RIVISTA MILITARE 1899 TOMO IV

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Uno degli argomenti, che è spesso e volentieri molto discusso nei nostri reggimenti, è quello dell'iniziativa ed i pareri differenti non son pochi. Alcuni trovano che le prescrizioni regolamentari non sono interpret ate nel senso più ampio della parola, e per conseguenza, che essi non godono di ·quella libertà d'azione che sarebbe loro necessaria. Altri i"u.vece osservano che la libertà d'azione concessa dai regolamenti è forse soverchia e può condurre in pace e in guerra a .gravi inconvenienti. Qual'è la causa di opinioni così disparate? È difettoso il principio dell'iniziativa, o si mettono male in pratica le norme regolamentari che lo consacrano? È vero che se si avessero alla testa di un esercito moderno uomini come Fabio, Alessandro, Cesare, Federico, Napoleone, si potrebbe rinunziare con vantaggio all'iniziativa, di tu tti _i .capi in sot t'ordine? · La quistione non è semplice e va studiata con calma e i_n modo affatto obbiettivo ; ciò che ho t entato di fare col presente lavoro senza nessuna pretesa, uè d'inventare nulla di nnovo, nè tanto ineno di parlare ex catheclra, ma fondando l~ mie modeste considerazioni sull' interpretazione logica dei nostri regolam.e nti e sull'opinione di autorevoli scrittori militari come :ìl Lewal il Dragomirow, il Blume; e tenendo pur conto delle idee un po' radicali, espresse da altri autori, noti nella letteratura militare, come il generale vVoide, da una parte, che vuole l'iniziativa più assoluta, 'd all'altra lo Scherff, e scrittori degli annali del Lobel, che la vorrebbero presso che annullata, specie sul campo tatt ico. ' 109 -

ANNO XLIV.


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