RIVISTA MILITARE 1878 TOMO III

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RIVISTA MILITARE ITALIANA RACCOLTA MENSILE DI SCIENZA, AR_TE E STORIA MILITARI

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ROMA, 1878 VOGHERA CARLO, TI POGRAFO-EDITORE Via Nazionale.


GLI INSEGNAMENTI osu'

ASSEDIO DI PLEVNA

Proprietà letteraria~

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L'eco della cap itolazione di l\icopoli non si era ancor del lutLO\ perduto, e l'Europa aLtcndeva ansiosa notizie d'Oriente che annunciassero nuo,1 i successi russj, qLi.ando la sorprese un dispaccio da Costantinopoli in data 20 luglio del seguente tenore << si assicura che Osman pasci~. ha riportato una vittoria sui Ru~si nei dintorni di Nicopoli >). Dispacci successi vi da Vicldino e da Costantinopoli del giorno segltente precisavano il luogo ove era avvenuto lo scontro, c.ioè nei dintorni di Plevna, e contenevano ragguagli sul fatlo. I giornali non portavano alcm1a notizia da fonte russa a conferma del subìto scacco, pure la sLampa europea più non lo metteva in dubbio, sebbene non si potesse comprendere come Osman pascià si trovasse sul Vid, mentre nulla. era trapelato della sua partenza da Viddino e della sua marcia Slt Plevna. Finalmente un telegramma ufficiale del Granduca, comandante in capo l'arma ta d'operazione russa nella Bulgaria, allo cza.r, da Tirnova, il quale, quantunque portasse la data del 22 luglio, non veniv:1 puhblicato dai giornali che il 3 1 cli eletto mese, togl ieva ognL ,tlubbio sulla verità del fatLo e sulla sua importanza. Il generale Schildner-Schulclner era stato baltuto e le sue perdite ascendevano a 3000 uomini. 1

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GLI INSEGNAMENTI

DELL'ASSEDIO DI PLEV.KA

Si capi.che le sorti della gllerra. slavano per prendere una, nuova piega,· e l'attenzione si concenLrò su Plevna, SLl questo punto che oppose all 'invadente nemico fa tenace resistenza, che tutti hanno poi ammirato., e che ,renderà nella storia militare celebre .il nome di questa c;ittà, appena conosciuta per l'aclclietro .· Nei faU.j di guerra sia clell.o scorso, sia del presenLe seco lo, la città di Plevna non ebbe mai parte; la Slla importanza nella difesa deila Bulgarin. non venne mai rile,,ata nè dai generali turchi, nè dagli scrittori militari, non escluso il l\foltke che sìmaestrevolmente descrisse iI paeso nei suoi rapporti con la difesa della penisola. Malgrado i suoi 17 mila abitanti, e l'alta sua importanza slralegica come nodo di comunicazioni, e tattica, per le condizioni topogranche del terreno, il suo nome non vedesi regisLrato, nonchè nella storia delle s,ampagne precedenti, nemmeno nei compendi di geografia più reputati ('I), e nei dizionari istorico-geografici. Qua.nto piùbuio v'era, tanto maggiore era il desiderio di conoscerne i particolari. ~è 10 stampa manca.va cli soddisfare alla legittima curiosità. dei lettori; ma. le notizie si coritradél icevano e non appagavano. · Me1Hre ancor la lotta ferveva sotto Plevna, videro la luce opuscoli che cercavano di 'farne la, storia, prima ancora che le relazioni ufficiali fornissero dati sicuri pei· giudicare i fatti, sia isolati, sia nelle loro relazioni con l'andamento generale clelle operazioni. Molti cli questi opuscoli alteo non facevano che riunire in un fascicolo dispacci e corrispondonze tolle dai. gi.omali di tutti i paesi e malamenle fra di loro coordinate; pochi, scritti cla .intelligenti di cose militari i quo li sceverayano il probabi le dall'improbabile, parlavano un po' di luce nel caos, ma non potevano pretendere afar dell a storia. Fin ita per'ò la. guerrn era tempo che apparisse crualcosa cli meglio redatto. La lacuna venne riempita non è guarì dal cap itano Thilo von , Trotha, il quale nel mese di marzo pubbli cò ~m suo studio, scritto con molLa diligenza e cliscemimento, sulle operazioni dei Russi intorno a Plevna (2).

Questa pubblicazione con altre minori che le fanno ~orona, ci offre il mezzo cli fare, un breve studio sugli avvenimenti milit~ri svollisi sul terreno percOl;so dall'lshèr e dal Vid e che tanto hanno fatto parla.re il mondo militm·e europeo.

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I. Sorge Plevna sulla riva· destra del fiume Vid, che ha origine nel Lratto dei grandi Balcani denominato Teteven, e, scorrendo in direzione sud-est, immette le sue acque nel Danubio, a monte cli N icopoli cli fronte alla città. rumena Lli Islas. Il Vid ha fondo pietroso, può essere passato a guado, quando le acque non sono gonfie, cprnsi in ogni punto clel SllO letto. M:a dopo una pioggia ing1;ossa repenlinamenLe e l'acqua vi scorre con la cQlerità propria clei fiumi montagnosi ed a piccolo corso. · Nei clinLorni dell a città cli Plevna, il fiume Vicl scorre in meandri, e eaccoglie le acque del rivo G'l'ivitza, il. cui letto solca una vallata pressochè perpendicolare alla direzione principale del fiume, vallala che si addentra nella montagmt quasi fino a.Ila sorgente clel rivo, vale a dire di circa 112 chilometri. A quattro chilometri e me1,zo circa dal Vid, ht val le di Grivitza · s'allarga protraendosi verso sud in forma cli semicircolo, ed è intersecata da altro rivo, detto Tntscheniza, che proviene da mezzodì ed ha andamento dn su<l-est verso norcl-ovest. .Il rivo Tutscheniza, a sucl clel semicircolo, s'apre la via al.trav-erso aspri dirupi P,er un percorso cli circa 9 chilometri e mezzo; nel semicircolo, scorre con direzione vet'so nord-ovest, e sbocca nel Grivitza. Un po'più ' a mezzodì del punto di confluenza dei due rivi, con la schiena acldossRta ai monti elle delimitano il pi.ano semicircolare dianzi citato, è costrnita la città di ' Plevna in amenissima posizione, protetta. dai renLi e contorniata cla bosch i. 1Ientre il terreno sulla sinistrn riva del Vid è pianeggiante, sulla destrn è montuoso, e la città è dominata dalle colline elle da ogni parte le fanno corona. . In prossimittt dell'abitato, la regione a mezzodì del Grivitza ha

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(1) Per esempio nel compend io di geografia del Balbi. (2) De:r Kampf uni Plewna. Studio tattico di Timo VON, TnoraA, capitano à Jasuito del reggimento granatieri n. 2. Comandato presso il corpo dei Cadetti. Berlino l8i8, Siegfried .Mullcr e Oglio.

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GLI INSE GNAMEN TI

DELl)AS SED[ O Dl PLEVNA

considerevole comando su quella seLtentrionale; questa s'eleva di 59 metri circa. sul livello del ·mare nei suoi punti più alLi, quella di 124 sulla. sponcla desLra del Tutscheniza e 127 sulla sinistra. Il tratto cli terreno compreso fra il Vi cl, i due rivi Grivitza e Tutscheniza, è diviso dal torrente Kartuschawen, che ha corso pressochè parailelo al rivo Tut.scheniza dapprima, e poi al Grivitza. Esso dista dttl primo circa 8 chilometri e si verga a 1111 chilometri circa a monte dell'imbocco del Grivitrn pure nel fiume Vid . Se si tiene poi anche conto dei minori corsi cl'acqua, allluenti dei principali ora descritLi, scorgesi come il terreno attorno a Plevna sia riccamente intersecato e presenti non lievi difficolLà alla comunicazione, specialmente nella regione meridionale, fra i singoli seltori detenninati dai corsi d'acqua Grivitza, Tutscheniza e Karluschawen. A rendere cotesta circosLanza ancor più svantttggiosa per l'auacca.nte, contribuiva non poco la natura dei medesimi , che, aprendosi sLrnda frammezzo alle roccie e terreno molLo consistente, i loro leui sono profondi e le sponde erte, per cui riesce malagevole anche la costruzione di poni.i militari. Ben altrimenti fayo revoli s.ono le condiz ioni per la difesa, I. a quale, dal centro della posizione, può senza ostacolo portare le sue forze là dove il bisogno lo richiede con prestezza, e soUmUe alla visla del nemico. · Da Plerna partono sl.rade per Nicopoli. (Ii-O chilometri) e Rahowa. (60 chilomeLri), verso il Danubio; Orkaniè (96 chilometri) con cont inuazione su Sofia (50 chilometri da Orkaniè) ; Teteven (7;:i ch il. ometri); Lowtscha (30 cliilometri); nellri regione clei Balcani; e Bulgareni (4.0 chilometri). QuesL'ultima è la. continuazione del.la · str:ada di Sofia a<l esL di Plewna e mette a Biela e H.uslschiuk. Oltre queste strade maestre ve né sono altre seconda1·ie, fra le quali quella che attraverso le alture della regione meridionale mena a Telisch, dopo aver v arcai.o il Vid fra i villaggi cli. Midiwen e Tinen. Di essa si servirono i Turchi fino agli ultim i Lempi per comunicare con Orkaniè . .Nella stagione asciutLa queste stra.de sono buonissime, ma per la natura del suolo, ch'è grasso e cretaceo, si rarn.mollis.cono facilmente; lievi piogge bastano quindi per renclere i movimenti <lelle truppe, e più ancora dei carri, assai malagevo li .

Nei dintorni di Plevna poi le loro pendenze sono piuttosto forti. I ponti stabili, tranne quello sul Viq, sono quasi tutti in cattivo stato. In possesso dell'unico ponte stabile che si rinvenga sul Vicl a molti chilometri cli disL,rnza, l'esercito che occupa Plevna ha assicurato in ogni eventuali tà il passaggio clall'u.na all'altra riva, e per mezzo delle strade maesLre che da Plevna metLono a Telisch, sulla sinistra del fiume, ed a Gorni-Stuclen e Lowtscha sulla destra, nonchè cielle secondarie, che vi sono numerose, e che tntt.e fanno capo alla ci Llà, il difensore può portare l'offensiva con rapidità su cli un punto qttalsia$i della perifeÌ·i.c1, e far urto contro il medesimo, prima che dai settori collaLerali gli venga _soccorso. Questa posizione, fo 1·te per natura, souo l'energicn ed intelligente direzione di Osman pascià si era trasformata in un cnmpo trincera Lo, il quale, sebbene opera del momento, constava di elementi dotali .di resistenza passiva pari, se non superiore, a quella delle piazze permanenti esistent i nella Bulgaria. I principal i forti di prima linea erano a nord di Plevna sulla. destra del Vid e dèl rivo Grivitza : Bukova disLante 3 cl1ilometri cirea dal fi ume Vid; Grivitza n° 2 e Hrivitp: ad esL la ridotta centrale di Radisevo ed altra sull'orlo del burrone cli TuLscheniza; a sud, nello spaz io compreso fra il Tntscheniza ed il Kart.nschawen, tre forti situati dietro il villaggio di Krsch in; ad ovest, sull a. riva sinistra del Vid, qualtro-fort.i, di cui gli e:;tremi clist8nti fra loro circa fì chilometri s'appoggiavano af fìume. Tutte queste opere staccandosi poco dal. terreno non presentavano che mecliocri hersagli . Le tr!ncee erano stabilite su parecchi piani e le ridotle ave,,ano sui punti più imponanti tre linee di fuoco, cioè : quella del ramparo, della straéla coperta e della scarpa, ove era praticata una banchina, sulla· qual e montavano i difensori dal. fosso, che loro serviva di ricovero (,1). L'estrema linea dei forti turchi aveva uno svi luppo di circa 36

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(1) Questi pa1-ticolari c he toglia mo dalla lettera d el generale Todleben al generale belga Brialmont, inse1:ta nella 2a. dispensa del giornale d el genio russo, valgano a rettificare le not izie di altri g iornali russi, sul profilo d éi forti turcbi, accolte in molti periodici, anche s peciali, di tutta Europa e secondo le quali s i riteneva pa1·tire i tre ordini di fuochi da . <tre d istin ti para petti, situati gli u ni dietro g li altri. ·


GLI I NSEGNAMENTI 10 thilomeLri (·I) . .Le singole opere erano molto opportLlllt@e11te clisposLe per ottenere ~incrociamento clei fuochi sui punti cyatta~co. Aaaiuncrenclo che la na tura élel terreno permetteva d1 tagltare le t>O n .l. , scarpe e le controscarpe quasi a JJicco, per cui cia~cuna e l esse ac~ quistava resistenza passiva pari alle opere cost1:u1l:e per~rnJ.~enteni.ente, è d'uopo convenire che Plevna si trovava m cond1z1011J eccezionalmente favorevo li per la difesa. Sebbene opera del momento essa riunin1 le qualità tutte che sono prnprie delle pinzze forti pre~ parate éli lunga mano; meno una, cioè quella. di. ~bbondan~1 mac,azzini et botta cli bomba per il deposito clegl i app,rovv1g10nament1. e)

DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

Il comando supremo dell'esercito operante mandava in seguito· da Tirnova al generale Kriidner un nuovo ordine di impossessarsi di Plevna, e l'avvertiva. aver disposto per il rinforzo del suo .corpo d'armata.. Kriidner, lasciato tlll reggimento di, presidio a Nico poli , concentrava le sue trnppe a Bresljanir.a. Il 20 luglio, lo raggiunsero la. 1a brigata della 32• divisione di fanteria, la ·I• brigata dell' 1111a divi~sione di cayalJerill appartenenLi a.ll' H" corpo ll'armata e condotte dal loro comanclante principe Schacbowski; inoltre la 30" divisione di fanter ia del 4? tarpo . Tntte qu.este truppe sommale assieme potevano contare un 30 mila uomini e 176 pezzi . Il generale russo non si credeva però abbastanza forte per :1.Ltaccare l'avversario, che sapeva in buona posizione eél a lui numeri-carnente superiore, e perciò tentennava; ma ordini perentori ricevuti dal quartier generale non gli lasciaeono altra ,•ia che mar-· ciare sul nemico . Il giorno 29 luglio le trnppe russe erano disposte a cavallo della strada Plevna-.Bulgareni su cl'unç1 linea semicircolare (cow la convessiU1 ver::;o Pievna) lunga 40 chilometri, le cui estremità s'appoggiavano a Bres!jliniza e l3egoL. ' L'ala destra, 48 batLaglioni, 3 squadroni ed 80 pezzi agli ordini élel generale Wel.jami 11011:1.veva ct1e da al.Laccare la rido ti.a di Grivitza ecl i 1.rinceramenti a norèl {leila strada; l'ala sinistra, il2 battaglioni, 2 squadroni e4.-8pezzi, comandata dal generale Schachowski, doveva agire contro le ridotte di Raclischevo ed i. trinceramenti a suél della strada suddetta. Copriva l'. ala destra il generale Loschlrn.rew con ,10 squadroni e G pezzi, ht sinistra ii generale Skobelew con 112 squadroni e ,J,2 pezzi. );liù tardi il generale Schachowski la i-inforzò con ·I bauagl ione di. fanteria e 4 pezzi. La riserva generale, composta di 6 battaglioni, 4 squadi·oni e· 30 pezzi , stava sotto gli ordini di Kriidner ed occupava Poradin e Pelisc;hat. Costretti a scegliere nella qua.nlitiL grande di fatti, non ci fermeremo sulle operazioni delle truppe comandate dai generali We- · 1jaminon e Schachowski e solo osserveremo come l'ala destra attaccasse di seguito e sino a sera, ma senza risultato, la ridotta d; 1

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u. Le operazioni dei Russi conLro l?levna seguirono subito la resa cli Nicopoli, la quale fortezza capitolò il 1Gluglio, clopo che le alture erano state prese cl'assallo il giorno precedente d.al 0° corpo d'armata russo, comandato dal tenente generale Kri.iélner. La brigata cosacchi del Caucaso, incaricar.a, durante l'attacco di Nicopoli, del servizio di avanscoperta, s'imbattè la noi.te del ,15 al 16 luglio in un distaccamento cli fan l.eri(lturco, ecl il O nei èli1:tor1ù di Selvi in un altro composto di circass i, di baschibozuks e clt fanteria reo-o lare, for te di èirca •l 000 uomini; la seni. di detto giorno poi le 1;attuglie di cosacchi in perlustrazione lungo la costa del Yid segnalarono l'avviciiìarsi di fo ri.i colonne nemiche. n comando supremo dell'esernito operante, facendo poco conto cli siffatte notizi'e mandava al genel'ale Rri.iclner i' ordine di far matciare I.ruppe su Plevna. e cli occupare questa città. A tale i.mpresa vennero destinate lrr 11a l.Jrigata della 3" divisione, ,S. batterie ed il reggimento cosa.echi del Don, d1e mossero eh Nicopoli; ed il reggimento cli fanter ia KasLroma, q~iello cosacchi del Cauca:;o ecl una batteria, i quali u1Limi corpi. avevano varcttto il fonne Osma. I due distaccamenti sott~ il comando del generale Sch ildnerSchuldner, attaccarono, divisi, da nord e da est la posizione di Plevna il 20 luglio, e vennero battuti. (I) Giornale cfrl genio ,·usso . Lettera citata.

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G-LI INSEG NAMENT I

DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

Grivitza, mmHre l'ala sinistra s'impossessava delle due ric1o.tte di Raclische\'o, che aJ)banclonava però verso sera, in seguilo all'insuccesso dell'ala destra, alla preponderanza di forze contro di essa direLte dal l'avversario sull 'imbrnn ire, ed infine per le enormi perdite subite. Non possiau10 però a meno di richiamare l'attenzione su quanto avvenne all'estrema sinistra, ove comanclara Skobelew. Questo intelligente generale con poche truppe ben condotte ouenne risultali veramente maravigliosi, tali da indurre a credere che, se gli altri eomandanti avessero, come lui, seguilo le norme cli corn hattimenw irnggerite dalla moderna tattica, le $Orti di I1 levna potevano forse deciélersi già il giorno 30 luglio. Racconta il Trotha come, dopo cli aver eseguito .in persona una rapida ricognizione spingendosi fino a 600 metri dtlll' estrema cinta. della città, Skobelew aprì contemporaneamente con Schachowski, alle 11O del mal.tino, il fuo co dtt 4 pezz i. Le batterie della pinzza vi risposero energicamente e con preponderanza numerica. Per la cp:wle ragione e perchè numerose schiere fl!~miche s'apprestavano ad attacearlo nella posizione avainata d:1 esso occupala, egli si ritirava sul grosso collocato iliet.ro Krschin, ove disponeva le sue truppe nel seguente moclo: ' 1° Il colonnell o Tutolmin con 3 squadroni e "2 pezz i d'arglieri,L a cavallo pI'endono posi.zione sull 'alLura di Krschin, fronte verso Lowtscha. Forti paUltglie di cosacchi. peri ust.rano il terreno in ogni senso. 2° Uno squadrone avanr.ato sulla sinistra verso il Vid sta in osservazione. Alcuni volontari ricevon.o l'incarico di ceréare un guado nel fiume. 3° AlLI'o squadrone avanzato sulla destra, ha. da mantenere la comunicaz ione del corpo di Schachowsk i e cli riferire quanL? ivi avviene. Skobelew stesso con squadroni, il 3° !Jat.laglione Kursk e 4 pezr. i montati s'avanza1·a su Plevna per ri of:cupare l'altura abbandonala poco prima, da dove il nemieo poteYa battere molto efficacemente di fianco le schiere di Scliachowsk.i. 1 1Jz compagnia, 2 squadroni ed i 4. pezzi vennero diretti contro la posizione e la occuparono; il resto rimase indietro, in riserva, per assicurare le spalle contro un attacco dalla parte di Low Lscha.

Il piccolo drappello s~tll'altura tenne fronte agli attacch i ripetuti di 8 battaglioni turchi dalle 1O antimeridiane fino alle 4. pomeridiane, Assicurato che cla Lowtscha non minacciava alcun pel'icolo, Skobelew, che sapeva essere Schachowski impegnato nell'aLtaceo decisivo, lasciando sola mezza compagnia di riserva, conduceva le altre 3, verso le ore 4 pom., in soccorso delle truppe cli prima linea, fortemente impegnate. I Turchi, che giiL erano gi.unti a venti passi dai cannoni, vennero, quando meno se \'aspettavano , a,ttaccal.i alla baionetta e resp inLi fìn soLto la cinta della città. Il batta,glione così rimiito con l'aiuto dei 4 pezzi resistette per oltre due ore agli attacchi del nemico, e solo verso sera si ritirò in perfetto ordine clieLro Krschin , e più tardi , cl'ordine di Sehachowski, su .Bogot e P.elischat. · Il 30 luglio le schiere rnsse subivano in definitiva una nuova sconfitta, molto più gr:we delht prima, .imperocchè rimasero sul campo tra morti e l'eriL.i 1169 ufficiali e , ,.136 gregari. Osman pascià, le cui forze a cruell'epoca si fanno ascendere a circa 4.0 mila nomini ecl 80 pezzi; non prese l'offensiva: e lasciò · così. ai Russi tutto il tempo di, ritirarsi sulla linea Treslenik-Poradin , ove si riordirrn.rono. In attesa cli rinforzi i Russ i presero un'attitudine passiva. Tranne una piccola ricognizione fatta dai Turchi il giorno •I 4 verso oves~, ed una punta $U Selvi da Lowtscha, it 1H e 22, non a:vvenne nel mese di agosto alcun l'a.Lto d'armi nei dintorni di Plevna. Russi e Turchi attendevano a fortificarsi nelle loro posizioni, e specialmenLe qnesl i ultimi 110n omisero cli affon:are Plevna, cla natura giò. Lan to favor ita per scopi cli. •difesa, con tuLti ·i .mezzi che la moderna arte del. fortifi care suggeÌ'isce. , Accortosi finalmente il comando supremo russo che la posizione di Plevna non era cli quelle rhe si prendono con poche Lruppe e con un colpo di mano, provvide al rinforzo del corpo destinato ad operare contro Osman che venne costituito in armata dell'ovest. Dapprima essa era composta del 4° e clel 9° corpo d'a,rmata russo e della 4.• divisione rumena; le truppe appartenenti all'44 ° corpo avevano ricevuto a!Lra destinazione. Il comando veniva assunto dal generale Sotow, capo del ,f. 0 corpo d'armata, come il più anziano fra i generali presenti.

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GLI INSEGNAMENTI

A!Lri reparti russi erano in marcia verso il Vid, e col governo rumeno si erano intavolate trattaLive per l'invio sotto Plevna di tutte le slle forze disJJoni bili. Intanto l'ala destra dell'armata del·l'ovest era formata clalla div isione rumena, lo sinistra dal 4° corpo d'armata russo ed il centro dal 9°. Assicurata la cooperazione dcli ' esercito xumeno, il com.anelo su.premo delle forze riunite si affiliava al principe Carlo di Rumania, cui veniva addetto il generale Sotow come capo di stato mi:tggiore. Prima ancora che il gr-osso dell'esercito rumeno varcasse il Vid, Os1rnrn pascià attttcc,wa iI 3 1 agosto l'a.l1t sinistra nelle posizioni. èli Sgalewize e Peli;chaL con 25 mila uomini, ma dopo un combattimento di più ore, sostenuto da ambo le parti con molta bravura e rortuna variabile, i Turchi dovettero ritirarsi , con , perdite non ancor note, ma che si valutano ad alcune migl.iaia. Quelle russe ascesero a 1000 uomini . Nel corso del mese di agosto i Russi fecero ·i loro preparativi per un nuovo attacco Slt J>Jcvna. Fra questi il Trotha nota la lenita dei dintorni de!Ja r)ittà alla scala deil' 11: 211000 circa. La pianla tirata quindi slllla pietra venne riprodotta e distribuita alle truppe . Si preparò un cop ioso materiale d.i assedio; si sistemarono vie, ·s-i costrnilono ponti, ecc., e da ultimo si fecero ven ire pure alcuni pezzi da posizione, afiìne di sollevare il morale· delle truppe, la cui fiducia. nella propria artiglieria da campagna era. grandemente scossa . Gli atLesi rinforzi arrivarono nei ]?l'imi di settembre. ll 2 giunse il grosio dell'esercito rumeno (2" e 3" divisione), e prese posto sull'estrema destra, iI 3 una par Le del corpo cli cavaller.ia del generale Gurko (8° e 9° reggimento dragoni, 9° reggimento usseei, e due reggimenti cos.acchi del Don); il 4 l'artiglieria da posizione (20 pezzi cla, -2/4, libbre); ed il (j infine il generale principe Imeretinski · con due division i di fan teria e la. 3" brigala cac<:iatori. · In complesso l.rovavansi presso l'armata dell'ovest 64: battaglioni di fanteria russi, il cu i effettivo di combattimento, dedotte le per- · dite, non superava, seconclo il Trotha, i .5,0 mila uomini. Compresa la cavalleria, l'artiglieria ed il genio, i Russi non contavano più di 50 mila comlJat.tenLi. L'esercito rumeno era forte di 25 mila uomini. 1

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DELL'ASSEDIO DI PLf.VNA

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. I Turchi in Plevna avevano ricevuti rinforzi da.Nisch e da Sofia, circa una trentina di hal.lagli oni, e poteva.nsi a quest'epoca valutare a 50 mii.a soldati. Nella notte dal 6 al 7 sctLemhre gli alleatisi avvicinarono a Plcvna .fino a poru.1.1:a del cannone e costmirono batterie e trincee da battaglia sulle alture che domina.no i forti est e sud della posizione t urca. _Il maLLino del 7 c1ueste batterie aprirono un vivo cannoneggiamento contro la piazza, che bombarcl,u·ono nei giorni consecutivi fin al rne1.zod.ì èlell' 1I 11, ma, come si seppe in seguito, senza quasi nessun effetto, malgrndo le balterie fossero nella notte élall'8 al 9 state collocfl.te in media a non più di 1600 metri dalla pia1.za. L'8 settembre il generale Imeretinski aveva preso posizione a cavallo della sLrada. Lowtscha-Plevna. Il genera le Skobelew che comandava. l'a.vanguard ia. del corpo misto d'Imel'etinski iniziò in queslo giorno le sue operazioni conLro la Collina Vercle, importante posizione sul fronte sud, e dopo tre giorni di sangLLinosi combattimenti riusciva a sl.ah il.irsi sul versante meridionale di essa. Supponendo l'inimico scosso, l'attaèco generale venne stal)ilito per il giorno successivo alle ore 3 pom. All'alba. clell' 1l 11 settembre le batLeri.edell'aLta.ccante incominciano l'azione su tutta la linea.. Le disposizioni per l'assalto erano le seguenti : sulla deslra. le tre divisioni rumene eél il 9° corpo d'armata russo si dovevano dirigere sulla ridotta di Grivjtza, il 4° Gorpo al centro aveva per obbiettivo le opere di Radischevo; e l'ala sinistra, che, come già è stato detto, compr-endeva le truppe miste del principe Imeret.inski, aveva d'attaccare le ridotte di Rrschin sul fronte slld, e collocate a norcl della Collina Verde. Due brigate cli fanter ia, cli cui una in riser:va, coprivano la linea delle baLterie d'attacco lungo il tratto da. GriviL;i;a a 11.adischevo. Due brigate della 30a divisione e due altre brigate della 5" divisione di fanteri,t con tre batterie montate, un reggimento usseri con una batteria a ca vallo formavano la riserva generale dietro il centro. · Il generale Leontjcw, con una brigata cli. cavall eria rego lare eèl una tli irregolare nonchè cl.ue batterie a cavallo copriva l'ala sinistra. Il 9° reggimentousserì era disposto sulla strada Bnlgareni-nevna fra il corpo rumeno ed il 9° corpo russo . 1


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C;LJ INSEGNAl\lENTI

Una brigata di cavallel'irt rumena copriva l'ala destl'n fìn o al Vìct. Il generalo Loschkarew con 4- reggimenti di cavalleria russa ed altrel.tanti, di cavalleria rnmena, infine,· era staccato sulla riv.r sinistra del Vide si era collocato nei dintorni di Dolnji Duhnjak. S!wbelew, cui non era stato possibile il giorno prima cli impossars1 anche della terza altura (la Collina Verde lm tre alture divise d,t avvallamenti) decise dì sloggiarvi il noruico nel cot'so del mattin.o. Alcuni haLlaglioni e tre batterio si avanzarono, in ordino cli combattimento per attaccarla, ma trovatala ·gornbm l'occuparono senza colpo ferire. I Turchi da trincee da battaglia poste fra questa altura e la linea elci forti, apersero verso le •H antimeridiane un ben nudritofuoco di fanteria contro la. posizione, che tentarono riconquistare piìt tardi, rnn. senza fruii.o. Suonate le :3, Slobele", in conformità di quanto era stato stabi. lilo, ordinava l'attacco dell e r idotte cli Krschin. È d'uopo di narrare prima l'attacco dell'ala sinisll'a su Grivitza e del centro su R.aclischevo. , Atle :3 in punto tutte le ballerie russo-rumene, le quali dal malli no lino a quesL'oi·a. avevano fai.lo piovere una vera grandine di proielLi su lle fortilicazioni del nemico, sospesero il fuoco su tuua la. linea. L'ala destra avanr.ò sulla ridotta di Grivitza, le colonne d'assai Lo rumene a nol'cl, quelle rosse a sud, ma senza alcun legarne LaLLico, ciascuno per conto proprio, di gui,m che a ragione nota ilTrotha doversi il loro in contro nella conqu isi.ala ridotta attrihnire al caso e non a ben ponderate disposizioni. I Rumeni a~saltarono per Lre vo lte l'opera , e tre volte vennero respinti; verso le 7 IP di sera essi rinnovarono l'attacco e, coadiuvati dal reggimento 1·usso Arcangelo, che scalava il pampetto.da altra parte, finalmente la ridotta cadeva in loro potere. Mentre il reggimento Arcangelo si volgeva direttamente sulla ridotla da sud, il reggimento Wolog_Jla, che con esso forma'"a brigala (la 1" della lSn di visione), appoggi.wa a sinistra, e riusci rn alla gola ilell'opern, quasi nello stesso momento in cu i il colonnello Schliller, comand?.nte il reggimento Arcangelo , cadeva morto m.entre piantava la bandiera russa sul parapetto. Una parte del reggimento penetrava nella ridotta. e l'altra si lanciava contro i Ll'inceramenli turchi

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DELL' ASSEDIO DI PLEVNA

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:iìituati più addietro e distanti dalla medesima un 500 metri circa impedendo per tal modo alle truppe che li occupavano d'accorrère' in soccor·so del vinto . La decisione taUica tlell'aLlacco \'enne qu indi provocata dall 'azione della brigata russa . · Alcuni contmLl.acchi tentati dai Turchi durante la notte non ebbero esito. - Meno fe lice fu il centl'O. Un bauaglionc del reggimento Ugl itz, sed?uo dal rumore del fuoco di moi,chetteria sulla sua sinistra (truppe d, Skoùclew) o da alcuni movimen ti del nemico, prese l'offensiva alle 11 del maLLino, trascinando seco nell'atlacco intempestivo il proprio reggimento e quello ,Taroslaw. Essi penetrarono bensì fino nell e trincee turche, ma affrontali da numerose forze l'urouo ben presto costretti a retrocedere, lasciando morti e f'criti sul posto circa metù soldati e quasi lui.Li gli ufTiciali. 11 ge11erale Schnilni koff, C'iò malgrado, spinse aJl'om stabilita i dne reggimen li che ancor gli rimnneva110, all'aLLacco: imlJa ltutisi però questi nelle truppe sconfitte, il disordine si propagò anche alle loro fi le, nò va lsero n 1·idon:w loro lena alt 1·i ll'C reggimen ti accorsi dall_e riserrn speciale e generale. L'attacco era quindi completamente fall 1Lo. .\fentrc questi falli an-enirnno all'ala destra ed al centro, la s_chiera di SkoLelcw s'appreslara all 'assalto delle ridotte di K1·schin, afforzate sul fronte meridionale da. numerose tl'incec da battaglia. 01.Jbieuivo dell'utlucco erano prim ieramen Lc le due ope1·e rninol'i, di levante e centrale. r! l'L1oco mi cidiale contro esse direLLQ dalle trincee suddette, dalle ridotte di Krschin e, dopo l'insuccesso del ,1, 0 corpo, pnre dalle ridolle di Radischevo , obbligava. le truppe più avanzale a sostare e cercar riparo . Skouete,, mandnva in loro soccorso un recraimento e 00 > faceva avanzal'e la r iserva. 11 primo sa le impavido l'el'la, i,Ull a cui sommiliL sorgono le opere nemiche, ma. giunto a metà strnda anch'esso si ferma . T. reparti componenti la prima. schiera, cioè due reggi men Li ai fanter ia e du e ba.ttaglion i cacciatori, incominciano allorn a ripiegarsi . Po:;to fra. l'alternativa di abbando1iarn l'impresa, al che lo consiglia purn il mancato elTelto al centro, o di tutto arrischiare impegnando nella .ANNO XXI I! , VOL. III.

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lotta la riserva, Skobefe,v si decide per l'ultimo partito. Un nuovo reggimento e due bauaglioni cacciatori entrano in prima linea, e, col loro esempio :mimando i tentennanti, uniti si slanciano contro le prime trincee, prese le quali, procedono contro le ridotte e le linee che le congiungono. Alle ore 4 •1/2 la ridoWt centrale e la trincea elle metle alla vicina di levante sono in potere dei Russi, i quali vi si annidano, e, l'aceqdo di essa un punto d'a1)poggio, . operano conLro le r idotte d'ala. Verso· le 5 11/ 2 pom. ca(fova in loro mani pure la ridotta di levante; rrm quella di ponente, che è la più importante, rimane al nemico . L'oswrità poneva fine alla lottçt cli qLLesta memorabile giornata, sostenuta gloriosamente da ambedue le parti. ·Durante la nol.le Skobelew prendeva opportune disposizioni p.er assicurarsi il possesso delle conquistaLe posizioni. Da valente tattico Osman pascià aveva il giorno 1,J settembre rivolta Lutla la sua aLLenzione conLro l'attacco principale russo, che gli veniva dalo sul fronte est; è, se non potè impedire la perdita di Grivitza, ri~iscì però a far cessare l'azione nem ica sulla linea principale, nonchè ad abbaLLere l'elemento morale degli assalitori mediante le gravi perdite. Egl i potè perciò ritirare una parte delle sue truppe da cpiesto fronte per dirigerle il mattino seguente contro le truppe vittoriose cli Skobelew. IL quale se arriva,,a a manl.enersi nelle posizioni conquista.Le non solo inLerceLl.ava le sue comunic~azioni con Orkaniè al.lraverso la montagna, ma avrebbe m.inacciato pure il campo delle riserve turche e la città, per cui sarebbe riuscito difficile ad Osman a mantenersi a lungo ancora in -Plevna.. ' Alle 6 llel mattino quindi LuUe le opere tnrche, a portata di cannone, aprirono un intensissimo fuoco contro le posi"ioni di Sko- . belew, il quale fece entrare nella ridotta centrale4 pezzi da 9 libbre, affine dì controbaUere le ba Llerie turche collocate nella rido ila cli ponenLe . IJnllg G élel mal.Lino fino alle t ¼ pom., ora in cui i Turchi eseguirono un quinto attacco, la lotta durò incessante e micidiale. Al terzo attacco seguito verso le 'IO 1,\ an Lirn.. i Turchi fecero avanzare contro_ la ridotta centrale due batterie, le quali vi..porlarono tale scompiglio da spingere alcun i timidi a sgombrarla. Accorreva Skobelew dalla

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te1·.za altiirn e con acconcie parole li rianimava; ritornato al suo posto egl i loro inviava poi alcuni rinforzi. . Persuaso che hl. conq11ista delìa Lerza r idoua da esso atlaccata doveva decidere della ,,1ttoria, e che le forze di cui disponeva erano insuffieienti a, raggiungere lo scopo, Skobelew chiedeva con insistenza aiuto, ma inda'rno; Sotow gli ordinava bensì di tener fermo nell e posizioni da lui occup,ite, ma gli significava eziandio non potergli. mandare soccorsi. Un secondo ordine di Sotow gli imponeva, quando più. ,non potesse reggere, di ritirarsi su Tut::;cheniza, ma possibilmente non prima di sera. La situazione delle trnppe nelle posizioni conquistate diventava sempre più critica; due clei quattro cannoni spediti nella ridotta centi:ale erano sta.Li smontati; Skobelew li sostituiva con tre altri della 3a batteria ;della 3a brigata, la qua.le a\'eva preso posizione dietro la terza altura della. Coll'inci Yercle . II carro da muni"ioni che li seguiva :nella ridotta, sebbene collocato al coperto, colpito <la una granala, esplodeva, con grave danno della guarnigione . Verso le 2 pom. Imeretinski, che stava in riserva, inviava ai combattenti le ulLime truppe disponibili, fra cui molti sbandati. :P.oco .dopo i Turchi dalla ridotta di. ponente tentarono per la quarta vol ta l'attacco, ma ricevuti a 400 meLri da un mi.cidialissim.o fuoco fecero ali, e poi batterono 111 ri t.irata. Le condizioni, cl.el le truppe russe 11ell e due ridotte erano orribili; basti il dire che la gola di quella di levante essendo aperta, vi si aveva formalo un parapetto coi cadaveri dei caduLi. I tee cannoni coJl.ocaLi nella ridotta centrale erano smontati, servienti e ca.valli morti o feriti. I Turchi si raccoglieva.no presso Plevna per far urlo conLro l'ala destra di Skobelew. Questi aveva intanto r icevuto dal cenLro un rinforzo di circa 11300 uomini, che·disponeva in.ris~rva, e mandava alcune centinaia di sbandati raccol ti da Irneretinski in soccorso dei difensori delle ridotte. Verso left. l /9 Osman lanciava una quinta ,•olla le sue t.rnppe sulle r idotLe e, malgrado il micidial issimo fuoco che partivR dtt queste, le sch iere turche penetrarono dapprima in quella centrale e poco dopo anche i1ell'altra. I Russi sopraffalli dal 1rnmero forono finalmente costretti a sgombrare la posizione, con tanta bravura conquistata e difesa per una,

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inLiera giornata. Sotto la protezione di 24· pezzi post, m batteria: sulla seconda altura, essi si ri tirarono con ordine sulla prima altura, da dove ripiegarono su llogot, ma solo ull' imbrunire deI giorno 13. Le perdile dei Russi nelle memorabili giorna te dal 7 al ·12 settembre sono: 300 ufficial i e 112,500 soldati, di cui 60 uffi(:ial i e 3000 soldati morti . I Rumen i ebbero tra morti e feriti 56 ufficiali e 2560 soldati. Le perdite dei Turchi non si conoscono. 1

III.

Anzitul.to va notata la poca cura nei comandanti 1·ussi a procurarsi Je necessarie informazioni sul nemico. Osman lascia Viddino ulla testa di circa ,1iS,000 uomin i e marcia su Plevna percorrendo un tratLo di 200 chilometri, senza che il quartier generale r usso ne abbia sentore. E dopo _che le trnppe incaricate del servizio di sicurezza segnalano la presenza di schiere nemiche sul Vid, non cerca di compiere le imperfette informazioni mediante una ricognizione tattica, ma. impartisce al generale Kriidner l'ordine di occupare senz'altro la locali tit ove si suppone il nemico , che, dopo le vittorie ottenute in altri punti , si tiene in vii conto. E sì che questa poca. considerazione dell'avversario vac annoverata fra le cause che contribLtirono a rendere disastrose sul principio Lutte le guerre comba.Uule dalla Russia, da Pietro .il Granèle fino a.i dì nostri. A sua rnlta il generale Ktiidner dirige su P-levna un 9000 uomini circa il 118 luglio, J"istesso aiorno in cui vi aiun"e l'avan<>uardia t} del corpo di Osman, il quale, rinforzato in seguilo coi fuggiaschi. di Nicopol i e da. altri èlistaccumenli provenienti dai Balcani, oppone al generale Schildner-Schuldner un numero di truppe più che due volle maggiore di quelle a sua disposizione. Ol tre alla superiorità numerica, Osman aveva sull'avversurio ancora il vantaggio della posizione. V

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Quand'anche Kri.i.dner avesse diretto tutte le sue forze su Plevna ' . difficilmente egli avrebbe conseguilo un successo, dopo che i Turchi vi si erano installa.ti in sì forte munero, mentre poche truppe avrebbero basLaLo per impedire all'armata nemica di prendervi posizione quando Plevna fos:;e sLata occupata dai Russi preventivamente, come lo .' richiecle1',t l'importanza del luogo , nodo di numerose comunicazion i ed unico punto di passaggio stabile sul Vid. Il modo con cui il grosso delle colonne russe eseguì la marcia su Plevna da Nicopoli poi è aJiatto in conLraddizion e coi preceLLi tattici. La cavalleria non solo non venne impiegala nell'esplorazione, ma marciò divisa dalla fa~1teria e dall'aitiglieria; nel momento dell'urto cli queste sul nemico, essa t.rovavas i ancora. a Rybina, vale a dire a ,Jij ch ilometri da Plevna.. È Cfnindi a supporsi che il comandante del reggimento cosacchi rn.arciasse senza istruz ioni. La secondct co lonna di Bulgareni arriva conternporaneamente alla cavalleria sollo Plevna.; un impiego di questa nel se11SÒ del servizio di sicurezza e cl' informazioni non ha luogo quindi nemni.eùo ·. , per essa. Malgrado l'assolutct ignoranza. snlJ e condizioni del terreno e del nemico , giunti quasi a conLatto del medesimo, qon si fecero ricognizioni, ed i due distaccamenti ingaggiarono il combaLtirnento senza preventivi accordi . .L'artiglieria inizia bensì Ja. lotta, ma dopo mezz'ora, quindi pr11na ancora che quella nemica sia nonchè debellata, scossa, si procede all'attacco decisivo colle fanterie. La colonna che attacca da nord, cioè 111 più fo rte, avanza con i:> battaglioni. all'nssalto , e solo uno resta in riserva, e di questo ve.ngono ben presto impegnate altre due compagnie, di guisa che.non si hanno più mezzi per far fronte a future eventualità. Se i Turchl avessero dal canto loro presa. l'offensivn, ch i avrebbe protetto la l'ilirata? I! ~onsu~)~o cli m.unizioni da pa rte. russa fu gra~1clissimo; quasi tul.l1 1 carn furono vuotati (11) . La battaglia del 30 luglio si può dire una serie di atLi particolari (I) Il fantaccino russo porta con s(l 60 cartucce; ciascuna compagnia poi ha al suo se.gu1 to t1n carro da munizioni train ato da 8 caYalli. Dei 30 carri da muniziono ùe!la l" bri~ gata, circa 15 caddero in potere dei Turch i. Tao rcll , opera citata, pa g. 3-t.


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GLI INSEGNAMENTI

dei tre corpi di destra, di sinistra e di estrema sinistra. Una direzione che coordini questi atti fra cli loro afJine di ottenere il massimo risultato, m:mca. Il generale Kriidner, per anziani Lit chiamato a funzionare cfa comandante in capo, pare non d'altro preoccuparsi che del proprio corpo, il 9°, ii quale, come abbiamo visto, ha per obbiettivo la r idotta di Grivitza. Skobelew, ii meno elevato in graclo dei tre comandanti, solamenle l~erca mantenere il legame taLLico fra la sua e le opeh1zioni del corpo che ha allato, circostanza che contribuisce a renilere l'azione dei due corpi di sinistra molto più efficace cli qunnto siasi verificai.o presso quello di destra. L'incertezza su molte circostanze r igLtardonti il nemico ed il terreno esigono la conservazione di Lrna. (one riserva generale; nella sua composizione invece la fanteria vi è rappresentala da, un sesto solamente dei battaglioni presen(i . Le brjgate e le diYisioni erano schierale per linea, e siccome le .schiere si seguivano a piccola distanza l'una dall 'altra, così ern inevitabile il confondersi fra di loro éli corpi dim·si nella riLirnta; lo scioglimento deile unità tattiche rendeva poi meuo pronti i r itomi offensivi. Alle ragioni esposle con r icchezza di vedute dal ~fogni ( 1) in favore dello schiernmento per ala, devesi quindi aggiunge1·e .pure <ruesta. . Nel combattimento ie tre armi non trovttrono l'impiego adeguato ai modo d'azione loro particolare. la cavalleria non Yenne quasi per nulla impiegati~ da Kri.idner e da Schachowski, e solo lo Skobelew seppe trarne profitto; l'artiglieria non preparò su('(icientemenLe l'assalto; quasi mai poi esstt acco.mpagnò la fan teria, fosse pure :rn.antenendosi fuori della zona in cui il fuoco ·del fucile diventa eITicace. La fanteria dell 'ala destra marciava all'attacco per ]Jatlaglioni in (orma serrata anche nella zona cl' efficacia del l'artiglieria nemica; talvolta., senza nemmeno prendere l'ordine cli combaUimento, si lanciq.va contro le posizioni alla baioneLta. Ri tenendo la. ridotLa unico obbiettivo él'altacco, le colonne avtw~avano senza curarsi dell e trincee, dalle quali il difensore dirigeva su di loro un vivissimo fuoco incrociato, per cui esse giunge- · 1

· (1) Note per un corso di tattica. Bologna, Zanic helli 1867.

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vano decimate al punto d'irruzione. Che potevasi allora attendere da I.ruppe la cui forza morale, se non esaurita del tutto, non poteva non essere fortemente scossa? Nei momento decisivo veniva loro meno quello slancio che è condizione princip,tle cli successo negli attacchi in genere, e più ancora contro posizioni fortificate, come lo provano _gli assalti della ridotta di Grivitrn. I bat.taglioni si spinsero fin sotto ie opere, anzi cinque penetrarono Dno nel fosso, senza altro ottenere che cli aumentare le perdite. Forse che ii solèlal.o russo mancavtt di bravura"! Sì potranno sollevare guist_ioni sull'abilità di alcuni comandanti, non mai sul valore dei soléktti, i quali diedero so ti.o Plewna prove .cli straordinaria virLù. La riserva speciale dell'ala destra era impegnala un élfLi primi :Htacchi. Questa circostanza diveniv.i. tanto più grave, che il gene1·ale Krti.dner aveva. giò. nel primo per.iodo della lotta scissa la riserva generale in due, assegnandone una parte a ciascun' ala.. Sebbene molti appunLi ora mossi tocchino pnre l'ala sinistra, bisogna però convenire che l' a.tLacco venne da questa con clotLo con m.ol to miglior metodo. L'arLiglieria coordinò quasi sempre la smt azione r:o11 quella deii.a fanteria ; le colonne cl'assa lto si ·formarono sui ,bipi cl' ordine da comballimento adottati dopo l'introduzione delle armi da· rooco a, retrocarica ; la riserva speciale entrò in azione solo nel secondo periodo della loLta.; al rnorn.enLo cl[ rip iega,rsi sulle proprie posizioni Schachowski disponeva cosi àncora di un hattaglione di truppe fresche, sotto la co.i protezione potè esegui.re la ritirata con ordine. Da quanto si ù de LI.o intorno alle operazion i del generale Sk.oLelew, appare come egli traducesse in prati.ca i precetti della, Leoria. Con poche foi-ze seppe attirare su di :;è l'attenzione del nemico, e tenere impegnata buona parte delle di lui riserve. Malgrado le difTicoltà dei terreno la cavalleria, sia a cavallo, sia appiedata, trovò modo di rendersi uLile; dal retto impiego delle tre armi risultò poi quell'unità d'azione che gli permise, con consumo diforze relati , amen te piccolo, di ottenere io scopo cui tendevn, e che tanto agevolò l'assalto dell'ala sinistra. I migliori trattati di fo rti ficazione insegnano, e le esperienze dell è ullime guerre confermano, che gli attacchi di viva forza contro campi trincerati moderni non hanno prol.J::tbilitil di riuscit~, quando essi


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sono convenientemente presidiati ed il morale della truppa non è scosso da prececlenLi disastri . I Russi che eseguirono la levata dei dintorni cli Plevna, non potevano ignorare in seLLeml;>re le condizioni della piazza forte per la conformazione topografica del luogo e per le difese che i T[Lrchi durante il mese di agosto avevano aggiunte alle già esistenti, cli cui essi avevano prorntct la bontà, come avevano esperimentato il va !ore delle lruppe che le difendevano. . · Questo stato di cose ,~vrebbe adunque fin da quell' epoca, dorato persu::idere il comando supremo dell'esercito operante, che un terzo tentativo di impossessarsi di vi va forza cli Plevna, ad altro non poteva condurre che · ad un inutile spargi.mento di sangue. Ciò nulla meno, e malgrado le forze dell'offesa non fossero nel voluto rapporto di superiorità con quel le della difesa, :'! i decise di nuovainente attaccare Plevna nel settembre. Il risultato di cinque giorni di battaglia fu la conq ui~ta della ridotta cli (~rivitza e lo scoraggiamento nell e iìle russe. . Sommate insieme le perdite subite dai Russ i negli attacchi del 7 al 112 seUern.br~..danno la_ c!fea cli.300.(umc_i ali e 11'.%_00 ~o_l~a!:i, os~~a un totale clL ,15t>OO 'HOmLn1. Il numei1 dei batLaghon1 cli faiHerrn. riuniti soLto Plevna nei primi çlì cli settemb re era. di 6fi. ripartiti in 5 divisioni. La forza oi·ganica di un b:i,ttaglione essendo rissata in 1023 uomini di cui 980 sono combattenti; nell a l'avorevole ipotesi che i battaglion i abbiano ·passato il Danub io con 800 combaLLenti, la fanteria non poteva superare i i'H 200 uorn in i ; aggiungendovi l'arLigl ieria e la cavalleria di 5 divisioni, nella fomt dì 800t) uomini la prima e di 4.000 la seconda, il massimo clellè truppe èombauenti . russe sarebbe quindi stato di 63000 uomini. No i sappiamo però che i reparti impegnali nei combattimenti del 20 e 30 luglio sollo Plevna già avevano perduto 96,J,J uomini, cifra che si eleva ::i più cli ,J2 mila uomini comprendendovi qLrnlli messi fuor i com battim ento nei fatt.i d'al'mi di ~ icopoli , di Pelischat e di Lowtscha ('1), eda Hi mil a con gli ammalati, epperciò defalcanclola dalla sopra data, .si può esser sicuri cli non rimanere al di sotto del vero calcohindo il tota le delle forze russe impegnai e nei giorni 11,f e ,1'il setlem bre in 60 mila uo-

mini . Il Trotha non ne ammette che 50 mila; rn n fossero pure 60 mila, le perdite raggiungevano ciò nullarneno il quarto dei combattenti . Quale potesse essere la forza d'animo cli queste truppe dopo la battaglia, ce lo dice Bertram Gcttti : « L'espel'ienza cli. molti secoli J) egli scrive « c'insegna che la forw morale è piena.mente esaurita presso fe più salde truppe, se prima di ottenere lo scopo, le perdi te in morti e feriti hanno raggiunto circa il terzo della forza primitiva, nel caso cli azione condottct con intensità, moderata; e un quarto o anche un sesto della forza meclesima, quanclo il combattimento si sviluppi con maggior vivacità ; .. .. ... il massimo accennato lo tollerano solamente I.ruppe di straordinaria virtù )) ( 1). Era quindi ehiaro che prirn.i, deJl'arriYo cli ulteriori e ragguardevoli forze i Rus$i nulb. potevano contro Plevna. Il possesso di Grivitza fn, com'è noto, cli ben poco utile agli alleati e dimostrò come la perdita cli uno dei for'ti costituenti la prima linea di un campo trincerato non sia perniciosa alla difesa, ogni qualvolta le fortificazioni sieno disposte con criterio e giusto apprezzament.o de! terreno . Dall'esposizione fatta nel l,1 part,e storica si scorge cli leggeri come molti degli errori commessi nei precedenti assalti si ripetessero anche in questo. (}li assalti intrapresi su diversi punti non riuscivano mai simultanei; il difensore aveva quindi agio di concenLrare le sue riserve contro crnelle colonne che prime si presentavano. Le bRtterie d'attacco nei settori nord ed est bctltevano i forti unicamente con tiri diretti, il che obbliga.vale a sospendere il fuoco nel momento decisivo dell'auacco . T>er tal modo non solo venint meno l'appoggio dell'artiglierie quando più ne ern sentito i I bisogno, ma il subito tacer delle rneclesirne era al difensore indizio sicuro dell'imminente atta.eco, gli clava quindi campo di abbandonare i ripari e di prendere le posizioni cli comba ttimento. Gli ammaestramenti della guerra di Crimea non riuscirono aclunque di verun pro per i Russi. QuanLo diversa fnlaeondotta delle artiglierie anglo-fran cesi nei tregiorni che preced:eUero l'assalto cli Sebastopoli, da quella tenuta nel bombardamento di Plevna nei giorni 7 all'1 ,J settembre ! Crediamo valga la pena di ricordare lo stratagemma usato 1

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(1) Presi d'assalto dai Russi sotto ImereUr.sk i il 3 settembre.

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(1) Jlg~rn»1· GA1Tt < Die ralktil, der na~hsten Zukunft. » - Mocs1, opera citata pag. 95.


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dagli alleali con ottimo effetto contro i Russi, tanto più che pare esser caduto nell'oblio. Eccolo . ~ei tre giorni che precedettero l'assalto, vale a dire dal 5 ail'8 settembre, le batterie (l'attacco sospendevano in determinate ore j I hombarclamento su Lulta la linea, per riprenderlo al momento in cui il difensore, nella previsione di un assalto, si supponevcL avrebbe fatto avanzare le ri;~rve. L'intento di decimare le forze della guarnigione e di renderla meno vigilante, si ottenne, così, completamente. A mezzodì del giorno 8 semm cl:ie venisse' dato alcun seg11ale speciale, ma al comando dei cap i-corpo che nvevano regolati gli ornlogi su quello del comandante supremo, l'artiglieria sospese di un tramo il fuoco che 1·iprese dopo pochi minuti, con straordinaria veemenza, tirando però senza proietti. Le colonne sortendo simultaneameute da diversi pl)nti, si lnnciarono con grande impeto sul Malakhow, il ,Jrnslione n° 2 e la cortina collaterale, che occuparono prima che i Russi, intenti a consumare il rancio, potessero accorrere sui rampari ('l ). Le pos.izion i dì Grivitza e di Radisd1evo si altaccarnno quasi sempre di fronte, si p1·ese ,a toro pù le corna,. Mai si tentò di avvolgere un fianco, e solo abbiamo lln esempio di giramento cli posizione sotto GriviLza. « Chi :tttacca )) insegnano i maggiori. Resoni e Sismondo « deve studi:tre il modo di spostare chi resta sulla difesa piuttosto colle manovre che con gli.auacchi difronte)) (2). E che fosse possibile manovnire non solo con la fanteria 1J1a anche con la cavalleria, malgrado le difficoltà. del terreno, lo provò Skobelew. I battaglioni nell'ordine cli combattimento erano f'ormati in colonne di compagnie su due iinee di poco èlistanti fra toro, avendo la 5" compagnia stesa in catena di cacciatori . I reggimenti avev,ino due battaglioni disposti l'uno :tcca,nto all'altro, formati, ciascuno, secondo il Lipo ~opra indicato; il terzo battaglione costituiva la riserva e si disponeva in ùi.assr~ di battagl iòne. · L'attacco s'iniziava di. solito a distanza cli 300 e più metri cfall 'obbieLLivo, e le diverse linee mettendosi quasi contemporane:.imente in moto si coni'ondevano, a motivo delle brevi distan:t.e- che le dividevano, facilmente le une con le altre, e nel miglior clei casi arriva(l) Toou;us,. Défense de Sébastopol. -

Tomo 2° pag. 230 e seguenti. {~) Ricordi por le esercitazioni tattiche e logistiche.

DELL','.SSEDIO DI PLEVNA

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vano al punto cl' inuzione a.stormi. L'ordine di combatLiment?essendo scompaginato, i comanélanti non avevano più sotto mano t l?ro reparti . .Per rimettere in moto queste troppe, dopo ci na sosta Jorzata, si era costretti f'a.r aYanzare le riserve. Del resto anche nei giorni ,1,t e ;J 2 s·eLtembresi eseguirono gli attacchi senza, distinzione .dei momenti tattici. Skohelew fece però anche questa volta loclevole ecc:ezione alla regol,~. -. . sue truppe mossero sempre all'auacco aiutate dal iuoco di batterie oppor~orntmente collocace·per hatlere gli app?s_tamenti ne- . miei cli fronLe e di fianco, le q1iali nel rnoment:o dec1s1vo concentravano i loro fuod1i su l punto cl' irruzione. · :'focrli ordini di combattimento le truppe che dovenu10 eseguire 0 l'urto erano sempre ben distinte da quelle che co~litui.vano le riserve speciali, disposte dietro le cdi e la riservR genera]:· La prima linea, in catetta cli cac<jatori, preparava l'aLtaeco co l Juoco '. e taJvolla ern accompa,gnaLa d,i alcune batterie od [!Imeno da ulcum pezzi. La m<1,rcia in avanti si eseguiva a sbalzi traendo pro(ì~t,o dalle riccidentaliLh del terreno , Somma curn venne sempre nnp 1egaLa nell'assicurare i fianchi . Le risene ~i irnp~gn~tvano solo n~i casi cli vero bisogno; e mediante savie d1spos1z1on1 la eavallena potè ap})oggiare quasi sempre la fanter ia n~i momenti estremi. E così si spiega come egli solo olt.enesse 11 giorno 'l 11 un secondo successo ché avrel.Jbe potuLo decidere tre me,;i prima la sorte di Plevna, c1uando non gli fossero mancati il gior·no appresso quei soccorsi che egli .1n1entemente invocava. L'artigl ieria si dimostrò in genere poco potente conLro le truppe e le opere. li capitano Trotha. e con lui tnnli. altl'i che :-;criss~ro sull'assedio éh l 1 levm1, attribuiscono il raHo nmcarnen Le al caUlvo impiego taLLi co . Ma anche quando l'artiglieria tl'O\ ò impiego 1:niglior.e, i risultati non corrisposero all'aspettativa, e ciò per due ragion i: pri1na pcrel1è la, precisione cli tiro delle b:itLerie del campo la~ciava molto a desiderare, e secondo perchè i cannoni dafdi bbre, che· entravano per meUt nella composizione delle batterie, mancavano d'efficacia. La profondità del campo trincerato poi sottraeva le r isene al fuoco delle batterie e permetteva. lor<1 cli mano,Tri re 1iberamente. Da q~anlo fin qui si, è dello appare come il Tul'CO sapesse trarre dalla fortificazione il massimo utile. Nr. solo egli si dimostrò abile

Le


GL I I NSEGNA~'18NTI

'nella difesa passiva, ma eziandio nel\' a,[.tiva. Nei contr'altacchi, . secondo quanto ne dice il Trotha , egli impegnava, succes$ivamente le truppe, economizza,~a i sostegni ed imp iegava con molta parsimonia le riserve. Aggredend_o, tendeva a portare l'urto principale, decisivo, contro il fianco del nemico che avvicinava approfittando del terreno, facendo precedere il grosso a debita distanza da fitta catena di cnceiatori, s,usseguita immedia tamente da piccol i sostegni. L'attacco emsempre preparato da un intensissimo fuoco, che il generale Todleben dice produrre l'effetto d'-ime machine1·oidanteqni jeite incéssam11ient des 11iasses cle plom b lÌ ,qrandes distances ('I). Altri eserciti potranno in seguito superare ìl turco nella tatr ica del fuoco, anzi lo riteniamo per fermo ; imperocchè un più col'f'etto impiego del tiro alle grand i distanze e maggior fermezza alle pie. cole, vale a dire dai 600 metri in giù ove l'efficacia del fuoco diminuiva sensib il mente perchè i Turch i più non miravano, un pi.il corretto impiego del tiro , ripetiamo, darit maggiori risultali con minor spreco cl i cartucce. Al Turco resterà, però il vanto d'aver · segnato un nuovo periodo nello svolgimento della tattica. E ciò appunto quando il suo avversari'o dimostrava di non aver ~aputo trarre che un mediocre profitto dal nuovo arman1ento dell<1- fanteria. La · teoria che l'urto deve decidersi un icamente con 1a. baionetta ha trovato sostenitori in Russia anche quando gli altri. eserciti pi.ù non l'amrnetteyano (,2) ; i fatt i di PJevna diffnsero tanto lume quanto basta per non lasciar pi.ù sussistere dubbio sulla giustetza del precetto che gli assalti i?iconsntti e 1ion ben pl'eparati col fuoco traggono seco sc01npiglio e q·m vi perclite e faàlnie1it e si volgono in 1·ovescio (3) . · La fanter ia russa abusava della baionetta non solo nell'offèsa, ma JJenanche, nella difesa, la.nciaudosi troppo presto contro l'aggressore; per tal modo essa si privava del grandissimo vantaggio ,del fuoco accelerai.o a breve portata.

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DELL'ASSED IO DI PLEV1'A

La sua ()ducia nella lotta. corpo a corpo andava tant.'olt.re, da indurla talvolta ad inseguire il nemico nella riLirata, con la baionetta a.nzichè sterminarlo da Ha posizione con un ben nutrito fuoco. Untt circosLanza che sorprende, e che qni vuol a,ncor essere ricordata, è la rouura di parecchi affusti, sia da cDmpagna sia da posizione, russi, fatLo che si era verifi(;a to prima pure sotto Kars. Gli affusti rnssi, tanto dei cannoni da 4 libbre quanto da 9 libbre (armamento 1!866), sono a cosce parall ele cli lamiera di ferro rinforzate con un ferro d'angolo. Le singole parti sono fra di loro connesse mediante chiodi ribaditi (Lolloni); il sistema quindi non presenta la solidità di quelli in uso .presso altri eserciti, compreso il turco, ove le cosce sono di lamiera di ferro Dél orlo ripiegato t11!.t'att.orno e senza bolloni. Nell~L guerra presente questi affusti, fom iti all'esercito turco dalla casa Krupp , .fecero ouima prova sia nelle marcie sia nei com batti rn enti. Attualmente sta per essere adoLLa.to in Russia un sol affusto per ambedue i cannoni, proposto dDI colonnello Engelhardt, il quale, oltre all'aver le coscie foggiate sul sistema di quelle ultime citate, è provvisto di [lpposito congegno (specie di repulsore elastico) per ·· attutire la fo rza viva del rinculo del pezzo ('I). Tanto sotto ,Plewna quanto soLto Lowl.scha si sentì fo rtemente · la mancanza di strumenti da trincea portatili presso le truppe di fanteria, di guisà che i soldati scavavDno la tern~per coprirsi con, la lrn.ioneua, con il coperchio del gDmell ino ocl anche semplicemente con le mani . Riservandoci cli ritornare sull'argomenlo, osserviamo per ora che ciascuna compagnia di fanteria disponeva di 11O badili, 24 piccozze, 3 picconi e 3 gravine solamente.

( Continna).

(lj Lettera citata.

(2) Il generalo Dragomirow, le cui idee sono molto diffuse nell'eserr.ito russo,essendo egli s tato per lungo tempo professore dt tattica nell'accademia di stato ma ggiore J\icolò a Pietroburgo, e per i molti s uoi scritti, ricordava in un or<tine del giorno alla sua divisione, prima ancora che si passasse il Danubio (la sua divisione lo passò per la prima a ZimnizaJ, che non era permesso di stenders i a terra senza ordine espresso dei propri .·superiori, e che un buon soldato, anche nell' azione più intensa, non doveva consu01a1e più di 30 cartucce. Uguale linguaggio r.enno il generale Gurko alla guardia. (3) Ammaestramento tattico delle t 1·u ppe cl i fanteria., pag. l?\i.

DONESA?i'A

Capita.no del Gen.io (1) JJittheilungn ;;ber Gegenstande des At·tillwie un<l Genie- 1Vesens. - Dispensa di , I gen noio JS7~ .


SVINCOL AME~TO DELLA TRUPPA ECC.

SVINCOLUIENTO DELLA TRUPPA DAL SERY.IZlO Dl PUBBLICA SICUREZZA IN SlG!LlA

Gl'inconvenienti gmv issimi e di varia natura dcrivauti senza fregoa, aliti forza ragguardevole di p iù che cinque mila, soldati impiegati costantemente in Sicilia alla tutela, dell a pu bb1 irn sicnrezza, cÒstitniscono ta l germe di erosione per la disciplina ed il prestigio delle truppe adib ite a qLtesto serYizio, che io non so resi:,;tere alla tentazione di rich iamare su qnel fatto increscioso la benigrni considerazione di coloro ai quali sta,nno a cuore la reputazione ed il progresso del!' esercilo. Nell'accennare al male suggerirò pure un rimedio, non foss'allro per f'uorviare dal malvezzo, ta.nto comodo e pur troppo moho invalso, di deplontL·e questa o quella cosa, sem:a vedere sia o no possibile di evitarla o sostituirla. Perchè po i si. ,soppia fìn cl'ora in termin i precisi qual è il mio scopo, eccolo a rnodo di quesito nell a seguente proposizione: Dilnosll'are che non, è, con-i;eniente l'impiego atfaaie della t-ruppa in sel' vizio di piibblica sictwe.:r:a im, Sicilia per la t1itela d~gtiindividtii, rlelle lM·o sosta1ize e clei lo1·0 interessi; e che sarebbe nieylio proviiede·re a tale intento con l'mimento dei wrnbin,ieri. Ecl ecco pure, per facilitare la memoria nel seguire lo syolgimento di quesla tesi, l'ordine che terrò nel pDssare da un'argomentazione al l'altrn:

se

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1° Accennerò il quàntiLaLivo di truppa che al cominciare dell'anno in corso era impiegato per servizio di pubblica sicme:i:za in Sicilia; 2" Gl' incomenien li che risultano alta truppa adi l,ita per questo servizio. Per dimosLrare che non è conveniente l'impiego atLUa le delta truppa. 3° · Farò il confronto tra l'influenza eserc·itata, dal soldato e J'influenzr.l esercitala dal carabiniere sul mantenimento dell.'ordine; 4° Il conguaglio fra quanto costa il servizio di pubblica sicurez;::a fatto dalla truppa e quello fallo da un numero sufficiente I .di carabinieri in sua vece; fj 0 L'esame cielle esigenze del ten~po di guerra. Per venirne a dedurre che tanto moralmente, qLtanLo finanziariamente, dal caso normale passando a quello di complicazioni guerresche, è preferihile cbe il r ipetutò servizio veng~i affidato esclusivflmente ai carab ini.eri ed agli agenti in genere di pubblica sicurezza, e non mantenuto, come atLualmente, promiscuo fra essi e la truppa,.

l.

Incominciamo dal vedere i l q1u1,ntitatioo di lmppa che al primo dell'an1no corrente era impiegato per servi.zio d·ipu,bbliw sicurezza in Si.cilia. Ormdo la precedenza ai comandi, Lroviamo anzitutto in Palermo un ufficio operazioni militari per la repressione del malandrinaggio nell'isola, conglobato col còmand.o del X corpo d'armata, al quale ufficio fanno capo direttamente pel servizio cli pubbÌica sicure1,za _sei comandi di zona ecl uno di sotto zona, cioè: Il com.flnèlo della zona· militare <li Palermo; H comando della zonn, militare di Trapani; Il comando della zona, mi li tare cli Giro-enti· ll comando delle ZOJ.lamilitar~ di t:allanisseua; e)

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DAL SEH\IIZIO DI PuRP.LICA SlCOHcZZA IN SICILIA

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SYJ:-!COLAMENTO DELLA TR UPPA

li comando della zona militare di Siracu sa; Il comando della zona militare di Catania ; Tl comando della sollo zona militare di Mislretta. Essi r isiedono: quelli clelle zone nei capiluoghi cli pro\ in cia e quello della ::-otto zona in un c.apoluogo cli circonclario, ccl hanno giurisdizione appunto su lutte le truppe in servizio di P. S. nellapro,,inciaenel circondario da cui traggono il nome . .\li affretto a :;oggiungere che la sotto zona di Mistrctta è un avanzo ~lcl la zona cli Messina, la quale, con le allresei zone tuttora esistenti, una volta compiva la circoscrizione delle truppe in :-ervizio di pubblica sicurezza, pe1: modo che alle sette provincie in cui è diYisa ammin istrativamente la Sicilia corrispondevano altrettanti co mandi di zona, militare. Nel soppri~erc le zona di Messina, riconosciuta superllua dopò che fu in essa garanlilo l'ordine, si trovò necessaria la conservazione della sollo zona di Mistrella facente parte della medesim a, percM limitrofa alla zona cli Palermo, e più specialmente a quella parte dove ùi qnell'epoca infieriva mnggiormente il malandrinaggio. Ciò non perlanlo la si rese autonoma, ossia non fu messa alla dipendenza cli uno dei comandi cli zona adiacenli, ma in diretta comunicazione wll'uffi.cio operazioni mi lita ri presso il X corpo d'armala, come gli stessi comandi di zona . .Nel terrilorio di cinque delle sei zone sunnominate ( <J,Uella di Palermo esciusa) ha sede un reggimento di fanteria, ed il comandante del meùesimo ha il comando anche deJl rL zona. Nella. zona di Palermo, in cui r isiedono tulli i hattaglioni bersaglieri distaccati in Sicilia, il comandante della zona è designato dal comandante del X corpo d'armata. Nell a. sotto zona cli Mistrelta il co..: mandante del battaglioll e cli fanteria a cui apparl.engono le truppe colà distacca te 0 pure comandante della sotto zona. Le zone mili tari poi si suddiridono in sotto z0ne, rette da tenenti colonnelli o da maggiori, ell e hanno ai loro ordini, sotto la dipendenza dei comandan ti cli zona, le truppe in servizio di pubblica sicurezza residenti nella circoscrizione del loro comando di sotto zona. Esse sono ·1!3 ed i comandanti delle medesime stanno, nel eccezione di quello della sotto zona della conca. (di J\ tlermo ), in capi luoghi di circondario o di mandamento. Le truppe che agli ordini dei comandan!i di zona e sollo zona,

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prestavano servizio di pubblica sicurezza al primo gennaio dell'anno in corso ernno: nella zona cli Palerlùo - il battaglione bersagl ieri distaccato nella conca dal reggimenlo her:;aglieri stanzialo in Palermo, i sci battagli oni ber,;aglieri dai regg imenti elci contin ente distaccati in Sicili a., la compagnia cli fanter iu datti dalln. brigata resi<lenle in Palermo per pre,;id iare l'isola cl'U:Stica; ossia 23 compagnie; nella zona di Trapani -G compa!{nic; nell.a zona di Girgenti - 7 compagni e; nella zoirn. cl i Caltan i:;sel la - 6 compagnie; nella zona di Ca!ania 4- compagnie; nella zona di Siracusa - ne"suna; nella sollo zona di. J\fo,Lret la -:- :1 rompagnie ossia un totale di :j:j cornpngnie; all e t111ali bisog11;1 aggiungere un balla•rlionc che presta ;;er,izio notturno in Palermo rinforzando .., le sezioni di pubblica sicurezr.a, ed i sol<lati di fantrria, ber,-aglieri e è.Lv :11lcritt in r inforzo allesLazioni carabinieri clell'isoht, i quali :il 1° gennaio sonrnrn,,nno a i 77 uon1in i a pi edi e 93 uom ini a mvallo. Ecco il qnan1i1a1ivo di trnppa. impiegalo in Sicilia per_ senTizio di pubblica sicurezza, al ·I O gennaio, qnantitativo che assai poco differisce clell'attuale.

H.

Passiamo ora all'analisi deql'inconvenienti che1·isnltanodalconc01·so della t1··nppo, nel se1·vi:r'io di invbblfoa sicwre:r.za. Gl'inconvenienti possomi suddivide1·e in cinque ca.Legorie: inconvenienti cl'ordine disciplinare; inconYenienti l'iguarclan Li i' isLrnzione; inconvenient.i ri(leltent.i l'igiene; inconvenienti d'ordine economico; inconrnnienti d'ordine morale . Per..:iò che ha trauo agl'inconvenienti della 1" categoria, ossia a quelli d'ol'Cline <lisciplinare, 0 Llll falto che soldati sp,trsi in JVtesi ANNO XXI!!. VOL, 11t.


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SVINCOL AMENTO DELLA TRUPPA

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e masserie a parecchi chilometri di distanza gli uni dalle altre, affidati parecchie Yolte a graduati d'ordine inferiore, _t~lti completamente all'amb iente militare, impiegati in un scrv1z10 non ben definito cd elastico che li distoglie dalla sorveglianza dei superiori, perdono molto di quei buoni principii cli disciplina che s! è cercato d'instillare in lol'o con tantit fati ca in guarnigione e s1 abituano ad una certa rilassatezza nell'ademr>imento del loro dovere. Rilassatezza che non li lascia aiiche dopo ultimato il servizio cli µnbblica ~icurezw. quanclo ritornano a quello ordinario in guarnigione, clappo ichè è più fac il e conl.rn1Tc unn cauiva abitudine che toglierla. Per riguardo agl'incomcnienti riflettenti l'istm;;ione, basti il dire che un soldato impiegalo per molte ore, Lalvolla elci la nolte, a pattug:iare, non può poi essere tormentato con tante istrnzioni; e che tptincli oltre al tempo perduto per l'istruzione devoluto al .servizio cli pubblica sicurezza percle anche quello che gli è necessario pel ripO:,O successivo. Tnoltre, squadre, plotoni, compagnie frazionale a parecchi chilometri di distanza non possono attenclel"e che ad alcune istruzioni e non a tuLte le necessarie. Non prufo poi cli quelle maggiori, os:;ia delle grandi manovre, che tutti :;a nno non essere pos~ibili in Sicilia pel frazionamento delle trnpp~. . Gl' inconvenienti. igienici sono anche ab])astama pale:;t. S1 ca1,iscc di leggieri elle un sì gran nnmero di soldnti, sp~rsi .molle , olle in paesi infelici, non ponno sempre trornr quarl1~re m_ locali che riuni:;cano le condizioni ,·olui.e pc1· la conserrnztone della salute; senza contare elle si è cosLrclti a mantenere perfi110 distaccamenti in paesi di malaria. lndipenclentemenLe poi dal locale e dal paese, la nalurn del servizio che clisi~p~gnano, obb!ìg_a. detl.~ truppe a fa.re appiaLl.amcnLi e perlus~raz1~n,.se~1za l,t11t1 1·'.guard1 alla temperatura ecl allo stato atmo::.fcr,co, s1 di giorno che d1 notte, esponcndo,-i t,drnlla acl ,H~t1m1zzoni per stradicciole'. convertite in torre11 Li, 11 per sentieri diffi cili sotto la sfert,L d'un sole coccn lo onde sa lire in , ella a lllOnli balluti da venti impetuo;;i. TutLe circostanze che scinpnno gl' inclividui, tanto più che tornali alla sede clcl disLa.ccamento non trovano sempre fuoco per asciugare i panni, vitto sulTiciente per riparare le forze. Gl'inromenicnti d'or<line economico sono pure rilernnti . Ca.p-

DAL SBHVIZIO 01 PUBBLICA SICUREZZA IN SICILIA

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polti, giubbe, pantaloni, chepì, cappelli, scarpe, armi e buffetterie, tl1tto deperisce allorquando il soldato è obbligalo, come in tale servizio, :i 110n ten er calcolo nù del sole nè clella pioggia, a percorrere strade fangose e sentieri sassosi. Nè valgono a risarcirli quei 5 centesimi del soprassoldo di pubblica sicurezza versali sulla massa individuale giornalmente, giacchè il danno riportalo dagli cfTeui nella maggior parte elci casi è superiore al l'introito piuttosto esiguo che loro deriva da tale ser,ir.io. · Dove poi la rngione si ri bella è nell'esame degl'inconvenien!.i d'ordine morale. n soldato che simboleggia quanto vi ha di piit onesto. leale, probo, generoso, solo perchè impiegato nel servizio di pubblicrt sicurezza (servizio del resto rispettab ile esso pure clat momento che ha per iscopo la tutela delle leggi, delle sostanze, della vita dei cittadini) guardato con occh io di sprezzo, considerato come osLilel. .. No, l'individuo che vegl ia per guarentirc il riposo altrui, che combatte le.fiamme degl'incencli, che dispuLa le vittime alle acque irrompenti, che mette il proprio pello fra il huono ed il malvagio, che è disposto a versare il suo sangue per la patria, ha diritto a ben allrn consideraz ione cli quellà che gli viene ingiustamente serbata dai malevoli nelle provincie sicnle. E se le condizioni morali poco floride, l'ingratitudine e l'ingiustizia loro spregia in lui ciò che dovrebbe esaltare, è debito imprescindibile il far cessare un tale stato di cosc .. se si vuol mantenere alto il prestigio di una nobile istituzione I Di fronte ad una forza rilevante quale quella delle 60 compagnie circa· adibite per manten ere la pnbhlica quiete di due milioni e mezzo di abitanti, già guarentiL-a da un numero di carabinieri e guardie cl i pubblica sicurezza. proporzionalmente maggiore di quello impiegalo per ude bisogna nel resto cl'Ilaliit, ed agl'inconvenicnti serii che gravitano perennemente su quelle 60 compagnie, parmi cli potere quincli asserire che il sisle1rn1 attuale di mantenere la pubblica sicnrezza in Sicil in, che bisogna pur dire ad onor del vero fece buona prorn e cliecle eccellenti risultati contro il brigantaggio militante, non è più conveniente allo scopo . Ed i fatti lo provano, giacchè dopo la distruzione delle bande armale, sono pochi, assai pochi, i casi in cui la truppa abbia ottenuto qualche risultato contro i rnalvivenli, mentre quasi giornalmente tanto i carabinieri quanto le guardie di pubblica, sicurezza ottengono dei risultati positivi.

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l DAL SEllVIZIO DI PUAHLICA SICUREZZA I)[ SICILIA

SVINCOLAMENTO DELLA THUPPA

III. Hesta. ora da vedet'e .ve non sia migliol' pal'tito qnelto di 111·ovvedere alla pnbblica sicn1·e.:;.:;a con l'crnmento dei carnbiniel'i, la qual cosa. appunl.o costitu isce la. secondn patte della. lesi che mi sono prefissa . Premetto che le 5:j compagnie in scryizio di pubblica sicurezza nell'isola (Pa lermo esclu,-a), tanto piì1 ora che il hriganlaggio miliLi'tnle è n.nnicnlalo·, hanno per così dire una influcm:a secondaria. snlla pnbhlit'tt quiete. Infatti esse clanno i segucn Li servizi : pattuglie di 1rnrlnstrazionc l1111go le strada, scorte alle corriere, ai procac·ci ccl a qualche privalo, soddisfano alle richie:stc e,entuali di truppa chepo nno rivo lger I.oro gli ntTiciali delln. pubblica. sic;u rezza (carab in ieri e delegnt i). ,\ nzi si può dire cl1e quasi interamQnte per quest'ultimo sropo si rnautengono le truppe dislocate come sono. Vacenclo perlanto astrazione dalle pattuglie e scorte che potrrhbero esser da.I.e dagli stessi cara.bini eri ~o :rnmenta.Li, siamo co11tlotLi a considerare le :;:j compagn ie come so:;l.egni degli agenli di p11bblica sicurezza . Poste le co;;c in qnesti termini noi H~diamo che il servizio presta.I.o dalle compagnie s11ddcl.te è consimile a crucllo dei 270 soldati in rinforzo nl le si.azion i rnrabinicri, con la dilfo1·ei1za che questi sono cli continuo a. disposizione degli agenti surrilati, mentre t1uellc prestan lol'o soltanto un concorso eveutuale. lln caso analogo ù pur quello del battaglione dato in Pa lcl'1110 pel' rin l'orzare lo sezioni cli pubb lica sicurezza nel scniz.io notlumo, che è meno continuo cli quello dei soldali in sussidio alle stazioni carahin ieri e pi1'1 di qu ello rlcgli uomin i somrn iniF-Lmti eventualmente cl ictrn richic;;La degli ageHti di p11b b'lica sicurezza, ma pur sempre della stessa natura . Ridotti co:;i ad una sola categoria i diversi generi di servizi vresl.,Ll.i dalla truppa in pubblim sicurezza, possiamo passare ;d raf'fronto fra. l'hi~nen,;a esercita,ta ,rispettivamente dal soldato e dal carabiniae sul mantenìmento dell'ordine.

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Il soldato presta l'opera sna nei vari servizi cli pL1bu li ca sicurezza per così dire materialmente e solo nelle poche ore in cui è veramente cli sen-izio. t\laterialmcnte perchè non ha alcnne o poche nozion i intorno agl'indiviclui che soncgl ia, alle lornlilit che conviene !once d'occh in, ,i.I procedimento istesso che deve segu ire nell'esercitare il serrizio che disi111pegna. Solo uelle poche ore in cni è rera111cnle di ;;en izio, perchè solamente in tale contingenza egli riresle rer obbligo il carattere di tutore dell 'ordino . P11 ò benissimo anche essendo a cl.i1mrlo cl.ividero duo r issanti, arrestare un malfattore. pl'endcre la difc~a di qualrhe manomesso, ecc., ma egli in lai caso fa un'opera meritoria, qualcosa di più del semplicr suo clo, cr<'. li cambinicre invece anche 11uando non è uell'cscn;izio evidente delle sne fun zioni ù p11r sempre cli servizio, cgli vec1e, sente, osserva, scruta e coordina i falli della Yila nppariscent<' con quelli della. esistenza occulta clelle persone che M>1Teglia; e quando è accori.o, intelligente cd all,arnen l.e compreso del suo doYere, può rendere grnndi servigi e Lalvoll.a maggiori impancato in una. osteria, eh iac~hcrando pre~so il bracicr<' del farmaci:;La, sofisticando una clonnicciuola od un sagrestano, di quando ri, eslito cli tulle le forme uffi ciali perlustra ttpcl'tamentc o si rimpifl tla per sorpnindere . Ed il suo servizio non è nrnteri~le, a, endo egli , oltre le qnaliliL intellettuali ~upcriori a quelle della comune dei soldati, acquistate anche cognizioni ed esperie11za intorno al modo cli regolar,;i nel serrizio che presi.a, ell essendo edollo dei siti ed individui ell e conviene toner cl'occhio, dei fa Lti che intorc"sa all a. gitlstizia di cono5cere ed accertare. 11.carabiniere rende inoltre un scn izio mollo più. efficace anche Jierchè iu c,;:so scorge la :scll la por salire nellrt gerarchia, mentre il floldato 11011 ,,ode nò po Lrcl? he vedere nemmeno il gal Imie cl'appunlato nella riuscita di 11n arresto o nel la scoperta di un complotto. LI carabiniere agisce per :-pirito personale del doYere, per spirilo di corpo o sollo l'i mp 1ilso di l.ulla la gerarch ia della sna a.rrnn hencmei·iLa; nel soldato non è tanto vivo lo spiriLo del dover(;) in tale seni-~io , o non può portan i che debolmente lo sp iri lo cli corpo e l'impulso dei suoi superio1·i . il carabiniere poi è concatenato col resto clrgli agenti proposti nll a sicurezza pubblica (questo ri, delegati, )Jretor i) , è i11 continuo comn1ercio di notizie co11 essi, e da essi ri ti-ac anche 11101 ta parte del suo presLigio e della sua autori lii,


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SVINCOLAMENT O DELLA TRUPP A

.doti che il soldato, privo di quel contrafforte non ha e non potrebbe avere. Il carabiniere presta cli continuo e per lungo tempo il suq servizio in una data località, e si rende quindi utile fino da quando-ha finito il noviziato nel nuovo posto in cui fu messo, anzi si rende tanto più utile quanto più cres·ce il tempo r;he vi ~ addetto; laddove il soldato che camb ia periodicamente è sempre novi"io, e per di più proclive a considerare tale senrizio come una cosa precal'ia, es.Lranea al suo mestiere. InÌlne il -carabiniere oltre alla continuità del servizio, all'intelligenza maggiore, all'ambizione solleticakt, allo spir-ito di corpo, al prestigio, all'esperienza, in una parola oltre al morale più sviluppato, porta in tale servizio un fis ico più robusto e meglio nudrito, una presenza più marziale, qualche anno di più sotto le armi, ab bigliamento migliore, qualche soldo di più da spendere; piccole cose che hanno un gran valo re!. .. Del resto i fatti, più eloquenti di qnaJsiasi ragionamento, attestano che i malvivenLi in genere temono e grandemente la sorveglianza dei carabinieri, dall'esistenza dei qual i in mezzo a loro ritraggono coraggio i buoni, menLre invece niente temono quelli e poco sono rincorati questi dalla presenza cli un distaccamento di truppa. Mi si dirà: ma le autorità politiche eh iedono soventi e con insistenza· un dislaccumenlo per questo, un altro per· quel paese. Le autorità chiedono la truppa perchè sanno che non potrebbero ottenere carabinieri in pi.ù cli quelli che vi sono . eppoi molte volte chiedono per ragioni che non hanno da fare con la pubblica sicurezza.

lV. Dopo il sopraddetto io credo di non azzardare una. eresia asserendo che le 55 compagnie che prestano servizio di puhLlica sicurezza potrebbero essere sostituite con 55 manipoli di ,J Ocaraliinieri, e spero che non mi si griderà addosso l'anatema inquantochè è ormai notoria la poca influeHza del soldato sulla sicurezza pubblica in · Sicilia.

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· DA L SERVIZ IO DI PUBBLICA SICUREZZA IN SIC ILIA

E se il battaglione che fa servizio notturno in Palermo, rinforzando le sezioni cli pubblica sicurezza, fosse sostituito con un centinaio di carabinieri, i quali convien osservare che potrebbero prestar servizio anche di giorno, parmi che non si potrebbe dire che la sicurezza di ccnesta città peggiorerebbe per tal fatto . • Per t1ltimo se si c,1mbiassero i 270 soldati in sussidio alle stazi oni carabinieri dell'isola con ,100 carabinieri, credo anche non si potrebbe asserirn che la quiete verrebbe é~ scapitarne. Ebbene in to tale sarebbero: 560 più ,100 più ·I 00, ossia 750 carabinie;·i che potrebbero sostitui.rc senz'ombra di svantaggio, anzi. sono tentato cli dire perfino, con vantaggio evidente della pubblica sicurezza, l'enorme cif'ra cli soldat.i attualmente impiegati per tutelarla. E dico con vantaggio, perchè se era necessario il concorso della truppa allorquando infieriva il hrigantaggio militante e bisoonava cruindi dare la c:i.ccia senza. lrc1nrn ai m:1lfaLtori in campagna Ò e parnre ovunque ai "colpi che potessero tentare, non lo capisco più ora che guarito il male ·all'esterno, resta eh guarirlo alla r:1.dice nei centri di popola.z i.one. QtMsto non è nè può essere com,pito da soldati, ci m,eno cli canibia1· loro nome e cli.vi sa, ma lcwo,:o pe1·tinace e ' . . . zelante cli ottimi fim.zioncwi con assisteni'i scaltri e pratici come i cCl!rabiwier'Ì,. Del resto questi soldati che si tratterebbe di svincolare dal gravoso servizio cli pubblica. sicttrezza rimarrebbero pur sempre in gran parte nell'isola, e, se opport1m(Mnente dislocati (11), con la loro presenza ecl all'evenienza anche col loro intervento potrebbero sempre dare forza alla legge in quei siti dove f'osse momentaneamente viola.La, od allorquando le autoritù locaii r,hiedesser;o loro va·lido appoggio. So benissimo che si obbietterà lrt difficoltà di trovare i carabinieri per l'aumento che sarebbe necessario; ma come il passaggio da un sistema all'altro dovrebbe necessariamente essere graduale, incominciando dalle province più tranquill e, così. nel frattempo bisognerebbe assolutantente trovar modo di risolvere la questione. Ciò non pertanto si potrebbe incominciare a fare crualcosa nel senso di dare ai carabinieri la custodia dell'ordine; ad esempio V

)

(1) Bisognerebbe necessariamente tcucr distaccati alcuni battaglioni nei centri pl'inci-

pali dell'in terno.


/

40

DAL SERVJllO J)l PUùBLlCA SICUREZZA IN S ICIL IA

SVINCOLAMENTO DELLA TRUPPA

nelle provinée di .Messina, Catania e Siracusa (costituenti la divi- . sione miliLare di Messina) in cu i per essere più che altrove guarenlita la quiete ed assa,i poche le truppe in servizio di pubblica sicurezza, non deve occorrere che un picco! numero di carab inieri per · s,,incoJarJe. Là si potrebbe già fin d'ora dar principio all'attuar.ione d'un tal concell.o, non foss'altro per sperimentarne lari1Jsci La. Ma nel nostro secolo, aJ lorqua11clo vien proposto un cambia.memo, sia pme vantaggiosissimo per i risu l!ati, non gli si dà passo se non quélndo aneca risparmio pecuniario su quello che si Ytrnl sostituire. Egli è perciò c:lie prendo ora: ad anali1.r,are la cosa anche economicamente per dimostrare che la sosti tuzione suddeua dei ca rabinieri alla truppa non solo non porla. aggravio fìnanr.iario , ma perfino · qualche economia. Cominciamo pertanto dal vedere (pianto 1;osia all'ei'al'io ·il servi.z·i.o di pubblica sicitrez.:rn fatto dalle tn&ppe. 11 per:;onale addetto all 'ufficio operazioni mili tari per la repressione del malélndrin::iggio, ai wrnuudi di zona (I), ai comandi di sotto zona le comptlgnie in servizio di pubblica sicure,\a, quelle del servizio notturno e1Hro Palcerno, ecl i soldati in i-in forzo alle stazioni carabinieri, banno Lutti un soprassoldo, il quale import.a, insieme alle spese d'ufficio, cancelleria, telegrammi, illuminazione, trasporti, disLribuzioni sLraordinarc di vino, maggior nssegno ai quadrupedi e qualche altra spesa cli minor conto, da 56 a o7 rniln lire al mese in media, e più pre~isamenLe dicendo per il decorso anno 11877, · ha importato una spesa di poco più die 680,000 ltre; non contnndo le 100,000 pel ma.nlenimenlo dei plotoni bersaglieri monl::iLi, aboliti nel mese èli novembre. Alla qual sormna bisogna aggiungere jJ costo dell'ailoggio per le Lruppe, e gli ufficial i adclel.Li ai succitati comélndi, (ievoluto ai municipi in ragione del prescritto dalle regie patenti del 1836. È bensì vero che.taluni locali o(;cupaLi da truppa in servizio cli pubblica sicl'.lrezza sono di proprie~à demaniale e che per essi non viene sborsaLn. alcuna somma, m,J in ogni modo ciò importa onere all'erario dal momento che, qualora la truppa non li occupasse, si po trebbe affitla,rli ed ottenerne un intro ito. Calcolata tale perdita alla stessa stregua

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delle giornate d.'alloggio, ·e ciò per tenersi al di sotto del vero, si ha c,he il wsto dell'alloggio per le trnppe e per gli uffici:ili aél<leui ai comandi importa annualmente nna spesa di 75,000 lire circa. Se poi si r iflette che il sen izi o cli puhbl ica sicurezza aflìdalO inLcramente ai célrab inieri ren:élc inutile l'invio in Sicilia di truppa oltre quella del corpo cl'anna l.a che Yi ha sede, s'intravede un'altra grande economia risul LanLe dal lasciare alle rispeLLive stanze di reggimento i r.u bat.La cr(ion i bersag-lieri manda.Li ora annualmente nell'isola, i quali sarebbero esuberanti, poichè soltralli essi, resterebbero pnr sempre in Sicilia le Lrnppe di fanteria éli un corpo d'ar@i.la, come vuole il nostro onlinamenLo Lerritoria.le. Ebbene hi soppressjone dell'invio annual e clei st1cldcLti battaglioni e del s1J.ccessivo ritorno ,llle c;edi elci reggimenti ber:;aglieri dei batt.1.glioni élist.accati in Sicilia,· darebbe una economia di 102,000 lire (vecli gli specchi della pagina successiva), le quali aggiunte alle '71S,000 clell' alloggio ed alle 680,000 di cui si parlavn, più sopra, danno un to tale cli 857,000 lire, che si spendono ora pel concorso del la trnppa nel servizio ·di pubblica sicurezza. t')

(_;

1

1

1

(1) Meno quelii residcn,i nelle tre province di Siracusa, Catania e Messina.

·,


Viaggio dei battaglioni bersaglieri

dalle attuali secli cli regoimento sul continente alla rispeUioa loro sede in Sicilia. Battaglione

Luogo

Destina-

pa rtenza

zionc

di

Per via ordinaria

Per ferrovia

.I

Per mare

Soggiorn i

I

Giorni di viaggio li

-

. I del 1° regg. bersaglieri

ASCOii

irt.

del 8° del 4° del 5° dt!l 6°

id id.

Torino Li VOl'llO Napoli 1're;11so

del 8°

id .

Milano

id.

a Napoli a Pa lel'mo a Palermo da Napoli a Palermo a Palermo da Napo Ii a Palermo a 1''i 1·enze 1 Ka· µoli, Palermo da Napoli a Palermo a Fi r~nze, Napoli, Palermo

MonrPale ceraltt 'fermini Corleone l\lisilmeri

2 tapµe (Ll (38 chi I ) 2 giorni (458 chi!.) da Napoli a Palermo 2 t;ippe (~) (39 r.hil ) 2 id. (3} (203 chi l.) da Genova a Palermo I id. ( 37 chil.) da Li vorn() a Palet·mo

Partinico

l tappa (29 chil.)

-

3 tappe (:i11 chil.l l tappa (15 ch il. ) 2 id .

-(S8l chil.)

id.

(923 chil.)

2

sei setLe q~a~tro cinque

!I

sette

sette

(1) Una da Ascoli a S Benedetto, l'altra da Palermo a ),fonreale

12) Da Termini a Cefalit. (3} Uno da To1·ino a Genova, l'altro daj Palermo a Termini.

Spese pei viag{Ji suddetti. Indennità. jAm montare Per trasp~rto Per · . · della bagaglio ·asporto t1 m~lCl~ 1nùenni1à per via per giorni di marcia ordi naria jn ferrovia d 1·

Pel Battaglione

del 1° :regg. del 3° del •1° tl ~l 5° 1 del 6° del 8°

,:-.1

~

L

ber~aglie ri id.

id. 1d. id. id.

sette otto

L. •190 > 5GO

se1 otto otto

• .,, .,, L.

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1

4~0 500 560

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L. 101 .,, 10~ 'I>

I ,

3268 ,, 2537

-

,.

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1'14

.,,

-

37 .,, 77 1,. <63 »

r..

.,, 6G!5 ,, 6933 L. 19GH

Per trasporto in mare L. 3070 » G71 » 7.249 »

3070

,. S070 » 3070 L. 28200

Totale

L. 6020 » 11872 , 7887 , 8034. » I02S2 ,, 106~0 L. srnH

Annotazioni

Non tenni conto dell' alloggio devoluto ai comuni, nè del di più del costo delle razioni di marcia ai quadrupedi per restare al disotto del vero. Feci i calcoli approssimativamente in base alle tari ll'e vigenti.

1

I

Pel viaggio di andata e ritorno (ossia pel cambio) L. 102-138

=============================================l


DAL SF:RVIZlO DI PU BBLICA SICUREZZA IN SICILIA

43

!\fa con 857 mila lire si ponno largamenle sostenere le spese

per l'anmento dei 750 caÌ·abinieri che si è visto essere necessari per lo svincolamento del la truppa del serv izio cli pubb lica sicurezza, ed anzi dacchè non si farebbe bnon ,~iso alla proposta se non si scorgesse un risparmio su q,uanlosi spende m·a, sogginngo che il r isparmio esisterebbe. Infatli facciamo il caso che i 7:$0 carabinieri vengano presi per esempio dal contingente dell 'anno , entnro e seguitiamoli nel cor;,o del loro servizio, coll'intenzione cli dedurre l'aggra~·io maggiol'o che importereb bero all'erario dall'essere cliYentati carabin ieri anzichò soldati, ossia dal serv ire in 11n'arma in cui gli incfo idui cosi.ano di più che se incorporati nelle altre, e nella qnale debbono prestare nn servizio cl i otto nnzicM di tre anni . fl costo di nn soldato è di 090 lire l'anno, quell o di uu carabiuiere non mi fu possibile nverlo, ma :5upponendo che sia di HO lire di pit't di quello d'nn solclnLo, ossia di HOO lire l'anno, ne viene 'che l'aumento di spc:;a che si avrà per a\'er falli i 750 individui cli cui soj'irn cara.hinie1·i anzichè so lda.L\, snrit di L. 0.z'.2,500 per i lrr anni in cu i ~arebhero pure rimasti :;ouo lr armi qua.ncl'a.nche non incorpomti nei carabinieri. E per i cinque anni in cui essi r imnngono ancor(l per comp iere la ferma d'ordirnmza, calcolando il coslo in base a 1400 lire por individuo all'anno, giacchè f;e non rossero sta li fatt i carab inieri sarebbero andati in congedo, si ha un tolale cli lire :S,.230,000 che aggiunti alle dette dianzi danno L. 6, ·172,i,OO. Epperlanto po,.:;iamo dire che la sirurezza pubblica in Sicilia m;inten11La con l'aumento di 7:jO carabin ieri porterebbe in otto anni una :-pesa di L. G, 17:2,f>OO, cioè L. '772,000 all'anno; JaddoYe l'intervento attuale della lrnppa nel serYizio di pubblica sicurezza costa ora L. 857,000, ossi:t 85 mila lire cli più all 'anno, alrneno, che sareblwro risparmiale.

V. Passiamo ora in un altro campo meno arido ma più spinoso, trasportiamo la questione dal tempo nonnale di pace in /'accia al tempo eccezionale cli r11ierra, per vedere gl'inconvcnienti a cui si


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])AL SERVIZIO Df PUBBLICA SICUHEZZA lN SICJLl A

SVI NCOLAMENTO DELLA TRUPPA

andrebbe inconLro in tale circ:ostanza, allorchè vigesse tuttavia il sistema ,del concorso vistoso della truppa al mantenimento del]' ordine e della quiete pubblica. È naturale che ove foss.irno i'mpegnaLi in una guerra, massime se COD una potenza che avesse Uli navial io pnr i O llOlì di llran luno-a • , <:1 0 superiore al nostro, e cou nessun interesse ad operazioni militari conLro la Sicilia, è rn1.1.urale, dico, che potendo farlo, ci convel'reb!Je porL:u· vi,t clalJ'iso la pel' gettare ne.lla Lil ancia tullo eiò che in essa vi è di truppa di prima linea. Ebbene se ciò è conveniente e se d'alLra parte è n~cessDrio impedire qual si voglia conato tendente al disordine, si stabiliscano le cose in modo che gli stessi indi vi.dui preposti a tale bisogna durante la pm::e siano JJUre gli stessi a .cu i sìa affidata anche durante la gt1erra. ~ iente avvi di più demoraliuante e dannoso c.he in momenti diffici li come quelli essern frasto rnati od anche solamente preoccupati da moti sediziosi in casa pro.pria . .... Allorchè il nemico ingrossa. minaccioso, il momento è lanLo sup remo che LntLo lo sforzo deve mirare l:t clov'egli si Lrova, e là. soltanto! - E se qualche cosa si 6 cosfreui a distogliere; sia il caso preYisto 1 e già funzion i nno dal tem.po di pace il sistema che si reputa opportuno durante la _guerra, se si vuole che i mal intenzionati non aec1uistino animo ed approfì!.lino dell' indebolimento d'. ,/igilanza per imporre po i al paese sacrilì ci enormi, (li sangue, di denaro, d'onore, di tutto! A me sembra che questa eircostanzaquand'anchc soht dovrebbe avere grnn peso nel deciderci a ,distogliere la. Lrnppa dal servizio di pubb lica sicurezza. Vorrei. però che la mente non fosse impl'essionata cfa fatti ormai sepo lti 11el passato e che non reealcit.rasse nel rammen tarli ... l tempi sono assai nu1.Lati in meglio; ese anche non lo fossero, sono mutate le istituzioni che reggono il rec1L1tamento clell'r.serciLo, e tanto mutate da rendere assolutamente impossibile uno sconvolgimento serio e lt11.tuoso . Ora irt Cèh,o di guerra l'esercito cli iama a sè gli uomin i validi dai 20 ai 4.0 anni, gli uni in prima linea, gli alti~ nella milizi~ mobile, i resLanl·i nella 1ni lizia territo riale. TolLi questi, cosa resta? dei fanciulli, dei giov inetti, clegl' inab ili al serrizio militare, degli uomini che ol lrepassano i 40 anni ' gu.asi tu LLi pad ri cli t'amio-, l ia ' . b delle donne . Questa gente non fa ri,·oluiioni I Yi potrà essere fra ~

'

loro chi vuo l 1~1estnre per pescare nel torb ido; ma rimpetto a quel! i, nel mentre che rimpello a ch ichessiamancl(ILO dal nemir:o, si può sempre puntare coi battaglioni di milizia mob ile e territoriale dell'isola, che converrelihe lasciarn tutta in Sicilia. Tolto però il caso di un moto sedizioso, che ho voluto accennare non peechè io presti l'ede ad esso, ma lJenhè può sorgere tale idea nell'animo èli chi uon ù al t:onerite dei progressi morali fatt.i::, i da q:ualche anno in qua da quelle popolazioni, io ritengo che i soli carab inieri nell o stesso numero del tempo di pace (ben inteso coll'aumen to pwposto) potranno tenere la quiete in caso cli. guerra, in cui manca la. par'Le vitale della popo lazione, per · essere sotto le bandiere. Ma se invece di aver ordinate le cose in guisa che in caso di gue1.Ttt restino alla tutel,t clel la quiete colorn che l'hanno garantita in tempo di pace, si cambiàsse; potrebbero i m,llintenzionati, sebbene assai r idotti di llLtmero, acquistare animo éla tal fatto e crea.re délle difficoltà al Governo, al p;-iese, all' esercito, alla pane buona di quelle popolilz ioni. Cosi parmi di aver dimoslra,ta la, tes i posta in rronte di cruesto scritto, e cli averla convalidata con ragioni tali elle se non i'urono mal espresse non si durerà fatica a convenire nell 'opportuni t,ì. det mutamento sosLa117.·iale propugnato, il quale arreeherebhe vantaggio: all'esercito, che non vedrebbe più distolti dal l'istruzione e rosi nella discipline quasi sei mila soldal.i; all'erario che r-isparmierebbe quald_rn migliaio di liee annualmente; alla sicurezza pubbliea, che sarebbe meglio garantita.; al paese in genere, che sarebbe più. sicuro anche per l'evenienza· di una guerra. A. D~:

MICHELI

Capitano di stato maggiore.


47

LE TRINCEE DI BATTAGLIA ECC ,

~

.

LE TRINCEE DI BATTAGLIA

E

LE

FORTIFICAZIONI

CA~PALI

I.

Il sistematico e non sempre giustific~ito impiego dei vari rami ·della fortìficazione campale che. si è visto fare nella guerra di secessione, fece scrivere al Lecomte, in uno dei primi cap iLoli dell'interessante sua sLOria: « Smuovere molla terra fu una delle particolarità più pronun<C ciate di q11esla guerra, e che, pur essendo comune alle due parti · << contendenti, fu più specialmente propria delle armi secessioniste. << Egl i è in massima parte all'insegnamento militare di West<c Point che bisogna far risalire l'abuso dell a pahi e della gravina « che ha caratterizzato tante operazioni, e ne ha fatto fall ire un sì << gran numero. e< La mania della fortificazione era ancora accresciuta nel Sud « dalla faci lità dell'esecuzione. Ivi si tenevano sotto mano lavo<c ratori belli e pronti negli schiavi negri, di cui si aveva ripugnanza « a fare dei soldati. >> .D'accordo coll'egregio scrittore sul fotto, non sento di esserlo altrellanto sulle sue cause, che sono a mio avviso di natura assai più compìessa.

Nei primi niesi clel ·186•1 , allo scoppiare di quella guerra sotlo tanti rappot'Li rimarchevole e degna cli studio, Wasington, llichmond, Peterslrnrg, ed altri principali centri politici o commerciali degli Stati Unili erano aperti ed indifesi. Indifesi parimenti i principali nodi di quelle ferrovi e che, in un paese così vasto, ?provvisto di strade ordinarie, e solcato da frequenti e ragguardevoli corsi d'acqua, erano destinale ad avere nelle oper~tzioni una parte cosi rnggmmlevole. Impegnate lontano colle pelli rosse, o disseminate nei presidii dei forti a difesa dei porti ed arsenali mal'ittimi le poche truppe regolari, e gli eserciti combattenti composti di volontari, o ge~te di milizia ch iamata nel momento sotto le armi, e quindi inabile tanto a battersi in rasa. campagna, quanto a premunirsi al bivacco con un buon servizio cli sicurezza. La fortilì cazione campale era quindi da ambe le parti un bisogno, gli ufficiali della seuola :ai West-Point ed il braccio robusto e paziente clei negri un facile mezzo, ed era ben naturale che si pensasse . a trarne il più ampio profitto. Più tardi l'ab,itucline può bensì aver tenuto luogo all'opportunità, e sostituito all'uso l'abuso, ma, di fronte alla straordinaria potenza distruttiva delle armi a ripetizione e retrocarica di cui anelarono man mano armandosi le trnppe combattenti, ed alla scarsil.à di ripari naturali inerente al genere di coltura, ed alla poca, divisione della proprietà, era na.turale che si cercasse ancora un rimedio nei ripari artificiali, e che, mettendo a profitLo la abilità cla ognuno acquistata nella creazione dei medesimi, si pensasse a farne uso a rinforzo non solo degli accampamenti e delle posizioni prestabilite, ma durante la. battaglia, e sollo il fuoco istesso cW nemico. E che così siansi passate le cose, e tale sia stai.a la genesi delle trincee di battaglia·, mi pare si possa dedurre da.Ha istessa storia del Lecomte, in cui i primi cenni di trinceramenti rapidi coslrn'iti durante il com bflttimento risalgono alla campagna del '1863, e più precisamen Le al secondo aiorno della batLaalia di Chancellorswille comhaltulasi il clue e tre maggio dello stesso anno. Sempre piiL frequente invece vi apparisce d'allora in poi l'impiego di questi ripari tanto negli atti offensivi quanto nei difensivi fino agli ultimi combattimenti del mese cli marzo 1865, intorho a Petersburg, " '

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I

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LE 'fRINCF.E DI BATTAGL.rA

seri, enclo dei qual i un geuerale già al !-Crvizio dell'esercito l'cderale ebbe a narrnre che, in un movimento di conver~ione operato gradualmente eblic a cambiare posizione dne volt.e in meno di un'ora, e lasciò dietro cli sè du e linee di trinceramenti rnlanti quasi finiti, tanta spoditezza cd al1ili.lit vi :wevano acquistalo i suoi soldati. Dopo la guerra di secessione. e la w·nerale adozione delle armi a rot.1·ocarirn, non h,t, ~i e~ercito in c11 i l'argomento elci.le trinl're cli hallagl{a non sia slal.o p1·e:;o in seria co nsidernz ione. I ntere:;santi esr,erimenti sulln loro costruzione f111·ono fatti al r.arnpo di Chàlous in Francia, ed in Itnliaal Campo cl i Foiauo, i cui risultati , cnnero riassunti e commentati dal Bri alrn ont nel dotto e e notissi mo suo scritto sulln· for tirtcazione improvvisata , pubb licato nel 187:?. ,\fa se hani ornmai un suf'fi<·icnte accordo ~lii profilo più com·eniente allo medesime, e sulla disposizione n élar;;i ai lavoratori per ollene1fo nrl più ùren' tempo. lo stesso non ptlò dirsi rispello alle condizion i di tempo e di l11ogo in rn.i ~ono til illllenl.e a.r,plir;abi li, nè sulle misure a wender,;i per otlenerl' rhe all 'atto pral ico, si sia. sempre sirnri di H\ere so llo mano gli slrnrnr11Li inclispPnsah ili alla loro co,;lrnzi one. A tfuesl'ullimo riguardo tre sono essenzialmente le opin ioni, cioè : 1 1° Quella di Napoleone I , e dei generali che hanno preso parte alla guerrn cli seces;;ione, i qtiali vorrehhero eh end ogni ,;oldato fosse da!o uno :-,l.rnment.o da pioniere. 2° Quella pt>r cui si vorrebbe clrn una parte soltan10 della truppa fosse munita di tali strumenti . 3° (}tiella per cui LutLi gli ::;trument.i élov rebbero ess.ere f'orniti dai parchi del genio, oda rnttnrc apposit.amonte trainate al seguito degli ese1·c;ili. J I primo modo, bencltè po,-to acl esperimen to in Ru;;;;ia, non mi consta che :-ia mai stato adouato nè coL"t. nè al.trove . ~è ciò cleve rerare mernviglin. se, oltre a.lla difficoll it di trovare; anche fra le razze più. robuste e res istenti, la genernlitit dei ~olclati cn.rmce ili sopport are in g1Lerrn e nelle I unghe ma reic. 11 11 pe:'-o maggiore cli. qurllogiit ~o.erchio imposto dall'ordinario equipaggiamento. si riflelln essei-e Ol'mai dimost rato che ·1/ 1·, o t1 1Lto ul pitt 1/:l della truppa, da porsi al coperto, i: ~nrncienl <' a dwla rompiuta nel \Olgcre cli pochi minuti .

E LE PORTJF' ICA ZI ON I CAMPA I. I

I ?, 3 od i 3,.1. degli strumenti andrebbero dunque secondo questo :;istema, in pura perditn. della res istenza e della rnobililit del soldato, e ciò, non tanto per il pe:;o loro materiale, quanto per il frtstidio f' l' ingombrn da essi derirnnte ni vari moviment.i individual i. Il secondo è seguito nell'annat_a danese, in cui uno strumento a manico corto od amorihile , enne dato ad ocrni !ila · in Prussia dove ,1/1· cl.ei soldati d'ogni compagnia~ fornito della vanahel.la Linnernan, in Aust1fa credo, e cosi pure in Russia, dovo pe;ò, ad im itazione dell 'armala degli Stali Uni ti, gli strum enti d'ogni battaglione, nella proporzione cli uno ogni tre soldati, erano fino a pochi anni or sono portali per turno dagli uomini di dt~e compagni e. li terzo infi.ne è quello seguito finom in Francia, e da noi, dove le poclie gra,·ioe ed i badili cli cui rnnno forniti i zappatori cli fanteria debbono ritenersi appena surfi <;ienti ai. minuti lavori cl i castrametazione o da gua:;tulore; que.lli occorrenti per le trincee da hat raglia od altre fort ifi.cazioni campali , non potendo farsi ca lcolo sui parchi d'tmnata che ~arnnno sempl'e Lroppo indiNro; debl,on o essere forniti dai parchi cli corpo d'm·mata. ecl ascendono perciò in totale nel 820 Jmclili e /4.00 gravine. Dei tre sistemi, escluso il primo, pet· le r,wion i o-ià esposte il o b ' ~~condo è n mio pnrere il più prati co e mzionale, siccome qnell o che risponde_ a tt1Ue le esigenze delln gnerra modema, esigenze che i progressi della laltica, e gli ulteriori perfezionamenti delle armi da fu oco poLmnno bensì accrescere, mn 110n mai diminuire. . lo credo che nei nostl'i reggimenti di rant.eria non sia impossibile d'. t!·o~a1:c _in ogni compagnia. almeno una squad ra d'individui in concl1z1om l1s1che tali da. reggere all'aggravio di uno degli strumenti a t:orto manico giit in uso presso altri eserciti . Non pa.nni tem i bile che dall' impiego delle t1·incee cli ba uagl ia, il no_st_ro soldato, intelligente qual è, e quando ne conosca bene lo spinto e lo scopo, possa essere legato al terreno, reso dilfalent.e di sè stesso se allo scoperto, e meno allo a. ballersi i11 rasa. campacrna più che non lo sia da quei ripari naturali di cni gli s'insegna ; u1·~ con Lan1a Cu l'a a trarre profitto. E, a parte i molt.i Yantaggiosi impieghi cl'altl'o genere cli cui sai·cbbe~·o s1'.scett ibili in ·guerra gli st.rnmenti portati cln lle truppe cli fanteria, \ 1sto clt e in I tal ia, ed in ispece nel bacino del Po, non manì")

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ANl'<o XX.li i, YOL. Il!,

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50

LE TRINCEE 0 ( BATTAGLIA

cano terreni in cui l' impiego delle trincee di battaglia poLrebbe tornare v;tntarrg:ioso, sono indotto a r itenere non abbastanza giusLifio,, ca,to il si;-;Lema dft noi segLLiLo, che, unche ·coll'avvertenza di far nmrciare in Lesta all e colonne i carri a strumenti, avrà per r is·ultato di Ja,-ciar li màncare nove volte su .dieci nel momento e sul luogo opportuno . E che ciò possrt accadere, non so lo nei combattimenti d'incontro cotanto frequenti nelle guerre moderne, ma anche qmrndo si attendft il nemico in posizione presceha e con J)iù ore di tempo per ra.ffon:arla, si ,•idde tt SainL-Privat la, vigilia della battaglia di Graveloue, dove i l 6° corpo comandato dal maresciallo Canrohert, malgn:i!lo la opportunitò, riconosciuta dal suo capo di rafforzare la corrisponclenle p,trle del fronte, ed il fianco destro del campo di battaglia da Roncourt al vicino bosco di Jaumont, si troyò nell'impossibità di farlo per la mancanza di un parco del genio . Ad ogni modo poi potrà sembrare incornprensibil.e come mai, in tempi in cui le trincee di battaglia ed altre fort ificazioni. impro-vvisate tendono per comune consenso acl assumere fra i mezzi Lattici una parte così importante, gli attuali parchi cli corpo di armala pr esentino rispetto agli antichi da corpo d'esercito una differenza in meno di 990 strumènti fra hadil i e gravine, differenza che è ben lungi dall'essere compensala dai 336 stmmenti analoghi portai.i in guena dai zappatori cli fanteria di nuova istituzione. Le nostre istruzioni pratiche speciali per i zappatori ·di fanteria riassmnono chi aramente in poche r ighe le condizioni a cui deve soddisfare il pro(i)o dell e trincee di battaglia; · esse sono le seguenti: ,1° Resistere alla penetrazione delle pall e cla fucil e. 2° Coprire il corpo clel solda to nelle varie posizioni cli tiro. 3° Non crea.re ostacolo all'Dzione ordinata di qualsiasi movimento offensirn. 4° Essere di l'acile e proni a esecuzione. Si soddisl'a. alle dcte prime con cl izioni formando colln terra mia massa, coprente di grnssezza alquanto snperi?re all a massima penetrazione dei proietti cli moschetl.eria, ed elevata cli tanto che hasli a proteggere il tiratore in una o più delle sue posizioni rnrie. Si 80cl.disfa alla terza, condii ione ricavando la terra neces"-nria da

E LE FORT!f! CA Z IONI CAMPALI

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un piccolo sca,•o o fosso interno, anzichè esterno, con una r isega {lestinata fra le altre cose a facilitare il passàggio sopra l[J, massa coprente, e lasciando f'rn i tratti di trincea coLTispondenti a ciascuna compagnia o battaglione adatti interv,tll i perché le colonne e le truppe delle varie armi possano avanzarsi senza dover superare la trincea. Si raggiunge infìne la qLrnrta condizione disponendo i lavoratori a giusta distanza perchè diano il massimo lavoro utile, e regolando la costruzione della trincea per modo che essa passi gradatamente dai profi li più sempl ici a quelli di più lunga e robusta struttura, atti a resistere anche alla rnetraglia ed alle scheggi.e di granata, pnr presentando fìn dai primi momenti del lavoro un r iparo ai tiratori disposti nelle adatte posizioni cli tiro, wricati, ocl in ginocch io.

Coi vecchi fucili lo spazio battuto con qualche eHicacia era di 'zOOo 250 metr i, al p iù, che poteva.no essere percorsi dall'attac-

cante in pochi 1ninuti, con perdite relativa1nente insignificanti sotto il fuoco lento dei difensori di una trincea, e questi ne risentivano i vantaggi essenzialmente nelle scariche a Jmiciapelo, e convergenti per il fiancheggiamento reciproco delle sue parti, e nella sconnessione con cui l' osLa~olo del fosso e del parapetto facevano sì che l'avversario si presentasse al combattimento corpo a corpo. Oggi ·invece, anche ammettendo conl.ro l'opinione di molti che l'attacco di una Lt·incea, ben difesa da truppa non ancora fortemente scossa dal fuoco d'artiglieria,·.ed a cui si pari innanzi un terreno favorevol~ at fuochi delle moderne armi a reLrocarica, sia a;cora qualche voll:a di possibile r iuscita, è però ben certo che l'attaccante non giungerà ,ml difenso re senza aver rimesso per istrada numer icamente.e moralmente buona parte di quella superiorità. che per avventura lo ha indotto a quell'atto di vigore. Approfittare di questo momento critico per conlraLtaccare risolutamente è ciò che suggerisce la modema tattica, e 'che, mentre nel profìlo delle trin cee cli battaglio, impone la soppressione del forte rilie1·0 e del corrispondenle fosso esterno, dispensa nel tracciato dalle artificiali inflessioni i,ntese a favo rire col fiancheggi amen Lo la cli fesa vicina.. · Egli è perciò che il tracciato delle trincee di battaglia donit in


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LE TRINCEE DI BATTAGLIA .

E LE FORTIFICAZIONI CAMPALI

massima essere reLLilineo, ed infietlersi solo in quanto lo esiga l'an-· dnmento del terreno, ed il bisogno di aver vista ecl'~zione SLl tutto il fronte d'attacco, e di incro<~i<~ch iare dei fuochi su quell e parti che saranno più probabilmente percorse dalle co lonne nemiche. Quando si tratti di quelle trincee che tal uni hanno chiamato .col nome cli forti(ica,.ioni-ma.novra, da. costruirsi cioè durante il combattimento procrastinante, o senire di pe1:no ai movimenti di altre trnppe, saranno, a pari fa di al tre condizioni, da preferirsi per le trincee i terreni coltivati e già smossi, siccome quelli in cui più spedita procede la loro costruzione, e sono meno da temersi i rim-· balzi dei proiettili nem ici . . Jn ogni caso, e quando non vi si oppongano altre considera·zioni, le trincee si troveranno vantaggiosamente collocate clietro le siepi ed i filari d'alberi, che, oltre al servire d'appoggio e rinforzo alla. loro massa coprente, ne ranno un bersaglio meno visto e ben determinato, e sottraggono alla vista del nemico i movimenti clelle truppe poste più indietro. Che se invece ie trincee siano destinate a rafforzare alcune partr del fronte di una posi.zione o d'un campo di battaglia prestabilito,. converrà ricordare come questo, dalle condizioni naturali del terreno innanzi tutto, e dalla correzione del medesimo con poche fortilìcazioni di maggior 11ilievo, debba ripetere il suo valore difensivo. · Ed in tal ca:,;o, come ben dicono le già accennai.e IsLruzioni. pratiche speci11li dei zappatori, il loro t1·acciato clom·à .essere detenni,nato con q'l1;el colpo d'occhio e9i1isto critel'io tlitti'co che indica nei forti staccati, otl altre opere campali, nèlle alture poco accessi-bili, nei boschi, nei villaggi forLific~.ti, i sa.tien ti del.la linect di battaglict, e l'anela.mento delle trinr.ee come cortine. Potranno ancora le trincee rendersi utilissime, e trovarsi nelle condizioni più propizie alla loro resistenza, se impiegate a chiudere gli intervalli fra ostacoli insuperabili, come a.cl esempio un fiume, ed una palude; po ichò garantite per tal moélo nei (ianchi e dai tirr d'infilatn, obbligherann o il nemico ad un attacco frontale, od a: prendere come suol èlirsi il toro per le corna.. Le trincee cli ba.I.taglia sono assai appropriate ai. contrapprocci,. al rinf9rzo e riparo cli alcuni reparti negli avamposti cl( posizione,

ecl al ricovero di tirntori scelti collocati in posizione avanzàta ri.:. spetto ad opere o posizioni difensive, per impedire le ricogn izioni, o battere le pieghe del terreno sotLratle all'azione delle opere, e delte truppe <:ollocate più indietro. Sttl campo di battagiia Lormmo specialmente uLili in prima linea, e sui fianchi a chiusura dei virn i fr;1. la prima linea e la secomla, fra questa. e la riserl'a. Nulla toglie però che esse possano essere, .come già furono in molti casi, costruite in seconda e terza linea, se il terreno non presenti ripari naturali, ed offra posizioni favorevoli per una dil'esa successiva. .·. Ivi, non essendovi dubb io che sieno costruii.e anche du rante il (~ornbattimento, esse, senza stancare di troppo i lavoratori, che potranno all'occorrenza essere alterna.ti, avranno il vantaggio cli fornire un·occupazione alle Lrnppe in quei momenti in cui nullct è ,peggiore dell'inazione, e renderle più sicure quando siaiio chiamate a marciare avanti, sapendo di lasciare indietro dei· ripari ntl.i a -riceverl e, se per fe successive fasi del combattimento si.ano costrette a cedere terreno. In generale l'estensione delle trincee dovrit limitar:;i ad una piccola parte del fronte di batta.glia, e sarà indizio cli posiz ione' :mal sr;elta e da abbandonarsi, il bisogno di estenderle alla maggior parte di esso. Indicare entro certi limiti l'andamento generale e lo sYiluppo .delle trincee, è uno dei tanti còmpil.i del capo di stato maggiore, wi spct.ta di coordinarle coll'ordine generale di battaglia,, o coli' indirizzo più o meno offensivo da darsi all'azi one in genere e su alcuni punti del fronte in ispecie. Parie Lrnceiare ed eseguire praticamente, fa rle collocare qualche passo più arnnti od indietro, a destra o si.nistra, regolarne g.l'intervalli, sar.à còmpito degli ufficiali del gen~o o dei comandanti dei riparti di trupp,i destinati a valersene, i quali, eutro i limiti loro assegnati dal comandante .superiore, nulla dovranno ommelLere per ottenere che le t1·incee ,,engano a trovarsi in quelle condizioni che., come abbiamo accennnto, meglio si convengono a.I loro scopo. Dire dei più minuti pnrticolari rigu:nda.n li 11 profilo e la pratica.

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LE TRINCEE Dl BATTAGLIA

esecuzione delle Lrincee di bauaglia mi patrebbe poco conveniente· al carattere ed allo scopo di questo studio (,1). Solo aggiungerò che, nel caso previsto dalle stesse istruzioni, che cioè una tri ncea debba essere costituita di fronte al 1iemico e colla possibilità di esserne atLaccaLi durante la sua esecuzione, sarà megli o coprir tosto i lavoratori con una huona linea di cacciatori appoggiata dai relativi sostegni, perchè, mentre non saprebbesi vedere alcun vantaggio nel tenere U1li truppe a fi.O metri indietro, come esse YOrrebbero, di leggieri vi si possono scorgere: molti e gravi inconvenienti. Così suggeriscono del resto quanti hanno trai.Lato delle trin cee di bat.L agl.ia, e suole praticarsi in Germania ed altroYe nelle frequenti applicazion i che delle trincee di bat.taglia vengo110 fatte nelle esercitazioni, ed allo scopo d'istruzione. A. Cold-Arbor, la notte del 4, giugno 1864, le trnppe federali bencltè già coperte da una linea cli avamposti spinti fin o a 200 passi dal nern ico, desLinarono una parte delle loro forze pel' rinfo rzarne la catena co i migliori tiratori, e sostener] i èo1ì delle mas:,e in caso di attacco, e misero il resto a disposizione degl i uffici:1li del genio per trin c-erarsi su tutta la fronte. lyi si narra che, mancando gli sLrumenti cht pioniere, le I.ruppe si servirono per smuovere la-terra dell e sciabole, delle baionette, cl' ogni sorta di grossolani strnmenti improvvisati con tavole e rami d'albero, e, éolla. loro ab ili.Là speciale in tali lavori, ri~1sf,irono prima dell' alba a fo rrn.arc una linea di trinceramenti cli una re,de resistenza.

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(I) Le Ism1zioni. pratiche speciali per i zappa lor i di fo nteria , partendo dal supposto che· le trincee di battaglia debbono da noi essere costruite coi badili e le gravine ordin arie, a lun go manico, forni te <ia i pa rchi del genio , prescrivono che i lavnratori debban o essere ar mati per me tà di gravma e metil di badile. Ciò ò cont.-at·io a qua nto p1·oponH la f:icrnc,·alit.à di quell i che banno tratta to dolla costruzione delle trincee di battaglia cnn stn, mcnLi analoghi, i quali ,•01-rebbero in,·ece due· bad il i ogni s ravinri .

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Mt1 , sebbene le tei're elle richieggono un badi le per ogni gra vina, siano in pratica meno· frequenti di q uelle in cui si reilde utile una maggiore proporz ivne rli badili, sembra sia da profe1·i1·si 1,1 proporzione fi ssata dalle nostre is truzioni, siccome quella che, p,·eoccupandosi meno de l caso dei teri-eni leggel"i o smossi preventivamente, nei quali una tdncea , è semp,·e presto o facilmente eseguibile con tutti glt strumen ti , mira al caso pi(t difficile, ed abbastanza frequente,. in cui la corteccia del terreno, da scavarsi su pcirlìcialmen te perla costruzione della tt·incca, è dura, compatta, dirlìcile a smuoversi. Nè ma ne.ano altre considerazioni in appoggio alla pl'Opo1·zione Ila noi segui ta fra i due strumenti; qui basta però di avere accennato il fotto. e la $Ua ragione principalé, chepa1·rcbbe essere la su esposta. ·

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f: opinione di quanti hanno seritto sulle L_rincee di battaglia èhe queste debbano essere difese dall e stesse Lruppe che le hanno co~tmiLe, perchè il soldato che scava. 'la terra per conto proprio mette maggior impegno nella. e$ecuzione del suo compito, ha maggiore confidenza nei tri nceramenti che ha elevalo da sè stesso, e li difende generalmente con maggiore ostinazione. TI Brialrnont trova anzi in queste consiclerazi on i un appoggio all'opinione giit esposta, che wnvenga dare ad ogni soldato di fanteria uno strnmento da pioniere. :Un, anche 11uando una parte soltanto dei soldati siit annata di sl.rnmenti, si potrà ottenere che Lui.ti concorrano egualmente al la speditiva cosL1'u"i.one della trincea, e mettano interesse all :1 ~ua difesa, alternandoli opporlllnamente nel lavoro . P.armi poi opport.nno di ben dist.inguerc le trincee destinate a concorl'ere t;on. allr·e piLt solide i"ol'Li(icazioni alla difesa di una posizione, o di alenne parti di un campo di ba.Ltaglia prestab ilito, dalle altre che per brevirà chiamerò anch' io col nom? di for tificazioni-manovra. Per Je prime che, costruit e generalrnenle con minor fretta , a disLanza dal nemico, avvalorate dai fuoch i fianchegg ianti cli opere dì maggior resistenza, e forn ite di profilo rinforzato, assumono il carattere di vere rorLifìcazioni campali, è senza chtbbio opportuno che nulla si ometta r.ercb0 il soldato riponga h1 esse la massima Gclucia, e le difenda quando ne sia il momen to colla massima ostinazione. Non così. per le ulLre, le qual i importa che nella. mente del soldato non ab biano 1m1ggiore valore cli cruei ripari naturali ed appoggi nel tiro, che gli s'insegna. bensì ad utilizzare in det.enninati momenti, ed a det.ermina Li scopi, ma gli s' insegm pure ad :1h1Jandonare colla massim:1. indifferenza al comando di a.vanti o ritirn,ia., da,to dal propri o com:rncla.nt~ di squadriglia. In questa considerazione, più che a!ti:o, t.rorn spiegazione la 1uarcala preferenza che, per quanto m.i const.a, vien ,data in G·ermania ed in Austria alle trincee pci tirntori coricati ed a debolissimo profilo. Senza di essa si. i.:adrebbc pt-ecisamente nell'in-· conveniente di legare troppo il soldato al terreno, e renderlo meno sicuro di se stesso Cfltando deve ballersi o mai:iovrare allo scoperto,


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LE TRI NCEI!: DC BATTAGLIA

ed occorre appena di dire, che, non essendo gh incpnvenienti compensaLi da.i vantaggi, sarebbe meglio di vedere proscritto l'impiego di tali trincee. - Nelle ultime guerre le trincee cli battaglia, in concorso con altre for tificazioni campali , furono spesso imp iegate onde accrescere il valore difensivo di posiz ioni o campi cli bauaglia prestabiliti. A Koenigràtz gli A.usLriaci. ne costruirono il 2 luglio ed ancora nel mattino del giorno 3, a combattimento già ini1.ia.to , per servire di riparo ai tiratori, od ai sostegni di alcune baHerie. Ma mentre i tr inceramenti eretti sulla. fronte del 111 corpo, e più a sinistra resero in CfLiella giornata. uLilissimi servigi, quelli eretti sulla destra fra Chlum e Neclel ist non furono utilizzati che di passaggio, e nel momento del.l a ritirnta. d~l lI e IV corpo,. i quali, contrariamen te all'ordine di disposizione per la bauaglia. dato dal generale Beneclek, presero posiiione rnol Lo innanzi ai meclesimi su!la linea Chlum, Maslowed, Horenowes . A Vorth le tr incee e, le abbattute costruite all'ahi sinistra., sul margine orientale e settentrionale delle ah ure di Froschwiller, arrestando i. r ipetuti attacchi del I e n corpo havarese, contribuirono a far sì che in quella parte la pugna $i reggesse fin presso a sera, e la battaglia non fosse decisa ,che dai progressi cl~gli auacchi sulla destra e sul centro, per i quali veniva acl essere minacciattL la linea cli ritirata. Lo stesso avvenne a Spicheren, ove le trincee erNte sul Rotherberg, ed alquanto più indietro, combinate co i Yigorosi controattaccli i delle truppe dell a divisione Laveauco upet, èttTes_tarono fino a notte i progressi della sinistra prussiana., Alla .battaglia cli ' Colornbey-Nouilly il fuoco micidiale partente dai vari ordini delle tri"ncce costruite dai Francesi sulla china occi clenlale del Rio Cotombey, fra te due strade di Saarlouìs e Saarhrucken, arrestarono l'attacco del .i,3° reggimento e delle 2 compagnie de( 1° battaglione cacciatori forman ti l' a:vanguardia del I corpo prussiano, e contrib uirono a contrastare il possesso delle vicine alture fi no alle 7 di sera. Un completo sistema di trincee di battaglia rafforzava a Gravelotte la fronte del Il e 11I corpo francese, i quali pare non ne sapessero trarre tutto il partito possibile, poichè, come fa rile1

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8 L E F'ORTIFICAZ!ON( CA~!PAI.f

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vat'e la relazione ufficiale prussiana, le occasionali riprese offensive che so tto il loro oppoggio vennero Lentate dalla fanteria francese, non furono che spicciolate imprese di riso luti capi subalterni, e non superarono la misLtra di una vigorosa difesa . Contuttociò il generale Frossard comandan te il II corpo, atLribuisce alle trincee di bauaglia da CLti erano coperte le proprie truppe le perdite relativamente lievi che esse ebbero a SLll)ire in quella memorabile giornata, e le addita come un r imarchevole esempio det!' ntile impiego fa ttosi delle rn.eclesirne. L'esercito germanico il quale, per l' indir izw eminentemente offensivo dato nlle proprie oper-az ion( nell e campagne del ,f866 e del 1870-7,J, fu meno nel caso di fa re applicazione rli questo mezzo !atti.co, ed" ottenne senza di es~o quei portentosi risultati, che a tulti son noti, non mostra perciò di tenerlo meno in conto. Ne fanno fecl e gli apposi ti strumenti cli cui fn fornita una. parte delle truppe di fan teria, e la cura che vi si meue in tempo di pace ad addestn1re '}uesL'arma nella costru,,ione dei trinceramenti rapidi sia colle vanghette Linneman, sia colle gravine e coi badili a lungo manico dei pionieri. Un nostro egregio uflìciale superiore, il quale nello scorso au. tunno ebl,e ad assistere alle grandi manovre in Germania, mi ha anzi assicurato come presso quell'esercil.o non vi sia caso di difesa di posizione prestabi lita nel quale non si cerchi di metterli a profitto. Fra le molte altre applica,,i oni viste fare dal medesimo delle trincee di battagl ia· nelle manovre del VII, VlII e XVI corpo, ne citerò una sola dell'avanguardia della 29" divisione, la quale, dovendo mantenersi ed opporre un'osLinaLa resistenza su una, altura scoperta. fra ì\iederwefor e Bischwei:er, ricostruiva rap idissimamente una trirn:ea di ba~laglia.. Quivi, il. terreno essendo di fresco aralo, si videro i soldat i, come a Cold-Arbor nella guerra cli secessione, suppi ire colle mani allo scarso numero delle vanghette Linnema.n per· raggiungere una maggioe celerità nella erezione del r iparo. Nella recente guerra rnsso-turca i rap idi trincerarùenti ebbero quella parte impo1tante che tL tutti è nota . Impiegati fi n élalle prime ostilità_dalle truppe turche, per isti n1


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LE TRINCEE- DI BATTAGLI A

tiva ab itucline, e perchè poco manovriere, essi lo furono in seguito, e non me~10 vantaggiosamente; anche dai Russi, i qua li, dopo le sconfìtLe toccate soLto Plevna il 29 e 30 luglio. ri.presero ed all'orzarono con trincee cli battaglia le primi li ve loro posizioni di fronte a quella piazza, né omisero di avvalers i della fortificazione campale, fino ll che i ricevuti rinforzi, e la caduta. di Plevna, permisero a loro cli rip igli are <1uella sicura offensiva colla quale avevano inaugurate le loro operazion i.

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Se le trincee di battaglia sono di orw:me assai recente, e doe, vute alle moderne arrni a retrncarica, l'opposto deve dirsi della fortificazione campale in genere, la q[utle è antica quanto ht guerra. Trnp iegata dapprima di preferenz~t a rinforzo e guarenligi.a degli accampamenti, e nell' imestimento rlelle piazze, co l progredire dell'arte militare essa si pose a fbnco della tattica, e divenne sua a.usiliaria anche sul campo cli battaglia, modificandosi nelle forme e nei mezii in relazione colla ognor crescente potenza delle armi da ~itto, e co l diverso modo di combattere che ne conseguiva. Ma, siccome· non sempre accadde c110 la, fort ificazione campale camminasse cli pari passo colla tattica, e si mantenesse alla stessa sua altezza, si vide a periodi la tattica emanciparsi dalllt for tificazione, o questa cercar d'imporsi a quella, sempre con svantaggio reciproco, e del risultato comune a cui miravano, quello cioè cli conseguire coi 1ninori mezzi e colle minime perdite, i massimi e!Ielti. Il ,17° e 118° sBcolo, benchè non privi di splendide applica. zioni della rortificazi.one campale, segnarono uno dei periodi cli più marcato distacco fra quest.i due importanti rami dell 'arte militare. In esso le forme rigide, compl icaLe, ed a parti scambievolmente dipendenti; le ragioni· di simmetria e di intervall i prefissati preposte a quelle ben più importanti del terreno e del buon 0

E LC FORTIFICAZ I07':J CA~'IPALI

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i-mpiego dei fuoch i'; le linee conLinue spesw. applicale sebben contrarie alle convenicme della tattica, e condannate dai fatti; in fine _la metodica tendenzlt ad immob ilizzare le truppe ed aSl:l:ingerle ad una difesa. lo talmente passiva, f'ecern sì che la fortificazione fosse a disagio tralta a rimorchio dall:t tattica, e questa, per leg6è mecca_nica, ne r-isentisse nel suo mo.to un ,·.isibile ral"lenramento. Napoleone I, a cui lo stuc}io delle campagne dei sommi capi-· Lani di quel periodo ,tveva. svelaLo gl'inconven ienti di questo stato di cose, e la. sublime intuizione a.veva fatto prnsentire il bisogno <li raggruppare i vari rami dell'arte militare attorno · al nuovo e sommo principio di. guerra, sorto clallit rivoluzione, e dall e sue campagne GOsì splendi.dament.e illustralo, pur riconoscendo la im-~ portanza della fo rtincazione campale, trovava che i :-uo_i principii avevano bisogno di essere migliorati. Dopo lui, il più ampio ed ab ituale impiego dell'ordine spa.t·so nel combat timento, le artiglierie rigate, le moderne armi porlaLiii a tiro celere, come lianwl r;ui.o nasr;ere una nuova tattica, così hanno re~o più f'requente e necessario ancl1e in batraglia l'impiego dell:1 fo rtificazione campa.le. E questa, riavvicinata alla lattica dal sommo principio suindicato, e dalla maggior importanza che entrambe debbono dare al terreno, per poterla segu ire :rnche nelle rapide sue estrinsecazioni sui campi di hatLaglitt offensivi e dii'ensivi, dovette smettere le vecchi e forme · rigide e complicate, per altre più pieghevoli, se-ìnplici. e di rapida appl icazione, basate come ogn i auo laLLico salh esdusione della di.fesa assolutamente pnssiva, e sul preceU.o che si debbR sempre al.laccare difendendosi, e vice1·e1·sa. Cornc è a tuui. nolo le modem e artiglierie rigate, con una sola specie di pezz i sono suscettib ili di tiri curvi e radenti, ed i pesanti proieLti cavi ed ob lungh i da esse la.nciati, non solo sono dotal:i alle grandi distanze di penet.rnzione notevolmente superiore a quell a degJ.i antichi pro.ietti sferici. ma colla loro esplosione producono nelle terre degli imbuti assa i pregiudizievoli alla stabilitl delle terre quando esse non siano dispo·!;te sotto scarpe dolcis-. sirne. Alle piccole distanze; mercò la riduzione della carica, si possono ottenere con esse tiri ind iretti dotali ancora di note-


LE TRINCEE DI BATTAGLI A 60 vole penetrazione, ed atti· a colpire bersagli mascherati da masse .coprenti; all e grandi distanze gli stessi risultati si oltengono senza la riduzione della carica, mercè l' incurvamento (angolo éli ca~uta) raggu.arclevolc éhe acquista la loro LraicLLoria. Anche la penetrnzi onc dei proiet.li dei nuov i fucili a retrocarica si è not.evolmcnte aumentata. Le modiGcazioni che ne conseguono ai profi li dell e opere destinate a regger;;i contro il tiro delle artigli erie da campagna sono le segLten Li : Un aumen to nella grossezza, il quale per le Lene ordinarie non potrà essere minore di 3 metri, e vorri.t essere portato a /4. nell e opere élest.inaLe a resistere ad un fooco lungamente con tinuato. Una diminuzione nell a incl inazione della scarpa esLerm della massa coprente, e clcll a scarpp del fosso , l:t quale, rt seconda della qualità delle terre, dovrà vari are entro i limiti di 11 a 1 ovvero di 2 ad ,J. Un aumento dell'altezza e rip idiU~ dell a c;onLroscarpa del fosso, per compensare così la maggi.or facili tà presentata. al cammino dell'attaccante da lla di minuii.a. incli nazione della scar:pa, e copr.ire dai tiri indirntLi la scarpa del fosso . Ciò si polr~t ottenere col mezzo di uno spalto artiHciale, il q11ale aYrà ancora il vantaggio i:li megl io espone il nemico nel suo avvicinarsi alla controscarpa. La scarpa. si potrà ritenere ben garantita dai tiri indiretti quando il ciglio clello spalto sia elevnJo sul terreno naturale di iJ /',. della ·larghezza del fÒsso. Quesl.n, aumentata per far fron te all' accresciuta grossezza clella m:.iss,t coprente, o Cornire le lene necessarie alla costrnzione dello spallo, accrescendo le èlifficolttt opposte dal fosso al.la marcia dell'aggres;_ore, concorrer~1 colla maggiore Tipiélezza del la controscarpa a compensa ec la. minore inclinazione clelln scarpa del fosso, ecl esterna (lei parapetto. Contro i proieUi dei moderni fucili a retrocarica, la grossezza. dei parapetti che prima. per a.bbondanza teneYasi. di un metro, clon ii. ·ora, a seconda delle tene, variare fra. i limiti di iJ"' ecl 1111 ,BO, e potrà r itenersi come normale quell a media cli 11'",2i, . Altre m.odificaz ioni sono . rese necessarie nel dettagl io interno ocl offensivo del ·pa rapetto delle opere campali , dalla. cliffieolLà, di soltrarre col solo rilievo elci parapeuo una suffic iente zona del terr;1pieno all'azione delle .moderne artiglierie.

E LE FOHTJPICAZJON I CAMPA LI

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Queste in massima avrarnrn per iscopo cli ricavar.e sotto la ~anch ina dei ricoveri copmti , o, quando ciò non sia possibile per difetto di tempo e di ma teriali, come per lo più avviene nelle opere campa li di car,tLlcrc speditivo, di avvicinare il piede della banchin~ al!a l.inea di fuoc_o, ft fine di ricantre a ridosso del parapetto dei r1coven scoperti , consistenti in un fosso o·u.emito di gradini, che si r itengono ormai indispensab ili per let> riserve e per i diCensori tlclle opere , nei momenti in c~1i questi dev;no mantenersi pas::.iYi sotlo il fuoco lontano del nemico. Questi ricover i, i quali hanno il vantaggio di rendere pos:;ibilc l'impiego di un numero prcssochè doppio di lavoralori nella costruzione dell e opere, e di accelerarne notevolmente it compimento, ed offrono nell o stesso tempo un conveniente riparo tanto contro i tiri_ ~rn.natct diretti od indireLl.i, quanto conLro una parte degli effclL1 de1 proietti esplodenti , pottìanno però essere r iconosciuti, insufficienti se la pratica rerrà a confenna~:e la grande efficacia che si attribuisce agli shrapncls, che. fanuo orùiai parte integran te e ragg_uarde,,ole del muniiion,imento delle arLigliericda campagna (,I ). Ed m tal caso sarà forza ricorrere ad nltri spedicnLi per il r iparo delle truppe non solo nelle opere aperte alla gola, ma anche in quelle _chiuse, po i~hè i blockaus o ridotti che gii~ per lo passato emno _rn_qucste 1dt11nc _rar;rn1c11Le po.ssibili per difeLLo di tempo o dimaterial r, e quando esistevano avevano almeno il vantao-,.rio di servire cli ricovero, lo sono ancora meno oggigiorno che t~rto induce a.schlacciare e 1:estringerc i terrapieni interni, e vieppiù diffici le r iesce sotto ogni rapporto il costruirli in modo da corrispondere al loro scopo, e reggersi contro i tiri dircLti ed indiretti delle artiglierie nemiche, che su d'essi nat,uatmente convergono. Basta aver visto come erano conciati fino al piede i muri del ridoLt~ cl~ll'opcra di Mo t.teggia.na tt Borgoforte, e leggere quanto di consnnile pare sia avvenu Lo recentemente in alcuni dei fo rli di Kars, per andare convinti che un r idotto, anche se so ttratto dal rilievo del p~t'.~petto, alla. vista esterna, e costruito coi maggiori riguardi possibili 1n un opera campale, non possa essere abitab ile o teni bile [ungo

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. (I) Le JJiù recenti e~pcrienzc su l !iro a shra pncfs, e le teorie che tendono a prernfei·e rntorno. ud esso, sembrano confer mare anche rispetto a questo tiro la efficacia cli siJTa tti tCOYel'I.


LE TR T:s!CEE

0 1 B ATTAGLI A

tempo yerso il cenLro del terrap ieno, od in alLra posizione non soltratta ai Liri incliretl.i e curvi delle attuali bocche da (lLOCo . Poco persuaso anc-he per lo passato clell'uLilità d.ei · ridolLi, nelle opere campali, io .credo del resto che colle anni attuali esse non pos.sano che guadagnare in resisten~a, se i maleriali prima impiegati nei ridotti vengano destinali alla èosLruzione assai più speditiva. dei ricoveri coperLi, ed il Lempo e gli uomini risparmiati siano uLilizzati nel munire le opere con un doppio ordine di fooch i, o con una banchina ~1 guisa cli piccola strada coperta praticala, ~ernnclo le idee del Hogniat, nella cont.roscarpR del fosso, o con clispDsiiion i analoghe a quell e recentemente ricloua t.e dai Turchi ·. in alcune loro opere di Plevna. La cresciuta potenza distrutliva delle artiglierie, pcme, ora più ch e mai, il valore difensivo éli un'opera, sia permanente, sia campale, nelle condizioni tattiche del sito, e consigli a a mirare, non solo col profilo ma col tracciaLo ed ogni. altro suo particolare, a Lrarre il massimo profitto dei vanLaggi talLici clrn presentrt il terreno ocwpaLo dall'opera e nel essa adiacente, ed a correggerne i difetti, anzichè a con ferirgli dell e quaJilà negategli dall a natura. Dei tre tipi fondamenta li a cui soglionsi r idurre i molleplici tracciai.i noti in fort iricazione, cioù il hasLionato, il tanagliato, ed il poligonale, l'ulLimo è quello che tende a preva lere, e viene r iconosciuto siccome il più a.dallo a raggiungere, nella maggior parte dei cos i, gli scop i che ho testè accennato. La sernpliciti~ e speditezza dell e costruzioni 111 rewlono speeial-mente adatto alle opere campai i, in cui la consiclernzione del tempo s'impone spesso a Lntle le altre . F indipendenza dell e linee fa sì che col tracciato poligonale si possano volgere alcune facce normalmente alla direzione dei più probabili attacchi, e che con un ben inteso orientamento dell e opere sia po~s ibile di sottrarre Ja. maggior parle delle loro far:ce ai tiri d' inri lata . Esso riunisce cosi il n mtaggio cli rendere le opere pieghevoli al terreno, e di aumentare al sommo grado la difesa lontana, lo che, sebbene in parte a ~capito cli quella vicinà, fa sì che meglio si accordino colle esigenze e collo spirito della moderna tattica, inteso ad agirn con preponderanza cli fuochi lontani sulle colonne nemiche, e

E L8 FORT I F'!CAZlO;sil CAMPALI

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ad ?PPOtTe aJle n~edesime, già assottigliate e scosse dal fnoc~ , vigo~ rosr contraW:tcch 1, 1mece cli uri ostacolo materiale inerie, o cli una passiva difesa Yicina. I.a preponcl~rnnzn_della difesa lontan;i raggiunge infine lo :sco~o di ri~olestare ed mcaghare le manovre del l'avversario, e, tenen.dolo a, distanza da.I proprio !1·onte di hauaglia, di naswndere e permettere, quell e mosse e qneglt spostamen1i che si. rendono necessari per for-: ma1:e_la massa, e prepararla ad agire a momento opportuno sul TJUnto dec1s1vo . Egli è perciò che il tracci:11:0 poligonale suole preferirsi nell e costruz~oni campal i al_bastiona to o tanagliato, i qua li si rilengono più ~pec1~lmente adatti per le opere, che, destinale al la difesa di po$1.i 1solat1 e_d abbandonale a loro, per potersi reggere a lungo, hanno bisogno c'. 1~m~ buona difesa vici na, Ù.quale meglio le premunisca dagli attacchi dr v,va forza o per sorpresa. . A quest'ultimo scopo essi potranno anche so,, ente essere impiegati 11: concorso col tn~wato p_oligonale nelle opere destinate ad appoggiar~ sul campo d1 battaglta le operazioni dell e. forze mobili , e più . specrn )mente alla gola di dette O])ere, do l'e la dife;;a lontana non avrebbe sco.po, e moltq. importanza può assumere in taluni casi la difesa vir:ina. . Alcuni fn tti del la gnerra d'Ori ente hanno provato -nncor rece~tementecl~~ le mo~e~'ne anni a retrocarica rendono Lensi più difficile, ma ~01? 1~11:oss~bi le .~ Lrllppe r isolute e ben condotte lo impad~·on trs1 cli vi.va forza d.1un'opera carnpnle, anche quando sia qnesta discretamente costruita. e ben difcsa . • D'altr<}. parte! profil i che il tempo e le circostanze permettono di <lare_ nella ~naggLOr p,arte dei casi alle opere campai i, sono assai modes_t1, e talt che, se il l'o;;so. basta a fornir le terre per coprire i clifensori, non serve però acl opporre un scrio ostacolo a cbi di viva.forza o per sorpresa rnnova risolutamente ad allaccarle . A meglio premuni r:;i contrn la poss ib il e rinscita d.i taliattacchi servon? mir~b_i lmente le difese accessorie, le quali sono in genere di assai sped,r:tva costruzione, e mirano o a crescere ·i mezzi o/Tensivi della cli fesa od a creare sul cammino dell' ao·()'ressore ·ostncoli spesso invisibil i da lontano, e difficili fl superarsr i quali sconnet~


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TRINCEE DI BATTAGL I A

tendone gli ordinameuti tattici, ,;cemnndone lo ~lancio, trattenen-· dolo più a lungo sotto un fuoco micidiale, e rcnden<logli in ultimo più difficil e I.a clisccsp nel l'osso e la ~calala , l'anno sì che clillìcilmente possa giungel'e a quello scontro rorpo a corpo ueccssario per renderlo padrnne dell'opera. Tal i sono f1·a le prirne le foga Le pcu·iel'e, le tlline, le rosse di cacciatori, di cui si è fallo tanto uso a Sebastopoli, in Arnel'ica e uella rece11te guena cl.'Orieote; e [1·..t le seconcle l'll\an l'osso, l'avanspalto, le buche da lupo, le abattule, i canili i di frisa, le palizzate, le steccate, i triboli, i paleLLi corti, i reticolali di filo di ferro, ccc . ' Non entrerò nei particolari di queste cli fese, e mi li rniLerò atl osservare come. colla cresciuta celei:ità di tiro delle armi nttuali sia cresciuta in sommo grado la opportunitt1 e l'efficacia di quelle del secondo gnippo, Je q11ali sono di Ol'igine antirliissimn, meno i reticolati di filo di rcrro che entrarono iu, oga solo in questi ultimi anni, dopo le utili applicazioni che ne vennel'o fotte a Duppel, a Chal'leston, ed alt ro,·c nella guerrn d'Amerira. e sono aJt.rnt.tirnto semplici e speditivi qnanto effil'aci e diOìcili ad r,;:;ere di,;trulti da lontano. [I Lecomle narra che a Kno,ville le rolonne d'rt!.l.aCGO dei Confederati, dopo es~cr.si lrnwamenlc a,anzate fin ,;olio le opr,re dei federali malgt'aclo una pioggia cli proietlili, an-cslatea distanza di tiro a metraglia da ogni sort,l di ostacoli, fra cui una barriel'a invisib ile cli fili cli ferro, ,i.perdelLcro in pochi istanti 700 uomini contro 20 soli fccleml i, e furono costreu.c a ripl'cndere le loro posi~ioni cl'investimento. Il Brialrnont è d'av,·i:;o essere ormai nece:;sario che ogni corpo di armata, anzi ogni distaccamento, porti seco in guerra det rotoli cli filo di ferro coi quali si possono creare l'ap idamente difese accessorie temibili tanto per gli uomini quanto per i cavalli. Ecl llfia tale proposi.a semi.ira sia più specialmente oppot'tuna per l'Italia, dove i frequenti filari d'alberi, e le fitle siepi presentano ovunque il mezzo di farne sulle parti difensi\'e delle posizioni utilissime applicazioni. Le opere campali chius.e od aperte all,i gola, e gli :;palleggia111cnti , per batterie combinali coile trincee di battaglia, ablJaltule, od . altre difese :u·~essorie cli cui ho fotto cenno, costitui~cono generai-

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E LE FORTIFICAZIONI CAMPALI

m~~te le forti~ìcazioni dei .cam.pi di battaglia. Allo stesso scopo conco1~ ono an~o, a la. mess~ rn difesa delle località aventi importanza tattica speciale ( v11lagg1, costruzioni isolate boschi ·trett ,) l' ·t d 1· . 1· ' ' :; e, ecc. ' ura o emo 1z1one 1~trade alle alla marcia delle colonne, lo sta 1 1i:-iento e la rottura de1 ponti, infine l'abbattimento di case ed ostacoli, e tu~teq~elle p~rziali modifìcazioni del tel'l'eno che possono, a seconda dei cas,, favortrn l'offensiva o la difensiva. L'.aumentata mobilità degli eserciti, e la maggior energia con cui sogliono essere condolte le guerre moderne, fanno sì che . 1m t ·· · bb' genera . en e piu non s1 a iano, come spesso per lo passato, vari oforni di tempo per .a[orzare un• campo di batta()'lia e che tal voltasi· S1fl. ~ anc I1e • 'è') ' , , costre.tt1 a combat~~re rn condizioni poco favoreYoli di terreno. E siccome le fot't1ficazioni incompiute, e non ancora ben coordinate fra loro, ~?ssono ~noralmente e materialmente riuscire più d~nnose che util'., non s1 dovrà mai ricorrere sul campo di batta?lia ad opere tal, che no~ si abbia la quasi certezza di compiere in tempo, e la loro costruzione dovl'à essere reO'oJata per· r,u· I .. . d è') 0 ,sa c 10 gm pr:s~~ti~o opo poche ore una qualche resistenza, e siano suscett1bil1 di essere successivamente affo1·zate quando il nemico lo permetta.

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Un co~npens.o al 1~nor rnlore intl'inseco delle difese vorrà però col .n~ass1mo d'.scer1~1~ento essere cercato nel mettere a profitto t~'.t1 1 vantaggi· tu~tic1 del Lerreno, ed attenuarne i difetti, e nel ~·~ assoluto e ben mteso accordo, tanto dei particolari che del loro insieme, c~llo spi1'ito della tattica moderna, colle esigenze delle nuove armi, e col conseguente modo di presentare ed impie()'are lo truppe nel combattimento. · è') La maggiore. por~a_La ed esattezza di tiro, tanto delle bocche da fuoco quanto de, fuc1h alluali, ha per risultato cli diminuire il num:r.0 delle. ote,~e campali occorrenti ad all'orzare H campo di batlaolia, e ciou d1 compensare in parte il minor tempo atLualmente co~ces~o per. la lor~ erezione, pur presentando nella maggiore lat:1tud1.ne d~~ loro rntervalli una più larga possibilità di stabilirle Sui soh punti salienti .ed elevati della fronte siccome i p 1·u· att· tt . T ' ,a me ei:e m. n iev? qualità offensive delle armi proprie, e ad attenuai e gh e/Tettl d, quelle del neniico. Secondo i precetti della tattica moderna le artiglierie aozichè

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AXNO XJCUI, YOL. 111.

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E LE FOR.TIFICAZ[ON! CAMPALI

LE TRINCEE DI DA TT A GLIA

disseminate come per lo passato su tutta la fronte di battaglia'. dovranno essere tenute riunite, or sulle ali, cd ora al centro, ncordando però sempre che questo ne è in mas_si~1~ la ?ar_te men_o vulnerabile, e può essere sostenuto anche coi t1n obbltqu1 co11ve1 -

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opere, o di continuare la costruzione del parapetto e delle piaz.zuole fino a lavoro compiuto, dopo di che, ritirando i pezzi nel.l'interno dell e opere per mezzo di apposite tagliate lasciate nel parapetto, ed occ11pa11do le batterie con fanLeria, queste si- convertono in caponiere fiancheggianti . Ma quegto ripiego, oltrechè ha l'inconvcnienle di non poler essere -applicrtto ad opere dì piccoli lati, è in assoluta opposizione con quella semplicità che, come si è detto, deve ora più che mai ricercarsi nelle coslrnzioni campali; è difficile del resto il comprendere come h~ cosLruzione delle opere potrebbe progredire, e ~on quale celerità, sollo il fuoco che le batterie esterne avrebbero per efTello di auirare su di esse. Per tutte le suesposte ragioni , e per molle altre, pare a me che le idee più conformi alle csigenie della moclerna tattica rispetto alla fortificazione dei campi di bauaglia siano quelle di Rogniat e del Pidoll, i quali vogliono che i punti salienti dei medesimi, costituiti da opere campali aperte alla. gola, o drt caseggiati disposti a difesa, siepo occupali da sole truppe di fanteria, e le artiglierie collocate più indietro in posizioni opporLunamenLe scelte verso il centro dei loro intervalli, spalleggiale da Lrnppe coperte da trincee di bauaglia, abbattute, od altri ripari di carattere, secondo i casi, più o meno offensivo. A coloro che, come il RogniaL ed il Picloll, vorrebbero esc:lusivamcnte adottate nel trinceramento dei campi di hauaglia le opere aperte alla gola, perch è più semplici, speclilive, e conformi al concello di una. dife::;n. aLl.iva, il Brialmonl, oltre a molle. considerazioni tattiche e psicologiche assai convincenti, con quella erudizione che gli è tutla propria, oppone parecch i esempi storici atti a dimost.rnre come per lo meno sia necessario che tal i opere siano con difese accessorie protelle alla gola dagli attacchi cli sorpresa. E, ricordando il precetto napoleonico, che nulla in guerra deve essere as~oluto, dimostra come le opere chiuse possano ancora -OSscre opportune in quei punti almeno del campo cli battaglia che -Offrono maggiore irnporLanza, o debbono essere munii.e di artiglierie di maggiore calibro; e cosi sulle ali, e sulle lince cli ritirata; per proteg3cre la quale ultima operazione noi sappiamo tutti che alcuni reparLi cli truppa possono benissimo essere abbandonati a. loro stessi, e, se occorra, sacrificali .

gen ti dalle ali. . • . . , . . ..· . Una delle condiziom essenz1ah del! efficacia dei t111 delle auual~ bocche a fuoco, è la. esatl.a appreziazione della. dis~a~lZa, per cui conviene che esse cambino di bersaglio e di pos1z10ne ~l m_e~~ -s·i1J·i1e ra"criuncrendo anche il vantaggio di evitare quei cnllc1 Po:,. . ' < r.m " . l . t periodi di passività ai quali. esse vanno sempre espo.st_e ne _rime~ tere gli anmtl'eni, muoversi e prendere nuova pos1z10ne :,o.tto 11 fuoco nemico. Ed è in gran parte alln. costante ~sservan~a d_i tale massima che deve ascri,ersi la superioritii cli effelli ragg1unt1 dall'articrli eria prussiana nella campagna del 11870-711· . .. Nella stessa campagna, per la più corta. gillata d_ei .loro . fuc1h rispetto a' Chassepot, i Prussiani diedero sov~nti; _ed m 1spe_c1e alle balla.glie di Vionvi\le e Gravelotle, l'e~~m~10 cli pare~~l11e .ba_t~ terie riunite le quali riuscil'ono a stab1hrs1 e mantene1s1 ~et pnt ore in posizione avanzata, e talvolk1., come avvenne arnnl1 ~manvillcrs, più vicino alla rrnnle nemica che ~on alle truppe d'. fo~teria. Lenute indietro a loro sostegno. Ma tutti sanno con qt~alt pe~dite· 0 se il bisoano e l'insuperabile spirito di abnegazione, m queÌla ;nemornbile" guerra, permise ai Prussiani di decidersi a tale misura, sono però ossi i primi a~ ammetter~ che era censurabile, e troppo arri:;chiata, ed a nten~re che m ~erreno per poco accidentato l'arlio-lieria non può orma, mantenew a lungo contro fanLel'ia nemica in posizione, se non proLeLla sui fianchi da truppe più avanzale di scorta. . . Si ritiene infine che le piazzuole rialzate, occorrenti per collocare in barbeLta le bocche a fuoco nell'interno ~ell~ oper? campali, non siano più compatibili col poc? te'.11po di cui si d1spo.ne, e che queste debbano essere collocate ~uon, _s~l.tc'.-reno_nalural~, ed al éoperto cli appositi spalleggiam c~L1sped1ttv1 , '. qual_l h:nno ti vantaggio, dietro esperienze fatte, d1 arrestare circa il vO per . cento dei Liri dell'avversario. Il Brialmont, per rimediare al lungo tempo richiesto d~lle p1az,molc, propone bensì di portare le batterie avanti al tracciato delle 1


"!,E TRINCEE DJ BATTAGLI A

A proposùo dei campi' di battaglia fo rtificati, il Brial~1on~ nel suo scritto sulla fortificazione improvvisala, ha, forse per 11 prnno, nettamente posto il principio che ogni posizione ~ebba avere un campo offensivo ecl un campo difensivo . Tale principio non è evidentemente che una immediata conseguenza, e direbbesi anzi una parafrasi del principio sommo della guerra che ripone tatticamente e strategicamente il segreto della vittoria nell'applicazione sul punto decisivo clella forza concenlrattt e superiore. Esso racchiude implicitamente la dimostrazione della opportunità della fortifica_zione campale, tanto per chi si dispone ad attacc::tre, quanto per chi vuol tenersi sulla clifesa, poichè deve considerarsi come affatto eccezionale il caso di una posizione la quale per natura presenti ben marcati e distinti il campo offensivo e difensivo, ecl in condizioni tali da non richiedere il concorso dell'arte per meglio predisporli al loro scopo. Il campo difensivo di una posizione potrà trovarsi secondo i casi acl un'ala e al centro, al centro, od a tutte e due le ali . Questi due casi ultimi saranno però in. genere i meno frequenti perchè le manovre per le ali esigono una superiorit1t numerica e morale, e dispo·sizioni tattiche nemiche cosi pessime, che non è lecito cl i supporre; ed i grandi attacchi sul centro, nei quali tanto brillò il genio di Napoleone, esigono abile preparazione, truppe scelte e solidissime, e sono resi maggiol'mente difficili dalla lunga portala delle armi attuali. Un esempio non tanto remoto, di posizione fortificata nella quale il campo difensivo era ben distinto dall'offensivo, e comprendeva l'ala destra ed una parte del centro, mentre quello offensivo si estendeva al resto clella fronte, si ebbe a Caldi ero nel 11805. Un .esempio affatto inverso e più recente si ebbe invece ~t Gravelotte;.. dove la fronte del 2° e 3° c:orpo francese, e per le concfo:ioni del .terreno, e per l'appoggio delle vicine opere di Metz, e delle trincee di battaglia od altre difese improvvisate, costituiva un buon campo difensivo, mentre la fronte del 4° e 6° corpo, meno a/forzata dall'arte, con avanti un terreno più uniforme, scoperto, ed adatto !J,ll'impiego di t utte le armi, poteva costituire un buon campo offensivo. E se i vantaggi oLtenuLi dalla buona pi:edisposizioirn del campo di

69 battaglia non furono a Gravelotte così palesi e soddisfacenti come a Caldiero, ciò si deve a che il maresciallo Bazàine, attribuendo al nemico un proposito diametralmente opposto al vero, e troppo temendo di veder la sua armata tagliata da i\fetz, ne tenne Je mi O'liori riserve dietro l'ala sinistra anzichè dietro l'ala destra, a Ron~ourt e Saint Privat, dove se esse si fossero trovate a tempo, e fossero state vigorosamente impegnate, avrebbero forse potuto decidere diversamente dell'esito di quella fortunosa giornata. , E Li":: FORTIFICAZIONI CAMPALI

Colle granate esplodenti lanciate a grande distanza e colla potenza distruttiva dall e moderne aitirrlierie da caropa(J'na i vi lv V , laggi costituiti per lo più da costruzioni poco solid"e e racchiudenti molte materie infiammabili , sono meno atti che per Jo passato ;d una prolungata .resistenza, e pericolosi per la concentraiione di truppe; per cui in massima potranno meglio convenire a rafforzare 0 0'iati isolati e robusti alcuni punti d'un fronte cli hattar,Jia cnsee)<') ,. quando siano debitamente apprestati a difesa. Così mentre la presa del Castello di Geissberg nel combattimento di Weissemburg fo difficile, e costò ai Prussial)i perdite crudeli, non pare a me che la storia delle ultime campagne offra molti' esempi di villaggi messi in difesa, i quali abbiano colla resistenza effetti vamente prestata offerto un compenso alle perdite ordinarianiente gravi, e per e[etto del fooco, e per prigionieri, cni hanno dato luogo; e mi muove il dubbio che non siano pi.ù guarì applicabili ai casi presenti gli esempi storici che per dimostrare il con trario taluni scrittori attingono alle guerre di altri tempi. . Acl og11 i nioclo, siccome per la posizione che i villaggi occupa.no a {hstanza, davanti, o lungo la fronte di battaglia (nei quali casi diconsi iso lati, avanzati ed .intercalali), può rendersi necessal'ÌOdi occupar]i e di assicurarsene con opportune disposizioni il più prolun~ato .pos~esso, accennerò per sommi capi alle idee dei. più stimati scr1tton di fortificazione-circa il modo di ordinarli tL difesa in correlazione col!e'modeme artiglierie. E, premesso che le disposizioni generali per la difesa cli un villag?iG isolat~ devono differire da quelle relative ai villaggi avanzati od intercalati solo nel senso che in questi ultimi è meno necessario .un ridotto, non deve eh iudersi e fortificarsi tutto il perimetro, ma. I

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LE TRINCEE DI BATTAGLIA

E LE FORTIFICAZIONI CAMPALI

solo la parte più esposta agli attacchi, e la difesa può fare maggior calcolo sul conco1:so delle fo1v.i;e mobili; soggiungerò soltanto ritenersi ora dai più, che: a) La difesa esterna di un villaggio non deve più essere basata: sulla occupazione e sul collegamento degli ediuzi posti al .suo perimetro, e sull'impiego delle artiglierie nei loro intervalli, e della fanteria. app.osta.to, all e finestre o feritoie praticate nei muri esterni, ma su una cinui. esterna stacca.la., costituita da ~atterie, ridotte od altre costruzioni campali opportunamente colloca.te, e collega.te fra. loro con trincee, abbattute, siepi, od altri osta.coli. b) Nell'interno ·solo alcune case, o gruppi di case piLL specialmente a.datti ad una vigorosa difesa, vogliono essere occupate con truppa, e l'azione, anzichè ad una. difesa ·successiva cli casa. in casa, ridotta. a.tl un com battimento di strada mercè un ben inteso sistema di barricate e passaggi secondari nascosti pei difensori, e convergenti verso il ridotto o verso il punto di aduna.la. e) Per ricloLLo deve essere scelto nn edifizio robusto dominante un largo spazio, ottenuto se occorra collo spianamento di nlcuni edifizi, centrale al villaggio in alcuni casi, esterno e sulla linea di ritirata in alcuni altri; e quando questo eclirizio non esista, o non si trovi nelle condizioni volute, è preferibile senz'altro di sostituirlo con una ridotta od altra opera campale. · La. forza. occorrente per l'occupazione di un villaggio potrà. e dovrà variare secondo i casi entro limi ti estesissimi; tutta.via alcuni scrittori ammettono ·che possano a tal fine occorrere 1 uomo almeno, o 2 uomini al più, per ogni pl\sso clel perimetro esterno, da destinarsi per metà circa. alla difesa perimetrale ed interna, e pel resto ad una riserva esterna destinata a manovra.re ofiensivamente contro le colonne d'attacco, rinforzare se occorra. la. difesa, o sostenere la ritirata. Le truppe del genio, o meglio le compagnie 7.appatori, sono in tempo di. pace istruite teoricamenle e praticamente nelle trincee di battaglia ed altri rami della fortificazione campale, e fornite fa guerra clegl i strumenti e' materiai i che possono occorrere nelle principali loro app licazioni. Io sa.rei tutt,wia del parere espresso da altri, che cioè sia oramai ..conveniente di dare una più larga istruzione teorica e pratica. alle 1

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truppe di fanteria in tutto quanto riguarda le fortificazioni campali speditive, e che col fornirle di strumenti proprii si debbano mettere nel caso non solo le gra.ndi unità, ma anche i minori distaccamenti di pronta.mente trincerarsi. Egli è solo coll'aver sempre sottomano uomini istruiti, e strumenti in numero sufficiente, che i nostri ufficiali di fan teria potranno mettere a profitto quelle nozioni di fortificazione che da essi si esigono, e che, giusta la massima del gran Federico, sono parte indispensabile delht loro istruzione milita.re. Colle frequenti occasioni che la moderna tattica tende a dare al largo impiego delle fortificazioni campa.li, le compagnie zappatori sarebbero nelht m11ggior parte dei casi insufficienti di numero, o lontane dal sito opportuno; esse potranno del reslo rendersi utilissime e non essere ma.i di troppo per quei lavori più complicati che esigono una pratica più estesa e continua., accoppiata col personale e materiale speciale di cui sono fomite.

TRINCHIERI

Jfoggiore 1iel genio.


L'ORDCNAMENTO DELLA NOS1'RA CAVALLERIA

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.. L'ORDINAMENTO DELLA N~STRA CAVALLERIA

Scrivere oggidì èose nuove sull'impiego della. cavalleria, clopo che quest'argomento fu clal 11870 in poi il tema favorito cli tutti giornali e di tutte le ri·viste militari, e dopo che fu ampiamente svolto in tulte le recenti pubbli cazioni tattiche, ci pare opera ass.ai dirricile. Ritornati in pregio gli studi militari cui da lungo tempo attenclevano soltanto poch issimi incliviclui, si riconobbe faci lmente che i Tedeschi nella ultima campagna contro la Francia non avevano fatto altro, per ciò che riflette l'impiego della cal'al leria, che se:. guire le ~i-Napoleone I, da lui praticamente insegnate tani:e campagne; ed al pre.sente non havvi ufficiale studioso ·detl'anna, il quale · non sia al· corrente delle operazion i dell a cavalleria nelle guene clel I 0 impero, nella guerra cli secessione di America, e finalmente nella campagna. franco-:germanica. Le gesta però della. cavalleria napoleonica sovratutt.o , che colse così splenclidi allori tanto sul campo di battaglia, quanto, e più fo rse, nel senrizio di esplorazione e negli inseguimenti, e agì sempre ·cli fronte a c,walleria. che, poco su poco giù, aveva la medesima tattica, sono crtielle meno conosciute, mentre ci sembra debbansi di preferenza stucliare da tutti coloro- che desidera.no formarsi un chiaro concetto sull'impiego clell'ar1na. Per quanto ha tratto all'impiego della cavalleria, nel campo teorico siamo Lutti di accordo, perchè tutte le operazioni che pos·sono riuscire cli vanta.ggio all'esercito, siano pure le scorrerie con tro i fia.nchi e le spalle degli eserciti , vogliono in massima essere ammesse, ma egli è nel campo pratico, nel quale bisogna tener calcolo del teatro di guerra, bisogna avere esatta cognizione dei ·propri mezzi, e cli quelli degli a.vversari, e di quelli essenzial·mente della propria cavalleria, che si manifestano le idee più disparate. Così. riguardo a noi, se possiamo approvare come studio le Ìdee propugnate clal Carini intorno allo impiego della caval. leria, siamo poi di parere diametralmente opposto, quanclo si

in

Da parecchio tempo si agita nella, stampa militare la quistione di un nuovo ordinamento della nostra cava.lleria, allo scopo sia di proporne un auriiento, sia di metterla in condizioni migliori che ne assicurino l:t mobilitazione. Nelle dispense. di marzo· ed aprile di questo periodico leggiamo due interessanti articoli sopra questo argomento del tenente Carini, ed in quella di maggio altro del cap itano Moreno, il quale parlando delle truppe supplettive clel corpo d'armata, coglie l'occasione per trattare clel riordinamento dell'arma. Noi abbiamo leuo con molta attenzione codesti pregievoli lavori, ecl abbiamo provato una certa socldisfazione nel rilevare come si riconosca la necessità di sottoporre ad ampia discussione ques,to grave ecl import,u1te problema; ma nello .stesso tempo non possiamo a meno cli notare come non ci sembrano in nessun modo accettabili le radicali .modificazioni proposte dal Carini. Ci permetta perciò la Direzione dell~1 Rivista cli risponclere all'intelligente autore, e nelln stesso tempo cli prendere in esame quelle considerazioni clell'amico Moreno dalle quali dissentiamo, rispondendo partitamente a quanto è detto sull'impiego della cavalleria, sulla formazione del reggimento, sull'armamento.


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L'ORDINAMENTO

tratta di applicarle alla nostra. A nostro parere, la proposta di scaglionare, all'iniziarsi di una. campagna, reggimenti di cavalleggeri, per reparto di due squadroni, lungo la costa minacciata., non sarebbe di alcuna. pratici~ utilità, e ci condurrebbe a sparpagliare la nostra cavalleria, della quale ne abb iamo cosi poca. D'altra. parte coll'immensa estensione delle nostre coste, in quale maniera si conoscerà preventivamente quale ne sarà la parte minacciata? E così pure siamo di moltq lontttni dall'approvare le altre operazioni ch'egli vorrebbe affidate alla nostra cavalleri,t nel corso della guerra, perchè per impiegar!~ in si/Talla guisa sarebbe mestieri potere disporre di numerosi reggimenti. Trovandosi noi in condizioni assai di[ erenti ci sembra più conveniente di consigliare e di pensare sol tanto a quanto si potrà éffettivamel'te fare senza esporsi al pericolo, quasi certo agendo in tal gu isa, di restare senia cavalleria dopo pochi giorni di campagna. L'egregiò autore si è molto entusiasmato delle imprese compiute nella guerra di secessione dalla cavalleria americana, ed ha fatto sue tutte le idee e tutte le proposte formulate dal colonnello ing'lese Denison nella sua recente pubblicaz ione sulla Storia della cavalleria, nella quale appunto si deducono molti insegnamenti dalle gesta dei cavalieri americani. Non è nostro aSSllllto di confotare qui le idee e le proposte del colonnello Denison, molto più che comhaLLendo quelle del Carini, giungiamo press'a poco allo stesso risultato; tutlèn'ia ci sia permesso rilevare che il Denison stesso non ru sempre di. tale opinione, e che ne.Il' eccellente suo libro sulla tattica della ca-valleria, parlando delle operaz:oni della cavalleria americana, non 'la chiama cavalleria. ma fanteria-montata, e che le sue idee poi esposte in quel trattato sulla vera cavalleria sono le stesse che prevalgono a tale riguardo in Europa. · Egli è vero che al Carini poco importa che la cavalleria sia detta fanteria montata, purchè il ca·vallo sict sempre il sM principale elemento di forza; ma qui allora facciamo un vero giuoco di· parole. Noi chiamiamo fanteria montata quella truppa, come la cavalleria americana (ad eccezione però di alcuni recrc:rimenti i,.:, del Sud, dei quali parleremo più avanti), che si serve del ca-

DELLA NOSTRA CAVALLERI A

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-vallo come mezzo di trasporto e combatte principalmente a. piedi' coll'arma a fuoco; cavalleria invece quella, come tutta l'europea, che considera il cavallo come sua arma principa.le, e ricorre all'appiedamento soltanto in quei pochi casi eccezionali, nei quali tale impiego sia dimostrato vantaggioso e non si poss:.l combattere a cavallo. È pertanto necessario di approfondire qual valore possano avere per gli eserciti europei le deduzioni t:tttiche della guerra américana, per giungere ad una conclusione anche su questa questione, che è messa in cam_po ad ogni momento, con opinioni affatto di/Terenti dagli ammiratori troppo entusiasti di quei cavalieri, e dtl dctraLl.ori poco al correnLe del vero sttltOdelle cose. Nella puntata, di giugno '187:J della RiJv,ista noi scrivevamo a questo proposito: (< Si cit~ l sempre l'esempio dei cavalier-i americani, ma questo è in teramente fuo ri di posto ; è bensì vero che impiegati benissi mo sbrigarono in modo brillante il servizio cli sicurezza e di ricogniz ione nel ciuale particolarmente .furono adoperati, ma non devesi dimenticare che sì da una parte che dall'aJtra erano rerrgimenti di volontari. Non di rado avvenne elle fan taccini, per m:n canza di uomini, furono oggi passati nei reggi111.emli di cavalleria, e il domani spediti agli avamposti. Son questi i cavalieri che voglionsi prendere a modello? Buoni. soldati, istrniti e disciplina.Li sono om necessari ; l'esempio degli eserciti am.ericani non può essere preso in consiclerazione >l. Siccome però comprendiamo benissimo che la nostra op inione non pllÒ avere gnm valore, stimiamo opportuno di citare C[uanto scrivono a c1uesto riguarclo ta.tlici. reputatissimi. Il colonnello cl' Audlau dice: cc Nella guerra d'America la cavalleria si moveva sopra spazi immensi, in mezzo a paesi inabitati, in _cond\zioni affatto differenti da qltelle che si possono immaginare nelle guerre europee )} ' Il colonnello Lecomte si esprime così: e< Ad on ta di molli sforzi,· il generale Stoneman non riusci a fare dei cavalieri una trnppa. ben disciplinata; ebbe a lottare contro l'incuria di un grnnde numero dè ufficiali nominali da. capi non esperimentati, e unicamente perchè sapevano montare él cavallo, Ad ecce.::ione di alcuni reggimenti spe-


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ciali, la cavalleria anche aJ momento del suo apogeo, si presenta ~empre sotto un aspeuo non bello (désag1·eable), che fornisce brillanti foraggeri, ma non fornisce giammai corpi atti a manovrare in linea». Il colonnello Scherff è ancora più esplicito e scrive: « Si tratta di qltelle scorrerie da eseguirsi con masse di cavalleria sui fianchi ed alle spalle del nemico, che si odono talvolta citare come esempi di maravigliosa attività anche da persone competenti in faLto di cavalleria. Dirimpetto a questi concetti, coloriti spesso in modo quasi idealistico, noi crediamo di poter sostenere che ht ripetizione ·delle scorrerie americane nei terreni coltivati dell'Europa centrale è addirittura impossibile. Non era che in quelle condizioni particola.rmente favorevoli pel nutrin~ento e specialmente pel cambio dei cavalli (quali le offrono le im111ense pianure cli oltremare ma non certo i teneni colti vati d'Europa), che si potevano eseguire quelle ardile scorrerie c'he tanto seducono la fantasia, dalle qu::tli, dopo un'assenza di quattro settimane, la maggior parte dei cavalieri arrivava sul terzo o quarto cavallo. l\fa, faWt anche astrazione da questo ostacolo, che nelle nostre condizioni è da considerarsi come insuperabile, le intraprese di tal genere, coi mezzi di comunicazione che si hanno in Europa, non potranno, nemmeno in paese amico, conservare per 24 ore quel segreto che è condizione capitale per il loro suc,;esso. Quando sfugga questo essenziale momento cleJla sorpresa., le misure che pr.enderà immediatamente il nemico prepareranno in brevissimo Lempo la rovina della scorreria, compensando così abbondantemente col quàsi innevita.bile annientamento della massa di cavalleria impiegatavi, quei danni che essa poLrà avere arrecati,,. Ma il Carini ritiene dovere noi più specialmente 1·itmrt e i nost?·i inse,qnci·menti dal modo di combattere della cavalle1·ia aniericana e che le pimte di cavalleria ebbero grande ùnportlinza nella gue1·m' cl' A.merica, poca, nette guerre di Ewropa e ciò non solo perchè VI; q1iella t',inimenso teat1·0 cli operazione vi era pvù f'av01·evole, ma ancora perchè i generali àme1·icani vntese1·0 meglio degli altri il n1iovo impiego della ca·oalle·ria. Dimostrato che i raids, cioè quelle ardite scorrerie nelle quali tanto si distinsero i cavalieri americani, e che costituirono il loro

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ufficio principale, sono dai tattici più competenti ri tenute ~li qua~i impossibile attuazione in Europa, ci rimarrebbe ad esa.~mare tl servizio di esploraz ione, che fu. pure disimpegnato da. essi m modo assai commendevole e la. parte da loro presa nelle battaglie. C:i limiteremo peraltro a poche parole. Anzimtto è d'uopo convenire che la cn,valleria. americana tanto la federa.le quanto la. confeclerata, ebbe la rara fortuna cli essere co:mandala. da capi ab ilissimi, intelligenti, audaci e, ciò che più conta, che era.usi formato un concetto esattissimo intorno all'impiego dell'arma. Non deve quindi arrecare mera.viglia se fu in grado di ren~ dere utilissimi servizi, sebbene, in generale, si trovasse in deplora.bili condizion i. In secondo luogo è mestieri accennare che un'im~ mensa differenza esisteva fra. la cavalleria dei due avversari, e che quella del Sud sin verso la. fine della. campagna, cioè sino a eh~ _ii nemico non acquisLò un'enorme superiorità cli forze, ba.ttè quasi 11~ oani occasione la cavalleria federale, perehè appunto essa. sforzava.si s;ecialmente per il modo di combat.Lerc, di seguire il più che fosse possibile la tattica delle cavallerie europee. . La. cavalleria cli Stuart, l'uno dei più a.bili e intraprendenti generali di quella guerra, che eseguì pure parecchi raicls, ma .che in generale fu sempre addetta all'armala della._ Virginia, e fu ~rinci- · palmenLe impiegata. nel servizio di esplorazione e nel co~nmen~o clelle truppe, era composta da giovani , i quali, per es~~rv1 a.ccolt1, dovevano portare del proprio un buon cava.11~ dt servmo .~1~rov~re di saper cavalcare. La. gioventù ricca e quindi anche l~ p1u 1strm ta del paese era. arruolata. in quei reggimenti e per ciò s~compr:n~e fa.~ cilmente come con· tali elemenLi , guidati da genera.h capaci, stans1 ottenuti de' bril tanti risultati. Così a. nostro parere, questi reggimenLi, e qual che altro regolare del Nord, sono i soli che si possono considerare come veri reggimenLi cli cavalleria. Ma appunto perchè furono Lai i Lrovi,nno che ben cli rRdo ricorsero al combattimento apiedi, che caricarono coll',trmi bianche in pugno, e che in ogni occasione procurarono di seguire i principii clella tattica dell'arma. Nelle circostanze difficili, nelle quali il comba.Ltimento a cavallo non presentava probabilità cli successo, anziché fare appiedare la cavalleria era l'artiglieria, comandata da ufficiaii intelligenti e consci del loro mandato, ,che veniva in soccorso clei reggimenti a éavallo.e


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prestava loro il più valido appoggio. Leggasi l'interessante opuscolo Zwei .fahre im Sattel imd ani Feinde di Heros von BORCKE, il quale lasciate le rii e dell'esercito prussiano si recò in America, e vi divenne in breve tempo capo di stato maggiore del generale Stuart, e non si potrà a meno di riconoscere come i reggimenti a cavallo i quali (esclusi, ben s'intende, i 1·aids) resern maggiori servizi fossero quelli che nell'avanscoperta e nella battaglia non ebbero altro modo di combattere di quello seguilo dai cavalieri europei. Conch1diarno pertan~to che l'impiego a massa·della cavalleria quale è oggidi ammesso cla tutti, tanto nel servizio di esplorazione e di sic~irezza, r_iconosci.uti essere il suo ufficio principale, quanto sul campo d1 battagl1a, sul quale, sebl)ene siano aumentale le difficoltà, pure .è concesso si possa in date favoi·evoli circostanze conseguire dei successi, impone già alla cavalleria tal i fatiche che ci pare affatto inutile il sognare altre imprese di assai problematica esecuzione. Esse, concesse pme le migliori condizioni, condurrebbero per i pericoli ~a sormontare e per gli enormi strapani da sostenere, al completo annientamento della stessa. . Rispello poi al combattim.ento a piecli, convenendo che sia necessario in parecchi casi, specialmente nell.a difesfl cli località, accantona1~enti, ecc., riteniamo tuua via che se ne esageri I' imporlftnza, e che quando si possa disporre cli un'artiglieria sufficiente per numero e ben comandata, non debbano esser molti i casi nei quali effettivamente si presenterò. la necessita di farne uso ('I).

n. Circa il riparto della cavalleria proposto dal Carini presso l'esercito, il quale si compendia nella clestinazirme di un reo-crimento al t)è) corpo d n,rmata, da cm trarre eventtrnlmente la cavalleria divisionale, e nella formazione di masse di cavalleria autonome da destit

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DELLA NOSTRA CAVALLERIA

narsi presso le armate, ne conveniamo interamente; ma siamo invece di parere contrarto, quando egli ritiene che la composizione più conveniente del ,reggimento in, campagna sia su 3 di'tJisioni, im,ità tattiche, , ognuna di .2 squadroni. Infatti, lasciando ora da·

parte la questione della formazione del reggimento su 6 squadroni, piuttostochè su di un numero minore degli stessi, tulle le ragioni svolte in appoggio di formare la divisione di 2 squadroni non ci convincono, perchè ci sembrano contrarie al principio capitale delln, taLLica dell'arma, il quale considera come unità lattica lo squadrone, e gli concede ìn tutti i casi, sia esso unito al solo reggimento, o faccia parte di una brigata o di una cli visione di cavalleria, una certa indipendenza. Non è però colla nostra poco n,utorevole parola, che ci sforzeremo di confutare tale opinione, ma lo fa.remo valenclori delle parole del generale Schmidt contenute nelle sue Istruzionì ('I), le qual i costituiscono oggidì il manuale di tattica di cavalleria più particolareggiato e più stimato che si conosca. « La riunione del hl cavalleria, egli dice, in grandi masse non deve mai compr-omelterne la mobilità, la rapidità e la. sern11lic.:ità delle manovre . La bri·gata e le schiere devono muoversi colla stessa sicurez:m, e colle stessa veloc,ità cleglì squadroni isoln,ti, ciò che otterranno facilmente, se osserveranno principi razionali, e se questi principi sarnnno diyenuti per esse una seconda natura. Questi principi r iposano su lle marcie di fron te regolari e precise eseguite senza precipìtazione; e così è necessario che la caclenzn, delle andature sia sempre uguale, che si 1nantenga scrupolosamente la direzione, che i cambiamenti di direzione siano eseguiti con sicurezza e rap idità ccl infine che le wn,ità tattiche, gli sqiuidroni,, sia1w liberi ed 'indipendenti, e non partecipino alle ondulazioni degl i squadroni vicini». E più soLLo: (( l'ordine e h eompattezza nelle marcie di fronte in grandi masse, qualith. che devono avere il passo su tulle le altre, riposano unicarnenLe sull'indipendenza e sulla sicurezza nei movimenti degli squadroni. Il punto c,tpitale, sul qtiale non si insisterà mai di troppo, è: t'indipendenza dell'imità tattica delfo squadrone.

(I) ·Nell'opcrn del llorcke non bavvi racconto di fatti d'armi di cavallcl'ia, nel quale non s, 1·1cor,J1 la parte bdllante prcs1vi dall'artigliel'ia. ogn i passo si tribu tano i più r ivi elogi 111 bravo comandwtc della stessa, capitano ,Pelham, che alla fine trovò m quella guerra la morte degli eroi. ·

Ad

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(!) Vedi I11st>-uctionen des Generalmajors

CARI,

,·on ScumDT. - Derlin, MiLtlcr.

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L'ORDINAMENTO

Infine lo sqiiadrone .sarà e reste1·à sempre l'iinità tatt'ica, e questo è t/ln principio fondamentnle im,m,iitabile n. , · Ma se questo principio è giusto per il cornbattimenLo, che è il caso contemplato qui dal generale Schmidt, non lo è di meno per il servizio di esplorazione. Il Carini invece dice : « Se conside1·iamo l'wnità tattica im,p'iegnta nel ser1Jizio di esplorcizione, risiblta ancom meglio la necessità che si.a composta di cliie sqiiadroni, e vorrebbe che uno squadrone della divisione fornisse le pattuglie sulla fronte, e l'altro seguisse in sostegno. Ma questo sistema di avanscoperta condurrebbe allo sparpagliamento e frazionamento cli tutte le forze. E a questo riguardo il generale Schmidt scrive: << In massima non si devono distaccare per un è13rto tempo frazioni ~uperiori allo squadrone; e bisogna evitare ancom più di formarsi sop1:a una fronte troppo estesa, facendo appoggiare la punta da sostegni. Havvi in ciò un pericolo reaie che facilmen te può far perdere al servizio cli rico11nizione il carattere che gli è proprio. Agendo in v d . tal guisa, si diminuirebbe la potenza offensiva, la capacità i res1stem:a clelhi cavalleria, e sarebbe voler permettere a tmppe nemiche di ugual forza, ma, riunite, cli squarciare il velo che si tenta di oppor loro }>. . . . Aclunque se per il combattimenLo non ha alcuna ragwne dt essere l'Lmità tattic~ cli '.2 squadroni, se nell'annscoperta siffatta unità. condurrebbe a.cl un impiego dannoso e pericoloso, a qual prò formare unità speciali al comando di un ufficiale s~periore, il quale nelle circostanze normali non avrebbe alcun cliretLo comando sulle medesime, allorchè il reggimento monta a cavallo? E questo non è precisamente c1uanto vediamo tutti i giorni? Giusta le prescrizioni dello stesso regolamento di esercizi e tli evol~zioni, il colonnello comanda, non le divisioni, ma gli squaclrom; . questi a lor volta sono comandati dai rispettivi capitani, mentre l'uffici~tle superiore resta semplice spettatore. . : Il funzionamento pertanto del comando delle divisioni resta limitato, forzatamente, alle operazioni cli quartiere, e a.li' andamento interno degli squadroni, con evidente diminuzione dcli' autorit~ del capitano che in parte resta assorbita cla quella dei comandanti di divisione. 1

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DELLA NOSTRA CAVALLERIA

li capitano Moreno per contro dice clie se ciò è vero, s·i può crede1·e mitto al più che l'i.stùtizione niwva 1iella nostra ca'Oalltwia 1wn siasi m1,cora ben, -radicata, e che ogni possibile incM1,:·veniente sarà ce·rtn11iente eliminato, q'tuinclo sia passato nella commne con/lJinzione che l ' aiitorità dei maggiori dev'essere il disce·ntrmnento cli qiiella liei colonnelli, no,u, l'accentmmento di qu,ella dei wpitani. E vogliamo pure ammettere che si possa trovare un modMs oivendi, per mezzo del quale l\ rntorità dei capitani ri.on sia assorbita da quella dei comandanti cli divisione, sebbene riteniamo ciò assai clitììcile, perchè non sappiamo immaginare due comandi cogli stessi doveri e colla stessa responsa.bilitil senza che il maggiore assorbisca il minore. Non conveniamo però che l'autorità dei maggiori deblHL essere il discentramento di quella del colonnello. Nella fanteria il colonnello comanda sempre, in quartiere, sulla piazza cl'arme, in gtterra, dei battaglioni, ed i comandanti dei medesimi ne conservano il comando in qualunque occasione; il colonnello di cavalleria invece in piazz~1 d'arme ed in campagna, <:omanda degli squadroni, e q1Jindi è necessario che li comandi anche in quartiere. D'allra parte è il colonnello che è investito del comando del reggimento, egli che ha la responsabilifa di tu.tLo qrtanto ha tratto al medesimo - disciplina, istruzione, amministrazione - e perciò è gi1~sto e necessario che a lui solo spetti di impartire tutti gli ordini; agli ullìciali superiori quindi non re:;~a che sorvegliare l'eseguimento degl i ordini e delle disposizioni emanate dal colonnello (1). Ma se 1

{l) In Prussia, l'ordbe di gabinetto del 16 d icembre 1858, 1·ionovato e specialmente racr.omandato il 27 selte mbre· l.859, ' determir.a colle seguenti parole i doveri degli · ufflciali su periori: « Il comandante di cori:;o deve ma ntenere la d isciplina nel reggimento, è inca.ricato dell'applicazione delle pen\l inferiori; è responsabile dell'istruzione militare della s ua truppa, sorveglia l'amministrazione genera le o deve a pplicarsi a format·e un corpo di u fficiali istruiti. Il comandante di battaglione assicura l'es.ecuzioue degli ordini del comandante di c~rpo, è responsabile de;Ja cassa del battaglione, e tiene 11 regis tro delle quietanze ». l\igua.rdo alle funzioni dei capitani , il paragrafo 264 del regolamento s ul servizio interno si esprime cosl : « li comandante di compagnia è responsabile di tutto ciò c he concernt'l il servizio interno nella compagnia, dell'educazione ed istrnzione militare dei suoi soldati ; per raggiungere ques to· scopo gode de lla più a mpia iniziativa, limitata solamente dalle prescrizioni minis teriali re lat ive a ll'uniformità che deve presiedere a certi servizi, ecc. ANNO XXll J, YOL. lll.

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L ' ORDINAMENTO

DEL L A NOSTRA CAVALLERlA

l'autorità del comandante di divisione è mestieri si mantenga entro codesti limiti modesti, non è punto necessario che abbia un comando · diretto sopra due squadroni, e la sua autorità acquisterà anzi un campo maggiore, quando si estenda sull' intiero reggimento. Accenniamo poi soltanto di volo agl i allri inconvenienti che risultano dalla creazione degli uffici cli maggioriLù. di divisione, e che si riassumono nell'incagliare l'andamento del scr\"'izio e nel complicarlo inutilmente, anziché facil itarlo. Pertanto, stimiamo convenienLe chei qualora si proceda ad un riordinamento della cavalleria, si aboliscano le divisioni. Con tale misura. si effettuerebbe anche un'economia abbastanza rilevante proveniente dalla. soppressione di tutti gli stati maggiori divisionali . Ci resta infine ad esaminare la. questione, svolta tanto dal Carini · quanto dal Moreno, clella fornìazione del reggimento su quattro, cinque o sei sr1uadroni. Anche su questo tema non ci dilungheremo di molto, e diremo subito che noi propemli:3:1110 pel reggimento di 4 squadroni.in guerra, e di 5 squadroni sul piéde di pace, in omaggio al principio, oggidì accetta.Lo, che la cavalleria per potere mobilitarsi immediatamente, come è indispensabile, deve avere in pace un numero di candii maggiore di quello stab ilito dai quadri di guerra. Questa infatti è la formazione del reggimento tedesco, che fu adottata in seguito alle esperienze della guerra del 1866, dopo la quale la Germania portò LuLti i suo i reggimenti di cavalleria da 4 a 5 squadroni, ed applicata in Francia dopo la campagna del 1870. Il reggimento così. formato è mobilissimo, di facile comando, e corrisponde alle esigenze della taLtica odierna élell'arma spigliata ed ardita. Stimiamo poi affatto indispensn.bile per no i llaliani di avere uno squadrone in più per reggimento, da sciogliersi al momento dell a mob ilitazione, e dal quale trarre gli uomini ed i cavalli neces1

J l comandante di squad:i·one gode di ·un·indipende,.za maggio,·e di quella del comandante di compagnia: non conduce ma i dellB frazioni nella manovra, è SOl'ente dis taccato colla sua truppa, ed iu -ques to caso ha gli stessi diri tti dei comanda nti di battaglione, per quanto ha tratto alle licenze ed alle punizioni. Le sue a ttt·ibuzioni abbracciano la direzione degli uomini e dei ca"alh del suo squadrone; è respo nsabile che i suoi ufficiali sieno convenientemente montati, e che si applichino nell'equitazione ». Il paragrafo 266 del nostl'O regolamento di disciplina st-0bilisce invece che« il comandante di battaglione (di divisione nella ca,·alleria) rispo nde al comnndanto di corpo dcll'istrnzione, della disciplina e dell'amministrazione della truppa che comanda, come pure della IO!'O condott~ P- del loro con tegno in ge nere •·

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·sari per formarsi sul piede cli guerra, e per sqstituire queUi meno atti ad entrare in campagna, poichè non sarebbe prudente credere di poter aver dalla requisizione·dei cavalli così addestrati da prestar subito servizio di guerra. 'E ci semLra che se la Germania così ricca di cavall i ha riconosciuto questa necessità, essa.s'imponga tanto più all'Italia le cui · risorse equine sono, come è ben noto, tanto meschine. Il capitano Moreno è apertamente contra.rio alla creazione di un quinto squadrone non destinato a mobilitarsi, e lo caratterizza ima unità tattica-amm,i-nistrati;va dest111ia·ta ivnicame'l'l,te a serlJire da spogliatoio a,qli altri sq·uad1·oni del 1·eggi111,ento e che 1iessun capitano arnbirà di co1nam,dal'e, e vorrebbe invece che si accrescesse vn tempo di pace la forz a deg h sqiiaclrorvi dest'ilnati ad entrare i?i campagna cìi tanto q11,anto sono i non valori che devono 1iecessa1·iame-nte escliidersi nell'atto della mob'ilitazione. E q11i osserviamo anzituLLo che non è slabilito a prim·i quale squadrone deve essere sciolto, poichè egli è soltanto allo scoppiare della guerra che l'autorità superiore fa conoscere r1uale squadrone abbia a passare di complemento, di guisa che tutti i capitani sono sempre interessati al comando dei loro squadroni, perchè non sanno a quale cli essi. toccherà di non entrare subito in campagna.. D'altra parte. concesso pure che fosse· gili stabilito lo squadrone da sciogliersi, ciò che non è, un capitano ambirà sempre di più il comando di siffatLo squadrone che non cpiello del nostro deposito senza ufficiali e senza cavalli. Il Moreno poi crede che i Tedeschi sciolgano uno squadrone per portare i reggimenti sul piede cli guerra, per ragioni differenti da quelle cla noi sovraccennate e cioè essenzialmente per avere uomini di complemento, ecl in appoggio della sua asserzione cita il fatto che lo squadrnne tedesco ha in tempo di pace '146 uomini e ,147 cavalli, meni.re porta in guerra 1163 uomini e 1167 cavalli. Il capitano Moreno evita la questione dei cavalli, mentre a noi preme di assodarla, essendo la stessa quella che ci sprona a star saldi nella nostra opinione. · Lo squadrone tedesco adunque ha in tempo di pace la seguente forza:


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L'ORD1NA~'1ENTO

Combattenti. 1 capitano con 3 cavalli da. sella; 3-4 subalterni con 8 cavalli da sella; 136 uomini di truppa con ;J 36 ca.va.lii da sella.

Non combatten,ti. ,t aiutante di ospedale; 1 veterinario; 1

4 soldati del treno; cioè in Lolale 146-,i.7 uomini fra ufficiali e truppa e 1,1 cavalli di ufficiali e 1136 di truppa. Sul piede di guerra lo squadrone è forte cli: 1

Combattenti. 1 capitano con 4 cavalli da sella; 4 subalterni con 1.2 cavalli da sella; 150 Ltomini di truppa con ;J50 cavalli da sella. 1

Non com,battenti . veterinario con ,1 cavallo da sella; 4 aiutante di ospedale; 6 solda ti elci treno ; in totale 1163 uomini fra ufficia.li e truppa,. 16 cavalli di ufficiali, 15 1 cavalli da sella, 2 da tiro. I 5 scruadroni del tempo di pace hanno quindi 680 ca.valli da sella di truppa, e 60/~ cavalli i J. sqLtadroni sul piede di guerra.; e perciò in pace hanno 76 cavalli in più. I Tedeschi adunque sono perfettam.enLe ossequenti al principio da noi sovra menzionato . Non havvi clubbio che col sistema proposto dal iVIoreno di port(J;re la /01·.za degli sqiiaclror1;i a 145 cmJalli siil pfocle di pace per averli a .J 20 ù1, gue·r m si raggiungerebbe completamente lo scopo di assicurare la pronta mobilitazione della cavalleria. Ma col sistema da noi propugnato non solo si effettua il passaggio dal piede di pace a. quello cli guerra, ma si ottiene l'altro, per noi incommensurabile vantaggio, di avere in breve 30 altri squadroni clisponibi.li i quali non devono servire da truppe di complemento, ma potranno essere inviatiin campagna man foano sono ricostituiti. Infatti lo squadrone che fu ' ,f

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DELLA NOSTRA CA V ALLERlA

·sciolto, avendo conservato i suoi quadri (ufficia.li, sottufficiali, capo-: i-ali), e a:vendo un cerLo numero di cavalli giovani il cui addestramento pnò essere ultimato in poco tempo sarà di nuovo formato in 30 o 40 giorni, senza incaglia.re affatto le operazioni dello squadrone deposito il quale colla maggior sollecitudine possibile attenderà apreparare uomini e càvalli di complemenlo. Questo si.sterna alla fin fine è quello che fo sempre seguito da noi, perchè nel 1866, sebbene la mohilitazione durasse parecchi mesi, si dovettero sciogliere tu tti i sesti squadroni, e nel ,J 870 i ·terzi e quarti squadroni . Nel 1866 i sesti squadroni raggiunsero i loro reggimenti , se non erriamo, alla fine di luglio, e furono anzi i più Lell i squadroni dei corpi, perchè composti da soldati anziani (tratti per la maggior parte dalle classi ri chiamate dnl congedo ill imitato), e da cavalli liu'Lti cli buona età. Ora se il sistema sostenuto dal capi tano Moreno non rich iedesse un aumento di spese, comprendiamo facilmente ehe nelle nostre strettezze (jnanziarie sarebbe mestieri preferirlo; ma, dei dne sistemi, ci sembra più razionale e più logi co quello che offre migliori vant-aggi, e che se non c' inganniamo è quello del reggimento formato su 5 squadroni in pac,e e 4- in gnerra. Il Carini poi non vorrebbe il reggimen lo su quatlro squadroni (tlue divisioni), della forz a cli. circa 500 cavalli, perchè è debole, non si JJresta ad iin natiwale ·ripm·to clelle sile itnità 11,è i% combatti.miento nè nel .~ertJi.zio di sicwrez.za, non è in g,1·ado di 71oter clistaccwre nessi~no squad1·one. Circa queste ultime due ragioni ci riportiamo a. -qu,tnto abbiamo clcLto sopra intorno l'impiego delle cliYision i; circa poi l'asserz ione che sia debole, faremo osservare che per valutare fa forza di un reggimenlo giova lcner calcolo della forza delle unità tattiche (squadroni), che lo costitniscono, e non di quella totale del reggimento . .D ue reggimenLi formati su quattro squadroni, le cni unità ta Lliche hanno l'uno 1120 can!Ji, 1'8ltro 1150 cavalli, tr:ovansi press'a poco nelle stesse condizioni; ma lo svantaggio del ptù debole sta in ci.ò che dopo podii giorni di campa.gm la. forza de'suoi squaclroni scenderà più facilmente da 1120 a :100, 80, ed anche 60 cavalli, e (;he allora si sarà costretti cli riunire due squadroni per formarne ltno solo. Noi preferiamo lo squadrone di 12.0 .cavalli a quello di 150, perchè più maneggevole, e perché si 1

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L'uRDJNAi\IENTO

presta meglio per manovrare nei nostri terreni rotti e collinosi; ma evidentemente è d'uopo preparare truppe di complemento, essendo inclispensa,bile di rìparare prontamente 1-e perdite in uomini e cavalli prodotte dalla campagna, specialmente all'iniziarsi delle ostilità. Il Carini invece si accontenterebbe cli uno squadrone di circa ;J00 cavalli, ma questo è veramente troppo debole. Non neghiamo poi i vantaggi cli avere anche in Lempo di pace mio sq1,w,drone deposito effettivo, presso il quale fossero istruiti i cavalli giovani e le reclute; ma., a nostro parei'e, è più vantaggioso che sì gli uni che gli altri sieno istruiti pre:;so i rispettivi squadroni, purchè si adottino disposizioili tali (come quella. di chiama.re le reclute nella prima. quindicina. del mese di novembre) da permettere che col 11° di giugno il capitano abbia lo squadrone interamente disponibile per addestrarlo nella scuola di squadrone, nelle marcie di allenamento e nei servizi di campagna, ecc . Noi' stimeremmo quindi conveniente di riordinare la cavalleria su 30 reggimenti a 5 squadroni; così all'atto clelh mobilitazione :$L avrebbero subito disponibili ,120 squadroni, quanti cioè sono richiesti dalla formazfone clell'esercito in g'lie1'l'a, e altri 30 dopo . qualche tempo. Come il }loreno, come il Carini siamo profondamente convinti della necessità cli recare radiqdi varianti alla ripar. tizione della cavalleria nell'esercito, nssegnando il ,minirniim, in dispensa.bile alle divisioni di fanteria o meglio al corpo d'armata, e riunendo tutti i restanti reggimenti in divisioni dell'arm,L da destinarsi presso le armate. In siffatta guisa potremo disporre anche noi di snJiìcienti mnsse di. cavalleria, da impiegare nel servizio strategico innanzi alla fronte delle ·nostre truppe, e da opporre a quelle del nemico. ]on entriamo in alcuna discussione intorno a.Ha. creazione di nuovi reggimenti e ali' opportuni fa incontestabile di costituire squadroni-gufcle, perchè sa.ppimno pur troppo che oggidì non ci consentono i nostri mezzi finanziar i di pensare a codesto au-' · mento, riconosciuto del resto in via teorica necessario anche da'più Jieri avversari della nosLr'arma.·

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·1n.

Veniamo ora all'armamento. Il Carini vorrebbe: a) che fosse a.bolita la. lancia; b) che i cavalleggeri fossero armati con una carabina di buona portata. a tracolla in combattimento ed un revolver alla cinta, e la. cavalleria di linea fosse armala COJ'\ due revolver, uno alla cinta l'altro in arcione; tutti inoltre armati di sciabola fissata alla sella; e) che si facesse uso della carabina nell'a.ppiedamento, del revolver nell'attacco . Che il Carini, preso cli. ammirazione e di entusiasmo per le gesta compiute dalla cavalleria americana, ci avesse detto : il combattimento da cavallo è oggidì assurdo, bisogm preferire quello a fuoco cli nomini appiedati; ed in base a quesli principii avesse proposto di armare tutti i reggimenti colla ca1:abina, da consiclerarsi come arma principale, l'a.nemmo compreso . Ma difficilmente riescinmo a comprendere come si sostenga che la cavalleria· è vefa arma a cav~dlo, che gli appiedamenti, sebbene più 1i1mie1·osi r,he per il passato, non devono fa1·le pe1·de·re niilla delle s·tte q11,alità, che il cavallo deve sempre rimanere l:Lsua arrmt principa le, e poi si proponga di caricare col revolver, in pugno, contro il pri.mo principio di cavalleria che non si deve far uso dell'armi a fuoco cla .cav,dlo. Gli Americani, vislo che per mancanza di tempo e di aélclestra.,menLo, non potevano ri u.scire a formare una buona cavalleria, si accontentarono di una fanteria montata, impiegarono i loro cavalieri come tali, fecero assai bene e conseguirono brillanti SllCCessi. Anche oggidì in A·meric~t non si considera la cavalleria cli\•ersamenLe, come lo prova.una lettera recenLissirna del generale Sheridan. Interpellato intorno al migliore armamento ecl equipaggiamento della cavalleria egli scrive (4 ): << L'uomo di cavalleria ha bisogno (]) V. Àrmy anà 11avv jou..,nal., New-York , 13 april e 1878.


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L'OROINAMENTO

in primo luogo di un buon cavallo, e di una buona .ca,rabina Springfield, quale è oggi prescritta per gli ufficia.Ii; questa carabina. deYe essere porlàta sul dorso del ca,valiere; poi una buona pistola a rotazione e un coltello simile all'incluso modello, e una sella Califom ia.. ,. Racco111ando iI fucile degli uffi ciali perchè di maggiore gi Llata, e siccome il ccwalfr1·e è esse11,ziahne111te nn 1.bonio di /ante1· ia che si serve del cavallo solamente come mezzo di trasporto, così deve avere un fucile di ug11ale portata cli quello della fanLeria. Portando la carabina sul dorso, si avrà il vantaggio che il soldato l'hct sempre con sè, e si solleva il povero cavallo cli un peso morto che ora è condannato a. poetare sul laLo destro . Raccomando inoltre la pisLola perchè può essere uLiJe nelle cariche, ed il coltello..... )) Queste idee del Shericlan sono conformi all'impiego usato del.la cavalleria neHa guerra americana. E ad esempii della guerrn americana ha dovuto ricorrere il Carin i per sostenere la sua tesi, restringendosi a poche considerazioni sull'impiego fatto della cavalleria nella campagna franco-germanica, riflettenti in particolar modo le operazioni del secondo periodo. Egli con viene però che la canlleria tedesr:a prnvò sin dctl principio del la guerra del 1870 di aver inLeso che la sicurezza cleleserciLo e l'esplorazione erano le principali sue missioni, che essa . disimpegnò il suo servizio con grande intelligenza , e, rino alla capitolazione. di Sédan, con esito brillante. Ma soggiungé: è pii1· vero che ùi qiLesto primo pe1·iodonon incontrò seria opposizione, le stle operaz·ioni si suolse1·0 senza conibattiinento, sicchè non si pilò dedwrre con /ondam,M1,to che qiMl sistem,n di esplorazione clarà buoni ris1.diati quando La cavalleria ne1niw vi si oppo1Tà, comeprobabil,me11,te sarà vn ivna giLe?Ta /iltura. Ma no i rispondiamo ·che se la guerra del 11870 non ci può dim.ostrare che iI sistema di esplorazione messo in pratica dtti càval ieri prussiani possa dare Jrnoni risultali nell e guerre futuée, abbiamo tuUe le campagne napoleoniche del 11803, 6, 7, 9 e 11'.il che ci forniscono tutti i ragguagli ed i dati di cui abbisogniamo, e che provano in modo incontestabile come la cavalleria per disimpegnare il s~ì·v izio cli avanscoperta dovrà in avvenire combattere giorn;llmente co!la cavalleria avversaria, come accadde sempre in quelle campagne. l\fa il modo di combattere della cavalleria contro cav,tllerià non è affatto

DGLLA NOSTRA CAVALLERIA

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.cambiato, in conseguenza dell'adozione delle armi a fuòce di lunga gittata, e· non possiamo ammetlere che una ca,•alleria ricorra all'appiedamento per fronteggiare altra cava.lleria, salvo eccezionali circostanze cli Lerreno e di siLuazione. Nè è ammissibile l'uso del revolver nella carica, perchè i pochi esemp i dei caYalieri americani che hanno adoperata quest'arma con vantaggio non può infirmare il v~cchio princ.ipio dell'arma: che si deve sempre ca,ricare coll'armi bianche iu pugno. Nel resLo nelle numerose car1che eseguite dalfo cavalleria di Stuart, e dei quali il Borke, nell'opera già ciLal.a, ci porge particolareggiate narrn ioni, non è mai fatto menzione del revolver, sempre bensì della sr~iabola, acl eccezione cli qualche f'atl.o di cnvalieri isolati . Il Carini stesso cita un solo esempio di caval ieri che carimrono con 1·evoh;er alla mano ed anche questo cli soli 40 cavalieri , i quali attaccarono una balleria di (i pezzi, mentre negli altr i esemp i r iportati sono sempre uomini appieda li chefecero uso del revolver. Le deduzioni po i che si vogliono riLrnrre dalle cari che della cavalleria francese a Worth e a Afars-la-Tour non riescono a persuaderci, pcrchè è noto che quell a cavalleria vi fti malissimo impiegata, che cr-i ricò sempre tli fronte, senza riconoscere il terreno, senza prendere formazioni tattiche adatte, che quegli attacchi infine pronrono lò splendido valore elci reggimenti nia aLLeslarono assai poco in favore dell'abili tà dei capi. Nè comprendiamo meglio come dal grande attacco di cavallerifl eseguitosi nella hatlaglia ·di Vionville sull'estrema ala destra francese risulLò provata l'inefficaciaclell'armarn.ento della cava1leria, nè i Prussia{1i converranno facilmente che da quel combattimento non si otLenne alcun r isull.amenl:o di qualche importan,,a. \'fa il Carini crede che lien altri ri;;nltati si sarebbero r~onseguiti se i cavalieri francesi o tedeschi, in~ ece della seiabola avessero adoperalo il revolver. Il fatto è che le armi da fuoco attuati hanno reso inclubbiarn.ente più difficili gli attacchi della cavalleria, per la, distanza maggiore che per il passato alla quale .devonsi t.enere sem.pre le truppe, e per il lungo tratto di terreno che è mestieri attraversare sotto l'azione cli un fuoco micidiale, per giungere sul nemico . Di qui ne 1

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L'OROINAM&'ITO

consegue che è fo llia caricare truppe di fanteria di fro nte e non scosse dal fuo co di artiglieria, salvo il caso di sorpresa; ma quando la cavalleria,, intelligentemente guidata, appro.fìttanclo abilmente del terreno, e in una comeniente formazione tattica, si{t gitmta. aH'nrto, essn. trovasi nelle identiche condi.doni di cento anni fa , e in si1Iatto momento tanto vale alla fan leria di avere un fucile tL ripetizione cruanto uno a pjetra focaia, Ora per superare la zona tanto pericolosn del fuoco nemico è d'uopo servirsi della velocit~i del cavallo, delle accidentalità del terreno, e così via, ma l'artnamento non hr~ su ciò a.lcuna influenza; per la mischia poi, come elficacemen te hanno servito per il passato, non possono a meno di servire pure attualmente le armi bianche, pe;-chè le co ndizioni in cui vengono a trovarsi i due partiti, non sono ca,mb iate, Nel servizio di esplorazi011e poi è fo ori dubb io che si presenteranno talvoltn circostanze nelle cruali potrà riuscire ntile il combauimento a fuoco, seùbene riteniamo, come abbiamo già deuo, die ciò non accadr~t assai. di spesso, :se le doe cavallerie nvver;;arie saranno comnndate da abil i genernli, A questo bisogno si è per aJtro provvisto coll'armare buon numero di reggimenli co lla carnbina; epperò sictmo convinti che si otterranno in ogni occasione risultati più efficaci dall'appoggio di un'artiglieria audace e intelligentemente coina.nclata di quello che dal. fuo co degli appied,lti. Con veniamo per altro col generale Sclnuidt, del l'esLo . uno dei piLL caldi sostenitori del combattimento n l) i.edi, il quale scrive : « Sebbene nell'ultime guerre, Ln vista <li circostanze anormali, la cavalieri.i abbia dovoto, per clisimpeganre le missio·n i che le fllrono affidate, mettere piede a terra e rimettere la sciabola più spesso cli qiiello che awufrà nell'cuJveni·re, pure è fuo ri dubb io che si presenteranno nelle gnerre fu~ure casi simili in cui la nostnt cavallerii.t avrit bisogno di r icorrere ancora al combattimento a piedi. t< Ogni.qo alvo Ita la natura del suolo, la corifigurazi one del L erreno, l'occupazione di strette o di localilit le imped iranno di eseguire a cavallo ltLsua missione, ogniqualvo lLa. le sarà difficile di girare siffatti ostacoli, non potrà assicul'are il successo combattenclo a cavallo, e non vi· sa,rà fanteria sul posto, non resta altro alla cavalleria che me_ttere piçde a terra )> . Concludiamo pertanto:

DEl,LA NOSTRA CA VA 1, LERlA

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Che non h,wvi alcunn plausibile ragione per procedere all'abolizione della lancia, che è l'arma principale dell'offensiva; che per il suo maneggio abbisognano uomini addestra.ti e bene istruiti., motivo per il quale non potù essere adoperata con vantaggio dai cavalieri. americani; che essa non ò di serio ostacolo nel servizio cli esplorazione, come lo provarono brillantemente i Cosacchi nelle campagne del 11s,1'.i.H 3- 1/4--4D; che se la Francia credette ,opportuno di abolirla, la Germania ru cl i ben alteo parere. Essa invece conserYò la lancia, e cliede a.cl ogni lanciere ltt carabina; tutto al più si clovrà seguire questo esempio , non ·quello della Francia; Che l'uso del revolver ll, cavaJlo è af'fal to contrario allo spirito dell'arma; Che vista la net;essità di poter impiegare qualsiasi reggimento, tanto nel servizio di e:;plorazione, quanto su I campo cl i bnttagl ia , sarebbe forse utile e- conveniei;tle di avere in tutti i nostri sq1rndroni un certo numero cli cara.bine; Che infine l'armamento attuale della nostr,1 cavalleria, colla piccola modifìca1. ion1; cli cla1·e la carabina ,:t podli soldati d'ogni squadrone di lancieri, corrisponde a tutte le e~igenze dell'arma. Vorremmo però fosse chiaramenLe sLabiliLo che l'uso della carabina da cavallo deve essere limita to a segnali di n.llarme, e quello del revo.lver parimenti a dare segnali d' al.l ar.me, e nell a ·clifesa personale del cavaliere isolato, o facente parte di piccol i drnppelli. Tuttavia non Yogliarno pretendere clie ht quesLionc dell'armamento della cavalleria sia, completamente e nel miglior modo risolLn. Essa, si può dire, è allo studio pres;,o tutti gli eserciti europei, specialmente per c.iò che ltn tratto alla gitta.ta delle armi, alla semplicità esolidit~,clei meccanismi, al m.odo di portare la 0arabina, ecc.; ma nei punti prineipali, riflettenti il genere delle armi eia forni rsi alht cavalleria, non la ci pare suscettibile di grandi varianCi. Trattasi insonmm non cli cambi.are 1m1, cli perfezionare ciò che si possiede, cosa che non può essere assai cliffì.cile in questo secolo . di invenzioni e cli progresso .


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DELLA NOSTRA CAVALLF. l~IA

L'ORDINAMENTO

taglia perfettamente alla fanteria, nella pluralitit dei casi non le conviene punto. Abbiamo inoltre sempre presente il dello del principe Feder.ico Carlo di "Prussia: « fìnchè la. velocità e l'audacia avranno i11fluenza io guerra, la cavalleria conservedt la sua i rnportan_za. Se ln. ca val~ teria è sprovvista di crueste qltal ilà, è soltanto animata da buon , sentimenti, da buona volontà, da ll'obbedienza, rla una bravura tranquilla, da una lodevole modestia, è più pericoloso l':Lverla, che il non averla».

IY.

Pri llllt di por fine a questo larnro, , ogliamo prornrc non essere esauo i I dire che null a si è fatto per conservare n.Jla cavalleria la sua imporlanza a confronto delln. fanteria e dcll'artiglieria. Ammessa da tutti la parte brillante ecl utile all'esercil o che ùessa è chiamata a eapprescolare nelle guerre dell'avvenire, si r iconohbe in tutli gli e1'erciti nello stesso tempo la necessità di accrescerne l'istruzione, e di prepnrarla convenientemente nel tempo di pace a tulti i serviz i che do\'rà clisimpegnal'e in guerra. Lo evoluz ioni furono ridotte allo stretto necessario, e alla ma:;sima scmplicilà, le esercitazioni di campngna acqui.slarono il :-opravenlo sulle manovre di piazza d'armo e si procurò che la scrwla del tempo di pace avesse :-empre per obbieuivu la preparazione del cavaliere alla guerra, anzichè alla parala. Stabilito in modo chiaro o tassativo la sua missione nell'avanscoperta e sul rampo di battaglia, le grandi mano,re di cavalleria. annual i hanno appunlo per iscopo di rendere fam igliare alle truppe ed a suoi capi ~I serYizio diffici le di esplorazione, e di addestrarle nel combattim ento a massa . ·rnrLicofare alLenz ione è put·e accordata all' isLrnzion c del tiro, e nel romballimenlo a piedi, e mag~ior ca lC'Olo 5i tiene elcila. velocilit e della. resistema del cavallo. In questa trasfoemazione, se la uoslra carnlleria 110 11 trovasi preci;;amente alla tesla, non è neppure fra le ultime. l3asla pensare all'i:stl'nzione che s'impa.rLiva 11ci reggimenti pochi anni or sono, e paragonarla a quella d'oggidì, pel' rilevare quali enormi prngressi ,;iansi folli . NoH crediumo pertanto necessario debba radicalmerl!e r:n.mhi are il :suo modo di comballere per mantenersi all'altezza della sua missione, ma bensì che sia aumentala., e ricera un migl iore ordinamento . Non dimcnticbiarno sovntullo che la cavalleria è una arma speciale, che ha i suoi bisogni special i. e che ciò che si at-

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)I ARZIAl ,F. B rA~CHI o ' ADDA

Capitano di cavalleria.

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LA DISCUSSIONE MlL!TAl'lE ECC.

LA DISCUSSIONE MILITARE

NEL CAMPO· DELLE TRUPPE ALPINE

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Le prime qu indici compagnie alpine vivono ormai il sesto anno di esistenza, e 1;011 sei unni di vita laboriosa colla febbrile attività dell~L gioventù, ci si senLé usciti non solo ,dalle .fasce ma persino di tutela. Come soldati, fra noi ed il no inignolo cli recJute abbiamo interposte cenLina.ia cli monti, e f:ome istiLltzi.one militare, fra essa e l'aggettivo di mwvci abbiamo interposte cinque classi in congedo di veri soldati alpini ed il nostro patrimonio cli lavori cli tavolo, che quantunque modesto, noi curiamo e coltiviamo come preziosissimo· avere. Le altre nove compagn ie, che vennero dopo dì noi, hanno del pari compiuto il lor·o tirocinio sia. teoricmueme, sia praticamente ed uscirono esse pureclall'infanzia; e riguardo aile altre dodici di recente o di prossfona formazione, si troveranno nella nuova fam iglia lepredilette come quelle che, stendendo le braccia a destra ed a sini; tra, potranno prendere dalle, compagnie sorelle tutla la 101'.o parLe di dote, senza aver pmHo durata fatica a guadagnarsela. Così essendò, mi è di molestia, specialmente in CfllesLi giorni nei quali si vive tanto celeramente, il sentire alcuni che si ribat.tezzano od ogni istante quali pulcini appena sgusciaLi e chiedono

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tempo e 1:ioi Lempo per rimpannuciarsi e farsi forti; e come Lali aspeltano che altri si prenda la briga di rauolare pel cortile, e gridano d'essere tuttavia piccini quando la chioccia passa ad altre cure. E per uscir di metafora, :wnta dal Ministero l'esistenza ed il primo sostegno nella vita, ci troviamo mollo barcollanti appena lasciati a ~oi stessi e aneliamo gridando che siamo giovani. E ben vero che ci consoliamo col ripeterci spesso che cresceremo, ma mi sembra onmi che si vada chiedendo al tempo quell o che il tempo largamente ci concesse, e domandando ci si insegni l'abbaco menlre si pOlrehbe ormai scioglier problemi. Col mettere trnppe di fantet•ia a vivere sui monti, si gettava in un te1.Teno quasi inesplo1:ato il sem.e mal noto di un albero solo vagamente ideato. ll terreno sarebbe sLato fecondo? Il seme avrebbe trovato a svihtppurni? L'albero avrebbe messe le radici salde e vigorose? T fruLLi infine avrebbero coronate o traclite le speranze? E fina:tmente, le speranze sLesse. erano esse ben precisate? Erano questi cèrtarn.entc i timori di una.speculazione senza precedenti; nonché indigena, non e,ra neppftre una piantagione ésotica. Fu una misura dettata da un bisogno, sen tiLo si ma non determinato nei li111iti: informata ad un concetto certamente intraveduto, ma non accentuato nelle sue caratteristiche. Nel fobbr~io del ,f873 nessuno po teva dire che la 115a compagnia alpirni fosse l'ultima, nè si poteva più Lardi dire altrettanto della ~w nè forse oggi dirlo della 36a, · Nè allora si parlò cli repa.rti, nè po i di battaglioni - ma nessuno impedisce che ora si possa parlare cli zone alpine, di brigate alpine, di un corpo d'esercito alpino. E che perciò? Fu un seme eccellente, che Lrovò un terreno ubertissimo; fu un albero che mise radici d'acciaio fra saldissime roccie - alberò che cresce rigoglioso in rami, in froncle e che dalla fioritura promette frutti squisiti. Perchè si vonehbe lavorare d'accetta, o modellare il tronco od ì rami ad una certa sagoma, o discutere sul sapore di frutti di là da venire~ . Ora mi vien da ridere pensando a chi cinque anni or sono,


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LA . DISCUSSIONE MILITARE

mettendo il carro innanzi ai buo·i, si foggiava. le tmppe alpine a suo modo, se le vestiva, se le dislocava, se le aggregava, ne faceva guide, sentinelle, teste di colonne, colonne volanti , presiclii. di forti, scorribande di partito e via via, e voleva indovinare non nel foturo, il che può esser-e logico, ma nelle inten,.,ioni, nello scopo,. nelle mire dell'istitutore. ·~·fa l'istituzione cli un mwvo corpo militare è il complesso cli una sequela di falli di cui il secondo generato dal primo, fa nascere il teno e così via via; e l'impiego peculiare cli questo nuovo corpo può col suo sviluppo e col suo progredire non solo modificare od alterare quello da prima di visato,. ma cambiarlo cli sana pianta, e nella tesi, fap delln scopo un mezzo per tendere ad allro scopo assai ma assai. più grande del primo che in passato neppure si travedeva. È ormai tempo cli dirlo : errore madornale di taluni, il considerare le truppe alpine non altrimenti che compagnie di uno o più reggimen ti di linea dislocate in montagna; errore madornale di altri il considerare, con una presunzione. fenornena.le, il terreno di montagna. quale una soluzione di continuità dei campi di Golasecca e di S. Maurizio; errore madornale, e per ora anche deleterio, il con side rare la truppe alpine un solo semenzaio cli guide éli montagna, uedenza divisa da molLissimi che pertanto confondono lo scopo con llll mezw per ouenerlo; errore madornale ..... ma lascia.mo che l'albero cresca e all'ombra delle sue fronde colossali i dissidenti avranno campo ad intendersi . Se l'alba delle truppe alpine trovò l'istiLlttore di esse Lrepidante ed ansioso di. vederne il risLLlLat.o, trovò noi pure neofiti del culto. alpino in dolorose strette. Che momenti critici furono i primi ! Ci si gua.rdava in viso l'tm l'altro come gente piovulà dal cielo. Gli ufficiali da Napoli, da Roma, da Milano si trovavano balestniti., alcuni senza averci mai pensato, fra mille e cinquecento individui quasi tutti contadini; circuiti fm a.ltissime pareti rocciose e a quattro passi dalle nevi. Dove siamo? Che strada è quesla.1 Che monte è qLtello? l.Jsciti da des inare ei guardavamo aUorno pel paese e in men che non si dica rinmne\,amo soli sulla piazza: abitanti a letto, buio pesto e cani senza musernol.a in giro.

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NEI.J CAMPO DELLE ' TRUPPE ALPINE

Avevamo trovato il deserto nell'abitato, non questo in quello, e forzatamente ci si sentiva piccini. I pensieri erano allora relativi alla statura; dovevamo fabbricarci un nido a noi e per noi, istruirci noi, in allora vere redute di fronte ai soldati, i quali erano assai lontani dall'essere alpini. Ci pareva di allargar le al.i formando un corpi.ci no autonomo e senza superiori in vista.ali' orizzonte, ma così non fu, che l'autonomia trae con sè l'iniziativa, la responsabilità, il prestigio del norµ.e ci trovammo colle ali ancor più strette. · Le opere erano consentanee ai pensieri. « Dunque si parte~ « Sì, per esplorare il terreno. « Hai la carta? « Si, ho tutto il necessario. Povero necessa1··io d'allora! In quelle prime pseudo escursioni quanto clove:vamo esser gra,.,iosi nella nostra serietà, quanto piccoli nel nostro à plomb di soldati ve<~chi I E vecch i eravamo allora. Chi non aveva almeno una campagna, almeno dieci anni di servizio? Eppure lo ripeto, e me ne compiaccio, eravamo reclute per eccellenza'. Il mio compiacimento sta in ciò che voltandomi a contemplare quei giorni, misui·o il lunghissimo cammino percorso. Fin d'allora si possedev~1 un quadrupede: il mulo; si possedeva un traino, la carretta da battaglione; un magazzeno vestiario, un magazzeno polveri; si costruiva una palestra ginnastica, un tiro .al bersaglio .. Si dovette pensare a formare i trombettieri, gli zap. patori, gli aJlievi istruttori: a stabilire le scuole, ecc. ecc. precisamente come se una compaO'nia fosse un reaO'imento cor·to b Db • Tarrlio b sulle miJle cure amministrative: i capitani ed i furieri quando penseranno a quei giorni, ricorderano anche Dante nel verso:

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Uscito fuor dal pelago alla riva "·

Cessato il primo tramestio, veduto da qual pa.rte sorgeva il sole, volevamo dal centro irradiarci alla, periferia, far scorrerie, vedere, rivedere, correggere, disegnare, compilare, far progetli e non si voleva ammettere che in montagna, da! dire al fare, di mezzo, dei ANNO XXlll, VOL. !Il.

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I..A DISCUSSIONE MILITARE

NEL CAMPO DELLE TRUl'Pf: ALPINE

mari cc ne sono due. l\fa i ripidi e severi versanti delle nostre Alpi, le loro inlricale ed oscure foreste, quel suolo alle volte brullo ed arsiccio, alle volte limaccioso e ~drucciolevole, quei dirupi aridi, . quelle forre profonde, quelle nevi sterminate e più di lltlto quella soliludine sp:i.vente, olc che si trascina a corteo nepbie e geli cd ogni sorta di privazioni e disagi, mutarono il nostro slancio poetico in una calma. di prosa e di ealcolo neppur mai sospettata, mutarono i nostri itinerari ch ilomelrici in itinerari a misura di sole, mutarono le nostre abitudini e, coìla nostra andatura, anche una parle del nostro carauere. I monti modellano gli individui, ed oggi ne sono più convinto che mai. Qual i forti scosse si ebbero le nostre preconcette idee, quali disinganni successero alle nostre previsioni; quali errori ai noslri calcoli I Dovemmo, conte suol dirsi, rifarci noi dal prin cipio, e rifar dal principio i nostri soldati: si camminava in modo che non serviva e si pensa.va a fior di logica di pianura, che faceva .a pugni coll a logica cli montagna. Quando pen~o a qltei giorni, per mio conto confesso che mi sentiva impastoiato come un pulcino nella stoppa. Poleva forse risparmiare questo proemio, ma non meuendolo si poleva argomentare che io appartenessi a coloro che non vogliono mai confessa.rsi redute; io invece confesso di esserlo stato, e per un tempo ben lungo.

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ne poteva dodurre più vasle qui,,tioni a discutere; l'eco delle opinioni emesse in val ai S1tsa pot:eva. forse sentirsi in Valtellina e ripercuotersi in val clel Brenta, ma così non fu; nel campo del battagl ione alpino si trauarono i teoremi dapprima svolli in seno alle compagni e, solo che :,i moltiplicavano i dal.i: se il baLLagli oneaveva 3 compagnie i dati si moltiplicavano per 3, e per cinque se cinque compagnie si trovavano sollo no solo comando. Se alcune mire furono rivolte più in allo, un batlaglione uon seppe dell'allro, alcune discu:-sioni morirono per mancanza di combattenti, a!Lre si svì:mrono, causa il pecca.lo d'origine non per a.neo cancellalo dalle truppe alpine e che fu causa, ed rincora lo è, almeno al mio debole avviso, che l'istituzione di queste milizie non abbia percpr:;u. in 6 ann i tulta la strada che forse poteva. Avrò mezzo l'ra poco di tornare su questo peccato. Ma, come già accennai, non trnvo ragionato che la discussione mililare - quella. di pubblica ragione - al.Lenda n tutto oggi pcritosa di far capolil10 fra la schiera delle molteplici di:;cussioni militari d'ogni ramo e natura che tanto onorano l'esercito nostro e tanto sono di giovamento al paese. Si scrisse pel pubblico qualche pagina, ma in tanto silenzio quello pagine non trovando sostenitori, e fin qui poco male, ma non trovando oppositori , e qui malissimo, apparvero e sparvero come piccolissimi bolidi in un cielo nebbioso. Alcune volte mi consolai considerando questa remora come foriera di qualche notevole avven imento nel campò degli scritti militari di cose alpine, ma frattanto aspetto sempre e mentre mi cresce il desiderio, la. speranza mi scema. Nè ciò m' induce a dubitare che manchi la discussione por mancanza di mezzi negli ufficiali alpini, ma credo che ci siamo, non volendo, intralciali nel dettaglio oltremisura, in quel cloLLaglio che ogni anno comincia coi nuovi arruolati od ogni anno fin isce col congedamento di unu classe. Non mi sfugge, no , che questo faticoso mandato di formare il soldato alpino è di somma importanza, ma non mi sfugge neppure che un non meno faticoso e assai più utile manda.Lo in guerra ò pur quello cli saper condurre un plotone di alpini , un battaglione di alpini, ventimila uomini alpini.

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La discussio11e, questo campo fecondo di luce e sapore, fu già portata nel campo delle truppe alpine, ma rimase anche da tempo allo sta.Lo rudimentaJc, e sarei ben lieto di poter dire pressochè allo slalo latente nella speranza che presto divampasse con ftamma vasta e robusta . Era ben naturale che allora quando l'islituzione di milizie alpine era nuovissima, la discussione a.vesso tanti piccoli campi nei quali escogitarsi quante le compagnie, ed avesse di mira. soluzioni di quesiti che non escisscro dal confine di una compagnia: per tal modo l'eco di quelle discussioni non varcò i contrafforti fra valle e valle e quegli studi furono priva.ti, peculiari e molti semplicemente e puramente accademici e caddero come sorsero, pressoché all'insop uta di tulli. Più tardi i battaglioni alpini costituirono campi più vasti e se

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LA DISCUSSIONE Ml)'.,lTARl::

Le poche quisquiglie che ci rimangono ancora in eredità da quel tempo ormai remoto della caricfL in 21- movimenti, vanno sparendo per forza degli eventì, ed om noi possiamo industriarci per quanto ci riguarda attorno a.i più gravi quesiti che ci pone davanti la possibili.là di una guerra che coinvolga nel suo teatro d'operaz ione un . tratto di zonà alpina. Sono quesiti ehe nascono da applicazioni strategiche, logistiche e tattiche ad un terreno che ha poca storia hen nota, poche teorie ben definite, poca pratica ben intesa. Io ritengo che nim poche discnssioni militari di indole alpina, svolte in picçoli crocchi, abbiano abortito sul cominciare, che altre abbiano generato un topolino, ed .altre ancora venute ad oLLima conclusione non a bbiano trovato eco fo.n)revole nelle sfere maggiori; e credo pui1e che per questi fatt i alcuni si siano disgustali dal conferire ed altri sfiduciati addirittura. di ben riuscire. 11i sembra che i.I torto stia dalla loro parte. Le masse non si convincono · se ·non si parla for te, alla luce ecl all'aperto; la discussione vuol li.bero campo a percorrere, alimento alla fiamma e quel vigore che nasce da un saldo convincimento e che si sosLiene su prove centuplicate. Se si fosse cominciato prima a parlare ed a scrivere in linaua • . D alpina, si avl'ebbe fra. mano la soluzione buona e vem di taluni problemr, che intanto rimango1lo nel dominio del po i. · C.on queste poche pagine io non mi intendo per ora di intavolare la discussione su di un tema qualsiasi di alpiry ismo militare, ma ho pensa;to poter valere il tempo impiegato trattar solo per sommi capi dei c,tratteri e delle specie dei temi d 1c hanno riferimento intrinseco all e truppe alpine, farne direi l'inventario e misurare con uno sguardo il largo campo sul quale si può seminare oggi e mietere fra. non molto. Questa operazione di inventario sente del tabellionato e presa dì per sè'riuscirnbbe noiosa certamente e forse mancherebbe allo sco~o . Così, per rompere la ~onotouia dell' esposizione, la penna mt potrebbe sfuggire qua e là e scivolar·e net merito di un quesito; ma procurerò di Jermarm i a tempo e solo tocca~e di volo qualche tasto che potesse invogliare altri a provarmi di non essere del_ mio parere, nè più nè meno di quanto è nello scopo di quesl<) scritto .

NEL CAMPO DELLE · TRUPPE ALPINE

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Quali sono i quesiti che trattati le cento volte e risoIti benissimo sul tappeto non trovarono mai una reale applicazione'? Quali sono i quesiti che s' è certi a p1'iori che portati su certi tappeti sono pregiudicati e quindi non altendibili nel loro risultalo? Quali sono i più essenziali teoremi a dimostrarsi in 1nateria di alpinismo militare, e qual i gli utilissimi corollari a derivarne'? Quale è il Leorema che racchiude quello che più sopra chiamai peccato d'origine delle truppe alpine, e che tiene i pfili fra le ruote di questa felice istituzione ? Ecco in queste qua.Llro domande compendiato il num ero rilevante delle cruistioni alpine cu i urge il provvedere; non voglio, e volendo, non sarei capace a fare il catalogo delle quistioni tulle e neppure delle più grosse senza dimenticarne parecchie; a me basteri~ citarne qualcuna senza ordine ·casellario e senza leggi simmetrir~he, citarle come mi si presentano alla mente. Si vorrà averne un rapporto con quelle taciute? Ebbene, un<}· ne. rappresenti cento e non saremo lontani da.I vero; si vorrà che io decli ni le quistioni piccole come tal i e le grosse come grosse? Sia pure, le eh iame1·ò coi loro :1ggetti vi. L'argoruento che prende a trattare le truppe alpine ha tale nesso con quello che tratLa del terreno di montagna che· non si potrebbe dire delle prime senza parlare del secondo ad ogni piè sospinto, e panni sia bene perciò impiegare una pagina a determinare, se possibile, alcuni caratteri del terreno che a. mio vedere merita nome di monLagna nel sen~o militare, che non ha molto a che vedere colla montagna del geografo, del geologo e dell'alpinisLa dei clubs. Per bene intendér ci sul proposito comer_rebbe stabilire saldamente : 1° Còme, nè le alLezze, nò tanw .meno le altitudini dei monti, almeno fino al limite inferiore delle nevi 1ierpeLue; non possono prendersi mai comè criterio per giudicare della loro prat.icalJ1liLà, il che val quanto dire stabilire èrronco il ritenere i monti pn:Hicabili in ragione inversa della. loro qLiota di livello ; 2° Come, nè dall'essere un monte, un gruppo éli monti , ccc. sulla catena J)rincipale _di displuvio a.lpino, oppure su di un suo contrafforte di secondo, di terzo o di infimo ordine, oppure su di un trntlo isolato delle nosLre prealpi, si possa menomamente dedurne e~ser quello un terreno solo per le truppe alpine o buono pel· qt1;alsiasi fanteria;


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L A DISCU SSI ONE MILITARE

NEL CAMPO DELLE TRUPPE A l.PJNE

3° Come la nostra: cerchia di monti che ci limita nella parte continentale si chiama Alpi solo per antonomasia, ma che col nome cli Alpe si intende qualunque montagna e quindi anche gli Appennini. Stabilito questo vero, ne deduco che le truppe alpine indicano col loro nome truppe di montagna e cli c non cesserebbero dall'essere tr uppe alpine nè sui monti di Toscana, nè sol Gran Sasso, nè sul Vulcano di Sicilia. Circa al 1° punto si comprende come un grande gigante alpino sia anche sempre un grande colosso e come tale protenda larghe ed estese radici, insensibil i falde, cl.olei clecJivi, promineme tondeggianti che possono condurci a duemila metri di altezza senza qltasi avvederci cli camminare in rn.ontagna, per modo che io non escludo batterie da campagna a più di 11200 11\ p. e. al Colle d'Aprica, nè squadroni cli cavalleriaa più di rnoom, p. e. al passo clel Tonale, nè un reggimento di fanteria clilinea a piit cli 2500111 , p. e. al passo del Gavia, poiché l'impiego tattico cli un'arma circa al terreno dipende strettamente dall'analisi topografìcaenon da una sintesi di orografia. Egl i è perciò che non ammetto a p1'iori uno. fanteria. non· speciale imp iegata su di un terreno che rappresentasse la montagna anc:he solo in rn iniatura. · Chi volesse fare un esperimento in proposito e si trovasse a Darfo in Valcarnonica potrebbe recors i in men di mezz'ora su di un'altura chiamata iVIonLicolo che si innalza da un vasto piano in fondo alla. valle collivata a prati e a campi. Orografìcamente, veduto da lon-· I.ano, sembra un masso erratico ivi deposto da un ghiacciaio; percorren dolo, è lungo poco più cli un chilometro, largo meno della . metà. ed olto pochi decametri. Ebbene quel monte da Lillipuziani offre a piacimento e rocce e fone e .erepacci e hunoni e frane e cespugli e pareti a picco,. e non ofTre nè una strnda, nè un sentiero, nè un palmo d'erba ; nel suo c~mplcsso non regge paxagone colla collina più umii.e; nella su~1 minuta topografia non la cede a quanto può aver di più orrido - tranne ben s'intende il regno delle nevi - il più aspro e di1Iicife co~sso alpino. Riferibilmente al ,2° punto, quello sull'entità dei contraJforti e delle loro appendici, riferisco poche righe che tolgo .dal Corso di Geologia del professore Stoppnni, persona assai più che autorevole quando parla cl.i montagne :

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« Per isventura essa (la regione delle prealpi Lombarde) si dilata « in regioni cosi inospiti, costituisce delle cime così faticose, che il « geologo, il quale si prefigga il còmpito di esplorarla, deve esser « cammi1iatore a tiittli prova e animato dall o spirito della più per-

fetta abnegazione. Le prealpi Lombarde (parlo della più elevata catena, che separa le provincie di Bergamo (~ di Brescia dalla Val<< tellina. e dal Tirolo) sono, per molti versi, più clisastrose delle Alp·i: « c,reste più .i1rte, 1>alli pi'lì ·ripide, 1·eg'ioni p·i ù ste1·ili, e quindi « pi·1ì. des~·rte: ,mancanza di ,qiiicle: ca1·estia perpetiui l>. Potrei citare altri esempi sull e prealpi Venete e sulle Piemontesi che non dovrei cercare colla lanterna di Diogene. Mentre rtmmetto l'impiego ecce7,ionale d'ogni arma per qualsiasi altezza, ammetto solo come regolare l' impiego delle truppe alpine in terreno di yera montagna, e seconclo il mio veclere, quando parlo di terreno cli montagna per le trn.ppe alpine, mi intendo cli nomi.nare queJl'immensa zona alpina che ha per base il livello superiore dei boschi di castani e che ha per corona le eccelse vette.e le nevi eterne. Questa delimitazione può servire, non foss'altro, che cli schiarimento al mfo dire, e come dichiarazione ai poeti che viaggiano pei monti a colpo d'occhio e, non suffragando mai le occhiate a suon di tappe, si creano alpinisti non solo ma alpini qmrnl.o altri mai . E!},tro finalmente a spigola.re qua e lii nel vasto campo clella discussione. Non tutti i tappeti son buoni a risolvere un tema. Nei primissimi tempi le prime quindici compagnie furono autonome: ciascuna costituiva. un corpo: il capitano rappresentava un vero comandante di corpo; completa autonomia, iniziati.va, responsabilità e nella corrispondenza: ufficiale molti. gradini gerarchici soppressi. Problema. - È be1ie che ·ze compag1iie alpine 'Pestino aiitonome o 1>engano 1·i1111vite in 1·eparti, a trn, a qiwtt;1·0, a cinq·ue assieme, sotto it corncmdo di iin 1.ilficiale §iiperiore ? Il tema fu risolto col costituire battaglioni alpini . Non discuto sulla solur.ione; accenno cli volo che tale risnl taLo era nei mi.ei vivi desideri,- M:a questo tema posto sul tappeto agli ufficiali delle compagnie alpine e specialmente ai capitani avrebbe avuto quel risultato? Ne dubito fortemente. (<

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LA DISCUSS IONE MILITARE

Fu già proposto e riproposto quest'altro quesito : È biwna l'a1btonomia dei battaglioni alJJim:, .o sarebbe btiono che questi vM1,isse1'0 raggrtbJ)pati itn tre, in quatt1'0 o più, sotto un comando superio1·e che potrebbe chiamarsi di zona alpina? Non mi pare cerLamenLe opportuno proporre la Lesi ai wmandanti di, battaglione soltanto; la: propongo a tutti in genere, ma non mi perito di dichiarare che un voto impal'ziale lo aLlendo solamente da una sfera più alta dei capi battaglione. Faccio voti per l'istituzione di tre o più zone alpine; per ora non entro in argomento, ma più lardi accennerò a quakhe .conceuo generale sul quale i miei voti si informano. Altrettanto abbiasi· per inteso su di un altro lema, per ora prematuro, ma che formulerei così: · È ntile non solo ma necessa1·io nell'1:11,teresse dell'-istitu,zione delle truppe alpine e çlell'esercito che le zone alpine vengano poste sotto ima sola m.en,te che d'irriga, sotio 'tma sola voce che comandi, sotto wn solo concetto che operi? Non so ttoporrei la tesi per ragioni analoghe ai so li comandanti di zona. Nè si creda che questa specie di esclusione di' certi a.rgomenti da certi tappeti siami suggerita dai pensiero che i giudican ti, essendo in. causa propria, anteponghino l'intci-csse e l\unbizione personale della loro autonomia all'interesse complessivo e cento volte maggiÒre dell'istituzione. No. Sarebbe più che un torto il mio, una vera puerilità il dare a tale coefficiente un valore notevole nella formola finale che determina la soluzione. Io penso irn-ece che certe quislioni ottengono buon scioglimento non giudicate da ,•icino e nei !oro minuti carati.eri, ma contemplate dall'alto nel loro comp lesso, nella loro sintesi, nella loro relazione con mire più estese, con fini più grandiosi. Sono ,soluzioni che a mio vedere richiedono il parere di pochi, anzi di uno solo, al quale non faccia difetto la for7.a del potere e quella di una vasta mente militarmente educata. Sono altrettanti nodi gordiani: più mani vi lavorano e più si ingarbugliano. Si richiede la spada d'Alessandro. Da questo grosso tema, scendo ad uno minore, ma non.minuscolo, nella cara speranza che susciti dapprima qualche esclama- • zione di meraviglia e tosto dopo un piccolo vespaio. Pro1)ongo il tema e lo colloco in questo punto perchè ha analogia coi già citati:

NEL CAMPO DELLE TRUPP E ALPINE

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Nell'ùit&resse dell'alpvnismo mlilitareè bene conse1·vare i l ca'Vallo a,i capitani delle trtippe alpine, o sa1·ebbe meglio aboli?'lo? Spero bene che in un periodo cli studi e di trasformazioni come l'odierno per l'esercito, nessuno vorrà ad occhi chiusi risolvere il tema senza discuterlo e dire che è bene conse.rvarli perchè ci sono . Per . tal modo Galileo venuto al mondo dopo, avrebbe tutti i torti di fronte alle teorie cl' Aristotile. Sono certissimo che pressochè tutti, i capitani in prima linea ed i tenenti anziani in seconda, opterebbero per la conser~aziòne di quei cavalli; ma fra i subalterni che vedono ancora il grado di capitano a portata di telescopio, e fra gli ufficiali superiori, qualcuno spero sarà abolizionista - ad ogni modo, se fossi solo, mi dich iaro abolizionista egualmente;, felicissinio di far degli accoliti, lieto sempre se mi si daril tutti i !orti, ma oltremodo con-· tento che si disco.tu. Si potrà dubitare sulla h.ontà dei miei argomenti in proposito, ma non certamente dub itare che di argomenti in mio sostegno io non ne ab bia raccolti, stndiati e compcncliati con cura e buona fede. Escirei dai ristretti limiti che mi sono imposto in questo scritto se sciorinassi la mia teoria al riguardo: non sono però schivo dal citare la fonte onde attinsi le mie convinzioni; Eccola: Tl7n·i?no montana1·0 rnilitci1·e di ima conipagn·1:a alpina deoe ess,~re chi lei comanda. Posso altrcsì accennare ad alcune mie idee, e a<l alcuni temperamenti ai quali mi piegherei di buon grado. Lo faccio per indi.care altrrii i mezzi di battermi. (( Un montanaro tipo non è mai raffigurato a cavallo )) . <l I criteri che guidano l'azione tattica minuta in montagna sono speciali al terreno di montagna: è il terreno di montagna che esige, che comando, che impone le modalità tutte che hanno riferimento a truppe alpine )) . · Ecco i temperamenti. Tema. - È biwna misura abolin il ca·1)allo rLi capitani nel solo tem,po di g-iie1-ra? Si badi bene - non è un errore di stampa dico nel solo tempo di guerra, non di pace. . Tema. - Jl caMllo ai capitani è bene conceder·lo solo dopo il 3° awno del lo1·0 pe1·manere vn wna stessa compagnia alpina?


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. LA 'DISCUSSIONE MILITARE

NEL CAMPO DELLE THUPPE ALPINE

Prima di uscire da questo campo, raccolgo ancora una spica, l'ull:ima. Ho letto recentemente sancito quale dogma di massima da un ull'ìciale alpino che i snbalterni debbono ttbtti e sempre eseg1,ii1'e colla t1·1vppa tutte le escursion·i e t1btte le passeggiate che questa ùnprencle. Il sempre lo compresi, ma il tutti non lo comprendo a[atto. Io ho in proposito opinioni assai disparate da quel dogma di massima cosi reciso ed irntlteral:o. Le mie opinioni, che qui non cito, hanno una buona base, base che quel dogma è hen lungi dai poter vantat'e: essa è costituita da quasi sei anni di marce, tutte e sempre fatte a piecli colla truppa. Se esse opinioni poi sono di spara te da quel dog1w1, lo sono nel solo i.nte1·esse reale e positivo del servizio - trascurando certe malinconie che però potrebbero per molti su-. bai terni trova.re il loro posto sotto la ntbrica economùi ciel personale, . considerando sedici o diecisette anni di lavoro subalterno, cd un età che rirnpian ge i trentacinque e s.i approssima, quantunque nlutlante, ai quaranta. Quistioni che portand.o una spesa sul bilancio, anche J'elicemente risolte, lasciano il tempo che trovano quando si tratta di praLicamente appl icarle. Un aumento di spesa, nelle hostre strettezze, è misura di gran conto, e quelle quist.ioni, che chiedon quattrini, vanno applicate col piede di piombo. Questa si sa, e siam tutti d'accordo . Non pertanto vi sono qnesiti twppo importanti e che richiedono una definita e prossima so luzione, che non possono restar dimen 1,icati ad onta delle nostre strettezze fìnanziarie. Convien intanto l'icordarci che un paese come il nostro che ha un bilancio delle uscite per la guerra superiore ai 200 mil ioni, è un paese che si può risparmiare la lima su spesucce minimiss ime che frutterebbero il cento per uno; e convien pensare essere assurdo lo scartare un quesito dallo studio solo perchè vi è inerente una. spesa. Fra spesa e spe~a il divario può essere smisurato e in senso inverso smi,rnrata l'utilità da riLmrne· in avvenire. Piilsate et ape1"fot1.ir ·vo/Jis. Il ·Liro al bers~glio è senza dLtbbio l'istruzione principale del soldato in genere. Il carattere della guerra di montagna ove il molteplice frazionamento delle truppe presenta bersagli piccoli; gli in-

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numerevoli .ostacoli del terreno per cui ogni, soldato ad ogni passo trova modo a coprirsi, richiedono che il solda.to alpino sia special- · mente abilissimo tiratore. Ciò è saputo da tutLi, ammesso da tutti, voluto da tutti. Ogni compagnia. alpina. dovrebbe - per raggiungere lo scopo - possedere un Liro a segno stab ile, ben fatto, ben regolalo, possibilmente vicinissimo alla sua séde, e di sua proprietà.. È cosa parimenti saputa, che i Lira.tori abilissimi si fanno tali con lungo esercizio, con buoni locali , colle volute agevolezze e comodità. Dopo una tappii r~ollo za ino in spalla, anche dopo 3 ore cli riposo, si può tirare bene, mai benissimo, ed un alpino ha bisogno del su-· · perlaLivo . Con bersagli in sbieco , con leereno a bernoccoli, con va.cche pascolanti nelle adiacenze, con fanc iulli che fanno a caponrrscondi dietro gli alberi, con un orizzonte troppo aperto, coll'nssordante gorgogl iar di un torrente, col piover sul fu cil e, con marca-· tori adagiali peggi'<J che sul letto di Procuste, si potril ottenere il 90 ¼, ma sino a.300 metri si deve tentare il ·I 00 °lo- parlo sempre per provetti soldati alpini, che devono poter gareggiare coi cacciatori tirolesi cli famosa rinomama. Noi Lutti conGnanti co ll a Svizzera e col Tiro lo siamo letteralmente· · assordati dall'eco delle fu cilate che n. miriadi si. fanno nei tiri a segno di quei paesi. Tiri internazionali, nazionali, provinciali , cli comune, di eàntoue, di villaggio, rii privati, si i'anno concorrenza, tenendo alimentato un semenzaio di espertissimi tiratori, tenendo iriva la passione per quel nobile e guerresco esercizio, Lenendo pronta ad ogni evenienza una'popolazione intera ad essere il miglior appoggio ali' esercito nelle cruenti operazioni mii itari. È nell'ideale di lutti di agguerrire in tal modo le nostre vallate, che vengono a completarn.ente militarizzar.si col continuo làvoro delle truppe alpine, reclutate regionalrnen te. f: nell' ideale d'ogni ufficiale alp ino che il soldato ·in congedo illimitato abb ia mezzo, colla sola spesa della buona volontil, di rnmuenersi in quell 'esercizio nel quale, se provetlo, conta in guerra per uno, se non provetto, conta assai meno di zero . È fìnalmente nel voto ùnanime che le com-pagnie alpine siano sede di un Lii·o asegno per vallata.


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LA DISCUSSIO:-IE ~!ILITARE

Per non far spese, questi tiri a segno rimangouo . tuttora un pio des iderio . QLtalche voce sorse a promuovere la forza di una collcLLi, ilà. per solloscrizioni di municipi, di cacciatori, di filantropi, allo scopo di espropriare un pezzo di terra, di rir.zare una ca:-umatla ì n. legno, di collocare ripari agli. sviamenti del Liro, di pagare due marcatori, di stabilire un campanell o elettrico, cli ..... . Ebbene! Xelle prime ore, tutti entusiasti: dopo tre giorni : si aprono le sollose1;izioni: dopo 3me,;i si fala sommadegli introiti. Delusione! Yenl,i lire, t11llo compreso. - Di umnimc accorclo, non servendo al tir.o a segno. si mandano in elemosina al!' orfonolrofio piti vicin o. Così venL'ann i fa 1 cosi ieri. Tema. - Per cost1·1un un tiro a segno sino a /300 rnet;ri, largo per collocarvi dite bersagli, frci compera di suolo, impalcat11,re, ripari. ecc., si richiede tal sonima che moltiplicala per tante volte quanto saraww o sono le conipagnie alpin,e, la cli cni disloca::ione lo permette, dia 1m totale ro rJ~;ioso alt'e1·ario, o solamenie sensibile? l risultali clte certamente se nericavuebbero 1 gùistificherebbero ad 1,mra questa spesa? Mi pare cli sentire q1rnlcu.1\o acl escl.1.mare: « si starebbe freschi « ad impiantare un lit'o a segno per ogni compagnia: a Verona non « c'è che il bosco !Hantico e serve per otto reggimenti!» Ecco forse i consiclerancli che hanno spaYcnlato sulla spesa ed impedita In presa in considerazione di un così importante qucs.ito. Ma sono ormai stanco di ripclere che qn esto Lisogno è insilo all'istituzione stessa di truppe alpine. ~on domando neppure un Liro a segno stabile per 36 compagnie: molte, anche volendo, 110n potrebbero averlo; non lo domando nemmeno per tulte le compagnie cli una. stessa , alle: ma un buon tiro a segno per , allala non solo è utile ma necessario; e per finire noto , così di volo, che fra cento ann i s;tremo al punto at1.11al e se si aLLenclc tal hcncfkio dall' in iziativa p1·ivala. - Proporzioni esagernle ha certamen te preso l'abiludine di dire : « ~ ella prossima campagna faremo la Lai e o tal altra esperienza ». È buona formo la che riguarda i temi che pur troppo vanno risolti a fuci lale o con altre calam iLit che trac seco una gucna: ma molti temi è urgente risolverli appunto prima di una g1,1crra, quando il farlo è

NEL CAMPO OEl, U: TRUPPC: ALPINE

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possib il e e ci risparmia 11na ler.ionc vern, forse pagata a troppo caro prezzo. Così p. e. non veclo punlo necessario che per provare se una barella da trasportar feriti sen·a. all'l1so cui è destinala, si debba proprio allenclcrc cli nd;:igiarvi sopra un po vel'o diavolo cn i una granata aLb ia franLumnla. una coscia. Noi sappiamo a priori di un combattimenlo in montagna che: I O La viabilità in montagna segna raramente una pendenza inferiore al ·1O ¼ , che spesissimo giunge a.l :20 e ·molle ~o.lte tocca . il 60 : 2° T.a. pendenza del terreno dì montagna (non tenendo conto delle strade) può ,ariare dalla falda più dolce al fianco piti ripido, · ed all a !'rana la più scosce3a. 3° Ogni comball.imento trae fnnestamen te con sè, specialmente in ormi 1111 numero notevole di feriti che· dovranno essere trasportati f~'l,ùne punti sempre cli notevole (e molte volte cli fortissimo) dislivello. Noi sappiamo parimenti a priori che le liat·elle clell,t nostra amlmlanza sono adattatissime pel trasporto cli feri ti nella grande generalità elci casi, cioè quando i due · portatori camminano allo stesso I ivello o quasi. Si domanda ai portatori q1umf.i metri cli col'da saranno bisogneooli pel" lega.te wi pooero infermo Slb di wia bai·ella onde ùnpedfre che esso rotoli liingo nn declivio che abbia, p. e. q1iaranta gmdi cli inclinazione? Trova.la la cordù, ::.i clom:u1dft ancora loro qt1al.i mezzi adopereranno per :;o,;Lcncrc quella ba·rella quando il portatore verso il capo elci ferito ~i 1roverà. coi piedi al li,·ello della cintura del portatore che carnrninn. davanti . Si domamla. ai medici, in che stato giimgel'à all'am,{mlanza ·il ferito dopo me,;-:;'orn di siniile /l'asporto, ed in che stato vi giungeranno i diie pol'tatori dòpo qnel penosissimo lavoro. Chi vuol ritenere che ii terna di coslrurrc una nuova barella pel trasporto dei soldati alp ini feriti :; ia pueril e, è padronissimo: per me è un Lerna della massima importanza; sono discrepanze di opinioni e nulla più. - Qui mi sembra però che la spesa non abbia a che vedere. - Dati cli fatto: 1u Xei terreni cli montngna le marce sono lentissime:


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NEL CAMPO DELLE TRUPPE ALPINE

4A D ISCUSSIONE MIL!TARF.

La manovra, sempre ed in qualsivoglia terreno, una volta ·decisa riesce tanto più brilla,nte qnanto più celeremente eseguita; 3° In montagna l'impiego della cavalleria come arma combat. tente è appena eccezionalmente notevole: come arma di r:i.ccordamento fra Lesle di colonna separate chi pit'i umile sperone di monte è sempre eguale a zero . 4° Una manovra andrà sempre a male quando i riparti che la ,debbono comp iere non avfanno fra loro l'accordo delle mosse prestabi li te. Si domanda come .~i pot1'à snpplire in montagna sia alla mancanzci dell'uti,lissimo sel"IJizio della cavalleria, sia allei mancanza ·notevolissima dei 'mezzi di percorribilità che necessite1·anno spesso .frn diue piunti collocati ,mgli opposti versanti d·i ima stessa Mlle, o su,qli opposti vendii di iuno stesso contrnfforte. .Basta lo stndio di questo tema per farsi veni.re l' iLteri,.ia. La storia delle guerre è ormai così ricca di fatti che ricordano i danni e le catastrnfì :i.vvenute per una colonna girante giunta in combaLlimento mezz'ora prima o dopo il tempo prefisso; di una colonna nemica che ,fortemente compromessa evitò un taglio di ritirata perchè a noi giunse l'informazione in ritardo, e via via, che per verità sarebbe .un peLtegoleZzo il cilare esemp i, e li rispannio, Ma qnesLi inconvenienli poi nella guerra di montagna si moltiplicano maledettamente come Ja gramigna, ed il solo motivo lo rin.:tracciamo nella struttura del terreno di manovra. Quanto sarebbe utile una ricca discussione sul tema dei segnali ·. per informazioni fra riparti e riparti di Lruppe durante un'operazione di manovra. - fo mi lusingo fortemente che si verrebbe press'a poco alle seguenLi conèlusioni: 1 1° È erroneo il ritenere che i mezzi cli informazione che si richiedono per lo sviluppo cli un concetto di grande tattica diversifichino solo nelle dimensioni da rruelli che si nsano (e che servono , benissimo) per la sicurezza del le Lruppe in campagna. - La diffe. renza è tutta sostanziale. 2° La telegrafia aerea improvvis11t.a è utile quasi mai, nocevole spesse volte. 3° Senza escludere la telegrafia elettrica in montagna, la telegrafica aerea sta.b i.lita a priori con edifizi ad hoc presenta guarentigie assai maggiori di quella. ~

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VenuLia condnsioni eguali, il terna si presenta agli onori della.discussione colla massima serietà ed importanza. Sarebbe. intanto per nulla facile -lo stabilire u.n ·1inguaggio a segnali semplice per esser chiaro, preciso e quindi ben inteso, nè fa.cii.e lo studiare le parole di , un linguaggio che non temessero di impallidire a.ila viva llLce del sole e che sapessero penetrare atLraverso alle tenebre nell'oscurità della notte. La dislocazione poi di tali st;aziorii telegrafiche dovrebbe rispondere a tali requisiti da rendere il tema ancor più delicato , Nessuno si spaventi. Non chiedo di seminare la noslra zona. alpina (li stazioni semaroriche e di far sorgere edifizi murali a migl iaia, come funghi dopo la. pioggia. - Domando' si stabilisca una triangolazione sull:i. zona alpina. più élisastros,t a percol'rersi, :i lati lunghi, · ed i cui vert.ici tocchino qtiei certip·tinti sni displuvi o negli impluvi che hanno un importante valore per le operazioni di guerra . Questi vertici tattico-stral~gici saranno numerosi certamente, ma se non vogliamo confondere le minuzie delht piccola tattica col largo complesso rlelle open1zioni comb inate, p. e. in. t.re valli contigue, potremo toccar con mano che non si tratta di popolar le Alpi di costruzioni in muratura ma solo di collocarvi cento occh i che come quelli cli Argo vedano e informino. Sarà. la spesa che ci legherà le mani? Per un tema risolto in queste proporzioni, no cerfamente. Ora che siamo in tempo di p~tee, ci culleremo nella dolce speranza che le nebbie e le nubi vorranno privarci del loro nefasto apparire in tempo di guerra? E se quando più abbis~gnasse la. vigilanza. del1' Argo creato, questi divenisse cieco affatto? Procuriamo di prevedere e di provvedere mentre siamo in misura. - Avverrebbe egli il diboscamento delle nostre selve se con qualche abete divelto noi tracciassimo i lati della sùddetta. grande triangolazione con.linee cli pali telegrafici che sostenessero, quel filo aLtraverso ai più orridi burroni, ai più erti declivi, alle foreste le più intricate? Io non invento difficoltà per far grosse le quistioni; domando a priori qnelle misure che in pianura si adottano anche sotto il rombo del cannone e che in montagna richiedono giorni, settimane e mesi. Prescindendo da.Ila quistione complessiva del. raccordamento fra l'azione delle truppe alpine e quella delle opere di fortificazione permanente o provvisoria, e prescindendo ancora da quelle opere


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speclitive. di zappa e badile da farsi o· duranLe il combattimento o poche ore prima di esso, per ogni vallaLa delle nostre Alpi si potrebbero imprendere alcuni lavori di piccola mole, e di minor spesa, la di cui utilità se è problematica sotto il rapporto che la guerra possa o meno comprendere una data valle nella sua cerchia d'azione, diviene pressochè di utiliUt positiva quando appunto questa vall e cade a far parte del teatro della g11erra che si combatte. Ho delto p?·essochè, dal punto che, ammessa per esempio la gL1erra combattuta in Val camonica, rimane incerto a priori se vi sarà. comhaùimento piuttosto al passo del Tonale, od alla posizione di Da-vena, o di Corteno, od al ponte di Malonno, od alla stret.la cli Breno; ma dappoichè una valle colla sua topografica cos~ituzione e colla scorta dell'ammaestramento fornitoci dalla tatLica di combattimento ci segna ci prio,ri le ·buone e le o.Ltime posizioni difensive e le linee migliori per accedere acl esse e quelle per sgombrarle, mi sembra che occupandoci cli tutte esse posi1.ioni, se è razionale il ritenere che di cinque non accadrà di dovercene servire che di una, non è meno razionale i.l. ritenere che, essendo tutte cinque pronte alla difesa., troveremo pronta a ben ripararci e a. ben sostenerci anche quell'una. . Alla ricerca cli queste posizioni può e,,.,ere c:hiamato diiunque sappia cli tattica milita,re, e certe posizioni poi hanno caratteri di-· fensivi tanto spiccati che risall;ano all'evidenza della vista più grossolana; nè cì ·stlipisce come la storia registri molteplici casi nei quali un accozzaglia di partigiani o di banditi o di briganti abbia saputo, specialmente in montagna, valutare l'entità. di 'Certe posizioni con un criterio militare tanto illuminato da emulare la capacità. di cwal. sia.si erudito e destro uomo di guerra. Scelt~ queste locaJita e :rµilitarmente considerate e studiate, noi vediamo come daUa lettura delle monografie che le trattano sia sempre accennata una q@lche imperfezione, un qualche difetto che ne scema la forza e quindi il valore. Avverrà che taluni di questi difetti non saranno in alcun modo riparabili, che altri lo potrebbero essere solo mediante un lavoro di lunga lena e di forte spesa; ma se ue rintracciano sempre altri che si potrebbero far !-parire con una spesa trascurabile e con nn lavoro più o meno breve. Intendo accennare a qiiesti ultimi.

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NEL CAMPO DEl, LE TR.UPPE A LPI NE

LA DISCUSSIONE MILITARE

Quante volte in montagna un rialzo cli pochi metri cubici di terra genera un esteso angolo morto al. fuoco di una linea, di difesa; quante volte un tratto di strada carreggiabile finisce su di uno spallo con una cinquantina ~li metri cli mulattiera ripida ed angusta, la quale impedisce di poter collocare in quel pLmto due pezzi da campagna; quante volte con qualche mina si potrebbe esser sicuri d'aver nel tal punto una mezza.batteria Lla montagna, oppure ci si potrebbe metter al siwro di una mossa nemica girante, pericolosa come sempre! Non si pensi che io voglia livellar colline, nè concorrere all'appalto per costruzioni stradali: io rimango nella modesta cerchia dei minuti bisogni, e perchè minuti, tutL'alLro che trascurabili. Non si dica del pari che a queste.picciolezze ci si potrà pensare al l'ano pratico e sbrigarle in qua.ttro e qLiattr' otto, che si corre il risd1io di dire il vero solo per metà, a nietter di molto: Se tuLLi sappiamo che uno sviluppo di cenLo metri di trincea può dare ad una compagnia la forza effettiva di un battaglione, perchè su certe posizioni ed in terreni incolti non rnoWplichiamo a. colpi di gravina il numero dei nostri solcla.ti? . Egli. è per tutto c.iò che a me piacerebbe potere ,t poco a poco radiare dalle descrizioni delle nostre posizioni di difesa molte malinconichè locuzioni come :ul esempio: « sa.rebbe a dfc)siclerarsi J> o l'altra <e tuttavia. bisognerebbe >> o l'altra ancora « se nonchè il nemico potrebbe valersi di ,, e sempre trattandosi cli poca spesa e di un_lavor_o che stesse in armonia coll'ubicazione di nnu data compagma a_lpma, coll'opera cli una ventina di zappatori, e coll'orario delle istruzioni tutte . Non cerchiamo di nascondere a noi stessi un'altra verità: il biso_gno grancle di aver buone guide per percorrere una zona cli terreno s·errona, ali' ev,c · ·ienza che manchiamo · per ora di altri mezzi per SLipplire a crnel bisogno od almeno per diminuirne la sua grandezza.. . È_ per oru. un fatto che manchiamo cli buone e minute carte topogra.fwh_e, che manchiamo di una rete stradale ben determimtta, che manchiamo di quelle molteplici indicazioni che a.iLttano il viandante e lo salvano dallo smar.rirsi, dagli errori, dal ritardo. E così diremo che _le gui_de alpine fungono da. ciceroni topografici; ma i ciceroni cli ogn, specie ebbero un vero tracollo colla diffusione di buonì scritti ANNO

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LA DlSCUSSIONi:; M!LlTARE 114 e di buoue pian le, e mn.n mano che aumentano le givide-libro, van s-p·arendo le got1ticle-iiomo. Per tal modo prevediamo che fra non molto i soldati alpini come guide di montagna perderanno gran parte della loro importanza a,ttu·aJe, meno in certi singoli e specialissin:1i casi . Falla un eccellente levata regolare (come tosto si farà) della nostra cerchia alpina, ecostrutla con essa una speciale riduzione alla scah1 per esempio di 4 al 11O, 000, ecco la nostra giiida-libro che andrà man mano illustrandosi con eccellenti monografie militari . A quest'uopo le truppe alpine potrebbero eJri cacemente concorrere districando il declalo ingarbugliato dei viottoli che serpeggiano in · ogni direzione sui terreni di montagna. Qui parlo specialmente per coloro che hanno fatto esperimento su quanto sia facile confondere un bivio con un altro cinquanta metri più alto o più basso ed infilare un sentiero che lo svia completamente. Un pezzo cli roccia (e cc n'è tanta,) ra1Tazzonato alla meglio con un 1Jouie incisovi sopra ed una freccia, stabilito ad hoc ad ogni mezz'ora ed anche più di cammino, sarebbe buono per tutti, eccellente per mo.lti , e per altri parecchi una vera pronidenza piovuta dai cielo. Non mi intendo cli seminare i monti con pilastrini frecc iati o con cartellini con su um1 mano a indice disteso, come si vedono nei corricloi cli un museo o pei Yiali di t1n'esposizione internazionale: ·intendo anche qui di segnare i vertici di una triangolazione stradale a hiti ragionevolmente lunghi per servire di oncntamenlo a gente che quantunque agguerrita, ammaestrala, montanara, oculata e svelt.aquailto si vuole, può cadere in uno, in cento errori; per servire di guida a gente non monlanara e solo condotta sui monti dagli evenLi militari, che certamente sbagl ierebbe una volla ogni tre; per servire in complesso-a non essere schiavi di una guida alpina che sarà generalmente disponibile, ma che potrebbe anche mancare, o non mancando, anche sbagliare. Soventi volte accade - nelh:t calma del tempo di pace - di camminare sui monti per ore ed ore senza incontrare un essere vivente che ci fornisca uno schiarimento, che ci sia largo cli un indizio; se poi qualcuno si incontra, ecco un fanciu ll o che, se non fugge come spesso avviene, non sa rispondere alla domanda: oppure un vecchio rimbambito che risponde anche cli troppo e sarebbe meglio tacesse.

NEL c°AMPO DELLE TRUPPE ALPINC

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Nel tempo di guerra pertanto sarcnio si(',uri cli percorrere niontaane deserte e mute . In tanto silenzio, perchè non parla.no quelle miriadi di casupole campestri ché popo la.no le nostre Alpi'? l)erchè, per saperne il loro norne, dovremo sempre n,ver bisogno di qualche sLio inquilino che ce lo elica? l)erchè, costui assente, mand1eràanoi un mezzo cli orientamento, cli rannoclamento, cli informazione1 Vorrei quindi che ogni casa portasse scritto il suo nome in front.e; vorrei che i tri vi, i quadrivi, almeno i principali, parlassero, e non stessero lì muti all e mie domande, impassibili al la mia premura, freddi alla mia ansia dolorosa. Con queste rnisure, senzn, spendere un quattrino, io arricchisco.il mio patrimonio milita.re: in guerra quanto più sarò informalo, tanto più saprò: qmmto l)iù saprò tanto più sarò forte: quanto più forte tanto più vincitore. . Ma sono provv'edimenti tutti da eseguirsi .in tempo di pace, senza prendere scalmane, e come suol dirsi, al piccolo Lrotto. Se ci dobbiamo preparare alla. guerra, sarebbero brulti preparativi quelli che si rimandassero al poi; ammetto che a noi non mancherà mai il volere, ma non saremo .sempre arh,iLri. dei mezzi per poLcre; e mo lte volLe il nemico regoleeiL a suo talento il moto dei nostri orologi. Col molLiplicarsi delle compagn ie alpine, le zone pan: iali di esplorazione per ciasC11na cli esse diminuirono notevolmente nella loro estensione, e dirninuiranno maggiormente fra. poco coi prossimo aumento del loro numero . Fu per tal modo risoll.o il tema. cli facilitare al solda:to alpino la conoscenza completa dei monti di spettanza alla propria compagnia; tuttavia, considerando che il soldato alpino non sta sulle Alpi che per c'irca la metà del ternpo dell a sua ferma sotto le armi, io sono ancora lontano dal ritenere che in 118 mes i quest'individuo abbia tem.po per divenire un hlton alpino. Mi domando spccia.lrnente se 18 mesi sono suffi,cienti pe1· esplorare la zona alpina di pertinenza di taltme com,pagnie. Questa domanda non è forse tempesti,a e cadrà più n, proposito dopo che tutte le 36 com - . pn,gn ie avranno funzionato di qualche tempo, ma fin d'ora convien notare com.e nei 118 mesi di permanenza nella zona alpina, la. truppa deve allenclere a molleplici occupazion i cli cui, l'esplorazione del tera:eno, q,uant unque fra le principali, non è che 1vna pèr numero.


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LA DISCUSSIONE i\-lJL l TAH J.;°

NEL CAMPO DELLE TRUPPE ALP(NE

Ho detto « fra le principali » e non la principa.Je come taluno si abituò di chiamare: la principale per mc ù la mamovra; il nemico lo si batte con questa: l'esploraziòne'è~un rneuo per condurre la manovra a do vere, null'altro . Convien distinguere intanto lo studio del terreno dalla sua espio-· razione; i soldati dopo questa, ritornano ai patrii ìa1·i: gli ufficiali studiano il terreno dopo d'averlo esplorato. Da queste brevi premesse emerge che se il tempo devo luto all'esploraziO\le cresce in ragione diretta dell'estensione e delle difficoltà del terreno a visitare,. non deve però assorbire parte del tempo devoluto agli allri rami dell'istruzione, iìpecialmente a quell o della manovra. Ma parecchi saranno di diverso parere, quindi pI'opongo un tema: Per le tr1,ip71e alpùie l'ist1·1~.ztioq-1,e deve avere rrwggi~re svibwppo nella pa1"te del 1·iconosciniento del terreno, od ,i,n q1&ella llel combattùnenw di montagna? Poco fa, nn ufficiale alpino scriveva, ben a ragione, die manca fra gli ufficiali alpini la voluta comunanza di idee in materi:t di alpinismo mililarc; ciò ù tanto vero che io per esempio non ho punto comune con lui l'ide:t di creare in seno ad una '.'ompagnia alpina un drappello di 20 guide alpine, che chia.mereruo patent:ttc, fra le due ultime dassj . A tutta prima scm brcrebbe che il proponente inclinasse i11eco a conside!'are l:t manoHa. superiore ·in importanza alla ricognizione del terreno ; ma questa apparenza. svanim:i affatto quando stabil isce come sine qua non pei soldali alpini conosce·~iza esatt"a clel te1Teno snl q1iale devono combattere. In tale quistione importanlissima mi permetto una breve digressione dall'inventario. , Ricl1iedeegli, il proponente, questa conoscenza esatta del terreno nel senso di essere una lmona g1àda? No, perchè dicè « del terreno sul <[uale devono combattere » quindi quella prescrizion e va intesa nel senso lallico. Per tal modo si slabi lisce ci pl'iori che una data cornpagn ia deve combattere nella zona del suo rechtta.mento, la sola. cli cni potrà giungere ac1 averne una conoscenza esatta e così implicitamente si stabilisce che la manovra tattica di una compagnia alpina vuri.a. cli rnlle in valle, che la montagna cioè non ha caratteri militar.i cosmopoliti ma, selnpliccmcnte regionali. Per tal modo implicitamente si.limita l'efficace azione di una compagnitL alpina fra due contrafforti contigui e si a.trnfizza il risultato complessi_\'Odelle truppe-alpine. ·

Per veril.i:t. ho inan.ovrato spesso in alt,re vall i e spesso vidi altre -compagnie alpine in val Camonica, ma nè io nè altri ci siamo accorti mai che la manovra avesse le sue nostalgie cambiando paese. Se una. buona .manovra stesse in una esatta conoscenza del terreno sul quale élovesse svofgcrs i (ril'cribilmen!.e sempre ai combat.: tenti, non al comandante) e.on una eccellente ca1·t:t topografica e con una buonissimag·wida-Jibro, una.compagn ia éli nn reggimento qualsivoglia di linea potrebbe benissimo fongere come una compagnia alpi1\a, e ciò essendo mililerebbero cento rorti motivi per abolire . affatto le fruppe ,dpine. Quel dogma pertanto, secondo me, doHebhe moclilicarsi in questo senso << un sofdato deve conoscere esat1 arnenl:e il terreno sul quale -<< deve poter {are da gw:cla: un soldato deve conoscere Leni.ss imo « l':trnmaesLramcnlo ta.ttico applicalo all e esigenze delle truppe al« pine allo scopo di essen abile nel se·n )izio pi'i'ncipalissimo di <l combattente su QUAWNQUE 1,e1nno di 1nontagna )) . Il voler creare un capannello nel l:t compagnia, una piccolfl aristocrazia del sapere 11resu nto, frn duecento montanari, il formare un gruppo di guide distinte per ~oldo e per divisa, mi pare u'na misura che porLerebbe conseguenze a paventare. Essa per lo meno scemerebbe di assai il risultalo che ci ripromcttimno da una buona conoscenza del terl'eno estesa su tuLla la compagnia. Ii' soldato <Llpino è anz itltlto un monl.:tnaro, e quindi ail onta cli ogni poeLica illustraZ:LOnc, è i"ndolènte e molto . Cammina. benissimo sui monti, nrn in modo non semprn confacente alla marcia di 250 individui 1'iuniti: denomin:t e classifica la, rete sLradaria con voeaboli che non collimano punto coll a fraseolog ia dell'.CsLituto lopografìco miliLare; adopera del pal'i locuzioni tutto speciali per indicare le varie forme ed i vnri osi. ci.col i del terl'eno; non ha alcuna conoscenza delle esigenze YOluLe d-a n na truppa in ca.mpagna nè per te marce, nè per le fermale, nè pegli accampamenti, nè pei luoghi d'occupazione, ecc .; e, preso qual è, il montan:tl'O meglio pralico di un terreno non saprà soddisfare all e vostre più semplici domande e solo saprà dirvi - sempre, però - <( da qni a là io ci impiego tante ore, e se vuol andarvi, mi veng::t clietro, che io le insegnerò la strada>). Lo, st1·ada I Denominazione complessa, poi iforme, mistifìctmle e terribile ovunque, in montagna sopratutto.


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LA DISCUSSIONE MILITARE

E questo solo, per una guida militare, è troppo poco e ben altro è· necessario a sapersi in guerra da un comandante di truppe. Ma. an-· che questo poco mancherebbe ben di spesso, anzi troppo di spesso, qualora su 250 uomini di una compagnia se ne escludessero 230 dal fungere da guida: non dobbiamo in pace sfronda.re colle distinz ioni qlLellerisorse che per quanto ricche, spesso in guerra ci poi.ranno far sentire dil'etto: una compagnia alpina perderebbe gran parte del suo prestigio come rifornitrice di guide ad al~re,truppe, ed il soldatoalpino verrebbe ferito nella sua giusta e gu:a:da:gnala ambizione di essere ritenuto dall'nniversale conoscitore esperto dei meandri della. sua vaìlc, che egli considera come la sua rnsa, la. sua patria, il suo mondo . Io mi figuro una recluta in quella condizione di cose. Entrata in compagnia. vedrà un soldato con un ricamo SLd braccio: quello è uno zappa.tore: a lui lo zappare, il far graticci, il far pouti un ailro con una tromba ricamata: a lui sta il suonare i segnali, le marcie - un altro con un fucile ricamalo : quello è un buon tiratore al bersaglio - fl.nalm.cnte un altro con su. ricamata (puLa caso) la ro:;a dei venti: quello è una guida alpina. E gli altri non graduati, non distinti, che cosa sono'? Sono solda,ti, ecco tutto, e sòno pagati di meno. E mi pare cl~e quella recluta vada ragionando cosi: « Io non sono falegname, nè fabbro, nè muratore, dunque-zappatore no; io nòn voglio suonare la trorn ba perchè non mi piace, quindi trombeuiere no; io non ho biwnissima vista, ed il polso non abbastanza .fermo, se non diverrò tiratore scelto non mi si potrà far colpa. - Diverrò guida alpina7 Proveremo a ·vedere se mi riesce! >> Mfl ad ogni modo di 80 reclute di uria classe, 70 non verranno, scelte, e 1140 non verranno scelte su due classi. Quest~ ,J 4:-0 individui scartati contempleranno le 20 guide come quelle incaricai.e a conoscere l~t zona alpina della compagnia e distinti e pagati per quello, come lo sono i trombettieri. per SLLonare e gli zappatori per zappare. Si .vuol sapere la conclusione che tirerà ciascuno di quei ,140? Eccola: << Se non mi han fotto guida, si è perchè non mi credono capàce, dunque ci pensi a cui tocca; se li pagano di più sono essi che debbono imparare di più e non io; nessuno verrà a cercarmi di:

NEL CAMPO DELLE TRuPPE ALPJNE

far da guida, come nessuno mi cercherà ma.i cli suonare la tromba, , perchè sanno bene che non è il mio mestiere n. E questi ,140 soldati durante le escursioni cammineranno colla testa nel sacco, essendo tutti pregiudicati come non qiuicle abpime. Che scoramento generale! essere soldato alpino e noÌl avere 'il distintivo di gui.da di monLagna: essere alpino e valere tanto quanto l'.ultima recluta della pianura! Veniamo brevemente alle 20 guide scelte. Le patenti a prio1'i intanto, che io mi sappia, rion si danno in nessun paese. Dalo caso si volesse fare una scelta, si è Cfltando una classe va in congedo, cioè quando ha compiltto il suo corso di studi regolari, che si può assegnare con sano criterio il diplomtt di guicl_a alpina, ma nessun ricamo, nessun apparato esterno che scopra 11 tallone di Achille d'ogni soldato alpino. Per tal modo la suscettibilità d'alcuno non verrà urtata, perchè la laurea d'ingegnere non ha mai urtato uno studente in matematica. Una scelta ci prio1·i, cioè ·dopo l'anno, ossia quando un soldato ha appena imparato ad imparare, può dare luogo a sbagli ·gravissimi . Il prisma di .nna distin_zione _ambita. e di. un .soldo giornaliero di guadagno può fare luccicare l'orpello da scam.biarlo per oro. In montagna ch i parla cli più cammina di meno: ho osservato che in massima chi parla cli più a furia, di gomitale sa portarsi sempre in prima riga a, pregiudizio di altri rnoltissi_mi che solo tardi, molto tardi per essere scelti guide, si élimostrano anche tacendo, anche stando in qnarta fila, vera ed eccelfente stoffa per rnantene,re quello che neppure si curano di prome~tere. Rientro nel seminato. · La ricognizione del terreno cli spettanza dell_e singole compagnie alpine offre un tema vasto ed imporLante. Un terreno si riconosce · completamente perconenclolo in Lutti i sensi. Per una zona alpina qualunque cla e;,plorarsi da una compagnia, chiamiamo a la sonµna di tutte le escursion i richieste da una ricognizione totale·. Sia T il tempo che la lruppa alpina passa, durante la ferma. sotto le armi, in montagna, e finalmente sia a la velociHt cli marcin, di essa compagnia. Si potrebbero proporre intanto clue qllesiti: il O Data la lwnghe.z.za strnda1·ia com,plessi'Va e la 'IJelocità clella marcia, trova-re il necessa rio all'esplora..zioq-1,e della .zona. 1


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L A DISCUSSIONE MILITARE

NEL CAM PO DELL E TRUPPE ALPINE

2° Data parimenti la twnghezza ·stradaria complessiva e fissato il tempo da irnpiegare nell'esplom.zione t,r0Da1·e la vèlqcità della marcia. AfTreLLiamoci subito a dich iarare che il secondo quesi_to in montagna è assurdo, considerando come varia bi Ie la velocità della marcia in senso inverso del tempo concesso per l'esplorazione.·L'esperienz11. ripetuta mi ha constatato che nella con~plessiva ~scursione attrnverso una zona montuosa, siccome le disce:;e, che possono essere velocissime, si alternano invariabilmente e nello stesso numero colle sa.lite, che possono essere len tissime, non si può des umere nè determinare la velocità di marcia di una compagnia alpina, né da una media di discese, né da una med ia di salite, nè da una media delle due medie: all'ingrosso si potrà. dire che una compagnia per salire dalla quota zero alla qnola 300 impiegheri1 un'ora e per discendere alla quota - 800 impiegherà. venti minuti, ma pronti sempre ad ogni. singolo caso dt salii:e di 500 metri il) un'ora e di discenderne 500 in •15 minuti. Vennero ·fissati dei dati in proposito che vorreb bero indicare il tempo che una truppa impiega a salire e a discendere di un dato livello, e si vorrebbero tenere come unità di misura per le marce in montagna. I\1a io mi per-metto di trovare assurda una formula t.eorica che praticamente ad ogni caso soffre un'eccezione fortiss ima. - Il solo occhio pratico di un montanaro espetto potrà giudicare del tempo rich iesto per una data salita o per una data discesa: l'unica 1:egob non fallace in montagna per gindicare dei temp i necessari a percorrere dati spazi,· consiste ne)l'aver la lena e la volontà di fare un esperimento pratico su tutta la rete stradale e non stradale, e notarsene sul taccuino i risultati. Quando una compagnia alpina imp iegherà cinque ore a portarsi dal punto a al punto b, sapremo a priori che qualmique compagni,:t alpina del mondo impiegherà. sempre cinque ore a fare lo stesso percorso nelle sLesse condizioni. Quello che indubbiamente si può dichiarare si è quest.o: che stabilendo con a la velocità di marcia per la truppa in montagna, questo a, sia in pace, sia in guerra, sia con premura, o con tranquillità, non sarà ~ai suscetLibile che di variazioni in più od in meno affatto trascurabili.

Rimane dunque a svolgersi il primo tema, cioè trovare il tempo richiesto a percorrere la strada~ con una velocit.à di marcia a. Dal tempo T impiegato dalle truppe alpine in montagna diffa.lcanclo qucllD pari ~, eguale per t.ntte le comp11gnie, impiegala ad apprendere le alt.re ist.ruzioni, rimane un tempo t pore eguale per tutte da impicgar~i 111la ricognizione del terreno. Fatte queste premesse abbiamo per tutte le compagnie alpine una velocità di marcia a, un tempo di escursioni t; con questi dati in1:a1·io,bi.li si perconerà adunque um rete sLradale A . Ma io mi domanrlo se il ò, è costante per tlLtle le compagnie; evidenl.einente no. Infatti noi abb iilmo oella sola val di Susa. le compagnie di Onlx, $usa e pi1ì sotto quella di Giaveno e l'altra, ad essa valle vicinissima, di J.?enest,i:elle; nient.re la 13a compagnia alpina, a. tutto oggi, estende l,t sua esplorazione élal lago d'Iseo e dalle origini del Serio rin qoasi all'Ortler SpiLz. Vi ha egli proporzione equa~ Ciò stabilito si può sem'altro clit'e con certezza che ogni compagnia alpina ha nno sviluppo straclllrio da esplorare clifferentissimo da. ogni altra.: epperciò i I 6. nella formo la ù tutt'altro che costante, ed è quindi erroneo il considerarlo tale. Lo si considerò però costante da chi poco fa. propo ne, a come misurn generale che i comandi di cli visione aumentassero il tonde poter meglio attendere aH'esplora.zione della io1Ì.a. li proponente stesso però ben vedendo che il t si dovern rai iollfllinentc non afterare in omaggio all'econornici rlel personale ed alla ci-iriltà del secolo x1x, lro vò ::;o bit.o il rimedio al ma.le, con~ igliando in vere cli. una passeggiala speciale di tre giorni con.sewtivi ogni mese, di Carne dlte ed aumentare così di 60 giorni I.e escursioni durante la ferma cli tre rtnni. Se quesla. pnò essere una chtra, necessità per una comprLgnia, p. e. per quella di val del Gesso, ebben e pazienza; mà non comprendo che si voglia impartire questa lai·ghe~::a a. tulle le altre. Se no, le trnppe alpine camminerebbero collo zaino in ispaJla. per 280 giorni dei 540 eh~ passano sui monti e si ritornerebbe ai bei tempi di Sparta e di Roma, quando si viveva sotto la tenda. Mi permetlo in proposito un ul~i.mo schiarimento: Creneralmente parlando io considero losviluppo delle escursioni cli una compagnia creato cla criteri non troppo all'unisono e quindi composto di diverse 1

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parti, e sono queste: l'assolutamente necessaria, la necessaria, la utile; la buona, hi prohhitmente buona, ht eccezionalmente buona, la bella, la atLraente, la poetica, la geologica, e quella da clu bisti. Se alcun i A si trovano in tali condizioni cli svi luppo nel genere e n1olto lungh i nel percorso e si trovano ad a vere un t trnppo .pi<;colo, se si leva qualche parte di. esso A a cominciare clall'ulti.ma e salendo ad libitwm sino Rlla parte bella, si avrà uno sviluppo A' senza il menomo inconveni.ente nell'interesse milita.re . Chiudo l'argomento presentando I.re terni alla discussione. · ·I O Si può, sen.za cla/1'l!no al con11plesso delle istl'n.:rioni, aiinientm·e il tempo da impiegani J)M' le esciwsioni, se q-iieste, pe1· ·una data conipagnia, .debbono ri.manere ùialternte nel loro svi-. liippo totale? .2° Si ptiò, senza clanno pe1' la ricortni.zione del terl'eno, emantenenclo inalternto il terr11po deDoliito alla meclesùna, . alterare lo sviliLppo totale delle esciwsioni? :1° È più 1.Ltile passa1·e, coine orn, cinq·iie 1nesi dell'anno nei concentraniem,ti invernali, o rùnanere ·i1i montcigna nei 1nesi di novembre e di mal'zo, a.wnentcinclo così cli 60 giorni i l ·1Jalore di L? (Conti1iua).

G. BEn'l'ELL[ 1'enenie 13" compagnili alpina.

LIBRI E PERIODICI

.Le sh•title re1•rtr.le nellti p1•t,t)l/lt,C·i ti tl·i f11tinlOVti e li• ·

.itit,·ore~ lettera del generale

G rANI • Mantova , primi di giugno 1876.

lllustrissùno S'ig . D'i,1·ettore,

Mentré la ringrazio per l' ar-ticolo, dm la S. V. stampò nella riput.ata Ririsla -1wi.hi,tare su lle due memorie pubbli cate per cura di questa deputazione provinciaìe ta11 t.o sulle strade ferrate occorrenti ud la valle del Po, ove sono richieste da importanti interessi economi ci f\ militari, CfL l:lnto dall;oniiuame11to della rete ferrovi:i ria italiana, mi permetterà che fr;ponda alcune parole alle O!isen'M::ioni fatte in propo- · sito dal cortese critico, che stese quell'articolo . Con gentilozza e con c:;pressioni piuttosto d'affetto che merit.atc si discorrp. rli mc, no tando però che le memorie lasciano a desiderare per · la l'orma; onde ù lecito riten0ro che con ciò abbia voluto intendersi mancare in e$sC quella 1)11.iareiw e nrnuiera di be11 esporre, che rendono facile l'i\ffemire il pensiero di cli i scrisse. E credo cli app.ormi al vero , pnrchè vedo che nell 'articolo s'indicano per motivi che mi indussero a proferire la li nea Spez'i.a-Parm,a, all'altra Lw;cci-J'1oclena quolli, che proprio non <;on,vengono a quanto credeva di avere esposto . Dissi cli proferire quella _linea, pel'cliò a mio credero comp letamente soddisfa agli interessi militari cu i deve corrispondere una ferrovia, e che enumera,; cioè perchii meglio ~i prcsla rd concentram ento, a collega re tra ,~s;;e k fortezze della valle del Po, alla di fesa della ca- ·


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l:: PEL'\IODJCI

LIBRI

tena appennm1c~ dal Taro u Bologna, a trasportare rapidamente dall'Italia continentale alla peninsulare parte delle forze che fossero richieste per venire in soccorso cli una parte rninacciata cli essn , e specialmente della capitale. E si noti che sceglieY:isi quella linea porchè oltre gli interessi rni litari, erano in miglior modo so(lclisl'atti anche quelli economici generali dello St.aLo, specinlmcnte se, come si propone1,a, questa l'errovia fosse collegata con Genova, rnorcè dnl la norgotaro-Chiavari e si prolungasse da r ~rma a Suzzara. Vedrb perciò che molteplici erano i motivi che mi condu cevano a quel giudizio, ·e uon gii1 la c:ircosta nzn che i,l Cian·i, 1·itiene la Pistoia- Ilologi1a hnea, rnih.tare. Trovava ozioso i1 discutere, se la ferrovia della PorretLa si pos$a ritenere o chiamare linea mil itare o forrovia militare, sapendo diggiil che la portata di questa linea è limitata ; ed è perciò che proposi una ferrovia all'oriente, ed un'altra all'occidente di Bologna, per ovviare a quella defi cienza , avendo presente, che cadessero entro il fronte difensivo appennin ic;o . Riteneva doversi scegliere. quelle linee, che più favorissero il concentràmento dell'esercito nella parte· continentale, -od il rapido ripiegamento 110.lla penisola di quei tre c.orpi d'armata, di cui parla la commissione di dil'esa dello Stato. Mi sia Icci to esporre clu~ io credo clehbansi dire linee militari o ·strade mili tari, quelle che si costruiscono unicamente, o quasi, per scopi militari; come sarebbe quella ordmaria c;he l' Austria costrusse per lo Stelvio, o l'altra ferrala da Villaco a Frauzenfc:;tc, quella da Lucca a Pietrasanta da molti proposta, cd anche in quello. memorie. Le altro sono strade o ferrovie commerciali, ma che per la loro giacitma servono mirabilmente anche agli interessi milit,1ri, e solo :wranno una maggiore o minore porta ta. Sarebbe certo utilissimo. l'avere ferrovie con pendenze non superiori .ad 1/ 8 0 ; ma pel p11ssaggio dell' A.ppcl).nino è giuoco fo rza o non averne, od accontentarsi di ferrovie con pendenze molto maggiori . A pro_, vare ciò basta riéhiarnare uno· specchietto della Relaziono della · corn rnissione per la sceha di un vulico fcnoviario dell' Appennino fra quello cli Porrctta e Fossato, nel quale sono esposte lo pendenze rnas.sirne di cinque strade proposte per auraversare gli Appennini, cioè: p,ella linea Firenze-Imola . chi!. ,\.J col 22 per ¾ » Pontas,ieve-Faenza. » 29 . col 25 » » Arezzo-Forlì. » 3·1 col 22 » » Alezzo- Cescna . » 4-8 col 2:S » » Perugia- Cesena . 46 col 25 " ))

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Si noti poi che nel .primo progetto della linea Arezzo-Forlì l'ingegnere sig. :Mercanti, in ossequio della dogmat.ica idea che le fe rrovie per soddisfare agli interessi militari non debbano avern pendenze maggiori di 1/ 80 , con lodevole zelo studiò un trncciato avente questo limi te cli pendenza; ma tanto il consiglio superiore dei lavori pubblici quanto la precitata commissione ritennero migliore consiglio di aumenta re la pen(lenza massima di crnella strada, variando il tracciato « perchè il « 'l)anlltggio d•,; nna mrite pendenza,·ricercata con g·rc11yi sacr ifÌC'i dt~iJenta « i lliu;m··io, q·u(vndo s·i è costrett'i cvi d·istribwbrlo ·in tcil modo »; come in fa tto succede ù snccedcrit sempro per passare gli Appcnni n.i con progetti adotln l,i1i. Stn nd9 così le cose, sar:\ pur necessario che ci servia mo di crueste strade CO:n maggiori pendenze, si Chiamino o JtOJl Si chiarn iuo lince o ferrovie militari, e per ciascuna strada, attenendosi ai dati pratici, raccolti dagli iugeg11eri, ne clovrnmo calcolare la possibile portata. Da crueste pra~icl1e osservazioni per es. risulta ( come si raccoglie da. detta Relazione) che la rn iuore portata di circa un terzo, della ferrovia. della Porretta, in confronto d'altrn strade con uguale pendenza, è dovuto alla di fotto::a co~trnziouc clcl tronco Pitecchio-Pracchia . Dicono i relatol'i di quella comm issione, ehe avuLo riguardo ai tre fattori, che influi scono nell 'osercizio e nella portata di una strada fe rrata eh rn.ontagua cioè: ,f O al.tcu a a cui si ehwa la rnas,;a dei convogli, 2, 0 inclinazione della strada, 3° luughezza di trn tti nei quali la, trazione è vincolata a siffa tte pendenze; si. possono con~idcrare pressochè eguali lo portate delle tro lince .Firenze-Imola, Pon tassieve- · Faenza, A rezzo- Forlì, capaci a trasportare circa ,~80 veicoli al giorno, senr.a ponto forzare il servizio, mentre cbe dalla Porret-ta non ne passe-· rebbero che 3:lO. Non è perciò ritenuto irn possibile che si possa aum entare la portata delle due lince cli un ottavo, e cioè calcolare anche il passaggio, di 900 veicoli per la strada della Porretta e insieme per l'altra ArezzoForlì, va le a dire d'un corpo di armata in tre giorni. Per In linea SpeziaParma che è iu condizioni migliori dolio precedenti, stante .la minoro altezza a cui dovrassi elevare la massa dei convogli, potrà va lutarsi la. portata a 500 veicoli al giol'llo, senza f'omne il servizio, onde in cinque giorni si potrebbe trasportare su cli essa un corpo d'nrmata . Insomma per cruei tre va lichi in cinque o sei giorni si farebbero tran:,itarc tre corpi d'armata dalla penisola alhì partr~ continentll le d'Italia e viceversa, seTJZa loccare il litorale, quante volte pe;rò le stmde· nella, pen'isoln arr i'l)cr,.çs(WO a pat·twrbi al loro distacco, eiò che in oggi. non pot.rchbc rarsi. 0


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E PER!OD1Cl

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inclinazione essendo al 70 per 00 / 00 , meglio servono loggieri macchine e conisponclenLi treni. 1\1a non voglio abusare dei lettori prolungando questa discussione, e vi pongo termine, pregando quegli esimi autori militari ricordati con amore neil'articolo esaminato, di congiungere le loro forze nel far sì che approvandosi. la rete di strade ferrate proposte nel nuovo progetto si abbia riguardo agli int<'iressi militari; di adoperarsi per esempio che fa strada Eboli-R.eggio possibilmente sia interna: clrn ail' indifesa fronte {lei nord-est d' Italia al di là dell'Adige, almeno si provveda con un rnaggiorn sviluppo di fei:rovie, che servano al concentramento delle truppe verso cli es:;e ed a collegarne le · poche fortezze; a muniro di strade ferrate le fronti difensive cioè a riparare a quanto ò segnalato nelle propost.e fatte in quelle memorie. Ma siffatte cose le provincie non potranno fare se non si aumentano i sussidi proposti nel progetto di fogge per le strade in discorso, e cioè in proporzione degli interessi militari speciali, diretti e dewrminati che da esse possonsi ottenerei. Mi sia lecito aggiungere che il più probabile teatro di guerra sarà ·quello nella va lle del Po, che /~ lit che dobbiamo più lungamente sostenerci, e che se a ciò nou è provvisto con buone fortifica1.ioni, è necessario almeno provvedere col moltiplicarvi le ferrovie che servono .anche eminentemente agli interessi economici generali dello Stato. Colla pi1'.t clist.inta considernzionC\ mi raiTerrno

Dall'esposto pertanto deriva, che sebbene si avessero avuti presenti i diversi tracciati proposti pel passaggio clell' Appennino, sp<~cialmente avuto riguardo alla pendenza, dovevasi dare la preferenza alle linee Parma- Spezia, Arezzo-Forlì, pcrchè aru;he per rrucsto motivo in modo particolare a prima giunta erano preferibili . _Mi permetta ora il cortese critico di ricor·dare la vera ragione che m1 spmse a dar loro la preferenza, e che indicai in diversi luoo-hi di quelle memorie. Esposi in esse che siccome non si JJOSsono, spec:i:lm~nte in lta/;ia, cosl!ruù·e (errov·ie che seniano iinicamente ad iino scopo, ma .quelle che giovi,no ci cli!vei·s,i, erano da scegliersi quelle due linee, perchè soddisfaceHrlo nel miglior modo agli interessi militari ed ai più importanti , convenivano anche agli emin;n ti interessi economici dello Stato, c1uali sono cli favorire il commercio dei porti di Genova e Spezia pel Brennero, da quel li risulta11ti dal minor cammino a partirsi dalla Pontebba, dal Semmering, dal Veneto per arri \'are a Roma. E ciò provato ancora perché è certo che colla linea Faenza- Pontassieve, anche fatta quella Ferrara-.Faènza, si avrà un mag<rior cammino da quei passi e paesi a Roma. È: ben vero che si "~alcola nn risparmio di 20 milioni costruendo la strada Faenza-Pontassiern in luogo di quella Forlì-Arezzo; ma è ancora da valut.ar$i se con c.iò risu lti un certo va11laggio economico .per lo Stato. I due Yeri obiettivi cli questo nuovo passaggio con ferrov ia ad oriente cl t .Bologna sono Ferrara e Ilorna. Ferrara, a cui arrivano le ferrov ie austro- ungariche e tutto il Veneto; Roma capitale, che dev<~ essere il centro del movimento italiano. Quella, [funto di arrivo di pnrte delle forze che d~Ua penisola c~rrono a concentrarsi nella valle del Po, e punto rii partenza di parte d1 1p1elle ·che cou più breve cammino possono accorrervi in soccorso della difc::'a della penisola tirrena. Special rnerite co11 una fe rrovia .che parta da quella cl' arroccamento Pistoia-Perugia si potrà provvede1;e ad un passo appeu ninico, ma non a tutti, ed è però da riteuersi migliore cousigìio, ,wcnclo fortemente muni to il centro di una posizione difensiva, di rinforzarue le nli , verso l' estremo, ciò e.ho si ottiene coJla li nea Arezzo- Forlì. Se si coucluce una reua da Roma a Ferrara, si vede che torca Taran tola e J<'aenza ; ma se è prcssochè uguale partire da Tarantola o da Ar~zz_o, _perchè non si può andare da Arezzo a .Faenza, sarit a prefcr1rs1 d, andare da Arezzo a J.ìorlì, fo,tante solo ,1t~ chilometri da Faenza, e provvedere ai passi appennini, ed al commercio da Imola .. a 11 irenze, da Faenza a Pontassieve, con ferrov ie economiche la cui

Devo ii,~sim.o E. G!ANt.

Sgu,n•do si:ntetict> all'tu•tedellll-topog,•a.fia. - Tribtnudi u-iilita,•i. - Dissertazioni di GIUSEPPE BERTELLI,

tenente nella 13a compagnia alpina. - Verona, tip. di F. Apollonio, 1878, pag. 105, prezzo L. 1,60. Unicamente per ragione topografica, e probabilmente economica, vennero riunite in un polo volume rrueste dne dissertazioni, nelle quali con uno stile facile e brillante sono svo lti due argomenti affatto diversi, come lo dimostra il rispettivo titolo. Dopo brevi ricordi storici della topografia, cho menano l'autore a de- · finire in che consiste veramente e a che punto si trovi presso di noi >

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LIBRI

quest'arte uscita ad un tratto dalle fasce bella e gagliarda da non temere stranieri con fronti, egli entra in materia. Non è uno studio tecnico questo suo sguardo sintetico, ma, come giustamente egli lo ha denominato, una dissertazione ·sulle più utili e razionali applieazioni della topografia. Parlando anzitutto dei lavoratori topografici, descrive a grand i tratti quali debbono essere le condizioni dell'opera lot'o, distinguendoli in due specie di artisti : rilevatori regolart di teneuo e disegnatori; questi non fanno che un -li\voro puramente necessario, mentre quelli debbono far agif"!:l la mano 1:01 concorso di un occhio militare e di un;1 mente ben fornita di cogu izioni militari clic all 'arte della guerra si riferiscono . Al rileva tore topografo spetta il regno delle tavolette pretoriane coi suoi attri}mti; al disegnatore topografo il soggiorno dell'Jstituto topografico col.la penna e col bulino; e fi nalmente all'abbozzai.ore di terreno, l'aperta campagna cogli ausiliari della mano, della men te e dell'occhio rni-Jitare; se poi le doti specifiche di questi tre artisti si riu11iscono in un solo individuo, tan to meglio. Ma quale ,fove essere il carattere dei veri schizzi , che si vedono raramente e che debbono essere cosa ben diversa e distinta dal lavoro topografico regolare e gcomct1:ico ? A svolgere questo tema l'autore consacra un altro capi tol.o, nel quale tratta delle condizioni dei lavori speditivi, degli istrumemi che richi edono, dei casi ne'crual i vel'amente possono tornare utili. Un terzo capitolo è consacrato alla /hiseolog'i.a topograficci, della quale rautorc propugna ln massima semplicità ed esattezza . Infine eg!i si occupa delle monogra~r:, ne accenna lo sco po e i n ragione di questo ne fissa i limiti. Sani criteri pratici, in massima conformi a qnel li am messi dal nostro Istituto topografico militare, esposti in forma ch iara e vivace, forse talvolta condita di erudizione un po'ostèn tat.~ e di similitudini specu. Jative c;he· rasentano la rcuorica; ecco i pregi e i diJeui di questo lavoro, il quale nel ::;no comple~so dimostra nell'autore molt:i coltura, ingegno cd abi tudiiÌe a lavori di maggior mole. Altrettanto possiamo dire della seconda dissertazione intitolala: « Tribunabi 111:ilitari ». fa esso sono svol ti de'problem i non nuovi, ma sempre gravi_ e delical.i: la necessità di un codice penale militare; quali sieno i giudici naturali dell'esercito; se convenga la istituzione di tribunali militari misti; della difcs::i dei militari sottoposti a proccdma mi litare. L'autore propugna la istituzione dei tribunali .misti, per quila gararJZia che è dovuta a tutti gli accusati, anche se mi litari, e per le

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E PERIODICI

difficoltà legali che presenta sempre la istruzione di un processo. Non entreremo ,a discutere questa proposta, nè seguiremo l'autore nelle sue argomentazioni; ci ba::;ti dire che queste sono serie e meritevoli di vC'Iiire discusse. · Non possiamo a meno_di incoraggiare il tenente Bertelli a proseguire lo studio e lo svolgimento di soggetti importanti; ch'egli non si lasci trascinare dalla sua facilità di scrivere e dalla tendenza alle considerazioni troppo ,astratte: ch'egli non. abusi della erudizione, frutto senza dubbio cli una ben fondata educazione intellettuale, e riescirà a darci qualche nuovo lavoro che gli farà onore

Gli ele1nenti ,li topof1t·a/iti i1n un coll,1. solu~ione di pcn•ecchi 111·oble,ui di geot'l'tet,•ice 111•,1.Uc,1. 'indipen,:tent,~1ne1de a,;,,,,. t1•igono111et1•i", esposti dal

capitano

CONTI ERNESTO,

Torino, Paravia, 1878. -

con

XXVII

t avol e in litografia.

Pag. 84, prezzo L. 1, 50.

· Questo opuscolo compendia in poche pagi ne le principali nozioni i.eoriche della topografia, e sembra scritto più particolarmente per coloro ai quali non siano famigliari i calcoli matematici. La distribttzione della materia nelle sue varie parti e l'ordine di e:;sa non differisce dal metodo seguiw nella compi lazione di simili operetl,e, il cui scopo è quello di dare un'idea geucrnlc dei piani topografi ci e delle essenziali operazioni per eseguirli. Gli elementi sono divisi in undici c.:ipitoli , da considerarsi come altrettante brevi lezioni, rnanLénendosi per lo studio di esse nei limiti del testo. . • Nei primi . quattro capitoli sono e;;poste le preliminari definizioni, i princi pii sommari della livellazione, la teorica delle proiezioni e dei rapporti di queste colle lunghezze rappresentative del piano, le difforenze tra le principal i .c11rtc carte topografiche, nazionali ed estere, e ciò che concerne la levata collo squadro ordinario e i differenti meizi per misurare le distanze. Un capitolo è dedicato alla descrizione clcgl'istromenti che servono alla mi::mra degli angoli, e contiene anche alcune soluzioni di problemi di geometria pratica . ANNO XXlll, VOI., lll.

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E PE:fUODICI

La triangolaz:ione, un cenno del rilievo delle ahure e dei par~icola,IJll, la lettura delle ca1·te ed il I.oro orientamento in camp.agna sono argomenti ,vrattati in modo assai succinto . Infine negli ulti mi due capitoli sono condensate le regole perla copia, fa riduzione e l'ingrandimento d.eHe carte, come pnre le notizie più indispensabili intornò ai caratteri ed alle ~arLicolarità del terreno; .cioè <'[UaHto basti per dare un'idea delle ricognizioni e degli itinernri. la brevità oon cui è fatta l'esposizione dei vari temi svolti in questo com~)en.drio non nuoce, per quanto rifl ette la teoria, ad una cert:a chiarezza ed al metodo didaui<io; ma percbè l'opuscolo possa veramente riu-.scire uti le a coloro che hanno pochr{ cognizioni di matematica e n,essuna di topografia, occorre che le nozioni riassunte in alcnne parti di esso siano rafforzate dalla pratica applicazione.

Studio biografi co cli PIETRO Firenze, . tipografia della Gazzetta d'Italia, ~ 878.

Atrouso Ltnn,n•'IH,Q'l•a. -

FEA.

La narrazione della vita di nn uomo che· pervenne alle magg10n dignità, cbe ebbe gran parte negli avveuimenti politici e militari neil'ultimo trentennio di agitazioni, d'incert,ezze, di speranze, di lotte c di trionfi superato dal nostro paese, uon può sepanarsi dalla sto11ia di cruesLi faui. . ·.1.'nutore si propone in questa JJiografìa del generale Larnannora di ,dare soltanto un saggio cli ciò che potrebbe scri·versi intorno a questo argomento, . limi tandosi egli a cousiderare il soldato, che coll'ingegno e colle opere intese sempre a migliorar se stesso per poter meglio corrispondere all'alto sentimento rlel dovere, l'amministratore, che contribuì grandemente a riordinare le ro~ze nazionali, l'uomo pol itico, clrn rese segnalati servigi all'Itfdia . Ma, come è ben naLurale a comprendersi, i I lavoro di cni si tratta contiene una serie di episodi storici, che sebbene siano esposti sinteticamente, tuttavia trascinano all'esame critico di quella catena cli cause ed effetti, alla c1uale .si annodano le fi la cli gravi eventi, il cui giudizio scevro rli passione, iì,lum i-nato e sicuro solamente il tempo può maturare, , Però nei differ:enti quadri, che si pre5enta110 alla mente del lettore, il soggetto principale non rimane oscurato da lla lLLce ri11essa degli aècessori, anzi viene a risaltato vieppiù, cd a por$i rn più favonwole

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JJvidenza . Merito questo non meno della tessitura g.el racconto, quanto della concatenazione delle cose che naturalmente vi contribuiscono. Da Goito (t Novara, da questo disastro alla rilevata fortuna , ch,e 11uirlò le armi piemonte$i in Crimea, a .Palestro, a S. Marti110 f) infine agli àvvenimenti mi litari del ,t 866, sono tanti periodi storici di sì graude importanza, che per quanto comprensiva sia la sintesi, occorrono numerose pagine per de:;crivere ognuno di essi. E in tutto qu.esto avvicendarsi di casi l'autore couvenientemen~e di~ostra _la grande influenza dell'azione sia direttiva, sia moderatrice, sia motrice del generale Lamarmora; nel qnale se non si rivela il gcnip che crea e domina le grandi evontuà'liti., nè il grande · capitano, si ammira l'elevato ingegno, l'integro carattere, il giu!;to accorgiruento politico, l'energia delle ri;;oluzioni, la perseveranza nel compimento del d_overe altamente sentito. Se nella commemorazione del Fambri so pra il La. marmora, della quale abbiamo pure fatto un cenno nella precedente .Ri'P'ista, prevale' la forza del sentimento ed il calore oratorio, nella biografia del sig. Fea non manca l'accurata esposizione delle cose, li giudizio opportuno, l'ordine storico.

La ilifesa •nilita••e 1na1•itthna tleU',1.·t 1dia, di GIOVANN I M oRo. -

Venezia, Cecchini, 1878.

Le navi da guerra sono la prima linea cli difesa delle frontiere marittime di uno Stato; gli ostaco li naturali ed artificiali e le opere di fortificazione litoranee costitui:;cono la seconda . Ciò posto esaminiamo la situazione geografica del nostro paese sul mare e la potenza della nostra marina, comparativamente a qttella della rnarinH straniera. L'It.alia ha uno. svi luppo di coste che ì: inferiore di poco in Europa a quello che hanno la Francia e l'Inghilterra, ma queste nostre coste e le isole che v'appartengono sono del tutto indifese. _Dunque la nostra posizione sul mare /: abbastnnza grave. I grandi e rapidi progressi della balistica e della metallurgica hanno fatto della potenza di resistenza delle corazze la principale condizione della nave da combattimento, la quale così rimane sehiacciata sotto il proprio peso. L'Italia è andata più innanzi .:ille altre nazioni nell'aumentare lo spessore delle corazze, volendo che il Dwil:io porti quelle di 55 centimetri.


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LIBRI

Intanto da un quadro statistico del generale russo Moussélius rilevasi che dopo l'Inghilterra, la Francia, la Germania, la Turchia, la Russia e l'Ausiria noi occupiamo il settimo posto come potenza marittima. Questo non basta. Dobbiamo far venire dall'estero tutto quello che· occorre per costruire e armare navi di combattimento. Se ·sorgesse una complicazione politica e l'lnghilterra ci chiudesse le sue officine, la nostra marina si troverebbe senza base di riforn imento e di riproduzione. La conseguenza da dedursi da queste premesse è che la nostra marina è debole e non difende il paese. . ~eco. il qua?ro che con foschi colori ci dipinge nel suo opuscolo ll s1g. Mo.ro, 11 ~11wle per aggiun ta non ha fid ucia di sorta nelle grandi cost1:nzwn1 navali come quella del .Dwil:io e del Dandolo . Quali sono i rimedi'? La marina .mili tare ha la ,ma base nelle forze industria li del paese. Bisogna quindi dare il maggiore sviiuppo a queste forze, eh<~ costi tuiscono la verti potenza mariuima ai nostri giorni. L'aùtore dimostra che ciò non è poi così cl ifficile come si pretende, poichè non è vero clu~ l'Inghilterra produca il materiale a miglior mercato delle altre nazioni, e risulta anzi che. la nostra mano d'opera ii la meno costosa in Europa. Rimane la seconda parte c.lell'argomcnto, cioè spiegare il modo cli formare la seconda linea di difesa . . Vista la ,portata e .la potenza delle odierne artiglierie, gli ostacoli ~er impedire l avanzarsi delle col'azza te debbono essere posti a quattro chilometri almeno di distanza dai porti, dalla città, dagli stabi hmenti e dai cantieri situati sul litLora le ma rittimo. Bisogi1a :inoltre studiare se giovi a vere piccole, ma for ti navi per proteggere le torpedini fisse; munirsi di battelli hm.eia torpedini; costruire nei punti di granite importanza rorti corazzati: difendere con dighe parallele porti ecc.; rendere atte le ferrovie' pel concr{ntram en to di considerevoli forze dello eserci to su qualunque p11nto del territorio. In pochissime pagine, con molta, con soverchia rapid ità, che non ~n~uca di cl'. iarezza e il i un certo legame logico, sono esposto queste idee generah .:opra un;~ que~tione, che fortemente tuttora si agita, e sulla qualr1 g1a molto lu scri tto, mn senza poter trovare le soluzioni cosi fac ili, come appariscono al sig. )fol'o. Un cenno bibliocrralìco non permette la discussione dei prineipii; ad ogni modo è lod~volc l'intenzione colla C[liale <~gli ha voluto riassumere 1 punti controversi del soggetto e richiamarvi sopra la pubblica attenzione.

E. PERIODICI

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Tabelle reltdive alla eostitu~ ione dell'esere,ito a u s t~·o -ungarieo, pubblicate dal Corpo di stato maggiore,

Roma, Voghera, 1878. -

Pag. 116.

Nella premessa di quest.a pubblicazione si rende sommariamente conto dell'essenza e della distribuzione delle varie parti del lavoro, che consta di cp.iadri sinoULci corredati cli avvertenze e di note intorno ai principali dati ri fl ettenti il reclutamento, 1.'ordinamcnto, gli stati effettivi di pace e di guerra dell'esN·cito austro-ungarico . Lasciamo quindi a queste pagine preliminari il còmpito di dare più particolari ragguagli sulla materia di cui si tratta. La prima parte accenna gli effetti che produrrà la legge di reclutamento elci ~ 868 a rotazione compiuta, e quali sono int:.in to le forze disponibili dell'Austria- Ungheria , finchè rimangono alcuni degli elementi forniti dalle leggi cli levn anteriori a quelle del •1868. La seconda parte premette i principi fondam entali clell'orclinamento, indi deserive la circoscrizione territoriale, l'organizzazione dei vari servizi · e gli stabilirneuti ed istituti mil itari. L'u lti ma parte presenta la com posizione e la forza eITettiva dell'esercito, della rnai'ina e della Lanclvher. La presente nuov;i edizionr~ riprocluee più correttnmc{nte e in modo più. ampio le t,abellf: eonsimili pu bblicate nel febbraio del •1815, tanto perchè era necessario rivedere queste ultime e tener conto in esse degli effetti prodotti noli' ordinamento mi Iitare dell'Austria- Ungheria, quanto per corn-:ggere alcuni dati riconosciuti meno esa tti nella prima pubblicazione. Alcune altre tabelle ed una carta puramente dimostrativa de.Ila dislocazione e circoscrizione militare compiono lo studio sullo stato delle forze di quella monarchia. Un'appendice che contiene utili notizie sulle armi, sul materiale di artiglieria, sulle munizioni, sugii uniformi e sui regolamenti principali in vigore nell'esercito austro-ungarico chiudono questo libretfo, la cui importanza lo renderà necessario a tutti coloro che si occupano della costituzione degli es€:rciti st.ranieri, non che a tutti i militari studiosi dei J'att.i che possono interessadi.


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1:; PERIODICI

LIBRI

.Die EHtwickelunu d e,•, 'l.'aktik seit de,n R•·iege von :Ì.870- ':II. (Progresso della tattica, dopo la g'uerra del 1870-11). Volume II, di A. v. B o GUSLAWSKf, maggiore nel 1° reggi mento g ranatieri, Prussia occidentale . (V: dispensa 1° gennaio 1878).

Comincia il secondo volume con un hrnve epilogo delle considerazioni già svolte, in cui, come è naturale, si tien conto di prflferenza del.le ope.:. razioni dei Tedeschi. La marcia degli eserciti si compie su larga fronte, i' corpi sono separati da ampi i11tervalli; ma al rnomento dell'azione si trovano sempre raccolti. Il concetto napo leonico del dividersi per vivere e unirsi per combattere trova la sua piena applicazione . L'azione logistica inoltre si col lega perfettamente con quelìa tattica, e sin dalle prime marce comincia a manifestarsi la tendenza all'accerchiamento, che si compie poscia sul campo di })attaglia. 11 contegno dei Francesi è incerto, e, in causa dell'incertezza, passivo ; eccellente il rafforza1Ì1ento delle posizioni, difettosa sempre la ·distribuzione delle trnppe. L'artiglieria , il cui matceiale è inferiore in bontà a quello tedesco, è pure adoperata in modo non troppo commendevole, e la cavalleria, impiegata secondo il metodo antico, interviene nei casi disperati con grave suo danno e senza alcun Tisultato. L'artiglieria tedesca invece, ncll'a\'anzare mostra grande fi ducia e tale ardimento che confina con la temerità; nel ri tirarsi, caso raro, è imponente. gssa basta a sè e il suo fuoco è sufficiente a determinare la vittoria sui punti battuti, benché in genera le al merlesimo d1~bba -tener dietro l'assalto della (anteria . La fanteria s'avanza in colonne di compagnia, ma presto si scioglie; la linea di stormi è la sola e vera forma da combattimento per il fuoco e per l'assalto. Donde' ine·vitabile il rrammischiarsi di compagnie, di battaglioni, cli reggimenti. Anche da parte dei Francesi · s'impiegano forti stormi, forse più difficiimcntr} guidabili. Questi aprono il fuoco a grandi distanze è a pr_eciyizio; mentre i :1.'edeschi cr,minciano a dista nze più brevi, e con m1gl10re successo. Ravvi pure differenza nell' impiego della forza, impcrocchè i Tedeschi consumano la loro prima schiera fimo alla scoi·ia, i Francesi non giungono mai sino a questo punto. Il combattimento di fanteria è un continuo ondeggiare di stormi, nel quale le crisi repentine si ripetono con maggiore frequenza. Esso mostrò l'irn possi-

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bilità cli una esatta applic1rzioue dei regolamenti tattici 10. vigore, e la difficoltà grande cli conservare .la disciplina e d'impedire lo sbandamento, fotto questo che costituisce appunto il lato debole della tattiica attuale. Queste le osservazioni .riguacclo al primo periodo della campagna; nel secondo periodo vi è varietà . I f?ranccsi si studiano di applicare i modi o le forme tcdesch!~; ma mancano di mobilità, di tenacità e di discip lina . .La lotta risulta meno micidiale, fuorchè in pochi punti,· dovo si fa aspra per eff:tto di preponderanza di fo rza da parte doi Francesi . L'artiglieria tedesca è costreua n maggiore frazionamento per ope~ rare su· fronte più larga; la fanteria ricorre a nuovi e svariati mezzi per ottenere qualche successo; cosa che contro le truppe dc.I ,1° periodo, c;l1e non erano raccogliticce, ncm avrebbe potuto fa re. Accenna,te così sommariamente le principali conseguenze che si deducono dai fatti della campagna del 1870- 7,1, l'autore esamina Jc. tendenze. odierne, qua li si manifestano negli scri tti cki più riputati autori tedeschi. Nè si può dargli pienamente torto se a questi s·i arresta, porc.ltè nel l'esercito tedesco i frutti dello studio sono più copiosi elle in !p1aluuque alt.ro . La ragione è evidente. Gli ufficiali tedeschi non sono condannati a menan~ un3 viut non:iade con immenso e irrepal'abile ,;preco d'intelligenza e di tempo; la pos~ibilità di . $tudiare e di allargare la cerchia clell(~ proprie cognizioni non è privi legio di pochi. Questo è per l'csereito inestimabile benefi cio, ed è dovuto tinicarn ente alla · coltura degli ufficiali se esso cammina in tosta agli al tri, e, come dice l'autore, dà loro il tono. Tuttavia per non parere troppo esclusivo, egli soggim1ge in fine: « Noi dobbiamo ampiamente 1'iconoscerfi che la vita int.ellettuale e « scient,ifica negl i eserciti francese, austriaco ed italiano si è oltremodo « sviluppata, e che con ogni sMta cli disposizioni si è procurato cli « otte-oere quei progressi, che s1wcialmente ne.ll'istruzione degli nffi" ciali, ~i riconobbero uecessa ri » . E qui comi1lCia la lattica delle tre anni. Disposto a -conservani delle antiche espressioni quel le che 11 0n possono génerare alcuna idea erronea, l'autore rigetta come tali quelle di ta ttiea 1,)tlrn o formale, e di tattica applicatci, e stima conveniente la divisione in viccolc.1; e grnnde tatti<,a. Noi 0rediarno cbe egli trovi:!rcbbe qualche difficoltà, se dovesse dioliiarare li:l ragione di quell 'a ppellativo di p·iccola appiccicato alla prima parte, che è importantissima , e si regge da sii con principii e caratteri propri, che in ncssnn modo possono essere confusi con qùelli 1

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dell'altra parte. La tattica deve modificarsi ogni dieci anni, ha detto il gran capit,ano; ma questa massima non è riferibile alla bo-rau tattica t . . . . .. . . . i cm prrncip11 si trovano egua lmente applicai.i alla battaglia cli Leutra come a quella di \.Vorth. Siccome avviene che quasi in oo-ni ramo di stt~dio si trevi_u~a parte distinta dal rimanente con rruaiche appellativo che ne rnd1ca il carattere più elevato, così riteniamo che in questo si debba seguire la stessa noÌ·ma,. e che con maggior esattezza si possa affermare, che la prima parte è la vera tattica, l:i t.attica propriamente detta, lo studio della quale deve necessariamente precedere l'alt.ra, c;he è la gran tattica. Anche le definizioni date di quc~ste due parti lasciano alquanto da desiderare nel la precisione; la gran tattica è « la disposizione elà condotta (An01·dnung und Fuh?'·ung) del combattimento; la piccola tattica è « fa maniera cli combattere o di lottare {Fechtan oder Kampf'we'ise) di nu'arrna considerata nei suoi particolari ». . In queste clefìnizioni si sente l'in.Ouenza dellr, idee del lo Scherf; ma queste costituiscono tutte un sistema, e non si po::;sono in parte abbracciare, e in parte respi-ngere, senza che ne nasca confusione. Nel concetto di quesl.'autore, lotta e combatti mento sono due cose essenzialmente distinte nel modo, non in quanto alla forza od alla qualità delle armi; cosicchè clall'i rn piego delle tre armi può risultare semplicemente la lotta, mentre al contrario si può compiere il combattimento con un'arma sola, e le unità di lotta e di combattimento non rappresentano che la forza più conveniente per lo svolgimento dell'uno o dell'altra . È la tattica scienza oppure arte'? La questione non è nuova, e la ri_sposta data i~ la solita : è l'una e !'a!l.ra cosa ad un tempo, perchè d1 ~ntrambe possiede gli atl;l'ibuti. E però da ossr1rvare, che la gran tattica, comr1 la strategia, ?: pura scienza, il che costituisce un'al tra importante distribu.ziooe tra le duB pani in cui vien divisa In tattica. . Riconosciut.a _l'influenza della tattica sulla preparazione nel tempo d1 pace, e specialmente sull'istruzione delle truppe, l'autore stabi lisce il principio « essere assolutamente nrcessario che l'istruzione si trovi « in perfetta armonia con le verità fondamental i della tattica gene« ralrnente riconosciute »; pri ncipio indiscutibile, rna che non "trova perfetta applicazione presso nessun esercito. Il regolarnenlO d'esercizi deve avere per base lo svolgersi del combattimento, e d1~terminare le fornrn che !.ervono per il caso più semplice; cioè su terreno piano e col nemico sulla fronte. Per gli altri casi non si possono dare che nonne fondamentali.

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I rerroJamenti dei vari eserciti europei successivamente esaminati portani in modo più o meno evidente l'impro~ta d_i q~e!l~ ~edesco . Tanto qnesti, quanto l'armamento presentano frn loro ~!fle_ienze poco sensibili; perciò si COrtChiude che lo sta to dr~JJe c_ose è a ll lH~IJ'Ca egua~e presso tutù gli eseeciti, e che la tattica deJla fa nter.1 a _h~ f~tto dapet,tntto ecruali progeessi. Perù l'autore osserva, tale equ_1l1bno e:;1ste1. e 0 che l'esercito tedesco conpi·ù 11 eJJa' forma . che nella sostanza, e spera . . . .' serverà la supremazia acqui_stata, prornovendo ~on maggiore, at~n:1ta l'istruzione necessaria a far argine alla potenza dissolvente clell odwrno modo di combattere. Per tale ragione egli si preoccupa grandemente dell'istruiione individuale, e vorrebbBche fosse m::ig~iormen_t.e est~!Sa quella parte della medesima che riguarda 'il combat,t11nento rn ordme sparso . . . . . , .. È Nella compagnin prima dell e lorme SI esa rnma l ord1~amento. combattuto il concetto dello Scher!", che vonebbe le tre ngh_r~; ma le ragioni addotte nonsernhrano le piùconvincenti. Questa formazwn e vuol es;ere considerata sotto l'aspetto del manovrare, e non del combatter~, e allora si vedrebbe tosto quella su clue righe essere di gran lunga p1~ vantaggiosa, non fosse cl1e per la faci lità del r:'.l.ddoppiamento: M.a il grave inconveniente dell'ordinanza pruss_,ana, pm ancora che dal_ numiwo delle ri<>he, deriva dalla 11011 omogenei tà d(~i riparti che obbliga a certe modi fi ~~lì'.ioni al momento di entrare in aiione. Quanto i1l ~~nnnr? dei plotoni l'autore ne vorrebbe couserva_ti ~re, perchè ~er 1017.1<11'8 11 comhatti111ento un quarto della compagnrn m generale e poco, e la metà troppo; r'agione speciosa.. .. . . , . L'impiego clBl h,ìttaglione nell'attacco e nella dtlesa e abilmente tratteggiato. Vi sono però ::ilcuni punti nei qtrn li non ci tro,,ian10 rn perfetto accordo con l'autore. Noi crediamo, ad esemp10, che corra grande divario Ml l'impiego tra l'essere il battaglione isolato e l'essere unito ad altri battao-lio11i- la stessa cliffer(rnzn circa che corre fra la gwn tattica e la tatti~. N'el primo caso abbiamo l'eccezione, nd secondo I~ regola, ed è questa cl1e importa anzitutto conoscere sino ai più: n~rnu_t, particòlari. Stando nlla regola, il lasciare indietro una comp~gn1a Hl n~ serva, come vorrebbe l'aulOre, mentre le altre corrono ali assalto, puo esser~ errore funesto . Se poi ha int1~so trat.tare il caso eccezionale, allora l'errore sarebbe nel metodo . Nell'ordine da cocnbat.timen.to egli vorrc~bhe conservata la disposi- ' zìone pe1· linea prop11gnata dallo Scherf insieme a quella P?r'. al_a, _la · quale « non è scevra d'i nconvenicnti »; e ciò perchè ,, 1'11111ta d1 direzione nella linea deì tiratori è un potente fattore di più. per la vit-


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tor.ia ,>. Quest'argomento è stato troppo ampiamente discusso, perchè sia il caso di tomarvi sopra. Ci persuacle meglio quando dimostra che l'avanzare della linea non deve essere nè simultaneo nè continuo ed ha tutte le ragioni quando raceomanda di evitare il i'uoco a ,grandi distanze,.« massin,1a_ fondamen tale della tattica che è, e rimarrà tal; qua-lunqne srn 11 perlewmamento delle armi». I tiratori dovrebbero perciò essere addestrati a non aprire il fuoco su tutta la linea prima de!Ìa distanza cli 500 passi (i00111 ) . Questo limite è forse un po' ristretto . Non si· ammette la possihi li tà di portare la linea dei tiratori a ,J 50 passi dal nemico, come frequentemente avvieue nelle esercitazioni campali, e si ritiene assolutamente inamrrrissihiJc l'idea dapertutto accareizata di portare truppe chiuse sul l11 linea dei tiratori, perchh facc iauo fuoco a salve. Nella difensiva è raccomandato t'impiego delle pause nel fuoco (Feuer-paw,e) dalle quali l'autore spera grandi vantaggi. li fuoco clovrcbbt> esser~ rc:golato _col fiscl! io, e cominciare e cessare all' improvviso sopra punti chlferent1 della Jmea secondo i casi . Non si può negarn chequesto metodo rlarebbe uti li risultati, tanto più. che col medesimo si potrebbn meglio regolare il fuoco, e s'impedirebbe lo spreco delle munizioni. li.: però da dubitare assai intomo alfo sLw pratica applicazione. Ad ogni modo questa propogta meriterebbe di essere presa in considerazione, e se non fosse applicabile a 1.utta la fanteria, si potrebbe almeuo teutare d'introdurla presso le truppe scelte. Ad agevolare la raccolta cd il riorrlina rnento l'autore propone l'uso di banderuole per segnali, e ne vorrebbe una per compagnia. Tale proposta pare utile e pratiea; ma il numero è l'orsc eccessivo. Basterebbe una per batt.aglionc, e d.i colore diverso, per i tn} battaglioni di uno stesso reggimento. . : Circa il rafforzamento del terreno sono accennate le tendenze odièrne secondo le quali le buche da tiratori e le trincee di battaO'l ia sono d; r:·ef~ri~e ~i t'.·inccr~menti chiusi , destinati ad ac.coglicre "'pochi pezzi d art1gl1ena, 1 quah offrono bersaglio troppo evidente. Le buche dei tirator_i e le lince devono ·svolgersi a secanda del terreno, e dietro ~Jle medes11ne devono essere praticaLi gli scavi per i sostegni. L'artiglieria dev'c~ssere situata vicino a queste li nc~e coperta 11uant'è possibile da pieghe di terreno. . Noll'esecuzione di questi lavori dev'essere addestrata tut.ta la fan t~r'.a, e sopratutto. è necessario che gli ufficia li non solo li sappiano dmgere, ma esercuaudosi su terreno vario, cosa che non si fa mai, si abitLtino a esaminare e giudicare prontamente le circostanze del

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terreno, per determinare con eguale prontezza· i pU:nti ·da' rafforzare, e i particolari dell'esecuzione. . . . La discussione intorno alla fanteria termina con una proposta che non è nuova, ma che finora ha trovato· pochissimi fautori. Si tratta dif formare una ranteria scelta destinata ad operare in appoggio alle divisioni di cavalleria nelle proporzioni di un battaglione per ogni divisione. Resta inteso, che, oltre alle particolari qua lità richioste in una· fanteria scelta, questa deve possedere al più alto grado l'attitudine aJla marcia, tanto da poter tener dietro alla cavaJleria. La leggerezza del~ l'equipaggiamento è condizione indispensabile, ma s<: si t.ratt~~se d'. accelerare la marcia, la truppa dovrebbe lasciare lo zaino; percJiJ ogm compagnia dovrebbe a vere due carri . L'im~iego di qu;sta _fant.èria è minutamcnt.e indicato nel seguito quando s1 tratta dell ,rnpiego della cavalleria. Troppe obbiezioni si potrebbero rare a ques.ta proposta: anc~e senza· tener conto di quelle che si sogliono soll.evare contro le lantene scelte in generale, delle quali l'autore pare non si dia pen,siero,. quant~nq_uo ponga come eh iusa la mas,;ima, che senza buona fanteria non s1 vrncono le battaglie. La doppia missione della cavalleria :rnl teatro d'operazione e sul .cam po di battaglia è ch iaramente indica ta. Pare però all'autore, che, l'aggiunta delln fanteria scelta, della quale si ~ eletto, debba accrescere sensibi lmente J'eilì cacia della cavalleria. Gioverà osservare a questo proposito che le di,risioni di caval1eria sono piuttosto. costituite per scopi loò,ist.ici che tattici; mentrf~ all'irn piego t.att1co rispondono per. fettame1~e Je divisioni composte delle tre armi, nelle quali entra pur~ quella parte di cavalleria, che i: destinata a operare SLll campo ~1 battaglia . Ora, se lo scopo logistico ~ il principale, bisogn?r:~he_d1~ mostrare che l'aggiunta di un battaglione di fan t.eria alle dn:n,1om d~ cdvalleria risponde direttamente a questo scopo . Invece I ~utore s1 preoccupa essenziHlmente ciel combattimento, pc! quale non v1 sarebbe bisogno di tante ragiòui, perchè si sa che Ja fan teria non ~e ne starebbe colle armi al piede ad assistere impassibi le alla lotta, e v, troverebbero utile impiego, non uno solo, ma più battaglioni se vi fossr-ro . ~a, fa~tteria non potrebbe servire che come l'artiglieria, ad appoggiare c1oc lazione colletti va della divisione, ed in questo, iìC non andiamo errati, non risponde ad un bisogno veramente sentito, nè si potrebbe sperar<~ di trarre dalla medesima gn1ncle vantaggio; imperoochè normalmente essa dovrebbe impegnar,,;i dopo una marcia più o meno .lullga e fa~icosa. L'indipendenza, di cui ha t.anto bisogno la cavalleria nel compi-


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mento della sua missione·logistica, non può essere molto accresciuta dall'aggiunta del battaglipne, percliè non si tratta dei grossi corpi, i quali quanto più sono grossi tanto maggiore /1 la li bertil d'azione che godono di fronte al nemico, ma si tratta piuttosto delle colonne esploranti e delle f'razioni minori, le quali quando trovano incagliata la loro azione, devono ricorrere all'impieg9 del fuoco immediatamente, senza aspeua re quell'aiuto, che nè la fanter ia nò l'artiglieria potrebbero loro somministrare. . Neppure riuelle altre ragioni clie potrnhbero dirsi accessorie in appoggio di questa tesi ci sembrano soddisfacenti . Nessuno, ad esempio, vorrebbe illud<3rsi a tal punto da credere che gli otto carri di qnesto battaglione possano servire a qualcl1'altra cosa oltre al trasporto de(flì . . . e za,m; eppure l'autore trova, che << in momenti di maggior fretta una parte del battaglione n~onterà sui carri da bagaglio a tal uopo costruiti in modo partico lare per potere in breve raggiungere la cavalleria che avrà preceduto al trotto» . Egualmente ,~sngerata vuolsi ritenere l'altra idea che (< una tale mnovazione al principio della prossima ca mpagna giungerà al nem ico inaspettal.a, e non mancherà di produrre sul medesimo la più sgradevole sorpresa. Le considerazioni e proposte in torno alla cavalleria sono infine riassunte nel seguente modo: 1° Formazione di divisioni di cavalleria su tre brigate di due reggimenti ciascuna con l'aggi unl,a di due o tre batterie a cavallo e un bauaglioiw di cacciatori. 2° Aggiunta di un reggimento di cava lleria ad ogni divisione di fonteria. 3° Armamento cli 1utta la cavalleria con carabine, soppressione delln corazza. 4° Servizio d'avanscoperta fa tto per armate. 5° Costringere la cavalleria nemica a sgornhrara la front<>, dell'armatn che copre. 6° Nella ba uaglia impiego possibilmente sulle ali contro la ca valle ria nemica . 7° Le ·ca riche contro fan teria intatta vogliono tissere considerate come. eccezionali, cd eseguite so tto la rcsponsabi l.iti1 del comando. 8° Le cariche in grosse masse sono per regola da cvitare, ed ammissi bi li al più nei momenti dì crisi supreme. L'intervento per sorpresa dì piccoli corpi invece è da prornuovere ed impiegare . . _9° _Al. comandante non dev'essere prescritta neppure per _le eser-c1 tazion1 una determ inata forma.

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Queste escrcitazion1, le quali servono al più alto grado all'ammaestramento tattico tanto del cornand~nte qunnto della t.ruppa, e pr?~ curano attitudine di manovra all'insieme, vogliono essere npetute pm frequen!.emente. Si raccomanda che esse si facciano non solo . ~o~tro , nemico secrnato ma verso la firn~ devono manovrnre una . d1v1s1one conti·o l'alt~a partendo da una distanza di sette migl ia (r.>0 dul.) l'una dall' aItra.

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g,enn. :IS'U. (Rapporto annup,le dei cambianienti e dei p 1,0 gi·essi avvenuti nelle cose militari. - Quarta annata 1877). Pubblicazione de l colonnello a disposizione H. v. LOBELL. -

Berlino, Mittler e figlio 1878.

È testè venuta alla luce la pregevole ed importante pubbl icazione, che il colonnello Lobell colla coopcr-azione di va lenti ufficiali offre nualmente al pubblico militare da qunttro anni in qua. Compi lata coll~ stessa cura, col la stessa intelligenza degli scor::;i anni è <lessa uno cle1 più intei·cssanti e uLili lavori per l'ufficiale, il ~p_rnle vi_trova tutte le notizie cli cui può abbisognare intorno agli escrc1t1 estcn, alle sc,crnze ed alla storia milita ri. . . . . . L'opera comprende tre parti. Nella prima sono presi in esame i pm1c1pali camb1~rn <~nt1 e le modificazioni attuatesi durante l'anno nell'ordinamento rle1 vari eserc1 t1, i nuovi regolamenti pubblicati, le nuove _leggi ltdottate.' i progeLti _di legw: presentati, cce.; insomma quanto p_1ù m1porta di cooosc_ere '.nLorno agli eserciti della Germania, del Belgio, dell'Egi tto, della fraucia , della G·recia, dell'Inghilterra, dell'Italia, del Montenegro, dell'Olanda, dell'Austria-Ungheria, della Rumania, della Russia, della Serbia, della Spagna, della 'l'urchia, di Tunisi . . . · Gli eserciti francese, russo e turco sono quelli , come facilmente ?1 comprnnde, di cui si dà maggior copia di notizie; vengono in <;eguito quelli tedesco, austriaco, italiano, belga, ec~. . . Con particolare interesse abbiamo letto il rendiconto rn torno al nostro e:;erci LO ( del quale non si parla va neJI' Jahresbe1'ic/ite del 1817)

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-rendiconto nel quale con somma chiarezza è rim,sunto tutto ciò che fu -fatto sotto l'amministrazione tlcl genera le iVIezzacapo. La seconda parte, nella qriale sono presi in co11siderazione alcuni rami dell e scienze mi li tari , uon è invero co;;ì ricca come negli scorsi auni. Tuttavia conti ene i rendiconti sulla taLLica della fanteria a dcli.a c~vallcria: dell'artiglieria, e della guerra di forteiza, sopra la fortificazione, e mfìnc su lla polvere da tiro, e altre materie e$plodenti, mentre nell'anno scorso cra nvi ancora pregevoli fll"ticoli sulla sta tistica rni litar"e e sulle ferrovie, senza temer conto di altri minori. Al postnto parò, questa seconda parte, come è, risulta pur sempre un lavoro intcrcssnntissirno da l quale si possono dedurre i progrnssi fa tti nel -1871 dai :;ingoli ese1'citi. La terza parte non è meno importante dello altre, ed iu essa troviamo i rendicon ti del le guerre fra l'Olanda e A.tich e fra la Russia e la Turchia, dalle trattative di plornatiche dell'ottobre ·1876 siuo alla presa di Sofìa . È questa uua delle prime nanazion i sufficientemente particolareggiata della campagna turco-russa, specia lmente per quanto ha•tratto alle forze impiega te, alle mosse eseguiti~ e alle perdite sofferte dai <lue partiti avversari. )lerita perciò specia le menzione. imperocch è vi si trovano raccolti tntti quei dati che interessano maggiormente il mili tare e che sono indispensabili per lo studio di una campagna. Chiudono l'opera alcuni cenni necro logici intor110 a !i:O generali degli tiserc;iti europei morti dueaute l'anno, fra i quali i tenenti crenerali Brignonc Fi lippo, e barone Celesia, e il maggior generale con°te Manassero di Costigliolc. · In mezzo a tanta copia rii notizie, e di utili considerazioni ed osser-vazioni si avrel)be invero largo campo a spigolare; ma, ol tre -alle difficoltà dcl ln scel ta, ciò ne trarrebbe trop po lontano, e ci farebbe oltre.passare i limiti impòsti ad u11a semplice rasseg11a bibliografica . Sarebbe pure fatica sprecata tessere elogi di quest'opera tanto fa .. vorevolrn cnte conosciuta dal mondo militare; ci limitiamo pertanto a raccomandarla a quanti ufficiali conoscono l'idioma tedesco, pcrchè 1~rovcranno m essa uno 1fo'pitì utili manuali.

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Orgtn• der niilita.r-ivissetaschnftli chen irereine.

3• puntata. -

Vienna, Waldheim 1878.

Degli ult-i-mi esp1wri..rnent'i, colte corazze cli fer.ro e del ,loro impiego. qiello sciogl:iern •il problema della fortifì,cciz·ione; per il mo,ggior del gervio conte G-1,: LoEnN Em,HlND. - L'autore spezza una lancia in favo11e delle torri girevoli co1:azzate per cannoni e delle fortificazioni permanenti. Le prime permettono di far fuoco in qualsiasi din>-zionc senia che i pezzi siano danneggiati, come .fo. ,dimostrato dagli esperimenti -di Krupp, e al poligono di Tegeler. Le :;ccohde con un presidio poco numeroso assicurarono la mobili tazione e lo schieramento dell'esercito senza spreco di forza. Le opere di fort ificazi one passeggera sono indubbiamente di somma utilità, ma non si chieda loro un maggior servizio di cruello che possono rendere. Impiegate ne!la testa di ponte, nel rend er forti delle posizioni, nello sbarrare strette, strade o ferrovie, in opere intermedie fra le fortezze, cd in guerra nella difesa di tratti di terreno adatti, possono essere van taggiose, ma non si pretenda di più perchè l'osperimcuto sarebbe p_erieoloso. le m··n11i da fuoco a, mwn,o dopo la guerra, del 1870- 71. - Dalle esperienze della guerra si possono trarre, per quanto ha tratto alle armi . portatili, le seguenti ùeduzioui : ,1° Che il piccolo calibro dev'essere la baso di qualsiasi arma da fuoco portatile. ' 2° Che non si può ottenere una chiusura la quale impedisca la fuga dei gas, e la possibili tà di un fuoco di lunga durala, con cartucce di carta e con lappi di metallo o di chaoutschu, rria soltanto coll'uso di bossoli di metallo. 3° Che l'arma deve avere la massirna efficacia, ciò che si ottiene solo con forti c;:irichc •e armi pesanti. 4° Che è mestieri approfittare rnaggiornumte del v:rntaggio principalc., del Jucile a retrocarica - la velocitìl del fuo co - dim.inu<rndo il numero dei n:iovirnenti, e l'impiego della fo rza nei medesimi. 5° Che le armi della fanteria debbono perinettere un fuoco lontano, il lp1alc rnncla possibile di costringere il .nemico al lo spiegamento dellr, sue coloime anche a grandi distanze . 6° Che la ba ionetta non è utile in guerra, pcrchr- si può impiegare soltanto .fissala al fucile, e da questo di visa è null'altro che un im petlirncnto; una sciabola- baionetta costrnita convenientemente


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riunisce le funzioni della baionetta e della daga, e permette di alleggerire il soldato, togliendo la prima . 7° Che la cava lleria deve avere un'arma da fuoco di pol'tata uguale a quella del fucile di l'anteria; e di esso non può farn e a meno anche la cavalleria pesante. 8° Che in base ai principii del la semplicità e della gi ttata sarebbe opportuno, se possibile, ili dare alla cavalleria la cartuccia di fanteria . 9° Che non è l'arma migliore che renda vittoriosi, ma il miglior uso della nu~clcsima. L'autore prende ciuindi in esame le armi da fuoco . portatili della Francia e della G-erman'ia, e le proscrizioni in vigore nei due eserciti per l'istruzione sul tiro. Le reqwisiz'i,oni. e ·il r,ettonag/.ia:mento per mezzo dei n1agazzin·i durnnle le operazion·i, .del tenente colonncJ\o nello stato maggiore A . HoLo . - Studio interessante dell'importante prob lema, Ml quale l'autore viene alle seguenti conclusioni: ,1° I grossi eserciti possono essere mantenuti dnrantc le operazioni sol tan Lo per mer.zo del doppio sistema del le requisizioni, e dei magazzini-vive,·i . 2° I paesi ricchi e non ancora danneggiat.i sono in grado di sostentare coll e proprie risorse nel corso dello opernzioni armate cl'.oltre •100,000 uomini, purchè si pensi a tr11rredal':l>, ret,rovie quaicheaiuto per il pane. ;l)'· · 3(>-Il vettovagliamento per rneuo dei magazzini è sicuro soltanto in tempo di riposo; durante le operazioni è mestieri trar profitto del paese al.traversato . 4,o Un'arma La gode di completa libertà cf azione quando possa per l'ordinamento di tale servizio fare assegnamento in uguale misnrn e conLomporanearn en.te sul paesi~ e sui magazzini. 5° Oli ordini per l'esecuzione del veLtovaglia m.ento non pos:;ono per un'annata essere accentrnti. Il solo disc<mtrarnento degli stessi, col lasciarli durante il movimento ai comandi di corpo cl'arma ta, <li comandanti dello colonne, procura quell'elasticità ed e:mancipazionn dai modell i, che si possono soltanto Lrovare nell'impiego couLemporaneo di mezzi aclntti in opportune località . 6° La for.maziouc di profondo colonne cli 50,000 nomini sino a ,100,000 è sempre stata necessaria presso i grossi eserciti, e sarà iuevi · tabile·anche per l'avvenire. Snbhene il vcuovagliamcnt,o di codeste colonne sia di grave peso al paese cd ai magazzeni, purnondimeno il loro

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sostentamento non si dimostrò m1i impossibile, e perciò deve prendersi in considerazione anche questo caso. 7° Durante le operazioni non si hanno soventi dei giorni di riposo, e possono non aver lnogo senza grave danno degli interessi delle operazioni, più di quello che generalmente si creda . Un sistema di vettovagliamento, che si basi sopra regolari giornate di riposo è affatto inutile nelle attuali guerre di movimento. 8° Un sisLema di vettovagliamento uniforme, limitato, è di impedimento alle operazioni. Ogniqualvolta avviene un cambia monto nello stato dello operazioni deve pure cambiare il metodo relati\'Oai viveri, il quale deve adattarsi al primo. 9° Sovente la questione dei viveri avrà influenza sulle operazioni; l'ordinamento del vettovagliamento però non deve mai essere di ostacolo alla. libera azione dell'armata. 40° Nel difficile còrn pito di sostentare un'armata operante non si deve soltanto occuparsi dei particolari amministrativi, economici e tecnici; è necessario invece di far procedere insieme in modo oppor,.. tuno l'azione del vettovagliamento o quella delle operazioni. La direzione del servizio spetta perciò al comando supremo, e deve parti 1·e in tutti i casi cli richiesta dai comandanti di corpo d'armata, e degli organi operativi. Dell',in/1,uenza del tiro lontano siLl./e (arnie regolamentari di combatti.mento, per il maggio:·3 di fanteria Dm1n,. Dei segni convenz'ionabi 'f, r le ca·rte topografiche, e degli esercizi sul (ar schoizzi, del capitano cli stato maggiore E. REDTZ. La q1iestione della granata ùi Russia, del tenente DHAGAs. È il rendiconto tradotto dalla ·I O• puntata del G'iornale d'arliglier'ia . russo, degl i esperimenLi fatti in Russia allo scopo : 1° cli rintracciare la costruzione del proietto più adatto pel calibro di 4, e del peso di H 11. pfund; 2° di eseguire prove di confronto colle granate delle migliori costruzioni del calibro di i pfund e del peso di 1,i. 1/ . e rn ¼ pfund. Le prescr'i,z'ioni del regolamento francese sul collocarnenlo degli avampost,i,. Il passagg-io del Daniibio a Zi.mnitza dal 14 al 15 litgl!io . Rapporto del cornandante l'8° corpo d'a1·mata a S. A. I. ,i,l coma;ndante 'Ìn capo dell'a:rniata attiva, traduzione dal Wajenwij-Sborn,i,k La marcia del corpo di awnguardici dell'armata attiva ve1·so i Bulcan:i. Il passaggio dei Balca,ni e la pre,sa de,;, paesi montan·i, traduzione del Wajenwij-Sborn:ik. ANNO xx111. VOI., lii.

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LIBRI 146 Delle campagne d'i n'Verrio; traduzione dal giornale The Broad Azzow

N. ·,i-87 del 27 ottobrò 18ì1.

Not'iz ie statistiche siillo stalJ,ibimento Krupp in Essen; dalla ReliUe miHta:ire de l'etranger. Bibliografie.

Bivast ,unilita,•e••ussa (Wn.Jen11a..J0, Sbornjk). scicoli di maggio è giugno 1878.

Fa-

Il n'.Jstro (rnsso) regolamento rli e1Joluzion:i pe,r la fanteria. Alcnne dediiz'ion·i pmi'i-che dell'ukima giM1·ra, del ginerale barone ZEDDELER . (Se ne darà un sunto nella R'i11Yista estera). Co1rattere delle ('01·tificazioni di Plewna (con schizzi). (Veggasi nostro articolo di fondo). Cassa -m ihtare 1·ussa dei depo6'it:i e presti.ti. Popolaz·ione e te1·,r it01"io d&i Co.sacchi della Russia, in Eii1'opa e in Asia. K ,\SATEHIN: (secondo le informazioni verbalmente aYute). Azione cwnpale vresso Elena e Slatar'i.zza nell'anno 1877. R'itfless'i,orvi. sul combattimento, e l'istruz·ione in tempo di pace. S-u·i, ·va.ntagg'i, dii rnppresentare nel l!iro versane e cose JJer mezzo del bersagbio, del ca pitano RcsKrnwrnz. Il fiume A.m:u- Dar'i<i. Raccolta delle più receuli inJ'ormnzioni per L. KosTENKA . - AttualmenLe il corso superiore<~d inferiore dcll'A rnuDaria ,trovasi nelle possession i dell 'impero russo; ma anche il corso non russo ru esplorato in diverse epoche, sicchè l'Amu- Daria dalle suo bocche fino a Keiif (circa ;1600 chilom.) è abbastanza conosciuto. Nasce sull'altopiano di Pamir. · Finora si riteneva che la corrente Piandsg fosse il suo principio ma in seguito alle ricognizioni <-:seguite dal ti 87t al ·1876 si venne all accertare che esso deriva dalla corrente Ak-su (fiume bianco) che ·scendri dal lago piccolo Pamir. E si potrebbe al tresì supporre che la denominazione cli questo corso Ak-su abbia generato il nome anticamente dato all 'Amu-Dat'ia di Ok-su (Oxsu). · Il lago del piccolo Pamir, chiamato dagli indigeni Flar Kul od UiK ul (lago d' oche) , lungo circa 5 chilometri e largo meno di 11600 metri 1

E PEl1I0DICI

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trovasi situato a 3393m sopra il livello del mare, è attorniato eia alture coperte di ghiacciai che lo dominano dt circa 600m. Il fiumeAk-su scende dal' lato orientale cli questo lago dirigendosi dapprima ver.,o nord-est o quindi direttamente a nord; passa per la valle Ak-Tasc (sasso bianco) che costituisce il fondo dell'alveo dell'Ak-su, da cui assume il nome di bianco. Nella prima sua direzione l'Ak-sn corre per circa 186 chilometri e viene raggiunto dal suo confluente Mnrhab, da cui acquistando molta acqua prende la denominazione di Ak-su-Murhabe volga a ponente. Percorre quindi sul territorio russo circa 2.·13 chilome:ri e raggiunge 'il forte Wamar. (S<:iuh1rnn), dove riceve il suo tributario Piancl~g prendendo la denomina;1,ione dell'Amu-Daria. L'intiero tratto cle\l'Ak- su dal piccolo Pa rn ir fino a questo punto è valutato a circa 400 chilomètri. Da \.Vamar l'Amu- Daria dirigendosi a ponente travcr;,a i territori di ·due picc;oli Khanati e'. quindi serve cl i frontiera fra la Bucharia e ]'Afganistan. Questa parte della arteria clell'Amu 11011 è cono5ciuta che per mezzo dell e informazioni assunte. La lunghcz:za di quest'ultimo percorso raggiunge circa 235 chilom. · Da qui il fiume comincia ad essere ben noto, esce dalle regioni montuose assum endo il carattere della arteria di pianura, cambiando nello stesso tempo di direzione per seguire la linea nord-ovest. Riguardo al f{Uesito dell'antico Amu- Daria, che versava le sue acque nel l\iar Caspio, in base alle ricognizioni eseguite dall'anno 1872 al 1874, risulterebbe t:he questo vecchio ra mo (Urun-D,iria) era composto cl i dne alvei, cli cni il primo si dimmava da Amu fra Kipciak e Chodsgeli, di rigendosi da nord a sud, ed il secondo conosciuto sotto il nome Knn ia-Daria (anche vecchio fium e) aveva principio a qualche chilometro sotto la città Pitniak, prendendo la direzione dall'est all'ovest. . · Tutti i due rami sono oggi senza acqua, si uniscono fra loro al disopra della città di Kunia-Urghent, distante circa 213 chi lometri dal principale coeso clell'Amu-Daria. Qui la descrizione accenna ai vestigi delle dur. antiche citt:1 turcomanne che esistevano lungo il ramo della Urnn-Daria, ed alle cause del cambio detl'anti('o letto dclJ'Amu, asserendo che ciò devesi unicamente allo sbarramento eseguito dai Kan di Chiva nel l'intento di obbligaira i turbolenti Turcomanni. ahi tanti lungo quei rami, di sottoporsi alla loro dominazione venendo a stabilirsi nei pressi di Kanato.


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LIBRI E PERIODICI

Pare altresì che la restituzione del corso d'acqua dell'Amu-Daria al Mar Caspio ora sarebbe impossibile. Bibliografia. Guerra turco-russa :negli anni 18i8-2.9 .. Sv!luppo della tattica dopo gli anni ·1870-187·1 di BoGuSLA.WSKl. Viaggio ad ~sk~ Djuma e Sciumla, nel 1816. Viaggio del!' interno dell' Albama d1 MACKBNZ!E.

Rassegna mihtare russa. Guerra della Russia contro la Turchia negli 1811-·1818. Rassegnci miHt<zre estera. Inghilterra'. bilancio ~~78~79., Orcli~amento e forza dell'esercitoingle5enelle Indie. Forze mil1tandell AustriaUngheria (parte prima).

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GLI INSEGNAMENTI . DRJ.L'

ASSEDIO DI PLEVNA

IV.

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Dopo i memorabili fatti del 7 al "2 setLembre, le batterie russol'umene erette ad est ed a nord-est della città continuai'ono il bonìbarclamenLo, senza però al'recare gravi danni alle opere della difesa, le cui artiglierie non rispondevano che clebolmente. Se si eccettua il tentativo dei Rumeni di impossessarsi della seconda ridotta di Grivitza, tentativo che non ebbe altro seguito all'infuori di causare loro gravi perdite·, non avvennero sotto Plevna altri fatti d'armi d'importanza nel mese di settembre. Gli assedianti avevano scambiato il fucilè con il badile e la gravina ed attendevano a fortificarsi nelle loro posizioni, a munirle cli nuove batterie, ed a costrnire approcci contro le opere turche, e specialmente contro la seconda ridoW.t in Grivitza. Ma i lavori procedevano lentamente per mancanza cli truppe del genio e di strumenti da zappatore; e -perchè gravi difficoltà s'opponevano al. Lrasporto delle artiO'lierie che si facevano venire dalla . • V sinistra nva del Danubio, ovti trovavasi il parco d'assedio . . Per tal modo all'arrivo del generale Todleben sotto Plevna le trmcee russe non si estendeva.no che a circa quel terzo della linea d'investimento, che dalla strada di Lowtscha va a nord-est della ANNO XXtll, VOL, III,

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'GLI !N~EGNAMENTI

D l·:LL'Assr::010 01 PLEVNA

seconda ridoua di Gri,,itza; gli altri settori erano aperti e solo sorvegliati dall a cavalleria. Questa, posLa fino al ~19 settembre sotLo gli ordini del generale Loschkare,, (che dispone,·a di 8 reggimenti e di 3 hattehe a cavallo), passò in segu ito :,OLLO quelli del generale Krylow, nominato comandan te il corpo di cavalleria combinato, forte di circa 7000 combattenti. lJ còmpito assegnato a questo corpo era di impedire ogni conrnnicazione dell'esercito t11rco in Plevna con Sofì n e Ra.chowa, sulla :;inistm del \'icl, f' nella direzione di Lowtscha ~nlla destra. T Turchi avevano concentrato in sul finire di agosto nei dintorni cli Orkahniè una divisione di riserva, composta di Hcdiff, di Mustchafi:; e di Circa::;si. cbe assieme potevano annorerare un ·IO mila uomini.Q ueste truppe alla cni l.cgta stava Cbcfket pasciil, nel cor:-o di !lellembre erano slale notevolmente rinforzai.e. 11 rinfornimento dell'e~ercito cli Osman doreva a,·er luogo da Sofia, e le truppe rncro lte ad Orkahniè ~vevano da. :;cortare i eonrogli the all'uopo si :;arebl1cro spediti a Plevna, e di tener libera la comunicazione frn i due punti Orkahniè-Plovna. ll eorpo di Krylow era troppo debo le per soddisfa.re allct mis"ione affidatagli: le sue I ruppe poternno iuquietare il nemico, non mai tagliargli a.lfatto ogn i comunicazione con Sofia. Inl'at ti r iu,;ri acl Achmed Hi!'ri pasciit il 23 scu.embrc di soccorrer P levna con 2000 carri carichi cli munizioni, oggetti cli vestiario e YiYeri , scortali da 1 1O hrtltagli.on i di fa nteria, 3 reggi.menti di cavaiIeria ed un:1 batteria. Buona parte di que,-1.e truppe r·imase in Plevna e servi di rinforzo alla :warnigione. Altrn co nsimil e couvoglio l'iuscì ,L penet,rar·e nella citi.ii 1'8 ottobre. E siccomp nell'una e nell'altra circostanza la caralleria rnssa aveni. attaccato le eolonne l.urche, a render per l'a,, e11ire più sicuro il rifornimento della pia,.za, :-i determinò da parte turca di occnpare con Iruppe e di fortificare i tre punti principali di Lappa sulla :,; trada di Sofia, cioò Doln i-Dubn iak , Gorni-O ubni ak e Telisch. Una divisione agli ordini di A.riffi pascià, compo::;La di 20 haLlagl ioni e 15 pezzi (allri rngliono :H ) non che di nn certo numero di cavalleria circassa, veni va. destina.La di. presidio nelle lre loco.litit sopraindicate. li qllatticr generale di qliesla divisione si era :;tabilitn al centro . r,ioè r. orni-Dubniak .

Fra Loko\\ ize ed Orka.hniè erano scaglionale al Ire Iruppe. Il Seraschierato, che da Costantinopoli pretendeva di r·igerc le t1pet'a;;ioni sui teatri di gLternl eu ropeo ccl asiatico, credeva per tal modo cli arern assicumla la posizione di Osman a Pl e,na, e da queste posizioni si rip l'omelleva ancora più grandi rnn taggi sul nemico di lfnell i Onora oLl.cnuti. Se non che la massima che in guerra gli indugi finisconoperriuscit· sempre cli dan110 al p iù debole, cloveni aver s_ollo Pl ev na u 11;1 no,·ella conferma. La Russia arern mob ili talo pure mio, i corpi d'armala, ed i rinfo rzi che ella, a. r ichi esla ilei generale Todlebcn, aveva. direuo ~ut Yid ernno ben p iù poderosi p(lr numero f' qua lità di quelli che il Sera.schierato a, ern man chi lo i11 ai uto elci lmt , i difensor i di.I' lc, na. La Tnrcllia con tr·obil ant'iava l'invio di tre divisioni della guardia, con uomini tolti dalle ullirne risetTe e con elementi for:-e di qnc::;ti ancor pii1 scadenti. Coll'aumento delle fo rze rns:;c crasi provved11Lo pure a 1:nm li iamenti nell'alto lJersonale. A lnlo del prin cipe Ct1.l'lo di llurneni:l erasi posto il gencn1 le TotlJebeu. inquali1 i1 di comandante in secondo le truppe d'inrestime111 o, ed• al •generale Zolow el'a subentrato qnale capo di stato ma t)è) ,rrrioro il pnncipe IrnercLinski. l m.rnedial.antente dopo il secondo vettovagl iamento di Plerna, il comando i11 capo cli tutta la C'arnllf' ria intorno ,dla ci llà era stato affidnlo all'energico generale Gurko. G_ià nei pri mi giorni éli presenza a.I campo del generale Todlcl1e11 eras1 falla sentire la benefica :;ua influenza sulla condotta dei lavori d'.~sscc!io, ed i vantaggi di una direzione unica si rcnderano sernp l'e pm evidenti. Alle cli, isioni rus,e snl fronte e.;t, le quali erano rimaste indietro m~nLt'~ i, ~u'.ncni giit ayevn.no aperta la qnarla pnrnlella contro il foi 1'.3' ~1, ~, 1n 1tm.N. 2, venne da.lo ordine di avanzare, e tullè le altre p_os1Z1on , sulla ri,,a destm del Vicl, quindi anche i settori nord e sud, 1 ~ occup,~rono con truppe di fanteria e si fo rti lìcarono. Le. trincee lurono nnfoi·zaie con lun ette e ridolle e si spin,;ern approcci contro le opere turche. Alle batter ie, ~ui era assegnalo hersagl io troppo limilato, ve11ne dato 1111 campo d1 Liro cli I00 a 120 gradi affine di ollenere l'i11cro-


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GLI INSEGNAMENTI

ciamento dei fuochi sulle ridotte nemiche, e di concentrare su ciascuna di esse l'azione di varie batterie. Il generale Todleben narra in una sua lettera al genera.le Brialmont che per tal modo si era riusciti a dirigere salve di sessanta pezzi su!1e singole opere. L'impressione morale prodotta sul difènsore da questo genere di fuochi fu in sul principio grande, ma ben tosto scomparve, quando i Turchi s'avvidero del loro poco effetto materia.le. Contro ,100 cannoni della difesa lottavano 300 dell'attaccante, fra i quali 40 pezzi da posizione. Malgrado ciò i Russi non riuscirono a smontare che qualche cannone, ed i fuochi di sì numerosa artiglieria non can$arono al nemico che perdite relativamente insignificanti, non superando i 50 ai 60 uomini al giorno. A spiegare questi fatti non basta la pruclenz::1 con cui il Turco impiegaYa le sue artiglierie, ritirandole dal rarnparo quando l'azione nemica aument:wa d'intensità e facendo cambiare ai pezzi sovente posizione durante il combattimento ; la vera. causa è da ricercarsi nella poca precisione cli Liro onde sono dotate le artiglierie da campagna russe (modello 1866). Quando poi i Turchi, per sottrarsi ancor meglio ai fuochi dell'artiglieria dell'assediante, ricorsero all'espediente di scavare, ad una certa distanza delle opere, trincee strette e profonde entro cui si ri. tiravano le truppe dei presidi i, in allora le batterie d' atta:cco divennero del tutto impotenti contro gli nom ini , e l'azionè loro si riduceva acl impedire i lavori di gio)'ffO . E dacchè le batterie non potevano per le condizioni del terreno, estremamente favorevole alla difesa, nemmeno cagionar danni di riliev'o all e riserve, così ammette lo stesso Todleben che la parle loro sotto Plevna fu assai secondaria. Questo stato di cose rendeva evidente l'infruttuosità di nuovi attacchi, e sugg.eriva all'uomo, che meritamenteviene ritenuto il prirn.o rngegnere dei. nostri tempi, l'idea di sostituire all'azione violenta quella più lunga, ma più sicura, della farn e. Per mandare ad effetto simile proposito occorreva però intercettare 0~1~i co.municaz ione di Osman con l'esterno e stringere la piazza da tutti 1 lati ben da vicino . Sulla destra del Vid i lavori d'i nvcstimento procedevano con alacrità.; oltre ai Rumeni vi lavorarono circa sei mila Russi giorno e notte . Restava però sempre aperta.la riva sinistra, nè si potcn pen-

DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

sare ad accerchiare la piazza anche da questo lato fino a tanto che i Turchi si mantenevano nelle posizioni di Dolni e c;orni-Dubniak e di Tel isch. Dopo aver fatto eseguire dalla cavalleria accurate ricognizioni sulla sponda occidentale del Vid verso i punt.i sopra indicati, Todleben dava al generale Gurko l'ordine di impossessarsi del terreno posto fra i fiumi Vid ed Isker, ed ai Rumeni cli pas:;are il Vid a·nord di PleYna per tagliare le comunicazioni del nemico con Rachova. Le forze di cui Gurko disponeva per. condurre a buon fine l' impresa affidatagli, erano : 36 batl:aglioni della guardia, 7 battaglioni di fanteria rumena, 80 fra squadroni e sotn,ie cli cavalleria russa e rumena, e ·150 caup.oni; sommate assieme tutte quesl.e truppe davano circa 32 mila uomini di fanteria ed 8 mih di cavaJleria. Metà della cavalleria, 7 battaglioni rumeni e .30 cannoni restarono in osservazione sotto Plevna, e Dolni-Dubniak, il rimanente iwanzò verso sud, tenendo la destra del fiume. Noteremo qui di volo come, contrariament.e al piano adottato da Toclleben, le divisioni rumene attaccassero il 113 ottobre di nuovo la ridotta di Grivitza N. 2, senza altro frutto però che di subire gravi perdite, le quali ascesero a 21- ufGcial i e 112 115 soldati fra morti e feriti. · . Il grosso del•corpo di Gurko attraversò il 24 ottobre il Vid presso Tschi.rikovo per auaccare le posizioni t.urche. L'attacco princjpale era d1retto ·contro Gorni-Dulmiak; contro Telisch si dovevà fare solo una. dimostrazione. Gurko aveva'. diviso le forze nel seguente n,1odo : 20.fra squadroni e sotwie di cavalleria, 20 battaglioni della guardia e 60 can~on.i si diressero su Gorni-Dubn iak; altri 20 squadroni e 4 hattét?l10n1 di fanteria (guardia) con 20 cannoni su Telisch ; fra Dolrn-Dub?iak e Gorni-Dubniak stavano 112. battaglioni di fant.eria e 32 ca~no111 come riserva generale. . A chfesa del passaggio (porto) fra Meclevan e Trnina, ove la strada mo~tana Plevna-Telisch attraversa il fiume Vid, si destinan 11 bat- · tagli one della guardia ed 1 batteria montata. Af~ne di ~istogliere Osman pascià dall'accorrere in soccorso di ~ornt-Dubntak, la stessa mattina del 24 ottobre tutte le batterie .dellét riv~ destra del Yid aprirono un intensissimo fuoco contro il campo trincerato, e lo mantennero vivo per tutta la giornata. 1

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DEL.I.,' ASSEDIO DI PLEVNA

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GLI INSEG NAMENTI

Ino ltre tre di visioni, concentrate presso la strada di Lowtschar simularono un attacco su Plevna. Le fortif icazioni. rli Gorni-DubniaJ: consistev,rno in due ridotte poste l'una, la maggiore, sull'all.ura ad occ idente della strada cli So!ìa e l'altra ad oriente cli essa; ambedue erano afforzate dtl ntuneros; trincee <fa battaglia. Il presidio conlav.1 un .f. mila nomini circa, li comandava Achmet-Evsì pascià. Le opere erano amu.tle con 4 cannoni . Alle \) del nrnttino iH pezz i russi bombarda vano le fortifi cazioni: turche mentre la fanteria, divisa in ~re colonne, le attaccava. da nord, da. sud e da est. Sul lato ovest una brigala cosacchi del Caucaso doveva tagliare lo, ritimta al presidio. In complesso le forze attaccant~ sommavano a un 20 mila uomini circo,. · Il generale Todleben nello, lettera piu volte citata, parla di ·8<) pezzi impiegati nel bombardamento di Gorni-Dubniak; è quindi :i; sup1Jorsi·che durante il combauimento si abbiano fatte avanzare pure le ballerie della riserva. Insistiamo su questi particolari perchè · offt·ono occasione ad utili. considerazi oni. Non staremo a descr.ivere le vicende tuue dell a giornata; la lotta. fu accanita , e malgrado le posizioni ,1 enissero assaltateripelute volle· dall a guardia, con molta bravura, non si riuscì che verso le 8 ore· di sera acl impossessarsi llell a grande ridotta e del villaggio. I Russi percletlcl'o Lra morti e reriti ,I ,16 ufficiati· e 3,195 soldati. , Il generale Todleben non manca di rendere giustizia al Yalore sforLunato; egli così scrive: (< La resistenza tena.ce di Gorni-Dubniak è meritevole di consi« clerazione; . ... . . la guarclia vi perdette circa 4. mila uomini, (( ciascun difensore aveva dunque messo fuori comballimento uno (<· dei numerosi assalitori>> . Telisch resislette il 24 oltobre; ma attorniato il '.28 da n·umerosc forze russe ('I 6 bauaglioni ed 1 brigala della batteria della ouardia) e b,~m!)arcl~tta cln, 66 cannoni dalle 1,J antim·. alle 2 porn.; arrese a.Il rntnnaz1one cli Gurko senza. attendere l'attacco. Le truppe turche che occupavano Dolni-Dubniak si erano ritirate a Plevna . Questi successi dei Russi sulla riva sinistra del Vid too·lievano ad o . Osman ogrn possib ilità di soccorso; l'investimento completo di: Plevna era un fatlo compiuto. 1

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I Rumeni avevano occupato senza resistenza i villaggi di Gomi e Dolni-?fotropoli sulla stradtt di Rachova; e la. cavalleria era in possesso cli tutti i passaggi sull'Isker. Ogni comunic;azione del nemico con Sofia e con RacltovD ,1 datare dal 24· ottobre ern completamente intercettata. 1~ quind i la res,t di Plevna era q~tistione cli tempo. dipendendo la durata cli resistenza dell'a.nnala in essa rncch iusa assolutamente dagli ttpprovvigionamenti posseduti. Una volta stabilito di costringere la piazza al la resa e di far prigione l'intiero presidio, mediante .l'investimento, altro non r imaneva che procedere col metodo iniziato, astenendosi dagli assa lti isolati , che niun positivo risultitto potevano dare. Ciò die premeva era di stringere la piazza sempre più da vicino, e di prendere opportune disposizioni per impedire ogni_ tentativo del nem ico di apri rsi un varco attraverso le linee russe; · Al genera le Todleben prè111eva assai di far prigicmiero Osman pasciil. e la s1rn armala di circ:1 50 -mila uomini di Nizam, èioè delle migliori truppe turche, le qua li avrebbero potuto fornire i quadri · per la. formazione di un nuovo esen;ito. A tale scopo era indispensabile la fortificazione <lelht linea d'investimento sulla sinistra del Vid . I lavori ,,u questa e sulla destra riva del Aurne vennero eseguiti in base al piano regolatore delle operazioni present~to dal generale Todleben al Granduca.N icolò in sulla, fine di ottobre. Secondo esso codesto, linea sulla riva ,,inistra del fiume veniva stabilila alla distanza di 3 a J. ch ilom. da questo, mentre sulla riva. . oppo»ta a quell 'epoca i trinceramenti russi non si trornvano che n, poche centinaia di metri dall'estrema linea dei forti turchi. La ragione era che, essendo il terreno a ponente del fiume piano e sgombero, la difesa lo batteva con tiri radenti a grandi distanze, ciò che non verificavasi sul lat.o opposto, di nalt1m montagnosa. Si credette poi opportuno di agevola.re i movimenti di trnppa con buone strade fra i singoli posti collocandovi le necessarie indicazioni, di stabilire fra cli essi linee telegra!ìche tuUo attorno alle piazze, di concentrare sui punti che l'inimico avrebbe potuto attaccare nell'intento di aprirsi una ritirata, numero di truppe sufliciente a respin· gerlo. Il terreno d'attacco si divise in 6 settori cioè:


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DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

(,LI INSEGNAMENTI

Primo settore. Da Biwolar alla ridotta Grivitza: armata rumena so tto gli ordini del comandante il corpo di spedizione rumeno, generale Tschernat. Seconclo setto1·e. Dalla ridotta Grivit.za alla ridotta Gàliza: 3,Ja divisione cli fanteria colla propria artiglieria. e 2 brigate della 5" divisione con 4 batterie, soLLo gli ordini del comandante il 9° corpo, tenente generale barone Kl'Udener. Terzo settore. DaJl::t ridotta Galiza al burrone Tucenitza: 2a divisione di fanter ia con la 3" brigala d'artiglieria ed il ,12° battaglio11e bersagl ieri, sotto il comandante del 4° corpo, tenente generale Sa.tow. Qiiarto settol'e. Dal burrone Tucenitza al burrone Kartusciavetz : ·16a divisione di fanteria coll a propria artiglieria., 30" divisione di fanter ia. con la 2a brigata d'artiglieria, 9°, 110° ed 1111° battaglione bersaglieri, inoltre 9°reggimento cosacchi ; comandante tenen te generale Skobelew. Quinto settol'e. Dal burrone Kartusciavetz alla riva destra del Vid presso il villaggio di Trnina: 3a divisione della guardia co lla propria aHiglieria, 2 squadroni cosacchi della guardia di S. M. e 1 10° reggimento cosacchi del Don, agli ordini èlel comandante la 3a divisione della guardi:1, tenente generale Kalaloi . • Sesto setto·re. riva sinistra del Vid e tratto della riva destra fino a Bivol:u·, questo compreso: corpo granai.ieri 11a brigat,t della 5• divisione fanteria con 2 bctl.terie, 4/ divisione rumena colla propria artiglieria, 9° reggimento dragoni Kasan, 9° reggimento ulani Bug, 9° reggimento ussari Kiew, 4° reggimento cosacchi del Don, 7" batteria a cavai lo, 2" batteria del Don ed 11 reggimento Kalarasch i, comandante tenente generale Ganezki, capo del corpo granatieri della guardia. Ai comandanti i settori erano stati indicati i punti probabili d'attacco sulla line;1 d'investimento e le disposizioni date per il concentramento delle truppe. Fino a.gli ultimi giorni non venne mai meno ai Turchi la vigilanza . e la forza di resistenza. Ai l'lussi non riuscì mai di sorprenderli; ad ogn i tentativo d'attacco parziale essi opponevano un fuoco miGidialissimo. Il loro morale non era. punto scosso; i disertort si riducevano a poch i uomini . Nulla faceva quindi sperare prossima la. resa della piazza.

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Giunta al campo russo la noLizia della presa di Kars di viva forza, si voleva ad ogni cos.to procedere ad un nuovo attacco, ma Todleben vi si oppose con tuLLa l'energia che gli veniva dalle sue convinzioni. Queste lo inducevano a. supporre che Osman avrebbe esauri ti i suoi mezzi di sussistenza verso la metà di dicembre. Ora, ;àppiamo come i .suoi calcoli fossero esatti e quanta ragione avesse di impedire che i Russi andassero per una cp.rnrta volta a rompersi le corna contro le opere di Plevna, come era nei voti di Osman. Infatti esso confessava all o stesso Todleben più tardi che s'attendeva ail un nuovo atLacco, e lo desiderava di tutto cuore, sicuro di poterlo respingere e di infliggere ai Russi perdit,e ancor più rilevanti che nei giorni 1111 e ,J2 séttembre. La saviezza di Tocllehen salvò i Russi da un disastro che avrebbe potuto mettere in forse le sorli della guerra, proprio nel momento in cui Osman sl reLLo dall a fame s'apprestava' a.cl un estremo sforzo che doveva coronare éli pieno successo i I piano cli Todleben. li giorno della catastrofe era imminente. Gli avvenimenti del ,1O dicembre sono d.esuitti nella relazi one ufficiale del generale Toclleben riprodotta é\all' Invalido 1·usso, dal ·quale la riportiamo te;:;tualruenLe. ' « I rapporti dei coma.nclanli i settori e le notizie dei disertori facevano sup1)orre che Osman pasciit preparas,,e un attacco , per aprirsi stràda attraverso le nostre posizioni ,, . « Il fooco del nemic:o era il 26 sensib ilmeiHe diminuito; il 2'7 tacque clel tul.to . I élisertori assicuravano essere stato clistribuito alle truppe hiscolt.o e scarpe, le armi visitai.e e riparate. Sulla strada cli Sofia nota vasi, in prossimità dell'abitllto, grande movimento, ed · il concenLrarsi eh ragguardevo li masse di. truppe e treno .· Sotto la pro tezione delle opere di Opanez, i Turchi aveva.no per cli più posto mano alla costruzione di un ponte sul Yid, Questi preparativi erano indizi èhe il nemico avrebbe tentato di aprirsi un varco nel seLtore del generale Ganezki. 1n seguito di che, dopo matura riflessione, S. A. il principe di H.umenia dava, per mezzo mio, la sera del 27 novembre, le disposizioni che seguono : <e ,1° Una brigala della 16° divisione fanteria. con 3 batterie .ed una brigata della 3• divisione fanter ia dell a.guardia, sollo gli


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DELL'ASSEDIO IJI PLEVN A

GLI I NSEGNA:\I ENT !

ordini del generale Shobele,,, passeranno, all'a lba del dì '.28, il Vid e prenclel'anno le posizioni appresso indicate, cioè: la br igata della ·I G" divisione f'anLeria con 3 baLLerie si ç,ollocherà presso Oolni-Onbniak per soccorrere le truppe del generale Ganezki; la brigata clell n. 3• divisione frtn Leria, della gual'ditL ir1 vet:e premierà posLo dietro le due ridolle erelle in prossimità della sponda sinistra del fiume Yicl e yi si fermcrit fino a che sarh chi,u·i La la situa?.ione, per acconerc, secondo che le circoslonze lo riC'hiecleranno, in soccorso del generale Ga11ezki o del genemie h..ata loi ». « 2° L'altra brigala della Hi" di visione fanteria resta al :mo posto in asseuo di marcia ». (( 3° I :{ hattaglioni dell a 3a brigala bersagl ie1·i designali al 4, 0 seltoi·e, rinforzeran no, il. mallino- del 28 per tempo , le truppe del z0 settore, sollo gli ordini del generale Iùu dener; punto di concen tramento nrivitza » . « k 0 La posizio11e avanzata sulla slrada Plerna-Lo,, tscha dalla ridolla di ;\lirk o,, itsch al burrone Tuceuitzu veni occupata da una brigala della 30" divisione fanLer ia . L'n llrtt brign La di rrnrsta cli visionr ri mane ace,1mpata dietro il .llonte Hosw, pronta al combattimento. Il maggior gr11ernle SchniLniko\\ as:s11mer:1 il romanclu del 4. 0 sctlo 1·e » . << :j Qualtro ballagl ioni rumeni, con 3 hallerie, marcia110, ht malli11a <lei .28 all'a lhn, tla Worbiza a Oomirkioi; k altri battagli oni rum eni prendono le po:;izioni di combattimcnlo pres:so Worhiza ». (( Le di:;po,;izioni ora accennate rendevano sempre possibile di soceorrcre le trnppc di altro se!.Lore che non fo sse quell o del generare (; anezki , supposto il ca:;o clte i Tnrl'l1i facessero delle dimoslr:tzioni :-u alcuni punti per cli:;toglicre la nostra attenzione da q1 1rllo prescelto pcl' sfondare I.i li.nea di invc~LimentO », (1 Cdisertori annunzia,·ano, la notle dal '27 al .28 no,·embre, al comandante le lruppe collocate s11 Ila via .Plevna-Lowtsch:i , che i Turchi avevano sgombrato la ridotta di Kri:scin. l l generale Skouelew mandò subito a quella Yolta un distaccamento per accertarsi della veritt1 del fatto , Gli uomini spediti avanti in esplorazione trovarono infatti le opere abbandonate, eél il mattino del 28 truppe della 3oa di visione fanteria occuparono la piccola e la grande ridoLta di Kriscin ed i trinceramenti snlla Collina Ve1'cle >>.

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<( r.ontcmponu1camente alla notizia pervenutarn_i , dc~la ~c~upa.r.i one pel' parLe cl elle no,-trc trnppc di cod~ste posn:1oni, ~11 I u an~ ,z·ralo .1, rre i Turchi 1rnrc sgombrala la mlotta N, ·1O, e I Rumeni 1111 t, , , • , · I ~ preso possrsso dell e trincee avanti_ la ridotla di_Griv1lzt~; cran~. e del mauinci. Ordinai alle trnppe situate snll a nva cl est.1 a del\ td Llll mo, imento in a, anti ,.:u lulla la linea i) . • . • . « La hriga ta clelht'IG" div. l'anl. con :) bn.l.teric e<~ .1 bat1'.1gllont lwr~aali cri (9o, 1oocd ,1 t ") non an1:or parlit.i per Gt·1,'1tza, l'l cevct.ll'l'O i-dinr di passare sulla ri, a sinistra del Vid per_soccorrere, all'evenienza , con le trnppe elci generale Skobelew, il generale Ga-

nl'zki 1>. . , << ,\Ile ore 12 s. :\I , l'imperatore anivò all,t nuoll.a del I l '.1171eratoi·e sitnata fra. il vil laggio cli Radi~cvo ecl. il bnrron e Tucen1tza, da dove la ~L S. assistette allo avanzarsi cl~II ~ nos~re trup ~e sulla. 11 destra del Vitl. cd al combattimento ,mlla sm1str~t n va del l1ume • 1 · · pio · ' ·1 « Allo spnnL,u· del giorno prmc1 t. comIJa •·t 1n1e 1Ho frn Osman pa~cià e le truppe clel gcnel'alc Ganezk t ». . , . , <( La notte dal 27 ul 28 r rano soli.o le armi, elci gronat, ~n <lella. ., ,d·. · 1:, i·ermiinenLo Kicw della 2' divisione, e 1lella 8" il 9° reggu.. 1 t,1, 1 oe · · d I gimenlo Siberia. Codeste truppe om11~avano lutte, le_tt:rnc~e, ~ )al: taalia :ivn nti la nost ra Ji 11 ea . T sostegni erano cost1l1u~1 ~~1, sc~oncl1 0 · t' delle l>t·'to' rr·tlC, cioè Hu rerroimcnto granal1en lc111ndc , e recra1111Cll I 0ù dat°100 :\laloros,;iisk . Tu lle le hatterie cfa 9 lih_hre cl~ll~ clne _l)l'lgate cl'artigliel'ia. avevano preso po,-izion_c ~'. 111::i l111 en di_ c'. 1re::.a d1et L:o spalleggiament i; le seeonde bri g~Le cl, c1ascunn d1V1s1on~ e 1~1-~ batterie clafi.. Jihhrc formavano le n ;;en e ed erano collocate ,1 Go1ut Netropol ecl a, l)olni-Dubniak. Lo trincee da batta gl_ia e le lune~te a settentrione di c;orni-'Xetropol ecl il villaggio omo1'.1mo erano .~cc:1'.pate chi 17° reggimento fanteria Arcangelo, I ~ lm gata della ~a t~ L~ visione ranLerin ,:on clne batterie rnmenc; la ri;;el'va era cost1tu1t,1. dal 18° reggi men Lo fanteria 'Wologda, con due batt~rie »_, . <( Nella nolln dal 27 ;i l 28 novembre le pat.Lllghe dt cavall c~ ·1a avevano segnai.ilo grantli concentrament i, tli ~ruppe _turchc ~u_l ~'.~[, A.Ile, '/2 del ma ttino, mentre spuntava tl giorno, 1 Turchi_1'.,1.z1.1.rono il 101·0 movimento in avanti. li comandante la 3n dlVlsLOncgranatieri, maggior generale Oanilow, dopo aver '.'itirala la _ca,le~a di cacciatori , ol'dinan alla. 2• ba tteria della. 3° lm gata cl':irt 1glierta 0

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DELL'ASSEDIO DI PLE VNA

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GU INSEGNA'.\'!E NT!

granatieri , collocata dietro lo spalleggiamento N. 3, di aprire il fooco, ecl al ,10° reggimento granatieri Malorossusk di avanzare ,·er~o Kapana nil ghila; contemporaneamente renne chian.wl.a cfa Gorni Netropol la 2a brigala della di visione con le hatteric da 4 libbre». « Mentre si csegL1ivano questi movimenti si fece pienamente giorno, e ci fu dato di rndére le truppe nemiche concentrate durante la nolle per l'attacco, e di scorgern come rsse erano seguite da una co lonna di carri di tuLLe specie. I Turchi aprirono il fuo co dai loro pezzi. posti in batteria sulle alture in prossim ità del ponte cd in posir.ioni più IJasse lnnghesso il fiume. SoLLratto alla nostra vista dalle nebbi e che coprivano il fiurn c e da una sinuosità del terreno avanti il ponte, la quale copriva le truppe ammassate sulla sinistra riva del Vid, il nemico si spiegò .molto celeremente ». « l)allacco clelle trincee da battaglia difese dalla 3" divisione granatieri si esegui con impeto strnordinario; segui, ano le fitte catene dei cacciatori immediatamente le colonne principali in ordinanza di combattimento con in coda le risen e. L'artiglieri a procedera di pari passo colla ca.teua. cli cacciatori e, dopo breve sosta per far fuoco, s'a ffrettarn a raggiungerla». cc Malgrado l'intenso fumo delle b~tlerie da !) libbre riunite, e della fanteria appostata nelle trincee da balla.glia, il nemico percor:-e lo spazio che lo divideva. dalle nostre posizion i in meno di 3/ ~ d'ora e le toccò nel punto segnato dalla batteria N. :3, difeso dalle truppe della 3a di visione granatieri. Penetrò negli intervalli fra i f~rt i, e dopo aver ucciso e messo fuori cli comlmttimcnto la maggior parte dei difensori col suo ftw co, forzò le deboli forze reslanti a battere in ritirata. l trinceramenti a. destra e sinistra della ba tteria N. 3 c:;sendo in potere del nemico, e la maggior parte degli inscr,ienti della. 2" balterin, morti o fer iti , non fu possibile ritirare che due pezzi ed i casson i elci sei rimasti in esse >> . << Le tl'llppe che tenevano il centro sulla sinistra elci Vid, cioc 2 batLaglion i e la ;2a e 3a compagnia. fucilieri clcl 9° reggimento granatieri, furono quindi alle 8 1/t del mattino costrette a ripiegarsi su Kap~na naghila e sulle lunetLe a sinistra del villaggio; esse erano scemate di numet·o ed avevano subito gravi pcrclite in ufi'ìcial i ». << La terza batteria della 3a brigata d'artiglieria dei granatieri fece fuoco a mitraglia e tenne ancora per alcun tempo la posizione

(spalleggian~enti N. 4); minacciata por?. d' e~sere girata sul fianco destro, anch'essa. si vicle costretla a ntll'ars1 porta~do s~~o sol~~ · · 01·1 altri due rimasero indietro, essendo stati ucc1st Lutti 1 pezzi, 0 cavalli >>. . . . « Oura.nte il combattimento del reggimento S1benn ~rr_1vò, molto a tempo, sul campo di battaglia il reg~imento g~anat1eri Maloros~ slisk e si spiegò in colonne cli compagma SLl due lrn:e, ~ra la lunetta 4• e Kapana naghila. Esso raccolse il reggiment.~ S1ber'.a e ~ermò 1~ marcia in avanti ciel nemico, subendo però grav1 perdite;_ rn_ pochi minuti 3 comandanti di battaglione e meti:t. dei comandanti d1 com.pagnia erano stati messi fuori cornbatt imento >~ . . . « L'energico anmzare dei Turchi , spronali dalla disperazione, asst1meva carauere assai minaccioso per noi; In ,ia _brigata della 3° divisione oranaLieri sforzandosi a tenere le lunetle, SI ,e~Crn scm~rO piti strcm~ta di fo l'ze; già 8 pezzi_crano caduti nelle mani del nenuco e Ja. 2• bri "ata. ancor non compa riva n. « Alle essa rriunocva sul campo cli hatlagli a. Contemporaneamente io veniva i~for~ato essere i reggimenti granatieri N: ~ ~1oscovia, e N. 7 Samogitia, in marcia 11er raggiungere 1~ 3a dms1on~ granatieri. Questi rinforzi decidevano la sorte della giornat~ e~ il tentativo turco di sfondare le nostre linee da questn, parte diveniva assolutamente impossibile >> . . « AIle 4o1; 2 un forte hwrrah annunciava fottacco clcl!n. 2a br'.gnta della 3• cli vision? grnnatieri sul!e trincee o~cupat~ .dai. Turc~1;I reggimenti Astrae han e Fa~a~osa 1~c..1._lz~n~~ ~I. nemic?, ,1va_n~1r~ lunette lo costrinaevano a rJp1cgars1; nnlorza.t1 lil segu ito cle1 ieo "imenti Siberia e )Iolorossiisk essi passarono all'attacco. l\lal~rado l_e ;ordito loro causate dal micidialissimo fu o~o nem~co, codesti regg~menti assalLanclo i Turch i alla baionetta, h sloggrn.rono da~ le posizioni prima conquistate. I cannoni caduLi in potere del nemico vennero ricuperati non solo, ma il reggimento A~trachan potè, nell a mischia, far suoi 7 cannoni turchi ed una bandiera>> . . . << Due battaglioni clel 18° reggimento fanteria Wologcla, 1 ~uah già prima eransi avanzati verso la ridotta cl'_al~ sinistra. e_ le altig11~ lrincec di battaglia, occupate dai granat1e'.·1, fecero impeto su fianco nemico, in ciò asscconclate dalle battene rum~ne » · . . << Nel momento in cui la 2° briga ta della 3n divisione granatieri

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16~ .

G LI I NSE GNAMENTI

DELL ' ASSEDI O DI PLE_YNA 0

passava all'attacco, arrivò sul campo di bauaglia, fra Gorni e Dolni Netropol, verso le 4O3/ . il 7° reggimento granatieri Samogitia con alta testa il comandante la 2a divi;; ione granatieri, tenente generale Swictschin. Il 3° battaglione cooperò all a riconquista delle trincee tolte alla 3" divi:;icme granatieri. Attaccato quindi il nemico all a baionetta senza far fuoco, lo snidò, mettendo i superstiti in fuga eét imposse::;sandosi di 3 cannoni turchi ». lh;nperate cosi le tr incee da battaglia. più avanzate, le nostre truppe sostarono per qualche tempo. Verso le 112 i Turch i com inciarono a ripiegare Yerso il Vid sotto il nostro l'uoco inLensi:;si mo. l cannoni conquistati, serviti dall a fanter ia, apri1·ono il fuoco contro i Turcli i.. Le batteri e élel!a 3a brigala d'artigl ieria dei grana11er1 :tvanzate,,i, e, pres,1 po~izione all'a ltezza della fan(.eria, ti1'avano a rni lragli a sul nerni.co che c;ercava guadagnnre i propri accampamenti. La ritirnta diven iva sempre più disordinala e celere . Masse di Turchi in ri tirata. s' in conLrnvano con altre truppe turche, ed internandosi negli interva ll i dei carri l'orrnavèrno un tutto compnuo e disordinaLo sul la strada di Sofia >> . « Di fron te nll a suprema conl'usione Qlie regnava nelle ~u.e fi le ed alle enormi perdite subite, Osman pasciìL non po tevà più pensare ad aprirsi un varco attraverso le nostre linee, tanto più che le truppe degli altri seUori ancot' esse erano procedine all'assaito. L' imminente arr ivo dell.t H· divbione fan teria e della brigala appartenen te alla 3" di visione di fanteria della guardio, togli e vano ogni dULbio sulla defi nitiva :;conflua del nernico ». << L'attacco venne poco dopo generale. La d.ivisione del generale Danilow si portò innanzi, avendo protetto il fianco sinisLrn verso Gorni-Netropol daJta 11" brigata della 5a divisione fanler in, ed il destro dalla 2a brigata. della .2" divisione granai ieri. La. ,J" brigai.a di quest'ultima divisionè lasciò essa pure lé trincee di Lalta,glia per girare l'ala sinistra del nemico . li 2° battagl ione <l ei 5° reggimento grnnatieri Kiew, ed un battaglione del 6° reggimento Tauride, attraversarono in questa <;ircoslanza il Vid, alììne di oceupare le alture della rivn. destra. Passato il fiu me, in eu.i l'acqua arrivarn fino a mez7,'uomo, e guadagna te le n.ltnre, i grnna tieri si la11ciarono alla baioneLLa contro le r idotte lurche, ii'°wi presidio s'anesc senza pun to ferire >l .

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Le brigate della 3a divisione della guardia e dellf1 ,J6a di1ris-ione fanteri a, le quali, in seguito agli ordini da mé dati il 27, avevano da rinforzare le !ruppe del generale Ganezki , non presero pn.rte al com.battimento. TI lenente generale Kataloi aveva il 28, alle ore 7 del maLtino, fa uo ··passare su cli un ponte di harche, dalla ri va destra sull a si11i~Lra del Vid, 6 bauagtioni tolti da i reggimenti dell:t 3" divisione fanteria delhi guardia, sotto il eoma.ndo del maggiore generale Knrlo"·· All e ·IO il gener:tle Ganezki ti dires,;e su Dolni-Duhniak, dove giunti ricereuero ordine di avnnzare :::ulla strada. di Sorta, i11calznndo l'ala sin istra tnrcèl. l i movimen to era appe11a. iucomiJLciatu che giuugcrn ,;ul L'Osto il lenente generale Skobelew a prendere il romando ,;nperiorc. Egli ingiungeva al generale Kurlo\v di ferma re i suoi baitaglioni, di disporti in ri:-erva e di aLLenderc l'a rrivo deJla ·16" div isione. Essendo 1-rn~corsc 2 ore senza che il generale Shohelew ave:::se fotto perYen il'e altri ordini , il generale J(url ow 1·ipre.:,e JR f;U à marcia. in avan ti snlta ~trncla di So fia , :ma non arrivò al pon te in pietra sul Yid che finit o-il comlrntt imento n. cc Mentre la ì " e 3" di visione granatier i resp ingevano con molla bra.vLtra. l'nl.l.acco dell 'in t.i era. nrmal.a turca, le altre truppc d'investimen lo Rltaccarono i fronti esL e sud del campo trincerato, comandate dai tenenti general i Sotow, Krùdener e Kala loi, dal maggior generale Sclin imiJW\\· e dal eomandanl.e del corpo cl"oper-azione rumeno,, genern.le T:-chernar.. La maggioe parte delle fortificazioni su questi punti erano già state abbandonale dai Turchi; presente S. A.. I. ie l.rnppe presel'o possesso di Plevna. Occupala h1 citti1, in segnit.o ad ordinc perso1Htle di S. A. l. , continuarono la loro marcia in avanti ...-et'so il Virl, avendo S. M. al la testa, e si riunirono suceessirnmente sulla :sommitit della collina a levante di Plevna, prendendo posizione sulla strada di Sofia all e spa ile del nemico 1>. << Le truppe rumene, prc~so le quali erasi coslantemenle trattenuto S. A. il principe Carlo, giunte nelle vicinanze della ridotta. Opanez, ancora oceupala dal nemico , ne do1'eltero vincere la re-sistem:a. Il presidio non ~i arrese che cl opo acca nito coml.rn !l.imenlo. I Rumeni fecero prigioni 3000 110mini e conquistarono 3 cannoni» . << \'eélcndo il genernl e Ka taloi i Tnrelli intenti a rigtwdagnnre il <<


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GLI INSEGNAMENTI

Vid, decise di' impossessarsi, con le truppe della 3" divisione fanteria del_la. guardia ri.maste sulla riva destra del fiume, delle opere erette clt fronte al monte Wolijna per impedire al nemico di riocct~pare il campo trinceralo . Verso le ore 1111 ½ egli s' impadroniva senza_ combatLim_ento clell-a. ridotta Rossa; poco tempo dopo arrendevasi pure la ridotta JJfaometto Tabia. All'una pomeridiana: ~addero ~ure nelle nostl'e mani, in seguilo a breve coinliatti.mento, il Prme diz1u;chero e la ridotta Nera: le truppe si radunarono dietro le oper~. '.ennero fatti prigionieri nei forti dalle guardie: ,, pascià, ufficiali superiori e inferiori, e 3634 gregari con quattro pezzi . . Le nostre perdite furono qui 3 uomini morti e ,15 feriti J>. << Attaccati da. tutti i versi da forze superiori, oani resistenza era ~i Turchi impossibile; sicchè 1i1andarono come par1tmentario presso 11 gen_erale Ganez_ki il ~apo cli stato maggiore di Osrnan pascià, per tratta.i e della capitolazione. Il generale Ganezki chiedeva la resa incondizionata dell'armata turca; stretto dalla necessità, Osman pascià dovette annuirvi, e Ganezki si fece ad inconlrare il suo vaJoroso e tenace avversario >J. «. In questo memorabile giorno, 11O dicembre, caddero in noslr~ potere 1O pascià, 11.28 ufficiali superiori, 2000 ufficiali inferiori e 40,000 fant i ed artiglieri con 11200 cavalieri. Conquistammo pure 77 c_a~no_ni ~ molti approvvigionamenti da guerra, specialmente mumz1om di fanteria. Le perdite del nemico ascendevano a 6000 uomini ». · « Noi abbiamo avutimorti: 2 ufficia.li superiori, 7 inferiori, 4-09 gregari; feriti: 3 ufficiali superiori, 47 ufficiali inferiori e ,J263 gregari, appartenenti alla ;aa e 3" divisione granatieri. « La 1" brigata deJla 5" divisione fanteria. ebbe feriti: ,J ufficiale superiore, 447 oo-rerrari »• · ò . « ~ltenencloci costantemente al sislema del co1~plelo e tenace J~v~stm~ento, noi raggiungemmo così lo scopo che ci eravamo preft~sr, evitando le arrischiate imprese, le quali potevano riuscire disastrose a noi stessi., o per lo meno richiedere il sacri.fizio· di ~ol~e migliaia di uomini. Il risultalo finale era di far peigion'.eri),0,00?' _uomini delle migliori truppe turche, e la conquista eh una pos1z1one di grnncle impo1·tanza strntegica, della chiave della Biilga1·ia dell'ovest. Durante l'invèstimento, le nostre truppe

DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

eransi non solo conservate, mà benanche completale ed istruite. Alla, fine dell'impresa esse erano fisicamente e moralmente agguerrite, e pronte a sostenere nuove fatiche e combattimenti acl onore delle armi russe ». Qui termina la relazione del generale Toclleben. Chi scriverà la storia cli questa memora.bile guerra, aggiungiamo noi, non potrà far a meno di riconoscere come il generale Toclleben abbia accresciuta la splendida fama guadagnata a Sebastopoli, non tanto per aver vinto l' intelligente, valoroso e temuto Osman pascià, quanto per aver debellato chi minacciava di cambiare le sorti della guerra e di ricondurre la vittoria sotto le bandiere turche, servendosi dei mezzi della moderna scienza militare, non per immolare ·migliaia e migliaia d'uomini, ma per ridurre il sacrificio al minimo, ·ottenendo l'intento in modo più sicuro e fors'anche più breve.

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1

16f.>

'

V.

11 capitano Trotha condanna senz'altro il generale Krylow, il quale alla Lesta di 7000 cavalieri non seppe impedire il secondo vettovagliamento di Plevna. È certo che la sua condotta fu mollo prudente, ma d'altra parte erano le forze di cui egli disponeva per numero e per formazione tali da bastare allo scopo cui si mirava, cioè cli intercettare le comunicazioni e di rendere vano ogni tentativo di soccorso che venisse da Sofia e cla Rachova? Il corpo di Krylow non contava che cavalleria ~cl artiglieria . Queste due armi - diee il Mogni - trovano difficolLà gravi nel- · l'appoggiarsi reciprocamente, e nel coordinare le loro azioni in uno scopo comune, anche quando operino entrambe sopra terreno favorevole al loro modo d'azione (if).

(1) Opera citata pag. 3{0. ANNO

1I

xxrn,

VOL. III.

12


DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

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GLI INSEGNAMENTI

Le truppe turche di scorta al primo convoglio co~lta\"ano un 1O mila uomini circa., e 5 mila quelle al secondo, cm andavano ad unirsi altri 5 mila uomini usciti da Plevna. I distaccamenti turchi erano composti cli tre armi, combinazione che nel combattimento è la sola che possa clare il massimo risultato col minimo consumo tli forze, specialmente quando si deve agire su terreno -vario e che ·presenta buone condizi~ni difensive come quello a sud di Plevna, fra i fiumi Vid ed Isker. E che fa mancanza della fan teria fosse sentita dai Russi lo prova il fatto, che nei diversi scontri coi Turchi si cercò sostituirla facendo appieda.re non solo i dragoni, che sono arn,1ali di fuci le (1~11 po' più: corto di quello cli fanteria), ma una o due volte anche gh ussan, 1 quali hanno solo gli uomini in seconcla riga armati cli carabi na. Se si vollero ottenere risultati definitivi, convenne rinforzare di molto le truppe sulla ·sinistra clel Vid e costitttirle in modo che meglio corrispondessero ai caratteri del suolo su cui dovevano operare. Le misul'e prese da Todleben, appena arrivati i rinforzi, per accerchiare la piazza completamente, erano quali si potevano attendere da. sì il lustre uomo. Alla forzabrntale egli aveva sostituito l'intelligente condotta delle operazioni e così, maJgrado l'insufficienza di·parecchi com.anda1Hi in sotLordine, egli riuscì non solo a salvare la vita di migliaia cli valorosi soldati, ma henanche a rinforzare materialmente e moralmente l'annata dell'est, la quale, dopo la resa della piazza, contribuì non poco a render possibile i rapidi e grandiosi risullati ottenuti. Gurko lo assecondò maravigliosamente. Le disposizioni cl;rte da lui il 2i ottobre rispondevano pienamenre ai precetti della tattica, ed il piano d'attacco contro Gorni-Duhniak da esso ideato presentava tutte le garanzie di un sicuro e pronto successo. Se la vittoria potè essere contrastata per un'intiera giornata, ciò devesi a cause non dipendenti dalla sua volontà. Vi contribuirono: la poc~. efficacia delle artiglierie; la difettosa attuazione pratica del piano d'attacco, la circostanza che le truppe .trovavansi per la prima volta. al fuoco, .infine, e non poco, la straordinaria bravura del difensore, ed il giusto impiego della fortificazione. 1

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Sotto Crorni-Dubniak la ridotta a levante clella strada cadde to5to in potere elci Russi, ciò nulla.meno essa fo loro nel corso della criornata di poco vantaggio, perchè completamente dominata dal.le o . ] fortificazioni sull'altro lato della strada. Bisogna però avvertire c 1e l'attaccante nulla fece per ass icurarsi il suo possesso e per fare di essa un punLo d'appoggio nelle ulteriori operazioni contro )a maggiore ridoua che costituiva la. chiave della posizione. E c1uesto deYe a raO'ione stupire perchè il distaccamento desLinato acl operare conl;o Gorn i-Dubniak annovernva pure un battaglione cli truppe del genio della guarclia.; non mancavano quindi gli uo1~ i~i lH'atici nell'esecuzione di siO'atli lavori, come non poteva esservi chfetto di strnmenti da lavomr I.erra. In generale si nota nelle operazioni sotto Plcvna che i comandanti non seppel'O trarre dalle truppe del genio nel comhatLimento tutto il profitto, specia!men~e nella lotta contro posizioni fortifìcate. Questo a nostro avviso dipende dall,1 circostanza che le truppe del genio non sono nell'esercito russo permanenLèmente assegnate ai grandi reparti, sia nelle esercitai ioni di pace, sia in campagna, ma restano compatte a disposizione del com.andante l'esercito , che temporariamente le distacca pressa le unità cli guena, quando lo crede necessario . Manca così fra. truppe Lecniebe e linea quell'amalga;ma, quella conoscenza. reciproca che è indispensabile al razionale e proficuo impiego di tutte le armi nel combattimento. Altra prova del giusto criterio dimostrato clai Turchi nel disporre le for tificazioni noi l'abbiamo sotto Telisch. Nell'assalto di quesl.eposizioni il giorno 2.1, ottobre un reggimento cacciatori della guardia si era impossessato cli alcune trincee da bat~aglia avanti al fronte orientale della posizione, ma gli uomini 110~1 vi poterono re.stare perchè bersagl iati dal fuoco della retrostante ndoua. Per sottrarsi alla pericolosa. sitnaiione i due battaglioni spiegati in prima linea. attaccarono la riclotta seguiti dagli altri clue battaglioni, ma giunti a· 100 passi dall'opera, furono costretti prima a sostare e po i a ripiegarsi indietro. Alcuni degli inconvenienti nota li negli ·assalti cli Plevna si ripeterono anche sotto Gorni-Dubniak; il Trotha nota specialmente la mancanza d'indirizzo negli attaccl1i delle tre colonne, per cui questi non riuscirono mai simultanei. ' 1


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GLI INSEGNAMENTI

A questo scopo Gurko aveva dopo le 2 pom. stabilito che la colonna di sinistra, appena ultimati i preparativi, desse il segnale di attacco con tre salve d'artiglieria; ma la cosa non riuscì a bene perchè il segnale, per un malinteso, partì dalla colonna di destra. · Il combattimento non ebbe sviluppo successivo, ma, come di consueto, le truppe si impegnarono quasi contemporaneamente, e compatte si lanciarono sulle opere nemiche, senza che l'attacco fosse stato preparato dal fuoco di fanteria. 11 fatto che i battaglioni andavano all'attacco quasi sempre compatti ripetendosi pressochè in tutti gli assalti, sia che essi venissero eseguiti da Lrnppe di linea, sia dalla guardia, potrebbe indurre nella credenza che baSasse su disposizioni di regolamento; ma così non è, chè l'ordine di combattimento russo porta la costituzione su tre elementi, catena di cacciatori, sostegni e grosso, come negli altri eserciti, e la distanza fra la linea dei cacciatori ed il grosso per le esercitazioni di piazza d'armi è fissata a 400 passi. Quale mai può essere dunque la causa della notata anomalia fra teoria ed applicazione pratica? ~oi crediamo la si possa ascrivere a due circostanze; primo: alla tenacità con cui i Russi tengono alle loro viete teorie, le quali, come già altrove notammo, facevano loro posporre l'azione del fuoco a quello della baionetta; secondo: all'essere le trnppe non abbastanza ese\·citaLe negli attacchi delle posizioni fortificate. Perchè simili operazioni riescano col minimo consumo di forze, conviene che le diverse armi procedano sicure e con molto accordo, frà loro e · che ciascuna di esse abbia un°'iclea ben esatta di ciò che deve fare; insomma non deve mancare l'imagine reale del combat. timento. Qitesta s' acqwista sola1nente rnediante l'adclestmrnento diligente ed acc,trato in tem,po di pace. Fino dall'8 ottobre penetrarono soccorsi in Plevna; ·se quindi Osman pascià avesse voluto lasciarla per ritirarsi nei Balcani ove,. occupandone i lJa.ssi, avrebbe pol.uto ritardare la marcia in avanti dei Russi per lll1 tempo imprevedibile, è a ritenersi che vi sarebbe, riuscito . Alcuni vollero incolpai-e il generale turco di soverchia ostinatezza, e pur facendo omaggio al suo valore, metterne in dubbio J'abilità come strategico. A torto però, imperocchè da noli abbocca. . . . menti avul.1 col generale Todleben risulta come· egli fosse piena-

DELL'ASSEDIO DI P L EVNA

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mente consapevole della sua. situazione. E se non adottò il partito di ritirarsi a tempo, ciò avvenne perchè egli sapeva benissimo che una tale ritirata non non era voluta. a Costantinopoli; eseguendola quindi egli sarebbe anelato incontro ad una sicura condanna. · Ciò spiega in parte anche perchè Osman non prendesse l' offensiva dopo le sue vittorie clel_30 luglio ed H e Hl settembr~, e dimostra quanto funesto fosse il sistema adottato dalla Subltme Porta. di voler cioè dirigere le operazioni da CosLantinopoli. ConvinLo che l'esercito rnsso non a.vrebbe proseguito le sue operazioni verso le valli della Tundscha e della Moritza finchè Osman ,occupava Plevna, e d'altro non curandosi che di tener lonLa~i per quanto fosse possibile i Russi da Costantinopoli, il SerasclueraLo, dimenticando le condizioni dei due eserciti e la sorte di Metz, credeva che Plevna avrebbe potuto sostenere la parte di Varna, di Silistria e di Schumla nella guerra del 11828-29. !\fase queste piazze poterono allora paralizzare gli sforzi dei Russi per più di un anno , ciò devesi alla circosLa.nza eh~' esse ne~ complesso cosLiluivano un sistema di difesa, ~Il,~ reg10~1e fort1ficata, e non un campo trincera.Lo isolato. I camp t trmcerati, come prO\"a la esperienza della guerra franco-prussian:1 possono temporanea- . mente· fermare la marcia del nemico, quindi ritardare, ma non. impedire che egli raggiunga l'obbiettivo verso Cll'. ~en.de, ~gni qual volta per effetto di forza maggiore non è poss1bde associa'.·e all'azione elci campo trii1ceral.o quella di un esercito operante m campagna. . ... Varna Silistria e Schumla avevano su Plevna. m prn il vantaggio di essere piazze permanenti, ciò che vuol dire di possede~·e · quei mezzi di resistenza. passiva che solo si pos~ono accumulare m posizioni preparate nella calma della pace. Ed anche ammettendo .che molti di questi mezzi di resistenza passiva si possono applicare ai campi trincerati passeggeri, uno però · resteriL sempre escluso, il principale, senza. del quale e gli ostacoli che si oppongono al cammino dell'aggressore, e le costruzioni che si erigono per la sicurez~a del difensore, e le opere di offesa vicina, non hanno che valore hmitato; questo principalissimo fra i mezzi di resist.enza è il copioso 1.iettovagl,iamento ·della pi,a.z.za. Il campo trincerato di Plevna resistetle ed avrebbe resistito ancora.


DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

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GLI INSEGNAMENTI

agli assalli dei Russi, quaJlClo non gli fosse venuto meno questo supremo mezzo d'azione. Plevna e M:elz caddero per la fame. Ammetteremo noi per questo come unico mezzo d'attRcco l'invesLimenLo, e Lrascbreremo ogni altra operazione ossidionale sotto i moderni campi trincerati? Prolungando la sua resisLenza Plevna non avrebbe cambiato le sorti clella guerra perocchè la. Turchia aveva esaurito le sue forze, nè poteva attendere un miglioramento della situazione da combinazioni politiche. Todleben aveva quindi ragione di risparmiare la viLa del soldato, quando ciò non gli cost,wa che un po' di tempo. Una più lunga resistenza di Metz invece avrebbe potuto essere della massima importanza nella sorte della guerra, e volger questa in favore dei Francesi. Il metodo da Lenere nell'assedio di un campo trinceralo vorrà. quindi essere consigliato da.Ile peculiari condizioni dei due avversari; -i-n giMrrn, disse Napoleone, niilla v'è di assoluto. Questo però si può ritenere per sicuro che non conviene calcolare sul solo effetto della fame, quando si ha. a che fare con una piazza doviziosamente provvista di ogni occorrenza, e quando la potenza militare della nazione contro cui si combatte non è del tutto fiaccata. Poco abbia.mo cla ossei·vare sulle operazioni tlel giorno 1O di. cembre. Le disposizioni date da Todleben la sera del 9 spiccano per chiarezza e previdenza; esse formano un singolare contrasto con c1uelle emanale nelle precedenti circostanze dai comandanti che lo precedettero. All'ufficiale del genio sia permesso cli congratularsi per un fallo che dimostra come gli stud.i matematici non riescono a sterilizz.1re la mente dell'ingegnere. L'attacco dei Turchi il 11Odicembre è degno di considerazione non solo per la somma bravura spiegata, ·ma benanche per l'intelligente modo con cui fu condotto. All'albeggiare le colonne erano già. formate e si schieravano in ordine di combattimento soLto la. protezione delle ondulazioni del terreno e delle condizioni aLmosferiche. L'attacco venne preparato "dà. un ben nutrito fuoco d'artiglieria, cui la catena dei cacciatori associò ben presto il proprio. Le batterie da campagna, trattandosi d'un supremo sforzo in cui si giuocava l'ultima carta, accompa1

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anarono la prima schiera fin sotto le fortificazioni nemiche; l'urto ~on fl{ diretto contro le lunelle che alTorzavano la linea d'investimento da dove le artiglierie fo lminavano l'attaccante, ma contro ali intervalli, e da qui vi s'assaltarono i forti dopo averli girati. o . ' Se il tentativo turco di sfondare la. linea d'investimento non nusc1, bisoo-na convenire che ne,;sun alLro esercito avrebbe in simile ciro costanza l'atto dì più. (Contiwna).

GIUSEPPE DO:NESAi~A

Capi. /,(J;no del genio.


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LA DISCUSSIONE MILITARE ECC .

LA DISCUSSIONE MILITARE

NEL CAMPO DELLE TRUPPE ALPI NErn

Le quistioni che si riferiscono all'alpinismo milita.re sono molteplici perchè esse sgorgano da due fonti ben distinte: le une dal considerare le compagnie alpine come enli ciascuna a sè, e che devono soddisfare ai bisogni di uomini operanti in una data valle e compiere un mandato che stia in proporzione colla loro sinO'ola forza e coi loro singoli mezzi; la fonte delle aÌtre sta invece ~el considerarle come parti cli un tutto che debba soddisfare ai bisogni cli una divisione o di un corpo d'esercito alpino operante in una data zona delle nost~·e giogaie e debba èornpiere un mandato cli ben maggiore levatura. . . ~e po~iamo qu~Je precedente e~ essere le tn1ppe alpine truppe d1 fanLena spec~alt per eccellenza ,i, precedente indubb'io per chi ha appena una idea vaga della guerra. di montagna, possiamo dedurne quale conseguente <e .essere il campo della discussione esten. sibile ~u tutto ciò che concerne la costituzione di essa truppa, e su tutto ciò che concerne il suo impierro in O"uerr'a » A~nmmesso questo conseguente, ne nasce un secondo: cc una truppa spec'. ale per ecce!lenza .non può essere tale se non a patto di essere spec:almente costituì La e specialmente impiegata i>. <'.)

(l ) Veggasi nivista militare dispensa di luglio.

è)

.

Per tal modo diviene giustificata la proposta a discutersi di qualunque tema. speciale, precisamente come se tutte le altre trup~e d~ fanteria non esistessero per po tere servire di esemplare a coprars1 dalle truppe alpine, sia per tutti i problemi che riguardano un libero -cittadino fatto soldato - o molti soldati riuniti in una compagnia-O molte compagnie impiegate assieme sul campo di battaglia. Tema: Il vestfario della fantèria di linea è bene applicabile a truppe dirnontagna? · Tema: Un soldato alpino ha bisò,qno di es8ere più libero nei suoi rnovirnenti , e più alleggerito di peso, che non un alt1·0 soldato di fanteria? Lo zaino, molto faticosp per soldati che marciano sul pia.no, lo diviene assai di più per truppe di montagna le qual i camminano più .a forza di polmoni che di gambe. La tota.le lunghezza del fucile con baionetta è determina~a dal ,criterio di avere un'arma. di dìfes,t che possa servire contro la cavall eria: ora. questa lunghezza è proprio inalterabile per truppe che -si occupano tanto della cavalleria nemica quanto se ne occupano i marinai a bordo delle loro navi~ Una ba.ionella lunga una metà. dell 'attuale non basterebbe contro la. fanteria per quegli episodi ad a1·1na bianca pùì wnici che rcvri, ·e non cesse1;ebbe cli essere molesto e pericoloso inciampo a chi non fa che salire e discendere e studia ben. hene il passo per non finire in fondo ad un burrone? Un moscheuo invece del fucile non basterebbe ali' uopo per una truppa che nel fuoco quel poco che perde di petlo al fucile lo acquista ad usura coi dislivelli fra essa ed il bersaglio, dato caso avesse ad agire contro bersagli grandi, posti fra. gli 800 e i 1000 metri? Ma io voglio anche ammettere che il nemico avesse una cavalleria -che emulasse le torme di camosci, che la baionetta attuale non fosse di alcun disturbo al marciatore alpino, e che i bersagli grandi a grande distanza si presentassero in monlagna ad ogni piè sospinto; ,e allora mi domando : e< I piccoli inconvenienti che nascerebbero cla un aumento di lavoro a.gli arsenali per raccorciar le baionette, da un'arma troppo corla contro gli squadroni di cavallel'ia nemici operanti sui greppi 1


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LA DISCUSSIONE MILITARE

delle Alpi , da un Liro meno efficace fra gli 800 e 11ooom, ottenuto con un moschetto in luogo di un fucile, non sarebbero mille volle ecci issati da un_ van ta~gio immenso pel' truppe tli montagna? Una breve d1sgress1one perchè voglio rispondere a me stesso col dire che questo vantaggio esiste all'evidenza, e perche la risposta ha un buon addentellalo c-0n una quistione sopra riferita. La velocità di due compagn ie alpine ho detto che in pari condizioni è pari. La velocità di soldati alpini che debbano tmsportat'e due pesi difl'erenti, non èpiu pàri, ma inversamente proporzionale ai pesi rispetLivi . La velocità di marcia di un inclividuo si compone di due elementi: 1 1° del numero e della lunghezzr1 dei passi che fa in un minuto; ~0 tlel tempo che persiste a camminare senza prendere riposo . Così ne avviene che l'a attuale delle Ll'Uppe alpine potrebbe essere· suscettibile di cambiarsi in una quantità maggiore <J. 1, qualora il peso che sopportan o i soldati fosso diminuito, o siccome in montao-na il tempo è oro purissimo, la quistione comprende un vero tesoro!'). Se ridurrò la haionella, il fucile, le bulietterie tutte, avrò sold:Hi più spigliati nei mov imenti in un terreno nel quale spesso si cammina anche colle mani, cosa che in pianura non avviene mai: ed avrei soldati _ch_e fa~endo un pel'corso di 5 ore di marcia effettiva, in grazia. della cl11nrnuzt0ne del peso, avremo solo bisogno cli intercalare ad essa una ventina di minuti di riposo, invece di mezz'ora, e spesso si troverà con quei dicci minuti di guadogno il coefficiente principale per condurre a buon termine un'operazione militare. . Si ?adi che io l'c:x lo metto costante per noi, per France.si, per Tedeschi e per Turchi; e si badi che possedendo un a' noi sn remo superiori a'Turchi, il che importa poco, ma a' Francesi ed a' Tedeschi ii che vale assai meglio Che s~ a qualcuno tutto ciò potesse sentire del pedante, ritorco il vantaggio sotto un altro punto di vista altrettanto importante per me, e forse di assai maggiore valore per lui. Diminuendo p. es. di due chilogrammi il peso che attualmente porta un soldato alpino, non potrei ricaricarlo di due chif o<Trammi (accontentandomi dell'a primitivo) mediante alcuni pacchi cartucce, un paio di scattole di carne in conserva e qualche 0oal!etta fa più di quello che ora è prescritto?

NEL CA:IIPO DELLE TRUPPE ALPl1'E

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La colossale quisLione del munizionamento da bocca e da. fuo co per trnppe operanti in montagna, emerge in tutta la sua forma di mal augtll'io, ma io Ia sch ivo : la schivo perchè è troppo complessa, perchè mi sono prefisso in massima di fare un semplice inventario, perchè a me basta fai· sentire come questo Lerna dovendo applicarsi ad un Lcrreno speciale, do\'rà manifestarsi con forme, ed applicarsi in modi che poco avrnnno di comune colle forme e coi modi che si usano sul teneno ordinario. Prevedo pertanto che il commissariato militare, i pa.rchi d'artiglieria, ecc. dovranno, per quanto concerne le truppe alpine, chiamare a loro grande ausiliario il soldato alpino medesimo. Recentemente il nome di compagnie alpine risuonò al Parlamento nazionale, e da ciò motivo che dopo lungo e generale silenzio, la conversazione si ridesta su ll'argomento, e le vedute sono ingarbugliate più che mai: e lo sono anche un tantino in seno stesso all'alpinismo militare. Accennai come da tempo alcuni vedano le compagnie alpine una per una, ciascurw come un ente completo di per sè, autonomo, indipendente: un gruppo di montanari armati a dovere, custodi fidati di una porla lli casa nostra1 soli come eremiti, fredd i come le loro ne,,i, inamovibili come le loro roccie, rozzi come contrabbandieri e terribili come i prutigiani cli montagna. d'ogni tempo e p,iese. Per costoro tutto pare consista nel tirare egregiameoteal bersaglio, nell'erigere barricate, nel rotolar sassi, nel minar sentieri, nell 'abbattere abeti, nell'ostruire stretle e via via. Senonchè gii.t da tempo coloro elle la pensavano e la pensano ancora unicamente così, ebbero ed hanno unafortescossanellaistituzionedei l>attaglioni alpini, nel graduale aumento dell e compagnie alpine, nel discusso passaggio per esse dal piede di paco al piecle di guerra. Ora però cominciano a domandarsi so gli umili attributi che davano e l'orse si ostinano ancora a dare a queste comp:tgni e, cesseranno di essere,· o se mantenendosi diverranno semplici amminicoli di un'azione ben altri menti colossale ed importante. Ora le domande hanno smarrilo un indirizzo preciso esi svolgono vagameutee senza nesso alla ricerca del vero ultimo , del determinato. Se man mano si aumentano queste compagnie, quale ne sarà il lim ite massimo di sviluppo?

di

il


NEL CAMP O DELLE TRUPPE ALPINE

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LA DISCUSSIONE MILITARE,

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a Condè, a Montecuccoli, famosi capitani ma di tempi e di costumi guerresch i passati remoti. In quanto a me, non seppi mai veclere le truppe alpine che in un modo : analiticamente, come mezzo, le compagnie una per una.: sinteticamente, come scopo, tutte assieme, trenta.sei, anche qua-· ranta, anche sul piede di guerra, anche con tutte le cinque classì di prima. categoria in congedo illimitato quali truppe alpine di 2a linea. Dissi come vedo, se discuteremo mi permetterò anche cli esporre perchè vedo in tal modo. Confesso però che alcuna. volta mi si presenta il dubbio d'aver ragione o meno, d'aver imberciato giusto sul futuro impiego delle truppe alpine o d'aver fatto colla fantasia un volo icariano che preceda. una rovinosa caduta. Mi nacque altresì il sospetto che il torto non sia però nè mio che la penso ad un modo, nè d'altri che la pensa nel modo opposto, nè di un terzo che la pensi in modo differente da entrambi. La colpa starebbe ella forse nel peccato d'origine delle truppe· alpine? È certo , mi sembra. Lo esposi poco sopra: avviene sempre così d'un problemuccio che col tempo progredisce e si ingrossa. pet modo che dalla sua applicazione se ,ne può appena rintracciare la lontana origine, mentre da quella era affatto impossibile leggerne i futuri destini. Ma la discussione porlerà la luce sulla J,tra.da della redenzione e Lutti cammineremo di comune accordo verso una. mela unica, chiara e sublime. Espongo senz'altro il terna che io considero come pielra basilare· di tutta' l'istituzione alpina:· Le compagnie alpine clebbrmo considerarsi come m,ernbra di ·un, co1·po che ·in gue1Ta abbia a combattere riunito? Risolto questo tema, il maggior numero degli altri non sono che semplici corollarii, che mostrano quasi nel loro enunciato la. loro soluzione . Ma questo tema va. assolutamente attaccato p~I primo ed attaccato di fronte; lo so, non è buona ta.Ltica. cli montagna, ma in questo caso il girar la quistione è un volerla la.scia.re insolubile e la.sciar pollula.re a.Ila sua radice numerosi rampolli pa~assiti. Così sarebbe un girar la domanda se nella domanda 'stessa mvece del debbono si sostituisse il possono.

Sono per avventura 36 i nostri vali-chi alpini che importa guar·dare con 2r50 soldati"? Oppure ve ne sono di cosi import~nti darichiedere più compagnie in una sola vallata? Non sarebbe questo il principio cli un esercito cli chissà quanti battaglioni alpini ? Così facendo, ove si troverebbero i montanari per l'annuale contingente a reclutarsi? Forse sugli Appennini? Forse aumentando la ferma sotto le armi come pe~ la, cavalleria? È egli conveniente giungere a questo sviluppo massimo? Molti.plicando la truppa alpina non svanirebbe la sua specialità caratteristica? Le guardie doganali che dividono colle truppe alpine la forma del cappello, servirebbero per avventura. come truppe complementari dopo abolita la milizia mobile alpina? Queste ed altre cento domande si sono fatte e si fanno fra i mili tari e fra i non militari che di truppe alpine se ne rngliono in qualche .modo occupare: ma mi affretto a dire che, mentre nostra cura si è di alimentare una discussione militare,.si escirebbe cli strada se la polemica prendesse tema da· ogni ubbia che coll'alpinismo militare può avere una relazione forse artificiosa, ma certa.mente non seria. Nelle moltepl ici esigenze della. vita di un paese soventi volte avviene di dovere risolvere un prolema ~emplicissimo ecl una volta. risolto , moltiplicarne le applicazioni: di dover tosto cloJlO to.O'liere ad . D .ogni singola applicazione parte della sua individualità a. beneficio complessivo di una applicazione centuplicata nelle sue forme e nei .suoi risultati . Così pa.rmi sia. in parte avvenuto col problema in o~·igin.e semp.licissimo di avere per ogni valle un buon manipolo dt gmde alpme: crebbero le speciali applicazioni, e minaccia -'--- lo spero fortemente - un'applicazione complessa, dalle quali scaturirà .un beneficio tanto grande in futuro, quanto impreveduto in passato. Ad ogni modo coloro che vedono le compagnie ad una ad una. o Lutto al più ad uno ad uno i bauaglioni alpini, mi sembra non siano nel vero dimenticando che l'Italia ha bandite per sempre le com.pagnie di ventura., la sua. .salute non consistendo nè col possesso del forte di Exilles, nè del passo dello Stelvio; mi pare eh~ non siano nel vero dimenticando che un cordone armato sulla cerchia alpina ci farebbe retrocedere di qualche tempo come p. e. sino a Turenna,

l


1.78

LA DISCUSS IONE MILITARE

Se dal riunire le compagnie alpine ne emerge un bene reale questo bene Io si perde se la loro riunione pote·ndo non esse1'e, le lasciasse disseminate per compagnie o battaglioni. Se per contro queste truppe dehbono agire per frazioni è bene dissipare le tendenze dell'accentramento che mirerebbero allora a falsarne lo scopo .e l'impiego. , Q't1i forse una voce potrebbe farsi sentire e dirmi che appunto la quistione ca:pitale che io pongo sul tappeto è già da tempo 1:isolta nel senso dell'accentramento: una seconda voce potrebbe susm·rarmi che coll'accentramento di tre o più compagnie in un solo battagl ione, la quistione è per lo meno gravemente pregiudicata sempre nello stesso sen$O, ed io a queste due voci sarei ben lieto cli unire in coro la mia e cli re che l'unica ipotesi ricca di un brillan te avvenire per le truppe alpine, quella si è del loro completo accentramento ed immediato sul teatro clélle opernzioni cli guerra. Ma in materia v'ha chi la pensa agli antipodi. Intanto vi sono ,coloro che amano le truppe scelte come i bruscoli negli occhi e noi tutti militari sappiamo a memoria i motivi che adducono in loro sosteo-no. Io pure sono fra i non partigiani di truppe scelte,• in• ispecie t> • nell'arma di fanteria, sempre quando però la scelta non sia tmpenosamente richiesta da esigenze h1eluttabili . Conta.le eccezione ben si comprende voler io concludere come la scella di truppe cli fanteria che deobano agire in montagna è richiesta dalla ineluttabile necessità. che si chiama applicaz,i,one delle f!rnppe al ter1·e-1w. Non vi è q ui però spazio per tessere urm dimostrazione in proposito. In seguito vengono coloro i quali in un battaglione alpino non vedono ehe una semplice unitft tattica di sott' ordine incastonata in una qualunque cli visione cli fa,nteria; Lutto al più come arma complementare, r~ome lo sono usualmente due battaglioni bersaglieri, tre squadroni cavalleria, tre batterie ecc. A costoro tengon dietro gli amanti delle guerrillas spagnuole, ,delle bande svizzere, delle ba.ruffe da partigiani, e considerano una compagnia ed un battaglione alpino come la riunione di vari manipoli da sguinzagliare sul fronte dell'azione per eternare con sorprese, imboscate, catture, rovine e vai di cendo, l'azione guerresca: od al meno per dare, come essi dicono, tempo al tempo, in omaggio al proverbio « dietro cosa nasce cosa ed il tempo le matura)>.

NEL CAMPO DELLE TRUPPE ALPINE

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Metto in coda finalmente q:uei pochissimi che ancoi'a si figurano di vedere il displuvio della nostra cerchia alpina abitata da una sterminata fila di soldati ano a contatto di gomito coll'altro, fra i quali, senza esser veduta. non può entrare in Italia neppure .una mosca. Fra gli oppositori all'accentramento vi hanno coloro che furono tratti in inganno circa all'impiego delle truppe alpine dalla stessa struLLura geografica cl'Italia. Vedendo come, stando sulle generali, Ja· cerchia alpina. segna il . nostro confine pol.itico e naturale clalla. parte del contmente, parve loro che le compagnie alp ine venissero messe sui. monti pe1· essere qtiei monti la 1iostra li1iea cli conf11ne con Pl'a-ncia, Soizzera ecl A~istr·,ia. Era chiaro ~hc con questa erronea premessa si producessero derirnnti più erronee ancora. Costoro non compresero che le truppe dislocate sulle alpi si trovarono a essere cnsLodi dei nostri confini per una,semp lice accidentaliti.l poliLico-geografica; nè compresero che questa acciclenta.lità. non era quella che avea generate le truppe alpine, ma che ne aveva solo anticipata la loro na?cita. Posta l'ipotesi che ove sorgono le nostre alpi scorresse come linea di confine il Po, e che le a1pi sorgessero dal letto attuale cli questo fiume, credono essi che le compagnie alpine non sarebbero nate o per lo meno non nascerehhero fra poco? È ben vero che aJla loro volta mi potrebbero domandare per qual motivo non vi sono truppe alpine sul nostro appennino settentrionale, se non per quello che esso non costituisce linea di confine: ma io di rima.ndo farei loro osservare che: risponde al quesito l'avere già nelle nostre alpi una anLimurale ben più formidabi le dell'appennino; eppoi potrei chieder loro se sono ben sicuri che l'appennino settentrionale - questa grande barriera fra la valle del Po e la capitale d'Italia _:_:non possa divenire teatro d'operaziqni guerresche per truppe alpine, e quindi non abbia un giorno acl ospitare alcune compagnie alpine anche nel tempo di pace. Ma di ciò fra. breve. Le più recenti pagine seritte in materirL di truppe di montagna, sono tuttavia improntale dalla maggior incertezza eir.ca al loro impiego in tempo di guerra. Si no ta fra le altre una. preòccupazione veramente strai1a sui pri~


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NEL CAMPO DELLE TRUPPE ALPINE

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di valore: ma nel campo pratico della guerra di montagna, l'aureola poetica non può più cingere l'individuo - il granello di sabbia: allro non veggo che dieci, che ventimila soldati alpini - l'immensa frana che intercetta il passo a centomila nemici e concede al paese quindici giorni di tempo per radunar le difese. Non pertanto metto in noi),, cale le operazioni minute della piccola guerra, ed i notevoli piccoli risultati che una pattuglia, una compagnia, un ha!taglione alpino, possono riportare in guerra, favoriti dal carattere del terreno, dalla pratica della speciale manovra su cli esso e dalla conoscenza delle località sulle qua.li si svolge J'a• zione; ma tuttociò non costituisce se non le appendici più Q ineno: , illustrate di quell'opem che sarà compiuta dal corpo ·delle truppe aliPine una per.comando, una per concetto, una per esécuzione ed una ' come fattore nella formola della vittoria. .. · Quando spunta il sole cocente d'agosto, le creste della nostra cerchia alpina si mostrano ben presto nude e nerastre: lo strato sottile di neve che le copriva ed imbiancava in poco d'ora si dileguò e scomparve: ma nelle valli rimangono e forti e saldi e quasi intatti i ghiacciai: la sferza del sole loro seotta l'epidermide appena. Al fuoco tremendo della gl1erra non voiete che si sciolgano e si dileguano le vostre compagnie alpine? A voi la risposta. In guerra conosceremo sempre i nostri nemici, i certi come certi, i probabili come tali, e su di una zona di frontiera alpina conosciamo, in precedenza all'azione, le valli princjpali per un'operazione militare, le secondarie, le eventuali e le trascurabili: non vi potrà essere situazione politica tanto oscura. da non poter conoscere alquanto prima dello scoppiar delle ostilità la tinLa più o meno carica. del confine nemico, nè vi potrà essere situazione militare tanto arbitra del terreno e tanto spastoiata nella zona alpina, che non ci dia mezzo di parare la fiitta come finta ecl il colpo come colpo. Ciò essendo, se è·giuocoforza estendere una. vasla periferia d'osservazione, venti solclaLi alpini come guide di altre tl'Uppe sono più. che suJii~ienti per ogni zona di spettanza di una compagnia; ove il I combattimento non è che eventuale e nell'evenl.ua.Iità non può es- 1sere che secondario affatto, le truppe speciali· sono sprecare come truppe combattenti e con un tale impiego si sfumano tutti gl_i utili

mordi di una futura guerra. Sembra si parta dalla poco rosea ipotesi che Francia, Svizzera ed Austria-Ungheria abbiano a far lega ai nostri danni e debbono torrenti scender d'armati da tutte le valli alpine: da qui trensasei battaglie in miniatura colle trentasei co~pognie alpine: insomma 'lrn rumoreggiar di battenti, uno sfondar di imp9ste a tutte le porte di casa nostra. Non rilevo simile ipotesi nella sua stranezza; ma ·mi compiaccio di ammetterla seria. per un istante, per provare non meno st,rana quella derivante che ha nesso diretto coll'argomento delle truppe alpine. Se tutti i nostri valichi alpini fossero contemporaneamente aLtaccati dal nemico, perchè dovremmo cominciar la difesa di essi tutti colle truppe alpine? Forsechè prima d'ora, anche senza truppe alpine, non si tennero guardati i passi, esplorati i sentieri, vigilate le vette, difese le gole e compattute battaglie in montagna? Forsechè l'ottimo non può essere surrogato d~tl buono, specialmente là ove il buono è'piùche sufficiente ai bisogni? Suvvia, non esageriamo i pericoli e se facciamo i pericoli più grandi del possibile, non ingrandiamo per lo meno i mezzi a porvi ripa.ro oltre una ,logica e razionale misura. Se si pensa al finimondo, tanto vale compor l'animo alla pace e non la mente alla guerra di montagna, ma se si prende la storia a maestra e l'arte militare. a guicfa, l'ori1.zonte dei pericoli si rischiara d'assai, e l'onda dei torrenti di nemici si rischiara ancor di più. Se ormai si proclama in tutti i modi che la dife9a cli cordone è la più debole delle difese, la più illogica delle disposizioni per forze armate, mi pare dovrebbe apparire agli occhi clelmeno illuminato che un cordone di compagnie alpine varrebbe in guerra come zero per riguardo alla difesa complessiva, dal che nasce l'infruttuosità cli qualsiasi eroica difesa che far potesse qualsiasi compagnia alpina considerata nella sua individualità. Nel campo teorico piace a me pure cingere il soldato alpino con un po' di aureola poetica che me lo rappresenti ora carponi fra scosce§i dirupi; ora i:qipàviclamente ritto su cli un arditissima v.etta, col foci le fra mano, collo sguardo rivolto alla. profonda convalle, agile come camoscio, ricco di salute, di forza, cli abnegazione, e grande

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ripromessi da una accoha di uomini scelti, istruiLi ed educati per compiere un particolare mandato. E fin qui parlai sempre in base ad una ipotesi di guerra difensiva nella quale è speciale còmpitp delle truppe alpine quello di ritardare la discesa dei nemici allo sbocco delle vallate nel piano: ma l'asseverare che le truppe alpine abbiano un carattere eminentemente difensivo, mi pare un asserto per lo meno non dimostrato. Se il ca.rattere di una guerra dà il carattere tattico alle truppe in essa impiegate, tutte le truppe, compresa la cavalleria, in una gtlerra difensiva avranno carattere difensivo; ma non è punto vero che un'a,rma cambi il suo carattere tattico col cambiare il carattere di una guerra: se ciò fosse il carattere di un'arma.avrebbe ~eneralmenle le sue seaturiVcrini su ·qualche tappeto verde della diplomaiia: Così, gli uomini possono determinare l'impiego di una truppa, ma. • questa truppa trova il suo carattere unicamente nel suo modo di azione, e questo modo di azione è inalterabilmente dettato dal terreno sul quale ha imparato a manovrare e dai mezzi di o[esa e di difesa. dei quali è munita. Le truppe alpine quindi potranno essere impiegate nelle pianure del Po col resLo dell'esercito senza inconveniente alcuno, ma solo sulle alpi occuperanno, senza alcun fallo, il primo posto fra tutte. Le truppe alpine potranno essere Lanto difensivamente impiegate sui nostri versanti alpini, quanto offensivamente sui v:ersanti stranieri, senza che per ciò cessi il terreno di montagna, senza che cessi il loro indiscutibile predominio su tale terreno . È di competenza di una larga discussione il provare come l u~a regione montana sia tal scena d'azione da rendere la guerra su di essa una vera specialità della guerra in generale, e dedurne ehe i suoi combattenti debbono costituire una spiccatissima specialiLà fra le truppe dell'esercito LuLto. · Per mio conto considero la discussione es-aurita e ne deduco senz'altro i seguenti precetti : « Le truppe alpine come atte alla manovra in terreno di montagna, debbono essere portate in massa sulla zona alpina ove è più carico il colore a noi ostile, e specialmente in quella parte di essa zona ove è più carico it (:olore militare del vero e principale attacco -.- che entro eerti limi.ti si può prevedere razionalmente. « Lè truppe alpine mentre non saprebbero cedere sui monti il

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1oro primo posto ad alcuno, così non dovrebbero mai essere impiegate altrove finchè sui monti vi fosse modo di poter aaire con utilità:, D cosicchè permettendolo lo seacchiere strategico o tattico, entro il limite da esso segnato, le truppe alpine si troveranno sempre compatte là ove le chiama la natura montana del terreno. « Le truppe alp/ne, eome truppe di fanterfa, condividono con essa_preeisamente l'.egu.ale caratLere eminentemen.te o[ensivo e. difens1 vo ad un tempo, e quindi l'azione delle truppe alpine si presta sia all'offesa come alla difesa con tanta maggior efficacia quanto più la zona monLuosa sulla quale combattono ha caratLeri alpestri e quindi speeiali >> .

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Cancellato in tal modo, secondo il mio debole parere, il peccato d'origine, le truppe alpine redente correrebbero sciolte e veloci al loro assettamento definitivo e norruale. Il soldato non s·i accorgerebbe punto della redenzione, il suo moto non verrebbe accelerato . ' 11 suo lavoro accresciuto, la sua.scuola più proficua. Per il soldato lo sappiamo, l'ala destra e sinistra dell'esercito di cui fa parte si collima perfettamente colla. guida di d.estra e di sinistra del suo ~lotone. Ma ben altro avverrebbe pei quadri delle trnppe alpine. Un corpo può agire a patto che le sue braccia. si muovano a .seconda del. pensiero del capo. Il sancire il principio che le truppe alpine in guena debbono coslituire un tutto complesso, è ill umina.re il faro che ci guida in porto. Ecco nascere un capo che pensa all'azione e ci conduce a eompierla: ecco spuntare i souo capi costituenti l'insieme delle orandi membra ora disseminate: ecco istituita una scuola u11ificatric~ alla quale far ressa per impar:i.re la teorica della guerra di montagna; ecco _trovata u~a estesa giogaia di monti alla quale convergere per apph~a~e pr~t1~amente quella teoria e per arricchire questa coi nu~vi rnu1Lat1 d1 pra-tiei esperimenti nei quali a migliaia di difenson vanno alle offese migliaia di assalitori: ecco finalmente l'attore elevato alla maestà della sce~a, e la scena illustrata dal genio dell'attore. Si domandò in un recente scritto un insegnamento Lecnico centrale a! quale dovrebbero far capo gli ufficiali alpini per apprendere la teoria sulla guerra di montagna: ma se la guerra di montagna è .


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Ad una risposta per esempio affermativa, ecco scendere in campo lo studio della tattica combinata per le tre armi in montagna: ecco cavalleria che risolve altri problemi per divenir alpina quànto le-è

una vera specialità, chi si caricherà il grave fardello di tenere cattedra sull'impiego di una truppa in montagna sotto il triplice punto di vista tattico-strategico-logistico, quando cinque anni fa era questa una scienza nuova, ed ora è una scienza su cui possono tenere cattedra i soli capi di battaglione, ben inteso sui semplici ed elementari prolegomini 't I prolegomeni dell'alpinismo militare, come io lo raffiguro, non sono altro che quelle operazioni di guerra ove in massima figurano quattro compagnie sino ad ora di cento uomini l'una, a metter molto. Si potrà egli con una semplice disposizione gerarchica levare ,un capo brigata dal tavoliere delle Puglie, od un capo divisione da una pin.nura lombarda o veneta, e crearne il comandante di cinque mila, di dodici mila uomini alpini? l?intantochè la montagna è una specialità del terreno di combattimento, e le truppe alpine sono speciali strumenti da adoprare sulle Alpi, sta logicamente il fatto ohe speciale deve essere quella mente che studia un problema su quel terreno e che poscia lo esperimenta e ne cerca la soluzione con quei strumenti. Si cerca lo scopo di una istituzione, l'impiego di una truppa in guerra, il suo ammaestramento in pace, l'unificazione dei concetti nei quadri; se tutto ciò lo cerchiamo senza volerlo ll'ovare, allora si può camminare anche fuorviati, ma se cerchiamo col vivo desiderio di trovare, dobbiamo cercare la strada buona e non uscirne mai più. La strada buona, fra tutte quelle che ci circonèlano, mi par quella al cui ingres:=;o è seritta la seguente domanda: Corne verra'nno imp·iegate in giierra le tru-ppe alpi;ne? È solo dopo trovata in fondo ad essa strada una adeguata e precisa risposta, che avremo in mano la chiave d.ella soluzione del mag--: gior numero dei temi sull'alpinismo militare. Così se la risposta suonasse « si itnpiegheramm,o in massa » noi vediamo a spuntare a cento a cento i quesiti a studiare, e _ad allargarsi enormemente il campo clella discussione militare su di esse truppe . Intanto abbiamo che un'unità strategica in guerra non può agire senza il concorso di tutte le armi e di tutte le singole specialità se vuol trarre d.rtlla sua azione il risultato maggiore. Saril cosi a dirsi di una divisione alpina, di un corpo d'esercito alpino'?

possibil e: ecco artiglieria di montagna che diserta il piano al quale generalmente sta attitccala, e stringe conoscenza più intima coi soldati di montagna: ecco i vari servizi amministrativi che si ~uovono ad un còrnpito n.ovello, e facendosi malleabili alle nuove esigenze, plasmano le loro linee rigide ·~ rette della pianura in forme flessuose e serpeggianti su per le pendici alpine! Così la manovra, ultima ratio, respira,ndo in un ambiente più largo, più reale, più serio, si farà più rigogliosa, più proficua. Le operazioni odierne di due picc.ole compagnie contro due piccole compagnie servono solo per le minuzie della tattica elementare, quantunque vogliano vestire il peplo della grande tattica, gettare i tfadi sul possesso della Val di Susa· o meno, sulla ritirata dallo Stelvio a Sondrio o meno, fare equilibrio ad una grande battaglia ipotetica combattutasi_ a cento chilometri lontano. In un vasto ambiente, esse operazioni si mostreranno in vesticciu.ola da fatica, e non sarà più bisogno di ingarbugliarci, in ipotesi qualche volta erraLe, facilmente mal comprese e ben spesso dimenticale e trascura.te. Cessando le colonne ipotetiche, le marce ipotetiche, le trincee ipotetiche, cesseranno del pari le truppe giunte a posto e tuttavia invisibili : le truppe giunte coll'esattezza di un cronometro a compensazione, non osi.ante i mille ostacoli imprevedibili del terreno di montagna. In guerra il nemico arriva quando arriva, e con quelle disposizioni che giudica le migliori. Le truppe alpine se domani entrassero in campagna, farebbero un gran· salto nel trovarsi di fronte ad un nemicÒ éhe apparisse in realtà dove non si sarebbe mai sospettai.o per ipotesi, e che vi giungesse mezz'ora prima del tempo stabilito con tutle le regole matematiche e con tutti i dati medi da una sù.data ecl accuratissirn_a ipotesi. Con dieci, con venti mila uomini in azione, ciascuno entra nella sua sfera, e si muove nel sistema complesso senza.scompagine, senza urto, senza acceleramento di moto. Due compagnie si vedono come tali, e, se sul piede di pace si vedono come un dueeento uomini solamente: un battaglione alpino peserà nella bilancia per quanto varrà, cioè per tre, per quattro compagnie; io non trascuro o disco-

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nosco il valore dei singoli riparti nella formula del risultato finale,. ma nel tempo stesso affermo che è solo su di una vasta. scena che si può oggi apprezzare nella vittoria l'azione principalissima anche di una sola compagnia, e domani rintracciare nella sconfitta l'operato erroneo di due battaglioni. . Le truppe alpine sola.mente allora vedranno che l'essere guide è una specialità piccola incastonata nella grnnde specialità di essere truppe cli combattimento in montagna, di possedere cioè la chiave tattica-logistica-strategica di un terreno affatto eccezionale, affatto speciale, affatto difficilissimo a conoscere in quei caratteri che informano l'azione delle armate_in guerra. Le truppe alpine andando dai Friuli al Genovesato, dal Piemonte in Lombardia, vedranno che le pareti rocciose delle loro valli rispettive non incombono pesantemente sulle loro spaile come il guscio sulla Lartaruga; toccheranno con mano che la loro scena è il terreno di montagna in genere comunque si chiami ed ovunque sorga; stahiiiranno come dogma di fede inconcusso quello che no1i è vero che un soldato alpino per conibattere bene deve a,vere conoscenza precisa del te1Teno si,,l quale si t1·ova. TI comandante in capo di truppe alpine - ammessa l'incertezza della zona. che verrà attaccata dal nemico - risolverà il problema nel cercare di rimanere perplesso il meno possibile, di giungere quanto prima sul luogo ove l'azione sta per cominciare; così stabilirà per ogni ipotesi i suoi punti cli concentramento, le sue linee di raccordamento, il suo concetto di manovra nella calma di pace e metterà a suffragio dei suoi piani di guerra l'azione q1.iasi reale dei suoi dieci o venti mila uomini alpini. E non solo le grandi quistioni di alpinismo militare riceveranno un retto indirizzo, un rigogli.oso sviluppo, ma lo riceveranno ancora le piccole quistioni che hanno nesso coll'istruzione del soldato con quella clei quadri, col lo studio del terreno sia topograficamente, sia tatticamente considerato . I dal.i dei molteplici esperimenti in ogni ramo, facendo capo acl una mente sola, ad una sola voce di comando, assumeranno il valore di altrettanti preziosissimi elementi per la costruzione di quella buona.teoria sull'alpinismo di montagna che oggi manca completamente. Così pure . . ... Ma. basta per ora. :Nii era domandato in principio se le truppe alpine offrivano

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largo campo alla discussione militare, e mentre mi era prefisso un semplice inventario di temi, mi trovo fuori assai clai limiti del tabellionato. Non mi pare cli a.ver però prevaricato oltremisura, poichè anche in una semplice esposizione di quesiti, per muover altrui la volontà cli tentarne la soluzione, mi parve bene il mostrare loro alcune mie vedute, lieto se alcuni le troveranno buone, e poco meno che lieto se altri trovandole catti,Te saprà metterci tuLLi su cli una strada che non ci guidi all'errore. , Senza disertare chi miei propositi avrei potuto là ove dissi di non farci schiavi di piccole spese, trattare la questione economico-finanziari.a degli ufficiali alpini, ma ttatLanclola, io, sarebbe stato un pregiudicarla: la lascio ad a!Lri e solo cito qualche dato di fatto per alimentare l'argomento: « Nelle compagnie di disciplina, negli stabilimenti miiiLari di pena, negli istituti militari cli istruzione, nei bar.taglioni di istruzione, ecc., ecc., gli ufficiali di governo hanno un aumento di stipendio per la loro anormale posizione la quale può comprendere nel suo complesso aumento cli lavoro, maggiore entità di lavoro, maggiori spese per vitto ed alloggio, maggiore abnegazione di vi,•ere in genere, maggior fruscio di vestiti, ecc., ecc. l>. Gli ufficiali delle truppe alpine sono in una posizione anormale che nel suo compl,esso comprende: l'essere mobilizzati sul piede di guerra: il dovere impartire in una compagnia tutte le istruzioni che si impartono in un reggimento senza alcuna restrizione, e posc:ia impartire l'istruzione speciale al solò.alo ed alla truppa alpina : l'aver un grave aumento di lavoro - che non esiste nei reggimenLi - nello studio dei terreno costituenteuna gran zona, che assorbe a tavolino tutto ii tempo che rimane libero dal lavoro pratico: un campo annuale cli grandi escursioni della <lurata di 30 giorni e nel solo periodo estivo, oltre il campo, sessantatrè passeggiate militari, delle quali parecchie accompagnano Febo in tutto il suo viaggio giornaliero: una anormalissima guarnigione annuale di cinque mesi col rispeuivo annuale distaccamento di sette; un frusc io di abiti proporzionato alle g.ite in monLagna, e finalmente una spesa in vitto ed alloggio che per noi fo:restieri che abitiamo sulle Alpi supera Ja spesa che si farebbe in qualsivoglia città di provincia.


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Lascio nella penna il sacrificio che si fa di più di mezzo il tempo nel' quale si vive segregati dalla società e smarriti fra villani, fra pecore e fra nebbie. Tema. - La condizione degli ufficiali delle trnppe alpine ha tale peso di ano1·malità da richiedere 1.i1i trattamento speciale di soldo come godono molti altri ufficiali dell'esenito? Parimenti non ho nemmeno toccato lo scompartimento del vasto campo che comprende la discussione, quello cioè che tratta dell'azione delle armate in guerra. Quando parlai dell' Apennino settentrionale dovetti far violenza a me stesso per Lacere. E non è difficile forse tacerne dopo la guerra turco-russa? Chiesi da molto tempo quattro compagnie alpino - e si arriverebbe -appunto a 40, dieci battaglioni - stabilite sull' Apennino settentrionale quantunque non sia linea di confine. Ma di grazia, i Balcani erano linea di confine? È molto strampalato il parallelo fra Danubio, Balcani e Costantinopoli d;i, una parte e Po, Apennino e Roma dall'altra? I Balcani quantunque non sul confine, servirono per vari mesi a fermar l'onda rovinosa ~el nemico; è colpa dei Balcani se i Russi non ripassarono il Danubio? Suleyman con trenta miia soldati dì montagna. e con cento abili guide sui ·Balcani non avrebbe forse scacciato Iladetsky e intrecciata unn. corona d'alloro da mettersi in capo a, Schipka, mentre Osman si intrecciava a Plewna la propria? Un Suleyman sull' Apennino con ventimila soldati alpii1i e con un pugno cli guide, quanto varrebbe con un Osman sull'ahi) Po o su Bologna? Non ho finalmente detta 11na sola parola sul permanente piede di guerra per le truppe al.pi ne. Eppure se vi è in questi giorni uo tema che dest.a generale interesse per le truppe alpine si è questo. Ma io taccio per ora. Mi schiero però fra coloro che · salutarono con gioia ques,o temperamento del Ministero e se lo faccio mi pare d'averci le mie b1ione ragioni. Gli oppositori - a parte la maleclett.a idea della spesa, sulla qua.le del resto vi sono mille modi a por riparo - si sostengono principalmente · all'argomento che domani entrando in campagna si avranno per ogni compagnia un terzo della forza di

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semplici reclute, e si mancherà. affatto dell'aiuto di quella classe o di quelle classi che conoscono tutti e tre gli scompartimenti in cui si suppone divisa la zona alpina di ogni compagnia. Ma l'argomento presenta mura scoperte da battere in breccia a piacere. Lo debbo tentare? Per ora no. Ognuno del resto lo può fare quando parta dal· concetto che sono già trascorsi 12 anni dalla guerra austro-prussiana e che allora in Boemia si ebbe una guerra detta dei 7 giorni quasi a far comprendere che una volta, ai tempi di Federico, per ottener altrettanto ci volevano 7 anni. - È da questo considerando che si può calcolare il valore di 4,8 ore di tempo guadagnate nelle operazioni militari. Qualora poi si ponga mente che si tratta di truppe alpine le quali saranno certamente le prime ad entrare in azione e per le quali è centuplicato il bisogno di esser celeremente poste in completo assetto di guerra, ben si vede che non vi poteva essere concetto più benefico di quello che a pri01·i disponeva i mezzi per oLLenere uno scopo così ca:pitale. Ho sostenuto apertamente che 100 guide sulla zona combattuta bastano anche per due clivisioni; 'dunque perchè lamentare sì altamente che non si avranno soldati - col nuovo ordinamen(o - che conoscano tutta la zona? L'argomento è troppo spe1~ioso, troppo sottile: 1° Perchè coll'aumento a 36 delle compagnie alpine, molt~ zone di spettanza di talune di esse si potranno studiare in soli due anni, e quindi l'ultima classe sotto le armi sarà perfettamente edotta nel suo mandato di guida; 29 Perchè ad ogni modo, non foss'allro, avremo sempre nella compagn ia quattordici o quindici guide espertissime di ogni recondito punto della propria zona, tenendo conto dei solt'ufficiali ed ufficiali della compagnia; · 3° Perchè il bisogno di guide diminuisce in ragion diretta dei preziosissimi lavori di tavolo che vanno man mano accumulandosi e disponendosi alla comodità. di tutti· · 4° Perchè no~ conviene sempre,credere che la guerra scoppi in primavera per considerare come nulla l'ultima classe di soldati sotto le armi, e nell'ipotesi che la guerra avvenga dopo le escursioni estive, ci si trova precisamente ad avere le compagnie con 80 uomini che rispondono ad ogni esigenza;


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5° Finalmente perchè la quistione d'aver guide è localizzata ·e particolare alle sole e poche compagnie che si tro.veranno dislocate sul teatro delle operazioni militari; per tutte le altre la quisLione in discorso non vi si riferisce punLo. Chi può disconoscere l' utile immenso che una truppa ritrae dall'andare dall'oggi al domani incontro al nemico reale, e trovarsi precisamente in numero, in riparti, in quadri come qnando si reca alla manovra in piazza d'armi? · Chi può misurare i frutti che arrecano soldati che conoscono i loro comandanti, comandanti che conoscono i loro subordina.Li e che sono affiatati da lunga pezza fra loro? · ' E quello scoglio che chiamasi <e abitudine del comando>) non viene per tal modo schivato? Altra cosa è per un comandante di c?mp~gni~ comandar 1.20 uomini, altra comandarne 250: un maggwre Il cm sguardo è abit1rnto da veder 400 uomini muovere al suo com~ndo, non potrebbe per avyentura, con 1000 uomini sotto agli occhi, veder tuLto troppo grosso, o sentirsi rimpicciolire, o trovare il suo polso non abbastanza vigoroso al comando? L'analisi di questi ferri del mestiere, ingranditi all'improvviso, non disturberebbe la mente dal principale dei pensieri, larnanovra? t'esperimento del funzionare del meccanismo dopo l'introduzione di nuove ruoLe non divagherebbe la mira Gui deve immediatamente tendere il Lavoro di qiiel meccanism,o? Finalmente i numerosi attriti d'ogni forma e natura che trarrebbe seco una innovazione a bruciapelo, non rallenterebbero la 'oelociTà della manovra stessa? E poichè mi rammento della velocità, e con essa che il tempo in guerra è fra i primi fattori di vittoria, mi pe1·metto ancora di domandare: il più volte citato oc di un riparto di truppa sul piede di pace non subirà delle notevoli varianti per gli eguali riparti aumentati del doppio? Dove troveremo in guerra i risultati teorici frutto degli esperimenti praLici del tempo cli pace? . )Ia a che perclermi in tante domande quando tutti sappiamo che l'.1deale della costituzione di un esercito - se non urtasse mille altre considerazioni - quello sarebbe di averlo permanentemente pronto ad entrare in c,unpagnal Gli oppositori non piangono forse lagrime premature quando lamenLano la perdita delle classi di truppe alpine

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in congedo illimitato di prima categoria? No, noi Nessuno vorrà perdere in mpntagna quello sq,uisitissimo elemento di vitLoria, qtiei dieci o quindici mila uomini tiratori tutti, robusti tutti, montanari tutti, alpi1,1i tutti, e Lutti eccellenti guide delle loro vallate. Non si disse in Parlainento << non maturiamo per ora le Lruppe alpine, fecondiamole intanto?>> Che cosa poLrà fecondarle? La discussione. E dopo? Ebbene, dopo io credo che finiremo a raccogliere la messe, e trar profitto da tiltt'i ,i, soldMi alp·àii di pr·ima categoria ùnpiegcindoli a q,uello scopo coinplessivo e finale pel qiuile fiwono con tanta /citi ca, con tan,to si-ndio e con tmita spesa cresciuti ecl ecliicati ad 111no ad uno. Tema. 1l :sistema di recliitmn,ento ,region<ile per le trnppe al-pine può 'VMifr modificato senza altem'1·e la speciale costitiizione di queste tnippe? · In oggi ci siamo abituati a considerare come un gn1ve appunto quello che si muo ve comro le compagùie alpine della forza di 250 , uomini sul piede di pace; e l'appunto si è questo : aumentando il numero annuale delle reclute, si è costretti a supplire alla deficienza di uomini in una vallata con uomini tolti in altre vallate aneli e lontane. Ma, e che perciò? Non sarebbe questo un appunto collocato solo per far numero con altri, senza avere fondala ragione di sussistere? Non sarebbe questo appunto tuLto in favore invece al tema risolto secondo le disposizioni vigenti ? Togliere montanari da una vallata e darli ad un'altra che cosa significa? Che in quella vallata vi è esl1beranza di reclute montanare, in questa difetto: che cioè gli uomini che si traslocano sono in di più di quel numero riehiesCo per quella o per quelle compagnie in , quella data valle dislocata. · · La vallata aclunque che dà, éltt so lo dopo di aver sfruttato per sè tutto l'elemento che le abbisogna in reclute montanare: il che val quanto dire che quella o quelle compagnie in essa valle comprese hanno' in loro favore tutti i vant;;tggi reali e non reali che si riscontrano o si credono riscontra.re in un reclutamento regionale puro. Circa alla vallata che riceve, che diremo?


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Diremo che le truppe alpine in essa dislocate hanno raccolto tutto quanto potev.ano in ~lemento montanaro indigeno e che sono truppe ~ec~ut;i,te regionalmente nel limite del ·pos~ibile, e quindi sono nel hm1te del possibile pari a tutte le altre ·compagnie i.n condizioni di reclrlLamento più favorevoli. Ma se esse truppe sentono il difetto di r~clute, non possono rimediarvi se non all.argando il loro perimetro d1 reclutamento. Dovranno esse scendere lunao il fiùme della loro v~ll,e sino ali~ risaie lombarde, sino alle brughiere di S. Maurizio e di Somma, smo alle praterie del Tagliamento? O dovranno cessare dal concetto del regionalismo puro ed assimilarsi un elemento omogeneo quantunque di differente vallata o provincia'? Ecco svolti gli estremi del problema. Stringiamo i nodi. ..n sistema r~~ion~le h'.1 per suo sostegno maggiore quello della pm celere mob1l1làz1one delle truppe: questo argomento cade affatto per truppe che, come le alpine, debbono essere permanentemente s~l piede di guerra. . Il reclutamento rc1gionale può vantare un interesse vivissimo alla difesa per coloro che si trovano a combattere per la difesa della casa c.he copre la loro famiglia e dei campi che fecondarono col propno sudore: ma ovunque si svolga l'azione guerresca sulla cerchia alpina, abbiamo veduto che ogni compagnia ha in sè t utto l'elemento maggiormente interessato a difendere quella data località. Per buona fortuna, è ormai ammesso da tutti che per essere buon soldato alpino bisogna venir sotto le armi colla stoffa di buon montanaro: se ciò non fosse, non saprei vedere il perchè di un reclutamento regionale per le truppe alpine. Ma si noti qui ch.e il montanaro è cosmopolita per occhio, per gambe, p.er polmoni, per abitudini o per carattere: come montanaro non conosce brughiere o risaie o lagt!ne, come cosmopolita il suo regno è l'Alpe, l'Appennino, il Giura, il Caucaso. Se si vuole un . reclutamento montanaro, esso va preso in montagna e non altrove; n?n sono nè la Dora; nè l'.Oglio, nè l'Adige che colle loro acque fac-· ciano montanari i Piemontesi, i Lombardi ed i Veneti: chi.forma il montanaro è la sola montagna, la vera montagna e null'altro . . Perché osteggiare un reclutamentd misto, quantunque in cosi · piccole propol'zioni'? Una vallata ricca di buoni montanari vorrà mandare alla pianura i suoi figlioli migliori, ed un'altra vorrà con-

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durre sulle nevi eterne un povero campagnolo pel quale la più. alta vetta compiuta è quella del campanile del suo paese 1 Si dirà forse « ma questo Veneto non sa parlar piemontese » o, « quel .Piemontese non ha alcun interesse a difendere la Valtellina?» La lingua delle truppe alpine non è forse una sola, e l'inter:esse della difesa del paese non è forse uno solo'? Non converrebbe all'opposto paventare le conseguenze di un reclutamento regionale troppo puro? Convien rammentarci che se l'esercito è il principale elemento di concorde fusione degli Italiimi delle varie provincie, questo benefico risultato è per ora lettera morta su tutta .la cerchia alpina. Convien rammentarci che le truppe alpine per aver una seria ragione di essere devono impiegarsi in massa e che. una massa non fortemente concentrata si' sfastja al primo urlo. Il cappello alpino è sufficiente cemento per le nostre truppe di montagna. Quando da un reclutamento regionale noi abbiamo sfruttato quanto in esso vi ha di meglio, quando abbiamo per noi LutLi i vantaggi che lo possono consigliare, mi pare misura sana oltre ogni altra quella che mentre da un lato impedisce di perdere anche una briciola di parte buona, d'altro lato cerca di eliminare gli inconvenienti che da esso reclutamento derivano. Conviene ·stabilire inconcusso il principio che il reclutamento alpino deve essere in primo luogo montariaro e solo in secondo luogo regionale; che questo secondo requisito va esteso solo tanto quanto basta per non uscire tlai limiLi del primo. Vorrei in complesso che il reclutamento regionale per le truppe Rlpine non .avesse il significato peculiare di considerare regione una certa vallata, ma il significato generale che per regione intendesse tutta la zona alpina. Non credo che 1ier ora lo spii·ito di corpo delle Lruppe alpine· - che io diversifico molto dallo spirito di corpo di una c.ompagni;1 alpina - sia molto sviluppato. L'isolamenlo relativo delle singole compagnie, l'i;,.olamento assoluto dei singoli batlaglioni, sono la causa prima che queste truppe manchino di uno stretto legame di reciproca amicizia e confidenza che fortemente le vincoli. La differenza dei dialetti ricordando i tristi tempi del nosLro passato politico, si ttascirni a corteo tutli i mali che éhiamerò di campanile. Vidi in Milano 6 battaglioni alpini riuniti ed ho notato un


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NEL CAMPO DELLE TR UPPE ALPINE

LA D1$CUSSIONE MILITARE

sintomo che sàrebbe male lasciare inosservato. Gli ufficiali dopo un primo e cordiale incontro, parvemi ubbidissero ad una forza arcana che subito dopo li riuniva e li accentra.va ciascuno sul comandante de1 proprio battaglione, e spingendo l'osservazione parvemi che quella forza arcana li dominasse sino al punto cli avvicinare, nel batlaglione stesso, gli ufficiali ciascuno al proprio capitano. Dissi male chiamando questa fo rza sepai-a.tista coll'epiteto di arcana questa forza è l'abitudine all' isolamento, è l'assoluta mancanza cli una reciproca conoscenza. - Se ciò per gli ufficiali è cosa del momento che non può menomamente destare inqu ietudini , non parimenti. si dirà della truppa per la quale mi parve che la dissonanza dei dialetti fosse causa di una istintiva ripulsione . Ciò essendo, se la dislor:azione delle compagnie e·se iI loro sistema di reclutamento le isolano tanto, è pur bene trovare un legame che le avvinga aLLraverso ai nostri contrafforti alpini; -trovare un filo che di esse ne formi una coll ana auorno al nostro confine di terraferma. Notisi ancora che con un reclutamento regionale puro, avremo in una compagnia 23 caporali tutti parenti o per lo meno amici sin dall'infanzia ai semplici soldati - cosa certnrnente nocevole all'an. damento discipl inare. È appena possibile fra persone colle il porre una. barriera fra le relazioni private e quelle di servizio - ma nella. truppa questa barriera, se pure si erge con mille fatiche, non rimane che effimera e tost.o crolla. Per le qual i. cose non solo trovo inestimabile bene e per la disciplina e per lo spirito di corpo e pel reclutamento che il reclutamento slesso di una vallata concorra a riempiere le de(icenze in montanari di altre vallate, ma ancora vorrei che ogni compagnia avesse nel suo seno una parte di individui di alt.re valli e provincie che ricordasse al rimanente come la valle della Stura apparLenga anche ai Veneti e la val Trompia anc~he ai PiemonLesi, e che col loro dialetto rendessero allmi eufonici quei suoni che sarebbe meglio non fossero, ma essendo pur valgono a ricorda.re con caro pensiero le nobili g_esta regionali, di un tempo non ancora remoto , che concorsero a formare l'unità della patria comune. Ho camminato a sbalzi pel campo della discuss~one militare sulle truppe alpine, spigolando per o·gni lunghissimo solco forse una spi ca .soltanto.

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Lo feci per provare come si possegga spazio per discutere ed argomenti da trattare oltre il bisogno, per indicare che abbiamo i sostegni per appoggiarci nel didattir:o ed incruento conflitto della voce e della penn~, per indirizzarci a toccare l'eccelsa meta cui possono e debbono gmngere le truppe alpine. · G.

BERTELLI

Tenente 13° cornpagnia alp·ina.

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ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA, ECC.

ANLORA DEI ~ANNONI DI GRANDE PO°TENZA E DEI LIMITI DI QUESTA OJ

(Cou tavola litografata).

sone competenti, e che tutte hanno dato risultati soddisfacenti, ed alcune anche ottimi; enei miei scritti dal ,t867 fino ad·OO' fri io le ho c)c) citate più e più volte a conferma delle mie proposte. E tornerò a citare dapprima il genera.le Tamisier, il quale ha sperimentato con buoni 1·isultati nel vecchio fucile rigato di fanteria. francese di 18 millimetri.montato sopra affusto un proietto di sette calibri di lunghezza (dico sette I!!) come risulta dal · Gau;:,(rlier de Gempen, Essai d'wne desc1·iption 'de l'a,,rmement myé de l'infanterie eu·ropée,rvne en, {858 (Paris, J. Corréard 1858), pagina 63, tavola VI, dalla quale ho riprodotto in scala naturale il detto proietto nella Figura 5a_ Tornerò pure a citare il benemerito De Ploennies ( Noiivelles études sur l'a1·me à feu rayée de· l'infanterie (Paris; Corréard éditeur, 1862), il quale a pagina 321 dà alcuni cenni di un cannone Wl~it':or~h del calibro di 5 centimetri con un proietto di quattro cahbr1 d1 lungheiza, il qual cannone, a detta del chiaro autore « lascia dietro di sè tutte le bocche a fuoco più pesanti sotto i rap~ « porti dell_'esattezza del tiro, dell'allargamento (A.iisdehnwng) e << della tens10ne radente delle sue traiettorie ecc. >) Ed aggiungerò infine d'aver letto nella Revue lfaritime et Coloniale del 11868 una relazione dello stesso sio-~or Whitworth in cui riferisce i risultati ottenuti da un cannone dello stesso calibro con · proietto cl! sett~ calibri di lunghezza; risultati ottirni sotto ogni rapporto, e ?oè sra per la grandissima precisione del tiro, sia per la penetraz1~ne nelle corazze di proporzionata grossezza. Davantt a questi fatti inoppugnabili che ho più volte citati (e che ognuno può a sua volta verificare neali indicati autori parmi che n~ss~no P?~a più ammettere il dubl>io (affacciato d;i detti arlig!ie1:1), e 1:1tenere destituite d'ogni pratica applicazionè le dimosfrazwn_i t~onche da me date ,per abbattere antichi e troppo radicati afoi:is~i e pregiudizi, e dimostrare la conven ienza ·di allun(rare i ~roiett, oltre il limi te gratui k1.mente assunto dei due calibri e ;ezzo. Che , ·se un appunto m,· st· volesse pur fare, sarebbe piuttosto quello ~ R':'e~ volu~o sfonda1·e 'lllna portà ape1·ta: al che avrei molto volcntten · perdurare sempre ostinatamente ' se non avessi· visto · rmunciato nelle nostre scuole d'art·1g1·iena · g11. stessi· erron;. e visto . poi rifletter. sene gh effetti negli studi e progetti delle nuove bocche ,1 fuoco e 1

1

§ 1. Dopo la pubblicazione del mio studio sui cannoni di grande potenza e sui limiti di questa ottenibili dai vari calibri, qualcuno, che ha potuto superare la istintiva contrarietà a discutere i clogmi attiiali della balistica nelle nostre scuole d'artiglieria, mi ha osseì-vato che le mie dimostraiioni puramente teoriche non avevano l'appoggio di pratiche esperienze, le quali dimostrassero che i proietti allungati oltre il limite sacrarnen,tale dei cliie calibri e mezzo non andassero soggetti a capovolgersi nel loro tragitto per l'aria: e che l'opinione degli artigliel'i si.manteneva pertanto inalterata nell'idea che un ~llungamento oltre quel limite dovesse riuscire ~n pratica nocivo ttlla precisione del tiro. A dire il vero non mi risulta affatto che siano mai state rese di pubblica ragione èsperieme ben condotte e concludenti l.e quali abbiano dimostrato che una lunghezza maggiore di calibri due e mezzo è nocira alla precisione del tiro confermando i timori dei suddetti artiglieri; talchè la loro opinione, contraria aITatto alle mie risultam-:e teoriche, è pienamente gratuita, e potrei perciò solo chiamarla infondata ed erronea. Ma sembra invece che ess.i abbiano completamente dimenticato che esperien1,e pratiche con proietti allungati, e molto al di là di quel limite ormai famoso, sono state fatte da per(1) Vcggasi

lli'uistc, llilitare italiana, .dispenso cli ottohre e di novembre 1877.

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àNNo X:Km, VOL. III.


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E DEI LnHT I DI QUESTA

ANCORA DE! CANNONI DI GRANDE POTENZA

loro proietti sia da campo che da muro e da costa e marina, che si tengono tuttora entro quel limite con scapito del pubblico erario, ed incaglio d'ogni progresso. Questa perduranza, che ho detto ostinata e c:he credo inoltre indecorosa pe1· la scien.za, appare anche da ciò che si manLengono sempre nelle nostre scuole a base delle teorie balistiche sulle deviaz'ioni e de1·i1vazioni. dei proietti e sulla posizione del centro di pressione o di resistenza dell'aria, quelle stesse esperienze e teorie del celebre professore Magnus di Bedino, che io ho più volte dimostrato teoricamente e praticamente affatto inapplicabili al caso pratico dei proietti oblunghi lanciati dalle anni a fuoco rigate; e che risultano pertanto insussisLenti ed enonee. E ciò senza che alcuno siasi finora dato il minimo pensiero di ripeLere quelle esperienze e di veriricarle, sia adottando forme di proietto più somiglianti a quelle che comunemente si usano, sia. sperimenLando l'e[euo della resistenza dell'aria sotto piccoli angoli di incidenza coll'asse di (i.gura del proieuo, come accade necessa·l'iarnente ed 'Wltica,rn,ente nel tiro pratico. Ed è perciò che per esaurire, per quanto sLa nelle mie forze, ogni tentativo di adclimostrare col fatto l'insussislenza della teoria che suppone costantemente il centro di pressione o di resistenza dell'aria davanti a quello di gravità del proietto, e ne induce la continua elevazione della punta o pru.a e l'allargamento dell'angolo di incidenza, ho pensato di isLituire io stesso apposi te esperienze dalle quali risultasse in modo evidente quale sia realmente l'azione dell'aria SlLl proietto stesso, ed a quali leggi obbedisca la postazione del centro di pressione al variare dell'angolo di incidenza. ,§ 2 .. A tale sco.po abbisognava isolare dalle altre cause l'azione dell'aria contro il moto di traslazione del proietto, azione che determina la postazione del cenM·o cli pressione sull'asse di figura rispetto al cenLro di gravi~à. E per !a sola determinazione della poslazione rispettiva di questi due centri, non solo non occorreva che il proietto fossé animato da alcun moto di rotazione atlorno al proprio asse di figura; ma analogamente in parte a quanto era stato praticato dal professore Magnus, il proietto poteva essere esposto ùn11iobile all'azione di una corrente d'aria, l'effetto dovendo evidentemente risultare il medesimo come se invece il proietto fosse in ,moto, e l'aria in quiete.

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Io immaginai perciò di sospendere un proietto di legno dalle forme esterne ed interne comunemente usate ad un suo asse traversale passante pel suo centro di gravità e tenuto in posizione orizzontale, di guisa che potesse liberamente ruotare attorno a questo . asse, alzando ed abbassando la prua; e di dirigere poi sopra queslo proietto una forte corrente d'aria sotto diversi angoli cli inclinazione o di incidenza coll'asse cli figura del proietto stesso per verificare in qual senso acèadesse la rotazione del p1;oietto allorno l'asse trasversale sopradetto. Evidentemente questa rotazione doveva indicarmi la postazione del centro di pressione rispetto a quello di gravità d(\J proietto: ed una rotazione della prua 'Ìn alto avrebbe dimostrato che il centro di pressione trovavasi dava1iti al centro di gravità., come una rotazione in, basso avrebbe dimostrato che trova.vasi invece diet1·0 al cenLro suddetto. Io feci pertanto preparare e montare l'apparecchio rappresentato dalla Figura 11• composto : 1° Di un ventilatore a forza centrifuga, alla cui bocca di efflusso feci adattare un'appendice di latta con orifizio elittico il cui asse verticale era di '12 centimetri, e quello orizzont.ale di 8 affine di poter ottenere la corrente più concentrata e di forza uniforme. · 2° Di un volante con manubrio per imprimere il moto al ventilatore; 3° Di una forcella d'acciaio (per sostegno dei proietti) scorrevole verticalmente in un piede fisso in modo da potere alzare ed abbassare a volontà. l'asse trasversale d'appoggio del proietto. Annessa alla forcell a e mobile attorno al perno aggiunsi una riga d'acciaio il cui orlo superio're corrispondeva all'asse suddetto del proietto, e che potevasi mettere e fissare fac ilmente in •posizione orizzontale con un livello a bolla d'aria. _Alla estremit.à delh1 riga un cursore di cartoncino graduato per misura appross1mativa di angoli aventi il vertice al perno. 4° Diversi proietti di faggio rappresentati dalla Figura 2a e delle lunghezze di calibri 1,5; 2,5; 3,5; 4,5; 5, 0; attraversati ciascuno da un'asse trasversale cilindr\co di ottone passante pel centro di gravità.. lri ogni proietto era segnato esternamente l'in1


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ANCORA DEI CANNONI 01 GRANDE POTENZA

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tersezione dol piano passante pei d110 assi di tìgura e di sospensione colla superficie esterna. La sola e.,senziale dillerenza con l'apparecchio rappresentato dalla Figura 1a. si fu che la forcella col suo piede furono 0.;sati sovra un tavolo diverso da quello elio portava il ventihllore; e ciò affine di evitare le scosse ed il tremolio che il volante mosso a grande velocità. imprimeva a questo, e perchè non venisse disturbato il moto rotatorio del proietto posato sulla forcella. La maggior velocità ·ottenibile nella conente d'aria mediante l'azione cli un uomo robusto che girava il manubrio mi risultò di ,fO metri circa per minuto secondo, desumendola da quella angolare dei centri delle palei.Le del ventilatore. La direzione della corrente fu da me riconosciuta orizzontale all'altezza del centro della bocca di efflusso, e leggermente inclinata in alto ed in basso alle estremità superiore ed infcri'ore della bocC,L· stessa; e cio,~ procedente a guisa cli imbuto regolare coll'apotema leggermente inclinato. Per verificarla situai sull'asse verticale della bocca di efnusso un' asticciuola di legno a cui era attaccata una striscia di carta leggerissima con un filo, il cui cappio poteva. scorrere liberamente in allo ed in basso lungo l'astic~iuola. Situando il cappio alln. melà delln. asticciuola, cioè sul centro della bocca, e posto in moto il volante, la stl'iscia di cartn. disponevasi subito e mantenevasi in posizione orir.zontale. Situandolo invece alquanto al disopra od al disotto della melà suddetta, il cappio scorreva lungo l'asta in alto od in basso finchè ne fosse giunto alla estremità, mantenendosi poi quivi iq posizione leggermente inclinata in alLo od in basso. Stabilita così la direzione della corrente egli è chiaro che l'angolo formato dall'asse di figura del proietto !>Ospeso colla orizzontale segnata dalla riga basi.a.va a ri conoscere l'ampiezza dell'angolo cli incidenza fra la conenl.e d'aria e l'asse. del proietto; e la riga stessa coprendo alla vista il segno esterno della porzione di proiello inclinato in basso facilitava mollissimo la ricognizione. Procedendo agli esperimenti io incominciai n. situare il perno del proietto sospeso all'altezza dell't,rlo superiore della bocca di effiusso, e disposi l'asse del proietto nella posizione orizzontale a b.

La leggera inclinazione in allo della corrente d'oria mi assicurava che il proietto sarebbe stato investilo lutto al disotto. L'effetto costante sovra tutti i proietti di varia lunghezza si fu che questi piegarono fa punta o prua_in basso venendo ad appoggiarsi contro . il basso della staffa; ed il momento di rotazione dalla parte posteriore del proietto risultò prevalente sopra quello della parte anteriore. Anche il proietto di 5 calibri a superficie liscie, senza anelli cioè e senza scanalature, si comportò nella identica maniera . Ripetei l'esperienza inclinando leggermente in alto la parte anteriore del proiell.o, cioè coll'asse nella posizione a' b' ottenen_do cosl un maggior angolo cl' incillenza fra la corrente e l'asse del proietto, e l'effetto ne fu costantemente il medesimo, con una decisa prevn.lenza del momento di rotazione posteriore. Procedetti in seguito situando il perno del proietto coll'asse orizzontale nella posizione a all'allezza dell'orlo inferiore della bocca di efllusso, affinchè · il proieLLo venisse investito dalla corrente unicamenle nella sua metà superiore e con un leggero angolo dovuto all'inclinazione della corrente in tal punto. In allora il proietto riolzò costantemente la punta Cino a rovesciarsi all 'indietro, dimostrando che anche in questo caso prevaleva il momento di rotazione della sua parte posteriore. Ed anche il proiello liscio si comportò come gli altri muniti di anelli e scanaluture. Data pure all'asse del proioLLo una nuova posizione a' /3' leggermente inclinata in basso si ottenne costantemente lo stesso effetto. Finalmente situai il perno del proietto all'altezza del centro della bocca d'efllusso, ove la corrente risultò orizzontai.e, e data all'asse AB del proietto una posizione A' B' leggerissimamente inclinata in a}to, il proietto piegò sempre costantemente la sua punta in basso, lentamente assai dapprima, indi rapidamente fino ad appoggiarsi alla forcella di sostegno, dimostrando così che anche in questo caso di un angolo d'incidenza assai piccolò, e del proietto investito completamente sopra e sotto dalla. corrente, il momento di rotazione prevalente risultava quello della sua parte posteriore. Se invece l'angolo d'incidenza era alquanto più sensibile, il proietto sollevava la sua punta, e si rovesciava all'indietro.

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Però se si situava dapprima il proietto colla punta in basso, e sotto l'azione della corrente si elevava questo, poggianclo un dito sulla sua estremità posteriore finchè la punta stessa A' risultasse elevala sulla orizzontale, e poi si abbandonava ad un tratto; l'abbassamento della punta si otteneva sollo angoli d'incidenza assai più sensibili che non nel primo caso, A perfino di quattro a cinque. gradi sessagesimali, secondo che era stata o no racroiunta DD Ia maggtor forza della corrente. Questo fatto ripetutamente constalato mi dimostrò pertanto che la prevalenza del momenLo dì rotazione posteriore era anche dipendente dalla forza della corrente, e verifica vasi più facilmente nello fo1'Li correnti. Anche in questa esperienza il proietto liscio si comportò precisamente come gli altri muniti di anelli e scanalature. Dalle singole esperienze finora descritte e dal loro complesso risulta pertanto ad evidenza: che allorquando l'angolo di incidenza della corrente d'ari.~ coll'asse del proietto è piccolo il centro di pressione o cli resistenza è costantemente situato dietro il centro di gravità: e che solo allorquando il detto angolo è grande, il centro di pressione è situato davanti. E ciò qiwlunqiie sia la l1inghezza del proietto. Ora poichè nella traiettoria reale gli angoli di incidenza sono necessariamente assai piccoli (giacchè cominciano dallo zero e vanno gradatamente crescendo per gradi infinitesimi mentre il · proietto passa dall 'uno al successivo latercolo della traiettoria), risulta pure evidente che il centro di pressione o di resistenza si manterrà costantemente diet1·0 al centro di gravil<\, ed il proietto dovrà piegare costa.ntemente la sua punta o prua in basso, o verso la tangente della curva, rest1·vngendo costantemente l'angolo d'incidenza contra1·iamente a qumito è stato finol'a oreduto ed Ì'nsegnato. Alle e,-perienze sopra descritLc, come alle successive che indicherò più avanti, invitai più volto ad assistere molti ufficiali di artiglieria o genio del prosi!lio di Bologna, e nel giorno 7 giugno scorso ebbi il favore e la soddisfazione di vedervi assistere l'el)'i•eaio o o lenente generale Carlo )lezzacapo, comandante il V corpo d'armatn., il tencnte-genernle conte Luigi Avogadro di Qua.regna comandante quella divisione militare, il comandante il 3° reggimento

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artiglieria, i direttori tenitoriali di artiglieria e elci genio, il capo di stato maggiore della clirisione e molti ufficiali delle dette armi, o di vederli Lutti partire convinti del fatto innegabile che la postazione del centro cli pressione o di resistenza dell'aria. è dipendente dall'angolo di incidenza, e che nei piccoli angoli il detto contro trovasi costanteniente dietit·o a qiiello di grnvità . ll N. 70 del periodico l'ltatia Militare clell' I ·1 giugno suddetto pubblicò una succinta relazione di quelle esperienze. § 3. Del resto vi è un ragionamento semplicissimo che avrebbe dovuto a mio avviso saltare agli occhi dei cultori della balistica e dissuaderli interamente dall'accettare il singolare principio che ta resistenza dell'aria possa mai tendere a rial:mre la punta dei proietti oblunghi delle armi a fuoco rigale; contrariamente a quanto accadev:t anticamente nelle freccic e nei giavelotli ai quali ogni proietto oblungo è pur sempre paragonabile. Basta perciò tenere pre:-ente il fatto inclisciitibile e costante che tutti i proiell.i oblunghi convenientemente conformati ed equilibrati colpiscono sempre colla punta avanti, e producono nei bersagli fori 1·otoncli. Ora so noi consideriamo che la traiettoria (li'ig. 3•) nel primo istante del moto si confonde alla origine A colla direzi0ne dell'asse del proietto, e quindi va gradatamente divergendone ed inclinandosi in basso per effetto della gravità, noi vediamo che l'angolo d'incidenza rp formato dall'asse del proietto colla direzione del moto o tangente alla curva (direttamente opposta a c1uella della resistenza dell'aria) va gradatamente allargandosi per minimi gradi a misura che il proietto giunge successivamente ai punti B, C, Decc. della Lraieuoria stessa. So non esistesse resistenzn cl'a1fa, l'asso del proietto dovrebbe, per la sua inerzia, muoversi parallelamente alla sua primitiva direzione in A, e l'angolo rp d'incidenza dell'aria si determinerebbe conducendo pci punti B, C, D ecc. tante parallele bb, cc, dd ..... alla primitiva direzione, e le rispettive tangenti Bm, Cm/, Dm", ecc. Ora se la resisLenza dell'aria sollevasse realmente la punta o prua del proietto, essa allargherebbe costnm,temente qnesto an,golo q,, e la direzione dell'asse nei punti B, C, D ..... dovrebbe venire invece rappresentata dalle b' b' e' c' d' d' ..... sempre più inclinate alla


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ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA

rispettiva tangente della traiettoria. E tàle effetto dovrebbe avere luogo evidentemente anche quando i piani di resistenza bBm, cCm', d.Dm" non coincidessero col piano verticale del tiro' e della figura, ma vi risultassero comunque inclinati per effetto di combinazioni col moto rotatorio iniziale del proietto attorno al proprio asse di figura. In tali supposizioni pertan~o si avrebbero evidentemente due cause o due forze (gravità e resistenz; d'aria) concorrenti ambedue ad uno stesso effetto, e eioè di allargare costantemente l'angoìo di incidenza <p; e quest'angolo <p diverrebbe ben presto così gmnde da produrre il rovesciamento del proietto all'indietro, e da impedire in ogni modo che questi potesse mai più colpire il bersaglio colla punta e produrvi fori circolari. È perciò inamissibile aJTatto ed erronea la supposizione cl1e la resistenza aeU'aria possa tendere a sollevare in alto la prua del proietto, e ad allargare in generale l'angolo di inyidenza ip; e la semplicità e chiarézza del fatto ragionamento è tale e tanta agli occhi miei da non potere comprendere come non sia mni venuta in mente a tanti più di me competenti e versati nelle dottrine balistiche. E bisogna che io ne conyluda che il ragionamento ed il dubbio si saranno bensì affacciati alla loro mente: ma la sconfinata venerazione verso il professore Magnus, che avea per il primo annunciato il principio contestato, li avrà trattenuti dal fermarvisi sopra per sacro orrore di contaminare col più piccolo dubbio la fede più cieca e completa nelle dottrine da lui formulate. Eppure lo stesso professore Magnus nella sua Memoria originale pubblicata nel 1851 ne avrebbe loro porta la più propi1,ia occasione, laddove egli si dichiara dapprima ingenuamente affatto incompetente in cose d'artiglieria, e dove in seguito racconta d'avere fatto sparare col cannoµe rigato proietti oblunghi con piccole cariche, e che tutti gli u.tliciaJi da lLti scaglionati lungo il corso della traiettoria gli riferirono concordemente che aveva.no tutti potuto vedere il continuo e prog1·essivo abbassamento della punta del proietto lung9 il suo tragitto per l'aria. Ma forse il ragionamento (per dir vero assai oscuro per me e forse con torto, e che non sono davvero mai riuscito a comprendere) che egli vi fa susseguire, e col quale prova in sostanza che

E DEI LIMITI Dl QUESTA

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1 ' '

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il proietto abbassa la pwn,ta precisamente perchè l'alza, sarà riuscito assai più chiaro a quei miei più fortunati colleghi e ne avrà ribadita e resa n,ncor più meritoria la fede I Peccato davvero che nelle scienze esatte e nelle sperimentali la fede sia un f~·utto fuor i stagione! e non abbia proprio nulla a che farvi I § 4. Ho detto in principio che la massima velocità ottenibile nella corrente d'aria mi risullò di dieci metri circa per,min.uto secondo, .nd che in tale considerazione credetti utile di esagerare "' acrofonaerò aa t> • nei proietti esperimentai.i sia la sporgenza degli anelli che la profondità delle scanalature, affinchè quella còrren te, così moderata in confronto della rea.Jtà, vi poi.esse incontrare una presa ed un ostacolo sufficiente a rendere prevalente il momento di rotazione posteriore del proietto. Ma il faLLo che il proielto liscio si comport~ costantemente nella stessa guisa degli altri forniti di anelli e scanalature venne ad avvertirmi che quel la esagerazione non era necessaria, e che avrebbero certamente bastato le profondità e sporgenze comunemente usate nei proietti, ed anche nessuna appendice di anello o di scanalatura. Ciò mi sembra un indizio sufficiente che entrava in gioco nel nostro caso un nuovo elemento d'azione· non avvertito sino ad ora; e questo nuovo elemento non può essere evidentemente che l'attrito delle molecole d'aria contro la superficie non perfettcimente e rigorosamente liscia del proietto. Questo attrito, che deve crescere necessariamente colla pressione, ossia colla velocili.t delhi corrente, arresta le molecole lungo la superftcie suddetta e deve dar luogo ad una azione più diretta., aumentando la componente perpendicolare 'alla superficie stessa, e aumentando d'altrettanto l'efietto rotatorio sulla superficie investita · posteriore (del p1·oietto) la quale è ptù estesa di quella investita anteriore. E ciò spiegherebbe ancor meglio come nei proietti lisci delle armi port:atìli, od in quelle che per la confricazione prodotta dal forzamento ne escono J>resso che lisci, od infine in quelli _di alcune artiglierie che sono interamente lisci e non portano fuorché il solo turavento alla. estremita postef'iore (come nel proieLtQdel cannone da 100 tonnellate della Spezia), si ottenga costantemente lo stesso effetto che il proietto cammini sempre e colpisca colla punta avanti.

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Ma tornando alla considerazione della piccola velocità ottenuta dal ventilatore e della leggerezza dei proietti sperimentati, è facile il comprendere come un eifeLto assai superiore, e nello stesso sen,so, debba verificarsi nei proietLi lanciati delle armi da fuoco rioate b sia portatili che artiglierie, in quanto che la velocità d'urto dell'aria è per queste armi immensamente superiore, sebbene il momento d'inerzia dei proi etti cresca assai sensib ilmente. Ed infatti egli è ben vero che questo momento d'inerzia ctescerà nei proietti di piombo o di ghisa o di acciaio nella ragione dei pesi specifici rispettivi: cioè come 11il ,352: 0,60, ovvero come 7,200: 0,60, od infine come 7,800: 0,60; vale a dire che pei detti proietti il momento d'inerzia sarà '18,92, ovvero ,12, ovvero 13 volte più grande di quello dei proietti da me esperimentati. Ma la velocità per questi proietti è di 4.00 Q 500 metri, vale a dire /4.0 o 30 volte almeno più grande; e l'effetto della resistenza dell'aria crescerà nella proporzione dei cubi, cioè diverrà da 64000 a '125000 volte più grande; ed il risultato finale o multiplo dell'effetto sarà rapp¼'esentato: per la velocità di 400 metri dai numeri .·

mente così enorme; ma sarà tuttavia assai considerevole e facile a calcolarsi. E per conseguenza non è ammissibile il più l)ic~olo dubbio c.he i risultati di massima verificatisi nelle nostre espenenze non abbiano a riprodursi con una efficacia immensamente maggiore nel tiro delle armi ·a fuoco rigate. § 5. È qui da notarsi una particolarità la quale ha molta influenza, indubitatamente nel rendere il proietto più facilmente cedevole al1' influenza dell'aria che ne abbassa la punta e ne piega costantemente l'asse cli fill'ura sulla. direzione della tangente alla curva. Questa. particolarità il rapporto espresso dalla distanza del centro di gravità del proietto clal punto di mezzo dell'asse della porzione cilindrica, divisa per la metà dell'altezza della detta porzione. . Indicando con g (Fig . 4/) il centro di gravità del proietto e con C il mezzo della lunghezza AD deHa porzione cilindrica, la. misura del

è

1

64000 18 _92

=

, 64000 · · 3382,6 ovvero , = 5333,33 12 . 61000

ovvero da

13. =

4923,07 r

e per quella di 1500 metri dai numeri 125000 '18, 92

=

rapporto

• 125000 6089,3 ovvero ,

12

ovvero

~f darà sempre una regola pratica e sicura per giudicare,

ad altre circoslanze pari e sopratult.o ad eguale lunghezza e calibro, della arrendevolezza del proietto a cedere alla resistenza direurice dell'aria piegando il proprio asse nel senso della tangen~e alla traiettoria: e cioè quei proietti nei quali questo r"apporto nsulta maggiore, climosti'eranno sernpre maggiore a~Tendevolezza, e daranno tiri più esatti, e minori derivazioni Jaterah. _ . . . . Questi rapporli nei proietti cl:. me spenmentatr risultarono 1 seguenti: Lunghezza in calibri.: 1,5; 2,05; 3,5; 4,5; 5. Rapporti 0,74; 0,6 1 ; 0,3 1 ; 0,23; 0,27. 1

=

104·1 7,7

125000 ,J = 96115, 4

3

Veda.'>i pertanto quanto più efficace deve risultare l'effetto sui proietti lanciati dalle armi a fuoco, poichè sui proietti di piombo crescerà nella proporzione in cifre tonde di 3400 o 5600, in quelli di ghisa nella proporzione da 5300 a ,1 0500, ed,in quelli di acciaio nel rapporto da 5900 a 9600. Per le velocità inferiori a 400 metri il vantaggio non sarà. certa-

1

1

A misura che le lunghezze aumentano, i rapporti diminuiscono, e ciò in causa della forma costante clata al vano o camera interna come nei proietti comunemente usati per le artigli er~e: Nel q\1ìnto pr~ietto però la differenza è di venuta meno sensibile gr~z1e ali~ dr~ versa form~i della camera interna cla me proposta nel mro studio d1 cui ho in principio parlato. Questa differenza potrebbe poi rendersi anche assai minore colando del piombo entro la parte superiore della camera, la qu~le rimarrà sempre ampia a sufficienza, n~i proietti lunghi, per la carica di scoppio.


208·

ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA

~a maggior misura di questi rapporti nei proietti più corti dà Ja ragion~ del perchè ~resti proietti cedettero, nelle nostre esperienze, a~la azt~ne abba~sat1:ice d~lla corrente s·otto angoli alquanto maggiori d1 quelh ouenut1 nei proietti più lunghi. · Quando il ra~porto divenisse negativo, cioè quando per difettosa forma del vano mterno, o per viziosa distribuzione della carica di s~oppio (o delle p~ll etle negli _shrapnels), il centro di gravitàg si t_rovasse collocato fra C ed A; m allora il centro di pressione e di resistenza dell'aria troverebbesi nei proietti lisci cost;ntemente davanti al centro di .gravità, ed il tiro risulterebbe certamente dif-· fettoso. . Solo_potrebbe diminuirsi tale difeti;o con anelli sporgenti applicati presso la cui azione potrebbe correocrere il tiro finchè la l . .tl fondello, . oe v~ oc1ta si_ mantenesse discretamente rilevante; ma i tiri alle grandi distanze nsultere.bbero certamente molto irregolari. . Io cr~do p~rt~nto che sarebbe ottima regola pratica nello studio di n'.1ov1 proietti,_ e _speciahne4te del caricamento delle gmnate e degli shrapne_ls, 11 riconoscerne la situazione del centro di gravità . e la misura .del rapporto

~f prima di addivenire ad un inutile con-

sumo di munizioni .n!3lle esperienze pratiche, potendo a~dar certi: che quei proietti nei quali il detto rapporto risulti macrcriore avranno anche maggi.ore precìsione nel tiro, e che sono inter::ent~ a proscriversi quelli pei quali il rapporto risulta negativo. Se per esempio le pallette degli shrapnels venissero tutte ammassate v~rso . la/rna d~I proietto (le cui pareti potrebbero quivi anche lasciars, pm deboli) e rimanesse uno spazio vuoto presso il f~~dell? pe~- l'altezza d'un terzo o di un quart.o circa della porzione cdmdr1ca, 10 son9 d'avviso che il tiro di quei proietti ne cruadaan"~ <.:, v re)·t b'e cons1'derevolmente in precisione. Per_questi pr:oietti destinati a scoppiare nell'aria a poca distanza dalle lmee nemiche potrà forse sembrare inutile a taluno che debbano procedere cosLantemente colla. punta in avanti e coll'asse di figura diretto lungo la tangente della traiettoria: ma se si considera che u~a tale disposizione dell 'asse rende più regolare ed uniforme lo spandimento delle pallelle all e varie distanze, si comprenderà facilmente quanto impòrti che anche le granate a shrapnels proce-

E DEI LIMITI DJ QUESTA

209

dano nel tiro colla stessa regolarità che si richiede assolutamente nelle altre. § 6. Per esaurire tutto quanto riflette le esperienze fatte col ventilatore mi resta ad aggiungere l'osservazione seguente: Allorquando il proietto veniva presentato all'asse della corrente • colla punta in alto e con un angolo d'incidenza assai piccolo, egli cominciava ad abbassare la punta con moto assai lento, e quindi _lo rallentava in modo da comparire quasi immobile per vari secondi, per poi proceclere ad un moto più rapido cli discesa finchè si appoggiava al basso della forcella. Questoptocedimento è facilmente spiegabile in quanto che dipende dal moto del centro di pressione o di resistenza dalla parte posteriore a quella anteriore rispet{o al centro di gravità, ed a.Ila b?cca di efflusso. della corrente. In principio infatti il centro di pressione trova.vasi dietro al centro di gravità, ed infine trova.vasi invece davanti perchè il proietto veniva investito dall'aria nella sua metà superiore e l'effetto doveva risultare inverso. Il centro di pressione muovevasi pertanto verso l'origine della corrente dal cli dietro al davanti del centro di-gravità, e doveva neces§ariamente passare per questo centro. In quesla ultima posizione (corrispondente a quella dell'asse nella direzione precisa della corrente) il proietto avrebbe dovuto rimanere imrnobi.le se non avesse già prcconcepito una velocità di rotazione in . basso. Questa poi veniva rallentata in tale posizione dallo attrito del perno contro cui doveva necessariamente premere tutta la forza della corrente, e ciò finchè il moto progressivo di rotazione dell'asse ne abbassasse la punta. al disotto della corrente in guisa da portare il centro di resistenza davanti qnello di gravità.Questo fatto appena.raggiunto determina.va il moto d'abbassamento con velocità crescente. Un'altra esperienza fu pure da me fatta a richiesta di un ufficiale d'artiglieria presente alle precedenti, e si fu quella di presentare il proietto all'asse della corrente col fondello avanti invece che colla punta. In questo caso il proietto abbassa va costantemente il fondello, ossia la parte rivolta alla corrente, e ciò anche sotto angoli assai più grandi d'incidenza. ·


210

ANCORA DEI CANNON I Dl GRANDE POTENZA

In tal caso l'azione della corrente contro il' piatto del fondello, divenuto prua, produceva. unicamenle una forte pressione sul perno; ed il moto veniva determinato dall'azione contro la , prua vera rovesciala, rendendo in tal modo sempre prevalente il momento della parte posteriore dei proietto rispetto al centro di gra,,ità ed alla bocca di efflusso. Anche questa esperienza venne pertanto a confermare il fatto dell'abbassamento della parte anteriore del proietlo sotto l'influsso della corrente. § 7. Un'ultima esperienza volli infi ne tentare lanciando nell'aria con velocità moderale proietti molto lunghi perchè divenisse evidente a tutti gli astanti il modo con cui l'aria ne piegava costantemente in basso la punta o prua. Anche per quesLa esperi enza non era affatto necessario che ai proietti venisse impresso il modo di rotazione normale attorno al proprio asse cli figura, e bastava che venissero lanciali con una canna liscia. Mi servii a tal uopo di una piccola balestra a tubo di latta, un vero giocattolo da bambini, e sostituii alla palla diversi proietti di lunghezze crescenti da calibri 2,5 a 30 circa. I proietti furono costrutti e preparati con bacchette di canapa (canapuli) accuratamente lisciate ed arrotondRte con carta vetrata, e ridotte al calibro della canna; e per portarne il centro di gravit~t più avanti dalla metà ,della parte cilindrica ne fu in piccola parte vuotata la punta, e riempiuta con p,tllini da caccia tra1 tenuti da una prua formata di ceralacca. 11 rapporto

e n~n superò mai ·per questi proietti il numero éf

0,54, e rimase perciò inferiore a quello dei due primi proietti di faggio di cui al § 5. Tutti i detti proietti cammi11arono sempre colla punta avanti piegando la loro punta costantemente in basso durante il tragitto, e colpendo costRnlemente il bersaglio. colla punta avanti. Feci fare anche appositamente altro proietto di IJ.2 calibri circa

nel quale il rapporto

ir

risultò negativo; e questo andò co-

stantemente malissimo e colpì sempre il bersaglio di traverso,

E DEI L IMITI Dl QUESTA

211

e talvolLa col fondello avanti . Ciò mi conferma sempre più nel concetto della impo1tanza del detto rapporto e della necessit_à che risulti sempre positivo. Non dimentichiamo, di grazia,-che il Dreise fu respinto da tutti gli ese1;citi europei (meno il prussiano), anche dopo la guerra dello Schleswig-Holstein, come un meschino giocalLolo da bambini: e che ci volle la guerra disastrosa del 11866 e l~t battaglia di Sadowa per persuadere l'Europa che queslo giocattolo valeva assai meglio dei più solidi focili a percussione allora in uso presso gli stessi esercì ti. · . E mi si accordi un bitl d'assolutoria. se in una -questione meccRnica evidente per ch iunque, anche digiuno di matematica, la esamini coll a scorta del solo buon senso, ho dovuto ricorrere come ultimo a:rgomento ad un giocauolo da bambini. Qui può nascere spontanea la domanda del perchè non mi sia valso invece cli un fucile a canrrn liscia lanciando i proietti con piccole cariche di polvere. La ragione principale si fu perc)1è i gaz della polvere non investono soltanto il pro ietto oblungo pel fondello imprimendogli lo, velocità. inizi ale, ma lo avvolgono e lo accompagnano lungo il tragitto per la canna cagionando forti sbattimenti, l'ultimo dei quali determina un moto irregolarissimo di rotazione. Un'altra ragione si fu il rinculo che sarebbe divenuto insopportabile coi proietti mollo lunghi . Nelhi balestra imece la corda tesa imprime la velocità al proietto senza produrre sbattimenti, ed il piccolo vento assicura la sua uscita dalla canna coll'asse nella direzione.approssimata della linea di tiro; dopo di che rimane soggetto soltanto alle tre forze, velocità. iniziale (nella direzione dell' asse), gravità. e resistenza dell'aria. § 8. Ed ora recapitoliamo le conseguenze delle esperienze fatte davanli a persone competentissime, ed anche di quelle anteriormente da me pubblicate, e concludiamo sulle con ezioni e riforme a farsi nelle teorie cli balistica che si svolsero finora nelle nostre scuole d'artiglieria e di tiro. Non è yero che il centro di pressione o di resistenza dei proietti oblunghi lanciati dall e armi a fuoco rigate travisi costantemente davanti al centro di gravità, e che l'aria ne sollevi costantemente


212

in alto la prua allarga,ndo l'angolo che ho chiamato d',i,ncidenza, qualunque sia d'altronde la posizione del piano di resistenza. La posizione del centro di pressione dipende essenzialmente dalla misura dell'angolo d'incidenza e dagli ostacoli più. o meno forti che la superfi~ie esterna della parte cilindrica del proietto oppone allo scorrimento dell'aria lungo la stessa; e quando l'angolo d'incidenza è piccolo, come accacle costantemente nella traiettoria reale, il centro di pressione trovasi dietro quello di gravità, ed il proietto piega costantemente la prua verso la tangente restringendo l'angolo d'incidenza. Le esperienze da .me eseguit'~ più volte in Bologna e quelle del 7 giugno scorso alla presenza di una eletta sommamente autorevole e competente di generali ed ufficiali superiori ed inferiori ·cl'artiglieria, genio e stato maggiore, ne sono la prova più convincente ed inoppugnabile. L'esp~rienza de} professor Magnus, che ha servito finora di fondamento ii1iico alla controversa teoria, non è applical:iile al caso nostro: ,J O per_chè la forma del proietto da lui sperimentato non ha alcuna reale somiglianza qon quelli delle armi da fuoco: ~0 perchè non si è tenuto alcun conto dell'ampiezza dell'angolo d'incidenza e si sono necessariamente esperimentati soltanto angoli grandi mentre quelli della traiettoria sono piccolissimi (,1). Non è 'Vero che rispetto ai proietti sferici la resistenza dell'aria al moto di rotaiione prodùca una maggior pressione su quell'emisfero che ruota in senso contrario al moto progressivo, giacchè nelle esperienze da me descritte nella Ri'Vista militare del iJ 868, un cilindro ruotante attorno al suo asse, disposto sopra un carretto mobilissimo ed esposto aèl una forte corrente, rimase sempre immobile sull'asse (I) Un eg1·egio collega ha creduto di oppormi che la stabtlità dell'asso di rotazione normalo deve impedirgli d i cedei·e a i pi-imi piccoli impu lsi di rotazione c he risente ùall'ai-ia, o che perciò l' angolo d'incide nza dive 1·à ben ptesto grande anche nella traietto1·ia real~: Egli ha dato a q uella s tabili tà un significato c he non ha, attes,ocbè essa è soltanto la proprietà per cui H corpo ruotante non può avere altro asse unico di i·otazione, se non quello attorno a cui cominciò a ruotare. Una coppia, qua lunque ne s i.a l' inten~ità , non · ha alcuna azione sul prop-rio asse, e non può <1uind i nè tenerlo immobile nell~ spa1.io, nè imp_e~irgli d i ruotare a s ua volta attorno altro as;e, qua ndo ne ric~va gimpnlso, come non _gli 1mped1sce il moto d i traslazione . L'asse del proie tto lihero nell o spazio dovrà perciò ubbid ire ne~essaria mente ad ogi1i an~he minimo impulso d i rotazione che riceva da}!a resis tenza dell'aria, e conserval'lo per la propria inerzia finchè il moto ven"a modifica to da impulsi successivi. · "

213

B DEI LIMITI DI QUEST.A.

ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA

di questa _qualunque fosse il senso in cui ruotava; e scorreva, soltanto a destra od a sinistra quando veniva spostato da quelle parti l'asse della corrente. L'esperienza fatta in proposito dal Magnus con due ventole mobili indipendenti dal cilindro, che ruotava a.Uomo con asse fisso, dimostra l'azione dell'aria contro qMelle ventole soltanto; ed è cosa assolutamente gratitita il voler dedurre dalla loro disposizione sotto l'influsso della corrente la pressione dell'aria sulle due metà corrispondenti del cilindro. La sp iegazione unica che possa darsi al risultato osservato dal Magnus si è: che da una parte la corrente d'aria viene rallentata dal moto in senso contrario delle molecole d'aria lanciate dal cilindro e pertanto si allarga: mentre per contro viene affrettata e si rest·ringe nella parte opposta. Si ha pertanto: da un lato allargamento, dall'altro restringimento o cont,razione della ·t1ena flw:da. Non è vero che un proietto sferico animato da un moto di rotazione nello stesso senso in cui gira un proietto oblungo (lebba derivare verso la parte opposta a quella in cui deriva il proietto oblungo. Nella llivista Militare del •1876 (dispensa d'aptilfl) ho riportato una esperienza decisiva folta al bersaglio in Mantova col concorso degli ufficiali del 13° reggimento artiglieria sparando palle sferiche forz;ate col fucile a retrocarica ridotto di fanteria; e la derivazione accadde precisamente dalla stessa parte (dest-ra) in cni deriva ?°l proietto oblungo. Non è 'Vero infine che esista un limite intangihile e tassati vo ·e-he fissi la massima lunghezza dei proietti oblunghi ai due calibri e mezzo ed ai tre calibri ·al più; e questa lunghezza non ha in realtà altri limiti che la resi"stenza della bocca a fuoco che si vuole adoperarn e la lunghezza dell'anima. E bastano a dimostrarlo in modo incontrastabile i fotti dei proietti lunghi sette calibri lanciati dapprima con buoni risultati dal Tami- sier col vecchio fucile francese di fanteria, e poscia dagli ottimi e sorprendenti risultati ottenuti dal WhithworLh con un cannone di _cinque centimetri di calibro e con proietti prirna di quattro, eposci,t di sette calibri di lunghezza. Come è accaduto che di questi fatti non siasi mai tenuto conto nelle nostre scuole d' artio-lieria e di tirn mentre il Gàuglier de Gempen veniva dato in premio agli allievi 1

<')

ANNO XX JJ , VOL. 111.

'

15


214

ANCORA OEI CANN0N! ' 0 1' GRANDE POTENZA

della nostra accademia militare · nel 1864, le opere di Ploenni~s furono per molti anni e sono tuUora nelle mani di tutti gli amatori di balistica, e la Revue Maritim,e et Coloniale è uno dei più accreditati periodici in cose d'aniglieria e di marina? § 9. ·Ed ora quali sono le riforme o correzioni da farsi alle attuali teorie di balistica e' di tiro? Sono pooh·e ed assai semplici e faciJ,i . In primo luogo la resistenzadell;a:ria al rnot0 dei proietti oblunghi lanciati dalle armi a fuoco rigate tende costantemente a restringere l'angolo che hE> chiamato, e prosegnirò per semplicità a ch,iamare, d'incidenza; e ciò q~ialùnque sia la posizione eventnale del piano d1 resistenza. Questa azione dell'aria tende a ricollocare costantemente l'asse del proietto sulla tangente del lateroolo percorso di traiettoria, ed è tanto più. efficace quanto meglio è conformato il proietto offrendo nèlla sua parte cil indrica posteriore prominenze o cavità che diano buona presa all'aria resistente, e quanto più è grande il rapporto

:f

~ di cui al§ 5°, e quanto più grande infine è la velocità restante clel proietto. 'È perciò pienamente giusto ed appropriato il qualitìcativo cli d!i1·ett1··ice a:p·plicaLo a qnest'azione della resistenza dell'aria, perché ternle ad ouenere lo scopo di ditigen e mantenere costantemente l'asse del proietto nella direz ione della tangente con aumento nella portata e nelht precis-ione del tiro, ed anche con diminm:ione della derivsazione laterale, come vedrern.o fra. poco. I proietti meglio conformati per cedere con maggior facilitit alla nsisten,z a direttrice dell'c1,ria danno pertanto (a pariLà di calibro, peso, elevazione e velocità iniziale con altri) maggiori portate, maggtori penetrnziorù, e maggior esattezza nel tiro; e lo stud.io degli -a.1 1:iglieri nel fissa.me i proietti deve wnsistere nel raggiungere qLutnto più è possibile tale cedevolezza alla resistenza direttrice il cui elemento principale è la postazione del centro di gravità prossima gLtanto più è possibile alla punta. § '1-0. In secondo luogo la teoria del ì\fagnU:s relativa alle deviazioni dei proietti sferici ed alle deri vazioai di quelli oblunghi deve essere completamente abbandonata come 'Ìnsussiste,nte ed 1

E DEI LIMITI -DI QUESTA

215

er,ronea e si deve invece sostituire la seguente che accennerò per sommi capi. · L Al'lorchè un solid·o di rivoluzione ruota attorno al proprio asse di figura, qualunque resistenza Langem:iale opposLa al mo lo di una porzione soltanto dell a sua superficie determ ina necessariamente un molo di rotolarnento o ruzzolamento nel senso della resistenza suddetta. Ciò si rende evidente sospendendo per loro asse di fi.gura prolungato due solidi di rivoluzione, ùna sfera ed un corpo cilindro, ogivale (Figure 6a e 7a) ad una staffa; imprimendo coll a mano un moto di rotazione ai eletti corpi aLLorno al loro asse, e posandoli quindi sopra una tavola, od anche sopra una superficie cl'acqna, e riLirando infine prestamente la staffa. I due solidi (di legno) rotolano immediatamente sulla taYola o nel~ l'acqua con Lllla velocità proporzionale a quella della rotazione loro impressa: ed il rotolamento ha luogo nel senso della direzione della resistenza opposta dalla tavola o dall'acqua. In entrambi i casi i due solidi risentono cerLamente una resistenza tangenziale anche dall'aria che li avvolge, quasi completamente nel primo, e per um1 métà circa nel secondo caso. Ma. questa resistenza risulta tanto piccola rispeLl.o a c1uelle opposte dalla tavola e dall'acqua, che queste ultime ne distruggono l'effetto, ed il ruzzolamento ha luogo nella direiione di queste come se esistesse una sola resisLenza tangenziale. IL Allorché un proietto sferico od oblungo muovesi per l'ar·ia con grande velocità cli traslazione, l'aria è fortemente compressa ed addensata sul davanti del proietto, mentre per contro è assai diradata dietro cli esso; e nell e più grandi felocità può anche avvenire che dietro il proietto esista il vuoto. In ogni caso accadrà sempre che il .proietto si muoverà entro due rnezzi di densità sensibilmente diversa. UI. Se pertanto · il prQietto sarà inoltre animato da un moto di rotazione normale attorno il proprio asse di figura, potrà accadere che questo asse sia nella direzi.one del moto di traslocazione od in direzione ob,liqua a questo colla punta in ali.o ocl in basso, intendendo per punta nel proietto sferico quella estremità dell'asse di rotazione che uscì per la prima dalla canna, Escludiamo il caso della punta in basso che non si verifica mai


2·16

217

ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA

E DEI LIMITI DI QUESTA

nei proietti lanciali dalle armi a fuoco, ed esaminiamo dapprima ciò· che acrnde nei proietti oblunghi. Se l'asse di figura. sarà. nella direzione del molo, il pro ieLlo sarà avvolLo nniform cmenLe dai due mezzi resisLenli di den::;ilà diversa, e le resistenze tangenziali luogo la periferia d'ogni sua sezione trasversale saranno uguali in ogni punlo; di guisa che non potrà aver luogo alcun m.oLo di ruzzolamento. Ma se l'asse di figura sal'à obliquo alla direzione del moto di traslazion e colla punta in alt.o, in allol'a il proietto pescherà entro duo mezz i resistenti cli densità diversa, c1 cioè la parle anlcr.iore ed inferiore pescherà nell'aria compressa, e la parte posteriore e superior(le peschcl'à. nell'aria rarefatta o nel vuoto. Si avrà perciò un eccesso di 1·c.:;i:;tenza tangenziale sulla part e anteriol'e ed inferiore elci proiello, e quesli dovrà ruzzolare nella direzione della della resistenza, e cioè nella direzione in cni gira la parle superiore del proietLo . Questo ruzzolamento lnterale coslituisce la. derivazi one la quale ha luogo sollanto in quanlo che il rn·oietto ,rotola o ruzzola sugli strciti rl'aria compressa ohe trova davanti e so/.to rli sè. Sinchè l'asse di figura e di rolazione del proietto oblungo si mantiene nella direzione della tangente alla curva come all'origine del mol.o non ha lnogo alcunri. derivazione, come sopra si è noLato~ e quanLo più la. resistenza dell'aria rinscirà a ravvicina.l'Io alla della direzione, ossia quanto più piccolo risulterà l":tngolo di incidenza e cioè ht diverg{'nza fra l'asse di rotazione e la direzione del molo, tanlo più picco la risultertt l~t misura del rotolamento laterale o derivazione . D'altra parte la deriYazione stessa risulterà proporzionale alla velociUt di rotazione normale del proielt.o perchè a questa stessa velociLà è proporzionale quella del ruzzolamen to. In generale n parità. di condizioni di forma esterna e di velocità cl'impulso e di rotazione normale, i proielli che danno liri pi1ì esut.ti dann o pure in fatto derivazioni lalerali minori degli altri, perchè il loro a:::se di figura e di r0La1.ione trovasi ::;empre più ravvicinato alla direzione della tangente. I proieLLi d'artiglieria ad alette debbono necessariamente, a pari condizioni cogli altri, derivare assai più di que3Li, perchè le alette

pescaudo nell'aria compressa vi incontrano maggiore resistenza degli anelli continui o della fo rma liscia. L'inlensilà della dcri vazione dei proietti oblungl1 i dipendo dunque ancbeessenzialmenlc dalle forme esterne dei proietti in quanlo queste possono inconl.rare maggiore o minore ostacolo a ruotare nel mezzo registente. § H. Venendo ai proiel.Li sferici, qLtalunque volta l'asse di rotazione 14'.i enc a risultare obliquo alla dircr.ione del moto, molle fra le sezion i perpendicolari al dello asse nell'emisfero anteriore pescano per una parte nell'aria compressn, e pe1: l'altra nell'aria rarefatta o nel vuoto. Vi sarà perciò co:-Lantementc un eccesso di resistenze\ langenzialesu qu el lo parli che pescano nell'aria compressa, e qu esto eccesso dcl.crminer~t necessariamente iI rotolamento laterale nel senso della resislenza. prncisamente come accade nei proietti oblunghi. Se pcrlanto una palla sferica uscir~t dalla bocca dell 'anna animala da un molo di rotazione attorno quel suo asse che coincide con quello clella canna e nello ste5so senso in cui rnota un proieu.o oblungo, non si avrà derivazione nel prinç.ipio del moto fin chè l'nsse di rotazione si manterrà nell a direzione della langenle. Ma appena la curvatura della LraietLoria dirnnga sensib ile gj manifesterà un angolo fra la direzione di quell'asse (che niuna causa tende a piegare in hasso od in allo) e la tangenle: erl il rololamento o la deri vazione donàaccadere nell'idenl ica clire1.ione in cui aCJ::ade nel proietto oblungo , pe.rchè la. causa ne è precisamente la stessa. Se l'asse di rotaz ione del proietto sferico fosso orizzontn lc e perpendicolare al piano del tiro, esso dovrebbe pnre mantenc1·:;i tale per lutlo il corso elci suo tragitto per l'aria: e se la sua parte anteriore molasse dall 'arto in basso dovrnhbe rololnre e deviare in -alto; come se per contro ruotasse dal basso ù1, alto dovrebbe rotolare e deviare in bas~o . Il cannone ad an ima ricurva, proposto dall'egregio colonnello conte cli 8. RoberL, lrovasi in quest'ultimo caso poichè la concavità della sua curva è rivolta in lnisso, ecl il proietLo lenticolare dovrebbe necessari amente uscirne con un molo cli rotazione dal basso in, alto nella sua melà anlerior:e. Se fosse possibile il cosluire quella bocca a fuoco ed ollenerne


218

che il p11oielto lenticolare mantenesse costanternènte il suo piano meridiano nel piano verticale del tilro (il che disgraziatamente ritengo impossibile) l'effetto che se ne otterrebbe sarebbe l'opposto di quello ricercato, e cioè i tiri ne verrebbero abbassati invece che rialzati. Ma il rimedio sarebbe facile, e basterebbe invece costruire il cannone colla concav-ità della curva rivolta in alto. La spiegazione che si dava anticamente sul tiro rialzato delle granate eccentriche situate nelhi camera col centro di gravità in basso era che esse . uscivano dalla bocca colla. parte anteriore ruotante dall'a.lto in basso, ed era. perfettamente giusta. In seguito per mettere questo fatto d'accordo coll'erronea teoria del Magnus, fu eletto invece che ruotavano dal basso in alto. Disgraziatamente nessuno ha ma.i potuto trovare il modo di arrestare nel suo corso qualcuna di quelle granate per verificare il senso della loro rotazione; e nella impossibilità cli ciò fare io mi arbitro di tornn.re all'antica spiegazione che meglio assai mi persuade. Questa teoria del rotolamento laterale dei proietti nell'aria è troppo semplice e ch iara perchè chiunque voglia esaminarla senza il proposito deliberato di respingere a priori qualunque idea contraria alle teorie del Magnus, possa revocarla in dubbio·. Solo può temersi che l'Rttrito dell'aria non sia interamente sufficiente a proclurre le grandi derivazioni che si osservano nei proietti e specialmente quelle còrrispondenLi alle più grandi distanze dei proietti delle artiglierie. Nella. breve Memoria che pubblicai nella Riv·i8ta niilitare itali a1ia dell'anno 1873 io mi applicai a risolvere questo dubbio, e calcolando le cleri,~azioni del nostro cannone da campagna. da. 112 centimetri colle formole ricavate pel moto di rotolamento giunsi a risultati quasi identici a quelli dell'esperienza riportati nel Rfanuale di artiglieria del capitano Rognetta. Do qui di seguito lo specchio di paragone fra le derivazioni da me calcolate e rettificate, e quelle da.te dall'esperienza. 1

21.9

E DEI LIMITI DI QUESTA

ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA

Distanze Durata Deriva- Derivadel zioni ZIO!ll in tragitto speritolale mentali calcolate metro.

- metri -·-

- - - metri - - - - - U!C.>t1di

100

~ - ;JOO

0,32. ---

0,65

- - - - - 0,98

0,05

0,04 1 1

-0,,18 --

- - -

0,171

Distanze Durata del in tragitto metri totale

Deriva- Derivazioni ZIODl sperimen tali calcolate

- - - -- -

secondi

I

1700

1

- - ,1800

-

metri

- metri - -

16,5 ·16,36 - - - - - - --

6,42.

1

6,89

1

18,80

·18,61

45,6

43,73

- -- ---. 0,40 7,38 2,1,3 2.•1,07 0,389 '1900 300 - -· - -- - -- - - - - - - - - - - - - - - 23,68 1,32. 0,7 1 0;705 2.000 8,88 ¾4,0 400 --- - -- --- - - - - - - - - - - - - --1,66 8,38 · 26,9 26,1~6 500 1 ,·12. 1,H5 21 00 --- - - - - -- ---- -- -2.,0,1 2..9,46 1,636 22,00 8,92 30,1 ·I ,6/~ 600 - - - - - - - - - - - - - -- - - - - -- - - 9,47 33,6 32,70 2.,3fi 700 <:t.,2.7 2,2.55 . 2300 -· - - - - - - - - -- - - - - -· - -36,'19 2.,73 800 3,02 3,018 2.400 10,00 37,4 - - - - - - - -- - - - - - - -- - - 39,75 3,'10 900 3,90 3,892 2.500 10,60 4,1 ,4 - - - - - - - -- - - - · -- - - - - -- - - - -- - - -

1

--- - - -

1

1

1

1000

3,.1,8

4,90

4,90

2600

·11,2.

- -- - - --- -- - 50- - 47,86 - 4·1-00 3,87 6,0fi 6,06 2.700 11,8 - - - -- - - - - - - ,j -,2.7- - -- - - - - - - -12.,4 55 52.,H rnoo 2800 7,32 7,38 - - - - - - - - --- - - - - - 57,33 60 4,68 ·1300 8,75 8,869 2900 rn,,1 - -- - - - - -- - -- - - - -•I 3;8 -- - 66- - -62.,- 735,4 O 10,30 10,53 3000 HOO -- - - - -- - - - - - - - 3,1-00- - - - - - - ·69, 16 ilft.,5 72. '1500 5,53 12.,1 O 42.,34, - - - - - - - - - - -- - -- - -- - -- - - 78 71\-,16 I

1

1

4600

5,97

•14,20

14,29

1

B2.00

45,2

L'approssimazione delle derivazioni calcolate con quelle date dall'esperienza è veramente grandissima se si considera che i dati della ta:vola sono essi pure approssimativi, siccome medie ricavate da molti colpi; e credo certamente tale approssimazione superiore a tutte q.uelle che si ottengono nei calcoli delle traiettorie. Di guisa che clovrebbe bastare questo fatto a persuadere che il solo attrito deLl'aria compressa al moto di rotazione del proietto è pienarnente sutficiwnte a spiegare tanto le piccole quanto le gra;ndi derivazioni che si verificano nei proietti delle artiglierie, e che il dubbio espresso di sopra non è veramente fondato.


220

E DEI LIMI T I DI QUESTA

ANCORA DEI CANNONI 01 GRANDE POTENZA

Che se si volesse ancora elevare un'eccezione per le derivazioni calcolate alle distanze da 2400 a 3200 metri.nelle quali la, di[erenza in meno supera il metro, e gi unge in ultimo fino pre3so a quattro metri sopra 78, mi basterà di far notare come i tempi indicati nella tavola per quelle distanze manchi no tutti della seconda ci fra decimale, e le derivazioni esperimentali manchino pur esse di cifre decimali , meno le tre prime, le quali ne hanno una sola. · Ciò è manifesto indizio che questi falli sperimentali della tavola sono essi pure appross imativi, ed in più larga misura per le distanze più grandi; e si comprenderà faci lmente c.ome le misure meno approssimative dei tempi di tragitto introdoLte nella formo la, non potevano dare evidentemente che difTerenze più grandi colle derivazioni sperimentali della tavola stessa. Del resto ho indicato nella suddetta Memoria un temperamento pratìco mediante il quale le differenze possono ridursi asseti minori ed appena di o2 centimetri sulla massima derivazione speri men tale di ,8. Ma un più attento esame mi persuade che le differenze proveng~no dalle piccole ·inesattezze dei I.empi dati dalla tavola, e che le derivazioni calcolate sono giuste per quei tempi. Io credo dunque di avere amplissimamente provato neila delta Memoria: che il moto di rotolamento o ruzzolamento lateraJe del pro ietto (di cui ho da.Lo tutte le formo le ed indicato il modo di applicarle) basta completamente a spiegare le dirivazioni; e che dette formole bastano esse pure completamente à calcolarne la misura perchè la danno con una approssimazione più che sufTiciente a tl)tti i bisogni del Liro pratico e superiore certamente a quella con cui possono calcolarsi pee esempio le portate. Il pretendere di più sarebbe cosa soverchia; e tanto più poi quando si pensi che l'esattezza assofota cli pende essenzialrnen Le da.Ha misura dei tempi di tragi tto; e che finora si è sta.ti contenti ad acceUare una teoria colla qual~ è assolutamente impossibile qualunque calcolo delle derivazioni. § 12. In ultimo luogo è necessario d'abbandonare del tutto il sacro ed intangibile dogma che esista un limite assoluto per la lunghezzti dei proietti oblunghi, e che questa debba· essere limitata ai due calibri e mezzo.

I

V

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22'1

Le e3perienze su cui dicesi da tétluno fondato questo dogma singolùe e che non forono mai pubblicate, furono certamente eseguite mali,,simo, vale a dire non tenendo conto sufficiente dei tanti altri elementi che influiscono nella portata e nella precisione del tiro. Esse pertanto non provano null a! Tu.tli conosciamo esempi di ,proietti lunghi due cnlibri e mezzo ed anche meno i quali hanno dato éatLivissirn i r isultati ne1 ti_ro, e non perciò voglinmo aLtribuil'e questi difetti al la sola lunghezza del proietto. Abb iamo invece a quest'ora numerosi;;simi esempi di pro ietti più liu1ghi di q"uel. lim ite sacramentale, i quali sono adottati ornrn i dall e principali poteme europee dietro accui·ate esperienze che ne dimostrano la precisione del Liro e la con·venienza. E ne citerò alcuni dei più saglienLi desumendoli dal nostro Giornale cl'Artigherici e Genio il quale meriterebbe davvero d'essern studiato con maggior fru llo (su questo par~icolare almeno) nelle nostre scuole d'artigl ieria e del tiro. · Il proietto della nuova artigl ieria dn campo inglese da 9 libbre (calibro cenl. 'i,8~) è lungo calibri 2,7 (vedi il precleuo giornale del 11875 a pq.gine 94 e seguenti). La granata. del cannone inglese da ,io pollici (cent. 25, 4) ha il cali bro di pollici 9,92 e la lunghezza di 32, /SO . Ella misura pertanto in lunghezza calibri 3,27 (giornale suddetto del ,is7g;, Ti.tv. 8°) . l l benemerito generale Rossel:, nella iVf emoria. in cui propose il cannone da 90 tonnellate (g·iornale suddetto del ,1876, pag. 3), propone !lelle grana.I.e torped ini dei calibri di mill im. 4:M e 39.1: e delle lunghez 4e di millim. 1,1,88 e ,1380 corrispondenti a calibri 3,28 e 3,50. Ivi pure a pag. 23 propone di adottare per q.uei calibri anche delle gmnate ordinarie del peso dei proieLti pieni perforanti di ,J 00 0 e di 700 eh ilogrammi, e queste granate supereranno certamente in lunghezza i tre cali bri. . . Lo shl'apnel inglese pel cannone da 9 libbre quale risulta dalla tavola 28 del predetto giornale (anno 1876) ha una Iunghezza di calibri 2,88. Il pro ietto perforante del cannone da 100 tonnellate esperimentato alla Spezia nel ,1876 e del peso di 908 chilogramm i avea il calibro di 426 millimetri e la lunghezza di metri 1,20 corrispondente a calibri 2,8·1. 1

1

1


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223

ANCORA DEI CANNONI Dr GRANDE POTENZA

E DEI LIMITI DI QUESTA

Il proietto invece pure sperimentato, di 14 30 chilogr. a:veva una lunghezza maggiore di metri ,f, 30 e superiore pertanto ai tre calibri. La grana,ta ordinaria del nuovo cannone cl'acciaio francese da cent. 9,5, quelle a doppia parete, ed anche lo shrapnel hanno il calibro di millim. 94,5 e la lunghezza di mi llim . .298 corrispondente a cal ibri 3,45 (vedi giornale predetto, anno 4877, pag. 8'17 e Tav. 66n). · Ed infine è ormai a notizia di moltissimi che è stato sperimentato all'estero con ottùni r·i.sultati un proie.tlo d'artigìieria della lunghezza di r~al i bri 3, 75 ! I!. ... E dop0 tutto questo si può ancora sostenere il limite sacramentale dei due calibri e mezzo, e bandirlo come dogma nelle srnole 1.... Non vi sono iu sostanza altri limiti nella lunghezza dei proietti d'artiglieria che la resistenza del pezzo allo scoppio, e la lunghezza dell'anima. Nelle ai·mi portatili ve ne è uno in più ed è la forza del rinculo. · Quan~o più il proiettile è lungo, tanto più anelli e scanalature si possono eseguirvi nella metà posteriore della parte cilindrica, e la precisione del tiro ne guadagnerà sempre più, quando si abbia l'avvertenza di tenere il centro di gravità il più avanti possibile rispetto al!a sezione traversale media della detta pari.e cilindrica. Quanto più sarà lungo e tanto più somiglierà alla freccia. od all'antico giavellotto e tanto più giusLo ed efficace ne riusciril il tiro. Ed è ormai tempo che gli studi di nuovi proietti per le bocche a fuoco esistenti in servizio o da introdurvisi vengano sciolti dalle pastoie d'un falso aforisma che impaccia ogni progresio e miglioramento delle bocche a fuo co. · · Nella necessità di aumentare iI peso di una granata non se ne ingrossino oltremodo le pareti ed il fondello, come si fa. attualmente, con inevitabile pregiudizio della precisione del tiro; e si ricorra invece al tèmperamento di allun 0crarla quanto occorre per raaaiuncrere c>c> 0 il peso desiderato con minime grossezze di pareti e specialmente di fondello, ottenendo cosi anche il vantaggio di più ampie camere di sc0ppio. E nella collocazione degli anelli sporge~ti (o corone) non se ne disconosca più l'ufficio precipuo (che è quello di rendere il proietto più pieghevole alla azione della resi,<;tenza direttrice), ripartendole simmetricamente, come si usa ora, rispetto alla sezione

media t11asvei::sale del corpo cilindrico: mi.t si raccolgano invece· nella sola metà posterjore del cilindro stesso. ·Ciò(llon ~mp.edirà l'ingnossamento in piombo alla base dell'ogiva, il cui scopo è essenzialmente,quello di evitare che la superfìcie,dura dell'ogiva fregando o battendo sulle righe sporgenti le logori o danneggi. Questo ingrossamento non presenta alcun risalto vivo alla resistenza dell'aria, e non può nuocere alla precisione del tiro: nuoce bensì in vece alla portata e penetrazione perchè aumenta il calibro del proietto e la resistenza del mezzo al moto progressi.vo. Preferirei pertanto che l'ogiva fosse bensì rivestita di piombo alla sua ,base, ma il calibro ne fosse mantenuto ad un millimetro meno·di quello normale dell'anima, come è quella del corpo cilindrico. Due o più corone sporgenti ·situate come ho detto nella metit posteriore della parte cilindrica bastano evidentemente a dirigere l'asse del1proieHo su quello dell'anima evitando ogni confricazione fra questa ed iJ grosso dell'ogiva: ed il rivestimento cli questa in piombo deve per ogni eventuali là allontanarne il timore. Lo studio dei nuovi proietti per aumentare l'efficaoia delle bocche a fuoco esistenti o di quelle nuove che possa occorrere di fabbricare per vincere maggiori tipi cli resiste.nza riuscirà assai semplice e facile quando sia svincolato dalla assurda e nociva pastoia del limite di lunghezza del proi.etto. La potenza delle bocche a fuoco di campagna e da muro dipenderà allora dall'unico fattor principale del peso del proietto diviso per il

)

I

quadrato del raggio ( ;, ) da me indicato fino dal ·1867 nelle mie traiettorie identiche, e che èstato adottato in sostanza cambiandolo nel ragguaglio del peso ad ogni centimetro quadrato della sezione p \ trasversale ( -·)· -:.r· E rimanà soltanto a proporzionare la resistenza della bocca a:fuoco colle formole che ho dale nel mio studio più volte ricordato pei cannoni di grande potenza ecc., §§ 9, 1Oe 11. 1La potenza ,delle bocche a fuoco di costa e marina dipenderà coJile 1

sempre dal valore del 1;apporto

V;

1

e si calcolerà insieme alla resi-

stenza del pe,tzo colle formole facili e semplici da me pur date nello · studio suddetto.


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E DEI LIMITI DI QUESTA

22i

ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA

E l'allimg_amento dei proietti e la loro maggiore somiglianza all'antico giavelloLLo permetteranno di utilizzare con poca spesa molte delle più grosse bocche a fuoco esistenti in servizio con rilevante guadagno di potenza, e di fabbricarne delle nuove assai più potenLi ancora con spei\e moderate pel pubblico erario. Insomma il perfezionamento del tiro e l'aumento di po lenza delle bocche a fuoco di qualunque uso e calibro dipenderanno essenzialmente dalla determinazione di tanti proieLLi-giavellolto e delle bocche a fuoco che dovranno l:rnciarli. fo uno dei recenti numeri del Times, riassunto dall'Italia Jfili ta,re del 9 Iuglio corrente N. 0 82, vengono annunciati risultali importantissimi ottenuti dal signor Armstrong con un cannone di 1i; cent. di calibro e con proietti di chilogrammi 31,1>0 e 28,80 di peso, e questi . risultati sono evidentem·enle dovuti alle rilevantissime velocità. di metri 608,00 e 629,80 potute ollenere pei detti proìelli senza che la pressione interna superi 2239 atmosfere. Questi fatti dimostrano anche, a detta di quel giornalf', come con quel calibro relativamente piccolo e col peso di meno di 4 tonne!Jate pel pezzo si possano ottenere portate assai maggiori e perforazioni assai più potenti di quelle che ottengonsi co l cannone di 20 centimetri e di 9 lonnellnte, e con quello di 22 centimetri e ti 2 tonnellate risparmiando così più della metà della s1)esa rispeLlo al primo erl i due t.erzi rispel Lo al secondo. È questo un altro modo di ollenere Io stesso effello che io ho da tanto t.ernpo preò.icato e suggerii.o sostit,uendo all'aumento di lunghezza e di peso del proietto, l'aumento della sua velocità senza produrre esagerato aumento nella pressione interna. Io sono però convinto che a tale scopo convenga anche meglio l'aumento del peso e cli lunghezza delproietto in quanto che, ad eguale forza viva, quesr ultimo incontrerà sempre una resistenza assai minore nel suo tragitto per l'aria; e venendone perciò assai meno rallentato conserverà costantemente maggiore potenza di perforazione e darà anche maggiori portale. Senza addentrarci in lunghi calcoli basterà ricordare i conside·revoli aumenti di portata che si ottennero lìno dal principio coi proietti oblunghi lanciati d,tlle carabine 00n velocità iniziali sempre inferiori ai h-00 metri, mentre la palla sferica aveva quella di oltre 500,

e diverrà evidente che un consimile effetto si otterrà anche nel caso da noi consideralo. . Io non escludo però per nulla ogni aumento possibile di veloc.ità e lo accetterò sempre negti utili; ma riterrò sempre (a parità di forza viva iniziale) più eflìcace l'aumento di peso del proietto finctiè è possibile. Mantova, 45 luglio

rn,8. ANTONIO ARAI.DI

Magg ior ge1ierale.


STUDIO SULLA NOSTR A M OBILITAZIONE

227

« una discussione su questo argomento, avremmo delle sedute molto

più imporLant i e calorose di quelle avvenute fin qui . « Ebbene, io ritengo che stante le speciali condizioni politiche, « finanziarie e topografiche nostre, si è adottato un sistema di mo« bil itazione che è più lento d'assai cli quello in vigore presso le << potenze sopra indicate » . Meditando su. queste parole·non si può a meno di convenire che, se molto si. è fatLo in Italiét per mettere l'esercito al livello dei migliori d'Europa., non resti ancora qualcosa per raggiungere completamente lo scopo, e segnatamente in ciò che riguarda la prontez1Ja di mobilitazione. È assolutamente evidente che un sisLema cli mobilitazione deve mettere l'esercito nella condizione di poter rispondere al caso peggiore, quello in cui solo pochi giorni separano la dichiarazione della guerra dall'invasione nemica. Se questo caso estremo non si verifica, tanto meglio, ma a non farlo verificare gioverà il prevederlo e prepararvisi . Per la Francia nel 1870 potè sperimenLarsi appunto perchè non lo si prevedeva come possibile. È egualmenLe vero che le nostre condizioni politiche, finanziarie · e topografiche ci impediscono cli risolvere il problema della mobilitnzione con la stegsa facili Là. con cui l'hanno fotto altri eserciLi. La \ circoscrizione militRre territoriale a completo sistema regionale, che forma la base dei mi gliori. sistemi di mobilitazione adottati, non è 0 11a appli céthile all'I talia, e non lo sarà finchè il sentimento nazio- [ nale non si sarti trasfuso completamente nelle classi meno colLe della popolazione; finchè .non avremo completato una ricca rete di facili comunicazioni che valga a correggere il difetto della posizione e configurazione geografica del nostro paese, per cui esso deve rapidamente ·spostare il centro di gravità. deJ!e sue forze mili tari verso l'estremità. d'una lunga linea; finchè non avremo una marina da guerra che possa validamente assicurarci che tale diffic ile spostamento non sarà interrotto e perturbalo da attacchi sulla nostra estesissima costiera. Ma dall e riportate parole devesi anche tirar la conseguenza che il sistema di mobilitazione da noi a.dotta.to sia, non il migliore fra i possibili nelle date c9ndizioni, ma un sistema affatto sbagl iato e che quindi dehbasi ricominciare daccapo nel lavoro di riorga<(

STUDIOSULLANOSTRAMOBIUTAZroN·E

Nella discussione avvenuta alla Camera dei deputati in occasione della legge sul bilancio di definitiva previsione per la spesa. del ministero della guerra pel ·1878, l'onorevole relatore, tenente colonnello Gandolfi, parlando della probabiliLà per l'Italia d'esser.e attaccata pochi giorni dopo una cliclÌiarazione di guerra, come a\1'" venne alla Francin nel 11870, diceva: « I migliori eserciti d' Europct sono quelli 01'.dinati sul concetto << del più pronto passaggio dal piede di pace a quello di guerra. « Così fu concepita ed attuata l'organ izzazione dell'esercito germa« nico, ed in quesLo modo si è costituito l'esercito suo riva.le, il fran« cese. È possibile quindi che questo fatto di una improvvisa inva« sione del territorio nemico possa ripeLersi contro di noi. « Ad ogni modo. poi il ministro della guerra., per meglio rispon« dere agli interessi del paese e per megli o coprire ht propria re- . « sponsabilità., deve prendere per norma delle sue proposte il caso cc peggiore, perchè basta che questo si verifichi una sola volta per « comprorneU.ere l'onore e l'esistenza forse della nostra unità poli« ticr1, o quanto meno per esporci a pagare a caro prezzo l'impre« visione del tempo di pace. « Questa questione della mobi litazione è delicatissima, non è ve« nuta ancora alla Camera; ma io-credo che se qui dovesse aprirsi

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STUDIO

SU LLA NOSTRA M OB I LITA ZION E

nizzazione dell'esercito? No; nè certamente tale era ed è il pensiero di chi le profferiva. Il si5temn. da noi adottalo è razionalmente basHLOsulle condizion i specin li all'Ilalia, e, mentre da una parte cerca di correggerne i più sensibili inconvenienti, dall'altra trae il massimo partilo appunto dalle stesse condizioni che ci accennano come quasi determinalo il problema della preparazione della radunala. Safyo dunque il fondamento del sistema, possono dirsi egualmente inappuntabili i modi di svilnppo e d'attuazione ora in vigore? È questo il punto della questione dove fnc!lmente sorge il disaccordo, e su l quale l'onorevole relntore della commissione del bilancio esprimeva il parere che, qualora fosse falla un'ampia discu~sione, si verrebbe probabilmente alla conclusione che il si,,Lema di mobilitazione allo slalo di sviluppo in cui oggi si trova fa rimanere l'esercito italiano in conclizione d'inferiorità. ri~pelto a quelli delle principali po lenze. Noi ci proponiamo nppunto di aprire que.:;ta discussione, cd esamineremo con quella cliffm,ione che ci consente l'indole di questo periodico le disposizioni che reggono il nostro sistema di mobilitazione e la f'ormazion e di guerra, per accennarne i clifetli che, non bL · nostra limitala percezione ci permetterà di !-Corgcre, ma che l'opinione del puhbli co e della stampa mii ilare pi(t volte ha segnalati. E in tale esame muoveremo anche noi dal concetto che l'ordine del la mobilitazione generale ed accelerala giunga improvviso alle truppe, cioè che nulla abbiasi potuto predisporre alla dich iarazione di guerra e all'imminente innsionc, poicliè 5;iamo convinti che, se in pra tica questo .coso avverrà difTicilmenle, è non cli me.no pur sei~pre possibile, e l'esercito dev'essere ordinato i;1 moclo ~a potervi far fronte. È il caso meno probahile, ma è il più difficile ed il più pericoloso, ed è qnincli C{Llel lo che deve servir di base al l'organizz:1lore. Que"to proposito cli presentarci sempre il caso meno farnrevole, non soltanto nell'allo della mobilitazione, ma in tull.e le esigenze clell'organizzazionc di guet'ra, ci sp ingerà llell 'esame tli molli particolari e ci obbligherà. forse a parere molto esigenti; ma abbiamo fe 1·ma convinzione che ci convenga oggi studi are ed applicare, prima che l'esperienza ci ammaestri dolorosamente, prima cioè che le pagine di questo periodico si cmpiano del senno di, poi.

229

I.

La par te dell'Istruzione sulla quale minori osservazioni si banno a fare è certamente quella che stabilisce la formazi one di grandi reparti, delle unità di guerra, quantunque essa sia come il fondamento di LulLo l'ediGcio. Ciò é una prova di quanto abbiamo già. notato che, cioè, dove l'lstruzione sente maggior bisogno di correzione non è tanto nella sua base, quanto nel suo sviluppo di pratica a.Ltuazione. D'ahra parte snlla formazion e clelle unità di guerra non mancavano nè l'esperienza nè gli esempi, e la formazione prescritta pcl nostro esercito è in massima quella adottata, in genere, dagli altri grandi eserciti europei. Due importanti differenze presenta, nondimeno, sulle quali sarà. utile portare l'attenzione; vogliamo dire la ~ mancanza. di grossi corpi di cavalleria e la presenza di fanteria e ( cavalleria alle truppe suppletive cli corpo d'armala.. Oramai è generalmente ammes$O che per impiegare vantaggiosamente la cava.lleria nell'avanscoperta, bisogna ch'essa sia raccolta in grosse masse. Si capisce inl'atli che l'esplorazione prossima, d' immediata sicurezza. delle truppe, quella che può dirsi esplorazione lattica, possa esser falt:a dalla cavalleria di visionale e dipendere dalle singole divisioni che l'organizzano e la dirigono; ma per la grande esplorazione lontana, per l'esplorazione logistica che interessa non una piccola parte clell'esercito~una o pit\ armate cooperanti sullo stesso teatro d'opcrazioni, è necessario che la cavalleria sia resa indipendente non soltanto d,11le di~·isioni, ma dai corpi d'armata o qualche volta dalle stesse armale, per geli are sopra una determinata. zona la maggior forza di quest'arma e dirigerla da un centro unico di comando. lnve1·0 i principali eserciti europei, quantunque, proporzionatamente alle altre armi, più doviziosi cli cavalleria che non quello italiano, a1-segnano quest'arma alle divisioni ccl alle armate; nessuno la sperpent fra i corpi d'armata , l'esercito francese non eccettuato, presso il quale, sebbene apparisca. una brigata di cavalleria (due ANNO XXll (, VOL. lii.

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S ULLA NOSTRA MOBIÙTAZIONE

STUOIO

. reggimenti) assegnala ad ogni corpo d'armata, pure in pratica qo.esta cavalleria non risponde che al disimpegno del senrizio divisionale. Nel nostro esercito la necessità di non frazionare la poca cavalleria ohe abbiamo nella dislocazione dei corpi d'annata è più vivamente sentita. Messo a fronte di uno dei potenLi eserciti d'Europa, il nostro, non potendo nelle operazioni di cavalleria, gareggiare per numero 'di cavalli, dovrà almeno poter far fronte con l'arditezza e la buona condotta delle operazioni stesse. Se ad un fitto ed esteso velo di cavalleria nemica volP,ss imo noi contrapporre un velo egualmente esteso , riusciremmo deboli su tutti i punti; noi dovremo far massa sulle principali direzioni d'utile esplorazione ed agire sovra esse energicamente per penetrare nel sistema · nemico, perLurbarne l'organizzazione e toccare così. le masse di truppe coperte. Per ciò bisogna direzione unica ed indipendenza massima dei corpi di cavalleria dalle singole frazioni dell'esercito reLrostante. Pare quindi che la costituzione di corpi di cavallerict chi assegnarsi alle armate debba essere stabilmente prescritta per la nostra formazione di guerra. A comporre·tali corpi potrebbero essere designali dieci. reggimenti (preferibilmente i dieci reggimenti cavaileggeri), e dovrebbesene tener conto nella loro dislocazione e riunione in grandi reparti sin dal tempo di pace. L'altra differenza marcata· rra la nostra foi·mazione di guerra e quella degli altri grandi eserciti è nella costituzione delle truppe suppletive di corpo d'armata. Presso altri eserciti troviamo sempre ai corpi d'armata una certa quantità d'artiglieria la quale, nel suo ufficio; rispond·e all'artiglieria delle nostre truppe supp'leLive; noi però ·vi comprendiamo cli più una brigata, cli cavall eria, un reggimento di bersaglieri ecl una brigata di. zappatori del genio . L'esistenza di um1 certa quantità d'artiglieria ai corpi d'armata presso tutti gli eserciti trova ragione nel fatto che, non potenclosi provvedere cloriziosamente tutte le divisioni di un'arma la cui org,rnizzazione porta un forte o'nere allo Stato, se ne assegna alle divisioni stesse solamente la quantità indispensabile agli ordinari bisogni ta!tici, e se ne tiene tanto in serbo da fornire almeno una

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23i

,divisione per corpo d'annata della quantità richiesta dalle eventuali condizioni lattiche, in cui difficilmente possono trovarsi ambedue le divisioni contemporaneamente. Analogamente si può spieg::tre presso noi, non ricchi di cavalleria, l'esistenza d'una certa quantità cli qu.est'anna ai corpi d'arwata, oltre quella assegnata in via. ordinaria alla divisioni. Non potendo assegnare ad ogni divisione più di due squadroni di cavalleria, fraz ione ritenuta generalmente insufficiente per permettere a quest'arma cli spiegare LLlLta, la potenza tattica cli cui è capace, sentiamo _il bisogno di tenere in serbo altri due squadroni per portare a quattro almeno quelli di Ullél delle due divisioni del corpo d'armata, secondo i bisogni dell 'n ione. Una. maggiore q[Lantità di cavalleria alle Lruppe Sltppleti ve non avrebbe più r·agione di essere, senza indicare uno scopo differente da quello che ta li truppe -si propongono: se si potesse disporre solmnente di cruattro squadroni per é.orpo d'armata, oltre quelli assegnati alle divisioni, anzi che tenerl i alle truppe suppletive meglio varrebbe distribuirli subito all e divisioni e portare gli squadroni cli queste a quattro, qu,rntità ritènuLa sufficiente negli altri eserciti per tutte .le occorTen:.~e.

Un reggimento cli · cavalleria (prel'eribilmente di lancieri) dovrebbe dunque essere assegnalo a ciascun corpo d'armata, per dare -clue squadroni a ciaswna divisione e due alle truppe snppletive: e sin dal tempo di pace la dislocazione cli tali reggimenti dovrebbe regobrsi in maniera da tenerli costantemente a contatLo con le truppe delle altre anni con le quali devono agire sul campo cli battaglia. In quanto alla presenz,t del reggimento bersaglieri alle truppe ·supple ti ve non è più. appli.cabile la ragione assegnai.a per l'artiglieria in tutti gli eserciti e per la c,walleria specialmente da noi. Trattandosi di fanteria le divisioni non ne sentono bisogno speciale, e i quattro battaglioni. bersaglieri potrebbero essere egualmente ripartiti fra le due divisioni; senonché, si trova conveniente di non frazionare soverchiamente qtiesta fanteria scelta, la quale, impiegata opportunamente in determirrnti momenti dell'azione e in determinati punti del campo di battaglia, può riuscire efficacissima. Ne troviamo l'esempio· a,nche in altri eserciti : non giova ricercarlo


232

ST UDIO

negli eserciti genuanico ed austro-ungarico, dove, essendovi in proporzione pochissimi baLk'ìglioni cacciatori, questi si ripartiscono indifferentemente fra le divisioni. cercando di averne uno per corpo di armata; ma nell'esercito fran cese. i reg,.rirn enLi di zuavi e di tiriwliavO O tori algerini son tenuti raccolLi ciascuno·presso uno delle divisioni del corpo d'armata. quando vi sono assegnati, e presso l' esercito r usso si formano delle brigate speciali cli battaglioni cacciaLori. Col tenere raccolti alle truppe suppletive i reggimen Li cli bersaglieri, noi. otteniamo un duplice v,mt,tggio: quello di non frazionare eccessivamente questo corpo di fanteria scelta e quello di n0.n prestabilirne l'assegnazione all'mia. o all'altr.1 delle clivisioni , lasciando al comandante del corpo d'armala la faco ltà di determinarla secondo il bisogno dell'azione. Resta infine la brigata zapp,itori clel genio, e per quesLa non troviamo ragione alcuna che consigli di tenerla riunita al corpo di armala. Si dice che q1.1alche volta occorrono lavori pei quali sar~b be insuffici~nte Ullét sola delle compagn ie del genio divis ionali, e d 1e perciò è utile tener la. brigata riunìta affine cli averla pronLa tanto per lavo.: rare presso una sola dell e divisioni, quanto per frazionarla, proporzionatamente ai bisogni, fra le due; ma tale ragione non ci pare suflìciente. I bisogni pei quali possono essere necessarie le due compagnie uniLe sono tutt'altro che rrequenti, mentre presso le divisioni si sente quasi conlinnamenl:e la necessità di truppe del genio, non fosse per altro che per regolare cd.armonizzare l'opera degli. zappatori di (anteria. Cosa avverrà in praLica se le compagnie del genio resteranno riunite alle Lr-uppe suppletive? Jlimarranno nella maggiornma dei casi più lontane da ciascuna divisione c.he non le divisi.oni fra loro, e, ch iamale a prest,u·. I'opera loro, OJTtve,·.inno sernpre in ritardo; men tre che se si avessero presso le divisioni, un.i almeno sarebbe sempre pront,1 e l'nltm non molto lontana, nel caso vi fosse bisogno cli chiamarla in aiuto . Non devesi dimenticare che la divisione è l'unità. principale dell'a~ione tattica comple:;siva delIe varie armi.. Se possono essere utili det supplementi, questi non devono ricavarsi col sottrarre all e divisiol~i gl i el_emenLi di cui hanno normalmente bisogno per agirq: s\ c~p1rebbe 11 sup1~lem~nto di una lerza compagnia del genio al corpo cl armata per arncch1rne l'una o l'altra di vi:-;ione secondo il bisogno;

233

SULLA NOSTRA M0B1L l1'AZ!ONE

l

ma le due Compagnie di cui attualmente si dispone plemento delle divisioni, non un loro supplemento. ·

SòìlO

il com-

Riassumendo quanto abbiamo osservato a proposito della formaz ~ i gr@di...x:ep,1.!!ti, ci pare potersi sta.b i.lire che: L'esercito si forma di due o più armate, normalmente di tre; -;:., L'~rrnata si forma di due o più corpi d'armata e di un corpo di cavallert~. Normalmente un'armata è formata di quattro corpi d'.irmata e d1 una divisione di cavalleria (2{~ squadroni), Je altre d'ue sono formate ciascuna cli tre corpi d'armata e cli una brigata di cavall eria ('18 squadroni); . Il corpo d.'armata si fotma di due divisioni e di truppe snppletIVe. Le tl"uppe suppletive di un corpo d'armala sono: un 1:eggimento bersaglieri, due squndroni di cavalleria ed una brigata. di batterie; La divisione si forma di due brigate di fanteria, di dLre squadroni di c.ivall eria, d'una brigata di b.iLlerie e d'una compagnia zap.:. patori del genio con parco di compagnia: I corpi di truppa che rimangono cosi frazionati nel corpo d'armata sono: i.I reggimento di cavalleria, il reggimento d'artiglieria e la brigata del genio . I comandanti di quesli corpi, rimanendo al quartier generale del corpo d'armata, possono conservarne la ·vigilanza nell'andamento disciplinare ed amminisLmtivo, ed 'in genere que_ll a parte di comando organic'o che non è inerente all'impiego tatLtco delle truppe; ma durante l'az ione il posto naturale del comandante del reggimento di cavali.cria è allét testa ·dei quattro s~uadroni, quando i due dell e truppe suppletive si uniscono a tpielli d1 una delle divisi.oni; il posto del r~omand:rnte del reggimento d'artiglieria è al comando superiore delle due brigate di balterie, qua.ndo · l'artiglieria delle truppe suppleLive agisce presso una delle divisioni; il posLo _infine del comandtulte della brigata del genio è alla direzione clei lavori straordinari pei quali occorra rilt'I1ire le due compagnie zappatori delle di vision i. Oltre alle forze comprese ordinariamente nelle armate, altre ve he sono che non ne ranno parte, almeno al primo iniz.iai·s-i clella guerra, e propriamente fino a tanto e.be le armate non sono CO$ti Luite e pronte ad agire: vogl iamo.Jliru1un1P.B,e alpine.


234

STUDIO

Le recenti disposizioni organiche, ancora in via cl'atLun.zione, rendono quel le truppe Jocali affalto indipendenli da ogni sistema di mobilitazione: esse, cioè, si mantengono costantemente dell a forza stabilita per l'ol'ganico di guerra e pronte ad agire in ogni momento. Ciò ern una necess ità. richiesta dall 'indole stessa della islitnzionedelle truppe alpine. Come sentinellearanzate rnlla nostr:i froH~ iern. terrestre, esse devono, durant e il pc1·iodo critico dell a mobilitazione, proteggerne le operazioni da ogni inCllrsione nemica, e poscia segnalare in tempo l'appressarsi del grosso delle f01'7.e invadenti. Non hanno, per ciò conseguire, bisogno di molte forze, pro tette come sono dalle condizioni naturali del terreno su cui sono destinato ad operare, e sopratutto dalla conclizione di tempo in cui nemmeno il nemico può impiegare grosse forze prima di compiere la sua mob ilitazione; tutto al più pt1ò tratlarsi di guadagnare quei pochi giorn i che potrebbero occorrere qualora per imprevidibili, ma pur sempre possibili cir·costanze, la nostra mobilitazione dovesse rimanere in ritardo su quella del nemico . l\Ia è assolutamente inclispensahile che le tl'uppe alpine siano al loro posto sin dall'aprirsi delle osli IiLà; nè devono esse stesse i·irnanere in 1·itarclo per compiere le operazioni di mobi litaz ione. Resta però sempre a risolvere un'altra questione che riguarda . l' organizznzione ai tali truppe. È cerlo che per la natura frazionata della guerra che sono deslinati a combattere e per la naLura del te1Teno, qllasi nssolutamonte privo di comunicazioni lalerali, sul quale devono agircr i battaglioni alpini devono godere di molta indipen clenza cd autonomia: sarebbe quindi poco opportuno riunirli in corpi maggiori . Nondimeno, pcrthè la loro istruzione sia aul.orevolm.ente vigilata, la esperienza cli ciascuno ,,enga coll egata ad un unico indirizzo difensivo e perchè i lor:o bisogni siano studiali da un punto piùallo o comprensivo, credi amo che riuscirebbero sommamente utili dei centri clirellivi dell'istruzione, della disciplina e dell'organ izzazione dei battaglioni. Due comandi superiori cli battaglioni alpini sLalJiliti verso le due principali frontiere, uno a Torino, per esempio, e l'a ltro a Verona, potrebbero forse, con grande vantaggio della istituzione di queste truppe speciali, avere i seguenti incarichi:

235 In pace - ispezionare i battaglioni; uniformarne l'istruzione senza trascurare le particolari condizioni di posto di ciascuno; avvantaggiar tutti dei metodi sperimentati buon i da qualcuno di essiriunire l'amministrazione elci battaglioni considerandoli come cli~ staccati; sLudiare i loro bisogni e rappre;;enl.arli al ministero; In guerra - avere l'alta:cl irezion e delle misure precauzionali e delle operazioni sopra tutta una fronti era minacciat,1, sollo la dipendenza del capo di stato maggiore generale; mantenere ·indietro le relazioni che difficilmente potranno passare nel senso laterale fra i battagli oni; Lrasmeltere a tutti gli ordini e lo informazioni provenienti dall'interno; raccogliere e confronlare le informazioni provenienti dalla frontiera; regolare l'impiego delle trnppe alpine, che dalla fronLi era non minncciata potessero essere destinate a quella min.acciat.a; rlisporre delle compagnie alpine di 2a linea, quando venissero formate; costituire infine il naturale comando dei battaglioni, lluando, oltrepassata Ja frontiera o r itirandosi, dovessero conco1T~re alle operazioni campali dell 'esercito. SULLA NOSTR.A MODILITAZIONE

Altra secondaria osservnzione da fare sul noslro ordinamento cli pa~e per meglio far lo corrispondere all a formaz ione di guerra si rifensce all'utililit di avei;.e già formal e le speciali batterie da mon~~~e almeno designate quelle da aclibir$i ai corpi di cavill6ria:-Con la istituzione permanente di truppe alpine. la formaz ione di batterie cla montagna non può più considerarsi come eventuale. Sin d~I romp.ere della guerra. se ne dovranno fornire queste truppe alP.1 ne, ~ sm .dal tempo di pace se ne dov-rebhe curare la speciale istrnz10ne laua m montagna e unilamentealle Lrnppe desti nate a tal sorla di guerra. D'altronde J' istrnzione ·clel camioniere e del conducente dn. montagna è affatto difierente della comune istruzione dell 'artigliere da fol'tezza, col quale non ha nò comunanza cl'imp ico-o nè analoo-ia di .' s t, o se1·v1z10. e dunque si ritiene che in guerl'a debbano esser formate dell.e b~1,tcrie .d;t monLagnn,, vale assai meglio costituirle sin dal ( tempo d1 pace per esercitarle nell'impiego che dovrà poi farsene. / ( ~o stess? può dirsi delle batterie cla_1!s~cgru1rsi. ai.-cot·pi--di C.[J.valJ ~1a. Se m guerra dovranno darsi delle batterie alla cavalleria sarà assai utile designarle sin dal tempo di pace, unirle all'arma dovranno secondare, ed esercitarle nel loro specia le impiego.

eh;


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SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

STUDIO

I,

E or.amai riconosciuta la convenienza di ricostituir.e le 'balterie a cavallo, le altuali bal:terie da cent. 7 non potendo seguire la cavalletia nelle rapidissime andature senza seminare il l:er.reno dei serventi che balzano dai seggioli e dai cofani. No i non entreremo in questo argomento; ci basta accennare l'utilità organic~i che le balterie da destinarsi alla cavalleria, comunque composi.e, siano separate, istruite specialmente e, qu.anto meno, fornite di cavalli più adatli al loro servizio . Fin chè non sarà possibile creare nuove batterie per gli usi ora indicati, si potrebbero riunire permanentemente in speciali brigate sei batterie da montagna. ed allrettanle batterie da ca·valleria, siano o no queste ultime a cavallo, detraenclone il personale e il materiale dagli attuali reggimenti da fortezza o da campagna: in una, guerra, fatta nelle attuali condizioni or.ga.niche ta,li sottrazioni sarebbero egualmente necessarie, ma intanto ne guadagnerebbe l'istruzione speciale delle batterie, si facil iterebbero le operazioni di mobilitazione e specialmente quelle di radunata e di fo rmazione di guerra.

II. Col nome di ~tendiamo distinguere tutti quegli organismi necessari all'esercito in campagna per sviluppare la propria for.za: cosicchè presso l'esercilo in campagna tutto ciò che non è"fles Linalo ad essere direttamenle impiegato come forza costituisce un servizio. Considerando i servizi non solo dal lato della loro speciale funzione presso l'esercito, ma anche, e più specialmente, dal modo organico di funzionare, si possono di::;tinguere in servizi: di sLato maggiore, d'artiglieria, dèl genio , amministrativi. Servizio d·i stato rnaggiore. - Come emanazione del comando, lo stato maggiore è il centro dove mettono capo tutti i congegni

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organici. cìell'esercito. Sarebbe difficile limitare dove comincia ,e dove finisce il suo servizio; nessuno gli è proprio in modo assoluto, ma su tutti ha una continua ingerenza per indrrizzarli all'unico scopo. L,i su.a missione è cl'indirizzare l'azione delle truppe all'attuazione del concetto del comando ; ed il funzionamento dei servizi all'azione delle truppe. Questa doppia indole del servizio di sLaLo . maggiore esige pure un doppio modo di comporLarsi clel. servizio stesso, l'uno che si riferisce al funzi onamento clegli sta.ti maggiori dei comandi , l'altro a quello degli stati maggiori dei servizi. l due modi però non possono distinguersi assolutamente per accennare a due servizi separati; essi invece si compenetrano e si completano a vicenda. Come nell'attuazione d'un concetto strategico l'impi ego dei mezzi logistici deve agevolare le operazioni delle I.ruppe, mentre quesle sono suborclimte alla possibilità ·d'impiego dei mezzi stessi, così gli stali maggiori dei comandi devono continuamente ,essere in grado di eonoscere quanto possono chiedere ed ottenere dal funzionamento dei servizi, mentre gli stati maggiori dei servizi de-vono poter sempre valutare l'importanza e le_esigen:1.e dell 'azione delle truppe per farvi concorrere l'impiego dei mezzi. Gli nni devono moderare le' esigenze µer evitare gli ostaeoli, gli altri devono moltiplicare i provvedimenti per rirn.uovere gl i ostacoli; ~ ma ambedue mirano allo stesso scopo, l'attuazi.one del concetto del comando, ambedue muovono dallo stesso principio, !~i nozione completa dei bisogni e dei modi di soddisfarvi. È nondimeno necessaria un~i distinzione fra i servizi pel modo di comportarsi degli stat'i maggiori. Infatti, mentre i servizi dell'artiglieria e del genio fonzicinano e,;;clusivamente in relazione con t'azion e- delle truppe, i servizi amministrativi funzionano tanto in relazione delle overazioni , quanto in relazione ilei bisogni che le truppe senlono indi.pendentemente dalle overazioni stesse. ]h ciò deriva che i primi sono inleramenle regolati dagli stati maggiori dei comandi, gli altri da questi e dagli stati maggiori propri, quali sono le inlendenze. Al perfetto funzionamento del servizio di stato maggiore non


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STUDIO

SULLA NOSTRA MOBILI TAZIONE

basta che 1'Ist1:nzione per la formazione di guerra fissi la com,.. posizione dei vari stati maggiori presso l'eserciLo in campagna, è necessario anzitutto averne sin dal tempo di pace gli elementi organici già apparecchiati alla .,loro funzione in guerra, e bisogna di più un regolamento che determini nettamenLe qua.li sono.le r~ttribuzioni del servizio e il modo di disimpegnarlo, quali le atLribuzioni del personale che lo compie rispetto alle truppe ed agli altri servizi. Pronti ad essere mobilitati, noi abbiamo sin dal Lempo di pa.ce gli stati maggiori dei CO.Jliandi çli corpo d'armata e di divisione; abbiamo di più un cerLo numero di uHìciali disponibili presso il -coman~o del corpo di stato maggiore ed il comitato di stato maggiore generale, ma non eostil.uiti i.ri organism i simili a quell i. necessari in campagna. Al momenLo clelhi mobili tazione bisognerà dunque organizzare , gli stai.i maggiori: del gran quartiere generale, dell'intendenza generale, dei comandi d.'armaLa, delle intendenze d'armata.. \ Per questi bisognano 1O ufficiali generali (senza conta.re il comandante in capo e i comandanti d'armata), '.iH ufficial i superiori e 32 inferiori di stato maggi.ore, oltre gli ufficiali delle varie armi e sàvizi che pure concorrono a comporli. Dove si ricaveranno questi personali , segnatamente i dieci ufficiali generali destinati tutti a cariche della più alta importanza? Non vi .sono che due :n:iodi possibili: o le nuove nomine al momento della mobilitazione, o lo scioglimento di alcuni organismi non indispensabili in tempo di guerra, come i comiLatf delle , a r ~,i_comandi territori~J.JJ!.'.!rtili~~ria!-'1.e~!~ -' ecc. T.l primo di tali espedienti presenta il gravissimt> inconveniente di spostare gran numero di ufficiali. generali dai comandi che hanno esercitato in pace, ambedue quello di adibire a cariche lanto importanti genera.li che non . hanno concorso agli studi preparaLorii della guerra e che non conoscono il personale di. cui devono servirsi. In pratica saremo costretLi ad adotlarli ambedue combinali, anche per avere il numero di ufficiali generali necessario aI!a mobilitazione.

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Secondo gli organici del tempo cli pace abbisognano 19 g~nerali comandanti cli corpo d'armata, divisione o brigata, e 67 diversamente impiegati, mentre il quadro dello stato maggiore_generale non ne comporta che 1130; si ha quindi sin dal tempo cli pace una deficenza di 16 generali . .. Dei 67 generali non assegnali alle truppe, H occup_ano ~osti che non possono essere soppressi in tempo di guerra; glt altri 26, cioè: il presidente del comitato cli st:tto rna~gi?rc ~e~er~le, . g almeno dei 113 rnernbri dei comitati d1 art1ghena, e gen10 e delle armi di linea, · · i 2 comai-1danti, in 1° e in 2° del corpo di stato maggiore, i ,12 comandanti territoriali d'artiglieria e genio, il comandante della scuola di gLterra, il comandante della scuola d'applicazione d\U'tiglieria e genio, potrebbero invece in tempo di guerra seguire l'~sercito i~ campagna,Cosicchè une1idovi i 79 che hanno comanclo eh truppe m pace, ma sottraendone i ·16 che mancano, gli ufficiali generali disponibili in caso cli mobilitazione restano soltanto 89, cd essendo 94 quelli necessari. · a fornire i quadri dell'esercito di 11" linea, ne rnar~cano _an~ cora 5 per questi ('I) . Quindi, ammesso lo _scioglimento dL LuU1 gh organismi non indispensabili pel tempo ,cl_t guerra, ~ non T?rovve: clendo ad una certa larghezza indispensabile per l,t formazio~e dt quadri di tanta importanza, ·si arriva ad rn~a ~ens_ib,ile cleficienza prirrrn ancora cli fornire i comandi delle pnnc1~alL l_ortez~e dell~ Stato, i comandi territoriali ed i quaclri clell 'eserc1to dt 2a lmea, pet quali si fa assegnamento sugli ufiìciali generali d_ella riser:~· . Ma ammessa la necessità di dovern all'epoca della mob1lltaz10ne sciogliere in parte i comiLati e sopprimere i .comandi t_er~'itori~li d'artiglieria e genio, tutto consi?;J-ia a sl~d_iare 1_1' n:iod.~ ~ l ìar~o ~l~ dal tempo di pace per affidare a1 generali mcanclH pm <1naloe,l11 a quelli che dovranno sostenere in guerra. . . . . . Non è la prima volta del resto che si propone lo sc10~ltm_ento .d~1 comitati; ma ognuno sentendo la necessità di tenere impiegati m 1

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(l) Si a mmette c on ciò che i generali comandanti d i_ brigata d i? ava;leria s_ian~ 4 pi_ù un, coma ndo di div isione di: cavalleria, e che comandanti del genio d armata s1a no tutti c<J ls>nnelli: secondo l'attuale 1orma2ione ne mancherebbero almeno Il.


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SULLA NOSTR A 11'!0BILITAZTONE

p_a,~e quei gene_rali che sono pur necessari in guerra, a tale proposla s1 e sempre umta l'altra della creazione di un.a nuova istituzione ché servisse ad impie?are diversamente lo sLesso numero di genet·aVi. ~ra 1~ p~oposte d1 quest'ultima specie si è fatta strada quella delle 1~pezw?' d'arma, ~a la difficoltà quasi insuperabile sorge quando s'. v~gl10no determmare le attribuzioni di tali ispezioni: delle ispeziorn d'arma senza attri buzioni di comando o sarebbero inu ti li O servirebbero solamente a scemare la responsabilità dei comandanti di truppa; delle ispezioni d'arma con attribuz ioni di comando creerebb:ro una dannosa duplicazione di dipendenza disciplinare ai corpi di truppa che devono dipendere completamente dai comandanti di ·?ivis'.on~ e di corro d'armata. Si ))Qtrebbero al più immaginare delle 1spez10111 generali con autorità superiore a quella dei comandanti di corpo d' armata, ma tanto varrebbe creare senz' allro i comandi d'armata . . _La ~rima idea infatti che si presenta alla mente è quella. di eostitmre sm dal tempo di pace tutLi i comandi che devono funzionare in . guerra; senonchè in pmtica , per varie ragioni che qui é inutile discutere, non si crede conveniente la creazione dei comandi d'armata'.. Si t1_·aua dunc1ue di avere almeno un organismo il quale, lavorando m pace all a preparazione della guerra, possa in caso di mobilitazi~ne fornire il personale necessario agl i stati maggiori del gran quartiere generale e dell e armate. A no.i pare che d.ando un conveniente sviluppo alla appena abbozzata istituzione del comitato di staLo mag~io~·e~e1!erale, si raggiungerebbe abbastanza bene lo seopo. Me:s?, rnfatt1, li capo dello sta Lo maggiore generale a dipendenza del mm1stro della guerra, con le si.esse relazioni che in guerra devono passare fra lo stesso alto fun,, ionario e il comandante in capo, ci sembra che sarebbero evitate tutte le difficoltà (~he sin ora si sono opposte alla completa eostituzione di tal comitato. Ad esso verrebbero affidati tutti gli incarichi organico-amministrativi che or,rJi soi1 o divisi_fra. i comitati da sopprimersi e il comando del corpo stato maggw1:e; sarebbe diviso in due ram.i, l'uno dello stato maggiore dei comandi, ~he t'.·atterebbe gl i affari oggi affidati ai comitati (meno la parte tecrnca di quello d'artiglieria e genio) e a.I eomando di stato maggiore (meno la direzione dei trasporti), l'altro dell o stato mn.crgiore d'intendenza, che tratterebbe le cose riguardanti la prepar:~

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z.ione amministrativa della guerra, l'organizzazione di tutti i servizi amministrativi e la parte del fumionamento di questi servizi ch0 può essere attuata in tempo di pace. . A Ganco del comitato di stato maggiore genera.le sarebbe a crearsi Wl comi tato tecnico d'artiglieria e genio, le cui attribuzioni si limiterebbero alla superiore direz ione degli stabilimenti d'artigl ieria e alle costrnzioni del genio, senza alcuna ingerenza sulle trnppe delle due armi, le qua.li dipendono asso Inta.mente dai comandi cli divisi_one e di corpo d'armata, e "ulle dire,,ioni terriLoriali d'artiglieria e genio per la loro parte puramente amministrativa, che dipenderebbero dall 'intendenza. .Fra i due com itati si dovrebbe in caso di mob ilitazione trarre il personale necessario agli stati maggiori non form,lt i in pace, ai comandi generali d'artigl ieria. e genio ed ai. comandi d'artiglieria d'armata ('I). Per la completa formazione di guerra sarebbero così da nominarsi i soli comandanti d'arma.La. Abbia.mo accennai.o che per ottenere il perf'ctlo funzionamento del servizio di stato maggiore ma.nea un regolamento che lo determini in modo chiaro e preciso. È opinione di molti che sia eos,t assai difficile, se non impossibile, la compilazione cli un regolamento pel servizio cl i sta.Lo maggiore, ~ si appoggiano al fa.tt.o che le relaz ioni. di servizio fra gl i ufficiali di stato maggiore e i comandanti di truppa o diretLori di altri serYizi hanno un caral.lere talmen Le delicato che solamen te il tau.o e la prudenza dell'ufficiale di stato maggiore possono evitarn che venga urtato il prineipio disciplinare. « Dal suo ufficio d'intermediario tra << a.ntorità dipendenti l'una dall'altra, ma per lo più superiore a.lla << sua, sorgono tratto tratto pir;cole difficoll:à, a. superare le qua.li si <e riehiecloho uno squisito criterio ed unn coscienza p'erl'clt.a della <1 propria missione » dicevano le << Norme e ricordi per l"ufficiale di stato maggiore in can1pagna » pubb licale nel 1866 . . A noi p,tre ehe cosi opinando le diffiwltà che il regola.mento non vuole affrontare si lasciano intere all'ufficiale di stato maggiore 1

(l ) I comandi del genio d'31·mata sare hbero ~flìdati ai comandanti dei reggi me nt i 1.ap~ patori d el ge ,lio. come S3l'à i n seguito ind icato.

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con evidente danno del servizio, ed anche, convien dirlo, lo si assoggetta ad una parte odiosa ver30 le truppe, le quali nell' ingerenza di questo ufficiale vedono un abuso della confidenza che il generale gli accorda anzichè una regolamentare attribuzione. In sostanza si lascia che l'ufficiale faccia quello che il regolamento non vuol dire. I nostri vecchi però la. pensavano diversamente. Il regolamento pel Real Corpo di stato maggiore generale, approv{ttO con regio brevetto del (3 ottobre l 83 1, ecco come si esprimeva a questo proposito: (< Gli uffiziali di stato maggior.e generale tengono generalmente ·(< nell'esercizio delle proprie funzioni le norme seguenli: (( 11° Qualunque servizio militare può essere commesso all'uf« fiziale di stato maggiore generale·dal comandante generale del « corpo. (( 2° La qualità del servizio cui è destinalo un ufliziale del ·(< corpo cli stalo maggiore generale è inclipendenLe dal grado d1'egli · (< tiene, tani.o in esso corpo, come nell n. regia armata; (< 3° Mandato portatore di ordini (purchè fregiato con le di« vise dei corpo), ogni uffiziale di stato maggiore generale è ~iùto(< revole a significarli, e ad imporne l' esecuzione, qualunque sia il « grado di chi riceve e di chi porta i superiori comandi l). Del resto il regolamento del 18311 életerminava assai nettamente e bene il servizio dello stato maggiore tanto rispelto all'azione delle truppe che al funzionamento dei servizi, a'.dattandosi, ben inteso, all e esigenze e all'organizzazione militare él'allora. Noi dunque crediamo non solo possibile la redazione di un regolamento pel servizio di stato maggiore, ma anche della massima ulililà che se ne adotti uno capace di levare ogni titubanza od incertezza.nell'adempimenlo d'una funzione di tanta capitale importanza nell'a~1damen1.o cl.elio guerra. 1

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Ci resta infine a trattare d' un servizio speciale, che forma parte complementare di quello di stato maggiore: il servizio dell e guide. Secondo l'Istruzione ogni reggimento cli cavalleria, all'atto della mobilitazione, deve formare clue plotoni guide. Questo sistema ha molti svantaggi. Fa niantenere in tempo di pace nella cavai Ieri a una forza superiore a quella necessaria, per costringere poi i comandanti di squn.drone a privarsi dei più abili cavalieri e dei migliori cavalli

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S ULLA .NOSTRA MOBILITAZIONE

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nel momento appunto che ognuno d'essi ambisce di raccogliere il frutto del lavoro e dell 'abnegazione che gli è costata l'educazione e l'istrur.ione della sua tmppa. D'altra parte il sistemr~ non è neppure atto ad assicurare completamente un buon servizio di guide all'esercito. A questo servizio bisogna adi.bire uomini intelligentissimi e cavalli svelti e forti, gli uni e gli altri apposità.mente istruiti; e tali condizioni difficilmente si otlengono nelle guide improvvisate d,ii reggimenti all'atto della mobilitazione. Cosa avviene in pratica. 7 Quan<fo si deve affidare ad una guida un incarico appena importante, riferi~e poche ,parole a voce, ricercare qualche comando cli cui non si conosce precisamente la stanza, servire da indicante . nell 'assegnare la via ai corpi cl1'entrano negli accampamenti o ue escono, ecc., l'uffic iale cli stato maggiore si sefre cli uno dei pochi carabinieri a cavallo della divisione, i quali compiono molto bene il servizio di guide. Ora non sarebbe egli possibile cli aumentare nella formazion e cli guerra il niunero dei carabinieri a cavallo, e Logliere ai reggimenti di cava lleria l'obbligo, per essi tanto increscioso, di formare i plotoni guide? Attualmente dall'Istr1izio11,e sono assegnati all'esercito in cam- \ pagna 40 ploLoni guide, ognuno di 24 c:avalli, e 42 sezioni carabinieri, in ciascuna. clelle quali vi sono 1111 carabinieri a c,wallo; si lui così un totale di if4.22 cavalli , parte impiegati esclusivamente al servizio delle guide, parte che vi concorre. Da quesLo numero l)erò si possono certamente togliere 220 guide ora assegnate a.i toma.ncli di brigate di cavalleria, ai comandanti del genio di corpo d'armata ed ai comandanti di reggimento di fanteria; i primi possono provvedervi diversamente, gli altri possono senza inconvenienti farne éL ll1bll0 . Inoltre, il senizio fatto da UTl personale mollo più adatto permelterà di ridurre forse di 5 il numero delle guide assegnato a ciascuna sezione; così sarebbe in totale di 11088 il Mmero di cavalli pel servizio guide da assegnare ai comandi ed alle intendenze; portando così a 23 il numero dei cavall i per ogni sezione. addetta a comandi e mantenendo quelle delle intendenze ad H cavalli.. A questo bisogno crediamo possa suffi c:ientemente rispondere


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STUDIO

SUL LA N OSTRA MOl31LITAZIONE

l'organizzazione di pace delle legioni carahinieri. JnfaHi le legioni, compresa quella degli allio\'i, hanno 30()4. · cavalli,, da. wi sottratti un migliaio che sono in Sicilia ed in Sardegna, e che pel'Ciò sarebbe dirli cile far passare per tempo in I.erra.ferma, resta sempre un numero di cavalli più che sufficiente a fornire laraamente il • • t) serv1zw, senza con ciò compromellere certamente il servizio di sicurezza pub bli ca. nell'interno del paese, il quale d'al tra parte deve adauarsi alle esigenze della guerra.

delle divisioni, la. cui costituzione mira essenzialmenle all'impiego laLLico dell e trnppe delle tre armi sttl campo di lmua.glia. li sen izio d'artiglieria è pertanto diretto superiormente dal comandante generale clell'a1·1.iglierin. aIl 'esercito e, presso le armate, dai rispettivi comandanti d'n rtiglieria. Queste autorità, pel disimpegno delle loro runzioni, dipendono direttamente dal comandante in capo o dai comandanti d'armai.a. da. Clli ricevono le direttive del servizio, ma nell'attuazione dei mezzi Lecnici godono d'una certa indipendenza che loro permei.te per questa parte una gernrchia propria, che passa direttamente dal comando generale d'artiglieria ai eomancli d'artiglieria ct'armata. L'organizzazione dei mezzi d'esecuzione elci servizio tecn ico di .artiglieria presso l'esercito mobilitato non è prevedibile in modo assoluto, dipendendo essenzialmente dalle contingenze nell e quali verserà la guerra. L'esercito perciò; ha ben ·i preparato sin dal tempo di pace truppe tecniche dell'arma e materiali sufficienti, sia per armare siti forLificali durante Ja campagna, sia per comporre parchi d'assedio; ma la formazione di guerra non assegn~ in modo \ st.nhile che mezzi limitatissimi: lt1.li sono le brigate d'artiglieria da ( fortezz,1 addetLe alle armate, e impropriamente asseg11ate al parco eh'& un organismo alTaLto ammin istrativo. Si comprende però come questi mezzi devono potentemente crescere appena sia necessario che il servizio as:,;uma una certa importanza. Cosi del ineato questo servizio, a no i paioJLo improprie le deMminazioni cli comandante di artiglieri.t di rorpo d'armata e di divisione eia.le a.I comamlante del reggimento cl'artiglieria assegnato al corpo d'armata e al comandante del la brigala di batterie clivisioun.le. E qui non intendiamo far q ucstionc di parole, bensì del significato che acl esse i' fatn1zione annette. L' Istruzione in fatt i, dopo di avere accennalo al comando genm·ale d'artiglierin. cd ai cornaucli d'arLiglieria d'armala, di corpo d'armata e di di, isione, dice (n° 19 de1 torno 1°): « Per la « patte pul'ament.c tecnica ed amministrat.iya del servizio d'ar'li« glieria, i rnri comandanti d'artiglieria, di cu i al precedente nu« mero, corrispondono tra loro gerarchicamente; i comandanti << d'artiglieria dei reparti inferiol'i devono ·seguire lo direzioni e « le istruzioni clei comandanti d'artiglieria del reparto superiore,

III.

Se1·vi.zi dell'artiglieria e del genio. - Per servizio d'artiglieria dobbiamo intendere il servizio tecnico di quesl'arma, aiacchè l'impiego delle baLlerie è completamente nJfidato ai comandanti di diYisione e di corpo d'armala, come quello di ogni altra truppa, ed il serrizio del mnnizionaruenlo e rifornimento dei materiali dipende dall 'intendenza, come ogni altro serv izi o amministrativo . Il servizio tecnico resta quindi ridotto all'armamento delle piazze forti e dei siti fortificati, ed al concorso delle Lrnppe tecniche d'artigli eria (al'tiglieria. da fortezza) nell'atlacco e difesa cli piazze e siLi forti. È chiaro che le ~perazioni spettanti a questo servizio in teressano generalmente Lutto l'esercito o una gran pal'Le di esso, e fanno pal'te del piano generale di campagna o pe1· lo. mC'no sono decise clal Cùlllandanle in capo, rammenteda un comandante di al'mata. Deriva. da ciò l'alta importanza del la. direzione superiol'e di tal e servzio, e si ~ mprende come esso non possa funziouare che in dipendenza di questa stessa superiore direzione, o tnllo al più in dipendenza di quella dei maggiori reparti clell'esercil.o. Del resto, come affatto differente dall'azione delle truppe con la quale concorl'c ma non s' identifi ca, questo servi7,io, elle ha. bisogno di mezzi del tutto speciali , non potrebbe, anche rnJcndolo, funzionare in dipendenza dei corpi d'armata. e tanto meno

ANNO XXLll, VOL, IU.

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per quanto siano conciliabili colla esecuzione degli ordini dei ri« spetlivi comandan~i di divisione, corpo d'armata o annata i). Ora qual è Jn, parte puramente tecnica dei cornn,ndanti d'artiglieria di co,:po · d;arnrnta e di divisione? Elssi comn,ndano corpi di truppa, nell'impiego dei qual i devono, Coino gl i altri, dipendere unicamente ed interamente dai r ispettivi comancfanti di Gorpo d'armala e di divisione; ogni ingerenza di altra autorità non potrebbe non essere di gr.ave danno alla disciplina ed all'impiego stesso. Chi giudicherà se le direzioni e le ist1'uzioni impartite dai comandanti èl'un reparto superiore a quello clei riparti inferiori siano conciliabili con gli ordini clei rispettivi comandanti Latlici? Di più qual è la parte pimirnente a1nrninistrativa del servizio d'artiglieria? Forse il servizio dei parehi d'artigli.eria di corpo d'ar- . mala e di divisione, che l'Istruzione mette alla dipendenza dei rispettivi com-anelanti d'artiglieria? Fra: poco dimosLreremo che il servizio di tali parchi non è un servizio d'artiglieria, e che la direzione di esso non può essere efficacemente tenuLa dai comandanti d"artiglieria cli corpo d'armata e di divisione; m1i fìn d'ora facc iamo osservare come, in ogni caso, questo servizio non possa derivare dal comandante generale d'artiglieria dal momento ehe i pn,rchi d'artiglieria d'armata dipendono di fatto dall'intendenza. Per ragione affatto analogo abbiamo già notato che impropriamente la brigala d'artiglieria da fortezza viene assegnata al parco d'artiglieria d'armata, e messa perciò alla dipendenza dell'intendenza, mentre invece essa costituisce un mezzo del servizio proprio di artiglieria. · · Dobbiamo pertanto concludere che il servizio tecnico d'artigli eria e i relativi comandi sj arrestano all'armata, non essendo nè necessario nè possib ile scendere oltre; e che presso i corpi d'armata e le divisioni non vi è un ser1Jizio d'artiglieria nel senso attribuito dall'Istruzione a questa parola, ma vi sono solamente delle truppe d'artiglieria da impiegn rc in concorso delle altre di fan teria e cavalleria, sollo l'assoluta auloriL/1 dei comandanti tattici di corpo d'armata e di div isione: vi sono solamente un comando di reggimento d'artiglieria e dei comandi di brigate di ballerie. <e

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SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

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Similmente appartiene al serviz io del genio il compimento di tutti ( i lavori di fortificazio ne logistica e tattica necessari alle operazioni ' dell'esercito in campagna. Non di meno la parte del servizio che si riferisce alla fortificazione taLtica, e che è intimamente collegata all e operazioni che compi9no le diverse armi di fronte al nemico, dovendo rispondere al concet.td e all a fol'ma di lali opernzioni, dev'essere diretta dagli si.essi comandanti tattici e eonsiderato come un impiego Lattico delle truppe del genio àssegnate all e divisioni e corpi d'armata. I lavori di fortific<),zion·e lugist;ìca, come completamento difensivo di linee di di!'esa o di bas i secondarie di operazioni, costruzioni di v;asti perni di manovra, concorso nell'attacco e nella difesa di tali _.opere o piaz:.:e di guerra esistenti sul teatro d'operazioni, ristabilimento o disl.n1z ione di comunicazioni stradali, ferroviarie o telegrafiche, ecc. ecc., si collegano invece al piano di campagna, e interessano tutto l'esercito o una sua grande pari.e. Essi, comp iendosi in modo indipendente dalle truppe e eon mezzi aITatto speciali , costituiscono un servizio Lecl)ico complèlainente analogo eél affine al ser-vizio d'artiglieria; e, come que~lo, va diretto da un'autorità tecnica superiore, "il comando generale del genio, che ha alla sua dipendenza altri centri diretti vi presso i più grandi reparti clell 'esercito, i comandi del gènio d'armala . Per la stessa analogia fra questo servizio e quello d'artiglieria, dobbiamo ammettere che i co1nandi. del genio con gerarchia propria si an cstano alle annate. lt comando dell a brigata del gen io al corpo d'armala è ter~nico cli sua natura, e perciò d'indole aITatto differente .del comando del reggimento d'artiglieria o delle brigate di batterie; ciò non osl:an Le, riguardato so ti.o l'aspeLto della sua dipendenza intera ed assolu ln, dal eomando tattico presso cu i trovasi nddeuo, devesi considerare come un comando di truppa, nel modo che il servizi'.) del genio in concorso delle operazioni lattiche abb iamo dovuto considerarlo come un impiego I.attico di truppa. Que.st.o diciruno non già per sman ia di sirnmeLrica analogia col seevizio e l'impiego dell e truppe, d'artiglieriR, ma perchè crediamo assoluta.menie necessario che nessuna ingerenza estran ea venga a pertnrbare l'assoluta autorità dei comandan ti di corpo <l'armata e di divisione su tuUe le truppe e servizi che compongono le dipendenti unità cli guerra. I


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SULLA NOSTRA M OBIL I TAZIONE

,I mezzi assegnati dall'iistrnzione e che si devono considerare come spellanti al servizio tecnico del genio sono: Presso il comando generale del ,qen,io - una compagnia zappatori con parco di compagnia e maLeriale di ùna sezione telegrafica; .Presso ciasm.m'armata - una compagnia zappatori con parco di compagnia e materiale di un.a sezione telegrafica,; una brigata di due compagnie zappatori con parchi di cornpagnia, impropriamente assegnata al parco del genio d'armata; P.l'esso ciascun éorpo d'armata - - un equipaggio da ponte di metri ·I 50. Esaminiamo l'organizzazione e la disLribuzione di Udi mezzi, e per ciò div idiamo il ser vizio in L1:-e specialità, quella degli 1.appatori, qiiella dei telegrafisti e quella dei ponLieri.

cienti i mezzi assegnati ad un'armata. In tali casi sarebbe utile che il comando generale del genio abbondasse di mezzi propri per rinforzarne l'armata che opera nella zona dove il sen,izio più importante si raccoglie. Non potendo ciò fare coi mezzi organici di cui disponiamo, crediamo conveniente di ottenere lo scopo anche a spese dei mezzi assegnati alle arm ate, e proponiam.o che al eomanclo generalè del genio vengano assegnai.e 4, compagnie (2 brigate), e .2 sole compagnie a ciascun comando del genio d'armai.a. Questa distribuzione procurerebbe pure la possibiliti:t di elimi• minare un alti.'o inconveniente. Attualmente i due reggimenti del genio , per dare le varie specialità del loro servizio alle Lre armate, si sformano in modo <;he cessano ·affallo di esistere come corpi organici e del tutto ~i spezza la dipendenza dai propri colonnelli . · No i vorremmo che i reggimenti zappatori del genio fossero tre, ciascuno cli dieci conipagnie zappatori, così da potersene assegnare -uno per armata. l l reggimento assegnato a.ll'armata di quattro corpi darebbe otto compagn ie pel servizio divisionale ed uM brigata, al comando clel genio d'arrna:ta; i reggimenti assegnati aHe altre due armate darebbero eiascuno sei compagnie pel servizio divisionale, una bri.gata al comando del genio d'armata·, ed un?- al comando generale del genio. ·Il colonnello di ciascun reggimento sarebbe il comandante nato del genio d'arrnatn, ed avrebbe mezzo cli vigilare oontinuamente su tut1a In sna truppa con la quale si troverebbe in continua relazione.

Secondo l'Istrnzione, oltre le brigate Zappatori del genio . zappatori del genio addette alle truppe suppletive di wrpo d'armata, e da considerarsi come impiegate nel serv'izio divisionale, sono assegnate: ·1 compagnia al comando genera.le del genio ; · ,1 compagnia a. ciascun comando del genio d'annata; 2 compagnie a ciasl;1m parco del genio él'al'mata. Quest'ultima assegnazione, come abbiamo giànolaLo, è inrpropria poichè nessumt .relazione o dipendenza può passare fra, il parco e le compagnie zttppat.ori: l'uno fa parte d'un sistema amministrativo dipendente dall'intendenza, le altre appartengono ad un servizio tecnico dipendente dal comando del genio . Dobbiamo dnngue ritenere che al servizio tecnico del genio sono assegna.Le ·I O compagn ie, una cioè al com,tndo generai.e del genio, e'tre a ciascun comando del genio d.'annala. Se pote:;simo disporre d'un maggior numero di compagnie, consiglieremmo assegname l'eccedenza al com.anelo generale, perocchè siamo convinti che il servizio tecnico del genio difficilmente sarà molto sparso sul LeaLro cl'operazioni; probabilmente sarà anzi raccolto attorno ad una limitala zona difensivtt, o impegnalo in un assedio, o destinato acl aprire qualche importante comunicazione, impiegato insomma in lavori pei quali saranno generalmente insuilì-

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1'ele,qrafisti. - Secondo l'lst:rnzione, all 'esercito in campagna non si hanno sezioni telegrafiche preventivamente formate. Esse dovranno drstacearsi, secondo il bisogno, dalle compagnie zappatori. Il materiale telegrafico trovasi così di.sll'ibuito: \ una sezione al la compagnia zappatori presso il comando gene- 1 raie del genio, ·1 tre sezioni aJle eompagnie addette ai tre comandi del genio di armata, 1 dieci sezioni ai dieci parchi del genio di corpo d'armata, materiale di rifornimento ai parchi del genio d'armata.. Questo sistema presenta i seguenti ineonvenienti : \ 1 1° Dover formare le sezioni telegrafiche in campagna, mentre

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SULLA NOSTRA :\IOB!L!TAZ! ONE

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si potrebbero molto più opportunamente formare all'atto della mo-· bilitazione di ciascun reggimento; 2° Dover in campagna necessariamente, per fo11nare le sezioni, soLtrarre una parte della forza delle brigale adclette r~i corp i d'armata; e si dovrit perciò vincere la naturale riluttanza dei comandanti di corpo d'armata da cui dipendono quel.le brigate, i quali.si preoccupano principalmente dei bisogni delle proprie divisioni; 3? Avere inutilmente assegnato ai parchi di corpo d'armala un materiale che dovrà: subito essere distribuito alle Lrnppe e d'1è più non ritornerà ai parchi. Ad evitare tali inconvenienti a noi pare si:1 sutncieme che all'atto della sua mobilitazione ogni règgi))lento zappatori formi cinque se:... zioni telegrafiche (u.na per brigata), togliendo il personale dalle clieci compagnie in eguale misura, profittando anzitutto della esuberanza di forza che risulta nelle compagnie mob ilitate e prelevando i materiali dai maga1.zini del reggimento stesso. Queste cinque sezioni telegrafiche dipenderebbero direttamente dal comandante del genio d'armata, il quale deve provvedere allo stabilimento delle linee secondo il bisogno: in massima le annate provvedono al servizio fra il quartiere generale proprio e quelli dei corpi d'armata e divisioni innanzi; quelle di tre corpi d'armata provvedono inollre al collegamento col gran quartiere generale, rimanendo così a ciascuna i mezzi sufficienti per gli eventuali bisogni. Occorrerà in ogni caso modificare il prescritto dal n. 0 611, tom.o 11° del!' lstrtizione, il quale se dovesse essere os.:;erv,llo LroYerebbe insufficienti i mezzì assegnati all'esercito. Esso dice che ciascun comanchnte 'del genio d'armata orga.nizza « il suo servizio telegraGco in guisa. di tener << costantemente in comunicazione i vari c1uartieri generali di corpo << d'armata e di divisione tra loro e col quartiere generale d'ar« mala, e quest'ultimo col gran quartiere generale, coll'intendenza cl'armata e coi quartieri generali collctterali l>. l\'Ia per mantenere tutto questo servizio di 37 teste di linea bisognerebbero almeno 34 carri stazione, ammettendo che forse le tre inten'élenze d'armata si trovino su linee di telegrafi stab ili; e siccome ogni se;,:ionc telegrafic,t ha due soli carri stazione, le 114 sezioni assegnate dal!' Istruzione all'esercito presenterebbero la deficienza di 6 carri stazione· pel solo servizio ordinario, senza contare gli eventuali bisogni pei <:orpi distaccati, magazzini, ecc.

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Crediamo però che in pratica un così completo servizio non è nè possibile, nè necessario. Se l'esercito si trova in movimentq sarà gran fat.to se si potranno tenere in comunicazione telegrauca tutti i quartieri .generali di corpo d'armala con quelli delle rispettive armate, intendenze e gran quartiere generale; se l'esercito è fermo, e però generalmente assai raccolto, con una sola stazione telegrafica si potrannò mettere in comunicazione i quartieri generali di clue divisioni vicine col quartier generale clel proprio corpo cl'armala. Così corretta l' btruzione, il materiale risulterà sufficiente almeno per lo stretto bisogno.

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Pontieri. - Questa specialità. appartiene al servizio tecnico perchè ! fa-parte integrante della sistemazione delle comunicazioni stradali. \ Cred,amo che, come tutto il servizio, anche questtt specialità difficilmente sarà riparli ta, su tutti i corpi cl' armata d'una stessa armata. Avverrà generalmente che un'armata seguirà una sola direttrice di marcia, rappresentata da un fascio di strade più o meno parallele; e nel caso di passaggio di fargo ostacolo fluviale dovranno in un sol punto raccogliers i moli.i mezzi· di passaggio, segnatamente se rapide mosse devo110 avvicinare l'armala al nemico, o da questo allontanarla. Deves i pertanto ritenere che il servizio potrebbe essere meglio -regolato quando gli equipaggi cla ponte d'umt stessa armata fossero raccolti e messi a dispo.sizione del rispeuivo comando del genio. Questo si::;tema eviterebbe il fraz ionamento permanente delle compagnie pontieri per cui cessa l'autorità e la vigilanza dei comandanti di compagnia e dei comandami di brigala poni.ieri. Non crediamo infatti privo d'inconvenienti il tenere autonomo nel corpo d'armata un equipaggio da ponte con 223 lLomini, ti 37 cavalli e ao carri, cui é affidato .un servizio non fac ile, sollo il comando d'tm tenente. Questi inconvenienti sarebbero evi tali quando a ciascun'armata fosse assegnata un'intera brigata ponti.eri, divisa in due equipaggi di compai;,rnia (3oo•u), sotto l'immediato comando del rispeuivo comandante di brigala. \ Attualmente sono impiegate cinque compagnie pontieri pel servizio ai 11O corpi d'armata; col sistema. proposto le compagnie necessarie sarebbero sei. Tale aumento non sarà certamente per


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·tiuscire inutile alle armate in campagna, perocché nei rapidi mo-vi menti in vir~inanza del nemico occorrerà spesso raccogliere molto materiale da passaggio sopra un breve tratto di fiume. Le compagnie pontieri potrebbero organicamente essere ripar~ tite egualmente fra i tre reggimenti del genio, una brigata di tre compagnie per reggimento. affine di mantenere il prinrjpio che ogni reggimento somministri tuLto il se1~vizio ad un'armata, e si abbiano alcune compagnie di riserva. Ma considerando le òrrrandi (~ difficoltà che deve superare un colonnello per ben dirigere in pace l'istrnzione e l'educazione di un reggimento, composto di spec_ialità tanto d·ifTerenti, le difficoltà non minori che deve Sllperare per mobilit:tre il reggime1;to provveduto di tanti e sì diversi materiali, pare che si possa con ragione preponderare per la formazjone di un reggimento pontieri del genio, composto, come gli allri, di cinque brigate di due compagnie ciascuna.

IV.

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SULLA NOSTRA MOB!LIT AZIONE

STUDIO

Servizi anirninistrntivi-. ...:_ La ricca classe dei ~erviz i amministrativi comprende tutti quei servizi destinati al soddisfacimento di bisogni organici dell'esenito, di bisogni cioè, che possono bensì essere profondamente modificati dalle operai ioni di guerra, ma che hanno origi.ne indipendente nel fatto dell a speciale orgunizzazione dell'esercito in campagna. Com.e abbiamo già detto, questi servizi sono tutti diretti dalla intendenza: Non di meno occorre [:ire in proposito una distii'1-· zione d1e · forse varrà a meglio detenninarne l'indole. Nei servizi amminislrMivi ve ne sono alcn.ni che provvedono all'immeforto soddisfacimento dei bisogni delle truppe, altri che solamente riforniscono i primi dei mezz i che continuamente consumano: così , mentrè le sezioni sussistenze al.tuano il serl'izio distribuendo alle truppe i mezzi di sussistenia cui abbisognano, i depositi centrali, i magazzini di sussistenze, le sezioni panattieri, le colonne traino pane, i parchi ·viveri di riserva, non servono che

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!al rifornimento dei generi che giornalmente impiegano ile_sezioni SL1ssistenze. QJtesto .carattere non è sempre perfettamente distinto in ogni serviiio, nè sempre si può determinare esattamente dove finisce la funzione di rifornimento e dove comincia quello dell'im,piego dei mezzi; quindi il carattere stesso non può essere preso a base di una speciale classifica7.ione fra i servizi, nè come norma nell'esame del loro funzionamento. È però necessario che sia sempre distinto l'aspetto sotto- il quale si riguarda un dato organism0 di servizio, per determinarne la relativa dipendenza. Infatti, le parti dei servizi amministrativi, considerati come organi di rifornimento, dipendono esclusivamente dalla i11tendenza con propria gerarchia, e il c@mando lattico non vi ha ingerenza che solo per quanto possono essere influenzale dalle operazioni delle truppe. Per contro le parti degli .stessi servizi considerati come organi di attuazione, dipendono esclusivamente dal comando tattico e l'inlenélenza non vi ha ingerenza che solo per quanto riguarda il modo di rifornimento. Ne conse!!ue che sarebbe della. massima tlti litit che questo ètoppio modo di co~portarsi della gerarchia amminisLrntiva fosse nettamente determinato da apposito regolamento sul funzionamento dei servizi ammi11istrativi in campagna, del quale ora dif'ettiamo completamente. · l serv i7.i amministrativi, pel loro modo speciale di essere organizzati presso l'esercito in campagna e pei bisogni che sono destinati a soddisfare, possono cosi distinguersi: ,J O cl elle sussi$tenze, · 2° del vestiario ed equipaggiamento, 3° della cassa, 4° dei parchi d'artiglieria., 5° élei parchi del genio, 6° di sanità, 7° di veterinaria, 8° dei telegrafi, 9° delle poste, 4 0° dei trasporti, 1111° clella giustizia militare, 112° della poi izia militare, ,13° delle lappe.

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SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

STUDIO

Di tutti questi servrz1 noi esamineremo però soltan to quelli pei quali ci pare che le disposizioni in vigore non soddisfano completamente; così non tratteremo del servizio del vestiario ed equipaggiamento, di quello delle ca:,se e dei senizi cli. veterinaria, delle poste, dei telegrafi (parte spettante all'intendenza), della giusfìzia, e della polizia militare. Vo1iemmo però che, iiel rivedere le istrnzi.oni per la mob ili Lazione, si ricordasse che i servizi amministrativi soJJra indicati costituiscono altrettan te indi.vidualità ben distinte tra loro, che provvedono a bisogni diversi e segnatamente che sono retti dri norme ed 01·ga11ismi affatto separati; così pure che la denomizione da· darsi a ciascun servizio inàicasse precisamente la funzione eh' esso compie e . non gi~ il perwnale che lo ra funzronare. Sarebbe pertanto desiderabile che i sen~izi delle sussistenze, del vestiario ed ec1uipaggiamento e quello delle casse non fossero più compresi sotto la sola denominazione di servizio di commissariato, perché tutti e tre diretti dal personale di questo corpo; <:Ìò infatti può produrre confusione facendo supporre che ogni direzione di commissariato disponga dei mezzi assf:!gnati ai tre servizi, ·mentre nel fatto non si trovano riuniti tutti e tre che alla direzione di commissariato d'armata, due soli a quello di corpo cl' armata, sussistenze e cassa, uno alla direzione di commissariato di visionale, le sole ·sussistenze. Sarebbe egualmente desiderabile d1e i servizi dei parch i d'artiglieria e del genio si denominassero rispettiHtmente dei parchi di munizioni, armi e ca\Teggio, e dei materiali del genio, per meglio qualificare hl loro funzione; anzi in particolare pel parco d'artiglieriR divisionale potrebbesi ritornare al nome di colonna di munizioni, non comprendendo esso, ad. eccezione di due car~ rette da battaglione, altro materiale. Per ragione opposta il servizio ferroviario dovrebbé essere compreso in quello dei trasporti, di cui non è che un mezzo.

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V. Se·rvizio delle sussistenze. - Questo servizio comprende due specialità, ·la provvista ordinaria di vfreri e foraggi per le gior- \ naliere distribuzioni e quella delia riserva di viveri pel caso che l'ordinaria provvista venisse per qua[unque ragione a mancare.

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Qrdinaria provvista di viveri, e foragg i. - L'Istruzione, dopo di aver prescritto che << i viveri ordinari sono giornalmente som<< ministrati da apposite imprese, oppure sono comprati diretta<< mente od anche requisiti i>, non crede di dover provvedere al caso, non certmnente raro, che il servizio dell' impresa mancl1i appunto quando sul posto è impossibile comprare o requisire i generi necessari alle giornaliere distrib uzioni. Del resto anche per requisire ò comprare nel paese stesso . ove trovansi le truppe, occorrono i mezzi per trasportare i generi ai siti cli distribuzione, e tali mez7,i non sempre sono reperibili sul posto e nella quantità indispens;lbile ; sia poi il servizio fatto dall e imprese , sia fatto da fornitori, .o sia diretto, coi me7.zi assegnati dall'Istruzione, si avrà sempre sulla fronte dell'eserciLo una quantità enorme di carreggio non militare ehe jngombrerà le vie in tutti i sensi. . Anoi pare che, ad evitare lagravissirna·condizione per cui le operazioni mil itari dovessero essere arrestate clalll~ mancanza di mezzi di sussistenza, dehbonsi rivolgere tutli i possibi li sforzi dell'organizzatore ad assicurare questo servizio che è cli tutli i giorni, ~i tutte le ore e ehe non ammette interruzione. Esaminiamo pertanto le tre questiuni principali cui dà luogo il servizio ordina,rio delle sussistenze, cioè: la provvista dei generi -pane, cai:ne fresca, altri generi della razione, avena e fieno; il carreggio necessario pel trasporto dei generi; il personale tecnico pel funzionamento del servizio. ·rer il servizio del pane l'Istrnzione cosi si esprime: « Il pano , « da munizione è ordinariamente fabbricato dalle sezioni panat-


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SLLLA NOSTRA MOBILITAZIONE

STUDIO

« tieri dipendenti dal commissariato d'armata e viene giornal« mente trasportalo ~ dal!' apposita colonna traino pane. Per la « fabbricazione del pane da munizione si adoperano ·i forni stabili « del paese e sussidiariamente i forni rotabili da campagna ».

Le fabb ricnzione del pane coi forni rotabili da campagna non è' quindi ammessa come massima generale, ed anzi l'Istrnzione

fa tale assegnamen to sui forni stallili del paese da prescr ivere che soltanto la metà dei forni rotabiJi da campagna debba seguire l'esercito, e che l'altra metà venga traw~ dai deposit i centrali cli' intendenza di armat1t so ltanto quando se ne presenti il bisogno. Le sezi'oni panar:ticri sono quindi ben poco mobil i, dipendendo la loro ins1.a.ll1tzione dalla non molto comune condizione di trovare a. sufficienza forni stab ili; quand'anche fossero poi p1·ovvcdute di tutta la quantiLà necessaria cli forni rotabili da campagna, per poter fare a meno di r icorrere ai forn i stabili, la lot:o m~bilità non si accrescerebbe cli molto pel tempo lunghissimo che i forni ora in uso richiedono per poter funzionare. Ecco infa.Lti come il giornale l' ,'1rn11iinistrazfone milita1·e , dopo a.vere accennato agli inconvenienti dell'antico forno francese modello Lespinasse, si esprime a riguardo del forno modello Rossi (anno 11878, dispensan. 7). · <( In I talia, dove era stato adoperai.o in talune circostanze, si <( adottò finalmente un modello di forno in ferro del Upo Le« spinasse, modificato in alcuni particolari abbastanza impor« tanti, ma che non tolgono al vecchio modello i caratteri più <( essenziali . « Questo nuovo forno stabil ito per le sezioni pan(l.Ltieri è più <e grande dell' antico e può produrre 300 anzi che 200 razioni « per fornata. Ha forma ovale e quindi maggiore eguaglianza nei cc pezzi e può essere montato con più focilità. IJ suo piano è << formato cli mattoni a secco collocati per piatto. La su.a volta « posa sopra sponde raccomandale a picchetti e sopra travature « e colonne. Lo si completa r icoprendolo di uno strato di terra « alto da 20 a 22 centirnetri , ben battu ta e molto compatta, <( onde impedire il più che è possLbile la disper.3 ione del calorico. << Per quanto si sieno con questo modello diminuite le diffi<< coltà del montarlo, pur tuttavia il sistema è ·sempr~ molto com:..

plicato poichè i pezzi che lo compongono non :;ono meno ~i 252, cioè 48 più di quelli che formavano il vecchio forno Lesp1nasse; « e ciò senza tener calcolo dei pezzi cl:1e occorrono pe'r ammatto« narlo, che costituisc:ono di per sè un..l difficoltà abbastanza. fort~ << allorchè debbonsi o rinnovare lì per li con le forme o provvederh « di nuovo. « f; del resto sottoposto anch'esso a guastrtrsi e non guarentisce « i pastoni dalla. polvere di terra che passa facilmente attraverso « alle molte fess ure della volta. « Si è osservato che nelle migliori condizioni atmosferiche occor« rono 4 ore per smontare e caricare questo forno; altre 4 per ~ca~ (< ricarlò, livellare il terreno equincli impiantarlo; e 5 ore pc! pnmo « riscaldamento; in modo che, tenendo conto del tempo occorrente << in una marcia cli 25 eh ilomeLri (8 ore), non si potrebbcrofare nel « giorno cli disloc;1.zione della sezione panatticri, o 1neglio nelle 24 • « ore, se non due sole fornate; e questo ben inteso quando non sue« cedano ritardi nella marcia e la località scelta per l'impianto clel <( panificio sia per ogni rispetto cor risponrlentc allo scopo (( E perciò non fu possib ile adattarlo alle prime linee, e v_enne « presso cli noi assegnato alle armate per sussidio ai forni locali ecl a. « quelli. cla campagna in muratura. . . . « L'util ità quincli cli tali forni è assai problematica e si riduce,_ a « parer nostro, ad un risp1trrnio di tempo sui forni da ~~mp~gna 1~ « mun1,Lura quasi insignifica:nte, se si considera che I impianto e (( go.asi sempre fatto in circostanze non pressanti e per un tempo « piuttosto lungo )) . . Deriva da ciò che le sezioni i:ianatticri si troveranno ben soventi lontanissime dalle sezioni sussistenze che devono distribuire il pane. In tal caso le colonne traino pane, le quali non contengono che tre razioni per corpo cl'armata., riusciranno insuJTicienti a comporre le necessar.ie mul.e pel trasporto del pane, ossia clel genere di maggior necessità (").

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(l) Un pane consta di due razioni; un c,ar·ro a pano trasporta 800 pan i,. os.sia lf-00 r:izion i; la colonna Ln1 i110 p;111e, composta di 5!) card a p3ne, t,r:Jspol'la qu111d1 91.100 razioni; una muta <li 19 ca1Ti a pane tras porta 30,lOO razioni, ossia cit'ca le razioni occorr enti pe1· una giornata al corpo d'armata.


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STUDIO

SULLA NOSTRA MOBILI TAZIONE

Del resto nei casi in cui le sezioni panattieri potranno convenien.., temente avvicinarsi a.Ila linea delle division i, esse riusciranno per natura.le conseguenza nssai lontane dalla. stazione tesla di tappa del·l'a.rrb.ata; e allora mancherà il mezzo di far trasport.are le farine, che devono generalmente venir·e daJl'jnterno sino alle sezioni stesse. Fortunata.mente petò questo servizio sta per essere di molto mig.liorato per quanto si riferisce alfa fabbricazione del pa.ne e speriamo che con.temporaneamente verrà pure completato per i trasporti. · In segui to agli esperimenti fatti col forno Lespinasse e con quello model lo llossi, molti fu rono i tentativi per la costruzione di un forno eh.e eliminasse gli inconvenienti riscontrali, e sembra che fì nalmenLe il problema sia· stato felicemente risoluto dallo ino·ea~ere T add e1. e1·I y erona., mediante i.I su.o carro-forno a sistema 1nisto, 1:,aerotermo e ad irradiazione. Questo carro-forno, presentai.o nel 11877, fu sottoposto a tutte le esperienze necessarie e diede soddisfacentissimi risultai.i; modifìcalo in alcune sue parli in seguito ai suggerimenti di c.ompetenti commissioni, si spera ora che possa entrare defin itivamente a far parte del nostro materiale da campo; diminuendo così di molto le preoccupazioni dell'arnrninislrazione mili tare ed aaevolando in oo-ni ciro -costanza l'esecuzione di un cosi importante servizio. Ed ecco in proposilo altre informazioni date dal giornale l'A mmi<)

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nistirazione ilfil itare. « Il forno Taddei è fisso sopra un carro a due ruote. È di lamiera ,. e di forma cilindrica verticale, con in mezzo un tubo o-irevole del « diametro di 18 cent., aLLorno al quale ri corrono, formando un <e castello, sette piani, su ciascuno dei quali possono collocar:;i 1O << pastoni, ossict in tutto ,r .r n razioni. <e La c:irreggiala e le ali.re dimensioni sono quelle della carretta « da ba.Ltag'Iione ed il suo peso, compreso il forno, è di ch i[. 11685. « Dalle esperi enze falle risultò che pel primo riscaldamento oe<c .corrono ore 2 e /4.0 minuti e pei successivi 23 minul i Per l' infor' . « naLL l!'a sono necessari 4 minuti, 55 per la co ttura e .t per la sfor« nalura. In totale quind i ore 3,4.3 per la prima fornata ed ore 11,28 <C per ciascuna delle successive ». D:1 quanto sopra risulta che sono eliminati gli inconvenienti pro1

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venienti dallo scaricamento ·e dal caricamento dei forni, dalla grande fa'cilità di sma.rrimenlo dei pezzi, dall~ difficoltà di combaciamento dopo esègui Li uno opiù riscaldamenti, da.Ila.scelta. del terreno, dalla poc:a 'pratica. del personale nelle operazioni d'impianto; si è i~fine riparato alla. lentezza della fabbricazione, tale che, come abbiamo visto, non permetteva di fabbricare più. cli HOO razioni di pane per ogn i forno in un aiorno di marcia. Altro vantaggi;;, non lieve, è poi quello di poter fare funzionare questo maleriale presso i corpi d'armata, ed all'occorrema anche presso le clivisi oni, perchè possiede la stess:1 mobilità di una carretta ·ila battaglione e non richiede alcuna speciale operazione d'impianto. Ecco d.u.nqu e un' innovazione che trasforma radicalmente questo servizio; vedia.mo perciò come dovrebbe ordinarsi anche sot_to I' a~ spetto del Lrasporlo del JHtne e delle f'a.rine. Ammesso che in un giorno di marcia - 25 chilometri, 8 ore il forno Tacldei possa funzionare per 16 ore, e. calcolctta la durata della prima fornai.a. a 4. ore e ad un'ora e mezm quella cl.elle fornale success ive, cioè per un tempo 1:naggiore di quello impiegato negli esperimenti, si ha che un forno può produrre in cifra tonda ,1200 · r;zion i; occorrono pertan to 26 forni per un corpo d'armata (30900 razioni), ai qnali devonsi aggiunger-e 118 carrette da .battaglione per gli. at.trezzi ed una per l'equipaggiamento dell a sezione, in total e dunque 40 carri a 2 ruote. Viene in se()'uito il servizio di trasporto del pane dalla sezione v , panatlieri ai prossimi sii.i di dislribuzione. A questo propos ito è utile osservare che non sarebbe conven iei1te cli portare normalmente le sezioni paoattieri sino all e sezioni sussistenze, nella speranza di poter abol ire le colonne l.raino pane, perchè per una razione devesi pur sempre avere il mezzo di carica.ria sn appositi carri durante il tempo clel prosciugamento e del raffreddamento clel pane; oltre al vantaggio di poter dislribuire il pane nel giorno susseguente a !Juello di fabbricazione. Ne risulta pertanLo che la colonna traino pane dovrà essere composta. di ;J9 carri a pane e di un carro 'da trasporto pel personale. Assicurato il trasporto del pane dalle sezioni panaLLieri alle Lruppe, resla do provvedere il modo di trasportare le farine dalle stazioni teste di Lappa d'ctrmata alle sezioni panattieri. Come mezzo perma-


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nente asscgn,tt@ a,i col'pi d'armata crediamo potrebbe bastare una colonna di carri capace di trasportare le farine per due giorni, da suddividersi in due mule di carri da far ina; cioè una colonna di due mute di if7 ca rrette da hattaglione ognuna ( 1). Cosi le sezioni panattieri, non potendo rimanere a distanza maggiore di una giornata cli marcia da ca rro dagl'ultimi magazzini stabiliti dietro la linea dei corpi d'armata dal commissariato d'armala, quest'ultimo dovrà p1 ovvedere al necessRl'io avanzamento cli tali magazzini con mezzi straordinari fornì ti dalla direzione dei trasporti. li reale vantaggio che si ottiene dalla maggiore mobi li tà delle sezioni panaUieri consiste dunque in ciò che, coi mezzi ora impiegati, le sezion i panallieri, dovendo muovere il meno possib ile, vengono a trovarsi alternativamente o molto lontane dalle trupp"e o mollo lontane dai magazzini della linea di approvvigionamento, e perciò devono posseder·e copiosi mezzi per fare avanzare il pane e per far ven ire le fal'ine; col nuovo materiale invci.:c il trasporto del pane è sempre assicurato e non resta da provvedere che alle farine, per le quali si può, sino ad un certo punlo, fare assegnamento sulle risorse locai i e pel cui lntsporto non si l'ichicclc un carreggio di forma speciale. 1

1

Passiamo ora ad esaminare la provvista degli altri generi che compongono le razioni viveri e foraggi. La grn.oJr;esca è provvista mediante acquisto e ammazzarnento dei buoi vivi, quindi il sen,izio non richiede alcun materiale da trasporto . Gli altri generi che compongono la razione viveri si procurano, per quanto è possibile, con acquisti locali, ma si devono aver mezzi poi 1·cgolare il loro trasporto lungo la linea d'approHigionamcnto. Perciò è nccc,;sario che il commissarinto di co rpo d'armata, che in generale è anclrn incari cato degli acquisti locali, aobia una doppia muta di carrette da viveri per prelevare i genm·i ai magazzini d'armata, come fa per le farine; ollre a ciò bisogna che le sezioni sussi-

(1) Un ~ui~•al e di farina produco io media 187 razioni di p~no dì 750 gra mmi o;;nuna; 30,000 raz1on, equh·olgono <lunquo a 165 quintali di farina, ossia al carico di circa 17

c3rreLle da battaglione.

261

SUL.1,A NOSTRA MOBILITAZ I ONE

S'l"UOlO

.stenze abbiano anch'c:sse le carrette da viveri poi bisogno di una giornata per prelevare i generi al corpo d'armata e trasporlarli al seguito quando occorra. . La provvista dell'avena va fatta allo stesso modo di qu ella dei viveri e per essa sono quindi necessari analoghi mezzi di trasporto. Al fieno ordinariamente si provYede con acquisti locali per cura delle direzioni cli commissariato di corpo d'armata, ma le sezioni sussistenze devono aver mezzo di trasportarne la quantità necessaria per una, giornata. Calcolando pertanto che il peso della razione massima cli vi,•cri , esclusa la carne ed il pane, sia cli grammi 166.5, lo sezioni sussistenze presso le divisioni devono poter ITasporlare circa 12,400 razioni, o~sia, compreso il peso dei recipienti , circa 2.200 chilogrammi per poter farfronte al servizio ordinario viveri per la giornata; il carreggio occorrente ,sarebbe quindi di 3 carrette da battaglione, pei viveri cd 1 per gli atlrezzi e l'equipaggiamento della sezione ( 4) . Alla sezione sussistenze delle truppe suppletive presso il corpo cl i armata bastano invece in tot.aie 3 carrette, perchè le razion i da distribuirsi giornalmente non sommano che n circa 6400. Similmente le sezioni sussistenze divisionali devono trasportare •1200 razioni di foraggio (avena e fieno) da distribuir.si nella giornata, e 1900 la sezione pres;;o lo truppe suppletirn. Ciò che equivale a 9 carri da trasporto per ognuna delle prime ccl a 114 per la seconda (2). Infine pel servizio di rifornimento dei viveri e dell'avena la direzione di commissariato cli corpo d'armala deve avere a ma disposizione una colonna di due mute di carri, in mgione di una razione per mula per Lutto il corpo d'armata; ciò clte equivale, per ogni muta, a 30,900 razioni viveri ed a 4.300 razioni di avena, ossia a 6 carrette da battaglione e 13 carri da trasporlo. 1

(I) La tazione viveri da. campagna la consideriamo compos ta como quella prescritta dalla nota N. l~l del 12 giugno 186G cioò: pane grammi 750; carne fresca grammi 300; pasta grammi 100: lardo grammi 15; salo grammi 15; pepe grammi 5; caffè grammi 15;

zucchero grammi 20; acquavito ceotilitrl G. Pcl vino non si prOHedon<> i mezzi di trasporto pcrchè ca lcoliamo cho venga distribuito sol~anto quanclo si trovi sul posto o possa esse1·e tras1iortato a cura dell'intendenza d'annata. (2) L1 roiiono foraggio in campagna ò composta normalmente di 4 chilog. di avena o 6 di fieno. .A.NXO X.XI II VOL. Ili.

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262

STUDfO

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

Riassumendo ab biamo che pel servizio ordinario delle sussistenze viveri e foraggi - occorrono i seguenti mezzi.

~

Presso o,qni a;rm.,ata. Magazzini stabili o mobili spinti sino ad una giornata di marcia da carro dalla linea dei quartieri generali di corpo d'armata.

Presso ogni corpo di a.nnata. 1 sezione panattieri célpace ( Carri forno di produrre 30,900 razioni(l Carrette da battaglione pane al giorno . Carri a pane . ,.I co lonna traino pane per Ca.rri da trasporto 30,900 razioni. Pucina 1 sezione sussistenze per { Carrette da battaglione. 6 100 razioni viveri e 1900 ra- l Carri da trasporto . zioni foraggio (a venff e fieno). { Parco buoi. 1 colonna riforn imento faCarrette da. battaglione. rine per 6 1,800 razioni. 1 colonna r ifornimento viCarrette da. battaglione . veri ed avena (6 1,800 rnzioni Carri da trasportp . viveri ed 8600 razioni avena).

263'

-sperimenta. quando questi r,orpi sono racco] ti; quando invece sono .spinti innanzi per l'esplorazione, allargandosi su vasto paese, le risorse locali bastano genera.lrnente·ai loro ordinari bisogni. Perciò le sezioni sussisteme d'armata debbono potersi sdopp ia.re, e ciò sarà loro facile per spingere in.nunzi con la cavalleria solo limitati mezzi, continuando con l'rlltra pari.e nel servizio delle altre Lruppe. Per queste sezioni non crediamo quindi che si possa stabilire un quadro ~ssoluto di formaz ione, mentre invece le intendenze d'ar:rnata dovrebbero avere mezzi su!Tìcienti per provvedere secondo le speciali circostanze di guerra .

1

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. Presso ogni divisione . 1 sezione sussistenze per 12, ,rno razioni viveri e ·11200 razioni di foraggio ( nvena e fieno) . 1

Carrette da battaglione . -Carri da. trasporto . Parco buoi.

4 9

Speciali sezioni sussistenze, pwniste anche dei mezzi per la manufazione del pane, sono da assegnarsi alle armate pel servizio dei corpi di cavalleria, delle truppe del genio e di quelle di artiglieria assegnate alle annate. Giova però osservare eh.e la massima difficollà cli pronedere ai bisogni dei corpi di crn'alleria. si

Da quanto abbiamo dello circa il servizio ordinario delle sussistenze r isulta che la direzione di commissariato cli corpo d'armala è quella alla quale è aill.dato jJ servizio di rifornimento per tutto il corpo di armata. CerU1mente però ·questa clirezi&ne potrà delegare parzialmente quest'iqcarico ad ima, o a.d a.mendne le direzioni di commissariato di divisione, sempre quando per la dislocazione delle truppe, per le risorse locali o per altri motivi ciò possa tomare conveniente; mettendo in tal caso a disposizione delle direzioni di commissariato di divisione l'occorrente carreggio, quando fosse Ì1ecessario. Il personale tecnico necessario a questo serv izio si compone di operai pana.ttieri e delle sus::; istenze acldetti all e rispettive sezioni, conducenti ed uomini cli fatica . Sembrerebbe superfluo l'asserjre essere clella massima importanta che i I personale operai sia perfettamente istruito ecl esercitato nel le funzioni che dovrit compiere in campagna, se non si scorgesse dalle disposizioni organiche in vigore come· siano assolutamente insufficienti i proVYediment.i presi per assicurare la sua capacità tecnica. Invero, pel ramo panattieri, si hanno in tempo cli pnce ì53 caporali. e soldati di profe~sione pana.ttieri, ~he dai distretti vengono assegnati ai panifici militari dei presid ii per eserciLarvisi nel mestiere. Ma a tale proposito cle'vesi èonsiderare: 11° che i panifici militari, avendo un personale di operai borghesi pressoché sufficiente al bisogno ordinario, poca cura si prendono dell'istruzione dei soldati ;panattii;lri, anzi tnluna volta, .cons iderandoli come d'ingombro; ne


261-

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

STUDIO

lasciano la maggior parte ai distretti senza dar loro istruzione di sorta! 2° che anche esercitati a confezionare il pane, lo sono con mezzi assai diversi da quelli da ùsarsi in campagna. Per l'istruzione degli operai delle sussistenze non esiste po i alcun provvedimento, mentre i.nvece il loro servizio in campagna'. special~ien~e (~ue!lo dei maceliai, non è nè facile nè di poca importanza. E qui ci_ s1 per~1eu.a di ricOt'dare che una delle principali ragioni del catt1v~ nutmnento del!e truppe in campagna è spesso l'im11erfetto funz10namento deìle sezioni di sussistenz11 per mancanza di , personale capace. A dimostrare la necessi.tà di avere operni delle sussistenze molto pratici_de~ prop1:io mestiere, valga l'enumerazione delle principali opera~1orn che si compiono in una giornata di marcia per la preparazwne e la distribuzione dei viveri e dei foraggi, e pel consumo dell'ordinario. ilfai·cia.

Uscita dai campi Profondità. della colonna di una. divisione Durata della marcia

Ore ¼ )) 3 )) 8

Sezioni siissiste·nz'e. Preparare i mezzi cli macellazione . Abbattere e macellare i buoi e lasciarne raffreddare le carni . Distribuzione dei vi veri e foraggi

Ore ,1 ,, 4 ,, ,J ¼

Corpo di truppa. Trasporlo dei viveri agli aceampamenti Cottum della carne· Distribuzione e eonsumo dell'0rclinario . Cn.ricamenLo delle cucine 1 / 2

Ore

1;!

)) 3 )) ,1 ))

'/!

~on~ dunque in totale iJ ,J ore e che ci vogliono per la sola operazlOne dei viveri, oltre il tempo impiegalo nella marcia. Il che

265

dimostra qlrnnta influenza quesL'operazione abbia sulla marcia delle truppe e come clebbasi r icercare in tutLi i modi di facilitarla: ii menomo ritardo farà sì <:he la truppa non potrà muovere per l'ora fissata., ovvero il soldato dovrà gettare l' ordinario, come ·pur troppo si è vi.sto molte volte. E notisi ehe abbiamo calcolato per una divisione isolata o almeno nel supposto che la sezione sussistenze possa segu ire i.mmecliatamente la divi~ione coi ·mezzi di macellazione. Ma per avere un personale pratico e capace in eampagna bisogna prepararselo in tempo di pace. Pertanto vorremmo che fossero istituite delle compagnie di sussistenza i;on recluLamento proprìo, comandale da ufficia! i con tabi! i e messe alla dipen élenza delle direzioni lerritorjali di commissariato presso le sedi dei corpi d'armata. QuesLe compagnie dovrebbero somministrare in tempo di pace. i panatti eri ai panifici e gli operai ai mag,tzzini delle sussistenze, da stabilirsi nei principal i presidii, per esercitarli nelle funzioni che dovranno disimpegnare in campagna: l'esercitare ognuno nelle funzioni che dovrà disimpegnare in guerra è d'altronde lo scopo per cui si tiene in pace un esercì to sotto le armi. Non essendo facile, per la brevi Là della ferma, cli avere un sufficiente numero di buoni sottuffici(l li operai presso i panifici ed i magazzini di sussistenze di presidio, si dovrà tenere al servizio un limitato numero cli cap i operai borghesi;.quesLi operai, menLrc in pace servi ranno come istruttori, quando la compagnia di sussistenza sarà, mo bi!itata continueranno a fare funzionare gli stabilimenti territoriali coll'aiuto degli operai della milizia mobile, se disponibili nel pres idio, con quello degli operai forniti dalla 2" categoria o con pochi altri borghesi quando fosse necessario. RelativamenLe all'istruzione si dovrebb'e poi richiedere che i mezzi da adoperarsi in campagn,1 fossero perfettamente · conosciuti dagli operai e che l'impiego éli Cfltei mezzi fosse l~ro famigliare. · V istruzione delle compagnie di sussistenza porta implicitamen te la condizione che il servizi~ dei viveri, :tlmeno nei principali presidii, sia fa ti.o a. gestione clircLta clell'amminisl.razione militare, come in grn.n parte si fa oggi pel pane; alle grandi manovre questo servizio dovrebbe poi essere fatto compiutamente dall'amministrazione militare presso Lutte le truppe che vi pr·endono parte. Noi non discu-


'266

STUDIO

teremo se '.n pa~e qu~sto siste?1a sia_ più facile e più economico di quello del! a~qu1~to dr retto dei genen per parte dei corpi di truppa; questo solo rrpeLmmo, senza tema cli essere contraddett.i: che l'esercito è fatto per la guerra; che tutte le istituzioni Of'"aniche militari devono considerare lo stato di pace come condizio~e anormale· pe1· l'esercito; che in rine tutti quei provvedimenti che considei·uuo l'esereil.o solamente nelle con dizion i di pace, e che sono inattuabili in guerra, devono considerarsi come non adatti allo scopo che si propone l'esercito . . E<l ~ra vediamo come dovrebbero essere ordinate le compagnie d1 sussistenza per essere in grado di dare in guerra tutti i servizi di sussistenza e di panattieri. In ogni corpo d'arma ta territoriale dovrebbe formarsi urnt compagnia di sussistenza, la quale, cogli uomini appartenenti alle8classi 1 d'. 1a categoria ascritte ali' esercito perrnanenl.e, dovrebbe poscia formre le tre sezioni sussistenze e la sezione panattieri oc~orrcnl.i al corpo d'armala; con le 4 classi ascritte alla milizia mobile dovrebbe Jornire il servi1.ìo alla ri·pelliva divisione .di milizia cd alle armnto presso l'esercito mobilitato. Dalle tabelle di formazione ;ibbiamo che ad una sezione su%istenze occorrono i seguenti operai: Sergente . Caporali e soldati

, 43

Per le tre sezioni si avranno dunque 3 soU11fficiali e Hm uom1111 con '.erma temporanea; ciò che ci dà, fatte le debite deduzioni, un c?ntmg_enLe annuo di 20 uomini. La compagnia a1Ti1 dunque sul piede d, pace Lt seguente fo l'z,1 in operai delle sussistenze: Solluffìciali Caporali e soldati

267

SULLA NOSTRA MOUJLI TAZIONE

3 (;7

P~r il servizio panatlieri coi forni modello Taddei non sappiamo precisamente quanti open,i saranno neces:Sari; ci atten iamo pertanto al dato che ci l'ornisce l'istruzione poi fo rni modello Rossi çiascuno dei quali è servito da un ca1Joralc e da due mute di 5 solda(i ognuna. Come abbiamo visto, presso al corpo d'armata occorrono 26 forni

modello Taddei, si ha dunque che la sezione panattieri in campagna clovrà comporsi di: Sottu rficia I i Caporali e soldati

2

286

La compagnia. tlonitquincli avere sul piede cli 1~ace la fo1:za di 2 sottufficiali e 126 caporali o soldati panaLlieri, ossia un contmgen t~ annuo di!~~- uomini. La forzn tot1tle della compagnia. sul piede di pace ve,Tebbe cosi ad essere In seguente: Capitano contabile . Tenenti e sottotenenti contab ili Sottufftciali Caporali e soldati

I

t 5 ·183

Il reclu tamento c'lelle compagnie dovrebbe es5ere completamente territoriale nel corpo d'armala affine di facilitame la mobilitazione. La residenza clelle compagnie sarebbe alla sede dei comandi di corpo d'armatc1,, ma per le esigenze del servizio e dell'istruzione si potrebbero fare distaccamenti nei principali presidii e presso i pani lici militari. Circa. i mn,teri ali, lo compagnie clovl'ebbern costantemente avere in conseana tutti rrli attrezzi occorrenti poi servizio delle t.ro sezion i o o • d . d" sussistenze e dL1e o più forni cla campagna, secondo il numero e1 1staccarnenli; gli altri forni :;arcbbero consenati col rim:1.11ente materiale del treno. co me si vedrà trai.Lancio dei trasporti . Pet· la rnohilitazione di qu03te compagnie sc1Tono pel'feLLamenLe le norme date in p1'oposito dalle vigenti Istruzioni, riferendo P?rò al corpo d'armata quanto in esse è slab ili t.o pel' la. divisione terr,1.0riale. Circa la clelicicnza di ufficiali contab ili subalterni prodotta dalla risi rcttezza dei quadri, rle,•esi notare che, ritornando in par~e al sistema del serv izio dell e sus:-isLenze a gestion e direLl a. dell'amnu nistrazione militare, il numero degli ufficiali contab il i addetti alle sussistenze dovrtt l'orzatamen.Le essere aumentato, come già lo fu quello degli ufficiali addetti ,ti punificii; si avrit quindi un personale sufficiente per numero e per pratica di servizio.


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Vive1·~ di ri~erva. - A questa specialità provvede sufficientè~ente ~ Istruz1.on~, p~r q_ua~lo r iguarda la quantità dei mezzi, mediante 1 p~rc!11 vJYer1 dr nserva d'armata e cla corpo d'armata e -e.on le .raz10111 trasportale dalla truppa; non così per quanto riflette 1 orgarnzzaz ,one del servizio. . Noi~ ci p~re_ né utile nè possibile il determinare con prevent~ve chsp~smo111 reg.olamentari la composizione del parco viveri di men~a d armata. S1 deve Lensì prevedere ad un minimo di viveri che I armala: d~ve _a:rere disponibile sulla propria linea di tappa, ma_ s~ _q uest1 v1ve'.·1 m tutto od in parte devono e8sere, oppure no, can:ati su. carn e cosa che sarà determinata dalle circostame. Se la h~~a ~1 tappe sarà seguita, da una ferrovia, condizione oraui.ai ~nasi '.ndtspensabile pel compl.eto e regolare funz ionamento cli tuUi 1 servtu d, rifornimento, è inutile che una parte dei vi,Teri di riserva d'ai:mala sia su carri; basta, ed è migliore consigl io, asse~n~~·~ al.l''.ntendenrn ~l'a~·mata li ~a certa quantità di carreggio per 1 t_ 1c1::,bo1 d_1 c~af l_ e st~z ,on1 teste d, lappa ai magazzini dietro la Jinea dei quartier, cli corpo d'armata, sempre quando non vi sia coincide~za ,fra quelle e questi. __Se invece la _l_inea di. tappa non è sopra uni.I, feirov1a, o se la testa clt tappa ne è distante, i mezzi asseo-nati ~aI.nstruzione ai p~,rchi viveri di riserva cli armata ed in ge~iere 1 tiasporlt assegnat, alfe armate sono molto inferiori al bisoano 0 ' né si può calcolal'li con sufficiente approssimazione. I parchi viveri di riserva da corpo d'armata presentano invece due_questioni da. risolvere: una che riguarda il m~do di mobilitarli e. di comporne il personale ed il materiale da trasporto ; l'altra che ~·1fl~tte la quantità. e la qualità dei viveri da doversi trasportare ed li riparto del carico. · , · Secondo l'!struzione il parco viveri di riserva si forma con person~le e ~nater1ale forniti dai reggimenti clell'arrn.a di fanteria. l reggnne'.1t1non ne hanno però in consegna i materiai i in tempo di pace, rr~~ l, _prelevano sui siti di ,·adunala dai distretti principali di mobtl1taz1one per consegnarli immediatamente alla direzione cli commissa.riato del rispettivo corpo èl'étrmata. Da questo momento cessa pei corpi _d i truppa ogni ingerenza al riguardo perchè uomini, q~ad~up~d, . e carrette passano definitivamente a formare il parco v1ven eh nsenra da corpo d'armata che, assolutamente amministrativo, è indipendente dai corpi di truppa.

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SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

STUDIO

È certamente questa un'anomal ia che non si riscontra in nessun'allra specie di servizio, sembrerebbe quindi più naLurale che lo stesso commissariato dovesse prelevare dai distretti principali di mobili tazione i materiali che dovranno compor-re il parco, senza ricorrere al tramite dei reggimenti dell'arma di fanteria. Anzi $arebbe assolutamente desiderabile che i materiali necessari alla formazione dei propri servizi fossero, sino dal tempo di pace, tenuti e preparati dall e direzioni di commissa"rialo, le quali dovranno poi farli funzionare in guerra. A questo miglior modo di soluzione· si oppone una sola difficoltà, la mancanza di truppe del treno dipendenti dall'amministrazioue. Cosicché l'assegnazione dei matériali e dei viveri di riserva ai distretti, il necessario prelevamento da parte dei reggimenti e la successiva riconsegna alla direzione di commissarialo, questo,modo insomma non naturale nè facile di formare i parchi viveri da corpo d'armata. non serve ad altro d1e a dare occasione ai reggimenti di fanteria di fornire·7 conducenti e 3 soldati, se di linea, e 9 conducenti e 4 sol.dati, S!~ di bersaglieri. Parlando elci serv izi dei trasporti accenneremo alla necessità che l'amministrazione militare ~tbbia un treno proprio. Sin d'ora però dobbiamo stab ilire che il modo prescritto dall'Istruzione per la formazione del parco viveri . cli riserva da èorpo cl'armata aggrava inutilmente cli un servizio non proprio i reggimenti dell'arma di fanteria ed in parte anche i distretti, nÌentrc invece, affidando tale cura alle direzioni territoriali di commissariato, la formazione di guerra proceàerebbe più facilmente e più sicnr:unente.

Passando all~ seconda questione osserviamo che presentemente il caricament,o di un parco viveri di riserva da corpo d'armata, composto di 56 carrette da battaglione, è il seguente: Galletta . Sale. Zucchero Caffè. Avena

razioni )) ))

54,000

135,000 135,000

))

135,000

))

5,000

Cioè, in ragione delle razioni da distr ibuirsi acl un corpo d'ar-


270

STUDIO

SULLA NOSTRA MOBI LITAZIONE

mata (30,900), circa 4 razione e 2/3 di galletta, 4 razioni e 1/3 di sale, zucchero e caffè ed ,1 razione ed 1/6 di avena C,I). Per la distribuzione del carico abbiamo poi 27 carrelte totalmente cariche di galJetta, 9 ca.nette cariche esci Llsivainente di sale, zucchero e caffè e 20 di sola avena. Questo cari.camenlo élel parco indica chiaramente che il suo scopo è solamenLe quello cli sussidiare il servizio ordinario viveri non quello di rimpiazzarlo, nè verso una. parte sola del corp~ d'armata., nè verso il più piccolo distaccamento, perchè coi generi che_ t~·~s~orta non può comporre una sola razione completa di vive1:r _d_1 riserva. (2). In altri termini, I' Istrnzione, preocct1pata della facilita della 1mrncanza del pane per Lutti gl'incon venienti acc(~n~ n_ati, ha_ voluto mettere una certa quantità di galletta a. disposiz10ne dei corpi d'armata, ecl ha colto l'occasione per assegnarvi pure u'.rn ~uantità di quei generi - come sale, zucchero e caffè -- più d1fficilmen1:e reperibili sul posto. invece che il servizio viveri di riserva debba' oltre a ..Senibra . c10, mll'are principalmenLe a.Ilo scopo di potere all'occorrenza rim?iazz~re compl_etarn~nte. il servizio ordinario dei viveri. Supposta mfatt1 la necess1Là d1 rapide e prolungate mosse di tutto o di parle del corpo d'armata., è impossibile che il servizio viveri possa procedere con quella regolarità, specialmente per ciò che ha tratto ai rifornimenti, da non far prevede.re la,' possibilità di mancare totalmente; in tal caso è lecito supporre che si dovrebbero tosto rifornire le truppe clelJe razioni consumate, mentre il parco non ne avrebbe i _mezzi. Come _pure, data h~ necessità della formazione improvvisa d1 un forte distaccamento destinato a compiere una rapida mossa, sarebbeco~venient? di poterlo fornire di alcuni giorni di viveri, per non aver bisogno eh organizzare uno speciale ser·vi1.io di. suss istenza che impedirehbe forse la lihertà d'azione del disLa,ccamento; or bene in questo caso il parco viveri di riserva potrebbe provve1

(!) ~iò noi su~posto che il corpo d'àrmata sia mod ifica to secondo te proposte da noi fat te; . m ~aso ~1verso, avendo un reggimento di cavalleria in più, queste proporzioni apP!'OSS1mat1ve ~1 modificano. e per es. il quantitativo di avena p i1 non corrisponde che a circa una ra21one. (2) t'Jzione viveri di riserva .si compone di 400 grammi di galletta, 220 grammi di carne 111 conserva, 15 g,·ammi di caffè H 20 cl i zucchero. La scato letta ùi carue in conserva pesa grammi 260 e contiene grammi 220 di carne (Alt.o 11. 269 ùel 1S72J.

La

27t

dere, ma a patto che le truppe si cibassero cli sola galletta intinta· nel caffè. Crediamo dunque che lo scopo completo dei parchi viveri eh riserva da corpo d'armata sarà conseguito allora soltanto che in e~so si trovino tutti i generi componenLi la razione viveri, e raccolti a razioni complete in tutLi i cani, salvo a rifornirli immediatamente quando venissero in tutto od in parte consumati da lla truppa o prelevati dalle sezio11i sus,,istenze. Proponiamo quindi che il parco viveri di riser_va da. corpo d'armata si componga cli un determinato numero dt carrett'.3 da battaglione e che ciascuna carretta sia carica di un cleterm,mato numero di razioni complete di \'iveri o totalmente cli avena. Cre-· diamo inoltre che il caricamento del parco debba comporsi di clue ra1.ioni viveri ed lilla razione di al'ena per ogni uomo o cavallo del corpo cl'armata, in modo da aver sempre a disposizione k razioni di viveri: 2 al parco e '.i>, presso la truppa'. ALLualmente però vi è un'eccedema cli zucche~·o, di caJfo e ~i sale. Dei primi clue generi s'è ne comprende l'esistenza presso il parco perchè ne maucano le rnz,io'ni tenute dal soldato; d_eJ. sale invece non si s.iprebbe sp iegare in nessun modo la quan t,ta veramente eccessiv~ che se ne trasporta come riserva. Riconosciamo non di meno l't1tilità di avere in riserva alcune razioni di sale per· la necessità di Lale condimento a comporre la razione virnri ordinarict e la relativa. difficoltà cli Lrovarne sul poslù, per cui alle volte si lroverebbe ~t comporre l'intera razione senza ricorrere :a riforn imenti se non fosse pel sale; ma crediamo che pel parco sia sufficiente una riserva equi.valente a. 2 razioni; alla quale si potrebbero anche aO"rriun"ere 2 raz ioni di pepe. Calcolia1~0°~ra materi:ile occorrenle a questi parchi ed il modo, di ripartire il carico. . . Stabilito il caf'icamento a '2 razioni, abbiamo che 11 parco deve carreggiare 64 800 razioni di carne in conserva,_ di gall_etla, di caffè e zL1cchero, ,i.:300 razioni di avena ed una nserva d1 61800 razioni di sale e di pepe; prendendo quimli per base il carica~ mento cli una carretta da battaglione, che può ollrepassare d1 poco i 'iOOO chilog., e proceclendo nel riparto del carico in modo che ogni carretta trasporti le razioni complete per un dato nu-·

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.. 272

273

STUDIO

SULLA NOSUlA MOBILITA ZIONE

~nero di compagnie, cioè un mul tiplo di 220 razioni, si ha che ti pes~ delle razioni. occo~T: nti_rer 6_ compagn ie è di 990 ch ilog1, comp1eso qu:llo dei rec1pient1 ; ossia di circa ,1020 chilog. col pes~ dello zaino del conduc~nte e della razione foraggio pei cavalli della carrett:.i. (11) . Stabilito questo caricamento ne risu lta che le carrette da viver~ nel parco dovrebbero essere 4-7; e così le raz ion i· traspo rtale sarebbero 62, 04-0 anzichè 611,800. ~ imangono le razioni di avena e quelle di sale.e pepe: queste due ultm1e mppresentano un carico di circa 100 chilog., che potrebbe trovar posto su lla canetLa per l'equiprtggiamento del personale ad~lettu al parco; per le razioni di avena, occonono invece n canette • da battagl ione, ciascuna delle quali trasporterebbe 253 razioni. Il parco viveri di ri.serva da corpo d'a,rmata risulterebbe dunque composto come rn app1·esso :

reggimento tocchino in sorte a,d esempio due o tre carret.te di caffè, zucchero e sale, ad un altro due o tre di galletta e ad un terzo forse anche due o tre di formaggio o di çarne in conserva. Aggiungasi infine che la perdita. di una o due carrette si tradurrà nella perdita d~ un dato nurnero di razioni, non in quella di un genere occorrente per tutte le razion i del corpo d'armata o di parte rilevante di essO'. Restano infine le razioni date al soldato. Anche per queste vorremmo che fosse to lto il pacchetto di 50 grammi di sale (3 razioni e ,J / 3), sostanza molto deliquescente e che non serv.e ad altro che a bagnare e sahtre gli effetti Lenuli nello zaino. Vorremmo invece che <ll soldato foss~ dal.a una scatoletta cli latta per contenere le gallette, affinché qLtesle non si a.bb inno a stritolare come facilmente avviene portandole in sacchetti di tela. Vorremmo inohre che le due razioni viveri fossero completale . con la relati va quanti Là cli iucchero e di ca:ffè, ma che questi generi, invece di essere distribuiti. a,J soldato, fossero tenuti sul carreggi.o da cucine del corpo unitamen te ad. una riserva cli due raiiooi di sale ed altrottante di pepe (1) .

1

Carreue da viveri. Carrette da avena. Cat'retta per l'equipaggiarne;lto ·e \i~er~a s.ale ·e p~pe: To tale carrette . Certamente quest~ ~istema _di ~ipartire il carico non si presta ug,rnlmente bene per tutti I reparti d1 corpo che compon,rono il corpo di . D armata,. 1~1a m~.an t~ c_on 2 ca rreLLe si hanno i vjv.cri per un reggime11_to dr fa,nteria dt linea, con 9 carrette si può dire assicura.la la· sussistenza ad. una divisione per una giornata, con 5 quella delle truppe suppletive e del personale addetto al corpo d'annata. Come pur~ non c1:e~tiarno che il caricamento possa presentare gravi diflicolta ~enlie t!persona le addetto al pan;o avrò. sempl'e il tempo necessar10 per rJpartire il carico nllonhè si riforn isce di viveri. Ma insistiamo su quest,1 proposta perchè il servizio ne avvantaa• • V g.e~a assm, segnatnmente quando, dopo un combattimento, in una ritirata, per una colonna staccata, occorrerà avere prontamente sotto mano. u~ n~mero approssimativo cli rnzioni senza procedere a regolan distri buzioni; non accadrà cioè che in quei moment i ad un

(I!.

Le razi~ni_per una_compJgnia sommano a 220 ripartendo gli stati maggiori di reg.,_,m_ento e_ dr ba ttaglione su tutte le compagnie del reggiment,o. e <'Ulcolanclo che a"li 0 ufllcinlt spe tt1110 due razioni

Confron Lando ora le nostre proposte coll'ordinamento attua.le del servizio delle sussistenze si ha un aumento di 80 carri per corpo d'armata ; ma è pur mestieri osservare che tale aumento sarà soltanto sulle tabelle e non di fatto, perchè, anche coll'allua.le sistema, si sarebbe pur dovuto provvedere al rifomimento dei v.iveri e delle farine, nè crediamo che sarehbef-o bastati 80 carri per il servizio di rifornimento dalle armale. ai corpi d'arma.La. Le attuali istruzioni per la mobilitazione fanno , è vero , molto assegnamento sulle imprese, ma non crediamo che nessuno al giorno cl'oacri , e meno che ma.i chi lia dettate quelle istrniioni, disporreb be pe1~r entrnta in campagna dell'esercito senza dotarlo dei mezzi di riforni mento : e ciò indipenclent.emenLe dal sistema di servizio viveri che si vorrà o si potrà adottare. . · · D'altra parte, come abbiamo detto, le imprese dovrebbero pure impieaare .., numerose colonne di carreggio, e ciò non certamente a '

(I ) Nei reggimenti di fanteria e d1 bersaglieri le du e razioni di caffè, di zucchero, di sale e di pepe potrebbero essere caricate sulla carretta da cucine dello s ta to maggiore del regi;imen to; il peso tot.aie massimo del ca rico, co mpreso qu ello eventuale, si manterrebbe sen1pre di molto inferiore a chi!. l,ùOO.


• 27-i-

STUDIO

vantaggio delle operazioni militari. Sarehl)e quindi errore l'ammcl.Lerc cli c un ser\'izi o disordinalo, non solloposlo al comando, sin da preferirsi ad un scrrizio hcn ordinato e diretto come quah,iasi altra operazione logisticn . Ed a questo proposito, per 111aggiormcHLc di·moslrarc quale affidamento si possa fa re su l sen1 izio nel imprc~a, riporlitimo alcuni lmmi di un articolo del Lenente comn,issario Rrne~lo Gazzera (giornale l'Amministra:::ione Jfili1a1·e. anno l8'i8, n. 11 ); bnslernnno q neste poche parole n dirnostrar:e come iI lenente Gni;,:r.ra abbia 11·altala la cruestiouc srconclo gli ,tmmae:;tramcnti avu li dalla pratica esecuzione del scn izio in campagna, ed a 1oiliere molle illusioni che ;:i sono fatto strada circa la composizione delle <·olonne di can eggio a111111in is1.rati vo. ' « AniilLtllo un'amministrazione mili lare che ,oglia sen irsi cli <1 un'impresa genrrnle difficilmente polrit c·on,ci1i1·c 1111 equo se non « rnntaggioso rontntllo, cfacchè l'importanza delle erc11tualiLit cui un « imp1'esario cl e10 andarn in c011tro so110 difficilm ente npprezzahili, <1 e cl'allronclc sono . pnò dirsi, esse sole che regolano i pn•zzi da <( sti pu Iarsi. <( i'\ì• ciò ha:-la. giacchi· o, e l'i mpresa, non os1a11Lc i pt'ezzi csorhi<( La11ti, elle avl'ii imposto por 111cttel',-i pii'1 che sarit possihile al « coperto del le imprerecl ibili cYenlua li lit, ,cni:,;;.c l11ttavia a per<< den i. pcrchi• i pl'ezzi quantunque alt i non bastano. sarebbe co« s1re11a a lasciar mancare il l,etTizio. « Ma anco rchò l'impresa J10n abùia ragione nè cngione di p1·cn« dcrc un si grarn partito ò pur Lah olln indotta nel ;,uo interesse a << la:wiar mancare in parlo il sel'rizio. aclclucenclo a scnsa circostanze « di fol'za mnggiore, non srmpre preYiste o hcn definii.e dal con<1 trailo, ma nel 1·e 1·0 per uon s0 Ltost,11·c a l'orl i spcsf' ondcacq11islarr « le derrate chr, ::pcc ialmcnLe se debha farsene acquisto per un Mn« ~umo immcdialo, o non si trorano sul posto oVYero non po::~ono <1 otlencrsi clai proclull.ori a prezzi moderati . In qu esto caso, sicr.omc .« responsa bil e del servi;.:: io, di fronte ul comando, e l'nmmi11 i,tra« zionc militare, ne consegue che questa o cleYe, polcnclo, supplire « coi viYeri di riserva.- impiegando cosi per cagione d'incuria o « mala. volontìt dell'impresa. un pro,,,,ed i mento straordinario - op, 11 pu1·e deve r ico1Te1·e all e l'equisizioni, dopo che I' in,prcsa arrà in « p:11·le o totalmente sfruttalo il paese occupalo.

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE:

275

« Questo è il caso che verifica.vasi frequentemente nella guerra <1

del ·I866 sul Lerritorio amico, con un'impresa che conosceva be-

« nissimo llLtli i mel'cati ed aveva prezzi van l.aggiosissimi. <<

Si può quindi essere autorizzati a credere che in paese nemico

« essa non avrebbe fal lo servizio alcuno nella prima linea>).

Infine acl assicurare complctnmente il servizio delle sussistenze è inoltre assolutamente indispensidl ile che un a. cl1iara e pl'ecisa istruzione no ron....oli i p,wticolari cli runzionamcnlo, in relazion e di quanto dovrà prescrivere il rcgolàmento generale dei servizi arnministralivi. La buona volontà, lo zelo e la perizia degli ufficiali incaricai.i d'un servizio tanto compl icato e risponclente ad u11 bisogno di cu i non si può, nè pre:;cindere, ni} dilazionarn la socldisl'aiionc, non sarebbero sufficienti quando facilmente do, essero infrangersi contro l'incertezza delle rispet.tiYc attribuzion i e del le rrciproche relazioni. Il regolamento che oggi devesi r;onsiclera.re in vigol'c, pcrchè non sosLiluilo daallro, è quello del 112 aprile 118i.>9, il quale non ò più applicabile alla cambiala organizzazione dei -.a.ri C'lementi dell'esercito - persona le e malori aie. - Un nuovo regolamento dovrà dunque indicare le fouzioni rispr.tlive e relative dei nuov i organismi; distinguendo le funzioni degli elementi cli rifornimento da quelli di attuazione del scnizio, e prcci511ndone la dipendenza clngli allri clementi componenti l'esercito. Ciò che po i non è meno necos~al'io si è che questo regola.mento venga compilato senza ritardo, senza aspettare la perfezione, che non sarit mai raggiunl.a da que~lo servizio come da ne~!-un altro. Ul I inutto lo studio relativo al ~en' izio delle sussisle117.c, crediamo · opportuno di riassumere in uno specchio l'ordinamento progettato per qttcsto servizio in un corpo d'n rmata, di fronte a quello prescrillo dalle lstruzioni in vi gore .

(Conti?iua). ~] ORENO E TARDITI

Capitani di stato maggiore.


276

STUDIO

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Sussistenze Sezione sussistenze - Truppe suppletive .. . . . . Sezione sussi5tenze - 1• Divisione Id. id. - 2• Id. 1• Muta rifornìmento sussi~tenze 2' •ld. id.

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SULLA NOSTRA MOBI LJTAZIONE

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Panattieri Sezione panaltieri » 4,0 » Colonna traino pane - io. Muta . . . 2J 30900 Jd . id. 2• id. » » 1' Muta rifornimenLo farine ... 17 » 2• Jd. id. . 17

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Pa1'chi viveri Parco viveri di ri serva da corpo d'armala .

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- - - - - -- -Differenza seTn più . 12 68 . 7800 61800 30900 30900 151:500 ' 19500 3090O , còndo ,1 progettato ordi- . namento. m meno )) ,, 83500 ))

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Nel calcolal'~ l'~umento portato dall',ordinamento progettato si è tenuto conto dei car!'i m?~O ad un~. 1az1one completa d1 viver, ord1nan, di fo,·ina e cli avena. Tanto nell attualo quanto III quello progettato non si è tenuto conto della carne fresca, 0Ua

Nola.

56 54000 '135000 » 135000 5000 » -.- - -12900 61800 4300 67 94146700 61800 30900 30900 268900 30900 165900 30900 6600 >)

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79 '162 t 54500 '123600 61800 6'1800 l 8f1400 185400 '185400 6180o

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occorrenti alle seconde sezioni di rifornimento si provvede mediante i parchi buoi.

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non dei viveri da esse trasportati, i quali som-

quale

= = ===============-=-=--=-==-=-=======~===== = ==================:::!! ANNO X:X.lH : VOL. Ili.


LA CAMPAGNA DEL

LA

CAMPAGNA DEL 17 O1 EVITTORIO AMEDEO

If

(Feldzi.i!Je des Pri11zen Eu11en von S,n,oyen ..'Wacl, den Feld-A.elen, und ande,•en aullienlise/ien Q1tel/en /1erausgeyeben v .o n der A.bll1eilung fii,• li.riet1s yesc/iiei,te des k. I• . llriet1s-A.rcliiws. I se,.ie. 3 lland-S11anitu:l1e~ Succession lù•iey, l?eldzug ·1701, bearbeitet von Lc:ANDER H WET ZEfl k. k. Hauptrnann des Gencralstabs Corps-Mit6 Kar-

tenbeilagen. - Le campagne del principe Engenio di Savoia; pubblicate. sai documenti uj'ficiati, e su altre font,; autentiche per . cura della sezione storica degli l . R. Archivi della guerra. f serie, 3° vol,ime. Guerra della successione spagnuola; campa,qna del 1701, per L. H. WETZER capilano di stato maggiore. Con 6 carte. - Vienna pubblicazione dell'I. R. corpo di s tato maggiore (presso C. Gerold. e r.) pag. 531 e 108, prezzo: 6 marchi).

I. Jomini ebbe a dire che la storia militare del tempo di Luigi XIV e di tutto il secolo xvn, è una vera fiaba ( galùnatias), e che dovrebbe rifarsi da capo a foudo (·I) . Ed è naturale, pcrchèfinora ebbe per foudamento le memorie dei contemporanei o le stode ufficiali, J?alse lo prime per

(I) Observations sur !'histMre milltairc depuis Louls XIY à, nos jours. J3ruxclles 1S52, broch . 10 8°. - Vedasi come il Saluzzo nella sua storia mitita1·e del Piemonte (ca1>itolo txxrn) travisa la campagna del 1701 fondandosi sopra storie contem.poranee. J.b uno disc e 011ines.

170t

E VITTORIO AMEDEO Il

279

difetto di memoria o pHr, mahifede degli scrittori ; false le seconde per servile incensamento ai monarchi. La verità ru sepolta in fondo agli archivi cli .Stato, Mi cui polverosi scaffali vann.o ricercandola pazienti in ve,;tigatori e critici i utelligenti. Tra le altre le vicende della guerra per la successione spagnuola aveano subìto strane alterazioni pa~sando a traverso i libri dell'invidioso Feuquièros, del maligno Tessé, dello storiog1'aro Quinèy e di tutti gli altri storici maggiori o minori dello scorso sr~colo. Venne a spargervi un poco di luce una q uarantiua d'anni fa all'incirca il couscienzioso Pelet collo.stampa re le ilfémo'ires1nilitaires relatifs à la s1icce;;s,ion d'E,~vpagne sous Lo'w~s XIV, extraits de la corn1.~pondance de la cour et des générai,m. A questa compilazione affastellata con poca sapienza critica dal generale De Paux, sullo scorcio del secolo scor:;o, tenno dietro l'opera dell'Ameth sul principe Eugenio di Savoia. Ma l'un dei libri era troppo voluminoso, l'alLro dettato a scopo di storia ci vile, tuuochè pieno d'acume militare; e perciò gli scrittori più recenti di storia militare non se ne diedero per intesi BContinuarono adapprezzaregli avvenin10nti guerreschi rli quell'epoca eoi concetti merlcsi rni che aveansi in proposito un secolo e mezzo pitì addietro. A questo modo la storia militare riesce di scarso profitto! Poche pagine staccate ilalla storia d'una campagna non bastano, nè per caratterizzarla in relazione allo i;yolgimento dell'arte militare, nè per trovare utili insegnamenti . Ora per cura della se:t.ione storica dell'archivio mi litani di Vienna , ci viene di nuovo raccontata <piestn guerra della successione spagnuola, che ha posto a sì duro cimento la gloria degli ulti mi anni dì Luigi XIV. In questo raccon to è fatto tesoro di quanto fu scritto finora; sono pubblicati n,uovi documenti, che convalidano le asserzioni e gettano vivi sprazzi di iuce sull'organigmo degli eserciti di quei tempi; ed è aggiunto in fi,rn dèl volum e l'epistolario mi litare del . principe Eugenio, prezioso tesoro di preci~ione e chiarezza. Condotta in questo modo la stotia militare di qualUJHfHC~ epoca è rice,a di prnlìeui para. goni, e rli fecondi suggerimenti . Vi si trovauo tutti gli elementi per ricostruire uno stato di cose senza fo cui conoscenza il racconto delle battaglie scende a liv.elio del l'aneddoto. La narrazione· è più coscienziosa che vivace; però, malgrado la fredda aridi tà dello stile i fatti sono raccontati con tant3 semplicità e con tanta minutezza, che dal loro fondo monotono si vedono spiccare i personaggi che vi ebbero parte in tu tta l'interezza (Ìcl loro carattere e delle loro passioni, e la Jetturn ne riceve una speciale attrattiva. Da un lato traspariscono le ansie di una grande responsabilità, le incertezze

-


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LA CAMPA GNA

DEL

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F. VITTORIO AMEDEO li

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5

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ugli intendimenti dell'avversario, l'i11disciplina dello truppe, la presuntuosa vaniti1 dei capi, il valore degli ufficiali, gl'impacci dell'cticheua trasportati dalla Corte sui campi di battaglia, le gelosie,} e in vidie, la mancanza di si.ima reciproca, l'avidit;ì dri gradi e delle ricchezze, e la vecchiaia d'un re inebriato di gloria n di :nnbizioue, affrali to da un regno lungo e faticoso, cd incapace 0111a i di reggere lo scettro, che impugnava già così fortemente. Dall'altro lato invece spicca la calma deJ generale fiducioso di sè [ll'i recenti trionfi, sicuro dei suoi couceui, auimato da uu odio Lenactt contro l'ambizione srrenata <lei monarca francese, e dietro a lui 1111 esercito disciplinato, unanime nei snoi proposi ti, armonico nel suo organismo, reverente alla voce del suo generale, chi' ha per interpreti nfTiciali a[czionati e dcYoli. Ove non tengasi conto di tutto qnesto stili.o di cose, clrn form,h,a, per così dire , il sustrato degli avveni rncnti, le vicend e della ca mpagna del ·I70·1 perderanno ogni interesso, anzi si sollrarr:muo ad og11i spiega.I.ione. Catinat rimarrà un YC<'chio rimbambito, qm1Ie lo dipinse il Tessé alla Cortn di Fraucia, im 111011101·0 dei precetti pi li elcrrrt•ntari di tanica; le sapienti mossn del principe Eugenio iuvece d'essere uri parto della sua mcute gli saranno ·,mggcritc dallo rivelazioni del duca di Savoia, ridotto alle condizioni ct·uua spia delle più grossolane, 1' tuttociò per cercare una scusa ai rovesci dell'e6ercito francese, r! pe1· abbassare i l'ivali dcli.a glòeia ciel suo r·e. La campagna del ,t70·1, che è cornµr esa nel :1° \'Olume della pubblicazione austriaca ( t ) merita maggior considerazione, clw non ne abbiano per caso le pochn righe di cui la degua110 le stol'ie rnilitari. Per noi spccinl 1110nte è pr·rn iosa perehè c'invita ad apprezzare il va lore strategico di rrucl terreno che sta tra l'Adda, l'Adige od il Po, di cui non è mai studiata 1mfficiemcmen1c l'importanza. Perciò ci sia permes~o di rintracciarr qn i, colla scorta dell'opera succitata qtrnlli trn i ratti princ·1 pa li clrn subirono le maggiori altemzioni nelle storie militari.

(I) Il 2• volumo dell'opera della sezione storica dogli I. n. Archivi militari di Vien na comprende le prime guerre del p1·incipe Eugenio contro i Turchi, o perciò non ha per i lottori italia ni quoll'iuteresso che offre il 30 volume.

JI.

L'operazione, mcrcè la qua le il principe Eu~cnio_ sboccù dal Ti1:ol~ nelle pianure Veronesi, c·olpi d'ammirazione 1 s1101 co111empom~m, .1 quali non mancarono di paragonarlo ad Anuibalc, e pùrlo ,opra ~1 lui. Noi stessi, sebbene conosciamo il passaggio clnl S. Bcrnarrloosogmto u11 secolo dopo da l mas!;imo capitauo dri tempi moderni. non po,siarno tl meno di rimanere stupili dellr diffieoltà suprrntr. Sono rouoscintr lr ragioni, por cui nel pl'imo anno del t 8° secolo Francc,,i cd J.mpcria li venivano .id urtarsi sul soli to campo di battagli~ della va li .ila paclann. Il nipote di Luigi XIV avea eroto la c:orona cli Spagna dopo la mortr dell'oli imo rt' spago uolo cl i casa ~· Ausl;.HI: T~tU~ le case rrgnanti d'Europa glieuc coutendeano l'cred_11a .. i\11111lt!on e~• tali contostazioni l'impcratow, rnclarnava il possns:;o d1 M.rla'llO e Napol r, come feudi che ritor11av"no 11n1.11ralrncule t1ll'l111pcro dopo la morto dell'ultimo titolare. li principP di Yauclrmonl \'icerè di _l\lila~o ave~ ricooo~('iuto io\'ece, anche a nonw del pae$c, il ai pote di L111g1 "X~\ per sovr;1110 , e scarso 1]ì sold/ll.i, avca chiesto ,nnn forte al r·C' cli Fraucrn, per sostoncrsi cootr·o le protese irn pcriali. . . . -Perciò erano ~<·c~i in Italia /~O battaglioui e 60 :;quadroni france:;,, 1 quali a:;siC'mc a 14, bauaglioni e ·I ,'i. ,;quad~·oni. _:;pagnuoli rorma;:-an_o un esercito rii 10,000 uomini e 8000 1~walh. C10. snccedevn ncll ,1111 er~1ù del no,1. Al prìucipo ri i Vaurlomont s pcwwn il comando rl ell es1•1·c,1.o ,11leato, od il cont<' di Tessé comn nda1'a le trnpp~ franc~si. . Uu po' più tardi Yillorio .\nwdeo II, du<? d, Savow, fu ~hhhgato ,dalla situnione, piutlOSLochè dai suoi intcrCSSI, ~d entrare oell al! eanza del re cl i Franci,i. T l'a i patti vi fu quello di _essere. gen(~ra hssimo delle trnppe alleale in Italia, wi dovea porwre 11 cont111g~11ted1800~ uomini all'incirca. Con tale comando il Duca sperava di garaut11-s1 contro i pericoli eh<' rlall'csercito diii suo potente ed ambizioso vici 110 poteauo venirgliene. . . Luigi XIV per ingraziarsi il 11 uovo _gcne~·ahssimo, died e il comando delle sue truppe al maresciallo d1 Cauoa.t, èhe conosceva di

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personale aggradvmento del Duca (•I), sostituendolo al conte di Tessé, senza pensare a chiamarlo a tief'vire presso un altro esercito per non obbligarlo ad essere subalterno là dove era supremo. Il Duca però non poteva raggiungere subito il teatro della guerra, il [JI'incipe di Vaudernont aveo da fare nel Milanese, ed il Catinat pensò a trasportarn l'esercito gallo-i spano sul territorio del duca di 1lantoni, di cu i era stata comp rata l'occupnione a forza di quattl'ini. l.ntauto l'impera tore mohi li tava le sun tÌ'uppc e quPlle <lt>i principi dell'imprro. Gli imbarazzi d'una amministrazione coufusa e slegata, rendevano quesLt1 operazione lunga e difficile. 11potere ceotrnlo mancava di forza e 110 11 3\'eva mezzo di ::igire senza l'asson5o delle Oiet<•. Dimodochè [.HJr raccogliere uomini, denari n materia le dovevasi dipendere dal bcncp}a1.;ito e spesso dal ~apriccio degli Stati proviuciali. Spbso quando il principe 1<:ugenio, valrndosi dell'autorità che si era conqui:,ta f.a col le sue vittorie sopra i Turd1i, avea potuto condurre ad una decisiono l'imperatore' ed il co11siglio a11lico, questi cd il prine;ipe si lrovavano impotenti davanti alle riluttanze delle Diete prov inciali. Finalmcote dopo molt(: 1.orgiversazioni i primi reggimenti rurouo inviati nel Tirolo, :;colto CO!lH' luogo d' adu11ata cieli' esercito irupPri,ile che dovoa 011trare in Italia; e pr,rlì 1w la tabella tli rna1·cin rli questi reggimenti dovette risserfl souoposta alln approvazione del v,•scovo principe sovrano di Trento, e cli certi altri signorotti i quali t<mc::ino i loro dorninii feudali direHatn on Le dall' impero, e ,mi cui tel'l'itori In truppe imperia li doveano pas~i1rc. Non solo Cati11at, 111:1 tuu.a l' lforopa ebbe r1otizia del primo rnggimento imperia le che entrò nnl Tirolo. Tutte le strade, che da c1uesto paese co11ducevano in lt:ilia, rmss..wano pel territorio della rcpubbliC3 vcnow, meno <rttella che poi Grigioni couduceva al lago ili Co,110. Il generale fr:incese avrebbe rnluto tr.:iscinarn nell'alleanz.i i Veneziani; ma questi esansti dalla lotta ,;pcolarc contro i Turchi 11011 si sun t.iva110 più in caso cli prendere parte allBquerele europee, e 1lichiararono che avtebbero tenuto chiuse le fortezze, ma conc<'~So alle truppe delle dul' rorone, di fare sul loro terri,torio quanto potesse r·ii.lSc·irii l01·0 di p1·o{ìuevole. Il Cati11at d'accordo col Va1alemon1 gtabili di portare la (li fcsa allo sbocco delle gole alpine tenendosi al di qua dnll'Adige, <lacchè i Veneziani non gli cousen tivano di occ11pare nò Veron:1 nè Log11.1go cornn toste

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di ponte su questo fiume. Le strad<} del Tirolo ad occidente d_el lago di Garda 3 quei tempi erano poco buone, ccl il principe Engom? avrebbe incontrato molte dillicoltà a percorrerle e sarebbe sboccato s_ul p_ian_o senza ::irtiglicrie, ro:streuo ad accettare battaglia ,co(le comuu'.caz10_n1. ~<~rso l'impero in pericolo. Non era dunque tanlo mcilc che quelle v,e lossero scelte dallo truppe imperiali p_er vr,nirc n el ~Iifonc~c. AHe .~t.rade,cl~e dral Ti rolo sboccano ad OL"iento del Vero110se I I Cntma~ non mosL1o d1 po11san 1, sia che, come fu detto uon ,olessc disporsi <"oll'Adige alle spal~e, s~nza possedere una huoua testa di ponltl, sia che t'itenesse_che una m~ras1one degli imp~i'iali avrebbe deciso i Ve11eziani ~ ge~ta1's1 _nelle br::icc1~, ~eHa Francia. li re Luigi XIV veramente a,,ea spmto 11 Cat,_nal ad '.' e~t1,11e 111 (( Verona () stabilirvi magazzini, usando l<~ (orz~, S(\ l Vo~HlZlllUI tr~tt.e« nuli dal timore llnll'imperatorc avessero 1mped1to loro I en_trata ( ~) »: Ma il Catinat 110 11 trovò occasione opportuna per mettere m p~at,ca_ 1 prepotenti consir•li tlel snò sovrano. e si limitò ad occup:u·c colle tantene la ;osizione di Ri voli, clrn gli era sta1,'l t..~uto ma?nili~t~ d~I -'~a~demon~: Da ciò si vede qu,cinlei ragione abbi:iuo glr :;torici 1~11ht:arr, 1 qua 1 per scus11·e il Catiuat delle operazioni da lui rouclotte 111 . qursla carnIut ezza e•d 1·u :;_ ·i ,.nienza · 1rroso · pugna (:011 sovorci11a , . , .ne, danno . , tutta . ,· :la colpa. .. ,· lall• coi·•c cl· , Frnnc1 a di evitare 11 turut,0110 dell,1 . · · :l d or d 1111 ncev11,1 l < " • ' repubblica veneta, e dirouo clrn per salrnguardare qucist~ lo opera· , 1 , t ,. " t ,·di·1' il provveclttoro veneto. zion1. fu rouo 1ncep pate. i•1 ~ ti o c ,e :sa 'Uo '", ' · . , · <·11e ·iI p1:mc1· pc 11. 1 ·,v·< u<l<'111ont«lavvert1 ''"1o1·10 raccon ta coit· ,,'m" 1·•,., ·11·on1a ,, , « che andava a mangian' una trota ne'I h,go di G_anh_i, e t'mi " cerimonie le tl'llp po piaut:il'Ofl.O il cam po a. Rwolt » (2!. Pc1cl0 quando il principe Eugeu io raggiunse il suo esercito alla ~ne d1 ,magg'.o, I . loll' l\digc sbarr'\!'1 da battaglioni di fanteria dell esercito trovava a via< . . . .. , ", .,· im )erialn des ti nato per allo-ispano · ccl 1n qncl momc11to l ll:SU etto l . . . g · ,. . pet· 11ou e··rnnre 11 pae~e l'Italia non 'era ancora llltto radnni\to, poicue :., di clividerlo io. due [).:ini, o che . la seconda parte, composto fu s·t·ab"l'1!> 1 1, . d l . Ime1tle d'1 "'avalle1··1a e d1 materia1o . a , pon e, 0011 specia "' , , , d'·H'ti"lieria , o cntrass<i neIl a va lie dell 'Ad·1 orro , prima che non rosse usc11.a.. l ahra parte. · 11 Dimodochè il prohlema si prese11tav,1 bastante111ent~ c~n\pl1cato al l!r'. · E.,ugeu10. · eon 9,, •·a"~"1 · ui e • ,tr..>,, .sc1uacl1·ou1• (15,000 uomm1 e c1pe ~;> u •w 0 10 , , . • • 2000 cavalli al più) separati da vane giornate di maicw dal i e5tante

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(l) Pu.u, Mémolrt-1 eto. voi. J,r · . de ca(2) Più curioso di tutti il compila loro delle 1temo,res et. corre~po~~ence d es ~-,. sotto

(I) LeUcro dell'ambasciatoro del Duca in Francia H r,ibbraio. Por c iò che 1·ìguarda il Duca di Savoia abbiamo consul tali gli ,u·chivi di Staio di Torin o, 1m ren dere più compiuto le noti:.ie della campagna del 1';01, {',ià fornite dalle pubblicazioni del Polct , e d3gli archivi militari di Vienna..

cin<2t fa passa,·o ai Francesi il Mincio, o~cupare O _triuce,n_re Pes:icia, e t~po f;u Dove aggiunge In solita rota delle ist.rnzioni che proibivano di scon oore su nrà raccolto tali notizie quel compilatore?

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E ·vn"l'OR !O AMEOE:O (I

dell'esercito, con uomini dinanzi a sè sostenuti da tutto l'esercito galloispano, doveva sboccare al piano, cd occqparvi una buona posizione per attendere, prima di incominciare ogni altra operazione, il rimanente dell'esercito as:;;egnatogli. Voler forzare la fronte sarebbe stata follia; i!lla superiorità numerica delle trnppe avversarie s'aggiungeva la fortezza del luogo occupato. Le vie di destra conduceano ad una situazione tattica e strategica sfavorevol issima; a ,inistra si ergeva pressochè a picco la montagna. ll principe Eugenio scelse a.ppunto di passare da questo lato, sicchè ponendo l'Adige tra sè o l'esercito avversario potea tranquillamente schierarsi nel piano, ed attendervi il resto del sno esercito, che scendeva dal CllOr dell'irnpero. Quattro battaglioni furono lasciati a front.e dei Francesi accampa\i a Rivoli, il resto della ranteria passo i Lcssi ni trascinando a braccia, e con corde i cannoni, ch'erano stati smontati, e post.i fra travi per farli sdrucciolare rei' quegli erti dirupi. Un migliaio di montanari spianavano ed allargiwano il difficile sentiero che da Rovcredo per valle del Tenaguolo porta a Schio; vi spazzavano le nevi; vi costruivano i ponti su i frequenti torrenti e ruscelli, e rendevano possibile il passaggio del carreggio che seguiva l'e::;ercito. Il consiglio di guerra dei generali francesi discuicva ancora sugli intendiU1enti del principe Eugenio, quando si accorse che egli ave;) già passato i monti, e piantato il campo in forte posizione u 13reouio.

m. Le condizioni del comando dell'esercito gallo-ispano erano assai infelici. La guerra tra la Francia e l'Imp~:ro noo era stata dichiarata, ed il generale francese non 11veva altra istruzione che quella di mantenere « la pace e la tranquil lità in Italia, per assicurare il pacifico « possesso del Milanese al re di Spag1rn, e per impedire agli imperiali « d'attraversare la penisola per occupare il Yicereame di ~a poli. » Iu tali istruzioni assai indeterminate, non si rivela che il desiderio di evitare la responsabilità del primo ano osti le. Fincliè gl i imperiali non tentnno di forzare la fro11ticra ciel ducato di 'Milano, le truppe francesi terranno 'l'atme :11 piedH; se quelli tentano di passare il Po

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coll'intenzione di dirigersi verso il mezzogiorno d'lralia, allora il generale fran cese pot.ea prendere l'offensiva . '!\fa all'infuori di questo caso egli eea vincolato ad _una stret.la difensiv~. Tale concetto ?li to~li~~a oni iniziativa, suhordrnanclo le sue opern1orn a quelle dr-l i avvc1gano. 0 l, Maloraclo ciò il Catinat avea sconfina to, <1 s'era portato a sbanarn la valle dcli' Adige; però l'iweva fatto per l'insist.em:a del principe d'. Vaudemont, .1l quale premeva d'impedire l'invasione, ckl duca to d1 Milano, assa i più che gli importasse dei dorninii di Napoli. ì\ia la nuova posizione presa a ll"ivoh era ancora u.na posizione pussivamente difensiva . Il Catinat, poichè vide l'eserci to del prin<,ipe Eugenio a Breon10, avrebbe dovuto spingersi innanzi, forzare la gola dcli' Ad ige; rovesciare i due mila uomi ni sparsi che Yi aveva la~ciatQ ,1 gnardia il principe Eugenio; sorprendere i reggimenti di cava lieri.i iinp_eriole, i .qu~Ji ~cendevano ad uno ad 11 110 lungo l'angnsta valle trcntrna; e: richianrnndo l'esercito a\' Versario snl le proprie orine .offrirgli bauaglia in condizioni vantaggiose, e quasi certo della vittoria . .Qncsta operazione non era superiore alle condizioni dcgli eserciti di quei tempi, tanto è vero eh~ le truppe del iluca di Savoia recero qualche cosa di sirnilci nelle valh alpine · durante questa stes~a guerra della :mccessionc _spagnu?l::t. Ma sarebbe stato neeessario r.ire i ,primi passi sul temtono dell'11npero, e sparare la prima cartuccia, dare nuov::t esca a coi uro, i qual~ 1fHlventa vano la s1.uisurata ambizione di .Luigi XlV. Ciò non comb1na,•a colle istruzioni date al generale che comanda.va le truppe d'Italia. Poi per attuare una oper11zione di ltnesto genere ,;arebbe ,,i.ata necessana la cooperazione dei cap i dell'esercito alle idee cl<>-1 generale su premo: ed in quest.' ultimo un cara:t.tere energico e risoln.to e mo lta iibel'ta d'agire. Il Cat.imt non :iveva alcnna di tali doti. Egli per 11~s~ita ap:partenev::t alla nobiltà di toga; gli nitri marescialli e genera li lrt1Mùs1, nelle cui famiglie il rm:stiere dell'::inni era eredita rio con~e il valore, mal ,;01J'1·ivano cotesto intruso orn lg'rado le sue villori? d1 Staffarda e della Marsaglia. Il suo ingegno era freddo e speculativo; scarso rli quella perspicaf'.ia istiutivn, d1c distingue gli uomini superiori., i quali abbracciano in 1111 istante 1.nua nna situazione, egli vi ripiegava n forza di r-ifiessione; ma intanto cbe rifleneva sfuggiva il momento dell'azione, ovvero rn~l pesare le conseguenze dei varii partiLi che si ,dfacciavano alla sua men te, rirrnrneva dnl5bioso, indeciso, e coucludevn col far nulla, o ciò ch'era peggio col mutare d'iudirizzo in ce1·c~ di un meglio, che non 1.rova va mai . ~on pHr nulla i ;;uoi solcbti lo chiamavano noflre pè;re la Pensée e mentre ricono,sc1wano iu lui l'affezione magnanima del padre, carat-

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terizzavano quell'indole riflessiva in cui spesso il pensiero uccideva l'azione. Anche la sua posizione presso l'esercito era molto indecisa. Il comando supremo, come fu detto, era stato dato al duca di Savoia. · Ma questi era trattenuto a Toeino dai negoziati politici, e dalla preparazione rlel suo esercito, e sulle cose della guerra non si. focea mni capo a lui, a meno che per accelerare la speclir,ione delle sue trup pe. Laonde :rl campo ri rnanea ,;o · di fronte il principe di Vaudemont ed il Catiuat, il generale dell' esercito locnle e qu ello dell'esercito di soccorso. Naturalmente questo dow)n asseconchne quello ; ma qui si può dire che l'esercito locale era quasichè sfumato nell'occasione del cambio della dinastìa, e che non esisteva più se non un esercito :;olo, almeno pcl rno. mento, e q1rnsto era il francese. Ciò mutnva tli molto le relazioni reciproche dei due generaii,·poichè precisamente quello che dovea a vere I:! parte princi pH le, non avea soldati. 11 principe di Vandernont avca tratto parti to da questa circostanza, cd assorto negli affari del vicereame affida togli, lascia va al Catinat di dirigere le oporazionì, salvo però ad intervenire ogni tanto coll'autoritit delh• sua po~izione per imporgli di accettare le sue idee. In. questo modo se le cose andavano bene, affibbiava a sè medesimo il merito, se rnalr~ ne lasciava cadere tutta la respousabilit,\ sul Catinat. Era 1111.:i maniera abbastanza comoda d'es11rcitare il coniando . Non tardò tuttavitt a nascere screzio tra i rlue genera li , uno dei quah non badava che,a coprire il Milanese, e l'altro teneva a c:uore gli inl.ercssi del re cristianissimo sn tutta la penisola italiaua . Le mosse cl.ell'csercito che tendevano a coprire l'Adda, lasciavano scoperto il Po, e viceversa. lnoltre il pri ncipe cli Vaudemont avea « un certo spirito di broglie1·,i,a, (dirò cosi) che dicono es« sere a lui tanto nHturalc, che sa valersene senza lasciare che ap« parisca » ( 1). Se non si fosse trattato che del solo Catinat, tanto filosofo e superiore alle piccolHmiscriH della vita, questo certo sp,ir,ito avrebb(} arrecato piccoli daJJni, ma intorno nl Catina t v'era una turba di generdli tutti invidiosi l'uno dell'altro, desiderosi di riccbezze e cli gradi, leggeri, viziosi, i quali a vc:ano bisogno di brigare per rnettersi iu evidenza presso al gran Re, da cui esclusivamente piove1mo grazie e favori. ]n costoro il principe di Vaudemont fece breccia: eravi tra gl i altri il Tessé, malcontento più di tutti che il Catinat· fosse venuto a rapirgli il l>ast.one del comando proprio nel momento in cui avea trovato il mezzo di mutarlo in bastone da maresciallo. Egli era uomo destro anziché no, ma pieno ·di sii stesso ed ambiziosissimo. Pure di afferrare l'oc1

(I) Lettere dell'ambasciJt ore del duca di Savoia a l'arigi.

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casione d'nvvantaggiare la sua posizione nou bada va ai .mezzi .. Ern naturale che nei consigli di guerrn egli :ìi schiernsse sistematicamente contro colui che avea ad un tl'att.o disperse tutte le sue !>peranze, e credendosi assni rnigl iorr. del Catinat, csponevn le sue i~le~ con tanta sdegnosa alterigia, e con tanta scouveni~uza, d 1~. i cons1~l1 clege1~erava1~0 in violnnti dii.ltribe tra i d.ue generali. .Ma c10 che v1 en~ eh ~e~g10 si è che 110n contenlavasi di questa opposizione, fatta nei cons1gl1 d1 guerra ,1\ Catinat, ma fuu ri d'cs:;o continuava a çroarglJ. ,_mba~·n.zzt: ed a seminare distredito sui di lui conto, trmc1ando gllld1zn su i latti avven nti , ti prcdicanclo che se rosse ' ri masto al coma nd_a non_s,1reb.b~ successo uulln di tutto ciò che non era nudato bene. Soh to , ant? di chi nOJÌ f'a e di chi 11on lta la eespoosabiliL:it rii ciò cl1e deve lare. E ciò che faceva a chiacchiero, co11ferrnava coi fot.ti, mantenendo col ministro d.e!la guon'a nna corrisponclen:r.<1 in cni non _lasciava occasione senza lanciare una frecciata co111ro al suo superiore, od almeno senza insinuare una frase che lo dan1rnggiasso. . ;\ questi imbarazzi suscitati al Catinat ncll'eserc~zio d_el_comando, si ooiunoeva l'ohbli<•o cli doversi rirnetterc per ogni. decisione. nnI po' ali>o ., , < o seria al parere della Co1·te di Francia. E~·a stato 11 Louvots ~o ~~o spirito accentra toro che a vea a vocato a se_ la ('Ondo_tta d~lln . .,ue1 1'.i . Appena il Tnrcuna uvea osai~ di rihe!Jar:;'.. c(~ ..c1~1ost1 c?~1, cl'.e _i~ vigoroso ministro della guerra imponeva .:i li w1z1,H1va_ dei. ?e11eialr .. I~ stesso principe di Condé vi si era assoggettato; _gh altri muresc1n!h vi si erano adau.ati rnolto bcue, tanto pil'1 che 111 questo modo rimeueano mollo delle noie e delle rcsposabilità del coniando. Dopo la morte del Iouvois lo sne traclir.ion.i rirnanevn n.o, o con ossc1 questo sistemn molto svantaggioso di 11011 operare su l teatro ~ella g~err~, se non quando 11 e fosse venni.a d t1 Versail les l'approvaiwnc dei piau1. È naturale clte quando nrrivava l'approvaiione del p1~00, e,:a passat~ il momento di at.tuado. Tale vinco!o dovea 1'iuscirn no10so a1 generali più intl'aoreudenti, cd il Tessc':, qnalche anno dopo, avendo il comando delle tru;po l'rnncc:;i sul le Alpi, ncll'attnndere cl~ Versa illes l'~pp'.·ovazione delle sue proposte por la guerra, le quali r.rauo state 111v1atc al Catiuat, perchè in fondo al ~uo ritiro le esam rn~ssc, rarn111e~ta _c~n mal celato rancore quanto pesasse allo stesso Ca tnrnt tnlc sch11w1tn, quando era pres,;o l'esercito combat.t.eot.c. . . Cosi tra il genr.rale francese, chr. non s'arnsclnava a comaudure, quello spagnu~lo, che nou vedca le cose andare se~ondo gli iot.?ressi del suo re, i dipendenti che uon oLbcclivano, od obh~(hvano a _mal'.n_cuo~·e e mor!rwrando, ogni risoluzione riusci,•a monca od 1ntempest1va, il ?atmat 1

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$'agit.iwa sotto il peso di una gran'de resposabilitit ·senza approdare aèl alcuna decisione, moltip licava i consigli di gnerra per ottenere una cért.:i . unità di vedute nei suoi dipendenti , e la diseordia cd i dissidi faceansi ·maggiori , cd il nemico g1iadagnava tempo e proseguiva scnzr, noie la sul'l marcia o le sue difficili operazioni. Quando il CùtinaL vide l'esercito imperiale a Breouio, e la sua c,rvalleria spargersi sulla riva sinistra dell'Adige, ignaro dello vere int.enr.ioni ·del principe- Eugenio, cominciò a dare ordini e cootrorclini. a far muovere le. tn1ppe di cavalleria, e ad interessarsi egli stesso di condurle a posto. Ora credea che il generale dell' imperatore tendesse a passare il Po e per gli Stati ciel Papa spingersi uel Napoletano; poi ricredcvasi, ù cedeva all'insistcma del pri ncipe di Vaudcmont, il qna le crasi intestato di di fendere il M:ilanese, coprendo Rivqli con wue le fan tcriJ dell'esercito .illeato. Comb:,tLuto tra r1u csti opposti concetti, il :rno esercito cominciò ad allungarsi per la v,1Jle dell'Adi~c e fin o nel Ostiglia; 11c foce anzi . tre rnnssc, 1::isciando quclln cli Hivoli 111 Vandcrnont, ponendone, u~1'?ltrn allo sbocco scltcntrionale delle grand i valli veronesi, :;ott.ogli ordm, del Tesse, o tenendone nna terza sollo i suoi orclini ad Ostiglia, e sulla clest.ra del Po. Così Ju singavasi d'.:ivcrù prov11 eduto a tutto ciò che potea fare il nemico, e nel ternpo stesso di avere tntl" l;i ragione di fu ture discordie. li principe Eugenio con ardite pnntc della ca v;illeriu confermò l'incertezza elci Cati11at sul le proprie decisioni , o così gùncrossi quel disscmiuamento di :35,000 uomini :;opr:1 un ceut.inaio di chilometri, contro il quale la storia mi litare non lw bastanti anatemi da scaalia,,c. lnfaui un severo castigo segni la violazione fl ci pre<·;;tti . l i pri ncipe 'Eugrmio, il quale proteuo dall'Adigr. avea ormai radunato tutto il <;no esercito, puut.ii al centro di fp1estll lung,1 linea e 111 forzò a Carpi. È vero che la rolpa di questo primo vantaggio, riportato dagl' imperiali , ricade in gta11 parte sul Tessé, il qu:ile avea il comando delle truppe c6ncemrate intorno .1 Cal'j) i. Le dispo~izioni di questo generale sono infe lici. Basti dire, ehe pose della c,walleria a guardia dei t.rinrcrnmcoti ch'erano sull(l ,:11(1 l'ronlc: e quando gli imperiali la sorpresero aclclonnen tal.a pc] cattivo servizio che faceva , egli, inv<:ce cli sostcllcrla colle fanterie, lo qmili sebbene fossero t,roppo addiet.ro puro arrivavano iu trmpo a rimctlcrn jJ c;ornbattirneut.o, le arrestò e lasciò cli c Il nemico tranqui llamente ricompoucssc gli ordini 1111 po' sconrnlti ·d:11 eom bauimento. Tuttavia la responsabilitii ricadeva sul Catinat; ma se la storia nlilitarc vuol riuscire utili{ non deve limitarsi a seg11alare lo scoglio, che fu <".a.usa di naufragio, e che pure non potca evitare.

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I principii della guerra sooo tanto sem plici cbe .bale.nano agli occh.i · di ci.ascuno; tanto . è vero che pullulano cosi frequenti i critici delle azioni militari, che in tempo di guerra ve ne ha uno in ogni cittadino del paese interessato. Tuttavia le grandi battaglie furono perd.ut~ diti migliori capitani per aver violato uno di quei principii t.auto chiari, tanto semplici. Catinat non ignorava certamente un precotto che un allievo del primo ani;to delle scuole militari conosce a meraviglia, e tuttavia una forza inesistibile lo trascinava a violarlo. La ragione del- \ l'orrore di Catinat nou sta nella sua ignoranza, ma nella natura dell'esercito e dei. suoi generali, nella situazione· che gli formavano le sue istrur.ioni , nel le cattive condizioni tlel comando, e nel momento storico ch<~ traversava la Francia in sul tramonto cli un lungo regpo dispotico. Tutte queste cause costituivano at.torno al CnLinat una rete tfinteressi diversi tanto tenace, che egli non avr-ebbe potuto sper.zare, nemmeno con una cne1'gia e con un ingnguo superiore al suo . Egli stesso caduto in ,li,;grazia del Re, non sa intendere per quali ragioni abbia perduto la ~na fama e compromesso le ,orti della carnpagna, e scrive: « mes sentimcnts seni:;; ue sont pas cause dc plusieurs fautes, « que l'on a commises; un enchàinement asscz naturcl m'a condu i.t « dans le malheur et la disgrace, .où je mH trouve préseutement ».

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11 'principe Eugenio, aiutato dalle Gondir.ioni in cui si trovava il su11 avversario, era 1'iuscito ad (l\fere l'Adige diNro al suo esercito,

uscito · ornai dallo gole alpine. Ora dovea ri(lrendere le sue comuui rcazioni tlaturali col Tirolo. Perciò, tostochè vide i Francesi ritirarsi innanzi a lui dopo lo scontro di Caqli, e per Nogarè dirigersi a Goito Sltl ìliincio, andò a prender posizione a Vil lafranca. La storia red;:itta sulle fonti for nite dagli archivi imperiali, nelle parche considerazioni, che radnna in fondo alla sua narrazione, dice ({LLanto segue a proposito della si tuazione dei due eserci ti« se Catinat, « assiCllrato il passaggio sul ·J\!Iincio, e lasciate a ll'.lontcbalclo tante « l'orze rprnntc bastavano per tener testa a Guttenstein, (il r1urde dal ,, principe Eugenio era stato lasciato allo sbocco del Tirolo innanzi l].

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LA CAMPAGNA DEL

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«' Rivoli . ,con tre·. o qua,ttro battag11·?n!·) avesse concentrato il suo eser-

e_1to sulle colline di Custoza e d1 Sommacrn1p't"na e stab'J·t . . ' . , 1, , 1 , o un '; p~ssagg'.o a ~ussole~1g~, . rn modo da poter gettarsi in qualunque , te~1~0 snlle li_uee _di r1t1rnta del Principe, ,wrebbe avuLO so ·ira di ,". lm 11 vantaggio eh uno o du_c giorni di marcia ». Ma questa ~pera~10ne eh~ sarebbe s'.ata conveniente nel mese antecedente, ora sarebbe d1vcnma ~er1colosa, esponendo le comunicazioni delJ·c~sercito frances~ ed 1 suoi magazzini agli insulti del nemico ricco d'eccellente cd ardita cavalleria. . La base d'operazion~ dell'esercito francese era sul territorio mantova110, . 1l tf'.ial~ conilr~ava pel Cremonese col ducato cli Milano, e verso Sette1~t:10ne lllSIIlUaV~Sl ne} territori~ veneto a guisa di CUDCù coJla punta a Ca,,t1gl1one._ Il Ca~.rnat . po~·tattdos, sulle colline di Sommacam pagnà quando ave,1 11 ncrrnco al eh qua dell'Adige, avrebbe dovuto mutare la sua base d'opera_zione e si tuarla dietro l'Adda, eia cmi dividevalo tutto il Bergamasro e_d 11 Brescrnno, territori appartenenti alla repubblic[I ve11 eta . Basta. ncor<lare · · era aI suo . . .che allorr, il sistema · . • elci· ma"a· ,"' zzm1 ~po~co, eh~ gh eserc1t1 non potcano _alloutHnarseun pi ù cli cinque tappe ~e~za met~cre è'. repentaglio la sussistenza giornaliera, per comprcn-dei Catrnat, il c1ua]e neJJ.a o<7UCrra, r1·er·udente . e come . v ... con tro ;·1· dnca d1 Savoia non avea potmo stacra1 ' s 1· cl't P1·nc,·olo e d · , · ,. na do. · , · a AVJ~J!;: vesse llltrodurrc llU~ ardita iflllOVazioM nel sistema r!'app~·ovigi~nalllento del s11.0 cserc1_to ' r1cr eJfottn·1rn E ' ' la mossa · · · pi··u sopra accennata. < ra necessar10 che pa:ssa:;se uo alt.ro ~cro·lo e ·c·1 · . . - , , · 1c s ue,cecl esse una r1voluz1011e sociale, . perchè si mutasse radicalmente il sistema di far vivere le trnripe rn campagna. · ·· .,,11 Iuvece . il Catinat potea benissimo ripetere . . , ·,1 danno del · prmc1pe ,ugen10, ln mo _ ssa per la quale vinse a Stafl'arcla D r , . " ' . ·· ovea attaccarIo mche_sfilava_-d1 fianco. innanzi a lui per riprendere le sue comunicaz1om col, Tirolo . .M:a nou •volle, o non r1otè fm·lo • • 11 pnnc1 · ·pe E u. • • .• . 0 aenro !la~su il l\imcw propno sotto gli occhi degli alleati. Tutta Eu~opa rmrnse s_balordita della sna audacia e dell'i1rnrzia dell'esercito lran?ese. Suhito il fatto fu attribui to alla poca armonia che regnava tra 1 generali alleati, 1~ questa era la causa vera . Più. tardi fu addossata la colpa. al duc« d1· ,s-,v·oi ·a, , ::,··cri·, · un "Cile. ... z,, 1·ammontare che 0 raie france:se. il BachiviHcrs era 't Borohetto co I " J · • 11 ' v )attagJ wrn 30 cl : ·' ' ·o · e con . squa roni, e non fece la più piccola mossa per ar-restare il nerrnco, che sfi lava pro1.)l'1· 0 so tt o 1· suoi . . · occ111,. con una forza inferiore alla sua . Il l!>oenerale pr•r co mmc tt e1e , un i"a·11o d. . • • , · 1 questa natura impunemente ubbidiva aali ordini di urt cons·,.,·,· d.1 guerra . La relao 1~ 10 «

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E VITTORIO AMEDEO li

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1.ione dei fatti succeduti durante la campagna, mandata al fine d'essa a tutti i suoi ambasciatori, sparge qualche lume intorno a qi1esto fatto. Catinat respingeva qualunque proposta cbe mirava ad uno scontro col nemico. Male informato dalle intenzioni del principe Eugenio, ammiratore dell'intelligenza di questo generale, stupefatto del modo nel quale aveva aperto la campagna, temeva le sorti d'un combattimento. Il . duca di Savoia insisteva per i partiti estremi; il Tessè persuaso che i nemici « en fcron t tant, qu'à la fin ils se brOleront il Ja chandelle » <;Ostenev::i il duca; il Vaudemont ondeggiava incerto tra i due consigli. Vi fnrouo parole assai aspre tra i generali francesi ; il Ducn dovette intervenire per nrnttere pace. ll risulta to fu che gli impera li passarono il Mincio; che il Vaudemont ed il Tessè s'aliomanarono dnlJ'gsercito, geirlando e smaniando · contro l'inettitudine del Cntinnt, ù l'infedeltà· del duca d:i Savoia, cd andarono l'uuo a radunare e l'altro a prendere il comando di nuove truppe dietro l' Adda . Questa narraziouc si ricavn da quella eiettata per ord ine del Duca e non la::cia dubbio sulla sua veridicità, perchè combina con quanto si conosce dalle relazioni francesi, e col,carattere dei genera li, molto più che il Duca no11 si sarebbe attentato a falsare la veriti.t narrandofo con tanti particolari dinanzi a molti tcstimonii oculari dei fotti. Realmente il principe Eugenio era stato alquanto titubauLe nel prendete una risolnziqne sul do ppio problema di volgersi verso Mantova, o vorso Milano . Ma il suo consiglio di gucna, che radunava raramente e nei grandi momenti, fu di parere con lui che il secondo partito era il migliore, perchè sciiza arrischiare le comunicazioni coll'lrnJ)ero, potea raggiungere celeramente uno rlegli obbiettivi della guerra, e specialmente se anche in Milano, come a Napoli , scoppiava una rivolta, che attendevasi , restituire il ducato di Milano ali' imperatore,,. D'allora in poi tutto lo studio del principe C-\t rivol to uel conservarsi l'iniziativa strategie.a, pnr mantenendosi tatticamente nei limiti di una stretta difensiva. Talesistema, che politicamente consolidava la fiducia degli alleati dubbiosi, ed affrettava i' alleanza del le poten1.e neutre, s'adattava mirabilmente alla conservazione del suo esercito assai scarso in paragone di quello ehc aveva di fronte, e privo di riserve. Perciò passato il Mincio gli imperiali si spinsero sull'Oglio con sicuro passo, menLre il Catinat continuava a perdere tempo ecl occasioni, muovendo il suo esercito inccrtarncnto, e sotto l'impulso di consigli e di decisioni che mutavano ogni giorno . Arrivato sull'Oglio, il principe Eugenio si fermò ,1 per non cacciarsi " nella ·lunga striscia clel Bergamasco, come egli stesso scrivea al suo « imperatore, ove non avrebbe troYato nè su~sistenze sicure, nè linea

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E VITTORIO AMEDEO Il I.A CM-ll'A·GNA DEL

di,ritirata,. Cooreva voce in paese che s'egli si fòsse arrischiato al di "' là dell'Ogl io, i Veneziani gli avrcbliero impedita ogni comunicazione " e coi suoi approv_igionamenti e coll'impero (,1) . » Questa vocr: inpensicri va il principe molto più di quello che egli v.olesse darlo a vedere, e ad ogni nodo egli si fermp per attendere 1faforzi, riserbandtlsi a prender.e una decisione tostochè l'esercito francese, il qua le~ stava gi rando per la bassa Lombardia , tornasse a presentarglisi davanti, perchè egli fwa troppo dt!bole per aodarlo a cercare. lnfatti il Catinat coutiuuav:1 ad evitare la sorte delle anni , più che mai incerto tn1 i suggerimenti dei suoi, le pretese de.I Vaudémont, i sospetti sul d11ca di Savoia generalissimo, le intenzioni del ucmico che non arriva ;1 di luuidare, e le insistenze della Corte nel chiedere una hattaglia. Ora vuol co pri re Mantova, più tardi gettarsi dietro l'Ogllo, ed in q1rnsta alta len,1 continuava r1 perdere i giorni, e ad affatic:1re · i soldati. Talora sembra vergognoso di questo st11to• del suo animo e m.ortifiuato ,estrema men te della piega che aveva preso la guerra, seri ve al re d'essersi ora mai proposto di seguire un obbiettivo solo, e di sceglier Sii potea il più importa nte ; e poi nel la stessa lettera dincta già · di dubitare delle ri~oluzioni, che avcffa prese . Intanto Tessé e Vaudemont scrivevano lettere sopra lettere in Francia a danno del Catinat, il Vauclémont en p'inçantseulement la matière, et Tessé e,i pleine écr·itrice , dice argutamente il Saint Sirnon. La sconvenienza del frasario che teneva il Tessé nello scrivere del suo superiore imrnediato aveva toccato il suo colmo. « Pour moi, » egl i diceva, « je devjens fou pour tout ce que je vois: M. dc Vauclémont fait pitié, « et nous nous consolons comrnc de bons serviteurs, qui vont aux. f'X." pédìents et cp1i les chercl;ent. JI y a quelque chose d'invisible , et « un enchantemeut perpétuel et irn péhétrablc qui cond.uit cctte rnachine. " 'L'armeé du roi, indépendamment de ce que nous ramassons, est d'un « tier~ plus for te quA celle dn l'eonemi. Vous nous mall(lez à tous « que le roi veut que l'on comba tte, et poUl'tant l'on fait'tous ce qu'il « faut pour l'évitcr. On laisse passer le Mincio tranquillement; on « voit tout le jour défiler une armée CJUi pt·ete le flanc, et on ne charge « ni avang;:irde, ni flauc, ni arrière-garcle ; .... vous ouvrez tout le « Mant.ovan et tout le Pò; vous abbandonnez ce pauvre i\'.L de ~lau« toue qui est le seuI allié fidèle que vous ayez en Italie. ,, Con ciò .volea dire che il duca di Savoia non era fedelé niente affatto, mentre «·

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q.uesti esponeva giornalmente la vita sua. e. dei suoi sol~ati :el re d~ Francia . Il duca di Mantova, venduto al ffilghor offerente 11 permesso d1 metter presidi i alle sue fortezze, se n'era andato a Venezia a menar vita licenziosa. « Vous perdrez, outre la réputation, Ics bonnes clispositions, o_ù « certainement )es Venitiens ont été jusqu'à present. Encore une fo1s « je deviens fou; mais mon état ne fait rien au roi, ... :. les ordr~s « changent. trois fois dans un jour; encore, si le bon marechal i,oiila-it « se /'aire se1·vir, ou s~ lais.ser servù·, patiencc; mais il a ces_ op!nìàtretés: « et dans le moment qu'il parle de remarcher aux nn11em1s, 11 songe a « repasser l'Adda, et <lit qu'il ni y a que cela à faire \'1) . . E di questo passo scriveva uienteuwno che al mm1stro della guerra, architettando le sue lettere in modo che dovessero essere lette dal re. Se commosso dal triste stato delle cose avesse fatto un passo regolare, manifestandolo a- chi potea porvi rimedio, avrebbe fatto i_l _suo dovere; ma questo carteggio, che continuamenLe 11.1inava ~a pos1~1~ne del suo superiore, non era degno di lui, tanto più che m fondo v1 s1 vedca la mira di balzare il Catinat, pilr mettersi al suo posto. Il colpo però non gli riuscì. Il Catinat _fu sollevato dal c~mando; ma al suo posto fu inviato il Villeroy. Quest1 era prec~samen~e I ant1tes1 del Catinat.. Portava un nome già illustrato da valorosi soldat1; era stato compagno di studi del Re Luigi XIV; principale, e qu_e~to f~rse cr~ unico suo merito per anivare al grado eminente. Rotto_ag~1 1Utr1glu di Corte ed adulatore, non gli mancava il valore, ma bens1 gh nurncav,.~no tutte le altre qLjalità ind ispensabili a condurre gli eserciti; però copnv~ qu?sto suo difetto con una enorme leggerezza, ed un enorme orgoglio d1 sè medesimo. / · Il duca di Savoia dice essere in lui più Mnità e presunzione, che abilità; ed i compatriotti del Villeroy non la pensavano diversamen_te · dal Duca. Ora il Villeroy veniva dall'esercito del Reno, e nella breve dimora fatta a Parigi senti tanti lagni suite incertezze del Catinat, e sul_la sua renitenza ad affrontar il nemico, •che gli sembrò di veclere già des1snato il suo còmpito nello scendere in Italia, col correre defilato sul nemico e senza riflettere ad altro . E così foce. Giunto in Italia passò in rasseo-na l'esercito, e crede colla sua sola veo . nuta d'averne mediuato a un trattb tutte le piaghe. In un lungo dispaccio al re, narra della concordia rinata, della disciplina che sta per rimet-

(I) De

VAULT,

ne! le Pi.èces relatives à la campagne d'Jlalie.

{l) Lettere del principe ' riportate nel Fcldziige ecc. ANNO XXIl1

VOL . Ili.

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LA CAM PAGNA DEL

1i01

r,; VITTORI O AMED EO li

tersi, e della conoscenza che ha ncr1uistato dei piani nemici per mezzo di spie pagate a peso d'oro. È vero che questo spie finivano coll'imbrogliargli peggio le idee a forza di contradd ir.ioni. Ciò fatto pa::;sa l'Ogliosu quattro colonne, e volta la fronte a sini:-L1·a schieralo in battaglia su due linee, come era il sistema dei tempi, facendo tredici chilometri in cinque giorni, va a dar di coz1.o negli i111p1wiali che egli cretl1m1 iu piena ri tirnta su Brescia, cd invece si erano trincerati fortemen ti: in Chiari. 11 risul Lato fu che l'esercito alleato dovette retrocedere, lasciando tra forili e morti più di due mila persone, meuLre l'avversario non ne avca perduto cheH7. Naturalmente il Villeroy rigettò la colpa del rovescio s11 tutti, anzichè sulla leggerezza e iallauza colla qnale avon im preso nn atrncco senzn rngniziono certa in Lo mo allr condizioni del nemico, e senza far nu{la per sapere qualche cosa. Stando alle sue leuere !e spie l'aveano male informato ; i Veneziani aveano permesso al principe Eugenio d'entmre in Chiari, romp,indo Je leggi della neulrnlità (1), tra gli altri lo stesso re di Francia ha arnto torto f"oll'ordinargli di attaccare. Poi a poco a poco egli cercò prete&ti rn igliol'i per sc.insare la respon~abilità che gli veni\·a del l'atto di Ch iari, cd al lora comiucii, a rigettarla sul clnca di SaYoia, il qualP :nca fatto miracoli di ralorc in quella giol'llata, ccl a l'orrnn lare atl alta voee sospetti e rlil'ficlcnie, le qua li comunque tlcstituite di fondamento, cri assurde nel 111orlo come erano ('oncepitP, tuua, ia non rna11<·:irouo di essere accettate da tutti gli stOl'ici. A dar loro va lore contribuì la neeessitù, che u11 paio cl':.rnni dopo ebbe Luigi XIV di Lrovarc pretest i per coonestarc l'arresto dell'esercito piemoutese rd alleato. Sopra qucsLC accuse vale la spesa d'un·est.arci un mofl'l<.'nto cci r,~aminarle colla scorta dei documenti, che sono negl: Archivi di Stato di Torino, tanto più che ciò non fu finora fauo dal puuto di vista mi litare. All11 vigi lin del conflitto tra l'imperatore e il re di Francia, dal testam1'1Ho dcll'nltimo re di Spagna di casa d'Austria, il duca di Savoia com preso cli non poter restare sonr.a prend ere partito per l'una

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0 per l':iltra delle due par~i. En1rambe invero faccano ricerca _della · sua allearmi, però in qnanto a compensi stavano lauto sul tll'ato, quanto le ;1mbizioni eraoo grand i. !Vl'a l:.i l?rancia orn vicina, e le sue istanze ('rano sostcnut da on esercito gro~so e bc!n preparalo. Lo truppe imperiali erano troppo lo11L:me, e forse nemmeno pronte per sosteirnre iI D ucn, nel caso che nvcsse voiu Lo mostra re i 11011 Li alla Francia. Perciò al Duca noll rimaneva che una dcC"isione sola; quella di lasciarsi trascinare nel!' nlleanzn francese; e se c.ol sacrificio dr,i propri :,;11d diti non riusciva ad avrre grandi vantnggi, voleva alm eno evitare it1·audi danni . Er.1 ìl m~no a cui potesse agognare ( 1) . Da principi~ 11vrebhe ambito la coro11.1 lombarda, ma poi si li111 ita_va a mono e serivra al suo a 111 haseia to1·0 a Vcrsailles: « Nostr:i mira i) e, di 'pol<.' r scorg,•rc se potiamo fal'e sicuro capitale delle buone in« tentioni rlelle quali la Francia ci lusingn, mentrr con qur,stn oc<• casione convcrrnhhe fam un tra ttato p<lr haverc il comando del lo <• armi di S. )1. qualche ,mssictio, e cli procurare di !":ire qualche buon <• colpo per le 11ostre convC'nienzo dei crediti che haliiamo verso la « Spagna, colla quale si potrebbe couveHire col farci havcrn tutto ~ " parte del )fonferrato, o qnalclw portionr di paese attiguo ai nostri « Stati, come sar.~hb~ la \'allcsesia .... o scambiando il Cremonese col « ducato cl i Mouferralo » (2) . Il ro <Ti~tiun is,;irno per tutta risposta fece sapere che non c'pra stoITa per trauare, e la:.ciava solamente travedere che i Venczinni av 1·cbbero potuto la,;çiar luogo a couqui~te. Erano magro lusinghe pel' accap,11Tar,;i nn alleato; tnttavin ii Duca dovette firmare il trattato con cui promelteYa cli concom're alla guerra intrapresa dalla Françia con 8000 ,:oldati e 2500 ca, alli, e ::i avra in cambio il titolo di genernl issi mo, e In nozze di sua fig lia col cnndidaLo francese al trono di Spagna. La Corte di Francia capiva che tutto questo non poteva soddisfare il Du c.1, trascinato dàllc circostanze ad uni rsi alle armi fra ncesi per alfor rnartl il dominio dei 110,·boni .iu I1alia: ma la 5ete di dominio uni0

(I) La preparazione diplomatica della guerra del l'.01 per quanto riguarda l'alleann tra il Duca Vittorio Amedeo Il cd il ne di Francia fu molto ber.o traltnta d0l sig Pcrrero in un bell'art'colo (comprnso ne l volume ~· dello c,wi ositci di stoi'ia s:11,alpina/ n<:I quale per mezzo cli documenli o di sana logica, il Duca Yiene scolpato completamonto da qu~lla. t.,ccia di slealtà che g!i era sl.lta affiobiat., dal prepotente s uo allralO, e dopo esso da tulti gli storici che hanno avuto occasion e di parlare d• questi fotti, e pcdìno da l Ca ru Ui, c he ne ll n vita d i V1U~rio ,\ modoQ, 11 01 <l ,fon,i e cogl bene como ovretbe potuto farlo se avesso npproron<l ito meglio rurgomento. (\!) Arcbivio di SL1to di Torino Lettere Ministri - !'rancia 3 o 4 gennoio 1701.

(I) Quando il principe vido avvicinarsi il nemico pensò alla necessità d'appoggiarsi a Chial'i , e d iede ordine di occu1>nre quclln borga ta. I contaclinl e poche milizie vcneLo vo cano impedirglielo in nomo della neutralità, ma il principe Eugenio protestò che Chiari era sqmpre staio un luogo aperto, e che se non lo avessero lasciato enlrare collo buone, avrebho usato la forza . Cosi gli furono aperte lo porLc di Chiari, cd egli non !!bl>o c!ifficollh o dare al c:on1a11dan to di q uello m'lizia uno sc1·i1 to , e li o sii servisse di giusLIOcazione (Vedi lettera' lici princlpo 4 settemb1·0 1701 al fine del \"OI. 3o del Feldziige, ccc.).

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LA CAMPAGNA DEI.

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1701

-versale acciecava Luigi XIV. Invece di concedere <[Ualche cosa a qu~sto Duca , il qnale non aveva torto se sl!iina11a megbio un ,IJitta,ggio· di più, o l'i,wvest;i ti11ra di un fondo, che di vedere sua fìgt,ia Regina di Spagna, come scriveva il Tessé, lo pag~va d'alterigia, e di diffidenza. Perciò oon volle rnai fissare le relazioni, che il titolo rli goneralissimo iroportava, verso i generali comandanti le truppe alleale; lasciava il farlo al tatto der Duca, ed i generali ne approfiuavano per evitare cli scrivergli i;ull'andamento della guerra . 11 Duca, benché generalissimo, non ebbe av viso nemmeno del_combattimento di Carpi « che fu creduto 'una 1Yittoria , e poi S'b seppe essere una sconfitt,i. » Eppure l'essere egli ancora a Torino non iscusava i generali dall'usare quella dererenza che gli doveano come sovrano, come allen to, e come generale supremo. Ben sapevaulo trovare per eocitarlo ad affrettare la marcia delle sue tru ppe , scrivendo insolentemente lo stesso marr.sciallo Catinat all'ambasciatore di Francia a Torino « Nous nous passerons f'm·t b'ien de S. A. R. ma:i$ il n'en est parole menit de ses t,ro11;pes: elle.s marchent à, pas de tortwis, serpentant com,me le mAandJre. Ma queste truppe bisoguava prepararle, ed era stato Luigi XIV eh.e t1,el1'uJLimo trattato aveva limitato prepotentemente il numero dei soldati che.il sovrano del Piemonte potea tenere SQUO le armi. Tuttavia ai 6 d'aprilo era stato firmato il Lrattato d'alleanza, ed ai 30 di maggio le truppe ducali avevano cominciato acl eutraee nello Stato di Milano, " e cosi in poco più di 6 setti inane si era reclutata l'infanteria, quella <e provvista di tende, e di tutto il bisognevole per carn peggiare; si era " provveduto alii magazzini per la. loro sussistenza, all'hospedale per le << malattie, a tutto il trono necessario cd indispensabile per condune « le monitioni da bocca e da guerra; si •erano com prati i coval!l i negli " svizzeri per le rimonte o pel treno d'artiglieria; e s<mza sparagnare uè « fatica nè spesa, con haver tolto imprestito 500 mila scudi a interesse « eccessivo; lrnveva il Duca fatto quello che niun aluro havrebbe potuto " fare in così breve tempo » (1) . Malgrado i ritardi frapposti <lai commissari spagnuoli alla marcia di queste truppe a traverso il MilaMse, sette bau.aglioni piemontesi erano già da rlue giorui a Cera a portata dei 'Jlessè, se questi a vesso voluto, o ·saputo valersene, qu.:111do gli imperiali l'attaccarnno a Carpi. Avanti di questo fatto . d'armi non vi era stato scontro di sorta cogli imperiali, e ·perciò le operazioni non poteano ,wer risentito danno alcuno per la

lontananza delle truppe piemontesi, che il generale Catinat prendeva a pretesto delle 'sue domande di rinforzi (,1 ). Arri vate al campo le I.ruppe piemontesi, continuò quel sentimento di diffìd eri'za <.;he i Francesi avevano versò il Duca, e che si fondava sulla cos.cionza del sopruso fattogli. Solamente fu mutato il pretesto. Il Duca ritardav:i a raggiùngero ' te truppe, forse perchè sapea di non

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(1) Ecco la composiz ione dell'esercito d i campagna ·ctel duca di Savoia sulle traccie d'uno S tato yenerale di campagna esistente negl i arcb ivi d> Torino ; no ripr oduco l'ortogra fia originale. Prima ma,·chia delle (.ruppe. Seconda marchia. l..uogot gene ra li - Marchese di Porc lla Mar iscial : di campo - Conte di Prelà - S. Desha is. Marc hese di Condrée Ma ri se iali di ca mpo - Con te eh Ca s tclBrigad ie ri - Conte della 1\occa d'Allery. lamont e - llarons cli Schoul emburg Cava lleria uJdc.iali squadroni huomilll nrigad ieri. - Cont-0 de lla n occa - Conte Savoia . . . . . 33 d i Monas tero!. 4ò0 Dragon i di Piemon Cavaller ia uCfìcialì sqMdroni huomini te (a) 3:1 4 480 Guardie del cor po . 23 2()0 2 Dragoni dol GP.noI Piemonte Reale { 33 480 vese (b) . 33 4 480 .j Dr3goni S. A 11 33 · 480 99 12 1440 89 10 1220 Fanteria

Fanteri.a

Fra ncia 13 giugno.

uUiciaii battaglioni buomiai.

uUìciali bauaglioni httomini

Regg. Guarclio . Savoia .. > Avos ta ,. Monferrato . ~ C!rnblaix. Fuc ilieri . Schoule mburg. S alu:tr.o .

.. ..

64

1200 600 500 500 600 . 500 700 500

2

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23 22 23 23 .:?8 23

1\cgg. Piemonte. 2:3 Comp. d'au menta t .n• 23 s• batt . Guardie . . 21 /

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500 500 600

2

1600

Ris tretto delle t uppc (e). ultìciali

Cavalleri a Faoteria .

huom.ini

158 198

2666 6700

(a) ri mase a Biella . - (/IJ rimase a Torino. - (e) Nemmeno i l 3° baU. Guardie an elò in campagna. Di modochò il riassun to Artiglieria pezzi 6 - Au ditoriato genebbe mod i flca,·si in questo modo: Carale · di gue1·1·a .....: Com missariato - lntcll" dovre valleria - uffic ia li N. 12~, lluomi ni N . 1700 de nza generale - Fallte r ia, ufficiali N. 177, huomi ni N. 6100. Truppe c he restano i n Piemonte, huomi ni N. 8100

134

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6 c om pagnie a Nizza I > a De monte 2 ~ a Cune o 3 ~ a Monclovi

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5100

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( ·hom. 600 \ ,

oe1la cittadella d 1 Torino. ,

Mi li:ic, huomrni N.

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5 co mp. a Moo migliano ( I • ne! for te d i Susa_ bom.

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(1) Lettore m inistri. -

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E V ITTORIO AMEDEO I I

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co~ p :efiz;:stello Nizza • 2 11 Villa fn, nca 1 a S . Ospitio 1 • a Saorg10

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2 batt.1\ eding nell a cittàcli Torino hom. 600

GOO I com p. Schoulembu rg, nella ci tta.de lla di Torino . . 2• batt.. necti ng a Vercelli.

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100 600

I


298

LA CAMPAGNA DEL

1701

E VIT TOIUO AMEDEO li

suoi falli, forse Jé ultHriori vicende della campagna sarebbero volte a meglio per le armi alleate. Quattro giorni dopo il, combatti mento di Chiari, il Villcroy senza motivi fondati scri veva al re che il Duca malgrado le proteste che andava facend.o « ne ,,eut poùit le progrès de 'VOS armes l!n Ita/:ie. s,;, lei g1wrre dare en ce pays-oi- la con/JinuafJion du tra:ité o,1Jec M. de Sai,oie mèrite la plus profonde ré/fo:1Jions .. .... il (ant le perdre, oii le gagner tout à f'a:i,t, et cruelque cwnntage, qu' on /.wi, pwisse {a:ire, je crois encore qti',il y ci bici.i d1J clouterdesa fidehté, 'coulant toujo1.t1·s son agra.ncHssement à quelque pri;r; qite ce so•it. Il fa1.1,t le 1·egarde1· camme tin homme wpable de soutenir les premières places, avec beauconp cl'esprit, et un conrage i nfin:i, .... .. vous devez le 1·egnrder camme un ho1nme pri,rwipaldans l' Eitrope, et très- dangereux ('I) ,> . A queste insinuazioni avanzate con tantà leggerezza contro chi avea arrischiato la vita ,1a!orosamente, pi(t per la cansa dei Borboni, che per il vantaggio proprio, ten nero dietro vere calunnie. « Plu~ ,j'a·i l' honneur de praviquer M. de Savo'ie, et JJlits mes soupçons aiiyinentent siw son infìdelité; c'est ,wn 1n·,ince qni ne connaìt que son 'intere/, et qt//i sa,crifìera tout ponr 'Y perven~r (2) i> . Ed uu'all.ra volta pieno di compunzione: nous allons resondre tout cela at,ec 11.1. le Due de SaDoie, chose b'ien PgNJJJLE DE 'l'Oun l!A<;O.Ns ; cwr •il n'est 7Jas poss,ible de liii cacher de pari;i/les 1·esol1ifJions, et etre assnré qu'·il n'en fa·it paB un IJ01rnsage ('I) . E fra ttanto usaYa verso il Duca ogui sorta di sgarberi1\ ostentava di dimenticarsi che parlava con un pri ncipe sovrano, cvit.ava le occasioni di trovarsi con lui, taceva sugli avvenimenti mi lita ri , e spingevasi fino a voler eserci tare 1111 comando diretto sulle truppe piemontesi . Questi fa tti erano palesi, e~ néll'e,ercito stesso infìl travansi sospetti sul Duca con molto danno delle operaiioni milita ri , che avrcbbl.!rO potuto avBr luog0, e ciò mentre le tmppe duca li sostenevano con molta lode r1uasi ogni giorno qualche scontro col nemico. Il re di Francia ostentava cli uou badare a questi sospetti, ma lascia va ch() se na parlasse piano I! for i,:; nei circoli delle persone che più l'avvicinavano a Corte: e costoro .ae approfittavano con quella soddisfazione che viene dal poter scaricare sopra uno solo la colpa dei disastri sofferti, lusingandosi C(uasi di potere risanare le piaghe del paese col sacrificio di quello. Avvenne intanto che fu preso dagli imperiali un corriere, il quale, tra le altre, avea lettere del Duca, in cui era parlato d'un progetto per

trovarvi quella accoglienza che alla sua posiiione ~·nddiceva, ovvero percliè volea fi nire di regolare gli sponsali della figlia e le faccende dello Stato . In questo atto volle vedersi dai Francesi il desiderio di non compromettersi per$Onnlrnentc verso gli imperiali, e di riserbarsi la via ad un voltnfaccia. Strahi sospeui verso chi aYeva t",o-ià la ma"o-ior bb parte delle sue forze schietf!.tCJ a lato delle frances i e delle spagnuole. lli nalmente il Duca ai 25 di lugl io raggiunse sul Mi ncio l'esercito combattente, e vi trovò « molta. confilS'ione non sendo1;,i, l'ùitell,i,genza che è neces,çaria {ra gli ii/(icicih gerwrali·, i'i quah ag,iscono per 1Yia di cabale tra cvi loro per t,;, loro pritc,avi fini t&l'J,clent,i, a,i loro avanzamenti, pe1· riìnedlia1·e al che 1yi -i;uol del tcmp.o.. .. ,> ('I). Egli intanto 0011 volle o 110n potè assumere il comando supremo dell'esercito, ma, non aderì nemmeno al suggerimen to che gli dnva il Vernon, 5110 ambascia tore presso la Corte cli Francia, il quale gli raccomandava di ,<' prendere a:vdso PER iscmno dagli 11ffic'io,li generali,, perchè, ùi caso d-i, rovescio, riyetterC1;nno tntto stil conto d:i lici,, (2) . Si limitò a dare avvisi e pareri che non furono ascoltati, ed a cnlmarc le qnerele scandalose che si elevavano tra il Tesst) ccl il Catinat in seno ai consi1rli t, di guerra . Inli ne la situazione assunta dal Duca è cosi presentata dal Tessé, in nna sua lettera al ministrn 1folla guerra : « M. le dw; de Sarooie .se ne la·ve les ma:ins en d:isant, que ce n' est paB lu'i qwi conimande l' (l;rrnée, et qu'·il a ordre dii 1·0,i de ne fa'ire qiw ce que 111. le MClréchal 'Vetit ,, (3) . Il Villeroy usò col Duca più grau riserva che non il Catinat: a Ch iari avanti il n<~1T1 ico ne chiese il parere sul da fa rsi trovandolo conformo al proprio, ed a comba tti mento finito elevò alle stelle il valore dimostrato da lui, il CJttalc aveva avuto un cavallo ucciso sotto di sè, ed il giustacorpo trapassa to dal le pa ile nemiche, nell'animare i soldati al difficile attacco dei trin ceramenti. ' Ma il Duca comprese che sbol.l ito il primo en tusiasmo, il Villeroy per " color·i n l' esi,to si contrtvrio all' asJJelta/Jiia m,relibe potuto gettarne la · colpa sopra cl'i lui (,i.) » . Infa tti etl i vedeva giusto, e se il Vill eroy avesse avuto tanta sagacia nel condurre le operazioni militari, quanta ne usò nel calunniare il Duca , per togliere da sè la responsahili fi dei I

\

I

(I) Lettere mi nistri. - Francia 2 agosto 1701. (Z} Lettere Min istri . - Francia 2 agosto. (3)

Le tte,·o

nel Pe le t.

(4) Le ttere Minisll'i. -

299

!<'l'ancia 22 settembro.

(I) Lette re del V,llc roy, ri portat o nel

J

PBL&t .

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300

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(

LA C AMPAGNA DEL

riprèndere Castelgoffredo. Figurarsi che chias;-;o ne fu fatto a Versailles; s'arrivò perfino a dire che il Duca tenea carteggio col principe Eugenio, e che ogni notte v'era un messo fidato che s'incaricava di scam. biare le lettere, e simili altre grulleri<~. Gli sto1~ici poi con una ccrt,'l rettorica si maravigliarono della natura singolare di questo principe, il quale m.entre esponevasi ai più grandi pericoli, eccitando le~ truppe al . combattnnen to, e mamfestando l'intenzione di coutinnare l'offensiva, facea voti per l'impera tore, e temeva del la riuscitn. Non par vero che scrittori di buon senso, e perfino il de Vanlt tanto sobrio in fatt<i di riflessioni, non s'accorgano dell'assurdità di questa proposizione. Le mire pofaiche del duca cli Savoia non consist<mrno nel favorire le parti degli imperiali, o cruelle dei francesi, ma nel curare gli int()ressi del proprie paese; ed in ciò, .checchè se no dica, egli esercitava non solo un diritto, ma il più sacro dei doveri . 'ranto peggio se l'assoluto mouarca della Francia non lo riconosceva . Egli tradueeva i•n atto i suoi intendimenti col desiderio d'ingrandirsi, e di impedire una huona volta che l'Italia fosse il campo cli battaglia rlegli interessi altrui. Costreu.o ad unire le proprie alle armi frnncesi, concorse lealmente ad assicurare loro ]11 vittoria nel con1battimento, poichè non riusci a farlo nei consigli. Se la sorte fu coulrada, la colpa non deve ascri versi a lui, ma alle titubanze del C;3tinat dap prima , cd nll 'improu titudini del Villeroy più tardi . I.l p1:iucipe Eugenio eonobbe sempre le idee degli alleati, per sagaeia d1 mente nel radunare gl'iudizi , pel servizio attivo ed intelligente della sua c.avallcria, pe_r la i<~ntezza clei movimenti dell'avversario, e per quel certo non so che di teatrale, di cui tali movimenti <~rano improutati. L'arri vo del Vil leroy gli fu annunciato dalle salve d'artiglieria, che furono sparate in suo onore (,t). A Chiari. il principe Eugenio ebbe qu~tt1:o giorni di te'!1po per prepararsi a ricevére l'attacco. L'impresa poi d, Cast<~lgoffredo abortì per le cattive disposizioni e pci· la poca risoluzione dei generali, che n'ebbero il comando, e non per la lettera del Duca, intercettata dalle scorrerie uemiche, e presa per pretesto a sospendere l'esegui mento della operazione. Doveano concorrere I O battaglioni e ,rn squadroni som ministrati dalla guarnigione di l\fantova, cl31l'eserciLo principa le, e perfino dalle trnppe ch'erano a Lecco cd a Vaprio. Ne cleri vò un andirivieni che durò vari giorn i, fatto senza solide ragioni,

(I) PoscriUo alla lettera dol principe Eugenio' all'imperatore, ìl2 agosto 1701. Feld:rii.ge des P. B.

E VITTORIO AM8DEO Il

'1701

301

pel quale si mise in sospetto il generale degl'imperiali, ai cui oc.chi Ca-:steJ,,offredo e Castiglione aveano ben altra importanza d·i c1uella che vi t;) annetteva iI Villeroy, dacché ad essi era affidata la sicurezza della sua ri-: tirata sull'Adige, e la regolarità dei suoi a ppro, igionamenti. Dùe corrieri spagnuoli spediti dal cam po francese al principe di Vaudemont, e caduti in mano al la caval leria imperiale, coll'annunciare la presenza di quèl personaggio in Mantova confermarono i sospetti venuti in mente al prineipe Eugenio, nel vedere le lunghe e complicate mosse dell'avversario. Una lettera del duca di Savoia, si trovò assieme a qudle della moglio del Vanrlcmont in mano ai secondo dei corrieri arres'. ati. Oramai essa era ben innocua; e del resto il Tessé, pcrchè ave::;se avuto vera men te vo- · glia di condune a fine la spedizione che gli era stata affidata, avrebbe potuto farlo , malgrado la lettera del Duca, tanto pi ù che le disposizioni erano state prese per un assedio e non per una sorpresa, e che il principe Eugmtio a vea accresciuto le guarnigioni di Castiglione e di Castelgoffredo di soli 4-00 uomini ripartiti tra i. due castelli. I sospetti del Villero y seminati sn quel foudo di diffidenze <;reato da una situazione oolitic~1 falsa, dir,dcro i loro frutti due anni dOJ)O nell'oltram•io vv fatto d~I re di Fraucin . . ·aJ suo alleato . H Duca però fino allora mantenne i. pani del tratiato che avea subìto, piuttostochè desiderato. Ai sospetti oppose il più freddo disdegno, e non curò nemmeno di difendersi dalle calunnie avanzate su di lui. Il suo esercito venne sul Mincio fortedi 7900 uomini e di 1220 <;avallì; e meritò pel suo aspetto le lodi entusiaste d<~i genera li francesi: dopo ln campagna dell'anno sul punto di tornare ai quartieri d'inverno rimanevano 3083 uomini e 79!1 cavalli . Questa è la più eloquente risposta ;1llc assurde calunnie. sparse sulla condona del Dncn . È possibile credere eh' egli offrisse i mezzi all'avversario per vincere, e consumare aud1e questi rimasugli·? V

,.

VI.

Mortificato dalla cattiva riusci la del combattimento éli Ch·iari, il Villeroy p~ssò dalla temeriti. all'ccces~iva prudenza , come spesso suole a(:caderc negli animi Jegger·i e pn>.suntuosi . R'itiril l'esercito qualche chiflomctro più addietro, e se M stette a meditare quale concetto avrebbe avuto di lui il re, s''il eut resté un soupçon, ch'egli avesse attaccato all'impazzata


302

LA CAMPAGNA DEL

1701

il nemico senza riconoscerne la posiziouc cd il numero, non che a con·· · siderare con qualche preoccupazione che un giorno o l'altro avrebbe pur dovuto ordiuarc la ritirata . In vece di r:i prendere l' o ffcnsiva con maggior intelligenza di quella spiegata prima del combattimento di Chiari tomò ad esaminare i I famoso dilemma che avca augil~tialo tan to il CatinaL: Doveasi guardare il Mi lanese od il Mantovano? E rnentre il capo titubava nell'adottare una decisione, l'e~crcito rimaneva inerte ad Urago. li duca di Savoia avca propo~to cli riprendere Castclgoffrctlo e Castiglione, ed appoggiandosi al )i::mtovano di minacciare le conmn·icazioui degli itnperiali col Tirolo. Non fu asroltato a cagionn dei sospeUi che s'elevavano contro cl i lui . T1iù tardi il re di Frauciil consigliò la Illcclesima operazione, cd allora il Villcroy si sentì ob-, bligato a tradurla in atto; m,, ln fece con disposizioni tanto meschine e lauto sleg.1tc, che, come vedemmo, l'impresa fall i. Il principe Euf!enio non potca neppnre c~so ritirarsi da Chiari senza co mpromcttel'C il suo eserci to, a cagione della vicinanza e della superiorità oumcrica clell'aY\'er~ario . Perciò rcstarulo fermo nel suo campo, spinse la cavalleria, ch'era attivissima ed arcl_itissima, ad i11fcsta1·c i dintomi del campo francese. Ogni gioruo un corriere, una scorta, ur1 convoglio, un drappello nemico erano sorpresi. . Le comnnica;,;ioni d.eil'eserci lo rraucese coi suoi depositi ceano intercettate. Un partito di caval leria imperiale spintosi oltre l'Adda gcuò il timore fino sol.Lo a ì\li lano; un altro arrivò fino sol.Lo Cremona. Lo stesso viceri: cli Mi lano fu ,1 un pelo cli 1:adere nelle rna,1i della cavalleria irnperiale. Ciò rec.·n-a non piccolo incomodo al vcttovaglinmento ucl campo dcJl'escn;iLo aìleato . Poi ve11.nero le pioggie, e le cose peggioravano; i soldati nncl,wano dilegminclosi a po' per volta per gli stenti, per le rnalauic · e per le diserzioni. Il momento di prendere l'o ffensiva era totalmente ·passato pel Vi lleroy; ora conveniva pensare a ritirnrsi dal ginepraio in cui e,glr era.si cacciato con un fìmn c alle gpalle, e cosi vici,10 al nemico . Allora il Vi lJcroy si n1111mentò del grado che vestivn il dnca di Savoia, e ,arebbe stato COlll,Cnlo d'affibbiargl i l'ordine della ritiratJl e la responsabili ti1 che ne veniva. Ma il Duca iutcrpcllato in proposito comprese il traocllo, e rispose evasiva mente: che egli conosceva le tristi condizioni dell'esercito piemontese, come il Villcroy rruelle ciel rimanente del!' eset'Cito; ma che si sarnbbe in tutto uniforma to ai voleri del re cl i Francia, i quali aspettava di conoscere dal generale francese. Allora il Vi lleroy [ìnalmcutc decise di ritirarsi dietro il risvolto che fa l'Oglio prima di gettarsi' nel Po: un'altra parte ~cl sno eser-

E VITTOH!O AMEDEO Il

303

cito si era chiusa in Mantova: il duca di Savoia considernndo la campagna come finita si ritirò colle ,me truppe decimate più da lle fatiche che dai corn batlimeuti. Ma la campagna non era fi nita, poichè il principe Eugenio vctluto l'esercito avversario diviso in due masse; uua delle quali appoggi:ita a Cremona, e !'n itra a Mantova, separate tra loro dall'Oglio e da quella zona di terreno che sta tra il Mincio ed il Po, e si chiaina il Se1;r.1glio, si gettò arditamente tra esse . Per riuscire a stabili rvisi rinnovò qu.elle mosse nrcl itc e 'rapide il cui succedersi avea cou fuso già la rner}te dc.I Catinat nei prin1i giorni, deJla carlipagua. l i Villeroy ne fn Hll CO r sorpr.eso; cedette colla mnggior inclifi'erenza i punti più importan ti del suo campo strategico, non sapendone giudicare il valMe, catlde nelle stesse incert<mc in cui era . . cad uto il Catinat, e mentre continuava ad inveire con tro l'ùi(édélité de M. de Savoye, il qunlc non ci potea proprio nn lla sulle congiunture presenti, vide il Tessé blocca to in '\'Tautova,e se stesso ohbliga to a rinch iudersi in Cremona, ove finalmente il principe Eugenie;, andò un paio di mesi dopo a . prenderlo prigionicrò, rendendo un immenso servizio ::illa !<'rancia , almeno a qu:rnto ne dissero le ca tti ve lingue di quei tempi.

VII.

Questa rapida corsa ci fa vedere quali tenaci legami vi sieno tra lo svolgimento di una campagna e lo stato sociale del paese cui appartiene l'esercito che lo comhaue. Nel principio del secolo xv11 gl i eserciti non erano nazionali , ma raccogliticci; eppure anche in essi. ~i manifesta quell'indizio di debolezza e di sfa~ciamento che tenne dietro al potente accl\ntramento di Luigi XIV. L'eserci to dell ' impératore non era molto migliore pc! reclutamento, ma era caduto iu mano d' un norn,o il <rualc av<~a raccolto l'eredi tà d'o11i'o cli Guglielmo d'Orauge contro la cupidigia cli Luigi XIV. Interprete dell'odio di tutta Europa contro le costui ambiziose mire, si va lse dell'Im pero come di nn punto d'appoggio per rovesciare la potenza a cui era giunto il rnonarca francese. In ciò sta il segreto clelhi sue vittorie, della fac ili tà con cui era secondato nei· .suoi pensieri, della chiareua uel suo concetto strategico. L'Impero

('\.....


304

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LA CAMPAGNA or,L

1701

i;; VITTOfUO AMEDEO u

gli dà scarsi m_ezz_i, ~a egli se ne valo per un solo scopo, il quale non perde mm cli vista, comunque muli la strada por arrivarvi. !<'orse lo studio P!ù particolareggiato dello mosse del principe in qtiesta campagna, ed _m quella clell'auuo successivo, che fu il corollario di questa, sare~bc ulil_e pur esso; e noi vedemlllo che, malgrado la :::car.sità dei mez_z,, le difficoltà del sistema d'.ipprovigionamento, il principe Eugen10 s~ppe smnpre tradurre in atto quel pen1,iero che parve un segreto d1 Napoleono, ed è vecchio come Ja guerra, di portare cioè lo sforzo massimo là dove è massima la debolezza dell'avversario. .

LIBRI E PERIODICI

Annt•nrio dntistico italiano. Anno I, 1878. Roma, . tipografia. Elzeviriana nel Ministero delle finanze,

C. F.

1878.

'

4

I·-- -~

Da qualrhe tempo si faceva ,;enlire il bisogno di una sintetica esposizione dei parziali risultati e dogi i effetti generai i ùelle nostre istituzioni, la quale dimostrasse lo stato reale della potenza_ civil ci del nostro Paese, cioè i suoi progressi, la co11sisten1.a e le condizioni delle sue forze produuive, gli clementi della ritcJie7,za nazionale, tuLlo quanto insomma riguarda lo sviluppo ecollomico; e ciò in modo concreto, nmnerico, comparativo, secon<lo che irnwgua la st.aListic.a, qu esta scicn1.a figlia e nel tempo stesso lume della moderna ci,•iltà. Ma il volere e le facoltà dei privati 1ton sarebbero mai bastate per condurre u term iuc una così impol"tante od ardua impresa. Però la <lirezionn genera le di statistica, passata al Ministero dell'interno dopo la soppressione di ituello dcll'agl'icoltnra, industria e commercio, avc11do compiute, 11011 senza gravi difficol t:\ , le sue ricerche statistiche di oltre qu indici anni di am111 iui,-trazione, ne ha compendiate le notizie in un breve ,olurne, stampato ora coi tipi elzeviriani, e l'offre al pubblico ,;tudioso di t~lc materia, a simigl ianza del Boarcl of' Trade, che presenta ogni anno al Purla rnento inglese iu un libro, in titolato Stati,.,;tù;al a/Jst;·act, quindici anni di statistica comparata. ' Gettando l'occhio soprn l'innurnercvoh• c1uantità di cifre raccolte nell'opera clic esarn inia mo, pare clte dd)ba :;marrirsi in un dedalo di astruse difficolt.i1; ma anche ln meno esperta aucnzionc basta a convincersi con facile annlisi, che le più importanti materie soggelle alle leggi economiche vi sono descritte con ordine cd esattezza, doti indispeusabi li in lavori di simile genere, che debbono illuminare la pubblica amministrazione cd i privati sui comuni interessi .


306

. . Crediamo utile.rip?rtare qui appresso l'indice delle materie di ,questa unportante pubbl1caz1one per darne un'idea più precisa: •I . Metcrcologia. · 2. Topografia, idrografia Ouviale, estensione delle coste marittime. 3. Popolazione, Cilnsimcnto, movimento dello stato civile, emigrazione. 4.. Istruzione pubblica e privata. 5. Giustizia civile e penaic. 6. Carceri . 7. Beneficenza. 8. Elezioni amministi'ative e politichi::. 9. Esercito. 10 . .Marina da guerra. • ' H. ìVIarina mercantile (personalp e materiale della stessa, costruzioni navali, hattel li armati per la pesca marittima, inforiuni marittimi). '12 . Navigazione dei porti del Regno. ·13. Commercio dell'rndia coll'estero. H . Banche d'emissione e altri istituti cli credito, casse di risparmio e socictil per azioni. · 15. Produzione agricola. •I 6. Be$tinme equino, bovino, ovino, suino. •17. Lavori pubbl ici (strad e ordinarie, poste, telegrafi e ferrovie). 18. FiMnze dello Stato. 19. Asse ecclesiastico . 20 . Finanze cornunali e provinciali. Questa specie d'inventario per dir così dei fatti concernenti lo sviluppo della vita della n.izione ci porge il rnì~zzo di conoscerla sotto l'aspc.Lto fi sico,. morale e soci:de, cosicchè dovrebbe esso far parte non s~lo della h1.bl1oteca degli economisti e statisti, ma di ogni colto ciuadrno, cl:e, sia per !)atrio ;lffctto, sia per governo dei suoi·aITari, voglia essere g1ustamr;n tù mfonnato come progredisèa la nazionale prosperit~. Jn tuia breve rassegna bibl iogn1fica dobbiamo però lim itarci a dare appena un saggio della utilità che può ricavare un paziente osservatore dalla gra n cop ia del le notizie statistiche che contiene ]' Annuario, il qt~ale fl diviso in due parti, precedute da una introduzione, in cui si sp iegano le rngioni dell'opera, i metod i seguiti e In fonti dove si atti.nsero _le verità, con un'appendice i11 ultimo, la quale comprende i risultati più recenti relativi al ·187G ccl alcuni aneli <~ al 11877. Ricaviamo inta nto dai molti dati riflettenti la climatologia nel dc1

30ì

E PER IODICI

LIBRI

.,,

cennio ,f 866-75 cl_1e la minima annuale dell e altezze barometriche ridotte a 0° cd al mare si ebbe a Pa lermo nel mese di marzo, e fu di mm. 735,6; la massima si osscnrò a Milano nel clicembn; del ·187,i e fu di mm. 780,2.. Per lo stesso periodo decennale si ha che le temperature mcdi<{ riuscirono più basse nei rnesi 'di. gennaio e nelle seguenti stazioni: Toriuo. 0,0 grad i centesirnali Alessandria 0,2 id. Casale 0,3 icl. Pavia 0,5 id, Mi lano . O,G id. città più fredde di altre situa te più a settentrione cli esse. Parirne({ti è eia nowrsi ·che le medie più ~levate sono riferibili ai mesi di luglio cd :ille seguenti stazioni. Catania . 2.7 ,•I centigradi Ancona . 2.6,,1. id. Reggio-Calabria 2.6,3 id. Jesi 26,•I id. Siriicusa . 26,0 id. Lasciando però ai cultori della meteorologia nn più minuto <~sam.e dei risultati relativi n questa sci0nza, sarà opportuno riportare qualche notizia intorno alln popok1zione, c1)11tro delle ricerche statistiche. L'Annnario offre i dati. riel censirneuto del 187 1, già noti, e del movirrrnnto dello stato civi le dal 186a nlJ.i fine elci ,1876, nonchè la statistica dell'emigrazione all'estero avYenntfl nel ·I 876 . Da essi 1.·ileviarn o che sopra 296,305 chilometri quadrati si avevano al 31 dicembre ·187·1, 26,80 1,HS!~ :ibit:mti ('1) . Importautis$im:i è la tavola dimostrativa clclla popolazione italiana 1

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1

1

(I) r.on trattato del 17 maggio 187:, fra l'Italia e la Svizzera fu stabilito che la linea di con fine che rlivicte il terri torio italiano da llo s·1inero (canton Ticino) alla così detta Alpe di Cravairolo debba lasciurn la cate na principa le del mon to alla parte Corno del Sole (Son,ienltorn) per scendere al ruscello JcJla ,·alle del · Cnnpo o seguendo la cresta secondal'ia detta Cresta Tremo lino raggiungere la catena pl'incira le al Pizzo del lago gelato. Con questo trattato h1 superficie del tcrritol'io è venuta ad avere la seguente estensione: Provincia di Nova1·a 6560,72 chi!. quadr. Piemonte . . . . 20286,20 ,. Halia.

. .

.

.

. 296322,91

»

Non v'è aumento di popolazione perchè quei lu ogh i sono disabitati. L'annuari o, cosi esatto in quasi tu tto lo altre ci fre, non tiene conto di queste ;ariazion i, già accuratamen te nota te nei ,llittheilm1yen di PsnnM, NN del 20 novembre 1876. Die new/ilhèrony der Jirde. (Nota della Direzione) .


I.JBRI 308 n~lle antiche divisioni politiche, dove appariva che nel 1770 era appeno di H,689,317, mentre nel 1875 ascese a.27,482,174, mercè un continuo aumento. Fatto tanto più de~uo di considerazione in quanto ctrn se 11~ cause durevoli di decadenza inlluiscono sopra una costante diminuzione di ahi. tanti, il maggior numero di essi per contro prova la maggior produzione., la quale è proporzionata .al grado di civi ltà. Ma un'idea anche più precisa dello sviluppo della potenza del nostro Stato :;i ha nel la statistica dell'esfircito e della marina, poichè tanto l'uno quanto l'altra i'n questi.ultimi tempi acquistarono nuova vita e solidità, e sono in via di progressivo incremento. · Infatti i provvidi effetti della legge 7 giugno '1875, la 11ua lc consacra i{ principio del servizi·o personale ohbligatorio per tutti i cittadini, ,daranno all'Italia, a rotazione completa, 1,980,000 uomini, eioè: Esercito permanente 550,000 Mi lizia mobile 240,000 1,190,000 Milizia· territorial(~ . Costituiscono l'Hsfn-ci to permanente: 8 c)ai;si con ferma permanente, ~l » di cavalleria con ferma temporauea, 8 o 9 classi delle altre armi, ,i. o 5 n di seeonda categoria. La milizia mobile: 3 o 4 classi di prima categoria, ,1. o 5 » di seconda categoria. La mi lizia territoriale: 4,1 classi che terminano la ferma permanent.e; 1O n di cavalleria ch:e terminano la ferma temporanea, 7 » delle altre armi id. ,t O » cli seconda categoria, 19 » di t<~rza categoria (gli attuali esentati definitivamente per motivi di famiglia). La forza dell'esercito <lai 1866 al 1876 subì le seguenti variazioni:

309

E PERIODICI

I

Anni

.Al1 30 s.ettembra 1866 1868 1869 ,1870 187•1 1872 · 1873 1874 1875 '1876 )) ))

))

))

})

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))

})

))

I

Sotto

rn congeé!o

385,2.81199,530 ·152,,,(02 320,885 ·169,980 457,285 175,491 i( 76,766 it 53,693 14:9,6,15

9/i.,9(1.0 300 ,.587 367,957 184-,084 351,989 509,94-5 562,023 646,945 7'23,053 73!~,645

I~~ - - - 1

1

illimitalo

1

Tòtale

'

fi,80 ,22:~ 500,H7 520,059 504.,969 52·1,969 667,230 737,5H 823,68·1 876,74,6 88.i,260

Al. 30 settemhra 1877 si avevano, fra l'eserci to permanente e milizia mobi le, descri Lti nei ruoli mi litari, 949,94-0 uomini, di cui: 65!),615 nell'esercito permanente, 260,325 nella milizia mobile, A qucsLi ~rn, 940 aggiui1gando i 290,5·13 già ascritti alla milizia territoria le ed i 2167 uffìcia li di risena, si aveva in quel giorno la cifra totale di 1,2'1'.2,620 uomini.' Dalla storia della formazione dell'eserci to italiano dalla sua costituzione a! 30 s1Htem bre 1875 rileviamo i seguenti dati: All'epoca delle annessioni delle varia provincie italiane l'esercito sardo contava uomini 111,201 Si ebbero qui ndi gli aumenti ctrn seguono: Lombardi dalle classi obbligate ancorn al. serv izio re-' sti tniti dall'Austria 37,476 Eserci Lo dell'Emilia 3,1,521 E$tWci to toscano . 20,455 Eserc'ito napolet~no 60,·159 Esercito meridionale . 1,955 CJcc.:atori del Teyerc 1,6•13 UfFici~li nominati posteriormente alle :rnnessioui 3,:376 U!Ticiali in uspettati i'a riamrrwssi in servizio non computa ti nel la forza totale . 230 Sold~ti sbandati napoletani dnllc antiche quattro classi 2,709 · Prodotto delle bvc operate dopo le annessioni . 1,30!~, 988

Da riportare A:<NO

I>

xx,n.

VOI.. Ili.

· 1,575,683 21


310

LlBrn

8 PF:nlOD ICJ

lliporto Uomini provenienti da arruolamento voloutario Arrnolati volontari di uu anno . Soldati veneti provenienti d:dle lern austriache Disertori costituitisi od arre5tati Uomi11i avuti dai co1'pi della marina Uomini congJdati e riammessi iu ~ervizio Uffici11li della mi liiia mobile Ufli cia li di eornplomento UITiciali di risena

1,575,683 31,67.i

Totale

,1,68ti.,:rn~

G,!ì92 30,383 33,[ì08 ·1 ,!}87

,134:l,099 /1!)4

1,8,iO

Lo diminuiioni lot.nli chr si avvcrnrouo nell'esercito dallr• .111m:ssioni al ao settem bre ,I875, sia pcl conting,mte pas~a to ali.i Francia dopo la cessio1ll' cli ~izza <' Sa mia, sia p~ ·hè cong'dati p~r line di rr•rma, per ra;;~eg11a, disPrzione, collocamenti a riposo, 1·ifor1na, ecc. , amrnontarouo a 798, ·189 . Del ·I ,30'1.,988 di uomini che per effetto dPl!a leHt passarm~o per J'escrtito, 696,012 erano ascritti alla prima ('al1'goria e G08,97(i nll:i seconda; siccl1èl « alnicno l[Ut'i 696 111i ln uorn i11i di prima cntegoria, (sono parole lùstnali dcll'A111wario) furono re,Liluiti all · loro famiglie dopo avere percorso l'Italia in vari s:•11:;i, ecl e~,;ere stati in grado cli apprcnclel'c nlla pichi rnstichc, dall e quali i più tra c::;si era110 pc1'veuu1i. co,;tu111 i meno rozzi cli quelli che vi conobbcrv e seutim.mli più nobili n generosi » . Il capitolQ che t1·.1lln J ella sln tigtic11 clella m,uiua offrn r111anto vi è di più utile a sap"r::;i intorno all'importanza degli stahilim(•nti; allo stato delle opc•re di rnstl'uziouc e cli riorcl ina111t•nto drgli arscua li, dei caulicri , r·c-r ., compiute lino al 1187G; ,11la cnpacità di prnduziot1t: di detti stabili111cnti; ai mezzi cli Jarnro; al 1ia, i~lio da guerra; al persona le della 11rnri1t,l. Nel 187G l'Ilali:1 contava 66 ua,·i; cioè: 18 di comhattimcn to corazza!P cou I :rn ca11uoni, 58,881 carnlli effetti, i, e 97,3\.2 tounellaLe di complc::;si,o dislocamento; rn nuvi fl t!l' crociere e olar.ioni, con ·1 :!2 cannoni, 1·1,fi.09 ('avalli e 22,779 toui'wllate di capaci ti,; 10 avvisi con 31 cannoni, "2,8}7 ca\'alli, 9,6.23 tonnellate; 6 trasporti cou 30 cannoni, 6,228 cnvalli, 13,0H tonnellaw; 11 rimorchia tori con H cannoni, 3,:338 cavalli, 3,875 tonnellate; 2 cisterne piroscari ad elica con 360 cavalli, 484- tuui1ellate. 1

1

1

311

u r \rsonale d \Ila mwin:i <'onta ,i.70 uffiriali di ,as<:illlo, 50 elci ga~io navale, 8t del co 1·ro gnn it.ario, 90 della fanter ia marinn, 22fi. dr.1 commissariato, 61- tlei m;H·chinisti, n rlelln maggiorit:, e '28 nfnciali d':ir:;enali . JI rflrpo r.,ale rr1uipa~~i è di 8,21 :3 uomi11i sollo le_ ~rmi e '2 1,3H _in Cl}nrreclo illimi tut.o, r la fnnwrin 111:irin;i 4 ,!Ut uo111 11ll -sollo In arrn1 o 2,:372 in rongcdo illimitato. Confol'tanti sono i dati ,;ulla nostra marina nrnrc~rntilc•, i quali ri dimo,;trauo il suo progressivo s,·iluppo e come il matcrinle, trn111w il co111'ro11.to colIn Gran .R rcllagnn , ;;ia fra i più rispNtahili in Europa . X~l 186:; si rnntavanu 1\.9,06:3 uomini iscritti nri ruoli della ganlo di mare; alla fi 1w tir,] ·I 876, e)i llli nato ogni incremento rlovuto a maggiore e~lPnsio1w te1Tiloria lll, erano ':208,6::l l. . I ba:;timenti a ,·ria uel I860 rappres?ntaYano <'omples~1Yanwnte In capaciti di 6o6 , I Oz tor111cl lnte; nr l ·1876, tnnu to conto a parte _dei li_t~ torali vP11t'to e romano, <'rano 98:3,MS to11ncllate, ,. comp1·1•s1 lull1 1 p:ll'li drl regno i b:istinwnti a , (•la cli proprietà di nrmato1 i nazionali avevano la stnwllira di ·1,020 ,~83 tonnellal(!. Nel ·I 8Cii> si coniavano 9:i ha$li 111cnli a vapore di 22, ·1:i;s ton11ellaL 0 ; nel I 8i6 erano I :J~> Yapori di oi ,:v~ I tomwllatc, scuzn quelli inscritLi nel compartim 1mto nMlo n romano; e H .2 vn pJri ili 57,88 1 tonnellate in tutti i porti del regno . La imnwnsa i111portanza, l'inn1•meuto dato alle romuai~·azioni.' fattori del commercio, 1lella potenza 1n ili tare rlcl benessr,1·r soc1nl e, mmlln da quc•tc poche cifre clrn to~liamo d,1~Ja st·1 ti~lic~t 1l1·i l~Yori p11b~1~ici. Nel 1861 esisti'\ ano appena 206 I chilonwtn d, fprrone, nel I 8 1, ve ne craiio 8185. L'im porto d,•i lavori di costru1.io11:• e (L·I mntc·rialc di dotaiionr per lo strade ferrate in Pscrcizio al 1 gennaio 1877 ammontarono a 2,392, 131 ,300 ; :;;pe,a i cni frntti -;on u g1'a11 lnuga su pr:riori al su? valorr.. \ cll_c sta~ tistich e ngraric è riportalo il censimento g,•iwralc <lei ca,all 1 e de, 11111'1 fatto in b:1se nlln lp·~gc del 1° ottohrc I 8i:l 1wlla notte dal 9 al 1O geunaio ·1876 , e pubblicalo 1wll'mnw :,;tes;;o. Da taln censimento r ilc,asi clw iu tutto il regno, fra cavalli, CaYa llc, puledri e puled1'1' se nr hanuo (ì:jj,;i-H . Il Hn111 cro total ll dei muli è di 2.93,868 . Il movimf'nto dc,lle lì11n11zc è ti i viso iu due periodi: Dal 1861 al 18ì0 le entrale nmmontano a 10,0:ì+,660,029 ,, ·1871 al ,1875 7,,~02,,\76,!lOi nel 1876 ,1,:Hi9, 708,579 Totale .

18,826,8\.5,509


312

E PERIODICI

LlBfll

Le spes:J p:Jl Ministero della guerra dal 1861 al 1870 furono. . . . . . . . 2,330,239,65·1 da I 18.11 al '1875 882,4'],t ,512 nel 1876 192,,J 34 ,256

Totale . Le spese sotto il titolo iffin·istero della 111.arina ascesero dal 18(:i'l al 1870 a dal 1871 al 1871> nel 1876 Totale .

3,404,8/~fj,41 9

509,ç),\9,56;'2 ·171,'188,530 36,2.i\.4,203 7,17, 382,295

li parallelo fra i dati forn iti dai due censimenti del 1186 11 e del ,f871 ci dimostrano il progr~sso dcll'i:;truzionc eletnentara in quesLo periodo deccnna_le, progresso lcuto e non abbastanza aotcvoie , ma che per altro avanzer,1 spedito pel nuovo impulso comunicatogl i colla le;;7c 15 luglio rn~1. e.ho ~anci3ce l"istrniionu obbiiga toria. Molte rd!rn irnp~rtanti,stmc not1zrn potrebbero e:;;s_erc condensate in <rucsta bibliografia, ma più cli qua_lunquc accurato riassunto dei principali ri$ultati, {{o va anche una rapida scor3a délll'Annn;ir·io ste3::;o. ·

Ln f!'alle d'1i11sta e in s 1.e111 !l'e1•1n~v5,e, p::r no:u. - Riclla, Amosso, ,J 8ì8 . .

GmsEPf>lJ1

Co-

. ~ ~m' elegant~ rnonogralb, o m3glio nu fo,cicolo di qnat!ordici lcLliJrci rndmzzate a S. E. i! MinisLro Zanarclelli, scr·iLtc con !mo, con affot! '.> pei ~ald.ost~n1 .~ coi~. g}nst.i ~-ri teri. de'. foro vantaggi economici. v è pure r1po 1.ta ta quulla cu S. M. 1! Re 111 risposta all'indirizzo pr,!sentato•rli dal Comitato promoLOr't: d311a ferrov ia .lv rea -Aosta . il 1 . ~on manca11 >es:;e di v:ivaci dc.:;i;rizioni cblla'pittorcsca vall :.l, eh iusa dallo ptu nrne, \030 . cd .alu. m '.rntagn ri dell'Europa, alle cpn li sovr;:istano le eterne vette dt gh,arc10 del Monte Bianco, del .Rosa, del Cervino, cd ir·

313

rigJta dalle copios3 acque della D:ira Balt'.:J, arricc:hita dai tributi dei suoi consid~rcvoli afllncnti. l'fo la parte storica venne tralasciat~ p3r illustrare c:m un;:i forma scorrevole e fam igliare l'antica rlimora rb Sala~si, dove, scacciatili, si posarono le aqui le roman e, recando ad Aosta il nome cJP,ll'erede di Cesarr. e con ciò i monumenti, la vita, il vigore del giovine impero ; delle quali cose fanno tuttora fede gli ::ivanzi delle vie, i ponti, gli archi ·di trionfo in quei remoti tempi ivi costrutti. Ma l'ant~rè si difT,)rulc :issai più ncll'cnnmcrare le risorse naturali della v,.rlle di Aos:a, ricca di minerali, di acque ,:;alobri, di forza motrice, di tutto ciò chr. pu9 prod une un vero in ton:ssc sc.icnlifico ed uno splendido avvenire economico per il pncse; e si giov,1 di tutta questa nrgornentar.ione per dimosLrarn l'uti li t'i di una ferrovia, che p0rti nella culla del dominio di casa §avoi.:i in Jtalia i fru tti dell'odierna civilt11, cioè lo sviluppo della pi·ocluzion:), lo industrie, il commnrcio. Però a tutte cinasté) considerazioni sono da aggiungerne nitre rl'imporianza più ganeralc, poichè n,H1 i: il solo bi~ogno di prospcritì ed il parziale bcne,<;e1-..i di ipiella r.:)gionil che p:mono motivara gl i ainti del governo pal cornpim?.nlo dclb aspirazion i dni Valdostan i; ma ben anc:i la necessit:i di p1-;ivved:ire·all:1 dire,,1 cl}I Regno, alla q1rnle tanto si presta par la sua siLuazionnstratcgiea quella diffìci lc ,•a !lo, in cu i p:ico rnancò non ancfa;;s3 a vnoto il piano dal gran capitano rn:I 1800. Solcata da lla Dor.:i che :ipre i colli del grande e del piccolo S. Bernardo, crimunicanclo cosi coll'a lto Hodano e con l:i S:1voia, vedrebbe accresciute le Slle pro;iriet::t difcnsi VJ, s~ fo5s'.l uni tJ p,ir m:)z·~o di una forrovia alla piazza d' Ivrea, ch i:in dC\lla strada di Torino e di Milano, e quindi alla base delle operazioni con tro le inv11sioni occidnntali.• J;im;)orta rm rni li taril di q,1il:;to trJnco ferroviario da costruirsi è accenmta in finccbll'opuscolo n::l!la raccolla intitolata Ultime notiz·ie, dove si fa vedere l'enorme vantag5io per, nn cMpo di truppa operante nclia vallata, sia p()r la rapidit:t d?,i suoi movimenti, sia peratLingere ri,orse. Due tavole in cui sono ria,snnti alcuni cJ3ti circ:1 la situar.ione lìnamiaria della strada ferrata di c:.1.i si tra tta, ed nu piano nl la scala di ·1:500 ,000 <le.Ha ~al le d'Aost), coi tl'acciati dei profptli ferroviari, c:irredano l'interessn n te fascicolo.


314

r,rnm

IJ5,e EHtwickelieng de•· TnT,tak seit de,n Rr~ege 1'on -1810-71, ( I'ro,r;resso della tattica dopo la ,r;iterra

det 1.870- 71) del maggiore A. V. DoausLA,vsm, Vol. III (I).

Il terzo volurn'.l comineia con la tattica dell'artiglieria in ·èontinua:'.ionc rlel l'argomcnto rima:;to intarrono alla fine del secoudo. Nel verificare i progressi tecn ici compiuti iu qu r~st'arma d01w il ,1859 presso tutti gli eserciti , l'autore si compiàtc di trovare auche qui l'esercito tedesco al sommo, e confida che vi rimarr:tancora lungo t.elìlpo, quantunr1u0 lo preoccupi alrruanto la maggiore rlotazioue cli bocche da fuoco dell'esen:ito f'rnncese . Auc;hr~ la Germania ha accresciuto il numero delle sue J:iauerie, ma no n nelle ::-tesse proporzioni che la Francia; questa ha fauo il passo più lungo, egli lo indica; a chi sta iu al to spetta rii stud iare i mezzi per para lizzare codesta supcrioriti1. I concetti manifestat i relatmnnente all"impiego ofl"crnsi,,o e clil'cnsivo dell'artiglieria combinano in ge,ieralc con quegli degl i altri scrittori, cl_rn_ si occuparono parti~olarmcntH della medesima. Vi Jia però questa ddlerenza, clic rn crntre dimostra cornpetcma uguale,'.non è punto animato da qu el sentimento (li esclusione, che in quelli non di rado s'incontra . La sua op inione ri~petto all'impiego elci tiro a shra pnel merita d'essere ril'erita . Egli , senz.'I c:;sere pessirn istn, è ben lontano dal far causa comune con quelli ehe se ne riprom ettouo effetti rncr<ivigliosi; ammette ehe qnest.o tiro possiede di sua natura molta incertezza, e spera che contrilmirà assai a renderlo vaut:iggioso la bontà del pez7,o, che è di strnordinaria pracisione; cosicchè si può attendàe con fiducia l'espr:rirnen lo che se ll'.l for;1 in una prossima guerra. La distribuzione clell"artiglieria nel corpo cl 'armata è discussa e risoluta 11(~1 senso della trip~rtizionc; cioè dnlla co nservnzione dell'artigl ieri,l di corpo, che alcun, vorrebbero abolì La. Egli si mostra pure contrario alla for mazione delle riser~·e d' armat~; ma ormai (fl.leste riserve non contano più nessun partigiano, e sarcbbH il caso di non più discorrer1rn. Una que3tione che preoccupa l'a uLore, e sulla qua le ritorna più cli una voha_è;_ se l'at_'tigl ieria debba ritenersi come arma pri ncipale, oppure a~is1harw. Ezl1 so5Liene come la fant eria sola meriti questo appellativo di arma prineipnle. Ed ha ragione, perchè se lo si rlil all'a rtiglieria, (1) \"cùi 11ivista militare, d ispense di gmnaio e di luglio 167$.

E PEIUO,HC!

3fo

non lo si potrit oeg:irc alla cavalleria, e così t.ulte le anni c:ombattenti saranno principali, ne:-suna am;ilinrìa .,Sarebbc però il caso cli eliminare queste clenoininazioui ch e non esprimono nessun concetto chiaro . Chi se ne intende sa qunnto ,·rilorc ahbiano certe espressioni, e come non rimane pe1' nul la diminuita l'irnport.anza rlell'artiglieria quando la si clic:i arma au,;iliaria. Quelli t he fann o tale .clistiuzioue difficilmente potrebbero mNter,-i d'acco rdo sugli attriJJL1ti di uu'o rma dell'uua e dell'altra specie. t e propriek=t delle tre armi sono cliffìcilmeute rra loro paragona bili per dedurne la conseguenza dnll;1 priorità . Se è vero e;lic la fanteria cl:t il tono, e il campo cli battaglia è scelto più in rapporto ad essi\ che nllc altre armi, non ii men vero, che in C;)rti mom enti del combauime1ùo l'artiglieria e la tavalleria sostengono l'uffì c:io principale, e cias<;una a· sua volta mostni maggior effi cacia che le altre armi nel conseguimento del lo scopo tat.tico rnolllcntaneo. Considerati qne:-ti momeoti :solata mente, n::ssuno potrebbe negare che arl es$e sp::tti l'attributo di _prineipa lc. Pure è da o~senare,.che quesla maggiore ef'fìnieia non è portato csclu::;ivo tl1Jlle loro proprieti1, ma è anche nn po' il riflesso della pt·~senw cbllc .:iltn:: nrm i. L:1 veriti sta in qn!l»to, ch e per il consPguimculo dello scopo finale, per la Yittoria tal!ic.i, tntte sono necessarie; ma il voler d0t1m11inare in qua le rnisnra cia~cuna vi cooper·i, è assunto inntil:l e praticam ente impos~ibile. Il capi tolo clic s:Jgu P- t1\1tta cbi servizi cli sicurezza, di e~plorazionc e cli marcia. ll servizio di avanscoperta non è_compreso. Non si pu:> in nessun modo approvare che l'autorn abhia scelto cl i trnttnrc tali argomenti in questo luogo, com~ p:irl~ integrnnte cl~lla tattica. Ordinariamente gli autori tecl e:,chi ne formo insiem e allo svolgimento del combattimento una parie »eporata, cui <fanno il nome di. tattica applicata . Si è visto che tale divi:;ir.ne dolla oJateria nll' autorn non piace; ma non pare ch e questa che vicuc da lui sostituita sia migliorn, uè più logica, e eerta ,uenle 11011 con,uoun c:,n la definizione da lui data di questa parto deJla tattica. Un es'.lme anche superficiale della questione ci dimostra che l,1 ta tlic:1 entra in que5ti servizi, solo in qnanto lo truppe che li <;0111 piono clebbouo conservare seconclo i casi nrnggiorc o minore atti tudine al comhattimeuto; ma essa non è punto ragolatrice dei medesim i, nè le trupp:i che li compiono si pos5ono considerarù siccome mezzo tatLico, nè gli sco pi che si vogliono consegu irn sono scopi lat.Lic1. Fra l.'orgnuica, che in pace prepara e congerva i mezzi d'azione, o la tattic:1 che li adop3ra sul campo di ballaglia, funziona la logisLica, che provvede alla loro con:;crvazio1Je sino al momen to in cui vengono impiegati . Quesii adunque sono servizi logistici, e solo diffc-


LIOR!

· riscono dagli .altri della stessa natura per il fatto che sono compiuti dalle tnq~pe mvecc che da personale apposito. , Segue 11 su1~to di gran tattica, promess~ dall'autore sul principio <lei] ~per~, e dobbiamo confessare che questo studio per rruan to esatto e c:>scicnzioso, non è stato conforme alla nostra aspettazione: E , ui è ancora, 1 come nel caso _precedente, non è questione di paroh, ma di principii. . La gr:an tattica ha caratteri e limiti ben definiti; ~cienza p{1ra rncnte spe_culat1va, ess~ form~ la i principii direttivi della battaglia cleduc1mdol,1 da. uua sern1 meditazione dei fotti. I nrnzii cl' azione intcrnssano lo . st\,d~o della gran tattica solo in quanto essi servono a traclurr,: il P!'mc,pw nel campo dei fou i. Ia combinazione delle armi al l'iucon!ro riguarda ancor~ l' impi~go. dei mezzi cl' azione, e direttamente dipen~ente da quest,, e variabile col loro modifìcarsi . Leviamo il fucile ed 11 cannone, e sostituiamovi altre armi, non si altererù solamente Ja tattica delle singole armi, ma ezianclio il metodo del loro coìle"am<•nto ·1 l " , ' .1 <[lJa e, come ben dice l'autore, non trova già piena soluzione nella mescolanza .di piccole frazioni o di grandi masse, ma s'appoggia sulla perfetta conoseenza delle propriet:1 del modo di combaltcre e dei limiti di effic11cia delle varie armi. L'impiego combinato del le armi è adunr1ue ancora parte i~tregranlc della tattica, di_quell:i tattica appllnto che Napoleone disse doversi modificare ogni decennio; nel volerla confondere, eorne ra l'alltore, con la gran tattica, si commette lo stesso errore che confondere la strate.gia c::m la logistica o con la fortificazion e. E questo dici umo cli proposito, poieh è si ~a essere comune abitudine cl' indica re col nome di operazioni strategiche i movimenti delle armate; questi però non sono tal i nella loro intriuseca natura, ma solo in. q~ianto ~3si incarnano il pensiero strategico, ,~so·uo CJlrnsto a~peuo p~o t'llenel'SJ egualmente corue operazione strategica l'cre1.ionc d1 una piazza forte. Non possiamo aclunque in nessun modo accettare la séntem;a dell'au tore che il co llegamento delle tre anni clebbasi ritenere come « la quintessc~·,z~ cl.ella gran tattie~ ». Non si riesce però a comprendere come egh sras1 attenuto a quesLo modo di vedere dopo cli averlo disapprovato nel precedente volnme, osservando contro al medesimo, che « si possono citare molti ·tasi di combntti menti sostenuti da una « parte con due arm i od anche con una sola, i quali non potreblrero « m a!cnn modo essere considr.rati siccome atti di piccola tattica » . Aggiungasi ancora che la definizione data della gran tattica ( 1) uon (I) Vedi ll!vista militare, Di,pcnsc citJtc.

E PE!HODIC!

317

ri3pondcrcbb::: pi«ì c:mtrn1enttl alla natura della materia traLLaLn; irnp)rocchè quantunque il c:ille1pmcnto delle armi possa e$erciLare grande influenza su lla disposizione e condoua del combattimento, 11011 se ne deve perci ò trarre lo conseguenza che disposizione e condoua sianò · la rnede~irna co:;a; anzi e pogsibile che i1t çomhattirnento esoguito in modo inappuntabile rispntto al collegamento, si perda lult.wia per de11 cicnzo. o vizio ncll'applicazfone di quei principii che la sola gran tattic.'I insegna . Nell'appendice intorno alla · guerra · russo- turca il metodo ten uto nnllo svolgimento è idilntico ;i quello della prima parte in cni si è trattato delln guerra f'ran c:o-prussiana . Precede la succinta esposizione dei fatti e seguono le os.;ervazioni critiche sui medesimi. L'argom en to 11 011 presenta certamente le stesse grandiose aurauive; ma l'esposizione non èi pi:H' questo mano interessante, nè meno profontle sono In considernioni di carauere tattico e strategico che risultano ·dall'esame dei fott i. Ccr:amente non poche o.è lievi devono esgcre state le diffìc3Jt:,1 che l'antorn ho dovuto superare a fine cli non ess!m; tratto in errore ncll'esnme 'cli avvenimenti ancora os'cu ri con tanta p:rnuria di clocumon ti. Per la qualcosa più grnnde ancora ò il merito che gli si dcye attri buire. Non ,;empre l'incertezza si potè pienamente vincnrn ( 1) ; pur tuttavia ora che i fatti si conoscono con csatLczz'.l alquau to mag5iore, troYiamo t he se pure riman:} qualche co3a da ag3iun3crc p'.!r ei:i ch e si riferi:,cc' all'esposizione, nul la vi è da muta re. intorno (llia prncisione dei giudizi e alfa giuslezza delle osservazioni. Lo studio è prnceduto da uno sguardo generale sulla situazione degli eserciti belligeranti e su l teatro d'opcrazioni in Europa; e si può CO!lsiclerar,) diviso in trn parti: 1

(l j l'icliaunc,o cli P!crna del 10 s cltcmbrc r.,utorc si lngna, che i rapporti da lui co11s11lt.: ti 11011 tli )'er·nwttouo lii seguire con clli ,11·t•1.,.a l'oper~to dei Ru ssi com ondati da Skvl>cldf sull'ala si nistr.r, che rcr· la laWca è for:;e uno d<'i punti prù inl<'rcssauli di tu tta la Cdmpu,na . • J\0:1 si può cnmpr,•nclcr chinro ~, egli dice, • SCSkobelcffavc1·a u na p ane d,·llc sue tru ppe :, sinis11·.1 o a d ~s11·a de l Tuccnitsa. Più innanzi il ra ppo, to ri f.irisc,, c he le colonne c1·assalto do,·cttcro attra,·ers,1re il riro. Qu~I ri,·o ? ~ Abbiamo ccr · caro ,,l i risl'lriara,·c q uesti llobbi, e secondo i:l ti'l clocumenli consul1.a 1i, I~ lt·uppc di Skoh<'I.-IT si s:,rclJ'>cro ~lfd1i1·a mcnt o trO\'atc tutte s ulla s inistra del Tuccni1sa; nn è assai proh,1hilc che qualche rr.11.ione ahbi;i paòs,, , o il fiume pe,· ma ntènere il coll~samcnto con lè truppe cli J.:rOt.lc ncr ,1 BaJ SCl'O. li ruscel lo, che le colonne d'assallo do·:cttero atlr1n·ers•• r4..', ù ;1ssai probobilmc11tcun co11011cntc t)clla C()rniolk.:1, ehc scorre da est "d o,·cst. o St•p.11·:, I,, allul'C di Dr,·sto,,cts ,!a lla Mo 1w1gna Verde. In grazia <l i questo rusrello fvrsc r' us:·i a:;c1·olc a Skob,•lclf di tcnPre le sue riscn·c pronte o al coperto in 1·icina111.a deJ tuogo do\'c fut'ono f'O!-cia con ttrnto s11CCPSSO impiegate . {\"t•ggi.1si In carta dei (liu• torni <li l'!cwna J ,10:1,0:0 pubblicata <lalla trivisla mili lare nella t.lis11cnsa di lu.;lio).


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LIBIU

La prima part!} comprende uno sguardo agli nv\'enimenti sul teatro europeo dal 23 aprile al 30 lugl io; la battagl ia di P lcvna del 30 luglio. La secondn r:irte riguarda gl i avvrmimunti dal 4° agosto al 7 settembri~, la lotta attorno a P levna da l 7 al ·13 settembre, gli avvenimenti Gno al •f O dicend,rc. La tern parte cc1111prenile la bauaglia del ·I 5 ottobre presso il monte Alldsc ha nell'Armenia. Vi considerazion i in proposito si possono riassumere nd segucllte modo: La ranteria delle due parti si è battuta con cgmile valore; quella turca quasi sempre dietro ll'i nce ran1en ti con buche da tiratori dinanzi d1c consentivano l' illlpicgo cli pi ù linee di fu oco, nttcndeYa impassibile il nemico sino a br<wi dis1auze e lo fulmi nava . l a base della dii'esa di PJerna consisten, speci:ilmentc uel ruoro cli fu cileria. La fa11teria russt1, form11ta in battriglioni di cinque compagnie, si aranza va in _colonne rli com ragnia coperte da una tompagnia in ord inc spar~o . C\on sempre però questa roro,nioue si conservò intatta , e l'autore ilot:1 in più luoghi lo scioglier::.i delle truppe in lince di sto1-mi, e il mescolarsi dei rip11rti, rrecisa mente cornc avvPT111H dclln fau teria u~dasca nel 11870-71. La ritirata dei Russi dalle ridotte coHquislate t1l sud di Plcvnn, avvenuttl il U settembre p:ir effetto dei ripetuti assalti dei Turchi, dovrebbe soonn inibtrare argomento di seria rn cditnzionc ai sosteuitori delle truppe scelte, i qual i vedono solwnto i vantaggi che queste arrecano non il danno che soffre la m11s;a. Ma l'anwrc non ue fa cenno. l più rili furono i primi a fuggirè, dice il rapporto, poco appres:so la massa tenn o loro dietro; rimasero solo pochi va loro~i. Se qne:;ti fossero swti in nu lll(lro nwgg:or~ chi puù dire s:J 111 m:is$a sarebbe egnalnrnnte fu ggitu ? La cava lleria nel servizio cli ava11scopcrta uo11 diede grand i risult.:iti. Tfmulo conto del teatro cl'operniouc, qu:llla dei Russi era troppa , qur:lla dei Turchi poca . L(I cavalleri(I 1·us:;a ebbe oc:ca:;ionc cli uppiedar~i pi i, volt:) ccl in nuru ero con:sidcrcvol3 nei din torni di Plevnt1 e alla bauagl ia di rnontn Aladsclta. E5sa seppe servir:;i del fuoco con molta parizia cd anch 3 con ~uccc~~o. Questo irn piego speciale della ca valleria meriter,Jbbél d ' c~~Ct'Q aecural:Hnnnte studia to; imperocchil cr-.)dinmo ch D.;iono in error-e ,p1clli che ammcuono che la cavalleria nel s::rvirsi dal rnoc'.l debhJ prendere ad esempio la fan teria e stndiàrsi di imi tarla. Al'.a bau:iglia di mont,: Aladscha la cavalleria ru::-sa cooperò potentemente al pieno succe.;so mediante l'inseguimento.

E PJ:: 11 IODICI

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L'artiglieria russa si mostrò .assai debole di fronte ai tri ncernmenti. Per rptesto motivo si dovntt'l ricorrnre all'impiego dei pazzi cl'asscdi. o nella lotta attorno a Plevna dal 7 al '12 seuembre, la qual e tuttavia non ebbe per i flussi esito favorevole. Nell'impiego cli ques~'arma i R.us.si approfìtt11rono clell'e;;p)1'icnza della gncrra del ·1870- 7 11 e se no :;erv1rono abilmente .11cll'inizi11r·c il cornbatti rneuto e nel preparare la decisio~e. Gli effetti non furono però rp1a li ,i desidcrnvano, e si sarebbero certamente ottenuti con al'Liglierin cli maggior potenza . Per <.;Ontrobilanciare la crnsciutl in fluenza cl1!1le posizioni ralYorzat.e, si dovr:1 per lo avveui1·e rendere più mobili i parchi d'as,edio per averl i pi ù pron tamente rlisponibil i. L'autor,1 poi non ritienr~ ehe sia fuori d'ogni possibili t11 · il caso che, pélr ottcnel'e maggiori effotti contro lo trnppc coperte, si debba introdu,·re nnova men te l'obice nei pcz7,i cli campagna. Nella costruzione di op::re in tr:rra i Turchi mo,:trarono abi liti grandissima. Le open~ attorno Plevna erano oltrcmod'.1 so lide, o particolari prec:Htzioni erano state prese contro lo scoppio. del.l e gr~n~te. Si costftlssero tra ver:;e inca vate p:w raccogliervi i pcw, r, postigli. e passaggi coperti per dar srogo ai tiratori che dovev:rn.o far ru.oco dal fo,,so n da lle buche innanzi al medesi mo. Gli ing.:gner1 turchi rn brevi:,simo tempo compirono in quel luogo un'opera clrn Lorna loro grancfosirno onore. I Rnssi difettavano in principio ~l i truppe e eh ufficiali del genio. Nell'att(lcco delle ridoue 11 sud cli Plevna (8 S!~Ltcrnbre) si trovavano colla truppe comandato eia Skobelcff g?fi ~ren-: tacinrpw zappatori e nessun 11fliciale. L:l fanteria non era J?rn1ta cli vaughe; i soldati avevano solo delle gravine, che per l'eccess1v? peso presto g;)tt'.lrono via. ln alcun i pu11ti si dovette scavare con gh strnmenti da cucin:i. ' Nella cond olta tattica en ori ve ne furono da ogni parte. mi auacc.hi dei Russi contro Plcvna furono scmprn fatti cJn forza insurJiciente ccl egualmente distribu ita sulla fron l. r) senza far massa contro nessun punto. è~urruistata una posizion e; non si curnv,rno di rafforzarv isi e riordinarsi prima di procedere nuovamente i11nani i, cco, ì avveniva che una volta respinti pcrcl ev:ino anch e [Q po:,i7.ioni co11rruistate in precedenza . li genernb Skobcleff sett:m1hrc) fa ùCcezione. Egli ;;i rafforzò nelle posizioni conrrui;;ta te, e medinnn b saggia cli~po:;izione e l'opportuno impiego delle riserve riusci ad impadron irsi dei r(dotti turchi; . p~r mantenervisi però gli oc;coneva no rinforzi, che non gh furono mandati; perciò e.tue giorni dop'.) fu obbligato a rit.irar3i dopo avervi sostenuto. cinr{lrn a;;salti. · Da parte dei Ttu·chi Osman Pascii1 in Europa si acquistò meritamente

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LIBHI

321 li modo tenuto nello svolgimento è sern pre lo st1isso; il corpo d'armata, composto di due divisioni e delle tr uppc~.suppletive, si sostituisce alla divisione indipendente, e il comba ttimento del medesimo in offeosiva e in difensiva, esa minato nei snoi successivi pFlriodi , forma come il quadro generale , nel qnafo , in mezzo al i' "lzione combinata delle armi combattenti, quella dell'artiglieria i; me~sa particolarmente in rilievo. Questo è d'altra parte il metodo pi(L :iceoncio a t1\1ttarc dell'impiego dell'artiglieria; pcrchè, 1,;os.titue11 do essa il più va lido ap poggi1! per le altre armi, la sua importanza si manifesta appunto nell' impiego collettivo colle lllCdesime, e si potrebbe con tutta ragione asserire essere la tattica dcli' artiglieria la parte pri11cip11le della conùinazione delle tre anni. Per questa ragione è uti li~ avvertire , che ·il libro non riv,~ste nessun carati.ere speci,1 le, ctl interessa iu eguale misura i cultori della tattica a qualurn1tie arma ap partengano. Pri ma ancora di entrare nell'argomento, l'autore discute la questione della distribuzione cieli' artiglieria nel corpo d' i'lrmata , e si mostra propenso ·ana conservazione dcli' ;)rtiglieria di corpo o.ltre alle bri'gate divisionario. Egl i i, d'opinione che la forz:.i d1 queste dovrebbe es,,'.lré accresciuta , ma uon a spC$C dell'altra, come vorrebbe lo Schcrff, che per il primo la ha &olleva ta, ma bensì con l'aumento delle batterie da carnpagn,ì. Prendendo adunrp1c per base fo costitu:zione in tre reggimenti, o bt·igate, come dici,nno n~i, l'autore passa alla ricerca di uno scbieramento, che si possa cons1derarg come normale per il co'rpo d'armata, nel 'luale sia pure da ritenere com_e tale .la distribuzione dell'artiglieria. In questo schieramento le batterie del corpo occuperebbero il centro della linea, e qu.ell e d_i visio~~r!e si tr?~· verebbero aJ)prossimativameute al centro della nspetttva d1v1s1one . GI~ in terva lli Hsi,;tenti fra questi tre grnppi di batteri e sarebbero occupati dalla fan teria dell'avangu ardia di cia:;cnna divisione, rinforzata co~ parte del gros,o; e alle ai i estrerne, coperte sul principio del corn?a ttm'.ento dalla cavalieria, verr.:lbb::: n schierarsi il rimanente dclln fanteria. L'autore, come si vede, parte dal principio che le divi, io.ni si a.va~zino in lin ea, -coperte ciascuna cln lla rispettiva avanguardia; ~gli eh. mo::,lra però che lo stesso risul Lalo si può ottenere anche se 11 corpo d'an nata marcia so pra una sola colonna, impiegando, s'intende, maggior tempo. . . . Determinato lo séh ieramento, l'autore esamrna lo svolgersi del combattimento in offensiva ecl in difensiva, e in ciascnno dei periodi che si succ3cJouo stabilisc'.! il compi to p:irticolarc dell'artiglieria e le norme P. PER!OOJCI

fa ma gnrndc come stratega e come tott.ico; llfoktar Pascià al contrario in Asia non diede prova di grande avvedutezza . Alla batwglia di i;\ laclscha cl.ig un distaccamento russo mauteucnclosi contiuuamente in relazione col gr:o:;so . mediante il telegrafo, com piè 1111 largo giro su lla sua destra, e venne a colpirlo alle spall e mentre il grosso lo assali va sulla fronte. Questa opernione, che durò parecchi giorni, si nlfellnò seuza che egli se ne avvedessr., o .ilrneno che nulla facesse per impt:dirla. I l suo esercito fu sfondnlo nl ceutro, e le truppe di~perse cd iu"eguitc in ogni direzione. Le perd ite subtle dalle rlue parli nei vari combattimeuti fonuo teslimoniama del valore delle truppe, e del.la tenacit:t con la r1nale la vittori;1 venne dispurnta. n massimo delle perdite gancralniente ammesso è stato più di un11 volta suptn·ato, e certi momenti di crisi richiamano alla memòria la gigantesc11 guerra del 1870-7·1. Così troviamo che le perdite rnssc al primo attacco di Plevna sono del 20 per cenLO; al secondo attacco salgono al 2o per cento . Le perd ite ct'i Suleirnan Pasc:ih al passo di Scipka ammontano a più rlel 30 percento . Come casi particolari citiamo la 4• brigata cacciatori che sopra 3700 uomini ne ha perduti .2000; un reggime11to della ,J6a divisione che perdew~ 49 urnciali e 1760 soldati. Compiuta l'analisi di quest'opera irnportn1w:, lasciamo che nitri la giudich i nel suo complesso . ~oi dovremmo ripetere quel che gi:i dicemmo elci primo voh1mc. Quantunque lo nostre idee non siono in qualche punto in perfella armonia con quelle dell'autore, non csi~iamo a riconoscere pienamente il merito grande di rp1est'opera, che segna un vero progresso nel cammi 11 0 della sciema, e torna n grJnde onoro non solo di ch i l'ha pensata e sci:itta, mn eziandio del.l'esercito che conto nelle sue Cile così.pote11 ti ingegn i. 1

ShuZie iibe1• ".l'a!.tU, ~ler Felda,•title,·~e. (Stitdio sopi·a la fallica dell'artiglieria d,'1, carnpagnaÌ, di A. V. Sct1ELL ,

tenente c o lonnello d'artiglieria . Fascicolo 2°. (V. Rivista Militare, d ispensa di dicembre 1877).

All'impiego dell'arti3lièria divisio1rnle trnttato nel prim0 fascicolo, fa segnito nJI seconcio rruello dell'nrtiglieria nel corpo d'armata e nel le armate; così a compimento dt\llo studio più non restcr/1 a tr;iWire che del l'artigl ieria a cava.Ilo addet!a alle divisioni di caval leria.


1.rnn1 di esecuzio'nc.. QuesL' esame, semplice, chiaro e ordin:ito, tostituisce Ja parte più intere$santn cltillo studio. I doveri del comandante gcrrnr,1le e dei coman1fanti delle tre l,ri~ate son? nel se? uilo chiararn~nt[) deterrninMi; ma in questa parte l autore li stato Ione trn pp:.i_ rn rnmioso; e~so si ?; la~ciato trasportare da quel· Senso prat1Cù Ch e 51 frtles:t in ogni pagin1 del S110 favoro , e non ha considerato ehe trattandosi di comandi così elevati era per lo meno s11 perlluo I.o ~ccnrl ere a certi pirtico!ari che nessuno deve, ignorarn. Mariwno p:trt1colare · menzione i capitoli che trattano dell'cHìcacia e della direzione riel !'uoco, e u ,[ prirn:, di riue.,ti è speciahncntl! notevole l' opiui.one espressa sul va lore dello shrapnel. L' ef'ficacia di 1rue~10 pro1atL1 b non è aucora stita ap prezzata con sufficiente esattezza . Si . ti.en tr oppo conto dei risul ta Lì delle espi::r ienzc di pace e troppo delle rnl1rnte circostanze cin in ginrrn c:mcorrono a rliminuire gli effetti del tiro iu genera le e di quello a shrapnel in particolare . Co~:,ìd cra11do le cos:i sotto f{il esL'asp:JUo hi:;oz ua van ire -1lla erronea conclusioue che le altr.3 armi sanrnno ridolt:; alla pi ;t a,s:Jl nta impotenza alla dist:rnn. di n n paio di ch ilooutri da i pezzi d'artig! i;:ria (I) . Ora c.; i gode l'animo u::l s:3nticc un artigl iere di v::iglia tagl iar corto su cpnste c.rng}razion i, e ristahil ira !e CJ3e n~i loro veri termini. l~cco come :;i espr im8: «_ :·\ n~lw <Juauclo si riesca a renrlere lo shr,~pnel impicgahile nei « t1r1 pi ù lo11ta11i, · i risultati ot.tennti finora nei po! icroui non ci coul ]' v « cccono r 1 considerare, il tiro a shrapnel siccorn c il tiro pri n« c1pale dcli' artigli,:ria. E vcrissi rno che in guerra dopo un sicuro « fuoco a grn11at11, e iu seguito al le fa vorevoli osservazioni delle n u" volette di scoppio, si potr:.t .Lrar parti to molto va11tao-criosa111entc 1lccrli "' . ·1 00 o « e11:Jt!1 cons1c crevoli dello sh rapnel contro lrnrs:igli aninrnli ; m,1 da " nltrn ~a rte vi snrauno ngiwl/nente rnolt.i ca8i in cui qnesro non potrà av ven11·.:. L'os:;crvazionc del lo scoppio :rnl!'obbietLivo avvol to in densa " nuvol::t di fn mo sarà t11 lv0Jtn :;traorrli nariarncntc di fficil e, come Jc " esperienze del!' ultimn guerra hmrno già abbastn nza dimostrata la « nou comun e dif'ficoJr, di osservare lo scoppio <lclle grauate con " yu::ilche approssimazione. Si eonsideri inoltre che nel comba!li« ment.o si ha da fare con truppe d'animo concitato e di rnecliocro

nostra Jstru;irmc per la mimovra sulla cai·ta, rre::;e,·olis,im a sotto o~ni ~srctto , f>•1fCr nosti·o in qu esto St n:so, C I·ccCCSS1\'a_ CrfÌCilCÌa .ittrih11itn nlh) s hl'.\f'rlCI non e certo senzn noccroli couseguenic s ul cri tcr!o pratico che tlc\'Or10 forinarsi i giova ni (lj La

~CCCa a

ufaciali Ji fo ,ì teria.

E

PrmlO.DICI

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qu1lit't, e ch:i errori rdla sp:ileW1 su ccederanno più frcquenterncnLc di quel che non si vogl ia crecleré!, per quanto si carchi da noi di « evitare qnesto inconveniente con l'istruzione in tern po di pace. Pel' << lo shrnpn el rnrlano fiuora S'.l itanto esperienze cli p'.lùC, quelle cli « guerra fauno pienamente dil'eLt.o, e checch) si dica in suo favore, è « e rima ne un tiro oltremodo sensibile, che non vale (1 fnre della (< granat,, un sempl ice tiro au:;i\iario » . Nella lottn d'artiglieri;:i, che ha luogo sul pri ncipio del combattimento, si raccomanda la rnas~irna sernplicit:i n!~lle di::-posizion i; non incrociamento di fu oco, ogni hrigilt'.l deve battere quella parte dell'artiglieria 11?mica e.Ile le sta cli fro nte; questa h la regola l'oudamentale. I! voler cercnre subito sul pri ncipio di prendere cli fìanco le hattel'ie dell'avversario, mena a ris,hio Ji esser rm·si di fianco dalle batterie del medesirno non ancor,l'scoperte. Anche il concentram w to ha un li miln, e non è sem1 p'.!ricolo al princip io elcila lotta il coucentra rc 50pra u n m'.!clesirno obbiettivo il rnoco di più di una brigata . L'aiione 'd!:!l'artiglieria n3\ l1: arm:H3 è in fin e brevern!'.l ule es::nninata. Si accenua in partico lare alle r elazioni <lei gr::inrli ri parti alle ali di un corpo d'an llata con quelli ciel corpo latnralc. S i e,clucle la c:,nven ienza cli stabilire un c.;omanclan te p:}r tutta l'artigl ier ia <li un' armata, come non si ammette neppu re q uella di c:istitnire grandi corpi d'nrtigiieria clirettam entù dìp,rnllenti da l comn11do de!l'tn·11n1La. Sp:iriamo eh:: <{33::nJ o gì\ trarloua b prim'.I p1 1·tc, b tracli:1.zion c d~lla seconda non si for) at~r;ntler molto, e C:lsi potr'.1 es::;ere nnggiorrneotù diffuso ccl apprezzato que,;to li bl'O, piccolo cli- mole ma ricco di utili insegna1mmti.

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Bie TaT,tik (Tattica) del barone G. v. W ALDSTATTE~ , ma g-s iore generale nell'esercito austro-ungarico. Sesta edizione accresciuta. Vienna, 1878.

L'opera è divisa in due volu mi : il ,, 0 ha per titolo· Tattica elementa,re; il secondo Tatt'ica, app /ù;ata. Il primo volume ?: preceduto da una introduzione, nella rp1a le si espongono le nozioni genera li intorno alla guena , all'arte mili tare e ::Ilio svolgimnnto di una campagna ; seguo lo studio delle forme e del l'ordin e da combattimento di ciascuna delle tre armi, e i rapporti di wrnbauirnento dei gro,si corpi di truppa.


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LIBnI

Il secondo volume comprende ancori). due parti: la prima trnUa delle marcic, campi, accantonamenti e del servizio <!'informazioni e cli sicnrezza; UP.Ila seconda si esam ina il di;;cgno e la condotta del combattimento" in generale, ·e i combattimenti di località. L'essere giil quesL'opera giunta alla se,ta edizione basterebb'1 a dimostrarne il merito intrinseco; e infatti da ll'esame fatton e, abbiamo dovuto convincerci che in verità vi è molto cli buono. Le ques~ioni· vi sono trattate con chiarezzn e scmpl icit:., cd anche con mol to or-· dine e logica connessione. Lo studio dcl!e !'orme è reso più ag,)vole dalle figure in;,crite nel testo, CL~tello ciel combattimento è convalidato con csnmpi tolti dal le recenti campagne, e questi pure ricevono molta chiarezza rlall'aggiunta di piccoli disegn i. Se non vi fossero altre ragioni in coutrario, le qualit) accennate di quest'orera indurrebbero a consiclerada siccome un buon libro cli testo per l'insegnamento della tattica, tanto più eh?., se si tien conto della distribuzione delle materie e dello svolgimento delle rp1e~tioni, essa parrebbe redatta secondo un progrnmma d1~terminato in tmwedenza per questo scopo. L'a lltore però non ne fa cenno; soltanto dice nella rrefozione, che ha procurat::> di mettersi in perfetta armon i:i coi regolameuti in vigore, i quali, dopo r ultirn:i edizione ciel diccmllrc •1813, sono stati per la mas:;ima parte modificati. Ta le sua cnr:i risulta poi eviden te nel testo, nel quale l'autorità dei reg::llamenti è sovente impicg:it:i ad accrescere il valore delle considerazioni fatte e cl<:;lle ragioni. addott,;. · Quest.o metodo che obb liga la scienza a piegarsi alle esigenze del regolamento, nonchè produrre uti li risultati, può essere causa cli inconvcnieuti gravi, quant1mquc a primo aspetto si veda so!tanto l'armonia che fra loro deve sussi~tcn~, e seducente sia l'idea di mettcria in evidenza. Sta però nel fotto che una data rnagsima può _esser buon.i senza che esista nel regolamento, e se vi si trovu, non è buoua per questo, ma solo perchè tale la dimostrò l'esrmienza. Certo è altamente comrnendevoln il pensiero clcll':iutorc, dove dice, che « r>er l'esercito egistono certe prc~crizioni, le quali hanuo limiti « entro cui si è liberi di m11oversi, ma che non è lecito nscirne « fintant9chè si istruiscono e si coma ncl.:ioo soldati ». Ma questo principio, che in prntica è sacro~a nto, non dtm.\ leg;i,rc clii <·cruta i fatti intento alla 1~icerca ciel Ycro, e il Yo!erlo applicare in ques!o caso, sarebbe tale esagerazione di cui non si potrebbero focilnrnn te appr~zzare le conseguenze. Anr·orchè si dimostrasse che i regol,1menti austriaci . sono scevri da ogni dil'ctto, non sarebbD tab metoch :.in-

cora scusabile; se · oggi sono tali, non saran più domani, e l'accordo che ora sussiste cesserà tosto. Ma elevato il conflittto, chi dovrà chinare il capo, la scienza o i rego lamenti'.' La rispost_a non è_~r~ua; quella cammina innanzi, questi la seguono, e sono la pnma e pm importante delle sue applicazioni. . QLrnnto alla clivi:;ione dello studio, sebberrn sia adottata da altn a\itorevoli suri ttori , non si può l'itenere come la migliore nè la più logica; essa porta aliti naturale consegti<mza di stabi lire che tutte le opera_zioni· di una campagna sie no o .tattiche o :;trategiche; ma nel determinare la loro natura non può dominare l'arbitrio, imperocchè ve ne ha un certo numero che realmen Le non sono nè l'uno uè l'altro. Il servizio d'avanscoperta, ad esemp io , secondo l'autore, apparti_eue ad entrambi le classi, quello cl'avarnposti è al contrario operazione tattica . . Le definizioni naturalmente :;i piegano a questo modo cli vedere. La tattica è lo :;tudio dell'impiego nel com battimento delle forze com« battenti »; ma per potervi comprendere tntte le alt.re operazioni che J1autore assoirna alla medesima, egli è obbligato ad aggiungere: per lo « efficace i~piego cli queste forze nel combattimento, è necessario che « te medesime vi sieno addestrate, sappiano disporsi giustamente, « ordinarsi per marciare o accarnpar<1, e la marcia e il campo convc« nienternente assic11rare " . Se"ucndo lo stesso raofonameuto non sarebbe difficile il dimostrare che il regolamento appa:tione alla tattica applicata. ·M:a deflniLa così la tattica, si vede tosto che i limiti del campo cli battaglia sono per essa troppo ristretti, e la giornata campale non è tempo s~fflciente; anzi_ ~eppure la durn ta inticra cli una campagm1. Con tu.ttoc10. quell~ dcfirnz1o~e non giustifica ancora pienament<~ la trnttaz10~e ~1 certi -argom_ent1, come i trasporti per l'errovia e gli nccantonamen_t1; d altra pa~te poi non si comprende come si lasci di discutere l'ord1~amento tattico'. che se non è tattica pura, è però essenzialmente inspmrto dalla ~attica. . La strategia ha per ufficio di « ordinare (g_liedern) l't~t1ero esercito « in modo corrispondente allo scopo, rrepararn il teatJ"O d1 guerra, rac" co"liere e muovere le truppéi iu giusto tempo, disporle per l'urto « ta~ico - il combattimento - a luogo e tempo opportuno, usufruire « dei risultati del medesimo. Finalmente devf; cooperare al soddisfaci- · « mento dei materiali bisogni dell'esercito mediante la giusta disposi" zione dei rifornimenti ». La definizione non dice qual è la base per giudicare di tutte queste c-0nvcnienze ed opportunità, e non lo dice perchè si cambia il pensiero con l'esecuzione; infatti còmpito della strategia si è la determinazione (<

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..t,NNO XXil l , VOL. Ili .

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E PERIODICI

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L!BRJ

E PERIO DICI

dei principii ai quali devono informarsi queste operazioni stesse, non la ~ateriale 'lor.o esecuzione. Se, ad esempio, è còmpito della strategia 1] preparare il terreno, quale sarà quello della fortificazione? Nei cenni intorno alle proprietà delle.armi combattenti è detto che la fanteria serve egualmente bene per l'attacco come per la difesa, e la cavalleria contiene al più alto grado gli elementi dcll'atlacco . Gli elementi dell'attacco so110 gli stessi che quell i della difesa, e il servire nell'una e nel l'altro caso è condizione indispensabile per ogni arma, se vuol conservarn l'appellativo cli combattente. Se prendiamo alla lettera quelle espressioni dobbiamo conchiudere che per l'attacco una divisione di. cava lleria val meglio che una di fm1teria, e che un corpo di truppe nella difesa cii una posizione può tralasciare di servirsi della sua cavalleria senza grande scai)ito. La pratica ci dice tutto il contrario. Nell'attacco di un villaggio o di un· bosco può avvenire che la cavalleria nnlla possa farç prima .della decisione, e la difesa di un corso d'acqua non si può intraprendere senza cavalleria. Del resto sappiamo bene che queste non sono le conclusioni cui vuol venire l'autore, il quale in diversi punti definisce con tutta chiarezza il concetto di offesa e cl i di fesa . Con molta precisione e breviti1 le forme sono racco lte in due classi aventi caratteri e proprietà differenti: ìinee e colonne. Gli ordini ~ono da marcia, da riserva e da combattimento; essi ricevono però ancora il nome di forme, cosa che nuoce alcruanto alla chiarezza, e non è nepp~ire perfettamente esatta, perchè l'ordine, più ancor·a cli una forma complessa, è un avvicenclai·si di forme nello spazio. Lo studio delle forme · comincia dalla compagnia, dallo squadrone e dalla batteria, e segue per i riparti tattic:;i maggiori. I grossi corpi di truppa, dei quali si esaminano i rapporti di combatLimenlo, sono la divisione cli fanteria e quella di. cavalleria; si tratta dello schieramento e dello svol,rersi del combattlmonto dei medesimi in offc11siva e in difensiva. Nella tattica applicata gli argomenti della prima parte sembrano trattati un po' troppo minutamente; insieme a molte nozioni utili,;sime per l'esecuzi.one pratica dei vari servizi, si trovano parecchie consid~ra:'io~i e norme per casi particolari che possono ritenersi. superflue. Libri d, questa natura devono restriugersi allo svolgimenLo delle idee che sono suscettibili di gonerale applicazione, e su queste devono insister~. Non si . p~s:;ono presont~re soluzioni per tutti i casi possibili, p~rche tutti non s, possono prevedere; nè d'altra parte sarebbe conven_,ente, perchè in mezzo alla quantità di regole speciali è molto faci le s1 perdano cli vista truelle fondarnental i. ~

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Nella seconda parte merita speciale menzione quanto si riferisce al diseano e alla condotta del combattimento in generale. I. combatt' entt di località sono trattati scco~clo il modo usato; ma mtomo a im lasciamo Ja parola all'autore: la sua opm1 · ·one e· per fe ttamen te questi identica alla nostra. . . << Le forme e i p·articolari del terreno esercitano influenza m ~gn'. « combattiment.o. Por questo tutte le disposizioni, forme, modi d1 « ·combattere, ecc., in breve tutto ciò che appartiene alla tattica ele" mentare, vuol essere scelto e determinato in rap porto col terr~n~. « Ciò malgrado si è a poco a poco generata l'icl~a ~rronea ~he v1 sia « una specie distinta di combattirneuli per ogm srngola circ~st~n~a « del ter~eno - i combattimenti di località; e questi assumono nei l1bn, « nelle esercitazioni e persino in campagna un'importanza ben _supe~ « riore a quella che loro naturalmente spetterebbe. Codesta idea e « falsa, codest'irn portanza è dannosa '.i. . . . . Pure riconoscendo l'errore l'autore non cerca d1 evitarlo. Egh s1 scusa col dire: « Se noi entriamo ancora a discorrere clel cornbat«' timenlo attorno a particolari obbiettivi, ciò facciamo con la co" scienza di ripetere per la massima pane cose già n_o_te, e per s_od~ « disfare ad una .condizione troppo saldamente stabilita, perche s1 « possa rimuovere ,, . . . . Concludiamo: /1 un'opera eccellente in quanto s1riferisce_ alla precisione e chiarezza con la qua le gli argomenti sono svolti. Quanto poi al ripar1;o e alla classificazione delle materie, il si~tcma_ ado_p~ra~o è riconosciuto da molti imperfetto . Prendendo per base gh scopi d1~ versi che hanno le operazioni rnilital"i, si riconoscerà e~~ rnolt~. d1 queste non appartengono alla tattica , quantunque_ ne_ sub.1scan~ I m fl uenza per l'intima connessione che sussiste fra 1, d1vers1 rami d~1_1'arte militare. Una modificazione in tale senso farebbe scomparue tutte le inconcrnenze che ora si riscontrano, ed il trattato potrebbe prender posto fra i migliori.

o,•gten de,• ,nilitiifr-1visse11,sclu1ftliclien J1e1•eine, 4" puntata 1878. Yienna, "\i\Taldheim.

Il v~ro ca.mpale delle T. R. truppe cli (anteria ri~i reparti tattiti sino alla forza di. -un battaglione di g a.erra, yel maggt0re_SC~Dl.!TH · Giusta i calcoli cli Ploennies i risultati del tlro al bersagl10 e d1 quello


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L IBRI E PERIODICI

sul campo di battaglia stanno fra loro come 70 : 1. Codesta enorme differenza non la si può ascrivere esclusivamente all'inOnenza del combattimento, ma ezianclio allo sta to morale ed alla situazione materiale del soldato, cioè al f! t'a re peso, [dia stanchezza, al malessere, all'ignoranza intorno al ber$aglio e alla sua lontananza, al pericolo personale ed alln agi tazione tlello spiri to: li maggiore Schmith propone qui ndi di esercitare il soldato nel t,iro di combat.timento uelle condizioni le meno dissimili eh, quelle cli guerra; e perciò di cambiare giornalmente le località dei ber:;aglì, di intraprendere l'esercizio dopo una lunga marcia fatta in pieHO asssctto di guen a, ecc. Per tal modo i risultati del tiro nel tcmjlo di pace diminuiranno sensibilmente, ma invece aumenteranno i risultati in campagna. Delle disposizioni, per il teneute colonnello )1: TaA1•s 1A. - li compilare le clisposiz·ioni, non -è certamente la più piccola delle difficoltà nella condotta delle Lruppe, ecl una buona disposizione ha una grande importanza sull'esi.Lo delle operazioni. I lavori preliminari d'ogni azione militare sono: lo studio dell'overazfone; la decis'ione sul modo di eseguirla; la dtisposizione per comunicare la decisione presa . Ogni dispo;izionc dev'essere data -per tem,po, cd essere chia1·a e completa. Così in un ordine emesso dal gran comando si dovril tener calcolo di tutto il tempo necessario per esaminare l'operazione, per compilare la disposizione, per trasrnettcre r1uesLa dal cruartiere generale ai singoli comandi in sott'ordine (d'annata, di corpo d'armata, di divisione, di brigata, ecc.), e di quanto deve fa rsi presso ognuno cli essi, sino ai comandanti dei reparti di truppa . Per un ord ine siffatto abbisognano non meno di otto ore. Oltre eh.e chiara, la disposizione elevo essere breve, purchè questa qua lità non noccia a quella. E deve pure essere completa, cioè cliram,Ha a tutte le unità organiche dipendenti . Nella 2a parte si prende in esame le disposizioni per il piano di una campagna, per il piano di un'operazione, per le marcio di combatt.imento, per il combatti mento, ccc.; nella terza infoie sono forniti e commentati esempi storici; cosi quale modello per il piano di campagna sono presentate le disposizioni del. comando dell'esercito tedesco per la guerra del 1870; come esempio per il concentramento delle truppe sono riportate le dispo~izion i di ·apoleone I all'iniziarsi della campagna del ·1809. Le fo·rze militari tel'rest,h, dell'Inghilterra in una gue1Ta continentale in E·u1·opa, del capitano Gruuo DEBELAK. Bollettino bibliografico. 1

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LA NUOVA ISTRUZIONE DI TIRO PER LA FANTE!lIA TEDESCA

Gli ufficiali nostri che assistettero nello scorso anno alle grandi manovre dell'esercito germanico sul Reno, notarono come la fanteria non reaolasse il suo fuoco, sia per la distanza si~i per la specie, a norma dell'lst·m zione pe1· il ti?·q cd benaglio 28 settembre ·1875. La fanteria apriva il fuoco a. i!OOO e ,12oom contro batterie él'arti(rlieria e masse di fan teria o cli cavalleria, ed esegui. va il più sovente fuochi a. comando e sempre oltre i 600m. Di più i capi dei riparti nel comandare il fooco indicavano l'obbiettivo del fooco (q1iella colorvna a destra, quella cavalle1·ìa a sinistnt, adclitrmclola) ed ag-:gìungevano : 1" riga a 650m, 2a rigci a 750m.' oppure tcili sezioni a 750m, tali ciltre a 850'\ tali alt1·e ci 950m; eh gu1sachè lo stesso plotone tirava con due ,linee cli mira differenti, anche con t.re la medesima compagnia.. E notarono pure alcune modificazioni in certe forme ed evoluiioni, pa.nico lai'mente in relazione all'ordine sparso (sempre catene fitte, i cacciatori disposti quasi in una riga gomito a gomito, e nella formazione normale di wmbauimento del bat!a.~ gli.one, due compagnie in ordine sparso, ciascuna con due plolom distesi). · Cercarono di attingere informai ioni su queste novità intorno al tiro ed alle formai i. oni tattiche, e seppero che un rnwvo regolamento di tiro si stava esperimentando, dal qua.le si promettevano grandi vantaggi; ma non fn loro possibile di avere conoscenza del testo di ,\Ni'\0 XXtll, VOL . Hl.

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....

LA N UO VA ISTRUZIONE DI TIRO

quesLo regolamento, tanto si sa da tuLLi in quell'esercito custodire gelosamente il segreto: virtù ben in vidiabile. Qualche giornale militare francese ed,wstriaco aveva ben accennatoa possibili novità, basandosi su sperienze che si erano fatte alla scuola di tiro di Spandau , sulla convocazione alla scuola medesima di due ufficiali superiori per ogni corpo d'armata per un corso di h· settimane a partire dal ~ 0 luglio 11877, e su di una polemica piLittosto viva, che si era aperta nei oo-iornali militari tedeschi circa la con ,,enienza o non di adottare . il tiro di combattimento alle grandi distanze: ma nessuno riuscì a prennnziare il radicale cambiamento introdotto colla. lstriiz1:MM di tvro 1Je1· la fwntel"ia, approvata con rescritto imperiale del •I 5 novemb re 11877. L'Imperatore Guglielmo che, fra le sue grandi doti militari, ha in alto grado quella di non ammettere cambiamenti nelle cose militari, se non dopo essersi fallo egl i stesso una profonda convinzione della loro opportunità, della loro necessità, aspeLlò a sanzionare la nuova Ist'rnzione di averne veduto le applicazioni tattiche nelle grandi manovre. . Ora, letta la Nno'Va Js/J/·uzion,e si riconosce ad evidenza l'importanza dei principii da essa introdo Ui, principii che non possono a meno di modificare il comportarsi nel combattimento delle fanteria e conseguentemente anche quello della cavalleria e dell'artiglieria. E, senza associarmi a qualche scrittore francese e t,edesco, che ne precon izza un rivolgimento completo nella tatti ca, il principio di un'epoca nuova per la storia dell'art.e della guerra, io credo per altro che le nuove prescrizioni per gli esercizi di Liro della fanteria prussiana facciano momento e meritino la più seria considerazione, percltè, adottando e mettendo a regola il tiro alle grandi distanze, ampliano la po Lenza cl i combattimento della fanteria e pongono la tattica del fuoco sollo un nuovo aspetlo; e non solo per questo, ma anche perchè presentano un metodo d'istruzione molto razionale, sia per la gradazione e varietà delle esercitazi oni, sia pcrchè perfettamente s'acconciano alla durata della ferma soLLo le armi. In questo concetto mi sono proposto di farne tLna. rapida esposizione per mettere in rilievo i punti più essenziali e 'ritrarne i principi i.

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PER LA FANTERIA T EDESCA

I.

L'esercito austro-ungarico ha in certo qual modo preceduto il germanico nel mettere a regolamento il :iro a grandi_distanze. Sul finire del 1876 emanò un'Jst-ruzione supplmnentare, per la quale erano prescritti esercizi di, tiro di combattimento da eseguirsi durante l'inverno, a distanze variabili fra i 600 e 1050m (800 e •I 400 passi), menlre il regolamento sul tiro di quella fanteria :fìssava_come limiti massimi la distanza di 450m per il fuoco a volontà e d1 300 per quello a comando. Ma I' Tstruzione austro-ungarica appalesò titubanza non solo per essere uscita col carattere di provvisorietà, bensi perché, pur ammettendo che per alcuni casi il fuoco della fanteria possa tornare utile anche sino a 1050m, raccomandava tuttavia che non si tenesse come veramente efficace e decisivo se non il fuo co a men.o di 450m . Ammise insomma il fuoco alle grandi distanze, eseguito a salve simultanee con tre linee di mira ,differenti , ma soltanto come eccezionale e facendo delle riserve.(•! ). L'Istruzione pussiana invece, punto provvisoria, ha risoluto decisamente la questione ed !1a falto senza am bagi neLta e chiara la sua parte regolamentare al tiro a grandi distanze. . Tuttavia tantò nell'esercito germanico come nell.'austro-ungari co, le opinioni sono ancor-a assai discrepanti; e co~ne vi sono q_nelli i qua.li elogi ano il partito preso e ne commentano 11 concetto~ 11 fine, e ne pongono in rilievo i. vantaggi, fors'anche esagerandoli un po_chino: non mancano altri i quali criticano il faLLo, condannando 11 Liro a crrande distanza come un'innovazione pericolosissima, come un' e1:e~ia; e \a polemica fra gli scriu.ori militari tedeschi se fu accesa l'anno scorso, allorchè si presentì che la quisLione stava. per avere una soluzione, essa non è ancora del tutto chiusa. - E mi permel1

(1) Come complemento di questa Memoria ò aggiunto in. fine il testo di una parte -doll',(ppend'ice

q\1i accenna ta .


LA NUOVA ISTRU Z!ONP. DI TIRO

terò una breve digressione per accennare i punti principali della controversia . il che non sari\ inutile in ordine all'ol~biettivo c1i questo scritto. f,Ji opp~)s itori sostengon·> che lo adoLtare sistematica,rnente il tirn a grandi dista.nze cagionerà spreco cti munizioni, le qual i, :sperparate da lontano, verranno a mancare da vicino nel momento della crisi; che .,i,ll'atto pratico, sul c:,arnpo di battagli,1, l' erficacia del tiro a gran distanza sarà semp re proLl.ern.al.i c.a,, insign ilìcanLe ed in ogni c,1so mai propor;,;ionata nl consumo delle cartucce, perchè quanto più lontano ò il tiro, tanto !Jiù la sua giustezza dipende dalla. cognizione élell,L distanza, e la di tìicoI til. d' apprezz,1 re le distan:r.e cresce con esse; che ,;iffatto tiro e la negazio11 e e la distnnione dello spirito offensivo, perchè urnt volta ahiluata la truppa ad aprire il fuoco da Ioni.ano, non la si pot6Lpiù condurre rapidamente all'attacco; clie il ripiego sul quale si cercn. di fonda.re l'e/Heacia del tiro a gntn distanza, cioè di non ammettere che fuochi a salva e di fare usare allo ste::~o riparto chte o Lre linee di mira differenti contro un unico ber::;aglio è un'utopia da. poligono e pt'etLamente teorica, _perchè e non sitril praticabile nel ca lore del mm battimento e sarà causa di ritardo e confusione; che in fine difficil mente si mostreranno su i camp i cli hatta.glia, nlf)(lerni le masse e le colonne prol'rJJLde cui si destina questa specie di fuoch i, e che (luindi sarà per la gran parte perduto il tempo che la trnppit consacrerà ad esercilanisi, mentre giit le è cosi :;car:;o quello pel' le cose più essenziali del mestiere delle arm i. I fautori rì;;pondono che l'obbiezione clello spreco delle numi;,;ioni è la stessa che si opponeva all'atlozione delle armi a rctrueari ca, e che, di ceri.o, se si riconosce l'uti lità reale del fuoco di lunga gilla ta, come s'è riconosciuta ([ttcl la del fuoco celere, hisognerit regolare il munizionamento a seco nda delle esigen1.e del combattimento, e non gih far dipendere il modo d'a,.ione della fanteria da un numero di cartucce fissalo li ptio1·i; che, per quanLn. si vogfo la differenza l'ra il tiro d'esercizio e quel lo di vero combattimento, non si può per altro ragionevolmente contestare che, in ra,orevoli circostanze,. il fUOt;O a lunga gittata non possa dare risu ILa Li t'en.l i, da non trascurarsi, e che d'altra parte l'eflicacia ~li questo fuoco si è constatata più voli.e nella guerra del ·I8ì0-7 1; che vi ha esagera1

PER LA FANTERI A T EDESCA

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zione e cocciutaggine nel voler ripudiare questa specie di tiro, solo perchè non si è fin qui tro,,ato un modo pratico, spiccio e sicuro per misurare esattamente le cfoLanze, mentre basta di fissare come re"ola die non si debba far fuoco a gran distanza, se non quando 1/distanr.a abbia poLulo in rpw ldie modo valutarsi con sufficiente approssimazione e che il bersaglio abbia l'ampiezza voluta; che senza dubbio e per molle rngioni evidenti, il fuoco lontano può essere di più frnqnente ed ul i lf\ impiego nell a difensi ra, perchè il difensot'e avrà mri.ggior focil it1t di rifo rnir ie munizioni e di preparar;;i misurate le distanze, ma ct1' è un assu rdo il Ydiere pretendere che una truppa si arnnz i tranquillamente senza tirare sotto il fu oco a lunga gittala della difesa, e per·chè non è cosa praticamente possibile e perch0 per guadagnare realmente terrerìo liisogna. innan~i tutto prendere sulla difensiva il soprarvenlo del fuoco; che so si contesta la praticahil ilò del Lirn a salYa da lontano e la possibi litit di dirigerlo con ordine e calma, bisognerà escluderlo assolutamente da vicino, perocchè, è fuori dltbb io, !e diffi- wltit di discip linare il fuoco c·.rescono col diminui re della distanza; che l' impiegare due o tre linee di mira invece di una ;;ola, allunga un 1)0co il comando, ma non può implicare confusione, e nemmeno ritardo rriacchè qui non si t.ralla di esegoire fuochi celeri, ma lenti, ben mis:1rati e severamente rego lati ; 'che infine non si nega elle il tiro è e sarà sempre tanto più elllc,tce qnanto meno l llngo, e che qu indi bisognerà sempre cercare di aHicinarsi quanto pi.ù possibile al nemico per ottenere r isultali cleci;-; ivi, ma elle tuttavia sui eampi di hattaglia moderni il tiro lontano potrà trovare molte occasioni propizie per compensare amp iamente il tempo e le munizioni che la trnppa consacrerà ad esercit,1rvisi: non sarà sempre possibile di non mostrare delle masse più o meno pro ronde a 400001 , e la cavalleria e l'artiglieria presente ranno sernpre utili bersagli a questa specie di tiro . ])esaudo gli argomenti addot ti pro e eonlro In sistemazione del tiro a grande distanza, non si pnò ragionevolmente disconoscerne la com;eniema sia per rispetto ai vantaggi che. se ne possono ottenere, sia anche, indipendentemente dR questi, per pura forza di razionali tà, per essere conseguenti al fatto che si sono ricercate e adottale le armi da fuoco a lunga giUata . .Mettiamo che non possano


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LA :-/UOVA ISTRUZIONE DI TIRO

essei:e che poco ~onsidercvoli gli effelti mnleriali, le perdite che col tiro lontano si possono cagionare; ma chi può negare che l'effcllo_morale non ne riescirà lull,wia ~cnsihilissimo? i proieui che colpiranno una _truppa da lonta110, le faranno involontariamente pensare a quel maggior numero di e.~si che la aspettano da vicino alla progressione colla. qL1ale crescerà il pericolo e il danno mai~ mano si appro&)imcrà all'avversario. Ma e poi come si può rnoio~cvol~1ente dire al soldato: ecwLi un 011.imo fucile che può por~arc il proietto fino a. l7i.>0"'. e <'ol quale, irnpamto a tirare bene tu potrai coJpire ed u·ccidere l'inimico 1,ino a 11 oom, ma .... non do;;rai d~ '.·eg?la fnr fuoco a pi(t di 600m ·? Non sono queste due contrad~17.1?_0, troppo madornali e pntenti? E poi ancora.. sarà egli proprio 11 p1u delle volte co11veniente di avvicina i·e o di lasciare avvicinare l'a,·,·~rsario sino a 1,00 o 600111 senza cagionargli perdita? O non i:arn mvece il più delle volte utile o prudente di LormenLarlo il ~iù _presto possibile col fuoco o di tratlcnerlo quanto più si può m distanza? Tutti ammettono che prima di 1·ondurre a fondo un auacco cli viva forza. bisogna prep;trarlo bene col fuoco: or come ciò fare se non col fuoco da lonLano. chè non scmpr<' si ha lì e ah bnstanza nnmerosa artiglieria? Questo per l'offensiva. Quanlo alla difensira io domando se, consentendo all'inimico di a.ppr~ssar:si i_ntnt~o, b_alda11z_oso sino a .i-00 o 600'", saremo_poi sempre ben s1cun cli schiacc1arlo eh colpo e di non esserne sopraffatti, 0 per lo meno di non riceverne dann i assai maggiori cito se lo avessimo ,be'.·sagliato ~a lontano, senza per ciò toglierci i mer.zi di opprimerlo poi col massimo fuoco da vicino'? Per me dunque non v'ha dubbio che sotto ogni aspetto, non solo com,enga. ma sia indispeusa.bilc di ammettere e di sistema.re il tiro a gran distanza, per 1tlilir.zare tnLta la potenza offensiva e difensiva della fanteria, che 1;arà sempre l'allrice principale delle ballaglie. Appunto perchè questo fuo co presenta diffìcollit di esecuzione e di direzione è necc.:;sario dì darne normo e precetti rcgolamcnlari e di amma~l r~n·i accuralamenle la truppa e gli ufficiali. Noi possiamo vantare, di es. ere stati i primi a po:-sedere un' Tstntzione sul tiro rompleta e ad averla messa in allo; essa non e.~clude, come escludevano le analoghe Istnizioni di altri eserciti, i fuoeh i a gran distanza;

PER LA FANTERIA TEDESCA

ed invero la 13 lezione del li ro ordinario è a 1000'", e la distanza per Ja lezione del tiro cli cornl.HtLtimento é fra i 600 e i 900'"; ma se dopo quanto hanno fatto l'Austria-ungheria e la Germania, non ampliamo anche noi questa parte del nostro regolamento di til'o, e se sopratutto non vi uniformiamo quello degli esercizi, da primi correremo il rischio di restar pre:-:to gli ultimi. Bisogna a quest'uopo aumentare il numero delle lezioni del tiro di combatLimento, per fare un:t più la.rga parte al fuoco a salva, che ora veramente non lm che una sola, lezione (la 3n); bisogna adottare il tiro simultaneo a più linee di mira. e hisogna completare l'Tst1··u,,z'imie aggiunge~dovi norme sulla concloll'a elci fuoco, le quali valgano a disciplinare il fuoco, ed a renderla una vera lstni~ione sulla tattica del fiwco. E di quell e va rie modificazioni farò qua. e là cenno nello esaminare I' Istmz'Ìone prussiana. Ronche io ahbia cercalo di essere il più conciso poss·ibile, la digressione f'u forse un po' lunga, e ne chi edo swsa al lettore; ma la questione è grossa e di somma importanza, forse più che a primo aspetto non paia, e sarebbe desiderabile che anche per noi venisse per tutto e prontamente risoluta. 1

H.

La nuova htruzione snl tiro pel' la fanteria prussiana è divisa come quella del 187:, in un'introduzione e 5 capi, completati da ,J 1 appendici. L' Tntrodw:ione è testualmente questa: « Gli eserciii cli tiro hanno in mira di dare alla fanteria un ' istrur.ione senza.la quale non sarebbe in grado di valersi efficacemente della sua arma nel combattimento. Questi esercizi costituiscono pertanto una delle parti pjù. essenr.iali del servizio della fanteria n. 1. J[ateriale e lno,go pel tiro. - I bersagli sono di dive1·sa specie. Pel Liro di scuola: bersaglio a banda, benaglio di fantel'ia, bersaglio-figura e bersaglio di se.:rione. 1


336

LA N UOVA !S'l'fl OZIONE D I TIRO

PER Li\ l'ANTF.RIA T EDI::SCA

Il bersa,qlio a banda (fìg. I) è un cartellone, allo l m ,80 e largo 1, 20, bianco, sul mezzo del quale è dipinta una banda nera verticale larga '12 cent. all'oggetto di fìssare il pnnto ove dirigere la linea

di

nore limita l'anello 3: è segnata da nn lrallo nero della grossezza di 1 centim etro , preso nell'interno dell'anello: lo spazio anulare compreso fra le due circonferenze e,-tel'lle è colorito nero e fornHL

Figura 2a.

mira: le due estremità della banda hanno forma d'ancora, per figurare un angolo retto il cui vertice co incide coll'estremili1 dell'asse verticale del bersaglio. Vedremo in appresso il. perché si è adouato come segno il piede del bersaglio. Tl bersaglio di fanteria (fìg. :za) ha le dimensioni del precedente, se non che è diviso nel senso verticale in tre parti eo-uali: due latefigurare una rali colorite azzurro e la mediana lasciata bianca larghezza d'uomo . In questa sono descritte Lre circonferenze concentriche coi raggi rispettivi di ·IO, ·I5 o 20 cent. ed il cui centro è sull'asse ve1"ticale ed a 60 ccnL. dal piede del medesimo. La mi-

p;r

l'anello 1 ; fra gli anelli 1 e 3 si trova il '2; sopra e sollo a 80 C'e nlimell'i dal contro, due traiti neri gro:5:,;i 1 cent. Sul mezzo una banda nera larga S cenl. interrotta dal r:ircolo o foggiota ad ancora a.Ile sue estremità. Quando si punta rolla linea di mira naturale, il bersaglio dev'essere dispo:;to in modo cli~ il circolo s! trovi nella metil inferiore del cartellone; r1uando mvece devesi puntare coll'alzo hi,;ognn che il bcr:;aglio sia caporolto. 1l ber8agho-fig,iwa, r:onsiste in un c,_1r~,ellone rettangolar_e alto 1"'.80 e largo Ml cent., sul quale è d1p111to un soldalo di fanteria: due tratti neri orizzontali, l'uno n 30 cent. e l'allro a 90


338

PER LA F ANTERIA T EDESCA

LA NUOVA JSTR UZJONB DT TlRO

dall'estremità superiore del bersaglio rappresentano un rettano-olo come _nel b~rsaglio di fanteria, alto 60 cent. e largo 40 . Jl qu~rto super10re cli questo cartellone (45 centirn . d'altezza) forma il bersaglfo d:i. testa; il terzo superiore (60 cent. d'altezza) forma il bersaglio di biwto; la metà superiore forma il be1·sa,qlio di tronco; la parte superiore per l'altezza di metri ·1,20, fo rma il bersaglio di ginocchio . . ' II :bersagl'io di_-~ezione è un carLel!one alto metri 1,80 e largo metn 2,4~, syddmso nel senso verticale in 7 bande rettangohU'i, delle quali le due latera.li sono larghe 20 cent. e le 5 interne 40 cent. ciascuna. Le bande laterali e la 2• e la 4,a delle imerne sono colorite azzurro, le a!Lre tre interne sono lasciate bianche. Per il Liro di comba.Uimento e pet· quello d'istruzione servono i bersagli ora descritti ed alcuni altri rispondenti allo scopo speciale. Consimili bersagli erano prescriLt.i dall'lstriizione del 187!:>; solo che le estremità della banda verticale furono foggiat(~ ad àncorn, e, nel bersaglio di fanteria il numero dei circoli da 12. fu ridotto a 3, e vi si è aggiunto il rettangolo . P:r lire:vi_tà non parlerò nè degli accessori pel tiro, nò dei part1colal'1_ rntorno ai_ siti pel bersaglio; ma non mi pare inopportuno d1 qm menzwnare l'estensione di Lerreno che it reao1 0 amento tedesco prescrive come campo di tiro al bersaglio . « Occorre_al~~no: a) per una. guarnigione di tre bauaglioni, nove campi di tiro, dei quali due lunghi 600m, uno 400m e sei :100"'; b) per una guarnigione cli due bauaglioù i, un campo di tiro lungo 600, uno 400'\ quattro 300111 c); per un battaglione distaccato, un campo di tiro di 600m di lunghezza, uno di 4.oom ed uno di 300"'. Poi.remo noi mai riescire fors':rnche solo alla metà di tanto? Per la manutenzione dei bersagli ogni battaglione riceve annmllmente 360 m:u·chi Cire ital iane 450). II . Istr·uttori. - Punto primo: <( Gli ufficiali ed i sottufficiali devono riunire alla cognizione perfetta della teoria del tiro, l'abili tà pratica sufficiente per coìpire la banda e riconoscere mercè tiri cli le imperfezioni di un fucile. L'a!La importanza degl i esercizi d1 tiro, ~l:e non possono essere at.tuati proficuamente se non per mezzo eh istruttori bene ammaestrati, richiede che i coma.ndanti dei 1

1

1

P:O:a

339

reggimenti e dei battaglioni pongano specialissima sollecitudine al..: J"ist.ruzione degli ufficial i suhalLerni, ed i comandanti cli compagnia a quella dei sottufficiali >> . Questi due capoversi non sarebbero da innestarsi ta l quali nelle Gene1·alitcì. della nostra Tst,,mzionisul tiro, e poi da osservarsi colla mass ima diligenr.a? Si noti che tirano anche gl i urficial i superiori cd i capitani , ciò. che risulLa dal modello pel resoconto delle munizioni cQnsumate. ITI. ,Jfetodo d'istrnzione. - Quesln. parte, riprodotta fedelmente dall'Tstrnzione del 1875, non vale la corrispondente della nostra, la quale entra in maggiori particolari ed auri buisce saggiamente a questo metodo un' importanza. grand issima . Vi sono pe1· allro due o tre cose che mi pa iono meritevoli di considerazione. Ii primo insegnamento sullo scattare del grilletl.o è !"allo al cavalleuo (l'arme (issa). La recluta pone il dito sul grillelLo, poi l'istruLt.ore mette il suo soprn quello de! soldato e preme nnchè succede fo scauo. Vi sono individui, i quali non ,wendo mai avuto armi cla fuoco per· le mani (e non è cosa molto rara) sono lalmente commossi nel momento in wi aspettano l'esplosione, che ehiudono istinl.ivamenle gli occhi e danno nn colpo di dito sul grillello. Per impedire che questo degeneri in abi tudine è raccomandato, durante il tirn preparatorio con cartucce da salve ed anche poi, al bisogno, negli esercizi con cartucce a pallottola, cli dare ai soldat i che mostrano questo timore, fucili ora carichi ed ora scarichi, :sem:a che essi ciò sappiano. ~el ~ . ·I89 della nostra Tstrn:rione è prescritto all' istruttore di astenersi da l fare al soldato <[ual;;insi osservazione mentn~egli esegiiisce la ca1·ica e lo spal'o, per non importunarlo, a meno che si ti-n.tt.i di errore gra.ve che possa compromettere la sua :-icurezza, o quefla dei compagn i. L'Istrnzione prussiana dice invece a questo riguardo, che l'idea abitualmente emessa che l'isLrut.tore debba evitare di rettificare gfi enori quando i.I tiratore ha l'arma puntata, è un'idea l"alsa, perocchè sia precìsamcnte col far osservare al soldato l'errore nel momento stesso in cu i vi incorre, che gli si ìnsegna·meglio a correggerlo. « Simili osservazioni non solo devono farsi colla massima calma, ma con parole concise e proni.e, per non faticar


340

P l, R LA F'AN T EC'llA TEDBSCA

LA NUOVA I STRUZIONE D C Tmo

l'uomo col tenerlo coll'arma puntata. A.I momento dello scatto l'istruttore non deve più fare osservazioni ». Credo che I' lstru.zione pntssiana abbia ragione, come lo ha pure grandemente nel racromandare che, dopo ogni sparo al bersaglio, .si cerch i di fa r indicare da l tiratore :;Lesso come il colpo e partilo e an.dato, cosicchè egli impari progressiramentea darsi ragione del rome puntar bene. Parecchie pagine so no consac:rate al. puntam.ento a braccio sciolto, da coricato, in ginocchio (sopra uno o due ginocchi) e :;edtllo, all'appoggio, contro un hersaglio che si muoYe lateralmente; e I' ht.1·u,zione ;innetLe la nrnssima imporlanza a perfezionare il so ldato nel mettersi prontamente e scioltamente coll'arma puntata. e pre:;criv-e che egli vi sia esercitato, anche Lalvoll.n senza arme, col ;;emp iice movimento delle bn1cei,1, per fortificargli il sistema muscolare e mettergli hene l'arma in mano. Bisogna arri, ar a questo che il soldato riesca a collocare il dito :rnl grilleLLo e ad avet'e il fucile puntato all'a lto sles~o in cui lo mette alla spalla. :;e117.a inclinare l'arnw e ::enza rercare prima la linea di mira; questo è indispen,,ahile per assicurare Ja rapidiLù e la co rrettezza dello sparo. I Y. Esercizi di tiro. - Nelle pre.scri.::ioni generali ò da notar~i che è lascialo in facolli1 dei comandanti di cilmpagnia di far consumare, t;dme megli o stini:rno, le c:artuccc stabilile per il Li ro di scuola, dai soldati che per debolezza di ,isla non potrebbero eseguire il tiro all e grandi distanze; disposizi one mollo razionale. E lo è del pari queslo: (( i comnndanti dei hallaglioni possono escludere dagli esercizi di tiro i soldati che per qualunque causa si mostrino così inetti da non lasciar speranza di acq11 islnre destrezza per quante cartucce po Le~sero sparare ». Fra le precauzioni per eyitn.re disgrnie è prescritto: che mai i segnato ri sia1w vesti Li di bianw; e per rar incominciare o interrompere il fuoco inYece dei segna li di tromba, che qualche rolla po,-sono ùnr luogo a fatali equivoci, particolarmente quando più compagn ie t irano in vicinan:at l'una dell'altra, si usa una banderuola rossa e bianca. I segnali di tromba o di tamburo sono 1·ietati per comun icare fra i segnatori e la truppa che tira,, tranne Mi tiri che noi d1iamiamo speciali ed in quelli cli combattimento e d'istruzione;

341

nei quali ca:;i è proibito di far u~o di code:;ti segnali simult.aneamente . .. tra più linee di tiro vicjne. Nei due pn.ragrnli seguenli. relati,i al pen,onale d1 v1g1lanza e~ ai sc;;natori, al tragitto per andare al b2rsaglio ed alla consegna _pc~ tin1Lori, nulla èli varl,icolarc, se HOtt che, diversamente da 1101, e stabilito che lutti i tiri di :-cnola e quelli cli comhatLimenlo i:iano eseguiti sema la lrnionella innastnta. . . [I sec,uente parngrnfo ( l 'i-'') porla questa div isione degli e::;erc1z1 di tiro:°l 0 Tiro di scnola-'2° Tiro cli comhallimenhl (inclividualee collettivo) - 3° Tiro d' istrnzione. Ui eserr.izi dei N. I_ e ì ,,arian~ e sono divisi in tre specie t;orTispondenli alle tre clas~ ,, nelle quali vanno ripartiti i ::.oldati, per assicnrareall'i~lrnzione_dcl tirc~ 11n processo metodico e razional e. l{agionercmo d1 11w~sto 111 seguito. (< 11 tiro di srnola, dice I' lsirn::ione, ha per oggetto di Jlortare e mantenere al più alto livello po,;sihile l'abilità nel tiro degli ufficiali , sottufficiali e soldati, i 11uali vi si devoHO ino llre impnit.ichire a servirsi bene delle linee cli mira in tutte le posizioni. Gli è particolarmente mercè i I tiro allo corte distanze che si formano i tiratori; a questi ti ri dunque sia daLo maggior tempo e maggior qtwntità cli cartucce ». Ven"ono poi lre specchi che slahilisrnno le condizioni da aclempiel'e c[t ciascuna das:;edi tiro; dei quali ho l'atto il seguent.cslralc10 , poi' poter dare. com'è mio proposito, un'idea c~rnpleta del metodo scguìlo nell 'esercito tedesco per l'ist.ruzione del t11·0.


342

LA NUOVA ISTRUZlONE DI 'l'IRO

3a CLASSE ~ ·5

Positura

z ~ i; E

t ir~i~re

~

, ·- 0.,

-

~

=== = ===== Conrtizioni da adem pirsi {co lpi toccati)

Bersagli

a>

~ ·;--

Positura del tirat,)1·e

Condizioni da adempirsi

Bersagli

8 150 Corica ti di tronco · 3 figure con appoggio 9 2.00 Ritto con di fanteria 5 colpi di cui 3 larappoggio ghezza d'uomo con 2. rettangoli ,10 2.00 Ritto id. 5 colpi cli" cui 2. lara braccio ghezza d'uomo con sciol to 1 rettangolo ,1,1 200 Coricato di figura 2. figure a Jiraccio sciolto ,12. 2.00 Coricato id. 3 fi gure cli cui 2. retcon tangoli appoggio ·13 1~00 In di sezione 3 co lpi ginocchio ·14 150 i:i colpi a di fanteria 4 colpi comando, ritto a braccio sciolto

(colpi toccati)

- - -1 I

1 100 Ritto con a banda appoggio 2. 1150 Id. di fanteria 1

3 ,150

Ritto a braccio sciolto

., o "·z~"o _g ,,, s ~·;-<

Tiri preparatori

,f ,100 Ritto con a banda 5 coJpi di cui 2. nella appoggio banda 2. 100 Id. id. o colpi di cui 3 nella banda 3 ,100 . Id. di fanteria 5 rettangoli di cui 4 circoli 4 ,100 Ritto id. 5 rettangoli di cui 2. a braccio circoli sciolto Tiri principali 5 450 Ritto con di (antel'ia 5 colpi di cui 4 larappoggio ghezza d'uomo con 3 rettangoli e2.circoli 6 150 Ritto id. 5 colpi di cui 3 lara braccio ghezzad'uomocon2. sciolto rettimgoli e ·1 circolo 7 150 In di figura 3 figure di cui 2 retginocchio tangoli

CLASSE

:I' O ·= g ~

z:] i E ~ A.~ --l- - - -1--- -1- -- - - - --11- - - - A.:

343

PER LA FANTERIA TEDESCA

id.

Tiri preparatori 5 colpi di cui 3 nella banda 5 colpi con 4 rettangoli e 3 circoli 5 colpi con 3 rettangoli e ,1 circolo Tirì principali

NZ

a,

'o Q.S

l'' Positura del tira tore

GLASSE Cond izioni da adempirsi

Bersagli

(colpi toccati)

Tiri preparatori 1 ·1OOIRitto con a banda 5 colpi di cui 3 consecutivi o 4- non conscappogg10 ' cutivi nella banda di fanteria 5 col pi di cui 5 larghezza Id. d'uomo con 4- rcttan1:!:oli e 3 circoli id. 5 col pi di cni 4 larghezza 3 ·150 Ritto d'uomo con 3 rettana braccio goli e 1 circolo sciolto 1

Tiri principali 150 Coricato di tronoo 2 figure a braccio 4- 150 Coricato di testa 3 figure sciolto con 5 150 Ritto di fan teria 5 colpi di cui 2 larghezze appoggio· a braccio mobile d'uomo 5 1150 Ritto di figura 2 figure sciol to a braccio mobile 6 2.00 Ri tto con di fanteria 5 colpi di cui 4- larghezze scioi to appoggio r d'u.omo C?Tl 3. rettan6 150 Coricato di busto 2. figure goli e 2. cireo li con che 7 2.00 Coricato id. 5 colpi di cui 3 larghezze ap poggio appare e a braccio d'uomo con ,1 rettanscompare ~ciolto golo 7 200 Coricato di fan teria 5 colpi di cui 3 larghezze 8 200 In di ~ figure d'uomo con 2 rettana brac;éio , ginocchio ginocchi? .. . . . <1oli sc;iolto 9 250 Coricato cti fan tena <> colpi d1 cui 2. larghezze 8 200 Coricato di tronco 3 8gure a braccio d'uomo con sciolto appoggio ,f O 2.M Coricato tli figura 3 figure 9 2.50 In di 2 figure con ginocchio ginocchio appoggio . ,1O '.250 ''coricato di figura. 2. figure 11 500 In 2. bersagli 3 colpi a braccio ginocchio di sciione, sciolto nccostau l 1,1 GOO Jn 2 bersagli 3 col pi e disposti !!inocchio di sezione sul fato " accost:it.1 piccolo. e disposti 4 ,12. 2.00 5 colpi a di fanteria colpi sul Iato comando, piccolo in 12. 800 5 colpi a di sezione 4 colpi ginocchio comando, in ginocchio , ti

l

••

1


344

Da questo specchio r isulta che la 3• classe ha 14 esercizi, 12 la .2• e la t•. Per Lulle le lezioni, meno le due ultime di ogni classe, le distanze :sono Iimilate a 200"' per l,l 3·1 classe, e a 250 111 per le alLre classi, ciò che concreta il principio enunzialo poc'anzi, essere cioè col tiro alle corte distanze che essemialmente si formano i tiratori. La penultima le,:ion e è raun a 4-00"' dalla 3a classe, a f>OO"' dal la 'z• e a 600111 dalla I"; e non si va più in l.'L nel tìro di scuoln. L'ultima lezione consiste in fuoco indiricluale a comando (5 cartucce) a ·I?iO'" per la 3a classe, a 200"' per la 2" e a 300m per la Ia; ed è uti lissima preparazione al fuoco collettivo n comando. Sulle :18 lezioni. ne troviamo 18 da ritlo, 8 da ginocchioni, 12 da coricato; e di e~se 14 a braccio sciolto, 8 coll'appoggio del ginocchio e ·16 coll'appoggio fisso. Predomina il liro con appoggio, il quale è ritenuto in Germania utilissimo, particolarmente in principio, per i tiratori novi,:i; oltrechè questa specie di liro è oggi cl i f'requ cntc uso nel comhaLLi meùto. Come si vede la succes;;ioue degli esercizi di Liro è falla con razionale progression<' ed è sn1riatissima l'ispetto alla specie del bersaglio, _alla positurn del tiratore e alle condizioni da adempiersi; e questo. al doppio scopo cli svolgeregradatamenle l'ab ilitù dei soldati, e nello ste..~so tempo di render questi esercizi interessanti coll'evitare la monotonia di ripetere og11i anno le:;tesse lezion i e cli. aver sempre dinnanzi la slessa specie di cartellone. Forse da laluno mi si darà torto, ma ciò non mi trattiene dal dichiarare essere mio con,incimento d1c la progres;;ione e la varici.i. dei 38 esercizi del tiro di scuola dell ' Tstrn.:ione pruss iana ( I) è meglio i111.c:-;a di qu ella delle nostre z6 lezioni di tiro indi, iduale; e così anclte il metodo di classificazione ( cli cui parlerò in seguito); e questa è cosa non di piccola ma cli gmndissirna. importanza, po ichù ne deriva il profitlo. Il tiro cli comhauimento, come giit fo detto, i.• prima individuale e poi.colleuivo o per gruppi. Kell'antica Istm::io;i:e il tiro di combg.ttimenl.o mira.vn unicamente ad addestrare il soldato individualmente, nel fuoco in ordine :-parso in terreno svariato e a breve

(I} Vi comprende anche le 6 lezioni doi tiri speciali. che però non s·eseguiscono che dalla 1a e ~ classe. E poi si ooLi cho in ogoi lezione da noi il soldat-0 spara 4 colpi mentre 5 il prussiano. '

345

PER LA FANTERIA TEDESCA

LA N UO VA ISTRUZIONE DI TIRO

distanza; per altro nel tiro d'istruzione i tiratori dellil iJ4 classe eseguivano ·IO spari a comando a grandi distanze. L'antica Tst1·-iizione fissava. pel tiro di combattimento 20 cartucce pet tiratori di 3a classe e 25 per que'll i di 2a e P; la nuon ne di1 30 a tulli (cioè 6 più che da noi), delle quali ·I Opei tiri individuali e 20 per quelli collettivi, che sono eseguiti indistintamente dalle 3 classi. Cogli esercizi indivicluali del tiro di comballimento, il soldato deve addestrarsi a servirsi clell'arme sua convenientemente nelle condizioni stesse del campo cli battaglia; a valersi del teneno per coprirsi e appoggiare il fucile; a puntare rapidamente; a valutare bene le distanze; a scegliere le linee di mira e .i punti da mirarsi a norma élell'alLezza apparente del bersaglio; a cogliere i brevi istanti in cui l'oggetto da colpirsi è visibile: a ciò devono intendere questi esercizi. I quali devono per tanto, e per quanto possibile, essere eseguiti a distanze sconosciute cl.al tiratore e frequentemente cambiate, purchè sempre nei limiti entro cui possa giovare un colpo isolalo (mai oltre 650 metri) contro bersagli-figura, bersagli di tesla, di busto, di Lronco e cli ginocchio . 1 soldati devono tirare uno ad uno, afilnchè si possa curare minulrunente la loro istruzione. Anche gli ufficiali subalterni fanno questi eserci,:i. Vengono poi gli esercizi collettivi o per gruppi cli tiro cli comhattimenLo: questi hanno pel' fine: « cli abituare il soldato alla disciplina clel fuoco, cli addestrare i grnppi all'esecuzione dei vari còmpili clclla taltica clel l'Lloco cli fuci leria, cli ammaestrare gli ufficiali a <lirigei·c "il fuoco ». L'Tst1·11,.zione raccomanda che il comandante del reggimento o del battaglione assuma personalmente la direzione cli questi esercizi e che i riparti siano porla.Li all'effettivo normale cli guerra. E soggiunge« perchè Lai i esercizi r iescano allo scopo loro, bisogna abbiano luogo di modo a che siano riprocloui i momenti che obbl igheranno uno o più gruppi a compiet'e quanto loro spetterebbe nel cornballimenlp. Col far apparire differenti bersagli a distanze i0:10te, col costringere gli ufficiali a calcolare prontamente il Lempo necessario allo spiegamento della lot·o truppa e quello durante il quale il bersaglio può vedersi e colp irsi, si svolgerà il colpo d'occhio e l'abilità dei capi in una colla destrezza e la preANNO

xx1n, VOL.

li!.

21


346

347

LA NUOVA ISTRUZI ONE DI T lRO

P ER LA FA NTERIA TEDESCA

stezza della trnppa. Nel seguito si prenderà come punto di partenza, come Lema perquesl'esercizio, un' idea LaLLira, e si avranno . cosi esercitazioni Lattiche nelle quali la truppa potrà spie()'are l.ulla 0 la sua abilità nel tiro ». . Non si può disconoscere come il metodo p1·ussiano sia, p iù mz10nale del nostro. Noi dal bersaglio di scuola, portiamo direttamente la truppa sul Lerreno pel Liro di combattimento per eseouire 0 senz'altro fuochi colleLLivi (•I) . Non abbiamo preparato prima il soldato individualmente a sapersi serrire dell 'arma. sua enlrn condizioni analoghe a quelle del campo di battaglia; e ni.nno mi può gi11diziosamente contestare che se codesti esercizi indiriduàli di preparazione si facessero, i risulta ti dei tiri colletti vi sarebbero più soddisfacenti. Ma non è soltanto in qu esto che il nuovo metodo d'istruzi one prussiano ed anche quello austriaco nel Liro di combattimento ci hanno preso _un sop1?vv~nt~ che prilla potevamo vantare, giac~hè se non erro lnmmo 1 pnm1 a praticare gli esercizi in codesto tiro. A seconda della vigente l sll'n:ione, il Liro di combaLtimenLo consta di 6 lez ioni (ciasctuu con /4. cartucce per uo mo) , in nessuna delle cruali si ha precisamente in mira l'impie6o tattico del fu oco, ma più che lL 1tto il ¼ più o meno splendido da ottenersi . A meno della corsti cli 50 metri che si fn fare ai tiratori prillla cli sparare nella 5a e nella. 6" lezione, nulla vi ha che riproduca. per quanto è possibil e le cond izioni e i momenti clel corn baLt.imenl.o : i cartelloni sono fissi, sempre ben visibili, e non presentano che un puro bersaglio di fronlcr e nulla. di profondità; il terreno è pre~cel_to quanto_si può beu piano e scoperto; !ti truppa esegu isce il l.1ro ben n posata e con tutti gli agi; niuna idea lattica presiede all'eseguimento dei fuochi. Il § 8° de ll 'lst1·nzione sul Liro contiene molte e minutissime presc:riz ioni , certo buone; ma tutte tendono essenzi~lmente a disciplinare l'eseguimento delle lezioni per evitare le froch nel conoscere preventivamente le distanze e per meuerc

tutti nelle stesse condizioni di Liro, all o scopo principale di saper poi quale reggimento e ba.ttagli one ha Lirato meglio , ed a quali compagn ie spellano i prem i. E ciò contrasta col vero scopo cli questi esercizi, i quali ad altro non devono mirare eh.e ad insegnare alla truppa l' impiego dell'arma ed a.gli ufficiali come dirigere il fuoco nelle varie circoslanze del comùall.imenlo. Ed è in questo concetto cer trunente che l'lst'1·1hzione p1·1.issiana vieta di foscri'Vere il r isnltato del ti:ro di combattimento nei 1·egislri e nei rapporti

(1) A scanso d'equivoco per fuoco e Uro individuale intendn i colpi Isolat i come si fanno per is tru zione nel tiro prepnn,tol'io, ordi nari o e s pec," le, 0 nel com b;i tt,iment.o da sent,nella, esploratori ecc , per {lloco collellit·o mtendo i colpi sp.roti simultaneamente d,1 un~ trupp~ ~ietro com,nrto ~vu to ne ({1ioch! a vo lontà. o fuochi a coma11clo), che più propn ameule s1 direbbero fuoc hi a salva.

del tiro .

Or se vogliamo che anch e per no i cp1e.sti siano veri e proficui eserci;,;i di combauimento, è indispensabile di escluderne ogni specie di gara quanto ai ¼, e cli prescrivere invece che nell o esegnirli si studi ogni mezzo ed ogni modo di avv icinare il più possibile la realtà del comhallimenlo, riproducendone quanto possibile tulle le com binaiioni, tuLLe le fasi e tutti i mom enti, con temi ben iden Li, con acconci bersagli e su terreni s,·ariati. Alla qual cosa gioverà fo r·se che nel § 8° delta noslra Tstni;rior1,e -sul ti1·0, in luogo dei molti particolari, i quali, un1t voll,t esclusa. la gara nei risultali di questo Liro. altro non sarebbero che in utili pastoie, f'ossero concreLllli i pri néjpii e rormulate le norrne generali di esecuzione, lasciando poi ai comancfanti delle ln1ppe la latitudine e la responsabili tà d'alluazione. In questo il Lesto clell'lsvmz ione prussiana è forse troppo conciso e aforistico ; ma vi si è supplito rol eh iamare nel 1877 alla scuola di Liro di Spandau, come dissi in prin cipio, du e uffi ciali super iori per ciascuno dei corpi cl'arrn.a.ta, per dar loro isl.rnzioni opportune e norme uni fo rmi da propagare poi n'ei corpi rispettivi. Questo invero è il sistema generai mente usato nell 'esercii.o germanico : regolamenti pochi e concisi, ma poi molli corsi normali; e non mi pare sia. il metodo peggiore. Indipenden temen te cla qnanto sovra, e poiché mi Lrovo sulla via della. critir,a, aggiu ngerò come a me paia necessario di modificare le atluali lezioni del Liro di combattimento, perchè nel loro complesso non r ispondono a precetti del la tattica odierna; bisogna che , i sia unn qualche lezione di fuoco a salva fra i 900 e i ·11100 metri : b isog11a ehe le lezion i si succedano come nei veri momenti di un combattimento : bisogna che si sopprima l'ultimo


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LA ~UOVA ISTRUZIOJ\"E DI TIRO

capoverso del N° 1199, che nella pratica nuoce più che non rriovi :ll'oggeu~ ~uo partì~ol~re, qu~llo cioè cl~ rendere possibile u1~ pa1 agone fra 1 hauaglt0n1 che tirano a distanze direrse; e hisoana 0 anche arnre bersagli che corrispondano all'a ltezza deO'Ji · · · . J. o uomm1 in gmocc 1io e degli uomini coricati. « Il t_fr~ d'?°s~n~zione ha per oggetto di dimostrare praticamente le propr1eta balistiche dell'arme, gli effetti dei fuochi colletth-ì e le condizioni per assicnrnre l'efficacia, e conseguentemente di far ben comprenclere lo spirito della presente Ist1·1izione e particolarmeme dell'appendice Il, circa i pL'incipii generali sull'impierro del fucil~ modello 187-1 ». Questi esercizi sono dunque infinila~ente adatti ad ammaestrare un personale cl' istruzione e specin.'lmente un corpo d'.ufficial~ c~paci, condizione di tan to momento per ottenere che I fuoch i siano opportunamente eserruiti. In sostanza è una serie di espe~·ienz~ di tiro fatte in prese~za degli uflìciali e della truppa da tiraton scelti e con tutte Ie comoclitò. . . I più importanti di questi esercizi consistono nella dimostrazione della dispersione dei colpi , nella rappresentazione rrrafica della traiettoria della linea dì mira naturale e dell'alzo a 4-0{metri per mezzo dell'altezza delle varie ordinate, nella. constatazione del l'influenza (deviazioni laterale e veriicale) delJa sciahola-baionetla innastala. Per provare l'efficacia dei fuochi colleLli\Ti si eseguisce i! tiro cli una serie o di alcuni termini soltanto di unn serie con _una sola linea cli mira, ed anch e colla comb inazione di due 0 tre f'.nee di mira differenti, e poi si l'appresenla Ja dispersione dei c~lpt nel senso delle profondità mediante fuochi contro cartelloni disposti gli t'.ni dietro gli altri, e se ne deduce fa proiezione oriz~oi~tale del Liro. Tutti questi sono espel'imenti molLo elemenuu:i e di 1!e _es~çuzione: a me pare per altro, che mentre possono tornare ul'.l'.s~nnt ~et· gli ufficiali e per i sottu/Ticial i, non siano cli grande utiltla pratica per la truppa, o per lo meno cli un'utilità non corrispondente al tempo che ri chiedono: e il tempo nell'istruzione militare è oggidì qu i,;t ioue non di poco momento. }I~ de_tto clte ~l(m? que~ti esercizi molto vantaggiosi per gli uf~cwh e 1 sottu01c1alt, e ciò perchè io credo fermamente cl1e per ms:gnar bene ~nche la cosa la più elementare, bisogna conoscerla pei fetta mente in tutta la sua essenza ed ampiezza, e bi;;ogna al

fa:

PER LA FANTERIA TE DESCA

precetto teorico sa.per far seg11i rc l'esemp io pratico, che 11er il soldato è l'argomento più persuasivo . È, a mio Yedere, un errore di materialismo il supporre che per assicu rare l'ammaestramenLo, p. es. del Lil'o, basti un regolamento così minuto da mettere in bocca all 'i!itruttore tutto ciò che deve pensare, dire e fare: se quest'istruttore non sa darsi ragione delle proprietà dell'arma e degli e[eui del fuoco, e se ollracciò non saprà anche lui t inu· hene, sa rit sempre un povero ma ben povero istruttore. In quest'ordine di idee, a me pare, sarebbe opportunissimo che ogni anno prima che la truppa dia principio alle esercitazioni del Liro, gli ufficiali inferiori sotto la di rezione cli un ufficiale superiot'e e i sott'uffi ciali sotto I. a direzione di uno degli ufficial i che hanno fotto il corso di t iro presso la scuola normale di fanteria, venissero esercitali in codeslo Liro d'istruzione, e che inoltre si consacrasse un maggior numero cli cartucce per rendere àbllissimi nel tiro i sottufficial i tutti. L'lstm.=ione prussiana prescrive che quando un fo cile sembri dare cauiri risultali pel' difetti cli costruzione, l'urriciale che dirige l'esercitazione cli Liro deve pl'ovario sparando con esso alcuni colpi: occorre quindi sappia tirar bene. E prescrive pure che ogni volta un fucile ritorna. da riparazione in qualche parte essenziale, lo si debba prornre sul bersaglio a banda, alla distanza cli I00 metri, il LÌl'atore seduto dietro un ta.volo, sul quale un sacchetto di tel'l'a per sorreggere l'al'ma. Si ritiene che un fucile corrispond.a ahbastanza bene alle esigenze del Liro quando il maggior numero elci colpi, per e:;. 3.su Li, toccano la hancla. Questi tiri cli , crificazione devono essere fatti con tulla cura e sempre presente il capitano, che nei casi dubbi cambi;i i Lira Lori. - Le disposizioni di questo paragrafo erano già nell'antica Tst/'u.=ione ( 1875) e climo!>lrano Lutla l'importanza che nell'esercito germanico si dà alla bontà dell'arma ed a.Ila. sicurezza del Liro. · Come appo noi, si hanno , come già ftt cleLlo, 3 classi di Lira.tori; se non che la classificazione vien falla in modo assai diverso. Da noi la classificazione è relaLirn; tutti i caporali o soldati della compagni.a. sono inscritti progressivamente secondo il numero totale dei punti ottenuti nel tiro ordinario dell'annata; ed a parità di punti hanno la precedenza quelli che nell'anno antecedente ottennero


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LA NUOVA ISTRUZ IONE DI TIRO

dassificaz ione migl iore, e se la parilà si verifica tra individui che nor~ furono mai classificali, ha la precedenzci il più anzia1io ( 1). Poi sono divisi in tre gruppi eguali; ed ecco fatle le tre classi. Nella fantel'ia prussiana invece la classificazione è assolula. Non può, come da noi, darsi il caso che un soldato che abbia conseguito, per es ., 20 punti, si trovi nella stessa classe di altro della propria compagnia che ha ottenuto due ecl anchè tre volte tanto cl i punti ; nè può succedere che chi in una. compagnia apparLiene alla 11a classe; se fosse o passasse ad altra compagn ia dovrebbe discendere alla 2" · e fors'anche alla 3a_Ivi la classificazione è determinata da condizioni assolute ed identiche per tutte le compagnie, come furono indicate neJJ o specchio a pag. 342, 343. Sono inscritti nella 2• classe i tiratori che hanno adempiuto le condizioni dei N. 5 a 12 inclusivamente della 3a cJas~e con 70 cartucce al più. Vanno allft 1a classe quell i che con 53 cartltcce al più hanno soddisfatto alle. condizioni clei N. 4 a 4 Oinclusivamente della 2a classe. Per passare dall'una classe all'allra bisogna avere eseguili tuUi i vari tiri ~ella classe precedente ed avere adempito all e condizioni di ciascuno di essi . Non si fanno retrocedere niai i soldati dalla classe superiore alla inferiore: « se alcuni cli essi incontrano clifficollà a adempire le ~onclizioni della nuova classe, loro si abb ia maggior cura e, al caso, loro si conceda un supplemento cli cartucce >>. Noi invece abbiamo h retrocessione di classe d'anno in anno, ed accade che chi tu il primo della ,1a classe nell'anno precedente, solo per non avere potuto nell'anno seguente atl.enclere a LutLe le lezioni e ottenere cosi un alto to tale di punti, dovrebbe andare alla 3a classe, e passa l'ultimo della 2a pel temperamento fatto a questa anomalia dal N. 233. - A. me pare che questo • genuino confronto fra i due metodi cli classificazione basti per ri~ conoscere come il nostro 110n sia il più logico. Ecco come stabiliti i premi e i distin.tivi di tiro. Ogni battaglione riceve annualmente 22 premi dell'importo complessivo di 85 marchi e mezzo (L . 106·, 90), dei qual i: ci) pei so ttufficiali del battaglione un primo premio cli 9 marchi, a concorso fra i sottufficiali della classe speciale cli tiratori, cd un secondo cli 1, manhi e mezzo pei 1

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(I) E non sarebbe pi(1 ragionevole il rovescio! A me paro che a parità cli punti debbasi far maggior inerito al ·meno anziano.

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sottufficiali del la 1" classe; b) pei soldati cl' ogni compagnia, nn premio di 6 marchi pei tiratori della 11"' classe; e due di 4 marchi e mezzo pei tiratori della 2° classe; due di 4 marco e mezzo per quelli della 3a classe. I concorrenti devono avere soddisfatto a tutte le condizioni richieste per ciascun tiro della loro classe e avere preso parte agli esercizi del tiro individual e cli combattimen to. Coloro che adempiono alle .condizioni dei tiri principali col minor numero cli cartucce ricevono il 11° premio, poi i seguenti il secondo. A parith di cartucce sparate, vince il premio chi ha loccalo più rettangoli o figure . Medaglie d'argento possono sostituire i premi in denaro . I distintivi cli ti1·0 sono dati ai Hl soldati migliori tiratori della 1n clas::e cl' ogni compagnia; altrettanti distintiv i pei sottufficiali del battagl ione, limitttLamente però a quelli cli essi che abbiano arnto risultati di tiro non inferiori a quelli dei soldati che non ottennero il· distintivo medesimo. Il tù-od'esame non è; come cla noi, una gara fra tutte le compagnie del reggimento; deve invece servire di base per apprezzare e paragonare il grado d' istruzione dei vari corp i. Su per giù è esegu ito com'è p1·escritto clebbasi eseguire il nostro, se non che l'Ist,riizione si astiene di. tuue quelle miMtezze che troviamo nel nostro § ,13 per garrntire l' imparzialità e la veritit. In essa è eletto che ogni cosa va fatta oneslamente, e basla: e veramente meglio è afl'ìclarsi cosi alla lealtà, che mostrarne diffidenza col voler minuteggiare tutto e pre,1 eder tutto, al che praticamente non si riesce mai . J\fa è quistione di sistema.. Da noi pur troppo è così; tutti i regolamenti e civili e militari sembrano inspirati al concetto dell a diffidenza: indi testi interminabili e disposizioni raramente precise e chiare. ll ris111Lato del Liro cl' esame di ogni battaglione è soltoposto a S. M. rimperatore. · V. Re71stti empporti di tù·o. - Non mi fermerò a parlarne per non all ungare troppo questo resoconto; ma non mi trattengo dal dire che i 1·egist1·i e mppo1·t·i prnssiani meritano cli essere presi in considerazione per la loro semplicità e per il loro numero limitato. 1

1


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LA NUOVA ISTRUZIONE DI TIRO

III. Alla parte veramente regolamentare .de!l'Istr·u,zione, tengono dietro undici appendici. Le prime sei contengono i vari moduli dei registri e rapporti pel tiro. La sesta (G) presenta in tre qt1.adri i dati principali intorno al fuc ile mod. 187/f (Mauser). - Velocità iniziale media 4. 30m, gittata massima circa 30oon~ con un angolo di tiro di 35° circa - ordinate della traiettoria media sopra e sotto la linea di mira orizzontale - indicazione dì 50 in 50 da 50 sino a ,J 6 00 metri, degli angoli di tiro e di caduta, dei raggi del circ,)lo contenente la migl iore metà dei colpi, e di queili conteuenti rispettivamente le somme delle cleviazioni verticaJi e orizzontali . L'appendice H enunzia i principii generali dell'impiego del fucile individualmente e collettivamente, e tralla della direzione e dell'eseguimento dei fuochi . Vi ci fermeremo un momento, perocchè è davvero la parte, direi, concretante della nuova Istrnzione: qui è lo spiritto delle nuove teorie della tattica del fuoco. Secondo l' lst1·uzion,e, per ottenere qualche effetto da un colpo isolato non conviene tirare: oltre 200 metri contro uomini isolati :;oricati o coperti per più della metà della loro altezza; oltre 250m contro un bersaglio della larghezza d'un uomo e dell'altezza cli un uomo_ o s?ltanLo della metà; ollre 400, o 450m contro bersagli più larghi, altt un uomo, e solo sino a 350"' se l'altezza non è che metà quelta cli un uomo . <e Quando la distanza è ben conosciuta e l'alzo perfettamente regolato, questi ultimi limiti (4-00 o .1_.5om e 350m) possono estendersi rispettivamente ti 650 e M50m. Oltre questi Jim iti non è più possibile di fare assegnamento sul!' efficacia dei fuochi che mediante il concorso simultaneo di molti. fucil i contro un unico bersaglio. Così. soltanto si possono ottenere alcuni buoni risultati, che dipendono dall'altezza, dalla larghezza e da.Ila profondità del bersaglio » . Segue un quadro dei dati sperimentati a sanzione del principio 1

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suespresso ed a dimostrare la proporzione relativa delle perdite fra Ja linea e la colonna, fra una tn1ppa coricata e una truppa ritta. La colonna di compagnia, ritta, sarebbe esposta soltanto a un po' più cli perdile che se fosse in linea smo a 700m; ma al di là e sino ,1600m le perdite della colonna sar-ebhero due volte più. che per la linea. La, colonna di compagnia coricata deve aspettarsi perdite, in media, doppie e triple di quelle della linea coricata. Il numero dei colpi toccati da una catena di cacciatori coricati e ritti è minore che per una linea coricata e ritta, e varia in ragione della densità della catena. L'estensione della superficie battuta viene doppiata ed anche triplicata coll'impiego contemporaneo di due o tre linee di mira differenti. Le serie s\iccavalcano le une su le altre, ed invece di un ristretto aggruppamento di colpi, si ha una maggiore superficie di terreno sulla quale continua a cadere un numero di proietti sensibilmente uguale a qLtelli che si otterebbero con una sola linea di mira. Se il fuoco è diretto sopra un terreno inclinato, la lunghezza della zona battuta è diminuita o aumentata secondo che il terreno sale o scende proporzionalmeijte alla pendenza. Rimarchevolissimo è poi il paragrafo relativo alla condotta del fuoco, che non so astenermi dal riportare quasi per intero ( 1). << Nel combattimento spetta ai. capi di utilizzare le armi, finchè può farsi assegnamento sulla condotta del fuo~o . La razionale condotta del fuoco è una dell e garan1,ie essenziali del successo. Sono éondizioni necessariè ad ottenerlo: la calma, il colpo d'occhio tattico, l'abilità nel valutare le distanze, il clono d'osservazione, l'apprezzamento corretto del terreno e la cognizione delle proprietà balistiche dell'arma. « A chi deve dirigere il fuoco incombono particolarmente i seguenti doveri : « a) Scegliere wna posiz,ione conveniMite per spiegm·e la 1

fri11ppa.

. « Prima condizione è avere un libero campo cli tiro. Il ripararsi contro ai colpi dell'avversario, vien dopo . È vantaggio che (1) 1 c3povorsi preceduti da

<

sono testual i.


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LA NUOVA I STRUZIONE DI TIRO

il terreno_ ve_rso il bersagl io sia parallelo alla linea di mira O lievemente mclmato al. disotto di esso aa1·o qu · 1za. , • • È' .., •S\·"n·t.-. " <'oc> . an do s1· na Succede 1 opposto rispetto all'efficacia del fuoco nemico. . « b) Detennùiare la forza da impiegarsi e collocare le truppe designate. · 1 « \stra1.,i?n ~atta dell'estensione deHa posizione inclinata, la forza da sp '.e?:tr~1 d,p~n~le :lall'obbiettiYo 1.auico che si ha in vista, dalla quantita di ~u111~10_rn necessarie per ouenere un serio risultato, e dal tempo d1spo111b1le per consumarle . « 01tre 7oom non si può sperare una certa efficacia se non mercè u~a ~rande ~onsL~1~zione di cartucce; e divien quindi necessario ~h spiegare np_art1 pnì. forti, allorchè l'effetto deb b'essere ottenuto m tempo relativamente breve. . (< Nello spieg~me~lto. giova fissare un campo di tiro a ciaseun plotor~e, e teneri~ qui.nd1 quanto più si può compatti, ·non sema per ,~lt-ro .JT~tervallarl1 larg~mente. « Ed a questo prin,:ipio infatti s'info_1 ma l attuale modo di manovrare in ordine sparso de' Pr " · · F ·l è r 'b'l · l .. . U::,S1an1. : mc: 1 1att1_ 1 e, 1 _P otorn m cacciatori restano in due righe, ad ~nlervallo clt _stenclr:mento l'uno dall'altro (circa tre volte I~ fronte del plotone m _ordme chiuso, perocchè poi i soldati si distendono un ,pa.sso_l'un d~ll'~ltro) ;_ e fovanl inea risulta. cosi una Ji.nea di sto1m1 eh _P!~tom, 1 qual,. stanno meglio nella mano dei capi e rendono poss1b1h fuochi coll.etlivi. . « e) fnclicare ~a s~ecie dei fiwchi e clesignare i be1·sr.1,gli. « Per !~ buona cl1rez1one·del fuoco, bisogna cercar di concent1:ar'.o su d1 uno slesso punto importante e per un momento hrev1ss1mo . • << Q:rnnto alla specie di fuochi, chi comanda dovrà scea[iere fra I fuocJH a ~alva, quelli in tiragliatori e quelli accelerati. o • << C_on. 1. fuochi a_salYa, sieno falti da riparti in ordine chiuso, siano tatti ~a storrrn (Schwarmsal'Oe), si può maneggiar mecrlio la truppa, e Sl padroneggia meglio il fuoco; l'osservazione dei c~lp i e c~~seguen~emente la .determinazione clella linea di mira, lorna~o pm a~evoh >) . ~a questione dei fuochi a salva, ha, come quelle dei fuochi a ~ran distanza, sollevnto serie controversie; ma il solo argoment~, di q~rnlche va.lore da parte dei contrari, sta in questa interrogazt0ne: m un combattimento un po' vivo sarà egli possibile di

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conservar la truppa abbastanza in mano per fare eseguire questa sorta cli fuochi? E Yeramenle non si pLlò rispondere un sì netto e sicuro. J rl ogni modo è incontestabile che la salva è mezzo di disciplinare il fuoco, e bisogna quindi usarne per quanto possibile, preparanélovi con ogni cura fa truppa nell e esercitaz ioni di pace. Ed a quest'oggetto il Regolamento di manovra, che ebbe nel 11876 così p,ochi mesi cli vita, aveva saggiamente introdotto da noi il fuoco a comando anche pei riparti distesi: ciò che ora ci manca. « In generale un fuoco di tiragliatori bene aggiustato promette v / migliori per cento. Ma con fo rti linee cli cacciatori, il fumo che copre la fronte e disturba il puntamenLo pnò scemare cli . molto la probabilità cli efficacia. Nel q@l caso devesi preferire la sal va al fuoco a volontlt. « l)erchè questo fuoco a volont~ non degeneri in fo.oco sregolato bisogna prima di farlo cominciare fissare il numero delle cartucce che ciascun soldato può sparare, e cli ,regola non più cli tre. In questa guisa succedono pMse durante le quali il fumo si dissipa e gli ordini si distribuiscono )) . . QuestéL è evidentemente un'ottinrn prescrizione: l'ho veélula prati care e l'ho fatta praticare io stesso con grandissima util ità. Per essa. si mantiene la calma e l'ordine; si possono cambiare opportunamente gli obbiettiv i al l'ooco, e si assicura altresì l'economia delle muniz ioni. Oml'è éléL desiderarsi che venga inLroclotta nel nostro regolamento. « Il fuoco accelerato richiede maggiore c1uantità cli cartucce che . il fuoco a vo lontà, commove i soldati, e dopo alcuni spari il puntamenLo diviene impossibile a mo Livo clel fumo che cuopre 111 fronLe. Poichè il disciplinare cruesto fuoco è molto difficile, bisogna non usarne che in casi eccezionali )> . E basta avere assisLito al t iro cli combattimento per persLtaclersi cli tutta la ragionevolezza di questo precetto che io formu lerò così: Non oltre 300"' e nei casi di assoluto bisogno, il fuoco accelerato e con numero limitalo d~ colpi (3 o &} Il fuoco acceleratissimo mai alt!'Ìmenti che con la linea di mira naturale. <( Il cambiare troppo di frequente l'obbiettivo (il bersaglio) induce lo sparpagl iamento dei colpi: giova quindi evitarlo. « I bersagli vanno sopratutLo scelti in ragione della loro im-

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portanza tattica; poi si può anche dirigere il fuoco sopra bersagli che per le lol'o dimensioni e per la forma del terreno presentano probabilità di effeLLi ragguardevoli . « La savia designazione del bersaglio e la concenlrazione del fuoco sopra di esso sono uno dei còmpili i più clif/foi li della condotta del fuoco n . - È quistiono di colpo d'occhio militare, assai più che di saper tattico: e per acquistare questa dotè i mpol'tantissima, bisogna esercitarvisi molto o di proposito deliberato negli esercizi di paco. « d) Designazione della linea o llelle linee di mira. « La linea cli mira esatta può essere domandata all'arLiglioria se ve ne ha presso, o può essere determinata con altri mezzi che pel'meuano di valutaro le clistanie: ostirnaiiono del le distanze propriamente detta, impiego di una buona carta minuta ecc. « Certo è vantaggioso conoscere la distanza coll'approssimaiione di un metro, ma non i; cosa necessaria: in generale basta fissa,re i limiti entro cui sta.o muo,e l'obbieui,o di tiro. Per esempio fra 500 e 600"', fra 700 e 900 111 • « Per regolare il tiro coll'osservazione dei colpi sono necessari particolari condizioni di terreno. Si può riuscirvi con sahre concentrai.e sovra un punto solo )). Veramente nel combatlimento saranno un po' rare le condizioni di terreno e di tempo acconci a questo metodo di trovar la linea cli mira. L'appendice austro-wn,garica vi annette molta importanza ('I). « Oltre .ioom l'impiego di una sola linea di mira non può promettere buoni risultali se non contro un bersaglio i1umobile, se si ha tempo e mezzi per regolare il ti ro, e finalmente se la conformazione del terreno anteriore al bersaglio non è tale da diminuire l'erfìcacia del tiro . In Lulti gli altri casi, e particolarmente contro hotsagl i mobili che si muovono avanti o indietro, bisogna di massima servirsi di due o di più linee di mira differenti l'una dall'altra di ,ioom. Sino a 700'" bastano due linee di mirn.: al di là bisogna prenderne tre. Nelln. scelta delle linee cli mira contro bersagli che si muovono avanti o indietro, bisogna aver riguardo alla cliroziono del movimento . - Se si usano due li.nee di mira se nedà una all n. prima e (1)

v . in fino.

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l'altra alla seconda riga. Se tre, se ne clà una a ciascuna clei tre plotoni clell,1, compagnia. - Non conviene far tirare co~ due o tre linee cli mira riparti inferiori al plotone o alla compagnia. <e Nella ripartizione delle linee di mirn bisogna fare in mocl_o che· la superficie da coprirsi cli proietti ne riceva_ nn num~ro sufficiente. Por esempio se la superficie ove si trova tl bersaglio _è fra e soomJinec cli mira cli 650 e 750"', se fra 700 e 11000'" l111ee cli mira di 750, 850 e 930.u. (\ e) 0l'dine pel' ltpl'Ìl'e e cessal'e il fuoco. .. << Sino a 700 metri t.1 1tti i bersagli possono esser colptll con successo cla fuochi collettivi, per gruppi; ma oltre qucsk't cl_istanza non si devo far fuoco che eccezionalmente, sopra bersagli molto ampi, come p. es. batter_ie, masse di _tr~ppa ~0~1siclerev:l\ che possono servire cla bersagli e clare buoni nsultatt smo a ·I _oo · << I'1·ima di far aprire il fooco, il comanclant~ deve mecl_itare se il consumo delle cartucce che si rich ioderà è 111 proporzione col risultalo probabile e può essere giustificato dalla siLnazione del combnLtimento e dai mezzi disponib ili di rifornimento. (< I fuochi i11officaci indeboliscono il morale eletta truppa e esaltano quello dell'avversario >>. Considornzione non nuova, ma perfettmnente giusta. << f) Hifoni,iniento delle cartucce. , << Nella difensiva il tifomimenLo clclle cartucce _d~v esser~ ~s: sicuraLo preventivamente mercè appronigionament, tn pross1m1ta dei tiratori. Noll'o.ffensirn bisogna pensare a portare a nm~ero le munizjoni prima di slanciare le truppe all_'attacco; sotto 11 fuoco utilizzar lo cartucce dei feriti e morti >) . . E nella fanteria prnssiana, durante le grandi manovre, SL fann~ esercizi di ril'omimento, che noi puro dovremmo foro, atteso_chc sia questa la concli:i.ione essenziali:;sima onde utilizz~re le arnn da fuoco a grande geWtta. ecl a tiro celere. . L'Istmzione stabilisce che si debba puntare al piede del be~·saglio. << Poichè, essa dice, nel combattimento ~on è nec~sano di toccare più l'uno elle l'altro pnnlo del 1J~rsagl1?, ma he~s1 sol~ di colpire ovunque il bersaglio, e poichò rn pa1:1 te1~po g1~va cl~ scegliere come mira il ptmto più basso clel bersaglio, c~1 massima 51 punterà il piode cli questo. Si poLrit pertanto fare ecceziono a questa

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PER LA FANTERIA TEDESCA

regola quando l'altezza del bersaglio sarà inferiore alla mezza alLezza d'~omo, e la distanza non sarà maggiore di 200"': bisognerà àllora puntare colh linea di mira naturale so tto al bersaglio di una altezza ·di testa, da 3/5 a 75'U, e di due altezze di testa da 75 a 200"' ll. Anche questa regola di punt<Lre al piede del bersaglio, già introdotta pei tiri di combaHimento nella precedente lsfriizione, ha dato luogo a dibattimenti, e le truppe stesse hanno esitato ad uniformarvisi : illfL la nu.ova Tst,1·1.izione ha troncato recisamente la questione, prescrivendo che sempre, meno il caso suindicato, si debba mirare il piede del bersaglio. Indi nel bersaglio a handa le due estremità della banda fogg iata ad ancòra per segmr bene il punto di mira. Non mi sento ab bastanza versato nella scienza balistica per arrischiare un giri.clizio perentorio sopra questo; a rne pare peraltro che specialmente alle grandi distanze, il piede del bersagl io sia la mira meglio appariscente; e mi pare eziandio che lo aver cosi invariabilmen te determinato il punto cla mirarsi cli preferenzaal punto da colpirsi, ageYol i non poco la giustezza e la celerità del ptrntamento, mentre non cesserà per q1J.esto di essere efficace il colpo. L'ultimo numero dell'a.ppendice ff trattadell' impiego della linea di mira; poi viene l'appendice J che raccoglie in poche pa.gine le nozioni prin cipali delle teorie del tiro applicate al fucile modello 1874. E finalmente le appendici K e L; la prima pubblica. alcune serie oUenute clalla Scuola militare di tiro per dar ragione e servil.' di norma circ.i l'efficacia del tiro eseguito con una o con più linee di mira; e Ja-seconda.consisLe in uno specchio che dà. le distanze de'bersagli per iI tiro cl' istrnzione. - Mi astengo da pa.rlare di tutto questo come di cosa a(fa.tto special e al fucile prussiano, e quindi di poco interesse per no i: d'altra parte mi accorgo cli aver già oltrepassa.Lo i limiti entro i quali avrei forse dovuto conLenermi. Epperciò finisco: non peraltro senza esprimere i più fervidi voti affìchè dagli uomini compeLent.i non si indugi ad esaminare qltali modificazioni sieno da int.roclursi nella nostra Is truzione su.l ti-ro per la fanteria. Nè ci trattenga l'insano puntiglio di non voler far plagio. Potremo sempre vantare di essere sta.ti i primi a procurarci un'Istriizione .ml tiro cli tutto punto soddisfacente e che altri hanno larga.mente copiata. Ora gnarcliamo di non restar gli ultimi. 1

***

NOTA.

L'istruiionc supplementare austro-ungarica snl tiro della fa nteria a gran distanza comprende due sorta di pre~crizioui : le une relative agli esercizi di questo tiro, le altre concernenti l'impiego del tiro medesimo. Gli esercizi preparatori consistono in esercizi giornal ieri di mettersi a ptlffl,t e di puntare con lince cli mira oltre i 450 111 nelle varie positure e sempre in armi e bagaglio; in esercizi cli tiro nelle camerate con le lince di mira per le grandi distanze; iu frequenti esercizi per l'apprezzamento delle distanze sino a 11050m, per parte degli ufficia li, dei sottufficiali ·e dei soldati più intell igenti, c}d in esercizi di tiro individuali alle distanze cli 600 a ,1Oo0"' per parte d1:gli anziani. Gli esercizi poi di tiro di combatt.irncnto constano di due lezioni ( della durala cli due ore) in ciascuna d:eHe quali ciascun soldato consuma quindici cartucce. Nella prima, ciascuna compagnia forma un plotone della forza di guerra ; uella· seconda l'intero ba ttaglione forma una sola compagnia. I tiri vengono eseguili contro una colonna doppia di battagl ione, rappresentata da bersagli alti 1m,s5 e larghi 36 111 , alla distanza di 600 a 82,5111 ( 11,100 passi) tlue lince di be:;rsagli 36"' l'una dietro l'altra; alle distanze maggiori tre linee di bersagli distanti 16m l'una dall'a ltra; le distanze non co nosciute dai tiratori; per capacitare i soldati intorno .all'efficacia dell'arma ogni reparto, dopo fatto fuoco, deve subito recarsi ad csaminaro i hersagl i. Le prescrizioni relative all'impiego del tiro alle grandi distanze sono ·testualment.e le seguenti: << Sebbene il combattimento non entri nel periodo decisivo se non a distanze minori cli 600 .passi (,1:00 e che a queste distanze solo si manifesti l'efficacia dei fuochi,. nondimeno, in certi casi, si può nuocere sensibilmente al nemico a cl istanze m:iggiori, da 600 a 1(t.00 passi (450 a 4050"') . « I fuochi a gran distanza non devono e;,.sere impiegati che ecce.zionalmcnte contro bersagli di sufficiente grandezza; si useranno so1

11 ')


360

LA NUOVA I ST RUZIONE DI TIRO

prattutto fuochi a comando eseguiti da stormi o da plotoni a righe chiuse, sotto la direziono e il comando dei loro capi rispetti vi. « Le circostanze consiglieranno in ogni congiuntura il modo d'impiegare i fuochi a gran distanza, a seconda dello scopo tattico che si ha in vista . « Potr3nno giovare quc:;ti fuochi noi casi seguenti: per sorprendere l'avvers3rio, per costriugorlo ad uno schieramento prematuro e allenlarne la marcia, o,,vero per arrc~tarnc l'inseguimento. « Tuttavia bisognerà ~empre considerare so con questi tiri lontani non ci togliamo il mezzo di util izzare il fuoco in modo più decisivo nei momenti critici . « Ond'ò dovere del comaucl:mte cho prescrive coclost.i fnochi di preoccuparsi del l'ifomimento delle cartucce in tempo utile. « Saranno osservate le seguenti norme circa l'impiego e l'eseguimento doi fuochi a gran distanr.a per parte dei ripar ti a righe chiuso: « a) Alle distanze comprese fra 600 e •1200 pas$i (4:50 e 900m) Ja deviazione verticale ha una estensione circa ,t 2 volte maggiore della laterale; per .la ([Ual cosa a partire da 600 passi i fuochi di reparti a righe chiuse non devono essere eseguiti se non contro colonne profonde o contro masse. Co,;i sino a ,1200 passi (900m) si sparer.'t contro profonde colonne di fanteria scoperte, pari almeno ad una compagnia, e contro fitte lince di tiragliatori pure scoperte ecl aventi sostegni e riserve. Sino a ,1 passi ( 11050'") si fa rà fuoco contro profonde colonne cli fanteri3 scoperte, pari almeno ad un battaglione, e contro distaccamenti di cavalleria equivalenti ad uno squadrone. Se le truppe di bersaglio sono semiscoporte, la profondità dev'essere molto maggiore per giustifici1re il tiro alla sopraindicata distanza. Contro batterie nemiche o contro gruppi consiclercvoli si potri1 sempre fai· fuoco sino a '1400 passi ( IOoOm). (< b) Per ottenere risultati sodclisfacenti, il ruoco a gran distanza dev'essere possibilmente eseguito da plotoni interi, sia a comando, sia a volontà. « e) Per evitare errori noi rnisurnrc a vista le cl istanze, e consumo inutile di cartucce, si faranno eseguire, da un riparto di truppa non minore di una squadriglia, salve di prova: in tal guisa il rimbalzo dei proietti, la polvere che alzano e, sul campo di battaglia, il movimento che si produce nelle colonne nemiche nel momento in cui i proietti le colpiscono permetteranno cli ottenere esatta la,clistanza. (< d) Per le distanze oltre i 600 passi (i50 111 ) bisogna puntare la linea dei piedi del riparto più avanzata, la quale si stacca bene sul

r~oo

PER LA FANTERIA TEDESCA

suolo. Secondo lo stato atmosferico, la direzione del venlo e della luce, si punterà ora al centro, ora l'un lato o l'altro c~cl l.Jors~gli_o, ?vvero anche un oggetLo molta visibile a liYcllo della hnea dei p1ed1 della trn ppa. " e) ~aturalmentcil ~apo drl riparto incaricato delle ~alw cli prova apprezza i risulto ti; ma l'osservazione ilei colpi apparti1~ne pri ncipalmente a chi ha ordinato il tirr,. Que:,;L'ultirno si porrù cli fianco ai tiratori, alla parte orn :;i troverit me(!lio per , edere. « /') Como punto di partema dell'osserv11zione dei tiri di provn, l'uffi<1ialc che li ha ordinati, dopo data la distanza iu passi, a, rit cura di verific;nre l'aggiustamento degli alzi (so cioè le li~cc di mira furono pt'cso a dovere). A faci li tare co tcst'osscrvazio11 e la distanza va lutata do,Tà C$Scre piuuosto corta . L,t <lisk'\111.a sarit ton~idc•rnta come conosciuta , qnanclo lo scopo snrf1 stato visibil_mento _colpilo . S~ co n 111m data linea cli n1ira tuui i proietti cadono d'm11:111z1 al bm·sagl10 e sulla :;11cces;;ivn più non si possono , edere i punti cli calluta (ciii che fa supporre siàsi oltrepassa lo lo sropo), la giusta linea di mira saril quella intcrn1edia. « u) Conosciuta la dista nza il plotone o la com p:1~1 ~i:1 al con~ando dc·I sno rapo rispettivo, cllC indicherit lo scopo e la distanza d1 ~1ro, sporerit tl'C. cartucce sia a ~alYc, sia a ,·olontit. Duranl~ l'csrcuz10nc di 'lu o;;ti spari si coutiuucrù ad os,;ocvnre l'ofl'ctto del tiro . « Il ruoco,1011 doyrù essere continuato so 11011 quando 111' è bene eonstatatn l' efficacia e se :::i clcsiclerano ancora otte11crc effetti mirrliori. :-i « h) Contro bersagli obba,;tnnza e~l.ll:;i e sopratutto molto profondi, 11H1 posti p. es. entro rampi cl i grano_ o. prati, ove ~er_ l'e1:ba tro~~o al la non è possibile cli ,celere i puntt d1 ct~cluta_o I elfi_cacia_del tuo, si potrit fa r fuoro con due o tre linee <li mira d,~erent'. : ?osi :id una cl istnnz,1 valutata >l'.2.00 passi (900 111 ) un plotone d1spon:a I alzo a H 00 pa!->si (825 111 ) , duo plotoni lo disporra11no a 1.200 p:iss1 (900 111 ) e uno a 1300 passi (97:,111 ) . • • • • • « Questa specie <li tiro non !leve usarsi che 111 casi all:itto purt1colart, perocchè facendo fuoco .in codr~ta maniera contro colonne poco· profonde, 1111 n truppa sprechcreblJo l'effe tto di una pa~·te delle si~e:cart~cc~. « J..'esperieuzo fatte clul com itato militare _tecm~o e a~m1111strat1~0 e dalla scuola di tiro a Bruch sulla Laitha negh ann_1 ·187.> e 1876, Cll"Ca la gittata tlcl fuci le di fanteria e eia cacciatori (:;istcma Werncl l) hanno dato i seguenti 1i,mltati che possono servire . di nornrn nello apprezzare gli effetti probabili di ti ro cont1·0 d~ti lwrs~gh : AX XO XX!ll. YOL. l!I.


Se la distanza

Distanza

in passi

110

a:: f-,

1

.....

o

1

t:J

z

o

N i:> ~

900 800

f-<

-

1000

(f)

1

,1000

Colonna di compagnia ,t /2 altozza .

600 800 1000

Una compagnia raffigurata da 2 plotoni spiegati e due in colonna doppia, lo I.est.e di plotoni a intervalli di spiegamento cd alla ·tessa altezza.

1

I

I

I I

Ignota

Colonna di compagnie - Due be1"agli l' un dietro l'altro - Larghezzn 25 pa~ ·i, profondità ~ 8.

I

'

- 40

I

31)

23 26,3

--

26 1 ' 23,6 12, 6 1

di

,

1

·1·1I 6

62,7

i9,6 23,6

.Fn ochi 2.6,2 da sa lve Fttochi da tirngliatori 40,6 ---FtLochi

OSSEflVA.ZIONI

°lo

di fuoct1i

600 Nota 800 approssima- .Fronte <li sezione - Bersagli alti 1m,80, e , Iarg I.u ,-,nn ,58 . I tivamente 4000 I 600-, Fuochi Fronte cli compagnia - 128 figuro intere. soo I da 1000 l --· - - - tiragliatori -,1000 Fronte di compagnia - ('I /3 di altezza). I

o

Iel'a nota o

Specie

BERSAGL I O

La distanza fu giudicata per mezzo di salve eseguite da

uno stormo.

35 24

7~

tiragliatori - ·I400 Not~ appros- Colonna doppia di battaglione (un quadralo 59 SJ!11at. Le di 48 pa~si di lato). . 76,6 I

La ù1stanza. fu appl'ezzata per mezzo di salv e es~guite da un µlotoue.


PER LA FANT ER IA TEDESC A

36:l

E dello in quoll'J:~tru.zione che gli e;ercizi di combattimenlo, partendo cla un' idea generale semplice, debbano far passare la truppa per tulle le fas i di un combattimento, man:ia ava nti, apertura del fuoco per · parte dell':rn111guardia, passaggio alla formazione di comhattinieuto, arri vo nella zona decisi va, entrata in linea dei sostegni o delle ri;;en•e. E si dovrà uti!i1.zare con tutta cma il terreno e mantenere la truppa quanto fattibile nelle condizioni di una lotta reale, di modo a oITrirle l' immagino la più somigliante possibile di µ11 alto di guerra. La fanteria austro- ungarica ha ~ 1O cartucce a pallottola per uomo nella Ji nc(I e H.iO nei cacciatori per gli esercizi annuali di Liro. 1


STUDIO SULLA NOSTRA MOB ILITAZIONE

~TUDJO SULLA.NOSTRA M@IUTAZWNE

(I}

corpo d'armata è poi anche organo d'attuazione del servizio per le armi cd il carreggio, ed eccezionalmente per le munizioni alle truppe suppletiv-e, ma non durante l'azione. Duranle le marce il parco divisionale è affatlo separato dalla brigata di batterie; durante l'azione tattic~i ·è necessario assolutamente che si suddivida in pitt colonne per provvedere ai bisogni di tutta, la linea combattente. quest'ultimo periodo, ch'è il piu importante pel servizio, il rifomimento delle rnuniiioni alle batterie è assai fa. cile, non dovendo q,ieste che mandare i cassoni al parco per ricaricarli o camb iarl i con altri ciu·icbi; non così per la fanteria che non ha mezz i propri per mandare al parco a, prendere le cartucce di cui può abb isognare. Il sistema di mandare al parco uomini con sacchi per prelevare le canucce è in pratica inattuabile e pericoloso, toglie alle file molli combattenti che in gran parte non vi ri tornano, produce confusione a tergo dell e linee, ra certamente arrivare troppo tardi le poche muniiioni portate dagli uomini di buona volonLà. Pel rifornimento delle cartucce non è quindi la l'nnteria che deve andarle a cercare al parco, ma. è a questo che spett.a di andare incontro al bisogno clelb fonter ia.. I carri da munizioni d'art!glieri a possono rimanel'e fermi dietro la direttrice delle batterie, mandando ad avvisare queste del si~o di loro collocazione; i carri da car'lucce devono invece frazionarsi in più colonne, dirette da ufficiali, e avvir:inarsi alla linea tracciata dalle riserve di fanteria. Quest'e co lonne, secondo l'andamento dell'azione, devono po i spiccare qualche cari.·o verso la. seconda linea di quelle truppe più e da più tempo impegnate, ed avvicinarli il più possibile alla linea cli fuoco, mandandone aniso al comandante di quella parte della linea. Bisogna quindi che il comandante del parco sia un ufficiale provetto ed attivissimo per regolare eél armoniziare il servizio durante il periodo dell'az ione. Può questi essere il comandante della brigata. d'artigli eria, che deve in quel tempo dirigere l'azione delle sue batterie? Lasciando a questi il coman do del parco, succede in pratica ·che il servizio rest[L abbandonalo al subalLerno del lreno incaricato del trasporto, il quale non ha autorità nè può avere personale .sufficien te per farlo funzionare opportunamente. No i crediamo imece che il parco divisionale debba avere un per-

In

Vl. Set·vi.zio dei JJCL'l'(;hi d'cwtigli&ria,. - Questo seniz io è destinato a fornire le lrnppe di i1H)nizioni, di armi e di cirreggio, compresi i cavalli da tiro ecl i relativi fi nimenti. È un servizio .amministrativo che i111propriamente ch iamasi d'artiglieria, perchè esso s.i riferisce tanto a quest'arma ed al relati, o servizio tecnico quanto alle allre armi ed a tuUi i servizi dell· esercito. Pel passato realmente questo servizio· confondevasi éon quello di artiglieria, e ciò perchè il rifornimento delle munizioni e dei materiali all 'artiglieria era la. sua funzione più importante, 'men tre il rifornimento all~L fanteria era cosrt affatto second~ria. In oggi invece, l'armamento e il modo di combattere della fanter ia, come pure l'accresr:iuto numero dei materiali di varia specie in tutte le armi e serv.izi, hanno reso al paragone il rifornimento ali' artiglieria hi parte più semplice e facile. Del resto, ciò che a noi interessa sta)Jilire è che tale servizio non deYe in nessun modo dipendere dai oomandanti cl' artigli eria. Esaminiamo, per meglio persuadercene, il funzionamento del serv izi o. Secondo la formazione di guerm in vigore v.i sono presso l'esercilo clue organismi successivi di riforn imento delle munizioni, il parco d'arLiglieria d'armai.a e quello di corpo d'armala; un organismo d'attuazione del servizio, il pa1·co divisionale . Il parco di {l j Yeeg,1si 1:ll;ista militare d:spè:1s~1 d1 i.lf:O:Slo.

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366

367

STUDIO

SCLLA NOSTRA M0BILITAZ10XE

sonale dirigente cli un capi !.ano comandanLe e tre uffici al i subalterni, oltre il comandante della sezione elci treno. Questo personale sembrerebbe dover essere di fanteria perchè incarica,to specialmente di un servizio relativo a quest'arma; ma, essendo l'arli(flieria che for-· nisce gli uomini di truppa e il materiale dei parchi, ò più naturale che sja affidaLo ad ufficiali d'artigli eria, i qua)i d'a ltronde essendo a cavallo possono meglio dirigere il servizio. · Il parco di corpo d'armata rifornisce di muni,,ioni i dipendenti parchi divisionali e compie direttamente il servizio delle anni e del carreggio (per le armi necessarie alla fanteria e cavalleria ricorre voita per voi la al parco d'armata) . Il suo servizio non è però difficilissimo, ma ha una grande importanza per la quantità di uomini , cavalli e materiali che lo compongono, e pei conseguenti bisogni nelle marce ed in stazione (,I). Questo so lo fatLo porta per conseguenza. che il comandante di retto del parco sia almeno un maggiore coadiuvato da altro ufficiale inferiore d'artiglieria, oltre del comando della trnppa del treno, come si è praticato per lo passato. Ora, il parco d'armaLa, origine del servi7.io, non dipende dal relativo comando d'arLiglieria; il parco divisiona le, termine del servizio stesso, non può dipendere dal comandante dell'artiglieria della divisione. Ragion logica vuole quindi che l'anello intermedio, il parco di corpo d'armata, non debba dipendere dal comandante dell'artiglieria, se non si vuol produrre una .i nestricabile confnsione cl' auribuzio_ni e cl' i nna 1.urnli dipendenze. Del resto, in Lutti i movimenti del corpo d'armata in vicinanza del nemico e durante l'azione tanica, la brigata cli batterie delle truppe suppletive sarà probabilmente unita ad una delle divisioni del corpo, e il posto naturale del comanclante del reggimento d'artiglieria sarit alla testa. delle due briga Le di batterie così riunite: egli dunque non potrà occuparsi ell'icacemente del parco. Pel parco d'artiglieria d'arma i.il. non crediamo sia utile e ne1~essario fìssare regolamentarmente la sua cornposi7.ione, per le stesse ragioni accennate trattando della composi?.ione del parco viveri di riserva. d'armata.

Per ciò che riflette la clipen<len7.a di questi parchi vorremmo che, come abbiamo già detto parlando in genera le dei servi7.i aniministrativi, considerati còme organi d'attuazione elci servizio e in tul.to ciò che subiscono l'innuenza.'clei movimenti e delle operazioni clelle trnppe, dipendessero clireltamente dai comandi Lattici dei reparti ai qLtali sono assegnati; consiclerati invece com~ organi di rifornimento dei materiali impiegati e per tutto ciò che riguarda il modo degli st.ess1 ri i'ornirncnti dovrebbero poi dipendere con gerarchia propria da un'unica direzione presso l'intendenza d'armala. Quindi, come all'intendenza cl'annata. vi sono delle direzioni di sanità, di commiss,triato, dei trasporli d'armala, così vi dovrebbe essere una direzione dei parchi d'artiglieria d'armala; e non, come sembra voglia cli re lo specchio N. 15 del torno 1° clell'IsLrnzione, un parco d'artiglieria cl'annala éon una propria direzione, che in questo caso ne co:stituisce propl'iamento il comando. Per quanto riguarda i materiali assegnati ai parchi osserviamo solamente che il servizio delle carwc·ce è meglio fatto con carrette a due ruote che con carri it qun.l.tro, non potendo questi fac ilmente aYvicinarsi-alle trnppc di fanteria, quantl' anche queste si trovino a combaLtere in terreno appena difficil e. Sarebbe quindi utile che in tutti i parchi que:;te muniziohi fossero trasporLate su carrelle per facilitare il rifornimento da un parco all'altro . t superlluo aggiungere che, con l':idozione elci materiale eh forni Taddei, ai parchi cli corpo d'armala dovranno essere assegnati alcuni forni per rirornirne le sP-z ion i s11~sistenze.

'

è)

(1) Altualmenu, il p,u·co t1·artiglieria da corpo d'armata ha 478 uomin i di truppa , 58t cavalli e 162 carri.

1

1

Ser·vizio dei pM·chi del ge1iio. - Rifornisce i materiali occorrenti alle varie specia li tà del servizio del genio e provvede di utensili da zappatori le truppe .cli fanteria. ·eer l.t direzione prc~so l' intendenzn, e per la dipenden,,a dei parchi del genio \ alga quanto ah biamo detto per quelli d'artiglieria. Ccli organi esecutivi del seevizio sono i parchi cl'a1111ata e quelJj éli corpo d'armata. Questi ultimi però, scemati del materiale necessario alle sezioni telegrafiche, rimangono cl'una importanza assai limitata, e possono senza inconvenienti rimanere affidati all'ufficiale della sezione del treno del genio, come prescrive l'Istruzione.


368

3li!)

STUDIO

SULLA l\'OSTRA :IIOBILITAZ!ONE

tu.

comprendo come ad essi si possa afftdare in lernpo di guena un servizio fati co:-;issimo. A questo scopo si potrebbern annua lmente scegliere alrnni uomini cli 2a categoria, i quali, ultimala l'istruzione militare. riceverebbero quella speciale poi serrizio di po rla-feriti; per la soll ecita formt1zione dei servizi di sanità in caso cli mobili tazione. c1uesti uomini di 3"- categoria dovrebbero poi essere chiamali alle armi contemporaneamente ai soldati delle compagnie di sanità.

Servi.zio di sanità . - In massima l'IstruzionP pronede suflicicntemente a questo serl'izio e quant o prnna, eon l'ado,-;ionc del nno\'o modello di barella, del carro da medicinali e del carro pel li-asporto dei feriti gra, i, saranno pure elim inali gl'inconvenicnli che presenta, a l'antico maleriale speriale. Rimane però sempre la questione della quanl ilit del materinle da trasporto, del <ru:ile non crediamo che alle sezioni di sanità d i1•isionali se ne possa assegnare quanto sarebbe necessario per mellerle in grado di pro, ,,edere completamcnlc al trasporlo dei feriti: ma a ciò si riparerù in parte impiegando il material<1 delle ~ezioui di sani lit delle I rn ppe suppleli1"0, il quale coslitnisce nna naturale riserva del le sezioni di,isionali, e mediante il sussidio delle amhulauze della Croce Hossa, che nelle future gnerre continueranno senza cluhh io nel loro mandato urnn 1tita.rio. Circa. la co~Liluzione organica dei sen izi cli sanitit e la lorn rnohililazione poco ahbiawo da aggiungere alle prescrizioni in 1igore. Pel personale degTi ulTicinli abbiamo la noi.a deficienza di mrd ici, della qun le la rommissione nominala ultimamc111.c dal ministero cl ella guerra.si saritcerlame11le occupala; speriamo quindi che questa dillirollit pos,a superarsi. Pcl 1)er:;011alc di truppa , orremrno ali.:uni aumenti, poro rilev,rnti, per quelle direzioni lerritoriali che con la. au.tude forza non potreb bero Forn ire i servizi ehc loro speltano. Vorremmo inoli re che ad ogni reggimento di fanter ia e di bersaglieri fosse as~egnalo un aiL1tante d'ospedale in tempo cli pace, per averne a sufficienza in caso cli guerra; e questa proposta ci è suggeril a dalla considerazione cli mettere i medici reggimentali in condizione di poter bene e ,;ollecitamente disimpegnare i I loro ufficio. Vorremmo infine che i soldati porta-feriti fossero scelti fra le seconde categorie e non fra i sol da Li di ·I" categoria efTettivi ai distretti. Come è noto questi so ldati fanno passaggio dai corpi ai cli~lrcl.Li perchè inetti a sopportare le fatiche dei corpi attivi, nè quindi si

YTU.

Serl)izio dei traspol'ti. Specialmente in questo serrizio bisogna. net Iamente distinguere gli organismi di al tuazionc da quelli di r iforn irnento. T p1·irn i sono a~segn:1t,i ai corp i di l.ruppa eclai serv izi e ne dipendono di1·cllamente; gl i altri sono quelli disponibili per lutti i trasporli non specialmente pronecl111i cli appositi mezzi, e questi clipendqno e sono regolati daJle intendenze mectinnle la direzione generale dei tnisporli e le direzioni elci Lrasporli tl':mnaLa. L'Istruzione sucld il'icle questo servizio in cinque specialità, che noi esamineremo s11ccessirnmenle, cioè: 1° Trasporli pci reggimenti di fanteria e cavalleria; 2° Treno d'artiglieria; ::3° Treno del gen io; i-0 Treno sussidiario; fi 0 Mezzi propri delle dirciioni dei trasporli.

,

Trasporli pei 1·01·pi di fanteria . - Secondo le Yigenli prescrizioni i i·eggimenli dell'arma cli fanteria non conserrnno sul piede di pace che una parte dei mal.eri ali di equipagginmento ed 1111 carreggio limitai.on 8 carrelle da hai.taglione per ogni reggimento cli linea e 4 per ogni reggimenlo cli bersaglieri. ln caso di mouilitazione i reggimenti de,ono quindi prelcrnre dai cliitrelli principali cli mobilitazione i materiali che loro occorrono pc l passaggio él,d piede cli pace al piede di guerra e l'occ<>rrente carreggio . Falla pertanto astrazione dai parchi I iycri di riserya da. corpo cli

l


STUDIO 370 armata, dei quali giil ci siamo occupati trattando del servizio delle sussistenze, i distretti principtdi cli mobilitazione dovrebbero 'clistribuire ai reggimenti di linea 9 carrette da battaglione ed a quelli di bersaglieri 11·I, oltre ad alcuni oggetti di equipaggiamento per gli ufficiali . Tenendo conto dei materiali. vari che i reggimenti di fanteria debbono avere in consegna in tempo cli pace per poter provvedere al proprio servizio e che loro occorreranno sin dal princip io della mob ilitazione, se ne deduce facilmente che i reggimenti non hanno carr i a sufficiel17.a per trasportarli. Risulta infaui che pel trasporlo dei detti materiali occorrono 7 o 9 carrelLe, laddove i reggimenti · non ne hanno che 3 se di linea e 4 se di bersaglieri : e natisi che teniamo conto sollRnto degli oggetti inclispensa.bili , nè vi co mprendiamo le cucine e· le tende cleglhifficiali, che pur sarebbe comenien te fossero sempre a disposizione dei reggimenti . Accadrà quindi che i reggimenti, nel trasferirsi verso la zona di raèlmrnla, supera.I.e le difficoltà relative all'imbarco sulle ferrovie, dovranno lasciare su i siti cli sbarco i materiali eccedenti il carico delle 3 o 4 carrette che hanno in consegna in tempo di pace e doVl'anno .in seguito procurarne sollecitamente il trasporto perchè, come si è deLto, tali materiali sono loro indispensabili sin dal primo giorno di accampamento . ì\'ot.isi in oltre che non tutti i reggimenti nrn overanno per J'crrnvia, clte non sempre accamperanno in prossimittt dei siti di sbarco e che alcuni di essi saranno probab ilmente diretti senza ritardo ;i.cl occupare lontane posizioni cli difesa, mentre loro manchernnno i mezz i per trasporla re gli oggetti cli erruipaggiamento cli prima necessità.: uè vale la prescrizione di prelevare immecliaLarnente le occorrenti carrelte ed i quadrupedi dai distretti principali di mobi litazione, perchè, appunto per mancanz~ cli quadrupedi, i co rpi non potranno ricevere le carrette che al 7° o all'8° giorno di mobilitazione. Crediamo quindi indispensabile clrn i reggimenti di fanteria abbiano in conseo·na sin dal tempo di pace, le carrette da battaglione o ' . . . occorrenti pel trasportò dcgl i oggetti di equipaggiamemo di prnna necessi.tà; cioè 7 carrette ogni reggimento di fanter ia di linea e 9 ogni reggimento cli bersaglieri. Questa proposta implica naturalmente la qne!;tione dei pochi qua-

SIJ LLA NOSTRA MOB!LIT AZION.i':

.t

371

drupedi occorrenti in più degli attuali ad ogni reggimento, e che,. per ragioni cli . economia, non sarà forse il caso di mantenere in tempo di pai:e; ma ad essi i reggimenti potranno agevolmente provvedere nelle 18 ore di preparazione, o acquistandoli direttamentenei siti di partenza, o requisendoli, d'accordo coi municipi, in anticipazione clel coni.ingente di requisizione. Rimane un'ultima difficoltà, quella dei camb i di guarnigione in tempo di pace. Allo stesso modo però che in tali circostanze molti materiali vengono ordinariamente ceduti lfa un reggimento ad un altro, potranno pure essere cedute alcune carretLe. Parei che sollanto in tal modo i reggimenti cli fan teria. poi.ranno trasportarsi sui siti di radunata in condizi oni tali da potere essere di:;locati ove le esiaenze della difesa e della raclunata lo rich iedeo . ranno; e se per tale ragione si avril. quakhe leggero aumen to nel movimento ferroviario, devesi pure cons iderare che la fac il itazione di questo movimento non deve essere sp inta al punto da compromettere l'immediato impiego delle truppe trasportate ed il servizio delle truppe stesse. . Ammesso quanto sopra, risulta che i distreLti principali di mobi-li tazione dovrebbero distribuire ·soltanto 5 carrette da battaglione ad ogni reggimento di linea invece di rn e 6 ad ogni reggimento di bersaglieri invece di 119; e cdsì, faci litate le operazioni dei distretti principali di mobilitazione con la diminuzione del materiale da. essi conservato, si potrà. moltiplicare quest:t specie di distretti permeglio rispondere a lutl.e le possibili radumte, senza con ciò molliplieare in relazione una troppo grande quantità di materia.le. Quest'ultimo provvedimento è per om il solo che possa in gran parte evitare l'inconveniente cli avere lét radunata vincolala in modo, permanente a pochi punti fissi, e che permetta. di provvedere anche ,t quelle zone sulle qual i, essendo pur possib ile una parl.icolare radunata, non devesi mancar cli mttteriali. Per qmmlo riguarda le truppe alpine, presentemente si vorrebbe provvedere al serv izio dei trasporti presso ogni compagnia mediante una carreLl.a di modello speciale e con Hl muli da basto, muniti di bardella detta alla genovese . ì\fa, da quanto ci consta, queste bardelle fin ora non hanno dato risultati. ab bastanza soddisfa.centi; anzi i comandanti dell e compagnie alpine vorrebbero che, a. somiglianza cli


372

ST UDIO

Tmsport,i 7Jei corpi cli ca·valteria . - Pr-esentemen te l'Istruzione .assegna a.i reggimenti di cavalleria il seguente carreggio:

Stato maggiore 1·egyimientale. carretta da bagagli )) da cucine .. il )) di snnilà

chi!.

11

660 di carico )) 358 (,1)

))

'i)',)'i) ,_,.. ,.;.J

))

))

Uno sqnadrone.

,, carreua da bagagli ,J 11

1J

da cucine. carro da trasporlo (foraggi) fucina di cavalleria. ))

:373

SULLA NOSTRA MOBI LITAZIONE

quanto si è praticato pei carri, anche le bardelle fossero di differente ,modell o secondo i l uogli i d.i residema delle compagnie. Su tale argomento non possiamo quindi fare proposte concrete perchè s.oll;anto l'esperienza potrà i,ndica,re la migliore so luzione, sia rispetto al la forma della bardatura, sia per la quantitit dei mezzi di trasporto da meLl.ersi a disposizion e di ogni compagn ia. _(;iovereùbero pertanto appositi esperimenti fatt i con Lutto l'equipaggiamento di g,ierra, peechè questo servizio, di vitale importanza pel pronto imp iego dell e truppe a.lpine, sia abbastanza. assieurato.

È giustificata questa enorme differenza? Nella campagna del 1870-7•1 la cavalleria prussiana ha dato prova di poter fare molto

1

bene il suo servizio coi mezzi di l:rnsporto che le sono assegnati; la nostra anco!'a. non ha avuto occasione di sperimentarsi in vaste operazioni d'avanscoperta, ma, nel caso, CJ'ediamo che dovril lasciare indietro gran parte del suo carreggio se vorrà conserva.re praticabili le sue retrovie e non esporsi ~t perderlo in ogni piccolo movimento ret.rogi·ado. Per ridurre il carreggio della noma canlleria nella quantità di quello assegnalo allrt cavalleria pruss iana, pal'ci quindi cbe bisognerebbe riso lvere le seguenti questioni : ,1a Fare in modo che gli squadron i possano rimanere separali dai carri da bagaglio; 2" Abolire le fucine di cavalleria; 3a Abo lire i carri da trasporto pei fo raggi. ALLualrnenle gli squadroni per accampare hnnno bisogno delle carrette da bagagli dove sono caricati gl i utensili per attaccare i cavaJlj, e propriamente si hanno : Sulla ca1,reita cla hagagli dello stcito maggiore.

chi!. )) ))

452 474, 1358

1

)) ))

(2)

))

In totale ,15 ·carreLle da .battaglione, 6 carri da trasporlo e 6 f'ucine di cavalleria; 27 carr i per reggimento.

Un reggirnenlo di cavalleria prussiano (4 squadroni) in campagna è fornito cli 11 carro da bagagli a 4- Cclvalli, 11 carro di sanitit a .2 caval li e 4 carri da cucina, ,·i veri e fucina, pure a 2 cava lli; in totale 6 c,uTi, cioè- nella proporz ione di Llll carro e mezzo per squadrone, rnenll'e da noi la stessa prnpol'zione è di quattro carri e mezzo per squadrone. (lj Compreso il carico e ventuale d i c h il. 23~ d elle r.izioni vive,·i. (2) Compreso il carico e ventuale di chi!. 231 delle razioni vil'eri.

Funicelle da attaccare 'Cavalli n° 2 peso chi!. 7 no Jj )) Magli da hatLeria 9 )) Paletti da attaccare caval! i n" 6 36 Totale chi!. 5.2 Sidlci ca1·i·etta da bagaglio di squadrone.

Funicel.le da attaccare cavalli n° 8 pe~o chi!. 28 Magi i. da batteria. n° 4 n 36 n Paletti cla attaccare cavalli . n° 20 ·120 Totale chil. 184 1

Questo pesante ed incomodo materiale cred iamo che potrebbe forse essere utilmente sostituito dagli anelli per al.Laccare cavalli, da trasportarsi dall a truppa in ragione di due per squadra; in lutti casi gli utensili da attaccare cavalli non de;-ono es.sere caricalisullccarretle


"374.

STUDIO

da bagagli,·afTì nchè ques_te po~sano per un tempo più o rnéno lungo rimanere anche lontane dagli squadroni . Così ridotto il peso dell e eari:ette da bagagli, se ne potrà assegnare una col carico di ch i I. 608 all o stato maggiore ed una col carico di chi!. 536 per ogni divisione. QuesLo peso totale di chi!. 2'.iH 6 potrebbe anche essere caricato su due carri da trasporto, ma da no i, dove l'impiego della cavalleria è fatto per divisione, sarà util e, per avere queste indipendenLi, mantenere l'assegnazione di una carretta per divjsione. Per abolire i carri fucine, bisognerebbe , come in Prussia, adott,tre dei cofani da fuci na da potersi caricare sulle carrette da cucine di 01mi squadrone. Ciò non dovrebbe parere clifficile quando si pensYelle le batterie da montagna honno le loro fucine in cofani da portarsi ·a. dorso cli mulo. i\'Ia, rino a. che l',tltnale materia!: n_on sarà diversamente sostil;uito, si po trà, senza nessun grave scap1tn del servizio, ridurre il numero delle fucine di cavalleria ad una per divisione. Anche le can-elte da cucina possono ridursi nella stessa proporzione. Il carico di quella dello staLo maggiore potrebbe esser portalo dalla. carretta di san itil, che così avrebbe un carico certo di ,chil. 3/i.8, che compreso l'eventuale può ascendere a 080 . Il carico certo della carretta da cucine divisionale sarebbe di c:hil. 480 e salirebbe a 9/r,8 col carico even tuale. Qualora però quesl'ullimo carico dovesse per lungo tempo manLeners.i tale, sarebbe certamente ecces·si vo, sebbene sempre infe riore cli cina un quin tale al car ico normale della carretta da. baUaglione, giacchè, se la carretta da cucine della cavalleria. non deve segu ire gli squaclrnni nelle loro rap ide andature, .deve non pertanto poter eseguire tappe più lunghe che l'analogo veicolo della fanter ia; ma deves i consider:m1 che le razioni viveri del ltt giornata, le quali rappresentano appunto il carico eventuale, o sono, come generalmente avviene, consumate prima della partenza, o lo sono a metà tappa, e perciò la carrettrt non le porterà mai per l'intera. durata della Capptt stessa. Tnoltre questo carro va pure diminuito del peso di 96 chi!. per 2/r, sacchi (112 per squadrone) col correclo degli appiedati portati in più dalle la.belle in vigore, come sadt detto parlando della mobilitazione dei reggimenti cli cavalleria. . te carrette che devono tenersi sempre a contatto della truppa di cavalleria sarebbero così solamente sei, tre fucine e tre carrette da

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

375

cucine. Kel caso invece che i carri fucine fossero sosti lui t.i da cofani da fucina si avrebbe bisogno,per caricarli, di avere una c~rretta da cucine per squadrone anzichè per divisione, e quindi la quantità cli carreggio non scemerebbe; ma si avrebbe il vantaggio il.i ripartirlo per squadroni itwece che per divisione, vantaggio certmnente non grande, ma nemmeno da disprezzarsi. Restano infine i cal'l'i da trasporto pei foraggi della giornata. Questi carr i sono oggi inclispensa bi)i per aver mezzo di prelevare le razioni di foragg io alle sezion i sussistenze; ma se queste avessero mezzi propri per eseguire il servizio, come ahh i,rn10 proposto, questa necessità cesserebbe. Ammesso infatti che le sezioni sussistenze potessero, coi rne~zi ad esse assegnati, trasportare i foraggi sino aoli accampamenti di cavalleria, il servizio resterebbe tanto b . semplificalo da non r ichiedere LrasporLi specia.hnenl.e assegnati ai reggimenti. . . li carico dei cani da trasporlo degl i squadroni è portato nelle tabelle in vigore a. ch il . 1358, che è il ·peso di 131', razioni foraggio (compresi 12 sacchi da biada); ma in effetti in marcia questo carro non porta che una parte della ·razione di Geno. Lfl r,u;ione · · di avena è portata da ciascun cavaliere, quella di fieno sarà stata certamente consumata in parte prima della partenza, e, cons idernnclo che 'in campagna. non si fan no generalmente che due sole fienate, la parte da trasportarsi si riduce alla mezza raz ione di fieno, cioè a chil. 337 per. squadrone di cavalleggeri o 1,.05 per squadrone di lancieri. · La questione si riduce dunque a far trasportar·e dal cavaliere anche la mezza razione rli fieno del proprio cavallo, come si fa in altri eserciti e come per molto tempo si è praticato da noi, per ab~lire affatto i carri da trasporto assegnali agli squadroni . Del resto qtiand'anche non si credesse di pottr sopracaricare i cavalli cli altri 3 chi logrammi circa della mezza razione cli fieno, questione che esce dal limi Le del nostro studio, si potranno sempre ridurre i carri da trasporto ad uno per divisione; rimanendo nondimeno assai leggermente caricati per portare a.n.che gli utensili da attaccare i cavalli , che però anche in questo caso il più delle volt.e non rimarranno a disposizione della truppa., a meno che si volessero adottare gli appositi anelli. 1

1

1


SliLLA NOSTRA MOBILITAZION E

376

STUDIO

Rendendo dunque i bagagli separa,hili dagli squadroni, regolando ii servizio dei trasporti per divisione, facendo trasponare da og11i cavallo la sua mezza razione di fieno clella giornata, adouando gli aneli i per attaccare cavalli , e facendo in(ine eseguire il tra,-polto dei ,foraggi dalla sezione sussistenze agii accampamenti coi mezzi propri della sezione ste::;sa, il carreggio di un reggimento di cavalleria si può r i,d urre al seguente : Stcito nwqgiòre nqgim.entale. ,1 carretta da bagaglio 1

n

1

cli sanità .

chi] . 608 di carico n

580

))

massimo

Pe1· ogni divisione (d!ne squaJ1·011,i} . ,1 carretta da bagaglio

dèt cucine . fucina di cavaller-.ia. J>

·1

chi!. . 536 JJ 852

)) ))

massimo

Ossia I ·I carri per reggimento, quantità che in proporzione si avvicina molto più a quelia usatp. da un reggimento di cavql!eria prussiana . Se poi si vòlesse far trasportare su carri il fieno non consumato <folla raz ione della giornata, bisognerebbe aggiungere altri 3 carri da trasporto, e si avrebbe sempre una diminuzione di ·13 carri per reggimento sull 'alLuale assegnazione.

Treno d'arti.glie-ria. - Secondo l'Istruzione questo treno deve fornire tale quanti là di carreggìo , ~t così differenti servizi e cli tanLi modelli diversi, che invero ci pare mollo problematica la fac ilità, per non dire la possib ilità, di.un,1 pronLa mobilitazione dei reggimenti d'artigl ieria da campagna. Un reggimento cl'artiglieria da campagna deve anzitutto mobilita.re le sue 1Obatterie, e per ciò so lo deve compiere un lav0ro mollo più difficile e più lungo di quello.cbe richiedono le operazioni di mol>ili1;az ione di un reggimen to di fanteria o cli cavalleria. Deve poi mobi)i tare tre compagnie cleJ treno, portandone la forza da ,100 uomini e 50 cavalli n 400 uomin i ·e 576 caval1i ciascuna, per for1

nire uomini, cavalli e materiale a diciotto servizi del proprio corpo d'armata, oltre quelli delle armate e dell'esercito; servizi e materiali che, meno parte dei parchi, sono affatto estranei all'artiglieria. E come se tutto ciò non. fosse abbastanza., i reggimenti d'artiglièria oovono sub ito clopo r icom inciar daccapo con h mobil itazione delle batterie e dei reparti del treno spettanti all a milizia mobile. A chi si vogl .ia rendere esatto conto dell'enorme ammasso di difficoltà da doversi superare per compiere tutte le operazioni che oggi si richiedono da un reggimento d'artiglieria nel breve spazio di tempo concesso dalla mobilitazione, deve certamente saltare agli occhi come tutto ciò sia troppo per riuscir bene. Ammesso che lo zelo e la capacità da part_e del persona.le di quei reggimenti non possano far difetto, è egli giusto e raziona.le che essi debbano prendere cura cli tanti servizi non propri a scap ito forse clella perfettR mobilitazione delle batterie e dei servizi che naturalmente sono loro assegnati~ Noi crediamo che il lavoro e la responsabilità debbano esser meglio ripartiti e che ognono debba occuparsi clella mobilitazione dei propri servizi di trasporto con mezzi propri . L'artiglieria deve mobilitare le sue batterie e fornire il carreggio ai pctrchi d'artiglieria, il coi personale è tutto dato dall'arma stessa ed il materiale è in gran parte quell o usato dalle baLl.erie. Per cruesto i reggimenti d'artiglieri,l non hanno bisogno d'un treno specialmente organizzalo sin dal tempo cli pace. Infatti , seconclo l~ formazione di guerra ora prevista, le ,1O batterie d'un reggimento esigono ,178{1, uomini di truppa, 824 il parco di corpo d'annata e i due parchi divisionali. Ma., esaminando bene la composizione di questi persona.li, si vedrà che, senza far soffrire il servizio ed anzi con vantaggio clel la mobilità delle batterie, si possono economizzare almeno '.20 uomini per batteria e 160 sui tre parchi, cioè si possono calcolare assegnati 1t>84 uomini alle batterie e 7H ai parchi, in tutto 2298 uomini per reggimento (,I). Sappia,mo d'altra parte chea mobi litazione compiuta, calcolando tutte le perdite e assenze possibili, ciascuna batteria avrà una forza superiore a 220 uomini, cioè almeno 2200 uomini per reggi1

1

(I) A chi sembrasse eccessiva la proposta riduzione, presentiamo il seguente spcccb'.o del personale necessario alle batterie ed ai parchi, ammetlcndo per ora che le batterie da ccnt. 9 1·ichiedano un personale eguale a q uelle da cent. 12. AN NO

xxm ,

V OL , I!l.


378

STUD IO

SULLA NOSTHA MOBILITAZIONt:

mento. !\fancherebhe quindi meno di un centinaio d'uomini che potrebbe esser tratto senza difficoll/1 dalla forza assegnata al deposito, pel quale proponiamo a tale scopo un quadro cli 50 soldati in tempo di pace, anzichè di 25. Oel. resto questa deficienza della forza orga.nica del reggimento d'aniglieria si sperimenta anche con l'as;;egnazione attuale. Supposto elle le 110 batterie diano la forza.di 2200 uomini a mobi litazione compiuta e che le tre compagnie del treno, r ichiamandovi tutte le 112 classi, ne diano in complesso altri 900, si avril un totale di soli 3 100 uomini per reggimento; mentre alle batterie mobili.tate si assegna la forza. di ·1784 uomini e si vorrebbero portare le compagnie del treno a /4.99 uomini ciascuna, ciò che chiederebbe una fona complessiva di 328 11 uomini. Questo dimostra che la riduzione da farsi alla forza assegnata alle bauerir, i.n campagna è indipendente dalla. formazione delle compagni.e del treno. Per gli ufiìciali necessari ai parchi osserviamo che, quando fosse stabilito cli assegnare dei com::rndi di parco indipendentemente dagli ufiìcial i del treno d'artiglieria, basterebbe darne uno di questi ultimi per parco divisionale e due per sezioni di parco da corpo d'armata; sarebbe quindi sufficiente che in tempo di pace fossero portati sul quadro del deposito di ogni reggimento d'artiglieria da campagna quattro subalterni, per assicurare immediatamente il servizio all'atto della mobilitazione e poscia completarlo con l'arrivo degli ufficiali di complemento . 1

Treno amministrn,tfoo. - Tolto all'artigl ieria il carico.cli fornire all'esercito il treno pei servizi che non le sono del tutto proprii,

8<1tteria

da cen t 7 Personale montato Serventi Conducenti Maniscalchi, sellai ed attendenti Guardamunizioni. Riserva . Totali Forza assegnata. Eccesso

17 40 46

natterìa da cenL 9. 17

Parco 'l pa rchi da corpo rt·arm. divisionali 20 30

5 ()

62

276

180

9 8

9

18

14

20

24

90

78

140 164

176 200

414 478

'292

2t

21

&t

si

8

.

3!6

379

sorge la necessità di avere un treno amministrativo. Aquesta neces-' sità possono provvedere le attuali 30 compagnie del treno d'artiglieria. opportunamente trasformate in 11Obrigate, da assegnarsi una per corpo d'armata. In tempo di pace le sedi clélle brigate del treno potrebbero essere quelle dei comandi di corpo d'armata, meno dove le esigenze della radunata non lo consentissero e dove si provvederebbe al poco servizio ordinario di pace mediante appositi distàccamenti. Queste brigate avrebbero in consegna i materiali di carreggio necessari per la loro mobilitazione, e in caso di guerra fornirebbero ciascuna il servizio ad un corpo d'armata; salvo a disk1.ccare alcune sezioni pel servizio del le annate, delle intendenze e del gran quartier generale. Anche senza entrare in maggiori parti.colari sarh facile comprendere come la mobilitazione dei servizi amministrativi, resa indipendep.te da quella dei reggimenti d'artiglieria da campagna, potrebbe procedere con più speditezza e regolarità: soprattutto sarebbe più naturale essendone incaricati quegli stessi personali che dovranno in campagna dirigerne il funzioname~to. Per calcolare quale dovrebbe essere il quadro organico dell e brigate cli treno amministrativo, è necessario anzitutto esaminare quali servizi dovrebbe prestare in guerra. Il seguente specchio indica approssimativamente come, tenendo conto cli tutti i proposti servizi, verrebbe ripartita una brigai.a del treno nel corpo d'armata.


380

STUDIO Ufficiali Sottuffi-

Da quesla dimostrazione approssimativa risulta in primo luogo ~he, per qare i servi.1.i di corpo d'annata, le compagnie non impiega.no ciascuna una forza eguale, e che ciò è necessario per rendere [acile l'assegnazione dei servizi alle compagnie e manlenere queste in qualche modo raccolLe e vigilate d,tl proprio capitano. [n secòndo luogo deriva dalla stessa. dimostrazione che il quadro organ ico d'una compagnia del treno sul piede di guerra può essere fissato come segue:

Carri

Cavalli '

ciali

1• compagnia

SlaLo maggiore di corpo d'armala . . . . . . . . . . . Direzione di srmità di corpo di armata e sezione di sanilà delle trnppe suppletive. . . Parco viveri daco l'po cl'armata. Totale ,1" compagnia

))

,1 >l 1 2

))

))

))

29 2 36 5 7 s,1 2 ,134 )) (31:i

2

- - - -- - -- - ,1 2 ,, 5 ,, 54 8 207 13 74 - - - - -- - - - -

-

1

2a compagnia

Direzione di commissariato di corpo d'armala . . . . . . Sezione sussistenze dell e truppe suppletive. . . . . . . . . Colonna rifornimento viveri ed avena . . . . . . Sezione p:mattieri . . . . . Colonna traino pane . . . . Colonna rifornimento farine. Totale 2" cornpagn ia

))

,i

22 1· 20 5

))

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,1 nl 2

4.2 3 64 H

3

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11

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84 2 53 2 60 3 47 !~

- ,1- 4, - ,1 -,]4. -

-

3° co,npagnùi

Stato maggiore •I a divisione. Dir:ezione di commissa,riato 1" divisione . . . . . . . . . Sezione di sanità 'I 0 .divisione. Se1.ionesu:-;siste1ue ,1a divis ..

,1I

,1

))

,1

··

1

- -- - -

308 2,1!458 66 89

--- -

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5 132 26 "2 3 82 )) !r-0 2 88 2,1 )) 4. 72 )) 3/4,

,1 2

30

5

5 25

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id.

2"divis ..

Totale 3· co mpagnia

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2 2

8 2 )) 36 5 7 4.-6 9 4·

))

28 2 2 )) ù 80 8 1·15 2 1 H - - - - - - - --- - 4 ,1 ,1,1 168 118 230 k2 28 ))

))

381

SULLA NOSTRA l'l'fOB!LITAZIONE

))

)).

1'

1

1

1

!\:ote . .- Allo stato maggio,·e del cor po rl'nrmata è assegnato il ca r1·eggio sufficiente per provvedere al comando c!<i'll:.i bt·igata del genio. l i comando. d i artigl ieria. ria corpo d'ar ma ta, diventando coniando de l reggimento, marcia colla brigata ,li hat tel'ie delle truppe suppletive. Lo stato maggiore di di\'isionc ha il ca1-reggio sufficiente pc,· la direzione di sanità,

Capitano. Tenenti e sotl.otenenli . Souuffìciali e caporali maggiori Caporali e soldati Cavalli e materiale secondo i servizi.

,1

4 15

1

280

l

300

E si avrebbe così una deficienza alla 2a compagnia di circa 30 uomini, che il comanclan le della hrigata polrebbe colmare all'atto della mobil itar.ione mediante opportuni passaggi dall e alLre compagnie, ma una eccedema. di circa '100 uomini per c.iascuna dell e altre due compagnie. Um di queste ecccdenr.e sarà impiegata a concorrere alla costituzione _dei servir.i del treno d'armata, d'intendenza di armata, al gran qual'l:iere generale ed alla inlendenza genera.le; l'eccedenza dell' aI Lra compagnia cosi itnirehhe una riserva a disposizione dell'intenrlenza d'a.rmafa per cpiei servizi ai quDli con l'aLtuale organizzazione del treno d'artiglieria non si ho modo alcuno di provvedere, come sarebbero il Lraino dei parchid'assedi.o, di parchi speciali del genio, di eventuali tnisporti sulla fronte d' operazioni, ecc .ecc. Stabilila. la forza organica d'una com.pagnia del treno in guerra, sarà f'acil e r icerrnre quale dovrà essere qo.ella del piede di pace. Fatte le dehite. deduzioni delle pe1'él ite ordinar-ie e stra.ordinarie, e tenuto coni.o che le classi del treno rimangono ascritle all'esercito perman ente per lul.ta la durata del servi1.io, cioè per f2 anni, si ha che una compngnia cli mo uomini (33 cli reclularncnl.o) vien a risultare dell a forza. di cir·ca 800 uorn ini presenti in campo, dell a fona cioè che ahhiarno dimostrato debbono avere in media le compagnie del treno amministrativo. Dunque le compagnie del treno amministrativo potrebbero con-


X

383

STUDIO

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

servare il quadro organico di pace fissato per le attuali compagnie clel treno d'artiglieria ..

È certo un inconveniente avere in pace delle compagnie troppo gro,sse, ma è un inconveniente inevitabile in questo caso, a meno che non si voglia ricorrere all'espediente di assegnare a queste compagnie contingenti annui di 50 reclute e congedarle dopo due anni di permanenza sotto le armi: cosa che, tanto per questo treno quanto per quello amministrativo, potrebbe farsi in vista della più semplice istruzione che per essi si richiede. Del resto non è' un inconveniente che ftbbiamo creato con le nostre proposte. Andie atLualmenle lo specchio N. 45 del tomo ,J 0 dell'Istruzione porta la compagnia treno del genio alla forza di 463 uom.ini sul piecle cli guerra, cioè 113 più di quanto noi ne chiediamo: ma dove si ricaveranno questi 463 uomini con un quadt·o di pace di soli 100? Quindi a noi pare doversi insistere sulla proposta. formazione delle compagnie del treno del genio . Nè si creda che possa servire come a.rgoment~ in fa.vore dell'unione dei pontieri agli zappatori il fa.Uo che in tal caso con tre cornpa,gnie del treno a 100 uomini sul piede di pace si avrebbe appunto la forza. cli circa 900 uomini, quanla ne occorre per tutti i servizi_di un corpo d'armata; giacchè la simmetria di avere tutte le compagnie eguali non è certamente preferibile alla logiea distribuzione dei servizi fra, le compagnie. Con due compagnie del treno il servizio verrebbe naturalmente ripartito: ad una spetterebbe il tr,1ino dei parchi e delle sezioni telegrafiche, all'altra quell o degli eqLLipnggi da ponte; di tre compagnie, una. dovrebbe spezzarsi fra i dne generi di servizi e in ognuno avere frammisti soldati cli due diverse compagnie. Quindi, anche quando i pontieri dovessero con Un uare ad essere riparli ti l'ra i reggimenti del genio, noi consiglieremmo sempre le clue compagnie treno a 4 50 uo'min i sul piede di pace in ogni reggimento, anzichè le tre compagnie a 100 uomini l'una.

382

li treno clel genio è .necessario che esista in tempo di pace, sia per addestrarlo al maneggio d'un materiale affatto speciale, sia perchè in caso cli mobilitazione non lo si potrebbe eonvenientemente ri.cavare dalle eccedenze di fona risultanti nelle compagnie zappatori o pontieri, analogamente a quanto si è suggerito potersi fa.re con le eccedenze delle batterie d'artiglieria. In ciascuna armata il treno del genio deve poter sopperire ai seguenti servizi: uom ini di truppa

1 parco d'armata

78

J. parchi da corpo d'armata 5 sezioni telegrafiche 1 O parchi da compagnie zappatori . 1 parco da compagnie ferrovieri

1

160 160 4-0

1

1

8 4tH

2 equipaggi da ponte di 3ooin .

!i_..W

Totale

89,1 ('I)

Questi servizi do-vrebbero_essere prestati in ogni armata da due compagnie del l.reno; e quindi ogni reggimento del genio dovrà avere a~bedue queste compagnie del treno se avrà la brigata pontieri umta, oppure, se i pontieri formeranno reggimento, ogni reggimento zappatori dovrà avere una compagnia del treno, e tre compagnie il reggimento pontieri. Quale dovrà essere la forza organica sul piede di pace di queste co1npagnie del treno? La risposta è semplice: siccome dalle eccedenze delle compagnie zappatori non si possono ~were conducenti capaci di guidare pariglie di carri a quattro ruote, se si vogliono in campagna compagnie della forza di 4.-50 uomini circa, impieaandovi aJi uomini . . D O d1 42 classi, bisogna che in pace abbiano la forza cli ,150 uomini.

1

Al t'f·eno siissidiario (borghese) sarebbero affidati i trasporti indicati dall'Istruzione; meno però quello delle sezioni panattieri che, passando ai corpi d'armata, clev'essere affidato al treno militare .

. (l)_ II parco d'armata ò stato diminu iw di 20 uomini sulla forza assegnata dalle tabell e

Le specialità finora accennate rappresenlano la parte d'attuazione del servi7.io dei trasporti: resta quella che abbiamo chiamata di rifornim ~nto, che è regolata dalle dire7.ioni dei trasporti.

m vigore che si reputa eccessiva; così pure ai parchi da corpo d'armata si è soUratta la parte spettante alle sezioni telegrafiche e si è anche ridotta di 18 uomini Ja parte ' restante

\


384

STUDIO

SULLA NOSTRA MOB ILITAZ IONI!:

Paragoniamo l'azione delle direzioni dei trasporti a ciò che negli altri servizi rappresenta un vero rifornimento per la ragione che i vari trasp0rti sono e[ettiv,unente eseguiti ciascuno per conto del servizio a cui si riferisce, e le direzion i dei trasporti forniscono solamente i mezzi di trasporto nel caso in cui il servizio stesso ne difetti in tli ILO o in parte. Però questo fornire i meni di trasporto di cui possono avere bisogno i vari servizi devesi intendere nel senso il più hu·go, cioè non consiste soltn n Lo nel forn ire i veicoli, ma benanche nel regolame il movimento, ed anzi è in ciò che consiste la principale funzione delle direzioni dei trnsporti. Se infa.Lti, i movimenti dei singoli convogli a tergo dell'esercito fossero regolati dai servizi ai qunli si i-iferiscono, ben presto sulle retrovie nascerebbe inevita bilm~nte l' in gombro e quin:éli l' impossibilità di funz ionamento . La direzione generale dei trasporti fissa perciò le com nnicazioni ed i mezzi in generale di cu i devesi servire ciascuna armata, e le direzioni dei trasporti d'ctrmala regolano i movimenti di Laii mezzi sulle propr ie linee. Le comunicazioni di cui si servono lè direzioni dei Lrasporti potendo essere le vie ordinarie, le vie d'acqua e le ferrovie, vario dovrà essere l'ordina men Lo dei mezzi cli trasporto. Oramai però raramente potrà avvenire il caso di doversi servire di sole vie ordinarie; ma se tale caso si sperimentasse, i veicoli necessar i sopra una 1.inea di tappa d'armata dovrebbero essere in tale quanti là, da richiedere una. speciale organizzazione di cui non si può prevedere nò la forma nè l'estensione . Il carreggio assegnato in via normale a ciascuna direzione dei trasporti d'armata non prevede dunque questo caso, ma solamente i bisogni dei trasbordi dalle stazion i teste di lappa d'una linea feno vi aria ai depositi o maganini formati per cura dell'intendenza d'armala dietro la.linea dei quarLieri generali di corpo d'armata. In genen1le le vie d'acqua non sono che ecceziona[menle impiegate come mez1. i di regolare comunicazione, a 1neno che si trntti di una spedii.:ione oltre mare, ne!llL quale la direzione dei trasporti viene assunta dal comandante della flotta da guerra di concerto con !'in tendenza generale clell' esercito o corpo cli spedizione. Restano le ferrovie, le quali nell e guerre future fonn.eranno il principale e più generale mezzo di comunicazione per il servizio

degli eserciti in campagna. L'esercizio dell e ferrovie costituisce pertanto la specialità più importante del servizio dei trasporti , Le compagni~ ferrovieri con parco speciale assegnate alle dire,zioni dei trasporti d'armata devono essere, secooclo quanto dice l'Istrnzione, (< e,;senz ialmentH adoperale per l'esecuàoue dei lavori « sulle ! i.nee e nelle stazioni pei trntti di l'enovi,i da util izzarsi nella (( zona d'operazioni dei corp i d'armat;i ». Onesta espress ione dell'Istrnzi.one, mentre e troppo vaga quanèlo a,ccenna a lavori sulle linee, è poi troppo risLreW:i quando ac.:cenna ai tralLi cli linea a.i quali tali lavori si dovranno r)ferire. Si comprende che allarquando si debbono farn vasti lavori sulle linee fcnoviarie, pmticolarmente per riparare quelle guastate dal nemi{;n nel l'iLirarsi, l'opera nssume il carattere d'un laYoro tecnico del genio che vi imp iega i propri rneizi, oltre all e compagnie ferrovieri delle direzioni dei trasporli; non di meno queste ultime, aueb e per le più ordinarie riparazioni, e segnatamente per l'adaLLamento del le s.tazioni ai bisogni mili tari e per l'esercizio delle linee, devono spesso estendere l'opem loro forse anche su tutta una linea di hrppe. Peitanto !e compagnie ferrovieri assegnate all'esercito non sono certamente in numero eccessivo e sarebbe desiderabile che se ne potessero assegnnre due per ogni armata. In ogni caso poi sembra i:he quesLe r.ornpagoie, per In spec ialità del loro servizio in guerra, nel quale non dipendono in nessun modo dai comand i del genio, e per la. 101;0 istruz ione in tempo di pace, per la quale hanno sede qnasi sempre diversa dai rispettiv i reggimenti, dovrebbero assolutamente essere separate dai reggimenti zappatori, e formare un corpo autonomo cl i tre hrigate di due compagnie ciascuna, ed umi sezione di treno alimentata ·con soldati istruiti dalle compagnie treno dei reggimenti del genio .

885

IX.

Servizio delle tappe. - Questo servizio, mentre potrebbe servire d'argomento ad un esteso tratlato, non si presta sufficientemente ad essere serrato nei limiti d'un succinto regolamento che ne determini


386

sTunro

il modo di funzionare in guerl'a. Le poche prescrizioni a tal uopo fissate dall'Istruzione ne danno urni sufficientp indicazione, h1 quale, sebbene possa 1~1eglio essere compleLala, non potrà mai essere di lai n;i.tura da prevedere tuUe le possibili contingenze del servizio senza entrare in troppi particolari non sempre attuabili. Quindi è lanlo maggiormente necessario che le question i le quali si riferiscono al servizio delle t,1ppe siano accuratamen te studiate in tempo di pace dall'intendenza, o in difetto dalla direzione dei trasporti, almeno per la parlo d 1e la riguarda., per por ede poi risolvere con prontezY.a e facilitit. Sulle lin ce di Lappa funzi onano tuLti i servizi di rifornimento, compi·eso il rifornimento degli uomini. I comandi di Lappa f'u nzionano anzi essenzialmente allo scopo di regolare il movimento dei drappelli di rifornimento che si recano all'~u·mata e di provvedere ·ai loi:o bisogni; però sulle linee Lesse trovansi pure i deposili centrali dell e i.ntendem:e cl'ar1nata, racco lti dietro le Jinee cli difesn che intersecano la linea d'operazioni e concorrono a costituirla. Gli organismi difensivi (uomini , materiali e terreno) costituiscono perLanto una parte determinante del modo d{ essere organizzate le linee cli tappa, per le quali la sicurezza è indispensabile condizione. Questo in timo legame rra. l'organizzazione delle li11ee di tappa e gli organismi clifonsivi della linea cl' operazioni , collega questa stessa.organ izzazione con la principale funzione della mili zia mobil e nei servizi di seconda linea. Deriva da ciò che, non avendo noi compreso in qnesto studio quanto riguarda la milizia mobile, non possiamo trnllarc più diffusamente delle linee cli tappe che da essa Lraggono la principale sorgente d'attivi là .

X.

Ci rimane ora un'ullima questione da Lrattare: il passaggio dal piede di pace al piede di guerra. Procuriamo pertanto di darci ragione dei criterii ai quali è informato il nostro sistema di mobil ita-

SULLA NOSTRA MOBILITA ZIONE

'

.

387

zione, per poi ricercare se i particolari di atluazione v1 corrispondono. Le Istruzioni per la mobil itazione e la formazione di guerra pel nostro esercito sono nate quasi d'un solo getto con i provvedimenti pel riordinamento dell'esercito stesso. Vi è quindi. fra loro una completa corrispondenza., ed in. sostanza ~i propongono: ~ 0 IVIantenenclo integralmente il sistema del redutamento nazionale, rendere il rich iamo delle classi in congedo ed il conseguente invio ai corpi cui appartengono indipendente dalla dislocazione dei corpi stessi; · 2° Soll ecitare la forinaz ione di guerra col mantenere le truppe ed i magazzini ind ipendenti dalla circoscrizione militare territorial e, ptu· m.oclellando questa, per quanto possibile, sulla f"òrmazione di guerra; 3° Ftteilitare la radunata predisponendo la maggior parte dei materiali sulla zona dove probab ilmente dovrà effettuarsi; 4. 0 Predisporre il movimento in modo che la maggior parte dell'esercito possa rapidamente sch ierarsi alla frontiera, pronta acl impedire qualsiasi operazione che il nemico tentasse per turbare la nostra mQ.bilita.zione, ed in condizione da poter successivamente -rafforzarsi senza abbandonare la sua atti tu dine di vigilanza. Questo in via normale e per soddisfare alla mobilitazione della generale ed acceleratci. Ciò non pertanto il nuovo torn o 3° delle Istruzioni in discorso accenna ai casi nei <.piali vi si dovrà derogare: in parte, colla mobilitazione 1wn accelel'Cita; quasi t.otalmen te, co lla rnobili lazione pcvtziale . Ne consegue che il sistema cli mobilitazione, mentre deve pienamente risolvere l'ipotesi più probabile e nelle peggiori condizioni, deve anche essere dotato cli tale elasticità da potersi piegare con facilità ad a.Il.re ipotesi comunque differenti . Al reclutamento nazionale provvedono Jc tabelle di reclutamento, colle quali, come è noto, è stabilito il numero dei corpi cui ogni distretto deve annualmente fornire le reclute; e questo riparto è fatto in modo che in ogni reggimento ciascuna classe risulti composta cli circa un terzo cli uomini nativi delle provincie settentrionali del regno, di un terzo delle provincie centrali e di un terzo cli quelle

r r


388

SULLA NOSTHA }lO BI LITr\ Z I ONE

STUD IO

meridionali. Ma le labelle .di reclul.amenLo devono iÒollrc soddisfare ad un'altra condiiione, devono cioè essere compilale in modo che il numero dei reggimenti oi quali ciasched un elisi.retto forn isce recl uLe sia il minimo possibile; cd è senza duhbio pe1· que::;Lo motivo che il min istero della guerra l,a ultinrnmeute adottai.o altre tabell e. in sostituzione di quelle pubhlical.c nel 1187G ch e non soddisfr;cevano sufficient emente n quest'ultima condizione. Parecch i sono i vnntaggi che queste tabell e p1:odurranno relaLivarnenle al servizio dei dislreui, e così ad esemp io, rn.ent,·c sarit sensibilmente dim in11 ila la conispondenza d'uf(icio fra i dist relli cd i corpi , si otterrà maggior focilil.i:l neJl'amministra7.ione dei richi,tmati , nella formn7.ione e nell'invio dei drappelli di reclute o di richia1~1a1i da~ c?11gedo. Senonchè qucst.i vantaggi non potranno essere immed1al1 .ed anzi, secondo le nlLimc disposi7.ioni emanate dal ministero (,I), si può addiriUura a~serire clie per oLto anni non si senti_rit: l_otalmente il_ ben_efico influsso del le nn.ove Label lc perchè gli uomini Jn c?n~edo 1ll1_m1lato non devono cambiare di corpo, meno por;he eccezion,; ma c,ò non cli meno si è sla' ,il ito un ~islema. che a sn? Lcm~o . d_aril b_uo~i f:·uLLi ed intanto, col passaggio di corpo degJ, uom rn, 1solat1, s, è !allo un primo pas~o sull a via della semP! ificaz ione. Nè crediamo che il ministero avrebbe potuto fare diversamente perchè i passaggi di l'Orpo in massa sarehbC'rO contra.rii al principio del reclulmnenlo nazionale rinr;hè' si voglia manten~rl? comp_lela.rnente come sislcina generale; d'altra p,,rt.e il passaggio rmmcdialo.e totale alle ultime tabelJe avrebbe avnto per conseguenza un mov ,rn cnl.o annni11i,;trativo non in feriore probabilmente ad un terzo della forza in congedo illimilalo . [I cambio di corp~ :li_ u?mini isok,ti in congedo, cioù di quell i provenient.i dai sollulf1cialt retrocessi, dai rnlonlari ordinari e cli un anno. da nttcndeJ1Li di ufficiali superiori trasferii di corpo, ecc., non ·può invece pori.are alcuna perturbazione amministrativa; e cos·ì il numero elci drappelli in caso di mobilitaz ione :;arit di molto diminuito e non $Ì eslende1·à a quasi lutti i corp i dell'esercito, come accadre'blie se gli uomini isolati non cambias;;ern di corpo.

(I) Gto1·nal~ mmta1·e del 187~, parte 2". -

Cir~olare N. 63 'del 15 agosto.

1

:J8H

L'invio ai corpi dei richiamali ci porterebbe natui:alment,e a trai., tare del servizio dei elisi.retti in lempo di mobilitazione e di quello della direzione dei trasporli stabil ita presso il comando del corpo di slaLo maggiore. Circa il fomionamento dei distretti, la terza dispensa dell'anno conenle cli questa lliuista contiene un articolo che sviluppa nei suoi min imi parLieo lari tutte le operazioni da cornpi.ers i durante il periodo della mobili La7.ione, e che quindi ci dispens,t clall' occuparcene. Il servizi o della dirézione dei trasporli relativamente alla radunata rid,iederehbc invece uno st udio rnolto particolareggiato, però le questioni che si dovrebbero lrat.lare r-ivesl.0110 nn carattere t:alme11te delicato che non crediamo si possano qui discuter·e. Questa riserva non c' impedisce però di far nol:are che il trasporto ferrov iario dei riebiamati dal congedo non potrà presen Lare Ìe insuperabili difficoltà temute o supposte d,t coloro che, dalla costituzione dei di8tre1Li, traggono argomento per dichiarare che all'atto pratico tptestì non co rrisp,Jncleranno all'obb ligo loro e che quindi la mobilita7,ione andrà. a rotol i. o poco meno. Ed inf'alli se il movimen to ferroY iario dei richiamati dovesse procedere come si crede d.t taluno, cioè n1ediante la fo rmazione complet<t dei treni alle stazioni di partenza presso i distretti con dcsLinaziope ai siti cli radunala, crediamo no i pure che sarebbe immensamente dif'ficile e poco sollecito. )fa 0 invece naturale che il movimento incominci per J inea col fare nffl u.i re a determinate stazioni di diramazione (cioè a determinale ::;1:azioni ove convergono varie linee) tuLli i drappell i avviali all'esercito; appositi comandi di Lappa, su1.h ili Li in delte sLazioni a c:ura della dire7.ione dei trasporti, sono p_oi irn:aricali di riform.are i I.reni avviandoli alle Leste dì tnppa di ciascum~ armala, ove in fine, quando occ01:ra, i treni vengono ancora riordinati e diretti alle rispet.t.ive e definitive destina7.ioni sui sjti cli radunata; parei anzi che questo debba essere il JJrincipale servizi o dei comandi cli lappa. Con questo sistema, o c_on altro anche più facile che probab ilmente <J.vrlt adottato la direzione dei trasporli, l'esecu7.ione del movimento non pr·esenta quindi quel carattere di assolu ta impossibilitiÌ, che gli si vuole aLLri.buire, segnatamente in quanto si riferisce. al servizio dei distretti.

(. ~


:390

STUO LO

Circa alla poca fiducia nei l'opera dei distretti bisognerebhe convenire cli'e le condizioni dell'esercito rimpetto alla mobilitazione siano peggiorate; e ciò non ostante l'accurato r iordinamento che si sta attuando dal 187'.l ad oggi, non ostante gli ammaestramenti avuti dallo studio di c1ua 1lt.o accadde presso cli noi e presso allre potenze, non ostante la creazione di una grande quantità cli organi di mobilitazione e l.1 pubblicazione di specia li T::truzioni, non molte, nè difficili. Quest.a conclusioue sarchbe c:ertamen te strnna se non ci confortasse il sapere che la perfez ione si reclama facilmente ma non si ottiene mai e che è pur troppo facile il condannare ad orecchio. Un altro dubb io viene infine a,d ingrossare le file di coloro che l)~rnno altrettanta ,wversione pei distrelli quanta per lo s~udio cleile l strnzinni che ne <leterrninano l'a;:ione; e questo duhhio si rif'erisce J all'al.titudine del per~onale. Su di questo rion spetta a noi il prnnunziare un giudizio; è certo però che le destinazioni ad un distretto e ad un comando superiore rir!1 ieclono un attitudine ben constalata e nou crediamo che possa bastare quella negativa di poca attitudine al servizio attivo in 11il 'arma qualsiasi; occorre inoltre che gli uffkiali destinati ai distretti, ed in specie gli ufficiali ;:;nperinri , non vengano lasciati in tale posizione quando sia notorio che per età. od altri motivi non sarehbero al c:iso di soddisfare al gr-ave compito che ie Istruzioni regolamentari loro assegnano in caso di mobilita1.iune. )la questo dLtbb io non può infondere timor-e perchè chi assume la direzione dal l'amministrazione della guerra in tempo cli pace non ignora quale grave responsabililil si addossa. 1

Al 2° ed al 3° requisito le vigenti disposi1.ion i soddisfano in massima per quanto riguardano il sistema adottato per la dislocazione in tempo di pace clelle truppe delle armi a piedi e di. quelle ft cavallo; so!o sarebbe desiderabi le che, come altri ha dimostra.Lo in questo stesso periodico, si diminuisse sensibilmente ii numero delle truppe cli presidio nella Si cilia, ove, più che altro, trattasi di servizio dell'arma dei Reali carabin ieri. Vorremmo pure chele truppe cli guarnigione nell'isola della Sardegna fossero composte di compagnie distrettuali reclutate nell'isola., affine cli non essere obbligati a tenervi dislocati permanentemente quattro battaglioni di fanteria., con molta. probabilità di non poterli trasportare sul continente in

SULLA NOSTRA MORILITAZIONf:

:s91

caso cli guerra: e con ciò speriamo cli non essere accusati di evocare il fantasrn:1. del sistema territoriale, ma ci pare logi co che la Sardegn~ abbia in tempo di pace una guarnigione composta di elementi locali ment:re 1~el tempo di guerra e già. per essa prescritto l'ordinamento Lerntonale. D'a!traparte devesi osservare che per surrogare le trnppe auualrnente dislocate nel.l'isola della Sardegna basta portare a i16 d numero delle compagni.e distrettuali , e forse a meno, con un reclutamento annuo di circa. 500 uom ini; rimanendo disponibili circa alLri 11000 inscritti di 11" categoria, i quali continuerebbero ad essere ripartiti fra i vari corpi dell'esercito. . zi;!~~i re!ppaur1L_ieàpo1~1oev,~·csltoalela dislocaziotne dleli. materiali dcli mobilita- ·( . ., . , . . ,. 1 gregia.men e co 1st1tuz,one .ei depositi cen tr.ali. u1 rn _tendenza d'armata e dei maga.nini dei distrel:Li principali dt mob1lt tazwne, dei distretti in genere e dei recr,:,irnenti di cavalleria, cli artigli.eria e del genio. Le osservazioni ch~"'ci rimangono da fare a questo proposito, oltre quelle fatte trattri.nclo dei trasporti , si riducono quindi al le seguenti . Togliere ai distretti principal i di mobilitazione le dotazioni di carte. g_eografichc, cli cancelleri~. e di stampati per i quartieri 011enera_h delle d.ivisioni e dei corpi d'armata, dandole in consegna ai c~rr,spondent, comandi ed all è direzioni territoriali fin dal tempo dt pace; questo npa.rl.o può ora essere adottate senza alcun inconveniente mercé la nuova circoscri1.ione 1nilitare territoriale. Ripartir~ dive~'samente il materinle speciale sanitario, segnatamente pe1 carri per medicinal i; ciò si collega coll 'isti tuzione del treno amministrativo ed è evidentemente indispensabile per la buona c?nservazione degli strumenti e dei med icinal i e perchè, col rna.tenale adottato, il caric:o è indivisibile d,li carreggio. Provvedere infine l'istituto topografico militare di quanto occorre perchè, in· caso cli mobilitazione, possa rapidamente fornire l'esercito delle occorrenti carte estere e nazionali; sopprimendo la sezione di. Napoli ed impedendo la moltiplicaz ione di tutte quelle altre 6fficine di riproduzione che crescono di giorno in giorno e che at· momento opportuno non potrebbero dare alcun prodotto utile. I l q~al'Lo requisito infine richieile c:he il movimento sia predisposto m modo che la maggior parte clell' esercito possa rapidamente


STU1110

schierarsi alla frontiera., pronta ad impedire qualsiasi operazione che il nemico tentasse per turbare la nosll'a mobilitazioue. Gran parie di quanto abbiamo finora esposto, e molle dell e proposte fo tte, tendono 11aturalrne11te a sod<l isf'a l'e a c1uesLo requisito. Ci resterebhc quindi sullanto da esaminare se pos!:a esegui1·;;i io te111po debito la rnobilitazione dei comandi, corpi e servizi che primi clebbono esserr l,raspol'l.,tli alla fr11n tiera, cioè: mobilitazione dei le trnppe alpiue e delle hatterie tla montagna; ,1 degli .~1.a vi maggiori di divisione e di corpo cli armata e delle r ispettive direz ioni dei servizi; 1> dei reggimenti dell'armn rl i fanteria sul piede di pace; . » dei reggimenti di cava ll eria; » delle batterie da campagna in ,2a formazione; » delle hri.gate zappatori del genio co n parchi di compagnia: >> delle sezioni su:;sistcnze e panaLtieri; 1> il elle :-ez ioni rl i sanità.

393

SULLA NOSTRA MODILI TAZIONE

quella de~li _uonii1~i arredali l'oLLavo: questo pei richimnali non ap- · parl~nenl1 ai reggm~enti di fanteria e cli bersaglieri, pei quali, per !e es 1~en7:c riel m.o:1mento ferroviario, è stallili Lo che Ja partenza mcom1uc1 sollanl.o ,1 9° od il 10° giorno. . ?.a ~iò. po~sia11~0 qu~1~cli d~durr~ una regola generale per sta~1ln c I g1orn1 ne i qualt 1. rnr, corpi e sen'izi, per quau1o rigual'cla l aum e11t.o d~l personale dr trnppa, po1 ranno totalmente od in pnite essere pronti alla partenza; ossia po,;siamo slahilire che in aenerale i ~orpi ed i serviz i, la cui par~enza dai sili di gm1rnigione ~on p•uò eftettua.i·s1senza. uu sensibile rinforzo di richi,tmati, doHanno atl~nclere almeno iI I0° giorno di mobil itaziont>. E ciò bcnchè )' Istruz10ne pt·oyveda gi us1arnente accelemnclo la cl1inmata cle<rli uomini appartc'.1enti ai corpi ed ni ser·vizi che Lrovansi in queste c~ndizion i. Appl,cando 01·a questa l'egola generale ai rnrpi e ~ervizi che debbo1'.o ?arti re :-enza 1·ilardo dai ~ili di gun rnigione per ,·ecar~i a C{lLCllJ di raduuatn, prnnti ad agire alla circoslanza, ahbiarno che solt~'.Ho le sezio11i su~si~lenze, le sezioni pannllieri e quelle di santla dei ono forzatamenll' allendere una parte almeno dei rich iamati e quindi non possono pnrtire prima del ,io giorno. Pel' le batterie di ,ll'Liglicria i11 2" for-maziont> non sarebbe in vece a~soll'.tamente inclispensahilc questo ritardo pe1·chè, con momentanea r~du:'1on e.di fo1·;,;:1, esse potl'ebbero partire aneli e senzn allendere i ncl11arn,1L1; lasciunclopurlnl.lnvia alla sede del rr<raimenlo un nucleo m· r l'lo s~ c1e'.1~e t ~ forza per ricerere i richiamali e per le alll'e operazioni cl'. mobtl1la;,;1one. ~fa Ja molJ ililaziono delle hallerii; da campagna d1pell(lc c1-semrn1l111ente dal tempo clic occorre per colmare Ja dil'fcrenz,t che pa:;sa fra il numero di ca,·alli poi·lati dall'ol'ganico cli pace e t1uello voluto dalla formazionp di gtH'rr·a che si vuole assumere, ~ perciò, tome si , cdrù tralla 11clo del la 1·cquisizione dei qtrn.druped,, non po11·ù c:ert~mcnle essen" ultimala prima dell'arrivo dei rich ia mal i. . ~er i 1·e~gimenti cli cavn ll eria. dimostreremo invece come sitt md1spen:-abile che po:;sano mobil itar,-i in perfcllo assello <li auerra ·ma·1pent1entemente dall'arrirn dei richiamati e dalle reclute, °perchè ', la loro partenza. dc,,<1 essere qunsi immediata come pei re•rn imenti 00 dell'arma di fante,·ia. Per i reggimenti di fanteria e di ber~aglieri il maggiore O minol' 1

0

Per amore di hreritit, e perd1è molti parlitolari di mobiiit.izione sono comuni c1 l.ulti i cor-pi e servizi, non ll'nlleremo separatamente di ciasc11110 cl i e~si, ma, esposte alcune co nsideraz ion i slLqurinlo ha trailo alla mohilitazione in genern le, cioè alla chiamata delle classi in wngedo ed alla rcrr11i,;izione dei cp1adrnpedi, ci orrnpercmo in modo special e dei comandi e delle direzioni elci servizi , dei reggimenti rlell 'arr11a di fa111e1·in e di qurlli di cavalleria.

Ch,imncaa elette classi in con,qrnlo. - Calco lando il tempo occorreHLe per la diramazione dell'ord ine di mohi lilazionc, per la preparazione e l'ill\ io dei manifesti di chiamata e ritenendo che , engano lnsciali lre giomi di tempo almeno ,ii richiamnli , si ha che diffici lmente il giorno di preseulazione della prima rlassc potrà esser<' stabilito prima del sesto giorno di mobilitazione. A111111e~so pertanto che le operazioni si seguano secondo le prescrizioni clate dall' lslruzionc, la partenza. dei richiamati che non devono essere arredati presso i dislreui incomincierà al più presto il sellirno giorno,

A:NNO XXJH, VOL. IU.

27


394

STUDIO

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

ritardo nell'arrivo dei richiamati non ha alcuna influenza sulla loro partenza pei siti di radunata; così dicasi per gli alpini la cui mobilitazione immediata è perfettamente assicurata col nuovo ordinamento. Infine per i servizi del treno a:mministrntivo strettamente necessari al principio della mobilitazione le brigate treno avrebbero pure personale sufficiente fin dal tempo di pace. Possiamo dunque concludere che, per quanto riguarda la chi,tmata delle classi, le prescrizioni in ,:igore soddisfano al quarto requisito del nostro sistema di mobilitazione, almeno in modo sufficiente. \

Requisizione dei quaclrupedi. - Similmente a quanto abbiamo osservato trattando della chiamata, dobbiamo distinguere i corpi ed ì servizi che possono abbai1donare le rispettive sedi senza alLenclere l'arrivo dei quadrupedi di requisizione da quelli che ne sono indipendenti. _ Dall'Istruzione per la requisizione dei quadrupedi r ileviamo che in :massima le operaz ioni delle commissioni mi li tari debbono incominciare il quarto giomo a datare da quello in cui vengono affissi i relat.ivi manifesti, ossia, lasciato il tempo necessario per la diramazione dell'ordine di mobilitazione e.la spedizione dei manifesti, le commissioni mili tari incomincieranno a f mnionare nel sesto giorno di mobilitazione. ll numero clei quadrupedi che le commissioni militari possono req11isire varia però sensibilmente secondo le provincie e vi è mollo diiferentemente ripartito; cli modo che non è possibile calcolare ora approssimativamente quale sarà il numero dei quadrupedi che determinati corpi potranno ricevere giornalmente e tanto meno nei primi giorni. Siccome però nel primo periodo della mobilitazione, per provvedere i corpi ed i servizi che pei primi debbono essere trasportati alla frontiera, il numero dei quaclrupecli cli requisizione non è approssimativamente che di 10,000 , cosi crediamo che si possa ritenere come assicurato questo servizio dopo 4 giorni, ciH11preso il tempo strettamente necessario ai corpi per apparigliare i quadrupedi, ecc. Si ha cl°unque che le operazioni relative ai quadrupedi di requisizione coincidono perfettamente coll'arrivo degli 1

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uomini richiamati dal congedo, e quindi i corpi ai quali occorrono assolutamente i quadrupedi cli requisizione prima della loro partenza, cioè artigli.eria da campagna e da montagna e treno amministrativo, non possono abbandonare le rispettive sedi prima del nono o del decimo giorno di mobilitazione. Trattando della ch iamata abbiamo visto che le batterie da campagna potrebbero essere pronte alla partenza in 2• formazione anche prima dell'arrivo dei richiamati, ma certamente non prima cli aver ricevuto gli occorrenti quadrupedi cli requisizione, il che ci riporta nuovamente aì 9° od al ,10° giorno. Atale stato di cose non cred iamo si possa totalmente rimediare, ma esso ci dimostra che, se vogliamo poter fare pronto assegnamento su ll'artiglieri a. da campagna, dobbiamo tendere a costituire le batterie da campagna su 6 pezzi in tempo cli pace: temperamento che, anche indipendentemente da questa considerazione, sarebbe indispensabile per le batterie da cent. O, se non vogliamo che il passaggio alla 3a formazione su 8 pezzi rimanga per queste batterie allo stato cl' insoddisfatto desiderio per i primi mesi cli gnerrn . Per le batterie da montagna sarebbe pure conven iente che si , adottasse pel piede di pace un organico corrispondente ad una 2a formazione su 4 pezzi; e ciò perchè la mobilitazione di queste batterie, almeno su t,. pezzi, deve essere immediata come quella delle truppe alpine. Non ostante l'importanz(L dei servizi da fornirsi dal treno amministrativo nel 11° periodo della mobilitazione, crediamo pur tuttavia che con parte dei quiidrupedi portati dall'organico di pace le brigate treno potranno sufficientemente provvedere ai bisogni più urgenti, in attesa dei quadrupedi di requisizione.

Stat'i maggiori e clirezioni dei servizi. - Coll'ultima legge sulla circoscrizion.e militare territorial e si sono già cli molto facilitate le operazioni della mobilitazione, ma è evidente che non si è ancora detta l'ultima parola. Vogliamo alludere alla mancanza di istituzioni corrispondenti '.ai comandi di armata, a.Ile intendenze ed alle direzioni di sanità e di commissariato di corpo d'armata. Relativamente ai comandi di armata ed alle intendenze abbiamo ,già accennato ad un provvedimento che parei potrebbe soddisfare


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pienamente alle esigenze del servizio in tempo di pace ed alla formazione di guerra. Circa le direzioni di sanità e di commissariato di corpo d'armata, due sarebbero i sistemi : o procedere alla loro formazione a~che in tempo di pace; o conservare l'attuale ordinamento per divisio1rn, assegnando però all e direzioni divisionali presso la sede dei corpi d'armata il personale sufficiente per servire di nucleo alle direzioni di corpo d'armata; in ambedue i casi modi~care le attri~uiioni del!edirez iòni divisionali, per potere diminuire , ll persona.led, quelle che non sono alla sede dei corpi d'armata. Noi non esi tiamo a diclriararci pel 11° sistema, perchè più sem~lic_e e più i_n armon'.a col servizio di guerra. Ad ogni modo è però rnd,spensabilc che s,ano scrupolosamente eseguite le disposizioni date dal tomo 3° dell'Istruzione per la mobilitazione per quanto riguardano il bollettino delle destinazioni degli ufficiali ed im,Piegati, da pubblicarsi all'atto della mob ili tazione; è un lavol'O non facile, ma 1~ indispensabile se voglionsi evitare molti inconvcni.enLi allo scoppiare di una, guerra . I>cr Lutti questi personali _:_ stato maggiore generale, corpo di stato maggiore, sanità, comm issarialo e contabili - vorremmo infi ne che se ne rivedessero i quadri per metterli in armonia colle esigenze del la formazione di guerra e dei servizi che rimarranno all'interno, e vorremmo pure che fossero formati i quadri di milizia mobile del corpo del commissariato mili tare e del corpo contabile. Non comprendiamo invero perché, r iordinata la milizia mobile, non si debba. provvedere anche al personale amministrativo come agli altri servizi , evitando così di avere nell'esercito permanente quadri esuberanti per talun i corpi e cleHcienti per allri. Con ciò non vogliamo certamente entrare nella ragione di essere di due personal i ammrn in i~trati vi distir1 Li, commissariato e contabile, mentre il servizio c:1e d_isimpegnano è uno solo che, come.lutti gli altri, ha una parte drre~t,va cd una parte esecuti ,,a; uno studio simile ci porterehbe lungi dal nostro scopo che, come agevolmente ognuno avrà p_otu_to osservare, consiste nel proporre solamente quelle modiftcaz10m che presentano in pratica una faci le attuazione e che possono anche essere immediatamente applicate.

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. Regfime·~ti ~lell'ar~ia di fanteria. - Fra tuui i. corpi cli truppa 1 reggi menti d1 fanter,a e di bersaglieri sono quelli che certamente hanno minori clifficoll.à. da superare per mobilitarsi, ecl anzi due sole sono le operazioni che presentano effettivamente dell e difficoltà: portare la ,forza all' òrganico cli guerra; forn i esi del carreggio e dei qua.dru[edi. . . ' l'er l aumento cl1 forza provvedono i distretti indipendentemente ~ai re?gime1~ti.' ed _a qi!esl.i ultimi riman e sollanto la cura dei particolar, relattvJ ah1cevlll1enlo degli uomini ed all 'ordinamento dei quaclri. Al carreggio cd ai quadrupedi imece parte provvedono i r~ggimenti rlirellamente e pan e i distretti principali di mob ilitaz1one, ma sempre in conwrrenza coi reggimenti. Come abbinmo visto trattando il serv.i zio dei trasporti di truppa, s:ni}bbero necessari alcuni cambiamenti alle disposizioni in vi1rore circa iI rnaLeriale ed il carreggio pei reggimenti clell'anna di fan feria ~ul piede di pace; e ciò allo scopo di,otleuere che i reggimenti siano nnmediatarnente e sempre in grado di muoversi e di combattere . Eliminato questo inconveniente ci sembra. che le prescrizioni date dall'Istruzione, messe in armonia con quelle ·ael Lomo 3° ultimo pubbl icato, si.ltno in massima suUìcienti. An. un particolare soltanto il esicleriamo accen nare; se cioè, con la aLtuale dotazione di oggetti di vestiario ( 1) possano i reggimenti di fanteria e di bersaglieri allestire le casse per vest.iario e fare le occorrenti distribuzioni alla truppa so lto le armi primrt cli partire pci siLi di radunata. Noi non lo crediamo perché la quali tò. del vestiario del nostro soldato cl i fanteria ccl il sistema di amministrazione iri vigore non permettono ai comanchùHi di comna,rnia cli t' avere i propri soldati. sempre provvisti di a,rrecli in perfetto stato di servizio, come si esige partendo per una campagna di guerra. Siccome pellanto i reggimenti, emanato l'ordine di mobi litazione, e pei 30 giorn i consecutivi, non possono fare alcuna richiesta di ogget,ti di vestiario ai di.stretti (e ciò è logico per non disturba.re .in quei momenti i distretti), sarebbe forse opportuno di vedere sino a che limite debbano essere aumentai.e le dotazioni cli vestiario presso i reggimenti. 1

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(1) Specchio N. 66 del tomo 2° dello Istru.ziont per la mobiUtazione, pag. 86.


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La mobilitazione dei reggimenti dell'arma cli fanteria ci porta naturalmente a trallare del servizio territoriale durante la mobilitazione, al quale, secondo il nostro ordinamento, dovrebbero provvedere la milizia comunale e quella tcnitoriale. Queste milizie furono crealo per legge in sostituzione della guardia nazionale mobile e sedentaria, e senza dubbio l'ordinamento più militare dato a queste forze è vantaggioso di fronte a quello preesistente; queste milizie non furono però ancora fo rmate, e ciò non è un lieve inconveniente perchò, abolita la guardia nazionale, non si avrebbero alla circostanza elementi ai quali affidare il servizio terl'itoriale senza perturbare la mobilitazione dell' esercito di 11" linea. Infatti l'Istruzione ha dovuto provvedere alla necessità clel servizio col solo temperamento possib ile, non certamente scevro d' inconven ienti, cioè ha dovuto disporre che vengano lasciati temporariamente nei siti di guarnigione alcuni reparti di truppa dell'arma di fanteria pel servizio territoriale e cli pubblica sicurezza; è vero che contemporaneamente si è pure prescritta la pronLR formazione di parte dei reparli cli milizia mobile, ma, benchè questa formazione sia possibile, non snrà probabilmenLe ultimata che fra il 12° ed il ,rn° giorno di mobilitazione non senza recare gral'i disturb i ai dìstretli. Noi vorremmo quindi che, se possibile, la logge relativa rosse applicala senza ritardo, o che se ne proponesse la revisione in caso contrario.

Reggimenti cli cavalleria. - La mobilitazione dei recrnimenti 00 dell'arma di cava lleria dà Iuogo alle seguenti operazioni che presentano cliflicollà mo lto maggiori di quelle riscontrate pei reggimenti dell'arma cli fanteria. Raggiungere l'organico di guerra in caval li da sella; 1~rovvedere i caval li da Liro; Completare l'organico di guerra per quanto si riferisce al personale. Per i C,Lvalli da sella occorrenti al reggimento per portarne l'organico al numero voluto da Ila formazione di guerra, esci usi i ca valli dichiarati inabili al servizio da campo e quelli non aclclestrati, è evidente che. il miglior sistema, per non dire l'unico, sarebbe slato e sarebbe quello di avere la forza del reggimento in tempo di pace su-

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periore di circa un settimo dell'organico cli guerra, un organico tale cioè che, diminuito cli un ottavo, fosse uguale all'organico cli guerra. Essentlo dunque 7\H. i cavalli cla sella occorrenti ad un reggimento sul piede di guerra, l' organico di pace dovrebbe essere di 907; se poi si adouus ·e la proposta di sopprimere i plotoni guide cli cavalleria, il numero dei cavalli da sella in tempo cli pace si riclurrehbe ad 852 per reggimento. . Pre$entemenle invece un l'eggimento di canllel'ia ba un organico di pace limitato a 737 cavalli da sella, e quindi si può rilenerecome certo che si mo1 ililcrà con soli 646 cavalli; os~ia avr-emo gli squadroni su 9G cavalli , o su H)t,. sopprimendo i plotoni guide. Ciò ben inteso nell'ipotesi che l'attuale organico di pace sia sempre al completo e che i cavalli si trovino in razionali limiti ~i elit. Tenendo quindi a base le nostre proposte, Cl'Cdiamo che sia nraente lo stabilire l'organico di pace dei reggimenti di cavalleria al~eno ad 81:>2 cavalli cht sel la, a meno che si abbia il coraggio di clieh iara.re apertamente che la fol'za dello squadrone al principio della campagna non cle,e essere cli ·1'.20 caralli da sella macli ·.1 00.o meno. Trallando dei trnsporLi abh iamo visto r,he il carreggio ò1 un reg<Jimento cli cavalled a può esser ricloLLo ad 11 C(lrri a éllle ruole, ai ~uali possono aggiungersi 3 carri a t,. rnote; il numero dri quad.rupedi da tiro per un reggimento può quindi ridursi a 22 nel~a prim,~ ipotesi ecl a 34 nell a seconda; sono uclunqu.e 9 oppure 2 1 1 candii che i rem1imenti élc,ono provvedere per raggiungere la l'orinazione 00 ;i· di guerra impet'Occhè l ~ sono loro a,;,;rgnati fin dal tempo 111 pace. È certo però che, vi~ta la co mposizion e tlel carico delle singole C,Lrrctte ed anche dei carri éla trasporlo. i reggimenti possono partire dai sili di guarnigione seuza i secondi quadrnpedi, ossia colle carrel.le auaccate atl nn cavati.o, meno la f'u.cina ed i carri da trasporto che muoveranno con una pariglia; i cavalli Ol'COtTenti nell e due ipotc.,;i dette si riducono quindi a I/i. o zO in totale, cior a 'i canili al massimo oltre l'organico di pacr . É clu nque evide11te che Ja partenza elci reggimen ti non s,lt'~t menomaruenle rilardata dalla mancanza di qnadruped i da tiro perchè negli squadroni esiste sempre un certo numero di cavati i. da sella addestrati al traino, i quali possono temJ1orariamente venire impiegati do. Liro per poi essere rimpiazzali sui sÌLi cli radunala con cavalli di requisizione. 1 1


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Rimangono ora le operazioni relalive al personale di truppa. Già abbiamo visto che i richiamati dal congedo non potrnnno generalm.ente essere incorpomti nelle compngnie, negli sqnadroni e nelle ba aeri e che incominciando dal 9° giorno, per ess~re pronti a partire il I O°; esaminiamo quindi l'inlluenza che que;;to fatto può avere sulla parl.rnza e.lei reggiHtt'n ti di rn va lleria. I.a forza cli un reggimento di cavallC'ria sul piede di pace è di I 030 uom ini cli Lruppa, i qnnl i, dedotti gli uomin i non mobilitabili , ,:ioè i fissi ad un servizio presso il depo:-ito, gli attendenti dC'gli ulliciri li del deposito e cli quelli non appartenenti nl corpo, gli ammalati e le l"eclnte, si r iducono a circa 7 10 uoruini mobi li Lab ili. L'organico di guerra è stabilito in uomini rno3, ma deve essere ridotto cli 72 per e[ello cli un error~ materiale chesi verifica nell'apposita tabell a del tomo ,] 0 delle Istruz ioni, nella quale, ammesso che i cavalli da sella in uno squadrone debbano es,;ere 120, se ne assegnarono 84 ai soldati semplici, portando questi ad 88; i cavalli disponibi li pei soldati semplici sono invece soltanlo 72 perclie nella tabella si e omrnesso di m:segnarli ai trombettieri ed agli zappatori, e quindi i soldati semplici devono essere ridolli di 12 per squadrone, non essendo supponibile che il numero degli appiecfati, oltre quell i addetti ai servizi speciali, debba essere di 16 per squadrone. Ridotta così la forza snl piede di gne1Ta di un reggimento a \)3,f uom ini di truppa, e confrontata con quella mobililabile, si ha una deficienza <li 22 1 nomini: se poi $Ì ammettono le riduzioni cla noi accennate trallando dei trasporti e la soppres::;ione dei plotoni guide, la deficienza si r iclnce a 44ij uomini. Risulta d u11q ue clic i reggi menti non poti:eh hcro rno hil itarsi prima del 40° giorno, ossia prima di aver ricevuto una parle dei r ich iamati. A questo inconveniente J' fstruzione per la mobili tnzione ha procuralo di ovviare prescrivendo che, in caso cli necessili1, le reclute dovessero :;eguire il reggimento, salro poi ad essere rinviale al deposito quauèlo potessero esseresul'l'ogat.edai ri chiamai.i dal congedo. Noi credia1110 però che questo Lemperamento non sia mollo pratico; sarebbe poi inattuabile se, come si è visto, i reggimenti dovessero avere in tempo di pace un organico di cavalli superiore a quello di guerra.

Riassumendo quanto abbiamo detto circa la mobilitazione dei reggimenti di cavalleria possiamo concludere che, se vuolsi aYere la sicurezza. che i reggimenti di cavalloria possano raggiungere. prontamente la. formazione di guerra, l'organico di pace deve essere portalo almeno ad 852 cava.lii d:1 sella. ecl :1 ·l ·175 uomini cli trllppri.. Così facendo i reggimenti di caralleria potranno inoltre partire dai siti di guarnigione al 3° giorno anzichè nl I O°; come cioè è a:;solulamenle indispeusabilc per lo speciale impiego di quest'arma e pel'Chò molli reggimenti devono pure percorrere non poche Lappe per via ordinaria prima di ginngere sui siti di radunata.

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Giunti al termi ne del nostro studio ci pare convenienlc di avvicinarne i punti saglienti, riassumendo le principali osservazioni fatte sulla forrnnzione di gucrrn , snJ funz ionamento in guerra dei varii servizi e sulle operazioni cli mobilitazione; ossenazioni le quali, tradotte in proposte, porliH10 naturalmente a modificazioni alle attuali Istruzioni per la rnobili tazione e la formaz ione di guerra, cd all'ordinamento dell'esercito. Relativamente alla formaz ione di guena abbiamo anziltilto fallo notare la con ,·enienza di assegnare alle nrma.te clei corpi di carallcria. da impiegarsi nel servizio di avanscoperta, e con l.emporancamente abbiamo.fallo notare come, così facendo, si otterrebbe un ripari.o della C,l\ alleria. più in relnzione collo scopo delle truppe suppletive cli cùrpo d'arnrn,La; d'onde la proposla di assegnare ad un'armata una cl i\ isioue cli qualtl"O reggi men Li di cavallC'ggieri ed a ciascuna dello alLre due a.rmale una brigata di tre reggimenti. L'adozione di q11 eslR proposla importerehhe poi la costituzion e di corrispondenti corpi di cavalleria, opportnnamenle dislocali fin dal tempo di pace. Come naturale conseguenza del riparto dato all a cavalleria, o meglio per le esigenze dell'impiego della cavalleria in avanscoperta,


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abbiamo in seguito proposto l'assegnazione di una brigala di due batterie a ca, allo a ciascun corpo cli ca,alleria; ciò che consiglia la formazione cli un corpo cli sei batterie a cavall o, od almeno la desLinazionc fin dal tempo di pace di sei ballerie per operare colla cavalleria e quindi ordinate e disloca.te in consegllcnza. Con tinuando nell'esame llella costituzione del le truppe suppletive abbiamo osservato che le due compagnie del genio possono più efficacemente prestare l'opera loro rimanendo permanentemente assegnate alle divisioni, anzichè al corpo d'armata, mentre invece lo speciale impiego dei ponlieri richiede l'assegnazione degli equipaggi da po nte alle armate; abb iamo inoltre notato che le sezioni telearafiche dovrebbeeo funzionare indipendentemente dalle corn-. o pagnic zappatori. A questo riguardo ahbiamo proposto che ad ogm divisione venga assegnata nna. comp;lgnia zappatori cl.cl genio; che ad ogni armata- siano cleslinati due eqnipaggi da ponte di compagnia; che infine le sezioni telegrafiche vengano formale all'atto della mob il iLazione e funz ionino in campagna come altrettanli reparti clistinti, in ragione cli cinque :;ezioni per armala. Abbiamo inoltre proposto cli costi tn ire dei comandi snperiori delle lruppe alpine, i qmdi sarebbero come centri direttivi cl i quell e trnppe speciali in tempo cli pace ed in lempo cli guerra; ed abbiamo infine dimostrato che l'impiego delle truppe alpin e richiede un pronto concorso di batterie e che perciò clonebhe costituirsi perma,nentemente un corpo cli almeno sei balterie clamonlaina.

con carabinieri a cavall o, riducendone però il numero allo stretlo necessario. Circ,~ ai servizi cli a.rliglieria e del genio abbiamo fatto notare la necessiLit di meglio determinarne le funzioni; e così abbiamo dimostrato che i comand i di artiglieria di divisione ccl i comandi di arligl ieri,L e del genio di corpo d'armata non hanno alcuna ragion e di esislere, menlrc irn·ece presso tali reparli d'esercito non sonvi che comandanti delle truppe di arliglieria e del genio come di qualunque allra truppa; che la direzione tecn ica del servizio spetta sollanto ai comand i general i d'artiglieria e del genio ed ai comandi d'arti.glieria e del genio d'annata; che infi ne i parch i di artiglieria e del genio sono senizi ammin istrativi, e che perciò devono essere indipendenti dai comand i tecnici e dai comandi delle truppe delle due armi. Perché po i il servizio dei parchi possa regolarmente procedere abbiamo proposto che al comando di ciascun parco divisionale siano destinati un capitano e tre ufficiali subalterni d'artiglieria; che ai parchi d'artiglieria da corpo d'armata siuno destinati un ufficiale ;;uperiore cd uno inferiore d'artiglieria; che infine, nell'armat'l, tutto il servizio di riforn imento dei parch i d.'ortigli eri,~ dipenda da una direzione cle i parchi d'artiglieria all'armata. Così dicasi per il servizio cli rifornimento dei parchi del gen io. Le osservazioni fatte sul funzionamento del servizio delle sussistenze hanno anito cli mira anzitutto di regolarne il sen izio dei rifornimenti in nrnn iera da poter funzionare indipendentemente dalle imprese; di dotarlo in seguito di mezzi suf'(icienli, personale tecnico e materiale, per poter funzionare con ordine, regolarità e sicurezza; di complelarlo in fine con un servizio di viveri di riserva che possa non solo funzionare con In mass ima facil iLil., ma anche in maniera cla rimpiazzare completamente per un tempo limi1a10 il servizio ordinario. Abbiamo pertanLo proposto: ·1° Di provvedere il servizio di su ffi cienti mezzi cli lrasporto , e ne abhiamo indicato la quantità. e la organizzazione; 2° Di procedere alla rormazi o11e di speciali co mpagnie di sussistenza per poter avere al momento opportuno un personale tecnico sufficiente e capace; 3° Di provvedere al parco viveri di riserva clu corpo d'armata in modo da avere due razioni complete di viveri per uomo ed una

Per quanlo riguarcla il fnnzionamento dei vari sen'izi in guerra molle forono le osservazioni e quindi le fatte proposte; crediamo pertanto opportuno cli clistiuguerle seconclo le specialifa di serviiio cui si riferiscono . Per il servizio cli stato mn.ggiore abbiamo accennalo alla necessilh di ben clelerminarne le fnnz ioni, tanto per le sue relazioni con le truppe ed altri sen•izi pre' sO l'e:;ercito, quanto per le attribuzioni del personale che lo disimpegna; abbiamo pure fatto rimarcare gli inconvenienti che produce la formazione dei ploloni guide median te soLLrazionc cli fo1-ta ai reggimenti tli can11Jeria. R corrispontlentemenle abb iamo quindi proposto di compi'iare un regolamento sul servizio di stato maggiore in campagna, e cli costituire i ploloni guide


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raiione avena per cavallo, e di completare di zucchero e caffè le due razion i viveri porl,tle dal soldato; · 4. 0 Di sopprimere i parchi viveri cli r isena d'armata propriamente deui, e di sostiluir:vi invece nn minim.o di. viveri cli riserva a disposizione delle intendenze d'arma La, senza.con ciò. prescri:erc una fo rmazione determinata di un parco e laswrnllo rdla a1rez1one dei traspor li la cura di provvedere alla variabilissima quantità di carreggio occorrmHe; . .. .. 5° Di comp ilare un regolamento che delenn 1111 11 scrv1z10 delle sussistenze in campagna e le funzion i rispettive e relative dei suoi organismi . Nel lo 's1.udiare le operazioni di mobilitazione, mentre abbiamo procurato cli rarle corrispondere alìe faue proposte ci1:ca _la for.ma~ zionc ccl il funzionamento in guerra, noslro scopo prrnc1pale tu d1 renderle maggiormente pronte, facili e tali ciie tutt i i corpi possano rriunrrerc in Lcmpo debito su.i sii.i di radunata in si.alo cli mu1were e t> t> . l' combal.terfl. Le proposi.e fa tte al r iguardo possono qu1ncL1 essere l'iassùnte nelle seguenti. . . ,J Ricostituire il Com italo di slalo maggiore generale in modo che in tempo cli pace abbracci attribuzioni conispondenti a quelle degli' stati maggiori del gran quartiere generale, clellc armate e delle intendenze, conservandogl i inoltre quelle che presentemente disi'mpegna e quelle proprie del comando del corpo d~ stal:o maggiore e dei comitati delle .varie ar.rni, nrnno la parte tecn1~a dt guello d'ar tiglieria e det genio. Classifichiamo questa proposta Ira le operazion i di mobilitazione, m,t ù eviden te che essa nVt'cbbe anche po t.uto trovar posto fra quelle dirette ad assicurare i ! funzionamento in 0<>uerra dei vari se1Tizi. · 2° Affidare al Com italo d'anigl ieria e genio la sola parte tecn irn del servizio delle due armi , assegnandov i personale sufficiente per fo11nare in caso di mob ili tazione i comandi generali d'artigli eria a r,enio ed i comandi d'artiglieria cl'ar:n1t11.a. n 3° Sciogl ic1·e conseguentemcn l.e il Comitato delle armi di li nea ed i comandi terrilorial i d'artiglieria e del genio. 4° Dare sin clal tempo di pace ai reggimenti dell 'arma di fa~teria le carrelLe occorrenti pel trasporto delle robe che tengono m O

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consegna e che loro sono necessarie nel muovere per la radunai.a. 5° Togliere ai reggimenti dell'arma di fanteria la cura di provvedere ai parchi cl i viYeri di riserYa da corpo d'armala. 6° Aumentare le dotazion i di vesl inrio dei reggimei1 ~i dell'arma di fanter ia. \ 7° Ridurre al minimo possibile i materiali in consegna ai distrell i pri ncipali di mobilitaz ione per poi.eme aumentare il numero, remlEindo così la mobilitazione più l'acile ed indipendente. 8° H.i.durrc il carreggio dei reggimenti. di cavalleria a sole ,14 carretle, ;:iggiungenclovi al più 3 cani eh traspo rto . 9° Aumentare l'organico di pace dei reggimenti di canlleria, uomini e cavall i da sella, in modo che gli squadroni possano mob ilitarsi immediatamente con la forza di 120 cavalli ciascuno . '10° Adottare a.Imeno per le batterie da cent. 9 l'organ ico di pace su ò pezzi. 1 1 0 1 ! AdoUarc uno speciale organico di pace per le hatlcrie da monl.agn,l su Il· pezti, conispondente alla .2" rormazione di guerra delle altre !Jatteric. 1 12° 'i'orrfiere ai rer,ai1nenl.i cl'artiQ:l ' ò , Dw ., v ieria. la cura di formare i servizi non assolutarncnl.e propri i dell'arnut, lascianclo loro solamente la formaz ione dei pareli i d' artiglieria. ,13° Fc,rmarc tre reggimenti zappatori del genio su ,1Ocompagnie zappatori ed ·1 comp,igu.ia l.rcno elci genio ciascuno; un reggimenlo pontieri su 11O compagnie pon I.ier i e 3 compagnie del lrcno; un reggimento ferrovieri SLt 6 compagnie. "4° Pori.are la fo rza dellfl compagnie del treno del genio a 150 uomini cli truppa sul piede di pace, afline di avere il numero cli conclncenti necessal'io pe! servizio in guerra. 1t,° Formare 1O compagnie di sussistenza con la forza di ,188 uomini di truppa sul piede di pa.ce. ~ i!6° Formare .JO brigale di treno arnminislrativo di 3 compagnie ciascuna, impiegandovi le attuali 1O brigate di treno d'artiglieria.. 17° Rivedere i quadri organici di tutti i corpi per metterli ineglio in armonia colla formaz ione di guerra e colle esigenze dei servizi non mobil itabi.li. '18° Attuare ìa legge sulla costituzione delle milizie comunale e territoriale. 1

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19° Adottare per J' isola della Sardegna, anche in tempo di pace, una guarnigione composta cli elementi Ierri tori al i. Come ognuno vede le nostre proposte non sono molte, nè tali da . portare una profonda perturbazione all'attuale ordinamento dell'esercito ed alla formazione di guerra. Ciò non è il risultato di un preconcetto proposito, ma scaturisce naturalmente dalla forma convim:ione che quanto resta a fa re relativamente al nostro ordinamento, per ciò che riguarda la mobilitazione, è soltanto un lavoro di correz ione anzichè di riforma to lale o éli creazione. Noi comprendiamo pure che in qualche punto ci si potrit forse accusare di reazione, come ad esempio quando consigliamo di. ritornare al treno amministrativo ed alle compagn ie di suss istenza. Ma devesi considerare che durante il completo riordinamento del nostro esercito. dopo il 1870, era facile l'eccedere in qualche particolare; e, come fu necessario r iLornare alla separazione dell'artiglieria da fortezza da quella da campagna, dopo di averle fuse insieme, così si dovr~t ritornare alla ricosLituzione del treno amministrativo dopo d'averlo fuso con quello dell'artiglieria, anzi colla artiglieria stessa; come pure si dovrà in certo qual modo .riformarè il corpo di amministrazione formando le compagnie di sussistenza. Nè .questo lavoro sarà stato infecondo perchè a non pochi inconvenienti si è potuto riparare, ed i nuovi corpi risorgeranno molto migliori di quanto erano pel passato. Ed ora ci si affacciano naturalmente due domande: Sono possibil i le modificazioni da noi proposte? E, in caso affermativo, sono di facile attuazione ? Per rispondere a quesLi due quesiti , che ci faccia.mo prima di lasciare il campo, crediamo che bas~i. l'occuparci di poche proposte, di quelle cioè che mocli(ìcano l'attuale ordinamento dell'esercito. Tutte le altre non presentano difficoltà alcuna: parte possono essere adottate rivedendo le Istruzioni regolamentari, lavoro indispensabile ed urgente dopo la pubblicazione del nuovo tomo 3° di mobilita;:ione; parte possono essere introdotte in occasione della presentazione del bilancio di ,1a previsione; parte infine dipendono da semplici disposizioni ministeriali , Trattasi dunque di una sola legge che modifichi quella del ,t 873 1

SULLA NOSTRA MOBILITAZIONE

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sull'ordinamento dell'esercito, colla quale si dovrebbe proporre: a) revisione del quadro degli ufficiali generali ; b) riordinamento dei comitati; e) costituzione dei comandi superiori delle truppe alpine; d) riordinamento dei reggimenti d'ar'Liglieria, per-l'abolizione del. treno d'artiglieria, la costituzione di un corpo di 6 batterie a cavallo, e la costi tuzione di un corpo di 6 batterie da montagna; e) riordinamento dei reggimenti del genio; /) formazione di ,t O compagnie di sussistenza; _g) formazione di 11O brigate (30 compagnie) di treno amministrativo, Riconosciuta però la necessi tà delle innovazioni sopra indicate, crediamo che, in attesa della sanzione legislativa., si possano dal potere esecuLivo adotta.re temperamenti tali da consegui rne senza ritardo cd in gran parte lo scopo. E ciò senza prendere alcun stra.ordinario provvedimento, che possa rivestire l'apparenza d'illegalità; tanto più che, al governo, non furono r isparmiate dalla stampa acerbe censure quando, trovatosi di fronte a. gravi circostanze eccezionali, fece a tempo debito il minimo di quanto era suo dovere ed in suo potere perchè l' It.aJia non fosse considerata soltanto alla stregua del pareggio delle sue finanze e dell'aggio sull'oro.

MO RENO e TARDITI Capitani di stato maggiore.

Errata-corrige - Dispensa VIII, pag. 280, riga 2aa, ove dice: e ammazzamento clei buot vtvf.; leggasi: e avanzamento del buoi vivi.


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GLI JNSEGNAMENTI DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

(

GLI INSEGNAMENTI DHL'

A S SEDI O DI P LE V N A'

1 )·

Yl.

Le piazze forti.

L'essere le piazze forti della Francia, meno ·Belfort,. LulLe cadute in potere del nemico dopo brevissimo assedio, anche se difese da una in ti era armata, aveva già scossa In fiducia nell'uti li tà <folle medesime in chi non aveva, una, retta ièlea del loro ufficio in guerrn. Questa cattiva opinion e venne nncor piLL a confermarsi dal.l'esempio di Plevna. Dimenticando che solo la presenza. di UT) sistema di fortezze snl Danubio ha ritn.rdat_o l'invasione delln Bulgnria; che il qnaèlrilatero b~.lgn.ro ha legato fino f~ dopo In caduta di Plevna metà circa dell'e- . sercito d'operazione; che esso aYeva offerto all'esercito turco il mezzo di riordinarsi; solo afferrando il fatto isolato per giudicnrlo nelle sue conseguenze assolu te, i detrattori delle forlifì.caz ion i permanenti. vorrebbero venisse lorn dato l'ostmc.ismo. Secondo essi la difesa donebbe unicamente basarsi sulle forze mobili, le quali in caso di bisogno potrebbero avva lersi delln fortifìc:azione rapida, e tut.L'al pili della pa$seggiera. Noi che non riversiamo Ja còlpri sullo strumenLo, ma su coloro che malamente se.ne servirono, sosLeniamo che le piazze permanenti

nulla perdettero in importanza per i recenti fatti di guerra non solo, ma cercheremo provare, senza troppo uscire dai limiti assegnatici, com.e questi fatti potessero solo avverarsi per l'incertezza che ognor -regna nei più sulla parte che spetta alle fortezze in guerra. <e Le fortezze - scriveva di recente un ufficiale del genio tedesco <e hanno da sbarrare le comunicazioni e da raccogliere nel loro << interno quelle parti dell 'esercito che più non si possono utilizzare (( in campagna; nella guerra difensiYa esse hanno da soddisfare a (( rag_ioni st?"ategiche. Ogni altro ufficio che sorta dal quadro sopra cc del meato, sebbene indicato nei trattati, va messo nel novero delle <e teorie artificiose, le quali non solo generano la confusione nella « testa dello studioso, ma [Qrono eziandio origine di gravi disastri in << pratica, potendosi ad esse far risalire la causa di parec.chie camcc pagne infelici (11) ». · Come si vede lo scrittore tedesco (che ama mantenere l'anonimo, / ma si rivela uomc cli precJ,u·o ingegno) assegna.alle fortezze soli tre fra i quattro uffici indi,cati dalla disciolta commissione perrnanenLe per la difesa generale del nostro SLato, ed esclude assolutamente quello che nella Relazione a corredo del piano generale cli difesa delrJtalia nell'ordine cronologico figura per secondo. Esso suona così. << Un altro uliicio elle le fortezze compiono in guerra, special<c mente quando sono circondate da campi trincerati di grande am« piezza e tali da raccogl iere nel loro interno intieri eserciti, si è <e quello di offrire ad essi dei punti d'appoggio e di sicurezza per « contenere il nemico troppo superiore cli numero, arrestarlo nelle « sue operazioni offensive, obbliga.ndolo ad atlaccnre od almeno ad << accerchiare e bloccare il difens0re, coprire dall'invasione, durante << questo tempo di sosta, una gran parte del Lerritorio dello Stato, << dar tempo di raccogliere le riserve tutte del paese e farle concor(< rere alla difesa (2) )) . L'uffi ciale del genio Leclesco se.risse appunto per combattere idee simili a quelle sopra citate, emesse pure da un altro ufficiale di stato · maggiore prussiano, il quale in un articolo che ha per oggetto l'esame (i) Vedi nella dispensa d(cn aggio 1S78 dei Ja./u·bii.cher JJa,·tne, l'articol.o F'estun(J und Feldannee.

fur ~ie Dwtsc/ie .~rmee tmd

(~) Ved i la l\elazioue citata pag. 4 e 5. (I) V. Rfoista milita,re <l i lngiio

<i

di Dgos.,o.

,\NN O :XX Tll , ''OL. JIJ.

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GL ! INSEGNAMEN T I

delle relazioni che devono passare in guerra fra il mod,erno campo trincerato e l'armata. attiva, esprime l'av,,iso che le medesime debbono concorrere nelle operazioni delle armate attive sia come parte della. linea di battaglia, sia come rifugio temporaneo delle truppe, sia come punto d'appoggio di un'ala., sia info1:, come mezzo per assicurarsi il passaggio su corsi d'acqua ('I). Tutti e due gJi autori tedeschi, e questo và notato a scanso d' equivoci, escludono però in via assoluta l' opporttmità pen .m' a,,1·mata di . 'l'Ùbchiudersi nell'interno diivn ca1npo t1·incerato, fosse pur 'Vasio come quello di Parigi . E di questo avviso sono pure molti altri autori . Ci limiteremo a citarne uno solo ancora. « Le fortezze, isolatamente prese, non coprono che Io s1Jazio re« cinto - dice il maggiore del genio austriaco Geldern-Egmond « e non hanno che valore strategico limitato ogni qual volta ,n on forcc mano sistema (2) ». Tanto in Germania quanto in Austriaadunque le persone competenti sono d'acéordo nel rigeuare l'idea. eh e il campo trincerato debba servire di scudo ad un esercito attivo . Nella gt\erra offensiva come nella. difensiva lo scopo finale è di conseguire la vittoria, e la vittoria, secondo un assioma fondamentale di guerra è dec'isa clall'iirto delle masse. Ora non è già immobilizzando la massa che l'urto acquisterà. in forza; e che le truppe le quali vanno a ricoyerarsi-dietro la cinta tlei forti di un campo trincerato s'immobilizzino, lo dimostrano senz'altro i fatti delle guerre franco-germanica e russo-turca. Chi non ammette del resLo che i Russi avrebbero conseguito maggiore utilità dalle loro truppe ritirandosi nel 1854 nelle steppe, piuttosto che rinchiudersi in Sebastopoli~ Nè crediamo che la fortezza isolata possa servire, dopo un grave disastro, a raccoglie1·e le riserve tiitte del paese per fa?'le concoffere alla difesa. Oggidì le nazioni quando scendono in campo per definire con le armi le toro controversie, vi impegnano fin da principio tutta la 1

(1) Vedi nel Beihe(t zu;n Milita,·- Wochenblatt N. 2, 1878, l'articolo« Festung uncl Feldarmee. (2j Organ der MiUtar- Wissensch.a(tlichen :' i:--zine, Voi. 16, fase. 30, pag. W3.

DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

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loro possa, insegnando l'esperienza. che l'esito finale nelle guerre ·odierne è fortemente pregiudicai.o dallo sviluppo delle prime ostilità. Diversamente cla quanto avveniva per lo addietro, con eserciti poco numerosi e rappresentanLi una piccola parte solamente delle forze del paese, ove l'indugio permeUeva di rinsanguare le affievolite sch iere per ritornare alla riscossa.. L'idea. d'anelare a rinchiudersi in un campo trincerato non è · certamente fatta per elettrizzare le masse, già rese diffiden ti dagli • insuccessi, mentre non mancano soccorsi all' armata d1e tiene la · . campagna. I due più grandi capiLani d.ei tempi moderni, Federico II e Napoleone I, non fecero mai dipendere le loro operazioni tattiche dalle fortezze, e quest'ultimo non si rifugiò mai in esse, nemmeno quando aveva di fronle forze preponderanti e le sorti dellaguerra volgevano a lui contrarie. Alla. .deficiente massa egli sostituì la celerità delle mosse, il che è precisamente il contrario di quanto consigliano coloro che Yorrebhero compensare l'inferiorità di un fattore diminuendo, per non dire riducenqo a zero, l'a!Lro. La cosa cambia aspeLLo quand.b al campo trincerato isolato subentra un gruppo di fortezze, che occupano punti di riconosciuta importanza strategica e che formano sistema.. . . . Mentre la sloria insegna che le armate le qualLvanno a rmchrndersi nel recinto di tu~ campo trinceralo .finiscono sempre male, -essa am10vera casi abbastanza numerosi che dimostrano l'lltilità dei gruppi·1e1·1 fortezza. Così il quadril atero bulgaro nelle guerre del 11828 e ·1829, il. <:[Uaclri la,tero ,,encl.o nelle guerre per l'indipendenza dell 'llalia e specialmente in quella del ,J 866. Altrove abb iamo già accennato al fauo verificatosi in altre guerre e riconfermato in quella teslè ultimata, cioè che le tregue nella concloLLa delle operazioni riescono da ultimo sempre éli vantaggio al più forte. . . . I Russi dopo aver subit~ gravi scosse sotto Plevna riuscirono ad accerchiare completamente la piazza ed rt debellarla. Avrebbero essi ottent1to egualmente l'intento quando Tirnowa e ·Lowtscha, od altro punto nei Balcani sulla strada di Sofia fossero sta Li forti(i cali permanentemente? Lasciando al lettore di decidere,


GLI INSEGNAMENTI

noi ci accontenLiamo di esprimere l'avviso che, se Tirnowa fosse slala fortificata, la punla di Gurko su Adrianopol i sarebbe stata . impossibile, come non sarebbe stato facile investire completamente Plevna e chiudere ogni via di scampo ad Osman. · Una volLa che nn campo trincerato è accerchiato cla, fort ilìcf7.ioni che costituiscono un secondo campo trincerato avvolgente il primo, se non viene soccorso da fuori, Je truppe che vi sono rinch iuse subiranno J'istessa sorte di quelle di Bazaine e di Osman. Si volle fare aBazaine, se a ragione o a torto non aneleremo qui a cercare, l'appunto di non aver ben preso ' le sue disposizioni nel giorno 31 agosto, ed attribuire a questa circostanza sei! tentativo di erompere per congiungersi con Mac-Mahon non riuscì. fat JinerL di investimento allorno Metz all'epoca della battaglia di No isseville, 110n era ancor completa, ed in taluni punti appena guardata da drappelli cli cavalleria. Dopo la capitolazione cli Sedan, Bazaine acqu istava piena J ihertà d'azione, ed avrebbe potuto ri.volgersi contro le posi7.ioni meno afforzate. lTeéleschi ingrossati per l'a1Tivo del XIII corpo d'armata vi disposero in seguilo nerbo di truppe sufficiente a sostenere un primo urlo, ed at!.esero con alacrità a si.ringerè la piazza sempre più da vicino ed a dare all a linea d'investimento in tulli i punti ugual forza di. resistenza, supp lendo con l'arte ai difetti di nalura. Ad. opera finita la linea d' investimento allorno Metz aveva nno sv iluppo cli 40 chilometri e quella di Plevna di quasi 75; le truppe che accerch iavano Metz ascendevano ti HSO mila uomini circa ('I), i F.rnncesi annoveravano un ,1'.20 mila uomini circa (2); i Russi sotto Plevna contavano un HlO 111ilacircaed i Turchi nn 4-5 mila . Per ogni metro di linea d'investimento sollo ~fetz si contavano ' quindif3,7 uomini e sotto Plevna ,1,60. Sotto Plevnaerano in batteria 300 cannoni e sotto Melz 640, il che dà 4: cannoni per chilorpetro nel primo, e ,J 6 nel secondo caso. Pur non volendo tener calcolo della maggior potenza di cui erano dotate le bocche da fuoco ledesche in confronto delle russe, (l l Vedi l'opera Die Cerntrung von ,ll etr. pag. 129. (~, Il ?2 agosto 111 forza dell'armata di Ilozaine era di 137,738 combattenti (Yed i la Relazione su.I.le. guerra franc o-germantca , pagina 1372), epperciò non si sbaglierà di grosso rilevauJola di 120 mila al l'epoca in cui ci riferi amo.

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DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

l

ma non dimenticando che l'ampiezza del campo di Plevna offriva ad Osman una liberLiL di movimenti che manca.va. a Bazaine, li bertit che la confi rrurazione topografica del suolo rendeva anc0r più pregevole; consicle;ando Lutto ciò, bisognerà co1wenire che le probabilità di riuscita fossero maggiori per Osman che per Bazaine. Malgrado ciò, e malgrado nessuno abbia osato laccia.re il generale turco di poca abilità e le sue truppe di poco valore, d1e anzi, e merilamenle, l' uno e le altre si acquistarono grande nomea, malgrad~ · ciò,' ripetiamo, il tentativo di sfondare il 11Odicembre la linea d'investi mento fallì, ed Osman co i suoi 45 mila uomini dovette cedere· le armi. c,iù p·rowi qiianto vana sia la speranza · cli sott1·a1·si alla prigionici, pe1' ,im ese?'Cito, elemento attfoo, che .si 1·idtice a cercar prote,,;i,one nellci {ortezzci, elemento passfoo . Del resto, quale sorte avrebbe potuto toccare ad Osman nel dicembre auche se avesse '\forzata la cerchia che lo leneva stretto in Plevna? Associando l'azione di due elementi così disparati invece di un aumento cli forza, ne viene, col lernpo, la deboleua. L'ufficiale cli sLa.to maggiore prussiano, aulore dell'articolo sopra indicato, cila quali esempi favorevOli all a. Lesi da luisosLenuta, cioèche le armale attive ricevono vigore dall'appoggio ad una f'ortezza, le battaglie di Praga (6 maggio 1757); cli Torgau (3 novembre 1760); di Minden ('1° agosto ,17f.S9) ; e di Breslavia (22 no,,embre ,1757) . l\fa. in nessLma di queste hattagl ie l' esercii.o che riceveva protezione dalla fo rte;:7.a riuscì vittorioso, anzi fu sempre battuto. E la rao·ione del fatto ce la clii l'autore stesso nella, disanima di e, queste battaglie, che si può riassumere così : la vicina1iza di una fortezza incep11a l'a.zione del co1nwndo .mprem,o cli iinaannata. In tempi a noi pitL ,,icini abbiamo l'esemp io di Kon iggràtz, che nelh giornata del 3 lugli o non riusci di alcun vantaggio all'esercito austriaco ; nè Sedan fo di maggior utile a.i Francesi. Ci piace qui riportare il bel paragone del!' ufficiale del genio prussiano, autore del seconclo articolo - Festtmg i1tncl Felda1·mee circa l'azione che esercitano le piazze forl i sull e armate che si riducono ad operare nell.e loro vicinanze. (< L'armata combaLtenle solto (e la pro tezione di una fortezza- egl i cli ce si trova nell e condi« zioni dell'ac1uila che combatte fra i rami di una pianta, in vece che « nel libero spazi.o, ove solo le è dato di far pieno uso della forza di. 1

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GLI lNSEGNAMEN T I

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DELL'ASSEDIO DI P L EVNA

e, percussione delle sue ali, o della potenza d'urto del suo rostro e· <, dei suoi artigli>>.

Dall'ibrido connubio fra annata attiva e massa inerte non può nascere la vittoria; l'a1·mata n.on. è fatta per la fortezza, come qibesta 1wn è fatta per quella. Il campo trincerato non è luogo di rifugio a!Ie armate attive, ma deve servire: a proteggere il ma teriale cli cui esse abbisognano per operare in campagna; a raccogliere i ferit i, gli sbandati ecJ i reparti staccati dal corpo principale,· ad assicurare i mezzi di . sussistenza in campagna, a scemare gli ostacoli naturali al proprio esercito e ad accrescerl i all'avversario; a costringere il nemico a frazioncvre le sue forze. Quest'ultimo postulato non va però inteso nel senso ristretto di un frazionamento tattico, il quale contempla solamente le truppe che operano sotto la, piazza, ma in quello più vasto della divisione delle masse secondo concetti strategici, quali l' intende il Jomini. Tenendo nel campo trincerato solo il numero di truppe necessario per respingere un attacco di. viva forza, come taluni vorrebbero, e disponendo l'esercito principale in posizione protetta su uno dei fianchi, al centro, avanti al fronte od alle spalle di una piazza forte, se questa è situata su d'un corso d'acqua, si obbliga, è vero, il nemico ad operare su le dne sponde del fiume, ma non per ciò le sue forze possonsi dire divise, in modo da poterle battere parzialmente. Imperocchè i mezzi di comunicazione (equipaggi eh ponte e· telegrafo) che seco loro portano i moderni eserciti, offrono ali ' o[esa la possibilità di riunire sui punti minacciati tanti uomini quanti occonono per affrontare l'attaeco . Questa opinione trova appoggio nei fatti. del giorno ·IOdicembre. Le provvide misure cli Todlehen resero possibile il soccorso della guai·dia impjegala nel combattimento con truppe provenienti cla altri settori, si,tuati sull'opposta, riva del Vid. In guerra. le parti assegnate all'armata attiva ed alle fortezze sono ben cleLel'Jninate, e l'una l'altra richiedono, perchè possano dare il massimo utile, che si sappia distinguerle. '

Fortificazioni passeggiere.

Proviam.oci ora a dimostrare quanto poco fondati sieno i ragio1i'amenti di coloro i quali dal fatto che Kars (campo trincerato permanente) cadde in potel'e dei Russi al primo attacco di viva forza, mentre Plevna (campo trincerato passeggiero) resistette a tre assaiti generali e Lt·atLenne sotLè le sua mura un'intiera armala nemica per U. 4, giorni, credono poterne dedurre che alle opere permanenti si possano, anzi si debbano sostistituire le passeggiere. Quali fra i caratteri distintivi della fortificazione permanente e passeggiera ne stab iliscono il valore? Quelli che determinano la maggiore o minor attitucline del profilo a resistere acl un attacco cli viva forza . Fra gli elementi costituti vi del profilo il fosso, ossia l'ostaeolo, poi è qLtello che essenzialmente lHL per còmpito ~li arrestare il cammino dell'aggressore. Ora è a tuLLi noto che i forti di prima linea del campo trincerato di Kars sono per la maggiorparle sprovvisti di fosso . T forti staccati attorno Plevna invece sono tutti cin ti da un profondo fosso la cui efficacia contro attacchi cli viva forza era di tanto· maggiore, per avervi Tevfi k-pascià, l' i.ntell igen te ed abile autore delle fortificazioni di Plevna, aggiunto un elemento di forza attiva sul terreno frontecvo rniante mediante la. banchina intilaliata nella controscai·pa, come già è stato detto. La straordinaria consistenza del terreno poi permise di erigere un paradosso alle spall e dei difensori appostati nel rosso, il quale Ii copriva cht una parte conlm i fuochi dal parapetto, e dall'altra elimimva lo svantaggio della banchina nel senso che crnesta dimillltiva l'ostacolo. Inoltre le favorevoli condizioni. del s;ttosLtolo offrirono il mezzo di dotaee il fosso di resistenza pari a quella delle opere permanenti, tagliando la scarpa e la controscarpa (faccia interna del paradosso) quasi a picco. Aggiungendo a qnesto eccezionalissimo caso, che, per la poca potenm delle artiglierie russe, non si poterono demolire nè le traverse casamattate, nè i ricoveri delle trnppe, nè alcun magazzino nel campo trinceralo, sebbene ciò non presentasse gravi difficoltà essendo tutti quesfi accessori della piazza costrniti in legname, biJ

V


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!,LI INSEGNAMENTI

sognerà convenire che sotto questo aspetto le condizioni delle due piazze non erano quali si·possono attendere comunemente, e perciò non atte a trarne conseguenze. Queste sono le ragioni tecniche che spiegano il fa.Uo . Molte altre di natura diversa, ma non per ciò meno importanti, si possono addurre contro gli avversari delle fortificazioni permanenti. l?ra le tante che ci si affollano alla mente, noteremo solo le principali. Kars venne attaccato la notte del 5 al 6 novembre 11877, quindi un .20 gio1;ni dopo che l'armata di Muchtar-pascià era sta.La sconfitta presso Orlok e sul monte A.ludja (H, e HS ottobre); alcuni clùi corpi battuti eransi rifogiati nella piazza e certamente non corHribuirono a rialzare il morale del presidio. La res istenza fu quindi fiacca, e lo provano le relativamente piccole perdite subite dai Russi che furono 58 ufficiali e 11726 uomini (11). I fort i non distavano dalla ci uadella che di due o tre chilometri, ciò che permetteva all'assediante di bombardare pure la città; le riserve non poteva.no quindi sottrarsi all'azione del fuoc•J nemico, tanto più che i locali a botta cli bomba erano scarsi. II numero dei pezzi da posizione messi in batteria conl.t'O Ka1:s era di 4,8, quindi maggiore di rruelli contro Plevna che ascend.evano solo a .i.O. · Le truppe impiegate sotto Kars erano 35 battaglioni, 48 fra squadroni e sotnie e ,186 pezzi (2), quindi un 35,000 uomini. La difesa non ne aveva che un 20,000 circa. In nessuno degli attacchi sotto Plevna l'assediante dispose di simile superiorità di forze sulla difesa, anzi nei due primi esso ne aveva. meno. ' E non si terrà niun conto del.la maggibr abilità spiegata da chi. comandava sotto·Kars sui generali che diressero gli attacchi contro Plevna? Ed Osman non rappresentava egli stesso un fattore di vittoria? E l'abile e numeroso impiego delle trincee da battaglia sotto Plevn;1 non contribuì egli granclemente ai ~uccessi dei Turchi? Non avrebbe forse bastato a mutar faccia alle cose il cambio dei clue generali turd1i che comanclMano a Plevna ed a Kars? (1) Relazione ufficiale del granduca Michele all'Imperatore. (2) Relazione citata.

DELL'ASSEDIO DI PLE:VNA

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Lo stesso Totleben del resto ritiene che se il primo attacco di Kars a,·esse fallito, un secondo non avrebbe pi Lt avuto alcMa probabilità di successo ( 1). Non nel paradosso cerchiamo la spiegazione del perchè la piazza permanente soccombette subilo, mentre la proni so ria obbl igò l'aggressore a cambiare il piano cli campagna; bensì nel concorso cli tali e tante circostanze imprevedute che sarebbe follia supporre abbiano ad avverarsi una seconda volta. Nonchè sull'improbabile, nemmeno sull' irnpos:;ibile può lo strategico fondare i suoi piani. Un potente magnete che atLrae ch i 1~ou è addentl'o nelle cose di crue1-ra o chi. le consiclern superucialmente, è, nelle fortiucazioni. ~ passeggiere, la questione economica. J.e fortificazioni permanenti costano milioni, le passeggiere poche centinaia cli mille lfre, dicono gli avversari. i\fa per poco che. si rifletta apparisce essere anche qnestn. una questione tutL'altro che clefinita. Supponiamo che si abbia da costruire una piazza di media grandezza, quindi con uno sviluppo in prima linea di 30 a 35 chilom. e c,on cil'Ca 8 [orti staccati. Comprendendovi l'esproprjazione del terreno, la. sislemazione delle strade, la cinta del corpo di piazza, le batterie intermedie ed i lrLvori per mettere il campo trincerato in i:tato di difesa , la spesa, se le opere saranno .costituite in islile passeggiero, ascenderà a non meno cli 6 milioni, e se in istato permanente, anche abbondando, a non più di 30 milioni. L'eccedenza sarà quindi di circa 24 milioni . Nell,t difesa del campo di J>l evna erano impegnati llll 50,000 uomini circa. Se le opere fossero state costruite permanentemente, con 20,000 uomini la piazza sarebbe slata. surrìcient.emente presi-· diata . Calcolando il mantenimento dei 30,000 uom ini in più a circa ·100,000 lire al giorno, si avrà uno spesa per i soli 1144 giorni cli assedio, di circa lij milioni, per cui l'eccedenza si riduce a soli 9 mil ioni. Questi 9 milioni b~stano essi per coprire le altre spese che lo Stato avrit dovuto inconlrare per reclulare, equipaggiare, istruire, mob ili!are e mantenere uno al momento d' impiego questi 30,000 uomini'? Certamente no. 1

(I) Lette,-a citata.


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GLI JNSF.GNAMENTI

Qui probabilmente qLialcuno osserverà, ma questi 30,000 uomini ci sono lo stesso I e chi lo nega? Ci sono, ma su cli essi il comandante supremo clell' esercito operante non potrebbe calcolare; questi 30,000 uomini nella guerrn attiva rappresenterebbero non valori . Più fondata ci sembra l'obiezione che i capitali impiegati nella costruzione delle fortificazioni permanenti sono non solo morti , ma ezianclio passivi. Non è questo il momento cli sviscerare la questione in ogni sua. particolarità. Molti fattori sfuggono poi anche al calcolo. Osserveremo quindi sola.mente che le e.ostruzioni fatte nel momento del bisogno costano sempre pi lt cli quelle che si fanno nella calma della pace (le quali saranno anche più solide); che le~ opere passeggiere, cessato il pericolo, si distruggono, ecc. Più che la questione economie.a meritano però d'esser vrese in esame le clelrazioni che ne derivano all'esercitò attivo, il quale solo può decidere della vittqria. Un gruppo di tre fortezze gli sottrarrebbe non meno cli 90,000 uomini. · Sotto qualunque aspetto quindi si voglia considerare la questione, è evidente la sconvenienzri di sostituire alle opere permanenti le passeggiere. Resterebbe poi anche a vedersi se con la rapiclittl con cui si può compiere la mobilitazione degli eserciti ai dì nostri, si avrebbe il tempo materiale per condurre a termine i lavori, quando l'esperienza insegna che l'offesa segue da vicino la. dichiarazione di guerra. E prima di questa i .lavori di fortificazione passeggiera di(Iicilmenle si comp iranno, per diverse ragioni che troppo lungi ci condurrebbe . l'espone. Nella campagna del ,1866 gl i Austriaci avevano posto mano ai lavori di fortificazione attorno Theresiestadt, che volevasi trasfor-· mare in un campo trincerato cingendola di forti staccati di carattere misto, fin dal 9 aprile. , Malgrado l'energia sp iegata per condurre a·termine i lMori prima che le ostilità avessero principio, il 26 giugno, giorno in cui, ebbero luogo i fatti d'armi di Hiinen,assee e di Podol, la nuova cinta cli forti non era. ancora in grado di opporre valida resisLenza, perchè in gran parte sprovvista di opere addizionali, e specialmente di quelle che tendono a prolungare la difesa.

DELL'ASSED IO DI PLEVNA

4·19

É nel ,J870 le opere passeggiere che si costruirono a rinforzo llella cinta cli forti attorno Parigi non erano nemmanco terminati all'apparire dei Prussiani sotto la ca.pitale. Non conosciamo le cause di ritardo in quest'ultimo caso, ma possiamo affermare per propria scienza che nel primo esso provenne essenzialmente dal non avere preventivamente studiato ed allestito il progetto di sistemazione di quella piazza.; dalla difficoltà d·i confeziona.re in breve tempo la grande quantità cli legname necessario per i magazzin i e ricoveri di ogni specie, e dall'esiguo numero .cli fa.legnami disponi bili. Fin da quell'epoca era in noi ferma la convinzione, che a render possibile la sollecita. costruzione· deHe fortificazioni riserva.te a.gli ultimi momenti, era indispensabile ovviare ai due inconvenienti sopra menzionati. Con viv[t gioia salutammo per questo le disposizioni date nell'anno 187'1 dall'innallora ministro della guerra generale Ricotti per lo studio delle fortificazioni da erigersi in tempo di guerra, e per l'a.llestintento dei material i che per la messa in istato di difesa avrebbero potuto occorrere. · Se non che noi \'orremmo che a tale disposizione si classe più ampio sviluppo, sia mediante lo sLàdio parLicolareggiaLo delle fortificazioni che a difesa. di un dato teatro di guerra. occorrerà di dover costruire allo scoppiare delle ostilità a complemento cli quelle esistenti, sia alJestendo già in tempo di pace tu.Lto il legname che dai progetti risulterà occo_rrere per ogni singolo forte. Gli studi del terreno che si fanno dal nostro corpo di stato maggiore indicheranno il numero dei forti e la loro postazione. Tullo questo legname, lavoralo ed assortito, si depositerà nelle piaz:w vicine a.I la località prescelta per il suo impiego. Va. senza dire che il medesimo si inietterà, per preservarlo dalla. corruzione. Dal momento che le nostre finanze non ci permettono di fare cli più, limùiamoci pure a costruire permanentemente i campi trincerati solamente in cruelle posizion.i cl;le soddisfa.no assolutamente alle esigenze dell'organica, vale a dire che sono utili tanto in una. guerra rnnLro l'Austria quanto contro Ja Francia, e depositiamo in queste o nelle altre piazze secondarie il legname di cui sopra.. Così facendo, coll'aggiunta (mettiamo pur grosso) cli ,fo mili oni ai 4.3 e 1J2 presunti per la. trasformazione delle tre pia:1.ze di Pia1


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GLl INSEGN AMENTI

cenza, Mantova-Borgoforte e Bologna, quindi con 55 1nilioni cifra rotonda, noi potremmo con animo tranquillo, almeno per quanto alla difesa territoriale dello Stato, attendere ciò che ci porterà l'avvenire. Dacchè siamo sull'argomento della previdenza r iteniamo utile accennare all e proposte contenute nell'articolo Festung mid Feldannee ('I), secondo le qual i alle piazze forti su im1)ortauti corsi d'acqua doV!'ebbesi assegnare in dotaz ione il materiale necessario per la costrniione dei ponti militari nell e loro adiacenze, non essendo prudente calcolare su quello delle arma.te attive . Una seconda proposta r iguarda l'impianto in ci.ascrrna delle primarie for tezze di nna fabbrica di cartllcce. Lo straordinario consumo di munizioni da fuci le che si fece a Plevna nella guerra testè combattuta, rende ancor più evidente l' utilità di questa proposta, suggerita all'autore dai fatti di Jfetz. Riass umendo si può conchi udere: 11 ° Le fortene devono ri::;pondere ad un conr:etto strategico e noi mai basare su. ragtoni tattiche. 2° Non un campo trincerato iso lato ma. un gruppo di fortezze riunì te in sistema può soddisfare al precetto della divisione delle forze 110miche. 3° L'armata operante ha da manovrare in aperta campagna e giammai da subordinare le sue operazioni ad una fortezza: essa ne eYiterà anzi la vicinanza. ed ancor piLL cli rinchiudersi nel recinto di un campo trincerato . 4° I l ridotto centrale nel sistema di di fesa di uno Stato non può, di conseguenza, essere un campo trincerato isohtto . Trann e nel Belgio oggidì il campo tr incerato come r idotto centrale non fìgura nel sistema di difesa l.en itoriale di nessun altro Stato. Da u no sguardo ai cenni pubblicati. in questa Rivista su lle fortezze della Russia e della Germania (2) appare ·chiaramente come esso manchi in quei due paes i. L'Austria non ha ancora dato asseuo definili Yo al suo sistema di difesa territoriale; tuttavia si sa che essa ha abb:mclonal:a l'idea cli fare cli Vienna il suo ridotto centrale. Sta bene, dirà taluno, ma la Francia non ha essa r:auo di Parigi (1) Deihe(t zwn Militai· wochenbtatt. 2° fascicolo, pag. 110 e 111, (2) Dispensa di giugno 1877 o febbraio 1878.

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il suo r idallo centrale~ Si, ma dop(i l 1l871I i Francesi, edotti dall'esperienza della guerra, attesero a trasformare questo ridotto centra.le, che prima era un semplice, sebbene vasto, campo trincerato , in una regione fort ificata. .Del resto è ancora a vedersi se nella sua nuova forma esso darà tutti quei risultati che si ripromettono. Applicando al caso nostro Jc deduzion i sopra esposte, parrebbe potersi conseguire che la difesa della valle padana debba basa.re stir tre punti Piacenza., iWantova-Borgoforte e Bologna. li fatto stes$O che, malgrado le dotte discussioni fra i sostenitori del ridotto centrale a Piacenza ed a Bologna, non si sa, ancora, quando non si ha sposato un pitrtito, a quale dei due dare la preferenza, prova come entrambi questi due punti debbano entrare in eguale misura nella difesa del paese . L' importanza. della posizione )fantova-BorgoJorte poi è troppo evidente per essere di-scussa, come nessuno mette più in dubbio la necessità cli sbarrare con so lide opere i passi alpini. Mantova-Borgoforte, coi suoi forti sulla sinistra del Mincio (da un punto a nord di Son.ve fino a Cà Zanetti continuando mediante lnttterie addossate all'argine destro del :\'lincio fino a Governolo oye termi nerebbe con una tesl:a di ponte) e dal l'hnbocco deU'Oglio all'imbocco ad un dipresso cli Po Vecchio sulla destra del T>o, infine con le fortificazioni. lunghesso la Fossa Viva, costituirebbe non un campo trincerato ma una regione fortil icat,t molto favo rita. dalle condizioni della localitit. 5° La fortifi cazione passeggiern. non pnò sostituire la permanente. 'Nel caso però che le condizioni economiche d'uno Stato non permettano di. dare aJ sistema generale di difesa territoriale l'ampio sviluppo richiesto dalla configurazione generale del paese, si fortifich ino pennanentemente le. posizioni che entrano in tutte le comb inazioni di guerrn possi bi li nella regione, e con opere passeggiere, al momento di intraprendere una campagna, quelle a.I l.re il cui Yalore è ipoteti co . Tali sono quelle destinaLe a facilitare od impedire operazioni determinate dalla conrigurazione del · terreno e dalle reciproche concfoioni dei due eserciti a fronte. Ad assicurare la spedita ed esalla tra.duzione in pratica del concetto , frutto dei maturi studi fatti in pace, si all esLiscano preventivamente·


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GLI INSEGNAMENTI

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i piani in tutte le loro più minul e particolarità, e a rendere possibile l'attuazione di questi nel breve lasso di tempo concesso, si confezioni pure in tempo di pace tutlo il legname che può occorrere nella costru;iione delle opere. .

voravano continuam ente ad approfondire lo trincee, le munivano di baLlerie e da nllimo le rinforzarono, intercalandovi sui punti più importanti opere aperte ed anche chiuse all a gola. Se il tempo lo permetteva essi costruivano pure paradossi per difendere i difensori c:ontro i tiri di rovescio, e ove il lcrreno si presta.vacostruirnno non una ma più linee ad invervalli. Lungo la sca rpa inlerna della trincea poi Yi erano sca, i, piccole grotte, in cui si collocavano recipienti con acqua, talvolla anche pan-hisr,oLLo e miele, mmrizioni , ecc. ('1). La disposizione delle trincee era sempre ben studiala, e quelle che seguiHmo dominarnno coi loro foochi le aYanzatc, e co:;ì avveniva che l'attaccante difficilmente vi si potern annidare come osservammo nel combauimeriLo di Tclisch (24 ottobre) . Le trincee da batlaglia turche nella loro pl'ima forma, cioè con scavo largo metri 0,% e profondo 0,60, danno uno slen·o per metro lineare di 0,45 metri cubi. Supponendo un terreno di media consistem:a, 1111 lavorante mediocre può aclunque in un'ora e mezzo scavare un metro lineare di trincea . Se provvisto di opporluno strumento il fan taccino polril quindi, in quei casi in cui ·è costretto a combauere in posizione sfavorevole, crearsi un riparo in hrevissimo tempo. Che siffatti casi si possono presentare in guerra, lo insegna la lolla sotto J>levna. L' ,f I settembre le truppe di Skobelew, che avevano conqnistato la. terza altm·a della Coll'ina Ve·rde, soffrivano as:-ai per l'intensità. elci fuoco nemico . Uficiali e trnppa sentivano la necessità di coprir;;i, ma manc,nano gli strumenti da trincea . Che fecer.o allora i soldati1 Non avendo· badili essi sca~arono la terra con le sciabole-baionette e perfino con le unghi e. Queste sLc::se truppe impiegate più I.ardi nell'assalto delle ridotte di Jùitsch in s'impossessarono di quella centmle. Solo una parte di esse però trovò posi.o nel suo recinto e nelle adiacenLi trincee carpite al nemico; l'altra, mancando nuovamente i hnclili, ricorse allo stesso spediente di prima, alle sciabole, alle baion_etLe, ai coperchi delle pentole, delle garelle, alle unghie. Tul.Lo si afferrava e si metteva in opera. per fa r parapetti; rami di

Trincee da battaglia. cc

I principii della fortificazione campale hanno bisogno di essere

« perfezionati; questa parte della guerra è susceLLibile di grandi « progressi ».

Cosi lasciava scritto Napoleone nelle sue Memorie, divinando il grande sviluppo cli c q11esto elemento di guerra avrebbe preso in seguito. T principii infaLti si perfezionarono e dopo l'introduzione negli eserciti delle moderne armi da fuo co, la forLilì cazione campale fece tali progressi, da divenire nella sua ultima esplicazione, la tl'incea. cli battaglia, l'al1siliare indispensabile alle armi di linea nel comhallimento . Ahbiamo visto quale nso ne facessero !, Turchi sotto 'Plovna. Nella difesa di posizioni E'ssa. ca cliriltura di capilale imporlanza; lo dimostra.no, oltrechè l'leYna, i combattimenti di Peli:;chat, di Lowlscha, cli Gornji-Du hnjak e cli Telisch. Secondo i disegni che vanno uniti alla Relazione ulTiciale del generale Todleben le lrincec da battaglia turche hanno le seguenti dimension i: altezza del parapetto sul fondo della trincea metri 11,3o così dislribuiti: allezza clel parapeLLo sul terreno naturale (ril ievo) cla 60 a T5 centim.; profondilit della lrincea da 70 a 60 centim.; ampiezza della trin cea a lirello del suo lo centim. 7:5 (11). Il capitano di slaLo nrnggiore russo Karopatkin, che faceva parte del corpo del principe Imeretinski ed ebbe larga parte negli attacchi di Lowlscha (3 sellembre) o delle ridotte di Krilschin ( 1·I e 12 settembre), ossen•a che nei momenti di quiete i Turchi favo(l) Gfornalc dtl (Jtnio russo, dispensa citala.

(I) Militar Woc/lenblatt, N. 12, 1878.


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GLI INSEGNAMENTI

alberi strappati dalle capanne, zolle di terra e perfino i cadaveri. La notte portò sollievo a quei bravi, ma il ir1attino appresso, non essendo ancor giunti sul luogo gli strumenti da trincea, si pl'oseguì come nel giorno precedente (,1 ). Ciò che accadde iu questa guerra, ·è probabile si ripeta in :wvenire, ogni qualvolta si tratti di atlacchi di P?Sizioni fortiricate. Questi esempi formano la più bella illustrazione al cletto napoleonico conservatoci nelle memorie di St. Elena. «Il y a cinq choses qu'il. « ne faut jarnais sépar-er clu soldat: son fusi!, ses cartouches, son sac, ses vivres pom· quatre jom·s et un outil de pionnier ». Vediamo se la lotta sotto Plevna offre, oltre ai citali, altri esempi a sostegno dell' opinione che ogni soldato debba essere munito di uno strumento da trincea. Tanto nei combattimenti sotto Lowtscha che sotto Plevna occorse di dover afforzare le posizioni russe con trincee da bauaglia. Il capitano Karopatkin narra ch e, per munire il fronte di un battaglione di siffatti ricoveri, era necessario riunire gli strumenti di diversi l'eggimenti, essendo affaLto insufficienti quelli in distribu1.ione presso i.singoli battagl ioni; le compagnie possedevano ciascuna. ;IO badili, .24 piccoz1.e, 3 piccd! i e 3 gravine. La. misura di riunire gli strumenti di diversi reggimenLi, mentre riLardava la costruzione delle ·trincee, promuoveva la confusione nelle file dei combattenti, e faceva perdere buona pa.rte degli utensili, che si dimenticavano nelle trincee, perchè gli nomini non erano abituati a considerarli. come parte del loro a.rmamen to . L'esperienza di Plevna parla quindi fortemente in favore dell'adozione presso le truppe di linea. di uno strumento chi trincea portatile. · Questo strumento può essere leggerissimo, come quello che deve offrire alla fanteria un mezzo più acconcio per smuover terra della · baionetta o sciabola, del coperchio della gavetta o delle unghie. La sua utilità pràtica dipenderà non tanto dille dimensioni che dalla bontà del materiale. Di tale avviso sono almeno i Prussiani e gli Austriaci . Ent.rambi adottarono la vanghetta Linnemann, la quale misura in larghezza (<

(IJ TnOTOA e KUìlOP4IKI~, opere citate,

4.25

cent.. ·I 5 ed in altezza, senza il manico, cent. '.20, e con il manico cent. 52. Il suo peso·non supera i 700 grammi . Il soldato prussiano porla questa vanghetta hrngo il fianco sinisLro, adagiata cli piatto cont1:o la tasca della tunica; lo. strumento sta in un fodero. La vanghetta viene adoperata di solit.o in ginocchio; l'uso delh medesima viene assegnato a tutti i soldati indistintamente e messo i_n pratica nelle gmndi manovre. Còn l'adozione della vanghetLa cessò la formazione normale dei plotoni cli zappatori di fanteria. Per i lavori cli maggior entitò., ed in terreno molto resistente o s.assoso, servono gli strumenti cli riserva caricati su vetture che se(Juono le tntppe anche nel combattimento. Ogni , battaglione prus:iano possiede zOO di queste vanghette e 400 piccozzini. Gli altri utensili da J:worar terra di maggior mole costituenti gli strumenti da trincea di riserva sono, per ogni battaglione di fanteria.: M pale graitcli, 1J 8 gravine, '12 asci e, 27 piccozzini; i battaglioni caccia.tori hanno ,l. pale grandi in più ed un piccozzino in meno. Gli strumenti da tri-ncea, sia portati I i, sia di riserva, non possono essere imp iegati in altri lavori, come per esempio in quelli da. eseguirsi pel tiro al bersaglio. ' . In Austria ogni secondo uomo di fanteria è provvisto clell:i vangheLla Linneman . Per quanto semplice ed insignificante sembri questo _strumento, le numerose esperienze fatte sia in Prussia, sia in Austria dimostrano la convenienza di adottarlo quale arrna:m.ento normale delle truppe cli linea. Nei fascicol.i di marzo, aprile e maggio del periodico mili tare aust.riaco St,reOleiw's Oeste?Yeichische ilfili.tci1·ische ZeitscMift, il capitano Brunner spiega 1.'nso della vanghetta Linneman nell'esercito austriaco, ed indica le diverse trincee -che con la medesima si eseguiscono . I profili sottoposti a disamina sono quelli ar!1messi come regolamentari nell'istruzione sul servizio dello zappatore cli fan teria. Nell'opera del Boguslawski - clie .Entwicklung cle,,, Taktik ecc., sono accennate le forme di trincee da battaglia che si hanno da eseguire con lo strumento affidato alla fanteria in Prussia.. Il ca.pita.no Trotha vorrebbe che le anni cli linea venissero addestrate nella. ·costruzione dei lavori cli fo rtifi cazione campale. Noi ANN O

:x:xm,

VOL . l !l.

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GLI INSEGNAMENTI

dividiamo l'opinione del capitano Brnnner, il quale insiste sulla necessità di limitare l'istruzione loro nei lavori di fortificazione solamente a quella parte che loro occorre di eseguire sui campi di battaglia; a protezione delle proprie formazioni tattiche. Queste notizie varranno a fornire al lettore un criterio sul valore che alla vanghetta Linneman viene attribuito nei due eserciti sopra citati. Aggiungeremo ancora che essa gode in Inghilterra di molte ;,impatie, e che probabi lmente verrà adottata quale strumento portatile per la costruzione delle trincee da battaglia pJ'esso le armi di linea. Ogni altro lavoro che non serve a questo unico scopo, come la costruzione di opere di maggior mole. destinale a funzionare da punti d'appoggio tattici, è in Germania ed in Austria riservato alle truppe del 'genio. Non fa bisogno spendere parole per dimostrarne la ragione. Ciascun'arma ritiensi co là, ha da provvedere al proprio servizio, la compenei,razione delle attribuzioni di corpi istituiti per diversi scop i non può dare buoni_risultati . In seguito di ciò non riten iamo ·nemmeno necessario di somministrare alla fan teria numero di strumenti da riserva superiore ai suoi veri bisogni. Vorremmo però che ossea, dovizia fornita di quelli necessari alla pronta esecuzione delle ftrincee à.a battagfa, la cui utilità venne sì luminosamente ditiostrata dalla glterra d'Oriente.

L'artiglieria da campo.

11 capitano Trotha attribuisce la poca efficac:ia delle artiglierie russe alla insufficiente potenza dell.e bocche da fuoco contro le fortificazioni , ed al loro difeUoso impiego tattico nei combatti.menti, nel senso che i pezzi di minore calibro non s'associarono direLtamente all'azione del la fanteria accompagnando questa all'assalto. << Nella supposizione egli dice - che le forCificazi.oni troveranno in avvenire applicazione simile a quella verificatasi nelhi guerra russo-turca, l'artigl ieria da mmpagna dovrà soddisfare alle seguenti condizioni. · « Prùno. Comprendere un maggior numero di calibri pesanti di

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-quanto fin qui le si.assegnarono per poter battere con efficacia il nemico appiattato dietro ripari. « Seco11:do. I calibri leggieri (fra i quali comprendiaqio quelli più -piccoli auualmente in uso, presso a poco i cannoni da 8 cent.) agiranno meno da posizioni retrostanti che in unione con la fanteria attaccante. })iecoli reparti di batterie leggere (due pezzi opportunamente impiegati possono prod_urre grandissimo effetto) seguiranno in parte le colonne di allacco ed in parte con abili ed ardite manovre cercheranno di portarsi sui fianehi del nemico per batterlo da posizioni vantaggiose con fuochi a salve, rosse pure per poco tempo>> . L'autore solleva dLie questioni di vivissima importanza, tali da esicrere che noi. vi ci fermiamo sopra per qualche momento . O . La prima r iguarda la potenza delle bocche da fuoco da assegnarsi alle batterie da campagna, la quale, per l'impiego sempre crescente del le fortifi cazioni improvvisate nei com battimenti della funLcria, vorrà essere la massima compatibile con la mobilità del pezzo. I calibri delle artigl ierie da campagna russe sono due, le batterie leggiere hanno cannoni da 4 libbre (cent. 8, 7) e le pesanti da 9 libbre (cent. 11O, 7): Il rapporto fra queste e quelle nel Ie aivisioni è di '1 : 1 essendo le batterie N. ·,1, .2 e 3 armate con cannoni da cent. ~O, 7 e -le batterie N. 4,, 5 e 6 con cannoni da cent. 8,7. li cannone leggiero russo uguaglia quindi in calibro quasi quello pesante tedesco (cen-' tim. 8,8), italiano (cent. 8,7) ed austriaco (cent. 8,7), mentre il pesante supera perfino il massimo calibro da campagna francese misura cent. 9,1:>. Un aumento di quest'ultimo calibro non è quindi nè richiesto dall'armamento degli altr.i esercit_i europei, nè· ammissibile senza pregiudizio della mob ilità, a meno che si volesse ·diminuire ancor più ltt quantiLà delle munizioni con tenute nel cofano dell'avantreno, per sè già piccola, non superando il numero di 12 proietti. Mettendo a confronto le qual.ità bali.stiche dei cannoni da 1O, 7 e da 8,7 russi con quelli clel cannone da 8,7 italiano si ha che questo lancia un granala clel peso cli chilog. 6,730 con carica di c_h il. ,t ,4-50 alla distanza di 2500 metri con una residuale velocità di .251:> metri, mettendo il 50 per cento dei colpi in una striscia alta metri .2,35 e larga2,75; il cannone da '10 ,7 russo invece lancia una granata d,i 1 1, 040 chilog. con carica cli 1,:B29 alla distanza suddetta .con resi1

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DELL'ASSEDIO DI PLEVNA GL I 1N$EGNA.ìl-1F.NT1

-duale velocità tli 225 metri métter:ido il 50 per cent.o dei colpi i.o. una striscia alta metri 7, 95 e largn, 3,8:2, mentre qrrello da cent. 8, 7 lancia una granata del peso di chi log. i:>,735 con carica di 0,6 16,. con velocità residuale di 233 metri mettendo il 50 per cento dei colpi in una striscia alta metri ,1O,86 e larga 4, 55. L'uti.lifa di una bocc,i da l'uoco sta in diretLa relazione con la prob~ibilità di colpire e colt' efficacia. Volendo cruindi farsi un giusto criterio della bontà di due fra esse, differenti di cal ibro e di costruzione, converrà esam inarle sotto questi due aspetLi . Nel rapporto della precisione di tiro i dati sui caratteri del tiro sopra riportati dimostrano ad evidenza l''inferioriti delle arLiglieri.e da campagna russe cli fronte al nostro maggior calibro , specialmente quando le medesime hanno citi battere bersagli di altezza co tanto limitata ·quale presentano le trincee da battnglia. · ~fa non solo esse sono superate in precisione di tiro dal nostro cannone pesante bensì anche, sia pure a distanza ragguardevole, eh quello leggiero italiano, che, a nietri 2500 dal bersagl.io, mette il 50 per cen to elci colpi in una striscia alta. metri 6,9 e larga 3,4.. Vediamo ora quali siano le condizioni delle batterie cl,i campagna russe ed italiane rispetto all'efficacia, che abbiamo sopra detto essere fattore importantissimo cli potenza nelle bocche da fuòw . \ L'effìca.cia nel!' impiego conLro fortificazioni si giudica 'dalla forza di penetrazione della grana,ta nella massa coprente, e quesla si clcsur~e dalle forze vive cli cui il proietto è dotato nel punto <'l~urlo . Calcoliamo achmque queste forze vive dopo un percorso cli ·I500 metri, che ad un dipresso era la. distanzti delle batterie russe nei combattimenti sotto Plevna, ed avremo (l'acendo g= 9,805) per i cannoni da 40,7; 8,7 rnssi e 8,7 e 7,5 italiani i seguenti valori in dinamodi 37,856 ; 40,60·2 per i primi, e 31 e H1,9 per i secondi. Nel combattimento del 24 ottobre sotto Gornje-Dubnjiik agirono 54 pezzi russi per un'i1ll.iem giorna.La, concentricamente contro quella posizione, senza .arrecare sensibili danni ai trinceramen ti turch i. Ora se si considera che questi 54 pezzi concentrarono per ben 8 ore i loro fuochi sulle opere turche, bisognerà ammettere che, se nel numero suddetto non vi fosse entrato in sì larga proporzione il cannone da 4 libbre (38 su M,), il risultato avrebbe pur dovuto es1

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sere meno meschino . E così la guerra sanzionò quanto le esperi~nze di pace già aveYano fatto presentire, esse1:e ci~è il c~libro legg1er~ russo di nessun-a efficacia conLro bersagli res1stent1 del genere d1 quelli cli cui fa uso attualmente la fanteria in campngna.: Così stando le cose non è egli il caso di chiedere se il nostro cannone da 7,5 sia o: no da ritenersi anche oggidì sufficiente per combattere contro fanteria appiat(ata dietro trincee da battaglia, come comunemente oc~ correrà di fare nelle guerre avvenire~ Francamente parlando noi crediamo cli no; epperciò facciamo voli affinchè si provveda a tempo e si migliori~10 le condizioni della. nostra arligli~r'.a. da campo nel senso cli accrescerne l'~Uicacia. ·Non potendo addin ttur~ eliminare il cannone da 7,5 dalle batterie da campagna montate, si cerchi almeno di aumentare la proporzione stabilita fra il pezzo pesante ecl il Jeggiero , sia armando le ha t.L crie che si dovrebbero creare quando si volesse portare la potema dell'artiglieria italiana a livello cli quella degli. allri Stati, sia, e questo nel caso che le n~stre strettezze finanziarie non permettessero cli risolvere la questione nel modo sopra indicato, invertenclo almeno la proporzione slabiliti:i, dai nostri organici tra le batterie da campo pesa.nti e le leggiere, come già proponeva un distinto uffìciale clell'arLiglier ia fìn dal 11874 in questa lhtJista (dispensa di maggio). . . Già prima della campagna i Russi facenmo espenmento cli un nuovo cannone da campo da 4 lihbrc (ce11l. 8,69) cletl:opesante, da adottarsi come tipo unico per luLte le batterie montate, mentre altro cannone pure cli 4 Ii bbre, mrt di minor peso, e perciò cleLto leggiero, era stato proposto per le batterie a cavallo. Questo armamento tendeva a mettere l'artiglieria cla campo russa in condizioni pressochè identi che Dlla tedesca. Da una corr'ispondenza da Piet.roburgo Dlla Allgemeine Jfil~ti:i,1:Zeit·ung cli Darrnstadt (N . ,J f,) però rileviamo essere la Russia m procinto di adottare defi nitivmnenLe per le batterie .da can~pagn.a due nuove bocche da f'uoco , cli calibro pressochè uguale al le es1stent1 , cioè cli cent. 8,68 (da 4 libbre) per le leggiere, e cli cent. 110,67 (da 9 libbre) per le pesanti. Le velociLà iniiiali dei due pezzi sono . cli metri 4,57,5 la prima, e di metri 396,5 la seconda. La granata del cannone da 4 libbre pesa chilog. 6,757 e sarà ad anelli dentati, con 11 anell i interni. Lo shrapnel cla 4 libbre contenà 200 pallottole, la sua carica interna di scopp io sarà di grammi 85. 1


GLI INSEGNAMENTI

L'importanza dell'argòrnento giustificherà se ci siamo fermati. forse più di quanto può sembrar conveniente. Del resto le recenti notizie sul rinnovamento del materiale d'artiglieria russo dimostrano come nelle sfere rnil i Lari di quel paese non si sia sentita la necessità di aumentaré il calibro delle batterie da campagna, bensì di perfezionarne le qua.lilà bal istiche. Dai dati sol nuovo cannone da 4.- libbre, sopra riportati, si può ritenere che per gittata utile ed efficacia il medesimo non sarà inferiore al cannone pesan te da campo tedesco, austriaco ed italiano. D,opo ciò ogni ulteriqre commento sull ' armamento delle nostre artigl ierie,. è superfluo. Il TroLha, nell e sue conclusioni sull'azione dell e artiglierie russe. sollo Ple~ na, si dichiara partigiano del principio che l'artiglieria debba accompagnare la fan teria all'assalto fin nella zona in cui il fuoco di fucileria él.ella clifesa è efficacissimo, anche nella guerra di posizione. « Così operando - egli osserva - l'artiglieria subirà grandi perdite d'uomini e cavalli, ed in alcuni casi potrà. anche perdere i pezzi, ma il comandante non dovra paventare davanti a.cl eventualità siffatte se vuol ottenere risultali decisivi)) . Ed aggiunge subito dopo: « Una batteria che accompagna ]a fanteria all'assalto e da posizioni vicirie batte ii nemico con fuoch i schiaccianti, per cinqL;e mi nuti, anzi anche per un sol minuto, e poi va perduta, avrà nel com- · plesso megl io soddisfatto allo scopo di dieci battel'ie che da posizioni retrostanti, sieno pur esse scelte con criterio, drizzano i loro tiri contro i trinceramenti nemici, avvegnacchè niuna efficacia puossi in deunitiva ripromettersi dai loro fuoch i >). Il principio, che l'artiglieria nel combauimento da campagna debba cercare di tenersi sempre legata alla fanteria e prender posizione nella zona del fuoco efricace di fucile ria, ammesso per date circostanze dal pi;incipe Hohenlohe nelle sue Jclee circii l'i:mpiego dell'cirti_glie1·ici cla campagna, strenuamente sostenuto in segu ito dall' Hoffbauer nella sua l'attica d'artiglieria e recentemente dallo . Schell nel bello Stiidio snlla t,attica dell'art1:glieria, questo principio il Trotha lo vonebbe veder applicato aclunque pt1re nelle operazioni contro posizioni fortificate. Di fronte a sì autorevoli scrillori noi non ci sentiamo daV\'ero di 1

DELL'ASSEDIO DI PLEVNA

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entrare in lizza per sostenere, come fa. un critico tedesco, che l'idea del Trotha è adclirittura impossibile, a motivo della precisione di tiro degli attuali fuci li, la quale offre alla fanteria il mezzo cli met~erÌn brevissimo tempo fuori i:ombattimento tutti i servienti dei pezzi che ardissero a,vvicinarsi oltre i 700 metri. Ci permettiamo però di osservare che, adottando nella sua amp iezza il principio suddetto anche negli attacchi cli viva forza contro posizion i for tificate, l'artiglieria dell'o[esa si troverà in conclizioni molto più svan taggiose che in campagna aperla, ·perchè, dovendo manovrare all'aperto, ogni suo movimento sarà visto dal difensore, il quale dominerà a distanza il terreno circostante fin. dal suo principio, e perchè essendogli inoltre note con prf\cisione le distanze, egli potrà arreca~·e gravissimi danni alle balterie prima ancora che queste sieno m grado di far fuoco. Le consideraz ioni svolte dal maggiore cl' arliglieria bavarese Tlrnrlieim nel sno libro Stiiclien uuer Feldatti llerie sulle conseguenze della normale applicazione del principio sostenuto dallo Schell e dagli altri scrittori sopracitati, acquistano tanta maggiore imporlanm ora che, in seguito all'esperienza dell a guerra russoturco, non è improbabile un nuovo indirizzo nella Laltica del fuoco di fuci leria. Il principio clell' offensiva ad ogni costo, applicato alle operazioni dell'artiglieria nelle imprese contro posizioni for tificate poi, non trova sostegno nei fatti svoltisi sotto Plevna. Il generale Skobelew fu l'unico che nella battaglia dal 7 al ;12 settembre impiegò le sue truppe secondo i moderni principii della tattica, e che ottenne un ri.sltl tato che avrebbe potuto essere decisivo, quando l'intell igente suo agire fosse stato assecondato dagli altri comandanti. Egli faceva bensì avanzare le sue batterie man mano che la fanteria. guadagnava terreno, ma non mai fino all'altezza delle schiere· attaccanti, quando queste erano giunte nella terza zona di combattimento, e solo speclì 4 pezzi da 9 libbre a rinforzo della conquistata ridotta centrale cli Kr~chin, vivamente battuta a distanza di circa 700 metri dalla ridotta collocata a nord-ovest cli essa che era rimasta in potere dei Turchi. Da quanto sopra si è detto intorno all'impiego dell'artiglieria negli attacchi di viva forza contro posizioni for tificate, sia pure in via


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GLI lNSEGNA)rENTI DELL'ASSEDIO Dl PLEVNA

passeggiera, ci pare più conveniente seguire il consiglio di quelli che, con il Thurheim, non vorrebbero stabilire per massima che l'artiglieria accompagni la fanteria all'assalto, pure ammettendo che in taluni casi, sempre però in via eccezionale, essa possa spingersi nella zona d'efficacia della fanteria. Se il difensore per esempio di una posizione forl.ificaLa a,· esse ommesso di sgombrare il terreno d'attacco dagli ostacoli che impediscono la libera vista, oppure le condizioni topografiche permettessero di po~tarsi sotto le opere fìno alla gittata uti le del fucile senza. troppo esporsi, l'artiglieria potrò. approfittarne, specialmente se l'attaccante non riescisse altrimenLi a sloggiare la fanter ia. della difesa dai lrinceramenti fiancheggianti il fronte d'attacco od a fiacca.re la resistenza delle batterie nemiche.

GIUSEPPE DONESANA

Capita,no del gervio.

INCHIESTA STATISTICA SUU,A

ELLEDENlA DELLA MORTALITÀ NELL' E~ERClTO ITALIANO

I.

Da qualche tempo si fa un gran parlare e scrirere sulla mortalita del nostro esercito. Dicono che ecceda nei limiti: sia maggiore di quella che si verifica nella corrispondente popolazione civile e in quasi tult.i gli eserciti europei. Una morìa da inch iesLa! Mise il ca.mpo a rumore una recente pubblicazione - 1ffortalità dell'esercito i taliano - del Sornrn.ni, nome chiaro e merita.mente stimato da quanti amano gli studi statistici. « I fatti in essa svelati « non possono non produrre una penosa impressione ( 11) >>. · Servì d'incenlivo: ufficiali medici e non medici, dilettanti di argomenti a sensazione, collaboratori di giornali tecnici, politici e umorislici vi a.ttinsero e trauarono il tema. Il qua.le fu pure oggetLo di una discussione a.Ila Camera dei deputati nella tornata del ~ 3 maggio if 878 ove in diverso senso presero la. parola gli onorevoli Umana, Serafini, Ricotti, Fam])l'i e S. E. il ministro per la guerra. Poco dopo il generale F. Torre pubblicava il suo bel volnme e ne chiudeva la Relazione con queste significanti parole. « Mi astengo « dal riportare questa cifra dei morti in congedo illimit::i.to, LanLo .(! ) Sttlle cot\dizioni sanitarie dell'esercito italiano. Nota statistiche del dott. C. C1L1..1.. Fa.dova, l d7S.


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JNCHlESTA STATISTICA SULLA ECCEDENZA

DELLA M011T AL1TÀ N ELL'ESERC ITO ITALIANO

« più volentieri in quanto che non vogl io essere cagione di inesatti

« toni e a lavorare di congetture in calcoli che esigerebbero la mas-

« confronti, e nelle contese che da qualche Lempo si agitano sulle « condizioni sanitarie dell'esercito nostro prestare occasione ai di-

sima precisione Jl. Lo citerò spesso anch'io, ma non in un senso solo e con preven-· tiri intendim enti. Contemplerò il suo ingegnoso scritto, ma non per ritrarne un profilo soltanto. Del resto i suoi risultati ciLati in Parlamento nella seduta del 13 maggio furono il carfline cui si aggirò la discussione sulla mortalità nell'esercito. I_l ministro per la guerra parlò l'ullimo : esordì dicendo « non ag« giungere paro le a quell e dell'on . RicotLi per · tranquillare la. Ca- · « mera sulla questione della monaliLà che sembrerebbe eccessiva· « nel!' esercito » ; e concluse col dire « terrò conto delle osserva« zioni fatte dall'on. Umana, quanto dagli altri ora t.ori, per cono« scere tutti i mezzi che possibilmenLe vi sono per giungere al risul« tamento, al quale tutti Lencliarno, di migliorare cioè le condizioni « ~ell'eserci to, e diminuire questa larnenLaLa mortalità, elle, ripeto, << 10 non credo sia tale da inquietare al di là di certi limi ti. Son si« c1vro che analizzwndo bene la cosa si gitmgerebbe a ,1·id·urre la « cifra di q-iiella mortalità a molto me1io (11) >) . . Queste ultime parole le ho sottolineate io. A me sembrano conte- · nere il germe di .una verità confortan te.

sputa tori ad induzioni e deduzioni fallaci>) - pag. 104. In tanto brusìo, com'era facile prevedersi, il corpo sanitario militare non sempre se ne uscì con lode. Non mancò chi si fece un dovere di accollarci questo eccesso di mortalità. Uno fra gli altri in istile tragicomico scrisse. <e O perchè, si do<< manda, i medici dei consigli.di leva non scartano essi molto di più, « sapendo cosi positivamente che i loro verdelli di abilitazione al << servizio sono senza meno , omicidi, e non di poco ma èlel 2 e 3 per << mill e . . . . . il che vuol dire che anno per anno , tra nn sigaro << e l'altro, c'è qualeuno di loro che ammazza le sue due, ·tre e, se «altolocato, magari trenta e più oneste persone? « La ragione è delle più semplici e umilianti assieme. « Sono circondati cli sospeLti, respirano una, atmosfera di diffi« denza e pel quieto vivere tiran via, lasciano·andare i giovani ai << corpi, e chi rnore rnore (,1). >). Il pi ttore questa volta non ritrae, immagina. Ritornando al Sormani , il suo scritto è mol lo serio ed accurato: vi traspira quell'amore per la scienza, quel culto per la verità ch'è pregio essenzial issimo in siffatto genere di hivori. · L'argomento n'è arduo, pieno di difficoltà massime quando si perita cli sta,bilire confronti fra esercito e esercito . L'autore fece d'ogni suo.meglio per superarle e giunse alla fine. Felicemente? lo vedremo . . Ebbe però la sincerità d'informarci delle lacune che clovè ricolmare a bonsenso e degli osLacoli che superò come Dio voll e. Qu)ncli non dobbiamo accettare le ultime sue cifre come articoli cli fede, nè dobbiamo soltanto concludere con lui che per l'eccedente mortalità che n'emergeascapito dell'esercito nostro« il risultato è spiacevole», ma col Sorrnani stesso dobbiamo premettere e ripetere pi ù volte, com'egli pièt volte ha ripetuto « ch'è doloroso dover andare a ten<<

1

(1) Giornale il Fan(uUa,, maggio 1878, N. 12$. Quest'al"t1colo fu cita to in Parlamento nel la torna ta de.I 13 maggio da ll'on. Umana a titolo di lode « è firmato, ei disse, da un « pslludonimo sotto il quale tutti possiamo riconoscere un illustre nostro collega in cose

« militari

<<

dottissimo

».

su

I~

II.

.I

Sé la mortalità ciel nostro esercito per mille della forza si confronta con quella della popolaz ione civile, maschile, coeva risulta maggiore, I soldati muoiono più dei civili . . Secondo il dol.t. Maestrelli (2) la clifTerenza a discapito dei militari sarebbe del 2,5 circa per 0 °fo0 della forza. (1 )

Atti pa,·lamenta,·t. Camera ctoi deputati: pag. 900.

(2) Consiàera.z·i on i sulle ca11se àetle perdite per malattie clell'eserclto italian o. _ Giornale di .illedicina milil<f,rC, 1&77; N. 12.


J

INCH IESTA STA TlSTICA SU LLA ECCEDENZA

DELL A MORTALITÀ DELL',ESERCIT O ITA LI ANO

II confronto lo istituì coll a popolazione maschile dai 20 ai 30 anni . Fonte d'imprecisione ch'egli stesso deplora, ma che non })Otè eYitare per mancanza di documenti ufficiali relativi -alla popolazi one dai 20 ai 20 . Come poi si rilern da una nota della Redaz ione a pie' di pagina, poggiò i suoi calcoli su di una morlalilà mililare clel 113, 111 per 00/oo della forza, menlre la Dio mercè in questi ultimi anni 11870-76 lo è solo di 1·'1 ,6 . Il Calza (op. cit.) dall a cifra della popolazione masch_ile dai 20 ai .25 anni detrae la forza media solto le armi, ecl ha - ei dice - per il tri enni o 1874.-76 la mortalità nel civile di 9 per 00/oo viv.enti all'anno: quindi una differenza presso a poco egunleaquella del l\faestrell i. Ecco cifre che per la fonte ove furono attinle possono dirsi uflìciali. · Popolazione maschile dai 20 ai 2n anni - censimento 1187·1 1

1

t

1, 1168,999.

1

Cifra media dei morti maschi clai 20 ai 25 anni, 112,(j29 ( 1) . Il rapporlo fra queste due cif're sarel>be 110,70, la differenza colla mortalità militare 00,90 . Non mi fermo sul poco più, sul poco meno . La cifra della mortalità nell'esercito è maggiore e vi sono circostanz~ che raggrava.no. Occupiamoci intanlo della differenza in più. . Mi giova premeltere una cosa. Se mi si dà la ci fra asso futa dei morti in un anno nell'esercilo l'accetto senz'altro . _L'assoluto sta cla. sè. Non è il prodotto di un calcolo, ma in questo caso semplicemente una sornnrn cli fatt i. Se quesli morti in vece mi si danno a un tanti per mille della forz,t le cose cambia.no mollo di aspetLo . Questo per mille non è un fa tlo, ma una cifra dedotta la cui attendibilità è in ragiòne della esattezza dei termini che la generano ; e questi sono due. Uno assoluto, il numero dei morti durante l'anno; l'altro rela tivo, proclouo anch'esso di un calcolo, la l'orza media. Ora, questa fo rza media annua, ch'è la pietra angolare su cui 1

(1) Relazione del deputa lo Vcilini sul progetto d i legge per la le,·a militare dei nati nel 1858. Tornata 8 maggio 1$78. Atti della Camera dei deputati.

,,_.

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poggia tutto l'edificio della mortalità per mille, non la dà, nè lo potrebbe, il generai Torrenellasua Relazione annuale. Solo potrebbe darcela, ma non ce la dà, il primo riparto dell'ufficio cli revisione, ove fanno capo i fogli generali delle competenze dei diversi corpi. Su quei fogli si rileva non solo chi ha assegno, ma anche chi è senza assegno, come gl' inviati in licenza di convalescenza ecc. . . Non resta per procurarcela che fare come disse l'on. Ricotti nella tornata. del 113 maggio << determinarla per induzione ». È uno dei tan t.i lavori pazienti e sicuramente coscenziosi del Sormani: donde po i la proporzione dell a morlalità per mille dell a forza ripetuta e commei1tata da tanti . i\fa anch'egli ne deplora il modo . A pag. {i. dice: << Inoltre grave e< lacuna fo trovata nelfo,scarsità cli notizie relative alla forza media, « che spesso ho dovuto io stesso dedm:re per apprnssimazwne ». Due pagine dopo, spiegando per qual processo ollenne la forza media, soggiunge: (( )Ji sono attenuto alle cifre Londe perchè essendo per « quesli dati costretto ad accontentarmi di semplici approssima« zi011i, non ho voluto poi dall'altro lato esagerare nell e minuzie». Che prodoui, domando io, se non incerli, può darci un termine dedotto per approssimazione? Quando poi dne termini come la mortalità per mille, prodotti numerici di due 'medie cli questo genere, cioè non vere, ma solo prossime al vero, si pongono a riscontro per.istituirne un parallelo e rilevare o,re siano ragioni di biasimo, ove di lode, le diffico ltà per un giusto apprezzarnenlosi moltiplicano. Sono tali e tante le circostanze che per la loro stessa natura sfuggono al calcolo e di cui sarebbe pur d' uopo tener conto, che il piLL delle volte se le diYergenze non sono .ragguardevolissime ci s'indov ina a non prenderle sul serio.

III.

Una.maggiore mortalità.nei militari in tempo di pace rispetto la corrispondente popolazione civ ile non è un fatto ehe siasi osservalo solo da noi . Si ripete :innualmente con una costanza incredib ile e


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f

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DELLA MORTALITÀ DELL'ESERCITO ITALIANO

INCHIESTA STATISTICA SULLA ECCEDENZA

una latiLudiiie ctie abbraccia quasi tutti gli eserciti stanziali di Europa. Fu lamentalo in alcuni dei congress.i internazionali di slRtistica che dal 11853 in poi si vanno ripetendo nelle varie capitali. In quel di Berlino si volevano stab ilire le basi pentudi comparativi, ma la passio'ne macchiò. in giallo il candore dei fa tti: in quel di Firenze si rimise ali' ordine df}I giorno . Ciò dimostra l'interesse che le varie potenze annettevano al tema della mortalità dei soldati in confronto di ·quella dei civili. I dragoni della guardia e quelli della l ine.1 sono, fra le truppe inglesi, delle più scelte, ed hanno l'età media di 20 a 30 ann i. l\'Iuoiono in ragione del HS,3 per cento all'anno . La popolazione ti vile corrispondente cht, secondo le tavole di Carlisle, una mortali lit cli 1O individui per rn ille; seeonclo alcuni studi del Finlaisson cli 113: in media. 1111,5 ( 1). . Dio mi guardi conchiuderne « mal.e tomune mezzo gaudio >). Constato !a generali tà del fatto e prosieguo. È corretto il procedimento tenuto fin qui un ifersalmen te per rilevare qu.esta dilierenza? A me sembra che no . Il confronto per essere esatto non basta istituirlo fra individui maschi e coevi . Queste, ne convengo, sono due condizioni. essenzial i, ma ve n'è una terza di cui è pur mestieri tener conto : i ltwghi di abitazione. Da raggmigli statistici, specialmente clell 'Ingh il t.erra, sorge la provi• evidente che la densitò. della popolazione rispetto al territorio è in precisct relazione colla rnortali lft di. un popolo. Londra divisa in tre distretti aventi ognuno una diversa densità offre marcatissirn.o questo rapporto diretto : Léon Foucher ci apprende con cifre di huona lega, che nei quartieri più stipati è addirittura del doppio. La sproporzione in Ingh ilterra fra la mortalità dei grandi centri e il resto dell'isola è si rilevante che motivò - non è gràn tempo - una inchiesta parlamentare. E il soldato che tiene guarnigione quasi esclusivamente nei grandi centri perchè dovrebbe sfuggire a questa legge? Forse perchè non 1

1

..

ci nacqtie e non ci visse l'infanzia? Forse perché pt·oveniente dalle campagne dove si muore meno? Tutto al contrario. L'indigeno ba in suo favore contro il mefì tismo delle grandi città la legge di abitudine, l'accomodazione dell:organismo che glie ne fa meno sentire le fu.neste conseouenze o , che oali procura una specie d' immunità sul genere di quella per cui è famoso MitridaLe. Le sorelle spedaliere e noi ri1.edici possiamo vivere discretamente in mezzo ad un'atmosfera che sarebbe mortifera per un montanaro che vi piombasse da un'aria ricca di ossigeno, respirata a pieni polmoni sulle alture de' suoi monti . Fra l'una e l'altra condizione di vita. _vi è un abisso eh' è . sommamente imprudente valicare con un salto, senza dare cioè tempo e modo ali' Ol'gan ismo di acclimatarcisi. L'uomo vive per tutto : fra i monti di ghiaccio della Lapponia, com.e sotto il ::;ole ardente della Siria. Vive pure con un solo polmone; ma accomodandovi per una sequela di aui secondari e relativi tuLLo i l resto dell'organismo . Nel frattempo è sommamente suscettivo: la sua vita è in forse più assai di quella degli altri . . Il Ma.estrel!i 11ell'ultima parte del suo ci tato lavoro cerca qua.le sia nei giovani delle diverse regioni d'Itrtlia la tolleran"a alla vita militare. l\'li.sura ciò, ed è giusto, alla stregua delle morti e delle rifol'me che provocano. Gli risulta che la maggiore tolleranza risponde esattamente all e regioni piane, la minore alle più accidentate eéi alpestri. Ne cleduce che« a preferenza di ogni altra circostanza di clima, di razza, capace di prepararci giovani resistenti alla vita militnre è valevo le quella della orografia>). Perché o/ Non lo dice. Fra la salubrità dell'aria e l'altimetria vi è un rapporto costante che può nel nostro caso logicamente invocarsi senza tema di essere smentiti. Gol crescere dei gradi di elevazione sul livello del mare decresce !'intensi lit. dei raggi solari e la pressione atmosferica: l'aria si depura. A certe altezze non giunge la febbre gialla; la tubercolosi non si conosce, e nell a nostra Domodossola, ch'è a 1,900 metri, è rarissima. Berna è un rar.o esempio di longevità relativa: su t nati ve ne ha uno che giunge a 70 anni, e su 100 morti 25 vissero dai 70 ai 100 anni. Lo sforzo maggiore che in egual tempo deve fare l'organismo di 1

(I) Éttules d' hygiènc vubUquc, ecc. Douo1N. Le medie sono tratte d~lle osservazioni di o anni cousecutivi.

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j 44-1

INCHI ESTA STATISTICA SUL LA ECCEDENZA

DELLA MORTA LITÀ NELL'ESERCITO ITA LI ANO

un montanaro per adattarsi a vivere nel basso di una vallata e nel mefitismo di una popolosa città spiega benissimo il fenomeno rile· vato dal Màestrelli. E non è vero che chi nacque gni mo11ti sia meno atto alle fatiche milit::iri di chi nasce in pianura: - come ne inl"erisce l'autore sarebbe assurdo. Anzi lo è più; ma è il meno favorevolmente predisposto a tollerare le conseguenze della magg.iore densità della popolazione. Ove questa de;1sità manifesta più esplicira la sua espressione patologica è sulle febb ri infettive. A Parigi un fatto attirò l'attenzione dei medici e fu con accurate ·pubblicazioni statistiche confermato dalla cli nica dell'HOtel-Dieu di Trousseau. Il numero degl i attaccati dalla febb re tifo)dea - che là regna epidemica. con caratteri micidi(lli - è in grandissima pa.rte costituito da coloro che lasciarono da poco la provincia. Il doti.. Fromont ('I) ci fa sapere che la febbre tifo idea fa le sue più. numerose vittime fra gl i uomini nel primo anno di servizio. Ciò che del resto si verifi ca costnntemente in tutti gli eserciti del mondo. Ne co1)cludo intanto che ii soldato deve ragionevolmente morire nelle pr-oporzioni con cui si muore nei lLwghi che abita, e che il non esservi nato e cresciuto è a suo danno.

dimeno o1Ire la minima mortalità assoluta cli tutte le truppe, come si rileva dal Sorrnani - op . cit. pag. 116. L'auto~·e spiega_però il fatto con gli otto mesi di caldo che per un gentile rigtrnrdo chiama<< cli primavera 1>. Non nego: tenendo conto della vita del soldato ·che tanto l'espone alle malattie acute cli. petto questa circostanza ha un valore, ma non esclusivo. Se così fossé, o perchè la popolazione dell'Tsola che fin dal nascere t>crode di questa eterna primavera non se ne avvantaggia -offrendoci i maggiori esempi cli longevità ecl una vi La media relativamente più Junga? Da un quadro della mortalità, propon:ionale dei compartimenti del Regno secondo la media annua desunta dal quadriennio 187.2-75 si rileva che il numero dei morti su mille abitanti - censimento 181·1 - è minore nell'Umbria, Piemonte, Liguria, Veneto e Marche: poi. viene la Sicìlia. . L'on . Ricotti si domanclò alla Camera perchè i nostri alpin isti morissero solo in ragione cleì1'8 e il. genio, ch'è l'arma. fisica.meni.e parlando meno scelta, in rngione del 6,3? << Perchè, rispose, questi « corpi hanno punto o ben poco servizio ai gltarclia ». Senza oppormi :id una. opini.on.e cotanto autorevole, ·aggiungo che i primi vivono al l'aria buona, spesso foori dell'abitato; i secondi siccome artisti sono l:.t maggior parte nativi delle ci.ttà e quindi acclimatati al mefìtismo dei luoghi ove la popolazione è più densa. Che Pa.rigi offra ne' SLlO Ì presidii una maggiore mortalità è un fatto notorio . Arnauld dandoci lo sLato-sanitario dell'esercitofra.ncesedopo la guerra del 4870 ci fa sapere che i morti per tisi clieder·o nel 11872 per-mill e dell a forza il 3,6.2 per i corp i special i di Par.igi, il 2,25 per tutto il resto dell'interno della, Fnmci~1. ( 1). Dividendo la Francia.in tre grandi 1.one ecco in quali proporzioni per mille della for1.a vi muoiono i mi Iitari ne' loro presidi i. Nord fi-,5, ce1Hro 6,5, sucH 0,0 (2) . Il Sormani, inversamente da quanto aveva argomentato per la Sicilia in Itali.a, trova che il nord. è più salubre. Son con lui; ma egli dovrebbe esser con me nel ritenere che lo é pure da noi come lo è in massima generale claperLUtto: informino i longevi della Norvegia che non hanno riscontri in tutto il mondo.

IV.

1

1

1

In Italia la cui popolazione civile per oltre due Lerr.i vive nelle campagne e nei piccoli paesi, il soldato clove tiene guarnigione~ Di massima nei grandi centri. Per convincersene basta gettare uno sguardo sulla tabella - Stànza dei corpi. Vi è una eccu ione, la guarnigione di Sicilia co' suo i numerosi piccoli distaccamenti, e questa conferma la mia a::;serzione. Quasi esclusivamente costituita di fanteria., l'arma, che muore più, e nulla(1) Stattsttque mé<iicale de l'ai·mée nelge, Bruxelles, 1877.

(1) Gazzette medicate Ile Pai·is, N. 21 o 22., 1874. (2J Statisttquc medicale de i'armée penitant l'année ,1s12.

ANNO

xxnr, VOL. )Il.


DELLA MORTA LITÀ NlsLL'ESERC ITO ITALIANO

442

lNCHl8STA STA'l'ISTICA SUL LA ECCED8NZA

Anche qui non è questione di temperatura, ma di densità. Il soldato francese muore più nel centro che non al nord perchè là si suol computare Parigi ( 1) : più nel sud che altroYe perchè al sud vi. sono 11Ograndi .città.di cui q. superano i cenlomila abitanti, e 2 i trecentomila. Nel nord solo Lil la e Nantes con tano i centomila. Insomma. i grandi centri di oltre i cinquantamila Rbilanti danno al nord co~nplessivamente 700 ,000 persone, al sud 11,330,000. In Portogallo negli ann i '1862-67 mentre la mortalità per le cruar~ligioni delle due.più grandi città, Oporto e Lisbona, fu cli 14,, per Il restante dell'esercito fu di 12,2 (2) . Smetto: etroppo facile citare r.sempi quando una legge generale e costante li produce uniformemente per tullo . · A. Laveran nella sua erudita opera -1'ra·ité des malcidies et dpidém'ies cles a,rm,ées, ·1875 - ponegiudiziosan1ente, senmperò afferrarne tt1Lto .il valore, fra le precipue cause dell' eccesso della mortalità negl i eserciti la climorn nelle grandi città . 1

1

9,

443

induce sull'umano organismo e più propriamente sulla durata della vita, ACl ogni modo offro all'altrui meditazione il segLtente piccolo quadro, che a me sembra n1olto espressivo. QUADRO COMPARATI VO

dell'annua m,ortaliià dei comuni cli ]\1ilano, Bologna e Napoli, con quello deg Li alt,·i tuor; hi dei rispettivi circondari o provincie, .secondo le medie desunte dal triennio 1873-75 .

1

Popolazione · Mortali tà an nua Propo1:zione annua dei morti annua ragguagliata su 1000 abitanti

ragguagliata

1

V.

U confronto aclunque nel modo.,chelo s'.i nstituisce è indubb iamente manchevole della voluta.parità di condizione. Da una parLe abbiamo la 1:1-ortali_tà del soldato che vive nei luoghi in cui per essere la popolazLOne più dens,i si muore di più; dall'altra quella della popolazione congenere dell' It~li~ cbe per oltre due terzi vive nei picco]i. paesi, n~lle borgate, nei v1llagg1, nell'apert:,, campagna ove in ragione della mmore densità si muore di meno . . Madi qu~nto è perciò sbagliata l'eccedenzaascapito dei mi litari? Non lo so. La morLali tà della popolazione maschile dai 20 ai .21> anni dei luoghi ove di preferenza i nostri reggimenLi tengono presidio, l'ignoro . Con questa notizia soltanto il confronto potrebbe addivenire Ya~evole, e quindi calcola.rsi le conseguenze che il servizio militare (I) Vodi G. L. Bsv.-, Ma11uale di geografia moderna, 1S72. (2) S0n1111N1, op. ci t.

Circondario eh Milano. Comune » Comuni minori.

42 1953 26 1344 ;[6,1609

,11~7·15 9739 /i976

37,2 30,7

Circondario di Bologna Comune » Comnui minori .

3306 16 H!i768 2,158!}8

92:H 3859 535•1

33,6 24,7

Provincia di Nnpoli (il) .

9115885 !ik89% '16689·1

3096,1 ,169,i.4. ,140,11

37,7 30, 0

Comune » Comuni minori .

1 1

1

Nel comune cli Bologna - il più piccolo - si muore meno; in quello di Napoli - il più grande - di più: la ragione della densi tà trova un nuovo argomento . Se i giovani dai 20 ai 2i:i anni, com'è da presumersi, muoiono nei comnni grandi e nei piccoli nelle stesse proporzioni che vi muore la popolazione in genere, cioè di 37,2 a 30,7; di 33, 6 a 24,7, e cli 37, 7 a 30,0 avremo per una operazione aritmetica di cui ometto il processo per brevità, ma ne guarentisco l'esattezza, che la cifra media generale dei decessi - il 0,70 °0 /oo viventi all'anno - si . scompone in due; in quella che rappresenL~~la mortalità ove la po·polazione è più densa e in quella ove è meno densa. La prima di (!\ É stata presa la provincia e non il circondario giacchè in questo caso il circondario ·è quasi in terumeutc assorbito dal comune della città di Napoli.


44-4.

!NCHIF:STA S'fATJSTlCA SULLA ECCEDENZA

queste cifre starebbe alla seconda : : ·I'2,0·l : 9,39 . Ed è con quella,. non con questa, non colla media generale d1e deve stabilirsi il con-· fronLo. Do ai prodotti numerici il valore che si meriLano siccome, statisticamente parlando, semplici approssimazioni al vero . In questo caso mancando le osservazioni dirette me ne servo nulla più che per presumere da qual parte eada la bilancia so l.Lo il peso dei maO'0Criori decessi . È da r itenersi come mollo probab ile che la monalità ctella. popolazione civil e, coeva, e,oal}itant.c\ snperi, e for:;e non di poco, quella dei militari. F.d è giusto : la rnorl.al iU1. in costoro bn - come dissi - eircoslanze che ne aggravano il signi(ìcnto, e sono dne: 11a le riforme. 2" l'essere il mii ilare un personale scelto, mentre il cirile non solo non lo è, ma del miltlare accoglie tuLti gli scarti. Due armi infallibili , impugnate sempre con successo da quanti si occuparono e preoccupa l'ono fin quì dello stato san itario eleo-li 0 eserciti st.a.n:c: ial i. . Due argoment.i che conono fo cili e sponlfl;Jei sulla bocca di tuUi: di un valore cl imostrativo incon teslahil~. Scandagl iamone la portala ·anal izziamoli . ' '

DELLA MORTALITÀ NELL'ESERCITO ITALIANO

Q

445

parte i già nsc:l'itti agl,i in validi e veterani, si può asserire senza tema di errare che nell'esercì to italiano la proporzione dei congedati per acquisita inab ilità al servizio è di ,17 0'118 °0 / 00 • Nelltt popolaz ione civile corrispondente quanti deperiscono ist.essamente? · Non lo sappia.mo : e, quel ch'è peggio, non lo sapremo mai. :f: impossibile che la statistica. ci vile tenga conto per modo dell e imperfezioni e delle inl'ermitù da farci sapere a rtn d'anno quanti sarebbero i non più idonei al servizio militare. In questo caso la cifra dei rifonnati è un term ine asso Iut.o: non ha confron ti : non ammette giudizi comparativi . Da un lato le perdilesi numerano, clnll'altro no: e ve ne sono, e si potrebbero ritenere non indifferenl.j argornen landole dal nurnet:o dei rnort.i che ci offre questa parte dell a popolaz ione, dal numero dell e disgrazie che anengono nelle officine, negli opifici e ovunque J'uorno p iù che potenza inLel!ettua(e è mezzo motore. Ma non voglio far passi nel ca~11po delle · · 1potes1, terreno sclrucciolo. · . . Forse qualche invalidiLit di più fra i militari pot.r~t esserri, ma indimostrab il e come ht qnad,·atura clel cercl1io. Intanto ci conforti il sapere che da noi si riforma il 17 o ·I8 °0 / 00 • In Prussi,t - a.nni ,1868 e 69 - com1)re::;i Vcrl'invalidi ' il :30 ':s.k() ' e 30 70: nel 1873 il o.2,'ì7. In Austria-Ungheria - 1869 - il 20,82. In Ingh ilterra. (esercito interno) dal 1860-66 in media il 37: secondo L. Lavera.n - op . cii:. - durante il ·1874:, il 29 ,66: ora il 27 o 28 . . L' e_s~rcito l~ra~ce~e forse r if'orma meno cli no i. P.erò nel ,1873, ag_gmntm, com è md1spensab ile perla parità di condizione, i ritiri, la proporzione dei r ii'ol'mati fu di ·18,80 << a un bel. circtt come nel nostro esercito>) dice l'AuLoreanonimo - si.cueamente persona competentissima - della citata bibliogrnfìa al Sormani. · · Dei resi inab ili nell'esercito rnsso non ne so nulla : ness un resoconto'ne p:.irla. Que:;ti gli unici fatti che Rmmettono qualche giudizio comparati.va c irca l' inval iclit~t acqltisit.n dai nostri soldati: non senza molte riserve però, conciossiachè per un valexole confronto, i'ra le altre cose, man.cano della ro lut.a unitit di tempo. Non vi è coesistenza. 1

t.. . - ,

1

VI. In quanto al primo v'è poco da dire. H? sen1.i_Lo ripetere le cenlo volte << i riformati sono più numerof:i « dei morti e danno a carico del nostro esercìLo un'alLra o-ravissirna (( perdita annuale)). b Pur Ll'oppo : in questi ultimi anni il numero dei riformati oscillò intorno i. 3000, a cui èorrisponde la proporzione·di 115 e 46 °0 / 00 della forza. Se poi a questi vi aggiungiamo, come giudiziosamente fa i! bibliografo del!' opera. del Sorm ani ('I), i colloca Li a riposo, lasciando da (I) llivista milil<ire italiana. Dispensa 2•: ISiS.

1


DELLA MORTALITÀ NELL'ESERCITO ITA LIA.NO

-i46

INCH IESTA S T ATISTI CA SULLA ECCEDENZA

aare . sulla durata della vita : tali la mancanza del padiglione dell'orecchio, del pene, cli più dita, cli una mano, ecc; la sordità. la rnutolezza, la balbuzie e tutte le alterazioni della vista; l'albinismo, l'idrocele, il varicocele e che so io. Il Vallin in Francia ha fatto la strana ipotesi cli un esercito costituito senza cerna, e ne ha calcolate poi a suo modo le morti che ascenderebbero ad. una cifra da far venire i brividi . Il Maestrelli, sebbene più modestamente, ft~ nella sua opera citata un computo di questo genere e dice che (( raddoppiando, triplicando anche la cifra differenziale delle due mortali tà, civile e militare, - secondo i suoi calcoli del 2,5 °0 / 00 in più per questi ultimi - non si giungerebbe ad avere una idea esalta del quanto realmente i giovani trovino magaiore probabilità di morte nell'esercito che non nella vita ordinaria ::-, del loro foco lare >l . Bizzarrie che ci richiamano alla memoria il buoù frati ce!Jo medioevale éhe sciupava il tempo e la vista a scrivere un intero canto cli Dante den tro un guscio cli noce . Tutte le arLi, Lulte le professioni, tutti i culti per i loro ministri in quakhe modo può dirsi che reclutano il personale cli cui abbisognano a norma delle inclinazioni morali e delfottitucline fisicci . Operché mai dobbiamo divertirci a supporre che proprio nell'esercito non vi sia nessuna scelta per cruestti fisica attitudine? Piuttosto facciamoci la domanda : quale valore ha sulla mortalità dell'esercito questa ta,nto vantata cema? poco, giacchè come dissi: ,J0 non è su tutti gl'inscritti, masn cli un solo terzo . 2° perchè l'altitudine al me.stierc delle armi non è la stessa cosa che l'attitudine a vivere. .Je ha p_oi ancor meno se riflettiamo che quando il coscri tto, in genere montanaro, villi co, abitante dei piccoli comnni ove le malalt.ie infe tti ve non infieriseono che actidenLalrnenLe, viene nei centri più popolosi, ne incontra dappertutto l'influenza conta.giosa e ne subisce le consegoenze. Se noi medici militari ci prenderemo cura di domandare donde provengono i molti malati cli febbre tifoidea, di morb ill o ecc. - la sola febbre tifoidea su ,J00 morti ne dà 47 - rileveremo appartene}'.e quasi tutti ai comuni più alti, più picco li, più segregati. Or bene, ci si rifletta, e si converrlt' rrieco che molte volte ques't.i

;:,

VII .

Il militare è un personale scelto : non cade dl1bbio. Di quesla seconda aggnwante iI sign ificato della mortalilà, se ne

deve tener conto, ma valutandola equamente. Non è giusto sentenziare all 'ingrosso « i militari sono il fiore della popolazione civile >> . L'esercì.Lo recl uta ogni anno gl'idonei della ,1a categoria. Dei :26 I ,µ57 inscritti, ad esempio, per la leva del ,J836, i 65,000 uomini incorporati nell'esercito attivo furono scelti su circa 90,000. Sugli altri 1174 ,657 furono scelti i 52,000 di 2• e i 37,000 idonei di 3a, che rimasero tuui alle loro case. Dunque freno alla rettorica : l'esercito è la cerna di circct una terza parte soltanto degl'inscritti: le altre due rimangono nel civile senza perdere nemmen'uno dei loro Ercoli e de' loro Adoni, se· ne hanno. i\fa non basta. La nostra è questione pum e semplice di mortalità rela.tiva. EbLene, la scelta che noi facciamo a norma degli elenchi A. e B della legge sul reclutamento ha in mira l'attitudine al mestiere delle armi, e non la maggiore probabilità a vivere : due cose ben diverse. :Noi scartiamo i'piccoli tarchiat.i, favorevo lissimamente dispost.i a vivere, e, viceversa, 'accettiamo gli lLOmini di statura vantaggiosa quantunque mingherlini e con un torace relativamente insufficienLc, dispostissimi a niorire. Nella. leva sui nati del ·1856 furono giudicati inabili al servizio militare 72,56,1 iscritti : :28,·z35 lo furono per mancanza di statura ( 1). Cento sono le imperfezioni e malattie che a senso clegl i elencl1i A e·B costituiscorÌo altrettanti motivi d'inabilità al servizio militare. _Almeno i 4/ 5 sono di tal natura che nessuna influenza. possono spie1

(I) Ved i gener3J e F. Torre. -

Relazione annucile.

447


448

I NCHIESTA STA T!STICA SULLA ECC EDEN ZA

decessi allro non sono che una semplice anLicipazione di un tributo . che l'individuo avrebbe pagato poco dopo, quaJ'!do cioè nelle sue carn.pagne il principio infettivo avrebbe accidentalmente infierito. J)fa la vita è ~uestione di tempo, misi diri.t : sì, ma sei ìnesi, un anno, due, Lre non sono la vitache resta a ,,ivere a2·1 anno . . Concludo : la scelta è per la morLali Là una condizione favorevole al soldato e sraYorcvole per · la popolazione ciYile congenere, ma acl un grado minore e ben dirnrso da quello che· comunemente si ritiene, si dice e tL grandi caratteri cli stampa. Condiiione favorevole che in questo bil ancio della vii.a ci spiega, come feci presentire sulla fine del § V, l'eccesso di mori.alilà , che a carico dei civili emergerebbe se nell'istituire il confronto si tenesse conto dei luoghi di abitazione.

VIII.

S'egli è vero, come mi lusingo di a\·ere dimostrato, che nel nostro esercito la mortalitit non che eccedere è al diso tto di quella della popolazione civile congenere e coabi tante, ogni ulteriore discussione e oziosa. Che se negli altri eserciti di Eu ropa i soldati muoiono in proporzioni mino ri, legilLimarnente può inferirsene una eosa sola: r,J10 là in genere si muore cli meno . Le prirnzion i, le fatiche, le miseri.e della vita mililare non c'entrano per nulla. In realtà il dottore Bonomo -;- Stiidi di Stcitist'ica medica - ci fa sapere che in una. serie di 14 Stati disposti in ordine di longerilit la Norvegia è la prima.con 9 olLuagenari su cento morti , l'Ital ia la decima con 3. Di ·I 9 Slati , eccettuati i Paes.i Bassi, il '\Viirtemberg e la Russia, Lutti presentano una mortalitit inferiore alla nostra. Nel quinquennio 'I 868-67 in ~orregia morì :f su i:i8 viventi, da noi 1 su 3.2. « Dopo la RtÌssia- disse l'on . Mantegazza in Parlamento-siam <e gli uomini che più si ammalano e più muoiono in Europa )) . Ed è strano, giacché la nostra penisola, quantunque bizzarramente foggiata a stivale, è, dopo l'iberica, la regione più organica 1

1

DELLA MORT ALIT À NELL' ESERC ITO ITA LI ANO

449

del continente. Nel bel mezzo della zona temperata, fra il 37° e 47° di htLitudine nordica, fcstan le di pampani e cli olivi . Ma è così; in seguito, di questa apparente stranezza ne vedremo le ragioni . Intanto io son qua per sostenere che l'esercito è la scuola naturale dei forti e non una istiluzione di organi co degradamento; che non v'è da piangere sulle sorti fisiche dei cittadini che ne riempiono le file; mi guarderei bene però dal dire che militando ci si allunga la vita. Il pagliericcio del s?lclato non è un leLto di rose; la spesa del suo rancio è calcolata a millesimi, il vino e il ca[è Llll lusso ebdomadario . Il mestiere delle armi induce un nobil e disprezzo dell a vita. Sarebbe strano che classe alla morte un minore contingente . La proverbiale lealtà militare ne soffrireh be.' A tanto si prestano i teologi, che eterni declamatori contro i beni cli questa terra vivono più lungamenI.e di tutti - Yecli le tavole del Casper: Scala nec,1·olog,ica delle 'Varie professioni liberal1'. • Quando il soldato non muore più dell a congenere pop·olazione civil e dovremmo chianrnrci socl<lisfatti , e più non dimandarc. Nulladimeno, è vero che nel nostro esercito si verifica ogni anno una mortalità che supera, e di gran lunga, quella di quasi lutti gli èserciti eurnpei? La: ricerca è di sua na tura delle più ardue . L. LaYeran - opera citata - an i.mato forse dal des iderio di dimostrare che in Francia i soldati muo iono meno che altrove, non vide ostacoli, e passò sopra a difficoltà che avrebbero dovuto fermarlo. Trattandosi cli confronti è condizione essenziale la paritù. di circostanze. e< Converrebbe che uguali leggi,.statuti, regolamenti govercc nasscro la formazione, ·istituzione, ordinamento di Lutti gli eser« ci ti e del paese onde lraggono origine n (,1). Parità di circoslanze che non vi è nè può esservi senza un preventivo accordo circa il metodo da seguirsi per ottenere la forza media annuale e il novero dei morli. Attualmente chi parla di effetti-vi, chi cli p1·esenti; chi assomma tutti i clefunti delle classi sotto le armi, clii i soli appartenenti alla fo rza presente. · No i poi abbiamo la sventura « che le relazioni mediche sulle <e condizioni sanitarie dell'esercito e le relazioni del generale Torre \l} Jtivista militare, citata bibliogra fia ;il SormanL


450

INCHIES TA STATISTICA S C I.L A ECCEDENZA

«, abbraccirrno la !olalità dei morti, ma la forza a cui le relazioni sa« nit.arie e il Sormani misu rano la mortalità è la fo rza dei presenti, (< per tali inlendendosi nel noslro esercito gli uomin i che godono cli <1 giorn,1te di assegno sul regislro di conLabililit dei corpi da cui « vanno esclusi coloro che stanno godendo una licenza superiore ai « due mesi. Quesli dunque sono contali per la morlalitàe non sono « contati per la forza: la mortaJilù è rapporlaLa ad nna fo rzn. minore « di quella a cui i morti si riferiscono; la proporzione deYe dunque « riuscire superiore alla verità >l ( 1) .

IX. La più bella pagina sull[t rnorlalità relaLifl1. nei principa li e;;erciti europei l'Ila scritl a il Sormani. Ricca di documenti ufficiali ,:;enza vana pompa di erudizione. Gli ullimi prodotti numerici, le sue con.clnsioni ebbero un ve1·0 :mcce~so: impress ionarono. Furono citate da molti e diedero l'intonazione alla discussione. Prima di ·rnnire ai confronl i dice « bi,;ogna però tener presenle « che gli clementi non sono in tutto simili e comparabili fra loro, « perocchè : « 1° li reclutamento non si fa presso tutte le nazioni collè « stesse norme» . Di l'aui al nostro se1Tizio obb lignlorio ~i con11·nppone l'a!'l'uolam ento volontn l'io degl'Inglcsi. Le esenzioni dal :a:ervizio mi litare per infermilit o clef'onniLà sono regolate da criLeri diversi ecc . « 2° ll numero degli ann i di ferma non è uguale in Lutti gli <( eserciti. Ora no i sappiamo che la morlnlilit cli unn classe cli leva « è molto maggiore nel suo primo anno di servizio che nel secondo, « e più in !fuesto che nel snccessivo, e così vì:t fino ad un ceito Ji« mite... . .. gli eserc iti in cui i soldati passano nna'fcrrn a. piLt lungR « sollo le armi, a,ranno una morlal itit minore. L' Italia rhe lari« dusse a soli 3 ann i » (quando pur non sia cli soli 33 mesi) « tro-· (I) Ibidem.

DELLA MORTAL IT,\ l'-ELL' ESERCITO ITA LJANO

'e5J,

« vasi perciò solo in una condizione sfa,orevol e nei confronti col« l'esercito francese che mantenne la ferma cli 5 anni, .e coll'inglese « che ha. una forma perman ente di piLL lunga clurata . ... >> . Con molto accorgimento fa cli questa circoslanza una delle ragioni più influenti a spiegarci l'aumento della mori alifa che si osservò dal ·I870 al 75; epoc,1, in cui avvenne la r iduzione della ferma. « 3° Bisogna. tener conto anche clell'orgaHizzazione degli eser« citi o distinguere quelli ne' quali il servizio si fa in base ad un <e sistema territoriale, oppnre che hanno all'estero colonie mil itari 1< in pa esi ma l;;ani. La prima circostanza con triJmisco molto a ren« dere minori le perdite, o forse è fallore principale della piccola « morlalitù clel l' esercito prnssiano. T; Italia non ha territori al<( l'estero da guardare, ma ha i suoi ·I ·IO di latitudine, i suoi ciimi « disparat issimi ecc.; (( 4,0 . cc i:i 0 Quando si pa.rla di mortali!.~. Begli c~ercili bisogna non di« men i icare le ri forme n. Parole d'oro . Ragionare sui dccE>duti senza tener conto alcuno dei riformali mi fa l'effetl o di chi volesse ,olare con un 'ala sola. « È evident e - riprende l'autore - che ele,•andosi maggior« meni E' le proporzion i elci riformati, si clew alquanto diminuire !'in<< tensil it della mortali tit e vicevel'1:ii'l.. Or bene, si prenda nota: « l'esercito inglc~e ed il prussiano da nno alle riforme Ulla. amp iezza « assa i maggiore che non l'esercito ilaliano )). « 6° : ( I). « Ecco dµnqL1 e cli quali e quanti coeJTicienti hisogna r icercarel'in« fluenza in un ostudiocomparati,·o fra la mortali tàdi diYersi eserciti <1 europei : » e passa ad e:,porre in cifre, per queJl:t maggiore seri e di anni che gl i èpossib ile attingercno!.izieofli ciali, quale ful amorlal ità nei di,·e1·si eserciti di Europa. Api e' dell'uJ 1i mo quadro riassuntivo, ove ri:mlta che su mille della forza il s~ldaLo i.1.aliano muore come ·I11 ,6; il belga come ·I0,7 ; ]'in(! ) li§ •1• e 6° gli ho omessi perchè accennano a circostnn,e ùi un ordine cli,·erso, Impu tabili n c1ualcuno, come l'ahmentazioue, l'accaserma mento, il vestiario, le fa tiche ccc. Queste non tolgono In comparabili agli elementi, o non è qui il luogo di parlarne :.. Provato che gli elementi sono comparabili e che un eserci to ha rispetto agli al tri un eccesso rii mortalità ne ricercheremo le ragioni nelle fatiche, nel vestiario, nel vitto, nell'accasermamento e mn ga1·i nel valore scientifico dei medici che li curano.

i,,


452.

I NCHlESTA ST A TlSTfCA SUL LA ECCEDEi'\ZA

ofose come 8 ' J. '· il francese come 8,7 ; il prussiano come 7,2; e il t, ' sassone come 6,4; scriYequeste defin itive paro le. « Nel compilare queslo lavoro non ebbi alcun disegno presLabilito ·{< inteso a meuere in rilie1·0 le calliYe condizjoni del uost.ro esercito. -<( Pur teoppo mi sarei augurato di non troYare un si spiace,,ole risul<< tato, ma la mia buona intenzione ha dovuto cedere innanz i alla << evidenza dei fatri, ed alla inesora bi.le eloquenza delle cifre JJ. E tutti i coefficiemi di cui si élove,,a tener conto per uno studio comparativo fra la mortal ità di di.versi eserciti~ }le lo perdoni, l'amico, ma questa conclusione 11011 è legittima. : è una vera stonatura nell'armonia del suo lavoro . A quale eviclen.=a de'f'atti lw doviito cedere? Aquella forse degli ultimi enunciati in cifre medie delle statistiche ufficiali'? Ma. quei son pr-odotti al'i tmetici SI.li quali la criLica t.rovù sempre a ridire, e se posti ad un parallelo conviene ad uno aduno interpetrarne il valore, come l'Autol'e m'ha giù insegnato. . Di quale inesornbile eloq·nenzci egli intende parìare? Di quella dell'abaco? Gliela concedo. L'undici dell'Italia è p iù del sei della Prussia e della Sasson ia, più del!' otto dell'Inghilterra e della Francia. Ma non un passo più in là : la logica naturale, p iù inesorabile della eloquenza delle ci l'r:e, vi si oppone. Da quell e medie, prodotto di tlll calco lo fa llace, e che possono variare da compilatore a comp ilatore, nulla può inferirne pro o conLro il vero st.ato sanitario di quesLi eserciti fino a che non abbia almeno tenuto esatto con to de\uoi coefficienti. Soi per essi quelle cifre acqu i::;teranno forse pregio di cornparabi litit e la vera loro sign ificazione relativa . È lni, il Sornrnni, che lo ha premesso e sostenuto con va lide ragioni. Chi lo assicura che l'eccesso di. mo.rtalità di cui aggn11a l'llalia non sia che la legittima conseguenz,1 e del modo di computare la fo t'za media annua, il per mille dei morti, e della brev ità del servizio, e del minore numero di riforme? E allora, cosa vi snrehhe a deplorare, di c.!ie ci dovremmo afn iggere? . GI' incettatori di cifre e frasi a sensazione con poca capitit di patria fecero tesoro di questa conclusione e la spi[erarono ai quattro venti, senza dire- questo s'intende - che le giudiziose· premesse del!' Autore infirmavano il valore comparativo delle cifre del quadro riassuntivo, e rendevano insussistentile ultinte scoraggianti parole.

4.53

DELLA :--roRT ALlTÀ NELL'ESERCITO ITAL IANO

X.

Nella statisti ca compai-at.a del S0m1ani, l'J lalia è solo innanzi all'Austria e alla Russia, ove i soldati muoiono come ,f 5,3 e ,f /4,7 °0 /oo· Non ho spazio per slaLuire fra ttLtte le potenze citate dal!' Autore un valido confronto: mi contenterò cli pochissimo, che se« dal fumo foco si.argomenta JJ dal poco ch'io n'esporrò potrà il molto arguirsene. L'on. Ricolti - seduta. cilat.a - disse « non possiamo prendere « per termine di paragone nè l'esercito del Portogallo, nè gli a.Itri « secondari, co'quali non potremmo stabilire dei confronti con suf« ficiente analogia >J . In fatt.i due cose della sLessa natura, JJm unagrandee l'altra piccola, mancano di proporiion:tliU1. ch'è la pri ma condizion!:) dell'analogia. Nel caso nostro paragonare sollo il punto di vista dell'igiene due eserciti uno di 200,000 uomini, l'alt.rodi "2,000 vi èpocasoddisfazione. Eccede la mortalità nel grande 7 è naturalissimo: tutto collima contro. Eccede nel picco lo'? ma vi fu sicuramente qtLalche Qircostanza straordinaria che laspiega come per il Belgio nel quadl'iennio 1862-65. L'esercito sassoue aveva un e[ettivo di 13,033 uomini: all'anno, ne morivano in media - dal ,f 832 al 38 - 57, corrispondenti a 4-,G 00/ 00 ('I), meno cli certo della congenere popolazi?ne civi!e. Quale ammaestramento dedurne per noi? quale stimolo a tar megli o? Nessuno. Condizione r,ine qnanon del .fenomeno sono le meschine proporzion i dell'esercito. Prezzo troppo caro, e la Sassonia ne sa qualche cosa . ·. Inoltre il per mille, q,iesto dato di semplice approssimazione statistica, preso su di una cifra piccola è poco attendibile. Il valore di una media è in ragione direua del numero delle osservazioni da cui è trai.la. . Dunque il confronto, per la forza che hanno i rispetti vi eserciti, potrebbe essere utile fra le sei grandi potenze: (~ermania, Fran cia,. Austr ia, Russia, Italia e Inghilterra. 1

1

(I) Compte rendu o(/!ciel. Pubblic3to nel JSJ5 pe1· il governo inglese.


454:

1::-ICHIESTA STATISTICA S ULLA ECCEDENZA

Quest'ultima ha il suo esercito diviso nel Regno Unito, in 9 domini.i e a bordo dei bastimenti. La mortalità in Lutti questi }ltoghi . su mille della forza oscilla - decennio 11864--73 - da 9, 117 (Regno Unito) a 34,, 95 (China, Singapore dfalacca) ('I). ta media di queste H mortalità è 117,59. Se dell'esercito ne conoscessi partitamente la forza ne dedurrei la mortalità generale, che non sarebbe lieve. Secondo l'Arnould nel 11870 negli Stati britani1ici e colonie fu di H,'32 per mille (2). Che se prendiamo · a calcolo, come fa il Sorrnani, solo la mortalità delle truppe che tengono guarnigione nel Regno Unilo. quadriennio 1187-1-711: - a,Terno 8,&, 00/,.,o: ma allora il grande oserei to si riduce a75000 uomini. Alla Camera. l'on . Ricotti a proposito di confronti disse francamente: « l'Ingh iltena la scarto, il suo ordinamento militare è <~osì « diverso da éruello degl i altri Stati europei che non si possono sta« bilire confronti )) . Ed è vero . L'ingaggiamento yolontario gli. dà una base tutt'a.ITaLto diversa . Chi non si sente cbia.mato per la vita militare comincia col non presentarsi nemmeno alla visita: La coscienza individuale delle forze fisiche è rispettala,; la naturale avversione non è violentata: gran che! Ciò che da noi è sempl ice idoneil.à, in Inghilterra è vera scelta. La sLalura della fanteria è presso a poco qLLella che da noi si richiede per le armi speciali. Dei 36, 2·12 che nel ,187 11si presentarono per ~ntrare nell 'esercito, fu'rono di.chiarati inabili 12,0H; il terzo (3) . E :si che i ciech i, i. gobbi, i nani, gli zoppi, i monchi e tlllla l'interminabile serie degli infelici non avrà tentato la pì·ova. . I domestici, gli artigiani, gli operai, i commessi di negozio e scritturali ed altra gente delle grandi e piccole città, non cli campagna, danno un _vistoso contingente: 70 e forse più per mille, come può rilevarsi clall' ora rjtalo documento, i contadini, i col Livatori danno il restante. Precisamente l'inverso di quello che avviene 1

(li Vedi Son"H', op. cit. (2) Gazzetta medicale di Pa·r igi, N. 27- 28, 1874. 1873. (3) Colburn's United S ervtce: N. Vedi Giornale di medici-iia ,,nU.itwre p er l'esercito italiano .

·nxxxvm,

'\

455

DE L LA MORTALITÀ N ELL'ESERC ITO ITALIANO

nei paesi ove non s'ingaggia ma si recluta. Quindi _la quis~ione cl~ -acclimatazione, di accomodazione organica al mefit1smo dei centn popolosi, gravissima per noi, là non ha quasi significai.o. _ Alla ferma permanente degli Ingl esi noi contrapponiamo 36 mesi cli servizio, e << gli eserciti in cui i soldati passano una ferma più « lun()'a sotto le armi hanno una mortal ità minore )l . Da noi le per,dite di soldati cli primo .anno stanno a quelle cli secondo e Lerzo : : 40 : 25 ( I). Le ragioni che spiegano il fa tto si' veggono : sono patenti. È quel noviziato the si paga sempre in tutte le cose. Il Maestrellì (op . cit.) toccò bellamente questo Lcm.a. In conclusione il grande eserci to che nel Regno Unito come sotto latitudini clifferentissimè aleggia la. bandiera in glese , per le sue particolari condizioni è fuori discussione: non se ne conosce la mortali Là media generale. Acl ogni modo noi vi nceremmo alla prova. Quella parte, i 75,000 uomini che guardano il Regno Unito, muoiono in ra.gione dell '8,4 °0 / oo, ma hanno l'ingaggio che ne sconvolge la base cli confronto. Ciò nonostante se per quelli si considera che gli argomenti adol li circa la loro incomparabi'lità sono a .danno dell'esercito ital iano, convenendo lutti a farci statisticamente fio-urare una mao-r,iore mortali là, e t)he l'esercito inglese, come dice O 00 il Sormani <( dà alle riforme un 'ampiezza assai maggiore che non « il nostro esercito)) - il doppio per lo meno! - è facile dedurne -che reale, sostanziale differenza fra ql1ell '8 ,4 e 1·1,6 o non v'è o per lo meno non è provato che sia a noslr~ danno . Ad oani modo poi è certo che l'addizi.one per le perdi te per 0 morti e riformati _:_ esponente complessivo dello stato sanitario di un esercito - ci è favorevole. L'esercito italiano perde il 28 o o 29 °0 / 00 ; l'inglese (interno) non meno del 36,40, se pure non vogliamo preslar fede ad una pubblicazione del maggio 1876 del ~iornale The Lancet, secondo la quale salirebbe a 38,06. l:)

1

(l ) Vedi Re lazione di

C BfiALB,

1875.


456

INCHIESTA STATIS't!CA SU LLA ECCEDENZA

(

Xl.

Ecco solto il punto di vista della mortalità il posto rispeltivo degli altri 5 grandi eserciti: Prussiano (,1872) morti Francese: esercito interno (,1872-74) ltaliano (11870-76) . Russo (:187 1-74) A.ustro~ungarico ( 1870-73) La. media generale è di ,1•I ,5. 1

1

/oo delln [orza

00

)) ))

)) ))

))

))

))

))

1

.

invece, come dissi già, li ragguagliamo alla forza presente, èh' è minore di quella a cui i morti appartengono : d'onde una mortalità maggiore del vero . Vi è la differenza di fenna, 3 anni per noi, tj per la Francia. Potrei citare ancora. una volta le parole del Sorm;mi a que!';to proposito e la proporzione poc'anzi riferita con cui muoiono i soldati di primo anno e quelli di secondo e terzo. Aggiungerò solo che nel.:. l'anno militare 1876-77 il nostro esercito ebbe 2040 decessi: erano di 1° e 2° anno 1 152, di 3° 4 13, i rimanenti di 1. e 5° e più (,1). Volendo fare dell'abaco niente di più facile che dimostrare colla proverbiale esattezza del calcolo qualmente per questa sola diversità di ferma il nostro eccesso di 2,0 °0 /oo non sia che lllla parvenza. Secondo una · tavola che il )hestrelli ha tolto dal Laveran Delle pe1·dite per malattie - la Francia dal •I 862 al 72 avrebbe riformato il 6,8 °0/oo della forza: e cumulativamente per mori.i e riformati avrebbe perduto il '17,04. Secondo I' Arnould - Stato sanitario dell' lirrnata francese dopo la gtu3/rra, desiunto da docum,entfof(ìciali per l'a111no 1872 - invece, le riforme ascenderebbero al •I 5,08, e le pèrdite al 2.5,57 °0 / 00 . Cri i avanzi della guerra ,f 8707,1 possono spiegarci la differenza. Nella citata bibliografia al S9rmani si legge che negli anni •1862. 69, 4872 e 11873 le riforme ebbero in Francia questa gradazione: 17,02, 15,08; H,59. L'Autore nota che aggiuntivi i ritiri queste proporzioni aumenterebbero fino pel 1873 - come già riferii - a ·I8,80, quindi le perdite complessive per cause sanitarie sarebbero di 27,50, mentre le nostre sono di 28 e 29. Differenza in più ·I 00/ 00 • Troppo poco per compensare la nostra media della mortalità sbagliala in piLì, le condizioni climatologiche e quelle relative alla durata del servizio, tutte favorevoli alla Francia. 1

1

7,2

8,7 •11,6 H,7 :f 5,3 1

Conven iamone subito: l'Italia che è nel mezzo, · senz~i eccedere in pretese, non 'ha di che lagnarsi. Dovrebbe anzi esserne soddisfatta riflettendo che quel posto l'occupa fra tutti eserciti interni, essa che per circostanze di forma e giacitura ha climi svariatissimi, come avvertiva il generale Corte$e nella sua opera premiata: che percossa dall'aquilone da un capo, clall'al1.1·0 è soffocata dai venti del deserto per i quali ne giungono a noi talvolta I.e coce:nli arene. Condizion i coteste clte i>p icgano J'a.pparente stranezia per cui in Italia si muore più che non parrebbe, e che non verificandosi per le truppe interne delle qnattro potenze potrebbero i'arci presumere una mortalità quale presso a poco negli altl'i eserciti si veri(ica solo neHe guarn igioni dei possedimenti all'estero. In quanto alla Francia ho poco cla dire. 1'8,7 che dà nel triennio ,1872-7.f. è la cifra più bassa ell e offra partendo dalle pr.ime epoche in cui sono,poss.ihili tali r.icerclte, cioè <lel ,.1820. In Algeria, causa le circostanze climatologiche le quali trovano analogie con quelle di alcune regioni d'Italia, perde nello stesso periodo di tempo il '·17,'.il 00/ 00 . La differenza dei morti fra noi e l'esercito interno è di 2,9 °0 /oo della forza. Ma le statistiche francesi comprendono, è vero, come noi, tutti i morti delle classi sotto le armi, ma li riferiscono poi, com'è logico, alla forza effettiva, cioò di tutte le classi sotto le armi . Noi

457

DELLA MORTALITÀ NEl,L'ESERCITO ITALIANO

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XII. La Prussia: ecco la vera stregua. La Prussia col suo 7,2 per 00/ 00 ci condanna alla inferiorità, non senza però un tribunale di appello che accolga le nostre ragioni. (l ) Generalo F. Tonns. nela2,..ione annuale. ANNO XXJJJ, VOL. IJJ.

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INClllESTA STATISTICA SU IJI,A ECCEDENZA

DELLA MORTALITÀ NELL'ESERCITO ITALIAJ:,10

Premetto da buon cronista che la mortalità nell'esercito prussiano fu sempre molto bassa, anche quando gli altri grandi eserciti l'avevano altissima. Nel decennio 48;iH -30 fu di 11,7 ('1). Poi scese ,)·846-63 - a 9,4.9 (2); in fine a 6,0. Ora il Sormani ce la dà a 7,2. Convien premeuere pure che della vera mortalità dell'esercito prussiano se ne conosce poco. - Rammentiamoci che fu a Berli no che fallirono i preventivi accordi per una statisticasanitaria militare comparali va. - Quella dataci dal Sormani si fondit sulla falsa supposizione che i decessi di un semestre moltiplicali per due, e quelli .di un trimes~re moltiplicati per quattro siano eguali alla mortalità di tutto il relativo anno. Le statistiche ufficiali della Prussia non offrono per gli anni 1870-73 altri documenti. Quel 7,2 è un vero strazio fatto patire alla verità storica delle cose. · Il Sorm.ani nel suo pregiato lavoro, !'on. Ricotti alla Camera, l'on . Gandolfi nel suo articolo - Uno s_guardo alla nostra legge sul reclutamento - ecc. accennarono come condizione favorevol_e alla Prussia il sistema territoriale. Nessuno però ne ha misurata la portata: nè io mi vi provo. Ne porrò in rilievo un solo lato, e ne ha molti, tutti favorevolmente influenti SUiia cifradelJamorta]itiL In un esercito come il prussiano ordinato su di un,sistema territoriale, quando un soldato si ammala, vada all'infermeria del corpo o in quella di presidio, vada all o spedale militare del capoluogo, è sempre per lo meno vicinissimo al suo comune. Ne viene che se domani le sue condizioni di salute giungono a tale da non far più presumere in lui un possibile soldato lo si riforma ecomunque infermo e deperito i suoi possono sempt~e e facilmente riprenderselo. Risorge?tanto meglio: due valide braccia di piùallavoro. Muore? l'esercito non se ne occupa: colla riforma scrisse l'ultima parola a suo ·riguardo . A fin d'anno è un riformato e niente più. Ben diversamente procede la bisogna negli eserciti non ordinati a sistema te1Titoriale. Lét riforma è ottenuta, ma chi ne doveva fruire non è più in grado d'intraprendere un viaggio pernoi talvolta di due, Lre e più giorni in ferrovia, su batteili a vapore, in diligenza e spesso cogli uHimi chilometri sul basto di un asino.

!lesta intanto allo spedalé vagheggiando tempi migliori . Ma la malattia procede, il deperimento si avanza: muore. L'esercito se Ilf accoll.a il decesso. Si libern almeno della riforma che già si era addebitata? Non lo so. Si noti bene: in realtà il soldato sotto questo punto di vista muore tanto col sistema territoriale come col non territoriale: è questione di morire qui piutl?sto che là, o per dir meglio è solo affare di computazione.

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(I) Compte t'endu officiel: pubblicato nel 1815 per 11 governo inglese. (2) L. L• vx11AN, op . cit.

XIII.

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Questo stato di cose per l'Italia è aggravato a dismisura dalla sua conformazione geografica, tutt'altro che concentrica a mo' della Francia, e dalle sue isole. Per dare una idea approssimativa del quanto infl.uisca sulla cifra della mortalità o.ITro qualche dato che debbo alla gentilezza del direttore colonnello J>. Costetti. Bologna fra le grandi città d'Itafot è una delle più centrali, ove le conseguenze relative allé distanze da percorrersi per raggiungere gli estremi clel Regno debbono essere meno sentite. Ebbene, in questo spèclale militare dal 11° luglio 1860 a tutto il 1877 (17 anni e mezzo) morirono 1833 individui: ebbero una degenza, di oltre tre mesi239, fra' quali 29 superarono quella di 200 giorni. 5 di 300;2 di 400. Le malattie che condussero a morte lutti costoro eh' ebbero una così lunga degenza furono, com'è naturale, di lento corso, e quasi tutte di tale indole che per molto tempo mentre da un lato dovevano togliere al curante ogni speranza cli ricostruirne un soldato, dall'altro avrebbero si.curaruente permesso al paziente di rimpatriare se i disagi di un piùo_meno lungo viaggio non vi si fossero opposti. · Di questi 239 in fatti 43 erano delle isole - Sir~ilia e Sardegna 70 del sud, 85 elci norcl e 4, 1 del centro. A queste cifre posso aggiungerne al tre men grandi, ma di più precisa significazione. Nel quinquennio 1° aprile 1873-78 morirono allo spedale militare cli Bologna _386 soldati: 1139 erano già stati r.i1

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INCJ-111':STA S TATISTI CA ~ (JL LA J•:cc1m 1, NZA

formati. Se questi avessero potnto mggiungere le loro r.ase la cifra · dei morti si sarebbe ridotta. n. 247, cioè del 36 per O / 0 • Se fossi un abacolìlo ne trarrei la conseguenza che se in Lutti gli ospedali rn.ililnri del Regno per qL1.esto quinquennio si fosse procerluto alle riforme co lle stesse sollecitudi11 i che in Bologna, e le distanze non si fossero opposte al rimpatrio clei riformali, per questo solo coefficiente la mortalità dell'esercito ital iano nulla avr-ebbe da irnicliare a quella del prussiano: il nostro ·I11,6 si ridurrchhe a 7,/4,. Senza dir poi che igno riamo, nè possiamo nemmeno approssimativamente calcolare a cosa ascenderebbe il numero di quelli cui, giusto appunto per la molta strada da perconcre, la prcvigenza del medico curante vide inutile iniziare le pratiche per lit riforma. lt c~rto poi che la cifra. clevata dei dichiarati inahil i a prose"uire 0 il servizio spiega in Prussia. la. poca mortalità. L'on. Ricotti disse « :.e ~nche fra noi -seduta cit,tt,L - si potesse « portare I.a mor·talità. come iri :Pr1rnsin avremmo nOO mo l'ti cli meno « all'anno: » nell'esercii.o, no nel regno. Nell'e::;ercito poi avremmo molti più riformati che se non sono cla computarsi fra. i mol'ti . nemmeuo fra i vi\' i, nel senso utile di questa arcana parola. Dice Arnoulcl, Gazzetta medfrale numel'i citati, <( Ncll' esercito prussiano i tisici si riforrnano al primo sospetto >> : e fanno bene. Se le diagnosi sono giuste mol'ranno for:;c egualmente, ma a casa loro, e senza fare pesare i decessi sull'esercito. li quale, 11el ,1868 e ,J 860 ebbe i11. media G, ~) cl i decessi e il 24,,4, nel primo anuo, 2,\.,0 nel secondo cli riformati ( I); aggiuntivi gli invalidi queste due cifre salgono a :30,40 e ,L :~2,70 , e complessivamente le perdite per cause s;tnila,rie a 37,:10 e a :3H,fl0. Nel "87'.2 la rnorlali(.;'1. fu di 7,2, i resi iw1.bili a pro!;cguire il servizio 52,77: in Lutto i>9,97 °0 1 00 di perd ite! Anche qni i residui della guerra esigono una tara, ma. resta sempl'e al confronlo un eccesso di pcl'dite per cui. deploro lo stato sanitario dell'esercito prussiano e riflettendo alle belle cose che se ne scrivo110 mi convinco una volta cli più che tutlo è possibile in ~latistica, anche lo assurdo. (I) R apporto sanitario sull'esercito pr1>ssia110 per gli anni 18GB e GO. Vedi Gior-

nale di medicina militare per l'esercito italian o. 1873.

DELLA MORTALITÀ N ELL'ESERCITO ITALIANO

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XIV. Brevemente. Non' volendo, credo di aver dimostr:,tto che in questi studi si naviga in un mare cl'incertezze: dal.i positivi, uniformi, raccolti contemporaneamente e all'unico scopo cli giovare all a scienza, valevoli insomma per ùn parallello, non gli abb iamo. Per la rettitudine dei giudizi sarebbe espediente tace1·e sino a tempi migliori. Prevalendoci di qnell i che si hanno con vien concludere col dire: aveva ragione il ministro della guerra, un poco di analisi e la moria dell'esercito ital ian o scompare. Le condizioni san itari e dei nostri soldati se non sono ottime, sono buone e 11011 temono sicuramente il confronto dì quelle degli altl'i eserciti europei. Il grido d'allarme dunque non è giustificato . Non i: il caso di urgenti provvedimenti; non mi pare amor cli patria il l'Cclamarli àd alla. vore. ì\la il I.iene è sempre bene, sia che ci eviti un male, sia che ci procuri il meglio: ~uin<li non rn' dire con ciò che si debba cessare élaJ porre ogni stndio per rendere ai nostri bravi soldati men grave questo nobile trihuto di valore che pagano al paese, ma non ci degradiamo in faccia al mondo, non spaventiamo le fami glie facendo credere loro che la più valida gioventù nell'esercito vi muore in proporzioni straordinarie . Volendo diminuire cli alr.un poco la cil'ra della mortalità converrebbe: 4° aumentare quella dell e riforme, e :-;arebbe provvido; 2° trar prolìtto cla questa notii ia. In tutti gli eserciti stanziali si verifica un eccesso di mortalità nei primordi del servizio: l'Inghil terra fa eccezione, ma essa per molti mesi dopo l'ingaggio non esige che ginnastica e schern1a. Dentro certi limiti l'esercizio della persona giova, perchè svolge, perchè a.urnenta le forze; al di là consuma il ca.pilale. Temo che qualche voilà da noi con i coscritli si giunga a quesLo. Bologna, agosto 1878.

C. Fwm Afaggiore medico.


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Cesare Borgia d ·ucn, ,li Boniag•il,a. Notizie e documenti raccolti e pubblicati da E DOARDO ALv1sr. - Imola,

Galeat i, 1878. - Un vol. in 16°. L'imparzialità nell'esame dei fatti usciti per la lontananza dei tempi e per più maturo e libero giudizio dal dominio delle passioni, cioè la critica illuminata da una vera fi losofia sciolta dall'antico legame sco-: lastico, e le continuate indagin i d'i nfoticabil i e pazienti ricercatori di tutto ciò che ha interesse storico, tendono oggi a dissipare le oscilrità che avvolgono uomini e avvenimenti di epoche memorabili, procurando cosi di scoprire quella flu ttuante serie di anelli di cause e di effetti, cui si annoda il graduale sviluppo del progresso. Ma si hanno periodi storici dei quali è assai difficile ricostruire la vera e genuina narrazione, demolendo quel principio autoritario che tanto fra gli scrittori, quanto nelle tradizioni e nella vita pubblica si afferma con tutti i · caratteri della legittimità; nè bastano nuovi ragionamenti per distruggere cose da secolo in secolo ereditate come indiscutibili dalla comune credenza. Di tal genere è il periodo di tempo trnscorso da l '1492 al ,J507, che può intitolarsi del pontificato .di Alessandro VI e che fu uno dei più tristi registrati nelle nostre storie. Fu una straniera invasione che si dileguava ed altre che si preparavano ed irrompevano in Ita lia Fra i tradimenti e la· mal vagità_dei signorotti, Jc lotte intestine e l'ignavia delle milizie paesane, si videro emergere tipi d.'uom ini che parvero simholnggiare in loro medesimi la prima cagione delle patrie 5Yenture. Fra questi tipi primeggia Cesare Borgia, il più celebre dei figli di Alessandro VI, cardinale e poscia duca di Valenza, l'uomo su cui si accumularono le più terribili accuse, marito cli C&rlotta d'Albret sorella

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del duca di Navarra, luogotenente del re Luigi XII nel la guerra per ristabilire la potestà della chiesa in Romagna, signore d'Imola, di Forlì e di Cesena. Le citazioni riportate nell'opera dell'Alvisi dipingono il duca con men foschi colori che non fu fatto finora, e in alcune parti tentano di scagionarlo dalle accuse di assassino dei suoi parenti, come lo rappresentano in altre valente capitano cavalleresco nemico di Caterina Sforza, la quale cli fendeva la signoria del la sua fam iglia in Romagna, principe prodigo anzicl1è libera l!~, protettore di iet.terati e di artisti. Ma in tar1ta controversia di opinioni di storici e diversità di racconti non è agevole che muti sembianza In tetra fi gura del Valentino. Eppure se egli fu terribile per indole ,ua o dei tempi, per ambizione e necessità, ebbe in animo vasti concetti, che tentò realizzare adoperandovi rara costanza, perspicacia, risolutezza. Non gli si può negare il merito cli aver tentato di riunire in un solo e vasto •principato città divise e mal governate, come, se non l'accusasse la perversità dei rn1~zzi onde si valse, sarebbe lodevole per aver incominciato a combattere il germe dei soldati di ventura . Cesare Borgia lìn · dal principio della sua dominazione nella Romagna · v'istituì una milizia del paese, che poi fu d'esempio in tutta Italia. Fecealcunecompagniecli so]dati armati cli hmciotti, con aste tanLo lunghe per poter l'erire i cnvalli e non aver da metter mano alle spade, cd èrano fra loro schioppettieri: ogni venti avevano un caporale, andavano a suono di tamburini con la bandiera davanti e vestivano una divisa. Erano circa miile qua ndo il duca li condusse seco a Roma; ma poichè nella guerra di Ceri i fan ti romagnuoli fecero buona prova, egli ne ordinò un'altra levata di due mila, quasi tutti da Imola e da Forlì. I Veneziani nelle proprie cerne imitarono gli ordini delle fanterie romagnuole ed il colore delle loro casacche dimezzate di bianco e di rosso. Alle milizie cittadine il Valentino poneva per capi uomini del paese, come ai governi delle città, e così arm~ti i popoli li avvezzava a difendersi e ad esser fedeli. 1 suoi commissari avevano fatto inscrivere nelle città tutti i maschi dal la nascita alla morte, e per rendere i comandati atti ad ogni zuffa, fece egli commettere per loro alle fabbriche di Brescia, corsaletti, elmetti, ronche, balestre e schioppetti per ,t 2,000 fanti; mentre in .Fermo ed in Cesena faceva fondere colubrine e palle di ferro col suo nome impressovi . L'autore ha con molta cura ed assidua investigazione raccolti i ma- . teriali per formare la sua pregevole opera, importantissima pel sog-


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E PEHIODlCl

getto e pel modo chiaro, sobrio e preciso con cui è fatta l'esposizione. Non solamente egli ha compulsato i diplomi, i diari e i carteggi relativi all'argomento conservato negli archivi romagnuoli, ma ha altJ'esì rovistato le principali biblioteche d'Italia non che quella na1,ionalc di Parigi, cosicchè il suo lavoro può considerarsi come· uno dei più accurati nel suo genere, e l'unico che riunisca gli atti della vita di Cesare Borgia dalla nascita cli lui alla sua morte. I documenti allegali io fine dell'opera giovano a diffondere più viva luce sui fatti narrati dal!'Alvisi nella sua storia, la quale puù degnamente figurare e non senza interesse anche nelle biblioteche militari.

Il generale nrialmont ha pubblicato nn nuovo lavoro sulla fortificazione del campo di battaglia. Già nel 1870 l'illustre generale belga aveva dato alla luce un opuscolo sulla fortificazione improvvisDta, il quale, tradotto in più lingue, ebbe gli onori del mondo militare sebbene incompleto ed anche difettoso in alcuni punti. Era nnD semplice conferenza scritta per l'esercito belga, un saggio che la discussione e l'esperienza doveva migliorare. Risultato dei nuovi studi , delle nuove osservazioni, e dei recenti insegnamenti è appunto la fortificazione del campo di battaglia. Il nome dell 'autore e l'importanza dello scritto ci inducono a riassumere le idee principa li che vi sono contenute.

Il primo gwcrale che nei tempi ·moderni diede grande importauza alla fortificazione campale fu Carlo V, il quale aveva assegnato ad ogm . reggimento dì lanzachinetti una compagnia di 400 pionieri. Un' organi1,zazione analoga permise al principe~ di Parma d'eseguire i giganteschi lavori che richiese l'assedio d'Anversa nel •158,i-. La fortifica1,ionc improvvisata fu ancora adoperata nella guerra dai Nassau, da Gustavo Adolfo, da Luigi XIII, da Luigi XIV; ma al solclato ripuguava il maneggio della pala e della zappa, cosicchè tali lavori doveyano es:;cr fa ui da contadini . Turenna, Pietro il Grnnde, Fe.derico II, Napo leone, l'a rciduca Carlo, Wellington e i generali che combatterono con essi, ricorsero Jreq uentemen te alla forti fìcazione improvvisata, ottenendone di grandi vantaggi. Dopo il 18,t 5, l'importama della fortificazione sul campo di battaglia . si fa maggiore. l lavori di Valeggio nel 184:8, quelli di Sommacampagna nel •I 866, quelli d'America durnnte la guerra di secessio.ne, le armi 11 retrocarica, fanno, infatti, pensare seriamente al bisogno di dare maggiore sviluppo a codesti lavori. Napoleone III·aveva ordinato al generale Mac-i\'Iahou di farn. al campo di Chftlons espprienze, le ·quali furono giudicate « conr;/;ucl,~ntissime ». Nel 1870 la fortificazione improvvisata rese inconte5tabili servizi a Mars-la- Tour, a Metz, a Parigi e :;ulla Lisaine, mentre ì combattimenti ni.emorabili nelle strette elci Balcani, sulla T1111tra e attorno a Plevna, sono una grande conferma dell'aforismo: r;he, r;o!l'vmpieg·o giudizfoso de•i trincerame1iti, un eserci to , prov•visto d'anrvi, a biro cefore, p·tiò resistere ag 1:i assaltJi ,ripet1iti di un eser('Ji,to eguale per valore e ben silpervi,ore per ntlmtwo. La fortificazion e devf: dunque ormai essere consideratD come formant.e uno dei rami essenziali della tattica.

In ogni tempo si è fatto uso di trinceram.enti per fortificare i punti deboli degli accampamenti, dei campi di battaglia, e per mettere al sicuro le truppe. Le fortificazioni del campo di battaglia esercitano un'inlluema favorevole sul morale delle trup pe che le difendono ed un'influenza sfavorevole in quelle che le attaccano. Esse aumentano le difiìcoltà e le perdite dell'assalitore che, sorpreso, non sapendo qualche volta ncrpure la loro esist1mza al momento in wi s'inizia l'a1,ione, non può nè apprezzare esattamente la loro importanza, nè prendere in tempo misure per evi tarle o girarle. Perciò trinceramenti improvvisati, costrutti all'insaputa del nemico, sono talvolta più utili dì ridotte o fortini costrutti con lunghi ed accurati lavori .

Dopo l'invenzione del fucile a rntrocarica, continua l'autore, la pot.ema della fanteria risiede princip:ilrncnte nel fuoco . L'accrescim~nto naturale dell'azione della fucileri a lrn portato modifiC(lZÌOlÙ profonde nella tattica cli tutte le armi, ed ha fornito nuovo argomento in favore dei trinceramenti improvvisati che mettono la fanteria al coperto dei d1.ie te1·zi dei colp'i diretti contro di essa, senza toglierle la facoltà di prendere l'offensiva a momento opportuno. È ormai più che necessario tenere conto di 4ucsta massima del maresciallo Rugeattd: si le moment de wmbattre n'est pas arri1,é, tenez-·oous hors de de portée ou cachez ·oos tro·upe,s. · Siccome la diflìcoltà di lenerc le truppe fuori dal raggio d'azione

le général A. BRIALMONT. Bruxelles, C. Muquardt, 1878, pag. 415 con atlante di 19 carte, prezzo lire 12.

La rortiffoation du ehnntp de bataille par

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~ei proiettili aumenta tuttodì, la necessità di nasconderle diventa sempre più evident.e; ora, per nascondere le truppe, bisogna o ben utilizzare i coprimenti naturali, o ben costrurre coperture artifi ciali. Quando il . terreno è accidentato o coperto, si può faci Imente nascondere le truppe alla vista cd ai colpi del nemico ; non è più egualmente possibile quando il terreuo i} piano e scoperto . Così la necessi tà.di darn utensili da zappatore alla fanteria è specialmente semita dagli eserciti che devono operare in paesi pia ni. Sotto questo rapporto le tr11 ppe svizzere, italiane e spagnole si trovano in ben altre condizioni di quel le tedesche, oìandesi, danesi e belghe. Le trincern dì bnttaglia sono uti li non solamente per le tru ppe di prima lìnen, ma ancora per le truppe più esposte di s<~conda linea. Lo trincee di questa linea serviranno d'appoggio alle truppe della pri ma in caso di ritirata. Sono ancora utili per co pri re i sostegni delle batterie e specialmente per raccogliere i feriti in attesa di poterl i trasportare altrove. Organ'izzltr1J dei coprimenli offem''Ìl1Yi, ecco il primo problema a risolvere sul campb di battaglia . Ciò premesso : l'autore esamina i diversi ti pi di trincero di battaglia m 11 w nei diversi esercì ti, e trova che la trincea a sezioun triangolare, adouat.::i in Francia ed in Germania, sembra poco pratica . L'esperienza prova infatti che il cacciatore, quando. deve coprir:;i rapidamente, scava un buco e getta Ja terra sul margine . Si otterrà perciò difficilmente che esso faccia uno scavo a due scarpe del le quali una molto leggermente incl ina ta. Per eonseguenza l'autore propone, in base agli studi ed al le esperienze, alcuni profi li di trincea che egli chiama

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È provato, dice il Brialmont, dall'esperienza che al lorquando si fanno portare gli utensili alternativamente dalle compagnie, plotoni o ranghi, se ne perdono moll.i$simi , i soldati uon conservando con cura se non ciò che loro appartiene e serve in modo esclusivo . L'esperienza dimostra ancora che al lorquando si prendono gli utensil i dai carri facenti parte del parco del gonio o delle colonne d'ntllnsili, essi giungono sempre troppo l.ardi. Quando una truppa di fànteria prende posizione e non è minacciata d'un atwcco immedia to, si decidcrit facilmente a fare trrncere, se può tosto incominciarle. - Sarà diversamente se Yi vorranno più ore per fare arrivare e dist.ribuire gli utensi li. - Allora, nel maggior numero dei casi, rinuncerit a coprirsi per timore che le pale non si facciano lungamen te aspHttu1:e o che il soldato uon sia affaticato al momento dell'attacco, quando anù bisogno di tutto il suo vigore. - l'im,piego dei t1·focemm,ent'i impro'IJ'IJisa,ti non potrà dimqne esse·l"e gener((.hzzato ohe allorquando si darà cid ogn:i, battaglione èd ri ciascuna ~01npagnfo, utens,ili v01·taf!i,/;i, 'in numero ;;ii(fi<Jiente p,w esegttire 'i t1:i,nceramen/Ji in poclvi minuti. - È eiò che avevauo compreso in Romani , ed è ciò che l'esperienza ha pure insegnato ai general i americani, che, primi fra i moderni, han no rau,o lnrgo nso della fortificaz ione improvvi:;ata. Dopo alcuni calcoli e considerazioni , il gencr3le belga stabil i:;ce come principio che la ripartizione più conveniente degli utensili per un plotone cli 64. soldati sarebbe qncsta: 2,\. pale, fi. zappe, 12 piccole scuri, 42. roncole, 8 seghe r /~ mazr.e - lotale 6/L - Ogni uomo avrebbe C08Ì 1111 utensile del peso non nrnggiore di un cl1ilogrnmma. Il sistem3 austri~co di distribuire gli utnnsili merita di essere im itato. L'autore crede ancora che si debbano nurnentare negli esercit.i moderni lo truppe del gen io, perchè la loro importanza non è diminuita, anzi è f'orsc ::iccresciuta. - Ritiene pert:rnto che una buona organ izzazione di siffa!te i.ruppe sarebbe quella che darebbe ad ogni divisione di fanteria un battag°lione di truppa del genio :;u quattro co,ripagnie, e ad ogni divisione di 1:<1vallcria 1111a compagnia ciel genio moÌJtaw. Esaminato il modo più conv,~uien te per esegui re le trincero di bat-. taglia e c.ostrurrc i ripa ri necessari 3 meuere al copel'l.O l'artiglieria e la cav::i ileria, l'untore svolge alcnne eonsiderazioni generali sulla fortifi cazione dei campi di b::ittagli,ì , prima di eJ) trarc nella questione minuta e tecnica delle costruzioni . Tndipendentemente, egl i dicé, dalle trincero, dalle buche da bersagliere, dagli spalleggiamenti per l'a rtiglieria e dalle masse coprenti

profil!i razionali .

Il gcucralc1 Brialmont dopo avere dimostrata l'importanza della fortifìcazione di battaglia, dopo avere parlato dei profil i più razionali per trincere di battaglia, si domanda : è egli necessario che ogni soldato abbia un utensile da pion iere, come voleva Napoleone e come volevano i geuerali americani dopo la guerra di secessione, oppure che una sola porzione di truppa ne sia provvi:;ta come' si .fa in Francia, in ~?st1:ia, in Germania, in Italia, in Tlllssia, ecc., oppure che gli utens1Ji srnno trasportati da vetture speciali, come si è. l'atto fino ad ora nei ~ri ncipali eserciti, o che i lavori difensivi :siano eseguiti da piomen come lo erano al tempo di Carlo V? . La risposta che egli si clii non è assoluta, pcrchè dovunque la questione è stata risolta in modo differente , e non ancora in modo dclìuitivo.

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per i carri , la fortificazione improvvisata, si occupa ancora: della difesa dei boschi , dell e strette e delle località; della costruzione d'opere aperte alla gola o éhiuse, destinate a rafforiare i punti imporranti del campo cli battaglia; deJl'aperi1u·n delle strade per le colonne di manovra; della costruzione e della distruzione di ponti per fa vorirc l'offensiva e la difensiva; della preparar.iouc del terreno avanti al fronte di batwglin . - Generalmente tali lavori debbono essere eseguiti durante il tempo che scorre rra la fine d'unll marcia e il cominciare di u11 comùattirnento o della battaglia. L'autore che meglio ha esposti i princi pii ai quali deve sodd isfare la fortilìcaz ione improvvisala, è il geuerale Rognat il quale diede alfo fortificazione campale le lince difensive che portano il suo nome. Le linee bastionate a batterie staccate del Laisné ~ifferiscono poco dai trinceramenti dc:! RogoaL - Ma il generale Brialmont dà la preferenza alle disposizioni difensive preconizzate dal colonnello Pidoll, disposizioni che s'avvicinano cli molto a quelle del Rognat, e rlel le quali un' applicazioue parziale è stala falla a Sadowa . Però siffatte linee hanno l'inconve11ientc cli imporre al le ridotte c:erte condizioni di traccialo che danno origine ad alcuni dei difctt.i del front.e bastionato. Ncssunn pertanto del le tre disposizioni cli i'ensive ( Rogu:it, Laisné, Pidolt), riuniscono le condizioni veramente necessarie per la fortificuzione dei campi di battaglia, nello st,,to alluale rlell'arte della guerra. Le ridotte ed i basti on i che formano la base cli queste disposizioui, nou v.ilgono, sotto il rnpporto dell'elficaci<1 dei fuochi di frontn, le trincee di battaglia costruttc in buoue condizion i, le quali d'altro lato, come punlì d'.1ppoggio di una linea di battaglia, e delle opere aperte alla gola sono inferiori alle ridotte Ctlll gole rlifeusive. È un pnnto questo che non è molto più contestato oggigiorno. - La discussione continua ancora sulla question.e cli sapere in c1uale proporzione le ridono devono e:;sere impiegate, quali dimensioni è. necessario dare loro e su quali elomeuti deve ri posare la loro di fesa. In massima si ritiene che e dimensioni delle ridotte debbano essere calcolate in modo che i fronti e:;posti agli attacchi abbiano a difesa due ranghi di f1tci lcria e gli altri un .solo; che la riserva int.erM sia ngllale ad •I/G della forzu clic sta f.u l parapeuo e che ciascuna ridotta abbia per guarnigione un'u11it-à tattica costituita - l\'linirnum mia compaguia di 200 uomini, maximum uu batlaglioue di 800 uomini . L'autore stabilisce il pri11cipio generale; che è necessar,io di chiudm·e completamente le opere che servono quali punt:i d'appoggio pri:n, cipal!i, d'una linea di battaglie, e d:i confida-?·ne la c1'ifesa a truppe scelte, sostenute da una riserva. esterna.

E PERTOOICI

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Il còmpito tattico dell'artiglieria nel le ridotte non è di controbatte'.~ da lontano l'artiglieria nemica, perchè presentando un bersaglio prn visibile ne attirerebbero il l'uoco convergente; il suo còmpito è quello di comincio.re il fuoco quando il nemico si prepara a dare l'assal to alla posizione, e continuarlo non solo durante l'attncco, ma ancora quando le truppe alle qua li servono d'appoggio le ridotte sono state respinte. Vi è un solo caso in cui l'artiglieria delle ridotte deve controbattere quella nùntica: nei paesi di mon tagna allorquando, por mancanza di spazio; l'ass:.ilitorc si trovn nell'impossibili tà di stabi lire forti batterie contro le opere del difensore. Le ridotte costrutte dai Turchi a Plevna e nelle strette dei l3alko.ni, così acloprate hanno dato buonissimi ri,mltati. Vi sono però :;ccii.tori che oppugnano l'impi ego dell'a1:tiglieria ucll~ ridot.tc. Il gennrale Bria!mont è d'u vviso ehe debba essern hnutat_o ai casi soguenti : ,J0 Qnando la ridotta occu pa un punto imp~rtant() m .r~ossirnit:\ del qu.:de l'artigl ieria non può trovare convcmente posizione 2,0 Quando serve d'appoggio ad un'::ila della posizione e che scopre ben e il terreno sul qu(de il nernieo deve avanzarn per attaccare o girare l'ala. 0° Quando è po,;ta allo sbocco d'nn villaggio .che deve essere direso passo passo . t 0 Quando un::i ridotta è posta innanzi o lont.a11C) clalla linea di battaglin . 5° Qua ndo occupa un punto snl qna le il nemico ha intnrc:sse di convcrgern i suoi attacchi. S11l ca mpo di battaglia i villaggi :;i tunti ali.e ali o su l fronte debbono essere forti licati; co,;ì pure debbono esser~ fortilìcati i w·uppi di .c~seo-giati importanti che sono innan7.i alla prima linea oc! 1ntercalat1 m Gl i altri debbono essere incendiati o distrntti . - Vi sono casi. in cui è necessario fortificare vi llaggi o case posti dietr·o la prima linea. I piccoli boschi che sono avanti al l'ronte o di fi anco ad una posizione o snlla linea di essa· sono utili all.:1 difesa: basta fortificarne il maro-iue·. - E rprnndo un punto importante della \mea è sprovvisto ostacoli natura li , vi si crea un gruppo di batterie e cli trincere, rinfoi-zatc da difese accessorie, o meglio ancora vi si costrù isee una huo11a ridotta .

es:;.

,r

Il o-eneralc be[r,a continua i suoi <studi esaminando come debba essMe o o 1· distribuita l'artiglieria sul campo !'li battaglia; presenta, come app 1cazione dei· principii generali della forti fi cazione di batto.glia, du e esempi di casi determinati; ricava altri esempi storìci; entra nello :studio mrnnto delle ridotte intercalate Mila linea di battaglia, tJsaminanc\one le condizioni alle quali debbono soddisfaJ'C - le dimensioni - il traccinto


470

471

LIBL"ll

E PERlODIC l

- il modo di costruzione - il calcolo delle guarnigioni cd.i tipi differenti che si possono impiegare; stabilisce i principi i geuerali che devooo regolare ltt difesa della località, ne fa applicazioni, ne ricava esempi; stndia per ultirno i vantaggi che pors'.lno derivare da nn ra zionale impiego delle difese accessorie sul campo di battaglia. ~fo a noi è impossibile seguirlo colle i;trettez1,e imposte da nna rivista bibliogralìc1.). · Un intere~sanl.c capitolo chiude il lavoro. Parte a1>uta ria.lla forti~ ficazione 'impro1J'l)isata nella giwrra d'Oriente del 1877. Le notizie che egli dii, gli furono per la più gran parte comunic.i te dallo stesso generale Totleben. l lavori di di fesa attorno a Plevna, incominciati dopo la battaglia 'del ~O luglio, sotto la dir<~zione del capo di stato m~ggiorn Terfikpasciù, furono successivamente rinforzati per tutta la durata dell'assedio. A.vendo poca artiglieria , i Turchi organizzarono i loro trinceramenti in modo da trarre i maggiori risultati dal fuoco di rucileria, risultati che effettivamente possono dirsi grundissimi. Ta le fuoco era infatti di co:;ì grande violenza che nei giorni 30 luglio e ·1 1 settembre, si ebbero divisioni di •I O, 000 uomini ridoue acl un effettivo di ft. o 5000 uomini. Quando dopo l'assalto del l' l 1 settembre, il generale Totichen giunse al quartiere geuerale, vi erano dinnanzi u Plevna da 55,000 a 60,000 russi . La guarnigione turca contava da 60 a 70 mila nomini . Aveva le comunicazioni libere con Sophia e B.ahova, sulla sinistra flcl Vie!, e Lortcha, sulla destra . Il generale Totleben avendo dich iarato che, per investire la piazza, l'esercito doveva essere rinforzato, si fecero arrivare tre divisioni della guardia. Tutte le posizioni della riva destra del Vid furono ti)sto occupate clall:i fanteria e fortifi cate con cura . Si diede alle batterie nn campo di tiro da •I 00 a 120 gradi, per potero concentrare d'improvviso, nelle ridotte nemiche, :;a!ve di 60 colpi. - · Le trincere furono rinforzate da lunette e da ridotte. I Russi avevano 300 pezzi , dei quali /10 da assedio. - I Turchi non ne avevano che un centinaio, che s'im piegarono con molta circospezione. - La p-iù grande parte erano nascosti . - Quelli che non potevano esserlo, · si cambiavano frequentemente di posto . - N/! gli uni nè gli altri prodncev::ino grandi ùlfetti. - Molte granate non scoppiavano . - Si può dire che, così nella difesa come nell'attacco di Plevna, la parte maggiore fu sostenuta dalla fanteria. Per diminuire le perdite, i Turchi ritirarono le guarnigioni dalle

ridotte e le disposero in trincee poste a brevi distanze da esse. Solo i fossi, stretti e profondi, erano occupati da truppe. - Le riserve ricoverate dietro ostacoli del terreno, o fuori dal tiro dell'artiglieria. Il campo trincerato di Plevna aveva, al momento della resa, una estensione di 36 chilometri . Le fortificazioni si componevano di parecchie linee di clifr,,sa, ben ap plicate al terreno. Le riserv,e si tenevano a 4 o 5 chilometri dalla circonferenza, al centro del settore di alture delle quali è circondatu Plevna. Giammai, dice i I generale belga, un sì grande risultato si ottenne al prezzo di sacrifizi co,ì minimi. Non si può para_gonare a questa vittoria di tattica prudente del generale Totleben, che quella di tattica av,dace del comandanti>- in capo l'esercito del Caucaso, il quale in una sola notte s'impossil di Kars, una delle azioni più straordinarie che ricordi la storia . La città di Kars è circondata da 12 forti, distribuiti su cli una circonferenza di '18 chilometri. - Sebbene le loro scarpe e controscarpe non siano ri vestite in muratura, tali forti appartengono alla fortifica. zione permanente, poichè hanno un profilo rispettabile, dei magazzini · .. . a prova di bomba e delle caserme casarnatta te. I forti non erano lontani dalla cittadella che da 2. a 3 clulometn, li assedianti potevano bombardare ,la città e colpire le riserve che vi erano ammassate. Si credeva che la riazza non avesse che 8000 uomini , 0"uarnioione . troppo debole in ra[l[lOrto all'estensione delle opere. La piazza fu presa d'assalto nella no tte del •I7 novembre. Senza per nulla diminuire, dice il Brialmont, il merito dei generali e la bravura delle truppe, si pnò sost.enere che l'assalto di Kars finiva in uno smacco sanguinoso, se in luogo di Muktar era Osrnan il comandante della piazia. C! se il suo esercito non nra demoralizzato dalle sconfitte di pochi giorni addietro . Allorquando si co~fronta l'~roic~ difesa dell~ ridotte provvisorie di Plevna alla breve resistenza. dei forti perrna~ent1 di Kars, si riconosce la verità dd vecchio adagio: che iina viazza 'l)ale tanto quanto vede l'iiom.o r:;he la dif&nde,, e perciò la necessità di tenere conto, nella valutazione della forza d'una posizione trincerala, degli elementi principali, degli elementi viventi di qualsiasi difesa:·la truppa che com,batte e il capo r:;he comanda. La fortificazione del ca?nJJO rli battaglia, f) un libro che rimarrà opera degna di tanto scrittore. Il Brialmont può giustamente dire di aver portato ancora un largo tributo agli studi militari.

1

1

~


472

LIBRI E P8RIOD 1C1

lllanteel d'hygiène dea troupes en canaringne (ex-

. trait du règlement du 10 janvier ì878 sur le serv1ce de santé des armòes allemandes), par les capitaines TIMMERHANS et DELAPS, Bruxelles et Paris, 1878, pag. 116. Questo pregevole libriccino riunisce in piccola mole e tradotte in lingua piìt diffusa, estraendo le dal regolamento germanico, le più sane regole atte ad evitare e, dove ciò non è possibile, attenuare almeno gli effetti dèllc numerosissi m.e potenze nocive che minacciano più 0 men~ gravemcn.te la salu.tc ~ la vita del $Olclato, massime in campagna. Frn le al~rc 11nporLant1ss1rne norme riguardanti gli alimenti sono accennate eh volo (e ognun vede con cpianta pratica utilità) Dlcunc dcli'.} pn\. frequenti alterazioni e sofisticazioni dei generi alimentari, ed e 1nd1cato quando _essi debbono rigettarsi e qnaudo ed iu qual modo possano rendersi ancora salubri e consumarsi . . Assennatamente sviluppato ci sembra if capitolo relativo all'insolazione, i cui segni precursor'i, e specialmente le rnisur·e cli preserva~·ione ndle marc,ie vorremmo che fossero sempre presenti alla mente dei ~ol~at1 e massime dei graduati d'ogni rango. ~1-s1 tr~va .nna_ esposizione abbastanza cornplcta dctle misure di poh~~a. ~ar11tana wca le epidem ie più ffreq1ienti sviluppantisi negli cserc1t1 rn campagna, quali tifo , colera, dissenteria, febbri miasmatiche, otta lmie,, scorbuto ecc.; e lo stesso è da dir~i dei rrrn.1.zi e modi di disinfeziorw dei diversi oggctLi e locali . Gli unìciali medici vi troveranno ancora, succosamente riuniti in poche pag~uctt!i, utili ricordi circa l'igiene degli spedali , cir'ca le tende e le baracche, ::;i provvisorie che permanenti , per i malati e feriti in tempo d1 guerra, e circa il saggio chimico delle acque potabili in campagna. Come si v~de, il Marmale d',i,g,i,ene è utile per i militari d'ogni arma e cl'ogm grado, e sotto certi riguardi può servir di complemento alle Nor-me d',igiene pubblicate nel ,f87,i, per cura del Ministero della · guerra, le quali essendo destinate per la truppa non po'tevano ammettere certe disquisizioni scientifiche, sebbene anche nel presente /Jf,inuale queste non sorpassino la portata di chi è dotato di una qualche colLura intellettuale.

473

C!ebe•· tlie .1!Jitf)en,l1n1g iles 1n.r,,,,de1•ie-Spt1le'1'1S untl .-lit ,leu1.selbe11, ,nu1~u/iih1•en,len. P,iiclitigen Jlefestigunt1en (Dell'impiego della vanga di fanteria

nella fort?:ficazione speditiva) per MAURIZIO cav. DE BRUNNER, I. R, capitano nello stato maggiore del genio. Vienna, 1878. Seidel e figlio, pag. 68. Dopochè la fort.ificazionc speclitiva parve assumere una parte importante sul campo di battaglia; i regolamenti s'interessarono a stabilire i tipi di alcuni trinceramenti cli rapida e facile costruzione cd in alcuni eserciti furono eziandio distribuite agli uomini cli fanteria piccole ,vanghe . A ciò s'arrestarono i regolamenti. L'adattare volta per volta le forme semplici delle t.rincee di battaglia, ch'cssi suggeriv:mo, alle condizioni élcl terreno, del tempo disponibile e specialmente allo scopo tattico, sono còmpi1,i affidati allo studio ed alla intelligenza degli ufficiali di fanteria . ai quali sotto questo riguardo s'apre un campo di studii assai vasto, sebbene, diciamolo pure, alquanto inesplorato. Infatti non si tratta solamente di saper fare eseguire alle proprie truppe un tratto cli trincea rettilineo; ciò è molto, ma non ~ tuuo. Si tratta pure di avere un giusto concetto sul l'ntilità di tali opere spediti ve: stn bilire r.>;recisamentc fino a qual punto in caso di combattimento offensivo-difensivo sia uti le fare appello ai mezzi oITerti dalla fortificazione improvvisata: proporzionare i h1vori allo scopo, cui si tende; evitare gli scogli più grossolani di defì - . lain.ento : risolveré le questioni più elementari di fiancheggiamento: coordinare il tracciato d'ogni linea di trincea all'armonia dè.ll'insiemc : non perdere di vista il concetto tattico: e via di seguito, poichè molti sono i problemi da risolvere, e ad es~i è necessario dedicare la mente durante la pace, per non esserne poi sorpresi nel momento dell'azione. Evidentemente alla soluzione di questi problemi conoorrono tre generi di fat.tori; giusto concetto delle formazioni tattiche delle tru ppe, pcrchè tali formazioni costituiscono lo scheletro, dirci quasi, delle trincee; rapido apprezzamento del terrcnoi e finalmente conoscenza dei principii clell:i fortificaz ione. Le due prime sr>no doti essenziali dell'ufficiale di fanteria; per l'u ltima egli deve ricorrere ai tecnici . Ed è appunto per venire in aiuto degli ufficiali di fanteria, che l'infaticabile direttore dell' Oesterreù:hi,sche Jlfilitar,ischen Ze;i,tsèhrift ha compilato r1uesto libretto . In 1~sso, sotto la forma cli una prolusione ANNO XXl!l, VOL. 111.

3.2


474

fatta alle lezioni degli ufficiali° di stato maggiore, sono studiati il profilo ed il tracciato del(e trincee di battaglia in relazione al tiro · nemico; vi è discusso il modo di adattarle al terreno, ed alle varie schiere d~lla truppa combattente; vi sono considerati i mezzi di comunicazione dalle linee che coprono le truppe, iu sostegno ed in riserva, con quelle stesr. lungo la fronte; vi è indicato il procedimento per la costruzione di tal genere d'opere. Sono nozioni elementari, ma il merito sta appunto nell'averle raccolte, e nel metodo secondo il quale sono disposte; cd il libretto riesce tanto più prezioso, di quanto su questo argomento sono rare le pubblicazioni, poichè gli scrittori di fortificazione attratti da problemi di maggior rilievo si curano poco di sviscerare l'argomento della fortificazione improvvisata, che pure attrasse la penna di uno dei primi ingegneri militari d'Europa, cioè del Brialmont. L'opuscolo del Brunuer può essere più facilmel)te tradotto che riassunto; e meriterebbe una traduzione. Esso fu pubblicato anche in uno dei fascicoli . del periodico diretto da l suo autore.

Neues a,,s <ler Geogra.1:1liie, H.artog1•aphie, und Statistik E1u•optts ,end ·seiner H.olonien. Beg·i stra·n tle tle1• geog1•u.1:1liiscli•stati.siiscl,.en Abtlieilung tles g1•osse,., Ge11e1•,dstubes. (Notizie geogra-

fiche, cartografiche e statistiche intorno all'Eiwopa e alle sue coloni"e, compilate daila sezione geografica-statistica • del grande stato maggi·ore). - Berlin, Mittl er 1878.

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E PERIODICI

LIBRI

gegg~pfici, ai mappamondi, agli atlanti, alla geograi~fisica, ecc. 1ncÌ;" seguono le pubblicazioni generali sull'antropologia e etnologia, sui diritti degli Stati ~ dei popoli, sulla popolazione, ~ul commercio, sulle ferrovi e, ~ulle forze di terra e di . mare del,l'i;ntif;lro orbe terracqueo. , Si passa, quindi all'Eiiropa in generale per scendere poi ai singoli Stati .cj.ella medesj1pa. Stralciamo qua e là qualche notizia: L'iut~i;ra rete fe.\"roviaria dell'E,lJ,ropa,._è di _chilometri H-8809; ~ le potenze che ne sono meglio provviste sono : la Germania con 2%i9 chil. nel 1877, )) 27·152 · )) » l'InghÙterra » 22671 )) la Francia 18999 )) la Rùssia )) l'Austria-Ungheria 17383 1> Sommano i soiaati sul piede di pace : ))

))

1

))

popolazione

in Francia con circa in Germania 1, in Russia » in Austria- Ungheria >> perciò la Francia ha . 72 l'Impero tedesco » 102 la Russia » 100 l' Austria-Ugheria » 127 1

'

27980 chil. nel 1876 26818 » )) 21761 .. )) )) 18066 )) )) 168m )) io pace

37 milioni ha 494·105 43 » » 4·18821 72 ,1 » 787998 37 '/, >) >> 296218

l

io guerra

1150000 ' 130~603 •167 1674 101H421 1

abitanti per ogni soldato del piede di pace. .

~ .1

{

1

1

1

È questa la solita pubblicazione che annualmente ci offre da otto anni in qua lo stato maggiore prussiano, nella quale oltre all'essere raccolti molti ragguagli palpitanti di attualità, sono notate tutte le fonti cui si può attingere per aver~ le più ampie notizie intorno alla geografia, alla cartografia e alla statistica . L'opera di quest'anno consta di dne volumi invece di uno solo ed è ancora più importante del consuelo per la maggior quantità di notizie e di dati . Essa incomincia con una ricca hibliogi·afia, la quale· comprende le più recenti pubb licazioni intorno alle scienze geografiche in generale, ai loro progressi, alla loro letteratura, e ai loro rap porti colle altre scienze. Si accenna alle nuove scoperte geografiche, ai viaggi e spedizioni, alle compagnie, agli istituti , ai congressi ed ai periodici

'

Ai singoli Stati trovasi naturalmente in testa la Germ~nia. La sua ,1 popoiazione va crescendo: ess~ era nel 187 1 di ,1,,1,058, 792 api tanti e salìnel 1879, a 42,727,360, con un aumento annuo di 4 17H3 abita~ti,, .. ossia del 9, 76 per ogni 100,0 abitanti . .Le provincie )lleno popolat.e,, sono: la Prussia, con 5 1,2 ,l!bitanti per chilometro quadr,uto,, la Pom9-., rania, lo Schlesw.ig-Holstein, il Lauenburg, i clue Meklemburg, il prin~ cipato di Lubeccà, la città di Hanchurg con 55,7 abitanti per cbi-1r lometro quadrato; l'Hannover, senzaHilde Sheirn, il circolo diMiinster, ,, · il granducato di Holdenhur,g, la città di Brema con 52, 9 abitanti , per chilometro quadr., invece le provincie più popolate sono : il regno di Sassonia, e i principati . di Schwarzburg e di Reu$S con ·14·1,4 abitanÌi per chilometro quaclrato . , Le ferrovie teqe,;che hanno a disposizione : 10258 locomotive, 1782·1 vetture da personq.con 4·10 15 assi, o·ssia assi ·1,,l:3 per chi !., 3879 carri a bagaglio con 8986 assi o assi 0,3 1 per chi!. e 200887 carri a merci di 1

1

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1

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32'


476

L IBRI

ogni sorta con 406877 assi in totale, ossia ,U.,rn assi ·per chi!., e cioè 6,1~08 carri a merci coperti, 437,i, carri da bestiame e per trasporto cavalli, e 535, 005 ca rri scoperti . Proporzionatamente alla lunghezza della strada sono maggiormente do tate di locomoti ve la ferrovia Slesia 'inferiore March (0,76 per èhil.) e la ferrov ia Berg- Jllan,h (O,lì6 per chil.); e di vagoni da passeggieri la linea Jl{eno -Neckcir (assi 4,2:('i per chi!.) e quella di 1Iombwrg (assi ,4,00 per chi!.) e di cani a merci : la ferrov ia Saarbruck e Reno- ~ahe (assi 42,67 per chi!. ), ·1a ferrovia Colonia Minden (assi 33,67 per chil. ) e quella Berg -l\'farch (assi 33,08 per chi!.). Dal ,1° dicembre 11876 al 11° dicembre ,1877 furono aperti al pubbl ico 42 nuovi tronchi di ferrovia (dei quali pEirò non è data la lunghezza ch ilometrica), ne erano in costruzione altri 50, e concessi al tri 6. Merita cli venir riportato il segLwnte specchio sul!' istruzione delle reclute al loro giungere ai corpi : Numero delle Erano state Non erano Per cento reclu te a scuola state a scuola ist~.~~f; ne

Corpo deJla guardia

9505 72.00 7227 7 196 7683 . 7280 7 191 . '7:189 7273

1° corpo d'armata .

20 30

))

))

))

))

40

))

))

50

))

))

60

))

))

70

))

))

go

))

))

1

1

nn

90 )) 40° » 7020 6907 1·1 ° » Divisione dell'Hess (25a) 3109 ·12° corpo d'armata (sassone) . 8,\.2.5 13° )) » (wurtemberg.) 5684 '14-0 )) 67'.M 7,17':2. 15° )) ,Jo (bavarese) . 8782 20 )) 862'2 Ispezionedellescnole ch fon ter. 56 )) marina. 2028 ))

))

))

))

))

))

))

/)

))

))

))

))

Totale.

139855

1

477

È PERIODICI

9,1-66 6490 6739 7088 7572. 6789 68,19 7062 7209 74:08 69!~5 6858 3093 8f 00 568,i. 6669 7090 8622 8.\:65 56 2.04,9 13655,i.

<;)l' ,.,o

,34 9,86 6,75 1,50 1,H 6,74. 5, 17 ,1,77 0,88 1,,12 ·1 ,07 0,7,J 0,48 0,30

t>5 81 460 157

0,82 1,H· 1,82 ,1,82

H~9 710 488 108 1·H 491 372 12.7 6t 8,i. 75 ,i.9 1

45

1

9 33,1,1

,j

1

1

1

1

0,44

-

2,37

Più avanti troviamo notizie intorno alle formazioni dei telegrafi in guerra (K1·,ieystelegraphen Formationen) . Le se~ioni telegrafiche, quelle di riserva, e le direzioni dei telegrafi di tap pe s~no po~t1 $~tto la direzione tli un capo della telegrafia militare, il quale si mantiene rn relazione col telegrafo dello Stato e provvede al materiale mancante. ·~ette sezioni telegrafiche devono disimpegnare il servizio fra le truppe c:lt. 1~ linea, e mantenere collegate le divisioni e le brigate coi comandi d1 corpo d'armata e cli armate. Esse costruiscono lince, le quali si collegano indietro a quelle telegrafiche dello Stato, ed hanno materiale sufficiente per un tratto cli 2,,1 O chilometri. Alla costruzione delle linee sono impieoati distaccamenti di pionieri sotto la direzione cli ufficiali ingegneri, me~tre il servizio delle macchine è fatto· dagli impiegati telegrafici dello _ Stato. Son vi inoltre cinque sezioni telegralìche di riserva, le quali portano con sè il materiale necessario per circa 2.iiO chilometri. La marina tedesca cornpreudeva nel 11877: Fregate corazzate : . 1 con 2:i'cannoni, della forza di 8000 cavalli, con 700 uomini d'equipaggio 2 » 9 » » 8000 » ,, 600 » )) 2 )) 16 ( 3500 )) )) 500 )) )) » " t (l.800 l 2. cli MOO i:oo )) 3 )) 6 )) )) ( 1di 500 )) )) V

1

))

delle quali due in costruzione. In totale 8 frega te corazzate con 91 cannoni e ,\.ti,00 uomini. Oltre a qu€\:;tc: 5 corvette corazzate delle quali 5 in costruzione; 8 corvette coperte, di cui ii- in costruzione; 5 corvette a poote liscio, e 6 cannoniere. . . . Per la di fesa delle coste vi sono ancora: 2 bastimenti corazzati , 1 cannoniere corazzate, delle quali 2 in costruzione, 111 battelli portatorpedini, fi. cannoniere di 2." .classe, e ~ avvisi. . . . . ., Saltiamo tutte le notizie sulla popolaz10ue, sugli ed1f1c1, sull amministrazione finanziaria, sulle ferrovie, sui telegrafi, snll'agricoltura e commercio dei singoli Stati minori dell'impero tedesco. All'Austria-Ungheria sono consacrate H pagine, nelle quali teugono il primo posto le notizie riflettenti le cose militari. Giusta il bilancio per il 11878 le spese ·generali ammontano a 42.43H 469 fiorini, 7 ·1 / 5 milioni in più clell' anno precedente, e le entrate ascendono a 401- 11114600 fiorini con un aumento di 2Ii 5/11O. Ravvi quindi un deficit cli io 2/ 1O milioni, mentre quello del 77 era di 37 8/ 10. ::\fel 1877 furnno aperti parecchi nuovi tronchi ferroviari, con un percorso totale di 56,1,5 chilometri; trovansi in costruzione 19 tronchi. 1

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1


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LIBRI

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E PERIODICI

Spigolando fra le notizie mi litari troviamo che l'esercito austriaco consta sul piede di pace di ,1680 1 ufficiàli, di 267575 gregari e di 503.\.8 cavalli, con ··l 80n6 combattenti di fanteria, 4'7042 combatten ti cli cavalleria, e 696 pezzi. .L'esercito permanente (80 reggimenti cli fanteria n 3 battaglioni, 80 reggimenti di riserva a 2 battaglioni, 80 battaglioni di deposito, 33 bauaglioni cli cacciatori, il reggimento cacciatori elci Tirolo, 'l 1 reggi menti di cavalleria, 13 reggimenti cli artiglieria da campo e 12 battaglioni di artiglieria da fortezza, le trnppe del genio, di sanità, del treno, ecl i servizi amministrativi) ha sul piede <li guerra la fona di: 23i57 ufficiali, 76 104, 1 gregari, 157582 cavalli, 2,5678 carri, con 537054 combatten ti, 50182 cavalieri, 1600 cannoni. La Jandwehr, cislcithana, translcithana, conta in totale: 76'15 ufficiali, 305il:69 gregari , 22005 cavalli; di guisa che le forze dell'impero sul piede di guerra ascendono a: 3'107:2 ufGciali e impiegati, 106·151O gregari, 9M7,~ uom ini della riserva dì com1llemento i quali non devono prestare alcun servizio; cioè in totale una forza di 11188056 uomini. L'esercito austriaco è ricco a cavalli o si dà continuo pensiero di conservarsi tale. Presso i 5 depositi stalloni trovavansi nel periodo della monta per il 1876, 11864- stalloni, 65 in più dell'anno 1875; nel 75 eranvi 1\.G7 stalloni di monta, nel 1876, ll1IL La nuova laqcia austriaca è più Juuga di q1.iella che usavasi pre- • cedentemente, non ha più il bottone sotto la punta, il peso è meglio ripartito, e sufficienti legami di ferro nella cassa la assicurano maggiormente contro le rottu re. Il corpo degli ufficiali si compone di 202 generali, H11 ufn ciah superiori, 3!~118 capitani, 1106i0 tenenti: in totale 115477 ufficiali, dei quali 1~396 in servizio attivo, e 3081 alla riserva. L'età degl i ufficiali in servizio attivo b in media: rei cadetti cl i 22,·tanni, pei sottotenenti· di 27, O anni, pei tenenti di 35, 7 anni, pei capitani cli 4-2, 6 anni, pei maggiori di /•6, !~ anni, pei tenenti colonnelli di 4,9, 3 anni, pei colonnelli di 50, 8 auni, pei maggiori generali di o2 anni, pei tenenti generali di 57 anni. Dopo le p~·omo1.ioni del novembre 1877, gli ufficiali più anziani d'ogni arma erano della data che appare dal seguente quadro:

I

Fan teria

1

Tenenti colonnelli · l1° 1maggio 8ì5 Maggiori.

{'' •

1

0

Cacciatori

~

0

nov.

I 1

Cavalleria

1° nov. 1° maggio

1875

maggio 1° nov.

1873

·1872

1

1873

Capitani .

1868

1866

Tenenti .

f1° mao-o-io '• luglio 00 11866 . ' •18711

Sottotenenti .

·

['zO ottobre 1872

1° sott.

1

1866

1° nov. 11868

1

16 aprile 2 marzo 11868 ·1865 1° nov. 11° matr1rio 1872t) 1869

1

·1° maggio •1° sett.

1872

1873

1872

1

1° sett.

1

1874

1

I Poche pagine sono accordate alla Svizzera, al Belgio, ai Paesi Bassi, alla Scandinavia, alla Danimarc:i, alla Svezia e Kovergia, nelle quali sono rammentati i lavori geodetici e topografi ci oseguit.i nel corso dell'anno, e sono compendiate le notizie relative allo fcnovic e alle cose militari. l a rnbrica impero indo- britannico è, come l'anno scorso, assai estesa, e ben '1z pagiuo sono consacrate all'esercito. Il 1° gennaio ·1877 ]a forza effettiva dcJl'esercito ammontava a •190000 uomini e 25638 cavalli; la ,[a classe della riserva contava 6062 uomini, ma al principio del 4878 annovcra,•a 12000 uomini; giova però notare che i rruadri por il ·1871-78 la portarono a 450000. La 211 classe della riserva era fi ssnta metil, noi 71-78 a 2'1000 uomini, · e nel 78-79 a 23763. ta riserva della milizia doveva contare pel 1877-78 30000 uomini; efTettirnmente ammontaYa alla fine del 1876 a 28239 uomini e al 1° febbraio 1878 soltanto a 25645. L'esercito regolare doveva avere secomlo i quadri stabili ti per il 1877-78, •133720 uomini e .J5H8 cavalli nel Regno Unito, e 62849 uomini e 111 3z5 cavalli nelle Indie. La milizia, secondo i quadri per il •1876-77 dovrebbe contare: Fanteria ( 130 bauaglioni a 4-·12 compagnie) 3'170 ufficiali 2824 sergenti dei quadri permanenti •1063 tamburini 2 ·12 6 sergcnti 1•252 caporali della milhia 11036119 soldati 1

\

1° nov. 1873

1

1

1

•1875

Genio

1° nov. ,Jo ma,rnio 11° maggio •18741') 1875 187ll

f1° marrrrio 1° maggio 1° luglio

1

Artiglieria

1

1

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480 Mancano:

Circa ai cavalli, si rileva dal rapporto della comruissioue del bilancio che col 1878 cesseranno le compere st.raordinarie, perchè s1 e ormai raggiunta la forza dei cavalli stabilita dai quadri del tempo di pace, che è di '12H,2·1 cavalli; cioè 1·107M cavalli per le truppe di linea, ·12915 per la gendarmeria, ù 752 per la guardia repubblicana . Il bi lancio della guerra ammonta per il ·I878 alla somma di M-'187'1736 fra nchi, con un aumento cli 6 11/ ,i- milioni su quello del 1877, che era slato di 535646672 franchi; ,q. mi lioni furono inoltre posti a disposizione del ministro della guerra, per sopperire alla mag- · giore spesa pei viveri, pei foraggi, e per la chiamata di 1!i-1 000 uomini dell'armata territoriale ad un'istruzione di .il 5 giorni . Il credfi,to speciale· pel 1·•iordinarnento del mater·iale da gtierra ottenne nel '1877 la somma cli 209•18'1808 franchi , per modo che la somma totale di questo credito speciale ammonta oggidì a 11136256000 franchi. 1 capitoli Portogallo e Spagna contengono poche notizie sui lavori cartografici, sulle ferrovie, e sulle cose militari. Quindi viene la rubrica Italia sufficientemente estesa, nella quale in parLicolar modo si fa menzione elci lavori geodetici e cartografici del nostro Istituto topografico, e sono notate tut.te le modificazioni recate nell'ordinamento · dell'esercit.o nell'anno scorso. Dal nuovo ordinamento greco la Riti-stci ha dato estesi particolari nella dispensa di novembre delio scorso anno. Completano l'operà ricche notizie, in ispecie militari, sulla Russia e sulla Turchìa. 1

264 ufficiali 158 sergenti

1· dei quadd pe,mmnti 40 tamburini 423 sergenti e caporali ì 7,i.,t 9 soldati J della mi lizia Artiglieria (30 reggimenti a 3- 8 compagnie) 535 uf'Jì ciali 506 sergenti d,i quadci permànenti ,t 57 lambnriui 3 14 sergeuti 632. caporali della milizia 14830 cannonieri ArLiglieria 10 ufficia li 50 sergenti ( dei quadri permanenti ) 9 tambrrini . 67 sergentiecaporali J della milizia 331>'1 cannonieri La Yeomannj contava effettivamente nel 1876 : 799 uffi ciali, •1393 sottufficiali e 9625 gregari; per il ·I 878-79 la sua forza è proposta in 9736 uomini. I volontari poi, giusta i calcoli del ministero della guerra, dùvevano ascendere al principio del marzo ,t 878 a circa 200000 uomini. La rubrica Francia è ricchissima, e comprende pi ù che 50 pagine. Le ferrovie francesi avevano al 3 1 dicembre 1876 in esercizio 22498 chilometri; nel 1877 furono aperti nuovi tronchi per un percorso dt 894 chilometri. Trovavansi inoltre in costrnzione nel 1877 : presso la foàovia del nord . 196 chilometri » » dcli' est. 32.0 >) Paris- Lyon iVJediterranée 730 » del Mezzodì 36,i, » di Orléans. 889 » dell'Ovest . 380 · » Sono poi già concessi mohi altri tronchi. Trallasi ancora, giusta la proposta del ministro dei lavori pubblici, signor de Freycinet, cli aumentare la rete ferroviaria francese di circa 10000 chilometri, per modo che iu totale la Francia verrebbe a possedere all'incirca' 37000 chilometri cli ferrovia, mentre le grandi strade provinciali dell'iutiero territorio non misurano più di 36000 chilometri.

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1

481

E PER IODICI

Ì.!BRI

1

1

1

1

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Jo,1,1•,uil 1.le scie.aces ,nilUuil•es . Ottava seri e, 20° Tomo.

Maggio 1878. Parigi, Dumaine.

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Note snUci fortificazione 'imp1'ocvisata. - Tanto all'estero quanto in Fran'cia è da tutti riconoscrnta l'impol'tanza e la gravità della questione; però le numerose pubblicuzioni che in questi ultimi anni vennero alla luce la trattano piuttosto dal lato tattico che da l lato tecnico. Fu sovratutto trascurata la questione del profilo, la quale offrirebbe forse la soluzione pra tica del problema assai complesso dell'uti le impiego di codesta fortifi cazione. L'a nlore per.tanto crede cosa utile l'anaJizzàre con qualche urnpiezza i due articoli pubblicati nella rn1ntata 7• e 8• del 11876 dei Mitthe·ilwngen ùbe;1· G~genstande des ArtiUerie und Genie-Wesrms, su questo tema , e uei quali appunto il noto capitano BrrnNNEn diè le n~rrne e le dimensioni per la costruzione de\ profili convenienti alle differenti opere della fortificazione improvvisaUt.


482

LIBRI E PERIODICI

Sull'a'()anzamento degli 1iffìciali. - Si propongono alcune varianti all'attuale legge sull'avanzamento, cioè: ,t° Che sia stabilito un limite di età per ogni grado oltre il quale l' ufficiale non possa essere promosso al grado superiore; ~° Che il mi nistero dcte!'mini ogni anno il 1winimwm d'anzianità da richiedersi ai candidati per l'annzamento a scelta; 3° Che tutti i _gradi in fc~iori a ma0 giore,. e ll)lli _i ~radi superiori a colonnello s1eno esclusivamente 8ovolul1 all anzianità; ,!J,° Che per gli a(tri gr:idi le _nomine ~iano 1:ipartite per _l'an;ianità e la scelta. E precisamen te per il grado di maggiore tre quarti all anziaaiti1 e un quarto alla scelta. Per il grado di _tenente co!onnello due terzi all'anzianitit cd nn terzo alla scoha. Per 11 grado d1 colonnello un terzo all'anzianità ·e due lcrr.i alla scolta; 5° Che fino al grado di t<'nente colonnello inclusivamente, nessuno pos~, essore promosso senza aver subìto, 1,00 '"Oolta, la prova degli esarn i. . })er stabilire poi l'idoneitit dei candidati alla promozione a scelta, l'autore chiede : 1° Un giuri, di presentazione formato in ciascun corpo o unitil tauica co~tituita da tutti i colleghi del candidato e da tutti gl i ufficiali del grado in11noclia tam on le. inferiore; . _ . 2° Un consiglio d'accetta:sione, formnto, per I cap1lan1, dal colonnello o da tutti gli ufficiali superiori; per i maggiori_ dal gon~rale di brisata, dal colouuello e dal tenente colonnello; per 1 tenenti colonnelli dal generalo cli brigata e dal colonnello . . Le deliberazioni del giurì o_ del consiglio sarcbbei:o _poi sottop?ste all'approvazione del generale ispettore, della comm1ss1one superiore per l'avanzamento, e del min\stro della gu~rra .. . Osservazioni sulla auerra d:~ Va,ndea, per 11 capitano DEvAu1tE1x. È la relazione storica·, seguìt.a da alcune considernzioui, della prima insurrezione della Vandea, cominciata nel marzo 1793, e ch'ebbe fine nell'ottobre dello stesso anno colla battaglia di Cbotlet, vinta da Klcber. L'assedio di Jfaestricht, per il capi/ano fl.,,J~OY. - Comprende la relaziono delle operazioni dell'assedio dalla metà cli ottobre ('17\J.i.) sino alla resa della pinzza, avvenuta 1'8 novembre, compilata in base a nu.merosi atti ufficiali, come gli ordini di Klcber, Bcrpadotte, Gillet, ccc. La strategia e il corpo di stato maggiore. - E una risposta del generalo JìAvR a quanto ha scriuo il generale LEwAL nella punta.La di aprile dello stesso periodico intorno ulla st1:ategia., li . Favé cl~mostra la orande importanza che ha anche al giorno d oggi lo studio della stratc~ria. La c.,m pagna del 4866, ciel ~870, e del 1877 in Bulgaria olfc·o1~0, ~ontmriamente_ a ciò che. dico _il l:ewal, mo\tc. c_?mhinazioni stratco1chc. In Fraucia, come s1 prnt1ca m Germania, foO ufficiali scelti d"ouebhero essere addetti oi lavori di strategia relativi ai piani di operazione, allo studio cli Ynri casi di guerra che poss_on~ presentarsi sulle fron tiere, e al di là delle ,stesso, e alle informaz1on1 necessarie per l'esecuzione di codesti piani. Libri militari.

SOMMARIO DELLE ~IATERIE

contenute nelle dispense di luglio, agosto, settembre 1878.

Do. Pag . . 5, 149, 408

GLI INSEGNAMENTI DELL'ASSEDIO DI PLEVNA (con ca rta). -

nesann, capitano del genio

.

. .

. .

SVINCOLAMl,;NTO DEI.LA T RUPPA DAL SERVIZIO DI PUBl:lL ICA SICUREZ ZA IN S1c1L1A.

maggiore

. .

A. IJe lHicb cli , capitano di stato . . . . . . . . . . . . . ,, 30 -

-

. .

LE TRI NCEE DI BATTAGLIA E

LE FORTIFICAZIONI

'l'rinchicri, maggiore del genio .

CAMPALI. -

. . ·. . » ~lorzia le Bianchi d'Atldn, capitano di caoalleri,a~. ,. . . "

L'ORDINAMENTO

DELLA

NOSTRA

. .

. .

CAVALLERIA.

LA DISCUSSIONE MILITARE ,NEL CAMPO DELLE c/. 1.o<

-

G , Herlelli, tenente

46 _

-

.J:.

13' compagnia alpin

.

72 _

AL PINE,

. » 94, 172 _

ANCORA DEI CANNONI DI GRANDE POTENZA E DEI LIMITI DI QUESTA

Antonio Araldi, maggior'e ge. . . . . . . . . . . " 196 TUDl'O .suL~A .NOSTRA MO~ILITAZIONE. llloreno e 'l'ard::•, cap itani di stato magg ior·e . . . . . . . . . "' --6, 364 _ LA CAM PAGNA DEL 1701 E VITTORIO AMEDEO li. - C . F . . » 278 - · LA NUOVA ISTRUZIONE DI TIRO PER LA FANTERIA TEDF.SCA. - •n.» 329 (con lavola litografat.a). -

nerale

/

.

. .

. .

. .

INCHIESTA STATI STICA SULLA ECCEDENZA DELLA MORTALITÀ NEL-

c.

L 'ESERCITO ITALIANO. -

l<'iorl, maggior e medico . ,, 433 _

Libri e periodici. Italiani.

Le

strade ferr ate n e lla provincia di Mantov a e limitrofe . GIAN! .

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Sguardo si ntetico all'arte della topografia. -

Gli

GIUSEPPE BERTELL!

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Pag. 123

Tribunali militari.

.

.

elemenli di topografia in un colla soluzione

di

.

.

.

.

~

127

parecchi pro-

blemi di geom etria pratica indipendente dalla trigonometria. -

CONTI ERNESTO .

.

.

.

.

.

.

.

,

.

.

.

»

129


Alfonso La Marmora. - P IETRO FEA . . . . . . . Pag. 130 La difesa militare marittima'èlell'Italia. - G. MORO . . . » 131 Tabelle relative alla costituzione dell'esercito austro-ungarico » 133 Annuar-io statistico italiano . . . . . . . . . . . » 305 La valle d'Aosta e la sua ferrovia.~ GIUSEPPE CORONA . » 312 Cesare Borgia duca di Romagna. - EDOARDO A1,v1sr " 462

RIVISTA ESTERA

Francesi.

La for tification dù champ de bataille. - A. BRIALMONT . Pag. 464 Manuel d'hygiène des lronpes en campagne. - TIMMERHANS et DELAPS . . . . . . . . . . . 472 Journal de sciences militaires . . · . . . . . . » 481 >)

ORDINAMENTOE FORZA ATTUALE DELL'ESERCITO RUSSO

Tedeschi.

Die Entwickelung der Tak~ik seH dem Kriege von '1870-71. A. V. BoGUSLAWSKI . . . . . . . . . . . . Pag. 134 Jahresberichte Liber die Veri:1nder-ungen und Fortshcritte im Militar wersen. Vier ter Jahrgang, 1877. - H . v. LoBELL » '141 Organ der Militar· wissenschaftlichen Vereine . . . .. . » '143 Die Entwichelung der Taktik seit clem Kriege, von 1870-71. A. V . BOGUSLAWSKI . . . . . . . . . , . » 3'14 Studìe Uber Taktik der Feldartillerie. - A. v. ScHELL ,, 320 Die Taktik. - G. v. ,-,.,,, ALDSTATTEN . . . . . >> 323. Organ der militar--wissenschaftlichen Vereine . . . » 327 Ùber die Amvenclung des lnfanterie-Spatens und mit cleniselben auszuflihrenden fltichtigen Befestigungen. -MAuR1z10 cav. DE BRUNNER . . . . . . . . . . . . . . . . » 473 Neues aus der Geographie, Kartographie, unclStatistikEuropas und seiner Kolonien. Registra ode der geographisch-stalisti-· chen Abtheilung des grossen Generalstabes . . ,, 474 Russi.

WajE:mnji Sbornik

·. Pag. 146· Rivista , e~fera.

Ordinamento B•f'o rza attuale dell'Bsercito russo . . Pag. 233, 315 Notiz'ie sulla flo tta britannica . . . . . . . » 257 L'occupazione ausLriaca della Bosnia' e dell'Erzegovina . . » 293..

I.

Colla legge del 13 gennaio "871~ venne introdotto in Russia l'obbligo generale del servizio per;ona!e. Fu mitigato condizionitlmente da tre categorie di esenzioni per ragioni di famiglia, dalle dispense alle persone consacranti,i al ministero dei culti, dalla dispensa (in tempo di pace) ai laureati in medicina, farmacia , arte vet,erinaria ed allievi delle "belle arti in certe condizioni di merito, dalle dilazioni per due anni agli inscritti capi delle ·case d'industria e di commercio e dalla dilazione progressiva fino al 2.8° anno di età per gli studi ai giovani che frecruentano gli istituti superiori d'educazione, come anche ai diretto1'i e professori degli istituti governativi d'educazione od approvati dal governo. Infine per non incagliare la carriera civile ai giovani che fecero degli studi generali, fu creato il volontariato , colla ferma di 3 mesi, 6 mesi e 2. anni, secondo il grado d'istruzione del volontario. La durata di servizio per le trnppe regolari è di 2.0 anni così ripartiti: 6 anni in servizio permanente, 9 anni nella riserva dell'esercito attivo e 5 anni nella milizia. È mestieri eccettuarne gli inscritti nella marina e nelle truppe del Turkestan e di alcune provincie .del la Siberia orientale, pei quali il servizio effetti vo è di 7 anni sotto le armi, 3 nella riserva e 1O nella milizia. 1

Rivista estera

23


234

RIVISTA

Alla milizia, oltre i congedati, veng:ino direttamente addetti gli uomini esuberanti dei conLinv nti di leva. Il granducato di Fiularrclia, non è sottopost'.l ad una legg:i orilinaria di reclntamento; il sistema di arruolamcnJo volont1rio vi è tnttora in vigore, quantunque una legga basata $UI servizio mili tare obbl icra Lorio sia stata già votata nel l'anno 1871 dalla dieta tri(mnale D ' . del gra nducato. Finora i contingenti annuali di leva non furono· ,;ta bi Imente fissati, ma prendendo per base la metlia dei quattro reclutameoti e3eguiti in forza dclla nuova legp, non com putando la forza clrn il Gran Ducato di Finlantlia potrebbe somministra re, nonchè quelle delle popolazioni cli cui sono formate le trupp~ irre6olari, e deduc:iudo le perdi te annuali che sogliono normalmente verific:rr.,i presso gli eserciti cli Europ1, abb.iamo fatto conto che a rotazione compita nell'anno ·1889, l'esercito rmso regolare potrì ammontan) a 22.50000 uomini, non compresi i volontari e gli uflh:iali che non sono calcolati in dist;arico dei contingen ti parziali di leva . · Secondo le ultime dispo~izioni legislativ.J del l'impero , le truppe irregola\'i riguardo alla le 01a dipendono dalla legg.J generale di rech1tamento, mi tigata peri> eia alcune facilitazio ni; ma la durata· del ~ervizio viene loro applicata nelle segn:rnti proJotzioni : 3 anni di :;ervizio d' i;;trnzione detto di prepa razion:! al s:ffvizio; 12 anni · di cff.)ttivo servizio, di cui ti. in srlrvitio permanente e 8 in congn(lo illimitato, diviso a sua volta in due turni; dei quali il primo obbliga il Co~acc6 a stare sempre pronto, <;Oll cwallo armi e vesti ario e cli presentarsi alla prima chiamata ; il secondo turno egualmente pronto ma senza obblirro dt~I cava llo·' infine 5 anni nella riserva delio esercito imlgo?l lare attivo. E dopo questi vent'anni ordinariamente il C:>sacco ha al tresì obb\to a servìre nella mi lizia, il cui tempo non è ìimitato, ma può cst,rnder:;i · a dieci anni. Applicandq agli inegolari il compu~o a~ot_tato p~i rngol~ri si può ammettere che a rotnione compiuta 1 prtmt ammonwranno a circa ~00000 uomini, da aggiungersi alle forze geuera:i dell'impero. Gli insecrnamenti <lei 1866 e del rn10 ebbaro eco pure. in. Hussi1J,• D . . la quale nel 1873 di aria mano al riord inamento elci suo esercito, oma, al giorno d'o,:i;gi quasi compltHamentc tra:iformato. Disponendo di circa 81 milioni di abitanti, sp::mi !iUlla estensione di 592u34-0 chi lometl'i quadrati della Rus,ia Europea, compreso il Caucaso ed i governi di Perm , di Uffa e cl' Orenburg; e non tenendo 1

EST ERA

235

conto di altri 16H 2 \.62 c}1ilornetri quadrati del territorio asiatico (1), essa trovasi in grado me;~lio di qualunque altra po~enza europea, a costit!lire un foric É~sercito attivo , completamente indipendente da preoccupazi,mi circa i scrvi1.i a sno tergo, che saranno provveduti da bene organin1tc tmppe t.m:i toriali (dette loca li) e di riserva. Terminata la riforma .la Rm;:;ia ::ivrà un esercito provvisto di· pncnte ::irtiglieria e di grandioso materia le mobi le tirato da '.250000 cavalli, sommiui:;tr:itigli nello inL3rno del proprio paese ; la mobilitazione e lo schieramen!o strategico saranno agevolati 'C!a numerose .lince ferroviarie che vanno crescendo e le prin<;ipa li munendosi di doppio binario; sicchè essa, ma lgrado l'estensione del suo territorio, fra non molto si ~rovcriÌ in grado cli affrontare una minaccia di invasiorw alla fro nti era, minaceia che incontrerà un primo e gravissimo -Ostacolo in una cinta di piazze forti di primo ordine forni te di tutti i mezzi di guerra.

II. L'csrircito russo trovasi diviso in tre gruppi principali: 1° TuurrR l\1'T1v1s, composte di : Esercito re9olar11; E.;ertito di 1"iservri; Truppe ·irregolari ; ~' T11 t1 PPE LO C,\l,I, ch:i so:10 adoperate in servrr.io interno, in surrog.ir.ion r~ rhlle Lrn;ipc parti ti:l psr il camp, , delle truppe destinate al presi.li) d :I le piH7.:J foni , e ai pre;idi i ordinari, trupp3 d'istmzi)nc ccc. DJl nucho princi;l1b d.lll 3 trun:i locali, vengono tolti ili gran parte anchf.l i qu)dri p.li hrnaglioni di complemento e di ri:;erva. 3° Mu.1z1A, corn;n,ta d\~li·uomi ni in:lic:i.ti più sopra. In massima è <fostina ta ad orgrnizzara reparti speciali; rna a .norma di legge le sue (J Ltat'ro cbssi più gio ;ani pos5:ino es;cri:\ chiamatCl a riempire i Vlt:i\i n)llJ fì lJ d)ll'a3m·.it:iaui1J, c,:1u è avven:1to durante l'ultima guerra tnrco-russa. L~ tru;i ,D nme e;s3ndo divi3:l in qu:1ttro cli ffJrenti eserciti stabi li ed in:lip:.m lantì gli nni di,\jl i altri, rul cbre la enum~rnzionc di tutti i corpi p Jl' arrn l e per grnpp'.l, manDrremo altrcsì l'ordine ptH' eser<;ito a cui o;;pi sin,·plo COfi)'.l ap;i1rtiene. (l ) 1:oinpu t, •h:l!:1 s11p:~1·:ì::0 d~ll'l :tljl nto ni;so nal''in tiel'..\ sua composizione durll nte il re;.;!1'> d..:1r,m ,:1,·M,vrc A lcs;:;ait.JrJ li , Ih'll colo1u1~1Jo <li sLa to mag~iore SLrit?lbicki. Pie lru!J u:go, J8i.J .


236

ESERCITO

D'EUROPA.

TuuJ>J>E AT'l'IVE REGOLARI.

FClinte,rìia. •12 reggimemi della guardia a 4 battagl ioni (su 4 compagnie); 12 id. granatieri a 3 battaglioni (su 5 compagnie); ,U.O id. di linea a 3 battaglioni (su 5 compagnie); 2 battaglioni cli linea separati (su fs. compagnie); 1 brigata cacciatori guardia a /1 battaglioni (su 4 compagnie); 5 brigate cacciatori cli linea a /1 battaglioni (sl_t 4 compagnie);. •1 reggimento cli riserva della guardia a 4 battaglioni (un battaglione quadri in tempo di pace); ·140 battaglioni di li nea di riserva (su 4 compagnie) non esiste,nti .'Nil piede di pace.

Cavalle1·ia. ,\. reggimenti guardia coraziieri (su 4: squadroni); 16 id. dragoni cli cui 2. della guardia (su 4 squadroni); 16 id. ulani id. (su 4 squadroni) ; 16 id. ussari id. (su 4 squadroni); ,5 squadroni tli gendarmi di cui ·I della guardia. 1 1

A 1·tig lieria.

3 briga Le artiglieria a piedi della guardia a 6 hau.erie (a 8 pezzi); 3 id. dei granatieri a 6 batterie (a 8 pezzi); 35 id. di linea a 6 batterie (a 8 pezzi); 1 id. a caval lo del la guardia, 6 batterie (a 6 pezzi) cli cui una batteria cli cosacchi del Don della guardia; 2·1 batterie a cava llo cli linen (a lì pezzi) ; 2 batterie sepnrate da montagna (a 8 pezzi); 2 parchi d'artiglieria d'assedio (•12. sezioni a 11,00 pezzi); 4•1 batterie a piedi della riserva (a 8 pezzi) non esistenti snl piede ~pMi .

T,ruvpe del genio. 4 brigate del genio a 3 battaglioni (su 5 comvagnie in tempo di pace e su 4 compagnie in Lempo di guerra) compresi un battaglione della guardia ed 1 dei granati eri;

237

ESTERA

RIVISTA

8 battaglioni di pontieri (su 2 compagnie); . 4 battaglioni ferrovieri (su 4- compagnie) cli cui 2 cli costruzione, e 2... di esercizio; 2 compagnie torpedinieri; 4 parchi ria campo del genio (su 3 sezioni eil:2. sottosezioni); 2 parchi d'a~seclio del. genio (su 4- sezioni comprese le rispettive compagme) ; 8 parchi telegrafici da c.ampo (su 3 sezioni e 6 stazioni teiegra..fiche); 1,:\. compagnie del genio della riserva (In tempo dli, pace 1;im:angono presso cvi propri battaglioni). TR UPPE IHHEGOLAHI.

Fanteria. \

7 battaglioni cli cosacchi d'Orenburg (su /1 compagnie) .

Cwvaller•ia. 1 reggirnentodi scorta particolare dell'Imperatore (su 4- so tnie); 2 reggimenti cosacchi del Don della gnarclia (su 6 sotnie), componenti in tem,po &i, pace un i·eggirnento mi.sto su 4 sotnie 1 in servizio pe-rmanente; squadrone cosacchi del l'Ural della guardia ('in servizio perrntine,nte); 60 reggimenti cosacchi del Don cli linea (sn 6 sotnie) cli oui 20 in sT!rvizio pe-tmanente; 24 reggimenti cosacchi del Kuhan ( su 6 sotnie); H id. d'Orenhurg(su6sotnie); 9 id. delJ'Ural (su 6 sotnie); 3 id. cl'Astrachan (su 4- sotnie) dli, cwi, uno in . ser·v'izio pe-rmanente; . 1 reggimento cosacchi di Baschkiri (su i sotnie); 2 squadroni di cosacchi della Crirnea . 1

1l'l'liglierfo. 1 batteria a cavallo del Don della guardia (compresa nella br·igata artiglier,ia a cavallo della giwrdfo); '.21 batterie a cavallo dei cosacchi c1'et Don cli linea (a 4 pezzi)dioiii .7 bcitterie in se1·,vizio permanente; · 3 batterie a cavallo cl'Orenburg (a 6 pezzi); ,, batteria a cavallo di riserva d'Oi-enhurg (a 4 J)ezzi).


238'

ESTEHA

RIVISTA

239

Ca1Jalleria·. ESERCITO lltEL CA.UUSO. Tl\UPl':E ATTIVE REGOLARl.

45 reggimenti · Cosacchi del Terek (su 4 sotnie), di cwi 5 in serV'izfo permanente;

6 reggirnr.mti Cosacchi del Kuban (su 6 sotnie):insermzio perma-

Fanteria.

.\. reggimenti dei granatieri a 4 battaglioni (su 4 compagnie); .24' id. di linea a 4 batLag ioni (su 4 compagnie); 7 bauaglioni di linea separ::iti (su 4 compagnie); t , brigata cacciatori, 4 battaglioni (su i compagnie); 2i battaglioni fanteria di riserva (su 4. compagnie) (non es-istono

sul P'iede d·i pace). Cavalleria. 4 reggimenti dragoni del Caucaso (su 4 squadroni).

nente; 2 reg3irnenti di Cosaccl1i di Daghestan (su 6 sotnie), I. regg·imento 'Ìn se,rtùtio pennane,nte; reggimento C'.>sacchi di Kutais· (su 6 sotn ie); Milizia a cavallo dal Tcrak, Kuban, Daghestan e Grusia. ,i

Arl'iglùwia.

5 batterie a cavallo di Cosacchi d3l Kuban (a 8 pezzi); 2 id. del Tel'ek (a 8 pezzi)! ESERCITO DEI, TURKESTAN.

Artiglieria.

4 brigata artiglieria a piedi dei granatieri .di 6 b1t.tcrie (a 8pezzi); 6 id. di linea di 6 batterie (a 8 pezzi)(d!icui4pri-

gate rn:iste); t parco d'artiglieria d'assedio di 10 .sezioni (200 pezzi);

7. batterie a piedi della riserva (a 8 pezzi)(non es'istono in te1npo d;i, p(Lce).

Truppe del genio. t brigata del genio del Cmcaso a 3 battaglioni del g.llnio (su 5

compagnie in tempo. di pace e 4 in tempo di guerra); compagnia pontieri; t parco da campo del genio (su 3 sezioni, 12 sottosezioni) ; t parco telegrafico da campo (su 3 sezioni e 6 stazioni); 6 compagnie del génio di riserva (non esisto:no in. ternp.o. d·i pace), t

TnuPPE ATTIVE REGOLARI.

Fante1·ia. t7 battaglioni di linea separati (su [S compagnie); 1 brigata cacciatori di line:1 a (k battaglioni (sufi compagnie); 8 battaglioni di riserva (su li compagnie).

MPigbie.r'ia. 2 brigate al'tiglicria a piedi mista (1 batterie a 8 pezzi); 1 batteria a cavallo da montagna (a 8 pezzi) ; 2 batterie di razzi di g,uerra (a 8 cavalletti). 'J'n1ppe del genio. Mazzo battaglione del genio del Turkestan (2 èompagnic). TnUPPE ATTIVE rnREGOLARl.

Fantl!Jria. TnuPPE ATTIVE IHHEGOLARl .

Fanteria.

6 battaglioni di cosacchi del Ku1ian (,SI\ 5 sotnie) .2 battaglùm·i in

servizio pérrnanente; \ Milizie a pledi del 'f.erek, Kuban, Daghesta.n e.Grusia.

2 battaglioni di Cosacchi <l'Orenburg (su ,i compagnie); ·Cavaller·ia.

2 reggimenti di Cosacchi della Siberia (su 6 sotnie); tl'Orenburg (su 6 sotnie); 4 id·. di Scmirecen (su ti sotnie); 2 id. 1d. dcll'Ural (su 6 sotnie).


240

RIVISTA

Artiglieria. 3 batterie a cavallo ·di Cosacchi d'Orenburg (a 6 pezzi). ESERCITO ~I SIBERIA, TRUPPE ATTIVE REGOLARI.

Fante1·ia. 1 O battaglioni di linea separati (su 5 compagnie) .

Ar-tiglieria.

ESTERA

241

9 battaglioni di truppe locali (su ,I, compagnie), formano 9 reggimenti su 4 battaglioni in tempo di guerra; il9 battaglioni di trnppe·locali, di cui l'effettivo è" lo stesso tanto i11 tempo cli pace quanto in tempo di guerra; 555 comandi locali cli varia forza. e ·19 di scort.a e tappa; 2.8 battaglioni di fortezza, i quali in tempo cli guerra forrnano 28 reggimenti a fl. batt.aglioui; 12. battaglioni cli complem~nto della guardia; H?i id. elci granatieri; 6 id. di cacciatori, più una compagnia pei cacciatOl'i gnardia di Finlandia; 140 battaglioni cli complemento cli !inca; 1 battaglione d'istruzione; Vf1ri distaccamenti d'invalidi di tutte le armi della guardia; 6 compagnie cli disciplina (''I). 1

1 brigata mista artiglieria a riedi, fr: batterie ( a 8. pezzi). T RUPPJ; ATTIVE IRREGOLARI.

~O

1 4

2 2.

battaglion? irrego.Jarc di Cosacchi d'Ussirjisk (su 4 sotnie); battaghorn eh Cosacchi di Zabaikal (su 4 sotuie); reggnnento di deportati di Jakutsk; battaglione di Cosacchi dell' Amur; comandi a ri edi di Cosacch i di Beresow, Surgutsk e Narin (forze variabili) : sotnie a piedi di Cosacchi cli Kamciatka.

Cwvalleria. 8 brigate cavalleria di complemento di cui una della guardia (52. squadroni); 2. squadroni d'istruzione di cui ,1 d'equitazione deìJa guardia; plotone cl'istruzio.ne di Co$acchi ciel Don della guardia .

1irliglie1·i.a.

Ca--oa/.leria. 7 reggimenti di Cosacchi della Siberia (su 6 sotnie); 6 id. di Zabaikal (su 4 sot.nie);

2 id. dùl l'Amur (sn 4 sotnie); 2 sotnie separate di Cosacchi di Irkutsk e Ienisseisk. · Art'ig bier·ia.

2 batterie a ~-1n~all_o di Cosacchi di Zabaikal (a 8 pezzi); reparto art1gher1a a cavallo clell'Amur (2 pezzi).

battaglioni artiglieria da piazza (su ,I, compagnie); batteria a piedi d'istrnzione della guardia, in tempo cli guerra forma 2 bauerie di complemento della guardia; 3 batterie a cavallo ·cli cui 2.. <l'istruzione, in tempo · di guerra formano 3 batterie cli complemento; 4: brigate (2.2 battel'ie) a piedi cli complemento, in tempocli guerra formano ,i-6 batterie di complemento (a ,i. pezzi); 11 deposito cli rimonta d'artigl ieria .

.'1,7 ,1

Trwppe del genio. ESERCI'l'O D'EUROPA.. · 1

1

TRUJ>l'E LOCAL I REGO LAH( 0 1 COMPT.,EMENTO E D' ISTR UZIONE.

4,

compagnia d'istruzione tecnica galvano plastica; battaglioni di complemento (rion esistono in tempo di pace).

Fanteria. Corpo dei corrieri del gabinetto imperiale (58 uffici.a li); 1 compagnia granatieri guard ia palazzo; '

(1) Sono portati soltanto per memo ria, sfantechò le disposizioni emana.te nel mese di maggio ultimo scorso prescri vono la formazione di battaglion i di disciplina, deì quali · l'orga nico no n ci è noto ancora.


242

RIVISTA

ESTERA

71-uppe del genio.

TRUPPE LOCALI IRREGOI,ARI.

t bauag\ione. di complemento (non e$iste in tem,po di pa,ce).

Fanteria. ~ battaglione d'i~truzione di Cosacchi dello Zllbaikal (su 5 comp. ).

Cawlleria.

ESERCITO DEL TIJRKES'l'.l.N. Fanteria.

2 squadroni di complemento di Cosacchi del Don della guardia (5 squadroni in tempo di pace); Q sotnic d'istruzione di diversi Cosacchi.

417 battaglioni lo.cali di varia forza.

A1·tigl1ieria. 4- compagnie artiglieria da piazza.

Arlig lieria.

t batteria a cavallo cli complemento di Cosacchi del Don della

guardià (non esiste in tempo di pace); ·1 batteria a ca vallo di complemento di linea ( non esi:;te in ·temilo di pace) . · ESEI\C:ITO DEL CUJC:ilSO. TRUPPE LOCAU REGOLARI.

ESEGC:ITO DI SIDERU.. Fanteria.

42. battaglioni locali di varia forza; 32 comandi locali di scorta e tappa; ~ cornpagnia di <lisci plina. TRUPPE D'ISTRUZIONE IIUlEGOl,AHI.

Fanteria .

Artiglieria.

4 battaglioni di truppe locali, formano 4 reggimenti a ,i. battaglioni in tempo di guerra; U battagl ioni di truppe locali (su .i compagnie) esistono 2 soli in tempo di pace; n coman·di locali di varie forze; •I battaglione di fortezza, forma 1 reggim~nto a 4 battaglioni in tempo di guerra; 29 battaglioni di complemento di cni 4 di granatieri ed 4 di cacciatori (non esistono in tempo cli pace); ~ compagnia d'istruzione; id. di disciplina. 1

Ca1Jalteria.

4 squadroni separati di complemento (dragoni). Mfliglieria.

3 battaglioni e 3 compagnie artiglieria da piazza,; ~ deposito di rimonta d'artiglieria.

243.'

I

4! sezione. d'istruzione di Cosacchi dell' Amur.

Mn,1z1A.

Comprc~nde le truppe a piedi formate in legioni (reggimenti)1., drusgine (battaglioni), compagnie; e quelle a cavallo in sotnie (squa:droni). Il numero di queste unità taÙiche non è determinato .

Hl. Veniamo ora a. qualche particolare per arma. Secondo l'ordinamento tattico normale l'esercito regolare russo è destina·to a costit~ire. uno o più eserciti attivi di prima linea, composti, ciascuno di parecchi corpi d'armata .. Un corpo d'armata consta dii 2 o 3 divisioni di fanteria e di 4 di cavalleria.


244

RIVISTA

2A5

ESTERA

Una divisione di fanteria è ordinata in 2 brigate a 2 reaaimenti ciascuna, in 1 brigata d'artiglieria a piedi a 6 baueric, di cl;i 3 batterie sono armate coi pezzi di ca libro ,10,67 chiamati da batt&ria e 3 altre con pezzi del calibro 8,64 eletti leggeri, ad eccezione delle brigate d'artiglieria 20\ '2 1la, 39° e (i. 11" dell'esercito del Caucaso, le quali possedono . le loro seste bat.terie arma te con pezzi da monta0>na in sosUtu.zione di quelli ìeggeri. Tutte queste batterie hanno Il p~zzi attacca ti m tempo eh pace e 8 in tempo di guerra . Iè brigate d'artiglieria fauno parte delle divisioni e portano il corrispon;fe11te numero d'ordine. · Ciascuna divisione cli fanter ia è provveduta inoltre cli una sezione di parco volante d'artiglieria e di una ·ambulanza mobile da c:1mpo · dotata di 28 carri cli difl'erenti modelli . L'arma dei cacciatori è suddivisa in brigate a 4 battaglioni su 4 compagnie ciascuno · ed è provveduta di un:.i. sezione di pa rco volautH dei cacciatori. • Dei battaglioni di risen°a, in tempo di pace non ne esiste che uno della guardia imperiale, il quale al momento cli mobi litazione vieue trasformato in un reggimento cli riserva della gua rdia di 4 battaglioni su 4 ·compagnie. I rimanenti 1i2 battaglion i di fanter ia cli riserva (di cu i 1,iO per l'esercito d'Europa, 24 per quello del Caucaso e 8 per Turkestan) non sono formati che in tempo di guerra , e a norma dei vigenti regolamenti , possono essere riuniti in reggimenti e quindi ordinati in brigate e c\.ivisioni di riserva, giusta l'applicazione fattane durante l'ultima guerra per ,f 32 battaglioni che costituiscono tuttora H divisioni di fa nteria a ,i reggi menti di 3 battaglioni ciascuno. Quindi :2.4 bauaglioni appartengono all'esercito del Caucaso e 8 a quello del Turkestan. Ignorasi peraltro se q:iesti ultimi battaglioni sono presi sui 164 appartenenti all'esercito in genera le, ovvero furono creati negli ultimi tempi particolarmente per l'esercito del Turkestan - la quale opinione ha maggiore credito. · Le divisioni di cavalleria comprendono anche 2 brigate cia::;cuua. Le tre divisioni di cava lleria della guardia sono costi tuite: la 1a di 4 reggimenti di corazzieri e 1 squadrone di Cosacchi clell'Ural clell:> guardia; la :t.", che in tempo di guena è ordinata in 2 divisioni, 2.. e 3a di cavalleria della guardia, consta di 1 reggimento granatieri a cavallo, 4 reggimento di drngoni, 2 di lancieri, 2 di usseri, 2 di Cosacchi del Don della guardia; quest'ultimi in tempo di pace formano 1 solo reggimemo misto di 4 squadroni. 1

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La cavalleria di linea è ordinala in 11fi. divisioni dello esercito d'Europa e in una elci Caucaso; le prime hanno ciascuna _,1 reggimento di dragoni, ·1 reggimento di ulani ( 1a brigata), ~ reggirne~to eh usseri ed 1 reg"imento di Cosaccbi elci Don di linea (2" briga ta) . La divisione cli ~~valleria del Caucaso è costituita da i- re_gg!menti di dragoni. . .. Tutti i re0>oimcnti di cavalleria regolare sono su 4- squadroni attm ~e) l . d' e ·I di complemento; il quale entra nella composizione delle .mga~e ~ caval leria di complemento come vedremo pitì sotto. I reggimenti dei Cosacchi del Don sono tutti su 6 sotnie (squadroni). Ciascuna divisione di cavalleria è provveduta alt.resì di 2 batterie a ('avallo a 6 pezzi e cli una sezione di parco volante di cavalleria, di nuova creazione . 'Le 3 divisioni della guardia han110 a loro disposizion e o batterie a cavallo della guarcha (regolari) cd 11 batteria di Cosacchi del Do_n della gual'clia. Le prime 7 divisioni cli linea hanno ciascuua. 2 hattèn~ a cavallo regolari, le 7 ultime uua regolare ed un'a ltra cli Cosacch'. del Don di linea, le quali, quanto al loro ordinamento, sono eguali alle rùgolari. Le anzidct.te divisioni di cavalleria p?rtano tut~e il numero d'ordine' corrispouclente a qrtello del corpo cl armata cui appartengot10, c:ome pure i singoli reggimenti che compongono la ~ivisione, per e,,empio: il ,1° reggimento drngoni, 1° re?gimento ulam, 4° reggi mento ussari ed il 10 reggimento Cosacchi del Don, formano 1~ 4a divisione di cavalleria, che fa parte clel 11° corpo d'armata: cosi di s~guito per gli altri reggimenti e per le aìtre ~livisioni. . . Tntta l'artiglieria a piedi da campagna clell'eserc1to n~sso e ordrnat~ in brigate, quelle d'Europa e del Caucaso, cli 6 b_attme,_delle quali 3 batterie con pezzi da ,10 ,67 e 3 altre con, quelli da 8,M, ad eccezione delle li brigate del Caucaso, come fu os,.;ervato più sopra. . L'an.iglieria ùel Turkestau annovera 2. !)rigate: la ~a _consta_ di_ 3 batterie a piedi e cli •I di montagna; la 2.a i~ di :2. batterie a p1cd1 e cli ,1 da montagna. Vi sono inoltre 2 batterie cli razzi da guerra da 8 cavaliet.ti ciascuna, l'organico delle quali ci è completamente sconosciu to. L'esercito della Siberia non possiede che una sola brigata forma ta di 3 batterie a piedi cd 1 da montagna, delle quali 1 a piedi è dislocata nel la Siberià occidentale e le altre in quella orientale. Vi è anche un mezzo par·co d'artiglieria d'antico modello; ma senz~ qua~r_n~edi , i cruali all'occorrenza vengono somministrati per mezzo clt requis1z1one. Snl principio dcli' ultima guerra turco- russa, vennero create due 1

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RIVISTA

bnu~ric ~ep?r~~e d,1 m~n'tl:1gna, senza destinazione fissa, dovendo queste servire ind1stin1ameote a seconda delle circostanze. , L'ar_tiglieria d'assed(o, consta di 2 parchi a iOO pezzi ciascuno per l eserc,10 d'Europa e di ·I parco di 200 pezzi per I' escn:ito del Cancaso . 111 complesso ciascun pare.<> d'as ~.ed,·o (!ella R u~sin · europea si· compone di: 60 rigati d:i H.> cent. d'acciaio fuso a grossi cerchi ; HO ' irl. più leggeri; 80 rigati da 11O cent. cl'atciaio fu so; .i.Q mortai rigati da zO ceu t. a retrocarica; iO irl . da 15 cen t. id. ,~o mortai lisci id. id. Q'.icsti pezzi souo divisi fra ·12 sezioni, ciascuna sezione essnndo destmata ad uu dato servizio speciale. Il ra_r~o d' assedio del CauC'aso è poco conosciuto; quanto alla sua c~mposiziono hn ilO sezioni, che corrispoudercbbero a circa 8 sezioni d1 u11 parco d'Europa. A_lla_ ste-,sa c:itcgoria appartengono pure le i8 batterie d'artiglieria a pw~, doll_a riserva, che non esistono in tempo di pacn e di cui il r~atcrrn.l ~ vie~w custodi LO presso le batterie di com plomento. In caso d1 1~wbd'.zz11z10n? cru este batterin sono provvedutf1 di uomini, di c:i~a ll1 e d~ m~ tc~1nlc come le batterie ordinarie auivc. Il quarto dl!IIC 4 8 b?tler,c cl, nsrrva è armato con pc1.1.i del calibro 1 O6ì e le rimanenti con quelli di 8,64 . ' Jn _snguito :i ll'ultf,na trasforni:nionc doll'armamcn1.o avvenuto nel m~g~,o p. p. la Russia trovasi in grado cli armare un:i potente artighcr,a della ri:.c1·va. l,'art_iglicria regola re a cavn Ilo com poncsi: di 1 bri rra ta cl i 5 ba ttcric r?golart clc_ll'artiglinria a cavnllo della gnnrdia e cli 1 l~i lteria a c:iv;llo d~ ~?sacch~ del D011 della guardin, spartite due per due fra lr: tre d!v,s,on, cl_, caval!<•ria della guardia, con ::i sezioni di parco voli1JJto cl_, cavalleria; e d, 2·1 batteri o a cavallo di linea : queste ultime insrnmc olle 7 batterie di Cosrwchi del Don di liuca sollo nsse11natc egi'.nl~wn_tc due per du e alle 14 divisioni di <'.<walleria C'o n altre~anto sezion i d, parco volante a C'avallo. . Le baucrie a carn llo hanno i loro 6 po7.zi attaccati tanto in tempo cl, pace,_ quanto in tempo di guerra , ad cccnzione della batteria dei Cosaccl~, dal Dou dell~ guardia che ha soli /4. pezzi in tempo di p;.-e. Le lluppe del gcnw constano neJl'es.irci to russo di: 1 banaglione 0

ES1'1:~RA

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zappatori del genio della guardia, di ·I battaglione dei granatieri, di 10 battagliooi del gnuio di liuea dell'esercito d'Europa, di :l battaglioni dell'esercito del Caucaso e di un mezzo batuiglione clell'eserci~o del Turkestan . I battaglioni clcll'()sercito d'E uropa e del Caucaso m tempo di paco sono ord iuati in 5 compagnie ed in tempo di guerra in ~Nel mom,•olo di mobi litazione, nei battaglioni ·1°, 2°, 4-0 , 7° di Europa e 30 del Caucaso una delle cinque compagnie ,iene disi.a.ccaln per formare ciascuna 1111 battaglione di complemento e le quiute compagn ie d<{gli altri battaglioni so no parirneuti distaccato per costitu ire ciascn na due compagnie di riserva del genio, di cùi 2 della gunrdia, 2 dai gra natieri e ~6 di linea . 11 mezzo bauagl ione del genio del Turk(•stan ha 2 compagnie. Nel m:1ggio dell'anno scorso venuerc, eziandio formale dun compagnie torpndinim{ delle quali la primn destinata al Mar Baltico con sede a J<ronstacl t, la seconda al ~far Nero e con sede a Kcrcc. Quc:;ti 1i> battaglioni del genio costituiscono lj brigate zap patori, delle quali la qui nta appJrLiene all'e3ercilo del Cau~1so, e le altro quattro a quello d' E11 ropa. Ciascuna brig,1ta conta 3 battaglioni, delle qnali la pri111a ha: il battagliomi dclln guardia, queilo dei granati eri, cd il I" battaglion,J di linea, I.! altre tre brigate si spartiscono i 9 bai.taglioni progressivamente per numero d'onli ne e la brigata del Caucaso i tre battaglio11i N. 1, 2 e 3 di quell 'cst:rcito. Il genio ha pure: a),\. IJ.1ua1r ioni ferrov ieri addeui alle brigate dell'esercito d'Europa. li b:ittaglionc diviso in due se?.ion i rii 2 ·compngnie ciascunn; la prima destinata alla costruzi one e la sccondn all'esim:iii o delle lince costruttc. Al batt~glioo e sono addetti parecchi ingegneri civili cd impiegati pel disimpegno dei minuti scn izi; b) 8 battaglioni pontieri , di vi; i egualme11tc due a due fra le medesime bri~atc; quella dnl Caucaso non ha che u11a sola com pagnin. Ciascun batt.aoliouc possiede 111aterialc eia ponte per la lnnghezza di 213 metri; ~) 9 p1rchi telegrafici da c.1111 po con lunghezza di t 07 chilometri di fi li per cia~cuno parco, dei q1iali gli ouo primi addetti alle t~ brigato dc\l"escrcito d'Euro pa, divisi egualm ente duo a clnc per brigata ed il 9° appartenente all'eserc·,ito del Cauca:;o; d) l> parchi da campo del gr11Ìo, di i sezioni e ·12 sottosezioni, ciascuna d~llc quali è dotata cli s111Ticic11te materialo per una compagnia del gu ,io o per una divisi onE: di fa nterin. Questi parchi sono spa rtiti in tempo di pace fra In i; brigate de! genio. e) 2 Jllrchi d'as~cdio del ganio su i sezioni colle proprie compa-

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RIVISTA

ESTERA

gnie: appartengono il 1° alla 2" brigata del genio cd il 2° alla terza brigata. Le anzidette brigate del genio, net momento cli mobili tazione vengono sciolte, ed i singoli riparti distribuiti secondo le circostanze. L'esercito del Turkesta~ non possiede che un mezzo battaglione su 2 compagnie delle truppe del genio: Dobbiamo ancora computare fra le truppe attive, i.battaglioni di linea · separati; ma in generale questi, ad eccezione dei 17 battaglioni che fanno parte dcli' esercito del Turl~estau, difficilrnente potrebbero essere adopratì in una.guerra.

gani_zzaLi in tempo cl i guerra dai 29 baU,'lglioni su ,i. compagnie esistenti in servizio permanente . Questi reggimcu ti sono destiwui à tener presidio nel !'interno.clelle fortezze ed in ca~o cli bisog110 seguono anche l'cse1·cito atllYO fuori dell'impero per prnstarc l'ana logo servizio a tergo del medesimo. . I bi1ttaglioni e le compagnie cli fanteria cl'istrnzionc, sono formati con oli ufficiali e oli te ,, o uomin i di trnppa cl1ianrn tiv i sempre temporaneamen . allo scopo di nrnntencr·e l'uniformità d'istrm:ione ncll'cserc1to . Per çiò chè r ifl ette il corpo dei corrieri cli gabinetto imperiale, composto di 08 ufliciali e della compagnia gran~tieri guardie palazzo noi~ ti citiamo che per memo ria, qLH:sti per~on.alt non cssr~ndo c~ntemplat'. nelle forze orgàuichc dell'esercito; come pure il rcgg11nento eh Cosaccln della scor·ta particolarn dell' irn pe1·atorc. Vengono compresi fra le tn,ppe locali : . . ,1 brioata di cornplemcnto di cavalleria della guardia d1 11O squadroni, dei quali 8 realmeute uou trovansi disgiunti dai propri reggimenti in tern.po di pace, e non sono r iuniti in hrigata di complemento che in l'.aso di guerra. 7 hri"ate di complemento di cavalleria di linea, su 6 squadrou ciascnm~ ord inate in permanenza, più fi. squadron i di complemento dei dragoni del Caucaso che rc:;tauo separati. Questi squadroni in tempo ;ii pace devono procedere alla rimonta dei c~vaUi ~ei r.r opri corpi, ammae:;trarli, cd in tempo di guerra de\·ono eziancl ,o 1strmre le reclute e formnre gli squadroni di marcia, i quali in caso cli bisogno possono essere riuniti in reggimenti e.brig,~te. . . Le truppe d'istruzione a ca vn Ilo si hmI to.no a due soli squadrom , cioè: ,1 squndrono d'equitazione della guardia ed un 4 squadrone d'istruzione per tutta la cavaileria. L'aniglieria delle truppe loca li si com~onc: , . . . a) Di 50 battaglioni e 7 cornpagme separate cl artiglieria da piazza che banno per còmpito ~li servi1:c i pezzi .nelle ope~e fortifìcate, di eseguire tutti i lavori che riguardano 11 ramo d1 servizio d'artigliere, di servire i pezzi nelle batterie d'assedio e cla costa, dì seoL1 ire alla ocçorrenza le truppe a tergo dello esercito . - Iu tempo di !?~erra sono provvedute di carri e cavalli destinati al trasporto di munizioni dai magazzini al le l>atter ie. b) Di ,i. brioate ù'arti11licria di complemen l.o,. delle quali . la prima o v ha 5 batterie a piedi e le altre tutte 6 batterie a 4 pezzi del calibro 8,6,L Queste hatterie formano iu tempo di guerra 46 batterie di complemento ·e 48 batterie delta ri$erva. A.Il' uopo ciascuna tiene in cust.odia in tempo di pace l'occorren te materiale.

In caso di guerra tutte le forze irregolari sono chiamate sotto le ar mi ed in tempo di pace circa un terzo di rruest.e prendono parte al servizio permanente; e così i Cosacchi del ])on som ministrano i 2 reggimenti di cavalleria con una batteria della guarrlia, che fan no parte delle divisioni di cavaller ia della guardia, e 20 reggimenti di cavalleria. di linea con 7 batterie distrilmiti: H reggimenti e le 7 batterie fra le H- divisioni di cavalleria cli linea regolare, 4 reggimenti costi tuiscono una divisione di caval leria adclctt.a al ·I 4° corpo d'armata, però senza artiglieria in tempo di pace, in tempo cli guerra ricevendo invece tre batterie a cavaJlo dagli stessi Cosacchi, i quali vengono richiamati dal congedo illimitato. I due ultimi reggimenti di questi Cos!-lcchi in servizio permanente lo prc:;tano l'uno in Finlandia e l'altro a Nowa- Cerkask, capo luogo della provincia dei Cosacchi del Don. Esiste pure un'altra divisione combinata in servizio permanente nel Caucaso, composta cli 3 r eggimenti di Cosacchi del Kuhan e di uno del Terck senza artiglieria iu tempo cli paco. La fanteria delle truppe .l ocali in tempo di guerra non solo forma coi suoi battaglioni reggimenti di 4 batt11g'li oni su /~ compagnie, e coi comandi cli varie forze battaglioni su 4 compagnie o distaccamenti di 3, 2. e 11 compagnia, oppure minori riparti, ma nello stesso tempo agevola la costituzione ·dei battaglioni cli complemento, somministrando una parte aei propri quadri (l'altra parte essendo tolta dalle truppe attive). Questi battaglioni poi si organizzano cogli uomini chiamati dalla riserva o con quelli delte quattro ciassi più giovani della milizia. I battagl ioni di complemento vengono formati su quattro compagnie, in pieno effettivo di oltre 1000 uomi ni che sono contin uamente alimentati con nuovi versamenti a misura del bisogno. Alla fanteria clelte truppe locali ,1 ppartcngono inoltre i 29 regg~enti di fan teria di fortezza di ,i. battaglioni su 4 compagnie, che vengono or1

Rivista estera .

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ESTERA

e) Della baueria a piedi d.'i:;truzionc della rruardia eh · . t ·1· "' e "' · . o , e m empo 1·i . m l l 0 n 11a s1 raccoppia due ba tterie di complemento . l) D' . · e111 e a guar ct·ia . 1 •· e 1 ,f )a.t~~ria ~ cavallo di complemeuto a 6 pezzi, e .2 battei. 1e a c~vallo d .1strnz1one a (-i pezzi, che in tempo di guerra costitmsco.uo 3 hatte1:1e a cavallo di complemento. La 1n:ima ha nel suo orgarnco una sezwne della artiglieria della guardia . .. e) D1 ;2 fl er~ositi di rimonta per l'artiglieria, di cui il secondo a _ part1ene al[ esercito del Caucaso . p Le truppo del genio locali comprendono.: 5 battagli~ni cli complemento del genio (su q; compagnie), formati da una delle crncruc compagnie che in tempo di pace sono ad le•t l ,10 Qo 1, 0 ~, o b tt 1. <l' J' , l •ea . , ,.., ,.·~ , . a ag wne .:. uropa e 30 del Caucaso, le quali i'u caso cli mob1litaz10ne vengono distaccate dai propri hattaolioni. . 1 Co~npagnia tecnica d'istruiione ga lvanop[asti~a; ,1 Bng~ta (~ compagnie) d'operai zappatori, impieoati nei lavori 0 del porto d1 Pot1. ~. territori deHe . tr~1p pe irregolari possedono pure essi trup~e locali destmate al servizio mterno; rna ci fanno difetto notizie preci · Qua1~t~ alle truppe irregolari di complemento e d'istruzion: \ueste sono d1v1se come segue: . 1 battaglione d'istruzione di Cosacchi cli Zabaikal (su "u .sotn1e · )·, Q l· · . . ,., squac 1on1 e1I complemento d1 cosacchi del Don cieli G ·d· ·t · I· · a rua1 ia, es1s ono 111 quac r1 m tempo di pace; .1 plotone d'istruzione cli Cosacchi del Don di linea; .2 sotnie d'i~truzione di Cosacchi del Kuban· '.2 s?tn!e d'.istruzione di Cosacchi di Zabaik~l; 1 sotma eh Cosacchi dell'Ural· 1 Idem di quelli della Siberi;; Per l'artiglieria esistono: 1 batteria di complemento di Cosacchi del Don della guardia soltanto formata in caso di guerra; f. batteria cji. complemento di Cosacchi del Don c1·1 1·mea.. es,ste · rn · . . quaclr1 m tempo eh pace; 1 bat.teria a. cava~lo di deposito di Cosacchi d'Orenburg (t pezzi); 1 sez10ne d'1strnz10ne di Cosacchi del!'Amur. 1

I

IV . Due parole sni servizi mobi li. , Con decreto imperiale d.el ·17 marzo ·1877, tutLo il servizio dei parchi d'artiglieria fu so ppresso e sostitu ito da : ;13 parchi mobili d'a,,tti,glierilt (di visi ciascuno in /~ sezioni) u. parchi 'oola,nt;i, cfro•isiona[,i. divisi in due sezioni. Tanto gli uni quanto gli altri hanllo sede in tempo di pace in alcuni capiluoghi cli circoscrizione militare . ,18 sezion·i del parco volante cli cavalleria. e 5 sezio1vi. elci cacciatori, le quali raggruppate a due o f.rc vengono conserva le presso alcuni comandi di circoscrizione militari sol.lo la denominar.ione di sez·ioni combinate del pcirco 'Volante cbi ca·vciller·ia, o riei ccicciatori dli, tale o tale ci/tra cfrcoscrizione m:i/.itci'1'e. Questi parchi in· Lempo dì pace sono tenuti in pieno asscuo dì materiale; uel momento cli mobilitazione ricevono gli uomini e i quadru- · pedi ccl in pochi giorni si trovano pronti. Il mezzo parco d'artiglieria clP.Ua Siberia fio.ora viene conservato nell'antico suo ordinamento più sopra indicato, e quanto a mezzi di trasporto di muni~ioni presso l'esercito del 'l\u·ke,,tan questo è fa tto a dorso-di cammelli. In tutti i parchi.d'artiglieria il munizionamento viene· trasportato nei cassoni, capàci quelli da ,10,67 cli 73 cariche, quelli cla 8,64.. di H8, quelli a cavallo di ,120 cariche. I parchi d'artiglieria dell'esercito in campagna, sono sottoposti ad un comando generale speciale, presso cui trovasi all.resì una riserva del personale e dei cavalli dei parchi destinati alle trnppe di prima linea. Per la guerra vengono creati fi. depositi delle munizioni divisi in 4 parchi stabili, un opificio mobile d'artiglieria ed un la.bora.torio mobi le della stessa arma, destinati ai lavori cli riparazioni alle armi da fuoco , infine alcuni depositi cli riserva d'artiglieria da carn pagna, la forza dei quali depositi dipende dalla forza cl ell'e~ercifo in campagna. Sicchè ciascuno di essi è forniLo delle seguenti quantità di materiali in proporzione per cento di ciascun corpo d'annata, cioè: 11rl 5 di cannoni , ~ [3 cli cavalli delle batterie, 112 di cavalli del parchi d'artiglieria di riserva, ·1\20 dei pezzi e dei cassoni cl.i munizioni, 111 O cli affusti, delle bardature e di utensili . 1


252

RIVISTA ESTE RA

I servizi mobili elci genio constano dei parchi eia campo del genio, d'assedio e dei telegrafi eia campo, dei quali abb iamo già dato cenno più sopra. · Un parco da· campo del genio trasporta 1 136fi. pozzi d'utensili da zappatore. Ciascuna divisione fanteria è dotata di una sezione ambulanza con apposito personale, destinato a somministrare le prime cure ai f'eri ti. A cp1esto personale, nel momento dell'azione s1 aggiungono un ufficiale e 200 uomini tolti dai reggimenti della divisione, J?er fare il servizio di pona barello. Il principale nucleo cli questi uomini è formato dai musicanti dei reggimenti. L'ambulanza divi~ionale secondo le disposizioni contenuto nel regolamento sanitario 'militare approvato con decreto imperiale 1f>luglio ,J869, è ordinata in due sezioni, deìle quali ciascuna possiede i mezzi di ricoverare 3 ufficiali e 80 uomini di truppa. Oltre gli ospedali stabili situati sui punti delle tappe a tergo dell'esercito attivo, vi sono pure 84 ospedali da campo divisi ciascuno in 5 sr1zion i che vengono stabilit.i in prossimità al teatro cli guerra; ciascuna sezione può ricoverare ·1 O ufficiali e 200 uomini. In tempo cli pace il materiale spettante a questo servizio trovasi depositato a Pietroburgo , Mosca, Varsavia, Wilna, Kicw, Odessa e Tiflis. In caso cli mobilitazione dell'esercito l'occorrente persona le viene somministra to da ospedali stabili, ed i quadrupedi provveduti pcrmezzo · cli requisizione. Ciascuno di q11 esti ospedali è accompagnato da una farmacia mobile, composta col medesimo sistema. I trasporti d'intr-mdenza militare si compongono cli colonne del treno militare e del trono borghese, e vengono ordinati nella quantità occor-' rente ai bisogni eventuali. · Ciascuna colonna cli questi tra ini è divisa: quella mi litare in H sezioni, e la colonna ho rgh.ese in ,JO sezioni. Cia5cuna sezione di queste colonne è com:mdata cln ufficiali superiori dell'esercito, coadiuvati da impiegati dell'intendenza militare, e da uorriini a cavallo presi generalmente nella gendarmeria per il mantenimento del buon ordine. 1

1

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

D LACROIX . llisloit•e anecdot.ique clu d1•npeau f,•ança.is . · 3, édiLion. Jn- 18°, 228 pages: - Paris, Safgnier, J87H. - Prezzo lire 3.

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Rèt len,ent pi•(mvisoire sur le service de.<i canuon.f ,le SO ·~, ,le 90 millimèt,•es, approuvé par le ministre de la guerre

le 2 avril ·1878. - In-18°, 112 pages. - Pa ris, Berger-Levr ault, 1878. - Prezzo cent. 65.

( Cont/4nua).

I

Etat ,n'ililait•e ,lu cm•ps cle l' at•lillerie de f?N1,nce vour l'année 187~. PromoLions. arrètées au 'l" av_ril - Un fort _

volume in-12' de 750 pages. - Paris, Berger·-Levrault, ·1878. Prezzo lire 5,50.


254

BIBLIOGRAFICO

BOLLETTINO

255

U.'1

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A. HoRSETSKY v . HoRNTHAL, Hauptmann. Der t•ussisclrn. Fel,izuy iit Bult1arien 1md Rumelien 1.S1'7-7S. (La guerra

COLONE[..

\VA LTER,

Oberst. Ve,•gleicl,ende Zusanimenstellm,g der neueste,i Scl,ie.<1s--ll'e,•sucl,e yegen r•an=ei•. Narraz10n~ e parallelo fra le ultime prove di tiro contro corazze). Berlrn, Luckhardt, 1878. - Prezzo lire '1,fiO.

russa in Bulgaria e in Rumelia nel 1877-78). 1878. - Prezzo lire 6,50.

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HENRY STANLEY.

H. v. LoBELL . •lalu•esbe,•icle iibe·1• rlie 1ie,•ii11de1•11ntieu. mul FortscJ,,.iue im {86ililii1•wesen . "1/'ie,•ter Ht1/u·tim1y i.§'11 .

(R~ss~gna an~u~~e cli carnb!amenti e progressi nelle cose militari. 4 annata 18, 1). - Berlm, Mittler, 1878. - Prezzo lire 14.

Prezzo lire 40.

Carte e piani. Von HAN~EKEN, Generallieut. Wor.çtudien f'iir eiuen eugliscl,i•ussucl,en lirieg. (S tudi preliminari per una Bo·uerr-a ino'l~seo ' russa ) . - In-8°. -· Berlin, Mittler, 1878. - Prezzo Jit'e 1,25. Von

S-l~KRAD,

Premier: lieut. De1• i•us,ç iscli-liii•l,isclie Rrieg

:18 • ':-7 ~ . Erste L1eferung. (La guerra russo -turca 1877--8 1• c1· I .

· . 1spensa). 9 0 1ire ~,5 .

In-8•. -

Hannover, Helwincr 1878. _ Prezzo o, , ,,

A . v. D_~IGALSI<I. _Sceuen ans dem, jiint1ste11-0,•ie,il-li'l'i"!I erztil•lt tJon 1•ussit;clien Jfolclt1ten. (Scene dell'ultima o·uerra raccontate da soldati russi). - In-8°. - Berlin, Mit.ller, ·1878. _ P rezzo lire 2. .

General-lit1rle von Centi•al-Eur"P"'· Herausg. vom ~- k. militar-geograph . Institute in Wien. 1 : 300,000. - Blatt. A !'i, 9. B 8. D :10. O 2. (Carla generale dell'Europa centrale, pubblicata dall'i. r. istituto militare geografico di Vienna, 1 : 300,000. Fogli A 5, 9. B8 D 10. 02). - Wien, Artaria und Co ., 1878. - Prezzò di ciascun foglio lire 1,75.

Generalstal>s•Hflrle von Preussen. Provinz Hessen-Nassau, 1 : 100,000. N. 299. (Carta della Prussia compilata dallo s tato maggiore. Provincia di Hessen-Nassau, 1 : 100,000. N. 299). Berlin, Neumann, 1878. - Prezzo lire 1,50., vV. GREWE. 1'/eue Rarte der Ballurnlwlbinsel nach deni

M. v. BRUNNER, Hauptmann. l!ber <lie 1611weudung de/ ln/tiute,·ie-Sp,d1<11s. (Dell'impiego della vanga di fanteria). - In-8° fig. - Wien, Seidel, '1878.

11<',•ietll'li von Sltn Su·f,mo. 1 : 2,500,000. (Nuova carta della penisola balcanica dopo la pace di San Stefano, all'1 : 2,500,000). Berlin, Mitller, 1878 - Prezzo lire 1,50.


256 BOLLETTINO fl!BLIOGRA FJCO M. Sc11AEFER. l~eue Hn1•te ,le,· T,wkeiiu Em•o11a mul!l.<1ie11, uacli dem F,•iedeu vrm .~nn Sie/mw. 1 : 300,000. (Nuova

c1-1 t'lu della Turchia in Europa e in Asia dopo la pace d i San Stefano, all' 1 : :{00,000) .- Berlin, Abelsdorft~ 18,8. - Prezzo lire 1,50.

A.

tles !l''a11d,<J f1euves ,le la Fi•ance et ,lel'EuroJle, ,l'"JJ1•ès le s ,locu,nenls les 11lus lfttlo1•isés. - Paris, Delalain, 1878.

V u1 LLEMIN. lll,u;s,'n

Il l)j rctto't'e ORES TE

BARATIERI

Maçgwre net Bersauitert .

• DEMARCHI CARLO,

gerente.


RIVISTA, ESTERA

NOTIZIE SUL.LA FLOT1TA BRITANNICA I.

Il

PERSONALE

della flotta novera:

a) In servizio atti1,o, '•602 ufficiali e assimilati di marina (1) e 4-4398 sott'ufliciali , marinai e mozzi (2); 1-02 ufficiali e 13598 gregari di fanteria e· artiglieria cli marina•; cioè un totale di 60000 uomini (3) permanentemente in servizio. b) In di.sponib•iti,tà, 588 ufficiali del!' acti'Oe li.çt e H6, del reserved li.st, cioè 73/i ufficiali di marina (4-) che occorrendo potrebbero essere richiamati in servizio attiv:o. (1) _Il personale degli ufllciali d i marina si divide nel ramo militare e in quello civile, Appai-tengono al primo: a) gli ufficiali ammiragli (ammiragli· della, flotta, ammiragli, vice .ammiragli e contr'ammiragli); b) gli uffìc[ali d i vascello (commodoi·es 0 capitani, comandan ti, luogotenenti, sottotenenti); e) i navigating offì,cers (con mansioni segnatamen te nautiche cbe in Italia appartengono agli ufficiali d1 vascello). Questa categoria d' ufficiali fu soppressa con circolare dell'ammiragliato del 2ì marz<l 1877 e le attribuzioni loro affidate a uffi~iali di vascello; però gli esis te nti navigating offì,cei·s furono conservati in servizio e figurano nel Na'lly List in ,·noli distinti; d) i subo·rdinate offi.cers, tanto di vascello che nav·igaMng (guardia marina (midshipmen) e cadetti); e) i warrant offi..ce-rs o mastri cioè i gimnei·s (cannonieri), i boat=ains (nocchieri) e i carpente1·s (costrnttori navali). App~rtengono al ra mo civile : i medici, macchinisti, pagatori, cappellani e istruttori .navali e i segretari degli ammiragli e dei commodori, i quali sono assimilati seèondo il rispettivo gr:ido ai vari gradi degli ufficiali di vascello; - i commessi che sono assimilati ai subordinate offì,cers. (2) Gioe tutto il personale al d issotto del grado di ufficiale, compresi i macchinisti, fuochisti, music~nti, operai, ecc. (3) Le cifre relative alla forza in servizio a ttivo furono tolti dal Navy Estùnates, legge del bila ncio per l'esercizio lS78-79. Esse esprimono la forza bilanciata, la q uale però può ritenersi uguale a quella effettiva . (4) Forza effettiva al I gennaio 1878. (Dal Navy Es timates). R-ivMta estera

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258

RIVISTA

2o9

ESTERA

e) In riseroa, 304 ufficiali (1) e 176'10 marinai (2) della r·iser'Oa na,vale ·(Royal Na'Val Re.serne); 850 pensionati di marina (Seame;n and Mà1'ine pen.s,ioners); 42 ufficiali ( 1) e 983 gregari (2) dell'artiglieria volontaria di marina (Royal Na:val Artilfory Volwnteers); cioè •un totale di 49789 uomini in congedo che in caso di mobilitazione potrebbero essere chiamat.i in servizio attivo. Complessivamente sono 608/i ufffciali e 74439 gregari appartenenti al servizio militare maritti mo della Gran Brettagna. Dipendono inoltre dall'ammiragliato (Ministero della marina) un 20000 funzionari civili o operai impiegati negli uffici, negli arsenali e negli altri stabilimenti militari maritti mi del Regno Unito e delle sue colonie . (3). · Descriviamo ora nel seguente specchio il ~iparto generale del personale della marina in servizi.o attivo. 1

(1) Dal NQ;vy List {Annuario trimestrale della marina da guerra) del 1 luglio 18'7'8. (2) Forza effettiva nel marzo 1878; giusta una dic hiarazione fatta da l primo lorct ctell' ammiragliato (ministro della m arina) il righ.t honorabze w. H . Smith . M. P., alla camera de i comuni nella tomata del 14 marzo 1S78. • , (3) I princ ipali arsena li e porei. d' armamento sono, nel Regno Unito: Chatham con 3485 operai; Sheerness con 1627 operai; Portsmo u t h con <l96l operai; Devonport con 4Sl7 operai e Pembroke con 1610 operai; e ali' estero: Gibilterra, Ma lta, Bermuda, Ralifax (N. Scotia), Jam~ira, Antigua, Ascension, Esquimalt, Capo di Buona Speranza, 'l'riocomali, Hong- Kong, Kowloon e Shaog hai, oltre a quelli dell'Ind ia ; nelle q uali località sono pure stabi liti grandi depositi di carbone. Meritano inoltre d i essere ricordati i gra ndi magazzini di vettovaglie del Regno Unito: Royal Victoria, Royal Clarence e noyal .Villiam e ali' estero q uelli d i Gibilterra, Malta.. Halifax, Capo di B. S . e Yokohama, non che gli ospedali della marina a Chatham , Kaslar1 Plymouth. Yarmou th , Portland e Mylor nel Regno Unito; di Lisbona, Malta, Bermuda, Halifax, Jamaica, Esquimalt, Capo di B. S . , Hong-Kong e Yòkohama all' estero.

~I

Comandi in capo noi Regno Unito . ! l'>\ · (· Comandi in capo _all'ester~. · · 26( 27 _ 99 . - ) 11 Sopraintendenza d1 arsenah e della ( ( riserva navale. ~ J- -1- - --- --·- ~8 27 1 /9. TOTALE personale de1. c;oman d'1 (A) ·, . _o:·3 ___ . .:::,_ _ _99 _-· ____ Navi da guerra armate ecc. (ser1502 "'13 24-5 20229 3165 253M vizio generale . . . . : . :.. Navi del la ,1a riserva e r!spe~tm te~ders, addotti al scrvn. di guarcha delle coste del Regno Umto . . 209 12 57 20,18 269 2565 Navi scuota dei cadetti d'art., dei mozzi e dei torpedinieri . . 278 ·178 1,14 2736 2766 6072 Navi stazionarie, navi caserma o 573 83 329 3478 46 4509 di deposito . . . · Navi da trasporto per truppe (ser9,, . 3~ 1060 5 ,1200 vizio indo-hri taunico) . . . v 5 v Navi da trasporto per truppe (seri18 868 27 7~~ vizio generalo) .. : . . · · · 84 3 T;,, 26 1156 Navi addette aI serv1z10 idrografico. 84 ,i. Navi l)er l'istmzione della riserva . , 2 9' I 28 22 2J 1I navale . · · · · · 70 40 206 Navi da trasporto pel materiale . _ 2 1 _ _ ~ _1_ __ __ _ 1

)

1

1

1

ToJ;1L~;av~~1ta°n:;!ilt~- (~)~er~izi~ 2874 49,1 838 3,fi:i 3 6305 ~ Personale impiegato nel servizio di 92 227 398 1 /1300 guardia delle coste 1

TO'l'ALE GENEHALE .

304 9 518 1065 35093 6305 46000 ~......___...,,_ 4602 44398 urficiali

(1) F ·mno parte di questo personale 17 u ffic i.ili amm.iragli , 5 d ei ~uali rtehggo,i~o co: ' · · ò l' · , 1· omnndante 1n capo a Poi tsmou , 1 amm1 m ardi c~e~a~~~~oteU..~itg,Ìp~oa D~~o~:~i,t~I c vie~ ammiraglio co mandan te in cap.o dedl N) ore rag ,o , · , •I' comaiHlan te m capo a Queenstown (h 1an a e 11 1. ') .1 (bocca d el 1 ~•0;«:ai~~\~~ea~!W!'alq\iactra deH; Manica (oggi ne l Meditermleo) . Altri 7 vice amm,rag . , . ' . . ', mm iraolio comandan te in capo d ella squadr~ r eggono comandi a.n es te, ? e sono 1.1 vice a d " . 2 • d i dotta squadrw glì uf6c1al1 del Mediterraneo; li contr amm ,ragho co.m,rn an te,. tdn. "h' a · del Pac ifico · 'dell' /\ mc rica · 1· ct· t 1· ·, n capo delle staz,om na va 1 1 ,. in , , • amm 1rag I coman ,in . . ' •. .· t 1 ·· _ 1· ffc I ia le a mm iraglio comanda nte del Nord e Tnd,c occ,denta h; e d.elle rn~,e 01.1 °'.' ·3 1' no ' li ufficiali ammiragli sodella squadra (e ve.ntuale) d , c rociera ali este1o/· iDnOne po ~o c'i ihatham I{ di Malta· e l ra intcndenti d ogh arsenali d1 Por tsmou th, e, e v~n r , • , p ntr·ammil·aglio so pra intendente delle nserve navali . . . . co 9 Ìnc lusi 88 ca<le tl.i e 2700 mozzi c he no,, prestano ancora se, v,z,o . . . . o ·o· 1es,,, · "~1000 uo1n ia ·, • soltanto un. rnooo ·sono• propriamen te uon.1m1 d, mar. ((") 3) , coc · t·,, o lie1,1 ... 1· , ,Jomes t1c1 , (scamen) cioè sotc'ufficialì e marina ri; i rimanenti sono ruoc,1HS

Ty1:i

I

sottuffìc ia li,

marinai, mozzi, ecc .

vf

scrivani~ ccc .


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ESTERA

RIVISTA

Deducendo da codesti ~-6-0-00 ufffoiali, sottufficiali, marinari e mozzi servizio attivo, 3,1 ufficiali e gregari impiegati permanentemente a terra negli arsenali e negli stabilimenti militari marittimi; 363 altre persone che sebbene portale sui ruoli dei b'.lstimeuti, prestano servir.io a terra ( 1); e inlìr~e i 4300 ulliciali e gregari impiegati ,ml servizio cli guardia <folle coste e che perciò prestano un servizio misto ora a bordo ora a terra; si ha che il personale appartenente esclusivamente al servizio a bordo, ammonta a 4 1306 uomini. Nella qual cifra sono. però inclusi 88 cadetti navali (2.) e '.2.700 mozzi novizi (3) i qnali non prestano ancora alcun S<~rvizio. Diffalcando questi elo.rnenti (2788 persone) dagli accennati 4B06_ uomini e aggiungendo a riuesti, 6872 ufficiali e truppa del corpo di marina i quali , come si vedrit or ora, :,ono i~barcati sulle ·navi arniate, si ha in /~5390 la cifra totale degli 110mmi costituenti l'equipaggio del na'oigbio ar·rnalo. · · Il corpo di truppe di mariM (Royal Afar·ine Forces) si cornponc ~ello ~tato maggiore geMra le del corpo, di 3 divisioni (dvo·is·ions) di fanteria con sede a Chatham, Portsmouth e Plyrnouth e 1 divisione

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di artiglieria con sede a Portsmouth. La fanteria di marina è essenzialmente destinai.a a fomire la guarnigione sui bnstimenti armati della flotta; l'artiglieria di marina a servire le batterie tla costa e a fornire eventua Imente alle navi armate de' cannonieri. Ma codeste forze possono ezianclio essere impiegate in operazioni a terra unitamente ali' esercìto. È stabilito che in massima .l:i guarnigione di una nave · non debba eccedere la forza di 32. uomini compresi i cannonieri di ma rina imbarcati. Questa truppa dipende dai propri uffi ciali i quali però sono subordinati al comnndante della nave. La fan teria di rn.arina (marvne lighl in(antry) si compone di 3 divisioni ed 1 deposito (1 ). Ogni divisione ò comandata da un colonnello e consta di uno stato maggiore e cli •I 6 compagnie, che complessi vamente noverano 97 ufficiali e 3582 gregari. La forza totale della fa nteria di marina [ 3 di visioni (!~8 compagnie) e 1 deposito J è cli 297 ufficiali (2) e 1076:l gregari . L'artigl ieria di marina forma una divisione, (1) comandata da un colonnello e consta di uno stato maggiore e 16 compagnie, con una forza complessiva di 10 1 ufficiali c::i) e 2802 grngari. La forza bilanciata d<~I corpo tli marina, che può ritenersi uguale a qnella effettiva, ammonta a '14-000 uomini (~02 11 ffìciwli e 13598 gregari) dei quali 7000 souo addetti al servizio della flotta (102 ufficiali e 6898 gregari) e 7000 C300 ufficiali e 6700 gregari) sono accasermati a terra. Dei 7000 addetti al servizio della- flotta 6872 sono effettivamente imbarcati e 128 impiegali a terra negli stabilimenti militari marittimi ( i ). La categoria degli nfficiaJi in disponibilità, più sopra accennata; comprende ufficiali e assimi lati d'ogni grado i quali essendo sbarcati e senz' impiego sono provvisoriamente a mezza paga . 1

1

1

(1) Dal Navy Estimates 1878-79 . (2) Sono nominati cade tt i nav3ii (n.ava,l cadets) e amm essi a bordo della nave-scuola · dei cadettti « n,·itannia, » (vascello d i linea a vela) a Dartmouth, i giovani gentlerMn che non eccedano l'età di 13 a nni e superino un esam e di concorso . Dopo- compiuto con esito soddisfacente un corso di studi genera li e professionali teodco-pratic i a bordo del B-ritannia, i cadetti passano a far se,·vizio nelle regie navi come sttbordinate o(/1,cers e sono promossi a turno midhipinen (guat·diamarina). La promozione a sottotenente di vascello ha ltjogo previo un esame d'idoneità professiona le . Nel 1873 fu istituito a Greenwich il Tloyal Naval College, istitu to di studi superiori navali al q uale sono ammessi gli ufficiali cli vasce llo e i navigating officers; gli ufficiali d'artiglieria e d i fanteria d i marina; gli u ffic iali meccanic i e gli istrntto ri navali. Possono inoltre pr end~1· parte ad un c o,·sll speciale presso il naval college, gli s tudenti c ivili di a rchitettura navale e d'ingegneria marittima o gl i uf/iciali della marina m ercuntile, {3) Sono ammessi c ome mozii a bordo delle navi-scuola cl<Ji moiz i /vascelli d i li nea a vela Boscawen a Portland, Ganges a l<almou th , Jmplacc1ble e Tmpi·eg·; iable a Devonpo'.·t, St. Vincent a Por tsmouth) i ragazzi. da 15 a 16 anni e mezzo, c he previo l'assenso de, paren ti o tutol'i s i obbligano a servire nella regia marioa per 10 anni consecuti,•i a datare di i 101·0 18° a nn o d'e tà. T mozli compiono un corso di studi teorico-prat ici a b ordo delle navi-scuola. dei mozzi e comp letano Ja loro istruzione navale nell e navi di crociera per i mozzi (Sloops a vela Liberty, ,lfa.,·tin e Sqttirrel e brigs seaf/,ower e Sealark). 11 nume ro dei mozzi ascende oggi a 6305 di cui 2700 sono nelle navi-scuola. T mozzi costituiscono il semenzaio pcl reclutamento de i marina i (seamenj e dei sott'ufncia li cli marina (petty-otficers). Il rlma oente personale di bassa forza dellà marina e_s egnatamen te gli scri vani, maestri di scuola, operai meccanici , fuochisti, poliz;a aritttma, cuoch,, ecc., sono reclutati volontaria mente con ferma permanente di 10 kni (continttous service). Sol tan to a lcune categorie cli persone possono c on trarre una ferma temporanea {non contin1,otts service) .

1

{l) Organico stabili to con Regio Decreto del 15 gQnnaio 1878. (2) Gli ufficiali della fa nteria di marina pro\'engono dai tenenti della milizia e dagli studenti d' u niversità c he hanno s uperato l'esame d'a mmissione alla scuo la mi litare di fa nteria e cavalleria (military college) cli Sandburst. (Il) Gli ufficiali dell'artiglieria di ma1'ina provengono d~gli studenti civil i che hanno superato l'esame di concot'so per l'ammissione a ll'accademia militare di Woolwicb e gli esam i tìnali d i un corso biùnnale di s tudi professiona li presso 1·uccademia nava le di Gl'ecnwich. (4) Dal Navy Estima/es, 1878-70. li reclutamento dei noyciL Ma,·tnes si compie esclusivamente (come per l'esercito) con a rrolamonti volonta ri. La ferma è d i 8 anni e sono ammesso le rafferme. La fanteria è armata ed equipaggiata come la fanteria dell'eser c ito. L'a,· tiglieria, come l'artiglieria da fortezza dell'esercito .


262

263

RIVISTA

ESTERA

La riserva di pensionati si compone di sott'ufficiali e marinai dei reali equipaggi e sott'ufficiali e soldati delle truppe di marina i quali sebbene pensionati sonosi obl,)ligati per un lieve compenso pecuniario a prestar servizio in tempo cli guerra: Questa riserva che conta 850 individui (forza bilanciar.a) è obbligata a prender parte a,d una istruzione annuale della durata cli 1,j, giorni . Fu detto della riserva navale. E~sa novera attualmente: ,103 luogotenenti , 88 sottotenenti, ·111 guardiamarina e 2 macchinisti: totale 304 ufficia li ('1); iJ'.z,135 marinai della ,1a classe e M79 marinai della -za classe (2); i qual i in caso di guerra o tli circostanze straordi narie possono essere chiamati in servizio attivo su i bastimenti della flot.ta. L'artiglieri:i volontaria di marina è essenzialmente dc$tinata a g1irvire le batterio da costa; ·però eventualmente potrebbe rornirc provetti cannonieri ai bastimenti del la flotta. Consta di 3 bt igate, ciascuna di 4, o più batterie. La brigata di Londra (London brigade) con batterie a Ilastings e Brighton; cp1clla di Liverpool, con batterie a

Southport, Carnarvon e Rangor; e la brigata di Bristol'. le quali hanno complessivamente una forza di 4-2 ufficiali e 983 g~·egar~ ('I) . . In caso di generale mobilitazione della flotta britannica, alla maggiorrichiesta di personale per l'armamento delle navi, verrebbe provveduto come segue: . . ,10 Coll'imbarcare tutto o parte del personale impiegato nel servizio cli guardia delle coste; personale provr~tto nell'arte marinaresca e che novera 226 uffici11 li idonei al comando di una nave (2.) . Questo personale verrebbe in tale circostanza sostitui:o da ufficiali, sottufficiali e marinai pensionati. 2,0 Chiamando in servizio attivo gli ufficiali in disponibilità e la riserva di pensionali. 3° Chiamando in servizio attivo la riserva navale. io Imbarcanch> le truppe di marina normalmente a terra in riserva d'imbarco . . ' 5" Chiamando in servizio attivo i volol}tari navali . In questa guisa, anche tenuto conto dei renitenti ~Jla ch'. amata ~ degli uomini della riserva che non potrobber? pre~eotars1 perchc .lontant dalla patria, l'ammiragliato disporrebbe d1 altn 30000 uomini ci1·ca poi ::;ervizio a bor<lo.

1

0

(I) I luogotenenti, i sottotenenti e i macchinisti della noyal Nav1tl neserve, furono istituiti con n. D. del 1• marzo 1864. I luogotenenti provengono dai maste,·s della ma rina mercantile di età non eccedente i 45 an ni e elle hanno comandato navi di 500 o più to nnella te di stazza per 2 armi almeno. l sottotenen ti provengono dai chie( mates della marinaimercantile, di età non eccedenti i 35 anni ; e i macchi nisti eia quelli che esercitano tale arte nella marina mercan til e. l gua1·diarnarina (miclsMpm en) dell:1 riserva furono istituiti con 41. D. del 15 otLobre 1872 e per esservi nom inati devvno avere compiuto un corso i.li studi navali a bordo di una delle navi-scuola della marina mercan tile, e non ecce<lere l'età di 18 anni. Il numero degli uflìr.iali della l'iser va navale è lim itato a 180 luogo tenenti, 2ì0 sotto~enenti, 200 gua1·dia marine, . 100 macchmisti, 100 assistenti macrhinisti di l" classe e 100 di 2" classe. In tutto 900 ufficiali . Gli uflic iali della riserva non dichiarati sufficien temente istru iti devono prendere parte ad un periodo a nnu ale d'istruzione della dm·ata cli 28 giorni a bordo delle navi · distre ttuali per l'istruzione della riser va ; oppure se sono all'estero, a bordo di una regia nave che noveri nel suo personale di bordo un istru ttore d'ar tiglieria. Gli uffic iali della riserva ricevono un'indennità, qua ndo sono chiamati alle istruzioni annuali, e la paga degli uffìcia li di marina d'ugual grado, quando in se.-vizio attivo. (2) I marinari della 1a classe della riserva navale sono tu tti marinari provetti (able seamen) del la mariua me1·cantile; sono arrolati (volontari) per 5 anni e ricevo no una paga annua le di lire 255. I marinari della 2" classe appartengono alla classe dei pescatori, barco iuoli ecc. , sono arrola ti per 5 anni e ricevono una paga annuale cli 172 lire. Si gli uni che gli ultri so no obbligati a prender par te a un periodo d'istruzione anriua le della dura ta di 28 giorni, a bordo d' una delle navi distl'Ctt uali per l' istruzione delle riserve navali (cioè le nav i a vela: President di stazione nei Wes t India rlocks; Castur a Nor th Shields; 1Jagle a Liver pool; Daedalus a U1·is tol; n·incoma lee nell e acque. di Southampton; Unicorn a ·nuodee; Glyde a Abe1·deen N. U; Vurl,am a Sundorland; Brilliant a lnverncss). L'istruzione im partita alle risel've consiste essenzialmente, nella manovra e nel tiro dei pezzi di grande potenza. - Per l'esercizio 1878-79 furoniJ bilan• ciati 20000 marin ai della riserva.

(1) J royal navat artillery voi1mteers furono is tituiti .nel 1873. Le condizioni <l'arruola1hen to sono quelle comuni a tutti i corpi di volontari. . L'età minima del volontario è fissata a 17 anni, non è obbl igato a .veruna ferma ~ a non ruè} cessare di rar parte. del corpo senza darne avviso l4 g101·m p.r ,ma. Riceve un mdennità aunuale pel vestiai·io o sin ta nto r.hc non sta dichiarato sumr:1entcmente 1stru1to (e(ficient) deve prendere par te alle istrnzioni mensili. Questi volontan sono addestrau nel sBrvizio dei pezzi di gran potenza e net maneggio delle armi portat11t, non escluso 11 coltellaccio (cutlass), l'a1·ma bianca del marinaio inglese. (2) Dichiarazione fotta dal primo lord dell'ammiragliato il 14 marzo 1878 alla camera dei Comuni (Resoconto del 7~mes 16 marzo 1878).


2~4

RIVISTA

ESTERA

265

Nel seguente specchio (1) sono riassunti i caratteri mili tari e nautici più notevoli di ciascuna nave corazzata: (l) Nell'accennato s peccb10 e nei successivi , la grossezza delle piastre delle corazze è data in pollici inglesi d i millime tri 25, 4; il d islocamento (spostameoto) normale delle navi in tonnellate inglesi di chil·ogram mi 1016; la ve:ocità in miglia marine di 60 al grado. Nell'equipaggio, s'intendono compresi g li ufficiali, sott'ufficiali, marinai, s oldati di marina, mozzi, fuochisti, operai, ecc ., cioè tutto il personale a bordo. Si ra uso ino lt,·e negli specchi delle seguenti abbreviature: A. Nave armata cioè provvista del personale e del materiale abbisognevole pel servizio att:vo. E. Propulsione a elica . Ed - Propulsione a elica doppia (due eliche) . Nave torpediniera o provvista cli apparecchio lancia-siluri. T. Sq. Squadra. - S t . - Stai.ione navale. C.G. - Nave addetta al servizio d i guardia delle coste del l\egno Unito. L I\, Nave della 1a dserva, ossia nave armata con effettivo ridotto. M.S.- -Nave in missione speciale (parti<mlar service).

II.

Il

MATERIALE

della flotta comprende:

a) il naviglio corazzato;

b) il naviglio non ccirailza,to a vapore; e) il naviglio a vela .

Il

NKVIGLIO CORAZZATO

n overa: io mare (IJ

Corazzate a batteria Id. a torre Cannoniere Batterie galleggianti Arieti-torpedinieri .

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in costruzione (2)

2

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Totale

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7

..______.. 58

(I) S'intendor.o le navi attualmen te armate o in disa,·mo, in ripa,·a.:ione o in alle-

stimento. (2) S"intendono le navi in costruzione sui c,m tieri e quelle che sebbene varate non uotranno it1 epoca prossima essere ultnna te e apparecch iate pel ser vizio attivo: queste ultime si d istinguono negli s pecchi che seguono per i'annotazione da ultimarsi. (3) Incluse le corazzate a torri Ma.gdala e A~yssinia a ppai:tenenti al governo dell'India hri~annica e destinate esset1zialmente alla difesa del porto di Dombay ove son. stazionane; - e la corazzata Ce1·ber-us che appartiene al gover~o della colonia di Victoria (Australia) e che ò staz ionaria a Melbourne.


Corazza

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A batterie centra li, con ridotto. T. A. Sq. :\iediterraueo . Bau. centrali e due torri senza cupola, a pi;1ttaforma girevole T. A. Sq. Mediterraneo. Già Jl endouhiye, corazz. turca. fo allestimento. Cha1ham. Già Pciy!Cli, She,·ref, coraz. turca Ariete. In allest. ChaLha111 ('I). Corveua a c:orazzatura generale. In costruzione a Poplar. A h111.~. centrali, T . St. Grc~nock. G. C. r. Il.

14 650 A balt. centr., CO!l ridotto . St. Pornmouth (2). 6000 14, 6 350 Incrociatore. T. In allestimento. Cbatham.

F=;;1Siif:!i;,r-.---•••1p1••-•·•,-11!"''•"'•11iijiili·lijii- -..- .,' --..;..--,.-.;.----- ---..it.-=:::~ : 9 Xorthampton .

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Sq. del )fedi tcnaneo. i.268 13, 5 .'i.55 A batt. centr., con ridotto . St. Dcvo11 port (3) . 4-9 113 1·13, 7 ,\ o5 A hatt. centr. , coo ridoI.LO. A. Sq. Mediterraneo. !~893 12 ,i55 A ])att. ccntr., con ridotto. T. A. St. del Pacifif'o . 65 11 I. ·14. 550 A. ha tt. central i. A. St. America del Xord e Indie. occidcotali. 3347 ·12 520 Yecchi:i corazz. a batt. ordinane. St. Port:;mouth (2). 6867 1.\. 700 .A ha lt<'rie ordinarie. T. A. Sq. Mcditerranr,o . 6702 11-1- 700 A batterie ordinarie. T . Sq. della Manica. 6558 14- 700 A batterie ordinarie. St. Devonport.

1

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7 1O A batterie orci ina rio. A. Sq . del Mediterraneo . 1

,1) La Jletleisle sarà urruata e sostituirà a Kiogstow11 la rregata To7,a::e nave Jella 16 ri~orva , addetta al servizio di guardia dello coste. (2) QuesLn 11ave verrà munita di apparecchio hmc ia-s iluri. (8) L'Iron D11ke sarà qua 11to prima a rmata e sostituirà l",tu.dacioua nella stazion e navtt le della China.


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7 10 A b11tterie ordinarie. Vecchia corazz. A. Se. Por1laud. G. C. 1. n. 7 10 Yerrhia corazz. 11 batt. ordinarie A. Sq. rlella }fonica. 6 1O Ahatterieordinarie. A. St. Oueensferry . G. C. 1. R. . 605 Vecchia cor:izz. a batt. ordinarie. A. SL. Soutlrn mpton water. G. C.1. .R. 605 Vecchia corazz. a batt. ordin . A. St. River Shanuon. G. C. 1. R. /~60 Vecchia comzz . a bnu. orclin. A . 8q. della J\lanica . /~60 Veccl1i11 cor·azz. a hatt. ordin. A. St. Liverpool G. C. 1. R. 400 Con•eua . A. St. Harwìcl1 . G. c. I. H. 250 Corveua . A. Sq. del ì\Jed itcrraneo. 1tiO Sloop. A. Sq. del l\lediterra11eo. 1

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370 Alberata . Oue torri in diagonale con piastre cl i 118". Da iilt·ima1·si. Portsmouth. 2 toni con pi,1Ed 8000 15 350 Senz'alberntura. strc di 11,\.". in alles//Ìlmento . Port:;mouLh- T. Ed 665'2 1~, 5 34-0 Senz'alberat. -2 torri ~o pial.-tre di H ''. A. Sq. del Mediterraneo . · 1 3, 4329 \ Sen7.'alberaL. '.2 torri con piastre Ed =l600 di I .\.''. 'l'. A. M. S. .. . Gin fnclepenrlenC'ia, cornzz. bruE 8500 siliana. 2 torri cou piastre di 13". Alberata. Da ultimarsi. Portsrnouth ( 1) . E 7842 14-, 9 025 Alberata . '2 torri. T. A. Sq.del Mediterraneo .

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7 Rupert.

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4-635 12,51200 Ari ote. ·I tone con piastre di I .\.''. A. Sq. dol )i cdi Lemrneo . 1 1 1 Ed 3497 42,5 190 Ariete. •I to1·re con piastre di 1 1' • Hirkenhead (in riparazione) . Jn costruz'ione a Chatham. Ed 6000 Tn costruzione a Pembroke. Ed 6000 4 torre. P iastre alle c,rnnoniere 10 200 Ed 2868 di H ". T . Desti uata :illa difesa delle coste. A. M. s.

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ANNOTAZIONI

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Segue CORAZZATE

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ton·J. Per la d!lesa delle coste.

' A. i'lf. S. 1O I 1ifo I, 2 torri. Per la difesa delle

1

1

1

1

1!~55

E-

id.

155 Destinata alla cli fesa delle coste. 2 torri. St. Devonport.

1O

1

coste.

St. Bermuda.

1

1

I uUUA:t:ZATE

1

,r

Ed

I

I4

..

,191Abyssinia 20 Magda la . 2 1l Cerberus .

,, 52. 2 torri con cora7<za di 91' e cli ,10" alle cannoniere. Per la difesa I delle coste. A. 1\'l. S.

·H

I

1

15 Hydra

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TORRE:

A.

:[ ·1

A TORRE

4 4 4

6 a 10 6 a 11o 6 a ,1O

PER

48 18 18

))

1

))

1

))

LA DIFESA OELL lNPlA E DELL'AusTRAUA:

3029 Ed 1200 (1) 9,6 ·10012. torri. St. Bomhay. 10 ·100 2 torri. St. ·Bombay. 3500 m Ed 11500 3500 (~) Ed 3000 ... 155 , t lorri. St. Melbourne. 1

CANNONIERE CORAZZATE ( gindicate non piiì, atte. cil se1··vizio att'iiVO).

,,

Viper

696

))

1

1228

Ed

74-0

1279

(2i

777

4 1/ 2 1

4 11/ 2

BATTFJRIE ,1 Erebus. 2. Terror.

Ed

24 2. ob 2 6 1/ 2

6 11/ 2

2ob

3 Waterwtich

,1228

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2 Vixen

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4 11; 2 .

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6 1/ 2.

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GALLEGGIANTI ( g1ittuJ,,ieate

1,1i

I

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... ...

St. Bermuda.

9,5

83

St. Bermuda.

75

83

St. Portsmouth.

j· '

non p,iù, atte al se1·vizio attivo).

1

E

!}93

1

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184-4 18H

I

9,5 ' 83

... ...

.. . St. Portsmouth.

... Le fu tolta la macchina. A. St. Bermuda.

ARIETI TORPEDINIERI: ·1 Torpedo-ram. {SartoritUs)

3

)) '

))

))

2.500

Ed

5500

T. Si ritiene che raggi~ngerà la

velocità di n miglia. E senz'alberatura e senz'artiglierie. Verrà provvisto del nuovo siluro laboratory. In costr·uz. a Chatham.

(1) Per le corazzate ,J,byssinia, :ltagdala e Cerberm è data I~ forza di sviluppo della macohina, cioè 6 volte quella nominale. (2) Propulsore idraulico.


272

RIVISTA

Codeste 58 navi corazzate harruo complessivame11te un dislocamento normale cli 3532'.29 tonnellate cli cui 30,f296 in mare e 51!)33 irn cost1·'ltzfone; il loro armamento consisle di 50ft. pezzi rii grande potenza, cioò 157 pezzi da tonnella1,c 6,5; 62 da 9; ,f65 da ,12; 70 da 18; 30 da 25; 6 da 35; 1O da 38 o ft. da 80 tonnellate e di 61 pezzi da 24- a 6,t libbre; e richiedono ;M OOO uomini circa d'equipaggio. Le artiglierie specilicate uollo specchio cho procede, costituiscono l'armamento fisso delle navi. Le navi armate sono però provviste di un armameuto complemental'e cousistente di pezzi di piccolo ca.libro e per alcuno uavi, anche di mitragliere. Così il 1humph che testè partiva dal Regno Unite, per far parte della staziono navale del Pacifico fLl provvisto di 4, pozzi da 20 libbre; 3 pezzi da 9 o ·1 da 7 libbre o di 3 miLragliere Gatling, destinati a respingere gli assalti dei battelli-torpedinieri , spazzare il ponte avver~ario e servire eventualmente ' a terra. Cred iamo ora opportuno di presentare noi seguente specchio ì caratteri essenziali e !:i potenza delle artiglierie britanniche di marina, aggiungendo gli stessi dati per le artiglierie italiano d::i cost::i e per il cannone da 100 tonnellate di cui saranno armate le corazzate. italiane, Duilio, Dandolo, ltal'ia e Lepanto ('I): (I} Ricordiamo che le altre corazzate italiane sono armato di cannoni inglesi da 7, 12, 18 e 25 tonnellate.


Cannone ad avancarica da tonnellate

-

tonn. inglese

61/~ 7 9 ,12. '18

20 35 38 80

Peso Diametro Carica Peso del Lunghezza Numero del del massima Calibro pl'oietto proietto di µolvere cannone dcli' anima delle l'ighe perforante perfo,·ante pebble

centimetri chilog.

metl'i

-

chilog. conti metri

2,8 3,2 . 3 3,2 3,7

3 3 4 6 7 9 9 9 32

2 52,2 811,7 1 1 113,5 181 6 ' 212,4 318,0 362,8 77 1,O

6

46,0

17,78 117,78 20,32 22,86 25JO 30,48 30,/18 31,7 40,6

6550 7235 9055 12290 18290 2.MOO

46 ,5

4465 2,98 4!SOOO 4,24 38000 5,38

24 48

43,il8 101500 9,22

21

1

1

1

3,1

4, 1 38600 5,0 81290 73 , 3o2GO

1

1

1

ic '

50 ,;.i,

1

1

1

1

16 GRC

iret.~2432

2I GRC 32 GRC ret.

metri

-

,. "9 '13 ,6 4ù 113,6 470 15 9 430 22,7 430 318 427 ' 396 38,6 51,!J:, 5 418 58,9 44'1 ,il 1 168,0 465

116

1

t

116 ,

1

20,'1

1

)

7 G)" ~ù, 2. 0(~ ,;.i~,

1

30,3 30 3 ' (2~ (2

1

da centimetri 1

- --

chilog.

-

Potenza PC1tenza Velocità di p~l'fo- Velocità di a 1000 perforazione razione imziale iniziale (I) metri a 1000 metri (1)

!

116,0 (5) H ,O 400 150 O 23,3 2.6,0 435 ' 350,0 32,0 (6) 72,0 470·

1

- -dinamodi --

dinamocli

metri

,J O,JI

,JO ,6

375 382

12,2.

365

45,O 21,3 22,9 2.9, 9

370 38(1: 360 383 G)'' ~v,,..0 ... 29,931 ... 56,8 j .

1

1

36,JIO

66,6

1 1

(n

7,t~ 19,2 39,22

337

76,21

..

1

6,8)

7,0 8,8 H,l \ (3) 17,2 18,9

..

'

t' 3 (3) o,

i 4,51

.. . 31,87 (4) 1

da tonnellate

100

1

1

1

Per cadun centimetro di circonferenza del proietto. t'Pl3{ Ellena Si è valutato il diametl'o del proietto uguale al calibro. - Co'l'so di -materiale d'a,rt·iglie·l'ia. Torino 18~~.

908,0

Il'> !J..,..,' (7) 470,0 /~ 10,3 t-(

·

'

6!S,62 (4)

.

(4 La potenza di pe1'forazione alla distanza di 1000 metri fu calcolata con Ja formola del capitano Clavarino (Giornale d'a,·tigliet·ia e genioparto 2a, puntata 4a 1877). (5} Polvere a dad i. (6) Polvere progressiva. (7) Polvere pebble.


274 '

j

E affinché si possa comparare la potenza dr~lle artiglierie con la resistenza delle corazze, indichiamo qui appresso la forza viva, o potenza di perforazione, pe_r centimetro di circonferenza, necessaria al proietto per forare la corazza (piastra, cuscino cli l~gname e rivestimento interno) di alcuno navi britanniche (1) . Corazzate a batteria: Dinamodi Ag·i:icoiirt, 11~-inotmir, Northiim_berland, War:.1 rwr, A"c~iilles, Defence, yaliant, Repidse, fi,5 Black Pr1,nce, Hector, Reswtance . . . Lord Warden . . . . . . . . . . 8,8 Audacious, fron Diike . . · . ! ln1Jincible, Switswre, Triumph j Hercules, Téméravre . . . 17,8 Alexandra 19,9 Corazzate a torre: Prince Albert . 65 Monarch, 1lbyssinia 10:1 Cyclops . . . . . 12,4 Tlnmderer, De1,astat-ion ) ~ 0 ,. . . · Drend?wug h, f?latton \ ..,4 drn~niod1 per le '19, 9 Inflexible . . . . . torn 39,8 Fu indicato più sopra quali sono le corar.zate attualmente provviste di apparecchio lancia- si luri (2). È probabile che tutte le corazzate in costruzione vengano provviste di siffatto apparato, e così pure le corazzale già in servizio mano a mano che debbano essere ripara te. Il si"luro più comunemente usa to è 1ru ello Whitehead perfezionato. Come difesa contro le torpedini si vorrebbe provvedere le corazzate di reti metal liche destinate a cingere a breve distaliza i °fiaochi delln nave; infine per avvertire di nottetempo l'avvicinarsi di t0rped iniere fu adouata la luce elettrica provvedendo de' relativi apparecchi alcune navi delle varie squadre. . Per valutare la forvi effettiva del naviglio corazzato, occorre fare astra1.ione dalle 7 navi tuttora in costruzione (3); dalle 3 cannoniere Vipe1·, V·ixen e Watencitch ed alle batterie galleggianti Brebns e 1'error poichè non adatte alla guona rnai;i ttima odierna e perche in ca ttivo stato. Rimangono quindi delle 58 corazzate sopra enumerate, 46, le quaJi giusta la classificazione del naviglio da gnerra adottai.a in Italia (4)

i

ll. D31la Riv ista mm·,ttlma; genna io !Si7. · ;ll Da un ele nco pubbliCilto rÌclla /levue. ma,._itime et roloniole, ma ggio 1378. .. ~/ ~o no_ questo: La corazzata a batteria Or1on, quelle a torri Agamemnon olAJax e la i ,e te to , µod in, ere Sartorms che sono s111 cantieri; la con,zz:ita " battrt·ia No,·thampton e quelle a to rn Tnflex1bte e Nept-une che non sono a ncora ul t1rn;1te . (1) La class, fìc.11.1ona itali,,n~ ,1el naviglio dii guerra è stah 1l11.11 dalla lc'""O del 1877 su ll'or- , g~n ,co ~el m:Hcr111 le dcl i<, R. .ma!·ina. milit;> re; la qnt.1 le legge dcfìnisc~/'nad da guerra òi l clas::.c q~lelle adatt e a t.utL1 Nf1 usi della gue1Ta rn~willima: Oit\·j da gurrra di 'la t,l;1 SSP 1 quc~I<:, tlestuw te ~ld c.1 lcuni usi della g uerra . mariti i ma ecl al la Protczioru~ d el coroc,, crc ic), o nav, da guerta ct, 8" classe g li avvisi, i porta torpedin i, lo piccole ca nnooiere o navi simili.

!

275

ESTERA

R IVISTA

si dividono in 32 navi da guerra di ,1a classe e 1-1 di 2,a classe. Queste ultime sono : le corvette Palla.s e Penelope; lo sloop Reswrch e le corazzate tucrite Prince 11lbert, Scorp'ion, W'ivern, Cyclops, Gorgon, Hecate, .Tfydra, Gla.tton, Magda/a, Abyssinia e Cerber1.1s.

Codeste t~6 corazzate rappresentano complessivamente un dislocamento nocrnale di 2.93873 tonnellate; un armamen to di 456 pezzi di grande potenza cioè: ,138 pezzi da tonnellate 6,5; 62 da 9; •I 57 da •12; 66 da 8 21 da 25; 6 da 35 e 6 da 38 tonnellate; e 18724 uomini d'equipaggiò. Il ,1 lugl io •1878 erano arma/e :23 corazznte di ,1a classe; 9 di 2° cl. o ,1 batteria gal leggiante (il Terror) . In tutto 33 corazzate. Il NAVIG LIO NON CORAZZATO, A VAPORE, novera: in mare in costruziono Vascelli di linea . 15 17 Fregale 31 5 Cor-vctte . 30 4: Sloops . H 2 Cannoniere di 1° classe 66 12 Id. di 2° classe 2 28 Bauelli torpedinieri . 5 1 Avvisi. ,12 Trasporti per truppe . 5 [d. per materiale 4 Piroscafi a elica 12 Id. a ruote 5 Yachts a ruote 5 Rimorchiatori a elica . 3 21 (4) Id . a mote. 8 Cisterne a elica . . . 1

1

i

!

288 55 ~

343 Totale Tutte le navi 'in rnare qui sopm enumerate e alcune di quelle in costruzione figurano nei ruol i del Navy List; lo rimanenti nel Navy Estùnntes del volgente eserciiio. Devesi però avvertire che sia per vetustà, sia per lo stato in cui si trovano, possono ritenersi non più adatte alla guerra i 15 vascelli di linea (1ilbion, 11.nson, Atlas, Defìance, Donegal, Diike o( Weluington, Dnncan, Flòwe, Dion, Revenge, Rodne.y, Royal ;1-ilbert, Royal W·illiarn, S. George e Victoria); 2. fregaw (l'aloroiis e Forte.); 8 corvette ( Hattlesnalce, Scyllci, Thaha, Wofoerene, Pear/,, .Ttino, Cha1·ybdis e Challenger) ; 8 sloops (Buzzard, Salarna:nder, Sphinx, Sp·itefnl, M·qils, JJarra.coiita, Basihsk e Alert). LH rimanenti fregati\ corvette e sloops ; le cannoniere cli ,111 clas:;e e alcune di 2° classe, addatte alla navignione in alto mare, sono enumera te nei seguente specchio: 1

(l) Navi ct·uso locale.


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ANNOTAZI ONI

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FHEIJATE :

Inconstaut

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Shah

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5200

E

6040

E

7477

Ariaclnc .

4583

E

3550

5

Aurora

3582

E

1576

6

B~ tol

4020

E

2.088

7

Doris.

3803

E

3005

525

St. Devon port.

3H)7

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1

1620

520

A. St. fiume Humber. G. C. - r. R .

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6 11/ 2 » )) 648 6 ,1; 2 )) )) 64 6 11/2 » )) 6(~ 6 11/2 » )) . 64.6 ,1; 2 )) ))

8

Enclyrnion.

6 11/2. »

9

Galatea .

rn Glascow. ,1,1

Immortalitù. Narcissns . N'cwcastle. Topaze

22

4

1

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1

5

26

T. St. Portsmouth.

550

A. Sq. del ~Iediterraneo.

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.'" » ·-:45"836,1, » 4020 6(~

r.a.~ J . -

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550

T. A. St .. del Pacifico. Richiamata 111 patria per essere disarmata . St. Portsmouth.

520

~7"59

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ST. Devonport.

St. Portsrnouth.

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520

3984-

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520 S·t. J?ortsmou1h.

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39,15

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St. Devonport. St. Portsmouth.

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Unclaunted

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4020

I

St. Devonport.

St. Sheerncss. 5'.20 A. St. Kinistown. G-. C. 1. R. Passerà in clisarmo e verrà sostituita dalla corazzata BeUeisle. 520 A. St. delle Indie orientali .

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CORVETTE:

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2 3

Cornus Cleopatra . Conqnesc..

4

Cnraçoa.

5

Champion .

2 •12 2

42 2

•I2 2 •12 2

12 2 •12 1

6 7

Carysforth New Comiis.

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Sheerness. ~·~:§~'e 8 .2 · o-{/}·- b.JvC':i In costmz. ~ g g..g O 8 ~Tu Glascow. o "";::: o== ,... ·;;: In G0St1'U,Z, a~-o.> ~~ 9> ~'"' ~ o o - .... o . G-lasc~w. [; ; ~ ~ ~ 'fu G-'.( ln allestwnento Q)c.i <sS ;:;; ;;;· !? ·t.:> .;::: N eo (l) ... O'"e Devonport. ::t ·;:: ,s;::; E- o.,'"" J,n, costr1,1,z. g; «> • • 'iii :2 ~-E G-1 ,... ·:;; "' o o0 °"'-' o asco"'· 8~ ;:g ~~~ - ~ Q.)'ci) . o In cost-ruz. . .8 2 8,.. Glascow. ;;'so., 8 o., g-g ~~ D . . o., o., • a'llncominc. 6,..., ·"""" l=l .:: 2 -~ ,-.. 8.. o.> ~ ~ ~ M Cbatham. -E- ·s--....E ·5 ~ ·.;; g>r.>

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Motoro a vapore

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Col,-~

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Segue Con,·ETTE :

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Active

9

Bacchantc.

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Boadicoa

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321

A. St. Capo. di ~uon_a Speranza, e costa OCCICI. cl Afnca. In allestùnento. Portsmouth.

14,8

400

T. A. ~1. S.

14

,i-00

T. A. ì\l. S.

325

A. S t. America del Nord. A. St. Costa S. E. cl'A111er1·ca. St. Devonport. St. Dc,on port. A. St. Cluna. SI. S hcerness . s t. s heerness. A. St. China. A. St. Australia.

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Ruhy . Sirius I1 Spartan. Teaedos Tourmaline. Tourquoise .

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20:-l2 Hl72 2100

1

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2089 2518 196-6 '.2·100 5HOO 2 11116

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I

·I 3 ·13 13 .. . ... ...

200 ASL. Capo di B. S. 200 St. Portsmouth. '.200 St. Chatham. '.220 ln nllestimento. Oevonport. 220 In allei,tùnento. Chatham. 220 A. St.clelPacili00.

13 ·13

:.128 205 200 200 233 233

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12,9 12,6 ~ 2.,6

1 1

I

A. A. A. A. A. A.

St. SI. St. St. St. St.

.-

della China. America dol Nord . l ndic Orientali. del Pacifi co . America del Nord. del Pacifi co.

SLOOP S :

1

Osprey .

2 4

i 1/ 2 n

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1124

E

900

2

Pelican .. . Penguin .. \Vild Swan . Cormorant New Cormorant. id. Gannet : 8 Ne1c Gannet. 9 Dragon. 10, 11 1 2 New Dmgon . I 3 45 6 7

id.

(1) 11 co,·morant sarà armato il 2 luglio 1878

id.

id.

id .

id ..

120

A. St. del Pacifico. A. S t. del Pacifi co. A. St. del Pacifico. A. SL. delle Indie Or. In alle.5timento. Chntham (1). In costruz:ione. Chatbam.. Tn allestimento . Sheerness. ln costruzione. Sheerne!>s. ln allestimento. DevonporL. In costruz·ione. DeYonporl.

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l>O C0


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00

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Mo~o1·e a vapore

ANNOTAZIONI

·Segiw

2.

Pcgasus. Sappho .

13

1

,14 ili:\

117 18 '19

Flying Fish . Fantome Egeria .. Daring . . i\H)(1tross . Rinaldo .

2.0

(~1eleon .

1l (i

I

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Dryad . ~ymphe Vestal. .

2 2

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900

In alles&vrnento . Devonport..

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884

A. St. Austra lia .

64

180

A. Sq. Mediterraneo. ·i ('I) A. St. del Pacilìco . A. St. della China . A . St. del Pacifico . St. Chatham . S1.. Portsmouth.

1

180

St. Chatham.

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A. Sq. del ~foditerraneo.

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436

il:2.5 . St. Chatbam.

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Rosario. Daphne .

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A . St. delle Indie Or.

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St. Devonport. A. St. Australia . A. St. Indie Orientali.

j A. Sq. del ~fediterraneo.

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26

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CANNONlERE DI

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Condor- Falcon ·; Flamingo . . . . Griffon. . . . . Arab

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4 1/2

2

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Fr.~lic- Kestrel. Re,tdy . . . . . Ril1e111an . . . .

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,t3

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1

I

2 New Kestrel . . Avon-Elk , .1 Fly - Growler Hart - Hornet -Midge-Thistle Boxer. .. Lynx.- Tazer. . . Rocket . .. .. Pert . . Dwarf-Cracker . B~~con . ·/ Flnt . -;

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E

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700

E

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A. St. America del Nord. A. St. Inéli"e Or ientali.

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E

82.9

,100

A. St. della China.

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1

,tn f:LASSE:

A. St. della China. St. Slleerness. A. St.. Indie Oriental i. ..Da ,i,nconviinciars-i. A. St. Costa. S. E. d'America.

· 896

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; A. St. della China ('I) . 1 6 11/ 2

1

1

1

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2

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584

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500 a

73

650

(l ) Le cannoniel'O ~lidge o 1'/iist!e fur ono richiamate nel Regno Unito ove passeranno in disarmo .

A. St. Capo di 13. S. A. St. Indie Orientali. A. St. del Pacifico. A. St. America del Nord . St. Portsmouth. St. Chatham. St. Devonport. l-.0

00 ,.....


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Cannoni

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Motore a vapore

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Segiie CANNOKIERE

Bittern . .1 Bullfinch-PJovcr. 30 Saegull-Swallow. / Curle_w-Lapwing . a Magp1c . . ... Vulture .. . . 4 1 Ri ngdovc . . . .. 1 Philomel . j Woodlark . 42. M.yrmidon. 1

I

,1 6 1/ 2 2. 1

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I·-1 } --g

I'

,1a CLASSE :

A. Sq. del Mediterraneo . A. St. America del Nord ( 1). A. St. Capo di B. S. 90 A. Stazione navale della China (,1 ) . A. St. Indie Ori1~utali. St. Portsmouth . St. Sheerness. St. Devon-port. ,100 St. Chatharn.

800 a 950

,J.1

6 1/2

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,1 4 id.

H Nimble 45 Ncwpost. /16 Dart ..

6 1/ 2 1

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67 A. Sq. Mediterraneo .

icl . id. id.

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70 St. Chat.ham. 70 St. Chatlrnm. 70 · St. Portsrnouth.

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ANNOT hZI ONI

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CANNONIERE DI ja CLASSE ADATTE ALLA NA VIGAZIONE IN ALTO l\lARE: '

,1 Cockatrice.

Wizard 3 Ariel

2

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.. 4 ~lerlin . 5 Coquette (ì Express . .. 7,8 Fi rèbrand-Firefly 9 Cyquet . . Foxhound. ,1,1 nfoorhen .. ,12 Sl1eldrake . ,13 Fore:;ter. .. ) . .) H Forwarcl . '15 Mallard 16 Fi rrn •17 Decoy. •18 Foam -19 Goshawk 20 Mosquito .. ·.J 2,1 Sw inger. 22 Zephir 23 Contest

"°

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436 430 430 455 455

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A. Sq. del Mediterraneo. A. Sq. del Mediterraneo . i\ . Tender . Endymion. St. Hull.

9,5

.... .. .. .. ..

60 60 60 60 60 60

A. Tender. Herc1des . St. Greenock. A. Sq. del i\'lecli terraneo. A. St. Gibi lterra. lJa nltimars•i,. Devonport. A. Sq . ciel Mediterraneo.

. ...

60

A. St. della Ch ina.

.... ... . ... . ... . . ... .. .. .. .. ... . ' .... ....

60 60 60 60 60 60 60 60 60

A. St. Capo di B. S . A. St. Costa S. E. d'America. St. Devonport. St. Devonport. A. St. Costa S. E. d'America ( I) . A. St. Queenstown. A. St. della China.

l)

428 406 /J-32360 532. 360 387 367 360 398 360 459 406 /184

I

1

l A. St. America def Nord .

Fo•• ""'""'' di ,. " " " '"" " rOhramu,

io ""'' per essere diwm ~

~


ESTERA

284

RIV ISTA

Le navi minori -da guerra ( 1) non descritte n<~l precedente specchio sono : a) 17 cannoniere di ~ a classe, di vecchio tipo, utilizzate come tenders (2) delle quali alcune sol tanto potrebbero oggi essere impiegate come uav1 da guerra. Esse sono : Il Britomart, Bruise1·, Cheriib, Croin~r, Dcippe,r, Earnest, Fervent, Jleron, 1li1,nteir, Netley, Orwell, R.edwvng, Skylark, Speedy, Thrasher, Tyi·,iane Wfri,ting; con nù dislocamento da 250 a 330 tonnellatc;con macchina della forza di 150 a 200 cavalli-vapore; propulsione a elica e armamento consistente di 1 o 2 pezzi da 40 o da 6,1: libbre. 20 cannoniere di 2• classe, di ferro a doppia elica, cli 254 tonnell~te di spostamento e motore della forza e[eUiva di 200 cavall i-vapore crrca ; armate ciascuna di uu cannoDe da 118 tonnellate e capaci della . velocità di 8 miglia. Esse sono : L'A.nt, A.rrow, BadgM·, Blazer, Bloodhound, Boneua, Bulldog, B'l1sta,rd, Com,et, C1,ickoo, Fidget, Hyaena, lCite, Masti/[, Pikfo, Pike, Scoiwge, Snake, Snap e Weazel. Solt;nto il B~a:ar e il Bitstard sono wrm(ite e in missione speciale, le altre sono disarmate; una è cli stazione a Greenwich, le altre a Port.smouth· cp~a~1clo r arma~~ ques'.~ . canno~i~re richiedono un eqnipaggio di 2o uo~ m1111. Nel co1:,o de!J ,umo ver ra post.o rnaoo a .Pcmbroke alla costrn-· zione di altre 4 cannouicre di ti po ugua le a quelle ora descritte. Esse saranno nominale Gadfly, Griper, Pinche1· Tickler. Le cannoni ere di 2a classe : J->luclcy e Stciiinch, a doppia elica; la prima cli ,J 96, la seconda di ,f 80 tonnellate di spostamento; con motore rispettivamente del la forza cli 22fi. e ,J 34 cavalli; con ecruipa<mio I • · . . oo d1. •> _ , uom1111 e ,1 cannone da !J:i~ tonnellate. I l Phtclcy è cli stazione a Devonport, lo Stciunch a Portsmonth. Le cannoniere di 2a classe : .~lechna, Medwa:y, Sabrina, Tay; Tr'&nt e 1'weed, giù in mare; Dee, Don, Esk, Slwiey, Spey, Tee.s, non anco_ra ultimate; tutte a doppia elica; dislocameuto ,cli 363 tonnellate; motore da 311O cavalli; ,tO uomini d'equipaggio; 3 can noni da 64. libbre, e destinate segnatamente al servizio fluviale. Sono in tutto 55 cannoniere di 2• CIHsse non adatte a na,;igare in alto mare e destina te alla difesa della costa e degli estuari; delle quali "7 sono giudicate non più alle alla guerra e 1O sono in costruzione. b) I battel ti lancia-si lnri hg htni;ng e Veswoitus . 11 Vernvùts è a doppia elica; ha 2.60 tonnellate di dislocamento e motore da 2.39 /;a-

valli. •~ armato t! cli ~tazione a .Portsmouth essendo tender della nave ' scuola de' torpedinieri Vernon . l l Lig htning ha doppia elica ; motore della forza di fi.OO ca valli e nelle prove di macchina raggiunse la velocità cli 18 miglia. Secoudo il Tùnes del 14 marzo u. s. il T,ighf!ning verrà provveduto di 3 siluri Whiteheacl da 114 pollici del modello migliorato, capaci di una velocità di :2.5 miglia ali' ora durante un percorso di circa 300 metri. Qnesta nave è attualmente a Portsmouth, ove da circa un anno è impiegata nelle esperienze relative alle torpediniere. Meritano essere accennate le esperi<-mze fatte sul rnodo cli attutire il rumore causato dal movimento della macchina e di rendere invisibile il prodotto della combustione; importando che le torpediniere possano avvicinarsi di sorpresa alle navi nemiche. Oltre alle due tot'pcdinicrc sucldet.tc, la Jloua briLannica potril disporre entro il volgente anno finanziario ( 1) di una Oottiglia di 28 torpediniere; una con motore della fo rza di 380 cavall i, in cost.ruzionc a East Greenwich; ,J5 con motori da 350 cavall i e le rimanenti con motori da 90 cavalli. Questo ultime 27 torpediniere (1'01pedo 'Vessels ancl boats) saranno costrui te a Ch iswich da lla Dilla Thornycroft. e) Gli avvisi l1'i.s e ilterwry; il primo a Portsmouth in al lestimento, il secondo in costruzione a Pembroke: Queste navi hanno doppia elica; 3735 tonnellate cli spostamento e motol'e della forza di 7000 ca vali i-vapore ;:(%0 uomini d'equi paggio e ,JO pezzi da 64 libbre. Al le prove l'friB raggiunse nua velocità media cli ,J7 miglia all'ora. L'fri.~ è provvisto di app.:ir~to lancia-siluri. I qua~Lrn avvisi a ruote, llelicon, Salamis, Lilvely e Vig'i.lant, cli" H85 tonnellate di spostamento e motore rispettivamente della forza ili -16 110, ·1440, ,J7o7 e ·18H.i cavalli . Ques,ti avvisi sono provveduti di soli due pezzi cl'nrtiglieria. Sono tnu.i a·rmat,i; i due primi appartengono nlla squadra del Mediterraneo; il terzo è in missione speciale e l'ultimo appartiene alla stazione navale della China. Appartengono .:illa_ eategoria delle navi onerarie e sussidiarie della J1ottà: a) I trasporti per truppe; elci qua li merita no di essere ricorda ti, I' Ass·istcince, l'Ihmalaga,, l'01·01ite.s, il Simoom e il Tcmiar della capienza di ·1000 a ,1500 uomini e impiegati pei trasporti fra il Regno Unito e le Colonie; il Crococliile, l'E11,pl11rates, il Yibmna, il Malabo1; e il Sercipi.s della ca pacità di ,J.800 a 2000 uomini e impiegati 'nei. trasporti fra il Regno Unito e l'India.

dr

1

(1) Cioò le cannoniere di 2a classe; battelli lancia-siluri e avvisi. .<2) Il nome inglese tende,· s'applica all'imbarcazione miuore al servizio di altra magg10l'C.

285

(1) n,11 i'im:y Esti1na.tes. 18iS·i9.


.286

RIVI STA

ESTERA

b) I trasporti per materiali o navi magazzino (store ships) Fox, lndustry, Wye e Sivpply. e) l piroscafì a elica DisCO'Dery, .Fawn, Nassa,u e Sylroia e quello a ruote p09·ccitp'ine, addetti al scrvi1.io idrografìco (Siiney·ilug ·l,esscl.ç): i piroscafi a ruoto Antelope, Dasher, Pin Queen, lfarpy, Jachal, P-ioneer, Spr·ightly, l"ivùl, lV'ildfir·e e allri minori ; infine i 5 yachts

a ruote : de' qual i merita cli essere accennato il l''ictor-ia and A.lbert di 2.4 70 tonnellate di spostamento e motore da 2.950 cavalli a vapore. Facendo astrazione da lle navi in costruzione, da quello non più adat.te alla guerra, da lle navi onerarie e sussicjiarie della flotta e da quelle d'uso localo, si ha che il naviglio a vapore non corazzato, novc}ra auualmente 1111O navi da guerra di 2.11 classe, cioè: '15 fregate, 2.9 corvette, 22 sloops e U cannonieri~cli ,1a classe; o M navi da g1rnrra di 3" classe, cioè : 2·1 cannoniere di 2.11 classe adatte alla navigazione in alto mare, 2.8 cannoniorc ·di 2.a classe·clestinate alla difesa della costa, 2. battelli lancia-siluri e 5 avvisi . Il ,1 luglio 1878 Brano armate e 1,iparti tc fra le varie squadre e stazioni navali o addette a speciali servjzi le seguenti navi del naviglio a vapore non coraizato: t vascel li cli linea; 6 fregate; 2.0 corvette; H sloops: 32 cannoniere cli ,1à elasse; 32 cannoni1~re cli z" classe; 2 hattelli lancia-siluri ; /i. :wvis·i; ,1,1 trasporti per truppe; 3 trasporti per materiaii; t~ piroscafi addetti al servizio iclrografìco; 9 altri piroscafi e 5 yachts. In tutto 1H:i bastimenti fra cui 97 navi da guerra ( 1) . Il Regno Uni to dispone tuttora di nn numeroso naviglio a vela . .Però nei ruoli dati da l Nwvy List non Ggurano che 42 navi a vela arma te, di disloca mento superiore a 420 tonnellate, e 27 piccoli incrociatori (coast guard crni.zers) tenclers ai 9 bastimenti distrettuali addetti al servizio cli guardia della costa. Le altre n11vi a vela sono impiegate come basti menti di servitù nei porti e arsenali, oppure sono disarmate e chiuse (loc.ked1ip) . Da l Nwvy Rsl:imates del 4878-79 risulta infine che a Pembrok.e sono in costruzione dun brigs. Le 42 navi predette consistono in: a) 1,i vascelli di linea (A.sia, Roscawen, BritMin·ia, Cambridge, E:r,.... cetlent, Ganges, Hibernia, bnplacable, bnpregnable, Jndus, Royal Adel!J,ide, S. V-incent, l"ictor Emanuel e V-ictory) . b) H fregate e corvette (Brilhant, Ca..~tor, Clyde, Daedcilus, 1

1

1

(1) Non possono essere considera te come nppartcnenti a l naviglio da gucrr~ er lo ragioni accennato i 4 vascelli d i -l inea, l fregata, 3 corvette, l sloops e 8 cannoniere di~· classe.

287

Dnrham, Eagle, Flora, Nanlcin, Pembroke, P1·esident, Trincornatee, Urvicorn, Urgent e Vernon. · . . e) 4: sloops (Cmi~er - Squadra del Mediterraneo - L'iberty, Martin,' 8qwirrel). d) 2. brigs (Sea[Lower- e Sealarlc) . . e) 5 schooners (A.latrity, Beagl~, Confi1,ct, ~enar~ _e _SandflY:· () 3 navi pel serviiio elci materiale (stare sh1,ps); Liffey, Ne1eus e London. · d· Tutti cruesti bastimenti , sono impiegati com~ navi scuo 1a, navi 1 crociera per i rnoz;r,i, navi per l'istruzione della nserva navale, caserme galleggianti e navi stazionarie. Da quanto precede ri~ulta dunque che la flotta b1'itannica conta at.tualrnente il seguente naviglio: Navi corazzate 58 Navi non corazzate, a vapore 34:3 Navi a vela (armate) 69 in tutto no navi alle quali vanno aggiu~ti i bas~imenti a v,ela i~ navi d'ogni categoria e classe, Ira cm l ·sat·rno e, chi usi e H6 vecchie ei < • • . J:> •· • e ~ o vecch ie corazzate (7ìnterp1·ise, Fav09"'ite, Lord Clyde, 1_ince on""t Royal Alrred Royal Oak, Royal Sovereign, Caledonia, Ocean, SO , , /' , . . . . zecilons) che non essendo più atte a verun scrv1z10 attivo. sono ulilizza te corno bnstimenti di servitù nei porti del Regno U111to e delle colonie. A questo materiale va inoltre aggiunto !l n'.atc'.·iale g~lleg:gianle di ciascun arsenale; pontoni, zattere, piccoli nmorch1ator1, battelli, ecc. · · l" Risulta eziundio da quanto fu più sopra esposto, c11e 1.1 nnv''.9 ~o da guerra c,·1) brita nnico, novera attualmente le seguenti navi in ?'lictre (2): · . 26 Navi da guerra ~ cor~zzate a bat~ena 6 di ·1 a classe, 32 t 1d. a ton e. corazzate a batteria id. a torre . Navi da guerra fregate di 2.a classe, -124 corvette sloop, . canonierc di ·1a classe

3 H 15

29

22.

u

(l) S'intendono escluse tutte lo vecc hie navi da guerru giudicato non più adatt(1 al servizio attivo. .. . . . (2) S'intendono _escluso le navi da ultimsrsi (g1a varate) e quelle 1n costi uz1ooc.


288

R IVIST A

cannoniere di 2.a classe ada•te · · • alla nav1gaz10ne in alto mare . Navi da guerra cannoniere di 2.:'1 classe destinate alla difesa di 3a classe, 56 delle coste . 28 batteili lancia-siluri 2 avvisi . 5 In .tutto ~,12 ~1stimenti_da guerra fra cui 46 navi corazzate. . Il ·! .1 '.1gl10 ,1818 la flotta bri tannica noverava 2.48 navi armate d1 cm B~ co~azzate, '146 navi non corazzate a vapore (1) e 69 navi a vela nparttte come segue : Navi

Nel Regno Unito:

· corazzate

In missione speciale Navi della ,f" riserva, addette al ser~izfo di guardia delle coste, e rispett1v1 tenders Na·vi stazionarie e rispettivi tende1·s; navi di deposito, ecc. Navi-scuola e rispettivi tecndeTs . . Navi per l'istmzione della riserva navale Navi di crociera . per i mozzi Totale

Navi non

corazzate a.vapore

7

7

9 6 9 9 5

))

56

15 ))

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))

2

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Nav i

a vela

69

6

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5

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Trasporti per truppe Trasporti per materiali e navi magazzini Servizio idrografi co Yachts

))

3

Totale

47

Addetti a. serlYi.;fi speciali,:

))

H

Ripo·rto . Sta.zione navale dell'America elci Nord e ] ndic occidentali . del Capo di Buona SpeId . ranza e costa occidentale d'Africa Navi si.azionarie

Navi

non corazzate a vapore

4 10

1

=

))

A ll' estei"o :

Squadra tlcl Mediterraneo Id. della :Manica (attualmente nel )ledit<manco) . . . Stazione navale delle Indie orientali e costa orientale d'Africa Id. della China Id. dell'Australia Id. del Pacifi co Id. del la Costa sud- est d'America

corazza Le

a vela

6

H

Navi

Navi

))

))

289

EST ERA

5

))

69

6

(I) Esclusi i rimorchiatori ecc. , enun1e1·ate nel namg · 1·io 1rnn corazzato ' a vaport.

))

'146 69 ·-Di codeste '.21~8 navi armate, il .cui personale ammonta a circa 4-5000 ufficiali e gregari di mario~ ( 1); 4:29 appartengono al naviglio da guerra più ·sopra descritto e $Ono: ~3 navi da guerra di 1" classe (corazzate), 76 navi da guerra di '.2• classe (fra cui 9 corazzate) e 30 navi da guerrn di 3.. classe. Le :iltre 1-19 navi armate appartengono alla categoria del naviglio onerario e sussidiario della flotta e al naviglio d'uso locale. È comprcs::i in quest'ultima categoria la batteria galleggiante (coraziata) Ter'1·or·, nave slazionaria a Bermuda. La squadra del Nlediterra.oeo comandata dal vice-;wuniraglio Hornby si compone delle navi eia guerra di 1'' cla:;se lJecnastation, ilfonarch, Alexandra (nave ammiraglia), Tém&rai1-e, R·npert, ln'!Yiliicible, A.gincourt (nave bandiera del comandante in ~ott'ordine. contro ammiraglio Com rnerr~ll) ; .Swi{tsti1·e e Aclvilles; delle navi da guerra di 2a classe corazzate Palla.~ e Resewrch, e delle uon corazzate, fregata Raleigh; sloops Rapìd ~ Fly·img l~ish; cannoniere cli ·1 • classe Torch, B·ittern, Condor, Falcon e Flanvingo; infine delle cannoniere di 2• classe Cockat1··ice, Coguetle e Cygnet, e degli nvvisi Helicon e Salamis. Appartengono inoltre alla squadra il piroscafo Antelope e lo sloop a vela C1·uiser.

:Totale g1ml'lrale

·33

-

1

(1) Vedi parte I , Personale della flotta bl'itannìca ~.

Rivista este·ra

!7


290

291

RIVISTA ESTERA

BOLLETTINO BlBLIOGRAFICO

La squadra della Manica ( comandante vice- ammiraglio .Hay) si compone delle navi da guerra cli ,Ja classe (corazzate) Minotaiir (nave ammiraglia), Ulaclc Prince e Defence. Oltre a queste due squ aclre, che solcano le acque del Mediterraneo, si trova attnalmente nei rnarj d'Europa, una terza squadra britannica, formata con le corazzate della 1" riserva , con quel le in missione speciale e con alcnne alLre navi non corazzate . Qnesta scp.iadra cl'evoluzioni o, com'è chiamata, « in missione speciale» (pa'l't-icular setvice sqiuiclron), riunitasi recentemente a Portlaud, sotto gli ordini dell'ammiraglio Key, si compone delle corazzate a batteria He1·cules (nave ammiraglia), Flector, T,ord Warden, Warr··io?· (rnwe bandiera del comandante in sott'ordine, contrammiraglio Boys), Vahant, Resistance e Penelope; delle corazzate a torre, Th11;1ide1·er, Glntton, Cyclops, Hydrci, Hecate, Gorgon e Prince A.lbert; delle corvette Boadi,cea. ed Eu1·yal1.1,s; delle cannoniere di 2a classe Blazer Bilsta,rd, 1'ay e Tweed; della torpediniera Ve.~wtius e dell'avviso Diloely .

Nwx, capitaine cl'état-major. Géo9,•apliie mililai1•e. Première pa r lie. lntl'oduc tion. - Notions tle géologie, de climatologie et d'ethnographie. - 2• Jdition a\lgmentée. - 'Paris, Dumaine, 1878. - Prezzo lir.e :3,50. PAQU JN,

capit.aine. La 8.'CutiSie el. Pllnglele1•1•e dans l' .4sie Paris, Dumaine, 1878. - Prezzo lire 1,50.

.centrale . -

H.

La l,atflille de !011.twet et la, ltwli,Jtte de la cavalerie au X.111° siècle. - In-8°. - Paris, Picard, 1878. :-Prezzo lire 3,50.

DELPECH.

Etude.,; ,l'at•l miUtait•e. .4ipplic,itfons de ltictique et de straté{Jie . :- Tome 2°. 'l voi. in-8° de 182 pag. avec 12 planches . Paris, Durnaine, '1878. , .., Prezz:o lire 6 .

L.

C H ARLES.

['1olice

rJut•

l'invasimi alleniande ti la llerté-

Bernat•d eti t.Si:O->:' Il.

-

Par.is, Charnpion, '1878.

Aunuait•e du corps ,te l'inte111dance et des offit!ie,•s d'adn1i11.i.dt•tition, ,les bureaux ,Le l!iulendtince, tles liopitaux, des subsislllnce.ç, de l!liabillenient et ,lti ciitnpemenl de l'armée ,Le t.e,•t•e uns. - Paris, Bullelin de l'intendance eL des servjces administraLifs de l'armée de terre.

Roma, luglio 18i8. 1

-~ -~-·-

von vVrnoi::HN, Hauptmann . D)ie ,·us.çi.ç(!/ien H.ava.lle,•ie- Divisiouen -u,ul clie !S.t•niee-Ope1•lf.tionen -im ll<•l-· lum.-ffe'el1kur1 U~77-'1§ llh,c/1. ,len f/erolflenlliclnmgen ,u,s ,leu •)•ussi.,;t!lien 0;,et·tdi<>ns-llclen bearbeitel. I. bis znm l<'till 11011. Pleuma. Mit. 3 Karten. (Le divisioni di

CARUINAL

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

lieut.- colone!. T1•ailé de tticUque. Tactlque eopéri• meultlle. - Tome premier. 1 vol. in-8• de 513 pages. -Tarbes,

BERNARD,

Lescamela, 1878. - . Prezzo lire 7,50. lieut.- colone!. L,es gardes mol,iles r'J,O" ·r é!1imeul) de la §eiue iufm•ietn•,t "" ,çiége ,le Pa,·is t.S70 - 71 . - Grand in-18°, 4- carLes. - Rouen, Auge, 1878. Prezzo lire 3.

AMYOT DU MESNJL-GAJLLARD,

cavalleria russe e le operazioni dell'eseecito nella guerra dei Balcani 18,7-78, secondo i rapporti russi. I. Sino a lla caduta di Plewna, con tre carte). - Berlin, MitL!er, 1878. - Prezzo lire 8. STUCKRAD, Prernier-lieut. De•· ,•u.,sisc/1,-tu1•/,i.,clae lù•iegi.87 7 -

,§, uacla deu. l,islier veriiffle11tliclilen fflt,clu•icl,te,i be,u-1,eitet. t Lief. (La guerra russo-turca '1877-78, secondo le notizie pubblicate sino ad ora. 'l ' dispensa). - Hannover, Helwing, t87~. - Prezzo lire 2,50. GR.AF- \VJMPFF'EN E1•in11e1•tuigmi atts der Wallachei tviilu•end tler Beset:::un.g ,JurcI. d ·i e o.,tet•reicli. T1•t1p pe,a iai den Jalu-en 1.S&>:l -.'ii6. (Ricordi della Valachia, du·-

ALF.

Com•.ç spécilll d'arlil~erie à l'usaye des peloton.v d'instruc. lion et tles e11!Jtt9é.ç comUlimuwl d'un ,n,, redigé conformément au progr amme du 18 juin 1877. - Paris, Dumaine,

1878. - Prezzo lire 2,50.

'

ran te_]'occupazione delle truppe austriache negli anni 1854-56) . - Wien, Gerold, 1878. - Pre;:zo iire 8.


292

BOLLETTINO BJBLIOGRAFICO

Begistr,nide der geograpl&itwl& -sltdistichen 11.btlieiltmg ,les Grossen Generalstabes Neues aus dei• Geograpliie, li.artog1•tipliie uucl Statisti/. Eu1·011as unti sei11er H.olonien. 8 Jahrgang. (Novità geografiche, cartografiche e statistiche d'Europa e delle sue colonie, compilate dalla sezione

geogralì.co-statistica del grande s tato maggiore. 8· annata). Berlin, Mit.tler, 1878. - Prezzo lire 16. PARJS, General-major. Eintl&eilung des deutscl&en Beiclis/,eer,•es mii Bezeiclunmg der ,ftandquartiere, Il J,ilu•ga.ng . i~a.cl• deni ,f§lat1tle vo,n ~ Februa,• 18'7~.

(Formazione dell'esercito tedesco coll'indicazione delle stanze dei corpi. 2° anna ta, secondo lo s tato alla data delli 2 febbraio 1878). - Berlin. Bichteler . '1878. - Prezzo lire 1,50. BoNlN, Genei·al-major z. disp. Get;c/aic/•lf! des ln9enie,wcor1,s uttd der Pioniet•e in 1•,•eus.<Jen. 2 Theil. Fon 1.St.2 cui• /f6itte cles 19 Jalirlnmtle,•ts. (Storia del corpo degli inge-

gneri e dei pionieri in Prussia. 2• parte. Dal 1812 sino alla metà del 19° s ecolo). - Berlin, Mittler, 1878. - Prezzo lire 8,50. HAUGER, Stations-Chef. Die Ei.<1enlia/ui im Dien•te des Heerres. (Le ferrovie nel s ervizio . dell'esercito). - Wien, Konegen, 1878. - Prezzo lire 1,50. B'ar C01•res11omlence o/ tl&e Daily-1Wewt,;, '.IS17 - 7'S, cor,tfouetl f••om t/,e l<'all of li.tr,rs to tl,e sig1ur.lure o( tl,e preliminaries o/ peace. IJ"U/, a 'tmuieclittg na,•1•(1.tive, f orming a co11Unous l,istory of tl,e tvtw l1etwee11 Russia and Turl,ei. - London, Macmillan, 1878. - Prezzo lire '15. R.

PACK,

col. Sebastopol treuclies att~/ive moutl,s in t/,eni.

- In-8°, pag. 212. - London, Kerby and Eudean . lire 10.

Prezzo

vV. STEEVENS.

Tlie (!rimean Camvaign ·w itl, tl,e l,'onn.f(uglit Bangers, 1.Sa<l-.itio. - In-8°, pag. 350. - Lonclon, Griffith

and Farren. - Prezzo lire 20. 11 Di r ettore

0REfTE

BARA T IERI

Mar tore n et Bersaoltert.

DEMARCH I CARLO,

ge~ente.


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5.

CALIBRI

Fig.l

"Riduzione fo tolito9rafica pr oces so Gal\et Lebr un

8: C. Mihrno . Via .Cerva 8


RIVISTA ESTERA L'OCCUPAZIONE AUSTRIACA DW,A BOSNIA E DELL'ERZ~GOVINA. Non è nostro intendimcuto di esaminare i moti vi eh.e han deciso il congresso di Berlino a decretare l'occupazione militare del la Bosnia e dcll'Erwgovina per parte cieli' Austria, nè pr~vederc quali ne potranno essere le politiche conseguenze. NosLro scopo il solamente di teucre informati i lettori dei fatti militari che si svolgouo in quelle due province della Turchia raccogliendo insieme ed ordinaudo le notir,ie che se ne hanno. Pcirò è · necessario osservare che se alla di plomazia poteva tornare utile dissimularsi le difficoltà politi.chè e militari che tale occupazione evidentementn presen tava, lo stesso non poteva avvenire ai. generali austriaci, cui l'illusione diplomatica veniva in certo crual modo ad impedire un troppo grande apparecchio mi litare.. Questi pertanto han . voluto alm<}no che. alla decisione seguisse immediatamente il fatto, e che alla ratificazione del trattato di Berlino, ad una convenzione con la Turchi11, precedesse l'occupazione. . Già sin dal 6 grngno, come rnisnra precauiionaie, era stato ordinato . di mobilitare la 1Sa divisione di l'anteria nel comando militare di Zara, la 20" nel comando generale di Budapest e la 113a briga La di cavalleria: il ·15 dello stesso mese era :;Lato lìssato come primo giorno della mobili wzione. Nello stesso tempo erano sta te mess<' in istato di difesa le piazze forti marittime, il pori.o militare di Cattaro e le fortezze cli confine; erano stati rinforzati gli effettivi di pace del la 2.5a divisione di fanteria (Vienna) e preparate alla mobiliLazione alcune trup pe d'ar. tiglieria e genio, ed altre della lanclweh r dalmata. Il 2. di luglio fu decisa l'occupazione della Bosnia e dell'Erzegovina e fu pertanto ordina to: la mobilitaiionn della .6a éGratz) e della 7° divisione cli fanteria (Trie::;te), fissa ndo il 5 luglio come primo giorno di mobilitazione; la formazione del XUL corpo d'::mnnta con la 6°, 7a e· 2.0• divisione cl i fanteria e ,13a brigata di cavalleria; l'aumento dell'effetLivo di pace della 36• divi;;ione cli fanteria (Agram); la formazione su tre brigate da mo1w1gna della f sa divisione in Dalmazia e 1

R tvista estera

28


294

RSTEHA

RIVISTA

dell'8a nel Tirolo; l'assegnazione d'artiglieria e mez1,i di trasporto da montagna alla 6• e 7a divisione destinata pur esse ad as$umere la la completa formazione da montagna su tre brigate. Il 25 luglio l'Imperatore emanò inoltri} l'ordine con cui , in via eccezionale cd in vistn dell'urgente bisogno, venne disposto che la landwebr dalmat,1 potnsse essere impiegata anche fuori delle frontiere del l'impero e sotto gli ordini del coinandaute in capo delle truppe d'occupazione. Qui appresso diamo il quadro di forrna1,ione delle truppe e dei servizi assegnati al coepo d'occupazione come ce l'hanno indicato i diarii militari austriaci; ci nsteniamo però dal segn:ire le suddivisioni in Lrigate della 6" e 7" divisione·, giacchè qnesta suddivisione essendo avvenuta dopo il passaggio della frontieea, non è completamente conosciuta. Del resto dobbinmo avvertire che la formazione delle brigate nell'interno delle divisioni è staw molto variata secondo il bi sogno, o per meglio dire, le di visioni non sono state impiegate per brigate secondo la loro organica formazione, ma piuttosto adattandosi alle esigenze di cia~cun caso iu particolare.

QUADRO DI FORMAZIONE DEL CORPO D'OCCUPAZIONE.

Servizi

295

Parco di rnuniziou~ da montagna N.. 6. ( Compagnrn del gemo 4/II. ;_ia compagnia di riserva del regg. pionieri . S11uadronì besLie rln soma N. 1 e 2. ) Sezione di sanità N. 6. \ Colonna viveri K. 6. 7u Dtv1SIONE or FAN'l'EI\IA.

Comandante, tenente maresc. G·uGLIELMO duca di \Vun1'EMDERG. Capo Ji stato maggiore, colonnello A r,nom. Comandanti di brigata.

Magg. generale arcicluca GrovANNl SALVATORE, magg. gen. KoPFINGER e niagg. gen. SAMETz. Regg. font.. Knlm N . ,17. » Weher N. 2.2 . » Bernardo diSasson. MeiningenN. 46. » Arciduca Leopoldo N. 53 . Truppe • 10° bauagl. cacciatori. .. . . batt. fanteria. Batterie da montagua N. 1/ III, 1/ X, 2./ Xc3/ XII. ( Parco da munizioni da montagna N. 11. · · Compagnia del genio N. 3/ II. 47a compagnia piouiel'i. Servizi Squadroni b0stie da soma N. 5, 6 e 8. Sezione dì sanit.i1 N. 7. Co lonna viYeri N. 7. 1

Comandante in capo.

Feld maresciallo PHILIPPOVlC' v. PJIILIPPSBERG bar. Giuseppe. Capo cli stato maggiore, colonnello Po1•1> . XIII corpo d'armata.

6a DrvISIONE DI BNTERfA. Comandante, teneutf: rnarescia Ilo TEG't<:'l'THOl<F. Capo di stato maggiore, maggiore v. GuTTENBEnG. Comandanti &i lwi.gata.

Magg. generale MuLLER, colonn. L1~MAJC e colonn. Por,Tz. .Regg. font. Arciduca Francesco Carlo N. 5:2. » J ellacic' Giuseppe N. 79. 9° battagl. cacciatori. 2.70 )) }) Truppe Regg. di riserva Maroicic' N. 7. » » Re dei Belgi N. 27. Hartung N. 47. Batterie da montagna N. 3/1, J.jl. 1/ IV e 4/XII. >)

1

2,0a D1v1srmrn nr f.ANTEIIIA.

Comanclaut.c, tenente generale Sz,\PÀRY. Capo di staio maggiore, maggiore SEnAcsrn. . .. . ~- 3 lù battagJ. caccintori. 39a brigata <ll fan ten a H.egg. di faut . Czesarew.itsch Alessandro N. (ì 1I . maacr. 1ren. KATFFEL . C .. 'N . 6 "'" c> . , Rc<>cr. no cli riserva oronn11 l . Re<>a. font. ~follinary N. 38. 40a brigata di f~nteria c>v ,, Granduc:1 A.lessio dì Russia N. 39. ) Regg. eh. riserva colonn. DEESY · PIll·1·1ppov1·c, l'<rancesco · "'l 7·0 H , · • 1

V

. . . . .. [ II/ XII repa'cto di batterie, cioè batterie pesanti .Art1ghena clms1onale N' .. e 1 o 6. • • !J:,


296

R IV I STA ESTERA . .

\ Compagnia del 6° regrr fan t. di riserva . Truppe di stato maggiore { Plotone del 7° regg. ussari . Parco di munizioni del 12° regg. artiglieria. Compagnia del g,mio N. 2/Il . Sezione cli sanità. Servizi Colonna viveri N. 20 . Squadrone del treno N. 3.\:. 13a

1

B1uGA'l'A

IJ T

CAVAI,Lt,;fllA.

Comandante, colonnel lo Sco·r1·1. 7° B.egg. ussari Princ. Federico Carlo. di Prussia . 5° Regg. ulani Wallmoden. f III e t:V reparto del •12° regg. artigl. da campo. /\ rLiglieria { Pan;o di munizioni del •12° ,i » di corpo d'armata , Truppe di stato maggiore 5° battagl. del n° r~gg . rant. di riserva. Compagnie del gr-mio N. 1O/II e H /IL / Colouua strumenti da zappatori N. 13. 19• e 20" eompagnrn pionieri con gl i equipaggi da ponte N. 37, 38, 39 e 40. Sezioni ferrovier i da campo J, V, V.l, X, Xl e XV. Servizi Squadroni del treno N. 42 e 48 . · Deposito cavalli malati . Osped::ili da carn po XV, XVI e XXXVI. di <~orpo d'armala Trasporti ferroviari rii sanità 1 e II. Ambulanze flu viali ·1", 2a, 3a e ~.a. 1 Colonna viveri N. 60 . \\ M~1gazzino viveri da ea111po N. 6. Riserva pana uict'i N. 1 .

l

1

Riep·ilogo rlel Xrrl corpo d'ri-rmata. Presenti Batt. Squ. Pezii Uomini Cavalli 6n divisione cli fanteria. H 16 18000 i:i680 7• H ·16 '40000 7688 2.,i- 16000 :zOOO 20• » lfr. f:)a brigau; di cavalleria 12 '.2600 2700 Riserva e serv izi di corpo d'armala 4,8 7633 5G30

·------~

))

))

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1

1

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1

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18• DtvlSIONE

01

297

FANTERIA.

Comandante, tenente maresciallo JovANovw'. Capo di stato maggiore, maggiore SLAMF.CZKA. 1• brig. da mon lagna~ •1'1 ù batt.agl. cacci:rtori. magg. gener~le ) R. egg. rant. Jellacic' Giorgio N. 69. THonouov1c l Hatteri::i da montagna ·1/ XH. 7° battagl. cacciatori. 2a !mg. da montagna R , (' t B. , dc· Bel01 a · N 27 colonn. KL[l,(BUllG . egs,. an .. (, . I . . . Ba tterw da montngua 1/XI. 3° buuagl. del regg. cacciaton Imperatore. 3• brig. da montagna ·l 9° ,i cacciatori. magg. ScirnLDF.HEI\ R.egg. rant. N. 32. . Batteria da montagna 2/ XI. , Mezzo scruadrone della difesa nazionale. / Co'mpagnie del g.mio 8/ II e 9/ II. ,iga compagnia pionieri. Batteria da montagna ~/ XII » leggera 8/ XII. Riserve Sezione di sanitii da montagna N. 18. e Parco divisionale cli munizioni da montagna. servizi divisionali Squadrone del treno rli riserva N. 75. Squadroni bestie da soma N. 3, 4 e 5. Cornp::ignia cli riserva clell'80° battagl. cacciatori da lmati. \. Un plotonr cacciatori a cavallo dalmati.

.

l

1

I

Riepilogo del corpo d:occupazione . Combattcnli Presec,ti --~ Jlattagl. SquucL Pezii Uomini Cavalli Uomini Cavalli ·1O,'l- 6!,233 23(198 ,i.2528 . 1817 XIII corpo d'arma la 43 ·12 '24 •17820 ns7o 13885 12.0 )) 3/ 1 ~sa divisione 13 ~

Combattenti -.__--~

Uomini 113093 113093 ·130H;J ))

3249

Cavall )) )) ))

,18•17 . ))

Totale 55 Hl % 12.8 82053 3·12.68 56413 1937 M.eutrc però il governo au:stro-ungarico si affrettava di prendere tali misure e mr{ntre forse la Porta , facendo di necessità virtù, si disponeva ad osservare i palti statu iti dal congresso di Berlino, il popolo bosniaco si sollevava per difendere la propria indipendenza. · Sul principio di luglio il console austro-ungarico a Serajevo, von


298

ESTERA

299

R IVISTA

Wassitsch, comunicò al governatore 1Vfazhar pascià la decisione del proprio govei:_no di occupare militarmente la Bosnia, e lo invitò a prepararvi il paese con acconce disposizioni. Mazhar pascià dichiarò di non avere istruzioni in pro posi to e credere quindi · suo dovere di opporsi colla forza. , In~an~o la notizia, diffusf)Si nel paese, aveva cagionato assembramen~r eh popol~, alla .testa del quale si pose Hadsci-Lo,ja, fanatico derv1s molto stima~o dalla plebe musulmana, e questi convocò una assemblea popolare composta di cinquan ta membri appartenenti alle diverse confessio1~i r~ligiose. 11 7 luglio Hafiz pascià iu nominato governatore e gh rmscr per poco cli calmare gli animi; ma sembra che anch'egl_i p-iu~icasse non corretta la decisione dell'Austria cli occupare la _Bosrua pnma d'aver concluso con la Turcl,ià una convenzione, per c~n !a sua condotta comincìò ad essere titubante. Del resto egli ebbe a d1chiara~-e al_ ~onsole austro-ungarico che di 23 bn ttaglioni che aveva a sua d1spos17,1one per mantenere l'ordine, su~ 9 non poteva fare alcun assegnamento perchè composti cli bosniaci . · Alla metà di luglio l'insurrezione popolare riprese nuova forza e andò poscia ·ogni giorno iugrussando. Haclsci-Loja inulbc~rò la bandiera del_l' arru_olamento dei di fensori della patria contro l'occupazione austriaca; impose tasse per sostenere la guerra; distribuì le anni e le munizioni che erano nei magazzini mil itari cli Serajevo. Delegati dell'assern blea · popolare furono· spediti da Sorajevo in tutti i distretti della Bosnia e del!' Erzegovina per sollevarvi il popolo ecl invitarlo aìla difesa della patria e della religione; comitati insurre7.ionali si adunarono ~ Livno,_ a Travnil~, a Zvornik, a Novibazar, a M.ostar, a Trebinje; 111 tutti 1 prmcipali centri fu sconosci uta l'autorità del eaoverno turco ' . crecluto connivente ali' occupazione austriaca ; il popolo si armò per coml)~ttere guerra d'indipendenza; i battaglioni di truppe regolari ~bbracc,arono la causa dr1gli insorti. . Questi fatti dettero occasione alla stampa austriaca di smentire le asserzioni con le qnali il rappresentante turco intendeva assicurare il congresso di Berlino che la Porta si sentiva forte assai per ristabilire l'ordme nella Bos~1ia e nell'Erzegovina ; dall'altra parte servirono al gov~rno d1 C?stant.mopoli per far eonstatare J'inopportuni tit dell'occnpa_z1_one, e. di argomento per protest::ire contro l'occupazione stessa, 1.mziata pr11:na_ che fosse concluso un accordo e pri ma ancora che fossero scambiate le ratifiche del trattato di Berl ino.

Il più potenw alleato degli insorti bosniaci nella loua alla quale s'accingevano contro le armi austriache doveva esser senza dubb·io la condizione fisica del loro paese, i I quale poco si presta aIle grandi operazioni militari, mentre per contro è adaLtatissirn o alla piccola guerra difensiva. Contrade a colline e montagne scavate da valli che offrono brevi trau.i pianeggianti soltanto alla confluenza dei maggiori tributari della Sava; gole strette, numerose, profonde e facilmen te difendibi li, oltremodo aspre e disagevol i; mancanza totale di vie artificiali; povertà d'ogni risorsa, sono le caratteristiche della Bosnia e dell'El'Z cgovina . · L'insieme delle due provincie sa rebbe raffigurato da nn triangolo, forma to a nord rlalla bas:;a Unua e dalla Sava sino alla confluenza della Orina, a sud- ovest dalle Alpi Dinaricbe e ad est cla una linea la quale, partendo dal confine occidentale dal l\iontencgro su ll'Adriatico, anclrebbe quasi 1lireuamente a tramontana pel Jmsso eorso della Drina, se appnuto questo lato non fosse inLerroito dalla stretta appemlice del pascia licato di Novibatar, che, passando fra la Serbia e il ì\fon tcuegro, si prot.ende verso oriente. Il sistcnHt orografi co della Bosnia- Erzegovina si raggruppa attorno ai ~issava-Gora (grnppo principale: Bitovnija-planina) i qual i, staccandosi da I le Alpi Di uariche prcsso Livno, procedendo acf arco con la convessit.à a tramontana, ripi egano ancora ver,o l'Adriatico alle balze selvose del Montenegro, per racchindere con la pendice meridionale il bacino J.eHa Naren ta che porta le sue acque ::dl' Adriatico, men tre il veJ'sante settentriona le le getta alla Sav,\ per l'Unna, la Verhas, la Bo~na e la Drina. Il pan~e resta cosi diviso naturalmente in due parti : a settenLrione la lìosnia, di cui il lembo occidentale, il bacino dell'Unna, è la Croar.ia turca; a mezzogiorno l'Erzegovina ch'è in gran parte costituita dal bacino della N'areuta, meno la stretta striscia della costiera clalm:ata . Anche il sistema delle comunicazioni, rappresentato in generale da strade uaLurali pi ù o nieno pratica bili, si allaccia attorno ad nna strada longitudinale che attraversa la nosnia uclla sua massima lnughczza. Essa proviene. da Agrarn ; tocca l'Unna o KostaJnica e la passa a Novi nella Croa7.ia turca; si mantiene posci,1 a dèslra della Sana, principale aftlueute élell'Unua, per scendere nella valle della Verbas a Banjaluka; rimonta ancora il contrafforte fra la Srma e la Vcrhns, toccando Sitnica e Varcal'-Vakuf, per passare a Jaice definitivamente sulla destra della Verbas; cla quivi per strette e frequenti gole entra nel bacino della Bosna a Travnik, pet' Busovaca raggiunge Snrajevo,


300

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e quindi per Rog11tica, Visegrad, Novavaros, Sjenica e Novibazar entra -nella Rurneli11 indirizzandosi a Salonicco. Da questa...,comunica~ione longitudinale partono altre quattro strade trasversali, due delle quali va nno alla Sava e due all'Adi:iat.ico. Delle due prime, una si stacca a Banjaluka e scende al la Sava a Berbi r di contro a G:radisca vecchia; l'altra, molto importante sebbene assai difficile, si stacca a Serajevo e, sc<mdendo il corso della Bosua, passa per Visoka, Zenii;a (dove una breve congiu nzione l'unisce alla :=.trada principale a Vitez), Vranduk, Zepce, Maglaj, Doboj e Kotorsko; lasciando quindi ad oriente il corso della Bosna, raggiunge la Sava a Brood turco . Dn questo stesso ramo trasversale, si stacca, a Magia.i, una al trn strada chr~, scendendo per la dc$tra della Bosn.a fin verso ,la confluenza della Spreca, passa questa a 0-racanica e quindi, biforcandosi, d,1 una parte va per Gradacar a Sarnac, dove la l3osna confluisce nella Sava, dall'altra pèr Dolnje-Tuzla va a Zvornik sulla fron ti era serba. Delle due strade trasversali che vanno all' Adriat.ico, uoa si st.acca a Blazuj, poco ad occidente cli Serajcvo, passa· la catena dei Nissava-G-ora ai colle di Ivan-Gora, scende qui ndi nella valle della Narenta a Konjica, e seguendone il corso, tocca Mostar, capitalf) dell'Erzegovina, e raggiunge la piazza dalmata di M:etkovic snl delta della stessa Narenta. L'altra, staccandosi poco ad occidente cli Travnik, entra nella va.Ile della Yerbas, la passa a Skoplje e per Kupres va a Livno, quindi attraversa la frontiera dalmata e le AIpi Dinari che a Beli- Breg e per Sinj va a Spalato sull'Adriatico. Altri cammini naturali scendono per burroni e precipizi, solcando in tutti i sensi le alte valli delle correnti bosniache, ma, capaci solo cli dar passaggio a piccoli drappelli di fanteria, non sono in generale per nulla adatti ad operazioni militari di qualche momento, meno una sola strada attraverso la Croazia turca, la quale parte dalla longitudinale a Simica, passa la Sana alla fortezza di Kl.Ìuc, l'Unno alla fortezza di Bibac e va alla frontiera croata a Lavalje.

saggio della Sava a Brood. Fu primo traghettato il 27° battaglione cacciatori; poscia, postosi mano alla costrnzione di un ponte d'eq uipaggio, · ~he fu terminato in circa tre ore, l'intera brigata d'avanguardia eseguì il· passaggio del lìume. Del n~sto a Brood turca uon vi era che un semplice distaccamento cli truppe regolari, il quale si ritirò quaudo apparvero i primi so Ida ti austriaci. Ap pena ultimato il primo passaggio fn messo mano da lle truppe tecniche auHriache alla costru1.ione di un secondo ponte; e con temporaneamente, la riva destra della Sava essendo coperta da uno strato di sabbia _leggera e mobile e cp1indi inadatta al passaggio di pesanti carri , si costrussero due strade a fondo di tronchi d'alberi, le quali dallo sbocco dei passaggi met.tcssero a .Brood turca, dove comincia la strada per Dervent e per la valle del la Bosna. Nella sern il grosso della colonna rimaso ancora accampato sulla riva sinistra della Sava .. Nel domani, BO luglio, l'avanguardia, continuando ad avanzare, arrivò a Dervcnt, dove fu pure stabilito il quartier generale del fcld-marescial lo Philippovic.- Il rimanente della colonna passò la Sava il giorno stesso, ma solamente alle .;. ·pomeridiane del seguente ;H potè raggiungere Dervent. La dista ma da Brood a Dervent non su pera i 20 chilometri, ma la strada è rotta, polverosa, cd il terreno adiacente è privo d'acqua; la tem peratura durante la marcia fu tanto elevata che le truppe ne ebbero molto a soffrim : 9 morti, 13 pericolosamente ammalati, e circa 800 spéda ti ri masero lungo il cammino. Per colmo di danno, nella notte dal 3,1 luglio al 4° agosto, un impetuoso uragano scoppiò s{tll'accampament.o austriaco di Dervent, che ne rimase inondato. L1~ strade già cattive furono affat.to guaste dalla pioggia, rimasero interrotte le comunicazioni con Broocl, cd uno elci ponti sulla Sava fu rotto dal la piena delle acque. La marcia innan1.1 ordinata pel domani dovette quind i ,ospeucle1si fino a che le t.ru.ppc del g1mio avessero potut.o ristabilire le comunicazioni. Intanto, allo_scopo principal<~di riconoscere la condizione delle strade nella valle della Bos.\).a, e in pari tempo per avere notizie su.Ila possibilità di trovare approvvigion,1menti e per preparare gli abit.anti alJ'arriyo delle truppe austriache, mediante la diffusione di un proclama del generale Philippovic, fu spedi to uno squadrone del 7° reggim~nto ussari, condotto dal capitano IVlillinrovic di stato maggiore nella direzione cli Dohoj e Maglaj. Nello stesso giorno, 29 luglio, nel quale la colonna principale passava la Sava a Brood, accennando alla strada che per la Ilosua con-

Siffaue condizioni del paese da invadere hanno cosiret.to il comandante del corpo d'occÙpazione austrinca, generale Philippovic, a suddividere le sue forze in più colonne, affine di trarre partito possibilmente di. tutte le comunicazioni appena praticabili . Una pri ma colonna, composta della (3" divisione di fanteria, tenente maresciallo Tcgetthoff, della 13a brigata di cavalleria e di una parto delie riserve di corpo d'armat.a, nel mattino del 2H luglio cominciò il pas-

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duce a Serajevo, una seconda colonna formata dalla 7• divisione di fanteria (tenente marescia llo duca di Wti.rtemberg) la passava ad AltGracliska . Un p.:irkunentario fu mandato al Kaimakan di Ber?ir, p_er _tr~Uare del l'amichevole ingresso delle truppe austnache, quegli cltchrnn~ di trovarsi senza istruzion i, ma di non avere intenzione di opporreres1stenza. Dopo eiò la 7a divisione passò sulla riva destra ed occupò il forte <l! Berbir, la <Jui guarnigione, nn semplice distaccamento di 60 soldati turchi, si ritirò verso Banjaluka. Il 30 luglio, la divisione conti nuò la marcia per la valle dùl la ~erbas e il 3,1 arrivò a Banja luka, dove le autorità locali fecero atto eh sommissione. Qnivi la divisione si arrestò, probabilmente per mettersi in dirett.a corn uvi<Jnzione con Novi e Kostaj nic-0. Ini'atti sùmbra <Jhe un .corpo cli t.rnp pe, cli <Jui non conosciamo la corn po:;izione, ma probabilmente appartenente alla 116• divisione, siasi avanzato dalla strada Kostajuica , ~ovi' Prjedor per tenere libera questa dirntta <JOmunicaiione. Una terza colonna, composta dalla 2.0" divisione cli fauteri/1 (tenente mare:;1,;iallo Szàpàry), il /J.-1 luglio passò la Sava a Sam11c, ccl accennanrlo a Grncnnicn arrivò il 2 di agosto a Gr::idacar. 111 questo frattempo, la ,18" divisione cl i fanteria (tenQnte maresciallo Jo, .. novic) radunava le sue rorze attomo Ragusa, ed il ,1° agosto, passata 1;_1 frontiera dell'Erzegovina prnsso Vùrgorac, si diresse a Ljubuski e vi accampò il giorno 2. . . Infine altre lrnppe cli guarnigione della Da lmazia si raccolsero a Sinj sotto il comando dei maggior generale _Csikos, addetto al _com~udo militare tli Zara, per proteggere la strada 1!1 LLvuo e guardar la front1era, Cosi<Jchè al 2 di .:igosto il corpo cl'occupa7.ione trovnvasi così dislocalo: l::i 6" divisione col quartier generale principale a Derv.ent; la 7" divisione a Banjalnka, accimnando aml.irclne a Serajevo; la 20" divisione a Graclacar, con pr,ssibi litit di dirigersi tanto sulla sl.rada della 6" divisione, quanl.O su Zvornik alla frontiera serba; la 18" divisione a Ljubnski , evid<mtemQnte diretta a Mostar, potendo poi prosngn ire per Scrajevo; due corpi d'osservazione, ì'uno a Novi sulla strada principale verso !\gram, l'altro alla fro~ttiera d:ilinata sulla strada Sinj-Livno. In ne;;sun punto 1<~ truppe austriache avevano incontrato re~isl.enza; ov1rnque le autoriLù avevano fa tto atto di so:nmissione; pareva che l'occupazione dovesse ridursi ad uua marcia lrionfale, sebbene sernpre molto l"aticosa per le diflìcolth del le strade, la povertà del paese e le in1,emperie.

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Ma ben presto l'i llusione, se pure. per un momento potè abbagliare alcuno, dovette cessare. Il 5° squadrone del 7° ussari, che, come si è visto, era pa rtito il ,I O arrosto da Dervent sotto la con<lotta del capitano Millinkovic, arrivò o la sera stessa a Doboj, e nel domani a Maglaj , ricevuto do,:unque apparentemente con gioia. . . . . Maglaj è una picco,la città di 3000 ahitantt maomeuanr con pochJssimi cristiani grcc.i. E sit1rnta sulla destra della Bosna, dove nn contrafforte del Yrana-planina, il Lisuja- glava, stringe il fiume cont.ro le col liue della riva sinistr:i in modo da obbligarlo a passare per una strettn gola, dove a stento Lrova posto la strada sulla riva sinistra; qucs.ta si bipartisce poi ~n lle due rive, cd un ramo pnss_a sulla destra attraverso la città . Un vecchio castello abbandonato domuia la :;trelta e le strade sulle due sporule. , All'arrivo dello squadrone austriaco, il Kaimakan, le altre autorità e i più notabi li ciltilClini :.rnnunr.iarono a~ capitano M_iHi~kovic la loro assol ut.a sottomissione, si fecero garant1 della tranqutili ta della popolazione e prnmisero fornire provvigioni in suffìcien~e <ruanti~it: Rimasto il giorno B a Maglaj per attingere notizie sulle v1cme Jocali tù, il capitano Mil!inkovic seppe che a Zepcc sulla _Bosna, ·15 _chilometri più a monte cl i Maglaj, si organizzava l'insurrezione per chmdere la strada per la qna le le truppÒ austriache evidentemente dovevano ~assare. Egli perciò si decise a recarsi a Zepce, e vi arrivò la mattina del fi. agosto. . . . . Ricevuti a fucilate dagli abitanti di Zepce, glr ussari misero piede a terra per combattere 1wll'abita_to, cr~denclo _a?ere a_ fare cou yochi mal intenzionati; ben tosto però il capitano 1\11llrnkov1c, accortosi dell'impossibil ità di ava nza re, deci:,e cli ri tirarsi. Senonchè nel fraue~po gli al)itanti di Maglaj, gi:\ sì a!llichevoh, '.tveva~o con grosse p1etr~ chiusa la strada su lla sinistra del fìun1e, m gmsa da costrmgere gh ussari austriaci a passare sotto il vecchio castello e nell'interno della cittb . Lo squadrone in fatti, ricevuto cou un vivo fuoco in:rocia_to sulla strada dal <Jastello e da tnt.te le case, · dovette passare d1 camera per diminuire le perdite; nonrlimeno 1rucste furono gravissime: ·1 uflìzial~ e 53 soldati eaddero morti, nl Lri molti feri Li o dispersi; 84 cavalli morti e 6 feriti. Il resto del lo squadrone raggiunse le prime truppe austriache sull'Usora, dove' queste si erano intanto avanzale. . 11 grosso della 5a divisione, partito :il~ agost~ da Dervent, e~a arrivato il 3 a Dohoj. A quan_to pare qm In raggmnto dal magg10r generale Kaiffol distacca to dalla 20a divisione probabilmente con parte della sua brigata e col ;3go reggimento fan teria della brigata Deésy.


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La mattina del ,i- la divisione mosse verso Maglaj nella seguente formazione: Estrema avanguard·ia- 21° regg. fan teria di riserva. Sulla riva 1 A1,a: guard·ia } 21° battaglione cacciatori sinistra 38° reggimento fanteria della Bosna · ( Mur, L.ER) 5'.z" " I 70 » >J Colonna fiancheggiante ) Sulla riva 1 sezione da montagna (Ten. Colonn. P1T'l'EL) ( 11 . » da campo cfostra

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il resto della divisione { Sulla riva Grosso ?\ la . brigata Kaiffel . ., v I sm,s,ra la ,13a brigata di cavalleria J Per difficoltà in contrale 1ml passaggio della Hosna e dell' Usora, e per -la dirotta pioggia che cadeva, i I grosso della colonna non potè mettersi in marcia che a mezzogiorno, e verso le 5 pom. l'avanguardia, a metà strada fra Doho.i e Maglaj, si scontrò col nemico situato sulla posizione di Kosna . Ques~a posizione è formata da un contrafforte che si spinge dal monte Trebacko fin contro il fi ume strozzandone la valle: su di essa si erano postai.i un mezzo migliaio d' insorti allo scopo di sbarrare la marcia agii Austriaci . L'estrema avanguardia prese tosto ordine da combattimento e si spinse sulla collina seguii.a dal 27° battaglioue cacciatori e da un battagliano del 52° fan teria; però queste truppe non poterono avanr.are che lentamente per le difficoltà che presentava il terreno stem perato da lla pioggia. Anche sulla ri va des tra , cli ri mpetto a Ko,ma, da una collina che cade quasi a · picco sulla Bosua, altre poche truppe d'insorti resisterono all 'avanzarsi della colonna .Pittel. Qunntunque lo s piegamento delle forze austri.nche fosse stato enormemente superiore alla resistenza degli in $orti, qu esti nondim eno non poterono essere caccia ti dai loro appostamenti che -alle 7 di sera. Le perdite furono lievi da ambo le parti. ._ Nel domani, 5 agosto, la G• di visione mosse dall'accampamento d1 Kosna, sempre sotto dirotta pioggia, verso M.aglaj così formata: .4'00;ngita1·dJicL - 52° reggimento fanteria - Jliva sin istra . Colonna fìancheggian te ( 470 regg. fanteria di riserva Riva di desflra I · 1 • sezio,nc da mqntagna sinistra (Colonnello K1NNART) (

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Golo'nln~ fìar~chegpiante ( 70 rcgg. fanteria di risf!rva di s-imstra J (Ten . Colono . .P1T'l'& L) ~I 1 sezionH da mont:1gua

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Riva destra

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il resto della 6« divisione Riva sinistra } la brigata KaiITel • · 1 la ,t 3" brigata di eava Ileria L,1 marcia fu peno,,issi ma sia per le difficoltà della strada fangosa, sia perchè spesso disturbata da fuci late che partivnno dai borri e dai picch i delle circostanti colline. · Alle !~ ,J/ 2. pom. l'avanguardia giun:;e avanti Maglaj . Era preceduta dalla colonna Piltel lii rprn le aveva apel'to il fuoco d'a rtiglieria contro la posizione teunta dagli iusnrLi s1.tlla riva opposta della Bosna . Dopo un vivace ina breve corn hattirncnto, gl'insorti cominciarono a ripiegare abbanrlorurnclo la ciltà; rna giunti prosso Caiskopolje, circa 3 ch ilometri a monte rl i Maglaj, fnrono n·uovamente attaccati dalla colonna Kin nart, la quale ..weva proceduto per le colline allo scopo di chiudere loro ri 1;irata . l Jìosriiaei però si;:ppero difendcr;;i , resp ingere l'attacco, e~ prosegnirn su Zepc-e. La sera trmla e la stanchezza delle truppe austriache impedirono ogni inseguimento . . Ncaucb.e in ,ruesto com battimento le perdile furono molto g~a v1; anzi gli Austriaci raccolsero 25 ussari dispersi nella fazione del giorno inrnrnzi. Maglaj ro occupata dagli Au.striaci, rna l' intera popol?zio~e'. meno pochi~sime fam iglio cristiane, . l'nvev_;J. . abbando~at~ - 1 c1ttadn11 presi colle armi alla mano furono llnrncdiatamenle lnctlat1. Nella sera stessa il generale Phili ppovic proclamò il giudizio sta\ario su 1.nuo il teni LOtio occupa to dalle tru ppe anstriache. I rei di attcn la to contro l'esercito , cli :;piouaggio, d' intelligenza col nemico o cou chiunque nutrisse iu leo1.ioni ostil i alle truppe. au~tri~chH, di sedizione, di so llevazione, ccc. ccc. dovevano essere grnd1cat1 senza commi.serazione nè,' ùiclulgtnza. Nel domani un altrn proclama impose alla città cli Maglaj una tassa di guerra cli 30000 fi ori ni pagabi li in trenta giorni. _ Le trnppe austriache la mattina elci 7 agosto mossero da iVIaglaJ nella s,~gucute formaz ione. . _ . . · 27° battaglrone caccia tori . 1i·vanguarrlta ) 520 rncra. f'an teria. ( Col. Potz.) ( .· D<? . ,J batteria da montagna . <;rosso

Colonn_a (ianc.hegg · \ d:1, desfJra · (Col . KiKNAHT) . {

fanteria di riserva. se;,,ionc da montagna .

11.70 l'C"I!:,

. ""'

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Colonnci fil!.nchegg · ' ) 70 reo.ff. font. di riserva . di SÙ1!1Sbta ~D (Col. p 1,1.,1,i,:r,) . _ 1 sez10nc da montagna.


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( il rimanente della divisione. J la brigata KailTel. { Lr• ,13a brigata di cava fieri a. L'avangna'.'dia e il grosso sPgnì la strada principale Maglaj- Zepcc, la la colonna !mnart seguì il sentiero di .collina Maglaj-Lnbatovic- Novischer-Zepce, la colonn11 Pittel il sentiero Maglaj-Brankovic- VinistjeLupoglava,.Zepce . ' L~ colonna Kinnart si trovò impegnata verso le 8 col nemico presso Nov1scher, avendo gl'insorti occupato quale prima posizione difensiV'a l'orlo settentrionale del Velja- planina, e sino a mezzogiorno fu trattenuta souo il fuoco del nemico; anche la colonna Pittel si trovò arrestata poco oltre Tirankovic. L'nzione si estese sn tu.tt:i la linea quando per ultima l'avangnardia s'impegnò nel combattimento. Alle~ ¼ pom . l'azione continuava tullora indec:isa, sebbene gli Austriaci avessero forzH preponderanti, quan,do scoppiò un violento temporale. Allora i ·Bosniaci si ritirarono sull'altura di Zepacko-hrdo che la strada cli Maglaj è costreua di superare circa a tre ehilometri innanzi Zepcc. · l:~uacco contro 1rnesta seconda posizione fu eseguito da ll'avanguardia au:;trwcil, ,~ poco dopo le 3 '/2fu rotto il centro nemico, tolto un blockhaits e fa lli molti prigionieri. Ciò permise ·al la colonna Pittel di a\'auzare, sebbene :i.ssai mallrattata, e di determinare la ritirata dei Bosniaci. Questi del resto non abbandonarono comp letamente la loro posizione clre alle 6 di sera, per ritirarsi., non insegni.ti, verso Vrancluk. Gli Austl'iaci calcolano le fo1:ze degli insorti a circa 6000 uomini con 4 caunoni, e le l erditc di questi molto gravi, fra cui quasi 700 prigionieri dei quf1 li 7 ufficiali e 360 sqldati regolari turchi . Dichi\lrano poi le perdite proprie di soli 58 uomini, morti o feriti. Alle 7 di sera en trarono a Zepce; ma, come Maglilj , la trovarono quasi totalmente abbandonata dalla popolazione. Da Zepce a Vranduk la strada segue i I corso cl11l la Bosna rimontandone la sponda sinistra . La va lle è angusta, tortuosa e spesso protetta da buone posizioni difensive. Immediatam ente :i.vanti Vrancluk u.n contrafforte che si stacca dal Gorcevica-planina si spinge contro la Bo5lla e l'obbliga . a~l pronunciata insenntura coprendo la citt~ d'una delle migliori pos1z1on1 che trovansi nella valle, e title che, appena mediocremente occupnta, quasi impossibi le sarebbe a superarla di fronte; se non che dal.l'alto elci GorceYica-planina, 'dal villaggio di Doglod, per un malagevole burrone scende un srntiero alle spalle cli Vraudnk. Aspettandosi perciò alla gola di Vranclnk la più seria resistenza , il

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generale Phi lip povic ordinò che il ,1 0 agosto, alle 5 del mattino, una colonna comandata dal maggior generale l\'liiller e composta dal 9° e ~7° batt . éacciatori, dal 47° e 38° rcgg. font . e due batterie da montagna movesse da Zepce per seguire la via della ·montngna la '1nale passa a Propadinca, Go lnbinje e Bistrica, per poi recarsi nel domani di bu.on'ora a Doglocl o concorrere all'attacco di Vranduk girando dall'alto il fianco sinistrò del nemico. Il grosso dell::t divisionè mosse alle 8 '/, da Zepce seguendo la strada principale. Una colonna fiancheggiante, comandata dal ten . col. Pittel e composta dal ,1° batt. del 02° faut., dal 7° regg. fanteria di riserva, e da ~ batteria da montagna, man teneva il col legamento con. la colonna girante del generale Muller. Alla sera il grosso accampò acl Orahovica. Qui però seppe che gl'insorti i quali avevano combattuto il 7 a Zopce avevano abbandonato Vranduk e Zenica per ritirarsi su Serajevo. Nel domani, ,J 11, fu occupata Vranduk, .dove fu lasciata di guarnigione la brigata J<aiffel della 20a divisione, e il ,12 ìa 6° divisione accampò a Zenic::t. Intanto le brigate della 7° divisione provenienti dalla strada di Berb1r, il 2 agosto, mossero eia Banjaluka per prosegui re la marcia vei'so Serajevo . Il 5 sostennero un combatti rnenLo cli lieve importanza a VarcarVakuf, ma arrivato sotto Ja ice il 7 ehbeeo a lottal'e contro un l'orto corpo d'insorli. Su 11uesto cornhattimento non si hanno precise notizie; si sa solamente che dorò 9 ore, che i Bosniaci vi si batterono con accanimento e che le perdite furono µnw i: eia parte degli Austriaci furono dichiarate di ,1 ufficiale e parecchi solduti rnorti, 6 ufficia li e ~ (}0 soldati feriti . _Jaice fu occupata da l 53° regg. fanteria (brigata Sametz) che vi lasciò un presidio. Altra serin rcsistenzn la 7a divisione doveva aspettarsela n Travnik. Travnik, già sede del governo civile del la Bosnia, giace in una stretta gola sulb sponda sinistra della Lasva (affi~1ente cli sinistra del la Bosna) dove passe la strada da Jaice a Serajevo . E edificata parte ad anfiteatro sul pendio del Vlasic- planina, parte nella valle. Una cittadella o castello rinfiancato da torri difende la stretta. La 7n divisione l'occupò l'H rli agosto dopo un combattimento nel quale ponlette 7 uffi.ciali o 11fiO soldati', ma di cui non si hanno altri particolari . Anclle a Travnik lasciò una guarnigione, e continuò la marcia per Vitez dove arrivò il ,13, mettendosi così, per la strada Vitez-Zenica, in


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comunicazione col grosso della 6° divisione, che, come si è d<Hto, in quel giorno arrivava a Zenica c:ol quartier generale principale. l•'u in tpiesta occasione richiamato il genera le Kaitfel can le sue truppe da Vranduk e mandato a Vi tez per sostituire nella 7a divisione le forze da qnesta lasciate sulla propria linea d'operazione fra Ban_jaluka e Travnik. I l congiungimento clella 6• e 7" divi:;ione fu considerato dagl i Austriaci come un risultato di capitale importanza. Da quel momen to essi ebbero infatti un forte nucleo di truppe da far operare su due strade vicine, quasi parallele e tendenti ambedue a Serajcvo , dove tutto accennava fossero raecolte le principali forze dcH' iHsunezionc. Anche nell'Erzegovina l'occupazione aveva proceduto con relativa facil ità.

309 staccò il genel'alo Kaiffel con parte almeno della sua brigata e col 38° reggimento fauteria per riunirsi alla 6a divisio11c. La 2.0" divi-· sione rimase perciò con un fo'rza approssimatiYa di 7000 combattenti . fnO'rossando I' insuri'czioue ver$O i distretti noril- orientali della Bosnia, il generale Szàpàry ·ebbe l'incarico di occupare Zvornik sulla Drina. Ma le cli!Ticoltà incontrate in tale missione ·sono state gravissime. Un rapporto dal get10rale Pl.tilippovic in data elci ,f 3 agosto diee a tale proposito : « . . . . . . il tenente maresciallo Sr.àpàry non « potè ancora O$cgnire il còmpito assegnatogli di avanzarsi sino a e< Zvornik. La 20" divisione ebbe a sostenere eombattimenti di avam" posti il 4 agosto presso Gracanica, 1'8 presso Han Pirkovac, e il 9 « e tutto il 10 combattimento dinanzi Tnzla. Atteso le insuperabili difc, ficoltà ncll',1pprovvigiouamento, essendo C[lrnsi tnt.ti gli animali da « tiro morti di stnrpazzo , in morlo che i cnrriaggi del treno dove" vano venir tirati e spinti dalla truppa, il tenente maresciallo Szit« p~ry, senza esservi obbligato dal nemico, credette opportnno di ri« tirarsi su Gracnnica, allo scopo di as;;icorare la lir\cn delle sue co« mnnica1,ioni. Non sono giunti ancora i rapporti sulle perdit<~ della « 20a divisione in questi combattimenti ». Comunque sia , il 112 agosto .la divisione ern nuovamente a Gracanica avendo pereiò subito gravi perdi te per gli incessanti attacchi subiti nella ritirata. Nel domani, 113, fn nuovamente attaccata a Graeanica e solamente dopo lungo e sanguinoso combntti,ncnto potè respingere gl' insorti. Sembrn che le perdite fossero state così. gravi e la posizione risultante così malsicura ehc il generale Szitpàry c.rcd.<itte prudente d'ordinare la ritirata ancora su. Dohoj. la marcia fu effettuala la mattina do! '1,i.. Sembra pure ehe durante questa marcia, oltre alle continue molestie, vi sia. sti\to ~nclic un l'urioso attacco da parte degli insorti e tale da · far sulme agli Austriaci. un mHzzo disastro. Rirloua a Doboj la divisione prese posizione sulla destra tlol!a Hosua e sulle due rive cldla Spreca. La ritirnta del la 20; divisione e la sua incerta posiziouc a Doboj doveva eerwmente impensierire il generale Philippovie , giacchè se essa avesse fin ito per essere battuta, molto compromesse sanébbct'O rimaste k principali coi'nunicazioui 1legli Austriaci iu Bosnia. ;fo solamente nella valle della Bt>sna I<~ comunicazioni erano rninaccintH; tutte le altre si trovano pressochè n.clla stessn pericolosa condizione. ESTERA

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!I geuerale Jovanovie, comanclante della . 48a divisione, mentre era anwra a L.iubuski, sep pe elle a M.ostar era scoppiata l' insurrezione. Egli mosse perciò verso la capitale dell'Erzegovina, e il 4- agosto incontrò a Citluk un corpo cli fj00 insorLi che gli coutraslava il passo . Dopo breve avvisaglia gl' insorti si ritirarono su Moslar. Nello Messo giorno ft. a Mostar il furore della popo\azioJJe gi unse al colmo. Vi furono uccisi parecchi funzionari locali ; tre battagl ioni di trnppe regolari si unirono agli insorti, altri tre invece col comau- · dante rni li tare, Alì paseiù, usciro:no da lla città per la strada principale di ~letkovic per portan;i sul territorio aust.riaco . N11I domani tuttavia il generale .Tovanovic, marciando rapidamente su Mostar , vi entrò seaza incontrare resistenza. jGli insorti e parte d'ella popolazione si ritirarouo per raccogliersi verso la frontiera del M.onlenegro, stabilendo a Trebinjc il centro delle loro operazioni. Fu perciò fa tta retrocedere la brigata Sehnlderer per gu~rdarc le comunicazioni eon la Dalma;1,·ia, ed osservare anche le truppe turch e cli Alì pasciit di cui nou era prudente ficlaqi. l.nfatti pare elle in seguito sia vi stato bisogno delle minaeeie per deciderle ad imbarcarsi su navi austriache che dovevano rieondurle a Costantinopoli.

:'fon così felicemente riuscivano le operazioni della 20° divisione (Szilpàry).· Egli è però da avvertire che non è oggi possibile renderne un conto <~satto non avendosene ehe scarse ed incomplete notizie. Ricordiamo che. questa divisione non prese la formazione di montagna, .rna rimase nell'ord inaria formazione su due brigate e con artiglieria da campo e earreggio; ri(;ordiamo pure che da Grncaniea di-

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ESTERA

Sulla linea Novi-Banjaluka le truppe che avevano passato la frontiera dell'Unna avevano lasciato piccole guarnigioni a Kostajnica, a Novi o a Priedor ; ma le due prime dovette1:o poco dopo ripassare la frontiera incalzate dagli insorti, la tcr,za dovette tosto raggiungere la guarnigione di Hanjaluka . Da Baiì:jaluka stessa gl' insorti Lcn tarouo più volto di cacciare la guarnigione la quale dovette serrarsi nel castello rimanendo così isolata e lasciando compromesse le comunicazioni con Gradiska e con la 7a divisione. Pare che il 14 agosto queste comunicazioni fossero .nuovamente rista bi.l ite, ma la posizione del presidio di Banjaluka non rimase certamenle la più sicura. Sulla linea Livno- Travnik l'insurrezione che faceva capo a Livno aveva raccolto tutte le sue forze dirigonclole nella va ll!~ della Verbas, a Skoplje , e minacciando così direttamente Travnik. Allo scopo dì distrarre gl'insorti da Skoplje, il generale Csikos, con le truppe raccolte a Sinj, cioè: 2.11° reggimento fanteria; 5° battaglione del 22° fanteria; 2, compagnie del 79° battaglione land wehr dalmata; 80° battagliohe landwehr dalmata, si recò su Livno e il 116 agosto dette un combattimento presso Guher, dopo del quale si ritirò nuova.mento sulla fron Liera senza alcun impo rtante risultato. Infine non più sicure erano le retrovie della 18• divisione. La brigata Schulderer incaricata di guardare il paese verso il conlìne dalmato, specialmente quello verso il confine montenegrino, l' 8 agosto s'impadronì, col 3° battaglione del reggimento cacciatori Iniperatore e il 2° battaglione del 32° reggimento fan teria, della piccola fortezza di Stolac dopo breve contrasto. Il maggiore Halecki, comandante del l)attaglione del 32° fanteria, il ,111 agosto spedì la sua sa compagnia in ricognizione verso Ljuhinje. Presso Ra.vnicc questa compagnia fu assa li ta da forze superiori e pressochè distrutta . Accorsero in aiuto altre o compagnie dra Stolac, ma non poterono che raccoglierne i resti ridotti ad ,J ufficiale e 30 soldati fra cui anche 9 feriti. / Quant1,1nque la guarnigione di Stolac venisse tosto rinforzata, pare 1 nondimeno che dopo poco gl'insorti circondassero la fortezza e ne impedissero ogni relazione coll'esterno. 1

1

Verso la metà di agosto pertanto, la situazione del corpo d'occupazione sì disegnava tale che dava diritto alle più serie preoccupazioni.

311

Dei 56,000 combattenti di cui si componeva il corpo d'occupazione, ·si t.rovavano: Fra Zenic.a e Vitez - la 6• divisione, meno d'una brigata della 20a, poco più cruna hrign ta della 7a, la ,13a brigata di cavallerìa e l'artiglieria di corpo d'armata; in totale forse 2.8,000 uomini. Queste trnppe erano le sole cli,;ponibi li; Fra Travnik e Banjalu ka - poco meno di due brigate della 7a. divisione, circa 7000 uomrnI; A Dohoj - poco più d'una brigata della 20• divisione, forse 7000 uomini; · Nell'Erzegovina - la 18" divisione, 13,600 uominI; Cioe circa altri 28,000 uomini impegnati snlle comunicazioni (giacchè anche la 18° divisione non aveva potuto procedere da Mostar verso Serajevo preoccupata com'era dell'i nsurrezione alle spaJle), e nell'impossibilità di recare alcun soccorso al corpo principale. Sopratutto era urgente di rinforzare le truppe della 2,oa cli visione a Doboj; o difatti vi furono immediatamente spedite truppe della 36a divisione da Agram. Non si hanno precise notizie sulla composizione e formazione di tali truppe; quello che si sa ò che già al ,16 agosto il 78° reggimento fanteria di 1'isen'a appartenente alla 36• divisione era a Doboj o che 1rrima de'I 2.0 vi si trova va il comandante della divisione tenente maresciallo Schmigoz, dalla qual cosa si può dedurre che almeno una parte delle sue truppe era già a Doboj. lVIa ciò non si credeue ancora sufficiente, ed in vista delle straordinarie difficoltà clrn presentava l'occupazione della Bosnia , e delle vaste proporzioni che vi prendeva l'insurrezione, fu deciso a Vienna di mobilitare subi to altre sette divisioni, cio/\: la ,1a (Vienna), la 4a. (Briinn), la ,13a (Budapest), la ,J,i-a (Preshurgo), la 2.8• (Laibach), la 3·1• (Budapest) e la 33a (Comorn); più la ,ioa brigata di cavalleria (Briinn) composta del ·12° dragoni e del 2° ulani. Fu anche deciso che tut.to il corpo · d'occupazione venisse a formare la 2,a armata sotto gli ordini del generale Philippovic, e composta di quattro corpi d'armata e d'una divisione staccata, cioè: 3° corpo (Szàpàry) 2,oa e 36a divisione 4° » (Bienerth) 13• e 3,1• » 5° » (Rarnberg) H• e 33a » ,13• » (Wi1rLemberg) 6• e 7• » ·1 ga divisioné (Jovanovic) staccata ; al ,13° corpo va unita la 13a brigata di cava lleria . La 1a e la 4• divisione e forse la ,[ oa brigata di cavalleria sareb-


3'12

bero destinate a rimanere in .2.• linea in Slavonia· e Croazia, la ~.8a divisione in 2n linea in Da lmazia. · Con ciò l'i1serci to austriaco avrcbbe mobilitai.O: ;l;l, reggimenti auivi di f'anteria 23 » cli riserva » ) 155 batwv1 lioui ' 13"battaglioni cacciatori 4- reggimenti cli cavalleria, '24, $quadroni in totale da 180 a 200 mi!a uomini.

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:.\fentrc quc:,;to disposir.ioni si ma1uh1Yano sollecitamente ad effetto non si arrestavano perciò le operazioni in Bosnia; anzi era tanto pi,; necessario di agire con vigorosa enorgiu al centro per liberare pos~ibihnentc la pr-ffifcri(l più minacciata. · Il ,16-agosto, montrc a Doboj il corpo cli Szàpàry sosteneva un nnovo e più possente attacco, cd arrivava soltanto a respi ngerlo subendo gravissime 1,erditn, il corpo principale, sotto fa c011clQLta del corn:rndante in capo, cominciò la nrnrcia vcr:;o Scrajevo. Le forze rurono così ordinate: Cot:po principa le (WuUTEMBEnc) sulla :;trada Busovaca- Serajevo . d ( M\ 0 reggimento fanteria. ' . , eolonna d·1, e.stra , (Col. VrLr.Ecz) ì Uu hattagl1onc uel ~~o ranteria . l Um haueria d:i montagua . . . .. ( Duo battaglioni del '27° fantùria. e·Olonna d•1, S'f1V1svra (Magg. gen. Muu,Eu) 9° baLtaghoile cacciator1. Uni\ bauer,a da mon tagna. IJ7° reggimento fanteria . 79° )) )) Colonna zwincipcde Due hntterie da campagna. •l:J" brigata di cava llùria. . \ 7° rcagimento di risenia. . ~ vv R'!S&l'i;;a ' 1 " ft.f) )) » (lv i\!!g. gen. KA1 rwEr.)> · v v I_ ,J 0° battaglione cacciatori. Corpo secon1lario (Tr-GeT'J'IIOFF) sltl In strada Zenica-Serajevo ( 5z0 rcap:imento fou Loria. Colonna ) vv r, cacciator-i. 1 . p OL'.l',z) { '27° batlaalione ( 1,001111 u Urrn bnttoria da montagna. Colonna f 38° r<'ggimon lo ìimloria. (Colonn. LEMMc) ( Una batteria da montagna., !l'iservci I Dnc batterie da montagua. li corpo del generale Wurtembcrg mosse alle 6 del mattino da Bu-

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313

ESTF.HA

HlVISTA

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sovaca : la colonna principale e la riserva sulla strada maestra; la colonna di sinistra sulla cresta dello Hinulmlo; la colonna di destra sui monti Orsi.ie e Zahor-ina. Il nemico fu incontra to a Han Ovciluka, dovo cominciò l'aziono. Però le truppe austriache sn lln via pri ncipale non poterono avanzare che loutameuto per aspettare il movimento delle colonne laterali procedenti per montagne pri ve di :;t,ra1lc. Verso mezzogiorno fn dato l'attacco con lo tre colonne comlJinate a Hnn Helalovac dove gl'insorti / avevano concentrate le loro principali forzo. Quosli sebbene costretti a ritirarsi poterono salnr1; la loro poca artiglieria e scnz'ossere insegui ti rifugiarono parto su Visoka parto sn ICisel iak . Alla sera la eolonua principale e la colonna di destra accamparono presso Foinicka-Cupria (su lla ,;tra da maestra, da non eonronclersi con Foi nica circa ,1O chilometri più acl occiden te) con gli avampost.i verso Kiseljak; fo colo11na tli sinistra accampò ~ttl Kralj.nevac-lirdo por osservare Visoka: Il corpo del generale Tcgctt.hoff ora partito da Zenica sin dal giorno precedente o fatto tappa a Kakani, nel giorno 1fi si ora avnnzato sopra Makronoge (sulla strada di Visoka a ·10 chi lometri da rruesto punto). Le perdite subite da ambo le parti in quo:;ta giornata non furono -considerevoli. Nel domani, ,17, il tenente 111arosciaìlo TogetthofI nel proco([oro verso , Visoka s'incontrò alle 8 del rnnttino co l nemico che occupava lo shocco della gola, circa a 3 chi lometri a Ya ll~ cli Visoka , poggiando la destra sull.'ahma di Vratnica pros,o Ca ici, o la sinislra sull'opposto Kraljnovac-brclo. Dopo lungo ed accanito combattimento nel quale gli Austriaci perderono 2, ufficial i e 84 soldati, i Bosniaci furono co,;tret.ti a ritirarsi ::ibh::rndonando Yisob al generale Tcgetthoff. Il giorno 118 la truppa comandala dal generalo Wùrtomberg avanzò sino a ntazuj (dove si di:;tàcca la principale strada per l'Erzegovina), mc~ntrc il generale Togctthofi arrivava a Han Seminovac, ossia ambedue i corpi. giunsero :il lo sbocco del tratto di piauura che Jn valle della Bosna allargandosi fornrn a guisa di conca a sud-ovest di Sorajovo. Sorajovo giaco all'ostremi lit nord-orientale di questa conca, circon. data da trn lati dai monti dalle cni pendici scorrono le fiumano che vanno ~ formare la Bosua . Conta 50,000 abitanti ; ha cento moschee; è difesa da un castello che dom ina tut.ta la città; ma tanto l'uno quanto l'altra sono dominate dalle circostanti colline. Non è la prima volta che le armi austriache -si 'presentano sotto le sue mura . Nel 1697 il principe Eugi1uio di Savoia, generalissime al 1

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se1·vizio di Leopoldo I d'Austria, dalla Theisse s-cendeva sulla Ilosna proclamandosi apportatore di pace e di civiltà. Gli abitanti d'allora non vollero saperne di sottomissione, combatterono con entusiasmo, e quando il principe Eugenio entrò in Serajevo trovò le case abbandonate; Serajevq allora fn data al saccheggio e al fuoco dagli invasori. Il ,J \t, agosto la colonna Tegetthoff, composta come nel giorno precedente, sali sul Kosazsko-brclo per poi recarsi sul P.asan-brdo che domina a seltcntrionc la .cittadella di Serajevo . Il generale Kaiffel col 7° e ,i:7° reggimento fanteria cli riserva e1l una battE'r ia da montagna ebbe l'incarico di salire le alture sulla sinistra della Uosna per occupare Debelo-Jmlo che domina _la città da mezzogiorno. Il colonnello Villecz col 10° battaglione cacciatori, ,1 battaglione del ~~ 0 Jant1~ria, z battaglioni del (1.6° fanteria e z batterie da montagna s'avviò dietro la colonna Kaiffel per .Fratinselo affine di colpire Scrajevo dalle alture a sud-ovest. Il tenente colonnello Schellemberg col z7° reggimen to d1 riserva e 2 batterie da campo doveva battere la città dalla sua entrata occicientale presso Buffalic, sulla riva destra della Bosna. Cosi Serajevo veniva ad essere circondata da tre lati a mezzogiorno ad occidente e a tramontana. Il solo laLo ad oriente che rimaneva libero è quello dove si prolunga la strada per Rogatica. L'.a ttacco cominciò alle 6 ,Jj '.z del mattino, ora nella quale il generale Tegetthoff apri il fuoco contro iI castello. Alle 7 1/ 2. le batterie da campo aprirono anch'esse i I fuoco contro la cittadella da Buffali e;, mentre il colonnello Villecz attaccava le posizioni trincerate presso Fratinselo. Solamente alle ,1O ,1/'.ti il generale Kaiffel, il quale a fatica e lentamente aveva potuto cacciare innanzi a sè il nemico, apparve sulle altnre di Debelo- brdo; l'a rtiglieria nemica fu ridotta a silenzio o la fan teria austriaca pr-ocodette all'as~alto della città. Qui l'azione assunse il carattere cli feroce e disperata lotta; si tirava sui soldati austriaci cla ogni c.a~a, da ogni porta, da ogni fi.nestra; perlìn 1c donne prendevano parte alla difesa , perfino gli ammalati e i feriÌi c:he erano all'ospedale. li combattimento riunì fiuo al1' 1I 1/ 0 pom. Si videro scene di selvnggio fa natismo e, dicouo i rapporti austriaci, so ltanto alla disciplina dello truppe déve attribu irsi sc1 la c;ittà non fu assai più danricggiata; tuttavia molto case rimasero preda alle fiamme. Le perdi te furono gravissime d'ambo le parti . Gl'insorti tuttavia po!erono ritirarsi senz'esserc i11segniti verso Gorazcla e RogaLica. La presa di Semjevo è cert.amenLe un fatto di rnol ta importanza per

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315

ESTERA

l'occupazione, non tale però da decidere una guerra ne!la qual~ uno d~i: combattenti ht1 bisogno cli procedere regolarmente e pensare prima a vivere poi a combattere, mentre l'altro si fraziona, si rn~ltiplica,_ tro;a ~a per tutto mezzi per sussistere, e non ha nemmeno bisogno eh un ab1(e direzione, avendo per unico scopo quello cli molestare e stancare conti-: nuamente il nemico. Di fatti dopo la presa di Serajevo si è verificata bensì. una so~ta relativa nelle operazioni, ma solo perchè gli Austriaci ~ono p'.1ss~t1. ad una difensiva di aspeuazione, per raccogliere forse nuovi messi dazione. Degli insorti sappiamo che preparano eil orgi~nizzano tutte le loro forze nel sangiaccato cli Novi-bazar per una ulteriore lotta. De~resto_ a Dob oj il generale Szùpàry si trova sempre in presenza _del 11em1co _1:11naccioso, ecl oltre il combattimento del 16 agosto, altri quattro prn o meno saugninosi oc ha dovuto sostenere, il "9, il 2~., il 26 n il 30. In ogni caso la resistenza del generale Szàpàry ~. clo:uta sola_mente al~ l'essersi saggiamente rassegnato alla più stretta ch{ens1va, lasciando agli insorti l'offensiva nella quale dimostrano minore attitudine. Soltanto nell'Erzegovina va alqnauto meglio per g·li Austriaci dopo la presa di Serajevo. Il 2,1 le truppe della 1sa divisione, in se_g~ito _ad u:1 c;ombattirnento cli parecchie ore nel quale perdtttero 42. nom1m, nstah1lirono Ja comunicaiione col presidio austriaco ch'era rimasto chiuso a Stolac; il 28 una brigata dalla stessa divisione occupò Nevesinje senza incou trarvi resistenza. La condizione generale dell'occupazione mili tare nella Bosnia e nell'Erzegovina al principio di seuembre fa quindi prevedere eh~ la !otta non è ancora finita, che nuovi ostacoli si opporranno alla pac1fLcaz10ne del paese, che non inutilmente saranno state mobilitate ri levan ti forze anche prima della presa di Ser.:ijevo. M. 1

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ORDINAMENTO R FORZA ATTUALE DELL'ESERCITO RUSSO '

La Russia dispone cli un numero formida bile di uomini obbligati al senizio m'ilita.re. Veduto l'ordinamenLo ('f), non sarà disutile vedere come sieno ripa1·tite le forze componenti l' esercito, fa cui possanza deve farsi sen ti re sopra un impero, che dal mare cli Behring si stende al mar Baltico, dall'oceano glaciale arLico ai deserti infnocat.i dell'Iran, e sostenerne le aspirazioni che mirano in Europa al mare Egeo, in Asia al mar dell'India e al mare del Giappone.

n uivis ta militm·e di luglio.


316

RIVISTA

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pan ico lare dell' Imperatore combinato rii cosacchi del Don . ~ della Guardia ('1 ° e ~0 reggimento sul piede di guerra) . ' ~ . . di cosacchi del Don di liuca. . . id. del Kuban dell'Ural edi Siberia di cosacchi del Terek, d'Astrachan e di Zabaika I. cli cos·acchi di Semirccen. id. dell'Amur id. d'Oreoh urg . . id. · di Daghestan e di Kutais .. di cosacchi dei Baschkiri

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teria . . . . . sezion!~ mobile d'artigiieria ; 49 cassoni . . volante divisional~ (121s," c;sso~i ~ s 2 ruote) . . . . . . . ;; volante di1 isionale ('130 cassoni~ P... 4_ ruote) . . . . . . . . seztone . volante divisionale di ca- ( vallena . . . . sezi?ne c~mbinata di ca.valieri~ ; dei cacciatori . . ) sezione volante dei cacc\at~ri : : '112,. volante a cavallo dell' esercito elci Caucaso '112 volante a cavall~ dell'esercito di Siberia d~ campo del g~ni~ . cl assedio del aenio " cl. a campo o t elegra1!C? .. . . ,. . Ambulanza dms10nale (2 scziani) . . Osped_ale ~la camp? (~ .sezioni) . . . Colonna d1 trasporti militare (14 sezioni) Id. borghese('10 sezioni)

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324

RIVISTA

A:vvertenze. Secondo il nuovo orgauico, tutti i reggimenti di fanteria sono provveduti di un corpo cli musica, nelle seguenti proporzioni: il ,f o rcrrgimcnto della guardia (Prcabresgenski) di 2 capi musica e ,f 03 musicanti. 'l'utti ·i reggimenti dei ·granatieri, nonchò i primi reggimenti di .linea cli ciascuna divisione hanno ,1~ca po musica e 1~0 musicanti, tutt.i gli altri un capo musica con 35 musicanti . ..... I musicanti vennero da noi computat.i. fra i non combattenti rnsieme agli scri tturali, operai, conducenti e attendenti d' nfficiai'i dei singoli corpi di truppa. I primi reggimenti di. ciascuna divisione fan teria e cavalleria tengono altrosi in aggregazioue un carro-cappella tirato da :z cavalli in tempo di pac{) H da :\. cavalli in tempo di guerra, con dne uomini addetti. Ciascun battaglioun cacciatori della guardia conta nel suo effettivo 1 ca po mnsica e tk6 musicauti. - I bauaglioni di i;acciatori del Turkestan sono pro,,veduti di 69 cammelli in sostitnzione dei caval li da tiro. Nel computo di eJfouivo delle l'orze tanto delle brigate cacciatc,ri quanto di quelle dell' al'(.iglicria divisionale a piedi e di cavalleria , abbiamo compreso nell'organico sul piede di guerra il corrispondente effettivo cli seiioni cli parco d'artiglieria speuaute a ciascuno cl i questi reparti. I battaglioni del genio riella guardia e dei granatiflri hanno più dell'orgauico generale ·I O trombettieri in tempo cli pace e 8 in tclllpo di guerra . · Ciascuua brigata cli quest'arma possiede pure una musica che fa parte del pr·imo dei tre battaglioni della rispettiva brigata , cioè: 4 capo musica e i.ii.i musicanti pres::;o il battaglione ciel geuio della ?uardia, per la pri ma brigata, cd nn capo rnnsica e 5'.z musicanti presso ti 20, G0 H 8° battaglione del genio, che sono i primi hattaglioni della '.z", ;3~ o 4-" brigata ge1tio . - li ,1° hattaglionedol gonio del Caucaso è dotato anch'esso di una ll1U$iCa della propria brigala composta di ,1 capo musica e ~i2. music:inti. Tutti i corpi di cavalleria liauno il loro effettivo prcssochè eguale tanto in tempo di p~c<i, quanto in tempo di gucna; ma in caso di

325 mobilitazione ciascuno dei reggimenti dà al proprio squadrone di complemento i 16 volontari coi loro cavalli nonchò il cavallerizzo, il suo attendente ed il cavallo. I due primi reggimenti cli corazzieri della ,1° divisione della guardia hanno ciascuno un capo musica con 42 musicanti, i quali come i volontari cd il cavallerizzo passano ai rispettivi squadroni di complemento in, caso di mobilitazione. Ciascun reggi mento dei dragoni, come anche il reggimento granatieri a étv'allo della guardia, è provveduto in sopra più di un cassone di muniiioui tirato da 4 cavalli . Ciascun reggimento di c-avalleria conta: nella guardia 47 cavalli d'uffièia!i e 52 nùlla liri'ca. Le batterie a piedi della guardia pòssedono in tempo di pace più delle batterie di linea 2 cassoni di munizioni e quindi le batterie da if0,67 hanno dieci cavall i, quelle da 8,64 otto cavalli più di C{Lleste. La ,1a batteria a piedi della guardia ha altresì 1 capo musica e 46 musicanti. Ciascuna batteria a piedi del Caucaso ha in più. dell'effettivo 7 cavall i se è da if0,67, e 6 cavall i se da 8,64. Le batterie a cavallo della guardia coiìtano nel loro effettivo: nella 1a batteria 1 1 trombettieri e nelle aItre 6 trombettieri ciascuna. Presso ciascuna brigata cl' artigli eria trovasi aggregato in tempo cli pace un capitano d'artiglieria destiuato in caso di mobi li tazione a far parte clHll'artiglieria della riserva: I corpi irregolari hanno un effettivo d'ufficiali e uomini superiore all'organico normale. Questo pen,onale è mantenuto iu tempo di pace presso i corpi in servizio permanente per concorrere all'istruzione tattica, ma all'atto di rnobili taiione abbandona il corpo cui è aggregato per r3ggiungere i propri reggimenti o ballcric in formazione di guerra cogli uomini rii;hiarnati dal congedo illimitato, come giù 3bbiamo accennato nella prima parte di qnc;;to scritto a pag. 2.34 della Ri'llista estera, del mese di luglio. ESTERA

1

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Rivista este1Y1,.

30


326

RIVISTA

327

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Corpod'ufficinli corrieri del gabinetto im[lflriale . ~ fanterin di fortezza , reggimento a ] ;0 _4- battafilioni sul piede di gnerra ~ ~ di comp ernento . . . . . . ~ d'istruzione (effettivo permanente)

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Composizione in pace ed in guerra di reggimento, di battaglione e dei comandi locali delle truppe regolari. (!)

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Baltag!ioni Battaglioni su 4 compagnie

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dei battaglioni

dei comandi locali - ~I

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.ESTERA

329

Con Ceffetti'Oo di, questa tabella, sono ord:inat'Ì tutti i riparti .d i truppa locali.

N. 1 nellccitti1 di Varsavia, Wilno, Kasan,._ Kiew, Odessa, Pietroburgo, Riga e Titli:;;. Battaglioni N. 2 nelle 12 principali città ciel Caucaso, N. 3 nelle 8 minori città d'Euro pa. . N. ,I, nelle altri~ 8 città d'Europa, i numeri 5, 6, 7, 8, 9 e ,f O nelle 38 cittii secondarie dell'impero in Europa e nelle 3 principali di Siberia, il N. H 'in tntLi gli altri luoghi sedi del comando di governo, non provveéluti di distaccamenti pi(L forti. I battaglioni dell'effettivo da 300 a 1000 uomini sono dislocati nelle 7 principali città di Siberia. Nella circoscrizione militare del Turckestan vennero stabilite le seguenti truppe locali: a Kati Gttrgan 400 uomini, a Narin 300, a Dsgisak 2.09, arl Ura-Tiibe 2.50, nella fortezza Kamiennij Most 1M, a Penrbgiakent 3~2 a Lepsin e Batin ,1:rn a Taschkend, Wiernoje e Sarnarkanda 12.00, a Choclsgent e Cirnkent 300, ad A.nletin, Tokma e Kapol 250 cd inlìnc a Karakol 400 uomini. ' In qucsli ultimi tempi vennero stabiliti in molti siti d' Europa e del Caucaso dei minori distaccamenti delle truppe locali, che verranno poi date tutte queste forze prese in complesso. 1

1


RlVISTi\

PIEDE DI NCE

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PIEDE DI GUEI\RA

Non combattenti

Combattenti

Compagnia Guardia palazzo . . . . Invalidi di tutti i corpi della Guardia . Riparti di disciplina . . . . . . di ,com~lemento di cavalleria dell1.1 ro Guardia . . . . . . . . d!_com p)emento di cavalleria di linea t;f) d istruzione . . . . . . . Direzioni d'artiglieria deìle fortezze e dei forti (complessi ve) . . . . . Battaglione artiglieria da piazza . . . artiglier:ia a piedi d'istruzione della t guardia . . . . . . . . ~ artiglieria a cavallo d'istruzione e P=l , di complemento. . . . . . ci.. ( di rimonta d'artiglieria d'Europa t id. del Caucaso Direz. del genio delle fortezze(compless.) Comp. _d'istru_z. tecnica galvano-pla~tica Battaglione dt complemento del gen10 . Brigata (3 compagnie) operai zappatori

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TRUPPE D'lS'l'RUZIONE E DI COMPLEMENTO.

(Irregolari).

Battaglione . fanteria cl' istruzione di co, . sacchi di Zabaikal > ;:; f d'istruzione di cosacchi del Kuban o ::; / id. di Zabaikal d'istruzione di cosacchi dell'Ural. id di Siberia. di complemento di cosacchi de!Don -o t;f) della Guardia . . . . . . . Plotone d'istruzione di cosacchi del Don di linea ::i f di complemento di cosacchi del Don ~ { id. d'Orenhurg Riparto d'artiglieria d'istruzione di cosacchi del!' Amur . . . . .

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Comando e stato maggiore di divisione. Coma udo della 1 • brigata . . . . . ,1° e 2° reggimento fan teria <lella Guardia (1" brifata) . . . . . . . . Comando della brigata . . . . . 3°e ,i. 0 reggimento fanteria della Guardia c2a brigata) . . . . . . . 1• brigata artiglieria a pierli rlella Guardia e sezione di parco vola1He artiglieria e fanteria . . . . . . . . . Sezione di ambulanza divisionale

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di1.lisione cavalleria della Guard'ia (corazz'ieri).

Comando e stato maggiorcrdi divisione. 'Comando della ,1• bri.,ata. . 1° e 2° reggimento cavafleria della Gua~di; ('I a brigata corazzieri) . . . . . .Comando della 2• brigata . . . . . i.1° e 4° reggimento cavalleria della Guardia : c2a brigata corazzieri) . . . . Squadr. cosacchi dcli'Ural della Guardia 2. batterie a cavallo della Guardia e sezione di parco volante d1 cavalleria.

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2• d:ivisfone ca'Valleria della Guard:ia . .Comando e stato maggiore di dì visione. Coma_ndo della 1a brigata . . . . . Reggimento granatieri a cavallo e reoo . <è>!'.>" u Iani della Guardia (-1"- brigata) . . _Coma_ndo della 2a briga ta . . . . . Regg1m~nto dragoni,_I'(!ggimcnto usseri e rcggrrnento combinato di cosacchi del Dori della Guardia . . Coma_odo della 3a brigata . . . 1 Reg~1mento us~eri, e reigimeuto ulani ctell~ Guardia. (3° brigata). . . . 3 batterie regolan a cavallo dt~lla Guardia e 'I. batteria cosacchi del Don della Guardia

Totale dUa 2a divisione cavalleria della · Gua1·dia .

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Totale della ,2a &i•ois'ione ca1;alte1·,in leggera della Gi1ard:ici.

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3" di'IYisione cavaller,in ddla. Guardi a. Comando e stato ma{!'giore di divisione. Comnudo della ,J a brigata . Reggimento dragoni e reggimento ulani della Guardia. Co!nnndo della 2" brigata . . . . . Reggimento ulani e 2° rr.ggimeuto co:;acchi del Don rlella Guardia . . Batteria a cavallo regolare e batteria a cavallo di cosacchi del Don della Guardia con sezione cli parco volante di cavalleria.

J'otale della, 3" ditis ione ca'Valle~·ia leggera della, G11anlia . . . . . Squadrone gendarmi della Guardia .

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Ja div·is·ione granatie1·i. Comando e stato maggiore di divisione. Comando del la ·P brigata . . . " . . 1° e'fi. 0 reggimento g.ra natieri (1° brigata) Comando della 2a bngata . . . . . 3° e 4° reggimento granatieri (2.a brigata) 1a brigata ar~iglieri,.1 a piedi .dei granatieri e sezione d1 parco volaule artiglieria e fanteria . . . . Sezione cli ambulanza divisionale Totale fa divi.s·ione granat·ieri,

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Comando e stato maggiore di divisione. Comando della ·1" brigata . . . . . 14° reggin1ento .dragoni, 1(i. 0 reggimento ulani ( ,fa Jmgata) . . Comando della 2. brigata . . . . . 14° reggirn.ento us5;eri . e 14° reggimento cosacch1 clnl Don cli linea t~a brigata) 1 batteria a cavallo regolare e 7a batteria a cavallo dei cosacchi del Don di linea , co.n sezionù di parco volante di cava lleria . . . . . . . To la.le clell a Xl V di•ois. ca1iall. di hnea,

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153

DEI GHANA-

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I)

1

o' AUMATA

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6106

410 . 105

l~ di eguale forza.

. . . . Battagho, ui del gen'io dei granatieri XIV d:ivis·ione C(J;Valleria d/4 l•inea,.

TOTALE DE L COUPO

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60,

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52953 156 11309 1588


340

34'1

ESTE RA

RIVISTA

P IEDE DI GUERRA PJEOE D I PACE

comuattcnt i :.'.;

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I

,97a •id. 1• d:i1;iwio_ne ca'oalleria <ti

2

linea (co~ battene a cavallo di linea regolari)(

11.>'I --

Totale del 1° corpo d'armata .

3419

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2.1

4195

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1026 2.7983 HO

3896 330,Ji;

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......•

I 2su d:iv·isione fanteria I

l'ii li

d:i hnea 2f}a id. 3a di'iA.s-ione cavalle·ria d!i linea (.2 ba.iteri~

. a cavallo regolar•i,)

.

11;1j

3fi.49

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1

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4,495

13955 1 139551 •13955

,121 3455

601 H3

357,1 II

242.4

it

------ - - - 841 57,l.3

t Il

IY corpo

652.1 112.30

!~5436

d'armata, che comprende la Hi• e 30• divisione di fanteria e ll \. corpo d'a~maw, che compi-end:: la 7a e 8" divisione cli fanteria e la Il VII corpo dannata, che co mprende la ·1 5a e 36" divisione di fan teria

N

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I I

o

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42 140·1 ,140,1 ·1 40 11

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692

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80 2386 2386 2386

12.

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19 473 fi73 ,1,73 12.7

1

5'1754 156 1111•168 1565 1

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24 24

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,1 197 497

,16 357 357

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·13955 1 13955

3 !t,3 4B

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,1,~0,1 11,\.0 11

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•15756 115756

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473

442.5 12. B930 ~27 692 '19 357,1 ,12 3!t,55 60 H3 - - - - - - - - - - - - - 1 -- _ _ _ ,_ _ _ ,___ - -- - -

15ij

81

la stessa forza hanno:

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I

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DI LIN EA .

- - - - - - -- - -

, Totale del TII corpo d'armata d:i binea .

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8·188 8188

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3 ,'1,3 43 43

1

I

I H 288 2881

))I

]"'

fanteria e la 2.a divisione di cavalleria. fanteria e la Ga divisione di cavalleria.

III° Conro n' AllMATA

i Comando del l11° corpo d' arma.la d·i

I

I

La stessa forza hanno: Il II corpo d'armata, che com prende ]a 25a, la 26" e la 9-7" divisione cli Il VI corpo d'armata, che comprende la 4•, Ja 0a e la 4 O• divisione di

1

a.

I

·I! •16 ,197; 357 •197 357 '1971 357

I

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32 752 752 752

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50 ,i o8tsl 9590 ,J08i)! 95\JO •1085 9590

8188 29 8'188 . 29 8·188 29

....

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DI J,INEA,

o'AnMATA

371

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I

, noma:i0o_ del l 0 corpo d'armata d:i hnea. 22 1 ch1nswne. fanteria d:i binea . . .

Non combat tenti

Combattenti

Non

Combattenti

873

34 481

108

3536

35998 1108

-8782. ,109:2.

la 4" divisione di ca valieria (2. batterie); lia divisione di cavalleria (2. batterie) ; 1 e la 7• divisione di cavalleria (2. batterie).

!I

Rivista evte·rn.

31


34.2

R IVISTA

PIEDE DI PACE

Il

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8188 8 188

2.9 29

1

21

34·13

1

31 •1085 4 085

50 9!>90 9590

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2fl. 2/1,

41911j

604

I

60

.

1a di'Oisione cosacchi del Don di binea Comando e stato maggiore di divisione Comando della ,1a brigata . . . . 1_):ì0 e 116° re~gim~nto ~osacchi del Don Comando de1Ia 2. lmgata . . . . 17° e •18° reggimento cosacchi del Don . 3 batterie a cavallo di cosacchi del Don di linea, con sezione di parco volante di cavalleria . . . . . . . .

Totale della 1a divi,sione d/4 cosacchi .

288 288

2

8188 8 188

2.9 2.9

1

1J 4 2 64 ,1746 2. 64 17/~p · ))

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))

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~ , 3493 0 Totale del Xfli corpo cJ:ar·mata di linea. 7:z3 19869

11 ))

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4 ))

69

I

I

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321 752 752

197 197

16 357 357

3 43 43

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1

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)) 48 48

42 ·140 1 4401 1

80 2386 2386

3956 _ 427 _ 8808 4 092

1

5097

455

873

31501

1 08

3537

19 473 473

360119 1108 1

1

DI LINEA. /)

24 24

30 752 752

1 197 •197

116 357 357

42 3 43 14011 /13 . H01

))

13955 •13955 1

61 15756 115756

I 801 2386 2386

19 473 4'13

26 7 2088 7 2084

4 1 7 4 6

))

48 ,~8

C(Jjvalle1··ia del XIV0 corpo cl' a1·nuita. 22 "6 7 5' 2.0.0 20•14 7 5 198 2W2 ))

-- - 9

I

la 1O• divisione di cavalleria ( artiglieria come sopra); divisione di cavalleria (artiglieria come sopra); la 12" divisione di cavalleria (artiglietia come sopra); la. ,t3a divisione di cavalleria (artiglieria conu1 sopra) .

50 9590 9590

37 4085 4085

8

1

XIV° Co_Rl?O n' ARMATA ))

o :::

la 9a divisione di cavalleria ( 1 batteria a cttvallo regolare ed 1 batteria a

1

1,1

o.

I

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1

Totale del/: VIII corpo d' a1·niata di linea. 740 19789 81 28·14 2342•1I La stessa forza hanno: I Il IX corpo d'armata, che comerende la 5a e 3•1a divisione di fanteria e cavallo dei cosacchi del Don); . Il X corpo d'armata, che comprende la 113a e 34a divisione di fanteria e L'XI corpo d'armata, che comprende }',J,ta e 32a divisione di fanteria e 1' H a 1 Il XII corpo (l'armata, che comprende la ma e 33a divisione di fautE:ria e Il XIII corpo d'armata, che corri prende la •1a e 3oa divisione di fanteria e Coniando del xrv° CO?'j)O cl' ar·rnata dli linea . . . . . · 17a di'Oisione di (antf!li'ia cli linea. 18a 'id.

8

I

443 ,___ 359·1,__ 19 _ __ 693 1____ 046 __ 12 I-·-112. _ 356 _ 1 _ _60 __

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Vlll° CORPO

dell' VJII0 corpo d'armata di ' linea . . . . . · · · . · . 9a divisione fanteria di linea . 14a id. . . . d!Ìlvi.sione ca'Oalleria di lineci(una batteria a cavallo regolare e 4 batteria a cavallo cosacchi del Don di linea . . ·

Non co mbattenti

Co mbattenti

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I

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PIEDE DI GUERRA

Non combattenti

Combat tenti

Ji

343

ESTERA

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49531 18

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•1•17 -

136

991 3384 . 365261 1114 110090 1110 11


3H

R I VISTA

i

I

PIEDE DI PACE = = = ~=====;===d=i===r,= =p =li = ====;:===Pl=E= DE= · D=l;=GU=E=~R=RA.===, No n Non Combattenti Combattenti combattenti combattenti ,::

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212 160

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5 brigate cacc'i<Lt01·,;, d!i linea coi1 vi· sezioni di parco volante di cacciatori . 4 brigate del gewio (I) . . . 2 batterie sepcirate d'artigl:ierici da 11wntagna . . . . . . . 4 sqiwdrowi, dei gendarmi di line a

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Tr•i1;ppe

Reggirnento di scorta particolare dell'Imperatore . . . . . . 1~2. reggimenti a cavallo di cosacchi del Don (2. in servizio permanente) 12 reggimenti a e.ava llo cli cosacchi elci Kunan . . . . · . . . 6 reggimenti a cavallo di cosacchi d'Orenburg, (2. in servizio permanente.) 6 reggimenti a cavallo di cosacchi dcll' Ural . . . . . . . 1·I balleric a cavallo di cosacchi del Don . Totale delle tnippe itrregolcwi non inquadra.te .

34·()

ESTERA

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4 1 sc~i?ni. di .Pa'.co. ;mohile d'artigl icria Depos1t1 d'art1gl1eria, maestranze e labo. ratori d'art.iglicria di 1 linea . Colonne del treno militare ('14 sez ioni) 10 f~rn!acie mobi li da campo (a !~ sez1om) . 1

1 (l

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rnobil i ci

Sero,i,zi 2. parchi d'artigl. d'assedio (a ,12 sczioni)

1

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- 71 "4811: 60456 ~ 1 -,\.-/~-63- --6-6-5 -14 - 6-6 --;-H-i'3-8 -41-9 1

dell'esercito di pri;nia linea. 500

300

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6•12.

91189 2204 12.9 2.2. H.'130 4900 1

1

Tota.le serò.zi mobili

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- - - - - - - - --- --- - 1--- - - 800

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corpi d'armala:

(1) 1Ieno il battaglione del genio della guardia e quello dei g1·anatiori già compu tati nei rispettiv i I

I

780

{f33

30.902

172

1

2.488

12.30

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1

1

33995 800 13468 60ii8


346

RIVISTA

347

ESTERA PIE DE DI PACE

P IEDE DI GUE RHA

Non combattenti

Combattenti

Combattenti

I

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Non combattenti' ·- I

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I

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I TBUPPE DI RISERVA

2a ditvisione fantM'ia c/;i lineal , s ·& s 'id. .5 f 8 S ·d ,..-o Q E 23a ~ . o ih,_<'$ 40• 'td. Z O"' A "Cl Totale quatl!ro d11vision1i

3a

1•

I

('reyolwri).

752.I

96

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1

2386] (i.73 id. id.

id. id . 560/~ 63024 1192 95H ,1892

dkoiilione f'cinteria di 1·iser·va (reggimenti a 3 .battaglioni)

Comando o stato maggiore di divisione Comando della 1a brigata . . . . f 0 o 2° reggimento fanteria di riserva Comando doJJa iza brigata . . . . 3° o !1° reggimento fanteria di riserva . 1a brigata ar.ti~lieria a piedi della riserva batterio) . . . . . . . . Sezione d'ambulanza divisionale . Totale 1° divisione fcinter'l,(J, di 1·iser,va Tutte le divisioni di fanteria di riserva che portano il numero da ,1° a ,111° hanno questa composizione e forza, sicche il totale di 11 risulta . . . 1

1

288] 8 1881 29[ 10851 9590 id. id. id. id. id. icl . (i.340 38360 44 52 32752 1

I~

Ii

cr~

1 1

8 battaglioni di riserva non inquadrati. 2 battaglioni di linea d'Orenburg . . ·1 battaglione di riserva (quadri) della guardia, reggimento a ,i. battaglioni sul piede di guerra . . . . . . . ,1 brigata d'artigl. a piedi della riserva 2 comp. di riserva del gonio della Guardia 2 compao,nie di riserva dei granatieri ,IQ . D icl . . li. nea . . . _ di Comando delle vie di comunicazione, delle truppe, tappe ecc., a tergo dell'esercìto attivo . i'otale di alci1;ni rvpa:rli miitnori

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348

349

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Kuban . . . . . . . . . . 5 reggimenti cavalleria cosacchi d'Orenburg . . . . . . . . . . .3 reggimenti cavalleria cosacchi dell'Ural. id. di Zabaikal 6 id. d' Astrachan· 3 ( di mii 1 iin, seri;izio perinanente) . . ,1 reggimento cavalleria cosacchi cli Baschkiri. . . . . . 2. squadroni id. della Crimea 3 batterie a cavallo cosacchi di Orenhurg.

Totale triippe irregola1·i

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Servizi mob-ili. Parco mobile di riserva dell'esercito at. - ("lf sez1om . ') . . . . . . . tn·o ,13 parchi mobiii di al'ti(!'lieria (a 4 sezioni) . . . . . "' . . Riserva dei parchi (in uomini). . . . Deposito delle munizioni di guerra ( 4 parchi stabili) . . . . . . . . Comando e 112 sezioni del deposito c11valli clell' esercito attivo . . . . . . 82 spcdali da campo . . . ~t'I farmacia niohile da campo Colonne del treno borghese .

Totale se1· viz i ,nwbibi della ri.serua 1

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351

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ESERCITO D'EUROPA TRUPPE LOCALI DI COMPLEMENTO E D'ISTRUZIONE.

(Truppe regola1•i).

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Stati maggiori territoriali e servizi amministrativi

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· Fanteria. Reggimenti, battaglioni e comandi delle truppe locali . . . . . . 28 battaglioni fanteria di fortezza (28 reggimenti in tempo di guerra) . . . ,12 battaglioni cli com plem~nto della Guardia . ·12 battagponi di complemento dei granaticn. ,140 battaglioni di complemento cli linea. 6 battaglioni di complemento di cacciatori, p.1 iù :I C?mpag;11ia di cacciatori Guardia eh Fmlanclla . . . . . ,1 battaglione cl' istruzione ( effettivo permanente) . . . . . . . . . Compagni~ : $:ai!at~eri Guardi~. palazzo Truppe cli c11sc1plma (variabi li ) . .

Totale della cavalleria.

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Totale truppe locali fanteria. C(l(oalle1·ia. ,1 brigata di complemento della Guardia c,1O squadroni) . . . . . . . 7 brigate di complemento di linea (42 squadroni) . . . . . . . . . 2 squadroni d'istruzione Corpo dei gendarmi.

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352

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Artiglieria. 1 O direzioni d'artiglieria - 1O comandi di fortezw . . . . . '17 batta!!lioni artiglieria di piazza (4) . 11batteria'"cl'istruzione della Guardia ( forma 2 battagl ioni dicomplemento in tempo di guerra) . . . . . . . . . 3 batterie d'istruzione e di complemento d'artiglieria a cavallo . . . . . 23 batteri!~ a piedi di complemento formano !i6 batterie pel piede di guerra (li brigate) . . . ·. . . 1 deposito di rimonta d'artiglieria

Tota'te t·ruppe locali a1·tigl!ier'ia.

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frenio . direzioni del glmio e comandi del genio di fortezza . ·. . . . . . . . [i battaglioni di complemento . 1 brigata (3 compagnie) operai zappatori . ,1 compagnia d'istruzione tecnica ga lvanoplastica . . . . . . . . Distacc.arnento d'invalidi di tutte le armi della G-uardia . Istituti di istruzione (approssimali vamènte) . Stabi limenti d'art.iglicria, genio e servizi sanitari (approssimativamente) . . Totale tmppe locali del genio e ,va1...iii, stabili1nen&i ed ist·ituti. .

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(1) Me no i 6 battaglioni di Clii l'effettivo è com p"cso in que llo dei 2 parchi d'artiglieria d'assedio piazze forti. Al 1 6on naio 187G l'ar mamento delle opere forti (ad esclus ione del ~erritono de 1 proietti. Esiste a ltresl in sopranu mero, il segueoto materia le, conservato nei depositi e nelle soppresse

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Il rendico nt o ministeriale per l'ann_o 1,8'75 dà i sc1;uent i raggua_gJ~ s u\ materia le ~'artig_licrig ne lle3Caueaso) consisteva in 7325 pezzi clt grosso cahb1·0 (dr Clii 2So9 n gat1), 7D31 ,1ffust1 e ~11372 piazze for ti: pezzi 213-7, affusti 2892, proietti B05782l.

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354 '

355

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2 squadroni di complemento di cosacchi del Don della Guardia. . . . . 1 plotone d'istruzione di cosacchi di linea 2 sotnied'istruz10ne di cosacchi del Kuban 2 id. di Zabaikal. . . . . . 1 sotnia d'istruzione di cosacchi dell'Ural 1 id. della Siberia

24 25 329

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57 426 102

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,1 batteria a cavallo di complemento di

cosacchi del Don della Guardia . . 4 lmtteria a cavallo di complemento di cosacchi di linea. ,1 batteria a cavallo di complemento di cosacchi d'Orenhnrg Totale t1·,uppe citi cornpfomento ,i,rrego.

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563

42

TOTAT,E DELL'ESERCITO D'EUROPA

Trucf pe di 1a linea .

i1493,1 3973711 '17i2 572781471322 1898 972.40 10850 19580 72.98741 3074 80633 833,161 12880 2.62(~·12. 29il76 135·1 38826 140 492.·1 fi.5238 I 96 5184 872 6386 2.62011•I 2008 5il 49 1 32 1896 594 95305 ,15490 1

I . di riserva . . . . . Id. locali di complemento e d'istruzione TOTAf,E

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25799 567242 5559 11,189 18 7175·18

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(Coiwinua)

r


BOLLETTINO BIBLIOGRAFIC O

,Jlanuel ,tes couseilt~ ,te r,Ivisio·,a . Nouvelle législaLion dure-

crutement de l'a,·mée·par un. capi taine de recru temenL. - In-8°, 257 pag. - Paris, Ourriaine, l878. - Prezzo lire 6,25. M . CHERFILS, capitaine d'état-major . T-,•oi s journées cl'explo,,.,,.,;ou. paa• une divisio n de cavatea•ie en. ,iv11,nt d~une at•tnée s u:1• ,,,. ligne d'opertdions de CluUous à 1Jfetz.

- Essai d'apr-ès la carte, avec un croquis des marches. Paris, Dumainé, 1878. - Prezzo lire 'l,50 . Etu,tes d' cu•I ,,ailitaire. llpplicatit)HS de t,1.cti<1ue et ti.e sh•atégie · - Tome II, in-,8•, avec-U planches en couleurs. ~Paris, Du-i:naine, 1878. - Prezzo lire 6,25 . .

F . BON)<ET,· capitaine d'artillerie. Guert•e franco-atlemtutdf!. - Rèsurné et commentaires de l'ou vrage du grand élal.-rnajor prussien. Tome I. (Déclaration de guerre, 19 juillet; hatailles de Sédan et de Noisseville 1"' septe mbr e). - In-8° de 318 pag., 4 pl. tir ées en couleur. - Paris, Durnaine, 1878. - · Prezzo lire_ 8,25.

THOMAS, lieuL.-colonel. E,npfoi de la c"·m det•ie eu. c,nnpag1te. Conférence· t'aite le 12 rnars 1878. - Publication dc la R éunion des officiers. - In-8° de 32 pages . - Paris, ·1878. - Prezzo lire 1,25. PIERRON, lieut.-colonel. Les ,netliodes 1.le gu.e ,•••e a c tuelles el ue,•s , ,.,. fl.n dti ..Il~8 siècle. Confèrenccs faites à l'école supérieure dc guerre. - 2 forts voi. in-'12•. - Paris, Dumaine, '187.8. - Prezzo lire 15. CHAMPANHET uE SA-vos, colonel. L'Algé1•ie ,r.ucienne, actuelle et futu,.;_ - In-8°, i? pages et cari.es. - Lyon, Georg, 1878. · - Pt·ezzo lire 1,50. Il Direttore

ORESTE BARATIERI Maggiore nei Bersaglteri.

DEMARCm CARLO, gerente.


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