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L'esercito e la flotta costituiscono, uniti, la potenza militare di un paese. Figli di uno stesso sangue, animati da uno stesso spirito, assorti in uno stesso ideale, entrambi, nel giorno del pericolo, spiegheranno al vento la stessa bandiera. Ad entr ambi adunque deve la patria prodigare, in giusta proporzione, le proprie cure, perchè entrambi siano in grado di raggiungere gli scopi che loro saranno affidati in guerra. E poichè la riccl1ezza nazionale fissa taluni limiti di spesa complessiva, che non si possono senza danno oltrepassare, cosi ne viene che non si può essere prodighi . da un lato senza mostrarsi avari dall'altro e cho non è facile a chi governa ripartire i mezzi disponibili in modo da contentare, sia quelli che vogliono poderoso l'esercito, sia quelli che vogliono potente la flotta. I n Italia la questione ha raggiunto lo stadio acuto in questi giorni, in cui molte voci si sono levate per agitare lo spauracchio della decadenza della nostra marineria ed in·vocare pronto il riparo. E come troppo sovente acc21.de 'nel nostro paese, tanto facile ai soverchi entusiasmi come ai soverchi scoramenti, anche questa volta è accaduto che, per trovare una soluziono corrisponélen te al letto di Procuste delle nostre finanze, altre voci hanno risposto ponendo il quesito : È il caso ct'indebolfre l' ese1·cito per 1·inf01·za1·e la ·/fotta ~
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A questo quesito il maggiore Manfredi, in uno scritto intitolato : Da tena e da ma1·e (1), risponde in questi termini : « Credo l'esercito appena sufficiente al suo còmpito, perchè « la nostra debolezza sul mare gli addossa gran parte di ( !)
llivista ma,·itlima, novembre {900, gennaio 1.901.
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