppo accenna a svisarsi, a ridursi sempre più ad un richiamo retorico. Anch'esso comincia a risentirsi della esteriorità che domin~~ l'odierna vita socia.le e va - in molti - quasi inconsciamente cedendo il posto all'a,mor proprio, il quale appunto perchè co s~ituito in massima parte di l)a,role e di ricordi, riesce poco più d·una semplice vanità.

PRETESTO DI RISPE'.T'TAl{,E D~ PRINCIPIO

u nica,}

TEOH,ICAMEK'l'R GlliSTO,

(quello della, fa.nterh1

PRATICATurEN'l'E NON APPLI·

a farlo

riocicb·ebbe a SYAN'l'AGGIO DF.L VALORE }[0simboleggiato nel bersagliere, CO· nosciuto in Italia e f1.wri come iin tipo ci/ratto speoùile ecl origina,l,e ohe richicima a sè lct simpatici e la stùna 1.wiiversale. Però è 1nestieri IMPIEGARLI IK MODO DIVERSO, se non si-viwle SFRGTTARE UN ELF.)iENTO PER NOI p~,EZIOSO, riuscendo perfettamente INU'rILE CABILE.

Anzi

):[A

RALF. DELL'INTERO ESERCI'l'O

IL SERVIRSENE QUALE FAKTERJà. DI LINEA>> (l).

(l) Gen. OTTOJ.~NGm. - Op. cit. , voi. J. - L'illust re generale, cui sono legato d,, tanti vincoli d'(1 !Tetto o di riconoscenza, mi perdonerà certo, se non so spiegarmi co me.chi ha espresso si bene cosi nobili idee, abbia potuto cl i poi quasi aggregare i bersaglieri alle Brigate cli faoteria cl i linea.

Op . cit., YOI. I.

r..


64:2

IL DI LEMMA D'AMLEl'O

L'illustre generale Sism ondo ebbe ad afierma,i:e solennemento che, data la, fatoria, e l'indole della, nostra na,zione, se i bersa,o'lieri 0 non esistessero, si dovrebbero creare ! . ~ ecessità dunque di 1·innovarci tosto, per forse trasforniarci poi: il rinnovamento bersaglieresco avrà senza dubbio Ja potenza di info ndere una vita nuova ed intensa a.I. vigoroso tronco, il qua,l e ma,lgrado una vecchiezz3: precoce e le ingiurie dei tempi, ha saputo ma,ntenersi :lin qui vegeto e sano, e lo l'enclerà adatto alla trasfotmazionc che forse l'attende. Sarebbe un controsenso se si volesse ad ogni costo creare un impiego speciale pei bersaglieri, a,ffiiie di non abolirli : non l'individuo crea lo scopo che a lui necessita per vivere, sibbene è l'indiv:idno che sorge o si trasforma per uno scopo che gfa esiste e che poi diventa :finalità a.Ua sua esistenza,. ·· Tn Ilialia abbiamo un grave, un complesso problema da risolvere : problema vastissimo, della più gra,nde importanza, che interessa la vita t 11tta e l'avvenire del paese, non escluso per ciò l'esercito. · Fare intelligentemente evolvere quanto è conquista glori.osa del passa,to, })er modo che ritempra,ndosi - per così dire _ nel giusto equi.librio con le condizioni e le esigenze del presento, le aspira,zioni avvenire, anzichè rapprese~tare come ora un elemento rita,rda.tore ttll'incessa,nte e progressivo sviluppo delle nazionah energie, riesca fulcro potente ed efficace all'espansione di queste : la grande opera si è appena iniziata, ma, quanto cammino da fa,r e !... E' tatto un insieme grandioso di riforme, d'inn,ovazioni; una sana, continua e progressiva evoluzione a base economico -socia.le, che una volta compiuta renderà superbamente forte, bello cd efficace questo terzo rinnovamento itaìico. J>er · queste povere pagine sarebbe sproporzionato l'a,rduo e complesso problema, nè io ho certo gli studi, la ca,pacità, e la, competenza per trattarlo : alla sua solu~ione molti ingegni elevati e competenti, ta,ntc conoscen7,e intere, s'a1faticano e do vranno affaticarsi, trLlvolta, seguiti, tal'a,ltra, aiutati e spesso osta colati' anche,-da,Ha nia.ssa. della, nazione. Però << evol1,zione >> non è << rivolt1,zion(j ,>, quindi a neo l' operci

PEI BERSAG·LIERI

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1wÌl/iinia

dei 1ninMm - se coscien ziosa, - hf:L tempo sicuro di poter riuscire talvolta utile ccl efficace nel suo piccolo ; il motto << VIRIBUS UNITIS ,> l'afferma e questo io Lento ora con cuore e con fede : portare la, piccola pietra,, no n disutile del tutto alla grande e patriottic~t ricostruzione, cercando di richiamare aUa meglio l'atten7,ione dei competen1,i su d'una riform~t indispensabile al Corpo dei bersaglieri ed utile per ciò all'Esercito, quindi al paese.

Ho più sopra, accennato di volo all'infelice e darinoso statti qiw del corpo dei bersaglieri ed a.Uc necessità urgenti, essenzia,li

per la loro esistenza; ttggiungo ora, che un'altra arma vive poggia,ta, so1)ta un pericoloso contrasto ed un'altra, hft bisogno d'esser rinsanguata: tutto ciò mentre i tempi volgono tutt'altro che propizi a.U'incremcnto dell'organizz,a,zione rnilita,re. I quattro termini, ora enuncia,ti - se non vedo errato lia,nno nn punLo comune in cni si titrovano, e1)però da,Jla breve anaUsi del secondo e del terzo io ereclo di poter desumere quanto è necessario per ottenere .il valore del primo termine, senza ur:ta,rc le esigenze dell'ultin~o che non discuto· nemmeno,· ma, che accetto eornc nn'assioma. ci) Quale, l'arma che vive poggiata sopra un pericoloso contrasto '! - La cava.lleria. Qucst'a.rma, cbe han detto aver fatto il suo tempo ed io - per mio conto e sbaglierò :forse - non credo, mentre è pocci in conf:ronLo ~tqnelladei probabili avversari e<l in confronLo dei compiti che le sono a,s segnati in gnerra., è forse trovpa per la nostra, limitata ·produzione equina ed au"che per la nostra, potenzialità economica,. Il contmsto esist;e ed è chia,ro, nè sento la, necessità di dimo- · strarlo : è questione di cifre e la matematica, non è un'opinione. .Abolire - dunque - o ridmre la cava.Ucria,, sostituendola altl'iincnti nelle sue funzioni'? Qualcuno ba discusso e proposto ciò : noncl.irne110 la ma,s sa non la pensa così e, per me, pensa bene ; ma tale soJuzione non sarebbe - dopo tutto - nè uLile, nè opportuna,, nè coscenziosa. I

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IL DILE~.DI,\

D'AlllLE'rO

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. Ogni unna, nel StLO spC'ciale carattere è uecessaria, dirò di più, mdispcnsabile alla funzione vera e completa dcll'<'SPreito. nè può esser sostituita cflicacemf'nte in tutto ù per tutto : inoltre le molte e gnwi ragioni più sopra, accenna.te, cou,e contrarie in modo assoluto all'abolizione dC'i bersaglieri, esi:;tono p<'r la cavalleria con l'aggiunta di una !-CColare esisten;m. Ed a,llorn, '? lo sono convinto c·he bisogn erebbe p1·oporzionare all'anna i compiti da assegnarle' in guerra. Avanscoperta ed esplorazione. ecco i due compiti essenziali · affid,~ti n,lla, cava,llerja, a.]l'infuori tfol carnpo di battaglia.. L'avanscoperta, lonta na, larga, coordinata e diretta da una unica mente. non considera che la situazione genC'rale dC'i due eserciti ::rvversa,r i: la sua, azione ~i svolge a,ssolutamente aU'infuori della particolare situaziouc e dei particolati bisogni clclle singole colonne; in nessun moclo legata, a reparti di altr'arma meno veloce e di carattere diverso, deve godere della viù ampia libertà cl'azion (', della più assoluta. iudiperidc1iza. Xcssuna restl'izionc che limiti od intralei in alcun modo lo sviluppo intero <li tutLe le sue a,t titudini, cli tu1;te le sue caratteristiche, l:le si v1wle cbc riesca vel'amcnte e da lunge << i.e flam· beau qui éclairt' et l'égide qui protège ! 1> (1) L'<'8plorazione,suddivisa fra le n1rie grosse unità, cù a ciascuna di cssn "lrjtalm ente legatH, dalle lol'o speciali situazioni, dai loro particolari bisogni, trac uorma per isvolgere la 1;ropria azione. Due compiti, questi ora detti, celeri, importantissimi, a distanza, ma con caratteri o modalitA cl.'atL1ta,zione a,ffa,t,to divcrsi : l'C'splorazione, inoltr<', molto meno consona all'indole cd al caraLtcre tipiro della cavalleria. Lo st,ridente contrasto in cui vive quest'n.rma, non sttrcbbe in parte - nella parte milita.rmf'nte più importante - risolto, esonerandola dal servizio d'esplorazione ccc. presso le gr 0 ,-se unità,, e destinandola in massa, all'a,vanscoperta ~ .I o credo chC' ne,,;suno potrà escluclorlo. b) Quale l\wna che ha bisogno di essere rinsanguata ~ L,a fanteria di linea. (IJ E. o~ronc•. -

Op. cit. -

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rEr mrn,SA G r,IERI

DepanporaLo il coulingente cli leva degli clementi atti alle armi a ca vallo, alle specialità. ni Corpi ~eelti 1 ai servizi vari. quanto rimane rappresenta la potenzialità fisicn, della rnnssa principale dell'esercito. . Diamo noi in tutta la misura possibile, tutti i mezzi perchè la fantC\ria di lin<'a, posSH, 1.1aterialmente corrispomlere aUa, gn1,·c e solenne re8ponsabiliti\, che le incombe cli fronte al nemico e che noi <:oncretiamo con giusta sintesi. ehiamandola << Regina delle batta.r;lie ? i> Pc'r un complesso di molte e clivcrse ragioni, la, potenzinliLà fisica dei contingenti. non è oggi certamente eguale a quella di parecchi anni fa: non perchè il fisico sia decaduto, immiserito (1) ma perchè gli agi. e le comocliti\, della vita, sono oggima,i a portata di tuLli; la civiltà cammina e con e8::.a il benessere della Yila aumenta in intensità ed estensione ; 111C' ne appC'llo alle stati stich0 riport,aLe dalle .flelffzion'Ì, .~iille levr~(\tl ai m<~cli.ci. seppure ciascun~ di noi norL vuol co11tentarsi delle conclusioni cui è tratto dal confronto del grado <li resisl C'nza delle nostre truppe d'oggi, co1i quello di qL1alche anno fa. Pertanto qu;,lunqu<' rne;,;zo, anco piccolo,.inteso .t climinnire questo depauperamento del contingente di leYa etl a ring,1 gliardire quello dei richiamati in <'aso di guena, torncra scmprf> a vantaggio della fanteria di linea,, chC' veramente vince le battaglie. e) Quanto ,1ll\1ltimo termine, ch'io dissidi accettare <·omC' un asRiOID[L, dirò solo ehe le condi,1ioni e le tend enze soci,ìli di oo-"'igiorno mirano insi,;tC'ntemC'llt<' a diminuire i bihtnci militari <,)t, od almeno - e questo è certo - imprcliranno in modo assoluto che H,d essi v('nga da,Lo un ee11t0.sirno di più ; sH,rÌìi bene, sa,r à mah:'... non discuto : mi limil,o a ronstatare un fat!,o, il etti principio ormai rn a,ffermandosi nella nazione - e non nelle no,;tra solta,nto - la, quale, ma,Jgraclo i floridi hil:1,nci g<'nerali 1•cl il risveglio inòil'lcutibile e confortantf' cui a<'cenna. vive pur tnLta· via in un disagio economico, al quale lll'Ce~sita froYare un rimedio scrio, radic·alc~ e non un rimedio più o meno cfficaee e momentaneo.

Veilere in proposito quanto scrive ai c~pi I e IV. (l.) Si ,

I

ù:1:5

(l

an1.i constatato che la statura media degli i lal iani é in numonlo.


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64,7

IL DILE1B1A D' Aì\ILE'.1'0 PEI BERSAGLIERI

Qua.li le conclusioni pratiche di tui,to ciò, per quanto riflette i bersaglieri ~ Ri.tornia.mo in parte e l'antico, riiliwiam,oli perchè sono troupi da,(;e le comiizion5. genera.li attuali e perchè val meglfo averne << vochi11w, b1.wni ,> : dia.mo loro essenzialm ente il servizio di esplora;,;ione - in oggi disimpegnato dalla, così detta, cava.Ucria di. linea, (1) - ed eventn~lmcnte destiniamo i loro reparti ciclisti, a, rinfoTZare l'ava,nscoperta: una serie di compiti speciali che posson sorgere da l'eventualità e dalle condizioni del momento> ma che sa,r~tnno sempre importanti, utili, efficaci.

LA CORAZZA E L'ARTE DELLA GUERRA

( Oontvniui)

G.

J\IIENA.RJNI

maggiore nel s• reg{limento bersaglieri. (t) • .. . . . . Il generale comandante la de tta a"a.nguarclia, si rnoverà tosto vc,r$O • Verona, soste;iendo con la sua cavalleria - ove è d'uopo - i /Je,·sagliei·i ,. - Or· • rtine speciale N. 25 çlatalo: S0mmacam1)agna 4 aprile :184$ e firmato , Bava • . Altro che i bersaglieri in riserva, o - nelle colonne di ma rcia. di corpo d'a rmata messi alla tes ta dell'ultimo scaglione dei grosso , come nei grafici a11nessi a.I le Norm,e genei·ali pei· l'i111pie{lo tattico delle grandi u.nttà di gnen·a (3 aprile !903) t F:d é bene notare, che il Bava - nel W - er:1 riuscilo a rar riflune i ba.tt,1glioni bersagl ieri non solo, ma fu il primo che osò inrcggimentarli , ... per poco, poiché Ale;;sandro Lamarmora in a llora generalo isrettore ciel corpo, inteltigentcrnentc interpel lato, con una terza e splenclilla Proposizione (pubb li cata dal no.,tro lllu~eo Storico) re.cc subito aumentare i bauagl ioni bersagl ieri, e ritornare qncs ti, logicamente, alla primitiva e necessar ia autonomia. La citata Proposizione, che fece ricostituire -i Bersaglieri in Battaglioni autonomi, mirav:, , a megtio ·utilizzare simile speci<itità di sei·vizio a vantaaaio del nostro esei·cito" - R. D. lO novembre e H dicembre 4,9 . (Fascicolo N. -1 dello • Pubblicazioni del

1lhueo Stoi·ico ilei Bersaglie1·i •).

Circ:1. la necessilà di avere i bersaglieri costituiti in -battaglioni autonomi, molto fu scritto: indico solo a.lcuni articoli i quali sanno d'attualità perché pubblicati nel -1870, all'epoca delle riforme Ricotti: - L'Ew·cito italia-n.Ò (gipmale di Firenze) n. i5\H53 dcl l'S e iO dicembre J.SiO. - Secolo rii Milano n. -166{ -!66~ ciel 9 e H dicembre 18~0. - Pungolo di Milano n. 31,.5 <lei :1.5 dicem!Jre 1870 eri ,tl tro numero del 28 novem!Jre ste,so an1w. - il<itilt ,l!itita,-e (f'irenze). - Del iO gcnn ,1io 1871. - 1/.a./ia nuo va 1J . -109 dell' 8 gennaio !Sii. - Bsercito italiano del i9 log'l io {89!•. 11 Corsi, 1.cne11 te colonnello. nelle sue Conferenze milita·r i, scriveva: , . ... fan teri:l • scelta inlìno pc rcl1 0 non vincolala da così .iti·etti l egami di reggimento per cP1·tc parti• co lari operazion i e certi n tti che rich iedono comp1,gnie o battaghoni distaccati di • ti·uj)pa qna.n/() piii possibile miglio1·e » .

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Le voci che si levano di tratto in t ratto e annunziano la scoperta di meravigliose corazze resistenti alla straordinaria forza di penetrazione delle moderne armi da fuoco) se pure accolte con un certo scetticismo dai tecnici - scetticismo invero sino ad ora più che giustificato - djmostrano nondimeno per la stessa loro frequenza e per la passione che suscitano nel pubblico che il pr,)blema di una corazza leggiera. e resistente è sempre un problema d'attualità: solo perchè si ritiene impossibile il risolverlo, lo :Si considera come un problema di metafisica e non ci si pensa troppo, appunto come non . si aspira a quelle cose che si è certi di n on poter conseguire. Ma se si pon mente che è legge accertata in lungo volgere di secoli, che sempre ai progressi dell'arte di offendere corrispondono i progressi dell'arte delht difesa, se è fatto indiscutibile che le armi ha.nno raggiunto una potenzialità neppur e sognata pel pa.ssato, se è vero che la tecnica ha faUo negli ultimi anni. progressi addirittura sbalorditivi, non parrà piil avventato il problema di fornire i combattenti d'una difesa tale da rendere meno micidiali gli effetti delle nuove armi, senza. però togliergli quella mobilità che è una dellè conquiste più grandi dell~i moderna arte militare e la soluzione di un tale problema apparirà non solo necessaria ma anche possibile.

L'idea della difesa mediante una corazza non è n uova anzi è antichissima, possiamo dire che è già nella natura, in quanto si trovano anima.li che sono naturalmente fornit i di un tale mezzo di difesa appunto c~me vi sono animEtl.i naturalmente forniti di armi da offesa. Come l'uomo è riuscito


I. A CORAZZA E L'.AR 'rl, DEL l,A UU.H:RHA

a supplire alla mancanza di queste ultime, così imitando forse inconsciamente la natura ma certo seguendo uno dei concetti fondameut::i,li dell'arte ctella difesa, si è protetto con integumenti artificiali : si ebbero cosi armi da offesa e armi da difesa, che sono però strettamente collegate fra loro, appunto come nell'uso della spada sono fra loro, in stretta relazione il colpo e la parata. Prima a.rma da difesa dovette necessari amente <'Ssere l o scudo, sia perchè più facile da costruirsi, sìa perchè di uso più pronto e sicuro : ma A.Ccado dello scudo come di tante altre cose .indispensabili alla vita, cho com paiono nell'epoca storica già completamente formate. L a sua evoln:r.ione, perchè anch'esso deve avere avuto una evoluzione, si era già compiuta e noi lo vediamo presso tutti i popoli dell'antichità presso a poco della stessa forma, rotondo o rettangolaro secondo che doveva essere usato a cavallo o ~t piedi, presso a poco della stessa dimensione e composto di metallo oppure più di frequente di legno ricoperto di pelle. Le più antiche rappresentazioni di guerrieri che a noi pervennero, ce li mostrano sempre armati di scudo: anche gli eroi della classica antichità ci sono rappresentati forniti di esso, non per proteggersi paurosamente ma per conservare le loro forze ed accrescere con ciò la lo ro potenza offensiva. E d'altra parte anche ai tempi eroici, nei c0mbattenti si mirava anzitutto alla vittoria : u n eroe morto, per quanto valorosamente pugnando fosse morto, non era più utile ai suoi nè temibile ai nemici : e: lo ,<;cuclo senza toglie1·e nutla al suo eroismo gli dava la possibilitù cli 1;incere » . Lo scudo fu per tutta l'antichità altrettanto indispensabile come la spada; di cui era complemento necessario. Com.e la spad~1 era la principale arma da offesa - il che faceva sì che i combattimenti fossero quasi esclusivamente corpo a corpo, e quindi tanto pi.ù micid La.li -- cosi. lo scudo serviva a renderli meno terribili. Ma esso aveva sulla spada questo ,a.ntaggio, che poteva ser vire da difesa anche contro le armi da. getto, com~ le freccie e i giavellotti e altri simili proiettili, contro i quali poteva anche ser,ire di protezione negli

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assalti delle fortezze, quando si formava. la e.osi detta testuggine. Lo scudo si prestava allora, come la parte dell'armatura Più visibile a costituire come una specie di uniforme : e già. nell'esercito romano troviamo cbe di1,l vario coloro e da.i van disegni. cho sugli scudi erano impressi, si distingLrnvauo le varie legioni. E spressione del fatto che fo scL1do era nna dolle parti principali dell'armatura dell'antico guerriero, ::;i può avvisare anche nel celebre detto delle madri spa.rtane che saÌutavano i figli partenti porgendo loro lo scudo e dic.euùo : « O con q nosto o su questo ( » ed anche uel fatto che i soldati negli ultimi tempi dell'impero Romano e nei primi tempi dell'epoca barbarica eleggevano a sè un dnce e spesso un imperatore al mondo, elevandolo sopra gli scudi, tanto eh.e l'espressione rimase anche nel linguaggio comune, come ncordo d'un tempo ormai ben lontano. Nè mutarono le cose nel Medio Evo, quando la guerra divenne più che lm1i guerra di partigiani; guerra corpo a corpo, quando l' in,·ulnerabile barone poteva, solo perchè invulnerabile, calpestare il -povero villano, quando il soldato ben difeso potevn, impunemente offendere chi era sprovvisto di qualsiasi arma difensiva. A.llora lo scudo cli,enno simbolo di nobiltà. sn <li esso si dipingeva il blasone, nei tornei apreso alla palizzat~ servi va a designare che chi lo portava era pronto ad accettare la sfida, lo scudo conquistato al nemico era uno dei t,rofei più ambiti, appunto come il privarne il nemico era tlare a questo uua inferiorità manifesta e visibile e irreparabile. Già :Mario innovitndo l'asta dei giavellotti della fanteria romana in guisa, che e::.,si rendevano inservibili infissando,isi gli scudi degli avversari , si era acquis~ato 110n ultimo incremento della sua, fama e si ei:a procacciato coefficiente non dei meno importanti dell e sue viLtorie. Nel Medio Evo, andando anche qui come in tutto agli eccessi ed esagorar1do nelle armi, tanto da togliere al soldaLo di mobilità e di sveltezza anche pii;t che uon gli si desse di forza e di resistenza; si costrussero scudi colossali e capaci di ri)


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LA CORAZZA E L'ART}, DELLA GUERRA

coprire tutta la persona. E all'epoca del Rinascimento anche lo scudo, come tutti gli altri arnesi, dovette soggiacere a quello_ spirito artistico che invadeva la vita tutta e la dominava: e così anch'esso fu ornato, scolpito e cesellato da grandi maestri (l). Ma lo scudo era legato intimamente al combattimento ad arma bianca,, in cui più fac ile o alme-no possibile era la parati:t: a.nche contro le freccie poteva ancora servire sia per la poca distanza a cui· esse esercitavano ancora un'efficacia, sia perchè le freccie non erano molto usate, si.a perchè l'uomo potevfl, proteggersi da esse ponendosi dietro gli enormi pavesi del tempo, aspettare a pi.è fermo l'urto delle truppe pesanti e attendere il momento in cui la battaglia acquistasse il suo vero carattere, cioè quello di mischia. La scoperta della polvere segnò la caduta dello scudo : esso era incapace a resistere alla forza di perforazione delle n uove armi e· d'altra parte anche solo l'urto che i p1:oietti esercitavano doveva rendere impossibile opporre ad essi uno schermo sostenuto dal braccio del combattente. E scomparso il combattimento corpo a corpo, lo scudo di veni va affatto inservibile perchè mancava la · possibiltà di parare con esso · i colpi avversari come invece era stato possibile finchè questi erano inferti da armi bianche: a questa inutilit à si aggiungano gli incon!_e nienti che lo scudo arrecava, come quello di aggmvare il soldato durante le marcie e quello d i paralizzare nella lotta il braccio sinistro mentre di questo appnn to v'era bisogno per il maneggio delle nuove armi. Ond'è che lo scudo dopo di aver segnato una pagina così gloriosa nella storia, venne scomparendo completameu·te ai primi tempi dell'era moderna. Ma lo scudo non era l'unica arm,1, da d ifesa: ad esso ben presto si era aggiun ta la corazza, composta dapprima di semplici pelli di a.nimali, poi formata cli la.mine tenute insieme per mezzo di coregg1e. Ma anche la ~orazza compie ben . (i) Uno Ilei non molti lr\Yori rimastici di Bonvenuto Cellini è appunto uno scudo c.esellato che si conscna ncll'armoria di Torino.

t,A CORAZZA E L' ART)è DELLA GUERRA

presto la sua evoluzione e giunge a un punto di }Jerfezione che si mantenne costante per secoìi e secoli. La corazza dell'antichità ebbe questo carattere che essa copriva bensì 'il busto ma non proteggeva il r esto del corpo e lasciava sempre liberi i movimenti., nè d'altra parte il suo peso era eccessivo. E i fanti romani pur armati di. corazza, scudo, schinieri, giavellotto e spada, pur portando i viveri e i pali per l'accampamento sono pur sempre stati infaticabili marcia.tori e a questa qualità dovettero non poche vittorie. 1VIa mentre l'antichità non sapeva concepire guerriero senza scudo, la corazza restava sempre propria del soldato di pe· sante armatura, onde ne erano privi le fanterie leggere e non di ra.clo la cavalleria. Il Medio Evo anche per la corazza esagerò come per lo scudo, anzi più forte fu l' esagerazione perchè la corazza. fu estesa a tutto il corpo; ma pur congegnando le varie parti in modo da permettere quanto più si poteva la libertà dei movimenti, questi erano sempre - di molto impacciati, e il peso dell'armatura costringeva, ogni guerriero a pugnare a cavallo: causa questa non ultima del Eorgere della cavalleria medioevale. Appunto come colle cornzze si era cercato di riparare le parti deboli e più esposte, qua.li sarebbero il pett o e l'addome, così ben presto si era già cercato di d ifendere il capo - la parte più delicata e nello stesso tempo quella da cui dipende la volontà e il pensiero - e già l'antichità aveva visti elmi di varia forma, di pelli d'animali, di cuoio, di metallo, già l'antichità aveva cercato d i adornarlo col cimiero, ma il Medio Evo segna anche per l'elmo come per tutte le a.rmi difensive i.l punto culminante: e celate, morioni, cuffie di ferro e infinite altre forme di copri-capo trovarono · allora la loro origine e si collegarono col resto del~ l'armatura tanto da costituire un tutto unico. E siccome il peso di tante armi richiedeva che il guerriero combattesse a cavallo, così f1nche questo veni va, similmente al cavaliere, vestito d i ferro . Tutte queste armature così ingegnose e così pesanti, così care che solo i signori po tevano procurarsele e che servi-

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LA COR AZZA E L'ARTE DELLA GUERRA

LA CORAZZA E L' AR'.L'E DELLA GUERRA

t ono quindi non poco a mantenere i vincoli feudali, dovettero scomparire coll'invenzione delle armi da fuoco. I nfatti mu tando le armi offensi ve, tramutatosi il combattimento da combattimento corpo a corpo in combattimento a dist anza, anche i sistemi difensivi dovet tero mutare. Qnesto mutamento non si fece però d'un colpo nè per tutte Je armi nella stessa misura. Già l'introduzione delle ar mi da fuoco non avvenne tuttà d'un tratto e finchè i combat tenti rimasero distinti in picchieri e archibug ieri, finchè il combattimento all'arma bianca ebbe pur sempre una parte molto spesso predominante e sempre decisiva1 si mantennero ancora elmi e corazze. L'antica cava.Jleria feudale era già ferita al cuore dalle armi nuove : contro di queste n on bastando le antiche difese nè gli antichi modi di combattimento, il nerbo degli eserciti venne ad essere costitµito da fanteria, sebbene essa andasse pm· sempre ancora armata di. corazza; ma anche la corazza e gli' elmi avevano ormai i loro giorni contati, e vedendosi b loro ben scarsa efficacia e l'impaccio che cagiona vano, impedendo la celerità dei movimenti che veniva ad essere unico vero ed efficace mezzo di difesa, si giunse all'armamento degli eserciti moderni, sprovvisti di ogni arma difensiva e dotati cli grande mobilità c0sì da provvedere colla ful mineità dell'offesrt alla propria difesa. Ma tuttavia neppure negli eserciti moderni la corazza e l'elmo scomparvero completamente, e come sempre accade si può vedere nel presente ia traccia del passato ; ond'è che nelle guerre di Napoleone e ben anche nella guerra del 70 troviamo c~1riche brillanti, grandiosi ed epici episodi compiuti da cora,zzieri. Ciò non pertanto è a ritenersi che ormai anzichè 'ragioni _militari sono più che a ltro ragioni storiche quelle che induS·· sero alcuni eserciti a mantenere questo corpo1 tant'è vero che presso altri eserciti, come presso il nostro, furono completamente aboliti, almeno come arma combattente. Per cui non volendo tener conto di queste piccole eccezioni, possiamo asserire che dal principio del secolo xvin la corazza era già scomparsa dai campi di battagli a. . Ma già verso la metà del secolo X IX la corazza risorgeva gloriosa, piena di forza e di avvenire : non risorgeva però

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già su qL1ei campi di battaglia che essa per t a,n to tempo av,eva abbagJiato col suo luccicare e a,s sordato col ·~mo tint innìo, ma risorgeva sulle ampie distese del mare sconvolgendo per u na seconda volta, come i.l vapore aveva già fa tto antec.e dent emente, tutta, l'arte militare marittima. E risorgeva per un bisogno ben diverso da, quello per cui l'antichità t utta se ne era servita, risorgeva cioè per là necessità di difendersi contro quelle stesse armi da fuoco che avevano seg nata la sua mor te presso gli eserci ti di t erra. Le condizioni erano sul mare favorevoli al suo impiego, i l progresso della t ecnica consentendo di aumentare il peso e le dimensioni delle na,,i così da mutarle in for tezze gallegg ianti p ur d otandole di velocit:i sem pre :maggiore. A più forte ragione poi la corazza fu jmpiegata per le for tezze t errestri, in quanto non esisteva in tal caso la d ifficoltà del traspor to. Onde ass{stiamo alh nversionè del cont rast o che esisteva nell'a ntichità : mentre g li eserciti moderni si presentano al nemico sprovvisti di ogni arma d ifensiva e solo . n ell'offensiva pongono la loro d ifesa e la loro vit toria, su} mare sarebbe ormai yano senza buone corazze pensare al successe> . . Anche presso gli eserciti però ht' corazza simile alla fen ice, risorge dalle sue ceneri 1:ier rivendicai·e g li antichi dirit ti : esempio q uesto non dei méno importan ~i di quei cerh corsi e ricorsi di cui ci lasciò memoria Giambat;tista Vico. · E precisament e nell' aumen tata micidialitii delle armi da fuoco, alla quale già dovette la sua scomp11rsa, trova ora, · la sua giustificazione, appunto perchè hnclustria moderna è riuscita a fo rmare piastre di durezza straordinaria relat ivament e al loro spessore. Nè :;;i pensi trattarsi solo di ipotesi di cervelli esaltati, oppure di speculi~tori ingordi, oppur e di . genii incompr esi, ma è l'esercito r.lella più prat ica e forse della più ricca nazione de-1 mondo che nella sna g uerra coi Boeri ha pensato di t ornare all'antico e di ricorrere alla corazza perchè pareva che la precisione del t iro nemico non potesse essere vinta altrimenti. Ed invero è dopo i. primi smacchi subìti, quando parev.a che le due piccole republiche ~2 -

ANNO XLIX .


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dovessero riuscire vittoriose nella lotta contro la loro grande rivale, quando g li Inglesi erano ricacciati da ogni parte, quando le battaglie si riducevano per essi ad un vero macello mentre il nemico subiva pochissime perdite, che si . pensò che la guerra si preseniava in condizioni eccezionali tali da richiedere l'impiego d i n uovi mezzi: si invo~ò allora il principio « a mali estr~mi, estremi rimedi » e parve che l'arte della guerra dovesse subire un :i:ivolg~men to radicale. Ma la corazza compariva sui campi di batta.glia ben diversa .da quanto era stata nell'antichità: non era più là lorica romana, nè l' armatura del guerriero inedioevale e neppure la corazza dei reggimenti di coi'azzieri, ma, era una corazza di cui era fornita la · fanteria, capace di resistere alla forza di penetrazione dei moderni. fucili. Essa era composta di piastre, d'acciaio da fissarsi nel terreno dietro alle quali si poteva combattere come dietro · un riparo naturale; anzi a qµes tò scopo al lato destro por tava un rientramento per po ter mirare : più che una corazzw era quindi uno scudo, e come già g li scudi nell'esercito romano servivano a formare la testuggine per l'assalto delle fortezze, così questi scudi potevano, se posti l'uno accosto all'altro, formare una vera trincea. Durante le marcie· .poi erano portati indosso e servivano da vere corazze.' Ma anche questo tentativo di r isurrezione de1la corazza si dimostrò nella pratica i,nsufficiente a dare la vittoria che dovette invece essere conseguita con altri mezzi meno innovatori forse dell'aÌ·te della guerra, ma certamente più sicur i, come la preponderanza numerica, l'iniziati va individuale e l' ab~lità dei generali. E ppure nonostante queste prove infelici che le corazze fecero nella realtà dei fatti, esse non sono . a.ncora bandite · completamente e il problema sebbene siasi dimostrato di soluzione estrema.m ente d ifficile, esige· pur sempre uno scioglimento e lo.. esige nel senso di adottare le corazze negli usi di guerra. Se ancora ai te.i npi di Federico il Grande e di Napoleone era possibile, noli· ostante le formazioni compatte allora in uso, di marciare imperterriti all'assalto delle posizioni avversarie senza subire gravi perdit~, o~:a un tal

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wodo di procedere porterebb.e a certa rovina. Per giungere ,-a clistanza d'assalto in condizioni vantaggiose ai tempi no-stri non. sarà sufficiente ·arrecare al nemico il maggior danno possibile ma occorrerà anche aumentare i 'mezzi di difesa in modo da impedirne a sè medesimi. La necessità dì un ,siffatto procedere si è mostrata nel modo più chiaro agi i Inglesi nella guerra contro i Boeri, poichè tutti gli sforzi -così penosamente t entati per sor prendere il nemico coll'as:salto sono miseramente naufragati. E d'altra parte i Boeri hanno dovuto i loro successi all' abilità di .tiro e all' arte meravigliosa colla quale esRi sape·,,ano avvantaggiarsi delle ·p rotezioni naturali offerte dal terreno. Per quest'ultima cir·Costanza, poterono mantenere le loro posizioni non ostante · i l vivissimo fuoco degli Inglesi ed in mo! ti ca.s i riuscirono :a resi~tere contro forze infinitamente super iori . Meno che mai qui ndi si può nel nostro tempo oppugnare la necessità -di offrire al combattente il massimo numero di difese e di protezioni. È questa la g iustificazione di ogni tentativo di -corazzatura negli eserciti moderni. · Onde se la storia ci insegna che la corazza è uno dei p rimi e più natura.li mezzi di difesa, tanto che ad essa solo iper necessità deve l'uomo rinunciare nei tempi nostr i, se ,d'altra parte ogni tentativo di risurrezione è stftto per lo meno prematuro, che dobbiamo pensare per l'avvenire? Una ,conclusione ricavata dal . catt,ivo esito degli esperimenti finora fatti sarebbe non .foss'altro poco ponderata ed imperfetta,, per non dire errata. ***

Il problema presso gli eserciti moderni ci si presenta sotto :vari aspetti trattan<losi cioè di fornire di corazza i singoli -0ornbattenti e in particolar modo la fanteria e d'altra parte -di munire di corazza alcuni arnesi di guerra qual~ i pezzi <l'artiglieria ed ì tr~ni ferroviari. Ed anzitutto non possiamo negare che il fornire di coll'azza la fanteria costituisce la parte pr incipale del problema.

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LA CORAZZA E L'ARTE DELL A GU li:RRA

LA CORAZZA. E L' AR.'.l'E Dl~LLA GUERRA.

È fnor di dubbio infatti che qualora si giungesse ad otte-nere che le schiere assalitrici potessero impunemente lLffron-tare il fnoco nemico, ne conseguirebbe ima immensa supe-riorìtà sull'avversario e dall'incolumità di esse deriverebbe pure quella dell'intero esercito. Ma appimto questo è il latodel problema di più difficile attuazione. Una corazza peroffrire sufficiente difesa deve per lo meno coprire tutto it busto, parte ch<1 per la ·sua larga superficie offre sempre un bersaglio considerevole e la cui lesione è sempre g ravissima. e tale da mettere un uomo fnor i combattimento : questa CO;razza potrebbe tutto al più essere limitata al torace in modo da offrire 1iparo contro i colpi sparati direttamente di fronte· tralasciando ogni difesa contro i colpi obliqui. Ci si presenta inoltre la questione : dovrebbe questa corazza essere tale da poter difendere, se indossata, il soldatoin movimento, opp11re dovrebbe servire a formare una trincea? Quest' ùltimo sistema presenterebbe il gravissimo in-· conveniente che i soldati avrebbero allora grande tendenza. all'immobilizzarsi. Ma se pure fa corazza i mpiegata in modo, da difendere il soldato che la indossa riuscisse a resistere alla forza di pene~razione, tuttavia dovrebbe eliminarsi la. forte scossa che deriverebbe dal colpo e che, secondo ogni probabilità, metterebbe, almeno per il momento, il soldatoneLl' impossibilità di agire. Si è voluto per eliminare ta.le inconveniente, provvedere di molle la corazza stessa tantodtL att utire il colpo, ma anzitutto queste molle non si sono mostrate rispondenti allo scopo e poi verrebbero ad anmentare il peso totale di simili armi difensive. In questi ultimi tempi a Milano ed in altre città si sono fatte pubbliche· prove di una, corazz~i atta - see;ondo l'inventore - non solo· a ·resistere a qualsia.s i col po di arma moderna ma anche ad at,tutire il colpo così da impedire ogni danno a chi la porta:· però questi esperimenti perchè fatti con molto segreto, dovuto, s~mpre secondo l' inventore, al fatto che si sarebbealtrimenti scoperto il segreto di invenzione, non sono stati ancora convincenti e dobbiamo aùgurarci che vengano con-· tiuuati con sistema scientifico taile da garan~ire l'inventore,

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,del segreto e nello stesso tempo da convincere anche della ,utilità della sua invenzione (1). Ma, oltre a questi inconvenienti di carattere intrinseco -:altri ci si presentano di carattere estrinseco. In primo luogo ,quello del peso della corazza medesima: questo era g ià uno ·Ostacolo nel periodo aureo delle armature, quando il comO) L'inventore 6 c:erto Do Benedetti e le esperienze più imr,ortan ti furono ese .-guite nel lu:(l io !902 a. Villa Ooria a Ho ma, a lla presenza. <!cl ~linistro tle ll;i guerra e degli atto.chés mili1ari del le ambasciate esteri!. Oap11rima si spararono dei colpi di rivo ltella, fra cui la r i1•o ltel la d'ordina nza inglese, elle fu spara.La dal lo s tesso atiaché inglese con cartuccie di sua pi~na. fiducia. Po i s i usò il fucile ital ia no con c(lrlucce a polvere nera. e con cartu,:c;ie a b~ listit\l, ma. le p11l lotto le anche siavolta s i formarono o si sfo rmarono sulla cor:1zza. senza pen,)t ra.re. Si applicò il cosidetto proteito1·e Benedetti ad un a; ino e a(l un •g-itlo e si con-statò rhe nemmeno l'urto è capace di recaee danno. È certo che questi risulta.li mc, raviglia.-ono i presenti. li Bene.-letti non permise a. nessuno, ncmmerio a.I Minis tro, di esam inare il suo tes-.suto, la,ci<J solo esamina.re i proietti i quali carlevano a. terra o vi rima neva11ù lcggermen Lc attaccati. . , Il minimo spessore del la . corazza è rii tre millimetri ma pu ò essere aumentalo a. pia . cere. Il tuss11to appare però a lquanto pesan te. Jl ·~tin ,slm (lclla gnerra autorizzò l'e,peri rnento di tali corazzo a.I poligono di Netstuno pe1' vedere il loro mod o di comportarsi at tiro <1\irt iglierìe che rcsis Lenz:t offerta . al le palle dell o sh rap11 0J. (Ila.I giorn alo Il CorriP.re della Se,.a, anno 1902 n. ·IS6). Non essendosi più sentilo parlare di tali e,pcrimeuti giova ritenere clie ess i non sian r, sta ti co ronati da felice sncces~o.

Crertia rn o 11oi 011po rtu no riportare da llo stes,o gio rn ale l seguenti altri pa rtkolar i ·su Ila cOl'ana Benedetti : , !.',inventore ha tanta fiducia. nella. sua invenr.ione che <~ dispos tis- imo- a mettersi ·•il gi lct e fars i sr>:1rare addosso. La sua invenzione. og li <! ice, non è 1.ni tessuto, nè una. -• coraz1.a., ò un preparai.o leg!.(erissirno che può rive.$tire la. fo rm:t del corpo poco più , rigirlo rii tuu1 cam icia. insaltlata; qnPsto prep,iratc, non ha ra.coltà d; impenetra bil ità, . , ma ha. f:ico ltit di afferrare le pal loLlole al lo ro passaggio, ferrnarlc ed imperl irn loro • cli pene trare di pi ù, e contrariamente agli a ltri sistemi, quello del Benedetti non op. , pone al proie,ttile una resi., tenza. ·~he lo rcs11ir,~a ma. una sup erlicie che co lpita dal • suo urto Ics dia un urto in senso co:;trario di forza uguale, che ue neutr:tlir.zi qli er. , rett i e lo scl,iacc:i. , Ed " rwr,va. di ciò l.'autore mos tra come s i riduca no le pallo ttole dopo l'nrto . Questa -, sp iegnione mccc,1nica. renrle ancorn pi1i ~ncomp rensib, l<i l'in\'Cllr.ione. E sempre su l CoiTiere della Sera, (1 5 febbraio !904), leggiamo ora quanto segue .a propos ito di corazze : . . Corazze im.penetnibi/.i negli Stati Uniti. - Notizie da New York ne1?a.n o che a causa · cieli<' numerose (lggres~ioni a colrii di rivol tella che avvengono n~gli StaLi U11iti si è ,:ostituita a South BenerJ, nello Stato d 'lr1dian:t una società commer,;ia le che fabbrica le ' ,-eorazr.e il1ventate in Europa - e forse cli qu,1 lcuna in~eula la in llalia - uua sto lfa · che le p,1 lle non l'Ossono pe netrare. Que.; t:t compa.gn ia ri tcne1Hlo che il più min accia lo cli tu tti si:t il 1,rPsi<lente Boose•velt, ha fatto rare del!~. sua sto ff:1 1m clJl·pet to per offrirl o al JH'Csidenta di?lla lle•.Pllbblica . {1Yote delt',mtore).


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LA CORAZZA E L'ARTE DELLA GUERRA

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battente era chinso da una corazza che lo proteggeva com -pletameute e lo avvolgeva come un bozzolo: ma non si deve· già dii·e - come tioppo spesso si . dice per parte di osser-vatori superficiali - · che la razza umana era allora più. forte e. più robusta che non .ai tempi nos tri . Anche allora. questo guerriero cosi pesantemente armato non poteva combattere a piedi e aveva sempre bisogno del suo destriero, tant'è che il tipo del combattente era venuto ad essere il ca vali ere nel senso proprio e ristretto delÌa parola. Qua.ndosi pensi invece che nei nostri eserciti il ti J>O del combatt ente per una infinità di ragion i è il fante, si vedrà come · questo osta.col o gravissimo del peso dell'armatura non possa più avere quella soluzione -che avev.a nel rnedio evo. Si aggiunga poi che questo ostacolo viene ad essere ancora aum entato nei temJ)i moderni per il fatto che il numero dei combat-te11ti è cli tanto aumentato, così da comprenderè ·1a grande maggioranza degli uomini abili di una nazione e d'altra parte , anche la popolazione si è, rispetto al medio evo, enormemente accresciuta. :i.\fa ancora a.l sistema medioevale era iner ente il fatto che mentre il combattimento si presentava ar mato di tutto punto sul campo, esso era accompagnato da una grande quantità_ di servitori e di vallet'Gi, che gli portavano nelle· marcie anni e indumenti. Ora invece il soldato è costretto a. portare su se stesso tutti i suoi bagagli o la mao-giorb parte di essi, n è quindi potrebbe essere ancora aggÌ.nnto il peso non indifferente, della corazza. Per ovviare a q uest.e difficoltà si potrebbe rendere montata la fanteria - come· da a lcuno si vorrebbe (1) - incorrendo però iu tutti gJi in(l) Dopo il vasto impiego fa tto dagli inglesi nell'ut li1w, gaerra, d i ra 11 teri1i montata,

u nii tale organ iu11,z ione ctell,1 fanteria Ila fatto ,Lrada e una simil e idea , tro1•a ora pro~el,ti. Si propugna ~ioè la formazione di SflP.~i~li riparti di fanteria montata i qua li dovreb1,ero agi re as~ieme alla cavalleria, a ll'a rt.ig lieria ed ai c;icli~t.i. L~ combina1.ione vag l1eg-.. giata· dal Cors i. come la e;pone fn un ,1rt1colo della Rivista Ili cavalleria,, sarebbe liL• seguente : a lcun i reggimenti di cavalleria ben montata da ir.n t)iegare nell e esploraz ioni, nelle -' caric.11'', negli inseguimenti :

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bat tag lioni di fa[lteria montata su ravalli (la i qL1a li non si rich iede r.he di far strada_, h11oni tiratori gli uomi ni provvisti di buonissimi fucili e forU ed ard iti in se lla; . ba tterie leggiere a cavallo:

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con venienti che ·presenta questo sistema. ed essenzialmen-te in q nelli non d i indole militare ~a di indole economica , che pur dobbittmo sempre tener presenti. Ed invero per montare, anche solo in proporzione adeguata; la fanteria, immense -verrebbero ad essere le spese, accresci ute poi ancora da quelle certament e ingenti che s'incontrerebbero per fornire le ocoorrenti corazze. · Ond'è che si è appunto pensato di sostituire ad una corazzatura di tutta la fan teria la corazzatura di una minima .parte dei fanti. ·Certo in questo mqdo men.o evidenti sar~°?bero i vantaggi sul campo· d.i battaglia, ma sarebbero pur sempre g randi, come in Francia ebbe particolarmente a sostenere il generale Coumés (1) e come noi acce11nammo in un nostro precedente studio (2). Questi combattenti corazzat i potrebbero esporsi quasi impunemente al fuoco nemico formando altrettanti scudi viventi : d isponendosi innan zi alle colonne perù1etterebbero a queste cli poter avanzare incolumi nella zona più pericolosa del campo ·di battaglia. Gi;:inti a 300 o 4,00 metri dal nemico, sgombrando la fronte darebbero agio alle schiere retrosta.nti di slanciarsi arditamente all'assalto. Ad ogni modo· comunque si esamini la questione, l'idea di. munire di c9razze la t'tnteria si presenta come nn desùìe1·atitm al quale sembra si debba tendere per entra.re poi nn traino leggerissi•no e salme rie; q ueste e quelle ridotte ai minimi termini; clrappell v ciclisti ; . . un mate riate semplic:c o loggiero por ·segna li ottici, distri buito fra gli sélLHHlroni e le compagnie; nell 'orcline di marcia -manov ra i tre elementi combattenti sarebllero !'ipar titi e ri isposti con' criterio tattico, ser.o ndo le intenzioni del comandante, il terreno e il ino-

lnento ;

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. net cc;imbattimento s i spiegherebbe l'azione della cavalleria e della fanteria montata colla. cavalleria che maoovrn al largo e sta in at tesa del moment,>favo revole per intt~rveniro appoggiata dall'arligliP.ria. · (C. Cons,: L a F(lnteria ·montata., Rivista di cavàlteria, maggio•giugno !900). - Un accenno afla fanteria montata venne fatto pure da no i in un articolo pul;blicato sulla 1/i vistci 1lli!Uare ctell'a,1110 1900 avente il tito lo.,. di alcune q1ie3t"ioni di tattica mode,·na..

(N. <L. A.)

tl > Cou.uÉs. .- Aperç1is sur la ta.ctique de demain 1nise en, rapport avec lii puissance · de nouvtit m ·mem.ent et l'em.p loi de la poud.re sans fumèe.

· (~) Artìcolo citato .


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L A CORAZZA E L'ARTE DELLA GUERRA

giorno, più o meno lontano, in una fase risol ut iva ad onta dei gravissimi ostacoli che vi si_ oppongono ..... ; il.paradosso dell'oggi 110n è forse la verità del domani?

**:i! Ma se la corazza da da.rsi alla fanteria si può .ancora considerar e come una questione puramente teorica e se non si può dire che nella pratica abbia av uto - a,lmeno :fino ad ora - una soddisfacent,e soluzione, ben altrimenti si presE)nta - · il problema· per quanto rigu·aì-cia l'artiglieria. · . Già abbiamo visto come mentre la cora.zza scompare completamente presso gli eserciti essa ebbe la sua utilizzazione più grande presso le marine da guerra in cons~guenza della relativa facilità con cui in tal caso il tras_pòrto si poteva effettuare; ora appunto per le fLrtiglierie da campagna vien . meno, entro certi limiti, quella grnn di:flicoltà che g ià abbiamo esaminata presso la fanteria, la difficoltà 0ioè di aumentare di troppo il peso che il soldato deve po1;t are, nonchè la difficoltà cb.e altrimenti si dovrebbe su perare di re!,ldere montata la fanteria . Quì in.:ece l'artiglieria presen ta. come un postulato incontestabile la n ecessità della trazione animale; essa cl 'altra parte per la sua stessa potenza è sem pTe numer ica.mente di molto inferiore alla fanteria ed inoltre ' fronte al-' sta di fatto che è sempre più facil e, anche di l'opinione del gran pubblico, modificare una · cosa già esistente piuttosto che crearne di s·ana pianta una nuova, 'ques te adùnque appaiono ragion i tali da rendere possibile la sp0sa, sempre ingente, che la corazzatura anche .solo in. questi limiti, necessarialirente presenta. Ma se le d1fficol tà economiche si presentano in questo caso come facilmente sormon- · tabili, molto p iu complicata è la ques tione dal punto di vista tecnico e disparate sono le opinioni, accanite le dispute, grandi le incertezze sulla soluzione da adottare, mancando :firH)ra l'esperienza eh una guerra per indicare quale ·sistema presenti maggiori vantaggi. In altri terminÌ avviene qui come in molti alt,i·i c·ampi nei quali il solo ragiona~ento a

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:.p riori è possibile e quindi tutte le opinioni sono sostenibili · mentre nessuna è assolutamente da, bandirsi.La questione che è ora così dibattuta è nata soltanto coll'adozione delle artiglierie a tiro rapido e specialmente di quelle con affusto a deformazione: prima ogni corazza sa. rebbe stata inutile, perchè i serventi dovendo resta.re ai lati --del pezzo e ricondurlo in batteria sarebbero restati in ti.1tto questo intervallo esposti al fuoco nemico. Quindi il problema . dell<:L corazzatura si è presentat o in tutti gli ese1;citi nello stesso tempo in cui si presentava quello di trasformare l'artiglieria da ca,mpagna. E la Fra:ncia con uno slancio ammirabpe, con una pel'spicacia veramente intuitiva, dobbiamo riconoscerlo, ha preceduto su questa \7ia tutti gli altri Stati. Che se poi, innov~zioni ·. e miglioramenti furono mostrati possibili anche rispetto al tipo da lei adottato, a lei spetta la gloria e il vanto di aver additato un nuov.o canrn;i.ino e il v~ntacro-io di essere la sola g rande nazione che si presenta . 0 0 . . con un'artiglieria a tiro rapido e fornita di coraz~a. E l'esempio è tanto più mira.bile inguantocb.è un'innovrtzione così importante è stata fatta senza rumore, senza esitazione appunto in un paese in cui le discussioni sogliono essere pìù . che altrove appassionate in tutti gli argomenti, dove tutte le teorie hanno trovato ognora fautori i più calorosi quanto . avve:rsari i più. accaniti. Ma le critiche a.l sistema francese non sono mancate pres:so le altre nazioni e sopratt~tto in G-eri;uanìa.al che certo con.·tribuir ono ragioni di pàtriot tismo. Esse sono state mos,se sotto un duplice punto di vista cioè se meglio srirebbe che Partiglieria non adotti nessu~a corazza oppnre che qualora si debba . adoUare una corazza, quesya .per essere veramente efficace -debba . essere ancor più. estesa di quello che non lo sia la corazza, del c~nnone francese. Gli avversàTi dichiarati di ogni corazzatura, d i cui cam- . pione è in G·ermania .i l generale Hoffbaner e in Italia il .generale Allason e i cui seguaci sono ancora .n umerosi presso ·tu.tti gli eserciti, negano che la corazza sia nec~ssaria, all'a.rtiglìeria, perchè qliesta,, dicono, è esposta meno al fuoco


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LA CO!lAZZA E L'ARTE DELLA GUR:RRA

del nemico che la. fanteria, tanto pi ù oggi che g li ultimi pi-o-· •g ressi permisero di ·conseguire col puntamento indiretto da. posizioni coperte una maggiore invulnerabilità, e d' a.ltra.. parte colla corazza l'invulnerabilità sarebbe beu lungi dal-l'essere perfetta ed assoluta. Queste due obbiezioni non _ci sembrano troppo serie perchè se è vero che la fanteria sarà . sempre l'arma più esposta e se è vero che almeno . attual-· men te essa non può .contare sulla -corazza per sua difesa, non è questa una ragione per negare la corazza all' arti-. glieria allo stesso modo che chi non· può difendersi da una . disgra~ia irrimediabile non deve solo perciò trascurare ogni possibile difesa; contro aitre disgrazie minori. Inoltre sia pure che . il puntamento indir.etto venga grandemente in aiuto all'artiglieria ma qualora essa potesse affrontare impunemente il fooco nemico, resa così indipendénte dalJ e con-dizioni del terreno qua;nte posizioni migliori potrebbe occupare,· quanta maggiore efticacia potrebbe esercitare! Ohe se poi l'invulrn,,rabilità ottenuta con fa corazza è ben lungi . dall'essere completa . non si può or mai più dubitare che la protezione da essa offerta contro le pallottole dei fucili e le pa.Uette degli shrapne1s sia più che sufficiente. Gli avversari non si danno però per v'inti e dicono allora che altri gravissimi inconvenienti esistono coll'impiego della corazza, fra cui massimo quello di paralizzare 10 spiritooffeJ1si vo e di indurre necessa,riamente ad adottai·e i mezzi propri della guerra lenta e calcolata degli assed'i. E la cri-· tica contiene infatti qualcosa di vero; ma non bisogna nep- . pLne qui esagerare perchè si verrebbe collo stesso raofon a. "' 111ento a proi bire a tutte le armi di -valersi dei ripari na-turali che presenta il . terreno; perchè ben difficile sarebhe che 'i combattenti, aiutando la natura umana, sapessero de-. cidersi ad uscire da questo i·iparo per affrontar e allo scoperto un fuoco micidiale. Ad un a,ltro appunto mosso contr<? gli scudi, a quello cioèche essi rendono più visibile il bersaglio noi non risponderemo, come da alcuno si è fatto, col dire che . essi scudi. mascherando i moviment i del personale rendono anzi più__

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cliffièile al nemico lo scorgere l'obbiettivo e l'òsserva~ion_e · dei colpi. Riconosciamo anzi che g li scudi offr?uo effètti-vamente l' inconveniente lamentato ma osserviamo che_ ~1 questo è ben facile porre ri_paro ~oichè _con du~ sempl.1~i pennellate si potrà, dare agli scnd1 ~tessi una, tmta co1n-· spondente a quella del terreno e che h ~enda_ c?si poco appa: riscenti. I Boeri infatti li coloravano m gng10-~z_zurr? ~ h ,'copri vano con tele da sacco cosicchè era impossi bile d1strnanche a, poca distlmza. o-uerli 0 E allora g li avversari ridotti a corto di a:·gomenti ven- · O'Ono a considerare le conseguenze de1l'adoz10ne della co;azzit. Siccome questa verrà necessa.riamente ad auinentare il peso già grande dell' affusto a defor13:1az~one così de necessitare una r iduzione c1el calibro, ess1 dicono che questa. diminuzione cli calibro dovrebbe essere utili~zata non g1ài per potere adottare la corazza, ·ma per a:1mentare la _leg: gerezza e la, mobilità ·del pezzo: vantaggio ques.to eh~. secondo essi. sarebbe tanto più grande data la confìguraz10ne· del terren~ in Italia e la scarsità di cava.Jli. :M:a neppme · questo argomento ci pare perentorio g iacchè ammesso che· il pezzo attuale non sia di peso esager~to, am~esso che· diminuzione cli calibro non sia eccess1Vamente· U n" leo·o·iera oo . dannosa, ammesso che, come col ragionamento e colla stona abbiamo dimostrato, inconfutabili siano i vanta.gg1 presentati dalla corazza, i:isulterà logicamente necessaria la sua, adozione: tanto più che questi conservatori a~ ogni costo, pur non volendo riconoscere il proprio torto, · finiscono per ammettere che orrniti l'adozione della corazzatura all'ar ti g J i eria s' impone, sebbene con mal celata compiacenza le· profetizzino una prossima sc~mpa,rsa. . .' Questi avveùmri del materiale francese non sono peio: come si disse, i soli: altri lo combattono da un punto ~1. vista completamente opposto facendo rimpro~ero che la n~ forma è stata ridicola e che ben iiltro è lecito itspettars1. dalla corazzatura. Secondo essi la protezione che i due scudi. posti ai lati della bocca da fuoco possono offrire è assolu:· tamente insufficiente e non cer to tale da compensa.re gh. '

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svantag gi che ne derivano e che gli avversari della corazzat"l:lra vanno 0ontinuamente obiettando. Questa scuola di innovatori arra,bbiati trova il suo massimo rappres~ntante : nel generale v . Reichenau e vorrebbe che alla corazz1:i venisse data una est,ensione ben maggiore: così n ei cannoni · con affusto ét deformazione della casa Ebrharclt, ispirati a · questo concetto, la éorazza scende :fino a terra e si estende . ancora ai lati, dove Je ruote, pure corazzate, aumentano la superfici e protetta : per r endere pi ù facile il trasporto e d i.miuuire la resistenza che l'ampia superficie venebbe apresentare al ven to, le piastre vengono ripiegate su sè stesse formando i sedili per i serven ti. Certo una corazzatura così. completa, se il pezzo dovesse per tutto il resto . rimanere . come è attualmente, porterebbe a rinunziare a tutti gli altri perfezionamen_ti conseguiti fi nora dall'ariig lieria. Per questo .i fautori d i una innovazi?ne così spinta non esitano a con. durla alle est reme conseguenze e secondo essi, e in particolar modo s~condo il genera.le v. Reichenau, per mantenere quella mobil.ità che è una delle conquiste migliori . dell'arte militar~ moderna, non vi sarebbe altra via che diminuire il calibro fi no ai li.miti estremi concessi dall'ef.6.. ca.eia contro le ar tiglierie avver.'larie e dalla necessità di . osservare il punto di scoppio (1). Una tale diminuzione permetterebbe poi ancora, sempre a loro dire, di portare sulla linea di fuoco q uella q uantità considerevole d i mu nizioni che sarà necessaria nelle guerre fu'ture, quantità tanto più considerevole in quanto presentandosi le t~r tig lierie molto d isseminate sarà spesso necessario battere il terreno a larghe zone. Nè essi si fermano a quest~t sola conseg~1enza, ma aggiungono : s~ccome l'artiglieria. nemica si presenterà an. ch'essa munita di corazze) per batterla con efficacia, riuscirit affatto inutile lo shrapnel perchè se tirato a tempo le pallottole di esso non avranno contro g li scudi avver. sari effetto maggiore ò.i quello che avrà i l fuoco della fan(IJ Il ,·:wnone 11rogetta10 rial gener.i le llcichcnau avrebbe il cal i hro li i mrtri 0,05, sarel> loe furternc11 te co razzalo pnr pesancl o .solo 800 kg. in llalturia 0 lancel'Eiti l,c unica,, m,•nte una gr'aua ta a p~rcussione e ,.lel peso di so l i ·2 k;;.

1,A. CORi>.ZZA. E L ',\RTR DELLA G'CERRA

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teria, se tirato a percussione traverserà semplicemente 10 · scudo · e scoppierà più in là producendo un effetto minimo e se toccher à terra fa rà fogata senza produrre nessun risultato. Quindi unico proiettile che possa servire è b g ranata caricata con potente esplosivo che sebbene di poco peso è capace di esercitare u n'azione distruttiva conside- re-vole. I fautori di questa n ùova scuola asseriscono che anche , lo shrapnel gode di una reputazione del tutto immeritata. per chè la complicazione del suo nso esige una quantità, . enorme di comandi ·add irittura incompatibile col frastuono delle battaglie del domani. La granata esplosiva sarebbe · vantaggiosa anche sotto questo punto di vista, come lo di- · mostrano i miracolosi effet+,i prodotti nel '70 dall'artiglieria . tedesca la quale lanciava soltanto granate a percussione con carica inte{·na di polver e ordinaria. Ed i vantaggi sarebbero inoltre t anto più grandi se si t ien conto dell' effetto · morale che la granata esplosiva dovrebbe esercì tare sulle truppe. Le concl usioni di questa · scuola, a cui certo non si può. rimproverar e di essere troppo ligia all'antico, hanno avuto · co~1e t utte le opinioni spinte, avversari accaniti e seguaci _ fa,na,tici : essa si fa banditrice ·d'un a grande rivoluzione nell'artiglieria e a.i giorni nostri le opinioni più esagerate sono · ap pùnto q nell e destinate a fare mftggiore effetto, p erchè gli sconvolgimenti veri o presunti del hi faccia del mondo hanno sempre qualcosa che seduce, che trasporta : questo ritorno,all'antico adattandolo alle nuove condizioni ha qualcosa d i poetico al cui fascino è impossibile sottrarsi, ma quando si faccia un esame profondo e una. critica spassionata si vedrà come molte a.ppa1:~nze debbano essere sfrondate, corne molte·· deduzioni siano di troppo spinte, molte asserzioni gratuite. Il punto d'i1ppoggio di tutta la teoriEt è che la corazzatura. francese è affatto insufficiente perchè limitata a due ristret- · t issimi scudi . Noi contestiamo già questa prima affen:pa- · zione perchè è bensì vero che la, superficie coperta da questi - scudi è per sè limitata, ma essendo corazzato anche il cas--


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sone che durante il fuoco si pone di fianco al pezzo, la superficie protetta viene ad essere considerevolmente estesa, · tanto da permettere ai serventi di attendere senza ec0essivo pe,ricolo alla manovra d i caricamento e di sparo al qual fine essi furon'o anche muniti di elmi di acciaio ripristinando , ·c osì ancora una volta questa .classica coper tura. - E qualora poi il cassone i:J.on venisse portato sulla linea dei pezz i ,(caso questo eccezionale) la protezione offerta dagli scudi, sebbene insufficiente a dare umi incolumità assoluta, sarà pur tuttavia considerevolé. Nè sol,o la teoria ci sembra er. rata .nel suo punto di partenza, ma ci sembrano pure, per · . l o meno eccessive, le conseguenze, perchè bisogna put sempre mantene1;si nei giusti limiti e por mente che talvolta de<l uzioui anche logiche in astratto, si mostrano poi assurde nel.la pratica perchè di · troppe circostanze non si tiene il 0onto dovuto oppure ad altre si dà un'importanza esageratrL. Q uindi anche ammettendo l'opinione del generale Reichenau . che contro l'iLrtiglieria avversaria solo le granate esplosive siano proficuamente utilizzabili .non possiàmo assolutamente . -convenire con lui circ17 l'impiego della granata contro la fanteria. Siano pure, collo shrapnel, troppi · e troppo complicati i comandi., sia pure grande la difficoltà di impartirli. . a voce, ma fino ad ora h1 loro complicazione e molteplicità · non sono mai state ragioni sufficienti per bandire lo shrapnel . <lagli eserciti e d'altra parte non mancheranno mezzi per t rasmettere gli .ordini con segnali visibili o in altro modo. Obietteremo poi che se le granate tedesche hanno fatto è · vero miracoli nella campagna del ''70, dobbiamo pensare alla . diversità esistente fra le condizioni di allora e le attuali e , dobbiamo tener presente che quelle· granate erano prin. .cipalmente dirette contro l' artiglieria avversaria e che i proietti di quest'ultima nella maggior parte dei casi non .. scoppiavano. Tanto più esagerato ci pare il proclamare la superiorità • della gran·a ta a percussione sullo shrapnel contro la fanteria . perchè un siffatto tiro potrà essere efficace solo q utmdo il ~-·b ersaglio sia un oggetto resistente, come per esempio sareb- ·

LA CORAZZA

L'ARTE DELLA GUERR A.

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'bero le corazze dell'artiglieria nemica, e non già uomini o ,cavalli. Ed allora come si potrà ancora magnificare tanto la .g'ranata, come 8i potrà ancora parlare di maggiori effetti morali? Quale maggio1:e effetto morale si potrà invocare di ,quellv che deriva dalle perdite materiali? -- Inoltre pur ,accettando di buÒn g rado la tendenza generale ormai incon-trastata di diminuire il _calibro, siamo ben Iungi dall'accettare u na diminuzione spinta agli estremi, perchè altrimenti l'ar-tiglieria non avrebbe più ragione di esist.ere e il suo fuoco -verrebbe a differire solo. di nome da quello· della fanteria. Per tutte queste ragioni noi ci schieriamo decisamente -dalla: parte del sistema adottato dalla Francia e troviamo -che esso risolve la questione in modo veramente ammirevole..:per la felice unione di tan i i elementi fra loro disparati, . -.come la velocità del tiro, l'< •rganizzazione degli apparecchi ,di puntamento e la corazzittura nè eccessiva nè trop po limitata. Lo stesso generale Rohne che è . stato a lungo u_no ,degli avversari piil dichiarati e non meno autorevoli della_ -corazzaturn, ha trovato la sua strada di Damasco e cqn ardore -di neofita ha solennemente ricon:osciuto i meriti del sistema france.:;;e. Egli non abo lisce lo shrapnel . ma sostituisce alle ,antiche pallette di. piombo p,illette di a'Cciaio capaci di perforare una corazza dello spessore d i 3 m1llimetri, lo spessor,:i .appunto che egli.riteneva avessero le corazze dell'artiglieria francese : ma questa sua opinione era errata poichè. le co-razze fra.ncesi avendo uno spessore di 6 millimetri sono più ·Che suffìcìenti a resistere contro tali pàllette, dimostrando -cosi che il materiale francese possiede altro pregio che prima non ~ra neppure sospettato. Certo anche i l tipo francese può essere suscettibile di mo·difìcazioni, sopratutto diminuendo il calibro del cannone per -otten.,re una diminuzione di pèso; ma ad ogni modo queste modificazioni rifletteranno soltrmto i particolari e lasceranno invariato il principio sul quale è basato il nuovo materiale <lell'artig.lieria francese. · E checchè si dica e si pensi noi nutriamo ferma .convinzione che gli altri eserciti dovranno :Seguire l'esempio dato dalla Francia nel risolvere il grande


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LA CORAZZA I, L'ARTE DEf,T,A GCiERRA.

LA CORA ZZA E L'A.RTE DE LLA GUERRA

. problema modell ando le loro artiglierie campali (1) sul sistem a corazzato francese, giacchè se è assurdo ritenere che. l'artiglieria possa nelle gl1e1-re dell'avvenire rinunziare aila. valida difesa offerta dalla corazza, non bisogna spiug.erer esagerando un tale incontestabile progresso fino al punto· da far scomparire gli immensi vantaggi ého tanto penosamente e in si lungo volgere di anni ~ con sacrifici non lievi ha conseguito l'artiglieria nella sua meravigli osa evoluzione. (11 Prescn temente su ven ti Sta li eu ropei otto si sono proouuzi:iti dennitivamento 1er i I malerial" con ;ilTusto a derormazione e cioè, la Francia, l'Inghilterra, la Torcnia, la Danimarca, la Norvegia, rOJanda, la s ,•izzrra e la svezi:i. Oi essi solo la Fra11ci:1 o la Norve1tia posseggono gia tutta l'arligl icria col nuovo armamentn, per gli nitri la sua adozione é in corso oppure elevo com incia,·e a sc,1clcnza J)iù o meno, bre ve. Uno Stato, la Russia, ha adottato p~r una parte ch•lla sna ar tiglieria un moclPII O clJ.· materiale a dcrormazione che non è però ancor:i definitivo. Otto Stati si trovano tutt'ora nel periodo delle esperien ze: la Germa nia, l'.~ nslria,. I" lt,il ia, Il llol1t10, il Portoga llo, la Rumcnia, la Serbia e la Spagna. lnfi11e tl'O Sta li, 1,1 Oulgaria, la Grocia, il Montenegro, non risu lta abbiano :1ncorn , · studiala la quec;ti onc. . Vccl,amo ora partitauiento la situazione clei singoli Stati di ogni gruppc, tralasciando quella rlclla Francia ormai ben nota. Dnnim,m·ca. - Cannone da 7,5 ,·on n ITusto a derormazioue e scurii. Venntro commess i l :'lS pezzi coi rispoltiv, cassoni '111 comegnarsi il 1° apri le p. v. lnghWe,·m. - Adotlat.o un cannono ria 7,6 co n rlff11sto a ,leFormazion e e scud i. Si ritiene che la nuova a,·ti;dieria potra prendere flarte all o gr,,ndi manovre di ques t'a nno. i\'orut(Jin. - c:~1100110 l!:llrharcl t da 7 .5 con alTusto a clerormazione e scudi amovibil i. (S.. mhra alr1uanto pesan1c giuni:mido il peso del pezzo in batteria ;i {004 chilol(rammi sen1.a sc11d1) . .:1.cq uistuti i3t pe21.i e 7~ cassoni. Otawfa. - ~late,·ia le Krupp con all'us to a derorma7;iono, non è noto se co;:li scurii opp ul'C 11Q. Dotto m,1Lo1·ialo <lovr;i. esso,·c consegnato ent ro il 3{ clicombre !906. ·svezlri. - Materia lo "rupp con atrusto a deformazio11e. Ordina IO ad Essen 132 pe'Z~.1· e 66 casso11i. Tul'chla . - Ha ordinato alla Dilla Krupp, senza fare a lcuna prova, !6 batterie di · 6 pezzi o 22 lxltl erie di 4 pcz1i ùcl 1110, lello con a!Tuslo a deformazione. Svizze1·tI . - Ila aclo llalo il ma terialo Krv pp con n,rru,10 a derormnz ione e amp ia, rorazwLnra, riel quale rl1Jvranno esser lo co nsegn ate 72 batterie di 4 pezzi per fa pri-· m:n era riel 1906. A•istrltt. - Cannone cli bronzo-acdaio•iucinato erl il sistema del materiale sarà a deror111azhme con scudi articola li. Resta ancora a decidere il ti po rii alTusto fr I i duo· ti(li f~h rhard t a tn t.i, e Skoda. a coscie. Non si è ancor.i risolta la qucst•o ne dei casso ,, i ma si prevnde che s/ll·an no 'aclo llati cassoni non corazzati. lletyio. - Continuano le esperi en1.o con materiale a rlerormazione. Germtmia. - Si 1>116 ritenere sicura l'arlozione del materiale 96 trasrormato con, alTusto a derormazionc. f' orto11111t.,. - Con1.111ua il prrioclo delle esperienze. Jlummia. - :,i ewcrimenta un m,H eriale "rupp a derorma zione. flussi,., - È in co1·$<1 ri i fabbric:,1.lono ed. in pnr1e ,1is1r1bui to alle truppe un ca n-· no11e d,1 7,62 centim~tri co n affusto a <leformazionr, senza scudi. Pe ro stante il peso. rilevante venne deciso di non continua re a rabbricare tale material!l e di esperimen-

GGD

*** Come strettamente connessi coll'artiglieria corazzata ci si presentano i treni blindati, che furono usati nolla guerra anglo-boera. Essi riuniscono i vautaggi dell'estrema celerità e dall'altra parte la corazza può in essi raggiungere un peso che non si potrebbe altrimenti trasportare. I noltre le artiglierie postate in tali treni possono ossoro di calibro molto maggiore di quello ordinariamente usato per le artiglierie da campo. Questi treni corrisponderebbero sulla terra ferma a quello che sono lo uavi corazzate sul mare : ma· una differe~za e~iste ed è essenziale e si manifesta in danno del treno blindato. Mentre sul mare le navi sono libere e indipendenti nei loro movimenti, il treno vieno ad essere costretto a quella data stra.da; e allora, non solo il suo campo di azione rimane limitato ma colla distruzione di questa strada il treno viene ad essere posto fuori combattimento. Così appunto avveniva durante la guerra angloboera nella ci uale q ue.sti treni blindati resero ben pochi servizi agli I ngl~si perchè il nemico rompen il binario e tdlora o jl treno oltrepassa.va questo punto danneggiato dalla linea. e dera.gliava oppure non lo oltrepassava e allora non ostante le sue pesanti artiglierie, non ostante la sua corazzatura riusciva di nessuna utilità. Neppure poi possono i troni blindati servire di difesa della linea contro possibiE guasti ed anzi sarebbe necessario provveùere altrimenti alla difesa di essa perchè i treni blindati potessero circolar vi liberamente. Così questa. combinazione che dovrebbe riunire i vanta.ggi per cui le ferrovie sono indispensabili in una t:u·e un n uovo ma.Le rirlie a dcrormar.lone sim ile ai t.ipi più pcrfczion11 li del genere, co s truiLo da.Ila Casa Pu liloff. Serbui. - Yennc osperimeulalo il materialo Skoda. Le rsperien1.e rurono interrotte alla morte dol re Al~ssandro. S1111.g11a.. - Furono acquistal e ll iverse batterie delle guaii solo una pari() (_quelle Creusot) hanno un materiale con alfl1sto a derot'lnazione. $i continuano .Però gh st~<h per 1111 nuO\' O materiale ed un'appos ita comn1issionc si è recata ('lel' ciò 1n F1·anc1a, Germania ecl in Inghilterra. (Rivista d'artiglieria e genio, anno 190.t , voi. I, 11ag. !03 . .lliscellunea). 43 -

AN:'iO Xl. IX,


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LA. OORAZZA E L'AWJ.'J;: DELLA GUERRA

guerra modernit con i vantaggi derivanti dal pesante ar mamento e della corazzatura nonchè da una velocità grandissima non è destinata secondo ogni previsione a comparire con successo nelle guerre future. Ma se fosse lecito essere profeti, si potrebbe profetizzare che qua,nto non possono conseguire ' i treni blindati, potranno invece conseguire gli automobili presentandosi per essi meno gravi gli inconvenienti derivanti dalla rottura della strada: Una tale opinione è tanto più fondata perchè la potenza sempre crescente dei motori non solo potrà estendere la mobilità dei veicoli all' infuori delle strade, ma permetterà anche che ad un armamento considerevole si accoppi una corazzatura sufficiente a costituire una valida difesa.' Una tale idea, se pure anche da altl'i condivisa, non è stata però a nostra saputa ancora attuata presso nessun esercito: forse fra i nostri ·1ettori vi sarà chi stu,d iando più a fondo questo punto speciale di un problema tanto complesso com'è quello che così. rapidamente abbiamo trattato, riuscirà a dotare gli eserciti, e primo fra tutti il nostro, d'un congegno di guerra così poderoso da cambiare completamente l'arte del combattere. Dopo la scoperta della polvere sarebbe questa la più. grande e la più. importf1nte invenzione che nel campo delle scienze militari possa essere fatta, e veramente tale da sconvolgere cli sana pianta i principi che finora hanno presieduto alle battaglie. Oomun<J.Ue, è un fatto che di questa rivoluzione si stanno gettançlo -Ora le basi e che di essa la causa prima sarà la corazza la quale risorta in causa della micìdiaìità delle a.rmi da fuoco -che già una volta l'avevano fatta . scomparire dai campi di battaglia dell'epoca moderna, brillerà di nuovo al sol~ sui -càmpi di battaglia dell'avvenire, rendendo meno sanguinosi i combattimenti e segnando un nuovo trionfo del pensiero umano. Ver?na, febbraio 1904. GUGLI).;Li\(0 LAXG

colonnello

i

O

ai·tia lieria.

PRINCIPI DI PSICOLOGIA MILITARE .DESUN'rI DALLA GUEltltA 1lNGLO -BOERA Contintiazione -

Vedi dispensa Il

III. La disciplhrn dei Boeri. Il generale rie W et, sin dalle pr ime pagine delle sue me- · morie di guerra, dice che, dal generale al semplice Burgher, nessuno godeva uno speciale benessere o diritto: e che tutti indistintamente prendevano parte alla discussione delle -Operazioni da farsi il giorno dopo. Osserva quindi, che qu~· . :Sta singolare organizzazione, così -lontana dalla gerarchia degli eserciti europei, valse loro qualche grande vantaggio, ,e in special modo soldati r iempiti di coraggio e d' iniziativa, ,che davano tutto quello che potevano dare in fatto d'ener.gia e d'abilità. Ma, soggiu?ge poi, . « ·ci valse pure grandi · ,disastri' perchè oo-nuno sa. come nessun esercito sia possibile o senza la più. rigoròsà disciplina (p. 4) ». Questo . lamento sulla poca disciplina dei , Boeri, ricorre parecchie volt~ in quest'opera del De \Vet, e dev'essergli -stato occasione di rammaric.o per una gran parte dei giorni <li · battaglia. Val la pena <:li fermarsi a considerare qualcuno dei casi deplorati da un tanto generale. Anzitutto il De Wet riconosce un fatto noto come verità )(.assiomatica ad ogni educatore militare; ed è, che i Boeri, pacifici e laboriosi cittadini, diventati improvvisamente guerrieri; n on avevano nessuna idea della disciplina militare, e -della sua necessità in g uerra. E ciò « non perèhè fossero


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PRINCIPI DI PSICOLO GIA MILITARE:

ricalcitranti e di cattiva volontà, ma perchè non cornprendevano il loro còmpito ». Tanto, che a pochi chilometri dal nemico, situato silenziosamente per riceverli nelle condiz.ioni più favorevoli per dare battaglia, quando interessava di prendere immecliatamente una decisione e di se<Yuirla . b ' ogi;uno voleva dare il suo consiglio e discutere (p. 7). E molto probabile, che i Boeri non sieno stati abituati a considerare anche la vita per una continua guerra, come ordinariamente si dice, ma è anche certo, che n:on sarà stata una loro abitudine di discutere sui mali, e di lasciare che così ingrossassero, quando più opportuno sarebbe stato di . agire e di vincerli; il che non può dirsi di tutti i popoli. Nondimeno essi, dinanzi al pericolo, sentivano di non poter trarre coraggio ed ènergia, se non da questa speuie di consigli di guerra, ignari di un aq.agio guerresco che ammonisce: ai consigli di guerra seguono d' ordina.rio grandi disastri (1). Se questo adagio è sempre vero, i motivi possono essere due. U~o, perchè il generale in capo d'ordinario non ricon·e . ai consigli di guerra che nei casi già disperati. Un altro, perchè la risultante di '\l'ari consigli può avere la · somma di molti vantaggi, ma anche la somma dì molti difetti, dei quali approfitterà facilmente ii nemico. Sicchè pessimo con· siglio sàrebbe quello, già bandito da ogni esercito regolare, di ricorrere, per massima generale, a questi consigli. Eppure, ad un osservatore ignaro affatto di cose guerresche, questo · sistema potrebbe sembrare il più degno d'un popolo civile. E sorge spontanea una domanda: Uomini come un De Wet, «

«

(:l)

Su qufsto riguardo so no da tene r ()resenti due considèrazion i. Una di Nap oleone,

q\ fcrc1J de disserter, de /aire df: l'esprit, de tenir des conseils, il arrivera ce qui est

· " arrivé dans tou; !es siècles, en suivant une pareille marche : c'est qu'on finit pou1' .• prendre le pl11~ mauvais (}arti, qui presgue toujou r, it la guErre, est le plus pusila' nime, ou, si J'rn vent, le plus prudent. La vraio sagesse, pour un gtlnoral, est ct~ ns , une clét~rm io:11.ion énergique •. (Max imes de guerre de Nap oléon ! .,r Paris Librairie ì\Ji litaire. Dumaine 1874. p. 36). Un'altra è un ratto affermato flalla p3icologia sociale, donde è originata la psicologia co l.l ettiva, che i giuri, le assemblee, i comizi, ì t.eatri ecc . diurn o dei risultali inte llettuali sem pre in[eriori al valore di ciascuno degli uomini che vi fanno parte. ( V, I delitti della folla del Sighele. Bocca 1902, ncll'i ntrocÌuzione, e spe~ eia Imente p. 8 e ss. Per i .consigli di guerra, in ispecie, ai quali a.ppartengono pure le commissioni diverse, vedi S1Gm:1,1,:, J/ intelligenza e la Folla, p. Hil).

DESUN'l'l DALLA GUERRA ANGLO-BOERA

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dopo qualcuno di questi casi, fatti accorti di quello che l'esperienza guerresca tramanda in forma di leggi e d'istituzioni negli e:,erciti regolari, non avevano argomenti ed autorità. sufficienti, perchè la necessità delle cose si facesse legge ? A questa domanda rispo,nde negativamente tutta l'espe r ienza del generale D e Wet, come la sorte del suo popolo. I fatti seguenti basteranno a · persuaderne il lettore. Terminato il combattimento, il De Wet tòrnava ad essere un cittadino come tutti g li ~Itri, e i suoi dipendenti l'ubbidivano debolmente nella vita ordinaria del campo (p. 126). ·Questo è già un fatto grave. Ma v'ha di peggio. Qualche volta, invece di profittare della vittoria, non ostante tutte le fatiche del generale per riunire i combattenti all'azione, si sparpagliavano per abbandonarsi al saccheggio del campo nemico. V'ha di gravissimo poi, che spesso i Boeri non ubbidivano neanche durante il combattimento. U na notte i Boeri di Fronernan aprirono improvvisamente il fuoco contrò un trèno corazzato che passava, costringendolo a fermarsi, All'assalto ! comandò il capo. I Boeri esitarono. All'assalto! ripetè il capo. I Boeri non si mossero. Il treno riprese il suo cammino e sparve. In quel frattempo _L ord Kitchener, niente meno che il generale in capo degli Inglesi, che era nel treno, ebbe tempo di scendere e di fugg ire al galoppo; mentre facilissimo sarebbe stato ai Boeri di farlo prigioniero, con un esito guerresco neanche immagi.nabile (p. 137). Un'altrç1, volta il De W et prese posizione nelle due parti d'una stretta montana, nella quale doveva passare una co-, lonna inglese. Ed ordinò di aprire il fuoco quando gli In· glesi fossero dentro alla stretta. In vece il fuoco cominciò quando gli u.omini di punta ne d istavano ancora 500 metri. Gl' Inglesi poterono agevolmente ritirarsi indisturbati, furono rinforzati, ed obbligarono poi i Boeri a ritirarsi (p. 139}. Così una certa vittoria si mutò in una sconfitta, per di· subbidienza di qualche B oe;o, che credè di far bene disub·


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PRINCIPI DI PSICOLOGIA :MILITARE

bidendo, o che forse trasportato dall'esaltazione e dall'egoismo della propria opinione, sparò, trascinando altri ad imitarli. Il generale non dice se e come furono puniti i: colpevoli, e forse. non lo furono affatto, come si può desumere dal seguente fatto. Il De W et aveva ordinato a 200 Boeri di attaccare la. stazione di Frederikstad. Ma dei 200 andarono all'assaltosolamente 30, che fu rono obbligati a · ritirarsi, mentre in 200 avrebbero potuto far prigionieri gl'Inglesi. Osserva a questo proposito il De vVet: « Era ben duro per noi di « perdere la battaglia quando era quasi vinta, e d'essere ob« bligatì :a fuggire mentre speravamo già nella vitt oria, ma. « poichè già da tante volte io vedeva i nostri non profittare « dei loro felici successi, bisognava bene che mi abituassi alla « rassegnazione » (p. 204). Questa rassegnazione, inconcepi•bile in senso astratto in un generale come il De W et, è precisamente espressione, delle speciali condizioni di quel popolo, dal quale non si poteva pret endere l'impossibile. *

** Una delle cause d'indisciplina presso i Boeri, e cagi.one dei più gravi disastri da loro subìti, furono i carri, o i laage1', come essi chiamavano il carreggio, i bagagli, e a. volta gli armenti e i servi (p. 51). Il De Wet attribuì la resa del Orònj é all'ostinazione di quel generale a non volere abbandonare il laager, ed alla. fis ima di lui, che un valoroso non debba mai rit irarsi; sicchè fu sordo ad ogni sua insistenza per fargli abbando4are il carreggio, e perchè si aprisse un passaggio di notte in un luogo dove lo stesso D e Wet si recò per proteggere la ritirata (p. 57). L~ sua resa fu d i funestissimo effetto alle due repubbliche, perchè, oltre a sopprimere una parte considerevole delle, loro forze, depresse enormemente g li animi delle altre. Il De V..Tet era costretto a tollerare, suo malgrado l'aumento dei carri, che i Boeri caricavano di quanto essi brama-

D.ltSUN'.l'I DALLA. ou1mRA ANGLO -BOJU{A

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va.no d' impedire che gli Inglesi distruggessero. Egli vedeva bene che tali impedimenti sarebbero stati , disastrosi, ma gli era impossibiie d i far comprendere questa verità. Il numero dei carri era salito a 460 per le truppe del De Wet, che non raggiunsero mai l'effettivo d'una nostra brigata di guerra (1),' ed oltre all' ingombro inevitabile, erano di disastroso effetto morale, poichè « molti, durante il com« battimento, erano più preoccupati dei loro carri che del « loro tiro. Insensati, che non arrivavano a persuadersi come « con la disfatta quei miserabili avanzi dei loro beni, ai « quali tenevano ta~to, sare?bero stati bruciati, dispersi, di« strutti » (p. 162). I disastrosi effetti d' un tale sistema, e le deliberazioni prese per farlo cessare, non approdarono a n ulla, sicchè 8crive il De ·wet: « Come ho detto sempre, il mil,ggior difetto del « nostro sistema militare era la mancanza d i disciplina, SO· « prattutto quando sì tro.;avano in giuoco gli interessi pri« vati dei Burgher. In tali casi io non pot evo far altro che « dirigermi a lla loro b~ona volontà. Se avessi voluto in quei . (( momenti farmi obbedire facendo strappare ì carri a viva « forza, avrei causato una vera rivoluzione, gli effetti della << quale sarebbero stati disastrosi. :Malgrado t utte queste dif« fi.coltà, il nemico che ogni giorno ingrossava, le nostre « forze decimate, divise, aggravate dai bagagli, dove s' acca« tastavano alla rinfusa i nostri beni, e i ricordi dei nostri « focolari, io risolsi di continuare la guerra » (p. 147).

(I) Per inteudere l'enormitit di questa Ci fra, basterà confron tarla. con quella del nostro rscrciLo. Le forze de l De \Vet, in quel le mr>o, ;;e erano slJpcrio ri ai 4000 uo mi ni, non toccavano i 5000. Una nostra brigata ,li guerr'a ha 6000 uomini, ed ha ·18 carri per reggim11n10 e(l uno r>er la brigata. in t.ullo 37. P1:r intenclerc 1ioi l' ingombro in una w lonna in marcia, t)as terà osservare che sono necese ll e produce il carre""iO 0 sari 5 metri (l' intetv allo fra carro e carro, per non ri;;entiie delle oscillaz1oni della marci a, gli inconvenienti eventuali ct·un carro, ecc. A ques ti 5 metri aggi ungen.do la lunghezza del carro attaccato, che è di circa alt.ri 5 metri, si ha una profon.di ta r!, ci rca rn metri per carro. Sicché i carri della colonna ciel Oe Wet, se incolonnati. ;;opra una sola strad a. occupavano dai 1, ai G ch ilom etri. Paralizzavano quindi h maggior parte dell e 011erazioni di una tru ppa obbligata a valersi sopratutto nella celerità llegli ;;post;i ro ent.i, come unica tatlica iiossibi le alle esigue sch iere boere contro un nemi co cosi numeroso.


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PRlNCIPI D! PSICOLOGIA· MILITARE

Quando finalmente il De Wet fù costretto a fare effettuare le deliberazioni già prese per distruggere siffatti inconvenienti, convocò i suoi Burgher, e li arringò, cominciando col ringraziare coloro che non .si erano arresi con Prinsloo, lodando poi le ultime brillanti azic,ni e il loro felice esito. <<. Poi abbordai il punto delicato d~lla quistione. Non dissi « loro di abbandonare i loro carri, ma semplicemente di ri· « mandarli. I miei uçlitori comprendevano bene che l' una « o l'altra soluzione equivaleva per essi alla perdita dei « loro bagagli a profitto degli avversari; e così face vano << orecchio da mercante. Io, che tenevo assolutamente alla « mia idea, terminai il ·discorso con queste parole: « Bur« gher, non posso in quest'occasione domitndarvi le vostre « preferenze : vi dico che un sacrificio s'impone, e bisogna « che vi .s barazziate di tutto ciò che ingombra e paralizza « i vost;ri movimenti » (p. 198). Il giorno dopo ordinò per prima cosa a tutti gli }lfficiali di far rimandare in giornata le vetture, e poi ad alcuni che t agliassero i mezzi di comunicazione degli Inglesi. Dopo altri due giorni le pattuglie erano a contatto col nemico, ea' egli mandò a cercare il generale Hassing coi suoi Burgher. Seppe che non avevano · saputo risolversi ad abbandonare i loro carri, e che la maggior parte eran partiti per r iportarli a casa. « ero furioso! Non sarebbero bastate « tali contrarietà a scoraggiare il cuore più risoluto, se in « così tristi ci'rcostanze una forza dall'alto non fosse venuta « a richiamarvi alla ragione ? Così dunque io ero circon« dato da ogni parte dagli Inglesi, e con me non avevo nes· « suno. I Burgh.er di KrooustEtd , quelli di Bethlehem erano < partiti p'e r direzioni çl.ifferenti. Quelli di Winburg, di « Vrede e di Harrismith mi avevano lasciato. Non rni re« stava più che una parte degli uomini di queste diverse « regioni e quelli di Heilbron. In queste condizioni le forze « che ci circondavano da tutte le parti erano troppo nu« m·erose percbè noi pensassimo a combatterle. Ero· costretto « a ritirarmi verso Schoemansdrift, e se occorreva, più: lontano « ancora verso Bothaville, tra versando certe sab b.ie che per i

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Dli:SUN'rI' DALLA GUERRA ANGLO·BOERA

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« nostri nemici sarebbero state una barriera insorpassabile. << Così dunq~e partimmo .in direzione della stazione di Wol« vehoek (p. 199 e 200). }>

IV.

I principi clella disciplina. Qnesti fatti sono sufficienti a stabilire l'importanza della disciplina in guerra, subito riconosciuta dal generale De vVet, per la mancanza della disciplina nel suo esercito. Potrebbero ancora bastare, se non si avessero altre esperienze di guerra, a dare una definizione abbastanza esatta della disciplina, che · potrebbe esser questa: La disciplina è .l'assieme di cognizioni, di virtù e di leggi, necessario per vincere in un conflitto tra po.poli. Ma volendo stabilire i principi della disciplina, bisogna risalire alle leggi dei conflitti, dalla quale derivano due principi, noti non soltanto agli Ì10mini, ma ad ogni animale. 1° Nel confl.ittto tra due anim.ali vince il più forte. , 2° A parità di forza, vince il meglio armato. Da questo secondo deriva, che potendo l'arma più della forza, può il meglio armato lottar e anche contro il più forte. Sicchè, intendendo per aqna, in senso lato, qualunque mezzo d'un animale per resistere alle offese di un altro animale (o per sottrarserue) e qualunque altro capace ad offendere l'avversario, si riconoscerà che da questi due assiomi dipese l'aumentare della forza, e il progredire delle armi, dal veleno della vipera, alla fuga della lepre, all'artiglio del leone, al ·pensiero dell'uomo. Col pensiero dall'uomo nasce la sua storia, già sufficientemente r icostruita sin, dalle più remote origini, e distinte in ,età denominate dal genere delle armi che l'uomo seppe costrurre, come della pietra, del br onzo, del ferro, e via dicendo. Come l'artiglio del leone non può passare alla lepre, così il pensiero dell'uomo non può passare ad.un altro animale,


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PRIN'CIPl DI PS]CO LOGI A MILI'l'ARE

DES UN'l'l DALLA GUERRA ANGLO-B OERA

e neanche l'arma che il pensiero può fare; sicchè con l'arma. dell'uomo è rimediato alla sua. inferiorità di fon:a fisica, è assicurato il suo dominio sul regno animale, è fissata la legge del progredire umano; la quale, rinunziando all'incremento della forza brutale, farà sviluppar e il pensiero e la faco ltà di armarsi meglio. Quando, per contendersi il r eg no della natura, sorsero i conflitti tra uomo ed u omo, la legge di questi conflitti fu la stessa 'dei predetti principi. Invece aell'incremento della forza, s'imparò a farne il miglior uso, e nacquero l'accortezza e la destrezza che hanno anche gli animali bruti e che non sono ancora la disciplina. Ma, scomparsa la di.ffico ltà enorme di crearsi un' arma, e diventato possi bile ad uno stesso uomo d i farne anche diverse, come a qualche uomo di usare l'arma che non seppe farsi, entrò un nuovo elemento nei conflitti umani : il n umero. L'essere in diversi a mirare ad uno scopo significa di avere ottenuto un accordo di volontà, e quindi che i d iversi hanno una passione comi.me a tutt i, ed u n germoglio d'amore fra l'uno e gli altri. Queste qualità, esclusivamente u mane, costituiscono la d isciplina, e progredirono dapprima come applicazioI!,e dei predetti principi, nella persuasione che la forza ·umana fosse data dal numero, sino a quando fu · riconosciuto che, come un'arma può compensare l'inferiorità della forza, così un migliore accordo e un indirizzo più armonico dei combat tenti potevano compensare l'inferi0rità del numero e persino quella delle armi. Da quel momento si conobbe la verità proclamata dal D e Wet, e che per un cultore dèll'educazione militare è quasi un assioma, cioè: 3° Di due eserciti, ugualmente armati, vince il . più disciplinato. Con la disciplina germoglia l'arte. L'arte s' impone alla forza brutale, e fa fiorire la v irtù e l'eroismo che dànno le leggi al mondo. Così la storia dei con:B.itti passa per tre gradi. P revalenza della forza brutale, prevalenza delle armi, prevalenza della disciplina. Nello stesso modo che l'arma non può escludere

la forza, la disciplina non può escludere nè le armi, nè la forza. Essa è un'armonia di tutte le forze e d( tutti i mezzi umani, e non può progredire, se non intesa nei suoi elementi più essenziali, e se non considerata come l'arma d'un popolo, degna di tutte le . supreme cure .

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V. Evoluzione della disciplina. /

Il generale D e vV' et è ben felice di segnalare che se tanti ) insuccessi foron dovuti all'indisciplina dei Boeri, t utti i successi dei quali possono vantarsi son dovut i al loro coraggio. E ci insegna· che « mai essi erano così co.raggiosi, come « quando vedevano scorrere verso di loro le truppe nemich e « come un :fiume imponente. Allora · essi resistevano come « scogli ai f:(utti più impetuosi » (p. 83). Ciò portò il generale a sentenziare che le numerose debolezze de'suoi g uerrieri eran dovute meno alla loro natura, che alla mancanza di esperienza della guerra moderna. · Questo fatto ci palesa una qualità, anzi una delle condizioni del coraggio boero, cioè il bisogno di saper e con precisione il pericolo che dovevano affrontare. Ma questa precisa conoscenza essi non potevano avere, se non dagli occhi di ciascun combattente, e nelle condizioni più favorevoli di calma d'animo, cosé che in guerra non sono affatto normali. È c~rto cosa oltre ogni dire ammirabile questo coraggio, che un pugno di prodi esplica dinanzi a forze considerevolmente superiori. In questi casi la loro na t ura stessa suggerisce la devozione completa al generale, e l'esecuzione dei mezzi più adatti a sterminare il nemico. Ma perchè mai questi stessi prodi, in pericoli anche minori, che essi non riescono a veder e con gli occhi della mente, n on possono credere al loro generale, non affidarsi completamente a lui, . non assoggettare la volontà di t utti a quella sua? Risponde a questo fatto una sintesi dell'educazione militare, ossia della disciplina.

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PRINCIPI DI PSICO.LOGIA MILrrARE

Bisogna c9nsiderare in primo luogo che l'uomo di guerra non è l'µ omo a sè, ma l'uomo unito agli uomini; ed in secondo luogo, che gli uomini riuniti dal caso fanno una folla, della quale, dai recenti. studi, conosciamo la psicologia e lo · strano modo che ha d'impressionarsi e di procedere. L'educatore militare deve conoscer l'arte di fare di una . folla un reparto combattente. Educare significa persuadere profondamente sui vantaggi che derivano dalle azioni concordi, e sui di.s astri inevitabili che derivano da azioni discordi e confuse; significa esser concordi nella stima dell.'utile comune; e significa essenzialmente ottenere la volontà collettiva di conseguire il bene comune e lo scopo supremo d'ogui aspirazione mi~itare. Il coraggio collettivo di guerra è un complesso di elementi diYersi, dei quali sono gran parte la persuasione della necessità degli accord_i nella volontà di tutti in una sola, e nella fede illimitata nel capo, il quale deYe impiegare questo complesso di volontà come potrebbe farlo il Dio Marte, padrone d i questa volontà per fede, .e non per la vendetta, o la giustizia che la sua stessa onnipotenza potrebbero fargli fare. Ma ogni forza umana è esauribile, sia per il limite definito delle cose, ohe per le circostanze capaci di neutralizzare qualche forza, e di eccitarne altre. SiccM può avvenire alle migliori truppe, meglio condotte, di diventar folla in dati momenti. In tali oasi, però, basta un motto felice, un'esortazione del capitano avveduto, per ritrasformare in eroi anche le sue truppe fuggenti. Interessa quindi all'educatore militare d i ottenere gli elementi del coraggio organizzati nelle fibre dei suoi militi, in modo da. resistere a tntte le ordinarie cause di disgregazione, e da sentire il minimo impulso d i coesione. Bisogna a tal uopo badare che qualche fatto, superficialmente · considerato, può condurre a deduzioni erronee. Può darsi che truppe insufficientemente educate possano trovarsi in condizioni favorevolissime per mantenere · la loro organizza.zione, o che la conoscenza · dell' uomo nel loro capo sia tanto superiore a quella dell'avversario, da rimediare all'inferiorità delle truppe, come avvenne di Gari-

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DESUNTI DALLA GUERRA .ANGLO-DOlmA

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baldi nel 1860. Le truppe borboniche erano perfette, al giudizio di quei militari che giudicano del valore umano dalle vesti, dalle riviste, e da tante altre belle ed utili cose, che, se isolate, s'inchinano sempre dinanzi al vincitore, e che permisero a Garibaldi di entrare solo ed inerme a Napoli, - mentre i corpi di guardia nemici gli presentavano le armi. Caso. esemplare di omaggio al conoscitore degli uomini e di devozione a chi sa mostrare qoi fatti d'infandere ohe u nico fattore della vittoria è l'uomo! Grande era q uindi la conoscenza dell'uomo presso i Romani, i quali mettevano le truppe più giovani ed inesperte in prima linea, e le più Yecchi.e ed a.gguerrite (la ·vecchia guardia) in r iserva, cioè, per una parte della battaglia, spettatrici dei giovani, e nella parte decisiva, attrici e vin citrici: le sole capaci di non esser vinte senza combattere, e sicure di poter anche mutare le sorti della battaglia, se i giovani avessero fatto cattiva prova. Ed argutissima è la seguente considerazione del Leopardi, e ch'egli attribuisce a Filippo Ottonieri: « Notava nell'istoria che scrisse Ar« riano delle imprese di Alessandro Magno, che alla gior« nata dell'Isso, Dario collocò i soldati mercenari greci nella « fronte dell'esercito, e Alessandro i suo mercenari pure « greci alle spalle; e stimava che da questa circostanza sola « senza più si fosse potuto antivedere il successo della bat« taglia. » I mercenari greci erano il miglior :Uerbo delle forze ·persiane, e lo stesso doveva essere avvenuto delle truppe d'Alessandro, per averle rifornite di elementi indigeni, se è vero ohe un tanto capitano tenne i mercenari in riserva. Uno degli amm~estramenti più importanti che, a giudizio d'un educatore militare, i B oeri han dato ai popoli, è- ohe non bastò il più potente amor di patria e l'eroismo indi- viduale dei soldati e dei capi ad ottenere la disciplina necessaria. L'educatore, dinanzi ad un tal fatto, deve èonsiderare se fu effetto di speciali circostanze dovute ai Boeri, o di leggi comuni a tutti i popoli e a tutta la storia umana. Quest'esame richiede una rapida storia dell'eroismo e della · disciplina.


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PRINOIPI DI PSICOLOGIA MILITARE

La patria degli eroi fu la Grecia la oui storia è come un fiume, che sorge tra le nebbie dell'eroismo mitologico, e sbocca con l'eroismo morale e sociale di Socrate. Nel Fedone di Platone è esposto con quali argomenti Socrate, condannato ingiustamente a morte, persuase l'amico che cercava d'indurlo a fuggire per sottrarsi ad una morte ingiusta e vergognosa per il suo popolo. Quel grande dimostrò come il falso amore della vita che avrebbe dovuto manifestare rendendo vana la volontà degli esecutori delle patrie leggi, sarebbe stato i l più grave danno che egli avrebbe potuto r ecare alla patria. Dimostrò quindi con l' esempio, che la più degna morte d'un grande è quella del,l'uomo libero, e che l'unica libertà umana è data dall'ubbidienza alla legge: La legge è la volontà della patria, e siccome la voce d'un popolo è la voce di Dio, da Socrate a Cristo è breve ii passo, e in Socrate, questo padre della filosofia morale antica, si compendia tutta la civiltà greca. La storia di Roma è la storia della disciplina militare, e fu mostrato dal Montesquieu che la causa della sua grandezza fu la disciplina mili tare continuamente progredita, con l'aver consacrata tutta l'attività del popolo romano al perfezionamento delle istituzioni m ilitari. Così fu possi bile di ·conoscerne gli elementi più essenziali, e di trovare le leggi della natura umana. Non per altro il diritto ha la sua patria in Roma. La disciplina in sostanza è l'eroismo della società combattente, dell'esercito in nome della patria. È dottrina ed arte il fare cli tutte le forze umane ~ di tutte le volontà della patria un'arma sola in mano d'un capitano perfetto conoscitore di quest'arma, non ·solo nel suo i mpiego, ma . principalmente nella sua struttura, per poterla a,ll'occorrenza temprare, modifica re, rifare. Ma quest'a1;ma h a le sue mole· cole di esseri pensanti, sensibili, volitivi, i qu ali non possono esser condotti ad agire come un solo eroe, se non dall'entusiasmo. E l'entusiasmo deve basare sulla fede della grandezza di questo eroismo, sulla fede che il logorarsi di quest'ari:na nel suo i mpiego è un nulla rispetto al ben e. che

683 deve recare alla patria e all'umanità. E siccome questo logoramento è la morte d'una parte degli u omini, la disciplina deve render bella la morte incontrata per la grandezza della patria, e corrispondente in parb~ all'eroismo morale di So- · crate . Nel perfezionamento della disciplina si compendia quindi tutta la storia di Roma; .e siccome nessuna storia . umana si produce isolata, e i grandi legislatori, Licurgo, Solone, Pitagora, ~dattarono ai loro popoli le leggi egiziane, che erano già il frutto di qualche millennio di storia, dobbiamo dire che la disciplima dei Romani fu il frutto di tutta l'umanità. · La decadenza di Roma fu decadenza della disciplina militare. I grandi elementi che la componevano si disgregarono, e la prevalenza del sapere e delle arti, senza la forza d i coesione della volontà della patria, fu inutile contro le invasioni delle forze barbariche. . Il precetto di Socrate, che cioè la libertà e la grandezza sono date dall'ubbidienza alla legge, applicato da Bacone alle leggi di natura, fu l'origine di tutto il progredire mo· derno, e suona: « La natura, non si vince, se non .ubbiden« dole. » L'educatore deve applicare questa legge alla natura umana, e i'educatore odierno può riconoscere un grande errore nel quale, caddero i :filosofi dell'età del Rousseau, opinando che le leggi della natutra umana derivassero da un'età di Sa,. turno e di perfezione, dalla quale ci allontanarono i vizi, le colpe, o la vendetta di un Dio offeso. Fu precisamente il contrario.· L'uomo per sua n atura è selvaggio, feroce, antropofago ; ii progresso deriva dalla convenienza· e dalla necessità di perfezionarsi, ma . la perfezione è in avanti, ed è opera di continuo lavoro so.eia.le. Abbandonare gli UO· mini a sè significa allettarli a ritornare nella barbarie. Ed anche presso popoli civili corne i Boeri, dove sono prodigiosi l'amor di patria e l'eroismo individuale, vediamo l'effetto della vita ordinaria nella risoluzione d'un generale, che, per non lasciare il bagaglio, perde un esercito; nelle esitazioni di un altro generale a contrariare le brame del DESUN'l'I DALLA GU.EH.RA ANGLO-:BOERA

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PRIXOIPI DI PSICOLOGIA. J\IILI TA.RE

DESU~TI DAl,T.,\ GUERRA ANGLO-BOERA

maggior numero; nella risoluzione dei gregari ad abbandonare il generale e a lasciare la patria indifesa, piuttosto ohe lasciare pochi beni, ricordo dei loro focolari.

In nessun altro luogo le idee rivoluzionarie divamparono così prontamente ed efficacemente come a Napoli. La .Repubblica Partenopea fu una vera esplosione <li eroismo classico. Uomini, per altezza di mente e per grandezza d'animo, degni degli eroi d i Plutarco, ebbero voce nelle cose di quella repubblica, o ne diressero le sorti. :\(a in fatto d' istituzioni militari si mostrarono meno che fanciulli, commettendo gli errori più madornali. L'esercito da. loro fu tenuto come forza del dispotismo; essi disprezzarono e indispettirono chiunque avesse servito nel passa to governo; credettero che la disciplina militare non potesse· essere che manifestazione di un governo della sferza e del terr_ore, indegno di un popolo libero. Fu loro fede che la forza di un popolo debba consistere nella sapienza delle leggi e nell'uso della libertà. Ed il ministro della guerra si esaurì a meditar leggi e progetti, derivanti dal principio ohe al primo bisogno ogni cittttdino libero sarebbe diventato un eroe. Inoltre, con un'ostinazione incomprensibile, con la sua fantasia diminuiva le forze degli insorti, aumentava il valore dei repubblicani, e vincendo le più . belle battaglie fantastiche, rovinò la repnbblica, come se avesse preso norma di educazione militare <;lall'Orlando Furioso. Non si badò affatto che il popolo era rimas~o quale era, che i repubblicani non erano i più, e che loro primo bisogno era d i diventare i pi11 fo rti. E q t1indi la peggior feccia. del popolo, condotta da un cardinale, in nome della Santa Fede, divenne valanga, contro cui fu vano argine lo eroismo di pochi; e · le più belle ,glorie di qt1el popolo finir ono sul patibolo. Tutto ciò non fu un capriccio del caso, ma necessaria c;onseguenza di molti errori, dovuti al fatto principale, che tutti quei g randi uomini, durante il servaggio del popolo, non avevano potuto godere altra libertà di quella della mente e degli studi, ed eran tutti pieni della grandézza classica, sicchè per voler essere cittadini di Roma e di Atbne, come dice l' ìllustre storico di quella rivoluzione, Vincenzo Coco, fini.rono di essere cittadini di Napoli. Se non che, anche volendo essere cittadini di Roma e di Atene, bisogna inten-

*** Essendo la disciplina una forza psicologica, e non essendo possibile d'indurre la natura d i procedere a salti, è chiaro come il sole, che non tutti i popoli .possono avere la stessa disciplina, se non hanno lo stesso sviluppo di civiltà. Ma nel aìudicare della civiltà d'un popolo, può -~rarre in errore o lo. sviluppo d'una parte sora èli esso, che trascina l'altra. Oltre a questo, la civiltà ha tendenze divergenti, come i raggi di luce che partono da una stessa origine, e rispetto ai quali la disciplina fa l'effetto della lente che riunisce i rao-cri oo dispersi in un fuoco. Questo fuoco sarà più o meno potimte, a seconda della maggiore o minor.e potenza della sorgente di calore e della distanza. da essa, siccbè per ottenere dal fuoco della lente lo stesso effetto da due sorgenti di calore diverse, converrà o aumentare la lente della sorgente più debole, o renderne minore la didtanza della sorgente. Mentre la legge è una, i mezzi sono diversi, ed è còmpito dell'educatore di applicare la legge in ogni singolo caso. Tutte le forze psicologiche d'un ·popolo hanno la loro radice nel passato, sicchè non è possibile di ottenere effetti immediati, e tanto meno senza nessun lavoro di educazione. Le stesse cause in due popoli possono produrre effetti diversissimi. L a rivoluzione francese, ad esempio, ebbe per effetto ixpmediato le leve in massa, che portarono ad armare tutto il popolo, avviando con questo mezzo i popoli a d ifendere i loro diritti, e ad imporre la loro volontà ai despoti. Ma questo fatto non sarebbe stato possibile senza. la storia di quel popolo, nel quale tanta parte aveva]?.o avuto le impres~ militari; e il non potere uscire dal proprio passato, fece d1 tutto il popolo armato la più potente forza che abbia mai avuto un despota.

4ft -

ASNO XLl.l.

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PRIN CIPI DI PS ICOLOGIA MILITAR.E

DESUNTI DALt,A GUERRA ANGLO-BOERA

dere l'equilibrio sociale d i quei tempi, che avevano · il più potente freno nella; religione, la quale regolava o-Ji usi ord~nari della vita con un rigore ai nostri giorni i~soppor tabile, perchè insussistente per le condizioni mutate. Sopratutto l'amor di patria era tenuto eternamente vivo dall'odio ~ello straniero, come, ad un dipress,>, l'amore del conte UgoImo dall'arte dantesca è reso straordinario dalla potenza dell'odio per l'arcivescovo traditore. E d in sostanza. i Boeri si trovavano ad un dipre3so nelle condizioni della R epubblica Partenopea, e il secolo t rascorso li cullava nella . fede, che a ll'occorrenza tutto il popolo si sarebbe armato come i F rancesi della R ivoluzione, e che il bisogno avrebbe dato loro un Napoleone.

:gloria, non furono interamente dovuti al lor o eroismo, ma fo gran parte ai difetti degli Inglesi. T utto ciò è riconosciuto ·.dagli stessi Inglesi (1), ed il De '\Vet più d'una volta attribuisce il suo successo al non avere gl'Inglesi soccorso i loro :reparti impegnati, ed in pericolo (p, 90-1) . L'esercito inglese, tra tutti gli eserciti europei, è forse il ·solo che si sia fermato alle istituzioni dei tempi del \Vel hugton, che possa farlo paragonare più agli eserciti mercenari, che ai nazionali (2). Tutto ciò è espressione del fatto, -che l'Inghilterra non ha mai av uto bisogno di più e di me.glio, e che la natura dell_e sue imprese coloniali non stimolò molto l'esercito a progredire. Ma nessun popolo civile odierno ·potrebbe prendere modello su questo dagli Inglesi, perchè la -vera forza armata, con la quale la volontà della nazione inglese si fa valere nel mondo, è la flotta, condizione esclusiva ,d 'un regno che è un'isola, e che I! on può temere invasioni ,s e non dal mare.

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Facendo parlare i fatti più che !e opinioui, è cer to che l'eroismo mostrato dai Boeri sarebbe stato sufficiente per farli prevalere di q ualunq ue altro popolo non pertinace, nè potente, nè r icco come l'inglese, e potrebbe sembrare per ciò che la sorte di 9.uesta guerra è g randiosa come la pugna di Leonida, il quale pure sog g iacque. alle orde persiane, e che da un piccolo popolo non si può, nè deve pretendere di più. Ma che cosa dobbiamo in tendere per eroismo ? L'impiego della vita a profitto della patria , e l'esser natural mente e in ogni momento pronti a sacrificarla per suo bene e per sua gloria. E questo non si può ottenere senza una conveniente e continua educazione, che mentre assicuri la. prosperità. della patria, la protegga dalla corruzione e dell'esaurimento. La vita non ·è un'elezione, ma un adattamento; l'educazione soltanto può prod urre l'accordo di tutto un popolo e . . ' numrne tutta la forza n el volere uno' scopo comune. La vita può tanto educar e quanto corrompere, ed è palese anche dai fatti riguardanti i B oeri. Noi ammiria mo gli S partani, perchè erll.n soli 300, e tutti eroi in vir tù della loro educazione. E dobbiamo riconoscere, ohe i successi boeri, che indiscutibilmente assicnrano a quel pugno di prodi un'eterna

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( I) lhstera cit:,r,, il lil>ro del CALLWKL•., I.a tallica d'ogoi, tradotto rlall 'in~Ie;e del -colon11cllo Man,lil" - Messin, PrincipaLo 1903, /,n llivista di fanteria ciel 3 1 agos to l'i,po rtn. quc< to ~iud i1.io dell ' A. , I Boeri h~nno mes~o in opera la .propri a i11telligonza e noi no.. .1 È umiliante ric11noscerlo, mn il fatto 11011 può e<sere smen ti to. E l'essp r noi -co<, apcrtamrule. v.. nnti meno all'uso di ciò che fo~e è mrglio chinmare senso comune, ti tan to pi ù notevo le 11el ratto rhc ... , Dopo a lcun i e~cm pi, conr hiude la 1/ivista -di fa nteria : , Que~ti e pii'I altri ese mp i chr. non citia.rno dimostr,1110 che la fanteria i ngle,e - e si po tn• hlle •lire 11ltretu11110 dell'i n tero esPrr.il o - è arri vata alla lln e del -s•rolo \I X collo spirito, il senno, l'intelligeuza e la collnra tà tt ica della battaglia di WalC' rloo. Tanto che essa si e acco,·ta ades,o a spese pro1,rie d i tu tto il movimento ·inte rvenuto. che già da un pPzzo è rliv,,ntaLo sangue e ,nuscolo delle a ltre r:u,tcrie -cur11pee; e adesso gli scrit.1,,ri ingl esi giust.a ment11 parlan o nelle novità che sono l'ere ,uovila per loro: m:i non é là che dobbiamo anda re a scuola noi. pel l(Uali le novità -so no assai vecchie , f[l . 598). ('2) Il fl••S!.!r nc11a lli11ista popolm·e, :inno 6°, n 3, fa· uno studio dei combnttonti fl.)ocri 1•d ing lesi. Dice cho Jlress" i J3,,cri si a ve van o fa.miglia i11tere di co mbattenti , uomini d:1 lla barha bianca commisti agli imberbi, e l'avo, i tigli e i nopoli marcidv1100 cas,i om~. • E q11osto ese rcito s traord innrio ha inn anzi a sé l'esercito piil miserahile di .. 11:nroµ:i , un tJsr.rcitn di mercenari racco lto 11el ran ~o dell o ci ttà e dd bnrglli <l e. Ila Gran « Bretagna , 1m esercito <l'irrosponsabili ch e non hanno congiuoti, non 111111110 fratelli, non .. h1111110 qorellP • .

È no to per altro che ooll'ultimo poriodo dell a l! U•l'ra i:rn n numero di vo lontari inglesi 11artirono per l'A fri ca. Di grande intern~se per l'o•luc:itore mi litare sarebbe di saµ eri: la pruva r11 ttane. Ques te cose )lr>rò gl'lnglo., i non hanno bisogno di fars i iose:gnare. Sono c:1si stati i primi a riconoscere dai ratti i loro dilett.i, e tra qualche anno ,saranno emtnda ti.


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PRINCIPI DI PSICOLOGlA ,\ [l(,ITARE

DESUNTI DALLA GUERUA ANGLO-BOERA

A questo proposito è evidente quanta parte del progresso, civile si manifesti nella costrnzione delle corazzate, che esigono portentosi mezzi di lavorazione e vistosi te_sori; ed & evidente quanta unità di coma!).dO e prontezza d'esecuzione si richiede perchè questi colossi dei mari possano agilmente e prontamente eseguire la volontà di uno solo. · E nello stesso modo la disciplina d'un esercito tende a dare ai . grandi reparti quella coesistenza cho alla nave è data dal suo assieme di corazze, di macchine, di arma.monti. Cosa molto più difficile ad ottenere dagli uomini in campo, e che è espressione soltanto d'un'educazione militare e nazionale continuata incessantemente. Supponendo quind i un uomo della competenza militare, che, indiscutibilmente il De Wet ha dimostrato di aver acquistatoin questa guerra, fosse stato eletto già da molto tempo dai Boeri a pr'eparare qnel popolo all'eventualità d'una guerra contro gl' Inglesi, questo ipotetico educatore avrebbe creata.per prima · cosa un'istituzione militare adatta al suo popolo, avrebbe chiesto molt~ lustri di preparazione, per poter dare i più certi frutti d3lla sua opera educatrice, avrebbe pretesomolta armonia tra le istituzioni militari e le civili , perchè tutte le leggi fossero esplicazioni regolari delle forze della. patria, e perchè la libertà fosse rimasta luce e guida al cammino di ciascuno, · non fa villa per incendi. Avrebbe certamente espressa la fede, che tanto più è necessario un esercito cultore dei sentimenti patriottici, quanto più la vita d'un popolo è operosa e libera.

III. Di tutti i progressi civili, quelli che disgregano ruomo da uomo sono dannosi tanto all'amor di patria che alla disciplina. IV. L a disciplina è il cemento d'una società combat-· tente; è come la forza di coesione che tiene riunite le molecole d'un proiettile di artiglieria, e nello stesso tempo è pari alla forza di proiezione che lo lancia contro un bersagli?, -ed alla forza di esplosione, che occorrendo lo trasforma m .altrettanti proiettili. . In altri termini: la disciplina è la coesione della volontà di tutto un esercito con quella del suo capo, diretta ad -ottenere il massimo e più impetuoso sforzo collettivo, ·ohe si possa ottenere con un dato impiego di forze umane. V. La disciplina è una forza psicologica più potente d'ogni arma, soggetta a tutte le leggi dell'evoluzione, oggetto .sublime della psicologia dell'educazione.

in conclusiqne, gli ammaestramenti che un ed ucatore militare deve trarre dalla guerra dei Boeri sono: I. Il più forte amor di patria, ed una natura capace di sacrifici e di coraggio non sono tutta la disciplina militare, e non bastano in tutti i casi della guerra. II. La disciplina è il frutto d'una lunga e continu a preparazione.

( Continua). ,N ICOLA MARIA 0AMPOLIETI

ce.1,7)itano delt' so• r,,nterie.1,.

...


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J,A GUERRA R USSO-GIAPPONb:SE

CO~ANDO IN CAPO DELL'E8ERCI'1'0 DI MANCIURIA.

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LA GUERRA RUSSO-GfAPPONESE

Kuropatkine - Comandante in capo. Koltschevnikoff - Capo di stato maggiore (1). Lenevitch - A disposizione. Hlagowescht~chenski - Quartier mastro.

II.

Il Kuropatkin e è giunto il 27 a Mukden ad assumere il suo comando, non si sa bene se ed in quale dipendenza dal luogotenente imperiale russo nell'Estremo Oriente Alexejew, e se e con qt{ali attribuzioni per quanto riguarda le operazioni della flotta, di cui il Makarow ha assunto il co• mando. Se si deve credere a notizie ricevute a P arigi da Pietroburgo il 28 marzo, a commento di notizie inviate direttamente allo Czar dal Ma.karow seuza passar e per il tramit e dell'Alexojew, la. reciproca situazione di quei comandanti sarebbe statH, regolata, da un telegramma dello Czar allo Alexejew: « In causa della importanza della guerra che deve « assicurare la . supremazia definitiva della Russia sull'O« ceano Pacifì.co, o di fron te a,,lla necessità di trasportar.e « il vostro quartier genera.le nell' interno, è indispensabile « rendere il generale Kuropatkine e l'ammiraglio Makarow « capi indipendenti e responsabili ». Se è veto, come confermerebbe una lÙteriore notizia avutasi a Parigi il 9 aprile, è grave. I n conseguenza della sorpr esa dell' 8 febbraio a Port Arthur, furono il 17 marzo eson erati dal comando l'ammiraglio Stark, comandante la squadr~t del ·Mar "Giallo, ed il suo sottocapo di stato maggiore, contrammiraglio Molas; il che dimostra che tutto il mondo è paese, e che i Battirelli non sono una istituzione esclusivamente italiana. Ma l' Alexejew, che, dopo essere stato uno degli agenti più attivi dello scoppio della guerra, da

Impressioni e ~otizie dal 14 marzo al 12 aprile.

LA

FINE DI ÌlfA l,AROW . (13 aprile).

Avanti di riprendere il filo delle notizie riguardanti i f~ttii.. della guerra dal 14 marzo in poi, cerchiamo di racç;appez zare qualche dato meno incerto e meno vago intorno alle· forze dei belligeranti, secondo lf:' ulteriori informazioni che è stato possibile raccogliere :fin qui dal)e varie fonti.

"' *·* Dell'es_ercito russo in Manciuria accennammo già alla. forza,. comp!ess1va, che esso avrebbe forse rao-o-iunta nel mese. d l· 00 ap~1·1e, s~condo le dubbie notizie di allora, ed alla sua ripartizione rn quattro corpi d'armata. . ~r~ sembra possibi~e deìinea~ne un po' meglio la fisionomia, 1~d1v1~u~ndone le smgole umtà e, sempre che si possa1 i. ~·1s~ettr:71 comandanti, i nomi dei qua.li, più spesso che 1a rn d1caz10ne delle loro tr uppe, r icorrono nelle notizie dei ~ovimenti e de~ fatti d'ar~e. Ciò può essere di guida particolarmente utile nel seguire le operazioni.

(I ) Secondo notizie del 12 aprile. il Kuropalkine auebho ora ch iamato pres~o di sè, corno capo di stato maggiore, il S1karo1T, comandante del I corpo d'armata siberiano.


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LA GUlsRRA RUSSO- GIAPPONESE

LA GUEitRA RUSSO -GjArPONESE

questo· scoppio si era lasciat? cogliere impreparato, non fu esonerato : sarebbe in vece stato esautorato, il che è peggio non soltanto per lui, che poco importerebbe, ma per il comando, di cui non resta che un vano simulacro, mentre indipendenti e senza, unicità di scintilla rimarrebbero il comando dell'esercito e quello della flotta.

·r CORPO D' A.RMAT.A. SIBERIA.NO. Cou1andante Sakaroff -

Capo di stato maggiore Iwanow.

G93

GENIO.

1 ° battaglione zappatò?'i Sibe,·ia 01·ientale: 1600 ùomini.

Il CORPO D'ARMA'l'A SIBERIANO. Comandante Zasoulitsch. Capo di stato maggiore Pa.gengut.

F AN~l'ERIA..

FAN'l'EIUA. 0

l " brigata cacciat01·i Siberia 01ientale (1°, 2°, 3° e 4- reggimen to) comandante Gerngross. 2" brigata cacciato1·i Sibe1·ia orientale (5\ 6°, 7° e 8° reggimento) comandante Anissinow. 6" brigata ccicciato1·i Sìbe1·ici 01·ientale (21° 22° 23° e 24° reo-' ' o gimento) comandante Trnssow. All'apriFsi delle ostilità ciascun reggimento era di due battaglioni, ognnno di ci.rea 1000 uomini; doveva ricevere un terzo battaglione, della stessa forza degli altri, formato con contingenti .di reparti deìla Russia europea, la par tenza dei quali è cominciata verso la metà di febbraio. In tntto, uomini di fanteria 24,000, da portarsi a 36,000. ARTIGLIERIA .

1 • brigata a1'tìglie1·ia Sibm·ìa 01·ientale (8 batt.e rie, pezzi 64, uomini 1600 circa.) comandante Lntsckowski. Sembra che sia ripa1·tita a gù1ppi di 3 o 2 batterie, assegnati a ciascuna delle 3 briga t~ cacciatori.

Q.uesto corpo d'armata non dispone, per le operazioni -mobili, che della sola 5" .brigata cacciatori, la 7° essendo a Port-Arthnr (com·andante della 1 piazza S mirnow), e la .s• a "\Vladiwost0k (comandante della piazza vVoroniez). 5" brio·ata cacciatori Sibe1·ia 01·ientale (17°, 18°, 19° e. 20° e reggimento) comandante Alexejew. 7• brigata cacciat01·i Sibe,·ia 01·ientale (25°1 26°, 27° e 28° '· r eggimen to) comandante Kondratenko . 8' brigata cai:ciat01·i Sibm·ia 01·ientale (29°, 30°, 31° e 32° reggimento) comandante .A.rttunonow. La 7" e la sa brigata hanno i loro reggimenti completi ·su 3 battaglioni ; la 5a è nelle stesse condizioni già dette per il 1° corpo d'armata. Adunque, 32,000 uomini di fan teria, da po;rtarsi a 36,000, dei quali da 8 a 12,000 per oper azioni mobili, se pure la guarnigione di Port Ar thur non fosse stata rinforzat!).,. A.R.T IGLIERIA .

CAVALLERIA.

Brigata cavalleria U8Sit1·ì (1° reggimento cosacchi Ne1·tsltinski, su 6 sotnie, e reggimento dragoni P.rimo1·ski, su 6 squadroni) comandante Krischanowski. Reggimento cosacchi Ussiwì, su 2 sotnie. I n t utto, circa 3300 cavalieri.

2' brigata a;rtìglie1·ia Sibe1·ia 01·ientcile (4. batterie, 32 pezzi, -800 ·uomini circa). , · Gruppo a1·tiglie?·ia Trangbaikal (2 batterie, l G pezzi, 400 ·.uomini circa). È tutta colla 5" brigata cacciatori.


694

LA GUERRA Rl;JSSO-G-JAPPONESE CAVALLERIA.

1 ° reggimento cosacchi 111-gunski_ (6 sotnie, 1440 cavalieri circa). Reggimento cosacchi Amu1· (3 sotnie, 720 cavalieri circa).2 batterie di a1·tigÌieria cosacchi Transbailwl (16 pezzi, . 400 uomini). GENIO.

2° ·battaglione zappato1·i Sibe1·ia 01·ientale: 1600 uomini. Una compagnia zcippatori Kiian-timg a Port A.rth ur.

JÌI CORPO D' AI?,MATA SIBERIANO. Comandante Stossel - Capo di stato maggiore Rosnatowski._

F AN'.rERIA . 3• brigata cacciat01·i Sibe1~ia 01·ientale (9°, 10°, 11° e Ì2°' reggimento). Comandante Kat schalinski. . 4:• brigata cacciato1·i Sibe1·ia o1'1:entale. (13°, 14°, 15° e 16°reggimento). Comandante Fok. ft brio-ata cacciat01·i Sibe1·ia 01·ientale (33°, 34.,, 35° e 36° ' . b regg1mento). Comandante- Kondratowitch. Tutte nelle stesse condizioni dette per il 1° corpo d'armata; · e cioè 24,000 uomini d~ portarsi a 36,000 coll'arrivo dei terzi battaglioni. A .R TI GLIERI A.

Q-ruppo di a1·tiglie1·ia cacciatori Siber·ia 01·ientale (9 bat- · terie, 72 pezzi, · 1800 uomini; 3 batterie per ciascuna. brigata cacciatori). CAVALLERIA.

Bri(Tata cosacchi 1 1ransbaikal (1° ·reggimento cosacchi b .. 'l'schilinski, 6 sotnie; e 1° reggimento cosacchi We1·chneu-· dinski, 6 sotnie; 2900 cavalieri). Comandante Mistcenko_. Una batteria di rJ.1·tiglie1·ia cosacchi Transbaikal (8 pezzi;. 200 uomini).

LA GUERRA. RUSSO-GIAPPONESE GENIO .

3° battaglione zappato1·i Siberia or·ientale (1600 uomini).

IV CORPO D 'ARMATA SIBERIANO. Comandante Zabouraieff.

È un coJ:1po d'armata di nuova formazione, composto• colle tre di visioni d i fanter·ia di Sibe1·ia; che si mobili- · tarono attorno ai nuclei delle 3 brigate di fanteria di· riserva, siberiane. La mobilitazione della 2u e 3• divisione è cominciata, verso la metà di febbraio: . quèlla della 1• ha .. preceduto di qualche giorno. I l" divisione fa,nte1"ia di Sibe1·ùt (1°, 2°, 3° e 4° reggimento) ... Comandante Morosow. 2· division~ f'anter·ia di Siberia (5°, 6°, ,7° e 8° reggimentÒ). . Comandante Lewestan. 3" divisione fante1·ia di Sibe1·ia (9°, 10°, 11° e 12° reggi. mento). Comandante Kossowitch. Ciascun reggimento ha cinque battaglioni di 1000 uomini; il quinto battaglione di ogni reggimento può formare un nuovo reggimento per ogni di visione, oppure servire di nucleo per la formazione di un'altra divisione di 2° bando. In, tutto, 60,000 uomini di fanteria. Sembra che a ciascuna delle di visioni 1a e 2" saranno asse-·· · gnate 6 batterie di artigiie~·ia; la 3·. ne av1:ebbe 8 : 160 pezzi; 4000 uomini. Non si sa quali re parti di cavalleria siano assegnati a· questo 4°_corpo . X .E; XVII CORPI D'ARMATA RUSSI. (Circoscrizioni di .....) Charkow e Mosca. Hanno g ià nell'Estremo · Oriente: X Corpo. 2a brigata della 31' divisione fanter ia (123° e 124° reggim~nti, ciascuno su 4 battaglioni); 3 bàtterie di:, _a rtiglieria; 8600 uomini, 24 pezzi;


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LA GUERRA RUSSO-GIAPPO NESE

LA GOERlU. RUSSO-GIAPPONESI<~

X VII Corpo. 2' brigata della 35A divisione fanteria (139" e 140° reggimenti, · formati come sopra) e 3 batterie; 8600 uomini, 24 pezzi. E:i;a già decisa la partenza del ri111>1nente di quest i corpi · d'armata, quando fu invece determinato di i mpiegare prima .le riserve si beriane : essi rimangono però sempre pronti a . muovere. Una notizia da Pietroburgo, in data 1° aprile, di·ceva probabile che lo Ciar e la Czarina si recassero a Mosca il 6 dello stesso mese per assistere alla partenza d el 0 XVII corpo; ma non si ebbe alcuna co•ferma di tale partenza. Così pure nou fu confermava un'altra notizia del -4. aprile da Pietroburgo, secondo la quale dovrebbero partire per l'Estremo Orien te, a~la fine di aprile) .il VI° corpo d~ "Varsavia ed, il XVII0 da. Mosca, con un complesso di -circa 50,000 uomini.

TRUPPE SULLE LINEE DI COMUNIOAZibNE. GUARDIE DI FRONTIERA.

Comandan te . ~rchiciakoff. 4 brigate (25,000 uomini). FltRROVIERI.

Brigata fe1·rovieri l'ransamiw (4 battaglioni; 6500 uomini). Brigata fe1·1·ovie1·i Ussiiri (2 battaglioni; 3500 uomini) .

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ARTIGLIERIA DA FORTEZZA. 4 battaglioni (4,000 uomini).

AL'l'RE TRUPPE . Sembra che altre truppe siano an cora in form azione, e cioè: '. 4 sotnie di cosacchi deU' Uss1.wi di 1° e 2° bando; · 6 » » deU'Aniiw di 2° e 3u bando; .l sotnia » lfrassuojaske; 1 » » . !1-lcutsk; 3 sotnie » 1'1·ansbaikal di 2° e 3° band o; 1° gruppo di artiglieria siberiana, (4 brig ate su 2 bat- . terie) ; Colonne di volonta.ri russi, tratti dEtlle circoscrizioni di ' Pietroburgo, Vilna, Varsavia) Kiew, Odessa, Mosca, Kazan e Caucaso, per soddisfare alle domande dei suddi ti mede- . sim.i, cfa inviarsi ih Estremo Oriente in epoca finora sco-nosciuta; . Drusgine d,i par tigiani, d i forza varia, arruolati in- Man- . ciu ria. Una brig ata di cavalleria di volontari caucasiani, di cui i l Ministro della guerra a.vrebbe ord_inata la formazione . il 9 aprile.

DIVISIONI DI CAVALLERIA INDIPENDENTI. Di visione cosacchi del 1'1·ansbaikal (5 reggimenti : 2° e 3° Ve1·clineudinBki, 2° .11.?-gunski, 2° N e1·tshinski, 2° Tsliitinski; t utti su 6 sotuie; 7200 cavalieri) ; 3• e 4 • batteria di a1·ti,qlieria cosacchi del lhinsbaikal (16 pezzi ; 400 u0min i) conumùanteRennenkampf. Divisione cosacchi della Sibe1·ia di 2° e 3° bando (6 reggi0 men.ti, dal 4. al 9°, a 6 sotnie ; 8600 cuvalieri} comandante Simonow. Queste due divisioni comi nciarono anch'esse a mobilitarsi verso la metà di febbraio.

Trascurando questi u ltimi corpi di volontari e di partigian i, l'esercito russo di Manciuria conterà adunq ue -all'in-c1rca: 209,000 fantaccini 27,700 cavalieri 12,400 artiglieri, con 496 pezzi (62 batterie), 4,000 artiglieri da fortezza 14,800 zappa.t ori e ferrovieri d el genio 267.900


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L A (:l'UE RRA RUSSO- GIAPPONESE

Da questi per la g uerra mobile, bisog na detrarre: 25,000 uomini di fanteria, e 10,000 del genio sulle linee . di com unicazione; 24 000 uomini d i fanteria, in P ort A rthur e vVladiwostok; 4 Òoo artiglieri da fortezza, nei vari forti; ,cifre t11tte che, a qu&,nto pare, sarebbero piuttosto da ~umentare che n on da diminuire, ora e nel futuro, special-mente per quanto riguarda la protezione delle linee dicomunica,zione e la difesa di Por t Arthuit: Ma anche stando a quest.e sole cifre, la fanteria mobile verrebbe a ridursi a iG0,000 uomini, ed il totale a 200,000 uomini circa, fra tutte le armi . D i questi 200~000 uomini, 28,000 sono rappresentati. dai ·terzi battaglioni delle brigate cacciatori Siberia orientale, i qnali hanno c0minciato a muovere ?alla Russi.a ~~rs~ i~ 15 feb braio : 60,000 sono rappresentat i dalle 3 d1v1s10m d1 fanteria di Siberia, che verso quell'epoca hanno cominciata ]a loro mobilitazione, e che avrebbero potuto muovere dalla Siberia, a far presto, verso la :fine di quel rn.ese, ammesso 0he la linea ferroviaria fosse in quell'epoca~ loro disposizione; 21,000, provvisti di circa aHrettanti cavalli e buon numero di pezzi, sono rappreser!tati dalle divisioni di cavalleria indipendenti, e dagli altri reparti, la cui mobilitazione cominciò in Siberia e nella Transbaicalia verso la metà di febbraio. Ora, per il concentrame~to di tutte queste trnppe in Manciuria, bisogna ricordare che il percorso dalla Russia europea è di un mese e forse più, e che la tra.nsiberiana non può ·consentire un movimento molto ma,ggiore d i 4 o 5 troni al giorno, ciascuno di o o 6 vetture, almeno secondo le notizie più concordi. È vero che il l 5 marzo fu deciso, disse un t~leo-ramma da Piet roburgQ, di far costrurre lungo la trans1be;iana una ventina di nuovi binari di scambio, e che ciò, quando sarà fatto, permetterà un maggior numero ~i treni; ma non sarà fatto certamente in un batter cl'occh10, e ad ogni modo si può ritenere che per tutto il mese di marzo ~e -condizioni generali della linea non siano sensibilmente m1-

LA GUERRA. R USSO-G I AP.PONESE

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:gliorate. Inoltre è da notarsi che verso il 10 di aprile ha ,~essato di funzionare, come si prevedeva, Ja ferrovia stab ilita sui g hiacci del B aikal, e che si ~ivrà pertanto u n pe· r iodo di temibili ritardi nel passaggio del lago. · Se adunque si tiene conto di ciò, e del fatto che un num ero im portante di treni dovrà pur sempre essere impegna:o per trasporto d i derrate e materiali , sembrerobbe rag10nevole associarsi all'opinione di coloro che ritengono non -possano g iungere giornalmente a K harbin. più di 800 u~mi~i in medi.a. Ammettiamo p ure 1000, e cioè un treno d1 p1u al giorno, fin dall'inizio, a primo compenso dei futuri possibili m iglioramen ti della linea._ I 28 terzi bat taglioni delle brigate cacciatori Siber ia ori.en-tale forti di 1000 uomini ciascuno, richiederanno 28 giorni oltr~ ai 30, almeno, di percorso; la part,enza essendosi ini·ziata ai 15 di febbraio, l'arrivo sarà probabilmente comin.ciato al 15 di marzo e durato fino al 12 aprile : e forse la l inea a:vrà principiato verso il 1° aprile ad essere liberà per le divisio ni di fantPria d i Siberia da avviarsi in Manciuria. Q11este divisioni hanno complessivamente 60,000 uomini, se~za 0ontare cavalli e materia.li: ammesso pure che in ,quell'epoca siano stati compiuti i lavori di costruziono dei -nuovi seambi ed anche qualche altro miglioramento alla ~ffaticata linea, e non tenendo neppur conto della durata del percorso, non semb}·a esagerato pensar e che occorrano .al loro trasporto al meno 50 giorni i e si va intorno al 20 od .al 25 maggio. Finalmente, restano a t rasportare, e non sarà l'affare pi.tt semplice, quei 21,ooo· uomini delle di.visioni indipendenti -di cavalleria e di altri reparti di cavalleria e di artiglieria, i quali souo pro,:-v,isti d i ci rca altrettanti cavali\ e di ~uon n umero di pezzi. E un trasporto che, per ferrovm, equivale .a quello di a lmeno 120 o 130 mila uomini, e cioè assorbir ebbe per altri t re o quattro mesi tutto il rendimento della linea, portando q uelle tr uppe sul tf'atro della g uerra per · a.gostO o settembre vec1turi.


LA GUERJ.U. RUSSO- GIA P.PONF,SE

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LA GU ERRA RUSSO·GUI'PONESE

Continuiamo pure ad . esser e larghi, ed ammettiamo eh& per queste truppe, o. almeno per la massima parte di esse,. si possano utilizzare Ie vie ordinarie, che dal Baikal a Kharbin non devono però misurare meno di 2000 éhilometri. Si ha un bell'essere cosacchi, ed avere cavalli più cosacchi a.ncora; ma 2000 chilometri, quando ra~ppresentano un sem-plice preliminare per far poi una campagna di guerra che si ai;muncia piuttosto rude per moltepli~ riguardi, bisogna farli con qualche preca,uzion.e. E per poco che . occorr11 scagliomire il movimento di q uei 20,000 cavalli in rapporto alle· risorse di cui possono valersi in ricoveri e fora.gg.i; per poco che si lascino fiatare durante ]a lunga trasmigr:azioµe, per averli validi sul campo strategico e tattico; non sembra troppo assegnare ad essi due mesi e mezzo di marcif.1. Hannocomincia.tò a mobilitarsi verso la meU1 di febbraio; avrebbero forse potuto partire verso la :fine di quel mese; sarebbero in Manciuria anch'essi nella seconda metà di maggio.. Dopo tutto ciò, se mai , potrebbero cominciare ad arrivare nell'Estremo Oriente quel X e quel XVII corpo che sono sempre pronti a muovere da çJharkow e da Mos0a . . I n questi calcoli7 necessariamente grossolani) a noi pare di essere stati abbastanza ottimisti, avendo ammesso che quasi tutta la produttività della transiberiana possa essere sfrut, tata a beneficio dei trasporti di uomini. E da questi calcolir ]a situazione approssimativa delle forze mobili russe in Manci uria risulterebbe presso a poco la seguente : 90,000 uomini fino al 15 di marzo ; da 90,000 a 118,000 dal 15 marzo al 12 aprile, progressivamente; da 118,000 a 200,000 dal 12 aprile al 25 maggio, progressiva men te. Situazione approssimativa, ripetiamo, perchè desunta senza. l'appoggio di dati prec.isi e sicuri ; ma abbastanza ragionatà, ci pare, per poter ritenere che da: P ietroburgo, quando il 20 di marzo affermarono di poter contare per la · fine di maggio su 550,000 uomini, di çui 200,000 a tutela delle comunicazioni e delle coste,,. e qua.udo il 29 marzo affer-

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rnarono di poter già disporre di 250,000 uomini, le abbiano sparate un po' grosse. . · ~ . Tanto grosse, che un personaggio rlfi~c1ale .russo, _rednc~ da una is pezione alla transiberiana, e mterv1stato 11 2 d1 aprile a Piet roburgo, non credette, nonostante . l' ~nt.e~esse · patriottico, di potersi spingere ~anto oltre; _e s1 hrn1to ad affermare che sul1a linea da Mosca al BailrnJ. passavano 5000 uomini · al 0o-iorno, e 2000 dal Bai.kal alla Manciuria,, r.osicchè si potev a cont are di avere per la metà di l nglio 500 000 uomini in Estremo Or iente, tut.to compreso. Il ch e, fatta la dovuta parte ai fat ti che già conosciamo ed al1.'interesse patriottico sopradetto, comincierebbe ad avv1mnar~1 meglio' alle conclusioni nostre.

Meno sicuri e meno precisi ancora sono i d ~tt,i che si possono raccogliere intorno alle forze dell'esercito giapponese in Cor ea. , . Il Gii1 ppone ha sorpassato la Rus.sì~ ~.el1e misure intei,;e a circondare di mistero le sue operaz.10111 guerr~sche, del.le quali ben poco è trapelato, e ben p,oco tra1Je.lera anche ~~1 a vvenire. Basta rammentare a questo proposito le d~spo,,1r.ioni rigorosissime, che regolano il servizio dei . corr~sp.ondenti ammessi· a seguire le opera.zioni in Corea, e che 1 g10r:nali hanno pu hblicate: censura, manco a d~rlo: .v:sti~·e a1la europea : portare al braccio un~ fas~ia co.n scnttov1 1n: g~a:p0nese il nome del giornale: ségmto d1 un rnterprete autorrnzato e di un solo domestico: giurisdizione per tutti del _~ons1g J;o di gi..1erra ad ogni trasgressione delle norme _stab1hte. Se e quant e volte quei corÌ'ispondenti potranno due tutta la verità, è facil e pensare. . . . Noi o,bbiamo già inclicatt1 con sufficiente approssimazwne la forza compl essiva dell'esercitò giapponese, notando come il naviglio da trasporto del Giappone fosse tan~o n u~eroso da poter irnb~1rcare d' un sol colpo circa una meta dell m t ero esercito di prima Jinea; e siccome, nonostante questa favo45 -

ANNO XLIX .


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J,A GUMRRA. li CTSSO- GI Al'PON.l!SE

revolisi-ima. circostanza, i Giapponesi non avevano sbarcato in Corea se non 70-80 mila uomini durante più di un mese, abbiamo accolta, come la più probabile, la spiegazione che di q nesta lentezza forniva il corrispondente del T imes :· cho, cioè, la padronanza del mare, conseguita con insperata rapidità, aveva precorso i preparat ivi dei trasporti, e che, sopra tutto, l'appena iniziato disgelo delle coste coreane più settentrionali, il clima rigidissimo, le strade pessime in questa stagione, rendevano complicati gli sbarchi, faticosa l'avanzat;.1, da essi, e perciò producevano in_gombri inevitabili ai punti di sbarco; sui quali sarebbe pertanto stato inutile e dannoso far . affluire altre truppe ancora. Un. importante articolo, comparso il 15 marzo sulla: Revue des DeMx Mondes, attribuisco questa lentezza ad' u na caus11 div.ersa : e cioè alla- scarsa celerità della radunata delle truppe iu Giappone e del loro trasporto ai ·punti di imbarco. L'autore clell'articolo non fornisce alcun dato tecnico in proposito: afferma soltanto che la lentezza della ·mobilitazione interna, che richiederebbe non meno di 3 settimane, deriva dal difetto delle .comunicazioni ordinarie e ferroviari.e, o dal fraz io oamo11to dell'Impero in 487 isole, grandi e piccole, fra talune delle quali la navigazione è fatta a vela : e che hL r adunata ai punti d'imbarco è resa lenta (altre 3 o 4 settimane), non soltanto dal difetto delle comunica.zioni ferroviarie, ma ben anche dal fa ito che questi punti sono limitati ai porti meridionali, più facili alla navigazione e più prossimi. alla Corea. Confor ta 4 11este sue affermazioni con quanto avvenne nel 1894, in cui 8000 uomini impieg arono 10 giorni p er essere tras portati a 1250 km., dal centro di mobilitazione al punto d'imbarco; e su questa base conclude che i Giapponesi potranno concentrare in Corea 250,000 uomin i soltanto entro due mesi dall'inizio delle operazioni, ed altri 200,000 dopo ·altr i 2 mesi. · · I n mancanza di dati tecnici, è difficile approvare o confutare queste osservazioni ; ma non è fuor di h 10go fare intorno ad esse qualche nserva. ·

LA GUERHA RUSS0 - GJAPl:'0 Kll:SE

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Anzitutto dal 1894 al 1904 sono passat i 10 anni, durante i ,quali i Giap~onesi non sono stati colle mani in mano, ~d hanno lìnzi sviluppata una a ttì.vità meravigliosa, che tutto 11 mondo riconosce ed ammira. È probabile perciò che ancho le comunicazioni ferroviarie siano al quanto migliorat e. In secondo luogo, ci sembra discut ibile c~1e·i pttnti d'~m~ barco debbano essere lì.mitati ai più meridionali e prossimi alla Corea. Perchè ? Nel momento attuale non è forse. su~ficiente la sicurezza sul mare per poter operare col nav1gho abbo:rtdantissimo anche il concentramento ai punti di p.a rtenza per la Corea ? almeno con un servizio di cabotaggio? almeno luno-o le coste orientali, più sicure cl.al n emico? Finalmen~e dei 70-80,000 uomini che sono in Corea, un buon terzo ~1:Ueno vi sono dal fine di febbraio, ed il r esto vi fo nella prima decade di marzo, secondo le notizie che in quei giorni se ne ebbero e che forono poi abb.as~anza confermate in seguito. Il fatto, specialmente se si tiene c?nto della tempesta che imperversò sul mare dal 26 febbraio ~l 5 marzo sarebbe sufficiente a mettere in dubbio le tre settimane occorrenti per la mobilit azione, e le tr e o qnat~ro set: timane, come i 10 giorni, occorrenti per la radunata. a1 punti di imbarco. A. pare: nostro, non si t ratta tanto d~ mobilita~ione e di radunata forzatamente lente, quanto di t rasporti, e forse a nche di mobilit11.zione e cli radunata, rallentati in vista . dello scarso deflusso che le circostanze locali del momento . ~ermett ono dai pu~ti di sbarco in Corea. 'l'auto piì1 che la 1 Agenzia Reuter confermò il G di aprile cho lo stato delle st rade corea.ne 's i mantenev'a pessimo, e tale da compromettere la resistenza del mediocre materiale, cavalli dell'artiglieria giappon ese, la quale a grande fat ica riuscì.va ad avanzare. Ad 0 o·ni modo anche accett ando le affermazioni della t:, ) • t t ' Revue des Deux 1Ji ondes, che come ora abbiamo no a o, e {}er to meno ott imistà per i Giapponesi, di ciuanto noi lo siamo stati per i Russi, la mobilitazione ~O~].'eb?e esser~ stata finita in febbraio, e per i primi d'apnle i G1appones1


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LA GUERRA RUSS0 -GIAPP0NE$Jl)

LA GUERRA RUSSO ·GI.A.PPONESE

dovrebbero poter avere in Corea 250,000 uonii.ni, salvo ad averne 450,000 verso la fine di maggio. Per intanto, -;iotizie perven ute dalla Manci uria e da Pietroburgo, come attinte a sfere ufficiali e militari, hanno affermato a più riprese che fino al 2$ marzo i Giap11onesi in Corea erano 75-80.000, mentre un a egual forza era già pronta ad essere imbarcata nei porti del Giappone, ed un terzo scaglione eguale stava· mobilitandosi e concentrandosi. Il secondo scaglione, 28 o 30 mila uomini sono sbarcati a Cinampo verso i l 27 marzo: e con essi si sarebbe completata la prima armata giapponese, comandata dal generale Kuroki, membro del comitato supremo di guerra. Questa. prima armata, secondo notizie del 31 marzo da Seoul, comprenderebbe : la 2' divisione, comandata dal generale Nishi sbarcata. a V,,T ensan ; la 5a e la 6" divisione, comandate dai generali Yamaguchi . e Okubo; sbarcate da ultimo a Cenampo; la 10" divisione, generale Kawamura, e la divisione. della guardia, generale .A.segawa, sbarcate anteriormente a. Ohemulpo. Sarebbero adunque 5 divisioni, fra le quali, in confronto delle notizie precedenti, rimane dtlbbio se siano comprese . la l"' e_la 12' oppure la 2a e la 10". Ora bisognerebbe fare .un C'Onfronto ap prossimativo, come si è fatto per i R ussi, delle forze necessarie alla guardia delle coste e delle comunicazioni, e distnitte dalle operazioni relative alle piazze fo rti. Ma per tale cornputo mancano assolutame.nte i dati, e bisognera limitarsi a, notare. che, fino a quando continui l'attuale situazione sul mar e, non sarà necessaria protezione di coste, bastando a ciò la preponderanza della flotta; che l e piazze forti d i Port Arthu1· e di , Vladiwostok (per Por t Ar thur abbiano date altra volta. le ragioni del nostro convincimento, come ragionatamente abbiamo ritenuto vVladiw·ostok fuori del teatro principale di operazio.ui) tengono impegnat.e le guarnigioni russe, ma non presentano ai Giapponesi la ·necessit à di prenderle, nè

di investirle, e forse neppure cli maschera,rle, in reh,zione al probabile indirizzo delle loro operazioni; che le linee di -comunicazioni dei Giapponesi, grazie ai successivi spostamenti a nord delle basi d'operazioni stabilite alla costa, non ,accennano, almeno n.el primo periodo delle operazioni, ad assumere notevole estensione per terra. Dunque, di tutte ,queste· spécie di occorrenze, la princip_ale rimarrà forse l'assi·curazione della Corea, che, per essere quasi d is~1rmata e politicamente assoggettata, non potrà richiedere l'impiego di grnndi forze. Cosicchè~ anche non volendo accetta.re le i1ot izie di fonte gia1)ponese, secondo le quali fino dal 5 aprile le forze del 'Giappone contavano in Corea 270 mila uomini, e undici piroscafi portanti altri diecimila uomini sarebbero pa,rtiti 1'8 "aprile da Nagasaki, una equa bilanci.a tra le forze mobili dei due belligeranti sembra potersi stabilire all' incirca così, m cifre tonde : 15 marzo, Russi 90.000, Giapponesi 75-80.000 1° tLprile, » 105.000, » 105-110.000 15 » » 120.000, » 200 .000 . fine maggio » 200.000, » 400.000. Non ci dissimu}ia,mo affatto che questi risultati, ai quali 11oi crediamo cli essere pervenuti con. deduzioni abbastanza loo-iche in base a dati abba.s tanza éhiari e ~.ttendibili, contra"' singolarmente colla opinione generalmente invalsa che stano i Russi debbano poter ra.ggiungere in epoca prossima una schiacciante superiorità numerica. P ure crediamo cli doverli sp~toporre al leU.ore, affìnchè, se non altro, vagli anche le Tagioni da noi esposte, e dal contrasto fra la nostra e.l'altrui opinione tragga qualche valido argomento a formarsene nnfi, · pr opria, che più lo persuada. Opinione tanto più uti.le, in quanto che è l'unica guida che possa servire nell'apprezzamento delle svariate notizie, le quali g iornalmente ci piovono da ogni part,e, o sull'intendimento dei Russi di prendere l'offensiva in Oorea, o sull'epoca in cui i Giapponesi saranno in grado di prendere l'offensiva in Mancim:ia, o su opera7,ioni di aggiramento,

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di avvolgimento, o che so io, le quali naturalmente richiedono la dispoµibilità di convenient i forze. È forse superfluo av,rertire cb.e nei nostri calcoli, codie si è veduto, noi abbiamo tenuto conto soltanto dei mezzi, · quç1,li essi sono a nostra conoscenza, e non delle circostanze,. che noi non conosciamo e che possono mutare da un momento all'altro; e che le cifre esposte possono per conse- · g uenza subire variazioni importanti, tanto se i Giapponesi, pur avendo pronte le truppe da trasportare ed il relativo. naviglio, si trovassero di fronte a perduranti difficoltà nei · punti di sbarco, le quali rendessero intempestivo il trasporto~ quanto se ai Russi. si rompesse, ad esem_p io, la transiberia.na. E per simili circostanze è giuocoforza abbandonare il razio-. cinio, e rimettersi alle notizie.... se la t rasmissione ne sarà permessa dai belligeranti. · F inalmente, in mancanza di altre notizie più interessanti,. registriamo anche per le divisioni giapponesi i nomi dei comandanti, tolti) come la maggior parte delle informa.zioni relati ve alla ripartizione delle forze dell'esercito russo, dal Militar vVochenblat.t : Divisione della Guardia: .Asegawa 1· » Fushimi 2· » N-ishi » 3' Oshima 1° » 4" Oya·wa » 5" Yamaguchi » Ei" Okubo ,, 7a Osako sa » Tashimi 9' » Oshima 2° 10" Kawarnura 11a » JTuiiga 12a » Inouye. })

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* **

Quanto all'ambiente, nel quale si svolge la guerra, poco si ha di mutato dal 14: marz.o in poi. . · Parve un momentoi verso il 20 di marzo, che l'incognita cinese fosse per essere risoluta. La Cina aveva o~a~ai con~ centrati a.Ha frontiera mancese circa 20 mila uonum, armati· ed istr~iti all'europea: e la Russia, secondo notizie da 'Ì'okio, protestava violentemente contro quel fafllto, per me~zo de~ suo Ministro a Pechino, chiedendo il rit iro immediato d1 quelle truppe, la cui presenza essa avrebbe interpretato 1101 senso che la Cina partecipasse alle ostilità in favore del Giappone, e minacciando, al minimo movimento cinese, di far marciare le truppe su Pechiùo. Allo stato della sua radunata presente e futura) che .noi abbiamo esaminata, la minaccia russa non poteva essere presa troppo sul serio, a meno che l'azione contr~ la_ Cina non. avesse per iscopo di provocare un immancabile mtervento delle potenze, che ponesse fine in qualche modo al · conflitto col Giappone. E la Cina,, che sulla situazione russa n e sa certo più di noi, pare infatti abbia risposto con una energica nota,, affermando che riteneva la presenza delle sue truppe alla frontiera. indispensabile alla tutela della neutralità. Dopo di che, le notizie si limitarono ad affermare che la Russia. sorvegliava attentamente le truppe cinesi, cercando con emissari di stabilirne l'entità effettiva. l\fa l' ultima parola sulla questione non è ancora detta. Il 28 marzo, un dispaccio da K ha.rbin annunciava a Parigi eh~ le truppe cinesi del generale Ma continuavano ad addensarsi sempre più d'appresso al confine, e che si prevedev~ la eventualità che i Russi dovessero opporsi a tali progressi. Il 30, da Pietrobtugo si segnalavano nuovi incidenti, e fra gli altri quello significantissimo che il generale lVIa avrebbe rifiutato un colloquio offertogli dal generalissimo Kuropat kine; affermando anche che i Russi saranno presto costretti a chie-


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fA, GUERRA RUSSO·GIAl'PONESlt

dere ragione alla Cina dei rifornimenti che essa si pretende .c onsenta alla flott a giapponese nei propri porti. Il 12 aprile, da L ondra, si annunciava che il ministro russo a Pechino Lessar, aveva dì nuovo protestato e chiesto il ritiro delle' truppe del generale Ma, per il dubbio contegno delle quali i Russi nutrivano crescenti preo0cupazioni. In Manci uria, sembra che le cose procedano più tranquille specialmente. nella parte settentrional~. L e bande dei T ungusi pare pel:'Ò che conservino nel L i~o-tung t utta 1·a loro consistenza e arditezz~L, e che sieno organizzate in forma di vere e proprie guerriglie. Infatti il 22 marzo, da Pietroburgo, uotizie ufficiali portavano che '70 cavalieri' russi avevano dovuto sbantgliare, in uno scontro regolare, una banda di quei guerriglieri che, al solito, attaccavano la fer:r;ov ia Mukden-Niuciuang. Notizie che, rife.rentesi allo stesso fatto oppure a.d un~nuovo attacco dello stesso genere nello stesso punto della ferrovia, veniva ufficialmente ripetuta il 27 marzo dal generale Smirnow, comandante la piazza di Port Arthur> colJa sola differenza che questa volta si era dovuta impiegare la fanteria nel respingere i tungusi. . Fra Corea e Giappone l'intesa governativa sembra con-. tinuare in modo perfetto. Il marchese Ito arrivò a Seoul il 19 màrzo, e fo cordialissimamente ricevuto al Palaz.zo dei fi01·i, ospite dell'Imperatore : i lavori ferroviari FusauSeonl e Seoul-Vigiù, per opera dei giapponesi, procedono senza inconveuienti e con grande alacrità. Qualche incidente, com'è naturale, non manca; mà senza grande importanza. NelP ultima decade dj marzo, una piccola rivolta di un centinaio O, due di indigeni coreani . fu prontamente soffocata dai Giapponesi : e tredici studenti della scuola militare giapponese pare avessero ordità una trama per attentare alla vita dell'Imperatore e del. principe e:ueditario coreano affine di collocare sul trono un. altro principe loro compagno cli studi. Una ragazzata, che sembra. abbia costata la pelle a tre dei congiurati, giustiziati appef.a scoperti, e rin vù1ti i rimanenti al. giudizio del tribunale d i guerra.

f, A GUERRA RUSS0-GIA1'P0NESE

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D i fronte a questi piccoli incidenti, si ebbero il 4 aprile notizi~ di fonte francese, · che assicuravano essere in Corea la calma completa, e il 6 notizie di fonte inglese, le quali affermavano che le truppe giapponesi, nella loro avanzata verso il nord, non avevano lasciato a Seoul ed a, Ping-ya,ng, -ed agli stessi punti cli sbarco, che piccolissime guarnigioni : segno indiscutibile di quiete interna perfetta. l\fa, sopra,tùtto, si sa che il marchese rto ·è ritornato in Gia.ppone il 2 aprile, dopo aver compiuta la sua missione, ed ottenuto da.l Governo Coreano, fra l'altro l'assentimento cli fortificare - Fusan e Kegiè (uell' isola Cargoto, davanti a Mazzampo). Con queste fortificazioni,· coordinate all'isola di 'rsusohima, lo stretto cli Corea è per sempre mare giapponese; Port Artbur sarà per sempre tagliato da vVladiwostok, poichè t utti gli stretti fra le isole gia.pponesi sono fortificati 7 ed il mare a nord di quelle isole è quasi sempre ghiacciato ; il grande porto russo di vVladiwostok, che già era ritenuto sbocco insuffi.ciente alla transiberiana perchè gelato qualche mese dell'anno, sboccherà ora in mare tot almente giapponesé; il mar del Giappone diventa per i Russi un a ltro 1\far N er;, per il quale il trattato degli strett,i è sostit uito, con effetti perent ori, dai forti giapponesi ; i.l Giappone non può più ·essere assalito eh<:: sulle coste del Pacifico, dove i suoi porti sono più sicuri, trovandosi t utti in fondo a l unghe baje, irte di f0r tificazi.oni. Un risultato diplomatico di primissimo ordine, insomma.

Ed ora riprendiamo il filo degli avvenimenti, cominciando clàl riassumere in brevi linee la ·s ituazione geuerale, quale · la lasciammo al 14 marzo. .Sul teatro d'opera.zioni terrestre dello Yalù , che noi ritenia.mo principale, si accennava al concentramento _ russo verso Mukden e Liao-yang, con qualche colonna di fanteria sulla strada da L i~10-yang a ·vigiù, probabilmente come appoggio alla avanscoperta del generale di cavalleria lviistcenko oltre J alù, le pnnte della quale, dopo essersi spinte fin contro


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Ping-yang, accennava.no a ritirarsi gradatamente verso Vigiù. Corrispondentemente, i Giapponesi avevano spostata più a nord la loro base di sbarco, da Chemulpo a Cenampo, ed. andavano concentrandosi a Ping-ya11g, ed afforzand.osi sulla Jinea del Tai-clong, come preparazione ad una ulteriore avanzata, della quale si cominciava ad aver e qualche indizio. Sui teatri d'operazioni terrestri sècondari, del Liao-tnng e della estrema parte nord~orientale della. Corea, erano state frequentissime le .notizie di sbarchi giapponesi o avvenuti o imminenti, intesi, dicevano parecchi, · a premere su · entramhi i :fianchi dei russi, o ad agire da Por t Arthur contro il iianco destro dei russi schierati sullo Yalù, od a prenderli addirittura da tergo per Niu-ciuang su Liao-yang e Mukden. Nessun fatto di questo genere era però accertato, e noi accennammo alle ragioni che li facevano ritenere improba.bili prima di un grande scontro, e favorevole ai Gi'apponesi, sul teatro princi pale d.' operazioni. Sul mare del Giappone, dopo l'attacco della divisione navale dell'ammiraglio Kamimnra a \.Vladiwostok, avvenuto il 6 marzo, tutto taceva: e nessuna ulteriore notizia si aveva nè d.i questa divisione g iapponese, che forse continuava a sorvegliare la base navale russa in quel mare, nè dei quattro incroci~itori russi che forse era.no sempre nel porto di Wladiwostok nella impossibilità di utilmente operare. Nel ma.r Giallo, le operazioni navali contro. Port Arthur., dopo un mese di accanimento quotidiano, erano state interrotte da otto g iorni di tempesta, ed avevano ripreso soltanto il 10 marzo, prima con attacchi notturni di torpediniere, e poi con un bombardamento, ci.rea il quale possiamo ora aggiungere interessanti notizie pervenute più tardi. Sembra infatti che in qliesto bombardamento siasi fatta una· importante applicazione della telegrafia senza fili fra le navi della squadra giapponese. · Abbandonando il sistema precedentemente tenutò di eseguire .il bombardamento in presenza diretta dei forti, il che doveva notevolmente scemarne l'efficacia in conseguenza della necessità di non compromettere t roppo le navi sotto

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LA GUERRA lWSSO•GIAPPONESE

LA <;;UT,R.RA RUSSO- GI APPONESE

il tiro dei forti stessi, le corazzate giapponesi stabilirono la loro stazione di tiro a sud-ovest della piazza, dietro il promontorio di Liao-ti-chan, al coperto delle alture dello stesso nome, le quali sono più elevate di quelle su cui sorPORT ARTHUR

Il born/Jardamen):o del IO Ma,rxo

~

Par.o

(460)

A'Utu~ di Lù;w.ti ·duu1.,

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f rLCl'Ociaior.i,. o.s.serv.a/:Qr-i del tiro

L iao-ti -clw.11., .

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~ 1'0viziorie di lil'O delle c,qroz.iategiappoflesi

Scala, I : 250000

ci. l'odo

b. Gr-atul.e r-ada. ;,a JIXC() nel.la, /Ja.5sa ma.Pea. c. Lago; (.MI.C(}/'(J..g9w perle torpedin.i.e,:e "tr Forti ebatter-ie.var,ie,

gono i forti di :Port Arthur ; e di là bombardarono, con tiri indiretti, mentr.e gli incrociatori della squadra si sta.bilivano come osservatori in faccia alla piazza, ad angolo retto colla linea di t iro, e cioè nella posizione di qsservazione più efficace, e segnalavano alle corazzate, mediante la tele-


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LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

LA GUERRA RUSSO- GIAPPONES I, .

grafi.a senza fili, gli effetti dei colpi e le indicazioni necessarie a rettificare il tiro. Si volle vedere in questo n uovo sistema un indizio della prudenza, che ai Giapponesi avevano ispirnta i danni avuti nelle precedenti operazioni, e della importanza di questi medesimi danni. Comunque, è certo che il sistema rappresenta una buona a.pplieazione della recente scoperta della scienza italian~, e permette, col più sicuro aggiustamento del tiro, di ottenere maggior efficacia da \ma specie di opera.zione, che in generale non ne ha molta, se non è diretta contro grandi e popolosi centri, facili ad inipressionarsi ed a creare imbarazzi alla difesa. Sembra infatti ) come bo·ià l'altra volta accennammo, e corr1e proverebbe anche la circostanza che il metodo fu nuovamente seguito più ,tardi, che gli effetti di questo bombardamento sieno stati superio:i:i a quelli dei prec0denti, quantunque pochissimo sempre se ne sappia a motivo., del grande segreto, col quale l'una e l'altra parte celano i danni sofferti.

eia di \V ia.di wostok e la Corea, a sorveglia_nza, più che a protezione del confine stesso, che nessuno peì- ora minaccia. Dicesi che questo distaccamento siasi aflorzato sul rrumen, e che, f.Ll caso, dovrebbe essere sostenuto dal rimanente della ·g1rnrnigi9ne d~ Wladiwostok; ma il caso, per lungo t empo a lmeno, non è probabile che si presenti. Altrettanto è avvenuto per i minacciati e temuti sbarchi nella penisola di Liao-tung e nel golfo dello stesso nome, a Niu-cimmg, quantunque siasi contimrn,to, da quasi tutte le fonti, a fare su questo tema le più fantastiche variazioni· variazioni., che sembravano avvalor ate dal fatto che i Russi afforzavano Niu-ciuang, il quale da ultimo, il 28 d i marzo, fu ufficialmente dichiar.f.ito in ista.to cl:assedio. Noi. crediamo che i provvedimenti. difensivi presi dai Russi a Niu -ciuang, come gli altri. presi a Ha.i-ceng, a Liao-yang, ed a :M:ukden medesimo, e cioè lungo tutto il tratto della ferrovia Kharbin-Port A.rthur che corrisponde al confine cinese, abbiano altra ragione cli essere, del tutto indipendente sia dai minacciati sbarchi giapponesi, sia dallo schieramento difensivo contro l'esercito giapponese che provenga dalla Corea,. come direrno più o'ltre, in luogo più proprio. Quanto agli sbarchi nella penisola di Liao-tung, esclusi quelli che mirassero alla espugnazione di Port-A.rthur, dei q uali pure dovremo occuparci diù tardi, ecl agli sbarchi sulle coste del mare del Giappone, a nord di \Vensan, a P laksin, a Possiet, od altrove, a noi basterebbe ricordare le ragioni g ià altra volta addotte per dimostrarne la poca o nessuna probabilità; ragioni che omettiamo volentieri di ripetere ora, dopo che un altro mese di guerra ha confermato col fatto le deduzioni del n ostro ragionamento. 'l'uttavia gioverà completare brevemente quel ragionamento, visto che le notizie periodicamente insistono, e che, trattandosi di studio e non mai di ast rologùt, più impor ta pro vare il fonda,mento logico delle convinzioni esposte, ohe non invocare da.i fatti una san zione, che potrebbe tanto esistere oggi. quanto mancare domani per effetto di errori imputabili agli uomini e non ai principi i dell'arte della guerra.

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)

ì . Dal 14 marzo in poi, si può dire che tutte le notizie positi've riguardanti il teatro di operazioni terrestre si riferisca.no esclusivamente allo scacchiere, che noi indicammo, a nostro giudizio, come principale, e. che comprende la regione ·di P ing-yang in Corea: il medio e basso corso dello Ya.lù, e la regione di Mukden in l\fanciuri~1. Di tutti gli sba.rch:i giapponesi nelle baje di Plaksin e di Possiet, con conseguenti movimenti verso il bacino del 'l'umen, che noi alla stregua della'. logica, mettemmo in dubbio, e dei quali dicemmo che, se mai, non potevano rappresentare che semplici minacce alle coste, intesi a distrarre le forze e, l'attenzione del nemico, hanno fatto giustizia le notizie ufficiali russe, le q uaJi hanno assicura.to che nessun sbarco è avvenuto a nord di \Vensa:n. E da parte russa tutto sembra essersi limitato a.Ila dislocazione cli quattro o cinq ne mila uomini sul confine segnato dal Tumen fra la provin-


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Noi non vogliamo mettere in dubbio l'efficacia che i bombardamenti di v~7ladiwostok ed i contemporanei sbarchi nelle r egion'.i del Tumen potrebbero avere, specialmente nel senso di creare e sostenere guen-iglie, che distraggano forze dal grosso ùsll'esercito russo, quantunque quella sia. proprio l'unica regione, nella q uale di guerriglie non si è an{)Ora avuto sentore; nè la maggior facilità di penetrazione in Manciuria per il bacino del Liao, sia per viabilità, sia ::ier rifornimenti, sia per l'appoggio immediato alla benevola Cina; nè l'utilità di mascherare Port Arthur e \Vladiwostok, agli estremi della linea russa, affine di M'ere più sicuri i fianchi avanz~mclo dallo Yah\. S u tutto ciò non vogliamo mettere dubbio, come non lo mettiamo menomamente sulla intera libertà di manovra che . almeno fi nora, ebbero i Giapponesi per concepire e per at-' tuare le più vaste operazioni tendenti ad aggirare da fianco o da tergo il nemico; ma ci sem'b ra invece importante studiare se alla teorica utilità di ques'te operazioni corrispondi.t la pratica convenienza di eseguirle, e se alla libertà di. manovra, dipendente .dalla padronanza del mare e dalla ancora arretrata preparazione del nemico, corrisponda la libertà di manovra dipendente dai mezzi disponibili. Anzitutto, e già l'abbiamo accennato facendo l'esame delle forze mobili dei due belligeranti, noi non crediamo che · Port Arthur e Wladi,vostok formino in alcun modo una tanaglia, contro la stretta della quale l' ·esercito giapponese, in previsione di avanzare dallo Yalù, debba premunirsi con apposite truppe; e non lo crediamo perchè fra ·w 1adiwostok e Port Arthur intercedono, in linea retta, circa 1000 chilometri; perchè le guarnigioni di quelle due piazze non sono di forza tale da costituire una minaccia temibile per un esercito vittorioso, e non è probabile che i R~ssi siano per lungo tempo, com~ vedemmo, in grado <li rinforzarle a danno dell'esercito principale ; perchè finalmente, nè l'una nè l'altra piazza, dopo . una eventuale sconfitta sullo Yalù, potrebbe neppure servire di appoggio all'esercito russo in ritirata, ritirata che non può allonta-

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narsi dalla direttrice su ·Kharbin, che è la sola sorgente della vita della difesa. Dunque, nessun interesse per i Giapponesi di premunirsi contro queste ali lontane, dalle quali nessuna apprezzabil e minaccia può emanare. Quanto .alla pra,tica convenienza ed alla disponibilità dei mezzi necessari a compiere . così vaste operazioni di aggiramento, abbiamo altra volta accennate alle condizioni cui la riuscita di queste operazioni è inevitabilmente soggetta: sicurezza delle nuove basi di operazione da stabilire alla costa, lontane da quella principale di Corea, mentre, CO· munque, la flott~~ nemica è ancora suUa superficie del mare, pi~ralìzzata fin .che si .vuole, ma non distrutta: sbarchi di forze consiclerevoli, se l'azione contro il fianco o contro il tergo del nemico. deve essere di efiì?acia reale: sbarchi rapidi ~d opernti soltanto a momento opportuno, affinchè non ne soffra l'azione simultanea e concorde coll'esercito principale dello Yalù, e non si renda troppo facile al nemico la manovra per linee interne contro le frazioni giapponesi ancora separate, e soggette ad es~ere battute· in dettaglio, · Ora, non si può dire che siano in alcun modo migliorate le circostanze che garantirebbero la sicurezza delle nuove basi costiere : pare anzi che la flot ta russa abbia riparnti, almeno in parte, i danni sofferti, e non è da escludersi in modo perentorio un ~mo atto di audacia, specialmente·quando a questo atto di auda,cia si offrisse nn obbiettivo adeguato al sacrificio, come sarebbe appunto la molteplieità dei trasporti· d i truppe per mare e degli sbarchi su vari punti della costa. Non si può dire neppure, almeno secondo i calcoli da noi esposti, che i Giapponesi siano per raggiungere in breve una così grande superiorità n umerica, ohe consenta ad essi di destinare forze considerevoli alle operazioni di cui si discorre. · E, :firnthnente,· sembra assolutamente da escludersi che, per operazioni prossime, le condizioni geografiche e topografiche: .del teatro di operazioni terrestre siano propizie a. quella simultaneità e concordia di azione, che abbiamo


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detto essere indispensabile, se si ·vuol evitare di soggiacere all~ manovra dei nemico per linee interne. Le operazioni provenienti da sbarchi sulla costa del mar del Gia pponE,, a nord cl~ '\Vensan, esd.usa naturalmente la direzione su Kirin e K ha.rbin ch e non avrebbe più alcuna relazione coll'esercito operante sul medio e basso Y.alù, non potrebbero procedere che l)er il Tumen e per l'alto Yalù fino a Mao-ur-ciau, e di là per l'unica via di Sing-king su :M:ukden, restando sempre divise, fin press'O Mukden, dall'esercito principale, a cagione dei monti quasi impervii che stanno . fra la strada da, esse . segnìta ed il fascio straclale Pingyan-Yalù, e Yalù-Mukden. La strada Mao-ur-cian-:ìHukd.en misura all'incirca 300 chilometri, attraverso un paese povero: mont uoso, il quale offre poche agevolazioni all'avanzata e molte alla difesa: e soltanto a Sing-king, dove il ne-. mico avrebbe facilità di concentrare rapidamente buon nerbo di truppe, perchè hL strada fra Sing-king e :M:ukclen è carregg iabile, · si troverebbe ravvicinata ad una sola marcia, in te'rreno difficile però, alla colonna aell'esercito principale c~e avanzasse su Mukden per la strada più settentrionale del fascio Feng-huang-ceng-Mukden. Sono condizioni ben poco propizie, come si vede; ma ad ogni modo è a notarsi che per una simile operazione non sono affatto necessari nè gli sbarchi ne.lla regione del TL1men, nè l'avanzata per la -valle di questo fiume, essendo lYfao-nr-cian · collogato per Korioyen sia alla rete stradale della regione di Ping-yang, sia alla strada vVensan~l-Iamheung-Kapsan, seguendo le quali sarebbero almen o risparmiate per una buo~1a metà le difficoltà ed i pericoli della operazione . . Il che a noi pare sufficiente ad escludere razionalmente la convenienza cli movimenti aggiranti procedenti dal Tumen. Meno disastrose sarebbero le condizioni, che si presenterebbero ai movimenti procedenti da sba.rchi nella penisol~ di Liao-turig e specialmente sulla costa orientale. di essa, perchè di minor tragitto, · e meno separati dall'esercito principale; ma anche per questi è da notare che le

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strade del Liao-tung non si congiungono all'unica stradat che può seguire l'esercito principale dà Vigiù a Feng-huangceng, se non ad ovest .di quest'ultima località, essendone separate1 ad est, · dai monti Kou-lung-sp,n, impervii o quasi, su una estensione di 100 chilometri. Circosta,nza che limita )a convenienza della operazione al momento in cui l'eser. cito ·principale, passato vittoriosamente lo Yalù, possa procedere pur esso si multaneamente su Feng huang-ceng. Quanto alle operazioni procedenti da sbarchi verso Niuci.uaag, e per la valle del Liao, su Mukélen, non occorre dim.ostrare che esse costituirebbero. operazioni isolate, · fino a quando l'esercito principale, da Feng-huang-ceng, non abbia risalite le valli delle fiumane, che incidono l'altipiano dei monti Tsien-san e 'l'a-kou-san, e .si approssimi anche esso a Liao-,yang ed a lv1ukden: A noi pare adunque di poter concludere che,· :fin dopo il pass~tggio dello Yalù per parte dell'esèrcito principale, gh sbarchi giapponesi potrebbero, per · convenienze logistiche sopratutto, estendersi sempre più a nord sulla costa coreana, :fino alla foce dello Yalù, ma non oltre; che movimenti aggiran.ti, procedenti da sbarchi compiuti. sulle coste del L i1.LOtung, non presenterebbero convenienza se non più tardi~ in seguito ad ulteriori progressi dell'esercito principale; e. che: finalmente, non è probabile che abbiano mai convenienza sbarchi e operazioni sull€l coste clel Mar del Giappone, a nord di W ensan. Sarebbero aclunque, a nostro giudizio, opemzioni piuttosto temerarie che ardite, nelle quali l'audacia supererebbe l'impor tanza dello scopo e la probabilità del successo, e che contraddirebbero perciò a quel carattere di precisione e di m isura che mostrarono i Giapponesi fin dall'inizio della guerra : ed è per questo che non ci sentiamo autorizzati ad attribuirne loro la intenzione. . Parime:nti, non crediamo cli poter accettare per i Russi~ e p rima che i fatti siano indiscuti bilmente provati, la notizia che le truppe della Oussuria (brigate del X ES del XVII corpo d'armata russi) avanzino o sia.no destinate ad avanzare da \Vladiwostok in due . colonne, per la valle del 0

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AN,~O XUX .


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Tumen e per la strada costiera, affine di invadere la Corea da quella parte. Il 30 marzo, notizie da Pietroburgo davano l'operazione in pieno corso di esecuzione; ma in quella forma, e con quello ~copo, essa non sembra credibile, poi,chè 15 o 20 mila uomini- isolati da~ resto dell'esercito, a 600 o 700 chilometri dalla loro base, sarebbero troppo evi- . ,dentemente compromessi senza un utile corrispondentè. E con ciò, fìno alla sanzione non soltanto dei fatti ma ben anche delle loro conseguenze, riteniamo a sufficienza sviscerato l'esame di questa parte del problema; esame che ci conferma nella opinione, già esprèssa più volte, che, per un discreto periodo di tempo, il teatro delle operazioni di terra di qualche importanza sia per essére unicamente quello -dello Yalù e delle regioni adiacenti, sul quale converrà pertanto tener viva l'attenzione) senza lasciarsi. troppo distrarre dalle notizie a sensazione che periodicamente ven.gono divulgate. ·

Sul teatro d'OJ)erazione delfo Yalù nessun· fatto d'arm e di tale importanza è ancora avvenuto, da rivelare chiaramente l'indirizzo che i due avversari intendono seguire; ma i piccoli scontri di pattuglie, i contatti, e le avvisaglie di vario genere, di cui si è avuta · notizia, servono da indice .allo schieramento che sono andati aisumendo i Giapponesi. Di più, su questo schieramento e su quello dei Russi qualche _informazione non troppo inverosimile si ·è pure ri,cevnta. Il 17 marzo, una notizia da Tokio, che si diceva di fonte meritevole di fede, a.nnunciava che la XII divisione giapponese (Inouye) era schierata sul Vel-lim-kang (chiamato .anche Tching-cien-kang), occupando A.n-ju, Yeng-pieng, . e Yak-san, ed avendo un posto avanzato, forse un reggimento, a· Pak-cien, sui monti Cin-san che stanno fra il Vel-lim1.rnng ed il Pak-cen-kang. Un'altra divisione, forse la , I, ..sembra fosse a nord-ovest di Wen',lan, con avamposti di ca-

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valleria e di artiglieria spinti ad osservare o ad occupare 1 passi dei monti Paik-yek-san. Oontemporanean1ente, una notizia t rasmessa a Londra d,1, .Pirig-yang affermava che ventimila giapponesi fossero già -0oncentrati a I{;orioyen, nel grande gomito settentrionale dello Yalù, ed all'imboccatura della strada, già da noi sommàriamente accennata, Mao-ur-cian-Sing-king-Mukden. Quest' ultima notizia non era abbastanza sicura, come non lo era neppure quella della dislocazione di truppe a nord di Wensa.n e sui monti Paik-yek-san, fronte _a nord. Anzi, . -circa la stessa importanza degli sbaréhi giapponesi a, \Vensan -esistevano contraddizioni essenziali : fino aÌ 14. marzo, come -dicemmo l'altra volta, le notizie p iù attendibili Ii face,, ano ritenere a.s sai esigui: il 18, il corrispondente speciale del Times, il quale fino allora li aveva qufisi totalmente esclusi, -ammetteva, con riserva, e forse sotto la impressione dello schieramento sopradetto, che essi potessero. essere impor·tanti . ·' il. 22 , da ·w1adiwostok, si ass-icurava che ·essi non :-avevano avuta e non avevano entità apprezzabile. Oosicchè rimaneva assai dubbio se dalla dislocazione indi·Cata si pot esse· ragionevolmente ded urre che i Giapponesi .accennassero alla intenzione di invadere la regione di Mukden per le due linee estreme del° medio e basso corso dello Yalù, <lelle condizioni reciproche delle quali già abbiamo discorso . Ma lo schieramento sul Vel-lim-kang venne invece con~ fermato dalle notizie ufficiali russe, che giunsero dal teatro <lella guerra in seguito a contatti effettivi avuti col nemico . F in dal 17 le pattuglie di cavalleria russa prendevano ,contatto colla fanteria giapponese, sul Vel-lim-brng, e ne .accertavano i lavori di trinceramento, mentre parziali avvisaglie avvenivano fra pattuglie sulle sponde ' del Pak-cen. kang, sià presso la foce, sia n el medio corso del fium e. E fra .l'altro si sapeva cha i Giapponesi avevano concentrato ad An-ju il materiale da ponti. . Il 26 marzo, sì affermava che avamposti giapponesi fos,sero spinti fino ad Oun-san; il 27 le notizie ufficiali russe facevano sapere che un distaccamento di fanteria e cavalleria


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nemica aveva passato il Pak-cen-kang, stabilel'idosi sulla riva. destra, e che colonne nemiche si dirigevan.o per Oun-san a Kang-kyei ; il 28 si aveva da Seoul che uno scontro di grosse pattuglie era avvenuto fra A.n-ju e 'l'ieng-tiù, e oioè ad una marcia circa ad ovest del Pak-cen-kang; ed il 30 si r icevevano i rapporti di un più importante scontro avvenuto a Tieng-tiù il 28. Questa volta la cavalleria del generale Mistcenko si era fatta appoggiare da fanteria (forse un reggimento) riello avanzare contro 'l'i.engatiù, occupata da fanteria e da cavalleria giapponese, trinceratesi nella .città. All'attacco dei Russi, accorsero rinforzi giapponesi, i q_u ali non dovevano essere lontani, poichè la cavalleria arri"vò subito, e la fantéria dopo un'ora dall'inizio dell'azione: di fronte ad essi il nemico si ritirò ad ovest di Koak-san. Non si trattò certo di una battaglia: era naturale che l'avanscoperta di Mistcenko, più si avvicinava, ritirandosi, allo Yalù, più immediato appoggio trovasse nella fanteria,. che era stata destinata a sostenerla, ed ei:a naturale che i Giapponesi si presentassero sempre più densi quant o più si approssimavano al nemico. Ma il luogo e la forma dello scontro furono 'un indizio abbastanza sicuro della progressiva avanzata dell'esercito giapponese, Intorno a questo esercito, il generale Mitscenko riferì trattarsi di 60 mila uomini con 180 pezzi : altri, con maggior& verosimiglianza, dissero trattarsi della intera armata del generale Kuroki. Il 31 marzo si affermava da Seoul che l' avanzata avveniva su tre colonne: una per Kasan e 'I1iengtiù, la seconda per Oun-san e Kang-kyei a Oiosan e Ouiouen, la terza con direzione ignota. E lo stesso giorno si ebbe da Pietroburgo che il generale Kuroki aveva' portato il suo quartier generale da Ping-yang a Tieng-tiù, ciò che avrebbe indicata prossima una avanzat a decisiva, con preponderanza di sforzo verso il. basso Yal{i.. Comunque, allo spirare di marzo, l'esercito giapponese, :fino ad allora ,s barcato, era passato dalla linea di 'l'ai-dong

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a quella del Yel-lim-kang, e cominciava ~d irradiarsi per le vie che conducono al tratto di Yalù compreso fra Ouì-ouen ed il mare, sul quale fin da principio noi abbiamo dedotto che dovrebbe razionalmente avvenire il primo grande scontro col nemico. Per il quale, però, non si conosceva abbastanza quanto i. Russi fossero in misura a quella stessa epoca. Infatti, la cavalleria del generale Mistcenko (comandante, la cavalleria del 3° corpo d'armata r usso, .come sappiamo) 7 la quale sembrava avesse g ià ri passato lo Yalù al 14 mttrzo, si era invece mantenuta sempre a contatto coll'avversario, ritirandosi man mano che quello si avanzava, e si trovava. ancora in Corea, come or ora· vedemmo. Ma di altre truppe rnsse sullo Yalù o sui monti di riva destra clel fiume non si avevano che notizie incerte. Fin dal 21 marzo sembra che i Russi cominciassero ad: afforzare Vigiù. ed An-tung, suJle due sponde dello Yalù, quasi a formarvi una testa di ponte; il 26, notizie di Londra, ed anche del 'J!imès, accennavano all'inizio cli una. avanzata russa in Corea, affermando che 3000 russi erano a V igiù e 1000 a Ciosan, t utti oltre lo Yalù, con avanguardie spinte più innanzi; ma sùccessivàmente, i-127, siannunciava che, in pl'esenza dell'avanzata g iapponese, le truppe russe che erano a V igiù ed oltre. si erano ritirate, dopo aver distrutti i ponti sui fiumi, ad ·ovest dello Yalù, dove si afforza.vano, specialmente adAn-tung, attorno al qual punto erano in costruzione un certo numero di fortini o di batterie. D ell'entità eff~ttiva delle truppe e delle opere poco si sapeva, e n ulla era detto circa i movimenti di truppe da. Mukden e Liao-yang verso il confine coreano. Si diceva inv,ece ripetutament e, e con particolari che facevano ritenere attendibili le not.izie, che un grande con-centrameuto russo avvenisse assai più i~dièt ro , a Mukden r Liao-yang, Hai-oieng e Niu-ciuang. Bu questa linea, con centro a Liao-yang, si erano concentrati 30 mila uomini e più, appoggiati ad opere di for-

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tifìcazione, delle quali il nucleo principale era a Liao-yang appunto; e l'opera di concentramento e di afforzamento era diretta dal generale Lenewitch, appositamente delegato dal comando, e veniva immediatamente ispezionata dal generalissimo Kuropatkine appena arrivato in Manciuria. Quale signi.fica.to attribuire a tutto questo? Non è agevole vederlo. Come prima linea difensiva, sulla quale attendere il primo grande urto dell'esercito nemico, la linea accennàta non offre invero vantaggi troppo chiari. Obliqua alla linea principale d'attacco, Vigiù-Feng-huang-ceng-Liao-yang, e coll'~ila sinistra arretrata, essa si troverl3bbe piutto:ito in condizio;ni da cadere successivamente a pezzi che non da avvilnppare il nemico con un contrattacco procedente da quell'ala; strategicamente poi, avrehbe ·alle spalle l'infido confine cinese, ed esclusivamente sul prolungamento dell'ala sinistra le c0municazioni con Kharbin, unica sorgente, ripetiamo, della vita della d ifesa r ussa. Unica condizione favorevole, la situazione sul fianco dei Gi~pponesi qualora essi, passato lo Yalù, volessero operare contro Port Arthur: ma è questo un obbiettivo secondo noi, e Q:ià lo dicemmo e forse lo di. mostreremo ancora , che sarebbe affatto secondario per i Giapponesi, prima di aver ottenuto un successo positivo sul principale esercito nemico. Se ciò è loo-ico bifforzarsi dei Russi a cavallo della fer. b ' roviaMukden-Kaiping-Port Arthur potrebbe forse inforrrutrsi a questo concetto: interporre anzitutto una bnon a linea fortificata fra i sopravvenienti Giapponesi ancora lontani, ed il piccolo epoco agguerrito, 1m1 pur s@mpre apprezzabile corpo cinese del generale Ma, il quale, se si vedesse la via libera davant i, potrebbe più facilmente cedere alla tentazione di strappare anch'esso qualche pelo al vello dell'orso russo; assicurare il meglio possibile la ferrovia, alla quale l'esercito si appoggia; creare una forte zona di base logistica a ca-vallo delia ferrovia stessa, da cui procedere verso lo Yalù. Non sembra vi sia altro significato logico da attribuire allo schieramento russo degli ultimi giorni di marzo. )

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In riassunto, aclunque, la situazione al 31 marzo si con-cretava presso a poco così: da parte giapponese, la l" armata ormai concentrata sul Vel-lim-kang e sul Pak-cenkang con 'a ccenni ad avanzare sullo .Ya1ù, nel tratto fra Oui-ouen ed il mare; da parte russa, l'avanscoperta di cavalleria sempre a contatto col nemico, vaghi indizi di truppe o di. copertura o di prima difesa sullo Yalù e sui monti r e· trostanti, notizie più certe di un grosso concentramento arretrato a 250-300 chilometri dallo Yalù, del quale però non . erano ancora visi bili g li intendimenti. Alla stessa epoca, le notizie portavano che il disgelo avev~t convertite le sfradè e le pianure mancesi in veri mari di fango -e che la Manciurja meridionale, ed in ispecie la strada Vigiù-Liao-yanng, era impraticabile Peggio ancora, pareva che il tifo; sviluppatosi fra le truppe giapponesi in Corea, si este,ndesse rapidamente anche fra i Russi, raggiungendo perfino le region i del Baikal e della Siberia orientale. Miserie della guerra, più micidiali del piombo nemico! **:):

Le mosse compiute dai· due esercit i avversari dal 1° a] 12 aprile, secondo le notizie che se ne sono avute, sembrano ·potersi così riassumere: da parte g iapponese, trasferimento dalla linea del Vel-lim-kang alla linea del basso Yalù, senza oltrepassarla; da parte russa, un accenno ad accorrere in forze sulla stessa linea dello Yalù, ~on succes-sivo arresto su una linea più arretrata, forse sull'orlo dello .altipiano di Zeng-huang-ceng. Infatti, dopo lo' scontro di Tieng-tiù del 28 marzo, i Giap, ponesi proseguirono senz'altro la loro avanzata, nella quale pare che mirabile sia l'opera delle loro truppe del genio, specialmente nel riattare le orribili strade, e nel migliorare i difficili sentieri. Il 3 aprile un'avanguardia giapponese aveva già occup!;\,to Sien-cien, mentre le pattuglie d i cavalleria, russa si ritira.va.no gradatamente snllo Yalù; qualche informazione sog-

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giungeva anche che questa cavalleria, del generale Mist-cenko, fosse in istato compassionevole a cagione della penuria di foraggi. Nel medesimo tempo, e::iploratori giapponesi spinti verso Vigiù assicuravano che circa 2000 russi si afforzavano in questa località, della quale già dicemmo che sembra,va si volesse fare una specie di testa di ponte. Il 4 ed il 5, mentre le avanguardie procedevano su Yongcien e sulla riva stessa dello Yalù, gli esploratori entrav.ano in Vigiù, che trovavano sgombrato dal nemico. E se,condo notizie trasmesse · daÙo Yahì. dallo stesso generale russo Katschalinsk i (comandante la 3" brigata cacciatori Siberia Orientale, facente parte del III corpo d'armata russo), in quei medesimi giorni gli avamposti giapponesi, posti presso Vigiù e di fronte all'isola Metousef (estuario dello Yalù), ave-vano una scaramuccia con un reparto di volontari russi, mentre gli stabilimenti russi di Yong-am-po (riva sinistra dello Yalù al suo sbocco nel mare) erano saccheggiati ed occupati da 300 uomini di fanteria giapponese. Il 6 si confermava da tutti i eorrispondenti che i Giapponesi erano padroni della riva sinistra déllo Yalù, da Vigiù al mare: e fors~ nel giorno stesso una scaramuccia, con vantaggio dei Giapponesi, avveniva fra pattuglie di cavalleria , verso Ceng-jang-tia, sulla strada cli riva sinistra dello Y~tlù, alla punta del gomit;o che fra lo Yahì. vel'so sud, fra Vigiù B Cian-sieng. Nessuna mossa giapponese era segnalata per le strade che con ducono al medio Yalù, verso Cio-san ed Oui-ouen, per le quali era sembrato che si accennasse ad un movimento a,g girante. Cosicchè, al 10 aprile, sembrava· che essi avessero concentrate tutte le loro punte nell' es~emo a.reo formato dallo . Yalù prima di gettarsi in mare, e che attendessero ad afforzarsi · sul fiume, piuttosto che a passarlo. Tanto che, c~nfrontando questo atteggiamento cqlla nessuna premura di sbarca.re nuove truppe in Corea, alcuni dedussero, specialmente a P ietroburgo, eh.e i Giapponesi fossero per passare alla difensiva. sul confine coreano.


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Per parte dei Russi, nessun serio contrasto, c,ome vedemmo, fo opposto all'avanzata giapponese sul Yalù ; la loro azione si limitò a mantenere sempre il contatto coll' avversa.rio. Così, men tre ripassavano lo Y alù presso la foce, ritirandosi dinanzi al nemico, continuavano invece a mantenersi sulla riva sinistra del medio corso del fiume, dove il nemico .non avanzava : pare anzi che il 5 aprile 500 cosacchi si spi~gessero da quella parte fino ad Oun-san, sul fianco estremo di quella linea del Vel-lim-kang, già occupata dalla 1" armata giapponese. Un servizio cli avanscoperta regolarmente compiuto. Le truppe, che ripassarono il basso Yalù, si afforzarono sempre più ad .A.n-tung, dove già si disse altra volt~1 che i Russi erigessero un certo numero di fortini e di batterie1 ed a Kia-lien-tse. Ma pare si trattasse di piccoli corpi, e che insomma le difese russe sulla riva destra del fiume, fra la sua, foce e la confluenza del 'l'ung-kia-kiang, siano finora. sparpagliate e di dubbia consistenza. Questo, quanto alle truppe pi ù avanzate. Quanto al grosso dell' esercito, si affermò verso il 1° di . aprile che Kuropatkine avesse ord inata l'avanzata da Liaoyang verso lo Yf.1hì coll'intendimento di puntare contro il nemico affine di sventa,rne il movimento aggirante verso nord. Il 5 aprile, notizie di fonte inglese affermano persino· che ormai a Liao-yang non rimanessero che 8000 uomini, essendo già circa 30 mila prossimi allo Y alù. :Ma, notizie posteriori, da Pietroburgo e da Tokio, con· cordavano nel far ritenere che il movimento russo si limitasse a Feng-huang-ceng, dove pare si preparasse una forte posizione, clalh1 quale fosse possi.bìle tanto opporsi di fronte · all'avanzata nemica su L iao-yang e ìvlukden, quanto minacciar e di fianco . una eventuale invasione del Liao-tung. L'll di aprile, il Daily Exp1·ess portava la notizia di due treni di feriti rùssi, diretti dalla Manciuria meridionale su K harbin, dopo un grosso scontro avvenuto sullo Yalù. Ma era il solçi a fornire simile notizia, la quale del resto, se vere sono le informazioni da uoi raccolte e finora esposte,

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non potrebbe riferirsi a quella prima grande battaglia che razionalmente era,, e forse è ancora da attendersi sullo Yalù. Cosicchè, al 12 aprile, la situa.zio.ne reciproca dei due avversari, per quanto c' è dato saperne, potrebbe così determinarsi: la 1" armata giapponese attestata colle sue avanguardie sul basso Yalù, fra Ceng-jang-tia e la foce: il III corpo d'armata russo concentrant esi verso Feng-huang-ceng, coli truppe d i coper tura sulla, riva destra dello Yalù, fra la confluenza del Tung-K ia-Kiang e la foce, e con truppe di osservazione ancora oltre il medio Yalù, verso Cio-san, e forse Dnn-san. Situazione che potrebbe essere, da u na pa,rte e dall'altra., il risultato di una tuttora insufficiente preparazione a qualsiasi atto decisivo, ma che a noi ci sembra non possa es· sere 'che affatto momentanea. Il III co1:po d'armata russo, se vero è che esso non conti che 30,000 uomini riuniti, può forse non trovare convenientedi spingersi con~ro lo Yalù, prima di avere concentrato maggior nerbo di forze, dal momento che non ha fatto in tempo ad assicurare il possesso della testa di ponte di Vigiù, prima perduta che iniziata. E d è pure probabile che i Giapponesi, a causa delle difficoltà d ì Vi<,rio genere tr;:t, le quali . procedono, non possano subito avventurarsi oltre Y alù .. Ma è ;tnai possibile che, come fu accennato, i Giapponesi passino alla difensiva sul confine Coreano? Sembrerebbe ben poco razionale. È vero che la principale causa della guerra fu la presenza della Russia in Manciuria, non g ià per sè stessa, ma · in quanto minacciava permanentemente l'integrità della Corea; e che lo schieramento · dell'esercito giapponese snllo Yalù, opportunamente fortificato, rimuove questo pericolo e raggiunge pertanto, in a,pparenza, il primo obbiettivo della guerra. Ma non la risolve; mentre risolverh1 bisogna, perchè nessuua nazione può restare troppo a lungo sotto le armi senza esserne schiacciata. D'altra parte, è troppo evidente che il tempo .corre a favore più dei Russi che dei Giapponesi, per le ragioni più

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volte dette, perchè questi ultimi non si preoccupino di serrarsi sul nemico non appena lo possano fare con vantaggio. Dnnque sembra tuttora logico di attendersi al _prosegriimento dell'offensiva g iapponése, con il primo grande scontro sullo Yalù, se il Kuropa,tkine riuséirà a concentrare in tempo forze sufficìenti, o più indietro, forse sull'orlo dell'altipiano di Feng-huang-ceng, se quel concentramento avverrà in ritardo.

.le con~iderazioni da noi esposte intorno ad essi fin dallo scorso mese. La loro situazione è tale, secondo noi, da mettere a dura prova il genio dell' ammiraglio Lostj cinski, il quale verso la fine di marzo è partito da(la Russia, per andare ad assumere il comando di quella piccola squadra.

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Anche i n questo secondo mese, le operazioni· navali, per quanto poche, si svolsero nel M.a r Giallo, il quale, dato l'indirizzo impresso alla guerra e secondo le considerazioni da noi svolte nell'esame generale del teatro di operazioni, rappresent,1 in mare ciò che la regione del medio e basso Yalù rappresenta in terra, e cioè, almeno per u ri pe/iodo ancora abbastanza lungo, l'unico teatro delle operazioni di reale importanza. . Sui quattro incrociatori di Wladiwostok, che, secondo le maggiori probabilità, erano in quel porto a.l momento dell'attacco giapponese del 6 di marzo, sono corse le notizie . più sbalorditoie. Il 19 di marzo si ripetè la diceria, g ià altra volta di,rnlgata, che fossero l)artiti per ignota destinazione; il 21 Pietroburgo si incaricò di far sapere ai due mondi, non si comprende a quale scopo, che essi erano partiti per riunirsi alla fiotta di Port Arthur e che perciò un grande scontro navale nel Mar Giallo era imminente: il 28. dalla · stessa fon te, si disse che si erano recati all' A~·gen ti~a per prendervi nuove navi da guerra, che, malgrado le ripètute smentite di quel governo, la Russia v i avrebbe acquistate, e colle quali avrebbero formata una potente squadra per ricomparire nel Mar Giallo in una vigorosa riscossa; ìl 29, che essi, dopo una fortunata crociera: produttiva di importanti prede, fossero rientrati a "Wladiwostok; il 2 di aprile che fossero pàrtiti di nuovo per ignota destinazione. Probabilmente, a :w1adiwostok sono sempre restati, quatti qua.tti, nella impossibilità di fare di meglio, se logiche sono

*** Dal Mar Giallo si ebbero informazioni più positive, qmmtunque le. operazioni di guerra abbiano assunto in questo secondo mese un carattere speciale ed abbiano totalmente perduta la continuità . del mese precedente, e quantunque non siano mancate le notizie mirabola,nti. · Fra queste, tiene il primo posto la fiaba colossale del Daily 'Teleg1·aph, il cui corrispondente dal teatro della gue:rra sembra abbia oramai definitivamente vinto il 1·eco1·cl della fantasia applicata al 1·epo1'tage: accenniamo alla caduta 'di Port Arthur, annunziata il 22 di mç1,rzo, ed al nuovo imbottigliamento operato dal 22 a.l 23 dai Giapponesi mediante l'affondamento di sette piroscafi. Il secondo posto è doveroso conferire alla notizia, data il 17 ed il 19, di due false partenze della squadra russa di Port Arthur per andarsi a riunire con quella di vVla.diwostok. Ed il terzo posto non si p uò negare all'altra notiziç1,, pure del ·1 7, èhe i Russi si fossero imbottigliati da sè, affondando vapori carichi di fetro all'entrata del porto, in modo da ridurre il passaggio a 100 metri di larghezza. · Ma si ebbero pure informazioni di maggior consistenza.

Anzitutto, com' era naturale, i l tempo è corso a favore dei Russi, permettendo ad. essi di r iparare, alineno in gran P.a rte, i danni · della flotta, è di r~fforzare la piazza, sia come guarnigione, sia come approvvigionai.nenti, sia come opere di difesa. Infatti sembra che le navi avariate 1'8 febbraio siano state riparate, od almeno non si disperi di ripararle, dal momento che si tenne a smentire ufficialmente che la Retvisan e la G.rn1·ewitch, che si trovavano in condizioni ·


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peggiori, siano state private dei loro cannoni per munirne le opere di :Pigeon-bay; e notizie abbastanza concordi affermano che la piazza abbia oramai una guarnigione di forse 30 mila uomini, una provvigione di viveri e munizioni per una resistenza assai lunga, ed abbia completate le sue opere, organizzando alfche un perfetto servizio d i vigilanza sulle coste. Tutto ciò è da notarsi all'attivo dei .Russi. Un'ombra, su questo miglioramento di condizioni, è proiettata dalla circolare Stossel, ripetutamente d iffusa dalla stampa, e intesa a reprimere la reciproca denigrazione fra ufficiali di t erra e ufficiali di mare, e la critica acerba degli inferiori verso i ,comandanti. Se è vera la notizia, quella particolare specie d i indisciplina, che scaturisce c0me un veleno dall'avversa fortuna delle armi, avrebbe inquinata la guarnigione di Port Arthur ; e sarebbe m1a grave iattura, che soltanto un pi·onto .successo sul nemico potrebbe se:011giura.re.

sono senza dubbio una bella provvista, ed assicurano la effi.cienzà dell'attuale squadra russa fino all'agosto, e cioè propùo fino all'epoca nella quale potrebbe giungere in quei mari la squadra di riserva dal Baltico. Senonchè a noi sembra che proprio quello sarà il momento -in cui, lungi çlal trovarsi coi depositi esausti, bisognerebbe avere a disposizione delle provviste colossali. Accumulare navi su navi, senza accumulare di pari passo carbone su carbone, corrisponde esat tamente ad accumulare uomini su uomini senza accumulare di pari passo viveri su viveri. p'er questo secondo caso, noi abbiamo l'altra volta richiamata l'attenzione dei lettori sul limite di saturazioJ1e, che la produttività della transiberiana in fattò di rifornimenti imponeva ai concentramenti di truppe · in Manciuria: limite -0ltre il quale qualsiasi aumento di truppe avrebbe rappresenta.t o non un aumento di forza, ma una causa di debolE>.zza.. Altrettanto crediamo si possa dire ora per l'aumento delle forze navali. , Molto si è discusso nei giorni passati circa la via per cui la :flotta del Baltico potrebbe portarsi n el mar Giallo: q nella <li Suez, il g iro del capo di Buona Speranza, perfino la fantastica traversata dell'Oceano glaciale (1) . Nè si è mancato di .s tudiare quale flotta carboniera oc_corresse mettere al seg uito ,d ella squadra per rifornirla: fino a destinazione. Ma il problema non sta qui, od almeno non sta tutto qui. Sarebbe certamente fare eccessivo aftì.danJento sulla buona -volontà del nemico l'ammettere che la flotta di rinforzo possa ,dare una battaglia decisiva non appena le acque del

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** Una seconda notfzia importante riguarda le provviste di carbone disponibili a Port Arthur ed a W ladiwostok, le sole due basi sù.lle quali possa contare una flot ta russa nei mari dell' Estremo Oriente. Un nostro esperto uomo di maré, e simpatico scrittore di cose navali, esaminando il contegno della squadra russa di Port Arthur, affermava, verso la metà di marzo, che quel contegno era in gran parte dovuto alla necessità di risparmiare carbone.. E la deduzione non sembra fosse troppo lontana dal vero, perchè alla fine dello stesso mese notizie ufficifLli da Pietroburgo dichiaravano con compiacimento che ciascuno dei due porti russi possedeva 150 mila tonnellate di carbone, corrispondenti a 5 mesi di consumo per Wla.diwostok ed a 4 riiesi per Port Arthur. · Ora, se noi non andiamo di troppo lontani dalla realtà della ,situazione e dal logico apprezzamento di essa, quel compiacimento non può essere stato scevro di qualche impor tante preoccupazione. Quattro ·o cinque mesi d i carbone

(il Semb ra che in quest.i giorni un autorevole scrittore inglese di cose navali, il fred lane, sostenga che la traversata dell'oceano gliaciale non è impossibi le e neppure improhab ile, quando la stagione s ia ben scelta, e coll'aiuto di un po tentissimo ro~pigh iaccio che la Hussia possiede : la flotta r ussa del Baltico ;.vrebbe ~nche 1! vanta.gg10 di arri,•are a Wladiwostok , porto meglio provvec1L1to di Port-Arlhur, e senza pericolo <ii incontrare prima dell'arrivo la nott;i nemica, a meno che que$1.a non abbandoni Po rt-Ar lhur per ·un lungo periodo, restituendo a ~lakarow In sua libertil. d'azione, A .flOi ques to viaggio, per una Ootta da guerra, sembra fantas tico: e quanto a i vantaggi d i approdare a Wlad iwostok ricordiamo che il mare del Giappone é quasi un mare <:hinso, e fin d'ora nel <lomioio de l Giappon,},


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Mar Giallo abbiano dato il primo bacio alle sue carene. E se su questa eventualità troppo favorevole non si devè contare, come sembra ragionevole, delle due l'una. O la squadra di rinforzo si fa seguire da unaJ lotta carboniera sufficiente non soltanto al tifornimento del via<Y<Yio bb ) ma ben anche a quello degli esausti depositi de~le basi navali dell'Estremo Oriente, e cioè si fa seguire da 50 carbonai in luogo di 15, ed allora può essere quasi cer ta che la battaglia immediata l'avrà; mf¾ l'avrà nelle condizioni peggiori possibili, come son qti.elle di urnL squadra che deve scortare e difendere un enorme convoglio, il quale per <Yiunta por ta ' b ' . gli elementi essenziali della propria forza e della propria vita. O ciò non conviene, come sembra evidente, e si preferisce r ifornire direttamente la base di Port Arthur ed allora a ~ . ' ' meno che non siano in sfruttamento nella .Manciuria miniere di carbone delle quali· noi non abbiamo notizia (1), bisognerà. ricorrere alla transiberiana: ma la transiberiana non è che una, ed il rifornimento della :B.otta sarà a scapito del rifornimento dell'esercito. Doloroso çlilemma, i cui corni sono eì1trambi parimenti aguzzi, e come ! Il problema .è adun que serio. Tanto più serio in quanto che il nemico si trova, per i medesimi riguardi, in ben altre condizioni, che gli conferisc,ono una superiorità decisa. Infatti il Giappone ·ha nelle sue isole miniere abbondanti, iu piena e progressiva funzione, le quali nel 1900 fornirono sette milioni e mezzo di tonnellate di carbone, e quasi nove milioni nel 1901.

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a pezzi, dovrebbero essere spedite per ferrovia all'ammiraglio Makarow, il qui.tle con esse conterebbe cli prendere l'offensiva affine di gnaclagnar tempo finchè l'avan,zata dell'esercito russo liberi Port A rthur clall' incubo di un po;,sibile blocco da terra, e finchè la squaélr;;t di riserva gim1.ga ed abbia ragione della flotta nemica già d~L lui logorata. Pare che le torpediniere fossero pron te ad essere spedite verso il 20 cli marzo, e che per il traspor to di ciascuna occorressero 20 vagoni ; anzi, il 4 cli aprile si affermò da Parigi che parecchie cli esse erano già state spedite. Noi non voglia.mo discutere il piano attribuito, non sappiamo neppure con quanta verità, all'ammiraglio Makarow, e non abbiamo elementi bastevoli a giudicare tecnicamente della possibilità o della facilità cli questo trasporto cli t.orpediniere per ferro via. Crediamo però conveniente notare che, a mmessi i dati fo rniti. dalle notizie sopra riferite, il tra.sporto richiederebbe da 200 a 300 vagoni, e cioè da 40 a 60 treni, e cioe\ a ncora da 8 a i 2 giorni di lavoro della transiberi~ma. Il che ci riporterebbe di colpo, quantunque bon maggior moderazione,· a cavallo dei corni cli quel dilemma, al quale abbiamo poco fa accennato a proposito del Cf.i rbone.

E veniamo alle operazioni nava.li. Dopo il bombardamento del 10 mai·zo, Port Ar thm: godette di una mLlma còmpletf.L fino al 21: Nella notte dal 21. al 22 ma,rzo, le torpediniere gia.ppo n esi comparvero davanti alla pi~zza a mezzanotte e poi alle · 4 del mattino, provocando ogni volta un vivo cannoneggiamento dei forti e dei guardacoste russi. A lle 6 1/.,, sei corazzat e, sei incrociatori e otto torpedin iere arrivarono {n vista di Port Arthur; 1~ corazza.te, scortate dalle torpediniere, si porta.rono dietro il proÌnontorio di L iao-ti-cban, di -dove, come il 10 cli marzo, iniz iarono un bombardamento a tiro indiretto, che durò due ore, e durante il quale 200 \

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In attesa dei rinforzi dal Baltico, sembra poi che sia stato ideato un altro mezzo di aumentare la potenza della squadra cli Port Arthur. Nei cantieri della Neva sarebbero st at e allestite, chi disse 10, chi. 15 toroediniere ~ ' le quali smontate )

(i ) Una notizia di Londra, del i apri le, alfermava cM si fossero scoper ti giacimenti carboniferi presso Port-.-\rthur; ma l,1 notizia, di eçcezionale importanza, non eilbe di poi né eco nei con rcrma.

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granate furono lanciate sulla piazza e sul porto : gl'incrociatori, come il 10 marzo, presero il loro posto di osservatori del tiro. ' Questa volta i Russi risposero al fuoco, facendo uso pure .essi del tiro· indiretto, ma, stando al rapporto dell'ammiraglio Togo, senza ottenere alcun effetto sulle corazzate giapponesi : certo, essi non disponevano· di un osservatorio del tiro così propizio, come quello dei loro avversari. La :fl.ot,ta russa, comandata. dal Makarow, uscì dal porto, e si allineò nella rada esterna, ma non mosse contro il ·nemico: il quale, finito il bcmbardamento, sfilò in vista di essa, e si allonta.nò. Nella notte da.] 22 al 28, secondo noti.z ie di Mukden, si sarebbe ripetuto un attacco dello stesso genere: ma .non fu confermato. Nella notte dal 26 al 27, alle due dopo mezzanotte, quattro g randi vapori gia,pponesi carichi di pietre e di esplosivi, innescati con esploditoò elettrici, e scortati da sei torpediniere, si lanciarono eroicamente contro l'imboccatura di Port Arthur per affondarvisi ed ostruirla; ma furono scope~ti, ed altrettanto eroicamente attaccati da una · torpediniera russa di gua.rdia,. e si arenarono o affondarono fuori del sito designato. Lo stesso ammiraglio r.l'ogo riconoso.e nel suo rappor to che l'i1nbottigliamento non è riuscito, e che un ca- . nale è r imasto · libero al passo delle navi: l' ammiraglio Makarow aggiunge che spera rimettere a g~lla i vapori ed · utilizzarli per il serviziQ del por to. All'alba del- 27, la flotta giapponese compar ve all' orizzonte. Andai incont1·0 al, ne.mico alla testa della /fotta affidatami, telegra,fò il Makarow, e la squadra nemica si 1·itfrò1 evidentemente pe,· evita1·e il combattiri'!,ento. Ma dal complesso dei r apporti russi e giapponesi, sostanzialmente concordi, si rileva che la squadra russa si allineò ancora nella rada esterna, senza prendere l'à.lto mare e senza uscire dal raggio di protezione del tiro dei forti: il che è ben diverso dall'anelare incontro al nemico, il quale perciò · non ha avuto b'isogno 1.i evitare un combattimento, che nessuno cercò di imporgli.

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Dal 27 marzo fino al momento in cui scriviamo nes~un ,altro fatto notevole è avvenuto a Port-Arthur: il Makarow · -0ontinuò nelle sue crociere vicine, durante una delle quali .avrebbe preso ed affondato un trasporto di bandiera giapponese, che recava, dicesi, munizioni e viveri alle isole :Elliot: i Giapponesi non si ]asciarono più vedere affatto fino al 7 di aprile, giorno nel quale comparvero all'oriz,zonte ·%1)er ecclissarsi subito ) come fecero ancora nei giorni . S e 9 ciò che alcuni ritennero ind izio di un nuovo attacco ' . prossimo. Ma fino ad oggi non è avvenuto; forse trattasi ·della solita sorveglianza i1l largo. *

** .Le operazioni cli Port.Ar thur, che noi abbia.mo somma:riair1ente esposte, furono variamente giudicate per l'una e ·per l'altra parte. . . · Da parte giapponese, sembrò che l'offensiva generale avesse ·molto perduto del suo ·\-rigore, e proqedesse con una .inespli·cabile lentezza., da attribuirsi, secondo un critico navale autorevolissimo, all'errore g ravissimo di aver subordinato l'obbiettivo immediato e principale del primo periodo della guerra, ,e cioè la espugnazione di Port Arthur, all'obbiettivo secon·da,rio di occnpare la Corea.. Già altra volta noi abbiamo esposte le ra.gioni, per cui <da t ale avviso radicalmente dissentiamo; e poco ci resta da .aggiungere in argomento. Vobbiettivo principale di qualsiasi periodo cli una guerra non è mai che unò : il nemico, che bisogna ba tte1·e; ed il rmezzo non è mai che uno: la battagUa. Qui l'obbiettivo nemico si sdoppiava : ese1·cito e /fotta. Nel primo periodo della guerra, la parte essenziale era rappresentata dalla flotta, perchè era necessario conquistare ila liber tà d'azione sul mare per poter ç1,rrivare ad operare ,contro l'esercito nemico sul continente: non v'ha dubbio. Ma, ·paralizzata la flot ta e conquistata quella libertà, bi·s oanava sceo·liere fra le due part;i dell'obbiettivo nemico, b b ' quella cui accordare la precedenza.


L A GUERRA ROSSO-GIAPPONESE 736 Per noi non è dubbio che n ella presente guen-a la parte, essenziale deli'obbiettivo nemico debba essere per i GiapponEisi l'esercito russo : nessuna vittoria navale potrà castrino-ere la Russi'a ad evacuare la Manciuria, e impedirle o di invadere magari la Corea. Dunque è quell'esercito che bisogn a battere; il che sarà tanto men diffi cile quanto più. presto si sarà in g rado di farglisi addosso, di coglierlo meno , perfettamente organizzato e completato, di costringerlo a battaglia. E questa costri;Zione è sempre p9ssibile in terra, meno che quel!' esercì to non si ritiri in Siberia, evacuando quella Manciuria che vuol tenere ad ogni costo, e riservandosi di riconquistarla palmo a palmo, se potrà riuscirvi poi. P er o-i uno-ere a tale scopo, l'occupazione della Corea non o o ' era indispensabile : è vero. Sbarc~ndo nel L1ao-tung, mascherando P ort A rthur, e procedendo a nord, si poteva ottenere lo stesso scopo. Ma era prudent e? IJ possesso della Corea neutralizza per i Giapponesi un : punto gravissimo del la loro situazione generale : essi non hanno più le spall e al mare Per la. Corea, e per lo st·rntto , d i Corea r idotto a mare territoriale come dicemmo, l'esercito o-iapponese si a-ppoggia direttamente alla patria suA., qualn:que cosa avvenga. Il possesso di quella penisola era adunque sempro indispensabile, come m·isura di prudenza, anche se si fosse sba-:.·cato a ltrove : ma in questo caso il corpo• d'occupazione cli Ooroa, lontano dalla base di operazione, sarebbe st(l,to perduto per l'esercito principale operante. Ciò hanno_ è vitato i Giapponesi, fondendo quel possesso· insieme colla base delle loro operazioni. I noltre si sono disimpegnat i in parte dalla necessità di sopprimere d i urgem:a la flotta nemica, o perciò di espugna.re Port Ar thur, necessità immanente se essi avessero stabilita la loro base· nel L iao-tnng. I n questo caso, sì che la espugnazione d i Port Arthur e· la soppressione del1a flotta nemica sarebbero state operazioni d i primissima urgenza; ma era pure da consìc1erarsi: che ad una flotta rifugiata sotto la protezione di una piazza. non si può applicare quando si vuole il mezzo unico della.

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'battaglia, se essa non vuole accettarla, e che l'espugnazione ,della piazza da terra non è opera breve. Il che avrebbe posto iu fo rse, anche più che non la occupazione core~ma, la rapidità di azione contro l'esercito nemico. Ecco perchè noi restiamo fermi nelìa nostra convinzione . ch e Port Art hur non debba distrarre l' eser cito giapponese dall'obbiettivo principale della gt1erra. Se ciò è vero, noi non vediamo per ora motivo alcuno di imputare errori ai Giapponesi. D ei motivi cli lentezza per l'offensiva terrestre, abbiamo già detto parlando del concentra,ment,o dello forze ; della intiepidita offensiva della ilotta abbiamo data or ora una spiogazione sufficiente, notando come essa non possa costringere a battaglia la squadra nemica rifugiata sotto i forti. Venendo ora alle opera.zioni navali in ispecie, bisogna ri. conoscere cho rimane nn po' vago lo scopo delle sue continuate azioni di bombardamento, dallo quali certamen te non si può ripromettere grandi effetti sulla piazza e sulla fl.otta n emica,, e nemmeno r:;ulla popol'az ione, data la natura, della città di P ort Arthur. Forse tutto si limità, ohre all'intento di mantenere sul nemico la acquistata superiorità morale, . ad assicurare meglio gli sbarchi di grossi convog lì di truppe ·in Corea, mediante contemporanei attacchi alla squadra di .òfakarow, come fn notato da qualcuno. Ed è probabihnonte ·tutto quello che il Togo può fare . Da par te russa, il ìVIakarow ha infuso nella sua flotta una parte della sna grande anima : ha riparati i danni, ha resa , atti va ed energica la vigilanza, esce in faccia al n emico, a-ppro{itta del blocco larghissimo per far erociere a qualche miglio dalla rada. :Ma non può creare una flotta, nè risuscitarla : l' ha·galvanizzata. A q uesto intento infatti, e non già a q uello di provocare il nemico a battaglia, si debbono attribuire quegli spiegam enti della flotta nella rada estern a rli Port ArLhur, che il . Makarow va facendo ogni voi ta che è attaccfitu. Non è certo un ammiraglio come il Makarow ohe possa ,credere seriamente, quantun que gli torni oppor t uno di dirlo


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e di t elegrafarlo, che un ammiraglio come il Togo si lascierà trascinare dai suoi spiegamenti ad impegnare battaglia,. · sotto il t iro dei fo rti : il n emico che ha senno non dispr egia., mai il senno del nem ico. D 'altra parte, codeste parate si fanno per le truppe proprie· e per il ·grosso pubblico nazionale, non per i comandanti. propri n è avversari. Costoro sanno troppo bene tu tti che sono da gra.n pezza scomparsi i tempi, nei quali la presenza. in lizza di. un cavaliere armato, ed immobile sul suo grande cavallo, rappresentava per qualsiasi a.ltro guerrierQ dabbene il dovere sacrosanto ed improrogabile d i attaccarlo, anche con la certezza di far si rompere le costole. Ora si . attacca quando conviene per vincere : la oo-rande, bontà dei cavalieri antichi è mor ta per sem pre : la g uerra è d iventata una partita troppo seria per permettere impulsi, di amor proprio, solleticato da un car tell o di sfìda. Roma, 13 apxile, 1901. E T'l.'OR.E G!ARDlNO capil<i110 cli stato 1nc1ggiore.

La fine di Ma karow ({) (13 aprile).

I telegrammi degli ultimi due giorni ci ha.nno recata notizia di un avvenimento, del quale non si cono:-icono ancora . abbastanza, al momento in cui scriviamo, nè i par ticolari nè la intera portata, ma al quale deve attribuirsi fin d'ora una.. gravità estrema. ({) Verso il leLtore, che ha la llontà e la tenacia di seg uirci in questo modes to studio, . noi siamo in debito di una spiegazione. La nostra es posizione è il risulta to <li un singolare procerlimeDtO, al quale siamo costretti dal' do veroso propo,ito di comr,renclcrvi le ultimé noti1.ic, cne la l /i11i sta fluò .. ancora acr.oglierc fino al momento in cui essa vede la luce. Sul primo abbozzo, che Pèr esigcn1.e tipog rafi che deve essere com1ii uto parecchio innam.i a quel momento, è ad unque tutto un successi1•0 e ri11~tu1 0 la voro (li cunei, di in castri, di rifusioni, man maoo che informazioni nuove giungono da l teatro della guerra, ed, a seconda elci casi,. co nti nuano, com11letano, modilicano o clistruggono le notizie 1irece<lenti , e le consideraz ioni che in CJuclle avec.1DO trovato il lo ro rondamento. Oa ciò deri va necessaria· .

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Il matt ino del 13 apr ile, la. corazzata russa Pe fropawloslc, che batteva bandiera ammiraglia, è affonda ta dinanzi a Por t A~·thur . Colla nave e coll'equipaggio di 800 marinai , è perito l'ammiraglio Makaro·w comandante in capo della flotta e tutto il suo stato maggiore; a stento si è salvato, gravemente ferito, il Granduca Cirillo ·v1adimirovitch ) cuo-ino dello Czar ' b con altri 6 ufficiali e forse una q uarantina di marinai. Le.prime notizie da Pietroburg o, del 13, affermarono che la Pet?-opawlosk era saltata, come il lenisse-i como il Bo1a1· i n' .; sulle torpedini :fisse della difesa di Port A.r thur, duran te una manovra; manovra, che non era da escludersi fosse avvenuta in presenza del nemico, giacchè le stesse notizie portavano che nel mattino i Giapponesi avevano attaccato Port Arthur e ne erano stati r espinti, com' era confermato da altre fonti. Però nella stessa giornata del 13 i telegrammi ricevuti a L on.dra ecl a Parigi accennavano già ad un combat t imento, che doveva aver avuto luogo n.l di P vrt Arthur, e ne ' . laro-o o fornivano indizi ab bastanza concordi e signifi~ativi. L a squadra giapponese era stata il 12 in vista della piazza; il 13 era ricomparsa, ritirandosi subito, appena la squadra russa era uscita dal' por.to; nel mattino di q uel giorno, il cannone aveva t ùonato a lungo sul mare, ed er a stato segnalato da Teng-cin e da Oifo (penisola cinese di fronte a Port A.rthur), ed a.uch:e da una nave che si era trovat::1, in mare, proveniente da Nincùrang. L!:I notizie cli ieri, 14, sembrano confermare maggiormente · che un combattimento sia avvenuto. Il contrammiraglio princip~ Uktomski, che assunse il comando dopo la mor te di lVIakarow, telegrafa iri. data 13 che i )

mente una esposizione priva troopo spesso ili ogni spo ntaneità e nu idità di rorroa, e t roppo soventi fa ticosa per il lettore. Questo avrPmmo tlovuto dire Ilo da principio, amnchè la fatica della lettura non ci fosse imp ut:.t,t a lrascuralczza ,,da m11ncanza (li rig uarclo verso chi leggo. Ce ne s iamo linora asten uti per non r~ver l'aria di voler lasciar creder0 che, se quelle circostaoze non foss6rO, sapremmo far meglio. Dio ne guardi I p•obab1lme11te faremmo anche peggio, se po,si tllle. Lo diciamo ora per dare la ragione di questa spPc1e di appendice, che og:::i facciamo seguire il oostro studio, perché ques ta volt,t le notizie dell' ultimo momento sono di tanta gravi tà ed importan1.a che non consentono inc:,s tri né rifusioni • di sor i.a in q uanto era gia scritto.


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LA GUERRA RUSSO-GIAPP ONESE

Giappo:aesi ha,nno affondato la controtorpediniera Bezstràtscknfì e colpito di siluro l'incrociatore corazzato Pobieda: secondo un'altra versione dello stesso telegramma, l'incrociatore Pobieda sarebbe stato danneggia.to al fianco dallà stessf1 esplosione ehe affondò la Pet?-opawloslc. E l'ammiraglio .Afoxjew precisa che l\fa.karow, essendo uscito in ricognizione, si. trovò ~i fronte a qualche nave nemica, che si ritirò; l\fakarow inseguì, conl;inuando la ricognizione, ma ben presto dovette ritirarsi dinanzi alla flo tta nemica, co~n posta, à.i 30 unità : ·a due miglia dalla rada di Port Arthur1 saltò in aria 1~1 nave ammiraglia sulle torpedini. fisse. Con ques(;e notizie ufficiali, nelle quali è ancora per. certo molta, reticenza, concordano abbastanza le informazioni déi corrispondenti. Il corrispondente del 1foies1 che seguì col suo piroscafo l'avanzata della flotta giapponese, dice che essa si componeva di 40 nl)ità fra gran di e piccole, di cui 6 corazzate, 6 incrociatori (compresi il Kasitga ed il Nisshin di recente giunti dall' Italia), un avviso, ed una; divisiqne cli controtorpediniere; la flotta si avanzò . fin a che i forti aprirono il fuo eo; ma poi si ritirò, sembrando vo.ler compiere soltanto una di mostrazione. È_ forse la prima o Pultima fase del combattimento, quale esso risulterebbe da altre fonti. . Sembra infatti che il mattino del 13 alcune navi ,giapponesi si siano avanzate verso Port Arthnr impe()'nando ' . b coi fo rti un cannoneggiamen to che durò due ore. L a flotta rnssa uscì dal porto, ed i Giapponesi si ritirarono seguìti dai Russi, fino all'in contro della intera flotta giappon ese; in presenza di essa i Russi iniziarono q uella r itirata, durante la quale avvenne la catastrof~. Un'ora dopo i Giapponesi impegnarono con Port Arthur un ·s·econélo, breve, cannoneggiamento. . . In 's ostanza., tutte queste notizie non accertano un vero proprio combattimento navale, ma piuttosto una manovra, nella q uale i Giftpponesi avrebbero tent.a to di a ttirare al largo la flotta russa pei:_ darle battaglia, ed i I1,ussi, ,dopo

~un vano tentativo di dar addosso ad una fraz ione della , squadra nemica me'ntre era isolata, si sottrsi,ssero al combattimento offerto e cercato dall'ammiraglio 'l'ogo. Nell'ultima fase di questa manovra i Russi' avrebbero incontrata una catastrofe urtando in torpedini :fì.sse. Naturalmente,. .com~ sempre, le notizie di fonte giappo. nese non concordano. Finora non si conosce che tm breve .telegramma dell'ammiraglio Uriu, il q uale afferma che Togo, la mahtina del 13, attaccò la squadra rnssa,. e riuscì ad affonéhtre la Pet1·opawlosk ed una controtorpediniera. Non si · tratterebbe adunque di manovra e di torpedini fisse, ma di . combattimento e di siluri.

La .v erità si saprà più ta,rdi ... se si saprà. È la ripetizione . del caso di Bojarin, avvenuto verso il 20 febbraio; i;econdo i Russi, era saltato sulle torpedini fisse; secondo i Giap1)0nesi" l'avevano affondato essi col cannone o col siluro; ancon1 oggi non sappiamo il vero. Nè vi sono ora sufficienti datt per concedere decisamente maggior fede all' una piuttosto che all'altr a versione del fatto del 13, sùlle g_uali non concordano neppure le opinioni . d~i nostri più autorevoli uomi11i di mare. Uno fra essi pub- · blicò di ritenere come certo che sia avvenuta una battaglia navale, in conseguenza delle esplorazio11i del Makarow, ·che , si prestavano agli agguati giapponesi appoggiati alle isole Elliot; un altro dichiltrò in una inten~ista di credere piuttosto alla versione rnssa, all'affondamento dovuto a torpedini fisse, proprie o de1 n emico. In appoggio clella prima opinione starebbe, da una parte, il precedente del Boj arin, dal quale si può dedurre che i Russi preferiscano attribuire a sventura, e magari ad inavveclutezza propria, le loro p_erdite, piuttosto che riconoscere i successi del nemico; dall'altra, il fatto di essersi perdu to quasi t utto l'equipaggio della Pet?-opciwolosk, il che potrebbe indicare che la catastrofe è avvenuta lungi dalla costa, e _p er conse,guenza dalle torpedini fisse.


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LA GUER RA RUSSO· Gl,\ PPONESE

In favore della seconda, che ci pare più attendibile, sta-rebbe questa 1?-edesima considerazione ·della perdita quasi. totale dell'equipa,ggio, poichè non seinbra che un siluro possa . produrre un così istantaneo affondamento che, pure in altomare, il salvataggio diventi impossibile ad opera delle altre· navi della squadra o della stessa squadra nemica; il fatto, da. più parti affermato, che col leni:ssei s{ fossero perditti i piani di posa delle torpedini :6.s~e, de11e quali invano, per· ordine del Makarow, si era tentato in seguit o di rilevare ]a posizione esatta, t anto che di sei anco.r a si igno:r:erebbe la situazione; la possibilità che taluna di quelle torpedini sia stata spostata dalle correnti; e finalment e ancbe la possibilità che, in luogo di torpedini di difesa, si tratti di torpedini da blocco posate dai Giapponesi, o durante la prima avvisag lia del mattino, come qualche notizia reca, o in . precedenza. Si ricordi infatti che, nel rapporto del Togo intorno all'attacco . della notte 9-10 marzo, era detto come, una sè1uadra di t orpediniere avesse av:uto l'incarico di fare la posa di speciali torpedini presso la rada di Port .A.rth ùr, . e l'a,vesse compito ind ist urba ta: dicemmo allora che, la affermazione meritava conferma, tr attandosi di una specie di operazione cosi conosciuta, che sembrava impossibile non . se ne fo ssero preoccupati i Russi, e l'avessero lasciat a tranq uillamente compiere: ora la conferma di quella, o di altra , · ug uale operazione, potrebbe essere ven uta, e terribile.

struz10ne della flotta. Bisogna attendere di saperne qualche , cosa di più e di più cer to. P er ora non è accertata che una perdita somma: quella-· dell'ammirag lio Makarow, Di fronte ad essa,, perde quasi ogni interesse tutt o il resto della fa tale giornata. Nel nostro primo articolo per questa g uerra, noi c0nLr!lr · r iamente al parere di a.ltri e mag giori, abbiamo espressa la . opinione che l'ammiraglio Makar9w non fosse in condizioni· da tentare ad ogni costo cli uscire, a salvezza od a mor te ~. dalla terra di P ort .A.rthur; in questo stesso articolo, abbiamo : attribuito alle s ue uscite dal por to in faccia al nemico ed alle · sue ~splorazioni, non quell'intendimento, che parev~1, risul- · t are dai suoi telegrammi e che a noi pareva illogico e desti- · t uito d i qual~i.asi speranza d i successo, ma l'altro, più mo- desto ma più pratico, d i risollevare coll'azione gli spiriti della . sua flotta, t rasfondendovi una par te delìa sua grande anirna; poco fa, da ultimo, abbiamo accolto con particolare favor e, in. attesa d i conferme positive, la versione che egli, di fronte · a forze d i superiMitì1 schiaccian te, abbia cercato di evitare la battaglia e sia perito vittima della fatalità. Poichè., dall'accieca.mento fatale della prima dislocazione strategiea del!a.. flo tta e della prima sorpresa, pare davvero che un inesorabile fato abbia stesa la mano· sulla flotta r ussa dell' E stremo· ÒrierJte ! . Eppure in questo momento, nel quale è scomparsa dar i:µonclo una g rande figura cli soldato, noi vorremmo che a. lui ed a noi l'alta poesia della g uerra avesse .fa tto ve]oal freddo razioci11io ; e vorremmo anche noi, offuscati cla quel velo, aver ammessa la · possibilità e la conveniem:a del sacrificio ; e vorr emmo che Makarow,· dà quel velo accecato,. l' avesse co~piuto. Non sarebbe la g uerra, ma , sarebbe la poesia, deg na dell'eroe caduto. I n questo momento, nel 'quale a Makarow è tom ba quel mare, d i cui egli amò il mistéro e le furie, e di cui sognòdifendere 11 possesso col suo genio e col suo valore, a noi piacerebbe pensare ad. un'altra azione e ad un' a.ltra fin e_ A noi p iacerebbe pensare che a .JJOCO a poco, dalP8 di marzo"

*** Comunque, noi la,sci11mo per ora indefinita la questioni~,.. in attes11 di avere qualche prn precisa notizia degli avvenimenti, se sarà possibile. Nè, fino a quel momento, ci occuperemo delle condizioni nelle quali si trova numerica- mente ridotta la sq_u adra russa di Port .A.r thur. Colle perdite-, ol'a accertate, sembra che ad essa non rÌ.rnangano, prònte a prendere il mare e capaci di combattere, che 3 corazzat e, . 4 incrociatori e le navi minor i: ma si parla di altre p~rà.ite, , od almeno di altri danni gravi: si accenna perfino alla di-

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:g~orno . in c~i . ~gli assunse il comando della flotta, al 12 ·d1 apnle, v1g1ha del.la fine, egli avesse rigenerata f!Ol soffio potente . ~ella sua P?tente .anima quella povera squadra, fa .-avesse nfatta a sua nnmagme e -somiglianza, e, sentendosela ·fì.nid.mente in pugno, l'avesse lanciata, in una lotta di. sperata, ma eroica, contro quel nemico, che dal o·iorno ·_ della sua a,pparizione a Port Arthur sembrava non ~sasse · !>iù assillare la sua flotta, · e gli allargasse rispettosamente 11 campo d'azion~. E ci sembrerebbe degno di lui immaginarlo ~ul ponpe di comando della sua bella ammiraglia, au. corn signora del mare, urtare furioso nena ·:flotta nemica · e,_ fra la rovina del nemico, affondar~ nelle onde, colla ban~ · d1era fieramente inchiodata al~'albero, dominando ancora per un momento col suo sguardo d'aquila i suoi vincitori quasi · distrutti. Ma, sarebbe la poesia i nori è la guerra. Pare che 1Yiakarow al momento della catastrofe non fosse · sul ~?nte.,. p~rchè ora~ai toccava i l rifugio del porto i e che perc10 _egh si~ ~tato 1rremissil~ilmente perduto, e perduta · con lm la nughore speranza che avesse la Russia per la g uerra sul mare. Ed ora~ Sarà sazio ormai, con questa grande vittima. il . · fato che sembra pesare sulla flotta russa ? S aranno fi di ti · · ormai gli accecamenti fune»ti ? N on pare, pur troppo. A succedere a Makarow sembra ·, , sarà chia.mato lo Skryd lov, attuale com.a1?-dante della squadrf\, · del 1\'.far Nero, e valente e r i putato ammiraglio anch'esso; ma, m attesa d ~l suo arri vo_ a Port A.rl;hur, sembr a pure · che. lo Czar abbia delegato il comando all'ammirao-lio A. leb .. xeJew. Alexej ew, ancora! à.lexejew, dop~ Ma.karow! Quell'Alexejew che fu l'ageu~e più at tivo dello scoppio -del.la guerra, e che da quello scoppio si fa.sciò sorprendere collaflot_ta imprepm·ata, divisa, strategi0amente vinta prima che t atticamente attaccata; che si lasciò sorprendere a Port Arbhur nella notte dall'8 al 9 febbraio, con un enor me -danno materiale e morale, di cui non egJi pagò il fìo; che

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rimase, esautorato, alla l uogotenenza imperiale :;:ussa dell'Estremo Oriente, senza avere autorità di comando nè sull'esercito uè sulla fl.otta che erano a presidio della luogo- · tenenza ìu quest'aspra guerra? . .Non è un accecamento? Malrnrow ! Povero e grande eroe, inut ilmente perito t · · Qnali saranno in quest'ora i fremiti della tua anima. superba per quella fl.otta che fu tua? Dopo la sorp_resa ?mi~ liante dovuta all'Alexejew, dopo la snervante merz1a d1 un mese sotto il comando dello Stark, tu avevi infuso novello vigore in quella flotta, che, nel t uo nome glorioso e · sotto il tuo sguardo, dominatore, era pronta a conql.:!-ist are la gloria, se non la vittoria! Ed ora? Che ne sarà della . tua flotta? A. quel tratto di mare, che è la tua tomba, affiserà losguardo il marinaio russo nell'ora del pericolo, e da quella . tomba infonderai ancora in lui i palpiti generosi del tuo cuore; ma la scintilla del tuo genio e la potenza fascina trice della tua anima ·non gli indicheranno più, in una vi-sione radiosa. la certezza di prevalere sul nemico. Roma, lo aprile 190,J.

E. G,_


NOTE BIBLIOGRAE'IOHE

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I

NOT.E BIBLIOGRAFICHE

·Sovra tutto preclara e notevole per il grande suo contributo ·scientifico, per la copia e la varierà degli studi intrapresi, ,segnalavasi l'opera del professore Torquato Taramelli.

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•C. F . PARONA. - Trattato di geologia con speciale riguardo alla geologia d'Italia. - Milano, Francesco Yallardi Editore, 1904. . Un libro di geologia non può essere estraneo agli studi . d'arte milita.re. Qua.lora si pensi all'intimo nes~o scientifico che la geo·· . grafi~ nuova, fondata sulla constatazione positiva dei fenomeni interui ed esterni del terreno, porge al saper militare nei suoi multiformi aspetti-, sia che guest' ultimo si · -Occupi della ragione storica, della strategica o della tattica ; r1on può sfuggire l'importanza di un libro di geologia che . a codesti vincoli e le,gami primordiali accenna appunto, con vigore di metodo e con precisione di forma. Ota il libro che si annunzia, oltre ai pregi intrinseci della ragione scie~1tifica - per dir così - ne cumula un altro, derivato dalla novità del materiale e dalla g1·an ciwa _ posta in atto da.Jl'autore nel classificarlo ed o'r dinarlo per · renderne facile ed efficace lo studio. Pregio codesto di grande r ilievo per un'opera che ha tratto per certo a studì ed a r iferimenti d'ordine militare, in cui l'analisi deve talvolta · dar luogo alla sintesi ed adattarsi ad un lab?rioso processo .cJi induzione, di deduzione e di raffronto. Un'opera nuova sulla geologia dell' Italia era infatti assai ,desiderata. Ai classici lavori dello Stoppa11i 1 del Ourioni e dell'Omboni, aveva,no tenuto clietro delle preziose monografie . ~nalitiche, opere codeste del Sacco, del :IYfarinelli, del Ga. staldi, del Zaccagna, del .Novar~se, del lVfanto,,ani, del. Oor. tese, del D i Giorgio, dello Stella, del De Stefani e del V erri.

Di questi elementi analitici e sintetici insieme intorno :alle varie regioni d'Italia, corroborati ed arppliati dagli . studì della specie comparsi -nelle 1Vlerno1·ie e nel Bollettino. ,dell'Istituto Geologico italiano ha benefi.ca,to in modo singo.lare il professore Parona per la compilazione del suo t rattato -di geologia. Dovuto all'iniziativa del l)rofessore Taramelli che ' da lunga, mano, Mn profondo studio analitico e sintetico insieme a,;eva tratteggiato un libro cosiffatto (che nor~ potè -compiere in effetto per una infermità d'occhi) toccò la ventura di dar veste e costrutto ad un trattato sulla geologia ,dell'Italia al · professore Parona, che. rctcéolse degnamente ,l 'iniziativa del professore 'ràram~lli. « Accettando l'incarico di seri vere questo libro, d.ice il Parona, mi proposi d i riparare; per quanto era possibile, alhL sca1·sità di notizie relati ve alla g~ologia dell' ltfLlia, che ,s i nota anche nei trattati di: geologia recenti - ., .. Parecchi -ostacoli- si opposero in questo assunto:. la difficoltà di rac·COgliere in breve tempo le notizie esposte in un numero ,assai grande di pubblicazion,i i l'incertezza sopra n umerose questioni che attendono tutt'ora una soluzione, o che sono discusse dagli autori con di ,,ergenza di opinioni; la diffi·coltà di esporre codeste notizie con forma adatta e misura proporzionata al trattato, destinate specialmente a chi si inizia, agli studi geologici. T uttavia rni conforta la speranza -di av.e re fatto opera utile ai giovani che si avviano alle n ostre di sci pl.ine ed . agli studiosi che desiderano notizie -compendiose nello stato attuale delle cognizioni e delle ricerche 'r elative ai caratteri, alla storia, allo sviluppo ed ai ' rapporti dei diversi terreni · costituenti il suolo della penisola e delle isole ». ·


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NOTE BIBLIO GRAFICHE

Ma ritorniamo alle relazioni militari. In quest'àmbit,o di studi, la geografia, ha acquistato, comesi disse; il carattere di scienza naturale e, per guanto riflette lo studio del terreno, vera e propria base scien tifica. ricorr endo al fondamento geologico ..Ora que~to fondamento deve porgere allo studioso di cose militari gli elementi più si- . curi e positivi per giungere ad un chiaro e comprensivo • apprezzamento del terreno . non solo, ma ancora l'appoggio per un efficace e vantaggioso processo d' induzione, a base ._ scientifica. Per ottenere questo scopo essenziale · non occorrono esagerazioù.i di metodo, ma bensì una chiara e sicura visione ap-plicativa degli studi che si intende di . compiere. Questi in ordine alle esigenze geogra:fiche-militari - debbono occu-parsi soltanto dì. q uella--parte che in teressa l'apprezzamentoassoluto .e r elativo delle Cf.1ratteristiche del terreno, onde aggiungere un elemento decisivo d i fatto alla educazione e forn1azione del giudizio storico militare. Così intesi, gli studi di geografia militare debbono attingere alla geologia pura ed applicativa quel tanto che puòinteressarli in ordine al metodo applicativo che essi si pro-pongono di proseguire come stella pola1·e; soffermandosi di p referenza n ell'ordine e nel merito storico, cioè dal punto · di vista delÌ' interpretazione storico-geo.grafica po.sit iva dei. pregi del terreno e del corso e del ricorso delle ·grandi linee che la storia militare h a impresso sopra di esso. Da questo campo positivo, tanto n ell'ordine storico che, nel geografico è possibile, per analogia, per induzione o perdifferenze, restringere gli elementi di giudizio, dalle grandi regioni, a cerchie di terreno più limit~te ed a identificazioni • più modeste dell'arte.

,NOTE

BIBMOGRiiFICHE

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Il libro del professore P a,rona distingue assai nettamentet a questo proposito, i pregi e le qualità caratteristiche ~~gli studi geologici in quanto possono interessare lo stud10so d'arte militare. « Dettagliata e precisa cognizione delle particolarità orografiche, in quanto derivano da condizioni geologiche, le quali sono più strettamente collega.te con la conformazione e con la natura del suolo, con la viabilità, con la frequenza degli abitati, con la idrografia della regione che essa considera». In quest'ordine di idee, l'autore, da quell'esimio paleoritoloo-o che egli è. ba J)er certo curato in singolar guisa tanto la struttura interna dei terreni, derivata da,l grande e meraviglioso succedersi delle pagine del libro della storici della terra quanto la fenomenologia esteriore causata dalla ' azi.one degli agenti esterni. Quest'11ltima parte della materrn il Parona ha inoltre corredato - con senso cli squisita finezza. artistica e scientifica insieme - di una serie di fotoincisioni con esempi caratteristici cli tipi di terreni, di profili, e di paesaggi caratteristici. . . E questi non sono tratti dai solit i ctichès, troppo _di fre~ queute stereotipizzati negli ordin_ari te~ti di_ ~eo_logia_ e cl :t geografia fisica, sibbene nuove, or1gma li e feh c1ssnne n pro~ duzioni di tipi di terreni e di accidentalità geografiche d1 qualche rilievo, desunt i dal suolo della patria nostra. Cito tra le molte incisioni che adornano il libro, qu ella del Monviso e del lago Chiavetto, additato a proposito come tipo di montagne a r occe scistose; quella di Torre di Brenta. come esempio di monta.gr:e dolomitiche i q uella del l\font~ Titano, quale tipo di rilievi ca.lcar:ì del miocene emerg~nti da un mantello di t erreni pliocenici ; quella de lla regione delle Vette nelle Prealpi Felt rine, come esempio d i stratificazioni del Giurassico superiore i infine il paesaggio morenico di Bardolino. t:)

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ANNO XLIX,


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NOTE BIBLIOGRAFIORE

NOTE BIBLIOOR.AFICHE

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La disfida di Barletta con documenti Trani, Tipografi.a Y , "Vecchi, 1903.

FrLU>PO AnwNENTE. -

noti ed inediti, -

Dell'ottimo intento, che mosse l'autore a scrivere, e delia bontà del libro, è prova luminosa il fatto che dopo pochi mèsi dalla sua pubblicazion e si dovette farne una seconda ,edizione, L'autore, l'egrègio capitano Abignente, il quale a giusto titolo si onora di discendere da uno dei tredici combattenti alla disfida di Barletta, scrive con tutta ragione sembrargli strano « che uno degli episodi piu gloriosi della nostra storia militare sia, nei suoi particolari, quasi ignoto agli italiani e peggio ancora all' Esercito». Ritenne perciò « tanto piu doverose render popolare tale 'Parr,icolareggiata nozione, in quanto quel fatto è oltremodo ,educativo del sentimento nazionale; e perché mentre una -critica storica acl uswm delphini tende a sfronda.re tutte le nostre glorie a beneficio di altre, n azioni, rimangono igno:rate quelle che i n nessuna guisa ci si posson contendere ». Egli perciò si é proposto di riunire in un v ol ume la cir,constanziata storia della Disfida di Barletta, quale potè ,desumere e ritene.re p iù esatta dall'esame fatto del maggior numero possibile delle opere che ne trattarono, Noi non abbiamo potuto render conto del libro dell'Abi:gnente, allorchè fu stampàto per la prima volta, per la sem plice ma esauriente ragione che non fu inviato alla Rivista, Siamo ben lieti ci sia or a pervenuta la seconda edizione .del medesimo e di avere così la gradita occasione di for:nire qualche cenno intorno a .questa notevole scrittura, L'opera consta di u na lunga prefazione, di una e parte, e di due appendici, nelle quali sono riassnnti e l'iportati: la Cronaca dei festeggiamenti fatti in occasione del .IV° Centenario della D isfida, a Barletta ed · altrove; i giudizi della stampa in occasione del IV° Centen ario della Di.sfida d i Barletta; alcuni giudizi finalmente sul libro stesso ·« Disfida di Barletta » dell' Abignente.

La sintesi delle linee architettoniche della penisola italiana fu affidata, dal Parona, al professore Francesco "Virgilio ch e volle così, da sua parte, ' accrescere il valore intrinsico ed il pregio scientifico del volume. L 0 opere del Suess, del Diener, dell1 Haug e del Novarese servirono di scorta a l chiarissimo professore V irgilio nella redazione della bella parte, che egli ha tratteggiata con effica,cia di sintesi e con chiaro e profondo senso scientifico , Un'unica critica si potrebbe fare al nitido riassunto del V irgilio, di non essere cioè giunto in tempo a beneficiare . degli element,i di analisi e di sintesi forniti, relativamente alle Alpi Occidentali, dalla recente opera del Diener Bau itnd Bitd der Ostalpen im.cl Kcwstgebietes, pubblicata non è .molto a "Vienna ed a L ipsia, con i tipi del 'l'empky, Ma questa è piccola menda, anzitutto perchè, per quanto riflette gli elementi dell'analisi orotectonica, il chiarissimo autore straniero si è valso largamente dell'opera degli ita,liani; secondariamente perchè le nuove particolarità architettoniche del rilievo ·veneto poste in luce dal Diener, non p9ssono a,lterare gran fatto le linee maestre dell'orografia a lpina quale è descritta dal 'Virgilio. Allo studio è annessa u na bella carta delle clirettrici del I"ilievo italico, contraddistinta in linee di frattura ed in linee o zone tettoniche, Cedesti particolari geografici l?"Ssono a,-,, ere u tile ed efficace riscontro con la bella carta geologica d'Italia, ricavata dalla, carta al milionesimo dell' lstititto Geologico.

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quello del noto storico Cesare Cantù, il quale nella sua Storia degli Italiani, à proposito d~lla Disfida d i BarletttL, dice : · « compassionevoli sfoggi di una valentia per·s onale che nessuno negava : e il vederli con tanta compiacenza v~mtati da storici e poeti contemporanei inc1im1 come gl'Ita.liani ignorassero che il va.lore non é glorioso se non per lo scopo a cui si d irige; dissipassero l'ammirazione ~opra ,q ualche vincitor di duello invece di rimbrottare i prodi che non sapessero raccogliere ·e versare il sangue unicamente pel riscatto della patria ». L'Abignente riporta le belle parole colle quali il Noya, l'Ovidi, il Faraglia - autori di pregiate monografie sulla . Disfida di Barletta - stigmatizzarono il severo giudizio del o~m tù; con piena ragione egli nota come « perfin la voce del Cantù - stonante nel coro di laudi innalzate dal popolo italiano colle opere degli storici, dei poeti e degli .artisti - abbia servito alla glorificazione dei tredici eroi -d i Barletta; poichè tante e si fiere proteste sollevarono quelle parole) a dispetto delPautorità scientifica di chi le dettava, -che senza volerlo, alla fama dei nostri campioni non meno ,contribuirono della nobile raccomandazione lasciataci dal grave storico Guicciardini ». . Noi - è perfinp superfluo il d irlo - siamo interamente -coll'Abignente, il quale è d'avviso che « tenendosi nel conto dovuto le condizioni del tempo in cui avvenne, la disfida <li Barletta fu doppiamente gloriosa per le armi italiane, .sia perchè esse uscirono trionfanti da una splendida prova <li valor personale e d i perizia nell'armeggiar e, sia perch~ -contribuirono al raggiungimento di quell'ideale propostosi ,d ai nostri colla scelta del signore spagnuolo, non senza giovare a.1 nome, se non alla libertà della patria, e coI tener viva la :fiaccola del sentimento piu nobile, .l' amore della patria. ». Concordiamo pure coll'Abignente) quando, come conclu-sione scri·ve che « anche dal punto di · vista nazionale sì come oggi P intendiamo - la disfida di Barletta è un. fatto ragguardevole » .

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** La prefazione è una particolareggiata disamina e discussione delle varie fonti cui l'autore ha attinto o delle quali ha ritenuto di non dovere tener conto, per la compi)azione del suo volume, ossia di infinite opere, di lavori pubblLcati in Riviste, di Atti delle A.ccademie, aua:lizzando, compendiando, riassumendo così quanto di più apprezzato e meno, noto v~lesse a chiarire le . sue indagini storiche ed a metterlo sulla strada della verità e dell'esattezza. Questa prefazione pertanto costituisce uno studio profondo della maggior parte degli autori che scrissero intorno, alla disfida di Barletta ed agli eroi che vi parteciparono; studio che, per le innumerevoli ricerche fatte, deve aver costato all,autore ingente fatica ed è L;Ondotto con grande acun~e. ed im parzia.li tà.

Nella Pa1·te Ia sono, anzitutto, brevemente ma chiaramente, e.sposti gli antefatti storici) pei quali gli Spagnolii rimasero signori della Calabria e della P uglia e i Francesi delle altre contrade del Regno di Napoli, le divergenze sortefrn gli Spagnoli e Fraricesi, e la conseguente marcia di: questi ult,imi contro Barletta ove gli Spagnoli rimasero come assediati, e la singolar tenzone fra undici cavalieri francesi e undici spagnoli cui la vittoria restò indecisa.. Nei minimi particolari sono quindi narrati i precedenti che condussero alla Disfida di Barletta, sono ri portate lenon poche lettere scambiatesi fra il La Motta frances e eIndico Lopez, fra Hettorre Fieramosca e il La Motta sopra detto e :finalmente il combattimento) raccontato n ei suoi ' . detta.o-li o ) avvenuto fra i tredici italiani capitanati da Fieramosca ed i tredici francesi al comando del L a Motta. L' Abign ente riporta infine i non pochi giudizi espressi intorno a quella singolare disfida; giudizi generalmente. assai favorevoli agl' italiani, ma fra i quali stuona assai

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NOTE BIBLIOGRAFICIIE

XOTE B IBLIOGRAFICilE

*** La Parte II, molto estesa, è interessantissima perchè p orgele maggiori possibili notizie, che all'autore fu dato rin.tracciare, sulle famiglie e sulla vita dei tredici eroici campioni della disfida. L e maggiori notizie sono quelle pubblicate intorno allo an tenato de ll' Abignent e; ciò che torna a grande onor e della famiglia, la quale, come è dimostrato, ha sempre conservato· e tuttora conserva colla massima cura, tutto quanto ser ve - documenti, manoscritti, oggetti p reziosi, fra cui le armi im piegate dal :Mariano Abignente . nella disfida, ecc. - ad illustrazione e decoro della famiglia. L'autore ha incontrato le massime difficoltà por porgeresicure informazioni intorno al Miale da Tr oia, che alcuni vogliono na,to in 'l'oscana ed a ltri a . Paliano. E non poche pure incontrò per stabilire la patria del Fanfulla e cioè se questa sia Parma o Lodi. L'autor e non omise fatiche per riuscire a presentare le più at,tendibili se non sicure in' l formazioni, sopra tu tti quest i particolari ed è veramen t e da ammirarsi l 'i ntelligente studio con cui attese alla r icerca della verità, e non ò cer to per sua colpa se non è riuscito compiutamente a diradare n ubi impenetrabili per dife tti di documen ti, che ancora oggidì avvolgono la vita cli taluni dei 13 gloriosi combattenti di Barletta. Koi non solo elogiamo il capitano Abignen te per la sua. pregievolo opera, ma diciamo francamente che provammo lA. più viva soddisfazion e nel vedere ufficiali d ell' eserci to dedicarsi a studi storici seri e profondi.

Sistema nazionale o territoriale? - (Estratto dalia. Rif01·ma sociale, fase. II, vol. XIV, seconda SPrie). - Tipografia R onx e Viarengo, 1Q04.

ERRE. -

Il signor E1·1·e, il col laborat ore militare ·della Rifo1·rna sociale, ha insieme un merito reale ed ·un gran difetto. È me-

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rito reale l'occuparsi, come egl i fa mensil mente, delle questioni m ilitari che hanno u na vera importanza; è assolutamente un gran difetto il suo accamparsi .a professore, il voler dettar legge e il rappresentare t u tti coloro che pensano differentemente cli lui come dei poveri cretini. N e inform ino i suoi articoli dei mesi scorsi su 11a <) uest ione degli ufficiali inferiori e sull'altra del matrimonio degli' ufficiali, nei quali ha esposto i suoi ragionamenti a favore della tesi sostenuta in forma ta le da indisporre qualunque ben intenzionato ad ascolt,arlo. Oggi egli tratta del complesso e delicatissimo quesito del sistema nazionale o t erritoriale; quesito molto controversoe di battuto e che perciò appunto richiedeva cli portar e la più larga messe di efficaci ragioni per combattere il sistema nazionale e mettere in evidenza i vantaggi del sistema territoriale, espresse nella forma più garbat a possibile. L' articolista invece si lascia trascinare dal solito suo mal vezzo ,. e mentre proclama che il primo passo per raggiungere lo scopo, che ora s'impone, « di spender meglio i milioni di danaro e cli for za fisica che l' esercito costa a lla N a·zione, g iacchè impiegati come sono, riescono veramente improduttivi », qualifica. poi le idee contrarie alle sue « di frasi fatte, gettate con d ignitosi accenti, come foss ero sentenze di Corte di cassazione, o per tali bev ute » od i sosteni tori delle medesime q1ia.li « dei Mol tke da caffè » . « E1Tori o menzogne che siano - egli poi sogg iunge queste idee, se non si evolvono, rovineranno in breve ora il nostro organismo militare » . Ben s'in tende che il signor E 1-re vuole u n sistema territoriale completo e cioè a reclutamento territoriale e a stanze fisso, e, cosa non mai detta o sostenuta da a ltri, pare, dal1' insieme del suo articolo, intenda pure che anche g li u fficiali debbano essere della stessa regione del corpo cui appar tengono. N on possiamo in un succinto rendiconto p rendere a disam ina tutto ciò che l'autore ha vol uto scrivere contro il sistema nazionale ed a favore del sistema territoriale e dell~


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NOTE BIBLIOGRAFI CIIE

NO·l'E BIBLIOGRA.FI0IIE

stanze fisse. Del resto i vantaggi e svantaggi dell'uno e dellJi.ltro sistema sono ormai cosi noti che l'indugiarvisi sopra sarebbe da nostra parte come voler portare acqua al mare. E l'autore non ha proprio svolto nessuna idea nuova; per contro ne ha scritto delle erronee e contradicentisi. È sicuramente erroneo il far accenno all'ordinamento milital'e territoriale della Germania (e che non è per niente affatto del tutto territoriale), a quello regionale ultimamente adottato dalla :b"'rancia, e al sistenu1 regionale dell'Austria, per de· cl urne; essere « strano che lèj, Nazione che ha tanta forza storica in sè derivatale dalla secolare tradizione politica, artistica e intellettuale e tante peculiari energie regionali. vi rinunci con tanta leggerezza! (?) ». E a proposito dell' ord inamento territoriale germanico ricorderemo al signor E1·1·e che nell~L guerra del 1870 fu proprio il corpo della Guardia, il quale si recluta non territorialmente, ma su tntta]aPrussia, che il 18 agosto nella battaglia di Gravelotte dimostrò tale valore ed eroismo, rimasto insuperato in tutto il restante · della campagna. Più ~rante contraddizione poi non è possibile trovare, laddove l'autore, con frasi scintillanti, ricorda fra i grandi pregi del sistema regionale, anche quello che in mezzo al turbinare del combattimento « sarò aiutato e sorretto da chi mi conosce e mi ama, da chi conforterà la mia agonia e porterà a mia madre la mia estrema parola d; amore ». J.\fa il nostro sistema misto non offre precisamente questo grande vantaggio? Non ha detto egli stesso, l'autore, che il nostro esercito è nazionale in tempo di pace, ed ha stretto oolore territoriale in tempo di guerra « completandosi con dementi t ratti dalla regione in cui il corpo trovasi all'atto della mobilita:;;ione? ». Non ha soggiunto,- egli stesso « che il complemento rappresenta dai 1/6 ai 1/,' della forza organica di ogni corpo?» . E allora? Non abbiamo noi. il diritto di dire che le sue non sono se non frasi fatte? E qui terminiamo: per noi le questione del sistema nazionale o territorifl.le è semplicemente questione di oppor- .

tunità e di tempo. Il signor E1·1·e è un forte polemista; chiaramente si scorge come sif.1 l)rofondamente convinto delle sue idee e scrive con forma così smagliante che invoglia a · leggerlo, ma è troppo aspro, ciò che irrit.a l'animo del Jettore che da lui dissenta. E però non possiamo non notàre il fatto singolare e strano che tutti gli attuali innovatori delle cose militari si ritengono infallibili e gli unici in grado <li salvare l'esercito; che, del resto, non corre alcun pericolo.

·GrovANNr SEom, tenente di vascello. - Elementi di arte militare marittima .. - Volume I: La gue1·1·a marittima e la grande giie1·1·a. - L ivorno, t ipografia R. Giusti, 1903. In questo studio - che l'autore, 1nernore e 1·iconoscente . degli incoraggia-menti amiti, dedica al contrammiraglio Giovanni Bettòlo - sono svolte il;). forma elementare e riassuntiva le questioni principali che hanno tratto alla fun ·zione che ·il potm·e 11ia1·ittimo può e deve avere nella gra.nde guèrra. Il Sechi si è principalmente giovato delle opere complete e profonde sull'arte della guerra in mare di Domenico Bonarnioo e di Alfredo Maha.n, non cho delle opere e pubblicazioni dei più noti scrit,tori militari, e m~litari ma.rittirni, e, per le questioni che concernono la guerra ll1 generale, sì è principalmente servit o della· classica opera di Nicola Marselli << La guerra e la sua, storia ». Eo-li avverte ancora che il capitano di corvetta Ernesto Simion volle usargli la cortesia di vedere e ritoccare il suo lavoro.

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I n tendendo di trattare in questo primo volume della funzione del pote1·e mwrittÙno nella g1·ande gite1·ra, Pautore ha dovuto prima 1 in una assai lunga introduzione, per render ragione dei rapporti che la guerr(l, ma,rittima ha. colla grande


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NOTE BJBLJOGRAFICRE

N O'l'E B IBLIOGRAFICHE

g uerra nell'epoca presente, esaminare la funzione politica economica odierna, del potere marittimo, fare un esame critico dei fattori che in:fl uiscono· sulla efficienza e sullo svi . luppo del poter e marittimo ed espone infine nozioni storiche sulla libertà del mare. Questa prima parte del libro, o Infroduzione, sebbene molto succinta in proporzione all'ampia materia trattata, pure riesce molto chiara, interessante ed istruttiva, e pienamente soddisfa al còmpito prefissosi dall'autore di far conoscere la co1·relazione continentale ma1·ittim,a nelle guerre del passato e porge nn'ide1t precisa dell'evoluzione che il naviglio subì attraven,o i secoli . In sei distinti Capitoli il Sechi discorre poi dell'arte militare ma.rittima, a cominciare dalla d isamii1a dell'ar te militare in generale e di quella maritt ima in particolare fino a. quella della difesa marittima d'Italia. E veramente ri1narchevoli sono gli ultimi tre Capitoli che trattano rispettivamente della marina e della grande guerra, della guerra di costa, della difesa marit~ima d'Italia. Le n umerose e svariate gnestioui che tanto davvicino ci interessano e che l'autore svolge con sufficiente ampiezza, meriterebbero tutte invero, un cenno critico ; e però, per non dilungarci di troppo, dobbiamo restringerci a dire molto brevemente dei capitali quesiti del dominio del mare e della, difesa marittima· d'Italia.

di ricchezza ed un indispensabile strumento di espansione e cli dominio mondia1e, del quale t utti gli Stati esport_atori di uomini e di merci hanno assoluto bisogno ; esso assicura · a chi lo consegue . sviluppo dì commerci, acquist,o di ricche colonie, ed in:fluen~a politica ed economica nei paesi d'?l~ tremare capaci di sfruttamento: ma, è il cozzo degli esermti che deciderà le guerre future, come già decise quelle del passato e le v ittorie navali saranno utili_solo in qu~nto fa ciliteranno quelle terrestri. Le forze d1 terra e di mare adunque sono del pari necessarie alla g rand.ezza, ~lla prosperità degli Stati, esse devono avere armomco sviluppo, e mal si serve la patria propug nando l'increment o delle une a spese delle altre ». . L'antore riconosce pure la notevole nnportanza della fpnzione economica dell'annata, ma in accordo con molti ragauardevoli scrittori di cose marittime esprime l'opinione : che nelle guerre fra gli Stati dell'Europa cont~nenta~e tale funzione è sempre meno importante della funzlOne militare e questa deve avere lo scopo precipuo -::1i facilitare all'es~rcito il conseguimento degli obbiettivi decisivi che esso . . solo può ottenere ». Egli poi r espinge com piutamente le idee della .7eime école sorta in Francia dopo il 1880 che riconosce per capo l'ammiraglio Aube; idee che, come è n~ to, _si. con:ipe_ndi~no nel principio fondamentale che gli obb1ettiv1 pnnc1pal~ della guerra mai·ittima debbano essere la g uerr~ comrnerci~le, la devastazione dei luoghi non d ifesi del litorale nemico; ~ uerciò non accet ta le idee espresse al riguardo dal Roncagh ~ dal 'l\fanfrecli. Egli soggiunge: « non neghiamo _eh~ l'.in· terruzion e del commercio marittimo e le devastaz1om litoranee, possono riuscire assai dannose all'Italia, ma abbia_mo ancora sufficiente fi ducia nel patr iottismo del popolo italiano, per riteners3 che esso saprà virilmente sopp.o rtare q~10ste offese, le quali non possono mai ridnrlo agli estremi, e cao·ionanu un danno soltanto transitorio, e lautamente compe;sato alla conclusione della pace, purchè la vittoria arrida alle armi italiane ».

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Il tenente Sechi mette molto bene in rilievo l'importanza del dominio del mare nella grande guerra, ma con molte savie considemzioni dimostra « che il dominio del mare è fattore sufficiente cli vittoria, solo in casi eccezionali »; e n on accetta per noi e per gli aitri Stati delPEuropa · continentale, le di cui condizioni geografiche e politiche, sono ass'o lutaÌnente cli verse da quelle dell'Inghilterra, le note teorie del Mahan e del Oallwell. Egli dice benissimo: « il potere marittimo è al dì d'oggi un importantissimo fattore

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NOTE BIBLIOGRAFICHE

Nella guerra di costa il Sechi espone ed illustra il co~1cetto che essa oggia ì non è . possibile se prima non si ha acquistato il dominio p ieno del mare. L'autore dice anzi che « oggidì sarebbe addirittura follia », eccetto che, ben s'intende, non si tratti di piccole operazioni costiere. La difesa costiera poi deve essere principale opera delle forze mobili navali, le quali « devono esercitare la propria azione difensiva operando debitamente concentrate in pieno rna1·e collo scopo di conseguire il dominio possibilmente' assoliito, ocl almeno contenderlo all'armata avversaria)>. E inoltre decì'samente contrario alle fortificazioni costiere, perchè esse possono difondere dei punti, non già una costa e richiede~ebbero, per ottenere dappe1·tutto difesa efficace, enormi spese, mentre « con sacrifizi molto minori di uomini e di danaro è possibile allestire forze navali poderosissime, capaci di conseguire il dominio del n-iare, ed impedire, fin dalla apertura delle osti_lità, se non tutte le offese costiere, almeno le più terribili e pericolose ». Le difese locali quindi sono capaci soltanto della difesa passiva, e questa « è di gran lunga inferiore alla difesa attiva che- solo le armate possono esercitare». Le fortificazioni perciò « devono venir concepite coJlo scopo di appoggiare le forze mobili ed . atti ve, le qirnli sono in 1·ealtù l'elemento p1·incipale tanto delta difesa quanto dell'offesa)> . Circa la difesa marittima d'Italia l'autore nota che « disgrazit1tamente l'offesa rna,rittima è altrettanto facile quanto pericolosa,, causa l'estensione del litorale, la sua forma alh1ngata, e le sue condizioni metereologiche dei mari che la bagnano » ;...... l'offesa marittima ha (quindi) per l' !talia importanza pari all' offesa terrestre, e può in cer te condi. zioni esercitare un'inft-uenza decisiva sull'esito della guerra :.... e l' armata, che è il solo mezzo col quale si può efficacemente impedirla, non solo costit uisce per !~Italia un necessario fattore di politica estera e di espansione economica, ma è altresì un indispensabile strumento della difesa nazionale )>. E ; spiega.re l'in:fl.ueJ:iza anche decisitia sull'esito deHa lotta sopradetta, il Sechi avver-t e che tal caso si ve)

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NOTE BIJ3L10Gn.,unc1rn

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ri:ficherebbe, quando l'esercito nostro fosse costretto a mantenersi sulla difensi·va dietro il massiccio alpino, perchè le ·, offese dal mare potrebbero influire notevolmente sulla decisione del conflitto e compromettere l'esistenza nazionale. Il Sechi adunque, come si rileva anche da1 poco che ne abbiamo detto, giustamente accorda una capitale importanza al problema della nostra difesa marittima. Eo-li concorda con altri autorevoli scrittori militari neJ, o ritenere « che l'offesa più grave, che ci minacci dal mare, è lo sbarco di un corpo di truppe suffi.ciente a conseguire obbiettivi territoriali di qualche importanza; e che tale offesa è specialmente temibile da parte deUa Franci.a,: stante . ~a efficienza della sua marina militare e mercantile, e la v1c1nanza delle sue basi di operazione alle coste tirreniche, che sono le più adatte a tal genere di operazioni) ed alle maggiori isole nostre » . Egli esa,mina abbastanza a fondo l'in·vasione ma1·ittima conco1·1·en1e, l'invasione dive1·siva, l' invcisione insula1·e, e, :finalmente, l'invasione lit01·anea; porge nn cenno clell' evoluzione dei criteri difensivi verificatisi dal 1860 a i nostri giorni, per concludere - e giustamente << che la marina, specie di un paese come il nostro, deve essere forte sopratutto per opérm·e in pieno nia1·e, per po~ tenza, per numero di navi, non per soverchio sviluppo d1 difese costiere, le quali, non è male ripeterlo, devo1~0 poggiare l'azione difensiva dell'armata, ma .non s.o:t~tmrs1 ad essa)>. Egli quindi vuole che « non forti e m1h z1e, ma navi navi navi si chiogo-ano per la difòsa dell'aperto ed ' ) ' o . . esteso nostro litorale )>, e spen1 sopratutto, diventi. se°:1pr~ più intimo o completo l'accordo fra soldati e m~rinai, po1ch: per l'Italia « l'armata non è sollianto l'esclusr:o me~zo d1 una certa guerra propria ad essa, ma è uno dei mezzi della g1·ande giten·a e l'impiego armonico delle forze di terra e di mare è fattore indispensabile della vitto1·ia ,, .

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N OTE BIBLIOGRAFICHE

N OTE BIBLIOGR AFICHE

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Noi lodiamo senza restrizioni il bel lavoro del signor tenente Sechi, e teniamo particolar conto del fatto che nell'analisi delle più importanti q uestioni egli seppe attenersi a lle opinioni ed ai g iudizi espressi d11gli autori più stimati e più autorevoli, e tenersi lontano da qualsiasi esagerazione. · Voglia l'autore gradire le nostre congratulazioni e l'a.ugurio che l'opera sua, bell~1 ed utile, trovi la più larga diffusione non solo nella marina . e nell'esercito, ma ancora nel paese.

Co:llTE D:IDEvILLEi ancien capitaine de cavalerie. - Le Raid national militaire Paris-Rouen-Deauville, 12-15 aout 1903. - Paris, L ibrairie H. le Soudier, 1904:. Nell'estate del 1902 ave,,a luogo il 1'aùl internazionale Bruxelles-Ost enda. È nota l'ecat ombe ai cavalli che ne seguì, sicchè era dato presumere che o mai più si sarebbe udito parla.re di simili lunghi corse di resistenza od almeno che non se ne sarebbero effettuate altre se. non dopo un assai lungo lasso di tempo. Dn solo anno dopo invece si ha in Francia il 1·aid nazionale militare Paris-Rouen-Deauville.' Or&"anizzat o da un oo-ior~ nale militare sportivo A1·mes et Spo1'ts, e in questo mese si corre in Italia la corsa Milano -'I'orino. Come m~~i a così breve distanza di t empo dal raid .Bruxelle~-Ostenda, che non solo aveva sollevato le più appassionate discussioni ma fn oggetto dell~1 critica la più viva, come mai, ripetiamo, si è pensato, stimandolo di grande ~utilità dal punto di ved uta militare, di effettuarne altri due, i quali, è innegabile, hanno sollevato non poco interesse? La risposta alla ·domanda che ci siamo ri'volti è assai fa0ile. In F rancia, nel mondo militare sportivo si an nette

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molta importanza a codesti r aid : la cattiva prova della corsa B ruxelles-Ostenda non iscora.ggiò i fautori di tale genere d i sport, e colla _corsa dello scorso anno s'intese appunto a trarre insegnamento dal passato ed a dimostrare l'utilità di ta1i prove. I risultati della corsa Paris-Rouen-Deauville furono in parte splendidi, provando effettivament e che la esperienza del r aid dell'anno precedente avea portato i suoi frutti, e però non è punto da, meravigliarsi se anche in . Italia, dove la passione per lo sport militare non è minore d i quel.lo che lo sia, in Francia, si iibbia voluto tentare la difficile prova. Giova peraltro osservare che tanto in Francia come in Italia si debbono queste corse ad una iniziativa del t utto 1n-ivata, ciò che attesta - e secondo noi molto giustamente - che l'autorità militare superiore se ne è a,ffatto disinteressata, nell11 convinzione ché siffatte corse non sono e non possono essere di un g rande profitto sotto l'aspetto militare. ~ Comunque si.~1, il libro del conte D 'I deville è molto int eTessante, ed anche istr uttivo per l' nfficiale d i cavallerìa. E gli scrive : « Mi è sembrato interessante e vantaggioso per tutti '.coloro che amano il cavallo e se ne servono, di r iassumere i par ticolari di questa prova; lontano da me il pensiero ambizioso di dedurne definitivamente gl~ insegnamenti utili : lascio a più compet enti od a più arditi la cura di :fissare tali o tali principi. Riportando soltanto fedelmente od imparzialmente ciò che ho veduto ed inteso durante quelle tre g iornat e di uno straordinario interesse, credo di essermi sufficientemente adoperato per la causa dei Raid. Nel fat to, dai risultati, dagli incidenti, dalle discussioni, dalle critiche stesse. scaturisce naturalmente la morale ehe servirà a tutti d'istr;rnione, senza che vi sia il bisogno di formularla sopra un tono di dottrina ». E l'autore osservò strettamente itermini dello scopo prefissosi, ma è ovvio ch'egli mirò essenzialment e a far penetrare negli altri la sua profonda convinzione dell'utilità delle corse di resistenza.


NOTE DIBLIOGRAFICOE

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NOTE BIBT,I0GR.AFICHE

irlandesi e americani ; 2 presunti irlandesi (fra cui il cavallo llfidas vincitore); 4 cavalli finalmente di origino sconosciuta. Vautore osserva al riguardo essere evidente la grande predilezione degli uffi.ciali francesi pel ca vallo di puro sangue; « una volta ancora, egli dice, noi troviamo ai post i d'onore il « cavallo galoppatore, sia esso di razza pura, irlandese o an« glo-arabo ». In Italia, del resto, non si pensa diversa.mente. Il Capitolo IV. - Conside1·azioni gene1·ali e i·isposte a talime obiezioni. - Vuole approfondir!:l i principali quesiti attinenLi alle corse di resistenza, a principiare da quello della loro utìlità, anzi della loro necessità, per scender git'.L agli altri non meno importanti, ri:A.ettenti lo scopo da raggiungersi coi rnict, le andature, l'abbigliamento clol cavaliere, il vantaggio di fornir zucchero al cavallo, la ferratura, ecc.; questioni tutte che per l'ufficiale delle armi a cavallo presentano certamente, un singolare valore. Nel Capitolo Ved ultimo è 'finalmente tratteggiato a grandi linee un Progetto cli 1·egolamento pe1· i 1·ciid dell'avvenfre. Notiamo soltanto ch'essi sarebbero unicamente riservati agli ufficià.li francesi montanti cavalli di servizio, ed avrebbero per scopo: « cli determinare gli ufficiali dell'esercito atti·vo « a ricerca.re i migliori cavalli, i più resistenti ed i più com« pJeti, ed a farne i loro cavalli di servizio. Essi devono « inoltre incoraggiarli nello studio dei problemi : dell'allena« monto speciale del cavallo di servizio per uno sforzo con« siderevole, della migliore utilizzazione delle forze del ca« vallo, dello cure a darsi al cavallo prima, durante e clopo « una prova richiedente in un certe lasso di tempo il dispendio, « della massima parte delle sue forze ». Diremo finalmenfe che l'edizione è, per caratteri e per carta, di lusso; che è adorna di innumerevoli fotografiet comprese quelle di cavalli e ,cavalieri tutti che parteciparono al raid, e corredata di due belle carte topograficheper l'itinerario da Parigi a R ouen e da Rouen a Deauville. Noi certo non siamo degli entusi·asti per questo genere di corse chè non hanno un reale punto di contatto con. qualsiasi servizio da farsi in guena.

Il libro con.:;ta di una prefazione e di cinque capitoli. Nella p1·ef'azirme l'autore espone brevemente lo scopo della sua opera, quale sopra rilevammo. ~el Capito_lo_I è r eso conto in modo assai particolareggiato dei preparativi e dell'esecuzione del Raid. ~l _Capi~olo II riporta i rapporti e le impressioni personali dei smgoh ~oncorrenti, e, ~ nostro giudizio, è questa ]a parte verament~ ~nteressante ed istruttiva del libro. E specialmente notevole e ~l .lungo rapporto del vincitore della corsa, il tenente Bausil del 28° Dragoni, il quale non si limita a riferire intorno al suo contegno cd a quello del suo cavallo durante la corsa: ma minutamente espone le lezioni della sua lnnga esperienza, relative alla preparazione del cavaliere e del cavallo alle lunghe corse e fa concloUa a tenersi durante la corsa stessa. Questo rapporto fu già pubblicato - anzi in qualche parte più ampio - dalla Ret,-ite de Cavale1·irt, e senza entrare nel merito di tutte le idee teoriche e pratiche da lui e~presse - ~iò che ci trarrebbe troppo lontano - non ci perit1amo dal dire che esso sarà consultato dalPufficia.le di cavalleria con sicuro di lui vantaggio. E non è solo il rapporto del tenente Bausil che presenta interesse; anche ne11e relazioni degli altri ufficiali si trovano pensieri e norme di non poco valore. · Il Capitolo III porge notizie SL1 tutti i cavalli che parteciparono al Baid, e cioè sulle loro origini, provenienze, pe1'(01·mances anteriori, sul loro sangue. ·• N~n ~-cc?1-re ~pendere pa_r~la per dimostrare l'importanza cava,lensL1ca d1 queste not1z1e - pur troppo troppo sommarie per non pochi cavalli - che mettono in grado di giudicare con sufficiente approssimazione del valore dei singoli cavalli in base ai dati forniti sul loro sangue sui loro procedenti'. Ne rileviamo che' sopra trentadue cavalli che presero parte all_a ?orsa,, 16 e~ano di ~uro sangue (fra cui due soli di · propneta del! ufficiale) 7 di mezzo sangue; 3 di origine estera,

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A!i~O XLIX.


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NOTE BIBLIOGRAFICHE

L'ufficiale, infatti, vi sarà sempre accompagnato dalla truppa, in maggiore o minor numero secondo il servizio che B chiamato a disimpegnare, sicchè le condizioni in cui si troverà l'ufficiale in guerra sono assoluta.mente differenti da .quelle in cui si trova durante u n raid del tempo di pace. Non siamo però fra coloro che disconoscono completamente · l'importanza ed utilità di queste prove. B troppo chiaro che l'ufficiale che sa il più - che cioè ha il più largo corredo d i cognizioni pratiche sull'impiego del cavallo - sa anche il meno, e non vi è dubbio quindi eh~ quanto ha appreso in una difficile prova, non gli debba riuscire di vantaggio in prove d'altro genere e al comando della truppa. È per queste ragioni che raccomandiamo agli ufficiali delle .armi a cavallo la bella e rimarchevole opera del e.onte D'Ideviile.

. NOTE B IBLIOGRAFICHE

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Ar.ors VEL'rZÉ, m1pitano addetto alla .Sezione storica dello I. R. Archivio di g uerra. - Dalle memorie di Baratieri. La battaglia di Adita, :L 0 1na1·zo 1896. - Vienna tipografia Seidel e figlio, 1904. · Dal titolo del libro si sarebbe indotti a credere che la narrazione delfo, battaglia di .Adua sia stata scritta in base soltanto alle jl!{emorie di Ba1·atiei·i. Ma non è un lavoro di semplice compilazione quello del capitano sig. Veltzé. Gli scrit ti più. importanti e più autorevoli che presenta la stampa militare italiana, in primo luogo, la tedesca, la francese, la russa, furono tutti, con grande cura ed intelligenza stLidi ati, vagliati dall'egregio e coscienzioso autore. Gli è così riuscito di detta.re una descrizione della battaglia di Adua -che, per abbondanza di particolari, per chiarezza nell'esposizione, per imparzialità e sano criterio militare, è certamente da annoverarsi fra le più rimarchevoli. Non vi è dubbio che il Veltzè h11 cercato di attenuare ."a.lquanto· la responsabilità del generale Baratieri per quella

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<disgraziata giorna.ta, e fa prova di questo .suo intimo p~n,siero la cura posta nel mettere in rilievo 1 non pochi m-cidenti verificatisi durante la battaglia ad insaputa o con~ trariamente agli ordini stessi ìmpartiti dal Baratieri: p~·in-cipalmente il fatto - che sicur~mente ~ la causa prima ,dell'insuccesso - che la pugna s1 svolse m tre lotte affatto ,distinte .l'una dall'altra e in nessun accordo fra loro. Le osservazioni e considerazioni al riguardo sono però espresse sempre con giusta misura e non tendono palesemente che .a. dire la verità o quella che l'autore ritiene per tale. L'autore r ileva il valore delle truppe italiane. Osservando ·-0he le perdite degli it~iliani furono di 2 gener~li .so~ra 5~ d~ 19 ufficiali superiori sopra 31, di 242 ufficiali mfer1on ,sopra, 585 - « im 1·app01·to nurrw·ico che più ~paventoso no~i si può immaginare»; - che la perdita totale de1 comb~~ten~1 .fu ,del 53 per cento e del 70 per cento comprendendovi 1 prigionieri , eo-li e conclude : « Non vi è dubbio che gli Italia.ni, . in ·parte, (?) combatterono con vero erois~no_ ». Nella narraz~one però della ritirata ci pare che l'autore 1ns1sta troppo sul d1sor,dine e sullo stato dei soldati in q uel terribile frangente, ,poichè quell~ ritirata fu, come è stata e sarà sempre, quella .di una truppa che ha combattuto sino all'estremo e che ma.1:grado il valore dimostrato, ha subìto una catastrofe.

*** Noi non intendiamo indugiarci nella disamina della. nar-razione della battaglia, si'a perchè andremmo troppo per le lunghe, sia, principalmente perchè si tratta di cose a noi italiani ben note, e ciò tanto più che la descrizione fa.ttane .dallo scrittore austriaco risponde essenzialmente a quanto -fu già pubblicato in · Italia e, in pr1ma lineti, sulla Rivista milita1·e italiana. I pochi rilievi che potremmo fare non sono tali da fermarvisi sopra. Diremo solo che corredano l'opera tre belle carte ripro, .dotte da quelle unite alle J.lfemo1·ie del generale Baratieri e .che numerosi schizzi inserti nel testo chiariscono la situa-

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NOTE BIBLIOGR.A.FIOHE

NOTE BIBLIOGRAFICHE

zione del momento cui si riferiscono, riescendo così di non. poco vantaggio per i lettori. Yoglìamo per contro soffermarci brevemente sulle Cotisi~ de1·aziooi critiche che formano l'ultimo capitolo del libro. Il veltzé anzitutto riporta in parte· la conferenza, tenuta. dal generale Gazzurelli alla fi ne del 1896 agli allievi della scuola di guerra di 'l'orino, sugli insegnament i della campa~. gna africana di quell'anno. Alle parole deì nostro competente generale egli crede di dover aggiungere che il generale Baratieri aveva ragione di resistere alle pressioni della patria affinchè attaccasse il nemico, e che oggidì anche Italia nessuno più contrasta tale fatto. La decisione però del Baratieri di avanzare contro gli: Abissini nella speranza che la sua provocazirme li indurrebbe, a ritirarsi fu un grande errore, perchè fu una mezza misura .. « Il Baratieri volle avanzare e d'altro lato non voleva bat« tersi - dall'altro aveva la volontà di ritirarsi, senza avere « il coraggio di tradurre in atto questo divisamento cou ri« solutezza ». E simili mezze misure si trovano in molte, altre sue disposizioni, e l'autore si domanda se ciò dipeseda manca.nza di fiducia in sè stesso ::> di fiducia nelle suetruppe, oppure dalla loro qebolezza numerica, ma non risponde alla fattasi domanda. Egli nota invece che i suoi generali erano del ti.ltto differenti. Egli ascrive ai generali Albertone e Dabormida un grande spiritò offensivo e forse anche un eccessivo sprezzo del nemico: in ogni modo fu colpa del comando superiore di non aver saputo infrenare i suoi dipendenti e far valere la sua inevitabile. « Sconfitta la brigata Albertone, e fuor di calcolo quella « del _Dabonnida, la catastrofe era immutabile». Egli osserva ancora che dal momento che dall'Italia erano inviati in Africa grossi rinforzi al corpo di operazione non dovevasi spingere il comandante a venire ad una decisione prima dell'arrivo cli quelle truppe. Poiché ritenevansi necessari quei rinforzi, si sarebbe dovuto avver tire Baratieri di non lasciarsi trascinare ad una avventura e raccomandargli vivamente di aspettare l'arrivo dei nuovi reggimenti.

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L'aÙtore rileva infine che non appare giustificato l'aver lasciato il corpo di operazione interamente senza cavalleria. I còmpiti di quest'arma non possono essere disimpegnati, in modo esauriente dalle truppe di fai:iteria, e l'uso fatte· dagli abissini dei cavalieri Galla è la miglior prova -c he il terreno non presentava insuperabili ostacoli all'impiego della cavalleria. . . Il diligente studio del capitano Veltzé è · meritevole d1 Iargo elogio, e noi ra9comandiamo la pregevole sua opera a .quanti hanno pratica dell'idioma tedesco.

B. D.

It>


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HASSEGNA MILITARE ES'l'ERA

La legge approvata dalla Camera doi Ma.gnati il 14 e sanzionato dal Re il giorno successivo, ò entrata subito in vigore. operazioni di leva del contingente ungherese per l'esercito comune che avrebbe dov~to essere chiamato alle armi il 1° ottobre d;llo scorso anno, si sono iniziate il 21 di marzo e la classe sarà, chiamata n.lle armi il 19 maggio p. "'· .t'l. cagione d i queste condizioni del tutto anormali, si sono dov ute adottare, pei reggimenti che si reclutano in Ungheria, delle ::lpeciali disposizioni, le quali prescrivono: a) che l'istruzione individuale non debba soffrire alcuna diminuzione di durata; b) che il termine dell'ist ruzione di compagnia fissato normalmente per la 1/ 2 cli giugno, sia protratto fino al 31 dicembre (1); e) che i reggimenti predetti non debbano prender parte quest'anno alle esercit!tzioni estive. Il congedamento dei riservisti e dei riservisti di complemento, attualmeute sotto le armi in sostituzione del contingente di reclute del 1903, sarà effettuato il 5 maggio p. v.

Le

RASSEGNA MILITARE ESTERA NOTIZIE

AUSTRIA-UNGHERIA .

C.UIBIAMEN'l'I NEGLI .ALTI CO.\Ù,NDI. A datare dal 1° aprile, hanno avuto luogo i seguenti movimenti negli ufficiali generali:. a) il Feldzeugmeister Fabiui Luigi, comandante dell' VIII corpo d'armata (Praga) è stato collocato a riposo, in seguito a sua. doma.uda; . · b) il Tenente maresciallo Czibulka Uberto, comandante della 3F divisione di fanteria (Budapest), è stato nominato comandante dell'VIII corpo d'armata; e) il Tenente maresciallo Krziwanek Carlo, ispet tore dell'artiglieria da fortezza è stato collocato in aspettativa per infermità;. cl) il Maggior generale Beschì Edoardo, direttore d'artiglieria da fortezza in Pola è stato nominato ispettore dell'artiglieria da. fortezza. APPROVAZIONl~ DELLA LEGGE

PEL

CAMBIAMENTO DI SEDE DELL' AcOAD.&:,flA MILITARE ·rECNIOA. -

11 giornale militare austro-ungarico del 12 marzo pubblica che al principio dell'anno scolastico 1904-05 l'Accademia militare tecnica (2) sarà trasferita da Vienna a Modling (3).

LUIGI VVINIl 14 marzo· è morto a · Vienna il principe Luigi vVindisch-C+raetz· generale di cavalleria, ispettore generale delle t r uppe (4). . Era . nato a V ienna il 13 maggio 1830. Rivestiva il grado dJ.. generale di ·cavalleria dal 1888 e quello di ispettore generale delle truppe dal 1895.' DJWESSO DEL GÉNERALE: DI CAVAL,Ll~IHA PRINCll'lJ:

DISCII-GRA'ETZ, I SPE'l;'J~ORE GENERALE DELLE 'l'RUPPE. -

CON'.rINc+ENTE UNGHERESE:

1903. - Dai giornali politici della Monarchia austroungarica rilevasi che 1'11 marzo è stata finalmente approva.ta dalla. Camera dei deputati ungherese, la legge sul contingente pel 1903, la quale, combattuta per ra.gioni politiche con uu ostruzionismo a. tutta oltranza, trova vasi in discussione da circa un anno (1 ). DELL'ANNO

lt) t\ei reggi menti del l'e;orcito comun(). che si rnchitano in Austria, le reclute rurorH> chiamate all e armi rego larm ente il J.0 di ottobre J.903. (2) Serve p()l reclutamento degli urfìciali di artig lieria e delle truppe tecniche. (3) Circa a 15 chilometri a Slld-ovest (l i Vienna sulla lioea ferroviaria VrennaWiener-NeusLarJt. " (t,) Dopo la morte 1lell'Arciduca AH1erto (!805) ispettore gerwrnlc dell'ese rcit_o, quest:, carica fu lasciata vacante e furono istitu iti 3 isp0tton geJl()rah delle truppe, r gua ir dipendono direttamente dall'Imperatore, In tempo di pace essi ha nno l'in~arico rii ispczìonare co rpi, istituti e s tab ilimenti dall'esercito comune, ed rn tempo dr guerra sono <lestinati a l comando dell'armate. ·

Hl Come è no to in AU$lria·Ungheri,t il contingente da fornirsi all'esercito comuneed alla marina è stabilito dal la legge militare del i899 (!issata per un decennio e poi· prorogata di anno in anno tlno ad oggi) nella cifra di i03,i00 uomini. Però annualmente· i contingenti devono essere votati da i (lue parlamenti aus Lriaco, ed ungherese, 1Jer la; parte che li riguarda e cioè: Austria 59,021 uom ini èd Ungheria 44,076 uomini.

&,

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RASSEGNA

MI!,ITARE 'ESTERA

RASSEGNA MILITARE

Era un ufficiale colto ed intelligente, che si era distinto molto alla testa del 14° dragoni che porta il suo nome, al combatti~ mento. di Trauteuau ed alla batta.crlia di .KoniO'o-r·a··tz · o bo :i.

ESfi:RCITAZIOXI DI COMBA'.T.'TDfll:NTO DI G:'.iANDI R.El:'AR'.l.'I DULLA FORZA DI GUERRA. - Il 19 ed il 26 marzo hanno avuto luo()'o in Vienna, sotto la direzione del comandante del corpo d 'armata"' due esercit,azioni di combattimento di grandi reparti. della for~a di guerra. Per la prima di tale esercitazione fu costituita una brigata e ne ebbe il comando il maggior generale Zeller von Zellhain, comandante della 50" brigata di fanteria. La brigata fu fon.nata di. due reggimenti, ciascuno su 3 battaglioni. Concorsero a costituire il 1,0 reggimento i disponibili dei reggimenti Sry) 60° e 72°; ed il 2° reggimento i disponibili del ,:3° cac·ciatori imperatore, del l e del 4° reggimento bosno-erzegovese. Furono aggiunti alla brigata una batteria su 8 pezzi della forza. di guerra, formata dal 6° reggimento artiglieria divisionale, ed uno .squadrone del 4° ussari d i 150 cavalli. . La seconda oserei tazione consistette nella marcia e schieramento di un corpo_ ~'armata, avanzante sn un'unica strada. Non potendosi coi d1spomb1l1 formare un corpo d'armata della forza di guerra venne prescritto che i vari reparti prendessero profondità di marci: uguali a quelle cli guerra. Il comando del. corpo d'armata di manovra fu ·affidato a S . A. I. l'Arciduca Leopoldo Salvato.re, comandante della :25~ divisione di fanteria. O

Il corpo d'armata si mise in marcia nel modo seguente : a) cavalleria 'esplorante, 5 squadroni: b) avanguardia: ' ½ squadrone, tre battaglioni del 3° cacciatori, 1 0 ± reggimento d'artiglieria divisionale, '/ 2 sezione d.i sanità; e) grosso: 25a divisione di fanteria (15 battaglioni e 8 batterie), 47a id. (14 id. 3 id. ). .La partenza ebbe ltwgo fra le 7 '/2 e le 121 il ritorno fra le 14

e le

~o.

Il percorso massimo fu d i 40 km., il minimo di 25.

ESTER.A.

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Il corpo d'armata prese una profondità di 30 km. circa. Le sezioni di sanità erano rappresentata da 1/ 1 sezioni. La colonna dei carri munizioni dei reggimenti d i fanteria da 30 -carri-munizioni. I parchi munizioni da 8 carri da battaglia ad 8 cavalli. La tasta del carreggio di combattimento dai carri viveri ·e bagaglio del 4° reggìmento bosno-erzegovese. · VARO DELLA CORAZZA'l'A B. - Alla fine di aprile san\ varata .a Trieste la corazzata B, gemella della corazzata A1·cid·u ca Oarlo1 varata il 4 ottobre dello scors<, anno. Pare che alla nuova nave sarà dato il nome d.ell' Arciditca Fcde·l'ico, :figlio clell' Arciduca Carlo,. che al comando della flotta austriaca si coprì di g·loria alle batta.glie di S. Giovanni d'Acri e di Saida. Questa corazzata ha un dislocamento di 10,600 tonnell. nna forza di 14 mila cavalli a vapore e sarà a.rmata con 46 cannoni (4 cli grosso calibro, 12 di medio, 14 di calibro leggero e 16 a tiro rapido). Colle sue g emelle Arcicluca Cet1·lo . (già varata e ora in armamento) e O in costrnzione, e destinata a costituire la divisione pit't potente di corazzate della flotta austro-ungarica. FLOTTIGLIA DANUBIANA. - Il giorno 25 marzo alla presenza di S. A.. I. l 'Arciduca Giuseppe, Comandante Superiore della Landwehr ungherese, furono varati nel cantiere della società danubiana due nuovi Monitori danubiani, ai quali fu dato il nome di Tc1r.es -e Bod1·og. Questi due .uuovi Monitori differiscono d.i.i due ·ultimi varati nel 1892 (Koros e Szamos) per avere , le due torri per ca.mioni da c. m. 12 collocate a prua anziché una a prua e l'altra a poppa. L'armamento consisterà in 2 cannoni a tiro rapido da c. m. 12 installat i uno per torre. , 1 obice da c. m. 12 installato a poppa. 3 mitragliatrici. Nel cantiere sud.d etto si trovano attualmente in costruzione ançhe 5 battelli-pattuglia (Patrouillenboote), i quali saranno provvisti d i macchine a turbinaO Parson . Effettuato il varo di q uesti battelli-pattuglia, la flottiglia da nub iana sarà costituita da :


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RASSEGNA MILI'l'ARE ESTERA

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R ASSEGNA MILI'.r;\RE ESTERA

6 monitori (1) (2 recentissimi, 2 varati nel 1892 e 2 varati nel 1872 ma rimodernati nel 1894). 6 battelli-pattuglia (2). 1 torpediniera (3).

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Queste conferenze mirano, come dice la lettera del Ministro diretta al comandante la scuola., a togliere l'inconveniente che giovani, i quali sono, per la maggior parte, dest,inati a diventare direttori o funzionari di stabilimenti industriali, ignorino la legislazione del lavoro. Incaricato di queste conferenze è l'ex deputato Fouruière, socia. lista, professore della Scuola degli alti studi sociali, della Scuola professionale superiore delle poste e telegrafi ed esaminatore alla ~cuola superiore cli commercio, autore di numerose opere di scienze social i, una vera competenza in materia . .,

1 a DIVISIONE DELLA SQUADRA A US'.l'ROLa 1a Divisione della squadra aus tro-ungarica composta deìle corazzate Habsbitrg, Arpad e Jlr! onarch o del <:acciatorpediniere Satellit al comando del contrammiraglio Kneissler von Maixdorf, imprenderà nel corrente mese un viaggio in Asia minore· ed in Grecia, della durata di 2 mesi e mezzo. Essa visiterà Corfù, Zante, Patrasso ed i porti del Pireo. Alla fine d i giugno farà ritorno a Pola dove le saranno aggiunte, altre cora;c,zate, incroCJ.atori e torpedinie1:e e verrà così costituita la, squadra di ostate per le ·consuete manovre navali nell'Adriatico. VIAGGIO ALL'ES'rERO DELLA

UNGARICA. -

MANOVRE COI lWADRI, VIAGGI E RICOG:1\'IZIO:K I DI STA'l'O !>IAG·

1904. - Una circolare ministeriale del 3 marzo stabilisce le seguenti manovre coi quadri e viaggi cli stato maggiore per il 1904. 1° Viaggi di stato rnag_qiore. - In ciascun corpo d'armata, compreso quello coloniale, o nel Governo militare d i Parigi sarà esegui to un viaggio di stato maggiore. Nella :XIV e XV regione questi viaggi saranno sostituiti da via.ggi speciali da regolarsi con ulteriori disposizioni. 2° 1lfanov,re coi q'uadri. - 1° In t utti i corpi d'armata, eccetto quello delle truppe coloniali, si eseguiranno due manovre coi quadri di divisione attiva. (tre nel VI e VII corpo) ed una manovra coi quadri di divisione di riserva. Inoltre, nel XIV corpo, la brigata . regionale d i L ione eseguirit nna manovra coi quadri cli brigata. Nel corpo di armata colonia.le si avranno tre manovre coi quadri di divisione attiva. 2° In Algeria e Tunisia si eseguiranno quattro manovre di brigata coi quadri nel XIX corpo, e di.le nella divisione di occupazione della Tunisia. 3° Ogni divisione di cavalleria eseguirà una manovra coi quadri di di visione. 4° Le brigate di cavalleria di corpo parteciperanno alle ma- . novre coi quadri d i una .delle divisioni di fanteria del loro corpo d'armata. 3° RicogJ1,izioni degli i,:ffeciali del servizio cli stato rna,qgiore. Queste ricognizioni saranno eseguite in tutti i corpi d'annata. GIORE NEL

FRANCIA. ÙONFERENZ!l~ SULLA LEGISLAZIONR DEL LAVORO ALLA SCUOLA

Il Ministro della guerra ha stabilito che, ogni anno, siano tenute t re conferenze sulle leggi che determinano le, condizioni del lavoro e stabiliscono i rapporti tra i padroni ed i salariati agli allievi del 2° corso della scuola politecnica. POLl'.l.'ECNIOA. -

(4) I monitori dam1bian i hanno un dislocamento variabile di 31.0 a 448 tonne Ila te , una forza rii cavalli a vapore eia iOO a HOO, la quale da un percorso da 6 a i.o miglia all'ora; sono armati con 4, 6 e i pezzi. lo tempo di pace percorrono abitualmente il Danubio, ma qualche volta risalgorw anche. i corsi della Thciss e della Siva. In tempo di guerra servono essenzialmente a pro teggere od impedire passaggi dei lì umi ten tati con o sen1.a gittamento di ponti. (~ I battell i-palluglia banno un cli,;Jocamento di 30 tonnellate, una forza di 200 cavalli a vapore e sono armati con una mitragl iatrice. , Per la l<> ro piccola pescagione e gr:md<J manovrahilità, possono portarsi a scopo di ricogn i1.ione in quei bracci ed insenature del fiume, dove non potrebbero avrenturnrsi i monitori. (3/ La torpediniera. ha conservato ques to nome perché come tale appar tr.neva alla no tta dell' Aj.lriatico, ma in effetlo essa non è che un battello-pattuglia. Quando si tratt:t di distruggere s~arramenti od <1 ILre ostruzioni arti!lcialr del fiume e,sa impiega to rpodini ad asta. ' '

LE GRAXDI MAN'OVRE . - Quest'anno avranno luogo due serie di grandi manovre, una nell'est e l'altra nel nord-est.

'


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777

RASSEGNA MILITARE ESTERA

RASSEGNA M ILI TARE ESTERA

. L a prima si effettuerà in Borgogna., sotto la direzione del generale Brugère, vice presidente del Consiglio superior e della guerra. Vi prenderanno parte : il VII e l'VIII cor po d'annata, la 7a ed sa divisione di cavalleria ed una d ivisione di marcia formata dalla 5a brigata di fanteria coloniale, e da una brigata di marcia costituita dai d ue g ruppi de' battaglioni zuavi cli Parigi e di Lione e dal 26° battaglione cacciatori. Le manovre dureranno dal 5 al 15 settembre e saranno divise nei seguenti periodi : 1° Manovre di divisione: durata due o-iorni 5 e 6 settembre "' ' con un giorno di riposo il 7. 2° Manovre di cor po d' armat,a : durata sei giorni, dall' 8 al 13 settembre, includendo un giorno di riposo. 3° Manovre di annata: i due corpi d'armata riuniti contro nemico segnato. Questo periodo durerà due giorni, il 14 e 15 settembre, e terminerà con una rivista nei dintorni di Digione.

Marina .

Il 16 febbraio corrente a 'rolone è stato varato i l sottomarino Bonite che è u·no dei venti, tipo Naiade e Lynx, attualmente in costruzione (10 a Tolone, 6 a Roehefor t, 4 a Cherbourg). Era s tato messo in cant ier-e in maggio 1902. È stato varato con una t rentina di tonnellate di peso. È lungo 24 metri, hrgo 2,30; spostamento 70 tonnellate circa.

..

)

TELEGRAFISTI COLONIALI. - Un decreto del 18 febbraio 1904 stabilisce la formazione della sezione telegrafisti coloniali già prevista dal decreto sull' organiz;,;azione della fanteria coloniale del 19 settembre 1903. La sezione comprende un deposi to in Francia ed alcuni d istaccamenti alle colonie. Il deposi to provvede aU' istruzione tecnica dei sottufficiali, caporali e soldati occorrenti per il ser vizio alle colonie; il personale d istaccato assicura, nelle colonie stesse, il funzionamento dello comunicazioni telegrafiche, in unione al personale civile d istaccatovi dal Ministero delle poste e telegrafi . L'organico del de posito e dei vari distaccamenti è il seguente :

Ca1>itani

.Deposi to Distaccamento dell'Indo Cina.

I

Tenenti

I

Si hanno i seguenti dati s ulle prove della Gloire :'

I

Carbo ne j Co Vebruci,tlo : n,' u rn O ) Jocit:ì per piode q. eh ~~:~?ne I otenza di grig lia I pe1 carnllo Prove a ·tu tta forza ,

,

,

Prove a ti raggio forzato .

I 21 '/1 lb. 34,2 HJ,3 1b . .22,5

I

I

I l b. 1,96 ' - !b. 1/7 1 14400

Il Oonclé (incrociatore corazzato di l0,000 touuellate; lunghezza metri 140; larghezza metri 20,2; i mmersione metri 7,55; gemello dell'Amiral Aube, Gloire, .iVIarseillaise, Si~lly) ha eseguito con buon risultato le prove delle grosse artiglierie. I n una prova preliminare di macchina a 13,500 cavalli (0,7.circa della potenza) ha raggiuntò la velocità di miglia 16,4. Questo basso risultato si attribuisce allo stato pessimo del mare e la prova si rit iene soddisfacente.

Caporal i

Sol t ufficiali

e

soldati

1

2

18

8'7

1

1

13

103

Id.

dell'Africa occidentale

1

10

48

Id.

dell' Africa orientale

1

'7

36

Situazione dei sottomarini: In servizio 9 sottomarini e 5 sommergibili, cioè: Sottomarini : Gymnote di 31 tonnellate (piani di Zedè) a Tolone. G. Zedè di 266 id . (piani di Romauzotti) a Tolone. Morse

F1·ançais Algerien

i di 140 tonnellate (piani diRomazzotti) a Cherbourg.

-


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i

RASSEGNA MILITARE ESTER.A

Fa,fad, t Kordgan di 186 tonn. (piani di l\faugas) Gnome ùutyn Sommerg ibili: Sirène )

RASSEGNA MI LITARE ES'l'ERA

/:

Biserta Rochefort

T~·iton ~ di 157 tonn. (piani di Laubeuf) a Oherbourg. Stliwe \ Espadon) In costruzione: 20 sottomarini tipo Naiade di 70 tonnellate (piani di Romazzotti). Sott,omarino: X d i 120 tonn. (piani di Romazzotti). Y di 225 tonn. (piani di Bertin). Z di 213 t,onn. (piani di Maugas) . Sottomarino .Aig1·ette e Cicogne tonnellate 175 (Lau beuf). Tutti questi da essere pront i nel 1904 più l'Omega di 300 tonnellate su piani di Bertin. Per il 1904 e stato ordinato l' impostame11to di G sottomarini d i 470 tonnellate d i cui i. pia.ni non sono ancora definitivamente stabiliti.

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L'ispettorato generale dell'artiglieria a piedi provvederà alla formazione di un battaglione di artiglieria a piedi di riserva. Per tutte le altre formazioni saranno emanate disposizioni apposite dai comandi di corpo d'armata. Le unità da forman,i avranno, per quanto posssibile la forza di .guerra. I n complesso sono chiamati dal congedo 202,098 nomini, i quali dovranno prestar servizio presso le sottonotate truppe e per un periodo di tempo accanto segnato : 162,200 presso la fanteria per 14 g iorni . 3,750 presso i cacciatori 1 er 14 giorni. 13,900 presso l'artiglieria da campag na per 14 giorni. 7,000 presso l'artiglieria a piedi per 14 giorni. · 4,200 presso i pionieri per 14 giorni. 2,156 presso i ferrovieri parte per 14 g iorni e parte per 28 giorni. 419 presso gli areostieri parte per 14 giorni e parte per 21 giorni. 767 presso i telegrafisti parte per 14 giorni e parte per 42 giorni. 7,706 presso il t reno parte per 12 giorni, parte per 14, ed alt ri per 20 gior ni.

GERMANIA.

Totale 202,098 uomin i d i truppa. 0HIAMA'.rA DI UUMINI DAL CONGl,DO PER PRENDER P ..\.R'l' Jl: ALLE MANOVRE HfPER'.CALI ED ALLE (:l-RANDI ESERCI'.l'AZIONÌ DURANTE

1904. - Col g iornale militare dell'esercito germanico del 19 marzo c. a. furono emanate le d isposi zioni per la chiamata. degli uomini in congedo, che dovnmno prender parte alle manovre imperiali o alle altre g randi esercitazioni, che avranno luogo cluraute i l 1904. Presso il corpo d'annata della g uardia ed il IX ~orpo, designati per le manovre imperia.li, saranno formati, cogli elementi tratti dal congedo, i terzi battaglioni dei reggimenti a ttna.lmente su 2 battaglioni e cioè di 2 reggimenti del corpo della guardia e cli 2 del IX corpb. ' Presso il II, III, IV, VII; XIV e XVIII corpo verrà formato un reggimento di fanteria su 3 battaglioni e presso il I, V, VI, VIII, XI e XVII corpo una briga ta cli artiglieria da compagna su 3 batterie. L'ANNO

,

Movr:MEN'l'I NEGLI ALTI GRADl DELL'.l l:SERcrro BAV.H'Ul:S1t . - Il :giornale militare dell;esercito germanico del 14 marzo c. a. porta i seguenti movimenti avvenuti negli a lti g radi dell'esercito bavarese : -Genera.le Heinrich Ri tter von X ylande1·, comandante del III corpo d'armata bavarese Collocati a dispo· (N'li.rnberg). sizione con penTen ente generale Lnclwig Ritter von Pos~ldnsione. ge1· ispettore della cavalleria bavarese. Tenente generale Karl F rei herr von Horn, comandante della 6~ divisione ba.va.rese èRegensburg), promosso gener ale di fanteria e nominato comandante del .III corpo d'armata bs,var.ese. Maggior genera.le Theodor von Zwehl, comandante della 1a brigata di fanteria bavarese (ìl:Iunchen), promosso tenente genera.le e nominato comandante della 5a divisione bavarese.


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I:ASSEGNA

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RASSEGNA MILITARE ESTERA

MILITARE ESTERA

Maggior generale Otto Freiherr Kress von Kressenstein, comandante della 4a brigata di cavalleria bavarese (Bamberg), promosso tenente generale e nominato ispettore della cavalleria bavarese. Tenente generale ifaximilian F reiherr von Branca aiutante di campo generale di S. A. R. il Reggente di Baviera, _!)romosso generale di fanteria. Maggior generale Karl Ritter von End1·es plenipotenziario bavarese al Bandesrat delPromossi. tenenti l'Impero. generali, :Maggior generale lif':indicli, capo del corpo degli ingegneri ed ispettore delle fortezze. CORSO D'INJ!'ORMAZIONE PER C±EXERALI PRESSO LA SCUOLA DI '.CIRO DI ARTlGLIElUA DA CAMPAGNA. - Il giornale militare dell'esercito germanico del 14 marzo corr. a. dispone, che quest'anno, in base all'Ordine di Gabinetto dell'll giugno 1900, avrà luogo dal 6 al 19 maggio prossimo-venturo, il corso nor male d'informa.zione di 14 giorni per generali presso la scuola di tiro di artiglieria a Jtlterborg. Vi sono comanda.ti 17 generali e cioè: 1 del corpo della guardia, 1 per ciascuno dei corpi dal I al V e dal XIV al XVIII, 1 ispettore di cavalleria, il presidente della commissione superiore degli esami militare, 2 generali bavaresi, 1 sassone ed 1 WLlrttemberghese. -j" GEXERALE FF~LD~fA.RSCHALL CONTE VON WALDERSEE, ISPET-

GENERALE DELLA III ARMATA (HANNOVJ.m). -,- Il 5 marzo ultimo scorso, morì in Haonover per infiammazione intestinale il generale Feldroarschall Alfredo conte von Waldersee, Ispettore della III armata (Hannover), costituita dai 5 corpi d'armata: I (Konigsberg), II (Stettin), IX (Altona), X (Hannover), e XVII (Da.nzig). Discendente da. famiglia oriunda del ducato di Anhalt e nato a Postdam 1'8 aprile 1832, era il superstite dei quattro figli del generale e governatore di Parigi conte Franz Heinrich Georg. - Dei suoi tre fratelli il maggiore, conte Georg, cadde nella campagna del 1870-71 avanti a Parigi col grado di colonnello, comandante il 4° reggim'ento granatieri della g uardia, gli altri, il conte Friedrich, tenente generale a disposizione, ed il con te Franz, vice-ammiraglio al seguito della marina germanica, mo~·irono negli ultimi due anni. TORE

,

· Il generale Feldmarschall, ora defunto, percorse nell'esercito tedesco una brilla:çi.te ca,rriera, di cui qui si accenna sommariamente lo sviluppo seguito. A 18 anni, nel l.850, entrò come sot,totenente nel reggimento ar. tiglieria della g uardi,t; a 34 anni prese parte alla campagna del 1866 contro l'Austria col grado di maggiore di stato maggiore. Al principio del 18';'0, fu inviato ;:on questo .grado come addetto militare a Pangi, iU:di da tenente colonneil.o di stato maggiore prese parte alla guerra franco- tedesca, addetto prima al gran quartiere generale del Re, con cui si trovò alle battaglie di Saint Pù vate Sédan, indi al quartier generale del pr1ncipe F'riedrich Ka.rl, II armata., partecipando alle batta.glie di Beaune-la-Rola.nde, Orléans, Bea.ugency e -Loigny. Quando le trnppe t edesc~ entrarono a Parigi egli fu posto a fianco del tenente geneft't von K.ameke, comandante della capitale francese e dopo conclusa. la pace fu lasciato da Bismarck a Parigi. quale incaricato d'affari del governo imperiale presso la .Repubblica francese. P r omosao colonnello g ià nel giugno 1871 e sostituito nella sua carica a Parigi dal conte von Arnim pi·ese il comando del 13° reggimento cavalleria Konigsulanen in1 Hannover. Nel 1873 venne nominato capo cli stato maggi.ore del X corpo d'armata (Hannover), di cu\ il comandante di allora il principe Albrecht cli Prnssìa, ·e vi restò anche col grado di maggior genera.le, raggiunto nell'agosto 1876, fino a che nel 1881 veJJne nominato generale-quartiermastro, durante la qnal carica fo promossotenente gellera.le nel giugno 1882, ed indi generale di cavalleria, · nell'aprile 1888. - Nell'agosto dello stesso armo venne nominato capo di stato maggiore dell'esercito succedendo al generale Feldrnarscha.11 l'Vloltke, che abbannava il servizio attivò, ma non vi restò molto tempo, poichè nel febbraio 1891, fu destinato al comando del IX corpo d'armata. (Altona). Nel settembre 1895, venne promosso colonnello-generale e nell'àprile 1898, fo nominato ispettore della III armata (Hannover), indi in maggio 1900, fu elevato al grado di generale FeldmarschalL Nell'agosto 1900, col consenso. di tutte le potenze interessate fn inviato in China quale capo delle trnppe internazionali, e dopocompiuta con tutta abilità ed ammirevole t atto la missione affi-.

era

50 -

ANNO Xl,IX,,


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RASSEGNA MILl'l'A.RE ESTERA RASSEGNA MILITARE ESTERA

datagli ri tornò in pat ria r iprendendo il suo posto di prima, ispett ore della III armata (Hanuover), nella qual carica fu colto dalla · morte, all'età di quasi 72 anni.

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, ,sotto le armi, non oltre il 21° giorno, coloro che, a vendo prestato ,ser vizio· fra i non combattenti, mostrerann o insufficiente istruzione. 3° I period i d'istruzione cominceranno : Per le circoscrizioni militari d i Piet roburgo, d i l!"'inlandia e -0:i Kazan - il 20 ag osto (2 settembre). P er la circoscrizione di Mosca - il 1° (14) settembre. Per le circoscrizioni del Caucaso e di Odessa - il 1° (14:) ot·tobre. Per le circoscrizioni di Vilna e di Varsavia - il 10 (23) settembre. Per la circoscrizione di Kiev - il 15 (28) settembre. Il congedamento dei richiamati al termine del loro periodo d''istrn·zione deve aver luogo conforme ai relati vi specchi dei trasporti, non essen.do permessa, per nessun mo.tivo, alcuna v ariazione alla data del rinvio i.11 congedo. Nelle località nelle quali sono richiamati uomini di fan teria,' ché hanno prestato servizio maggiore e minore d i tre an.ni, il giorno d i wreseutazione dei pr imi verrit fissato sette giorni dopo quello d~1 secondi, affinchè i l congeda.mento dei r ich i(l.mati delle due categorie possa aver lnogo contemporaneamente. . . . . ·P resso i comandi di circoscrizione sa,ranno studiati e determinati i reparti di t ruppa presso i quali dovranno compiersi i cors~ d'istru~ .'Zione i d istretti presso i quali deve avvenire la present.a.z1one dei ,rich i:mati e i corpi ai quali deve esser e affidato l'incarico del- . l 'invio dei richiamati ai luoghi d'_istruziove: In~ece la ripartizione dei richiamati dell'artiglieria da fortezza -tra le varie fortezze dell'Impero sarà fatta per cura del coma.udo .del corpo di stato maggiore.

RUSSIA .. RICHIAMI l'ER I STRUZIONE . - Il P1·ikaz del 24 febbraio (8 m arzo) coÌHiene le disposizioni seguenti relati~rè · alla chiamata per istruzione, nel corrente anno, degli uomini appartenenti :alle classi in <:-ongedo. 1° Verranno chiamat,i gli uomini di truppa in congedo della R ussia Europea e del Caucaso (fant eria, ar tiglie1:ia da campagna e da fortezza), cli:e si tro~ano nelle ~eguenti condizioni : · . a) della classe che ha terminato il servizio nel 1899 - gli uomini d i truppa in congedo con , un servizio sotto le armi minore ·dì tre anni, comp resi i volontari condizionati o scelti di 2° grado ; b) della classe che ha terminato il servizio ·nel 1894 - gli uomini di truppa in congedo, provenienti dai reparti attivi o dalla licenza con ser vizio sotto le armi minore ò maggiore d.i tre anni ·0 appartenenti alla fanteria e all'artiglieria da fortezza, e quelli -ll,})l)a.rtenenti all'artiglieria da campagna con ser:vizio maggiore di tre anni, comprendendovi i volontari condizionati o scelti di 2° grado. Dal numer.o degli ùomini. di truppa indicati nei comma a) e b) -debbono essere esclusi t utti coloro ch e, avendo diritto al t rattamento degli istruit.i di 1° g rado (volontari condizionati, volonta1,i -0rdinari, sorteggiati), debbono essete chiamati a.l corso d' istruzione <legli alfieri di complemento. · · · 2° La durata del corso d ' is truzione p resso i reparti di tr uppa .s arà : a) di 28 giorni - per gli nomini di truppa in congedo dell'artiglieria da. fortezza; b) di 21 giorni - per gli uomini di truppa in .congedo di fant eria, che hanno servito presso le truppe attive meno di tre anni , e per quelli dell'artig lieria da campagna. ; e) di 14 giomi - - per gli uomini di trupp,t in congedo, che ltanno servi'to più di t re anni nell a fant eria i rimanendo' però in _facoltà dei comandanti delle circoscriz~oni niilitari d i trattenere ·

,

AUMEN'TO DELLJ~ '.l'RUPPE DI RISERVA . - Un recente prtl.:az pre,scrive la trasformazione· dei 28 battaglioni che formavano la 51", "'2a, "'3" :v V , 54"1 55• , 56" ' e 57" brigata di fanteria di r iserva in reggimenti di r iserva a d ue bat taglioni di 4 compagnie ciascuno. 'l'ali brigate vengono perr.anto a trovarsi .ora nelle condizioni della 46', -47", 48", MJ• e 50a brigata di fanteria di riser va della R ussia E u.ropea e delle due brigate di fanteria d i riserva del Caucaso 65°, e 66a. Rimaugono ancora costituite su 4 battaglioni sole .9 brigate di .riserva, ossia quelle numerate da 58 a 64 e le due del Turkestan. Questa trasformazione a~1menta di 28 battaglioni gli effettivi ,del tempo di pace della fanteria di riserva, tenendo però conto ;


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RASSEGNA MILITARE ESTERA

RASSEGNA MILITARE ESTERA

che i 28 battaglioni trasformati erano su 5 compagnie (forza media 493 uomini di truppa); e i nuovi 28 reggimenti sono su sole 8 compagnie (forza modia del reggimeuto 788 uomini di truppa). Non si hanno però dati sicuri sulle variazioni in caso di mobilitazio1l e. Second o quanto è noto, le brigate di riserva composte di 4 reggimenti a 2 battaglioni formerebbero in guerra una di,isione di 1 ° turno, mediante il raddoppiamento ,dei battaglioni. In;ece le brigate di riserva su 4 battaglioni formerebbero una divisione di 1° turno, mediante Ja trasformazione delle prime 4 compagnie di ogni battaglione in un batta.glione di 1° turno, e nna divisione di 2° turno, composta delle quinte compagnie di ogni battaglione, trasformate ognuna in un reggimento di 2° turno. Colla trasformar.ione dei 28 ba,t taglioni sopra accennati s i verrebbero pertanto a perdere, in caso di mobilitazione, 7 divisioni di 2° turno. Bisogna però osservare che le divisioni di 1° turno provenienti dalle brigate di riserva di 4 reggimenti vengono ad avere la loro forza d i guerra per meno di '/ , composta di richiamati ; mentre le divisioni d i 1° turno, provenienti dalle brigate di riserva a 4 bat taglioni, avrebbero la forr.a di g uerra compostn, per 7/ 8 circa di richiamati e le divisioni di 20 turno della stessa provenienza una forza di guerra composta per $!/~; di r ichiamati. Pertanto la trasformazione accennata dei 28 battaglioni ha il grande vantaggio di accrescere di molto la solidità. delle divisioni formate in caso di mobili tazione. Non è però difficile che esistano altre d isposizioni per ottenore, in caso di bisogno, anche di visioni. di 2° turno delle brigate di riserva su 4 reggimenti. ARTI GLIERIA DEL CORPO SPEOI.A.Llll DE LLE GUARDIE DI FRONTIERA

- Un or1ine del giorno del Ministro delle finanze, in data 18 mar~o: noti.fica cho Jo Czar ha ordinato il giorno 11 marzo, che le batterie da montagna a piedi del corpo speciale delle g nardit:1 di frontiera al di là. dell'Amur siano trasformate in batterie a cavallo aumentando g li organici di de~te batterie di 6 ufficiali e di 236 ca~ valli. NUOVA DIVISIOXE DI CAVALLERIA. - Coi reparti d i 2 0 turno dei cosacchi del Transbaikal tostè mobilitati si è formata una divisione di cavalleria col nome Dhfaione cosacchi dol Transba,ikal e suddivisa in due brigate : la 1a formata dai reggimenti 2° Ver-

,

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~hneundin e 2° Tchita; la 2" formata da,i reggimenti 2° Xertchin -e 2° Argnn. Nuovo MINISTRO DELLA GU~~RR,A . - In occasione della nomina ,del generale K nropatkin, ministro della guena, a, comandan te l'arU1ata della Manciuria, il genorale Sakarov, capo di stato maggiore, era. stato inca1:icato, conforme alle'vigenti prescrizioni, d i reggere interinalmente il Dicastero della guorra. Con recente decreto detto genera.le venne nominato ministro titolare della guerra.

SPAGNA .

RIORDINAMENTO DELL'ESERCITQ 1-; DEI S~:RVIZI lflLITARI. - Al,cune disposizioni recentemente adottate dal governo spagnuolo {concessi one di crediti straordinari per fortificazioni o matoriale -d'artiglieria ed aumento dei presidi delle Baleari, delle Canarie ,e del campo di Gibilterra) sono state erroneamente ritenute dalla .stam1)a quali misure di precanzione in vista di complicazioni che il confli tto rusf:lo-giapponese potrebbe provocare in Europa. Si tratta inveco dell' .,,ttuazione di alcuni provvedimenti previsti dal progetto di riordinamento dell'esercito e dei servizi militari, rio r<linamento che h a per scopo di dotare l'esercito di tutti i mezà indispensabili perchò possa essere ;dl'altozza della propria missione. Allo occorrent,i speso vorrà fa tto fronte colle risorse ordi"!larie del bilancio, adottando gradataments i vari provvedimenti ,a seconda dei fondi d isponibili, a cmninciaro d~ll'esorcizio finanziari o corrente. P er l 'aumento del materialo d'artiglieria e per la -costruzione di nuove fortificar.ion i ritenute indispensabili por la ·difesa del paese verrà invece provvisto immediatamente ed a tale scopo è stato app unto concesso, nel mese dcco1·so, un credito ,straor-dinario di 8,824,500 pesetas (1). Lo d is posizioni principali del progetto di riordinamento dell'esercì to e d ei servizi mili tari sono le seguenti : 1° Divisione del territorio della penisola in sette regioni, -ogn L10a delle quali sarà sede di un corpo d 'annata.

( I) Una pr:;cta -

i lir3 italiana ,I


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RAS SEGNA MILl'.,['ARE ESTERA

Gli arcipolaghi delle Baleari e delle Canarie sono ordinati regionalmente ed in ciascuno di essi è istituito un governo militareindipendente che ne organizzerà la difesa. Ciascuna isola avrà. un presidio regionale proporzionato al numero degli abitanti o soltanto all'isola di Minorca, che no n possiede sufficienti risorse in persona.le, sarà dostinato un reggimento dalla penisola; 2° Aumento dell'effettivo dell'esercito di 10,000 uomfoi allo scopo di rinforzare le singolo unità e le guarnigfoni d'Africa; 3° Aumento di due reggimenti di fanteria in Spagna e sop-· prossione di uno dei reggimenti di gua1:nigione in Africa, i quali sono cosi ridotti a 3, su 3 battaglioni con effettivi superiori a quelli che avevano precedentemente; 4° Aumento di 2 squadroni destinati uno alle Baleari e l'altroalle Canarie; 5° Creazione di un gruppo di 3 batterie d'artiglieria da montagna destinato alla brigata del campo di Gibilterra; 6° Soppressione dei battaglioni d'artiglieria da fortezza destit1a.ndo invece a ciascuna piazza forte il persona.lo necessario a seconda del numero dello batterio che vi si trovano. Ognuno di questi r aggruppamenti di personale d'ar tiglieria da fortezza co::;tituirà uu'Lrnità amministrativa; 7° I telegrafisti e gli zappatori minatori del genio, che finora. formavano due reggimenti distinti, vengono riorganizzati e for-· mati su sette reggimenti misti di telegrafisti e zappatori minatori (uno por regione) ; 8 1 Creazione dei qaadri dei terzi battaglioni pei r eggimenti di fanteria o per gli squadroni, batterie e compag nie di deposito, nei reggimet1ti di cavalleria, a rtiglieria e genio e nei battaglioni cacciatori; 9° Aumento in ogni reggimento di un tenente colonnello per esercì tarvi le fnnzioui di relatore; 10° Stanziamento annuale di somme per eseroita.zioni e manovre ~llo scopo d.i perfezionare l'istruzione delle singole armi; 11° La fanteria e la cavalleria vengono dotate del carreggio necessario pel trasporto delle munizioni, dei viveri e del rimanent;e materiale d.a por tarsi in ca111pagna ed è riordinato ed aumentato il carreggio già in consegna alle altre armi; 12° Aumento dello stipendio degli ufficiali del 30 °/ 0 alle Canarie e del 10 °/0 alle Baleari e nelle guarnigioni d'Africa; 13° L'assegno di prima vestizione per la truppa è portato a. 56 pesetas per le armi a piedi ed . a 70 per quelle montate. L'as- ,

R ASSEG NA MILITARE ES'l 'ERA

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segno giornaliero per le prime è di 80 cente~imi (:_a~cio 5.0, m~ssa vestiario 15, soldo 15) e per lo seconde d1 85 (o lll p111 pe1 la massa vestiario); . . 14° Riorganizzazione dol corpo co11tabile e del .corpo samtano i 150 R iorganizzazione dello sc1.10l~ militari ist1 tuendo. un collegio militare generalo per t utte le armi e converte~clo 1~ sc:1ole di applicazione le accademie speciali at tualmente ·es1_stent1. ~1e~e pure istituita una scuola centrale di tiro per l'esercito, d1v1sa, m 4 sezioni: duo per l'artiglieria, una per la fantena ed una per la. cavalleria; . 100 Orga.nizzaziono del min istero della .gu.e rra su sole ~ sezioni e una segreteria con comitati provvisori (jtmtcis fcicoltativas) di artiglieria .,.enio o sanità militare . 170 Sopp~·e:sione della. commissione consultiva di. guorr~ (iunt."' amsttltiva cle giwrra), istituendo in SLla vece, alla unmediata dipendenza del ministero : · uno stato maggiore centralo (incaricato di provvedere a quant? ha tratto alla preparazìone della guerra ecl a capo clol quale sara posto un tenente generale colle attribuzioni di capo di stato mag· o·ioro dell'esercito) ed · "" un ispettornto generale delle difeso e dei servizi militarL MATRD IONI DE(H,I UFFI01AJ,1. Con decreto 1'1 marzo 1904 l'articolo 30 della legge SLlÌ matrimoni degli- ufficiali è stato tnodincato nel modo seguente : Per ottenoro Ì'autori.zza.zione per contra.rre il matrimonio gli ufficiali devono aver compiuto il ventitreesimo anno di età. I subalterni devono inoltre possedere una r~ndita. che unita al loro stipendio ed ai soprassoldi d i decorazioni ~i quali ~ossono aver· l'ammontal'e dello stipendio da cap1tano. Vanno· d iritto raù'nfono·a 1 però e~enttda ~nesta disposizioue i subalterni dell'_ese1:cito a~tivoche contano 30 anni di età e 12 di servizio e q1;1elh dei corpi non attivi (alabardieri, invalidi, guardia ·civile, ccc.) qualunque ne sia.. l'età e la durata del servizio.

NOTA . Per ragiotte di spazio . siam.o- . costrttli a t·iman~re ~Ila prossi':1a di~e,isa la

puùblicazi-One delta 2• parie del rapporto della comm issi on e inglese per ol riordinamento

dal mini stero della guerra.


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bicicletta, od atti a determinare la di rezione della marcia, la forza della truppa, ecc. Sono dati e notizie che in modo egregio inizi:mo l't1fficiale nell'arte, per lui importantissima ma assai difficile, di saper leggere e valutare gl'indizi.

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P uchè e come, J)OSsa conferirsi il grado di sottotenente ai sottu.tìiciali, pel capita,110 F. ABIGN~NTE. - L'au tore dice, e qui. dice bene, che i còmpiti dei sottt1fficiali sono due : quello di istruire e comandare i. soldati e quello di coprire uffici sopratutto con tabili, e gli sembra che al còmpito primo son destina.ti i sergenti, ll.l secondo tutti gli altri gradi . « Ora, egli soggiunge, perche questi 11 Itimi durassero como d urano, lungamente coperti, senza. cambiamenti nei titolari, i mèzzi attuali bastano, e tutto al più si potrebbero migliorare cou piccoli aumenti di paga o di rafferma. · Qt1ello ù1vece che non si è mai rinscito a fare, e n emmeno si. riuscirà. senza una riforma vera e radicale, è di trattenere lungamente il sottuffici ale nel g rado di sergente, che è il grado davvero importa.nte, massime oggi che por le mutate condizioni numeriche, morali, discipJinari e sociali, gli eserciti hanno bisogno di ufficiali e sottuffici ali combctttenti di al to valore » . 1folla, a.dunque, secondo l' Abigneute si è fatto al riguardo; e egli n on vode nell'ultima legge dol 1902 sui sottufficiali che la creazione del nuovo g rado di mu.resciallo - « espedien te idea.to per diminuire il numero dei concorrenti agli impieghi govef'natfri, non rnai come una soluzione, neanche parzial e, del problema ; come ttn vantaggio a taluni individui , non mai come un miglioramento del hi clas.se sottufficiali ; mentre d'altra parte si dove scorgervi nna novella cagione di da,nno al già miserevole stato i n cui versa il grado di sergente» , quasiohè il ridurre la. ferma, il concedere premi, l'aumentare soprassoldi, il crea.re gradi., come a.ppunto si è fatto colla leggo del 1902,. non costituiscono dei ver i e rilevanti vantaggi per i sottufficia l i tutti. L'Abignente quindi, vorrebbe, si tendesse ad ottenere che i g iovani sergenti si raffermino , non v adano a Modena, n on si r iver sino nei g radi superiori della. categoria sottufficiali, e non vede al tro rimedio, ad ottenere tutto ciò «chela lusinga di far loro raggiungere le spalline in via ~or inale», e in base a qu esto concetto form ula le sne proposte pér l'invio al corso speciale di quei sergenti, ad esso aspiranti. L'Abignente nel sno ar ticolo, espone anche ideo b uone e giuste, ma, sebbeno ammiriamo le sue convinzioni , purtuttavia ci pare non tenga sufficiente conto di quanto fu fatto per la complessa e

Rivista di cavalleria. Anno VII, fascicolo IV, aprile 190ib.

L_a cavatle1·ia nelle granrl,i manovre nPl Veneto clel 1903 ( schizzo) . per **''' P . con uno , · · -. remesso un succmto racconto - fat to mo! to be~e ~ con molta chiarezza - delle operazioni compiute dalla caval~~~1a 1.n confronto a ~uelle compiuto dai grossi dei due parti ti alle b randi mano Vl'e n el Veneto dell'autunno scorso l'a·t1toi·e e l ·a . . ' sponea cune coos1 eraz1om sull'impiego della ca,alleria alle medos· E r mette in evidenza l'operato della cavalleria dei d t·t~me. g 1 .·1 . . . ue par 1 1 e, come 11 eva Je giornate 1n cui essa soddisfece ai suoi còmpiti, cosi non tace.le manchevolezze verificatesi in altre giornate E' unb .· t· ,. -·. f ' · "' c11 ica. ~,iv.1a ~ atta somp.r~ con garbo, dirotta u nicamente ad u no sco )~1strn~t1vo, affinche s1 tragga profitto dall'esperienza fatta. I Gh appunti mossi alla cavalleria uon sono in vero pochi e talun 1· ancora non sono lievi, como, a mo' d 'esempio queJJi i·elati· · . · · d· · . . , vi a 1 ser v~z10 1 ncog'.11z1one che non fu sempre pe1j'etto, all'adoperare troppi distaccamenti, alla poca cura del servizio di sicurezza in ll'.l" .. · d · ta · . ....rcia e 10 s z10ne, a l non aver agi to sempreI nel campo tatt· · 1' t d ico lll pene to accor o col.l e altre armi. E però bene avverte l'autore che per altro la ~avallen~ ~g:l og nor~ con grand issima lena, mettendo in vista lo ottime qualità che la d1st.mguono e che in com.p less l d· d · d· · . .. . ' o a ra ice 01 1fetti ap~al~sat1s1 «~ forse da ricercar si nell'eccesso di. una qualità buona ed md1spensab1 le, quella dell'ardimento ». ·t .· Articolo sicuramente notevole e che o-li uffici·a1· . a· o 1 DOS 111 spec·e q ueIl 1 .1 caval!oria, leggeranno con .Profitto. IJ_egli ~ndizii in guerra, pel maggiore dei bersaglieri E. D~ Rossr. - E articolo pregevole che for nisce non pochi dati interessanti i ntorno agli indi:;;1 del passaggio di truppe, forn it i dalle orme las~iato dalle snole dello scarpe, dai ferri dei quadrupedi, dalle r uote della

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conto di quello esperimento. Egli ricorda quindi gli studi e le ricognizioni eseguite poi, per giungere all'opera della Commissione tecnica nominatit dal Governo nel marzo 1900, che fu incaricata dello studio dell'importante questione. Presidente di d.etta Commissione fo, come è no·to, l'onorevole cleput,ato Leone Romauin-J acur, e sotto la di lui direzione q uel consesso di competenti e valorose personalità, riassunse e concretò tutto il lavoro dei suoi studi e delle sue proposte nella diligente relazione presentata al Ministei·o dei lavori pubblici nella passata prima.vera. Il presente studio è una intelligente d isamina _dell'opera, così universalmente apprezzata, .di quella autorevole Commissione, accompagnata da molte e pregevoli considerazioni, specie per quanto concerne le utilità militari che ne ridonderebbero, quando fosse condotta a termi:qe codesta rete navigabile interna. Un piano schematico, accuratamente fatto, lascia scorgere a prima vista la rete tutta di navigazione interna progettata nella vallata del Po. Noi vivamente ci rallegriamo col signor maggiore Abruzzese, tanto pel suo rimarcl1evole lavoro, quanto, e piì1, per l'.opera sua d'intelligenza, ed attività che presta ad. una questione cosi impor· tante per l'Italia, quale è q~1ella della navigazione interna nella valle del Po.

difffcile questione dei sottufficiali. E d'altronde non sarebbe Uila v~ra il.lusioue la ~ua, di credere .che la lontana probabilità. di raggiungere le spalline dopo non pochi anni di servizio possa risolvere compiutamente il quesito di darci ottimi sergenti? La cavalle1·ia imperiale giapponesç, (nota eri. appunti), p~r STRABreve articolo d'attualità,, ben fatto, che porge part,icola.reggiate notizie sullo stato f-tltualt:l della cavalleria giappone"le.

DIOTT~. -

R ivista d'artiglieria e genio .

XXI' ,,A.. nua t ~' vo1ume I , iebb'.·ait i:e marzo 1904. Il problema del punta.mento indiretto delie a1·tiglierie :d'assedio. - Per dare la direzione alle artiglierie d'assedio puntando indiretta.men te, si può attenersi al metodo, o di utilizzare una località dalla quale si ve1a il bersaglio, oppure a quello di tra.rre profitt(} della conoscenza della posizione planimetrica del besaglio. In ambedue . i casi gioverà valersi di un goniometro: nel primo ·caso pe l ·ò . • • esso nusc1ra, per lo più, di un vantaggio incontestabile . nel · secon~o caso sarà quasi sempre ut,il.e ·e talvolta indispensabile. . Ciò premesso l'autore studia con singolare cura e competrcmza il tipo _del .goniometr0 più vantaggioso e il suo impiego per la determmaz1one del bersaglio.

del

17: problema della. na.'IJi,qazione interna in lta.lict, pel ~agcriore gemo l\L ABJWZZES.E. - Sul finire dello scorso secol~ sor;eva. · con 0 sede a_ Venezia, un Comitato coll'intento di promuovere in Italia. · la. uav1gaz~one interna a vapore, a,1endo per primi obbiettivi Ve.nez1a e Milano e la li,nea dei fiumi e canali navi()'abili interposti fra queste due città. L'idea., vasta e grandiosa ma 1:on nuova trovò questa volta terreno p:ropizio, e di utile incitamento e di :filcace . arnto pe~ la favorevole riuscita dell'impresa furonq i laro-hi contnbu~1. d1 elementi di studio e mezzi d'esperimento offei~i dalla a.mm1mstrazione della guerra, e propriamente dalla. . brigata lagunan del genio militare. ~'autore prese parte con un rimorchiatore e con personale della bri_gata lagunari al pratico esperimento, allora predisposto ed esegmt~ lungo la progettata arteria da Venezia à Milano, e in uno stud,w, pubblicato nel 1897 nella Rìvistq d' artiglie1·ia e genio, rese ,

Condotta ed ctdclestrmnento degli esplomt01·i cl' artiglieria. A proposito di ·una recente pubblicazione del capitano R. Segre; pel capitano di stato maggiore Gn.Azror.r. - L'autore ritiene che l'opuscolo del capitano Segre, testè pubblicato Condotta ed addestramento de,qli esplora.tori d'm·tiglierici non sia riuscito a stabilire sulla. questione « la giusta teoria, atta a conciliare definitivamente tutti i d issenzienti » . A suo giudizio, la pattuglia d'artiglieria esce fuori dal libro del Segre uon come un -Organo ausiliario del corrispondente comando tattico, ma, per l'ampiezza e la complessità delle funzioni assegnatele, come l'organo addirittura principale ed essenziale di tutto l'impiego dell'arma. L'opuscolo del Segre, perta.nto, opera del resto assai · pregevole e che l'autore vorrebbe tJ:ovasse larga diJfosione fra gli ufficiali e non soltanto d'artiglieria, non gli pare, rappresent i una specie di manuale pratico per chi twrà la missione di preparare esploratori d'artiglieria.~ A prova dE>l suo asserto e nell'intento cli ben definire in che consiste la divergenza di idee fra lui e il Segre, a proposit o di esplo-


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razione di artiglieria, il Grazioli prende in mi.nL1ta e sagace disamina. le tre principali attr.ibuzioui fra quelle assegnate alle pattuglie, e cioè: ricognizione del terreno ; osservazione del tiro; esplorazione propriamente detta. _In _conclusione l'autore 3Corge nel servizio della pattitglia d'artigheria « uno dei })ochi campi ove potrebbe ancora esercitarsi con discreta li bertà l'attività e l'intelligen;;a di un comandante di reparto», e perciq non vorrebbe « che anche questo scampolo d'àttività corresse pericolo di essere codificato, regolamentato, in tutti i suoi minuti. particolari e sotto i suoi notevoli aspet ti ... ». D unq ue, egli conchiude, lasciamo che ogn uno si faccia le patt uglie come crede, e magari che se le impieghi come crede. E qui certo egli ha pienamente ragione. Prepa1·azione dell' arti_qlieria alla battaglia, per ST. - È un esteso resoconto, compilato assai bene, dell'opuscolo del capitano Le Rond deU'a.rtiglieria francese con quel titolo, e col sottotitolo di « Scuole di tiro in terreno vario», e la trad uzione integrale di quanto al generale Langlois piacque det tare come premessa al volume. Sono pouhe pagine, ma nelle quali il capitano Le Rond ha formulato in modo chia-ro e preciso i termini del problema del t iro dell~artiglieria eseguito in terreno vario fuo1·i degli ordinari poli- · gom. La direzione della Rivista fn assai bene inspirata nel pubblicare quell'esteso riassunto di uno fra i più importanti opuscoli venuti ultimamente in luce, che tratta dell'impiego dell'arti"'lieria con 0 concett i cosi pratici e sani: L 'i1npiego dell' a1·tiglieria n ella guerrn d' a.çsedio e la specialità dell'artiglieria di fortezza; pel capitano di stato maggiore MATTmr. L'autore si è prefisso di esporre le norme d'impiego dell'artiglieria nelle operazioni di guerra attorno alle fortezze . Intende poi di dire delle analogie che vi sono nei principii che reggono la guerra campale di fortez;;a e di accennare a quanto, a SLlO giudizio deve farsi perchè l'~rtiglìeria da fortezza risponda aUe esigenze presenti della guerra. E questo il primo articolo, del ponderoso tema che il capitar'.o Matt-ei vuole svolgere; articolo che promette molto pel seg mto.

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Le ]lfora di Liicca (con tre tavole e cinque fìgur~), yel magg!ore del genio CA.RRONClNI. - Le JYiura di Lucca, costitmte ~alla ~mta bastiouata che circon.da la città, sono una delle opere d1 fortifica~ zione dell'epoca cosi.detta moderna ~he si mantiene ancora quasi completamente conservata. Può quindi servire di modello nello studio della storia di fortificazione d i detta epoca, la quale_comprend~ principalmente i secoli XVI e xvn, . e nella qnale magg10rmente si distim;ero gli ingegneri milita_ri. . . . Il maggiore Carroncini, colla, scorta clelle noti~1e n~avate d_a libri documenti e disegni delle mura di Lucca, es1stent1 n_ella biblioteca e nell'archivio di quella città., ed inoltre collo studio sopra luogo e colla guida dei t rattati cli fo r tificazione dell'ep?ca, ha raccolto in qi.1esto notevole studio qua.nto potè conosce~·e int~rn_o alla storia ed al modo cli costrnzione ed' ai molti altri part1colan d1 detta opera. , . È scrittura importante e che presenta molto int eresse. Sitll'efficacia di tiro delle m-itragliatrici, pel maggiore d'al'tigl ieria :È uno studio fatto soltanto per mezzo del ~alcolo, le d1 cui conclnsÌOllÌ sono rappre.sentate dalle tabelle e d~l d.1segm annessi. L'autore . stesso ammette, •J.aturalmente, che 1 nsnltat1 del calcolo hanno solo un valore relativo, ma questo non scema il me-

RICCI. :_

rito della s ua scrittura. . . . Il maggiore Ricci è di avviso « che nel co~ba~timento, 11 fuoc.o di una mitragiiatrice può benissimo, in oonch z1ol'.11 opportnne1 equivaler~ a quello di circa 200 fucili. . . La questione delle mitragliatrici è all'ordine del giorno; l' intelligente s tudio del maggiore Ricci le presta uu valido contributo. Cenni storici intorno a 1.'adcleo della Volpe Imolese, pel maggiore del genio MaRINELLI. - Taddeo Della. Vol pe fo una ~ella fi g ur~ ~1 uomo cl'arme; fu al soldo clei R~ario Sforza, ma spec1almen~e .s1 ~1stinse quale capo delle forze d1 terraferma della Repubbh;a "\ e~ neta che servl. fino alla sua morte, avvenuta nel 1534 nell età d1 · 60 anni. Egli lungamente e tenacemente combattè contro gli Impe~ riali, i qLrnli cercarono a~. ogni costo di abbattere la grandezza d1 Venezia. Una recente disposizione ministeriale clel 28 febbraio 1903 decretò che « la caserma Mendicanti » in Imola, si. d.enomasse « Caserma 'raddeo della Volpe».

Ne parleremo ad opera interamente p-qbblicata.

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Con molta ODJ)ortunita· · d 1', 1·r ma.cro·1or . Mannelli . ' · , q um dett · · poche ma. belle· pagine per far conosce;: quel coudott"1 , ~ qules.te così poco t h . e1 e llllO .ese , no o, e c e pure si rese illustre per vir tù ·r1·t .· t riottiche. mi &l'l e pa-

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Si.lla . deten11,inazione generale delle fas i del varo, per FoL'rON ingegnere n avale. - L' autore chiaramente espone in che consiste i l metodo di studio; segui to d ai francesi, della parte statica del varo; s tudia poi l' applicazione del dett,o metodo alla -determinazione generale delle fasi di un varo.

.GIUNTINI,

Come al solito, fanno se1enito le in ta,1·essa. 11t1· rubriche: M:iscel~ '' 1anea., Notizie e Bibliografia. Alla dispensa di febbraio è unita una ' bella carta del teatro d e1la g uerra nell'Estremo .Oriente.

It conflitto ri,.çso-,qiapponese, per D. BoNAMIOO. - L'insigne a1,ttore esiimina in q uesto lungo articolo la preparazione alla guerra. Anzitutto però egli studia con criterio filosofico la relativa e.ffi-cienza degli s tati di civiltà e cli coscienza delle tre nazioni Cina, R ussia ~ Giappone - che sono attualmente impegnate nell'attuale conHi tto orien tale e ne dedL1ce che « il valore r elativo delle .tre coscienze, militarmente considerato, si concreta in una gr ande preponder anza della coscienza eroica g iappon.ese su quella teocratica della Russia, ·e di questa su quella pseudo-metafisica della -·Cina, e non v i l)PÒ essere dubbio che a parità di t ut te le alt re .~audizioni di efficienza del potere combatten te, la preponderanza <lel Giappone sulla R ussia e d i questa sulla Cina, sarebbe riso· .iutiva ». Il Bona.mico prende qùindi a disanima la preparazione politica; l a preparazione dei teatri d 'opera.zi0ne ; la preparazione delle ar· mate ; la preparazione degli esercit i. N oi vorremino pot er riportare -dalla prima alla ultima parola cli quanto egli scrive in proposùo, ta.nto b ene egli sa sviscerare tutte codeste d istìute mod~lità ,della preparazione bellica, dimostrando uno studio così profondo -delle condizion i politiche e militari della Russia e del Giàppone, che non può essere maggiore. È il :filosofo, lo statista, il militare ch e parlano e come meglio non si potrebbe fare. Con mano sicura egli mette in rilievo l'eccellenza di tutte quelle -varie modalità di preparazione da parte del Giappone e le roan. -chevolezze, per contro, da parte della Rt1ssia. In conclusione, l'autore non crede sia possibile ai russi di ·assum ere l 'offensiva « contro fo!'ze per lo meno equipotenti e che per un'infinità cli rag ioni tendono essé stesse alla più audacia offen· .siva. · Nè crede alla possibilità di opporre una energica difesa localizzata, « dat a la ilupreparazione del t eatro della guerr a, la maucanza d i grandi ostacoli disgiuntiv.i e coprenti, la inesistenza d i grandi campi militari » . La difensiva perciò, a suo avviso « dovrà essere molto prudente ed intesa specialmente a coprire il movi- · mento di ritirata della grande massa dell'esercit o, verso Mukden

Rivista marittima.

Anno XXXVI, fascicolo III, marzo 1904.

Grosso 11'.,aviglio, per G. STABJLE. tenente di va ' 11 L' tore con molt b d ' · .sce o. au. . o gar o, con iscorso assai misurato ed « li! , 1 · ch'eo·h e ben 1 ·. d 1 c.uor manc o , 1er muovere critiche espone tutt· . b ontano .a vo , · · ·, ,iv1a una s Lla opinione, c1ie e contmria al eone tt . . . . t . d ·. e ,o cui ora e inspirata . la cos ruz1one ei nostro. grosso naviglio. ' Al, presente p revale la tendeuza eh; nel t . . . debb .· . cos rmre navi n on si h ~ i;m1c1are alla .gara per il pri mato della velocità. L o Stabile a g1 an l elogi l)er 1 nostri velocissimi incrociatori corazzati e ~on meno per le grandi nos tre ulti me corazzate per le q'ual . .'. . f atto tutto il possibile per conferire lol'O u '~ . . d. , .. 1 s1 e d'artiglieria, un massimo di difesa in co· , n mt·a,,.simo i p_otenza velocita· e di· t · iazza ura, un rnass1mo di , . a u onom1a. Egli però ritiene che ~vremmo meo-lio 0 01. t d· · · . . <=> P a o costruendo do ic1 mcrociaton velocissimi di 6000 t 11 t . onne a. e per la strate.cria . l ~a e, e tie~ta corazzate'. formanti una squadra vera e formid b11; a lcomdba~t1mento decisivo, indipenclenf;emen te dalle vir tù in:r:n~ S ec 1e 1. queste. · Questa,, riassunta in poche pa. 1 l' . . 'io e, . op1n10ne espressa da.llo Sta··1 d 11 .. b1 e, e e a quale no1 certo n . tt . . 1 C ' ' on .c1 a entiamo di apprezzare il va ore. omunque sia, è ar ticolo notevole h 1 , . mente forr .: r,cr tt J . • . , e c e, mo to probab1.l. '. nei a oboe o Cll sena discussione da parte d 11 . c0mpecente. e a st,ampa. . I:a ma•,·ina mercantile germanica per CARLO BR ' È d1h o- t 1· · d ' "U.N O . J una ,,.,en e ami 1s1 ella lei:rislazione m .· tt · . . . pacrnata da n . " . a11 una germanica, accomon poche coas1derazioni . le.crislazione eh d o ' ., l'autore · · ' "' · e, secon o 's1 presenta con una profonda impronta di orio-inalità Sc·· t 11 0 t ura senza dubbio rimarchevo.Je. •

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e Harbin, perchè non è possibile escludere la possibilità, per non dire la probabilità, di un grande ·disastro che faccia pesare sugli eserciti della Russia il fato che nel 1812 distrusse l'esercito na- · poleouico ». ' · « Questo fa to, egli term.ina col dire, pende da un esile filo . come quello della transiberiana, ed. alla sua integrità, che è salv~zza e speranza, si debbono _subordinare gli altri obietti vi militari e t utta la direttività della guerra ».

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L'Ufficiale educatore, per G. D orwY. - Sono poche pa,g ine estratte da un libro dello stesso t itolo, testè pubblicato dall'autore, nel quale sono r iunite le lezioni fatte dal Dur ny alla. Scnola Politecnica sulla missione sociale dell'ufficiale. Sono ottime le idee espresse, ma in via. generale, ci pare si pretenda troppo c1all'nfficiale. L'esercito detl'avu.mire - L'esercito qiiadro, pel colonnello DE LA Le idee esposte in questo studio datano da più di tren ta anni. Nel 1872 forono presentate, in una Nota, al :\Iinistero della guerra, forono l'oggetto cli conferem:e a V~rsailles; a BoL1giva.l,. a Parigi, ed ,, lt imamcute forono pure presenta.te all'attuale ministro della guerra generale André. « Oggidi, nel 1904, sembra forse utile e più opportuno che mai di dare pubblicità a queste idee maturate o.a. oltre trenta a.uni » . Nel fatto è una 11:Iomoria eh.e presenta. non poco interesse, specie oggidì. Il concetto principale ne è questo : gli eserciti odierni hanno principalmente bisogno d i quadri solidi, altrimenti al p.rimo scacco in 1,-nerra.. sarebbero annientat i. S i propone insomma di costituire i q~adri di 40 corpi d'annata., a.I fine cli ottenere che siano solidi ed in pari tempo noi1 creino un peso troppo gravo per lo risorse del paese. L'esercito sarebbe fonna:to di. due porzioni; l'noa destinatrt a se•:vire 5 a.uni, e di UI.la altra colla ferma di 1 anno. Per gli uomini in congedo vi sarebbero convocazioni ed eserci;:;i di t.iro mensile o per trimestre. In riassunto l'esercito permanente sarebbe così composto : 1o In ufficiali, quadri permanenti, di 40 corpi d'armata. :Presenti 30,000 circa; per memor.ia.

.Il conflitto russo-giapponese - Gli avvenimenti politico-militari, per D. 130.N.A.MlCO. - È un diario degli avvenimenti che ebbero luogo dal -10 febbraio al 10 marzo, cui fanno seguito alcune con' sidera;:;io.ni critiche, che riassumono assai bene la situazione dei belligeranti alla dati.. del 10 marzo, e che del resto è quasi tutto;a invariatti. · Fascicoio molto interessante specie, per la massa dei lettori militari, per gli scritti di singolar ·pregio r iflettenti la guerra russogia.pponese.

Journal des sciences m ilitaires.

2° Gradi inferiori rafferma ti, circa · 50,000 3° Soldati raffermati, circa . 50,000 4° Cinque classi di uomini facenti G an ni ossia., circa 75,000 tenendo conto delle perdite 5° Una classe di uomini che non fanno che un.anno di servizio, ossia, circa 160,000

NAL.

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l,AURENCIE. -

Riissia e Giappone, pel tenente di vascello RoMJW BERNOTTI. È una lettera importantissima che l 'égregio teneo~e Bernotti, il quale trovasi attualmente nell'Estremo Oriente, scrive al direttore della Rivista il 30 gennaio 1904 da Nagasaki, in_ cui considera la situazione militare Russo-Giapponese a quella data, specialmente dal punto dì vista marittimo.

Le nuove pseu.do tenden;;e dell'esercito tedesco, pel generale BoN-È in complesso una confutazione intelligente delle tenden;:;e tattiche attribaite ai Tedeschi nell'ormai famoso articolo pubblicato dalla Revtie des Deitx-Mondes il 1° settembre 1901. L'autore a dimostrare l'evidente errore in cÙi è caduto lo scrittore della Revtie des Deux-iWondes, fa un accurato e minuto esame ·delle manovre Imperiali tedesche del 1899, che ha seguito en tou1·iste. Il lavoro del generale Bonnal è indubbiamente rimarchevole. e merita di essere studiato con cura, specialmente in que-,to mome~to in cui, si voglia o no, ilproblema tattico è all'ordine del giorno in tutti gli esercit i.

RIVISTA DEI PERI0DJ0l

Totale approssimativo d egli uomrni da man tenersi t,nrmalmente . . . . . . . . . . . . . 335,000,

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D'onde un'economia. di 150,000 nomini circa sull'effetti vo di paceattnale, ossia, in danaro, un'economia di l S0,000,000 circa (o di soli 100,000,000 se si tien conto dogli obblighi. e spese generali 51 -

A'.lit"\0 Xl i i .


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che non possono essere ridotte), calcolando la spesa dell'uomo, quale è attualmente, a circa 1200 franchi (esattamente 1195). « Questo ordinamento, conchinde l'autore, cosi semplice e -razionale risponderebbe alle tendenze sempre più insistenti del giorno d'oggi verso una ridL1zi.one del servizio militare. Dai 7 anni si è passato a 5 anni, dai 5 anni poi a 3 anni, ora si passa a due anni; domani si reclamerà un anno, poi, dopodimani nulla, o piuttosto la soppressione degli eserciti permanenti, il loro rimpiazzo con milizie più o meno ordinate. Allora la Francia, se vi cede, sarà rovinata, come sarà il caso d'ogni nazione europea che non avesse sufficiente energia per reagire contro simili tendenze antipatriottiche e colpevoli». Non si può sconoscere che il progetto è informato ad un concetto abbastanza pratico.

Revue de cavalerie.

19" annata. - Puntata del dicembre 1903, genna.io e febbraio 1904.

L a cavalle,'ia dell'avvenire. St1,dio in base al passato. - Eccoci dinanzi a nuove proposte di ordinamento e d'impiego dell'arma/ ciò che prova la grande perturbazione d'idee che per qualche tempo regna nelle file della cavalleria francese. L'autore si è prefisso dimostrare « ciò che potrebbe dare, in una guerra europea, una cavalleria armata, istruita ed impiegata conforme alle idee moderne». Egli perciò prende, quale fu realmente la situazione al principio della guerra del 1870, segue passo a passo le operazioni eseguite dai Tedeschi e, sopra. questa base storica edifica « il concetto delle operazioni di una cavalleria francese, esistente allora realmente corno numero, ma alla quale si attribuiranno tutte le a:ttitudini ch'essa non aveva a quell'epoca e che non ha ancora nemmeno oggidì». Naturalmente noi non possiamo affatto seguire l'autore in questa sua esposizione d'immaginario operazioni. K otiamo soltanto che è sistema assoluta.mento erroneo, quello di far manovrare la cavalleria francese a seconda delle operazioni che i Tedeschi effettivamente eseguirono io una situazione strategica e tattica affatto differente. È ovvio cho i Tedeschi avr ebbero modificate le loro operazioni e fos 'anche dato alle medesime un\mdamento affatto differente.

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Vediamo invece le proposte dell'autore. Egli vuole soltanto corazzieri e dragoni; nella proporzione per i primi cli uno contro cinque dei sec,mdi. I (;Orazzieri hanno l'elmo di cuoio senza cimiera e la coraiza doppia formata di squame ricOJ)rentisi come la coda del gambero, in acciaio indurito al vadani'um e pesante al massimo l òOO grnmmi ; armatura leggera che li rende invulnerabili contro l'arma bianca. Essi hanno sospesa a destra e indietro della sella, la sciabola dritta a lama triangolare, e a sinistra un moschetto col ci~ricatorc. Nella cintura GO ca.rtucce. I dragoni portano l'elmo colla chenille terminata in punta sulla fronte e sulla nuca come quolla ~be portavano a Yalmy e a Jemmapcs. Sotto la giubba ampia e munita di molte tasche vi è un plastron in sqm~me d'acciaio pesante 700 gr ammi pur esso perfettamente efficace contro l'arma bianca. Sotto la coscia. come gli spahis una sciabola a mezza curvatura., sul dorso assicurato con correggie un moschett-0 con caricatore, la di cui canna ha 15 centimetri di più del moscher,to attuai.o. Nella cintnra 60 cartucce e 4-0 sul cavallo. Il cavallo porta, oltre il cavaliere, le sue armi e la sua bardatura, 3 chilogn11nmi di avena, un giorno di viveri per uomo nella gavetta, una cartuccia, di melinite, gli oggetti di accampamento,. una copertura impermeabile con un foro nel mezzo, come il puncho messicano. L'uomo è calzato di scarpe coi gambali e porta un pantalone guarnito cli cuoio impermeabile all'interno ed all'esterno da sotto il ginocchio sino a metà clolla coscia. La manica sinistra è guarnita, dalla mano sin presso al gomito, cli una piccola lamti di acciaio destinata a. parare i colpi di sciabola.. I carri portano gli oggetti di cambio di biancheria., di calz,atura, di vestiario. Del carreggio di combattimento fa parte una vettura, modello svizzero a due cavalli, per la cottura del rancio durante la marcia-. Il reggimento forte di GOO cavalieri forma 6 compagnie coma,ndate ciascuna da un capitano con 2 r:iubalterni e un aiutante. Lo squadrone si compone di 3 compagnie, la com1>agnia di 3 plotoni di 32 cavalieri montati. Un plotone fuori righe (Hors-rang) mobilizza, inoltre 8 telegrafisti, 12 zappatori, gli operai conducenti dei carri e dei. cavalli a mano . . Questi si r iducono a uno por il colonnello o tenente colonnello, comandante del reggimento, e dieci per tutti gli altri ufficiali.


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R IVISTA DEI P ERJODJC.{

RIVISTA DEI PERIODICI

Yi sono due ufficiali superiori e 3 aiutanti maggiori. L'ammini:strazioue si fa per squadrone, sotto la so rveglianza dell'aiutante maggiore con due sottufficiali contabili. I capitani d i compagnfa ne sono interamente liberati. La fonnazioue organica, per la mar cia e la manovra, è i l plotone in colonna per 4 o per 2, a fì le aperte o chiuse. Lo sc/iiera1,tento ha luouo sopra una sola 1·iua, sul fianco con un moYimento cl i per quattro a destra o a sinistra, o con un'obliquo per q uattr o dalla parte del capo. Appena il plotone è schierato, si prendono gl'intervalli SLli centro per formarsi in foraggeri. La compagnia si for ma i n colonna per 'l uattro o per due, o in linea di colonne con interv;i.llo di spiegamento o se1na, finalmente in linea sopra una riga. Lo squadrone si fo rma in colonn a per qnattro o per due, in l inea di compagnie, o iJl colonne di compagnie. Il reggimento iu linea di squadroni o in colonna. di squadroni .

All'infuori della proposta dello schieramento su di uua sola riga, al qua.lo, crediamo, o presto o tard i si verrà di cer to, tutte le altre proposte, tendenti a sconvolgere da cima a fondo tutto guan to esiste oggidì, non appaiono im·oro meritevoli di considera:Gione. Al punto cui e ~vonnto l'autore bisognava avere il coraggio di decidersi francamente o per la cavalleria o per la. fanteria montata.

La ca,·ica cont,·o la cavalle1·ia si fa seinp1·e sopm. una 1·i9a, fa cendo seguire, nel caso, i riparti impegnati da altri ad una distanza mi ni ma di 20 passi. Il comandante si tiene presso l'ultimo riparto che intende impegnare, per poter dirigere il combattimento e carica infine con quello. · Da lotta corpo a corpo contro nna cava.Zleria intatta è pei·ò wi modo cli azione eccezionale. La s'impiega noi casi di assoluta necessi tà, d i superiorità nu merica., cli sorpresa. o quando non si possa rifiutare tal modo di combattimento. n più sovente la si combina col modo cli azione principale che è il fuoco da appiedati. L'articolista ritiene che una cav,~lleria cosl costitnita ed. armata sia in grado, con tutto suo vantaggio, di affronta.re, sia la caYalleria cho la fanteria nemica. Egli aggiunge ancora : Oggidi si dice che nella battagli"' l'i nazione é infamante per la cavalleri a. A suo parere assai più severamente dovrebbe invece essere gi udiC<1.to q uel comandante di una trnppa a cavallo il quale « lanciato innanzi d i una colon na di fanteria, marciante al cannone e che potrebbe, col suo arrivo, decidere della vittoria o della disfatta, sì accontentasse di ossen·arla e di tenerne il contatto, aspettando invano l'occasione propizin. per la carica, o non l'attaccasse risolutamente coi suoi moschetti senza toner conto del proprio numero e d i quello dell'aYversario » .

.A9li amalm·i di strategia. - L'articolo è una carica a fondo contro la strategia : « La stral;égie ! c'est de la blague, c'est d u bluff ! » . I n esso l'autore critica principal mente la recente pubblica.zione del generale , . Yerdy, a,·ente appunto per titolo« La strategia». Kat uralmente egli ammetto che v.i sono clei principì da ossenrare nella condotta della guerra, ma questi principi non si creano, risultano dall'osarne dei fatti. L'articolo ò scritto con molto brio e, a par te l 'esagera7.ion e, contien e delle cose multo sensate.

Bandien,ola e .~tendanlo. - L'autore dice che alla cn.rnlleria abbisognano a.~sotutamrne dei comandanti giovani e decidentisi rapidamente e regolamenti d i manovra di 1111a semplicità pC?:f'etta. Egli a quest-0 pi:oposito esamina minutamente la scuola di reggimento le evoluzioni di brigata e di divisioue, espouendo idee, per la maggior parte prnticbe. Come è noto poi, lo stendardo ~a, i l suo posto non presso il reggimento ma diotro al colonnello e dovrebbe .ser vire di d irezione ai squadron i. L 'autore propone che lo stendardo, in caso di guerra, rimang:t ai deposito del corpo : per le manone del t.empo di paco ed in guerra esso don ebbe essere sosti tnito da. una bandornola. Organ der Militarwissenscha ftlichen Vere ine.

volnme LX'\'III, fascicolo II, 190-1.

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L e met1iov1·e svi..zci·e nel 1903, per E . H oRSETZK Y, teneuto colonnello dello stato ma.ggiore. - Il tenente colonnello H orset,zk y, per incarico del capo di stato maggiore, prese parte alle manovre sYizzere dello scorso a uno, ed in q uesto b l'Ove ~ a interessante scritto rendo conto di ciò che La veduto ed udito. 11 pregio però di questa sua relazione risulta non tanto dalla. s ucc inta, sebbene chia!'issimn, descrizione delle ma novre, risulta prìnci pal mento dall'osposiziono ch 'egli fa dell'o\·dinamonto mili taro svizzero, doli' impressi,me r icen1ta dalle Yarie armi, e finalmente


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nemico col fuoco, le formazioni più convenienti di combattimento che la. truppa deve assumere sin dal momonto in cui sta per gllln. gere nella 7.0na del fuoco e cosi ,-ia. . . . L'autore in ..,.enorale elogia le prescnz1om e normo del recento reP'olamento d'i osercizi per la. fanteria austriaca, e suggerisce talu~e modificazioni che a suo parere vi si potrebbero introdurre

da.lle considerazioni :finali nelle quali volle rilevare lo essenziali differenze che corrono fra gli eserciti permanenti e gli esorciti di milizie foggiati sul sistema svizzero. Una le,r;ionc clalmata al srJrvizio di Napolcnne I. Confe1·enrrn tem,ta al circolo mititare di ½am (febbraio 1903) dal tenento G. Vo~ Hu.BKà . L'autore tosso la breve storia del Reggimento Reale dalmata creato nel 1806, allorche la Dalmazia, dopo il trattato di Presburgo del 1805 venne in possesso di Napoleono I.; storia che si compendia nella parto presa, da taluni battaglioni alle campagne del 180& e del 1812, nella quale ultima valorosamente combatterono alla battaglia di Malojaroslawetz.

con vantaggio. . A parte forse qualche lieve esagerazione, specio per quanto riflette l'esplorazione della cavalleria, sta d i fatto che l'autore espone idee :rratiche e sensate. Uno sguardo geografico militm·e al teatro di gue_r1·a ~ell' A~i~ ~ -

rientale, pel maggiore G. SCHON. - Ot,timo articolo rn .cm e nu-. nutamente descritto il teatro di guerra dell'Estremo Onente, costit1..ito dalla Corea e dalla l)fanciL1ria colle loro coste, o corredato da 7 una buona carta. d'insieme, da car tine dei porti di guerra di " 1~<liwostok, di P orto Arturo, della valle del fiume Yalù e della pemsola di Liau-tung o Kivan-tnng.

Le fe1·1·ovie europee turche e bittga1·e quali sfrtt11umti di guerra. -

È uno studio accurato della potenzialità militare delle linee ferrovie Orientali-turche, compresa la linoa Salonicco-Monastir e clelle varie linee ferroviario bulgare, cho in complesso contano una lung Jie7,za di Hi65 km. compresi però 310 km. dello ferrovio orientali su territorio bulgaro. La T urchia, per le suo ferrovie orientali, dedotto il. 10 "/o, come trovantisi in riparazione, disporrebbe di 159 locomotive o di 2147 vagoni d'ogni specie; la Bulgaria di 78 locomotive e· d.i 1399 vagoni, dedotto, anche qi.11 il lO 0/ 0 di carri in riparazione. Della tattica d'attacco secondo lr. esperienze della guerra del SuclAfrica, por 'l'. R. v . Z. - L'autore rigetta l'opinione di coloro i quali sostengono non si possano trarre deduzioni tattiche dalla g uerra anglo-boera per le speciali condizioni in cui essa fu combattuta. A Magersfonteio, come ùol resto in altre battaglie, l' esplorazione <lolla cavalleria non diede alcun risultato; l'esplorazione por l'attuale portata delle armi da fuoco è divoutata più difficile ma anche più importanto che pel passato. La cavalleria, se vuol essere in grado di esplorare, deve accettare la tattica della fanteria montata. L'impiego dell'artiglieria, a scopo di esplorazione, non ha probabilità di snccesso; le pa.ttnglie di fanteria hann o invece grande importanza sia per l'esplorazione sia per la copertura, ma sarebbe necessario che la, t ruppa doi Cacciatori ricevessouna speciale sc11ola od educazione per questo servizio. Riguardo all'attacco l'autore ne nota la g rande difficoltà. ma.non l'impossibilità. Egli esamina a fondo la questione del far avanzare la truppa sino alla posizione dalla quale possa scuotere il

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RIVISTA DEI PERIODICI

RIVIS'l'A DEI PERIODICI

B. D.

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Per la Direzione

Looov1co C1soTTl Colonrn,llr> R• .• ,, uuta,.i~(IIQ

DE~l ,1.R CII! C,11LO,

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gerente.


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SAGGIO CRITICO SUI PRINCIPI! CHE REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

Le carriere ad anzianità in generale.

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Non è un tema, quello che noi ci proponiamo di svol\ gere: troppi l'hanno già trattato, e qualche volta bistrattato, perchè di questo argomento i lettori della Rivista non deb· bano essere oramai sazi e ristucchi. Non è un tema: come tale, noi lo eviteremo. È invece una missione, una vera e propria missione, che noi ci assumiamo di compiere nell'interesse comune dell'esercito e dei snoi ufficiali. . Che le questioni. di avanzamento abbiano sempre appassionato ed appussionino il pubblico militare non è a stupire. È naturale ed è umano. Così è naturale ed . umano che molti si siano occupati e si occnpino di studiarle, e di diffondere le loro particolari idee sull'argomento. Nell'ora presente poi, come g ià abbiamo notato in un nostro precedente articolo, il senso di un disagio, che è ' \ · 1 dal7vero notevole, e che dai più vien crednto, a torto, ecce· zionale, ha resa acuta quella passione, ed ha moltiplicati all'improvviso i cultor1 di questo ramo dell'organica militare, che ha per fine la compagine e la forza morale e materiale dei quadri degli eserciti. Ma a noi pare che, in t utte le trattazioni di questo genere, troppo si sia abusato del metodo di riferirsi esclusivamente alla situazione di un dato momento, facendo completa astrazione dallo studio della questione organica generale, il quale soltanto può e deve dar luce e indicare la giusta via per risolvere le questioni speciali. Giaochè è di tutta evidenza che

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SUI PRINCIPI OIT8 REGO LA.NO LE CAR.RrnRE MILITARI

SAGGIO ORITJCO

la soluzione di un problema . del momento non deve mai compromettere l'avvenire, sotto pena di eternizzare quelle · questioni medesime, che si intende di dirimere. · Quel sistema di studio parziale ed unilaterale induce anche facilmente in equivoci di altro gen~re, ed essenzialmente in questi due: - di escogitare e proporre rimedii impossibili, o addirittura dannosi, presentandoli con una parvenza di semplicità e di efficacia, che può trarre in inganno gli studiosi superficiali, e particolarmente gli interessati; - di additare erroneamente le cause del male, invocandone la rimozione, mentre le cause sono altrove ed irremovibili. Ora, non è ·chi non veda a primo colpo d'occhio quanto danno morale può derivare da questi metodi di studio. Sono illusioni create da ragionamenti fallaci; è la sfiducia in istituzioni ed in ordmamenti; è la suervaut,e persuasione che .( si pot1·ebbe fare, che scwebbe anzi facile /'are e che n on si / vuol fare. U n pratico esempio di ciò noi abbiamo forni to nel nostro , precedente articolo sulla questione degli ufficiali infe?"ior i, ' dimostrando quanto poco fondamento di utilità, di praticità e di opportùuità avessero certe proposte, che con grande sicurezza erano state propugnate su per i giornali, con forma talvolta evidentemente lesiva perfino della disciplina. · E noi siamo persuasi che in quel nostro articolo medesimo gli spiriti oramai agitati troveranno argomento di invocàzioni e di proposte nuove da accampare sulle rovme delle vecchie. Infatti, noi abbiamo affermato che i nostri limiti cli età. dati i nostri organici, conducono inevitabilmente alla du- I rata di 2·7-28 anni la carriera complessiva nei g radi inferiori. Ebbene, noi crediamo bensì che nessuno sor<Yerà a . b proporre che gli organici siano mutati, perchè sarebbe troppo peregrino il criterio di istituire gli organici secondo le conyenienze delle carriere degli ufficiali, anzichè secondo le esigenze dell'inquadramento delle tr.u ppe; ma siamo perq

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,convinti che non mancheranno coloro che obbietteranno: B ono i limiti dì età? e allora modificat eli, o aboliteli! \ Ed è anche questo un errore, come d imostreremo ora, poi-0hè i limiti di età possono determinare il g,·ado di lentezza della carriera e lo determinano rea lmente ed. in modo fisso ' . .. -e continuo, perchè :fissi, e continui, ed uguali per tutt i sono ,essi medesimi; ma la lentezza di pende da altre cause, ed è inevitabile per altre ragioni, che coi limit i di età nulla · hanno di comune. Un errore, come quell'altro di at,tribuire agli avanzamenti :a scelta la cagione originaria di q nella lentezza, men tre ne sono invece la conseguenza, come dimostreremo, e di invo-0arne l'abolizione o quasi, come se fosse possibile la esi-stenza di una carri~ra a pur a anzianità; possibile, inten, ,diamo, anche indipendentemente dal concetto, moderno ed \ universalmente accettato, che in tutte le· manifestazioni del- , \ l'attività e della intelligenza umana prevalga il maggior , merito personale, e che, nell'interesse della pubblica cosa, a , quegli uffici, nei quali possono con più largo rendimento .esercitare le loro qualità superiori, i migliori pervengano mentre sono ancora nella più forte vigoria fisica ed intellettuale. E questi errori, come molti altri, non è possibile combattere e debellare se non risalendo collo studio alla questione -o rganica generale, di cui è necessario d.;,sumere logicamente ,e mettere in evidenza i principii indiscntibili, dai quali .nessuna questione di quadri e di carriere può fare astrazione. Così soltanto sarà _estirpa~a, senza pos~~biEt~ d_i riprodu:zione, quella mala pianta eh vacue vo01feraz10m, che per taluno. sono indizio, e per tutti costituiscono una incre:sciosa parvenza di aspirazioni personali immoderate, pre· i valenti su qualsiasi ordine d i interessi generali. f Questa è _la. missi_on~, . ~he_ noi cr~diamo_ utile a. fini al tis- ' \ .simi d i serieta e d1 disc1plma, e cne noi assumiamo con , I tranquilla coscienza di fare opera buona per tutti. . Nel compiere quest'opera, noi saremo obbligati talora ad .entrare in dedali d i cifre poco divertenti, ed m lunghe ·

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SAGG IO CilI'l'ICO

SUI PRINC IPI CHlt Rl~GO L,,\ NO LE CARRIER O: :MIL11'ARI

spiegazioni, che non divertiranno molto di pi\?- delle cifre. Noi non esiteremo, persua!!i come siamo che è necessario, essere chiarissimi fino alla superfluità; noi cerchiamo l'utile assai più del dilettevole. Ed a noi basterà che il cortese lettore ritenga le conclusioni, e si ricordi poi che qui, in ogni caso, potrà trovare gli argomenti tecnici, alla stregua dei quali fare esatto giudizio di quanto in materia di carriera. si Yerrà proponendo e discutendo.

-sono deficienze, che permettano al corso seguente di conse· . . . .guire la promozione un anno più pre:t~. Abbiamo anche detto interesse individuale degli ufficiali ed interesse generale dei quad1'i, perchè ~on~ mai _possibil~ disgiungere queste due specie d i i11ter_es~1, d~L quali, se mai, deve il primo al secondo subordina.rst; 11 primo, che ~end~ a diminuire quanto più sia pos;iibile le permanenze net van · gradi successivi, al secondo, il qual~ im~o_ne che que~le permanenze siano almeno tali, che ne nsult1 11 complessivo numero di ufficiali necessari agli organici, e che ne derivi una sufficiente durata e continuità nell'esercizio del comando, specialmente in certi gradi in cui, per ~l carattere speciale dì essi )a costanza dell'indirizzo è essenziale. Ebbene· sulla sola base di questa regolarità e di questi interessi, ; senza preoccuparci di sistemi o di modalità qualsiasi ed ifichiamo pazientemente e minutamente quella carrier~ che possiamo ritenere ideale: senza limiti di età, e senz~ avanzamenti a scelta, che sembrano essere le bestie nere deo-li avanzamenti ad anzianità. Per gli organici, prendiamo quelli della nostra fanter~a.' i quali, come è noto, comprendono u?a notev_o~e. quant~ta di ufficiali in soprannumero, destinati alla m1llZl~ mobile in campagna, e perciò, mentre si avvicinano maggiormente ..all'ideale sognato da molti, iu vista della guerra, sono anche iù larO'hi nei o-radi di capitano, di maggiore, di tenente coP b "' . . I! lonnello · il che facilita già d i sua natura le carriere m1e· riori ed' offre pertanto a noi una condizione particolarmen~e propizia alla costruzione della nostra carriera modello. Ed entriamo coraggiosamente nelle cifre.

*** Non occorre dimostrare che, quando si parla di princ1pll' regolatori delle carriere militari, si intendono carriere nel tempo di pace. · In guerra non vi possono essere princi pii regolatori : lepe1:di te, e la necessità imperiosa ed immediata di ripA,rarvi nel modo più utile alle finalità del comando e dell'inquadramento delle truppe, impongono leggi speciali, ed anzi consiglierebbero di non essere legati a legge alcuna all'in-fuori di quella delle esigenze del servizio. Dunque si tratta di carriere in tempo di pace; e noi abbiamo fede, se non ci faranno difetto le forze, di dimostrare· che la questione organica generale è estremamente semplice, e che pochi ed elementari ne sono i termini. Che cosa si cerca in tutte le questioni di avanzamento? 1 Di ottenere certe permanenze r egolari nei vari gradi, dall'insieme delle quali risulti quella carriera complessiva, che si ritiene ideale nell'interesse individuale degli ufficiali e nell'interesse generale dei quadri. .Abbiamo detto permanenze 1·egola1"i, perchè senza regolarità nessuna carriera, per quanto ben ideata, potrebbe sostenersi. Infatti, è indispensabile che i sottotenenti nominati 1 in uno stesso anno passino capitani in uno stesso anno, maggiori in uno stesso anno, e così di seguito. Se vi sono rìmasugli, che debbano essere promossi nell'anno o negli I anni successivi, la carriera viene rìtardat~ per i corsi che seguono, e crolla tutto l'edificio: il contrario avviene se vi

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Noi abbiamo un organico di 50 t enenti generali (o generali d'esercito, quando ve ne sono), nei quali si verificano in media 6 o 7 vacanze all'anno, circa. Poniamo pure che 4 di queste vacanze siano da attribuirsi, un a_nno sull'alt_ro, .a maggiori. generali provenienti dalla fanteria, e passati o non per il corpo di stato maggiore.

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SAGGIO CRIT'ICO

SUI PRINCIPI CR ~~ REGOLANO LE CARRlERill llfILl'l.'ARl

Abbiamo 88 maggiori generali, i quali non sono. divisi per arma. Ma sono, fino ad un certo p unto, divise per arma, 1~ caric~e che essi ricoprono: e, secondo queste, noi possiamo dire che 51 appartengono alla fanteria, 9 alla cavalleria, 11 all'artiglieria, 7 al genio, ed 1 ai carabinieri. Rimangono 9 cariche comuni ai provenienti da qualsiasi arma, le quali, se ripartite in proporzione del numero dei colonnelli, fornirebbero o dovr~bbero fornire, altri 7 posti perla fanteria. In tutto, adunque, riteniamo 58 maggiori generali di fanteria. S'intende che queste sono cifre approssimative, perchè certe cariche, di ispettori e simili, possono essere coperte anche da tenenh generali; ma a noi basta fissa re_ le idee. Siccome il maggiore interesse dei quadri è di avere una lunga permanenza nei comandi di divisione e di corpo di armata, anzichè nei comandi di b rigata, così stabiliamo che, n~lla nostra ipotetica carriera, si debba restare 4 anni nel grado di maggior generale. Ciò significa che in 4 anni si dovrà rinnovare l'intero, ruolo, e cioè che ogni anno se ne deve rinnovare un quar to, ossia 14 maggiori generali; dei quali 5 potranno coprire le 5vacanze di tenente generale, e 9 dovranno essere aliminati. Del modo di eliminazione abbiamo gia dichiarato di non preoccuparci; nè ci preoccuperemo, per ora, se l' eliminazione avvenga al compimento del quarto anno di grado per mancan'l.a di posti nel gnJ.do superioro:,, o se sia avvenuta prima per q ualsiasi altro m otivo. Il risultato complessivo è quello, e non può essere che quello se le carriere debbono essere regolari, Dunquo, sono 14 vacanze nei maggiori generali. I colonnelli di fanteria, compre;;a l'aliquota. dello stato magg iore appartenente a quest'arma, sono almeno 130; dioia.mo almeno, perchè, per lungo tempo ancora, i colonnelli di stato maggiore, eccettuato q ualcuoo di cavalleria, appartengono tutti alla fanteria anche se provengono originariamente dall'artiglieria e dal genio, il cbe porterebbe la cifra verso i 140. Ma riteniamo il caso· più favorevole: 130.

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, La carica di comandante di reggimento è, fra tutte, j qu~lla forse che trova la sua maggiore efficacia nella continuità di indirizzo e di metodo; non sembra pertanto possibile di mirare ad una permanenza. nel grado che sia in[ feriore a 4 anni, e forse sono pochi anche questi. A ciò s1 potrebbe obbiettare che presentemente, colla grande percentuale d i provenienti dallo stato maggiore, la p ermanenza ai reggimenti è bene spesso di appena appena 2 anni. Ma ciò non signifba null'altro all'infuori della scarsità dell'organico del corpo di stato maggiore, la quale obbliga a fare i richiami nel corpo a breve scadenza; è la constatazione di un fatto, non la prova che il fatto sia buono, e tale da prendersi per norma. Quattro anni di permanenza. significano un ricambio annuo di 32 colonnelli, dei quali 14 possono trovar posto fra i generali, e 18 debbono essere el iminati. Procedendo collo stesso metodo per i g radi minori, troviamo: Posti da colonnello, 32. Tenenti colonnelli, compresa la aliquota dello stato maggiore coi criteri detti per i colonnelli, almeno 250. Permanenza 3 anni. Rotazione annua di 83, di cui 32 promossi e 51 eliminati. Posti da tenente colonnello, 83. Maggiori, compresa la aliquota dollo stato maggiore, 4 10 almeno. Permanenza 3 anni. Rotazione annua di 137. Ne sono promossi 83 ed eliminati ò4. P osti da maggiore, 137. Capitani, sempre compresa l'aliquota dello stato maggiore come per i gradi precedenti, 2060. Quale permanenza vogliamo fissare? È questo il primo grado della. carriera, nel quale, consolidate ormai le qualità civili e militari dell'uomo, si comincia ad esercitare l'autorità e la piena responsabilità discipli_n are, istruttiva, educ·ativa ed a mministrativa: è questo il grado nel quale, in ragione del.le attribuzioni ora dette, si perfeziona e si rende intima e prat ica la conoscenza di quel superiore e mirabile, ma delicatissimo strumento di guerra, che è il soldato, l'uomo. Quale p ermanenza vogliamo fissare? Mettiamo 10 anni. Il ricambio \


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sur' PRINCIPI C}{E REG:0 [,ANO LE CARRIERE MILITARI

SAGGIO CRITICO

annuo dovrà essere di 206, dei quali 137 hanno modo di passare maggiori, e 69 debbono essere eliminati. · Posti da capitano, dunque, 206. Ma qui il calcolo non può pi ù procedere col sistema finora seguito : qui entrano in giuoco aìtri elementi. . L 'organico dei subalterni è elastico, poichè la legge di or· ~1namento consente dì tenerne fino ad '.I;, dì complemento rn luogo di altrettanti effettivi ·' ed infatti colla leo-o-e dei bo 400 capitani di fanteria, il Min istero della guerra ha iniziati reclutamenti regolari nell'intento finale di tenere un organico normale oscillante intorno ai 3250 su balterni, in luogo del. l'organico previsto dalla legge di 3854. Ciò allo scopo di facilitare il rapido avanzamento al grado di capitano, diminuendo il numero degli aspiranti a guel grado, pur conservando un numero complessivo di subalterni di carriera che non fo~se inferiore a quelli occorrenti in caso di mobilitazione. Riteniamo anche noi c~me sufficiente e necessario quel numero di 3250. · Ora che la nostra ipotetica carriera ci· ha condotti ad un fabbisogno annuo di capitani fissato regolarmente in 206, bisognerà che noi fissiamo un reclutamento annuo di s 0 ttotenenti che v_i corrisponda. Tale, cioè, che dopo il consumo statistico medio d i un ceùo numero d'anni, fornisca 206 ufficiali da promuovere capitani. . Ma non basta. Questo certo numero d'an'ni dev'essere. tale che, sommando tutti i successivi . bo-ruppi d i subalterni ' si ottengano 3250 subalterni, o quella cifra mimma che non . sia troppo al disotto di questa. Certamente si potrebbe con quattro o cinque reclutamenti soltanto ottenere questa cifra; ma allora, come si è fatto per gli altri gradi, ognuno d i questi pochi, ma grossi gruppi, dovrebbe eliminare tutti color o che eccedono i 206 posti ann ui da capitano. Eliminazione fortissima, di ufficiali giovanissimi, con pochi anni di servizio, ai quali non si saprebbe qual posizione, nè qual trattamento di pensione offrire. E chi si dedicherebbe alla carriera militare colla prospettiva di n on toccare neppure il grado di capitano?

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:Non sembrereb.be pertanto ragionevole di seguire un tale ,sistema: tanto più che un conveniente tirocinio nei gradi subal terni è indispensabile per la preparazione di buoni capitani. Preferiamo pertanto il primo sistema, .tondato sull'equilibr io tra la minima durata del subalternato, com patibile ,col minimo numero di subalterni necessario. I subalterni di fanteria perdono, secondo le statistiche medie, circa il 2,50 °/0 all'anno. In conseguenza, se noi fac-ciamo reclutamenti normali di 290 o 300 sottotenenti all'auuo, .ciascun reclutamento arriverà a contare circa 206 ufficiali ·-dopo 12 o 13 anni d i servizio e di consumo, ed il complesso dei 12 o 13 reclutamenti ci fornirà all'incirca il nu·mero di subalterni necessari. Ecco dunque, non fissata ad arbitrio, ma derivata logicamente anche la permanenza nei gradi di subalterno, che noi .riterremo di 12 anni.

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*

** Ora, possiamo i icostruire nel suo complesso la nostra carriera modello. Dalla statistica dei cinque anni 1896-1900 si può rilevare ,che il reclutamento dei sottotenenti avviene in media nelle proporzioni seguenti, che registriamo per disteso, perchè c1 ,serviranno poi ancora nel seguito d i questo studio: Nominati a 19 anni a 20 » » )) a 21 » a 22 » » a 2o » » a 24 » a 25 » a 26 » a 27 )) » a 28 » » })

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Età media di reclutamento, adunque, fra 21 e 22 anm: mett iamo 22, per fissare una cifra unica.

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814

S,\GGIO ORI'l'ICO

SUI Pl1IN01E'! CHE REGOLA.NO LE o,rnRrnRE MILITARI

Colla carriera da noi stabilita, fwremmo in media: La promozione a capitano. » a maggiore » a tenente colonnello » a colonnello » a maggior generale )) a tenente generale .

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a 34 anni » 44 » » 47 » 50 » » 54 » » 58 »

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\

,,. ** Per le pensioni noi non vogliamo introdurre nel calcolo le eliminazioni di subalterni, le quali, come è noto, soltanto· in piccola parte dànno luogo a collocamenti a riposo con provvigione di assegni vitalizi. . . . D'altra parte dovremmo sottrarre dal computo_~ c~s1 d1 morte che sono compresi nel le eliminazioni da noi md1cate, e dai ~uali o non consegue alcuna pensione, o ~leriv~n~ soltanto pensioni vedovili che sono notevolmente mfenon alle · altre. Riteniamo, per semplicità di calcoli, che le due circostanzesi facciano reciproco compenso. Secondo quanto abbiamo esposto, i dati medi relativi alle· eliminazioni annue sarebhero : 9 maggiori gònerali, ali' età massima cli 58 anni, e con . 36 anni di servizio in media; 18 colonnelli, all'età massima di 54 anni, e con 32 anni· di servizio in media; _ 51 tenenti colonelli, all'età massima di 50 anni, e con 28 anni di servizio in media; 54 maggiori, all'età massima di 47 anni, e con 25 anni di, servizio in media; 69 capitani, 1;1,ll'età massima di 44 anni, e con 22 anni di servizio in media. In tut,to sarebbero adunqne (per la sola fanteria, ricordiamo) 200 ufficiali circa all'anno; mentre nei dieci anni dal 1891 al 1902 forouo in media non più di 125 all'anno, no· nostante le eliminazioni fort issime avvenute fra il 18~1. e~ il 1893, e non ostante la primfL applicazione dei lim1t1 d~ età e mentre non furono in media più di 80 all'anno negli ltimi sei deo·li anni accennati, comprendendovi. pure la U b prima applicazione dei limiti di età. ~cl anc~ra, m q_uesta cifra di 200 noi non teniamo conto cle1 tenenti generali, che · abbiamo visto ess~re 4 all'anno, perchè ad essi ~on abbiamofissata permanenza nel grado nè età massima, cosicchè rie-

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Sembra una carriera soddisfacente, non è vero? Eppure,.. arriva appena appena a corrispondere alla esigenza già accennata di avere una permanenza abbastanza lunga nei supremi comandi di divisione e di corpo d'armata, nei quali un: continuo e frequente succedersi di titolari è dannosissimo· all'efficace esercizio di quegli alti comandi : infatti, con ap· pena 5 o 6 anni di permanenza in ciascuno di quei comandi,. si arriva sui 70 anni, e cioè ad un'età nella quale pochi conservano la necessaria vigorìa di corpo e di intelletto.

* ** .Ed ora vediamo se una tale carriera, che appare appena sufficiente alle esigenze dei gradi supremi, sia praticamenteapplicabile. . Il congegno di essa è fondato esclusivamente sulle eliminazioni, ed a tutti quegli eli minati, dei quali abbiamo discorso, bisogna provvedere un congruo trattamento, o mediante pensioni o mediante impieghi civili, dipendenti, in massima, dalla ammin istrazione della guerra. Questa seconda. proposta viene di frequente in ballo ailorquando si sente o si intuisce che un aumento delle peùsioni sarebbe male accolto dal potere legislativo e dalla pubblica opinione; ma,. guantunqnò abbia parecchi pregi, val meno della prima perchè di applicazione ancora più difficile, come vedremo. Ad ogni modo, gioverà rendersi conto della. portata effettiva dell'una e dell'altra per vedere se e fino a qual punto, la nostrn carriera celere a pura anzianità sia applicabile . . ,

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SUI PHJNCIPI CHI!: REGOLANO r.1,: CARJtrnRE Jl(! LITA RI

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SAC:GIO CRlTICO

lutamento dea-li ufficiali se, almeno almeno, il m~teriale :ostentamento o proprio e della famiglia non foss e ass10urato da pensioni più convenienti. Noi r iteniamo sicuro che a questa deplorevole conseguenza, che deriva da una eliminazione forz~ta corrisp~n~ente _a quell~. attuale dei limiti di atà e che è nociva al_lo spmto d~i qu~dn ed al loro stesso reclutamento, sarebbe gmocoforza nmed~ar~ subito, assicurando agli eliminati al~eno le stesse _pens1~m che si possono raggiungere ora._ Ed e soltanto per restn n. 1· l'(!ett· minimi che noi non terremo neppur conto gerc1 ag 1 eu, 1 . · ffì degli aumenti di assegni, che fossero adottati p~r ~h u . 1·i 1n1en . ~ ·or1· , e della loro ripercussione sulle pen,s1on1. eia . Cogli attuali limiti d i et~, si possono_ ragg~nnge~~, . par~ tendo dal reclutamento medio a 22 anm, tantt anni d1 ser vizio da r icavarne queste pensioni: L. 7200 il maggior generale » 4680 il colonnello » 3400 il tenente colonnello » 2790 il maggiore . .. » 2240 il capitano, sia pure con due soli sessennn, l.OID·

scirebbe difficile fare un calcolo a.pprossimativo circa la durata dell a loro pensione. In base agli anni di servizio ora indicati, calcoliamo Je pensioni che ne deriverebbero secondo le leggi vigenti. A cifre tonde sarebbero : Maggior generale Colonnello. Tenente. colonnello . Maggiore . Capitano

L. 6000 » 4200 » 2800 » 2250 » 1760

poichò nessuno avrebbe naturalmente sessennio, all'infuori del capitano, il quale però non potrebbe mai averne che du·e, compreso quello di favore, data la permanenza nel grado di soli 10 anni. Qui nessuno pot.rà esimersi dal riconoscere una prima deplorevolissima conseguenza della rapida ca.rriera da. noi artificialmente cercata : la totale insufficienza di quest,e pensioni, · dipendente dai pochi anni di servizio coi quali si eliminano gli ufficiali, in tempi in cui le pensioni ben superiori di oggi g ià appaiono scarse ai bisogni della vita. La conseguenza è deplorevolissima specialmente, perchè gli eliminati non possono supporsi, ia così fo rte numero, esclusivamente incapaci, ed è anzi a ritenersi con fondamento ohe, per la massima parte, siano perfettamente idonei al loro servizio e vengano tolti di mezzo con un sistema gnalsiasi al solo scopo di far posto ad altri. Il sistema meno iniquo sarebbe forse ancora quello, ci pare, di stabilire esami di concorso ogni qual volta un corso di ufficiali si affaccia alla promozione al g rado superiore: coloro, che risultano prtmi, verrebbero promossi fino alla. concorrenza dei posti vacant,i, e gli altri verrebbero eliminati; non sembra vi sia altro. Ma se ciò costituirebbe un certo fondamento di giustizia per l'applicazione della misura d raconiana, è certo che non sarebbe sufficiente compenso alla permanente incertezza dell'avvenire, la quale rendereb be estremamente difficil e il r e-

817

preso quello ò.i favore. . Fissato così l'importo della pensione, vedia~o ~uale sar~bbe· l'ao-gravio complessivo medio sul fondo pens'.om, a rotazione· co;_pleta del nostro sistema, e cioè qmt~do ~1a trasc?rso qu~l numero d1. anni,. dopo i· q•1ali , , secondo i dati della . .vita . media. . · 1· gruppi pr·1m1 pens10dell' uomo, comincierebbero a sparire nati essendo saturo il ciclo. . , L ~ tabella H•n di sopravvivenza, in uso presso le societa ino-lesi di assicurazioni, e della q uale noi arro~onderem_o le cifre ad anni interi, com'è sufficiente per calcoli approssimativi di questo genere, ci dà :

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SAGGIO CRITIC O

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S0pra\',•iv~111.a prohaùilc

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. ~~sendo q~esta la sopravvivenza media probabile non è P.lu il. caso di tener conto di perdite anticipate fra i pens1onat1. Dun~ue il numero totale dei pensionati della sola fanteria a rotazione completa risulterebbe stabilmente di : ' O maggiori. generali, 18 colonnell1, 51 tenenti colonnelli, 54: maggiori, 69 capitani,

per per per per per

15 anni == 135 maggiori generali 17 anni == 306 colonnelli 20 anni == 1020 tenenti colonnelli 22 anni == 1188 mao-aiori 24 anni== 1656 capi:.ni.

")

Dal che deduciamo .che, secondo le pensioni già indicate, e. senza tener conto d1 alcun ulterior e au mento dì quote dert vanta da tempo trascorso in posizione di servizio ausiliario o da richiami in servizio, la spesa annua complessiva saTebbe di: 135 generali a L. 306 colonnelli a L. 1020 tenenti colonnelli a L. 1188 maggiori a L. 1656 capitani a L.

7200 == 4680 == 3400 == 2790 == 2240 ==

L . 972,000 L. 1,432,080 L. 3,468,000 L. 3 314 520 L. 3'. 709'.440

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12,896,040

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Tredici milioni adunque all'anno per le sole pensioni al· ,l'arma cli fanteria, e cioè almeno 27-28 milioni per l'intiero ,esercito. E ciò avendo tenuto conto degli organici minimi; non avendo tenuto conto dei tenenti generali (che in circa 9 anni di sopravvivenza media, rappresenterebbero circa altre -400 mila lire); non avendo tenuto conto degli aumenti di pensione per i 1656 capitani, a i quali sarà prossimamente aumentato lo stipendio; non avendo tenuto conto degli aumenti di quote, che non sono trascurabili. e che si concedono a tutti per arrotondare le pensioni, derivanti dalla permanenza in posizione ausiliaria. Noi non abbiamo elementi, e crediamo che non sia facile averli, per dire se su queste basi si andrebbe oltre, e d i quanto, o si resterebbe nei confini di quei 36 milioni di pensioni per l'intero personale civile e militare dipendente dall' amministrazione della guerra, i quali da parecchi anni e ad ogni momento vengono, dagli uni o dagli altri, dichiarati inso-stenibili, e che si spera debbano presto entrare sull?t via della diminuzione. A noi basta di aver fissata ]a cifra, minima assoluta di pens ioni, che deriverebbe dal sistema di carriere da noi studiato, e di rilevare che tale cifra uou può, a parità di altre condizioni nelle pensioni già esistenti, far a meno di produrre aggravi relativi notevoli, dal momento che, come vedemmo, le eliminazioni debbono considerarsi aumentate nella proporzione da 125, ed anche da 80, a 200 per ogni anno, e ohe gli anni di godimento della pensione e perciò di rotazione completa del sistema, sono annh' essi aumentati in relazione alla più giovane età. della eliminazione dal servizio. Ad ogni, modo, chi volesse fo ndare una questione di avanzamento sul sistema in esame, può ora avere un concetto abbastanza concreto tanto della spesa, che la nazione dovrebbe ·sostenere, quanto della assoluta dipenden?.a della rapidità della carriera dalla somma, di cui la nazione intende o può d isporre per le pensioni militari. Ma bisognerà che egli tenga pure presente un altro fatto <li importanza sociale.

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SUI PRINCIPI CIIIJ: REGOf.A.NO LE CARRI.ltR.E llfILI'T'A IU


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SAGGIO CRITICO

Saranno in permanenza quasi 4000 pensionati per la sola. fanteria, e non meno di 8000 per tut to l'esercito, i quali,. in età di 50 anni od inferiore, provvisti di un assegno che permetterà loro di prestare la loro opera con grande r iduzione di compensi, liberi da ogni vincolo e da ogni occupazione, forniti d i coltura non mediocre, raccomandati da un passato limpido ed onorevole, entreranno a fare una temibilissima concorJenza a coloro che, e sono già molti fin d'ora, cercano, e spesso non trovano, un impiego che dia loro modo, . di campare la vita . . È g uesta nna di quelle questioni, a cui, nel giorno d'oggi,. bisogna prestare la massima attenzione.

..

** E veniamo al conferimento degli impieghi. Generalmente si tratta di impieghi dipendenti dall'ammi-· nistrazione della guerra, com'è naturale che sia, perchè difficilmente, chi ha trascorso la migliore e più attiva parte della vita applicandosi EL materie militari, avrebbe co~pet enza ad uffici di diverso genere. Altr~ttanto, naturalmeute, si deve trattare di impieghi di concetto, che corrispondano, per la loro natura alla dignità ed al decoto dell'ufficiale. In un pregevole studio sull'avanzamento nell'esercito au-· striaco, pubblicato in questa stessa Rivista nel 1901, era. detto: « ... mentre . da noi l'applicazione di un analogo criterio· « di rigore rappresenterebbe la rovina di numerosi ufficiali « e probabilmente un considerevole aggravio del fondo pen« sioni, e ciò perchè agli scartati sarebbe precluso l'accesso« agli impieghi di carattere militare g ravanti sul bilancio « della guerra, in Austria-Ungheria ciò :r;i.on avviene, perchè· « essi possono contiuuare il servizio e, sebbene più lenta« mente di molto, anche la carriera, nell' Armeestand, ossia, « nel ruolo degli ufficiali sedentari, moltì dei quali hanno « incarichi analoghi a quelli che da noi sono affidati a n u« merosissimi impiegati civili. »

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SUI PRINCI PI OH E REGOLANO L l~ OARRIERffi MILITARI

82 1

Ed in altro pregevolissimo studio, pure pubblicato da questa Rivista nel 1900, si notava: « Se gli · ufficiali i quali debbono lasciare il servizio per « menomata vigoria tisica trovassero negli uffici amministra« tivi ed in quelli del ministero un' impiego che, o con pro« mozione o senza, permettesse loro di raggiungere 40 anni « d-i servizio, si avrebbe la certezza che i giudizi delle com« missioni pèr le note caratteristiche, non sarebbero più ; in « modo alcuno influenzat.e da altre .c onsiderazioni che :o,qn « siano informate alla più severa e retta giustizia ed all' in« teresse rlell' esercito, dappoichè in tal modo si provvede« rebbe ad un conveniente benessere economico per l'intera « vita dell'ufficiale. » E l' autore presi in asame gli organici amministrativi e ministeriali, t rovava che si potevano . assegnare ad ufficiali 300 posti, su 385, al Ministero, d' im purt,anza· variabile dal grado di segretario a: quello di direttore generale, e 300 su 374 posti di ragioniere di artiglieria e del genio: come si vede, un'aliquota perfino eccessiva, di fronte alla carrie.r a che pur bisogna lasciare aperta agli impiegati civili i quali esordiscono in q uei g radi minori, che non si possono convenientemente coprire con ufficiali. · , ~oi ~onc~rd.ia~o piena1:11e~td.n~ll'opinlone, che la esistenza d1 1mp1egh1 01v1l1 per gli uffic1td1 renda piu serene le com( missioni di avanz~imento, con inestimabile vantaggio dei l quadri.· . Ma riteniamo che la misura non potrebbe mai raggiun gere l'entità necessaria per dare effetti sensibili, e che sarebbe sempre inadeguata del t,utto alle esigenze della ·nostra ipo· tetica carriera. Giustamente si osservava nello studio citato che l' impiego dovrebbe permettere di raggiungere i 40 an ni di servizio, ossia il massimo della pensione: più equo ancora e più necessario sarebbe nel caso nostro, poichè, come abbiamo visto, la eliminazione dopo pochi an ni di servizio produce quote minime di pensione che è più urgente aumentare con una maggior durata delì'impiego.

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ANNO XLIX.


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SUI PRINCI PI ORE REGOLANO LE CARRIERE MILITAR I

SAGGIO CRITICO

Tuttavia per mantenerci agli effetti minimi, ammettiamo pure clie a quel limite debbano arrivare solt;anto gli ufficiali con grado inferiore a tenente colonnello, e che per gli altri basti raggiungere i 35 anni di servizio. A rotazione completa noi avremmo permanentemente: 69 capi tani, eliminati con 22 anni di ser vizio, che coprono per 18 anni l'impiego: e cioè 69 X 18 == 1242 impiegati. 54 maggiori, eliminati con 25 anni di servizo, che coprono per 15 anni l'impiego: e cioè 54: X 15 == 810 impiegati. 51 tenenti colonn elli, el iminati con 28 anni di servizio, che coprono per 7 anni l'impiego, e ciòè 51 X 7 == 357 impiegati. 18 colonnelli, eliminat.i con 32 anni di _servizio, che coprono per 3 anni l'impiego, e cioè 18 )< 3 :=: 54 impiegati. Sarebbe adunque necessaria una amministrazione capace di° impiegare in permanenza, ed in eccedenza ai posti indispensabili per una regolare carriera degli impiegati civili, ed a quelli che richiedono competenze ch13 gli ufficiali non hanno, 2463 persone. Altro che ministero della guerra e ragionieri di artiglieria e genio! Noi crediamo che, ter:iuto conto delle speciali competenze necessariE? a coprire una parte degli impieghi, neppure tutte le amministrazioni dello S tato prese insieme sierro capaci . di tanto! E si tratta sempre della sola fanteria, non lo dimentichiamo! E poi, saremmo anche qui alla q.ue· stione sociale della concorrenza. 1

"

** E adesso crediamo di poter éoncludere, Se la nazione non può, o non crede, impegnare la somma, che abbiamo dimostrato essere necessaria per le pensioni, nè saturare di ufficiali congedati le sue varie amministrazioni, evidentemente bisogna rmunz1are alle forti eliminazloni, e dimi~uirne il numero. ,

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Per esempio, quelle 200 eliminiLzioni annuali; da noi pre-viste per la fanteria, dovranno es3ere ridotte a 160. Non è che il risparmio di 'i; o delle pensioni o degli impieghi: non è un gran taglio: e già la carriera non può 'più sussistere su)le, basi che abbiamo supposte. Infatti, con calcoli analoghi a quelli già fatti, e dei quali '.risparmiamo volentieri la ripetizione al lettore, ·che se crede potrà farli da sè, si trova che le permane1;1Ze nei vari ·gradi ·verrebbero per forza portate a: 5 anni dà maggior genenerale 5 » colonnello · 5 » tenente colonnello 5 » maggiore 12 » capitano » 13-!4 subalterno il ·che, sempre col recluta.mento medio a 22 anni, porterebbe .alle promozioni: a capitano a 35-36 anni di età a maggiore a 4·7-48 >> » a t enente colonnello a 52-.53 » » · a colonnello a 57-58 » » a maggior generale a 62-63 >> » a tenente generale a 67 - 68 » » Vale a dire· che, con eliminazioni annue pur sem pre aumentate nella proporzione da 125, e perfino da sole 80, a 160, ·B con corrispondente aumento di spesa si arriverebbe al non lodevule scopo di ottenere una carriera ctguale alla presente, nei .gradi inferiori e medii, peggiore nei gradi più .alti, ed assolutamente incapace di rispondere alle esigenze dei gradi supremi. L 'osservazione è convincente, e dimostra all'evidenza ~he :nessun~ carriera a pura anzianità è capace di fornire convenientemente tutti i gradi della gerarchia, a meno di raggiungere eliminazioni impossibili . Da questa incapacità., der\va necessariamente l'imposi.zione di accettare gli avanzamenti a scelta, i quali, siano ;Pure applicati nella stretta misura dell'indispensabi.le, è

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SUI PRINCIPI OH& REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

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SAG GIO ORl'l'IOO

chiaro che diminuiranno io ciascun grado le vacanze disponibili per le promozioni ad anzianità, e che in conseguenza. o aumenteranno le eliminazioni oltre il massimo conseutito, o rallenteranno ancora la carriera dei più. Dunque a noi sembra di aver dimostrato abbastanza chiaramente che: 1° Nessuna carriera a pura anzianità è capace di rispondere alle esigenze dei quaclri, senza incontrm·e enormi ostacoli finanzia1·ii e sociali; 2°· Il limite di celerità di una tale carriei·a é determinalo ineluttabilmente dalla misura, in cui quegli ostacoli sono r iconosciuti superabili; 3° L'istituzione degli avanzamenti a scelta non è la· causa, ma è una conseguenza necessaria di quella incapacitr'i. di prodit~ione e di qitel limite insitpe1·'abile di celerità,. che sono gli attributi naturali della carriera ad anzianità pw·a; 4° Quella incapacità e quel limite di celer·ità dipendono dal numero delle eliminazioni, ma sono completamente indi-pendenti da qualsiasi sistemi), seguilo net p,·odurle.

La questione generale è pertanto semplice, come abbiamodetto da principio; e non meno semplice è la questione· stessa applicata alle nostre leggi ed ai nostri quadri, come dimostrer emo fra poco. Ma se la questione è semplice, se noi non abbiamo commesso qualche grosso errore di logica che ci abbia condotti a dimost,razioni fallaci ed a conclusioni inesatte, a che si. parla, e si scrive, e ci si agita eontro i limiti d i età, contro la scelta, contro la lentezza delle carriere, contro tutti e contro tutto? A che si è dovuto leggere, riportato da un giornale militare, che l'ufficiale superiore moderno è seccato perchè la. scelta gli preclude il passo agli .altissimi gradi? che il caP.itano è seccato perchè vede che la sua carriera si arresterA,

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"in quel g rado? che il tenente è seccato perchè vede lontano il grado di capitano ohe sarà il suo bastone di maresciallo? Sono, secondo noi, vere e proprie aberrazioni di pochi, i quali, senza essersi mai preoccupati di st ud iare menomamente le questioni organiche di avanz!j,mento, interpretano come credono ropinione dei più, solleticandone il guasto palato. P erobè tutto d ipende da questo: che noi abbiamo il pa.Iato guasto. Subitanei aumenti dell'esercito, o su\:litanee creazioni di ufficiali per i quadri di guerra, hanno negli ultimi anni, da noi cvme dappertutto, accelerato singolarmente le carriere .a pura anziMi tà. E ciò ha illuso le menti : si è attribuito .ad un sistema ciò che era effetto di una causa improvvisa .e transitoria: si è ritenuto normale ciò che fu una ecce:zione favorevole, e si ritiene ora condizione eccezionalmente disgraziata ()Uella che è, e sarà, e dev'essere necessariamente, come crediamo aver dimostrato, la condizione normale del tempo di pace, in cui le eliminazioni non sono, come i~ guerra, ineluttabili od indiscutibili., ma debbono commisurarsi a considerazioni d'ordine superiorc1. Bisogna a.dunque studiare seriamente e d isilluderci; bisogna reagire contro il dolce miraggio che ogni sottotenente ,d ebba un giorno comandare un reggimento. Le carriere ad anzianità, in tempo di pace, non posscno j essere che lente; il loro culmine non può essere molto oltre il grado di capitano. Non si lotta contro la forza della realtà -e della logica: se si lotta, si logorano invano le forze più _pure e più alte dell'anima militare. Ed è bene che su tutto questo meditino tutti, reggitori e subordinati. Non si può e non si deve lottare: l'esperienza -è fatta. In momenti duri per le caniere ad anzianità si è corsi ai rimedi, un po' dappertutto, spinti da quelle mede·sime illusioni, che ora alimentano inani speranze: e si sono istituiti articoli terzi, pensioni proporzionali, posizioni ausiliarie, e simili. Che si è fatto? Le nazioni hanno dato un -colpo di coll~re. inutile alle carriere, grave alle finanze; le

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SA GGIO CRITICO E~C.

car~i~re sono tornate come prima, le pensioni hanno toccat;1 1 loro vertici, e si è dato argomento a nuove ill usionia nuove richieste, a nuove recriminazioni. . L'esperienza è fatta, e rinnovarla non giova: giova invece· nfl.~ttere, ragionare a fil di logica, e non lasciarsi trasportare nel_le nuvole; è questo un viaggio che, se è sempre, sconveniente per la serietà umana, è particolarmente nocivoal carattere militare.

11 DILEM)IA D'AMLETO PEI BERSAGLIERI (ESSE11E O XON E SSERE ... ECCO IL PR.OBLE)(A!) S AKEASPEAIU<

Conli1ma;;io11e -

l 'edi di~penw Il'

(Conti1ma)

u.

P.RIGB'.1'.

a) Personale -

Organici -

Equipaggiamento.<1>

:L'ali son le tr1.iv11e, quali sono gli u:!fioiali>>, è scritto e con molta conoscenza del cuore umano, nel Regolamento d'ist,ruzione e di servizio intemo ; necessità quindi, per noi bersaglicl'i : 1°. di una accura,ta scelta - senza debolezze cli sorta e che ora è quasi totalmente dimenticata - fra gli AUievi di 11:odena, aspirant i al nostro Corpo. , 2°. d'un period.o ili qua.lche mese, per l'addestramento speciafo dei nuovi promossi, presso i ba,tta.glioni: ciò iu mancanza. di meglio fi nchè non si abbiano la scuola unica e le scuole d'applicazione pel' ogni a.rma, e specialità ; 3c. di elementi più giovani nei va,r i gradi ùella nostra gerarchia, entro limiti razionali e da fissarsi : pci bersaglieri è questtL una necessità piLt forte che per gli altri. E ' necessa;rio venga ridato il cavallo a ttcttii capita,ni, se non si vuole che uno degli elementi più importanti della gerarchia militare, si dimostri insufficiente al nuovo impiego dei bersa.glicri e perciò da,nnoso. I capitani dei bersaglieri - tutti - ebbero sempre l'uso facoltativo del cavallo fin daUa formazione della prima compagnia, la qual cosa dimostra che l'utilità di tale concessione - a,nco in tempi di men florida fi.na.nza - è stata sempre riconosciuta pel (!) Per la trattazione di qonnlo rHletto il reclutamento mi son valso moltissimo del bello e dotto s tuclio intitolato: Note sul reclutamento, pubbli ca to alcuni anni fa dall'ora maggiore di stato maggiore D011EN1co Gur..:nnixr.

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IL DILEMMA D'AMLETÒ

PEI BERSAGLIERI

nostro Corpo. Ohi ci. ha creati, insiste sempre su tale ~ecessit;\, nei suoi a,utorevoli scritti. Non vogli.o addentrarmi in questa ta,nto controversa ~uestione: mi limito a constatare che al presente un~~ delle cause più forti della nostra diminùi1;a velocità e resistenza di. marcia, sono i capitani a,ppiedati ; via., è un'illusione bella e buona, il credere che la potenzialità fisica di. un uomo a trenta cinque anni e più, possa, permettere di fare ordinaa:ia.mente marcio d'una qua,ra,ntina di chilometri in sei. ore, combattere e pensar poi ad a.llog· giare e f~d amministra.r e ii proprio reparto ! Si potrà fare uno sforzo una volta ta,nto, ma, norrna,l mente.. . no, <~ a.Uora 1 O rassegnai1ii. a ridurre la velocità e ·1a resistenza, del nostro Corpo o dare il ca;vallo a tutti i suoi ca:pìta,ni : sia.mo al soli.to dilemma: << Essere o 1io1i essere !,> perchè gli anni e le marcie consumano e lo stampo degli uomini d'acciaio non s'è a,ncoÌ' trovato.

sia loro d'imciampo nelle opera,zioni. di guerra, ta.nto è vero che .:a,d una pa,rte dei ca.pi.tani il cavallo fu ridato ... Il mezzo termine è molto sintornal;ico, perchè implicitamente riconosce assmcla l'obbiezione testè a,ccenna,ta..

:Mi. disse q'uakuno, che il cavallo ai capita,ni potrà essere· di inciampo, specie nel rrnov9 impiego d.ei bersaglieri, all'a,va,nzàta rapida a,ttraverso i va,r i osta.coli di cui è seminato il terreno fuori delle strade battute.... L'obbiezione assomigli.a ad una bolla di sapone gro'ssa,, tonda, colorata, ma che con un sofilo si. rompe e riesce a, nnlla. · Se l'obbiezione avesse un valore, dovrebbe averlo anche per gli a.Itri che ora comanda.no a, ca.vallo e compa,g ni.c e battaglioni e reggimenti bersa,glieri e no. · Ohe importa a me che un maggiore, sa,ppia, far passare nn ostacolo da tutti i capita,ni appiedati e da.Ua truppa, del suo batta,glione, quando egli - il ma,ggiore - ed i capitani ora montati, non sapessero nemmeno girarlo, perchè a ca;va,Do 1 A questa stregua,, nessuno che abbia couuLndo di truppa a piedi, dovrebbe stare a, ca.vallo e questo sa.rebbe un assurdo. Piuttosto ditemi. : - Si dovreb];>e esigere che tntt;i quelli mon1;a,ti avessero cavalli di veto servizio e sapessero e dovcssèro valersene per bene e non come solo mezzo di tra.sporto - ecl io· Aarò con voi, ma, qur,.sto è 111:i. a.ltro pafo di maniche e rion vuol dire che i capitani non debbano avere il cavallo cd a,vendolo,

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I bersa,glieri furon idea,ti dal DelhL :M:armora a battaglioni :autonomi da impiegarsi in esplorazione, in missioni spcci.ah, in colpi di mano e non già come riserva o truppe suppletive che - per noi - su per giù, qua.si sempre finisce in pratica, pe-i:· rapJ)resentar:e la, stessa, cosa. Il loro carattere tipico, collimava, - in origine - perfettamente con un ordina.mento leggero, clastico, spigliato: tutte le -campagne dal 4-8 a,1 70 e quella greve e lunga del briga,ntaggio, ;splendida.mente provarono che l'orclinamento dei· bersaglieri in batta,glioni siffatti., corrispondeva, aJJc esigenze ta,ttiche per valore, per celerità, per elasticità e J)er resultati in ordine allo ;sco.po prefisso. Il nos1,ro illustre fondatore con mente dhinatrice insistè :Sempre sulla necessità assoluta elci bersaglieri in piccole unità .autonome. La forma reggimentale ta,ttica,, data, nel 70 al Corpo, ne rovinò.:_ come ~Lccennarnli1o - il tipo mettendo in cont-ra.sto indole e scopo dei bersaglieri con l'ordinamento troppo pesanLe ,secondo cui ftnono ricostituiti : in a,l iiri termini quella riforma non sembrò avesse tenuto molto conto clcl compito e più del modo d'essere del nostro Corpo. }W;orniarno a,ll'antico, a.i vecchi e gloriosi ba,tt~Lglioni auton omi. e siano 2 per Corpo d'.Armat;a, su 4 comp~gnie ed 1 ci-clisti : compagnie vere e non ombre dolorose di compagnie a,tte .solo a, deprimere il mora.le; Della :Marmora le voleva di 170. uomini di truppa. (gradua.t i com1)1'esi) e-:!: uffici~tli (1) : date le nuove missioni che potranno e.ssere a,ffidate a, noi, pnò sembrare utile ' - e per conto mio lo ritengo in modo certo - che le com~ })ll-gnie non sieno· molto grosse ecl i batta.glioni risultino meno. ., . . (i} Vedere il Fascicolo N°. i del le Ptibblicazioni del Mti$CO Slorico dei Bersaglieri, {lià citato.

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IL Dil,l~M:MA D'.1MLETO

PEI BERSAGLIElU

pesanti: inferiori sempre agli organici proposti. dal Genera.l e, Della :M:armora. Naturalmente i nuovi organici potrebbero essere -·- durante la pace-- a.Jquanto 1idotti, il meno possibile s'intende (1)Per quanto rigua,r da le compagnie bersaglieri ciclisti, si po· trebbe studiare se meglio comriene ma.ntenere il loro organico, a,ttuale, oppure egua,glia,rlo a quello che si adottìerebbe l)ei ber:;aglieri non ciclisti od altro migliore, ma, piccolo sempre. Quello che è certo, si è che unità grosse e pes&tnti, sono afiattoavverse, negative in ordine alht nuova missione che si propugna. pel Corpo . Avremo in totale 24 battaglioni bersaglieri e 24 compa,g nie· bersaglieri-ciclisti, cioè- tutto compreso - 120 compagni.E? di lJersaglieri. Si so1)primano i 12 a.ttua.Ii comandi di Reggimento, coi rela,1;ivi' depositi, maga,zzini, comancla.nti di deposito, ecc. tutta la , congerie pesa,nte rappresentata dagli a,ttuali reggimenti: sarà,. un'economia non lieve pei bilancio ed un rialzo immenso nel" mora.le, nello spirito di Corpo, nella potenzialità, dei bersagli.eri (2). I 12 ba,tta,glioni bersaglieri soppressii rappresenteranno in, parte, dedotto l'aùmento delle compagnie ciclisti, un'altra economia non solo, ma offrira,nno - e questo è più importante - · la possibilità d'una scelta rna,ggiore e migliore del contingente, necessità, - questa - indispensabile al nostro Corpo, e che si risolve a,nche in un vantaggio J~er la fanteria di linea che perciò potrebbe incorporarsi maggior: numero cli buoni elementi. Si sopprima la .'iJIilizia Jlfobile pei bersaglieri, e solo si la.scino, loro -:- in caso di guerra - le due ultime classi inviate in congedo: oltre una, certa età e dopo un certo tempo trascorso in con-. gedo, la pratic&t prova, che resta bensì e vigoroso 10' spirito bersa-· glieresco, ma il fisico non può più corrispondervi a dovere.

~rale elemento però, che proviene dai bersa,glieri, rappresenterebbe sia come morale, sia come :fisico, un va,lore indiscutibile e preziosissimo, se richi.ama,to nella fanteria di 'linea. · · Non si dica che tale passaggio a,l la linea, possa, moralmente deprimere il contingente éÌi quelle classi, poichè il passaggio non si effettuerebbe anzitutto. all'atto del richiamo, ma, spetterebbe per legge dopo due anni trascorsi in. congedo : poi se tale pericolo è giustamente trascura.bile per la cava.Ueria - ove si effettua un ve.ro pa,ssaggio di a,r ma - perchè diversamente, dovrebbe verificarsi pei bersagli.eri che - ùopo tutto - rirria,rrebbero, sempre in fanteria~ Pel nostro personale di tru1)pa,, a parte il vanta,ggio di nna scelta più ampift, resa possibile dalla più so1n·a accennata riduzione clel Corpo, è inu.tile pa,r-lare senza considerarlo in rela,7,ione·. al personale degli altri Corpi., delle altre armi, a.l quale è intimament;e collegato, dal qua.le più o meno dipende ed insieme al qua.le è necessario sia, tra.ttato. Data la necessità assoluta, di una, scelta vera ed ampi.a degli inscritti da, distinarsi al nostro Corpo,. si deve e si può ottenere, nello stesso tempo, il minimo danno · possibile per l' assegna,to · agli a.ltri e· specie - come si disse alla linea. Non bàsta ed è forse d.annosa ~t tutti, la divisione proporziona,l e ..:_ come orà, è fatta - del contingente annuo, senza tener· conto che della bontà degli uomini, perchè bisogna anco bada,re alle diverse esi.genze delle va.rie armi. Sembrerebbe quindi assai opportuno il fa.re una ripartizione progressiva, del contingente, in rnoclo che cia,s cun inscritto << riesca de.stina.to all'arma od al serv;,'1,i,'.), a.l quale appare l)iù utilmente atto e per fisico e per professione esercitata>> . Iudip<~1:1dentemente daU'arma e dai corpi, dividere ~mzitiltto, gli inscritti in tre grandi categorie : 1) Idonei al senizio a piedi, 2) Idonei al servizio a cava,Jlo, 3) Idonei ai soli servizi a,u.silia,ri. .Reclutar nella 1"' categoria la fanteria,l'artiglieria da fortezza,. il genio ; nella 2"' la cavalleria, l'artiglieria a cavallo e da campagna, il treno d'a,rtiglieria e del genio ; nella 3a. le com1Jagnie-

(-l) Circ,~ la ridlliione lleg li efretlivi dei bersagl ieri, vedi i r>regevoli articoli Pllbbli-· cali n••I Secolo di Mil:Jno e cita li in nota rtella pag, !S del prese11te lavoro. (2) Con l'arenamento attua le del la ca rriera, la 1 propus1a d'abolire l2 co lonnelli, O· quasi, può sembrare cd è, in parte, nociva agli espe,Jwn ti di r,g111 genere escogitati eche si escog itano Jler acc,lerarl"; io p:1rto però c1al µr incipio chH l'intnesse indiv irtuale· é ntil lo di fronte all 'm teresse generale: ammesso ciò - com'ti lo_gico e t1o veroso - tutto il resto, purcbè si tenda intelligen temente o con coscenza allo scopo vero, deve JHl-S$are, ln seconda linea .

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IL DlLltM)(A D'AMLE'.L'O PEI l3RRSAGLIERI

,c,anità, e sussistenze; ripartire poi, gli inscritti di ciascuna, categori&t, fra le armi ed i corpi destinati a reclut&H'vi, t enendo conto delle loro specia.Ji esigenze. Destiua,r quindi ad esempio - per la l ". catcgori~t - senza d istinzione alcuna, agli specialisti ilel genio, tntti coloro che esercitano wofess'ioni a11aloghe alle specialità dell'arma, ; solo che veriftcandosi eccedenze, si dovrebbero l)refer'ire pcl genio i meno a,tti aUe ma.ree, i meno v igorosi, quelli di vista meno buona. :F'a,tta questa prima cernita,, tirar fuori - entro dati ]imiti di sta.tura e tra quelli vigorosi, ma cli vista mediocre e cli non buone condizioni a.gli a_rti inferiori - il persona.le per l'artiglieria, da fortezza, regolandosi per le eccedenz~ come sopra In detto. In ultimo e con le nonne accennate - meno la, statura 11,ssegna,re il persona.le &tgli zapvatori del genio. Tutto il 1·esto sa,re.b be per la fanteria e qui i bersciglieri sceglierebbero i più agili, i più forti, i meglio &ttti alle marce ed a.l tiro ; ·i granatieri i più alti, e la linea prenderebbe il resto. Resto ben differente e molto migliore cli quello a,ttuale, mentre i bersaglieri sull'elemento l)iù atto alla, fanteria, potrebbero incorporare un elemento di IJOtenzialità senza dubbio maggiore del rcclu tato finora. 11 sistema d'assegnazione accennato, non sono io che l'ho irnrna,ginato : altri più cli me com1)etente l'ha, studiato a, fondo e proposto; io l'accetto piena mente e lo propugno, perchè combinato con la riduzione del Corpo risolve - secondo me - un ,grave problema per noi : << :1:t ver e una scelta del personale su più .solida, e~ larga, ba,se, cla,nneggiando assai meno il reclutamento della, linea,> (1). Un altro punto. P'er l'is firuzione speciale più fati.cosa, inerente al nuovo impiego dei bersagli.eri, è necessa,tio che questi, a.ll' a,tto della mobi-

(l1 Nel bell issimo studio da cui ho tratto in gran parlo 11ueslo cap itolo, ~i rispondo ~nol to a."proposito e molto beno ,tll <i tre obb iezion i cui può dar luogo l 'ideata assegna~101\11 e cioè : ! 0 Perchè - meno che per l'.irtig li cria ria fo rtezza - non si ti en con to dell a statu ra ? - 2° Non è forse - que llo proposto - un sistema troppo dotlrina rio? .3° Non esige e~so mollo pirì tem po del sistema attuale? ·

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litazione, siano pronti ad entra.r e in a,zione senz'altro : il nuovoservizio dei bersaglieri non si potrà, al certo impwvvisare, e tantomeno a,ttnare quando la ma,ggior pa,rte dei loro effettivi di guerra. s_a rà di richiamati da più anni dal congedo. Sa,rebbe quindi necessa,rio - oltre alle pI'OJ)OSt<~che al riguardo, già si aceenna,rono : 1) Avere una forma unica per tutto il coutigente incorporato da.Ile vaJ.'ie armi, servizi e speciahtà; 2) Abolire qua,l siasi congedo anticipato, perchè gli orga,nici non oscillino con danno della prepara,zione sotto ogni punto cli: vista,, del morale sempre e spesso della disciplina ; 3) Costit;uire all'atto della mobilitazione e con lo stesso. organico sopra indica,to, una 0011ipagn1ici di 1nob·iz.itaz'iorie per cia.s cun ba,tta,glione ed un plotone per ciascuna compa,gnia be:rsao·lieri-ciclisti. col contingente dell'ultima classe a,nclata in o ' congedo. Il fabbisogno d.'uomini per costituire tali compagnie, che si pot rebbero raggruppare in 6 bci/.laglioni cli rnobilitazione, non verrebbe certamente a ma.ncare, a,nzi - a dedurlo daUe relazioni sulle leve - s'avrebbe anco un margine più che sufficiente non solo per fa,r fronte a.Ile perdite normali medie inerenti alla classe· ora, detta,, ma per riempire a.ltresì I vuoti di quelle sotto le anni, per r.iscontra.te inabilità alle fatiche della guerra, a,ll'a,tto éli mobilitarsi. Sarebbero altri G battaglioni bersaglieri ~\ cinqli.e compa,gnie (delle qna.li una ciclisti.), che potrebbero insie1ne a.lle permanenti entra.re qùasi. subito in ca.mpagna,, perehè quantunque formati esclusivamente di richia,mati, non sa,rebbero in congedo che da un solo a,nno al nnssimo; 4:) R,iempire i vnoti che necessaria,mente andrebbero verificandosi dOJJO i primi scontri. e durante la gnerra : · urgcn,:a, - questa - non immediata dopo la mobilitaziorie, ma entro un limite di tempo p iù o meno lungo. All'atto della mobilita,zione quindi, bisognerebbe disporreancbe cli un nucleo sufficiente di truppe, forma.te in battcigUoni cli com.ple11iento, coi rispettivi quadri cli truppa e d'ufficiali, snfficiente a.Ue proba.b ili esigenze e da invia,r si - a suo tempo - ai reparti- che ne a,bbisognassero.


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IL DILEi'.UiA D' A::ULETO

PEI BERSAGLlERI

Tali battaglioni (e potrebbero esser 6 su cinque compagnie, ,delle quah una ciclisti, analogamente a quelli di mobilita.zione), :Si costituirebbero col contingente della classe da due anni in congedo e siccome il loro impiego - come si. disse - non sa,rà. immediato, avranno tutto l'agì.o (a,venclone per a.neo la poten.zialità) d'allenarsi e di prepararsi. In tota.le noi verremmo acl a,vere : 24 ba,tta,glioni bersaglieri permanenti (36 compagnie bersa,glicri e 24 compagnie bersaglieri ciclisti) ; 6 batta,g.lioni bersaglieri di mobilitazione (2<b compa,gnic bersaglieri e 6 compagnie bersaglieri ciclisti); 6 battaglioni bersaglieri di complemento (2'1 comJ)agnie ber saglieri e 6 compa,gnie bersa,gleri ciclisti). · Ai 12 battaglioni richia ma Li, sarebbe dato il numero degli attuali 12 battaglioni, elle verrebbero soppressi. Durante il periodo delle manovre cli campagna - le finanze permettendolo - bisognerebbe costituire ed esercitato tali repa.rti : sarebbe un riùhiamo all'a.llenamento per ·tutti ed un mezzo per constatare la potenzialità fisico-intellettua.le dei qua·clri di truppa e cl.egli ufficiali; poichè i quadri - per i ba,tta:glioni bersaglieri cli mobilitazione e di c01nplem,ento~ - dòvrnbbero es.s ere tratti dagli ufficia.li di complemento eclin posizione ausilia,ria. Un depòsito od un coniando amrninistra,tivo - con funzioni , s ia, pure anclie d'IspeUora.to - ba,s terebbe a,l Corpo dei-bersaglieri così riorganizzato, come bastò fi no al 1860, a,d dimostra,n closi di. umt elasticità sorprendente (1), Che un ta.le od equivalente ordina.ment o dei bersaglieri, sia utile ed. op1)ortuno disciplinannente e tatticamente, lo pr ova 1a storia cli tutte le nostre guerre ed è confermato anco dal fatto -che lc·truppe scelte o speci.ah - tipo bersaglied - .sono mante~ ( I ) Presso il depos ito, potre l)llero molto· or,po rtunam rnte passare g li ufficiali IJersa.g!ieri nuovi promossi, prima di raggiuogern i rispettivi . tia tl a!llioni: una scuola nor.male di Li vorno in mi niaHva, ma quanto uiile, 01,po rtuoa, efO,,ace 1 Circa 1;1 rotcnr.ialitil di cu i fu capace l'anLico eri unico Comando dei bersaglieri~ di ·stan7.IL a Cuneo - basta notare che seppe risolvere il proble ma · di po rtare i battaglioni bersag lieri da IO a !6 ed a 2i I . Vedi gli arlicoli di giornali accenna li in nota a pag !8 rl ~l 1iresente lavo ro i r1uali ,tutti pa rteggia110 per il ril orno a l de11osilo o comando o ispettora to uniw. '

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nute a battaglioni a,utonomi, in quasi tutti gli eserciti, nè questi mai sentirono il bisogno d'inreggimentarli, anzi si guarda,ron bene ,dal discutere persino tale riforma: le eccezioni - poche han.no r agione e fondamento glorioso.

** * Alcuni - e da l)a,recclùo - sentenzia,rnno : << La vittoria neUe giierre fittitre - sarà dii, chi vrim.a cwrèt abovito lo :Mino >) ; :sbaglierò, rna,non ci credo (1}. Kapolene, invece, lasciò scritto : << Riclucete lo za.ino al 111,inor ·peso possibile, 11ia che iL solclato non se ne sevari mai ! 1> e questo mi l)a,r logico e giusto, non solo per l'autorità di Citi ha, formulato la ma,ssima, rna pcrchè ò perfottament e inutile a.vere un sokla.to capace di fare - ad esemJ?ÌO - 50 chilometri al giorno, quando per a,l tre ragioni non possiamo fargliene fare che 30. Prima o dopo il 1,59 - epoca, in cui si inventò lo zaino - le truppe di fanteria l'hanno serhpre 1)ortato o vi · sosti·~uirono ,q ualcosa d'equivalente e non perta,nto combatterono e vin..sero (2) , Se ciò è vero, non va però nemmeno negato che quel ,ca,rico fu sposso fatto deporre in vista d'un combatLimcnto o si gettò to•u,t coiirt, per iniziativa, di chi lo portava,. Questo duplice fatto ci indi.cii u n vivo contrasto fra la neces-sità, universalmente riconosciuta, d'un carico che il soldato di fanteria cl.eve sempre portar seco e la non buona soluzione data ·al problema, circa la sna composizione, il suo peso complessivo ·ed il modo di port,1rlo ; soluzione che non sembra corrispondesse -gran parte a.Ue forze rneclie dell'uomo, in relazione a,llo sforzo :Supremo del combattimento e più a, quello per giungervi bene .ed a tempo. Anche oggi, questo stato di cose perdura, non ostante gli ànnumerevoli stu(li e progetti che furono fatti e presentati sulla

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(i) Ved i il bello arlicolo: La fanteria in armi e- bagaglio, dal quale in gran parte .attios i per la tra ttazione di que;to argomento. · (2) , La quale consuetucl inP (cli 1)1l1'tare gran 1)esi) 0 necessaria, perché ne lle $pe,i_i~ zion i difficili couv ie11e mol t~ volle che il soldato, oltre all'arm1 , µort , ria v1vero per pm giorn i e se non f(isse assuefatto a qursta fatica, non pr,trebbe f.. rlo ; e 11er questo o 1100 si po trebbe fuggire un pericolo o acqu,s1aro con fama una V·itto ria ~- - MAC H1A VE LL1, Dell'a.l'te deltci guerra., lib. IL


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PEI BERSAGLIERI IL DILEMMA D'Ai',U,.ETO

grave questione e le non poche modificazioni introdotte od in via, d'a,ttua,zione. Ciò forse è dipeso d~tl fa.tto, che invece di portar l'attenzionesul complesso dell'equipaggi.a.mento, ci si limitò a qualche parte· solamente di esso ; comunque sia, ta.le questione è oggi più che· nia.i importante per la, fanteria in genere ed è urgente pei bersagli.eri che, nella loro _missione speciale, d.ebbon poter combinare al più a.lto grado fiwco, -cele1'ità, resistenza. ~oi, in Italia,, a,bbia.mo uno specia.lista appa,ssionato, colto, geniale del genere, (1) ma le sue proposte, i suoi esperimenti a. che cosa ],a.uno a,p proda,to di concreto difronte all'apatia burocra,tica, che impera 1 Oh' i.o sappia, a nulla : salvo a recenti propo1;te, tuttora,, - credo - in esperimento, le quali tenderebbero (e se è vero, è un gra.n passo che s'è fatto) ad una rifonna complessiva del-· J'equipaggiamento della, fanteria. In attesa di conoscere i resultati di tale esperienza, non credo, fuori luogo ch'io francamente esprima le mie povere idee sulloimportante argomento. In tutti i t~mpi c'è stato chi ha proposto di me1;terc su carri a.l seguito delle truppe, la maggior pa,r te del carico da esse portato ; ma, priina di tutto questo m'ha l'aria di 11n mezzo termine, quindi del peggior provvedimento ctù appigliaJ:si, poi l'esperienza fattane alle manovre ùi cam])a,gna nel 1885, ce lo dimostra.rono tanto poco pi:atico e così pieno d'inconvenienti. da, sconsigliarne. l' a,t tua,zione. Necessità quindi risolvere in a,ltro modo il problema, ma sovra-tutto senza incertezze e radica.lmente. Per noi bersa.glicri, si deve mira.re essenzialmente al mftssimo,· sviluppo delle tre potenzia.lità affatto indispensa,bili a.I. corpo nel suo nuovo impiego e cioè - come dissi. - fuoco, celerità,, resi~ stenza, talchè si tratta di combinare nel modo migliore i due termini. seguenti :

(Il li ~apitano c,w . G RASSI, il quale con vero intelletto d 'amore e con rara compe• te,ua , da mo lt i anni si d ed ica all'import.an te questione.

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a) diminuzione del carico complessivo port~tto dal bersagliere; b) Aumento della dotazione individuale di rn anizioni e di viveri di riserva. P er le 1n1mizioni può forse ritenersi sufficiente la clota,zione :fissata pel nuovo fucile modello 1891 che dà 162 ca,rtucce per individuo (1); _p er i V'Ì!veri cli riservci bisognerà darne al bersa,gliere almeno tre, se non qirnttro razioni.. · A tale intento, uno solo il ripiego : modifica.re e rùìurre allo st:retta11nente inélispensabile, gli oggetti cli vestiario ed altri, assegna.ti daJlÒ specchio 93 del tomo II di mobilit~tzione, ad ogni individuo di truppa. Esaminando - sia pure. di volo - la, question e, ci persuaderemo che la soluzi.one non è poi ta,nto impossibile come sembra. - Per affardellare i vari oggetti del bersagliere, è proprio necessa,rio, si manteng~t quel vecchio cd i1np-opolare arnese, che da solo pesa 2,52G cbilogra.mmi· ~ · P erchè gra.n parte delle munizioni si debbon riporre nello zciino, di. dove non si posson estra.rre ehe o ferma,ndosi e togliendoselo di spalla, o facendosi aiuta.r e da un com1)a,gno ~ Perchè quella preponderanza di peso 'aU'indie'tro, che obbliga a ca,mmina,r curvi eon danno della r-espi.ra.zione, della velocità quindi e della resistenza 1

(t) Dalla Rivista di fanteria (:!8 febbraio ! 894 rilevo c he nelle officine d i Praga, il Krnka sta va allora co~t.ruendo un fucile-miniatiwa, il qua le con chilogra mmi 8 tra fucile e muniz ioni, permetteva a l· soldato ,d1 portare 690 ca rtucr.e. li prof. Hebler poi, avrebbe propo~to al Krolm d i adattare a l s uo nuovo fucile il nuovo proietto cavo, pe,· t-al modo a ila rità di peso (8 ch ilogra mmi fucile compreso} il m u nizionamento del soldato avre bbe potn Lo salire a 700 cartucce. - Se i dati di ve locità iniz iale, di potenza d' urto. di spazio battuto son o realmente quelli dalJ'Allgeme·ine Sc/1.wei zerische ,J/ililarische Ze,t,wng annunciali, non v'ha d ubbio che il fiicile-miniatw ·a· rap 1>re,en Le rebbe il fucil e più adat to ai bersagl ieri, noi loro nuovo impiego. . · Ognuno ved e difa tti l'opportu ni tà imme nsa e l'utilità <l'aver scco il massimo munizionamento co l minimo peso totale d'equipaggiame nto, quando si deve combattere esscnzialme~te contro masse di cavalleria e Cj uasi mai a facile portata dei mezzi di rifornimento. E senza · r icorrerè all'estero, abbiamo u n bel fucile gia idealo da.I co lonnello (allora ·ma)lgio re del rn• be rsaA lieri) comandante del t• bersaglieri, cav. TuA, che con un pei;o eguale a quello modello 9t, darebt:e al bersagliere da 500 a 600 cartucce, ed altro consimile idealo dal cap itano d ei be rsag lieri cav. CE1.

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ANNO X U X .


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IL DILEMMA D'AMLETO

PEI BERSAGLIERI

Le munizioni d~bbon esser sempre sul da.vani e sottomano cli chi le porta,, con che si rende anco possibile una migliore e piì:t igienfoft ripat'tizione d.el peso addossato aU'individuo. Via dunque quel v,t1cchio e pesante arnese di pelle e di legno : sostituiamolo ad esempio, con una, tela, impermea,bilc nera, fog gia.ta - così per r ender .l'idea - come un cubo che sia sviluppato sovra, un p iano. Una volta affardel}ata per mezzo d'apposi.te fibbi.e, questa tefo-zciino si potrebbe porta.re come oggi si porta lo zaino, agganciandola a, due cinghie con ca,rtucciere a tramoggia che d'in su la spalla venissero ad unirsi al cinturino davanti e - ridotte ad una sola - vi si unissero diet;ro. Il centurino poi dovrebbe.essere foggiato esso pure a cartucciera scorrevole, per modo che tr,t questa, e quelle ft ttrtmoggia dellè dnc cinghie testè 'accennate, si potesse porta.re l'intera dotazione di munizioni da guerra. Dato si volesse toglier di dosso la. tela-zaino affardellr-tt a,, rimanendo sullè spalle quella specie di bra~a costitnita dalle due cinghie indicate e dal centurino, il bersagliere potrebbe pur sempre conservare con sè tutte le proprie ca,rtuccie. N on la pretendo ad inventore - Dio me ne liberi - ma nel modo che ho detto od in altro consimile· e migliore, quanto peso inutile di meno, quanta pratica, distribuzione di carico di più. La mantellina poi, arrotolata com'ora, si dovrebbe es~a. 1nue riporre nella tela-zaino : gli. oggetti va;ri, vi starebbero meglio aJlogati e l'insieme risulterebbe più assesta.to e c9mposto. Una bella, semplice, economica e pratica trasformazione dello attua,lc zaino, fu - del resto ~ proposta dal capi.ta,no dell'J.l, hcrsaglieri attualmente al Congo, Cestari Rusteghelli co1 suo zainetto-scomponibile, a,Uorchè per invito del Ministero, l'anno scorso, si fecero in proposito studi e proposte presso tutti i Corpi. 'J:ale zainetto-soo.mponibile, permette di facilmente separai·(~ munizioni da guerra e viveri di riserva, dal resta.nte corredo del b ersagliere, mentre riunito risulta di un peso complessivo a,ssai minore dello zaino attuale, e meno ingombrante. . Il danaroa,tuttociòL . Si trova.nei magazzini della nostra Milizia Mobile, che si propost~ di abolire e - siamone sicuri - ve n'è anco d'avanzo. ·,

A che mantenere le tende con la funicella,, le relative parti di bastone e gli indivisibiJi picchetti ~ Nel 711 i francesi, nove volte su diec;i., ha,nno dov uto la.sciarle in mano al nemico e noi tutti, per p1l0va,, sap1)iamo come la tenda diventi inopportunamente i;>esante sot'to la pioggia,, · quando appunto sa,r ebbe n~cessario che il solda.to trov.asse un compenso alla maggior difficoltà delle strade fangose, nella .diminuzione od aJmeno nell' inalterabilità, del ca,rico che cleve porta.re (1). Inoltre, nel nuovo impiego riserbato ai bersaglieri non si in -contrerà difficoltà alcurnt a trov a.re per essi suHìcicnti accon.t onamenti e per male clie va.da, si può esser certi che il bersa,gliere - obbligato anche a serencire - non rimpiangerà ma.i il .chilogramma e mezzo e più, che gli si è tolt o,da,lle spall e. I n luogo di due ca.micie di cotone, sarebbe utile fornire il ,bersa,gliere di due camicie di lana o di flanella,, ed invece delle due crava,tte itttuali, da,rgliene due pure di flanella. · Con ciò, oltre araggiungere uno scopoigienico, si ottenebbe -an:;o il va111;aggio d'a,bolire nell' equipa,ggiamento di guerra la giubba cli t ela (utilissima in guarnigione, non indispensabile in ,gnerra,) ed il fars.e tto a maglia, con una diminuzione complessiva nel ca,rico cli oltre un cbilograrnrna. Di mutande sufficiente un sol paio, perchè sostituibile all'occorrenza coi paufo,l oni di tela; di pezzuole da piedi sarebbe utile .averne tre 1wia per lo meno, pltre a quella ind.osso. E v enia mo a,lla ca.lzatura : al cavallo del fa11taccino come ·chiamò la scarpa il maresciallo Niel. Ottima quella in uso, portata con le uose (2) ; solo a molti .sembra - e tra questi a,l Lewa,l - che per entra.rè in campagna, .i>otrebbe e dovrebbe basta.re il solo pciio di sca,r pe calzate.

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' (i) E bisogna notare che attua lmente, in una marcia sotto la piogg ia., non. è la sola ·ten,ta che aumenti di peso, ma anco ,ta mantellìoa arrotolata sullo zaino, se non è ind<>s~ata.. (2) I vari sistemi - quP II O- Salmoiraghi comp reso - avranno i loro pregi, ma io -pratica non vanno pel hr.rsagliere. Alla scarpà rin[orzata attualmente in uso, sarebbe ·forse utile sosutuire ai laccioli, due coregge di .cuoio cou fibbia per assestarla. meglio .:al collo del piede.

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IL DILE)IMA D'A~I LETO

PEI DERSAGLIERI

Ed è giusto ; rna bisognerebbe ch e queste fossero ben fatte e di ottima qualità; si facessero quindi su misura è senza tanto lesinare nella spesa . Qui è proprio ii° caso del chi 11i1'i, spende, 1neno e m,eglio svende, poichè alla, maggior durata delle sca,rpe, forse fino al termine delht guerra, se breve, certo fino a 1Joterle sostituire, s'aggiungerebbe un'igiene maggiore del piede, quindi una potenzialità maggiore di marcia, senza contare l'economia di spesa per le minori e meno frequcn ti ripar~zioni -ncccs-· sa.rie. Pei richiamati dal congedo (ed il sistema si potrebbe applicare anco per le reclute annualmente incorporate) l'obbligo di giungere ai distretti con nu ottimo p aio ·lli sea,rpe media,nte un'indenni tà da pagarsi loro all'atto del richiamg. Tali scarpe inolLre, si potrebbero mantenere al col or naturale, giacchè in guerra l7ovrerno ingrassare tutti i cuoi che lucidanimo in pace ; le sca,rp e d.i cuoio al color naturale potranno forse stonare con la nera divisa del bersagliere, ma, il nost,1·0 scopo è di vincer le battaglie e non di far colpo sui marciapiedi e nelle parate (1). Si dovrebbe in conseguenza, abolire un. paio di scarpe, la spazzola relativa, e la' scatola del IL1cido ed in compei;iso dareaJ. bersagliere im paio d:i scarpe di corda, sia per servirsene durante la ma,r cia, che nelle fermate e negli accantona.menti. Avrem o così dirninuito il suo ca,rico di al~ri 665 grammi ciTca, pm conservando - sotto forma migliore - clue paia di scarpe. T asca a vane e borraccia, sono ora poco pratici cù incomodi pcl forte e continuo s battimento contro le natiche, specie n ella corsa. Sa,rebbe bene togliere Je lunghe cinghie della tasca a.pane, esospenderla, invece con due passanti o in altro modo a,l centurino, un po' più indi etro del fianco desl;ro; dentro alla tasca ~1 pane poi,

(i) Como giustamente o.~serva l'autoro del prezioso arti colo di cui mi sono ser vi to~ l'ingrassa r le scarpe rlopo che furono por un certo Lompo lucidate, non ,é lo s tesso che iagrassa rle a cuoio naturale, poiché - co l tempo - ìl lucido neutralizza i van ~ taggi del la porosità dol cuoio.

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in un apposito taschino, alloga.re una borraccia meno voluminosa . e più capace, di vetro impagliato o cli metallo leggiero (1) . Si eviterebbe così l'inronveniennte di non poter bere che a fatica e del .fort,c sbatt,imento più sopra la7rnentato.

** * Sarebbe per lo meno ridirolo, s'io credessi d'avei' t rovata una -soltizione al grave problema ; esso ,a stLLCliato piì'1 minutamente -e con più competenza di quella ch'io m'a,b bia; non v'è dubbio però ch e da calcoli fatti snllc basi t,esLè esposte, l'attuale carico -portato dal bersagliere di quasi 30 chilogrammi (armamento e munizionamento compreso. pel fucil e modello ]891) si potrebbe ridur!'e di oltre 6 chilogrammi, lJUl' aumentando cli 2 razioni i viveri di riserva. Con qualche cano traspoeto per oggetti vari cl'cqllipaggiamento e vestiario, non assol1ttmnentr indispensabile, da aggiun, gersi al carreggio dei Corpi <l'Armata (o delle Divisioni cli cava,l1eria o di fanteria, a, seconda dei casi) od - i11 pa,rte - a nche a quello dei nosLri battaglioni e suddividendo opportunamente i rifornimenti viveri e munizioni elle attualmente sono assegnati ai bersa,glieri nel ca,rreggio truppe suppletive_del Corpo rl'A rru ata (2), si s::rrcbbero a,ssicurati tt1tti i vari rifornimenti. ai nuclei. bersagli.cri impiegati. nella esplorazione ed eventualmente nella 11va.nscoperta. 1.'}d anche qui la spesa, ma,ggiore - se c'è - non raggiungerebbe certo proporzioni tali da impensierire e <l'altra. parte non -va ca'lcolata senza tener con Lo dei 111011,i vantaggi che ne risulto-

(l) 1.'a tluale borr(lccia ò volnminoia e non è sco v1·a c! 'inconvcnionti, perché con fa•cilila si deteriora e fa danno; una 1)1>rraccina di vetro come usano molte gu ide, a me SNnhra r,iù pratica e rii meno ingumhro. Crerto oppor1.t1110 arhlilar~ ancho la borrar.eia d 1u recen temcnto propose il capita no Ruffiu o dell'Sl fa 111.or1a, e fu clo;dal,:t dal Su1wriorn Dicastero, essa. risolve molto goo ialmonl.e una pa rto della gr~ve crues tio 11e doll'cq uli,aggiamenLo, ma non la riso lve -che per h1 sola borraccia e questo 6 il suo rli (etto. (2) Tali rifornimenti notevolmente scemati in vista d,•i diminuiti organici proi,o,ti, !.l d'uo110 notare richiederebbero di molt.o minori mezzi di trasporto.


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IL Dit,K~t:MA D'AMLETO

PEI BERSAG-Lrn1u

rebbero in nna campagna. Poitr 1tn granll b,ut - scrive il, Clausewitz - il f aic,t risq1ter gros (1). Per gli ufficia,li, si dovrebbe adotta,reuna'lela-zaino irrrpermei1bile, a dimensioni più piccole di quella della truppa ; da portarsi sulle spaUe (come lo zaino attua.le) pei subalterni, da :fissa,r sul di dietro della sella, per gli ufficiali montati ; a,bolire quindi l'attua.le inutile e grossa borsa-zctino, che con molto vohrn~e cont;iene tanta poca roba. Nella nuova telci-zaino, oltre a.i pocbi oggetti di bia,ncheria creduti indispensabili, gli ufficiali do""n"ebbero portare buona pa,r te delle cartuccie per la pistola, a rota,zione, tante ra,zioni viveri di riserva, qua,nte ne ha la trt1ppa ed un l)a,io di sca,rpe di corda; per gli ufficia.li a piedi, prescrivere le 11,ose nella tenuta, di ma,rcia, ,uose - .forse - di cuoio, come avevano i bersaglieri ant.icamente, e fanto per gli ufficiali che per la trnppa.

pa.n1 : le due ava,nscoperte finil'anno per incontrarsi qua e là, per incrocia,rsi a,ncbe. In allora,, se si considera che la lotta fra due càvallerie non si risolve definitivamente che con lo sbaraglio completo d'una di esse, è logico concludere che quando all'urto inevitabile si verrà fra, le due a,vansco:perte, l'a,zione di quella, sopra,f iatta,, si t~·overà - per un ,tempo più o meno lungo - para,lizzata. Raccogliersi, riordinarsi per rientra.r e in a,zione appena e più presto lo possa, diverrà lo scopo immediato, urgente di chi ebbe la J)eggio. Ma intanto la , cavalleria vincitrice, potrà, facilmente raccogliere i frutti, della sua superiorità : potrà lanciarsi aa:ditamente innanzi, assnmere più complete e sicme .no1,izic del nemico, danneggia.rlo in tutti i modi col piorn ba.r e << sulle colonne retrost;a,~ti ~cl attacca.rle di fronte, di fianco, da tergo, spa,rgenclo ovnnque disordine .e terrore>> (1). Obi potrà impedirle di compiere la fatale missione ·~ Allo sta,to attuale delle cose, nou certo la cavalleria d'esplorazione che troppo inferiore per forza., troppo vitalmente legata a,i rispetti-vi Corpi. d' .Armata, interverebbecon,poca efficaciac troppo tardi; nò certo si penserà nel frangente, di rinforzaila col reggimentobersa,.....glieri.·' cbe nella colonna, di un Corp·o d'Annata,verrà a trova,rsi circa ad un 18-19 cbilornetri dalla testa clell'ava.nguardia ... sarebbe un colmo! D'altra l)a1·te <love e come cercare un rimedio, qua.udo il caso di. un'assoluta superiorità della, cav~~lleria nemica sulla nostra avanscoperta non è neppur. contemplato dai nostri regolamenti? Ed ecco presentarsi l'opportunità - eh(? può diventa.re uro-ente, indispensabile - di ricorrere a reparti di bersaglieri , l::> cìclisti, per lanciarli innanzi, nella zona cle l'avanscoperta fin da l'inizio delle operazioni. In questa zona che precede di due, o tre tappe almeno quella d'esplorazione e dove libera e sovrana. s'irradia, la cavalleria di avanscoperl,a, reparti bersaglicri.-ciclisti a,utonomi, riuscirebhero

b) Questione d'impiego in guerra.

Come a,b biamo più sopra accenn3.to, ai bersa,glieri sarebbe riscrva,to essenzfolm,ente ,i,l servizio d'esplora,zione, epperò cesserebbero di essere tr-u,ppe suppletive : event-ir:al1nente coi propri repa,rti ciclisti, potrebber,o essere chiamati a r inforzare l'azione· de l'avanscoverta nel can1po strategico: specia.li operazioni celeri, ardi.te, che spesso sa,1:anno imposte dalla deficienza della ca.valleria e dai ca,ratteri del terreno. Esaminiamo. brevemer{te queste due speciali missioni da affida,rsi ai bersa,gHeri ed f}Sa,miniamole assieme, poichè per l~ lom finalità - non pel loro ca,ratterc ed il loro modo di esplic~trsi rivelano tale e tanta a.ffiuità, da sconsiglia.me una trattazione, a, sè per ciascuna e sepa,ra.tamente. Per l'avvici~a,rsi lento, ma continuo delle gra,ndi masse avversa.rie, verrà man mano a raccorciarsi la distanza che le se-

(i) Il no Faut jamais compter dan; l e; granùes alTaires, Jes fa ti gues,. les pél'ils et la, dépense pour guelque chose (DE HETZ) .

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(i) La fanteria nel servizio d'avanscoperta , spensa IIJ,. fellbraio i 894) .

I., BAnn1Ent (Rivista 11/ilitai·e, di-


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PEI BRRSAGLIERI

IL DILEMMA D'AMLETO

mera;vigliosamente a ra,fforzare quella specie di << cordone· di vigila,nza e di difesa impeuetr~~bile che circonda, l'esercito e ' stancrt il nemico, che dà colpi senza rnai riceverne>> (1), che cerca sempre e conserva,'il contatto con esso. Le condizioni jn cui. si giudica potrà trovarsi. probabilmente la nostra, ava,nscoperta: il terreno a,ttraverso il q1rn.le questa dovrà csplic~trsi, e mille a,ltr.i da,ti psicologici e tecnici del momento, consiglieranno od escluderanno - secondo i casi -- l'im piego di reparti bersaglieri-ciclisti a rinforzo di tale servizio strategico. Al corrente della sitmtzione generale sulla fron.tc e per le çlirettive e l'obbiettivo avuti dal comandallte l'avanscoperta e per lo scauibio a,ttivissimo di notizie coi vari elementi di questa, ta.li repa;rti bersa,glieri-ciclisti autonomi, permetterebbero facilmente l'azione delle tre armi combina.te, in quella zona, lont;ma e con ciò l'importa,nte e delicato servizio strategico clella cava.1leria risulterebbe - non v'ha dubbio - - imrilensi1mente più com1)leto ed effi.cace. Abbandonati assolutamente a sè nell'avanzata, tali reparti 'bersa,glieri-ciclisti dovrebbero di propria iniziativa concorrere all'a,ttuazione delle di.rettive da,te da,l comandan tel' avanscoperta coordinando la loro celere ed oculata marcia, la potenzialità del loro fuoco, che è fuoco di ve1·ci fanteria, a.n'obbiettivo delJ'ava,nscopert;a, inspimndosi aJ proprio criterio, a se0onda del grado individua.le cl'iùtelligenza: fattore~ questo - la cui forza e fecondità, sfugge a qualsiasi calcolo >> (2). In tutto ciò, nesswna di11 e1idenzci, nessii1i rigido legatme, nessiin a,pvog{lio reeivroco . obbligato fra reparti bersaglieri-ciclisti e cavalle.ria : due tru1)pe celeri, le quaù indipendenti l'imci clali'allra, trarrebbero pa,rtito• dalle .loro spicca.te e diverse caratteristiche, per libermnente completarsi a -vicenda. Di tre cose - sovra tutto - dovrebbero preoccuparsi i reparti bersagli.cri-ciclisti lanciati eventnalmente a, rinforzo della avanscoperta : (i) D E Bt\ ACK . (2,)

Gcn.

1. i:rppedire ed a,ttenuare il pericolo che la Cfwa.Ueria vitto riosa, de l'avversario possa gettarsi addosso a.ne nostre colonne -retrostanti ; scegliere ed occupare per ciò - al momento opportuno, con intelligenza e con rapidità, ~· buone posizioni, dalle quali spiegare il massimo .fuoco per dare a,gio all'a,rtiglieria, a, .cavallo di. por.si in ba,tteria, alla cavaUeria, di rannoda,rsi, di rientra.re in (1zione. 2. costituire una potcnzia.lità. capace d'aumenta.re lo slancio ,della nostra cavaUeria d\w(mscopcrta nel caso di sncccsso, cli limita,rne la ritira.ta in caso di scoff.fi.tta, e ciò con l'intelligenza e l'agilità di sapersi presto rhmire con atti rapidi ed efficaci, così .avanzando, che sostando. 3. concorrere eventua,l mcnte con la, cavaUeria e l'artiglieria :a cavallo (cannoni e mitragli.ere) a serbare qualche punto, qua,lche :appiglio importante d.el terreno, attra.verso il quale le masse retrostanti dovranno poi ma,rciare, forse spiega,r si ed. anche <iomba,ttere. lVIa le grandi masse avver·sa.rie s'a,vvicinernnno sempre J)iù e :ad una certa distanza, le fu11zioni de l'avanscoperta, e quelle -dell'esplorazione finiranno per intrecciarsi, qnasi per fondersi armonicamente : quanto l'ava,nscoperta av;rà perduto in profon· <lità, sa,r à na,turalrnente stato compensa.to daUo alla,rgarsi della, fron:te ; epperò le tr'tiJJpe - chiamiamole così - strategiche: in pa,r tc tenderanno a raggrupparsi contro i :lìancl1i dell'avversario, in parte si disporranno a, tra.sformarsi in elem,enti tattic·i . I reparti bersa,glieri-ci.clisti - naturalmente - troveranno il .loro J)iù logico impiego, nel rinnirsi a,i battaglioni bersaglieri d' esplorazione : riimirsi, non ma,1;eri.a,Je1 ma, nello scopò, nella azione. Ormai l'av.a.nscoperta, ha ceduto il po_sto : com.e un velo denso ,di nebbia a,i primi ra.ggi del sole che na,see, sarà· dilegnata e le grandi unità. che ava,nzano, a,vranno sicura, la, marcia, - qua,si -esclusivamente - per meztzo della propria, csplora,i ione. Quasi, poichè le nuove Nonne Generali per l'irnviego ta,tt:ico . ,cleUe gra1,id:hmitèdn. gum;ra (1) -:- nelle vre1nesse-:- contempla.no (!) fleg. citato. -

BENKEN OOnF. ;

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Premesse, pag.

3. (Erl izirine 3 ap rile i903J. ·


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IL DILEMMA

p' AMLETO

PEI BERSAGLIERI

il caso in .cu i << per vincere le resistenze ·~hc da, sola la, ca,valleria. in a,ya,nscoperta non possa superare, per trattenere nn nemico, intraprendente che con la, sna, azione poss~1 compromettere il concentramento dell'armata, questa si .fa talvolta precedere da. un grosso corpo di truppa (corpo d'armata o cli.visione) il qua,lc· costituisce come un'a,va,ngua,rclia generale, incaricata di manov rare e resistere :fiuchè l'arma.ta sia. riunita, là dove il suo coma,n<la.nte ha stabilito 1>. Le<< Norme Generali>> - se non erro - t:cadl~cono in ooiis,igZi r~gola~·1.e11,ta1:i, l\1_zione~p~n~anea:mente sostenuta, da,~ ~II corp(} ' ~ ~·r :n a,ta~~'!.mamco _a V1_on:'ille-Ma,rs-la-Tour, ma-m1s1perdoni ( la, franchezza - tali az10111 a, me sembrano puramente occa,si.onali o quasi : sono frutto logi.co, natura.le di un ben inteso e sviluppato spirito d'iniziativa,, ma sono le condizioni clel momento eh.e le producono e non l'antiveggen;,a - che potrebbe riuscis va,na - di un comandante di grossa unità ta,ttica. Certo che in questi casi "--- qua.lora fossero a t empo e con relativa certezza preveduti, sarebbe opportuno, utile preferiré i ba,ttaglioni bersaglieri per formare il grosso corpo autonom o, che a,vrmza pencolando fra ava,nscoperta ed epslorazione... ma - e sbaglierò - un tale co1·po di trum;ia,, una tale specie di avan gua;rdia, generaJe, non sarà rna,i spedita innanzi con l'intenzione e per lo scopo che le ~< Norme Generali>> accenna.no sibbene c,omc avvenne del 70 - e non è caso isofa,to nella storia' milita.r e-' si verificherà spontaneamente tale necessità : chi può e sa sopperirvi, ha lo spirito d'iniziativa del comfmdante del III corpo· d'armata ·prussin,no, e allora Vionville-:i.\fa,r s-.là,-Tour permetteranno G.raveHotte-Sa.int Privat, in caso diverso - com'è natu-· ra,le - si sa,rà semplicemente perduta un' ottima, occasione di vittoria. La, gunna è tale quale succede e non come noi vogliamo, foggfa,rla ... ma io sbaglierò, nè voglio insistere. Da.l confronto dei ca,r atteri essenzia,li, base all'esplora,zione. servizio vitalmente legato ane grandi unità J)Cr cui è fatta con l'indole ti1)ica della cavalleria,, si rileva subito, com~ già si disse, la poca· corrispondenza esis·tente fra quest'a;rma e que1 servizio che deve presta.re.

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. E' ovvio - inoltre - che se nella zona d'avanscoperta, potrà. eventualm ente verifica,rsi la necessità di· occupare fortementecon fanteria alcuni punti, sia r>er bisogni speciali delle tru1.1ve stra,tegiehe o :per rinf:orz~trne l'azione, sia- ca,s o meno frequente ma, non escluso (1) .- - per preparare da lunge il terreno all'azione delle masse che seguono, nella zona dell'esplorazione ta.li contin-· o·enze saranno una imprescindibile necessità, sempre. b ' L'occupazione rapida e forte·di ta.luni punti ta,ttici im1>ortantir sarà certo uno dei compiti più delica,ti per le t:r1ippe él'esv'lorazione, poichè queste - in tesi generale - clovranno real1nente i1nbastire le bcitlagUe : veri punti trigonometrici, indispensa,bili al rilievo topografico d' una, zona di terreno ed in oggi, il ca,mpo di ba,ttaglia sari una distesa di chilometri e chilometri .! (2) Ora , nei. casi acce.nna,ti come event1.iah per l'ava,nscoperta, norma,li per l'csplora.zionc, a,ppiecleremo la cavaUeria. 1 Evvia, la prima e più com1)etente a non prendere _sul serio l'appieda1nento (specie se in larga scala,},.è la stessa cavalleria : o·li stessi tedeschi che sentirono il bisogno d'l1ttuarlo - in man"'eanza, di meglio - durante il 1870 (3) non ne sono granchè pa,r tigiani a dednrlo dai loro r egolamenti ; per mio conto un reparto di cavalleria appiedato, mi fa - press'a poco - lo stesso effetto, di un repa.rto cli fanteria a cav~tllo (4).. {il Nett,, guel-ra '1870-ìl, Vionville e Mars La Tour so no rlol numero. (z) rt B,111or1e. - 11p. cit. . (3J Nr. lla Storici della gtiM-ra del 1870- 71 del F. M. C. H. von ~lol tke, non di rado. si trovano frasi che accennano alla neccssitil. à'ct1)piedare la clwatteria, in mancanza di r.,nteria la qual e spesso \'ien <lata - con ripieghi (liii. o meno felici - in rinforzo, anche al la al'anscop!·rt.a. ci) " 11 carattere speciale dCllla caval111ria es ige di non appiedarla che in ci rcostanze, a ll'a tto eccezionali e momenta nee, in (li fotto di fanteria. !, a cava ll eria app iedata è messa in conch1.ione affa tto anormald, dacché non solo è co ntrario all' indole sua il combattere a pierli cnn arme cla.'fuoco ed ossa no n potrebbe trascurare l' istruzione <lei cavall o a va11taggio cli quella a pied i, ma di più si creano alt'at10· pratico grav i imbarazzi, non doven,lo., i abba11donare i ,:ava lli smonta ti •. - Generalo (h'TOtEN GHI . Opera citata. Pure le re .:enti Norme generali, g ià cit ate, al n. 3i pa~ i6 ,!icono : • Talvollci lasit1.1a-· zi one del nemico può richiedere l'occupazione di qua lcl1e pu nto di 11ar1icolare importanza fi no a che non e iunga l'avangua rdia. In ta l caso la cavciUeria appieda e cerca di trarre il ma~gior profi tto dalla 1Jropria arma da fuoco •. 1 llocl'i a cavallo sempre, app1eda.rono occupao,lo le terribili copies; ma essi non, erano cavall erin.... erano una specinle, ti tika, ecÙ.zio nale fanter ia incavall ata.. Freoch nel s1w 1Y,i<L, non so~na mai rl i fare. app ieJare la sua brigata di cavalleria e se l'avesse tén tato, la fanteria incavallata boera, gl i a.vrebbc certo fatta pagareuen c~ ra la ioutile temera rietit. Ogn i arma h>t il s uo element-o e fllori cli e, so, riesco sq,1ulib ra ta e 11oco elllcar.e.

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IL DILEMMA D'AMLETO

Nondimeno se quei punti del terreno non li occuperemo a tempo o non li sapremo mantenere noi, lo fa.rà senza dubbio il pemico ed aJlora non ci resta che subire la sorte dei leo·o·endari 00 -carabinieri cli Offembach ... << toiiioitrs trop tarcl f >>. B che tali occupazioni siano import~mtissirne, lq dice la ra-sso 1:-:i~lia,nza, non piccola, fra la. guerra, in aperta campagna e quella, d1 tortezzai fra le qua.li tina sola è la sostanziale differenza : la picizza forte, che nella, prima, è m:obile, perd1è è l'esercito a:vversario. · l\fa se la, resa cl'nna piazza, forte dipende essenzia.lmente dalla razionale e pronta occupazione cl'alcuni punti del tenèno non può esser a,l trimen ti - e non lo è di f_a.tto - per la vitto~·ia in H,pcrta, campagna. Breve : entro dati limiti, mentre molto spesso sentiremo nella ava,nsco1?erta il bisogno delle tre armi riunite, come lo sentirono i tedeschi del 1870, quant;unque avessero più cava,lleria di noi no~ ~'~a~ c~edo - .chi po~sa, mettere in forse l'opportunità e 1 u.t1htà d affidare l'esplora.zio ne ad una fanteria, celere e scelta la cui. po.tenzialità è triplicata all'occorrenza da pa,ttuglfo ciclisti che d.1 lei s~n pa,r ti integrante, sangue clel suo sa,ngue. Nei nostn terreni collinosi e montani poi-cla.to e non concesso che la guerra la, si lasci porta.r e in ca.sa, nostra - riuscirebbero an~~ra. più efficaci gJj impieghi proposti pei bersaglieri. L'azione infatti della cavalle1fa in simili terreni è di molto .scemata, mentre l'importanza, su~L non lo è punto, D'a,ltra parte il dare a reparti di cavalleria rimonte sardio·nole ,() simili a queste per ~ttitudini, oltrechè difficile e dispendioso non è punto nè poco pra,tico, perchè deficienti in pa,ce. sarebber~ insufficientissime e manchevoli in guerra. ' ~talchè in 911esti casi non v'ha dubbio che i bersa,glieri nou solo '.-JOtram~o 00etcli1.iva,re, ma dovrMino in alcuna zona, S1l1Jl)lire alla · msuffic1enza, forzata della, cava,lleria e talvolta,· transitoria.mente sostititirta addirittura. Nelle zone montane poi, sulla, paJ:te J)iù alta, ed impervia clelb · ·quale regnano ora., e giuskm~nte, gli A/,pini, questi troverebbero utili collegamenti e rinforzi strategici nei reparti bersaglieri che ,celermente percorressero il fondo delle vallate. ·

PEI BERSAGLIERI

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Che se poi la guerm - come si disse ed è spera.bile avvenga la porteremo oltre i nostri natul'ali confini, oguun ved.e che quanto testè si disse s'atta,glia a puntino a quell3;, la,r ga zona frasta gliata e rotta che tntt'a,ttomo recinge la ma,s sa granitica de l' Alpi italiane ; ed oltrepassata, tale zona, le pianeggia,nti distese della Francia o la valla.ta. del Danubio, offron senza dubbio il terreno ruigliore per l'irn:ipego dei reparti bers~1glieri Mentna,1mente nell'r1vanscoperta, normalmente nell'esplorazione. Alessandro Della Marmora ci aveva, creati per la montagna, : in ciò noi fommo sostituiti. dagli a,Jpini e questa trnppa, in oggi.,. non teme confronti 1)el suo l)ersona,le, pel suo orga,namento, salvo anco per essa la pesantezza forse nociva dei reggimenti;. non ha passato ~ è ,,ero - non ha tradizioni, ma, nessuno pu& .d nbita.r e ch'cssa abbia in sè tutti gli elementi per crearsi una storia brillante in nna guerra. futura. V'è chi dice sian ·pochi e chi. v orrebbe lor dare ci rincalzo i bersaglieri, che per tal modo verrebbero ad fwere l'impiego speciale di cui sentono il bisogno e l'urgenza : ma quantunque ci sorrida la possibilità, d'un ritorno a.U'idea clel nostro Fondatore, pure non ci sembra, oggi, nè utile, nè opportuno. Anzitutto, anche qui, non va scordata la questione mora.le, e chi fu primo a Roma e sente di poterlo essere ancora, ma,l si piega a, d:iveutatvi secondo e preferisce senza dubbio diventare primo nel più piccolo villaggio della Gallia. Poi, b difesa delle Alpi, deve formare un tutto omogeneo c ,non essere la resultaute di due parti differfmti, più o meno bene coordinate allo scopo, n1a che .non riusciranno mai a.cl un perfetto e compiuto. accordo. Se si ritengono l)Ochi, s'aumentino gli alpini, ma non si dia,, loro un rinca.lzo di truppa diversa, per non correte il rischio di dover convenir.e che el tcicon xe peso del biiso. .A.neo per questa vagheggiata truppa a rincalzo per la. difesa. delle Alpi, si presta a propo~ito il noto dilemma Essere o no11,. essere, perchè o saran truppe a.lpine e allora ta,nto va.le siano, Alvini o non lo sono e allora: .. non riusciranno nè carne, nè pesce. Talchè, dopo tutt9 - per rie11tra.re in argomento - non si puònegare che l'impiego di reparti.bei·saglieri eventnafo ne l'avansco-

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IL DIL:Eà;L\U D'AMLE'.I'O

pcrk,, normale nell'e$plorazione, opp~rtunamente eserci~ati ed -allenati imco nelle zone rotte, collinose o montane, risolverebbe il tti.J)lice problema della deficienza numerica della cavalleria, ,della sua insufficì.enza nelle zonediffi.cili e d'un impiego specia.le necessa,rio al nostro corpo. Potrà dirmi qua.lcuno : <i òfa l'<~sporre repa,rti. bersagli.eri, lungi ;:iaUe colonne principali di fanteria, non è sciuparli inutilmente 1 >> L'obiezione, quanqnnque basata sul principio di non jrazio1w,re le jorze, non sembra a,vere - nel caso nostro - tutta la .gra:vità, che dimostra i.n sulle l)rime. << In guerra vera non v'è nulla di assolnta,rnente assoluto •> (1) ,ci disser quelli che han CondotlìOguerre e vinte battaglie, qnindi neanche i principi più vit~1li de l'arte milita.re va-nno rigidamente applical;i a tutti. i casi. ed in ciascnna delle loro contingenze spéciah. Poco - a,nzi nulla - - importa se nel meccanismo della vapo, 1'iera vi siano ruote che girino all'indiétrn, purchè il treno caro. mini all'ava.riti : voglio di.re, che i principi quahmque essi siano, debbono mirare al resultato Jinale e non a.i rriezzi per ragginn,g erlo, perchè loro carattere è la sintesi e non l'ana,lisi. · Bisogna, dnnque, anco p~l ca,so nostro, app1icare il prinoipio àeUci massa, t'l.ella, stessa razionale misura che c'impone gli squa-d roni esplora,niii e le rehttive pattuglie di scoperta,, senza che per ·questo, menoma.mente lo si contravvenga. Anzitntto i repa,r ti bersagli.eri, sia, ne l'ay~mscoperta, sia ne l'esplorazione, si troveranno di fronte essenzialm&nte cavalleria : -quando potranno ~ubire l'azione delle retrosta,nti grosse colonne -di fanteria nemica (e questo solo nelJa zona, dell'esplorazione), <è sperabile che anche essi avranno a portata le proprie. Ed il. Boguslawscki - ·per citarne uno - recisamente affermava trent 'anni or sono : << wri distaoo01Y1iento solo i),i jcinteria _ ;specie in terreno frast~tglia,l;o - P'UÒ orci sbarrare la, stra,da ad

(t) • On .N APOLEO;>;K.

ne peut, on ne doit rien prescrlre d 'àbsolu dans !es guerres modernes t , _ .

• Le cose non procedono ma i in guerra, nell'esatta · misura dei le previsioni. , _ detlate dal generale C1uo1N1.

Relazione sulle grandi manovre del 1869

PEI DF:RS AGLIERI

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una forte 1nassa di cavalieri (1) ... •> ora, e~ sovvenga con. quale incile e con quali ca,rtuccie combatteremo la guerra, futura! Nò dobbiamo dimenticaJ.'e - dopo tntto - che nella. giornata .del 16 agosto 7C, presso Vionville-:i\faJ.'S-la -Tour , un solo corpo d'armata - il III - seppe tener testa dalle 9 alle 15 ad nn intero esercito ecl ottenere va.ntaggi cgnsiderevoli. Ohi può neg:;tre che il ca,s ua~a. indovinatQ fraziono1mento, fu solo a premettere la,·p otente e deeisiva azione a massa del giorno dopo a Gravellotte e Sa.int-Privat L . Ed a,ppunto ne l'esplorazione - specia,lmente - io veggo i 11ostri battaglioni bers~tglieri autonomi, a,r ditamentc lanciarsi .inna,n:r,i, frazionati in una serie })iù o meno numerosa, di piccole -colonne mobili e queste irradia,r si sn la .fronte ed a lor volta, ,s pingere a.Jl'intorno - qnali veri tentacoli ocula,ti - patl;ugliB rapidissime di ciclisti. Tntto un sistema, elastieo, spiglia,to, celere, che a distanza, ed .attentissimo precede e copre le grandi. unità, da esso costanteme.t1te informate cli quanto può loro interressare su la fronte : tutto un sìstema che. si a.llarga o si ·restringe, che sfugge, sorprende, si raggruppa per resistere arditamente o temera.ria.mente ·qua, e là, forte occU'pando punti csse4ziaJi del terreno, attorno ai quaJi potrà svolgersi Io spiegamento e l'a,zione .dei. grossi retro:stant i. · 'rutto un siste1na, che appunto perchè attuato da scelti reparti ·a pieéli coadtuvati da pattuglie in bicicletta, sa,rà, immensa.mente più efficace, meno visibile, e per lo meno egna.lmente ra,p ido (fatta la medi.a della veJocità possibile ai bersaglieri a piedi . e in bi?icletta ), di quello attuale; in allora noti si sentirà piì:t - com'ora - il bisogno di. supplire in qualche modo alla deficienza dell'esplorazione di cava,lleria,, effetto logico - que sto - di un compito non consono al ca,m ttere dell'.A.rma cui -è affidato: le famose vattngUe di 001nbcitti1nento, come le ve -dia mo attnate, ra.ccomandate in oggi, le potremo abolire (I J D ed 1.1,zio11.i latliche s-ulla g11erra 1870- 71 - V. OoGUSLAWSCKt - , No alcuno ·• si mern.vigli che, uno nodo di fanti sostenga ogn i impeto di cavalli. .... chè si è visto per , le antiche e moderne 1),prrienze un no~o di fanti esstr sicurissimo, anzi insuperabile • dai cavalli.,., . MAcC111 Ave:LL1 . Arte della guerra.


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1L DILEMMA D'AMLETO PEI l3ERSA(;lLlERI

come ha gia fatto la Francia, pei reparti di écl.a'ireurs e sarà. ta,nto di guada,gnato, poichè, se in teoria ed in pace possono, sembrare utili e riescono se si vuole, esteticamente interessanti, di fronte a,l nemico forse altro non rappresenteranno che la perclita dei migliori elementi . Una volta distaccate, chi rivedrà. più tali pattuglie di combattimento'? Basta, conos~ere il cuore umano ed essersi trovato al fuoco almeno una volta. :i\fa la bftttaglia è iniziata, e le truppe d'esplorazione come già. qiielle cl'av~nscoverta, tenderanno anch'esse a raggruppa,rsi alle a.li od a tergo : le due truppe ora accennate - per così dire si fondono nell'obbiel;t ivo che impone il momento ed unite, benchè sem,pre inclipendenti l'una da,l l'altra,, sapranno completarsi. e riuscira.nno più foi-ti. Cercare, invigila.re, minaccbre i :fianchi dell'avversario, concorrere all'atto decisivo, supremo, ecco i compiti delle 1;ruppe· stra,tegiche e d'esplorazione, nel ra,ggio tattico della battaglia. E' un sogno questo rinnovamento che da tempo accarezzo, nena· mente e nel cuore e che qui - alla meglio - ho 1;entato di abbozzaJ.'e ? ~on credo e ne sono convinto, poichè troppi e grandi sono i va,ntaggi, evidente la necessità doverosa, ovvia l'opportnnità.,, ond'esso diventi. e presto, un fatto reale.

LA GUERRA RUSSO-GTAPPON gsE nr. ·impressioni e notizie dal 12 aprile al 9 maggio

· ( Gontir11tici)

G. lVlENARINI maggiore nel 3° i ·eggimento bersaglieri .

I

La verità sugli avvenimenti navali del 13 aprile, dei quali l'altra volta non abbiamo potuto fornire che qualche cenno induttivo sulla base delle prime incertissime notizie, non si è saputa che quasi dieci giorni più tardi dalla pubblicazione e dal confronto dei rapporti ufficiali russi e giapponesi : fonti, anche queste, non troppo sicure, ma che per la circostanza si trovarono abbastamm concordi per meritare sufficiente fede. · Secondo quei rapporti, la giornata si potrebbe ricostruire presso a poco così. Il giorno 11 aprile l'intera squadra r ussa, aveva compiuta una ricognizione verso sud, a 6 miglia al largo di Port A r thur; il J.2, otto torpediniere o controtorpediniere erano uscite per ispezionare le isole. Al cadere della notte, queste navi erano state sorprese dal cattivo tempo, e tre di esse, smarrito il grosso d·e lla squadriglia che r ie~tr'ava al porto, erano rimaste in rnarn. Dnrante la notte dal 12 al 13, se-' condo il rapporto di Alexejew, la vigilanza russa era sta.ta attiva, e lo stesso ammiraglio J.\{akarow aveva vegliato fino alle 4 del 1nattino a bordo . dell'incrociatore Diana: non si erano visti in lontananza nè i fuochi nè i profili delle navi nemiche. Nouostante questa vigilanza attiva, t:J,fferrnata dai rapporti · russi, alla mezzanotte dal 12 aJ 13 aprile due squadriglie 55 -

ANNO Xl.I X.


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LA. GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

di controtorpediniere ecl una di torpediniere giapponesi (non poche navi, per . conseguenza) raggiunsero l'entrata di Port Arthnr, scortando la nave porta-mine Ka1·~jo Jl!forit: Sembra che il comandante di questa nave, capitano Oda., sia un espertissimo specialista del genere; sembra pure che, fra le torpedini fisse collocate dai Russi a difesa della rada e le navi affondate dai Giapponesi per ostruire l'entrata, la rotta per uscire e per rientrare a Port A.rthur fosse oramai obbligata, e che i Giapponesi, avendola osserva.ta e studiata, avessero perciò · dati precisi per il più utile collocamento delle loro torpedini da blocco. Ad ogni modo, · la posa delle rriine fu compiilta, e le squa.driglie giapponesi si ritirarono indisturbate. A ll'alba del 13, due altre squadriglie d i controtor pedin iere giapponesi, che veg1iavano più ~d largo, sorpresero isolata una delle tre navi russe rimaste in mare durante la notte, la con.trotorpediuiera Bezst1•afschny, l'attaccarono e l'affondarono. Da Port Arthur, al rumore del combattimento, uscì al soccorso l'incrocù~tore Bajan j il suo intervento obbligò le squadriglie giapponesi a ritirarsi, e salvò · la vi~a ad una parte dell'equipaggio della .Bezst1·atschn?J, che disgraziatamente non si componeva più che di 5 uomini. Ma alle · 8 del mattino comparve sul teatro del combattimento. la terza squadra giapponese, ed il Bajan fu costretto a ritirarsi sul grosso . della squadra russa., che, forte della maggior parte delle sue unità, usciva dal porto sotto il comando dell'ammiraglio Makarow ad attaccare il sopraggiunto ne.mico. Dopo breve cannoneggiamento da entrambe le parti, la piccola terza squadra g iapponese si ritirò gradualmente ·verso sud-est, p1·enclendo caccia e cioè facendosi inseguire dal nemico; mentre, a mezzo del telegi:afo senza fili, avver tiva la prima squadra, la quale sembra si tenesse celat~1 a 50 chilometri, nella nebbia che q uella mattina velava il mare a nord di Port Arthur, mentre a sud il tempo era chiaro. La prima squadra, che ·sembra fosse forte di 9 navi, in maggioranza cora.zzate di linea, si precipitò sul nemico,

probabilmente contro il fianco sinistro di esso, e, smasche:randosi improvvis~1mente, lo costrinse, pur senza giungere a dist anza utile per aprire il fooco contro d i esso, ad una immediata e rapida ritirata su ·P ort Arthur, di dove usciv~1 allora in sostegno a.nèhè il rimanente della flotta russa. I n qu.esta ritirata, com'è noto, avvenne la catastrofe della Pet1·opawlosk e fu seriamente danneggiato il Pobieclci. Sugli agenti di queste perdite, i l rapporto dell'Alexejew .ilasci avi1 qualche dubbio. I n esso era detto che nel movi. m"'nto cli ritirata la PetrozJawlosk si trovò col fianco destro al n emico, e che su questo fianco si verificò una prima esplo·sione, seguita da una seconda sotto la passerel1a, che determinò l'affondamento della na·ve; e per il Pobiecla era pure <letto che la esplosione avvenne contro il $UO :fianco. Queste -circostanze se),llbraYano voler indim1re l'impiego di siluri, seguìto forse, per quanto riguarda, la Pet1·opawloslc, dallo scoppio della Santa Barbara della nave. :Ma dal rapporto del 'l'ogo, il quale non è credibile abbia di proposito voluto tacere nna così brillante operazione dell e ,sue torpediniere, e da.Ile circostanze nelle quali abbiamo veduto svolgersi la manovra delle varie squadre, sembra provato in modo nÒn dubbio che quei ris1;1ltati furono dovuti .alle torpedini fisse subacquee collocate dal J(a,rijo-1lfo,ru, nella notte precedente. Come, del resto, pare abbia ammesso più -tardi lo stesso A.lexejew, clopo un'inchiesta sul fatto, ag.giungendo che lo scoppio della, torped ine fissa determinò -quello della Santa Barbara della Pet?-opawlosk. ·

Con ciò sembrerebbe escluso per parte dei Giap ponesi l'im piego dei sottomarini, dei quali tanto si parlò a P ietroburgo in quei giorni, affermando che il Giappone ne possedeva due ·O quattro, stati segretissimamente esperimentati, e dei quali le autorità navali giapponesi smentirono l'esistenza, od almeno l'impiego nella giornata del 13. E resterebbe pure ·escluso che, mentre Ja squadra giapponese attirava al largo ,quella russa, le torpediniere giapponesi restassero in agI


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LA GUERRA RUSSO-Già P.PONESE LA GUERRA RUSSO ·GIAPPONESE

guato all'ingresso di Port .A.rthur, attendendo il ritorno del' nemico, ed in qu.esto ri torno lo assalissero; oppure che, af-fondata la Petropawlos'h: e rimastane ostruita l'entrata del porto, le altre navi non potessero più rientrare e fosseroperta.nto costrette a combat,tere. Ma sopratutto, per chi studia la condotta della guerra e non attribuisce eccessi va importanza ai uarticolari di crc,naca, resta escluso che l'ammiraglio Maka1:ow abbia mai cercata la battaglia, :tJ.è abbia mai pre1-Ja, nè a piccolo nè a. gr~nde raggio, qt'.ell'offensiva che, secondo qualche critico, · gli sarebbe stata imposta dalla necessità cli uscire a salvezza od a morte da Port .A.rthur. Non soltanto; ma rima.ne per contro provato che il Makarow, se fu prontissimo, come sempre, a, cogliere l'occasione di portare la sua flotta in faccia al nemico e di ricercare qualche parziale successo contr,o una frazione di esso per altissimi fini morali, fu altrettanto pronto a sottrarsi al nemico non appena si vide in procinto di essere costretto a battaglia. E rimane provato come il Togo, ammettendo come razionale questa condotta del Makarow e prevedendo per conseguenza che non sarebbe riuscito a costringerlo alla desiderata battaglia, non nella battaglia, ma nella predisposizione sapiente di mi mezzo secondario e nella sapiente e· minacciosa manovra intesa a gettare il fuggente nemico sul mezzo predisposto, abbia ricercata la distruzione del suo antagonista. Infatti, battaglia non v i fu; chè non può considerarsi tale1'episodio della Bezsfratschny, nè il breve cannoneggiamento, colla terza squadra giap ponese, nè l'intervento minacciosoma incruento della prima squadra del Togo. Le flotte manovrarono, non combatterono; l"insidia distrusse il 1\fakarow. Non è già per la vana e piccola soddisfazione di vedere conferma.te dagli avvenimenti le deduzioni, che a noi parve logico di fare nei nostri precedenti ar ticoli intorno aÌla sit uazione di Port A.rthur (1), che noi insistiamo nel mettere in. (i)

crr. pag. ~92, dispensa JII, e pag. 7Ji e 743, dispensa IV, Ri'vista militare.

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'Dhiara luce la condotta dell'ammiraglio Makarow. Sulla astrologia militare }"bbia.mo detto più volte il nostro pensiero, e ·CÌ sentiamo perciò esenti da ogni sospetto. Noi non facciamo dell'astrologia; cerchiamo, in comunione -coi nostri lettori, di ricostruire più esattamente che si possa le situazioni dì guerra, di stud.iarle s8condo i criteri che ci ,sembrano pit1 sani, e di trarne le deduzioni che ci sembrano più logiche per risolverle, senza preoccuparci troppo della ,s oluzione che·· sarà adottata dai comandanti russi o giap.ponesi. Questo solo crediamo che sia utile e doveroso per chi fa Ila professione delle n,rmi; e soltanto sotto questo punto di -vista noi prendiamo nota che la condotta del Makarow corrispose a lle deduzioni nostre, e che il Togo credet te quella -condotta tanto razionale che vi conformò i suoi atti. L'opin ione, praticamente. applicata, di quei due illustri uomini ·di guerra conforta a credere, indipendentemente dai risuliati della giornata del 13 aprile, che quelle deduzioni fossero logiche di fronte alla sit uazione, e che lo sarebbero in .altri casi analoghi. Il che è quanto basta. *

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I

Quali conseguenze tattiche e strategiche ebbe la g iornata <lel 13 aprire? · · I Russi vi hanno fatto, oltre a quella somma dell' ammiraglio Makarow, la perdita definitiva di una corazzata e di una controtorpediniera, e la perdita almeno tempora.riea del .Pobiedci; cosicchè, dal principio della guerra, essi ha,nno perdute, o avute ridotte alla inèapacità di combattere, quat-tro corazzate, tre incrociatori, due t rasporti, tre cannoniere, e tre controtorpediniere e torpediniere almeno, ossia una buona metà della flotta del Mar Giallo. La flotta residua, tre corazzate, tre incrociatori e alcune navi minori (forse 9), sembra oramai tatticamente fuori. ·Causa di fronte alla flotta giapponese, della quale non s1 COilOSCOnO le perdite, ma Che dev'essere al presente di una <lecisi, a superiorità numerica, no11ostante q uE>ll e. 7


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LA GU!<:RRA RUSS0- G1APPON~SE

LA GUERRA RUSSO-GIA PPONE~E

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Strategicamente, a nostro avviso, la giornata del non ha, avuto e I!On avrà effetti sostanziali. Subito dopo la tragica giornata si è detto da Pietroburgo che la squadra del Baltico non sarebbe più stata inviata in Estremo Oriente, dichiarando, sia che essa era, necessaria in Europa (e non si sa perchè), sia che laggiù basta.a l'esercito di terra ad ottenere la vittoria (e y_ue.:ito ci sembra ra~ionale, purchè quell'esercito sia capace cli vincere). Sul' fimre d' aprile si assicurò invece, sempre dà, Pietroburgo, che la partenza della squadra dal Baltico veniva affrettata e che sarebbe seguita nei primi cli maggio sotto il comando, dell'amm iraglio Rogesven:ikì. O~muuqu_e sia, non semùra che la risoluzio11e dipenda dagli e,ent1 del 13. Certamente, l' avere intatta Ja flotta di Port .A.rthur al momenLo in cui qnella del .Baltico ar~· ri vasse nel Mar Giallo, avrebbe rappresentato nn importante elemento di viLt?ria. Ma non da. questo dipendono il viaggio e le conseguenti operazioni della flotta del Baltico sibbene ' :o~e -al~ra volta già si notò (1), dal carbone necessario per' 11 v1_agg10 e dal carbone necessario ai rifornimen.t,i per le suceess1 ve manovre contro il nemico; difficoltà enormi ed indipendenti dalla giornata· del 13, che, secondo noi, rendono mo lto <l11bbia ht possibilità della operazione, e che perciòi nd ncono a credere che, messa ora fuori èausa la flo tta di Port Arthur, le operazioni navali, fatta eccezione di atti parziali e secondari, siano da considerarsi chit1se colla definitiva preva,lcnza cJ.ei Giapponesi . Tanto più che, in ogni caso, essendo così notevolmente scflrnata la forza navale di P ort Arth,u r, i Giapponesi souo assai più liberi di provvedere alloriparazioni ed al riposo parziale della loro flotta, ché da tre mesi. tiene ininterrottamente il mare, . appoggiata a)]e isole ElJiot, od all'isola J:3londe come si disse da ultimo e' di meglio prepararsi ad affrontare .la squadra del Balticot qualora arrivasse.

(Il Cilr. pag. i30 e scg., di,pensa IV, llivi>t.1, milihl'e.

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A parte qnesto, anche nella situazione strategica dei Giapponesi i fortunati successi del 13 non sembra abbiano avuto sostanziale influenza. Si è dett.o che, paralizzato il braccio minaccioso cho si stendeva nel Mar Giallo, fra il golfo di Liao-tung e la baia di Corea, nulla più ostacolava la libera corsa delle navi del Sole Levante, sia per sbarchi destinati ad investire .Port Arthur, sia per opera_z ioni terrestri nel bacino del Liao. Ma an che da questo punto di vista sembra che nessun fattore nuovo sia. intervenuto nella situazione. La flotta era par alizzata prima non meno che dopo il 13 aprile, e gli inconvenienti e le diflìcoltà di quegli sbarchi e di quello operazioni dipendevano, come ora dipendono, da circostanze che abbiamo a lungo discusse altra volta. P er cui a noi sembrò che potesse concedersi sufficiente fede alla notizia pervenuta da Tokio ch e, nonostante gli insperati risultati del Togo, milla si sarebbe affrettato nè contro Port Arthur, nè contro le coste di Liao-tung, ma si sarebbero invece spinte le operazioni sullo Yalù, quanto pit'.t fosse stato possibile. È là infatti che, secondo noi, si troveranno decise le sorti di Port .A.rthur, come altra volta cercammo di dimostrare. I risultati e le conseguenze della giornata del 13 aprile sembrano adunque esclusiv~1mente tattici.

Il che non toglie che quella giornata ed i suoi preccdent,i meritino tutta, l'attenzione degli studiosi di cose guerresche, per molteplici riguai·di. Anzi tutto, ne risultano fortunatame nte attenuate quelle teorie, secondo le quali, in vista degli interessi commerciali e coloniali sempre piì1 vasti o preponderanti: si dovrebbe concedere, nell'armamento delle nazioni, una decisa prevalenza alle forze navali su quelle cli torra, ànche con qualche sacrificio, grande o piccoJ.o, di queste ultime. Ora, non soltanto i ripetuti successi navali dei Giapponesi e la para.lizzazione completa della flotta nemica durante

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.LA GUS:RR.A. RUSSO-GIAPPONESE

LA GUERRA RUSSO- GIAPPONESR

tre mesi non hanno .fatto fare alcun passo de:::.isivo verso la risoluzione della guerra, ma una flotta inferiore decimata ' . ' moralmente scaduta, r ifugiata sotto la protezione di forti terrestri, tiene impegnata da t re mesi dim1uzi a sè tutta la fl.o-tta nemica, senza che questa riesca a cavare il ragno dal buco, nonosta.n te l'attività più tenace che si possa immaginare. E si può anche dire con certezza che, se i Russi vin~ cera,nno per terra, la gu_erra sarà decisa in .loro favore nonostante la distruzione della loro flotta. Che significa questo? Che non è questione di decisa prevalenza a favo re delle forze navali o delle forze terrestri ma bensì, e soltanto, di ragionevole eguilibr10, tenendo 'presente che la inferiorità navale può mettere in forse l'incremento commerciale, imporre l'astensione dalle imprese coloniali e ridurre la nazione a vita povera e stentata, ma che soltanto la inferiorità delle forze terrestri pu'ò condurre alla morte definitiva della nazione; e che la superiorità navale può ben essere una condizione sine qua non per condurre; ed anche per intraprendere soltanto, una, <llita guerra, ma non darà mai la risoluzione radicale della guerra medesima. se non è accompagnata dalla superiorità terrestre, che sola può portare il ferro al cuore del nemico, e imporgli perentoria-. mente la nostra volontà colla immediata minaccia dello smembramento e della soppressione della sovranità territoriale. Poichè da questi eventi soltan.to una nazione non può · più riaversi, e deve considerarili d istrutta. In secondo luogo, questi tre mesi d i guerra . navale ed ìl loro tragico epilogo hanno rimessa in evidenza una questione antica e ne hanno sollevata una nuova, per qnanto riguarda i mezzi di guerra : l'importanza del naviglio torpediniero e l'impiego delle mine subacquee. · Fatta eccezione dei bombardamenti, g li effetti dei quali, piccoli o grandi che siano ,5tati' materialmente. non ebbero alcun effetto apprezzabile sull'andamento dell~ operazioni, le azioni del 'l'ogo furono compiute q uasi esclusivamente da torpediniere appoggiate, ben int13so, a navi maggiori; e fu dett o e ripetuto che il solo desiderio e le sole richieste del-

l'ammiraglio Makarow· mirassero ad avere una più for.te :Squadra di torpediniere. . E questo problema della proporzione fra navi <li linea e :naviglio sottile è reso più ardente dall'impiego cli quelle mine da blocco, una sola delle quali è bastata per mandare .a picco in due minuti una delle più poderose corazzate -della flotta russa. Sembra che i Giapponesi carichino queste mine con liu -esplosivo, che dal nome dell'inventore è chiam2,to Sciniose, ,e che pare potentissimo e di sicurissima esplosione fra quanti se ne conoscono: il che non esclude che oggi o·domani se ne trovi un altr0 più potente ancora. Sembra pure che l'impiego di queste mine non sia privo <li incom7 enienti gravissimi, ai quali per ora non si sa come provvedere. Si dice infatt i che molte di queste mine, liberate dal loro ancoraggio per effetto delle tempeste o delle -correnti, vaghino ora per il Mar G iallo ; poco visibili anche -di giorno perchè non sempre galleggiano sul pelo d'acqua; pericolosissime pert~mto ad amici ed a nemici egualmente. E si soggiunge che non si è trovato alcun mezzo di sbaraz~arne il mare, e che la stessa flotta giapponese è ridotta alla inazione dal pericolo imminente che offre la navigazione. Certo è un pericolo terribile, da far tremare ~l cuore in petto a qualsiasi comandante, tanto se. manovra colle sue .navi da guerra, quanto, e più, se 1.ivvent,ura in mare un convoglio di trnsporti cari ehi d i truppe da sbarco; cosicchè, paTalizzando il nemico, si pa.ralizza, se stessi . Ma non è escluso -che anche per questo si trovino e si applichino presto perfezionamenti .adatti. · Per noi, che abbiamo una così lunga distesa di coste, e -così gran numero di porti E< di arsenali marittimi, e che perciò potremo essere chiamati a compiete operazioni 'Simili .appunto a•gnelle recenti di Port Arthur, la questione è comp lessa e di capitale importanza. Fra Spezia, Maddalena e Messina, tutto un ampio scacchiere è aperto alle gesta gen iali della nostra flotta, · che d i quegli appoggi e di quelle basi può g iovarsi per le più rapide e. a.rdite manovre; ma

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che varranno ancorà quelle basi quando da un g iorno all'a.ltro, un Ka·r ijo Jl{a1·u qualsiasi potrà seminarne l'ingresso di m ine,. rendendole non soltanto inu tili, mr~ fa t,ali? e quale sarà la. libertà di manovra a,nche di fronte alla sola probabilità chequelle mine vi siano? Il problema è davvero colossale, e m erita tutto lo studier più amor evole dei tecnici e dei competenti, ai quali deve essere affidata la risoluzione. E trattando dei mezzi di guerra, occorre appena accen-· nare a.ncora alle utilissime applicazioni fatte del telegrafo. senza fi lo, per parte dei Giapponesi, tanto nelle operazjoni di bombardamento, q uanto in pi.ena manovra : è un altrer mezzo au::,ilia.rio di primissima importanza, che apre nuovi orizzonti alle più geniali concezioni tattiche. · Quanto ai metodi di guerra, seguiti da.i due belligeranti sul mare, nulla di importante v'è da notare dalla parte dei Russi, oltr e qu anto abbiamo già notato. Da.Il a, parte del Togo, invece, no.o è privo di importanza, mettere in rilievo come egli abbia posto in opera due metodi essenzialmente diversi nel periodo che corse dall'apertura delle ostilità fino.ai primi di marzo e nel periodo seguente. Nel primo periodo gli sbarchi dell'esercito in Corea furono quasi continui, e lo sco po del 'l'ogo era quello di renderli sicuri. Perciò, come si vide, furono _c ontinui, di giornoe di notte, i suoi attacchi a Por t Arthur, affine cli immo bilizzarvi sicuramente la flotta n emica., rinunciando per il momento a ricercarne la. distruzione coll'attirarla a batta-· glia fuori del rag~io d' iriiiuenza dei forti. T.../opera della. flo tta fo po,,ta in quel periodo a completo ed esclusivo ser-· vizio degli interessi dell'esercito di terra. Nel secondo periodo, gli sbarchi iù Corea diradarono,. forse per le ragioni da noi altrove accennate. E la flotta. del Togo mutò radicalmente sistema: attaccò ancora qualch& volta, coll'antico scopo, a.llorquanc1o qualche sbarco stava.. operandosi, ma, all' infuori di tali circostanze momentanee, allargò il blocco, concesse al nemico .libertà di mosse, cercòinsomma di incoraggiarlo ad uscire, di attirarlo lontano, 0

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dai forti di creare una situazione, nella quale fosse possibile rice~·carne la distruzione imponendogli la batt aglia. Tacendo gli ìnt eressi dell'esercito di terra, prendevano il sopravven to bo·li in teressi par ticolari della flotta. . Ciò che, nel suo complesso, costituisce un bell'esemp10· dell'accordo che deve intercedere sempre tra flotta ed eser· cito e che mette in e·vide nza come la padronanza del mar e· sia ~uscettibile di gnidazioni e richieda mezzi di versi a seconda del fine per il quale si cerca di ottenerla, e comeessa, quand'an~he meno pel'fetta, possa meglio giovare agli scopi essenziali della g uerra se è ottenuta a momento op-· portuno in quella misura ch e è necessaria e su:(~cien t~. . Da ult imo, è curiosa ed interessant,e l'osservazione d1 un fatto, che fa in certo modo i l plol.jo colla fam~sa stori ~1 della d ichia.razione di guerra. I ·Russi, popolo .mis,tic~ hanno fatto e fanno precedere tl.e loro spedizioni di truppe sul tea.tro d~llv- gu~rra da fervorose preghiere a Dio ed allo CzaT per la riuscita delle loro operazioni, delle quali non si vede per anco alcun effetto posi tivo : il Togo, fìg lio d'un popol~ altret tanto credente, dopo aver prodotta la, catastrofe d1 1\fakarow, r iconosce nella chiusa del suo rapporto che il successo è dovuto alla virtù d ivina dell'Imperatore. Credono fervidamente gli uni e rrli altri; ma quelli invocano prima di operare, questi ringr~ia.no dopo avere e nergicamenteoperato. Sembrano amenità i e forse invece è in '?SSe molta parte della complessa psicologia di un popolo, la quale ra:ppresenta alla guerra una fo rza suprema. N:on semb~a dubbio che i Giapponesi conoscano e comprendano meglioil noto proverbio: Ajutati , che Dio t i aj uterà!

Dal 1.3 aprile fino ai primi di ma.ggio nessun fat to di sin go-· lare importanza è avvenuto sul mare. La guerra n~vale, che dall'8 febbraio ai primi di marzo era stata caratterizzata da una estrema, att,ività aggressiva dei G-iapponesi e da una completa inerzia dei Russi, e che dai prin~i di marzo a~ 13 aprile· aveva assunta la fisionomia di una paziente e larga imboscata.


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giapponese di fronte alla. incipiente e progressiva attività ru~sa, sembrava. essere en trata, in questo t er'W mese, in un periodo d i quasi completa inattività da entrambe le parti. Il 14 aprile, la squadra del Togo bombardò ancora Port, Arthur, con tiro indiretto, secondo il sistema seguito il 10 ed il 21 marzo e da noi già descritto. Ma. dev' essere stato un bombardamento meno intenso dei precedenti, perchè, mentre in quelli tutte le corazzate prendevano parte al tiro e gli incrociatori ne osservavano gli offetti, in questo il tiro fu eseguito dai soli incrociatori JCasnga, e .Nisshim, di fresco g iu.nti dall'Italia, e l'effe tto ne fn osservato <la tu tto il rimanente della squadra. 11 20 corso voce che una battaglia fosse impegnata davanti a Port Arthur, ma la voce fu poi smentita. Il 23 1 mentre .alcune imbarcazioni russe collocavano mine per la difesa subacque~i, una cli esse si.ltò sulle torpedini proprie co lla morte di un ufficiale e 20 marinai. Certa.men te si dovrebbe ritenere che q,uesti ordegui presentino un pericolo estremo più per eh i li im piegE~ che per il nemico, se si dovesse stare ai risultati che da un gran pezzo ne ricavano i R ussi. Il 27 ed il 28 ~bbero hlOgo davanti a Port Arthur alcune dimostrazioni della flotta giapponese, nelle quali i Russi credettero di scorgere una manovra intesa a coprire l'invio di una parte delle forze navali nemiéhe nel mare del Giappone contro gli incrociatori di \Vladiwostok, dei quali diremo fra poco. Il 27 di ~prile, s i è annunciato da Port Arthur che colà si erano eseguiti con esito brillante esperimenti di sottomarini , e che ormai si conta va con essi rli poter es erei tare un' azione ' più attiva.. Ma la notiiia è per ora un po' incerta, quantunque l'abbia divulgata il giornale Novi Ifraj, che si pubblica a Port Arthur. Dovrebbero essere sottomarini mandati per ferrovia dai cantieri della Neva; spedizione troppo notevole perchèabbia potuto pa,ssare del tutto inosservata. Nè sembra più convincente la spiegazione venuta il 29 da Pietroburgo -0be i sottomarini fossero già a Port Arthur, smontati, prima

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dell'aprirsi delle ostilità, e che soltanto ora siano stati montati, varati ed esperimentati; è poc~ credibile che il Maka-ro w, e perfino lo Stark e l'AlexeJew, se avess.ero avuto sottomano così poderosi strumenti, avrebbero .cos~ perfetta.mente trascurato ogni tentativo per '7alersene, m circostanze che certamente non con sentivano di lasciaro inoperoso qual~ sia.si mezzo di difesa. Conviene a.dunq ue attendere la prova dei fatti, tanto per questa notizia, quanto ~er l' alt,~·a cl,~ i Giapponesi abbìano acquistato u~ sottomanno dagh Stati Uniti· li vedremo in azione, se esistono. Oo;icchè il fatto pi ù interessante, se non più i mp~rtante,. di questo periodo della guerra na.-v:ale s~re~be la .1mpro~visa resàrrezione degli incrociatori russi d1 Wlad1wosto~,,. dei quali non si era pi ù sentito parlare dal 17 febbra ioin poi. . Il 25 aprilo quella piccola squadra e co~ pars.a a "\Vensan, e vi h~ affondato un legnetto m~rcant1le di ~00 tonnellate che si trovava in quel porto; poi, prendendo 11 largot affondò lo stesso giorno un al tro vaporetto di 220 tonnellate, e nella notte seguente un trasporto di 2500 tonne.llate, carico di riso e di carbone, ed avente a bordo a.lcum u~ciali con un drappello di circa 150 u.om.ini. dell' eserc~to giapponese, i quali eroica,mente ri.fi.utaron~ d1 arren~e~·s1 e continuarono a far fuoco sul nemico finche le onde h som-· mersero completamente. Quest'ultima operazione di affon.da.ment? fn un po' affrettata, pare, dall'aver avuto sentore d1 un rad1otelegram~1a, eh~ vagava per l'aria, 0 dal quale, pur non potendolo dec1f~·are, 1 R ussi compresero che non era lontana una. squadra grn.pponese; il che compreso, .non posero tempo m mezzo ~ mettere le prue su \Vladi ,,-ostok, dove ripara1·ono senza mcon-

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venienti. A P ietroburgo, in sulle prime, questa cacci.a, d~~ tuttosimile a quella che gli incrociatori stessi ~vevano gia esercitata nella prima settima.na della guerr~, tu .b~ttezzata una .· ma OoO'nun vede cbe viUoria sia. S1 ritenne v1'ttona, . anche che l'operazione fosse in appoggio di quella marcia terreI

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stre da "\Vladiwost.ok, della quale non abbiamo ancora notizie abbastanza persua.s ive, e si ·concluse che, llUanto meno, ~ssa aveva a·vuto per r isultato di obbligare i Giapponesi a distaccare nel mar del Giapi:ione una par te della :8.otta di Port A.rthur, coprendo il distaccamento colle dimostrazioni fatte a Po.r t Arthur il 27. La prima comparsc3, a Vlensan avendo avuto luogo il 25, -e la rapida. r itirata di fronte alla squadra giapponese essendo av-venuta nella notte seguente, non è possibile che si trattasse di una s_q uadra accorsa da Port Arthur. Si trattava irtvecf\ di quell~1 divisione dell'ammiraglio Kamimura, di cni non si ebbero più novelle ·aopo l'attacco a "\Vladiwostok del G d i marzo, e che noi ritenemmo sempre -continuasse ad incrociare nel mar del Giappone, attendendo l' . uscita o mui qualsiasi ricomparsa degli incroci.a tori russi. Infatti l'ammiraglio Kamimura ha riferit o che per due volte, in qu(;>lla crociera, gli incrociatori russi sono sfuggiti a.lla sua di visione a causa delle nebbie, che in questa stagione oscurano il mare del Giappone. Oomunq ue1 sembra che l'essersi svelati abbia peggiornta Ja situf.1zione di quegli incrociatori, poichè il matti:no del 28 aprile una squadra cli 10 incro0iritori e G tor pediniere giapponesi era in vista clella baia di U ssuri, e vi ricompari va il _2 9 : ciò che, men tre confermava che uon si poteva trattare d i navi partite da Port A.rt,h ur in seguito a i fatt i del -~5, indicava come il_ Kai:pimura, secondo le promesse da lui fatte nel rapporto ricordato, e certo ormai della presenza -degli incrociatori nel por to di "\Vladiwostok, avesse serrata la sua crociera e bloccasse probabilmente quel por to come i l 'l'ogo bloccava Port A.rthur, rendendo definitivamente ii11possibilf' ogni altra operazione rnssa s ul mare. Il che fa dubitare· assai della informazione, di vulgata a Parigi il 3 maggio, cbe gli incrociatori r uss-i fossero nuovamente r:>artit i per ignota destinazione.

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Così trascorse in calma piatta il mese di aprile. Ma nei -primi g iorni' di maggio) in corrisp~nden~a di sbarc~i dei .quali diremo a suo tempo, la manna giapponese rtprese -davanti a }ìort Arthur la sua autica attività; e la riprese -con un atto che cla solo brtsterebbe, ove altri mancassero, .-a conferirle gloria imperitura. Nella notte dal 2 al 3 maggio, otto grosse navi mercan-tili, cariche di pietre, e scorta.te da. due cannoniere, da tre .squadriglie d i eontrotorpedìniere, e da t.re squadriglie cli torpediniere, furono lanciate co_ntro Port Arth ur per ostruire l' entrata del porto. Era il terzo tentativo del genere : e fu -condotto con un eroismo collettivo e·individnale, cli cui non ,è a nostra conoscenza che siasi maì -veduto l'egmde. Imperversava la bufera, e· la flotta votata f1lla mor te ne -era dispersa : tanto che il comandante segnalò di abbandona.re l'attacco . Il segnale non è in teso; ma l'essere _d ispersi e fuori della mano del proprio duce, non scema in alcuno l'ardore di compiere il voto sull'altare cl.ella pat,ria. Il mare furioso è seminato di torpedini micidiali, ed essi lo sanno; le batterie nemiche vomitano la morte, ed essi vanno, soli, senza -comando, nella notte tremenda.. Una delle navi riesce ad entrare nel canale del porto, rompendone la catena; getta l'ancora, si fa saltare e affonda . L a seguono le altre, sotto il turbine del ferro nemico, fra le esplosioni delle torpedini della difesa : una ne giunge .ancora a toccare la catena del canale, vira di poppa per mettersi colla sua lung he~za attraverso al passaggio, e si -cola a picco, ostruendone da sola una metà. E tutte affondano; e t utte eroicamente compiono il loro .sacrificio. Dei 150 eroi che le m1.mtano1 più dei due terzi periscono ! . Il sobrio rapporto che l'ammiraglio Togo ha scritto della :sublime impres0 non si può leggere senza fremere : e noi !o r ipetiamo per intero, quale ce lo ha da,to la stampa, af-


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fin chè nelle pagine di questa Rivista militm·e italiana n miwgano reg°istrati i nomi di alcuni di quegli eroi e di quelle navi glorio;-;e (l ). Secondo un altro rapporto del Togo, l'ostruzione sarebbe riuscita, tanto almeno che gl i incrociatori e le corazzate· non possono più passare: l' immenso sacrificio avrebbe' rag-· giunto l'intento.

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Quanto, al comando delle forze navali russe, è definitivamente 1.wvenut a la nomina dell'ammiraglio Skrydlov, il quale _è partito da Pietroburgo il 27 aprile, via Sebastopoli, per recarsi al suo posto di guerra. Dicesi che egli, passando per Liao-yang, dove tiene il qua,rtier generale il generale Kuropatkine, del quale è amicissimo, prenderà accordi con lui affine di coordinare l'f.izione della fìo~ta a quella delFesercito. E sta bene, quantunque la flotta ben difficilmente possa oramai essere in grado di operare. Gli accordi sono cosa ottima, e l'amicizia dei due capi ,è cosa migliore ; ma

<tl_ La llo ttigl in. i~caricala rti ostruire l'ent rata del porto si corn 1ioneva di s nàv i mercant1l1 cari che d, pietre, scort.at.e dall,t cannoniera Alcaij, c.omandante ~'uemhato, dalla canno n,ern Sc1<>lw1, comandante Ywamu va i, dell,, Il squadriglia di controtorpediniere comandant.e K,da; da lla lii sq uarf rigl ia di controtorpediniere, com,1nda nte Tsu-t.chija dalla .'V sq uadrigl ia <li ronrro~o rped in ie.re, comandan te M:rn ho, dalla IX squaclrigli; d_, to1 ped1n1ere, comandante Yash,ma, dalla X squad riglia, comandante Qki, e ,falla· Xl V squarl rigt,a, comandan te Salwrni. La spediiione si dire,s,~ June,n sera verso Port Arthu r. · . Soffiava un vento impetuoso di sud-est, che durò fin o alle undici. Le onde si alzavano Cot~e montagne. Fu impo~sibile tmere le navi riunite o il comandan te Aya$ehi,. capo <lell,t s perJ,r.1one, segn.alo d1 abbandonare l'attacco. Il segoale fu ripetuto lino alle 2 del mattino, ma non ••iunse in temilo alle nav·1 Queste erano arrivate isolat,mieute fi n" all'entrata del po~to. · Il l'apore ,l/il,ava ,f/a,·u vedendo il nemico far fuoco sulla XIV squaclrigli,t e crodenclo_ che le alt re navi avessero raggiunto la entrala del po rto si di ri 0r•e arditamente· verso 11 canale. ' • Un altro vapore, che si crede fosse il Sal,ura 11Jart1, seguiva il Jllikava ,1/aru da

1mporl.anti di quell i antecedenti, fatti dal nemico. Non abbiamo potuto salvare nessun ufficiale oè nessun uomo deg li _equ ipaggi <lcll 'Otarn, elci Saga.mi, ()rii SalC<tra e de11'Asa,gao .

vicino.

I Bussi ché_ avlll'ano_ acce~o dei fu_ochi all 'entrata tlel porto e faceva.no uso di nume-· ros_i e Piten tt rill_e'.tor,, dmgevano 11 funco iqcessante dei lo ro can noni sul canale. li luoootenente Sosa che comandava il 1Jf1f,ava ,1/aru non esitò a far en trare Ja sua nave l1ll l canale, romprm<1one la catena, e ginnto al cen tro del canale giltò l'ancora e fece salta re ~ colare a fon rlo il suo basticnr.nto. , li _vapo re_che seguiva Hilhl,ava Jfa.ru_ e che rassomigliàva al Sal,ura ,!fct.ru. gittò'· auco1a r 1esso una roccia sporgente situata rdl'en trat~ del porto e si fece pur 11f. tondare. e A'. loro seguito giunsero Totom.i 11'.an.1,: Yedo Nari,: Otm·u,-Sagami ,1/a,-u , Na!.ol,u ,1/m O e Arngao Nel _mome,n to In C~ll essi SI avanzavano verso l'entrat;t .del por to, il· ruoco dei Russ, 1hvenne ell ~tt,vo. Nello stes~o tempo Je mine subacquee urta te dallonav, esplosero ~ fecero numerose vHtime. ti 'l'otomi Maru urtò la catena, virò di poppa verso e~t e colo a picco attraverso 11 pas~aggio os trnendo:o i;if<a pe r meti1. 11 l'eda;1/aru gi ungeva all'en trata <lei port_ o preparandosi a getta re l'ancora ,1uando il coman-danto Sakayanazi fLt ucciso da un _colpo di fuoco al petto. Il luogotenente Na.gala assunse 11 cr>1nant10 clella nave, getto l'ancora e co lò a. picco la nave stcs.,:1. Due altre navi, probabilmenLe J' Osarion e la Sagami, pen,ltrarono nel canale e fu- · . rono aff.. ndate. L'Ail;oko urlò cont•o una mina posta a poch; braccia dall'ingresso del porto e colòa foMo. 11 ten1mte Yuchi<la che lo comandava, il capo meccanico e otto uomini dell'equi11aggio sono scomparsi. Una nave che aveva l'apparenza dell' Asagao sembra abbia avuto il timone spezza to.. Essa fu fatta saltare in aria ai piedi del Monte d'Oro. . L'impresa, se Ja si paragona agli ultnni ctue attacchi, ha recato le maggiori vittime· alla. nos tra parte a causa dell'inclemenza del tempo e <lei preparativi (li difesa, pilll

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Sono do len te cl i non aver potnto conoscere nulla circa il modo col quale questi coraggiosi hanno adempiuto 11 tlo1•c>r loro, ma il ricordo della loro esemJJlare condotta perdurerà [ungo tempo ne lla marina imperia le. Le squadriglie dr lle controtorpediniere e del le torpediniere non solamente res istettero al nemico, ma loUarono coraggiosamen te contro 11 vento e contro le onde.. La sq uaflrigl ia dtlle torpedin iere si recò a poca distanza dall'entra.la del canale e salvò più (!ella metà degli uom ini clell,i torpediniera 67 che aveva. il tullo del vapore spezi<1to da un proiettile. Que;ta torpediniera ru clisalbcrnta, ma la tropccli niera 70 venne in suo soccorso e la ri morchiò. Tre uom ini dell'equipag,:io furono feriti. La <iontrotù rpccJiniera Avokatri eblle la macchina a sinistra ilanneggiala da un proiettile e un ma ri naio ucciso. Anche un marinaio della torpedi niera Ilayabusri fu ucciso da un proiettile. Il terzo distacca.mento del la flotta al comando dell'am mirag li o Deva giunse a Port Arthur martedì mattina a.Ile ore se,. li primo clistaccamen to, al comando <lell'arnmi ragli o Togo, cho aveva l'ammiragl io Na,5hiJa per comandante in seconda, giun~c tre ore più tard i por pro teggere le squadriglie delle torpediniere e dello controtorpediniere e mccogliere gli equipaggi delle navi mercantil i che erano state affondate . Ambedue i tl istaccarncoti restarono al largo di Po rt Arthur. fi no alle qua uro pomeridiane. Ma le loro ricerche riusciro no in[ruttuose. La nebbia imped iva di rendersi conto della situazione del ntmico. L'ammiraglio ritornò perciò alla sua base, e dal mattino rlel 4 1H>n ha ~ompiuto· altre operazioni. I.e perdite totali dei Giapponesi nel corso del le operazioni dire tte ad ostruire il canale di Port Arth ur fnrono : un ufficiale e dieci uom ini uccisi; cinque ufTici,1li e quindici uomin i feriti; quattordici ufficia.li e sessantaquattro uomini scomparsi. Otto ufTiciali. e trentasei uomini furono salvati. Tutti gli ullìciali sono s.tati decor,iti ed han no ricev uto menzioni. Oooranr.e postume · sono state rese ai rnorti. 56 -

ANNO

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LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

LA. GUERRA RUSSO-GI APPONESE

~eglio di t utto sarebbe stato fin da principio un comando m capo unico. Frattanto l'Alexejew pare che abbia rassegnate allo Czar le sue di~issioni tanto da quella luogotenenza imperiale, che era diventata parola completamente vana, quanto da quel. ?Omftndo di flotta che, in mano a lui, prima e dapo, fu pm vano ancora. E pare che lo Czar lo richiamerà tanto più che fra l' Alex:ejew ed il Kuropatkine sembra 'vi sia, qualche vecchia l't1ggine, e che fra, i due la scelta non p uò essere dubbia. . Non _ne sara~no scontenti neppure i corrispondenti di g1ornah, e specialmente quello del Tìrnes, che l'Alexejew, con suo proclama del 24 aprile, minacciò di traUare come spie se li coglieva a bordo di navi provvedute di teleo-rafo senza fili. 1

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L~ situaz_ione sul _teatro di operazioni terrestre, quale la las~iam1:°,~ 11 12 a~nle, poteva determinarsi presso a poco cosi: la 1 armata giapponese attestata colle sue avanguarclie sul b~~s~. Ya!ù, nella concavità dell'arco al sommo riel quale sta , 1grn; 11 III corpo d'armata russo concentrato verso Feng-huang-ceng, con truppe di copertura sulla riva destra del basso Yalù, e con truppe di osservazione ancora sulla 11.va sinistra del medio Yalù, verso· Cio-san e Oun-san. Nessuna lotta era ancora iniziata per il passo del fiume. All'infuori dell'iniziarsi di questa lotttt nell'estuario dello Yalù 7 sembra che quella sitllazione generale non fosse ancora sostanzialmente mutata. sul finire di aprile. Continuarono imperturbabilmente, come per lo innanzi le notizie di fantastici sbarchi sulle coste del L ia,o-tun obo~~ardameDy preliminari a Niu-ciuang, e simili, pi t~he mai rncoragg1ate dalla nuova avversità toccata alla flotta russa; ma, come al solito, non ne fu nulla. Pit\ insist enti e continue furo no le voci della operazione russa procedente da "\Vladiwostok, per il 'rumen e per la via

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-costier a, n elh Corea nord-orientale, operazione colla quale si affermava essere in accordo l'azione degli incrociatori russi verso Weusan . Il 18 aprile si segnalavano già i cosacchi presso \Vensan; il 19, l'ava.ngnardia della colonna, -che clall' Ussuria marciava per il 'l'umen, ave·va raggiunt.o Mao-ur-cian, e si rafforzava nelle gole d'accesso a lla Corea, mentre un altro forte corpo di truppe era già ad 80 chilo·metri da vVensan.; il 22 correva voce a 'l'okio che 20,000 Russi fosser6 nel norcl. -est della Corea, ed a Par igi si dava per certo <:be il generale Kuropatkine fosse sul punto cli prendere l'offensiva contro il fianco destro dei Giappouesi; il 27 si credeva a Pi etroburgo di. sapere che una grossa frazione della divisione di cavall eria del generale R ennenkampf (co -saccbi del Transbaikal), provvista di artiglieria da montagna, .si dirigesse rapidamente all'alto Yalù per congiungersi c,olla -colonna del 'l' umen, e piombare contro il :fia,nco e le comunicazioni giapponesi; il 28, sempre a Pietroburgo, si affermava che questa a,vanzata procedesse alacremente, e che anzi i cosacchi di ::\[i~tcenko fossero penetrati nno ad An-ju, :gettando lo scompiglio sulle retrov ie nemiche. I ntorno alle opera-zioni russe provenienti da. \Vladiwostok, noi abbiamo esposto l'altra volta alcune considerazioni, che, secondo noi, ne mettérehbero seriamente in dubbio la convenienza e la opportunità (l); ed in quelle persistiamo nonostante le ultime notizie abbiano riparlato ancora cli una .avanzata su Wensa.n con conseguenti combattimenti, di cui n on si è avuta alcuna conferma. Più logiche ci sembrerebb ero invece le operazioni che dal medio Yalù tendessero a puntare od. a minacciare contro il fianco e le comunicazioni <lei Giapponesi. Ad ogni modo notiamo che le informazioni di tutto il mese di aprile non erano confermate da alcun fatto abbastanza positivo, e che, se mai, questo genero di ·Operazioni andava. ogni giorno perdendo di efficacia man mano che i Giapponesi erano meglio concentrati e riceveva.no -dal mare nuove truppe. Hl Clr. pag. il 7, <lispcnsa IV, Rivista militare.


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LA GUERRA RUSSO- GIAf>PONESE _LA. GUERRA RUSSO -GIAPPONESE

. r. fatti

positivi, quantunque per se stessi di importanza. limitata, hanno invece cominciato a verificarsi durante il .- mese di aprile nell'estuario dello Yalù, del quale sfortuna-tame11te n0n abbiamo fi nora nè carta nè schizzo, che possa. so?cor~-ere nell'esa~e di quelle complicate operazioni prelimman c~e prelu~1ano al passaggio di nn·corso d'acqua, in presenza del nemwo, per parte di un grosso corpo di truppe .. Sembra peraltro che, fra le molte disseminate nell'estuariodel fiume, notevole importanza abbiano tre isole delle quali . ' una. e un po' .a monte, e due sono un po' a valle di Vìgiù,. fra 1 due capi della strada mandarina proveniente da Seoul e da ~ul~den, e che costituiscono appigli essenziali per )?as~are ~1 viva for,,a dall'una all'altra sponda. Su queste isol e rnfatti, ed attorno ad esse, sono avvenute le prime scaramucce, chè tali insistiamo a definirle per ridurre al loro giusto valore le informazioni di fonte russa. inverosimil-· mente esa.gerate. · ' Ba~terà un esempio. Il 12 a,prile avvenne il primo scontro: un distaccamento russo, inviato in una delle isole di fronte, a V~g~ù, si t.rovò in presenza di un gruppo di esploratori nem1c1 che gnmgevano dall'altra parte: li attese allo sbarco li imboscò, li distrnsse: erano 50 uomini. E la comunica~ zione ufficiale russa., ri portata dalla stampa., diceva : « .Il g iorno dopo, la bandiera giapponese era issata a lutto ed. i Giappones~ si erano ritirati d alle posizioni dove pri~a si erano veduti ». Se la comunicazione era esattamente rife-. rita, non si può fare a meno di pensa.r~ che un nemico co~ne i .Giapp.onesi hann.o dimostrato di essere alla prov: dei fatti, men tiwa magg10r rispetto; ed il pubblico anche!. Si tr attò adunque di scaramuccie quasi continue dal 12 al fine di aprile, essenzia.lmente per il possesso delle isole del· l'estuario, e talvolta anche per riconoscere la opposta sponda e la disposizione del nemico che la occupava. Così il 23 aprile un drappello di 2 ufficiali e 30 soldati rnssi si spinse sulla riva sinistra a riconoscere le forze giapponesi, ed ebbe con esse uno scontro nel quale perdette 3 uomini, morti, e 17 feriti: perdite relativamente fortissime, come sono da aspet-·

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iarsi in imprese così arrischiate, ma affare insignificante -nelle operazioni gener ali. Nello stesso giorno due compa·gnie giapponesi con poca cavalleria fecero una ricognizione -Sulla d.estra del fiume, pare senza combattimento; nella notte dal 23 al 24 due ·vapori giapponesi sbarcarono nell'e·stuario del fiume alcune truppe che posero mano a costruire un ponte sul suo ramo di sinistra, 11 16 chilome.tri di distanza <la un altro ponte già costruito, il che indica che di un'i•sola almeno erano già in possesso. Il giorno 24 i Giapponesi posero piede senza colpo ferire in un'altra isoletta (Somalinda o Sa.morindo ?) . La notte dal 25 · al. 26, assai prima. del!' alba una loro colonna cli forse 1500 uomini occupò un'altra isoletta, scacciandone con ·perdite sensibili un di.staccamento di volontari russi; e nel giorno seguente un'altra colonna, con una batteria, sarebbe riuscita a passare ,s ulla riva d estra, dove si scontrò cogli avamposti nemici, i qnh.li distrussero a cannonate uno dei ponti, e respinsero per due volte i Gia.pponesi che: stando ai rapporti russi, avrebbero perduta, la batteria prima cli poterla impiegr.,re ·ed un migliaio d'uomini. Di questo nulla dicono i Giapponesi, naturalmente; anzi, secondo essi, alla scaramuccia. del ·26 servì di prologo, il 25, l'entrata nell'estuario dello Yitlù <li una loro cannoniera e di alcune torpediniere, le quali -scompigliarono seriamente dapprima il distaccamento rnsso · ·che occupava una delle isolette, poi g li avamposti rnssi -della riva destra, che furono r idotti al silenzio dopo mez~' ora d i fuoco . Quello che è importante a notarsi, si è che le scaramuc·cie del 26 forono le prime a svolgersi col!' appoggio delle .- artiglierie cli entrambe le parti, apposta,te sulle opp0ste.rive ,dello Yah\ e che esse furono impegnate, da parte giappo:11ese, da truppe d'avanguardia della divisione della gnar,dia imperiale e della 2n divisione; circostanza quest'ultima utile a ricordarsi. Il g iorno 27 i R ussi, da. Kia-lien-tse, bombarda,rono ad inter·valJi Yigiù, senza che le artiglierie giapponesi rispondessero. I l comando g i~ipponese pare abbia acquir,tata cen.ezza in quel

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g iorno che i Russi erano particolarmente a.fforzati a Kialien-tse e sulla riva destra del fiume Lung-ua.ng-ho (1), e che le loro posizioni si estendevano per sei chilometri circa a sud di quella località. Il giorno 28, i Russi r ipresero il loro bombardamento ed i Giapponesi risposero : il. duello durò fino a notte. Due compagnie della . g uardia giapponesG fecero una ricognizione sulla riva destra, ad ovest di Vigiù, per scandagliare meg lio le posizioni nemiche, e vi ebbero, pare, un piccolo scontro. Il 29, le sole arlii.glierie russe tirarono contro la riva nemica. I Giapponesi non risposero; ma reparti di avanguardia òella XII divisione riuscirono a metter piede sulla destra dello Yalù, a monte, notisi, della confluenza del Lung-uang-ho. I n conclusione, nonosta nte qualche vaga notizia avutasi verso b fine di aprile di g rosso passaggio g ià iniziato, con o senza opposizione da parte russa, sembra, si posfìa ritenere che fino al. 29 di quel mese non si trattò che di azioni. preliminari e preparatorie, con scontri di secondaria importanzfL che condussero i Giapponesi al possesso delle isolette dell'estuario dello Yalù ed all'affermazione · di qualche piccola ava,nguardia su qualche punto della riva destra del fiume. Più importanti invece sembrano le operazioni di concentrnmento compjute durante quel periodo. Qualche telegr1nnma. da l ba.sso Yalù, firmato df1l generale Zasoulitsch, sen~brava indicare che, oltre al III, anche jl II corpo d'arl)_1ata siberiano (2), di cni lo Zasoulitsch è comandante, si era attestato allo Yalù, almeno con dei dista,c0amenti. Dal complesso delle notizie non s1 rilevava (i ) Nelle no tizio questo fin me è chiama to Ai-ho, dal no me d~l ,mo arnuen te di s in i-· stra, che sarebbe l'unico sogna to, sen1.,i nome, sulla cartina inserta nel nos tro artico lo IL Qnella carti na é alla scala a pp ross imativa da i a 1.840.00. (2) Rìcord iamo ch e delle tre. hr,gato di fan teria di q nesl-0 corpo, due sono impe;;natc a Porto Arlh ur e \V l,,diwostok : all a 5• brigata, unica dispo ni bi le, fu r1erò aggiunta la 6•, , toglien<lola al I cor po rl' arma ta, ,11 cui il 2! aprile assu n,e il comando il gene.ra ie· St<1ckelherg, in sostitur. ione del SakarolT nom mato cajJO di s tato maggiore del J{nropatkìne.

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però che i R ussi occupassero con qualche consistenza se n on Je posizioni già. dette di Kia-lien-tse e, come posto distaccato a sud, An-tung, essendo complessivamente in nu~ mero chi dice d i 50,ooo, chi di ~0,000: e la poca energia da essi dimostrata nelle azioni preliminari sul corso del fi r:.me non era indizio sufficiente a giudicar e delle maggiori o minori forze che essi potevano aver sottomano per opporsi al passaggio del fi ume stesso. Cosicchè, per quanto riguarda i Russi, la situazìone del fin ire di aprile non presentava novità importanti nella dislocazione delle forze, ma piuttosto nella loro consistenza.: le truppe d i cope.rliura sul basso Yalù apparivano di entità abbastanza notevole e particolarmente rafforzate a Kia-liEn~ t se e forse ad An-tung; le truppe di osservazione sulla sinistra del medio Yalù sembravano essere ingrossate ed avere assunto un a tteggiamento più attivo ; distaccamenti di vigilanza pare fossero sparsi anche lungo la costa fra le foci dello Yalù e del ~L1a-jang-ho. Nulla risultava variato nelle forze disposte più indietro, a Feng-h uang-ceng, e sulla linea Niu-ciuang-Hai-ceng-Liao-yaDg: disposizione già da noi esaminata l'alt,ra volta. Neppure da parte giapponese la situazione del fin ire di aprile era sostanzialmente varia,ta: le loro forze ave,rano serrato sulla testa, concentrandosi essenzia lmente intorno a Vio-iù b ) dove le notizie concordavano abbastanz~t nell'affermare che si fossero r iunit i i materiali da ponte necessari alle ulteriori operazioni ; le loro navi da g uerra si erano mostrate dapprima davanti a Sien-cien e poi all'imboccat ura dello Yalù dinanzi a, J ong-arn-po (sulla riva sinistra del fiume, ad ovest di Yong-cien), in appoggio dell'ala sinistra dell'esercito avanzante i qualche sbarco aveva cominciato ~d operarsi verso J ong-am-po, come inizio del trasferimento degli sbarchi da Cenampo alla foce dello Yalù. Ma era accertato che in Corea erano cinque divisioni complete, con un effettivo di circa 100,000 uomini, fin dal 22 aprile, men tre altre tre erano sulle mosse di partire dai porti giapponesi, ed il rimanen te dell'esercito di prima li'-


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LA GUERRA RUSSO- GIAPPONESE

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nea stava mobilitandosi e concentrandosi in Giappone: accertato, diciamo, per quanta certezza può aversi da notizie molto concordi di varie fonti. Oltre a. ciò, procedevano alacremente i lavori delle ferrovie coreane, e di quegli afforzamenti dello stretto di Corea che, legando sempre più saldamente la Corea al Giappone, sono per costituire la sicurezza maggiore dell'esercito operante, e si era ordinata, fin dal 20 aprile, la chiamat;a alle armi dell'esercito di riserva. Tutti fatti che rivelavano un progressivo e metodico lavorio inteso a spingere innanzi quell'offensiva, che l'indole della guerra, e le circostanze in cui essa si svolo-e sembrano in. bl dica~·e come il solo indirizzo che i Giapponesi debbano prosegmre. Null'altro di importante si sapeva intorno ai particolari di concentramento delle due parti in campo, ed 1.tlle condizioni generali in cui que;.ite si muovevano. Qualche epidemia si segnalava ancora serpeggiante nell'uno e nell'altro esercito, ma senza eccezionale gravità. Della transiberiana si notava la faticosa traversata del Baikal coi battelli rompighiaccio, e continuavano le insidie giapponesi alle ferrovie mancesi; due ufficiali giapponesi, tr~vestiti, erano scoperti in una carovana di mongoli mentre si accino-evano a distruggere la ferrovia pr-esso Jubiardi, sul fiume Noni, alle spalle di Kharbin, ed erano fucilati il 21 aprile. La Cina continuava a balenare; il suo governo dichiarava di essere e pareva coscienziosamente disposto a man l;enere la tranquillità e la neutralità., ma erano a temersi le popolazioni, apertamente parteggif1nti per i Giapponesi; e contro d i esse i vicerè avevano ordine di adottare, nel caso, misure di rigore ... se ne avevano l'autorità e la forza. ***

. Le scaramuccie, avvenute nell'estua.rio dello Yalù fino al 29 di aprile, furono dalla stampa quotidia.na conglobate col magg~ore scontro che ad esse seguì dopo il passaggio del fiume; e presero nome, complessivamente con questo, di bat-

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taglia dello Y a lù, alla quale si attribuì pertanto la durata -0.i quattro, : cinque o più giorni. La definizione non potrebbe forse dirsi del tutto errata; p iù combattimenti, intesi tutti a conseguire nn solo scopo ,ultimo, e ben definito, quantunque avvengano in giorni suc,cessivi, costituiscono appunto una batt.aglia, che in tal cas~ .si chiama battaglia strategica. Ma qui noi preferiamo astenerci da simile ra,ggruppamento .di fatti. A.nzit,1.1tto, gli scontri parziali da noi già accenn ~tti non si ispirarono ad uno scopo strategico, ma esclusivitmente tattico; essi mirarono al possesso di ti negli appigli tattici, che potevano agevolare agli uni il passaggio ed agli .altri la difesa del :fiume. In secondo luogo, essi, considerati .come fatti d' arme, ebbero importanza assai limitata, che .conviene ben riaffermare, di fronte a~le esagerazioni sensa'.Zionali delle notizie, anche col, mezzo formale di una più modesta definizione. Fino al 29 aprile,· adunque, scaramucc1e preparatorie, sintomatiche e significative fin che si vuole, ma nulla più . Il 30 aprile si annunciò da 'f okio che in quelle scara.mnccie, avvenute su una linea estesissima durante 5 giorni, si era forzato il passo su varii pnnti, mentre su altri cont inuava la lotta: che varie colonne erano già riuscite a mettere il piede sulla riva destra, e che la costruzione dei :p onti procedeva bene; ma che il grosso dell'esercito pa.sse;ebbe soltanto quando il passo fosse dappertutto assicurato. :S i riteneva di aver di fronte cirea 30,000 Russi, per i quali :gli approvvigionamenti erano stati avanzati da Liao-yang a Feng-huang-ceng, ove noi già notammo, nel precedente articolo, che sembrava essersi arrestata il 12 aprile l'avanzata russa con intendimento di farvi la prima rlifesa seria. Ma nello stesso giorno 30, come si seppe da comunicati posteriori, si compivano gli ultimi atti preparatori della battaglia, della quale si delineava g ià abbastanza chiaramen te anche la :figura gen~rale. · Alle 3 del mattino di quel giorno, la XII divisione giapp onese seo·uendo le traccie della sua avanguardia passata •

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il 29, iniziava il passo dello Yah\ ed alle sei di sera, dello, stesso giorno si trovava già tutta sulla riva destra di quel fiume, fra la, confluenza del Lung-uang-ho ·e quella del Pou-si-ho (1) ..A.lle ore otto della mede:sima sera erano ultimati, o rifatti, anche i pont i attraverso allo Yalù, a valle di Vigiù, e per essi cominciavano a passare la II cli visione e la divisione della Guardia, che fin . dal 26 avevano preso possesso delle isole in quella direzione. come si è detto e c~e nei · giorni seguenti avev1Lno già spi~ta qualche ricog~i. z10ne sulla sponda nemica. Questo passaggio era compiuto nella notte dal 30 aprile al 1° maggio. Contro queste operazioni, 1' artiglieria russa dirigeva il suo fuoco da Kia-lien-tse e dalle ·posizioni ad ovest di Vio-iù· o r ma questa volta l'artiglieria giapponese dalla riva sinistra impegnava seria.mente il duello, e riduceva, al silenzio le · batterie nemiche, mentre le_cannoniere, che avevano risalito l'estuario del fiupie, coneorrevano coi loro tiri fL spazzare la riva destra dello Yalù. Seèondo i rapporti russi, qualche scontro avrebbe avuto luogo in questo gi9rno colle prime truppe della Guardia o della II divisione g iapponese : in. uno di essi i Russi avrebbero avuto qualche v~~ta.ggio, in un altro avrebbero avuto la peggio con perdite re.lativam.ente notevoli. di ufficiali. Certo tLppare· che nel.la notte dal 30 aprile al 1° mao-o-io· i Giapponesi sì trovavano oltre Yalù ed in misura di :~alire il nemico, con due divisioni sul fronte, in direiione da. Vigiù ad ovest, e con nna divisione sul fianco sinistro in ~irezi?ne da nord-est contro K ia-lien-tse; e che di qu:sta s1tuaz1one dovevano aver avuta l'intuizione i Russi durante-· la giornata del 30, se è vero che essi. in quella giornata stessa avevano abbandonata e bruciatiL An-tung alla loroestrema destra, ripiegandone le ·~ruppe che ne 0o-uarnivanole predisposte fortificazioni oramai r iconosciute inutili.

(!) li ..P~u-si-t'.o è tracciato sul la cartina inserta nel nostro articolo Il, ma non porta nome .. T<. I af!lucute d1 riva destra clcllo Yalu, cho nasce dai M.i Ping-ting-san, e che trol'as1 per pruno a monte della con fl uenza del Lung-ua ng-ho.

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Da questa situa,zione la battaglia del 1° maggio è già delineata ehiaramente. Secondo le notizie eh.e fi nora ne abbiamo, all' alba del 1° mao-gio il bo-enerale Kuroki aveva concentrata tutta . la b . sua artiglieria cont.ro le posizioni nemiche, che la Guar~iae la II divisione attaccavano di fronte: alle 7 del mattmole batterie rt~sse erano già costrette a sospendere il fuoco _ Poco dopo le 8 veniva dato l'ordine dell'attacco generale. La Guardia, che sembra abbia dato prove di singolare valore, e la II division0 avevano certamente un duro còmp ito quantunque l'efficace azione dell'artiglieria .lo ~vesse· loro facilitato; gli attacchi frontali sono sangmnos1. Tufa non meno a rduo dovette essere il compito della XII divisione, che si trovava ad avere il Lung-uang-ho fra sè e, le posizioni nemiche : le truppe si gettarono a ?u.ado col~ l'a.cqua :fino al petto, irruppero contro il :fianco sm1stro dei :Russi, e conquistarono K ia-lien-tse, l'appoggio dell'ala sinistra nemica. Due cannoni.ere tJd alcune torpediniere giapponesi, risalendo l'estuario dello Yalù, avevtmo concorsoall'azione generale, CiLnnoneggiando la riva destra del fium e. La battaglia era decisa; spuntata l'ala sinistra, e minacciate le comunicazioni, i Russi . iniziarono la r itirata su Feng-huang-ceng, inseguiti per sei ore, dicono notizie da. Seoul da fanteria e da cavalleria giapponese, la quale ultima. ' anche seco,ndo i rapporti russi, si · spinse fino a sud dove fu arrestahLda fanteria e da ar-· d i F~no·-huano--ceng· b b ) tiglieria in posizione. Sulh resistenza e sulla ritirata dei Russi forn iscono maggiori notizie i rapporti del genera.le Zasoulitsch e del generale Katschalinski trasmessi dal K uropatkine allo Ozar. . La brigata del generale Katschalinski (ricordiamo che la· composizione delle brigate di caeciatori della Siberia orien-tale le avvicina a lle divisioni nostre), come quella che costituiva l'estrema ala sinistra a Kia-lien-tse, ebbe a sopportar e il maggior peso del combattimento. Presa di fianco, e duramente cannoneggiata dall'artiglieria da posizione situata a 'Vigiù e dall'artiglieria da campagna..


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in batteria sulle isole del :fiume, si trovò ben presto in situazi one difficile e costretta a chiamare in linea le riserve. Ma, .aCferma il generale Zasoulitsch, « la lontananza delte 1·ise1·ve principali 1·ese imtJossibile di sostene1·e le frttpp e a tempo »: frase ambigua, che non permette di comprendere ,se si riferisca ad una ritirata già iniziata prima del com.battimento o ad uno schieramento difettoso: e che potreb be più facilmente far credere a qualche reticenza nei rapporti pubblicati. La brigata Katschalinski, nonostante il rinforzo delle ri.serve, dovette ri pieg~ire su una seconda posizione, inseguita dal fuòco nemico : ed anche sulla seconda posizione fu immediatamente'girat a alla sua ala siuistra. Un nucleo di d ue battaglioni e di u na brigata di arti·glieria è allora inviato su una terza posizione, sulla quale resiste permettendo alle rimanenti truppe di iniziar e la ritirata; ma resiste a caro prezzo, perchè viene quasi completamente accer chiato, e non può ritirarsi esso stesso se non ·aprendosi la via con ripetuti a ttacchi alla baionet,ta, .innanzi ai q uali procedeva il cappellano portando la Croce. 1'fomenti sublimi di eroismo disperato! V'è ancora adunque 'lln angolo di questo vecchio mondo, e vi sono ancora dei -cuori umani, in cui vive· e palpita quel.l a fede, che strinse intorno al Ca1·1·occio la Compagnia della mo1·te! Nonostante le posizioni successive e la ritirata a scaglioni, dovette essere a.dunque una ritirata angosciosa, affannosa e necessariamen Le disordinata. E videntemente, le posizioni successive erano troppo ravvicinate, prima per-dute che occupate; posizioni d i sacrificio più che di so.stegno . E ci.ò indurrebbe a credere a grandi perdite, ed a r itenere possibile quell'inseguimento spinto tanto innanzi, -come abbiamo accennato. Della battag lia del centro e dell'ala destra, nulla dicono ,i rapporti.

Le perdite non saran no facilmont~ ~ouosciut~ per ~o~to. t empo, da noi ; ma non sembra poss1b:l e, ~he ~1ano _hev1.. I Giapponesi hanno confessato un m1gh a10 d1 per~1t~ (1): più forse 1 altre BOO durant e l'inseg uimento, I R ussi dicono· inv~ce di aver loro infli.tti·danni enormi al passo del Lunguana-ho (od A i-ho) : e non è difficile i nvero che quel passo· abbia costato ai Giapponesi assai pi ù di quel che dicono. I Russi secondo le prime notizie loro e giapponesi, avr ebbero pord~to un migliaio d'nomi~i. a~c~'essi, p_iù 30 ufficiali e 300 uomini d i truppa pn.g1omen: ma 11 rapportodel generale K atschalinski denuncia per la su~ sola br igata duemila, pordito, Fra queste sembra da nota~·s1 u_n ~r.an numero di ufficiali morti e feriti : e tra g uesti ultnm 1 gener ali Zasoulitsch e Katscbalinski medesimi (2). Ma al vinto oltre alla perdita di uomini, tocca llt101la.r talora quasi altrettanto gr ave, degli strumenti di g uerra.. I Russi confessano la perdita di 22 pezzi da campagna e di8 cannoni P onlemt (sembra siano cannoni-revolver) con un. complesso di 371 cavalli uccisi. Grave perdita in Manciuria,t d 0 ve le batterie perdute non si surr ogano se non facendole venir e dalla Russia europea a mezzo della t ransiberian a.

Le forze impegnate da parte gi apponese sembrano esserestate, come sopra si è detto, tre divisioni, e cioè all' incirca 46-50,000 uomini, esclusi i servizi, con forse 120-140 pezzi. . Da parte russa, per q ua.nto finora s1 s~, dovreb~ero es,;~re state prossimo o presenti sul campo d1 battn.gh a la 3 e,

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(·!) Il ra pporto uffl cia lo l(iappo nese dà : morti, 5 urnciali e mo uomini di tru[)pa ;· rerili, 25 urllciali e 6!l0 uomini di lrup1Ja. . . . • . . . . (2) Ulteriore r~pporto russo darehbe: morti, ~6 umc,ah e : 1.3 u_om1111 ~' ~ru ppn, re~ rit i, o ufllciali e 666 uomini di truppa ; mortr o lentr,_7 umcl,ih e 679 uom1111_d1 tru ppa , 3 negherebbe che vi siano stati dei prigioniori. I.e perdite sommerebbero cosi a 63 ufficiali o 205S uomini di tn 1pp:1,


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la 6' brigata cacciatori S iberia orientale, le quali, come si

Fatto poi il confronto dei reparti nominati nei due rapporti, rimarrebbero, per il centro e la dest,ra della batta.g lia, un battaglione ed una brigata di artiglieria. Può mai -essere questa la forza c·o ntro cui i Giapponesi impiegarono la II divisione e la divisione della gnarclia? · Sembra inverosimile. Tanto più che il Katschalinski. dice nel suo rapporto : « B,icevetti ordine dal generale Zasoulitsch di pa1·tecipa1·e alla battaglia »; il che dimostra che non da solo doven1 egli combattere . La battaglia fu adnnque pii\ . grossa di quello che d icono i Russi; ma la superiorità numerica era ad ogni modo deci-samente per i Giapponesi; come del resto è naturale, poichè :Senza di essa non avrebbero potuto neppur tentare quella manovra avviluppante, che hanno eseguita con così pieno successo.

disse in un altra parte di questo studio, dovrebbero avere ricevuti prima della metà di aprile i terzi battaglioni dei loro reggimenti ( e per qualche reggimento il rapporto Katschalinski lo conferma esplicitamente), e dovrebbero pertanto contare ora, complessivamen te, 24,000 uomini, ai quali non sappiamo esattamente quanta cavalleria ed artiglieria sia da aggiungersi. Colla 6" brigata cacciatori Siberia orientale, sembra ragionevole supporre, data specia,lmente la presenza del comandante del corpo d'armata, che fossero anche 1~ cava_lle~·ia e l'art~glieria del Corpo d'a.nnata, e cioè 2 regg 1ment1 d1 cosacchi (Argunski ed Amur), 2 batterie di art iglieria cosacchi 'l'ransbaikal, la brigata artiglieria Siberia ·Orientale (32 pezzi) addetta alla 6' brigata cacciatori ed il gruppo dell'artiglieria ~['ransbaikal (16 pezzi): certamente vi er a il battaglione zappatori del corpo d'armata (2°), poichè ·di esso furono feriti, secondo i rapporti russi, due ufficiali. Del III corpo d'arn..ata siberiano, non si sa precisamen te -q.uanta. artiglieri.a fosse presente insieme colla 3~ brio-ata i3acb ,c1aton, ma questa aveva certamente con sè le tre batterie di sua competenz&.: vi era poi certamente la brigata di cavalleria Cosacchi Transbaikal del generale Mistcenko, del quale si ha un rapporto relativo alla situazione verso A.n-tung. Se queste induz io ni non sono troppo erronee, non sarebbe cer tamente esagerata la cifra di 30 mila uomini indicata -dalle notizie più concordi: e ad essi si potrebbero forse assegn~re, all'ingrosso, una ottantina di pezzi. E però proba.bile che non tutte queste forze siano state e:ffett i vamen te impegnate, sebbene riesc>a ostico il prestar fede intiera alle dichiarazioni u.fficiali in pro posi to. Secondo il rapporto del generale . Zasonlitsch, sarebbero :Stati impegnati, a conti fatti, 10,000 uomini circa con 40 pezzi di campagna, oltre i cannoni Poulemt (una compagnia, e cioè forse 8 cannoni, tutti perduti). Ma dal rapporto Katschalinski risulta del pari che sotto il solo suo comando, furono impegnati 9000 uomini, ;on 16 pezzi da campagna, oltre i cannoni Poulemt predetti.

E, per un momento, arrestiamoci qui. Le conseguenze del passaggio dello Yal ù per parte dei Giapponesi e gli atti successi vi a tale passaggio appartengono ad una nuova fase della cam p~1gna e nella esposizione -di quella troveranno posto più conveniente; mentre con questo fatto importante si ehiude un periodo, sul quale a noi gic-;era fermarci alquanto, nell'interesse del nostro studio. Fermata pericolosa per noi, anche questa; 11011 vale nascon·derlo. Da una parte, non vorremmo sembrare meno che equanimi e meno che obbiettivi continuando a mett.ere in luce la condotta corretta dei Giapponesi e le condizioni di inferior ità in cui finora si trovarono i loro antago·nisti; da un'altra., non vorremmo essere accusati di lasciarci trascinare al la facile lode del vincitore ed alla non meno facile critica del vinto· da un'altra ancora, e lo abbiamo già detto, non vor' essere tacciati di' fatu ità, o peggio, perchè regii-emmo -striamo a fatti compiuti, o, meglio, in base a·lle decisioni prese dai comandanti in guerra, la conferma delle deduzioni da noi esposte in precedenza. Per fortuna, noi ragioniamo

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esclusivamente su fatti positivi, od almeno su fatti quali risultano a noi, come a tutto il mondo; dalle notizie che ne diffonde la stampa, e ne ragioniamo, bene o male che sia., da un punto di vista esclusi'7amente militare; che colpa, abbiamo noi se la logica militare (ed anche quell'altra: crediamo) è una sola tanto a Roma quanto a Port Artbur od a Vigiù? Del resto, di fronte all'interesse dello studio, il nostro può pitssare in seconda line~~; tiriamo dunque innanzi.

I mmune da codeste fantasie, il comando giapponese procedette fermamente, colle forze. riunite, verso l'obbiettivo propostosi : fermame~1te e pn'.de~tem~nte. . . Nel primo mese cl1 operaz1on1 vemva raggrnnta la _lmea del 'J'ai-dong, e l'esercito vi si afforzava, premunendosi contro una eventuale invasione russa della Corea; con un successivo spostamento, durato otto giorni, veniva ragg~unt~ la linea del \Tel-Jim-kang, e su di essa ancora l'esercito_ s1 afforzava; dopo altre tre settimane, ai primi di aprile, v:emva raggiunta la linea dello Yalù, e. ~e~· qu~si un mese mt_er~ l'esercito continuò a condensarv1s1 m vista delle ulteriori operazioni. E ra il piede di piombo : .tanto che fu perfino ritenuto · (non da noi) ~l) che i Giapponesi fossero per passare alla difensiva sul confine coreano. Ma, quando la condensazione. delle forze app_~r~e sufficiente per un'azione decisiva, la prndenza lasc.10 1_l pa_sso alla solita risolutezza, e fo iniziata quella offensiva rn direzione di :Mukden con un primo grande scontro sullo Yalù, che l'esame com~lessivo del teatro cli operazioni faceva ragionata~ente presumere (2). E, nell'azione ta.ttica. ancora, i Giapponesi spiegarono la medesima cura .mm~ta e precisa della preparazione, .seguita clalla medesima risolutezza della esecuzione. · Da parte russa, è probabile pèrò che questo primo.sco~tr? sullo Yalù sia derivato da una inesatta esecuzione d1 ordm1, o da un errore tattico. L 'esame del teatro di operazioni e le prime mosse di distaccamenti russi in Corea lasciavano ritenere, a nostro avviso che snllo Yalù i R ussi avrebbero opposta la prima. resist~nza alla avanzata giapponese (3). Più tardi, la evidente impreparazione russa, le enormi difficolt~ lo~istiche ~eri:vanti dalla scarsa produttività della transiberiana, ed 11 sospetto contegno della Cina, parve avessero indotto il co-

*** Riassumendo le operazioni terrestri di questo primo pe1·iodo della guerra, noi non possiamo, senza cadere in evidente peccato di irragionevole incoerenza, negare al concetto informativo della condotta dei Giapponesi il pregio di una logica, da noi ritenuta r igorosa, e di una chiarezza e semplicità, che a noi. sembrano inattaccabili. È stato, a nostro A.vviso, un concetto diritto e puro come il :filo di una spada; assolutamente privo cli quei fro nzoli artistici, che sono bene spesso inutili e qualche volta rovinosi. La quasi sconfinata liberdi di manovra strategica, chè una ptidronanza del ma.re, conseguita in termino oltre ogni previsione brevissimo, consentiva ad esso, non ha turbata un solo momento nel comando giapponese la visione sicura del suo obbiettivo. A nessuna tentazione, per quanto brillante, esso soggiacque, per ragioni che, in parte almeno, noi crediamo di avere accennate; non alla tentazione di gnmdi operazioni avvolgent.i, con sbarchi nelle regioni del Turnen) alle foci del Liao, o nella penisola di Liao-tung (l ); non a. qnella, forse poteutissima, di dare la precedenza alla espugnazione cli Port. .A.rthur, che il genera.le Stossel dichiarava essere per i Giapponesi una questione di onore nazionale (2)(il Cfr. pag. 70 e seguenti, rlispo11sa IV, Rivista milita·re. (') Clr. png. 488 e seguenti, dispensa III, llivi$ta 1nilitare.

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(I) Cfr. pag. 727, dispensa IV, /livista m ii.i l.are. (2J crr. pag. 453, dispensa lll, /h~1'1a m~ht11re. (3) Cfr. pag. 480, dispensa Ili, R,vuta militare.

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mando russo ad operare un grosso concentramento verso ·L iao-yang, limitandosi sullo Yalù ad una semplice sorveglianza (l); il che avrebbe esclusa la prima resistenza su ·quel fiume, a causa della insufficienza delle forze disponibili. Ma piu tardi ancora, o fossero quest.e forze aumentate, o cedesse il comando al miraggio di ottenere per terra una qualsiasi frettolosa rivincita degli scacchi sofferti sul mare, si accentuava iJ movimento verso lo Yalù, colla apparente intenzione di raggiungere quel fiume, se si arrivava in tempo, e di fare la prima resistenza a Feng-huang-ceng, in caso diverso (2)_ _ E fin qui l'esitazione si doveva imputare alla precedente impreparazione; ed alla quantità di forze che via via si andava faticosamente riunend o sottomano per le operazioni; a questi dati di fatto la miglior volontà ed il concetto più chiaro non potevano sottrarsi, e, quanto al tempo, bisognava fare i conti colla libera volontà del nemico, e perciò r estava necessariamente incerto il punto, sul quale si sarebbe potuto e dovuto resistere. · Ma una volta accertato, in presenza del nemico, che l'intento di arrivare sullo Yalù in tempo utile e con forze sufiìcienti era fallito, perchè non decidersi subito per la resi·stenza a Feng~huang-ceng, e non sottrarsi risolutamente ad ùn combattimento che si annunciava chiàramente in condizioni sfavorevoli? Nei giorni che seguirono la battaglia dello Yalù, o di Tiuren-cen (nome russo di Kia-lien-tse) come la; chiamano i Russi, fu più volte detto da Pietroburgo che la rit1.rata era voluta dal piano di Kurop~tkinè, il quale m irava ad attiòre i Giapponesi sempre più addentro in Manciuria per allontanare essi dalla loro ba.se, avvicinando sè alla propria, e per conseguirne i relativi vantaggi logistici_ La ritirata può accettarsi ; ma farsi battere è un altro affare, ed è almeno superfluo allo scopo. Altrimenti, siccome sempre per (i) Crr. pag. 7i! e seg., dispensa (2)

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natura avviene che l'offensiva vit toriosa proceda allonta:nandosi dalla base e che la difensiva sfortunata ripieghi, ,se può, sulla base propria, ne deriverebbe il singolare principio, fin qui ignorato, che il vantaggio logistico si.a da ri,ce'r carsi nelle sconfitte tatticµe e strategiche. Dunque, non sta certamente qui la spiegazione, ed inso.luto rimane il quesito: perehè non sottrarsi in tempo alla: battaglia che si annunciava chiarnmente in condizioni sfa·vorevoli? È quanto ci sarà spiegato forse più tardi. Per ora, stando .alle notizie che abbiamo, la spiegazione è diffici le. Furono inesatte informazioni sulla forza del nemico? Non pare credibile: d'altra parte, la sera del 30 aprile le forze <l,el nemico dovevano essere quasi tutte in vista, si era a tiro d'artiglieria da quattro giorni, l'aggiramento del fianco sinistro si delineava già evidente: una marcia notturna poteva ancora disimpegnare i Russi. È vero che Kmopatkine avesse ordinata la ritirata, . e cbe non fu eseguita dallo Zasoulitsch ,nella 1usinga di vincere? ·O che, essendo stata iniziala lasciando sul posto una retro.guardia, questa retroguardia abbia esagerata la tenacia fino .a sacrificarsi? Il rapporto dello Zasoulitsch, come notammo, affer mando ,che le riserve principali erano troppo distanti per poter .s ostenere in tempo le truppe impegnate, sembra lasciar . cre·dere, fra l'altro, che una ritirata preventiva fosse stata or-dinata ed iniziata e che all'allontanamento di una parte delle -truppe debbasi l'infelice risultato della battaglia da lui diretta. Dicesi che Kuropatkine abbia riferito allo Czar che egli .aveva ordinato in precedenza allo Zasouli.tsch d i ritirarsi ; ma nulla appare di ciò nei suoi dispacci comunicati alla stampa circa la battaglia. Non è lecitci ricavare da ciò una <ionvinzione, od anche una supposizione abbastanza fondata. Ma comunque sia, non è possibile non fare severo giudizio ·di quest'azione di::;graziata, che no!). risponde ad alcun con-0etto chiaro, e che offende la logica_ E la logica, in guerra, è vendicativa.

IV, llivista militare.

Cfr. pag.' 7'15. e scg., dispensa IV, Rivista militare.

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fosse venuto a far compenso agli insuccessi navali, la cosa poteva non essere disperata affatto. Ora la è, almeno per il momento. Finalmente, avendo i Giapponesi vinto sullo Yalù, hanno fatto un importante passo verso quella situazione, che se~ ,condo noi permette finalmente ad ·essi di cominciare ad operare utilmente e senza -i rragionevoli rischi gli sbarchi nella penisola di Liao -tung (1), e di cogliere, se lo credono oppor-tuno, il maturo frntto della piazza di Port Arthur e degli .avanzi, della flotta, che vi sono ricoverati (2). Ma sopratutto, ripetiamo, muta, colla battaglia dello Yalù, Ja condot ta della gnerra. Per parte de.i Giapponesi, alla scrupolosa lentezza del con·centramento, ai passi meditati e prudenti dall'unii all'altra linea suscettibile di vigorosa difesa in caso di bisogno, alla i.irremovibile decisione di man tenere l'unità della massa . ancora relativamente esigua, subentra lo slancio della de-terminata offensiva, sia per l'urgenza di non restare a lungo ,colle spalle ad un fiume, e con un fi,anco all'inospite costa fra lo Yalù ed il Ta-jang-ho, sia per non dar tempo al nemico di -riaversi o di rafforzarsi, sia per mettere d'un colpo nel loro giuoco la penisola di Liao-tung tagliandola fuori dall' eser-cito principale nemico, e per acquistare in èssa una nuova · base più immediata e più propizia al proseguimento delle operazioni. E forse, al procedimento in una unica massa, subentra la cOll\7enienza di operare per linee convergenti, tanto per approfittare di punti di sbarco più prossimi all'esercito operante e per accelerare, in conseguenza, l'arrivo delle nuove truppe, quanto per vincere più facilmente, puntandovi di fronte e di fain00, le eventuali successive difese del nemico nelle alpi mancesi- Pnrchè, b'en inteso, i n uovi .s barchi siano pote?ti, rapidi ed operati a tempo opport uno · per evitare di essere attaccati separ8.tamente in condizioni ;sfavorevo1i.

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Col passaggio dello Yalù, la campagna terrestre è adunque entrata in una nuova fase: la preparazione è finita, la offensiva è cominciata. I n q_l1esto fatto essenziale sembra logico riassumere leconseguenze della battaglia del 1° di ma.~ , Senza du~bio, a parte i risultati mate1Yilli, la sconfitta. deve aver prodotto sui R ussi effetti morali di alta importanz·a. Si era troppo sofferto sul mare : con fede ardente si attendeva una rivincita qualsiasi in t erra ferma. E la prova iniziale non ha corrisposto alla ansiosa aspettativa. Un'altra ripercussione morale non trascurabile deve avere av~1to la vittoria giapponese . sullo spirito pubblico cinese,. ed u n'altra pietra dev'essere stata tolta all'edificio pericolante della neutralità dell'Impero Celeste. Da ciò deve sentirsi sempre più ·vincolata Ja libertà d'azione del Knropatkine, che si. troverà sempre più legato a quelle poco geniali linee di Mukden e Liao-yang, che secondo noi sono, strategicamente viziose e possono diventare logisticamente disastrose (1), ma che rappresentano pur sempre, fra i Cinesi de1 generale Ma ed i Giapponesi avanzahti dallo Yalù, quel cuneo dal quale il Ma può essere tenuto in rispetto, ed i partigiani o briganti cinesi distolti dalle offese alla transiberiana alle spalle di Kharbin, che è quanto di peggio possa piombare sulle reni dell'esercito russo :in Manciuria. 'ruttavia, fin che quel cuneo esiste, la r ipercussione morale in Cina non sembra presentare pericolo immediato. Da un altro punto di vista, a noi sembra certo che la, battaglia del 1° maggio tolga ogni probabilità a 'q uelle mediazioni europee, delle quali si è tanto parlato. Russia e, Giappone, naturalmente, si sono affrettati a dichiarare di non volerne sapere; nè potevano, nè dovevano dire altrimenti in piena guerra. Pure, se un successo rndso qualsiasi (() crr , pag, 72l, Rivista militare, tlispensa JV_

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(!) Crr. pag. 488 e seguenti, Rivista militare, dispenia II I. ,(2) crr. pag. 490 e seguenti, Rivista 1nilita1·e, disriensa Il i.


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di truppe rnsse in ritirata, scambiandole per giapponesi, e che ne era derivato un combattimento con parecchi morti, parecchi feriti o molto disordine. Forse fu questo l'incidente, dal quale ebbe origine ht notizia di un co~battimento a"":venuto a Tang-chan-ceng fra i due eser citi; se mai, non fu che un indice delle condizioni nelle quali si compieva la r itirata dei Russi. · Il 5 si veniva già informati da Tokio che l'avanguardia del i:,o-enerale K uroki a.ccampava a Tang-chan-ceng. . • Il 6 dopo vive scaramuccia di cavalleria, il primo corpo d'eser~ito giapponese occupava Feng-huang-ceng, c~e i Ru~s~ avevano sgombrato il 4, dopo aver fatto saltare 1 depos1t1 di polvere, ma abbandonandovi parecchio mat eriale da _guerra. In quattro giorni, non compreso quello della ba.t,tagha dello Yalù e quello della occupazione di F eng-h uang-ceng, l' offensiva giapponese avev~ percorsi altri 70 cl1ilometri, senza ~olpo feri re. . A ques.ta avanzata del Kuroki è necessario coordmare le operazioni compiute dai Giapponesi, negli stessi giorni, contro le coste della penisola di Liao-tung. Già abbiamo diffusamente narrato il tentativo di imbottigliamento, terzo del genere, tatto dal 'l'ogo a Port Arthur nella notte dal 2 al 3 maggio. Ora conviene rendersi contò più esatto dell'azione della flotta, rn relazione alle nuove imprese di sbarco. . Quanto al tentativo ora. detto, ricordiamo che un rapporto del 'fogo ha affermato che, degli otto piroscafi. destinati all~ ostruzione, cinque raggiunsero l'entrata del porto, e duo d1 essi rompendo le catene, entrarono nel canale e vi affondaron~: cosicchè quel canale sarebbe ora da considerarsi chiuso, almono per parecchio tempo, agli incrociatori ed alle corazzate. Della squadra giapponese di scorta (2 cannoniere, 3 flottiglie di controtorpediniere, e 3 di torpediniere) due n avi avrebbero avuto avarie abbastanza serie dal fuoco nemico. Da P ietroburgo, a tutta prima si ammise, ma da ultimo si negò che il t entativo di ostruzione fosse riuscito.

E da parte russa, alle decisioni vaghe, ai tasteggiamcnti,, alle sparso coperture, dovrà necessariamente subentrare una cl et~nninazione netta e precisa, se non si vorranno ripeti. zioni della giornata del 1° maggio. O si è in grado cli concentrare in tempo forze sufficienti, e allora si potrà resistero fra Mukden, Liao-yang e F eng-huang-ceng, manovrando all'occorrenz_a per linee interne se il nemico opererà in più masse. O non si è in misura, ed allora con verrà decidersi subito ad abbandonare il Liao-tung, e Port Arthur, e la sorveglianza dei Cinesi, e tutto, ed a ritirarsi a nord tanto quanto occorra1 pur di uon compromettere nuovamente qualche grossa frazione di quell'esercito, ebe la transiberiana, a sì gran fatica, va componendo a frusto a frusto, cd alimenta. Mai, come in simi le caso, le frazioni sono preziose. In conclusione, dal l " maggio in poi, il g iuoco diventa serrato, e gli avvenimenti non si potranno più raggruppare a mesi, forse neppure a settimane. E le notizie probabilmente ci incalzeranno.

Anzi, hanno già cominciato. Il generale Kuroki non ha perd uto un istante a continuare la sua balia offensiva. Spostata la base d'operazione ad immediato contatto del suo esercito, all' estuario dello Yalù, dove subito cominciarono acl affiuire trasporti carichi di vettovaglie e di munizioni, e disposto che si. procedesse alacremente a fortifica.re Kia-lien-tse ed An-tung, tanto per sicurezza della base, q uanto per appoggio dell'esercito operante in qualsiasi evento, egli riprese subito l'avanzata in direzione di Liao-yan g e Mukden. Il 3 maggio le sue pattuglie di fanteri a toccavano già Tang-chan-ceng, ad oltro mezz~ strada da Kia,-lien-tse a Feng-huang-ceng, ed una di esse vi aveva un piccolo scontro con una pattuglia r ussa. Vi r accoglieva inoltre la, notizia che, nella ritirata dallo Yalù, un distaccamento rnsso, che teneva quella posizione, aveva accolto a fucilate un nucle<>

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. Ad ogni modo è certo che da quella operazione in poi una squadra · di 6 incrociatori giapponesi non ha più abbandonata la crociera in vista della piazza. E la ragione della ripresa di questo blocco strettissimo fu nota ben presto. . Avrebbe bastato a spiegarla la maggiore vicinanza della nuova base sullo Yalù e la maggiore attività dei rifornì- · . • menti, che vi si concentravano in relazione alle mao-giori neb cessità di una offensiva energicamente intrapresa. Ma v'era ben altro fo corso di esecuzione, Erano in mare quelle truppe da sbarco, che il giorno 5 furono gettate sulla costa orientale del Liao-tung con intendimenti finora non esattamente visibili. Secondo il rapporto ufficiale comunicato da Tokio il 6, la 7a di·visione giapponese giunse il 5 all'"alba a Pi-tse-wo, di fronte alle coste occidentali delle isole E ll.iot; sgombrò a colpi di cannone la spiaggia dalle pattuglie nemiche; sbarcò llll distaccamento di marinai che, senza colpo ferire, si sta~ bili sulle prime alture; ·e, poi, verso le 8, sotto la vigilanza di quello, effettuò lo sbarco del grosso, facendo camminare le truppe coll'acqua fino à lle spalle, in mancanza di mezzi più comodi per sbarcare. Di questi . mezzi si iniziò snpito dopo la' costruzione. I rapporti russi, confermando sostanzialmente questo fatto, aggiungono che i trasporti giapp~nesi erano circa 60, e che la sera del 5 erano già sbarcati 10,000 uomini, dei quali due reggimenti erano subito stati spinti verso sud-ovest e verso nord-ovest. Se è vero che il numero dei trasporti fosse così considerevole, sarebbe da ritenersi che lo sbarco non · comprenda soltanto la 7a divisione, ma forse 2 o 3 divisioni : su ciò però non _abbiamo anco-ra notizie attendibili. Di quei due reggimenti, e fors'anche dei rinforzi che tennero loro dietro, si videro invece subito effetti positivi. Verso nord-ovest i Giapponesi assalirono un treno, che certamente fu l'ultimo che abbia potuto partire da Port Arthur, presso una stazione fra Pt>rt Adarns e Kai-ping, e costrin-

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-.se:.o a ripiegare verso nord, forse con qualche combattimento, le guarnigioni della penisola di Liao-tung. Verso ,sud-ovest si impadronirono di Port-Adams) vi distrussero ,un ponte e vi troncarono la ferrovia ed il telegrafo. Qualche notizi.a accennò anche a numerosi trasporti giapiponesi entrati nel golfo del Pecili e dire_tti a Niu-ciuang , per un altro sbarco; ma la not izia non fu ancora confermata.

Da parte russa non si sa finora quali decisioni siano state ~rese contro questa impressionante attività del nemico. Il 3 maggio si sapeva che i Russi in ritirata dallo Yalù ,s i . concentravano a Feng-huang-ceng, dove si trovava già :im altro nucleo di forse 5 o 6 mila uomini. Il 4 si a_ffermava che il Kùropatkine avesse ordinato il -concentra,mento in massa unica di tutti i corpi e distacqamenti,· fra cui i corrispondenti della stampa, che vi avevano credut o, coglievano volentieri l'occasione d i compren-dere quei distaccamenti del Tumen contro -Vvensan, che assai p~obabilmente non esistettero mai, e che, se esistettero; gli ,eventi hanno oramai condannati come un errore inesplicab ile, Non si parlava del punto di . questo concentramento, al quale, a dir vero, si era pensato un po' tardi, quasi che -da oltre un mese · non fosse noto ed evidente l' indirizzo -d elle operazioni offensive nemiche : non poteva però esclu·dersi che. fosse per essere tentato a Feng-huang-ceng: poichè si diceva che su quel pimto movesse il Kuropà tkine co;n. 20,000 uomini, mentre le truppe del genio russo attendevano febbrilmente a continuare la posa della ferrovia fra Lil1o-yang e Feng-huang-ceng, A ltra disposizio!le alquanto tardiva. Ma le informazioni da '11 okio, prima ancora dei fatti, smentivano tutto ciò; affermando che a Feng-huang-ceng non -era da attendersi resisteiiza seria. E fino al momento in cui scriviamo non si hanno sui Russi altr~ notizie, che consentano di fare a.ltre deduzioni


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all 'infuori di questa: che i Russi non sono in forze sufficienti per assumere un'attitudine energica di fronte al nemico aggressore. Pare che a questa insufficienza abbia accennato lo stesso· Kur'~patkine telegrafando allo Czar che era impossibile opporsi all'avanzat~ g iapponese prima di Liao-yang O Mukden; ma, anche senza cli ciò, la sua attitudine basterebbea confermare interamente, se non forse nelle cifre nelle· proporzioni, le deduzioni 0he, contrariamente alla o~inione dei _più, abbiamo fatte Paltra volta circa la su1)erìorit~ numerwa che eran0 per avere i .Giapponesi. Giacchè a spiegare quella attitudine non basta. l' intendimento attribujto. al Kuropatl~ine, e da noi già accennato, di attii'are il nemico nell'interno della Ma nei uria. Questo intendimento non risultava certamente dai movimenti, spontanei o coman-· datigli da Pietroburgo, che égli ha fatto . dal 1° aprile al 1° di maggio e che noi abbiamo più ·volte ria.ssunti ed esa1 minati: glielo ha ora imposto la superiorità del nemico. Nè, secondo noi, è prossimo il' momento in cui questa superiorità sia per prtssare ai Russi, quantunque si aflermi che, il X e XVII corpo d'armata abbiano ora cominciato a muovere dalla Russia. Anche se0ondo i caleoli da noi fatti l'altra. volta in base alla produttività della transiberiana, l'inizio del trasporto cli questi corpi era realmente preveduto per quest_'epo~a; il fatto, anzi, confermerebbe la sufficiente appross11naz10ne delle altre parti del calcolo. Ma parallelamente,. e con ben maggiore rapidità, eontinua la mobilitazione ed . il concentramento delle forze giappone:,;i. Fino ad oggi adunque la situazione r ussa ci resta oscura. · nei suoi particolari. Port Arthur è isolato, e dicesi abbia una guarnigione di 23,000 uomini, che servirebbero assai meglio altrove, vettovagliamento per un anno, mnni.zioni, secondo alcuni, scarse; v i comanda lo Stossel, e certo non. vi entrerà più lo Skrydlov, il quale sembra si dirigerà invece su Wladiwostok, quantunque quei quattro incrociatori non richiedano sì alto comando . L o Zasoulitsch sarebbe stato richiamato in seguito agli affari del 1° maggio sullo Yalù.

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Si è anche detto, e poi smentito, che il Granduca Nicols. Nicolaj evitch, cugino dello Cza,r, ed ispettore generale di cavalleria, andrebbe a· sostituire lo Alexeiew. Null'altro di notevole sappiamo.

Ma i particolari della situazione russa in terra ferma non sono estremamente interessanti, perchè quella situazione· deve ogni giorno subordi11arsi alla volontà del nemico, il qi1ale tiene l'offensiva. E cli questo sappiamo anche oggi· abbastanza per mantener teso il filo del nos~ro studio. Ohe cosa significà nel quadro ge11erale dell'offensiva Io: sbarco di Pi-tse-wo? È l'inizio di operazioni concorrenti d irette a nord contro l'esercito principa.le nemico, o segna. la decisione di finirla con Port A.rthur? L'epoca suffragherebbe la prima supposizione; la località,, la se~onda. · Quanto alla pri ma, ricordiamo sommariamente ·che, a nostro parere, gli sbarchi sulla costa orientale del Liao-tung: sarebbero diventati opportuni e convenienti solo quando« l'esercito principale, passato vittoriosamente lo Yalù, po« tesse procedere pur esso simult.aneamente su Feng-huang~ « ceng »; mentre gli sbarchi a Nin-ciuan.g lo sarebbero diventati solo quand6 « l'esercito principale, da Feng-huang-ceng ·< non avesse risalite le valli delle fiumane, che. incido110· « l'altipiano dei monti 'l'sien-san e Ta-kou-san, e si appros-« sirnasse anch'esso a Liao-yang ed a Mukden » (1) . E ciò· in relazione non soltanto alla condotta più efficn,ce delleoperazioni· in se stesse, ma ben anche a q nella nuova base del Liao-tung, che, in attesa di quella della regione di Mukden, dovrebbe essere consolidata p~r il proseguimento, eventnale della offensiva in direzione di Kharbin (2). Ora, l'esercito del generale Kuroki ha passato vittoriosamente lo Yalì1 il 1° maggio, ed ha proceduto su Feng(I) Cfr. paf!. 7!7, disr>ensa IV, 1/ivisla militare. (2) Cfr. pag. i:», rl is pe nsa lii, Rivista 1nililare.


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huang-ceng, dove è giunto il G: secondo i nostri criteri logico_sarebbe adunque che alJa puntata su Feng-huang-cen~ fo~se 1~~eso lo sba~·co sulla costa orientale del Liao-tung. Ne a c10 contraddirebbe l'essere lo sbarco avvenuto il 5 e -cioè un po' tardi per un'azione comune su Feng-huano--ce~opoichè era difficile prevedere che così rapida, facile \d i:~ ·Contrastata sarebbe stata l'avanzata. del Kuroki : del resto qu~sta, della perfetta contemporaneità, fu sempre, secondo noi; la maggiore difficoltà che avrebbero incontrato queste operazioni combinate da terra e da mare. E neppure vi contraddirebbero le direzioni di nord-ovest ·e _di sud-ovest seguite dal.le prime trnppe sbarcate. La punta ,d1 sud-ovest, e le interruzioni delle comunicazioni di Port Arthur, potrebbero rispondere all'elementare intento di isolare la piazza e di coprirsi dalle sue sortite. La punta verso nord-ovest potrebbe rappresentare la copertura del fianco sinistro del corpo principale procedente a nord, od anche la nuova direzione che questo corpo sta per assumere in conseguenza della situazione inaspettatamente raggiunta dal Kurnki. . Infatti, mancata la resistenza a Feng-huang-ceng, e prossima essendo l'avanzata verso Liao-yang, viene a cessa.re la utilità di dirigere su Feng-huang-ceng truppe da sud, ed · ,anche a mancare la ragione di sbarchi fatti sulla costa orietale del Liao-tung; mentre cominciano a verificarsi qudlle condizioni che, secondo noi, rendono utili gli sbarchi verso N_iu-ciuang. Da ciò la con~enienza di dirjgere le truppe di P1-tse-wo a nord-ovest, a nz1chè a nord, essendosi spostato ad ovest il punto di convergenza dei due corpi giapponesi e di avviarle cioè verso quella dir ezione che avrebbero as~unta ·se fossero sbarcat e a Niu-ciuang. • :M:a la località, dello sbarco, per l'intento di convergere su F eng-huang-ceng, avrebbe dovuto, secondo noi, esser-e più a nord, verso le foci del Ta-yang-ho, al fine di rendere più breve e più rapida l'azione concentrica in terra ferma. Co.sicchè: salvo il caso in cui lo sbarco abbia cambiato di ob<biettivo, mentre già si approssimava alla costa, apprendendo

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i progressi insperatamente celeri ·del Kuroki, la località di sbarco farebbe ritenere che si intenda operare decisivamente, contro Port Arthur. Ed anche per q nesta operazione le condizioni generali sono oramai a bbast anza mature, essendo state favorevoli le, sorti delle a.rmi sullo Yalù, come altra volta dicemmo (l). Nèla località, scelta tanto più a notd dell'istmo di Kin-ceu,_ vi contraddirebbe, considerando non solo la necessità di mettersi a.I coperto, con una conveniente distanza, da una sortita della guarnigione, forte oramai di 23,000 uomini, contro le truppe sbarcate, ma anche quella seminagione di torpedini che gli uni e gli altri hanno fatta attorno alla penisoletta . di Kuang-tung, ed il conseguente estremo pericolo di navigarvi troppo da presso con grossi convogli di truppe da. sbarco. Ciò noi diciamo a titolo cli premesse logiche per la in. terpretaziono delle notizie, che più tardi ci chiariranno gli intendimenti dei giapponesi; mentre fino al momento in cui scriviamo nessun elemento positivo abbiamo per dare la preferenz a all'una piuttosto che all'altra interpretazione dei fatti finora avvenuti. P ersonalmente, tuttavia, e per quanto si può intuire a così grande clistanzfl. e con così imperfetta conoscenza di cose, troveremmo più logica la convergenza, delle truppe, ora sbarcate, verso L iao-yang, perchè, secondo noi, Port Arthur è sempre un obbiettivo seconda.rio fìnchè è in piedi l'esercito principale nemico, contro il quale non può considerarsi decisiva la battaglia dello Yalù, ed è totalmente man-· cata quella di F eng-huang-ceng. Roma, 9 maggio 190-.l:. E·rTORE GIARDINO cClJ)ìta110 ài st.a to magoi ore_

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pag. 492. dispensa lii, Rivista Militare.


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SELEZIOXE,

CRITERI DI

l, CRITERI DI SELEZIONE DA APPLICARSI AI DIFETTOSI DI VISrr A

L'attuale elenco delle imperfezioni ed infermità (causa di · esclusione dal servizio militare nell'esercito), stabilisce che sia sufficiente per la idonei Là '\ della funzione visiva in ciascun occhio, ovvero in un occhio. Evidentemente ·questa disposizione è basata snl conéetto cbe pure i menomati, ad un grado notevole, nel pil'.t necessario dei sensi possano disimpegnare ai corpi qualche utile servizio. ]\fa in realtà, nel periodo di pace e cli guerra, occorre possedere un patrimonio visuale, abilitante al maneggio sicuro delle -odierne armi da fuoco a lunga portata. Espongo senz'altro le modificazioni desiderabili : 1° Prescrivere che i criteri di selezione pei difettosi ·di vista siano piu rjgorosi, allo scopo di favorire l'eliminazione dei non valori. '2° Richiedere che la quantità cumulativa di vista minima regolamentare sia per ogni caso approssimativamente eguale. 3° Ricercare di regola un altro elemento di giudizio, quello costituito dal grado di vista binoculare. Quest'ultima condizione sarà meglio spiegata mediante un -esempio pratico. Un individuo affetto àa astigmatismo può avere visti\ monoculare ridotta ad 1/3 in ciascun occhio, invece la vista binoculare può raggiungere 1/, della normale. In tal modo si precisa la vera potenzialità della percezione visiva, rappresentata dalla sint:lrgia funzionale, che serve nelle ordinarie contingenze della vita. Le prescrizioni in vigore pei soldati dell'armata, per ciò che concerne la vista, sono meno ristretti ve; si esclude per gli inscritti di leva la co1Tezione della rifrazione miopica e

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ECC.

s i richiede che la funzione visiva raggiunga una metà della normale ·in ciascun occhio, o almeno 1/ 10 in un occhio. :Ma con siffatte disposizioni non possono essere contem--p]ati e risolti tutti i casi possibili. . È indispensabile servirsi di norme più specificate. F accio una proposta per richiamare sopra di bSSa l' attenzione dei ,competenti. A vendo scelto come mezzo di misurazione le scale metriche De Weecker, panni che si potrebbero applicare nel reclutamento le seguenti uniche norme legali. Per l'idoneità al servizio militare (corretta per gli esaminandi dell'esercito la r ifrazione miopictt quando esista) 00·COrr~ : almeno di vista in un ouchio e nell' altr' occhio vista normale; ovvero da 8 ad '/, di vista in un occhio e nell'altro occhio '/3 della normale; .0 vvero aimeno 1/., della normale in ciascun occhio. N . B. - Nei c~si di arruolamento volontario degli allievi ·seraenti e allievi ufficiali, oltre le sovra indicate condizioni b . si richiede ancora che l'acutezza visiva binoculare non s1a mai inferiore a 1/,1 della normale e che sia integra la per.cezione dei ..colori. 1 /

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Roma, aprile 190-!. AN'l'ONIO

PERASSI

ca]lilono-medico


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901 · che ora devono trovarsi negli arch ivi veneti. Sic.come però in mezzo a tante carte inut ili, mi par ve di t rovarne a,lcune meritevoli di esser esaminate e nota te per g li argomenti che vi si trattano, ho creduto di non fare opera vana col darne notizia a coloro, ch e di questi studi si dilettano. LE'l'TERATURA MILITARE

LETTERATURA MILITARE.

* ** Eccole, qui sul mio tavolino, queste carte ingiallite dal tempo, e che nel colore somigliano alle foglie in autunno, e come queste par che ci invitino ad una melanconica. m editazione. E dico melanconica, perchè davvero non ci si può liberare da un certo senso di tristezza, posando gli occhi sopra q uesti manoscritti, che, ricordan o la decadenza della Regina dei mari. Ven ezia, che ha fatto, per ben quattordici secoli, sventolare su tutti i lidi del Mediterraneo il suo vessillo col leone di S. Marco, e che collegata ai più grandi Re, era diventata lo Stato più temuto d'Europa, ormai si avvia verso Campoformio, dove sarà immolat;a da Colui, che :E'oscolo, giova.ne d 'an:n,i e di fede, chiamava « Liberatore » ; e la città dei Dandolo e dei 1\forosini, sta per diventare la città di tutti i poeti malati di scrofola romantica!. .. Uno di questi manoscritti però, uno solo, rammenta la: . cit tà fot te e possente dalle gagliarde i mprese : è un qu aderno di antica scrittura e che ha in m argine questa indicazione: · 01·azione di Luigi Eleliano ambasciatore di F1·anC'ia p1·onunziata . allo, Dieta di A iigt~sta l'anno 151 O. Dell'oratore e dello scopo dell'orazione cosi pa.rla il Denina nel .libro ventesimo delle sue Rfooliizioni d'Italia : « Il R e di Francia « presentendo i maneggi di Giulio (papa Giulio II) e della < Repubblica di Ven ezia, che tendevano ad i.m medesi mo « fin e, mandò ad Augusta la dist urbare questi disegni un « ambasciat ore attìssimo, secoRdo i costumi de' tempi, a quella « impresa, che fu Luigi E liano, nativo di VerceHi, ed al« lora consigliere di Stato del Re, personaggio di gr ande « riputazione non men o per la sua e loquenza e dottrina, « che p~r esperienza delle cose di Stato » .

MANOSCRITTI })EL COLONN.ELLO PA.RAVIA

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Il colonnello -~ntonio P aravia, certamente ignoto alla rnag-· gior parte dei nostri lettori, fu ài servizi di Venezia nell'ultimo trist e periodo di vita della Serenissima. È in v ece· noto, specialmente ai cultori di lettere, il fi glio suo, PieiAlessaudro, nato a Zara, emerito professore di eloquenza n ella I{,. università di Torino dal 1837 al 1857, e che ebbe fama ben meritata d'insigne letterato, come ne fanno fede ampia le sue numerose pubblicazioni, fra le quali notissime : la traduzione delle lettere di Plinio il Giovane, il. sistema mitologico di Dante, un trattato di epigrafia e tante· altre. Qui, in ~~orino, egli ebbe dimestichezza coi personaggi più colti del suo t em po, fra i quali Cesare Salnzzo, a qui,. p robabilmente, anà fatto dono dei manoscritti paterni, ch e si conservano oggl n ella biblioteca della Accademia mili tare. Questi manoscritti, che riempiono tutt9 un palchetto di uno scaffale, non form~no che un vero e proprio zibaldone,. dov e si trovano insieme con fusi: regolamenti, istruzioni, re-· lazioni, q uadri sinottici, progetti, appunti, riguardanti tutti le milizie di terra e di mare della Repubblica Veneta, oltre· a molti estratti di brani, tolti dalle opere dei più noti scrittori militari antichi e moderni. Difficile, per n on dire impossibile, . il riordinare tanti quaderni e fanti fogl i staccati, dove con calligrafie varie, e non sempre intelligibili, sono· trattati soggetti diversi; ed ogni sforzo per trovarvi un le- · game qualunque che li unisca riesce vano. Il colonnello Paravia era sicuramente uno stud ioso, innamorato d ell'arte sua .e delle glorie della sua 'Patria; e forsepotè, per il suo ufficio, avere originali e copie di documenti,

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ANNO Xl. I X .


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LET'l'ERATURA MILlTARE 902 Mi posi a leggere l'orazione, che non conoscevo, e fino dalle prime parole mi accorsi che avev~ iunanzi agli occ~i un~ vera e propria diatriba contro Venezia. Eppure ~uelle ~1ol en~i parole, che suonav~.no come altr~ttante sanguinose mgrnr'.~ per i Veneziani, m1 davano una idea della loro potenl!;a, prn di quello che ne me avrebbe data la più calda apo]o?i~. ?,uesta arringa mirava a persuadero l'Imperatore 1Ylass1m1hano a rimaner fedele alla Lega di Cambra.i, già bandita due anni prima dal belligero Giulio II, il quale se ne ora _dist~c~aLo, ritornando allo antico disegno di purgare l'Italia dai forasti.eri per po tervi da solo dominare. P er rius~ire :1-ell' int~nt~ il maaniloquente oratore dice un grande mal~ cle1 Veneziani. b . . Così assistiamo a questo fat.to, pur troppo non nuovo m que1 tempi, d'un italiano cioè, che adopera ~' in_gc~n? e la par?l~ o , innanzi a. un consesso d1 prmc1p1 tedeschi, i Per deniarare propri fratelli. E perchè,l'orazione è poco conosciuta, e p.erehè si abbia una idea del lingLiaggio usato dall' ambasciatore francese in quella occasione. no citerò alcuni brani. Dopo di avere a torto accusati i Veneziani di aver frapposto ostacolo alla guen:a, che i_quattro ~rand~ Princ~pi con~ federati volevano fare a1 Turchi per la liberazione dei luoghi santi cerca di persuadere i convocati. a mettorsi d'accordo per ~uover guerra a Venezia.« Non è malagevole il_dimo'. « strare, che queste volpi - cioè i Veneziani - questi leom « furibondi e superbi, abbiano avuto il pensiero di soggio« gare l'Italia, e poi l'Impero Roman_o; posciachè _hanno co~ « abbondanza quanto è loro necessario per eseguire ta]e d1<< seano cioè il potere, gli artifìzi, gli inganni con un deo ' . « siderio insatollabilo di comandare. E dobbiamo credere cosi <.< per avei· visto l'anno passato, che h~nn? ~spettat~ _con piè « intrepido ali eserciti di quattro Prmcipi potenti m caro' b . « pagna aperta e venir con loro a battaglia (1~ ?io~nata d1 « Chiara d' .A.dda) ... Oltre a ciò essi hanno la politica m mano « col segreto di maneggiare e di negoziare ; scegliono per « ambasciatori i loro senatori pieni d'astuzia e d'artifizi, che « manda.no ·per tutto con reti ed ami per ingannare e sor« prendere i principi st,ranieri come tanti pesci ed uccelli!>.

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E dopo di avere affermato che i Veneziani non hanno -mai risparmiato nè Dio nè gli uomini, ricorda tutte le più ·i.llustri vittime della tenebrosa politica di Y enezia dal re ,di Cipro a ttossicato col figliuolo per ordine del Senato, per ,avere il possesso di quell'isola che dominava altra volta nove regni , ai dL1e infelici condottieri Bartolommeo Colleoni e Francesco Carmagnola, avvel enato il primo per esser divcu ·tato troppo ricco, e il secondo decapitato, per una parola di burla uscitagli dalla bocca! (?) « La loro vendetta, seguita l'energumeno oratore, è pari -«alla loro superbia. Eglino si dicono i padroni del mare, « benchè debba esser comune a tutto le nazioni o apparte·« nere a V . ì.VI. Cesarea (sic!). E come se foss ero i mari Li di ·'< 'l'eti o le mogli di ~ettuno, sono soliti _di sposare il mare « ogni anno col gettar vi un anello. Cosa inaudita questa di « sposar gli elementi! ... Non ci possopo essere che i Yen-e-« ziani capl\Ci di nna simile pazzia o di una simile arro« ganza. Questa è una invenzione degna di questi Pirati « iufarnì, cli questi Cic lopi e Poliferni., che assedi.ano il mare -« dll. ogni banda, e che si dovono adesso pìù temere che i « mostri marini, gli scogli e le tempeste!». Inveisce quindi contro la tiranni de di qnesti, che egli ·chiama :Republichisti, e (a nn quadro esagerato dei costtimi -dei Veneziani, accusandoli di avere adottati gli usi orientali e ]e superstizioni di Maometto. Hammentando l' insa- · ziabile sete di clominio dei Veneziani invoca la testimo·niaoza di coloro che ne furon o vittime. << Testimone il serenissimo Re di Ungheria al quale i Ve·« neziani presero molte isole, due grandi Provincie, cioè la « Dalmazia e la Croazia, dieci città episcopali e molti porti ·« di mare; testimone l'Imperatore di Costantinopoli e tutta « la sua corte; testimoni i Carrara di Padova, i Della Scala ·« di Verona, i duchi di Milano, di Ferrara, di Mantova loro ~< vicini, dei quali alcuni sono stati spogliati delle loro città, ~ .ecl anche di provincie intiere, ed altri hanno perduto la -« vita; testimoni gli Imperatori romani vostri predecessori -<< ai q1!ali hanno rapito ]e città di Padova, Vicenza e Ve-


I LETTERATURA MILI'.l'AliE 904 « rona; testimoni i duchi d'Austria, che hanno cacciato da.. « •rreviso, da Feltre, da Udine, da Trieste e da tutte le« piazze che -possedevano in Italia. Infine il Papa e la S. Sede « non sono st,ate esenti dalle loro violenze, pèrchè hanno· « levato a S. J?ietro le città di Forlì, di Imola, Faenza, Ri« mini e Riwenna. Quante astuzie non hanno eglino usato. « per aver Pisa, affine di assoggettarsi tutto il mare di 'ro« scana, minacciando Firenze? ... Sono appena cento anni, « che sono usciti dalle loro lagune e che hanno posto il. « piede in terra ferma., e ne hanno g ià più d i paese coi loro« inganni 1 che non ne hanno conquistati i Romani con le « loro armi. Ma quando essi avranno sottoposto l' Italia al « loro giogo, stimate voi che siano d'umore da tenersi in « riposo? Non credete piuttosto che hanno già con certai,o « nell'animo loro ambizioso i mezzi di stendersi oltre l'A.lpi,. « di fabhricar ponti sul Danubio, sul Reno, la Senna, il « H,odano, il 'l'ago e Ì'Ebro per stabilire il loro domini~ su < t utta l'Enropa ?... ». Passa quindi a descrivere il lnsso smodato e lo sfarzo di vita gaudente dei V: eneziani e finisce con queste parole: « e noi. che non vestiamo di porpora, ch e non abbiamo gli « sgrigni pieni d'oro, che non mangiamo in vasi d'argento« siamo, per loro sentenza, barbari. Non parlo delle loro « gozzoviglie e degli infami stravizi, che in questo hanno· << superato i più detestati tiranni!'» E grida: « abbattete,. « abbattet0 questa maledetta peste dei Veneziani!!. .. 'l'ale il linguaggio virulento di questo declamatore, che· senza accorgersene, dimostrava quanta fosse l'invidia che da per tutto sorgeva per la potenza e la ricchezza raggiunte da Venezia. Immaginate ora un pò' come quei principi tedeschi, abituati a una vita frugale e quasi semiselvaggia nei loro got ici castelli, dovessero esser soffocati dallo sdegno contro· una Repubblica i cui oittadini abitavano palazzi di marmo, mangiavanv in piatti d'argento e vestivano come i Re L. Non potevano quindi che applaudire alle parole del Vercellese ambasciatore, ed esclamare con lui: che se non conveniva ai

LET'.l'ERAT U RA 1-HLI'l'ARE

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-principi l'esser mercatanti, anche ai mercatanti non conve-uiva l'esser Principi ! La Dieta quindi applaudì alla tremenda :filippica; e t'amlbasciatore veneto che vi era andato per portarvi proposte di pace, dovè rinunziare alla parola. Ma ormai, per la diserzione del Papa) che n e era stato il promotore, la famosa Lega, non faceva più paura ai Vene·ziani, e l'orazione di Luigi Eliano lasciò il tempo che trovò. · ,Chi amasse di leggere per intieJ'o questa lunghissima diatriba potrà trovarla nel testo la,tino, come fu pronunziata, nell'appendice della storia di Venezia del, Giustiuiani, edizione cli Strasburg, 1611: Ò in fine della Storia di Venezia di A.melot de la Houssaye. Invano la si cercherebbe in altri :Storici nostri. * *

Veniamo ora ad altri manoscritti di un'epoca a noi più vicina. Fino dallo scorci.o del secolo x vrr la Repubblica Veneta i ncomincia ad ~d:fidare il coma.ndo in capo delle sue milìzie a generali stranieri.· Ed infatti abbiamo molti documenti coi ·quali il Senato scrive ai suoi ambasciatori alle varie Corti, -e in modo speciale a quello della Corte di V ienna, perchè trovino u u generaìe di reputazione già formata,, per affidargli la direzione suprema, delle truppe della Serenissima. Sintomo questo non dnbbio della deca.denza della Repubblica, perchè qnanclo un popolo deve ricorrere altrove per cercare un gerlF\rale supremo delle sue milizie, dà prova certa della propria debolezza. Così n oì troviamo, fra questi manoscritti, alcune relazioni di q1.10sti generali al servizio di Venezia, le ·quali tutte ci danno un'idea ben sconfortante delle condizioni militari della Repubblica in quei tempi. Citerò per la prima quella del tenente genera.le Guglielmo ·Greeme. ]~ un documento autografo e che porta la data del :18 agosto 1759. Il generale, a cui. dal Senato era stato affidato il grav e ·..còmpi,to di ispezionare le tru ppe di terra ferma, finito il


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LE'l'TERATURA ll!ILITARE

LE'l"l'ERA'l'URA MILl'!'ARE

suo mandato, rie riferisce al Doge con nn rapporto, leggende>· il quale ci persuadiamo come Venezia corresse alla sua. rov1ua. « Io non avevo alcuna idea - scrive il generale - della. « situazione deplorevole in cui trovai la milizia. Così Testai « sorpreso in vedervi quei vizi e quelli abusi non conosciuti « altrove, e che realmeute la deformano e la opprimono in « modo che non le rimane che il nome; e la mia sorpresa si., « acci:ebbe man mano che anelavo internandomi. ne ll 'est1.me "· E l'esame dimostra come la disciplina, l'istruzione, l'armamento e tntti i servizi vadano in sfacelo. I reggimenti sono soverchiamente assottjglìati, e i battaglioni, e le compagnie non hanno uomini su:fficen ti. da dare il cambio ai posti di guardiit. Ma ciò che piri affligge il ,gonerale, è la condizione miserrima in cui vive l'uffi ciale inferiore. Meschina.men te paga.to, egli deve sostenE're una lotta continua col bisogno, lotta che fìnisce col togliergli ogni buona energia. Chiusa., si può dire, ogni speranza ad ottenere, in un tempo più o meno lontano, una qualche promozione, vede distrutto il suo avvenire, e da qui una r ilasslttezza Holl'adempimcuto dei µropri doveri, e soverchia condiscendenv.a da parte dei sti.periori, i quali, conoscendo quanto i loro subordinati siano male retribuiti e quanto limitata abbiano la carriera, no!1 osano. richiamarli alla osservanza scrupolosa degli obblighi del loro stato. « B isogna rimediare sopra a tutto a questo che è « il male peggiore - dice il Greeme. - L'ufficiale deve vi« vere prima convenientemente, ed è necessario, dopo, pro« cun1rgli un'idea le che Jo a lletti e lo attragga, spingendolo· « a sacrificare con coraggio, per questo, l'interesse personale: « ma per ciò ottene{·e è indispensabile c11e egli non veda « distrutta ogni sua legittima ambizione. Non è mia inten-· « zione per questo di proporre grandi accrescimenti di paga < all'ufficiale subalterno; ben lungi da ciò, chè stimo anzi « conveniente che ai giovani, che entrano in servizio, non sia « dato abbondanza, di mezzi, ma bensì solo che essi abbiano· « di che sussistere onestamente, senza essere nella necessità « di commettere bassezze ed industrie che li disonorano! >-

Finisce col dichiarare che il penoso argom ento deve interessare tutti coloro che amano la patria, perchè la ricchezza e la bellezza di un paese senza i mezzi di di.fenderlo, n on è che allettamento ai vicini ! A questa relazione segue quella di A lvise Tiepolo, Savio alla scrittura per le truppe di terra ferma - una specie di Ministero della guerra - nella quale commentando ed approvando quanto scrive il generale Greeme, esorta il Doge e il Senato a rimediare, senza indugio, ai mali che affliggono le Milizie, affinchè sia cambiato un corpo tardo e squallido, e per niente utile ai pubblici riguardi, in un altro che serv,1 d' onore e di vantaggio e di potenza al Principato. Questi nuovi provvedimenti li esigono la tutela dei sudditi, la difesa delle Provincie, la potenza del commercio, specialmente in tempi così oscuri ed involuti, nei quali. la fortuna dei Principi, gli interessi delle corl;i, il cambiamento di nuovi monarchi, lo ragioni d i q ualche sovrano, possono produrre inaspettate, e Dio nol voglia, incomode rivolu:r.ioni per cui ne vada diminuita la potenza e dignità dello Stato. Parole d'oro; ma probabilmente il Senato e il Doge da quell'orecchio non ci sentivano! ...

'l'anto per avvalorare questa nostra supposizione trovo fra le vecchie carte una « lettera ragionata sul progetto di un regolamento militare che renda C!.t pace le truppe venete per la pace e per la guerra» dalla quale esce, ancora più a cuta, la nota di biasimo e cli sconforto, per le condizioni delle venete milizie. La lettera, scritta dopo le due accennate relazioni, contiene delle pen crnde verità, espresse in forma rude, che rivela una mano più abile a maneggiare la spada che la penna. « L'esercito - dice l'a:nonimo scrit-tore - è cosi diventato che è paragonabile ad un Conservatorio per gli uffici di carità, o a.d una fonte di benefici per g li oziosi; o non è quindi conforme al decoro del Principato, #Uon di presidio alle leggi, allo Stato, non rispetta-


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bile agli amici, e molto meno capace di contenere le mire sempre insidiose di un potente confinante nemico ». Adombrato così questo cadavere, egli accenna alle cause che gli hanno tolto la vitalità, e le siassume nelle seguenti: 1° Nel volere ad ogni costo conservare la pace, ciò che conduce a r iduzioni dannose alla compagine degli eserciti e allo- spirito che deve animarli. 2° Nell' indolenza che si è impadronita di tutti i gradi e che rende fiacco il sentimento del dovere. 3° Nell'economia eccessiva « e - come si esprime lo scrittore - nel timore di spendere, caratterizzato col titolo di risparmio. Per combattere questo principio dirò che gravoso non deve sembrare quello che si spende a proprio profitto e salvamento. La dissipazione dell'erario s'impedisca con una più diligente guardia a conservarlo e non a dissiparlo in feste e in doni e in spese superflue; e sopra tutto non si disperda il pubblico tesoro in una guerra fuori di tempo, sterile di gloria e feconda invece di dispendi e di disa:vven ture. » Non so perchè, ma al leggere queste parole, mi pare che il documento antico sparisca dai miei. occhi. e che al suo posto io veda una scrittura moderna e con l' inchiostro ancora nero, come se fosse stato adoperato 1en.

loro verdetto dovrà esser tale da chiudere ogni adito ad -equivoci o false interp retazioni.. P iù innanzi trovasi un capitolo in cui si parla dell'orig ine dei d ragoni; e siccome questa etimologia differisce da .quella acce1.,tata da Foscolo, che fa originare l'uso dei dragoni dal maresciallo Piero Strozzi che lo portò in Francia., -così, lasciando, s' intende, impregiudicata la questione, m.i parve utile di farla conoscere: eccola. . « La denominazione Dmgoni ha origine illustre, perchè ,derivata 1ìno da.ll'anno 1448 sotto Costantino Paleologo I mperatore dei Greci, che si fece soprannominare Dragoses, -titolo ehe egli volle comune a tutte le proprie truppe Mme :Splendida insegna di merito al loro valore ». Questo titolo fu dato poi dai 'l'edeschi a i loro archibu.gieri a cavallo. Ma il più certo intorno all'origine e fazione .dei dragoni è quella· di attribuirla al maresciallo di Bris,sac, non come inventore di questa milizia, ma piuttosto ripristinatore, allorchè per Enrico II comandava l'armata Tegia in Piemonte. Si ritiene che di questa truppa ve ne fosse a1l'att1.1cco della Roccella nel 1622; ma, dopo la resa, fu abolita, indi ristabilita nel 1635, con q uesta innovazione, -ehe combatterebbe cioè a piedi o a cavallo a seconda delle -esigenze del servizio. Con le ordinanze poi di Francia del '25 luglio 1665, fu pure stabilito, che i dragoni sarebbero ,considi;irati come corpi di fanteria; ciò che infatti fu praticato e si pratica tnttavia, avendo i dragoni con i fanti co) muni gli esercizi dei ranghi. Quindi gli ufficiali dei dra.goni devono essere di tale capacità da poter comandare .s oldati di fanteria e soldati di cavalleria. vi è una parte declicat;a alla perfetta conoscenza del ca-vallo, del quale se ne enumerano così le qualità: ~ Se parliamo generalmente, un cavallo è buono, quando, ,delle sue. qualità, tre corrispondono a quelle della donna bella, va.le a dire: il petto largo, la groppa ripiena, i crini lunghi; tre di lione: la forza, il coraggio, il furore; tre di bue: l'occhio, le narici, le giunture; tre di montone: il naso, ]a do1cezza, la pazienza; tre di mulo: la durevolezza, la

*** Curioso è que_st'altro quaderno, che contiene il « Metodo di prove per gli esami di capitani che aspirano al grado di sargente-ma.g giore nel reggimento dei dragoni a cavallo, scritto in Brescia il 15 o.ttobi'.·e 1761 ». Le prove come sem~ pre, sono pratich e e vocali. L a prova pratica consiste negli esperimenti tattici proprii dell'arma; l'orale nelle cognizioni delle leggi militari ve. nete, nello studio degli ordinamenti militari di tutte le più agguerrite nazioni d'Europa. Finite le pro.;e i signori ispettori, che compongono la Commissione es,1rninatrice, fermi nei sacri principi di relig ione e d'onore, daranno il loro giudizio, incominciando dal meno elevato in grado, e il


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LET'.J.'ERAT URA .~HLI'.J.'1\RE

resiste1~za1 i~ piede; tre di cervo: la testa, 1e gambe, il pelocorto; tre d1 lupo : la gola, il collo, l'udito; tre di volpe :: l'oreccbio 1 1a coda, il trotto: tre di serpente: la memoria la vita: e l'indietreggiamento; tre di lepre : la corsa, il passo: l'accortezza. » Deve trova.re un cavallo che partecipi della natura di tante, altre bestie? ...

* Ecco qui un altro manoscriUo, alquanto danneggiato da1 tempo, e cbe racchiuda g li « Statuti Criminali Militari, proposti per la più stretta osserva.nza della disciplina nel10" truppe della Serenissima, raccolti per· comando del conteEnrico di St1.1inau maresciallo generale in capite dell'armata di Venezia, ed ha ~a. data del l 745 ». È questo uu sunto di un codice penale militare. Quanti gastighi, e che gastighi ! per colpe che venivano considerate come altrettanti delitti, e che oggi son o ritenute come · altrettante infrazioni' disciplinari 1 Diamo un'occhiata a questi articoli i ciò, se non altro, servirà a, convincerci una volta di pii\ che 9.l]a soverchia severità delle leggi, corrisponde sempre la rìlassatezza dei costumi; e ci persuaderà in pari tempo che non. è punto vero il bisticcio, che sog1iono invocare i tanti lau' da to1·es tenip01·is acti, che cioè si stava meglio qua.n do si stava peggio! · Pare a tutta prima incredibile, che trattandosi di una legge punitiva riservata ai soldati, e specialmente ai soldati di quella. Repubblica che, con Paolo Sarpi, aveva violentemente protestato contro il famoso Interdetto, vi si t rovino per le prime conten~plate le infrazioni contro le leggi divine e-d ecclesiastiche! E vero che le giustifica, con queste parole d'in troduzione: chi non ha fede iu Dio Don può esser fedele al suo principe; e fin qui non c'è nulla da dire,. nè da far le meraviglie : le meravig lie vengono in seguito_ Sentite. Il militare che mentre si celebra la messa al campo, .non vi assiste con compunzione, se è ufficiale, avrà dai superiori

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diretti un rimprovero solenne, se se1nplice soldato, per quel1 giorno, starà ai ferri e a pane ed acqua; se r ecid ivo andrà,. alla berlina per un giorno ed una notte. . Un cappeUano che sia negligente nelle funzioni della su~. carica, o che fuori del campo menasse vita scandaJosa, sarà su-· hito licenziato, e rimandato al suo vesco,,o per esser punito. Chi viene a cognizione di tra.me contro il Princi pe o contro· lo Stato, e non le svela sarà considerato come spergi uro, e condannato, se ufficiale, alJa immediata destituzione e alJa, prigionia per cinque anni; se soldato alla galera per dieci. Gra'7issime, e anche crudeli, sono le pene per i bestemmiatori. Se questo codice, Dio ce ne liberi! vigesse a.nche da noi, starebbero freschi, per esempio, i soldati di Livorno o di Genova ! Giud.icatene ·voi. Se il bestemmiatore è un uffici ale perderà la paga di un mese della quale un terzosarà d[Lta al denunziatore (sic) e il resto ai poveri; se si tratta in vece di un solda.to, q ue::;to sarà legato per dodici ore ad un palo, in luogo pnbb1ico, con un cartello sul pettodove sarà scriUo: bestemmiatore ! se recidivo sarà condannato o al1a g itlera, o avrà forata 1a lingna, a !,Ua scelta. Se alcuno ardisce di sparlare del suo generale, senza per&intaccarne l'onore, sarà obbligato a chiedergliene perdono, in ginocchio. La. sentinella., che è sorpresa addormentata, sarà punita con la galera a vita,, e la sen tinella che di notte dà un fa lso allarme verrà sottoposta al gastigo delle baéchette !. .. Il soldato, che, comandato a lavorare nelle fortezze o negli accampamenti, cerca di sottrarsene, sarà posto per sei ore .. .. sopr a un cavallo di legno. Ohi nelle marce abbandona., senza permesso i ranghi, sarà. punito con la catena corta per due g iorni. Se qualcuno nella marcia, resta indietro più d'un m ig1io,, senza averne prima ottenuta licenza, sarà legato ad un carro, per t utto il tempo della marcia. Chiunque, attraversando paesi e t erritori amici, coglie roba. mangereccia e non la paga, sarà considerato e punito come ladro, e sarà quindi soggetto ad un gastigo corporale arbitrario _


LETTERATURA MILITARE

Gli ufficiali e i soldati che fuggono (sic) innanzi al n~mico prima di avere adoperato le armi bianche: dovranno comparire innanzi a un tribunale militare, che dichiarerà gli ufficiali fuggenti privi d:onore e quindi cancellati con infamia dai roli, i soldati invece saranno decimati. Sono punite con la morte tutte le radunanze di soldati -.dove si parli male della Serenissima Reppubblica e dei suoi' magistrati. Non è lecito agli ufficiali di tenere in casa dei soldati {lOme domestici, perchè ciò fa mormorare gli altri soldati, -e fa sentire ad essi maggiore il peso del servizio. Intorno al duello, saviamente, ma si può aggiungere inu-t ilmente, così, si esprime il Legislatore. · « Essendo con l'esperienza riconosciuto il duello per la più « dannosa peste degli Stati e delle loro armate, perchè oltre ·« ad offendere le leggi umane e divine, viene a spandere -« quel sangue nobile e generoso, che più giustamente e con « :maggior gloria si spanderebbe per l1L Nazione, è stretta·« mente proibito il duellare, e i duellanti e padrini saranno ·« puniti di µiorte . E dichiariamo, adesso e per.sempre, in« degni di cinger spada al nostro servizio, e traditori della -« patria e del principe i duellanti, perchè Jadri e rapitori -« di quel sa.ngue, che è solo dovuto alla difesa della Stato, ·« mentre cercano di versarlo per un puntiglio d'onore. Vo« gliamo inoltre, per levare ogni occasione di duello, che per « l'avvenire, nelle nostre armate, sia stimata cosa più onorata < e lodevole l'avere dalla Giustizia militare, la riparazione ·« di una qualche ingiuria, che farsene ragione da se stesso ». Per queste considerazioni sono stabili nei vari Reggimenti i giurì d'onore. Il soldato che trascura la perfetta conservazione delle armi, sarà punito col farlo stare per un'ora alla porta della Caserma, ·Con più moschetti in spalla! E qui :finisco di spigo.lare fra questi statuti militari, che .somigliano giù per su a tutti gli altri che vigevano allora n.ei vari eserciti d'Europa, eserciti, che non brillavano cer· .t amente per le loro qualità morali.

L E'l'TERATURA J111J,t'J'AHF.

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).) ]3,

Raccolti in un fasc io di fogli volanti, trovo molte ordì- · nanze e decreti dol Senato, tutti riguardanti le Milizie, e.. che portano la data del 1756. Uno di questi toglie, per i disertori, il diritto d i immunità alle chiese. Un altro, accennando alla incuria, che alcuni ufficiali mostrano della loro uniforme, fa 11.otare cho ciò costituisce disobbediénza e infrazione agli statut i militari._ « L'uniforme - dice- il decreto -- è una marca di distin« zione. rende onore a cl1i la porta., gli facilita un gradito « aoces~o nei pubblici e privati ritrovi e gli concilia il ri« spetto di tutti. Il Senato vuole che questo male (la poca . < estimazione dell'uniforme) sia estirpato dalle radici, e pre« scrive che tutti indistintamente gli ufficiali siano obbligati « a vestire la sola divisa, esclusa qualunque alt,r11 foggia di « abito in ogni tempo e in ogni luogo. « I dissobedienti saranno prima mortificati, e poi severa-· « mente corretti. « Il Doge Moncenigo emana il seguente decreto : Impor-· « tan.do alli pubblici riguardi, che alla occasione delle prove, « per le respettive promozioni, debba cadauno uffiziale, cui « spetta infallibilmente prodursi alle medesime, è risoluta « volontà di questo Consiglio, che quello il quale, senza le« gittima scusa, o per moto spontaneo, non si presenterà alle, · « medésime, abbia ad esser licenziato ipso facto dal pub« blico servizio. Qnesta nostra volontà vi si partecipa, perchè« passi a cognizione di tutta. l' nfficialità ». Il decreto è alquanto draconiano; ma può avere il suo lato buono col non an1mettere la rinunzia degli ufficiali agli. ésami per il loro ava.nzamen to: tutti devono presentarsi olasciare il servizio. Curiosissima questa ording.nza intorno alle giubilazioni. Ammesso che le giubilazioni sono necessarie per rinvigorire-, l'esercito ra.ccoma.nda che da esse sia tenuto lontano ogni . ' ' . sospetto d'ingiustizia e di abuso. « E ferma volontà del


LE'l'TERATURA MILITARE

J;,ETTERA.TURA: :l\HLI'l'ARE

Senato, che l'ufficiale g iubbilato non debba esser destinato ad altro i mpiego retribuito dallo Stato: « Gli ufficiali superiori, che saranno gi ubbilati. conserve-« rann~ 1~ loro paghe intiere, ed i promossi i~ luogo di ·« questi nmarrann~ con ~a paga che prima avevano per un ·« tempo non magg10re d1 anni 4:. « Gli uffìcif.ali inferiori invece avranno subito dìritto alla ·« paga del nuovo g rado » . · . Ed ecco, con molta semplicità, risolto l'arduo problema ·d 1 appagare l'amor proprio degli ufficiali senza ao-gravare 0 · .il pubblico tesoro!... E vengo all'ultimo documento ed avrò finito. ·« «

Questo rnf.moscritto porta la seguen te indicazione : « Del ·t ~m peramento e Carattere delle Nazioni Italiana. Dalinatin~ e ~reca sucldit_e V~nete » . È questa probabilmente, copi~ d1 una memoria diretta al Doge, perchè « è neces-« sano ~d nn Principe per il governo del suo stato d i co« ~rnsc_ ere bene le suddite nazioni, affinchè qualora siano « 1mp1egate . nel serv_ i z.i~ militare, sappia come potrà utiliz« zarle negli mcontn d1 g uerra. » . L a memoria è anonima e ·senza data; ma contiene t ali profonde riflessioni sopra il ,c arattere e la natura di q uesti tre popoli da invoo·liarmi 0 . d ur1e come le trovo scritte. . ' ..a npro « L'I~ali_a1~0 ha . pe~· la situazionè, per il nutrimento, per « la soe;ieta m c~n vi ve,_ta~ento che ragiona, docilità per le « b.uone ~ m~le 1mpress1om, e vigore di forze, quando egli « s1 atfatica m opere utili o di piacere. Perduta. la libertà -« la Nazione si è fatta molle per l 'ozio. ' « Che questa Nazione sia ottima per il servizio militare. ,« lo d imostra il fatto che non vi ha autore, che tratti di ·« guerra, che non la preferisca ad. ogni altra . . e non accre-« cli ti il suo giudizio con esem pi tra tti dalla' storia e c0 n « l'esempi~ dei Princ~pi viventi i q nali colti~ano ed ;pprez-« zano nei loro eserciti qnesta nazione sopra le altre. Ed -« hanno ragione, perchè gli Italiani, che si danno alle armi

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hanno nel lor o seno lo spirito dell'onore e della gloria, che scalda loro l'animo e li aècende al desio degli incontri, -<< anche i più pericolosi, per acquistar fama. Partecipa questa « Nazione della agilità della J!"'rancese, non della sua inco-<< stanza, e della fermezz a dell'Alemanna. Ma se il soldato -« italiano non è g uidato da una salda disci plina, éon la -<< stessa .faci lità., con la quale assorbe i buoni ammaestra· -« menti, li trascura e si corrompe. Ma anche corrotto che « sia non è difficile il richi~1,marlo alla osservanza dei suoi -« doveri ; e pochi castighi bastano ad emenda,rlo. « Il cliJna piuttosto freddo, aspri i luoghi, i ci bi parchi << e semplici for mano i Dalmati sofferenti a.i disagi e ro-« busti. La natura li riempie di ossatura, cli nervi e d i carne ·« in proporzione tale da formarne degli eccellenti soldati ·« per la guerra. Questa Nazione non è però f.mimata cla uno -<< spirito docile e ragionevole, e quindi poco adatta per il ·« servizio milita.re in tempi di pace. I Dalma ti fanno vit a ·« da loro stessi, e non si addomesticano con gli altri sol··« dati; han no un coraggio e una temeritit innati, ma non « quel valore, fa tto di coraggio e di pradenza, che de·ve -« esser proprio del soldato. Se a questa gente manca la di·« sciplin.fl, e l'istruzione, si lascia· trascinare dalla sua na-<< ·tura -che la spinge ad agire alla sparpagliata, indipenclen« tement e dal comando del capitano, e dai segni della tromba · ·« e del tamburo. Gli ufficiali dalmati sono in gran parte di ·« nascita nobile e troppo alteri, e poco si curano dei loro -<< soldati » . P er i Greci i~ giudizio è alquanto severo ; forse poteva -esser vero un secolo e mezzo fa, benchè io creda che alcuni di questi difetti si r iscontrino ancorà in qu.el popolo, per ,q uanto siano passati tanti secoli dal Vergiliano « timeo Danaos et dona fe1·ente1:; » . < S ino a che la Grecia fa la madre delle arti, delle scienze « e delle letter e, e lo studio si f.L Ssociò alh natura, fu essa < liberale, genitrice di g randi uomini celebrati dalla fama -« in pace e in g uerra . Le piant e, quando dall' agricoltore -<< non. si coltivano perdono il fr utto e la vita : così per la -«

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LET'l'ERA.'I'U RA. l\'IILIT,\.R.E

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« Grecia. Il Gr eco non manca tuttavia di un certo spiritor

la

ma non lo impiega per gloria come nei tempi primitivi, lo adopera per il solo proprio interesse e per sodi« sfare alle sue pa.ssioni . Non guarda ai mezzi e stima che« sia tutto lecito quello che è utile; loro patrimonio è la. « bugia, l'inganno e lo spirito di controversia, che fa patire· « danno alla ragione. In mezzo a tanti difetti hanno però « delle qualità van taggiose alla milizia : sono ben fatti, vi- . « vaci, snelli, e con l'istruzione e la disciplina se ne po« trebbero fare dei buoni soldati adoperandoli nella piccola. « guerra a p iedi e a cavallo, eh~ è guerra di astuzie e di « stratagemmi nei quali la Nazione Greca è. maest ra. Hanno« nell'animo qualche fiamma di gloria, ma sono troppo do« minal;i dallo spirito d i vendetta. Fuori del proprio paese· « i Greci, soggetti' ad nna rigorosa disci plina, sarebbero di « utilità nella milizia, ed anche nella difesa della propria. « patria sar~bbero valenti, ma quando fossero sostenuti da « truppe veterane e agguerrite » . Dei tanti altri manoscri tt,i ri:fletten ti la Marina Veneta. non parlo, per assoluta incompet enza: un marinaio potrebbefors e trovarvi . molte cose buone : lasciamoli dunque dormire questi documenti marinareschi, :finchè venga qualcuno a destarli. Intanto io mi domando : i manoscritti di cui ho parlato possono interessare? Lo dirà il lettore. «

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G.

BARGILLI.

LUIGI CHIA'LA

Il mattino del 27 del testè scorso mese di aprile, iu seguito a, fiero 1 attacco di bi-onco-polmonite - di quella malattia che da tempo lentamente ne minava l'esistenza spegnevasi in Roma, la vita del cavaliere Luigi Chiala, Senàtore del Regno. Nacque il Ohia.la ad Ivrea il 29 gennaio 1834: studiò lettere nell'Università di 'l'orino e sin da giovane diede prova di quella speciale attitudine agli studi politico-storici, n ei quali doveva poi nell'età matura dimostrarsi cosi valente, pubblicando nel 1858 « Une page d'histoire du Gou· vernement représentatif en Piémont ». Essendo imminente la guerra del 1859 si arrnolò volontario nell'esercito, prendendo poi parte alle campagne ael 1859, 1860-61, 1866. Dopo la campagna del 1866 il Chiala fu chiamato alla Direzione della Rù;ista Jfilita1·e Itctliana, che tenne con somma abilità e valore, specie negli anni che immediatamente seguirono la guérra del 1870, nei quali, colla più di- ligente e fine intelligenza egli attese a far sì che nell'apprezzato periodico da lui d iretto fossero studiate, vagli~te, approfondite le quistioni. t utte attinenti all'ordinamento militare, ai regolamenti, all'istruzione, derivanti dagli insegnamenti .della guerra franco-tedesca allora di recente ultimata. Egli fu il più degno successore degli illustri fondatori della .Rwista 11'Iilita1·e Italirma, i generali fratelli Mezzacapo, 59 -

ANXO XLIX .


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LUIGI CHIA LA

e seppe conservarle e rendere sempre pit'.t apprezzato quell'alto posto che la Rivista nella stampa milit are venne per essi ottenuto e che tenne sempre di poi. Nel 1876, coll'avvento al potere della sinistra, il Chiala, uomo politico di destra, si sentì a disagio nel posto eminente che occupava ; volontariamente domandò di essen1e esonerato come volontariamente abbandonò di lì a breve t empo le file dell'esercì to. Nelle elezioni generali politiche del 1882 il Ohiala riuscì eleUo fra i rappresentanti del V Collegio di Torino e fu riconfermato nelle due Legislature successive (XVI e XVII), e oon decreto del 10 ottobre 1892 fu nominato Senatore del Regno. Uomo eminentemente coscienzioso, che tutto sè stesso consacrava all'adempimento dei suoi doveri, il Chiala fu perciò sempre assiduo ai lavori parlamentari, e alla Carnera dei Deputati, al Senato pronunziò note-voli discorsi, specialmente di carattere politico-militare. Dire qui, come meriterebbe, in poche righe dell'opera ingente e valorosa del Chiala come scrittore militare e storico, è impossibile, chè si tratta di ben 20 grossi volumi aventi tutti un singolare carattere di importanza; ci è soltanto con-· -cesso di succint'amente ricordarla. Tuttavia non rinunziamo con questo a farne esteso studio, se tempo e mezzi non ci faranno difetto. , · La sua amicizia e devozione pel generale La Marmora da un lato, e dall'altro il bisogno da lui profondamente sentito di mettere in luce quale fu veramente la politica onesta e leale seguita dal generale per la guerra del 1866, a difesa non solo del La Marmora ma del decoro e dell'onore del P aese, furono i moventi principali che lo determinarono a scrivere: i Cenni st01·ici sui p1·elimina1·i della gite1·ra del l 86be sulla battagtia di Custoza, lavoro compilato col massimo scrupolo, den~o di particolari e che anche oggidì: dopo la pubblicazione della storia ufficiale cli quella guerra., nulla ha perduto del suo grande valore; Alfonso La JJia1"1n01·a Gom,rnemo1·azio11e. (Un volume 1879); Rico1·cli della giovinezza

LUIG-I CH ULA

919 clel 9ene1·ale Alfonso La Manno1·a, e finalmente ancora Un po' più, di lw.:e sugti eventi potitici e 1nilita1·i del 1866 volume edito nel 1902 ed a proposito del quale l' autor;vole rivista militare tedesca, il 1lfilitii,1· ·wochenblatt ebbe a dire ~el:a estesa recensione fattane, non essere ormai più pos~ s1bile che anche in Germania si ten()'a conto di ciò che . b intorno a quegli avvenimenti scrisse iJ v. Bernhardi. Veramente era da lungo tempo che le fiabe del v. B ernhardi avrebbero dovuto non essere più prese in alcuna considerazione; in ogni modo è merito principale del Chiala l'aver chiarito in guisa esauriente l'increscioso dibattito. Altra opera militare del Cbiala importante è I.a vita di Da1;01U, stampata nel 1882. Ma se l'opera del Ohiala, come s~rittore militare e politico-militare, è indubbiamente notevole e tale cho di essa si onora l'esercito, l'opera sua come storico assurge ancora a maggior altezza. Nei più stretti rapporti cogli uomini più i11sio·ni del paese il Ohiala ottenne da essi comnnica,zione di l~ttere docu~ menti, notizie, che lo misero in grado di riunire.e ~ubblicare un materiale innumerevole e documentato, ad illustrazione della storia del nostro risorgimento, ed ancora de()'li avvenimenti più importanti compiutisi di recente. b Le opere principali sono: Lette1·e di Camillo Ca1:om·. Sei volumi con indice 1883 · ' ' L a spedizione cli Massaua. Un volume 1888 · ' l Ccwteggio politico di J[ichelcinr;elo Castelli. Due volumi, 1890-01; Politica seg1·eta di Napoleone III e di Cavour in Italia ed in Unghm·ia. Un volume 1895 ·

' ' : Pagine di 8to1·ia contem,porcinea l. Dal 1858 al 18 9:!. - LL Tnni.·i. - III. La T1·iplice eta Duplice alleanza,. 'rre volumi . 1892-88 · ' ' . opera questa, che basterebbe da sola ad eternare la fama del Ohiala. Giacomo Dina e l' op e1·a sna neUe vice1,i de del Riso1·gimento italiano.#Tre ,olumi, 1896-1903.


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LUHH OH I ALA

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LUWI OHIALA

Tutti questi lavori storici di una straordinaria importanza, non solo costituiscono un monumento eretto alla memoria degli uomini grandi e d.i taluni anche fino all'ora poco noti che furono gli artefici della nostra indipendenza., ma sono destinati a vita perenne, imperocchè formano la fonte maggiore é sicura cui dovrà attingere notizie qualsiasi studios.o delle cose nostre, dalla costituzione dell'Italia attuale fino a questi ultimi tempi. Lavoratore e studioso infaticabile, morendo lasciò inedita un'altra opera, che per le tendenze a.ttuali della vita ita,lian a avrebbe destato molto interesse, poichè tr at ta di Cavoii1· ag1·icolto1·e. Ma il Chiala non avrebbe potuto sopperire a tanto e sì efficace e distinto lavoro senza le doti in sommo grado preclare di mente e di cuore di cui era dotato. Egli postergò sempre qualsiasi idea d' interesse personale all'adempimento del propriv dovere, e all' ideale çla lui sempre e fortement e sentito di operare pel bene dell'esercito e del Paese, e fu per queste qua,lità più che rare, congiunte ad un'eletta intelligenza e a.d una vastft coltura, ch'egli potè riuscire quel grande lavoratore e storico insigne, quale egli fu. E gli giovarono ancora un'estrema semplicità di costumi e - ciò che forse più importa - quell'austerità di carattere che accoppiata a grande gentilezza delFauimo fecero sì che per ness.un motivo si lasciasse distogliere dalla meta ch'egli era.s i prefisso. È così che appare affatto naturale la sua devozione --: che tanto gli fa onore - al generale L; Marmora, che sempre fu in cima ai suoi pensieri e che gli dettò anche l'ultimo · suo scritto . ' · È p er queste sue doti, oltre il valore del pubblicista, che il Chiala durante la sua vita, da.lle personalità più elevate e da quanti, anche molto più in basso, ebbero la fortuna. di conoscerlo, fu da tutti amato e stimato. Sono queste·le doti che dopo la di lui morte, gli valsero il compianto dei numerosi conoscenti, amici ed estimator i, compreso quello degli illustri presidenti della Camera dei deputati e del Senato che espressero telegraficamente alla famigl ia il loro immenso

dolore per la perdita del loro amico, valentuomo, ottimo cittadino, insigne storico e letterato. . Giustamente deplora jl paese la perdita di Luigi Ohiala; l'esercito ne coltiverà sempre con intelletto d'amore la di lui memoria, ricordando le em inenti sue virtù civili e patriottiche e guanto egli oprò colla spada è colla penna. '

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NOTE BIBLIOCRAFICllE

.. NOTE BIBLIOGRAFICHE

E uaE~IO Bo LLA'r.I nr SAI~'L' Pnrnm:, capitano di frega ta. Breve raccolta di azioni navali. - Torino, tipografì a .F. Casanova e C., 1904. Questo volume, altamente interessante e dedicato « a<Yli ufficiali dell'esercito col pensiero di una patria forte in te1~·a ed in mare » , costituisce la pcwte qita1·ta ed ultima della tanto apprezzata opara dell'autore: « A.ppunti di arte m·ilitare navale». In esso l'autore si è proposto cli trarre da alcune azioni navali, avvemde durante il periodo velico ed il periodo del va~ore, « alcuni ammaestramenti che riguardano la preparaz10ne della guerra in mare, l'uso delle armi, la condotta delle navi in battaglia e sopratutto q uelle lezioni che toccano l'organismo e la disciplina delle flotte » .

Il . periodo velico è, a giudizio d ell'autore, « il periodo epico per eccellenza, durante il quale emersero i grandi condottieri navali. In esso si possono trovare i più splendidi ese~pi . d_i :ir~ù militare c marinaresca; i ricordi delle più archte m1z1at1ve e per certo i m igliori ammaestramenti per la condotta delle navi e delle flotte » . Egli ricorda di sfuggita alcune fra le principali battaglie d el secolo xvn, a cominciare da quella dell' 11 bCYiUCYUO 1666 o - battaglia dei quatt1·0 gio1·ni - combattuta fra inglesi ed olandesi, fino a quella del 21 maggio 1862 - battaglie, della Haogue - combattuta dai francesi contro inglesi ed olan-

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<lesi alleati, ma ·n è le racconta, nè le commenta, preferendo raccogliern .le lezioni da alcune battaglie più recenti « le quali hanno segnato nella storia loro la indelebile impronta» . E queste battaglie, delle quali l'egreg io autore fa una particolareggiata descrizione, sono quelle : di Tolone (22 febbraio 1744), di Quiberon (20 novembre 1759), d el 1° giugno 1794, di S. V incenzo (14 febbraio 1797 che segnò la morte della marina spagnola), di Aboukir (1° agosto 1798), e, :finalmente quella di Trafalgar (21 ottobre .l805). Saremmo condotti troppo lontano, volendo anche semplicemente accennare alle lezioni che derivano da queste battaglie ; pur · tuttavia. stimiamo opportuno di accennare almeno alle deduzioni tratte dalle battaglie cli. Aboukir e cli Tl·afalgar. È però nostro dovere di notare che l'autore esprime, se non di rado, giudizi suoi ; si limi ta per contro a riportare q uelli degli scrittori di cose navali più. apprezzati e conosciuti: specialmente del Callwell e del Mahan. Noi certo non glie ne faremo un appunto, ma sta di fatto che il Ca1lwell ed il Mahan, in particolar modo, scrivono dal punto di vista del proprio paese, ed è punto di vista il quale non collima affatto coll' italiano. Così della battaglia d i Aboukir il capitano .Bollati riporta, · come couclm;ione, il commento dell'ammiraglio J urieu de la Gravière; commento nel quale l'esagerazione è evidente. E gli scrive che la marina francese non potè più rialzarsi dai quel terribile colpo; che quel combattimento rese libero il Mediterraneo agli Inglesi e vi richiamò le sq uadre della Russia; che chiuse il nostro esen;ito in mezzo. ad una popolazione ribelle, e decise la P orta a dichiararsi contro di noi ; che mise l'India fuori della sfera di ogni i mpre -a francese, e portò la Francia arun pelo dalla sua rovin a; che riaccese la q uasi spenta guerra coll'Austria, e portò il maresciallo Buvaro:ff e g li Austro-Russi alla nostra fron tiera. Ora ci . sembra superfluo l' indugiarci nel dimostrare che l'esimio ammiraglio francese ha varcato proprio di troppo la misura delle .:onseguenze di quella batta.glia.


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NOTE BIBLIOGRAFICHE

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Ma ancor più esagerato è il commento r iportato· della battaglia di Trafalgar, che è quello espresso da ·un recente storico inglese, il lliffe nell sua flist01·v of J11ode1·n Europe. E va.le la pena d i Òprodurlo testualmente per i11tero. « Trafalgar, egli scrive, non fu soltanto una grande vittoria navale, ma fu la più grande e cospicua vittoria vinta, sia su mare, che su terra, durante l'intera guerra della Rivolu~ zio ne. Nessuna vittoria, e ·nessuna serie di vittorie di Napoleone produssero gli stessi effetti sull'Europa... Passò unà generazione prima che la F rancia pensasse solamente a mi~ · .nacciaì·e l'Inghilterra sul mare. Il progetto di rovina,re la, marina inglese, fino a che l'Inghilterra aveva i mezzi di equipaggiarne una, dovette svanire. . Napoleone allora pensò di esiwrire la rivale col priva.d a delle sue risorse, obbligando ogni Stato sul continente ad ~scludere il suo commercio. Trafalgar lo forz~ ad imporre il suo giogo sull'Europa tutta, e ad abbandonar l'idea di conquistare la Gran Brettagna. L'ult imo trionfo cli Nelson lasciò l'Inghilterra in tale posizione che nessun mezzo r imaneva pe:· intaccarla, se no_n quello il cui 1·ù>'i~ltato Jp·oclusse a sua volta la libe1·azione del continente clal giogo cleU'1~SU1'J?at01·e ». Ma, Napoleone non fu mai tanto potente come dopo il ·disastro di rrrafalgar, e non fu la sua idea del blocco continentale che lo cond usse ::, ro vina, ma bensì l'insana sua ambizione del dominio del mondo! Ora ci pare che il capitano Bollat i, in luogo di riportare giudizì e commenti di scrittori esteri, sarebbe stato ineglìo inspirato nell'esporne dei propri, certi, come siamo, ch'egli avrebbe trovato la · nota g iusta per mettere in rilievo le grandi conseguenze cli quelle battaglie .senza incorrere in alcuna pecca cli esagerazione. È così gmnde ed impor tante l'azione· della marim1 milita.re - in pace ed in g uerra .- che proprio non sappiamo capacitarci del perchè si. preferisca - e non di rado - di prestarle un'azione che non ha od, ha soltanto in parte. Il

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dominio del mare può, indubbiamente, da1;e incalcolabili ri sultati, quando fra i due paesi belligeranti s'interponga il mare. ma allorchè non li divida che la. frontiera terrestre, i va~taggi derivanti da codesto dominio sono più o meno grandi a. seconda delle circostanze, secondo il ma.ggiore o minor e accordo possibile fra l'azione della flotta. e quella dell'esercito, e però non ha e non avrà.mai: come appunto insegnano le battaglie na,vali cli A bonkir e di 'l'rafalgar, una azione decisiva. Ed è cosa così evidente, così chiara come la luce meridi~1na e confortata da t utta la storia militare, che è ind iscutibile. La guerra stessa che ora si combatte fra Russia e Giappone serve mirabilmente ad illustrare questa verità. I Giapponesi da oltre due mesi per avei acquistato il dominio quasi assoluto del mare, sono padroni della situa. zione, ma basterebbe una vittoria t errestre decisiva dei Russi per ottenere il successo finale. Così i Giapponesi 11011 possono e 11011 potranno ma.i imporre la ]oro volontà ai Russi, se non d0po averne debellate le forze terrestri, e cio malgrado l'ottennto dominio del mare.

Il peri.odo del vapore è svolto in modo veramente egregio dall'autore. Egli comincia da.I ricordare, senza però entrare in particolari. due fatti d'armi, nei quali si fece uso dello sperone, ossia il combattimento fra il 1lfe1·imac ecl il 111onito1· nella guerra di Seccessione, e l' altro di Punta A.ngamos fra Cileni e Peruviani del 22 aprile 1891, rn,l quale ultimo, colla presa dell' Httasca1• il Perù perdette il dominio del mare. Ambedue quei combattimenti hanno fatto a,ppa,r.ire chiaro quanto difficile sia la manovra d'urto. Il Bollati prende poi in dettagliata disamina le battaglie di Lissa (20 luglio 1866), del Yalù (17 sett embre 1894) di Cavite (1° maggio 1898) e di Sant iago (3 luglio 1898). A proposi!;o della battaglia di Lissa, l'autore dice: « Il commentare questa battaglia è compito t roppo doloroso. Possa iJ., suo ricordo far comprènd'ere a tutti gli uomini

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NO'L'E BIBLIOGRAFICHE

d 'arme quanto sia necessario i l prepararsi in pace per essere pronti il giorno supremo, affinchè non si i:c.corra nel disonore »; e, come conclusione, riporta la profonda riflessione che al riguardo il Callwell: « La lezione. che dà questo memorabile conflitto nell'Adriatico è puramente marittima, ed è che le navi sole non· ba1?tano pe1· fo1·11ia1·e mia flotta combattente. Nazioni marittime d'esperienza infinitamente più matura che non l'Italia, dimenticano qualche vulta questa. v.erità fondamentale » . Il Bollati però ritorna ancora sul doloroso argomento, instifoendo, dopo la narrazione della battaglia del ì al ù, un interessante parallelo fra quest'ultima e la battaglia di Lissa. Egli riporta ciò che ne scrisse il Wilson (nel suo libro Ii·onclads in A ction), e dice ch e il v'iTilson è ass,ii severo nei suo i giudizi, ma è g iusto. « Comunque sia, egli conchiude; queste due uniche vere battaglie navali del periodo del ,;apore hanno di comune uno stesso fattore: l'impreparazione materiale e morale». Ed ecco qui la nota giusta . che noi sopra, richiedevamo dal B ollati anche per le battaglie navali Frecedentemente narrate; n ota eminentemente esatta., e che in poche parole riassuine gli ammaestramenti a dedursi da quella per noi sfortunata batta.glia. / Il Bollati passa quindi a dire delle azioni to1·pedinie're, e precisamente della corazzata cilena Blanco E ncciladci affondata dalle navi Balmacecliste, Lynch e ColdeU (incrociatori. t o'rpedinieri) il :d3 aprile 1891 e dell'tdf.ondamento dell' A qu.iclaban per opera delle torpediniere del maresciallo Peixoto i l 16 aprile 1894, ed infine delle operaziorii navali a P ort Arthur e 'Wei-hai-v'iTei nell'ultima gnerra cì no-giapponese. 'l.'avole ben fatte, per ogni battaglia e combattimento, facilitano l 'intelligenza del testo e chiariscono, a prima vista, l'andamento della pugna.

fa

In poco più di una pagina l'egregio capitano ha concentrato le conclusioni a dedursi, non solo da questo volume ma dall'opera sua « per volgarizzare fra gli ufficiali del-

NO'l'E BIBLIOGRAFICHE

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l'esercito le questioni marittime e fare emergere l'importanza di una marina forte e potente per il nostro paese »; opera che ha toccato il suo termine con questo lav?ro. Dei suoi scritti - dice l'autore con tutta ragione - lostudioso delle materie navali può tra11re alcune verità fondamentali, che . p osson o costituire il ' Co1·~~i.o :iavale dell~« Guerra in mare ». Egli esp one queste ,,enta fonda.mentali, e noi le riporteremmo tutte testualmente se non te1:1-essimo, di diluno·arci di troppo. Esse del resto si compen dia1:o nel .Rico1'Clati della gzien·ci ! - che fu il « Memento » del~'a1~rni~ raglio Makaroff, e nella ,preparazione alla gaerra, la d1 cm, mancarrz~i è un vero d elitto di lesa patl'ia.

In poche pagine - relativamente -

è riuscito all'insig_ne-

autore di presen tare la storia chiara ed esat ta delle p1:11;1-cipali azioni navali e di fornire così un ' idea esatta dell' 1mp~rtanza e p oten:,;a della marina mili tare. Noi _vorremm~· che questo bellissimo lavoro fosse letto e stud_1ato dag~1 ufficiali tutti d èU'esercito. Ne t rarrebbe grande vantaggio quell'accordo fra esercito e marina che tanto sta _a_ cu_ore al capitano liollat i e che è ormai riconosciuto cla tutti mcl1spen-· sabile pel bene del nostro paese.

CARLO F ERRA.1no, capitano d'artiglieria. - Dalle grandi guerre.. - Confe1·enze di presiclio. - Pav ia,, 1903. Parte I. - .I g1·ancli capitani. · , Parte II. - La campa,gna clel 1870. - Pavia, ~l:ipografì'a . F usi) 19_04. . . . Con queste due conferenze il capitano F errano s1 e pre-fisso questi tre scopi: . 1° Dare ai profani di A rte militare e a mezzo d1 breve-· lettura un'idea delle più brillanti azioni di guerra compiuteda quei Grandi Capitani di cui più frequen~e si fa il nome-· nella ~ toria;


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NOTE BIB LJOG R.AFIOHE

2° Narrare in succinto, ma in modo completo, la campagna franco -prussian a del 1870; così da mettere iu evidenza i reali fattori del successo tedesco e le cause del momentaneo -abbattimento della Nazione dalle più gloriose tradizioni militari: 0° Far risaltare, e quest o è quanto di pil'.t importante egli vorrebbe raggiungere, che l'educazione civile è anche in guerra « come in tutto» il mozzo più efficace di successo. Nel fatto i primi.due scopi cui egli mira, oltre all'i llustrare i Grandi Capitani e le loro gesta, debbono servire quali mezzi essenziali a far rttggiungere il vero obbiettivo dello studio costituito clalla ricerca del merito spettante nelle grandi guerre ai grandi capitani e all~ virt1'.l civili del l)Opolo. Yastissimo ma nobile concetto e che riflette una questione di capitale importanza, specialmente oggidì in conseguenza dell'ambiente sociale odierno del tutto contrario ad una sana educazione ci,ile.

. Ne~la 1" conferenza egli prende a disaminare i grandi caJ?ltani e la loro arte, mettendo in evidenza le comuni ,irt,ù. E un es~m_e storico-militare, nel quale si fanno emergere le car~ttenst1che nella condotta di guerra di quei grandi capitam che furono Alessandro, Annibale, Giulio Cesare. Gustavo Adolfo, 'l'ureuna, Montecuccoli , il principe Eugenio di Savoia, ]federico II di Prnssia, Napoleone. · _ Naturalmente ò un breve sguardo get tato sull'azione di quei grandi. ~a è qui appunto che si dimostra. l'abilità e la ·?oltura del~'a~tore, non chè una speciale attitudine a colp ire 11 fatto saliente che serve principalmente a determinare il carattere del Capitano. Noi vorremmo poter ci dilungare nel ri portare i o-iudizì final~, .così · incisivi ed esatti, espressi intorno a queÌle personahta,. Per non andar troppo per le lunghe, ricorderemo soltan to che Ann_ibale è qualificato tale « che nel concetto è « grande come nessun altro nella storia»; che J!°'ederico II

NOTB BIBLIOGR,AFI0I1E

di Prussia fu « altro grande Capitano, uomo veramente grande « in tutto ... grande special me o.te 11ei momenti difficili ... il « vero apostolo dell~ grandezza della Prussia». Nè meglio di così poteva essere ritratta la eccelsa figura napoleonica : « Fortunato nei tempi qnasi qua,nto Alessandro, abile in « guerra quanto Cesare, ardito nel concetto quasi come An« nibale, organizzatore come Gustavo; pronto di risorse a,ncor « più di Eugenio e di Federico, è Napoleone nel suo com« plesso il vero genio della guen·a e nato ta le» . E non basta, poichè ricorda.udo il rapido svolger si della storia della civiltà nel xrx secolo, il F errario soggiunge : « certamente un così « rapido evolvere è dovuto alla potente scossa data al mondo « dal genio napoleonico» . Riguardo ·poi alle cm·citterùt'i,che dell'~irte di guerra dei grandi capitani, il Ferrario mette bene in rilievo eh' esse 01:nernero dalle tre doti che li contra.distinsero : il senno, il carattere ed il genio. Dall'insieme di queste tre qualità derivò un ascendente· sulle masse che forma ta ca1·atte1·istica saliente elette t1'uppe· nelle gnerre condotte dai grandi capitani. · Codeste caratteristiche sono così riepilogate dall'autore: 1° L'armonico procedere di una condotta politica e di una condotta militare; 2° L a preparazione di un esercito che eccelle sugli altri del tempo; 3° L o spirito offensivo, la ricerca della battaglia ad ogni costo, la insistenza nella persecuzione di uno scopo, anche a costo cli grandi fatiche ecl in condizioni difficili. Ciò sempre personalmente spinto e diret to dalla volontà e dal1a mente del duce supremo; 4° Uno slancio speci~e delle truppe, un.a straordinaria resistenza alle- fatiche, una potenza morale caratteristica che· aumenta l' intrinseco valore della massa ; uno speciale fa. scino del Capo, una illuminata fiducia nel suo genio e nell~ sua fortuna. Queste, le deduzioni che il Ji'errario trae dalla breve narrazione di taluna delle guerre cli quei grandi, e particolar-


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NOTE BIBLIOGRAFICHE

mente di Annibale, del principe E ngenio, di Federico II e -anzitutto di Napoleone. Ci basterà il dire che così vasto argomento, cui sopra ab'biamo accennato, è svolto in sole 47 pagine - sieno pure di ,un formato abbastanza grande - per avere un~1 prnva esanTiente dell'abiliti'i e talento dell'autore, ma in pari tempo delle manchevolezze del suo lavoro, inerenti al fatto stesso -di aver voluto abbracciare un quadro così ampio e costrin.gerlo in troppo breve spazio. Questa conferenza è, insomma, una sintesi fatta magnifi..camente ma troppo ristretta, donde il difetto ch'essa non può riuscire altamente interessante che a coloro i quali siano già abbastanza al corrente delle campagne prese in esame. ·~**

Nella seconda conferenza egli prende a disamina la cam'Pagna del 1870 fino alla battaglia di Sedan, pervede1:e quante -delle caratteristiche sopra notate sì trovino in questa campagna. Come abbiam fatto per la prima conferenza, così anche per la seconda dobbiamo passar sopra all'a su.c cinta - troppo sue. cinta - ma chiara narrazione della campagna, notando solo -che anche qui il Ferrario dimostra grande abilità nel rilevare i punti salienti che in particolar modo potevano servire alla di~n~strazione della sua tes_i. Ci limitia~o · pertanto a render .conto delle principali considerazioni e deduzioni. La guerra franco-prqssiana del 1870, per il numero dei -soldati e per l' importa.nza delle operazioni militari, è, a detta dell'antore, la più grande guerra della storia. « Ma più che ·« per questo si distingue da tutte le altre che la precedettero « o la seguirono per caratteristiche assolu tan:iente nuove, per · « fatti che rilevarono come un vero rinascimento di antiche · « virtù » . ì\foltke applicò in questa guerra i grandi principii. dedotti dalle guerre dei grandi capitani, ma queste erano con· -dotte dal genio dell'uoino, quella del 1870 invece « non è

NOTE BIBLIOGRAFICHE

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che l'applicazione metodica, di una accurata ?reparazion! mentale materiale e morale fatta in tempo d1 pace » . . E però i ~randi successi « furono dovuti specialmente a fattori d'indole educativa, generali nel popolo tedesco ». Questo concetto egli fa emergere in modo particolar: n_ella narrazione della .battaglicL cli_Gravelotte (18 agosto). Ohi vmse la battaglia? - egli si domanda - il _Moltke, n~, «_ a meno per quanto fece in quel. giorno_ » :_ i comandanti d1 _co~po, « che non seppero coordmare l' azione loro? che _lanc1~.1ono le t ruppe in attacchi insensati a subire le _r~rd1te ~rn _favolose? No : nè l'uno nè gli altri. Vrnse, diciamolo e riconosciamolo.' il valore tedesco che raggiunse in questa batta,o-lia un ~rado che ha del fantastico . ... ... ma il va~ore di~ostrato dalle truppe tedesche -~uperò quanto s'era visto n~lle guerre precedenti ed ebb~ ~n carat~ere d ~verso, nuov~: il carattere dell'insistenza negli attacchi rephca~ame~1~e 1espinti colle più gravi perdite che registri la stona m1h~are. Era la foga delle truppe più che dei capi; era l'educaz10ne dei singoli. individui; era un sentimento _del dovere i un voto da ognun fatto alla ,patria -- avant1 se s1 può, in- , dietro mai - , pensato e messo in att3.

Al

cli

<~ 1~or~e ~i dirizz.ò ~lta: q;e~la sera 1 ~ì ! · S~l ~a~po. l'idea del dovere .... . .. lasciatemi dire t utto 11 mio pensiero. Chiamatemi retore se vi piace, ma ben venga tale .a,ggettivo quando si tratti di pat_ria ! Sì, la sublime forza morale che tratténne quei soldati su qnel terreno, che. so~ stenne le altre truppe innanzi ad uguali ed anche maggiori sacrifizi, non fu un sentimento d'odio, ma d'amore, non fu m1 tusiasmo ma fredda convin:àone del dovere, non _frutto di nna speciale a,rtifì.ciosa educazione militare n:1a d1 semplice educazione civile ! ~u _anche questo un tr~onfo delle nnclri tedeschfl e dei maestn d1 scuola,! Sapremo noi col tempo preparare al tretta,nto? ». . . Queste bellissime P!1-;role, e per la, magg10r parte n~pondenti alla più ~crupolosa verità, abbiamo volut,o c1_tare, .perchè rivelano nettamente, non solo lo scopo prefissosi con


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N'OTE BIBI,lOGRAPIOHE

queste conferenze, ma l'intero suo concetto, coi fatti che lo determinarono. Da questo concetto derivano poi le conclusioni cui ~iene l'autore. ~Ioltke rappresenta il pensiero strategico che preparò la vittoria; questa sorri~e alle armi tedesche per l'abilità dei capi in sott'ordine ma sovratutto per le virtù del soldato tedesco. « La campagna del 18 70 fo e rimarrà gloria del popolo tedesco; senza di esso non sarebbero concepibili tante vittorie ....... Moltke non si. rileva giovinetto ma giunge al suo grado vecchio, collo studio continuo, e si per feziona sulla strada delle armi. Non carica alla testa delìe sue colonne! Non cl orme sulla. nuda terra coi suoi soldati! Questi non hanno bisogno dell'esempio suo » . E, però, sia nel càmpo tattico, sia nel strategico, i differenti fatti « furono specialmente il prodotto di una armonia nuova che costituisce la più schietta gloria tedesca. « Da questa armonia che giustamente si volle da tutti imitare vennero dedotte teorie e sistemi che costituiscono la ::vera caratteristica dell'arte di guerra moderna. Ma ad ottenere nell'atto q uest'armonia si richiedono nei capi alte qualità morali accoppiate ad una scuola comune che, per usare di una frase felice « disciplini le intelligenze». « La scuola comune può fornirla l'eser?ito ma le qualità morali hanno base _pil'.1 lontana ed in tutta la Nazione ». Dalla campagna del 1870 due sono gl'insegnamenti che noi possiamo tr arre. Uno di carattere militare, che riguarda la necessità di avere come nucleo dell'esercito un corpo cli stato maggiore « affiatato ed intelligente, distinto per generosità. e cameratismo) e quella di educare nel corpo degli ufficiali di tutte le armi e)ementi attivi, appassi<.,nati per la carriera, ben compresi dello scopo e della missione loro; ricchi di sentimenti generosi e di abnegazione, intelligentemente discip~.i.nati ad una scuola comune» . L'altro è di carattere civile, e riflette la convenienza di sviluppare nel popolo italiano quei sentimenti ch e nella guerra del 1.870 furono così produttivi . A quest'uopo l"au-

N O'rE BIBLIOGRAFICHE

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tore esprime il voto che « una soda preparazione morale della gioventù, ed opportune istituzioni nazionali, acconsentano di veni1·e ad una decisiva riduzione di forma » af:finchè sia dato chiamare sotto le armi, senza esenzione alcuna tutta la gioventù italiana, sicchè « una volta almeno nella vita tutti gli Italiani abbiano avuto un'educazione. sana, generosa e comune» . * **

B eu di rado abbiamo letto pagine più belle di questa seconJa conferenza, nella quale l'autore ha trasfuso tutta l'anima sua e in cui magistralmente ha raggiunto lo scopo cui mirava col suo lavoro. Certamente, tanto in questa come nella prima conferenza, si riscontra qualche inesattezza nei fatti storici raccontati; vi sono considerazioni che vorrebòero essere maggiormente dimostrate, ma, sono assolutamente dei piccoli nèi che non importa rilevare, di fronte all'eccellenza del complesso dello scritto.

VrTTon.ro Dm LuTTI. - La questione Austro-Balcanica e L'Italia. - Tip. Fratelli Vaccarezza, Genova. L' autore pubblicò questo suo scritto nel 1901, due anni prima, cioè, che scoppiasse l'insurrezione macedone. O~a. lo ripubblica, i11 considerazione dell'attuale momento politico nella penisola Balca.nica, premettendovi soltanto poche pa~ine nelle quali è brevemente accennato la situazione b ) presente. . L'autore, indica una soluzione della questione Austro-Balcanica. Avverte però ch'egli non ha la pretesa di aver trovato la giusta soluzione; egli indica solo quella « che moltissimi intuiranno certamente come la più naturale, ma che nessuno potè proporre mai perchè ne parve impossibil~ la attuazione -finora ». Egli soggiunge peraltro, non essere impossibile « che questa attuazione possa imporsi in avvenire » . 60 -

ANNO XLIX .


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NOTE BI13LIOGRAFIOHE

NOTE BIBLIOGRAFICHE

Noi saremo molto brevi, e ciò per due ragioni. La prima, che l'opuscolo è così denso di osservazioni e considerazioni politiche che anche riassumendole nel modo il più succinto . possibile, saremmo pur sempre tratti molto lontano. La seconda, ·che, per principio, non siamo portati a.Ila discussione di questioni politich e. L'autore parte da questo concetto : che in Europa si stanno maturando due fatti di capitale importanza: a) it nudarnento della base di costitiizione dell' I1npe1·o Aust1'0- Unga1·ico. b) La sistemazione definitiva detla nazionalità, netla penisola Balcanica. Egli ritiene ancora: che la T urchia sia per scomparire in un prossimo avvenire; che il possesso di Costantinopoli ed il hbero sbocco nel Mediterraneo da parte della Russia - che costituiscono lo scopo definitivo cui ha mirato finora e mirerà sempre la Russia - sarebbero la più grande sventura per l'Europa. D i qui la lotta d'interessi naturale e violentissima fra l'Austria-Ungheria e la Russia, che costituisce il principalissimo ostacolo alla sistemazione definiti,,a dei popoli balcanici. D'altra parte non è possibile perd uri ancora inéte:fi1iit,ivamente la condizione dei popoli che si trovano ancora s_o tto il dominio turco in Macedonia ed Albania; le popolazioni di questi paesi dovranno forzatamente col tempo raggiungere i loro desideri, le une di unirsi alla patria vicina già 'indipendente, le altre di riuscire indipendenti. · Ora, « la Peni~ola Balcf1nica quasi per intero forma la naturale continuazione ed il necessa1·io cornpletarnento del territorio su cui si estende ora l'Austria-Ungheria. Del resto là spinta 'Verso l'Oriente d i questa monarchia è omai divenuto_ un fatto storico riconosciuto storicamente necessario e da niolti ». L 'autore si dilunga nell'esaminare la situazione generale dei popoli Austro-Balcanici, considerata in sè stessa e di . fronte agli interessi austro-ungarici . e russi, e di quelli ge-

nerali d'Euroya, e ne deduce « nell'interesse cli tutti la ne<eessità della formazione di un vasto stato di indole federativa che aggruppasse attorno a sè t utti i. popoli della valle -del Danubio e dei Balcani » . Il De Lutti nota egli stesso che questa soluzione avvantag.gia d i molto l'Austria-Ungheria e non riuscirebbe certamente vantaggiosa all'Italia. Egli però si sforza di dimostrare che ,l'Italia ha limitati interessi politici e comm~rciali nella penisola Balcanica e sulle coste orientali dell'Adriatico; in -ogni modo, per nostra soddisfazione, e quale giusto com penso, egli vorrebbe che fosse per noi regolata la questione -dalla nazionalità lungo il nostro confine nord-orientale · e ci ·fosse ganmtita l'assoluta indipendenza delle coste albanesi. Noi non possiamo non elogia.re lo studio del sig. De Lutti. I n pari tempo, ammesso pure che ]a soluzione da lui propugnata sia la più conveniente, non possiamo esimerci dal__ -0.omanaare : con quali mezzi s'imporrà all'Europa e segna.tarnente alla Russia ta.le soluzione ? E di quest,i mezzi l'autore non fa alcuna menzione.

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B. D.

)


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R ASSEGNA. MILITARE ESTERA

flASSEGNA MILITARE ESTEH /\

NOTIZI E

AUST RIA-UNGHERIA.

. GRANDE VI,: GGIO DI S1'ATO MAGGIOR.I!:

(1). -

Il grande viaggio,

d1 stato maggiore, al quale prenderanno parte n umerosi aenernli

ufficiali. superiori ed inferiori di tutt.e le armi, e che sart diretto: come dr consueto, dal capo d i stato maggiore di t 11tte le forze armate della Monarchia ] 'eld Zeugmeister bar one von Beck si ini-· sonozierà. il 4 maggio e durerà una ventina di giorni, dei quali destinati alle operazioni terrestri e 8 a quelle marittime. , G.li. ufficia li si _riuniranno il 4 maggio a Lubiana, quindi per Gonzm e Nabresma faranno capo a Trieste, dove si imharcheranno, per visitare le cosf;e dell'Istria e della Dalmazia.

12

UFFICIA.L I GEN ERALI D~STINA'r I I~ QUALI'J.'À' D I AÌ>DE'l "l'l AGLI

Con determinazione imperiale contenuta nel Giornale militare del 31 marzo u. s., è stato d ispos to che ad ognuno degli ispettorati o·e-nerali di cavalleria. e di artiglieria, venga assegnato, in qualittdi addetto (zugeteilt), un ufficiale generale dell'arma rispettiva. · Per effetto di tale disposizione, il tenente maresciallo Brudermann Rodolfo, comandante della divisione di cavalleria di Ora-· ISPETTORATI GEN'ER.ALI DI CAVALLERIA E DI .ARTIOLIKR Ll... -

(i ) Ogn i an no nell'ese rcito nustro•ungar ico si efrcttuano: • a) piccoli viaggi di sta to maggiore in Più gru ppi, ciascuno dei quali sollo la dire-·

zione di un ufllcia le di stato maggior ~ di grado eleva to; b) un grande viaggio di stato maggiore sollo la direzione del capo di stato maggiore dell'esercito.

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~ovia, è stato destinato all'ispettorato generale d! cavalleria, ed il tenenf;e maresciallo Cenna Ladislao, comandant-e dell' 11 a brigata -d'artiglieria, ali' ispettorato generale d 'artigli eria. Questi ufficia!~ generali furono sos tituiti r ispettivamente nei comandi da essi prima esercitati, dal tenénte maresciallo Attems .Maurizio e dal maggior generale Hugetz Ernesto. BA'l'TERIA DI PROVA DI :rnovr OA~XONI DA 0 .A)[P,\ (iNA . - Fu g ià :acconnato (1) che l'Amministrazione militare austro-ungarica per -potere essere in grado di prendere una definiti va decisione .sulla sceltt\ del sotto-affusto più conveniente e s ull'adozione degli scudi, .aveva stabilito di costituire una batooria di p rova su 6 pezzi per ,eseguire dello esperienze di vario genere. Il PeRter Lloyd pubblica -che amit ur.to i singoli cannoni destinat,i alla formazione della bat-teria. furono sottoposti ad a.ccurati esperimenti di tiro allo Steinfeld, allo scopo di"constatare che tutte le parti del complicato mec-<:anismo e specialmente il congegno dol rinculo del cannone snllo .affusto, funzionassero perfet tamente. Dopo di ciò i G pezzi, insieme .ad un altro cannone dell'officina Skoda, di speciale costruzione, fu-rono inviati al 1 ° reggimento d'artiglieria di corpo d'ar mata in Crncovia, incarica to di fornire gli ufficiali, sot tufficiali, serventi -e quadrupedi necessari alÌa formazione della batteria di prova, e d i -eseguire gli esperimenti stessi. 11 programma degli esperimenti da ,esognirsi colla batteria di p rova 6 il seguente : a) marcia per via ordinari.l da Cracovia ad Haj mask er ; b) marcia. per via. ordinaria da Hajmasker al poligono di Voszprim" (Ungheria) ed esperimenti di tit·o della durata di parec·chi.e .settimane ; e) marcia per via ordinaria da Veszprim al poligono di Oerken y (Ungheria) e continuazione degli esperimenti di tiro. L'ese-cuzione degli esperimenti di t iro in due poligoni divorsi trova la .sua ragione nel fatto che le condizioni dol terreno di ossi sono so.stanzialmente differenti; d) marcia per via- ordinaria da Oerkeny ad Hajmasker e continua.::ione dogli esperimenti per brove du rata; e) marcia per via ordinaria da Hajmasker a Vienna e sciogli.monto della batteria di prova..

(i) Vedi llivista mili/are ilalia11a, t 6 ·febbraio

u. s., pag. 34L


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,

939.

•RASSEGNA MILITARE ESTERA

RASSEGNA MILI'l'ARE ·E s'rERA

Ultimati gli esperimenti sar à presa una definitiva decisione relati varnente alla scel ta del sotto-affusto ed alla convenienza o meno, cli adottare gli scudi e cosi la importantissima questione del can-· none da campagna, che da lunghi anni si clibatte, avrà finalmente trovato la s ua soluzione.

meglio il problema, dell'allegger imento del peso portato dalla fanteria, sia adottando oggetti di equipaggiamento alleggeriti (alcuni dei q uali trovansi in esperiu;iento presso le truppe (1) ), sia appor, tando modificazioni al carreggio, Le modificazioni cli cui trattasi sono le seguenti : Per ogni appuntato e soldato d i _fanteria e cacciato1·i armato di fncile, la dot,azione individuale di guerra di cartucce è portata da 100 a 120. Questo aumento di cartucce sarà trasportato nello zainetto da cartucce (2). Per compensa.re questo maggior peso si è diminuito il numero delle raz.ioni viveri di riserva portate dal soldato ed al_cnni oggetti di corredo e di pulizia personale. Attualmente il solda.tQ austro-ungarico porta seco 3 razioni viv~ri di riserva; si è riconosciuto che questa_dota.zione portata dal soldato, è esagerata e che è pitl che sufficiente che presso il soldato, si trovi una sola razione per poter far fronte ai ca.si i mprevisti e che le altre si trovino a portata di mano in modo da poterle prendere facilmente in caso d i bisogno. Si è quindi stabilito di far trasporta.re una parte di esse dai CRITi viveri e dai carri munizioni, ottenenç\o così un alleggerimento cli chilogrammi 1,500. L'aìlegger imento negli oggetti di vestiario e di quelli destinat,i alla pulizia personale si è ottenuto collo stabilire che le uose di panno, se la st agione non obbliga ad indossarle, non facciano più pttrte dell'equipaggiamento di g uerra; che il farsetto a maglia, quando non è indossato, sia portato dai carri bagaglio; e che gli oggetti necessari per la pulizia personale siano portati da un soldato ogni quattro. Si è ottenuto cosi un altro alleggerimento nel peso di grammi 750, che aggiunti ai chilogrammi 1,500, ottenuti colla diminuzione dei viveri d i riserva dà una diminuzione totale di chilog ra mmi 2,250. Se da questa cifra si tolgono i grammi 680, maggior peso delle 20 cartucce state aumentate, si è avuta nel peso portfito dal soldato una diminnzione di chilogrammi 1,570, il che rappresenta un risultato 110n indifferente. Inoltre è stato prescritto che i comandanti di reggimento ed i comandanti ad esso superiori, possono in casi speciali ordinare che le tende siano ca, ricate s ul carreggio.

] 'ORMAZ JONE Dl 14 SQUADRONI TRENO DI SOOR'.l';\ . Con deter-· minazione imperiale in data 26 marzo u. s ., è stata decisa la formazione di 14 squadroni treno di scorta (Trainbegleitungseskadron). da assegnarsi uno per ciascuna delle prime 14 divisioni treno. Gli squadroni portera.nno il numero deJJa rispettiva divisione treno e-. faranno p_a rte della forza organica di esse. àT,LEGGERIMEN,T O DEL I) EQUIPA GG LU·[KNTO DI GUERRA Dl~LLA. l!'AN-·

La Commissione inca,ricata di studiare il problema di aumentare la dotazione indiviclnale di cartucce di guerra per la fanteria, diminuendo nello stesso tempo i l peso portato dal soldato, dopo accurati studi ha presentato le sue proposte al Ministero co-mune della guerra, il quale ha compilato un progetto di alleggerimento dell'equipaggiamento della fanteria e cacciatori, che sarà dato ad esperi mentare ad alcuni reggimenti d i fanteria e c~cciatori e de-· finitivamen te adottato, se sa.rà trovato risponden~e allo scopo che il. Ministero si è proposto. Per potere risolvere l'importante problema, che è oggetto di accorati studi in tutti gli eserciti, in modo da ottenere una notevole diminuzione del peso portato dal soldato di ·fanteria, sarebbe stato necessario d i t-rasformare rh-dicalmente l 'attuale equi1)a"'"'iamento il, bb ' che, oltre a lunghi esperimenti avrebbe richiesto una spesa non in-· differente. Il Ministero perciò, tenendo sopratutto conto delle cond izioni finanziarie, che per ora non permet.tono di addivenire ad una. trasformazione dell'equipaggiamento del soldato di fanteria si è limitato ad aclott,are un provvedimento, che risolv.esse il problema. in via provvisoria., essendo urgente di prendere una r isoluzione al r iguardo (1 ). Naturalmente questa determinazione lion viene a, pregiudiçare in alcun modo gli ul teriori studi che saranno contin\1ati per risolvere TERL\. -

(0 Vedasi Rivista militare italiana <lei t6 aprile rnot, pag. 73'2, e quella del -16 agosto 1902, pag. i48"2, (2) TI soldato austl'O·ungari co porla duo zaini, quello da cartucce ci molto p iù pic0 co lo ed è collocato sotto· a quello co ntenente l'equipaggiamento inclivitluale.

({) In fatti attuai niente il solda to austro -unga rico è quello che ha una dotazione individuale cli cartucce più piccola degli altri soldat,i europei (100 car tucce) mentre ha l'equipaggiamento di guerra il più pesante (chilogrammi 29,43).

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RASSEGNA MILI'l'ARE ESTERA

RASSEGNA M ILITARE ESTERA

GRANDI MANOVRE DEL OORREN'l'T~ ANNO. A modifìcaziorie di quanto fu pubblicato nel fascico lo di marzo di questa Rivistci r elativamente ali~ grandi manovre austro-ungariche del corr. ann~, il Pcste1· Lloyd del 28 corr., pubblica che ad esse prenderanno parte i soli corpi d'armata XIV (Iunsbrnck), comandato da S. A. I. l'arciduca Eugenio e l'VIII (Praga.), comandato dal tenente maresciallo Czibnlka. Le manovre si s-volgeranno nella Boemia meridionale, tra Strakonitz e "\Vodinan, dal 30 agosto al 7 settembre. L'imperatore s~abilirà il suo quartier generale in Skukna nel castello del presidente della Camera dei signori principe ·windischgratz, dove r isiederà l:!,nche il direttore delle manovre Feldzeugmeister barone von Beck.

Se consideriamo però: 1o che una r iforma così radicale non potrebbe applicarsi in -segui to a semplice decreto reale e senza che sia stata in prece-denza accettata dal Parla.mento; 2° che la legge sull a milizia sopracitata non ha avuto :finora -che un ini7.io di esecuzione , iiè ha potuto dare un'idea precisa. della sua 1)0rtata ultima e neppure dei suoi effetti immediati i 3° che il partito cattolico, autore di questa legge tanto invisa .al partito giovane e più illuminato dell'eserci to, tiene ancora i n mano ben :-ialdo il potere; n on possiamo a meno di ritenere che 1.a notizia dell' Echo de l' Armée s ia poco attendibile, anche pel fatto che proprio in questi giorni furono diramate dal Ministero della guerra le tabelle di formazione dell'esercit-0 di campagna, d i cui diamo qui di seguito un sunto, e le quali col nuovo ordinamento diverre_bbero lettera morta.

BELGIO.

RIORGANIZZAZIONE Dl~LL'ESl<~ROITO. - Il N. 7 del l.'Echo de l'Arn~ée del_ 1° aprile c. a. riporta la notizia della prossima apparizione d1 un decreto reale apportatore di urm nuova riorganizzazione dell'esercito, ciò che implicherebbe l' abolizione della leo-ge 0 sulla milizia del, marzo 1902. La nuova orgaoizzazione avr ebbe le segu,mti basi: a) Servizio J)ersonale ed obbligatorio i b) Incorporazione a n.uua di 25,000 uomini; e) Durata negli obblighi di servizio, 16 anni ; di cui due in servizio attivo; d) Ripartizione delle forze in tre scaglioni: l 0 Scaglione: Esercito d i campagna, comprendente le prime 8 classi;

2° Scaglione : Prima riserva, comprendente le 4 class{ s uccessive; 3° Scagli one : Seconda riserva, comprende le ultime 4 classi. e) Esercito di campagna composto di 10 divisioni, e le due riserve di 5 divisioni ciascuna. Se questa noi;izia fosse vera s i vedrebbljro realizzarsi d'un colpo i voti più ardenti del partito liberale e di tutti gli ufficiali del Belgio, i quali da anni e con ammirevole costanza stanno combattendo, a mezzo della stampa, per l'istituzione del servizio militare generale e personale e per l'abolizione della surrogazione.

Es1mcno DI CA MPAGNA. Il Ministero della guerra ha diramato g iorni fa, le tabelle . di formazione dell'esercito d i campagna s ul piede di guerra, e non è improba.bile che faccia conoscere pros-simamente anche la composizione organica delle foi·7.e destinate alla difesa delle posizioni fortificate . Non si r iesce infatti a comprendere quali motivi potrebbero opporsi a tale pubblicazione, es.sendo da esclndere quello della segretezza, poichè, una volta conosciuta. la composizione dell'esercito di campagna, sarebbe facile detE>rminare l'entità delle fo rze che verrebbero destinate alla difesa delle piazze forti . In attesa pertanto anche di questa seconda pubblicazione r ias,snmiamo in breve spazio quanto di interessante è contenuto nelle tabelle già pubblicate. L'esercito di campa.gna comprende : A) Il Gran quartiere genera.le; B) Quattro d i visioni d'arn1ata; G) Due divisioni di cavalleria. A) Il Gran quartiere generale è diviso in due g ruppi, le cui -denominazioni ri<,pettive - service de l'avant il 1° - e - service ,de l'arrière il 20 - ne determinano le fum,;ioni, Fanno par te del primo .gruppo i l comandante in capo (S. ::M:. il Re) e gli organi strettamente necessari alla condotta delle operazioni (capo e sotto capo -di sta:to maggiore con alcuni altri ufficiali di stato maggiore ad-


942

943.

RASSEGNA MILITA.RE ESTERA

RASSEGNA MILl'l'ARE ESTERA

detti). A questo gruppo sono assegnati la compagnia ferrovieri e l'equipaggio da poute, oltre .ad una sezione telegrafisti di campagna.• Gli organi invsce incaricati dei servizi di approvvigionamento e di sgombro sono tutti riuniti. nel 2° gruppo e tutti dipendono da1 direttore gener a.le del servizio delle retrovie (ufficiale generale). Anche al secondo gruppo è assegnata una sezione telegrafisti da. campagna.. La forza complessiva dei due gruppi del G. Q. G. è cli :

mobilitazione, ad eccezione degli squadroni d ivisional i di gendarmeria, i quali non saranno formati e.be il 3° giorno. Ciò per la ragione che nel Belgio le operazioni della mobilitazion_e sono in gran. parte d i spott:rnza della gendarmeria e non si potrebbe quindi se~za danno sg uarnire le brigate di gendarmeria proprio nel momento più. critico della mobilitazione. La for,ia complessiva delle 4 di visioni d'armata è la seguente:

95 uiiìciali ; 1~33 uomini di truppa; 93 ca valli di ufficiali ; 143 cavalli da sella di truppa; 108 cavalli da tiro; 82 vetture. B) Ogui divisione d'ahnata comprende: un q nartier generale ; due briga.te attive di fanteria ( di 2 reg·gimenti a t.re battaglioni) ; una brigata. di riserva ( di due reggimenti a due battaglioni); un battaglione di carabinieri (a 4 compagnie di cui 1 di: ciclisti); uno squadrone divisionale di gendarmeria. (115 cavalli). di otto batterie se della 1 '' e ( 4a divisione,:· un reggimento di artiglieria Ì di '7 batterie se della 2" e 3" divisione; \ una compa.gnia genio; una sezione telegrafisti da caro pagna; due colonne munizioni di artiglieria; due colonne munizioni di fanteria; un parco del genio; una colonna di ambul anza; un personale delle sussistenze; un equipaggio di approvvigionamento; una colonna viveri ; due ospedali volanti; un deposito di rimonta. o Quelle delle unità amministrative sopra enunciate, le quali non es'istono organicamente in pace, saranno tutte create il l" giorno di

I

Cavalli

Uffici~lì Trn1>pa

Division i

l '

Vetture· (li d i lrrppa . Ufficiali <la sella da t iro

1" Divisione d'armata

::.13 22'?02

290

49'ì

2423

150

2•

id.

i d.

508 22035

280

4'75

2299

481

::l"

id.

id.

508 22035

280

4'75

229'7

431

2422

450

4•

id.

290

49'7

I 88474 1 1140

1 1944

513 22202

,id. --

Totali

.2042

,

I 9441 I 1'762 I

I

C) Le divisioni di cavalleria comprendono ognuna: un quartiere generale ; due brigiite di cavalleria (di 2 regg imenti a 4 sqnaclroni) un g ru ppo di due batterie a cavallo ; una colonna di munizioni; una colonna di ambulanza. Ogni divisione conta 4186 cavalli così ripiutiti: 55 al quartiere generale; 3566 alle due brigate d i cavalleria (170 per squadrone); 443 al gruppo di batterie; 92 alla colonna mun izioni ; 30 alfa colonna di ambulanza. Forza totale dell'esei:cito di campagna : 2,513 ufficiali ; 97.555 nomini di truppa; 1,897 cav'alli di ufficiali; 8,639 cavalli da sella di truppa ; 11,005 cavalli da tiro; 2,060 vetture.


RASSEGNA MI.LITAT!,lJ: ESTERA

Considerazioni. - L'esercito di campagna del Belgio consta dun.que di un'unica armata composta di 4 divisioni d'armata e 2 dìvi.sioni di cavalleria. Ogni divisione d'armata è pertanto uni tà ta.ttica ed unità logistica ed h\l, perciò in sè i mezzi necessari per vivere, combattere e rifor·nirsi. UNITA' COMBA'.CTEN'I'! DELL'ESERCITO DI CAMPA G NA . - a) Fan./ieria. - Comprende 16 reggimenti attivi a 3 battaglioni, 8 regg imenti di riserva a 2 battaglioni, e 4 battagliani carabinieri; in t utto 68 battaglioni. I reggimenti a ttivi ed i battaglioni carabinieri ~ono composti in parte di soldati di mestiere (volontari o raffermati) ed in parte di miliciens delle sei classi meno anziane; le ·brigate di riserva invece sono tutte composte di elementi provenienti dal congedo appartenenti alla T ed sa classe di miliziit. · b) Cavalleria. - Tutti gli 8 reggimenti di cavalleria facendo l)arte delle 2 divisioni di cavalleria dell'armata, non restava più .alcun reparto di cavalleria da dare alle divisioni d 1 3:-rmata. Si pensò perciò di creare degli squadroni di gendarmeria; ma questa. misura, .appena conosciuta dai circoli militari Belgi, fu subito ed acerbamente criticata. Si ritiene infat ti che sarà mol to difficile t rovare t.utti i gendarmi a cavallo che occorreranno per q uesti squa.droni e per l e scorte e servizi di polizia dei quartieri generali (in totale ,occorrerebbero giusta le tabelle i n esame n. 605 genda.:rmi a cava.Ho ,e 150 gendarmi a piedi non contando gli ufficiali e le ordinanze). Decorre inoltre considerare che gli squadroni di cavalleria mancheranno, certamente, di coesione, perché formati di u;mini che non si conosceranno tra loro e di cavalli che non sarànno iu grado di ·fare un lavoro u tile per mancanza di allenamento. Il personale in·n ne mancherà di pratica e dell'istruzione 11ecessaria per bene adem:piere ai compiti di una cavalleria divisionale. e) Artiglieria. - Le 4 divisioni d 'armata sono perfettamente .simmetr iche; fa tta eccezione dell'aliquota di artiglieria., che è di .43 pezzi nelle divisioui l" e 4a e di 42 pezzi nelle altre due. Le batterie montate non sono ancora ar~ate di, cannone a tiro rapido; però le esperienze per l'adozione del nuovo materiale sono già molto .avanzate. Contemporaneamente si procederà alla riorga11i7,zazìone ·dell'artiglieria da campagna ed a tal uopo furono già assegnati ·complessivamente ai 4 reggimenti d 'ar tiglieria delle divisioni 1900 ,tìomini in più come supplemento d ì contingente.

.RASSEGN.A

MILITARE

ESTERA ·

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Di.fferenze. _ Le tabelle dell'esercito d i_ campagn.a c~e abbi~mo· esaminato hanno sostituito quelle del 189ti, le quali pm non eiano. in relazione colla legge sulla milizia emanata nel marno 1902. Le differenze però tra le vecchie e le nuove tabelle ncn sono. molto sensibili: a) Divisioni d'annata: comprendono 01:a: . in più _ una brigata d i riserva eh fantena ed nno squadrone di gendar meria; · in meno - d ue sq•·,1ad1·on1· d1· cavalleria ed una colonna di. viveri. b) divisioni d i cavalleria, co.m prendono ora: In più: 4 squadroni ; I n meno : un drappello delle sussistenze. . Fo?·z e disponibili. Oo11frontando i dati delle tabelle dell'e~erc1t~ sul piede di pace con quello dell'esercHo d.i :ampagna s'.1~ p,1ede d1 g uerra, si rileva che .sono ancora d1spomb1h per la difesa delle, pittzze forti le seguenti truppe : Fanteria: 4 battaalioni carabinieri (1 di r iserva e 3 da fortezza); 32 batta;lioni da fortezza dei lo reggimenti di linea dell'esercito di cam pago a ; 12 battaglioni dei reggimenti 13° e 14° (cioè 6 battaglioni. atti vi, due di riserva e 4 da forte7,za); 48 'l'otale dei battaglioni (cioè 6 attivi, 3 di r iserva e 39 da. fortezza). . . . . Artiglieria: 6 batterie montate di riserva e tut~a l'.art1ghe.na da. fortezza, che comprende 51 batterie attivo e 27 eh riser va nunnte in 15 battaglioni. Genio : 5 battaglioni da fortezza aventi in tutto 20 compagnie,. di cuì. 8 attive e 12 di riserva. DANIMARCA. CANNONE A TIRO CELERE CON AFFU~TO A DEFORMA ZIONE ~DOT-

DANIMARCA..- Il giornale Berliner Ne'lieste Nach1:icht~n del 22 marzo u. s., riporta dalla pubblicazione danese N01·sk- Arttlle?·ie-Tidskrift alcuni dati non privi d'interesse riflettenti il nuovo. cannone ultimamente adottato in Danima.rca. '.CATO IN


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RASSEGNA MILITARE E S'l'ER.A

RASSEGNA MI LITARE ESTERA

hanno una parte, di color giallo chiaro, che costituisce l'ordine di chiamata e dev'essere conservata dal titolare, ed una par te, di color bleu chia.ro, che serva di ricevuta da inviarsi al comandante dell'ufficio di reclutamento mitten te. Questo ufficio r iempie la prima parte ,e scrive sulla seconda il proprio i ndirizzo e t utte le indicazioni con-cernenti la classe, il nuinero di matricola., il n umero di leva della recluta ed il cantone cui appartiene. Questi ordini sono t rasmessi per me~:zo della posta come q Lta.lunque .corrispondenza privat.a ordinaria e n 0n esigono alcuna operazione s peeiale da parte dell'amministrazione deHe p oste. Essi sono con-segnati agli uffici postali riuni ti in pacchetti comprendenti tutti gli -ordini destinati ai comuni posti uella giurisdizione di uno stesso ufficio. Appena r icevuto l'ordin e, il destinatario dis tacca la par te bleu, la. firma, vi pone la da.t a e la r imette immediatamente alla posta .senza alcuna affrancatu ra.. Se l'ordine non ha potuto essere rimesso al destinata.r io o ad ,~ltra persona che ne ri sponda, è rimandato all'ufficio mi ttente. In questo .caso, e quando sieno gi~1 decorsi d ieci giorni senza che s ia giunta la ricevnt!l. di ritorno, l' uffi.ci o di r eclutamento pr ovvede, senza indugio, a far per venire all'interessato un altro ordine per mezzo <lella gendarmeria.

Es.so pro.viene da~la fabbrica- Kn1pp, è a tiro celere e con affusto defo1.'maz_10ne, ha 11 calibro d i 7,5 centimetri è t ira· shrapnel del ·peso d1 chilogrammi 6, 75 con velocità iniziale di 500 metri. Il proiettile quindi è più pesante di quello dei canno ni adottati in ~vizz~ra ed_ Olanda. L'affusto è provvisto di scudi dello spessore di .(ì milhmetn che prot.eggono dal fuoco di fanteria fina a 50 metri. pesa molto, cioè, senza avantreno chilogrammi 1036, precisament~ ·q uanto il cannone pesante da campo ohe la Ger mania impieo-ò nella :g uer~·a de_l 1_870,71 ; _coll'avantreno c;hilogra,mmi 1935, cioè~ più di 2 qtnntah nspetto a1 cannoni da campagna 1896 .e di peso ben snpenore a quello di tu tt,i gli odierni cannoni da ca.mpagna eccettuati 1 _nuovi inglesi. L'avantreno contiene 44 proiettili; il carro per mumz1one, ch',è capace del considerevole numero di 112 proiettili, nesa ·• -cu·ca 1980 chilogrammi. Il retrotreno del carro mL:uizioui è costrutto sim ilmen te a quello francese per essere ri baltato . .Ribaltando il carro all'indietro o•li spor telli del co_pe rchio possono essere aperti come quelli di un :rmadio. Il fondo della cassa è for mato da una lamiera di acciaio spess~ 5 milli_me.t ri: la quale, unitamente agli sportelli dello s_pes~ ,sore d1 3 m1llnnetn, p ro tegge i serven ti, che vi si trovano dietro. U eia caratteristica proprietà dell'artiglieria danese è che sul r etrot re no del carro munizioni p uò essere d_isposta una sca.la di osservazione, ~osi c_he un osservatore, il quale la utilizza, si trova, da 4 a -5 metri a l disop ra del suolo g uadagnando in tal modo un libero -campo di vista . Come nell'a.r tig lieria tedesca il retrotreno del carro munizioni ·dis n_nito d ~.ll~avantreno, è posto sulla. linea di fuoco accan to al pezzo'. L-art1gh ena da campo danese conta in guerra 32 batterie su .4 pezzi . e carri m unizioni; 1a batteria e dunque provvista di -848 proiett1h ed ogni cannone ne ha 212. Il tiro è eseguito a zone, però ogni cambio di alzo viene ordinato :7olta a volta dal comandante di batteria., il quale in tal modo tiene rn mano _la d irezione del fuoco pi ù di -quanto avviene in Francia. .a

PROGETTO DI LIWGE PER IL OOMPU'.l.'0 DEGLI ANN I DI SERVIZIO DffiGLI UFJ,'ICIALI DJ.<:L OOMMI SSARlA'l'O DELLE '.rRUPPE COLONIA L I. -

?.

FRANCIA. O RDINI DI CHI AMA'.l'A ALT,E ARMI INDIVIDUALI PER IL CON'.1.'IN·

Una nota min isteriale del 5 marzo c . a. stabilisce -c~e _la chiamata alle.armi delle recl ute sia fatta per mezzo di spe-c1al1 ca1·torme pos t a l'1, s1m1 . ·11· ,a11e nostre con risposta . . pagata, le quali ,GJrnTE DI LEVA. -

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f

l

Il ministro della guerra ha presentato un progetto d i legge che per.mette cli computare agli ufficiali del commissariato delle trup_pe co.il.oniali, provenienti dalla Scuola coloniale, tre ann i d i servizio-effettivo, a titolo d i studi preliminari, nel momento in cui escono dalla s cuola. Questa disposizione mira a tog liere la differenza di t rattamento -esistente in questa categoria di ufficiali, a cagione della loro provenienza. Infatti quelli che escono dalla Scuola politecnic_a e dalla :Scuola di amministrazione della marina godono di un aumento di 4 .anni d i servizio a t i tolo d i studi preliminari. Il progetto di legge limita questo beneficio a tre anni per coloro ,ch13 provengono dalla Scuola coloniale, perchè per l'ammissione a questa scuola occorre il diploma di baccelliere, ottenuto dopo due anni di studì di diritto, mentre per la Scuola di amministrazione si richiede la licenza in diritto, la quale viene presa dopo tre anni <li studi.


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RASSEGNA MIL1T ARE ESTER.I. RASSEGNA MILITARE ESTER ,\

AvMENTO DI ORGA NICO NEI QUADRI DEI MF:DIOI MIL1TARI. -

At-

~ualmente l'organico dei medici militari comporta un solo medicoispettore generale, il cui grado ò assimilato a quello di ()"ene . 1 · ione, · o ta e d1' d'1v1s 1·1 guaio copre le funzioni di presidente del comitat 0 tocnico di sanità. Il_ mini_st1:o ~ella guerra, allo scopo di avere a sua disposizione altri ufficiali d1 grado superiore ai direttori del servizio di sanità dei ~01.'pi d'armata, per assicurare l'a.lta sorveglianza e l'ispezione sull 1igiene e sullo stato sanitario delle truppe, ha presentato un progetto di legge col quale si creano altri due posti di medicoispettore generale. La Oommission de l'année della Camera doi deputati inca ricata dell'esame di questo progetto, riconoscendo le necessità di serv1z10 indicate dal ministro e per migliorare mao-o-iormente lo condizioni di carriera dogli ufficiali medici, ha pr~;osto un emendamento, accettato dal ministro, consistonte nel portare a 14 il numero dei medici-ispettori (generali di brigata), i quali sono attual-· mente 11 , diminuendo di altrettante unità il numero dei medici principali di 1" classe (colonuolli). Con queste modificazioni, il quadro dei medici mili tari risulterebbe il seguente : Medici ispettori generali (generali di divisione) Modici ispettori generali (generali di brigata) . . Medici principali. di l" classe (colonnelli) . . . Medici principali di 2' classe (tenenti colonnelli). Medici maggiori di 1 • classe (maggiori) . Medici maggiori d i 2' classe (capitani) . . . . Medici aiutan ti maggiori di 1 • classe (tenenti). . Medici aiutanti maggiori di 2' classe (sottotenenti) Totale

.

3 14 42· 6(} 340· 510 406 100 14:75

LA 'PA RIFFA ll'ERROVIARIA. Mil,lTARE AGLI UFb'ICIALI IN CONGEDO.

- Nel _roarzo scorso l'on. senatore R olland, già relatore del pro-· getto él1 legge sul :iervizio di due auni, presentò al Senato un p~-o~otto invitante il Governo a trattare con le Compagni e ferrov1ar1e per la concessione, in determinate condizioni della tariffa. militare agli nfficiali di riserva e dell'esercito te;rito1'.iale. L'on. R olland - premesse al.cune considerazioni intese a dimostrare che oggi, data l'impor tanza che hanno assnnto nella difes~ nazionale gli elementi di riserva_, non ha pi(1 ragione di esistere-

94!)

la distinzione fra esercito attivo e di r iserva. - fa notare come i quadri di quest'ultimo siano deficienti, tanto che nella sola fanteria invece di 12,906 se ne hanno soltanto i>5G2, cioè il 42 per cento circa. e conclude : La ragione di questo stat,o di fatto è che agli ufficiali di riserni si r ichiode di assumorè volontariamente obblighi pesanti, come l'equipaggiarsi a proprie spese, il compiere ogni due anni un periodo d 'istruzione di nn mese per gli ufficiali di riserva e di quindici giorni por gli uificiali della territoriale; mentre sono ben pochi i vantaggi che acl essi si offrono. Ed è perciò che le difficoltà dol recluta.mento persistono e la cifra delle dimissioni va sempre piLL aumentando. D'altronde non è solo questiono di vantaggi materia.li, giacchè il giorno in CLti si otterr~i la convinzione che il ·disti.ntivo cli sot;toteneuto darà diritto all'ufficialo di riser\•a alla considerazione o, nei voluti limiti, agli s tessi pri v.ilegi del camerata. dell'oserei to attivo, le diffico ltà del reclu tamento spariranno. 'Fra le misure possibili aJ riguardo, quella della. riduzione della tariffa militare è la lJÌLL am bita da que~ta cntegoria di ufficiali, i quali sarebbero pronti a sopportare anche una tassa fissa au'uuale da versare alle comprignie ferroviarie in compenso della desiderata concessione, il che prova che por essi pii1 cho una questione rli denaro, è questione d'ordine p uramente morale. Il progetto dell'on. Rolland fu rinviato all'esame della Commission de l' armée dAl Senato. CoNvENZJO:-:E ANGLO-FRANCESE. - La convenziOlle firmata a Londra l.'8 aprile corrente ha poi· iscopo di risolvere alcune d iffi. coltà esistenti fra la Francia e l'Inghilterra e contiene le seguenti principali disposizioni : La Francia 1·inuncia al diritto di occupare nell'isola di Terranova il t ratto di costa compreso fra il ca,po Ray ed il capo S. Jean (French-Shore) ed ottieno in compenso dall'Inghilterra la cessione delle isole di Loos poste di fronte alla penisola di Tmnbo (Guinea Francese) o della città di Yarbatenda (Al ta Gambia) e la rettificazione in suo favore della frontiera fra il Niger ecl il rrchad. La FranciA. ammette la sitnar.ione creatasi in Egitto dall' ~nghilterra, la qnale lascia libera la Francia di creare a suo profitto una situazione simile al Marocco. Al Siam l'Inghilterra riconosce i diritti derivanti alla Francia dalla. convenzione del 1896 sui territori posti nel bacino orienta.le 6l -

ANl'iO ~I.IX,


R,\SSEGNA MILITARE E S'l'ERA

D50

RASS EG NA MILITARE ESTERA

del ì\'Ié-Nam ed in compenso i territori ad occidente d i detto fi ume vengono compresi nella zona d'iuflnenza inglese. Alle Nuove Ebridi le contestazioni relative a proprietà immobiliari, fra indigeni d ipendenti dai clne governi, saranno regolate da una commissione nominata d i comune accordo. .

.

GERMANIA . RICHIES'.l'E NUOVE DEL BILAN0IO DEL LA GUERRA PRUSSIANO, SAS·

SO.NE,

W U RT"L'EMBB:RGHESE

(1° aprile 1904-31 marzo 1905)

APPRO-

VATE DAL REICHSTAG,

l " Aumeuto di stipendio dei tenenti colonnelli di fanteria e del coi-po degli ingegneri e dei pionieri. Il bilancio preventivo stanziava per 180 tenenti colonnelìi uno stjpendio annuo aumentato di 1350 marchi, portandolo cioè da 5850 a 7200 marchi, oltre ad un a11mento annuo d i 450 marchi sulla indennità alloggio e mobilio e sul soprassoldo alloggio. La. commissione del bilancio propose per i tenenti colonnetli di fanteria, del corpo degli ingegneri e dei pionieri un aumento di marchi 1150 sullo stipendio annuo, po·rtandolo a. 7000 marchi; il Reichstag approvò questa proposta. 2" Costituzione di un 1G0 reparto u1itra.gliatrici. 3" Creazione di una gestione vestiario indipendente richiest.a per il reparto di esercizio della brigata ferrovieri. 4• Vari a~1menti d i personale domandati per i reparti mitra gliatrici, per le sezioni traino dei telegrafisti, degli areostieri; della artiglieria a piedi ecc... .. ricavando gli uomini occorrenti coll'impiego di operai borghesi al posto di ~oldati negli opifici vestiario del IX corpo (Altona). RAM PARI DI 1\1AINZ E lCAS'r.EL RADIATI QUAL! OPERE DI I!'ORTI.&'1-

Un ordine imperiale pubblicato dal giornale militare germanico del 30 marzo u. s. toglie ·1a ser vitù militare: a) Ai rampa.ri della città di K astel (sulla. destra del Reno, di fronte a 1\'Ia.inz) colle lunette Frankfort e '\1/iesbaden. b) Alla fronte nord-ovest cli ì\'Iainz dal suo punto di contatto col Reno a valle fi no alla porta di Mombach. CAZIO~E. -

MOVIMENTI N.€ GLI ALTI GRADI DELL'E<;ERCl'J;O GERMA NICO. -

Con decreto del 5 aprile c. a: il colonnello generale, con rango di

951.

Feldmarschall, von Wittich, generale a.iutante di S. JYL l'Imperatore e comandante l'XI corpo cl'armata. (Cassel) fu, dietro propria domanda, collocato a disposillione con pensione. Lo stesso decreto d isponeva, che il prefato generate restando nella carica d i generale aiutante passasse al seguito del 39° reo·gimento fanteri<L e continuasse ad essere inscritto sulJ'annuario degli ufficiali in atti vi tit cli servi;,io. ' Con decreto del 15 aprile furono collocati a d isposizione con pensione in seguito a loro domanda: 'renente generale Baron von Ardenne, comandante della 7• divisione (lVIagdeburg) . ' ' Tenente generale von 'l'ippelslcirch, comandante della 3o 0 divisione (Metz) . 'renente generale von lfogen comandante del.la 21• divisione (1•-,rakfurt am Main). Tenente generale Boyer von Rotenheir11,, comandante della piazza di Posen. Con decretn del 22 detto mese fu disposto : Generale di fanteria von T1·eitschl"e, comanclan.t e del XIX corpo cl'a.rmata (2° .sassone, Leipzig) collocato a dis posizione e nominato aiutante di campo generale di S. l\I. il Re di Sassonia. Tenente generale conte Vitzthmn von Eck.çUidt, comandante della. 4Qa divisione (4° sassone, Chemnitz) promosso generale cli fanteria e nominato comandante del XIX corpo. · Con decreto del 24 detto mese avvennero le seguenti nomine e promozioni: · Tenente generale Linde, comandante della 4/ d ivisione (Brom- · berg) nominato comandante dell'X.[ corpo (Cassel). 'l'enente generale von Bock und Polack,'incaricato del comando del IX cor po (Altona), nominato comandante effettivo dello stesso corpo. I seguenti magg iori generali sono promossi tenenti generali colla nomina accanto segnata: Gaede , comandante della 33" d ivisione (Metz). Zedler, comandante della 12 d ivisione (Neisse). von Damnitz, ispettore della r imonta. Baiter, ispettore della 2~ ispezione artiglieria a piedi (Koln). Hoepfner, comandante della piazza d i Berl ino. l!-,rhr. von Lcm,r;ernwnn ll. Erlencamp, ispettoi·e della. l " ispezione cli cavalleria (Konigsberg).


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RASSEGNA MILITARE ESTERA

von Kettler, coma.nclante della 21 a divisione (Frankfort am Mainì. B oth, comandante della 2' brigatà ar tiglieria e piedi (Thorn).' Sch'ulz, comandante della M' divisione (Bromberg) . von Bernhcmli, comandante della , .. d ivisione (Magdeburg). von Nat~me1·, 1spe.ttore della 3" ispezione d i cavalleria (l\:hlnster). von Breitenbash., ispettore della 3' ispezione d'ingefrneri (Strassburg). ~ von Hausmann, quartiernrnstro al comando del corpo di stato . maggiore (Berlino). · von Loewenfeld, aiu ta.nte di S. hl. l'Impera.tare e comandante delta 1a divis.ion~ della guardia (Berlino) . Frhr. vo11 Gayl, qna.r tiermastro al comando del corpo di stato maggiore. · Kehi·er, presidente della commissione delle esperien:rn di artiglier ia (Berlino). Koene, comandante delh, 38" brigata ar tigli eria da campagna (Erfort). von Pawlowsky, comandante della piazza di Strassburg. von D;·esky, c9mandante della piazza di Metz. von Kit·chùach, comanda.nte della 32:i. divisione (3• sassone. Dresda). . · . . · · D'E lsa, aiutante di campo generale d i S. M. il Re di Sassonia. von Issencwrf , è equiparato al grado di tenente generale ed è nominato comandante della pia:i::i:a di P osen. INGHILTERRA. LA 2" PARTE DEL RAPPORTO DELLA C0MMISSI0NE PER IL RIOlWI-

La commissione dei Tre (Lord .E sher, ammiraglio Fisher è colonnello Clarke) ha presentato la 2a parte del sno r appor to, e S. :;,\>f. il Re ne ha autorizzata la pubblicazione. Essa è preceduta dalla seguente lettera diretta al primo ministro : NAMENTO DJ<~L MINI S'.l'ERO DE LLA GUEH,IU . -

Signo1·e,

La ,prima parte del nostro rappor to essendo statti approvata da.l governo di S. JH., ed essendo stato costituito il Consiglio dell'esercito (Army Coimcil) , espo11iamo adesso, nella 1 a sezione delìa 2a parte i principi secondo i quali dovrebbe funziona.re il Consiglio dell'eser~

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cito. Se questi principi saranno acce.ttati, proponiamo che siano subito formulati in un decreto (Orcle1· of Cowicil). Nella sezione 2n abbiamo trattato la quistiQane del decentramento di l avoro e di amministrazione. Finora non si era. mai seriamente tentato di farla fin ita colla congestione di lavoro che si aveva a l _ ministero della guerra. (lualunque possa essere stata l' intenzione di chi ha icleato il sistema dei corpi d'ar mata, nel fatto l'amministra.zione è ancorn accentrata al d ipar t.imento della guerra come lo era dieci anni addietro. L'amnento sporadico di piccoli rami finanziari ai quartieri gener ali di tre dei corpi d'armata, acce·ntua, anzi che d iminuire, l'accentramento, al ministero della g uerra, del cont rollo civile sulla «politica» e sull'amministrazione militare. Abbiamo fatto delle proposte per combattere questo serio male, che è la causa prima della inefficienza militare. Annettiamo vitale . importanza a queste proposte, e siamo fermamente convinti che nessuna rifor ma interna del ministero della guerra può essere permanente ed effi.cace, se n0n è basata su nn sano sistema di decentramento. Noi per conseguenza contiamo sui maggio1·i generali comandanti gli otto distretti wmninistrativi, nei quali abbiamo diviso il Regno Unito, per lib'erare il ministero della guerra dalla congestione, e· , per inculcare sa.ni principi amministrativi d i governo dell'esercito per opera di soldati, governo che costituisce la chiave di volta rlella « politica» che abbiamo esposto. Nella se?.ione 3• abbiamo richiamato l'attenzione sui r isulta.ti del grande accentramento, i quali hanno por t:ito gradatamente al controllo della « politica militare» per parte dei rami civili del ministero, e abbiamo proposto efficaci rimedi. Vogliamo ripetere che la critica della « politica militare» da parte dei borghesi, le cui funzioni dovrebbero essere limitate allo esame dei pr eve11ti.vi e delle spese, è divenuta un'abitudine incur::tbile se non si adottano riforme energiche. Le nostre proposte a questo riguardo si concretano in : a) Una completa nuova di.stribnzione .di lavoro fìn'anziario e di res ponsabilità; 71) Ulteriore decentramento del lavoro contabile e finanziario sotto capi militari ; e) Separazione della par te contabile dalla parte finanziaria; cl) Creazione d i un corpo omogeneo, addestrato nel lavoro cont;abile, per sostituire il presente duplice sistema ;


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RASSEGNA 1'4ILl'IARE ES1'EI: \

e) Una grande semplificazione e rid uzione di regola,uenti;

f) Un cambiamento cli personale, per accent,uare marcatamenteun completo cambiamento di sistema. A quest'ultima proposta f) àunettiamo la n1t1ssima importanza, poiché nulla di ciò che potessimo suggerire potrebbe convincere con eguale effkacia i componenti del ramo :finanziario che il vecchio sistema deve esse.re abbandonrLto e che si de~rono formare nuoYc abitudini. Se, adunque, il governo di S. l\'L non accetta le proposte contenute nelle·sezioni 2n e 33, le nostre fatiche saranno sta.te vane, e le riforme già adottate non prodnrranno buoni fru tti. Nella sezione 4" abbiamo' solleci ta.to la, formazione di uno stato maggiore generale (general stci:fl) istruito, e abbiamo definito le funzioni del p rimo membro mili tare del Consiglio clell'esei·ci to. Siccome questo è un cambiamento fondamentale nel nostro sistema militare ed una innovazione nella nostra stor ia militare, abbiamo. creduto conveniente stabil ire completamente e chiaran1ente i doveri flello sfato maggiore e la sua d istribuzi.one nei quartieri generali dell'esercito. , Occorrerà del tempo prima che un corpo di ufficiali possa essere addestrato a disimpegnare le responsabilità di uno stato maggiore generale, ma una scelta accurat a fra il ma.teriale già esistente può mettere il primo membro militare in grado di creare 11110 staio maggi:ore genera.le, che avrebbe reso impossibile lo stato di cose messo alla luce dalla commissione d'inchiesta sulla recente guerra, e che assicurerà in fotn ro nn'accnrat:1, e in telligente p reparazione alla guerra. Nella sezione 5" abbiamo spiegato con qmilche ampiezza il modo col quale si dovrebbe applicare nelle promozioni l'anzianith e la. .scelta.. A completare il mandato affidatoci, dobbiamo occuparci della divisione di lavoro e di responsabilità fra i vari altri membri del Consiglio dell'esercì to. Tratteremo questa materia nella parte 3n. del nostro rapporto. Con le due parti del rapporto presentate, ci lusinghiamo di aver ,pos to chiaramente i principi g enerali della riforma che ha per base la ricostituzione del min is tero delln. guerra, e che ci fu assegnata, come còmpito. Per la prima volta nei lunghi an1lalì della rifonntt. del ministero della guerra, i suoi intricati problemi sono stati, speriamo,

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studiati dal punto di vista della ~uerra anzi che da quello della pace. Lo schema che vi abbiamo posto innanzi è basato sulla consideràzione che la preparazione alla guerra sia lo ·scopo principale del ministero della guerr a, e che nessun ordinamento può essere sano in tompo di pace a meno che esso sia applicabile alle necessità di guerra.. Tenendo costantemente presente questo principio, abbiamo pro<posto : . . a) Uu nucleo permanente per il Comitato di difesa., allo scopo di assicurare lo studio continuato doi problemi difensiYi, e di coordinare le forze navali e militari della Corona. Consideriamo questa proposta come la chiave di volta della riforma architettata. b) Un Consiglio dell'esercito per l'alta ammini strazione dell'ese1·cito. e) La creazio°:e di uno sta.to maggiore genera.le, che è uno dei bisogni militari più urgenti. d) Se~ara.zione delle f'nnzioni amministrative da quelle esecutive. ·e) Intero decentramento del lu.voro amminist rativo. f ) Un completo sistema d'ispezione. o) Ca.mbiamenti finanzia.ri nell'interesse d i nna sana economia e aumento di responsabilit1L degli amministratori militari dell'esercito. h) Divisione d i doveri nel ministero delle guerra, per impedire le sovrapposizioni, per diminuire gli sforzi duplicati, e per assicurare il piano e rapido disbrigo degli affari. i) Un numero di cambiamenti sussidi~tri di sistema, immaginati con l'intendimento di aumentare l'autorità e la. responsabilità del militare, allo scopo di ottenere \1na più alta efficienza dell'esercito. j) Un cambiamento di personale, per avere nuove intelligenze e mettere in atto nuovi provvedimenti. . Speriamo che il nostro rapporto contenga quanto è necessario per chiarire i principi su cui insistiamo. Il Governo di S. M. ha già approvato la parte 1"· e ora energicamente sollecitiamo che siano accettate le proposte che vi sottoponiamo nella. parte 23, e che sia.no subito messe in atto. Presto sarà. pronta la parte 3", che tratta dell'ordinamento dei mmi del l\Jinistero (escluso quello del capo di s tato maggiore), della posizione dei servi1.i sanitari dell'esercito e di a!tre coso importanti.


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RASSEGNA MILI1'ARE ESTERA

Desideriamo che sia chiaramente inteso che il nostro progetto di riforma è stato immaginato ed elaborato come un tutt0, ~ che ogni deviazione· dai principì sui quali è basato, distruggerebbe necessariamente i sÌ:Loi benefici. Con la presentazione della parte 3" la nostra 1nissione sarà, compiuta. Xon possiamo concludere senza esprimere la nostra g ratitudine a tu.tti gli ufficiali dell'esercito che abbiamo consultato, speci:.1mente all 1ex-coma11dante in capo, per la gmndo e benevolente assistenza prestataci nell'adempimento dell'arduo o delicato dovere che ci è stato confidato. Dai mombri clel ministero della gDerra abbiamo pure ricevllto molto e va.lido aiuto. Ci sentiamo specialmente obbligati a ringraziare i membri del Consiglio dell'esercito di recente nomina, senza la cui cooperazione il nost1:o còmpito non avrebbe potuto essere adyglta,tamente d isimpegnato. (La lettera, in data 26 febbraio 1°904, si chiude con un tributo di lode al segretario della Commissione, tenente colonnello G. F. ELlison).

meno uu anno potrà tornare al ministero. I membri milit,ari de1 · Consiglio dell'flsercito devono persuadersi che i cambiamenti che propongono e i provvedimenti che concepiscono interessano loro stessi come gli altri, e che ossi avranno profitto o danno secondo <Jhe la loro amministrazione è sta.ta prudente o male aYvisata . 3. Insistiamo fortemente porchè questa r egola , di rimandare ad un servizio attivo por un a.o no dopo 4 anni, sia applicata a. tutti gli ufficiali del ministero dell a guerra. Qnesto è l'unico metodo col quale può essere mantem1to un contatto costante fra l'aniministratore e l'amministrato, e può essere stabilita u)l'effetti \'a simpatia fra il ministero della guerra e l'esercito. Il periodo di 4 anni, che· è stato posto per determina.ti comand i, do\Tebbe, })er quanto é pos:-;ibile, essere reso universale. ,b. I membri del Consiglio dell'esercito àgiranno con du plice qualità: a) come colleghi del ministro della g uerra al tavolo del Consiglio; b) come sopraintendenti dei diYersi mmi nei q uali saranno divisi gli affari al ministero della guerra. 5. La responsabilità del minist,ro verso i l Parlamento e il paese per l'amministrazione delle forze militari, non sara in Yerun modo diminuita, rna :;arà divisa da.i m.embri del Consiglio. (i. ll Consiglio deciderà. su tutte le quistioni di « politica militare», o su tutte le importanti quistioni che l·iguarda,no pii1 di un solo ramo del ministero della g uel'I'a. 7. Le decisioni prese rimarranno, e gli ordini esecutivi saranno emanati, iu nome del Consig lio come corpo. Perciò il membro o i membri del Consiglio che dissentissero da una decisione presa . hanno il dovere di dimettersi o di accettare una p:.wte della responsabilità dell'azione ohe la decisione importa. Quindi . mentre la fedeltà. al servizio deve impedirn ad ogni membro d i conservare l'ufficio se si contravviene a qualche cosa che egli crede un principio ,·itale di « politica», la solidarietà impedirà che le opinioni di ciascun membro siano cooos(:iuto foori dalla camera del Consiglio. L'opinione contraria di nn membro che non dia le dimissioni, è, per q nesto fatto, annullata, ed egli deve accettare la sua parte della conseguente responsabilità. 8. l principali doveri dei membri come sopraintendenti dei vari rami, saranno : a) Conformarsi alle decisioni del Consiglio; b) Deéidere su cose non richiedenti l'auto1·ità del Consiglio;

La 2" parle clel rapporto ,-i di vide in 5 Sl:lzioni, come segue ; Sl<~ZIOXE

l".

.ll Consiglio dell'esercito (A·1·my Om~ncil).

1. Il Governo di S. lVL avendo approvato l' istituzione di un Consiglio dell'esercito ed .avendone nominato i membri, riteniamo con veniente spiegare in t~rmin i generali i loro doveri o le loro responsabilità.. 2. Uno dog li scop.i principali che abbiamo teOL1to presente, é di impedire la cristallizzazione al ministero della guerra di limitate a.bitudini ment,ali, o di metodi vieti . Il miglior mezzo per raggiungern questo scopo, è la costante infusione di nuovo sangue nelle principali arterie d.ei rami amministrativi del ministero. Insistiamo perciò vi va mente perchè quattro anni sia il massirno periodo di fompo d1m,nte il quale un ufficiale può conservare il posto d i membro 1111litare del Consiglio dell'esercito. Dovrà, dopo questo periodo, passare ad un servizio attivo nell'esercito, e solo dopo al-


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RAS S EGNA MILITARE ESTERA

e) Portare davanti al Consiglio tutte le importanti qµistioni relative ai loro rami che richiedano la decisione dì un' autorita superiore. 9. I membri del Consiglio sa.ranno responsabili del proficuo lavoro dei loro rami, ed affinchè la responsabilità non sia scompag nata dal potere, essi avranno pieno controllo sul personale ai lorp ordini. 10. Qua.ndo n11 cambiamento di personale è necessar.io o consigliabile, sarà fatto dal membro del Consiglio i nteressato, dopo aver personalmente consultato il membro del ramo che può averYi a ttinenza. 11. Og ni membro militare del Consiglio amministrerà uno o più capitoli del bilancio, e ogni ramo avrà una sezione finan11iaria di persona.le borghese, incaricata dei conti e di dare quei consigli finanziari che al membro potessero oceorrere. I d ue grnndi rami di approvvigionamento, alla dipendenza del ter zo e q uarto membro militare, avranno una sezione contratti o compere, il cui ca.po può essere civile o militare. Tutti i contratti superanti una cer ta somma saranno indipendentemente registra ti e controllati dal Seg retario :6 n anzi ari o. 12. È essenziale impedire che i membri del Consiolio si SJ)rofon o ' d ino in dettagli amministrati vi . Essi non possono essere esperti in tutte le par ti dei loro rami, e devouo più sopraintendere che amministrare direttamente. 13. Il principale lavoro amministrativo dei ram i miìita.r i sara. per conseguenza, d isimpegÌ.Hlto da dirattm·i' alla dipendenza dei membri del Consiglio, e q uesti direttori devono essere forniti d i larghi poteri. Generalmente parlando, le q uistioni di « politica » saranno decise dal Consiglio, o sin.golarmente da{ membri int eressati, mentre l'amminis trazione spetterà. ai direttori. Presentemente il ramo delle Informazioni e della Mobilitazione è diviso in 4 sezioni, ognuno sotto un assistente quartiermastro generale. In avvenire il lavoro d i questo r amo, che sarà considerevolmente aumentato, sarà, aggruppato sotto tre diret tori. E in tutto il riordinamento degli affari che si è fatto al miuistei:o della iruerra, lo scopo è stato quello di assicurare un aggruppamento d;i do,·eri, che possa -;- almeno con l'andar del tempo - - e$Sere amministrat,o da direttori o ca.pi sezioni capaci. Annettiamo un'importanza estrema alla soelta di questi ufficiali, la quale deve esser fatta unicamente in base alle speciali attitud ini al disimpeg no dei loro vari doYer.i.

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Le conrnnicazion i fra il ministro e i membri militari del Oonsi-glio, e quelle dei membri fra loro, saranno principalmente fat te di. persona. Unft . lunga corrispondenza fra loro non è necessaria e può con- · durn,, come ora avviene, a confosione di i.dee. Conferenze personali fra i membri prima che le quistioni sirt.no · portate in Consiglio, sone specialmente necessarie. Attualmente può succedere, e succede, che dell e quistioni sianosottoposte al ministro per la deèisione prima che i fat ti siano accura.tamente vagliati. In tali casi, il ministro, o dà nna decisione sbagliata, o deve.·.. manda.re indietro le carte per avere qualche informazione essenziale, con che si ha un granlÌe ritardo. Similmente, le conferenze, personali fra i direttori debbono essere frequenti e sufficienti a . chiarire ogni punto dubbioso prima che le car te' g inngano iù me1~bri del Consiglio, e delle regolari r iunioni tenute una vol ta ogni quindici giom i sarebbero d i g rande vantaggio. Ci è stato eletto ; he· l'uso cli scrivere tanto e confnsamente è d iminuito in questi ultimi anni; ina la nostra inchiesta ci ha persuasi che si fa ancora molta . scri ttura inutile. Questo è un male fatale all'effict:.ce amministra-· 1,ione, e siamo couvint i che possa e debba essere soppresso. 15. Il congeg no che ab biamo proposto renderà in utile il Comi-· tato dell'esercito (Arniy .Board) . Quando, però, sono imminenti: operazioni d i guerra, è essenziale provvedere alle esigenze della. forza combattente, e, lasciando da par te ogni discussione scritta, far · sì' che si possa agire all'istante per fornire il materiale e l'equi1)ao·-· b giamento necessario. Questo importante scopo sarà assicurato con riunioni giornaliere dei direttori, lasciando libero il Cousio·lio del- . 0 l'esercito per l'esame delle maggiore quistioni . 16. · I n assenza di un membro del Consiglio, i suoi doveri devonoessere disimpegnat i da un altro membro. 17. I direttori non possono rappresentare i membri in ConsiO'lio· o ' ma essi, e qualunque impiegato del minis~or o della g uerra, possonoad ogni momento essere chiamati a dare le informa.zioni di cui po- . t esse aver bisogno il Consiglio. 18. Ogni membro del Consiglio ha bisogno di un segretario privato, che può essere m:ili.tare o civile, a scelta del membro. 19. L'attuale Sottoseg retario permanente, d iventerà, g iusta quanto, ha già approvato il governo di. S. ì\L, Segretario del Consiglio. Ciò, impor terit un cambiamento considerevole nei suoi d overi, che sa--


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RASSEGNA M ILITATI.E l~STEilA

ranno assimilati a quelli del segretario dell'ammiragliato, e riteniamo che il titolo . cli questo ufficio debba essere Segi'etario del ministero della guc1·ra (Secretary of the FVar .Office) . 20. Si danno ora dei casi in cui delle lettere emanate da un ramo · dal ministero della guerra non sono vedute e non sono neppure approvate dal suo ca.po. QL1esta e un'abitudine cbe deve cessare. Ogni lettera, tranne quelle che trattano di cose di routine, deve essere veduta e fi rmata dal membr o del Consiglio interessato. · 21. Insiatia1ao perchè le suddette proposte siano approvate come base 1:1 fondamento di r egole di procedura) che saranno immediata,meute necessarie. S E ZIONE

2".

Decentramento. 1. ~essnna propos.ta pel r iordinamento del ministero della guerra può por tare ad un miglioramento perman,ente nell'amministra;:ione, a meno che essa non racchiuda una grande e r eaJe misura di decen.trameuto . . 2. Le faccende che richiedono di. esser sbriga.te con calma e sollecitudine sono a.L1mentate enormemente in vol ume e complicazione. Nel 1871 il bilancio della guerra, ammontava. a sterline 12,975,000; nell'attuale anno finanziario la somma totale amministrat a è di ·starli.ne 34,500,000. Durante questo periodo il numero e la complessi tà dei bisogni ·delle forzo militari., e il numero di ques te ultime, sono anche cresciuti immensamente. 3. No~ è troppo il dire che non c'é stato nessun ser io tentativo d i rendersi conto del vasto aumento degli affari, dovuto all'introduzione di metodi per fezionati. Come è detto nella parte I , sezione 1a, del nostro rapporto, « non vi è stato nessnn ·cambiamento di natura c,rganica nel sistema di . amministrazione del minis tero della guer ra » dopo la parziale ricostruzione effettua ta come un risultato della dolorosa esper ienza della g uerra di Cr imea. Il per sona.le di questo di partimento dello :Stato è stato d i mol to a.11argato; il sis tema rima.ne, e il risultato è stato congestione da umi pa rte, sovraccarico cli lavoro con im})licita negligen;:a d i esso, o errori nel tratta re quist ioni di poli-tica, dall'altra par te.

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4. In omaggio alle proposta del comitato presieduto da Dawkins, sono sta.ti accordati m.aggiori poteri ai comandanti i corpi d'armata,;: ma ci risulta che, in conseguenza delle restrizioni imposte, il decentramento cosi e:ffettuato è stato più apparente che reale. Per lo meuo sembra che il ministero della g uerra ne sia stato poco o nulla. sollevato, e il sno personale, non solo non è stato ridotto, ma tende . sempre ad aumentare. 5. Il naturale risultato di un sistema. d isordinata.mente eccentrato, è sta,ta la. d istruzione dell'iniziativa in tutto l 'esercito. Gl i ufficiali in tempo di pace sono stati assuefatti a riferire ogni cosa a,l s u- periore) e a, ri fuggire la responsabilità. di agire. Sia.mo venut.i a conoscenza di esempi rimarchevoli della riluttanza ad assumere la r esponsabili tà, ,mche in cose comunissime. L'esercito è impastoiato da regolamenti complessi e minuti, compilati senza. alcun r iguardo a.lle essenziali esigenze di una. guerra moderna, e di difficile interpret azione. 6. Pare che si a.ttendesse che gli ufficiali sarebbero stati capaci di emanciparsi dagli effetti della loro educazione del tempo di pace, non appena fossero entrati in campagna.. Tale aspettativa non ·ha potuto realizzarsi, e mentre in molti casi si è manifestata naturalmente la difficoltà d i assumer e una inabituale indipendenza di pensiero e di azione, vi sono .stati altri casi i n· cui l' impr ovviso strappo ai r egolamenti, tenuti come sacri in tempo d i pace, ha por tato in g nerra all' adozione di metodi troppo poco regola.ment.ari. 7. Siamo assolutamente convinti che se l'esercito deve e~sere pre. parato ad esercitare l' inizia tiva e l'ind ipendenza di giudizio, che sono necessari in campa.gna., l'amministrazione cli esso in tempo d i pace deve essere effettivamente decentrata. Lo scopo dovrebbe esser quello d i incor aggiar e il più possibile l' assnnzione della responsabilità. 8. Il decentramento ·amministrativo può essere ottenuto in due · modi: ci) accettando il sistema dei corpi d'.1,rmata come base e conferendo larghi poteri ai comandanti di essi (geìie·ral ojjìce1·s com,rnandin,q-in-chief) ; con che si est,ende il sistema g ii.t parzialmente inaug urato ; . , ù) oppure si possono formare dei distretti amu'iinistrativi da servire all'aggruppamen to delle forze per istruzione, ma assolutamente, indipendenti da questo aggruppamento.


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RASSEGNA MILI'l'AR:E ES;I'BRA

RASSEGNA MILITAJiE ES'l'ER A

9. Il primo modo ha il grave svantaggio che molta parte del tempo dei comandanti i corpi d 'annat a , e dei grossi stati magg iori -che si devono dare ad essi, verrebbe assorbi to da affari di 1·oiitine. E poichè tali affari, che implicano nn lavoro di scritturazione su larga scala, richiederebbero inesorabilmente attenzione, l' istruzione -delle truppe, come l 'esperienza hit dimostrato, ne soffrirebbe infallantemente. Un altro svantaggio verr ebbe dal fatto che la mobilita,zione e ·,l'avviamento di forze spediziouarie disorganizzerebbe, o dist,rnggerebbe, il macchinismo amministrativo che sarebbe ancora neces,,sario. Cosi, come è avvennto nel 1899, hi con.fusione sopravverrebbe, ·e misure improvvise, necessariamente insufficienti, dovrebbero essere prese in tutta fretta. 10. Ritenia,mo assolnt.amente che l'istruzione e la preparazione ,delle fo rze di Sua Maestà per la guerr a debba essere il primo, e, per quanto possibile, l'unico dovere dei generali comandanti in capo (general 0Jfice1·s commandin,q-in-chie(), Per conseguenza, senza -esitare, scartiamo il primo dei due modi. 11. Dopo un'attenta considerazione, siamo convinti che l'effettivo ·decentramento, come l'effettiva istruzione delle troppe, richiedono la formazione di distretti .amministrativi, ai quali può essere de-legata una larga parte degli affari del ministero della guerra. Non ·v ediamo altro mozzo per assicurare la preparazione dell'esercito alla g uerra e, nello stesso tempo, per provvedere all'attuazione di servizi che sono nece:;sari tanto in pace come in guerra., e che sono ,-ora accent,rati nel sovr accarico ministero della guerra. Inoltre l::t divisione fra l'intendente (aclministmtor on,lines of cornrnunication) e i I comand::tute, che proponiamo d i stabilire, è essenziale in campagna, e deve, per conseguenza, essere un principio ca.rdinale nel ·nostro sistema di pace. 12. Il piano che noi proponiamo 110n implica un mutamento delle disposizioni esistenti , e si presta ad ogni riordinameu to dell' esercito che si voglia adottare per l'avvenire. 13. Non · entre1·emo in questioni di ordin amento, e ci contentei.:emo di esporre la nostra ferma opinio~e che si dovrebbe completare un corpo cl'a.rmata portando nna divisione di Salisbury alla dipendenza del comando di A.ldershot, e ch e le mobili tazioni ad dizionali dovrebbero esser solo per d ivisioni o brigate. Non siamo ,contrari al tentativo di organizzare corpi d'annata addizionali, i . . qriali non potreb bero in nessun caso essere abbisognevoli o 1mpie-

<>·abili. se non esistessero altrimenti che sulla c,u-ta. D'altra parte ;pini;mo che tutta la cavalleria e la fanteria nel R e~no Unito debba essere aggruppata in brigate, il che non è ancora s tato fatto. Anche il lo co~·po d'armata manca d i brigadieri . H . In ogni caso, come abbiamo rilevato al § 12, il pian o clrn proponiamo è indipendente dall'ordinamen_to c_he pnò ~ssuroere l'esercito. Esso però rende possibile provvedere 1 br1gad1en senza. aumento , , . di spese. 15. Prendiamo come base del nostro progetto ltL d1slocaz1one dei reo·o·imenti fissata nel 1873, e dirnoskeremo come, per la prima vol;a, il principio territoriale possa d ivent are una realtà. 16. Ognuno dei distretti reggimentctli è, di regola, comandato da nu colonnello, l'ampiezza clei cui doveri non è proporzio~a,l;a a.l suo <'Tado. Ogni deposito richiede un proprio ufficio coutalnlo per prov;edere alle paghe dei i·iservisti; ma neppure qui il lavoro _è ~ommisnrato all'organico. V' ha un evidente sciupio d1 forza, amun nistrativa, che può essere utilizzata· con appropria te misure. . 17. I distretti reggimentali esistenti devono essere aggruppati, qua.ttro a quattro, in rli.~t1·etti di b1·igata, comandato o~uu~o da un colonnello. Ciò darà 19 clistretti cli brigata. I d1s trett1 d1 brigata devono essere aggruppati in 7 distretti amm,inistrativi, comandato oo·nnno da un maggior generale. Così l' Inghilterra sarà divisa, per cfò che rio-uarda l'amministrazione, in 5 comandi t,erritoriali, comprendentt approssimativamente una quantità uguale di popolazione. .La Scozia e l' Irlanda completano il progetto. Londra deve forma.re un distretto amministrativo sè nella circoscrizione territoriale. 18. Non proponiamo di toccare i depositi d i fanteria esistenti, i · qLlali potrebbero 1·imanere sotto il comando di un ufficiale del reggimento e potrebbero essere ut ilizzati, se necessario, a scopi d1 recl utameuto e di mobilitazione. ) O"'ni distrett::i di briQ'atti avrà un ufficio di matricola (reco1·d l e~b office) per la cust,odia di t utti i docmnent~ per~o~al_i delle. n~ità che vi appartengono, e, tutte le volte che un·um~:\ e d1 g\1ar111g1or~e nel Regno Unito, la corrispondenza d1 tutto c10 che nguarda 11 personale sarà, tenuta direttamente fra essa unità e il suo ~,istretto di briO'ata. La contabilit,à delle paghe, per conseguenza, sara tenuta dal dif3t retto di briga.ta cui appar~ieM l'unità, e g li ufficiali combattenti sara nno sollevati dalle attuali responsabilità contabili. In par i tempo, sia il ministero della guerra che l'ufficio di battaglione

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(battalùm, orclerly roorn) , saranno sollevati da una massa d i lavoro cli 1·01itine. 20. Le unità delle altr e armi a.vranno uffic i di matricola (record offices) nei distretti a.mministrativi, :r-el disbrigo d ello stesso lavoro sbrigato dag li uffici di distretto di brigata della. fanteria ter;·itorializzata. Ciò renderà necessaria l'applictizione del principio territoriale alle altre armi, il che sa.rebbe un grande vantaggio. Attualmente i documenti personali della cavalleria, in numero di circ.a 25,000, sono tenuti .~ Pali Mall (minister o), mentre più cli 59,000 documenti personali dell'artiglieria sono accentrati a Woolwich. 21. Tu tte le quistioni riflettenti il personale (esclusi g·li ufficiali) e il reclutamento essendo trattate negli uffici dei distretti di brigata di fanteria, e in quelli dei d istretti territoriali per le altre armi, la maggior par te d ei doveri amministrat ivi verrà. a cadere sni maggiori generali comandanti dei distretti, che si occuperanno di: Provvedimenti di mobilitazione. Campi di tiro e cl' istruzione - Conservazione. Caserme - Costruzione e ma,nutenzione. · Terreni - Amministrazione. _,i, pprovvig ionamenti. Trasporti locali. Rimonta - Acquisti. Ospedali. . Materiali. Assegnazioni di dficiali. Nomina, degli aiutanti e dei quartiermastri. 22. Ogni maggior generale comanda.nte d i dist ret,to avrà alla sua dipendenza un persouaJe civile fornito dal minis tero della g nerra per tenere i conti del distretto. per dare quei · pa.reri fina.nziari che il comandante potesse richiedere e per coadiuvare questi nella compilazione del bilancio annuale. 23. Lo stato maggiore dei maggiori generali comandanti di di stretto sarà puramente amministrativo, e sarà. il rappresentant,Ò del secondo e terzo membro militare del Consiglio dell'esercito. In q uesto modo sarà accentuata la differenza fra qùesti stati maggiori e lo stato maggiore . operativo ( General 01· Operations Sta:ff'), diffe· renza che consideria.mo essenziale. 24. Essendosi provveduto pe:r un decentramento su linee stretta.mente territoriali, ]arghi poteri devono essere conferiti ai maggiori g enerali comandant i, i quali, entro larghi limiti, devono deci·-

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dere tutte le quistioni sulla propria responsabilità. Il risultato ne dovrebbe ess ire quello di sollevare il ministero della guerra, e specialmente l'ufficio dell'Aiut-ante generale (che nel rapporto del comitato presiedut0 da Dawkins è detto diso1·,qanizza.to senza speranza) da una grande quantità di affari ai quali non si può attendere con efficacia. Iu pari tempo gli ufficiali dell'esercito verrebbero gradualmente abituati ad assumersi delle responsa,bilità e ad agire di propria iniziativa., in modo da diventare idonei ai doveri che avranno da disimpegnare in campagna. 25. Tornando al còmando e all'istruzione delle truppe, l' unità per la cavalleria e la fanteria sarebbe la brigata, e i brigadieri sarebbero responsabili dell' istruzio11e ,e della disciplina delle loro briga.te, sia quando sono riunite in una sola guarnigione in tempo di pace, sia nel caso contrario. Simili principi hanno da applicarsi all'artiglieria, il cui ordinamento richiede un aggruppamento mag~ giore di quello di tre batterie. :Per cii) che riguarda il genio, ·è già.. stato fatto un progetto cli decentramento, ~he è in piena armonia con le nostre proposte. Alla riunione delle truppe in brigate in tempo di pace annettiamo una speciale importanza, come base di qualunque ordinamento d'ordine più elevato che potrà essere ulteriormente adottato. I brigadieri devono esercitare in tempo di pace precisamente g li stessi doveri, disciplinari e d'altro genere, che incombono loro in g uerra. 26. Il coordinamento dell'istruzione e del comando con l'a.mministraziune spetta ai genernli comandanti in ca.po (General Of.ficers Com.anding-in-Chief), i quali dovrebbero essere cinque, cioè : 1. Al:1ershot e Salisbnry - (corpo d"armata). 2. Ing hilterra Settentrionale. 3. Inghilterra Orienta-le. 4. Inghilterra Occidentale. 5. Irlanda. Il comando di Aldershot-Salisbury, essendo quello della prima forza spedizionaria, non è territorializzato ; ma il lavoro a.mministrativo di esso sarà disimpegnato dal maggior generale comandante il distretto sud-orientale. Come s'è detto al § 17, Londrn formerà un comando separato· per scopi amministrativi. Ogni coma~do comprende due distretti amministrativi, tranne l'Irlanda che· ha un solo distretto,. . 27. Come è stabilito al§ 10, il primario dovere. dei generali comandanti in capo sarà l'istruzione e la preparazione alla guerra 62 -

.4NNO .XtlX.


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delle forze regolari e di quelle ausiliarie. La. disciplina di t utt.i gli ufficiali, compresa l'autorità di convocare le. corti marziali ge1+erali e di conférmarue le sentenze, sarà affidata a loro. Essi si occuperanno. anche delle promozioni, dei trasferimenti e del congedo degli ufficiali regola,ri (fino al grado di maggiore) delle i1nità territorializzate nei distretti da loro dipendenti, e di tutti gli ufiiciali delle forze ausiliarie al loro comando. capo e i maggiori 28. Le. relazioni fra i generali comandanti generali comandanti i distretti saranno solamente di sorveglianza, tra.une per ciò che riguarda quistioni relative ad ufficia.li come sopra è detto. La scelta di località per nuove caserme e la compera o l'affitto cli terreni a s,copo d'istruzione o per campi di tiro, e a lt,re simili quistioni, devono essere trattate dai generali comandanti in capo. Una volta definite .tali qu.istioni, devono cominciare le funzioni del comandante del distretto. Questi sarà responsabile dell'andamento dei servizi amministrativi di cui al § 21; ma il generale comandante in capo sarà autorità suprema in ogni quistione. controversa. Le relazioni fra il generale comandante in capo e il comandante di distretto saranno cosi analoghe a quelle che si hanno a Portsmouth e a Devonport, dove esistono comandanti in capo navali e ammiragli con incarichi amministrativi. 29. Nella sezione 2a della parte 1 a. del nosko rapporto, abbiamo separato nettamente i doveri dei membri mi'litari 'del CoÌ1i-iiglio . dell'esercito. Col progetto di decentramento questa separazione sarà applicata a tutta la, struttura dell'esercito, in pace e in guerra. Cosi la composizione e il numero degli stati magg·iori dei vari generali saranno governati dalla natura e dall'estensione dai loro rispettivi doveri, e la confusione delle funzioni degli stati maggiori, che ora esiste, cesserà. ,30. Sebbene il progetto proposto nou sia stato sviluppato comple· taruente nei dettagli, siamo in grado di assicurare eh~ esso non implica un aumento di spesa. La sostituzione di un solo colonnello comandante di distretto di brigata a quattro o cinque colonnelli comandanti di distretto reggimentale, unitamente al considerevole risparmio che si otterrà riducendo gli uffici contabili, produrranno delle economie sllfficienti a fornire i brigadieri che sono cosi necessari, e gli stati maggiori addizionali. In paragone alla spesa che si avrebbe per completare l'iniziato proisetto di creazione di sei corpi d'arII1,~ta, vi sarebbe una grande economia.

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31. I principali vantaggi che risulterebbero dall'adozione delle ,nostre proposte, sono : a) L'istruzione delle truppe per la g uerra sarà resa efficiente, ,essendo essa affidata ad ufficiali specialmente idonei e non soggetti al pericolo di venire assorbiti da un lavoro di natura totalmente ·diversa; b) Similmente, i doveri puramente amminiskativi, sia in pace . -che in guerra, possono essere affidati a comandanti e stati maggiori . che ha uno attitudini speciali di questa natura; e) Il decentrament,o diventerà per la. prima volta una realtà, ,e gli nfficiali saranno abituati all'iu.i?.iativa e ad assumersi prontamente la responsabilità ; . il,) Il mini$tero della guerra verrit scaricato da una ·massa di 'lavoro, cui esso non è ben id oneo ad accudire, e i snoi principali ufncia.li potranno trovar tempo per sl;udia.re quistioni di, politica e ;promuovere un progresso militare; e) Gli ufficiali cqmbattent,i delle unità non saranno più cari·Cati di qnisì;ioni contabili, e potra.nno dedicare tutta in tera la loro ene'rgia all'istrnzione; f) Si potrà accudire assai meglio che. non ora al vitalissimo lavoro del reclutamento ; g) In luogo di infastidire il ministero della g uerra con le sue piccole domande o lagnanze, il pubblico imparerà a d irigersi ai comandanti locali. 32. Nostro principale scopo è stato quello di stabilire Ltn sistema -di pace che abbia il suo .esatto riscontro in guerra; che prepari gli ufficiali in pace per i doveri che hanno in guerra; e che fornisca un congegno che non possa essere disorganizzato dall'invio di truppe ·per servizio all'estero. 33. A vendo tracciato · le linee generali del nostro progetto, ed ,avendo posto i principi che consideriamo come essenziali, dobbiamo insistere fortemente perché le disposizioni esecutive richieste vengano st,udi:.te nei particolari da un comi tato d i tre ufficiali scelti, :assistiti da un competente rappresentante del ramo finanziario. SEZIONE

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Finanza m,ilita1·e. 1. La quistione finanziaria è la bas~ dell'amministrazione del ·ministero della guerra. Da una conveniente ripartiz~one di respon:sabilità fra i rami che si O!}Cupano delle spese e dei conti, d ipende


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sia l'efficienza delle forze militari, sia la salvaguardia degli iute-· ressi del contribuente. 2 . .Avendo porta,to tutta la nostra attenzione su questo importantissimo soggetto, non esitiamo a dichiarare che le disposizioni esistenti sono al più alto grado insoddisfacenti. Non producono· economia in pr,ce; portano direttamente allo sperpero in guerra;. te.udono. in ogni tempo, a combinare il massimo attrito col minimo, di efficienza. 3. 'rutto il sistema finanziario del ministero della guerra che si. è andato formando in una lunga serie di anni, e che ha la sua origine in Ùn lontano passato, è basato sul supposto che tutte le, autorità militari siano necessariamente sprecone, e che i loro atti· debbano essere controllati, in grande e nei dettagli, da borgJ1esi.. .A questa teoria è in gran parte dovuta la impreparazione alla guena, c he così frequentemente si è d imostrata, · O ad essa sonoanche da attribuirsi molte spese inutili. 4. Il dipartimento del Ragioniere generale (Accountant-General) è diventato una congerie smisurata e costosa, la quale si suppone controlli le spese sulla scorta di regolamenti involuti, che servono, ad aggrandire i poteri d i quella congerie sulle autorità militari, perchè essa sola pretende d i interpretarli. L'emiuente borgheseche occupa quel posto non è necessariameute un ragioniere provetto, e ì.l suo numeroso stato maggiore è alquanto promiscuamente· formato da impiegati che si occupano di bilancio, di revisione, di con ti, di contratti, cli semplice scrittnrazione. 5. Il fatto che sono stati nominati Direttore e .Assistente dìret,... tore dei contratti persone che non ebbero precedentemen te alcuna. esperienza di compere e alcuna conoscenza delle materie da com-· prarsi, illustra a sufficie.nza la portata pratica delht teoria dominante. 6. E inoltre gli archivi del ministero della guerra rigurgitano, di documenti comprovanti che gl' impiegati del ramo fim~nziario· esprimono liberamente la loro opinione su cose di « politica mi-· lita.re ». Questo, che è un risultato naturale della teoria dominante,. ha per effetto di distruggere la responsab.ilità dei capi militari al ministero della guerra, di confondere l'amministrazione, di procra-· stinare l'azione. La facoltà di trovare fondi disponibili quando la «politica. militare» li esige, o di mettere in campo difp.coltà fìnan-· ziarie in altri · ca.si, non dovrebbe certamente spettare, a nostro, giudizio, al ramo del Ragioniere generale.

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·7 . Grandi economie si possono realizzare soltanto con: a) L'adozione di .una sana« politica» dal bel principio; b) L'esercizio di una cura specia.le nella spesa _effettiva. . il Assicurando una rigida. osservanza di elaborati regolame~ti, dipartimento finanziario ottiene senza dubbio pi~coli risparnn; ma non ottiene, e non può ottenere, una reale econonna. . 8. La teoria che gli ufficiali di ogni g rado siano, per 11 s~lo fatt? -di vestire ]'uniforme, privi affatto d i ogni attitudine agh ~.ffan, ha inevitabilmente portato a produ rre la rilassatezza che s1 suppOJ1e deb ba in vece evitare. Quando il dana~·o è d~stribuito con parsimonia, separatamente per part,ite, e non e lasc~ata al~una lat1tn,dine d 'impiego, non è probabile che ne ris.nltino. n~ parm1. Tutt~v~a·: n ei •casi nei quali è stata accordata agli ufficiali una par~e d1 ieper le .sponsa1)1·1·1tà finanziaria , come nel caso dei fondi accordii,t1 . T · anovre e in quell~ dell'approvvigionamento dei distretti m1 1tan, m . N . , e e s i e manifestata una marcata cura dell'economia . .i: on v1 pu.o ~ss r ;alcun dubbio che, in proporzione dell'abitudine degli ufficiali aHe i·esponsabi li tà finanziarie, l' economia, che essi solo possono ass1·Cnrare. sarà effettuata. 9. ì\1entre il presente sistema di control.lo finanziario è futile in pace, ,e ro vinoso in guerra. Gli ufficiali , non abituati ad avere alcuna re.sponsabilità finanziaria, e gover~ati da r~golamenti e~cess1vame~~~ ,complessi) 110 n possono improvvisare alhstaute un. s1st~ma per 11 -controllo delle spese in campagna, quando le restnz1?'.11 sono tolte ·improvvisamente. Il ris ullato ne è, come nel Sud-Africa., lo sperpero di milioni. . . 10. Dopo matura riflessione, siamo venuti alla conclns1one che nessun ramo a l ministero della guerra richiede più urgente era. .dical.~ r iforma di quello del Ragioniere D;enerale. 11. In consegueJ1za, proponiamo di risa.lire ai primi princ1.p1, di -d.efinfre i veri doveri e le vere responsabilità di un ramo fìnau.ziario) e dt dimostra.re come le esigenze del ministero della guerra .sotto questo rispetto possano essere soddisfatte. . 12. Tn primo luogo, il 'resoro è, e deve essere, resp?nsab1Ie della ,provvista dei fondi annualmente assegna ti dal Gabinetto al.man~ tenimento delle forze militari. Il 'resoro è anche respon~ab1le d1 tutte quelle diversioni dei fondi assegnati, che ~uò sanz~onare su richieste del ministero della g uerra. Finalmente 11 Tesoro e respon,sabi le dell'ordine fìnanziario ·in tutti i dipartimenti dello. Stato: e può, per conseguenza, esigere quei metodi di contabilità che grn<lica migliori. A


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l 3. Ne consegue che il ministero della g uerrn non può oltrepassare nessun capitolo, nè passare danaro d,1, un capitolo ad HU altro,, o da una sotto-divisione ad. un'altra, nè prevenire l'autorità del Parlamento, nè imprendere n uovi servizi; nè p rendere misure che, importino spese periodiche, senza la sanzione del 'l'esoro. Generalmente parlando, aduuque, il Ministero della guerrn non può impeg na.re il Tesoro per spese non concesse nell'annata, o tali che potr ebbero portare un aggr avio nel bilancio deg li anni successivi. Tranne che col rifiuto della propria sanzione nei casi sopra detti, il Tesoro non pt1ò effettuare economie, una volta che il bi lanciomilitare d ell'anno finanziario è accettato dal Parlamento. 14. Le responsabilità finanziarie del ministero della guerra cominciano quando il bilancio è stato approvato, o quando il 'fesoro· ha sanzionato delkspese in anticipa½ione, e il Ragioniere genera,le è stato considerato in certo qual modo come Llll i~piegato del '1.'csoro .. Non t roviamo che il suo ufficio sia statutario; ma è chiaro che vi deve essere a l ministero della guerra un ragioniere per certificare che la spesa è stata in accordo con le limitazioni, sopra defi nito, imposte dal Parlamento. · 15. Le speciali relazioni del Ragioniere generale col Tesoro, o il fatto che egli, o il Segretario finanziario, è l'intermediario di tutte le comunicazioni fra il minis!;ero de.Ila guerra e il Tesoro, hanno portato il ramo fimrnziario ad una posizione di duplica dipendenza.• Così, siamo venuti 11, conoscenza d i un caso in cui .i l Tesoro fu richiesto di sanzionare, e sanzionò, unà spesa, la cui natura fu dis~pprovata dal capo militare del ramo interessato. Finalmente, il Ra.g ioniere generale, nel la sua qualità di ad latii:s del Segretario· finanziario, ha avuto libero accesso personale al ministro e ha potuto ottenere delle decisioni, che i capi militari, se presenti,. avrebbero fiera mente combattuto. 16. I risultati sono stati eminentemente insoddisfacenti. 11 ministero della g ue1'.ra è diviso in d ue campi, gli occupanti dei quali si guardano con mutua diffid,mza. La responsabililà dei capi mi litari è stata resa nominale, eccetto in tempo di guerra, quando il ramo fina.nzia.r io sparisce come autorità cli controllo. Il minis tro è stato ridotto a da.r decisioni sopra. una parziale esposizione del caso. I membri del ramo finanziario, non contenti della cri tù:a puramente :finanziaria e della preparazione dei bilanci, hanno preso l'abitu dine di esprimere liberamente la lorò opinione su quistioni di· « politica militare». Così un impiegato principale può, con la sua.

nrma, censurare i l. generale comandante d i un corpo d'annata, mentre nn altro pL1ò fare delle osservazioni critiche ad un documento, nel quale un capo millitare def ministero ha espresso la sua opinione. 17. Tali condizioni ci sembrano intollerabili e dimostrano pienamente l'inefficienza amministrativa del ministero della guerra. Mentre g li nrti personali possono occorrere solo occasionalmente, è frequente l'urto molto pit'1 serio che sorge dalla interminabile corrispondenza scritta, che logora le energie degli impiegati e li rende inetti al disbrigo dei loro veri doveri. Nell'esporre questi inconvenient i, che sono emersi nella nostra inchiesta, non intendiamo cli alludere perso11almente agli attuali ,impiegati borghesi, i quali hanno coscienziosamente adempiuto ai doveri sorti dalla 1:iraticét del falso sistema finora esistente. . 18. Il goverr10 di S. M. avendo accettato il principio del governo dell'esercito per opera di un Consiglio, che è stato già nominato, a lcuni dei mali segna.lati devono sparire antomaticamente. 19. Il Segretario finanziario è ora collega dei membri del Con·siaJio e non può più occupare .h posizione di un critico indipene den te, <)On la speciale autorizzazione di libero accesso al Ministro. Egli divide la responsabilità di un efficiente ed economica amministrazione delle forze militari con g li altri membri . Gli sono assegnati specialmente dei doveri, ma non ha responsabilità·propria e di:fferento da quella degli àltri. Il Parlament,o e i l Paese devono d'o ra innanzi ritenere i1 Consiglio dell'esercito responsabile come un tutto, pel tramite del Ministro, dell' efficienza delle forze. Il Consiglio è uno e indivisibile, con scopi e interessi divisi in comune fra i suoi membri. 20. 11 cambiamento orga.nico creato dalla costituzione del Consig lio dell'esercito deve farsi senti~e in tutto il ramo finanziario. Le legittime funzioni di questo ramo sono necessarie come sempre, e più esperto esso può esser reso, di tauto più efficiente sa.rà l 'amministrazione del ministero della guerra. Le sue r esponsabilità però cominciano e finiscono con la c{·itica strettamente :finanziaria sui bilanci e con i pareri dati ai capi dei rami dell_e spese e al .Consigl~o dell'esercito. 21. Nella pa,rtA II, sezione 2\ del nostro rapporto abbiamo insistito sulla necessità di dare pot eri fì narJZiari e responsabilità agli ufficiali, e abbiamo affermato t he solo in questo modo si può ottenere una reale economia , in pace e in guerra. Perchè gli ufficiali


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possano esercitare quèsta responsabilità, hanno bisogno di consi.gÌieri fìna.nziari, i quali debbono essere forniti da un corpo specialmente ist.ruito ed omogeneo, all'infuori dell'esercito: 22. . Questo corpo attualmente non· esiste. Invece vi sono due corpJ, uno civile ed uno. militare, i cui rispettivi doveri frequentemente si sovrappongono. Questo è uno stato d1 cose costoso e nello stesso tempo inefficace. 23. Da una parte si ba il ramo finanziario alla di pendenza del .Ragioniere generale, zelante, che lavora molto; ma che, come abbiamo rilevato, esercita funzioni fuori affatto della propria sfera. Dall'altro lato abbiamo uu dipartimento co~tabile del!' eserci to (Army Pay Depctrtment), i cui doveri, S})ecie in guerra, si confondono con . quelli del ramo finanziario. L'uno è stato, fino a poco tempo fa, interamente foori del contatto con l 'esercito, che ha controllato al più al to ·grado. L'altro, con funzioni limitate, è una parte integrale del sistema militare, ed è amministrato dal Quartiermastro generale. _24. Q~esto duplice ordine di cose per trattare la par.te contabile e quella finanziaria, .ha i seguenti gravi svantaggi: · a) Non essendo t l d ipartimento contabile alla dipendenza del Ragioniere generale, è necessario un ente che faccia da intermediario fra il dipar timento contabile e il Ragioniere genera.le nella sua qu1.1,lità di primo ufficiale contabile ( O!iief Acco·unting OJjìcer). Questo ente (A·udit) di per se solo comprende circa il 5 °/o dei contabili dell'esercito. E sso si dimostra di poca utilità pratica; ma importa spese non necessarie e complicazione. b) I pagatori (Paymasters) in molti casi hanno doveri così ristretti, che non sono commisurati col loro grado e col lorò stipendio. I più capaci fra questi ufficiali non hanno sfera suffì.ciente alla loro energ ia, e sono <iominati dal ramo finanziario borghese. D'altra parte, le promozioni essendo regolate per anzianità, vi e poco incentivo ad applicarsi, e degli ufficiali possono arrivare a.cl un alto grado senza aver raggiunto un'abilità finanziaria corrispondente. A malgr ado di ciò, i pagatori, e;sendo reclutati nell'esercito, trovandosi in contatto quotidiano con esso, e facendo servizio in tutte le parti dell'Impero, acquistano una esperienza che fa sempre .difetto al ranio borghese del ministero della guerra. e) In omaggio alle proposte del comitato p resieduto da Dawkins, delle locali sezioni finanziarie borghesi, staccate dal ramo del Ragioniere generale, sono state stabilite in alcune località., fuori del

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ministero della guerra. Ora si e proposto di metterne una nel .Sud-Africa, dove evidentemente occorre. Ciò, t uttavia, ha per effetto di duplicare ancora le attribuzioni finanziarie e d ( creare una -0.uplice responsabilità :finanziaria nei comandi. E poiche i membri ,del ramo fiuanziario borghese pare che abbiano acquisi to implicitamente il dovere di servire a Lon:dra soltanto, il loro t rasferimento .alle guarnigioui fuori della capitale implica un considerevole aumep.to di stipendì. Questa spesa sarà ancora aumentata dal)a forma:1:ione di. rami finaziari borghesi all'estero. 25. Ci .sono state presentate delle proposte per creare un Dipa,rtimeuto Finanziario dell'Esercito (Army Finance Department) ap1n·opr iatarneute costituì t,o: a) assorbendo il ramo contabile militlire, e b) aumentandolo gradatamente, in modo da metterlo in grado ,di assumersi tutte le incombenze con tabili. Il bisogno di un corpo omogeneo per sostituire l'attuale confuso ,ordine di cose, pare universalmen te r iconosciuto. 26. Siamo convinti che il lavoro contabile, come pure il servizio ·di éassa, deve essere nelle mani cli un ramo specialmente istruito, .separato dall'esercì to, e che essendo necessario un CaJ)O ragioniere { Chief Acco-uiitant), gli ufficiali di questo corpo devono essere i s uoi .ufficiali. Opiniamo pnre che il ramo contabile debba essere nel pii'.L, stretto possibile contaLto con l'esercito, e che il divorzio dell'elemento borghese del ministero della guerra col lavoro finanziario cui esso p1;ete11de di sovraintendere, ha prodotto molto danno. La ,esperienza ha provato che in ca.mpagna é necessari.i la presenza di uno stato ma,g giore fìnan7.iario esperto. Il ramo che si. riorga;rli'zzerà. deve dunque essere a)Jile al serv1zio in t 11tte le pa.rti dell'Impero. 27. L'adempimento delle suesposte condizioni e, a nostro parere, Yi t.ale per il rioi:dinamento del ministero· della guerra. 28. ~ necessario amalgama.re il dipart,imento cont'1bile dell'esercito (A1-r11,y Pay Department) con l'attuale ramo del Ragioniere generale (Accoimtant Ganeral), stabilendo per il nuovo corpo la se.guente gerarchia : capi ragionieri, ragionieri, deputati rag ionieri, .assistenti ragionieri, deputati a,ssistenti ragionieri, o ùn'altra simile, con una sezione di scritturali . Gli ufficitdi dell'esistente dipartimento contabile riterrebbero il loro attuale grado.

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29. Il consolidato d ipartimento finanzia rio dell'ese1·cito dov rebbevenir reclutato con uno speciale esame di concorso frn giovani di 18· a 20 auui di età. Al loro g iungere al dipartimento, sarebbero sotto-· posti ad un periodo di esperimen to, che dovrebbero fare in par te in una guarnigione fuori del Regno Unito. 30. Non proponiamo affa,t to di esç,ludere gli ufficiali combattenti d aJ dipartimento fin anziario dell'esercito; nuL essi vi dovrebbero en-· tra re non più tardi del 26° anno di età, e dovrebbero sottostaro ·ad un esame, seguìtò da un esperimento di })rov11,. 31. Le promozioni dov rebber o essere a scelta in tutto il di par-· timento. 32. L e attribuzioni generali del dipart,imento finanzi ario dell' esercito sarebbero : tenere i conti.· dull'esereito, sopraintendere alle· entrate e alle uscite del danaro, esaminare le spese di vestiario, :irmi, equipaggiamento, animali , e del materialo in generale, prestare aiuto nel prepara-re i. bilanci, dare quei pareri che fossero richiest,i, e fare quei rappor ti periodici che sono necessari a mettere in g rado il Seg retario finanzia.rio di sorvegliare le spese. 33. Il di par timento forn irà delle sezioni ai r arui incaricati delle, ,;pese al ministero d.ella guerra, agli otto distretti amministr ativi in cui proponiamo di dividere il Reg no Unito, alle g uarnigioni al-· l'estero, a.gli uffici contabili, e alle forze sped_izionarie in campagna. 34. I capi delle sezioni così distaccate sa1·anno responsabili dei parer i da dare, dei bila.nei e della regolitrità n ell a ten ut a, dei conti . Sotto il controllo del Consiglio dell'esercito, i membri militari del Consiglio saranno responsabili dell'amministrazione dei rispettivi capi toli , e L1n a simile responsabilità spetterà. agli ufficiali generali comandanti in capo per l'amministrazione delle somme assegnate ai comandi ris11ettivi. 35. Segu;ndo i principi che sosteniamo per ciò · cho riguarda i rami milita.ri, il perso nale di questo nuovo d ipartimento sarà amministrato d a un Direttore delle .finanze dell'esercito a mezzo di un ragioniere pri ncipale. 3G. In aggiunta vi dovrebbe essere un piccolo ramo esperto d ipendente da nn Assistente d irettore delle finanze. dell'esercito, che si occupasse dei bilanci annuali, della « politica » finanziaria in generale, delle relazioni contabili con gli altri dipartimenti dello, Stato, e della r evisione dei maggiori contratti.

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RASSEGNA MILITARE ESTERA

37. L'ordinamento generale 'l.ppare all'ingrosso dal seguent e dia-· gramma: Membro finanzia rio del Consigli o Dit'eltÒre delle fi n~nze del!' esercito _ _ ·_ _ __ _.!.. I _ __ _ _ _ Assistm te diretto rJ delle fi nanze dell'eserci to .

I

\.

Ragioniere princi(l,tlo.

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l

J3ì lanci parlarrwnlan. • Pol itica ,, fi nanzia ria. Relazioni finanziar ie con gli altri diparli mcnti. ne, isione dei grani! , contratti.

Contabilità . Pareri fìna111.iari. Comp ilazione dei bilanci. Esame dei con ti. Pagamenti <l i cassa.

88. Insistiamo fortemente per.chè si proceda snbito alla forma-zione del diparti mento :finanziario dell'esercito sulle linee .che ab·. biamo tni,cciato, e crediamo che si posst~effettuare una riduzione nel costo attua.le dei d ue corpi che si occupano di contabilità, con l'a-· malo·ama che proponiamo. Siamo convin ti che, contenendo il irnovo ram~ fin anziari o strettamente nei limiti 'Che abbiamo proposto, addossand o la responsabilità fi nanziaria agli ufficia.li generali comandanti in ca.po come abbiamo sostenuto, e.riducen~o di molt,o gha~tuali regolamenti, ne risulteranno grandi economie, e che 1. a.mmim-· stra.,ione generale del ministero della guerra come agenzia per .}a t ransazione di affari migliorerl.t largament,e. Nel con tern,po 11 nuovo congegno potrà impedire quell' eccesi;ivo sperpero di pubblico dana.ro che si è avuto nel Sud-Africa. 40. Abbia.mo rilevato (§ 20) che un cambiamento organico deve n ecessariamente seguire alla creazione di un Consiglio dell'eser~ ci to. Mol to d i pii1 occorre, tuttavia, e non è ragionevole aspettarsi . che il ramo borghese del ministero della guerra, per quanto i suoi · membri siano capaci e devoti, si adatterà alle condizioni r adicalmente diverse da quelle che sono venute su da una lung amente e fortemente radicata tradizione. Di conseg nenza, come nei rarni militari, saranno essen ziali dei cambiamenti d.i personale, e fortement e insi-· s tiamo acchè si proceda 'ad applicare i. principi che abbiamo pos to. SEZIONE

4•.

.Il ca,PO dello stato m,aggiore generale.

1. L'esper ienza ha dimostrato l 'urgente necessità di un completo· riordinamento dello s tato maggiore dell'esercito. 2. Molte canse hanno contribuito alla dist,ruzione del sistema creato per far fronte alle esigenze. della. ~uerra :eni~s u~are. Intanto, la complessità degli odierni eserciti, le d1fficolta d1 maneg-,


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RASSEGNA MILITARE J~ST ERA

g iare grandi masse di truppe, e il bisogno di uua diligen te istru.zione e preparazione in tempo d i pace, souo largamen te aumentati. 3. Prima della fine della Guerra Peninsulare il dipartimento del Quartiermastro generale aveva assunto le funz ioni di uno stato mao·. . . = g1ore operativo. La sua influenza era divenuta potente, e il n umero degli ufficiali impiegati in esso superava cli molto i l numero ·d i quelli occupati nel disimpegno delle incombenze del dipartimento dell'Aiutante generale. 4 . Una lunga pace, portando all'obblivioue delle esigenze della g uerra, tende inevi tabilmente ad esa.ltare le funzioni dell'Ai utante -~enerale. Di più, duran te un periodo nel quale l'educazione e l'i· strnzione militare erano ìn ogni parte trascurate, vi era poco o nessun lavoro per uno· stato maggiore o.p era tivo. Così, nel 1816, .al ministero della guerra si avevano 11 ufficiali al ramo del Quar· tiermastro generale e 5 a quello dell'Aiutante generale; mentre, .50 anni dopo, questi numeri erano invertiti. , 5. Nel 1854, quando la g uerra era imminente, pare vi sia stato qualche tentativo per rievocare il sistema creato nella penisola1 e furono ufficialmente ripubblicate, come guida, le istrnzioni. date iu Ispagna agli ufficiali del dipar timento del Quartiermastro generale. .i\'fa, non esisteva uno stato maggiore operativo ben· istruito, e un simile corpo non poteva essere fat to sorgere allo scoppio della g uerri~ con la ripubblicazione di istruzioni. , 6. Nel regolamento di d isciplina (Qi,een's Regulations) del 1868 .e~·a detto che il ramo delPAiutante g,merale doveva essere il cana.le attraverso il quale gli ordini erano emanati alle tr uppe, e le fun• .zioni del Quartiermastro generale erano così per la prima volt.a .s ubordinate ufficialmente a quelle dell'Aiutante generale. 7. In Prussia, dopo la pace del 1815, lo stato maggiore generale decadde; ma gli eventi del 1848-50 portarono alla s ua completa i·icostruzione, alla quale presiedette il 111:ol tke. I r isultati si dimo.stra.rono luminosamente nel 1866 e nel 1870-71. 8. In Inghilterra, dove gli eventi degli ultimi anni ora detti produssero una grande, sebbene temporanea, impressione, e dove le grandi manovre del 1872 appalesarono molti d ifetti, st de6uirooo .nuovamente i doveri del Quartiermastro generale nel regolamento -di disciplina del 1873. · 9. Pare che condizioni interne del ministero della g uerra ab· biano militato contro il mantenimento di uno stato maggiore ope..ratiyo, e, nella confusione delle idee a mministrati.ve che prevaleva,

RASSEGNA MI LI'l'A:&E ESTERA

le d ispos izi<tni nel tempo di pace ripresero il predominio. Nel _188S l'esistenza del dipartimen t0 del quartiermastro generale, come parte, integrale dello stato maggiore operativo dell'esercito, fu distrutta. Da quel tempo il quartiermastro generale, come spiegò l'ex CO· mandante in capo alla Commissione di inch iesta sulla guerra del sud-Africa, diventò nn direttore degli approvvigionamenti. e tra-· sporti. I più i mportanti doveri di uno stato maggiore operativo non vennero assegnati a nessun r àino dell' esercito, e pare che siano, stati dimen ticati. 10. Nel 1873, al d ip artimento del Quartiermastro generale fu. istituito un ramo I nf01·mazioni per raccogliere e colleziona.re le informazioni mili tari; ma. nulla fu fatto per creare uno stato maggiore, generale. Nel 1887 il ramo informazioni passò all'Aintante generale •. 11. Nel 1886 si formò una sezione j\fobilita,zione, alla dipendenza del direttore delle informazioni milita.r i, per compilare progetti di, pa.ssaggio dell'esercito al piede di guerra. Questa sezione nel 1888 fo assorbita nel jipartimento dell'Aiutante generale. Nel 1895 si· cambiò ancora, per mettere la sezione mobilitazione a lla dipendenza.. diretta del Comandante in capo. 12. Nel 1901 il ramo info rmazioni e la. sezione mobilita.zione,. uuitament,e ad altre faccende che propriamente era.no cli pertinenza del dipartimento dell'aiutante generale, furono messe sotto un Di-· rettore generale delle informa.zioni militari e della mobilitazione,. che fn fatto membro del Consig lio del ministero della g uerra ( Wm· Office Counctl) e del Oomitd.,to di difesa (Defence Committee). 13. Mentre, adunque1 le gra.ndi poteDze d'Europa stavano cercando di perfezionare i loro s tati maggiori geuer;.\li , al ministero della gnerra inglese si provvedeva solo alla ra.ccolta di notizie e alla preparazione di p rogetti di mobilitazione, passando i rami che di queste cose si occupano da un di partimento ad un altro, a seconda delle opinioni che al momento prevalevano. 14. Qnando scoppiò la g uerra sud.african a, il progetto di mobili-· tazione era così ben preparato, che l'equipaggiamento il trasporto, dei successivi scaglioni ai.- por ti d'imbarco si potè effettuare senza, scosse. Però, non solamente non vi era uno stato maggiore istrui to, rna alcuni fra i più importanti doveri di questo stato maggiore non ei'auo assegnati ad alcnn corpo di ufficiali. A quel tempo, l'istruzione e le ese1·citazioni militari, combinate con soggetti incongrui come la cucina, l'istruzione della musica, la mensa dei sottnfficiali ,. erano trattate da una piccola sezione di d ue ufficiali .

e


RASSEGNA MILI'rARE ESTERA.

15 .. Non esitiamo ed affermare che tali condizioni pregiudical'ono gravemente la condotta delle operazioni nel Sud-Africa., ed annettiamo perciò un'importanza estrema a.lla costituzione di uno stato maggiore gene,rale (General Stai}) con funzioni definite in paee e i n guerra, educato ai s uoi specia.li doveri, che comprenda le miglior i intelligenze dell'esercito, e che lavori continuamente a mig liorare l'istruzione delle truppe e .il grado della loro' preparazione ·alla g uerra. A. creare un tale stato ·maggiore ci vorrà del tam po, e noi insistiamo f'ortemente perchè si facciano subito i passi necessari. 16. Uno stato maggiore generale, come la parola è intesa in tutti gli eserciti bene organizzati, consiste in un dipartimento che ·dedica tutta la sua attenzione ai problemi militari nel senso più lato, e in m1 corpo di ufficiali che .in tempo di pace si occupa dell'istruzione di tutti i g radi dell'esercito e che si prepara a dirigere le operazioni in campagna. 17. Nella parte l", sezione 1•, del nostro rapporto, abbiamo as·segaato certi doveri dì uno stato maggiore generale al Comitato di difesa del Gabinetto, pres{eduto dal primo ministro e assistito ·da nu piccolo Segretariato professionale. Questi doveri, di vitale importanza, si riferiscono alla coordinazione di tutte insieme le qui.stioni imperiali che rigna.rdauo l 'ammiragliato, il ministero della .guerra e tutti gli altri dipa.r ti menti dello s tato. Come abbitimo rileva,to, non v i è altro mezzo, sotto l'esistente Costituzione., per trattare tali questioni . 18. Giusta le nostre raccomanda~ioni, è sfatto nomil'.\ato un Capo di stato ma.ggiore generale dell'esercito, eh.e, libero da tutte le att ri bn,1ioui esecutive e da quelle della 'ì'Otttine del tempo di pace, potrà sopravvedere all'istruzione e a.Ila preparazione dell'eserci to ,alla guerra. e studiare progetti militari, offensivi e difensivi . 19. Abbiamo definito all'ingrosso i doveri del .ramo del Capo a·i stato maggiore generale come quelli che si riferiscono alle opera.zìoni cli guerra,, Orn, nel seguente specchio n. 1, mostreremo l ' ordinamento di tale ramo sotto tre direttori, con speciali doveri, cioè: a) Direttore delle operazioni militari; b) Direttore del servizio di st,ato maggiore; e) Direttore dell'istruzione militare. Questa divisione di doveri ci è sembrata, dopo molta considè,razione, la migliore, ma è evidente che si deve mantenere il più :Stretto contatto nel lavoro delle tre sezioni. 20. Una pubblicazione d'indole generale, che esponga i principi :Sanciti per ciò che riguarda l'istruzione delle forze e la loro arn-

979

RASSEGNA 11ILITARE ESTERA

m inistrazione i n guerra, è essenziale. Il Regolamento d i servizio jo guerra. (Field Servicc Regulations), d i cui è già stata pubbli·Cata una parte col titolo Ist1·w;ione combinata (Cornbined Training), ,costituisce un passo innanzi nel soddisfacimento di questo bisogno. La pa.r te _che tratta deìl' Amministrazione io guerra ( Wcw Adinini.stration) è attualmente in gran parte allo stato d1 bozM. 21. Vi sono alt.ri libr i che hanno bisogno cli essere compilati in , ~rmonia col Regolamento di servizio in guerra, come è qui sotto indicato in forma di diagramma :, n,,golamen to ùi servizio ir1 guerra I

I l

,Arnmir,i:Hrazione in guerra

1

RPgolameo to d' esercizi per 1a cavalleria Regolameoto d'esercizi per !'artiglieri.~

Or.!?flflicl '1 i gnPr.ra

Jl!:rnuali rt i S"rvizio in gue rra /Jcll e varie arll'I;. E1ego1ame11li di guerra per i serv izi.

I Istruzione comb inata

(tt llegolamento d'esercizi 11er la fanter ia Regolamento d'e,ercizi por Ja fanteria montata l\fonnali per fo rtitic<1z ione d1 campagna, per l,1

cou1pil,1zione di sch izzi, ecc.

22. La preparazione e la revisione di tali lavori devono neces:Sal'iamente esser fatte in differenti rami del ministero della guerra, ,o da commissioni; ma la coordinazione e la pubblicazione di essi <leve essere fatta a cura del ramo del Capo dello s t,ato maggiore generale. Abbiamo assegaa.to questo lavoro al direttore del ser vizio di stato maggiore. ~3. Il segnente specchio N°. 1 d imostra la distribuzione generale dei soggetti che proponiamo per il ramo del Capo dello stato mag.giore generale: , 24. Riteniamo essenziale che il personale impiegato al ministero -dell::i guerra nel ramo del Capo dello stato maggiore genel'ale non -debba diventare sedentario. Il Capo dello stato maggiore generale ,e il Direttore dell'istruzione milita.re debbono essere presenti a tutte le grandi manovre; e gli ufficiali, nel ~a,ggior numero possibile, ,devono essere impiegati come g iudici d i campo o incaricati. del disimpegno delle attribuzioni dello stato maggiore generale. Gli ,ufficiali impiegati nel servizio Informazioni devono essere mandati per questo servizio con le truppe operanti nelle regioni che hanno .studiato, e devono in tempo di pace studiare di presenza queste regioni. Durante una guerra di quulche considere'\'ole grandezza, .alcuni dei servizi deì ramo rimarranno vacanti e si manderanno gli ufficiali a far servizio di stato maggiore con le truppe.


SPECCH IO

I.

CD

00

o

Doveri del Capo dello st.ato maggiore generale .

Capo dello statio maggiore genera.le.

I

Difesa militarn dell"impcro. Raccolla di informazioni. Sovraintendenza all'istruzione delle forze mili lari. Loro impiego in guerra. OrdinamenLo di guerra. ~clucaziono degli ulli ciali. Scelta o governo dello stato maggiore generale. Telegrafi o segnalazioni.

_ _ _ _ _ __ !

Direttoré dci'le operazioni militari.

I

I

Infor mazioni eservi· zio segreto.

I . ne :-" cz1o

geograrlca e topogratlca.

;:.. (/J (/)

Direttore del servi1.i~ (li staLo maggioro.

Direttore dcll'i!truzione miliLare.

I

I

I Informaz ion i snll' impero inglese e sulle sue forze mi li ta1·i. Dislor.a 1. ion e straJ.e~ica. de II' esercito regolare. PrPparazio ne di progetti offensi.ri. St.uclio <li prose Lli rl 1ctifesa imperiale (all'inruor, del llegno Unito).

.

r

Asso g na zion o r

istrniionedellostato maggiore µeneralc. ASsE'gnazrone di una pnrlc de~ li insegna11ti alla Sn1ola il i i ucrra ISta/J' Col· lege) e ai collegi uci caitetti Istruzione ed esa· mi della scuola cli gun ra e dei collegi 11ci cartetti. lle~olam,·nli rcla· tivi :illa 11omioa de· gli uJUciali clell'tsercito ' Educazioneprofessionale e esami di promol.ione <logli Uf· lic1ali. t.c;sami di lingup

estere,

I

Co orci inazione tf i L11tte le pub· bhca1.ioni rPlative all'1struzio· ne di campagna, al I' or<1i11amento di guerra e alla istruzioue t a t • ti ca dell' esercito. Storia militare. Bibliotrche <lèllo stato maggio· re generale, sia aI mmiCìloro che ai comandi.

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1

Difcsa de Il a mndre patria. Progetti di a·

dunata.

Hi,·ognizionc ciel Regno ITnito. Studio dei progelli di c1ifcsa locale nel Regno Unito.

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z

Il>-

. I . ed c,erIslru1.1001 cita zioni <J cllc forze· nel Regno Un ito. Ma novrene!Rc~no Unito. Concentm mon Lo per le manovre. Assegnazione cl i fondi prr manovre cd esercitazioni. Jstr11zione ne 11 e sc u oi~ p ra ti che (Schools o( t-1·11 inina)

e as~o,wazione di una parte ,1egll inSPgnauti, escluse le scuole di gin nastica (Gyninasia), le scuole di cucina e lllU:if('a,

'ff>legran e se~na, !azio111.

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. RASSEGNA MILI'l'ARE ESTERA,

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25. Il ramo ciel Ca1JO dello stato maggiore generale al ministero della guer;·a deve anche essere messo a profitto per l'educazione degli ufficiali dello stato maggiore generale come per l 'istruzione dell'esei·cito. A questo scopo, ufficiali scelti dal comandante la Scuola di g uer ra (Sta.ff College) devono essere addetti a questo ramo.. 26. Oggidì vi è una grande mancanza di notizie per ciò che si riferisce al progresso tecnico militare negli a-ltri paesi. Un ufficiale d'ar tiglieria e uno medico devono, perciò, essere addetti alla sezione del Direttore delle operazioni militari, che si occupa delle informazioni . Dovere di questi ufriciali dovrebbe esser que.llo di fornire al Maestro generale dell'artiglieria ( il1aster·-Gene1·al of the Orclnance) e al Direttore Generale dei servizi sanita-ri d~ll'ese1:cito (DirectorGene1·al of Army Medical Ser·vices) notizie sul nuovo sviluppo degli armamenti e dell' igiene militare; e questi uffi cia.li dovre bbero, allo scopo, essere autorizzati a .viag<ria.re, se necessario. 27. Lo stato maggiore gener~ sarebbe reclutato principalmente dall a Scuola di guer n,, (Sta:fl College) , l'ammissione alla quale dovrebbe essere, come ora è, per esame di concorso. La nomi11a dovrebbe essere nelle mani del Capo di stato maggiore generr~le. Come condizione d i ammissione all'esame, gli ufficiali, su proposta dei comandanti di corpo, o di un ufficiale generale comandante in capo, dovreb b&ro fare un esperimento di almeno t re mesi p;esso lo stato maggiore generale. Ai comandan.ti di corpo e ai generali comandanti in capo spetterebbe la responsabili tà della fatt,a p1:oposta . Come principio ge11erale, il servizio presso lo stato maggiors generale dovrebbe essere limita.to a quahtr o anni, e in ogni caso costit uirebbe per l'ufficiale un diritto alla promozione accelerata. I titoli degli ufficiali d urante il periodo del loro servizio nello stato maggiore, sarebbero: colonnello, tenente-colonnello, ecc., dello stato maggiore genera.le. L'attua.le falsa applicazione del titolo Colonnello di stato maggi01·e (Colonel on the Sta:[!) cesserebbe. In tempo di pace sono essenziali delle· differenze di uniforne e in tempo di gnerra dei distint ivi, che facciano marcatamente riconoscere gli ufficiali dello stato maggiore 'generale. Il governo e la distribuzione degli ufficiali dello stato maggiore . generale, sia a l ministero d,ella g uerra che ai comandi, deve spettare interamen te al Capo di stato maggiore generale, il quale nel fare le assegnazioni deve, per quant a è possibile,. tener conto dei d esideri degli ufficiali generali comandanti in capo. 63 -

ANNO H IX .


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RASSEGNA MILITARI~ ESTERA

RASSEGNA :MILITARE ESTERA

28. Abbiamo affermata la nostra convinzione che è essenziale la formazione di uno stato maggiore generale alta.mente istruito. Abbiamo indicato i rt1ezzi necessari a.l raggiungimento dello scopo, e abbiamo stabilito i suoi doveri. La formazione di uno stato magg iore genera.le opport.unamente istruito sulle linee che abbiamo tracciato, importerà qualche aumento di spesa. L'influenza di uno stato maggiore generale come noi lo immaginiamo, si farà sentire attraverso tutto l'organismo del.l'esercito, e la spesa necessaria sarà àmpiamente giustificata. Crediamo che in nessun altro modo si potrà far corrispondere a.Ile moderne esigenze il livello dell'istruzione e della preparazione delle forze della Corona. 29. Il processo esige parecchi anni prima che lo scopo possa essere pienamente raggiunto; ma .la rilassatezza e la confusione che hanno sempre prevalso nel modo come è stato regolato il servi:.1io di stato maggiore, e la negligenza di adeguati provvedimenti per i l disimpegno di importanti dovei-:i, sui quali richiamiamo l'attenzione, hanno già costato gravi sacrifici all:t nazione. Sarebbe pericoloso dilazionare le necessarie riforme, e insìstiamo fortemente acchè un regolamento per lo stato maggiore generale sia subito compilato sui principI che abbiamo esposto.

tre membri sarebbero necessari e sufficienti a decidere. ;I-rattan,d.osi della scelta di ufiìciali di cavalleria, artiglieria. o genio, dovrebbero essere presenti i rispettivi ispettori. Il segretario sarebbe incaricato dolla custodia di t,~tte le note caratterist.iche Confiden.tial reports) degli ufficiali di grado superiore a capitano. Suoi doveri sarebbero quelli di prepa,rare le carte per la commissione di scelta, e di passare le decisioni di questa a l ministro. 4. Il numero totale dei casi esaminati dalla commi:;sione di scelta nel 1903 fu 340, e il numero delle sedute fo 18. Questi numeri sa.ranno diminuiti considerevolmente in futuro, poichè, come atbiamo detto nella parte 1" del nostro rapporto, la scelta i n ogni ramo del serv.izio dovrebbe esser fatta da,l ministro ·sulla sola proposta dei membri responsabili deL Consighù dell'eser cito. Questo principio ,deve essere applicato a tutti gli "ufficiali (siano ·al ministero della guerra o alle truppe) sotto la sorveglianza dei rispettivi membri d ~l Consiglio de!Fesercito, la cni respoJJsabilità può così, e solo cosi, ,esser resa completa come lo richiede nn'amministra~ne efficace. 5. L e promozioni e le nomine fatte d alla commissione di scelta., ,come è spiegato al§ l , ma compresa vi la nomina dei comandan ti in 2a dei battaglioni, saranno portato dal bollettino il primo giorno di ogni trimestre, a far principio dal 1 ° gennaio. · o. Nella. parte I•, sezione 2", abbiamo inoltre r accomandato che · l'uflìcio di Segretario militare, come è attualmente sostituito, venga .abolito. Questo ufficio si è fi nora occupato di promozioni formali -e di routine. Tali promozioni sono circa 3211 negli ~!lni normali. Molte di esse sono decise da.l Deputato segretario militare, che ne .riferisce in qualche caso al Segretario mi litare, che occasionalmente può consultare il comandante in capo. Gli elenchi d i promozione essendo s tati cosi compilati, i l Segret,:irio milita.re li presenta al Re per l'approvazione e poi li fa pubblicare sul bollet tino. Il Segretario militare t iene anche nota delle domande per impieghi .speciali di varia natura, e vi nomina gli ufficiali. Nel 1903 il numero di tali. domande fo 1773, d i cui 541 furono esaudite. In pas.sato egli era . anche i ncari~ato delle incombenze che si riferiscono .ai collegi militari. Tali incombenze, che sono in lunga misura ,commiste a quelle dell'Aiutante generale, sono state tolte da questo .ufficio negli ultimi anni, tranne quelle dell'assegnazione degli istruttori. 7. Abbiamo fatl;o delle raccomandazioni circa la istruzione degli ufficiali e l'assegnazione degli istruttori ai collegi militari nella

SEZIONE

,e

5".

P1·01nozione degli -i~ificiali ad anzianità ed a sceltct.

1. Per r agioni pratiche, le promozioni sono sempre state trattate: a) dal"le commissioni di. scelta e promozione (Selection cmd P rom.otion Boa1·d); b) dal ramo del segretario militare (Milita1·y Sec1·etary's Branch) . Le prìme si occupa.no della promov.ione, ad an· zianitit ed a scelta, degli ufficiali superiori compresi i comandanti di reggimento e ba.ttaglione, ma esclusi i capi militari del ministero del.la guerra e gli ufficiali generali comandanti in capo. Il secondo · si occupa delle promozioni degli ufficiali inferiori, compresi i comandanti in seconda dei battaglioni. · 2. Nella parte I, · SP.zione 3", del nostro rapporto abbiamo raccomandato che la commissione d i promozione (Promotion Board) sia abolita e che la commissione di scelta (Selection lfoard) sia ricostituita coll'Ispettore generale delle forze come presidente e con gli ufficiali g·ene1;a.li comandanti in capo come membri. Un segretario militare del ministro sarebbe nominato a fonzionare da se,greta.rio della commissione, la quale si riunirebbe peri,)dicamente,

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RASSEGNA MI LITARE ESTeJRA

sezione '4", che tratta delle attribuzioni del Capo di stato maggior&generale. 8. Iusistiamo ora fortemente acche le fu nzioni del cessato ufficiodel Segretario militare siano in p,1.rte decentrate. Allo scopo di innalzare la po~izione e la responsabilità dei generali comandanti in capo, e per affermare il principio territoria le, la promozione cli tutti ~li ufficiali di fanteria fino al grado di maggiore spetterebbe a l comando al quale appartengono i reggimenti territoriali. Puòavvenire che nessun batt aglione del reggimonto t erri torialo sia di guarnigione nella zona. del comando; ma anche in questo caso,. riteniamo che il generale comandante in capo sarebbe in grado di fare le sue pr oposte come i l Segretario militar~. 9. Sarà tuttavia ·necessario che la scelta. per uno speciale impiego degli ufficiali poco anziaui venga fatta al ministero della. guerra . Di conseg uenza, si devono fa re due copie delle note caratt-eristiche degli ufficiali fino al grado di capitano, e una di esse deve essere passata al Segretario militare del ministro. Poichè tali note sono ora molto brevi, ciò non presenterà difficoltà.. Similmon te, allorchè si fanno delle vacanze, sarà. necessario segnalarla all'ufficio del quartier generale del distrotto, al quale il battaglione appartiene territorialmente. 10. Le minori promozioni nelle Guardie sa.ranno fatte dal gene-: raie comandante il distretto di Londra. 11. Le promozion i fat te g iusta i §§ 8 e, 10, sarebbero presentate al Segretario militare del minist ro per essere sottoposte al Re, ed essere poi pubblicate sul bollettino. 12. L e minori promozion i i n cavalleria, artiglieda e gen io sa-· rebbero fatte come attualmente, finchè non sarà adottato il progetto del decentramento territoriale proposto nella sezione seconda_ 13. È stato recentemente deciso che le noto ca.ratteristicbo degli ufficiali debbano contenere proposte per promozioni accelerate. Ciò,.. apparentemente, deve essere inteso come un primo passo nella direzione dell a scelta nei g radi meno eleva.ti. Nulla, tuttavia, è stato· stabilito per indicare come questa. « politica» debba. in p ratica essere applicata, e se la scelta deve diven tare una realtà, b isogna fare qualcho cosa.. 14. Per conseguenza insistiamo a.cchè i reggimenti terr itoriali sia no ri uniti in gruppi d i 8 battaglioni, e che gli ufficiali giudicati meritevoli d i promozione accelerata possa.no ,werla, a loro scelta, in qualunque battaglione del gruppo. Con questo mezzo, il p1;incipio-

RASSEGNA MIJ,I'rAltE ltS'rERA

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-della scelta potre,bbe essere applicato subito, e nello stesso tempo si pot rebbe ottenere m~a maggiore elastici ta nelle promozioni. 15. R iteniamo che il s istema binario dei battaglioni, come baso -dell'ordinamento della fanteria, sarà abolito per ciò che si riferisce .all'istruzione e al rifornimento del personale per tenero a n umero i l battagliono all'estero. 16. Pensiamo però che i nomi territoriali, l'assimilazione dell'uni forme e il m olo unico per la promozione degli ufficiali , che p1:ese11tano certi vantaggi, n on deb bono essere variat i. D'altra parte non vediamo la. ragione per la quale i battaglioni, quando non sono .abbinati per il mutuo rifo rnimento del personale, non debba.no rip rendere i loro antichi numeri e i loro p rimi tivi n omi. Co,iì verrebbe ristabilita la connessione fra i reggimenti e le piit belle pa.gine della storia dell'esercito inglese, e, nello stesso tempo, si torn erebbe ad avere il vantaggio dei numeri, in tempo di guerra .special monte. 17. Le fum1ioni del segretario mili tare del Mi nistro e, della comm issione di scelta, includerebbero: a) La sottommissione delle decisioni della commissione di ,scelta al ministro, un itamente alle susseguenti sottomissioni al Re. b) La preparazione per la sottomissione al R e delle nomine e promozioni proposte dai genera.li comandanti in capo. e) La sottomissione al Ministro delle proposte dei membri :militari del Consiglio per le 110mine nei loro vari rami . d) La sottomissionei dei nomi degli ufficiali poco am>.iani scelti per impieghi speciali. e) P r ima nomina degli ufficiali. P r eparazione degli elenchi per il bollettino. f) F are da intermediario tra il Min istro ed. i membri militari del Consig lio dell'esercito, evitando cosi il lavoro di corrispon.denza. 18. Abbiamo ora p rovved uto alle p romozioni e alle nomine, tranne quelle di alcuni personali, ai quali provvederanno i rispetti vi membri militari del Consiglio dell'esercito. Le nostre racco.manda.zioni comprendono: a) La ricostituzione dell a commissione di scelta. b) Il t rasferimento di alcune delle funzioni del ramo del Seg retario mili tare ai gener ali comandanti in capo. e) La nomina di un Segreta.rio mi litare del Ministro, che dovrà anche funzionare come segretario della commissione di scelta.

1


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RASSEGNA MILlTARJi; ES'rERA

Insistiamo perchè questi provvedimenti siano presi senza indugio~ 19. Da ultimo, in relazione alla questione delle promozioni vog liamo che venga affermata solennemente la dipendenza degli uffic iali inglesi dal Re, come capo dell'esercì ho. Si.amo per conseguenza della ferma opinione che l'abitudine di tenere udienze _( Holding levées) per parte di pe~·sone che non siano il Sovrano, o i suoi rappresenti .all'estero, debba cessare, e che per l'avvenire non. debbano essere tenute udienze tranne che per ordino reale.

RIV1Srl1A DEI PERIODICI

Rivista di fanteria. PORTOGALLO.

Una legge del 30 giugno 1903 autorizzava l'ac-· q uisto all'estero d i 100,000 fucili per la fan teria e ·di 3G b11 tterie da campagna colle corrispondent i dotazioni di munizioni. Pel fucile è stato prescelto ·il tipo Mauser, mocl'ifi cato coll' applicarvi un otturatore ideato dal.capi tano Vergneiro delta fanteria portoghese. Del nuovo fucile, che devo essere fabbricato in Germania, sono preparati due esemplari, che nelle esperienze alle quali furono assoggettati d ettero nsultati oltremodo soddisfacenti. '.Per l'artig lieria non è stato a ocora deciso se debba darsi la preferenza al cannone a t iro rapido sistema Schneider-Oanet, oppure, a quello sistema Krupp. All.MAME~'l'O. -

SPAGNA.

Nuovo ESPf,Osrvo. -:- Nella fab brica di polveri ed esplosivi di Granata è stata i niziata J a fabbricazione di un nuovo esplosivo· detto Anonal, di potenza molto superiore a quella di tutti i preparati congeneri finora in nso. . Non se ne conosce la composizione che e tenuta segreta e si sa soltanto che vi concorrono il nitrat,o d'ammonio, che lo rend e re· sisten te all'umidilà, e l'a llumin io in polvere dalla cui proporzione· dipende la forza esplosiva della miscela. · Il nuovo preparato è molto stabile, non scoppia all' urto, puòessere com presso fino ad ottenere una gr~nde densità; non esige, l'impieg0 di detonatori speciali o pericolosi ad usarsi.

Anno XIII. Fascfoolo II-III, 29 fobbraio-31 marzo 1904. Le Note caratteristiche. - Lo scrittore si occupa soltanto delle note caratteristiche degli ufficiali di fanteria. Diciamo subito che, a nostro avviso, sono molto bene messi in evidenza gl'inconvenienti - chiamiamoli così - cui dà luogo l'insti huto vigente delle note caratteristiche, sebbene non vi sia colpa o malevolenza di uo- · mini , e che le proposte fatte di tutto un sistema a base affatto nuovo ci paiono meritevoli di considerazione. Dolenti di non poter riassumere le savie considerazioni svolte a l rig uardo, dobbiamo limitarci all'enumerazione delle fatt;e proposte. Caposaldo del nuovo sistema sarebbe questo: che le note dovrebbero essere fotte da due immediati superiori diretti. In conseguenza le note dei sL1balterni sarebbero fatte dal capitano e dal comandante di battaglione, quelle dei capit;ani dal comandante di bat taglione e dal colonnello, quelle dei maggiori e dei tenenti co lo.rinelli dal colonnello e dai comandanti di brigata.; quelle dei colonnelli dai comandanti di brigata e di divisione; le note dei comandanti d ì brigata dai conia.nd~nti di divisione e dei corpi d'armata. Per necessità evidente, le note dei comandanti di divisione sarebbero fatte dal solo comandante di corpo d'armata. · Va.riante importante sarebbe qnesta che ambedue i giudici di ciascun ufficiale dovrebbero fare per intero le note, ciascuno per conto proprio, come se ciascuno fosse unico giudice. Qnesta regola generale, tutto sommato la ci sembra: ottima; viene però ..spontanea l 'osservazione se sia g insto ed opport,uno escludere completamente il comandante di corpo dalle note dei subalterni, mentre poi è il colonnello che ha tutta la responsabilità del reggimento.


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RIVISTA DEI PERIODICI

· L 'articolista poi propone che le note debbano solo contemplare « la precisa, chiara, e::iplicitaindicazione dei più salienti pregi e dei

più salienti difetti di ciascuno». Lo specchio caratteristico sarebbe perciò d iviso in due colonne, i ntestate, l 'una - pregi - e l'altra - difetti; - e ciascuna colonna sarebbe poi partita in quattro caselle distinte colle parole : fisici, intellettuali, morali, professionali. « Così ogni compilatore di note avrebbe un casellario sicuro dove inquadrare il proprio .schiet to giudizio » . Si ritiene poi che la qitalifica di ottimo, buono, ecc. possa essere soppressa non solo .senza danno, ma anzi con vantaggio .. Il modulo dello specchio dovrebbe semplicemente chiedere il parere del compilatore sulla complessiva idoneità all'avanzamento, e sarebbe forse anche opportuno ch'esso domandasse quale fosse, secondo il giudizio del compilatore, l'impiego d i pace e l 'impiego di guerra al quale h1flìciale giudicato fosse meglio idoneo. Le note di ciascun ufficiale dovrebbero essere compilate - e sempre per intero : a) ogni anno, tra il 15 e il 20 di settembre; b) og-ni volta che l'ufficiale cessasse di essere sotto la diretta dipeudenza dell'ufficiale compilatore in modo definitivo, o auche temporaneamente se l 'assenza dovesse durare tino oltre il 30 settembre; e) ogni volta. che l'ufficiale compilatore lasciasse il proprio comando in modo definitivo, o anche temporaneamente se l'assenza .dovesse durare fin oltre il 20 settembre. Compilate le note - ed è questa forse la proposta più i mportante - « dal superior e diretto ed immediato di ciascun ufficiale, le note dovrebbero essere trasmesse al terzo superiore : ossia1 al colonnello pei subalterni, al comandante della brigata pei capi tani ecc. ecc. Il terzo superiore ricevute le note dovreb be darne personalmente conoscenza all'interessato, invitandolo a firmarle nel caso che non avesse obbiezioni da fare, o ad esporre le proprie ragioni nel caso contrario ~Le note firmate diventerebbero definitive. Per quelle non firm a te esporrebbe il proprio g iudizio il terzo superiore, ed ove anche questo fosse impugnato il quarto superiore darebbe i l supremo e definitivo giudizio: Si avrebbero cosi, secondo i casi, due gr adi di 'appello. « I C?manda.n ti di brigata sarebbero i sup remi giudici degli ufficiali subalterni, e i comandanti di divisioue i supremi giL1<lici dei capitani , e i comandanti cli corpi d'armata i s upremi g iudici

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<lei comandanti di battaglione e il Ministro della guerra il supremo .giudice dei colonnelli e degli ufficiali gener ali. Ci siàmo alquanto estesi nel riassunto dell'articolo, e per l'importanza dell'argomento è pel modo egregio con cui è trattato. .Aggiungeremo ancora, per nostro conto che i quadri di avanzamentò tostoche compilati dal Ministero della guerra, dovrebbero, come si usa in Fi·ancia, essere pubblicati sul Giornale militare. Del 1netoc/o nell'addestramento. - Premesso essere necessario che l'addestramento sia metodico, che però, pur tendendo a conseguire r isultati uniforrni, non deriva la neces~it/J. di seguire metodi u niformi , si rileva g iustamente che la bontà del metodo dipende dalla intensità con cui è sen tito da chi lo applica. Ciascun comandante <leve quindi avere completa liber tà di determinarlo secondo il prop rio convincimento e la prop ria esperienza, ed assumerne intera la responsabilità. L'articolista espone poi principii o norme « che pos.s ono e devono essere comuni e fondamentali a qualsivoglia metodo » . L 'autore rileva poi le idee errate che spesso si seguono nell'addestramento. · Le forze milita1·i nel Giappone. - :fu ottima scrittura, basata sopra le migliori fon ti di notizie che sia dato consultare ed appunti e fotografie che l'autore raccolse durante una breve per manenza al Giappone. Essa. raggiunge compiutamente lo scopo prefìssosi di far conoscere, il meglio che sia possi bile l'esercito giapponese. Le è annesso uno schizzo, indicante la circoscrizione militare territoriale e le fortificazioni del Giappone. L 'itinerario di Annibale nellct wna alpina definitivamente determinata; per T. MONTANARI. - In questi ultimi mesi l'a~itore ha potuto avere sotto gli occhi il disegno del R odano di P olibio, che ,è nella tavola Peiitingeriana, dal quale si rileverebbe in modo quasi inconfutabile che g li a ntichi o chiamavano Rodano la Durance o confondevano questa con quello in un nome comune. Identificato l'antico Rodano col la ·presente Dm·ance, sarebbe quindi determinato l'itinerario di .Annibale Mlla zona Alpina. Che questo, come d ice il Montanari, sia per la vel"ità storica un ,acquisto insperato q11anto decisivo, conveniamo interamente, e però a mmiriamo ancora una -volta l'intelligente st ud io e le non poche fatiche dell'autore, coi quali, da parecchi anni egli intende a decifrare la così dibattuta questione del passaggio delle Alpi da parte <li. Annibale.


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RIVISTA DE! PERI'ODICI

La q'ltestione dei quadri inferiori. - L'autore fa un esame abbastanza particolareggiato dello studio, dallo stesso t itolo, recentemente pubblicato daUa R . .M. I. In esso è oppugnato quasi tutto il ragionamento dello studio preso a disamina. Noi ci r estrinaiamo· a rilevare che l'articolista arriva alla stessa precisa concl usione dello scri ttore d'?lla . Rivista _Militare : c~oè « che i provvedimenti che stanno ora dinnanzi al Parlamento, intesi a guarire i mali che· tormentano i nostri q ua.dri, sono assai buoni, e certo preferi bili a. tutti quelli che furono proposti fin ora, compre~o quello che noi (la R. d. F.) abbiamo modestamen te proposto e onestamente caldeggiato> .

biettivi si compendiano ne.i tre principali seguenti, cui tutti gli altri, si collegano, cioè : 1° il dominio del mare; 2° il possesso e la conquista di Port-Arthur; 3° la salvezza o la parali zzazione della Transiberiana. Il B nonamico tratta quindi minutamente del dominio del mare, della funzione di Port-Arthur, ed infine del piano di guerra in cui procede ad un esame sommario delle operazioni territoriali dei: Giapponesi, nella, ipotesi di un ottenuto tempor~neo domivio navale. Siamo spiacenti che la scrittura del Buonamico non si presti ad essere r iassunta. Ne segnaliamo però la. singolare importanza, limitandoéi a rilevare le sue previsioni pel caso in cui gli eserciti giapponesi siano in grado di spingei·e vigorosamente l'offensiva. Egli adunque presagisce come. probabile che il primo periodo delle operazioni territoriali si concluderà coll'a.fforzamento dei Giap· ponesi a Jung-uang ed Hai-cenge coll'investimento del campo trin-· cerato d i Liao-jang ove i Russi opporranno una resistenza ad oltranza.. Da qL1i in avanti nessuna seria previsione è possibile. « Ciò che· si può con qualche :fiducia presagire si è che senza la cooperazione· dell'eserci to del Liao e la. base mari ttima di Niu-Ciuang l'offensiva oltre llfocden sarebbe ol tremodo pericolosa, e che perciò il conse-g Llimento dell'obbiettivo finale, la Transiberiana, è subordinato a. quello del dominio assoluto del mare per tutta la durata de1Ja guerra _».

Rivista marittima.

Anno XXXVII, ]'ascicolo IV, aprile 1904.

Co1·azze per navi (periodo 1897-.1900); per l'ing. UGO GREGOIl presen te lavoro è. la continuazione degli articoli pubblicati nei fascicoli di agosto-settembre e di novembre dello sco rso armo; e rende conto del seguito delle prove eseguite in Italia nel poriodo 18~7-1900 colle differenti piastre d i acciaio per l e corazze delle navi.

RETTJ. -

Il conflitto russo-giapponese, per D. BUONAmCo. - L'insigne scrittore continua il suo bellissimo studio s ulla attuale guerra russo-giapponese. A proposito delle caratteri,~tiche generali della guerra egli esamina. g li obbiettivi militari, che si compendiano, tanto per la Russia che per i l Giappone, nella tempora.nea occupazione in ili tare della Manciuria., del L iao-tung e della Corea. La . occupazione di qualcuna soltanto di quelle regioni potrebbe fo rse 00nduri'e alla risolu,,ione del conflitto, per intervento diplomatico· O mili tare d·e lle g randi potenze neutrali, ma non soddisferebbe completamente alle obbiettivi tà politich e dei belligeranti . Il còmpi to del Giappone, oltre all'occupazione della Cor ea e di quella di Port-Arthur, deve comprendere l'offensiva. nel L iao-tung e nella Manciuria. Così anche il còmpito della Russia è circoscrittonei limiti della Corea e della Manciuria, la R ussia ed il Giappone· essendo invulnerabili nella loro integritit politica. Dat,a l'attuale situa.zione, deri van te dalla impreparazione militaredella Russia e dalla debolezza relati~a del Giappone, i d ifferenti ob-

Russia e Giappone. - Lettere al d irettore del tenente di vascello B1rnN0T'l'1. Della Ja lettera. del tenente Bernotti a.l direttore della Rivista marittima abbiamo detto nello scorso mese, rilevandone la. particolare importanza . Ora sono altre 5 let tere · ch'egli scrive da . Nagasa.cki e Voosung, dal 13 febbraio al 7 ma.rzo. I n esse discorre a · . lungo dell'apertura delle ostilità, dei combattimenti del 9 febbraio, dei movimen ti delle forze navali giapponesi dal 7 al 9 febbraio, degli s barchi eseguiti da.i Giapponesi, della si.tua1.,ione terrestre e, marittima, porgendo notizie abbastanza dettagliate sulle mosse dell'esercito r usso, per terminare coll'esporre nell' ul tima lettera consider a.zioni sintetiche sugli av'venimenti del mese di febbra.io, assai impor tanti perchè basate sopra. particolari, perfettamente noti allo, scrittore. Così, dopo aver esaminat,i gli avvenimenti del mese di febbraio , sembra a.ll'autore di poter concludere: che i Giapponesi,

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Egli nota infine « che le operazioni nella regione del Liao, a. meno di cointelligenze con la Cina, sono subordinate a -qnelle degli eserciti del Y.aHl, e quindi non potrebbero iniziarsi, nei casi più favorevoli che nel maggio, ed allora soltanto potrà giudicarsi la importanza di Port Art,hur sulla g Ll0rra territoriale ». Indubitatamente anche questo fascicolo di aprile ·presenta un singola.re interesse per quanto ·vi .è scritto intorno alla guerra fra. Russia e Giappone.

hanno dato prova di molto ardimento, di efficace preparazione, di .abilità. diretti va. Da.Ha parte dei Russi per contro; si può affermare soltanto l'imprevidenza del Comando Supremo. « Ma sarebbe però azzardato trarre, da quanto è successo, deduzioni sull'incapacità del personale russo, date le condizion(specialissime, in cui i combattimenti si sono svolti. D'altra parte si consideri, che il còmpito dei Giapponesi, per il m odo in cui la guerra è scoppiata, è stato molto semplice, e che, per la stessa ragione, la squadra russa è rimas ta improvvisamente paralizzata. ' Questa è una dimostrazione, che si aggiunge a quelle numero-sissime della storia, che è nece,çsario di cominciar bene e vigorosamente, e che l a preparazione militare ha bisogno di essere appog_giata e sanamente compresa, da chi dirige.la politica dello Stato».

Journal des sciences militaires.

Volume 22°, Aprile 1904.

1rfarina mercantile. - È articolo di molto interesse per le importanti notiz.i e che dà sulla marina mercantile dei principali Stati del mondo. Ne rileviamo soltanto quanto riflette i rapidi e straor<linari progressi della marina mercant.ile giappo·nese, come è <limo-Strato nella tabella seguente: Anni

Navi a vela.

Tonne llaggio

1894 1896 1898 1900 1902

749 702 '715 3,322 4,020

48;1303 44,794 4.-8,130 286,923 336,436

Navi a vapore

680 827 1,032 1,221 1,395

Tonnellaggio

176,915 341,369 438,7'i'.9 510,007 583,532

Jt confiitto riisso-giapponese; per D. BoNAMICO. - Questo arti-colo è 1~ continuazione del diario del mese precedente, e vi è, -colle dovute riserve, riassunta la serie degli avvenimenti dal 10 marzo al 10 di aprile. Alla breve esposizione del diario fanno seguito considera7.ioni politiche, marittime e territoriali. Il Bonam.i co chiude questo succinto ma notevole suo lavoro con l'accennare agli avvenimenti probabili pel prossimo mese, nella regione del Jalù , i quali potrebbero essere: 1° forzamento del nume in più punti, Anping, Hu-scia,.n; 2° investimento dell'estuario d~ V i-gin ed :ittacco di Antung; 3° costituzione della base marittima; 4° battaglie campali nella regione d i Antung,Hu-scian; 5° ritirata dei Russi verso NiuciU:ang e Mucden; 0 ~ g rossi sbarchi nella regione del :fiume Tacn.

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Il servizio 1nilitare alle colonie, per il geper ale 1?.RUDFIOMME. Secondo la nuova legge di r eclu tamento approvata dal Senato, il servizio di due anni sarebbe imposto, come in }"rancia, a tutti i giovani del cont ingente delle vecchie colonie; quelli iuvece delle nuove coloni& (Madagascar, Muova-Caledonia, Indo-Cina) non sarebbero obbligati che ad un anno di servizio, nell'interesse della. colonizzazione. Il generale Prudhomme apyrova tu tto ciò, oppugna per contro e vivamell.te l'obbligo impost;o a quei giovani cli fare il loro servizio in F1·ancia. La commissione della Camera dei De-· putati, modificando la legge vofata d al Senato, impone soltanto· un anno di servizio a tutti i giovani sia delle vecchie che delle nuòve colonie, da farsi però in F rancia in vista sempre dell'assi-· milazione da completarsi. Il Prudhomme non si dimoska contrarioalla ferma di un anno per i giovani delle colonie ma ritiene assolutamente come erroneo, l'obbligo di compiere il loro servizio militare, • in F rancia e ne enumera le ragioni. Frattanto egli coglie quest'occasione per proporre un nuovo ri- . parto delle· forze del!' Algeria e . della Tunisia. Egli vorrebbe che, il 19° corpo d'armata attuale· fosse di viso in ciue corpi d'annata. (19° e 21°) comprendenti, l'uno le divisioni cli Orano e di Algeri col suo quartiere generale ad Orano1 l'altro la divisioni di Co-· stantina e della Tunisia col quartiere generale a Tunisi. Egli vorrebbe inoltre : la i-iunione delle colo~ie vicin~ e similari, sotto un governo unico, come per esempio : 'fonkino, Annarn, Co-· · cincina e Cam bodge, Algeria e Tunisia; la conservazione dell' autonomia delle loro truppe d'occupazione, sia indigene che metropolitane, senza diretta dipendenza dei loro governatori.


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Gli assedi (! l'occupazione fran cese di Danzica dal 1807 al 1813, per il genei·ale BO URE LLY. Questa relazione è estratta dalla Storia di Danzica, scr itta dal tedesco Loscbin, all'indomani del giorno in cui Danzica fu resa .alla Prussia, e che :fino ad ora non fa t,radotta in . francese. generale francese non si limita però alla traduzione del testo t'edesco, ma vi a.ggiunge non poche note relat ive alla par te sostenuta vi dai Francesi e basate su documenti ufficiali, sulla Con·esponddnce de .Napoléon ecc. È lavoro che interessa lo studioso della storia militar e ed in particolar modo lo studioso italiano, · poichè, com'è noto, truppe italiane par teciparono all'assedio di Danzica.

l'arma per far fuoco; la pulizia della canna è assai difficile; l e prèssioni sono troppo al te e toccano al limi te elasl;ico ; la palla è ,di un calibr o troppo piccolo per p rodurre fer ite sufficienti ed arrestare un avversa.rio energico nel suo slancio (sa.rà. poi in seguito esaminato questo punto di vista); la debole · densità trasversale ,della palla diminuisce inoltre la sua stabilità, e il mini mo ven to .l&.terale prOdLlCe impor t,anti deviazioni ».

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Le a1·1ni da .fiwco portatili e loro munizioni. - È la contin uazione ·dello scritto il d i cui primo capitolo fu pubblicato nella dispensa ·del dicembre 1903. Il preseu te capitolo (II) proségue nella descrìzione delle anni in servizio negli eserciti europei, e precisamente in quelli del Belgio, <lella Bulgaria, della Spagna, Francia, Olanda, Italia e Norvegia. ..à. proposito del fucile francese, l'autor e nota che se attt1al rnente .si dovesse costrnire un -nuovo facile, si adotterebbe un altro mo<lello. T uttavia., egli dice che l'attuale fuci le modello 1886-1893 può largamente sostenere il raffronto con qualsiasi arma. Egli ri·COrda ancora che nella seduta febbraio 1900, il Ministro della guerra, generale Andrè, ha dichiarato alla Camera dei Deputati, che, prima dei sei mesi, l'esercito frfl,ncese , con una semplice trasformazione -del sno facile, J?OSsederebbe il miglior fucile del mondo, e ciò quasi ·senza sposa. « E noto - egli conchiude - che questa p romessa non · fo fi no ad ora realizzata, e noi ignoriamo su quale base essa -era fondata». R iguardo al fucilo italiano, do po averne fatta una. minuta ed ,accurata descrizione, lo scrittore fraocese dice che esso « è uno dei più i ngegnosi e dei più perfezionati , nel quale furono realizzati ·tutti i progressi conosci uti al momento deHa sua costruzione». Esso però, come t utti gli altri, ha i s uoi vantaggi ed i suoi in con venienti. F r a i vantaggi sono particolar mente ricordati la traettoria assai tesa e la g iustezza di tiro molto grande con una forza st raor,di naria d i penetrazione. Fra g l' inconvenienti pri nc ipali rilevati, notiamo i seguenti : « l'elevatore esige una molla molto potente, la quale può usarsi o .deformarsi; i l sistema di s icurezza i·alleota la preparazione del-

J l carico del soldato; pel capitano 0HA J, E.:sçoN (1). - I n questo secondo ed ultimo ar ticolo il capitano francese descrive lo zaino -da iui ideato e fa una lunga enumerazione dei vantaggi ad esso inerent i. Il concetto che lo ha guidato è il seguente: che tutti i facchin i .del mondo. portano generalment,e il lorÒ carico il. più alto possibi le, sulla testa, sulle spalle, sulla nuca, ma. in guisa che il cent ro -di g ravità si trovi sulla stessa. perpendicolare di quella del centro <li gravità del poÌ·tl\;:tore. Il nuovo zaino si divide in dne parti. La 1• pm-te è l'antico zaino iraccorciato di dieci centimetri colle fibbie sul davanti dal lato destro, poichè la d iminuzione del sa.eco non permette al soldato di atlìbbiare per di dietro. Questo d'altronde è miglioramento, giacchè 1'affibbiamento davanti è piLt facile. Nell'interno son.o collocati il pane di guerra racchi uso in d ue pic-coli sacchetti di tela, i piccoli v iveri, la giubba di tela.. La seconda parte comprende un sacchetto di tela impermeabile, ,che un pezzo di tela mobile divide nell'interno in d ue compartimenti : quello d i sopra per le scarpe, le spazzole e gli accessori per le armi, ecc. ; quello di sotto per la biancheria e il berretto. ,Quattro coregge, due pei la.ti interni, due per la par te esterna, .assicurano la chiusura.. Nella pa.r te esterna sono collocati. il cnc-chiaio e la forchetta. Sul davanti è u na tasca da ca.r tncce chiusa con una fibbia. Il sacchetto viene collocato sul sacco e a sinistra. P arecchi disegni fanno vedere il modo col quale deve essere 1por t ato il sacco, sia che il soldato abbia la coperta O non l'abbia. A detta dell'autore lo zaino di nuovo modello essendo diviso in ,due parti, ri posanti l' una sug li omoplati, l'altro sulla spalla si(I) Vedi il rend iconto de lla t• parte di ques to pregernle studio nella d ispensa del 16 febbrnio !')0~, pag. 375.


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nistra, il centro di gravità del carico si trova presso a poco sulla. verticale che passa per il centro di gravità del corpo, e l'equilibrio ha luogo naturalmente, mentre nello zaino in ,vigor e esso non può essere ottenuto che con uno spostamento . del tronco avente per effetto di portare avauti la colonna vertebrale che 'i.l caricor igetta indietro. Da qui i seguenti n umerosi ed importanti vanta,ggi: il collo del · pastrano non strangola pit\; le spalle, leascelle non sono più compresse, le braccia non si intorpidiscono più; le le reni non sono più r otte; l'uomo non si piega più in a van ti ver resistere alla traiione del peso; il petto non è più compresso. Non. più fatica non giustifìcata,la testa resta diritta, il corpo d'appiombc•, i movimenti del corpo e delle braccia sono liberi; i polmoni comp iono normalmente le loro funzioni; la respirazione è naturale, l'aria circola con facilità e la traspirazione si effettua in eccellenti. condizioni. Il sacchetto della spalla destra tende a f~r contrappeso allo zainoe al fucile che porta la spalla destra. cosi il soldato non ha altrosforzo da fare che quello per portare il suo carico. i L'autore assicura che t.utti i soldat i che hanno provato lo zaino, da lui ideato hanno dichiara.to ch'esso è di grati lunga migliore dell'attuale. In una nota in.fine egli avverte che il ministro della guerra generale André ha ·ordinato a.I presidente del comitato della fanteria.. di riprendere ~li studi di questa questione, che è urgente, e di studiarla in t utti i suoi lati, « per vedere se è possibile, non solo di diminuire il peso totale · dello zaino, ma di dividere lo zaino in due· parti, Jelle quali l'una contenesse soltanto i viveri, e l'altra, che pot1:ebbe separarsi, contenesse gli altri oggetti».

SAGGIO CRITICO SUI PRINCIPI! CHE REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

Continuaz ione e {ìne -

Le carriere acl anzianità ed a scelta secondo ht nostra legge M avanza.mento. . Il sistema dei limiti di età, che costituisce uno dei capisaldi della nostra legge di avanzamento, rappresenta, nell'ordine di idee da noi esposte finora, la formula concreta della misura, in cui la na,zione crede di poter superare, od intende di superare, gli ostacoli finanz.iari e sociali, che mettono un limite alla celerità delle carrier e ad anzianità, e dei quali abbiamo parlato. Quegli ostacoli finanziari e sociali dipendono infatti dal numero annuo di eliminazioni, e, per rispetto a questo numero, nessun altro sistema ha, in line_a assoluta, efficacia così regolare, così precisa, e così prevedibile come quelle dei limiti di età. La 1egge stabilisce l'età minima e massima, alla quale si può conseguire la nomina a sottotenente; la statistica, e noi l'abbiamo' già esposta, fornisce i dati per ripartire le quote di reclutamento fra le varie età intermedie; la legge determina esattamente a quale età, secondo i diversi gradi, debba al più tardi avvenire la eliminazione dal servizio, indipendentemente da ogni criterio di capacità ·a servire e da ogni umano giudizio che su quella capacità possa portarsi. Sarà un sistema discutibile da ogni altro punto di vista, ed anche, molto discuti bile: si potrà dire che l'età non rap-

Per la Direzùme LoDovrco CrsOTTI Colonn~llo R. ,t., i,1carie1uo

" DEMARCHI CARLO,

l'edi dispensa V

gerente.

M - ANNO XLIX.

L

t


SAGGIO CRITICO 998 presenta una presunzione abbastanza si~ura nè a?basta~za eguale della capacità ; si potrà dire che è 11 m~ccamsmo c1~co e brutale sostituito al giudizio razionale: s1 potran no dire altre cose ancora, e tutte giustissime. Ma dal punto di vista delle eliminazioni, considerato come agente attivo del movimento delle carriere, nessun sistema può fondarsi su termini più determinabili, più sicuri, pi_~ effic~c_i. .. . Ed anche, in linea assoluta, pm prec1s1 e pm regolari, abbiamo detto. Infatti se si dovessero creare ex novo i quadri di un esercit o, e si' creassero insiem,e colla istit uzione dei limiti di età e di un r ecl utamento regolare per quantità annua e per età m edie' chiaro è che l'andamento delle carriere, e 1e annue J. eliminazioni da cui quello di pende, verrebbero ad essere cusciplinati con quella precisione e quella re~olar~tà, co:le qua:i n oi abbiamo regolata teoricamente la carnera 1pot et1ca della quale precedentemente abbiamo _discors~. . . In linea relativa, ciò non avviene. Bisogna fare i conti 001 quadri già esistenti, i qaali possono esser~ _stati reclutati in maniera irregolare e ad età medie variabili, ed avere a:vu~~ in seguito carriere variabilissime, non incastr~te fra limiti . di età di alcun genere, improvvisamente e npetutament~ spinte o rattenute da aumenti di organico, da speciali metodi di eliminazione, o simili. Ma anche in questo caso, dei quadri già esistenti si può valutare l'eti in relazione col grado e colla carriera prevedi~ bile e calcolarne le future eliminazioni, e di questo calcolo val:r si per le previsioni complessive r iguardanti l'aggravio delle pensioni . , . . . D unque, il sistema dei limiti d i età, nei rigu~rd1 delle el~m1nazioui, costituisce u n mezzo preciso e prevedibile, che espru:ne perciò meglio di ogni altro lo sforzo ~assimo eh~ s~ i:1tende o che si può fare per accelerare le carriere ad anz1amta. E come tale noi dobbiamo rit enerlo. Ver o è che il sistema non esclude le eliminazioni anticipa;te per causa di menomata idoneità; ma è facile presumer:e che queste saranno in piccola proporzione.

~99 È infatti troppo umano, per non essere prevedibile, che la :responsabilità e la severità d·ei giudici si senta attenuata dall'esistenza di quel mezzo meccanÌèo d i eliminazione, nel quale si concreta in via presuntiva il giudizio àella idoneità. D'altra parte bisogna pur notare che la eliminazione individuale per menomata idoneità, allorquando esiste una eliminazione <!Omune e continua a termine fisso, non rappresenta in definitiva che una anticipazione e non un aumento vero e proprio. Il che conferma completamente l'idea che i limiti di età ,<lebbano ritenersi come l'espressione massima di ciò che la nazione può o vuole fare a vantaggio delle carriere militai;i. SUI PRINCIPI CHE REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

.)

.I

Sempre dal punto di vista del nostro stud io, il sistema dei l imiti di età offre a noi il vantaggio di poter prevedere in modo assai approssimato in quale quantità, come raggruppate, ed in quale tempo avvengano le eliminazioni. Il che, in concorrenza coi dati medii relativi al reclutamento dei sottotenenti, ci consente di fare previsioni abbastanza sicure -0irca la celerità della carriera ad anzianità e circa la sua capa-Oità a provvedere ufficiali per gli alti gradi ; e noi cercheremo d i farlo in appresso, ragionatamente e, più che ci sarà possibile, chiaramente. Nell'accingerci a questo, e dopo quanto abbiamo detto or -0ra, noi crediamo però necessario di confermare ancora una volta, le conclusioni seconda e quarta della prima parte di . questo studio : che, cioè, la celerità e la capacità sopra ricordate delle carrier~ ad anzianità dipendono dallo sforzo del bilancio per le pensioni e dal conseguente numer o annuo di eliminazioni, ma sono indipendenti completamente da qualsiasi sistema segu ito nel produrre le eliminazioni stesse. Colla tendenza, da lungo tempo invalsa, di attribuire al sistema dei limiti di età la causa principale, se non la sola, della lentezza delle carriere ad anzianità, non mancherà qualcuno d i interpretare a suo modo quanto noi abbiamo


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SIJI PR l KC!PI CHE REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

poco innanzi esposto intorno alla proprietà ed agli effetti d ~ questo sistema, per concludere: Vedete adunque che sono i limiti di età a rallentare le carriere~ No, non sono i limiti di età; i limiti di età sono già essi. stessi una: conseguenza, una espressione della causa reale, e, nient'altro. Fissato lo sforzo del bilancio per le pensioni, e, per conseguem;a le eliminazioni da esso consentite, qualunque sistema, che r isponda alla produzione di questo numero. di eliminazioni, produce sulle carriere gli stessi ident ici effetti. I limiti di età danno più precisa garanzia di ottenere le volute eliminazioni, consentono di prevedere meglio quale sarà la carriera, ma non hanno su questa alcuna particolare· in:fl.uenza, che un altro sistema non abbia. Questo ben affermato e ben ritenuto, andiamo innanzi_

Nello studio teorico della carriera ipot,etica a pura anzia-· nità, è stato ag~vole nota.re come, per mantenere la carriera. regolare, fossero necessarie, ad ogni promozione, numerose eliminazioni: tanto numerose, che a n oi parvero eccessive· ed insopportabili rispetto al fondo pensioni, e che è pertanto . logico ritenere siano meglio sogget,te a diminuzioni che non. ad aumenti. Da ciò è facile dedurre che quelle permanenze nei, gradi, che noi avevamo fissate, non potevano in a lcun caso rappresentare permanenze massime al àisotto delle quali fosse pos sibile, e tanto meno probabile, scendere; poichè, ove quest'ultimo caso fosse per accadere, chiaro è che le elimina: zioni previste risulterebbero nel fatto eccessiv.e ai bisogn~ della carriera stabilita, e che le ragioni :finanziarie avrebbero agio e ragione di ri prendere il sopravvento per diminuirle subito. Cosicchè è logico ritenere che in una carriera ad anzianità, regolata su prestabilite permanenze nei gradi, e fonda ta. sulle massime eliminazioni consentite dalle :finanze dello Stato, l'andamento dell'avanzamento sia e .si mantenga auto·

1

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maticamente e costantemente serrato contro il limite di -quelle permanenze. Se nia,i, saranno le eliminazioni che dovranno crescere oltre il previsto per non produrre l'ecce,denza di quelle permanenze; mai le permanenze che dovranno -d iminuire in causa di insufficienza di individui da eliminare. Ciò sembra abbast anza chiaro. Ebbene; un fatto precisamente analogo, ma in misura an-0ora più spiccata, avviene coi limiti d i età, quando i quadri :Siano creati ex nove mediante reclutamenti regolari; come, 1 -del resto, è facile concepire. Nel primo caso noi abbiamo fissate le permanenze nei ,g radi, e, cont;emporaneamente ai passaggi dall'nno all'altro ,grado, ci siamo disposti a fare tante eliminazioni quante ba,s tassero a togliere di mezzo gli esuberanti ed a non inca.gliare il regolare progresso dei sopravvenient i. Coi limit i di -età, che mettono un freno a quelle eliminazioni (e, se non -raggiungessero questo scopo, è chiaro che si sarebbe adottato l'altro sistema, che non sarebbe più dispendioso, e che avvan ta,ggierebbe di più le carri.ere), i termini si invertono. :Sono le elirnina.zioni che sono, quantitativamente e nel tempo, fissate a priori, e sono i passaggi da un grado al.J'altro che dipendono naturalmente dii. -esse. Se nel primo ·-caso, pur essendo, disposti a fare tante eliminazioni :fin che bastino, è dimostrato che le carriere si mantengono serrate -0ontro il limite di permanenza nei gradi, a maggior ragione .nel secondo, nel quale le elimina~ioni non possono crescere, Je carriere tenderann'o a mantenersi serrate ccmtro le epoche iìsse d i eliminazione, e di passaggio da un grado all'altro. Dunque possiamo qui ripetere quanto abbiamo già detto iÌn uno st,udio precedente, pubblicato da questa stessa Ri-0ista (16 febbraio 1904), che in genere, cioè, un colonnello, -c he lascia il servizio a 58 anni, fa posto . ad un tenente cofonnello che ne ha quasi 56, e questi ad .un maggiore che è prossimo ai 53, e questi ad un capitano 1che sta per toccare -i 60. Tutt i a pura anzianità, si intende: Questo, a rotazione completa dei limiti di età, su quadri regolarmente reclutati.


1002

SAGGIO C.RI'.rrco

Ma frattanto, in quali condizioni siamo · coi quadri esistenti, ed in qual senso ci m uoviamo? ci avviciniamo o ci. allontaniamo da quella ineluttabile sistemazione definitiva t *

** Noi presentiamo al lettore un confronto percentuale fra. le eliminazi.oni dal servizio per collocamento a riposo ed in posizione ausiliaria (esclusi i motivi di riforma, per i quali nessuna influenza esercita il sistema seguìto, e compresi gli. eliminati dalle posizioni di disponibilità e d i aspettativa) avvenute nel periodo precedente alla istituzione dei limiti di età, e le stesse eliminazioni avvenute nel periodo seguente a. · tale istituzione. I due periodi dovrebbero r ig uardare cinque anni ciascuno; ma, dovendosi escludere i due anni, nei quali, per l'applicazione progressiva dei limiti di età, furono eliminati non soltanto coloro che in quei due anni toccavano i limit i, ma ben anche coloro che ne erano_stati colpiti in precedenza, e mancando ancora i dati relativi all'anno 1902-1903, il confronto. definitivo riesce per ora fra i 5 anni precedent i i limiti ed i quattro anni in cui questi limiti eb bero applicazione com-· pleta. Potrà 'esse.1e completato più tardi coll'aggiunta dei dati relativi al 1902-1903. Il confronto riguarda non soltanto le armi combattenti,. delle quali noi vogliamo occuparci, ma t~tte le armi e 'corpi : è ciò per comodo d i chi volesse fare studi anche sulla carriera. dei cani,binieri o dei non combattenti. F inalmente il confroll.to com prende tre tabelle: TABELLA T ABELLA T aBE L LA.

I. Organici in vigore nei vari anni conside1·ati. II. Eliminazfoni nume1·iche clei vari anni. IIf. Eliminazioni nurneriche(tabelta II) riferitr::

agli organici (tabella 1) , ossia eliminazioni vercenl~tali.


'

Eliminazioni definitive dal servi zi o per collocame nto a riposo od in posizione ausiliaria

(fsclusi i moti-vi di 1·i/or·ma e compresi gli elimz'nati dalle posizioni di disponz'bilità od aspettaUva)

CONFRONTO l'RRC~NTUAI.E FRA IL PERIODO PREC&:DEN'l'E E JL PERIODO SEG U ENTE LA JS'ITl'UZIOl\E DEI LlMlTI DI ETÀ

TABELLA I. -

Orgauici in vigoro nei Yar i a.nui consi<lcr at.i.·

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1004

TABELLA

Con PI . NON C OMllATn:NTI

Anni anteriori alla istitu

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103

annualt sulla leva e sulle vicende del R. esercito).

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Tota li per grado

FortE>ue

,93.

102

Eliminazioni numeriche (dalle r elazioni ARMI COllll.<Tl'EKTI

,92.

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II. -

1005

SUI P RINCIPI OH E RE GOLANO LE CARRIERE MILlTARI

S AGGIO CRITICO

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SAGGIO CRITICO

1006

1007

SUI PJUNC)Pl OIIE RE(WLANO LE 0.ARRIERE MILITARI.

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I TABELLA

lll. -

Eliminazioni percentuali

Allm COMRATTENTI Al'\Nt

Generali (esclusi i medici)

(dal i 0 luglio al 30 giugno)

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17

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II

Medi:. per anni

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!896- 1897 i89H.S9S

Media l)er armi

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l

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1008

SAGGIO ORI'rICO

SUI .l'R!NOIPI CHE RT!JGOLAKO LE CA RRIERE :IIILIT.A.RI

1009·.

è oramai lontano, di portare la permanenza complessiva nei

Come· abbiamo detto, noi ci occuperemo soltanto delle armi <lombattenti. Le cifre for.n ite dalla Tabella III si prestano a molte in:teressanti osservazioni circa le condizioni di età dei quadri dei vari gradi, circa le eliminazioni per limiti di età e le -eliminazioni dipendenti da mancata idoneità o da abbandono del servizio, ecc. ]\fa noi le lasciamo volentieri allo studioso, ,che ne abbia vaghezza. Per noi basterà osservare che, fatta eccezione per i colonnelli e un po' per i tenenti colonnelli, i limiti di età si trovarono a fonzìonare fin da principio su quadri abbastanza giovani, e, sopratutto, che le eliminazion i annue sono discese dalla media di 8.03 per cento, nel periodo precedente .alla istituzione dei limiti di età, alla media del 6.13 per cento, 11el periodo di rota?.ione completa dei limiti stessi. Il che significa che quel movimento, di cui noi cercavamo l'indice, avviene ora nel senso dell'invecchiamento <:lei quadri, e perciò deil'avviamento a quella sistemazione definitiva, che .abbiamo ragionatamente prevista per l'epoca in cui i limiti di età funzionassero su quadri regolarmente reclutati, e aventi .avuto carriera regolare in ragione dei limiti stessi. Come, del resto, avverrà sempre, ed è naturale che avvenga. S ia quando i quadri sono giovani, sia quando, per qualsiasi ragione, si verifichi in essi un momentaneo ringiovanimento, la falce dei limiti di età passa sul loro capo senza toccarli, le eliminazioni decrescono, ed i quadri inv ecchiano fino all'altezza, alla quale i limiti di età possano colpirli. Altrettanto naturalmente, e lo abbiamo già accennato in uno studio precedente, trattandosi di quadri generalmente giovani, la deficienza di eliminazioni ricade tutta sui quadri inferiori, i quali sono i primi ad invecchiare e ad essere poi colpiti dai limiti: ed in quello studio appunto abbiamo dimostrato che il primo effetto dei limiti sarà quello; e non

gradi inferiori a 27-28 anni, che sommati coi 22 anni del reclutamento medio dei sottotenenti, portano al limite di 50 anni, in cui la. falce comincierà ad essere efficace. Ed allorquando i limiti comincieranno a funzionare anche ~ni quadri superio,ri, i vuoti prodotti da essi saranno c9lmati da ufficiali già invecchiati nei gradi inferiori, cosicchè progressivamente la sistemazione procederà fino ai gradi. supremi. Dovrebbe da ciò potersi dedurre che la permanenza nei gradi snperiori sarà fissa ed uguale alla difierenza fra i due limiti successivi di età. Ma bisogna notare che essa avrà agio di .essere alquanto più lunga, perchè, avvenute le grandi eliminazioni nel passaggio a. maggiore, sarà sopravvissuta. soltanto la parte più giovane di ciascun corso di ufficiali, la quale potrà mantenersi qualche anno di più al coperto· dalla falce dei limiti successivi. Ben si intende che si tratta qui della situazione no1·malemedia. Certo, dei momentanei acceleramenti si avranno quando· i limiti di età mietano più largamente in un determinato gruppo cli ufficiali, specialmente degli alti gradi; ma a tale effimero ringiovanimento, come poco innanzi abbiamo detto,. seguirà naturalmente sempre, ed immediatamente, una diminuzione di eliminazioni per età, e la carriera sarà ben presto ' ricondotta nei suoi termini medii normali. I.,e logiche deduzioni ora esposte trovano la loro conferma. nelle previsioni che, sulla base dei dati medii statistici relati vi alle altre cause influenti sull'avanzamento, è possibile· fare sul futuro andamento effettivo degli ufficiali ora iscritti sui ruoli. Secondo tali previsioni, ie permanenze normctli medie sarebbero, secondo noi: · di 27-28 anni complessivamente nei gradi inferiori. Era. di poco più di 2 l anno nel 1896, è già ora di 24 circa, ed. accenna a salire rapidamente;


1010

SAGGIO CRITICO

di 5-6 anni nel grado di maggiore (riteniamola. pure di 5 anni soltanto) ; di 5 anni nel grado di tenente colon.nello ; di 5-6 anni nel grado di colonnello (riteniamola pure .anche questa di 5 anni soltanto). Dal che si deduce, in relazione all'età di reclutamento di -ciascun sottotenente, l'età in cui egli potrà raggiungere i vari gradi successi vi; e cioè: Sottotenente a 19 anni, maggiore a 47, tenente colonnello a 52, colpito dai limiti a 56; Sottotenente a 20 anni, maggiore a 4~, tenente colonnello a · 53, o colpito dai limiti di 53; Sottotenente a 21 anm, maggiore a 49, colpito dai limiti a 53; · Sottotenente a 22 anni, maggiore a 50, o colpito dallo stesso limite di 50; Sottotenente a 23 anni ed ol tre, colpito dal limitb di ,5 0 anni. ' Nella prima parte di questo studio noi abbiamo data una ripartizione, derivata dalla statistica, delle varie età di reclutamento di 100 sottotenenti. Applicandola ora al caso nostro, vediamo che, colla carriera a pura anzianità, gli ufficiali raggiungerebbero : tutti il grado di capitano ; · il 61 per cento il grado di maggiore; il 26 per cento il grado dì tenente colonnello; nessuno il grado di colonnello. Sentiamo già dire: Dunque, con carriere a pura anzianità, 1 ·un esercito non potrebbe avere colonnelli? Ci riserbiamo di rispondere più tardi, in altra occasiona in cui l'obbiezione avrà motivo di essere ripetuta. Per ora, riteniamo- che la celerità · della carrierà ad an:zianità e la sua capacità a fornire i gradi superiori è, in media normale, quella ora indicata. Da ciò risultano confermate le conclusioni prima e terza <lella prima parte di questo studio: che, cioè, nessuna car:.riera a pura anzianità è capace di rispondere alle esigenze

SUI PRINCIPI OHE REGOLANO LE CARRIERE MILI'l'ARI

1011

,dei quadri, senza incontrare enormi ostacoli finanziari e so-ciali, e che perciò l'istituzione dell'avanzamento a scelta, lungi dall'esserne la causa, è la necessaria conseguenza di quella incapacità.

Èd ora vediamo quali siano le carriere a scelta secondo la nostra legge. , Sulle carriere ad anzianità, delle quali noi or ora abbiamo ·tracciato il probabile andamento medio normale, la nostra legge consente di applicare tre specie ·di avanzamenti a scelta, ossia di acceleramenti intesi a sopperire alla incapacità di _produzione della carriera ad anzianità. Com'è noto, essi sono: 1° Avanzamento a scelta eccezionale, previsto dall'art. 25 ,della legge nella proporzione (:p.assima di una promozione -ogni 20, e senza quantità prestabilita di vantaggio. 2° Avanzamento a scelta ordinaria, previsto dall'art. 36 ·della legge, nella proporzione massima di una promozione su quattro da tenente a capita·no, con vantaggio di 'fu sul ruolo organico dei tenenti delh1rma. Questo vantaggio era stato previsto dal legislatore come corrispondente a 18 mesi ·di · precedenza nell'avanzamento; in pratica si è finora aggirato intorno ai due anni, e noi tale lo riteniamo, .poichè per l'efficacia della nostra dimostrazione ci conviene tener conto ·della portata massima della scelta. 3° Avanzamento degli ufficiali di stato maggiore, pre·visto dagli art. .38 e 40 della legge, con proporzione varia· bile a seconda del numero di ufficiali forniti dal corpo di ·stato maggiore, e con vantaggio di 1/ 1~ del ruolo dei capitani dell' arma di provenienza nel passaggio da capitano a maggiore, e di 1/, 0 del ruolo· dei maggiori nel pas,;;aggio da · maggiore a tenente colonnello. · Oltre a questi, vi sarebbero gli avanzamenti a scelta e di' stato maggiore previsti in via transitoria dall' art. 62 ·della legge, per gli ufficiali che avevano acquisiti titoli di ~celta anteriormente alla promulgazione della legge mede-

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1012

SAGGIO 0:Rl'l'IOO

SUI PRINCIPI CHE REGOLANO

sima. Ma, siccome noi intendiamo applicare il correttivo della scelta sulla carriera ad anzianità media normale, e siccome gli ufficiali ora ricordati n on hanno vantaggio al di sopra del grado di maggio.re che tutti avranno superato primét che quella carriera normale cominci a sistemarsi, così di questa specie di avanzam~nti non ci occuperemo.

LE

CARRIERE MILl'l'ARI

1013

<~ superiore ai 12 anni ecl incornplesso, nelle ·a1·mi combattenti, .« hanno l·uogo Qgni anno almeno cento di tali p romozioni ; « sa1·anno dunque cinque i promovibili a scelta eccezionrtle « con un vantaggio di carriei·a di 5 a 7 anni. Alcuni di « questi promossi a scelta da capitano a maggiore, potranno « essere niiovamente scelti n ella promozione da maggiore a « tenente colonnello con altro vantaggio di 2 a 3 anni. (~ Lo scopo, che si vuol raggiungere coll'a1·t. 25, si è cli « limitare gr andemente il numei·o dei pi·omossi a scelta, au« mentanclon e notevolmente il guadagno di carriera, cosicchè, « senza danneggiare in modo sensibile l'avanzamento ad an« zianità della massa degli ufficiali, si abbia il mezzo cli pro« muovere a generale, nella prop01·zione d:i u,n ter :;o ad un « quarto del totale clelle p1·omozioni stesse, ad età inferiore « ai 5 O anni, e ali alti·i due tei·zi o t1·e quarti con età dai 55 « ai 58, come è prescritto dai limiti di ~là. » Il concetto e lo scopo sono adunque assai ·chiari e precisi. A noi non resta che osservare come quelle proporzioni di un terzo o di un quarto di generali giovani, e di una promozione a scelta eccezionale 'o gni venti altre, non siano fissate ad arbitrio, ma dipendano da assennate previsioni e dalla chiara percezione di un :fine assai importante, qual è quello di avere comandanti di divisione e di corpo d' armata i quali possano esercitare per un tempo abbastanza lungo quei supremi comandi, come abbiamo fatto osservare nella prima parte di questo studio. Infatti, come allora dicemmo, noi abbiamo 6 o 7 vacanze all\mno, in media. nel grado di tenente generale. Dato il numero medio di promozioni annue nelle quattro armi combattent i complessivamente, la proporzione di una promozione su venti può fornire all' incirca 7 maggiori, 4 tenenti colonnelli e 3 colonnelli ogni anno. Certamente, come il legislatore notava, l'applicazione più comune e proficua dell'art. 25 è quella fatta nel passaggio. da capitano a maggiore, perchè nel grado di capitano la permanenza è più lunga e consente pertanto di conferire un maggiore vantaggio, come lo scopo dell'art. 25 richiede.

*** Gl' intendimenti della nostra legge, circa lo séopo degli avanzamenti a scelta eccezionale istituiti dall'art. 25, risultanq in modo assai preciso dalla relazione del ministro Ricotti alla Camera dei deputati (Atti parlamentari; P sessione 1895-96; documenti, stampato n. 216). « Permette1·e a talu,ni ufficiali, pochi però, i quali avranno « goduto clel beneficio deU' avanzamento contemplato nello « art. 25, di poter raggiungere, anche i?J tempo di pace, il << grado di generale prima dell' etd di 5 O anni. » · E la stessa relazione soggiunge più avanti : « Essa (modalità di avanzamento prevista dall'art. 25) « darà pertanto modo di avere qu,alche promozione a gene« 1·ale, in età relativamente giovane, anche in tempo pro« l1mgato di pace. » E già al Senato il ministro Ricotti aveva chiaramente e minutamente spiegato quale dovesse essere il funzionamento dell' art. 25: « L'applicazione dell'art. 25 avrà poca efficacia nelle pro<< mozioni ai g1·acli superiori, perchè in ciascuno di questi « gradi la per·manenza è assai limitata e quindi vi' lìa poco « mar·gine di guadagno, non potendosi applicare la promo«· zione a scelta prima di due anni di grado, come è p'r·e« scritto dalla legge stessa. Nelle p r·omozioni da 'tenente a ca« pilano la scelta è già stabilita clagli esami della scuola di « gue1·ra,per cu,i non avrù luogo l'applicazione dello art. 25. « Rimangono le promozioni da maggio1·e a tenente colon« n ello e pa1·ticolarmente da capitano a maggiore, nelle quali « la applicazione dell'art. 25 potrà avere il suo massimo svi · « luppo. La permanenza nel g1·ado cli capitano è in media

65 -

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ANNO X LIX.


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SAGGIO CRI'.I'ICO

Tuttavia le applicazioni fatte nei success1v1 passaggi a tenente colonnello ed a colonnello possono considerarsi come un compenso alle perdite eventuali, evidentemente poche, che si verificassero più tardi nei 7 maggiori che annualmente fru iscono dell'avanzamento a scelta eccezionale. Cosicchè a noi sembra lecito ritenere che questi 7 maggiori possano fornire, a suo tempo, altrett~nt~ tenenti . colonnelli, poi altrettanti colonnelli e magg10n generali, e finalmente i 6 o 7 comandanti· di divisione annualmente occorrènti. Così pure, non essendo limitato il vantaggio che si p~ò conferire coll'art. 25, non v'ha dubbio che esso possa rispondere al suo scopo di far sì che questi . 6 .o '. ufficia~i rag()"iungano il grado di generale in età inferiore a1 50 anm. . 1: conclusione, la scelta prevista dall'art. 2~ risponde teor icamente al suo fine, sia per rispetto al numero, sia per rispetto all'età dei scelti. . . Teoricamente; perchè ognun sa quanto rara s~a la pra~ tica applicazione di questa specie di scelta. Da otto anm che funziona la legge noi dovremmo aver avuta una sessantina almeno di tali promozioni conferite ad ufficiali giovani; invece non ne abbiamo avute forse una ventina, date per la maggior parte ad ufficiali che n~n erano più in età da poter fare la carriera voluta dal legislatore. Ma ,poic~è guasto dipende dai reggitori dell'esercit~, e pu.ò mutare per un semplice atto della loro volontà, noi, per 11 nostro studio, e sempre nell'intendimento di ammetter~ la produzione massima di tutte le scelte, riteniamo ~ure che l'applicaziÒne dell'art. 25 sia fatta in tutta l'estensione con~ sentita dalla legge, a saturazione, e che fornisca 7 scelti ogni anno.

Per gli avanzamenti a scelta ordinaria e di stato_ maggiore, essendo fisse le quote di vantaggio, e calcolabile con sufficiente approssimazione il tempo di guadaguo che esse

SUI PRINCIPI CHE REGOLAN,O LE CARRIERE MILITARI

1015

forniscono, noi possiamo prevedere, in relazione all' età di reclutamento di ciascun sottotenente, l'età in cui egli potrà raggiungere i vari gradi successivi, come g ià abbiamo fatto per la carriera ad anzianità. Per la carriera a scelta ordinaria, troveremo: Sottotenente a 19 anni, maggiore a 45, tenente colonnello a 50, colonnello a 55, colpito dai limiti a 58. Sottotenente a 20 anni, maggiore a 46, tenente colonnello a 51, colonnello a 56 o colpito dai limiti di 56. Sottotenente a 21 anni, maggiore a 47, tenente colonnello a 52, colpito dai limiti a 56. Sottotenente a 22 anni, mag!;iore a 48, tenente colonnello a 53 o colpito dai limiti d i 53. Sottotenente a 23 anni, maggiore a 49, colpito dai limiti a 53. Sottotenente a 24 anni, maggiore a 50 o colpito dal limite a. 50. E per la carriera di stato maggiore: Sottotenente a ID anni, maggiore a 44, tenente colonnello a 48 1/ , , colonnello a 53 1/2 , forse generale a 58, o colpito dal limite di 58. · Sottotenente a 20 anni, mag~iore a 45, tenente colonnello a 49 1/ . , colonnello a 54 '/,, colpito dai limiti a. 58. · Sottotene~te a 2 1 anni, maggiore a 46, tenèute colonnello a 50 '/ 2 , colcnnello a 55 '!,, colpito dai limiti a 58. Sottotenen te a ~2 anni, maggiore a 47, tenente colonnello a 51 1/ 2 , colpito dai limiti a 5(5. Sottotenente a 23 anni, mag~1ore a 48, tenente colonnello a 52 ' / 3, colpito dai limiti a 56. Sottotenente a 24 anni, maggiore a 49, colpito dai limiti a 53. . Sottotenente a 25 anni, maggiore a 50 o còlpito dal limite di 50. In linea assolut,a, è difficile affermare che siano vantaggi colossali, questi: ma non è di ciò cue noi ci interessiamo.


1016

SAGGIO ORITl:CO

. Vediamo piuttosto qua.le sia la percentuale di ufficiali· che, per mezzo di queste due specie di scelte, può raggiungere i vari gradi. La ripartizione statistica media delle varie età di reclutamento di 100 sottotenenti, che ci ha servito per le carriere ad anzianità, non serve più per le carriere a scelta. Infatti è chiaro che a colui che entra tardi in servizio, o per sua elezione o percbè proveniente ~ai gradi ·di truppa,. la carriera . a scelta non può più offrire tali vantaggi dapersuaderlo ad affrontare le fatiche necessarie per conquistarne i titoli: fauno la carriera a scelta essenzialmente coloro che sono stati nominati sottotenenti giovani. Ma è di eccezionale difficoltà raccogliere dati statisticiintorno all'età di reclutamento di quei sottotenenti che poi. fecero carriera a scelta: e perciò noi li desumeremo senz'altro dalla attuale situazione del corpo di stato maggiore .. Vero è che all'epoca in cui questi ufficiali furono nominati sottotenenti, il limite minimo di età era a 18 anni~ · / / mentre ora è a 19, e che le considerazioni sopra esposte)} ,.,JJ.,j hanno maggior valore per chi deve intraprendere il lungo: . .! \ ) e faticoso corso di studi necessario ad entrare in ·stato maglli -t' 'w giore che non per chi deve affrontare semplici esami a. \,,f'/~f' scelta. Ma ciò, se mai, ci darà una statistica di età inferiori .V'..1'\ .J. ' a·l vero, ·e pertanto una portata maggiore del vero per gli ~'!> \ · effetti dell'avanzamento a scelta: e noi appunto alla portata massima, quand'anche esagerata, vogliamo attenerci come g ià dicemmo, per la maggiore efficacia delle nostr~ dimostrazioni. Secondo la statistica, adunque, si avrebbero: Sottotenenti nomi.n at i a 19 anni, 48 °/0 » ?) 20 » 26 o/o )) » 21 )) 9 ·;. » » 22 )) 8°fo » » 23 » 5 °/o

SUI l'RINCIPI OHE REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

Dal che avremo che, colla carriera a scelta ordiuaria, gli ufficiali raggi ungeranno : tutti il grado di capitano il 97 °/ 0 il grado di maggiore il 91 °/0 il grado di tenente colonnello il 74 °/0 il grado di colonnello nessuno il grado di generale e colla carriera di stato maggiore : tutti il grado di capitano tutti, o quasi, il grado di maggiore il 96 °/0 il grado di tenente colonnello l' 83 °/ 0 il grado di colonnello forse, il 48 °lo ha qualche probabili':-à di arrivare a generale · mentre sta per toccare i 58 anni.

*** Con ciò rimane determinata la celerità delle carriere a scelta, e la loro produzione per rispetto all'età ed, ai vari _g radi . Quanto alla lor:o produzione numerica, essa dipende, per 1a scelta ordinaria, dal numero dei concorrenti a tale scf?lta {poichè -la proporzione di '/ ~ stabilita dalla legge non è mai raggiunta sul totale delle armi) e per la carriera di stato maggiore dalPorgauico del corpo di stato maggiore: elementi -che non è in potere di alcuno di variare, e che perciò noi -dobbiamo accettare quali si presentano in pratica. In base a ciò, e senza tenere alcun conto delle perdite dovute a cause eventuali, noi calcoleremo ora la produzione -complessiva delle carriere ad anzianità e di quelle a scelta, in confronto col fabbisogno degli organici.

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1017

Il grado di tenent(~ generale, come abbiamo già veduto, è a sufficienza provvisto, o meglio, può essere a sufficienza provvisto dall'avanzamento a scelta eccezionale. · Il gradv di maggior generale sarebbe riservato a coloro ohe .fruirono dell'avanzamento a scelta eccezionale, ed al.

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SUI PRINCIPI CHE REGOLANO LE CARRIERE MILITARI

1018

SAGGIO Of<ITICO

48 % di coloro ohe escono dallo stato maggiore, se pure costoro non saranno colpiti dai limiti da colonnello. Ma ammettiamo pure ohe non lo siano, mai e nessuno, sempre per avere la portata massima. La media statistica degli anni dal 1891 al 190l indica. ohe occorrono all'incirca ~O maggiori generali all'anno. Di questi, 7 sono forniti dall'art. 25; la carriera ad anzianità. e qnella a scelta ordinaria non ne forniscono alcuno; ne mancano adunque 13, che dovrebbe fornire la carriera di stato maggiore. Il corpo di stato maggiore ha un organico di 74 capitani. Ammettendo pure che essi siano tratt~nuti nel corpo, in. media, soli 8 anni sui 14 circa che passeranno nel grado, il ricambio annuo normale medio fornirà. in cifra tonda. 10 maggiori ; ed è già dir molto, come ognun vede. Di quei 10 ' il 4~ o, ossia ·5' saranno forse in condizioni tali da poter raggiungere poi il grado di maggior generale. Il che è di troppo, e troppo evidentemente, al disotto dell'accennate> fabbisogno di 13, anche volendo far e una larghissima parte alle cariche tecniche ohe possano essere coperte con altri elementi. Al grado di generale la prcduzione complessiva e dunque inferiore di circa una metà al bisogno dt,;ll'organico. 0

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Per il grado di colonnello, secondo la statistica già accennata (1), si hanno in media 63 vacanze all'anno, per le quattro armi complessivamente. · Le carriere ad anzianità non forniscono colonnelli; la scelta eccezionale ne fornisce 7; la carriera di stato maggiore l' 83 °/ di quei 10 detti sopra, e cioè 8 circa; ~e mancano pertanto 38, che dovrebbe forni re la scelta ord10

( I) Jn tale statist11:a dagli ,11 ,n i ,1a 1 ·1891 al 490-t nr,n ~i ò tenurn conto, per i grart i inrPriori a qu~llo di ma;:gior itout>·nle. ,,ell':00110 1897·1898. pcrch.) trop110 anormale ro rnnseguenza ,1ella prima apphcazion, d,i l,m11i <h eta.~ •I Il~ ,ariaoti introdotte nel1'or,lrname11to dell·escrcito .

1019

naria, per mezzo della quale, come si disse, il 74 °/ 0 degli ufficiali, che ne fruiscono, può arrivare a quel grado. T eoricamente, e cioè se fosse sempre e tutto coperto quel quarto di pro~ozioni ohe la iegge conoed~ all_a scelta ~rdinaria, questo cespite potrebbe fornire 72 oap1tan1, al mass1_mo'. all'anno, essendo 2,87 il numero medio delle promoz1om annue a tale grado, giusta la ricordata statistica. Nei 72 sarebbero però compresi i 10 çapitani destinati a colmare i 10 vuoti annui fra i capitan i di stato maggiore, dei quali abbiamo già tenuto conto più. sopra: restano 62, di cui il 74 °/o dà 45. È possibile che questi 46, dopo le perdite che subiranno durante 23 anni (ohe tanti ne impiegheranno per arrivare a colonnelli}, possano ancora fornire 38 ufficia li a quel grado? No, per certo; dunque, anche teoricamente la misura è insufficiente. Ma peggio è in pratica. Gli esami speciali per i tenenti aspiranti all'avanzamento a scelta provvedono, in media, 6 idonei all'anno, sul complesso delle quattro armi (7 nel 1898 ; 6 nel 1899; 2 nel 1900 ; 6 nel 1901; 4 nel 1902). Ed è naturale che così sia. Gli esami, dal momento che conferiscono i _medesimi vantaggi della scuola di guerra ohe ha un corso di 3 anni, non possono essere troppo facili; ed i subalterni, sia per la loro età, sia per il loro g ravoso servizio, non sono in condi~ioni ~ropp~ propizie per compiere da soli un serio corso d1 ~t~d1. Chi ha forza di intelletto e di volontà preferisce add1nttura la scuola di guerra. Ma la scuola di guerra non ammette che 60 allievi per anno. L e prove di ammissione non si possono rendere men ~~~ ..._cl.,.J.,;.n difficili, perchè ne scapitereb~ la bontà della scelta; e, colle .. prove che esist<mo, e coi vantaggi ohe offre la legge, van~ sarebbe aumentare il numero dei posti disponibili per gli allievi. I nfatti, le ammissioni furono di 56 nel 1898, 60 nel 1899, 49 nel 1900, 46 nel 1901, 47 nel 1902: i posti disponibili sono anche troppi per i concorrenti. Ad ogni modo, anche se gli allievi fossero 60, la scuoi~ di guerra, detratti i 10 capitani che deve provvedere allo


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. SAGGIO CRITICO

SUI l'RTNOil:'I OHE REGOLANO LE OARR.IERE MILI'l'ARI

stato maggiore come abbiamo .detto, non fornirebbe mai · che circa 40 idonei all'anno, che, sommati coi 5 degli esami speprendere il 74 °/ o) che ciali, danno 45. Su questi 45 bisoo-na o · 1 dà 33; poi bis<gna applicarè le perdite che subiscono durante i 23 anni di carriera per arrivare a colonnello. Si resta certamente lontani dai 38 c0lonnelli che occorrono all'anno. Perciò, anche al fabb isogno dei colonnelli, la produzione complessiva de lle nostre ca.rriere ad anzianità ed a scelta è insufficiente.

* """ P~r i gradi di tenente colonnello e di maggiore non vi ha ins.u fficienza; e, sAcondo i dati esposti, si avrebbe il 68 1/ di tenenti colonnelli ed il 43 % di maggiori provenienti dalle varie spet;ie di seelta. 0

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sua naturale potenza di aspirazione: dopo di che ha 1uogo il ritorno progressivo all'andamento medio e normale. Senonchè è agevole per ognuno . vedere che è questo ap· ,punto che una buona legge di avanzamento dovrebbe impedire. È indispensabile alla bontà dei quadri che il meccanismo -dell'avanzamento sia tale da provvedere con uniforme cont inuità ~ufficianti elementi idonei per coprire le vacanze, ,c he si vanno facendo in t utti i gradì: altrimenti esso conduce, come si è detto, alla 1ntermittente e momentanea manifestazione di quei vuoti improvvisi, che, di tratto in tratto, ~ispirano istantaneamente dai gradi inferiori la massa necessaria a colmarli, senza conveniente selezione, rendendo fortuito e saltuario il raggiungimento dei gradi superiori, -ed alternando repentini ed ingiustificati acceleramenti con lunghi e dolorosi ristagni delle carriere in generale. *

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In questo mo mento, tutti gli effetti delle deficienze fin qui enumerate non si sentono, poichè i quadri superiori sono• giovani, · i limiti di età non ha.uno ancora incanalate le carriere fra. i loro argini insormontabili, e, sopratutto, si sta ancora sfruttando la scelt.a, assai più larga e più potente, che fu in vigore fino alla promulgazione della legge vigente. Ma si sentiranno per intero fra poco, quando tuLte queste condizioni etfimere saranno scomparse, e le carriere avranno presa la sistemazione che debbono ineluttabilmentt'. avere per effetto della nostra legge. E qui risorge, a maggior ragione, l'obbiezione che abbiamo g ià un~ volta prevista: Dunque colla nostra legge e colle carriere che ne conseguono, l'esercito potrà trovarsi un giorno privo di colonnelli e d 1 generali? Evidentemente, no. Le previsioni basate .su medie statistiche dànno una idea approssimata dell'andamento medio e normale delle carriere. Ma è chiaro che il vuoto non può esistere, e che, quando si' manifesti, esso provvede automaticamente a colmarsi colla

Ed è questo che produrrà inevitabilmente la nostra legge: insufficienza di produzione rispetto ai bisogni dei quadri da tenente colonnello in poi, eccezione fatta per le cariche -di comandante di divisionè e di corpo d'armata, alle quali può provvedere la scelta eccezionale se essa sarà per tempo applicata in tutta la sua estensione legale; formazione di vuoti improvvisi: brevi corse momentanee di una massa non soggetta ad alcuna selezione: lunghi ristagni, tanto più dolorosi in cospetto delle brevi corse precedenti ·e delle brevi .corse prevedibili. Ciò è tanto grave che un provvedimento sarà imposto , a breve scadenza dalla forza delle cose. Non sta a noi di pensarvi; ma noi non ci vogliamo neppure sottrare all' ob-. bligo di far cenno della cura, che, a parer nostro, sarebbe migliore, dopo aver fatto la diag1tosi e la prognosi del male. E presto lo faremo in un altro articolo. Ma per ora è lecito chiederci per qual ragione la nostra legge sia tale da produrre tutti gli inconvenienti esposti e preved.uti.


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S~GGIO CRITICO, ECC.

E ne vien fuo ri una risposta curiosa. che servirà di topwo a molte delle manifestazioni cutanee, che appaiono di questi giorni su lla epidermide dei nostri quadri. La nostra legge è 11 trionfo della carriera ad anzianità, spinto fino all'as,;urdo, fino al danno inesorabile dei quadri stessi e delle carriere. Le carriere ad anzianità non possono essere che quell& che derivano dal numero di eliminazioni, che il bilancio dello Stato consente, e di cui, per noi, è indice preciso il sistema dei limit.i di età: crediamo di averlo dimostrato. Que,;te carriere sono sempre insufficienti ai bisogni dei quadri, ed a questa insufficienza deve provvedere la scelta: anche questo crndiarno di averlo dimostrato. Ma siccome l'introduzione di una scelta qualsiasi danneggia sempre, più o mano. le carriere ad anzianità, così la nostrù legge, nel suo cieco feticismo per queste, ha .sancita una ~celta che non è sufficiente ai bisogni dei quadri. Per tal modo, ba portato bensì in linea assoluta il massimo rispett0 alle carriere ad anzi11nità, ma a prezzo del danno evid ... nte dei quadri dell'esercito ed a pre2zo di quelle brevi corse e di quei lunghi ristagni che le carriere ad anzianità sentiranno assai · più amaramente di guanto non avrebbero sentito una maggior lentezza di qualche mese, ma co:;tante, Pgua, uguale per tutti, come sarebbe cleri vato dall'ado7,ione di una scelta sufficiente agli interessi supremi della bontà dei quadri. Dopo di che a noi pare superfluo di dimostrare ulteriormente con quanto poco fondamento si vada affermando che i limiti di età e gli avauzamenti a scelta sono la rovina delle carriere ad anzianità, e che queste carriere procedono troppo lentf', per culpa degli uomini e delle .leggi anzichè per forza naturale delle cose. U. PmGHT.

1023:

IL DILEl\[\iIA D'AMLETO PEI BERSAGLIERI '

(ESSERE O NON ESSERE ... ECCO IL PROBLEMA!) SAKEASPBAJlE

<:ontimu,izione e fine -

Vedi di,pensa V

c) Preparazione durante la pace.

Tutto, nel nostro Corpo, deve piegarsi a svilup:pa,re a,1 più .alto gra,do le tre indispensabili potenzialità che ho più volte accennate: necessità quindi - ànzitu tto - che i battaglioni bersaglieri autonomi, siano esonerati - in via normale - da.i servizi di presidio, dal fornire la pleiad~ di piantoni, d'attendenti foori. Corpo : meno i malati, tiitti debbon esser presenti ed alle istrtt· zioni, epperò - salvo . casi speciali - non dovrebbero nemmeno fornire distaccamenti, se non di ba,ttaglione. La, ferma è breve : le missioni cui -sarebbero destinat,i sono complesse, difficili, importanti, delicate, è quindi necessa,ria. una preparazione intensa, continua, la quale non è possibile assolutamente se gli organici non sono sempre o quasi, presenti e disponibili. · Per le future missioni, tuttociò che è forma, appa.re.nza, paratar sarà non solo ini:ttile, ma dannoso perchè richi.ede molto tempo ad ottenerlo e non serve. a nulla di fronte a,l nemico. Ohe importa se una compagnia, un battaglione sfilano - ad esempio - come un sol uomo, qua,ndo essi non sanno fare una. marcia senza ritardatari 1 Qua.lcuno dirà :<<si può, si deve ottenere e s'ottiene di fatto 1 che la compagnia, il battaglione sfilino e marcino ugualmente bene>> e sia, ma chi può contraddire l'a;fierma,zione che potrebbero marcia.re meglio, qua.lora tutto il tempo adibito agli sfilamenti con le relative prove e controprove, si fosse speso nelle


PEI BER~AGLIERI

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IL DILE~l\U. Jj' AMLETO

ma.ree 1 Clli'vorrà negare, che se si dimenticasse un po' quella ·santa l)edanteria degna d'altri tempi, per la qua.le s'insiste fmo alfa noia nell'esa.ttezza delle evolnzioni di piazz~t d'.arme e si dedicasse il non poco tempo impiegatovi, a.li.e tattiche, alle evolnzioni in terreno vario, alla ginnastica di ca,m1)a,gna, non ci .s arebbe un tanto di guadagnato '? Non voglio con questo negare gli ottimi resultati che si tra.ggon dalla piazza, d'arme a vantaggio dell'insieme~ della disciplina, e del comando; sarebbe sciocco : voglio soltanto affermare che 1a nostra, vera piazza él'arrni dev'essere il ·terreno va.rio. con tutti i suoi accidenti, con tutte le sne difficoltà e non quell; sgombra, pia,na, teorica ove - a mio povero modo di vedere - sciupiam~ tanto tempo ... troppo tempo. Su questa dobbia.mo imparare a.l bersagliere, soltanto le forme })rime, i. rudimenti delle evoluzioni e del combattimento, ma le evoluzioni vere, il meccanism.o vero del combattimento, è un :assurdo insegnarglielo su d' 11n terreno t;a,nto dissimile da quello dove dovrà realmente combattere e non comba,ttere ma,i in ordine chiuso. Specie se le nuove missioni sa.ranno a,ffidate ai bersaglieri, q uesti - sa.Ivo chepei primi esercizi individuali - non dovmnno ma,i vedere la piazza d'arme. Fa,cciamoci uria buona volta persua.si che tutto muta, e ileve mutare a questo mond.o e che la verità indiscutibile di ieri, può •diventare oggi u 11 assmdo e, domani, un a.ssurdo dannoso ·: ai nostri giorni, con la pia,zza d' arme, non si vincon battaglie perchè in guerra, vera si. ma,novrerà molto diversa.mente : trent'anni fa -e dopo una guerra classiea, si giunse perfino ·a ;criverè : << vogliamo che le truppe sicvno esercitate al disordine, affinchè 7Joi wnohe nel disorcline, sappiano rnaroiare e cornbattere >> ; e questa, è la negazione - o quasi - della piazza, d'arme (1). Ed il Boguslawscki, secondo me, aveva ragione : nelle o<liernc battaglie, quando il soldato non si troverà più nelle mani dei suoi <;a;pi immediati e si vedrà in mezzo ad uomini d'altri repa,rti << si sentirà sciolto dai leg<vnii dell'ordine e della disoipU1na, i {I) Vedi

BuGU~C.,\ WSKI,

op, cil.

· 1025-

quali spariscono tM1,to pi1ì, vresto, qu,anto 1)'ÌÙ nelle eseroitcizionì il solélato era avvezzo a t1,itt' altro ,> (1). Ora tutto questo emerge - in parte - dallo spirito che informa i nostri regola.menti e saJ:à - speriamo - solennementeafferma,to e sancito in quelli che si sta,nno compila.udo, ma in· pratica rna,nc~t quell'a;rclita e profonda intuizione che fece scrivere al ma,rescia,llo di Ligne << La vera e gi1tsta apt)licazione dei" regolamenti, sta nel sciperli ci t01nvo 1; lilogo intelliqentemente, violare>>. · · · Nei nostri regolamenti spim l'ama vivifieatricc delle nuove idee ed essi ci dichiara.no solennemente che<• l'iniz'i,ativa è virtù ili" coloro ohe ·hanno ficlucia vn .sè stessi>> (2) ma l'ambient;e a cui si dirigono, d~t cni dovrebbero essere compresi ed attnati, non sem-bra corrisponda completamente, a.imeno per ora, perchè in gra,n parte manca clella necessaria prepa,razione (3). L'elemento militare in genere, per propria natnra conse1·uitrire, pur non potendosi sottrarre aU'intluenza benefica, e fataledel rapido succeclersi di. tutto ciò che lo circonda, e l'incalza versonuovi ideali, mal si piega a.Ue nuove teorie che non ebber la, sanzione dei campi di battaglia,. Talchè; nella -plurali~à dei ca.s i, il' suo pensiero, la sua azi.one, finiscono col risolversi in un tentennamento tra il vecchio ed il nuovo, con preponderanza di quello, perc11è il distacco è~ bruseo e ma.reato tra, l'uno e l'altro (4). Cosa naturale del resto e necessa1:ia, poichè le nuove idee, anco,. ~ella società, han sempre avuto bisogno d'un 'lento e la,borioso, processo, per potersi afferma.r e e per decidere uno strappo nettoe reciso dal paBsato,,in cui nacquero e crebbero i più. Per tal modo, a,l presente, noi attraversiamo un periodo - per· così dire -- il'orientconento, non è che dal ·tempo, il gr~nde coeffi-.

(I) Vedi OOGUSL AWSK I , op. cit.

Regotarnento d''ist.ruzione e .,ervizio interno pei- la fanteria . (3) , La iniziativa rn:inca, pcrche m rnca nell' inferiore la fiducia /li esser sostenuto. , dal proprio superiore... e nuoce a lla formazi one del sen timento di iniziati va, l'accen• tramen to grande .... • - C. AIIIACm - Letcent a l Generale Cosenz (17 Lugl io J887). (~) J'(ell'attrazione ve rso il passato, ci si dimentica però che i grand i d'allora la pensavano presso a poco come i moderni d'adesso: • Tr~ q'oalicà sono quasicchè ne' cessarie in u no solrl alo... farlo veloce nel correre, fa rlo desti·o nel salta re, farlo, •· forte a trarre al palo o a fare a Ile braccia •. - MACCHIA vgr, ~1. Arte della gue1·rci. (:!)


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IL DILEMMA

l)' AMLETO

<(liente dei risultati 11maoi, ch'è dato sperare la soluzione di questo stato di crisi: dal tempo e dall'opera costante, attiva, intelligente di noi tntti per agevola,r ne ed accelerarne l'opera provvidenziale. Per conto mio vorrei, che nel nostro corpo ci si liberasse una buona volta dalle strettoie degli orari grandi e piccoli, daUa -manìa, presso molti reparti purtroppo ancor vigente, di tutto fissare -prima e nella ta.le e tal'altra ora, nei tale e nel tal'altro giorno, perchè questo sistema alla 111athieu de la Dròine, rende illusoria quella sana ecl intelligente iniziativa,,ht quale necessita si sviluppi tanto nel 'nostro Corpo, da diventarne la caratterisca ,spicc~tta. Ogni uffi ciale deve cercare che nel proprio repa,rto questa ·virtù del cara,ttere - così chiamo l'iniziativa -- si sviluppi al più alto grado, per modo che tutte le va.rie unità, anco le più piccole e tutti che le compongono, a~sumano quella personalità propria, ·senza, della quale non sa,rà possibile riuscire nel nuovo impiego -cui saremo chiamati. I comandanti di ba,ttaglione, dividano in due il periodo di ·tempo loro affidato da,ll'Autorif;à superiore, lasciandone il lasso -più lungo alle compa,gnie e per l'orario di battaglione ve n'è anco -di. troppo. Il comando del battaglione autonomo, devess'er come per l'organismo urna.no è il cuore, la di cui fonzione essenziale non è di far 11fliuire il sa,ngue nelle proprie cavità, ma di spinge.rlo alle ·estremità del corpo, conservando é ravvivando la vita : niente ,accentramento quinili, massimo discentramento invece ed oeulata vigilanza,. N rlla f'Ompagnia poi, nessun orarfo : solo un revarto 1lelle istr1,tzioni fra gli ufficiali subalterni ed i sottufficia.li, quelli come ,istr1,ittori, questi come s•u,v vlenti ; e ciò perchè ht scelta delle istnlzioni da farsi nella giornata, deve unicamente dipendere dal bisogno che si manifesta in modo speciale per qualcuna di esse fra, le altre e dalle condizioni a,tmosferiche che possono muta.re dall'oggi al dima,ne. L'orario per la giornata dunque, il capitano lo deve fissare al mattino, non prima se si vuol riuscire ad una cosa logica ed ~fficace,

PEI BERS.AGLJERI

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La libertà d'azione e la piena responsabilità di cui abbisogna il ,capitano, non si può nè si deve negare ai subalterni, nel comando del rispettivo plotone e da questi deve essere concessa,, nelle dovute pro1)orzioni ai rispettivi cap~ squadrn, a.i bersaglieri. Ognuno, nella più o meno ristretta cerchia del suo comando, deve -poter esplica;rc intera. la propria azione, se si vuole che l'a.mor -proprio di ciascuno sia soddisfatto e produca quell'efficace ed intelligente cooverazione_in tutti. i. gradi della gera.rchia, che sola -può dare ottimi frutti. Con ciò si rialza potentemente il. mora.le, a.neo del più piccolo graduato e lo si persuade che egli dopo tutto esi:ste ver uno sCOJJO ed è q1talcosa : non parlo per vh1 cli ragi.o nameri.ti teorici, ma perchè per due anni. n'ho fatta la prova - e ,con resultato - nella mia, compagnia e l'ho visto e lo vedo in telligentemente applicato da molti miei colleghi. Ciò posto, ciascuno pensi a.i fatti ·propri, alla propria missione, a lla propria responsabilità, liberi tntti. di sorveglia.re - come è -dovere - sempre e dovunque i comanda,nti dipendenti, cli dar loro o.orme e consigli, ma sovratutto pochi, biwni ed a 1Jrovosito. Deve scomparire insomma quella specie di diffidenza reciproca non fatta che per arena.r e ogni attività, individua.le : ca,pitano, debbo domattina poter andare dove e quando credo opportuno, .a far l'istruzione della mia compagni.a, ba.sta ne lasci notizia aUa ma,g giorità, del battaglione.Non debbo esser obbligato a far dipendere l'ora e la località di un'istruzione dai mille e per lo più dannosi legami cli quartiere o da altro : non debbo e-sser obbligato a far questa o quell'altra, istruzione (meno casi eccezionf:Lli ed ovvi) perchè il responsabile son io e non altri, dell'istruzione e ,dell'educazione del reparto che comando, e nessuno ha il diritto, .di menomare'iu qualunque moclo o di .limitare l'opera mia, fin .ohè questa non èontra.vvenga i regolamenti o sia senza criterio. Nel regolamento d'istruzione e servizio interno questi diritti sacrosanti di chi ha un comando, queste conquiste della. logica e del buon senso, trovano una splendida conferma; se quelle anree sentenze del regolamento non fossero ma.i dimenticate !!!. .. Al redde rationern, se la mia compagnia, se il mio battaglione si presenteranno deficienti in qualcosa e non m'avrete ridotti


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IL DILEMMA ·D, AMLE;TO

PEI BERSAGLIERI

od imposti i mezzi di cui potevo disporre, falciate senza pietà : sarà giusto e ne avrete il diritto, anzi il dovere. A queste condizioni soltanto, gli ufficiali dei bersaglieri avranno la l)Ossibilità di prnparaJ:·e convenientemente sè. sl;essi ed i propri repa,rti alla missione speciale cui a.spirano con tanta, ansia ; a queste condizioni solta,n.to cia.scuno d.' essi sa1)rà, assu mersi con coscenza e per intero h1 complessa e grave respon sabilità che gli incombe : svilnppare - in a.Itri termini - vera ed intelligente iniziativa. ID se in pa,i:ecchi reparti i deside.ri che 110 esposti, sono già realtà, a me non résta che pregare il buòn Dio, pcrchè a quelli faccia presto somigliare tutti gli altri.

scelta del mezzo migliore a trarsi d'impaccio, che assumeranno grandissima importanza nel nostro nuovo impiego, pel quale necessita.no an,irne 111itere e non 11iezze a1iirne. E per le esercitazioni di servizio in avcinscoverta ed in esplorazione : massimo sviluppo a1 servizio di pattuglia,, cli piccole, snelle e resistenti colonne .mobiii dal cuore ·e dai garretti d'acciaio, clali'oce~iio cli lince; quindi ma,s sima importanza a sviluppare l'autonomia coordinata dei caJ)i e dei singoli grega,ri, · all'impiego del battaglione sciolto in colonne mobili, coi reparti ciclisti, per modo che l'agire frazionati. e disciolti non comprometta mai la compattezza, l'unità d'intenti e d'azione de' nostri reparti: a sapersi dovunque e sempre facilmente orientare, rapidamente e bene occupare posizioni, ritra.rsi, raggrupparsi qua e là secondo il momento richiede, ad acuire l'intelligenza dei nostri bersaglieri a qu_ell'avanzare e combattere celeremente e . con astuzia, che molto ricorda la ca,ratter:isticf~ delle guerre di partigiani, nelle quali Ga,rlbaldi e le sne schiere gloriose dalla camicia rossa, eran ma~stri e lasciarono splendidi esempi. E tutto ciò su qualunque terreno, combinando cor1 opportuna intuizione l'opera propria a, quella della cavalleria, dal battaglione ai minimi reparti ed alle pattugli.e isola.te. Senza preoccuparsi granchè delle minacce della cavalleria, avversaria, il bersaglière deve convincersi che - nell'ava,nscoperta e nell'esplomzione- se vuole e sa, può scivolare inavvertito frà essa ed a,i utato potentemente dai propri ciclisti, vedere, minacciare, offendere, e riferire molto meglio e più facilmente forse della cavaUeria stessa; abituarsi a celermente raduna,r si a,ttorno ai propri capi senza comandi o segnali di tromba, ma quasi_sempre a cenni o per intuito (quasi ·istinto), ad aver fede nella potenza del proprio fucile, nella, superiorità assoluta della fanteria di fronte ad una carica di cavalleria; a saper con opportune occupa,zioni :proteggere ed a.iutare in ogni caso l'arma sorella e preparare il terreno all'azione delle proprie colonne retrostanti. i;,;:1 :..ii ~if 1. ID' tutto_un regolamento speciale pel nostro Corpo, inteso a farlo raggiungere brillantemente e con efficacia le sue nuove missioni, che necessita, urge compilare.

*** · Oi.rcà, le isl;ruzioni da farsi, esse dovrebbero essenzialrn enteri.du.rsi a quelle cli tb:o, a, q nelle di. marcia (con velocità media oraria di '7 chilometri e più, fino a n~ggiungere per pa,recchi giorni 45-50 chiJometri. cli percorso) ed a quelle di campagna, indica,ndo con queste le esermtazion•1: (li .~ervùtio in avcvnsoovertci, (li servizio· in esplornzione e la ginna,stica di campa,g na : pei ciclisti l'istruzione della biciclelita, l'uso della quale élovrebbe essere però· imparata a.neo ai non ciclisti.. La ginnastica di campa,g na specialmente dovrebbe per noi bersagli.eri, asshmere una importanzà speciale ed attua,r si cou ogni cura e quanto l)i.ì:t spesso possibile, tanto da farne un'istruzione tipica pel nostro Coqfo. In a,rme e bagaglio sempre, i bersa,glieri debbon essere abituati a pa,s sar tutti gli ostacoli ua,tnra1i cd artifì.ciali che si incontra.no fuori delle stra.de, nell'aperta campagna, e senza diminuire troppola velocità,, senza perdere quella eoesione cla,<,tica, priva, della qua.le, truppe in esplorazione od in avanscoperta va.lgon zero. Tale istruzione doVTebbc esser la base delle esercitazioni di servizio in avanscoperta ed in esplorazione, tanto più che si presenta opportunissima per isvilupparc nei nostri u:fficia,li e nella nostra truppa, quella pronte1,za di risoluzione, quella,rapida

66 _: ANNO XLIX .

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1030 O meglio -

IL DILEMltIA D'AMLETO

anco per questo - ritorniamo intelligentemente all'antico : il nostro DeU.a, :M:a,r mora in molti e preziosi stndi, proposte e note d'ispezioni passate a,l Corpo e posseduti dal nostro niluseo Storico, rivela tale un acume, tanta praticità e - ciò che sorprende - tanta modernità di idee, cl1e quelli incarica.ti della compilazione di questo regolamento speciale per noi, non avrebbei·o che da studiare, da coordina.re quanto è usci~o daìla, mente e da,l cuore da,l nostro illustre .Fondatore. In altri termini il materiale per questo regolamento, esiste cd è mirabilmente sviluppato fondendo con sapienza pratica,, la meccanica dell'impiego di guerra, col mora.le degli elementi da impiegai'i,i: basta ordinare questo prezioso materiale· e dargli una forma semplice, breve ed efficace. Circa il modo ed il dove a,ttuare tali istruzioni, bisognerebbe . anzitutto rifuggire dal fare - ad esemp~o - una marcià, solo per faré una marcia, e nient'altro che questa. Il tempo è moneta e l'anelata e il ritorno per le istruzi.oui esterne, com'oggi si fa, è un tempo prezioso inntilmente gettato. Chissà perche facendo una ma,rcia o recandoci ad una tattica,, in piazza d'armi o ad altra istruzione esterna, non si potranuo attuare e servizio di sicurezza,, e applicazioni delle evoluzioni al terreno ed occupazioni tattiche cd esercizi di ginnastica, di 1mntamento ecc. , ! In guerra vera non faremo mai una, di queste cose soltanto, ma saranno sempre combinate assieme e l'una servira. a foegli.o raggiungere lo scopo dell'altra: è dunque male farlo in tempo di pace, perchè- dopo tutto - riesce anche monotono e faticoso. 1'rova,re q1tit1.di sempre l'opportunità di coordinare le istruzioni ad un obbiettivo suppostò o reale di guerra,, d'innesta.r e a quella principa,le quanto più si può delle altre, per modo che ne risulti un insieme razionalmente variato, epperò più proficuo e più pra,tico. Di massima preferir sempre l'aperta· campagna al quartiere: la, piazza d'armi - come si disse - - solo ver dirozzare le recl11.te; dimenticare le strade maestre, abituarsi a marciare, manovrare, combattere celerementc, fra,7,io1rnti in piccoli ed elastici repa,rt i, a lungo ed in silen7,io, su qua.ln.nque terreno.

PEI B ERSAGLIERI

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Meno il bcr<iagliere sarà istruito in caserma ed inpiaz7,ad.'arme, tanto più si sa,rà .guaclagnato nel tempo disponibile alle istruziòni ,e nella sua, vera preparazione alla guena (1) . .Ad ottenere il necessa,rio resultato delle marcie, a me sembra :si dovrebbe vietare lo << svort i> come da,i più inte$o in oggi, poichè non produce e non prova, nulla di ciò chc si vorrebbe. · Che importa a me che un ufficia,le, un sottufficiale, maga,r i -con una ventina di bersaglieri, mi facciano egregiamente ottanta -chilometri e niente a,l tro che ottanta chilometri, una volta tanto? •Chc cosa ·si prova con ciò~ Nulla,, per rispetto alla guerra, la ·quale deve presicdere ad ogni pensiero, a,d ogni atto del militare. Capisco lo << SJJort i> quando un plotone, una compagnia, un battaglione, mi f.accia,no per tre o quattro giorni consecutivi da 50 a 60 chilometri, e.on velocità oraria di 7 e più chilometri, in :pieno assetto ed organico di guerra ; a.Ilora lo vedo utile, necessario non solo, ma da promuovere per quanto è possibile. · E t uttociò non ba.s ta : in tali esercitazioni è necessaria una :gradazione intelligente tanto per la, veloci1;à, che per la percor renza; e necessa,r io che a ciascuna esercitazione si dia un obbiet1 tivo raziona.le da raggiungere, che cioè si facciano non già per ,ottenere soltanto un risulta,to fisico-meccanico, ma bensì come ,di fronte o da presso al nemico, non climeùticando nulla di ciò ,che si farebbe in simili contingenze, e per raggiungere uno scopo tattico o strategico. E ciò perchè se tali marcie di per sèÌ'ichieggouo n di resistenza, •quando sian fatte come si fosse ·in guerra vera, richiedono una :resistenza, 20 per lo meno ; poco importa, anzi è dannoso, avere un ba,ttaglione capace di fate una marcia lunga e veloce, se giunto .all'obbiettivo non è in condizioni di poter combattere come do VTebbe, oppure se non è in gra.do di ripeterla per pa,recchi giorni -di seguito. Dia.mo qnidi il benvenuto tra noi bersaglieri, a questo ottimo ;Spirito cli ga.i·a, nelle marcie, poichè l'utilità, che potremo ritran1e (l) , L'e;e rcizio immed iato de.la· forma tlel combati iinento sul terreno piano, rotto, ondulato, co perto, come lo si tro va alla mano, sembra a noi sia il mezzo pili adatto ~ 1rnr render s11bito acces~ ibile ali' intelligenza del gio,,ane solda to, la maniera Jliù usi- tata d,i combattere•. V. BoG USLA WSCKI, op. cit. , ~


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IL DILEMMA D' AMLE'l'O

PEI BERSAGLIEIÙ

sa,rà incafoolabile, 'ma, ricordiamoci che la brutta parola con cni la si desig.ua è ba.rba,ra e si presta purtroppo mirabilmente ad esserefra;intesa. Ricordiamo inoltre che il soldato moderno, non è quello d'un secolo fa. e che gli uomini d'oggi non si porta.no al fuoco comequelli di ieri : la società da cui provengono ba camminato cli. molto. L'istruzione, l'esercizio, l'educazione dei nostri bersaglieri, sa.r à incompleta e forse vana, se non sapl)iamo toccarli, a tempo, opportuno, nella parte più sensibile cioè nel morale e questo non s'impara, nè s'ottiene all'improvviso. Il soldato benchè rozzo, intuisce meravigliosa.mente il proprio, su1)eriore e si commuove con facilità ai sentimenti. più delicati' e sublimi della Patria. e dello spirito di corpo : bisogna quindi non trascurn;r mai, ma coltiva.re assiduamente, con amore ed in-· telligenza queste sue potenzialità morali, e non solo nel soldato,, ma più ancora - molto più - n ell'ufficiale. Ci si deve persuadere che se prima per condnrre la gente ci voleva il pugno d'acciaio, in oggi per fortuna può - per chi sa bastare un semplice filo di seta. Ed intanto mi dica qualcuno se durante la sua carriera lessemai in un ordine di presidio, un elogio per una marcia bene eseguita: per conto mio no, mentre è di prammatica l'ordine d'elogio dopo una rivista. l\:Ii dica qualcuno, quanti ufficiali credono sul serio all'efficacia di quella istruzione da noi chiamata morale e che tanto rammente o ma.lamente si fa ... << Dicono molti : Quanti solda,ti vi sono che non capiscono, nulla cli tutto ciò ! - i:ra. se anche non ve ne fosse che un quaJ'tO ,sarebbe pur sempre sufficiente giacchè questo quarto trascinapoi gli a.ltri » (1). Se avremo sa,p ut.o prepa,r ar per bene gli animi dei nostri bersaglieri e dei nostri ufficiali, al momento del bisogno basterà. una pa,r ola, un gesto eletta o fatto a tempo e luogo, per raddoppiare, per triplic~tre la loro potenzia,lità, poichè noi avremo.

g ià acquista,to su cli essi quell'ascendente, quella :fiducia pien~~ <ed incondfaionata, che sono massimi fattori de la vittoria (1). Gli ufficiali tutti, parlino e parlino spesso al cuore,.all'anima dei :propri soldati ; non lunghi e forbiti discorsi, ma poche pa.roie, -talvolta una sola pa,rola, purchè detta con accento vibrato, ·convinto ecl a momento opportuno, fondono l'anime, ritemprano ]a disciplina meglio e più presto che mille 1mnizioni o sfuriate -più o meno acri ed inconsulte! (2) Ma come ottener simili resnltati, se la preparazione in tempo <(l i pace non fu assidua, intelligente, completa~ E questa come JJOtrà esser tale se dovremo continuare a prepararci per un im .:piego che potrà realizzarsi, ma che non ci hanno, nè possiamo de·.finire L. Perchè in oggi i bersaglieri - non dimentichiamolo - son tali, -<;he debbon preparcirsi soltanto per prepararsi e non per altro. Quello che urge è di ben definire le missioni speciali che si -vorranno a,ffida,re al nostro Corpo in gnerra e di nettameute ,concretarle - come si disse - in un apposito regolamento, -perchè sia, possibile prepa.rarvisi;in pace: questo si può a,ttna,re :anco subi to e - temporaneamente - senza alcuna riforma •'Organica. E' sufficiente che i comandi dei Reggimenti, ritornino ad essere semplicemente quali furono e cioè enti Mnlniinist:ra,tivi e, se si -vuole, anco d'ispezione sui tre batta.glioni ai quali ora sono preposti e che ai ba,ttaglioni si dia l'autonomia della quale hanno ;assolutamente bisogno, in vista del nuovo impiego. Però la necessità di coordinare l'organizzazione del Corpo ·alle sue nuove missioni, ben presto si imporrà com'è naturale ed :allora l'attuazione cli tali riforme organiche verrà a costituire come un secondo periodo del rinnovamento che si propugna ; 'in seguito poi si potrebbe renderlo completo, ·qualora fosse dato :attuare a.neo le altre suaccennate proposte, od altre equivalenti

(ll

Vedi V.

8,1GCSLAIVSCK',

c,p. ci t.

({) " !,'ostinazione dei soldati nel combattere è accresciuta dalla confidenza e dal·• ·l'amore del capitano e del la P;1tria •. - MACCHIAVELl.l , OJJ . cit. .(~) •... deube assuerare i suoi soldati ad udir parlare il suo capitano ed il capitano ~ a saper parlare a que lli •. - llACCRI AVELLI, op. cit.


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IL DI LEMMA D'AMLETO

PEI BERSAGLIERI

a.Jlo scopo e che specialmente riflettono il personale (reclutamento), e l'equipaggiamento. Talchè, come si vede, Ia soluzione clel nostro problema, è possibile - non dico preferibile - con graduali riforme, epperò senza scosse, fors'anche più facilmente, fino ana completa tra-sforma,zione che molti vagheggiano e propugnano - senza però, tener molto co~to di tante e tante cose co.n le quali è forzata - · mente connessa - degli attua.li Reggimenti bersaglieri, in battaglioni bersaglieri ciclisti. E' certo che il così detto - e giustamente -

cavano d'acciaio ,.

molto economico, a,ssa,i resistente, velocissimo, che noi ita.lianì - fo rse per primi - introdncemmo a piccoli reparti .ne l'esercito,. ha dato prove b_rillantissime durante le recenti grandi manovredel Veneto e ne dà. di continuo allorchè si impiega - intelligentemente - nelle esercita,zioni e nelle manovre di campagna. L'impiego di reJ)arti ciclisti in guerra, orma.i si è imposto etutti gli eserciti ne ha1nno riconosciuta l'opportunità e l'utilità : è ora question~ di studia.re, cli trova.r e l'unità orgànica che megliosi presta, a render più efficace il loro impiego e già la Francia -. anco in questo - forse ci precorre, avendo già, proposta la costi· tuzione di un battciglione ciclisti..... :Per mio conto, ho fede che il ri1inova1nento del nostro Corpo - condizione urgente ed assoluta alla nostra esistenza - nel senso accennato alla meglio dal. presente lavoro, ci porterà logicamente ed in un a,v venire non. lontano/\ a trasformarci in bersciglieri-ciclisti : e dico· ho fede,. poichè t utto milita in favore di ta.le trasformazione, la quale per la maggioranza - credo - di noi bersaglieri, costituisce un miraggio bello e seducente, che luccica laggiù, nel 11ostro. a,vveniTe. Le nuove missioni che costituirebbero il nostro rinnovamento;. troverebbero nella ora.detta trasformazione il mezzo più adatto, per esser meglio e più completamente attuate (1).

{!) S. I\:. il tenente ge,nerale Besozzi nella sua maschia in<l<>lc di vecchio e provato, mil itare, pron un zi6 un ispi rato discorso cir~a l'avvenire ciclistico dei bersaglieri, che imp ressionò - or non è molto - Senato ed Esercito. Quan to cuo re e quanto intuito ~

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*** Qua,nto ho fin qui tentato di esporre alla meglio, non accenna che lontanamente a.l ben arduo e complicato problema, dallà cui soluzione dipenderà certo l'esistenza efficace o meno del nostro Corpo. Concludendo, mi pa,re che allorchè cessa lo sèopo per cui fa costrutta una, macchina ottima in ogni sua pa,rte, o la si utili.zza in un nuovo lavoro o la si distrugge per utilizzarne in altro modo il ma.teria.le; non la si mantiene inoperosa in un ambiente poco atto alla sua, conservazione, nè la si impi.ega in un lavoro che sciupa gran pa,rte della sua potenzia.lità, per un rendimento assa,i minore ed incerLo di quello_ che realmente può e deve corrispondere. Ora per utilizzare quest'ottima macchina in un nuovo lavoro, proporzionato a.Ua potenza del suo mecca,nismo, noi possia.mo o adattarne con mille r ipieghi alcune parti. o sostitnirle a nuovo. Col primo metodo, presto o tardi risentiremo gli incon-yenienti del ripiego, col secondo la, macchina risulta come costrutta a nuovo e pel lavoro cui è destinata; a conti fatti, non v'ha dubbio che l'interesse maggiore sta nel secondo, .anzichè nel primo dei mct;ocli esposti. Questo - a me pa,re- è il caso dei bersa,glieri. Macchina ot· tima, la qua,le - quando cessò lo scopo J)er cui fu costrutta si volle mantenere in nn ambiente poco atto alla sua conserva· zione, molto meno allo sviluppo delle J)Otenzialità spiccate di c1ù è dotata per ilnpiegarla poi in un lavoro il cui rendimento incerto, è minimo in confronto dei mezzi di cui essa donebbe e potrebbe disporre. Dal riflettere su questo non lieto stato di cose e dalla fede certa e provata che il meccanismo del Corpo glorioso- c1ù son superbo d'appartenere - è ancora fortunatamente ottim,o in ogni sua. parte, venne l'idea di queste povere pagine ricostruite su d'un vecchio la.voro. Esse mirano a persuadere - come possono - che perdurando le condizioni presenti, i bersaglieri debbon per necessità :finil'e


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IL DILEM~fA D' AMLE'1'0 PEI BE:&SAGL·IERI

col non poter più conispondere il rendimento di cui furono esarebbero capaci e che ad evitar ciò, necessita provvedere tosto e non per via cli.ripieghi. Io son certo che si avrà il coraggio, la coscenza ed il cuore di rinn'Ovare il nostro bel Corpo, dandogli uno scopo per vivere, riducendolo perchè possa ritemprarsi e divenire più forte : quelli di noi bersaglieri, che - nel ca.so - dovremo abbandona.re l'amato piumetto, con le lagrime a,gli occJ1i ed una stretta a,l cuore, saremo - non v'ha dubbio - orgogliosi del persona.le dolorosissimo sacrificio, a vantaggio del Corpo glorioso! Epperò, ripensando alle giuste ed urgenti aspirazioni dei bersaglieri, a.Ue loro glorie passate e volgendo l'occhio al futuro, mi sento svanire quel senso di dubbio che tanto mi opprime : mi par di non aver fatto un bel sogno sol tanto. Il dilemma scettico e freddo, col cui accenno lÌo intitolato queste niie povere pa,gine, verrà risoliito e veggo scritto a caratteri d'oro sul nostro avvenire : << ,Sarem,o ! >> Roma, febbraio .1904. \

G.

MENA.RIN!

1naggiore nel ·3, r eggimento bersagt-icri.

LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

IV. Impressioni e notizie dal 9 maggio al 5 giugno

L e n otizie, ch e avevamo. al 9 di magg io, ci lasciavano una impressione dubbiosa intorno alla importan za ed al significato dello sbarco gìapponese a:vvenu to il 5 a Pi-tse-wo, sulla costa orientale del L iao-tun g. Si ricorderà come i r apporti ufficiali giapponesi parlassero allora di una sola division~ sbarcata (la 7:1) ; ma come il numero di circa 60 trasporti, segnalato dai Russi, ci facesse ritenere probabile trattarsi di forse 2 o 3 divisioni (1). Sopra t u tto si ricord erà come il luogo e l'epoca dello sbarco ci lasciassero i ncerti sulla destin azion e delle truppe sbarcate: l 'epoca, corrispondeva a quel la in· cui, secondo i nostri studi precedenti, sarebbero probabilmente avvenuti sulla costa -orientale del L iao-t ung gli sba.rchi di truppe destinate a convergere a n ord coll'esercito procedente dallo Yalù, ma non vi corrispondeva il punto di sbarco, che per qiiello scopo .avrebbe dovuto, secondo noi, essere p iù a nord, verso le foci del 'ra-yan g-ho: il luogo, ci induceva a credere che si int endesse operare decisivamente contro Port Arthur, quantunqne noi r itenessimo più logico che, fino a quando fosse in piedi l'esercito principale nemico, contro di esso dovessero convergere le nuove forze (2). (Il Cfr. pag. 892, dispens:i V. Rivista ilfilitan (2/ Crr. pag. 895, e· seg., V. Rivista. 1'fi litare.


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LA GUE:RRA RUSSO-GIAPPONESE

LA GUERRA RUSSO· GI APPON l~SE

Le notizie · posteriori venivano a chiarire la situazione e ' mostravano come lo sbarco d i P i-tse-wo non costituisse una deviazione, ma un incastro in quella naturale successione di sbarchi che ci sembrava in rigorosa armonia coi progressi dell'esercito dello Yalù, e come, fino al momento in cui quello sbarco fu operato, e per parecchi g iorni seguenti, non · si avesr-,e intenzione di perseguire l'obbiettivo di Port Art,hur a scapito, ma in concomitanza dell'obbiettivo rappresentato dall'esercito principale nemico. Dal 15 al 25 di aprile, il secondo esercito giapponese, comandato dal gener ale Oku, si concentrò a Cenampo, pronto a concorrere coll'esercito del generale Kuroki, se ne avesse avuto bisogno, al passaggio dello Yalù, sbarcando alla foce del fiume ed attaccando la destra russa ; oppu're, in caso diverso, a puntare sulle coste orientali del Liao-tung, dopo che il primo esercito avesse eseguito il passo del fiume. Il segreto di q uesto concentramento ern assicurato dalla legge marziale proclamata .a Cenampo, e dall'impedimento opposto a chiunque di lasciare quella località: tanto che le informazioni qui riferite non furono conosci ute che il 16 di. maggio. · Quanta. forza contasse l'esercito del generale Oku è an., . . cora, assai mcerto. Dicevano le stP-sse informazioni che a trasportarlo fossero occorse 83 navi, sulle quali le truppe erano stipate, fino a 1300 e 1500 uomini su talune di esse; ed il frazionamento medesimo dello sbarco indicherebbe una forza considerevole, certamente non inferiore a 4 divisioni; probabilmente 5, con un parco d'assedio. Se cosi è, potrebbero essere le divisioni 1n 3• 4a. 5" e T ·· ' ' 't. ,. delle quali, come ora sappiamo, la P, si• e 4" erano imbarcate e pronte a m uovere dal Giappone fin dai primi di aprile, e la 70. era già a quell'epoca in Cerea. Circostanza. questa ultima che ci conferma come probabile la sopra accenn;i,ta riun ione e partenza del secondo esercito da Oenampo. '?'na parent esi . Delle divisioni apprestate dai Giapponesi nei due primi mesi della gllerra, la Guardia ha 1~ sua sede territoriale a Tokio, tre (1 O., 2n e 71\) appartengono al circolo

territoriale nord-orientale, due (31\ e 4") al circolo centrale, una sola (12") al circolo occidentale e cioè a l territorio più prossimo al teatro della guerra. Dal che si deduce come i Giapponesi, fatta eccezione delle divisioni 12' e Guardia impiegate alla fulminea occupazione della Corea, abbiano cominciato dal mobilitare e dall' impiegare le truppe più lontane: anzi, fra le prime d ivisioni inviate in Cor ea, vi fu, sul cominciare cli marzo, la 7", proveniente dall'isola setteu~ trionale estrema di Yesso, ed appunto a proteggere la sua traversata del mare del · Giappone si comprende ora come fosse inteso quel bombardamento di vVladiwostok, unico della specie, avvenuto il 6 di marzo. Tutto questo è forse spiegato dalla considerazione di approfittare subito della neutralizzazione della flotta nemica per mobilitare e concentrare le unità più lontane col sussidio delle vie di mare, mentre ne era garantita temporaneamente la sicurezza; ed a sua vol ta spiega· come l'invio delle truppe sul teatro della g uerra, lento dapprima, abbia potuto in questi ultimi tempi divenire così rapido. Il secondo esercito partì adunque da Cenampo il 4 di maggio, dirigendosi in parte su Pi-tse-wo, ed .in parte su Ta-ku-san, alle foci del Ta-yang-ho . A Pi-tse-wo sbarcò, come sappiamo, la 7" divisione; ma altre truppe, col parco d'assedio a . quanto pare, sbarcarono più a sud ancora, verso l'altro Takusan, prossimo alla baia di Ta-lién-wan, t utte dirette sull'obbiettivo di Port A rthur . E tenendo conto di questi sbarchi, dei quali parleremo a suo tempo e che sembrano comprendere d ue divisioni, f'l i può desumere che a Ta-ku-san, alle foci del Ta-yang-ho, siano sbarcat e altre due divisioni, le quali nulla avevano da fare coll'obbiettivo speciale di P ort Arthur, e che rientravano per tanto in q uel quadro generale di operazioni di sbarco, che abbiamo detto essere in relazione col procedere della offensiva dallo Yalù. Senonchè, l'avanzata di questa offensiva, inaspettatamente celere perchè inaspettatamente incontrastata., precipitava l'opportunità degli sbarchi successivi.


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LA GUE:RRA. RUSSO-GIAPPONESE

LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

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Le truppe sbarcate a Ta-ku-san erano perciò dirette, anzichè a nord su. Feng-huang-ceng, ad ovest e nord-ovest, • come \Tedremo; ed era sollecitata quella presa di possesso della costa nord-occidentale del Liao-tung, verso Niu-ciuang, per la quale conveniva at tendere che si pronunciasse il movimento da Feng-huang-ceng verso la linea Liao-yang-Haiceng occupata dai Russi. Verso la metà del mese di maggio, come si dirà a suo luogo, l'avanzata delle truppe giapponesi di Manciuria si delineava più chiaramente in direzione di Hai-ceng e di Kai-ping; ed il 16 di maggio un nuovo corpo sbarcava sulle · coste nord-occidentali della penisola di Liao -tung, e vi si stabili.va in attesa di operare, di concerto con quelle. A mezzogiorno, secondo i rapporti ufficiali russi, 17 navi da guerra si appressavano alla costa a 50 km. da Kai-ping, aprendo il fuoco contro i distaccamenti russi che sorveglia. vano il litorale, e sotto la loro protezione si iniziava lo sbarco. A lle 3 del pomeriggio era compiuto, e le truppe si avviavano in direzione di !fai-ping. Secondo qualche notizia, durante questa avanzata sarebbe avvenuto un serio scontro con truppe russe, le quali avrebbero riportato gravi perdite: ma è incerto. Come sempre, a proteggere il convoglio di trasporti recanti queste truppe, che dovette pas·s are per lo stretto di Pecili il 15, la fiotta giapponese spiegò la sua attività davanti a Port Arthur, in una gior nata che le costò, senza battaglia, due prezios·e unità navali; ma anche di ciò sarà detto in luogo più proprio. Delle nuove forze sbarcate, n ulla di concreto si conosceva al momento dello sbarco. Alcune notizie dissero trattarsi di 20 mila uomini. circa : altre affermarono essere la 9" e 13"' divisioni, senza artiglieria; il rapporto ufficia.le russo parla di 51 trasporti, dal che dovrebbe dedursi che non fossero meno di cluè, e forse tre divisioni. Computo che sembrerebbe corrispondere a quel totale di forze giapponesi che ulteriori notizie affermarono essere in Manciuria.


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LA GUERRA RUSSO- GIAPPONESE

LA GU ERRA RUSSO-GIAPPONESE

Nessuna importanza, secondo noi, è da attribuirsi al fatto che lo sbarco sia avvenuto a Kai-ping p iuttosto che al punto tante volte preconizzato di Niu-ciuang (o piuttosto di J nkeu, che è il porto di Niu-ciuang). Forse si sarà voluto evitare quel luogo fortificato, non per anco abbandonato dai Russi fino al 15 di maggio, e molto probabilmente difeso da mine s ubacquee secondo il solito: forse sarà per altre ragioni: ma la nuova località prescelta non cambia il significato <lello sbarco.

Yalù per concorrere all'azione tattica per il passo del fiume, ,si sbaTca a Ta-ku-san, alle foci del Ta-yang-ho, per un'azione · -eventuale concorrente su F eng-h uang-ceng, si sbarca a Kaip ing per un'azione concorrente contro Hai-ceng o Lia.o-yang. Ed insieme si raggiunge io scopo di accelerare le mosse dellà ·offensiva, risparmiando tappe per terra alle colonne, semplifìcando i servizi, a lleggerendo i .rifornimenti; mentre, nella ·s erie di sbarchi coordinati alla offensiva principale, si incastra 1o sbarco di Pi-tse-wo e delle coste d i 'l'a-lien-wan contro l'ob- . biettivo di Port-A r thur. E per tutt i e per ciascuno la fl.ot tb. ·continua:. l'opera sua di attacco e di sacrificio affine di garan'tirne la sicurezza. È t utta una armonia mirabile, diligen temente composta e -sérupolosamente osservata, nella quale volta a volta prevalse }'int eresse che nel momento maggiormente s'imponeva.

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Se dallo sbarco di K ai-ping, che chiude la serie di queste delicatissime operazioni, noi volgiamo lo sguardo ind ietro, non possiamo esimerci dal metter e in luce quanta armonia s ia sempre interceduta fra gli sbarchi, le operazioni della flotta e le mosse dell'esercito di t erra. :Ricordiamo. I primi sbarchi a Fusan e Mezampo, prudenti, attraverso .al breve stretto di Corea, subordinati all'azione ed ai risultati che la flotta andava a ricercare sul mare. Poi, gli sbarchi di Chemulpo, approfittando subito dei suc·Cessi ottenuti dalla flotta colla sorpresa dell'8 e 9 febbraio .a Port Arthur. Più tardi, m utano i termini, o meglio la precedenza dei t ermini. Gli sbarchi si spostano a nor d, da Chemulpo a,lla ·cotita di Hai-giù, e poi a Cenampo, e poi alla costa di An-j ù, non più subordin1Ltamente all'azione ed ai risultati della :flotta, ma all'avanzata dell'esercito di terra, di mano in mano che questo mette al coperto un nuovo punto adatto: €d è invece la flotti:t, che subordina la sua azione agli sbarchi, .attaccando Port Arthur ogni qual volta uno di quelli si sta operando, affine di garantirne la maggior sicurezza. P iù tardi ancora, non si 'llspetta più che le cost e sia.no al ·coperto in dipendenza dell'avanzata dell'esercito, ma si pre-oorre questa medesima avanzata, nell'intentò di renderla più :f'acile ed efficace: e così si è disposti a sbarcare alle fo ci dello

*** Da tutti gli sbarchi ora accennati risultò notevolmente va: riato il bilan cio delle forze in prefenza sul teatro di operazioni . Secondo il corrispondente del Times) le forze giapponesi :sàlirono a 150.000 uomini, oltre le divisioni del Liao-tung: i giornali militari di Pietroburgo affermarono che otto divi·sion.i fossero in :Manciuria, oltre quelle verso Port-A rthur. ·Questi calcoli corrispondono abbastanza con quelli che risulterebbero dalle notizie che abbiamo fin quì registrate. Tre divisioni del secon do esercito nel Liao-tung, contro Port.Arthur; in Manciuria, contro l'esercito di K uropatkine, 3 divisioni del primo esercito del generale Kuroki, 2 del secondo esercito del generale Oku, 2 e 3 forse sba.rcate a Kai-ping, ·e cioè 7 od 8 divisioni, con un complesso di 140-160 mila uomini . E i Russi? Si ricorderà che, secondo calcoli basati sulla potenzialità ·della transiberiana, noi avevamo ritenuto che, per la fine di maggio, e cioè presso a poco per. l'epoca che ora si consi·<lera1 i Russi avrebbero avuto circa 200 mila uomini di forze


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L.A. GUERRA R USSO-GIAPPO::s'ESE

mobili oltre a 35000 impiegati nella sorveglianza e nella difesa d~lle comunicazioni, e ad altri 28.000 presidianti le piazze di Port-Arthur e di Wladivostok (1). Ora, per quanto le notizie siano pocoyrecise, s_e:11bra daritenere che si sia parecchio al di sotto d1 quella cifra, che fin d'allora dicevamo certamente ottimista. Port-Arthnr sembra che assorba il doppio, e forse più, della sua primitiva guarnigione: qual_cuno assict~ra _abbia 30,000 uomini, i più affermano 23-24: mila. Probabile e pure c~e 1~ sicurezza delle comunicazioni, assai insidi.ate dalle bande mdigene come vedremo, richieda un mag~ior ~on tingente ~i q uell~ allora previsto. Fors'anche la transiberiana, che ne1 nostn calcoli avevamo sfruttata quasi esclusivamente per trasporto di uomini, sempre a scopo di ottimismo, ha dato un rendimento minore. Comunque, notizie dell'll c12 maggio da Pietroburgo e da Tokio affermarono concordemente che il grande concentramento di Liao-yang non comprendeva che 50 mila u01:~inij da. Londra si assicurò che nella regione di Mukden erano m tutto 73 000 Russi verso la metà di maggio, e che, pur riunendo tu~to, Kuropatkine non poteva port~rli _c ~e a 10? _mil.a; a Pietroburgo, verso il 20 di ma.ggio, l opm1one plU diffusa ed accreditata . era che il generalissimo, concentrando t~tto. ~ Kharbin, e cioè il più indietro possibile, avrebbe numti 120 mila uomini. Di fronte ai 150,000 Giapponesi circa che sono in Manciuria, 100:000 a Mukden, o 120,000_ a Kha1:bin non erano una inferiorità disperata, per una difesa abilme~t~ man~vrata . ma non v'er1:t certo da ripromettersi grandi risultati, speci:lmente se si t eneva conto di altre ~ircostanze che verranno in luce durante la nostra narrazione. Vero è che i 1 governo russo aveva disposto che partisse.ro per il teatro della guerra, verso il 10 cli maggio, i 100,000 uomini del X e del XVII corpo : e che sembrava avesse ordinata la mobilitazione di altri quattro corpi d'armata del (l)

Cfr. pag. 700, dispensa IV, Rivilla mili/art.

Lei. GUE RRA RUSSO- GIAPPONESE

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Volga, forti ciascuno di 50 mila uomini con 120 pezzi. Ma i primi difficilmente potranno essere tutt.i in Manciuria prima di tre mesi, e cioè della metà di agosto: e quanto ai secondi, chi li porterà ? chi li farà vivere laggiù? Ad ogni modo sono eventi ancora lontani. ,r:

**

Ora, messi m presenza gli avversari, e prima di accingerci a narrare gli avvenimenti, occorre avvertire che, se in passato le notizie furono incerte sempre, le informazioni sono cliventate addirittura scarsissime e desolantemente con- · fuse <lacchè i grossi degli eserciti hanno preso contatto più diretto fra loro. La censura giapponese si è fatta rigidissima, tanto che parecchi corri~pondenti hanno rinunciato all'impresa e se ne sono tornati alle case loro: il corrispondente del Tìm,es, col suo piro!!cafo e col suo telegrafo senza fili, è ridotto alle acque di Uei-hai-uei, di dove tuttavia manda i più lucidi riassunti che si abbiano delle situazioni: quello del Daily News si è rifugiato a Cifù, donde protesta a nome di tutti contro l'esosità giapponese. Ma tant'è: i Giapponesi hanno ragione da vendere: ed hanno ragione anche nella estrema sobrietà dei loro comunicati ufficiali, dai quali non è facile che si possa ricavare qualche cosa di essenziale. Meno lacon ici e meno rigidi in apparenza sono i Russi; ma, a farlo apposta, si ser vono da un pezzo in qua di nomi che quasi mai si possono rinvenire su qualcuna. delle carte esistenti, e si diffondono con prodigalità commovente sui movi menti delle pattuglie ..... ma di queste soltanto. S'intende, pertanto, che un più grande beneficio d' inventario va ora imposto alle notizie, siano pure le meno discordi, e che più larghe attenuanti vanno ora acconsentite alle imperfezioni di un resoconto coordinato a furia di deduzioni e di confronti, più che col sussidio d' informazioni chiare e degne di fede. Ciò premesso a conforto della nostra coscienza, cercheremo di inquadrare in certe situazioni più salienti e meno oscure 67 -

ANNO

xr.tX.


LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

LA GUERRA RUSSO-GIAPPONESE

g li avvenimenti oo·iornalieri, per modo che g li errori parziali . non abbianò troppo larga ripercussione e non nuociano troppo al complesso della narrnzione.

vedevano le sue pattuglie; le truppe di Luammia a vevano cominciato a passare sulla riva destra del Ta-yaug-ho; <un grosso concentramento era segnalato fra Sa-li-tsai e 'Tain-tsa, ed un altro sul basso Ta-yang-ho.

J046

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*** La situazione generale giapponese in Manciuria al 9 di maggio, secondo posteriori rapporti russi, sembra potesse raffigurarsi così : - il grosso del generale Kuroki a Feng-huang-ceng, con pattuglie spinte in direzione di Liao-yang e di Hai-ceng, ad ovest d i Sai-ma-ki e Kua.ng-gian-san, a, nord ed a nord-est, con ~ualche indizio che la divisione della guardi1.L dov~sse tendere ad Hai-ceng e che un'altra divisione dovesse avviarsi a Sai-ma-ki. Poco chiari a dir vero apparivano i movimenti verso Kuan-gian-san, località che secondo alcun,e carte dovrebbe trovasi nella regione·dei montiPing-ting-san, e sulla quale per conseguenza si comprenderebbe l'invio di qualche reparto fiancheggian te durante la ma,rcia dallo Yalù a Feng: ma non più la ddezione di colonne tendenti . h uano--cenoo b) da Feng-huang-ceng a Sai-ma-ki, come indicherebbero le ulteriori notizie: infatti per q ueste colonne rappresent ava un giro vizioso ad est, mentre 'non . era possibile si trattasse d i altre truppe provenienti dal medio Yalù, sul quale operavano tutt.avia i cosfLCchi del generale A.rtamanow, come si vedrà poi. Forse c'è equivoco di denominazione. - le truppe sbarcate a Ta-ku-san, in vari gruppi sulla sinistra del Ta-yang-ho, oltre il quale solo alcune punte erano passate: i raggruppamenti principali sembravano essere a Luammia ed a Sa-li-tsai. Il 12 di maggio, sempre secondo le notizie russe, l'avanguardia della colonna avanzante su Sai-ma-k i era a Kuan~ gian-san (forse Hoang-ti-li-tai, o Suen-yang); le truppe d1 Feng-huang-ceng muovevano verso Liao-yang, e la loro avang11ardia era a T ung-yuan-pu, dopo aver avuto qualche scontr o coi cosacchi; una divisione da Sa-li-tsai pare si mettesse in marcia verso Siu-yen, a 15 chilometri dal qual punto già

Scala

: 2 -250. 000

In complesso, fino al giorno 13, i movimenti giapponesi :accennavano all'intendimento di puntare col grosso diretta:mente contro la linea Hai-ceng-Liao-yang, mentre una co-


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lonna, per la valle del Pa-tao-ho, il colle di Si-su-ling, e la valle del Tai-tse-ho, pareva girasse da nord la barriera dei monti Ta-ku-san e Motien-ling allo scopo cli minacciare la sinistra nemica, e sopratutto le comunicazioni russe verso Mukden e Kharbin. Era q tiesta una minaccia di efficacia decisi va, e poteva ritenersi un indice abbastanza chiaro di un risoluto proposito offensivo, inteso ad imporre senz'altro al nemico o la battaglia o lo sgombro su Mukden ed a nord di Mukden. ancora.

*** Ma col 13 di maggio tale proposito sembrò mutare r adi-calmante. In quel giorno, i Giapponesi si ritiravano sulla via di Sai-ma-ki, e ripiegavano pure l'avanguardia di Tung-yuanpu, seguìti da presso dalle esplorazioni cosacche. Il 15, secondo le informazioni della cavalleria russa, si accentuava sempre più la tendenza ad avànzare verso H aiceng e Kai-ping, abbandonando l'avanzata su Liao-yang, e mantenendo semplici distaccamen ti di vigilanza, in contatto dei cos·acchi, a Kuan-gia.n-san (?), sui monti Lu-tse-san e nella valle del Pa-tao-ho, ed a Si-tu-ceng nella valle dell' Aiho; grossi concentramenti continuavano ad essere segnalati a nord-ovest di Ta-ku-san, ed uno scontro parziale avveniva a Sa-li-tsai. Il tempo si metteva alla pioggia, rendendo pessime le strade, e minacciando di creare con ciò una situazione difficile per tutti: per i Giapponesi, e specialmente per la loro artiglieria, cui l'avanzata diventava lenta e fa. ticosa : per i Russi, cui la conversione in panta11i delle pianure del Liao e di quelle a nord di Mukden minacciava di imporrE:' subito o la battaglia o la ritirata, prima di trovarsi con quei pantani alle spalle; ma la pioggia non durò che tre giorni. Il 18, e cioè dopo lo sbarco di Kai-ping, che pure concordava con gli intendimenti oifensivi dapprima dimostrati ~

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:anche i distaccamenti di vigilanza cedevano terreno sulla .str~da di Liao-yang e nelle valli del Patao-ho e dell'A.i-ho. e~ 11 ~!:J si ritirava anche una avanguardia che, sulla strad; d1 IIa1-ceng, aveva raggiunto il colle di Sin-kai-lin 1 ed occup_ato_a~che il vill~ggi~ d~Ma-kia-pu. Viceversa, i grossi corpi T~um~1 ver~o ~a-h-tsa1 s1 spostavano alquan to verso ovest in -d1rez10ne d~ Sm-yen, mentre altri grossi corpi sembravano -0on~entrars1 a Ifae-pa-ling, sulla strada da F eng-huang-ceng :a Sm-yen; e le _tru~pe _sbarcate il 16 a Kai-ping cominciavano a muovere rn direz1~n~ nord-est. Tornava il bel tempo, ma le strade erano oramai ridotte quasi impraticabili. Il 23, sec~ndo notizie ufficiali del generale Kuropatkine -sembrava nsultare positivamente che i Giapponesi avesser~ -spostate truppe dalla loro destra alla loro sinistra,, e che si afforzass~ro ~ung~ la strada da Feng-huang- ceng a Siu-yen; e da Tokio s1 assicurava che i tre eserciti di Kuroki Oku e_ Nozu fossero per operare oramai la loro congiunzione.'n 24 ,s1 ~egna_lavano anc~ra spostamenti di truppe da Kae-pa-ling ~e1so Siu-yen, e s1 accertava che Kuroki si trincerava solidamente a Feng-huang-ceng, mentre in tutta la zona a nord regna:7a tranquillità assoluta, e la cavalleria russa del ~ene~·ale M1stcenko, facendo centro al passo di l\fotien-lino1rrad1ava le sue esplorazioni verso sud, sud-est ed est ma:~ tenendo dovunque stretto contatto col nemico. , Cosicchè al 25 di maggio tutto era sostanzialmente muta_to .. A.ll'avanza~a in direzione ovest e nord-ovest, era sost1tmto un~ schieramento con fronte a nord: al movimento della_ o~ens1va era sostituito un atteggiamento difensivo e <J_uas1 d1 copertura della penisola di Liao-tung oramai t . ' a . t a f uor1· dal resto della 1Ianciuria. -g1ia Q_ual_i le cause ed il significato di questo mutamento? 81. diceva a Pietroburgo che il concentramento di Kuropatlnne avesse consigliato ai Giapponesi di non tentare più oltr~ la fortuna, ed anche che i Russi avessero giratala destra nemica e ne minacciassero seriamente le comunicazioni. Ma no~ pa~eva ~olto fondato : mai i Giapponesi si erano trovati cosi fort1 come allora, che ave,auo tre eserciti sbarcati,


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e le minacce coutro le comunicazioni colla Corea (poche enon di grande importamm come vedremo poi) non potevan<> seriamente impressionare i Giapponesi che oramai avevano· le loro nuove basi alla foce dello Yalù, a Ta-ku-sau, a. Pitse-wo, a Kai-ping. Forse più credibile sembrava che l'arresto della offensiva. derivasse dalb conven-ienza di attendere il terzo esercito, di riordinare tanto quello quanto il secondo dopo lo sbarco,. e di operare poi più strettamente di comune accordo, as-sicurando in pari tempo l' isolamento completo della penisola di Liao-tung, nella quale la maggior parte del socondoesercito, come vedremo, operava contro Port-Arthur. Ma sopratutto pareva da tenersi in considerazione il fattoche oramai era finita l'avanzata a contatto diretto delle coste e col sussidio direttissimo del mare, e cominciava invece quell'avanzata entro terra, per la quale era indispen-· sa.bile una completa e larga organizzazione di servizi logistici: e forse anche l'altra circostanza, che già erano apparsi i prodromi di quella stagione delle pioggie, che sembra im-. ponga la sospensione di qualsiasi operazione di guerra in Manciuria durante i mesi di g iugno e di luglio, e dalla qualenon si può pertanto lasciarsi sorprendere in !iria, con importanti movimenti in corso di esecuzione. Si notava p er altro che, se lo schieramento Giapponese, si appoggiava colle spalle alle nuove basi marittime, che· si andavano consoliclttndo, e si creava in conseguenza. una situa.ziono per ogni rispetto più sicura, l'aver spnntata l' ala . meridionale del nemico, anzichè la settentrionale, migliorava grandemente anche la situazione di questo, mettendolo per forza colle spalle alle proprie comunicazioni, e liberandolo dall'incubo di vedersele compromesse. In complesso ac1unque, benchè si conoscessero abbastanza le linee generali della situazione g iapponese, al 25 di maggio riusciva difficile rilevarne con sufficiente approssimazion~ le ragioni, ecÌ intuire a quali intendimenti fu turi essa rispondesse.

LA GUERRA IWSSO- GJAPPONESE

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***

.Ma peggio era per la situazione russa, della quale, alla medesima data, ben poco si conosceva cli positivo. A tutta prima, in presenza dell'avanzata giapponese da Feng-huang-ceng, corsero le notizie più esagerate : si affermava ohe ·i R ussi si r itirassero da t utti i pun ti, abbandonando Niu-ciuang, H.ai-ceng, Liao-yang, distruggendo forti, ferrovie e ponti, e concentrandosi a Mukden ed a Sin-mintu ng, dove intendevano restare per continuare a tener d'occhio la Cina. A questo scopo si soggiungeva anzi che essi t enessero posti sulla destra del Liao, e li trincerassero : e questa era forse l'unica pa-rte vel'a delle notizie. Il 10 maggio l'ammiraglio Alexejew annunciava che trasferiva a Kha,rbin il suo quartier generale, mentre il generale Kuropatkine restava a Liao-yang. · Dal 10 al 16 si sapeva soltanto che procedevano alacremente g li a:fforzamenti di L iao-yang dove era concentrato il maggior nucleo di trnppe, che si mandavano rinforzi anche ad ~fai-ceng, e che si manteneva una attiva e lontana esplor azione a contatto del nemico, con centro al pas:,o dì Mo tien-ling. Si affermava inoltre che i russi volesl!ero sgombrare Niu-ciuang e che facessero pràticho per cederlo alla Cina, la quale, o per non assumere responsabilità, o per non creare imbarazzi al Giappone rendendo neutrale quel punto di cui pr endeva effettivo possesso, e che ai Giapponesi po~ teva servire di base marittima, rifiutava. Il 16, i Russi abbandonavano Niu-oiuang, a rioccupare il q uale pare però che tornassero a spingere qualche not evole reparto fin dal 22 : sopratutto, fatto significativo per quanto si dirà parlando dell'atteggiamento della Cina, ritiravano t utti i posti poco prima stabili ti sul la destra del Liao . . Questo era tutto quanto si sapeva in torno alla situazione in }fanciuria, aJ 25 di maggio. Frattanto correva voce, subito smentita anche questa volta che il solito grosso corpo muovesse da Wladiwostok a fare


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una potente diversione in Corea, sotto gli ordini del generale Lenewitch; e continuavano effettivamente nella Corea settentrionale quelle parziali incursioni di cosacchi, delle quali l'altra volta dicemmo essere oramai scarsa la efficacia,. Il 5 maggio, un piccolo scontro avveniva colla guarnigione di Piek-tong, ed i Russi requisivano e distruggevano viveri e foraggi: il 6, si ripetevano analoghe imprese in altre località prossime a Piek-tong; l'S, 700 cosacchi facevano requisizioni a due giornate ad est di An-ju; il 10 una o due sotnie di cosacchi si presentavano improvvisamente davanti ad An-ju, ma il piccolo presidio usciva loro incontro, ed il giorno seguente li ricacciava coll'ajuto _di rinforzi avuti da P ing-yang e da Kasan; il 17 venivano saccheggiate alcune miniere presso Oun-san; il 21, 800 cosacchi erano segnalati a 40 km. a nord di ,Vensan. Era un vero e proprio 1·aid, ma, uno a quell'epoca, di poca consistenza: secondo il governatore d i Ham-heung si trattava di un 2000 cosacchi complessivamente, disseminati largamente n'e lla Corea settentrionale, e infesti più alle popolazioni ed alle scarse guarnigioni coreane che non alle comunicazioni dell'esercito giapponese, anche per l'ottima ragione che queste comunicazioni non facevano più capo oramai in Corea, ma ai punti delle coste che abbiamo innanzi indicati. Ad ogni modo, cont ro questi cosacchi i Giapponesi avanza.rono da Ping-yang e da Seoul qualche loro battaglione di riser va, che già verso il 17 sembrava ottenesse il risultato di mettere qualche freno a quelle scorrerie, d'altra parte poco nocive.

*** Non altrettarìto innocue per i Russi sembnwano essere invece le mutazioni avveratesi nell'ambiente cinese e mancese. Già fin dall'll maggio, il generale Juan-Sci-Kai, vicerè del Cilì influentissimo , spingeva quasi 5000 uomini a sorvegliare quella riva destra del Liao, sulla quale i R ussi sta-

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vano stabilendo quei posti di sorveglianza che abbiamo detto, -e che avevano abbastanza l'aria di provocare qualche pie-

-cola reazione cinese. Ma se forse la Russia 11011 aveva un .grande interesse ad evitare le ragioni di rottura di quella neutralità, la cui violazione per parte della Cina non avrebbe peggiorata gran fatto la sua situazione, e le avrebbe consentito invece di violarla a sua volta aprendosi nuove liuee <li comunicazioni e di ritirata verso nord-ovest in sostituzione di quelle del nord, contro le quali allora qualche minaccia veniva accennandosi, non così, naturalmente, la intendeva il Giappone. Il cui ministro a Pechino spingeva il .governo cinese a riconfermare nffi.cialmente, il 14, alle nazioni, la sua neutralità assoluta . .M:a que_ste riconferme, che sono ormai troppe, valgono quel che valgono, e, se mai, sono sintomatiche nel senso opposto. E l'ultima non valse molto più delle precedenti, perchè subito dopo si affermò che il Principe Cing avesse notificato al ministi-o russo a Pechino che la. Cina E>ra disposta a ricorrere alla forza. se non veniva sgombrato il suo ter-. I Titorio sulla destra del Liao. Le parti erano singolarmente invertite: e, quel che più monta, lo sgombro di quel territorio era realmente effettuato, -come dicemmo, il 16 di maggio. Il 20, il ministro degli esteri a Pietroburgo, in una conferenza coi rappresentanti esteri, sembra rilevasse la neces.sità che le potenze insistessero affinchè fosse mantenuta la neutralità cinese, non soltanto ufficialmente, ma anche per parte delle popolazioni ; ed i circoli più autorevoli dichiaTavano che il contegno della Cina era peggiore di un vero stàto di guerra, perchè l'ostilità, per essere dissimulata, non ·era che più pericolosa, speçialmente per le comunicazioni, la cui difesa diventava faticosissima. Di fronte a ciò, il generale Kuroki, entrando in Manciuria, proclamava alle popolazioni ed alle sue truppe che, come nel 95 i Giapponesi vi erano entrati da nemici aperti e leali, ora vi entravano da leali amici, per proteggere le memorie -0inesi e le imperiali tombe di Mukden, per restituire 8:1


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paese l'indipendenza, per ridonare a tntti la :floridezza d i un tempo; e toccava così le corde più sensibili del popolo. mancese: l' indipendenza dai Russi, l'interesse, la venerazione alla dinastia.. Ed il 18 di maggio il governo giapponese, comunicava alla Cina la liqerazione della Manciuria meridionale, invitandola a mandare ad An-tung i suoi funzion ari ed i suoi commercianti. Non è pertanto a stupi!si troppo se i Giapponesi fnron0accolti ovunque con favore, e se invece più intraprendenti si fecero le bande mancesi contro i R ussi. Inardit,e dall'avanzata dei Giapponesi, e forse organizzate,. spinte, dirette da essi, quelle bande cominciarono ad imperversare sul serio: n on distrussero p iù le ferrovie, che ora potrebbero servire anche ai Giapponesi, ma ne attaccarono i treni ed i depositi, ed inquietarono gravemente i distaccamenti isolati. , Il 7 maggio, una pattuglia cli cosacchi esplora.nti fra Singking e l' a,lto 'l'ai-tse-ho fu attaccata a Cian-si-fu-yen da. una banda, ch e le inflisse qualche perdita. Il 13, una banda di 300 nomini attacéò la stazione di Jentai, a nord di L iaoyang e prossima al campo trincerato: furono respinti, ma. gli abitanti li nascosero : alla fine furono scoperti, snidati e sbaragliati. Il 14 fu attaccato e saccheggiato il deposito. di Port-Adams, nel .Liao-tung, fugando gli impiegati ed i soldati russi. Lo stesso giorno, a Suan-tai-tse, a 20 km. a. sud di Liao-yang, ~i tentò di attaccare un posto russo: e anche qui la banda fu na,scosta dagli abitant,, e poi scoperta, e respinta con gravi perdite. Il 15, aHri 800 attaccarono le guardie della ferrovia fra Liao-yang e Mukden:_ furono respinti, e fra i morti sembra si siano trova.ti dei Giapponesi. Altre sctLramuccie si ebbero in seguito; ma quelle, menzionate bastano ad accertare come queste bande com-· parissero ed agissero n ei p unti più disparnti e più lontani, e come esse godessero abbastanza apertamente l' appoggio. degli abitanti. Il ·23 si disse da Tokio che i R ussi infierivano contro le, autorità locali e contro i notabili, affi:>biando loro la respon-

sabilità delle azioni dei partigiani armati. E non avevano torto: ma chi a·vrebbe prevalso nei cuori mancesi? gli editti russi, oppure i proclami di l{uroki ? Qui stava il p unto. ;j:

** Iniziate le operazioni contro Port Arthur ancl1e dalla parte di terra, con esse ,;renivano ~aturalmente a _confondersi le operazioni navali, quando m queste non s1 voles~e fare una parte eccessiva a quelle di Wladiwostok, che m realtà si riducevano a poca cosa. . In u na manovra e non si sa bene in quale punto, l'incrociatore Bogaty1·,' il meno potente dei q ua,ttro, i ncagliò con O"ravi avarie sopra una roccia, verso il 20 di maggio. o d. Si disse da Pietroburgo il 24 che aveva dovuto essere 1sarmato e affondato·· il 26 si affermò che era soltanto stato ' . disarmato per tentare di rimetterlo a galla; ad ogni modo, pare si considerasse perduto. Cosicchè l'amm_iraglio S~-:rycllov, che era o·iunto il 21 a Mukden per recarsi a "\Vlaclnvostok, stava pe; trovare la sua flotti.L ridotta a tre incrociatori. R itorniamo adunque a Port Arthur ed alle coste del Mar · Giallo. . Appena sbarcat,i a P i-tse-wo, il 5 di magg~o, ~ Giappon esi inviarono due reggimenti verso Uang-ts1a-t 1en (russo Ua-fan-tien) ed altri due distaccamenti verso sud-ovest. Di ) c1· fronte a questi, si ritirarono i volontari russi ed un 1staccamento di fan teria spedito verso la costa da, Pn-lan-po (rus'so Pu-lan-tien) allorquando erano stati avvistatì i trasporti ·giapponesi. . Il 6 maggio, un distaccamento giapponese, respmgen~o 400 russi, raggiunse Pn-lan-po e vi interruppe la ~errovia ed il telegrafo. Il 7 un altro distaccamento ~omp1eva _la medesima operazione fra Pu-lan-po e San-che-h-pu, respingendo davanti a sè 100 cava.lieri n~mici. Il g iorno 8,.una rico()"nizione di cavalleria russa sp111ta fra San-che-h-pu, Uan~-tsia-tien e P i-tse~wo, accertò che i distaccamenti nem ici si etano ritirati verso la costa..

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Si ritenne che questa ritirata dipendesse dal timore di restare isolati, in conseguenza del cattivo tempo che turbava lo sbarco ; e pare infatti, secondo ulteriori notizie avute l' 11, che questo sia avvenuto durante tre giorni. Comunque, non si trattò che di punte e cli interruzioni speditive; tanto che il giorno 10 la ferrovia poteva essere riattivata, ed un treno di munizioni poteva giungere a Port Arthur. In quello stesso giorno due reggimenti giapponesi delle avanguardie procedenti dalla costa arrivarono sulle colline di San-che-li-pu, donde si disse, ma non si sa con quale fondamento, che li respingesse il generale Zikov, comandante di Kin-ceu, con 6000 uomini stabiliti in quella città e con rinforzi ricevuti dallo Stossel. Dal 6 al 10 si erano udite continue esplosioni a Port Arthur, dovute, sembra, alle mine colle quali si stava liberando in parte il canale dalle ostruzioni. Fino a quel momento par e accertato che non fosse sbarcata che una clivisìone (la 7a); ma si poneva mano a preparare altri sbarchi più a sud di Pi-tse-wo. Infatti, mentre la flotta del Togo si mostrava attiva davanti a Port .A rthur, una squadra, comandata dall' ammiraglio Rataoka, era incaricata di cercare e di distruggere le torpedini russe sulle coste verso Ta.-lien-wan. Il 12 maggio questa squadra era nella baia di Kerr: tre incrociatori tiravano sulla costa, mentre le sue torpediniere; unite a quelle che nella notte erano state di guardia a PortArthur, cercavano le mine subacquee. Respi11to il nemico dalla costa, una pattuglia sbarcò a tagliare il t elegrafo; nella baja, u11a mina, ohe non si ri esciva a far scoppiare, scoppiò all'improvviso e distrusse la t orpediniera n. 48. L a prima vittima delle mine, in queste operazioni. In quello stesso giorno, i Russi segnalavano in vista trenta trasporti gi apponesi a nord-est della penisoletta del Kuantung: un battaglione e due squadroni giapponesi tornavano ad apparire a P u-lan-po: i Russi sembra imprendessero a. distruggere il por to di Dalny, da essi costrutto a parecchi milioni di rubli.


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Il giorno 13, la ferrovia veniva distrutta fra Pu-lan,-po e Uang-tsia-tien, e le comunicazioni definitivamente interrotte fra Port Arthur e la Manciuria: il 14 qualche coi'po giapponese sbarcava nella baja di Kerr, ma non è noto di q uale forza fosse. Il 15 fu per i Giapponesi una giornata nefasta. Entravano nel golfo di Pecili i trasport i diretti a Kaiping : altri sbarchi erano da proteggere verso Ta-lien-wan: e, come di consueto, la :flotta del Togo si accingeva all'opera di immobilizzare la flotta nemica in Port-Arth ur. Si d isse che Port -Art;hur fosse bombàrdato, ma non è certo. Certo si è che ' una squadra giapponese si portò a sud-ovest del promontorio di Liao-t i-chan, forse per eseguire il solito bombardamento indiretto, e che una delle sue corazzate, la Hatsuse, · modernissima, urtò nelle mine, e, con due esplosioni formidabili, fu. cohta a picco, e che, secondo i rapporti russi, anche un'altra coraz;i;ata avrebbe riportate avarie. Al momento della cat a,strofe, comparvero 16 torpediniere russe, e, secondo i Russi, anche l' incrociatore Novik, ma dovettero tosto ritirarsi di fronte alla squadra giapponese. Frattanto l'incrociatore Kasuga (uno dei due partiti da, Genova), che manovrava verso Port-Arthur urt ò nella neb. bia fit tissima l'incrociatore J os,.,vino e lo affondò riportando ' Kataoka, ' occupata a pur esso avarie. E della squadra del spazzare la costa dalle mine, l'avviso Mt}ako saltò su una delle torpedini, che cercava. Furono perdite gravissime ; e al di sopra di tutte quella della Hatsuse, per la quale parecchi,· e lo stesso rapporto ufficiale g iapponese, non esclusero che si fosse potuto trattare <li impiego di sottomarini, in favore della quale ipotesi stava la ripetizione delle circostanze in cui avvenne la catastrofe della Petropawlosk. Nell' uno è nell'iiltro caso si trattò della nave ammiraglia, colpita fra parecchie altrE\, di due esplosioni rapidamente succedent,isi, della presenza di torpediniere ,che potevano sorvire di guida o di appoggio al sottomarino. Ma ancora non r isultava che i belligeranti possedessero e si valessero di codesti terribili strumenti, mentre era accer)

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t ato il largo uso delle non meno terribili mine subacquee, <lelle quali era oramai pieno il mare, tanto che alcune galleggiavano perfino presso le coste di Uei-hai-uei. Cosa che faceva chiedere al corrispondente del Times se un tale impiego non fosse contrario al diritto delle gent i. E non era pertanto inverosimile l'altra versione, che i :Russi, a somiglianza di quanto avevano fatto i loro avver;sari studiando la rotta delle navi all'uscita di Port-Arthur, .:avessero studiato il punto del ,quale i Giapponesi facevano la loro consueta stazione di tiro dietro il promont?rio di Liao-ti-chan, e vi avessero predisposte le t~rpedini. Comunque, la giornata del 15 uguagliò per i Giapponesi una battagliu. navale perduta. Il 16, dopo vivo combattimento, i Giapponesi si stabilirono sulle colline immediatamente a nord-est dell'istmo di <li Kin-cen, assicurando così il terreno agli sbarchi da effettuarsi ad est della baja di Ta-lien-wan, per i quali la squa·dra del Kataoka aveva ripulito il mare dalle t orpedini. E questi sbarchi, secondo notizie /ufficiali giapponesi si operavano rapidamente il 20, al promontorio del M. Ta-ku-san, ·fra la baja Odin e la baja Kerr: erano forse le divisioni sorelle di quella sbarcata a Pi-tse-wo, col parco di assedio. Il 21 una squadra di cannoniere, di controtorpediniere e ,di torpediniere giapponesi si avvicinavano all' ingresso di Port Arthur per farvi una ricognizione, disse il rapporto :giapponese, forse per posarvi nuove mine dinanzi al riaperto ·canale, pensiamo noi; e vi compivano l'ufficio loro sotto il tiro nemico con lievi danni, dopo che nella ~otte prece·dente la :flotta aveva lanciato l!ulla piazza qualche diecina ·d i granate. Fra il 21 ed il 26 si parlò di grandi combattimenti a più :riprese. Certo è soltanto che il generale Ok1:1, in persona .aveva assunto il comando delle divisioni dirette contro Port · Arthur. in rinforzo delle quali forse una quarta divisione ·cera stata spedita dal generale K uroki, che si afforzava in Manciuria sulla linea Siu-yen-Feng-huang-ceng : come abbiamo g ià detto. Nessuno sbarco era avvenuto da ovest : fra


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l'istmo di E;in-ceu e lo schieramento del Kuroki non vi erano più R ussi. Il 26, colla battaglia di Kin-ceu, di cui diremo dopo aver riassunta la. sit uazione generale a questa data, i Giapponesi entravano nella penisoletta di Kuan-tung, bloccandola de-. fìnitivamente da terra e da mare. ***

Col 25 e 26 di maggio adunque la situazione complessiva sull'intero teatro di operazioni era sostanzialmen te variata e completamente nuova. I Giapponesi, sospesa la offensiva dallo Yalù su Liao-yang, avevano preso possesso clell' intero Liao-tung, che diventava per essi una immensa base di operazioni, coperta a nord dallo schieramento del generale Kuroki, a sud dall'occupazione dell'istmo di Kin-ceu, ad est e ad ovest dal mare di cui avevano sempre la padronanza. Da questa occupazione i :R,ussi erano tagliati in dne : attorno a Liao-yang il grosso. dell'esercit o comandato dal Kur opatkine: nella est rema penisoletta di Kuan-tung i 23 o 24 mila uomini dello Stossel, cui era affidata la difesa di Port .A.rthur. Quanto ai proposit i dei due ant agonist i, poco si poteva in travedere. Da parte g iapponese era chiaro che si intendeva finirla con P ort-.A.rthur . .A. questa operazione, dati i progressi dell'esercito di Manciuria, le condizioni erano oramai propizie, come molte volte abbiamo notato: ed ora, che la base era per stabilirsi nel Liao-tung, si approssimava anche la necessità della operazi9ne, perchè, abbandopate le comunicazioni per la Cor ea., importava di togliersi ogni preoccupazione per le comunicazioni in pieno mare. Ma non erano altrettanto chiari l'atteggiamento degli esercit i schierati in Manciuria, e la sospensione della offensiva, per le ragioni che abbiamo già detto. Da parte russa, era naturalmente fuori discussione il preposito di difendersi ad oltranza a Port .A.r thur; i consigli

1061 della ragione militare coincidevano oramai da quella parte colla sempJ ice voce· dell'onor militare : o vincere o morire, e morire anche senza speranza di vincere. Chi è assediato in un punto qualsiasi del teatro della guerra1 non può sapere quanto importi, nell'interesse generale, resistere u n'ora di più, immobilizzando ancora per quell'ora le forze cb o lo assediano; il concetto non può essere p er tanto che uno : resistere fin o · all'estremo. S ui propositi dell'esercito di :.\fanci11ria tutto era più che mai iucerto; e sembrava anzi che fieri dissidi si accentuassero fra il K L1ropatki ne1 cui si attr ib uiva l'intenzione di r itirarsi su Kharbin, e l'A.lexeiew, che si riteneva volesse imporre la resistenza a Liao-yang. Dissidii fun~sti, ai. qua li pare fosse già da attribuirsi quella disgraziata giornata. dello Yalù, che l'altra volta affermammo non rispondere, secondo noi, alla logica, e che pure trovò a ntorevoli difensori. I quali, tuttavia, non ci hanno persuasi . Si ammette eh.e sullo Yalù i R ussi non erano in misura di affrontare una batta.glia, e non potevano perciò proporsi che di r itardare il nemico? Ed allora perchè mai combattere e morire bisogna? .A. noi pare che l'onor militare sia in questo ca5o fuori questione, assolutamente; e che la ragione .militare possa e . debba prevalere integrn. E la ragione mili tare ci dice che.esiste una strategia, o, più modestamente, una manovra ri tardatrice, ma che non esiste una tattica ritardatrice, al)' infuori di quella tattica di sacri'ficio deliber ato, chti fa g~tto di una parte per salvare il t utto : e qui non era affatto il caso, perchè nulla vi era da salvare. Della manovra r itardatrice i Russi a vevano fatto buon uso: la loro presenza sullo Yalù aveva obbligato il n emico ad un mese di concentramento prima di procedere oltre: il loro fo rte schieramento sulla riva destra del fiume lo aveva obbligato a cinque o sei giorni di avvisaglie e di approcci prima di tentarne il passo : il còrnpito era esaurito, e bisognava ritirarsi intatti, per rimanere minacciosi, e ritardare ancor a colla minaccia sospesa. L A GUERRA. lW SSO·GI APPONE S P.

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ANNO Xl.IX.


L.A. GUER.R A RUSSO-GIAPPONESE 1062 In ciò sta la forza di codeste manovre: rìmanere intatti, pronti a col pire, mostrand o di voler sbarrare di fronte, ponendosi sul fianco, obbligando colla minaccia il nemico più forte a procedere schieraw, a guardarsi, ad essere cauto, ma non col pendo mai, perchè colpir e vuol dire essere sbaragliati e perdere ogni . efficacia. È l'agile bande1·ille1·0, il quale, non d'altro armato che di un drappo rosso e di un debole assillo, volteggia prestamente 3:ttorno al toro, e lo minaccia , e lo distrae, mentre Pespada non è in misura di riceverne l'assalto. Con quei pochi mezzi egli riesce nel suo intento, ma a patto di evitare le corna; chè, se per un malinteso punto d'onore gli salta in mente di ~dfrontare egli il toro con quelle armi, perde certamente se stesso, e compromette anche l'espada, lasciando libera corsa al toro prima che quello sia in ·grado di misurarsi con essv. .Non altrimenti hanno fatto i Russi sullo Yalù colla loro battaglia : hanno sacri:6.cii,ta duramente guelia frazione, che poteva ancora rappresentare una minaccia per il nemico: hanno lasciata a questo libera la via : non sono più stati in grado cli ritardarlo neppure a JJ°'eng-huang-ceng: e, riducendosi per · forza a Liao-yang, hanno permesso ai Giapponesi di fare in pochi giorni quegli sbarchi e quel concentramento, per cui, se il nemico restava intatto e minaccioso, avrebbero forse dovuto impiegare dell_e settimane. Dunql1e, combattere e morire bisogna; ma, secondo noi, ragionevolmente. Combattere bisogna, ma per vincere la g uena · ed a combattere bisogna certamente apprestarsi col' . l'animo disposto al maggior sacrificio di sè st essi. E la massima sacra dell'onor militare; ma, come concetto cli comando, dovunque l'onor militare n on abl:Jia pei fo rza di cose preso _il sopravvento sulla ragione militare, o questa non imponga il sacrificio, è, secondo noi, un miraggio, contro il fascino del qua1e è necessario reagire. La forz a degli eventi, il destino, il fato, portano ueila guerra la loro influenza, come in tut te le vicende umane; m ft, nella guerra più che in ogni a~tra vicenda, la mente umana deve sforiars~ di prevalere, e non soggiacere che all'ineluttabile.

LA GUERRA RUSSO- GIAPPONESE

1063 Ecco perchè, a nostro avviso, la battaglia dello Yalù è -da considerarsi il primo frutto amaro di quel funesto dissidio, cui abbiamo accennato, fra l'Alex.ejew, che voleva la resistenza, ed il K uropatkine, il q uale voleva. di0ono il concentramento più indietro. ' ' Le _due volontà, a quanto pareva, si trovavano novelìam ente di fronte al 26 cli maggio : quale aveva ragione di prevalere ? In quelle regioni di scarse e non facili comunicazioni s tradali e telegrafiche, e date le distanze intercedenti fra varie masse giapponesi, la posizione Liao -yang-Hai-ceng s1 prestrwa abbastanza, secondo noi. alla manovra centrale -del Kuropatkine, avvantaggiato in e~sa dalla sua preponderante cavalleria. Per tale manovra, il p unto .centrale per il -d ifensore e g li ostacoli disgiuntivi fra le colonne nemiche, o sulla loro strada, sono formule, che servono a fissare il con·Cetto; non elementi da. prendersi alla lettera. È quistione sopratutto di tempo e di distanze: la ferrovia Liao-yangJ{ai-ping poteva tener luogo 'd i punto centrale favorendo i rapidi spostamenti : e le grandi distanze le colonne nemiche, sfruttate in t empo, potevano ten er l uogo di quegli -ostacoli disgiuntivi, _che forse non mancano neppure . del t~1~to ~n quel la ·regione montuosa, della quale, nelle notizie, s1 111d1cano spesso e colli, e gòle, e passi di facile d ifesa. Ma al 26 d i maggio gli eserciti giapponesi erano quasi riuniti, e con ciò era svanita ogni possibilità di manovra centrale. Iu conseguenzit, arnmessà la notevole inferiorità delle forze r usse, come noi crediamo, e come sembrava provare il fat to che in nessun modo il Kuropatkine aveva tentato di opporsi al concentramento nemico, e neppure di disturbarlo, ed ammesso, come diceva.no le informazioni, che fossero imminenti le pioggia le quali avrebbero trasformate in pantani i mpratic~bili le pianure fra Mukden e Kharbin, alle spalle dell'esercito russo, non sembrava d ubbio oramai che il con. cetto del K uropatkine fosse il più logico : poichè nulla era più pericoloso della prospettiva di trovarsi obbligati a bat taglia, con forze infer i ori, e con vie difficili di ritira.ta.

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L A GUERRA rwssO- GI APPO:!ìESE

LA GUERRA ROSSO -GIAPP ONESE

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contemporanee di fuoco di fanteria, sussidiato da almeno <lieci mitragliatrici. Una cannop.iera era nella baia Hand, per concorrere alla difesa cannoneggiando il fianco sinistro ,dell'assalitore. Un posto avanzato, che secondo il ra.pporto russo sarebbe stato di un reggimento e di qualche batteria, si era stabilito ecl .a:fforzat~ a Ki~1-ceu, oltre la stretta dell'istmo, col compito ~v1dente d1 obbligare il nemico a schierarsi lontano, sotto .11 fuoco dei potenti cannoni della posizion e prin cipale. ·B

Secondo le notizie di fo nte g iapponese, uitìciali e non, ciò che presso a poco vale lo stesso a causa della censura, ecco come si sarebbe svolt a la battaglia, che viene detta di Kin-ceur e che dovrebbe più propriamente prendere nome da Nan-san. Già altra volta (1) noi abbiamo accennato al naturale valore dell'istmo di Kin-ceu in relazione all'eventuale investimento della piazza di Port-A rthur: ora, raddoppiata la. guarnigione della piazza e resa pertanto possibile una attiva sonreglianza del breve circuito costiero della penisol~tta di Kuan-tung, sul q uale del resto gli approdi erano· oramai fatti estremaménte pericolosi ::I.alle mine subacque0 disseminate dovunque, q uell'istmo era diventato l' ace.esso unico ed obbligato al.la penisoletta ed alla piazza. Il che rende ragione della importanza attribuita a quel passo da entrambi gli avversari, e dell' acuanimento spiegato dagli uni nel difenderlo, da.gli altri nell'attaccarlo. Le alture di Nan-san, che sorgono fra la baia di K in-ceu: e la ba.ìa Hand con dominio diretto sull' istmo, sbarrano frontalmente da snd-ovest, e cioè all' indietro rispetto alhnvasore, l'accesso al Kuan-tung. Esse costituiscono pertanto la posizione classica per la difesa di mia stretta, dalla quale non si ha intenzione od interesse di sboccare nè prima nè poi; e rispondevano perciò completamente allo scopo dei Russi, i quali le occupar ono in modo veramente formidabile. Non meno .di settanta cannoni, fra i quali molti di g rosso calibro, e parecchi di questi anche a tiro rapido, coronavano le alture, di fronte alla obbligata direzione dell' attacco : una batteria minore, con 8 pezzi da posizione, era stabilita sulla destra della occupazione, verso Leu-su-tun, e presso la costa della baia Hand. S ul pendio nord-orien tale, davanti a quelle potenti batter ie, varie linee di trincee coperte, con passaggi e collegamenti pure coperti, erano state predisposte a terrazzi successivi, e fornivano linee multiple (!)

c rr. pag. 489 e seg. dispensa Jll, Rivista ,!lili/.are.

1Yota. - i'iella ri,1uzione de llo sc'1'1zzo · cor,o . un errore : l,1 scala è i : 375.000. ' . , e· in

.. Il teneno d'.attacco .era stato anch'esso accuratamente pre~1sposto,. se~111and.ov1 ostacoli passivi ed 11ttivi; passivi, i r :ticolati _d1 filo d1 ferro, che copri vano tutto il fronte di <lifesa, destinati a rompere, ad arrestare ed a t rattenere il nemico sotto il fuoco delle trincee: atti \7i, le linee di mine p~·ep~rate, fra quei reticolati, e pronte a ~coppiare sotto i p~ed1 . ~ell .attaccante durante quegl i arresti necessariamente <l1sordrna ti. Le della posizio~e si appoggiavano al mare dall'una -e dall altra p~rte : la lmea di ritirata era alle spalle, al coperto ed al sicuro da ogni aggiramento e provvedut d' b . . 1· a l 110111 app1g. 1 per successive resistenze. Condizioni fortunate die consent1vanb la difesa ad oltranza, quale l'importanz~ <lel passo appunto richiedeva.

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LA GUJmRA RUSSO -GIAPPONESE 1066 Guarniva la posizione la f" brjgata cacciatori di Si beria. (ora è invalso l'uso di chiamarle divisio11:i, ed in rea.ltit nehànno la forza, 12,000 uomini), comandat a dal generale Pok: dirigeva la difesa lo Stossel in persona, comandante oramai unico e indipendente, in faccia a Dio ed a.gli uomini, di. Por t Arthur e del Kuan -tung. Più che forte, era quella adunque una posizione terribile: il difensore notoriamente valorosissimo: evidente il proposito di difendersi fino all'estremo. Ad est di K in-ceu ed a sud di Sen-sian-tien, tre divisioni (3', 4• e 5•), e forse quattro (colla 7"'), del secondo esercito giapponese, comandat o dal generale Oku, si anda.vano con-· cent.rando per l'attacco fin dal 20 o dal 21 di maggio. Ma era un attacco, che richiedeva ponderazione : qui occorreva davvero pesare bene prima per osare poi. · Dal 20, o 21, al 25 furono continue punte e ricognizioni,. che provocavano il fuoco del nemico, accertavano l' estensione e la occupazione della posizione, esaminava.no i proietti lanciati dalle varie batterie nemiche per identificare i pezzi che le guarnivano : una ricognizione lunga ed att enta di una posizione, che non poteva, essere esplorata se, non di fronte. Ma il risultato delle ricognizioni non poteva. essere che uno : acquistare cioè una idea approssimativa di quanto l'at tacco frontale sarebbe costato, poichè ogni manovra era esclusa in quelle condizioni. Utile risultato anche questo, senza dubbio, q uando si h a la fortuna e l'onore d i. comandare a truppe capaci di portare l'att acco a fondo a. simili posizioni. Soltanto per il posto avanzato di K in- ceu fu notato chegli afforzamenti non si appoggiavano al mare da nord, e· di questa circostanza si valsero poi i Giapponesi per spunt are l'ala da quella parte, e rendere più celere e sbrigativa. l'azione preliminare contro quel posto: ma era questa una. azione priva d' impor tanza nel quad ro generale della battaglia, quale essa si svolse. « Terminammo i nostr'i preparativi di attacco il 25 », dice il generale Oku nel suo rap porto, « e cominciammo il com-

1067 battimento questo stesso giorno, a mezzanotte; il t empo era burrascoso, l'oscurità profonda» . - E molte cose sono dette in quelle poche parole: le azioni tattiche che brancolano n _el buio e nell~ burrasca, contro un nemico fermo in posiz10ne ben predisposta, corrono pericoli gravissimi di irreparabi li disordini : ma si aveva fede sicura, in truppe eccez ionalmente sicur e : ma v'era quel posto avanzato di Kinceu, che obbligava a spiegarsi lontani sotto la poten~e artiglieria di Nan-san; ma v'era sopratutto, la concezione chiara della enorme difficoltà dell'impresa e della conseguente necess~tà di aver _dinanzi a sè l'intera giornata del 26 per condurla a t ermme prima della notte veniente; perchè neppure dell'eroismo si può abusare, e perchè gli eroismi sanguinosi non consentono n otti di riposo, se non a r ischio di trovarsi il domani spossati. La tattica è q uasi del tut to una scienza psicologica. Sul fronte d'attacco erano schierate la 4• divisione a destra la 5" al centro, la 3n a sinistra. Forse più indietro, in ri-' serva -più o meno vicina, avrebbe dovuto essere, tutta od in pai-te, quella della 7'' divisione, . che i ra,pporti ufficiali giapponesi indicarono come la prima sba.rcata a P i-tse-wo e diretta verso l' istmo: ma i rapporti sulla ba,ttaglia non ne parlano, e certo essa non prese parte alla lotta. 'l're divisioni, adnnque : cioè 4.5-50 mila uomini che sarebbero venuti a trovarsi schierati sui 2500 metri di larghezza dell'istmo, con una densità spavent osa' di 20 uomini per ogni metro di fronte. Non si poteva manovrare e biso. ' g nava vincere : la posizione non si poteva prendere colle armi, bisognava prenderla colle mani, a ciò si era evidentemente determinati. Il posto avanzato di K in -ceu fu presto aggirato e messo fuori causa: la successiva avanzata contro la posizione ,principale doveva iniziarsi prima delle 5, ma ritardò di un'ora a causa della nebbia, che impediva all'artiglieria di appoo-. 1 o giara. Alle 6, l'artiglieria giapponese, che era semplice artiglieria da campagna e non si sa di quanti pezzi disponesse (120 LA GUERRA RUSSO·GIAPPO.NESE


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LA GUERRA RURS0- GIAPPONESE

LA GUER.RA RUSSO-GIAPPONESE

dico_no i Russi) aprì il fuocoi e ad esso concorsero, contro l'ala sinistra nemica, quattro cannoniere (4 cannoni da 210, e 10 da 120, complessivamente) che fin dal giorno prima erano nella baia d i Kin-ceu, scortate da una squadriglia di torpediniere, ed in comunicazione col telegrafo senza :fili col generale Okl1Verso le 9, l'artiglieria russa parve rallentare il suo fuoco, è la fanteria giapponese ne approfittò subito per marci.are all'assal to; ma, sotto la ripresa violenta del fuoe;o di artiglieria, di fronte a quella gradinata di trincee coperte che vomitavano piombo, e fra gli ostacoli di :filo di ferro, essa dovette. arrestarsi dai 300 ai 500 metri dalle trincee più avanzat,e de.i Russi. S ituazione terribile : per fortuna, pa.r e che le mine non siano scoppiate, essendo arrivata in tempo la fanteria giapponese a scoprirle ed a toglierne g li inneschi. La più duramente provata dovette essere certamente la 3" divisione, all'ala sinistra, contro la quale dirigevano il fuoco tanto la ca.nnoniera russa della baia di Hand 1 quanto, essenzialmente, gli 8 grossi pezzi dell'estrema destra dei Russi, a distanza, questi, di mille metri. Frattanto i Russi mandavan o indietro, ad occupare la posiz ione di Nan-kuan-ling per proteggere una eventuale ritirata, due batterie di grossi cannoni a tiro rapido, i quali anche di là continuarono a prender parte al fuoco durante l'intòra giornata. Alle cinque del pomeriggio non era ancora stato possibile fare un altro passo: otto ore, a 500 ed a 300 metri d alle trincee, sotto quella posizione! L'artiglieria, nonostante ogni suo sforzo spinto fino all'esaurimen to delle munizioni, o per condizioni di terreno, o per al tre ragioni, n on era riuscita a scuotere la fanteria russa ed a spianare la via alla fanteria giapponese; e non vi r iusciva interamente n eppure in u n ultimo sforzo tentato con tutte le batterie ad un tempoMa lasciamo la parola al rapporto di Oku. « La nostra artig lieria fece tutti gli sforzi per distrug« gere le opere di difesa del nemico, ridurre le sue batterie

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-« al silenzio e copri.re l'assalto della nostra fanteria. Ma la

fanteria, russa offrì una resist enza accanita in posizioni for·« midabilmente fortificate. La nostra fanteria non potè fare << alcuna breccia prima delle 5 di sera.' « Inoltre la terza divisione si era avanzata così lontano « che fu completamente circondata dal nemico. I Russi rin-<< forzarono il loro intenso fuoco sulla nostra sinistra. Il ne-« mico1 fac(mdo un contro-attacco, tentò di caricare la terza ·« divisione_ Le munizioni delle nostre batt erie si e~aurivano; « i cannoni erano stati quasi tutti ritiratL « Allora noi facemmo uno sforzo finale in massa, con -<< tutte le nostre batterie, che sparavano contemporaneamente. « La fanteria della quinta divisione con un coraggio in« credibile diede l'assalto, protetta da un gran numero di << cannoni, ma fu arrestata prima che potesse raggi ungere le -<< posizioni nemiche. FoTtunatamente, le nostre navi presero -<< a bombardare da sinistra (1), e quattro distaccamenti di -« artiglieria cooperarono con esse; la guar ta divisione attaccò . « l'ala sinistnt russa e guadagnò le alture. << La terza , e la quinta divisione, passando sopra i cada-<< veri, attaccarono i Russi e li sloggi11rono dai loro forti, « impegnando un combattimento corpo a corpo e servendosi -<< d ei revol vers e delle baionette. « Infine, verso le 7 · di sera, il sole che tramontava ha -« visto il sole levante della bandiera giappon ese sventolare « trionfante sui forti che dominano l'istmo della penisola -« di Liao-tung, mentre i Russi fuggivano in disordine verso -« Port A.rthur_ « Le nostre truppe emisero w ·1·ah entusiastiche e si ac< camparono sulle posizioni che avevano conquistate, fiere -<< del dovere compiuto » . Questa volta, anche nei rapporti giapponesi, di solito tan to m ì'Surati e freddi, fa capolino un poco di san to lirismo. E ne hanno ragione; perchè quel sole, ch e tramont ando v ide -<<

<t) È ueccssario noi.ve che in principio dello stesso rappol'to è dichiarato che le ,navi ave vano aperto il fuoco fin dalle G del mattino. Non si tratta adunque di un in- _ · ter vento impronisamente clecisivo.


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LA GUERRA RUSSO-G·IAPPONESE

trionfare il Sole Levante, aveva veduto, durante tutto il suo corso di un g iorno, una lotta meravigliosamente epica fra truppe, al cui valore, vincitrici o vinte, il mondo egualmente s'inchina! Le perdite giapponesi ascesero, secondo i rapporti di Okur a 4300 uomini, iJ 10 o l' 11 per cento circa; molti, ma neppur troppi per una simile azione. Dei Russi, secondo i loro rapporti, si ebbero 830 fra morti e feriti, il 7 per cento circa: cifra che, data la potente preparazione del terrenor attesta una difesa tenace e valorosa. Presi ai Russi: 68 cannoni, 10 mitragliatrici, gran numero di fucili e grande quantità di munizioni; dice il rapporto di Oku (1) . . L'indomani, 27, l'avanguardia di Olm occupava Nan-kuanli4g; il Kuan-tung era aperto ai Giapponesi. ({) Il rapporto, che il Ministero della guena russo ha pubblicato come rapporto dello $tosse!, quantunque non si comprenda he11e come quest i l'abbia potut0 inviare ria Port Arthu r, 11011 recherebbe varianti sostanziali al modo con cui si è svolt.~ la /)altaglia. Soltanto, il combat ti mento sarebbe stato iniziato Jin dal 25; e risulterebbe che il fuoco . delle navi, tanto giapponesi dalla baia di' Kin·ceu, quanto russe dalla t1aia Hand, ebbe grande elllcacia sull'istmo di Kin-ceu oc~upato dal posto avanzato, ma scarsa, e ti mitata all'estrrima sinistra, sulla posizione principale. Circostanza questa. che concorda, colla. ostina La difesa che poterono fare i Russi, e collo scarso appoggio che !'attacco· giapponese ricavò dalla sua artiglieria, e che conviene notare per farsi una giusta idea della misura in cui la padrouanza de l mare può sL1ssidiare la difesa de ll'istmo eia po· sizion i che non siano sull'istmo medesimo ma aì suoi sbocchi, specialmen te se l'auacco contro di que,te non viene attra1•erso l'istmo, ma dalla parte oppo~ta, ect è per ci& meno soggetto ancora ai tiri da mare os tacolati dal terreno montuoso. Reco il rapporto che si dice dello $tosse! : • Dopo un com battimento ostinato, durato due giorni, la sera del 26 Òrdinai di sgombrare la posizione di Kin •ceu, perché avevamo di fronte tr11 divisioni nemiche con centoveoti cannoni. • ll fuoco nemico, specialmente quello di quatt1·0 cannoniere e di sei torpecliniere. distrusse completamente le nostrn batterie che erano in posizione presso Kin-ceu. • li 5° reggimento, che si trovava su quella po, izione, combaltè eroicamente. I Giapponesi ebbero perdite enormi pel fuoco di quel reggimento, ctelle nostre batterie e della cannoniera Bobr che si trovava presso llunuesa. • Le nostre pentite, fra morti e feriti, sono circa trenta ufficiali ed.ottocento soldati. < Rendemmo inulilizzab ili tutti i nostri cannoni, inch iol111ndoli o fa.cendoii saitare. • Na turalmen te era impossibil e riortar via i cannoni durante il.combattimento ostinato. Ciò avrebbe rlovuto esser sta to ratto tre giorni prima. . • Il combattimento del 26 maggio durò dalle .cinque del ma'ttino alle otto di sera; a quest'ora ordinai l'evacuazione grad uale delle pos izioni. • Pa rte delle mine non fu fatta saltare, perchè i Giapponesi circondarono Ja nostra posi1.ione direttamente dalla parte de l mare, coperti <làl fuoco delle navi. • li morale delle nostre truppe è eccellent.e •.

LA ougRRA ROSSO-GIAPPONESE

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* * *

Quale giudizio s'ha da fare della battaglia di Kin-cen ?" Strategicamente, essa corri.sponde, d'una e d'altra parter ad un concetto ben chiaro e preciso : concetto che, per i Russi, è quell'unico di difesa a tutta oltranza, al quale già a.bbiamo detto e dimostrato come essi debbano necessariamente informare orama.i i loro atti nel Kuan-tnng, e, per i Giapponesi, è quello evidentissimo di procedere risolutamente all' investimento, prima, ed alla espugnazione. poi, di Port-A.rthur. A.Ila espugnazione, diciamo, perchè sarebbe inconcepibile che i Giapponesi avessero affrontata una battaglia così sanguinosa per entrare nel Kuan-tung, senza lo scopo ben determinato di espugnare la piazza. I nfatti, per il sempl_ice investimento non inteso alla espugnazione, ossia per il semplice isolamento, non soltanto non era necessario, ma non era neppur conveniente passare l'istmo ed entrare nella penisoletta. A. parte il fatto, già più volte accennato, che Po~t-Arthur non può costituire alcuna seria minaccia per gli eserciti operanti in Manciuria e non ha valore se non come rifugio e.c1 appoggio della flotta russa, e che pertanto nessun vantaggio presenta il suo semplice isolamento, quando esso, come nel caso presente, non possa condurre in breve alla resa, perchè mai si isola una piazza senza. tentarne la espugnazione? Evidentemente, per privarla dell'affluenza delle risorsenecessarie aJla sua vita e per opporsi alle sortite da essa, siano queste intese a concorrere ad operazioni degli eserciti in campagna o semplicemente a riaprirsi le comunicazioni. Ora, le vie di mare, sulle quali dal principio della guerra. imperano i Giapponesi, erano già chiuse per il piccolo Kuantung, il quale non ha certamente nei suoi pochi monti tali risorse che impor ti privarne la piazza, e la sola via che rimanesse aperta era quella dell'istmo : e per il solo scopo di chiudere questa via, e di oppor,;i insieme alle sortite, inutili a qualsiasi scopo se limitate all'interno del Kuan-tung, era


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sufficiente, ed anzi convenien te, sbarrare l'istmo da nord-est, avendo le spalle coperte dagli eserciti giapponesi di Manc iiuia. E cioè, per identiche ragioni tattiche, fare lo sbarramento rovescio di quello che hanno tentato i .Rnssi. Dunque la bat~aglia rivela il concetto strategico, ed a <]_uesto correttamente si informa. Tatticamente, a noi pare che la battaglia sia stata combattuta, d'una e d'altra parte, nel solo modo in cui poteva esserlo, in ragione dello scopo e delle condizioni effettive di forze e ·di terr6no. La difesa rnssa, come gia ci indicarono le perdite, fu ten~ce all'estremo, fino al sacrificio di quasi tutta la sua artiglieria; artigli eria che in gran parte, per essere da posizion e, .a questo sacrificio era preventivamente votata. E, secondo noi, tale doveva essere la difesa. Anche qui come sullo Yalù, data la sproporzione di forze, oon si poteva trattare che di ritardare il nemico ; ma le condizioni erano e souo radicalmente diverse, e danno ragione del nostro diverso giud izio. Qui, !'espada è rappresentato dalla piazza di Port-A.rthur; è da gran tempo perfet tamente pronto, o non lo sarà mai pitt perchè nulla ha più da sperare dal tempo, a ricevere l'assalto; non può iivere, e non ha l'intendimenlo di abbattere il toro, perchè è armato d i corazza e di scudo più che d i spada, ma può e deve proporsi di resistergli, e di tenerlo impegnato per il più lungo tempo possibile. roco impor ta aduuque a lui ohe il toro gli arrivi prima o d opo, ma sì gli importa ohe giunga spossato: il bande1·iUe1·0 deve pertanto gettare il drappo e l'assillo, impugnare la lancia, affrontare le corna, e ferire, ferire quanto più possa, a costo di perdersi. Nell'altro caso, la sua perdita poLeva perdere !'espada : in questo, purchè egli giunga a ferire, lo avvalora e, fors'anche, lo salva. Chiediamo venia ai lettori di essere tornati su 'q uesto paragone : la nostra mente non ce ne suggerisce uno migliore, ed a noi pare che esso riassuma abbastanza fedelmente quanto, in fatto di tatbica, può regolare l'azione dei distaccamenti in operazioni costrette a subire la offensiva nemica.

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Dell'attacco giapponese, che si può dire ancora? Non fu manovrat.o, e non poteva esserlo : procedette nel sangue, evi doveva procedere: non ebbe preparazione ed appoggio abbastanza efficaci dalla sua artiglieria, se non alla estrema. destra, dopo una intera giornata di fuoco, e non. poteva averne cli più contro le trincee fortissime ed in quelle condizioni di terreno : doveva passar oltre, e passò. Si può hen dire che una posizione spaventevole, difesa c1a numerosa e potente artiglieria e da valorosissima fanteria, solidamente trincera.ta, coperta di ostacoli, fu presa con attacco frontal e, senza manovr(I,, quasi per sola virtt'.t della fanteria attaccante. :\fa che se ne può dedurre? A chi scrive è avvenuto, iu un minuscolo scoii tro colla cavalleria madista: che avvolgeva spa,rando da cavallo, comeè suo costume, in rasa pianura, di ,,edere un drappello cli fanteri a assai tarla e disperderla alla baionetta: era la nostra bella fan te ria i ncligena d'Africa, dei tempi in cui si era abituati a vincere. Ma che se ne può dedurre? Sarebbe tutt' affatto ridicolo ravvicinare la sanguinosa. battaglia ed il minuscolo scontro quasi incruento : pure v'ha un piccolo punto di contatto, e g iova alla deduzione. L a. quale non può e non dev'essere che una: questa. Quando un comandante, grande o piccolo che sia, sente, nella imminenza di· una operazione rischiosa, di non aver bisogno di tastare il polso della sua fan teria, ma piuttosto il proprio;. quando sente di non doversi chiedere angosciosamente : Verranno? ma cli doversi chiedere soltanto: Ho io il cuore di andare? allora quel comandante può farsi lecito di gettarealle ortiche i suoi trattati di tattica, e vincere eg ualmente .. Tutto sta ad avere di q uelle fanterie, ed a non ingannarsi n el giudizio. *

** Ma la sanguinosa battaglia, e quelle altre aspre del pari,. che si possono prevedere per la espugnazione cli Port Arthur, hanno rimessa ancora una volta sul tappeto una più ampia. questione.


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Se là conquista' di Port Arthur era prevista necessaria nel corso della guerra, è certo che essa sarebbe costata in-finitamente meno, di tempo e di sangue, ai Giapponesi, se i'avessero compiuta nei primi giorni della guerra, quando l'assetto difensivo e l'approvvigionamento della p iazza era :assai imperfetto e ~carsa la guarnigione. Hanno essi a.dunque ·errato nel subordinare questa impresa ai progressi dell' esercito principale in Manciuria? il sangue versato a Kin-ceu, -e q uello che sarà versato ancora nel Kuan-tung e sugli ,spalti di Port Axthnr, dovrà dunque pesare sulla coscienza . ·del comando giapponese? Noi abbiamo più e più vòlte qua e là espressa la nostra -0pinione in argomento. Ma, tratta.ndosi della condotta della .guerra, e della equilibrata ed armonica influenza che: in essa ,è da attribuirsi alle operazioni terrestri ed a. quelle marittime, materie in cui è necessario farsi idee chiare, ci sembra -doveroso per i fini del nostro studio riassumerla brevemente, .affine di sprigionarne, per i l poco a cui ci basti l'ingegno, -quel :filo purissimo di logica che in guerra nessuno può spez.zare senza conere alla sconfitta. Fin dalle primissime pagine di questo studio (1), noi abbiamo notato come il predominio sul mare per parte dei G iapponesi fosse per consentire ad essi di spostare la loro base sempre più a nord nella baia di Corea, e fors'anche, -caduto· Po1·t ifrthiw, nella penisola di Liao-tung, sempre a più diretto contatto colle truppe operanti; e come questa base nel Liao-tung ed a Mukden fosse la condizione neces' -saria (2) per il prosegui.mento della offensiva su Kharbin, -d opo raggiunto il primo obbiettivo di Mukden con opera:zioni procedenti dallo Yalù . · Ci parve superfluo f11'1ora, e forse lo è .anche adesso, illu.strare quel concetto semplice. Non si cambia infatti una linea di operazioni, che ha p roceduto per 200 chilometri ad ovest -e nord-ovest, in un'altra, che deve procedere per 600 o 700 U) crr. pag. 453, <l ispensa 111, Rivista ,1/ili trire. .(2) Crr. pag. ,54, clispen;a IV, Riv ista ,1/ililare.

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-0hilometri a nord, senza cambiare di cons.eguenza anche la linea di comunicazioni, e senza costi t uirsi a tergo una nuova base. Ed a tergo venivano a trovarsi, non p iù. la Corea, ·ma le coste del golfo di Liao-tung; non più il breve stretto .di Corea, ma oltre m ille chilometri di mare, in mezzo ai quali -stavf1 Port Arthur, e la flotta, o sia pure gli t1vanzi della ::flotta nemica, rifugiata nel suo porto. Ecco perchè si è detto che, . per il proseguimento della .offensiva da Mukclen su Kharbin, occorreva, p1·eso P01·t .61.1-tlnw, porre a nuova base Lif.t,o-tung e Mukden: su ciò non ,c adeva dubbio alcuno. Naturalmente, il ragionamento era da applicarsi integro .al caso in cui i Giapponesi avessero cominciato senz'altro le -Operazioni da questo secondo periodo, sbarcando subito nel .golfo · di Liao-tung (1) e procedendo senz'altro su Kharbin: . perchè le condizioni sarebbero state identiche. Ma questo secondo caso non era da prend ersi in considerazione. I Giapponesi, per elementari e molteplici ragioni di prudenza; di circostanze geografiche, e 'di incertezza sulla prevalenza che avrebbero ottenuta sulla flotta nemica (2), erano già sbarcati in Corea, n è si poteva presumere, secondo i calcoli più probabili, che essi fossero p·er raggiungere in breve una fole superiorità di forze disponibili (3) da poter operare contemporaneamente in Corea e su altre direttrici. Ciò ammesso, le operazioni . dirette stille coste del Liaotun g prima che fosse intrapresa l'avanzata eventuale su Kharbin non potevano p iù altrimenti considerarsi che come operazioni parziali successivamente coordinate e subordinate ai progressi dell'esercito di Corea, che esse concorrevano ad agevolare e dai quali erano esse assicurate ci.al lato di terra (4), man mano che quello procedèva vittoriosamente dallo Yalù . Per queste operazioni parziali noi ritenemmo che, date le scadute condizioni della flotta russa di Port Arthur, ed (I) Cfr. par;:. 736. clisrieosa IV, Rivista Jllilitare. (~) Cfr. pag. 470 tl 473, d isJi ertsa lii 11 pagina 736, dispensa IV, l/ivista ,1/ilitare. (3) Cfr. pag. 7!5, d ispensa .,v, Rivista ilfilitare . 14} c rr. p~g. 488 e 489, dispensa lii, e pag. 7l6 e H7, dispensa IV, Rivista Alililare.


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i bombardamenti, gli attacèhi, gli imbottiglia.menti la att ività di blocco, insomma., della flotta giapponese, la sicucurezza sul ma.re fosse per essere sufficiente (1), senza cheoccorresse conquistfLre Port Arthur. Altri può averla pensata diversamente. Noi potremmo ora osservare che i fatti ci ha.nno dato ragione, e che gli sbarchi si sono operati dovunque, nè piccoli, nè pochi, senza inconvenienti di sorta; ~enza inconvenienti da terra., perchè il nemico era impegnato dallo esercito preponderante che veniva dallo Yalù; senza inconvenienti sul mare, perchè il blocco mantenuto dalla flotta. era protezione bfLStante. Mentre resterebbe sempre da prov~re se, resa perfetta la sicurezza sul mare colla co~quista d1: Por!; Arthur, ma reso ad un tempo più debole, più.Jento, meno minaccioso l'esercito dello Yalù sottraendo ad esso le forze impegnate nel Liao-tung, gli stessi sbarchi avrebbero potuto essere operati· nello stesso tempo senza pericolo che il nemico, libero ,da altri impegni, ne ' rituffasse qualcuno in c1 nel mare, che, per essere di proprio assoluto domini or non sarebbe parso meno salato. Perchè, a nostro avviso (e ci sembrerebbe colpa tacer.ìo)r prop:i;io a questo, nel caso nostro, può condurre la esao-erazione unilaterale di t eorie ottime : a dimenticare che il domini~ del mare è una condizione indispensabile, e sia pure la prima, ma non la sola, per le operazioni di sbarco; che lo sbarco non è fine a sè stesso, ma è il punt o di partenza per le operazioni .e ffettive di guerra; che le truppe, sbarcate sulla costa in vicinanza del nemico, affrontano subito· un periodo di crisi non meno pericoloso di quello che hanno· attraversato sul mare; che l'uno e l'altro di questi periodi critici vanno affront ati senza esitazione, q uando sia n ecessario e nella misura necessaria, ma vanno t enutì entrambi nel debito conto, perchè trascurare uno di essi, cui si possa provvedere, per volgere ,all'_a ltro cure superiori al bisogno,

(l j c rr. pag. 4Si, dispensa III, e pag. 862, dispensa V, Rivist~ militare,

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è un errore che può essern fatale del pari, qualnnqùe sia

il pericolo trascurato. Ohe si direbbe se i Russi, per dare alla loro transiberiana una sicurezza non soltanto bastevole, ma rigorosamente ass_oluta, vi impiegassero tanta parte del loro esercito di Manciuria, che· il rimanente corresse rischio di non bastare a coprire dal nemico il punto di arrivo e di concentramento dei sopravvenienti r inforzi? . Dunque i fatti ci hanno data ragione su questo punto; ma noi, come sanno i lettori, non annettiamo grande importanza alla conferma dei fatti, che potrebbero essere niente altro che errori giapponesi o russi coincidenti con errori nostri. È invece importante ricordare che la conquista di Port Ar thnr, mentre efa in quel periodo di necessità almeno dubbia, era per contro rischiosa, fino a quando l'esercito di Corea non ftvesse passato lo Yalù, e, tagliata fuori dall'esercito principale nemico la penisola di Liao-tung (1), in modo da assicurare da nord il corpo di investimento, mentre a nord l'esercito principale nemico, per quanto ancora in formazione, non era altrimenti impegnato. Perchè non fosse eccessi vament.e rischiosa, l'operazione doveva farsi con forze certamente minori di quelle che occotrono oggi, ma tuttavia superiori a quelle, che a tutta prima può sembrare richiedessero allora i 12 mila Russi di Port Arthur. Se si frattava di espugnazione, bisognava aver forze da soverchiare i 12 mila difensori della piazza, e da sbarrare contemporaneamente a Nan-san l'istmo di Kin-ceu, contro altrettanti almeno che potevano anche allora agevolmente piovere da nord. Se si trattava di isolamento inteso ad ottenere la capitolazione per fame, bisognava pur sempre aver forze tali · da assicurarsi in modo assoluto l' istmo di Kin-ceu, contro gli attacch,i contemporanei da sud e da nord . delle forze ora accennate: dei quali attacchi è evidente che almeno uno, dovunque fosse stabilita la difesa, non era sog(i) Cfr.

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pag. 489 e seg., dispensa lii, Rivista militai·e. AN:-10 XLIX.


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getto ad attraversare l'istmo, e perciò all'azione da mare (vedi nota a pag. 1070). Il che non avrebbe richiesto truppe molto inferiori a quelle necessarie per la espugnazion_e. Non meno di due divisioni in ogni caso, poichè non era da fare assegnamento su successivi rinforzi per 'lungo tempo. Ora, nei primi giorni della guerra, e cioè mentre l'operazione era ancora possibile nelle condizioni ora dette, si avevano in pronto quelle forze? (1) e se anche si fossero avute era di pii\ immediata necessità inviarle nel Liao-tung, ' . o non piuttosto mandarle in Corea, od almeno tenerle libere di accorrervi, con quell' esercito principale, che in Corea doveva assolutamente affermarsi in ogni evento, e che si concentrava e marciava contro l'esercitò principali nemico? e non di sponendo di una esuberanza di forze, era o non era necessario di fare una cosa alla volta per grado di importanza immediata? Tutto questo noi ab.biamo minutamente esaminato (:2), · concludendo che nessun errore poteva imputarsi a.i Giapponesi per aver difterite le operazioni contro Port Arthur. E ci pare sempre, e più che mai, impossibile ammettere ad un tempo: che le operazioni principa,li iniziate per la Corea fossero una necessità imprescindibile ed indiscutibile; che fosse da prevedersi un forte concentramento russo nella J.\fanciuria meridionale, contro il quale per conseguenza l'esercito di Corea doveva a pprestarsi a dare il primo urto colle mago-iori forze, e dal quale naturalmente la penisola di Liao-tuug :ra dom1nata fino a quando non lo fronteggiasse l'esercito giapponese: e che, con tutto ciò, vi fosse al principio della gnerra la possibilità, o anche la sola convenienza, di sottrarre forze all'esercito d i Corea per arrischiarle su Port Arthur. La contraddizione dei termini ci sembra palese.

(i) Crediamo poter ora affermare, su notiz ie sicure, che durante il primo mese di guerra non si :wevano dispon ibili che le divisioni 2•, !2" e Guardia, subito mandate m Co rea; la 7• non parti dal Giappone che ai primi di marzo; la te, 3• e 4' non. fltrono pronte in Giappone che ai primi rl'aprilc. Ricordiamo quanto dicemmo nelle prnne pagine di ql1esto articolo circa la mobilitazione cominciala 1lalle forze più lontane. (2) Cfr. pag. 1,88 e seg., dispensa lll, e pag. 735 e sog., clispensa IV, 1/ivista 11iilitare.

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Finalmente, è giusto porre nella bilancia il fatto indiscu-:tibile che la espugnaz ione di Port Ar tlnir, eseguita in prin- . cipio della guerra, avrebbe esentata la flotta giapponese da -quella serie di operazioni brillanti, ma rischiose e caramente pagate, colle quali essa fu obbligata a man:te11er bloccata .la :flotta russa, per proteggere gli sbarchi . Ma se la flotta ,arrischiava d i logorarsi in tali operazioni, non arrischiava p·er n ulla di perdersi, e, d'altra parte, essa non aveva al- , cuna cosa di maggior importanza .da fare : mentre la separazione delle forze terrestri metteva a rischio di perdersi tanto le piccole _forze, che si potevano allora ma.ndare nel Liao-tung, quanto l'esercito ancora piccolo di Corea, che rimaneva maggiormente indebolito: e la perdita di quest'ul- · timo sarebbe stata la, perdita della guerra, poichè, come fu -già ammesso e dimostrato, senza il possesso della. Corea, che ràppresenta per ogni evenienza di rovesci in terra od in mare il gran ponte d'allacciament,o alla patria, non era pos··sibile l'invasione in Manciuria. Anche per questo r ispetto, . ca.dunque, era necessario scegliere il rischi.o minore, e dare .J.a precedenza alla operazione più importan'te. Cosicchè, concludendo, · a noi, che abbiamo deplorato il poco sangue russo versa.to sullo Yalù, perchè inutilmente e fors'anche dannosamente versato, pare che non sia per contro ,~ deplorarsi affatto il molto giapponese versato a Kin-ceu, perchè esso era già in precedenza scontato con vantaggi strategie.i geùerali, che sono e·videnti q_ uando non si voglia esa,gerare l'importanza del dominio del mare a danno delle opera,zioni terrestri, e perchè il sacrificio era necessario per il -vantaggio strategico speciale, al qua.le ora chiaramente si mirava. -Dal momento che alla guerra combattere e morire -bisogna, qui ci pa,re almeno che sia stato ragionevolmente. È logica, gnestEt nostra? Se si, la questione è chiusa: se no, dovremo per forza ritenerci paghi che il nostro ra.gionamento sia parso buono ... almeno ai Giapponesi ..


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1.,A GU'lslWA R li SSO-GIAPf'OXES fè

*** Quantunque, a dir vero, non completamente. Le operazioni contro Port A.rthur sono cominciate dopo che l'esercito di Corea ebbe passato vittoriosamente lo Yalù dopo che il Liao-tung poteva ritenersi tagliato dall'esercit; principale nemico, dopo che quasi tutto l'esercito di prima linea del Sole Levante fu disponibile sul teatro di operazioni, dopo che l'offensiva, procedendo contemporaneamente dallo Yalù, da Ta-ku-san, e dalle coste occidentali del Liaotung, accennò a mutare verso il nord la sua direzione. E :fiu qui sta bene. Ma sono cominciate prima che la offensiva da Mukde~ · si pronunciasse su Kharbin, e prima anzi che fosse certa la probabil ità e la possibilità di essa, restando tuttavia intatto a Liao-yang l'esercito del Kuropatkine. Peggio a ncora, l'offensi~a stessa su L iao-yang sembrò aver abbandonato, O· sospeso, quell'indirizzo a nord-ovest, che minacciava di tagliare le comunicazioni russe verso Kharbin; aver preso innanzi tempo lo schieramento a nord e la base del Liaotung; aver per.fino accennato a passare alla difensiva; aver ceduto il passo, insomma, alle operazioni contro Port Arthur, p1·i1na di ave1· battuto l' ese1:cito p1·i1icipa.le nemico, ed anche prima di aver acquistato sufficiente spazio dalle coste, alle quali veniva a dare le spalle. · · Decisioni gravi, . che, secondo le idee da noi più volte espresse, ci indurrebbero a, giudicare che i Giapponesi abbiano ancora avuta troppa premura di gettarsi su Port Art hur; e che forse hanno una ragione a noi ancora ign,ota1 sulla quale nessuna luce hanno gettata gli avvenimenti dal 26 di maggio in poi. Anzi, ne è stata offuscata quella poca; che allora sembrava lecito di scorgere; infatti, oramai comincia a diventare difficile spiega.re questi giorni di inerzia che volo-ono quasi ' t, ' ad un intero mese, colla supposizione che si attendesse a riordi nare gli eserciti, ad organizzare i servizi loo-istici entro t, .

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terra, e perfino ad assicurare l'isolamento del Liao-tung, poichè il n-iig lior mezzo di assicurare questo isolamento era <li approfittare della superiorità n umerica per dare addosso risolutamente all'esercito di Li.ao-yang, senza permettergli d i consolidarsi, e cli rinforzarsi coi 1000 uomini al giorno che forse g li versa la transiberiana. · Lungi dal pr endere qnesta risoluzione, i Giapponesi continuaronu fino ad oggi il loro badalucco verso la linea dei colli, che separano i bacini del Lung-huang-ho e del Ta_yang -ho da quello del L iao. Il generale Kuropatkine segnalò nei suoi rapporti la rioccupazione del colle cli Sin-kai-lin per parte dei Giapponesi, il 26 maggio; un piccolo scontro il 27 verso Kai-piog; un altro il 28, sulla strada di Liao-yang, forse verso Lien-sankuan; altri tr e ancora il 30 presso Kai-ping, sulla strada di L iao-yang, e verso Sai-ma-ki, il qual ultimo punto veniva nuovamente sgombrato dai Giapponesi ; un ultimo il 31 al colle di Si-su-ling, sul quale i Giapponesi avevano riavanzato per Sai-ma-ki, e dal quale venivano ancora respinti. Piccoli incidenti del contatto fra i grossi eserciti, che cessarono anch'essi, pr,re, dal 1° di giugno ad oggi. 1\fa frattanto, nessun indizio si aveva più della ritirata xussa verso Mukden, quantunque i pa.rtigiani mancesi accentuassero ancora la loro azione, ed apparissern sempre più inquietanti, sempr~ più n umerosi, sempre meglio armati. Anzi, era notevolmente rinforzata la rioccupazione di N iu-ciuang, d ove pare che arrivassero imbarcazioni di viveri, preziose nella grande penuria. in cui si trova oramai la provincia mancese; e, peggio ancora, si delinea va quella mossa iu soccorso di Port A rthur, della q uale diremo fra poco, e che, per essersi avventurata attra,;zerso gli eserciti giappone.3i, avrebb~ fatto perfino dubitare che a Kai-ping non fosse un corpo giapponese, se il suo sbarco non fosse stato accertato, con molti particolari e con scontri successivi. dai Tapporti uf11ciali russi . Verso i quali, come verso i giapponesi, siamo bensì in continuo e vigilante sospetto, ma non tanto, tuttavia, da reputarli capaci di inventare di sana


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pianta lo sbarco cli 51 traspor ti di truppe, debitamente contati, e scortati da 17 navi da guerra, altrettanto miuuzio-. samente numerate. **::!

E torniamo a Port Arthnr. Snl mare, poche fur<mo le operazioni fi no al 5 di giugno .. Il 2G d i mfaggio disse una vaga notizia da Cifù che i Giapponési bombardassero la piazza con 8 navi; e fu pure detto da Mukden che per qt1el giorno fosse prepa.rato tm nuovo tentativo d i imbottigliamento, non eseguito perchè .scoperto innanzi tempo; ma erano notizie assai incerte. Il 28, secondo un dispaccio di Alexeiew, il quale pare abbia :ancora qualche comunicazione con Port Arthur o per mezzo dico-lombi o per mezzo di telegrafo s~nz~t fili, fu notato che i Giapponesi continuavano a sE:minare la i·ada di torpedini. Il 4 giugno, secondo un rapporto del Togo, si udirono molte esplosioni, che forse indicavano nuovi t entativi dei Russi l)er riaprire il canale del porto; ed alcune navi russe, di cui una saltò nell'impresa, erano intente a ]Jescare le torpedini giapponesi nella rada. Coll'avvicinarsi della espugnazione da terra si avvicina un momento tragico. Ora, sì, perduta ogni speranza, sia ono possibile l'invio in E stremo Oriente della squadra. del Baltico, è il caso per la squadra rus1'3a di uscire a salvezza · od a morte dalla tana di Port Arthur, impegnando nave per nave, pnr di recare il maggior danno alla :flotta nemica. Lo esigerà l'onore militare; e il sacrificio, mentre è ora inevitabile se non si vogliono arrendere od affondare le navi, peserà almeno sul nemico per il caso, sia pur poco probabile, di una fortunata riscossa, e sarà ad ogni modo contato nella conclusione della pace. Perciò l'ammiraglio russo cerca di aprirsi i l passo : pe.rciòil 'l'ogo ha tutto l'interesse di precluderglielo, a lui non giovando pi.ù or:amai in alcun modo quella lotta disperata. In terra ferma, i Giapponesi occuparono il 27 maggio Nan-kuan-ling e Leu-su-tun, dove trovarono 4 cannoni, mu-

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nizioni e 4tì vagoni. Il 30 occuparono Dalny, di cui soltanto il gra.n molo era stato d istrutto, e che diventava per essi un ottimo punto di sbarchi: vi trovarono aliri 90 vagoni ferroviari, mezzi utilissimi per i trasporti dei materiali di assedio. Il 3 di giugno, pare dopo un nuovo scontro, del quale la notizia avutane il 5 non indica l'importanza, le avanguardie di Oku giungevano in vista dei forti avanzati della piazza. . Frattanto nella baja di Ta-lien-wan, abbastanza sgombra di torpedini e ben vigilata, sbarcavano ancora truppe, grosse artiglierie ed altri materiali d'assedio; ed altri distaccamenti continuavano a sbarcare a Cing-tai-tse, fra Pi-tse-wo e Taku-san. Ma, di fronte a tutto questo celere e formidabile apprestamento dei Giap11onesi, e nonostante esso, avveniva da nord quella mossa russa in soccorso di Port Arthur, alla quale già accennammo. Secondo le informazioni del generale Oku, una forte colonna rnssa, al comando del generale Stackelberg, comandante del I corpo d'armata siberiano, avanzava da nord verso Port Aclams: era segnalata una brigata cli cacciatori siberiani (4 reggimenti, 12,000 uomini) con qualche batteria e qualche sotnia di cosacchi, ma si riteneva che potesse essere seguìta da una seconda brigata. Il 30 di maggio, una punta di cavalleria e di artiglieria cli questa colonna era respinta a poche miglia a nord di Port Adams, dai Giapponesi, che vi perdevano 26 morti e 37 feriti. Il 4 di giugno si avvertiva da P ietroburgo che sembrava lo Stackelberg rinunciasse a proseguire su Port Arthur, in presenza della forte difesa di K in-ceu e dei continui rinforzi che arrivavano per mare aÌ nemico : però le scaramuccie contin uavano sempre. Il 6 si avevano :t'l.otizie da Tokio che una colonna giapponese aveva respinto su 'l'e-li-tse, ove rimaneva in contatto col nemico, dapprima la cavalleria . nemica,, e poi la fanteri'a e l'artiglieria su cui quella aveva ripiegato.


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*** Fino al momento in cui scriviamo, nè la situazione generalo in Manciuria, nè le condizioni di questo temerario movimento russo ci sono abbastanza chiare da consentirci qualsiasi apprezzamento su questo tentativo in favore di Porb Arthur. Esso però invita a riflettere innanzi tutto, dato il forte concentramento giapponese attuale in Manciuria ed il poderoso corpo che ora investe Port Arthur, con quùnto fondamento si potesse sperare all'inizio della guerra di tentare quell'investimento con poche forze, senza temere le sorp1:ese del nord. Complessivamente poi, non ci pare dubbio che il nuovo ed inaspettato atteggiamento russo discenda direttamente dalla, inerzia giapponese in Manciuria, come questa sembra disceudere, fino alla rivelazione di altre cause, dall'essersi proposti di espugnare Port Arthur prima di aver avuto ragione dell'esercito principale nemico, come già abbiamo notato, o battendolo, o imponendogli la ritirata definitiva a nord. E se questi sono i primi frutti di tale proposito, sia esso imposto o liberamente scelto, noi non possiamo fare a meno di osservare che essi sono abbastanza amari, anche se non possono essere troppo nocivi; di riflettere quali risultati, fqrse decisivi, sarebbero stati a quest'ora raggiunti se lo 8 di visioni, che sono dal 5 maggio in l\Ianciuria, se le 10 divisioni che vi sono dal 16 di quel mese, senza contare le truppe successivamente sbarcate, fossero state subito e tutte gettate contro il com promesso esercito principale nemico; e di domandarci ancora quale interesso può mai aver mossi i Giapponesi, che mostrarono fin qui cli saper attribuire a ciascuna· cosa la sua vera importanza, a precipi tare, secondo noi, una impresa, per compiere la quale hanno consentito ad un nemico debole di rafforzarsi, ad un nemico scosso di rinfrancarsi, ad un nemico in ritirata di risollevarsi a mosse offen-

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sive coll'immenso beneficio, se non altro, di rialzare con tali atti il morale delle sue truppe e dei suoi comandanti. N olle circostanze che a noi sono note finora, non ne vedremmo che uno : la preparaziohe di un conveniente ut-i possideti.? per il caso che, nella sosta della stagione piovosa, la diplomazia europea :riuscisse, dato che le convenga, ad imporre la pace. Poichè, all'infuori di ciò, l'unico interesse che potrebbe .avere un valore positivo sarebbe quello cli affrettare la soppressione della base navale alla flotta proveniente dal Baltico, come altra volta accennammo; ma l'arrivo di tale flotta è tutt'altro che imminente, ed intorno alla sua possibilità pratica noi continuiam0 a nutrire tutti i dubbi che ripetutamente e ragionatamente abbiamo esposti. Possiamo aver torto; ma siamo piuttosto scettici di fronte ad operazioni di simil genero. Per noi, l'influonza ehe può avere nel mar Giallo una ftotta riunita nel Baltico non è molto dissimile da quella, che può avere in Manciuria lo sterminato esercito della Russia europea : saranno benissimo forze irresistibili, ma occorre poterle portare sul teatro della lotta : e non basta neppure portarvele, ma è necessario che vi posefficacemente manosano bo-iunbo-ere in condizioni da poter . vrare e combattere. Qui sta il problema; perchè qui finiscono le a.late teorie e comincja. la pratica terrena; finiscono i discorsi e cominciano i fatti. Roma, 6 giugno 190-!. ETTORE GIARDINO c(lpita110 di stato maggio1·e.


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PRINCI PI DI PSICOLOGIA MILIT AR E ECO.

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« della sua dignità effimera per ·dimostrarsi abile e bravo.

« Sventuratamente fu tutto il contrario

PRlNC!PI D[ PSICOLOGIA MILITARE DESUNTI DALLA. GUEitRA ANGLO-BOERA Continuazione e fine -

Ve<li dispensa IV

VI. L'elezione clel generale. Dopo le dimissioni da comandante in capo di Marthinus Prinsloo, venne nominato in sua vece il De Wet. Qnesto generale, che ha meritato tanta a.mmirazione da tutto il mondo civile, e che forse resterà famoso e leggendario come. G8'.ribaldi, credè che la responsabilità di un tale comando eccedesse le sue faco ltà, e domandò al Presidente che ammettesse un priucipio di elezione. Ma il Presidente vi si rifiutò, accampando per fatti inoppugnabili il supremo interesse della patria, ed i passati servizi del De vVet, che erano la più bella garanzia della sua capacità. N:on ostante, il De \ÌV et . convocò in segreto gli ufficiali per un'elezione, ed ebbe 21 voti su 32. Allora si credè in legale possesso del suo comando, e giurò a sè stesso di mostrarsene degno. Di questo poi informò per dispaccio il Presidente, che non fece obiezione. (p. 145). . Quando i Boeri presero le più sapienti disposizioni per prolungare la·lotta ad ogni costo, e dopo la presa di Bethlem da parte degli Inglesi, alcuni ufficiali, scontènti di stare sotto g li ordini del generale R oux, elessero per loro comandante M. Marthinus Prinsloo, non ostante che vari ufficiali fossero assenti. Osserva a tal proposito il _D e Wet: « Si sarebbe « dovuto presumere che il n uovo comandante in capo, eletto << a dispetto dell e leggi, e per poco tempo, avrebbe profittato

>l.

Costui fece votare la resa di 3000 Boeri agli Inglesi, con 17 voti contro 13, resa, ohe tanto più era sospetta per esser e stata negoziata da Vilonel già condannato per tradimento. Il generale R oux, che per debolezza si era lasciato usurpare il comando, dopo questa resa ritrovò la sua energia, e, r ecatosi al campo del generale H unter, protestò per la resa, illegale fatta dall'usurpatore del suo grado. Osserva qui il De ..\Vet: « Fanciulli che giuooassero alla « guefra, non av r_ebbero trovato niente di meglio come facezia, « ed io ne sono ancora stupito per Roux, che sin allora io « avevo ritenuto un uomo serio ..... Uomini simili meritano « che la posterità rimproveri loro eternamente quest'azionH, « e sarebbe per me una consolazione, lettori, se voi poteste, « ritenere i nomi come quelli di traditori ridicoli e dete« stabili. » Ohi non è del parere del De vVet, in questo caso? Ma pure a me sembra che egli adoperi due log iche. Se in questo 1 caso si fece male, fece male au ch'egli a permettere un'ele . zione che poteva riuscir contraria alle disposizioni prese da. chi solo aveva autorità di -prenderle. E, contrariameute, s'egli fece bene, anche questi fecero bene. Nei casi della vita si affacciano sempre due specie di morale. Una è la morale estetica, l'altra quella d el dovere. L,a prima ubbidisce alle leggi del bello, l'altra soggiace alle leggi del bene. Il bE?llo e il bene debbono incontrarsi nel vero · come due raggi d·uno stesso faro di luce situato ad infinita di stanza da noi. Ma appunto per questo non s'incontrano, e, tanto il giudizio del be1lo, che quello del bene, sono mol to fluttuanti, maggiormente però quello sul bello, dipendendo dai gusti, sui quali sia.mo d' accordo a non ammettere neanche la discussione. Cosi pure il giudizio del bene può incorrere nel piacere e riuni rsi a quello dei gusti, ma in direzione spesso contraria a quella del vero. I Greci ed una buona buona par te di filosofi e di popoli, tra i quali io credo gl'Itali.a ni odierni, furono e sono più


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PRIJ\CIPI DI PStOOLOGIA i\fILI'I'ARE

DEStiNTI DALLA GUERRA AXGL0 -l30lnRA

inclinati alla morale estetica, ed approvano tutto ciò che riesce bene. Il Cousin ha scritto: « Il fau t ètre du parti du « vainqueur ; c'est celui de la meilleure caus'e ». Secondo questa morale, il De Wet ha fatto l;>ene, e se anche non avesse fatto bene, sarebbe pur bello di perdonare un torto a chi fece tante cose straordinariamente bene. Ed a favore di questo g iudizio, sarebbe che le intenzioni di un tanto eroe non potevano essere che buone. La stessa morale condanna senz'altro il secondo caso, che esplica debolezze e controsensi molto e,identi. La morale guerresca non può essere così sottoposta ai capricci dei fatti, ma deve tendere a dominare i fatti, perchè in ogni caso riescano bene. E tutta _la grandezza di Roma dipese dalla ferrea ed inflessibile disciplina, che non c~deva al s uccesso. T orquaLo condannò il figlio a morte, per aver disubbidito, quantunque la legge avesse mirato ad evitare sconfitte, e quegli avesse vinto. Mentre poi, per contrario, Roma accolse dignitosamente Varrone, sconfitt.o a Canne, ringraziandolo per non aver él iffidato , della Repubblica, e i Cartaginesi condannavano a morte i loro capitani sconfitti. Come giustamente dimostra il Montesquieu, in questo si 1aostra la grande diversità di quelle d ue civiltà, e si mostra quale delie due sapesse più esigere dal cuore umano, e quale avrebb1:1 vinto la rivale . La logica della guerra non muta mai, è sempre subordi nata alla g randezza della patria, impone leggi dure, ma leggi ch6 bisogna eseguire per conservarsi la patria. È facile vedere in questo caso, che l'uso di due logiche può portare un continuo disaccordo negli stessi fatti. La guerra non può essere un esercizio per la logica, ma una prova del · valore d'un popolo. Sicchè mentre potrebbe .sembrare che le decisioni, prese dal consiglio di molti, fossero ·1e più proprie ai singoli casi, un tal sistema par-lamentare, che perde un tempo utilissimo per l'azione, è devia l'energia degli attori degli ordini, ha prodotto continui disastri ai Boeri. E mentre potrebbe sembrare che l'eleggersi un generale dovrebbe convenire assai più che veder.,elo imporre, questo sistema elet-

torale ha causato ai Boeri un grave disastro, e maggiori ne avrebbe causati, se fosse stato più esteso. In questo è preziosa l'esperienza della decadenza di Roma. Quando le legioni furono tanto lontane dalla sede del governo, e restarono come abbandonate a sè stesse, cominciarono a fermentare e a distruggere la àisci plina che le man teneva compatte e coerenti. Allora i pretoriani cominciarono ad eleggersi i capi e gl'im. paratori, che, in taluni casi, uccisero pure. E le intestine lotte, e Ja conuzione della folla che prevalse, distrussero a poco a poco l'impero. Ma persino in quell'agonia della grandezza romana, fu visto eh~ i grandi imperatori furono quei pochi che seppero reinteg rare la disciplina militare. Sicchè, in sostanza il giudizio che il De \V et dà del secondo caso è il vero. Resti a ricordare a quali eccessi può condurre coloro che non abbiano un grande amor_ di patria, nè una grande autorità, che è padronanza ed equilibrio delle propri~ forze, rispetto ai bisogni della patria. E possono ap· plicarsi ai Boeri, su molte cose di questa guerra, le parole stesse del De Wet « fanciulli I che avessero giuocato alla « guerra ..... » avrebbero fatto altrettanto, perchè, in sostanza, i Boeri eran veramente fanciulli in fatto di disciplina mi~itare.

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VII. L' inno dell'eroe. Un animo grande, nelle relazioni con le altre anime, ammira tutto ciò che con lui simpatizza, ed esalta tutto quello che l'entusiasma. Nella lode della virtù, egli rispecchia l'anima sua, per modo che il più. sicuro mezzo d i giudicare d'un'anima è quello di esaminarne le lodi che sa fare. E se un legislatore o poeta volesse. ideare un Paradiso dell' Eroe, che, come quello del Corano, incitasse un popolo a sfidare i pericoli della g uerra, o, come il P aradiso dantesco, fosse dedicato alle più alte aspirazioni dell' umanità; la divinità


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PRINCIPI DI PSICOLOGIA )LILITAR.E

DESt:N'.l'I DALLA GUERRA. ANGLO-BOE RA

custode dell'ingresso, non avrebbe più sicuro mezzo per esaminare le virtù degli eletti da lasciare entrare, dell'udirne uua lode. Ogni anima umana è sensibilissima alla lode, che è il più efficace stimolo di ogni aspirazione, e non è· possibile migliore scuola nell'educazione di sè stesso, del prender norma dalle lodi degli Eroi. L' Eroe è sempre prodigo di lodi, perchè è ~roismo il saper . dare t utto sè stesso ad un'alta aspirazione. È carattere proprio dell'inetto l'avarizia della lode, la quale essendo il più soave uso del sentimento, che strappa la simpatia dai cuori per spingerli all'eroismo, è come specchiarsi e specchiare nello stesso tempo a guisa di due specchi messi di .fronte a riflettere sino all' i'n:6.nito la soavità dei cieli. Ma l'uomo in etto non potendo fare da specchio, p u ò soltanto, · specchiandosi _negli altri, attribuire · agli alt ri l' inettezza della sua m ente e dell'animo suo, chiusi alle grandi idee, e incapaci di magnanime azioni. Onde nessuna cosa r ende più detestabile un uomo, del sentire d'ogni cosa dir male, e d'o· guuno. Criticare è facile, dice il proverbio . Dire, soprattutto, è faci le; e l'inetto s'esaurisce dicendo, ma l'eroe lodando agisce, perchè per lui ·1a lode è un' intelliO'enza del . b coraggio, ed un piacere grandissimo, perchè anche la lode è un esercizio del coraggio e del valore, ed è per prima cosa un grande dovere. Ma ogni lode dell'eroe è parca, comu l'iscrizione su d'un monumento. Nell'ebbrezza e nel pericolo dell'azione, col sor~iso e con gli atti, l'eroe inneggia agli altri eroi, e li induce a seD"uirlo e ad imitarlo. Ma se qualc:he eroe cade pugnando, e ~li si chiude il godimento della gloria, da lui stesso in parte prepar ata, l'eroe, che lo ammira, piange sinceramente e solennemente sul destino dell'umanità, che miete bo-li eroi ' vietando . loro l'ebbrezza della vittoria e l'operosità della pace. E sente quasi un rimorso di sopravvivergli, poichè, d a una parte sente di non aver dato tutto sè stesso; da un' altra gli pare che la miglior parte di sè era nell' eroe caduto, ed ogni gioia s'impiccolisce nell'animo suo al pensiero che dovrà sfidare

l'avvenire più povero di forze, e senza ì.l compenso della g ioia a chi immaturamente moriva da eroe. Questo lamento è l'inno dell'eroe all'eroe, sic0hè, riunendo le l odi che fa il De W et, possiamo cogliere i tratti del tipo dell'eroe boero. « Il giovane Botha fu ucciso d ì fronte al nemico. Io devo ·« rendere quì un omaggio a .questo eroe. La nostra terra « non ne produsse di p iù bravi, e mi duole di obliare i due ~< nomi che Jl?.eriterebbero, come quelli di Steyler, di Botha, « di Steijn_ e d~ von Niekerk, la gloria della fama » (p. 134). Quando il generale Oronj é stava per arrendersi agli Inglesi che lo circonda vano da ogni parte, il De W et chiese all'indimenticabile capitano Donie 'rhérou se voleva portargl_i un messaggio. « La risposta di Théron tu quale me l'aspet« tavo da u n eroe: Sì, generale, an_d rò, mi disse semplice« mente. Mai, d urante la nostra lotta, vi fo i mpresa -più ,( pericolos~ >>. Quando poi tornò: « Egli aveva compiuto una impr esa senza pari. Due v olte arrampicandosi; aveva pas-sato le linee inglesi. .A.v eva le mani, il viso ed i g inocchi ·sanguinati » (p. 57). .Altrove chiama eroi anche i seguaci del 'l'héron, perchè è virtù propria dell'eroe di is pirare l'eroismo e di farsi seg uire con tanto maggiore entusiasmo quanto maggiore è il pericolo e più arduà è l' i mpresa da compiere. << Donie '.rhéron era incaricato del servizio delle ricogni·« zi'oni. Egli aveva con lui 80 uomini, arrivati dalle quat« tro · parti del mondo, e che rappresentavano b ene la più ·« bella truppa di eroi che si potesse immag'i-nare:... (p . 153). E quando quest'eroe morì valorosamente sul campo, così lo rimpianse : ·« Quale perdita per me e per la causa che difendevamo! E -<< quale difficoltà per trovargli un successore degno di lui! -« Senza dubbio non mancavano nel mio esercito uomini ama·« bili e bravi quanto il T héron; ina dpve incontrarne uno « che.fosse dotato del complesso di tante qualità? Egli avev.a, « oltre alla sua inntigabile bravura, lo stampo del• diploma-<< tico, e l'energia dell'uomo d 'azione..Un ordine gl~ er,a dato,

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P .RINOIPl; DI PSICOLOGIA lliILI'.l'ARE

« un'idea g li. sorgeva nella mente, e subito erano eseguite. « In una parola, era un guerriero perfetto ». (p. 188). · Ignatius du Preez morì presso Bethlehem. « Quest'uffi-« ciale era la bontà stessa, ed i suoi uomini l'adoravano » (p. 239) . . . .A. questi eroi guerrieri merita di essere aggiunto l'eroe governatore. Il De Wet seppe che il presidente S_teijn doveva entrare in una casa di salute. ·« All'annunzio di que« sta notizia, provammo un grande ab battimento._Che saremmo « divenuti n ell'assemblea, senza il president~ Ste~jn? La sua « presenza ci sembrava indis pensabile, poichè egli era amato « da tutti, e noi eravamo convinti ch'egli era un eccellente « uomo di Stato. Egli può esser presentato come modello « dell'uomo che h a compiuto il suo _dovere verscf la patria « e i suoi concittadini. Nessun d;lore era più forte di « lu i ; egli sopportò tutto, lavorando notte e giorno, con<< servando in ogni circostanza la sua calma e la sua sere<< nità. Egli · soffrì per il suo paese, e lottò per esso sino al « giorno nel quale la mal attia abbattendolo, lo rese debole_ « come un fanciullo. Ma se debole era il suo corpo, la grande « anima sua non aveva che guadagnato forza e coraggio » (p. 340). . . Che cosa sia l'eroismo per un tale generale par d1 poter comprendere in una sua breve sentenza. Aveva mandato due suoi ufficiali perchè passassero il fiume Orange, quando il suo progetto d'accorrere nella Colonia del Capo gli sta-:a per fallire. Ed era sicuro che quei due, ad onta delle d i~ficoltà sarebbero riusciti, quindi osserva: « Tutto deve fimr « ben~ infatti, per l'uomo che non essendo pigro, non rin« cula davanti alle difficoltà della vita » (p. 225). . E mentre la schiera d i questi prodi scemava sempre, au men· tava il potente nemico. Per continuare la lotta non v:era altro mezzo che ritirarsi, s uddividersi, frazionare il nemico , e poi velocemente piombargli addosso. Con qual cuore u n tanto uomo si appigliasse ad un tal p artito, e quale dovere egli credesse proprio dell'uomo, possiamo su:fficien te men te dedurre da questo brano:

DESU:-rTI DALLA GUERRA A~GLO·BOER-A

1093 « Noi, gli ultimi dei 4500 uomini armati in difesa della « nostra libertà, ridotti ad un terzo, per la resa di Oronj é, « e µ,er l'abbandono di numerosi Burgher, potevamo noi, « falange mobile e sempre inquieta, combattere i 250,000 « di Lord Roberts, altrimenti che d'astuzia? E non ci bi« sognava inoltre, soprattutto per ba.ttersi ancora, ricorrere <\ a quest'ultimo artificio .... la fuga! ,< F uggire! V'è forse sulle labbra d'un soldato che difende « la sua patria e d'un padre che difende il suo focolare, una « parola p iù t riste e più profondamente dolorosa? Quando, « invece di offrìrmi la suprema ebbrezza della pngna, io era « ricorso alla fuga taciturna e circospetta traverso ai nostri « gioghi montani, che mi parevano la suprema speranza « delle nostre armi decimate, quante volte io ruggivo in « mezzo a~ miei 1;3urgher ! Io mi sen tivo così poca cosa in « quei momenti supremi, che avrei temuto, m io malgrado, « di guardare un fanciullo. Io sono un uomo, mi dicevo, un « uomo come quelli che mi combattono e m i perseguitano; « un uomo ! Ed io fuggo ! « Nondimeno, coìoro che leggeranno queste righe, mi com« prendano e mi g iudichino. Io ho sofferto, più d'ogni altro, « di non aver potuto guardare in tu~te le occasioni il mio « nemico faccia a faccia . Ma un uomo h a mai potuto r esi« stare contro dodici? » (p. 109). Sono frequentissime le lodi che il D e W et fa di t utti i suoi g uerrieri, e deve c,onsiderarsi che la rag ione di queste sue memorie, come dice nella succinta premessa, è la sua fede che i fatt i da loro compiuti meritino d'esser conosciuti dal mondo intero, sicchè poi dice : «: Io spn se~pre fiero « di raccontare in _queste memorie le gesta imperiture per « le quali il nome delle Repubbliche Sud -Africane n on spa« rirà mai dalla memoria degli uomini, ma non posso in « verità che g ettare l'obbrobrio e la maledizione in fronte a « quelli esseri più indegni di tutti gli indegni, e più v ili di « t utti i vili, che disertarono dalle due Repubbliche» (p. 21). Di quale tempra fossero gl!-esti guerrieri nhe sosten nero per tre anni una guerra così memorabile, apparisce special70 -

ANNO n1x. ~-


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PRINCIPI DI PSIOOLOGI A J\CILI'rARE

. DESUN'rI DALLA (}UERRA ANGLO-B OERA

mente dal racconto del passaggio della vallata Maddorolei. Dopo una sequela di combattimenti, i Boerì erano stretti · da tutte le parti dagli Inglesi, distanti appena 5 miglia da · loro, quando cadeva il sole. Dovevano quella notte passar la valle. P er effetto di continuate pioggia, era allagata per la larghezza d'un miglio, ed oltre all'acqua che arrivava al ginocchio, il suolo era così limaccioso che i cavalli vi affondavano sino a bagnar le selle dei cavalierj, molti dei ·quali cadevano, e per t irare un sol cannone occorrevano sino a 50 buoi. Non ostante passarono, ma, al levar del sole, il generale lesse l'esaurimento sul volto ai suoi, cosi bagnati, infangati, estenuati. I cavalli erano spossati, e là non v'era erba, sicchè i cavalieri appiedati dovettero fare altre miglia per quelle povere bestie. Gli uomin i non avevano più farina, e non potevano rilasciar:e i prigionieri inglesi, perchè non facessero noto quel loro stato di prostrazione, e specialmente dei cavalli. Era rimasta impigliata nel pantano la coda del carreggio, sorpresa dagli Inglesi, sicchè non avevano avuto tempo di dar fnoco ai_ carri di dinamite, e vi diedero fuoco gli Inglesi. E al ricordo di tante fatiche, il De Wet seri ve: « Gli uo« mini della mia truppa erano veri Bnrgher, capaci di tutto « sacrificare per l'indipendenza della patria. Se si fosse « chiesto a loro se desiderassero d'essere alla fine d E1i loro « mali, avrebbero r isposto di non aver paura di cento Mad· « dorolei. La libertà era. il loro bene supremo >) (p. 262} .

in grado estremo i briganti, nel qual caso non sarà mai chiamata eroismo, per non esser diretta da un potente amor d i patria, al benessere e alla gloria dell'umanità, sibbene a danno. Ma dinanzi al tribunale di Marte, considerando l'eroismo boero coi criteri dell'arte militare odierna, dobbiamo deplorare col De vVet la mancanza delle principali . d oti che producono l'eroismo collettivo. Queste princ_ipali doti, come abbiam visto, costituiscono la disciplina militare, I capitani boeri, pur dimostrando le qualità latenti dei grandi capitani, sono ·come potrebbe esser considerato un Jr!.edico la cui scienza. derivasse dall'aver subito una sola, sebben grave, malattia, dovuta curare da lui, con tutti i suoi mezzi, e senza aver fa tto scienza di t utte le esperienze dell'umanità e di tutte le investigazioni del pensiero umano su questo campo. E certamente è dovuto anche a questo fatto, se i Boer i erano esitanti ad eseguire i comandi e se . ' mostrarono il bisogno di rendersi perfetta ragione del pericolo. Mentre, se i risultat.i ottenuti fossero stati sempre riconosciuti ottimi, e sempre ottime le cure dei loro generali, avrebbero d imostrato maggior fede in loro. Paragonati ai grandi capitani, i capitani boeri sono privi della straodinaria conoscenza, che tutti possedettero in sommo grado, dell'arte; non os·s ervarouo quel precetto di Napoleone che cònsiglia appunto di leggere e di rileggere le campagne dei grandi capitani (1). Trovatisi però a combattere in questa speciale circostanza d i cose, gli eroi boeri merita:10 la lode e la glor ia di aver fatto quanto umanamente potevano fare. Le loro gest,a furono espressione d' una forza esemplare, e questa forza ha il sno germe nella famiglia dei Boeri, 0he è sana, al segno d'infonder coraggio e lena, ai guerrieri abbattuti e sconfidati dall'insuccesso. . .

***

Tutti questi inni presi assieme dànno il tipo dell'eroe boero, che merita l'ammirazione del mondo, ma che non è l'eroe perfetto, quale è possibile 'ai tempi nostri. Noì ammiriamo nell'er oe boero la grande bravura personale, l'amore straordinario della patria, e la risorsa che ha saputo trarre da molti mezzi, e da qualche difetto degli Inglesi. Tutte le qualità di questo eroismo son comuni agli eroi del tempo d'Omero, e questa bravura personale possono avere sviluppata

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(IJ Lisez, relisez les cam11agnes d'Al,!xaoctre, Ann iual, César, Gustave, Turenne, Eugéne, et de Fr é(lé ri c, model~z-voLtS su r e ux; 1•oilà le seul moyen de devenir gr~nct capitai11e, et de su rpren<fre les secrets de l'art de la guerre. Votre génic, éclairé par celte étude, vous fera rejéter Ics max imes op posées à celio de ces grands homme, (Maximes ecc., p. 4jJ. '


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PRINOJPI DI PSICOLOGIA MILITARE

Noi Italiani abbiamo un tipo d'eroe perfetto in quest'inno~ « Aveva tutte le doti che fanno gli eroi e i grandi ca« pitani .... erano poca cosa la br_a yura, il valore personale, << accanto all'elette qual ità dell'anima di cui era adorno; e la « patria degli Scipioni e dei Gracchi, la nazione che conta << i Vespri e Legnano .... non mancherà mai di figli da far « stupire il mondo ». (Memorie autobiog1·afì,che di G. Ga1·ibalcli. - F irenze, Barbera 1886, p. 297). . Quest'inno è a Carlo De Cristoforis, uno dei più grandi scrittori militari del mon~o, colui che ha formulato per primo i principi delìa tattica e della strategia, e che, tra. gli scrittori militari odierni, non ha altro rivale che il Clausewitz. Morì, come tutti sanno, nel 1859 da capitano dei, caccia tori delle Alpi. Quest'inno è un monumento. Della sua portentosa dottrina non un cenno speciale. È nella mente di Garibaldi il concetto che' la dottrina debba essere t~a tutte le doti che [anno i grandi capitani. La bravura e il 1,alo1· per·sonale, che tanto esaltiamo ordinariamente, e che stimiamo per le sole qualità dell'eroe, erano dinanzi al giudizio dell'i>.roe dei due mondi poca cosa accanto alle elette qualità dell'anima. Erano le qualità dell'anima il supremo pregio dell'eroe. Quanta profondità in questo giudizio! Deve il grande c&pitano per prima cosa conoscere l'uomo. Conoscere è comprendere, comprendere è simpatizzare, capire in sè, ampl_iare l'a!)-ima propria, in modo da specchiarvi dentro un esercito, un'età, la patria. La pat,,•ia degli Scipioni e dei Gracchi, la nazione· che conta i Vespri e Legnano ; ecco la. poderosa influenza delle azioni dei pad1·i nel con0etto di patria; patdzio significa paterno, trasmesso dai pad1•i. Figli da far sf:upù·e il mondo, ecco la suprema ambizione del· l'eroe, che gli rende caro il sacrificio della vita, dedicata all'ammirazione e alla preparazione d'un migliore avvenire. La missione dell'eroe è quella. di coltivare in sè le supreme virtù dell'eroismo per trasmetterle d culto della posterità.

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DESUN'l'I Di, LL,4- GO.E RRA ANGLO-BOEI{A

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VIII.

Ammaestramenti fli quest'ultima guel'ra..

X U:na.

~elle ragioni dell'evoluzione, comune a ~utti gli ani· .mah, e 11 .profitto che ognuno trae dall'esperienza. Propria però dell'uomo, e quindi, tra le principali cause del pro~ress·o uma~o, è la facoltà di trar protitr.o anche dalle esperienze altrui, senza di . che non sarebbe possibile nessun'arte -e nessuna scienza, specialmente· di quelle che fanno tesoro -d elle conoscenze e delle cure dei mali, come la medicina e la filosofia. Siccbè, studiando Ja vita dei grandi uom ini e degli eroi, l'anima si edifica riconoscendo la benefica influenza delle sventure nel temprar l'anima dei fort i. Se questo è degli · individui umani, n on è assolutamente· vero dei popo li e delle società . Non tutti i popoli, ma soilameute i più forti, tra i più progrediti, traggono profitto ~alle sventure. I fenomeni sociali sono tanto complessi, che 11 male d'una fam iglia può essere il ben.e di un'altra, El una -stessa cosa che è temuta dagli uni. è ambita dacr!i altri. La vita· è pure in parte un complesso d'opini~ni, e p:r molti un giuoco di opinioni ,e di astuzie, le quali richiedono adatfamenti e vincite a questo giuoco, che non è una vittoria <li lavoro e di lotta. E siccome tutti sono uguali dinanzi alla legge, è generale il lamento, che le midiori lecrgi servano o b a prote~gere i peggiori furfanti contro gli onesti. -Difficilissimo è di smuovere un popolo dai suoi vizi, sic-chè il popolo è sempre uso ad esaltare chi seconda le sue debolezze, . e per contrario usa di mordere chi vorrebbe correggerlo, come il leone morde i! aardo che lo ferisce e non vede chi lo scaglia, e come Serse fece battere le acque del mare, alle quali gli giovava di fare attribuire il suo disastro: Il mio còmpito, in questo studio, non è di voler scoprire nel gran mare della vita, un nuovo continente di prosperità sociale, ma quello d'insistere per trarre tutto il vantaggio


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PRINCIPI DI PSICOLOGIA. MILI'rAR.E

DESUNTI DALLA GUERRA ANGLO-BOERA

che si può e si deve dalle esperienze nostre e d'altrui, perchè solo in questo modo dimostreremo di sentirci fratelli agli altl'i popoli, ed oltre all'evitare a noi i mali sofferti dagli altri, potremo àspirare più facilmente al precetto cristiano di non fare agli altri quello che non vogliamo per noi. E considero i fatti dal lato esclusivo dell'educazione militare, insistendo nel proposito celebre di fare gl' Italiani dopo aver fatta l'Italia. Il còmpito dell'educatore militare non è quello di modificare le_ leggi sociali, ma di modificare la natura umana per renderla valorosa; e siccome il valore è l'ultima conseguenza del lavbro, l'educatore militare deve rE>ndere laboriosa la natura umana. Sicchè do· vendo egli preparare l'uomo non esclusivamente alle imprese guerresche, ma essenzialmente alla vita sociale, ha l'obbligo di conoscere non meno le leggi sociali, che l'arte della guerra. . Tutti i difetti delle vari€\ educazioni militari derivano, o dall'aver ignorato qualche legge della natura umana, o qualche legge sociale. E bisogna considerare che tutti j grandi capitani son nati in età di fermento e di passioni esaltate, quando poche passioni predominanti, essendo comuni a tutti, era molto più facile conoscerle e d irigerle, come era facilissimo di confondere lo stato di fermento del popolo con la natura umana, o con l' equilibrio sociale. Una prova di questa facilità di errare l'~bbiamo in due sentenze di Napoleone. « On gou verne m ieux •!es hommes par leurs vices qu~ « par leurs vertus » (1). « L es vices sont nécessaires à l'état de société comme les « orages à l'atmosphère. Si l'équilibre·se rompt entre le bien « et .le mal !'armonie cesse, il y a révolution >> (2). Queste massime, prese in sè, sono proprie delle età di fer· mento, ed anche un genio come Napoleone può incorrere nell'errore di re.putarle durature, desumendone norme di go·

verno, che riuscendo contrarie al benessere sociale, saranno dispotiche (1). Potranno essere state anche le stesse massime di Giulio Cesare, non certo quelle di Fabrizio, quando ogni romano fu reputato un nume. Se si pensa, che forse è maggior divario fra i più eletti uomini d'una .societ~ e i più abbiett,i, che tra questi e un bruto, si deduce che può essere còmpito del dispotismo quello di mantenere o di ac·· crescere questo divario, per render sempre più brutale una parte della società, affine di facilitare il dispotismo. Ma còmpito dell'educazion,e, che non è tirannia, è quello d i diminuirlo incessantemente, per rendere sempre più omogenea la compagine sociale, e sempre più degna dei migliori suoi componenti. E siccome l'uomo della natura non è quello delle età di fermento, nè l'uomo della società e quello di natura, deve l'educatore milit.are conoscere tanto l'uomo di nat nra che quello sociale.

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(i) (2/

1llaxi-mes ecc. pag. 258. Id. pag. 30t.

Mio padre, che dopo lo scontro della L egione Sannita coi borbonici ad Isernia, accorse alle schiere garibaldine, en~ trato nel campo, trovò il Generale in colloquio coi suoi ufficiali, e usava ripetere, che le prime parole udite da Garibaldi, furono: « L'uomo, per Hua natura, è ladro :,. Questo concetto della natura umana corrisponde esattamen te ai risultati delle investigazioni della scienza sulle oriti) Per brevità cte,•o tralasciare di derlnrre queste conclusioni <lai princir,i scientifici e ntosotlci dai Qua li si trassero false conseguenze. Nei principi (li Psico logia lo Spencer nota. che un organismo è tanto più organico per quanto meno é omogeneo, e rico nosce eh~ la lei:f(e de ll 'evoluz ione tende a crescere l'eterogeneità ,tell"organismo. In sostanza questo principio, o (mesta legge, dice : Il cervello cd il piede np.11~ specie più.evolute sono eterog-e nP.i, e quanto più sono eterogenee le altri par ti, più l'organismo è e,•oluto. Ma, se applich 1amo questa leg-gc ai corpi sociali, bisogna riconoscere, che chi fa da c~rvello ha i pied i, e clii fa da piede ha cervello, oltre ad altre cose. il Montesquieu ricono~ce che "gn! part,: del la società eserci t,1 la sua inlluenzà sulle altre, ed il Ta.ine, riportando qnesto giudizio aggiunge • come in un concerto•·. Ottimo paragone. Quel musiCi$ tU p,·rò per il fallo <li a" ere ottimi vio lini, desiderebbe pessimi t.romboni 0 o gran cassa? ~': ev irten te in questo C'aso che la perfezione di una par te esige la 11er'rezione delle altre. Ho usata l'espressione di fennPnto, pe.r indicare che possono essere utilis; im i in certuni casi, ent ro d,1ti li miti, a seconda elle si vuol viao, aceto ecc. ·


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PRINCJPI DI PSICOLOGIA MILITARE

DESUNTI DA L.f,A GUERRA ANGLO-BOERA

g ini e sulla storia dell'uomo. L'uomo per suà natura è eO'OÌ·

r izzo, che può esser dato all'educazione dei reparti, ed alla -0onvenienza di dover accettare in qualche caso il meno .adatto allo scopo, a detrimento dello zelo che un educatore · può esplicare soltanto nell'esercizio spontaneo del suo pro- . prio sentimento del bene e del dovere. Per questo motivo la prima educazione deve conseguire identità di vedute, di linguaggio, di convinzioni, di sentim_e nti. Nell'aver ottenuto -dai propri ufficiali l'identità di queste cose, si fonda tutta la gloria di Federico il Grande. Oggi, in tutti gli eserciti (come ho mostrato altrove) (1) le denominazi9ni di sala di disciplina, e di compagnie, con.sigli, commissioni di disciplina, punizioni disciplina? i sono .ancora il diretto retaggio dei tempi medioevali, quando per disciplina s'intese il :flagello degli asceti e la frusta dei mer-cenari. Queste denominazioni non vigerebbero senza la sopravvivenza di tutto un vecchio sistema di cose, oggi combattuto dai cultori della scien:;;a sociale col nome d i militarismo, nell'opinione che tutte le istituzioni militari · siano accordate a quel diapason.

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sta, malvagio, antropofago. Tende sempre a profittare d:lle sue esperienze per trar l'utile suo sempre col minore impiego di mezzi, di tempo e di. forze, e non si sottop~ne a nessun grande. lavoro, se non in vista di una grande utili'tà, o in preda di una grande passione. Tutto l'opposto dell'uomo della natura è l'eroe, che agisce in virtù di un grande amore, e che misura, tanto la virtù che l'amore, col suo lavoro, e con· l'espansione delle sue forze. Quando l'eroe deve dirigere l'uomo della natura umana, deve usar l'arte di trasfondergli la sua virtù ed il suo amore, come passione ineluttabile per una grande utilità. Quest'arte crea. l'entusiasmo, ed è tutto il segreto dei grandi capitani. N apoleonè sentenzia: « Le plus grand général, avec des soldàts sans en« thousiasme, n'est qu'un ignorant » (1). Ma forse nessuno, come Garibaldi seppe affascinare, ed aver seguaci, anche non promettendo a ltro che fame, sete e mor te.

Ho seguìto, come ho potuto, gli scritti mihtari pubblica.ti sui fatti della guerra. anglo-boera. E tranne che da parte degli Inglesi, i quali, praticissimi come sono in tutte le cose, subito dopo la guerra lamentarono sulla stampa quotidiana la coltura, l'ingenuità e l' inadeguata educaz10pe dell'ufficiale inglese, gli altri scritti a me noti riguardano la tatt ica, la strategia, gli effetti delle ar mi a ripetizione, ecc. ecc. Non uno esamina l' educal<lione dei Boeri, o degli Inglesi. Forse in questo fatto si esprime che non ancora i criteri razionali -dell;educazione militare sono stabiliti in modo da render possibile ed utile un tale esame. E, se questo è, non può dipendere che dalla mancanza d'unità di vedute sull'educazione militare; risultante a sua volta da deficienza di studio su questa parte importantissima dello scibile guerresco. E questo può riescire dannoso nella diversità d'indi(i) Maximes ecc., p. 223.

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Un errore d~lla vecchia scuola fu quello di aver esagerata [' importanza delle armi, r itenendo che per gli eserciti fosse sempre :vero il secondo assioma, dato nei principì della discipli-na, il quale, come ho cercato di dimostrare, è vero per ogni duello, ma non è assolutamente vero per ogni -0onflitto di eserciti. La vittoria non è data dallo ster minio -e dalla str~ge, ma da.Il' indurre l'avyersa_rio a desistere dalla lotta. Sicc~è tutti i mezzi del combattimento hanno per iscopo , <li disintegrare . la disciplina dell'avversario, mantenendo quanto più è possibile compatta la propria. E vince quello <lei due av_versari che ha .conservata la miglior _disciplina (l.J V. • Lo spirito di corpo in relazione afla disciplina militare é alla xnissione edu• cativa· nell'esercito• ll(vista !,/ililare, l6 ottobre t903.


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PRI.X CIPI DI PSICOLOGIA MILI'.rAR.E

come forza di resistenza e di volontà aggrèssiva. Sicchè, in ultima analisi, l'arma principale degli eserciti è la d isciplina: arma psicologica e morale. Ecco perchè nella guerra concorrono tre quarti di fattori morali, come ha sentenziato Napoleone (1). Questo errore menò a due false deduzioni. 1° Fu considerato qualità predominante della virtù militare, il valore inteso nel senso di bravura personale, e che con esagerazione di linguaggio ordinariamente chiamiamo eroismo ; mentre il grande maestro dice : « Les premières « qualités du soldat sont la constance et la discipline ; la va« leur n'est que la seconde». (Napoléon, Maximes ecc. p. 218) (i) In altri lt1oghi Napoleone dà un· importanza assoluta alle forze morali, come può vedc1..si dalle seguenti sentenze: , A la gucrrè, tout est moral e, et la moralo, et l'o• pinion font plus do la muilié de la réalité ,. • Aprés une bataille perclue, la dilTérenco • du "~ incu au vainQneur est peu do chosc; c·e,t l' influence morale qu i est tout, · , puisque deux ou t1·ois escadrons sutilsent alo rs pour prod uire un granà·elTe t , . (Maximes ccc. p. 230). A cornplcmento od a cont'orrna di questi orani valgo no ques ti altri : • Ottns toutos !es ootailles, il arri ve toujours uTI moment où les soldat:; les plus braves, • après :ivoir fait les ph1s grn nds cfforts, ·so sent.ent dispos6s à la fuite. C~tte _terreur • vicnt d'un e maocruc de conflarwe clans leu1·courage; il ne faut qu'une 16gère occasiou, , un 11rétexte pour leur rendro celte confiance: lo gran(! art est · de le fai re naitre , . (Maximes ecc. Jl. 2l5) , li est d'axiome que dans l'esprit de la mullitude, lorst1ue « l'ennemi reçoit des renfor ts, elle doit en reccvolr pour se croir à l'éga!i tè de Force ,. (Max illles ecc. p. 216). Da che é chiarissimo che l'uomo, e tan to più un esercito, ha bisogno <li continue persuasioni per persistere in uno sco1>0, ed in uno sror1.o, e· che molli fai.ti non hanno altro effetto che di cambiare lo loro P<'rsuasioni, o di ,:onfermat·le. Sicché Lutti i precetti de lla tattica o della strategia no n sono impieghi e disposiz ioni di forze da poter calcolare tutti e.sattamente con. la riga e col compasso, ma sono essenzialmente problemi psicologici sull'art.e di far prevalere la propria disciplina a danno di quella. dell'a,•versario. E quindi una gran rarte di questi stud i tanto astrnsi dov raiino cambiar linguaggio ed esser semplificati. E soltanto a titolo d'esemp io, a proposito di 'lrnull o dico Na1>oleone sul momento critico delle Jiauaglle, gioverà ronfrontarlo con quanto oggi si SCJ:h•e dell'epidemia 11sichica. E:ssa è cosi deOnita : •.Uno , stato ideo-emotivo, che eia uno o (la pochi si diffonde a molti in maniera rapida ecl , intensa da produ rre un arre.;!o nel llusso della coscienza, e da dominai;la, da ndo luogo , a fenomeni strani di psicologia e di neuropatia •. (P. Rossi. P,icologi(). co!lettiv(). morbosci, Roma i901,. p. !5). Sulle cause di tJues La epidemia la stesso autore dice: , L'epidemi:o , • risolvendosi in l:na suggestione ed in un'idea Ossa, deve avere sue radi~i in tutte < q uelle cause che, indebolendo la resistenza organica, rendono facili in alcuni i feno• meni anormali dello spirito, ed in altri il bisogno di essere soggiogati •. (Id . . p. 30). Ques ti brevissimi cenni rn i sembrano sufficienti a mostra1·0 qoanto in qualèho parte del presente scritto 110 accennato ; e cioè, che i grand i c:,pitani furono sommi conoscitori dell'uomo, e praticarono con 1ierfetta scienza, ma con differente li nguaggio, i precetti fondamen ta li dell'impiego delle for1.e uman e e psichiche continuamente ondeggiantì. E perciò il genio guerresco, non solo Ila sempre sintetizzato i risultati del progredire delle arti e delle scienze, ma ha pure precorso Il cammino delle scienze psichiche, risolvendo i problemi più complessi e difiicili al pensiero umano.

DESUNTI DALLA GUE RRA L\NGLO-BOE RA

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ed altrove: « La première qualité du soldat est la costance« à supporter la fatigue et les privations (ossia, quanto dire· « la. disciplina, int esa nel suo effetto predominante di sforzo « di volontà per conseguire uno scopo); la valeur n'est que la « seconde ». (idem p. 33). Questo giudizio, come ho fatto notare, era pure quello di Garibaldi. . 2° S i pregiarono molto più alcune qualità personali, che le vere esigenze della disciplina, e quindi dell'esercito e della. patria. Ciò speqialmente · nell'avanzai;nento degli ufficiali, effetto del quale da noi è il malcontento che ha preso voc& éÒu la guistione dei subalterni. Da quanto ho detto a proposito dell'esagerata importanza data alle armi a pregiudizio dell'uomo, e della disciplina ch'è arma predominante n ella guerra, non si deve dedurredi rinunziare al progresso delle armi, E sso diventa nna necessità psi.,cologica ed un fattore di disciplina; e per contrario nuocerebbe en0rmemente il sapersi peggio armato ' dell'avversario, sicchè l'esagerarne le . conseguenze d"1sgreg berebbe la discì plina dell'esercito che trascurasse questo importante elemento dei conflitti tru. ' i popoli . Bisogna però tenere la cosa nei giusti limiti, vale a dire, t°linto più dare importanza alla disciplina, che più le arm~ si perfeziouano, perchè appunto la perfezione delle arm~ avversarie tenderà a disintegrare la nostFa disciplina, e d1 tutti i progressi delle armi si vale il più: avveduto educatore. Su di che non sarà vano il fermars i a considerare gli ammonimenti degli educatori. Leggiamo in Plutarco, che un generale spartano, vedendosi cadere allato da parte. nemica un grossissimo dardo, evidentemente scagliato da una macchina di guerra, esclamò: Ahimè è finita la virtù umana, se al valore guerresco sottentra' l'abilità delle macchine ! (Cito a memoria). Ed il lamento d'uno Spartano su questo riguardo è il più auto· revole, perchè è noto ai più ignari di studii, che i Persiani si vantarono di potere oscurare il sole coi loro dardi, e che cosa rispos~ Leonida, e che avvenne. Mai ne~sun altro esercito come il persiano diede tanto. esagerata importanza alle


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l"RI~OIPI DI !'SIOOLOGIA MILlTARE

armi. La quantità dei dardi che poteva scagliare in brevis. simo tempo un q uadrn.to pieno d i cento file persiane, era molto, ma molto superiore al numero dei proiettili che possa scagliare la vertiginosa rapidità d'un fucile a ripetizione in un 'esile linea di tiratori. E gli Spartani sapevano benissimo, c4e la loro disciplina era più potente dei dardi avversari. Dovrebbe sembdre, per altro, che, col progredire delle armi, Ja differenza. delle discipline degli a·vversari possa esser comp ensata.. Invece è tutto il contrario. Il von der Goltz, che h a tanta competenza di cose guerresche, nella sua premessa alla Na:;ione Armata, considerando appunto il continuo aumentare dei co mbattenti, a pregiudizio del loro valore, dice che forse un nuovo Alessandro sorgerà con piccole schiere ben disciplinate ad aver ragione delle grandi masse snervate c ome quelle dei P ersiani . Ciò non potrebbe mai essere, senza che l'arma vera dei popoli, continuamente bisognevole d i cura e di perfezione, fosse la disciplina. Altro fatto a conferma di. questa verità ci vien fornita òal genio del Machiavelli, il quale riconobbe ai suoi tempi la n ecessità delle truppe nazionali, e l'importanza della fan teria. Ohi studia le op ere di questo poderoso genio, e ammira di quanto precorse il suo tempo, nota che egli per disciplina intese per lo più istruzione militare, mentre chiama v irtù il co mplessti delle dot,i militari che dai R omani ebbero il nome di disciplina. E questo· prova, come precisamente ,essendosi disintegrata la disciplina classica, nel medio evo, .n.on v i rimase che come istruzione e come rigore nel linguaggio comune, ch'è specchio della pratica e delle opinioni corrent i ; ma. nel genio del Machiavelli la. virtù fu reputata s uperiore ad og ni ist ruzione militar~, ossia la disciplina classica più efficace d'ogui arma. P er altro, megli o che dalla dottrina dei filo sofi e dall'esperienza dei guerrieri, queste verità possono esser chiarite dall'arte e dalla fantasia dei poeti e dei romanzieri. Due romanzieri inglesi, di questa letteratura tanto idealistica, quanto il popolo è pratico in tutte le cose (forse perchè l'idealità della letteratura origina dall'attendere continua-

Dll:SUN''l'l DALLA GUJ;;RRA ANGLO -B OERà

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mente alla pratica delle cose, e quindi per chè la pratica più conveniente ad una letteratura è l'idealità) nell' immaginare una razza enormemente più progredita dell'umanità presente, per correggere col confronto molte idee dei t empi nostri, e soprattutto l'orgoglio della nostra civiltà, non poterono sf~ggire alla necessità di attribuire a q ueste razze più progredite un'arma enormemente· sterminatrice. . Il Bulwer, nella Ra:;za dell'avvenire fa vivere sotto terra. uo~ini alat:, forti, fel ici conoscitori dell'arte del vivere, e delle scienze; e li arma di una bacchetta chiamata drill, di un'efficacia straordinaria, da poter paralizzare un u omo, u n, esercito, qualunque mostro, o da incenerirli fulmineamente· all'occorenza. Proprietà speciale di questtarma è, che non può essere usata, se n on da un uomo J i quella ci viltà così progredita.. Jl W ells, nella Guerr·a dei Mondi, immagina invece, chede<YJ i esseri pensanti enormemente più progrediti degli uo o ( . mini, costrètti ad emigrare dal lòrò pianeta Marte proprioqu ello al quale il ~olore sanguigno fece attribuire il n ome· del D io della guerra) scelgano la nostra terra come un nuo~opianeta da conq uistare. E giuntiv i, dopo un ~a~ido viagg10 in proiettili enormi, cominciano una così terribile e port~ntosa opera sterminatrice, della quale neanche l'autore sa immaginare una causa spiegabile ai nostri mezzi d'intelletto ~di cognizioni. È quanto dire, che è impossibile all' uomo d~ far uso degli stessi mezzi per difendersi e per co_mb~tt~re c~s~ terribili avversari, contro i quali dovrebbero nun1rs1 tutti 1 popoli della terra e tutti i mezzi umani, tralas~iando ogni altra cura, che, dinanzi a un tanto interesse, diventerebbe meschina. Prendendo queste fantasie come un fatto psichico, ed aste.nendoci dal considerare che cosa potrebbe essere un m ondoperfetto, fatto o ideato da un supe'.·uom~, vedi.a mo subito, ch e il danno dell'umanità. contro tali armi non e dato dalla.. potenza sterminatrice, ma dal no~ ~oter u sare 1~ stess~ ~rmi. P er modo che, ideando lo sterm1mo totale dell umamtà peropera di razze armate meglio di noi, ed immaginando la.


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PRI N'CIPI DC PSICOLOGI.A. MILITARE '

foro storia quando rimarrébbero padroni del nostro pi1tneta, possiamo affermare a priori che, se per qualche legge universale estensibile anche a razze enormemente più progre<lite delle attuali, il progresso non può essere dato se non <falla g uerra, bisognerebbe che quelli esseri combattessero fra d i loro con le stesse armi, e rinascerebbero le età corrispondenti a quella dell'eroismo individuale, e quindi a quella del~·e~oismo collettivo, ossia della disciplina; la quale, per quanto ,d i verse e più terribili possano essere le armi, non può avere -e non potrà avere che le stessi leggi della natura, dell'impressionabilità, della pertinacia e della volontà di aggrega:zione del popolo combattente. · Sicchè, discendendo da queste fantasie, e r inunziando al p rogredire fantastico delle armi, resta per noi vero il fatto, -che l'unica arma vinc:Ù;rice d':li popoli, la sola che' non possa -essere usata dagli altri. è la disciplina (1).

(I) I limiti d'un nrticolo di rivista, mi impongono di sop J')rimoro diversi ca1iitoli, tra i quali uno sulla haiofletta . Mi li mi terò qui a (hrne il più ristretto sommario. Le armi

da fuoco furono definitivamente. adolk'lte, facendo abolire le picche, quando il Va ubo n inventò la baio11ctt11 con la quale si poteva tirare a ba ione tta innastata, sicché il fucile divenne so lo allora nello stesso tempo a rma da git.tl) e da urto. li genernle Dragorn irow, ,dell'ese rcito l'Usso, Lr,1 i rariss imi che operarono e che scri;;~ero cose gran/li , si pu6 ri tonero per l'educatorn dell 'eser,~ito russo. I Hnssi portano semp re la llaio oe.lta inna,tata. a l fuci le. Ed anche adesso la tattica del Oragom irow è, ad un dipresso. quella del nostro -011 ribalcli., ggli, dice, che i Boeri non han vinto, né potevano vincere; porcl, è non focero uso di blionetta. I nostri ufliciali itali,u1 i hanno pochissima fede nella baio netta, e ri·Chiamano tutta I,, loro allenlione sul fuoco. Qua lcuno che vi aveva u n vero orrore, èbbe a deplora re sul ca mpo d 'A dua, che i nos tri soldati spa ravano sino all' ultim,1 cartuccia, dopo di che buttava no il fucile, co nvinti <ll non poter f,tr nitro, e non vendevano cara la vita con la baionelta, per non averl' i i1vuta fiducia.·Tn sos tanza haioneLla, disciplina eri ed ucazione militare ~ign incano quasi la stessa cosa. A questo propoAito degno de lla ma~giorn :1ttenzione degl i ufllci~li è il bell issimo scritto del geu.,ra le P1T·T.1LUGA L ii trasformazione de!l'esei·cito (Ri vista militare Hl no\·embre 1903) nel qua le, tra molte bell issime cose, è combattu ta l'esagerata importanza data a l fuoco, come 1} ,sostenuta da vero maestro, qual' ò il Pitta luga, l' importanza del !' elemento uomo, e ·'l'assurdità della g uerra òift'ns ìva come s istema e regola generai~. Ved i pure i due s tudi che s ulla llivista militiire del 16 ottobre 190'.l fecero il Fe•:raro, e J,t lli,;ista miWM·e sopra una pregevol issima opera dP.I generale franceso Langlois, cbe demolisce tutte le ,false illazioni fatte s ul fuoco dei Boeri e sulle trai formazion i ta ttiche, che ne devono ·d i pendere.·

DESUNTI DALLA GUERRA ANGLO-BO ER,A

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Potranno sembrare ben tristi e forse erronee .le conclus ioni e la trattazioni fondate $Ull'opinione che il più impor- · tante ed il più e~1cace fenomeno sociale sia la guerra, e che l.'umanità sia condannata a far arte e scienza della strage e <lello sterminio, forse perchè una parte r etrograda di·essa è tenace all'ammirazione ed all'esalt azione dell'eroismo guerr esco. L'eroe guerresco ~on è il solo eroe; e dagli eroi di Omero. ;a, quelli di Plutarco, a quelli del Carlyle, tra gli esemplar i .che questi grandi hanno prese~1tato all'ammirazione dell'umanità, il numero e il valore degli eroi non g uerreschi aumenta sempre. Ma l'eroe guerresco non vi può mai esser e ,escluso. Anzi, sul monumento che l'arte innalzerà all'eroe della guerra, non disdirà mai l'emblema d'un'arte o d'una scienza, · o delle arti e delle scienze; mentre disdirebbe l'em blema delle armi agli altri eroi, come d isdice il vedere armato un imbelle; perchè l'eroe guerresco è quello che più pot entemente infonde il sno eroismo a schiere di seguaci, .che entusiasma ed affratella, e l'àrte sua fu in origine l'esclusivo, oggetto delle arti e delle scienze, scopo delle quali ,è di affratellare gli uomini nell'ammirazione della bellezza ,e del bene, e nella. persuasione delle stesse verità. Prima e sola arte fu · 1a g uerra, e fu prima e sola scienza, sino a che d ivenne sintesi delle arti e delle scienze. Gli eroi son fra telli fra di loro, e quella della guerra onorò sempre grandemente ogni altro eroismo, ed ogni altro cultore delle arti e del sapere. Il loro còmpito è lo stesso: quello di fraternizzare le società umanè. L'eroe della guerra fu l'eterno oggetto del terrore umano, e quando l'unica arma dei popoli imbelli fu la ragione; tu c.onsiderato per feroce, barbaro, e pP,r ostile al progresso umano. Ma dinanzi alla fredda ragione cede qualunque altro eroismo; quando un popolo è imbelle, ogni vita sociale è finita, e lo stesso progresso del pensiero sarà v olto a danno della società e a render la vita


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PRINCIPI DI PSI COLO GIA :r.ULITAR>lr.

Dl•!SUN'J'I DALLA GU JO:RRA AXGLO·BOERA

ordina.ria una. continua guerra nella quale entrano in giuoco i peggiori vizi . L'eroe della guerra abborre ogni vizio, egli non chiede e non esplica che le virtù dei suoi seguaci. Ogni virtù è una qu!l.lità dell'eroismo umano, e senza virtù e senza. eroismo, tutta la vita sarebbe una guerra spietata e feroce. T utti gli eroi domandano la pace, e quando quello della guerra è costretto a far uso delle armi d'~n popolo, lo fa.. per ristabilire la pace, ossia per di!:ltruggere condizioni di vita. che son peggiori e più letali della guerra.. Siochè, in sostanza, il vero nemico della guerra più feroce è l'eroe guerresco, e non la combatte con vane declamazioni, ma con l'operoso esercizio delle virtù e del valore. Sarebbe un grande ideale dello stesso eroe guerresco, se mai foss e interrotto l'esercizio delle virtù e l'indefe;isa operosità di tutti i componenti d'una società, perchè iu questo caso non vi sarebbero g uerre. E a questo va mirando l' umanità, e va inculcando le massime più sane fondate sul diritto, sui benefici, sull'onnipotenza del lavoro. E l'eroe guerresco, appunto, nell'educare, e nel disciplinare un esercito, lo persuade a stimare il lavoro come la più degna occupazione dello stesso Dio, solo agente d' ogni bene, d'ogni grandezza, d' ogni bellezza. E quando prende commiato dai suoi frate lli d'armi, li persuade ad applicare alla vita i precetti d'indefessità acquistati nella famiglia e nella società militare. In due modi si possono condurre i popoli: con l'entusiasmo o con le lusinghe. Il primo è proprio degli eroi, il secondo dei sobillatori, i qua li in nome di vantaggi più o meno evidenti e reali, eccitano i vizi alla ribellione, e ad acquistare una parte maggiore d'ozio e di d iritto ·all'ozio. Tutto il contrario di guanto fa l'eroe; ma sollevando i vizi umani non si ,·incono i cultori delle virtù e gli am1:11iratori degli eroi, se non quando questi sono pochissimi e solitari. L'umanità, in tali casi, fa un regresso, da il nome di disciplina a strumenti di tortura., che diventane, una necessità, e a.spetta in mez7.0 a lunghe e dure espiazioni, che, dopo gran numero di martiri e di eroi, sorga un g'e nio guerresco liberatore.

L'eroe della guerra non è apologista della guerra, e Marte non è mai stato ideato come _provocatore d i dissidi e di confl itti tra i popoli. L'eroe guerresco è il cultore dell'arte di vincere, la qua.le consistendo in grandissima parte nella disciplina, che è coesione di for ze, di sentimenti e di volontà, tende a cementare, nel più indio;solubile modo, una società ed un popolo. Ma, dato che sparissero gli eterni nemici dell'uomo,'il vizLo e l'ozio, e cho tutta l'umanità non avesse altro nemico che Ja. natura, (come nell'ultima dottrina del Leopardi, che proclamava l'affratellamento umano contro questo solo inimico) allora tutta l'arte dell'eroe guerresco consisterebbe nella legge di Socrate trasformata da Bacone: Nalw·a non vincitur nù·i pcwando. L'ubbidienza alle leggi di natura. . In questo limite deve svolger;ii ogni dottrina, ogni disciplina, ogni libertà. E tutta la dottrina della vita deve considerarsi come uno sforzo per intendere la natura, e per adattarla alle nostre aspirazioni. La. qual cosa appunto c' induce a secondare la natura in tutte le sue leggi. E l'eroe della g uerra è il più costante e p iù penetrante indagatore delle leggi sulla natura umana; i suoi dettami sono rigidi e severi, egli ha della libertà un concet·to ben ristretto, perchè la. libertà non va considerata se non in rapporto alle leggi sociali e a quelle di natura; così che il movimento di tutte le guerre tende a rendere tutti i membri d' nna società soo-getta alle leggi, e tutte le leggi sociali a rmoniche alle leg:i di natura. La severità delle leggi militari può sembrare un freno contrario alle a.spirazioni u mane verso la libertà, invece è il mezzo per indurre i meno propensi all'ubbidienza delle le.,.O"i • t:,t") d1 natura. E non v'è bontà o clemenza più pregiata, d i quella che venga dall'eroe guerresco, perchè il culto del for te e l'espressione della g randezza d'animo è il sorriso, la bontà, la lode alla virtù e al bene.

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7! -

ANNO XLIX.


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PRINOlPI DI PSICOLOGIA MILI'l'.A:RP;

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In confronto a tale tendenza, le istituzioni militari odierne sono in parte retrive, come sono retrive le istituzioni sociali in confronto alle aspirazioni sociali (1). E principalmente è opinione universale, che il più degno attribuito di Dio sia il suo diritto al riposo e all'ozio; che ogni privilegio umano, della ricchezza e dell'aristocrazia si misuri dall'ozio che possano permettere. E per contrario, il lavoro è considerato persino una pena infamante: i lavori forzati; mentre invece non v'è condizione abbietta tra gli uomini che non venga redenta dall'esercizio d'un lavoro, e non v'è aristocrazia, che non sia sorta dall'esercizio d'un continuato lavoro, diventato valore. Sicchè avviene che i meno dediti al lavorò sono i meno progrediti tra gli uomini, e i più propensi a ~urbar l'ordine sociale e la disciplina; e sono coloro che dai provvedimenti penali come dalle esigenze sociali sono esclusi dal lavoro. Questo è molto più barbaro ai tempi nostri, che non sia stata la rupe Tarpeia o il massacro dei neonati deformi a Sparta. E quindi un segno d'imperfezione dei nostri tempi sono le carceri e le sale d'ozio nelle caserme, che hanno l'austero n ome della disciplina, e le quali, senza educar<j e migliorare, non possono che essere t emute. Diffondono quindi il sentimento del timore, con t.utti gli altri che ne ·derivano, (.\) Son costretto per brevi tà ad om<•ttere un in tero capitolo del qu:de do il .sem rilice schema. Tutti gli eserciti colossali sono stati battuti, o ~i son lo:::orat1 per l'aouso fattone. !.'odierna civiltà, paragonata all'antica, ha un acquisto poderoso (li idee e di cognizion i, e una perdi ta considerevole tli sentimenti concordi. I _sen1imenti cl1~ possano riun ire il ma«gio r numero di cittadini non permetterebbero rt1 rare un esercito colossale. .Scopo tali eserciti è esseMiahnente qL1eilo di otterrere la maggio re diffusione. llei sentimenti concordi , e la maggiore loro possi bile coesio ne. L'abolizione_degli eserc1t_1 sarebbe una rinunzia ad una gran fo rza sociale acquista ta. Pu6 convPnire alle oazio01 piu arretrate nella civiltà. Gli Stati Unili, dO llO l'u ltima guerr.a, portarono il 101·0 esercito da 26 000 uomini a i00,000; in Tnghiltena le riforme, che s, van meditando, tendono ad aumen;are di 500,000 uomi1il'escrcito coloniale. Tutto l'ord in11rnento militare inglese basa,•a sul fatto, che nes.sun esercito nemico sbarcherà mai in Ingh ilterra. Ora gl' In~ "le-;i cominciano a chiedersi : g se sbarcasse? Di fronte a questa domanda i riformawri Jnglesì tendono a rendere impossibile che tHI suddito ing lese non abbia militato. J.'ltaha · impari quello cbe un tempo seppe insegnare.

di

DESUN'.l'I DALLA GUERRA .ANGLO-BOERA

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non quello dell'amore, derivante dal sublime concetto della virtù. X Ogni educazione progredita dev'essere la religione del lavoro, intesa in un senso che chiamerò divino, poiche il più vero segno deìJ' onnipotenza non può essere altro che la continua attività, l'incessante lavoro diretto ad una continua meta di perfezione. E nessun uomo potrà fare opera degna ,:eramente di Dio, se non lavorando e dedicando la parte esuberante del suo lavoro, n-on per assicurarsi il diritto al1' ozio, ma per permettere ai più infelici di lavorare (1 ). E -1' eroe della guerra è il più intelligente sacerdote della religione del lavoro, perchè ~guagliando tutti i suoi seguaci dinanzi al lavoro, solleva ad entusiasmo l'amore della società e della patria, e spinge la. natura umana sino ad affrontare con gioia la morte, dedicata al progresso, e al bene della patria. Quando sarà universale questa religione del lavoro, cesseranno le guerre, e l'eroe della guerra tornerà come Cincinnato all'aratro, al lavoro. Ma il suo lavoro è sempre stato, e continuerà ad essere educativo e germe del benessere soci<1.le.

Conclusione. · Uno dei ricordi p1u memorabili della mia vita è una lezione di patriottismo ch'io ho avuto dal popolo. Ebbi la sorte di essere invitato dai Reduci delle patrie battaglie di Recanati, a prender parte alle onoranze fatte dalla loro cittadinanza, al grande loro cittadino, in occasione del primo centenario. E mi trovai tra loro il giorno che una numerosa rappresentanza della città di Fermo si recò a render più intensa quella solennità. Furono tutti in(·I) Sintesi di grnnde sapienza civi le sono le seguenti massime di Napoleone: • La • Jm,rnière des vertus est le dévouement ii la patrie » (Maximes p. 21.6) « I.' amour de « la 11a_trie est la premiòre vertu de l'ho mmci civilisé • (id. p. 283). « Dieu a posé le « tr:, vat i pour sentrn eJle de la vertu » (id. p. 299). « Cclui qu i ne pratiquo Ja vertu « que d:,ns l' espéran ce d' aquerir una grande rcuommée, est ll ien près du vice» (id. p. 301). Queste 1,1ee g1a da me considerate nel citalo scritto l!ello Spirito di Corpo ~.aran no Sl'olte nella Psicolog'i.a militare. '


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PRINCil'J DI PSICOLOGIA MIJ,1TA RE

vitati a un pranzo d i 300 coperti, tra i quali ·erano pure Giulio Monteverde, il Panza.echi, il Mascagni, e, tra qualche altro non di Fermo, nè di Recanati, anch'io. Seppi in quella circostanza che Fermo e R ecanati, sin dal secolo decimokrzo s'eran giurata fratellanza. eterna; e che non avevan mai lasciata occasione per testimoniarsi quest'amore, divenuto sempre più sacro col passar dei secoli. In quel giorno Fermo esultava di consacrare guest' amicizia secolare nel ·rendere onore al Grande Recanatese, e Recanati era in uno stato d'animo, di quella soave espansione di parenti che· si rivedono dopo molti anni, ed in circostanza solenne per qualcuno di loro. Verso la finè del pasto cominciarono i brindisi, che furono moltissimi, circa cento, tutti brevi, fatti per lo più da artigiani e da gente del popolo, qui:l.si tutti scritti, qualcuno in versi. Erano altrettanti inni, che esprimevano l'ammirazione per l'intelletto italiano, rappresentato. colà dal Panzacchi, che il mattino aveva fatto una conferenza sul L eopardi; ed erano inni che esprimevano l'ammirazione per l'arte italiana rappre::;entata colà da artisti di due generazioni: dal Monteverde, che aveva fatto il busto al Leopardi; e rlal Mascagni, che, con l' eletta orchestra del Liceo Musicale di Pesaro, eseguiva il suo poema sinfonico sul Leopardi, Ma soprattutto erano inni che esprimevano la soavità di quella fratellanza, in quel giorno divinizzata dalla religione dell'arte, per effetto della poesia di Giacomo Leopardi. Ed io, ascoltando quelle espressioni spontanee dell'ingegno popolare; considera.udo come il Genio del dolore umano era diventato nel popolo sentimento di ammirazione e di letizia; ed ammirando quei sentimenti di fratellanza, che parlavano in nome di sei secoli di sto.r ia italiana; sentendomi poi solo ufficiale dell'esercito in quel consorzio, sentii che qualcosa dovevo dire anch'io. E dissi eh' ero felicissimo d'imparare in quel giorno, in mezzo a loro, questo esempio unico di fratellanza fr~ due cittadine d'Italia, che sin dal secolo di Dante avevan fatto prevalere i sentimenti di amore, in mezzo a tutte le turbolenti passioni, che ,avevan fatto combattere eterna-

DESUKTI DAL l~A GOERRA ANGLO -DOT::RA

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mente una città contro l'altra, distruggendo in rivalità meschine una forza grandissima, prezioso retaggio italiano della grandezza di Roma, che non poteva essere più infeJicernente adoperato. Dissi che quel sentimento di amore -speciale di quelle due città, durato da Dante al Leopardi, -era non piccola parte d i sentimenti d'amor di patria espressi nei canti immortali del Genio della poesia festeggiato in quel . giorno, e che esordì giovan.etto, bramando che fosse fooco agli italici petti quell'ardentissimo amor di patria. .Dissi che, specialmente per quella poesia, potevan dirmi i reduci delle patrie. battaglie, ivi presenti, di aver potuto dopo -sei secoli, conseguire il voto supremo di Dante ; e che io, -come solo ufficiale in mezzo a loro, esprimevo che voto e .apostolato del!' esercito italiano era il còmpito di' rendere tutti i cittadini d'Italia fratelli a q11el modo, siccbè quella )oro fratellanza potesse eternamente, e sempre più gloriosa, -esser dedicata all'avvenire dell'Italia. · Le ·parole che io d issi, le leggevo come scritte sulla fronte ".3 negli sguardi di tutti. Io rni sentivo, come sono, del popolo, e sentivo che il popolo mi sentiva, com'è, del suo sangue. Sicchè, quando ebbi fin ito di parlare, quelli eletti campioni del!' intelletto e dell'arte d'Italia., ai quali io non -ero stato presentato, vennero. a stringermi la mano, quasi .a farmi della loro schiera, significandomi che avevo letto bene i sentimenti loro e imparato bene q uanto di meglio potessi imparare io in quel giorno in mezzo a loro. E mi <legnarono come se veremente io fossi stato eletto a rappresentare l'esercito in quel giorno, invece di esservi come per caso, solo in virtù del mio culto per il poeta che m' insegnò a dire Italia mia. Io n on avrò mai più fervidi senti.menti di quel giorno, nè mai discordi. I[ mio voto costante, e l'augurio, che non inancherò mai di ripetere come potrò, sarà sempre di amore -e di fratellanza fra tutti. gli Italiani. Forse i più grandi cultori del sapere e dell'arte, si sent iranno più_ fratelli dei pari a loro nelle altre nazioni, che .ai più incolti e retrivi fra gl' Italiani? E questo sentimento.


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PRINCIPI DI PSICOLOGIA MILI'l'ARE

può indurli a sentenziare, che l'uomo eletto non ha patria, e che 'la patria è un sentimento volgare delle nature umane inferiori? Questo, oltre all'essere un insulto volgare a Dante, al Macchiavelli, all'Alfieri, al Leopardi, ed a tutti quei grandi che con l'arte loro han contribuito a sviluppare l'anima nostra e a nutrirla col loro sentire magnanimo, sarebbe come attrib,uire questo linguaggio al fiore: Io sono una cosa a me, senza radice, e lontano da terra; io nasco dai raggi del sole, nell'azzurro dei cieli; e perciò levatemi da questa pianta legata così tenacemente a terra, e coltivatemi senza radici e senza ter~a. Come il fiore è il più bel pregio della pianta, ed il mezzo che la rende feconda e riproducibilè, così gli eletti Italiani sono verso la patria. Ma se la patria del ·fiore è la terra, la patria dell'uomo non è esclusivamente la terra, bensì quella parte dell'umanità adattata da molti sécoli . a viver di lavoro in una data regione. E per negare la patria al1' Italia, bisogna per prima cosa non parlare italiano, perchè l'idioma di Dante è un prodotto del popolo e del genio italiano fatto per significare, che tutto quello che noi siamo è lavoro . di pensiero e di sentimenti, che ha sempre aspirato di vivere concorde in ogni esplicazione sociale italiana. B isogna poi negare tutte le arti e tutte le conquiste dell'ingegno italiauo al sapere, alle scienze, e al benessere dei popoli. E se le altre nazioni fossero concordi e coerenti a questa negazione, bisognerebbe che si privassero di tutto ciò che dall'Italia hanno avnt.o ed hanno nelle esplicazioni della vita odierna, e che ba la sua origine in un lav,oro ed in una gloria lontani. Ohe diverrebbe il mondo? Un sommo errore di chi negi,i. la patria, è l'opinione che l'amor patrio non possa esistere senza odiare lo straniero. Questo non è più vero, se non quando lo straniero è nemico della nostra patria. L'amor di pat ria tende a rendere sempre più omogeneo il gran complesso degli indi vi~ui di un popolo, e sempre più simile ai più eletti di loro. La patria odia chi è ostile a questo lavoro. E se le guerre di

DESUN'l'I DALLA. GUERRA ANGLO-BOERA

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conquista o di espogliazione sono state possibili per il passato, non lo saranno quando ogni_ patria saprà difendere i suoi diritti ed allearsi ad una parte considerevole dell'umanità, acciocchè il lavorio della pace non sia tanto facilmente turbato. Io credo quindi che, come la fratella nza di Recanati e di Fermo, abbiano una salutare influenza le alleanze odierne fra le nazioni. E credo che, come l'unità d' Italia sarebbe stata molto più facile, più gloriosa e più efficace germe di di grandezza civile, se si fosse effettuata nel secolo di Dante consacrando a più alto fine le forze dissipate in guerre che' ora disapproviamo; così sarebbe ora un' alleanza europea, come la c<;msiglia il Novicow nella 1l'Iissione dell'Italia; e che saremo costretti a subire da condizioni che potrebbero fra qualche secolo essArci imposte dal bisogno di difesa. Sicchè più utile è eleggerla a tempo .p ropizio per dedicarne tutte le forze a un gran fine di educazione e di benessere sociale. Ma in primo luogo mail' Italia potrà conseguire una tale missione civile, senza l'unione di tutte le sue forze di pensiero, d'art.e, di attività, di lavoro. In secondo luogo, l'a1:11or di patria sarà sempre più glorificato dall'avvenire, quando i suoi prodotti non saranno considerati ostili da una mag· gior parte del genere umano. In sostanza, l'amore universale non sarà mai possibile senza un più gagliardo amor . di patria, come questo non è possibile senza la santità della famiglia. E quindi si avvicina il tempo, che tutte le forze italiane debbano essere riunite a conseguire uno scopo comune di grandezza civile e sociale. Anche la religione, aQ.che la scienza, sono forze sociali, frutto di tanti martiri, soprattutto nostri, che fanno dell'Italia la patria degli eroi e dei martiri. In mezzo alla band iera d'Italia, nel suo bianco di fede . ' è due volte la croce, sullo stemma e sulla corona del Re. Siano gli emblemi di due fedi, nella religione degli eroi e in quella dei martiri, e sieno sempre da noi affratellate le religioni della scienz&., della fede, della patria; perchè non


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PRINCIPI DI PSICOLOGIA MILI'.l'ARE

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è religione e non è scienza quel1a che per suo primo altare non abbia la patria, e che sia quindi discorde dal farci ideare il Paradiso dantesco come la patria dell'anima, il campo del vero come la patria dell'intelletto, e tutta la vita terrena un esilio, più o meno oloròso, a seconda, che più o meno lontano da queste patrie._ 'E, se lo studio dei senti"meuti . cozzatisi in quest'ultima guerra potrà eccitare la virtù latina, ed ispirare u·no speciale sentimento d i fratellanza fra tutte le forze italiane, sarà molto maggiore la g loria degli · eroi boeri; e degno dell'antico alloro di Roma sarà sempre il generale De Wet, diventato fedele suddito della nazione che oggi è da tu tt i reputata la più degna di Rorna, e la più amica della redenta Italia..

l\faitI.A.

ED IL MARE A.DRIArrICO

Continua:òio1ie. -

Vedi dispensa I fl

III. La Dalmazia· sotto il dominio austriaco ed il risorgimento dei traffici sul llfare Adriatico.

Novara, ottobre 1903. NICOLA

LA OL\10SA LITTORANEA DALMATA

0AMPOLIETI

capitano deU' 85" (a.nterig,.

Le nuove libertà. austro-dalmate. - Evol uzione ed assimilazione dell'eredità. Veneta da parte dell'Austria. - Ambiente politico, economico e morale favorevole a questo processo. - La marina aus troveneziana-dalmata. - Bandiera di S. Marco e merce itustriaca. La rivoluzione del 1848-49 rompe l'incanto. - Corsi e ricorsi clella storia. - Pri mi accenni a tende1rne federaliste. -- Trieste, Venezia, Ancona. - La Dalmazia diventa la banchina. ma rittima dei traffici imperiali. - La coscienza delle municipalità littoranee, diventa coscienza di nazionalità. - I Serbo-Croati ed i Montenegrini. - Speranze e disegni italiani sull'Adriatico, prima del 1866.

Il governo austriaco nel sottomettersi la r epubblica di Ragusa ed il contado delle Bocche di Cattaro largì ad essi delle speciali concessioni. L'imperatore Francesco I , :fi.nchè rimase al trono (1835) dichiarò Ragusa libera da ogni contribuzione fond iaria e da.Ile tasse commerciali: i medesimi privilegi furono estesi anche agli abitanti delle Bocche di C.:1>ttaro : la città di 'l 'rieste fu esentata dalle tasse ed il suo porto rimase franco fino al 1891. Le libertà militari dalmate furono regolate da apposite d isposizioni di legge. Dopo il 1815 il numero degli uomini


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LA 0111:[0SA LITTORA S EA DAJ',11:[A'fA ED IL llfARE ADRIATI CO

da chiamarsi alle armi fu, dal governo di 1i7ienna, ridotto infatti al minimo: in ogni evenienza non dovevan.o levarsi in Dalmazia che delle milizie volontarie con limitati obblighi di servizio. Con questi temperamenti e con queste concessioni, l'Austria contava di giungere, per gradi e senza scosse, in un avvenire più o meno lontano, all'adozione di un regime di diritto comun e anche nella provincia n uova a.nnessa.. E che questo concetto fosse stato veramente il fulcro della pubblica amminist razione austriaca, ne Èl prova il fatto che, soJta.nto nel 18'70, la legge militare comune cominciò ad essere applicata nel contado di Cattaro, circondata tuttavia da n umerose esenzioni e multiformi li bertà ; che oggi ancora i Dalmati non prestano che un semplice servizio di un anno in urio dei quattro battaglioni di Landweh1· di stanza a Zara (79°) a Sj ni (80°) a Ragusa (81°) ed a Cattaro (82°); che molte in:6.ne delle passate libertà municipali dalmate sono ancora superstiti nell'interno ordinamen to 'amministrativo della Dalmazia. Agevolato ed incoraggiato da codeste libertà interne, da un'amministrazione locale municipale piuttosto larga, da un diritto commerciale e marittimo eccezionale, il commer cio dalmata sull'Adriatico riprese a grado a grado la sua antica :fio:. ridezza. Il diritto di conquista derivato da diritto di guerra, che i Francesi avevano applicato e fatto pesare cosi. gravemente sulla Dalmazia, raddolcito con opportuni temperamenti dall'A ustria, mirava a far affidamento in quel processo evoluti·vo di fusione tra, popolo conquistato e popolo conquistatore, per cui, a lungo an dare, è possibile dare consistenza e sviluppo ad una gente nuova, la quale partecipi in egual misura e con equilibrio di spirito e di benessere, tanto al vincitore quanto al vinto. Le libere istituzioni commerciali e marittime, la n ecessità cli buoni e sicuri sbocchi sull'Adriatico, sia · da parte della Confederazione Germanica, sia da q uella dei domini austriaci in Lombardia e n ella Yenezia, rendevano necessari questi temperamenti, queste trasformazioni e qrieste concessioni. Le tradizioni venete, il senso di' quel governo

LA CIMOSA LITTORANEA DALMATA ED IL :MARE ADRIA'l'IOO

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che a differenza del romano e sull'esempio delle antict1e costituzioni fenicie fu sempre ligio al princi pio di non porre mai la conquist a· militare a base alle sue annessioni ed assimilazioni - furono la traccia del n uovo governo. La Veneta Repubblica teneva infatti largamente conto dei costumi e delle tendenze locali delle terre su1le quali si distencle·va, fidando sull'assimilazion e lenta ma sicura delle sue ge;1ti e n on mai sulla lott a, che poteva bensì stermin are il popolo assoggettato ma non ridurlo, ed, in ogni modo, sempre con danno ingiustificato delle pro,prie forze. In concreto, tutte queste tradizioni di giit1·e pu bblico interno . ed esterno e di pubblica economia tram~ndate da Venezia, furono il fondamento e. l' eredità della nuova amministra.~ione austriaca in Dalmazia.

In questi proposit i di lenta trasformazione ed a,ssimilazione, l' Impero Austriaco doveva t rovar e dei favori non com1{ni nelle condizioni politiche del tempo. L a stanchezza invalsa tra le genti e tra i governi. al termine delle lunghe g uerre di F rancia ed alla caduta dello Impero di NapolP,one; il fermen to dei buoni germi lasciati dalla Repubblica Veneta tra le· popolazioni della cimosa dalmata, la diversione della potenza _musulmana verso le regioni orientali dei Balcani nelle guerre contro la R ussia, in Valacchia ed in Bessara:bia, cagione delle tendenze mo~ sco·vite sulle tracce · dell'imperatrice Caterina allo sviluppo dei traffici nel l\far Nero; l'agitarsi della Grecia; l'accordo tra Russia ed Austria circa le cose balcaniche che appunto a quest'epoca ed infine l'atonia ecomica e l'attitudine son nacchiosa e letargica dei popoli dell'altrariva del Mare Adriatico frantuma ti sotto clomìni poco curanti del benessere collettivo e dell' incremento marittimo. La città di Trieste, come più vicina al centro d'attrazione dei traf.6.0i e dei commerci della Confederazione Austriaca., si educò e ~i temprò subito nel còmpito di racco., gliere i frutti dell'eredità veneta.-


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LA CIMOSA Ll'l.'1:0IUNEA DALì\CATA E D I L J\1ARIE ADRUTICO

A llora fu creata, si può dire di sana pianta; la n~arina .austro-dalmata, militare e commerciale. Sulle prime essa non -e ra che una forma larvata della rept1bblicana veneta. Questo -0rgan~smo fu infatti l'anima del periodo laborioso di preparazione dei traffici austriaci sull'Adriatico; il tratto d'un ione tra il passato e l'avvenire, il simbolo del le antiche .autonomie, il vestigio delle passate g randezze. Attraendo i municipi Dalmati. alle vie del mare ed uni tamente ed essi l e popolazioni dell'immediato retroterra, il governo austriaco mentre ptovvedeva alla necessità dei propri commerci constituiva per questi un vi ncolo di dipendeuza economic'a lu. d ) :smgan o insieme il loro individualismo, l' amor proprio e ,stimolandone l'interesse. . I traffici adriatici limitati allora ai Mari Levan tini e spe,cialmente floridi rispetto al piccolo cabotaggio lungo le coste <lel J o~io e dell'Egeo, la difesa del li ttorale dalla pirateria -che l? rnf~stava, l'attrazione delle genti Serbo-Croate a proble1m ed 1ilteressi di politica interna ed esterna balcanica :l'esercizio è.elle vie carovaniere tra Adriatico Daunbro ed ' E geo stesso, furono tntti argomenti asf:ai fàvorevoli per ec~i~are e svil uppare la marirn1 veneta-austriaca e per costitmre ad essa un adatto e p ropizio campo allo espandersi d~llt sua ~ttività. Crebbe allora i n :floride~za la Compagnia d1 :Nav1gaz1one del Lloyd, con centro a ·Trieste. . Il primo n ucleo della marina da g uerra austro-dal mata fu indubbiamente costituito dal'la Squad1·a Veneta., rimasta in Dalmazia a d isposizione dell'Austria, alla cadl{ta della Repubblica. In u n rapporto al conte Thurn, addì 2 agosto 1797, il generale Rukàvina attestava infatti di avere trovato lungo la riviera dalmata ben 14 navi armate che battevano bandiera di S. Marco : risulta ancora che il Rnk àvina si valse di questa squadra nella sua spedizione contro g li insorti delle B occh e di Oattaro (1). ·

U) Ho( Kriegsi·citli~he Akten, fase. V I I(. Kr ieg in ltali en f797. l\i;:cH OB llGlm vo:-. l\;;cnKR.ON. Ge.i ch/chte der K. K. Kriegsmari ne, paf{. 28!. - Pro f, T . EnoEn. - Storia delta Dalmazia dat t 797 at t 811, parte r, pag. 7.t e segg.

LA OIMOS,l LITTORANEA DA.LMATA ED IL MAR~ .A.DRIA'J'IOO

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-Durante il doJ.ninio francese la flotta veneta assunse i1 nome di franco -italiana; ma v'erano ancor supersti ti delle, an tiche navi veneziane, come la Cor·ona, la Bellona, la Ca1·olina, con altri legni cli minor conto, che parteciparono all a. b~ttaglia di L issa, del 1811 contro la flotta inglese. A lla ratifica delle clue paci di Parigi, del maggio 1814 e del novemqre 1815, per cui Venezia venne attribuita al1' impero austriaco, non si trattò adunque che di richiamare· i 11 vita l'antica marina da gnerra veneziana, con le sue tradizioni, i suoi istituti ed il suo materiale a.ncont superstite. 'l'utti i regolamenti e le istruzioni in vigore che ripetevano origini venezia.ne, rimasero immutati. Del prestigio eclell' efficacia di essi ne è prova il fatto che due soltanto furono le ordinanze di qualche r ilievo emesse intorno àlla flot ta durante il dominio austriaco: tra. il 1815 ed il 1848 ;. e cioè l'ordinanza. del 1816 e quella del 1824. La flotta a ustro-veneziana., o meglio veneto-dalmata comeeri;l., più comunemente clenominata e;:a suddivisa in tre dipartimenti maritti~i : qnello cli Venezia, tra il Po di Goroe Gmdo; quello di 'I'rieste, da Gra.do a F iume ed a San · P ietro in Nembo; quello di Zara da quest'ultima località, alla piccola baia di Budua. *

** La n uova mar ina austriaca nacque adunque all'ombra. della marina veneta, intimamente connessa alle tradizioni. di quest' ultimit come edera al ramo e da questa ricavò pre-· ziose tradizioni, vigorìa cli comando, unità di discipline militari e mari naresche. Dal Collegio di marina di Santa Anna di V enezia, nel quale era ufficiale la lingua italiana, uscivano gli ufficiali di vascello della marina veneto-austriaca. La bandiera imperiale batteva a prora delle navi;: ma t utti, per una finzione universalmente diffusa e fomen t ata persino negli atti ufficiali, non la r itenevano che u na. questione di p ura. e semplice forma : la sostanza era chesulle tolde delle navi, nello spirit o degli equipaggi, nella,


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LA CIMOSA LIT'l'ORANEA DALMA'l'.A ED IL MARI~ ADRIATICO

n~ente e nel cuore dei comandanti, . la bandiera vermiglia. d1 San Marco era l'anima di tutto. Cresce,rauo e rinvigorivano questa :fiducia le lunghe cro-ciere delle navi isolate nei mari di Levant~ per la sicurezza <lei commerci austriaci à.a quelle parti, per la custodia delle -comunicazioni tra l' Adriatico, la Grecia, l'Impero turco e l'Egitto; le scorrerie contro i pirati nel Mar J onio: infine ie lunghe stazioni nei golfi di. Valona, di Patrasso ~ di Lepanto, secondo le consuetudini marina.ròsche della Veneta Repubblica, a gua.rdia delle teste d i linea di gran t~·affi.co di allora. . In questa situazione di fatto scoppiò l'insurrezione veneziana del marzo del 1848. I primi moti di essa si rivolsero spontaneamente alla marine1:ia veneto-dalmata, come a cosa propria: «Ricordatevi che « il primo e più sacro dovere, o marinai, vi lega alla patria, » d iceva un manifesto in data 1° apr ile 1848, « che l'Austria ·« non è la patria vostra. Pensate alla vergogna del rimanere · « inoperosi mentre i vostri compagni acquistano onore a sè « e salut e all'Italia. Non badate alle false voci che i nemici « spargono, sfavorevoli a noi e sbagliate sul conto della ma« rina ·veneto-dalmata. Siamo tranquilli, liberi e pieni di « speranza. Correte a Venezia, con i vostri legn.:, quanti po.,< tete e quanto più presto potete. La madre chiama a sè i -<< suoi fìg liuoli » . Che non si pensasse allora, nemmero per ombra all'esistenza di una marina da guerra austriaca basti la riflessione ·che il Graziani, diventato comandante della flotta in luogo -d el contrammiragli.o J\fartini (il quale ultimo fece anzi oo-ni sorte d' insistenze perchè il primo accettasse ·1a carica) ~upartì subito a tutti g li ufficiali di marina, lontani ed in missione, l'ordine di tornare a Venezia con le navi che co~an1~vano; e che tale ordine fu diramato anche al capitano d1 vascello Buràtovich, comandante della divisione navale -0on lo stesso vapore del Lloyd sul quale aveva preso imbarco -0 . il governatore austriaco conte Zichy che lasciava Venezia in forza della convenzione di resa della città. Ora il

LA ClMOSA LITTORANl~A DALMATA ED IL MARE ADRI A'l.'100

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vapore del L loyd, invece di rivolgersi a Pola, come era stato -0onvenuto, filò da prima su 'l'rieste: l'ordine non fu riconosciuto valido) abbenchè emanato dal dipartimento in capo <li Venezia ed il comandant e militare di Trieste (Giulay) <l.iramò tosLo le più energiche disposizioni per renderlo inattuabile, sicchè la flotta restò a disposizione del Governo .austriaco, impossibilitata ad uscire dal porto di. Pola se non a patto di affrontare il fuoco èlelle opere di quella piazza. ***

Qu~sta circostanza occasionale che rivelò l'errore ed il A b isticcio lungamente · durato nella marina veneto-dalmata, ,oltre agli eventi della campagna del 1848-49,, porsero il destro alla Dalmazia d i a-ffermarsi marinara per eccellenza nella monarchia e di dare im;pulso ai suoi centl'i marittimi .6 municipali di Triest e, cli Pola, cli Fasàna e di Cattaro; ciò ,c he prima d'allora n.on era, sta to possibile di realizzar e che in mod9· assai lento, a cagione dell'egemonia traaizionale ,esercitata d~1 Venezia. Per questo mezzo l'impero austriaco pervenne, grado a grado, a comporsi nel bacino adriatico una supremazia ·che nessun altro dei piccoli 8tati italiani, deboli, discordi, distratti da altre cure e lògori economicamente, poteva essere in grado di. contra,sta,rgli. La città di Trieste si acquistò allora l'appellativo di « fe.delissiriìa », sicchè, nel 1851, fu in vitata a farsi rappresentare .alla Dieta di Francofor te : i suoi traffici e le sue industrie ~rebbero mirabilmente dopo la fusione delle Società del Lloyd, dovuta - si noti bene - a capitali tedeschi. Di queste tendenze e di questo spirito di intrapresa e di rinnovamento del passato marinaro dalmata, sopiti dopo la -Daduta della Veneta Repubblica ed abilmente ridestati per .adattarli a.Ile n uove esigenze economiche, politiche e militari dell'impero, all'infuori di Venezia e contro Venezia, fanno ampiamente fede il rapido progresso della pubblica -0osa a Trieste e nell'Istria, l'impulso dato alle operazioni marittime durante gli anni 184..S-49· e subito dopo, ed in-


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LA CDIOSA LIT'!'ORANEA DALMATA ED IL i\!ARE ADRIATICO

fine le aspirazioni e le evoluzioni della marina da g uerra e commerciale austro-ungarica. In gnesta via del progresso marittimo ed economico dalmata, le pietre miliari sono disseminate a lunghi ma a sicuri intervalli l'una dall'altra. Dopo l'insurrezione veneziana del marzo, le ciurme 11ative nelle province pure allora redente, con gli ufficiali che lo desideravano, furono invia·te in congedo. Le navi venete rimasero prive, o pressochè, dei propri equipaggi e del comando, per cui convenne colmare subito la lacuna mediante nn largo appello alle popolazioni marinare della Dalmazia e con la chin,mata d i nuove cerne eia impiegarsi in una speciale flottiglia a remi (la cosiddetta 1·ude1·-flottille) composta appu uto per meglio utilizzare sn bito le naturali attitudini marinare della nuova gente, 43 per dare immediato appoggio al corpo del maresciallo Nugent· che si accingeva. alla traversata del Veneto. Questa flottiglia a r emi fece le sue prime armi, a mezzo maggio, agli ordini del capitano Uiesjsky lungo il litt'orale tra Grado e Caorle, spingendo punte su Portogruaro, Corbolòne e Motta di L ivenza e persino verso il grosso delle truppe austriache del maresciallo sopradetfo, sotto Visnadello (1). ' Lo stato maggiore della flotta ricevette un n uovo e vigoroso impul so dal capitano di fregata Kuc1ria.ffsky, successo al Burà.tovich nel comando della forza navale. Elementi g iova.ni, animosi e desiderosi di distinguersi 7 si raccolsero attorno a quest'ufficiale nel porLo militare di Pola; il nuovo centro di attrazione marittimo imperiale. Di q neste circostanze trasse grande beneficio la città di Trieste ed il littora!e. Secondo un progetto elaborato dal Turszky, governatore generale della Dalmazia, ben 13,000 uomrn1 dovevano levarsi nella provincia per rincalzare la. marina ed afforzare la difesa costiera. Infine, chiamato al rt) BBNKO. - Geschichte des K . K. /(r i egs ~lilrine, tuiirend der Jahre 1848- 49. - Wien. Gerold. Ed. !SH, pag. 23:! tl seg. - La fazione di Corbolòne è erronea mente descri tta, como fazione di Corbetlone,

LA Cl:.\IOSA LIT'l'ORAXEA DàL)L\TA ED IL MARE ADRIATICO

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comando supremo della flotta austriaca, dopo la battaglia di ~ovara, il Dahlerup, commodoro danese, le istituzioni e lo spiri.Lo della nuova mar ineria entrarono rapidament e in una fase di decisa autonomia e prevalenza austriaca, che sarà indi appresso portata alle estreme consflg uenze dal generale "Wimpffen, dall'arciduca :liassimiliano, dal Tegetthoff e dallo Sterneck. Intanto giova registrare un fenomeno storico di non poco rìlievo rispetto alla continuità ed allo spiri to degli avvenirnemi. La flotta austriaca priucipia la sua carriera delle armi, come tale, con un'impresa contro l'opposto lido dell'Adriatico, lungo le coste romagnole e nell'assedio di Ancona, nel maggio 1849, allo scopo di agevolare le truppe del vVimpffen nella loro marcia· attraverso le L egazioni e nella :'iiarca suddetta. Nello stesso tempo, l'antico Collegio di Marina cli ·venezia, che aveva dato i suoi uffici,.li alle squadre di Francesco )forosini e di Angelo Erno, era soppresso, e creata in sua vece una Scuola JVfa1·ittima a Trieste. Il deposito generale degli Imperiali e Reali Equipaggi si suddivideva tra 'l'rieste e Zara.

Importa ora conoscere quali fenomeni d'indole esterna ed intema si manifestassero, a quest'epoca, tra le genti al di là della cimosa littoranea dalmata, per comprendere quanto e quale appoggio queste potevano dare ai rinati commerci adriatici sotto veste austriaca, e quale ausilio esse potevano prestare al nuovo mezzo della marineria imperiale. Con i domini turchi al di là della catena corrugata dinarica, l'intesa commerciale non fu difficile : chiedevansi prodotti agricoli in scambio cli industriali. « L'Impero d'Au« <;tria», scriveva a questo proposito l'Ami Bouè in un libro dell'epoca (1), « non essendo che un aggregato di popoli · dif(!) La 1\wquie ll'Bm·ope, voi. IV. Paris, !810·1844.

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ferenti, è in misura di intrattenere, più di tutti gli altri Stati d'Europa, cordiali e facili rapporti con la Turchia » . L'affinità etnica delle genti della cimosa littoranea doveva servire infatti, in qualche misura, come da anello nella vagheggiat.a opera di assimilazione con le genti illiriche e serbocroate dell'interno, allo scopo di attirare le risorse agri0ole di queste ultime ai commerci adriat ici. Dopo il trattato di Adrianopoli del 1831, ed i progressi sensibili realizzati in Serbia dal principe :M:ilosch, il governo austriaco annodò con il ]?rincipato i primi v incoli di amicizia e le prime intese di carattere commerciale (1836). « Chebel reame -affermava l'Ami Bouènell'operacitata « si potrebbe mai formare con la riunione della Bosnia e della « Serbia alla Dalmazia, la quale ultima dovrebbe diventare « lo sbocco naturale dei commerci delle genti slave del mez« zogiorno ? Se si dovesse effettuare la spar tizione della 1'ur« chia, l'Impero d'Austria metterebbe subito a questo scopo « in campo i suoi diritti della Corona di S. Stefano, sopratutto « nella Bosnia, nella quale provinciri essa estese un tempo « il suo dominio. Nel 173·7, le armi austriache occuparono « infatti, Novibazar, Pristina, Courciumlie, Precopòlie e « Nisch . .. ] n poche parole, t utte queste province, riunite ·« che fossero all'Austria con Saraj evo e forse, con SaloniccG « per capitali, potrebbero costituire degli eccellenti capisaldi « per l'avvenire commerciale della monarchia. Dura~zo, sul« l'Adriatico, diventerebbe alloi·a i l più notevole porto com « merciale di quel mare» (1). Singolari proposizioni codeste, che precorrono di oltre 60 anni argomenti e capitoli di storia fresca dei giorni nostri, 6 che sembrerebbero un vaticinio inesplicabil e, qualora non si ponga mente alla costanza ed alla coerenza della polit,ica austriaca nei. Balcani e nell'Adriatico, fino dal primo sorgere della sua marineria autonoma ed indipendente, affrancata dai vincoli che la legavano a Venezia.

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A questa politica di assorbimento lento di popoli e di traffici ed alle sue conseguenze, si eleva però in antitesi una gente, simb1)lo vivo e gaglial'do di tradizioni che non muoiono e che non si spezzano con tanta facilità e con tanta fortuna : questa gente ebbe sempre per mira H federalismo serbo. Quando il J3ano Jellacich, nel 1848, chiamò alle armi in massa le popolazioni croate, in attitudine ostile all'Austria nell'idea di instaurate un grande regno federale Jugo-Slavo; i primi ainti ed i primi incoraggj amenti in quest'opera, che fn grande nel concetto, ma sproporzivnata ed infeconda nella pratica dei fatti , gli vennero da.lla popolazione montenegrina. Presso a poco nello stesso tempo, cioè costituitosi appena il Governo provvisorio di Venezia, Nicolò Tommaseo, per singolare coincidenza di spiriti e di avvenimenti, scriveva al Ylàdica Pietro II del Montenegro, ricordandogli le antiche memorie e le passate relazioni tra la Città delle· lagune e la, 7,ernagora: « E lla, Vescovo cristiano, P rincipe di popolo « libero, poeta e Slavo, deve al mondo l'esempio dell'urna« nità più generosa, della più grande e nobile lealtà... La « giustizia di Dio veglia sui Dalmati e l' E uropa tiene gli « occhi su di , Lei :!> (1) . L'una e l'altra di queste circostanze .storiche non sono adunque che fenomeni necessari che si rinnovano, analoghi a quelli delle guerre dei Montenegrini contro i Francesi e gli Austriaci nei primi anni del secolo scorso, in nome delle antiche libertà illiriche. E questi fenomeni sono tanto degni di maggiore attenzione, in quant o la Dalmazia, a questo tempo, pareva sopita e più curante dei traffici e dei mercantili interessi che delle avite tradizioni liberali. (l)

(() l a. Turquìe à'Burope, voi. IV, pag. !28, Paris, 1810-18\4.

r.cttera di Nicolò Tommaseo al Vladica Pietro Il del Montenegro. Gazzetta di l'e-

11ezia, 3 ap rilo 181S, n . 77.

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Dall'epoca del dominio francese, il concetto del nazionalismo serbo-croato aveva fatto grandi passi nello spirito delle popolazioni e nelle manifestazioni letterarie : l'uno era. specialmente incarnato dal popolo monienegrino, le altre, dalla scuola di Ragusa. ~t'utti questi germi avevano fermentato dall'epoca delle guerre napoleoniche, quando le armi di Francia si erano arrestate sotto Ragusa, sotto Cattaro, in. Bosnia ed E rzegovina; talchè bastarono i commovimenti austro-ungheresi del 1848-49 per rincalzarli ed infiammarli. Le aspirazioni runnicipali erano così sul cammino di di. ventare nazion ali e federative. « Un destino misterioso, scriveva il 20 dicembre 1848 il « Vlàdica Pietro II a J ellacich, ti pone, o illustre Ba.not « alla testa degli Slavi del mezzogiorno. Tu puoi salvare « la Casa d'Asburgo, il loro trono, la loro dinastia, t utto « insomma, e gli Au.s triaci, in ricompensa, hanno posto la « Dalmazia sotto un giogo di ferro. La tua missione; o Bano, « è grande, talchè ne può derivare un nuovo assetto poli« tico all' intera Europa. L'adempiersi di codesta missione « affrancherà gli Slavi dall'essere niente altro che « schiavi 1 « o salariati da altt·i. » « Io sono però ben libero, alla testa di un pugno di uo« mini liberi e ciò ad onta della doppia maledizione dell' A u« stria e della Porta. Ma quello che più mi preme si . è di « venire in sollievo d i milioni di fratell i, e d i aiutarli nel« l'opera d'infrangere li:} catene straniere. Occu pat e, o Ban o, « sollecitamente la Dalmazia e riunite le vostre forze a.lle « nostre. Ciò che non si conquista con il diritto dell' e1·oi« smo, non può rimanere duraturo e non significa possesso. « Io sono pron to ad accorrere in t uo aiuto con i miE\i figli « del Montenegro ». Al caloroso appello del Principe, vescovo, duce e bardo dei Montenegrini, al concet to di una grande federazione delle genti serbo-croate, il Bano J ellacioh rispose evasivamente. Il risorgimento degli Slavi del mezzogior no, preconizzato dal V làdica e destinato nel pensiero di questi a rinnovel la1·e le vecchie autonomie e le antiche libertà illiriche per •

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la Dalmazia e nell'interno, rimase incompreso ed inesaudito ; n on tanto però che il governo austriaco ne traesse ammae-stramento e norma per la tutela della sua banchina commerciale dalmata. :;!

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Nella mente del Vlàdica montenegrino, si trattava in fatti <li comporre una grande compagine etnica Slavo-Croata, uno stato unitario federale tra tutte le province J ugo-Slave dipendenti dalla monarchia aust1iaca, di soddisfare insieme al profondo desiderio di quelle genti di possedere uno sbocco sul mare, sogno accarezzato d i tutte le popo la,zioni montanare; di raggruppare insomma in un unico corpo politico -tutti gli abitanti delJa Croazia, della Slavonia, della Bo;,nia ,e della Dfilmazia, eui a vrebbero dovuto aggregarsi in seguito anche quelli dell'Istria e della Carniola.. Dal punto di vista storico, non si tratta·va altro che d i ricostr urre sopra basi più larghe le antiche forme federali illiriche va.gheggiate ed attuate soltanto in parte dal genio <li Napoleone : dal punto di vista politico, ciò significava l'iivvento nel mezzodì della monarchia Austro-Ungarica di un grande e compatto r~gno Slavo, forte cli oltre sei miEoni e mezzo di sudditi. Questo Stato sarebbe diventato per intero tributario dei . commerci adriatici a 'l'rieste, a F iume ed a Oattaro, all' infuori e, possi bilmente, cont ro l'orbita delle influenze austriache. Le tradizioni storiche del Montenegro, attestano la mirabile continuità ed il vigore df3lle sue genti in questo proposito di assicurare alle po.polazioni serbe codesti sbocchi sull'Adriatico. Nel 1838, :Montenegrini ed Austriaci vengono .a conflitto per ragioni di possesso territoriale e di frontiere nel contado di Cattaro : poco appresso essi si studiano di .allargare il loro dvminio da Grahovo al mare, e di impa<lronirsi della breve striscia littoranea che intercede tra il territorio di Cattaro e quello à i Ragusa; infu~e si maneg g iano per raggiungere l' azzim·o ·rnare, dalla par te degli scogli <li Spitza.


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CIM.OSA LITTORANEA

DAL)IATA ED

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MARE

ADRIA'ri:co

Presso i Bosniaci e gli Erzegòvèsi invece, le lotte intestine, le concessioni ai principotti feudali, lasciavano a mala pena intravvedere quale ampio orizzonte fosse mai compreso in questi ideali. I nobili bosniaci, arbit ri dell'amministrazione interna e gli agàs padroni dei g iannizzeri e delle principali c.ittadelle della regione, neutralizzavano ogni . attività agricola ed ogni vigorìa economica delle genti dell'interno dell' Illirio. L'autorità dei vizfr cli 'l' ravnik in questi confl itti ne usci va quasi sempre diminuita e dimessa: l'esperienza delle terribili lotte sostenute tra il 1835 ed il 1840 dai Turchi contro Hussein-A.gà, il capitano feudale di Gradaz (denominato anche il cfragone di Bosnia), incoraggiava in questo stato di anarchia. · Occorse alla fine la pertinacia ed il ,,igore del ::i rclar OmerPascià, che tra il 1848 ed il 1850 :fiaccò per sempre l'arroganza del feL1dalesimo e den' aristocrazia bosniaca COll le centinaia dei suoi begs ed agà, per restituire le province di Bosnia ed Erzegovina ad un assetto politico meno depl~revole ed arbitrario. (Continiia)

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N{)TE BIBLIOGRAFICJIE Grnuo CESARE BENucc1. - Il comando di guerra dell'esercito italiano. - Roma, Tipografi.a E. Voghera, 1904. L'autore principia col v'oler dimostrare la necessità dell'unità del comando. In verità egli intende a sfondare una porta aperta; in ogni modo gli esempi storici, e le citazioni di quanto scrissero in proposito personalità militari le più spiccate, quali il Decristoforis, il Bronsart von Schellendorf, il von der Goltz, Napoleone I , sono abbastanza ben scelti ed appropriati a dimostrare la giustezza della tesi. La seconda questione svolta dall'autore, è quella: di sapere la località, ove dovrà stabilir si il gran comando del gene_ralissimo. Il Benucci dice qhe questa questione appare, a prima vista, di poca import.auza; considerata bene, invace, si riconosce assai grave, e tale « da cominciare a preoccupare le alte sfere militari ». Certamente la è questione di capitale importanza, poiché si tratta dell'esercizio del comando supremo. Ma il quesito ci pare dall'autore- male impostato. Per quanto possa essere desiderabile, che il ' comandante supremo possa non solo impartire, ma controllare, gli ordini da lui dati, per quanto appaia di enorme vantaggio che egli sia in grado di dirigere di persona la manovra e la battaglia, non è meno vero che con la mole degli eserciti odierni una siffatta. esplicazione del comando supremo sarà, nella pluralità dei casi, assolutamente impossibile. Il Benucci nel fatto am·mette interamente cotesta impossibilità, ma avrebbe dovuto trattare separatamente della direzione strategica, e della direzione tattica; e però ha espresso molte idee al riguardo, e ricordato molti fatti, che lumeggiano abbastanza bene l'argomento, ma non sono come dovrebbero essere, sufficientemente col-


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NOTE Bil3LI0GRAFI0HE

legati, e concordati fra loro, e senza dire che ammette, come esattissimi, ta luni fatti, come a mo' d'esempio le discordie fra i generali francesi dell'esercito imperiale del 1870, 1 che non sono per n ulla provate . Altri esempi storici ricordati, non sono del tutto esatti; così la parte presa dal generale ll{ac1\fahon alla battaglia di Magenta, non fu per niente affatto quella che gli viene assegnata dal -Benucci. Con tutta ragione però egli rileva che nelle nostre battaglie del 1848, 1859, 1866 e 1896 « tanto gli ufficial i, quanto i soldati hanno fatto ovunque e sempre il loro dovere ». Ma poi confonde la direzione tattica colla strategica, poichè dice < che tutto il difetto è stato nella mancanza della preparazione logistica e di un'abile direzione strategica, la quale abbia saputo coordinare l'azione delle divisioni in modo che queste si potessero sostenere a vicenda». E la stessa confusione perdura, poichè egli così co:q.tinua: « ma l' istessa direzione strategica, per quanto ottima, n'o n ci darà la vittoria, se, durant .., il combat timento, non esiste il così detto cameratismo per il quale i generali !,i aiutano fra l9ro prestandosi perfino artiglieria e cavalleria ». In ogni modo le conclusioni sono gim,tissirne, poichè termina con t'ammettere che « le parole del generalissimo non debbono considerarsi quali ordini militari, ma delle semplici per quanto importanti istr·uzionì, le quali, perchè tali, non esigono una obbedienz·a passiva, e col richiedere una intelligente iniziativa da parte dei comandanti ÌD. sott'ordine. Qui, a proposito dell'iniziati va, l'autore si estende di molto nell'esaminare la condotta del generale Della Rocca a Oustoza - il quale (e se avesse imitato il Pianell, noi a Cu· stoza avremmo vinto sicuramente » - , e ricorda poi la condotta affatto differente tenuta dai generali von Walther e v ou Kirchbach alla battaglia di \Vorth, del generale Kameke a Spichereu (1), del.generale von der Goltz a Borny, e del von Alvensleben il 16 agosto. (i) Il Benucci scrive che il i;enerale KamHke assali il nemico senza che avosse rir.evuto alcun ordine. Ciò non è esatto. Il Kameke domandò al suo comanctante di corpo di anmta di poter attaccare, e ne ottenne l'au~orizzazione.

NOTE BIBLIOGR~'!CHE

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Il Beuucci però, mentre nota, riportando le parole del . generale russo V oJ:de, che « la più gran parte dei successi straordinari dei Germanici, nel 1870, ridonda all'iniziativa dei comandanti delle unità tedesche» avverte che. bisogna non eccedere nelle iniziative, come fecer(! gli ste.s si Tedeschi nelle sopracitate giornate. Fortunatamente, a questo riguardo, -egli avverte: il nostro regolamento di, servizio in guerra parla chiaro, e non può dà.r luogo ad i ncertezze, dannose sempre, ma specialmente nello svolgersi delle grandi battaglie.

.. ** Le pagine, dell'opuscolo, fin qui prese a disamina non costituiscono altro se non un'ampia premessa, da cni trarre le proposte che l'autore intende formulare. Le quali tendono non solo a promuovere la stabilità dei grandi comandi, ma ancora. a far sì che, ogni unità mobilizzata, dalla compagnia all'armata, continui ad avere in guerra lo stesso capo, che già aveva in pace. E in base a questo concetto egli lamenta si persista « n el funesto divisamento di voler improvvisare con le forze di milizia mobi~e, nuove divisioni e nuovi corpi d'armata » e vorrebbe che anche i comandi delle di visioni di milizia mobile fossero cost ituiti sin dal tempo di pace. Noi, per ragion·e di spazio, non possiamo seguire l'autore in tutto ciò che egli dice a sostegno della sua tesi - ed anche all' infuori della medesima, uoichè, fra l'altro, vi si discorre pure dei consigli di guerra. In definitivo il Benucci de;,idera .si risolva una buona volta l'importante problema del supremo comando di guerra. D'altronde, giudizio dell'autore, l'esercito italiano ha in sè non pochi difetti . organici', che così riassume per sommi capi : 1° Il non sapere con aertezza, chi dovrà essere il suo supremo comandante di guerra. 2° Un continuo sacrificio dei suoi più v itali interessi alle esigenze politiche e parlamentari. 3° Scarsa coesione delle unità di guerra per non avere organizzati i comandi delle armate fin dal tempo di pace.

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NOTE

BIBLIOGRAFICHE

4° Mancanza di unione nei capi, di affiatamento coi guad ri, e di conoscenza con le truppe per i troppi cambiamenti che si hanno, e molto più si avranno all'atto della mobilitazione. E perciò formula le seguenti proposte: 1° Scelta del generalissimo senza limite di età, e con prestabilito eventuale rimpiazzo e costituzione effettiva degli alti comandi fin dal tempo di pace ; 2° Richiamo del corpo di stato màggiore alla sua vera funzione, qual' è quella di coadiuvare il comando sia in pace con lo studio e la preparazione dei piani delle guerre possibili, e dei mezzi logistici per la condotta delle forze; sia in guerra per trasmettere ordini, · raccogliere informazioni, disporre i mezzi del coordinamento dei varii servizi, ecc. }.l oi, certo, non ci indugeremo nell'esame di queste proposte. Chi non sa, che sarebbe gran bella cosa se si potesse avere in pace l'esercito, costituito precis~mente come lo sarebbe in guerra. D'altra parte il pretendere di ridurre' il còmpito del Ministro della guerra a quello solo amministrativo, è una vera utopia con l'attuale sistema politico-parlamentare. In quanto alla nomina del generalissimo vi si oppone la nostra legge fondamentale, secondo la quale il Re è il comandante in pace delle forze di terra e di mare. Per quanto poi riflette il corpo di stato maggiore, non possiamo non notar~, che esso disimpegu'.1 p~ecisamente quella funzione contemplata dall'autore. ~gli vorrebbe farne un corpo chiuso e con carriera propria, ma noi siamo d'avviso che l'attuazione di tale proposta darebbe risultati diametralmente opposti a quelli che egli se n~ ripromette. ·

CARLO FERRARIS, capitano d'artiglieria. - La penisola balcanica. ·- Confer·enze cli presidio, Pavia, .1 904. - Tipografia Casanova e C., Torino, 1904. L'autore si è prefisso, in queste due éonferenze, di riassumere il più brevementé possibile la storia della penisola

NOTE BlBLIOGRA.~' ICI:1E

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balcanica dal rv secolo fino ai nostri · giorni, dividendola in tre distinti periodi : 1° periodo: dalla dominazione romana alla .turca; 2° periodo : la dominazione turca ; 3° periodo: la risurrezione delle razze balcaniche. Questo 3° periodo è poi ripartito a sua volta in quattro parti : la l° dal 1800 al 1829, ossia dai primi moti fino al Con gresso di Adrianopoli ; la 2" dal 1830 fino al 1856 ossia al Congresso di Parigi che chiuse la guerra di Crimea ; la 3• dal 1856 al 1879 che pose termine alla guerra russo- t urca col Congresso di Berlino ; la 4• dal Congresso di Berlino ai nostri giorni. La prima conferenza è veramente, come la intitola l'au·. tore ste;;so, una sintesi sto1·ica del primo e secondo periodo e della prima parte del terzo. Il capitano Ferràrio non si è reso sufficiente conto delle difficoltà, anzi della quasi impossibilità, di abbracciare in poche pagine - precisamente 44 - la storia della. penifèola dalla dominazione romana fino al Congresso di Adrianopoli, sicchè. la sua narrazione non poteva non riuscire se non eccessivamente sommaria ed oscura, e ciò tanto più che trattavasi di .avvenimenti intricatissimi, e intorno ai quali, almeno p.er una certa parte, regna tuttora grande incertezza. Quando si rifletta che il solo pizimo periodo comprende la storia dal 1v al xcv secolo. periodo che il Ferrario stesso avverte che vuol essere studiato con particolare attenzione « poichè è quello delle invasioni barbariche, invasioni, che ebbero importanza ca.pitale nella storia di tutti i popoli di Europa », si r ileva quale enorme·· studio e fatica abbian dovuto costare all'a.utore quelle poche pagine. Naturalmente ne è venuto fuori un lavoro non completo, ma è doveroso riconoscere - e farne merito al Ferrario - che fra mezzo a tau.ti avvenimenti, od avvolti nell'oscurità o poco conosciuti, gli è riuscito di formare un quadro, che dà un'idea generale di quelle lunghe fasi storiche.


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N01'E BIBLIOGRAFICHE

La seconda conferenza, cui l'autore ha voluto dare il titolo <li « La questione d'oriente », tratta di avvenimenti recenti la storia dei quali è ben nota, ~ sufficientemente documen'. tata, di gL1isachè è dato al Ferrario di muoversi a suo agio, estendendosi poi in considerazioni politiche a traverso le quali noi certo non lo seguiremo, poichè per principio non usiamo occuparci di questioni politiche. Il Ferra.rio, del resto, si dimostra partigiano della creazione, nella penisola, di un potente Stato, che fosse però assolutamente libero, indipendente da ogni ingerenza slava o tedesca di altre potenze. Egli pensa che la. costituzione di tale Stato, avrebbe forse l'appoggio della F rancia e del1' Inghilterra; che la Russia << non vorrà schierarsi contro la risnrrezione di popoli che da secoli inneggiano alla sua grandezza, come a quella della grande protrettrice, ia cui hanno posto le più naturali speranze ». Egli non pone in dubbio che l'Italia porf',erebbe mezzi al raggiungimento di un tale obbiettivo, e quaùto all'Austria« certo contraria)> è d i avviso che << è permesso domandare se, malgrado la sicurezza appalesata, troverebbe sempre n egli elementi suoi interni l'appoggio necessario per una lotta contro la libert.à degli Slavi..,. o se non potrebbe correre il pericolo di trovarne insorgenti in loro favore dallo stesso suo seno! » E però i veri, i terribili nemici della realizzazione di un sogno slavo, sarebbero i Greci, gli Albanesi, ed i Turchi, onde, così conclude il Fei-rario, « è qui doloroso dover co.a· statare che tale lato della quistione non si pot.rà assolutamente risolvere · che con l'armi in pugno; e che la vendetta di •Kossovo domanderà agli S lavi molto sangue ancora». Questo studio della quistione d' Oriente è, a nostro giudizio, meritevole di encomio. Astraendo compiutamente dalle considerazioni politiche, sta di fatto che l'autore ha accuratamente esaminato i varii lati del difficile questto, e sopratutto ha analizzato con. diligenza e fine critdrio l'antagonismo delle varie potenze, bàsato sui singoli disparati interessi. Noi reputiamo un dovere di incoraggiare e lodare l'opera dei giovani, i quali, come il Ferrario, dimostrano possedere

NOTE BIBLIOGRAF'ICHE

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molta intelligenza, volontà e potenza di studio, e però ci permettiamo di dargli un consiglio: lasci da parte le grandii guistioni, i grandi temi; si occupi essenzialmente di cose militari, scelga, quale soggetto da trattare, quistioni semplici, ch e tante ve ne sono d'importanti, e così avrà l'agio, di approfondirle completamente, con van taggio suo, e d i eh} le . leggerà.

L urnr VrncENZOTTr. - Manualetto di organica militare per gli' allievi ufficiali di complemento. - Roma, F.lli Capaccini editori-tipografi, 1904. Il manuale è compilato esattamente sulla traccia dei pro-· gra_mmi d'insegnamento per i corsi degli allievi ufficiali, e di esame per la, nomina a sottotenente di complemento, ·stabil.iti dagli allegati n. 6 e 7 alla lstruzione complementare al regolamento sul reclutamento del R . esercito. Ma non è,. come facilmente lo si potrebbe credere, un'arida raccolta di dati e di cifre. L'autore non ha mai perduto di vista, nella. compilazione del suo pregevole lavoro, i criteri fondamentali. esposti nella succitata ist ruzione, e.cioè che scopo dell'insegnamento dell'organica militare, non è quello soltanto di far co-· noscere il nostro ordinamento militare ma di dare ancora la. ragionata conoscenza delle principali d isposizioni legislative, che lo costituiscon o, e ·lo fanno fonziouare, indicando inoltre per le principali quistioni, le soluzioni adottate negli eserciti, tedesco, francese, svizzero e austriaco. Evidentemente la trattazione del programma ampia eragionata; quale è riuscita di fare al capitano Vincenzotti in guisa veramente egreg'ia) appare in contrasto con la brevità dei corsi d'istruzione. Vuolsi però tener conto dell' accre-· sciuta istruzione degli elementi, che ora accorrono .nei plotoni allievi .ufficiali di complemento; d'altra parte è appunto· l'ampio sviluppo dato al programma, che indusse l'autore a compilare il presente manuale, onde servisse di sussidio alle lezioni orali. E fu per aver sperimentato e riconosciuto-


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NO'l'E BIBLIOGRAFICHE

l'utilit~ pratica ~i questo lavoro negli ultirni quattro anni in cui l'autore fu incaricato dell'insegnamento ad un plctone allievi ufficiali, che egli si decise a darlo alle stampe. L'insigne generale Bertoldo ebbe occasione di leggere il manoscritto ed . espresse intorno al medesimo il più favorevole giudizio, che è riportato dagli editori. « Il libro del capita.po Vincenzotti - egli scrive - viene opportuno a éolmare una lacuna. Esso, nella misura e nell'economia generale del lavoro, risponde bene al concetto fondamentale del programma che giustamente richiede siano i dati e le notizie confortate dal ra.giouamento e dai confronti tanto necessari per fissar bene in mente le idee a chi studia. « Son certo che que~to mio giudizio sarà condiviso da quanti ufficiali consulteranno questo manuale, e che saranno molti quelli, che se lo terranno sempre accanto q~al prezioso consigliere nella soluzione delle questioni quotidiane di servizio. « Ed io non posso non incoraggiare il capitano Vincenzotti a prosegu~re nella via così bene intrapresa, e a darci altre {) simili prove della sua intelligente operosità in prò dell'e-.l, sercito ». · ../ È superfluo il dire che noi dividiamo interamente il giu -~,. ;..r---dizio dell'illustre generale, e però segnaliamo ai nostri uf~}t{'i.:i·""' :ficiali il rimarchevole lavoro del capitano Vincenzotti.

Dot,t. ANTONIO CrscaTo. -

Una pagina di storia italiana. -

La partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea. -Vicenza, stabilimento L. Fabris e C., 1904. È, nel pieno significato della parola, una bella conferenza, tenuta il 3 aprile 1903, alla scuola popolare di commercio presso l' istituto .tecnico Ambrogio Fusignieri in Vicenza dal cav. dott. Ciscato, segretario capo del municipio di quella città. L'autore ricorda anzitutto che a Torino di fronte al Palazzo Madama, già sede del Senato del Regno, sorge un mo-

NOTE BIBLIOGRAFICHE

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numento, sul cui piedistallo è questa iscrizione: « I Milanesi .all'esercito sardo - 1857 ));. che quel monumento rappresentante un fantaccino col fucile inastato sorse per effetto di · una dimostrazione patriottica ed è l'epilogo di una pagina di storia italiana: la partecipazione del Piemontf:l alla .guerra di Crimea. Questa pagina di storia però, dice il Ciscato, non è forse -conosciuta dalla giovane Nazione; ad ogni modo egli ritenne non fosse male evocare questa pagina, poichè « da essa risulterà il debito di gratitudine, che noi dobbiamo al generoso Piemonte, ove dopo i disàstri del 1848-49, si tenne accesa la fede nei destini della Patria. » Brevemente accennato alla guerra accesasi nell'estate del 1853 in Europa ed in Asia, fra Russia e Turchia, al suc-cessivo intervento delle potenze occidentali, all' alterna vi-cenda di sconfitte e di vittorie dei 'I'urchi dapprima, di vittorie franco-inglesi da poi, l'autore ci trasporta al punto in cui entra in iscena la Sardegria. · A chi pel primo balenò l'idea di far partecipare l'esercito del Piemonte alla guerra che in allora si combatteva in Crimea? Ohi vuole sia stato primo il Farini, altri sia stato il Villamarina, ministro di Sardegna a Parigi, che la suggerirono al Cavour; l'autore ripeterà col Bonfadini, « che il merito di avere avuto il concetto preciso di alleanza politica-militare, e di averlo condotto all'azione pratica, fu di Camillo. Cavour )), e di Vittorio Emanuele . « che in fatto di politica estera regnava e governava )) e tu deciso fautore dell'alleanza. L'autore dà pure un cenno della discussione avvenuta al Parlamento subalpino per l'approvazione del trattato di alleanza ed opportunamente riporta qualche brano degli elaborati discorsi pronunziati dal Giacomo Durando e. dal Cavour a difesa del trattato contro gli oppositori inneggianti a lla neutralità ed ai pacifici commi?rci. Approvato il trattato di alleanza, il Governo si accinse immediatamente agli apprestamenti di guerra, e il Ciscato, scorrendo i quadri del corpo di spedizione, ricorda, che vi


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N'Ol'E BJBLIOGRAFlCIIE

NOTE BIBLIOGRAFICHE

si trova una vera costellazione di soldati, che figurarono poi nelle guerre della riscossa nazionale: i Lamarmora., il Petitti, il Della Rovere, il Govone, il Lombardini, il Vincenzo Ricasoli, il Bariola, il Valfrè di Bonzo, il Durando·. il Casanova, il Fanti , il Cialdini , il Montevecchio, il Mollard, il Mazè della Roche, il San Marzano, il Ferrero, il Cadorna. Il Ciscato ricorda ancora la rivista passata dal re Vittorio Emanuele alle truppe del corpo di spedizione per la distribuzione delle bandiere, il discorso o proclama lettovi dal Re, - la lettura del quale fu però ultimata dall'allora. ministro della guerra, Giacomo Durando, poichè l'emozionetroncò la parola a Vittorio Emanu ele - , la bella condotta delle trnppe piemontesi in Crimea, il valore da esse spiegato nella. battaglia della. Cernaia, il Congresso di Parigi, pel quale la questione italiana. entrò nell'ordin e delle questioni europee, e fu il preludio dell'opera grandiosa, chepoco tempo dopo fn ·messa in iscena, cioè la guerra del 1859. Meglio di così e più nobilmente non poteva parlare l'egregio confer enziere, e di simili conferenze vorremmo se ne facessero ad ogni momento alla nostra gioventù, che pur troppo ben poco sa, quante lotte, quanti sacrifici ha costato l'indipendenza e l'unità della nostra cara patria.

che assorbe il miglior sangue della fanteria di linea. L'opportunità e la necessità di una fanteria celere è ormai indiscutibile; in conseguenza sarebbe oziosa qualsiasi discussione sulla convenienza e sull'utilità di conservare oppure di non conservare i bersaglieri. Ma, quale sarù l'impiego cli questi be1·saglie1·i .l Ecco le vedute generali dell'autore sull'importante soggetto. Il loro impiego deve derivare dalle to1·0 qualità camtte1·ist-iche « Jn poche 1Ja1·ole i be1"Saglie1·i costituiscono nna t1·ttppa che miwve e manov1·a -cel-0cemenle, è abili · -irna nel ti1·0, è capace di lunghe ma1·cie e di ltbnghe fatiche e sa (acilniente ed in , nassa affrontare e sMpe1·a,-e gli ostacoli del te1·1·eno » . Que::;te sono le qualità indispensabili perchè i bersaglieri siano..... bersaglieri; quindi date queste speciali doti, i bersaglieri dovranno essere impiegati in quei casi in cui essi possano .riuscire specialmente utili e necessari . « Non è qwindi nè esclusivcvmente in rno:itagna, nè esclusivamente in pianm·a, clte si cleve Umita1·e la lo1·0 azione, ma ora in rnontagna, 01·a in pianiwa in tutte qitelle circostanze, nelle qitali la lo1·0 speciale azione è 1·ichie8ta » . Così ali' inizio delle ostilità, essi formeranno un primo rapido rinforzo alle truppe alpine nella difesa della frontiera. Cessata, la guerra, in montagna, i bersaglieri opereranno avanti, ai fianchi e in mezzo alle g randi colonne, là dove si richiede velocità e resistenza; r eparti ciclisti appogge. ranno la cavalleria nell'esplorazione lontana; i bersaglieri infine potranno ancora. essere celeremente lanciati in un punto del campo di b,a ttaglia, dove le s0rti della lotta sieno incerte o poco favorevoli, o dove occorra fare lo sforzo maggiore e decisivo. « I bersaglieri insomma sono una truppa veloce messa a disposizione dei comandanti delle g randi unità di guerra, perchè costoro possano lanciarla là dove occo1Te celerità, resistenza ed agilità speciale». Spetta a loro ancora la missione di concorso con la cavalleria nel servizio di avan,woperta. Delinea.te così le missioni dei bersaglieri, l'autore passa a dire del reclutamento, dell'ordinamento e dell'eq_uipaggia-

M. P. NE0-noTTo. -

I bersaglieri. Questioni vecchie e nuove.

È un opuscoletto che presenta non poco interesse, sia, sovratutto, per0!1è inspirato ad un grande amore per quella milizia così poderos~i, così italianamente bella, sia percbè riassume iu guisa breve e chiara le questioni vecchie e nuov€1 riflettenti i bersaglieri, poste in campo dalla loro istituzione fino ai giorni nostri. Noi non possin.m seguire l'autore nella sua lunga di~amina delle vecchie quistioni; ci limitiamo !\d accennare ai rimedi proposti per mantenere ai bersaglieri quell'alto posto che loro spetta. L'autore oppugna l'appunto formulato dal Nasalli e dal Marazzi che i bersaglieri siano come una specie di piovra,

73 -

ANNO XLIX ,


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NOTE BIBLIOGRAFICHE

mento, e del metodo istruttivo ed· educativo, che,, a suo giudizio, sarebbero i più r ispondenti allo scopo che si vuol raggiungere. Ne riassumiamo i pui1ti principali. Gli ufficiali vorrebbero essere reclutati fra giovani aventi qualità fisiche speciali di robustezza e di agilità ed una certa svegliatezza e prontezza di mente. Per la tru ppa, per conservare al bersagliere il suo carattere di nazionalità, e per poter avere un est6sO campo di sceHa, converrebbe mantenersi all\1ttuale largo reclutamento nazionale. Il reclutamento dovrebbe essere fatto con coscienza e cura scrupolosa. Si dovrebbe anche arrecare alcune modificazioni al regolamento come: l'allargare i limiti di statura, spingendo il ìimite massimo a metri 1, 75, l'escludere l'.ammissione nel corpo dei rivedibili, lo stabilire la precede:nza, per la robustezza, dei bersaglieri sull'artiglieria da campagna; il dare ai comandanti di corpo le più ampie facoltà di prova e di eliminazione. Rispet to all'ordinamento il Negrotto propone : il ritorno a i battaglioni autonomi, formati di 6 compagnie ed ogni compagnia di 150 uomini su 3 plotoni. LfL forza di pace della compagnia, uguale, o, pressochè uguale, . · a quella d i guerra ; il numero dei battaglioni ridotto a 18, più un battaglione deposito. Ognuno dei 6 corpi d'armata cle1l' Italia settentrionale, perchè prossimi al confine, avrebbe 2 battaglioni, ed 1 og nuno degli altri 6 corpi. Il deposito sarebbe . a Bologna; tutti i capitani sarebbero a cavallo; fanfara numerosa come un- tempo, e cioè 1 caporale ed 8 trombettieri per ogni compagnia; 1 sottufficiale trombettiere per battaglione; 1naggi0r numero di zappatori, cioè 1 caporale e 8 zappatori per compagnia ed 1 sottufficiale per battaglione. Oltre a questi 18 bat taglioni di Ùe1'Saglie1·i a piecli l'autore propone, pe1· 01·a d i raggruppar.e i bersaglieri ciclisti in 6 battaglioni, destinandoli, organicamente, uno pe1.· ogni c0rpo d'armata, fra i 6 stanziati nell'Italia settentrionale.

NOTE BIBLIOGRAFICHE

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Ogni battaglione avrebbe 4 compagnie ed ogni compagnia 4 plotoni cli 30 macchine ciascuno. Sarebbero così in totale 18 compagnie, ciascuna delle quali da reclutarsi presso ognuno ·dei 18 battaglioni bersaglieri a piedi. Questi 6 battaglioni, nel caso di guerra, seguirebbero la cavalleria in avanscoperta. Altri 6 battaglioni ciclisti, all'atto della . mobilitazione, sarebbero costityiti colle classi più giovani della forza in çongedo. L'autore infine, secondo le proposte del genera.Ìe Besozzi, ritiene opportuna, per rendere più pronta ed efficace l' azione dei battaglioni ciclisti in avanscoperta, la creazione di 3 batte1·ie legge1·e, una per ogni due battaglion i, a tiro rapido, su quattro pezzi, traspor tati su speciali carrette automobili. Dovrebbe poi. essere nuova mente istituito l' I spett01·ato clei be·rsaglie1·i, composto da . un maggiore generale o tenente generale, Isp etto1·e, da due colonnelli S0tto-ispetto1~i e di un colonnello, Relatore, per la direzione amministrativa. L'autore espone poi idee buone e pratiche intorno all'equipaggiamento e all'istruzione ed educazione dei bersaglieri.· Egli termina il suo st.udio con belle pagine - fra le migliori del libro - nelle quali è avvertita la necessità di non trascurare alcun mezzo materiale e . morale per mantenere elevatissimo e sempre ì)iù alimentare lo spirito di corpo bersaglieresco, e sono indicati taluni di questi mezzi. Non vi è dubbio che i l pregevole lavoro del signor Negrotto - almeno così ci pare - non contenga pro post~ merite.voli di seria considerazione, ove si pensass.e di modificare . l'at~uale ordinam ento del corpo dei bersaglieri , ciq che del · resto non crediamo possa avvenire tanto presto. L'ordinamento proposto, invero, suona quasi semplicemente un ritorno all'antico, ma il complesso delle proposte st10na pure - ed è l'essenziale - un richiamo alle più belle e. notevoli caratteristiche del .corpo, quali furono ideate dal suo creatore, il Lamarmora.


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NOTE BIBLIOGRAFICHE

Einteilung und Standorte des deutschen Heeres. - Ubersicht und Standorte der Kaiserlichen Marine Sowie der Kaiserlichen Schutztruppen und der Ostasiatischen Besatzungsbrigade. Nach amblichen Ouellen und nach dem stande vom l april 1904. - 116'' Auflage. - Berlino, tipografia militare. Liebel, 1904. Non occorre rilevare l'utilità di questa periodica pubblicazione, della quale parlammo già al tre volte. ·Notiamo soltanto che il presente opuscoletto venne regolarmente in luce nello scorso mese, por tando, come al solito la formazione e dislocazione dell'esercito, della marina, delle truppe stanziate in Africa e della brigata distaccata nell'Asia orientaler quali erano realmente alla data del 1° aprile. Il solo fatt·o che l'opuscoletto è già arrivato alla 116a edizione ne mette in evidenza l'importanza ed utilità.

NO'l'E BIBLIOGRAFICHE

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delle condizioni politiche dei due paesi e delle loro forze di terra e di mare. La prima dispensa è naturalmente1 come una specie di prefazione alla storia della guerra. In essa sono esaminate le cause del conflitto; e, dato conto delle forze belligeranti, è accennato alla neutralità delle potenze e sono esposte al-cune consider a.zioni d'indole militare, sul probabile andam ento della camyagna. È pur detto dell'apertura delle osti. lità, e cioè sono brevemente riassunte le operazion i marit. time dei Giapponesi dalla notte dell'8-9 febbraio, in cui :avvenne il primo attacco contro Port-Art,hur, fino al 14 dello stesso mese. A questa dispensa è u nita una carta d'in::;ieme del teatro d ella guerra, e due schizzi di Port-Arthur e di rl'scbemulpo e suoi d in torni sono interc~dati nel testo. La seconda dispensa presenta ancora un maggior interesse. Vi è riportato l'accordo conchiuso il 23 febbraio dal G iap· pone colla Corea, il quale, secondo l'autore, -arreca a 9.uesto Stato il vantaggio di toglierlo da u na n eutralità del tutto passi va e poco onorevole, e di farne l'attivo alleato del suo

\\T ALTE R ERmfANN VON KALINOWSKI, capitano a disposizione. - Der Krieg zwischen Russland und Japon. - Auf Grund zuverliissiger Quellen. ~ M:it Karten und Schizzen. Erstes und Zweites Heft. (La guen·a fra la Russia e il Giap· pone. In base alle fonti più siczwe. Con carte e schizzi, la e, 2i> Dispensa. -: Berlino, tipografia militare L iebel, 1904.

VlCIUO.

L'autore passa quindi a dire dei traspqrti per mare e degli sbarchi eseguiti dai Giapponesi, ponendo in r ilievo le difficoltà ch e in simili operazioni debbonsi superare. Segue poi la descrizione geografi.ca militare, ben fatta ed abbastanza particolareggiata, del teat ro di guerra . Sono quindi narrati i ·combattimenti dinnanzi a Porto Arthur, nell'intendimento d i bloccare Porto Arthur dal lato di mare, e di dividere la flotta russa di q uella fortezza da quella parte di essa, che trovasi in Wladh-vos.tock. Segue tm quadro ìnteressante dello spirito per la guerra dominante nel Giappone e nella R ussia, ed un cenno intorno all'ordinato progresso della mobilitazione ~ dello schieramento dell'armata rus,:;a della Manciuria, nonchè sui primi movimenti terrestri dei Giapponesi, da Seul verso il nord. La narrazione va sino si.Ila presa del comando superiore da parte del generale . Kuropatkin.

L'au tore ha potuto procacciarsi 1 e continuerà a.d avere a propria disposizione1 un materiale dei più. attendibili, e perciò è v enuto alla determinazione di compilare la sto.ria della guerra attuale fra R ussia e Giappone, pubblicandola in dispense che si seguiranno ininterrottamente, a seconda dello svolgersi degli avvenimenti. E èiò allo scopo di presentare u na descrizione di questa gnerra, sotto l'aspetto m ilitare e politico così importante, che riesca interessante al militare e al non militare · e lo metta in grado di avere una esatta nozione non sol; delle operazioni militari ma ancora.

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NOTE BIBLIOGRAFICHE

Negli allegati è riportata la formazione di g~erra çlell'armata della Man ci uria e di quella g iapponese. Alla dispensa sono annessi : una carta del teatro della guerra, e quattro schizzi: il primo, pei combattimenti intorno a Porto Arthur, il secondo per il bombardamento. di Wladiwostok, il terzo comprendente l'itinerario da Seul, fino al fiume J alu e sul quale sono segnate le forze d'ambo i partiti alla metà del marzo 1904, il quarto infine r elativo alle distanze pel movimento dell'intiero mondo. Queste due dispense rispondono compiutamente allo scopo prefissosi dall'autore, e costituiscono un'eccellente promessa per la continuazione dell'opera.

. HASSEGNA MILITARE ESTERA NOTIZIE AUSTRIA-UNGHERIA. PROMOZIONI DEL 1 ° SEMESTRE 1905. - Il numero di ufficiali promossi col 1° bollettino semestrale del 1904 è il seguente:

B. D.

..

Ufficiali generali. A generale di cavalleria 2 (con anzianità maggio 1895). A Feldzeugmeister 4 (con anzianit,à maggio 1895 e fra questi è compreso il ministro della guerra comune von Pitreich). A tenent.a maresciallo 15, (con azianità: 7 maggio 1899, 7 novembre 1892 e 1 aprile 1900). A maggior gene1·ale 31 (con anzianità : 6 novembre 1897, 13 dicembre 1897, 3 aprile 1898, 9 maggio 1898). Nelle altre armi e corpi combattenti si !'tono àvute le promozioni indicate nel seguente specchetto: ., ~ o ,2o Fanteria .,e"' '&l ec, ... Cacciatori ·;: ·- bo -~~ ., os:: eD ~oc ~ .~a ~~ o.., "' ., c.'AL GRAOO 01 O.Co :,+> Totale s"' s.,, Pionieri ~ .;,s ·..::.., Ferrovieri- u~ 'f 3 sE (~ < <e ..o;.,,, 't:: Telegrafisti ~ "O

..

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Colonnello Tenente colonnello Maggiore. ) di l" classe. Capitano I di 2• classe . Tenenle Sottotenente. Totale.

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1

4

8 9

8

2 6

- - -

29

.... ..... _

9

16

4 14

4

4'1

8 12 14 16 15 18 2'1 33 '1

5

-

5

-

58 103 115 1'76 148

663

1

44

5

2

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2

8

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'73 100 153 16'7 221 162

90 91 30

8

920

5

2

6

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- - - --


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RASSEGNA MILITARE ESTERA

RASSEGNA. MILITARE ESTERA

JJ'1wono promossi a scelta.

.a) a.lgrado di tenente colonnello : fanteria, pionieri- ferrovieri, telegrafisti, - ca.vall eria, - artiglieria da campagna 8 su 8, art iglieria da fortezza ... b) al g rado di maggiore : fanteria, pionieri, ferrovieri, - telegrafisti 1 su 08, cavalleria 3 su 12, artiglieria da campagna 3 su 14, artiglieria da fortezza e) al g rado di capitano di l1 classe: I soli capitani di 2a classe già brevet tati per lo stato maggiore o . per lo stato maggiore del genio, godono della promozione a scelta al gr ado di capitano di l" cln.sse con trasferimen t,o nello stato maggi ol'e o stato maggiore del genio. Questi ne furono promoss i 14 e cioè: . I 5 d i fanteria.. 8 nello stato maggwre 1 d. e 3 1 cava11ena. 6 nello stato ma.ggiore del genio tut(,i di fanteria. d) al g rado di capitano di 2" classe: fanteria, pionieri, ferrovieri-telegrafisti 15 s u 115, cavalleria 2 su 18, artiglieria da campagna 8 su '27, artiglieria da fortezza 1 su 5. La media di permauenza nei vari gradi è stata la seguente: f

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anni impiegati per arrivnre

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Colonnello 3 3'/~ Tenente colonnello 4 4 Maggiore. 8 8 ! • classe 2-21/,. 2- 21/2 Capitano 2• classe Tenente . . . . Sottotenente ( pei. Cadetti)

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Numero degli anni che si impiegano per arri vara da Sottoteneottt a Colonne1lo eirea 14 1/,. cirea24 1/ 3

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37 1/2 -38 421/, 39 1/,.-40 41

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Nuovo CORPO DEGLI UJ;')fCO!A LI DI Vlc'l'TOVAGLIAM EN'J.'0 . - Come fu già. accennato (1), fino dall'ottobre del 1903 il Ministero comune della guera ha instituito un cor:;o speciale di vettovagliamento, al qua.le v011gono ammessi quei sottufficiali raffermati ohe soddisfano a determinate condizioni. I sottnfficiali cho superano con successo questo corso, ohe dura 9 mesi, vengono nominati ff. d i ufficiali di vettovaglia.monto (Proviantoffiziers-Stellvertreter) e sono inviati a far servizio allo truppe. Dopo un esperimento prat ico se giudicati idonei, vengono nominati sottotenonti ufficiali di vettovagliamento. Il Gi01-nale militare n. 19 del 7 maggio u. s. pubblica le disposizioni organiche rigua.rdanti il nuovo corpo dogli ufficiali di vettovagliamento, che brevemente si riassumono: 1° Il corpo degli ufficiali del vettovag liamento é destinato a disimpegnare il servizio di vettovagliamento presso lo truppe e stabilimenti dell'esercito ed in tempo di guerra anche presso le g-randi unità. Esso costituisce un ruolo di:;tinto nelle categorie degli ufficin,li e si compone dei seguenti grad i : Capitano ufficiale di vettovagliamento di 1 n classe, id. id. id. di 2a classe, tenente id. id. id., sottotenouto id. id. id. I ff. di ufficir~li. di vettovagliamento (oquiparati ai cadetti ff. di ufficial i) sono destinati a coadiuvare gli ufficiali di vettovagliamento nelle loro attribuzioni; 2° Gli ufficiali di vettovagliamento possono essere impiegati come ufficiali d'amministrazione ed essére anche incaricati della d irezione delle mense di gLtarnigione degli ufficiali ed eventualmente auohe di quelle dei sottufficiali; 3° 11 corpo degli ufficiali di vettovagliamento si recluta dai ff. da ufficiali di vettovagliamento, che hanno superato con successo il relativo corso, hanno disimpegnato inappuntabilmente almeno per 1 anno, la carica di ff. di ufficiale di vettovagliamento e che soddisfano a tutte lo condizioni prescr itte per l'avanzamento al g rado di ufliciale; 4° La riserva del curpo degli ufficiali di vettovagliamento sarà formata col trasferirvi ufficiali di vettovagliamento (facenti funzioni) dal servizio a ttivo; .5° Al maggior numero di ufficiali di vettovagliamento occorrenti in caso di mobilitazione si provvede colla chiamata in servizio

I

(O Vedi Jlivi,ta 111ilitare italiana, luglio !903, pag. t'!H.


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RASSEGNA MILITARE ESTERA

RASSEGNA MILI'l'ARE ESTERA

attivo di ufficiali di vettovagliamento (facenti funzioni), ascritti alla riserva e colla nomina ad ufficiale di ff. di ufficiali di vettovagliamento. Presso le grandi uni tà, e nei corpi che si costituiscono all'atto della mobilitazione si dovranno anzitutto utilizzare gli ufficiali di vettovagliamento di quei reparti che li hanno in organico solamente in tempo di pace. 6° Per la compilazione delle note caratteristiche, convocazione di consigli d'onore, licenze ecc. degli ufficiali di _;ettovagliamento (facenti funzioni) valgono le disposizioni stabilite per gli ufficiali (cadetti) dell'esercito. Gli ufficiali di vettovagliamento possono contrarre matrimonio alle stesse condizioni prescritte per gli ufficiali contabili dei corpi ( cioè non possono essere ammogliati più della metà degli ufficiali ed occorre avere nn reddito annuo di 2000 corone). • 7° I ff. di ufficiali di vettovagliamento. hanno la paga dei cadetti ff. da ufficiali ed il soprassoldo di rafferma di 1a classe st abilito pei furieri (L. 4 7,25 mensili). 8° Ai ff. di ufficiali d i vettovagliamento promossi sotr.otenenti ufficiali di vettovagliamento spetta, un'indennità di equipa.ggiamento di L. 264. , ESERCITAZIONI .A.EREOSTATICHE NELLE FORTEZZE . A Krakau presso . il 2° reggimento d'artiglieria da fortezz~ ed a Prezem.ysl pre;;so il 3° reggimento d'artiglieria da fortezza, avranno luogo anche nel corrente anno delle esercitazioni aereostat,iche. In ciascuna di dette piazze forti si formerà un distaccamento di ~ereostieri e le esercitazioni, che avranno la durata d i 21 giorni, si inizieranno: a Krakau l' 11 giugno; a Prezemysl il 1° ed il 22 agosto. Prenderanno parte a ciascun periodo di queste esercitazioni 4 ufficiali subalterni delle varie armi.

BILANCI :MILITARI OOJllUNI PEL 1905. - Pel 1905 sono state preventivate le seguenti somme pei bilanci militari riguardanti l'eser~ cito com.une (1).

(ij I,e Delegazioni si sono riunite a Budapest il i.\. maggio u. s.

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Differ'enza DilTerenza Differenza tot.aie in + Straordiin+ Totale o in nario o in ordiuario o inin +rispetto e straor- ri~petto (Corone) (i) al rispetto bilancio (Corone} al bilancio dinario al bilanci () {904 i904 Ordinario

1904

Esercito comune. 282,259,i43 + 2,509,42b 19,640,252 - 2,570,0981 30!,899,395 .:.. 6-0,07 I) Marina da guerra 42,869,440 + 3,429,990 8,{56,970 - 2,429,990 5t,026,HO + i,000,000 Truppe stanziate nel terri torio di occupnione. 7,583,000 + i00,000 7,583,000 + l.00,00()

-

Totali

325,128,583

+ 5,939,HS 35,380,222 - t,,900,0SSI 360,508,805 + i ,039,330

Inoltre fu domandato un ingente credito stra.ordinario per spese militari pel 1904-1~05 di Corone 163,176,000 da ripartirsi nel modo seguente: a) per l'esercito comune: Corone 88 000 000 ~ lO,OOO,OOO da impiegarsi nel 1904 . '. ' I 78,ooo,oo » » » 1905. b) per la marina da· guerra: Corone 75.17B,OOO ) 12,500,000 da impiegarsi nel 1904 , I 62,e7s,ooo » » » 1905, Questo credito di corone 163,176,000 non rappresenta che una parte della somma totale occorrente per esplicare il ~rogramma prefissosi dall'amministrazione militare e che ammonta complessivamente a corone 337,956,000. E cioè: 217 milioni di corone per l'esercito e 120,956,000 per la marina. Questa somma sarà ripartita com.e segue: <)') . a) nel 1904 \ Esercito Corone. 10,000,000 (2)/ , \ Corone -~,500,000 / Marina » 121500 000 Esercito » 78,000,000 (3)/ b) nel 1905 ) 140,676,000 62,676,000 ~ » Marina » 129,000,000 (4)~ e) dopo il 1905) Esercito. » » 174,780,000 » 45,780,000 / Marina Totale corone 337,956,000 (t) Ogni Corona equivale a L. i,10. (:) Por acquisto di oggetti di equipaggiamento. (3} 50 mi lioni per i nuovi cannoni o 28 mii. per acquis to di ogg. clì equipaggiamento~ (O iOO • e 29 , .


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,'

RASSEGNA MILITARE ESTERA

Il credito d i 217 milioni per l'esercito serve per i nuovi canuon i ~ per acquisto d.i oggetti di eqnipaggiamento. Quello per la marina di corone 120,956,000 sar~ impiegato nel seguente modo: . · 47 886 000 sono destinate alle navi attualmente in costruzione ' ' per ia provvista delle macchine, armamento, equi paggiamento e muniziona.mento. 34 milioni per costruzione eh nuove torpediniere. 10 milioni per costruzione di sottomarini e .delle loro stazioni. 6,7 milioni per ultimare il porto di Pola ed il canale di . Fasana. 6,57 milioni per i cannoni della corazzata C (in cantiere) e per provvista di cannovi di ri serva. 7 ,2 milioni per Je munizioni occorrenti alle cor azzate A1·ciduca Federico ( varata. alla fine d i aprile u. s.) C, e de.i Monitori e Battelli pattuglia della fiottiglia danubiana. 3,4 milioni per aumento della dota.zio.ne di munizioni delle navi più antiquate della flotta. 1,2 milioni per torpedini di riserva. 4 milioni per carbone e dotazioni di riserva della piazza marittima di Pola. Le somme per far fronte a queste richieste di crediti straordi· nari, pare, saranno ricavate da un prestito ammortizzabile in 25 anni e la cui annualità ammonterà a circa 27 milioni di corone, somma che verrà economizz3:ta s ui bilanci dell'esercito e della mar·ina dei futuri anni. Nel bilancio ordinario dell'esercito si nota : a) creazione di 87 ufficiali di magazzino provenienti da uflìciali combattenti poco atti alle fatiche di g uerra, i quali saranno t~·asferiti nell 'Armeestancl (posizione sedentaria); ne occorrono 174, i rimanenti 87 saranno nominati nel 1906. b) aumento di 7 posti da capitano nell'A.rmeest,and. e) .creazione dell a carica di ff. di. ufficiale contabile (corr ispondente a cadetto); a tale carica saranno nominati i 120 sottufficiali aspiranti contabili più anziani. d) aumento del numero degli ufficiali insegnanti e d i governo negli istituti militari di edncazione ed istruzione : di 54 capitani e di 120 ufficiali· suba] terni; nel 1905 saranno nominati soltanto 14 capi tani e 36 ufficiali snbalterni.

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e) creazione del corpo degli ufficiali di vettovagliamen.to ; nel 1905 saranno nominati 45 sottotenenti ufficiali di vetto".agliamento, ·e 45 ff. di uffi.cia.Ji di vettovagliamento. .f) defini ti va istituzione in Vienna del cor so per gli aspiranti. ufficiali d i vettovagliamento col relativo personale insegnante. g) ampliamento della scuola telegrafica in Korneuburg. h) aumento della dotazione di mm~i zioni per le esercitazioni di tiro. i) aumento della Homma destinata ai premi di raffenna dei sottufficiali. Nel bilancio straordinario si nota : a) , la 1 :, rata d i 700 mila corone, in conto di 2,100,000 che, ne occorrono, per por tare la dotazione individuale di cartucce in guerra da 100 a 120. b) acquisto cli 4 stazioni carreggiabili di telegrafia senza fili_ e) acquisto di un tender a. vapore per la piazza marittima di Pola, il quale ·o ltrechè peJ. servizio interno, dovrà servire per il trasporto dei viveri, alle g uardie e ai distaccamenti destinati ai forti maritt.imi dipendenti dalla piazza. d) per amplia.men to della scuola cli tiro d'artiglieria presso il poligono di Hajma.sker (Veszpri m) è stata stanziata la somma di 1 milione di corone in conto dei 4 milioni preventivati. Nel bilancio ordinario della marina si nota : a) a11mento dei cadetti di l '' classe che saranno por tati da 3(} a 100 e diminuzione di quelli d i 2'' classe che da 150 saranno ridotti a 80. b) .mmento della forza imbarcata sulle navi, d i 2160 uomini .. e) 6:1 ed ultima rata di 1,666,000 corone per l'incrociatoreSan Gio1·,qio. d) 5" e penultima rata di 4,3 milioni per la corazzata Arciduca Carlo; e) 4" rata di 4,3 milioni, per la corazzata Arciduca Federico; · f ) 2• rata di 3 15 milioni per la corazzata C; g) l" 1'.a.ta di corone 2,053,000 per la costruzione di 16 nuove· torp~diniere (9 di 2" classe e 7 di 3• classe), per le quali è preven-· tivata la somma complessiva di 8 milioni di corone. Nel bilancio straordinario si nota.: a) per la costruzione di una stazione centra.le elettrica nell'arsenale di Pola 40,000 corone;


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b) per impianto di stazioni di segnalazione ed osservazione nell 'Istria e nella Dalmazia 20,000 corone; e) 1a rata per l'armamento della corazzata O mezzo milione <li corone; · d) 1a rata per le munizioni della cora.zzata Arciditca Federico .300 mila corone; e) 1• rata per le munizioni dei monitor i Danubiani Temes e Bo· d rog varati alla fine d i mar zo u. s. e per i 5 battelli pat tuglia in co.st,ruzione 200,000 corone. SQUADRA lHNFOR.ZATA PE:R 1.,E MANOVRE ESTIVE. La Reichswehr pubblica che col 15 giugno sarà costituita la squadra r inforzata, la qnale compirà manovre nell'Adriatico durante tutto il periodo estivo. La squadra, agli ordini del contr'ammiraglio von Ripper, si comporrà dellE\ seguenti unità : 1 • divisione, al comando diretto del com.andante della squadra, ,corazzate d i la classe IIabsbu.rg-Arpad e Babenbe1·,q. 2• d ivisione al comando del contrammiraglio Beck nob. von ViTelIst,aedt, corazzate di. 1 a classe iYlonarch- Wien e Bitdapest. Flottiglia di to rpediniere, al comando del capitano di vascello ]Yiauler von Elisenau, incrociatore di 3• classe Z enta, cacciatorpe<liniere Satellit-)v[eteor e .Komet, due torpediniere di alto mare e varie torpediniere di 1" classe.

. FRANCIA. LA. RII>UZIO~E DEL SERVIZIO MILI'rAn.m. - Nella seduta del 1 ° mario c. a. l'on. Ber teaux presentò alla Camera dei deputati la relazione sul progetto di legge per la riduzion e a due anni della <lurata del servizio nell'esercito attivo, progetto che fu già approvato <lal Senato, lo scorso anno, con _notevole maggioranza. (Vedi Rivista miZitar(J del 16 a_!)rile e 16 agosto 1902, 16 marzo e 16 luglio 1903). Questa relazione studia accuratamente t utti i lati dell'interessaute problema.. · Premettendo una esposizione storica delle vicende per le quali passò la legge su l reclutamento dal 1790 fino ad oggi, dimostra ,come -i'l principio generale del servizio militare p ur rimanendo, iin d'allora, sanci to in t eoria, non fosse mai stato co1;r1pletamente applicato a causa delle molte eccezioni che ad esso furono fatt.e.

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. Pone quindi in luce i difetti della vigente legge di recl utamento ed,. in special modo, la poca solidità dell'esercito mobilizzato a causa della grande di versità d'istruzione ricev uta da.gli elementi cbe lo compongono, giacchè da un servizio attivo di tre iirmi si. scende fino a pochi mesi di servizio. Il relator e fa poi la storia delle discussioni ayvenute iri Parlamento sulla riduzione della ferma e ricorda le continue opposizioni del governo che si mantenne sempre fedele all'err oneo concetto di dare le maggiori cure alla solida costit uzione del nucleo permanente di pace, illuderitlosi che esso avrebbe saputo plasmare .a tt,orno a sè il res to dei richiamati cbe, in r ealtà formano J.a g ran massa dell'esercito. Ed appoggiandosi ~lle a.ffermazioni deo·li stessi -oppositori della riduzione della ferma, dimostra come in d ue anni si possa completare l 'istruzio11e tecnica del soldato cli qualunque arma, compresa. la cavalle.ria, a patto cli dedicare totalmente tutto il t empo disponibile all'istruzione militare, adibendo ai servizi. ac0essori quella parte del contingente a.unno che per difetti fisici non è atta al servizio attivo, pur conservando sufficienti attitudini per i servizi accessori. Il progetto di legge presentato alla Camera dei deputati apr.orta i:on poche differ enze rispetto a quello già votato dal Senato . e di esse le principali tendono ad assicurare sempre più il mao·~ giore effettivo possibile all'esercito, a democratizzarne l'elemen;o professionale, ossia la classe degli nf:ficiaJi, ed a ridurre il pii1 possibile l'aggravio finanziario che la legge di due anni apporterà allo Stato . Le principali differenze sono le seguenti: (Vedi Rivista militare. del 16 marzo l903ì. 1. È stata rissata l'indenni tà da concedersi alle famiglie deo-li incorporati. i quali compiono effettivamente i dover i d/ soste;ni i ndispensabili di. famiglia, in rag ione di lire o,1t a1 giorno. Per questa indennità concorreranno i Comuni per il 10 %, i dipartimenti per il 15 °/0 e lo Stato per il 75 °; 0 • 2. I g iovani classificati nei servizi ausiliari potranno, dietro loro domanda., essere rima.ndati 3 anui di seguito, purchè accettino di compiere il loro servizio_anche presso le truppe nel caso che fossero riconosciuti atti ad esso prima dell'età di 25 anni. I giovani rimandati due . volte e non riconosciuti atti nè al sei·vizio attivo nè a qnello ausiliario, deb bono presentarsi ogni anµo, fino al 25° anno, al consiglio di revisione, il quale può dichiararli


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mobi1izzabili in caso d i g uerra se le loro condizioni fisiche si sono migliorate. 3. I giovani ammessi alla Scuola politecnica ed a quella di Saint Cyr dovranno co11tra.rre, a partire dal 17° anno al più presto, un arruolamento di 4 anni almeno e dovranno compiere in un corpo di truppa 2 anni di servizio prima di entrare alla Scuola. Se dopo questo tempo supereranno l'esame di capo seziorie (plotone), saranno· ammessi alle Scuole come sott-Otenenti di riserva allievi, donde poi usciranno sottotenenti dell'esercito attivo. Però i due anni _previsti dalla legge per essere promossi tenenti dateranno dal giorno in cui ottennero il grado di sottotenente di. riserva allievi. Con questa importante disposizione la Comrnission de l'a1·rnh ha voluto affermare sempre più il principio dell'assolut a eguaglianza di tutti i cittadini r ispetto all'obbligo del servizio mi li tare, affermazione cbe è stata ancora maggiormente completata dall'abolizione dei privilegi che il Senato aveva accordato ad alcune scuole civili, come la scuola normale s uperiore, la scuola forestale, ecc., facendole tutte rientrare nel diritto comune. D'altra parte essa ba dato, in compenso, agli allievi delle scuolo. militari due vantaggi : la possibilità di arruolarsi all'età eh 17 ,rnni ed il diritto che i due anni richiesti :falla legge sull'avanzamento· per la promozione a tenente decorrano dal momento in cui entranoalla scuola. In tal modo, mentre col testo del Sena.to occorrevano· 5 anni per raggiungere il grado di tenente, cioè uno passato in un corpo di truppa, due come allievi e due come sottotenenti, col testo della Camera bastano 4 anni, due p resso le truppe e due a.Ile scuole some sottotenenti di riserva allievi. 4. In base allo stesso principio di eguaglianza sono state modi:6.cat,e anche le disposizioni riflettenti gli allievi in medicina., farmacia e veterinaria. Questi, alla loro ammissione alle scuole, contraggono l'irr..pegno di servire nell'esercito attivo almeno per 6 anni do po l'uscita delle scuole se superano gli esami finali, od almeno per 3 anni in caso contrario. Gli uni e g li altri compiono, dopo la scuola, i loro· due anni di servizio come ciusiliari col grado di sottufficiale. In seguito, i primi entrano nelle scuole di a.pplicazione col grado di sottotenente; i secondi, se riescono a superare l'e· same che dà diritto a questo grado prima della fine del loro arruolamento, sono ammessi alle stesse scuole. 5. È costituita la tassa militare per le seg nenti categorie: a) per gli esenti dal servizio per inattitudine fisica tale eh& non impedisca di lavorare, quando ·essi ed i loro ascendenti di

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1° grado siano soggetti ad una contribuzione persona.le mobiliare superiore a lire 10 (parte che spetta. allo Stato) . La tassa dura 3 anni. b) per tutti gli uomini in congedo che all'atto del loro passaggio nell'esercito t,érritoriale non giustifi chino cli essere ammogliati o padri di :figlio legittimo o naturale riconosciuto e che siano soggetti all'imposizione tributaria su indicata. La tassa dura per tutto il tempo in cui essi restano assegnati all'esercito territoriale alla sua riserva, ossia 12 anni. È da notarsi che questa disposizione sarà. subito applicabile a tu t ti gli individui che, al 1° gennaio dell'anno in cui la tassa andrà in vigore, si troveranno inscritti nell'esercito territoriale O nella sua riserva. L'ammontare della tassa militare sarà, per gii esenti dal servizio, di due volte e mezzo la contribuzione personale mobiliare (parte dello Stato) ; e se l'indivi.dno avrà ancora uno dei suoi ascendenti di 1° grado, essa sarà. aumentata del quozient,e ottenuto dividendo due volte e mezzo 1a contribuzione personale mobiliare dell'ascendente maggiormente tasstito per il numero dei :6.gli viventi. Per i tassati dell'altra categoria si seguiranno le stesse norme calcoland o però la tassa. sul doppio della contribuzione personal~ mobiliare (parte dello Stato). 6. I r ichiami per istruzione sono così stabili ti : a) g~i uomini della riserva dell'esercito attivo sor,o obbligati a prendere po.rte a due manovre, ciascuna della durata d i .l5 giorni effettivi, non compresi l'arrivo e la partenza; b) g·li uomini dell'esercito territoriale sono soggetti ad un periodo di esercizi della durata di sei giorni effettivi non compresi l'arrivo e la partenza. 7. Oltre gli arruolamenti volontari di 3-4 e 5 anni, è concesso ai g iovani che abbiano almeno 18 anni e siano fomiti del certificato di attitudine militare (1), di chiedere di essere incorporati prima della loro classe, contraendo un arruolamento di 3 anni. Però do po 2 anni d i servizio essi potranno essere inviati in congedo purchè abbiano ottem{to il certificato di attitudine alle funzioni di capo sezione e si obblighino di far~ ogni 3 anni, durante tutta la durata dei. loro obblighi militari, 15 giorni completi di servizio nella riserva e 6 giorni cimpleti nella territoriale. (I) Que; to cerl.in~ato fu i.<tituito co n legg!; !'IP.li' 8 aprile {903, e <lii faco lt.à ali' in· scritto che ne è forn ito di 11oter esser promosso capora le dopo i mesi di servizio anzi ch e 6. ,

74. -

ANNO XLIX.


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8. Il numero dei sottufficiali e dei caporali raffermati non potrà superare, rispettivamente, i due terzi ed un terzo dell'effettivo dei mili tari di ciascun grado. Il numero dei soldati riassoldati per un anno potrà superare l' 8 °/0 dell'affettivo di mobilitazione delle . compagnie del tempo di pace nelle t ruppe a piedi e nel treno, ecl il 15 % dello stesso effettivo degli squadroni e delle batterie: 9. Oltre gli impieghi civili previsti dal testo yotato dal Senato per i sottufficiali con 10 anni d i servizio e per i militari di ogni grado con 4 anni, sono accordati impieghi civili ai semplici soldati che abbiano compiuto almeno 3 anni di servizio, e ciò per favorire i riassoldamenti nelle armi a cavallo e per le truppe di copertura. 10. Nessuna i1ripresa industriale o commerciale potrà ottenere un monopolio od una sovvenzione dallo Stato, dal dipartimento o dal comune, se non si obbliga di serbare per gli ex-militari tutt,i gl' impieghi per i .qu,1,li non occorrano cognizioni speciali. 11. I francesi od i naturalizzati francesi, resideµti in Algeria e Tunisia, potranno essere congedati dopo un anno di servizio, purchè abbiano la voluta istruzione e si obblighino · a soggiornare in .Algeria od in un colonia o paese di protettorato fino al loro passaggio nell'esercito territoriale. Coloro che risiedono in un al tra colonia, ove siano corpi di truppa, sono incorporati in questi e potranno essere congedati dopo 6 mesi alle condizioni su indicate. Quest'ultimo beneficio è accordato anche a coloro che risiedono all'estero, fuori di Europa, i quali saranno incorporati iH un corpo d i truppa della pii'1 vicina colonia. 12. Appena prolungata la presente legge cesseranno gli arruolamenti volont,ari per 3 anni, previsti d'alla vigente legge·sul reclutamento ed entreranno in vigore tutte le nuove disposizioni riflettenti gli arruolamenti ed i riassoldamenti; la .classe sarà incorporata prima del 10 ottobre. Dal 1° gennaio seguente saranno applicate tutte le altre disposizioni della legge stessa. Gli uomini incorporati per 3 anni il 1° ottobre che segue la promulgazione della legge saranno soggetti a soli ~ anni di servizio. 13. È abolita la facoltà che il testo del Senato accordava al ~inistro della Guerra, di poter ·conservare sotto le armi, per un periodo di 2 anni <;topo la messa in vigore della legge, tutte o parti delle classi g ià incorporate.

CALCOLO DEGLI EFFETTIVI RiSULTANTI DALLA LEGGE DEI DUE ANNI. - La relazione dimostra come colla nuova legge si verrà ad avere un eft'ettivo maggiore che con quella vigente. Infatti l'effettivo bilanciato, secondo il bilancio votato nel 1904, è di 515,600 uomini. Ma q uesta cifra comprende anche gli individui assenti per malattie, licenz6, 6CC. il cui numero si calcola del!' 8 %, per cui l'effettivo reale attuale è di 474,350 uomini. Colla legge dei due anni l'effettivo bilanciato risulta di 504,700 uomini; e siccome essa limita il numero dei giorni di licenza che ogni incorporato potrà ottenere, si può valuta.re al 5 % la deduzione da fare per le RSSeuze in genere. Da ciò risulta che colla legge dei 2 anni l'affettivo netto sarà di 479,500 uomini, con una differenza in più di 5,150 uomini rispetto all'effettivo netto attL1ale.

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CONSIWUENZE FINANZIARIE DELLA LEGGE. - La nuova legge apporterà le seguenti nuove spese: 1° per l'indennit.à alle famiglie dei sostegni indispensabili incorporati e per i soccorsi .alle famiglie dei riser visti e territoriali richiamati per istruzioue . L. 11.850.000 2°1 per la sopp{·essione dell'attuale tassa militare » 2.400.000 3° per l'aumento di spesa dovuto al pagamento degli stipendi ai sottotenenti di riserva allievi delle scuole militari » 1.000.000 » 8.824.500 4° per i vantaggi concessi ai riassoldati » 5° per le differenze negli effett,ivi medii 2.163.000 Tota.li delle spese L. 26.237.500 compresa la parte spettan te a1 di parti menti (L. 1. 710.000) ed ai comnni (1.092.500). · A queste. cifre fanno riscontro le seguenti economie e nuove nsorse : 1° per la d imin uzione della d urata dei richiami alle armi per istruzione 4.850.000 4.800.000 2° provento della nuova tassa militare Totale 9.650.000

In consegL1enza l'eccedenza di spesa prodotta dalla nuova legge sarà di L. 16.587.500, di cui 2.802.500 a carico dei dipartimenti e dei comuni e 13.785.000 a carico dello Stato.


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Inoltre la relazione nota che a questa somma occorre aggiungere l'aumento di spesa per il bilancio delle pensioni, aumento che, nelle previsioni più sfavorevoli, si r itiene non possa superare un milione, incominc.iaudo a farsi sentire fra 15 anni e raggiungendo il suo ma~simo fra una cinquantina di anni. Però la· nuova legge s ui q[ut.dri, attualmente in preparazione, mirando ad una migliore utilizzazione degli effettivi, delle tru ppe coloniali e delle trnppe d'Algeria, da.r à luogo a nuove economie che attenueranno, in larga. misura, i 13 o 14 milioni di nuove spese.

p robabile l 'in vasione del territorio fino alla linea di d ifesa , d i :Parigi nei pr imi 15 g iorni dopo la dichiarazione della guerra, ,giacché, prima che la mo bilitazione sia completata, l'esercito tedesco potrà porre in linea un numero ben maggiorè di sottufficiali raffermati e più di 200,000 uomini delle tre armi, completamente istruiti. Invece, da parte sua, l'eserci to fr.i ncese avrà da opporre solo un 150,0UO uomini appartenenti o.lle tru ppe a p iedi e quindi completa.r.nente istruit i, e d ei «principianti » ar tiglieri e eava.lieri poiché tali sono gli uomini assc->gnati a queste armi nel loro se-condo anno di servizio. ' Con la pres~nte proposta di legge sono, al contrario, mantenute tutte le promesse fatte al paese, la dura.ta del servizio è r idotta di piL1 della metà per l 'in sieme d ella gioventlt fra.ncese ed è uguale per tutti. Dal 1889 in poi, un terzo dei contingenti annuali é stato chiamato per un sol.o anno ·a.i servi,do, e nessuno ha mai messo in dubbio che un anno . non sia sufficiente per dare, a coloro che servono nell.e truppe a piedi, l'istruzione e l'educazione milHa.ri in d ispensabili. · Col!' a.ttua le proposta si ha. il vantaggio di sostituire coloro che attualmente fanno duo o t re a uni d i servizio con individL1i che si leghino volontariamen te per 5 anni, dimodochè tutte le trnppe' a ,cavallo, l'artiglieria montata. e più della metà delle truppe a piedi · saranno costituite con elementi a lunga ferma. Per rispondere alle due principal i obbiezioni che, naturalmente, sorgono contro una simile proposta, cioè la possibilità di trovare sì gra.n nu mero di volontari e la spesa a cui dovrà fa.r fronte lo Stato J;>0r allettarl i,. la rela.zione ri tiene che non sarà d ifficile ottenere i. 280 mila volontari occorr enti appoggiandosi alle seguenti ragioni. Negli ultimi anni, al di fuori degli arruolamenti contratti nella marina e nell.'esercié;o colouiale, si sono avuti 20,000 arruolamen ti volont;ari per tre, quattro o cinque anni, in parte allo scopo di antecipare il servizio militare, ma la parte maggiore al solo scopo di por,er scegliere il r eggimento. È da ritenersi qui ndi cho aggiungendo a questi vautaggi una conveniente indenrii tit, non verrebbero a mancare i 70,000 volontar i occorrenti annualmente. In ogni modo, per nou correre alcuna alea, il ministro della gL1erra s areb be dalla legge obbligato a t rattenere sotto le armi dopo il primo anno di servizio, i l numero di sold ati occorrenti per completare g li effett,ivi in deficienza di arruolamenti volontari. In quanto alla spesa, la relazione nota ch e, ritenendo sufficiente un p remio d i 150 franchi l'anno, essa aumenterebbe a 42 milioni.

A LTRA PROPOSTA DI LEGGE PER LA . RIDUZIONE DEL SERVI ZIO

Mentre si aspettava che la Camera dei deputati potesse iniziare la discussione del progetto d i legge per la riduzione della ferma a due anni, il part ito 11azion alista, per opera. dei ))iù autorevoli suoi rappresentanti, continuò a propugnare una riforma. militare che consentisse di costituire l'esercito con un for te nucleo d i volontari o raffermati a lunga ferma, r iducendo ad un solo anno il servizio del contingente annua.le d i leva. · Infatti nello scorso feb braio fu presentato alla Camera da un gruppo di deputati nazionalisti, fr~ cui gli on. ·c uneo d 'Ornano, Delafosse, il g enerale Jacquey, il marchese De Diou, Lasies, ecc. un progetto di legge avente per iscopo d i ridurre progressivamente ad un anno la durata del servizio obbligatorio nell'eserci to attivo, mediante la progressiva sostituzione di tutti gli uomini chiamati attu<tlmen te a fare sia .un terzo, sia un secondo anno di servizio nell'esercito attivo con un numero d i assoldati o r iassoldati volouttt.ri che servirebbero 5 anni ottenendo dei premi di r afferma. La relazione che accompagna questo progetto, dopo di aver premesso che il paese attende dalla rifo rma della legge sul r eclu tamento la più gran riduzione della. dmata del ser vizio per t ,1tti gl' individui atti alle armi, accusa il progetto di legge già votato dal Senato dei seguenti d ifetti: 1° r iduzione del servizio limitatissima, se si tien conto della proporzione degli iudividui attualmente obbligati ad uno o due anni di servizio rispetto a quelli di anni 3; 2° non ripartisce egualmente gli obblighi del servizio, giacchè, in tempo d i g uerra, lascia alle loro case più della metà dei riservisti assegnati alla cavalleria ; 3° avrebbo per conseg uenza cer ta l'invasione del terri torio fin dall'inizio d1 una guerra con la Germania e per conseguenza rnol to MILITARK -


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Però con questa riforma non vi sarà più bisogno delle raffer me con premio per i sottufficiali, i quali potranno essere scelti fra i volontari che servono 5 anni, e quindi si avrà una economia di 37 milioni. In conseguenza la nuova legge porterà solo 5 milioni di. maggiore aggravio, i quali verrebbero a ridursi ancora mao-o g1orrnente se si tenesse conto dei volontari i quali rinunzierebbero al premio in denaro per ottenere un impiego civile. Il progetto d i legge riporta integra.lrneute il testo del progetto sul servizio di due anni, già approvato dal Senato, nei punti in cui q uesto testo non era incompatibile col principio informatore delli~ legge proposta. Esso fu rinviato all' esame della Commission de l' ormée della Cu.mera.

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RASSEGNA !v!ILl'l'~E ESTERA

RASSEGNA MILITARE ESTERA

naliera per ciascun . cavallo e pone la ferratura, che occorresse dur ante le manovre, a car i~o dello Stato, facendo però obbligo ai proprietari di portare gli animali con una ferratura nuova. Nel caso che le bestie subiscano un deprezzamento per cause di servizio, il proprietario riceve una inde~~ità che è :fissata dal consiglio di amministrazione del corpo od, in ultima istanza, dal co. mandante di corpo di armata. In caso di morte, sempre per cause di servizio, viene pagato il drezzo di stima fissato dalla commissio1+e. BU,ANCIO DELLA MARIN.A.. - È stato pubblicato i l progetto del bilancio della marina francese per il 1905. Notiamo i ca.pitoli più interessanti che rappresentano differenze con quelli dell'anno in corso:

IMPIEGO DEI CAVALLI DI PROJ:'RIETA.' DEI RISERVIS'.rr DURANT.E

Una prescrizione dalla « Istruzione generale sulle manovre» stabilisco che nei corpi di annata nei quali si eseguiscono manovre di armata o di corpo di annata e, eccezionalmente, neg li altri, quando le risorse militari siano insufficienti; un certo numero di bestie da tiro o da soma possa essere preso in fitto dal commercio od utilizza.ndo quelli posseduti da.i richiamati dal congedo. Tutti i riservisti non graduati, possessori di cavalli da tiro, possono essere inv.itati a condurre seco uno o due d ì essi atti a prestare un buon servizio e ricevere l'incarico, se ne ha~no la voluta attitudine, de!Ia· condotta delle vetture; mediante un compenso giornaliero d i lire 5 per ogni cavallo, il cui mantenimento è a carico dello Stato e la ferratura a carico àel proprietario. L'autorità militare, per mezzo di manifesti e di comunicati SLÙ giornali, fa conoscere : 1° l'autorità alle quali i riservisti debbono indirizzare le loro domande; ' 2° la data alla quale detta domanda deve pervenire; 3° le condizioni alle quali gli animali debbono soddisfare. Un'apposita commissione, nominata dal comandante di corpo . d'armata, vìsil;i~ gli animali presentati per riconoscere se sono atti al servizio e stabilirne le rispettive condizioni fisiche ed il valore. La visita sì ripete dopo le manovre prima che 'gli ani inali siano resi ai loro proprietari. Una recente circola.re, in data 7 maggio c. a., a titolo cli -prova per il 1904, dà facoltà di eleva.re fino a 7 lire l'indennità gior-

Differenze

LE MANOVRE. -

CAPITOLI

in più

7. Equipaggi della flotta ,

rn,

Viveri (acquisti) .

28, Trasporti generali ~el materiale 27. Costruzioni nuove -

Salari .

28.

Materiali .

Id.

-

29, l\fanutenzione -

Salari

30.

Materiali

-

Id.

32. Servizio generale -

in meno

Somma

stanziata per 11 1905

1,200,000·

40,182,022

640,000

l '1,089,237

815,000

1,975,000 86,137 1,053,000

66,137 564,000

Materiali

288,000

83. Costruzioni · nuove affidate alla in. dustria 2,760,000

51,500,000

ARTIGLIERIA.

85. Riparazioni e approvvigionamentiSalari . . , . . . . 36. Riparaz ioni e approvvigionamenti· Materiali . . .

166,000

2,358,150 15,800,000

!l84,!l72

37. M;i,nutenzi_one -

Salari

80,000

630,000

38.

Materiali

Id,

-

30,000

4,700,000

Salari

50,000

1,700,000

· - · Ma terialì

500,000

l,'122,600

3!l. Servizio gene rale 40.

Id.


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[~ASSEGNA MILI'L'ARE ESTERA

RASSEGNA MILITARE ESTERA

Le spese previste in totale ~~candono a L. 316,068,813 con un aumento di L. 5,240,176 sull'esercizio in corso.

oitazioni e specialmente nel tiro e nella condotta del fuoco. Le a ltre 4 settimane dello stesso periodo d'istruzione sono poi tras corse presso i reparti d i truppa, ai q11a.li g li aspiranii ufficiali sono assegnati . Anche nel 2° periodo d'istruzione B, pure d i 8 settimane, pare, -che i d ichiarati idonei nel primo peri.odo, siano n L1ovamente riuniti per qualche tempo ai campi d'ist,ruzione di corpo d 'annata per il perfezionamento delle attitudini tecniche acquistate nel 1° per iodo.

TRUPPE INDIGENE. - Un decreto del 22 aprile decorso stabilisce, in esecuzione alla legge 30 marzo 1902 sull'organizzazione delle truppe del Sahara, la formazione di una nuov~ compagnia desbnata ad occupare la valle della Saoura (territorio dei Beui Abbes). Questa compagnia comprende 5 ufficiali e 194 uomini di truppa (26 francesi e 168 indigeni), provvisti di cava.Ili o di dromedari (meharis) ad eccezione degli uomini destinati a servizi sedentari (operai, inferroièri ecc.). La compagnia è dotata d i alcuni pezzi da montagna trasportati da muli. Il decreto in data 19 settembre 1903 modificante l'organizzazione e la r ipartizione delle truppe coloniali, prevedeva la formazione di un nuovo reggimento di tirailleur.s senega.lesi. Le prime unità di questo reggimento sono attualmente in via di formaz ione a Grand-Lahou (golfo di Guinea) ove son giunti gli ufficiali ed i grad nati francesi destinati a costituire i quadri. GERMANIA. l\foDI.h'IC.AZIONI APPOR'l ' A'l'lI ALLA ISTRUZIOKE DIWT,I ASPIRANTI

DELL'ESERCITO GERM.Ai:-rrco. - Come si sa, gli ufficiali dì complemento dell'esercito germanfoo provengono quasi t utti esclusivamente dai volontari di un anno. Questi sono congedati col grado di sottufficiale e per conseguire quello di ufficiale sono sottoposti a due periodi d'istruzione speciale A e B, amhedue d i 8 settimane, compiuti nei due anni successi vi . al loro congeda.mento. QL1esti periodi d'istruzione erano prima svolti presso i reparti di truppii a.i quali gli aspiranti ufficiali di complemento venivano assegnati dai comandi di corpo d'armata. Ora il Ministero della g uerra, nella inten~ioiie di miglioritre l'istruzione teorico-pratica di detti ~.spiranti ufficiali, ha disposto in linea di es1)erimento per 3 anni, cioè fino al 1906, che, per le prime -1 settimane del periodo d'istruzione A, essi siano riuniti per corpo d'armata in una compagnia specia.Je e vengano esercitati ai campi d'istruzione nel comando di trupp1~ nelle varie eserUFE'IOIALI DI COMPLEM)<;NTO

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l\foVDil.i:NTO NEGLI Al, TI GRADI DELL'J<;SERCITO GERMANICO. -

Decreto del 1 ° ma.ggio c. a: Genera.le di fanteria von Lincleq11,ist, aiutante d i campo genernle d i 8. TuL l'imperatore e comandante del XVIII corpo (Frankfor t am l\fain) nominato ispflttore generale della III ispezione d'armata (Hannover), cioè al posto rimasto vacante colla morte del feldmarschall conte von Waldersee. 'l'enente generale von Eichh01·n, comandante della ga d ivisione (c+logau), nominato comandante del XVIII corpo. Tenente generale von Woyrch inca.ricato del comando del VI corpo (Breslavia) nominato comandante effettivo dello stesso corpo. Maggior generale von Werùil c0mandante della 9a brigata di fanteria, promosso tenente generale e nominato comandante della 9" divisione. 'l'enente generale Frhr, von Schele, governatore di Magonza, collocato a disposizione con pensione e contemporaneamente nominato governatore della Casa invalidi e veterani di Berlino restando .ad essere inscritto nell'Annuario fra i generali in attività di servizio. Tenente genera.le von Voyg.t, comandante della 14a divisione (Dusseldor±). nominato governatore di Magonza. Decret-0 3 maggio c. a . Tenente generale Bliedung ispettore della ispezione di Landwehr a Berlino, collocato a disposizione con pesione, in seguito a propria domanda. Decreto 16 maggio c. a. Tenente generale von 1'1·otha, comandante della 15a d ivisione ('frier), nominato comandante delle ·truppe coloniali del sud-ovest dell'Africa. · · Decreto 22 maggio c. a.


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RASSEGNA MILITARE ESTERA

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lL<\SSEGNA MILITARE ESTERA

Maggior generale von Oollani, comandante della 36 brigata di fantéria, promosso tenente generale e nominato comandante della. 16' di visione. 4

RENO A MAIl 1° maggio c. a. fu inauguraito alla presenza di S. 1\1. l'Imperatore di Germania il ponto ferroviario .del Reno a Magonza « Kaiser briicke » , che mette in diretta .comunicazione Magonza con vVjesbàden. Esso è lungo 915 metri e costa, unitamente agli allacciamenti ferroviari, marchi 12,837,000. La sua costruzione, si afferma, risponde ai req.uisiti necessari per grandi .trasporti militari, nonchè a tutte le .esigenze di difesa e di sbarram~nto in cas<> ' di guer~·a. Questo nuovo ponte, oltre a favorire le comnnicazioni attraverso al Reno fra la Germania del sud-ovest e, Wiesbaden, assume dal pnnto d i vista strategico grande importanza, come fu già r itenuta. nel 1869 dal g rande stratega von Moltke, ricordato nei .discorsi di inaugurazione del Ministro dei lavori pubblici von Budde e dallo stesso Imperatore. INAUGURAZIONE DI UN PONT E F F~ RROV1AR.IO SUL

GONZA. -

PERIODO DELLE MANOVRE IMPERI ALI. Il g iornale berlinese Die Post del 17 maggi~ c. a. accennando alle manovre di divisione e di corpo d'armata, che avranno luogo per il corpo della guardia fra Zossen e Ji.Herborg dal 18 al 28 agosto, pubblica le seguenti notizie sulle manovre imperiali di quest'anno : Le manovre imperiali fra il corpo della guardia (Berlino) ed il IX corpo (Altana) si svolgeranno dal 5 al 13 settembre a nord e nord-est di Hamburg. Il 2 detto mese avrà luogo la rivista del corpo della guaudia al campo di manòvra di Tempelhof presso Berlino ed il 4 le truppe ·saranno inviate per ferrovia ad A~tona. Il 1 3e 14 settembre le truppe rientreranno alle loro guarnigioni. La classe anziana del corpo della guardia sarà congedàta il 15 settembre.

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1° Konig Wilhelm,, varato nel 1868 Gr andi incrociatori 2° Kaiser . . . . » » 1874 , 3° Deut.~chland • . » » » 1° Zieten . varato nel 1876 . 2° 1We1·kur . » » 1885 . Piccoli incrociatori 30 Alexan dnne » » » 4° 111eteor . » » 1889. L ' incrociatore Z ieten passa· nella classe delle navi speciali, gli altri in quella delle navi · da porto.

l

OLANDA. DATI RELATIVI AL NUOVO OANXONE DA CAM PAGNA A 'l'IRO RA·

(V. Rivista Militare, 16 marzo 1904) : mm . 75 Calibro . Lunghezza del pezzo (30 calibri) m. 2,25 Altezza dell'asse del pezzo sul terreno. >> 0,983 Peso del pezzo. kg. 350 » dell'affusto » 600 )) » del pezzo in batteria . D50 » dell'avantreno completo » 800 » del cassone . » 1?800 » della g ranata » 6 » dello shrapnel , (2:i'O pallette di 11 g r.). » 6 » della carica completa >> 7,650 · 40 Numero dei colpi contenuti nell'avantreno. >) » » 104 nel cassone. , 7 elocità iniziale. m. 500 » 6,400 Portata massima nel tiro a granata » » >> shrapnel » 5,600 ·Rapidità di tiro al minuto. colpi 20

PIDO, S I S'.L'I-.;MA KRUPP

PORTOGALLO.

RADIAZIONE DI NAVI DA GUERRA. - Per disposizione ministèriale del 3 maggio c. a., in seg uito aq. approvazione di S . l\:L l'Imperatore, sono stati tolti dalla lista dei grandi incrociatori e da. quella dei piccoli le seguenti navi da guerra non più rispondenti a.lle odierne esigenze di combattimento: ·

Nuovo MATERIALE PER L'ARTIGL!lm1 A DA CAMPAGNA. - Il governo portoghese ha firmato un contratto colla casa SchneiderCanet per la fornit ura di 36 batterie (144 pezzi) di cannoni da campagna a tiro rapido. L'importo della comrnissione, comprese


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RASSEGNA MILITARE ESTBR,A

RASSEGNA MILITA.RE ES'l'ERA

.1e munizioni, ascende a franch i 8.333.280. La conseo·na del inate. b

Però fin dai primi tentativi per formulare proposte concrete su cui basare il nuovo progetto di le~g·e di 20 milioni, saltò subitoagli occhi dei legislatori improvvisati che molt,a parte dell'economia avreb be do vuto gravare sui lauti salari degli operai degli stabimenti militari, nonche sul soldo e sul vitto della truppa, il quale ultimo da pochi anni ara stato, con grave sacrificio del bilan cio,. notevolmente migliorato. Ciò avreb be reso tale propost,a di legge. assolutamente impopolare, ed è ovvio ritenere che al referendmn,. sarebbe misera mente naufragato. Il comitato del. p arti to decise perciò di abbandonare la cifra. fissa de' 20 milioni e di adottare invece e proporre alla riunione cli Lucerna, che doveva aver luogo il 4 aprile scorso, il progettocompilàto dal maggiore Mtillcr; secondo iì quale il soldo della. t ruppa non solo non do veva essere diminuito, ma veniva portato, ad 1 franco (ora è di 0,80), e le spese militari invece d i esserecontem1te in lim'iti rigidi, venivano :fissate a lire 7 per testa. Perciò con una popolazione cli 3,315,443 abi ta11ti (censimento l. 0 dicembre 1900) il bilancio militare veni va ad oltrepassare cli pocoi 23 milioni. Non dovevano però g ravare snl bilancio le spese straor-clinarie per grandi acquisti di materiali nè quelle per l'assicurazione dei militari. . P r ima ancora però ·che avven isse la riunione generale dei dele- · gati socia.Iis t,i a L ucerna, già si sapeva che molte sezioni e spe-cialmente qnelle dei cantoni tedeschi erano avverse a.ll'iniziativa. antimilitare. Si prevedeva infatti, ed il comitato non ne faceva. mistero, che per poter resta.re nei limiti clelìa spesa si sarebbedovuto ricorre re alla riduzione del reclutamento annuo, intaccando così il principio, eminentemente na.zionale e democratico, del ser-vizio personale obbligatorio per tutti i cittadini validi. Alla riunione di Lucerna le due proposte, quella dei 20 milioni adottata dagli intransigenti· e quella r dei 7 fran chi per testa presentata dal comitato del partito, furono votate entrambe; e, ad onta delle previsioni, fn la p roposta più radicale quella che ri-portò maggior numero di suffragi ( dei 188 delegati, solo 89 pre-sero parte al voto; di questi 67 votarono pei 20 milioni e solo 22; la proposta del' comitato). Quando però si trattò di votare se la proposta dei_20 milioni. doveva o no es.sere portata davanti a l popolo, allora ben 119 de-legati votarono pel no, contro solo 18 favorevoli.

i:iale deve essere effettuata nello spazi~ di qui ndici mesi.. POLVERE PER ARTWLIERIA. Sono stati pnbblicati i risulta ti ,ottenuti nelle esperienze esegnite al forte D. Maria Pia colla n uova polvere preparata dal maggiore Saverio Barre€o dell'artiglieria por toghese. Questa polvere è a forma di cilindri cavi aventi 10 mm. <li diametro, 10 di altezza e 0,0025 di spessore. Nelle esperienze -eseguite col. pezzo da 15 , con ca.rica di 7 kg. e proietto di 40 si ,e ottenuto una velocità in i7,iale di_<:i98 metri, o 50 metri dalla bocca., ed una pressione di 2039 atmosfere. In condizioni identiche la polvere senza fnmo Krupp ha da to ,una veloci tà iniziale simile (697 m.) sviluppando però una pressione molto maggiore (2500 at mosfere). · Si ri tiene che la polvere Barreto verrà adott,al-,a dal gqverno portoghese come polvere regolamentare.

SVIZZERA. RIORGANIZZAZION!n DELL'Alt'J.'JG:IJIERIA DA CAMPAGNA. - Al Consiglio naziomtle e al Consiglio degli Stati fu d iscusso nei giorni 13 ,e 14 ap rile scorso il progetto di riorganizzazione dell'artiglieria da -campagna, di cui abbiamo dato un Ja.rgo sunto nel fascicolo dello .scorso febb raio a pagina 364 e seguenti. Dopo breve discussione ed un tentativo. di opposizione, fa tta da <lue oratori d i destra, sull'articolo riguardante 'g li effettivi da stab ilirsi con ordinanza del Consiglio Federale, la legge fu votata nella sua integrità. INIZIA'l'IVA ANTIMI LITARE. - I delegati del partito socialista, n ella riunione di Olten del 4 ottobre scorso anno, avevano deh bernto di prendere l'iniziati va per far ridurre il bilancio della guerra · a 20 milioni (ora supera di poco i 29 milioni) . È bene ricordare che il 25 dello stesso mese il popolo svizzero avrebbe dovuto pronunciarsi sull'adozione o meno della legge del 12 d icembre 1902 (stata poi respinta con 146,391 voti di maggioranza) la quale comminava delle pene a chi avesse tentato di eccitare 1 soldati a commettere at.ti di indisciplina. L'iniziativa antimil itare dei socialisti doveva perciò essere come una risposta a questa legge tanto invisa al partito.


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RASSEGNA M ILITARE ESTERA

RASSEGNA MI LI'l'ARE ES'l' ERA

Così l'iniziati va antimilitare veniva seppellita da quelli stessi che l'avevano lanciata.

<lemoralizzati ed in parte messi fuori di combattimento dai pr0iet-. tili, scoppianti dietro ed in prossimi tà. del fosso. · I ti1·i' compamtivi col mortaio da 12 cm. dimostrarono la supei-iorità grandissima delle granata-dirompente e della granata-torpedine dell'obice da. 12, in confronto tanto delJa granata di ghisa che di quella d'acciaio del mor taio delle batterie di posizione. Infine nei tiri a Shrapnell, se il cannone 'da 7.5 cm. ebbe a pa1·ità di peso di ruunizion~, un vantaggio sull'obice conl;ro bersagli poco coperti, questo si diiuostrò invece superiore contro bersagl:i. maggiormente coperti. In sostanza, risultati. soddisfacenti.

. OBior DA CAMPAGNA . - Il n. 5 della Revue Militaire Suisse del corr. anno contiene una relazione dettagliata delle prove di tiro coll'obice da campagna Krupp di 12 cm. a tiro rapido e a rinculo utilizzato. A proposito di questa bocca da fuoco, nella puntata della Rivista Militare Italiana, de.I 16 giugno 1903 si d iceva che essa era destinata a sostit nire ·gli attnali mortai da 12 delle batterie da posizione, i quali, a detta del maggiore Bornstetten, autore della relazione in esame « debbono essere assoh1tamente sostituiti, perchè di gittata troppo breve, perchè richiedono troppo tem po per la messa in batter ia, sia infine J)erchè provvist,i di mezzi di puntamento rudimentali». Ora però sembra che scopo primo di queste prove non sia pit1 la sostit,uzione, bensì di trovare un a bocca da . fuoco per la creazione di un'unità tattica speciale, la quale costituirebbe un'A1·tiglie1·ia Pesante cl' Armata, a d isposizione del comandante in capo da impiegarsi per il conseguimento di scopi particolari, e che sarebbe quindi indipend ente dai comandanti di corpo d'armata. È probabile per ciò che, fatta la scelta del materiale, si provvederà alla creazione organica di quest'artiglieria d'armata comprendendola nel progetto di r iorganizzazione militare, or a allo studio. Le prove di tiro coll'obi.ce da 12 cm., a t iro rapido e r inculo utilizzato, forono fatte nel novembre 1903 e consistettero : 1) in tiri di prova per consta tare gli effet ti dei d iversi proiettili sulle opere di forti ficazione da campagna, rinforzate. 2) i n tiri compa1·atfoi tra l'obice da 12 ed il m0rtaio da 12 cm. dell'attuale artiglieria da posizione. 3) in t.iri co11iparativi a. parità _d i peso d i munizioni, dello shra pnell dell'obice da J2 cm. con quello del cannone a t iro rapido da 7 .5 cm. I tiri di prova dimostrarono che le opere di for tificazione da campagna rinforzate, come quelle del Bucl1b )rg e del Jolimont (contro le quali si era dimostrata impotente l'artiglieria da poaizione) possono, benché a prezzo di un forte consumo di munizioni, esser e d istrutti dalle gnmate dirompenti dell'obice da 12 e possono essere rese intenibili, perchè i difensori saranno fortemente

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1172 RIVIS'I'A DEI PERIODICI

RIVIS11A DE[ PER[ODIOI

Rivista di cavalleria.

Anno VII, fascicolo VI, giugno 1904. L e altre anni in avanscope1·ta (continuazione e fin e) pel capitano· PE:-NgLLA. - Il Pennella continna e termina con questo luugoartìcolo la sna gar bata polemica, con l'egregio tenente colonnello Mossolin, a proposito delle altro armi nell 'avanscopor ta. Lo conclusioni, cui viene l'aL1tore, in opposizione, nella ma,ggior parte, a quelle a cui è pervenuto il suo contraddittore, sono lo seguenti, che brovemen te riassumiamo : 1° La cavalleria in avanscoporta, se vuole s~riamente d isim-· pegnare il suo manda,to, non pnò, nè deve rinunziare a.ll'a.ppoggio dello altre armi, e degli altri mezzi idonei a farle raggiungere lo scopo ; 2° L'artiglioria a cavallo, Jotata dell'a1.ione lontana che manca. alla cavalleria, è la sua indivisibile compagna; 3° I reparti ciclistici assegnati ad un corpo di cavalleria in avanscoperta sono a guesto di potente ausilio. Essi possono essere· impiegati nell'occupazione di punti import.a.n ti, negli attacchi improvvisi di colonne nemiche, tal volta a sostegno di distaccamenti di scoperta, e d i squadroni esploranti, e in determin ate condizioni, di terreno, anche nel servizio di scoperta ; 4° I riparti di mitragliatrici possono riuscire di validissimoausilio alla cavalleria in avanscoper ta, e servono mirabilmente ad accresc~re i mezzi of}'en.~ivi e difensivi, di cui la cavalleria in avanscoperta ha bisogno ; 5° Allorchè si avranno reparti d i ciclisti e di mitragliatrici organizzati su larga scala, cesserà naturalmente nella generalità. dei .casi, la convenie11za di asseg nare fanteria a piedi alla cavalleria in avanscoperta;

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6° Nessun lega.me deve crearsi fra la cavalleria in avanscoperta e il grosso corpo di truppa (divisione o corpo d'armata) che eventualmente occorre spingere innn.nzi per vincero lo resisten1.o che da sola la cavalleria non potesse superare, S& non per quel tanto cho è necessario a superaro tali resistenze. (Siamo di parere diametralmente opposto. Riteniamo cioè che normalmente sia necessario od utile l'impiego di Ulla forte avanguardia stratogica l)er armata, e d i cui faccia parte la massa di carnlleria); 7° Kon com·iene alleggerire nò il parco d'artiglieria nè alcuna parte del carreggio, attualmento addetti allo nostre di.visioni di caYalleria, per ossere rigottati duraute l'avanscoper ta, alla coda di uno dei corpi retrostanti dell'armata . Tale misura la legherebbe al grosso dell'armata, con grave pregiudizio della sna mobilità cd i ndipondenza; 8° Il regola.mento di ser,izio in guerra, riguardo al servizio di :wanscoperta, donebbo contenere soltanto i critori e le direttive generali; i piirticolari relativi alla sua esecuziono dovrebbero essere raccolti in una istruzione speciale dell'arma. Ottimo studio. Cavalleria indigena, Jler CESARI~ NOSEDA, Lenente allo squadrone indigeni. - Interessante scrittura., nella quale si dii;corre molto bene doi cavalli, dei cavalieri e della grande diffei·enza che passa tra nno squadrono ita.liano ed uno squadrone indigeno, come lo dimostra il r egolamento spocia.1e ller la cavalloriii indigena, la quale « si potrebbe quasi pensat·e che ossa. rappresent,i una specie di fanteria montata, possedendo però, nollo stesso tempo, tutte le qualità. di uu'vttima cavalleria: l'ardi tazza, i mezzi del celere trasporto, la mente aperta per intuire e l'occhio acuto ed intelligente per scoprire». L'autore traccia quindi un quadro a gri\ndi linee del servizio, che la cavalleria sarebbe chiamata a disimpegnare, nel caso di guerra in Africa. Ma la cavalleria bianca, che ivi fosse inviata clall' Italia, sarebbe più d'impaccio che di utilità per la preoccupazione del vettovaglia.mento, e per la nessuna conoscenza del paese e della lingua, e per dover manovrare in terreni rotti e difficili, sni monti o in fondo t\lle valli o per viottoli sassosi e ripidissimi. Il No!!eda perciò propone di tenere sotto le armi in tempo di pace una buona cavalieria indigena di 150 uomini, i quali, all'occorrenza, potrebbero 75 -

ANriO Xl.IX.


RIVISTA DEI PER!ODICl 1174 dare ottimi graduati, ed essere un elemento prezioso. Bisognerebbe però che fossero mandati dall'Italia due o tre o pii1 squadroni di cavalli scelti; la milizia mobile fornirebbe il nucleo dei combattenti, e lo squadrone indigeni darebbo i graduati e le file d'inquadramento. Gli ufficiali per questi nuovi squadroni verrebbero

dall'Italia. Sette fotoincisioni bene riuscite, inserte nel testo, riproducono la sede dello squadr one indigeni a Godofelassi, il cavallo egiziano, cavalli abissini, lo squadrone indigeni a cavaJlo, il t.iro col moschetto da cavallo, e da piedi col cavallo a mano, la veduta infine di Massaua.

La, giierra 1·u.sso-giapponese, per A. V. - Ad un,t ra~ionata e~110siziooe delle cause del conflitto fa. seguito una part1colaroggmt,a descrizione del teatro della guerra. In allegato è riportato il testo della conven,,,ione couchiusa fra la Russia o la Cina 1'8 aprile 1902. P r egevole articolo, che assai promette per la continuazione del lavoro. A traverso il mondo iJJpico, per ] 'RAXCESOO L U1'INACCI, maggiore veterinario. - Con la solita competenza e col solito spirito di buonissima lega, il Lupinacci esamina la sensibilità e il senso artistico del cavallo, ambedue non meno discutibili e... liquidabili delle

altre qualità sorelle. Rivista marittima.

Anno XXXVII, fascicolo V, maggio 190d:. P eregrinazioni mCt,?·ittirne di Ulisse, secondo « L ' Ocli,ssea », ~er Studio originaJe e geniale che si legge con rn-

]'. Con.AZZINL -

teresse e diletto. .ll combustibile liqiddo - Si,e applicazioni cille caldaie maritti?1~e

(continua), per l'ingegnere

L UIGI

Gos)1A:-.I, capitano nel gemo

navale. Il prog?·esso della tiwbina a vapore (con tinuazion~ ~fine). ~ L'~utore vi propugna vivamente l'adozione delle m.otnc1 a .turbina,. in~ vece di quelle a stantuffo, e si augL1ra che gll esempi recenti di

RIVISTA DEI P ERIODJ CI

1175

Milano (Società Edison) o di Torino, lungi dal resta.re fatti isolati, sieno invece per significare l'inizio d'una tendenza volta risolutamente al nobilo intento di porre il nostro paese alla testa d i questo, come di tanti altri progressi scientifici e industriali . Il conflitto ri,sso-giapponcse, per D. Bo X,\'.\IIOO. - L'esimio autore, in questo suo articolo, pronde a disamina il primo periodo della guerra, quello cioè che sarebbe caratterizzato dalle operazioni navali pel conseguimento del dominio del mare st1fficionte alla sicure1.za del convoglio, cho debhono trasportare gli eserciti, o perciò comprende1:ebbe tutto il periodo della mobilitazione e schieramento strategico fino all'inizio dell'offensiva territori al e. Egli principin. con lo svolgere considerazioni generali, avvertendo, còn piena ragione, che la storia della guerra russo-giapponese, non può ancor a essere scritta, per deficienza di docurneuti, ed è forza adottare una forma meno perfotta, quella della cronaca "ragionata degli avvenimeuti impor tiinti, collegancloli fra loro con metodo piuttosto critico che storico. Cosl io quest,e considerazioni generali, il Bonamico viene p ure a dire delle probabili operazioni che caratterizzerebbero il seçondo, il terzo ed il quarto periodo, i quali rispettivamente sarebbero caratterizzati dalle operazioni del passaggio dello .Jalu e relative battaglie, dall'avanzata dei Gia,ppone,;i verso Mukden e Li.ao-jang, con le rela tive grandi battaglie nel caso di contro-offensiva. dei R ussi, dall'investimento dei campi militari, dove i Russi opporranno cortamente una vigorosa resistenza. I n conclusione il Bonam ico prevede, anzitutto, dopo il passaggio dell' Jalu l' offensiva giapponese verso Mukden, crede che l'obbiettivo di Por::.-Arthur 11011 caratterizzi uno speciale periodo della g uena, ma si colleghi a tutti i periodi « poichè lo operazioni degli eserciti giapponesi saranno sempre subordinate alla sicurezza de lle loro basi marittime, e questa sicurezza non sarà. mai assoluta, finchè la piazza for te non sia espugnata, ancho se l'entrata potesse essere temporaneamente ostruita». Si sarebbe quindi indot,ti a pensare che il Bonamico consideri l'espugnazione di PortArthur soltanto dal punto di vista della sicurezza delle basi mar ittime dei Giapponesi, mentre noi siamo c~ovint i, ch'essa costituisco non iin obbiettivo principale della guerra, come scrive lo a utore, 1na l'obbiettivo principale del primo periodo di essa ben . ' s' mtende tenendo conto delle eventuali operazioni del nemico, dalle quali in g uerra non si può mai fare astrazione.


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RIVIS'{A DEI PERIODICI

L'autor e pass!:. poi a prendere in esame i fatti singoli o le categorie di fat,ti simili del primo periodo, e precisamente i seguenti ;. 1. 0 la situazione iniziale ; 2° il primo a ttacco di Port-Arthur; 3° l'episodio di Cemulpo; 4° le crociere della squadra di \Vladhvostok, e relative cont roazioni della squadra g iapponese; 5° le fazioni torpediniere a . Port-ArthL1r del 13 e 14 febbraio, del 10 e 21 marzo e del 13 aprile; 6° tentativi di ostruzione del 24 e 27 marzo; 7° bombardamento di Port-Arthur; So episodio della Petropawlosck ; 9° la situazione territoriale. Egli seri ve, come quelle dei precedenti articoli, di cui già rendemmo conto, pagine sommamente importanti ed istrutt ive. Nella rubrica 1vliscellanea, come nei precedenti due fascicoli, troviamo un secondo articolo del Bonamico. - « Il conflitto russogiapponese - Avvenimenti . e considerazioni - » che è un diario degli avvenimenti svoltisi dal 10 aprile a.I 9 maggio, accompagnato da considerazioni, e facente seguito a quello del mese precedente. Il Bonamico registra, in stile telegrafico, tutti gli avvenimenti, di cui si ebbe notizia. È quind i una cronaca di molta importanza, per chi intendei·à poi, con l'appoggio di notizie ma.ggiori e documentate, scrivere la storia di questa g uerra, ma il grande pregio di questo lavoro viene ad esso dalle ragionate considerazioni dell'autore. È ammirevole la forma tacitiana con cui in poche righe il Bonamico prende nota della battaglia del 1° maggio, ed intorno alla quale fa poi le_seguenti osser vazioni: « La battaglia di Kin-lieu. fu altamente onorevole per le armi russa. Si trovarono di fronte 12,000 R ussi .non tutti impiegati, contro 40,000 Giapponesi, e, ad onta di tanta inferiorità a di una grande deficienza di artiglieria, · combatterono strenuamente dalle 5 alle 12, infl iggendo al nemico perdit e quasi eguali e poterono ritirarsi lasciando pochi prigionieri, quasi tutti feriti ». N otavoli poi sono le considerazioni marittime emergenti dalle ultime operazioni (fino al 9 maggio). Il Bouamico prevede ohe il blocco di W ladiwosto.ck assumerà le forme di un assedio ; che la squadra degli incrociatori sarà immobilizzata, e che la piazza forte prima o poi, verrà . isolata anche da terra. Circa Port-Arthur, egli

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dice, che i l suo isolamento è completo, e che, tenen.do conto dell'offensiva nemica, e del giornaliero peggioramento deaa situazione si deva concludere che la capitolazione non pnò essere lungamente differita. Altamen te egli elogia la terza opera.zione di imbottigliamento eseguita con 10 piroscafi. nella notte dal 2 al 3 maggio, che fu anche più ardimentosa ad eroicamente eseguita delle a ltre due. Egli però osserva che l'imbottigliamento ha costato 18 piroscafi di oltre 2000 tonnellate di stazza, e perciò una spesa di circa 20 milioni, per conseguire un r isultato di efficienza militare, tem poranea ~d anche problematica, « onde si può forse concludere che tali opara11,ioni; a meno cli. circostanze ccce;,ionalissima come quella di Santiago p. ~-, non equivalgono i sacrifìzi, che costano». L'ostruzione di Port-Arthur doveva, a suo avviso, essere tentata subito dopo il primo attacco, « impiegando (Jllii,lche vecchia ed ingombrante cornzzata per guidare il manipo lo delle elette agli abissi dal mare » . Nelle considerazioni territoriali il Bouam ico elozia mo lto il valore cleì le trnppe russe alla batt,glia d i Kin-lieu. ~ Egli dice che -evitare la ba:tr,ag lia sarebbe stato vergognoso; la battaglia, sebbene perduta, fu assai gloriosa per l'eserci to russo. Questo, di fronte .all'offensiva di circa 120,000 Gia.pponesi, saggi amente sta ritiran_<:losi nel Liao-tung, e nella .M:ancinria Vt1rso ·L iao-jang, « ciò che <l1most,ra sempre più non solo la grande impreparazione materiale, ma ancora quella intellettuale dello st,ato maggiore generale». Il ·Bonamico nota anche che la di fesa strategica basata sulla posi.zione di Liao-jang non ha probabilità di s uccesso, contro u·n ne~i~o audace, vittorioso, ed equipotente ; ·e pre\>ede che detta pos1,11one, secondo t utte le probabilità, verso la fìue di maggio sarà -Occupata dai Giapi:onesi ; ciò che, però, non si è ancora verificato. · In complesso le previsioni del Bonamico sarebber;o : la prossima ,caduta di Port-A.rthur, l'occupazione della posizione del Liao-jang <la parte dei Giapponesi e loro afforzamento sulla medesima; riti1·ata. dei Russi su Charbin; interruzione della ostilità d urante la prossima stagione della pioggie, e al termine di essa ripresa dell'offensiva giapponese, e quindi la grande prova decisiva « che sarà certamente t itanica».


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Revue de oa.valerie.

20• annata, fascicolo 229°, aprile 1904. ll passaggio di.ffecile - Decisione ; esecuzione. - L'autore svolge l'importante tema, riflettente i duo atti principali del comando sul terreno: decidere, eseguire. Egli intende pertanto di studiare i mezzi atti a risolvere detto problema, insieme psicologico e pratico, e che riassume quasi, da sò solo, l'esercizio del comando in ciò, che ha di più trascendentale, e di più artistico. La decisione, nel dominio tattico, si forma mediante le notizie raccolte con la cognizione più o meno completa diggià acquisita dell a situazione, colla vista presa del terreno e del nemico, ed infine, sovratntto, in conseguenza della missione da compiere e delle fasi successive, a traverso le quali passa l'attuazione della. medesima. Bisogna adunque, per prendere una decisione, che il comandante sia informato sul nemico e sul terreno, e possieda sufficiente attività personale, e le necessarie qualltà per vedere rapidamente da sè stesso, in un d~to momento. È quindi essenziale che il comando disponga di ufficiali e sottufficiali, p?·eparati dappr·ima a veder presto e a vedere giusto il terreno ed il nemico, ei a far pervenire celeramente le notizie raccolte. La. decisione a prende1si dipenderà poi dal colpo d'occhio del capo circa il terreno, dal suo carattere, dal giudizio, dall'esperienza, dalle qualità del suo spirito e di cuore, coltivate e sviluppate con la riflessione e con la pratica.. « La preparazione al comando dove essere, in una parola, lo spo?·t preferito di ogni uffici:l.le cosciente della. sua missione. » La decisione poi deve essere semplice, chiara., appropriata a.Ile circostanze, e, almeno in cavalleria, spontaneo,. È qui che f<i dimostra il tale11to del capo, fatto cli giudizio, di esperienza, e di colpo d'occhio. Ma occorre· accuratamente prepararvisi, non solo con lo studio della guerra e colla riflessione personale, ma ancora con le esecuzioni frequenti di esercitazioni tattiche. Gioveranno all'L1opo: gli esercizi sulla carta, lo manovre con i quadri e - vera scuola del comando - le esercitazioni colla. truppa, dalle piccole operazioni di plotone e di squadrone alle grandi manovre. L'esecuzione riguarda uno solo, o ·parecchi. L'eseci,zione individuale è il prodotto diretto della volontà, del !}Oraggio, dell'energia

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fisica e morale, dipende soltanto da questi fattori personali, e perciò sfugge alla discussione. L'esecuzione collettiva, per cont,ro, è alla gnerra il caso generale, ed è assai importante di studiarla. È infatti nel passaggio dalla cle. cisione di ·un solo alla esecuzione, da parte di parecchi, che sta. la grande difficoltà, e il vero problema. Per giungere ad una. esecuzione soddisfacente, all'infuori dell'istruzione manovriera delle truppe, l'autore addita come principali mezzi i seguenti : 1° un buon ordinamento del comando sul terreno; 2° lo sviluppo dell 'iniziativa degli ufficiali in sott'ordine; 3° l'impiego di disposizioni acconce a. portare progressivamente all'esecuzione; 4° meccanismi di evoluzioni e di manovra cli una. g rande semplici tà, e di una grande pieghevolezza. Lo scrittore francese si dilunga nell'esame di questi mezzi; noi non lo seguiremo, perchè l'enunciazione dei medesimi spiega. g ià chiaramente di che si tratta, e però segnaliamo il rimarchevole ed istruttivo articolo. L'equitazione di maneggio. - È nn articolo che a prima vista reca stupore, poiché lo seri tt.ore dice alla cavalleria: il nemico 1n·incipate è il maneg,qio : ma si deve poi convenire, che, nel fondo, sia puro con qualche esagerazione, vi è qualcosa di vero e di pratico nelle idee dello scri ttore francese. Egli non vuole si faccia del maneggio, e non vuole equitazione di maneggio, perché questa è assoluta.mente inutile, e non serve a nulla per la preparazione alla guerrn,. Egli vuole la si rompa con tutti quei provvedimenti arcaici, e tutto quel metodo d'istl'uzione, che è fatto soltanto per l'ispezione generale. Abbisogna quindi una riforma radicale; « benedetto sia il generale, il comitato, il ministro, che por terà arditamente il ferro caldo nella piaga!» Si propone perciò d'impartire alla recluta. di cavalleria l'equitazione del piqiumr, o quella dell'artigliere e col pensiero continuo del servizio di campagna.. Alla facile obbiezione che vi è l'addestramento dei ca.valli, e che senza buoni cavalieri non si addestrano le giovani rimonte, l'articolista risponde : cambia.mo i nostri procedimenti, i nostri metodi antiquati. L'autore insomma. vuole una. istruzione di equitazione, che basti a da.re solidità in sella, e che


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questa, fatta principalmente all'aperto, proceda in pari tempo col servizio di campagna, col maneggio delle arini, ecc. Ci pare, in relazione a. quanto sopra abbiamo già detto, che se meritevoli di considerazione sono le idee svolte intorno alla equitazione delle reclute, non si possano accettare, se non· con la massima riserva, quelle r iguardanti l'addestramento dei cavalli; ciò che implica, naturalmente, una istrnzione di equitazione assai più estesa di quella delle reclute da impartirsi al cavaliere anziano, per potersene servire nell'addestramento dei cavalli giovani. In ogui modo è un articolo che presenta molto interesse.

òoè nna scuola di reclute di 45 giorni, 5 corsi di r ipetizione di 16 giorni e 2 coi·si di landwehr d i 7 g iorni. Il problemfl. sarebbe d i ripa rtire i 140 giorni di servizio nel modo il più razionale, sopra una quindicina di anni, dal momento che è impossibile di .aumentare il numero dei giorni di servizio e adot tare il rimedio di una scuola di reclute ,più lunga e di corsi d i ripetizione più frequenti. L'antore propone scuole di reclute di 50 giorni e 9 corsi d i r ipetizione; questi ultimi da compiersi in n umero di 7 e possibilmante ogni anno per l'elite e gli altri due nella riserva.. Il servizio che un uomo av rebbe a fare si ripartirebbe allora come segue :

Revue Militaire suisse.

Elite.

:N. 3, marzo 1904. Riordinamento militare, pel capitano del genio H . LECOM'.I.'E. La revisione dell'ord inamento militare svizzero è all'ordine del giorno, e fra breve il Consiglio generale deve presentare alle Camere federali il suo progetto di rior dinamento. Scopo dell'articolo è quello di fornire una base per l'apprezzamento di quel progetto. L'autore dice che .non è questione di cambiare, in un qualsiasi senso, gli articoli costit uzionali che sono la base dell'ordinamento militare svizzero; bensì di inalzare su quella base il nuovo edificio. Sotto il termine alquanto vago d i ordiiiamento militare si comprendono essenzialmente tre cose : l'ordina1nento propriamente detto, ossia l'aggruppamento di individui in unità t,attiche e strategiche; l' isfruzione e il co'rnando, ossia l'arnministrazione. L'autore studia in modo pa1·ticolareggiato q nesti punti. Rispetto al comando si r itiene che converrà di instituire comandi permanenti per i corpi d'armata e per le divisioni coi loro stati maggiori pure permanenti. Ad essi dovrebbe spettare direttamente l'ammiuistrazione e l'istruzione delle truppe di pendenti. Cit:ca l' istruzione si , nota che il grado della medesima è insufficiente, poichè dal soldato semplice sino al comandante di corpo d'armata, ognuno è meno rotto al mestiere che negli eserciti perrp.anenti vicini. D'altra parte è certo che il popolo svizzero non può, nè vuole imporsi dei pesi militari maggiori, sia personali, sia pecuniali. Al presente il soldato svizzero fa in totale 140 giorni di servizio, ripartiti sopra un periodo di 19 anni (per la fanteria); e

20° a.uno scuola d i reclnte 21° » corso di ripetizione annuale

24°

» »

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»

26° 27° 28°

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libero.

Riserva. 29° anno corso di ripetizione biennale ,, 30° » » » 31° » » » » 32° 33° 340

10 giorni 10

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»

.,,

Si propone inoltre che siano prohmgate le scuole dei sottufficiali (attualmente di 30 g iorni). Nulla sarebbe da innovare rispetto agli ufficiali subalterni, poichè sono quelli che, relativamente, fanno maggior servizio; sarebbe invece necessario che prestassero un servizio più frequente gli ufficiali superiori, i l cui compito diviene più difficile man mano che avanzano in grado.


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Per quanto ha t ratto all'ordinamentò propriamente detto, ossia alle unità di truppa ed al loro aggruppamento, l'autore è molto breve, in primo luogo perchè ritiene presuntuoso dalla parte di un uflioiale subalterno il discutere sul numero e sull'ordinamento delle uni ta strategiche; secondariamente perchè gli par e relativamente poco importante che un dato numero di uomini bene istruiti e ben comandati siano ripartiti in battaglioni di mille o di cinquecento uomini ed in reggimenti di tre o quattro battaglioni. Eg li peraltro opina che i l battaglione piccolo, inferiore ai mille uomini, quale era fissato dalla legge del 1874, risponda meglio ai bisogni del paese. Ora che tanto si parla a favore degli eser citi di milizie non ci è parso un foor d'opera il riassumere alquanto largamente questo articolo, il quale chiaramente dimostra che l'ord inamento militare svizzero - che è l'ideale degli innovatori - ha bisogno, a detta degli svizzeri stessi, di essere modificato per rispondere alle esigenze odierne del loro paese, le quali sono poi affatto differenti e d i gran lunga inferiori a quelle degli al tr i Stati.

Ca);a.lleria di corpo d'armata e di esplo1·azione. 14-15 settembre .l 903; pel colonnello DE LoYs, comandante la 1" brigata di cavalleria. L'autore principia il suo lavoro con pregevoli considerazioni ed osservazioni intorno alle qualità essenziali che deve avere una cavalleria meritevole di tal nome, al suo impiego e specialmente intorno al servizio di esplorazione; passa quindi a fare una elabor ata r elazione del servizio di avanscoperta disimpegnato dalla cavalleria durante le manovre dello scorso anno nelle giornate del 14 e del 15 settembre. Questa relazione è assai istruttiva, s ia per la narrazione delle operazioni di esplorazione svoltesi, sia, e sovratutto, per le considerazioni che l 'accompagnano. Come conclusione, lo scrittore osserva che due punti emersero de sè stessi; punti che indicano chiaramente in qual senso debbano tendere gli sforzì per attenuare gli errori e diminuire le manchevolezze verificatesi dura.nte le manovre. Questi due punti sarebbero: alla cavalleria farebbero difetto .in generale l'intuizione e il senso deduttivo necessarii per vedere abbastanza chiaro allorchè si deve appoggiare soltanto sopra degli indizi; mancherebbe inoltre la coesione fra la cavalleria divisionale e la cavalleria di corpo d'armata.

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A quest'ultimo prop·osito l'autore soggiunge: « L'una deve completare l'altra. I loro compiti sono distinti come esecui1ione, ma i risultati debbono costituire un tutto, al quale non sì può pretendere che mercè un accordo permanente, che abbia luogo dall' indietro in avanti e permetta almeno alla cavalleria divisionale di orientarsi sulle d isposizioni eminentemente variab.i li della cavalleria cli corpo d 'armata » . Quest.a considerazione ci sembra importante, e_specialmente per .tutti g li eserciti, come l'i taliano, i quali d ispongono di pochissima cavalleria, iu proporzione alle loro grandi masse di armati. Mittheilungen des k. und. k. Kriegs-Archivs.

Terza. ser ie. Volnme III, 1904 .

Costruzioni fiuviali del Consiglio militare di Corte del 17 24-17 40, pel maggiore KEMATMÙLLER'. - La notevole scrittura., riguardante una guistione che anche oggidì è sempre all'ordine del giorno, e che in Italia si può dire d'attualità, rende conto della parte pres a dal Consiglio superiore d i Gue rra ai progetti di opere fluviali e alle costruzioni eseguite in Austria-Ungheria dal 1724 al 1740. Dobbiamo rin unciare .a riassumere l'articolo imperocchè il poco che ne potremmo dire riuscirebbe inintelli~ibile senza gli schizzi che accompagna il lavoro. Ci pare però opportuno rilevare - come fa anche .l'autore - la grande importanza che sin da quei tempi si annetteva alla miglior possibile sist,emazione delle strade fluvia.li e alla loro utilizzazior,e, e, in pr imo luogo, la partecipazione allo ' studio e alla costruzione di quelle opere del Consiglio militare. Codesto Consiglio, del quale si usa forse par lare troppo sfavo1'avolmente dal punto di vista militare astraendo quasi del tutto dal · fatto di quei tempi così differenti dai nostri, l'autore austriaco ce lo mostra sotto uu asp~tto nuovo e dai più ignorato. Egli cioè ci fa vedere come esso diligentemente si occupasse di tutte le quistioni amministrative interessanti il Paese, elaboras~e progetti, ne èurasse, nel caso, l'attuazione. .Lei disposizione del colonnello e Capo di Stato Maggiore 1lf ack per l'cittacco del campo francese di Famars il 23 maggio 1793, pel capitano PETERS. - - Gl'inteµd ìmenti che ci pare s iasi prefisso ·l'autore col r iportare l'ordine cli operazione compilato dal l\fack per l'as-.


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salto del campo francesè di Famars.(in immediak prossimità della f~rtezza di Valellciennes), debbono essere questi: in primo luogo di nc.ordare un documento il quale torna ad onore di un gellerale austriaco che non ha certo lasciato nella storia un buon nome . in ~e~ond? luogo di dimostrare lo s viluppo ch'ebbe la tecnica degli ord1m; di mettere in evi.danza infine come quel documento a.ccenni nettamente a talune idee che, in baenerale , si riten,..,o·ono ,. t o· · _ 1·1 porca di questi · ultimi tempi. La. disposizione è assai particolareggiata, come si usava in que,i tempi, e come del resto si compilerebbe forse anche oggidì per una operazione simile, in cui' trattavasi dell'attacco d i un'estesa posizione o?cupata dal nemico ed apprestata a difesa. Le truppe attaccanti furono ripartite in 22 colonne, per le quali è fissato la forza, l'itinerario da seguire, l'ora della sveglia, l'ora della partenza, ecc. 18 colonlle sono incaricate dell'attacco frontale, le altre quattro dell'aggirarnellto d'ambo i :fianchi della. posizione, precisamente nel senso moderno. 111a v'ha di più. L'ordine relativo alle colonne aggiranti è una specie di direttiva poiché lascia ai com.a ndanti la facoltà di agire a seconda delle circostanze. ~el fa~t? l'attacco riuscì soltanto in parte, perchè le truppe frances1. s1 nt1rarono .in tempo, quando dai primi successi riportati dal.le truppe alleate, si videro minacciate di avviluppamento. E lavoro che altamente interessa lo studioso della storia militare e della tattica. Una memoi·ia del feldma1·esciallo ,1lfax barone von Wimpjfèn circa l'anno 1809. - Il. vVimpffen da colonn~llo, dopo la sconfitta di Re-. gensburg, fo nominato capo dello. stato maggiore generale e promosso maggior ,generale. In tale posto egli fu il . braccio destro dell'arciduca Carlo nelle battaglie di Aspern e di '\Vagram. In seguito all'armistizio di Znaim il comando dell'esercito fu affidato ad un comitato di parecchi generali e Wimpffe11 domandò a S. M. l'Imperatore di essere sollevato dalla ·sua earica. La presente Memoria è appunto la domanda ina.lzata a S. M. per essere chiamato ad altre funzioni, ma l'importanza della medesima non risiede affatto in questa domanda ma bensi nelle molte e~ imp~rtanti considerazioni svolte da.I Wimpf.fen circa gli avvenimenti della campagna allora terminata, dirette specialmente a dar ragione dei motivi che condussero all'armistizio di Znaim ed a porre in r ilievo le conseguenze del medesimo, favorevoli all' e-

I.

sercito ed al paese. Questa parte della Memoria, in cui, fra l'altro, · è detto che la perdita della batta.glia di '\Vagram fu causata dalla superiorità numerica del nemico e dal non essere arrivato sul campodi battaglia il corpo dell'arciduca Giovanni, è certamente importante. Ma ancor più rimarchevole ci sembra l'ultima parte in cui con molta libertà di parola il 'Wimpffen 'ritiene doveroso di sottoporre a S. M . i difetti principali « che si oppongono ad un fa-· vorevole fntnro successo delle armi anstriache » . Egli accenna alla manca.nza di unità del comando: alla decadenza della disciplina fra i generali - « che è il male µ iù grande che può colpire un esercito»; - alla necessità di. porre alla testa. dei corpi d'arma.ta uomini energici e conosciuti pel loro speciale coraggio, dai qua.li possa espandersi un vero spirito militare; alla. straordinaria inazione dominante, la quale è nel maggiore contrasto coll'attività. dell'avversario, poiché si crede di essere respollsabili soltanto di ciò che si fa e non di ciò che si .tralascia ài fare appunto cho riguarda specialmente le omissioni di prepàrazione· alla guerra riguardo a fortificazioni del paese, a teste di ponte occ- al servi.zio viveri, il quale funziona abba,stanza bene fi.no a che· l'esercito è riunito in campi permanenti ma manca quasi completam~n te n11i movimenti in vicinanza del nemico e nei giorni d~. combattimento, e finalmente alla necessità di far si che l' arti-· gheria possa competere per numero e per calibro con quella dei Francesi, i qnali prima impiega.vano la ìoro nume1:osa cavalleria. per distruggere le nostre masse, ora v'impiegano i loro cannoni_ Dalle giornate d·i Pordenone e Bacile. L'ojfensiva aust?:iaca in. Italia nel 1809 (dal 10 sino al 30 ap1·ile), pel capitano VELTZÉ . È una monografia completa della campagna del 1809 in Italia, la. cui singolare importanza risiede nel fatto ch'essa è basata sopra i docnmenti ufficiali austriaci. L'autore inoltre si è giovato delle, pubblicazioni degli scritto.d più noti e competenti, francesi austriaci, italiani, che trattarono di quella guerra. È lavoro altamente commendevole e che dovrà. essere consnltatoda quanti, per l'avvenire intenderanno scrivere della campagna del. 1809 in Italia. Ci pare del tutto superfluo il dimostrare la singolareimportanza che · ha per noi .il bellissimo lavoro del capita~o Veltzé~ Diario del (]01-po Volante al comando dell'I. R . colonnello EMANUELE. conte v.. MENSDORF.F-POUILLY (dal 21 agosto al 10 dicembre 1813t - È ben nota la parte importante ch'ebbero nella guerra del 1813 in.


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Germania le scorrerie· delle cavallerie degli alleati. Questo diar io ,compilato dal capo stesso di quegli arditi cavalieri austriaci che per sei mesi continui ag irono quasi indipendenti e tanto danno 1·ecarono ai Francesi, riesce non solo interessante ma in sommo g rado istruttivo. Lo studio del medesimo sarà oltremodo vanta<rgioso all'ufficiale di cavalleria. L 'infaticabile attività e le brillanti operazioni del Corpo volante comandato dal Mensdorff ricord.ano in cer to qual modo i Raids americani nella guerra di Secess ione, con questa notevole différenza che possono indicare e servire ~i modello per _i possibili raids che sui teatri di guerra europei si 1ntendesse d1 rntrapr endere nelle g uerre future. 1:''au ~orevole R i vista austriaca pubb.lica sempre lavori storici pregevoli ed .mteressa,nti. Questo volume però riveste un caratteredi parti-colare impor tanza? specie per la narrazione della campagna del 1809.

Militar- Wochenblatt. N . 41, 7 aprile 1904.

Gli insegnamenti della guerra Boe1·a pe1· l'impie90 nel combatti·mento delle tre arrni. - Conferenza tenuta il 30 marzo 1904 alla .Societ~ Mititar·e di Berlino dal maggiore BALCK del grande Stato .1.lfaggior~. - Il n . 41 contiene un riassun to di questa conferenza. Il maggiore B~lck anzitutto espose . la tattica seo-uita cl.ai Boeri e 0 dagh Inglesi e le cause degli insuccessi inglesi, i quali sono meno <la 1m~utarsi alla t ruppa di quello che al Comando. La guerra sud-af~·1cana, a giudizio del Balck, ha confermato la giustezza <lelle idee tattiche dominanti ·in Germania; tuttavia vuolsi r icon?scere .l~ necessità di recare alcuni cambiamenti al regolamento <l1 eserc1z1 per la fanteria. Gl'insegnamenti poi a trarsi da qnella guerra sarebbero i. seguenti : . ~a ca~npagna degli. foglesi ha diinostrato anzitutto la superi.onta del~azione offensiva sopra la difesa che si aggrappa al terr~no, cm nocque ancora nn carreggio d ifficilmente movibile. « Quanto -differen te avrebbe potuto essere la sorte d i Oronj e, s~ egli aves.s e -0ompre~o dopo Paardeberg, d i separarsi dai suoi carri trainati dai buoi, per gettarsi sulle colonne d'aia degli' Ìnglesi o sul loro ·Carreggio ! » Emerse poi chiaramente la necessità di una cavalleria, numerosa e ben e istruita., per ·11 esplor<tzione, per la battaglia e ,p er· lo

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inseguimento. « Sappi~IIlO ora quale in-fluenza avrebbe potuto avere un'iuseguimento dopo E l.andslaagte, :M:òdder R iver, Poplar Grave e dopo la liberazione d i Lady smith ». Certamente fu il non aver usato dell'inseguimento che permise .ai Boeri di riapprestarsi a n uova r esistenza. Se dopo la presa di Blom Fontein e di Pretoria gli Ingles~ non fossero stati obbligati a star fermi lungo tempo, onde regolare i .rifornimenti; la guerra sarebbe stata ben presto terminata. Pare che la condotta della guerra nonchè quella tattfoa degli Ingles;i tendesse piuttosto ad evitare a sè stessi grandi perdite .che alla distruzione del nemico. Circa l'attacco della fanteria, il Balk rileva ch e tutti i tentativi d i eseguirne seguendo una condotta schematica, fallirono. È pertanto necessaria un' azione individuale assai pit1 vasta. « il mettere in accordo quest'azione colla necessità di evit are attacchi isolati e di eseguire possibilmente un assalto con unità, rimane, ora come pel passato uno dei còmpiti più d ifficili . E qui sta il limite fra ciò che può dare un regolamento e ciò che può <lare la tattica » . Queste tendenze tattiche, quali sono espresse dal maggiore Balcl'c, ,quanto sono lontane da quelle che, specialmente in :E'rancia, so.glionsi attrib uire all'esercito tedesco.

Giudizio di un ,qenerale ,inglese sulle grandi manovre tedesche e .sull'esercito tedesco. Il generale inglese e sir Alfredo Turner, il quale, col permesso ,di S. l\:1. l'Imperatore, da dieci anni assiste ann ualmente alle grandi manovre tedesche. Ultimamente egli pubblicò una l unga relazione .delle manovre dello scorso anno del 14° corpo d'armata nei numeri '7, 8 e 9 dell al1torevole rivista inglese Proceedin,qs o.f tlie Royal Artillm·y Institution, e sembra sia in questo sc·ritto che trovasi .espresso questo giudizio, che fu colllnnicato al Mil. vVt. da.I mag,giore v. "\Vernigk. Non 6 il caso d'indugiarci nel riferire il giudizio del generale inglese, giacchè esso su per giù coincide con quello generalmente formulato da quanti videro da vicino le g randi manovr e e le truppe tedesche. Certamente le parole del gen.erale inglese, che si dimostra un convinto entusiasta di quell'esercito, hanno un singolare valore, giacchè egli è quasi certamente il solo ufficiale estero che abbia assistito alle manovr e tedesche un numero di volte così grande.


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A 11oi però premo invece rilovare quanto dice il signor Turnar intorno all'opinione generalmente diffusa fra. g~i ufficiali tedeschi, circa gli assalti della fanteria. Essi opinerebbero che gli assalti della fanteria nelle grandi battaglie dell'avvenire sono possibili come per il passato e si assomigli eranno presso a poco àl famoso attacço eseguito dalla Guardia P russian a alla battaglia di Gravelotte. Gli ufficiali todescbi peraltro sono d'avviso che gli assal ti dell'avvenire non arrecheranno mai cosi gravi perdite, come ~uolle ch'ebbe a soffrfre il Corpo della Guardia il 18 n.gosto 1870 (307 ufficiali, 7923 uomini), e, ciò per l'impie~o dell'ordine sparso che ora si fa sopra una. scala vast-0. la pii1 possibile e per la maggior abilità acquistata nel gio,,arsi delle coperture del tenano. In conclusione una fanteria ben comandata o bene addestrata riuscirà negli attacchi come è ri uscito già alla Guardia in circostanze estremamente diffi~ ciii e tali da potiersi presumero, non si ripresenteranno mai più accompa.goate da Riifatte difficoltà. B. D.

-Per la Direzionr Looovxco CrsOTTI Cofon,..Uo R, A., i,w,rieMo

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