RIVISTA MILITARE 1871 TOMO II

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RJVJSTA

MILITARE ITALIANA RACCOLTA MENSILE DI SCIENZA:, ARTE E

STORIA MILITARI

DEL l' ESERCITO I TALI AN O If)

Serie III. -

Anno XVI.

Torno n .

• Firenze, 1871,

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LA TATTICA STUDIATA COGLI ESE~1PI E COI CONF.RONTt

ÒALLE QAMPAGNÈ DÈL 1866 E 1870 ·

(CONTINUAZIONE.

Proprietà letteraria.

Veggasi /a, àiSpensa del gennaio 1811 ).

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Contro il solito modo di · con'lbattere usat0 hell'è guerre passate, i Francesi, giuntda sera del t;·agosLò 4870 nei dintorni di Worth, si dispo·s ero non ad offesa ma a difesa: la loro posizione semicircolare suUe afrare e,he cosléggiano la destra riva della Sauer, appog. giando le ali alla ferr0via éhe da Bitsch conduce a Hagena-ù; lo dimostra chiara,mente. Dunq1rn ~l'ac-i\'fahO:Ji voleva respingere glt altacohi del Pr•incipe Reale e riu·nirsi al corpo di De F1a:i'.Hy: quale rischio in tanta p·r ossimità della frontiei'a, senza avere ne'suoi piani alcuna idea offensiva! La battaglia di Worth fu una azi·one difensicva-, alternata con violenti e furiosi contro attacchi, chè il carattere della nazione non si può eosì facilmeh l!e mutate. . . Si ha l'a,1 ilucline di, taccia-re i Pr1:1ssiani di èsage:razione nella loro tatti'oa abtdrnùtlnt'é; si dice che ess'i

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LA TAT'l'I CA STUDIATA COGI.I ESEMPI E COI CONFRON'rI

]' hanno per sistema, che non ne possono fare a meno mai. Io non credo .a tale esagerazion e; essi la impiegano tutte le volte che s'accorgono di poterne t.rarre profitto; ed a vendo d'altronde la superiorità ciel numero, farebbero male a non servirsene. A Worth, come a Weissemhu;·g~, i Prussiani cercarono di accerchiare l'ala destra francese, e vi riuscirono grazie al loro accordo r1egli attacchi ed al numero superiore di forzè di cui disponevano . Nè potevano fat'e diversamente dal momento che il nemico veniva da se sLesso a porsi nella rete. La divisione Douay ed il corpo di )lac-?!lahon si erano spinti tanto innanzi da mettere a repentaglio la loro lin ea di ritirata ; e l'unico modo per minacciarla e forse anche tagliarla, era appunto quello di volgere numerose forze conteo l'ala destra sì dell'una che dell'altro. Se codesta tattica riusciva, in conseguenza della cattiva posizione strategica. dei Francesi, questi non solo sarebbero stati battuti, ma rotti, disfatti e forse costretti a cedere le arm i. Nel corso della battaglia, Mac-nfahon doveva essersi accorto, doveva anzi aver acquistato la certezza di trovars( sulle bracciu un esercito numeroso, di molto snperiore al suo corpo d'armala, non ancora rinforzato dal 5° corpo (De Failly) ; avrebbe adunque dovuto usar prudenza e cli:;porr~ molto per tempo le sue truppe in ritirala; e nessuno ghene avrebbe .fo Lto carico. Perchè no l fece? Peechè si difese invece disperatamente in Froschweiler? J>erd~è. ~on . una tale disperata resistenza espose le sue cl!v1swm ad una r·oua completa"> La ragione sta appunto nell'essersi lasciato girare sulla sua destra. AL taccata quest'ala da forze .ser~pre cresce?ti: ~gl~ spetò di rigettare gli assalli medi.an Le al?un~ ful'los1 contro attacchi; e fu appunto l'insistenza d1 I.ah contro-

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·-attacchi che finì coll'indebolire e coll' esporre completa111e11Le il fianco des tro e Ù · tergo della posizione; e quando l'ala destra fu tagliata e rotta e la ritirata inevitabile, in pericolo di essere int.erceuata, riconobbe allora che senza una disperata difesa in Froschweiler, punto più forte della posizione, egli sarebbe slato obbligatq di cedere le armi, essendo impossibile ripiegare su BiLsch ed anche pericoloso, perchè la st.rada corre trnppo prossima all a frontiera, ed invece del eorpo ·di· De Failly vi avrebbe potuto incontrare nuovi nemici. Il fron te di i'Hac-Mahon dalle colli.ne da Froschweiler a ~Iorsbronn era forte rna troppo esteso; l'ala destra non (:)ra sicura, perchè ma1e appoggiar.a: sarebbero state necessarie molto più truppe e )1ac-11ahorì non disponeva che di 4 divisioni cli fonteria inlatte {tre del suo corpo ed una del 7° corpo giunta la mattina ..del 6 per ferrovia), di una divisione cli. cavalleria pesar1te e di due brigate cli ca'h tlleria leggera e finalmente della decimaLa divisione Douay; in tutto, non più certamente di 50,000 uomini. .I Prussiani operarono con precauzione, ed i diversi comandanti di corpo d'annata, cli. divisione e di brigata agfrono eon . discernimento e sopratutto con molta iniziativa. Siccome il Principe Reale confessa che non aveva intenzione alcuna di dare bauaglia il 6, che anzi furono fatte cessare le prime avvisaglie d'avatJiposti al 6° corpo prussi.ano ed al 2° corpo bavarese, e che il combattimento fu ripreso , qi1asi direi , contro sua volontà, ma che peÌ·ò, vistolo inevitabile, non esitò più a svolgere il suo piano ordinandone risolutam.ente la esecuzione già iniziata dai suoi comandanti so tt' ordine, secondo il concetto di cui avranno senza dubbio avuto vento nei giorni antecedenti nelle solite riunioni ul quartier generale ; così mi pare non si possa ricusare

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LA. TATTJCA

· ai Tede_schi la dovuta lode, perchè qua,ntunque su.perfori in ·numer9, non è detto che dovessero vincere .. E se hanno vinto, ne · sono. debitori,.à .parer mio,.non tanto al loro coraggio, quanto al ragionato ~mpieg~ delle forze , la qual cosa non .è semJ.ilre così faeUe.,, come da taluno si crede. Sull' o.pportuno impiego. delle forze tedesche negli attacchi, sull'accordo dei capi. e sulla 10110 r-imarchevoleiniziativa io dirò qualche cosa; ed. in ispecial mo.do, di:r;ò quali furono . le mosse contro. la destra francese· per parte. deJI',111° corpo comandato dal generale Bose,. le cui due divisioni decisero della battaglia. . Per farsi una chiara idea delle prestazioni dell' 111-0 • corpo farò primieramente osservar:.e al ieuore che la direzione di marcia dell'esercito del Prìncipe R:ea:le· proveniente da Weissemburgo era a sud-ovest, e che il corpo di 1Uac-1fahori la sera del o prendeva posiziione ad ovest della rrieclesima , dunque sul fianco destro dei Prussiani, i quali mar:ciando in più colohne avevano alla ·1or? sinistra 1''11° corpo, qui-ndi il corpo- · combinato del generale . Werder (Wurtemberghesi e Badesi). Per preJ:?.der parte alla battaglia l' H O corpo doveva percorrere in conseguenza molto cammino ed eseguire in certo modo una grande conversione a destra. · Not:isi chè una parte pure della divisione wi:irtemberghese giunse in tempo · sul campo di ba-ttaglia,, precisamente nel ìnomento che mediante-l'azione del'"' l' 1,1° corpo si decideva la giornata colla presa di Froschweiler, ed il corpo di Werder era a·n cor piùlontano,, verso il Reno I Il 5 di sera gli avamposti del 2° corpo bavarese e del 5°. coPp@ prussiano erano · a contatto dei posli avanzati francesi. Per il 6 il Principe Reale intendeva non muovere q.uesti due corpi d'armata; 1'11° invece

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STUDIA'rA COGLI ESEMPÌ E COI CONFRONTI

doveva spingersi · avanti da Sulz e HoJ.schloch (2.P divisione) è Surburg (22a divisione); il cor-po di,Werder da . Aschbach doveva marciare a Hochw-iUer e Reimerswiller. La riserva sarèbbe costituita dal 1° corpo b.avarese è dalla divisione di cavalle-ria. L' 1,1° corpo · si componeva · delle due d(visioni 2,ia e, 22a (4,·•I•, 42•, 43a e 44a brigata}. Queste due divisioni giunsero al posto · designato o-ve dovevano bivaccare, fa · prima verso le 7, la seconda verso le 9:del mattinò; Gitmto a Holschloch il generale Sehachtmeyer comandante la. 2'1:• divisione, prima ancora di disporre le sue tmppe al bivacco , ode. per un momento il cannon_e ne1la direzione' di Worth. Essendosi-t1istabiTito il silenzio egli comanda alla divis1on.e di porsi a campo. Poco dopo il tuonare del cannone ràddoppia : che fare? egli ha ordine d,i biv,accare a llolschlo-ch, d'altronde sa che il 6 non .dev'essere giorno di battaglia. Egli però p~nsa che nulla in campagna è sicuro, che gli ordini possono da un'ora all'altra andar soggetti . a modificazioni, che queste modificazioni non possono sulFistante esser fatte conoscere ai diversi corpi, infine che il buon senso deve sempre acGompagnare la interpretazione e l'esecuzione di un ordine. Schachtmeyer pensa aclunque che suo obbligo è quello di avvicinarsi al luogo del combattimento, ove meglio potrà ravvisare se I' opera sua sia necessaria. Egli vede da )unge al di là di Gunstelt gli accampamenti iran·cesi e ·sa che questo villaggio non è occupato che da due éompagnie e da due squadroni del 5° corpo prussiano. · Riconosce l'importanza di Gunstet.t e decide di marciare immediatamente a quella volta . ~fonda avviso di codesta· sua risoluzione al suo collega della ~2a divisione, generale Gersqorff. Ecco come si regola la divisione: l'avanguardia si ' 1

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S'l'.UDIATA COGLI ESEMPf E COI CO!WllONTI

LA 1'ATTJCA

forma all'uscila occiden tale del Niederwald (bosco inferiore}, mentre un bauaglione è spiccato a .rinforzare subito Gunstett, e l'artiglieria del grosso riceve ordine di avanzare. Schachtmeyer è corso sul posto ad osservare le mosse del nemico . - I Francesi accennano ad un movimento offensivo sopra Gunstell ; le alture da loro occupale si coronano d'artiglieria; non v' ha dub_bio, l' ope_ra della di visione è indispensabile; gu·ai ~e 1 Francesi. prendono GunsteLt e penetrano fra il tj 0 e 1' 1111° corpo, che qui. al punto di contatto formano un sagliente debolissimo e mollo pronunziato. L'avanguardia giunge intanto e riceve ordine di svilupparsi, prender posizione a Gunste1.t e fino al Sauerbach; il grosso della divisione s'avvicina e va formandosi -in ord ine da combattimento; le quattro batterie sono giù in posizione .ed aprono il fuoco . ..,.Che sarebbe a vvenutu se Sdiachtrneyer fosse rimasi.o a Holschloch in attesa . di ordini.1 E mentre la 2~a divisione, giunta verso le ore 9 a Surburg, si accampava ed udiva essa pure il cannone, le arriva l'avviso di Schachtrnavei·. ·sor)rno-o·ilmo·e ·11 v bb 0../ 1 questo istante anche il generale Hose, comandante il corpo d'armala. Quantunque dal quartiee generale principale l'ordine espresso di marciare a battagha non fosse ancora stato diramato, Bose, l'eroe di Podoll, quello elle a:rìcora maggior generale nel 1866, a piedi, · alla testa di un battaglione della sua brigata nella noltedel 26 giugno, prenclenclo il posto del comandante caduto , lo conduceva all'assalto dei ponti sull' Iser, non tituba un istante e comuncla alla 2.2" divisione cli marciare a Gunslett. Questa si mette subilo in movirnent~ ; la 43a brigata e l'artiglieria in tes_ta, quindi la 44-"; ~ cli. tal mossa è spedito avviso al corpo cli Werder che trovasi più indietro e più lontano. 1

. Bose non istù colla 22a divisione, ma vola alla 2,1a giù impegnata. Il generale ·werder appena avuto contezza della mossa della 2za divisione, stacca dai Wi.irtr:mberghe~i fa brigata Starkloff, le unisce la brigata dr cavallena Scheler, fa depor-re i zaini alla. fanteria e dirige q uestc truppe alla volta di Gunstett. E tutto ciò senza attendere glt ordini del quart.ier o·enerale principale c:he giunsero soltunto a ore 1!2 ,1;t Verso 112 ore la 22• divisione arrivava sul luogo. Vediamo ora come la 2,1a 1;espingeva i Francesi..• . l\Ien.Lre quauorclici batterie del 5° corpo ugivano contro le posizioni nemiche intorno a Wi:it'tJ1 per aprire la strada alle colonne d' attae;co della 1oa divisione , seguì.ta dalla 9· in seconda linea, i Francesi. dalla loro estrema deslra (ì\Iorsbron n} diressero verso le 4 O ,J/2 una brigata contro GunsLett, appogginta dal fuoco di più bauerie. Fu una vera fortun,1 c!1e Sclrnchtmever potesse ormai disporre de!Ja sua truppa. " Egli mandò innanzi un battaglione del]' 87° reggimento nella boscaglia eletta « l\iederwalcl » verso la sponda del s·auer-bach ; due battaglioni occuparono Gunstclt e .tl'e battaglioni si apposlavano nel vallone a nord di Gunslett. Tra quelli e questi era in posizione l'artiglieria; ,il resto della divisione in riserva. Così disposto e <li piede fermo , Schachtmeyer rigettò i Francesi, dei quali ci duole non avere dettagli sul modo col qua.le procedeLLeeo all'attacco . Sta però il fauo che la 21a divisione non impegnò che· sei ba ttaglioni e l'artiglieria; e si. contentò cli non inseguire il nemico respinto , quantunque potesse disporre di allri sette batlaglioni: .Nol foce perchè non ancora. certo l'arrivo clellu 2:2.n divisione, e t.roppo important~ era la po?iziorie di Gunslett per abhanclona.rla in balìa del caso. - Anehe i Francesi apprezzarono giustamen le il valore di. Gunslelt, perchè verso le H ,J /2 1

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..; !,A TATTICA

iniziarono un nuovo e poder-oso attacco contvo tale pos1Z1one, che però fu pur~ respinto mediante l'aiuto del battaglione cacciatori della 21 a divisione che giungeva sul posto in quell'istimte. Ecl. intanto arrivava la 22a divisione. Allol'a il corpo · d'armata prese· l'o!fens:i.Ya; l'istante era opportuno, ed il~ questo senso parlavano anche gli .ord-ini giunti dal quartier generale principale. li generale· GePsclor-ff aveva p.ure , pr:eèeduto la ~ua divisione , ed- all'arrivo della •medesima (vrrso 12 ore) era già in grado di valutare lo stato delle cose. La 438 briga-ta (95° e 32° reggimento) che marciava in testa app0gg:iò le truppe (lella 2,1~ div.isione spiegandosi alla sinistra delle medesime (s1,1d cli . Gunstett), e ciò per evitare l' attomiamento dell"ala per- parte dei Francesi. Quindi valicarono il Sauerbach, e mentre il 95° assaltava di fronte le posizioni nemiche, il 32° reggimento marciava all'attacco di fianco , dirigendosi su ~fo rsbronn. Questo villaggio e le colline dirimpP-UO a GunstetLfurono prese. In questo istante mentre· t1:1tto i.I .corpo cl' armata, meno la H-• brigata , era impegnato , e le tr.uppe della 43a per là valida resistenzi:l opposta ·dà.i .Francesi si erano sparpaglia.te, cred ette la cavalleria.francese esser quest0 il momento opportuno pee contro aLtaccare . .l\fa i corazzieri francesi marciando' troppo serrati furono accolti dal fuoco rapidissimo del 95° e 32° reggimento, di un bauaglione dell'80°, della 2,1• d:ivisione, e di una compagnia di pionieri; e furono rotti e disordinati° completamente . La 44a brigata (94° e 83° reggimento) giungeva frattanto sulla Sauer tra Blisheim e -GunstetL. Il 94° formato in colonne d'attacco riceve ordine di valicare·iI rnscello gonfio dalle pioggie dei giorni anteriori, mentre 1'83° è tenuto momentaneamente in riserva a Gunstett ~fal comandante la divi$ione. Interessava passare oltre

STUDIATA COGLI ESE>f<IPI ij .col CONFRONTI

subito, e ÌD que) punto ·non· VÌ erano 'ponti, Bè vi era tem130 di fa..rne . 1'I 94° non si a,rresla un mornento e col suo colonoe:11.o alla · tes.ta si getta nell'acqua.~assai profon.df\, valica così il Sauerhach e marcia rapidamente all' attaC(W e in rinforzo, ,della 4,3a brigata, r<1ggi4aLo p0,co clop,o anche da1l'8:B reggimento . l.è QQseose pendici delle · colline· occupate sempre dai Francesi sono ora oggetto di micidialissima pugna, 11ella quale frammischiate assieme combattono tutte le ·ttQ,ppe dell~ due -divisioni dell'-41 ° corpo , ,dirigendosi nello avanzare, parie pel basso, ·parte per l' alto della c9Uina, · soverchiando l'ala des.trà francese, sopra Els0:sshai:1sen ·e Froschrweiler , i· •due ·pu.nli pt·incipali eh~ n:ièU.evano · ostacolo ai pvogressi cl'el 5° cor.po, · El-sa:sshausen fu.preso alle due, - Fros.chweiler verso· le ,4 •po.mel'idìane. . D-a.U'arrivo -pèuciò della 22" divisione fino alla presa di F'roschweiler. furono quattro cire di. b~ttaglia·sanguino'S:a , nella ·quale ·Francesi e Tedeschi lottarono e-on estrerno valor·e . I Francesi difesero il terreno palmo a palmo ; nè ·potevano ormai agire diversame.ò.le se i o.Iev·ano salvare · l' on-ore e la ritira ta. Il movimento attorniante per par-te dei Prussiani ern cornp_letamente 1'Ì'.i)l.s,cito ;· t:ala destr(1. francese fu rotta e tagliata dal. .I' 1!;11° co:rpo, •Gire«· il modo di combattere dei battaglioni prus:s.ia~i ·nori abbiamo . che qualche rai;conto particolareggiato , da ,cui rieavo ·che l'.H corpo .fece uso di èoloime di corhpagnia .e di mezzo battaglione ; trovo un impiego di cacciatori SU· larga scala ; ogn-i ·compagnia nel calore degli assalti non ha.mai distes.o in e-acdatori meno di due plotoni (dei tre Ui cui si. compone); e. trovo .che. questi cacciatori marciavano in dense ca-tene ·formate di frequen~i .·gr1uppi. · · · Trov.o·· -an~or~ ché·spess:0 respinti, s,i raggranellavano 0

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LA 'f.\TTIC A

subito -, che non precipitavano le mosse, ma si formavano di frequente e a palmo a palmo cercavano ~ol fuoco guadagnar terreno, traendo gran profitto, delle parti boschive. Nell e radure del Niederwald i pl?l.oni, _le. compagnie prussiane attendevano al coperto, prima d1 varcarle, i contro attacchi francesi che 1ron mancavano mai, ma che non mancavano anche mai di essere respinti dal fuoco rapido . L' ,f ,f O corpo fu successivamente impegnato tutto , non mancò mai di riserva finlantochè non seppe vicino il corpo di Werd0L La cavalleria wurtemberghese e la brigata Starklotf della divisione Oberniti marciando con tutta prestezza ra?giunse.ro r ,111~ corpo, lo seguirono dappresso , e la briga.La . d1 f~nteria arrivò ancora in tempo per prender parte all'ultima fase della battaglia in Froschweiler. ,Qµesta brigata (2° e 5° reggimento wiirtemberghese) percorse da Reimersweiler a Froschwè iler circa ,14 kilometri, e l'ultimo tratto, da Elsasshausen a Froschweiler, di circa ·1 ,600 metri, lo superò alla corsa di resistenza. La brigata era però senza zaino . Ques!a. battaglia ~li Wor~h, quantunque scarsa troppo ancor~ d1 _r~gguagh estesi ed uffici.ali , ci porge pur tuttavia ullh ammaestramenti , ch'io mi permetto di riassumere qui, sotto forma di suggerimenti al lettore, 1 ° State attaccati agli ordini, ma non dimenticate che anche gli ordini del comandante in capo possono, in forza delle circostanze, esigere delle mod ificazioni. 2° Abb iate iniziativa propria, e sopratutto .opportuna; e rammentatevi che non erra mai colui che marcia al cannone. 3° Di ogni modificazione spontanea agli ordini informate subito i corpi vicini. 0 ~Non impegnate mai. tutte le vostre truppe se non siete sicuri del" prQssimo arrivo di rinforzi.

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STUDIATA COGL( ESEìl! PI E COI CONFRONTI

5° Studia Le bene giorno per giorno sulle· carte e coll'aiuto delle ricognizioni il terreno che dovrete calcare. , 6° Non vi ostinate a difencler'e troppo lungamente una posizione minacciata al tergo. 7° Non siate trnppo prodighi di contro_attacchi ; essi snervano e disordinano . 8° Non impiegale la cavalleria in massa troppo serrata . 9° Abbiate la forza morale di saper cessare e riprendere il combattimento secondo gli ordini e le esigenze. ,1O. Agite sempre secondo lo spirito del piano generale che deve esser conosciuto da tutti. Questi ammaestramenti noi possiamo dedurre dalla battçtgli.a di Wéiùh, ed a questi altri ancora potremmo aggiungere circa l'imr5iego dei cacciatori e dell'artiglieria ; circa il mo<Jo di approfittare degli accidenti del terreno, circa l'utilità della ginnastica e soprntutto della corsa di resistenza; ma basterà quanto abbiamo detlo, e solo terminerò con un'ultima osservazione. Le compagnie prussiane sonò divise in due plotoni; e formano un terzo plotone (plotone dei cacciatori, Schutzenzug) della terza riga. Alla battaglia di Wéirlh molte di esse hanno disteso in cacciatori due plotoni, 2/3 della forza; se ciò deve accadere spesso, diventa inutile lo a vere un plotone speciale di cacciatori per 0gni compagnia; meglio varrebbe disporre la compagnia ·su due righe, dividerla in tre o quattro plotoni, ed averli tutti ugualmente bene istruiti in tale servizio. Siamo in conseguenza d'opinione che il nostro regolamento d'esercizio, in ciò che riflette la compagnia, il suo riparto, le sue ma{lovre risponda meglio all'uopo


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LA TATTIOA

del regolamento prussiano ("'). Dove noi difettiamo è néll'applicazione pratica, perchè-la scuola·di cacciatori (o di tiratori come si ·vuol chiamarla) . si fa tropp~ di rado su terreni aGciden_tati, e le· si ànne.tte .in generale un'importanza di sofa apparenza; mentre ognun;o dagli esempi · dovrà convincers~ orrmai come il combattere in cacciatori nori sia più un'avvis aglia, un s_e rnplice preparativo alla battaglia, ma sia inv.eee-in molti casi la · battaglia stessa. Ed infa~ti la strettezza degl' interv,!llli da uomo a uomo o l'agglomeramento a gruppi lo ha modificalo tanto . da poterlo paragonare ad un 'lib.ero combattimento in linea. diradata , ove la personalità prende il sopravvento. È adunque indispensabile '. una accurata, lunga e pratica istruzione , onde ogni-u@mo impari ben.e a usare giudiziosamènte della propria iniziativa, secondo il coQcetto . dei suoi . capi, secondo le ,occ.asionì e sMondo il t~rreno·.

· (Continua).

l{IETRO VAL~E

. Colonnello d'i fanteria.

(' ). Consta però che 1;roeo prima., dellà guem1 -er_a stato sotto- . posto alla sanzione reale un. nuovo r.egolamento .d'esercizio, · che ..doveva an.dare in attività nelle manovre autunnali ; e. fu · solo la guerra che na imped\ la promulgazione . . ·

NOTA.SUL COIJLEGMIENTO ~ULITARE '.l'RA LA SI.OILIA E IL CONTINENTE ITALIANO

La questione della difesa della Sicilia v1;1 consi.den1.la sotto il punto di vista della conservazione di essa all'Italia cui appàrliene, e niente affatto come se costituisse un centro politico indipendente, quale lo sarebbe s tato ai tempi di Federico II, o cli Manfredi. In questo ull.imo cc1so soltanto la sua difensiva dovrebbe procedere dalla periforia al centro; mentre nel primo la cosa è opposta, e la difesa deve invece pr·ocedere convergendo verso una delle estre mità. Questa estremità è quella evidentemente per cui è più Jacile e più s icuro il materiale passaggio di mezzi militari dal continente all'isola; cioè lo st.retto di ,1cssina. Messina è la testa cli ponte che servirò. : ,1" a raccogliere le truppe disseminate nell'isola che fossero costrette a cedere di fronte a circos tanze maggiori; 2° ti. permeU.ere l'arrivo di soccorsi di ogni genere; 3° l'irraggiamento delle forze che a tempo opportuno riprenderanno l'offensiva per ricupetare il perduto. · La prima necessitò. dunque del collegamento militare Al\NO Xl' !. \'QL. li.

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NOTA S(J.L COLJ,EGAMENTO MIL11'ARE

della Sicilia con l' ltalia è il tenersi padrone dello Stretto, la seconda di avere Messina assicutata. Si sono già fa1 ti degli studi circa il sist.ema di fol'tiflcazioni rn a rilLime aue a conservare la packonanza dello str·etto, e possono essere varie le opinioni fino a qual segno esse soddisfacciano allo scopo. Mi permetto però di accennare che, . qualunque svil'uppo si dia loro, dovranno sempre essere sussidiate dall' azione della flotta . A questa conviene pl'eparare in prossimità un ricovero sicuro, e da cui possa sboccare con efficacia. Si presta mirabilmente a tal fine il Pantano piccolo presso il capo Peloro, di cui la posizione è centrale, e il fondo e l'ampiezza sufficiente per un gran numero de' pi ù gl'ossi legni da guerra. Bisognerebbe solo dare u n fondo sufficiente al canale che lo unisce con lo stretto, e scavarne un altro per comunicare con la costa settentrionale. Sono traui di · ,150 - 200 metri nella sabbia sciolta . Le batterie prngeuate alìa Torre Faro e su le alture di Spuria ne assicurano la difesa senza nuovi -lavori.. Portificare Messinu e le sue alture è un problema analogo a quello di fortificare Genova,' e non è qui. il caso di en trare in particolaritù ; ma, qualunque · sia l' estensione ehe voglia darsi ad opere permanenti, b isogna tenere per formo che la d ifesa d i ~iessina più ehe in una cinta continua, o in un sistema di forti dislaccati., consiste nell' occ1:1,pare fortemente la cerchia cle'monli circostanti con campi di cu i quei forti potrebbero essere l'appoggio. Sono indicate a . ciò la Torre S. Rizzo su la stradcJ d i. l\hlazzo, la cresta cli Anlennamare u sinistra di questn, e alla destrn le falde di l'1IonLe · Cicci e il pianoro del Campo Inglese. ~la sopralu tLo bisogna tenere Je fort.issi me posizioni avanzate del ' Gesso su la strada d i Milazzo e di Scaletta. su que lla di Catania .

T llA LA SiCJLL\ E IL CONTINENTE ITAUANO

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Con tenere Messina si ha un punto assicuruto in Sicilia; ma io vorrei dure a questo punto una azione il più possibile estesa sul resto dell'isola , cioè, per quanto poche fossero le fo1·ze obbligate a battere in ritfrata verso lo streuo, occupare non ostante il più di Sicilia che si potesse . Si. è entrati. in questo ordine di. idee accennando ad un campo trincerai.o t.ra Milazzo, il Foro e Messina. Tufo. questo campo è risttet.to, è di limitata efficncia; e uno dei suoi punti cli appoggio, Milazzo,. ha l' in<:onvenienle cv.pitale di trovarsi fuori della importantissima comunicazione ruotab ile lungo il littora.le settentrionale, che lo gira completamente. ll difensore di ll1ila.zzo si tl'overà smnpre i.solato da Messina; e, a meno di J:endere ~1ilazzo ,un<1 piazza estesissima, far.\ sempre la fine del generale Bosco . Bisogna allargare l'azione di 1\1essina; e il modo cli realizzare questo concetto <~ collegato con la topografia ,circostan I.e, Da Messina irraggi.nno ~lue strade, l'11na lungo il liu.orale orienlale per Catania e l'interno dell'isola, di cui sono pu nti tal ticarnente forti Scaleua a mezza tappa, il Capo S. Alessio a una e mezza e .il Cupo S . Andrea a due. La seconda lungo i.I littorale sellentrionale per Palermo . Essa trova posizioni analoghe al Capo Tindaro (tre tappe), al Capo Calavà (tre e mezza) e al Capo Orlando {quaLLt·o), con 1,liJazzo a metà s trada tra Capo Tindaro e J\lcssina. Queste due strade divergenti a forma cli V, separate dall'aspra catena dei Mon'ti J>eloril.an i, posso no eons idera rsi senza eomunicazione reciproca. per forze m ilitari imponen ti e composte delle varie armi, s.e si prescinde dalle strade ruotabil i (di cu i è decretala l'npertura, e cominciati i lavori) elie debbono riunire u traverso la catena stessa alcuni punti della primn e.on alcu ni dell't1ltrn. Di queste nuove strade quelle che in teressano il


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NOTA SUI, COLLEGAMENTO l\lILlTAnE

territorio da d~fendersi sono una nazionale da Miìazzo. a Taormina per Novara, più uria rete provinciale che meue in comunicazione i punti di Patti, .Brolo è Capo Orlando con la Valle del Cantara. Tutte que·sle strade provinciali fiJLure hanno per obbiettivo Randazzo, e quindi Taormina; e per nodo obbligato cli passaggio su la catena la regione del pianoro cli Floresta ricca di cereali, comparativamen te abbondante di. acque, selve e pasture, e comoda per accampare. Un campo in questa regione dù un immenso vantaggio al difensore che potrà rapidamente portarsi da un liuorale all'altro con btevi marce (una o due tappe}; mentre l'invasore è obbligato o a tenere sempre divise le sue i'?rze, o a transitare dall'uno all'altro con lunghi e penosissimi giri. Ma bisogna in pari tempo chiudere materialmente le çlue strade littorali; e a ciò si prestano con azione tatticamente quasi uguale., ma strategi.camcnte più o meno estesa, i punti naturalmente forti, di cui si è data sopra l' enumerazione. Due parole su ciascuno:

A) Snl lùtorale or·ientale (strada di Catania}.

a) Scaletta: Posizione ristretta, troppo v1cma a Messina, senza azione su Lo sbocco delle strade traverse, buona solo nel periodo della difesa di )Iessina propriamente eletta. b) Capo S. Alessio: Più forte contro Messina che nel senso opposto. Ugualmente senza azione su le strade traverse. Fortificata dagli Inglesi, msieme 0 I dominante paese di For·za d' Agrò.

Tl\A LA SICIUA E 11 CONTINENTE ITALIANO

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e) Capo S. Anclr·ea: Posizione ottima. e che Ya collegata. c'on l'occupazione ciel soprasta~le paese di Taormina. Cuopre lo sbocco sul litt.orale orientale di tulte le strade della provincia.

B) Sul Zittorale settent-rionale (stra9a di Palermo).

a} 1lfilazzo ; t fuori di strada, mc1 può tenersi ·come appoggio di una posizione più avanzai.a, e perchè, -essendo provvisto di u n· porto, non ne profittino le flotle nemiche. b) Capo Tinda1·0 : Buona posizione, ma in fouo di strade non cuopre che lo sbocco della nozionale da. Milazzo a Taormina. Assicura il possesso della piccola. rada di Olivieri. e) Capo CaLavà : Posizione tatticamente fortissima, consistente _in una scogliera a picco traversata da un tunnel. Cuopre inoltre la strada da Patti a Floresta. d} Clipo Orlando: Posizione un po' più aperta; ma sempre buona. Va assicurata. con l'occupazione del paese di Naso che la dom.ina. Cuopre lo sbocco sul httorale settentrionale cli tutte le strade enumerate. Ila un mediocre seno ove si tra tta di. costruire un molo. Partendo dal concetto di allargare l' influenu1 di l\Iessina e .con la cognizione dei punti :nilitarmente importanti che abbiamo accennati, si vede chiaramente che l'occupazione di Novara, con due for Li a Taorniinn e a Tindaro, assicura a deboli fòrze il possesso . del tratto triangola.re di Sicili a che ha per vertici. Tindaro, nlessina e Taormina. In un concetto più ampio, ferma r·imanendo la posizione di Taormina, ma portando l'occupfJzione delJn,. ca.tena cenlrale al pianoro di Floresta, e il punto for-


NOTA SliL COLLEGAME~TO a1 Ll,ITARE

tificato sul littorale settenteionale a Capo Cala và, . o Capo Orlando, ci assicuriamo l'occupazione di un traLLo più ampio, più t'icco, e a traverso il quale si. manovra come · si vuole. Inutile a dirsi clte la sc,;el ta di un punto, più tosto che di un aJtro più o meno avanzato, non esclude, per quelli. non trascelti a venire forti.ficati, la pari.e che loro spetta di posizioni di. avamposti, o Ji seeonde e terze li.nee. Così Calavò è l'avamposto di Tindaro che ne è laposizione di ritirata; Càpo ~.Alessio e Taorn,1inè) sono nelle stesse relazioni. reciproche; e così degli n:ltri. In ambidue i casi ;1{ilar.zo sarà un punto d'appoggio intermediario tra la loealitù scelta sul littoralc settentr1onale e ~Jessina. Non bisogna dimenticare che cla ~1essina e Taormina la costa non permette sbarchi, ·e con due pun(i occupati e sçaglionati a breve distanza sul Jittorale settentrionale è assurdo supporre che si osi tentarne lungo di questo. La. nostra posizione è dunque ingirnbile. Tutto va·lutnLo, e come conclusione, l'occupazione della linea . Capo Or-lan.do, Floresta, Taormina non è pi1'1 costosa dell' a'Itra; rrw come assicurante il possesso di una doppia. estensione di Lerri.torio è,inG11itamen!e preferibile. In ult.imò conviene notare che la naLurn ha fatfo tanto per rendere solidi i vari punti citaLi, che all'arte_ resta poco da aggiungere perchè possano soddisfare allo scopq cui io vorrei destinargli. Souo quest.o rispetVJ ·il Capo Cala và, e il Capo S. Alessio tengono la premi- · nenr.a. Viene poi Tindarn, Capo Orlando e Taormina necessitano spese magg.iori, benchè sernpr<~ limitat.issime. · Vi è ancor~ qualche ·cosa da dire in proposi.lo della difesa generale della Sicilia, su cli. alcuni altri punti del suo lillorale. Tali sono Augusta, Sfracusa e Palermo. · Augus ta e Siracusa debbono essere mantenute percl\è ,gih fortificate, e perchè buoni porti, di cui convien e

TRA LA SIG ILH E IL CONTINE,NTE ITALIANO

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quindi precludere l'accesso alle squadl'e nemiche, che potrebbero sel'virsene di eventuali basi cli operazioni. Sotto q nesto rispetlo sarà forse conveniente aumentarne le difese marittime. Ma secondo me non servono- alla difensiva wopriamente detta; e solo potranno faci.lital'e una r-ipresa di oflcnsiva su vasi.a scala. Palermo è importante politicamen le, ma troppo eccentri.co. La sua. difesa Jor,ale si può fare in buone conJizioni sul pianoro di Renna che domina Monreale. i\fo io non consigli.erei alcun lavoro permanente nè qui, nè a Licata, nè a Trapuni, per non sparpugliarn troppo la rlifesu generale. Lin allfo rnodo di interpretare il legarne militare · tra la Siciiia e l'Italia si è cli · consiclernre la prima come rido Ilo della secondo, eioè eome un campo naturale ove rir;oncentt·i:ll'Si dopo pe1'<hÙe tutte le posizioni in terraferma, e da cui si vuole conservare facoltà di sboccare per· ricupernre i.l perduLo. La realizzazione di questa posizione di cose è infinitamente meno pro'.)abile che non la prin'rn; e api)ella del resto a circostanze del paese quasi disperate. Ne ho fa.tto parola solo per notare ·eome per- essa sia in gran parte da suggP-rirsi !o stesso sistema di punti fortificali che per l'altra. · Solo converrebbe praticar(~ in Ci~ !ahria quella testa di ponte su le montagne dominanti il Faro che nbbiarno pr·oposta pel' l,t Sicilia nel caso inverso. Possono servfrc all'uopo un campo all'Asprnmonre, e due punti fortificati1 l'uno a Reggio per la comunicazione lungo il Jittorale Jonio, l'altro nelle alture tra 13agnarn e Palm i lungo il liLLorale Tirreno. A rigore basterebbe anche l' arupliazione delle fortificazioni di Seilla verso ]a dritta della stradu grande . l\fa. i vantaggi di questo sistema sono infinitarnenle mrnor1.


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NOTA SUL COLLEGAMENTO lllIUTARE ECC •

.così in un caso, come nell' altro, · è stata provvida misura per la difensiva combinata della Calabria e · della Siçilia che un comando di Divisione tàritoriale sia stato di nuovo Lrasportato a Messina ed esteso alla Calabria. La ' difo's a dello Strelto non può essere eh~ in una mano sola. DEL SIG N OR KRUPP

It 11ia,.c;gior generale E.

'

VECCHI.

E DELL'ARTIGLIERIA IN ESSO COSTRUTTA

-I. Q.uaHtà necessarie alle artiglierie m o1Ierne ; p1•e valenza dei po1wli i 1•hì eoJ,i e i 11iù ind~striali nella fobb1·ieazione del matei·iale il a guerra.

Nell'ultii'na guerra gigantesca, avvenuta tra la Francia e la' Germania, l'artiglieria dell'esercito confederato ha avuto una par(e importantissima: infatti, i bollettini francesi quas i sempre attribuirono le disfatte suhìte alla preponderanza dell'artiglieria avversaria. La storia di q~ell a memoranda guerra ci dirà in seguito in · quali proporzioni s i• tr-ovassero sui campi di battaglia le due artiglierie: s·i può però sin d'ora asserire, e senza tirn oee cli avventurare ·Lm precipitato giudizio , che l'impiego li;tlt ico di quest'arma fu più sapientemente inteso nell' esercito prus::;i;:i.no anzichè nel francese, e si può del pari congetturnr-e che, nel suo complesso, il materiale dell'artiglieria tedesca era, per molLi riguardi, superiore a cinello della frnn cese .


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DEI I.O STA JJII.HIE~'l'(j )IE1'AUOI\GlCO

L'autore deJJo Sgu.a1·do tattico 1·ct1·ospettivo alta gne1·1·a del 1866 ha fallo rimprovero all' artiglil'ria prussiana di non aYer prestata una bas tevole coopcruzione alle altre arrn i nel corso di quellu mcmol'abile campagna: egli ne lamentò la deficienza dell'istruzione tattica, e dimostrò cl ie, nella maggior purle dei casi, non cm stata co1wcnienlcmen1c impiegata. 1 folli clic l'autore cita a prova del suo asserto possono dargli ragione in parte, rna, nel complesso, credi amo che il suo "LU,., dizio peccasse di csilgcrazione. Invero, egli è cliial'o che il buon impiego dell'ar1iglieria sui campi di JwtLaglin non dipe11de esclusivn.menl.c dagli artiglieri: ma spetta a chi dirige le operazioni comb inate delle tre armi di ,1doprarla nel miglior modo rnzionnlc, onde ottenere Jo scopo che egli :;i prPfigge. Se w1 capo dirigente, per citare un solo esempio, lancia le sue colonne a!l'altacco di una posizione ben <lilesa, senza prima far loro app ianare la YÙ) da l cannone, l'operazion e fallil'l\ di ('Orto; cloYrassi, in tal caso, lencre in colpa gl i ufDziali cli arliglicria dell'insuccesso? Eppure cotesti e c:onsimili cas i succedono fre<1ucntcmenlc in guerra. Il segreto clclla l'iltoria, indipendentemente dalle combinazioni stratcgiehe, cd ammesso 'il valore delle truppr cornbaucnLi e h1 buona qualità del loro armamento, è ripos(o .in una giusla combinazione e nel com<'nicn(e impiego delle tre armi: quando mancano ques1i due fatLol"i, la .r.iuscita è dubbia e, se pur si vince, lo si de"e attribuire piullos°lo aJ caso, alla dcbolczzn, od agli errori dell'avversario. Comunque sia, in quest'ultima guerra. i generali e gli ufficiali dell'nrtiglieria prussiana si sono incaricati sullodato autore ' cd ha11no .di srncnlirt' la scnlenza clPl . rnrrce confermate le ~ue folidiche parole, quancl 'errli prediceva ehe, nella prima gue1'1'a quegli awù tl1~a preponderan::a in·esistifJile. il quale sapl'à meglio aclo-

DEL SIG:'\'OR KIIGPP

w,·nre la prop1·ia art1:glieria. o que,r;Li piuttosto, 'la 1 cui artiglicrùt am·à ricevuta la miglio,· islru~ionc tcillica. Lasciando <la banda l'armamento clellc lruppe <li fanteria, ::;i può asserire clic, sia il pe1-fezionamento del 111a1erialc d'artiglict'ia, sia quello dell'islruzionc tattica e scientilìca clcl personale, che ha incarico tli adoprarla, è uno scopo che si d_cve cer<·are di_rag~iungere ud ogni costo, se 11011 st vuole correre 11 pencolo di una certa disfalla.. Ci 1·icorda di nvcr leito, dopo la guerra. del '1866, in qualche sr.rilto, che I' artiglirria eia. campagna e In ca.Yalleria a,·cvano y,,rdut~ grnn pnr·te della loro importanza dop_o l'ado~1~ne de~ fucili a retrocarica. Era questa una non ti\ che 1 lunaton dei hi.lonci nvevano scoperto per loro comodo, rn,, nell'ultima Dn·uerra è slala completamcnlc . contrnclùPLta. , ~o n pnr:liarno della c:avnlleria, della cu i 1mport~n~n: come a1·ma esplorante e vigilcwtc, ognuno onrnu s1 C' foti.o pc1·s1rnso, n1rl conside,:inmo piu1tos10? J?nr·. n~n allontanarci dal soggetto, l'azione dcll' arLigltcria rn qnella c:he si vuol chia111a.re nuova taui ca. Le nrmi a relrocarica esigono linee di combauimcnto molto estese: più queste si clilatn,no, tanio più ò ne<.::'ssario di appoggiarle col cannone : ciò ci se~l~ra. e-v:1clentc; inoltre, quanlo piì1 gli n:,;salti contro pos1Z10nt chfcse da numerosi fuci li a rctl'ocarica Sl fonno difficili, tanto rnaggionnenle bisogna adoprarc il ,·annone per paralizzar~e l'effeuo dall e dis lanze, cui il fucile non può arnrorc. 1)11nq11e è necessario arcre 1111'<1ì'liglicria molto 1111)bile, dotala di buone qunlilù halisticbc, ed cccel]~nli ufficiali forniti eh una profonda istruzione> tatti<.:a per comnncln.rla.. Se l'abililà nei mnncggiarc 1:a r-tiglierin s11l C'ainpo di ballaglia ~ un gi·an coeflìcre?te della vi ttoria, bisogna però <.:110, soLto l' aspetto tecrneo, ess~ soddisfì a qt~clle condizioni di pcrfezion:imento. ~t~1 la sc ienza <~ le n1·li n,eccaniehe fo rniscono ogg1d1 il


DEL SlGr-O R KRlJPI'

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ll i! LLO S'fAfllLIMENTO METALLURGICO

mezzo di sollevarla. Ed a questo· proposùo, ne coree al pensiero l'_ opinion e esp1:essa da l ce.lehre filosofo l'Ernest llenan, in un suo scritto, int.itoh~10 Laphilosopihe de l' histoire contempor·aine, che si legge nella Revue <.les deuco mondes del 1° novembre 1869, cl1e crediamo ULile di qui sollo riporta 1·.c : 1'oute la philosopltie de l'Mstofre est dominée pa1· la question de l'armement. Jlien n'a autan t contr·ibué à, l'avcincemenl de l'esp1·it modenie , que l'invent?:on de la pond·re ù ca.non . L'a.1·titlàie a tué fa chevalerie et la feoda,lité, a c1·ée la fo·rçe des 1·oycw,tés et cles. états, mate définitivement la ba1·ba.1·ie, 1·endu ùnpossibles ces cyclons ét?·anges dii monde tarla.re, qui se fo1·mant au centre de l' Asie, venaient ebranle1· l' Elwope, et terri(ìe1· le monde chrétien . L'cippli'ca.tion cléhcate de la science à l'a1rt de la ,querre améner·a cte nous jou1·s des 1·évolul'ions p1'esrrue aussi gmves. La gue1·re devi·end1·a de plus cn pltis un pr·oblème sàentifique et indust1'1:el: l' avantage sem poiw la 'nat-ion la pfus riche, la pltis scienti(ique et la JJlus industrieuse . Le vitt.orie prussiane hanno confermala la scnt.enz;l del filosofo fra·ncesc. Coloro i quali ~saminàno superftcialmenle le cose, ·e, pur troppo, essi coslil.uiscono la maggioranza , difficilmente possono 'comprendere quale riunione eh favorevoli circostanze, qual dovizia di sapere, quanta cosranza di propositi, quan~a ricchezza di mezzi occotrano per riuscire a fabbricar:e quei potenti s!mrnenti di distruzione ideati dal progresso della scienza meccanica e metallm·gica, che ogn i StaLo deve rnel!ers i in grado di sapersi costrurre, se non vuole firnrnre anticipatamente la sua decadenza. R vedium o, per I' appunlo, le nazioni le più avanzate nell e arti meccaniche esse re quelle cli c , in questi ultimi Lempi, hanno sapul'o clM·e il più grande sviluppo alla fabbricazione del loro materiale da guerra, spc1

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cialm_ente in quanto riguarda a corazze ed all' artiglieria cli gran potenza. Dopachè, netla baia di Ilampton, il Me·r·rim.ac affron Lb irnpunemerrte le bordate delle due più_potent.i fi·egate clegii Stati Unili, e che l'indomani, a su:a volta, do velie piega.l'e in ritirata davan ti il ilJonito1·, tutta una rivoluzione · si è compiuta nella costruzione delle navi da guerra e dell' artiglieria di grosso calibro o cli gran potenza. un·a gran gara è incominciala fra offesa e difesa nel campo meccanico ed industriale, gara che ha di già costalo un immenso danaro , ha aguzzato l'ingegno dei piì1 reputali artiglieri e meccanici del mondo, che non è ancora ''l'isolta, che non si risolverà forse mai. E sono anche le mtzioni le più eolio, · le più i.nduslriali, le più scientifi che che ci dann o lo spettacolo di questo loro continuo affannarsi per il migliornmcnto del loro naviglio da guerra, dell'armamento delle fortezze e delle coste. Basta, per convincersene, seguire il progresso degli studii e dei lentativi, sovenri infr1J.lluosi, che da vent'anni a questa. parte si sono fatti in America, in lnghilterra, in Francia, in Prussia su d'ogni genere di polveri, di caJibti, di corazze, cli proietti, · spolette, allusr.i, carri, <li mu.i gli. ordigni insomma che occorrono ad un perfetto ar·mamento. La civiltù, è inutile il dissimularlo, lentamenle progredisce in ·mezzo al sangue ed alle lagrime; agli eccidii succedono nuovi ecci.dii, e questi, portando eon sè il germe di nuovi oclii, .aspettano sempre nuove e , sospirate vendette. Oncl'è che i popoli serii e pratici accompagnano il p1~ogresso della eiviltà colla produzione di. congegni guerreschi sempre più raffinati , onde procurarsi la .superiol'itù tecniea e morale nelle guerre, che l'uorno non ò ancorar-i.uscilo, e forse nou riusc ir·Li, a ·sbandire dalla terra. Guai a quelìa nazione la guale, nei brevi momemi di tregua che la stanchezza


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DELLO STAB JL!MENTO META bLUI\GlCO

della lotta impone al mondo, non si affatica a ristomr~ e ~ rnigliorat·~ I~ sue fo l'zc, e a perfezionare quelle t1.rt1 che contnbmscono ad aumentarne In polenza. I.a Prussia ebbe l'invidiabile fol'luna di pote.i· far nascere e far progredire in modo inaudito quelle indusLrie metallmgiclie, le qua'li, ai tempi nostri, sono diventate un così indispensabile sussid io dei commerci e dell'arte della .gue~-ra. Popolo . severo e pratico, ::;eppe, quasi nel silenz io e nel m1sleto, for camminal'e pfl.rallelamenLe studio, scienza, lavoro , ordine e morali.tà. E così fece meraviglie, lequalihanno sbalordito l'universo. ~1:a di q~1eslc è lo stab il~mento ~etallurgico del signor upp, qua.le, ben. s1 può chre che ha l'aggiunto ~ apice eh ~gru perfezwnnmento, lanto per la quunLità rng~nte dei suo t prodotti, qmmto per In loro ,honUt, realizzando p~og?lli j quali, solo pocliì anni addietro, parevan sogm eh mente turbata. Yalencloci della descrizione cli e ne foce il 'l'urgan nel pc1·iocl ico Les G1Yindes Usines, e delle informazioni che potemmo ~ssumere p.re~s? quei nostri colleghi che foro no posti.. Hl grado eh vtsllarlo , specialmente di quelle che ci forni il cav. Rosset colonnell o cliretlore della regia fonderia di Torino, abbi.amo pensato che in questo mom~nlo, in ~ui è venuto piucchè ma.i di moda di parlare dei cannom Rrupp , potesse tornar utile il compendiare in un piccolo scrilto le nozioni. p1ù rimarchevoli, sia sulla fabbri cuzione. come sui- :prçi°dotti di quello stabili mento. i . ·.

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DEL SIGN OR KRUPP

.ll. S ituazione del!o !ò\tahilimento li1•11p1•, sua produzione, s1•ceie e p1·ezzo dei suoi prodotti.

Lo stabilim ento metallurgico del signor Krupp trovusi situato ad Essen, piccola cttlà clella Yestfalia pcesso Dnsseldorf, sulla sponda dest ra del Reno, Ira questo fiume e la Ru)ut. Esso è destinato a. convertire in acciaio il lerl'o e la ghisa per uso del commet'cio e clcll'arli.glieria di qualsiasi potenza. I pezzi cli maechina, cerch ioni di ruote, rotaie di strade ferrale, cannoni' proieuih ecc. sono i suoi priucipali prodotti. 11 signor Kmpp è il solo proprietario della sua fabbi'ica, senza il concorso di nessun azi onista . Dopo quarnnt'anni cli sagr-ilìzii, cli studio, di tentativi, e di una l'ara perseveranza, egli era arrivato u .far produrre o\ suo stabilimento, nel solo il868, una quantità di acciaio friso di circa vent'ou.o milioni cli chilogrammi, rappresentante un valore di trenlac'inque milioni di lire. 1l prezzo cli fabbrica cli cotesto acciaio è cstrernamcnte variabile : in commercio, egli si complica m1cora. coi prezzi dei trasporti· e elci diritti di dogana, i quali. vanno aggiunti al primo. Così, ad esempio, là sul posto le rotaie delle strade ferra i.e non costuno che 0,50 al kilogramma, ossia 500 lire la tonnellu ta, i. cer:hioni. <li ruote vi si ragano ,1, 15 il kilogi:-arnma, ossw. ,1 1,>0 lire la tonnell ata . T1 prezzo poi <lei cannoni va' sino a nove lire il kilogra.mma, ossia novemila lire la tonnellata. I prezzi variano secondo la perdita di metallo che st fa nella. fabbricazione, il tempo che vi si impieg:) , il 1


3,2

DELLO ST.\OILillEl'ìTO J\IET.\LLUnGlCO

1JJeccanismo ecc. Cerli cilindri per i laminaloi dell'oro e dell'argento, certi stampi delicati, e speciali proiettili forrnanQ una categoria a parte, il cui prezzo è illimitato, e superiore ben so,·en1i alle noYe lire al chilogramma . L'aumento della produzione di questo stabilimento dal •1827 a venire al 1867, cioè per lo spazio di quarant'anni, è stato regolarmente di ·I 13 per ogni anno, eccettuati gli anni 18.f.8 e 1869 in cui fo della metà. f; pl'obabile che gli anni 11870 e '18711 segneranno un incremento notevole. SalYo casi rarissimi, l'acciaio non ,·i si vende nè in verghe, nè in barre, nè in blocchi; i prodolli diversi ne sortono lavorali per l'uso cui sono destinati. 1 grandi alberi per le eliche delle navi u vapore, gli arb1'es couclés pel' marina e strncle ferrate, le molle per vagoni, i cerchioni, ruote, ruotaie ecc. <·ostituiscono i 2t3 del prodotlo dello stabilimento ; l'altro ter-zo è somministrato dalla fabbricazione di cannoni e pl'oieuili. In quella grandiosa officina si fabbricano <:annoni di ogni calibro, da cruelli piccoli da campagna insino a quelli 'enormi, capaci di lanciare proieuili del peso di 500 kilogrammi. .\ tullo il 1867 erano stali fabbrica.Li in quell'officina, per con Lo di diverse potenze, più di. 2600 cannoili, il cui valore tolnle superava quarantotto milioni di lire. Yi si provvedono, o vi si sono pr·ovvisLe <li cannon i, la Russia, 1'11e ne è la rnigliol'e cliente, la Pn1ssi11, il Belgio, l'.\nstria, l'Olanda, il Giappone, la Ttu·chia, i diversi 8tllli della Germania., l'Egitto e l'Italia. L'lngl1illerra, gommo, non re ne ha. fallo costrurrc nessuno, ma "i clnnno commesse per tubiinLerni, tanto il sig. Arrnstrong, come i signori Witliwort e Blakely. l cerchioni, le ruote piene d'acciaio, le rotaie per l<' strade ferrale, le sale in a.cciaio fuso per le locomotive€' per i yagoni, i granlli alberi ecc . costituiscono, c-ome si è accennato più sopra, il prodotto principale

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DEL SIGNOll Kf\Ul'l'

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dello stabilimento di Essen. Cotesti prodotti godono di un favore speciale nel inondo cornmerc·iale, talchè le due potenze più industriali dell'universo ri avevano date nel 1865 straordinarie commissioni. ln quell'anno vi ·erano ·stali fohbricati, per conto di diverse case commerciali d'Inghilterra e di .\.merica, 11,396 cerchioni, e :j(H, salP- di accinio fuso. .L CCl'l;hioui di mote delle locomotive, i quali, appog"'Ìando continuamente sulle rotaie, trovunsi sottoposti un'enorme pressione, vengono guarentiti dal signor Krupp per un peno1·so dì quattrocento chilometri per ogni chilogramma del loro peso; quindi, un cerchione del peso, ad esempio, di trecento chilogrammi è guarentilo per 300 x 'iOO, ossia per il percorso di ·I20,000 chilometri. 1~: poi di, notare che nnllo stabiJirnento di Essen i cannoni e proiellili vi vengono folli a norma del tracciato present;ito dal comn1ittentc; per il sig. Krupp è cosn incli(lerentc il fnrc piLttl.osto can11oni a <:nmrn tigatn ehe a cannc1 Iiscin. grossi o piccoli, di un~ l'onn~ piultostochè' di un'altra; ma, n..ttu1·n.lmcn1e, egli non. si rende poi gararHn nè dclln lorn rrsistcn zn, nè' dr.llc loro qnnhtìi h:distì<"he. 1 1

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IIL 1•arti~ol:u-itn e eos<i pit1 rimarel1c,•oli dello stobilimeulo,

Essen è una pi<·c·ola c-illndina , calma e tranquilla, ~ura.versnta d.alla strn.da .re,)lc che va <la ·Coloni.a a Mindcn i conta adesso circa qunrnntamila abitanti in gran pm·tc operni dell'ollicina, nH'llll'e la sua popolaA:-iNo XVI, Vor,. Il.

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S5

ORLI.O ST.\BILl~lENTO ~IETALLURGICO

DEL S1Gl'\OR KI\Gl'P

zione nel 185J era appena di 17,000 individui; nelle sue vicinanze lrovan.si parecchie, n1iniere di carbon fossile, il più pmo ed il piì, 111etallnrgico dell' .\ lemagna; vi passano tre linee di strade ferrale, circostanza che facili La immensamente la sped izi one e la circolazione del considerevole mal(~rinlc · che continuamen te parte ed arriva. Quesle propizie circosL,1111.e favorirono di mollo il genio elci fondatore. Oltre a queste linee di strade ferrate ve ne ha una purticolare allo stabilimento, la quale gli gira lULt'altorno, e che si ramifica all'interno nei cliYersi opifìzi, tenenclo la sua comunicazione pl'incipalc colla Linea Colonia.-)Jirnlen. t un bel spettacolo quello chr, di buon mal.tino prnsontano le vie di Essen; una folla compatta di gente, come solo si incontra nei giorni di grandi feste o di dimostrazioni popolari nelle grandi citi,\, si in camm ina silenziosa e tranquilla verso l'officina, senza urlare, senza far schianiazzo, coinc succeclcl'ebbe da. noi. TuUi gli operai accedono allo stabilimento per sei porte, ed ogni operaio, entrandovi, depone, in un'apposita casscLta, unn rna('ca di in elallo, che gli vien rc~sliluito. quando ne sorte; tal sistema viene anche praticato in taluni dei nostri stabilimenti . In tal guisa, pocpi milluli ba.stano per contrnllare le ore cli lavoro di tutti gli operai. Non 1anlo per un fin e misterioso, quanto per ragioni di ord ine, il signor Krupp non perrnelle l'ingresso nel suo slabilimento a chicch essia; avvisi scritti in diverse lingue pregtmo il viaggialoi·e cli non inol t!'are una dimanda, alla C(Llalc si risponderebbe con un rifiuto. Il signor Krupp ha molte huone ragioni per atleneesi invariabilmente a questo sistema; infatti, egli è evidente ehe la riputazione mondiale cli cui gode il suo stabilimento ,,i attrarrebbe un· gran concorso di gente, e sarebbe perciò necessario di tenere un personale apposito per

acèornpagnnre i v1s1taLon m giro su di una supcdìcie di più di clueconlo ettari; in oltre la nircolazi ono, in mezzo a lulto quel gran mo,·imento di operai. di locomotive, di nwcchinc, di masse incandescenti di l'erro, sarebbe non solo diflìeilo e pel"i.colosa per i visitatori, ma rlonnosa per il regolnr·c andamenLo delle rnanovl"e. I hisugni sempre crescenti dell'industria , la necessità riconosciuta di nuove bocche da fuoco rapaci.di lnnciare proietlili di enormi dimensio ni, suggqrir·ono al signorKrupp di inlniprendere In fabbricazione e La lavorazione successint di grandi mass~ d'acciaio; egli intravide nell'avven ire l'immenso vantaggio che anebhe avllLO qncll'induslrialc, i.l <piale, pe r· il prim o, rosse riuscito a risolrc1·e il grand ioso e difficile problema. La perscYcram.a nel laroro , la fede nella scienza e nell'avvenire non l'abbandonarono rn.:ri, talchè, dopo quarant'anni di sforzi e Le111arivi di 0gni genere , egli riuscì, per via di succcssiri pérfezionameoti, a lè>11clare uno stabilimento melallmgico industriale unico al mondo, dove si oLLicue l'acc iaio fuso irr masse di trenla a quaro.ntamila ehilogram.ini, le qu,ili vengono poi. fucinale, lavorale e ridotte, colla stessa regolarità di fabbl'icazione con cui, nei nost.ri arsenali, noi possiamo fondere i noslr.i ca nnoni ordinari. la bon lù dei prodotti de llo stab ili mento di Essen è tale, che la maggior parlc delle compagnie russe , francesi, tedesche ed anche inglesi impongono ai costruttori, nei loeo capitol:1.1:i d'onere, l'acciaio Kt:upp, malgrado che i ditilLi di dogana siano soventi ubbastanzu elevati per far dare la preferenza alle manifatture nazionali . Gli Inglesi slessi l'impiegano in grande <ruantitù, sia per lo loro slrade for·nite, sia per le macchine dei bastimenti a Yapore . Questo_ colossale opifizio abbraccia, come giù si è

1


~W

DEI.LO STABJLIM•ENTO )!ETALLURGICO

DEL ~GNOR KROPP

detto, circa duecento etlari di lerreno, dei quali, circa quar-anta sono coperti dai di.versi laboratoi., ed il rimanente è solcato cla strade forral.e, èd occupato da cantieri ~ da tettoie di. deposito. Havvi pme colà clenlro una fonderia di ghisa non meno gigantesca del resL.o dello stabilimento, neìla quale si fondono le parti delle m~cchine necessarie per lo stabilimento stesso; si fu per mezzo di questa, che venn'e fabbricato nel 18i:i9 il colossale maglio a vapore, del peso totale di einquanlamila chilogr,1mmi, di c.ui si parlerà in seguito, non che molti altri magli di '.30, 12 tonnellate e via dicendo, e potenlissirni laminatoi. · In quello stabilimento si consumano 4?.00 chilooT. 0 . ',; quella destinata al servi.zio e.,, acqua a1meno a l mmuto clelle macchine viene somministrata da diversi canali ehe l'attingono a grandi laghi artificiali , i quali si stnbiliscono e si spostnno nei luoghi i più convenienti. L'acqua proviene dal dissecèarnenlo delle min iere di carbon fossile; non contenendo dessa materie solubili le qual:i possano renderle pericolose per le caldaie'. ~erdc, col~a sua pe!'·rnanenza in quei serbatoi, le par-~ .ti celle solide, e ctiventa altissima ull' uso cui vien d~slinata. L'acqua per bere è somministrala per mezzo eh un condotto, dal canale istesso che porta ad Essen l'acqua della Ruhrt. Con questi due mezzi si. oLLe1Pono i quat_tr? quinti dell'acqua necessaria; l' altro qni~to è somrmmstrato da un pozzo scavato alla pr-ofondità di quanmta metr i, dn l quale, per mez'zo di pompe, . ::;i. fo salire l'acqua su cli una torre ottngona, alta sessnnta metri, ·sorra la quale si mantiene ~n serbatoio capace d1 ceniocrnquanl.a ton nellate d'acqua. Una piccola·rnac. chi~a a vapore , · coJlocata in cima della torre , pub proiettare l'acqua, in caso d'incendio, sopra le parli della fab bric~a che f)ssero attacca te dal fuoco. ùiontauclo J)e r· cent'otlan ta grad ini si arriva in cima della torre, 1

1

37

e di lassù si go<le della vista dell' imponente panorama che ~resenta quell'immenso parco nel q.uale vengono fabbf'icate così gigantefiche cose. Bi lassù, qualche anno addietro, si scorgeva aucora l'antica: easetta del signor Krnpp, la qua.le do,,eue poi' sparire per fa i' posto ad ~llr~ fabbrica ti, e veniva pure ind ieato al viaggiatore ~l ·s1Lo dove era stata cost.ruua una cavallerizza per ù_ proprietario, il quale ha l'abitudine cli cavulcare ogni g10rno . · Trovasi nello stabilimento istesso un laboratorio di dii mica , dove t.re distinti chin'lici. stanno contimwmenle intenti ad analizzare i minerali , i carboni, le g hise, il ferTO, e soprattuuo si occupano di studiare la composizione chimica e le pr·oprietà dell'acciaio prodotto. Accanto a quèsto havvi un gabinel.Lo di fis ica, dove si espeei.menwno lf:1 qualità dell'acciaio relativam1nte alla sua foeza di coesione; ogni qualvolta si fa dell'acciaio, se ne stacca un pezzo, del quale, per mezzo di una mncchina spec iale , vien misurata lu forza cli resistenza allo schin eeiamento, alla Lorswne ed è11lo stiramento.Havvi pure un lahorc1toriò fotografico, da cui è uscila la bélla carta dello stabilimento, prern iata all'esposizione di Rerlino; tale carta è della lunghezza di nove metri e mezzo. _Vi ~i rimarca ancora una fobbri.ca di gaz per ill ummazwne, cn pace di sornministrarf.~ ol.Lo rnila fiamme . fr1 ragione cl i cinque piedi cubi prussiani di gaz pe~ ora e · per fiamma. . , · Degno p ure cli rimarco è jJ panificio, che può fornire ?gni giorno il pane suffi ciente per venti mila persone : 11 numero medio degli operai addetti alla fabbnca sta fra i nove e i dodici mila ; bisogna però consid erare c~1e molti sono ammogliati con famigl ia . Gli operai Yl possono acquistare il pane a buon mercaLo, e possono


38

an~he pagarlo con marcl!e rneln.lliclie, -le quali si scorilano poi nella percezione del salario . Gli ope1;ai hanno una paga fissa, più un a par.te sul guadagno ; vengono tuùi. ascritti ad una cassa d' associazione , la quale viene mantenuu.1 colle l'itenenzc che si fanno sulle pughe; questa cassa è s tatn fondata dal signor Krupp stesso, che vi contribui largamente. . ì\1f)diantc il fondo cli cotesta cassa, si paga il medico e si provvedono i medicinali per gli informi, si danno pensioni alle vedove ed agli orfani; dopo sedici anni di lavoro, l'opei-aio comincia a percepire dalla ca-ssa un certo assegno il quale va se mpre aumentandosi , in guisa che dopo 215 anni di lavoro l'operaio può ottenere una pension e. di riposo con paga eguale a quella che gli procacc.iava la .sua· professione. Finalmente è notevole la gran case,·ma degli operni, nella quale ciC'ca ·1500 vi sono alloggiati e mantenuti per una lira al giorno . Cinquanta fra i più ripu1.ati ingegneri, fra cui annoveransi valenti chimici.e distinti ufilziali d'.:isliglieria, sono preposti alla direzione clell' opifizio . e di tutto. quell'eserci.to di fonditori, macchinisti, fabbri', ealderni, slovigliai,, ecc. ecc . Per l'amministrazione di cotesta azienda havvi una divisione commerciale con una c·inquantina d'impieg.-Hi; la casa Krupp tiene inoltre elci suoi rappresentanti nelle piazze principali ,d 'Europa e d'America. Il Krupp avendo portata su così vasta scala la fabbricazione dei cannoni d'a cciaiò, ha fa.LI.o eosLrurTe nelle vicinanze dello stabilimento, in com unicazione della- slrada for·rnta, un poligono per il tiro e per la .prova dei cannoni, con batterie blindate, ed è prov veduto di pendoli balistici, telegrafi", ecc.' insomma cli tuuo l'occòrrente pee questo genere di esperic::nze. -C ontinuamente vi si fanno esperimenti sulle polveri,

39

DEL SlGNOlt RRUPP

DELLO S'rADILIMENTO ME'fAl,J,UllGICO

sulla forma dei èa\1noni e dei proietti, _e vi sono pure ammessi gli ufficiali di quelle potenze c:hc vi danno forti commesse. Da quanto. si è venuto sin qui esponendo, ben si vede come sia ammirabile in ogni suo dettaglio l' or~ gunizzazionc di <.ruesto_stabilimento . Si indicherà in seguito, per quello ehe si può gonoscere, il metodo usato dal signor Krupp per ottenere l'ac.:ciaio fuso in così gr-ancli masse, dando un cenno del maglio a vapore di cin<piantamila chilogramrni, e del suo sistema particolare di cannoni.

·(Continua. } .

F. BAVA

iltagg io1,e cl' a,,t,ig lier?.°a.

I ,


DELLE PRESENTI· CONDIZIONI MILITA RI ECC.

41

sistenza della ~Ionarchia, provvedimenti che per lo più sono basati· sulle esperienze degli avvenimenti · tcstè compiuti. A tale scopo l'autore stabilisce il seguente confr0nto tra le forze della Monarchia e que!le della Germania, come quello che meglio di tutto può metlere in evidenza la necessità di accrescere i propri mezzi di difesa e fornire una giusta. misura a tal uopo.

DELLE PRESE~TI CONDIZIONI ~IILITARI DEU.A

MON ARCIIIA AUSTRO-UN GHEnESE

I. F01·~a totale sul piede di guerra.

Sotto il titolo : Das Jahr 1870 und die Trerhrkraft der Jfoncirchie (L'anno 1870 e la fo rza difensiva della Monarchia) è stato di corto pubblicato in Vienna un op uscolo, attribuito all'i ll ustre autore della Hesponsabilità ·in guerra, del quale crediamo pregio dell'opera di porgere nn b1·eve sunto, e riferire i tratti più rilevanti . L'autore comin cia dallo slab·ilire il fatu, elie oggidl non può a buon dritto occupare il posto di grande pote nza militare se non qu ella che è organizzata. in modo e forte al punto che niuno Stnto dn se solo possa attacca rla con su ccesso. Siccome per arri vare a questo ord ine di potenza occorrerebbe un eerlo lasso di tempo, e ce rto non prima che siensi assodate le condizioni interne e riavute le finanze dello Stato, le proposte dell'autore tendono soprattutto a far adollare per ora i provvedimenti più indispensabili ad assicurare l'e-

a) Jn Germani.a. - 1,283,000 - 4 ,3.t:7,000 uomini, cioè 3 11t3 - 3 4['.2 per cento della popolazione (38 milioni e 4 ['.2); - più aggiungonsi. tutti gli indi vicl ni idonei al servizio non compresi nei contingenti annuali . b) ln Austria. - Truppe di linea , 800,000 uomini (f'orza normale). Confinari . 53,000 » Milizie terri toriali 22~,000 » 1

1,0W,000 uomini.

Totale

La riserva Ji rimpiazzamento (E1·sati-rese1·ve}, calcoh1ta in rogionc del 110 010 sulla forw totale, conta appena :2 classi invece di IO, e due terzi della medesima. sono necessul'i al complctarnenlo· dcJ piede di guena, dacc·hè nello stabilire l'annuale con lingcnle di. r·eclute non viene tcnut.o calcolo dei pcrcenti cl i perdita che si verificano ad ogni ch iamala (cil'ca 6 010). 1

!,,.

l


. DELLE PRESENTI COi.'iDlZIONl l\ULITAHI -

D.&LLA MON AltCHIA AUSTRO- UNGHERESE

Nella primavera del 187,J la forza (forzà. effettiva) sul piede di guerra sarà la seguenle: Truppe di linea, compresa la riserva di rimpiazzarnento . 7 11i'>,000 uomini Confinari . 153,000 'f> l. R. Landwehr. 411,000 » R. Landwehr Ungherese 70,000 » Tiratori Tirolesi 10,000 » Popolazione confinaria 22,000 »

N. B. Dopo la progettata formazione elci 3 reggimenti fucilieri (pel 9°, 1 Ò°, H O corpo) si avi:anno in più : 9 battaglioni di linea, .quindi = 484,000 uomini '3 » landwehr, » = 2,18,000 >>

1

Totale

911,000 uomini

La forza eifotliva ·presenta quindi in confronto di · quella normale 'una dilfe1·er_iza in meno di ,164,,000 uomini, ed in confronto della forza prusso-germanica 872 - 180,000 iwmini in meno.

Totale

43

702,000 uomini

b) Austria. - In ,ìa linea 280 battaglioni ripartiti in 20 divisioni 257,2,W uomini In 2" linea 223 311 ln-11.taglioni dei reggimenti e cacciaLori della riserva, e confinari . 2015,290 · » In 3a linea ,170 battaglioni <lella landwehr· (incl. del Tirolo) - ,J66,000 ))

In tuuo 673 3t4 ball.uglioni

=

628 ,1530 uomini

N. ll. Dopo la soppressione dei confini militari la forza cli 2a linea è r.idotla a soli. 1156,030, la forza totale quindi sot·ù di 579,44 O uomini.

II.

Fo1,za combattente della (antè1·-ia: (c omp·i·csi gli ufficia.li).

N. R. Nei due eserciti non sono comprese le truppe di rimpiazzarnento . Attualmente si hanno dunque :

In ,1• linea:

i-56,000 Tedesehi contro 257,240 Aust1·iaoi, ,J 98,760

a) Germania. - 463 battaglioni ossia 475,000 uomini

di linea, e cioè: 1• linea Ho b(l-Uaglion i = 1156,000 uomini, · 2• » 2 16 » della landwehr della Confederazione Nord, )) e M della landwehr della t:onfoderazione sua. In tutto 2° linea 270 b~Wiglioni = 2.116,000 uomini.

Austriaci in meno.

Jn <z• e 3• linea: 23,1,000 Tedeschi contro 37,1,290 kust1,iact', 440,290 Attsl-1'-iaci in più.

1

Complcssivumerlle: 687,000 Tedeschi contro 628,530 Aust1·iaci, quindi

58,470 ,fost·i·iaci 'Ìn meno.


DELLA MON,\ IJOHL\ AllS'l'f\0 - UNG l·IEllESE

DELLE PRESEN'l'l CONDIZIONI MILITARI ·

Tn ,f. lìnea: 270,<H).2 uomi,ni combattenti.

/~i. a~v_eniire, cioè dopo J·a formazione dei reggimenti

ln 2a

fue1hen m .Germania: e la, soppressione dei conf.i:inirmilil,&J?i in A(u;stria la differenza in meno della forza austriaca sarà· aneor maggiore, come vedesi qui sotl:o.

In 1a linea : 1

In 3a »

Torule

257,240 A.'USt1·iaci,

In 2• e 3• linea : 234,000 Tedeschi contro 322,030 A.ustn:ac·i, 88.,030 Av,st1·ùwi ù~ pi'ù.

}) 25 11,382 ' 250,000 (landwehr, compresa quella del

Ti r·olo e delt.J. :Dalmazia, circa uomini).

4,65,000 TecJ-eschi contro

207,760 Austriaci in meno.

)>

771 ,4:84 uoiuini comb1;1Uenti. '

In confronto-colla forza della fanteria tedesca si avrebbero <1uindi (1.1 trn nesso ehe amendue gli eserciLi entrino in cauwagna cop luLti i Jrnt.taglioni di campagna ) 184,000 Tedeschi çont1·0 521,484 Aust-1'iaà della i' e .2" linea vale a dir·e una clifferenza, rnimerica in più di 37,484 1w1nini

combattenti

C").

Complessivam ente : 699,000 Tedeschi contro 579,270 A·us tri'aci, HL

quindi ,1 19,730 Aust?·iaci ù1 meno. 1

La . gr,mde superiorii'l della Germania sta in ciò cli e essa può disporre di oltre fi.63 (47:il) battaglioni di campagna compleLamenre organizzati in tempo di pace con un effettivo (forza presente} di circa 255,000 uomini (compresi gli uffìziali ed i non-combattenti), mentre l'Austria non ne ha ehe soh '280 con un effetl i_vo di ~ 07,200 uomini. A tale inconveniente deve esser rimediato in modo che 'h1 fanteria austriaé:a, e eìoè la forza comb1.1 ttentc in 1• e 2• linea sia per lo meno superiore in numero a quella tedesca in ,1• linea, siccome per qiialiU1. non potrà stare ul pari della fanteria pmssiana, stante la breve presenza sollo le armi. Secondo l'opuscolo, la forza dell1;1 fa.nreria austriaca potrebbe· essere aumenta!a di H,:2,954 uomini e consterebbe : 1

(;avalle·ria combattente.

=

a) Esercito federale. - Tu ·l" linea: 380 squadron 95 reggimenli ossia o9,37f5 eavalh ln 'i " lin~a: % squadroni = 24, reggi-

ment i della i'iserva con

·15,000

Totale ·

>}

'H ,375 cavalli

----~---·-- -

·--- · - - --- - - - · - · (') Nell'attua lo organizzazione dell'esercito austriaco è pre·veduto il caso di mobilizzazione dei 6 battag lioni dei reggime'nti di fanteria e delle 6 compagn ie dei battaglioni cacciatori (cornfJagn ie di deposito) qualora fosse necessario uno sforzo supremo . Pertanto in uua guerra con una potcoza di pari rango sarebbe indi spensabilo di mettere in piede l'intera forza ancor prima di entrare in c,1mpagna.


46

47

DELLE PRESENTI C0NT)1ZI0NI MII.ITA Rl

DELLA MONARCHIA AGSTrlO-UNGHEI\ESE

NB. La confederazione Sud non ha ancora nessuna cavalleria della landwehr. L'effett.ivo normale cli pace è di circa 65,000 cavalli ripartilj in 47 1 squadroni. b) Esercito Austriaco . - - In 1n linea: 27,26/5 cavalli 411 squadroni della riserva. e 240, cavalli. di rinforzo per reggimento 15,990 » 57 squadroni della landwehr 8,550 »

rerie della cavalleria nemic'a, o d'altra pane la fanteria e l'artiglieria devono rinunciare a qualsiasi cooperazione della cavalleria. Non essendo possibile di improvvisare la ca.valletia al momento della mobilizzazione, l'autore dell'opuseolo propone , come unico rimedio, di aumenta.re l'eflèUivo degli. squadroni. -In tal modo si avrebbero le seguenti cifrè in confronto colla cavalleria tedesca:

1

Totale

/5 11,805 cavalli

NB . Per ora si può appena calcolare

sopr.a 40 squadroni della landwehr ossia. sopra 6,000 cavalli, rimangono quindi in tutto: 49,460 cavall i. Confrontando le forze della cavalleria cle1 due eserciti si ha: Allo scòppio della guerra : 59,373 cavalli ledèschi contro 27,265 » austriaci.

quindi : 32, HO ca v·ani austriaci in meno ossia. le due cavallerie si.anno fra cli loro come 15: 1. Dopo alcune settimane la differenza in rneno scende a soli 115,905 cavalli; la proporzione sarà quindi come ,J5 : H . . Nissun esercito d'una grande potenza ha pr-oporzionatamente alla propria forza un numero minore cl{ cavalleria, massime in tempo di - pace; clippiù in caso di rapida mobilizzazione questo numero solo pub entrare in campagna, menlr-e i rinforzi abbisognano di parecchie settimane per essere incorporati. 27,000 ca vu lli per un esercito cli /520, 000 baionel.te è talmente sproporzionata P : 20) che o riesce affa.tto impossibile cli disimpegnare conveni~ntemente il servizio di sicurezza e d'informazione e di respingere le scor,;

<

In 1a hnea.: 59,375 candii tedeschi contrn 35,.700 » austriaci quindi tuttavia 23,675 cavalli austriaci in meno. In 2• linea: ,15,000 cavalli tedeschi contro 1 14,9,1 0 » austriaci oltre ai 57 squadroni della landwehr con 8,1550 cavalli. ;Complessivamente: 74,375 cavalli tedeschi contro 159,060 >> austriaci, quindi

'14,4H5 cavalli austriaci in meno.

IV. h·tig lù31•ia.

'

.a) Germania. - In ,1" linea : 13 Corpi cl' esercito Baviera , Wurtemberg, Baden, Assia .

1 182 pezzi 1 192 » ·120 »

In tuLLo

14-91: pezzi

1

1


DELL.l Mb NARCIJIA AUSTRO-UNGH ERESE

DE LLE PRnSE NTI CONDlZlO i'(J ·l\lILT'l'.:UU

In

za

linea :

,t batterie a cavallo (4 I co1·pi) .

66 pezzi 234, ))

39 batLerie della riserva ( 13 corpi) 1

In tullo Co mplessivamente

300 pezzi 1794. pezzi

1

NB. Calcolall(lo in proporzione le bauerie ùella. eiserva della Confederazione Snd sarebbero da aggiungersi altri S4 pezzi, ciò che dat•cLbcro un totale di '1848 pezzi. b) .\ustria. - (Non comprese le baucne di montagna) 1 12 reggimenti i1 104 pezzi ciascuno = 11248 pezzi , i quali in confronto dei 1794- ("848) dell' ar'liglieria cedesca danno unn differenza in meno di 546 (600) pezzi da cnmp,.1gna.

GO compagnie pronte ad entrare in cò.mpagna; inoltre 46 compagnie di riserva del genio che possono essere

mobilizzate in parte. In confronto di altri eserciti l'Austria possiede un numero considerevole di truppe tecniche, ed utilizzate in modo · opporluno sono più che sufficienti.

VI. Treno .

1

1

V.

Truppe tecniche. ci) f; ermani._i . - Co nfederazione ~ord ,13 batL pionieri » Sud 3 » » 1 In tutto 16 batt. pi oni eri ossia M eompagnie pronte ad entrnre in cam pagna men Ire le eompagn ie di nserva rimangono nelle l'ortezze o possono esser· impiegate piLl tardi nei blorchi e negli assed i.. b) ,\ustria. - Genio . ,io battaglioni Pionieri 5 »

In tutto

15 battaglioni , ossia

1

a) Germania. -

,1

battaglione per ciascun corpo di

esercito. N.B. L' effettivo di pace è considerevolè, il carreggio troppo numeroso e per di più pesante. 6) Austria. - 36 squadroni di campagna con un effettivo di pace piccolissim o, 2 1 squadroni cli riserva che vengono formati in caso di mobilizzazione. Nell'opuscolo si propone un aumento di il 5 squadroni ed inoltre la formazione di 48-24- squadroni della landwehr pel caso di guerra. L' opuscolo istituis~e poi una serie di considerazioni sui preparativi e sul prin cipio della campagna franco-prussiana, facendo risultare i vantaggi dell'organizzazione prussiana e l'incontrastabile sua _supe~ riorità sentita an cor maggiormente a petto_dei grav1 disordini e inconvenienti che si palesarono nell'ordinamento militare francese . Da tali considerazioni con segue : 4° li sistema della levo in massa, come successivamente è stato organizzato in Prussia, deve essere AllNO XVI , VoL. II.

4


rso

DELLE PRESENTI CONDIZIONI MlLITAIU

accettato jn massima ed attuato p-rontamente saJV) da ìn'trodurvi' le' modifi'cazioni richieste d·alle condizioni spi;-cfali dei vari paesi. 2° Ogni Stato che ritarda questo attuameh(o métte a ·. repetitagli0 la propria esistenia; . ·· 3° ·nevèsi tener calcolo fin da princ.ipio dèlle p'r~ve fatte e dei micrlioramenti che conseguì la P'russia nello spazio di 60 ;nni, onde abbreviare _tale tirocinio di pratica e per risparminrsi dei disinganni; ---:- inyari tempo devesi lasciare campo a tu~te quelle fac1htazioni che non nuociono all'a pronta mobilizzazione,delle truppe e che non furono per anco ip trodotte iri Prussia: 4, 0 Tutta la popolazione atta ::i portare le armi deve cooperare secondo le forze a respingere un'eventuale invasione. Ciò deve essere preparato in tempo di pace; deve rendersi (amigli'are agli abitanti il proprio còmpito e mettere i medesimi sotto Ja protezione del diritto delle genti 'legittimando la loro difesa. 5° Più s'àccre$C8 in tal guisa la forza difensiva d'uno Stato, più questo è -sicuro con tro una guerra. In ra(l'ione dello sviluppo proporzionato di tale f~rza in tu~i gli S'tati del continente s'aumenta la stabilità ·della pace europea. . 6° Mediante leggi, provvedimenti opporturn, che non entrano nella sfera d'azione· dell'amminis{razione della guerra, è possibile di raggiungere un maggiore svilnppo della forza difensiva ed .una più pronta mobil·izzazione e ridurre in pari tempo considerevolmente il bilancio militare, il peso più grave per tutti i con, tribuenti . 7° La popolazione deve considerare la difesa della patria com e un dovere sacro ed onorevole e perciò cooperare alla medesima individualmente, con spontanei · sacrifizi in tempo di pace, onde alleggerire i gravami del pubblico erario; ·

DEuLA MONAI1.CH1A AUS'l'l\0-UNGHERESE

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L'autore passa qui in rassegna in appositi ·capitoli fa forza complessiva e quella delle singole armi nei due Stati e ne fa un accurato confronto, dal quale trae a:rgomento p·er propo-rre dei provvedimenti onde .accrescere la fol'za della fan ter'ia , cavaHeria éd artigl-ieria e quella del contingente ·di 1aline'aingénere; :Solo il corpo del tr,eno e le truppe tecnicfue, come vennero organizzate recentemente, corrisponderebbero · .alle ,moélerne· esigenze, anzi i1l primo sa:rebbe supe-. Tiore- a.J treno pn1ssiano per la qualità del matéti'aJe; inolLre quest'ultimo tiene un piede di pa'ce ·considerevolissimo . · N·el _capitolo . sull'artiglieria' parla per incidénza delle -mitragliatrici, e còsì , si esprime: Le mitragliatrici, come era da preveclersi, non prestarono nella guerra atluale quei servizi che se ne aspettavano 'i '.loro ammiratori: cionondimeno dimostrarono Ji essere nella difesa -eccellen te appoggio del fuoco di fanteria: in quest'ill tim o caso <ispirerann.o una certa fiducia alla fanteria, massime sfl giovane, ·e rafforzeranno quindi l'elemento morale dt>lla medesima. A motivo della loro breve gitta.la esse non sono adatte per · . -operare in massa, negli attacchi di posizioni ne'miche su terreno libero; perciò dovrebbero essere ripartite fra i reggimen ti d,i fanteria ( 2 per reggimento) ove sarebbero servite <da soldati e trainate da caval li dei reggiweuti medesimi, dei ·qnali formerebbero parte integra nte. tanfo più che pos~ono -~ devono ridursi a sparare munizioni di fonteria. Nel caso contrario ve,rre_bbero riguardate dall'ilrtiglieria in modo affatto secondario, e riunite in batterie giungerebbero ben di rado in tempo opportuno press_o i corpi di fanteria. Anche' le mitragliafrici delle truppe di presidio possono prestìlre buonrssiq10 servizio nella difesa dei forti, massime in trinceramenti tla campo e nfllle sortite.

I capitoli sur.cessivi'sui confinari militari, nel Tirolo ·e nell à Dalmnzia, hanno tln in-teresse tutt'affatto loéa'le, trattando essi dei nrezzi e delle risorse speciali che


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offrono tali paesi riguardo alla difesa dello Stato;,l'autore dedica quindi poche righe alla flotta e ne parla in modo soddisfacente, inquantochè essa corrisponda perfettamente ai modesti bisogni della Monarchia, la qua le, a motivo della posizione sfavorevole· dei suoi porti, non potrà giammai pretendere. di di-· venire una potenza marittima, quand'anche lo consentissero le sue finanze. Molto più estendesi l'autore nel capitolo de11a landwehr, ed alcuni punti meritàno di essere notati come quelli che hanno un intel'esse generale:

La landwher deve forma re parLe integrante della forza difensiva d'ogni Stato moderno, poichè , soltanto ben ordinate ed organizzale precudenlemente possono utilizzarsi le forze· esistenti e solo mediante una grande semplicità nel loro meccanismo, solo mediante razione ormonica delle autorità e dei singoli individui, secondo un impulso medesimo, può superarsi quell'attrito, che altrimenti io tempi agitati sperde una parteconsiderevole degli sforzi. La prima condizione per ottenere un accordo unanime e· fidu cioso nei momenti di pericolo si è l'eguaglianza nei servizi militari; in caso contrario ingenerasi reciprocamente negli animi diffidenza e discordia, presunzione e timidità, collisione . . . . . . . • • e segre.gamento . . . . . . . · · 11 comando supremo della landwehr in guerra spella al comandante in capo dell'esercito ; le parti mobilizzate della medesima vengono fornite di artiglieria e di truppe tecniche dell'esercito permanente.

Qui torn a opportuno un confronto dei servizi prestati dai Tedeschi del Su d nelle campagne 1866 e 1870,. per dimostrare il vantaggio immenso dell'unità dicomando, e dell'uniformità dei vari fattori componenti· la forza di uno Stato. Mentre nel 1866 le truppe della Germania del Su d non poterono essere mobilizzate in tempo e perciò a nulla valsero i buonissimi elementi che le compone-

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vano, nel 1870 per contro, allorchè le medesime erano -organizzate, armate ed esercitate secondo i prin cipii del sistema prussiano, passarono il confine franc ese ·insieme colle altre trupp e e gareggiarono sotto ogni rapporto coll'esercito prussiano, al quale perciò ar.recarono i più segnalati servigi. Ecco i punti più indispensabili per ottene re una ~fficace cooperazione della landwehr nella difesa della Monarchia quali son·o additati nell'opuscolo: 1° Ufficiali del corpo di stato maggiore; questi -organi sì importanti per la condotta di un esercito -devono essere tutti d'una medesima scuola, e com.pletamente a giorno dell'organizzazione del!' esercito intero, se pur si vogliono evitare male intelligenze nella direzione. Allo scoppiare dell'attuale campagna gli ufficiali gio·vani del corpo di stato maggiore dell'esercho del Sud furo no ripartiti fra gli stati maggiori prussiani e surrogati da altrettanti ufficiali ciel corpo di stato maggiore prussiano; a qu esto provvedimentv devesi in gran parte il buon accordo cbe caratterizza le operazioni di questa guerra. 2° Eguaglianza perfetta di armamento, munizi oni nel servizio delle sussistenze e nei regolamenti d'ogni .specie. Un esercito nel quale esistono armamenti di:versi, corre peri colo di vedere disarmata una parte <lei le sue forze tanto in campo 1.1 perto, quanto in fortezze, -come pure può mancargli la munizione d'un tale si.sterna, sia pur abbondante fin ch e si vuol e quel la di un altro sistema. Del pari riesce assai più malagevol e e costoso il ·rifornimento dell e truppe con munizioni differenti, prescindendo dall'impressione demoralizzante che tali -inconven ienti esercitan o fin da principio e dai malumori che facilmente ne conseguono. Ciò che qui è


OEI,LE PRESENTI CONDIZlONl MILlTARl

detto vale tanto più per la landwehr, nella quale entrano tutti .i , vecchi sott' uffiziali e soldati, per cui è d'uopo che trovino l'arme loro abituale. · 3° L'eguaglianza nei vari regolamenti O'Uarentisce la fiducia reciproca e )·ende possibile l'impiega re tosto, utilmente i graduati e la bassa forz,a provenienti dall'esercit0 permanente. .i, 0 La ci rcoscrizione territoriale per l'applicazione· d~lla landwehr d:ve essere fatta per distretti di reg..,. g1mento e non d1 battaglione, sistema adottato dnlla Prussia medesima in bas.e a molt8plici esperienze. Il battaglione è sopratutto un'tmità tattica; il numero. e la forza delle regioni dipendenti sono intimamente. connessi coi regolamenti tattici e di esercitazione quindi non possono essere,alterati arbitrariam ente. ,.. Il reggimento all'invece è piuttosto unità amministrativa, un · corpo morale il quale, senza s·capito suo essenziale, può comporsi di 2- ed anche di 5, 6 batta-glioni. Una brigata di 6 battaglioni può esser formata. così bene di 3 reggi menti a ! battaglioni, come di~ reggimenti a 3 battaglioni, ossia anche di ·1 reo·gimento. o d1 2 ed uno di 4 battaglioni. I distretti di battaglione dare~bero battaglioni assai dispa rati fra di loro per forza e per numero delle· compagnie; inoltre la maggiore o minore abilità delle popolazioni al servizio militare sarebbe causa di continue modificazioni ,.sia nel numero delle compaO'ni@· per battaglione, sia nella circ·oscrizione dèi distr~tti, oscillazione questa che apporterebbe non lieve danno, · ad una istituzione appena nata. Un inconveniente ancor maggiore si verifica nell erapide mobilizzazioni se i di~tretti della landwehr non son.o. identici a ql!lelli dell'esercito perrnanentj:l. Per le autorità civili sare~be pressochè impossibile il corrispo11dere in direzioni del tutto divergen_ti ed orien--

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tarsi facilme'nle nelle differénti circoscrizioni, massime {n mo~ienti in cui richiedesi azione pronti} ed imme-

diata; oltre che vecchi soldati riparti ti in vari corpi perderebbero gran parte del loro valore mqrale e difficilmente potrebbero evitarsi collisioni fra soldati già. apparten.enti a reggimenti diversi. La mn_ssima semplicità è qui la prima e più imporian'te condizione . Altri svantaggi del sistema dei dislr<' lti di battaglione sono inolti'e quelli che ri.sultano dal numero stragrande di baw1glioni dip~n denti, i quali sareh · be.ro proporzionatamente unità amministrative troppo piccole: ne deriverebbero quindi spese eccessive di amministrazione ed impossibilità di trovare tanti individui capaci di s.obbarcarsi agl i impegni che esigono i vari rami del èomando e dell'amministrazione di un corpo. Infine. le compagnie in soprannumero, e perciò separate dai proprii batwglioni, non hanno destinazione di sorta, e battaglioni di fresco combinati devono combattere con grandi difficoltà , sotto. ogni rapporto . · Leva ùi massa (Landstu,rml. - Questa istituzione è complemento necessario all'obbligo generale .di con, correre alla difesa , e permette - arir.he ad un e$ercito non molto· forte - di tenersi concentrato onde far fronte ad eventu111i invasioni; me.ntre l'osservazion e ' di pane dei confipi o d'un_ paese, il. servizio di si.cu, rezza alle spalle dell' esercito, infine l'indispensabile vigilanza delle linee telegrafiche e ferroviarie possono essere affidati alla 'landsti1;rm. · L'immenso vantaggio .d.i potere approffittare delle cognizion i, del]'esp13rienrn e del!' educazione militare di migliaia d'individqi già appartenenti ali' esercito, fra i quali rnoltissirnj sott'uffi.ziali ed uffiziali, parla troppo chiaramente in favore della landsturrn perchè sia d'uopq di addirnostr8rne l'ulteriore utilità; - al-


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trettanto evidente è poi il pèricolo d'ogni patriota che impugnasse !'arme contro il nemico o solo imprendesse qualsiasi cosa a danno del medesimo senza l'egida di tale legge. L'istituzione di società di tiro· collegasi 8trettamente con quella dell a landsturm e nulla deve essere trascurato di ciò che può incoraggiare l'amore alle arm i, lo spirito patriottico e di sacrifizio delle popolazioni. Per il medesimo scopo devesi lasciar campo alla formazione di compagnie di volontari, le quali all'occasione possono prestare egregi servizi, massime nelle imprese in cui richiedesi cognizione locale. Non è d'uopo che tali corpi vengano organizzari in tempo di pace: l'i niziativa di capi ben noti al paese, il pericolo imminente e lo spirito della popolazione devono supplire a tale difetto . Il riparto dell'esercito in guerra dipende interamente dalla forza di cui uno Stato dispone, epperò i rapporti di cifre citati nel capitolo relativo non hanno che un interesse locale. Trattandosi di mobilizzare una parte sola dell' esercito, sia per tutelare la neutralità, sia per imprendere un'operazione di guerra en tro certi limiti, converrà, secondo l'autore, impiegarvi solo le truppe di 1° linea, perch è qualora siffatte mobilizzazioni parziali dovessero durare a lungo peserebbero troppo !negualmente sulle classi anziane a scapito dell'interesse delle popolazioni. Nel capitolo su ll a dislocazi·one in tempo di pace l'autore traua della maggiore o minore con venienza di lasciare le truppe nel proprio distretto di reclutamento, manten endo pur sempre come principio fondam entale che debbono essere ripartite in modo da permettere la loro mobilizzazione in breve tempo e coi mino ri inconvenienti possibili. Però tanto le truppe di ,ta

linea, quanto quelle di riserva, devono essere divise in brigate e in divisioni permanenti coi rispettivi quaùri f\ stabilimeuti dt riserva, ogni divisione avrà per lo meno un reggimento di linea e i generali comandanti devono avere già in tempo di pace occasione di esercitare la loro azione militare. Esercitazioni tattiche. · (Veggasi la nota A in fine ov' è data la traduzione letterale di questo capo) - L'autore raccomanda di lasciare la maggior possibile imziati ra ed indipendenza ai coma ndanti delle truppe come quelle che produssero i migliori risultati negli ultimi anni; i periodi per le grandi manovre devono essere ordinati in modo stabile ed affa tto indipen dente dal caso e dai mezzi ,disponibili nell'esercito. Come in Prussia, ogni divisione deve riunirsi per lo meno durante 8 giorm e ciascun generale deve a vere occasione di comandare più volte le propl'ie truppe. Anche i reggimenti cli riserva devono essere chiamati per qualche giorno a tali esercitazioni, altrimenti sarebbe impossibile d'impiegarli in ~ampo aperto tosto che ne faccia d'uopo. Inoltre ovunque le condizioni lo perm ettano, devono riunirsi ogni anno parecchie divisioni per es1::guire delle marcie manovre, onde i generali e gli uffiziali .di stato maggiore possano esercitarsi nella condotta <lei corpi d'esercito o quanto meno abbiano occasione di assistere a queste esercitazioni molto istruttive. Infine, come in Prussia, subito dopo le manovre -autunn al i; gran parte del corpo cli stato maggiore dovrebbe imprendere un viaggio d'istruzione o di ricognizione sotto la direzione del comandante del corpo suddetto; solo in questa guisa gli uffici;ili acquisteranno il necessa rio colro d'occhio nel giudicare le posizioni militari e quelle svariate cognizioni militari che mai non potrebbero apprendere nelle finte manovre.


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Truppe di stato maggiore. - Qu.este truppe che esistono solo in Austria sono destinate a prestare se1;vizio in tempo di guerra presso i quartieri principali e gli stabili men ti dell'esercito, onde non indebolire le truppe· combattenti togliendo loro numerosi distaccamenti pei· servigi suddett.i. L'autore dell'opuscolo trova assai numerose, le truppe suddette e le vorrebbe limitate ai soli stabilimenti di 1• linea, n,entre cri.e il senizio di guardi; p~es~o quelli cli riserva può essere disimpegnato dalla la ndwehr ossi.a sfalle .truppe dei presidii,. perciò propone una riduzione della fante'ria e .rlella cavalleria di stato maggiore ed inveee consiglia la forma~ione di una gendarmeria di campo. Capitani montati. - La tattica moderna esige•· dei· , comandanti di compagnia ehe abbiamo nel combattimentò in or~ine sparso un'~zione indipenden.te ed una certa mobilità che non è possibile ottenere da ufficiali a piedi che per lo più non sono molto giovani; e ciò particolarmente dopo fatta una marcia. Egli è quindi indispensabile che in guerra tutti i comandanti di çompagn.ia · siano a cavallo, in pace basterà che 2J3 dei capitani s·iano montati, ed in compenso dell;:t maggior spesa si avrà il vantaggio che in tal guisa un buon capitano potrà prestare utili servigi per un maggior nume.ro di anni. In Prussia tutti i capitani delle truppe a piedi sono montati anche in pace; in Austria finora lo è solo 115 dei medesimi. Volontari di un anno. -(V. nota B) In questo capitolo l'autore insiste specialmente sullo scopo di tale istituzione, sqlla difficoltà di conciliare la continuazione d€gli studi coll'istruzione militare teorica e pratica' due cose ognuna dellè quali richiederebbe la maggior parte della giornata. Se l'intento non viene raggiunto, tale isLit.uzione sar~bhe un'ingiustizia manifesta, un

privilegio che ridonderebbe a danno della classe meno colta. In questo caso von·C::bbe l'aùtore si addottassero dei provvedimenti atti a guarentire l'istituzione, tanto più che l'esperienza ha dimostrato che gvan parte di questi volontari in fine dell'anno non erano in grado di sostenere nè gli esami d'idoneità ad ufficiali della riserva nè quelli d'università. Sotto-uffiziali'. - Dopo aver deplorato la scarsità sensibilissima di ·buoni sotto-uffiziali, scarsità che manifestasi pure nell'esercito pruss,i,ano, ove i ·migliori provvedimenti non valsero per anco a rimedi;ue a tale inconveniente, - l'autore propone sommariamente alcuni provvedimenti che tendono ad educare e a conservare nell'eserci,to questa parte tanto vitale del suo organismo, non senza aver premesso · che l"effétto di tali prov,vedimeuti non può essere immediato, ma otterrassi dopo una serie,d'anni e mediante procedimento sistematico e successivo. Ecco in sur:itò le proposte: ,1° Educazione fondam.entale dei sotto-uffiziali·di vocaz ione, - estendere convenientemente l'istitù,zione degli Alli'evi di corpo. . . 2° Posizioni.. maggiormente considerata t\ stimata da . parte dei superiori, sia rispetto alla truppa, sia rispetto al pubblico~ 3° Trattamento mol~o migliore dHll'auuale, per cui sia . posto in grado di frequen tene - anche con famiglia - una società più elevata di quella 'dei suoi subordina·ti. 4° Mantenimento della famiglia a carico dell o Stato in caso di mobilizzazione, larga sovvem,ione alla medesima .in caso della · morte del ·capo sia, sul campo, sia altrimenti in causa di servizio. 3° .Educazione gratuita della prole 'negli istituti governati,vi, o mediante .assegnatne!:)tO conforme.

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DELLE PfiESE;NTI CO~DlZIONI MlLITAfiI

6° Diritto alla pensione dopo un certo numero di anni (con successivo aumento) a meno che non sia provveduto di impiego civile. 7° Concessione di impieghi civili corrispondenti al grado ed agli em olumenti dei sotto-ufffiziali;- tutti <1uegli impieghi governativi che non richiedono sLudi speciali, e sopratutto i posti nelle ferrovie e nei telegrafi devono essere riservati per uffìziali e so tto-ufziali ai quali però verranno conferiti solo previo esame soddisfacente e dopo un periodo di esperim ento. In questa guisa il governo ne ricaverà pure vantaggio, fornendogli tali individui le migliori guarentigie per un esatto e coscienzioso disimpegno delle loro funzioni ed eziandio maggi or fiducia e prestezza in tempo di guerl'a. Reclutamento. - Questo capitolo en umera alcuni difetti del sistema di reclutamento dell'esercito austriaco i quali hanno un interesse affaLto locale. Rimonta dei cavalli. - Parla della necessità di introdurre la legge sulla coscrizione dei cavalli come -esiste in Prussia, la quale renderà possibile di fornire in pochi giorni i cavalli occorrenti in caso di mobilizzazione, ben inteso che si rich iederà tuttavia un paio di settimane per açldestrare convenientemente i cavalli destinati per la cavalleria e pei pezzi d' artiglieria, poich è non è probabile che si possa ottenere un numero sufficiente di cavalli addestrati in modo da farli entrare tosto in campo. Ecco testualmente come l'a utore si esprime su questo importante soggetto: « Non avvi oggidì alcuno che non sia ben penetrato della necessità d'una legge che regoli la coscrizione dei cavalli, dappoichè l'esperienza ha dimostrato anco una volt.a che in Prussia e nella rimanente Germania i cavalli abbisognevoli pel caso di guerra pos~ono essere

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forniti ed incorporati in pochi giorni, mentre da noi (in Austria) richiederebbonsi 8 settimane circa per effettuare il voluto aumento nella forza dei quadrupedi-- aumento che in proporzione è insignificante. « Questa legge deve contenere obblighi ben definiti, determinare in modo non dubbio l'idoneità dei cavalli e l'impiego speciale dei medesimi ed in caso di bisogno deve essere praticata senza riguardi , altrimenti condurrebbe a pericolose illusioni. « Credere che con tale legge si possano provvedere in numero sufficiente cavalli tosto utilizzabili per la cavalleria-cavalli da sella ben addestrati e sicuri al fuoco sarebbe andare incontro al più terribile disinganno. Il numero dei cavallerizzi diminuisce sempre più, in città ed in campagna; le ferrovie ed i molteplici mezzi di comunicazione, il continuo incarimento nei prezzi dei cavalli e dei foraggi vi hanno contribuito per molto. « Cnoltre gran parte dei cavalli da sella apparterrà ad ufficiali della riserva o della landwehr; gli altri basteranno appena per gli ufficiali montati. « Non ne rimane quindi uno solo per la truppa di cavalleria e per i bassi-uffiziali d'artiglieria e del corpo del treno; ma è impossibile di impiegare tosto nel vero servizio di cavalleria dei cavalli che non furono giammai montati e vi ci richiedono per lo meno 4 settimane secondo vecchie esperienze, il che venne constatalo eziandio quest'anno da tutti gli ufficiali di cavalleria. « Dunque appena 6 settimane dopo l'arrivo ai corpi delle rimonte, la maggior parte di queste sarebbe atta ad entrare in campagna e soltanto una piccola parte delle medesime sarebbe in grado dopo sole 4 settimane di soddisfare alle esigenze del servizio di guerra pur resistendo agli strapazzi inevitabili. « Riguardo ai cavalli da tiro la cosa è differente, poichè ogni cavallo di i anni, si può dire, già è stato attaccato;


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essi non dev0no che ' superare il cambian1ehto di vila e cli nutrimento ed acquistare forza successivamente. Solo i cavalli da tiro dell'artiglieria, i quali vanno al fuoco, · devono essere esercitati già prima nelle andat,ure celeri sopra terreno disuguale. « Un'ahra illu.sione si è quella che mediante il reclutamento -.forzato la rnassa: dei cavalli riuscirà di quahtà migliore. -Come ciò è possibile se questa massa cli cavalli non esiste in quantità abbond·anEe nel paese? Ih caso di mobilizzazione occorrono per la linea e la milizia ·territol'iale complessrva1nente 100,000 cavalli·; supposto che nelle condizioni più favorevoli s'abbiano 20,000 cavalli di mag,gior valore che non per l'addietro, non ne avvantaggerà pe'roiò la capacità produtliva della gran massa, sp'eciahnente·· nel Lreno. « Una legge buona e severa sul reclutamento dei cavalli procurerà bensì i cavalli abbisognevoli all'esercito entro pochi giorni invece che in due mesi; ma, come si è dett.o, satà impossibile di avere in lal gu_isa cavalli tosto utilizzabili per, la cavalter'ia, ed ·anche i cavalli destinati per' le batterie avranno d'uopo di essere addestrati per alcune settimane per entrare in cornbattimento r> . Armamento. - lò·siste sulla necessìtà di uniformare · al più presto l'armam ento dèll' esercito con fu'cili a retrocarica con uno stesso sistema (fuèile Werndl), e cosi sparìrebbe l'inconvenìente dì avere d1:1 e specie di mùnizioni :di calibro differente, differenza JJer cui recentemente i difensori cli Strasburgo rimasero prìvi di munizione ad onta delle pr'ovvigioni abbondanti di cartucce che però non potevan o essere adattate al fucile in uso presso le truppe. Provvig1:oni. :.._ (V. qota C) Colle esper·ienze deglì anni 1866 e 1870 alla mano l'auto re di rnostrn quanlo ·sia necessario di t\;nere un approvvigionamento completo ehe corrìsponda non solo dlla fo rza del pied·e di · gu·erra,

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ma basti eziandio per le ulteriori formazioni di corpi che p'ossono av'er luògo nel corso di uria guerra, e tali provvigioni devono esseré pronte in guisa , da · poterne disporre sen z'altro al momento del bisogno. Deve val ere per massìma che la migliore guarentìcria di pace sta nella o . buona organizzazinne dell' esercito e nella ricchezza degli approvvigionamenti di ogni sorta, che la mancanza di questi ìn tempo· di pace non può essere compensata da triplicì sforzi in tempo di guerra e perciò è pure ragìone di economia che rac·comanda di provved ere in tempo opportuno. Fortificazioni. -(V. nota D). Questo capitolo contiene una serie di considerazioni pratiche sugli avve.nìmenti delle campagne 186(? e ,1870, le quali dimostrano ad evidenza quanta e quale importanza abbiano le fortific azioni nelle guerre moderne; senza di queste la sorte di un paese dipendere'bbe dall 'es ito di ·un a battaglìa, mentre che un sistema bén organizzato ?i fortificaz ioni 'ritarda e rende oltremodo difficìli an che le operazionì di un esercìto vìttorioso, e tuttora ci s la dinanzi l'esempio palpitante comP, l~ resistenza d'un campo fortificato tiene in forse l' esito di una. campàrrna la quale senza di ciò sa rebbe finita da parecchi mesi. Inoltre offrono le fortificazion; il vantaggio di poter· impi egare e.Ila loro difesa truppe giovani o poco istruite, le quali in campo aperto sarebbero nonchè d'utilità ma di grave imbarazzo, mentre <;osi pur prestando utìli servizi è loro dato tempo di istruirsi e di acquistf1re 1~ necess'arìa fermezza . Dalle considerazioni d'interesse generale passa l'àutore ali' applicazion.e delle medesime nell'interesse s peciale ddla lUonarchia. Fer·rovie. - (V.notaE): L'utìlitàdellemedesimeèmessa fuori di dubbio da'servizi che esse prestarono nelle .ultime guerre e si rivela in modo luminoso dagli immensi


DELLE PRESENTI CON DIZIONI MILITARI

successi dovuti alla rapidità dell e mosse dell'esercito alleato. Di qui la necessità di allargare per quanto, è possibile il proprio sistema ferroviario, non ommettendo di toccare per lo meno i punti forti più importanti. Spese. - Questo capitolo riguarda l'aumento di spesa richiesto nel bilancio della guerra onde effettuare le proposte svolte precedentemente, aumento, che accrescerebbe di L. 0,41 la tassa che grava sopra ciascuno degli abitanti. - L'autore fa notare che la quota imposta a ciascuno abitante pel mantenimento dell'esercito di terra era in Francia L. 10,25, nella Confederazion e del Nord L. 10 ed in Austria poco più di L. 5. Conclusione. - Quanto è detto precedentemente può riassumersi nei segnenti capi: 1° La sicurezza dello Stato riposa ora più che· mai nella sua forza difensiva (Wehrkraft) e nella celerità con cui la medesima può essere messa in ca mpo. completamente organizzala e pronta a combattere. 2° Per assicurare una difesa efficace, prescindendo affalto dall'offensiva, è necessa rio che la propria forz a non sia di molto inferiore nè per numero, nè per qualità ai possibili avversari; una proporzionedi forze dev' essere compensata da altri vantaggi, cio è posizion e geografica favorevole, buon sistema di fortificazioni, leva in massa ben organizzata ecc. 3° La Monarchia non dispone attualm ente de~ ma ssimo della propria forza, nè l'organizzazione della stessa è talmente progred ita da poter mirare con fiducia all'avvenire. 4-0 L'orgnnizzazione deve compiersi coi minori possibili cambiamenti e nel modo più economico per le finanze.

65 5° La convinzione di questa necessità deve penetrare in tutti gli ordini della popol azione. 6° Le prossime guerre non potranno farsi se non col concorso di masse eno rmi e perciò devesi fin d'ora risvegliare nel popol o - con tutti i mezzi possibili - lo spirito militare, i sentim enti di nazionalità, lo spirito di sacrificio e di abnegazione ; in breve, devesi co ltivare l'amore di patria ed alla dinastia, che ogni ci ttadino ha sacro obbligo di difendere col proprio sangue. L'illustre autore dell'opuscolo conchiude affermando che la fo rza difensiva d'uno Stato sta in intima re·lazione colle condizioni sociali del paese, ed in appoggio del suo asserto mette a riscontro la storia interna della Prussia dal 1808-48 e quella della Francia dal 1830 al 1870, traendon e utili ammonimenti. DELLA lllONARCHIA AUSTRO-U NGHERESE

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Nota A.

ESERCITAZIONI TATTICHE.

L'iniziativa accordata ai comandanti di corpo riguardo nlla istruzione delle proprio truppe noi lasso degli ultimi tro anni porta di già un benefico risultato; per contro l'impiego del tempo nei periodi ·estivi sino alla fine delle grandi manovre è Iascin lo ancor troppo in balìa del caso o delle opinioni divergenti dei superiori più elevati e dipC'odo troppo dalle proposto dei comandi territoriali e doi mezzi tuttavia disponibili perchè sia possibile di ottenere un'istruzione uniforme, sistematica in tutto l'es()rcilo, e quale r ichiederebbosi assolutamente . •

ANNO l'.VI,

VOL. H.

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OELLE PRESENTI ,;o:'iDIZlO:"<r MILITARI

È neces,ario mettervi ordine; come in Prussia, ogni divisione deve esstire riu nita per otto giorni a lmeno onde eseguire alcuno grandi muuovre, e ciascun genol'a!c deve avere occasione di comandare un paio di volte almeno le proprie truppe. Fin tanto che non verr/J. sanzionato e conseguanlernenlo praticato ques lo sistema, LlOn avremo giammai uu esercito d11 potere condurre al fuoco con pi<ma fiducia ed in poche sellimane. Anche i reggimenti della rison-a. devono essere chiamati a tali esercitazioni. poicbè sarebbe impossibile cli adoperarli tosto, in campo aperto a llo scoppio d' una guerra, se no11 vennero mai riuniti colle a ltre armi, per modo che la truppa rispolliva uon ,·ido forse 1,orauco nè ca,·alleria. nè cannoni. lnollrc, ovunque le condizioni lo permettano·, dc,,ono esser designati ogni anno più giorni per uM marcia manovra da eseguirsi con parecchie divisioni, arnnchè i generali e gli ufficia li del corpo di stato maggiore si oscrcilino nella condotta d'un corpo d'esercito o quanto meno abbiano occasione di assistere a queste esercitazioni oltremotlo istruttive. Infine deve essere introdotto iJnche da nni il viaggio di istruzione e di ricog nizione qualo inlrap1·endesi in Prussia ogni anno dopo le manovre autunnali da una gran parte del corpo di stato maggiore sotto l'immediala direzione del capo del corµo meçlesimo; solo in questa guisa gli ufficiali do! corpo d; slato maggiore possono acquistare una esatta e sicur a conoscenza delle posizioni mi lita ri importanti e per tal modo si ammaestreranno nella parlo più difficile dello operazioni di guerra, quella che non può moi offrire una manovra campale. Portanlo un esercito può dirsi atto alla gµo rra quando non s0!0 ò stato preparato teorica mente sotLo lutti questi rappor ti , ma ullorchè esercitalo praticamente ha dalo buona prova di sè.

DELL.\ illON.\ RCHa AlJSTRO-l:NGUERESE

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Nota B.

VOLONTARI DI UN ANNO.

L'isliluzione dei volontari di un anno. che è una conseo-ur-llza 0 iudispcnsahilc dcli' obbligo generale di concorrere nlla difesa ~cl~o Stato, deve essere ricolldolta alla sua origine, allo scopo 1~d1cato ne~la leggo medesima . perchè divenga di utilità pratica, reale e non fìt lizia, cioè sulla carta soltall to, e se si vu ole che l'e_ser cito I? riconosca com& un'ist.ituzione veramente proficua, mvecc d1 considerarla, come per lo più accado presentemente, quale peso inotilo. · Amitulto il YOlontario di un anno dove di.-euirc un discroto uf'lì cinle o sotL' ufficiale del la risPrva; cµpu rò deve dedicarsi tu!to il tempo della sua ferma ~cnza interruzione al la CRrriera militare, prender parte a tuai gli eserrizi pratici . o nellP ore rimanenti appropriarsi le necessarie cognizioni teoriche . Como 11iai è ciò compRtibi le colla simu ltanea con!inuazionecli a ltri studi i <Joali, Il meno che tutto non si r iduca II mera apparou7.il, r i<:b1c~ono _PBr so stessi la maggior parte del giorno? Ua qual sent1m ontJ verranno compresi gli altri soldRti non pri,·ito,,iati, ~e in grazia di alcuni volontari di un anno, dopo gl i Hs;rcizi Jaticosi del ma lli uo dovrallno sta r sotto lr1 ar mi anco ra una · YOlta o ciò n~1~ p_er pro pria istruzione? Può egli essere giustificato . e conc1hab1lo col buono spirito di una trnppa che Io scopo generale dell 'istruzione soffra detrimento il vauta""iO e c:omoditi, d'uno dei mezzi a lale sco po, mentre poi / ;isulloto no n viene ottenuto che apparentcm<'nle? Spesse volle la truppa vede gironzolare e divertirsi l'int<>ra mattinata i rolont;iri di un anno sollo protesto di frequentare gli stu di. Come possono dunque godere del voluto rispetto .,.,i 0 uffi~i_a(i od i so ll'uflìciali delln l'i scrva, che pure sono iudispc n. sahd1 111 caso d1 g uerra e si reclut11no per lo più fra i vofoll_ tari di un anno? Come soprattutto può giustificarsi unn ~imile disuguaglianza rispetto alla legge in uno Stato costituzioualc,


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DELLE PRESENTI CONDIZlONI l\II L!TARI

se lo scopo prefisso non viene raggiunto, anzi non può osser raggiunto in tali condizioni? Ogni persona intelligente, massime se militare, è convinto della necessità di rimediarvi nel senso sovra espresso e l'amministrazione della guerra lo farà certamente quanto prima, tanto più che l'esperien a ha r eso persuasi la maggior parte dei volontari e loro parenti come non sia fo tti bile di conciliare gli studi col servizio volontario di un anno (1).

No ta C.

PROVVIGJONI.

Le r,sperienze degli a nni 1866 e 1870 hanno chiaramente dimostrato come sia di una importanza decisiva oltre all'avere già in tempo di pace una buona e pienamente compiuta organizzazione di guerra, il tenere in pronto masse considerevoli_di tutti quegli oggetti, che in caso di bisogno non possono essere provveduti in nessuna guisa sì tosto come sarebbe necessario. I.a Prussia possedeva provvigioni abbondanti non solo pel piede completo di g uerra, ma eziand io per le nuove forma:doni e per gli eventuali rinforzi e le aveva disposte in modo che non era d'uopo di cercar le in tu tti i sensi per metterle insieme al momento del bisogno. I suoi avversari al contrario difettavano di tutto quanto ciccerJ1~vn la prima formazione di guerra; - in Austria, perchè il Parlamento non volle giammai accordare le provvigioni di r iserva che il ministero della guerra aveva chiesto replicatamente; in Francia, perchè provvigioni quantunque in parte abbonda nti erano disposte sì· malamente che non arrivarono fo tempo, o!trB a che erano incomplete.

le

(1) $ i è dato spesse volte il caso che giovani zelanti e coscie11ziosi si ammalarono per soverchia applicazione, la maggior parte poi non pot,è superare nè gli esami di università, nè quelli ad uffiziale della riserva.

Dj!:LLA MONARCH IA AUSTI\0 - UNG-H~RESE

69 ,

Qual profitto arrecò all'Austria ,no! 1866 la seconda leva se fu possibi le nè vestir la. nè armarla? Ed i cavalli comperati poi quali mancavano le-bardature? Si dovette mantenere uomini e cavalli senza utile .di sorta, senza potere riempiere i vuoti e neppure r inforzare l'esercilo con nuove truppe. A che giovano d'altra parte le provvigioni incomplete? per esempio 500,000 fucili senza buffetteria, 100,000 tuniche in più senza pantaloni, !lè biancheria, nè scarpe? Come infine puossi armare i9, breve tempo quando esistono -bensì tutti questi oggetti, ma dispersi per ogni dove a cento miglia per maggiore comod~t~ dei fo rnitori o d~ll' amll/-,inistrazione? Sotto questo rapporto si sono compi uti in Austria non piccoli ·pr ogressi in questi ullim~ tempi proporzionatamente all'esigui.tà 1 dei mezzi; ma molto aÌ1cora r imane da farsi. ., Deve valer e per massima generi11c~ ed indiscutibil é che la ,maggiore economia , la tnigliore giranzia di pace stanno ~.él\a ricchezza di ben ordinate provvigioni d'ogni genere; che alla mancanza di que_s le si cerca rimc,diaro allo scoppio d'una guerra ,con acquisti precipitati pel ' doppio e, pel, triplo. del prnzzo Òr-' dinario, ma il più delle volte invano , sia perc~è 19 pr,ovviste, giungono troppo tardi, sia P,er r,li,è sono talmente cHtqve che la. maggior parte degli oggetti è r esa inservibile prima del tempo. Sarebbe facile provare colle ciffO alla mano che pr~cedendo iu siffatta guisa il vestiario el'armamento dell'esercito austriaèo dal ] 847 in poi ha costato più del doppio del suo valore ef-;fetlivo secondo i prezzi normali in tempo di pace, e cionon·dimeno-per poco che' dur;iss.~ la g uer~i, l'e~ercito era_sempre lacero per mancanza di provvigio.nL . Le g randi masse che si mettono' in campo o,ggidì esigo,no .approvv1gionamenli più con~Jdr revoli non sol.o in proporziOD;e alla forza, ma perchè diminuisco.no n~o!to più faci lp10nte e, maggiori sono i rinforzi di cui abbisognano; oltraccjò soldati giovani per difetto di esperienza e di pratica rovinano as~a.i più il vestiario e' l'armamento, sciupano e disperdono moltis: simi oggetti e specialmente la m·ui:iizione durante il combat'timentò . nig uardo a quest'ultima la campagna del 1870 olfre dei fattJ veramente straordjnari, incredibili, sicchè per le prossimegu!lrr~ ·devesi calcolare il doppio di quella quantità che consumavasi J)~l' l'addietro. '[1011


),,

I

70

DELLE PRE$ENTl CONDIZIONI llllLl'fARI

Nota D.

.· -

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FORTIFICA ZIOKI. Un sistema ben coordinato cli rortifìcazioni permanenti è una delle condizioni più essenziali per la difesa di uno Stato e ne . ' sia proni la storia degli ultimi tempi. Nel 186'3 (giugno), l'esercito austriaco del nord non avrebbe· potuto trasporlursi riunito dalla Moravia in Boemia, se la o-ran piazza di Olmiitz non avesse protetto in certo qual ~odo quel paese. Le fortezze della Boemia benchè elci tutto insufOcien li r ispetto alle medesimo esigenze, pure impedirono al nemico di servirsi delle ferrovie nella sua marcia l'U Yienna, che perciò venno ritardata, ed iuollre lo costrinsero. come Olmi.itz, a lasciaro addietro considerevoli distaccamenti. Nell o stesso unno l'esercito austriaco di'! sud non si sarebbe potuto mantenere di fronto alla triplice forza del nemico senza le fortezze del VenC'to, nò tanto meno avrebbe potuto cimentarsi in una battaglia offensiva . Il concen tramento vorso il nord non si sarebbe potuto eseguire se il quadrilatero non avesse imperli lo all'esorcilo italiano Ji prendere la strada di Vienna; sen7.a questo concentramento però i Prussiani sarebbero en. trati in Vienna già il 20 di luglio. Ad onla di tutto ciò la capitale sarebbest11la mcendiala certamontesenza la tanto sprezzala testa di ponto presso Florisdorf. Nei! 1870 Strnsburgo o Metz impedirono che i confederati passassero la Mosella coll'intero loro esercito prima della metà di agoslo, e senza quello fortezze i Prussianis arebbero entrati in Parigi verso la fine dello stesso mese. Le altre fortezze, quantunque piccole, di antica costruzione ed armate debolmente, opposero g randissima resistenza, ritardar ono assai e resero oltrog:iodo difl:icile la marcia in avanti del nemico. È da notar, i che tutte queste piazze fortificate, come anche Strasburgo, oruno occupate quasi esclusivamente con mo bili e

DELLA MONARCHIA AUSTnO-UNGHERESE

7•1

guardie naziona li le quali truppe non pote111rno per nul la impiegarsi in campo aperto ; dippiù esso divennero i punti di riunione o d'appoggio della piccola guerra iniziata dai franch i tiratori e da lle gui.1rclie nazionali contro l'eserrito invasore, la quale costituisco tuttavia uno dei più gravi pericoli por g li alleati. Ma tulle queste fortezze non a,Tebboro prolrallo di mollo lu fine dello guerra senza le rortifìcazioni di Parigi; la battaglia <li S(,cJan si sarebbe data probabi lmente dinanzi a P:1rigi, e colla sconlìtta doi Francesi la sommissione della Francia sarebbe staia compiuta. In tal modo una diversione dell'esercito dì &lac-Mahon non avrebbe trattenuto i Prussia ni di tentare un colpo di mano sopra la c11pitale non forti!ì crit.1 . l'esito drl quale sarebbe stato rro babilrnonte favorevole: d'altra parte la sconfitta del maresciallo avrebbo r eso impossibile I' ulteriore continuazione della guerra. Com<~ si sarebbe potuto oli lizzar e pr,r la cti fcsa l'immenso materia le d'artiglieria di mariua e le truppe stesse di marina, se Parigi non fosso ~tata fort!lh;ata 'I Le Ievat() in mas~a nelle guerre moderne forniscono una qnanti l/t di truppe chr, 11110 s,·oppio drlln gurrr11 noi, sono alte affatto nd entrnrA in ca mpagna, anzi la loro presenza prer,arn imbarazzi all'esercito combattente e lo indebolisce moralmente, come nccadùe difatti nll 'osorcil.o di Mac-~Ia hon alla flue di agosto. Per contro in fnrl07.7.<'. ed in campi trincerati sono un ottimo elcmeuto di t.lif0,a cd han no agio di istruirsi e r cudersi atli al servizio cli campagna ; ne abb iamo la prora or ora: gii stessi mobili che l'urano dispersi dopo breve coinballimon to da troppe in numero assai inferiore di rendono pir.cole fortezz<~con energia e costa nw VPramantc lode,·oli D'altra parte lo capitali odierne r11dunano in sè unn tal9 ricchezza e tanta parte rlHgli interessi montli ed intelle tlmili d'uno Stato, che l,t loro perdita non purmolterà guarì di continuare la guerra. La conservazione delle medesime non deve dunque dipendere ùall'esilo incerto della prima bullaglhl ca mpale, ma esse <l'evono essere protette in modo pormanenle, sia mediante un buon sistema di piazze rorti coll ocato in posizioni vantaggiose tra il conOoe e le grandi città, sia mediante g randi campi trincerati intorno a.11.:i capitoli medPsime, ciò che offre maggiore sicurezza. Sotto questo rigunrdo la Francia per mezzo dell 'opera geniale di Vauban ha dato un esempio grandioso sul modo di difendcru un µaese conlro le invasioni.


DELLE PRESENTI CONDI ZIONl l\llLITA Rl

Ciò non bastava porò dopo il continuo crescere <lolla forza degli eserciti sin dal principio di questo secolo, e Luigi Filippo ristabilì la priroiera favorevole situazione costruendo le fo rti·ficazioni rii Parigi e J.ione. li Belgio co ll'aver circondato il suo porto pH1 importante con un vasto campo trincerato, destinato a contenere tutta la forza dello Stato - opera veramente gigan tesca - ha assicuralo in vero modo la propria indi pendenza, e meglio certamente che con tutti i trattali europei. Un paese cho rimane sordo dinanzi tali esempi e verità. e che non può risolversi a itrandi sacrifi ci allo scopo di erigere un for te baluarrlo contro invasioni eventuali, è bell'e perduto oggidì, il suo credilo discenderà a zoro, poichò riesce evidente che la sua esistenza è basala sopra meri accidenti di fortuna, non dipendendo che dnll 'esito rl'una battaglia, che infine sta in mano d'ogni potente vicino di ottem,re ciò che vuole colla sola minaccia d'una invasione. In simili mom enti non gioverà neppure la !ovata in massa di tutti gli uomini atti a portare le armi, nè quulu oque altro sforzo eroico perchè manca l'unico mezzo per trarne profitto - cioè buone e sicur(' fo rtiflcé1zi oni - nè larnpoco si po trà guadagnare tempo suffici ente per portare io prossimità del confino minaccialo le forze nuove organizzate dell'esercito permanente. Quale onesto patriota vorrà sottrarsi p1u o lungo alla verità lampante di queste considerazioni ? Qualunque ingenuo confesserà che gli è ormai tempo di por mano senza indugio ali ' esecnzione del progetto per la difesa generale de llo Stato, e di uccordare subito lo somme all'uopo necessarie, sia pure mediante apposito presli lo .

Nota E. FE RR O V 1E.

Quunlo valga un ben combinalo sistema di ferrovie in tempo di guerra, quando sia sFru ttato in modo conveniente e senza riguardi, lo dimostra con evidenza maravigli osa l'alluale cam_pagna, massimo per ciò che riguarda i c<'nfederati.

f t

DELLA lllONARCHJ A AUSTRO- UNGHERESE

73

In Austria, ad onta dei notevoli progressi fatti negli ultimi tre anni, la rote ferroviaria è lu lla,,ia opera difettosa non essendosi paranco riuscito di coordinare i vari tronchi secondo un piano unico e generale. Specialmente le linee principali lasciano molto a desiderare e non corrispondono affatto alle moàerne esigenze, mancando osse per lo più di doppi binari sebbene in taluni tratti esistano già le relative sollo-costruzioni. I doppi binari moltiplicano non solo la capacità di lavoro d'una linea, ma la pongono al sicuro dai piccoli accidenti che ne incagliano sl sovente l'osercizio, il che in guerro ha tanto maggior valore inquantochè ritardi per sè insignificanti possono mandare a vuoto le più importanti combinazioni. In Germania ed in Francia tu tte lo li nee pri ncipali sono a doppio binario ed i pochi tralli che in principio di luglio erano ancora a binario semplice vennero forniti d' un secondo binario durante la mobilizzazione doli' eser cito impiegandovi i mozzi all'uopo più efficaci. Un esempio ne offre la ferrovia da Hanau a Francoforte. Non meno importante è la co ngiunzione delle stazioni ferroviarie noi grandi centri ; infine è indispensabi le di mettere in comunicazione colle linee ferroYiarie le fortozzo ossia quei pu nti destinali ad osscro fortificati in caso di guerra onde potere accrescere o completarfl in tompo opportuno lo rispettive provvigioni. Si compia dunque colla massima energia la costruzione dolio linee inizinte e progettate e tengasi bene a mente che ogni chilometro di ferrovia ben pianlata accresce l'interno benessere o la difesa generalo dello Stato.

CON CLUS IONE. Infine la fo rza d'uno Stato sta in intima relazione con tutti gli interessi sociali e por convincersene basta esaminare pel breve periodo di 40 anni la storia interna delle due potenze che ora combatton o la piìi grande dell e guerre morlerne. Da una parte la Prussia, quasi annientata e senza esercito nel 1807, si rialza ben tosto con uno sforzo supremo e nell'epoca succe.ssiva sino al 1848, attraverso alle più grandi rlif-


\'

7/J,

DELLE PRESENTI COND1ZIONI J.nILlTAIU ECC.

ficoltà e lottando sempre con ammirabile ·costanza e tenacità, appoggiata da una intelligente ed onesta amministrazione, compie lo svilnppo della propria 'forza e si prepara un prospero· avvenire. D'altra parlo in Francia dal · 1830-1870, ad onta dello splendore esterno e sempre crescente e di un'agiatezza pnr lo addietro mai conosciuta. l' amministrazione cade moralmente sempre pit1 basso. e solo polrà essere rileYata dalle durissirn-e prove cui ora è soggetta. Come in Prussia un tempo, così anche da noi devesi mettere da [Jarte la ricerca dei piaceri e quella spensieratezza che ogni dl vanno crescendo; al loro posto dobbiamo sostituire onesta serietà e fermo volere; l'egoismo deve esser bandito e solo il sentimento del proprio dovere domini ovunqun; alla rilassatezza ed al la mancanza d'enet'gia sottentri un'instancabile operosità, sparisca la corrnzione, si schiacci la miscredenza; l'onestù, l'amor proprio, lé1 fede e la vera religione penetrino in tolti gli animi•. Quando saranno banditi pflr sempre tutti i mAli che quasi inosservati e sollo apparenw fallaci logorano la soeietà moderna, che infestano non solo la famig lia, mn tutti i rami della pubb lica amministrazione, allllra crescerà il. rispetto alla legge e sacra 'ctiverrà l'autorità che da essa emana. L'esecuzione puntuale delle leggi e prescrizioni è la condizione sine qu.a non dell 'esistenza d'uno Stato.

\.

PROGETTO DI LEGGE SULLE BASI GENERALI

PER L' ORGANAMENTO DElL' ESERCITO APPROVATO DAL SENATO DEL REGNO 8 J>I\RSENTATO DAL M.INISTRO DRLJ.A GUEHI\A

( GENERALE MAGì1ìANl•IU(;O'r'l'l)

nella tornata della Camera dei Deputati del 25 marzo l;,7l. -

SHlNORI !

L'attuale organamento del!' eserci to comporta la formazione di 20 divisioni attive. Su questa base sono tatticamente ord.inate e ripartite le truppe delle varie armi . est hanno gli apparecchi di mobilizzazione. Sarebbe ce~t/Jmente desiderabile di poter ampliare cotesto ordinamento, cosicchè in caso di gt1crra sì potesse mettere subito-in campagna un maggior . numero di divisioni perfettamente costituite ; ma per questo bisognerebbe aumentare in tempo di pace il numero dei corpi delle varie armi, la qual cosa non è permessa, almeno per ora, dallo stato delle nostre finanze . Epperò, se le 20 divisioni dovessero essere mobilizzate per la guerra, occorrerebbe costituirle de lla maggior foria che la formazione di1•isionale può accogliere senza inconvenienti, e che può essere opportunamente di 15,000 combattenti. Per le 20 divisioni attive abbisognano quindi 300,000 uomini , e questa forza vuol essere non già figurativa sui ruoli ed in-


ì

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PER L' ORGANAMENTO DEI.L'ESERCITO

PROGETTO DI LEGGE

stahile, ma reale e costante. Altri 100,000 almeno si richiedono di riserva per poter riempire mano mano i vuoti che giornalmente si' fanno nelle file dell'esercito a ttivo per malattie e per perdite nei combattimenti. E perch,è questi 400,000 uomini siano , come è indispensabile, proprbmente presenti e disponibili, è mestieri risulti~o a ruolo per non meno di 500,000 . uomini, dacchè è norma· che un quinto e non meno siano gl' indisponibili e gli assenti, cioè gli u9mini allo speciale, a scontare pene, ritardatari alle chiamate sotto le armi , ecc. Perchè poi l' esercito attivo possa interamente e lib«Jramenle impiegarsi nelle operazioni in aperta campagna offensive o difensive che siano, e possa senli1:~i ·sciolto 'e sict;ro nelle sue mosse, è necessario abbia dietro a s.è un secendo esercito, parte del quale lo spalleggi imm~d\~tam~nte per garantirne la base di operazioni, per assicurare le linee ai ' tappe e per occupar e, fra il .fronte e la base di operazione, posizioni difensive importanti e le fortezze o costituirvi riserve strategiche ; e l' altra parte forni sca nc,11' interno dello Stato i presidii necessari alle fortezze, alle coste ed a l manten'ilnento dell 'ordine pubbÙco . A questo secondo ·esercito si richiedono altri 250' 000 qomini a ruolo per aver ne 200,000 effettivamente presenti e · disponibili. Onde la forza armatc1 di terra che ci abbisog na salirebbe a nQn meno di 750,ooo· uonùni, così ripartii.i : · '

Primo esercito, Esercito att-ivo : Parte combattente . .

300,000 uom,ini

P,u'tl:l complementare o riserva per rinforzi. . 100,000 Jndisponibili . . lÒ0,000 Totale.

> >

500,000 uomini

Secondo esercito. Milizia. p1·ovinciale.

Totale generale.

250,000

>

750,000 uomini

77

La legge organica 20 marzo .1854 sul reclutamento del l'C'sercito non dà modo di otlemire questa forza ; indi· la necessità d'introdurre in essa le opportune modificazioni, al che essenzialmente intende questo proget.to di legge, che, votato dal Senato, è ora prt~sentato alle deiiherazioni dèlla Càtnera dei 1 deputati. 'P er 'ottenere la volu ta forza si presen lavano due mozzi : o alluùgare l'obbligo al servizio militare, o, se non sopprim ere, . restri ngere con~iderevolmente i motivi d'esenzione dal 'servizio . militare, attalchè fosse bastantemente aumentato il contingente annuo di leva. Par ve che il primo mezzo avrebbe meno radicalmente alteralo il vigente sistema di reclutamento, e · sarebbe quindi tornato più -accettevole ed anche meno gravoso alle popolazioni e nello stesso ,tempo di più economica applicazione, quando adoperalo in ginsta misura. ~mmesso il ,principio del l' allungamento cieli' obbligo al sei'vizio, rimanev,1 a decidersi, se si dovesse mantenere il sistema cl i riparlire il contiugente annuo in P ed in 2• categoria, oppure compren<lerlo tutto in una sola categoria da tenersi per un . certo tempo sotto le armi e poi in congedo illimitato pel restante dell'obbligo al ser vizio. Senza dub bio, al punto di vista del la qual ità dei soldati, il sernndo sistema sarebbe il migliore, perocchè darebbe soldati Lntti perfettamente istrui ti e disciplinali, quando, b·ene inteso, siansi tenuti sotto le armi il numero di anni a ciò Jiecessario ; ma se è il più conveniente sotto a questo r apporto, non lo è sotto a queilo della spesa, alla quale lo sta to delle nostre finnnze ci impone di avere seri riguar di. Por c1uesta cons,iderazionc~, si è proposto di mantenere i l primo sistema, quel lo fin qui seguito ; e, presa per base 'la forza da r a€;·ginngersi, si è studiata quella combinazione doi termi11i del problema, la quale portasse a solu zione da conciliare la buona costituzione dell' esercito co l minore aggravio possibile alle popolazioni ed alle finanze dello Stato.


78

PROGETTO DI LEGGE

;

Si divisò : di prolungare da 11 a 12 anni l'obbligo al servizio della 1• categoria, e da 5 a 9 quello della 2• categoria ; di stabilire che la ferma sotto le ar mi per la l° categoria non dovesse eccedere 4 anni ; che ali' esercito attivo fossero ascritte le otto o nove classi meno anziane di la categoria e le quattro o cinque classi, parimente meno anziane, di 2' categoria, ed alla mili zia provinciale le altre sl di 1• e sì di 2' categoria. Di questi termini sol tanto venne invariabil mente determinato il prim'o, la durala dèll'obbligo al servizio militare; agli altri si lasciò una certa latitudine, sia per non rendere ill usoria la prer ogativa che ha il Parlamen to di deliberare ognj anno e la spesa per l'esercito e il contingente di leva di l ' categoria, sia anche perchè rimanesse un certo campo nella distribuzione delle classi di ciascuna categoria tra l' esercito attivo e la milizia provinciale, cosicchè l' une e l'altra si potessero semp,re comporre nel modo più conveniente ed opportuno tanto per il numero quanto per rispetto nlia qùalità degli uomini. Rispetto alla qualità una cosa èi indispensa bile, ed è che al!' atto della mobilizza~iooe, la parte comba !Lente. le 20 divisioni, si possano in teramente comporre di uomini perfettamente istruiti e disciplinali, cioè di soldati di 1• ca tegoria . Bisogna quindi incorporare in esse divisioni tante classi. di l' categoria quante bastino a fornire 300,000 uomini presenti ; ed evidentemente il numt~ro ct~, lle classi da incorporarsi dipende dal coritingent0 nel quale furono levate. Cos), ad esempio , 8 classi lev,1te di 60,000 uomini caduna sono assai a dare cotesti 300,000 uomini; vi si richiedono invece Il classi levate di 45,000. La r iser va di complemen to o ·di rinforzo può invece essere costituita interamente di uomin i di .2· categoria, i qual i, avendo ricevuto precedentemente un' istruzione da 3 a 5 mesi, potranno prontamente com pletarla presso ai depositi ed ai distretti, ed essere q•lincli a partite mand;'lli a riempire i vuoti nelle,file combatten ti : A form are questa rbeno. c'i vorra nno cl.i 3 a. 5 classi, secondo che ii contingente annuo di 2' ca'tegoria risu lti .di 45,000 o 30,000 uomini.

PER L' OllGANA~lEf\TO DELL'ESERCITO

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La milizia provinciale per avere una certa consistenza e solidità non dovrebbe essere totalmente · composta di soldati nuovi, come sarebbero ·qnell i di 2• categoria; ma giove,rà ne facciano parte alcune classi di P categoria ; e sarebbéro le classi pili anziane. In tale combinazione gli uui apporterebbero la sperienza della vita militare, gli altri il baldo vig'o re della mo.ggiore giowntù ; e siffatto composto tornerebbe, se non ottimo, abbastanza buono a llo scopo cui è istituita cotesta milizia, quando i due elementi fossero ..numericamente in giuste proporzioni. A ciò tende il disposto del!' artico lo 2l dell' annesso progetto di legge. Pel fotto adunque dello accrescimento della forza militare, la legge organica 20 marzo 1854 non verrebbe a soffrire altra modificazione se non quella dello allunga mento dell'obbligo a l servizio militare delle due categorfe. Questo sarà certamente un aggravio per le popolazioni, non però nella reallà così serio come' nell 'apparrnza. Diffatli per le classi di P categoria aggravio non è, ma forse ò alleggerimento, dal momento che viene scemala la durata della ferma sotto le ar mi, se non di due anni, a lmeno di uno; e negli ultimi anni dnll'obbligo a l servizio. coteste classi, invéce di essere soggette, come nel passato, al richiamo nei corpi dell'eserci to a ttivo, saranno assegnate alla milizia provincio.le, la quale ben diftìci lmente dovrà incontrare tutte le fat iche ed i pericoli del primo. L'aggravazione sarà piultoslo per la 2• categoria, il cui obbligo di ser vizio venebbe pr olratto di 4 au ni. Ma, se si tien conto che in questi ultimi quattro anni le classi di 2' categoria andranno ascritte alla milizia provincia le, il peso non sarà poi trovalo gran cosa. Ad ogni modo, se pur fossevi maggior peso per le popolazioni, que5to grnverù totalmente sugli uomini in congedo illimitato e non si farà quindi realmente sentire se non in caso di guerra, quando cioè il paese deve saper virilmente soppor-


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PEn L' onGAl'i..1.~IENTO DELL' ESEnCITO

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PROGETTO DI LEGGE

tare p_esi anche maggiori e far qualunque sacrifizio per l' integrità del proprio onore e della propria indipendenza . Esposto così il concello generale del presente scboma di legge, emergono da sò le ragioni degli arlicoli 8, 9, 12, 13, 20, 21, 22 e 32, onde non rimane che a dire brevemente quello speciali degli altri ar ticoli. Col 1° articolo si vorrebbero istituire i volontari per un anno e senza soldo. Non è qu esta una noviln, mal' imita1.iono di un'istituzione che da molti anni esiste presso un altro Stato, e che per questo stesso fatto porge guarentigia di convenienza. Lo scopo essenziale per il quale so ne propone l'adottamento è quello di costauiro un vivaio per il reclutamento degli uffiziali inferiori e dei sotto uffiziali della milizia, mentre senza scapito per l'esercito e por il paese si offrirebbe qualche facili tazione per esonerarsi in par te dul servizio sotto le armi ìn tempo di pace, ai giovani di una certa coltura, i quali non sarebbero in grado di pagare'l' intera somma per u!l'rancarsene totalmente. La disposizione, com'è proposta, sarebbe assai più larga di quella che vige in Prussia e da qualche anno in Austria, dacchè per avvantaggiarsene non si domandano nl giovano nè particolari condizioni sociali , nè speciali professioni o studi scientifici .intrapresi, ma soltanto che l'aspirante al volontariato abbia fatto con successo gli studi completi delle scuole elementari superiori. Senonchè, compiuto l'anno di volontariato, il giovane, che nella leva cudesse in prima categoria, per essere transitato alla seconda dovrebbe pagare a benefìzio dei riassoldati militari una corta qual somma, che però non potrà essere maggioro del terzo di quella che sarà richiesta, a coloro che non avendo fallo il volontariato, vorranno cc,meguire lo scambio dalla prima alla seconda categoria. Senza di questo, per mancanza di proventi, potrebbero rendersi impossibili o qu,anto meno insuflìcionti i riassolèlomenti

con premio. che ci sono indispensabili por conservare i buoni sollo uffìziali o carabin ieri. So le condizioni Cìoanzi nrie pcrmellessero di aggiungere allri 8 o 9 milioni al bilancio della guerra, pur ri mnnerare conveniontemeole· i so lto-uffì ziali e i carabinieri cho aderiscono di continuare nel servizio oltre l'obbligo loro di leva : 11011 solo potrobhesi dispensare dal lo accennato pagamento per la transcriziono dalla prima alla seconda cal.egoria i volontari sr.nza soldo, ma eliminarsi affatto l'nft'rnn cnziono, anche nel senso restrillivo drll'articolo 3· dell'annesso progetto di leggo. Ma lo Stato non p0Lrebbe ora ntTrontaro cotesta considerevole aggiunla di spC'sa, e sta puro in ciò la ragione del!' orticolo 3' .

L'articolo 2° propone l'abrogazione doi rnri modi di esonorazione e.lai servizio mililarc all.ua lmenlc conscoliti dalla leggo organica sul roclutamenLo, 11d eccezione della surrognzione di Jralello e de11"11ffrancnz100P, la quale prr altro, come sa rebbe determinalo dall'articolo 3°, più non produrrebho l'ioliora csonerazione, ma solamente il trasferimento dalla prima alla seconda categoria. li concetto eviden te di questa disposizione è che nessuno che siu idoneo alle nrmi o non Hbhin i diritti lrgali di esrnziooc. pos"a totalcnrnte 1~simNsi dnll' obblif!O ol senizio militare~. Cos'1 ogni classe di cilladini dando oli' esercito in tempo di guerra il suo cootingentr, pagherà alla patria il suo trihulo in uguale fl gi usta misura , o l' esrrci to no ritrarrà puro 110 vantaggio di grandissima importanza, quello di serbare nolJe sue fil e qnci giovani educali ed i:;trui ti che coll'affrancazione o colla su rrogn1.ione ora so no liberano. A taluno parrà forse più equa e pfo conformo al principio di cgunglianza, che lutti coloro che la sorte cìeslina nlla pri~1a ca legoria dovessero servire I' ugual tem po e sotto le armi e in congc·do ill imitato. Ma vi hanno carriere rhe nell' interesse slosso rlellll società nei tempi ordinari conviene non i_ntorromperH od interrompero per il minor tempo possibile ; n ANNO XVI, VOL. 11.

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T 8'2

PR OGETTO OI 1,EGGE

l'E fi · L' OllGANHlENTO DEI.I) ESEI\Cf'l'O

ciò i volontari di un anno in Prussia ed in Austria , ed a ciò si propone da noi, ollre a cotesti volontari, l'ammissione dello scambio dalla prima alla seconda categoria media o le pagamento. L'articolo 4, aggiunto dalla commissione del Senato od accettato dal mnistr·o della guerra, ha per oggetto speciale di procurare ali' esercito persone, lo professioni delle quali gli sono necessario in tempo di guerra . mentre la sperionza delle guerre presenti dimostra che in generale se ne scarseggia sempre. L'articolo 10 è inteso a semp li ficare il computo del servizio ai militari che furono cl;sertor i, condannati al carcere o alla r<>clusione o mandati a corpo disciplinare. L'articolo 11 propone la soppressione dell' articolo 163 della v;gtnto legge, che impone un aumento di due anni di servizio sotto lo armi agli ammessi per frodo sulle liste di leva e ai renitenti: questa pro posta è falla nella considerazione che una tale disposizione, oltre allo ammeltere come pena il servizio militare, cosa ch e non paro mollo conveniente, torna di inutile aggrario allo finanze dello Stato. L' artic0lo 13 darebbe effetto retroattivo alla progettala logge, in quanto cho ad alcune delle classi ora io servizio dovrebho aumentarsi l'obbligo militare, conforme è stabilito nella nuova logge. Questa misura può a prima vista sembr.:ir dura e nello stesso tempo poco accordevole coi principii ordinari. della • giurisprudenza generalo, ma considerando il caso concreto della sua applicazione, e lenendo conto di quanto fu accennato sopra a chiarire come il nuovo allungamento dell'obbligo al servizio mi li tare non costituisse poi in sostanza tulio l'onere che appare, e riflettendo soprattutto che senza cli questo spediento ci vorranno parecchi anni prima che l'Italia possa disporre della forza armata cbe lo abbisogna senza indugio. si riconosce l' ammissibili tà e la necessità cli cotesta disposizione. L'articolo 23 stabilisco che la milizia provinciale debba essere ordinata per distretti militari in battaglioni o compagnie,

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e che anche in. tempo di pace ne siano tenuti formali ruoli e i quadri. Nel!' idea tlcl Ministero la ·milizia provinciale dovrebbe essere essenzialmente costitui ta da 160 battaglioni ùi fanteria, ciascuno di 6 com pagnie : In compagnia di 260 uomini a ruolo, cosicchò sollo le ormi riesca almeno di 200. Ciascun distretto militare avrebbe costantemente preparati i ruoli e i quadri por formar e un numero di batlaglioni dP. Lerminato; e per assicurare la reg9larità della tenuta di essi ruoli e delle operazioni del mettersi in armi dei battaglioni, ogni distretto ha tante compagnie permane.oli quanti i battaglioni rispettivi di milizia. Ciascuno di essi battaglioni avrebbe eosì per suo centro ili òescriliOne, di amminislrazione, di istruzione e di mobilizzazione una comragnia distrettuale. Gli altri articoli del progetto di legge si riferiscono ai gra.duati d(\lla milizia provinciole. Gli uffìziali superiori saranno presi, all 'alto c!ella mobi li1.zazione della milizia, dai corpi cieli' esercito allivo, noi quali dovrassi pertanto man lenore in tem po di p.ice un certo numero {ii uffiziali superiori in pii1 di quanti rigorosamente ahbisogo erehbèro. !Ila cotesta è una nocessit/1 assoluto, so vuolsi che i battaglioni dellu milizia siano ben co mandati. Gli uflìziali inferiori saranno tratti parto da quelli che. cessando dal servizio nel l'esercito attivo, por colloca mento a ritiro o per dimissione volontaria, chiedano di far par te della milizia, e parte da coloro, i quali avendo s"rvito come volon tari senza soldo, comprovino mediante esame di aver lo necessaria idoneiti,. Questa seconda sorge.ate non può dar!l propriamente che uflìzinli subalterni ; o dalla prima dovrebbero quindi essere esr,lusiramente estratti i 960 capitani che occorrono per la mi lizia. Diffìcilmente la categoria dogli uf!ìciali a riposo o dimissionari po lri, s.omministrarc un tal numero di capitoni, i quali por etir e ro bustezza fisica siano ancora in condizioni di buon servizio. Ed era essenzialmonle [Hll' questo che nel pro-

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PHOGE'rTO DI LEGGE PER 1,' OllGANAM ENTO ECC.

gello formulato dal Ministro della guerra si proponeva di stabilire, a modificazione della legge 27 febbraio 1865, cbe gli nffizia li inferiori dovessero cessare di pien diritto e d'autorità da l servizio nell'.esercilo · attivo nel compiere il 46' anno di età, coll'obbligo però di servire sino al 52' anno nella mi lizia · provinciale, ment.re la legge del 1865 or ora citnta non con~ sen:te il collocam_e nto a riposo se Don all'età di 50 anni pei capitani, ed all'età di 48 per_gli uffiziali, subalterni . Ma la Commissione del Senato per considerazioni- che non è ora il caso di discutere, opinava di r imandare la trattazione · di qu~lla parte del la legge che avrflbbe fissato i limiti d'elà, ai quali gli uflìziali dovrebbero cessare dal ,ervizio nell'esercito attivo. l i Ministro d_ella g uerra non po teva che ossequiosamente inchinarsi a tale deliberazione, ma nel farlo non mancava di avvertire la necessità e l'urgenza ch e anche questa parte complementare della legge fo sse da l Parlamento discussa e votata. Pare al riferente che quanto è premesso possa bastare a chiarire i principéili pu nti dell'annesso progetto di h~gge, che egli spera vorrà la Camera , dei Deputati approvare, come già fu ,lpprovato dall'al tro ramo del Parlamento.

PROGETTO DI LEGGE .A,PPROVA•TO DAL SENATO DEL REGNO nella t-01•111,t-n del :l ~ mnl'zo -t s,--1 .

CAPO I. 1110,llficazioul alla legge ol'gauicn 20 ma1•zo -185al sul 1•eclutumeuto dell'es m·clto,

ArL l. Oltre gli arr uolamenti volontari cons,mtiti dal Molo Ill del la logge organica 20 marzo 1854, è ammesso uno speciale arruolamento volontario per una ferma di un anno per i giovani regnicoli che desiderano istru irsi Mile arm i. Siffatto arruolnmento. può essere contratto nei vari corpi <lelle armi di fanteria, di cavaUeria, <:!_i' artiglieria e negli zuppatç,ri del genio. Per essere ammesso a questo a rruolamento speciale, il giovane -deve soddisfare alle condizioni 2' , s•. 5\ 8• dell'arlicolo 130 della precitata legge organica, ed inolt.re alle seguenti: 1• Avere oltrepassato il 17' anno di e.tà , ma non essere ancora stato chiamato all'eslraòone a sot>le per fatto di leva; 2° Sottopor si del proprio alle spese di mantenimento , vestiario ed eqni paggianaento durante la coutratta ferma, ed anche alla provvista di un cavallo ed al mantenimento di queslo, se intende a rruolarsi nell'arma di cavalleria; 3° Dimostrare con appositi esami disposti dal Ministro della guerra di avere fatto con suecesso gli studi completi delle scuole elementari superiori; ,i• Comprovare la ·buona condotta con attestali legali.


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PROGETTO DI LEGGE PER L' ORGANAMENTO DELL'ESERCITO

Questi ~o.lontari non sono_esonerali ·c1a ver~n obhligo fii leva,. nè confor1scono ql fratello il diritto alla esenzione da l servizio. militaro. · · Per i volontari contemp lati nel presente artico lo e che ,seguono i corsi universatàri o quelli dello scuole tecniche e com~erciali st~periori, la loro chi'amata sotto le armi potrà essere r1ta_r~ata smo al 24° anno di età, purchè però ossi paghino . . anticipatamente il prezzo di affrancazione stabi lito per i volontari senza soldo . ·

Uguale dispensa può essere accordata ag li ascritt; alla seconda categoria che siano alunn-i cattol ici in carriera ecclesiastica, od aspiranti al ministero del culto in allre com unioni religiòse t'.)llerate dallo Stato, coll'obblig·o però di pres tare in tempo di guerra la loro assis lenzu sino all'età di 34 anni negli speciali e m•lle ambulanze. · Quelli di essi ChB, compiuto il 25° anno di età, non avessero ottimuto g li ordini maggiori, se trattasi di callolici, o non fossero stati dichiarali ministri dOl proprio CUilo, se trattasi di altre comun ioni religiose, o che avessero lasciato la carriera ecclesiastica dopo il 25° anno ùi età , sono chinmati sotto le armi per r icevei e l' istruzione di seconda ca lego ria, e correre la sorte della classe di lcwa dell'anno in cui.sono chiamuti all'istruzione militare.

Art. 2.

Sono abrogati i vari modi di esonerazione da l servizio mi litare concessi dal capo 3°, titolo II, della ltigge organ ica 20 marzo 1854, ad eccezione della surrogazione ùi fratello e dcll'atfrancazione come è regolata dalla presente le~go.

Art. 5.

1 volontari senza soldo menzionati a ll'articolo 1 della presente legge, i quali alla fino della contratta ferma'tianno dato prova di su flJciente istruzione militare, possono consoguini, all'epoca ciPi la leva della clP.sse ri~pr> ltiva . l'a ffrnnc:izione. nel senso dell'artico lo te rzo, pagando una somma che viene in occasione c;li ogni leva fissata per decreto reale e che non può essere m11ggiore del terzo di quella stabilita per i'atrnincazione ordinaria, corrispondente all'anno in cui si sono arruolali. Qualorn questi volontari, ollre la pro\'a d'istr uzione -mil itare precedentemento accennala, sub iscano con successo l'esame di idoneitii prescritto afl'articolo 26 seguente per esser!:) nominati uffiziali nella mi lizia provmcia le, saranno di pien diritto, per effetto dell'affrancaziouo, co ll ocali in detta milizia nel la quale essi percorreranno tutto il tempo dellà loro ferma .

Art. 3. L'affrancazione stabilita dallé1 le~ge 7 lugl io 1866 cessa di produrrehiss.olut~ esonorazi.one da l servizio militare, e produce soltanto 11 trasfenmento da lla ia al la 2a categoria nella stessa classe di lova. Il prezzo massimo Lii atrrancazione sàré\ stabilito por legge. Art. 4.

Cli studenti univorsitari in medicina, rn chirurgia, farmacia e veterinaria ascritti alla 2a categoria sono dispensati, d1etr oloro domanda, dall'istruzion e milit1.1re; ma in tal caso hanno l'obbl igo ~i servir_o in tempo di guei·:ra sino al compimento dell'anno 34• di etù, sia presso i corpi dell'esercito a ttivo. sia presso la milizia provin.ciale ri spettivamente come medici ·chirurghi, farmaci&ti o veterinari effettivi oppure semplice~ente esercenti, secondo che abbiano già conseguito la laurea od il diploma, oppure non l'abbiano ancora ottenuto. Quelli di ossi che. compiuto l'anno 25• di età, non fossero per anco dichiarati medici, chir urghi, farmacisti o veterinari -p_erdono il diritto conforto dalla prima parte di quest'artico lo e sono chiamati so tto le arm i per r ice, ere la istruzione di seconda categoria e correre la sor te del/a classe di leva del-l'anno in cui sono chiamati a!l'is!ruzione militare. 1

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Art. 6.

All'articolo 136 della legge organica 20 marzo 1854 è sostituito il seguente: « Ne lle surrogazioni di fratello è tenu to in conto del surro« gato il servizio prestato da l surrogante. »

I

Art. 7.

')

f

All'articolo 158 d<;l la logge organit.:a 20 marzo 1854 é sostituito il seguente :


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l'llOGETTO Dl LEGGE

<< La ferma di servizio nell'esercito è d.i due specie: l'una permanente, l'altra temporanea. '.< Dehbou,o conl.rarre la prima i carabioieri rPali, gli armaiuoli, " 1, musicanti e gli uomini della com pagnia moschettieri, ed i « volot1tari di cui al l'articolo 151. « È i!pplicala la seconda a tutti gli al tri, sa lvo le eccezioni e di Ct,Ji al seguente ar!icùlo 160. >) Conseguentem ente è introdotto nella legge il cambiamento delle den?minazioni. di ferma cl i ordinanza e provinciale in ferma permanente e temporanea.

<<

Art. 8. All'articolo 159 della legge organica 20- marzo 1854 è sostituito il seguente: « La durala del servizio permanente è di otto ànni, decorrenti r< dal g iorno dell'arruolamento. « Gli uomini di prima. categoria dei var; corpi dell'esercito, « r:ccettuata la cavalleria, sono obbligati al servizio militare « per 12 anni, e in tempo di pace li compiono con 4 anni « soHo le armi ed il restante in congedo illimitato. « Quelli ascritti a lla cavalleria sono obbligati a l servizio mi<< lilaro per ~, anni, e li compiono in tempo cl i pace con 6 anni « sotto le ar mi ed il restante tempo in congedo illimitato . « In durata del servizio temporario per gli ascriHi alla prima « categoria decorrr dal l° gennaio, d~! ll' anno in cut la classe ~ di lova rispettiva compie il ventunesimo anno di età. ,r Il tempo passalo sotto le armi dai volontari senza soldo,, < quando fossero ascritti alla prima categoria, è computalo a « sconto della propria ferma )). Art. 9. Alil'art 166 della legge organ ica 2o ·marzo 1854 è sostituito il seguente: «·Gl'jnscritti annoverati nella seconda categoria del contin« gcrnte sono obbligati ill servizio mil itare pei· nove ilnni, de-

correnti da l 1° gennaio dell'anno in cui la classe cli leva rispelliva compie . il ventunesimo anno di età. , « lo tempo di pace sono normalmente lasciali in congedo « illimitato. « Però. onde ricevere la necessaria istruzione militare, sono

PER L' ORGANAM·ENTO DEI,J,' ESERCl"TO

89

~

chiamati sot10 le armi per un termine di tempo non maggiorn di cinque mesi, ripartibi le in uno o più anni. » li tempo delle esercitazio::ii soriJ. possibilmente ripartito in -divursi periodi in tnodo da non pregiudicare l'esercizio delle var ie professioni. Gl' inscrilti, di seconda categoria ché <lessero prove di cognizioni mi lit.ari, specialmente nel maneggio o nell'uso delle armi, potraono essere dispensati cli una parte corrispondente delle esercitazioni. Sono escrnti dallo intervenire a queste esercitazioni i volontari senza soldo, che hanno compiuto, l'a.nno cli servizio sotto le armi. «

Art. 10.

A.Il ' articolo 162 della legge organica 20 marzo 1854 è aggiunto quanto segue: < Nel computo del ·'tempo da restituirsi per i motivi ora detti « le frazioni di anno sono valutate per anni interi . Così chi -« deve restituire 12 mesi o meno, va trasferifo alla classe di « leva snccessiva alla propria per seguirne interamente la <~ s0J1te; chi deve restituire più di 12 mesi e non piì.i di 24 « mesi, va- trasferito alla seconda classe successiva alla propria « e cos\ cli seguito )), A:r.t. 11.

,È abrogato l'articolo 163 della legge organica 20 marzo 1854. I

Art. 12. 'f mi,litari in congedo illi:uitato sì di prima o s} di seconda cate1goria possono con decreto reato essere chiamati sotto le armi in totalità, ovvero per classe, per categoria, per arma o !!)Or corpo, o. per distretto mi litare, tanto per l'istruzione loro qua,nto per rassegne o per eventualità ne lle quali il governo lo giudica opportuno.

«

«

Art. 13. Le disposizioni contenute negli art.icolt 8 e 9 della presente leggo sono applicate alle classi di prima ca tegorw degli anni


r

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PER L' 01:\GANAMENTO 'DELL' E SE II Cl'l'O

· PI\OGETTO TJI. LEGGE

1842, 1843, 1844, 1845, 1846, 1847, 1848 e 1849, ed alle · classi di seconda categoria degli ·aon i 1846, 1847, 1848 e 1849. Però, quanto ai mili tari del.le classi di prima categoria degli anni 1842, 1843, 1844 e 1845, appartenenti all'arma clt cavalleria, la durata del servizio temporario è portata a 12 anni decor renti dal 1° gennaio dell\rnno in cui la r ispettiva elasse ha compiu to il ven tunesim o anno di età .

)

Art.

9·1

ÌG.

Ali' articolo 182 della legge sovraccitata sul reclutamento è sostituito il seguente : · « li sott'uffìciale, caporale e soldato che trovasi in congedo ·« illimitato può contrarre matrimonio senza bisogno di au« torizzaziono. del Ministro rlclla g uerra. ,i ·

Ar t. 14.

/

Art. 17 . , All'articolo 16 deUa logge organica sul r eclutamento 20 marzo 1854 è sostituito il seguentf•: · « Il Consigli.o cli leva è presieduto da l prefello della provincia, « dal sottoprefetto del circondario o dal funzionario cui spetta « di farne le veci in caso d'impedimeuto, ed è composto· di « due consiglieri provioeiali designati preventivamen~o· dallo « stesso Consiglio provinciale, e di due ufOzia li supetiori o ca« pi tani dell'esercito a tli Vt) o cleila milizia provinciale o delègati " dal Ministro della gnena . « TI Consiglio provìnciale dovrà nell 'atto di nomina dei due « consiglieri designare due suppleuti. « Assi stonò a lle sedu le del Consiglio con voce consultiva lo e impiegato di prefettura focenle fun7.ione di com missario di « leva ed un ufiìciale dei carabinieri r eali .. <di Consiglio di leva è inoltre assistito da un chirurgo, e, « se occorre, anche da un med ico. »

li regolare congedo assoluto, di cui fa menzione I' articolo 324 del Codice penale mili tare, all'effello cli far cossaro la giu-

risdizione militare, non si intende.rà intervenuto che nel giorno irr cui sarà stato effettivamenl@ rilasciafo Art 18. Il militare cui spetti i l congedo asso luto , e si trovi a scontare una punizione disciplinnre inflittagli, non ha diritto a ricevore il congedo se non dopo ultimata la punizione. . Art. 19. La legge organic'a sul recl utame11lo 20 marzo .1854 sarà con ' regio decreto pubblicata di nuovo con tutte le mod ificazioni ed innovazioni ar.recate al la med esima sino al gioruo della nuova pubblicazione, e co li' occorrente ca mbiamento di numerazione degli articoli, ed introducendovi i mu tamenti di denominazione ravvisali necessari._

Art. 15, All'artico lo 161 dulia legge suddetta sul recl utamento è so~ stiluito il seguénte: « Gl i allievi cnrabiniér i ed i militari di qualunque altro corpo « dell'esercito, nel passaggio a catabiniori reali, avranno diritto « che la fe rma per manente, cui sono obbligati in virtù dell'ar« ticolo 158, abbia a decorrere dal gio1;n o del loro primitivo « arruolamento . Gli ar maiuoli. nell'essere ascritti ad un reg- · e gimemo o corpo in qualità cli capi armai uoli, dovranno'coo« trarre una nuora for ma permanente, la quale comincier ù dal , giorno della ammessione, ce-ssando però l'obbligo di t(~rmic nare la prima.»

CAPO ll. f s titu:t1io11e tl(~lln milb;ln l""Oviueinle.

Art. 20.

J

È istitu ita una milizia provinciale, destinala a· sostegno dell'esercito aitivo in tempo di g uerrn, o più particolarmente a concorrere con esso nella difesa interna dello. Stato.


PU06ETTO DI LEGGE

Essa non è chiama la sollo le armi in tempo di, pace se non che tempora neamente per I.a sua istruzione, ovvero anche per ragione d'ordine o di sicurezza pùbblica. · Iu ogni caso la chiamata sotto lo armi della mi lizia provin<;iale deve essere fatta per decreto sovrano.

I

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attivo per col locamento a riliro o per volontaria dimissiono o per congedo assoluto e che cJ1iedon o di far parte della milizia provinciale. Art. '26 .

Art. 21.

Possono essere nornina,ti Sl}tt<Ote..rnrnti nel'la ,iw,Hiz,ia provi,n ciale, previo esame di idoneità, co loro i quali hanno comptu,to il loro servizio come volonta1·i senza solclo nell 'esercito. attivo, e che hanno dato prova di sufficiente istr uzione mi litare come è prescritto dall'articolo 5 de.Ila pr esente leggfl. Questi uffiziali r10n possoùo e, sere mantenuti :nella mi li'~ia provin ciale ollro il 36° anno rli età.

La milizia provinciale si compone: 1° Dei militari di P categoria nei tre o quattro ultimi anni .(lei loro obbligo al militare. servizio, quelli eccettuati apparte.nenti alla cavalleria, all'artig lieria, al trono ed agli infermieri militari, i quali rimangono ascri Lti aL corpi dell'esercito attivo sino al termine dell'obb1igo al ser vizio militare; 2• Degli ascritti alla 2• categoria nej quatt ro o cinque ultimi a nni do! loro obb ligo al servizio militare. È però in facoltà del governo di valersi dei militari ascritti al la milizia provinciale per afforzaro 1'1~sercito attivo, sempre q uando ve ne sia} bisogno in tempo di guerra. ' . Art.

1

PEn L' ORGANA~mNTO DEl,J, ESERCITO

Art 27.

Le vacan ze doi capi,t., ni e luogo tenen ti nei corpi della milizia provinciale sono riempile, in massima, con uffiziali che c~s;;ano dnll 'esercil.o attivo ; però è riservalo un terzo dello promozioni per anzianilà di grado agli uWziali della mi lizia provincia le. l',er queste pro.mozioni l'anzian ità di grado tra gli uffizia li nel la milizia provinciale corre per arma.

.2.2.

Gli uffìziali , i sott'uffiziali, i caporali ed i soldati della milizia provinciale SOQO soggelti, quando chiamati in servizio, a lla disciplina ed alle leggi militari al pari degli uffiziali , sotto uffiziali, caporali e soldati dell' esercito attivo.

A.r t. 28.

In tempo di pace il comando e l'am ministrazione dei corpi della milizia ·provinciale appartengono ai ·comandanti dei dislretti militari. Quando essa milizia debba essere chiamata alle armi , i[ Mini,lero della gucna destina temporaneamen\e uffiziali su-periori clùll 'eserci to attivo al comando dei battaglioni. e dei reggimenti della mi lizia provinch le, ed anehe uffhiali . generali quando sia il caso di rormarne briga le e dirisio'ni.

Art. 23.

La mi lizia provinciale è ordinata per distretti militari in battaglioni e compagnie ; anche in tempo di pace i ruoli , ne suranno formali e verrà costituito nn quadro per .ogni unità tattica. Ar't. 24.

Art. 29.

Gli uffìciali de lla milizia provinciale sono nominati dal Ile. Art. 25.

Gli ufGziali inferiori della milizia provinciale sono scelti e no~inati tra i militari che cessano -<lai servizio dell' èsercito

J

Le nomine ai g radi di caporale e di sott' uffiziale sono fotte dui comandanti dei corpi della milizia provinciale, giusta le norme stobi lite da apposito regolamento.


94-

PI\OGE'l'T~ DI LEGGE PEI\ J,'OIIGANAMENTO ECC.

Art. 30 .

.L' uffìziale ascrilto alla milizia provinciale ha diritto ad unaindennità da inscriversi nel bilancio an nual e del ~iinistero della guerra: Questa indennità può essere cumulata colla pensione di ritiro.

UN Nuovo· OPUSCOLO ,

Art. 31. r

DELL' U..~PERA'Ì'ORE N,L\POLEONE III

Gli-uffiziali

della m ilizia provinci11.le possono essere chiamati presso al comando del di'strettò militare rispettivo per coadiuvare i1ell' istruzione o _nelle rassegne sì degli uomini di nuova leva, sì di quelli in congedo illimitato. In qùesta occasione essi hanno ragione ad una indennità g iornaliera d'èterniinata pèl regi_o decreto. Art. 32. In tempo di guerra si apphcar10 alla milizia pr ovinciale, quando è chiamàt'a sotto le arm i, tutte le leggi ed i regola- · menti dell'esorcìto attivo.

Soùo ii titolò; Confédération de NAPOLEONE UI ha che fa seguito a

Note su1· l'organi'sation mi'litaire de la l'A llemagne . du Norcl, l'Imperatore

pubblicato testè un nuovo opuscolo, quello sulle Ca·uses qu,i ont arnené à la capit·ulation cle Séclan, che ab~ian10 riprodotto, voltandolo in italiano, ne!Ja puntata del dicembre 1870 di quesJ.a llivista._. 'Il presente opLìscolo è divìso in otto capitoli : 1° Con, siclerazioni generali; 2° Legge del reclùtamento; 3° Reclutamento dei quadri dell'esercito; 4° Composizione ed effettivo cl' un corpo cl' armala { piede di · pace); 5° Composizione ed effettivo d'un corpo d'armai.a (piede di guerra) ; 6° Stato cl elle for-ze della Germania del Nord {piede d_i pace); 7° Slato delle forze della Germani.a del Nord (piede· cli ·gu erra); 8° Riepilogo .


96 -

UN NUOYO' OPUSCOLO \.

I capitoli ~ , 3°, 40, 5°, 6\e '7° non co ntenendo che ragguagli statisLici ~ull' ordinamento militare prussi'ano, universalménte· conosciuti, ci asteniamo dal riprodurli. Ci lii;1itiamo quindi alla traduzione dei capitoli ·1° e 8°, nei quali l'ImpernLore addita alla Francia le , lezioni che essa · cÌeve tr:arre dai recenti discast.ri.

Un pays ne manque jamais d' hommes pom·

sa ctéfense, mais bien souvent de solctats. JS'Al.'OLEONE

C0:\'81DEBAZIOlWI GEN ElltAU

I grandi disastri sono fertili d'insegnamenti: essi nrntlono in luce dure verìlà, che sono lroppo spesso o8curate, nel la p.rosperità, dalla rotina e dall'im previdenza . ·_ Finchè' una fatale esperienza non è venuta a far cadere la benda da tutti g li occhi, si disd~gnano i consigli della fredda rag ione, e l'esempio dei'. progressi com pili dai popol.i vicini passa inossflnato. Prima dei rovesci della campagna del 1870 non si foce.va in Francia vernn caso del l'opinione di coloro i quàli dichiaravan o cho l'.orclinamento militarn do! nost.ro paese non era in conso· nanza co lle sue cond izioni pòlitiche, e si negavano i vantaggi dell'ordinamento· prussiano elle si fonda sul servizio obbligatorio. su l sistema di riserv1-.1 numerose, hen esercitate, e su lle divisioni t~}~ritoriali del paese r ispondenti ad altrettanti corpi d'armata. Prima della campagna del 1870, il Comitato d'artiglieria nou voleva riconoscere che il materiale dell'artiglieria prussiana era più perf~zionato del ·nos tro e capace di produrre maggior effetto.

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DEU! IMl'EHA'.l'ORE NAPOLEONE IIl

Prima della campagna .del 1870, il Comi lato del genio sosteneva che le no,tl'e forleae non erano troppo numerose, che potevano resistere alla nuova artiglieria, e non voi'eva convenire che la metà delle nostro piazze forti avrebbe dovuto essere demolita , e l'altra metà r icostruita secondo il sistema che foee di Anversa una dell e prime pi,Jzze fo r ti del mondo. Ci vollero i tri sti avvenimenti di cui sic1mo sta ti testimoni, perchè un generale del genio come il generalfl CoJ'finières confessasse, dinanzi ad un Consiglio di guerra, che la piazza 'di Me!z non resisterebbe qu indici giorni ad un assedio se l'appoggio dell'armala d.el maresciall o .Bazaine venisse a mancarle. Prima della campagna del 1870, l'amministrazione della guerra resisteva ostinatnmente all'avviso cl i coìoro che consigliavano d i dividere il territorio in parecchi corpi d'armata, muniti sul posto di tutto il materiale necessario per entrare in campagna. Egli è dunquP. della più alta importanza il ricercare oggi, con un esame profondo . i vizi del nostro ordinamento, acciò dopo a veri i accertati si possa, ·facendo li scompari.re, perfezionare gli elementi futur i della nostra potenza militare. Il miglior modo di mostrare ciò 'Cl1e ci manca è cli studiare attentamente il sislema prussi11no Ch t~ , successiva mente mi7liorato, ha più di sessanV anni d' esperiflnza. Tale è lo scopo di questo lavoro.

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Gli sforzi d' un'amrninistrazione in telligente devono tfl1Hlere aù avere il mi.n ùn,um di so ld c1 ti so:to lfl armi durante la pace e il maximwn, di sohfoti lrnn esercitati in tempo di g uerra. Per .soddisfare a queste due condizioni bisogna c;hiamare tutti gli anni sotto le bandiere il piì.1 gran numero po,sibile di giovani, ma non rilfHierl i i;he il tempo strettamente necessario por istruirli, affinchè l'efft1ltivo dell 'esercito permanente non ecceda i proventi del bilancio. r.a uec,issità cli esercitnro tutti g li anni un gran n umero di giovani al mestiere delle arm i cond uce n:itura!menle al servizio mili tare obbliga torio, giac::chè se per ragione di economia lo Stato non incorpora tutti gli anni che una parte dei giovani i quali hanno raggiunto il lorq Yentesimo anno, è giusto non • dimeno che tutti conconano, a queslo carico <~ cho in tempo di guena ciascuuo possa difendere il suo paese. La Prussia ha a rmn(!SS\.> come principio fondamentale il servizio militare obbligatorio. È un omnggio reso al sen timento d'uguaglianza innat•J nel cuore dell'uomo. Il povero subisce la A.N NO XVI, \'OL. li.

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UN NUOYO ùl't,;SCOLO

DELL'IM PER ATORE NAPO l,EOi'iE lii

leggo con rassegnnione vedendo il ricco soggello alla stessa regola c0mc lui. Ln composizione dell'csercilo se ne trova miglion1la, il suo livello morale si rialza, lutto le e.lassi de lla società essendo confuso nelle sue file. Le go,,ora1.ioni cho si succodooo vengono allornativamenlo ad alliogervi sentimenti di patriollbmo , di disciplina e d'ono re, in guisa che In i.;iù gran parte del la nazio ne r ic1we così una ed ucazione viri le che non è sema influsso sui suoi destini . L'esercito in Prussia, fu soronle ripetuto, è una scuola ove ciascuno viene alla sua volta ad imparare il mestiere d<'lle armi e a ritemprarsi noi sentimento de l dovoro. Al giovano chiamalo sotto lo bandiere non s'insegna soltanto l'esercizio , ma gli si inseg na la fedeltà al re, la derozione alla patria ... e La volontà del re, gli !-i dice, è la legge suprema; il soldnlo non ha dovere più sncro dr l giuromenlo che ha pres ta to al sovrano ». Un esercito composto non di mercenari, ma dell'ele tta della nazione, o che ri posa su questo principio di autorità, il quale non ò in opposizione coi diritti del cittadino, è la più grande salvaguardia della stabilità di uno Stato. È la 1.avorra del bastimento, mercè della quale si possono affron tare le tempeste. Quale differenza fra le massimo che prevalgono presso di noi, dopo che il paese è slalo sconrolto da tante rivoluzioni ! Che cosa senliomo noi a dire ad og ni momnnto? lo non .seno un 1wmo, m2 servo il niio paese; o questa formu la, co llo quale si erodo di rialwre la dignità personale, non è in soslanzn che un pretesto a tutte le defezioni, a lutti gli scellicismi , a tutti gli spergiuri. In ogn i monarchia, il sovrano ò il capo su premo dc li' esercito, ogni individuo chiamato sotto le baudie re lo serve e gli deve ubbid ie nza e fede ltà, perchò il sovrano rappresenta la nazio ne intiera. Fuori di questo principio non vi è piu nè disciplina, nè gerurchia, nè sicurezza per la società. Montesquieu dict\ con ragiono che sono dnp pri ma gli uomi ni che hanno fatto le istituzioni e che in seguito sono le istituzioni che hanno fallo gli uomini . Nulla inratti è più interessante che r icercare l'iolluonza che le leggi saviament·e compilate e fedelm enlo eseguite hanno avuto sui destini dello nazio ni. o il mezzo migliore di giungervi è di cominciare dall'approfondir e lo spirito delle leggi mercè le quali un piccolo popolo è divenuto g rande. . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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RIEl•lLOGO.

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Noi abbiamo esposto nei capitoli precedenti 1· ordi namen to militaro prussiano e i priocipii sui quali esso si fonda. Questi principii sono l'uguaglianz.a degli onori e l'avanzamento per mezzo dell'istruzione. V'hanoo verità che sono di tutti i tempi, e In storia ci insegna che le s tosse causo hanno sempre prodollo gli stessi cffelti. Roma fu invincib1lo fia chè il patriottismo, legandosi allo spirito militare, vi si consider ò l'obligo di servire il suo paese come il dovere più sacro. La nascita o la ricchezza, inve<:e di .assero cnuse di spose, obbligavano a dare l'osPm pio dello virtù civiche e g uerriero. Non si pot1)n1 a Romn raggiungere le alte funzioni pubbliche, oggello di tulle le ambizioni, se non si e rano falle dieci cam pagne nelle legioni. La decac1em:a della 1·cpubblica cominciò quando il ser vizio militare no n fu più r iguo rdato com e un onore , e i pri ncipali cittadini disrlegnando il mostiere delle r1rmi se ne sca ricarono sui loro schiavi o su mercenari stranieri. Questa verità che Montesquieu ha s,·olta cos) eloquentemente, sembra che sia staLa dim<'nlicata dalle nazioni moderne rommollile dal lusso. La so la Germ.:1nia, istruila dai rovesci del 1806, la mise in prn tica . lo qucslo paese il servizio mililaro ò obbligatorio, e lutti possooo pen·cnir e ai più alti .gradi se la loro conclolla e la loro istruzione li rendono degni di comandare. Per diventare ufficiale bisogna adempiere a due condi1.ioni : sub ire parecchi esami o avere il consenso degli uffìciali dol corpo nel quale si vuole !'nlrnre. Quest'ultimo obbligo ha per effello di rende ro tulti gli uffìciali soli<luli gli uni degli altri e di mantenere tru essi lo spirito di corpo. Prr q uelli che si distinguono, in trmpo di guerra, gli esam i non son o nocosso r i. L'organizzazione intelligonle de llo stato maggiore contri hnisce allres) ad alzare il livello intellettuale dell'esercito. pcrchè l'esercito ha come il corpo umano una testa che lo dirige, e


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DEI,!.' I01PEnATOHE NAPOLEONE JII

UN NUOYO OPUSCOLO

questa testa, i cui occhi chiarovcgg<'oti de,·ooo tulio abbracciare. n on può contare che sugli uffìzia li di stnto maggioro per compiere le fu nzioni irnportnnti. di tullo vcrlPre o tn!lo preparare. l\ulla di più falso che riguardare come un corpo specia,le, simi le a ll 'artigli eria o al gonio, 1.1 ffìz iali che devono possedere qua lità e cognizion i genera li cho non si palesano che per la pratica. Veder bono non ò una specialità, ù un dono della naturn porfoziooato dall'esporienza . Or.J gli ufficiali che devono compiere l'ufficio importante di dirigere i morimenli delle truppe, sceglier e lo posizioni e il terreno favorevoli a ciascu na arma, studidre le coo trade che possono direnire il teatro della guerrn, abbracciare nel loro insieme tulli i bisogni d'un esercito, che devono insomma avere un'altivit~ di mento e di corpo superiori ad ogni stanchezza, questi ufficiali non de,·ono essere scelti tra gli allievi 1:li una scnola, ma esserfl presi tra gli uffiziali più c::ipaci di lulto l'esprcito. L'organamcnto dello slalo maggiore in Prussia rispondo a queste diverse esigeuze. L'accadem ia di Berlino per gli alli studi dol!'artc mi litare, di cui abbiamo indicala nt>I capo IY l'organizzazionl'. amnwll1: al con1:orso gli uffìziali di tutte lo arm i· cho haono Ire a1111 i di servizio. Essa uon crea, per e;osl diri', ~li uffìzi:ili di slato mag~iore, ma forma una classe di ufrìziali distinti, tra i quali il genernle in capo del lo ~liJLo maggior ge1wrnlo serglie i µiù c11paci, e questi dopo essere stati in co~tanle rapporto colle truppe Yi ritornano quando il loro capo lo credu utile, in guisa che lo Stato ha trovato così il mezzo di aver sempre allu tesla tlell'esercilo urtìz:ali elio rispondono alle esigenze della situazione (1).

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Le istr uzioni in Germania hanno dunque per iscopo di svilup'Pare l'istruzione r:on tu tti i mozzi possibili e di rend ere popolare l'obbli"O che sottopone tulti g li individui al servizio mililare. 0 Noi ab biamo visto del resto che la leggo di rcclutamnnto, il cui princiµio applicato in tu llo il suo rigore sarebbe uo gravo poso per la popolazione è mollo raddolcito, io tempo di pace, vor k soll ecitnd ini che si presero por tutelare gli interessi privati (1). Ma in tempo di guerra il capo della Confederazione del Nor d può disporre di tutta la popolazione valida dn 17 fin o a 42 anni, valo a diro di quasi duo milion i d'uomini; e per lo ~fTollo di questa legge generale che mantiene sempre vincolato -al servizio le classi che son o state esercitate, l'istruzione ch e ricevooo i soltlali non è data in pura perdita come succede ncf,!"li altri paesi. Tutti gli uomini istruiti che sono rimand11ti alle case loro possono sempre esser e rich iama i.i in tempo cli guerra. o quando sono incorporali non sono coogodati cho quando ln patria non ha pH1 bisogno dei lol'O ser vizi. In !"rancia per contro·, quando si è r insciti a grande 5tcuto a formar e in capo ad llicuni anni nn buon soldato, se il suo tempo ò finito, questo sern1.10 speciale r ico,·ono generalmente la loro nomina di uffiziale dì s tato maggiore col grado di capita110. 11 capo dollo s ta io ma ggioro dell'eserci to gode de ll a racoltb <li far russare gli ufOcìa li del c0t·po di stat<1 maggiore nei corpi di truppa, e vicec~rsa; questo mozzo gli 1)ormette di far accelerare l'avanz:ime nt<1, 1>ur osservand<1 il principio dell' anzia11 i1à. A tale uopo, egli produce frcquente monte delle vacanze nel corpo di stato maggiore, mandando colonnelli. luogote ne nU colonnelli e maggiori nello varie armi , in cui divent.ano capi dì corp<1 o maggiori di fanteria, di cavalleria, d'ar tigliel'ia ecc. Secondo Ja loro a Ll.it udine o le loro proforonze, a,·anzano al loro turno nella. nuova loro armo e poss ono in seguit<1 rientraJ·o noi corpo di stato ouggiore. ove li si richiamano in caso di bi;ogno . (lJ In principio, le esenzioni non sono valevo li pel tempo di pacH, in guisa che esse sonQ sempre condizionali, e niuno è completamente sciolto dall'obbligo di scr,•ke, tranne che per causa· d'in•npacit.\ tisica assolula o d'indegnità. So no aggiol'na ti da u n anno all' ~ILro ed C\'Cntualmcnte esonera ti dril s er vizio militare 1icl tempo di pace : I soslcgni di famiglia; li figlio un ico <li ,·ec[ol'a senza mezzi di esiste rmi; li proprie tal'io d'un podere alla r.uì colti\'eziono ogli è indispensabile: Quelli che sono stati obbligati a prendere la continuazione d'un fitto e che sono momentaneamen te fonati a faro essi stessi i 11ropri affari: T propl'ietari di f'a bbl'ic he, manifatture o s tabilime nti ind ustriali; I capi d i caso di commercio cho occupano parecchi operai e non s<1n<1 swti in grado, dopo l'ultima rassegna dì reclutam ento, di proVYedero all'ammmistrazìoao della loro in trapresa; 11 figlio dell'affittavolo o del capo d'industria indispensabile a suo padre perla gestione dei suoi affari;

(I) I." Accademia mili taro a Tlerliuo è istituita per compiere gli alti studi degli ufficiali che desiderano perfezionarsi nell'urto dellJ. guerra. Gli ufOciali pc1· esservi ammess i devono aver sc,·vito t,·e ann i noll a lin ea e subirn un concorso ùinonzi allo stato moggiore dol corpo d'a~ma.ta . L' Accodem'a comprende tre direzioni, ciascuna delle quali è composta di 30 uflìcfoli . I ,:;orsi dU1·a 110 tl'e ann i: comim:iano il l" ottobro e f:niscono il 1" luglio finil'anno srguente. Nell'intervallo gli ufficiali 1·ientra110 ni loro corpi. Quelli che suhiscouo rou successo gli esami d'uscito, ottengono w1 brevetto dì attitudine alle cal'iche di stJto maggioro o di aio tunte di c11mpo, passano in un'altra arma [>Or farvi u11 t~rocini o pratico di 8 mesi, poi ritornano al lol'O antico co,·po, di cui continuano a far parte. Fra r1uo.sti ufticia!i brevet.taU ve ne hanno che 11011 en tra no ne l corpo di ~ta to maggiore : sono sove11Lc a iuta nti magglot·i (sollo il titolo di aiutantij nel loro reggimento, o oiutanti di campo di generali, e :n·nnuino nella loro arma: ma pos.sQno esscl'C impiogat l, in caso cli bisogno, come nffizioli tl i stato ma~giorc. Gli a l:ri sono ijCelti dal ~ener;)lO capo dello st:,to m;)g7io1·0 dell'esercito, rer prendere parte ui la,ori del grande staio magi;iorc, e dopo un anno o due <li

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I DELL' IM PE RATO RE NAP OLEO NE lll

UN NUOVO Ol' USCOLO

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quolli che conosr..ooo giil le noie dP.lla caserma. gli in convenienti del rnesliere. » Questa opinione pot...va CSscra SOSltlnUla in U.O. lem p? in C~ i 1rli eserciti dell'Europn uon eruuo mr.glio orga111zzul1de i nostri , in cui le ferrovie non esistPvnno, o io cui pr imn di en trare in crimpagna si ave,·nno d,wanli a sè par ecchi mesi por prepararsi. Ma in presenr.a dPll'organizzu1.ione prussiana chn s.omrni nistra allo Stato la possibi lilà di chiamir c ~ollo le armi, rn 24 orP, tulti gli antichi soldati dai 23 ai 32 anni, e di radunarr. iu lf> giorni 13 corpi d'armala µronli a marcinre al unmieo, ò eviden te cht• l'idPa di non av, re in ri;:on ·a chu uomiui scnw alcun·1 educazione militar e r pieno <li pericoli. Ciò nonrli mono si !'l'a talml\n te per suasi in h'ra ncia r.ho bfl stavu per lo Stato di avere un buoo esercito sollo lo armi, 11 inoltre un 1111roero considercrole ù' uomini sulla carta, che l'imper atore Na pol eone m 1Jhbe tulle lo difficoltà del mondo a far uclottaro ,lai grm<•ruli e cfo llr, Camt'rH un sistema che pcrmellesse di eser cita r~ nei dep1)5i li la por1.ione del contingente che non era chia mata sollo IP bandil're. DA pare.~cll i ann i il conling·,m l,(i 11 11n1w rlri ~iovall i 1~he f!Vl'vano raggi111LlO il vrmtesimo an no era di 100,000 uomi ui. So ppr imendo i nou validi, i soslrgni di famiglia e la. porziuno assegnala alln marina , qous lo nu me ro si r iduceva a 70,000 uomini cir cA . Su quo,f/l cil'r a non ~ù ne potevan o guari ammettnc rwi rci:rgimcnti più di 20,000 affine di non aumoutare l'eflHlivo previsto noi hilancio, di 511isa cho ogni an no quasi 50 ,000 restavano nelle loro case a disposizione d1,1 governo ; è quella cho chiamarnsi la 2' por zione dol contingonle. Siccome secondo la legge del 1832 la durnla del servizio era di 8 ann i, io capo a questo p<'riodo di lc>mpo vi erano a pprossimativamente, tenendo conto della mor lahtò. 320.000 uomini circa in r iser va cho potevano esseri' chiamali ,otto le bandiere, ma sui qua li non si doveva contaro che doµo almeno alcuni mesi di add ostrarnon to. Per rim!'di11re a quesl"icconvenienk, l'imper atore òPcise nel 1860 che la secon da parte riel con ti ngente snr ebbe esercitala nc•i dcrosili dei r eggimenti io g uarni gionP nei dipnrlimcnti . tre mesi nel pr imo rinno. due mesi nPI sPcondo. e un mese nel terzo. Durante gli nlli mi cinque ann i, i giovani soldati rimanevano vineolali ul servizio, ma non orano più ostretti a ver un eser cizio. Questo si~tema cha attenuava gli int•onYonienti esistenti, era

eg li abbandona per sempre lo bandiere e fìnaoco durante laguorra. le classi cho hanno raggiunto il Lcr rnine legale del servizio sono congedate. di modo cho il paese per de per la sua difesa Lu lta lu fatica che si ò imp iegata pHr islruirn i soldati. Io Germania i 300,000 uomini chn compongono la riser va dell'esercito, corno pure i 300,000 uomini di landwehr, hanno tolti passalo tre an ni nell'esorcilo attivo, o dopo cho l'haun o lasciato, son o stilli tenuti in lena con esercizi per iodici; inoltre, in tempo di guena. sono conser vali sotto le bandiere senza l.irmine fi sso. !u Francia svcnturalameulo i mi litari più competenti souo stati sempre contrarissimi al sistema delle riserve esercitale. Ricordiamo che il rrrir csciallo Soult, la cu i opi nione corno ministr o della gu erra avevn fotto !\cuo ia, espresso pHt ' volte nello due Camere l'a niso che le migliori r isene consistevano in un gran numero d'uomini lasciali allo case loro senza essere astretti iu pace ad alcun servizio. « Quando . diceva egli, ol momento della g uerra si chiamano sotto le bandiere i g iovani cho non hanno ancora srr vito, 'l'i arr irnno più volentieri di Il fratello pri mogenito d'un soldato ucciso in gucr1·0, o morLo in seguito a ferite, o stropio, so però e necesS11rio ai suoi parenti; Quelli cho gius tificano, con un contratto di tirocinio, che studiano un·artc o mostiere la cui inte,·rnilo ne sarobbo loro da1111osa; Cli allievi clcllc scuoio delle arti o mes Liol"i di Berli no; Cli allievi degli stabilimenti di medicina e chirurgia; Gli allievi dello scuoio veterinarie; Gli operai compagn i q,w ndo sono obbligati a viaggiare per im p,u·aro il loro mest iere ; Gli apprendisti battellieri e marinai; I giovani stabiliti all"estero possono essere Jispeusati, sino al terzo anno di concorrenza, d(ll present,11·si diuanzi olio au torità di reclu Lamento; Qufilli cllo si destirwno all o s l:ato ccclesfastico sono clispeosa ti clalf'csarne della Cùmmissione di reclutamento, e nou partecipano all'estrazione a sorte, a pauo cli presentare ogni anno sino alla fine dd loro 26• anno un certificato di stud io. Tutto le csonzioui sovracitate devono essor·c rinnov,ito d'anno in anno. tu alcuni casi eccezionali, gli nggiornamont i possono essere prolungati sino al 5• anno di concorrenza; ma in generale se I motivi di esenzione sussistono 1101 8° anno e la, Commissione giudicn elle \'i è ragione di nmmettcrli , i gio van i che no sono J'ogge Lto vengono classi llcn ti nell a l o. o ~" cla~se della rl~crva di 1·uclu tac:ncnto, i l cho equivale nell'ultimo caso a una vera eso11crazio11c dal senizio militare per il tempo di pace. . Oa un altro ca nto i giovarti che sono educati nei collegi a spose de llo Stato n comprano questo honclizio servenclo nelJ·cscr·cito il doppio ilegli an ni che han110. passato in collc1,io.

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UN NUOVO OPUSCOL O

OlrLL'IMPERATORE NAPO LRONE III

aocor a ben imprrfetto, paragona lo a quello della Prussia. o fu rc:rn meno efficace eia una circostanza fortuita, In trasformazio,, o delle armi della fanter ia. I sold:i li che er ano stati esercitali nei depositi prima del 1869, lo erano stati con fucili caricm1tisi d:illa boci.;a ; qunndo furono richiamali nel 18i0 non co noscevanv il rn11 oeggio del rucile nuovo modello a rrtroc:it'ica . Non parl1•rcmo della guardia mobile, la quale non ha. corno lo si può scorgrrB, alcuna ana logia colla la11dwehr. Diremo ciò nondimeno che essa avrebbe potuto rendere migliori servizi se il corpo legislativo non si fosso opposto che venisso assoggotln la ad eserciti regolari. fndipendculemente dai vantaggi cho fornisce alla Germania riel Nord lo stabilimento della r iserva e del la landwohr, essa no possiodA un nitro egua lmente grando nella faci lità con cui può mettere il suo esercito sul piede di guerra. Le persone estraneo agli affari mili tari s' immagirinno, vedendo rcggimòn li in guarnigione, che basti, per formn re un esercito, di dar loro l'ordine di marcia e di asst>gnare loro un luogo di riu nione. Esso ignorano di quanti corpi ausiliar i, di qua nti approvv igiooament.1 <l'og ni sorta, vetture e cavalli ha bisogno un eser<:ito per virere. marr.iare e combat.Lere. Il passaggio dnl piede di pace a l piode di guerr a è sempre stata l'opt1razi,rne più del icata e più difficile. T) esercilo che arriva il più prontamente a questo risultalo ha sul suo avvl.'rsnrio un vautaggio in con testabi le . Ora In Prussia hri r isolto il problema nel modo piìJ giudizioso. Colla crl.'azione di 13 corpi d'armata sempre organizzati, il governo pru~siano ha considc rnvolmenle diminuito In difllco lti1 drl la mobilizzazione. Ogn i corpo d'armata nnmdo io lt>mpo di pace le sue di,·isiooi e I<' sue !,rigale stabilite nel trrritorio stesso in cui si recluta no. i corpi ausiliari essendo sui luoghi, come pure il nnmeroso materiale indispensabile, i comandanti dei corpi d' armala, dello divisioni e dello brigate essendo al loro posto coi loro sl/1ti maggiori quasi come in Lcrnpo di g uerr11. non ci ruole maggior l()mpo, con una tale organizzazione. per mettere sul piecto cli g nena i 13 corpi d'armata che por mett,, r11 r. un o solo. In falli. l' esercito della Grrm1rnia del l'\ord , come tutti gli eserciti del mondo, subisce per mobilizzarsi aumenti im pvrtanlissimi. Veffottivo d ·uomini per l'esercito attivo e per lo truppe di deposito, senzA coni.are la landwehr, aumenta di

eirca •100,030 uomini ; ma dividendo questo numero per 13. ogni corpo d'ormata non ha che un po' più di 20,000 oomini da chiamare e ciò in un raggio assai r istrotlo. Il numero dei ca ralli aumPnla di 100,000, il che fo per ogni corpo d'armnln 7000 cnvalli circa. L'artiglieria n on avendo in tempo di pac~) <:he i 213 dei snoi pe:zzi a tlelati, e il tren o non avendo che 3:,1 ,·etture, l'aumento è di 15.600 vetture. il che fa per corpo d'armala 1200 \'Otture. Il lavoro diviso per 13 è dunque reso molto piìJ facile. Non solo in Prussia ogni corpo d'armata formri un tutto completo, mo i corpi particolari sono m\miti di ciò cho può soddisfare ai loro primi bisog ni. Cos\ un r eggimento di fanteria ha 12 infermieri. 123 cavalli e IO vetture, di guisa che esso por la con sè mnnizion i, medicamenti, i bagagli d'ufO ziali . La divisione alla sua volta, composta di tre armi, forma da se sola. come la legione romana, un piccolo esercito. Dan do a tu I.li i corpi gli ausil iari e le vt>Lture indispensabili, si diminuiscono le lunghe colonne e si mantengono gli e(foltivi al completo srnza indebolirli, come ciò acc:ide troppo spesso in Frn oci11, ove si atl.ingcno incessan temente nei r egg(menti cli f,rnteria gli nomini neces$ari pei servizi accessori. Per meglio far comprendere la differenza fra i due sisl.erni tedesco o francese. es11 mininmo co rno si proceda nei due paesi quando si tratta di mohilizzara t'esorcilo. ln Germania, un ordine del re è mandato ai 13 comandon!i dei co rpi d'a rm:itii. f' tu tto si preparA cou ccler it/1. I capi sono a l loro posto : tu!li sono al corrente delle loro iillribuzioni. ognuno sa ciò r.he ha da fare scn1.a aver bisogno di nuove istruzioni. o lutto essendo preparalo anticipa tamen te, i vari servizi funzionano con regolari là. senza confusione. Il comandante del c.orpo cl 'armnta divide le sue lru ppo in tre parti. 1• Lo Lruppl' pronte a entrare in campagna ; 2° LP tru ppe di rimpiazzo o dei depositi ; 3° Le truppe di presidio o dello fortezze. J comandanti delle truppe mobilizzano il personale e il materiale di guerra. - L' i ntendt• nz:i rnohil izr.a l'a mministrazione o la t<'soreria. - l comand,rnl i di piazza e i governatori procedono all'armamento e 11110 stato di di.fesa elci le pia1.ze forti. Le an t.or ità civili· e mi litari si prestano un mntu v concorso per allivan, la riunione degli uomini in congedo e dei cavalli registrali o comperati.


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UN N.UOYO OPUSCOLO

DELJ,' nIP;rèHAJ'OI\E NAPOLE,ONE III

In pochi giorni gl i uomini della riserva e della landwehr hanno raggiunto i loro corpi , perchè tutte le truppe componenti il corpo d'ar mata essendo lo guarnigione nei. luoghi ove esse si reclutano, completano i loro effettivi per così dire sul posto. Le liste dei soldati della riserva e del la landwehr, cla~sificati per arma, sono tenute al corrente e consrrvate al capoluogo del distrerto di reclutamento. . L'11rrivo degli uomini <!ella riserva e dei più gionni contingenti della landwehr basta per completare l'effettivo delle truppe che entrano in campagua, per formare i quarti · ballaglio1Ìi e lasciare così nei depositi un n umero suffici<mte di soldati esercitati. A questi ,vengono ad aggiungersi gli uomini del la riserva di reclut11mrnt.o o le nuove leve, per mo(:o che i depositi sono composti metà di soldati anziani. metà di reclute. Per co lmare le lacune nei quadri, pnr aumentare gl i stati maggiori si richiamano gli uf6t.iali rlella riserva o anche quelli della landwehr cho prima dell'r.tà di 42 anni non possono mai dare la loro dimissione. I gt>nern li dell e divisioni di fanteria formano i quattro bal-taglioni . Il comandante della caval leria riunisce lo $ue brigato in divis.iooe e , Jascia i quiÒti squadroni al deposito . Il generale d'artiglieria separa le batterie di campagna da quelle che non d0vono marciare, organizza le sue nove colonne di munizi,lll i e le c:ompagnie dell'artiglieria di piazza . Le compagnie di pionieri non conservano la loro organizzazione in battaglioni, ma sono r ipartite nelle divisioni di fanteria o nella riserva. Il genio è incaricato degli equipaggi da ponte, dei parchi d'utensili da pionieri e del distaccamento pel telegrafo di campo. I cavalli sono forniti col mezzo di compre dirette o di requisizio'ni legali fotte in tBmpo di pace. In ogni circolo (sottoprefetturaì è tenuto in permanenia un controllo dPlle risorse in cavalli. Di8 tro l'ordine del landrath (sotlo-prefello) i cavalli sono condo tti in un luogo designa to, ove un uf'fiziale di cavalleria o di artiglieria, assistito da un veterinario mil itare, sceglie nella proporzione dei bisogni quelli che giudica ,a tti al servizio. Una Commissione di 3 abitanti notabili, designa ti dal presidente di reggenza (prefeUo), fissa il valore d.ei cavalli . che è r imborsato aì propriùtari. I l maggiore del treno, aiutalo dall'intendenza, prepara le sue 5 co lonne di ;ipprovvigionamenlo, la sua colonnadifornida

campo, il suo deposito di cavalli, le su!1 compagnie d' infermieri. il suo servizio di sanità, le ambu lanze e le due compagnie di drposito. · Il mateciale da guerra, . il vestiario, l'arnrnmento, i pezzi, le vetture. gli utensili, gli effetti di accampam011lo, tu tto sino al più piccolo oggetto si trova riunito nei magazzini .del èorpo. ùei depositi rei treno o forn ito dai magazzini generali stabiliti alla portata delle truppe. Cos·1 il corpo d'armata trova tutto ciò di cui ha bisogno nella circosc:r izione territoriale ovo osso si reclulfl, e le diverse autori tà non sono obbligate a scrivere a·d ogni momento a Berlino per reclamarn ciò che loro nrnuca in p1•rsonal.0 o materiale. La mobilizzazione in Germania si compie ad un tempo nei tredici grÙppi diversi, ciascuno dei quali fou~epor sno conto; gli f' l,,mcnti preparati e coordinati ònra nte la paco si radunano prontamente, e in capo a quindic{giorni ogni corpo d'armata è pronto a en trare in cumpngna ; basta allora riunirne un certo numi:'ro, creare uno stato maggioro generale e un parco di riserva per forma re un esncito . Ma nel tempo stesso che l'esercito nll.ivo si melle in moln, gli elemen ti di ricomposizione dei corpi d'armala s'organizzauo a ll'interno; si nominauo le autori tà tenitorialicbe devono sostituire quelle che partono per la guerra; g li stati maggiori delle varie armi e l' inlcndenzil si r icostituiscono: i generali di brigata di fanteria, assistiti da i cap i di distretto di landwehr, Gmministrano i, òepositi e li nrnttono in istalo rli ri empire i vuoti chCJ si produr.ono nel l'esercito in carn pag n~ . La landwehr chiamata sott0 le armi servo rli risrrva all 'esm·cito attivo e fornisce lo guernigioni per le r~ittà importanti o le piazze forti. Esaniiniamo ora ciò chf\ succede in Francia, quando si tratta di mettere le truppe su l piede di guerra. Si vedrà che in condizioni simi li, non solo la iuobi liaaziune incontra grandi diffìcoltb, ma qnando l'esercito è raccolto alla frontiera, non r imangono più nei depositi che tfuadri e reclute, e le grandi città come le piazzo fort i non hanno piì; un solo soldato di presidio . Qua odo la mobilizzazione è decisa, g li ord ini generali partono da Parigi come ciò deve essere, ma tutti gli ordini di dettaglio ne partono egualmente. li ministro del la guen·a manda agli 89 capi dei depositi di reclutamento l'ordine di richiamare più prontamente possibi le ,gli uomini in congedo e quelli della riserva . I capi dei depositi in ogni dipartimento, muniti dello liste di lutti g li uomini

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·,ios

UN NUOVO OPUSCOLO

DE LL' Hll>El\ATO l.lE NAPOLEONE Jll

obbligali al servizio , mandano ai 36,000 sindaci i nom i de.gli individui da richiamarsi e l'ordin e per essi di raggiungere a g iorno fisso i loro depositi ri spe ttivi disseminati io tuua la Francia. Allora da Marsiglia a Brest, da Bayo'nn e a Lilla, le grandi e piccole strade sono solcate in tutti i seosi dai soldati che vanno da un capo del la Francia all'anro a cercare i loro depositi , €1 di là ripartono di nuovo per raggiungere i loro reggimen ti. S'immaginano di leggieri le spese ed i ritardi che · provengono da questo andiriv ieni. Tutla l'oganizzazione del tempo di guerra è eia creare: bisogna designare i reggimonti ,destinati a formare le brigate e le divisioni, far arrivare spesso da lontanissimo le batterie e le compagnie del genio cu i devono essere addette a queste divisioni, organizzare l'intendenza . i parchi, i servizi sanitari ; bisogna costituire gli .stati maggiori dei corpi d'annata, delle divi·sic,oi e delle brigate, cosicchè par ecchie centinaia di generali, <li uffìziali d'ogni grado, d'intendenti, di chirurg hi sono obbligati a montarsi, equ ipaggiarsi in fretta e r ecarsi presso corpi che non conoscono. Mentre il pnrsonale si mette in moto in tulle le direzioni , il materiale si spedisce per tutte le vie di comunicr1zione. Il vestiario, l'equipaggiamento, gl i effetti di accainpamcnto , le munizioni di guerra, gli utensili, invece di . essere distribuiti sul posto dai magazzin i dei corpi, sono tra tti dai maganini centrali e generalmen te da Parigi per essere mandali ai depositi de lle varie armi. I cava lli d'artiglieria e .del treno sono, è vero. ritirati presso i coltivatori, o comprati direttamente. come io Prussia; ma quando sono r iuniti ai uepositi di rimonta , siccome una giusta {1istribnzione degli uomini e dei cavalli non è stata preparata in trmpo di pace. ne risulta che si trovano depositi ove vi sono masse di cavalli e pochi cava liE:ri. El altri in cui vi sono molli ca valieri e poch i èaval li. Le vetture per gli appro vvig ionanrnnti, per i bagagli d'ufOzia li, pet· l'amministrazione sono riunite in nnrnerosi magazzini e accalastale invece cli essere lasciale su ruote; il che prod uce una gran perdi ta di tem po per mohi lizzarle Ai numerosi bisogni che si · fann o son tiro bisog na rispoodue da Parigi mandando di là tutti i supp lementi in biancheria e scarpe, in panciotti, ter1tie, coper te. marmitte . gamell ini, bidoni, poi i necessari di chirurgia, i medicamenti, lt bardatt:!rc e le se lle, 1e brigl ie, ecc.

Le strade, lr. fer rovie sono ingombrP. da co lli d'ogni specie, · · e quando arri vano aile sl1i7.ioni. v} producono un ingombro di cui è difOci le farsi un'idea . Le ierrovie esercita no una grande infl uenza sulle operazioni del la guorni. Si può e si deve an~i lrar oo grandi vantaggi , ma a condizio ne che tuUi i traspurti sieuo regola ti con intelligenza e con un'esattezza matema tica. Ilisogna, per quanto possibile, che ogni convoglio trasporli ,rn·unilà amministrativa completa e non fra zioni d'unHà , pcrcbè in quest'ult.imo caso l'ingombro produce la confusione e divien difficile rif'ormar.e il corpo quando le membra sono sparse; bisogna sovratlt1 l.tl) che sulle balle d'appr ovvigionamento manda te p~r l'esercito, sieno inserii.I.i a leltere di scatola non solo l'i nd irizzo 1fol corpo ove si spediscono. ma anche il dettaglio di ciò che contengono. Noi abbiamo visto a Metz montagne di colli di cu i si ignorava il Mn ten u to e che hisog1Jò aprire per conoscere ciò che r inchi udr,va no. Le innumerevoli spedizioni, i movimenti cos·i complicali che necessita un'entrata in campagna non possono fars i che sn domande dirette a Parigi ; perchè col noslro sistema di centraliz:wzionè e di responsahili tii, le autorità elle sono in provinciil non possono rn•ppure disporre di ciò che banno sollo· la mano senza un ordine ministeriale. Ond' è che per quanta sia l'intel ligenza di quell i che dirigono, lo zelo e l'operosità di quelli che ubbidiscono, è impossib ile che g randi ri tardi e g randi disinganni nou aHengano . Si faccia co nto degli approl'l'igionamen ti di ogni sorta che esige un esercito di 100 mila combattenti con piì.1 cli 100 mil a cavalli e quasi 15 mi la vetture. o si capirà che lavoro gigantesco ·devo fpre nn'ammioistra7.ione per ossicurare tutti i servizi, quando in tempo di paco nulla è stato folto per r endero queslo lavor o meno diffìcile. L'amministrazione della guerra di Frauc:ia r assomig li a a una su perba macch ina di cui tn tt~ le parti la vorate con arte sono conservato separatam entCl in laboratorii. Quando si tratta di me llerla iD molo, il lavoro è lungo e diffici le, perchè bisogna radunare tutli i congegni e coo rdinal'li fra di ossi; in una parola , r imontare interamente la macch ina, dalla vi le più semplice sino al pezzo più com[Jlicato. In Germania per conlro la maci;hi ua è tutti. mon.ala; !.,asta per farla marciare por tarvi acqua e carbono, acc.end~re il fuoco . Ci0n ondimeno, presso di noi, ogni organ izzazione finisce per·

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UN - NUOVO OPUSCOLO

compiersi, ma a forza di zelo e di sforzi, r. come vi è stata una ~ran perdita di tempo, si arriva troppo tardi Qu.i è tutta la questione. Certo è utilissimo per un paese di rinchiudere n(~I suo sono risor se considerevoli , mercè le qua li, anche dopo rovesci, si può pro lungare la lolla; ma questo vantaggio è meno importante di quello cho procura una preveggente organizzazione, mediante la quale si può por tare 'pei primi al nemico colpi decisivi. Col la potenza delle nuove armi. l'esercito che può arrivare in linea e prendere l'offensiva prima del nemico, avrà per sè la più gran prouabi li tà di successo. Questa vorità non ha bisogno di essere dirnos·trata . eppure è doloroso a dire ehe prima degli infelici avven imenti testè compiuti, niuna forza umoua avrebbe potuto vincere i pregiudizi radicati dell'amministrazione; nissuno sarebbe stato così possente da far ad ollare dalle assemblee politiche i provvedimenti che avrebbero portato un rimedio efficace ai vizi della nostra organizzazione militare. Diciamo nondimeno a nostro scarico che se si eccettua la Confederazione della Germi nia del Nord, non havvi potenza in Europa capace di mobilizzare in quindici giorn i un esercito di 300 a 4DO mila comballen ti . Non havvene alcuna che avrebbe poluto essere pronta fH'ima di noi. Noi non vogliamo pal liare gli errori che sono stati commessi , nè scnsare le imprevidenza di cni s'iucorse la responsabilità; ma ciò che ci preme di constatare nel modo piì1 formale, si è che il primo e più grao van taggio dcli.i Pr ussia è stato la prontezza con cui mobilizzò le sue truppe, mercè di che essa potè prendere l'offensiva prirna di noi . Solo qundici giorni di più , e noi avremmo avuti r iu niti tutti gli elementi indispensabili agli eser citi per vivere, marciare e combatter e. Le vicende della guerra sarebbero cambia te, B in ogni caso, niuno dei rovesci su biti dalle nostre armi avrebbe avuto le stesse conseguenze. Riepi logando, se nei nostri infortoni una gravo responsabi lità incombe agli uomini, la più gran parte ricade alle cose. Con. un migliore organamento militare, la pa tria era salva . .Che cosa rimane dunque a fare per l'anenire? - Imitare dal sistema prussiano tu tto ciò che può adattarsi vantaggiosamente alla nostra indole e alle nostre abitudini , adottare tullo ciò che è stato consacrato dall'esperienza. Cosl per esempio:

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DELJ, IMPERATORE NAPOLEONE Ili

1° Divisione del territorio della Francia in 14. provincie, formanti altret.tanti corpi d'armata costantemente reclutati nella stessa circoscrizione territoriale; 2° Ser vizio obb ligatorio per tutti, adottando le disposizioni della legge prussiana favorevo li agli interessi privati; 3' Servizio a ttivo nel l'esercito da 20 a 24 anni: da 24 a 28 nella riserva; da 28 a 32 Of'Jla milizia; 4• Ammissione nell 'esercito di arruolati volontari por un anno; 5, Ammissione degli arruolati volontnri per un anno, come uffizial i nel la milizia, dopo avere soddisfatto agli esami prescritti ; 6" Organamento del corpo di stato maggiore secondo i principii ado ttati in Prussia; 7° Scuola superiore d'arte deJla guerra, simile all 'accademia di Berlino . l\la ciò che hisogna sopratutto imitare dall'eserci to tedusco è la sua. disciplina severa, la sua infaticabile atti\'i tà il suo -0.n1ore del dovere, il suo rispetto per l'autorità. ' Queste qual ità i nos tri padri le possedevano, e noi le avevamo ereditate; se momentaneamente disparvero nel turbino delle rivoluzi oni , la sventura che r itempra gli animi le farà rivivere. \Vi lhelrnshéihe gennaio 1871.

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I.


BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

SULLA DIFESA DEGLI STATI IN GENERALE EDELL' ITALIA IN PARTICOLARE CONTIN UAZI ONB -

L'etr·:Jrcilo italiano neifo stato di pace, considerato in

ordine all'educazione civile dolle masse ed all'unificazione del sentimento nazionale, àel Sig, CAnLo BALLATOllE, cap·itano nel 68° fanteria - Un volume., ( Milano, 1871 ).

Vedi di<1pensa del marzo 18'7i.

MEl\fORIA IV.

Sulltfdifes,,, generale d' ltaliti, di .M. M.tSSARI, luo_qotenente colonnello nel Genio - Un fascicolo. (Pa lermo 1871,

Tipografia L. Pedone Lauriel).

PIANO RIDOTTO DELLA DIFESA GENERALE D'ITALIA

Da Weissembom·9 a l'Uetz: Lettere militar i estratte dal Corriere di Sa-rdegna - U11 volume. ( Cagliari 1871, Tipografia C01"J·'iere cli Sardegna}.

I. Servitù, mililtit•i: Osservazioni sulle leggi francesi o sull'italiana del 19 ottobre 1859, di BB!\llDETTO VEUOGGIO, colonnello del Cen'io - On volu m"'. (Casale, Tip. Bertero 1871 ).

,u quadriglia,

per i l maggion DEL Pozzo del Un vol umetto. (Torino 1871 , Tipografia Candcletli successore Cassone) .

La scuola

2• reggimento granatieri -

MAflTINI

CAnLO Gerente.

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In alcune Memorie recentemen te pubblicate in questa Rivista ~Mitare sotto il titolo Sulla difesa degli Stati in generale e dell' Jtaha i·n parti'colare io mi sono adoperato a svolgere il piano generale difen sivo che , sulla scorta dei principii propugnati dai p iù accreditati autori militari. sembrerebbe il più conveni ente per il regno d'Italia in oggi felicemente costituito so tto lo scettro della Dinastia Sabauda, onde assicurarne le sorti contro il ritorno di qualsiasi straniera dominazione. Naturalmente in questo studio generale io non ho potuto fare a meno di abbracciare e conseguentemente di risolvere il problema nella sua più grande estensione, onde non deve sorprendere se io sono venuto Àl'U'{O I.VI, VOL i II,.

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J .J 4,

E DELL'll'AUA IN PAH'I'ICO LAI\.E

SULLA DIFESA DEGLI S'l'ATl IN GENERALE

a conclusioni piullosto vaste, alla cui prati ca attuazione si renlil erebbero necessarii per parte della nazione tki g ravi sacrifizi pecuniarii. Io accennai pcr.ò sul rnlger del mio scritto che la · spesa di 300 milioni occorre~1te all'atLtwzi'o~~ del pi.ano o-encrale difensivo dell'Italia nella sua p1u ampia e . ;obusta costituzione era passibile di considerevoli rid uzioni, quando per una parte si fos:,ero limitate le ' difese al solo e stretto indispensabile, e per altra parte nel la comb inazione delle op ere di fortifìcazione si fos,;~ fotto ritorno a quella semplicità primitiva dell'arte, da cui a poco a poco l'hanno singolarmente allontanata,. e con van taggio almeno ben dubbioso, i teori ci sul finire del secolo scorso. Incora 00 o·o-iato dalla benevola accoglienza fatta al mio primo lavoro io m'induco ora ad esporre su questo rio·uarclo alcune idee, le quali io spero saranno aco . . ' colte con eguale favore, mentre il mio scopo e se.°:pr~ lo stesso, quello cioè di far tesoro delle cognmom rrià da altri attinte allo studio e nella meditazione delle ~torie militari, e di dimostrarne la possibile ed utile applicazione nello scioglimento di questo grande problema della difesa d'Italia, che ai suoi figli deve sta're , . me la stia _ 11azionalità e e sta rea 1men l e a cuore, Co la suu politica indipendenza .

H. In ùu e modi, come ho det.to poc'anzi, si può conseguire un:1 consid.erevole economia sulla spesa di 30~ milioni occorrente ali' atlua;,;ione del _piano genérale difensivo déll'Ita lia cioè : •. . .

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,1° Col limitare al solo:e slreLLo . inclispensab1le :,

I~ difese da sistemarsi o da erigersi a nuovo.

2° Col ritornare alla primitiva semplicità l'arte ,della fortificazione. ·lo li esaminerò separatamente in questa nuova . memoria e spero di giungere per tal maniera a sta-· bili re nn minimo di spesa, il quale da una parte non solleverà per avventura più un'opposizione invincibile, e forse neanche seria, e dall'altra farà però conoscere l'entità frriducibile dei sacrifizii a cui la nazione deve pure sobbarcarsi e senzà ritardo, se non vuole compromettere le sue sorti e per sua unica colpa mettersi a rischio di perdere .i frutti cli .tanti sforzi già fatti, e, diciamolo pure con riconoscente riverenza verso la fortu~a, di una .felice insperobile combinazione di eventi avventurati.

III.

Incominciando lo studiò sotto il primo ·punto di vista, che è quello della limitazione delle difese, io osservo che se già nella. combinazione del piano generale e completo di. difesa di uno Stato si sen te la necessità inel uttabile di farsi un'idea giusta e sicura dei pericoli a cui ciascuna parte dello Stato trovasi realmente espo~ta; sia per rigu.:irdo alla natura. ed estensione della linea frontiera che la con lermi na. all' esterno, sia per rapporto alla potenza mi litare della nazione limitrofa ondé conformarvi in giusla misura la quantità ,e la validità delle difese, , questa consid·erazion~ acqu·ista eviden!em_~n te un peso maggiore, e direi qua,,si decisivo, quando. per ragioni di tempo


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E DELI:ITHJA IN PAIITJCOLARE

SULLA DIFESA DEGLI STATI I1'i GE!'\EIIALE

o di ilnunza si vuol studiare sopra salde basi e applicare con discernimento ad uno Stato un piano ridotto di difesa. Non deve quindi recare sorpresa se, malgrado le discussioni ampie e ripetu te in cui già sono entralo a questo rigua rdo nelle precedenti mie Mem orie, io ritorno ancora una volta sull'importan te argomen to, essendo mio avviso che tulle e singole le proposte occorrenti a costituire un piano generale difensivo ri~otto della penisola i'tali'ana, il qual e possa offrirl e almeno fino alla ristorazione delle sue finan ze un convenieilte assetto militare in ogni eventuale combinazione, debbono scaturire da questo unico prin c1p10, qu ello cioè di opporsi efficacemente ai più gravi, probabili ed immediati pericoli che la possono minacciare. Ora a questo proposito io non ripeterò certo quanto mi pare di aver più che evidentemente dimostrato allrove, cioè che i pericoli di invasione per l'Italia sono incomparabilmente più gravi e minacciosi sulle frontiere continentali ch e non sulle frontiere marittime, e che di conseguenza la valle del Po con tinua ad essere come sempre fu consid erata da tutti i 0o-randi capitani e statisti la parte militarmente più. impo rtante e_ la vera chiave dell a difesa della penisola italiana, giacchè, a quanto pare, l'opinion e si chiarisce di giorno in giorno più unanime su questo punto capitale di partenza. Dove le opinioni sono ancoramolto discordanti si è sulla necessità o meno di fortificare Roma come capitale d'Italia, ritenendo alcuni che le spese a cui si andrebbe incontro per questo scopo nel periodo di preparazione e le risorse in uomini e materiali da guerra, che vi si dovrebbero agglomerare nel giorno della lolla, torneranno a tutto danno delle operazioni militari e dell'esito della guerra; ritenendo altri che questi danni non sussistono o non sono della gravità

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te~uta, ma che quando pure sussistessero non possono ma1 condurre a co?segue:nze così disastrose quali sar~bbero quelle che imm ediatamente e inevitabilm ente deri~ere~bero dall~ occupazione di Roma per parte del _nemi co_ rn un pu,odo qualsivoglia della guerra. . Io mi ~ropongo di esaminare a fondo e sotto tutti 1 _rapporti queste gravi questi<•ni, perchè nel mio modo ~1 v~dere esse hanno una importanza decisiva per I !talia, ? perchè realmente io sento che dalla soluz10n e dr .esse piuttosto in un senso che nell'altro può dipendere la più o meno conveniente costituzion~ .del suo sistema difens ivo .

IV. Che le fo rtificazioni di Roma esiO'ano una spesa cons1·a erevole non si può mettere in od11bbio qnando s i consideri la grande estensione della città, l'indispensabilità di cingerla tutla in giro di una corona di forti ad una distanza fra loro non minore di 3 chilo_metri ~ sopra una circonferenza di raggio di 6. ch1lom etr1 almeno; io non esagererò al pun Lo di dire, come taluni, clte occorra all'uopo la spesa di 100 milioni, ma credo di non s·coslarmi dal vero v,1lutanclol a a 50 milioni, ivi compreso l'armamento e gli stobi.limenti militari di cui ora difetta. ~he la piazza di Roma, fortificata in questo modo, esiga per la sua custodia un presidio di 8000 uomini e per la sua difesa una guarnigione non inferiore ai 30 mil a; non vi sarà certo alcun militare che possa meuerlo i11 dubbio , giacchè senza una difesa attiva le grandi piazze sono molto più deboli che Je piccole,


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SULLA DIPESA ·DEGLI STATI

IN

GENEMLE

e la loro espugnazione potrebbe aver luogo con lo a$sedio per parte dell'aggressore di un solo dei loro forti staccati situati in prossimità della sua linea di operazione, e senza alcun bisogno di accerchiarle. Ora, con la spesa di 50 milioni si p )ssono completamente sistemare tre delle grandi pinzze che occorrono nella valle del Po per costituirvi un robusto sistema di difesa,".: (cioè Alessandria, Colli ·Euganei e Bologna, come si vedrà fra poco quando discuterò le questioni di dettaglio sulla combinazione delle opere di fortificazione ; oppure si possono erigere tutti i forti di sbarramento che occorrono ad assicurarne ]a frontiera da~_qualunque improvvisa invasione e sistemare aèl un tempo Bologna quale piazza principalissima e pil'.1 avanzata del ridotto centrale di difesa; colla forza di 30 mila uomini si può· organizzare un corpo intieì·o di esercito che, in un giorno di lotta decisiva, impegnato al momento opportuno, sia per agire sopra un'ala dell'oi·dine di battaglia nemico, sia per agire come riserva sulla chiave della posizione, può assicurarci una completa vittorin. Le cose essendo in questi termini puovvi mai essere in coscienza un militaredi ~enno che ritenga indifferente nella combinazione del sistema difensivo d'Italia la questione di fortificare o no la piazza di Homa?

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V. Senonchè io prevedo l'obbiezione che si vorrà fare a queste mie argomentazioni e deduzioni. L'inconvenient~, mi si dirà, delle fortificazioni di és igere una grave spesa di costruzione ed una diversione. di for~e

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E DELL'I'rALIA IN PAI\TJCOLARE

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in tempo ·di guerra che in determinate combinazioni

possono essere inuLili è comune acl ima grnn parte delle piaize forti che costituiscono il sistema generale difensivo di uno Stato, pe.rchè sé la guerra scoppia sopra una determinata frontiera divengono necessariamente superflue le piazze che stanno a difes1.1- delle altn\ e così, ad esempio, per quanto riflette l'Itulia nella stessa valle del Po saranno assolutamente inutili verso la Francia i forti cli sbarramento sulle Alpi dalla valle di Domodossola a ponente, fio o alla valle del Natisone a levante, nonchè le piazze di Peschi era, Verona, l\lantova, Legrwgo e Colli Euganeì; come lo saranno verso l'Austria i forti di sbarramento negli Apennini e nelle Alpi dalla valle della Bormida alla valle della Dora Baltea, nonchè le grandi piazze di ·Alessaudria, Piacenza, · Casalmaggiore., Fornovo e ' Genova. L'obbiezione è merio seriu di quanto in apparenza può sembrare a primo aspetto. Innanzi tutto, per quanto riguarda la diversione di forze in tempo di guerra, io osservo che nelle piazze situate sopra la frontiera non , attaccata della valle del Po sarebbe una puerilità di mantenervi una guarnigione di difesa, ma basta tutto al più che vi si tenga un presidio limitalissimo di sicurezza composto anche solo di milizie sedentarie, giacchè il nemico che volesse portarsi ad attaccarle non potrebbe~ a. meno di farlo che percorrendo il nostro stesso territorio con una marcia di fianco in faccia a tutte le nostre forze concentrate e separandosi dalla sua linea d'operazione, il che costituirebbe un nuovo sistema di gu erra ·di cui quegli che · avrebbe a pentirsi non sarebbe certo il difensore; mentre per Roma che troYasi a ~.oo e più chilometri dalla valle de1 Po e dove il nemico può giungere per una via affatto sguer-


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SULLA DIFESA DEGLl STA'l'I IN GENERALE

E DELL'ITALIA IN PARTICOLARE

nita di difese e di truppe ( cioè dal mare) sarebbe una vera imprudenza dal lato militare di abbandonare ad un solo presidio di sicurezza una piazza di tanta importanza, nella quale si troveranno concentrate inevitab ilm ente grandi risorse e che se fosse ·espu·gnata per sorprnsa, costituirebbe pel nemico un punto solido di occupazione per dominare l'intiera Italia peninsulare, onde converrà assolutamente e conti.,. nuarnente mantenervi un corpo di esercito dì 30 mila uomini: Se poi sì riguarda la spesa dì costruzione io osservo che sicuramente è una necessità inelu tLabile per un piano genel'ale difensivo di abbracciare tutte le difese occorrenti nelle svariate ipotesi possibili della guerra, col conseguente rischio che talune sieno superflue in determinate ipotesi speciali, ma la conclusione a ritrarsi da questa ineluttab ilé necessità non può essere altra se non quella di limitare le difese in ogni frontiera, onde rispondano ai soli e ·reali pericoli che sopra ognuna sono a temersi. Ot·a, siccome nessuno può mettere in d ubbio che i pericoli dell'ItaNa nella valle de,l Po sono per lo meno uguali tanto verso l'Austria quanto verso la Francia, così si rende assoJutamente indispensabile di erigere un complesso di difese conveniente sopra ciascuna frontierR, anche col rischi.o che le une siano superflue {Jllundo la guerra sr,oppierà contro una sola di deLte potenze; ma perchè uguale sacrificio dovesse tenersi indispensabile a Roma bisognerebbe , ritornando di nuovo sulla questione già discussa e dibattuta, dimostrare che reali in fallo ed uguali a quelli delle frontiere continentali sono i pericoli che minacciano q uelle marittime, che la piazza di Roma è giudicata indispensabile alla difesa generale del regno, come lo

sono le fortificazioni proposte neJJa valle del Po, ciò che mi pare di aver al'trove dimostrato insussistente. Tuttavia io no·n vogJio disconoscere che fi no ad ora la questione, come è stata da mè traLtata, può lasciare ancora esitanti alcuni militari e soprattutto poi molti uomini politici, i quali si preoccupano seria.mente delle condizioni in c1Ji verrebbe a trovarsi la nuova capitale in Roma, delle pel'turbazioni incalcolabili che potrebbe cagionare per la esistenza stes~a del nascente 1:cgno d'Italia, quando rimanesse esposta ad un colpo di mano, come sembra s{ trovi in oggi, se non viene convenientemenLe fortificata. Io non avrei d'Unque soddisfatto intieramente al mio scopo se tralasciassi di-considerare la questione anche sotto questo punto di vista, ed è perciò che io vado a supporre senz'altro il caso più disperato e temuto dai miei oppositori, cioè che mentre l'esercito italiano nella totalità delle sue forze sta concentrato nella v&lle del Po a lottare contro il maggior nerbo delle forze nemiche, una spedizione marittima riesca fortunatamenle a prendere possesso della nostra nuova capitale in R.orna . Vedia1;110 quali saranno le conseguenze probabili e possibili di un siffatto avvenimento.

VI. Anzitutto, nessun militare mi negherà che per tentare questa operazione con qualche probabilità di successo il nemico non spedi1,1à un' corpo inferiore a 40 mila uomini, giacchè dal nostro ri.dotto centrale a ridosso degli Apennìni di Bologna noi potremmo

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SULLA DIFESA. DEGLI STATI JN GENERALE

E DJ;:Lt,'ITALTA IN PA.R1'ICOLAI\E

ben spedirgli contro una· forza ugnale delle nostre riserve ed ~sporlo ai più gravi pericoli se operasse diversamente. Ora io <limando francamente a tutti i militari di senno cosa che accadrà da q uest.o fatto considerato sotto ìl punto di vista strategico se, inspirandoci a{ veri principii dellu scienza militare ed alle lezioni dei più grandi capitani, noi avremo il coraggio e la forza d'animo di non curarci -di questa diversione, come non si curò il gtnerale :RonaparLe dei lavori e nemmP.no dei cannoni cl'vssedio contro Mantova, quando si trat.tè, di resistere alle forze superiori di Wurmser? Non saranno 40 mila uomini d'imeno che-noi avremo a combattere sul teatro decisivo della lotta, cioè nella vall e del Po, e quindi una probabilità maggiore di riescire ivi viuoriosi o quanto meno di protrarre più a lungo la resistenza? Nè questa diversione p-otrà tornarci di alcu n danno, quando il corpo qi sbarco volesse portarsi a concorrere colla sua azione sul vero ·campo delle lotte decisive, imperocchè nel trug·itto di oltre a 300 chilometri che avrebbe a fare in paese nemico per giungere al nostro ridotto in val d'Arno, sono tanti i distaccamenti che dovrebbe lasciare indietr_o per assicurarsi le sue comunicazioni, da non poter a meno di arrivarvi senza forze ed esporsi cosi ad una inevi tabi le catastrofe. · l\la quand'anche non si ·voglia tener conto di questo grande vantaggio militare, è egli poi vero, anche solo politicamente parlando, che la caduta della . capitale di uno Stato in mano del nemico nel periodo di una ·g uerra vasta ed accanita, che si combatte sopra una lontana zona del territorio, sia un avvenimento così disastroso, cosi. irrep'luabile che abbia a destar tante inquietudini ed imporre ad una nazione il dovere di prevenirlo con qual~ivoglia sacrificio pecuniario,_

-ed anche a costo di pregiudicare il · vero piano generale difensivo, che strategicamente e tatticamente fosse ravvisato eonveniente a secondare le operazioni militari al momento della lotta? Se con.sulto le storie di tutti i tempi, iò vedo· èhe 1a caduta di una capitale in mano del nemico costituì sempre un evento grave e quasi irremediabile, quando .il governo dello Stato non era saldo sulle sue basi, era inviso ad una gran parte della popolazione, oppure era illegittimo; ma che per contro quandò il governo era saldo, legittim9 e beneviso alla nazione, un tal 'fatto non ebbe, politicamente p.nlando, alcuna serfa conseguenza nè mediata, nè immediata, ma costittiì sempre un avvenimento tuft'affatto ordinario. Così, per non ·uscire dai tempi a noi più prossimi, io vedo che l'occupazione di Parigi nel 18H e nel '18'15 per palte della coalizione europea fn un avvenimento gravissimo per l'Impero napoleonico, perchè nan er<'t un governo saldo sulle . sue basi, e colla caduta dei governo, per opera dei par titi politici, fu pure infranta quella spada di ferro che solo avrebbe in quel momento potuto far fronte ai nemici della Francia; ma per con-tro nè l'occupazione di Vienna nel 1805 e nel 1809, nè quella di Berlino nel 1806, nè quella stessa di Madrid dal 1808 al 11812 apportarono alcuna seria perturbazione politica nei governi legittimi e benevisi che allora reggevano le popolazioni d'Austria , di Prussia e di Spagna. · Ciò posto, perchè inlJtalia si avesse tc1n to a temere dal lato politico per la caduta in mano ciel nem ico della nuova sua capitale Roma, mi sembra che si dovrebbe in precede_nza provare che la Dinastia Sabauda, la quale, sotto forma di monarchia costituzionale qra ile regge le sorti, non ha salde radici in Italia, è

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SULLA DffESA DEGLI STATI IN GENEUA LE

invisa -ad una parte considerevole delle popolazioni, od è illegiHima. Ora, come forma di governo, la monarchia costituzionale è quella a cui ora si accostan·o le nazioni tutte d'Europa, e certamente non ve ne ha altra che raccoglierebbe in Italia maggior num ero di aderenti; coil1e Dinastia regnante, quella Sabauda è la più antica fra quante siedono oggigiorno sui troni dell'universo, e certo fra le più rispettate in Europa da tutti i governi esistenti; per il Piemonte essa è sempre quella Augusta Stirpe a cui. deve la sua politica indipendenza, conservnta nnche in mezzo al più duro servaggio di una gran parte dell'Itali a, e una pagina non mai interrotta di '))atrie glorie; per la Lombardia e la Venezia essa è sempre quella Aug usta l<'amiglia :che non esitò a compromettere per due volte la propria corona per liberarla dalla dominazione straniera ; per le alLre pani d'Italia essa è sempre quella Augusta Casa a cui poterono affidnre i loro destini per sollrarsi al dominio di reggitori che si sostenevano unicamente in seggio per stran iero appoggio; per tutt.l l' llalia finalmente questa Di nastia, e per essa il s uo Augusto Cupo attuale, è sempre il vincolo non certamente unico ma incontestabilmente il più forte e indistruttibile della sua completa unità ed ind ipendenza,. Che cosa adunque avrassi,· a teniere sotto il rapporto esclusivamente politico da lla caduta di Roma cnpitale in mano del nemico? Fors1! nn carnbium ento 0i Dinastia'( E qual.e altra avr~bbe m;)ggiori titoli per esserle sostituita come Sovrnna di tutta Italia? Quale altra potrebbe sperare di regnare anch e un giorno solo su questa nazione e;he dall 'un capo all'altro ha acclanrnto Vittorio Emanuele suo Re, e in ogni circostanza gli ha manifestato la sua profondo. devozione? Forse uno sfasciamento del l'unità italiana ora appena còstituita, e il suo ritorno

E DELT,'JTALIA IN PAUTICOLARE

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, alle separate regioni? Ma e chi può immaginare ciò possibile mentre ancora or sono pochi mesi l'annessione òi Roma ha destato in questa città e in tutti i più remoti angoli d'Itnl ia un entusiasmo indescrivibile? È pur vero che noi Italiani siamo i più pertinaci calunniatori di noi stessi od almeno che vogliamo darci l'apparenza di esserlo I C:he in Italia sussistano dissensioni nei partiti politid, che i regimi passati conservino ancora alcuni fautori, che massime nel campo religioso molti non nutrano sentimenti benevoli verso i poteri dello Stàto, no-n lo negherò io certamente; ma tutto ciò non esce dai limiti di una opposizione governativa che, a quanto ne dicono i politici, è un.elemento indispensabile del sistema costituzionale. Eppertanto per chi in ogni cosa preferisce di regolarsi più sulle lezioni dell'esperienza, che non sulle dissertazioni dei tribuni e sulle paure dei timidi, deve rimanere inconcusso· che la Dinastia Sabauda in Italia ha le stesse salde radici, che ebbe già nella sua culla, cioè in Piemonte, perchè costituendo il vero anello di unione fra le già sparse sue membra la considera come simbolo di sua unità ed indipendenza; e che di conseguenza, come lo spirito di solidarietà negli Italiani mai non si· manifestò per lo passato così intenso, cosl irresistibile come nelle circostanze in cui trovossi interessata la sua indipendenza ed unità (anni 1866 e rn70), così all'epoca di una guerra che si avesse a combattere per questo sacro fine se avverrà che per combinazione di eventi la capitale dovesse momentaneamente cadere in mano del nemico, questo fatto non potrà sotto il rapporto esclusivamente politico aver alcuna seria conseguenza nè per la ·monarchia costituzionale, nè per la Dinastia che attualmente siede sul trono.


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SULLA DIFESA DEGLI STATI IN GENERALE

E DELL ITALIA IN PAlWICOLAllE

Vediamo ora ·se l'oè'cupazione per parte del nemico della capitale di uno Stato possa dal lato militare apportare uno sconcerto tale da paralizzare i n modo sensibile le operazioni della difesa.

le occupazioni delle capi tali come sono Austerlitz nel 4805, Eylau e Friedla.nd nel 1806, Essling e Wagram nel 1809, Salamanca, Torres Vedras e Tolosa nel 1812, 181 3 e t18H in Ispagna, Krasn oé e Beresina nel 18·1:2 in Russia. Eppertanto ~i può ritenere che l'occupazion e per parte del nem1co della cnpita le di uno Stato è sotto il rapporto rnilit.1re un evento senza. conseguenze, sempre quando si avverta di non concentran i delle risorse utili per il nemico; e che nè lo Sta to nell'at~uazione ~el. suo piano difensivo, nè Urnto meno poi Il generahss1mo nella cornbinazione delle sue operazioni non hanno a preoceuparsi dei perico li mom entanei a cu i foss e esposta. Così . fecero gli uomini di Stato del piccolo Piemonte nel periodo dì prepa razione alla grnn lotta contro la mon .:i rchia austriaca, cioè dal 1850 al ·1 859; l'idea di fo rtifìçare Torino fu pìt'.1 volte ventilata ma venne sempre respinta per l'enorme spesa a -cui si ·s arebbe dovuto andare incontro, e per. le pertur·bazioni che avrebbe apportato nel vero piano generale difensivo di quello Stato; le limitate risorse di quel piccolo Regno gi à oberato da debiti per le due disastfose guerre del 1848 e 1849 furono impiegate a costruire a nuovo la piazza di Casale ed a rinfo rzare fortemente quella di Alessandria, cioè quelle posizioni che dal lato strategico e tatti co i militari di senno giudicarono più convenien ti a sostenere efficacemente la difesa del . territorio . Egualmente beqe fece il condottiero delle forze riunite di Francia e cli Piemonte nel ·1859 quando le sole truppe sarde dovevano per oltre ad un mese resistere all'in"vasion e austr.iaca; invece di lascia·rle di vise parte sulla Dora B.altea -e parte. tra Casale ed Aiessandria, come molto i_ncautamente si . era dappr.ima avvisato di far~, tutte le no?tre ·5- <l!visioni furono rapidamente. concentr.àçe,

VII. Il ragionamen to dice che ~le truppe in tempo di guerra essendo sotto il diretto esclusivo comando del generalissimo, e non più sotto la dipenden za del mi- nist&ro della guerra, le op erazioni militari non potranno in modo alcuno soffrire da questo fatto isolato, che per conseguenza quando il capo dello Stato (seppure non è egli stesso il generalissimo) ed i mini stri con qualche ufficio di delegazione si trasportino in silo sicuro, appunto come sì fece recentemente in Francia prima a Tours e poi a Bordeaux, le perturbazioni saranno di ben lieve momento, anche in tutti gli altri servizi della gran. macch ina governativa, nè certamente mai tali che a prevenirli convenga pregiudicare il sistema difensivo generale dello Stato e con esso le operazioni militari, da cui in definitiva lo Stato · può e deve a,;pettare la sua salute. · L'espel'ienza poi o, per dir meglio, fa storia di tutti i tempi·dimosLra che la caduta pelle capita li fu un evento decisivo, anche sotto il rapporLo militare, quando ern stata preceduta da sconfitte od irreparabili, od almeno molto serie toccate in rasa campagna dal difensore, e dall'esaurimento delle risorse militari, come appunto nel ·18H, e nel ·18 15 per la Francia; mentre per lo contrario le battaglie più decisive. e im,portanti, e così la difesa più accanita degli Stati, seguirono bene spèsso

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sulla destra del Po tra Casale e Novi, lasciando completamente scoperta la capitale, Torino. L'inazione forzata del generale Giulay dal 29 aprile al 31 maggio nelle pianure di Lomellina, l'operazione non mai abbastanza encomiata con cui gli alleati esordirono i_n quellq campagna, nonchè i brillanti successi di Palestro e Magenta, che vi tennero dietro, sono il frutto delle savie disposizi.oni che le precedettero tanto nella combinazione delle difese del Piemonte quanto nella condotta delle operazioni militari; l'esempio merita di essere meditato ed imitato. · Le cose succedettero alquanto diversamente nel periodo di preparazione dell'Italia all'ultima guerra contro l'Austria per la liberazione dell a Venezia, nonchè nella condotta della campagna del 1866 che vi tenne dietro. E quando la storia imparzi ale e veritiera racconterà ai .nostri posteri gli avvenimenti di questa campagna, che tanto commosserò gli animi in Italia, io sono certo che nelle· incompetenti e funeste influenze politiche tanto sulla preparazione delle difese, quanto sulla dire. rione deile operazioni militari, si troveràquellanaturale spiegazione degli avvenimenti stess.i, che troppo infallacemente si :v.olle ricercare nelle più arrischiate e irragionevoli supposizioni. ·

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pur sempre jmmutabili della scienza militare, e abbandoniamo ogni idea di fortificaré Roma, perchè questa non potrebbe essere dettata che da timori po:.. litici per lo meno esagerati, mentre i danni dal lato militare sarebbero pur troppo certi e considerevoli; procuriamo invece di assidere il sistema difensivo delJ'Italia sui veri suoi cardini, che sono i principii dell'arte della guen·a, e tutto ci assicura che provvederemo nel miglior modo agli interessi della nazione.

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VI11. Per ora, senza dare uno svolgimento di questo apprezzamento che sarebbe troppo prematuro, procuriamo di ritrarne un . utile ammaestramento ' cioè a dire, non ripetiamo altra volta l'errore di subordinare alle considerazioni sempre incerte della politica quelle,

Per me, che già avevo escluso le fortificazioni di Roma dal piano generale difensivo dell'Italia studiato nella sua più grande ampiezza, non era certo mestieri di giustificare con un sì grande svolgimento di . consid era zioni e di esempii la loro esclusione nel piano difensivo ridotto, di cui ora mi occupo; ma r iflettendo che se in un piano ge.nerale difensivo, per la cui· attuazione occorre la spesa di 300 milioni, un aumento di circa 50 milioni occorrenti alle fortificazioni di Roma non costituiva per · avv,entura un' .eccedenza tale da farvi rinunziare, quando fosse pur dato sperarne un vantaggio militare o politico di qualche rilievo, men tre invece per un piano ridotto, la cui spesa dev' essere la più ristretta e in limiti se possibile che non raggiun_gano la metà dell'indicata spesa di 300 milioni, questo stesso aumento di 50 milioni occorrenti aUe fortificazioni di Roma costituirebbe un'eccedenza rilevantissima, io mi penso che la discussione estesa, in cui io . sono entrato a questo riguardo, non sarà giudicata superflua od eccedente il bisogno, se per Àl'UìO XVI, VOL. Il,

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avventura a~rrà .l'esito che ne attendo cioè di convincere i militori e gli statisti, i qun li avranno a pronunziarsi in merito, ùella opportunità di abbandonare assolutamente ogni idea di fortifi care la n~10va capitale d'Italia, aln:eno in un pri mo peri~do d1 at~ tuazione del sistema difensivo più appropriato che si addice alla natura delle sue frontiere ed alla sua interna configurazione. . Ora io non so se qu esto scopo Io avrò con seguito, ma ho grand e fiducia ài sì, ed anzi io va do più in là nelle mie speranze, e confido di avere con tutta questa discussione maggiormente provato, che già non l'avessi: fatto fin qui, come per l'Italia dal lato del mare non sussistano veri, reali pericoli dai quali si possa temere per la sua unità ed indipendenza, imperocchè un attacco generale che si ripronunzii sol tanto dall~ _costa: siccome non potrebbe aver luogo che per sforz1 1solat1 di 50,000 uomini al più, non avrebbe alc1ma probabilità di successo contro i suoi 300 mila soldati, che in 15 giorni si possono con~entrare _ovunqu~ il bisogno lo richiegga; e quanto aglt attacchi parziali,_ c~e sotto forma di diversioni si pronunziassero in qualsiasi puntodella costa ma specialmente poi se nelle provincie meridionali, non farebb ero che agevolare all'esercito ital iano la resistenza e la vittoria sul teatro decisivo degli avvenimenti cioè nella valle, del_ Po. . Tutto ciò che si ha a temere dall ltaha verso 11 mare sono i danni per il èomm ercio e per le proprietà private delle grandi città. situate alla costa e no~ abbastanza fortificate per tenere lontane le flotte nemiche; ed è a questo unico scopo che dovranno t~ndere le nostre disposizioni difensive verso le frontiere marittime. Eppertanto io ne ritraggo la conseguenza che in un piano ridotto della difesa d'!ta~ia, dove_ le fortificazioni vanno limitate allo stretto md1spensabile,

R OE LJ.'ITALfA IN i'ARTICOLARE

si possono senz'altro nella parte bassa e media delJ'Jtalia , sole esposte ad attacchi dal mare, eliminare le opere tutte state proposte per la difesa interna , quali sono i forti di sbarramento attraverso gli Appennini da Boccn Trabaria a C1:tmpobasso, e le piazze di Orvieto, Viterbo, Ceprano e Capua. Inoltre per quànto riguarda le difese alla costa pare che per un pi·ano ridotto di difesa sia sufficiente: 1° Fortificare con somma cu ra i porti e le rade del Mediterran eo più prossime all'Alta Italia, qunli sono quelli compresi tra Capo Argentaro e Ventimiglia, onde un o sbarco in. tanta prossimità del teatro decisivo delle operazioni e del nostro ridotto centrnle non costitu;sca una diversion e realmente pericolosa. 2° Mettere al sicuro dalle facili escursioni delle flotte nemiche le grandi città centri cospic11 i di popolazione e di commercio, come Napoli, Palermo e Messina. 3° Muni re di sufficienti difese i punti più importanti di rifugio delle nostre flotte, come Taran to, Brindisi e soprattu tto lo stretto di Messina. " 4° Lasciare per contro come si trovano quegli altri porti tali che Civitavecchia, Santa Venere, Augusta, Siracusa e Terranova che non hanno un'importanza decisiva per le operazioni della flotta, nè una gra nde importanza sotto il rapporto politico e commerciale, come pure quegli altri porti anche importanti, ma che sono. già muniti di convenienti difese, come Ancona, Ven ezia e Gaeta. Anche solo senza tener conto delle riduzioni di spese possibili ad dttene1·si con una più convenien te applicazione dei precetti fortificatorii, delle quali discorrerò in seguito, sono già 60 milioni di economia cbe si ottengono per questo ·meizo sulla spesa di ·300 miliorit a cui venne valutato il costo del sistema


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difensivo generale del Regno; econom ia considerevolissima e che, pur giova ripeterlo, non apporterà una g.rande perturbazione :.il sistema generale stesso, giac.chè non è altro che una conseguenza del pr incipio stabililo ed ora, a mio avviso, inconcussamente dimostrato, cioè che dal lato del mare, specialmente nelle s uè prnvincie meridionali, i timori serii che possono compromettere l'indipendenza dello Slato non sus~istono, e vogliono perciò essere trascurali in un

robusto di difesa, mi sarebbe stato imp ossibile di trascurare un qualsiasi elemento di resistenza che potesse assicurare a questo estremo baluardo le migliori condizion i, quando trallasi per lo contrario di un piano ridotto di cli:f'esa resò necessario da considerazioni di tempo e di spesa, egli è a.ppunlo qui che si può passar oltre a molte difese, senza rischio di compromettere le sorti di una guerra, giacchè il suo inomento di agire essendo il più 1·emoto frn tulle le opere del sistema d;fensivo, si . pnò ra~ionevolmcn te fare a fidanza s11l tempo opportuno di ::;istcmarlo, anche durante la guerra, nelle più robuste condizioni. Basta a persuadercj di questa v0rità l'esempio recen te che ho giù altrove citato, di Pal'igì, la quale in meno di 30 giorni e nel più disperato orgasmo prodollo da avvenimenti impreveduti, pure fu posta in tale stato di resistenza da sfidare non solo un asseJ io di 4 mesi, ma da sostenerJo ancora sen za veri difensori. Ciò che importa di assicurare a questo ridotto si è un punto almeno ben forte e ben scelto, perch è in ogni più disperata combinazione di eventi l'eserci to, che sia costretto a ripararvi anche nel più grave disordine, vi trovi un primo sicuro .rifugio contro le masse vittoriose che lo inseguono, ed i necessarii mezzi di rifornirsi degli uomini e materiali di vario genere, che sieno stati perduti nelJe precedentì operazioni. Ora questo punto noi lo avremo fortissimo in Bologna, se sistemeremo questa pia1.za nel modo a s uo tempo inJicato. Bologna infatti, situata come è ai p; cdi delle falde degli Apennini, allo sbocco delle due valli della S..irena e del Reno, percorse. en tramb.è da un'o ttima strada carreggiabile, ed una di esse anche da una ferroYia, colle quali tutte è in streua comunicazione coll"Ilalia

piano ridotto di cl.'lfesa . La parte veramente importante del mio còmpito sta ora nello studiare e concretare le riduzioni che si possono fare al sistema difensivo generale dell'Alta Italia, già precedentemente svolto, per costitufre un piano ·ridotto il quale provveda in modo sufficiente alle esigenze della difesa e offra ancora una condizione di. cose abbastanza rassicurante nelle eventual'i combinazioni possibili della politica europea.

X. Per procedere con ordine, ricordiamo che il sistema generale difensivo dell'Alta Italia si compone essenzialmente di tre passi, cioè : 11° Ridotto in val d'Arno che nel mio avviso dovrebbe pur essere il ridotto centrale di tutta la difesa dell'Italia. 2° Difeso di frontiera. 3° Difese interne che coUegano quelle di frontiera col ridotto . Ora per quanto ha tratto al ridptto centrale, io osservo ·che se in un piano generale il più ampio e


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peninsulaì·e, ha una posizione tatticamente eccezionale; imperocchè si presta alla formazioné di due campi trincerati, l'uno in pianura e l'altro in collina, di cui il secondo sarà naturalmente il ridotto del primo contro l'attacco pl'incipale clic essa ha da temere, cioè dalla valle del Po; e così non è più una sola ma due piazze, che il nemico ha da espugnare per impadroni1·sene, e col vantaggio che i custodi ed i difensori dell'una sono &.d un tempo i custodi ed i difensori dell'altra; inoltre, fi9chè si sostengono le posizioni laterali, già fo1•tissim e per notnra , di Monte Capra a pon ente, e di ~!onte Calvo a levante, questa piazza ha il vantaggio unico, e che non si incontrerebbe in nessun' altra piazza che si volesse erigere in Italia, cioè di non poter essere accerch iata, per cui sia le vettovaglie, sia le munizioni da guerra, sia i difensori potranno essere rinnovati quante volte sarà necessario, fino a totale esaurimento di Wtle le risorse del paese; e il nemico non avrà assolutamen te altra alternativa che di espugnare le difese prima di pianura, e poi di collina, collo svantaggio, quando agirà contro queste ultime, di lottare contro posizioni dominanti, le quali conquistate onche l'una dopo l'a ltra a costo di sncrifizi successivamente crescenti, non danno mai al l'aggressore un vantaggio reale sul difensore, ma anzi lo collocano sempre sotto il dominio delle sue opere situate più indi etro. Io posso ingannarmi, ma. ritengo che se nelle nostre operaz ioni di difesa nella valle del Po noi sapremo manovra re co nvenientemen te eia non lasciarci in nessuna ipotesi staccare da Bol ogna (e questo, come si è veduto nelle precedenti mie )lemorie, fu l'unico scopo di tutte le proposte contenute nel piano generale difensivo da me proposto) e di giungervi con un esercito assottigliato quanto si vuole dai combattimenti soste-

nuti, ma che sia ancora dotato di costanza e di energia per il compimento dei suoi sacri doveri, la resistenza di Bologna potrà essere tale da stancare qualunque sforzo del!' aggressore, e da ottenerci una soluzione della guerra, che non potrèmmo mai e poi mai ottenere con su ccessive resistenze protratte, non solo al Trasimeno ed a Roma, ma anche a Messina .. Mi conforta in questo avviso l'esempio di Sebastopoli nel '1854-, 1855 e 1856; questa piazza era étppunlo nella felice cond izione di potersi rifornire durante J'o.sseclio cli viveri, materiali da guerra e di difensori, e bastò questo percltè si sicno resi necessari due anni .circa di operazioni sangu in osissime per espugnarla; ora, che sarà cli Bologna la quale non presenta all'aggressore alcuna di quelle posizioni, come Monte Verde, l'llalako!f, ecc. dalla cui occupazione dipendeva inevitabilmen te la caduta di Sebastopoli, ma anzi queste posizioni dominanti per un nemico, che venga dalla valle del Po, sono tutte e successivamente in mano del difenso re? Eppértonto in un pfono riclotto di difesa, anche indipendentemente da quelle riduzi oni parziali che si potranno fare nella sistemazione stessa della piazza di Bologna, speciolmente sulle posizioni più ritirale di collino, per rimandarl e all'epoca della g uerra, io non esito a prop orre la soppressione senz'a ltro dal mio ridotto centrale delle fortificazioni di .Pistoia, di. Pont,assieve e di Pisa situa te a ridosso degli Apennini, e ciò tanto più inquanto cl1 è nel mio concetto queste piazze eruno piuttosto destinate a circoscrivere il ridotto centrale verso la Media e Bassa Ilalia, che non a costituire una seconda necessaria difesa contro un attacco proveniente dal Po, la quale con Bologn·a appoggiata (a soli 1100 chilometri di distanza) dal centro

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di tutte le nostre riserve e risot'se mi sembra assolutamente, e nel modo più formidabile, assicura ta. Manterrei tuttavia fra le opere proposte per il ridottocentrale gli sbarramenti dei passi Apenn inici dalla Cisa a Bocca Trabaria, esclnsi sollanto quelli di Ospidaletto e delle Filigare coperti da Bologna, perocchè, sebbene sia difficile che il nemico dalla valle del Po si diriga in val d'Arno per una di queste strade laterali; fìnchè Bologna resiste e noi vi ten iamo tutte le nostre forze ancora disponibili, pure la prudenza: · esige che questi t<~nl.ativi non possano in modo al~uno riescire, onde non sia com p romessa, come lo sarebbe evidentemente da questa operazione, Lutla la finale nostra resistenza. In quanto a Spezia, che forma pure un punto avanzato del nostro rid otto, io disting uo in questa piazza le difese a mare da quelle rivolte a terra; per le prime già ho dichiarato che non si può neanche in nn piano ridotto di difesa ammettere una soppressione assoluta di opere, perchè, .esi stendo ivi il nostro solo éll':;enale marittimo ed il vero porto di rifugio della nostra flotta in caso che non possa essere padrona del mare, importa di fare ogni sacri.fiz io e sforzo per assicurarcene la difesa contro .la m::,,rineria nemica ed i suoi potentiss imi mezzi di distrnzione. l\Ia per quanto riflette le opere verso terra, io ritengo che in un piano ridotto di clifesa dell'Italia si possa senza inconvenienti sopprimerne In maggìor parLe, conservando soltanto quelle che possono concorrere colla loro azione a sostenere la difesa da mare contro gli sbarclii a prossimità, come sarebbero il monte Rocchetta e Canorbino sulla riva di levante del golfo ; giacchè sotto il rapporto della difesa da terra la linea di operazione Genova-Pisa non è quella sulla quale più probabilmente succederanno i gr~rndi avvenimenti,

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e non occorre perciò di rinforzarla con una piazza intermed ia; e per opporsi a i grandi sbarchi, che volessero assalire da terra l'arsenale e la flotta, le nostre riserve collocate in tanta prossimità potranno giungere sempre a tempo per gettarli in mare. In questo modo sono adunque già altri .u milioni che io economizzo sulla spesa di attuazione del piano generale difensivo, cioè H, per l'istoia, 8 per Pontassieve, 6 per Pisa, 3 per Ospid ::i letto e Filigare, 10 per Spezia, e tutto ciò senza clic il sistema generale difensivo di molto si ind ebolisca , ma anzi quasi con nessun inconveniente riguardo ai veri attacchi. temibili per l'Itali a, che sono quelli provenienti dalla valle del Po. Dirò in seguito delle economie possibili nei dettagli delle opere relative alla sistemazione di Bologna e di Spezia: ora passo a fare l'esame cli quelle che riguardano le difese delle frontiere continentali.

XL · Per le frontiere continentali d'Italia le opere di difesa da me proposte consistono iri '14 forti di sbarramento, i quali uniti ai 7 già esistenti varrebbero a chiudere 1,1.lrneno temporai·iamente ad un'invasion e tutte le stfade carreggiabili, che attraverso le Alpi o gli ApE:nnini mettono in comunicazioric l'Italia coi · · . territori l~mitrofi. · L'imporlanza capitale per uno Stato di assicurarsi, allo scop~io della guerra; il tempo di mob ilizzare tutto il suo esercito e concentrare nel sito opportuno il masì rlio di focza per sostenere con successo il pr; mo


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urto in campo aperto, come quello d,'impegnare questa prima battaglia in posizione più prossima possibile alla frontiera, onde sottrarre dai danni in calcolabili della guerra il territorio dello Stato, io credo c:he nessun milita1·e vorrà porla in dubbio dopo le recenti guerre, nelle quali si sono pur troppo veduti i risul. tati costantemente decisiri di una prima vittoria anche non completa e genernle. Che questo effetto di arrestare un 'invasione poderosa ed abilmente condotta non si possa conseguire con semplici operazioni di corpi staccati, rapidamente , portati innanzi, mi pare anche lu rninosamente provato dalla campagna del 1866 in Alemagna, dove pure le strade di invasione erano altissim e per se stesse alla difesa, difficili ed irte di ostacoli per gli aggressori. Che questo effelto nemmeno si possa ottenere con semplici rotture di strad e o con for tificazioni. transitorie, io credo di averlo dimostrato nelle mie precéden ti Memorie, perchè, indipendentemente dagli inconvenienti che q ueste operazioni arrecano al difensore stesso, nè le une nè le altre non obbligano il nemico a condurre al suo seguito mezzi più potenti di quelli di uso nella guerra campale, in molte valli non si incontrano i materiali convenienti a creare improvvisamente questi ostacoli, e ad ogni modo nessuno di essi hasta ad arrestare un nemico preponderante, come fu dimostrato dalle opere di Dego, tlontenotte e Ceva all'esordire della carrieramilitare 1 di Bon~parte. 1 Che invece questo grande scopo si raggiunga inevitabilmente e sicuramente con un forte_\<li sbarramento, convenientemente collocato e ro1usta'mente costituito, r~i sembra che sia aòd1e dirnortrato non solo dal ragwnamento ma .ancora dalle storie militari le. quali, contro replicati esempi di buo:11 su~cesr, non 1

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registrano che un caso solo di insufficienza dì questo mezzo, cioè l'invasione dell'Italia dal Gran S. Bernardo nel 4800, ma perèi in tali condizioni eccezion.ali che non permettono di esagerarne soverchiamente l'importanza. Ora, dopo tanti argomenti che militano in favore di queste . difese, sarebbe mai possibile che per un risparmio di 30 mii.ioni al più noi ci privassimo di questo grande elemento di resistenza ed anche di imm ediato successo? Questo sacrificio di 30 milioni non sarà anche materialmente, compensato quando pure ci dispensasse dal rovinare alcune delle opere costosissime che per l'ordinario si .incoutrano nelle strade, ordinarie e sopratuLto nelle fe rro vie di mo1i.tagna, oppure coprisse alcuna delle nostre valli dnlle devastazioni nemiche ? In tutta coscien za, anche col più vivo desiderio di risparmia.re allo Stato tutti i possibili sacrific i, anche nella persunsione che per molle vallate più difficili ed eccentriche, corI)e sarebbero la Valtellina , la Valcamonica e la valle dell' Ogl io, i forti di sbarramento possono ben considerarsi in molte circostanze come superflui, io non mi so indurre ad alcuna proposta di limitazione di difesa sulle frontiere continentali, anche in un piano ridotto di difesa. Ed io credo che sarò in questa mia opinione assistito da tutti i militari, quando appunto per le tre valli centrali sopraccitate ricorderò che i timori che esse ispirarono al quartiere generale degli alleati nel 11859, furono causa di un distaccamento di un'intiera divisione (quella del generale. Cialdini) per custodirle durante la marcia generale suU1ineio, di yisione che mancò poi nella giornata .di S. Martino e fu la. principale causa del nostro ritardato successo: certamente che se in ciascuna di quelle valli fosse esistito un forte di sbarramento


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SULLA DIFESA DEGLI STATI IN GENERALE

custodito da 300 a 400 dei nostri · soldati, e così con un presidio di 900 a 1~00 uomini al più, si sarebbe avuto -sul .verò teatro decisivo della lotta una divisione intiera di più della forza di 40,000 uommi.

E DELI,!ITA l,IA IN PA.R'rICOLAl\R

Mantova-Bologna, Verona-Manto.va-Bologna che si mantengono soltanto perchè esistono e contrastano più dire.ttamente un'invasione dalle valle dell'Adige, Chiese ed Ogli<?; ed in tal modo si econom izza lao cospicua sornmél. di 22 milioni. Escluse queste opere, rimarrebbero di tutte le difese mterne da me proposte per la valle del Po le seguenti:

XII.

Vediamo ora delle difese interne dell'Alta Italia quali si possano sopprimere o considerevolmente modificare per un piano ridotto di difesa del regno. A tal fine ricordiamo che queste difese costituiscono nel loro insieme due linee dirette e due linee sussidiarie di operazione verso la Francia, tre linee di operazione dirette ed una sussidiaria di operazione verso l'Austria, tre linee di operazione dirette e due sussidiarie verso la Svizzera. È evidente che ùi un piano ridotto cli cli(esa si possono senza gravi inconvenienti sopprimere quelle pie.zzé 'i::ne valgono soltanto a maggiormente assicurare le linee sussidiarie o -n;ieno importanti cli operazione, poichè così si priverà soltanto l'esercito di una maggior agevolezza nelle sue operazioni, ma senza nulla togliergli di quanto è stre~tamente necessario a sostenere • rigorosamente la lotta. Eppe rtanto nell'Alta Italia io credo di poter tralasciare in un piano ridotto di difesa l'erezione di una nuoYa piazza a Fornovo, la qnale è unicamente destinata a rinforza re le linee sussidiarie di operazione per la Cisa e Spezia, l'erezione di una robusta testa di ponte a Borgoforte..:_ nonchè la sistemazione ed ampliazione di Mantova unicamente destinate a rinforzare le linee meno importanti di operazione Peschiera-

Sistemazione di Aìessandria . , . 25 miiioni Testa di Ponte a Casalmaggiore 10 id. Tes ta di ponte a Lagoscuro . 6 id. . Piazza nuova dei Colli Euganei . 30 id . .Fortini di Tortona, Stradella e Serravalle 2 id . Totale

.

73 milioni

Per me, lo dico fra ncamente, mentre mi associ,erò a qualunque p·roposta che valga a diminuire la spesa

di queste costruzioni nei dettagli, sì e come nii sforzerò

d'altra parte a farlo colle idee e proposte che svolgerò fra breve, non saprei per contro comprendere come si possa sopprirneTe completamente una qualunque di queste opere, senzo. apportare un indebol imento funesto nel sistema difensivo di questa parte importantissima dello Stato sotto il rapporto militare. È evidente infatti in pt'imo luogo che, senza rinun-, ziare aJI'idea di sostenere un primo urto campale potentissimo e decisivo a ridosso della frontiera di Franciii. presso Torino e dintorni, se la lotta scoppierà contro questa potenza, non è possibile di conservare qual è, senza una potente sistemazione, la piazzaòi Alessandria; giacchèl'esercito di 200 od anchedi250rm. uomini, che avesse a ritirarsi dopo una sconfitta per i ·.200 chilometri che separano Torino da Piacenza, $enza poter fare una sosta anche di pochi giorni sotto


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SULLA DffESA DEGLJ STATI IN GENERALE

la protezione di fortificazioni, che valgano a raccoglierlo nelle intere sue forze, sarebbe rovinato, e non si arresterebbe nemmen più in una piazza così debole, tcosì tatticamente impropria alla difesa qual è Piacenza; onde la prima battaglia perduta $i cambierebbe in una vera catastrofe colla circostanza aggravantissima di lasciare esposto ad una pronta e facile espugnazione uno dei nostri baluardi generalmente più considerati, su cui l'opinione pubblica fa maggiori calcoli, qual è Alessandria, che nello stato attualè non sarebbe capace, come è noto a tutti i militari, di reggere ad un bombardamento di otto giorni ' con soli cannoni di campagna, quando venissero dal nemico occupate le sovrastanti colJine di Valenza. È non meno evidente in secondo luogo che senza rinunziare all'idea di sosten ere un primo urto campale potentissimo e decisivo a tutta pro~simità della frontiera aperta dell'Isonzo, se ·1a guerra scoppièrà contro l'Austtia, non è possibile di rinunziare alla costruzione di una grah piazza con campo trincerato nel Veneto sulla linea più diretta di comunicazione eol nostro ridotto di Bologna; giacchè una rotta toccata dal nostro esercito nel Friuli oltre Treviso, si cambierebbe ·inevitabilmente in una catast,rofe, se questo dovesse correre · fino a Verona oppure :qno al Po (cioè per chilometri 150 in entrambi i casi) senza po_ter fare una sosta di · pochi giorni almeno in una· piazza ·c11e valga a raccoglierlo e proteggerlo dall'inseguimento nemico, colla circostanza aggravantissima (nella prima ipotesi di una ritirala su Verona) di restare immediatamente separalo dal ridotto e confinato in ·una piazza di frontiera, d'onde non potrà ricévere Ìlè rinìoì·zi, nè aiuto, nè salvezza. . ,,., · · È evidente infine che senza rinunziare all'idea - di sostenere un primo urlo c'a mpale potentissimo e dè-

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.E DELL'I'rALIA IN PARTICOLAI\E

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CISlVO a ridOSSO della frontiera Svizzera allo sbocco delle valli nelle pi'anure ùi Lombardia quando la guerra scoppiasse contro la Germania, non è possibile di rinunziare alla costruzione di una robusta testa di ponte a Casalmaggiore; giacchè in caso di sconfitta ]'esercito nostro se rjpara in Pi:icenza od in Cremona rischia di essere separato dal ridotto in Bologna; se tenta di copril'si subito col Po passandolo a Casalmaggiore· non riesce in un'operazione così difficile , qual è il passaggio di un gran fiume in ritirata se non è protetto da una testa di ponte; e se corre sopra Mantova da eui dista di oltre a 150 chilometri non vi giungerà che disordinatissimo e senza nemmeno trovare poi in quella angusta piazza un ricovern sicuro e tranquillo. Ora l'assicurarsi la possibilità di dare una prima battaglia a ridosso e nella maggior prossimità possibile alla frontiera è desso un vantagg1o di così lieve momento da. non meritare qualche sacrificio anche grave qual si è quello che occorre alla costruzione o sistemazione delle tre piazzè che ho accennato? Il rinunziarvi non sarebbe per uno Stato qualunque, ma specialmente per l'Italia che ebbe la gran fortuna di sortire dalla madre natura una sì robusta costituzione ,di confini, un atto di vera debolezza e di vera ingiustizia verso quelle popolazioni forse le più belligere e patriottiche di tutto lo Stato abbandonandole senza difesa alla occupazione nemica? Lo stabilire per sistema che la nostra prima difesa deve · essere sul Po senza nemmen tentare le sorti delle battaglie per difenderne le ubertose provincie di riva sinistra non sarebbe un rinunziare a priori al. migliore di tutti i sistemi .di guerra, cioè quello dell'offensiva portata sul territorio nemico, giacchè se le nostre prime con~ centrazioni non si fanno dietro la frontiera ma sibbene


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SUJ.LA OJ!,'ESA DRGJ.I S'rATI IN GENERALE

K DELL'ITAUA IN PARTICOLARE

sul Po ~on _ci priviamo noi ipso facto del grande vantaggio d1 penetrare nel te1TiLorio nernicG se Ja nostra mobilizzazione sarà riescita più pronta che <rnella del nemico, ed una brusca invasione ci offra un probabile successo'? G~ida~o da _questi riflessi io mantengo adunque per 11 piano rulotto della cli(esa cl' Ttalia tutt~ le pi azze che ho proposte per la difesa interna della valle del Po ad eccezione di Fornovo, Borgofo1·te e della sistemazione di l\iantova , pur non escludendo i tre for'tini, osservatori di Tortona, Stradella e Serravalle in val di Scrivia, impe1·occhè a mio modo di Yedere il servizio che potranno prestare per la mi(J'lior difesa di Alessandria com pensano in larga misu~a il lieve sacrificio di 2 milioni in più che occo.rrono alla loro erezione.

XIJf.

Riassumendo quindi t11tlo il sin qui detto, il piano difensivo ridotto del regno d'I talia sat'cbbe costituito: 1° Dalla conservazione nel loro stato attuale e senza che occorra alcuna nuova spesa di riparazione o sistemazione delle seguenti opere: a) Forti di sbarramento di Ventimiglia, Vinadio, Exilles, Bard e Rocca d'Anfo; b) Porti fortificati di Civitavecchia, Gaeta, Siracusa, Augusta, Ancona e Venezia; e) Piazze forti di Capua, Piacenza, Peschiera, Mantova e Legnago. 2° Dalla sistemazione conveniente e robusta: d) Dei forti di sbarramento a Rivoli rivoìgendone le offese principali a nord verso la fronte nemica; ~

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e) ~ei p_orti, fo rtificati di Vado, Livorn-o, Longone e Portof~rra10,. Ercole o Santo Stefano, Napoli e Baja, streLlo d1 Messma, Taranto e Brindisi, Palermo; f) Delle piazze forti di Genova, Alessandria e nologna. 3° Dalla erezione a nuovo: g) Dei forti di sbarramento nelle valli della Cenischia, d'Ossola, dell'Inn, dell"Adda, dell'Oglio, del Cbìese, di Schio, Sugana, del Piave, del Tagliam ento e della Fella ; h) Del poi:lo od arsenale marittimo di Spezia; i) Della pi azza Colli Euganei e delle teste di ponte di Casalmaggiore e ponte Lngoscuro. ResLando inollre ben inleso che sieno conservate quali sono ma senza armam ento stabile le teste di ponte di Casale e di Crem ona sul Po, di Bonra sull'Adige, di Puvin s ul Ticino , <li Pizzighctlonc sull'Adda; che sieno_ dislrntte le fortifìcnzioni di Casale sulla riva destra del Po e l'intiera piazza di Palmanova; che ~ia convenientemente modifica ta la piazza di Verona, Il tutto senza alcuna spesa perchè i terreni ed i materiali che si ricaveranno compenseranno abbondantemente quella di demolizione. Con ciò, com e si è !eduto l'economia sarà L. 125 milioni, per cui lo importo totale già valntato in 300 milioni per il piano . generale si restringerà per il piano ridotto a L. 475 milioni.

XIV.

· lo passo ora alle modificazioni di dettaglio che mi parebbe utile di introdurre tanto in genere nella costi-t.uzione delle piazze forti quanto in particolare nella AMO xvr, VOL, 11. 10


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SCLLA D,FESA DEGU STATI IN GENERALE

costruzione delle singole opere da cu i sono formate, allo scopo unico di ruodellare le fortificazioni sulle vere esig,eor.e attuali della guerra e sui prog,ressi rjmurchevoli fotti dall'arma delJ.'a l'tigl ieria . lncorn i11 Qiand0 dalla costituzione in genere delle piazze da guerra, io mi penso che gli ingegneri militari, istruiti dogli esernpii recenti della cnrnpagna di Francia, vorranno ronven ire che un ùSSedio regolare delle fortificazioni permanenti non è più il sistema a cui in via ordinaria si :appiglino gli eserciti per espugnarl e, ma che sarit sempre preferito quello di un forte concentramento di artiglieria per abballerne in distanza le difese e rendere le opere intenibili ai difensori: se non n1 i inganno , ad eccezione di Strasburgo, tutte le piazze che furono per tal modo au.iccat'e non con artiglieria di campagna ma bensì con grossi can noni soggiacquero quali dopo uno e quali dopo due giorni di bombardame~to. Ciò stante, pafe a_ me che sia una misura affatto superflua quella di costruire robustamente le cinte del corpo di piazza nelle grandi forLezze di pianura, J,e l'cliè quando il momento sarà venuto di far valere lii. loro resi stenza, cioè che esse si trovernnno a tiro, )1 nemico non si curerà nemmeno cli meuerla alla prova e di controballerne le artiglierie, bensì rivolgerà i suoi fuochi sulla città e con un bombardamento spietato ne otterrà immancabilmente la resa. Come conseguenza di ciò io ritengo che da unà parte gli statisti militari cui compete di decidere sulla postazione delle fortezze dovranno con cura evitare di ~tabilirle nei grandi céntri di popolazione o preferire quanto meno quelli che come Alessandria, Bologna e (i~pova consentan~ di abbandonare al momento op1 portur;10 la città senza perdere la piazza, e dall'altra .~arte. c~e ~gli. ingegneri militari se continueranno ad

E DELL'lTALIA lN PARTICOLARE

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erio-ere delle cinte robuste in quelle piccole piazze o forri per lo più situati in monLa~na i _qu~li ?no~ abbracciando nel loro interno nè c1llà nè v1llaggt non corrnno pericÒlo di dover essere cedu ti prematuramente per solo effetto di bombardamento, si limiterann~ invece per tutte le altre piazze circondate da campi trincerati a costruire delle cinte di sicurezza contro una sorpresa , cioè semplici muri a feritoie con. fosso antistante ma con pochissimi rampari per pezzi d'ar,tiglieria. . . . Se questo consiglio sarà accolto e segmt~to 10_nteng~ che a preferenza di ampliare Mantova s1 deciderà d1 fortificare Casalmaggiore e Lagoscuro, e che a _preferenza di formare una gran piazza attorno Treviso o Padova si deciderà di erigerla ai Colli Euganei: come alti·esì ritengo che a preferenza di formare una nu_ova cinta anche .in terra a Bologna ed una robusta cinta fortificata ai Colli Euganei, si deciderà di conservare semplicemente a Bologna l_a cinta attuai~ e_ai Colli Euganei di costruire un semplice muro _a fen_to1~ con fosso attorno a quello spazio di terreno rn cm s1 vorran~o raccoaliere i rnngazzeni e gli alloggiamenti. Ed allora 10 non iredo di ingannarmi nell'asserire che si ri~par:mierà una spesa complessiva per le dette due piazze di i milioni almeno.

xv.

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Continuando sempre a discorrere della costituzione in genere delle piazze ma più p~rti~olarm~nt~ di quelle più vaste circondate da campi trmcerall, 10 osservo ehe in oggi in cui le artiglierie d'assedio sono già


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E DELL'ITALIA IN PARTICOLARE

SULLA DIFESA DEGU STATI IN GENERALE

effic~ci all~ distanza di due chilometri per distruggerele d1fest d1 un'opera, e i tiri di infilata non hanno più la prev~lenza che avevan o in passato, non sia piùr perm esso dt fare a fidanza sulla mutua difesa tra loro dei forti staccati attigui quand'anehe si volessero tenere alla. distanza tra loro di, 2 chilometri, ,imperocchè le batterie nemiche che si collocassero sulla cap itale di un forte alla distan za di z chilometri dalla sua fronte verrebbero a trovarsi - alla distanza di chilometri: 9 -\/2 = 3 chilometri ci rca dai forti Jat~rali e qnindi quasi al sicuro de.i lo.ro tiri, p·erchè il bersaglio snrebbe troppo piccolo e. ristretto per essere ben distinto e -colpito: Anzichè quindi di,, andare in cerca di un risultato im possibile ad otte:nersi, sembra p'referibile nell'interesse dell'economia della spesa e sopratutto della limitazion e delle opere di rinunziare assolutamen te a questo mutuo sosfegno, considerare ogni fòrte staccato·come abbandonato a se stesso, col solo debito verso i suoi collaterali di ben difenderne la metà del loro. intervallo, e val ersi poi di questa rinirn,zia per col1ocare a 3 ed aflche a chilom. 3, 500 fra loro i forti ~taccati col vantaggio c.(msiderevole di ridurne quasi · ·a. metà il loro numero. . No~ pare .a. me, che q~est_i grandi !ntervalli possano n esc1re noc1v1 ali uso prm c1pale cm sono destinate · queste varie piazze, cioè per essere difese da un corpo considerevole di truppa ed anche da intieri eserciti; chè_ anz i. essi si presteranno a meravig.lia per le grandi sortite dal ca!npo trincerato in linea spiegata e n~ll'ordine stèsso del combattimento onde . -:· ·p ortarsi ad assalire il corpo accerchiante n·eIJa dire. zione più conveniente che le esplorazioni ci avranno :ad~itato per sorprenderJo_ con : su'p eriorità dì· numero, non che· per costruire opere 1 campali . d3.

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arm·arsi colle artiglierie dj campagna. E per appoggia-re questa mla proposta con qualche .;tutorità, io rico1·do semplicemente che fi n dai suoi tempi il ge-:nerale Rogniat, così favorevolmente conosciuto . nel mondo militare, corn;igliava di circondare le piazze destina.te a divenire gnmdi campi trincerati di soli quattro fo rti collocati ai vertici di un quadrato avente ~ chilometri di lato, ciò che per le artiglierie d~ -quell'epoca oltrepasserebbe forse anche la distanza in oggi dn me proposta di 3 a 3 chilometri -1 ( 2. Se ques to consiglio verrà accolto e segu itato io eredo dì non errare asserendo che la spesa di sistemazione di Bologna :;i potrà ridurre dì 3 milioni e.olla soppressione di tre for ti staccati nelle· coll ine; per l'erezione a nuovo della piar.za dei Colli Euganei si potrnnno economizzare 5 mili oni sopprimendo cinque dei forti staccati; per ·la co~truzione della testa di pon te a Casalmaggioresi potrà risparmiare un milion e sopprimendovi un forte staccnto ; nella sistemazione di Alessandria si potrà r idurre la spesn di 3 milioni sopprimendo tre dei fort i staccati in collina; e così i n èomplesso per queste sole quauro grandi piazze della valle del Po si otterrà un'economia di dodici milioni .

XVI.

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Continu ando ancora ? parlare della costituzione in generale delle grandi pi aize con campo trincerato, io osservo che lo spinger':}, come molti militari vorrebbero QJ'a fare, la distanza dei forti stacçati dal corpo di piazza :-.Li 4 e 5 chilomttri sarebb.e una misura ec-;~es~i va più atta ad indebolire il èampo per, la sua


SULLA DIFESA DEGLI STATI IN GENERALE

E DEtL'ITALÌA

ti:oppa estensione e per il soverchio numero di opere staccate che non necessaria allo scopo a cu i si mira di preservare Ja piazza dal bombardamento. È vero infatti che ora si fabbricano artiglierie della gittata di 6 a- 7 chilometri, per cui valutando a 2 chilometri il campo di ti'ro efficace d'ei forti staccati parrebbe realmente nécessario di collocarli a 4 ed anche a 5 chilometri dalla cinta del corpo di piazza; ma conviene però osservare che siffatte artiglierie non sono, faci lmente trasportabili, esigono per il loro impiego molti lavori e convc~nienti condizioni di terreno, e nel fatto poi non sono di così frequente uso; quando· per il loro trasporto a sito e impiego si richiedessero i mo giorni che vi impiPgarono i Prussiani per adoperar-le contro Parigi, mi pare che l'ufficio clella gran piazza si potrebbe- già ritenere compiuto essendoché il calcolare sopra tre mesi di resistenza per una piazza è già tutto quello che si può desiderare. Io non intendo di ritrarre da questa considerazione alcuna conseguenza per diminuire la spesa delle grandi piazze da me proposte, giacchè nella valutazione di esse io ne ho già tenuto il debjto conto;· solo io consegno questa osservazione nella presente Memo.ria perchè se mai accadesse che qualche ingegner~ mìlitare volesse spingere a questi estremi le cose si sappiano le ragioni che valgono a giustificare l'avviso più .moderato.

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l'A'fiTlCOLARE

io osservo che lo scono loro essenziale essendo di chiudere assolutame nt; la via alle artiglierie ed ai carriaggi fino alla loro espugnazione e di obbl i?are il ·nemico a far avnn zHre pPt' cpiesta cspu 6 nnzwne èlelJe artiglierie più potenti che non sono quelle di campagna, non è il raso, quando si stu .li,:no su.I terren o le op_e re da costruirsi per uno sbaira.rn ento, di troppo preoccuparsi di quei pnssi_ che sono cni~ camente accessibi li a uomini iso l:i t1, purchè questi non possano colpire di roYescio i difens0ri dell' opcra e obbligarl i n desistere daila <lifPsa della sirada . Ora siccome questo effetto si può sempre ottenere col casamattare la fronte principale, così nella comb ina.zinne dell' opera basterà ben avvisare a questo 1rnic? scopo di sbarrare 'la strada senza ·inqnietarsi che !l forte possa essere giraio e il difensore rimanere senza ritirata, imperocchè è questa la fine a cui deYe sempre aspettarsi il p residio di una fortezza in generale e quello di un forte di sbarramento poi in particolare.Io non conosco che poche delle valli in cui sono progettati i nuovi -u. sban~menti." d~ ~ronti~ra da me proposti nelle Alpi e neglt Apcnrnm; m1 sa rebbe quindi impossibile di indicine tassativamente il ~iodo di comportarsi in ·ogni caso, massime che per siffatte opere le r.ondizioni del terren·o hanno una influenza. decisiva . Io dirò un icamente che alloraquond o l'opera principale può essere · collocata attraverso la strad~ ·e ,d isponga. di un campo di tiro di due chiloc.neCrt almeno, lo scopo sar·à conseguito dFI qur.sta. sola opera quando si abb ia l'avvertenza di cusamall ,! rl_q sul fro_n te, di farla inaccessibile ad una scalata ~ u1 fioncl l! .ed alla gola, ma che non occorre per ~u)l~ di, v_~de_r modo cli sottrarre le murature nè dai t1n , ne ct1 ncercare i fianchegg iamenti ere., essendoC'hè con soli mezzi di campagna i robusti rivcistime:r.1ti norr si de-

XVII. Continuando ancora della costiruzione in genere delle piazze ma. più_ particolarmente di quei piccoli e robusti forti destinati allo sbarramento delle valli

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SU LLA DlFESA DEGLI STATI IN GEN ERA I.E

moliscono, e se per ottenere queslo intento sarà d'uopo di far avanzare artiglierie d'assedio, così difficili ad adoperarsi in una valle tislretla, si sarà conseguito lo scopo quando pure in 3 o 4 giorni dopo lo stnb ilimento di qu es te batterie di assedio il forte di sbarram ento divenisse intenibile. Se poi per otten ere lJUesto campo di tiro sulla strada fosse indi spensabile di occupare una · posizione late rale alla strad n, come ~d esempio succede nella· valle della Cenischia per la strnda del Monc"en isio, in allora non si clovrù mai .trasc urare di colloca re sulla strada stessa una riuoLLa casnmattata a forma di tagliata, giacchè senzn qu es to sbarramento diretto il TIC'm ico cli nolle tempo passerebbe sollo il tiro Jel l' opera laterale e potrebbe renderne inutiìe al prin cipale scopo la su à. azione. Ho cred uto opportuno di svolgei-e qu es.te considerazioni sui forti di sba rramento pe l'cli è i pochi che io ho visitati mi sembran o tuLLi eccess ivi allo sc·opo, come Fenestrell e ed Exill es , -e se nza dubbio se si fosse avuto in mira, quando vennero costruiti, di fo rmare sollanto degli sbarramenLi momentanei si sarebbe . consegu ito lo scopo con spesa molto minore. Se queste mnss ime saranno cre dute meritevoli di . appli cazione, io credo di 0011 ing;,nnarmi neirnsseri re che una economia di 200 a 300 mila franchi per ognuno :dei iJ.i forti di sborramento si potrà conseguire e pel' tutti insie me quella di 4 milioni alm eno .

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E DELL'ITALIA IN PAl\'l'ICOLARE

XVIII.

Passando ora a discorrere delle modificazioni di detta(J'lio che mi sembra poss ibile di introd urre nella costr~zione delle si ngole opere di fo rti ficazione che costituiscono una piazza, io chiamo in primo luogo e principalmente l'attenzione degli. ingeg~eri . milita~i sui forti stoccati di ,t• lin ea dei ca.rnp1 trincerati, opere queste che nella fortificazione modern a acquistano una importanza capital e sia per il numero s-trnordinario in cui vanno prodigale, sia per l'ufficio cu i sono chiamate di sosten ere quasi da sole LULle il peso della resistenza agli · assalti nemici cd ai potentissimi fuochi delle loro nnmerose a rtiglierié. È evidente da una parte che qualunque innovazio ne sia possib ile di in trodurre neJla loro costituzione la qunle al'recl1i una qualche eco nomia, non può a meno di tornare so ttu il rapporto finanziario vantaggiosissima p0rch è, appli cata ed este~a ad t'.n num ero cons iderevo le di opere, produ rrà un. r1sparm10 di notevole rilievo. È evidenle però da un'altra parie che qualunque innovnione meno maturata cd util e sollo il rapporto difensi vo che si apporli nella loro co mbinazione, le conseguenze possono essere pern ir; iosi ss irne perchè nella maggior pnrte dei casi la premn tura espugnazione di un forLr. staccato può essere causa della caduta di una inti era piazzo. Io comprendo che questi rifle~si debbono rend ere esiLanLi . gl i ino-eO'ne o o ri militari a scostarsi, nell a combi-


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SULLA niFESì\ DEGiI

sTA'rI IN

G-ENEnAr..E

nazione di_,queste opere così importanti, dai veri prin. cipii dell'arte, ma mi sembra che nP.llo stesso tempo li debbano animare a studiare il modo di fare di q_uesti veri principii la più larga e libera applicaz10ne in relazione ai sistemi di attacco che nella guerra moder11 a hanno g ià od alrnc·no tendono di giorno in · giorno ad a vere la prevalenza. Ora io noto a questo riguardo che una modificazione radicalissima già è stata definitivamente ammessa almeno da noi nella costituzione dei forti staccati delle grandi piazze· da guerra, ed è quella della soppressione dei ridotti interni. , Per ct~i conosce a quale ufficio era destinato questo ridotto rnterno, la cura somma con cui si cercava di costituirlo nelle più robuste e favorevoli condizioni . ' e la importanza · che gli si attribuiva nella difesa a,ell'0pera specialmente al suo ultimo periodo, unn siffatta modificazione non parrà certo lieve e insignificante. Eppurn il ragionam ento e l'esperie~za hanno finito per convi~e:re · i generali e credo anche una gran parte degli ingegn eri militari : 1 '. 1° Che la conservazione di questi ridotti fin.o al l'estremo periodo della difesa per agì re ·effì <;acernente al momento dell'assalto , della breccia, impedire .il nemico l'occupar,ion e dell'opern princ ipal e ed ottenere una :onorata capitolazione, non è più ai giorni nostri u_n m ul ~ato sp~rabile, imperocchè' se questi ridotti s1 costrmscono m muratura e defilati alla vista esterna non sono pe rciò rìparati dai tiri in distanza e ven!)'ono d istrntli per i primi dai proietti nemici rlie non°coIpiscono l'opera principale; se si costruiscono in terra se~za dom inio sul!' opera principale non avranno azione sul. parapetto di questa al momento opportuno dell'assalto; se si costruiscono in terra con dominio

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E DELL l'l'AL1A IN PAllTlCOJ, AllE

sull 'opera principale, le loro· artiglierie divengono il bersaglio obbligato .ed utile dei tiri perduti e sono distrntte contemporanea.men te alle artiglierie dell'opera stessa. 2° Che naturale ridotto di questi forti staccati è il corpo stesso di piazza o meglio il campo trincerato il quale nella pluralità delle ipotesi essendo occupato da forti corp i di truppa potrà rlirigergli a tempo opportuno i soccorsi in •uomini cui abbisognasse per i casi eccezionali e soprattutto al momento di una lotta corpo a corpo, resa d'altronde così difficile nelle guerre modern e. 3° Che l'ufficio di ricovero ordinariam ente assegnato a questi rid0tti interni vie1Je prestalo dai locali casamattali sotto i terrnpieni ctfe per altre rogioni divengono in oggi indispensabili. . E dopo qu esti riflessi si venne r isol utamente alla conclusion e almeno da noi di sopprimerli, con che si ottenne il vantaggio essenzialissimo ootto il rapporto finanziario di una economia di spesa di oltre a 500 mila franchi nel costo di ciascun forte, e sotto il rapporto militare di una conveniente riduzione nel suo presidio e nel suo armamento. . Ora la soppressione dei ridotti interni nei forti staccati di 1a lin ea di una vasta piazza è dessa poi la sola modifi~az ione radica le all 'ord inario sistema di queste opere di fort ificazione ch e nel rapporto economi co sia consentita dalle attn.iili forme della gnena di auacco delle piazze forti1 Per esempio se i fuochi concentrati <l 'a rtiglieria a grandi distanze rendono per così dire inoccupabile il• terrapieno interno delle op ere nelle zone . più ritirate .verso la gola che non sono più defilate sotto angoli di tiro aventi per tangente 1Jl: dal p~ra p~tto del fronte , a che . conservare queste zone coli obbl igo


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S ULLA DIFESA. DEGLI S'fATl IN GENBRALE

inerente di ripararle con costose traverse? Se queste stesse gole delle opere non sono più suscettibili nel , periudo vivo dell'attacco di essere coronate di difensori a munite di armamento stabile percl1è costituirle ancora in ·quella robusta forma di rivestim enti terrapienati e coprirle poi alla loro volta con travuse retrostanti? Se la difesa di ques te op ere dagli .attacd1i di sorp resa o di viva forza deve risiedel·e pei casi ordinarii nelle operazioni attive delle truppe ch e sono racchiuse nel campo trincerato, a che munire anc.ora i fo rti stacca ti di piazze d'armi per le sortite, a che conserva re 11n interno spazio che non è più necessario? Se finalmf\Ote il mutuo sostegno dei for t.i attigui non è più un risultato sperabil e per .la ineluttabile necessità di crescere la distanza tra loro, a che quelle faccie laterali che dista.ccan dosi nd angolo ottuso dalle estremità del fronte allargano consid erevolm ente il poligono direttore, danno sempre maggior an.1piezza a·I . terrapieno e obbligano poi a dare un 'estensione più considerevole alle in utili go le con costosissimi lavori di c·hiudimen'to ? Io non in tendo cerlamente di proporee un tipo regolatore, immutabile che si applichi a tutte le co ndizioni di terreno; ma mi perito unicamente di esporre com e un a semplice idea a sv_olgersi dai tecnici la segu ente: Costituire ogni forte di 1• linea : 1 1° Con un trinceramento rettilineo della lunghezza di 200 a 2:20 metri misurata sul ciglio interno del para petto in modo da potervi collocare una formidabil e batteria in barbella di 30 pezzi, dei quali ben inteso i due estremi su ciascun fianco del trince~ ramento l'ivolti verso l.'intervallo tra i forti attigui; · -2° Aggiungere a questo trinceramento rettilineo due fianchi bassi rie.irati di 20 metri. circa di lunghezza,

E DELL'ITALlA lN l'AllTlCOl,AIIE

riuniti ad angolo r etto col fronte, °'.uniti di artigli erio in due ordi ni, entrambi casamatlat1. . 3° ,.Rinnire olla gola qu esti due ;1an?b1 con ?n semplice muro a feritoie defilato dal!. antistan te trinceramento frontale sotto un angolo d1 caduta a tangente di 1/4·. . . Si intende r.he 11 tr111ceramento frontal e anebbe il profilo più robusto e convenien~e cioè controscarp.a ri,vestita per un'altezza di metn 6 almeno con· antistante spalto, fos<:-o lal'go ~2 a 1~ metr~, scarp~ i.n muratura di nltezza non minore dl metri 4 epp~n nparnta dai foochi sollo angoli di cadul~ aventi per tangente 1/4·, rilievo di H . a ,H? - ~etn sulla cam-pagna, parapetto di grossezza ~etn 7 ad 8.' ram~aro largçi 12·a 15 metri e sottostante d1 2 a~- m?tn alla lm~a di 'fuoco ricoveri in muratura sotto l mtle~o rampa10 cuperti ~ prova e con 2 50 me.tri. circa d1 t:rra s.ovra.stanle, scarpa del rnmparo 11~L1eramen te m mmatura con feritoie per la fu cileria e qual~he cannoniera munita inoltre di larghe aperture m a~to per Ja jJl;minazione e areazione dei ricoveri·: -SJ .mt:nde che il fosso girerebbe intorno ai fianch1 nLJrat1_, al muro di gola a feritoie ed anche _se occo~r~ al piede della -scarpa del ramparo della fro~l e rett1hnea, e sarebbe difeso nella sua, parte an:er10r~· verso la .~ampagna da una, caponiet·a centrale; l'rngresso s1 tr?· verebbe nel bel mezzo del fronte con ponte ~evat010 e diamante ed anche con dongione se sarà 11 caso~ la comunicazione col ramparo avreb_be_ luog~ ~er gli uomini per mezzo di scale interne dai r1coverJ, 11 ma: teriale d'artiglieria Yi sarebbe elevato per rnezz~ d1 apposite puleo-gie in due r.ompartimenti appartati laterali all'inar:sso. In somma ogni forte sarebbe una gran caser~a. difensiva_ rettiline~ sormontata da u~~ batteria in barbetta d1 30 pezzi con due appendlCl


SULT.A DIFESA OEGLl STATI IN GENERALE

E DELL'ITALIA IN P.A.1\1'ICOLARE

ritirate a forma di fianchi armati ciascuno di 10 pezzi e così in complesso si avrebbero 50 bocche a fuoco per ogni forte. Con nna siffatta disposiz ione mi sembra che per una difesa sul fronte dell'opera una batteria di 30 cannoni in barbetta con carnpo di tifo di '120° possa contrastare efficacemente i mezzi d'attacco senza offrire ai tiri dell'aggressore un bersaglio più ampio di quello·che ne offrono le sue stesse batterie; ogni tiro che non colpisce a giusta misura il parapetto è intieramente perduto; nessun spazio interno è perduto; l'in tervallo tra i forti viene difeso da fuoch i radenti e raddoppiati; la gola è assicurata contro qualunque sorpresa. Io lascio, come dissi, agli ingegneri militari il còmpito di maturare quest'idea e dimostrarne Ja possibilità o meno . di sua pratica applicazione se non in tutti i casi almeno in quelle posizioni di coll ina ch e spesso .non consentono senza enormi spese di erigervi quei forti poligonali ampii e costosi che in generale sono proposti dagli autori per formare la coro na di cintura esterna dei eampi trincerati. Per· ora io osservo soltanto che, ove questa 11pplicnzione (0ssc rìcono3eiuta possibile,r economia di costruzione n9n potrebbe essere minore di. 300 mila franchi per ogni forte stacca to e si?c~me nelle sole piazze che io propongo di eriger; o· d1 ~nstemare p.el piano ridot.to di difesa non sono rp~no di 40 i forti della fattispecie che converrebbe c ostrurre, io otterrei per questa sola modificazione u :na econorn_ia di 12 milioni. · 1

XIX.

Continuando a discorrere delle modificazioni di dettaglio che mi sembra . possibile di in trodurre nella costruzione dell-e opere di fo rtificazioni, io chiamo in secondo luogo l'attenzione degli uomini tecnici sulla costituzfone a darsi nlle batterie a mare che anche nel piano riclotto di d·ifesa clell'Jtaha figurano in numero ragguardevole (non minore a.I cer to di 30 pei varii porti e rade a munirsi di difesa alla costa), ,per cni qualunque economia anche Feve sia possibile di ottenere su]!a loro costru zione, si rivolgerà in un · risparmio assai notevole sull'importo totale della spesa da consacrarsi alla difesa del Regno . , Ora io · ricorderò · a questo proposi to ohe .recenti esperienze fatte al campo di S. Maurizio press~ Torino hanno incohtestabilmenle dimostrato che un porapetto di sabbia di 5 metri di grossezza costituisce un riparo sufficiente contro i tiri delle -artiglierie più potenti alla distanza anche solo dì 150 metri, sempreehè questo parapetto venga rinforzato verso l'interno dell'op era un corazzamento di la stre· di ferro di grossezza metri o, .10 inclinato a 45° ed appoggiato ad un 1hµro di grossezza 2 metri: anzi notato in quelle esperienze d1e mentre un riparo in terra di 5 metri veniva in due o tre colpi al più distrutto in modo da lasciar s'c operte le lastre, quello di sabbia non soffriva sensfbìli deterioram enti, sicchè le lastre rimasero illes~ dopo 6 colpi fatti . nello- stesso punto e senza previo sp1anarnénto dell'imbuto.

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SULJ,A DIFESA DE GLI STA'l'I IN GENERUE

Da questi risultati pare a me si possa inferil'e che se le batterie a mare verranno coslrutte intiernmente in sabbia con un parapetto di grossezza metri 6 sostenuto verso l'interno da un semplice mmo di gi:ossezza metri 2 a 2 50, si possa essere certi di averle costituite in condizione conveniente a qualsiasi caso. Ora se si eccettuano i moli dei porti dove naturalmente lo spazio è limitato e sarà quindi difficile di scostarsi dai sistemi di cost·ruzione finora adottati e converrà forse . ricorrere a corazzature in ferro, i~ ritengo che per tntte le billlcric a mare si pQSsa appu~to applicare il sistema .,di costrnzi one sopra descritto , e con grande economia, perchè si eviteranno tutte le murature esterne che sono costosissime e non . h~nno ehe un.a _resiste~1za ben limitata senza p.ossibi!iL-à di apportarvi immediatamente le riparazioni ed i ri n- . forzi occorrenti, e l'impi ego della sabbin snrà forse ancora più economico di quell" della tel'ra . Basterà. a tal uopo che quella elevazione sul mare che si vnol dare a11a batteria si cerchi di ottenerla con una buona scelL_a d~i si~i di ir~pianto, scostandosi anche di qualch(:l centrnara di metri dàlla spiaggia, ciò che non è mai un difetto gravissimo. In tal modo costruendo sotto il ramparo della batteria è1ualche ricovero in murat~ra per le mu~izioni e i pochi uomini di guardia, difendendo, se s1 tratta di un'opera isolata, la batteria con un f9sso in giro ed un muro a feritoie verso fa gola, si avrà tutto l'occorrente per la sua . sicurezza. Non credo di scostarmi dal vero asserendo che ·ove \ .questo sistema sia applicato, ovunque non trattisi di _batterie sui ~oli, si potrà conseguire in media ·una _e~onom~a d~ li re ~00 mila per ciascun'opera e un .:1sparm10 d1 5 JT!ilioni sull'intiero costo ·delle difese. , a mare cç>mpre'se nel piano ridotto di .difesa dell'Ila.lià. ·.

. . : E DEL!/ lTAl,H IN P A'ltTICO LXR:Ie

xx.

.

Riassumendo le economie che si possono far.e nella costituzione in · genere delle piaz:i:e forti e nei dettagli delle opere si ha il seguen'te prospetto : 'Sulla costruzione delle cinte del corpo di piazza a Bologna ed ai Colli Euganei L. 4 milioni . .., Per l'accresciuta distanza fra loro dei. forti staccati a Bologna, ad Alessandria, a Casalmaggiore e Colli Euga.n Cl » 12 » Sulla costituzione dei forti di sbarramento di frontiera nelle Alpi ed Apennini . » ,i, » - Sulla cos~ruzione· di 40 forti· staccati -0ccorrenù nelle piarze diBo.lo·g na, Colli Euganei, Alessandria, Casalmaggiore e Lagoscuro ·» il2 , Sulla costruzione delle difese a mare » iS » 1

Totale

L. 37 milioni.

, Sicchè il costo del piano· ridotto rJ,i èli/esa dell' ltcilia ·stato valutato .più sopra· al N° XJII in 1175 ròilioni si '.r iduce a lire 138 .milioni, al .quale aggiungend'o · f~ miìioni per l' arrùamèrito, si raggiunge 'la. cifra '.di 150 milioni, éi0è 1~ giusta : m~tà 'di quella ,occori'ente p·~r }'. _attuazione del piano generale studiato nelle sue pit't 'ampie batli. ·, .UKO IVI,

Voi., 11,

11


~62

SULLA DIFESA DEGLI STATI IN GENERALE

E DEr.t:ITALIA IN l'ARTlCOLAI\E

Biparto L. 36 milioni e) Sistemazione di Alessandria li-

XXI.

È mia convinzione che, ris.tretta in questi limiti la

spesa necessaria per la difesa dell'Italia, essa non può e non deve più ragionevolmente nè stupire, nè com·muovere· alcuno che voglia pur farsi un'idea giusta dei progressi fatti dai mezzi dj distruzion e e dalla conseguente necessità di provvedere nei modi più efficaci e sicuri per resistervi e contrastarli. ~ · Se ora io dovessi indicare in massima la progressione a segu irsi neIJa attuazione di questo piano ridotto di difesa dell' ltati·a mi pare che stabiliti .ad esempio tre periodi di tre anni ciascuno (essendo questo termine di tre anni lo spazio di tempo che occorre appunto per la compilazione del progetto e p er l'eseguimento regolare di uu'opera qualunque di carattere permanente} si potrebbe adottare il ripart@ seguente:

mitatamente però ana pianura ed alle opere yerso pon ente su ll e colline di Valenza d) Costruzione della nuova testa di ponte a Lagoscuro / e) Costruzione di batterie a mare a Livorno, Napoli e Pal ermo / . f) Costruzione delle opere occorrenti sulla costiera d'Incoronala i.I. Genova . g) Demolizione di Casale e Palmanova e modificazion e di Verona (senza spesa) Totale spesa

/

a) Costruzione dei 14 nuovi forti di sbarramento

di frontiera nelle Alpi e negli Apennini, e sistemazione L. 26 milioni dei forti di Rivoli . . • . / b) Costruzioni di forti e batterie per la difesa a mare di Spezia • , 1) 1 O »

5

» 2

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» 2

» » L. 51 milionì

h} Sistemazione dei poi·ti o rade di Vado, Longone e Portoferraio all'Isola dell'Elba, Ercole e S. Stefano, al Capo Argentaro, strcUo di l\Iessina L. 42 milioni i) -Erezione a nuovo della piazza dei Colli Euganei » 20 • k) Sistemazione di Bologna nella pianura e sulle alture di Monte Capra e Monte Calvo · » 1O » ~ 8 ij Spese di armamento

Totale • . : A riportarsi L. 36 milioni

1>

..,,

Secondo periodo (·1875-76-77).

/

Primo periodo (1872-73-74-).

» 6

L. 50 milioni


E DELL',ITALÌA JN PA.llTICOLAllE

S ULLA DIPESA DEGLl STATI IN GENERALE

Terzo periodo (1878-79-80). 1

/

m) Sistemazione dei · porti di Brin · disi e di TarnnLo n) Compl etamento della sistemazione di Aless:indl'ia • o) Completa mento della sistema- . zione di Bologna / p) Sbarrnmenti dei pa ssi Apen ninici clcllaCisa, dell'Abetone, di S. Gau - · denzì o e di Bo cca Trabaria q) Costrnzione·. della nuova testa di ponte a Casalmaggiore . .. r) Completaroen to della piazza Colli Euganei ./ s) Completamento della sistemazione di Genova / t) Comp\etamen to della sisterna,zione di Spezia . u.) Spese di armàmento Totale

L.

2 milioni 10

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1

I... 50 milioni

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La ragione di questo riparto si desume facilmente dai princi pii e dalle consiclerazio~1i che sono svolte in questa i\Iemoria. Jn breve, al fine del primo periodo, cioè al termine delil8Ti , si avrebbe assicurata I.a frontiera continental13 n~l ·modo il più robusto contro una rapida e brusca invasione; limitandon e ii teatro al solo tratto di confine àperto che con terminal' Itali a colla monarchia aùstriaca da Cormons a Latisana sull'Isonzo, e quindi nella

),

165

maggior parte delle ipotesi si avrebbe assicùrato al· l'esercito itali ano ·il tempo di operare la sua n1obiljzzazione·compl eta, di sostenere efficacemente la difesa alle frontiere stesse, di farvi concorrere le risorse tutte d~llo Stato; · si sarebbe messo al riparo di una distruzione il nostro unico arsenale marittimo di Spezia e prepnrato un rifugio si cu ro alla nostra .flòtta; si sarebbe sottratto ad una prematura e quasi inevitabile .espugnazionè uno dei nostri più utili baluardi cioè Alessandria, ottenendo contemporaneamente un efficace appoggio per sostenere senza pericolo di disastro anche se sfortunata una lotta campale formidabile a ridosso della frontiera occidentale, col vantaggio evidente di combattere il nemico nel momento più opportuno, quando cioè giunge nella piaòura del Po disordinato e-d affievolito dalla resistenza incontrata alla frontiera è forse anche diviso in p:ù colonne; si sarà assicurato per una resistenza attiva nel Veneto un passaggi o sicuro del Po in ritirata a J, agoscuro e.d una· non troppo difficile comunicDzione col ridotto central e di ' Bologna; si saranno sottratte alle troppo facili ed impuni offese i principal_i centri dì popolazione e di c~rnmercio situati alla .costa 'cioè Livorno, Napoli e Palermo; si sarà sottratto una delle nostre piazze più robuste per resistenza e la più importante sotto il rapporto commerciale cioè Genova da una troppo facile espugnazione per opera sola del bombardamento in distanza tlalla costie ra d'In coronata; si sarà infine provvedu to ai pericoli graYi che in oggi presentano la troppo ampia piazza .· di Verona, la debolissima piazza di Casale e l'insignificante fortezza di Palm anova-: - È vero che ma1:1eherà ancora un appoggio abbastanza efficace a. sostene~e nella maggiore prossimità della. frontiera aperta dell'Isonzo una lotta campale decisiva; è vero che il nostro ridotio di Bologna.


·166·

.SULLA

.

7

DIFESA DEGLI STA TI lN GENERALE

si troverà ancora molt0 incje1olito; ma se si considera che la prima battaglia nel Y~neto noi potremo però sostenèrla in una posizione più ritirata come ai Colli Euganei stessi, d'onde in caso di sconfitta ci. potremo subito coprire col Po a Lagoscuro; se si riflette che a Bologna già ·esistono delle fortificazioni in terra e quel che è meglio ancora una posizione tattica fortissima, P. che durante la resistenza della frontiera ci sarà_ agevole di migliorarne e ampliarne sotto tutLi i rapporti le- difese, pare a me che non si possà a meno di convenire che alla fi ne anche solo. di questo prinio pel'iodo e con una spesa di 50 milioni ripartita in tre anni, le condizioni difensive generali dell'Italia si saranno di molto migliorate. Alla fine del 2° perio do poi, cioè al termine dell'anno 1877, i nostri porti principali,, quelli dalla cui occupazione il nemico potrebbe arrecare maggiori perturba zioni alle nostre operazioni militari e soprattutto poi l'importantissimo stretto di Messina che ci permetterà di . manovrare per la via più breve colle nostre flotte dal Mediterraneo all'Adria tico e viceversa, si troveranno assicurati da mare contrn qualunque tép-. tativo; la difesa del Ve neto si troverà completamente sistemata, e lo stesso ridotto cen tral e di Bologna si troverà munito fortemente sul principale suo fronte di difesa ; e quindi non si può negare che il nostro sistema dife n.s ivo si troverà dopo sei anni e-con una spesa di 400 milio oi nelle condizioni le più favorevoli, . giacchè non mancheranno quasi più che opere di completamento. Solo farà difetto la gran piazza di Casalmuggiore, ma siccome questa non è destinala ad agire se no_n in una ipotesi che sollo il rapporto politico potrebbe sollevare complicazioni europee gravissime, cosl non parrebbe il caso che abbia a destare

E DELL'lTALlA IN P ARTICOLAII.E

167

preoccupazioni così prossime; in ogni modo poi avremo -sempre la linea del Po come ostacolo. non tr~ppo difficile a difendersi e ben atto a favorire una difesa a ttiva.

XXII.

?

Con questo studio che mi sono sforzato di fare nel 1:°odo più coscenzioso, appoggiato ai principii della scienz~ militare ed alle lezioni dellé _p iù recenti campagne, io spero se non altro di essermi sdebitato dell!1 promessa che avevo fatto in questo pel'iodico sul volgere del primo mio scritto; ora non mi resta che a ringraziare quegli ufficiali tutti che vollero pr~nder~ ad esame il mio scritto, ben persuaso che la d1scuss10ne metterà in viva luce le modificazioni ad apportarsi -alle mie proposte per giungere allo scopo desi?erato di stabilire un piano di ditesa generale d'Italia che risponda alla sua territoriale configura.zio n~ ed alla -sua situazione nel concerto delle potenze di Europa. Firenze il 21 aprila 1871.

I Il Afaggior Generale BRIGNONE.

\


DELLO STABil,IMENTO \lE1'.\LLURGICO DEL S[G. KRUPP

DELLO STABILHIENTO METALLURGICO D EL SIGNOR KRUPP

E DELL'ARTIGLIERIA IN ESSO COSTRUTTA

-Come si ottenga l'acciaio fuso, in grnn,li masse, nello stnbilimcuto .Kr1111p - lllaglio a ·vapore di cinquantamila ehilo~rammi.

. Senza addentrarsi in questioni complesse e delicate dì siderotecnia, non sarà fuori di proposito che dopo avei: presa un'idea generale dell'importanza dei prodotti ~ello stabilimento di Essen, s~ esaminino per p.oco I processi di fabb ricazione messi in opera dal signor Krupp. L'acciaio, come è noto a tutti, è una combinazione del ferro col carbonio; a seconda della qualità del ferro e della proporzione del carbonio si ottiene dell'acciaio adda tto a svariati usi. Sì può dire che questo met.:1llo, del quale non è perfettamente conosciuta la combinazione chimica, e di cui variauo immensamente le proprietà fisiche · ed industriali, è come la pietra filosofale dei tempi moderni . Varii sono i modi di ottenere l'acciaio: però egli non acquista una perfetta omogeneità se non per Yia di fusione.

~

l '

169

Fabbricare dell'acciaio fuso della miglior qualità , ottenerlo in grandi masse e in bu~ne condizi oni? lavorarlo e prepnrarlo poi per gli u::;1 d~l co?1m~~·c1? ~ dell'artirrlieria, sono i tre delica tissimi e d1ffi.cil1ss1m1 0 problem i dell'arle metallurgica del ferro , che il sigDor Krupp è riuscito a risolvere. Com e ha ~atto, come se la prese ? Cercherò di rispondere s.u~crntamente ed il più chiaramente che mi sarà possibile a questa naturalissima interrogazione. Le materie priine, ferro, ghis:J, carbon fossile .sono somministrnte allo stabilimento d'Essen: il carbon fossile dalle miniere carbonifere .che esistono in abbond anza nelle Yicùrnnze stesse di Essen; il minerale dalle miniere e daO'li alti forni e fucine che il proprietario acquislò 1~el Nassau e a Sayn presso Neuwied sul Reno. L'acc:iaio si prepara, per la massima p,u!", col mezzo del puddlage, cioè per via della paczial~ decarb.urazione della ghisa. Sarebbe troppo lur1go e fuori del soggetto il descrivere l'operazion e del pitddlage, la quale, del resto, è generalmente conosciu.ta. _Per ?ttenere l'acciaio fuso si dispongono pezzi d1 ghisa puddlée entro a crogi uoli , ne i quali sia~gi~mg~no pezzi di un ferro speciale, che ha la VIrlu d1 ·appropriarsi l'eccedenza di ca rbonio della ghisa. puddl~e '. cnrbonizzandosi egli stesso, vi si fonde assieme, v1 s1 amalgama intimamente: e così, per via dell~ fusione , si ottiene dell'eccellente acciaio. Per la mnss1ma parte l'acciaio si ottiene in questo modo, cioè per via del puddlage e della. fusione: in t&lu1Ji casi, però, si fa anche uso di acciai che si ottengono col cemento, e fusi poi' ..:ol crogiuolo. . . . . Compiuta la fusione nei crogrnoli, si fa. colare ·11 metallo nelle. apposite forme, quindi, le masse olle-


no

DEL SIGNOR KRUPP

DELLO STABILIMENTO METALLURGICO

nu_te vengono sottoposte ai magli, e passano poscia nei diversi laboratoi di .fabbricaziòne. Quante delicate operazioni, quanti svariati problemi d! miner~logia, ~i chimica, di meccanica sia d'uopo d_1 ~omyiere e nsolvere, quanta abilità e precisione ~1 richiedano dagli operai per condurre a bene tali imprese, solo il può adeguatamente intendere chi conosce l'industria metallurgica. Una delle qu.estìoni la quale è, si può dire, sempre nuov~ per il _metallurgista, si è quella dei crogiuoli o vasi, per disporvi il metallo da fondere. · La loro ~ostruzio?e, forma ~ capacità interessano egualmente 1 economia dell'operazione: ella è pure di somma importanza la costruzione dei forni . Per quanto si può sapere, i forni nello stabilimento d'Essen sono costrutti con mattoni sommamente refrattari, fabbricati nell'officina stessa· i cro"iuoli son fatti con una miscela- composta di avanzi di antichi crogiuoli, di pe~zi di mattoni di diverse terre reratt~rie, e_con grafite acquistata in Russia: la pro~ . P?rz10ne di qu_esta miscela è stata lungamente stu- · · d1ata ed esperimentata; essa non è conosciuta, e for~~ una del~e particolarità più rimarchevoli di quello · stab1l1mento, rn grazia alla quale si riescì ad a vere c~ogiuoli capaci di resistere a temperature elevatissime, per cui si può spingere la fusione dell'acciaio ad un grndo molto superiore a quanto si può ottenere altrove. La purezza del metallo dipende in grnn pa~Le da qu.~sto ~atto. A tutti questi- crogiuoli viene P?I da La .un 1den t1ca forma eguale e precisa, per mezzo di apposito meccanismo; la loro capacità varia generalmen te dai venti ai trenta o quaranta chiloo-rammi i::, ' a seconda della tenacità e della durezza dell'acciaio che si_vuol otle-nere. Ve ne sono sempre pronti almeno un centomila sugli essiccatoi; vengonoimpiegati 1

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una sola volta, poi si fanno a pezzi; questi si adoprano per farne •degli altri. Il crogiuolo, prima <l'i essere adoprato nei forni di fusione, vien fatto cuocere in forni particolari·, e, prima ancora di essere adoprato, vien riscaldato ad un'elevatissima temperatura. Il locale dove si eseguiscono le grosse fondile può contenere circa duemila crogiuol.i disposti in forni capaci di ricevere da quattro, otto o dodici di questi vasi, a seconda delle loro dimensioni. Nel mezzo, in. una trincea mediana, si dispongono le forme le quali si traslocano a volontà per mezzo di una gru mobile. Le forme sono di ghisa, e ve ne han no · di tutte le dimensioni, da quelle capaci di ricevere sessanta ehilogrammi d'acciaio, in sino a quelle capaci di contenere cinquantamila kilo. ..La buona disposizione dei forni, l'eccellente direzione, la disciplina e l'intelligenza degli operai ren. dono possibile l'esecuzion e finale del problema, che consiste nell'operazion(:) seguente: far arrivare nella forma dei;i_qnata, con uno scolo continuo, un rivo d' accia1·0 in guisa che esso vi si disponga e vi si sohdi(i,chi equabilniente ecl omogeneamente. E ciò è indispensabile, poichè l'ucciaio raffredd a.ndllsi e solidificaridosi. molto presto, basterebbe una leggiera interruzione nello scolo del metallo, la qnale producesse la prematura $Ol idificazione di uno stl'ato. per far fallire l'operazione. Basti ciò pe!' far avvertire qua nte minute preeau.zioni si richieggano, quanta precisione di lavoro sia ne.ccssaria, e, per conseguenza, quanta de. strezza e qu.anta abil ità vogliansi negli operai per la buona riuscita di cotesta operazione, specialmente quando si tratta di . grossi blocchi. Si calcola nello stabilimento Krupp che appena quaranta sopra cento operai vengono, dopo un certo tempo di pratica, ri · conosciuti abili per tal professione. Ed evidentemente_


DELLO STAnILIMENTO nIETALLUl\GICO

non si può transigere sulla loro allitudine, poichè la me· noma .disattenzione, il più piccolo sbaglio potrebbero essere causa <li perdite considerevoli per lo stabili· mento, e di ferite mortali per lo stesso operaio o per i suoi vic inj. Una volta che la forma è stata riempita, bastano due ore per'chè, l'acciaio si solidifichi completamente: compiuta la solidificazione la forma hmane libera, perchè il metallo non vi aderisce più; allora la forma vien portata via dalla gru mobile; la stessa gru, od un'altra estrae poi il blocco totale, e lo dispone su di un truc o piattuforrna, che una locomotiva trasporta al laboratorio, dove dovrà poi èssere ridotto e lavorato. · I grossi blocchi d'acciaio che non si possono martellare subito, non si lasciano raffred<lure intieramente, e siccome egli sarebbe oltremodo dispendioso di conservarli in appositi forni, e quasi impossibi le il farli muovere a piacimento, così il signor Krupp ha im- . rnaginato ·di disporli in una specie di bagno di Maria, seppellendo ogni blocco nelle ceneri di carbon fossile, dove n1m possono raffreddarsi al di 1b di un certo limite, nell'aspettutiva che venga il loro tu,rno per essere lavorati, coll'immenso vantaggio che l' interno della massa mantenendosi ad a:;sai eleYata temì)eratura, . quando si riscaldano nei forni p_er fucinarli si giunge a dar loro una temperatura pressochè uniforme. Si caleola che, sotto la tettoia, dove trovansi disposte coteste masse d'acciaio, e quelle altre che vi vengono ripor~ate per essere sottomesse a quest'istessa operazione nelle differenti fasi· della fabbricazione, vi si trovi talvolta del materiale per una somma superiore ai quattro milioni. · Le grandi e piccole masse d'acciaio che si . sono p:-odotte vengono poi lavorate e ridotte agli usi del commercio, dell'industria e dell'artiglieria nei diversi

DEL SIGNOR KR UPP

·laboratoi meccanici, dove sonoaccumulati~meccanismi di ogni genere, e dei · quali sarebbe ~mpossibil: _dar qui neppur un cenno. Però non possiamo tralasciare di <;lire qualche cosa del famoso maglio a vapore del peso di cinquantamila chilogrammi, unièo al mondo, e che fu costrutto nello :;tesso stabilimènto. Sarebbe stata vana cosa il produrre delle così enormi masse d!acciaio se non si trovavano contemporaneamente i mezzi di Juvorarle e di ridurle, sia a forma di cv.nnoni, sia a forma di alberi per le macchine dei grossi bastimenti a vapore. I magli ordinarii, anche i p.iù potenti, non avrebbero mai avuto nissun effetto su masse simili. li signor Kru pp si persuase che bisognava addirittura_fabbricare un maglio, il quale pesasse almeno, cinquantamila chi logrammi. Eru una idea che sapeva di temeritò, la cui esecuzione avrebbe dovuto scoraggiare chicchessfa; ed infatti la si disse una follia, un'insensatezza, e si predisse che quando anche si fosse riugcito a fabbricare cotesto maglio gigante, sarebbe poi mancato la p'ossibiltà di mano~ vrarlo, e, più probabilmente, si sarebbe spaccato a1 ·primi colpi. L'ardito fon_ditore lasciò dire, e s( mi~e all'opera.. Le difficoltà invero erano straordinane; .bisogna anche dire che egli era forse l'unico uomo al mondo -in grado di portare · a compimento un progetto così colossale, poichè nessuno avrebbe potuto, nella sua completa indipendenza, disporre di tanti mezzi -di a.zio ne, di una forzq di meccanismo così potente, e dj :un esercito di operaicoslabiliquantolui. Tutto ciò era opera su a, e fu proprio il coronamento dell'edifizio 1a fabbricazione dj quel potente maglio, in grazia aJ quale l'op·ifiz io di rssen salì al primo posto fra tlittj :gli stabilfmenti industriali_ deH'un~verso. Non .bastav_a ,concepire l'idea, ma importava_a~s1curarne e renderny / ruttwoso !'.impiego. Conveniva anzitutto disporre· uy.


174

suolo atto a riceverlo, per guisa che aJlorquando egli fosse in azione, le sue succedanee cadute non avessero a comunicare una scossa troppo violenta aO'Jj altri fabbri.cati; .bisognava, sopra di questo suolo, p;e. parare un'mcudme, un volto ed un colonnato abbastanza resistenti per sostenerlo; bisognava mettersi i~ condi~io~e d.i poterlo manovrare a volon·tà al pari d1 un maglio d1 due o tremila chilogrammi; infine, bisognava pensare al modo di portare sotto di esso enormi masse cl'acciaio, quasi sempr'e incandescenti, senza peri colo degli operai e senza perdita di tempo. Tutti questi problemi vennero sapientemente e .c ompletamente risoluti; il maglio di cinquantamila chilogrammi, mosso per m~zzo di cilindro a vapore, il cui stantufo agisce direttamente sulla sua asta, · con una co rsa massima di caduta di tre metri schiaccia e lavora, a pi::icimento del capo operaio, le masse sottostanti che le enormi gru poste ai suoi quattro canti gli presentano, e senza 'che ne risentano: danno i fabbricati attigui, colla stessa facilità con 'cui un · martinetto qualsiasi marte11a una barra di ferro. Per dare un'idea del come e()'li fu~zioni regola;rmente, ci facciamo lecito di qui rip~rtare alcuni brani della descrizione che ne dà il di già · citato 1'urgan nelle Grandes usines sotto jJ titolo: L' artìllerie moderne à grande puissance. . « Noi abbiamo visto ad eseguire tutte cote'ste ma«· novre su di un blocco di acciaio fuso del peso di « trentasettemila chilogrammi e di due metri di dia« ~etro ; quando la porta del forno venne aperta, « c1 parve quasi impossibile che lo scarso numero « d'uomin_i impiegato, una dozzina al più , potesse « ~a:r·avanzare, neppùre di un millimetro, quella massa « imponente, di cui tale' era· lo splendore e l'irra:.... « diamento del calore, che rioh la si·poteva nè fissar:e

175 « nè avvicinare; una ben ordinata ntanovra di pu·« Jeggie trasse ben tosto fuori la sala mobile', che « reggeva la piattaforma, su di cui stava adagiato « il grosso mostro incandescente; si fece girare una « delle gru, e, tosto,' gli operai tenendosi alla distanza « di due metri, mentre noi appen~ appena ne po« tevamo sopportare la vista da. quella di quindici, « ne contornarono · delicatamente il collo colle catene « pendenti dalle gru per mezzo di lunghi uncini di ·« ferro; quindi, con un'altra manovra, si estrasse ·« comp)etame_n té la piattaforma dal ·forno, e dopo « avervi attaccata :ona seconda catena alla parte .« posteriore, si fece avanzare tutto l'apparecchio in « faccia all'incudine, sopra la quale la gru venne « a deporr~ vivamente il blocco. Una volta collocato « sull'incudine, esso venne convenientem ente dis.posto e: ~er _mezz.o di_ un ben combinato sistema di puleggie -« e d1 ~'encelh onde presentare al maglio il punto << che il capo operaio voleva percuotere. Questo .« capo o·peraio è un vecchio pratico, che da trenta« cinque anni é addetto all'of.fidna; montando in « grad~ ad· ogni nuovo perfezionamento_, egli ha « acquistata una profonda esperienza nell'arte. Quando « si accorse che tutto era in ordine, fece un segnale: « a questo il martello scese giù lentamente, come per ·« notare il punto da colpire; ad un • altro segnale <~ Io si fece rimontare su, e poi incominciò le sue '" « percosse con una tal violenza che ogni cosa tré«· mava all'intorno, per cui istintivamente fummo « costretti ad indietreggiare. Le percosse continuarono « in seguito senza interruzione, mentre una piccola -« squadra d'uomini colla massima facilità voltava « e rivoltava il blocco . per mezzo di puleggie e di '« catene. » · II _grosso m1Iglio funziona giorno e notte, giacchè DEL SIGNOI\ KRUPP

DELLO S·TAlllLIMENT? METALLURGICO

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' DELLO STAn1LBIE1'iTO METALLURGICO

egli ·deve fruttare ]'interesse dei due mil ioni ed ottocentomila lire che ha costato ; ha le dimensioni seguenti: Lunghezza. · .. . metri 3 (i0 Larghezza . . . . )) Altezza o spessore · »

La testa del maglio nella sua parte inferiore è di acciaio; il corpo è di ghisa; la fondila per sovrapposizione di questi due metalli fu anche una delle o--rosse difficoltà superate nella sua fabbricazione. Si tiene in riserva una testa di maglio, per il caso in cui, quella impìegata venis_se a rompersi, fatto che è .di giit succeduto una volta . Oltre al grosso maglio, ve ne sono ancora nell'officina diversi altri del peso di ventimila ehilogrammi, parecchi del peso di diecimila, e molti altri di forza minore. Il signol' Krupp aveva pur anco l'intenzione di fabbricare un maglio di centomila ~hilogrammi , il .quale sarebbe venuto a costare circa cinque milioni; ma sembra. che, per ora, egli non si sin fatto persuaso di trovarvi il suo tornaconto, giacchè rinunziò ai grossi cannoni di un sol blocco, adottando la cer: :chiatura. Quanto alla possibilità, tutto fa credere che se gli gioverà di costrurlo, egli vi potrà riuscire.

V. Sistema d'arfiglie1•ia del signo1•. H.,·upp. A.rtiglieria ~i gran _11otcnza.

Sin dal 1849, all'esposizion e di' Londra, il signor .Krtipp vi aveva ottenuta una menzione onorevole per la fabbricazione dei cannoni. Il verdetto del giurì fu _'il' seg·uente :

07

DEI, SIG1'i0R KRUPP

« La Prussia espone un cannone da 6 di campagna, di c.rnque piedi e mezzo di lunghezza, sorretto da ((. un affusto largo tl'e piedi. Il cannone è di acciaio -« fuso ed· è stato fabbricato al maglio nell'officina del « signor K1:upp, del quale è universalmente conosciu ta ((. la rara ;:ibilità a lavorare il ferro e l'acciaio; egli << riceverà il premio non solo per questo suo pro-« dotto, ma anche per la costruzione delle corazze in « acciaio. » A tutto il 1858 la fabbricazione dei cannoni non aveva preso un grande_ sviìuppo; in seguito si aumentò rapidamente, a segno che nel 1867 ne erano stati fabbricati più di duemila e seicento , dei quali un terzo era di g,rosso calibrO. Il loro valore totale oltrepassava i quarantotto milioni di lire. Lo stabilimento di Essen è un terreno neutro, una ·specie d'arsenale internazionale, dove· tulle le po lenze . vi commettono delle ordinazioni. I grandiosi mezzi di cui il signor Krupp dispone gli permettono di aderire a tutti i desideri ed anche ai capric_ci de' suoi comrnilt.enti; per lùi è cosa indiffere1J te il fabbricare piuttosto il cannone liscio che il rignto, il grosso ò il piccolo:, d'una forma piuttostochè di · un'altra; l'importanza sta nel produrre e nel vendere. Però, a forza di fabbricare artiglieri.e di ogni genere per tuue le potenze, egli immaginò un , sistema di chiusura per i cannoni caÌ'Ìcantisi dalla culatta, del quale prese il brevetto. Sono i cannoni fabbricati da lui con questo suo speciale sistema di chiusura che vengono più particolarmente denominati' cannoni Krupp. Non ci faremo a descrivere cotesto suo sistema ,. essendo questo un soggetto che riguarda più particolarmente gli specialisti. La Russia, preoccupata di provvedere alla difesa ,delle sue coste ed all'armamento della marina, cqmmis~ ~

ANNO XVI,

Vot. n.

12


DELLO STATIILIMENTO ME'l'ALLURGlCO

: al signor Krupp una grossa quantità di cannoni di / acciaio 1'.uso, caricantisi per la culàtta, secondo li sistema da lui ideato. Era slata nominata: una Comi': missione della quale era pur anco membro.il celebre generale Totleben per fare gli studi in p1•opùsito, e qu·esta venne nelle concl usioni seguenti: (V:·· Giornale 't d'Artigli'eri'a, 1867, parte 2•, puntuta 1°) l1° Che i r,annoni fabbricati dal signor Kru.pp sono di una qualità d'acciaio superiore ad ogni eccezione, e presentuno qninEfi una grandissima resi stenza ; 2° Che per · agire contro le navi corozzate debi - cdhnoni rio·ati ai lisci , e che con bonsi preferire . .. v cannoni del e:ali bro di '2,18 millimetri laù cian ti proietti di aéciaio di ée~tc{ ch;ilogrammi colla carica massima di 15 chilogram1n'i, si ottengono effetti sufficienti anche a grand i distanze; 3° Che per queste grosse bocche da fuoco conrt viene adottare il caricamento per ·la ·culatta, onde poter centrare meglio il proie,Lto ed evitare la sfuMita · ,.{ 00 i; der. gaz per 1·1 Yen Lo, la quale. mett~ ben presto le .f, bocche da fuoco fuoI'i di servizio· , 4° _Che il sistema di ~hiusura' del signor Kh1pp e soddisfacente sotto ogni aspetto, ed i cannoni del calibro di iM 8 millimetri, cui esso venne applicalo, prescn lano tutta la resistenza desiderabile in servizio resistendo al di là di 425 spari. · • Il signor Krupp presentò all'esp osiz{one universaÌe di Parigi nell'anno 1867 l'enorme cannone di cinquanta tonnell ate, che è stato una delle grosse r.neraviglie dell'epoca. Esso è formato di un tubo centrale di t'·i acciaio fuso, od animn, rinforzato in culutta con tre ·.:i~ "c~rchi pure d'acciaio, sovrapposti l'uno all'al t..ro e di diversa lunghezza. L'anima venne forata in un blocco ··d'acciaio; il quale prima di essere sottoposto al maglio

DEL SIGNOR KRUPP

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pesava quarantàtrè .tonnellate, ed era stato ridotto a venti una volta finito. Questa enorme bocca da fuoco è del calibro cli 0,351:Smm, ed è capace di lanciare una granata del peso di 480 chilogrammi; la sua fabbricazione richiese sed il:!i mesi di lavoro continuato di giorno e di notte, e, per trasportarla, si dove ttero fabbricare dei truk o piattaforme speciali. Realmente, questo calibro deve essere considerato 'più come una manifestaz ione della potenza dell o stabilimento di Essen che come un calibro normale, il quale faècia parte di un sistema d'al'liglieria di qual~he nazione; in fatti il Krupp non ne ' ha costrutti che due soli di questi cannoni, dei quali, uno regalò al Re di Prussia, e serve per la difesa d_el porto di Kiel, l'altrn lo regalò all'Imperatore della Ru ssia, e serve per la difesa cli Kronstadt. Ogni colpo sparato con qnesto cannone, tenendo conto del rnrvizio che puè.> prestare e della perd ita dei frulli ' di un cnpitale che riniane improduttivo, può venire a costare dalle tre alle quattromila lire. Del resto non vi ha nulla di straordinario che si facciano cannoni di calibri così potenti, e che vengono a costar tanto, quando si tratta di tener lontane dalle spiaggie e dai porti navi corazzale che costano milioni e milioni, e che potrebb ern danneggiare, bombardare e distruggere impun,em en te, se non vi si oppongono corrispondenti mezzi di difesa. Affinchè il lettore possa farsi un'idea chiara del peso e del., prezzo delle principali bocche da fuoco fabbricate nello stabili mento di Essen, credo con- , veniente di riportare dal nostro Giornal e d'Artiglieria lo specehio qm annesso:

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DEL SIGNOR KRUPP

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Esaminando questo specchio, se ne deduce che le artiglierie d'acciaio di grosso calibro, o di gran potenza, che sono quelle le quali vogliono essere impiegate per la difèsa delle coste e dei porti ed anche delle piazze, costano somme ragguardevoli. · Cosi il cannone da 0,15, che potrebbe essere cousiderato come abbastanza efficace per la difesa delle piazze, verrebbe a costare 32140 lire col suo affusto, mentre il cannone da 0,2i che è quello riputato abbastanza conveniente per la protezione delle coste e dei porti costerebbe, col suo affus to, 105630 lire. Non tutti gli Stati però hanno adottato l'acciaio fuso per la costruzione delle loro bocche da fuoco; vi è la tendenza ad impiegarlo per i grossi calibri, ma il suo costo enorme, le difficollà di faboricazione e di lavorazione sono forti ostacoli alla sua adozione, quan tunque le sue proprietà possano, in eomplesso, ritenersi superiori a quelle degli altri metalli per tale uso. La Russia e la Prussia però, i due più grandi Stati militari del mo ndo, sono attualmente provviste di una gran quantità di bocche da fuo co d'acciaio fuso. L'Italia, meno di un altro Stato, si trova, per ora, in condizione di imprendere una costruzione di cannoni d'acciaio fuso su vasta scala, come occorrerebbe; le nostre ferriere indiger!e ci somministrano della ghisa e del ferro malleabile di buona qualità, con cui possiamo faobricarci i nostri cannoni al prezzo medio rii settan1a lire al qnintale, mentre quest·;, fabbricati in acciaio, anche da un gran stabilimento come quello del Krupp, custano selle ad otto volte di più. Con ciò uon si vuol già dire che l'industria paesana non possa giungere un giorno a fare quanto si è fatto in altri paesi. Giova a questo proposito ricordare uno squ11rcio delle conclusioni


182

OEl,LO S'J'ABILIMENTO ME'fALLURGICO

emesse daìla Commissione ùelle ferriere nominata nel 186,f, di cui era presidente il luogoten'ente 0O'enerale Cavalli.

. Da quanto venne esposto, si deduce pertanto che le nosl!re f'e'.-rz'ere convenientemente riformate sarebbero ·in grndo c!i produrre co'.i elementi: alfatto indigeni quasi il doppio delle provviste di ferri fini d'ogni spede che possono occorr~re nei grandi servizi delle armi della 1~arù~a militare e mercantile, e delle ferrovie di' tutta l ]~alza, e potrebbero quindi suppJiire non solo a richw, te straordinarie, ma fornire un notevole contùi. gente sia alle arti secondari·e che ne abbisognano, sia · anche ad ima vantaggz·osa esportazione. _E se la_ condizione geologica del nostro suolo, privo di buon lttantraçe, ci costringerà, si11chè duri lo stato att'~ale d~tt· art~ n:etallurgica, ad una vistosa impor~ tazwne di fer:·1 _dz qualità inferiore, l' Jtalz"a può ottenere tutt.avia dal proprio seno e a discrete condizioni cli ~ecuniar-ia conveni·enza le armi e gli ordigni, guerresclii ,marittirm· ed ùidustriali di essenziale impor-· · · { tanza e di costo maggiore. · Sviluppandosi sempre di più l'industria ferriera è po~sibile ch_e,. rnalg~ado la deficienza di gjacimènti di c~rbon fossile, possrnmo col tempo procurarci, con r1s?rse nostre proprie, tutte le occorrenze per il materiale da guerra e per il naviglio, e riuscire a far yrosperare '-!egli stabilimenti industriali metallurgici su! ge~ere~i quel~i del Krupp ad Essen, dell' Armstrong a Elsw1ck, 1 quah sono elementi preziosissimi della forza nazionale. Comunque sia, ciò che uro·e si è la sistemazione del materiale di artiglieria d{o-ran potenza il ciuale . o ' a noi occorre in larga proporzione; la spesa sarà ragguardevole, ma essa è indispensabile. Approffit- tando -degli studii e delle esperienze fatte in cosi

483 vasta scala da altre potenz~, e non è cosa indifferente, possiamo ormai appigliarci ad un partito. Una grave respon:,abilitù peserebbe sul Governo e sul Parlamento; se, nel caso non del tutto improbabile e sempre prevedibile in cui una flotta nemica si . presentasse davanti i nostri porti, le bocche da fuoco destinate t a respingerla e a distruggerla, fossero o per potenza, ·-· o per scarsezza, o per ioesperienza di chi le maneggia, inferiori allò· scqpo. · .·.i) .., In s11l principio di questo scritto . si è riportato ' l'opinione che ii Renan manifestava nel ,1869, cioè che nella prima guerra un immenso vantaggio sa rebbe toccato alla nazione più industriale e più avanzata nelle scienze; conchiuderò col citare la sentenza che sin dal 1864 si leggeva nella Rivista di .,. Edimburgo in un ·articolo ivi pubblicato, a pro. ~ posilo dell'inchiesta sull'artiglieria inglese falla · per ·J ordine della Camera dei comuni: Il ne [aut pas oiibher que, dans certaine~ eventualités, la princ1j)ale ressow·ce de l'Angleterre est dans l'énormé· · grandeur de ses usines et arsenàùx de l'industi-ie-· privée.-;,, La puissance qui pourra proditire, dans le plus court délat', ·une immense qucmtité des engins de giterre les : ;;; rneiUeurs et les plus nouveaux, sera si1,re de reiissir ' le mieux dans une· g,uerre. DEL SIGNOR KRUPP

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F. RwA J\laggiore d'Artiglieria.

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RAGGUAGLI STATISTICI SULLA CAVALLERIA, ECC.

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CAVALLERIA ESTERA

C01'FEDERAZIO!IÉ GEllR.t.ìUl~,I DEL ilOllD

· Popolazione: 29,906,092:

Eserci"to. Truppe sul piede di pace: 3'19,476. Truppe sul piede di guerra: 977,26.2. La Pr~1ssia è la. potenza che tiene il primo posto in ~uropa _m forza d1 cavalleria regolare; onde essere in, 1stato d1 mettere· in campo polenti eserciti studiò ecf

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Questi dati ~t.-itislici sono desunti dagli Annuari militari a Al~H1n~cco. d) Goth?. e .dagli organici; il resto si attinsèd1ve~~e RlVlste m1l1tar1 d'Europa. Vi si troverà nel con-rond_are .!i,fferenz~; . _esse sono minime, essendoci attenuti all&m e 1e pm attend1b1h. d

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applicò gli adatti organici, non dimenticando la proporzione che dovevano avere le diverse armi per il loro efficace concorso alla guerra. Questi ordinamenti furono regolati in modò che tutti i figli della Germania alti alle a nni passassero ai reggimenti il tempo necessario alla loro educazione militare, e le nuove reclute prendessero il posto dei già. istruiti soldati dopo breve servizio, affinchè l'alternarsi delle classi impedisse enormi agglomeramenti di uomini e la relativa immensa spesa di mantenimento . Infatti essa mantenne la cavalleria, in proporzione cli tutte le altre armi, in maggior forza, per l'indiscutibile principio che essa, portata dal normale a1 piede di guerra, non può in breve tempo aumentarsi per la lunga istruzione tanto per gli uomini quanto pei cavalli necessaria. La Prussia, mercè tali provvedimenti, dopo il .11866 aumentò la sua cavalleria; e in 15 giorni potè lanciare sul suolo francese 76 reggimenti della Confederazione del Nord (non compresi i suoi alleati del Sud), perfettamente organizzati, istruiti, equipaggiati. Qual differenza di concetto da altri paesi in cui si ammise, stante la innovazione della tattic(l. e delle armi perfezionate, potersi diminuire, dichiarandola non indispensabile I Gli avvenimenti han data piena ragione· alla Prussia! I suoi reggimenti di cavalleria contribuirono potentemente al suo successo mantenendo la sicurezza del!' esercito, spiando le mosse nemiche, cogliendo i frutti di vittoria , scorrazzando ovunque , ten-orizzando il paese invaso I Veniamo alle cifre positive delle forze.


186

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lìAGGUAGLl ST•.\.TISTlCI

Reggimenti N° 76, divisi in: N° 11 regg: Guardie del Col'po » 1 » Corazzieri )) ~ . )) Dragoni » 3 » Lancieri » , )) Ussari » 8 )) Corazzieri )) ~4 » Dragoni » ,(6 » Ussari )) ,,s » Lancieri )) ~ )} Cavalleggieri

SULLA CÙALLEnlA ESTEnA E NAZIONALE

della Guardia

Totale N° 76 Le uniformi sono : Pei CD1'azzi e1·i. - Elmo e corazza di metallo lucido ·gueruito in bianco - tunica bianca - pantaloni grigi - stivali alla scucliera - spada dritta pesante (pallàslc} - rewolver a quattro colpi: Dragoni. - Tunica bleu-ciel, colletto e mostreggiatura rossa, gialla o bianca - pantaloni grigi con harìcle color del reggimento - ·elmo prussianò - sciabola ricurva - moschetto ad ago. Ussct·l'i. - Attila di vari colori a seconda dei r·eggimenti con treccie bianco-gialle - pantaloni grigi con cordoni bianco-gi.alli - stiva.letti all'ungherese - kolbak con . pennacchio ~ sabretask - seiabola curva rewol ver a quattro colpi. Lancieri o Ulan-i. - Tunica alla polacca, bleu fonq!, risvolti al collo ed ai paramani - pantà.loni grigi con bande rosse - khapska con foraggiera -:- lancia con

'

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187

1

banderuola bianca e nera - sciabola curva --- pistola ad un colpo (retrocarica} - mostreggiatnra a colori diversi. Avvi qualche varieU1 nei reggimenti della Guardia ed alleali, p. e., Sassoni ed Assiani, con piccoli clet. tagli di colore senza importanza. _. Ogni reg·gimento ha, sul piede di pace, 5 squadroni; ogni squaclrnne 5 ufficiali, uornini 1143, cavalli H.-8; con · un totale per reggimento, compreso lo stato mag-:giore.: ufficiali 40; uomini 720, cavalli 740. Totale dei 76 r eggimenti: M,720uogiini, cavalli 06,24:0, e3040 u~ciali. I reggimenti lasci,ÙlO, stil piede di guerra, il 5° squ~dron(;), deposito ; si rafforzàno gli squadroni atti vi cli ·ùir'ca 8000 volontari, ; oldati in cavalleria, co,ngedati cirèa dopo un anno -cli servizio; che hanno · J'.Òbbligo di portare il loro cavallo; ln seguito vengono'gli squadròn i completati cogl i uornini di riserva. ·Questi quinti squadroni deposito, formati cogli uomini e cava.ili lasciati dai reggimenti, si completano con cavalli d_i requisizione, e vanno a far parte quindi in guerra colle riserve, lasciando depositi 1e1:,1poranei; la loro forza è fissata in 1175 cavalli. Totale - 13,800. Sonvi ancora ·64. · sq\rndroni, detti di fortezza, con 80 cavalli per squaclròne~ uòmini 9694, ·che si completano a seconda· del nisògno, èo1i requfaizioni i primi, colle riserve i secondi; questi 64 squadroni completati venorrono in caso mobilizzati colla lanclwher. , Non teniam conto della cavalleria della lanclwher composta degli uomini che hanno fatto. il loro servizio -di sette anni. Essi sono divisi. in ~00 squ.aclroni, uno per battaglione di landwher, e figurano solo, in pace, nei ruoli dei medesimi. · In guerra so110 destinali al servizio delle piazze, e all'uopo possono essere chiamati ai depositi cavalleria per formarvi i sesti e settimi squadroni per ognuno dei 76 reggimenti.


~88

SULLA CAVALLERIA ESTERA E NAZIONALE

RAGQUAGLl STATlSTlCI

I cavalli sono scelti per omogeneità di razza e taglia a seconda dei reggimenti; la Liluania, le rive della Vistola e dell'Elba li forniscono. Anche in questo ramo la Prussia seppe elevare le sue razze a un complesso delle qualità di resistenza, bella conformazione, agilità delle migliori del mondo. Si comprano a 547 franchi dell'età di tre anni, rimangono due anni al deposito di allevamento, nè passano agli squadroni se prima non è constatata la loro buona condizione fisica. Il servizio degli uomini è di 112 anni, dei quali tre in attività, quattro nella riserva e cinque nella landwher. La Prussia tiene la scuola di equitazione, per uflìciali e . sott' ufficiali , con un personale fìsso di 25 ufficiali, 150 uomini, 132 cavalli.

189

,vun'l'EIIBERG

Sua popolazione Esercito

1,778,390 34.,953

Cavallei·ici. 4 reggimenti a 4 squadroni, totale 2,155 uomini, 1800 cavalli in pace; sul piede di guerra 2,889 ·uomini e cavalli 2400. In tempo di guerra si formano qualtro squadroni di rimpiazzo. Avvì cli più uno squadrone cacciatori con 1109 uomini, cavalli 55; raddoppiati in guerra.

DA'l'IER,t. )

Sua popolazione Esercito att.ivo Landwher .

4,772,464 49,949 20,640

i

Sua popolazione . Esercito altivo Riserva e depositi

1,438,87;2

25,834 18,869

· Caval'le1,ici.

Cavalleria.

rn reggimenti di 5 squadroni, con uomini 7,290, cavalli 7,000; sonvi di più 10 squadroni deposito. La durata del servizio come in Prussia.

e

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. Di·agoni. - 3 reggimenti armati ed abbigliati, meno l'elmo che ha la cresta di 111etallo, circa come i dragoni prussiani. Uomini-forza 2200 con 11800 cavalli; i reggimenti son~ a o squadroni. Ciascun reggimento ha 3 squadroni deposito con un totale di 753 uomini ; più .avvi uno squadrone . di fortezza in tempo çli guerra.


/

190

RAGGUAGLI STATISTICI

Popolazione . Popolazione Algeria Esercito Riserva Guardia mobile

SULLA CAVAUEHIA ESTERA E NAZIONALE

Tipo del cavaliere frnncese, era il sabrem·, come del fantaccino il t·ro-upier rognèu1·, quindi tutti i nuovi portati dalle riforme erano lrascurati. La differenza di servizio . che deve prestare oggi la cavalleria cla quello d'una volta abbastanza non era stata compresa; certo rimase inapplicata; come preclari autori, compreso Trochu, lamentarono. Ben cl.i rado le masse cli cavalleria saran gett&t.e contro fuochi micidiali , e solo allora , quando per supremi. interessi ne sia necessari.o il sacrifizio, certa essendone la clisL.ruzione. Ecco il quadto delle forze di cui po! eva disporre in cavalleria :

38, 192,064 1

2,9iH ,246

404,794 400,000 538,733

(Questa non era ancora del lullo organizzata al principiare della gnerra). · Sarebbe quindi, se, fosse stato pronLo, un totale di ,1 ,350,000 uomini . Yenenrlo a parlare cli ques!a potenza e della sua cavalleria , inlencliamo riportarci al suo slalo nel ·i dopo i Principio della auerra del ,1870 poichè oo·o 0 0' terribili disastri . da essa subìli, · mal si polrebbe dettagliare quak e quanta forza, specialmente in quest'arma di tanta difficoltà ad organizzare rapidamente, le possa rimanere. A niuno che avesse seguìto l'andamento clell' orga·· nizzazione ed istruzione degli eserci ti in questi ultimi anni, poleva·· sfuggire quanto la cavalleria franèesc da tutti i lati, all'infuori del coragg io e . slancio, lasciassè a desiderare . · · L'ufficialità· francese (che· è · quella che ne!Je divèrse armi· imprime l'andamento e l'isteuzione) aveva ·s~guito~ per tipo, in nulla cambiando, la scuola dei. tempi di· ìnurat, ecc., nè quella avula continuamente •in Africa diversificava punto dalle precedenti di gloriosa tradizione. V

.

Riggimenti di linea

Carabinieri e..orazztcn . .. Dragoni Lancieri Cacciatori . Guide Ussari . Cacciatori cl' Africa Spahis. 1100 Guardie .

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Reggimenti d~lla Guardia

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,1

1

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1

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1

13 8

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8

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4 3

,1 . squadrone

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Totale 63 reggimenti e ùno squackone con 6 1,583 . uomini e 46,378 cavalli sul piede di pace, portando . circa trn,ooo cavalieri montali in guerra di ti.1Ui i gradi; · però al principio della guerra tal forza era molto i~:.. feriore, sia perchè gli squadroni avevano appena 8Q eavall i , sia perchè i. reggimenti cacciat,01;i e · spahis . erano ancora in Africa . i faui climoslrarono in questa come nelle altre armi il grave difetto cli organizzazione. Di tal massa cli èa 1

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,J9'2

RAGGUAG LI STATISTICI

vaìlel'ia, aµpena due terzi poterono essere por:t~ti sul teaLru della guerra al lì.euo, ove tutte le quahta loro fecero difello, dalla branm.1 in fuori. La Fr ancia ha ricche fonti per le rimonte cavalli, tanto p~r L~ 0 ;-ossa quanto per lu leggera cavalleri~. Sono comperati da apposite commissioni in l'\ormandia, ecc., per la grossa; nei l)frenei, ecc., per la leg~e.ra,. e dop? un anno passato agli ha1·as vengono sped1lL ai regg~menli e distribuiti ag li squadroni, ove sono acldestrah. D'indole mansuet~, spesso floscia per costilUzione linfatica, se hanno il vantaggio .d ella celere istruzione, hanno però il difetto delle inerenti malattie, poco nerbo e · resistenza, quin di poca durata. . E fu in parte per questo (ed anche per consulerazioni econofniclw) che si adouò il sistema di tenere corta la durata del servizio dei cavalli, vendendoli dell'età circa di 1 O anni alle aste, ritraendone però dei prezzi vantaggiosi, superiori c&rlo a quelli di acquisto che in media è valutato a 381 franchi. l\1olio migliori sono le rimonte fatte in Africa. ove si adottò il sistema di mandani reggimenti senza cavalli, provvedendosene ivi, e tornare coi rnedesi111i in Francia; e éiò per le loro qualiLtt, distintissime in forza, agilità e resistenza. . Co1·azzwri. - Portano etmo e corazza, il. primo di metaJ\o lucido giallo con ciniglia alla cresta, la seconda abbronzala - tunica bleu-foncé - pantalone ·bianco - stivali alla scudiera - sono armati di sciabola dritta, pesante; ultimamente con rewolver a quattro colpi. Dragori,i. - Elmo con turbante in pelle (tigrata per la guardia), il resto in metallo - coùa e pennacchio - abito con pettorina rossa - dello stesso colore i pantaloni - sono armati di moschetto chassepot sciabola curva.

193

S ULLA CAYAJ. LE RlA .ESTEI\A E NA ZIONALE

Lancieri. - Chiapcka con foraggiera - abito filettato a vari colori secondo i reggimenti - peuorina idem - pank'lloni rossi - armati di lancia con fiamma bianca e rossa - pistola e sciabola curva. Cacciatori. - Skakò - tunica bleu - pantaloni rossi colle pelli - . clw.ss.epot - sciabola curva. Guid.e. - Kolbach - attila e pantaloni celesti con treccie bianche - armate di sciabola curva e revolwer a, quattro colpi. Usse1·i. - Kolbach - auila verde con treccie rosse bleu - pantaloni rossi colle pelli - armati di sciabola ,e rewolver. Spahis. - Sono vestiti di costume misto, fra l'orientale e l'europeo - sono armati di chassepot e sciabola · assai curva (bornous per mantello}. Le 100 gua-,·die. - Era uno squadrone per la guardia personale dell'imperatore, con elmo e corazza in metallo giallo e bianco - tunica celeste - pantaloni bi3inchi .:..... stivali alla scudiera - sciabola e chassepot. La cavalleria francese difettava nell'accuratezza della insellatura, e di LuLti quei piccoli dettagli inerenti all'abitudine di cavalcare trascuratamente durante le marcie, ccc ., d ifetti che in quasi tutte le campagn e facevano, dopo poco tempo, inabili un gran numero di . cavalli per ferite. Nessuna meraviglia se essa nella campagna scorsa fece prodigi di valore e mancò nel resto. L'istruzione richiesta dall'odierno combattere era sotto la mediocrità, dandovisi troppo poca importanza in pace ; nè la scuola d'Africa, ove poco per volLa quasi tutta passò, era adatta per le guerre in Europa, come già dicemmo.

AJlffO

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VOL.

u.

13


11.AGGt.:AGLI STATISTICI

SULLA CAVALLEJlI.\ ESTERA E NAZIONALE

Sono ,U teg 0 ·imenti di 6 squadroni, con quadri per ri~rva in guerrà, più u rìo squadrone di reclutamento. La forza di quesli . reggimenti in guena è di ,i.,1,85'.1 uomini mobili . e di 9266 di deposito ; in pace poi è di 35,547. Supplisce con requisizioni al forte difetLo di cavalli pel passaggio dal piede cli pace a qnello d~ guer_rn, p~r montare le riserve, chiamate acl ingrossare 1 regg1ment1. Gli squadroni si alimenlano cogli uomini forniti dai circoli di leva. limitrofi, i piLL aclaLti per l'arma, della minima misura di 1,58 fino a ;I,76 secondo le· qu6.lità dei reggimenfi, 1 cavalli sono somministcati dalle rimonl~ stabilite sul ·rn 1 {'.z annuo per cen lo in compenso delle p_e~·di.l~ a ciò calcolate. Essi · sono scelti per omogene1ta cli ·razza, robtislezza ·e capacità di servire; e ricevono la loro educazione e istruzione presso gli squadroni attivi . I quadri complementari, che in pace fan pa~·te degli squadroni, si st,~ccano autonomi in tempo ~1 guerra e si chiamano allora sr.tua.d1·oni complemmitarz; hanno il còmpito in pace dell'amministrazione e manutenzione di tutlo il materiale cli uomini e cavalli; , Dei ruoli di congedo e riserva e delle ist.ruzioni speciali; . . Del concorso in operazionr cli rimonta e della dJre-· zione delle equitazioni per fanteria. G·li squadroni cli riserva si formano in tempo di guerra -con uomin i e graduati scelti; i ruoli si tengono costantemente formati sì d'ufficiali che di bassa-forza·neì reo·o·im enti in ra 0 ·ione del decimo di più del numero qo \ . . , t? . .. • . . . .. . stabiLito. · · Il superfluo ,,-iérìe passato al treno . . la éavallèi,i~ hà rìei 't1ua.dr1 il personale direttivo per '1e razze cavalli e depo.siti stalloni; es.se sorio floridi.ssìme

lo squadrone

,iU§TRl:11-.U!\'G!HIIEiUI.

. Popolazione . Esercito sul piede cli pace Esercito stù piede di guerra_

195

36,000,000

'.246,695 '707,:271

La cavalleria austriaca ebbe · fama per lungo tempo, . che oggi non smentisce, d'essere una delle migliori, certo la più brillante cavalleria. Equitazione raffinata, _eleganza nelle tenute, fierezza di sè, bravura; ecco ciò ehe ereditò dai tempi eavalleresehi, cui mano mano · aggiunse, per mezzo di assidue cure, quello che nei . miglior;amenti trovò utile da applicaee tanto nell'istru. zione quanto nelle altre cose. Essa consta dei seguenti reggimenti: N° H di dragoni ; » ,14 di usseri; » A 3 di ulani lancieri. Dragoni. --:Pori.ano elmo di metallo a cresta con coccia di cuoio - tunica blwu, - pantaloni cilestri - mo. streggiatura a eolori secondo. i reggimenti- sono arrnati di. seiabola curva e di moschetto Werndl. : Usseri. ~ ·P arlano il tipo dell'uniforrne che poi fu . imitato dagli allTi eserciti - sono armati di sciabola e rewolver. lancìe·ri ,ulani. - Furono modificati nel loro uniforme · Ì·enclendolo più ampio per la comodità - sono armati di lancia con fiamma giallo-nera, sciabola curva, pistola a retrocarica.

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di


RAGGUAGLI STATISTICI

SULLA CAVALLERIA ESTERA E. NAZIONALE

specialmente le tre a Lipicza nell' Illiria, a Kladru}) "in Bo~mia, a Kopesènv in Ungheria, oltre ad altre. ~i .g rande importanza. di Mezohegres, Bubòlna, ecc., da .queste vengono scelti i cavalli per la specialità dell' arm_a ·richiesti, tanto per truppa che per ufficiali. · Il prezzo medio del cavallo per truppa si eleva appena- 3: 80 fiorini, e a ,150 quello destinato per gli 1.+flt. ciali; nessun paese in Europa ha nel suo seno u~_a 'fonte così abbondante in prodotti per la cavalleria che · accoppino tante notabili qualità con t;1l massimo bu,on . prezzo ; effetto degli immensi pascoli in cui si alleva il puledro, che viene a costare circa 20 franchi l'anno, e delle assi.due cure con cui furono migliorate quelle razze e alle quali costantemente vi ,si accudisce. La scuola di equitazione centrale di Vienna è un'O dei più .importanti e proficui stabilimemi di tal génere. Vi si perfezionano cavalieri di. ogni grado, d,al caporale al capitano ; e tutti gli ufficiali vi devono, in turno, fare il loro , corso fino al grado di comandante di squadrone · onde · ne sia constatata l'idoneità a promozioni.

UUSSl.il.

Cavalleria regolare.

1 I

. Popolazione dei diversi Stati componenti 78,400,000 l'Impero ., . . Esercito regola.re: sul piede di pace uomini 697,137 Sul piede di guerra . . . . ~ . . 900,.000 Irregolare: cifra inéerta, divisa, a seconµa dei circolj, ' in 1-32 reggimenti.

.\97

Otto divisioni di tale arma conta questo impero ; . essa è divisa in 32. reggimenti con una forza di 63 mila uomini e 56 mila cava.Ili. pna di q:ueste divisioni è di corazzieri; una di dra-:· goni,, sei cli lancieri: in lo.tale 2.67 squadroni,Ja cui forza. è all'incirca doppia di quella degli altri eserciti europei;. poco è differente da questi ultimi riguardo alle divise, bardatura, armamento, e si accosta assai alla prussiana. I cavalli vengono in massima parte tratti dalla Po~ · Ionia, Lituania, Circassia, ·dalle m<!-ndrie irqperiali o peP mezzo di incette al prezzo medio di 30 rqbli. Potente per la forza numerica e per l'ottimo servizio che presta è la cavalleria cosaeca irregolare; tutti i figli dei circoli militari confinarii del vasto paese del Don, del Dnieper,, del Volga, da Astra:cao ad Ar:cangel lungo agli Urali s.on soldati, e dietro alcune franchigie loro dallo Stato accordate debbono servire con cavallo a qualunque chiamata. Provvisti dei loro piccoli cavalli di razza ucrana, brutti, magri, ma di forte tempra, resistenti alle in-· temperie e fatiche;- vestiti di casacca marrone, di largo pantalone bleu,: con in testa il loro pro':erbiale berretto, armati di lancia, di sciabola alquanto corta, e.on fodero nero, e non tutti di pistola, in disordine i~ ogni dettaglio, ma sempre in ordine per prestare servizio, sono in tutto il tipo dello scorridore ed esplorato're. Discendenti dagli Sciti, conservarono i1 loro modo di èombattere, agire sempre per sorpresa, mai. di resistenza·; sempre in vista del nemico, mai attenderlo at · suo appressarsi, per riprenderne la pesta quando \.


; SIJLLA CAVALLERIA. ~ STE!lA E NAZIONALE .

RAGGUAGLI STATISTICI

'Il.

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· si allontana ; a piccoli gruppi di 5 o 6 inondare di fronte, di fianco, spesso alle spalle nel paese occupato dal nemico ; ecco ciò che rese · preziosi quesli semibarbari cavalieri è li renderù tali in tulle le guerre. Fino a 1100, 000 Isi. calcola il numero . che può essere chiamato sotlo le armi; normalmente per turno vengono dai circoli fornite le sotnie, che fatto un limi.tatò_ servizio sono .' rimandale agli stessi. La cavalleria regolare serve 12 anni sotto ·le anni, tre in congedo illimitato; indefinita è· la ferma · della é~valleria irregolare.

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Popolazione immediata Protel.lorati più ci meno soggetli Esercito regolare Riserva (Redif)

15,487, 000 40,000,000 140,496 .· H0,4,96 . ·

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Cavalleria.

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tratti i primi dalla J)ersia e Barberia, i secondi clal1'Arabia e daile coste e forniti in massima parte per : tributi; l'armamento è buono, nelle armi bianche parttcolarmenle, per la tempra qelle sciabole cur:ve che maneggiano con particolare maestria; per quelle da fµoco si utilizzano ora le ultime migliori invenzioni. _ ~ianca alla cavalleria turca, oltre al sentimento di distinzione nel corpo cli ufficiali, l'i:ìtruzione scientifica, senza cui la 'bravura personale è diventata impotente; è. questo un difoLto di educazione e di leggi, senza la radicale modificazione delle quali non potrà migliorare . . Oltre alla- regolare, la Turchia ha ancora un nerbo di cavalleria irregolare, della quale la forza è molto problèmatica; vi figurano iri prima linea gl'inclisciplinati Bachi Bozouk, quindi i .contingenti ~ei tribularii ed ausiliarii, su cui il Divano· può calcolare a seconda della loro buona volontà .'

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Ha 24, reggimenti con uria forza ciascuno di 7:20 Ùomini e 680 ca valli; la dmata del servizio è çli 5 anni s9tto le armi, 7 in congedo ,illimitato. . . - .La c.avalleyia turca regolare è oggidt una imiJazione d~lle altre europee; è divisa come queste in lancieri, cacciatori ed anche corazzieri, i quali per di più portano una ' specie d'elmo in luogo deHez, coprièapo rno:, -· derno degli Ottomani. . . -L'istruzione della stessa è conforme quasi all'europea. Fu fatta ·per çu.ra specialmente cli ex-ufficial i austriaci, <j;r, ungheresi. emigrati nel 18.1.8 e ·18.W. Buona è la scelta -'¼•. dei cavalli, tanto per la grave quanto per la leggiera,'

Popolazione del Regno Unilo Colonie India Esercito del Regno Unito India. .

I

30,000',000 41,060,000 . "9 11,830,000 1'15,933 19 1,673 1

Cavalle1·ia.

µ

.~

1

Reggirne~to !forse Garde ,1 uomini 1308 cavalli 825 9408 » 5504 Reggimenti di linea . 9 .» Totale

40716

6329


ioo

RAGGUAGLI STATISTICI

SULLA CAVALLERIA ESTERA E NAZIONALE

.La cavalleria inglese è su tal piede di lusso nella ffcelta dei cavalli, dell' equipaggiamentò e . ogni menomo dettaglio, da non temere confronto; l'Inghilterra è il 'solo paese che possa permettersi tale spesa, t.anto nell' acquisto dei cavalli, delle , armi, del materiale, quanto nel mantenimento costosissimo di tutto. Ma questi ·Cavalied, volontari od ingaggiati a premio, coi loro bei cavalli, armi, bardature, potrebbero prestare eccellenti servizi in guerra.? Quanto all'urto, su_, premo obbiettivo dell'arma nei tempi passati, sì; li ve-demmo alla prova; ma riguardo a ciò che richiedesi oggi, no. È una cavalleria da (rasformarsi da capo a fondo. Forse la cavalleria del corpo dell'a milizia Yeomanry, volontariamente inscritti in. tale arma, con obbligo di presentarsi col ca vallo alle chiamate, con una forza calcolata a' '14,435 uomini,in poco tempo si presterebbe meglio alle riforme di oggidì. A presidio nell'India stanM ancora altri 5,400 cavalieri, divisi in 8 reggimenti lancieri e cacciatori a cavallo. Gli uomini sono ivi spediti dal Regnò Unito; i cavalli incettati in paese dalle migliori razze ind.iane'.

m

II.

CAVALLERIA NAZIONALE

IT .I.LI.I.

25,5:t7,9115 . 723,42l

Popolazione Stati ex-Pontifici

·"

Totale del Regno . . . . 26,251,036 Esercito sotto le armi o in · con~ · geclo illimitato, uomini . ., 573,721

Cavalleria.

,lltre minori' pòten'ze .militari. ·,

Siccome l'enumerare ·e l'acèennar'e ai vari dettagli delle cavallerie d'altri Stati, troppo a lungo ci avrebbe condotti, senza pratico scopo d'utilità, così abbiamo pensato di tralasciare di farlo, comprendendole però-. rn~l quadto dimostrativo delle forze, in fine dì questo àrticolo. ·

Essa consta di reggimenti : 4 detti di linea 7 lancieri 6 cavalleggeri 1 ussari 4 guide

Ciascun reggimento porta un nome che torna inutile nominare.

Totale 19 I quattro detti di linea hanno: - elmo cli metallo, bianco e giallo, con turbante in pelle di foca (trnica bleu foncé mostreggiatura a seconda dei


202

.SULLA CAVALLERIA ES;rEnA E NAZIONALE

RAGGUAGLI STATISTICI

reggimenti - pantalone grigio con bapcle nere - spalline per la tunica - berretlo e giubba pèr piccola tenuta. Sono armati di lancia., sciabola e corto moschetto a capsula. I lancieri identicamente ai suddetti in tutto, meno che nell'elmo sostituito da un kepy con pennacchietto a coda di cavallo il quale kepy ha, come le rnostreggiature, il colore diverso a seconda del reggimento. Uomini e cavalli ha1ino taglia minore dei primi. Uguali in tutto ai lancieri sono i cavalleggeri, solo di taglia minore e senza lancia. Gli usseri e guide non sono che cavalleggeri ; vestiti i . primi di colore verde cupo con treccie e skako rossi, le seconde cilestre con kolback e treccie bianche; portano ambedue .la .tasca ..a sciabola; sono imitazioni senz.r scopo, mezzo tedesche, mezzo francesi. Come si vede, le distinzioni in nomi, divise, classific.;azioni sono molte; sostanzialmente non sono, nè dovrebbe.r:o esser@, die dùe divisioni, lancieri e cavalleggeri, o con un bel nome nostrale, scorridori. Ben poco è il divario che passa dalla cavalleria piemontese di 30 anni fa all'italiana d'oggi; se havvi differenza allo stato con cui essa entrò in · campagna. nel 1848, è il peggioramento, fatto il confronto coi miglioramenh introdotti altrove. · Dobbiamo ora parlare della forza dei reggimenti e del complessivo in uomini e cavalli, cosa che sembrerebbe tanto facile in base agli organici, se quelli fossero sempre stati una realtà; ma che riesce al contrario astrusa a cagione delle divisioni e suddivision( da esporre, per parlare, non di cifre che potrebbero e dovrebbero essere, ma di enti che esistono in esse, 111a nel fatto non. esi.srono. · : Tralasciamo ora. cli fare la co~1parazione della forza

203

dell'arma , di cui trattiamo, relativtnnente, a.11' ordi~e tattico delle altre. . ·· In tempo di pace la bassa-forza di cavall~ria è stalìilito debba essere· composta cli N° 5 class.1 sotto 1~ armi e inoltre da un determinato numero di riassoldati ~on ·premio, risel'vato specialmente ai sott'ufficial.i. . I reo-o-imenti sono forma.ti tutti ugualmente eh sei t,t, squadroni, con uno stato maggiore, d'1 cm· 1~c.eva p_a r te la poc'anzi abolita musica, e ora l'an~mmstraz1one massa e matricola. Ecco l' o·rganico 11865, l'ultimo (non lenendo conto della tabella dei tre piedi} con cui fu abolito lo squa- · clrone di deposito: Uffiziali dello stalo maggiore e di 6 squadroni N° J.2 - Bassa-forza per ciascun squadroi1e >> . · Più ~:2 bassa-forza stato ·maggiore » ·,/t,2

,vp

. .1.:

· Totale uomini

,

.

- Cavalli N° 111 o da sella e N° 2 da tiro per ciascuno squadrone, più N° 111 per lo stato maggiore, to,tale 6~3 . - l)el piede di guerra. veniva mante~u~o l orgamc~ 186 1!, che portava sei squadroni alt1v1, ed uno d1 deposito, con una forza di: Ufficiali Bassa-torza Cavalli

No o6 » 9 11 )) 7:28 1

Vedemmo alla prova nel ,J 866 il passaggio da un piede all' allro ; esso partiva dalla erronea base di forte aumento di cavalli rapidamente fatto, e perciò era ineseguibile . Difatti, quantunque la guerra fosse stata ben da tre

..


7 lUGGUAGLl STATISTICI

mesi anticipatamente prevista, mancavano, secondo l'organico, H5 cavalli per reggimento (ed anche più, essendo ez.iandio allora tenuti i quadri incompleti), e quindi bisognò sciogliere i sesli squackoni onde ri~mpiere i vuoti esistenti prima, ed i nuovi fatti per lo scarto dei cavalli non atti a fatiche di campagna. Si requisirono e compr arono cavalli onde rifar.e i sesti squadroni (i quali furono più o meno pronti alla meglio quando finì la campagna), e poscia vennero formali gli squadroni deposito, i quali dopo poco tempo furono di nuovo sciolti e .distribuitane agli altri la forza. , Tutto ciò non era che la naturale conseguenza.in gran parte dell'organico; difetto che più o meno si ripeterà qualora esso non Ycnga modificato, unico essendo il mezzo del p~ssaggio dall'uno all'altro piede senza scomporne: le unjtà . talliche della cavalleria, ed è questo : In pace tenere gli squadtoni grossi, onde, fatti i debiti SC?.fti. d~i cavalli pel deposito, averli in breve· ora pronti colla loro forza a marciare. Per esempio: se fossero di N° 140 cavalli gli squadroni in pace, eliminandone 20, rimarrebbero pel piede · di guerra ,1,12 e 8 da tiro; e con 420 resterebbe formato lo squadrone temporaneo deposito. A parte questo difetto, che tanto si fece sentire nel 1866, fatalità volle che, in seguito, .tutto congiurasse a peggiorare I.e c~:m<µzioni _ d~ll'~rma, _le .c ui riforme specialmente <li base e~ano aJtame~te ~eclamate e riconosèiute, tantochè furono riunite Commissioni, una fra le altre per più ·mèsi a Torino ," ma dopo lunghi studi· niuna determinazione fu presa in proposito. Nell'anno scorso, scoppiai.a improvvisamente la guerra franco-prussiana, il llinistero dovè pensal'.e ad accrescere l'esercito sollo le armi per trovarsi pronto alla eventualità.

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SULLA CAVALLERIA ESTERA E NAZIONALE

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. In pochi giorni, con edifican_tc risposta_ all'a~pe_llo, le classi dal 4-5 al 39 furono a1 loro posti; qumd1 le armi in quanto ad uomini e~·ano in or~in~, ~~ il _ma~ · teriale? i cavalli? Non parliamo dell artighena, 1 cm guai crediamo ra·sentino ~ no~tri. D_irem~ ~i noi ~be, in media, i sei squadrom de1 teggtment1 1l 11_5 ag~slo presentavano ciascuno una situazione n_umenca d1 cavalli, dai quali detratti 6 da scartarsi pel deposito e 4 da tiro rimanevano a 60.

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l reggimenti a ve vano quindi c_avalli da guerra N. 360 I ,19 reggimenti un totale di . . . . . » 6840 ~

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Notiamo _la giustezza dell'apprezzamento, _perchè_ ~e qualche reggimento aveva qualche diecina d1 cavalh m più della detta cifra, altri ne avevano meno, e forse non bastava calcolarne solo 6 ineLLi alla guerra , mentre poi non si tenne calcolo di altri 4 da tiro per squadro~e e per lo stato maggiore, ciò che dare~be un 21:> m meno di forza cavalli da sella per reggimento. . Ouindi l'esercito italiano, forte allora colle classi richiamate di circa 300,000 uomini, aveva a suo s~rvizio disponibili 6840 cavalieri appena, colla prospett1va · di dover quasi raddoppiare la forza totale dell'eser?iLo , senza potere per tempo non breve aumentarla d1 un solo cavaliere. . . . · È vero però che in uomin_i i reggiI~enti d1 ?avalle~1a · avevano un totale di 9 11, 11 prcscntto dall organico -~861; quindi un complessivo di 18 ~la cav~eri, m.a vuolsi del pari avver·tir-e che (meno 1 suddetti) erano senza cavallo. . · Il ì'llinistero trovossi allora in un impicc10 dal quale in un modo o l'altro bisognava uscirne per avere un po' di cavalleria (con cavalli) ?isponi~ile, .sia pe: l~ gita di Roma . di pront~ esec~z10ne , sia pe1 campi d1 1 istruzione, sia per ultn s_cop1, ond è che con decreto 1 1

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207

SULLA CAVALLERIA ESTERA E NAZION.\L~

RAGGUAGLI STATISTICI I

6 agosto 1870 ordini.> la cavalleria su tre piedi con _ _ rispettiva tabella. : Era impossibile mobilizzarn un po' cli cavalleria senza qualche transazione; ma eravi proprio bisogno di sta'bilire, quasi a nonna, con tabella. organica un disor'cline riconosciuto~ Una disposizione provvisoria non poteva forse corrispondere alle esigenze del momento, lasciando intalto il male vecchio, senza introdul'.ne a giustificazione uh nuovo ? Basta ;. il fatto fu compiuto; i terzi e quarti squadroni versarnno i loro ç.avalli a rafforzare gli altri, rimanendo' e0sl -un. battaglione a piedi, con quale piacere degli ufficiali ognuno può pensa.re, solo che consideri l'amore insito nell'arma per le proprie creazioni che richiedono tanti pensieri, pene e fastidi in pàce, per avere buoni squadroni in guerra. !fon crebbero co1l'adottata· misura i ,reggimenti di cavalli , ed ebbe lo svantaggio, che grave sarebbe se si rinnovass.e per guerra seria, d'avere cioè soltomt1:no nuovi elementi sconosciuti. ai capitani, agli ufficiali, ecc. Il Ministro attuale si preoccupò seriamente di · sì · grave condizione di cose, e in poco più di due mesi aumentò i reggimenti di cavalleria di circa 2000 cavalli:. Gli uomini destinali alla cavalleria sono forniti solo dalla 1a categol'ia, e finora hanno, uguale alle altre armi, la fe l'ma di 5 anrri. attivi è 6 in congedò illin1itato; sono scelti dalle chverse provincie . e sparsi proporzionalamente""nei reggimenti; buona misura dal lato 1:i~,litieo in particolare. La scelta degli inscrilli fatta dalle. Commissioni fu in questi ultimi anni migliorata, ma non basta ancora, sia rispetto alla nece:ssità 8'avere uomini robusti per la resistenza, atti al ca valcare, di svegliata intelligenza, -sia per la maggior cura che si richiede di destinarvi 1

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gente addetta ai servizi di cavalli, invece di assegnarla senza profitto proprio ed altrui alla fanteria, ecc. ,I cavalli erano pel passato forniti da appaltatori a prezrti. diversi, fino ad 800 lire caduno, senza riguardo all'ornpgeneità cli razza; si vedevano e vedonsi ancora squadroni fol'mati confusamente di italiani, tedeschi, · ungheresi, fran cesi, ecc., percib di differ-en te indole, salute, resistenza e conformazione. Da qualche anno si fece in ciò un gran passo. Vennero acquislati puledri eia Com.missioni nominate dal Ministero dell a. guerra, giovandosi çl'intelligenti uftlciali dell'arma, ai presidenti delle quali, conosciuti per specchiata probità, co i fondi occorrenti, fu data suffi.ciente fo.coltà in queste compre, s;.llvo a limitare il _numero, il' massimo prezzo d'incelta, ed a presentare. un finale resoconto. Le operazioni furono eseguite nelle prov'incie d'Halia più abbondanti di tale elemento · e specialmente nello Stato alloi·a Pontificio. Diamo alcuni. dati fomitici dalla gentilezza di chi fu dal Ministero incaricato della mas·Sima pa'.rle degli acquisti in questi ullimi anni, onde conoscere quanto venga a costare il cavallo giovane italiano per uso di sella. 1

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RIMONTE

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:1869

Da 3 a 5 anni in media

Di 3 anni in media

Stato Pontitìcio

Toscana

Stato Pontificio

Toscana

L. 321.90

L. 343.00

L. 308.00

L. 320.00

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186S

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SU LLA CA.YALLEnIA ES'l'EllA E NAZIONALE

RAG GUAGLI STATISTICI

f8'70

Da 3 a 4 anni in media

. Stato Pontificio L. 343.00

Toscana

Emilia

L. 343.00

L. 399.00

l\Iigliaia furono i cavalli comprati in tal modo, i quali passarono un anno ai depositi di allevamento, ove il costo medio annuo di mantenimento (come affermò l'exministr-0 Be1tolè-Viale in Parlamento) fu di sole 35 lire; p er c~ in totale un pule~),'o consegnalo ai reggimenti, m media, costa lire 876, quindi una somma mite anche r ispetlo alle estere cavallerie. · Le qualità del cavallo italiano per la g-qerra furono riconosciute eccellenti : resistenza, sobrietà agilità vi ' sella'. . . s1. trovano riunite ad atta conformo.rione per I cavalli dell' Italia centrale allevati sia in piccole mandre, sia isolatamen.te nei cascinali, sebbene non abbiano ancora un tipo speciale, sono di ottima indole e di belle forn:ie. Stupende sono le qualità del cavallo r omano; esso sarebbe uno dei più bei tipi del cavallo di guerra, come è uno dei migliori, qualora ne fos sero però corretti alèuni difetti che ne deformano le belle proporzioni; altrettanto diciamo del napoletano. Tanto n elle provincie romane quanto nelle napoletane vengono in massima parte allevati in mandrie in stato libero selvaggio; oltre alle razze ordinarie, -ve ne souo alcune sceltissime i cui prodotti sonò venduti ad ele~

.vati prezzi.

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La candleria riceve i puledri dai depositi di alle• . va.monto di. Grosseto e Persano , scelli da Commi.ssioni ; nei· quali. luoghi , lem1li in offiLto dal ~linislero della gue rra con apposito personale, raggiungono le·qualità e l'età ri chiesta dai · reggimenti. La scuola d' equitazione è a Pinerolo . I~ retttt da un colonnello comandante con un personale fi sso docente, e pel governo dei covalli è divisa in tre squadroni : due d'allievi e uomini di governo, uno temporaneo, form ato lntli. gli anni <lal pcrsorndc in ufficiu li, sottoufficiali, caporali e soldati i11viatixi. dai reggimenti. L'istruzione, speciulmente d'equitazione, dò buoni 1·isu llati, e bene vi fu spinta la scuola cli campagna con buon frullo d'arditezzn nei cavalieri; sentiamo a dire però che anche là in più di un rargo siuvi da modificare migliorando.

GlOYAl'\ìU

1\lAzzou

Capitano cli C'avallei·ia

ANNO XU . VoL . II.

14


ALLEGATO '

QU!D"O statistico della forza del princ~1•ali Eserciti e eompa_ratlvo della .forza ~ella cavalleria. (Il calcolo è sul piede di guerra, truppe regolari) ~

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r.onfederaz. Germanica del Nord Prancia Àustria Russir, 1nghilterra (Regno Unito). Turchia . . . . . . . Spagna nelgio Bavfora

Baden

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Svezia e Norvegia

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~.;vi1.zera Stati Uniti d'America Por'Logallo

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Complessivo delle forzo

Cavalleria

977,262 804.794 707,271 900.000 115.933 220.000

78,58) 1 a 13,46 ossia 7,42 010 50,000 1 a 16.09 . > 6,21 OtO 41,851 1 a 16,89 » 5,91 o,o 63,000 1 a 14,28 » 7,00 o,o 5,45 o,o 6,S29 1 a 18.31 17,280 1 a 12;73 )) . 7,85 010 8,993 l a 8,89· » ll:2t 010 6,640 ·1 a 14,87 )) 6,72 010 . 7,290 1 a 9,68 'i> 10,32 o,o . 2,200 1 a 16,38 » 6,13 010· 2,155 · 1 a 16,21 )) ·6,16 OtO 2,122 l a 23,09 » 4,32 qlO 4,459 1 a 27,98 )) 3~57 010 2,100 1 a 23,66 » 4,22 010 (3 reggimenti}. 1,54 010 (non sj calcola la Guardia Naz.). 4,000 1 a 21,98 )) 2,04 010 (divisa io Dragoni e Guido). 4,075 1 a 48,96 ' » 12,65 010 (19 reggimenti cavalloria). 10.232 1 a 7,89 • 5,072 1 a 13,90 ~ 7.19 010 {8 reggimenti cavalleria). 1:200 1 a 8,83 ,,) 11 32 010 (4 regg. di 300 uomini cavall). 17,309 1 a 33.14l • ) . 3,01 010

so:ooo

98,770 7,0.589 35,834 34,953

, 49,008 124,807 49,700 87,935 199,548 80,832 70,510 10,600 573,721

PROPORZIONE

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NOTA - Non si tenne.a. calcolo fer la Francia la Guardia Nazionale mobile. ,Da questo quadro si scorge che l'esercito italiano ha in proporzione la minore cava leria di tutti gli altri, anche sulla cifra enunciata, di cui in forza cavalli non l'aggiunge la metà; tram}e la Svizzera in cui la forza dell'esercito è calcolata pilt largamente, e il paese montuoso è poco adatto per cavalleria.

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CRONACA MILITARE

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Riforme Militari dell'Inghilterra.

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La guerra franco-prussiana ha messo sull'avviso tutti i popoli d Europa che vogliono mantenere illesa la propria indipendenza. 'fulli banno posto mano allo studio dolio istituzioni militari <lolla Prussia o vanoo ricorcando nel suo intim o or.ganismo, o nel le ferroe articolazioni del suo osorcito il formi·clnhile segrl'to della vittoria sul campo. L'Inghilterra non fu ultima a impensierirsi, malgrado la sua prornr biale iocombustibililà di nervi. La necessità d'applicar si seriamente a rite1nprnre il si6tcma militar e dolio oazi.one parve a tutti a lta, incontrastabile, indifferibile. Uomini di g uerra. come uomi ni di stato. so differivano tra loro nei modi , s'accordavano quasi tutti pienamente nell'intendimento finale. Piovvero su ll'ardente questione opuscoli e articoli di rivisto e di gazzetta d'ogni · colore. Una lettera, mandata alle stampe da Lord John nussell, precorse l'aporlura dcli parlamento noi proposto d'apparecchiar gli animi alla disct;ssione. - « li e Regno Unilo, egli scr:ve, vuol essere difeso contro a tulle le « probabilità d'un' invasio110. Le colonie e lo dipendenze del « Regno Unito vogliono ossere protette dallo nostre forzo di « mare e di terra t:onfro allo stran iero armato. Chieggo anche « più; chioggo che, in qualunque tempo l'onor nostro o i e uostri i1fe ressi siano aYYolli in uua contesa n;,zional1:\ l'una • (< cosa e l'altro siano gagliardamente sostouule »

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I


CRONACA

Le .coragg[oso parole di Russe!! dostarono un senso di magn~n1n:ia_compiacenza da un capo all'altro dell'isola. Il mrn,st.to della guerra, sig. Cardwell. indirizzandosi il 16 febbra io, ~oco dopo l'aper tura dflllo tornato parlamentari a lla came~·a _dei com~oi: suonò a stormo anch'egli. - « Sig;iori, « ~gh disse, dall ult.1rna volta ehe noi qui ci adunummo onde « rntenderci iolorno al le questioni d'orcfirrnmen to dell'esercito « e delle sue _spese , avvenimenti ebbero luogo in Europa di « s~ me-~avi?lloso cara ttere ch'io stimo non essere esagera« z1on_e 11 ~ire eom'essi non ab biano egual i negli anna li della « storia , _ne nelle favoloso leggendo d'Erodo Io. Codesti avvc« rnmenti hanno suscit1;to nelle menti del popolo britannico « un cupido in teresse, e insieme, un proposito saldo cli ritoc« care le nostre militari istituzi oni nell'intento di collocarle « ~ovra u na base di stabi le sicurezza. li còmpito , c.he sta ora « rnna~z~ al parlnmen_t.o inglese, _ non è quello che occupava « la leoi~latura prussian~ do po 11 tratta to di Vien na (1) ; da « che noi n on ab_b1a mo disastri a risarcire, come noo abbiamo e a ~ar_ mano a mnalzare un nuovo ed ific io sui ruderi di un ed1fì~10 an tico. Un .:òmpito pih gradito, ma non per questo e_ nece~sanamen(e ·pm agevolo, è il nostro : quel lo cioè di « fondere ia un ar~10nico iosie~e ·istiluzioni che in sè accol« gono sommi pregi, ma che nondimeno hanno mestieri di « una ma?o _emendatrice per levarle a ll'a ltezza dei tempi. al!o « proporzioni del le patrie esigenze. » · · L~ principali riform_e, cald1>ggiate dal ministro della g uerra, ~nz, dal la part_e mas_s1m~ del paese, toccano l'esercito di terra. 11 ~uo m_odo d1 cost,t1wone, il suo numero, Ja distribuzione dei g radi. È ?oto che l'Inghilterra non ba, a propriamente parlare un _sistem~ d'I, 1·eclnta:mento, che, modella to sul le basi di Hom~ antic~, prima iniziatrice dl maschie e libero istituzioni tra i p~poh. stat1~isca, come presso quasi tutti gli Sta ti a ttuali, l'obbhgo mdeclrna b1lo a tutti i cittadini di concorrero a lla 11·r8 ~, t . · · ' l ,a I de pa r io terr1tor1~; d'essere, iu altra parola, militi, soldati. Mentre, . .ad esempw, la Francia , sospinta dall'indole e dalle necess1La d~II.a su_a grand e rivol uzione del!' 89, con un de· eroto del 01rettor10 (5 settembre 1798) introduceva tra 1 I . t' bbl. . e sue egg1 ques o 1go ltvellatore, da cui i. Romani non escludevano

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(tJ Allude ai !l'iorni di Napoleone I, dopo le disfatte toccate ·iIJa Prussi·~ ne1 1806 e 1807. · ' n

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se non le classi piì.l povere, la sua vicina d'oltre Manica, set• bene pervenuta a li bertà assai pri rna del la riva le, ma esplicando la in forme civi li clivorsissime, fondatH sovra un11 stato sociale, crode obbligato della conquista, persiste anch'oggi nel vecchio metodo de ll'a1·1·uotamento Mlontario . Volontario in questo senso, chR un sergente, accompngnato da un ta mburino si presenta nelle varie- ci ttà e borga te de ll'iso la, invitando a suon di tamburo tutti gli oziosi ad ingaggiarsi nello truppe della regina, coll'alle ttativa di parecchio lire sterline, che si pagano alla mano, e forse d'altra tanto promesse · che non s'adem piono mai. Con codeste rn·Li si compone l'eser ci to r egolare della Gran llretagm1, ca usa l' i nvineibi le ropug nanza dol io migliori c;lassi al soni,do mi litare obbl igatorio. Pure, anche in Inghi lterra. non fu sempre così.. La difesa dello Stato era ant•camente fidata a tn tti i cittadini indistintamen te. Sn non v'era eserci to stanziale. se il nobi le, il benestante e l'industriale rifuggivano cl all'armi, costituite a 1nestie1·e, gli stendardi del la •p atria erano retti a lmeno da mani libere. li capitano Wyatt, uno forse de' giuclici più competnnti in codeste cose. in un suo opusco lo, Ra/lecti01is on the (01·mation of Armies (Considerazioni sulla formazione degli eserciti) eO$Ì di.scol're intorno a ll'origine del le truppe inglesi . - « La milizia fu l'originale, la costituzion ale, la sola e forza mililaro del regno ne' vecchi tem pi. Per disposizione .. d'uno statuto del 1285 ogni nomo libero , tra i 25 e i 60 « anni, era tPnuto a provvedersi d'armi onde mantenere la « pace ; ma g li era assicurato il soggiorno nella sua cootrn1, « tranne il caso di nemici che peoetrassero nel reg no. Sotto "< Enrieo lV (1306) fu deliberato che le c:oste fossero guardato « io modo da far impossibile l'avvicinarsi del nemico, senza « esserne debitamente cwvertiti. Posterior i statuti , nei giorni « di Fi lippo e Maria, sdebitarono in genera le i mili ziani dal « procur:ars( a proprie spose l'armi e il cavallo ; ma la legge « originaria venne affermata. Solo uno di codesti statuti im« pose ai propr ietari delle terre il dovere di provvedersi d'armi ~ e cavalli in.sieme a quello di mantenerl i, nel caso d'una « guerra. combattuta dentro a lle cerchie del rE gno. Scendendo « attraverso ad altro modificazioni , On dopo i tempi della « restaurazione, la camera dei comuni, non g uari dopo ·1a « sua elezione , passò, con uno de' suoi pr imi atti, a fondare ,({ la milizia del regno sovra basi costituzionali. Un altro alto ·« venne promulgato sotto al dominio di Carlo li, e si venne


CRONACA così fino al 1757. Entrambi gli alti confermarono nelln co< rona il diritto d'assoluto comando sul!a milizia. " Pare in lan to che, col volgere degli anni, la leggo primitirn intorno alla mil izia sqggiacesse ad al tJ'e rilor,m e, tanto che oggi la milizia esiste bens); ma il servizio non è pil.1, por lo. pratica almeno, obbligatorio, o corno dicono g l'!nglcsi, compulsorio. A questo fatto accennò il signor Cardwell nell' allegato discorso del 16 febbraio. - < Noi abbiamo, diss'egli, un « esercito permanente, colle sue s toriche flssociflzioni e le sue « gloriose memorie, m esso insieme per volontario a1·ruola" mento, e a ventfl. un obbligo di fe rma sopnriore a quello « d'ogn i altro esercito (1) ; abbia mo una milizia, che in teoria « do vrcbbo formarsi per via di reclutamento, ma io prati ca, « è pur essa abbandonata allo stesso sistema d'é\ITUolamento (2); « abbinmo, infine, i volontari i quali hanno gran parte degli « attributi della vita militare, r:ollegati a tuttà l' indipendenza « della più perfetta libertà civile. >> Con queste tre specie di truppe la r.ran 13retngna, impe rfe ttamente provveduta per u na difesa interna, no n potrebbe, nell'opinione di qua lche inglese, mandar fuori dei confin i un corpo d 'armata di ·60 a 80 mila uomrn i, in quattro settimane, SP.nza uno sforzo gravissimo. Se l'asserzione è vera, come fa rebbe essa a serbare inviolato, se.condo il desideri o · di Lord Russell, il proprio onoro nel caso di contestazione con uno. Stato continen tale, oggi cli"e .lutti g li Stati, persino l'Jlalia, possono portare sul campo le centinaia di mila uomini , segu·ito do un vasto materiale di g uerra? Il braccio de'mHrcenari stranieri, a cui essa ha costume di ricorr ere, non pare più un. m ezzo appropriato ai lell'.lpi. Le prove· non furono sempre infelici firiora; mn non è neppu r sempre a fidarsene. Guai alla naziooo che non bnsta a se stessa! · Ingrossare, adunque, il nucleo delle forze militari, migliorarnB, a cosl dire, il m 0 ccanismo interno, eeco i due primi: problemi, i duo primi stud i da proporsi. Sono infatti le prooc«

(1) Dai 7 ai 10 ann i per la fanteria ; 12 anui per le altre armi. (2) Gli uomjni della milizia sono rimandati ai loro focolari dopo aver

ricevuto la loro istruzione militare; ma devono servire 5 anni Jn patria, quando siano chfamati sotto le armi per la. difesa del paese. Ogni anno si r adunano, in tempo di pace, per esercitarsi nelle armi. Gli esercizi ·non dura no meno d i !li giorni, nè piit cli 5G. Iu te mpo di guerra furono più volt.e incorporate le milizie nell'esercito atth:o. Coslfu ai giorni della guerra di Crimea. · ·

cupazioui del ministro della g uerra; se non c he, non tutti assentono nel le sue ragioni e forse ancor meno nelle sue proposte. Nella mischia de·pa rtili v' ha chi mise innanzi il disegno di balzare addirittura al sistema d'organameoto pr ussiano, a cui pochi vorrebbero ri uscire tra gl'Inglesi, ne mmeno il governo a tlua le. Uno scrittore della Quarte.1·ly :?eview (Rivista trimestrale), dopo aver citato l'esempio d'altri Stati. cqme la Svizzera, i l Belgio , la Prnssia, ed essersi domandato perchè I' Jnghilterr a non s'acconcer ebbe, com'essi, a provvedere ad unn landweh-r, una milizia di cittadini, adatta ai bisogni del p3ese, e preparata , per via d',mnuali esercitazioni di qua lche durala, ad en · trare in campo alla prima squilla di guerra, esclama : « L' Inghilterra è la piì1 ricca contrada del mondo; però essa « ha più a perdere che nessuna al mondo iu una g uerra in< fe lice. E seblrnue la sua politica sia incontras tabilmente po« li tica di pace, t' esperienza c'insegna che la pace delle na« zioni n_on è mai sicura, Onchè esse non siano ca paci di af« fe rma r la coi propri mezzi . Non dile che il popolo i nglese « abborre dal sottornetlersi alla disciplina militare; nò ch'egli « sia avverso a spendere il suo tempo nt>lla pratica della vita « mi li.tare. Il popolo inglese non si sottoporrà alla disciplina « mili tare. nè darà il suo tempo all'acquisto di studi militari, « in annuali esercitazioni, so ques te cose gli si·ano r ichieste « col l'accompaguamen to di certe distinzion i. « Fate una legge, che non ponendo distinzioni di classi, ob« blighi tutti, no bili, signori, cittadini. arligiaÒi e uomini della « campagna a prestare .un servizio personale nella mi lizia, e « la nazione accfllerà quel dov_ere non pilr senza rammaricar• se no . ma con animo lieto e conOden te. E a questo perverremo1 « se ci starù a cuore di conciliare la sicurezza coll'11conomia; " da che le vaporiere hanno in gran parte gittato un ponte « sull'acque dell'Ocea no, rendendo una g uerra nella contea di . « l.incoln, nel Kent, e persino nel Surrcy,· non più impro« babile quasi che~ non si credesse; alcuni mesi addietro, sotto « a lle bastite di Parig i. A noi, non altrimenti che ai n ostri vi« cini del conti nente, no n sembra lascia to, adunqu e, se non e la scelta tra due mali . ln questa alternati va, o saremo forza ti « a mantener e , nello stato di pace, numer osi ese!'citi stanziali. ~ senza meditare il fa tto che i due esr,r citi sta nzia \( d'A ustria e e di )<'r a ncia vennero m e no alla patria nell'ora del bisogno; " o altrimenti, restringendoci a tenere sotto le arwi una mo-


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CRONACA

MJL.11'ARE

dorala forza di soldati di mostic1·0, Op(•raro in guisa da fnr

Dedotta la metà fomminilo. poi l'altra metà che si suppone di giovani inetti al sei ,·izio militar i, si ha ancoia il bui numero di pressochò due milioni e mezzo d'uomiu; 1,lti al le nrmi. L'Inghilterra, proporzionatamente, a cose d'a ltronde eguali, ,nrobbo aduuque un otlo milioni e mezzo di nati tra i 18 e i 36 anni, e colle deduzioni accennato, due milioni almeno di l.iraccia nell'età più robus ta del la vila. Stando ai dati statistici, espo~ti dal capitano \\'yatt, la Svizzera con una p·opolazione di due mil ioni e mezzo d'abitanti, mellorohbe in piedi, in caso di bisogno, un esercito cli 336,926 uomini, così spartito :

« sì che la uoslra popolaziooo maschia prorreda a rorn:re un « escr.-ito difensivo, ben ordinalo, istrutto e adeguntnmente

discipl ina lo, pro nto a scoutlcre noll'arena in nurnoro proporzionl!lo all'ùccasione, al primo manifestarsi del µericolo . e fiò chP dn noi si esigo è, a un di prosso, questo: Ciascun uomo « allo allo armi, tra i 18 e i 24 anni d'etil, ch'oi sia suddito « nato del la Corona, o cilladino naturalizzalo, purchù non pro« fc:-si la carrirra spirituale, o troYisi applicato all'cdueaziouo « della giovc•ntù, nù occupi u 11 seggio in uua delle duo camoro « cl<•I Parlanwuto, sia tenuto prr leggo a sen·izio mili taro per« sonala, ~enza facoltit di farsi sostilttiro o rappresc11lare da « a Itri . Cnclcslo serr i,do olJ bligatol'io nelle filo della l I cl asso, « ossia classe nlliv:i, ùella milizia, si <.;st1;utlcrchl.>o a sci anni, « durante i quali i Sl'rrizi dnl miliziano t!Ol'rchbcro stare ad « a~soluta dis po:;izio110 del gon•rno, por ogni tempo e per ogni " luog(), df1nLro ni ·lim iti dei lre n•g11i. Scaduli i sei anui , il « miliziano passerebbe dalla categoria t.!cl sc•rrizio allirn a " qul'lla df'I ~Prvizio localP. per nllri sci anni, per essere chia« mnlo all'armi nel solo caso d'in ,·asiooo forc·slinra. Annuali e rnssegu(i acc(•rlerr.1)1,ero la presenza e il numero dei miliziani. e li numnro lotalc dei giornni, idonei al St!ITizio mil,tarc·, e « compresi tra i 18 o i 24 anni, dev·c~sero cospicuo ; quel lo « dc•gli uomini tra i i5 e i 36, ono rmo (1). " Noi non arrcmmo hi~o~no mai di chiamarli lutti ~olio lo e ban,liere se 11011 allorquando il nemico ci fosso ,·cramontealle e spn llt! . In tPmpo di paco il numo't·o dei prosHnti 1)ol le file e non <lovrPlJbe esser grande. > 1:autorc cloll'articolo inglese erodo che, fl('l' questa Yia, si avrehh1·ro disponibili da uo 300,000 uomini. Noi, facl lldo rafrronlo c11lla Francia. sospotliamo un numero maggioro. L'Annuairedu nw·eaii des longitudes pel 1868, posta uoa popolazione di 34,860,'.'!87 abitanti (l'Inghillerra no 11over11va da 29,164,000 nel 1862), ci porge questo cil're:

« e

Esercito fccloralo (Bundesct11szug), composto di uomi.1i d11i 20 ni 34 anni. in ragiono del 3 p. o.O della popolazione Hisorva: uomini dai 35 ai 40 anni, che bann o mili Lato nell1csorcito alli vo, stanti iu proporz1one dell' 1 112 p. 0'0 della popolazione . . . . Landwe/111' : dai 41 ui 45 ann i. Landstimn : uomini al di lii dei 45 aoni . . . . . . . Totale

82,747 uomini

42,292 id. 64,887 icl.

150,000 id.

• . 339,926 uomini

Socondo J'onti prussian e l'in sieme <lolle forze mi litari di terra del regno, co11 una popolazione di 17,200,000 abitanti, si componcra nel 1863 corno segue:

1

Gio vani tra i 18 e i 24 (llllli Id. 25 o i 36 icl. .

3,637,91 5 6,323,669

,,

Esercì to tlllil'O e truppe di riserva (L::rsatztruppen) . . . . . . . . . . 571,100 uomini Truppe <li presidio a llefoJ"lozzc e Landwr.:M di 1• chiarnatll . . . . . 104,800 id. Landwehr di 2• chiamata . . . . 302,900 id.

I I

Totale

,

Noi 1862, giusta le statistiche nazionali, l'Austria, con una popolazione di 35,019,000 an ime, contava un totale, per l'esercito di terra, di 350 a 400.000 uomini sul piede di pace o 587,600 sul piede di guerra.

Totale 9,961,584 (11 Hagguagli statistici, di fonte tedesca, face\"ano ascendere, nel ISC2, a 2,260,000 gl'.lnglesi tra i 18 e i 2:l anni.

'

. 1,068,800 uomini


MILITAIIE

218

CRONACA

lancio dell'anno precedente. Nel 1870 il bilancio recava lire )2 965 000: in quest'anno se ne dovrebbero spend~re 15,851,700. « Cinque milioni meno della Russia - grida il cap1ta~o. Wyatt -: 1 « che manl,iené un esercii.o stanzialo di 700,000 uomm1; e q~as « il doppio del hilancio prussiano che ne paga 570,000. l} ~oli aumento proposto il signor Cardwell porterebbe l'esercito !nglese

Con una. popolriziono di 37,380,000 abila:Ò.ti, la Francia, all'epoca medesima. disponeva sul piede di paco, cli circa 400,000 uomini, e sul piode di guerra di 600,000. La Gran Bretagna, da ultimo, eh), coo pressocbè 29 milioni e mezzo d'anima, uo contingeote diviso come seguo:

alle seguenli cifro: \ io Europa. compresa Esercito I la riserva . . . attivo ( uell'Indie e nel le altre ì colonie . . . . .

··

94

. 96,000

Milizia . . . . . . . . . Yeoman1-y (mi lizia territorialo a cavallo) Volontari . . . . . . . Totale .

94,000

~.ooo 170.000

13!'5,047 uomini 139,000 id. 14,000 id. 9,000 id. 30.000 id. 170,671 id.

Truppe regolari Milizia Yeomanry l' Risorva 2' Id. Volontari

,000 ll90,000uomini

id. id. iii.

Totale

497.718 uomini.

46'2.000 uomini.

Ecco come, per la difesa dell'isola , l'Inghi lterra non può calcolare che su 91,000 veri soldati, nel senso che a questa parola attribuiscono le al tro nazio ni. Il r imane nte, so ne togli forse la Yeomam·y, uori ha soda nrlucaziooe militare._ nè esperienza; e assai probabilmente auche poca intonazione di disciplina. Nè il ~ignor Cardwell. nò i suoi segu~ci. parteggiano per quel sistema di leva in massa, elle s'accosta alla Svizzero od alla Prussia. Lo spirito del popolo inglese, le abitudini secolari del banco, del tela io e della bottega vi si ribel la no quasi per voce d·istinto. L'abbiamo già detto. Il signor Cardwell vorrebbe andar pacato in qcteste riforme militari, forse per· non urtare in opposizioni cieca mente oslinatr, e dar nel riscbio, per correr troppo, d'incespicare per via e troncarsi nelle mani ii' modo d'a lluaro almeno i provvedimenti più stringenti. Nè per una prima iniziativa, un primo saggio di riforma si può dir poco ciò ch'egli ch iede. L'accusa car>i tale, che ta luni fra i suoi oppositori gl i fanno. quella cioè di non essere soldato, non ci pare scoccata o segno ques ta volta; da ChP, molte del :e gravi attribuzioni, che negli altri Stati appartengooo al ministro della guerra, nell'Ing hilterra spettano al generale in capo ctell'esercito, oggi il duca di Cambridge. Propone, adunque, il signor Cardwell l'accrescimento delle forzo militari di terra, innanzi t utto. Eg li dornandn a l ParlamenlQ. un anmeoto ùi spese di 2,886,700 lire sterline sul bi-

L'esercito regolare ven no a ques to modo cresciuto di 20,191 uomini, così distribuiti, come dichiara il minist1·0 della guerra.

t'

Fantoria Cavalleria . Ar tiglieria . Gonio Treno Infermieri.

12,257 uomini 1.888 id. 5,254 i rl. 333 id. 319 id . 140 id.

Ma l'aurnonLo più ragguardevole surohbe quello di ~5,000 uomini ao-o-iunti alle file della milizia. E non è tutlo. C1ò che ' ìì> " • costiluisce, per questa parte, una rifor ma a co~1' dir ra ct·,ca Ie: ciò cho può chiamarsi un vero ed efficiente inc:r_emPol? d1 :forze, <~ questo. che tulte coctesto trup pA, acl ecc1'z'.one ~1 ~11 uomini dcstioali all'isola di Ceylon, saranno d'on1 m po1_ 1_m~ piegato al servizio domestico, a d~~ender~ 1:isoln da tent.aL1v1 d1 sbarco o d'occupazione; o tull'al p10, a pigliar parlo a qualche guerra in Europa in. cui la Gran Bretagna fo~se :m·oll~: « ·sostengo. disse il s ignor Cardwell nel suo d1sco1so_, _oss~ro quasi un principio gene ralmente accettato d~lla polll1ca m11 « glese, che in questi giorni in cui 1~ popo.laz1one~ d~I pa~se « fa tanto per difendere se stessa, in confronto uell e~ercit~ << stanzialo. non ·è pih necessario di mantenere, a carico d1

n

,


MIUT.\llE

220

CRO~AC.\

« chi pnga lo imposte, nn esercito pennanenlo elio difendo le « 11ostre lontane colonie. »

Tanto mrglio so il si:;nvr Cardwcll non s'iognnn11. Uno dei punti più censurali ncll'nmministrazione m1litaro inglese è la questione dell'artiglieria. L'artigliPria da campo, nol suo numero <li pezzi, ò assolutamente inegua le al hisog110, i1wg-ua le all,t dotaziouP delle altro armato. allo proporzioni indicate dalla pratica dPlln guerra. Il mit1istro di risa di portare l'nrtiglicria a cavallo da 11 a 16 batterie; 40 bnllerie prc.~idinti diverrrbbcro batterio tla campo; altre 12 bllllerie, cogli nrt ig liP.ri r co nducenli aunossi, sarebbero tf•nntc; in riserva. In t11tto sarebhrro 408 bocche da fuoco che s'aumPnlano. Non diremo che quPsto numr•ro, ripartito su qua~i 500,000 uomini, sin soverchio. Ncìle g-uorrn cii qnPslo sPcolo gli eserciti hanuo coodotto quando duo o quando tre cannoni pur· ogni mi ll e uomini; la Hussill n'ebbe On quallro. e fors" qua lchf) v11lla pili. Nò si mcli.a in rampo l'aforismo che il numero delle arli~lierie è s<•mpre in proporzion«' inrPrsn del numero e d!>lla honlà clello altre armi; oggi q11ell'11forismo non n,ggc più . L'n ltim a g-urrra . franco,pruss iann ha visto le trnppc grrman iche provreduto di tre bocche da fuoco per ogni milio combnllcnli. E pure, in ciascun conOitto, c>sso trovarono mo<lo sPmpre tl i riu;,c1r su reriori di forze alle forzo de1l'avversario. Ehllcro s11mp rc pilt uom ini e più cannon i 1n linea c.lCJi Francesi, i.ggiungencin co~ì alla loro irrecusabile superiorità strategica · anche la superiorità tattica dell'azione, analorntn eia Ila ~apionte col locazione clei [)l\zzi e dalla eccel1Pnz11 dei l,>ro tiri . Come altl"imonti si spic•gllerehhero i portenli di qu,1~ f.a ra pi<!issima e splendida campagna, su è fuor d'ogni eontrasto che i Francesi dirooslrarono in ogni sr,ontro un ~angu·e freddo, una brarnra, una portinacia 0011 cerio inferiori alle virtù perso nali dei IOI'O emuli'/ Oh, so i Prussiani non erano piì.1 gli uom ini d'A uc•rslacclt e di frna, i Fraucesi furono ancora gli eroi di ~Jarengo e d'A.uslerlitz ! Giusta i regolamenti organici la dotazione d«•lle arti:dicrie su l pic(fo tli gut:-rra, pres50 g li esm·cili tedeschi, è cli 96 cannoni per og ni co rpo d'armata di 35,000 uomini. Nolla mede~irna ragiono l' Inghil terra , con 50'.).080 solrlati, dovrd,be con rlur srco 228 batteri(), 1?68 bocche da fuoco. Ma le spesn prr l'esercito crescerebbero, e già l'aumento di 4u11si tre milioni di sterline al bilaDcio di quest'a1111Q è sembra lo esor bitante.

1 pih sob1·i i si contentnrono di lamrnln ro cho l'armala ing lese « ò la pit1 costosa eli o si conosca al ~omio, che, anche ,, alla pih doviziosa dello unzioni, il suo b1lan,;10 militare coc min~iava a farsi seriamente 01>pressivo. > Ventilala intanto la questiono dell'accrescimento dc,ll'esercito, riuwneva ne.I occnparsi dnlle altrH condizioni 1i"eco~sarie a r.ompinrne il riordi uameolo. a dargli 1111 nssetto stabi lo , ne~ cost,1ntesi a quello degli altri eserciLi. piìi consnnt:rnro a1 nuovi apparati, ai nuovi metodi di guerrH. Il signor Carclwell ricord? duo massimi incOD\'Uilienti e ctisso urgentissimo l'emeodnrll, se si voleva armon izzare anche questa pari.e ull'altre riformo mili tari Primo i questi inconvenienti essere, come egli già aYcva toccato. il modo incerto, oscill,1olo - almeno nella consuotutlioo ·del pnese - di rnclutaro 10 varie specie di !orzo militari. Doversi adottarn pPr tutto il sorvir.io obhligtllorio, por estrazione a sorte, o il servizio volnutario? Citò anzitutto le parole pro11uociate a questo proposito da lord Derby ad ur~ meeting tenutosi in Lancnshire: « Voi troverete alla str_elln dei « co nti - disse milord - che il morlo meno co;;toso d1 prov« vedere al bisogno è di pagare il lavoro rnauo mano cho vi « occorro. » Lord Derb)' abbandonerebbe quindi l'idea dellu prestazione obbligata di ·servire, in altri tern1i oi, p~r l_egg«:, anzi che por elezione di libero patio. Voi mi dato oro, 10 v1 do sangu(l; è una specie di salasso pagato dal medico . ata IH questione non ò più militare, o nemmeno sociale. È una questiono m_er:,m~nt~ economica, e cammid'11 di pari passo con tutte l'allre 1slltuz1om di uo porolo dato inlieramenlo ui commerci come i T1rì e i Sidonì. Prima di esporre i proprii disezni, il signor Cardwell rammentò allu Camer-a anche !"opinione manil"c>stala dal dC'fuoto sir John Godley in una relazione intorno alla m:iteria del reclutamen to. « La coscri zione - scriveva Godley - la quc1 lo. a e prima mostra . e consideral::i superGcial mco te. è il ~orlo più e a buon patto di r ee;luta ro eserciti, finisce ad esser«•, m re,1 llil , ~ il modo pilt costoso che si potesse adottare. Essa non è che « una tassa, sa lda la per estrazi one a sorte, la pe,sima dl\lle u tasse cho un Governo s'avvisi d' imporre ai suoi sudditi . Ove " si conceria la surrogazione la lassa è sa ldala in danaro, e « consiste noi prezzo offo1·to al surrogante. La sola d10"ert>nza « tra surroganti a i coscritti sta in ciò, che. nel primo caso,

pfo

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222

M!J.l'l'A IUL

CRONACA

la gratificazione è µ·agata dallo sgrnziato indh•idno su cui è « ,caduta la ·sorte, mentre nell'altro è pagata dal pubblico . li « caso è ancora più arduo per quelli che non sono in grado « di comprarsi un sostituto; per ess'i la COSC!'izion,e è una tassa « che po:ta via, ad un colpo, tutto il lol'o capitale, cioè l'ope1:a " IO!'o e ,11 loro tempo . Poco mont.a quel che il loro capitale « possa importare; ch'ei siano dolli o ignoranti, ch'ei guada« gnino alte o tenue mercedi, ch'ei producano molto o non < producano del tutto, l'implacabile coscrizione pigli,a possesso « di loro nella parte migliore della loro vita, e restituisce loro, « in cambio, poco più dei panni da soldato e del vitto, In << tutti questi casi l'ammontare pecuniario della lil.ssa è rapa presentato dalla differenza tra il valore del lavoro prestato « dal coscritto all'atto della sua chiama ta sotto le armi e la " sua paga da soldato. l\la nessun compenso pecuniario può « rappresentare l'ammontare totale di ciò che l'individuo soffre « e di ci,ò che soffrono le pubb liche COnV(,n ienze in cÒsl estesa: « B violenta dislocazione del lavoro Il servizio obb 'liO'~to di . . o « q~~lunque natura esso s1~, toruerel.Jb~ sommamente pregiu« dmevole ad ,un paese abitato da un popolo intraprendente e e colonizzatore come è il popolo inglese Un popolo d',iodole « siffatta poggia sempre come nell'arena sul suolo che egli « abita ; onde è che le prospettive d'una coscrizione co ndur~ « rebbe infallibilmente ad una .vasta e continua espatrìozione << dei nostri migliori operai, una classe d'uomini di cui "'ià ' t:, « per drnmo un troppo grnn numero. Certo che sn ,non vi è « altro mezzo p_ e r mettere insieme un esercito, bisognerà , ri« correre a ogni modo a quello della coscrizione; ma io sono « d'avviso che converrebbe esperimentarne OO'ni altro prima « di ricorrervi, » ·" Ed ecco un ragionamento che non si può negare che non sia tutto inglese come la razza nazionale dei loro caval li e le loro corse d'Epsom. In fondo questé parole non sono, co~e ogn un vode, che il pensiero di lord Derby, accennato' dianzi, se non che svolto con tutta l'ampiezza che il soggetto com~o! tava; e noi non abbiamo esitato a riprodurle nella nostra hngua, affinchè il l"tfore italiano acquisti un'idea netta del m_od~ tu,u,o p,art_i~?l.are agli Inglesi di sentire intorno alle quest1om m11Itan pm fon damental i, e possa quiodi farsi rae-ion e della dhrersità di criteri i che sovra noa medesima materia divide quegli _iso la?i dal r esto del.le nazioni del continente, in grazia della d1vors1tà che cor re tra il loro organismo civi le e il nostro. «

t

223

Le idee del signor Cardwell non (iilferiscono Jà quelle emesse dai due cit.ati personaggi. Egli vorrebbe mantenuto l'arruolamento volontario come· base alla formazione dell'esercito regolare,· della mi lizia e dei volontari , correggendolo con legge· apposita, in .caso di dover parare a.ct un pericolo pubblico imminente. Egli cominciò per avvertire come la coscrizione non , sia usata nemmeno nella marina, che pure è la prima 'linf-la di difesa della Gran Bretagna. Confida, disse, che ,il principio del servizio volontario, sancito dall'uso, basterà nei tempi consu~ti, ad assicurare allo Stato una forza ·sufficiente, senza dipartirsi da esso. Nei casi estremi una legge esiste che impone il dovere del servizio obbligatorio, solo qu ella legge noo essere stata attùata finora in guisa da riuscire nè profìeua nè semplice. Egli , il mioistro, propone che sia aggiunta una clausola alla legge, la quale, nei tempi estremi, dia facoltà al sovrano di convocare il Parlamento per divisare le misuro più accouce a levare straordinariamente quante forze siano necessarie alla -difesa de,\ paese, traendo a concorrervi tutte sorta d~ cittadini. · Ma ecco affacciarsi l'altro inconveniente a cui già abbiamo alluso più ad_dietro; questo, cioè, che mentre le truppe dell'esercito regolare dipencl.ono esclusivamente dal beneplacito della Corona - e in via costituzionale - da quello delle, due camere del Parlamento, le truppe della milizia, o truppe ausi liarie, come le chiamano gl'lnglesi, regolàto tradizionalmente da statuti provinci11.li : diponclono drrl benepltlcitÒ dei cosl détti lordi luogotenenti di Contea (lord lieutenant o'{ Counties), i quali ne dispongono a loro tal ento, ciascuno nel perimetro della propria Contea. senza debito di r iportare ai loro atti, in questa materia, una sanzione superiore. Lo sconcio, a noi uomini del continente, · balza agli occhi senz' altre considerazioni; ed ù ovvio immaginarsi l'impaccio e il disordine che debbono necessariamente risentirsi, come una lunga ripercussione d'echi, su tutto quel complesso di cose che si riferisce alle misure militari di difesa, allo svegliarsi del prirn 9 grido d'allari.ne, Era naturale, che _il ~ inistro, n,elle sue idee di armonico ed efficace riordinamento, accennas·se ç1 bruttura sì grarn. E Io fece proponendo .che nella nuova legge su ll'esercito, tolto di mezzo il secolare abuso, fosse consecrato il principio , da tradursi io pr atica inesorabile e perpetua, della dipendenza assoluta di tutte le forze militari del regno dal governo della nazione.


224

CRONACA

MILITARE

Abbiamo vednto le proposte che il sigoor Ca rdwel l foceva , a nome dell 'attu ale govern o, per l'aumento di for ze militari disponibili, colla creazione d'tm nucleo d'armali, destinato alla sola difesa dell 'isola, ed eventualmente, a ll'appoggio d' uno sbarco in caso di lotta con una delle potenze continentali. lasciando a lle colonie lo studio di provvecler11 al le straordinarie emergenze coi pr opri i mezzi; sistema di li boro arruolamento uniform emente adottato per la formazione del le varie qualitù di t:ruppe; abbreviazione della durata della ferma per gli uomini dell'esercito regolare; sommissione a una s0la legge di dipenJeoza delle tr uppe regolari come delle ausiliarie. Ora trattavasi di dar l'ultima mano alle vagheggiate riforme; tratta vasi' di fare scompa rire una vecch ia cancr ena che col nuovo ordine di cosB non poteva più sussistere. Codesta cancrena è IA vendita elle il goven10 fa doi gradi, dal coroctta al tcll(lnte-colonnello nell 'esercito attivo, e che disti nta per importo di prezzo, secondo la qualità delle armi, negli anni tra 1855 · e il 1860, era stabilita corno nel seo-uento 0 specch io:

Dragoni. Luogotenen te colonnello Maggioro Capitano Luogotenente Cornetta .

Lire sieri.

6175 4575 » 2225 >>

))

11 90

>

840

Guardie a piedi. Lire steri. 9000 Luogotenente colonnello . lllaggiore (con rango di colonnello) » 8300 Capitano (id. di tenente co lonnello) » 4800 Luogo tenente (id. di capitano) » 2050 Alfier e (id. di teµente) . . > 1200

Reggimenti di linea. G1w1·die del Corpo.

-

Luogotenente colo nnello Maggiore Capi tano Luogotenente Cornetta (1)

,,.

Liro sieri. 7250 » 5350 » 3500

• • » ]785 • » 1260

Lire steri. ~ > » ; >

7250 535.0 3500

1600

» 1200

(l_l Oggi questo grado, che l"isponderebbe al nostro sottotene nte se siamo be ne :nrormaLi , piu non esiste. '

Lire steri. 4500 )) 3200 » 1800 . ,h, 700 )) 450

Jilw;ilieri e Reggimento Cacciatori.

Luogotenente Sollo tenente

Gua1·die a cavaito.

Luogoteneo te Colonnello Maggiore Capi ta no Luogo tenonte Cornetta

Luc>gotenente colonnello Maggiore Ca pitano Luogotenente Alfiere

Lire steri. .

.

»

700 500

Il sistema della vendita dei gradi è vecchio in Europa; l'Aus tria. se non àndiamo errati, fu l'u ltima a sbarazzarseoe; l'Inghilterra l'ha perli'nacemente conser vato fi nora. Il signor Cardwell riice e che è coesistente nella Gran Bretag na coll'esercito ». Vietato da Guglielmo III, rivisse nel 1701, ed ebbe norme e regolamenti nel 1"711. Nel 1719 una Commissione regia, presieduta dal duca di Somerset, dichiarò « vizioso il sistema « nel suo principio, repugnante al pubblico sentimento della · e presente età , inconsistente coll'onore della professione miArrno XVI , VoL. II. 15


226

CI\ONACA MlLITAIIE

litare e colla politicfl dell"impnro britaunico. e produttore cli tristi effetti rn ll'intema costi tuzinne dell'armata, confnr endo « esso una inde bi ta premine n7,ii a lla ricchezza, a scapito del ·e merito reale , che ne rimc1or. mo rtificato negl i uomini privati « del favore e dell'incoraggiamento dello promozioni. » Se non che la Commissione medesima annunci/:, al lora che, d'altra parte« il sentire do ll'esflrcito Pra generalmon lo favorevo le alla « con ti nuazione di quel sistema, pel motivo che ogevolava il « r itiro in pensione 'e assicurava gli acquirenti clei gradi contro « ai capricci di chi n'era distributore. ». E così una questione, d'equità anzi tutto, si vide relegnta in un angolo, sover chiata da una questione di censo e di amor proprio. Abbiamo scitt' o'cchi la lettera d'un ufficia le ing!Pse, di cui non possiamo tenerci dal riferire un bra no che riguarda quest'argome'rlto vitale. « -L'abolizione del sisl·ema d'acquisizione dei « gradi. per via d'incetta, ~ una tlelle pitl grilndi vittoriA po<< litiche - dice lo scr ittore - che i radicali abbìano riportata « mai. L'esercito inglese era i l gran semenzaio del conservflnc tismo nel nostro pnese. Ba)tava che nn negoziante , anche « di sensi liberalissimi, mandasse un suo figli o all'ar mata perchè « fo sse, cer lo che il nnovo ufficiale si sarebbe fatto, in breve « tempo, da r adicale un ,011servativo a tutta ~Hra:nzfl ,· assu« mendone tutte le idee e tutti i pregiudizi. ,._ L'autore <l:)lla lettera l'ha già detto: il parti to posto dal ministro fo vinto da l governo. E cos\ l'n ltimo baluardo del foudalismo nell'esncito è fina lmente caduto. Ci sono da sette a otto mili oni di sterl ine da pagaj e agli uf'tìcia li per r isarcirl i del danar o speso nell'acquisto <lei gradi; ma saranno pagati. Il governo, come trionfò della qu t~slione su lla com pra dei gradi, ebbe pure a trionfare dell 'al tro questioni mililari , tra le quali alcune di minor conto, che il ministro aveva propugnate. Noi non faremo altré parole su di esse; bensì noteremo queste, desunte da allro passo della rammentata lettera: « Per quanto ·e concerne il disegn o d'organamento, posto in nanzi per larie coslrtrnione dol nostro esercito, non è che blague, ci tutt'al ·e pi ù un accrescimeoto considereyole di .patrocinio politico; « però se mai capiteremo ad una guerra, temo che un più com« pleto ordinarnen to non abbia a fa rsi in presenza ùe! nemico. > Dio disperda quel timore, o lo faccia antivanire in tempo. «

<(

RIVISTA BlBLIOGRAFICA

Stor ia dell'arte militare del maggim'e cav. CEs,rn_ll Rovrn':11 professore d' arte e storia mili!are nell(t Scuola di fanteria e- cavalleria - Tre 1vo_lumi - M odena 1010. Ètudes d' J1J!i .' itoi,!e tni lilnit•evar F. LEéO~JTE colonel (édéral suisse - Antiq1,i ité et moyen age - Ternps mode1rnes (ju.squ' à la fin dtHègne de Loiiis XI V) - Laiisanne 1869-1810.

Che si~ tahto vero quel detto di Cicerone· (salvo errore) che la sturia è la maestra della vita, molti lo pongono in dubbio. Per i popoli intnnto, no certo; o.goi nazioec segue fata.lm ente · ouella linea che lo è sPgna la da l suo carattere par-t1co lare, da lle sue tradizioni e dn lla sua geùgrafìa. Che cosa ha appreso a lla Eranda la sua storia ..da l1'89 in qua? Anche gl i uominpill illumina ti la fanno ciascuno servire a l _trionfo deH~ propria idea la iuterpretano sc~condo il proprio S1Sle!11a pol 1t1co. Q~esto per la storia deli'umanità. La sto1:ia militar~ è tutt'allra cosa ; qui non v'è passione di sistemi, e se varia l'np: prezza mento dei fai.li e il modo di vedere sopra talune que~ stioni, è pur sempre lo stesso lo scopo che si propongono ~ cullori di qu ::sto studio, trarre doi fa tti utili ammaestra~fl_nt1 sul modo come si di>bbono ordinare e irnpingare il eserc1tJ. Tnli am maestramen ti riào t~i io corpo di dollrina formano la r.os\ detta arte·militare, che sa robb11Msai m1•glio della sc-ienza; poie;hf: arte ru quel la de'graod i capi.tan i, sc~ir.nza invece f'u quella degli scrittori che ,\[WO:,;gian dosi da 1Jna patto s11 il ' ese.mp10

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di quanto que' grandi capitani operarono e dall'allra sul ragionamento, formu larono que' principii che reggono l'ordi namento· e l',1zione degli eserciti. - L'arte mi litare ò figlia dell'intuiLo, e doll'esperie.nza ; la scienza ò figlia do! ragionamento e del-l'esperien1.a. L'espurienza è du nq ue la m ndro comune dell'ar te e del la scienza : ma nel primo caso ò vernmente l'esporienza della pra lica dello marce e dei campi di battaglia; nel secondo caso ò l'esperienza r iflessa, cioè lo studio posteriore dei fatti di guerra, ossia la storia. Per tal modo la storia o il raziocinio sono por cos\ dire le due facce sollo cui la scienza militare ci presenta i suoi principii. Essa scienza può dunque servirsi di due metodi per espli ca rli; - o esporre i pri ncipii in ordine logico, dimostrnrfdo li col raziocinio e quindi illustrandoli colla storia. ed è quello che si fa nei nostri corsi del la cos\ dotta arte rnilitare; - oppure prendere a base della sua esposizione i fatti storici, seguendo così un ordine cronologico. e man mano cho si prosonta un problema mos trare q ualo soluziooe obbe noi fallo e quale aYrobbe dovuto avere. ~condo i principii ; - è quello che si propongono col.oro elfo insegnano la così detta storia

rniLitare. lnlese in questo senso l'arte m.ilitan e la sto1·ia militare, non c rediamo c he possa sorgere du bbio sull'utiliLit loro ,.o q uestione sulla maggiore uti lità dell'una o dell'altra - sono due metodi per studiare la stessa cosa, e s ono due metodi che a vicenda si com pletano: entrambi sono di cnr attero essenzialm ento didattico. o sotto questo rispetto la stor ia militare non polrobbe comprendere quegli sorilli, che ha nn o fo rma pur amente esposi tiva; questi somministrano soltanto la materia prima, i fatti, e sono il più sovente compilali con altro scopo che non sia quello diretto dell'insegnamento. Caratteristica principale della storia militare didattica è questa, che ivi i problemi sono posti come realmonle s i·pr esen lnrono con Lu tto un corredo di avve nimenti , di caratteri, di circostanze, che non banno nulla di fit tizio o di ipotetico, cosicchè I~ consegue nze che se ne r ica vano possono r icevere la loro sanzione dal fallp stesso. li ragionamento e i priocipii, a cui quosto conduce. vi perdono quella rigidezza che dovono na turalmente a vere n oi caso gene ralo. Qui inso mma i problemi sono specializzali. Ma è chiaro che r,er venire a conseguenze giuste, non unila te rali, è necessario che i fnUi s i,rno conosciuti con quell'a mpiezza che permetta di tenor conto di tulli i dati della

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situazione. Senza di ciò non si avranno che idee slaccalè, generiche, bene spesso confuse ed e rronee. . È questo il difello di quelle opere di storia milita1·e I~ qual~ vogliono rosLringore in piccolo spazio tutti gl! Avven1menll milit111·i di qualche importanza <lei mondo O!).IICO e de! moderno. Esst:l riescono per lo più ad essere un lavoro eh erudizione storica, anzic hè di vero insegnamonto mililare . Di tal natura ci sembra che siano gli Studi di storici militare del Lccomle, di cui sinora furono pubblicali due vo lumi. l'un~ de' quali comprende l'anlichilù o il medio evo, l'alt~o _i tc~p'. mode rni fino alla fine del regno di Luigi XlV. J\·i le 1sllt11z1om e le _guerre sono esposto in modo co_sì incom~leto e ~('noralo, che possono servire come mezzo d1 memoria. a chi ne. pos~ segga già la conoscenza, non certamente forrnre materia d1 studio a chi non abbia ancora ta l conoscenza. È un'enumerazione dei falli militari, accompagnala qua e là da qualche osservozionc. t,; bonsì ,•ero clrn l'autore slcsso protesta di non aYer voluto fare un corso di storia mili taro, bensì uri'osposizione dei prin-ci pii genera li dell'arto militare col mezzo d~lla storia. M~ l'a pplicazione di questi principii non vi è dimostrata, ed ~ Jasciu ta intieramoole al lettore. Avendo volnto toner conto d1 tolto lo 0"Uerre un po' importanti, egli ha dovuto naturalmente darne appena un concetto cosl sommario, che no~ e1. poss1_'b'I 1e forma rsi una chiara idea de lla situazione cornploss1va, poh t1ca e militare in mozzo a cui i fatti si svolsero. li singolare poi è questo, che mentre nella sun prefnzi_on~ il Lecomto pro[ossa ch'egli non si occupe~à. delle fo!·mnz1on'. tatliche, degli ordini di battaglia H sim1h. giacche - egli dice - sotto ques to rispetto un nostro sotto tene nte DO saprebbe oggi più che i grand i uomini del_l'aolic~it~ , nel_ cors~ dell'opera poi succede il rovescio, che c1oò egli_ s1 trat_t1ene d1 proforeDza sui de ttaglio tallico dolio buttagl1c, anz1cl~è sul conce tto strategico delle operazioni, nel quale pure egli ravv isa I' imm utab ilifa doi principi i dell 'ar te dtil la guerra. Basl~ per questo vedere in qual modo egli tratti le campagne dl Alessandro e di Gustavo Adolfo . Anzi a noi pare che il merito principale doll'o pora del Lecomte coosisla appunto nel farci assistere a_lle vicende _elle :ubl l'ordinauza no'varii tompi, sebbene, a di r vero, egli abb!a tenuto conto prcssochè esclusivamen te dell' elemento m·mi. e non abbia fatto che una parto affatto secondaria all'elomento uomo


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e al suo stato socinle , nè ;ibbia mostralo ahbastanza l'intimo legame che pass11 fra le isliluzioni mili tari o fa socir:tù. Press'u poco dello stesso genero di quella <ll'I Lecomte è quella del Rovighi, la cui operu io 3 volumi ahhraccia tulli i tempi, dall'antico Oriento fino nlla guerra del 18u6. Ma se l'opera ~el Lccom te è piuttosto un 'esposizione sommaria di guerre, questa è piul.loslo un'esposizionr, dello istituzioni ; quanto alle guerre, esse vi sono sPmpliccmPnle enumerale; ma qna o là alcuni fatti storici sono più ampiamente sriluppati sollo for ma di esempi. L'opera dDI Rm·iglti riesce cos\, più che unn vera storia dell'arte mi litare, una guida ullo stuclio di 4u(Jsln slor ia, tanto più che l'autore h~ avulo c11ra di acconnare g li autori a cni ricorrere. Intesa in questo senso essa riesce un prezioso manunlo compilato con molln cura. e che fa buon riscontro a11 uu'oµora che i Todeschi poss1~ggono di questo ge 11 ere, quella doll'Hardegg. Ottin:i~mente ~oi cr~<liamo cho abbia praticalo il Rorighi, cho, dirigendosi sopratutto a !nitori italiani, ha dalo nrl suo ultimo volume magg-iore sviJ!Tp-po ai folli di guerra che si compir ono ;1ella nostra pen isola 1wll'ultimo vente nnio . ln siffolle opero l'ordine <livrnla un morilo intrinsrco riel lavoro; sotto queslo rispetto. nwntre il Lecomte -s'è limitato a dividere la sua osposiziono in tan!i caP.iloli, ne' q11ali · poi affaslella il racconto dei fatti coJl'esposizionu delle isli tmiioni ~ degl i ordinamenti, spargendo il tu tto di (tSscrvazioni, quasi rntercalato occasionalmente, il Rovighi ba adottato per la sua trat~ziono uo riparlo logico, <:hll _riposa e Cìssa l'attenzione del lettore. Ad ogni periodo che tratta egli prr>melte 11n su nto • storico cl1Ji fa tti pri llcipnli di g uorrn, esamina quindi gl i esorcHi sotto il duplico aspello, pri mn del l'ordinamento, poi dell 'aziono, e fa quiudi seguire alcuni esempi di fatti relativi a quel dato periocto. Le osserv11zioni, per quanto riescano bene sposso iuc~mpletc, o. non sompre penetrino nel vero fondo del la questione, souo pur 1:1sso esposto con ord ino. F'inalm on te per dnro un'idea ai lettori del crHerio, su cui sor,o ba,nli i giudizi di questi due scrittori. vediamo come entrambi parlino della guerra l'ranco-prussiann del 70, a cui il f.ecomte consacra l'introduzion e del suo secondo vo lume, e il Rovig-hi una uotcrella. appiccicala nl l'111limo fascicolo. H Rovighi avrohbo credulo chr grazie « nl progresso « della ch•11là, ai sani principii 1!1-lla giustizia, alle intime re« !azioni fra lutti i popoli non si dovessero mai più ai tempi

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nostri !'nr guerre se non che per ottone1·11 il trionfo· di un principio , l'ra cui il dominante sombrava ai lt'm pi « nostri quello della naziona lilà indipendenln; e che shnudite e fossero per sempre le guerre di cooquisln. di ambiziooi, e di odio di razze, che tanto funestarono o desolarono lo « ge11erazioni passalo. i> Egli è invece costretto, depon omlo la penna nel momento che ardo la guerra fra Prussia e Francia, a coostatnro che questa ora un'illusione. Confessiamo il vero, che so questo parole ci potrol>bero sembrare ni)turalissime in un gazzettinistn, in un a,·vocnto, in un congressista di Gin evra, esso ci r ec11no non poca niaraviglia iu un mi litare, o soprnLull.o in un militare che, come il Rovighi. ba fallo oggello speciale dei suoi studi la storia. E come non ha (!gli an-ertilo la contraddizione che Psisto n,ille suo parole stoss,,? Poichè cerio s,J una parte comh,1ttti per la sua aazionalo indipendenza, ne viene di necessità che l'altra faccia guerra di cooqui,tn . Di dur popoli cho si faccian gul'rra, avvrrr,ì sempre che l'uno sia l'invaso. l'oltro l'invasore. Guorn, tl'a cnbizionc, guNTo p<·r odio di razza! Ma Dio buono! La natura umana rimarrà sempre nel fondo la si.essa; e sempre si darà il caso di dn('. nazioni lo quali abbinno interessi e caratteri opposti, in modo da costituire un antagonismo che. tosto o lardi si risolverà in gu,,rra aperta; cioscuna invochr•rà sempre il dir itto da lla parto sun, come ciascuna pregherà Dio pel trionfo della propria causa. li Lecomlo poi toglie occasione dnlla guerra ùPl 1810 prr rompere una lancia contro i filosofi dr.Ila st<)ria i quali hanno il torlo di non credero etio « un semplice a-desti·a invece di un « a-sinist?·a comandato a Chàlons dal duca cl i Magenta, opp ure « uaa miglior pozione data a tempo al compianto mareseiallo e Niel avrebbe potuto cambiare complelamon:o (du t011t a1t e tmit} • il giud izio che essi ora proferiscono dietro quanto è avvenu to. Non è certl) nostro còmpito difendere questi filoso/ì dulie invettive del Locomlo; ci pensino loro. lla noi ci ch iediamo quale insegnamento ci possa cl11rc la storia interpretata in codesto modo. li considerare In gu<1rra come un fa lto puramente militare, iod ipcrndentemente dalla situazione so<:ia le e politica, è un re ndere la guerra stc~sa iucompreosibile nelle sue consegunnze, è un romporr quello stretto nesso di rel:i zioni cho esistono oggi specialmente fra le istituzioni militari «

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e tutta la ·vita civile di un popo lo, è un assegnare a effetti im meosi cause non sufficienti. Se CO$Ì intende il Lecomle l'ant icivilismo ch'egli affetta, non ci µare che faccia gl'interessi di quel militarismo ch'egli propugna.

Da lfleissembm•go a 11:tetz. - Lettere mi li tari. Cagliari 1871, lip. del Corriere di Sa1·degna.

Sotto questo titolo, la tipografia del giornale il Corriere di Sardegna cho si pubblica o Cagliari , ha raccolto in un bel volume di 277 pagine una serie di 62 lettere che un distinto ufficialo dell'esercito - il capitano Baratieri - ha inviato a quel periodico nello scorso anno dal 22 luglio al 10 novembre. Nello moltoplicì pubblicazioni che sotto l'im pressiono immediata dei fatti straordinari, e sutto fa pressione degli avvenimenti incalzanti della guefra franco-g·onnanica videro la luce, ci avvenne di rado di trovare una conoscenza cos) profonda delle circostan:ce speciali, uo esame ed uno stud io· tanto accurato dolio principali fasi di quol dramma sanguinoso. L'esposizione analitica, com'è appoggiata ad un buon apprezzamento delle isti luziooi mi litari dei ,1 ue bell igeran ti e piu della Germania che della Francia, dà luogo a considerazioni e deduzioni passale al crogiuolo rii una critica qualche volta severa, ma non partigiana e sempre strettamc•nte giuÙifica ta da giud izi ed apprezza men li che rivelano monte colta od eletla intelligenza. Non è arid a cronaca, non è nuda esposizione di avvenimenti, non è disadorna serie di fatti esposti per ordinn cronologico . Il 13aralieri nou si acconcia a còmpito s) modesto; la sua penna si eleva a sfera più elevata, e dai fatti , rettamente iolorpretati, deduce criteri ed ammaesLramenli che trovano riscontro non di rado nei giudizi emessi nel lo studio preliminare di cui sono argomento le primo !oliere. nelle qnal i si pesano il valore materiale e morale delle isliluzioni militari delle due potenze, si stndiano le cond izioni topografico-militari dei probabili teatri di guerra e si accennc1 alln probabili operazioni di guerra . Che più. ad avvalornr e e sorreggere codesta analisi ed n suffragare i dettami dell'arte· della gucna ancora uoa vo1ta confermati

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dall' ignoranza e dalla insipinoza di ch i non seppe applicarne i pr ecotti, co ncorre un btHrn co rre.do di citazion i storicht~ de-

dotte spor.ialmente d 1lla storia rn ilitaro moderna e soprallutto dalln campagna di g11erra del 1866, della qua le l'autore si rivela profondo conoscitore. La celPrità od abili Là spiP.gata nella mobiliziaziono e oel concentramento; la pron lnz.a delle risoluzioni; l'iniziativa stra tegica; la perizia logistica risu ltano sempre a favore dei T~)desch i , che il capila no Baratieri d pr<·scnla nella c11slantc applicazio11e dei prin cipii fondamen ta li del << dividersi per vi vorc e concentrarsi per combattnre » « portare la propria massa contro il punto debole .doll 'avversorio >> per modo che spt ss•> il co11t·cntramt' 1Jto stratcgieo coi ncide col tattico . come avvenne a Wòrth, su lla Mosl·lla ed a Sed1lfl « non impegnaro che il necessario per , serbare fori.i riserve. » Per cu i il pPrfello Juuz.ionamenlo del meccnnismo e del mo tore st aggiungono r:ome lwse e complemr.nlo a quei fattori molt.oplici e c11cnplessi cho hanno cooclotto l'esurcilo tedesco a « so,rpnssarc le merav ig lie di Hocmia. » li genio che regola, la brnvura che seconda, ili fortunn che corona i vasli ed arùili conçepimenli c•seguilt con prndenza, celerilà e sr•grelPzza : 1•cco t·esorc,to cho eccita la giusta ammirazione del nostro autore. l'icl campo opposto apparisce per con tro l' imrrevic.Jenza, l'insuflicienza delle istituzioni e clngli uomini, il tardo concepire ed il lento opraro, fìnchè a l di l'etto di un piano di altacco non succede l'asso lu ta assenza cli un progetto cli difesa reso impossibile dalle lacrimevoli condizioni dell'esercito e dell'assetto territoriale. La posizione compromessa, il mora le decat1uto, la fidu cia scossa, la disciplina pericolan te so non perduta, il saldalo scoofìll.o che non ha più rc~de che lo 11nim i, non g loria cho'lo lusinghi, no n r ilcgni clw lo l'rnn ino, eeco come si demol isce man mano quell'orgnnismo arlifiçiale. delicato e complicalo che è l'esercito. Gl i uomini. le istituzioni, g li 111111e11imenti e le operazioni ci appariscono nel loro nt sso inlirno com11 di causa ed efTetLo. Noi non possiamo segu ire l'nu lore nell'ar.cural.a sua analisi e nella pittura delle successive condizioni dPi due avversari i; non possiamo percorrPro con lui lo scacchiere del le operazioni strategiche o tattiche, nè ri cordare In copia del l'erudizione storie? che dà 1:ita e molo alla narrazione, - troppo ci vorrebbe - ma ~pe riamo che il br:ove cenno fallo trnsti ad invogliare gli studiosi a procurarsi le Lettere del Baratieri. 0

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C<'l'to cbe dei giudizii emessi, tal uni possono essere non complctamf!DI<" accolti, a ltri discussi; nè possiamo nascondere che come l'a utoro si rivela nutrito di buoni stmii' specialmente atti nti a fo nti tedesche, come del pari dai g iornali tedeschi si riconosr,ono per lo più raccolte le sue informazioni, così un certo co lorito di parzia lità in favore della nazione germanica trasparisc:e. Così fra l'altro non possiamo accogliere le ragioni adotte nella lettera XI per combattere il giud izio « dei mili· tari attaccati alle regole di scuola )> che censurarono il piano strategico dei Prussiani nella campagnn del 1866, perchè « la mancanza di iniziativa del nemico, la inabi litù dei suoi generali , le discordie di questi, lo spirito delle truppe non eccitato da alcu.o alto sentimonto .nazionale » non varranno mai a g iustificare errori che nel campo della scienza vanno combattuti quand'anche.;,coperti da l manto della vi ttoria. Anche il volere addossare tutta a Napoleone la responsabilità dc! lla guerra, dei difetti, della insufficienza degli ord in amenti e d ella· mancanza di appreslomeoti pt)t> sernhrare. meno equo . Qunlunque. sia però il valoru de lle nostre osservazioni. è incon testabil<> che il lavoro del capitano l:laratieri apparisce u,nto piì1 pregevo le quanto piì.1 si pensi al modo. al eome, al quando esso venne fotto,

Noi•,ne e 1n•escrizioaii gen~1·ali ,,e,· l'tultlesll•a,nento tattico tielle 1-,•i,ppe, f irenzo 1871, Tipograna Voghera.

La trasfo rma1,iono avvonutn nella tattic1i p1-1r f'ffe tf.o d('l/a strapotenza dei mezzi rnoccaoici, chii progressi dell'agri col tura e dello sm isura to aecrescorsi deg li esrrci ti, non so lamentR ha reso più malagevole l'istruzione e l'educazione mi litare, ma ha vieppiù chiari to che, come lo spirito prevale al la ma teria così le form;i li o simmetriche evo luzioni di piazza d'armi non' debbano essere tenute come la quintessenza dell'arte, a dan no delle razionali manovre applicate al tBrreno. [n- un 'azio nu 1·ealt• ed in terreno accidentato e rotto, un capo , per quanto li mitata sia la forza di cui dispone, non comanda più ma dirige. ll coma ndo èl devoluto a g rnduati sott'ordine; ond'è mestieri che qur.1sti sa ppiano esercitarlo intelligentemente. È dell'arte militare. eome dello al tre; bisogoa passare dal faC:i le _al diffici le e da l noto all''ignoto con ordine progrPssi vo; quindi è che si fa evidente la necessitil di portare il massimo

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studio e le mag-giori cure specia lmente nell'istru7.ione ed edncazione dei rep;irli minori di truppa fi no al hattaglioi:e, allo squadrone ed alla batteria . che sono g li· elemrnt1 pr1m1 e tattieameote costitutivi dei corpi mtiggiori , i quali_ n lor_o vol ta si p0ssono ritenere come pr odotto dull'aggregaz1ono di talune unitù tattiche. · . Prima che le strr.pilose gesta della guerra franco-ge.r man ,ca ponnssero il suggello a ll'asso.Iuta superio!'i tà de ll'eserc1~0 pru s_siaoo, noi ci eravamo avvwt1 sulle tncc.1e delle .sue 1st1tnz1on1, e per quanto_ ha trntt? all'amma~str~meO tO t?ltlCO nor_i fece~'O difotto nè le 1struz1 orn, nè gh 1nd1r1 zz1 per .Péll _te del m1rnste10, comr. lo di.mostrano, fra l'altro, .la pnbhl 1ca~100~ d.e1 regolamenti di csrrcizio o di ovolu7.1on i pHr le armi e. pwd 1 e per la cavAlleria non che lr: norme emana lo nella primavera d ello scorso an;rn. Ma poichè queste si chiariro no scarse ed rnsu r~ fiei enti, e l'esperienza delle eser citazioni fatte da allora m pot ha potuto for nire qualcl~e criteri.o fo_udato per fornrnh1re m modo pili preciso e part1colarngg1ato 11 sistema migliore ~ seguirsi in proposito. er? J)ÌÌ.1 .elle mai oppo1;tuna la cornp1laz1on_e dell e Nm·me e prescnziom gene?·al~ tr.stè ema nato da l_ M1 mstero. f':sse trae;e1.1no n~a sp,, c1e d1 quadro genera le d1 tutto qunnto giova successivamente praticat'e nei Corpi per 1:endero proOtt<w,,li le e,:ercitazion i. . . . . Il Ministero, più che una g mda su_! come p_ra t1care le vane istruzion i. ha eviden temfmte voluto 10d1ca re m q_uale rnoc~o e con qualr: ordino d t, bb11si proecderc pn parte cle1 Corpi rdtìne di conseguire il de:iiderato am,naestramonlo tattico; .lo che ben ch iaro emerge dr, lle seguenti parole che. leggons1 a pagina 12: cc Bisogna qu indi eh.o i Co,naoda~ ll cl~II~ truppe! « c.iascuno per cin elln pnrto d1 esc' rcitaz1orn e d1 1struz1001 « che gli si appartiene di dirigere e de_lla qu~ I~ è r Pspon« sabi l", si sta biliseano nn metodo part1co laregg1a10 da se<< o-nirs1 . .. >) Otd'è che nelle Nm·me che esam iniamo è . detto qt~~l i. quan te .. d in ~rual i coo dii.ioni di tempo debbaos1 _ese"uire le marcio pur avvezzare lo truppe a sostenere le fat1~he ~cl i elisa .cri clw da esse derivnno; si accenna al prog'.·pss1vo svi luppo "'che dove seguirsi negli t>sercizi ecl evoluzio111 rego lnnw nlari e nello appl icare queste a l terreno; s1, d1scone· de.I come cl<, bba praticarsi l'istruzione del Li ro . pe1:ch~ riesca vr.r~lmentc ntile, ed intìne ,i tratta delle_ osc.rc1\nz10111 pe.1 sr rv1z10 di sicurciu~ , "\ rii qnel le r elativr 11gl1 atti cl1 combattimento ed alla castrnrncitazionr. M.i a nche la,i dove s1 parla amp1ar_n ento di qn eo·l i araonwnti . si cereberebbe invano una traccw. dPl metodi a seri'nirs i dagl i istrnttori e dai capi repa rti, ciò essendo lasciato alla "toro inir:ialiv:-i persona le. , 11 sistrma in se sk sso è ottimo: sia pP~chè è r:iecessano ch_e quegli clw è chiamato r~spomablie _abbia corr1spondeo_te hbPrlil d'azione. sia altres1 p1Jr la ragione. che codesta. l1hert~ susei la 1·omulazione, ecci ta l'amor proprio, e fam1g l1ar1zza tut)1 i ·l!'rnd11ati a qunlla inizi~liv_a ed a ll'.ese:c11.1ò del comancio d1· retto rea le ed rfficace, rnd 1spensab1l e rn campagna . Ma ~ce1~dcndo in un cc1mpo piÌ.l pratico e senza che una non g1usll·


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essendosi elevnto la liborlà ò' azione che dovrebbesi lasciare a ciascuno poss11 'esercitarsi per mez.z~ di _un'inlr l!ige~lo ini: ziativa, la qualo ora non potrebbe espllc11rs1 chP da 9ue1 pochi che honno la cosciunza di sapor fa re e di con oscere 11 quundo , il cc}mo ed il modo nc~I quale eon vcnga operare. . . Ecco il porchè noi abbiamo invocato la re1lazwno d1 un manuale pratico a complemento d.elle n?rme tatt1cho emanato dal MinislPro; ecco perchù no, dobbiam o or~ accogliei:o con favore un lavoro di iniziativa personale cho 10 parte r1 soo11c1e all'accounato bisogno. Esso porla per tiL,,lo : « Conferenzo sulla ~cuoia cli guerriglia » ossia di piccola .guerra' ed è dovu to alla penna di un ~istinto e studios<! uflìcialc, 11 maggiore Dal Pozzo del 2• reggimento g rana t1or1. . . Quc>sto libro por la l'impro.nta del ~\r~vetto ed 10tell1gent~ ufficialo che per lun~n esperienza _pr~pr1a ha avuto CUl!)PO ct1 studinre ed attuare ripclu tan:ic'n(e 1\ s1s.lema che su~g<'r1;cc ed anali1icamenle svilu ppa . Egli v1 dico 11 9uando, 11 come ed il modo e l'ordine a tenersi por conseguire con frullo quell~ intento , e facilita con acconci esempi il difficile còmpito degh islru !lori. , Il servizio di osplornzi oue, l'istruzione dol gr uppo,. la schermii del fuoco, gli armeggiamenti --:- che con. parola_ p1ù somplice potrebber<? ~irsi mauovre . - d1 .compagnia e d1. ballaghone, ser vono d1 1slrada meoto ai buom ammacstramon ll per la guerriglia , lo passeggiate militari, le marcie man(!Vl'O o . lo <.:'S~r:cilazioui nollurne eh•· for mano argomen to d1 quegli spoc1.a.l 1 capitoli che ne appariscono come i più utili ed i meg!io riusc1t1 : A tutto ciò non può supplire nè l'at.tua.le .,Rogolamcnlo d! eser cizio per la ra nleria, oè altro qua ls1as1 prn porfetlo che gl.1 si potesse sostituire. giacchè qua lunque r~gol11.mcu l~ non sara mai più che una serie di formo conveoz10nah e d1 mosse d~ usarsi quando e come le cir costaozP, lo csi~ono. Ed ~s?~ s1 ridurrà sempre a lettera morla senza lo spmto che I.o v1v1.hca , il qu1.1 le spiri to si è appunto . quello· che b~sato sul l'1s\ruz1one e sull'esperienza suggorisce 11 qi,ando ed 11 come ed 11 modo col quale unn forma piuttosto che l'altra conv~nga usare. L'opuscolo ~<'I m,!gg(ore D~I Pozzo, o specialmenlo quella parte che abbiamo 1ochca~o. rispond e .11ppunto ~ quello scopo i n modo r aziona le e quasi sempre chrnro e faci le. Colln stessa franch l'zza però colla quale enc.omiamo lo i:pirilo ed il conceLLo dol su o lavoro, non d~bbiamo toce~e che avremmo desidera i.o ch e I' autoro si . add1mostrasse più curnnte della cor rottrz1.a dello stile, della proprietà delle espressioni o dalla chiarezza di. esposizione;. eh~ . t.aluoo dell~ definizioni e delle teorie enunciate sono d1scut1b1h , e che .gli argomenti che più si rliscostauo, dal car~tler e de\la pratica ( cap. IX, X ) nè per ordine, no por .ch1a re.zza d( con.ceti <? e di elocuzione possono stare a P.ari. degli nitri, o~s1a ~1 quolli che cosli luiscono la parto prtn ~1pale ~cll~ ~cntto m esam e. Cosl , per ciwre q~~lche e~el!lP'.o , oo_i stu1:1iamo ~h,e sia arbitraria e oou defi01b1lo la d1st10z1one d1 posti, localita, posizioni; che abbi;.isi a tenore pe.r pericolosa e meno esalta

fìc.i la prC'suuziono faccia velo allu ,·orit1(, noi. slimiam~ clJe nello condiz.iooi nostre convenga, senz.a rncaglwrla, ven11·0 10 soccorso all'iniziativa individualo per mezzo di un manuale, nel quale gli isl.rullori lr OYi nn una specie di lipo sul come praticnre le singole osercitazioni ed un corr<'rlo di rsempi pratici od allLHtbili nelln generalità dei terreni, a guida specialml'nle di coloro cho per meno larga islruziono temono cli affìdnl'si esclusivamenLo alla propria ispirazione. Ad ogni modo quando dall' allo in basso si vegli con diligenza, con umoro o con pass:one nll"esecuzione pratica delle normo ministeriali. r1mpliandole occorrendo con quelln istru- I zion i di dcllag-l io che ontrano appunto nelle a ttribuzioni dei singol i comandanti, esso 11011 polran nu ché r iuscire mo llo profillrwoli. Lo spirito pratico eh~ I~ in fo!·ma, il conv.enient~ s~iluppo dato allo singole opernz1on1 forn1scon0 un chiaro cr1leno pel' la loro ilppl icnzione, corno lo sli lo piano, corretto e conceltoso . la chinrezza e la propriolù del le locuzi0ui costituiscono un nitro titolo di merito per quol pregc,·ole lavoro. ì'\011 possiamo chinclerc questo bl'ero cenno st>nza raccomanclaro lo studio pondrwato d•·ll'opuseo lo cl i cu i teniamo. discorso. ri ch iamn ndo in specia l modo l'altonzion<' dei n-oslr1 ufOcial i sul capitolo E8ercitazioni di combattimento. ~el quale· con criterio prnliC<•, con analisi minuta e scrutatnco• l' con p<'rfotla conoscenza della matGrio si chia1rnrno a rnssrgna tutli g li svariati fa i.Lori clrn devono essere sln cliati por ri nsciro iu CJUl':-lu parle esseuziale del l'ammneslr:1 mento tallieo delle truppe.

t:,'oufe1•en~e .,;utlt1. scuol,i ,li r1uen•i9li11 pc,· nn n(lìcialc

clrl 2° granatieri. Torino l87J, Tip.ografìa Candelotti , suc-

cessore Cassone. 1~ nolo che p1·oss•J l'esercito prussiauo - il quale spontaneamento ricorre alla memoria allor<"hè si parla di buoni ordinamenti militari - I' i~lruzione dogli ufficiali di tutte le ormi è cos·, 1.,wga o diffusa, cho la gran l)hPr tà d'a.z1ou~ las_ci~La.ud es~i per l'a ddestramento dolio truppe e prod11tl11•a d1 ott1 m1 r1sultat1. Non ò quindi a mera\·ig-li11rsi so le norme emanate dalle autorità superiori si limitino a lr.. cciare a gran trHlti la via che nell'istru zione si deve sr>gniro, lasciando ai cnpi cli reffOlarnn ,1:p·11dalanrnn1e la modalitù Dul che trae appuo tn or1gme la mo!liplicità dello puhblicazioui su!l'ammacstrnmt:nt1> cd edu : caziouo ele1m:ntare <lei soldato, cd 11 numero r.ons1derorole d1 normo specia li che quasi tutti i ca pitani dettano o seguono per i soldati oi loro ordi ni. L'impOl'tnre da noi ']IIPI sistomn sarehhe p0r molle rngioni inor,portut10, fìno a che 11 lirol lo dcll'islruzione delle masse

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gl i nrvrninwn ti Jr•ll'eslatP 18~ 0. e9 ora appr:e~diamo cl!e. al 1• lo"'l io si avevano sollo le arrm « fra vahd1 ed 111val1d1, fra utTi i ed inutili. frfl mezzanamente amma~istrati e tironi» non pii.i di 151,000 uomini su cJi un effettivo che, calcolando 18; leva sui nati nel 1848, ammoutava al 30 settembre successivo a

la scotenza « che per auaccare vantaggiosamente una posizione si rh;h iedc forza tripla della difensiva >,; che sia inesaLto il fissa re a 300 metri la porwta eflìcace dnlla mitragl ia: clrn sia pratica mente inattuabi le e perico loso il fuo co di stretta ad 8 r ighe; che sia erroneo il conclan 1rnre le difesi-\ isllrntanee o sussidiario pcl dubbio ch'esse non possano riuscir efficaci « a fro nte delle torpBdini terrestri, del la nitroglicerina, della dinami le, dello bombo a ·picra to di potassa, del fuoco liquido a petro lio ,i Ad onta tuttavia di questr. lievi mende, il libro del maggiore Dal Pozzo è incontestllbilrnente pregevole e potrii riuscire di molto giovamen to. Si è perciò che dopo di avere indi'rizzato all'autore una franca parola, fa,"ciamo voti ch'egli voglia rivedere le sue Confe1"e?ize per •rna novell a ecl izionP, acoiò possano senza restrizione venir diffuse nelle file ciel nostro esercito con vantaggi,) generale a specialrrnrn Le dngli istruttori , i quali in esso troveranno una guida pra Lica o razionale per l'ammaestramento tattico delle truppe.

11(1,t i nel •US,1S e delle ·t,icende ,lell'etie1•c.ito da.I t• oUoln•e 18f•'• al 30 se'llemb,•e 1~·70. - Relaq;imae ,te'l naaytriòre r1ene11•11le 'l'm•i•e,

Della leua sffi yiovtuii 0

Anche quest'anno, corno di consueto, il geoeralB Torre ha reso di pubblica ragione la pregovo ll'\ Relazione da lui indiriz't.ala a l Ministro della guerra per rendergli contezza ò<'lle operazioni d<{lla. leya militare i>seguilasi sui na1i nel 1848 f.l delle vicnnde varie d'ol ,nost1·0 eseroi-lo da l 1° otlobre 1869 al 30 .seutembre 1870 È il soUirno di consimi li studi elalHrra'to, come i precedon ti , con quella dilige nza e qD r llc> sol<>rli ' cure che siamo so li ti riconoscere io tutti~ lavori del generale Torre, per opera del quale la sta tistica ogni anno si· arric<: hisco di una pregevole raccolta di dati che, intoq.,retali a dovere, .forniscono preziosi fl lr.mcnti per giudicare non solo dr lle forze numeriche del l'esercito, ma alt1·osì del benefizio che le istituzioni mil itari spargono nel µaese, al quale r itornano isLruUi ed edu~ cali moralmente molti degli elementi r ozzi che la leva ha versato nelle filo mora lizzatrici d<~i r;l)rpi . I lavori del Torre sono di lai natura che mal si possonc, r iassumere; d'altra p11rte quando pure fosse dato di farlo, codesto riassunto sarebbe inuLile per co loro che non si occupano di siffotti studi $ta1istic;i, Pd insufficiente per gli altri. Quindi è che noi ci limitinrno a qua lcl 111 ind iCii1.iune sr;mmnria tolta qua e là !'t:a le cose piò intPressanti r.nr quei lettori c;he non YOg'li ono spingere lo ' stud io statistico alla _più tl1'innt.a anc1 lisi. E pur troppo no to in quale assello m1 htare ci sorpresero

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UIO LlOG HA f lt:A

HIV1STA

519 .630 . T,110 cifra aveva tuttavia un valore reale beo inferi0re, poichè

in essa erano compresi : . . Ufficiali . . . . 2e categorie 46-47-48 non assegnate ad alcun

corpo Carabinieri Corpi sedentari ecc.

14661 143467 16801 10418

185347

La sanguinosa ed aspra guerra _franco.-g~rmaoica .ivevn iy: dotto il governo del re a me~ter~1 1,0 ~ ighor punto eh ~om1m ~ di armi ; per lo che verso 1 pnmi d1 sAttembre, rictuamate le classi provinciali 1839-40-41-42-43-44-45 della forza complessiva cli 179,635 uomini, si avevano Ufficiali 13193 Solto le armi Bassa forza 320885 1 33401s In aspettativa , Ufficiall 1468 185552 ed in congedo 1 ,Bassa forza 184084

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La sp.ontaneità e la prontezza colla q11ale codesti vecch~ soldati risnosero ali' appello è veramen te un argome nto d1 conforto pel paese, il q;_,ale impaterà volentieri come i non presentati noi primi quindici g10rni fossero soltanto 3760 (2,09 per cm1to) e come di questi moltissimi si ansi rresentati di lì a poco. La leva su i nati nel 1848 veniva eseguita su di un numero di 243,954 inscritli (nella leva preced~nte g li inscritti erano 244 590) : <la ossi per la prima categoria doveva essere prelovatb un con lfngeute nomina le di 40,00Q uomini ossia de) 17,52 per cento. La cifra suinclicata cli 243954 purgata da)le r iforme (28,76 per cento) dalle_esenzioni _(25.61 p~r cento) e da ali.re categorie che davano d1rit~o alla dispensa, s1 _trovo ridotta a.81]8~. I reniten ti di tale leva furono 111 proporzwoe ben tenui, ossia del 4,06 per cento soltanto, con un. sensibile migl_iora_ment_o sui risultati constatati nella lova dei nati nel 1847 i cm r emtenti stavano nAl rappoTto del 4 ,30 per C8nto . . . . Un al'gomento che d_obb ia_mo non senza sodd1sf~zi?ne ricordare, si è quello dell'1slru.z1one delle masse qua h s1 hanno e si restituiscono al paese. E scon l'ortanle per certo lo apprendere che più di due. terzi dei, oost~i inscritti_ venuti s?tto l_e armi non sanno nè leggere ne scrivere. ed 111 proposito stimiamo opportuQo il riportar le parole _stesse _del gen . Torre. « Benchè in questa classe la proporzione d1 ,)oloro che sa« pevano leggere e scrivere sia clel 33,70 .per cento, propo~« zione superiore a tutte quelle delle classi antecedenti che rn


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RlYIS'rA

« media fu dnl 30,56. e per conseguenza quella degli nna lfa« beli del 62.03, al di so llo ciurJ alla media antnriuro de l 64,,55; « tuttav1aqucste cifro hanno una scorag~111nlH t'loqueoza contro « di noi. Vieut> il ro ssore al visn quando si lc;.qw che i n Prussia « nella leva della classe i869-70 sOJJra un 11umt'l'o rli cosçritli « quasi c;iuu 1e al nostro, cioè s,,pra 80028. appl'na 2696 era no « g li 11oa l l'ubeti nt1l la p1·oµorzio11 e dPI 3 .37 per ccinto. l.ù in « quelle cifre sian no le ascosi\ cagi oni, l,ì sonr• i semi per chi « ama di ragionaro dPgli avvPnimt•uri <lt•llo ultime l{ll('ITe e « della potenza a cui è salilo quHI daµprima piccolis~imo « regoo ». ,\la dev·essrrc pur argomPnto <li orgoglio pPI nostro esercito il ril evare come la lwndìca sua Opt•ra edu i;alrice si faccin potentemente sC'n li re a11t:he io ciò Jn f'alli ad onl.a de.Ile mo lLl'plici cause pc•rturba trici cho rwgli nn11i 1866-67 impedirono di alten<lt•ro all' istruziour d•·lla clas~e 1845, un gran giovam .. nlo chbe tull,J\·ia a rilrnrsi dalle scuole reggimentali. Dei S~656 coscri tl1 vt•1111ti sotto In ar mi sap,·vano leggere e scriVPro 1'3111. aff111to illelti·rnli o sa pi..vano· lo;!gc·re so l tanto 25545. Al loro con gedamenlo, ci oè dopo trn 11nni e cii(•c·.i mesi d i p••rmnnenza fra 111 file dell'c•sercilo, 1·rano 21887 4111'ili che sapevano lcgg1•rn e sniverr; sirchè 8726 uomini rilornnrnno in famiglia con un'istruzione di cui prima ordinariamente difet1nva110. LiJ cl iminuzio11t1 rhn si vpr11ìc:ò nell'Pff..ttiro rl ell'e!:'•'rCi lo durante l':1 11 110 i n ps;im ,• fu di 97,408 i ndi vidui, l'ra i qua li siannovPra110 654 uffì,:iali t• 8llB6 indi\'i,lui di bas~a forzn cho ottennero il cong,·do assoluto JH'r fìrw di fi,rma (prol'iociali 1837 e Jf.38 e p1m•g:ciHti, e snco11da categoria J84'1). In unn spP1:ia le ap1wndicu si <lisci,rre dr.li' 11ffrn ncflmcnto e de l rit1ssoldil m~snto con prnmio; sistPrna c:hr, com ·è noto, appo noi funzio na i n virlù d•·lla l1•gw1 7 lu::dio 1866. Da essa si rileva chi• odl'Psncito al Bl rlic1·nilire 1870 er ano stal9 accordnto 868?, ;1ffra11cazio11i, mcntru i r :assoldali con premi o furooo soltanto 6169.

- LA OUESTIO~E FEUROVIAUIA ~llLlTARE IN ITALIA

...

MAn TI NI

CAn,.o Gerente.

In questo ris\·egliarsi , al quale assistiamo, degli studi mililari in llali.a, che è il primo e sarà forse il più significativo eft'ello delle apprensioni destale fra di noi dalla guerra pei confini germanici., mi siano Iecile alcune parole su di una questione ancora poco stata tocca, ma che di ceI'lO non è senza impoC'tanza per noi militari : voglio dire la questione ferroviar ia . In quale modo codesta questione si conneua ai gmvi e poderosi problem i che sollevano l'ordinamento delle forze vive del paese e · la difesa sua territoriale, si .presume da sè. Le ferrovie , appena r ese alquanto di uso generale, hann o di subilo e senza contestazicne levato il posto che, nei progetti di guerra, spettava .pr ima di esse alle ordinarie comunicazioni ; chè sole esse sono in grado di provvedere alli stermina ti bisogni di quelle ingenti masse d'uomini e di cavalli onde sono formati gli odierni eserciti. Ma delle antiche coAx No XVI, VOL. li,

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LA QUESTlONE .F 'El\llOVIAIHA MIL1'1'ARE

municazioni la capacità di s~rvizio, o la pr?d1~ttibilitt1 , era come un termine fisso o var1ab1~e ~ appena dentro ristretti limili e· tostarn~nte deterr?1~ nati; e pel suo sviluppo erano prmc1palt fattori 1 traini proprii dell'esercito e quelli che gli .erano aggiunti. Tutto al contrario av~ene inv_ece delle ~u,ov~ comunicazioni, dove la maggiore o mmore capacita d1 servizio, la produttibilità, è da cercarsi per intero n~lle condizioni delle linee, nel materiale· di cui sono formte, nel loro orgunameritò; è i traini dell'esercito non r~ppresentano che una ~ornrna di mag?iori ingomb~·1 e di pesi da trasportars1. E eodesla differenza capitale tra il modo di essere delle antichE: e delle nuove comunicazioni, è corne il ·punto di partenza e la origine di un nuovo ramo di attività rnililafe, e di -uno studio nuovo che defìni.r.:ei volentieri: lo studio della produttibililà militare delle ferrovie e la rieerca dei mezzi di accresc~rla. . . Qharito Sl' è fa'tto iri Ila.ha a tal'e r:iguari:lò '? Qu~l'~, è l'a p'.J'.>odùtti:bilha della rete fèrrò\fiaria ndstr'a ? Ba'.'Sfà e"ssa· ai·. l'5'~soo·ì:ii di- quell' eserbto iitWnerc\so è fBr!te . clìe . b ' ' ' ,, ora.mai 'fotti v'oglìàfr10-, ed è tufo ca'larri,tosa, rna irrl-ilibtliabile nece'ssi'tù. deH' epoca in che viv1amb? Di esperienze prop1'ie per farci lum e in c'éde'sto' al'~ g·om'ento sfortunatan1e'nte mancniamo. rJ c'on'cen'iritÌ'riè'nto p>~ì!zùH'e dell'esercito che precedè la ?~m~.a gn! del' ,J 8(36· rion pÙò dirci· àl'cU.nà sicura Scòha·· p'er le cirèostan~e eccezibnah in cui fr1 eseguito, ql'.i.asi· due mésl phma dèllo aprihi d-el'le ostilità. Nè P!ù P:_offè~o di ìhs·€Jù&rnenti' è ifmt6vùH:ento di traslaìiohe esèg\hto quella• st1essa campagrra dall'eser-_cito ~e~ Min~iò . -~i ·~a 'cn'e ·aelle undì'ei Di,ffsidni a:ccan\p'ate aUora sul b'à-sso oo11\o si ili.andaròtl'o tè armi a piedi, gli stati mifggiori 0 e il· i>'t6éoio 15ù:o-aglf6 p'ér fèrì'ovi'a da Parma ii: Fèriiatà', s~gu'èfì'd'o' il iirilahenfe <lMlé rA\pp'è é dh c'àrrra!ggi·1~

in

m

ITALlA

vi-a dei Distrétti. n'movimen:ro, intrapreso il giorno H del lugho, terrr1inò solamerile il 23, nel qual tempo furotìW tras'f)odati all'incirca •I 1O mila uomini, 600 cal'ri e 150Ò' c~1vAlli. La media dei tteni per cias'cuna Divisione el'& Sl'ala di 9 ; la dista~;?.a perco1'sa di 136 chilometri : dal quale ultimo duto si scorge faci,Imeote corne l'impiegC!) della fertovia in · questa speciflle circostanza sia piiltt:o'sto stato cagione di rifar-do, anzichè "di acceleramento riel rrroto. Se nella defrci:ènza di dati esperim ent'ali nostri t'r rivolgiamo a cercare di studi falli, non avremo cagionè· cfi andare molto più lieti, essendoehè l'amministrazione della guerra _non abbia fin qui avuto che un'ingerenz·a vaga ed ins·ufficierite affatto sulle ferrovie. Rigetta1~è qualche trncciamen'to di via_che si riteneva contrarìoai prfacipii prestabiliti di difeS'a del regno; règQlai'~ dei part.ìeofarì· di' ahdamenlo e di altimetria di es·se rrella tra vE;t'/Hùa dell:e fortificazioni ; poi delle disposizibni amministt·ativ·e eceellenti se v1;1olsi, ma di nes:.. surm pratica util'ità nella guerra; poi dei parziali s'a'ggi di it1te-tve-r1to nei capitolati d'oneri per l'app:a1lt:é>1: ·écéo fa breve cerchia nella quale essa ha cred:uto pbtete e dover rncchù:rdere la p1'opria azione. Ilitengo per funesta e dannosissima cotesia aslensùwie rleH~ ahnnirristrazforie della guerra in materia che da si pt·esso tocca agli ìnte-ressi più vivi della difesa del paese ,· e come rale da doVersi tosLo far èess:are . Non havvi'; a rn'Ì'o g'ihdizio , particolare di costruzione e di ,esercizio tét~nico delle ferrbvib,· riguardo al· quale l'amminis.Lra:z1bi1e della guerra possa èonsi:derarsi scagionata'; cliè ogni cosa di 'g':eande o di piccola levatura: l'aad:amenI~o del tronco nei suoi rapport'i tattici e strategici col paesè che atl'ravetsa, le Cll'l'Ve che vi -si incontr.ino, le sali:rè1, -il n\Hhero dei bi1iari di clii è armalo', il qH'aintitati\i.iji, "·fa clis-ptSsi2ioné, l'amp-i'èzza -dèlle stlaiieni, i 'tr0n'è hi ·di


LA QUESTIONE FEllnO\' IAnfA MILITARE

sviamento, gli apparecchi per il caricamento e lo scaricamento del materiale.. le riserve dell'acqua, quelle del combustibile, i mezzi di corrispondenza delle linee, la copia e la qualità del materiale mobile; finalmente l'ordinamento stesso delle Società ferrovi,irie e la maniera dell'esercizio: ogni cosa, dico, sia dessa di grande o di minore importanza, la quale si l'iforisca a codesti nuovi mezzi di comunicazione, come è cagione cli accrescerne o scemarne la p r·odutt.ibilit,ì, cosi pure deve essere causa che l' amministrazione della guerra vi ponga la sua continua ed ef'ficace attenzione. Ma codesta attenzione, la quale, posta fin dai primordi, avrebbe di certo pc·ocurato non spregevoli benefici, potrà essa ancor procurare qualche utile risull~to oggidì che con infinito dispendio abbiamo di tanto avanzato il grandioso edificio della nostrn rete ferroviaria? Certo che di alcune inavvertenze converrà per qualche tempo pol't.are il peso: ma molti altri inconvenien ti possono venire corretti o palliati, e innumerevoli poi evitati in avvenire. Un v9-Jentuorno~ il quale scrisse di recente sulle opere pubbliche in Italia, lasciò detto sul proposito delle nostre ferrovie « che (( sono co me un grande edificio del quale esistono ormai « i fondamenti, i rnuri esterni, il tetto e i compartimen ti , interni, alcuni cli questi anzi giù allestiti ed ammo(( biliati; ma che conviene affrettarsi ad allestire in« teram~nte la costruzione per poleda anch'essa Dm<( mobigliare ed abitare. » E sta bene: pensi il Governo, pensi il Parlamento a pol're ad effetto codesto saggio quanto modesto consiglio dell'onorevole J acini, e diano ai ventisei milioni di Itàliani, ora per la prima Yolta un sol popolo, una casa unica, ma adattala ai loro bisogni, ai lorn mezzi, alle loro spernnze legittime ed o~este. Ua veda l'onorevole ltlioislro della guerra -che codesta casa non l'allestiscano senza il suo con-

IN lTAUA

senso ; veda soprattutto ed esiga che vi abbiano a porre mobili di suo gusto, utili a lui come hanno da essere comodi agli altri. Oramai nè equivoci, nè esitazioni, nè dubbiezze sono lecite su di codesto argomento. Se l'esperienza non ha confennato la opinione di quelli che nelle ferrov ie vedevano quasi un completo rivolgimento dell'arte della guerra; se el'roneo può oggi parere a taluni il gi,udizio di un illustre scrittore di cose militari ( 1), il quale vide in esse come una cagione ·che una larga lacuna si fossP. fatta nei principii della .guerra: lacuna che egli faceva invito ai suoi contempora nei di sollccil.amente colmare; non è mP,n vero però che le forrovie si sono chiarite tra i fattori i più potcnli, i più sicuri ed in pari tempo i più indispen sabili dell'odierno metodo di guerreggiare; quelli che · soli, come dissi più avanti, danno modo di porre assieme, far avanzure, cornbaue re, rrntl'ire e· mantenere sciolti di impacci e provveduti d'ogni necessaria cosa gli stel'minati eserciti che la tanto van1ata civiltà g~rmanica ci fo obbligo di sostenere oggidì. Se adunque no1 mili tari acceltiarno con piacere, quasi programma nostro, la bella espressione di quel pubblicista tedesco, non militare, il quale scorse nelle ferrovie come le vive arlerie d'onde in pa ce scorre e si dilata la pubblica ricchezza, e in guerra come i muscoli con cui sono brandite le arm i in difesa della patria: è giustizia che di codesti muscoli noi desidel'ia mo conoscere la tempera, e qucstu vogliamo robusta da regge1·e alle armi che il signor Ministro ci allest.iscc. Nè è tutlo. l>erchè le ferrovie diano in guerra tutto l'utile onde sono capaci occorrono essenzialmente due condizioni: la perlezione di esse e l'ap~~recchio ~~1

(1) JomN,, Sulla campag11a di Boemia, lcllera ol signor -0i Forville.

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LA QUESTIONE FER!\OY~AIIIA Mil,ITARE

stantie ed oculato del· modo di giova.rsene . Non bast~ ,ii"rn1i qhe le ferrovie siano \ondotte con ~n prudente r,igua~·do alla dif~sa tattica e strategica. del paese; che .sian9 in esse bene 01:di1rnti tutti gli accessorii; qume.i(os9 e adattato ai b~sogni delle truppe il rnaterial_e ; .wliform.e per t1,11Le il sistema di esercizio ; xna oc,çorre aneora che prev.eduLa e pmventiv;nn ente regofo.ta ,sia ogni co?a che -si riferisca all'uso di esse per tr?-sport,i . mili.tari; cbe allestiti anticipatamente siano i piani ge,n~rali che st;ibiliscono sul movimento delle truppe, .e ben coposciuti da queste e <fa lle Socielò; designate -le -pe,rsone che debbono sopravvegliurli; fissi i luogw 1~i'imbarco e la quantità del materiale occorrevo le ; -fiss,i gli itinerari ; fìsse le tappe eù ogni parti:col:u·e di po- · Ji:zia e d'ordine che si riferisca ai ,,iaggi; chè co~e.s ti :studi preventi:vi sogliono esser e generatori d' orct(ne :e l'ordine è _guadagno di tempo e il guadagno ,q i temp0 è cagione prima di successo . .La guerra, è bene .ricorda-do -qui, è ora più che mai un calcolo .di tempo, .4i Yie.locilif e di distanza. ,Nè basta aneora. Su cl.i un'all,ra particolarità occon;e c.qe s,i rect1i I;1 prudente .indagine del ìUinisL!'o. Bisogna ~ ro:vvedere .al caso .che la fortun,a della guerra recqi 1~ patrie armi su suolo straniero. La esperienza nostra, andle per non discorrere delle e!'llI~anee, c,i apprende :ç;he succ.eda allora ,delle .;ferrovie sul suolo invaso. 11 ,tro.:p.co s,tradale scoµvolto; svelte le ,rotaie; irnpeclita ,(;) ;rovinata la via .nej suoi punti singolv,r.i ; il materiale mobile di essa sparito '.per gr;:i,r1 parie o fatto inabile .a 1$ervire; spariti pure gli impiegati, ,e j .rimasti nel 1jae1w O mal .fidi O timorQsi; le stazioni g~1aste ed )n.gom~re, ,tolt;i gli sviatoi, rotte le .piatleforme; ogni c,9.~a · .il)._somma più · delicata e indispensabile po$ta fuori di ,serv,izjo. Qualj difficoltà a superarsi per rimett.err~e lo esercizio l Bisogna riporre in sesto il suolo s~ractale, .

l l'j iT,A.LIA

,i:inw.~t.s'lt ~e ro!aie, sgorobrare I~ sta.z~oni ' . .ri.pris?~ })Uf,e i seg_µali , rifo.i:~ .in Jµria 1 pon!.1 e_ 1 viado,:~1 ppnsu.Pl! dal.l'incendio o i:ovinati .dalla mma. Op,e~~ ~9;c:1tte da u:qa lenta es_e cuzione, _dopo ~n lun_go s~~d1~ µJ;!').yepti\o, con ogni ricd1ezza ~1 rnez~t, sono a n[ars.1 1 CJ;l} sussidio di scjlrsi .elementi, sotto la pr:ef,$a d~l _\~mpo, soveme rnentre il neriic.o minac~ja e le . poioJaz,ìoaj sono malfo,lenti oçl ostili. Rimessa_ po~ il} ·yta in uno stato c~i yiabilWi wecario e provv1?ono, ~ -?,a t~prendersene lo eserciz.i!) _quasi se~~pre quand9 .yi ,difettano .L\].lt.ora le più ov;vie e l_e prn necess:my condizioni cli sieurezza. quando il telegrafo non opcr~ ~~cor~, che i treni non ponn o venir segnalati, la vi</_qo,r,i è g ut.1rdata , i sego ah ot.ti ci non_ ri~1essi o .riatti vati. -~qnviene for:mare i treni dentro staz\ont scor1volt:., nella deficienza di ~pazio, n811a mancanza assoluta di queU~ !l,OI:me d'ordin~ ,e f,li disciplina ehe sono h{ indispen.s.a,bile base çli ogni esercizio ; sovente ,fra le richiestç e.sagerat.c e contradd ittorie dei capi delle truppe. ,N~ ~jJJ,ç>,ri · difficoltò attraversano il movimento. Qua~; ,?.~mpre il macchin is ta ignora su quale s~st~ma ~ c~ondptta la locomotiva che gli è data a gwdare.; 1gno\a gli è ,pure la via, ignote le curve, le salite, i_ tunn~~? ,di .essa ; ad ogni trallo conviene che il ,moto s1 all~nti , 1 -~~a .èhe si abbia a superare punti di stabilità tuttora ince,rt.a, siv. che mani nemiche ab,biaJlQ cp:;ati irnp;1cci sulla ·via ; e i guardafreni mancano pe,r codesto ser• i • • ,vizio, o, non imp,r aticbili , eseguiscono a rov\esc10 J1 ,~egnali che rice,vono; <'! rna,ncano p,ure sov~~l,1 l~ ~·1:~1çr,ve dell'acqua, penhè rottj i setbatoi e il combustilnle . ,s.ta,to guasto o disperso. · Non ci·edo :~ia,.ç.o nec,essarie alt1:e parole per 1pop:e ,\~ chiaro a quali enormi difficoltà sia collega to il r istauro e il riattivarnento delle ferrovie sul suolo nemico. A superare quelle occorre il preventivo studio di ogni


LA QUESTfONE FErlnOYIAUIA nm,J TAnE

parricolare di esse vie, quas i come fossero nostre, e la indagine delle probabili· rovine che il nemico può forvi, e l' apparecchio, fin nella pace, dei mezzi di ripararvi. Ed occorre in oltre un vahòo e ben inteso ordinamento di servizio il quale in guerra ponga esse vie nella irnmediala dipendenza dell e autorità militari, e dia modo di prontamenle eseguirne i restauri e prontam ente rirnelteme l'esercizio. 1 mezzi che le istituzioni della pace possono a tale scopo fornire sono di gran lunga insufficienti; a crearne di special i improvvisandoli all'aprirsi delle oslil.ilù , si corrono soverchi rischi; non rimane quindi che il diligente e preventivo ordinamento di essi. Adunque: studio cfolla rele nazionale e necrescimenlo della produttibilitù militare sua; studio dei trasporti che prevedibilmente vi si hanno a fa re e loro apparecchio; ordinarnenr.o valido e ben inteso t]el servizio ferroviario sul teatro della guerra ; lali sono i v<1li a cui conviene soddisfare, tali le necessità a ç_ui è <lebito provvedere. Nel porture i quali voti <linanzi al giudizio pubblico, non nascondo aver lungamente esi1,nto ; non ravvisando in mc, per farlo, autori.tà alcnna di posizione o di studi. rda mi confortò il pensiero ehe una parola, sebbe11c non autorevole, è so vente cagione che altre più ascoltate si foccian.9 viYe; e mi parve còmpito non ispregevole quello di rivolgere la pubblica discussione su argomento allret'... tani o importanr,e quanto or~ sembrami trascurato . Se a codesto intento avrò giovalo, se mani più abili e più potenti delle mie rizzeranno l'ed ificio dove ora no_n sono che materiali, io non pott'ò che andar lieto di avervi in un qualunque modo concorso.

IN ITAUA

2,i.9

LA PRODUTTIBILITÀ DELLE RETI FEilROVIARIE

l.

Come può apprezzarsi la produllibilitù militare di una rete di ferrovie? Quanta essa è nei diversi paesi? In qual modo la si ottiene e In si accresce? Ecco le questioni alle quali importa anzitutto dare risposta. Come si apprezza la produttibilità militare di una rete di ferrovie? Rispondo: nell'assetto; dalla corrispondenza sua colle lince strategiche del territorio, dalla facilità di difenderla e di chiuderlo al nemico; nell' esercizio; dalla quantità dei treni che per un movimento continuato vi si possano spedire nel le venliqua llro ore, dal peso loro e dalla velociLù con cui comm inano. Un modo speciale di apprezzamento della produltibilità, per quanto concerne l'esercizio, consiste nel formare il rapporto dei tempi che i mpiega una data unità tallica (ad esempio una Divisione o un Corpo d'esercito) per superare una distn nza fissa nei due modi di locomozione : cioè o per le ordina rie strade o per ferrovia; rapporto che esp rime allora l' acceleramento di un modo di locomozione sull'altro. Così se L è la distanza coniplessiva da percorrersi; l la lunghezza di un'ordinal'ia tappa; .IV il numero compl'lssivo dei treni occorrenti a trasportare detta unità tallica; n il' numero di essi che si mandano giornalmente;


~99

IN J'f'AUA

LA QUESTlONJ:: F~;lll'IOVIAI\JA MTl, ITARE

L il numero dei griorni occorrenti al movimento· sar·à -T

per le ordinarie strade ; . -i'v quello di essi occorrente per f'errovrn.

n E l'acceleramento a cli quesl'ultimo modo di loco-

mozione sul primo sarà dato dall'espressione L - l-

/,

a= N n

1,i

lJY

tla qui si vede che quell'aceelerarnento dipetrd6' .segnatamente dal va.Jore di L, il quale non ha relazione .

colle condizioni bl.:lone o med iocri della linea; onde è chiaro che il giudizio che può formarsi sopra di esso, riguarda piuttosto il vantaggio che in ciascun singolo caso può ricavarsi dalla linea stessa adibita a tnisporti mifaari, nè può applicarsi quindi ad uu parago ne fra linea e linea se non nel caso eccezionalissimo di un uguale sviluppo di esse ( 1). 1

(1) So in quell'f>spression e si faccia l'ncce.leramento uguale

aJl'u.ni.tà si

avrà: !, n L

=

t N

= t

Pppc~rò

N

n

,e~.pres~i_r) U() ct1,e d.à modo di risol,v ere la S,eg111>Dl<~ qUl!S\i,or~ Qual~ è lçi m i nima distanza pl',r la quale, ,nel trasporto di u ~~ datrs unità tattic~, s'incomincia 11 t.rar van taggio da una f('novip? . rrratli&i, ad osnmpio, di nn Cor po d'esercito il quale o~i ga prl ,!\\19 ,t,r;,ispor;to 88 trel),i ; .e siano 8 i trf>ni rho si poss.ono man.ilare giorna lmente, e la lyng-hezza di un'ord ina r ia t<.1ppa 16 ch ilometri (mrrlia de)le plBi'.CH all't'p_oc;1 ~f'I p.r imo d13i!pero). Si ~vrà L 2 X 88 ~76

=

ossia undici .marce. . . a on diprHsso , . . -; '

=

~

I

Rir;n.ando a più l;mh le considerazio.ni di proch.i,Ltipilit~ che .riguari;lano l' as.setto della linea; e venengo ~. gu,eJle d'esercizio, osservo come la velocità con l~ quale camminano i treni militari, sia presso a poco la stessa nei vari paesi ed uguale a quella dei g1::ossi convogli di merci {da 22 a 30 chilometri' per ora) che l.i assomigliano per composizione e disposir.ione. Rigu~rdo poi al peso, può esso pure ritenersi per costanl~ {<fa 30 a /4.Q vetture col carico), solo d1<~ il tronc9 si niu,1,.n.tenga nelle 9-rdinarie condizioni di viabilit~t: piano cioè o con salite non eccedenti l'otto pe).' mille; me 11tre per pendenze maggiori intervengono speciali avvertenze. ,Ora, questt~ cose poste, è evidente che lu produttibilità 4.i una lioect, per quanto ha tra lto all'esercizio, pµi;> misurarsi sulla so.la quantità dei treni che, cimante iY,i;l movimento continuato , possono spedirsi nell~ ventiquattro ore. Quanta è stata codesta produHibilitò sulle reti dei L~ive.rsi paesi? .Riassumendo i dati sui movimenti più noli stati eseg1,1iti avanti l'uhi.ma campagna (i corrispondenti Jisultati di questa non ci sono ancora bastanlement~ conosciuti) si perviene alle seguenti conclusioni: · In Francia, nella pienezza dell'ordinario esercizio, .si raggiunse la spedizione giornaliera media di tref)lfl Jreni su di una sola linea, la velocità di 28 chilo.vietr:i 6 ed un accelel'amento espresso dl3,l rappor-to-,- ; 1

In Prussia, ristretto già grandemente l'ordina1;io

tì-aftlco, si ebbe la spedizione giornaliera normale di ptto treni., ed eccezionalmente di dodici su quelle vie, le qtlal,i, c,ome le ,fi·ance~i, sono a doppio binario; !fl. -:vcloci,tà ,da 2,2 a 2<:i chilometri, ed un acéeleramento 3 ·. l 4 espresso cll a r~pporto- , _eccez10na mente · , •

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l

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252

LA QUESTIONE ~' EIUIOVIABIA ll1Il,I1'ARE

In Austria finalmenr.e, sospeso completamente il servizio dei viaggiatori e delle merci, pervennesi a spedire giornulmente da dodici a quattordici treni; la velocità fu di chilom:t.ri 22 ~ 12 per ora; l'acceleramento

3

4

1

1

,del-, -, ecwezi:::malrnenle -,- , · Onde riLenute le cose d.e tte più avanti è da concludersi: che lu produuib ilitù rnilit1;1re delle ferrovie francesi si è dimostrala di t1·enta,; da otto a dodici quella delle prussiane; du dodici a qiwttordici quella delle austriache . Onde codeste rlifferenze? La considerazione di esse tr,rn ad esaminare la terza delle questioni poco dianzi state posle: co·rne si ottie~e la produlLibi:i1i1 militare del le linee e come la si uccresce? . E codesto esame lo faf'ò brevemente sotto ai due aspetti dell'assetto delle linee e del loro esercizio. Una rete di ferrovie sarà alta ad una grande produu.ibil ilà militare, quando numerose vi. saranno le linee ed in corrispondenza eolle strategiche di operazione e di difesu del paese ; flori.de le condizioni di esercizio e tali da consentire un eccezionale lavoro di una qualche cluratu. Le linee sarnnno bastanlemen te numerose e corrispondenti alle strategiche di operazione del paese, quando daranno modo di eondurre con rtipidità la, mobilizzazione dell' esercito, e rnpidamente concentrarlo nelle posizioni' più propizie per fargli imprendere le operazioni attive. Sul primo aprir~i rli una cumpagn~, quan~o . è tut~ tora incerto dove il nemico porter;\ 1 suoi pr1m1 colpi e dove noi potremo porta.re i nostri: è ?ruclent:' tener l' esercito racco! to in posizioni centrali, d1 dove s1 possa star parati ad ogni peevedib.ile svolgersi di .~asi. '~a~i posizioni centrali sono quasi sempre delle prn o meno

IN ITALI..\

'.253

vaste distese di territorio, situate presso ai confini, al nodo delle print:ipali comunicazioni ; èome, ad esempio, pei Prussiani nella campugna del 1866, la striscia cl i territorio che lambisce i confini della Sassonia e di porzione della Boemia passando per le stazioni estreme di Zeist, Halle, Herzberg, Gorlitz e Schweidnilz; e pei Tedeschi nella recente campagna la linea fra Treviri e Landau. Tale per l'Italia e per un attacco che provenga dall'ovest, è il sellare cli territorio ·interposto fra i fiumj Po, Tanaro e Dora; e per un atlacco dall'est, la linea fluviale del Tagliamento; e finalmente pee un attacco al centro, la linea Brescia. Vicenza. Or bene, oceorre che su di codeste distese di territorio, preventivamenle· designate per il concentramento strategido dell' esercito, pervengano dallo .interno ciel paese, mediatamente od immecl ialarnente, parecchie linee di ferrovie, le quali vi raffigurino come altreuante 1·adial_i, di traccia generalmente perpendicolare alla fron1.iera, e corrispond1;1no alle naturali e più ovvie linee di opem:àone della zona che atlra.ver·sano. Occorre ancora che si possa transitare da radiale a radiale, affinchè venendo una di quelle a trovarsi ingombra od impedila, possa continuarsi il movimento sulla laterale attigua; e a questo provvedesi con· delle fenovie di cint1.wa, le quali, se potranno essere condotte per guisa da rafforzare le linee di difesa della zona, ed esserne coperte, avranno di tanto giovato al sistema. Egli è di tutta necessità che le i'adiali siano stabilmente chiuse al nemico, afnnchè egli non possa valersene pel proprio approvvigionamento allorchè hà varcato la frontiera ed è penetrato nella zona. A questo .scopo non occorrono vasti sistemi di opere, le quali .Piglierebbero troppe t.ruppe per la loro difesa, ma sibbene delle fortificazioni di un tipo speciale e sin-

l

i

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I

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25\.

LA QUESTIONE Ji'EI\IÌOVJAlllA MJI.ITAI\R

golarrhente conformate. Circa aJla positura loro, clehbon o essere dove il nemico provi maggior diflìcoltà per sv iare la ferrovia e rist.abilire la cornunicaziofiè fuori del cannone di esse opere; e così in quei luogh-i dove lo sviamento importerebbe delle opere d'arte 6 impossibili a farsi coi mezzi dei quali si disp6ne in campagna, o di esecuzione soverchiamente lunga e difficile: i11 località alpestri, nella testata di ~1:mpì. paduli , vicino a larghi e profondi fiumi. Circa poi alla loro éonformaz.ione, vi ha da spiccare essenzial- · meni.e il earatterc di nn'energica difesa passiva e l'abbondanza dei necessari mezzi ùi resistenza: cosi saranno pi:-ovvedute di molle casematte, largamente approvvigiohate , orinate di cannoni della rnaggi'o\· gillata . La guarnigione che vi si ha da porre sal'à delle migliori truppe; e persuasu dei grandi mezzi di resistenza di cui dispone, e preparata ad un ineviLab'ile sacrificio di se stessa, lo ha da incontrate nobilmente convi't'l.ta dell'immensb serviiìo cl1e l'è:C'l'de a'll'eserci~o1• Questo sarà adunque i11 iscorcio l'ordinamento d'éUe ferrò'vie in ciuscuna zona: un fascio di radiali rilega-te da: una o par'ecchie liiiee di cintma; le rn<l'ia:li chiuse', verso la 101·0 testala, al nemico ; sulJa principale cl\ esse cd all'altraversamemo della più interna linea di cfotu'ra, la grande piazza che è pernio della dWesà d'ella zona. La Francia, prima che fosse smembrata delle pro'" vincie ora a nnesse alla Germania , aveva il più r.xgibnevole e ad un tempo il più formidabile sistema di ferrovie del continente: sistema il quale, forse piu ehè a-gli uomini che la governarono , ella deve alla sua am'mira:bile conformazione ed al suo fo1'le accenfr'a·n1eò'to. Dù Pàrigi, cuhre e m etile della Frlfacilf éil ob'biettivo cofoune d'é"gli alla'C'chi dii·e·ui con'tro di ess::.:, si dipartoho, irradiando vers·o la fro'rrriera, dc~le mi-

IN ITALI,\

~érose ferrovie, generàlrnenté à due binari, dt moderaté pendenze, di sviluppo fra 200 e 860 chilometri. Sono tutte codeste radiali r·ileg,Hc nei lofo crip·i ésterrìì da ì.1h'immensa linea (i·ontiera di cin tura, sviluppata n6ri meno di .H ,00 chilometri; e nei cupi interni, attorno a Parigi, da uria ferrovia di cintura iòterria a binar'io dòppio e a moderale pendenze, sviluppula' 47 cnilorrie~1:i, fJUale corré p~r gran parte ai pierli del recrnto, copert.à da esso, e serve mirabilmeme alle comunièazioni da linea a linea ed a sfoga l"e sulle ménò al'tìvP, il moto di quelle che lò sono u,aggiohnerii.e. fntcrmediamente poi a quelle due linee di cintura, una terza fascia di ferrovia allaccia e colJeo-a tutte le 1:-adiali, <listante da Parigi da -13'0 a 250 cliilometfi ~assnndo pe i luoghi di Amiens, llouen, A'rgentau, L~ ~rans, Tours, Vierzon, Nevei·s, Auxerrc, Chaumont, t1ialoris- s\ir-Moine, Reims, Soissons, La on, e nuova·menle ad Amiens dove si chiude il cir cuito. Nella porzione continentale d'ltalia sono tre le pì'incipali zone d'attacco: una a levante, una a ponente ed una al centro; e per ciascuna di esse ho indicata la località dove presu mibilrn ente dovrebbe falsi il concentramento strategico dell'esercito. Se si ,ruarda allè li.free di ferroYie che vi me ttono, si vedrà °assai bené ìoi-nita di esse la zoua a poi1eritè, meno bene gih fa centrale, e con assoluta deficienza poi quella a levanle. Tre grandi linee infatti mellooo, o mellerunno fra non 1?:ol'to, ,in <Juel settore di tenit'orio che dissi àllargàrsi fra il Po, il braccio più orientale del Tanaro e la .Dofa di Susa·; e sono: la fer~rovia mediterranea prolunn-ita b t a partire da Savona, dalla ferrovia fra questa città e Torino; la adriatica colla prosecuzione Bologna, Pia~~~a, , Alessandria; finalmente la veneta col prolungamento di. essa per Verona, l\fila·no e Norara. Sulla cerìlrale foe1tono i" tronchi dì qùésl'ultima ferròvià

fa

zona


256

LA QUESTIONE FERIIOVIAIU A Mll.l'fAI\E

che provengono rispettivam ente dalla Venezia e dal Piemonte; la strada !errala adrialica colla prosecuzione Bologna-Padova ; la cen trale apenninica conlinuata, oltre Bologna, dai tronchi Modena-Mantova, J\'Ianlova-Verona, il primo di questi attualm ente in costruzione; finalmente la mediterranea colla prosecuzione Piacenza-Brescia, quando san\ stato costruuo il ramo interm edio, indispensabile per ullri riflessi, fra Spezia e .Parma. Nella zona ad oriente vediamo inestarsi le ferrovie tulle del sistema italiano sul lronco BolognaPadova, per indi proseguire in una sola. via al coafin e austro-ungarico. Sarlt bene esaminare gli eOeui di codesta scarsezza cli fenovie nel Veneto nell'occasione di grossi movimenti militari ; e per tale intento sup-pongasi che si abbiano a concenlrare tre Corpi di esercito sul confine di esso. Un Corpo d'esercito nostro, in pieno assetto di guerra, coi reggimenti suoi su tre battaglioni, comprende, secondo le tabelle di mobilizzazione del febb raio •I864, 33'17 11 uomini, 4950 cavalli, 728 veicoli; i quali , in .ragione di chilogrammi 75 di peso per ciascun uomo, 500 per ciascun cavallo, 1500 per ciascun veicolo, r appresentano un peso complessivo di presso a poco 6055 tonnellate. Può ammettersi, come dato di esperienza, che a trasporLarc quel peso utile occorra un peso morto triplo di vagoni e vellure ; laonde il peso lordo da trasportarsi sarà di 6055 X 4-

=

24-220 tonnellate.

Ora i treni miìitari difficilmenle eccedono di pesi)

lordo le 300 tonnellate. Se si piglia a base codesto


• Me.stre

RlVlSTA MILITARE lTALTANA DTSPENSA

0 1:1.

GHIGNO 18JJ .


257 dato, si vedrà occonere al lraspor'Lo cli un Corpo cli esercilo 24220 = 88 treni all'in<·irca. 300 La ferrovia da Padova al confine, quando si tralli di mo,·irnf'nl i di q liii Iche dura lc1 . non è certamente in grado di nrnndare più di dieci convogl i giornalieri di n1edesima direz ione. Se :; i riservi un convogiio pei viaggiatori, cd uno pure pei bisogni cieli' intendenza dell'esercito, sal'a11no soli nito i treni giornalieri per t.raspono cli 1.rnppr,. rei il Corpo d'esercito richi1~den\ p<'r esser tulio trasportato al confine . . -88 = ·I ·I g1orn1. IN l'rAl,IA

8

11 dodicesimo giorno è prudente sospendere il movimento per dar tempo alla Soc;ietà di riparare i piccoli dissesti della via e del maleriale. Dopo quel riposo, riprendendosi il movimento, occorrernnno anco,;a altri undici giorni con uno nuovo riposo di un giorno pel la trasposizion e di un secondo Corpo cl'esercilo, cd altrettanti per il terzo; laonde in clefìnitivH occorreranno ll'entasei giorni, i quali facilmente salgono a <1uarantn, quando si tenga conto di quel lasso di tempo che è necessitù intet'porre frn l'avviso dato alla Sociclù di allestire il movimento e l'incominriamento di esso . Quei ln-l Corpi, avv iati per le ordinarie stn:ide, non avl'Cbbero di certo impiegato più di undici giorni per :;uperare la distanza di ·177 chilometri che è fra Padova e il confine. J~ bene che a raffronto di codesta scarsn produttibilità della rete veneta, poniamo quefla ottenuta dagli Austriaci sull a cor'J'ispondenle loro rei.e. Amic'iz.ia non esclude prudenza, ed ora e qui ne è più che mai il caso. Nell'a~osto del 1866 si dovè riportare da Vienna 1

ANNO XVI, VOL. Il.

17


IN ITAI.IA

I.A QUESTIONE FERR(lV!AillA MILITAR.i

259

rovie congiunte della Drava e dell'Isonzo per Fran·zensfeste, Lienz, Villach e il Predii a Gorizia. e in1ermediarnenle dalla prosecnzionc del t.ronco fra P·r·agerhof ·e Bruck per nournann e Steier su Lim.. Quando l'Austria avr,\ pwvvecluto con operE! di clifcsa nlln siemezza di Villach cd edifieato un campo 1.rincer.ito nella bella posizione centrnle di Brnck. quelle ferrovie , come saranno perfelle per l'offesa, lo diverranno pu re per la cli fesa. Notiamo ,mcora che quella fer1· ovin del Veneto non è sbarrala da aie una fortificazione, sino a I pnsso dell'Adige, dove lo è soltanto dagli in significanii fortilizi di Boara. Venendo ora a considerare la produt1ibiliti1 delle linee in quanto dipen de dalle condizioni loro d'esercizio, scrnbrnno avervi speciale inf:luenza la circost,rnza se In via è a doppio o ,) sernpEr.e binario ; il trac- i ciarnent.o e gli accesso rii di essa: finalmente, il male- 1 riale mobile di cni v,1 fornita: cli ognuna dell e quali , cose si dirò il più bre\·emenl<: possibile, e solamente per quanto rigmmfo le oceorr1~nze del s·ervizio milita.re. I 14rossi Lrasporti militari presuppongono di nenessilù il àimpiego dello ste:=;so materiale , ,~ si fr1.nno per un rnovirncnLo nnif'ormemenle eontinuato; dove i treni carichi, e queìli scariehi. cli ritor-no, rappresenta.n o com~ una catena che ha i sno i nodi ai . punti di sca.m·bio , rien tra in se stessa alle estremità, ed è di nntma tale da. consenlire enrne un moto indefinito. V'ha nn 'altra maniera cli trasporli, usala eccezionalrn enl.e quando si tra it.i di trasport[1re con celeritù da. nn !nogo nd nn nitro nn co rpo di lruppE: di effettivo limitalo , e dicesi per 1·iprese. Si diffe1·enzia questa nwn ic:ra da que ll'a prima in ciò, che il movimento è sempre .di b r·evissima durata e, per eseguirlo, non si

sui confini del Veneto l'esercito del sud, stato mandato sul Danubio per rinforzarvi le schiere del maresciallo Benedcek. Tl movimento , intrapreso il giorno · 2 dello .agosto, _e bbe term ine nella giornata de l 12, impegnandov1s1 4 O gìorni e rn ore. Nel quc1 l 1ennine di . tem po ,..;i manda rono. 1:on 397 treni, ,127,~28 uomini, W(i~J,1 cavalli, 2:;9 l.i cH.:che dv fuoco, 3097 vei.lure e c:HTi d'nppr~vvigion;m1 ento . La distama fra i due luoghi cl arnvo e eh partenza è 1ale che, tenui.o conto che si t.1 :ngit1Dno le Alpi , sarebbero oceorse, per l' ol'cJjnaria vw. n.., 11 ine1Ju di ;;,2 ;;itirnal(~; lu {i:HTovia è nel coniplessn ad un binario rna doppi.a per: lu metà circa dei _suo sriluppo , tra \.Vi.ener-Neu~t.adt <~ Pra~ rhof; aggnm;;as, ciJ e una delle località ''Clove· dovevano far C~l)I) truppe, Òoè VilJ ach, è ei[egaLO allu prin cipale via cln uno speciale tronco che se ne stacca a Marburg. Dei 297 t.eeni, andarono 79 a Villach i r_imancuti tra. Nabresina e Gorizia. La media gior~ na.hena eh essi è s tata per le due vie di 27 8,

le

. l' 1l<:ef:dl, r,m1ento del } _ 1

La Ogura ,rn11 e:-sa dimostra ancorn l'assieme della re1e,_proget1.ata dal gu.verno aus;riaco per qnesta parte <l,en unpero; qual e rete quando . fosse eseguita, non v ba dubbio gh darebbe una granrle azione oHensiva e difensiva di contro .illc provin cie venete . Tre rrfandi radiali vi do,· 1·P.bliNo eonUuire: delle quali una ~l ponente, chl~ è l'attuale fe rrovia da Linz per Salzbur·g, scavalc~lo 1J Brennero ad Ala; l';tlt.ra a levante da Pesi per Kanizsa e Laib1:1eÌI a ;'\nhrnsinn e Gorizia; la terzu fin,d. mente, pcl cc~ntro dellu zonn , da ViennH , aLl.raversal.o il Senrniel'ing, per Bruch e ]vdenburg su Yillach . Codeste tre arterie, già llnile nei loro capi inl erni della (errovia danubiana da Linz pe r Vienna su Pcst, lo dovrehhl~ro esser e ancora nelle loro punte es terne dalle du e fer-

la

1


260

LA QUESTIONE l~ER\'.IOVlAlUA MILITAl\E

fa assegnamento che sul materiale che si ha all a mano, e questo adoperato una sola volla. Si compone adunque quel materiale in t.reni, che si. mnndano gli uni dopo gli filtri, non mellendo fra di loro altro interv1-\llo se non il minimo richiesto dalle condizion i di sicmezza e di viabilità della tin e1.1 . Ln pratica rnegli o fonda ta è di accoppiarl1, ponendo in ciascuna copia da 11O a ·15 minuti da un treno nt suo gemell o; e da coppia a coppia una mezz'or-n almeno . Ordinaria mente, in una stessa stazio né, non riesce di forrnn re più di e·inque cli esse coppie. Anzitut.to si avrebbe difficilmente in pronto il materiale per un maggior num ero di treni.; poi difficilmente si. potrebbe, nelln stazione cl i pmtenza, comporre co n quel materiale più ehe dieci treni; più difllciltn eni e anco ra si potrebbe, nella stazione d'anivo, rieeverlo e scaricarlo. Jl potere di. riforùin1 ento dei serbatoi d'ac:qua lungo la lineu, è una nuova causa di limitazione a questa maniel'a di moto. Un tender contiene ordinarinmcnte da cinque ad otto metri cubi di acqua, che equivalgono al consumo della macchirw in poco più che un'ora e mezza di cammino. Se sono dodit:i i treni da mandare clc1 una data stazione, sarunno da 60 a % i mc tri cubi d'acqua che il serbato io dovrù · somm ini strare. Nelle grandi stazioni non si avrà per questo dirri colt.ù da superare ; sì bene nelle piccole intermediarie, dove esistono serbatoi della capienza di soli dodici metri cub i, ed anche più piccol i.. Bisognerebbe adunque c:he quei serbatoi po tessero essere riforniti da cincrue ad otto volte in 4uello spazio di poco più di sei ore che impiegano i treni per transitarvi : la qual cosa no:1 potrà effettuarsi senza. dar luogo a clifficollà di riliern . Lascio a<lunque di questa maniera di trasporti, la quale è eccezionalissima e sernpf'e legala a grandi difficoltà, e vengo a quella prima.

iN 'ITALIA

26 ·1

Se la via è ad un s.olo bi~ar~o , . gli incrociamenti ( dei treni carichi cogh scanch1 di ritc~mo, devono \ farsi di .neeessità nelle stazioni. Codesta circostanza de- I termina in modo assoluto il minimo intervallo dei 1 treni <li uguale direzione, i quali non devono essere \ i vicini JJiù del doppio di tempo, che occorre _a su~erare , la i.ratta fra le due stazioni successive più d1stantl della linea . Possiamo ritenere questa trai.Lu come'cli \ \ 18 cll ilo-metri; i qwtli, colla velocità di '.25 cb.il.12.rnetri per ora, sono percorsi in tre quarti d'ora; l'inteeva~I~ dei treni sarù . a.dunque. di un'ora e mezza, e sed1c1 il numero di essi nelle ventiqlrnt[ro ore. Diflkilrnenle però accadrà di superare i do~iC'i o (!uatto1·dici treni giorn1:il ieri ; e qi:~esta C'Onclus~one s.1 p_otrebbe confermare ancora con altre cons1derazwm trai.te dalla capienza delle stazioni, clalh~ diffi coltà di formarvi i ueni, dal potere di rifornimento dei serh~toi d'acqua e sim ili ; i quali particolari tutti, regola t1 Sl~ quella ultima produzione, che è la norma le per le vie ad un solo binario, difficilmente possono la sciar luogo ad un aumento, ancorchè tenue, cli essa. Le vie a binario doppio non soffrono di codeste limitazioni.; cioè in modo assoluto per qunnto riguarda gli incrociament.i, e assai rnefi:O per ogni altra cor~dizione : onde su di esse non è raro che la spedizione r<Jggiunga o superi i trenta treni giornalieri. Non v'ha dubbio pertanto che, sotto il rapporto della difesa, converrebbe che fossero a binario doppio tntte quelle vie che possono diventare linee di op~ra.zione clell'esercito : e sono essenzialmen te le rad1ah. ln Fral)(:ia , peima della ccmcess10ne della nuova rete, Ja metà clt~lle ferrovie era a binario doppio ; e cosl costituite sono appunto quasi lulte le vie che dalla ,capitale irra<liano alla frontiera e rnffìgurano come. le grandi line~ d'operazione lerriloriale. Nella Germania».

I


26'3

LA QUESTIO.'!E FElll\OY!AIHA !tflLITARK

prima del ·I866, la quartè:l parte solamente delle linee era munita della doppia via : e questo fatto era generafrnenle· lamentalo. In Austria la doppia via è così rara, che è:ippena monta di parlarne {'I) . Una circostanw merita di essere qui ricordata siccome quella che può riparare aU.a , direi q1,1asi naturale incapaeit.ù delle, linee ad Lm solo binario, di dare noLevoJi pr:odoui; ed è quando, non una, ma due siano le ferrovie che rneuono ad nno sLesso obiettivo : corrrn occoere, ad esempio, nel trasferin1fmto, più sopra citato, <le/l'esercito austriaco del sud da Vienna al confine Veneto. I tn~ni carichi seguono al lora una via e gli scarichi l'altra, rimanendo le dif'... fìcoltà circoscritte alle sole ~lazioni di arrivo e di partenza. Riguardo al tracciamento è da ·farsi speciale attenzione alle salite, le quali di regola sono ritardatrici del moto; sia perehè obbligano ad un maggior consumo \ d'a cqua e di combustibile, siD perchè costringono a 1 mutamenti nellD t~azione. Le piccole ascese si superano d' ordinario agevolmen!e moderando la velocitù di mania o al più col sussidio di una locomotiva di rinforzo : dove è però 'da nvvertire che le due loco. assieme . . . , eI1e l. mot1ve non .trainano ptu

,16 d Il e ,) somma 20 dei pesi che ciascuna traina da sè. Ma pe1· ascese più forti è nec:ess ità frazionare il· convoglio ; mentre ad esempio, una locomotiva a sei mote accoppiale, la (l} Le notizie sta tis tic he sulle r,:rrovie prus~iaue per l'anno, 1868, danno la propol'zio ne d<?I t,~no di doppin via sul complessivo svi luppo 1ielle lineP . Codesta proporziono è oggidì supurata. Quasi tulll! le principa li linee sono ora in 1-'ru•sia a doppia via . o 11Imen.i ogni cosa vi è pron1c1 per porre il · seco11do b iuario al momm.llo tli mouilizzare l'cst:.rcito. Co,ì p·et 'tratto da Hanau a Fruncoforto udl 'ultirrrn cc1mpng1.1 a.

263

J'N lTAJ.lA

quale in piano può trainare, con. velod'.,'1 di 2:S chi- )I Jomett'i per ora, un peso_ lord.o d1 600 t<mnel_late, no~~ ~ ne tira più termine medio, che 400 su sah.te del v p;r mille, 250 su sDliLe ?,el 1 O: e ,120 su salite_del}o: ,I Per pendenze poi unche p1u forlt occone nn mater t,de sp'eciale di trazione. , . . Le di.scese sono esse pure non di nido causa di rita rdo nel moto per deficienza di freni. Così se u~ treno earnrnini in piano o per discese non f\Ccede ntl il 2 per rnille, non gli occorrec:h una n1ugg~ore prop,or:zione di freni di uno per ogm dozzrna cl i sale; ,11<:1. uno per otto sale o_ccorrcrà su discese del. 5,. . un.o per ogni sette su discese del _10, uno per ogrn ~uattro su discese del 25 (il Semme r:mg), uno pe r· -ogrn tre su discese del 35 (liq.ea da. Alessandria a Genova). È chiara pertanto la convenienza che d1 q~elle fcrrovie--le quali possono divenire linee eh operaz.1one dell'esercito , non vi abbiano nltre pencknze se :1on quelle pi~ moderate c~e ~'.rn ec~:edono il ·1 O p<~:r n~~I~:, e si superano anche dar prn gravi conv?~h ~ol st:ssL~,1~ di una locomotiva di rinforzo . Le condwont lerntonali topooTafiche della Francia, hanno consentito di costrtnTe così °appunto tutte le principali linee st1:a~egiche: dove, se si eccettui la sola ferrovia da Pang1 per lloa'.rne su Lione, nessuna ha pendenze ecceden ti ì'8 _per mil 1 Codesln prescrizione è~ mantenuta per le linee de[1a nuova rete concessa dopo il ·1859, sebbene il Governo usi poi io pratica di una qualche la'.·ghezza. Diversamente accade in r,ermania e in Austna, dove non sono rare le straordinarie pendenze su linee strat.egicame'.1te fra le più importanti: cosl le ferrovie pel ~emrnerltlg e pel Brennero hanno pendenze del 25 P:r mdle; uguale pendenza ha la fereovia sassone-bavarese nella traversata del Fi'chtelgebirge; e pendenze del 22 per m1lle la ferrovia attraverso all'Alpe sveva da Stuttgard ad Ulma .

su


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l,A QUES'I'IONE FERROVIAIUA MlLITAllE

IN ITALÌA

L'abbondanza e lrLbontà del rnàLeriale mobile è, almeno· quanto il doppio binario, cngione importante delia produuibilità rli una rete. 11 materiale è abbondante dove grossa è la produzione; scarso , dove scarsa. In Francia, prima det '1866, si aveva, in termine medio, per ogni miriarnetro di linea : . Locomotive 3.4-0, Carrozze 7.20, Vagoni d'ogni specie 75_ ,1O. Jn Prnssia, verso quell'epoca, le proporzioni del materiale erilno con1enn1e nei seguenti termini: · Locomo1ive 2.95, Carrozze 4-.5,1, Vagoni d'ogni specie 6.2.4-0 per miriametro. L'Austti.a aveva rispettivamente: Locomotive 2.62, Carrozze t>.'12, Vagoni d'ogni specie fH ,56. . B gli altri Stati della Germania: Loeornotive :2.56, Càrrozze (i .48, Vagoni d'ogni specie 50.79. Al momen to di intraprendere un grosso movimento mili.tare, è impossibile di fare assegnanìenlo su tutto il materiale di una rete. Una grossa porzione di esso no11 è adatta ai trasporti mili Lari; un'altra è nelle officine u eiparare ; altra è Lralf.enula sulle reti vicine; altra è nei dock, nè può esservi Losto scm·icata e fatta libera. Devesi perciò ritenere che solamente la metà all'incirca di esso materiale verrà a trovarsi libera. Ora può ammeuersi come dato fornito dal calcolo e dall'esperienza che per un movimento regolato sulla spedizione di seòici treni giornalieri di uguale direzione, che è la massima delle linee ad un solo binario ' . '

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·occorrono alrneno venti carri per tniriarnetro della linea, e tutti adatti ai trasporti militari. Riguardo alle locomotive è da farsi solamente as~ segno sulle miste e da mercnnzie a quatt,ro e a . sei ruote accoppia.te, le sole che a.bbi1,1no potenza. bastante per trainare i grossi convogli militari. Naturalment~ esse sono abbondanti in ragione del!' abbondanza de1 .c arri. Così in Francia, all'epoca citata, sul complessivo numero <ielle loco moti ve più della metà apparteneva a quei due tipi. Sul sussidio da trarsi dalle carrozze per trasportare nomini, non è da farsi soverchio assegnamento; e se ne rimane tosto eonvi.nti quando si riflette che dei veieoli occonenti ai trasporti militari, dalla metà ai , due ten:i abbisogn~mo pegli uomini. E così per la pre- ; supposta cli sopra spedizione giornaliera di se.d~ci treni, oc1·orrerebbero, di carrozze, da 11Oa 13 per rrnr1amelro: proporzion,~ non rnggiunta in alcun paese. . . B.io·uardo ai carri : sui primordi dell'eserc1z10 delle ferTo~ie, aecc1dde come in sull'introdursi delle artiglierie, che per ogni genere di trasporto ~olev~si_ lino speciale tipo cli carro . E eosì furono svanat1ss1m1 ~ numerosissirn i i tipi di essi. carri sulle linee; ma d1 loro sue. cesse come delle artiglierie in c1llora, che quando occorreva un dato earro non Io si rinveniva mai. La pratica oggigiorno è di ridurre <~uei tipi a ?ochi modelli: dei quali quelli che più specialmente mt~ressano a1 tn1sporti militari sono: . . . . TI vagone coperto, per trasporto d1 bestianu_e merci'. Il vagone piallo scoperl.o, per trasporto d1 oggetti cui basti il riparo di un coltrone. Incominciamo il nostro esame du quel primo carro. Può questo servire, se conven~enle_menl.e di~p_osto, al trasporto di uomini, di cavalli; d, approvv1gwnamenti vari.i, di feriti.


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LA QUESTIONE l'Er:norr \lii,\ .\111.[TAllE

. L'ing~gner~ B~sson, il quale sì è lungamente occupalo dt. mov1111en11 eh truppe per ferrovia (.f1 , ha riconosciuto per propria esperienza che per adopel'are cod~sto car~·~ ai servizi di sopra accennati, è indispensab1(e modtf1ca1fo ::;econdo le seguenti rnodalil;i, le quali m1 sembrn non clovrebhero dnr luogo a g ravi obbiezioni d.:i parte delle Socielà: 0 i Le casse dei c:arri dovrebbero in avvenir·e avere un'allezz,: libera interna non inferi.ore a 2.50 , la larghezza eh 2.80 e la. lunghezza di 6.00 all'incirca: codeste dimensioni ::;ono le min ini e perchè sul carl'o possano prender posto ::;ci cavnlli e eia due a n·r uomini per governèu·Ji; 2" Tutli i carri dovrehhero a vere nei lati lnngli i de l10 l~rghe e <:omo.dc .aperlurr per acced ervi; la i1npo::;ta d1 quesl ~ avru, rnoltre della pl'Opria r·hiusnn, , una ·io ·, eslema dt facile 111aneo· l"'O 3° Nelle pareti long i111dinali saranno alrneno quatll'o ~nestruole, due per pari e, chiuse da 0 raticolato e da irnp~ste, e da cupo e da pied·i sfiatatoi cli n mnero con:1s~ondente al bisogno, chiusi essi pure nei modi detti d1 sopra. Code~te disposizioni non sono solamellle nec~ssari.e al tr~sporto degli uon1ini, nta più ancora degh ~ppron1~ronamenti: del pane specialmente, il quale m vagoni .lutti chiusi non iarda H corrom persi per rnancan.za d1 ventilazione ; 0 ,-i- :\elle stesse pareli longitudinali del cnrTo snranno c~isposti., giusta sistemi stnclinii in prev idenza , ramp_om, gan~1, ca..n~panelle od allri congegni opportuni per. !erma.re 1 .seddi pegli uomini, le C<tpezze dei cavalh. ~ gli ,~ltn upparec1:lri di . St):;pensione dei let.tini. pensd1 degli ammalati gr·avi e dei lel'ili. 00

(l) Vedasi il prezioso libr1•tto d i codesto esperto ingegnere: Die F.i.~e.nbahnen in Kriegll.

!l'i ll'ALIA

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Sul proposito dei se.diii, nello scopo di non a veme a fare la provvista tutto ad un tempo, sarebbe forse opportuno di ad ollare la pratica segu·ita in Austria; dove le Società sono in obbligo di tenere permanentemente allestiti la decima parte dei sedili occorrenti pel ma!eria le di ciascuna linea. E sul proposito del trasporto di ammalati grnvi e feriti, qon posso a meno di no\are la Lristissimn. condizione in cui essi versano nei viaggi, come eccitamento a mig-liorada. Nell'ultima mostra cli Parigi, si. vedevano carrozze nppositarnente allestii.e per qnelli; migliori ancora, e quasi specie cli ospedali .:imbulanti, erano le earrozze adoperate sulle linee del!' Ameriea del nord, durante la guerra di seeessionc. e di cui. un saggio el'a plll'e alla esposizione stessa. Sarebbe soverchio forse esigere presso di noi altrettanto ; ma non sarà fu(ir di luogo, penso, il chiedfre che ci si eviti almeno lo sconcio <li persone bct1 emeriie chiuse dentro casse senza luce e senza a.ria e non aventi, per· riposare l'informo fianeo , che un infetto giaciglio di paglia; 5° Poichè questo carro ha du servi re a svaeìati usi, è indispensabile che il pavimento suo possa essere lavato e nella.lo con frlcilitil; ou Finalmente sarà da provvei!ersi un apparcc·1·.l1io per I.J interna illuminazione. Un'essenziale avvertenza per quelli cli codesti carri che recano approvvigionamenti, si è ehe vi si possa con facilità riconoscere la natura del caric·o e il luogo di destinazione di esso, senza che sia d'uopo l'ÌCOl'rere alla complessiva polizza <li carieo del treno. Il predetto ingegnere Basson propone a tal une di fermare alla. parete del carro come un piccolo asluccio di metallo, dentro al quale riporre il duplicato della polizza di carico. Sembra che in mancanza di codesta


IN !'i'ALI.i.

268

LA QOESTJONE fEl\HOVlAI\IA ~lfLITAl\E

formalilà, molt.i e grav i inconvenienti si siano mani. festali, da parte dei Prussiani, nell.a campagna di Boemia; e recente rTien te ancora da parte dei Francesi. LeO'o-o infatt.i in un opuscolo attribuilo atl'irnperatoreNapoleo~~' eh~ a Metz ernno giacenti delle montagne di colli, di cu1 non sapevasi la destinazione, e che bisognò aprire per conoscerne il contenuto . Vengo ora ai carri scoperti. Le pareti di essi si abbattono per lo più, e talvolta quelle da fianco, lal altra quelle da punta, e per dove si abbaq,o no si fa il caricamento . Il predeuo ingegnere Basson, il quale ha pure recalo su di questo cH r-ro la sua disamina , riconosce ai due modi di ca ricarnen to dn fianco e da punta, eome sono eseguiti auua lmenl.e, i seguenti incon vf\nien t.i : . ·I Il earicamento du fianco, ehe è in sè. il più ovvio, ricliedeodo che ogni carro si presenti a sua vo lLa davanci al piano cariea tore per esse1:e vuotato, esige una lungl1ezza della via accessoria, dove è parcato il treno, doppia di quella del treno slesso, eioè dn 800 ·a 900 metri, misurala 1.ra g li aghi dei deviai.ori. !~ raro che stazioni di secondaria importanza presenlino tant.,l lunghezza di vie accessoÌ·ie·; ivi adunque il caricamento da fianco potrà dar luogo a difficoltù di rilievo; 2° 11. cnricarnento da punta, elle è il più adoperato, non r1dnede è vero che una lunghezza della via accessoria ugual e a quella del treno ; ma poichè i ca1:ri debbono ad uno ad uno essere trat ti dalla fila e condotti · a~ pian? cai·icalore, si fa. necessario uno speciale·tronco d1 sc..u·'.camento ~er accedere a queslO , e manopere per .Sf'.rngere e rtsospingere i carri giù vuotati. , con parziali e successivi ingombri del.la via pnncipale. Ora · le due vie principali deYono nelle stazion i rimanere sempre libere· per la ·necessitù degli incrociamenti. I carri scoper1i, come sono attualmente in uso su 0

269

di tulle k linee, non rispondono adunque alle esigenze del servizio militare. Codesta deduzione si conferma _tanto maggiormente se riflettes i che le operazioni del caricare e dello sc,irical'e i carri, ma specialmente codesta ultima, hanno sovente da fru·si in stazioni .piceole, ingon'1bre o per .moti\ de:nolite dal nemico, dove la poca rotaia esistenle è ridi iesta per rn il!e servizi; sovente ancora in libera earnpagna, dove manca ogni via accessorin e le manopere si dovono eseguire sullo stesso tronco peincipal e. Vorrebbe quindi il Basson che eodesti carri :-:eopcrli fos :-;ero cost.rull i per guisa clte le pn1·eti di essi, anteriore e posteriore, si abbauessero sui paracolpi, e, n.bbi:ll.Lute, facessero ponte dà un carro ull'altro; regolando l'al tezza e la lunghezza dei paraeolpi stessi e quella del pavi.menlo, per modo cbe ,:i venga a cos til.uire co ,11e una via piana e continuuta da un capo all'altro del trono . . Su di questa via . si farebbero scorrere a braccia le veu.ure, scendendole, poscia che sono·penenute in punta del treno, mediante una ramwi provvisoria da farsi rapidamente con traversine intelaiate, ri.pieni i vuoli di terra o di altro materi.alo. E anche su di questa proposta è bene siuno isliluiLe esperienze. . Finalmente una terza c.Jgione opet'a poten!e:nente : nel procacciare la maggiore produttibilità cli una rete, · ed . è l'uriiformità dell'esercizio di ciascheduna delle · linee che la compongono, al1ìnchè come il materiale di uria, così pure il personale, si possa senza riguardo · mandare su di un'altra, ed ugualmente vi serv.u. :\la l'e- 1 sercizi.o uniforme delle linee richiede, cln parte delle varie Societtl, l'adozi one cli modalità costanti nella coslruzione di esse, l'uo iformit.\ del materiale, un unieo cod ice di segnali, delle regolo fisse e comuni di ordine· e di disciplina. Ora, a queste reciproehe soggezioni, o~ta. l'aµtonomia delle Società prima verso se stesse,


270

I.A QU !-;S'1'IONE ~·Et1ROYIAIITA Mll, ITAR&

posc;iu verso il Governo; e quesfa autonomia suol essere di tanto maggiore che più si informa lo Stato a lal'gh i prin cipii economici. Così negli Stati Uniti d'Ameri cn, che sono di certo il paese d;ssico dellu libertà con11 nerciale, allo scoppiare delln guerra di secessione, ern no pili che scllanta le comµagni e di ese r-<:izio di forrovi e, ciascuna con spcc~iuli norme e rcgohi particolari . .\ riparare ai danni che da questo slalo di cose derivavano ai movimenti mili1nri, non esitò il Gove!'OO a ricorrere ad un estremo p:1 rtito; e nerfcbbraio del ·186!z diede ordine al gcncnde )la c Callum d'impc1d rooirsi eh tutte le ferrovi e poste sul t.en tro delln g uerra, e del relativo materiale, e di esercirle nel so lo interesse delle opernzioni milituri. Tenne il generale per quattro anni il suo dittntol'iale ullìcio , e nel deporlo fa sciò scritte al cune parole dove sono , per così dire, scolpiti gli inconvenienti di (p1cllo stato delle cose a riparare il quale egli era stato ehiarnat.o. « La so mma « delle dislmzioni, egli dice, delle diverse 1-ince e di « Lutlo il materiale, non è stat:.i alle operazioni militari « di più nocumcn1,o d1 c noi fos se la rnan canz<• di « uniformi principii nella cost.ruzi1mc clc llc lince e del « materi.;,de. » Se si rifl ct.lc ch o quelle clistruzinni por·· tarono su alrncu o 1300 chilometri di linee e su di una ingente qnantiti1 di maleri,de, si av,·à un' idea della vas1iti'.1 del danno lamentato da ll' onorevole generale . In German i.i , prima del 1866, crasi pmc lasciala una grande larghezza tù le singole Sociel..'1 , e vi si volle riparare. nel mon1ento stesso in eui si posavan o le fondamenta del nuovo suo edificio politiro. L'articolo 4.2 dP.l pGtL() cosLit1tl,ivu !eden.de contic11r per ciascun Govcr·no l'i mp1;gno di a1r1ministr.ire le proprie fc rr0vic secondo modalit:\ llllÌtnri c da concer tars i, e su di quelle rrgolare il mal.cri aie dell e nuove linee : e l'articolo 45 conferisce al potere ccn Lralc il dicitto di fare al più

Il\ ff,\1.IA

pn!::;Lo introdurre cl ei prin ciµii co rnunt ed uniforn 1i di Pscrcizio delle "arie linee. f: proba bi.le che codesl11 t.endenz_a ad ac'.c~ntr:lr_e .e a ridurre ,Hl nnit.'1 tanto In cos1.rnzt0ne q1111n,o I c:;eic-izio <.lcllc fe rrn,·ic . nmlrà sem pre più pi3li;1ncl o terreno; rn 11 è prohabi le nn(;o r:1 che gmnde11!ent.e vi si oppon~~n? l<' So(·ieti1. f.'uso è 1enacr . hùevolc ,inchr in a 1nrnnu~ st.rnzi oui come> quelle delle. Socieli'1 rerro~·i_n'.·ic, le quali hanno su di sl~ un' imm ensa ris pnnsab1'11a mor·;de e fiminzi~u·ia: llov<' ogn i r.osn. ugoi mula111cnto. anche legn·iero, ri\'e>slE:· 111w eccezionali' i111por1nnza. -~· . non c~i~preso O non c•s1,guito. può 1·011d 1uTC alle p1u g-r,1v1 consrguenzc. :'\i• è da 1accrsi c·ltC' il scrnzio unitari o non 111itiguto nnn corrc110 nei suoi inr:on,·cnienti, pnò di lcgge~·i 0 condu rre nd una ::;1aguazio11e nel progrrss,) o, r cggw an cora, spegnere il sen1ir.ncnto d?lla personale nsponsabi litb. nrccssario qui ptt'i che m altn1 pa_rl.e e a desiderarsi sin 1nnn1c nu1 0 Yivo e fermo. « L' u~1te ll~so~u? « tlan s les r6glern c111s, seri re il J:.:i cq ,n in ('t), rn_1er'.J 1r'a\l a « l'arnnce toute {•lLlde. tout progrès . L'cxp,lo1tal1l_1n c,es « ,:hernins de fer c~sL t.rop rhen1.e pour qu on p111.sse la « l·onsiclér!'I' c:o:nnw parfoit e, cl on doil. c:orn~)tcr .sur « dc nou,·c;wx pc1-l'c1~1io1111emen1s. li y ,1 pcu ~ m:n~es . << lt1 télégrapbi.e élccl rifplC ne jouuit, pnur atl1 SI <l,irc,_ « nncun ròle dans la quesli on cl cs s1gnaux ; au,1ourd hm « elle es1 cn qJo~·éc sur une \n'.:;-gr.:mcl~ érhelle. l.es « tube:=; ,H;onsti.qu cs, les réncc:lc:urs op11ques, lu plio« tographic elle-m ème comm enccnt ii appnraltre_clans « le\ domalne de l' expluilation, et on c·om mellra11 une « o·i·nti<le fot1lc e11 repoussant le con(;O tir·s. que punrrunl « :ppo rter ces nou ,·euux él u~ìliui re::: .... Il' :i dleurs 1·huL11~c 1. « 1'1:::--<'Hll s·e. •··oti,·e •·• · · <nn J)O ll1t de, nl{' (10. In sècunlc,

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27~

LA QUESTIONE l"ERROVIARIA ~1ILJTAUE

IN l'J'ALIA

« placé dans des conditions spécia los auxquelles il « serait dangereux de p~rter aueinle ....... )>. Queste ragioni non chiudono, a parer mio, il varco

ad una soluzione la quale convenga a tutti gli interessi. L'amministrar.ione della guerra sa quello che essenzialmen te importa alla difesa del paesP-; e pul' che quello si ottenga, ella può usare ogni maggiore larghezza su di qua lunque alt,ro argomento . D'altra pcu'le le Soeietà cqnoscono quello cui possono senza pericolo abban donare e quello cui devono con tenacitù ritenere ;-esse sanno ancora clrn quel tanto di tendenze. autonorn iche cui rinuncieranno per: le vedu1e di' genera le interesse , san) loro cagione di sicm:ezza e di minorato dispendio nei momenti c1 itici. della guerra. « Giammai, scrive uno degli autori che I rauarono « di questo argomento, giammai l'antico adagio : Si vù; « pac_ern para bellwm,. non- ebbe più comp leta appli« caz10ne che nell'ot'dmarnento tecnico ed amministra<< tivo delle ferrovie. Non basla quando spunta il pe« rico lo porre in piedi una dfrezi.one centra le delle fer« rovie e rim ettere nelle sue mani personale e materiale « delle linee ; sarà questa opera priva di scopo se gli « elementi tuLti destinati a concofl'ere ad uno stesso « fine sono come forestieri l'uno all'altro. Non si d1. « rnentichi' che al pari dell'infim.o ciltaclino, devono « le Società il loro tributo al paese; e che solamente « allora saranno in grado di corrisponderlo che, senza « attendere l'ora del pericolo, vi si saranno apparec« chiate. 1> 1

273

II.

Ed ora che rapidamente, ma quanto da me si potè pi.ù completamente, ho esposte le cause d'oedine generale dalle quali dipende la produtLi.b.ilità militare di , una rete, a quali praLic.:lic deduzioni converrà venirne per qunnlo ci rigu1:;rùa ? Parmi che l'amministrazione militare debba anzitutto pensare a fal' compiere la nostra rete di ferrovie, a difondeda, a farla <)rdinare. Compiere. la nostra rete, cioè secondo i bisogni più accertati della difesa generale del paese e la speciale di ciascuna zona. Difenderla, in modo cioè da impedirla quanto più si possa all'invasione. Ordinarla, cioè, .ne.i suoi accessori e nel suo esercizio per modo da poterne trarre la massima sowma di profitto. Compiere la nostra rete. E le proposte relative debbono di necessità coordinarsi al lo sLudio generale ·di difesa dello Stato. A questo inlençlono egregi uomini, , e con piacere sc0rgo preoccuparsene assai il paese. Potrei adunque sorpassare su di questo argomento, tanto più che a trattarlo non può essere cosa cli ·ordine incidentale; ma alcune sommarie avvertenze mi sembrano necessarie. · Ho detto cli sopra, parlando delle tre zone d'attacco dell'Jtc1 lia continentale, quali siano le ferrovie che in esse zone più importerebbe di veder presto comp iute. Riassumerò ora così i rniei concetti : ANNO .XVI, VOL. 11-

18


2ì4

LA QO.ESTlONE FERROVIAI\IA MlLl'fAflE

1° Urge che. sia uHimata la lerrovia ligure. Di luUe le lince nostre, quella è che riveste forse la maggiore importanza strategica . Per attacchi provenienti dcill'est, coperta come si lrova dallo scobro Apennino, è <lessa la naturale e sicura arteria cl1e manteni) collegato l'esereito eolle provincie del Pi emonte. Per atlac:c·hi pro,·enienti dall'o,·csl , essa e hi ferrovia sulla destra del Po, di egnano le linee di opemzionc delle ali dell' esercito che alJJJia il suo centro sni gioghi apcnniniei. E urgente è pure che sia ul!imata la ferrovia da Sarona a Torino, qtlélle cornplctrrnnto del fascio di mdi.ali in quelln zona di ponente. :2° .\l centro riveste pm·e carattere di singolare im por1anzn la ferrovia progettata da Spezia a Parma, non solam ente co 111 e complemenw del fo scio di radiali in codesta zona, ma ancora per peculiari suoi uffici a sussidio della difesa nell'attigua zonn di levante. Contro alla echi che si svolgano in codesta ullima direzione, essa ferrovia. è la sussidiatrice indispensabile delle linee di clffesa laterali del Mincio e dell'Adige, e come il braccio cl1e, di dietro ali' Apennino, porta ad esse lince gli occorrenti approvvigionarnenti. La linea da Modena a Manl.ova, recentem ente concessa, si sta costmenùo: ed è un gran bene. ~~a desid ererei si potesse, in altra dil'ezione, attuure presto il tronco da Cremona a. Mantova con l'eventuale prolungamento verso Legnago e Rovigo; il quale mi sembra neces·sario al collegamento delle radiali di questa zona, senza parlare di altri importanti uffici di difesa. 3° Jl tronco eia Bologna a Piacenza è come l'impluvio delle diverse linee che già scendono e più scenderanno in avvenire lungo i versanti che si prospettano, d'Alpi e d'Apennino; di quelle che solcano la pianura lombarda o lambiscono la marina mediterranea; la grande via della conquista da ponente a

IN J'rAI.IA

275-

levante, il cammino pur troppo tante volte bat~uto dagli esereiti. ~fantenerlo così come è ad un solo binario, rni pure dannosissima cosa e cagione d'impossibilità a sfogare il mo,-im cnlo clic di certo verrebbe a concentrarsi su di esso. 4. 0 La. rele della zoni\ d'attacco di levante, è in tristissime condizioni , e credo di averlo più sopra provoto. 1ell'attesa aclunque che ·in quella specie di lungo ed in curvato imbuto delle provincie oltre Aùige, possa costrursi una seconda via, come sarebbe, ad csen1pio, qu ella che da Vicenza per Fe!Lrc e Belluno mettesse alla .Ponteba, ritengo indispensabile che sia munita di un secondo binario la linea esistente tra Padova e il confine. E pui·e sarebbe necessario il second o binario sul tronco Dologna-Padova dove, come dissi più sopra, vengono ad innestarsi tulle le fe.rrovie del sist.erna italiano. In genere la seconda via è da noi scarsi sima , non rnggiungcndo al più che la ouava parte dello sviluppo complessivo delle linee attualmente in escrcmo. 5° Le ferrovie litorane delle marine adriatica e medilerranca, provvederanno assai bene, quando saranno compiute, alla sicurezza, contro sbarchi, cli quella parte d'Italia che non ha se non frontiere marittime: intendo dire di quegli sbarchi che possono a.vere per on-getto operazioni di scconclaria importanza; i quali, p~rmi, siano i soli possibili e temibili da noi. Quelli fra i militari i quali credono tullora alla possibilità -di grandi spedizioni marittime, sogliono citare, in appoggio della loro opinione, l'invasione dell'Egitto e la più recen te della Crim ea; ma dimenticano lo st~Lo di quei paesi in allora e le mutate condizioni delle cose oggidì. La faci lità di trasportare truppe per mare, non ha progredito cli pari passo con quella di trasportarle per terra; e mentre l'una ha ingigantito, l'altra


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LA QUESTJONE FERROY!AllIA l\lil,JTARE

non ebbe che un crescimento di dubbia imporlanza." L.e nostre corazzate sono eccellen ti sLcumenti da c:ruerra . . . o ' ma pessimi tr.:tsport1; eran o invece l'uno e l'altro e . . ' per 1. tempi loro perfelli, i navigli d'alcun tempo fa. Parm1 adunque che codesta poss ibilità di conaurre a termine delle grosse sped izioni marittim e sia pi.uttosto scematu che accresciuw, e che ad ogni modo nna b?ona re~e ?i ferrovie e 300 mila uomini di truppe chstrettuah c1 possc1.no dare una quasi comp leta si.curezza contro di esse. A quelle due ferrovie li toran@non farei _altro ~ppunto se non ques~o : che correndo esse per estesi tratti lungo la nwrina, possono con fac il iti\ essere intercettate da navi e partiti nerr1ici. Di certo, sollo le vedute militar·i, avrebbe meglio convenuto di tenerl e alquanto dentro J.e tra, ad esempio,. ad umi giornata ~alla i:narina. Ad ogni modo se in avvenire potrà ultunars1 la ferrovia centrule apenninica, così utile sotto tanti altr·i riflessi, prolungandola da Terni, ove attualmente ha termine, pet Rieti, Avezzano , Benevento e Potenza alìe foci del Basento, e se da essa si staccherar1no dei bracci abbps tanza numel'flSi i quali vadano al mare, si avranno ad un tempo soddisfatte tutte le necessm·ie condizioni di celerità e sicurezza. 6° La regione toscana, questo formidabile baluardo eh.e , ha per cinta l' A.pennino e per· spalto l'Emilia, ha ora ottenuto per recenti studi la importanza che si merita come ridotto delle provincie seUen trionali e nuova zona di difesa. dietro di esse. La rete delle fe rrovie vi è, sotto i rapporti della difesa, quasi perfetta: e quando s'abbia provveduto per uno o due nuovi sbocchi attra..-erso Apennino, non saprei veramente che d~ più vi si possa desiderare. 7° Non mi occuperò maggiormente del le ferrovie deU'ItuJia peninsulare. Confesso che non credo che ,qu~sta parte del territorio nostro possa per molto tempo

JN ITA l,IA

ancora divenire campo di estese operazioni m\litari. Porto ' o;:,ini.one che, esclusa la possibilità di una grande specljzione rnuritlirna contro di noi., i soli pericoli serli che ci possono sovras ture, prove,ngono d'oltre Alpe; ·e c'Je sull'Alpe sar.'.t per molto tempo la base vera, reale ed efficace degli attacchi diretLi contro di noi.. Ora io ..desidero che il mio pa!~se acquisti lanLi mezzi di resistenza, tan ta uniLà, tan to forle costituzione, tanta severa costanza nei propositi da potersene difender:e il territorio palmo a palmò dalla valle del Po all'Apennino, dallo A.pennino ù. Ho rna, rfa Roma alle Calabrie, per non parlar dell a Sicilia, ultimo ideale ridotto ; ma pm troppo terno non abbiamo a. veder' quei tempi noi, nè i figli nostri, nè i fiJli dei nostri figli. E le ragioni principali che scorgo a ciò sono due : una Lulla nostra, l'allra · cl' ordine' generale. 1 È tultu nostra quella c,;he dipende dalla configueazione del paese, più largo, più ricco, piè1 industre, più popolalo d'u9rni.ni' e di ci llà a nord che a sud. È d'Mdinc generale l'altra che dimostra decidersi oraniai le guerre ai primi colpi, soventi all'ultime estremità del territorio , a lfonigsgl'alz cd a ~fotz; e così divenire sempre più difficili, sempre più improbilbili , dirò ancora, sempre più prive di scopo quelle guerre a. ollranza delle quaii la l?rancia ha ora tentato darci un esempio. Fortificare Rorna , la capitale cletla ed ucclarnata del Regno, non può significare altro, u mio parere, che portarvi il cen tro della resistenza militare noslra. Ora, pochi paesi hanno meno di noi necessi.Là di darsi codestu soggezione, e poche capitali hanno meno di R.òma necessità di ricevcrlu. Che la Franc~a abbia fortificato Pé:.lrigi e fattone .come il cuore della vita sua militare, si c-omprende di · leggieri e per l'importanza di Parigi e per essere <lessa . quasi una città frontiera. ~fa non si ·comprenderebbe .altreuanLo di leggieri che noi facessimo ugualmente


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LA QUESTIONE fò"EflROVIAllIA Ml'lITARE

per Roma, posta come è a tnnta distanza da tutti i prevedibili attacchi. Codesto non toglie però che si pqssa e si debba provvedere a porla al riparo da quegli eventuali e momentanei attacchi, che dissi essere, a mio parere, i sòli che minaeciano l'Ttaha peninsulare; al quale uopo basteranno ddle fortificazjoni pròvvisorie con ]'appoggio di qualche punlo permanente, e più di tuuo un buon ordinamento delle milizie provinciali. Lascio ora codesta discussione, nella quale venni corne per incidente, e ritorno alle feerovie ed alla seconda parte del compito che, per ' rispetto di esse, appartiene all'amministrazione militare. Difendere le proprie ferrov ie. E l'Italia è, souo di codesto aspetto, in eceellenti condizion i. La cer chia delle Alpi non sarà mai. certamente superala da ferrovie che in pochissimi punti; !ornerà dunque d'al. trellanto p iù facile e meno costoso sbarrar quell:i stabilmente. Ora le linee che noi dobbiamo assolutarne11te chiudere sono quauro : 1°

la 2° la 3° la 4° la 1

litorana ligure, ferrov ia di Val di Susa, ferrovia di Val d'Adige, veneta.

Non conosco bene la qual i.tù dei fortilizi che attualmente si trovano sulle tre prime linee·, segnatamente a Ventimiglia, a Exitles, a Rivoli e a Ceraino; ma dubito assai che siano in grado di adempiere al loro ufficio nei modi e term ini che ho più avanti enunciai.i. La quarta linea poi, cioè la veneta, tende assolutam ente le bra c,:ia all'invasione. In codesta parte adunque de llo sbarramento delle forr:ovie è tulio o quasi tutto a . creare. ., · Nè basta che l'invasore sia impedito da quei for1ilizi di far transitare per essi i.I materiale mobile.

JN lTALIA

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delle sue linee , e giovarsene sulle nostre; occorre ancora provvedere a che il nostro non venga alle sue mani. L' esperienza ha dimostrato che le ordinarie opere di demolizione che si fanno sulle ferrovie pel' impedirle al nemico, o non raggiungono mai pienamente il loro scopo, o lo eccedono; non lo raggiungono, quando non si ha tempo od agio di portare tanto oltre la distruzione che il nemico non possa r-irnetlere in poch i giorni In via; lo eccedon.o, quando la distruzione s lessa diviene opera vandalica e può privar u·oi del beneficio della via nelle future possibili riprese offensive. Nl iglior partito adunque, quundo la via sia statu sbarrata a rnonte, è di sgombrarla a valle di ogni. c·osa indispensabile all'esercizio , segnatamente cioè de l materiale e del personale. l\Ia questa operazione è fra le pili difficili alla guern 1. ; ·e r-ichi ede non solamente il prevenLivo e pt1rticolal'eggia1.o s tudio dei luoghi dove allogare il materiale, e la ricerca dei mezzi per solleva.re le ahbandont,1!e farn iglie degl'impjegati; ma esige ancora da parte delle Sociell\ una àssoluta devozione al pn ese, e, rnegho, la identificazione dei proprii in Leressi coi suoi; d,i parte del personale, la pratica di codeste operazioni, la calma, il distacco da altri. interessi che non siano quelli della difesa. E qui mi si perm eua'un'osservazi.one . La noslra muggiore Società ferroviaria ebbe dagli avvenimenti tale costituzione , che di essa può dirsi che un rnernbro solamente è in Italia, mentre il cuore è a Vienna e la mente a P.a.rigi. Io non dubito punto ·che avvenendo una guerra, o da levante o da ponente, gli impiegati di questa Soci.età e la Società stessa, spogliandosi di ogni altra veduta di particolare convenienza, non mancheranno di adempiere lealmente al loro eòmpito, qualunque danno possa cl' altronde loro venirne. ;'\1a non è men vero che è da evitarsi di porre fronte a


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LA QUESTIONE FETtnOVIAIUA Mil.lTARE

fron Le e qunsi in lolla negli stessi enti, intel'essi dì opposta natnrn. Mi basta di aver solamente accennato a. questa circost.anza; ma innanzi di chiudere quanto r1gua1·ùa la difesa delle ferrov ie, mi si permetta ancora un'avvertenza. Le opere di sbarramento di codeste linee non hnnno o n. n poss_ono avere uno scopo identico di quelle eh; st costrULscono sulle ordinat'iC strade. Si tenta con queste ultime d'irnpedit'e o per· lo meno di rnllcntare In marcia di una, forse anche cli varie o tutte le colonn e cl'inv.-1sione; il loro scopo l~ adurnrue immediato rer così dire, alle pri111 e operazioni; e quantunqu; unportante, c:essa sì tosto che su una, o a fianco di una di esse opere, il nemico si è aperto 1m varco; percl, è nllora il torren1 e dell'invasione per quella si precipita, corric incan:dalo, e le altre opere o divcno-ono inutili, percltò poste fuori delle prescelte line~ di opemzionì, o sono ac('crch iate, · e il trnnsito vi si fa la1erc.1 lm ente. Xelle opere in\'l'CC che si fanno sulle ferrovie, l'utile non è, se vuoJsi, imm ed iato, ma tanlo più irnporta11Lc; percllè opernno svuntaggiosamenle, fincb è durano, su Lulla la camp;1gna d'invasione, rallentando le mosse de6Ji eset'citi, impeden done il pronto vettovngliarnento, soUoponendo quelli a duri e co ntinui sacrifìci. Eserciti s01isurali, come si pongono in ca mpngna oggidl, non vivono più esclusivarncnle del territorio d1.we combattono , o lo fanno solo per minima parte; e il più grosso lo de,,ono I irar di casa. A questo · e più specialmente pcl' grandi distanze, il traino ordinario è insul1icienle; onde ne viene la JJecessit.) che una ferrovia almeno sia in rtllività sulla principale linea di opernziooe cli essi. Po1rei confortare il mio asserlo di molteplici testimonianze ; ma senza uscire di casa nostra, penso dover ricordare la marcia verso l'Isonzo dell'esercito comandalo dal generale Cialdini

IN JTAl.l:\

nel luglio del ,J 866: dove la larga lacuna del Po, più avanti i ponti rovinati e il materiale dovun::i_ue ritiralo do.I nemico, avevano resa inutile la t'crrovìa del Veneto. Avanzando adumprn le truppe con rnpidc mosse, e coll'avanzare crescendo sempre più la dist~rnza dai grand i magazzini di Bologna e di Ferrara; essendo d'altra pa1·1e il paese non ricco, le strade poche cd ingombl'e, i ponti gallegginnti sui fiumi cli sovente 1·otti; nè potendosi per tulle queste c:tgioni fare una regolare via ai convogli, ne se6 ul, come affermasi nC'lla Relazione sui servizi nrnrninislraLivi dura:1te la C'nmpagna, che la sorn rninistranza del pane « rimase scoperta per -I00,000 rr1zio11i. » E scoperti pure erano rimasti l'Lllli i serv izi nffida l,i all'Impresa. Onde bene n ragione conchiudesi nella Relnzione slessa « che 1< <Jnalora l'esercito avesse dovuto passnre l'Isonzo ed « inohrarsi negli Stati ereditari, le difficoltà sarebher-si << di geon lunga accresciute, e le truppe csposce a « duri sa<'rifizi, se primn non s'era resi padroni del« l'Adriatico e cl i Trieste per costituirvi una sicura base « <l'npprovvigionamcnti. » Concludo adunqe alla grande utilit.\ di porre o6ni invasione in Italia in codeste dure cond izioni; e i mezzi ovvii sono quelli accennali. di sopea, cioè sbart'are le ferrovie e sgombrarle d' ogni cosa necessaria all'esercizio. Vengo ora alla terza parie: ordinare le ferrovie nel 'loro esercizio e nei loro accessorii, in vista della rnag giore loro produllibililù militare. Ho cieli.o più sopra le p1·incipali cause che vi contribuiscono : l'abbondanza e In bontà del materio.le mobile; l'ordinamento fecondo e ben inteso dei loro accessol'ii (stazion i, segnnli, riserve d'acqua e di eombustihili); l'unifoeme esercizio delle varie linee. l'abbondanza del ml\teriale: e l'Italia è sotto di


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LA QUESTIONE FEHROYIAIUA MILITAH&

codesto aspetto in assai meno buone condizioni di tuue le altre grandi potenze. Il materiale mobile delle nostrè fertovie contava il 3·1 dicembre 1868 e pe1· rniris.metro di via: locomotive 1. 64, carrozze 6. 12, vagoni d'ogni specie 2 11. 90; ossia, e per quanto riguarda ai carri, base principale dei trasporti, delle quanlitù proporzionali dì poco su. perioi-i al qual'lo , per riguardo alla Francia, e al terzo. per rigu~rdo alla Prussia. t adunque a temersi che, cooperando questa circostanza coll'altra, giù accennatD, del la scarsezza presso di noi delJa . doppia via, la produtti?ilitù della nostra rete, senza pur parlare di accos~arsi àlla francese, si trovi in un grosso movimento al dissotto ·pure <l'assai della prussiana, che dissi essere fra gli otto e i dodici treni d'uguale direzione. Con quali mezzi venire al riparo di codesta even tualità? Il più ovvio sarebbe certamente questo : di accl'escere il materiale stesso fino a raggiui:ig.e re quelle moderate proporzioni bas,evoli alle occorrenze militari. E da codesta opinione non sembra tl'oppo lonlano l'ufficio sresso di sorve6 lianza governativa delle nostre ferrovie, quando asserisce essere « generalmente sentilo il bisogno di crescere il numern dei. carl'i da trasporto » (·1). Ma confesso cli non aver grandi speranze a questo riguardo: perchè è tanta la povertà ciel traffico su di una gr.rn par,e delle DO$tre strade ferrate, quelle specialmente che compongono i gruppi delle meridionali. -e ·delle calabro-sicule, che mi sembra difficile si po(I) fie!azi ono sullo Strade ferrate ilali:ino per l'anno 1868.

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IN ITALI.\

tranno mai indurre le Società & codesto partito. Esaririnando difaui i risultamenti parziali dell'esercizi.o di ciascheduno dei q uatlro gruppi nei quali si ripartiscono le ferrovie i1aliane, si scoi·ge che hanno concorso a f'ol'rnare quel termine medio . di 2'1. 90 carn pel' miriamel,ro di via : il gruppo del!' Alta Italia per carri il gruppo delle Romane id. il gruppo delle Meridionali id. il gmppo delle Calabro-Sicule id.

33. 17, '15. 46, '10. u., 10. 28 . 1

Nè potrebbe dirsi che, fotta ragione del traffico di ciascun gruppo, il materiale siu proporzionatamente abbondante . sui primi e scarso sugli ullimi, mentre appunto il contrmtio intet"vieue; e i carri dei gruppi meglio . provveduti hanno sulle rispetlive linee delle percorrenze annuali chilometriche da una volta e mezza a due e financo à tre di quelle che si vèrificano sui gruppi più poveri : in altri termini vi sono di (an~o più impiegali. Non essendo adunque da sperarsi in un prossimo e considel'evole al!mento del materiale delle nostre linee, mi pare non rimanga altra via per una discreta produttibilità se non se operando in guisa che quel poco materiale nostro sia tutto disponibile, · e disponibile rn~lla misura del massimo efieuo utile. Sar~t lUllo disponibile q uando, pur ritenute le esigenze cli speciali trasporti, si terranno ne' più stretti limiti quei ti.pi di carri che non saprebbero trovare impiego nei movimenti militari; quando i carri de' diversi gruppi saranno così uniformi di costrnzione, da potersi aclopc~rare. sulla rete di ciascuno di essi, e ad identici scopi. E nell'adoperarli si ollerrà un tanto maggiore pl'ofitto, d1e nel <.;Ostruirli· più si saranno tenute presenti le modalilà del loro impiego, e regola.ti su di quelle i


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LA QUESTIONE l'E flllOVIA ll lA l\llLITAI\E

vari loro particol.:iri. Avendo più sopra discorso di queslo argomen to , e accennate le particolarità di costruzione e di adattamento che, a gencr.:ile consenso dei pratici , importerebbe veder introd olte nei cani tanto coperti , quanto scoperti, non rit ornerò ora più su di cod es to soggetto, ma mi r idurrò a<l una generica osservazione. Ed è questa : clte una troppo grande latiludine suolsi accordare da noi alle Soc ietà costruttriei di f'e1-rovle, per riguardo al mate,,ial e di cui debbono fornil'l e : bastand o per una porte che l'abituale esercizio ne sia assi curato, e per altra t he i carri vi abbiano le necessarie condizioni di res istenza. Ma nè l'abituale esercizio è la sola occol'l'enza di servizio cui debbon o le ferrovie provvedere ; nè le condizioni di sicurezza sono le uniche che sul riguardo dei carri meritino di formare oggetto dell'attem,ione del Governo. Mi parrebbe adunque che, previ e le opportune spericnze, dovessero determinarsi le dim ensioni e le modalità dei carri che meglio risponcfon o ai bi sogni dei Lrasporti nnlitari; e che, di conr:erto colle Società inlcressate, fossPro quelle dimensioni e quelle moda lità ritenute come <li regol;l , non solamente pel fuLmo accrescimento del matel'iale, ma pel gra<luale aumento di esso, ri chiesLo dalla nccessilit del co mmercio. L'attenta disarnina degli accessori sÌi.1 delle vi e, sia delle stazioni in corrispondenza coi prevedibili trasporli, indicherù pure le modificazioni e gli am meglioramenti da farsi i.n essi per una maggiore produLtibilità. In generale sono le stazioni presso di noi tropp:i ristrette di spazio e di vie. Nelle estreme, che fo rmano testate all e linee, vi sarebbe, 6 vero, luogo per fMmarvi conte·npornnearnenle da tre a cinque convogli , bastevoli pee quella spedizione gi ornaliera. di quat1.01·dici o sedici tren i, che dissi essere la massima delle vie, co me le nostr,e, ad un solo binario ; ma raramente hanno le

IN ITALIA

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vie accessorie quella lunghezza da quattroc~nto ~ quattrocento c·.in quunLa metri, ch e occo rre . a1 trem militori. Più ristrel.te poi <li spazio, e quasi sempre insufficienti , sono le stazion i inlerm,!die, dove, oltre le due vie pri11 cipali rl a rimaner sempre libe~e p~r la necess ità degli incrocinrnenti, due acccs.sone ~' l do~ vrebbcro es:,;ere di lunghezzn bastnnte at grossi trem militari. Qui dunqu e sarù da porsi atlcnzion e, esigendo dalh~ Socictù che almeno il suolo sin predisposto p~r ricevere, nll'evenienza, qmu11 e di «tuelle vie accessorie polronno occorrere oi preved ibili bis ogni cli cin scuna stazione. Questi strssi prevcdibil i bisogni delle stazion i,.e le · mocfolitù , gib convenute, dei carri daranno )a misura deO'li accessori di esse indispens.i bil i al cnr1camenlo: qu~li le bnnchine, le ram p<~, i pia'.1i, c~ric.a tori e simili ; e la progressiva loro altunzione s1 lara chelro con certo . , ~ da prendersi colle singole . S~cie~è'1. E pure da accordi da p1ghars1 colle, ~oc1ef.n do~'r,~ scaf.urire quella unificazione dcll'csercmo che. d.1~s1 essere cagione non ultima «li una discreta ~roclut11h.1htà mililare; ed. è intesa u ci,ò che , com e 11 rnaterrnle, così il personale si poss;i indifferentemente mand are sull'un o o sull'altro dei quattro gruppi onde è fo rmata la nostra rete. A raggiungere cocl cs1.o in tento è di pr~ncipali ssirnn import anza l'a~lozione di un u~ico cochce di segnali, sia per la co1-r1spondr.n.za fe~ d1 loro dell~ stazi oni, sia per quella dei guanl La coi trem e degli impiegati di questi fra di sè e colle sla.zioni .. Ess~nzialissimi fra co<lesti segnuli e fonte prei1osa. d1 ordme e di sicurezza , specialm ente sull e linee ad un solo binario, sono quelli che si trasmettono col telegrafo e servon o quasi esclnsivamen le alla _corrisponden~a fì:a di loro delle stazioni. Onde è che cw scuna ferrovia I~ quale, prevedibilmenle, possa divenire linea cli ope-


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LA QUES'l'IONE F'ElUlOVIARIA. ~IILlTAllE ·

razione sia principale sia secondaria dell' esercito o di una grossa parte di esso, dovrà sempre avere Io indispensabile corredo di una linea telegrafica; e ciascuna stazione il suo speciale ufficio; e posti provvisori saranpo preparati fra una s tazione e l'altra per segnalare i . casi di irnpodim enlo; e i fili cli I.ras. missione saranno nurnerosi abbastanza per sfogare · i particolari tutLi del servizio e la speciale gon·ispon-denza _dell'eserciLo. Studii preven tivi fatti nella pace, diranno quanto manchi a ciascuna ferrovia per quel completo assetto di servizio e come vi si abbia nell' evenienza n provvedere. Finalmente i segnali ottici ed acustici, siano ossi mobili lungo la via o fissi, come i dischi e i serrwfori, o auaccati ai treni, come le bandie1:e e i, fanali, dovranno essere dati intesi ed interpre tati secondo una regolamentazione unica, la quale noi). incepperà se vuolsi il progresso, ma sarà fonte di semplicità, di chiarezza, di migliore impiego del personale, di guadagno insomma nell'esercizio complessivo dell~ rete . '

111.

L'attuazione di tutte le indicate proposte, sia per riguardo delle linee che già esislono, sia pei.· riguardo di quelle che si costruiranno in avvenire, richiederà la costante partecipazione dell' amministtazione della · guerra in un ramo del pubblico servizio per rispetto del quale essa si è fin qui mantenuta quasi completamente estranea. Non mi nascondo che la legislazione ferroviaria attualmente vigente presso di noi, non rac:chiude alcun principio in virtù del quale possa quella _

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287 partecipazione esercitarsi in maniera efficace. Nè penso che vi si p_ervcrrebbe altrirn~nti, quando essa. amministrazione si risolvesse di farsi come rappresentare in que,;to argomento dalla sua compagna dei lavori pubblici, naturale Lutrice di codesta parte di servizi nazionali : essenclochè le amministrazioni pubbliche sono in generale in Italia troppo occupate di loro stesse e dei loro particolari bisogni, perchè da una qualsiasi di esse possa un'al!ra attendersi una eflìcaee cooperazione, ·in materia soprattutto di cui quasi le sfugga la relaliva i mportanza. Dovendosi adunque creare, per un servizio nuovo quasi come un ente nuovo che vi corrisponda in tulle le sue parti, parverni, fra tuui i partiti possibili, il migliore quello il quale, pur assicurando all'arnrninistrazione della guerra una continua , aulorevole ed illuminata vigilanza sull'argomento, valesse però a seagionarla da un troppo immediato contatto colle Società ferroviarie; con tatto che non sarebbe consono alla s·ùa natura, e ad ogni modo, non potrebbe farsi senza dare origine a innumerevoli aLtriti. Propongo adunque che l'ufficio di sorveglianza governaLivo sulle ferrovie, come è legalmente costituito quale naturale e autorevole agente degli interessi pubblici in siffatla materia, lo divenga pure di quelli particolari del l'amministrazione della guerra che ho più sopra indicati. E l'occasione di questo fare parmi abbastanza propizia, perchè, se non eiTo, è o dovrebbé essere allo studio un progetto di i'iordi.narnento di esso ufficio, richiesto -d al Parlamento nella tornata del 23 aprile 11869. Perchè l'ufficio del commissarip regio sulle ferrovie possa con efficacia adoperarsi a questo suo nuovp còmpilo,, parmi si dovesse costituire presso di lui una Commissione consultiva composta di esso commissario IN ITALIA

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288

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reg10, come presidente, di un ufficiale superiore del corpo di stato rnnggiore, di un ufficiale superiore dell'arma del genio e di un segrelal'io. Ai lavori ed alle risoluzion i di codèsta Commissione sarebbero chiamati a prender parre agenti acc:eedi1a1i delle Società ferroviarie, ei.oè uno per ciascuno clei qu::ittro gruppi nei quali si scompa rtisce la nostra rete : bene inteso però solo in quanto i lavori e le risoluzioni da prenders i tocchino ai 1oro parti.cola ri interessi. Attribuzioni di code:;ta Commission e consu!Liva sarebbero somrnariarnenle : ,1° Pl'omuoverc nei. mig·{iori e più pronti modi l'atLuazione di quelle vie che sono riconosciul(~ necessarie od utili alla difesa nazionale, vuo i.per·chè disegnate come prevedibili linee di operazione dell'esercito , vuoi perchè sussidiarie delle sue principali difese; 2° Curare che nella compilazione degli studi relativ:i acl esse .linee, e nella 101~0 esecuzione si tenga ·il debito conto degli interessi della difesa, specialmente nel ri,guardo del loro andamento e della produuibililà di cui debbono essere capaci in dipendenza della loro militare imporlanza; 3° J>romuoyere gli ampliamenti e gli ammegliorarnenti r iconosciuti necessarii delle linee esistenti e dei loro accessorii, in vista di una procluttibililà ragg:uagliata pure alla ioro importanza·; " 4. 0 Promuovere una quanto più si può completa unificazione della rete nazionale, specialmente per riguardo del personale, del materiale e dell'es~rcizio; 5° Studiare le rnodificazioni da introdursi nel materiale mobile delle linee per un migliore adattamento di esso ai trasporli militari ed alle diverse sue esigenze; 6° Preparare gli studi occorrenti perchè in caso di invasione si possano impedire le vie al nemico o renderle ad esso inutili o farne almeno pericoloso e incerto l'esercizio;

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IN ITALIA

QUES'l'IONE FE!HIOHAillA nm,lTARE

7° Raccogliere e tenere proni.e e ordinale l_e · ~otizie su 11' asseuo e sulle particolarità della rete naz10nale che più interessano alla difesa, quali ad ef·cmpio : ·. a) l'andamento delle linee espresso rn carte d1 comodo uso militare, b) i profili longitudinali di esse lin,ee, . . e) i particolari delle stazioni, dei loro accesson e delle vie, d) i particolari dell'eserciiio, e) gli specchi del personale, specialr:ien~c. per rispetto dei vincoli che esso può avere verso 11 m1 htare serv1z10, /') gli ·specchi del materiale e la sua l'ipartizione . . _ . .. lungo le linee, gì le rise,:ve del combust1b1.le, del materiale d1 riparazione e rifornimento delle lfnee e _sir?i!i _; . · 8° Finalmente promuovere cli propna 1mzrat1va la aLtuazione delle proposte tutte ricouosciute utili per lo scopo al quale la Commissione è istituita. . . E cosi . colla istituzione di. codes(a Comm.1ss10ne, . colla graduata attuazione delle sue proposte sarà dato, parini, uno stabile e durevole imp1:1lso a!la soddisfazione di quel primo còmpito dell' Amn~m1st_ra~10~e della gu~r:a per J'iguardo delle ferrovie, che ~1ssr n_ass~mers1. m completare quelle, di.fenderle, ordmarle m vista della loro maggiore produUibilità. m r imane a vedere ~~l · modo · di .servi.rsi delle ferrovie così preparate, ossia della prntica dei traspoi:ti; ~ a trattare dei più ragio:.. nevoli principii sui quali pogg.iar deve l'or_dinament~ del servizio ferroviario in guerra: e per ciascuno d1 questi due di.stinti còrnpiti sarà a_d~sco_rrere ~el rao~o come operar deve quella nuova 1~t~Luz10ne che posi a fondamento cli questo nuovo serv1Z16. A. DE

ÙJARBONNEAU

Uffìqi.ale. d'Ordvna1iza di A~NO XVI,

VOL. II.

s: M.

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l DELLA DIFESA TERRITORIALE D'ITALIA

Nell'organizzazione delle forze m?bili di. un paese si rifiuta attualmente l'antica massima dei pochi m~ buo,ni, perchè g·li eserciti vogliono anch.e essere for~1 per numero. Per contro nell'organizzazione .della fesa territoriale, è quel principio che vuols1 segun:e oggidì, e nell'indicare quali fortific~zioni sono necebsar~e contro le invasioni, non si deve più, secondo le teorie di una volta, 'proporne un gran numero ma li~itarsi a poche e quelle propugnate che sieno realmente . . . , potenti. Avendo molte prnzze fortificate e naturale che trovinsi disseminate in ogni parte del territorio, e volendole tutte dif~ndere è impossibile che non avvenga che il O'iorno dell'azione abbiano pure a trovarsi dissemina~c le forze mobili che ne avrebbero il còmpito. Questo disperdimento farà quindi sì che in nes~u~ sito le si possano concentrare per numero sup~~1or: all'allaccante, per cui si avrà minore ?robab1hta di ott~nere uno di quei successi che sogliono dare indirizzo favorevole alle sorti di una campagna.

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DELJ,A. DIFESA TERHlTORIALE D ITAUA

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Inoltre le molte piazze richiederebbero tal copia di uomini pel' coltura e cognizioni eminenti, a dirigerne · la difesa, che . in un ese ..cito difficilmente sf troverebbero. Siccome poi non si potrebbe pretendere una seria e lunga resistenza da una piazza. di cui tutti gli abitanti fossero, in qualsiasi parte che si rifugiassero, esposti al bombardamento, sono necessarie opere molto avanzate per impedire od almen ritardare questo flagello, e non può più essere una piccola città che in tal modo rossa essere difesa o che convenga di farlo. Di più il difensore ha bisogno di aver molti ricoveri alla prova. Di questi le murature, come di ogni altro particolare dell'opera, devono essere sottratte alle viste dell'attficcante, perchè all'urto dei proiettili non è più altro che ferro e sabbia o · terra che si possa ·opporre. È adunque necessario che si organizzino i baluardi a grandi profili. Deve quindi risu ltare una cosa molto costosa lo stab ilire una piazza forte ed organizzarne ]a difesa, a tal che le conciiziooi finanziarie di un pae~e non potrebbero sopportare il peso per molte di ·esse. l\fa non basta l'osservare questo solo princ1p10; occorre altresì che delle piazze forti sì abbia riguardo all' ubicazioncl. Noi vedemmo nella recente guerra franco -prussian a, la caduta di Metz; che pure si annoverava come di primo ordine fra le piazze fortificate d'Europa. Questa fortifieazione cadde non perchè deboli fossero i suoi ripari, ma perchè non poterono servire allo scopo pel quale erano stati eretti. Il che prova che era fuor di posto quel baluardo su cui la Francia faceva tanto assegnarrn~nto per difendere la propria integrità. Questa piazza infatti, allorchè minacciata, non potè esser soccor:3a dal ridotto centrale della di-


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DELLA DIFESA. TERTllTORIALE

fesa che era Parigi. Come perno strategico non era: dì tale importanza per alimentare lungamente un esercito così numeroso come quello che vi si concentrò e vi si lasciò rinchiudere. Per ciò non fu possibile evitare la sua caduta per farne. Ma tutto ciò non dipende da altro che dalla sua posizion e troppo avanz;:ita rispetto al paese, per effetto della quale non fu possibile su dì essa concentrare neppur le prim e riserve dopo gl' insuccessi di Forbach e di Woerth, e dove tte fin da lle prime fasi della campagna essere abbandonata a se stessa contro un nemico che per la straordinarietà delJa. forza di cu i disponeva polè condannarla a sorte còsì infelice. Ed è importante notare essere stato il disastro di Metz in questa. campagna tanto micidia le per le sorti francesi poichè quei corpi che ivi dovel.lero deporre le armi si trovavano composti di quadri i più completi e della truppa più istrutta, come è generalmente quella disponibile per una prima mobilizzazione. Della qual perdita sarebbe minacciata ogni altra potenza che imitando la Francia, continuasse a ravvisare come nucleo di difesa appropriata una località tanto prossima alla frontiera . Nè varr~bbe per scusare siffatto et'rore la convenienza di coprire da un'invasione ubertose provincie, rnggnardevoli città, poichè trovando la sorte avversa nulla si potrebbe salvare avendo voluto tutto coprire. Oa siffatta considerazione io ne concludo che, acciò una fortificazione possa servire come di nudeo di difesa allorchè lo Stato trovasi invaso dal nemico, è necessario che essa sia ben collecrata colle parti più ,•itali del paese, ma che in ness~n caso possa trovarsi alla slia frontiera. Ciò posto, venendo a ragionare della difesa d'Italia, la prima cosa a studiarsi sarebbe: ove per proteg-

D'ITALIA

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:gersi da un' invasione francese o germanica si doYrebbero stabilire le opere più àvanzate.,Nelle vallate che contengono le strade di comunif"azione fra due paesi, separati da uua catena di montagne, trovansi spesso posizioni dalle quali, opportunamente occupate, con poche forze , si può ritardare di qualche giorno la marcia dell'invasore. lo non vorrei collo sconsigliare di fortificare questi siti mostrare di non . conoscere l'importanza del guadagno di qualche giorno sulle mosse del nemico nel concentramento sul punto decisivo delle truppe che devono arrestarlo . Ma non è a queste fort ificazioni di minor entità ch'io alludevo nel dire che non dovrehbl;lro trovarsi in tanta vicinanza della frontiera. lo intendeva di limitare quell'osservazione alle grandi piazze e così concluderne che, Torino e Milano non dovrebbero essere fortificate, sebbene possa sembrar doloroso lo abbandonare questi grandi centri all'eventuale occupazione del nemico. Ammessi questi principii, ci si affaccia subito la domanda se il quadrilatero veneto ad essi corrisponde. QuesLo come è costituito comprende due fortezze, Verona e Peschiera che sono piazze-frontiera . Io quindi non esito un momento a dichiarare che per la sua posizione non vi corrisponde. ~fa neppur vi combina per la relazione che passa fra le fortezze che lo for. mano e per le condizioni speciali di caduna di esse. Imperocchè mentre in un sistema dì difesa italiano dov rebbe essere Mantova la piazza di prim'ordine, lo fo da noi conservata Verona, come lo era nel sist~ma ·di difosa austriaco. Perchè mentre per la difesa d'Italia <lovrebbe Verona presentare le sue migliori fortificazioni dal suo fronte a nord, ti:ovasi ancora da quella pa rte quasi allo scoperto, ed ha le sue opere prin-ci.pali sul fronte di mezzogiorno. Perchè mentre sarebbe.


DELLA DIFESA TERRITOlUALE

essenziale che la fo rtezza principale di questo sistema si trovasse a. cavallo del Po per dominarne ambe le sponde, vi ma nca affatto una for tezza che corrisponda ·a tale scopo, e l\lantova è troppo avanzata 111 una palude per poterlo raggiungere. Se in questo stato di cose, Verona, che non è ben difesa dal nord , non potesse resistere ad un improvviso attacco da quella parte, noi ci troveremmo nuovamente nella con diz ione del 1866, di doverla espugnare senza aver co me allora la risorsa di veder risolta la questione del suo possesso sull'El ba anzichè sull'Adige. O se avesse luogo un'invas ione ger manica con forze prPpond(~ran ti che Si potessero stendere al Po, prima che noi ci si fossimo concentrati, potreb be essere che questo quad rilatero ven isse accerchiato e fossero paralizzale le forze che vi si trovassero, co me accadde all'esercito di Bazaine sotto a Metz. Sa rebbe eliminato un tale pericolo quando la piazza principale di questo sistema dominasse il Po; ma quale spesa non occorrerebbe per raggiungere questo scopo ? P'er le ragioni che verrò ad esporre nel seg ui to di questa Memoria io non potrei consigliare di profondere tesori per simili costruzioni.· Inta ni.o vorrei che si avesse invece il co-raggio di demolire una parte delle opere avanzate di Veròna e Peschiera. Premesse qu este idee le quali solamente per esclusione sono avviamento a risolvere il problem a che mi sono proposto, enlrerò in materia seguendo una via più diretta. La capitale di uno Stato essendo fra le città Jn più importante, io ammetto che debba essere a preferenza di altra fortificata . . È dunque da Roma che avrebbe centro il sistema di difesa territoriale che sto peresporre. Questa enunciazione di un'idea totalmente opposta 1

295 alle ma8sime che ha testè sviluppato uno dei •più stud iosi generali del genio, il generale Brignone ('I), alla cui opin ione siamo da lungo abituati a del'erire, potrà.parere arriseliin.~il. È perciò necessario ch'io entri in tal questione con qualche sviluppo, se non altro per render minuto conto all'autore stesso dei motivi pci quali non potrei deferire al suo avviso . Egli ha dichiarato che fortificar Roma sarebbe un errore; io cercando di riandare i motivi ai quali possasi essere appoggiato per formulare questa tesi, ·credetti di rilevare che essi varrebbero più per provare che la ca pi tale non do vea esser trasportata a Roma _che non per combattere il p1·incipio di fo rtificare la città più importante dello Stato qual è la capitale. Infatti a proposito della tes i generale sulla convenienza o meno di fortificar tale primaria città, egli non dice altro se non se che tale questione non è stata ben definita, me ntre fa conoscere che . preferirebbe che la cap ir ale fosse rimasta a Firenze poichè ivi avrebbe meglio soddisfatto alle condizio ni che al § Y stabilisce pel ridotto centrale della difesa di uno Stato, secondo il concetto che egli se ne è formato. Riservandomi a far qualche osservazione a questi principii, io farei intanto notare che forse quelle idee erano applicabili prima del 20 settembre dello scorso anno, ma che da quell'epoca in poi più non lo sono. Che Roma dovendo essere la c;-ipitale, come è stato solennemente decretato , acquisterà su tutte le altre città del Regno qu ell'ascendente per cui la sua caduta, dopo una guet'ra combattuta ad oltranza contro un invasore, segnerà il momento in cui l'Italia dovrà piegare la fronte. Che invece non sarebbe ammissibile ch e la caduta di un nucleo di difesa stabilito (l) V. Ri'Vista mi~itare italiana, dispensa del febbraio 1871.


DELLA DIFESA TElll\lTORIAL.E 296 in un'altra regione dello Stato dovesse poter imporre la resa al capo della nazione, al parlamento ed a tutti gli altri poteri che non avessero abbandonata la capitale. Che qu indi Rorua dovrù costiLUire da sola o far parte del ridotto finale della difesa. In quanto poi all'id ea di massima, se una capitate debba o no fortificarsi, ammetto anch'io che lo opinioni state emesse possono essere discordi. Anzi a me pare che oon possa essere diversamente, dal momento che vi son capitali che nelle condizioni attuali dell'Europa non hanno bisog110 di essere fortificate. Atpmetto di più che il Belgio abbia avuto argomenti calzanti per impi egare i s11oi tesori a fortilìcare di preferenza Anve1·sa che Bruxelles, ma non tutLi quegli argomenti potrebbero essere impiegati per sostenere una tesi di massima. Nè può essere che quanto fu creduto conveniente pel Belgio abbia ad esserlo aHresi all'Itn lia, dal momento che fra i due Stati non vi è alcuna analogia; perch è mentre l'uno ha l'esistenza garantita dai trattati ·internazionali, l'altro non ha per assicurarla che l'impiego delle proprie forze . Che se il Belgio ha risolto tale questione lascian do la sua cap itale in balia dell'attaccante, si può contrnpporle la Francia che per risolverla profuse tesori a fortificare Parigi. Nè si pub dire che sia stata sempliceme nte sfiorata la questione di massima alla tribuna francese nel 184-1, che anzi vi trovò adeguato svi luppo . E Thiers che fu il principale propugnatore di quella legge non credo clte ora rimpiangel'à gli sforzi che fece pel' dotare il proprio paese di sì valido baluardo, che se -non fu sufficiente per salvare r integrità del suo territorio, ha diritto al van to di · averle sa-lvato l'onore delle arm i. l\la a che insistere su questo argomento, quando lo

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D ITALIA

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stesso generale Brignone ommette implicitamente la convenienza che la capitflle sia fortificata? In fatti non è appunto coli' es0mpio delle fortificazioni di Parigi che al § IV dimostra la convenienza di avere un r idotto centrale fortemente costituito? Non lamenta, § YJII, l'attuale condizione di coso che imp ed isce che la capitale possa trovarsi in mez'lo alle fortificazioni che egli :.ivrebbe immaginato in ml d'Arno? Ma passiamo ad esame i principii che egli insegna al § Y. Lo prima sua massima è che il ridotto centrale sia unico. A questa io nulla avrei ad oppon·e; se vi è cosa che richi ed a unità d'azione, è il far la guerra. Neppur io adunque potrei ammettere due ridotti cen trali. l\Ia è appunto per questo che non vorrei stabi lire qnesto ridotto disgiunt.o dalla capitale per non incorrere nel pericolo di averne due invece di uno. Ma pretendérebbe forse il generale Brig-none c:he per evitare i due centri, dopochè fosse dichiarala la guerra, i poteri dello Stato dovessero abbandonare Roma ed invital'e il corpo diplomat1eo a segui rli per rinchiudersi nel ridotto che egli progelta sull'Arno? Questo sa rebbe mettere il paese più presto a disposizione del nem ico quando nel ridotto sull'Arno si dovesse soccombere. Se tale non è il suo concetto, avrebbe forse qu ello che il comandante del ridotto su ll'Arno dovesse dettar le con.dizioni di resa della co.pita le, dovesse rins:;umere in sè ogni responsabilità di governo, di diritto e di fatto? _ Del resto coll'uoità ch e in segna debba avere il ridotto centra le, io non so combinare l'idea del ridotto che egli propugna. Egli si è preoccupato del faLto che i Prussiani circonda rono Parigi, mentre prim a di qu esta guerra dalla maggior- parte dei militari credevasi che una tal piazza non avrebbe potuto esser completamente investila. Perchè un tal fatto non avveuga.


DELLA DIFESA TERRITORIALE 298 propone che per ridotto centrale invece di un punto solo, come si deve cons·iderare Parigi, si debba addot.:. tare una linea. E quella che egli propone lungo val d'Arno mistlrerebbe da Pontassieve al mare non meno di 11,J O chilometri. Quindi, percbè sia salvo il principio dell'unità, bisognerebbe che Pisa con Firenze con Pontassieve potessero formare un'opera sola. Il che è qnanto non giungo a comprendere, anzi confesso che da quanto finora ne conosco, a me pare che abbia mal qu1?-lificato come ridotto centrale un insieme di opere che avrebbero per solo scopo di creare una barriera. Stando però in attesa di ulteriori dilucidamenti in proposito come ha promesso di dare con altre Memorie {'I) mi limiterò per ora a notare che essendosi l'autore di questa idea preoccupa to solamente di evitare il pericolo che il ridotto centrale possa essere circuito per es;:.ere tutto in un punto solo come Parigi, non ha avvertito che facendo lo consistere in una linea, questa potrebbe essere dal nemico spezzata o girata. · La seconda massima insegnata dal generale Brignone per il ridotto centrnle, è eh~ debba trovarsi più vicino alla frontiera minacciata che alle altre, perchè i soccorsi sieno poi pronti ed efficRci dove il bisogno è più' grave e minaccioso. Forse potrebbesi dire cbe questo principio zoppica teoricamente, in quanto che se uno Stato avesse a temere da due frontiere opposte, dovrebbe far uso di diverso ridotLo centrale secondo· che l'una o l'altra fosse la parte minacciata. Eppoi se questo principio fosse incontrovertibi le, se ne dovrebbe dedurre che Parigi, la quale è il ridotto della Francia, è ben situata rispetto al paese

(I ) Ciò fu scritlo quando non era pubblicata che la I• Me-

moria del generale Brignone

299 per una guerra colla Germania, perchè si trova più vicina alla frontiera prussiana, che Berlino alla frontiera francese. Ma perchè i Francesi hanno sempre agognato di ripristinare la comune frontiera colla German ia al Reno come lo era all'epoca dei Ror11ani? Non è forse perchè le idee di Vauban a questo riguardo eransi fatte popolari, che in massima arnmet- . tevasi che la capitale fosse troppo esposta perchè trop'po prossirna alla linea frontiera? ·E che cosa prova lo aver dovuto trasferire durante la guerra la sede del governo a Tours prima, poscia a Bordeaux, s'e non se che Parigi avea il difetto di essere troppo prossima alla frontiera prussiana'? Io quindi ammettendo che la capitale debba essere il ridotto centrale, non posso ammettere senza grandi riserve questo principio teorico, e se non altro, <leggio eliminarlo per la considerazione che lo andar incontro allo smembramento del governo in tali estremità, come ha dovuto subire la Francia, non può a meno di avere grande influenza sulle sorti della guerra. Per ultimo, a proposito del l' ubicazione di questo ridotto, aggiu·ngerò. che ammettendo , secondo l'idea dello stesso generale Brignone, che l'Italia peninsulare debba ritenersi più sicura da un'invasione che la c0ntinentale, io non so perchè possa essere errore lo stabilirlo alla metà di questa parte più forte. La terza massima, propugnata dallo stesso autore,. P. che il ridotto trovisi al nodo almenu delle principali comunicazioni ordinari e e ferroviarie, e sepossibile al nodo unico Ji tutte quelle che da una frontiera conducono alla diametralmente opposta. A questa massima non avrei fatto osservazione se avessi potuto consÌderarla astrattamente, ·ma non posso· astenermene pel modo con cui la veòo 11pplicata. È con una linea che misura oltre a ·100 chìlometri, cbe, D'ITALU


D' 11'ALIA DELLA DIFESA TERRlTOLUALE 300 interseca diverse comunicazioni, senza che questo incontro abb ia luogo in un punto solo. Come dunque si trova ancora lontano dall'aver trovato il nodo unico di cui sopra I Ma se io propongo di stabilire il ridotto centrale cli ·difesa alla capitale è appunto perchè io ammetto t.:he se questa città non lo è, sarà per diventare uno dei migliori nodi delle diverse linee stradali. La quarta massima sarebbe che il terreno attorno al ridotto centrale dovrebbe essere per configurazione appropriato alla difesa. E per quinta aggiunge che il territorio in quei dintorni deve essere ricco di risors~ d'ogni genere. A questa doppia proposizione panni che si possa contrapporre, che se il territorio dei dintorni di Roma invece di essere fertile e ricco è attualmente squallido, lo si può ravvisare appropriato a ricevere delle fortificazion i perchè in tale condizione si risolverebbe il problema dell'imposizione delle servitù militari senza tanto ledere gli interessi privali. Che poi col for tificare una piazza venendosi a dichiarare essere il terreno attorno ad essa destinato a diventare un giorno il campo di una lotta, non può essere necessario che quel terreno sia fertile, nè che sia coµerto, di costruziorl'i, opifici e si mili. Allorchè traltossi al parlamento francese di decretare le fortificaz ioni di Parigi, coloro che erano avversi al progetto non mancarono di produrre l'argomento che p'el motivo che erano tanto fl oride le campagne di quei dinhorni, percbè erano così seminate di costruzioni di ogni genere, non era conveniente .di trasformarle in un campo di battagli a. Avranno avuto maggior fonda.mento costoro nell'esporre tale idea, o -chi vor rebbe osteggiare le fortificazioni di Roma perchè ne suoi dintorni la _campagna è squa llida ? Inoltre osserverò ~he se il terreno nei dintorni

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d~lla piazza fortificatR non présenta risorse, è l'assedian_te ~he p}ù ne soffre; che se la piazza trovasi ~ssa1 d1sta~te dal teatro della prima lotta può avere rl tempo d1 provvedersi abbondantemente di vettovaglie. Ch_e que_sto_ sa rebbe il caso di Roma la quale trovandosi assai distante dalla vallata del Po, che in una grande invasione non mancherebbe di essere il primo _teatro de)l a guerra, avrebbe tempo a provv~ders1. Che poi nel caso speciale di questa città ~1s~gna ben crcdére che applicatavi la legislazione 1tal1ana debbano :in non molto tempo cambiare di aspetto le campagne che la circondano, che vi debbano affluire le ricchezze come nei dintorni delle altre metropoli. B finalmente che se Roma capitale ha potuto essere tortifìcata ali' epoca della sua prima grandezza sotto gli imperatori, lo ha potuto all'epoca dello splendore del pontificato, potrà esserlo ancora un'altra volta, mentre gl'Italiani, col farne sede del gove1:no, c~rc~n_o di ispirarsi alle memorie di quei tempi p_er rndmzzarla nuovamente a grandi destini. Questi sono i motivi pei quali l'autol'ità del nome di chi ha , esternato un'opinione contraria non mi potè sviare dall'idea che sia necessario nel sistema di difesa territoriale d'Italia di incominciare da Roma . Che se ?o~ pote~ trovarmi d'accordo su questo punto, son pero lieto d1 poter subito indicarne un altro in cui l'uniformità di vedute è completa, e questo si è che se la capitale di uno Stato viene fortificata deve esserlo in modo potente. ' Pe_r dar quindi un qualche sviluppo aìl' idea ché a:7re1 su_! modo di fot'tificar Roma, io non saprei fàre d1 megl~o. che prender le mosse da quanto si fece p_e r Par,g1, stantechè io non conosco che sieno stati fatti degli studii in proposito di Roma. Ma per un'opera così colossale può ben bast_are il rapporto delle


302 DELLA DIFESA TEHlUTORJALE principali circostanze di ognuna delle due metropoli per dedurne una valutazione abbastanza esatta. La Roma d'oggicH è lontana dall'essere per ampiezza equ ivalente alla Parigi d~l 18,i- 1. Ma Roma per effetto del concentramento in essa dei grandi poteri dello Stato, delle amministrazioni cen trali, e di tutt0 qu anto forma generalmente l'attìraggio di una capital e, dovrà aumentar molto di popolazione. Inoltre dovendosi stabilire un nuovo recinto non basterà che si abbia riguardo a lasciar campo a questo svi luppo; bisognerà aver cura di stab il irlo in modo che in defin itiva risulti più discosto dall'abitato di quanto non si trovi ora, massime in qualche punto, la cinta di Parigi, perchè delle artiglierie d'oggidì il campo di tiro è molto aumentato da quanto non era· 30 anni or sono. Ne verrà quindi che Io sviluppo della cinta continua non potrà es~ere per Roma gran che minore di quanto non sia quello ,di Parigi. Anche i forti staccati dovranno essere spinti più avanti per effetto dell'aumentata potenza delle artiglierie. Quindi il poligono esterno da essi trace.iato non potrà esser certo minore di quello di Parigi. Noterò anzi che il corso della Senna, colle sue grandi lunate, potè dispensare Parigi dall'avere dei forti staccati in qualche parte del suo circuito, che lo stesso vantaggio non presenterebbe il Tevere che ha un corso meno tortuoso. Quindi i forti staccati da farsi attorno a Roma non potrebbero essere in compiesso di minore entità di quelli eseguiti attorno a Parigi. Se a queste circostanze si aggiunge ancora che le fortificazioni d'oggidì devono essere mo,dellate · sopra un tipo, che per i maggiori profili, per i ricoveri a prova ed in qualche caso speciale per le opere in ferro che si richiedono, sarebbe più costoso che quello stato adottato dal genio francese nel 1s.u, ne verrebbe 1

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303 che in massima la spesa fattadai Francesi attorno a Parigi dovrebbe essere superata dagli Italiani intorno a Roma . Ma calcol~nclo che nell'acquisto dei terreni nell'Agro romano s1 potrebbe fare qualche economia ~mila corrispondente spesa d'acqu isto che era stata valutata pei teTreni dei dintorni di Parigi, io, sebben voglia per Roma una fortifìcazione potente, credo che si potrà limitarne il costo a quanto fu assegnato per quella di Parigi nel ,J 8,U . Per essa fu aperto al governo un credito di ·140 mi lioni, senzachè in quella valutazione di lavori si fosse calcolata per intero la grande cinta. Perchè non essen do ancora stabilite le idee sul metodo che convenisse adottare per la ch iusura delle 35 porte di città, si doveva lasciare una gran l,reccia nell a cinta in corrispondenza di. caduna di esse, e ciò doveva motivare ulteriori assegni. Tal somma adunque di 140 milioni dovrebbe stnnziarsi in parecchi anni successivi sul bilancio italiano per quell e di Roma . Parrà grave questo sagritìcio e forse ad alcuni esagerato. In quanto alla sua gravità io risponderò, che quando si vuol raggiungere nn fine non è il cnso di sollilizzare sui mezzi. In quanto all'esagerazione del calcolo dovrò anch'io rimettermi agli studi che in proposito il governo farà fare . Ma fin che questi non si hanno , per dimos1rarne l'esagerazione converrebbe provare non fondato il criterio da cui sono partito. Che se grave deve essere la spesa di tali fortificazioni si avrà un lato di conforto quando si pensi che in virtù loro, invece di esser Roma un elemento di debolezza per noi, come lo sarebbe sicuramente nel sistema di difesa escogitato dal genernle Brignone, lo sarebbe di forza. L'imponenza delle sue fortificazioni renderebbe necessario l~n esercito straord inariamente 'grande perchè potesse essere debellata. Per ~ui avverrebbe che, appunto per la loro forza, siffatte D'ITA:LlA


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DELLA DIFESA 'l'EllRl TOUIA LE

fortificaz ioni invece di atlirare allorno a Roma il nemico, ne lo nllontanerebbero . E su questa osservazione io credo di dover insistere perchè non posso vedere con indiffP,renza il pregiudizio che hanno molti, che le fon ificazioni sieno fat te per attirnre il nem ico contr·o le piazze, per cui se esse non hanno servi to in una guerra combattu ta ne vorrebbero anche concludere che sieno si.ate meno opportunamente preparate. Questo pregiudizio è la ?Omp leta negazione del noto adagio si vis pacem para bcltit1n, epp ure ha radici più profonde di quanto a molti non sembra. E se per debellare qu01la gran piazza do_vesse occorrere un esercito molto numeroso non v1 sarebbe più tanto pericolo di sbarchi di truppe nemiche nell'Italia peninsula re; chè il supporre uno sbarco co~ì numeroso da poter sommin istrare la forza necessana pe r circondal'la non sarebbe possib ile per nessuna potenza marittima, pel motivo che non troverebbe il ma teriale di trasporto occorrente. Quindi ne verrebbero minori esigenze nella sistemazi one delle opere di difesa della rimanente par te dell'Italia peninsula re. Anzi senza preoccuparmi delle opere di minore imriortan za, de~t!nate a ,crea_re i_n data località un semplice posto md1tare, ne dei m1gliorament1 che potrebbero esser fa tti a qualcuna del~e piazze esistenti, io non esito a con cludere che fortificata così Roma non sarebbe più di prima necessità si avessero a creare al tre piazze in quella parte d'Ita1ia, sebbene con qua lcuna di esse fo.sse facile assicurare . , ' qualche altro vantaggio strategico. . Dal che deducesi che come non rm trovai d accordo col generale Brignone, circa lo stabili mento ~el ridotto centni le di difesa , non po tei neppure segmre quelle pro dotte in un recente lavoro su lla Di:fesa 1e.nerale d' Italia òel mio amico generale Bruzzo, 11 quale

rnvèce di uu a so la. Lii piazze nuove ne propo1;e otto ol t!'è allu ricostruzion e di Civitavecchia, Gae tèl , Cap ua t·d Anr.ona . Orn · non mi resta c:he esporre le mi e ;dee ~ul modo di difendere la vall ata del Po e di impc~dire r:h e da essa il nernico possa .:gevolruellte passMe nell 'I tnlia pe ninsulare . D1:dl e idee ch'io ho premesso in torn o ai si ti ehe non f'.red o appropri ali pe r l'el'ezione di nuo ve opere cl i for tif}c;izionc di grande itnpOt'l.(ìJJ Zcì,, ris ul ta ch r} ne{ easo di unn S!'.Oitlru in!dice Cile fosse~ avvenu to fr a le lrnppe di prima mobilizzèl zio ne ed il nem ico cho sbo ccasse dalle valla Le, io vorrei concen trarrni total11;erHe sulla destra del Pò. Ch e· lasee r-ei all'invasion e nem ica la sponda si nistrn , trann e qvanto di essa potesse esser pr-otetto dall e fortezze che già esì's tono. Ques t.o rìcbiederebhc ad1rnque che su ll a destra del Po fosse scelta un a o più posizioni ove all'uopo poter fare tale eon centr<im ento. Qui si prese ntano du e casi : quello di una guerra co ntro la Franc ia, que llo di una contro la Germania. Ma se, per un caso carn e per l'altro, una sola posizi one potesse basta re, sembrami che un_ grande van taggio se ne realizzerebb e, qu ello di pote1:e in qu esta uni t a posizione con ce ntrare tutt i gli slorzi da rend erla realm ente forte. E studi ando sollo questo punto cli ' vista le partìcolari tù della vallata dei Po, io mi convinsi ch e Piaeenza sarebr-;> e il puni.o che ri unirebbe doti siffatte. Piacenza trovasi quasi al, centro· ddla vallata . È siL tiata sn!l a sponda destra del finme ed è abbastanza vicin·a ad esso da poter con una testa di ponte dom inarne anch e fac il mente la sinistra. Contemporaneamente essa · trovasi assai vi cina ai contrafforti estremi dell'Appenn ino, per cui non potrebbe ta nto ANNO XVI, VOL. 11.

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DELLA DIFESA TERRITORIALE

o' ITALIA

facilmente esserne separata. Quindi si puè> dire che essa in certo qual modo appartiene ad ambedue le grandi linee di difesa che· sono il Po e l'Appennino. Condizione questa che non ha comune con veruna altra delle città dell'Italia centrale. Essa inoltre può essere messa in facile comunicazio ne e sicura con Genova ed · anche colla Spezia, cioè coll'emporio commerciale il più ricco del paese e colla prima stazione della nostra marina militare. Con tali qualità, Piacenza sempre si è presentata a miei occhi come un punto singolare della vallata, come il punto eminéntemente strategico, come quello che quando fosse convenientemen Le m unito potrebbe servire di appoggio ad un esercito sia avanti che dopo della battaglia. Se le circostanze nelle quali si fosse aperta la lotta non ci avessero permesso di andar inc~ntro all'invasore per dargli battaglia co11 forze preponderanti, su questa piazza dovrebbe aver luogo il conce ntramento come il punto 'più favorevole per riunirvi la massima parte delle forze, tanto dai diversi punti della valtata del Po, che dall'Ital ia peniusulare. Quando uno scontro infelice avesse già avuto luogo sia in Piemonte contro un invasore francese, che sulle pianure lombardo-Yenele contro un invasore germanico, anche il concentramento . delle forze battute per lo stes;o motivo dovrebbe esser fatto in quel sito. Ed ivi dovrebbero trovarsi armi, munizionamento, viveri ' per riordinare l'esercito e me'tterlo in grado di riprendere l'offensiva alla prima occasione. Chi operassealtrimen li, se contro un esercito francese, gli lascerebbe liber'o il passo a lutta la Lombardia, a gran parte dell'Italia centrale e vedrebbe forse rinnovato il fatto di un nuovo Annibale che dopo di aver rotti sulla Trebbia i difensori d'Italia superò gli Appennini per recarsi su Roma ; se contro un esercito

tedesco, lo lascerebbe egualmente libero di rimontare la valle del Po e di portarsi contro glì' stessi Appennin i per passare nell'Italia peninsulare. Piacenza adunque sarebbe il punlo della vallata che, secondo il mio concetto, dovrebbe esser fortificalo nel mo do il più saldo. Essa dovrebbe costituire un gran campo trinceralo con testa di ponte sulla sinistra del Po. Essa dovrebbe esser munita di fortificazioni permanenti, chè l' epoca delle fortificazioni cosi dette miste io la ravviso cessata, almeno quando si tratta dei punti più imporlanti dello Stato, quelli ai quali io intendo di limitare il mio dire. Essa dovrebbe avere tutto attorno dei forti staccati che preservassero per quanto possibile la città da un bombardamento. Sarebbe insomma una piazza della forza ed imporlanza di quella d'Anversa ch'io immagino in tale posizione. Ma al giorno d'oggi una piazza come si potrebbe fare di Piacenza, anche stabilendovi un campo trincerato, potrebbe sempre essere accerchiata. Quindi per una difesa, invece di far assegnamento sopra una sola piazza, bisogna farlo sopra due ,o più che formino sistema. Al quale scopo io crederei che si dovesse con tare sopra Alessandria. Questa piazza è il nodo più importante del sistema ferroviario del Piemonte e Lombardia come lo sarà altresì delle due linee destinate l'una alla Francia, l'altra alla Germania. In una guerra colla Francia sarebbe imprudenza grande lasciare a disposizione del1' invasore tutto il materiale mobile delle linee che ad essa fanno centro. Anche. in una guerra contro la Germania potrebbe essere necessario di ricoverare al sicuro una parte del materia le della linea lombardoveneta, nè in tal caso si troverebbe più sicura staziona di questa. Quindi è che Alessandria, indipendente-

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DELLA l)Jf<'ESA TE RRITOf\JA LE

mente dall'id ea di azione cornbinnta con Pia ce11za •. d~vrnbhe esse re forti {ìr.ata per consideraz ioni che le sono specin li. Ma u nu volta ammessa questa necessitb,. 11ulla di più oatunile che cercare di sfruuarne l'a zione eom bi natn, lu quale principalmente consist~ nel rnfforzare la li nea de l Po nel tratto in cui per essere· q11 asi ad dossata agli estremi con trnfforti dell 'A ppennino megli o si pres ta arl .una di f·ensivn . Stabil itP. quesLe due piflzze com e nu cleo dellu difesa, da una p;;i rte dell'Appenn ino, io ne vo rrei un 'altrn da quel la opposta. E dessa è Genovu . L'importanza di Genova non vi è chi non vegga. Essa è il primo empo,·io del commercio italic1no; perciò se si In sciasse soccombere, si priverebbe lo Stato delle immense risorse· che .essa può du re al la difesa, e se ne varrebbe io veee il nem ico a nosLro danno . Essa è piazza f'one e l'unic a sulla quale attualmente potrebbe qualche poco contare il pa ese, in vistn dello stato in cui trovansi tutte le alt1·e, nessuna delle quali più corrisponde ai bisogni dell'epoca . Mentre Genova più si disti ngue per le difesenaturali della toea li tà ehe per le opere delle quali fu munita. Inoltre Genova forma burriera su lla strada del littorale da Frnn rria nll'Ilnlin, e 1,i on Lenerne conio,, nel sistema di di fesa pr r in tereettn rc· .tal e eo rnnni cazione sarebbe errore troppo grave, tanto se si trattasse di una guerra eon tro la Franc ia, quDn l ù se di una contro la Ge rma nia. lmp erocehè ne l primo casochi l'nbbandonasse la scierebbe este ndere J' invas ione ad un paese ehe san>bbe ' capaee di energica diresn, e l'nbba nd onDrla nel secon do sarebbe un priva rci dE:lla fa coltà di poter avv inre soprn Alessandri,) e Pincenza le risorse de!l'ltalia meridionille, dopo ,were profìttn lodella via di mare , che all ora probabilmente ci sai·ebb e c1per ta. ..Ma se Genova deve esser munita, perchè ricca sede,

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309 ·,comm erciale, dovrassi pure fortiffoare la Spezia, perchè il più importante fra gli stabi li menti della marin a militàre. Co tali fortificnzio ni doHan no ave re lo scopo di gara nti rla non solo dagli insulti di una flotta ma be n anco dagli att.acclii di un esercito di terra : E non solo dovrà prevedersi il caso di trn ppe da sban:o, che vogliano sorprendere lo stab ilime nto, ma altresì quelle di nn corpo che dalla vallata del Po, Lrave !',-ato ·l'A ppennino, potesse esse r tentalo di impadronirsene. Spezia dunqu e è destina la a diven tare una gran piazza ·di g uen a. Si avrebbe perr,ib un comp lesso di qu nttro grandi pi,nze, le quali pcrchè potesserp formare un so l nucleo di difesa dell 'IL:i!ia continentale dovrebbero essere frn di loro conn esse 1 nel modo il più diretto e sicuro. Esiste già una buona comunicazione, perchè composta -contemporaneamente di linea ferrovia ria e di strada ,ordinaria. fra Alessandria e Piacenzu, e fra Alessandria e Genova, ma lo stesso più non si può dire fra Pia·cenza e Genova, fra Piacenza e Spezia , fra Genova e. Soezia . F;·a Pia cenza e Genova si sta ora costruendo una strada ordinaria, che per le valli di Trebbia e Bisagno stabilirà una comunicazione, la quale se pel tracciato potrà dirsi diretta, non lo sarà a,ilitarmente parlando, perchè il dover superare gli Appennini non può a meno che renderla disagevole. Per provvedere adunque .alla difesa si rende necessario di aggiungervi una ·line·u ferrovia ria. Tra Piacenza e Spezia manca totalmente la strada dirella ordinaria come la ferrata, nè sarebbe tanto facile averle. Bisognerebbe approssimarsi a Parma -od a Genova onde profittare di una vallata per stabilirle . È o-ià crran tempo che trattasi di costrurre una ferrovia f;a Sbpezia e Parma; ma siffalla linea, mili-. D lTAT.JA


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DELLA DIFESA 'l'ElUU1'0nlALE

o'JTALIA

tarmente considerandola, io la trovo totalmente in° difesa e perciò di poco utile in una guerra d'invasione. Preferirei perciò che la comunicazione fra Piacenza e Spezia avesse luogo per Genova , col mezzo della strada ordinaria e ferrata, delle quali ho fatto cenno or ora, e da questa piazza a Spezia col mezzo con cui desse possono comunicare fra di loro per terra o per mare. A riguardo p.oi della comunicazione per terra fra queste due piazze, osservo che la linea ferroviaria già in esercizio fra Genova e Sestri, ed il tronco in costruzione fra Sestri e Spezia non potrebbero essere di aiuto alcuno alla difesa se il mare non fosse libero; condiz.ione che in una guerra contro la Francia ci mancherebbe i:,robabilmente. Io quindi faccio voti perchè la comunicazione ferroviaria fra queste due sedi della nostra. potenza marittima possa un giorno migliorarsi, coll 'aggiunta di altrn linea più interna, che dìpartendo::ìi dalla Spezia seguisse le vallate del Vara e di Lavagna per raggiungere in q uella dì Bisagno la progettata linea di Genova e Piacenza. Ed ho tanta fede in nn avvenire più florido pel nostro commercio, se non ci arresteremo nel mov imento che abbiamo iniziato sosti tuendo il lavoro all'inerzia che dominava ii paese ancor pochi anni or sono, che non credopossa mai essere un'utopia questa mia idea. Ma osserverà qualcuno che a questo modo per provvedere alla difesa del paese non solo venni a proporre la costruzione di opere fo rtificatorie ma anche dei lavori stradali, ai quali da tanto tempo si tengono estranei gl'ingegneri rnilita1;i. A questa osservazione risponderei che Vauban allorchè dovette studi,) re il sis tema difensivo della Francia non si liniitò solo a determinafe i punti che doveano essere muniti di opere fortificatorie, ma si occupò altresì della siste-mazione dei canali e fiumi navigabili che costituivano.

al lorn uno de'migiìori sistemi dì viab ilità. Che anzi non furo no fra i frulli del di lui ingegno dei m.eno apprezzati gli studii o proposte che fece ond e perfezionare il canale di Lingundocca per mettere in comunicazione fra di loro i due mari che bagnano la · Francia; proposte delle quali molle sortirono un immediato cffetto (1). 1

(1) Per coloro che noo avessero ripugnanza a che un ufficiale del genio. il quale pr0postosi lo studio delle r,ondizioni difensive del paese. mostrasse interessamento a Ile opere delle quali il principa le scopo sarebbe lo sviluppo ~iella- forza indu striale e elci commercio del paese, io aggiungerò l'esposizione del concetto sommario che adotterei per sistemare le fortificazioni di Genova. Ricordo che per questa piazza il primo motivo pel quale io amm isi che debba formar parte del nucleo di difesa dell'Italia continentale si è perchè Genova è l'emporio il piì1 ricco del suo commercio. Qu indi noi munirla di fortifi cazioni deggio anzi tutto creder necessario che si ubbia riguardo a che colle stesse non si pregiudichi l'incremento suo, come piazza industriale e commerciale. E siccome q1rnsto emporio sr.b twne già primeggi in Italia, è ancora ben lungi dal lo stato di flor idezza a l qua le indubbiamente de,•ono portarlo le grandi opere pnbbliche già eseguite in Eur opn . quelle io corso di costruzione, e q1.1elle che si .,tanno meditando, è necessario studiare per esso un sistema speciale di difesa, che non osti a questo grande sviluppo e che poi non obblighi, come pur troppo ora accade, i privati e le autorità comunali ad essr,ro in continua lotta col governo, Hon solo qu&ndo trattasi <loll a sistemazione di nuove opere, rna altres) della semplice manutenzione di quelle esistenti. Prendeùdo le norme da siffatto concetto, io non vorrei più che la difesa della piazza si facesse consistere nell ' assicurarsi il possesso della sua gran cinta. Questa ebbe un va lore assai grande aliorchè fu costru tta, ma sono già oltre ad UP, secoli. Rese dei servizi un secolo dopo al la sua costruzione . riel 1746, quando la piazza fu assediala dagli Imperiali , ne rese ancora qua lcuno nel 1800 nelle mall i lii Massena, ma già Do da quesfe epoche fu dimostrato che il sistema di difesi\ dovea consistere nello assicurarsi il possesso delle creste dei monti che le fanno co-


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DEL L.\ DIFESA TEll l\lTO!UALC

O'ITAl.l.\

Nel riconoscere In necessità di>lle piazze di PiJcrnza , A!essand rin, Genova r, Spe7.in pe r la difesa dcll'l tnlia contine,ilale io mi trovo pr rfc tLamente d'a ccordo ,,01 genera le Bruzzo "col <'oma ndante territoriale del gpnio , il colonnell o Gi anolti, giu sta q uanto ne scrisse nrl l'ecen tissi rno op11 scolo che portn per Litolo : L'llalia e le sue fortifica::;ioni.

.Però sia l'un o che l'altro, amm ettendo l' urgenza di provvede re alla ,riol'ga ni zza zione delle opere difensive di qu este quatlro ria zze, altre ne enu rner;1no ~ulle qual i vorrebbero egualm ente fa r pl'Ofon <le rP. teso l'i per aum entnrn e il vnlore. E qui contin ua la divergem.a fra l' opini one del gen erale Bruzzo e la mi a. i'\o n è ch' io pretenda che all 'infu ori delle dette pinze non sin vene altra che, fo rtifical i1, ci possa in una cnmpagn a facilita re il con seguimento di qu alche risulta i.o stral egico. Io non vad o così :ivanti nell e id ee ge ner11 li. Mi liniito ad osservare che il cam po trin ce rato di Pia cenza non potrebbe cos ta,· ,ueno di 315 milioni, che' la riforma della piazza di Alessandria non potrà ri chiedern e meno di 1/5, ell e co n meno di 5 non si potran no mai fa re a Genova le opere di carnttere streltam ente miliLare alle qua li giusta le idee su espresse io vorrei li mitarm i. Che 40 mi lioni occol'reranno pure per il golfo de ll a Sp e7.ia . Crcdn an zi in Lutta questa valuLaz ione di essere al dis.ot.to del vero. Che qu indi si avrà un totale di altri 95 mil ioni cli c aggiunti ai HO per le fortitì rnioni di Roma ne fo l'ma no <235. So mma g ii1 per sè rispettabi le; ma che se do vessim o procura rci dal credito, or che non è possibile averla da economie su l bilaneio , portcrehbe all 'era rio un deb ito di eirca 385 n1i lioni in ragione dei co rsi di oggidl. E notisi ch e a tale spr.sn do vrebbero poi semp re aggiungel'si quelle per le ·ch iusure dei passi al pini e dell'Appenn ino, co me pel risto uro pa rziale di qu alche piazza es istente all 'i nfuo ri di esse. Lavori questi che, sebbene io abbin trascurato di indica re, perch è ciascuno di essi non può essere di gran de importanza, finirebbero poi semp re per esserl o nel loro complesso. Quando una sornrn a cosi esorbitan te si richiede per fo rtifica l'e poche piazze, nulla di più naturale eh~

roua , cho non polea esser limitalo al la cinta . ALlualmen te poi in r cce di contrib nirn ad assicuniro l'esito di quel sistenltl di di frsa auiva ed inlraprPndcote chA com·errrh be adollarc, t•ssa porrr bho incagliarlo A mio gitHl i1,10 la sola pa rte più ehwnta potrebbe utilizzarsi per la eoslilm ione di un rido tto do mi nant•} la pi<1zza , che si dovroblw meli.ero io conrn oicazionfi fa1:ilo o sicura con un gran forte da sla!)i lirsi sull'a llipiallOdi Cnc!lo. Ma la porle ioforioro sia da occiden te r he da oriente non ha più ragione di l'SislPre qua l ora si trova . Ad orient o perchè la parie che le sta inna nl.i dul ia valla ta del Hisngno è d<'sti oata .id essere in.corporala ,Jl la cil là ; od o, cidenle perchè S11mpierrlarena dovendo essere il grnn dPposiLo ft!rTo,·i:rno, che la ristrn ttezza. dello sr,azio non perrnol le di slnhiliro oello in tc:rno di Ge110\'a, non può es,ere consid<•rato come u no eslerno della pioz:r.a. ma bc>m) come una d<ille suo parli vitali 1~d esserle perciò in limamenle connessa. Seguendo poi sempre lo slo'sso concello, vorrei pol,' r insinuare ad ultri la mia persuasione che meglio si prov.vt!derobbo olla di fesa di quella pinizn o dell e vallnle adi'lconti con u1 1 buo11 sistema di viahi!ità 1:ho coll'aggiunta di all ri uuovi forli 11 i a quell i che g i,\ esistono in ouml'.lro considPrevolc. Vorrei allrcsì clw si pr rsnadt'sser o che i diversi romi di fPrrovia che da essa han no Ol'igine percorre ndo le due riviere, la vallata doli.i Polceveni , come quclli1 che sopra proposi nell a va llata dt!I Bisagoo, dov rebbero essere consifl erati mezzi potenti per assicurare il $UCcesso di una <lifesa attil'a e l:11 0 1111'uopo do, rebbero essern" studinli alcuni par ticolari. Infine vor rd che chi ha la cura degli intc,rcssi della difesa non guardasse piì.1 con tanta indifterenza il peogelto dell'a mpliazionc. del porto, col quale cr euodovi una rat.lu e~ll!roa, si av·rchho meno di ri nforzare il fron te muritlimo della piazza. che nello stato attuale delle cose lascia troppo a desiderare. 0


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DELJ,A DH'ESA . T ERRITORIALE

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esaminare se per quelle allre che sarebbero egualme,1te proposte per esserlo, militino tutte le condizioni di vera utilità. Comincierò da Bologna, ove il generale Bruzzo vorrebbe fare un altro gran campo trinceralo, c?e i~ non crederei di menomamente esagerare se d1cess1 che sarebbe per costare quanto quello di Piacenza. Le fortificazioni di ques ta piazza avrebbero per iscopo di impedir-e od almeno ritardare, l'!?vasione dell'[Lalia peninsulare. Questa non ,solo e I idea del generale Br uzzo, che fa entrare Bologna nel_s~ste rn~ difensivo del secondo dei tre g randi scompartimenti che ha ideati, ma anche del generale Brigrione, il qua le, nel suo sistema di difesa a ridotto sull'_Arno, considera Boloo·oa come uno dei punti avanzDtl della posizione. Però io osservo _che se si_ sup~on~ l'in:a~ sione da parte di un esercito che c1 abbia ncacciat1 dal Veneto, si può arnmeuerc che Bologna sia un ostacolo inP.v itabile alla sua marcia; che se invRce si tratta di. un invaso re, il, quale ci abbia fatto abbandonare l'alt.a valle del Po, qu esto , senza aver debellato Ales:;andria e Piacenza, non arriverebbe agli Appenn ini, ed allora potrebbe darst che trova sse . altra via per· superarli senza passare per Bologna. Quindi, sebbene Boloo-na possa essere colle. sne fortificazioni una barrier; a difesa dell'Italia pen insulare, non si può però credere che essa lo sia contro ogni invasione. Ciò posto, osservo ancora che nel sistema Brigno~e, in cui si suppone che su ll'Arno debba aver Lerm:nela nostra lotta con tro dell'invasore, e nel caso speciale i'n cui Bologna formasse alla marcia del nemico barriera inevitabile, potrebbe .essere utile rea lmente, se for tificata, per darci tempo a concentrare sull' Avno tuLL·e le nostte risorse. Qui la quistione di tempo sarebbe importante perchè :'Arno è assai vicino agl i Appe nnini. Ma nel caso che il ridotto centrale della 0

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D lTALIA

difesa si trovasse a Roma, starebbe più la considerazione di dover arrestare presto il nemico perchè non arrivi al ridotto'? L'invasore che fosse arrivato a Bologna si troverebbe ancor Jontano da Roma di 20 giornate di ri1arcia, mentre le truppe della difesa che si sarebbero concentrate su Piacenza si troverebbero a sole quattro dalla sua lin ea d1 operazione. Non sarebbe dunque più logico lo arnrneLLere che neppure un esereito proveniente dal Veneto non si lascierebbe mai a fianco delle sue comunicazioni intaLLa la posizione di Piacenza per attraversare gli Appennini e correre in traccia dì un obbiettivo così lontano come Roma'? Io da ciò ,ne concludo che se Bologna non arresterebbe il nemico in marcia contro l'Italia peninsulare in tutte le ipol.esi d'invasion e, Piacenza in ognuna dì esse dovrebbe ess1-}re attaccata. Che quindi per non dividere le forze della difesa, per fare di Piacenza una piazza ben munita, capace di lungamente resistere, tutlo jl danaro che si vorrebbe spend ere attorno a Bologna dovrebbe essere dato pel' fare delle opere sempre più valide attorno alla prima . Un'altra piazza intorno alla quare il generale Bruzzo, . il colonnello GianoLti, il luogotenente colonnello M:assari convengono che sia a farsi grandi miglioramenti ed innovazioni è Mantova. Il primo vorrebbe farne una posizione sul Po, o meglio vorrebbe abbandonare l'attùale posizione per sosti tuirvi un gran campo trincerato a cavallo del fiume . -Nel concetto del secondo Mantova dovrebbe essete per le provincie venete quello che Alessandria è per il Pi emonte, ma anche egli suppone che abbia a dominare il corso del Po. Nel concetto del terzo, Mantova dovrebbe essere il perno più saldo della difesa generale dello Stato, perchè egli ammette che un e:;ereito di 100 e più, 1


DELLA OIFES,\

TEnn l'fOl\J ALE

mila uomini :.iccanipali tra essa ed il Po possa essere d'ostacolo ad u n nern ico di avanza rsi nrll a peniso la, e come egii qualifica Piacenza la cap itale mili tare di: Ital ia per una guerra co ntro la Franci,1, la vedrebbe 'in Mantova per nna contro la Germc1nia. Contro siffatte idee, riferendomi a qnanto ho già detto di sopra, che M:Ù1tova trovas i troppo avanuita ·in una palude per poter dom inare il Po, aggiungerò che se Mantova si trovasse sul la destra di qu es to :fiume adoLLerei anch'io l'opinione sulla convenienza di farne un perno della nostr:1 difesa, .ma che fare un campo trincerato in una pos izione che così poco si add ice all'offensiva, non mi par logico. Infatti qual gran concetto str.:itegico potrehbe inspirare la truppa che da quel gran campo trincerato fra l'attuale piazza ed ·il Po col mezzo cli teste di ponti da Formigosa e Hovernolo sboccasse su ll a sinistra del Mincio in un terreno senza strod e con av.:inti le pal udi veronesi? E quando mi si dicesse che da quella posizione pot l'ebbe sboccare sul l.:i destra del Po, con teste di ponte u B0rgoforte e San Benedetto, io, riportandomi alla c1 rcosu1nza di fatto in cui dovrebbe tentarsi una ta le manovra, · invece di ammettere che a'llol'a da quel campo si potesse avere la salute d'Italia, ne temerei la catastrofe che i Ft~aneesi ebbero a Metz; perchè si · sarebbe già vtri6cata la condi zi one che io ritengo la peggiore per la difesa , che quel corpo avrebbe pe rduto le sue ' comunicazioni .colla massima pa 1·te del paese. Nel mi o concetto adunque il eòrnpito che si vorrebbe assegna re a Mantova ed al nuovo campo tri ncerato, io lo lascierei a Piacen za. La qual piazza si 'P re$ta assai megli o alla gue rra offensiva, e se ben difesa non può esse re tanto fac il mente separata dagli Appennini, per cui si troverebbe sempr<i in comunica-

o' ITALIA

zioirn col rinia neute del paese non rnvnso, mentre Mantova non lo potrebbe. Io quindi, come ho concluso per Bologna dirò per Mantova, che ]e g randi sonHne, le qual , vorrebbero assegnarsi per· co:Hrurvi dei nuo_v1 bal uMdi sieno assegna te a Piac:enza per· forrna t·n un nucleo di difesa sempre più formidabile. \'i sarebbero a.Itri punti di dissenso fra le mi e ideee qu elle dei distinti uffi ziali che ho nominato. Per es0mpio intorno a Casale ammettesi che debbansi fare altre opere per :'1iglion1re Ja piazza. Io invece, sebbene non le neghi una certa importanza, vorrei spendere a vantaggio di siti che l'hanno maggiore, le somme che sarebbero necessarie a migli orare qu este fort111eM:1oni. Ma pPrcbè progredir oltre nel ri levare· simili discordnnze'? Parmi chP. con pod1e parole si possa ep ilogare il ra_rp?rlo, c~1e . passa fra le mie idee e quelle di si dist1nLJ uthcia. 11. L'.iccordo esiste nella massima che tull i accettiamo che le for'L ifìcazioni devono essere pocll e, ma solide. Ne ll'applicarla poi , non so se sia io ehe t1:oppo strettamente mi vi attenga, proponendo poche piazze per essere fonitìr.ate, o se siano essi· che l'abb iiJDO qu.a lche poco diprnnticata proponendone un num ero nwgg10 1·e. Di q ui il dissenso, perchè mentre selllbra che egl ino siano più corrivi a riconoscere la. necessità di fare una piazza di guerra ove dalla sua esi~tenz~ puossi_ i·ipromeltc r:e qua lche vantaggio strategico, JO vorrei assoggett.:ite lutl.e quelle località che presen tano tali reql1isiti ad ulteriore e più rigorosa 1~dagme., per vedere di limitare semp re più il numern d , qnellP , che dovrebbero essere for ti fica te. Sarà da parte mia l' erro re o da qnella di essio/ Certo che se i? mi sono inclo Lto a far vede re questa disparità di conce no, si è perchè ho la convinzione di essere dalla parte del vero.


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DELLA DlFESA GENERALE D'ITALIA

Avvi poi un punto nel quale io credo di essere perfettamente con essi aJl'unissono. Questo è che la si-

curezza del paese redama urgentemente provvedimenti; che cioè la costruzione di vere fortificazioni nei siti più importanti non può più oltre differirsi. Ma egli è appunto coll' intenzione di appoggiare quanto essi hanno scritto a questo riguardo che io ho raccolto queste mie idee; percbè tendendo esse a limitare il numero dei punti a fort ificarsi, mi parve che dovrebbero condurre ad un pratico risultato più facilmente che l'enumerazione di uno sterminato numero di piazze e posti da stabilirsi .

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PROGETTO E DESCRIZIONE DI UNA CANNONIERA GALLEGGIANTE (Con annessa Tavola litografica}.

.ll colonnello del Genio

B. YEROGGIO.

Una posizione fortificata circuita o bugnata anche soltanto sulla fronte d'attacco da un lago o dal mare, presenta certamente un non lieve ostacolo al corpo attaccante, essendochè quasi sempre il fondo nei laghi · e quello del mare, fino ad una data distanza dal terreno che bagna, trovansi in condizioni tali da non permettere la manovra alle navi ed alle grosse barche, quali non possono avv icinarsi per effettuare un attacco di viva forza ed esegu ire uno sbarco. Il far uso di piccole barche e di leggiere zattere non è certamen te uno dei migl iori espedienti, perchè facilmente vengono calate a fondo le prime e poste fuori di servizio le seconde a causa deJI.a loro èos truzione e natura, e percbè gl i 11ornini trovandosi aUo scoperto sono troppo esposti ai colpi dell'avversario. Sarebbe d"uopo quindi ritrovare un ~nezzo con il . quale si potesse avvicinarsi alla posizione fortificata


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PI\OGETTO F. DESCRIZIONE

DI GN.\ CANNONIERA GALLEGGIANTE

e di fesa , atto a g1:11leggiar<! su i bossi foucJi, e tale da, p,oter rnet tel'e i so ldati ol eoperto dC' i tiri Jiretti del nemico, e contemporaneaniente offenderlo, nel mentre si vuolt procedere ad uno sbarco. Conviene 11ucor·a che il mezzo presenti una sufficiente 111C: ilitù allo sbarro, percl1è t>gli è certo che maggior quautità J'uoniini possono sbar<:are contem poranenmente e tanto maggiore ne vicue .la probabilità di riesci ta . Pene tra to du lia s uesposta cil'costauza ho creduto s~udi.are un sisLelJla ~i galleggia11tc il quale poLes:-e n.esc1l'e allo scopo. E desso una cann·ouiera galleggiante, 111 qual e vengo ora a descrivere in tulle le sue parti.

so vero coll oca ti fru le tra vicelle longitudinali e.trasversali dei due telai ed uniti ai medesimi med iante caviglie di legno. Dodici caviglie in ferro con bellone al disotto e dado al disopra, collocate a distanza di un nietro lungo le travicellc longitudinali , tengon o più unito il sistema e lo rendono più stab ile. I Lelai sono formati da tre travi di legno abete poste parallulamente fra di loro alla distanza di metri ,1 ,85 da centro a centro. Quella di mezzo è lunga metri 9 ed ha una sezione di metri 0,20 per metri 0,40. Le duo laterali sono lunghe metri 7, ed hanno una sezione di metri 0,45 per metri 0,30. La trnve di mezzo sporge dalle laterali da una parte di metri 4 ,~0 e dall'altra di metri 0,50. La prima forma la prora del galleggiante, la seconda la poppa. · Le tre travi sono un ite fra di loro median te otto travi trasversnli pure di legno abete stabilite alle longitudinali, med iante incastro a metà legno e piccole caviglie. Queste travi hanno lina sezione di metri 0,10 per metri 0,20. Tanto nelle travi longitudinali, quanto nelle trasversali la sezione maggiore è stabilila orizzontalmente. La ten:a e quarta trave lnlsversali, come vengon o anche rapp resentate dalle figu re, hanno una sezione di metri 0,20 per metri 0,40 e collocate ad una distanza maggiore, essendochè su quelle appoggia in gran parte il parapetto. Sopra le due estremità anteriore e posterio re delle travi sono fissaLi con caviglie e staffe in ferro due pezzi di travicelle della sezione di metri 0,4 5 per me tri 0,30 e disposte a triangolo, appoggiando due delle estremità taglia te a penn a sulla trave di mezzo, e le altre due sulle laterali. In tal modo i due triangoli vengono a form are la

DESCRIZ:IONE DELLA CANNO~IERA GALLEGGIANTE

La en nnooiera ga.llegginnte consta di due parti principali: Di un piano gal leggian te ; Di 11n pa rapetto co n embrasure.

DESCRIZIONE DEL PIANO GALLEGGIANTE

11 piano gal legg ian te B eornposto di due telai, co nie si veJe nella figura 6•, sorrapposLi e Lenuli uno dall'altro a distanza di 30 cenLimetri da tanti cu scini di

ANNO XVI, VOL. 11.

321

21


PROG·El'f'FO E .DESOtUZIONE

prora e la poppa del galleggiante e facili~1M1·0 il.cani- / mino e la manovra nei dr~versi movimenti necessari./ Nel telaio superiore questi due pezzi di tra:vicelle sono collocati al disotto del medesimo. _ Lungo il piano delle travi ciel tel11io· i·nferiore ve,nO'On<, stabiliti con ca.viglie in legno tanti · euscini di ~overo della Jarghe21za deJle travi e dell'al'tezza di metri 0,30. Questi Chlscini sono a perfeu0 contatto l'uno dell'altro. Sopra quesLo piano di sovero si c0ll'oca il secondo telaio éguale di forma e dimeHsioni al primo, e si fissa a questo con caviglie in legno, e con ·le ·12 caviglie in ferro più sopra descritte collocàte 4 per ogni, trave lo·ngitudinale ad egual distan ,:a. Lo spazio compreso fra i lati del triangolo maggiore o di pr0ra, viene riempito di sovero in modo da formare un grande cuscino, e si assicura alle travic:elle che lo abbracciano e da una rete di corcla formata in modo che se . anche avesse a veni-re tagliata o rotta in· diverse parti, il sovero T:imane sempre fermv al suo posto, sai vo pet·ò iJ. caso che la rete venisse distrutta del tutto. · "-.., H triangolo .poste1·iorn o pop.pa viene chiuso al disopra con un piano di tavole, e dai lati dalla fascia che forma i fianchi del galleggiante. L'ossatul'a del medesrmo così formata presenta tanti rettangoli vuoti. In questi vanno inr.astrate delle cassette di sottile lamiera di ferro o latta della precisa forma dei rettangoli e dell'allezza di metri 0,50, per cui esse vengono a risultare a livello tanto del piano superiore che inferiore dell'ossatura:. Le cassct!e sono ermet.icamente chiuse, e tengono nella parte superiore tutto all'intorno un borclo rovescia.Lo della larghezza di metri 0,015 il quale viene inchiodato sul telaio. Le cassetle sono dµe per ogni rettangolo, pel mobiv0 che un proiettile il qua'1e avesse a colpire il piano

3!2.3 tlel galleggiante, non abbia a recargli gran danno, ·c iò che avvem~hbe· più faci lmente se l'interno del piano pt'esentasse una superficie tutta vuota o meno divisa. L'ossatura riceve una modificazione fra la terza e la quarta tràve trasversale, sotto le quali invece del ·sovero esistono due travi della sezione di metri 0,30 per metri 0,30 per la ragione di ottenere maggiore s0Jidità in quel punto dove dev' essere stabilito il parapett-0. Tu~ta l'ossatura viene coperta da un piano di ta·vole ·di legno abete dello spessore di metri 0,02 inchiodate .sopra• il telaio. · · I fia-nohi del gal leggiante vengono composti da tavole -di leg,no ab~te dello spessore di millimetri 15 e da regoli di legno larice alti metri 0,40 e della sezione di metri 0,0ts. I regoli sono clisposti all'i ntorno del telaio sul piano st:i pèriore del·le travi aJl.a dista·nza di un metro da een tro a centro, e sono fissati da un dente che entra in un foro pra~icato sulle travi e da due ali sporgenti a destra e sinistra. inerenti allo stesso regolo, inchio.date sul piano delle medesime travi . Le tavole vengono fissate da chiodi sull a faccia la:tevale delle travi e sui regoli. Un piattabordo ed una fascia interna che corre al ,disotto lungo il piattabordo, inchiodata al sudde-tto ,ed ai regoli, compiono i fianchi e li rendono · più , stabili. I fianchi non abbracciano la punta di prò-ra, ma passano innanzi al parapetto. Lungo il pìattabordo lravvi ancora degli scalmi in ferro e delle campanelle, i primi pei rematori, ,le se-0onde pel servizio d'ormegg·io. DI UNA PANNO NIEI\A GALLEGGIAN'TE


324-

PROGETTO E DESCRIZIONE

DESCRIZIONE DEL PARAPETTO

Il parapetto è costituito da tre grandi piastre di ferro, due delle quali formano le parti esterne longitud inali e la terza il rinforzo interno. Le piastre hanno la lunghezza di metri 3,70 e l'altezza di meLei 1,90 e lo spessore di cinque millimetri. La piastra anteriore od esterna è inclinata sulla verticale cli un quinto, e la posteriore od interna di un decimo. Le suddette distano fra di loro al piano del parapetto di metri 0,82 ed alla base di metri 1,40. La piastra interna è collocata normale alla base ela divi<.le per metà. Tutte tre le piastre sono unite fra di loro da otto lunghe caviglie di ferro, le quali dalla parte esterna hanno una testa di forma piramidale sporgente per cinque centim etri dalla piastra e dall a parte interna con dado, a vite, e due dadi a vite ancora ser vono a r itenere la piastra interna o di rinforzo. Il piano del parapetto è formato da una piastra di ferro dello stesso spessore delle già descritte, avente nove intagli per ogni lato, lungo i quali entrano in altrettan ti denti sporgen ti dalle piastre laterali onde rendere il piano unito e stabile. Una piccola caviglia che passa per un foro prnti cato in ogni dente, ferma ed assicura del tutto il piano alle piastre. L'o.s satura del parapetto così formatll viene stabilita. sulla terza e quarta trave trasversale mediante cinque1

Dl UNA CANNONIERA GALLEGGIANTE

3215

~enti per ogni piastra laterale, con ficcati nelle medesime, ed inchiodHle lu ngo una seconda travìcella fissata nell'interno sopra le travi suddette. La piastra interna viene fissata ad una terza travicella sovrapposta alle travi longitudinali e normale alle medesime lungo la metà della base. I due fianchi sono coperti di tavole di legno abete fissa te al le piastre per mezzo di bandelle e caviglie. Nel centro del parapetto è stabilita una embrasure ·formata da quattro piastre di ferro dello stesso spessore delle altre, assicurate fra di loro ed al parapetto mediante denti ed intagli. L'apertura interna dell'embrasure è un quadralo di metri 0,4-0 e la esterna un qua.drato di metri 0,60 'Per lato. Il parapetto, come si scorge dalla descrizione e dalla -'figura, presenta dalla parte intern a una minore re-sistenza agli urti che può ricevere dalla pari.e esterna, e quin di dare anche, sebbene molto difficilmente, , una qualche probabilità ari essere rovesciato. Per ovviare quindi a questa circostan za, più pet· una maggior precauzione, che per un necessario bi-sogno, si stabiliscono ai due lati quattro saette, due superiori e due inferiori. Le superiori vengono assicurate da una parte al parapetto mediante una tra versa in legno della sezione di metri 0,06, fissata -superiormen te alla piastra dalle caviglie stesse del parapetto, e dall'altra al pian o del galleggiante da un risalto in legno fisso al telaio. Le inferiori da un m~desimo risalto sul piano del galleggiante per una parte, ·e per l'altra da un tappo formato dalla·estremità delle caviglie dei fianchi. Stabilita in tal modo tutta l'ossatura del parapetto fa mestieri riempire i vuoti esistenti fra le piastre ,e sterne e la interna. ~tolti furono gli esperimenti fatti


326

P·ROGETTO E DESCRIZIONE

onde ritrovare una sos tanza la quale presenti ad un a relativa resistenza una leggerezza conveniente. Durante la campagna del 1866 io aveva presentato al Comando superiore del genio dell'ese rcito una zattera gall eggiante simile alla presente, alla a servire pei bassi fondi delle lagune nell'assedio di Venezia, ed allora il parapello costi utto presso a poco come l'ora descritto, veniva riempi to di cotone vergine preparato chimicamente ton sostanze tali da renderlo incombustibile. Più tardi però, avendo continuato nelle esperi enze, mi convinsi non esser quella la migliore ma teria da usnrsi perchè il cotone dcpo la prepa1·azione chimica diviene meno soffice, e conviene qui ndi spiuma cciarlo di nuovo, operazione che gli fa perd ere una grande quanlilà -dei preparati chimici, rendendolo in tal modo meno incombustibile. Non è però a cred ersi che le sostanze proposte da vari chimici per rendere incombustibile il cotone, ab biano dato un perfeuo risultoto, perchè una piccola con1bus~ione succede quasi sempre, specialm ente se esposto ali' aria. Due quindi erano le d.ìfficolLù che si presenta,·ano pet· ottenere una materia destina ta a riempire il parapetto, vale a dire la leggerezza e la incombustibilità. Dopo aver esperimentato il sovero, la guttaperr.a,.. 1a carta, la paglia e varie altre sostanze, riesci i a convin cermi· essere la lana vergine la migliore, comeq·uella che presenta quasi una perfetta incombustibilità .ed una leggerezza unita ad una data elasticità.

327

DI Ul'l.', C_\N:"lONlERA GA.LLEGGl AI'iTE

PREPARAZIONE DELLA LANA VERGINE ONDE RENDERLA INCOMBUSTIBILE

In una caldain si fo bollire per mezz'ora drll'acqua con · della cenere nella proporzione di Acqua Cenere

Litri ,100 . Chi!. - 5

Sì toglie quindi dnl fuoco e si lascia riposare fino a che tutta la cenere è calata a fondo , quindi si decanta l'acqua in altra caldaia e vi si imm erge la lana lasciandola bollire, e movendola continuamente io tutti i sensi con un bastone. La lana dev'essere postn in qu;intil.à relativa all'acqua onde abbia maggiore faciÌiLà di muoversi nel liquido. Dopo un'ora di bollitura con lo stesso _b» stone ~i toglie la lana dalla calrlain, e la si pone m un rec_1piente ripieno di ~cq~ia ~red~a, n:iov:n~ola pure 1~ tutti i sensi per d1ec1 mmut1, qurnd1 s1 estrae e s1 mette distesa sopra grati cci ad asciuga re al sole od in un lu ogo riscaldato. . Si fa bollire in una caldaia della calce estmta con acqua e ritagli di pelle di guanto nelle proporzioni: Acq1rn Calce estinta . Pell e di guanto

Chil. 100 » 1 () ))

1

Dopo una bollitura di mezz'ora si decanta e vi si immerge la lana la quale si lascierà bollire per di eci


328

. PROGET'l'O E DESCRl Z!ONE

Solfato d'allumina e potassa . Acqua dis~illata

Chil. 10 » 50

Quando la lana è ben asciutta, la s'immerge nel suddetto bagno e si lascia per mezz'ora rimovendola diverse volte leggermente, poscia si estrae e si mette di Dllovo ad asciugare. · Da ultimo formas i un miscuglio di acqua distillata e borat.o di soda nelle proporzioni : Acqua distillata Borato di soda

Chi!. 50 >)

329 Tolto il piano del parapetto e le pareti componenti l' embrasure, si comincia a mettere sul fondo uno strato di lana alto 30- centimetri, e si comprime fortemente battendolo con una mazza di legno duro e pesante o di ferro . Sopra questo si.rato se ne distende un altro di crine di cavallo per due centimetri di altezza e si continua quindi con altro strato di lana -facendo sempre la stessa operazione di comprime re i diversi strati fino al piano dell'embraswre. Collocato allora il piano e le pareti de ll'embrasure si seguita a riempire fino al prnno ciel ciel o dell'embrasure e sovrapposto il medesimo seguitasi l'operazio:.'le fino al piano del parapetto, dando all'ultimo strato una forma arcuata sporgente, per cui fa d'uopo far forza sul piano del parapetto per metterlo a pos~o . Si avverte che ogni si.rato di crine devesi cospargere di borato cli soda ridotto in finissima polvere. Dalla costruzione del parapetto puossi scorgere fa- cilmente che la forza di penetrazione di un proiettile, incontrando due piastre e due corpi elastici prima di giungere alla 3a piastra, sarà per elidersi, e quindi il proiettile assai difficilmente giungerà a perforare tutto· il parapetto. AggiungAsi anco ra che molto influisce a diminuire l'impulso anche la mobilità del sistema. Dl UNA CANNONIERA GALLEGGIANTE

minuti, rimovendola continuamente con un bastone. Si toghe quindi dal fuor.o e si lascia r:iffreddare. Estratta quindi la si mette ad asciugare sopra graticci al sole od in locale riscaldato. Sciogliesi poscia nell'acqua distillata dell'allume di commercio nelle proporzioni:

1O

e di nuovo, quando la lana è ben asciutta, si imm erge nel suddetto bagno, rimovendola leggermente tre o quattro volte, ed estralla mettesi ad asciugare bene, prima di riporla in bari li o casse di legno per servirsene quando occorra. Il metodo di preparazione or ora descritto fu quello che mi diede i migliori risultati. Una sostanza che per se sola basterebbe ad ottenere un sufficiente effetto, sarebbe il silicato di potassio; ma per otten erne con esso un effetto efficace conviene adoperarlo molto condensato, ciò che porta due inconvenienti: 1° Di rendere la lana -molto unita e toglierle la sua elasticità; 2° Di far aument11re di molto il peso della lana. La lana così preparala serve a riempire i vuoti nel parapetto e si procede nel seguente modo:

Nel piano galleggiante viene collocato un pezzo da campagna senza avantreno. Le cariche necessarie al medesimo sono collocate in cassette stab ilite a destra e a sinistra al piede delle saette maggiori . Le cassette sono di ferro e presentano la forma semicilindrica. Esse hanno una parete di fondo dalla parte del parar,etto ed una parete mobile a cerniera


330

l'ROGET'l' O E DESC-IUZION•E

DI UNA CANNONIERA GALLEGGIANTE

33,1

dall'altra parte, affinchè estratte le cariche si possa chiudere la cassetta ond e evitare cbe uno scoppio di un qualche proiettile avesse ad accendere le cariche.

SPIEGAZIONE DELLE FIGURE Il piano del galleggiante, come si può scorgere dalle figure e dal modo che fu descl'Ìtto, .è composto in guisa che i proiettili , cade ndo sovra nnche molti punti di esso, non lo guastn no tanto facilmente da doverlo mettere fuori di servizio. L'altezza del parapetto, i risal ti proveni enti dalle caviglie ed il t>iano dell'embrasure stesso danno tutta la fac ilità di oltrepassare il parapetto a cinque uomini per volta ond e effettua re lo sbarco. · Dai calcoli e dalle picr.ole esperienze fatte la cannoniera oltre al materi11Je già <lescrilto sarebbe capace per quindici uomini. Sulla punta di prora ho creduto più conveniente far uso del cuscino di sovero nnzichè delle cassette vuote, · per la ragione che quella parte della cannoniera essendo più esposta ai tiri del nemico, i proiettili perforando il sovero, poco guasto produ~ono; mentre una volta perforate tutte le cassette della prora, la cannoniera, non essendo più bastantemente sostenuta, sommerge pel peso del parapetto e diventa inservibile. Conviene ancora por mente che gli attacchi improvvisi, le sorprese · e gli sbarchi sono azioni quali non .devono durare gran tempo, per cui è naturale che in uno qualunque dei sopraddetti casi la cannoniera non potrù ricevere gran danno, non rimanendo esposta per molto tempo 111 fuoco dei grossi proiettil i, rhe per tiri della mitraglia e del fucile essa può al contrario lungamente resistere.

La figura ;J" è la veduta prospettica della canno niera onde poter veder meglio l'assieme della medesima. La figura 2a è una sezione fatta lungo l'asse longitudinale della cannontera. Vedesi in essa l'ossatura interna del galleggiante' e J e: fianc hi. Nella sezione del parapetto si scorgono le ,~n viglie che attraversano le tre piastre. Nella prora ap.parisce la -posizio~e del cuscino di sovero. La figura 3a rappresenta la proiezione della can.noniera. La figura 4..a è la sezione trasv,ersale della can.nornera. La figura 5a fa conoscere la faccia esterna del piano galleggiante prima d.i venire ricoperta dalle tavole dei .fianchi. Si vede quindi in essa i pezzi di so~ero che uniscono il telaio infenore al superiore. ~a figura 6• rappresenta l'ossatura del piano del galleggiante, dove scorgonsi i rettangoli vuoti nei qua,li devono esse1'e int'rodotte le cass~tte. G. B. CONTARINI Maggiore del Oenio,<


-~ L'ESERCITO RUSSO NEL ,j 87·1

J l' ESERCITO RUSSO NEL f871

Nel secondo anno della gurrra d'Orienle la Russia mantenova 2,300,000 so Ida li, eppure non più di 100,000 erano a Sebastopoli dove si decidevano le sorli dell'impero. La lezione fu tremenda, ma un poco alla volta portò i suoi frulti. La Russia si raccolse, e dopo il riposo, necessario a rimarginare le piaghe, diede mano al le riforme amministrative e militari. Queste si complicarono colle riforme sociali; supe- 'rata però la crisi prodotta da lla liberazione dai contadini, presero slancio novello. Non è ancora trascorso il periodo di transizione. La Russia . ha proclamalo , ma non ha ancora attivato, il grande principio del servizio generale obbligatorio, senza possibilità di esimersene a danaro. Le resta ancora di formare un esercito di riserva, di fornire. di armi nuove a retrocarica lulla la fanter ia, di riordinare la cavalleria, di completare l'organizzazione dell'intendenza, di terminare le molte linee ferroviarie incominciate e di attendere il frullo delle innovazioni introdotte nella disciplina, nell'istruzione e nella ripartizione delle sue truppe. A Lutto questo si dà opera incessante. I mezzi dei quali dispone un potere illim'ita Lo concen·trato nelle mani· di trn solo; l'alta intelligenza, lo spirito di ,progresso ed il coraggio d.i chi lo amministra ; la vita, l'energia,

333

l'ardore per le riforme di un gran popolo vergine, le sue inesauribili fonti di ricchezza, tutto fa credere cbe presto si giungerà a mirabili risultati. Fino a quest'anno in Russia la coscriz1one pesa sopra una sola classe sociale, quella dei lavoratori, che, in quell'immenso impero, cos_tituisce non piil del terzo della popolazione, La nobiltà, gli impiegati, i negozianti ed altre classi privilegiate, diverse nei diversi paesi , sono dispensale dalla leva. 'l're mesi p_rima un manifesto imperiale prescrive il numero delle reclute che ciascun comune deve fornire per ogni mille uomini. Questo numero varia. - Nel 1854 fu del 19 per mille; l'anno seguente del 12, senza contare le Drusr;hine (battaglioni destinati alla difesa dell'impero) per le quali occorse il tredici per mille. Dal 1857 al 1863 non ebbe lu0go la coscrizione per risparm iare il paese esausto. Nel 1863 fu del 5, nel 1864 del 10, nel 1865 del 15 per mil le. Divenne poi norm11le del 4 per mille fino a quest'anno, ullimo del sistema, ·che è stabilita del 6 per millE,. Una volta la durata del servizio era di 22 anni nella guardia, di 25 nelle altre truppe; nel 1859 fu ridotta per tutti a 15 anni. In realtà il .soldato, specialmente nella fanteria, non passa che circa la metà di questo tempo sotto le armi o quindi resta a disposizione del governo in congedo provvisorio od illimitato. Rietrando poi al servizio egli non è tenuto a raggiungere la frazione di truppa cui apparteneva, ma può scegliere a pia cere un corpo Ira quelli stanziali nella sua provincia. Per quanto questa disposizione possa sembrare svantaggiosa all'esercito, essa è però necessaria per le enormi distanze e la rare vie di comunicazione che presenta la Russia. L'obbligo al servizio militare non è individualo. Le comuni sono tenute a fornire allo Stato le reclute nella data proporzione. A tal fine tengono un ruolo nel quale le famiglie sono iscritte a seconda del numero dei lavoratori, e questi, o per turno od a sorte, devono formare il contingente, quando ab0


334-

NEL

L' ESERCITO RUSSO

biano compiuto il 20• e non ollrepassalo il 30• anno di e tà. L.a legge autorizza a! matrimonio a 18 anni ed i contadini russi in generale si affrettano a formarsi una famiglia. Così due terzi circa_ del contingente annuale sono ammogliati. La recluta chinma r.a al servizio lascia i lìgli, spesso senza pano, alla moglie, la quu lo ben di rado riesco col lavoro a nutrirli. Allora, vedova sul fio re dell 'età, fra le strette della miseria, doventa spPsso In prostituV1 del vil lc1ggio . In Hussia si calcola che l'attuale sistema dia 20 o 30,000 prostitute all' anno . Il soldato dopo una lunga ferma, pcmlu la l'abitudine al lavoro, perd uta la famigl ia, non torna quasi mni 11 11n sua casa nativa, ma va a cercare altrove il suo sosltmtameoto. Così si crea un numeroso proletariato che figura in seconda lista nelle statistiche criminali della Russia.

335

1811

due di dragoni e duu di ussari. Sul piede, di g uerra un reggimento coula circa 600 combattenti. 1:artiglh•ria si compone di 47 brigate a pie-di e di 8 a caval lo. Le brigate a piedi sono assegnale alle divisioni di fanteria o ne portano il numero; ciascheduna ha tro balleria ad otto pezzi. Le brigale a cavallo slauno colle division1 di cavalleria ed hanno duo batterie. L'effollivo di guerra di una balleria si può calcoloru a 200 uomini. Ultimamente fu stabililo di aggiungere a · queste brigate una qua rta batteria di mitragliatrici sotto la denominazione di batteria a fuoco celere. li genio forma 5 brigate Jella forza complessiva di 11 battaglio ni di zappatori e 6 mezzi battaglioni di ponlonieri . L'esercito regolare russo su l pìede di guerra conta quindi approssimalivamente:

L'EsEnCITO RJlGOl,ARE russo conta 47 divisioni di fanteria, IO di cavalleria, 5ò briga le di artiglieria ed 11 battaglioni di zappatori. La fanteria comprendo il corpo J ella Guardia di tre divisioni, 4 divisioni di granatiori e 40 divisioni di linoa. Ciascu na divisione ha 12 battaglioni a 1000 uomini circa sul piede di guP.rra. I 32 battaglioni di cacciatori, aventi insieme un effettivo di g uerra di 20,000 comball1·nli, sono divisi in 8 hr1gate, una delle quali della guardia, una del Caucaso ed una del 'furkestan. La cavalleria conta 10 divisioni, due delle qua!i della guardia ed una del Caucaso. La l' divisione di cavalleria della guardia comprende i quattro reggimenti di corazzieri ed i duo rEiggi menti di cosacchi, la 2' i granatieri a cavallo, il reggimento dei dragoni della g uardia, nonchè i duo reggimenti di ussari ed i due di dragoni della guardia. La divisioue del Caucaso è formata dai 4 regg imenti di dragoni stanziati nnl Caucaso, e, ciascuna delle altre selle divisioni, da due r rggimenti di ulani,

Nel Caucaso

In Europa Fanteria Cacciatori Cavulloria . Artiglieria . Genio

492,000 20,000

Tota le

584,!'iOO

r eni .

1,128

33,000 28,000 11,500

Totale generale

88,000 4,800 2,400 4,400 2,400 102,000 176 . 686,500 combattenti

1,304 pezzi Ma quosl'esorcilo non ha per ora alle spalle una riserva propriamente della, con quadri permanenti ed organizzo.li in morlo da po~er essere di efficace sostegno alla truppa combattente. I quadri compresi sotto il nome di truppa di riserva non han no altro scopo che di istruire le reclute e quindi inviarle ai corpi. La fanteria ha 72 batlaglioni di tali tru ppe ciascuno con 9 ufficiali, 91 sollo ufficiali ed un num~ro indeterminato


!

336

NEL L'ESERCITO llUSSO

di soldati. Ogni reggimento di cavalleria ha uno squadrone, e· tutta l'artiglieria di campagucl 16 batterie di riserva. Queste truppe di r isArva, i rr.gg imenti di presidio permanente alle fortezze, e le truppe destina Le alla sicurezza interna: del paese sono comprese so tto il nome di trupJJe sedentaria. Le tr·uppe_di fortezza formano 4 regg imenti a 3 battaglioni , 4 reggim enti a 2 ba ttaglioni e 5 battag lioni speciali. In tutto 25,000 uomini di fanteria · e 6000 dì ar tiglieria di piazza. Le truppe così elette di li;nea stanno nei d\stretti militari del Turkestan, del Ci!ucaso· e del la Siberia. Comprendono 46 bai· taglioni a 5 compagnie. Il loro effettivo varia a seconda del tempo e delle localilà. fanno il servizio di g uarnigione, ed in caso di guerra, occupano punti fo rtificati. Il nu mero di questi battaglioni, male comanda ti e peggio disciplinati, tende sempre a dimiuuire . Avanti dui anni erano 58. Fra poco saranno scomparsi affa tto di fronte ai battaglioni del govenio, destinati a sostituil'e le truppe nel servizio di guarnigione. La forza di questi battaglioni varia tra i 400 a 1200 uomini. Il loro numero è di 78 e r icevono il nomo rlalla cìllà nella quale fanno servizio.

L'ESERCITO rnnEGOLARE sì divide in 15 parti, 12 delle quali banno il nome dai cosacchi. I più noti ed i più importa nti per una guerra. europoa sono i cosacchi del Don, che hanno 66 reggimenti di cavalleria e 14 batterie a cavallo ad 8 pezzi~ Essi forma no una vera e potente riserva per la cavalleria e per l'artìgl;eria. Seguono i cosacchi del Cuban che contano 38 r eggimenti di cavalleria, 1'3 battagilioni di fanteria e 5 batterie a c:avallo. Gli altri cosacchi (<lell'Astracan, dell'Oremburgo, dell'Oural, del Trausbaikal, del!' Amur, clell'Irkutsk, del Kamschatka ecc.) formano 50 reggimenti di cavalleria, 7 batterie a cavallo e 23 battaglioni di fanteria; sono puramente destinati alla g uardia delle frontiere ed al servizio interno. Tutti i cosacchi abili

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1871

sonv soldati. ln tempo di guerra possono mettrr e sotto le armi un esercito di circa 300,000 uomini, dei quali sono in grado cli marciare f'llori · di paese : 154 Pulsk (reggimenti di cavalleria) 130,000 c0mbatte nti 36 Ba ttaglioni. 36,000 31 Batterie. . . . . . : . . 6,000 172,000

Due terzi di que, te trupr pe non devo.io essere impiegato che in Asia. Ap pendiee dell'esercito russo è il piccolo ese.rcito fì nn ico. La Finlandia tolta alla Svezia per la pace di Frìedrichsham (1809), conservò il pr ivileg io dello istituzioni svedesi. Le truppe fìnniclrn contano 10 batlaglioni dì fa nter ia, 9 battaglioì, i di.cacciatori e 2 ba tterie, in tutto 16,000 uomini. Il soldato r iceve dal lo Stato u na piccola porzione dì suolo e per questo si obbliga a prestare il sno servizio nella g uerra per la difesa del paese. L',In'Va lido 1·115so. organo u fD cìa !e del ministro del la gnorra, lililu li n<", fo ascendere tutto le fo r ze mi litari dcilla Russia regolari ed irr egolari, sottl1 lo armi ed in congedo, al principio del 1871, ad 1,250,000 uom ini. Non è mollo, quando si pensi che la j)Opolazione dell'impero (80 mi lioni; supera qut lla della Francia , Spagna cd Ita lia riun itH, come pure quelle dr.Ila già Confederazione della Gcµ- mauia del Nord, Austria. Belgio ed Olanda ·prese insieme. Ove fa Hussia armass<:) con le proporzioni della Prussia potrebbe disporre di 3.200,000 uomini. L'esercito russo va più che ogni a ltro soggetto a diminuzione di forza per le immrnse rlistanze a percorrere, per le molte malattie e la morta lità, prodo tla da repentini cambiamenti di clima e da ll'età spesso avanzata dei soldati, pel bisogno dì ifostinare molti individui al servizio dei. carriaggi ed a quello di tappa. In. caso di guerra occorrono a guardia del A NNO :XVI. VOL. II.

22


338

I, ' ESEUCITO

n.usso

· Caucaso da 80 a 100,000 uomini di truppe regolari; le truppe sedentarie non bast,an,o alle m0!.teplici operaiioni richieste dalla mobilizwzione di forze così ingenti; una buona parte delle trupP.e irregolari non deve essere impiegata che a difesa dolla frontiera asia•tica. Pl:'r una campagna europea non si. potrebbe quindi contare che sopra poco più di 600,000 uomini di forza nominale (570,0CO esercito regolare e 50,000 cosacchi del Don). con essi si dovrebbe formare un esercito del sud pei confini turchi, un esercito principale sulla Visto la cd un esercito di riserva. Cu lcolando, come fa il generale Fadejcw (1), per q tH:st'ullimo 130,000 ..uomini e per l'<'sercito del sud 100,000, r esterebbe a ll'esercito di operazione entrando io _campagna un;1 forza nominale di 390,000 uomin-i, la quale effi•t1ivamente (·lo s11nn-o tutti, un poco· versali nella materia) vorrebbe dire 250,000, o poco più, combattenti. Dopo la guerra d~I 1866 nel mondo militare sorse la preoccur.rnzione di non aver forze sufffcienti contro una coalizione europea . I quadri dell'<~sorcilo miglioravano semp1e; l'artiglieria mutava lntlo il suo materiale; la fa11teria trasformava le sue armi: si fùndarano istituti di educazione militar\:, si inco!'aggivaoo gli studi , si cambiava radica lmente la lattica, ma l'es11rcito attivo rnslura ·sempre $Onza una riserva organizza,la, la quale in caso di ·disastro p'otesse difendere il sacro suolo della Rnssia. l!'ratrant1, le nuove idoo :;i f.icevuno !urgo nel'la pubblica 0-pinione. L'emancipazione dei contadini esiguva altre rifot'mC . Incominciò a parere ingiusta l'esenzione rii servire il pae,e. accor,fafa ad alcuno classi privileginte a s('apilo delle altre-. \'enne il 1870_ Si vide allora c!ì iaro quanto avrebbo giovalo alla Fr!l'uciu una riserva organinata per opporre una resistenza dopo l'a nnichilam<rnto dell:esercito allivn. Gli uomiui di St, to russi più non esitarono. li giorno 4 novembre 1&70'u'll ukase imperi'u_le dichiarava il servizio generalo {l} R ·usslaln,à.s Kt"ieqsmac7it u-nd l(riegspolU·i k.

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N'EL

187,f

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.-obbli"alorio per tutte le clwssi de-Ila società; ed il 1° dicembre o ' ,uo a ltro ukase a'llnùnziav.a di aver d1a,to ordi1ìe al min-i'st!'o -della guerra di elaborare un p·rog&lto per riorganizu1r.e lo -truppe cli riser,'a e di deposito, diminttendo per quanto fosse .possibile la durata della feFma sotto le armi. Collo stesso decreto si ordinava una IEwa del 6 per mil'le, ,esclu·den~fo i giovani che non avessero raggiun<t@ il 2'1' 111mo -e resll'ingendo alcune delle molte esenzioni antec~1lenti. ~ 1rns ta !leva ha, chiam11to sollo le armi 150,000 coscritti, i quali hMrno giù· incom inciato la loro istruzione. Frattanto un decn·to del la fio(1 d'uprile invia in congedo provyisorio od illirttil<1-to lu-tti .,gli uomini che da più di sette anni sono sollo le bandier·e .., -Colle cl-assi più anziane e coi quadri delle lr.uppo sedentario -si ou ò o-ià proceder e alla formazione di tH1 embrione di ris'f~rni ' t> propriamente deltn. li go\1erno dell:i. Russia ha ttillora a sua disposiii·o·ne la classe 'del 185(), i cui individui contano da 41 -a 51 anni di età. ln l:lSPcuzione 11gli o:rili"l'li ' avuti, il ministro <lellt1 guerra lli'h-1liao i·ndirizzò·, il 20 dice'mbre 1870, tTn rapporto allo czar accompagnnndolo di due memorie cont.enr nti i princi piì ge,neralt ai quali si tlovevlano iufor·marc i iav0ri di una cormnis-siono desti ha la a propori'e fl modo di applicazi•one delil'ol>bligo . ge,wt·a le al sHrvizio militare ed il modo di org·anlzzaré' le forzr, .russo. Noi suo rappor'lo il generale Mi lu·line fa riswlt.a'rH' 111 111ecessHà per la Russia, di·rirnpetto·agli stra ordinari arnia-tm!i1li degli altri Stati di Europa, di avere tutte le sue troppo atVive tfisponHiili ad ell'lnr-re in campagna senza che ciues·te sr,rno dis'lratto pe1r o perazioni secondarie. Di qui il bisogno di una nurnm'6s1a risen'a cii uomini che abbiano servito nM l"esercito. Le ml'li~ie -< buorrn ed oti-li, eome l'isorsa straord'inaria• in caso d1 g'ùe'rra. -« nazionale, n~n po~s,Yno in a·lcun modo c'Ompl·etàre o rim(< piazzare le i ruppo r egolari. » Co!l'obhl-igo g-(~neral!.1 al· s~r. vi;,io mi lit-are, con una coscrizione annu·afo diii 25 pl.'r 1 cento sui giovani che raggiunsero il 21• anno di età e col ridurr~


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L'ESERCITO RUSSO

la ferma sotto le armi a sello anni « si può costituire gra« dualmente un vasto contingento rii vecchi miiitari, <lesliuati

<C li am_malati ed i funzionari dello Slalo sono e·s enti da questo .appello . È accordato , dietro prove di nn a determinata coltura, l'arruolamonto volontar io a 17 anni. I volontari, spirato un certo termiDfl o date prove di conoscere il strvizio, sono ammessi alla riserva, od anche pr.oroo~:.;i nfficiali. Tutti gli individni non !èntrati al servizio effettivo nell'esercito o nella flottn o capaci cli portare le firmi possono essere, in caso di guerra, chia;naf.i a formare la milizia nazionale. Disposizioni speciali saranno date per alcu1rn popolazioni di origine straniera, pei cosacchi e per la Fin landia. Le forze di terra dellii Russin si com pongono di esercito attivo, di truppe sedontariB e di riserva . L'esercito atlivo consena la sua organizzazione attuale. In tempo di pace è r idotto od aum(\ntnto, secondo stima il governo, per mezzo di congedi o per mezzo del richiamo di uomini in ~·congedo. Le tn;,ppe sc,dentarie sono incaricale in pace del servizio di presidio interno, dell' istru1.ione dell e r eclute, dell'esercizio delle riserve ed in guerra anche della formazione di corpi di Tiwrva e di marcia. I.e truppe di riserva sono formate in tempo di guerra coi quadri somministrati dalle truppe sedentarie ed hanno una (!oppia desti nflzione: . a) Quella di una forza mobile com posta di reggimeot/ e <li divisioni di fanteria, cli riserve cqn artiglieria a piedi e treno;' b) Quella di presi'diare le piazze forti. Onde faci li tare la formazione delle riserve, i battaglioni stan·ziari sono ripartili nell'i mpero a seconda della densità del la popo la:done liclle varie provincie, in modo che questa popo. lazione siii in grado di fornire tiinti reggimenti quanti battaglioni sono nel la località. Dove però la formazione di !ali reggimenti d i r iserva presenti diffìcollà in causa della poca t1en·s itll della popoluzione, della prossimità della frontiera o <lella.

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a completare l'esercito sul piede di gnerrn ed a formare for! ì « riservo. " Questo, a cli lui pnrer'e, non sono cgualmon4e 110cessarie per tutte le armi. La cavalleria e l'arl.iglieria a cavallo trovano sufuciente sostegno nei cosacchi; il ge nio. anche entrando in campagna, non ha bisogno di r inl'orzi. Occorre la organizzazione di risMvo alla fa;:iteria ed all'arliglieria a piedi,. stu sollo la forma di batiagliooi o di compagnie di marcia, sia solio quella di corpi indipendenti;« quest'orgnnizzazione, 1, egli soggiunge, « deve sopratutlo essere subordinata allo con«. dizioni Lerritol'iali ed etnografìeb<:, valo n dire, nllo comodi là « della ripnrtizione territoriale dei quadri ed alln possibilità di << completare qnesti quactri per mez7.0 del richiamo di uom ini « di un circolo localo determinalo. >> Seguono i principii genera li stabi liti pei' la commissione.. Vediamo1i~ la sostanza : La difosa tk! la patria ò sacro dovere di ogni sudrlito russo. Aonualmenle si farà una coscrizione alla quale sf!raouo sotto-· posti tutti i giovani che abbiano compili i 21 anni. L'entrata al servizio è decisa dalla sorte. Solo i giovani as-· solutameute inabi li ne vanno esenti. Questi però, ove no abbiano la capacità, possouo ossere impiegati nelle varie amrni··· ·nis trazioni dell'esercito o de I la flotta. Le esenzioni temporanee sono accordate esclusivamente pef sostegni di famiglia () per iiJ(eresse del l'is tr uzione pubblica , dell'econ omia ed iud.ustria nozionale. Non è ammesso rimpiazzo, nò osonerazione dal servizio · m ilitare. La durata del servizio militare rimane come per il passato di 15 anni, ,., nell'esercito attivo ed 8 nella riserva. In tempo di pace i solda ti ,non restano al servizio che il numero di anni necessario per mantenere l'efl'ellivo di pace. La riserva è chia. .mala solamente in caso di g uerra mediante decreto imperiale.

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342

L' ESE RCIT O l\USSO

lontananza delle provincie dal teatro della guerra europe.,, ~li' uomini dfllla riserva si riu n iscono in corpi di marcia o vanno,cos\ a completare le tru ppA di riserva. Le armi e le munizioni de lla riserva devo no essere sea11pre • pro11te presso le t ruppe sedentario. li treno è stabilito ai punti pr incipali di congiunzione ,ieJle f~rrovie occidentali dcli.i Russia . I generali e gli uHìciali della riserva sono presi nel personale dell'esercito attivo e della riserva stessa, compros.i ! vol(lntari pervenuti ol g rado di ufficiale. L'aumento delle forze militari deve al•er luogo al più presto possibile, ed in ogni caso prima che la riserva degli uomini creata dal nuovo sistema, abbia raggiunto la sua cifra massima norma le.

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con una ferma di sette anni, lasciando un largo margine alla diminuzione di forza, si avrà se mpre alme no 800,000 uomini. A"""iunaendo 50,000 volontari, si otterranno gli 850.000 st>ldnti n::essa~i pel passaggio sul piede di g uerra dello 47 divisioni attive e por la formazione di una parte delle truppe di mar~ia Gli otto anni poi di riserva daranno una forza complessiva di 800,000 uomini, una metà dei quali potrà essere disponibile per soccorrere immediatamente l'esercito attivo Per tal modo ove si accetti il priocip!o accennato dal generale Milul;ne nel suo rapporto all'imperatore, di incorporare cioè il quarto dei giovani cho annualmente raggiungono l'el~ prescritta. la Russia, passalo il periodo più o m ono lungo d1 transazione, potrà mettsre sotto le armi, senza contare la leva in massa, tra truppe regolari ed irragolari, a ttive e sedentarie, un minimum di:

Il 5 gennaio la commissio{le incominciò i suoi lavori sotto,. la presidenza del generale conte di Ifoiden. Essa è munÙa di pioni poteri. r principii proposti dal ministro possono essere in parte modificati; fermo però q uello dell"obbligo generaleal servizio militare e fermo lo scopo: I• Di sviluppa re le guarnigioni delle piazze forti e le tru p pedestinate alla difesa Iota le; 2• Di organizza re corpi cii marcia destinali a rimpiazzare vuoti fatti dal le guerre ; 3° Di organizzare le riserve ; Stando alle n o tizie che tratto tratto no dà l'Invalido !lusso~ le cose procedono con tale alacrità da far presagire un prossimo, risu!lato pratico . A parte i cosacchi , non che alcune tri bù della Siberia e gli abitanti della Tra nscaucasia o dell'Asia centrale, o compresa la Finlandia '.per la quale è abolito il privilegio dell'esercito colono) la Russia può estendere la leva ad una popolazione di circa 74 milioni di abilanti. Di essi annualmlrnle circa 600,000 masc hi raggiungono il 21 anno. Quei,ti colla coscrizione del 25 per-unto daranno 150,000 reclute.

Esercito attiro regolare. irregolare . > >

850,000

Riserva attiva . . . . . Truppe sedentarie. . . . Trup pe irregola ri per la sic urezza interna e guardia ai confini . . . . .

400,000

170,000 400,000 130,000 1,950,000

Probabilmen te si affretterà il termine del , periodo di trans-azione elovando la cifra di reclutamento annuale. L'anno 18'71, ul timo del vecchio sistema, porta già circa ·150,000 reclu'le. L'anno venturo probabilmente si farà una leva del 32 o 35 per conto io modo da ottenere por l'esercito attivo un 200,000 uomini. Colle classi r eclutate anteriormente alla gue rra di Crimea, ·1e quali sono tenute a servire da 22 a 25 a nni, si p_uò fino da ora incominciare la formazione di corpi sedentari e di divisione di riserva con una forz.i complessiva di 3. in 400,000 uomini. Allargata di tanto la base della coscrirliono,


L\ESEJ\CITO RUSSO

gl i in tercssi economici del paese non rnffri ranno di troppo pel maggior conli ngi:rote che per due o tro anni si dovrà fornire. Ad ogni mod·o il peso s:irà compensato dal g rande vantaggio della minor durata del servizio effetli\'O sotto le armi. Però uoa parte della stampa ed aleuni membri de!la commissione non si accontentano che entri di mezzo la sorte intorno ad un onere che la pafria rnclama senza distinzi0o i nè limitazioni. Riducendo la fermo, vogliono educare mi litarmente ogni suddito. russo. Ma difficilmente prevarranno le loro idee. Il grado di coltura della Russia esige maggior tempo che altrove per l'islruzioni del. soldato, tanto più che le enormi <!istanze e la poca densità della p.opolazfr1nr~. rendo no difficili le riunioni del le r ism·ve. D'altrond e, ammesso anche un servizio rffeWvo di 3 11nni, la Russia con una leva annuale di 300,.000 uomin i, fatte le debito riduzioni per it1abil iti\ l'd esenzione, avrà sul piedo di pace. un esercito attivo di forza pari a quello che ora h11 sul piede cli guerra . o calcolando che i giovani sieno nei (Jll<!dri attivi allri I.re anni, si avrà por la guerra uo eser cito il quale, nonostante tutte le diminuzioni possibili , raggiunger/i l'enorme cifra di 1.400,000. Supposto poi che i congedati debbano r estare altri sei anni a disposizione del govern'c> pet' Ja riserva, si otlenà ancora un minimum di 1,200,000 uomini. Si avrebbero quindi 12 conlinge11 li di 300,000 uomtn1 c1ascu~o. cioè 3.600.000 uomini, i quali. senza conla ro le truppe irrego_lari. darebbero una forza effottiva di 2,600,000 soldati. La ci fra è enormo ; è un vero imbarazzo di ricchezza che mette sul tappeto la questiono finanziaria, vitale in Russia come in qualunque altro paese. Tl bilancio della, guerra ascese, senza conta-re le spesç slraor·dinilrie cagionate d11l l' organizzazione militare e dalla trasforma7.iono ,follo nrmi, OPll'llnno 18/lR a 118 milioni e 814 di rubli d'argento (449 milion i di lire), nt'I 1867 a 122 milioni e .814, nel 1868 a 185 mi lioni. nel 1869 a 140 mil ioni e l !4, neL

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:1870 a 114 mi!ioni e 314, nel 1871 a 154 milioni, (612 milioni di lire). Cosl in sei a nni il bilancio ordinario aumen tò di 35 mi lioni e 114 di r ubli, vale a dire di 142 milioni di lire. (1)

Supponendo che la Russia abbia sotto le arm i tra esHt,fo atf.ivo e truppo sedentnrie (le truppe irregolari si mantenge,no da sè) 6;.2,000 uomini, ciascun soldato le costa annualmente 1000 liro. Esaminata così la grande riforma non so lo mili tare ma anche sociale che s i va oporancto in Russia, diamo ora uno ~guardo ad alcuni tratti caratlerist.ici del suo esercito. La maggior parte degl i ufficiali dell'esercito r usso proviene dagli istituti mi litari. Questi si distinguono in ·due cat,,gorie, secondo che dipendono diretlamonto daìl'amministraziona genera le della guen•a, o da altre autorità. l primi sono essenzia lmente istituti di educazione, gli altri servono a perfezionare ed estendere l'istruzione degli ufficiaìi e doi sotlo uffìcinli. Appartengono al la l" categoria : . 1• Il cm·po imperiale ctei pnggi. Ha 150 allievi ùlli 12 ai .17 anni. Dopo uo corso di 6 anr.i, j giovani passano alfieri nella guatd ia, ovvero sottotenenti od alfieri nell'esercito. 2° Le 01nq1M scuole di g1te1Ta per un numero comp lessivo di 1100 alu nni Vi sono ammessi i g iovani che lrnnno terminato il corso nei ginnnsi militari o civi li, ed anche i bassi uifìciali . Sortono dopo due anni so lto lenenti od alfieri. 3° n corpo dei cadetti di Finlandia per 120 alunni, equiparati a qu el li d~lle scuole di guerra . 4• I dodici ginnasi milita1·i ciascu110 per 300 alunni. I figli di no bili famiglie in sei cor~i vi ricevono u_oa educazione ·preparatoria per entrare nelle scuole di guerra. Appartengono inoltre a questa categoria le scuole militari (1) Stref!leur's Ostet•reicMscJie militarische Zett·schri(t 1871.


L'ESERCITO 1\1JSSO

di disegno, il seminario degli ist1'W,ttori mi;,litari e ke <SouoJe e,lemen.tari qnilitari. Alla seconda ca,tegoria spettano : i:• L' a;(j()ademia impe1·iale di gue'rra che com,rende: a) L' ao~ademia per lo stato maggim·e di llhcolò. Vi sono ammessi annualmente, dopo un esame scientifico, 50 uffici?li, i quali in un corso di d uo anni e mezzo sono preparati per entrare nello stato maggiore. Havvi annesso un corso geodetico. L'att1rnle organizzazione data dal 6 apri,le 1869: b) L'accademia d'artiglieria di Mfohele, e o) L'acoadem'i,a del genio di Nicolò, I.e quali duo ul,t im& sono scuole di perfezionamento per gli ufficiali d'armghieria e del genio. 2° Le scuole degli aspiranti. ·Ve ne ha 10 per la fanteria con drca 1900 al'unni, e 2 per la cavalleria con 250 alunni. Loro scopo esclusivo è di preparare i s ollo ufficinli ad u,ffiOi<! li. Comprendono due corsi: n el l° s'i n.segn.a la storia, la geografia, il russo e la matematica ; nel 2° vari rami di a>l'le militan,, Fondate nel 1864, hanno già dato ottimi risultati ·facendo entrare annualmente circa 1200 gjovani nel cor po degli uffìciali. In tal modo si potrà rimi?diare al<la deficienza di questi ~ la qnale, secondo il Kummer (l}, al 1° gennaio 1869 raggiungeva hi cifra di 2761 pel piede di pace e di 6761 pel piede di guerra. 3' La scuola d!a·r tiglieria di jJJiohete; 4' ta scuola, del gewìo di Nicolò che servooo a µrepam·e giova.n i agli esami d'artiglieria e del genio; 5° L'aocaclemi a clii giurisdizione miUtare; 6° L'accademia medicu-c-hiriwgica di Pìetrobur{J-0. Seguono: fo swota tecnica e pi1·01eonica di. _que1·1·n, la sou,ola preparatoria deUa giw,1·dia, la swn!a dei topografi.e la scuol a dei ohi1·urghi. , Lo stato maggiore r-usso .co.g.ta 360.ufficiaJi dis.li.n.tJ per fagegn.0, {l) <1,-im,a.z,,ge de·r H~e,·es Òrganisation.

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,e coltura . Questi si occupano con successo di ·studi tattici e slra-teg ici ed in generale conoscono bene gli eserciti stranieri. Gli -uffici.ali d'artiglieria, e principalmente quelli del g.enio, non so·no sorpassati io cognizioni da quelli di nessun altro esercito europeo. . Gli altri ufficiali lasciano alquanto desiderare rapporto all'islruzione. Quelli di linea passano una parte ·ùella loro esistenza fra popolazioni semi- barbare, spesso assorbiti dalle cure di famiglia. e, O:ìO all'epoca dell'aUuale ministro, senza grandi incoraggiamenti allo studio. Le paghe sono meschinissime, specialmente di fronte al caro cli viveri in Russia. Un sottotenente ha amrnalmente 1940 fra nchi, il luogotenente 2060, H capitano non comandante di compagnia 221!:?, il comandante la compagnia 2856, Sop·r assoldo per alloggio non è accordalo che in sei o sette g,randi città e varia per gli u,fficiali i nferiori,

a seconda del grado e del luogo, fra i 32 ed i 600 franerai a:1l'anoo. Gl i ufficiali russi possono prendere moglie col se:nplice con-1,enso del colonnello. Nell'isola mento nel quale non di rado si trovano, molti cl i essi aJ:lproffittano di questa facilità bencbè ·privi affatto di mezzi di fortuna, e cos) ancor gio-vani si ,vedono carichi di famiglia e di debiti. La guardia tiene guarnigione nelle grandi città. I suoi ufficiali d'ordinario menano vita dissipata fra le attrattive brillanti dell'alta aristocrazia. Fanno rapida carriera potendo essi saltare due gradi C<!I passare alla li·nea . Tnle pri.vili>gio non foodabo che -sulla nascita, de prime il morale del rima nente dell'esercito, •tainto più a questi tempi in cui i pri·ncipii di eguaglianza hanno preso radice in tutte le classi della società russa. ,UEa specialità dell'esercito russo, la qua,le ben non si concilia colle noatre abitudini, si è quella che gli ufficiali cli qua.\uoque grado n0,n sono ·tenuti fra loro al saluto. Ciò ha contrib uito, forse, ad avvalorare l'opinione che in Russia faccia ~lifetlo la disciplina -ed il came~a.t.isn:i.o .f.ra ·.gli-0fnciali.


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L' ESERCITO RUSSO

Il. soldato r usso è paziente ed ubbidiente. Manca d'ini1.iativa individua le, ma è un istrumento prezioso in mano ad un condottiere. Non è mollo impressionnbile; ricevuta bensì un'impressione non la dimen tica piì.l. Inclinato al fanatismo religioso divinizza lalvolta lo Czar. Anche il Lloyd nei suoi : P-rinoi71ii gene1·a.li dell' arte della {!Ue?Ta, COSÌ lo giudicava cent'anni fa. f<: fer mo al fuoco e disciplinalissfmo . Amante della società si affeziona fo~ilmento. La rer,luta. lasciata la famig lia ne forma presto una nuova nel la compagnia e nello squaclrooe. J.à si uni.ce intimamente agli altri soldati Cl con essi affronta vplenticri il pericolo. Una lugubre .storia (l ì ha il servizio delle sussistenze russfl. 'Lo catt.ive disposizioni , le dilapid azioni, fa mancanza di con:rollo. l'avidità dei genera li e degl i in tendenti, lo diffìcoW1 dei trasporti, hann o lasciato spesso nelle scorso guenc i solclati russi senza viveri di sorta. Incred.ibili sono le perdite cagionate dall'inedia sopporta ta da questi infolici con una pazienza ed uno stoicismo senza pari . Ora si provvede alacremente perchè ·quei mali n on si r innovino. Nel maggio 1869 appar ve il regofamento delle sussistenze per lo trup pe in campagna. Anche nelle guarnigioni il cibo del soldato è da · qualche tem po molto migliorato. Una volta era veramente miser abile. -Quasi mai si par lava di carne. Lo sco llo bastava appena a condire con ·lardo o sego una rancid a znppa :i digiuni dol'evan o essere rigorosamente osservali. Adesso si lascia che i soldati attendano -all 'agricoltura ed all'industria. Co l soldo che ne ritraggono mig lioran o il vitto giornaliero. La compagnia sceglie cinque indiviiiui: il lor o capo (Arlelschiks) r iceve dal capila no settimanalmente il danaro assegna to dal governo e quello guadagna lo dai soldati; -lo amministra pel r ancio, e ne rende poi conto ai soldati stessi. Soli.o l'impr essione dei tempi passati spesso si parla del .ri -' -p:orismo disciplinar e .russo . Ora le cose sono bon ca mbiatè. Fin da quando fo accorda ta la libertà pC>rsonale ai con tadini ,

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le pene corporali furonu aboli te por l'esercito e lasciale in vigore solo presso le compagnie di disciplina o le classi di punizioni. Il regolamento di sorvizio del luglio 1869 prescrive che l'arresto a pane ed acq ua non possa oilrepassare i 15 g iorni; por trasferire un so ldato alla classe di punizione occorre una commissione di disciplina. L'au torità disciplinare del cornanùante di corpo r ispetto agli ufficiali o sotto ufficiali e presso a poco come nell'esercito nostro. Il nuovo cocJicP. penale militare dr1 ta dal 1867. I tribunali militari ammettono la possibi lità di duo appeU i, poichè vi è:· l° il tribwwle 1di nggimento o corpo di truppa: 2° il t·l 'iùunale di circonàa,rio, 3° il tribunale mituare suprerno, il quale ha sede in Pietroburgo e succursal i nel Caucaso_ed in Siberia, ed ha r1ttrihuzioni. di corte di cassa7.ione. ln tempo di guerra ogni esercito che passa i conOn i ha il proprio tribunale che corrisponde al tribunale di circondario. Presso il quartier gener?-le pri ucipa le havvi anche un tribunale supremo di campo colle stesse attribuzioni del tribunale militare supremo. Al generale in capo è però assicurala per certi casi una potenza illimitata . L'Impero r uss? dall'attuale ministro della guerra è stato diviso in 16 distretti militari: 10 in Europa, g li nitri io Asia . Il coman-

da.nte cli distretto (il quale ta lvolta è anche governa tor o della provincia) ha sollo la sua autorità le tru ppe sì attive che sedentarie, g li is titu ti militari ed i soldati in congedo. Presiede il consig lio mi fitarn del <listrotto al quale spelta la sor veglianza in quanto r iguarda l'artiglieria, il genio ed il servizio militare. ln lompò di guerra deve ri unire gli individui in congedo, completare con ossi le tru ppe ctel suo distretto, pr ovvedere a lle vettovaglie, agli armamenti ecc. Proclamandosi lo stato d'assoclio; egl i J·iuo isee i. poteri civili e militar i. I n ciascuno dei 42govern i della Russia havvi un capo militare. Questi presiede al reclu tameùto, somministra il vestiario ed il nutrimento allo recl ute, le invia a l ba ttaglione di riserva, tiene

IJJ RusTo·w Dle russtsche Armee.


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t' ESE !\CIT,O H USSO

le liste d'ei soldati in congedo provvisorio od illimitato ed in caso di mobilizza,zioù1:1 li diuige ai corpi più vicini. llll dodici rliverse regioni dell'Asia si, hanuo i governatorci rn:i,litari con a:utori tà,simile a guelfa del comandante il distretto. I gioveuoatori di !)ral e di Zabaikalsk sono contempor.a,nearnente Atmaoni dei cosacchi colil domiciliati (1). L'anno scorso le truppe dell'esercito reg:olare aratro co~ì.Ti-. partite nei distretti militari : Pietroburgo Finla'!Hlia Rigia Wilna Afosoa Var·savia Kiew <Messa Ji.asa,n, Char.koff Caucaso

4 divisioni fanteria 8 rcgg. cavalleria I I 6

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A: qu-esto proposito !~anonimo auttlre dell'0Himo Jil)ro Di'e Herresmracht Rwsslands, osserva : « Nei governi occidentali sta· circa il 60 per eento di tutlo l'esnrcilo e quasi al 7:1 p_er c~mto delle tru ppe che si trovano nella R•ussia f'.uropC!a, e, siccome M'osca è r iunita alle frontiere occidentaJli por mezzo di tr.e ferrovifl, anchr. le tru'ppe del distrf'HO di Mosca possono esservi comprese. Così quellv forze, messO' sul piede di, g narra, possoa0 raggiungere la cifra di 400.000 uomtni. »

I.a fanteria russll forma 1'81 pf'r cenfo rlPil'es,,rcito atti~·o. Vistt·uz'ioDd della, rni;iut:, dtN'a sci mc•si i,n pacH, Lre ' in ,gu,e rra. Le prime due, sellimane sono im piegate ad imparare le pr.e-

l

NEL

18'71

ghie11e, i nomi degli individ'ui della famiglfa irnp1>11ia·le, quelli, dei su.perfori, le disLirizioni delle diverse armi. Si passa poi alla ginnastica., a'l 1rnrneggio delle armi e ad alti'i e-sercizi.. Una volta la< fanteria russ'f1 era celebre per le sue conversioni e pf'r. le s1rn marcie in parata. Ora anche là si incomincia,a da•r11 l'importanza che me11iiano il tiro al bersag li-o e l'istrmioll'e in.. -0rdi no Sf)arso, U reg.olamento d'esercizio data dal 1868. Il battaglione ha cin('Jue compagnie, 4~di fucilieri ed una di cacciatori. Quesrut~ tijma, quando non si adopra in ordion sparso, sta 50 passi, <l iotro· a·I centro del battaglione. Simile m~do rii formazione, :se presenta il v:an.taggio d.i coprire il proprio fronte cun più, destri e più abili tiratori, ha però l'inconvuniP·nte dj roorlere ·difflcile il cambio ed il rinform della cate'na, quando essa sia ,esausta di forze e di munizioni. Anche l'impiegare d'ordinario . iJ,5• dtilla forza in cac<liatori se.m.bra non corrisponda al bisogno. ]b Prussi:i si stondo tutta la t·erz:a riga, valo a dire il terz:o d'ell'effetlivo del battag:lione. !inoltre lo 5CPglie11e nel baUag lione uomini migliori depaupera le altr.e compagnie e fa danno allo spirito di corp·o. 1· cacc:ialor:i combntttmo sPrnpro in quadriglia corn:e una volta da noL In ordine chil1so, sono srwsso impiega te le colonne di com- . pagaia,' tanto sai - Cf'll!ro 'doppia colonna a<ustriaca) che sul~e al~ e sopra le SOZ'i&'Oi oi desl!'a O di sioistr,a d'ogni<compagnia come pp·e,scrlve il nos,tro regol•antB"nlo. È tolto il quadrsa:lo di ba-ttagl'ioue , I c·orrram:ta;nti d'i cnmpag1nia liì'vono·disponie i quia.. dra:ti di compagnia· ia modo da tr1ir proùtto, !)'e,r · quanto è possrbifo, dal fuoco e dai V"an·taggi del terr~no (1) . I 32 battaglioni di C'acciatori, c1·oati daH'impera.tore Nicolò, formél'no una tro-ppa scelta-\ ed abile al ti'ro. Si, aVieva inten~io~e di portarli a 4T e di dame· uno per divisione. Ma il timore di diminuirne• la b'ontà coll'aurooo~arne il numero e ia1 necessità {I) Taktische Notizen iil>er dfe russi.~chc Jnfa,nterle mi(iti:wlsche ;;:eit'Schr ifl. - Apri'le 1871.

(I) Wher-Zeitwn17 1871.

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Osterr eic1iiscne


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J,' ESE RC ITO l\\', SSO

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di far queslo a spese clel resto della fa ntHrif1, impedì di oltrepassare !a cifra d i 32. Qualcuno consiglia or a dì togliorli affalto, qualche allro di lasciarli per scoria all'artiglieria . Nel 1854 la fanteria russa fu armata di fucili rigati, sistema ll!inié. Nel 1867 si decise di trasfor mar questi in fucili a retrocarica mediante i i sistema Torry -NoTman . Riconosciutolo difettosissimo, dopo aver sprecato assai tempo fl danaro, si r icorse nl sistema Ka;rle, prossimo parente de! nostro, del Chassepot e dello Oreyso. I l foc ile ha ln canna abbru nata, l'oltur,ìl.ore cilindrico, la cartuccia di carla. L'alzo serve olla fau tor ia pel tiro fi no a 600 passi, ai cacciatori fino a 120} li eal ibI'o del l'arma è mili. 15,24, il peso chiìogramm i 4,92. hr la carica. e sparo sooo necessarl sei movimen.ti. PHrò il fucile trasformato non dlwe sel'vire ehe p &I periodo di tranMzione. Tra.scorso questo, lo. fanteria russa sarà tutta armata col nuovo fuci le del colonnello aml!rica no TJm·dan. Esso hn un calibro di circa 11 mi llimetri, e cartuccia mBla ll ica nd acccnsiono centrale. È ·semplicissimo e mo lto solido. Ci vorranno però degli anni prima che l'America abbia potuto fornire l'esercito russo dei 2 milioni cl i fucili che gli abbisognuno. La fanter ia russa è munita di tende, alquan to più pi.ccole delle nostre, di forma quadrata ed orlate di pe lle . I battaglioni attendano d'ordinario in coloonn su l ce,ntro (le mezze compagn ie di desi,ra del battaglione formano la colonna su lle mezzo compagnie di sinistro, quelle di sinistra sn lle mezze compagnie di destra). Lo tende si drizzano sempre per sei con metodo simile al 'nostro. Nel combattime»to, unendo quattro ten de e facendo passare negli qcchiel!i laterali due bastoni, si ottiene un comodo mezzo per trasportare i feriti. Solo la guardia ed i granatieri hanno la sciabola. La baionella si porl1i sempre innoslata. li cinL.... r ino ha due giberne, delle quali ciascqna contiene 30 cartuccia. La gamella serve anche a cuocere il rancio come in Prussia . La tunica della fanteria è di panno verde oscuro . I quattro

rog-gi men ti di ciascuna divisione sono distinti da mostre al colletto di colore diverso. J pan taloni, di panno eguale al cappotto, entrano negli alti stivali. La copertura del capo consiste in un leggiero berretto verde con aquila di met:-dlo ed un corto ciuffo di crini di cavalio nni. li coppotto con cappuccio è di grosso panno bigio ed è portato ar-retolalo intorno allo zaino. La cavalleria rrgolare rappresenta in Russia 1'8 per cento di tutto l'esercito combattente. Per essa l'impPro av,rebbe nei cosacchi i migliori elementi del mondo. Questo popolo di tre milioni di ·abitanti che. possono dirsi nati a cavallo, sarebbe in grado di fornirgli tutta la sua cavalleria (1) Solo l'Austria ha· qualche CO$a di simile nei Magiari, nei Szekleri e nei Serbi. L'Austria ha saputo tr arne prolìl!.o, la Russia no. Quest'ultima recluta la sua caval leria regolare dct tutte le parli dell'impero e lnscia che i cosaccbi formino la cavalll?r ia irrego lare. Così si spiega la poca ripntazione che gode la cavalleria russa presso gli altri eserciti europei. L'istruzione della recluta di cavalleria esige nove mesi in pace, la metà in guerra. Il regolamento d'esercizio data dal 1869. È abbastanza sem pliee e perrnelte l'impiego dello inversioni. La colonna di plotorrn è il fondamento di ogni evoluzione. Eccellenti sono le norme dato per g li inseguimenti. Il ser- · vizio di avamposti e di sicurezza in marcia è lascialo quasi esclusivamente ai cosacchi. La cavalleria ba sopra la fan teria il vantaggio di poter at. teoderc meglio all'istruzione, perchè il suo effettivo di pace è di p'oco inferiore al suo effettivo di guerra. Un reggimento di caval leria russa conta sul piede di pace: 36 ufficiali, 76 sott'uflìciali, 17 trombettieri, 588 soldati con 529 cavalli. (1) F ADEJEW -

U/Jer Russlands Kriegemacht wnd Kriegspolitcli.

ANNO XVI, VOL. li.

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L'ESERCITO J\USSO

E sul piede di guerra : 36 uf!hiali, 80 sott'uffiziali , 17 trombettieri, 672 soldati e .

593 cavalli. · 1 ·dragoni sono destinati a combattere tanto a piedi che a · cavallo. L'imperatore Nicolò ne aveva fatto un corpo a parte di stazione fissa nel governo di Rarkoft'. Quivi formava un piccolo esercito di 8 reggimenti e di alcune batterie da polt:rsi lanciare prontamente a qualunque punto del confine. In pratica ~erò fece cattiva prova. e non potè essere impif:gato nè in Uncrheria, nè in Crimea . fu quindi scio lto fJ d in sua vece furono 0 t· nenti òracrooi per ciascuna divisione di , 1 · orma 1 due reo-r, ' oo 11 " cavalleria. I draO'oo·i hanno un pesante fucile caricantesi pvr la boçca,. o con ba i~nella e sciabola in fodero di cuoio. Per quanto bravi, · essi non potranno rendere segnalati servigi sino a che non sieno forniti di una leggiera carabina a retrocarica. Questa è O'ià adottata in massima, tullavia sembra che vogl ia darsi solo :llorchè sarà compiuto l'aÌ'mameoto della fanteria. Tutto il resto della cavalleria (corazzieri, ussari, ulani ) ha il primo rango armato di lanl:ia. il secondo di semplice scia_bola: Qualche tempo fa ciascun squadrone aveva 16 fìanchegg1ator'. ar~aÙ di fucili. Ora questi sono tolli e eosì più di due terzi della cavalle°ria russa noo. ha altra arm;; da fuoco clrn una .se:nplice pistola, la quale pm'èi ·fra breve dovrà essere sostituita - da un revolwer. Si pensa anche di fornire il secondo rango ·di carabine a retrocarica . . I co·razzieri ha nno l'uniforme biancn , pantaloui di pvlle, stivaloni, elmo e corazza; in piceola tenu ta portano una tunica · verde L'uniforme dei drogoni somiglia a quella della fanteria, · Gli ulani hanno tunica bleu, pantaloni bjgi, e la solita schapka. Gli ussari vestono di bleu alla foggia degli altri ussari d'Europa. Sul capo HOO hanno che un semplice berretto. L'artiglieria russa ha in uomini il 16 per cento di tutto l'esercito ·regolare. Ogni batteria d'artiglieria a piedi ha la prima

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batteria di 9 libbre (13 cent.) , le due altré di 4 (Il cent.J. Tutte. le batterie a cavallo hanoo pezzi da quattro. Da principio si era stabilito di fornire tutta l'artigiieria di cannoni d'acciaio fuso della fabbrica Krupp in Essen. Ma_poichè ·si aveva disponibile un immenso-materiale di cannoni di broozo, si pensò a r:gar questi, attendendo che le fonderie ru;se pren<iano tale sviluppo da poter fornire tutti i cannoni d'acciai'o occorr1rnti. Ora l'artiglieria da campag~a ha circa la mrtà dei pezzi in acciaio e la metà,i.n bronzo ,' e può fùe la guerra tutta provvista di ,:annoni rigati. L'ar-tiglieria come la cavalleria tiene io pace sotto le armi una gl'au parte del suo effettivo. Una batteria da uova librìre .ha sul piedH di guerra: 6 uffi ciali, 25 sott'uffìciali, 4 trombettieri, 248 cannonieri , 19 operai; i sul piede di pace: 6 ufficiali, 20 sotl'uf!ìcia li, 4 trombettieri, 198 cann'>nieri, 19 operai. Il colore dell'uniforme d'artiglieria è il verdt:l oscuro con mostre nere o bottoni gia lli. Non si distingue dal l'uniforme del genio se non pei bottoni che questo ha bianchi. .

Il genio è ottimo, perch è il popolo russo fornisce buon numero di esperti ed intelligenti operai e perchè in questo corpo si dà molta importanza all'istru:lione. L'arsenale di Oinabur<)' " è il deposito principale del materialo da ponte. Questo, meno poche modificazioni introdotte nel 1866, somiglia perfettamente al sistema Birago. I pontoni di ferro sono fabbricati in Svizzera.

Notevoli sono i lavori di fortificaz ione campale ai qoali sì sta ora esercitando la fanteria sotto la direzione del gen io. In segu ito alle esperienze della guerra del 1866 fu istituita: una commissione sotto la presidenza del generale F'idHwel a questa dopo un luogo lavoro pubMicò un: « lst1·11,zione sùì


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L'ESERCITO RUSSO

lavori di zappa in campagna ad uso dei sollo ufficiali edr « ufficiali delle truppe a piedi. :. Vi si dà le norme per co~ prirsi con ripari, trincee e spalleggiamenti. Ciascuna compa-gnia di linea o di cacciatori ha 27 strumenti tra zappe, pale, picconi ecc. Ai campi d'istruzione si fecer o molti lavori in torra ed iu generale si è trovato pratico e comodo il sistema. Pare però che tanti ordigni accrescono di troppo il numero, degli impedimenti e che l'uso frequente delle trinc:ee di battaglia tolga alle truppe la mobillà e lo slancio di cui hanno pur sempre di bb~gno. • <

Recapiloliamo. Al presente la Russioc con sforzo supremo può mettere in campo co ntro l'Europa mezzo milione d'uomini. Violi questi, il quadrilatero polacco può essere giralo e l'impero invaso. Al presente l'esercito attivo si compone di uomini di tulle· lo età; la fanteria non è che per due terzi fornita d'armi trasformate. a retrocarica, la cavalleria non ha una carabina ;. tutto il servizio di esplorazione deve essere lasciato ai cosacchi del Don; l'intendenza non ha ancora avuto tempo di stabilire grandi magazzini sulle strade che menano a lla Vistola; la r ete· · ferroviaria manca di numerose linee che ora si stanno co-· struendo con rapidi tà meravigliosa , i molti ,istituti mil itari non hanno ancora portato tutl.i i loro frutti. Fra tre o quattro anni la Russia potrà meltflre in campo contro l'Europa un milione cli combattenti. Vinti questi, l'organizzazione delle riserve permetterà di valersi, per la resistenza, di tutte le immense forze dell'impero. Fra tre o quattro anni l'esercito attivo non si comporrà che· . di uomini sul fiore degli anni ; la fanteria sarà tutta fornita di armi trasformale, i cacciatori e la guardia, di armi nuov& .a retrocarica; la cavalleria sarà probabilmente provvista di· carabine ed avrà migliorato il suo reclutamento ; vasti magazzini d'approvvigionamento saranno già organizzati ai nodi ferroviari dell'ovest; le truppe di marcia solcheranno in tum

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ì sensi l'impero e verranno a riempiere i vuoti prodotti dalla .guerra ; la rete di comunicazione sarà presso al suo termine· gli ufficiali poco atti al servizio saranno già rimpiazzati c1a; -volontari e dagli allievi degli istituti militari: tutto l'esercito ,avrà raddoppiato come di numero cos\ di valore.

ORESTE BARATIERI

Capitano di fanteria.


LA GUERRA ATTORNO A METZ

LA GUERRA ATTORNO A METZ

('i'rad uzione, con note di un ufficiale francese, dell'opuscolo: »e•• Mrieu ....,. 11Xetz di un generale prussiano sul di1trio de!l'['.SSedio compilato dallo Stato Maggiore del Principe Fedel'ico Carlo. - Berlino 1871 , Mittler e figli).

f; questo, od altro a·nalogo, il nome çhe gli storici daranno,

alla gigantesca lotta che due valorosi eserciti ha.uno sostùnuto a ttorno a Metz, e dalla quale tutti e due sono usciti con gloria ed onore, benchè l'uno di essi sia stato ridotto completamente all'impotenza; perciocchè gli è piuttosto per la fame, che non per !'arme del suo avversario, ch'esso dovette soccombere. li momento non ì1 ancora venuto di scrivere la storia di questo dramma sanguinoso, poichè molti fatti Uall'una parte e d'all'a ltra sono ancora completamente da chiarire. Però le poche osservazioni che seguono non cesseranno di essere meri giuste ed opportune tanto per illuminare l'opinione di ciascuno, quanto per respingere le vergognose calunnie, sorte dalla m'alevolenza. di taluni e dnlla esagerata idea ch'essi si fanno del loro proprio · valore, per provare in una parola che la i;atastrofo la quale ha segnato il termine alla lotta non fu per certo cagionata daL .modo con cui questa fu condotta.

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La Francia aveva radunato attorno a Metz l'eletta del suo esercito: 17 divisioni, composte ciascuna di i3 ba ltaglioni di 800 uomini; 500 e più pezzi di campagna; 180 mitragliatrici; numerose divisioni di cavalleria; in tutto 200,000 uomini, fra cui tulta la guardia imperiale (1). L' Imperatore comandava in persona. Noi lo lasci·eremo totalmente in disparte, perciocchè egli scomparve :,in da! principio delle ostilità. Il comando fu allora affidato al maresciallo Bazaine (2), sotto i cui ordini si trovavano due marescialli di Francia e tre . ge·nera li comandanti di corpi, allato dei quali era stato posto, per aiutarli co' suoi illuminati consigli, il generale Changarnier, l'illustre veterano delle guerre d'Africa. Alle. forze più sopra enumerate conviene aggiungere la piazza di Melz, difesa da una guernigione di più che 20,000 uomini dei quarti battaglioni e della guardia mobile (3) e affidata a un comandante superiore, di un carattere energico, il generale Coffinières. La Germania aveva opposto a queste forze militari due armale composte quasi tutte di truppe della Confedrrazione del Nord . La 1• sotto il generale Sleinmelz, comprendeva il 7• ed 8° corpo, rafforzati quasi immediatamente dal 1• corpo. Qualche settimana più lardi vi si aggiunse la 3• divisione di -riserva, r.ui era stata annessa una divisione di cavalleria; il suo effettivo sommava pressorhè a 120,000 uomini. La li' sotto il comando del principe Federico Carlo, com-

fl ) L'8rtiglieria dell'esercito si componeva di 540 bocche da fuoco,.di cui 456 pezzi da campagna e 84 mitragliatrici. L'effettivo delle truppe attorno a Metz al 14 agosto era di 168 mila Ùomiui. (2) 11 comando in capo fu rimesso al maresciallo. Bazaine con decreto del 12 agosto, L'Imperatore, che aveva giudicato indispensabile il movimento cii riLìrata su Chalons. ~on lasciò l'esercito che il 16 mattina; per c,onseguenza il maresciallo non acquistò la libertà dei suoi movimenti se non da questo momento. (3) La guernigione di Metz era stata formata in parte a scapito dell'esercito, staccandone, ver il servizio della piazza, u na div isione di circa 7,000 uomini, che vi restò immobilizzat.a dal 14 agosto fino alla fine dell'a.ssedio.


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LA GUERllA

A'l'TORNO A l!IETZ

prendeva i corpi 3', 4°, 9•, 10° e 12', la guardia, tre divisioni di cavaÙeria e poco di poi il 2' corpo: in lutto 240,000 uomini. Queste due armate avevano al la testa il vecchio ed eroico re di Prussia, circondato di genera li, come Mollke e Roon , di uo·csperieoza consumata sul campo di battaglia, e preziosa nei suoi consigli. Noi non ci occuperemo dei primi giorni della guerra, ct"rante i quali non ebbe luogo ehe il combattimento di Sarrebruck, sulle alture dello Spicheren; combattimento d'avanguardia, nel quale ci rimase la villoria, ma che provò ai <luo eserciti che si trovavano di fronte avversari degni gli uni degli altri, e noi passeremo sflllz'altro alle operazioni ch'ebbero luogo attorno a Metz e che comincil,rooo circa ollo giorn i dopo questo primo scontro. Questi ollo gi,irni furono uti lizzati dai Francesi per concentrare il loro esercìto allorno a Melz. li )3 a sera questo scopo era rtggiu nto e la massa delle loro trnppe era attorno alla fortezza. Dal loro canto i Tedeschi non erano rimasti inoperosi durante questi otto giorni . Ma la l' armata non av&va ancora ricevuto la 3' divisione di riserva e contava Lutto al più 100,000 uomini, di cui un terzo, il l' corpo, giungeva appena allora. La 11• armata, strettamente qollegata colla l', trova vasi una grossa ,, giornata lungi da Métz, più al sud verso Pont-à-~v,)USSOll e all'intorno di questa città, ammassata lungo la Mosel!a e pronta a traversare il fiume .

tito di non più difendere la Enea della ilfosella, ma di tentare una rivincita nelle pianure dr.Ila Sciampagna; a questo uopo il loro movimen to di ritirata non tardò ad accentuarsi su Verduo. Una parte delle loro truppe aveva già valicata la Mo .. sella, quando s'impegnò davanti a l forte, il p'ù. distante da Metz, un combatti men lo di avamposti fra alcuni corpi. del la I• e Il' armata tedesca e un inti~ro corpo .d'armata francese. L'azion e divenne ben presto generale ; un 2• corpo francese e la met.à del l' corpo prussiano s'avanzarono a prendervi parte. Amendue gli eserciti si attribuit'ono la vittoria; ma il vantaggio restò unicamente ai Tedeschi, non tanto perchè rimasero padroni della maggior parte del campo .di battaglia, quanto perchò la ritirata dt}il'esercito francese venne con ciò ritardata per più di un giorno. Dal momento che il marescial lo Bazaine, comandante in capo, .aveva l'intenzione di rilirarsi, egli non avrebbe dovuto dare .alcun cornbatlimeoto sulla riva destra della Mosella. à~elz copriva completamente la sua ritirata, e qualunque truppa tedesca obbl igata a passare davanti alla fortezza aveva da superare tali difficoltà da vedersi inceppata la ma rcia a lmeno per un giorno e posta por consP-guenza ,nella impossibil ità di opporsi al movimento in ritirala dell'esercit.o francese su Verdun. Se l'intenzione del marescia llo era invece di difendere la linea della Mosella tenendosi fermo sotto Metz. egli avr(1bbe dovuto piombare con tulle le su e forze sull'esercito tedesco che si trovava io quel momen to tutto in tiero alla sua portatfl; così egli era sicuro cl i otternire un serio vantaggio. Difficilmente si sarebbero potute riunire forze bastevoli contro di lui prima del 15, ed in ogni caso la necessità di concentrare in fretta tutto l'esercito non ci avrebbe permesso di far passare 1/\ Mosella che a poch i ed insigni fioanti distaccamenti. I due eserciti si sarebbero trovali di fronte, il 15, nella direzione di .MetzSarrebruck, e qualsiasi fosse stato l'esito della battaglia, la vicinanza di Metz che copriva la loro linea di rilirata, avrebbe lasciato tutta la faci lità ai Francesi di operare il loro movimen~o

Il 14

agosto .

La sconfitta del maresciallo Mac-Mahon a Woer.th, la sua precipitosa r itirata, la necessità di mantenersi in comunicazione con lui , e il convincimen to acqnistalo dai Francesi di non poter agire con successo se non disponendo di masse più forti, tutte queste considerazioni !i trassero a. prendere il par-


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L~ GUERUA

ATTO!INO A ME'~Z

su Verdun. Il maresciallo dunque o non doveva dar battaglia il 14 (1), o facen ,'oio, doveva spirgare tutte le sue forze; una battaglia nella giorn~ta del 14 non poteva che riuscire a suo svanlaggio.

la seconda, al nord-ovest, per Duu o Slenay, su Sédan ; la terza al nord su Longuyon Tulle queste str,ade sono spaziose ed in uno s!ato eccellen te di manutenzione;· ti maresciallo Bazaiue si servì principalmente, per la ri tirata del suo es<>.rcito, delle due strade di Mars-la-Tour e di Etain, e le s,rn leste di colonna raggiunsero il 15 sera, da una parte Rezonville e Mars- la-Tour, e dall'a ltra Doncourt e suoi dintorni : esse vi si trovanno ancora il 16 al le 9 cli mattina. Tutto porta a credere che egli aveva l'intenzione di restare su quelle posizioni per rnettm·e in grado i suoi convogli, già avviali per la strada più lunga, qnella del nord, di precedere alquanto. Il maresciallo pensava probabilmrnte di mantenersi in misura, il 17, di raggiungere Verdun senza essere molestato, e di portarvi tutto 1·esercito forte ancora di circa 200,000 uomini, non ostante le perdite subìte a Spichereo ed a Borny (l); egli sapeva del r esto chB la maggior parte dell'esercito tecle:;J)o si trovava ancora il i6 rnallina sulla sponda destra, lont,ano da 37 a 40 chilometri dalle posizioni ch'egli oceupava. Il re di Prussia visitò in persona, il 15 maLtina, il campo di battaglia del 14. Una volt.a entrata nel l'esercito tedesco la certezza che i Francesi si ritiravano , il l corpo della I• armala · fu lasciato dinanzi a Metz. Gl i altri dne corpi di quest'armala, il 7° e 1'8,° ricevettero l'ordine di r isalire in tutta fretta la 1\losella, dopo aver girata Metz, e di passar il fiume sui ponti di batLelli all'altezza di Coroy . Il 3° corpo della II' arma ta fu richiamato da Pont-à-Moùsson a Noveaot, donde una stretta gola permette di guadagnare, passando per Gorze, le a lture che dominano la riva sinistra della l\losella. Il 9° corpo seguitò il moYimeoto del 3°, e le sue Leste di colonna raggiunsero Vandiers-sur-Mosfllle. Il l{)• corpo si diresse su Thiancourt. se-

Il 15 e 16 agosto.

Il maresciallo Bazeino fece ripigliare il 15 il movimento su Verdun, sospeso in seguito al comballimrmto del 14. Tre buone strade ·conducono da Metz a Verduu. Le due che si trovano al sud di Metz e che fino a Gravelotte, . a 14 chilom!:ltri dalla piazza, ne formano una sola, si separano in quest'ultimo villaggio. Quella che va più al sud mena diretta mente a Verdun passando per Rezonville, Viouville e J\lars-la-Tour: essa ò di molto più breve. L'altra, ossia la strada di mozzo, un ·po' più lunga, attraversa Doncourt, Jarny, Elain, dol'e essa si congiunge col:a terza. Quest'ulti_ma. sortendo dà Metz, lascia la valle della Mosella a Woippy e, dopo aver seguitato le creste boscose che dominano il fiume, giunge a Sainl-Privat per mezzo alla slretta di Bulny. Di qui essa scende nella val le dell'Orne passando per Sainte-Marie e condut;e per una serio di difficili strette, fino a Briey. Da Briay duo altre strade s1 dipartono: l'una si dit'ige verso il nod-ovesta Longuyoo, nella val le del Cllic rs, dove raggiunge la strada ferrata e la strada ma estra di Mezières passando per Sédau, Mootm é~~ e Thionville; l'al_tra si dirige su Etaiu rer l'ol'est e le alture. A Etain si biforcano tre nuove slradù. di cui la prima condu co su Verdun; 0

(1) Gli ordini più precisi erano stati dati per evitare qualsiasi combattimento sulla riva destri\. Per causa dell'improvviso gon.tì;;.mento deìla Mosella e della Seille, il passaggio dell'esercito essendo stato ritardato, l'ultimo COl'P,O non potè ritirarsi abbast:•.11ia per tempo. Alcuni colpi di fucile s parati U<>lle ultime colonne della retrog uardia, accesero ir,opjnatamente il combattimento generate , al quale uon presero realmente parte che u11 corpo e due divisoni di un altro corpo.

36S

O

.. ,

(1) L'esercito che, il 13 agosto, non contava più di 16S.OOO uomini, , era stato scornato rii unadivisione lasciata a Met.z pel servizio d~lla piazza. Essa aveva perduto circa 4,000 uomini a Boroy. Il suo elfettivo, il 16 mattina, non era dunque più che di 157,000 uomini. (Questa cifra è quella dell e razioni distribuite e presenta una sensibile differenza da quella dei combattenti).


LA GUERRA

guendo la strada maestra di Verdun. La Guardia passò il fiume ,'l Ponl-à-lllousson, mentre il 2• corpo trovavasi ancor molto indietro a Forbach. Il 4' corpo, diretto per Frouard su Toul -e Commercy, giunse fino al la Mosella, ma non prese alcuna parte ai combattimenti datisi intorno a Metz. Tutti gli sforzi dell'esercito tedesco mirarono d'allora in ,poi ad arrestare l'esercito francese fra iJ Mosel la e la Mosa, ·Collo scopo di obbligarlo a dare battaglia . Benchè la II· armata fosse nella impossibilità di prender parte all'azione prima della fine della giornata, essa tuttavia si pose in marcia fin dallo spuntar ,del giorno, onde gua9agnare l'altipiano che si stende fra l'Orna .e la Mosella nella direzione di Verdun. Tenuto conto della rapidità con cui i TedHSchi eseguirono il foro mo,·imento, e del la lìd uciosa tranquillità dei Francesi, un combattimento era imlvitabile pel 16 agosto. , Non è possibile di dare sin d'ora una relazione esatta <li .questa grande battaglia. Mancano ancora in questo momento comple te informazioni; ma se ne possono di già analizzare in modo preciso le varie fasi. Il 3· corpo prussiano d0po di essere con gravi stenti arrivato attraverso le gole di Gorze sull'altipiano che domina la Mo·sel la, scontra il nemico a l sud della strada di Verdun, fra Tronville ~ Rezonville. Il combattimento principia alle trb di mattina ed è sostenuto da questo solo corpo fino a mezzogiorno e ,mezzo: Tronville è presa di viva forza; cosl pure Mars-Ja-Tour, se noi ci troviamo a cavallo della strc1da maestra da··-Metz a Verdun. • A mezz0giorno e mezzo, due divisioni di cavalleria venute -da Thiancourt entrano in linea, Vionville è attaccata vigorosamente, ed il 3° corpo d':irma ta resta nppena io istalo di continuare la lolla. Alle ore una e mezzo, la cavalleria carica.impetuosamente, attraversa le linee nemiche, e subisce perdite tali che si trova pressochè annitmlata . Qu(:)sti sforzi fecero gua<dagnare un'ora. Alle tre, il 10' corpo d'armata prussiano sbocca al di là di

ATTORNO A METZ

365-

Puxieux e di Mars-!a-Tour dopo aver traversato un bosco situa to al nord di '\iionvil le; esso entra in linea alla nostra ala. smislra nella direzione di PntYill.e. Sull'ala destra, il 9' corpo, costeggia il bosco di Vionville, attacca questo villaggio e quello di Flavigoy, s'impadronisce di Vionville ed è respinto da Flavigny. Allo quattro e mezzo, compariscono da lungi, sulla nostra destra, il 7° e una p~rte dell'8° corpo: essi- hanno passato Ja, .ll[osella a Corny e sono gi un ti sull'altipiano por strade pressochè impraticabili, trnversanclo i boschi di Hevaux e di Ognous ; rimangono padroni di questi boschi, ma non possono uscirne e prender parte all'attacco su Rezonville . Al momento in cui essi compaiono, un nuovo sforzo è fatto· su Flavigny, che, fra le selle ed otto di sera, rimane finalmente . in nostra mano. Contemporaneamente l'alta.eco diretto contro, il 10° corpo su Doncourt, al di là di Bruville, è defìnitivamenttt respinto; questo corpo tien fermo su tutla la linea che si stendefino a Mars-la-Tour, e conserva le sue posizioni sino alla lìnedel combat.limento. Alla notte, l'esercito fra ncese occupa Gravelotle, Rezonville, Saint Marce) e Bruville. L'esereito tedesco è appoggiato ,;1 1bosco·. di Ogaons, Flavigoy, Vionville, a quello al nord di Vionville e a l burone che domina Mars-la-Tour. · Tutto l'esercilo francese aveva preso parte al combattimento (l); dell'esenito tedesco tre corpi soltanto e le teste di colonna di due altri {al più 120,000 uomini). Se con una si[atta sproporzione di forze, i Tedeschi riuscirono a guadagnar terreno ed a rimaner padroni della strada sud da Uetz a Verdun, ciò non può essere che la conseguenza de1J1ttattica difettosa con cui i Francesi furono generalmente guidali. Il maresciallo Bazaine

.

(Ij Quando s'impegnò la battaglia, il 16, non si avevano sulla fronte di attacco che due corpi, di cui l' uno di due di visioni soltanto e l'altro cli tre . .La g uardia e il resto delle truppe non poterono giungere che in appresso sul campo di battaglia. Il 3• e 4° corpo, t'itardati nel loro passaggio della Mosella dal combattimento del 14, non giunsero a portarsi sull'altipiano <li Gravelotte nella giornata del 15. Una divisione del 3° corpo non potè nemmeno prender parte in alcun modo alla battaglia.


366

I.A GOERRA

-stesso merita il rimprovPro di essersi lasciato trasportar troppo dal suo coraggio pf'.rsona lo e dal suo ardore al combattimento. Egli fu visto nelle prime file dei suoi soldati , cosa che non i~petta al comandante in capo di un sì grande esercito. Gli è ,per tal modo ch'egli si trovò circondato, verso le due, con tutto il suo seguito , da un reggimento di caval leria prussiano, e -corse gran rischio di perdere la vi ta o la libertà, in un momen to in cui gli ordini del comandante in capo erano più ne-· -cessari che la sua pa!'lecipazione al combattimento. Le truppe dei due eserciti si batterono in un modo ammirabi!o. tn nessunri fase della lotta s'ebbero a scorgere di quei <l isordini abituali che dinotano un abbattimento mora le momentaneo. Dall'una parte e dall'altra le perdit0 furono consi<lHevoli e a un dipresso uguali; pochi i trofei abbandonati. 11 vantaggio rimase ai Tedeschi non os tante la loro inferiorità n umerica; essi si nttrib uiscono n buon diriLto la vi ttoria. La g iornata cli Mars-la-Tour resterà un titolo di gloria per il generalo io capo, il principe Fed0rico Citrlo, ed iì 3· corpo di arma ta di cui un buon ·terzo è rin:iasto sui campo di ba ttaglia , vi ha sàitto una pagina immortale per lui.

Il 17

e 18 agosto.

La battaglia dPl 16 non Na stala riguardata nel campo tedesco come un' a1.ione decisiva; bisognava perciò tentnre un'altra volta la S? rle dié'lle armi, ed è in questo intento che tulle le truppe le qunli si trovavano a portata, furono concentrate il 17. A tale data. la guardia od il 12• corpo giunsero a Mars-laTour o si stabili rono a l su ! di q1rnst.o villaggio . li ·7• ed 8° corpo al l'ala des tra passar0no la ì\1osella e vHnnero ad accamparsi nel bosco di (igoons e al nord di dello bosco . Il 2° corp') fu richiamato 11 marce forzato; le sue teste

AT1'0R NO A METZ

367

di colon na raggiunsero alla sera Pont-à-Mousson e da questo momento in poi si potè contare sulla sua presenza sul campo di ballaglia por la sera del 18. Il re, il quale assunse in persona il comando i"n capo, si trovò alla testa di ot.to corpi di armata, 240,000 uomini, senza contare la cavalleria; di ques ti otto corpi, tre erano ancora intatti. li maresciallo Bazaine, dopo la battaglia del 16, si vedeva costretto a prendere un nuovo partito. Egli non poteva più ballare in r itirata per le due strnde sud da Metz a Verdun . L'una era completamen te in nostro po tere, e l'altra così vicina a noi che una marcia di fianco, eseguita in tali .condizioni, sarebbe stata una follia. Quanto alla strada nord, essa pr esentava pure gravi difficoltà stanle le posizioni che occupava il suo osorcilo. GH bisognava fare un g iro di quns~ quattro leghe pffr anivarvi, nè poteva sperare g ran fatto di ' . guadagnare Verdun e la Mosa . sonza una nnova battaglia, perchè quand"anche l'esercito tedesco no n avesse fatlo alcun movimento il 17, non era però meno sicuro di trovarglisi di fronte presso Verdu n, il 18 .o il 19. li maresciallo poteva per con tro sperare di sfuggire per Longuyon, seguenJo la strada da Metz a Sédan . Questa strada • trovavasi appunto diPtro alle sue posizioni , ed il corso dell'Orne poteva tornargli utilissimo per impegnare un combatlimenlo di retroguardia e coprire la sua ritirnta . Le ragioni cho il marescial lo Bazaine adduce pr r non averlo fatto sono l'impossibilità in cui egli si trovarn di allontanarsi da Metz ti 17, giacchè la sua fanteria aveva consu mato tulle le muniiioni il 16, e l'obbligo di uti lizzare le risorse della piazza per l'approvvigionamento dell'esercito . Malgrado queste considerazioni, egli avrebbe potu to a ppigliarsi a quell'ul timo partito ed a tal uo po gli conveniva ripiegarsi al nord dell'Orne. La strada diretta da Metz a Thionville e quella che si dirama su di essa dopo di aver segui to il corso dell·Orne gli bastavano per il lr?.spo-r:o dolle· rne mu~ niziooi. Nè il tempo gli sc1n ·b:ie manca to, pr.rchè ci sarebbe st::i to

f


368

LA GUERRA

impossibile di raggiungerlo prima do! 19. Coovien dunque ricercar altrove i veri motivi che dettaruoo la sna condotta . 11 marescia llo Niel, tenendo conto del nuovo armnmento delle truppe francesi e d<>-lle mitragl iatrici ch'esse s·J!e possedevano. era stato il promotore di un nuovo genere di tattica. Sflcondo questa nuova maniera di combattere, l'esercito francese do,·eva disporsi entro a trincee ed a posizioni fortificate, in modo da presentare un vasto campo cii tiro, attendervi l'a ttacr.o del nemico, decimarlo col sùo fuoco e slanciarsi a llora sollanto su di esso per compierne la disfotla. Ovunque i Francesi ue avevano nvuto il tempo fino a questo momento, essi aveva no seguito una tal!ica di questo genere a WissBmbourg, a Woerth e a Spicheren, quantunque senza alcun utile risu ltato. Nei due primi folti essi avevano avuto la peggio, so praffatti da l nuhrnro; nel terzo, sorpresi dal nemico, av-evano perduto immPdiatamenle tu tti i v,1ntaggi che potevano trarre dalle loro posizioni; ma davanti a Metz trovavasi un terreno che si prestava mirabilmente a questo genere di combattimento. La superiorità del nemico non era peranco .:c~ertata, od' • almeno non sembra,·a che lo fosse; una sor presa poi non era possibile. Fin qui il maresciallo Bazaioe si era sempre battuto su campi di balt.aglia ch·egli non aveva avuto il tempo di preparare, e battuto di tal modo che oiuno poteva parlardi disfalla. Una volta ammessa pér buona la tattica del maresciallo Niel, perchè non si sarebbe egli ripromesso la viltvria in posizi@t cosl forti? Egii si risolvette dunquo a dare una nuova battaglia. Il semplice esame di una carta speciale non lascia dubbio sulla forza delle posizioni che erano state scelle dal marescial lo J3aza ine. La sua sinistra, appoggiata a Jussy, protetta dai forti SaintQuentin e Saint- Privat (I) domina tutta la valle della Mosella. La (1) Il forte Saint-Pri vat, che doveva fai· parte del sistema generale di difesa di Metz, era appena sbozzato e non fu giammai armato.

369

ATTORNO A METZ

sun lin.ea di ba·tlaglia si distond,', seguitandono le crPste, fino al di là di Saint-Privat-la-Montagne, dovo s'appoggia la sua ' ala destra, la quale costeggia la strada mae-tra da Motz a Brioy. Egl i occupa le elevatH posizioni di. Poinl-du-Jour, Moscou , I.eipzig, Montigoy-la-Grango. Dina nzi alla sua fronte il terreno si abbassa in dolce declivio per quasi 2000 passi. I suoi approcci ·sono difesi da un torrente profondamente incassato. che dalle alture di Amanvillers, traversando i boschi della Gusso, di Génivaux e di Vaux si getta n&lla Mosella. Questo corso d'acqua s'oppone al passaggio di grandi masse fuorichè io due punti: il primo al nord, fra i boschi d~l la Gusse' e di Génivaux all 'altezza del villaggio di Vernévi lle, ed il secondo sul luogo di coogiunziouo delle due strade al sud di Verdun, .fra i due boschi di Génivaux e di Vaux ; quest'ultimo passaggio è meno facile per l'ostaco lo che vi presenta la masseria di Saint-Hubert. Non è dunque che a destra. dalla parte dell'ala più lontana del nemico, che possono passare masse im ponenti, e oltracciò queste si trovano inceppa te da un torrente che si gAtla nell'Orne, o al di là del quale s'incontrano i villaggi di Hahonville, di Saint-Ai l e di Sninte-Marie-aux-Chenes. Le masserie e i vi llaggi che formavano le posizioni principali erano stati messi nel migl ioro stato di di fosa e rannodati per mezzo di trincee. In parecchi punti erasi trallo partito della natura del terreno per ist:ibi lirvi due o tre trincee. I boschi erano stati intercettati per mezzo di ahbaltute; SaintHubert, Vornéville e S~1inte-Marie, situa ti sul dava nti'di questa linea, eraoo stati parimenti forliftct,li. Batterie di posizione eré\oo state collocate su diversi punti. L'accumulazione così rapida di taoti lavori di difesa suggerisce la domanda se la giornata del 17 avesse bastato per innalzarli. Sembra ·possibile ch'essi siano stati cominciati parecchi giorni prima; il che ci autorizzerebbe a dubitare che si avesse realmente l'intenzione, officialmenle espressa, di ritirarsi su Ver dun. La lunghezza della linea 'di battaglia è di tre leghe o diciottomila passi. Per guarnirla, il maresciallo Bazaine, All~O XVI, VOL. Il.

2<.(.


370

LA GUEl\RA

tenendo conto delle sue perdite, e deducendo dal suo esercito la cavalleria, di cui una parte avern servito, il 16. di . scorta all'Imperatore e l'altra parte trovavasi im piegata a guardia dei convogli diretti il 16 e 17 su Briey (1) disponeva iancora di 160,000 uomini (2), di 500 cannoni e di l~O mitragliatrici ; eranvi adunque 9 uomini per ot.rni passo, più che non ne bisognasse in una sì forte posizione per ripromettersi la vittoria. I boschi, le masserie ed i villaggi di Sain t-Hubert, Vernévi lle, Baboovi\le, Saint-Ai!. e Saiote-Marie formavano una linea di avamposti più che sufficientemente occupala. •Per quanto sia for.te questa posizione, presenta però duo grandi difeUi. Il suo pu :::to più importante trovasi in avanti e vicinissim? ad una fila di fo lti boschi in pa rte ass;ii accid,·n tati, i quaii rendo no pressochè impos~ibili i movimenti delle riserve che sono 1tlle spallo. Torna ducqùe difficilissimo di rafforz:ire un punto minacciato; <l11pperlulln sul campo di battaglia, le truppe, una volta schiel'atP, sono costrette a bf.lsl.nre n se stesse. In sccon<lo luo::ro i Francesi non hanno altra linea di ritirata che Melz, e, per non PssPrn ricacciati nella piazza, è per essi una necessità il vioce-rP, e vinccffe io un morfo d,,,cisivo per poter rientraro in lihera <:ornn nicazionc: col resto della Francia. Il maresciallo Bozriine contava certamPntH sul la vittoria. E~li doveva sapere che il 1° corpo era lenuto immohilo sulla riva destra della Mosel la. che il 4° trovaYasi abbastanza lontano dalln parlo di Toul da non temero,} il ritorno che parPC· chi gior ni pih tardi, che il 2•, ancora a Forhach il 15, f\ra troppo indietro pP.rchè si potAsse far calcolo su di esso. I Tedeschi non potovaoo dunque mettere in linea che sette corpi \'-,, di armata, 190,000 uomini al più; i loro 200•) uomini di ca(l) La cavalleria non .era stata avviata su Briey giacchè i convogh francesi non hanno tenuto que~ta strada. (2) Tenuoo conto d~lle perdite subite il 14 e 16 agosto (20,503 uomini, di cui l,033 ufficiali) l'esercito forte di l CS,000 uomini il 13, non ne conta.va più di 140,000 il 18 mattina.

37,r >valleria non potevano per la natura del terreno essere di un ,grande vantaggio, nè prendere, su alcun punto, parte ai'tiva -alla battaglia, come il fatto lo confermò. ll numero delle bocche <la fuoco, 650 circa, non costituiva alcuna superiori tà in loro .favore (l). Il morale 'del le truppe frauc.esi non era ancora scosso j-i er -n ulla; che anzi il loro ardore erasi più chP mai esaltato n~IIH giornate precedenti per no n aver otten uto nlsu llato di sorta. Qua li ragioni poteva dunque avere il mares(:ia llo di dubitarn -dnlla vittoria? Egli Id teneva per certa, e ciò lo decise a tP.ntarc -la sorte di una b,1ttaglia, . . Nella previsione del combatlimento che stara per aver luogo , 11 re di. Prussia sch iei:ò dalla destra alla sinistra della su 11 linea ,i èorpi 7°, s• e 9°, la guardia e il 12° corpo; il 3, e il -10° che ,avevan o assai sofferto il 16, furono lasciali di r iserva . .secondo :il piano adottalo , tutto l'eserci to doveva fare un11 conversione. l'ala sinistra in avanti , concentrando il ·suo sforzo priocipal~ .eontro l'ala destra del nemico, nello scop~ di rigettarlo ~u Metz. I due corpi, la guard ia e il 12• corpo, non dovevano imp~gnarsi seriam<!ote nella mischia c!rn verso il fi ne <lel la giornata .Per così decidere l'esito de lla battaglia, e sicco;.ne esfi ·avevan~ .qu;Jsi quattro J,~ghe di cammino per venire eia .liars-la-Tour i corpi dell'a la destra e del centro ricevettero l'ordine di no~ impegnare dapprincipio che un combattirncmto d'artiglier ia, Gli è per cer to una lumi nosa prova del l'arte amm irevole con c ui manovra l'eserci to prussiano, ques to speltacolo di una conversione immensa, esegu ita in meno di quattro ore , senza il ATTORNO A ME'l'Z

, (l) N?i abbiamo già detto che la cifra totale delle bocche dn fuoco delfranc~se uon _era c11e di 540. Nella giornata del 18 non si pot erono mettere in batteria che 350 pezzi circa, poichè la riserva generale e1:a stata st~b1h ta da.vanti ai forti Saint-Quentin e Carrières che non eiano_anco1a arrnat1. Il maresc1allo rnoltre, privato del gran parco di. aru~herrn la.s ciato a Toul, era stato costretto, in seguito alla battaglia d~I 16, a mandar a cercare a ~1etz nuove mun izioni per combattere. La giornata del ·.7 non aveva tastato . per ter~inare questo appro vvigionameuto,. e ,w certo numero dt f" zz, non pote se1:vire il 18, giacchè 1 loro .cassoni non erano ancora. stati rifornì ti di munizioni. 1 esercito


LA GUERRA

menomo disordine, senza la menoma confusione, in seguitoalla quale il comballimento potè impegnarsi su tulla la linea verso il mezzogiorno. Anche oggi riesce difficile il narrare tu tti i particolari di; questa giornata, la più considerevole e la più miciclialo di tu tta la campagna; finora non abbiamo che brevi relazioni onìciali riguordanti l'llsorcito tr.desco; e quanto ai Fra ncesi, non cooosciAmo neppure il posto che occupa va no i loro va ri corpi Noi siamo perciò costretti a limitarci ad esporre i fatti principali. Verso mezzogiorno gli avamposti francesi aprirono il fuoco simultaneamentP; verso le due i Tedl'~chi li avevano resµin li e si stabi livano sullo loro posizioni ; il comballimon lo s'impegnò allora su tutta la linea nf' mica . Numerosi attacchi ebbero luogo con grétod i masse, s~lllza ottenere alcun resullalo. ed allo sei, ne$sun punto importante ora nelle mani dei Tedegchi. ti 7° ed 8> corpo che combattevano su di 11 0 terreno dei più difficili, erano pe1· cosl dire spossali ; il 9° corpo s'avanzava a grande stento su Vernéville ~oggiacendo a perdile enormi; Ja guardia. in seguito ad un allacco a viva forza contro Saint-Privat,. era stata respinta, lasciando il terreno coperto di feri ti. 1112°· cor po solo, il quale aveva un maggiore spazio da percorrere, trovavasi ancora intatto; verso le 5 esso giunse tìnalmrnte a Roncou rl e la sua artiglioria polè a priro il fuoco co ntro ,SnintPrivat; non fu che tra le i l 12 ed 8112 che qu, sta posizione, su cui sf appoggiava la destra dei Francesi, fu conquistala dalla guardia e dal 12° corpo rl'arma lc1. Quasi nello slesso tempo il comboltimenlo volge~ in favore: dei Tedeschi nell'ala opposta : il 2' cor po era finalment e arrivalo sul campo cli hattaglin, rlopo uno marcia delle più difficil i; ·verso le 7 aveva potuto spiegarsi dinnanzi a Gravelotle e versole 8 s' imparlroniva. con un attacco dei più impetuosi, di' Poi nl-du-Jour e di Moscou. Il 3° corpo non aveva impegnatoche la sua artiglieria, e il 10• non aveva comba ttuto durante la giornata. Sei corpi d'armata tedesr,hi, 180.000 uomini al più, riportarono questa vittoria; ma non un trofeo, non un cannon&

37 3 smontato rimase in loro potere; gloriosa testimonianza in favore del vinto. Più di 40.000 morti o feriti provano l'accanimento di questi.I bollaglia che durò nove ore, e nella quale il valore dei Tedeschi non lriunf9 che con gravo stento dolio ostinata resistenza doi Francesi. Nolla notte stessa il maresciollo Bazaine ripiegò il suo esercito su Motz. Neo è senza interesse di gettare un rapido colpo d'occhio sulla posizione dei duo eserciti dopo queste saoguinosr giornate. Il risultato decisivo di tutta !a battaglin, il completo aoniontomento del nemico, non era stato ottenuto dal vincitore. L'esercito francesc1 trornvasi ancora compatto, respinto, è vero, dietro ai forti di Motz, ma protetto da essi senza essere scosso per nu lla nel morale. Soltanto osso trovavasi sAgregalo dal resto della nazione ò ridotto per conseguenza alla proprie ·r isorse ed a quello che gli poteva offrire la fortezza. La sua posizione al coperto da ogni altncco stava por permettergli di godoro il riposo di cui aveva cos) gran bisogno dopo i combnttimen li dei giorni innanzi. l TedeiChi si trovavano invece in una condizione ben diversa. Le loro comunicazioni assicurato li mettevano certamente in grado di ricevere i rinforzi d'uomini e di munizioni di cui potevano aver bisogno; ma il completo investimento che erano costretti a mantenere, la continua sorveglianza che loro toccava di esercitare, stavano per privarli del r iposo co,ì necessario e che si avevano d'altronde hen meritato. Nèlle settimono seguenti, le sorti si mantenevano a ua dipresso eguali; i risultati dolio lolle che avevano costalo ai due avversari più <Ji 80.000 uomi ni ernoo per cos) dire nulli (1). Una pr ova del moralo <lei due eserciti si è che i Tedeschi, ,·iocitori in questo gigantesco conflitto, non avevano preso al ,nemico che 7 cannoni e 6000 prigionieri, falli per la maggior ATTORNO A METZ

(1) Le rcrdilo dei Francesi nolle giornale del 14, IG e 18 agosto salirono. .a 82 ,8 17 u)mini di cui 1,6~ ufllzfali.


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• ATTORNO A METZ

LA GUEUUA

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Ill' armata, comandata dal principe reale di Prussia; tu tti e d ue erano chiamati a nuovi combattimenti. Già il 21 queste truppe erano state distolte dall'esercito d'ìnvest,mento che pur conservando i nomi di I' e Il' armata fu posto sotto il comando superiore del principe Federico-Carlo. Sette corpi si trovavan o così sotto gli ordini di quest'ultimo: il 1°, 7° e 8° della P armata, e il 2•, 3•, 9° e 10° cho componevano tu tta intiera la II'. Sino dal 25 agosto arri vavano • COmfi rinforzi la 3• divisione di r iserva forte di 18 battaglioni , 3 reggimenti di cavalleria e 6 batter.ie, in tu tto 20,000 uomini circa. Inoltre numerosi distaccamenti, che giunsero solo alcune· settimane dopo, vennero a riempiere i vuoti considerevoli prodotti in seguito ai comba ttimeiJli. Per quanto sia difficile di i ndicare la cifra di questi ultimi rjnforzi, la si può va lutare approssimativamente a 25 o 30 mila uomini. Stando ai dati ufficiali, l'esercito d'inYestirnento contava dai 230 ai 240 mila uomini ; esso però non raggiunse mai questa cifra. Sul principio le perdite non erano state riparate; più tardi le ma lattie diminuirono il numero J f'i veri combattenti, dì gu isa che l'effettivo degli uomini in istato di portare le armi non su però mai ·ì 200 mila.

parte nell e case dei villaggi, difesi fino ali' ultima es(remità ;· essi poi non ne ave vano lasciato pÌÌl di 800 nelle mani de~ Francesi. Col combattimen to del 18 s·compare la poesia della guerra , e a. dalare·da ques to · momento, essa prende un carattere prosaico, qual è 4uello tji giornate e di notti intere nelle quali con vien far · prova di perseveranza, di rassegnazione e di costante vigi lanza. Lo scopo da raggiungersi è sempre lo stesso, l'annientamento del nemico; sol che, invece di impegnare combattimen ti,. tutto _si riassume nel la guistiono di sapere chi trionl'eri1 : o l'a bnegazione dell'e.sèrcito strettamente investito, o la forza morale dell'esercito investi tore, condannato ad un servizio tanto più. penoso, in quan to vi si aggiungono le intemperie del la stagione. Se la fame deve essere d'un gran soccorso per ì Tedeschi, le malattie e pidemiche ed altre combattono in favore dei Francesi , e le perdile sofferte nel le zuffo giornal iere si rionovellano ogni giorno fino a che no n termini irrevocabilmente· la lotta . ,, Sino al 1° settembre, i Tedeschi non avevano che un solo,. scopo, p investimento completo del nemico; il m ezzo di arrivarvi era semplicissimo; una vigi lanza indefessa. Questo sta to di cose rimase il m edesimo durante il periodo che seguì appresso; ness? n progetto nuovo si presen tò al pensiero dell'uno o ùell'allro àei due avversari sino alla fine di agosto. L'esercito vittorioso nun aveva del resto altro partilo da, prendere, a mono di cercare d'impadronirsi della for tezza con un assedio io r egola; ora questa operazione sarebbe stata così gigaùtosca che non potè venire io testa a nessuno'. Il re staccò dal le due armate riunite davanti a Metz, e che d'allora in poi non forma r o no p1u che un solo esercito, tre cor pi: la gllardia, il 12° e il 4,• corpo che non era per anco giunto. Egli ne formò un nuovo esercito a cu! aggiunse la maggior parte delia cavalleria e ne diede il comando al principe r eale di · Sassonia. Quest'esorci lo, sotto il nome di esercito· d ella Mosa, doveva avan zarsi su ,Par igi, parallelamente àlla-.

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Mettiamo ora in para llelo le forze dei Francesi. Certamente il maresciallo Bazaine 1,100 ricondusse sotto ì forti di Metz più di 140 mila uo mini, ai quali conviene aggiungere i 20 m1ia uomini di g 1rnr nigione de l!a piazza. f>er lui ogni malato, ogni n uovo ferito era una perdita effetti va, poichè uon poteva rice-, vere alcun rinforzo. Gli è così che il num~ro dei difenso ri di Metz andava scemando di giorno io giorno. Il maresciallo non aveva per certo. più di 130 mi la uomini disponibili alla fine dell'assedio; tra essi egli oon ne avrebbe potuto t~ovare, come vedremo in appresso, più dì 65 mila combattenti. Senza entrare in particolari, l'investimento di l\letz fu esegui to , su lla riva sinistra, da lla I' armda; su lla riva destra da lla li', e le truppe furono disposte in maniera che un corpo iutiero almeno rimanesse di riserva su ciascuna riva, pronto


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LA GUERRA

ad ogoi evenienza. Dei ponti furono stabilili a valle e a monte della fortezza; questa fu attorniatà da una doppia e fin anco triplice lioea di batterio e di trincee, ed i villaggi che facevano par te di queste linee furono messi in istato di difesa. Gli avamposti furono spinti taut'oltre quanto lo permeUeva il fuoco dei forti ; essi erano appena a mezza portata dalla loro artiglieria di grosso calibro; solo le riserve si trovavano al sicuro. Lo sviluppo del la linea d'investimento era di circa 42 chilometri. Degli osservatorii eran,> stati stabiliti su tutti i punti dominanti; dei telegrafi li collegavano coi quartieri gènerali; nu lla insomma f.) ra stato ri,parmiato per rendere l'investimento ,il più completo ~he, fosse possib ile e per guarentirlo contro ggni eventualità. Il collocamento delle truppe si modificava di tratto in tratto a fine di usarn loro dei riguardi e dì accordare 101·0 ii' necessario riposo. Tutto ciò che concerne questi movimenti di dettaglio non si conosce ancora completumente; ma ·si può fin d'ora affermare che fino all'ultimo giorno l'investimenlo durò sempre perfetto. Durante tutto questo periodo, l'attacco non poteva entrare io alcuna guisa nel piano dei Tedeschi; J'ini,ialiva rimaneva esclusivamente al maresciallo Bazaine ed ai FraDcesi, i quali dovevano c0rcare di uscire dalla linea di fuoco chH .li circondava, od alm eno di spezzarla iu modo da non rimaner privi di ogni sorta di comunicazione col di fuori e di ogni mezzo di approv,vigionamento Non è fuor di proposito di dar qui uo breve.saggio dei ~entimenti che si manifestavapo apertamente in Francia al principio della guerra. Or fan no dieci anni appena, un ufficiale francese collocato nei pit1 alti gradi e dei più serii (1) scriveva nel giornale del suo p,aese: « Qualunque siano i !oro av1,ersari. i Francesi saranno sempre « vincilori ; (1) Il generale 'l'rochu.

• ATTORNO A METZ

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<1. l' Sia che essi siano più numerosi dei loro nemici; «. 2° Sia che li eguaglino io numero. « 3° Sia che i loro nemici siano due volte più num~rosi. « Nel caso finalmente in cui avessero a combattere un nemico -<< tre ed anche quattro volle più numeroso, se fosse loro im< possibile di vincere non lascierebbero con ciò di tentare di « trionfarne '> . Che queste conclusioni delruffìcinle francese siano siate adottate o no, non rimano però meno perfettamente dimostrato che ·dal più vecchio · marescial lo fino all 'ultimo soldato nessnu Francese aveva ammessa la possibilità che la guerra attuate doves~e avere la !-'rancia per teatro. Tutti erano convinti che .-pochi giorni dopo la rottura delle ostilit~, la lotta sarebbesi portata sul suolo tedesco e vi si sarebbemaotenuta, come altra volla, qua lunque fosse per esserne l'esito. Gli è sotto l'irnµress ione di queste idee che vedansi fatti dal ministero lutti i preparativi _della guerra. Le due piazze i:lestinate a coprire la frontiera, Straburgo e sopratutto Metz, r iboccano -di materiale destinato ·act eserciti in campagna. Per contro, al momento in cui compaiono i Tedeschi, il loro armamento è incompleto, anzi r1ressochè nu llo; i loro caonooi sooo ancora negli arsenali: quanto ai magazzini souo vuoti, e gli approvvi.gionamenti furono lasciati in cillà aperte dove si ebbe maggiore facilità di accumularli. Gli è per tal guisa che tutto quello che era necessario all'armata di Ml'lz era stato Mncentreto quasi sulla frontiera, a Luneville ed a ~arreguemines: quasi lutto ,cadde nelle mani dei Tedeschi e fu loro di grande utilità nella mar cia in avanti del loro esercito. ' Se questi magazzini si fossero trovati a Metz e a Thionvillè, l'approvvigionamento dì un esercito che si avanzasse in Ger·inania avrebbe forse presentato qualche maggiore difficoltà; ma stando al modo con cui si in iziò la guerra, questa avrebbe potuto avere tutt'altri risu ltati ; perèl1è quegli approvvigionam.e.nt~ erano cos\ considerevoli che avretJtJero potuto bastnre per parecchi mesi a tutti i bisogni dell'esercito rinchiuso in Metz.


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LA GUE~RA

ATTORNO A METZ

Fin'anche dopo il 6 agosto, quando si poteva prevedere la possibilità dì un ass,~dio, non sembra che sìasi presa la meuoma misura per r icondurre questi approvvigionamenti da LunHville a Melz, e tullavia non mancò riè il tempo, nè la facilità del trasporto col mezzo de lle slrade l'errate. . Il maresciallo Bazaine noa dern por tare per nulla la rispousabilità deile conseguenze d'un ertora così. capitale. Non si fu che il 12, quando i magazzini di Sarreguemines e di Luneville erano giil in mano dei Tedeschi, che egli pre~e il comando in capo. Il s uo primo pensiero fu incontestabilmente di vttttovagliare la città, sicchè tutto quanto vi entrò di carne fresca e di viveri devesi intieramente a lla sua iniziativa Tuttociò che la città- possedeva di risorse fu da lui accumulato procurandoselo dai dilltorni, sin dal giorno in cui pr(,se il corrwndo. Pur nondimeno er1wi a Metz per il servizio del la .fabbri ca di bisèotti de.Ila marina (1), . una quantità consi,!erevole d_i farina . Queste provviste potevano bastare ad un assedio ordinario di quattro o cinque m esi, ammesso che la piazza non avesse che la sua guarnigione normale e la sua popolazione abituale; ma il numero delle bocche veni va ad accresc,.r::i di tu tto l'esercito e di 30 mi la abitanti dei villaggi vicini che una paura insensata od uno zelo. malaug ura to vi aveva fatto rie ntrare.

venivano ad aggiungersi le difficoltà create dai 30 mila abitanti che vi avevano cerca to un rifugio e da un numero eguale di feriti raccolti nelle tre sanguinose giornate precedenti. E ra d'uopo adunque di provvedere ai bisogni di 190 mila uomini, sì validi che feriti ; armare la fortezza ; ricondurre l'orJine in tutte le truppn che si ·•rovavano alla rinfusa; creare completamente le munizio ni necessarie, e quando si pensa che l'ordine nacque cta questo caos nel hre\'e spazio di sette giorni, gli è forza convenire che tutti, dal maresciallo Bvzaine fino all'ultimo dei suoi subòrdinati, compirono il proprio dovere in

Il numero de lle razioni e rasi così c normeruen te accre$ciuto; tutta ques ta mo lti tudine av,:ra invaso i loca li disponili. È impossibile che Mdz non abbia presentato nei primi momenti lo spet.tacolo del più grande d iso rdine. Inoltre la ritirata de ll'esercito disturbata il 14 da un serio combattim e nto noo dovette conti nuarsi i l 15 in buone condizioni. Nulla era s tato previsto per una marcia re trograda, ed attualmente I' osercito si trova·va r espinto, contro ogni sua aspettazione, iu questa fortezza, che esso oveva avuto tanta difficoltà e attaversare una prima volta. A que~to stato di cose {I) Nessuna fabbr1ca cÌi biscotti della marina esisteva a Metz.

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modo ammirevole. Giù il 26 agosto l'esercito rim@sso in istato di battersi, stava per s tabilirsi sulla riva destra della Mose lla sollo la proteziouo dei for ti. Una piogg ia a torrenti impedì l'a ttacco progettato, e le truppe furono que llo stesso g iorno ripartite sulle due sponde, in quattro corpi dìspost.i al di là della portata dei nostri· proietti li. Numerosi ponti furono stabiliti sullà Mosella, a monle'(l) e a valle della fortezza, in modo che l'esercito si trovasse apparecchiato ad ogni e_ven tualilà. Si è .molto rimproverato il maresciallo Bazaine di essersi lascialo arrçstare il 26 del cattivo tempo, nel momento in cui la tempesta era sfavorevole tanto per i Tedeschi. quanto per i Francesi e di non aver impegnato in quel giorno una grande battaglia. I suoi detratloTi non riflettono che l'esercito francese era in ogni caso costretto ad attaccare, e che i Tedeschi si trovavano ·sulla difensiva, ben tr incerati é saldi nel le loro posizioni ed inoltre avevano ben disposte tutte le loro batterio. '" Chi attacca invece è costretto ad avanzarsi con difficoltà e (I) A monte, lo straripamento della Seille e i numerosi bracci della Mosella, senw coritare la necessità di traversare la grande isola paludosa di Saint Symphorien, avevano impedito di stabilire dei ponti fin sotto il fuoco della piazza. Più tardi, quantunque il ponte della strada ferrata, di cui era stato fatto saltare un arco il 15 agosto per coprire il movimento dell'tsercito su1 Ja riva destra, fosse stato riparato, conveniva far fare alto truppe un largo giro ed esporle alla vista e al fuoco dei 'l'edeschi, poich~ questa strada s'avanzava al di là della prima linea francese.


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LA GUERRA ATTORNO A METZ

non può spiegare che lentamente e a poco a poco la sua artiglieria. La considerazione del tempo è cosa di s\ capitale importanza che per citare un solo esempio, Napoleone I fù · o bbligato a ritardare di due ore il cominciamento della battaglia di Belle-Allianoe (Waterloo) per lasciar alquanto seccare il terreno; il Ch3 permise ai Prussiani tli arrivare in tempo utile, e questo ritardo non fu estraneo alla perdita della battaglia. Se un gi>nio militare eome Napoleone I accordò sì grande i mportanza all'influ~nza del tempo, è ben da scusarsi il maresciallo Bazaine per aver agito nello stesso modo il 26, tanto più che nulla gli impediva di rimandare ai giorni success1vi l'operé.zione a cui rinunziava momentaneamente. Del resto quasi immediatamente · dopo lo si vede tentare una grande sortita e certaménte in condizioni tali che sembravano auto_ r izr,are una piena speranza di successo.

(La fine a:lla prossima dispenga.)

CRONACA POLITU~O-MILITARE

Il secondo assedio di Parigi. - ·La pace definitiva.

H Giugno 1871.

Quelle stesse armi che la rivoluzione del 4 settembre aveva uffidato ai .Parigini per difendere l'onore dèl paese, dovevano. trasform;irsi io terribi le strumento di guerra civile in mano di quegli sconsigliati e perversi cittadini ai quali vennero abbandonate dopo la resa della capitale, per l'inesplicabile accecamento del ministro Pavre ch e non volle accedere alle insistenze di Bismark per il disarmo della Guardia Nazionale. Sembra strano! Non si volse un solo pensiero ai funesti effetti che potèvano derivare daJ l'agglumerazione di centinaia di migliaia di operai armati erf oziosi, fino allora tenuti a freno soltanto dai pericoli comuni e dalla giorna liera mercede; si dimenticarono le turbo lenze sempre rinascenti suscitate da quella setta politica cosmopolita che da qualche tempo aveva eletta Parigi per centro di azione; e neppure si sospettò che gli agitatori interni ed i capi dell'Internazionale si sarebbero affrettati di cogliere un'occasione che più propizia non potevano desiderare· per far trionfare i loro criminosi disegni. L'ingresso a Parigi di un corpo d'esercito tedesco e la pro. P<;>sta di tra.sferire altrove là s_ede del governo, furono pretesto


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CRONACA

PO LITI CO-)lll,ITARE

e scintilla al ri,:ol11warsi potento di qnella ngitnzione cho, mnoifest.alasi ripelu tamoole durante l'assedio e spllcialmenLe dopo l'iofaustn giornata del 19 gennaio, co,·ava nei bassi fondi d'una società scostumata e rorrotta . nella quale ogni vincolo di au torità C'ra sciolto e qualsiasi freno spezzato. L'intPrposizione di huoni ci i.todini e l'appello ripetutamen te fo tto dal go veroo per richiamare i traviati su lla b,1ona via. non misero a disarmare il Comitato drlla Guardia Nazionale. il quale anzi andava sten<lendo le sue fila <lai quartieri più lurbo lenli di Montmarlr1:1 o Bdlevillo agli altri. Alla rtipressiooe erano insufOch'nli i 40000 uomini di truppe rngolari che solo potevano conservarsi n11lla capi LAI" per effetto dell'accordo stabilitosi nei preli minari <li pac•i. Ma almeno fos~ero si.ali bnoni'. 11 geu "n1le Vinoy nt•I mattino del 18 marzo si impadronisce per sorpresa delle posizioni di Montmartro, cittadel la dogli insorti. La notizia si diffonde immanLinenti; il cannone d' allnrme, il rullo dei lamburi, le campano a storno svegliano e scuotono tutta Parigi; le Guardie Nazionali guidate dai capi del Comitato di resistenza si avvia no su Montmartre ; la dofezione si m11nifesta in alcuno truppe, e specialmente nell '88" o 120' r eggimenlo che fraternizzano cogli insorti alzando il ca k w dt!l rucile; il generale Lccomle e Thomas arrrstnli ,1 •. g!i in$orti, sono poi ha rbaramentti fucilali; le barricate sorgono com" pi>r inenn!o; infine il governo e la leggo sono sopr111J'atti ed il gcnerele Vinoy è obbligato o r etrocedere ed a concentrarsi, ce.dendo p~sso passo il terreno all'insurrezienc, e facen<lo egli stesso barricare le strade per Versailles afOne di assicur11rsi la ritiraln. . Da questo punto la demagogi11 si erige a sovrana, e dal tr'adiziona lo llòtel de Vi Ile rnssicu ra e co o forln i suoi seg11aci ; impone ai timidi; fa taccr,J g li indifferenti ; minaccia c1i s,1minare la strage e la morte. Sotto gli occhi stessi dei Trdeschi, che padroneggiano la cillà dai fortiliz i sovrastan ti a settentriooo e ad oriente, doveva iniziarsi una delle pili atroci guerre civili che registri la storia. Quale era in tal momento la posizione rispettiva delle due pari.i? Gli insor ti oc.cupavano tutta la ci ttà stendendosi oltre la cinta: arl oriente fìno a YincHones; a mozzodl fino ;ill'altipia no che <1 forma somicircolnro corre dul snglieote cli Mnucton fino a Choisy-le-Iloi, comµr osi perciò i l'o rli di 1ssy. Vanves, Mootrouge, Bicé tre ed lrry; ad occidonlt', fa lla eccezione della cittadella di Monte Valeriano, essi ernno prntetli ,la prima ò11lln zona rettangolare di terreno stretta fra la ci nta o la destra della Souna,

<lal sagliente di Mendon fino a Sn int-Ouen , poi più avanti e su lla sinistra , dal la penisola di Genn ovillit~rs Oltro a ciò l'ìnt.eroo della ci llà venivasi prep11ra n<lo a va lidissima difesa . Tu tti i fo rti delh1 sponda destra da nord a<l est. ossìa da S. Denis ,a Charenton . erano in potere. <lei Prussiani. Onrl' è, che di tutto il c.ampo trinceralo. il Go,·eroo non possedeva che il Monto Valeriano. Quindi le opon,zioni por la rcddiziono t.lolla piazza <love1•ano cli necessità iniziarsi nl'llo più sfarnrevoli condizioni ed a distanza dalla cinta di tre a cinque chil ometri. Ad ogni modo l'iosun·eziono voleva essere domai.a , p, per quanto in miserrimo stato fosse cad uta la Francia. soµn1 ogni cosa era da e1·itarsi di ricorrere all'aiul-0 straniero por non velier e scemato il prestigio e l'autorità morale al paese edal Gol'crno. E poh;hò con poche e mul fidu truppe, nol le quali il gerrno della-dissoluzione g ià ero serpeggiato, sarebbe slata follia il tentare, non si polE1va sfuggire al tomporeggi;-imenlo indispensabilo per prt>parare, ordinare, disciplioarP, ringa-· gliardire l'esercito, profiltan,j o della cortese concessiuue ottenuta tli poter sorpassa re il co nLi11g<'ulc prefissato n 40.000 uomini, chiamancto il coneorso ùi truppe già organizzai.e noile pro:in?i_e n di :i ltl'<' cho si pOl.f',·ano rannooinre con prigion ieri rest1tmt1. Con ta•i mc~zzi le. filo clclre,ercilu di Yersailles , del q_ua lo all ' ll 11prile preso il cornnndo il marescin llo Mac-Mahon, s1 andarono . successivamente in~1·oss11n<io fino alla cilrn di circa 120 mi la uomini, così ta 1t.icamente ~com 11artiti: I · Armata di Versaillrs sotto gli ordini dir,•Lti dl'I du"a di Magen ta , ri partita in ci nque corp i di esercito. Il 1., generale Ladmirault, fo!'Le di tre divisioni di fanteria (GroniHr, L11veauco upet, Moolaudon), o di una briguta di ca val leria (Ga l1fl'et) . .li 2°, genf•ralo Cissey, pure di tre divisioni (Levassor-Sorval, sushielle, Lacretellc)e di un solo reggi mento di cavalleria. Il 3·, composto di sol,i cavpl loria, genArale l)u Bar,iil, contava tro divisioni (l:lalna do Fretay. Oupreuil, Rllssayre). li 4° corpo, generale Donai , aveva due solo di 1•isiooi (l.lorthaut e L'H erilier). li 5°, generalA t:linChant, contava del pari due divisioni (Ouplessis e Garnier). Tu tti i suindicati co rpi comprendevano uo totale di 42 re""0 gimeoLi di liuea provvisori o <li marcia, 8 battaglioni cacciato ri a piedi , 23 re?ggimonti <li cavaller ia e 270 bocche a fuoco. 0 ll A?·mata di 1·iserva, comandata dal generale Vinoy, constava di tre divisioni (l?aro n, Uruat e Vergé) con 16 reggimenti di linl·u, 2 oatlaglioni cacciatori a piedi o 60 pezzi.

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CRONACA

Complessivamente si avevnno perciò: 58 reggimenti di linea. 10 ballaglioni cacciatori a piedi, 23 reggimenti di cava lleria, 830 cannoni di campagna, 48 mitragliatrici, 10 compagnie del gP.nio , Il piano cli attacco era chi<1ramente delineato e suggerito dall'intento che si voleva consPguiro: occupare Parigi al più presto e con. minor denuo possibile. Le 01wrazioni dol fron te meridiona le , nel quale maggiori si presentavano le Jifficoltà., quaudo 110n si volusse ricorrere al bombardamento. c6me avevano fotto i Tedeschi m quali per certo poco importa va di danrrnggiaro più o meno la cill/1, dovevano pci Vcrsagliesi Ol'ere uu'importanza affollo stcoodaria. Por contro ogni srorzo essi dovevano rivolgere al fronte occidentale ovr si aveva l'appoggio del ai. V11 loriano; non occorrl'va l'rspugnazi000 di alcun forte al di qua del la cinta, o donde potovasi poi, fatta la breccia, colpire l'insurrezione al cuore noi suo cen tro <l'aziooo di Montma rtre e nellevi lle. Tutta via era uol·essario ridu rre ali' im pot"nza la batteria Moulineanx presso ll eudoo al sagl iente della Senna. non che i forti d'l si:y, Vanves e Bil'elre ed avanti a quest'ultimo il ridotto di Uautes Bruyèrns, siccome quelli dAi qua li gli insorti avrebbrro avuto agio di ballere dapprima, sulla sinistra d,•lla Senna, lo balleria di !lootrelout. S. Cloud , Sevres, Brimborion o Bcllevuc, e poi, sulla destr11, Bil laoco urt ed il bosco di Bou logne, contrattaccando <li fianco le Lrupµe rcrsaglirsi all'alto delle loro operazioni di inn,stimento o di allacco. li Governo chiamato nccessari1Hn<1nte ad un 'offensiva energ ica, doveva tullavia nei pri mi giorni e fino a che i corpi fossero sceverali, rafforzali e r infrancali, rimanere sulla clifensiva. La Comune per contro, che coll'evocaziono del nomo richiamava g li orrori della prima rivoluzione, ·aveva tutto l'interesse di agire quanto più presto possioile; posciachè solo sorprendendo l'avversario nel periodo critico della preparazione poteva lusingarsi di avere il di sopra. li 2 aprile partì dai fed erali il primo <:olpo fratricida. Consci com'essi erano della debolezza dell'avvrrsario, Lootarono di sorprenderlo a Versailles stesso, attuando un disf.'gno abile ed ardi to collo shoccare ad un tempo sin dlll fronte occidcolale per operare, dopo traversata la Senna a ponte Neuilly, nella pe-

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POLITICO-MILITAIl!::

uisola ài Gennovilliers in direzione di Bougival, sia ,lai fo1'li meridionali fino oltro i .\loulineaux ( rispelti,·amenle ad otto chilornel ri a nord eri a sei ad ost di Vt>rsn ill os). Ma i rl'gn lnri di Vi nny, i11 su ll'avviso, riescono a ricacciarli, non però oltre il ponte òi Nt>uilly. di cui gli insorti rimangono padroni come lo sono del le ridotlo Jominnnli la sinistra dulia Sonn.a a Colombcs, Asnière~, Castello di Bccon o· Conrhovoie. Da tal momento dovorn iniziarsi il periodo dell'icYest irneuto compiutosi solo alrll maggio allorchè, colla perrlita vivamente coulrnsta ta cl i Asriiè ros, i fode1·nl i sgombrarono tnlta la sponda sinis tra. Taio periodo oltremodo laborioso regislra lotte acea nite ed a1.ioni ollrcmodo sanguinose ,olute dalla nccessitù iu cui fu. rono l'una pnrle e l'altra di con traslare e co nqu istare le for ti circostanti posiziou i, ringagliardito co lle di fese loc·lli ('cl asserragliato da potenti barricate nr mate con arligliPrie digrosso calibro. Quel lo cbo anlistavano · e coprivano il ponl•> di Neui lly avevano supromn im porlanzA, osscndo qu esto perno di tulta la difesa da tal parte o sbarramento dello imbocco alla principaln arteria stradale retlilinea cho sn l!a destra ·della Senna forma il diamolro maggiore de lla cill,\ da oves t ad est. Essa ra1·londo dal viale della Grande Arrnée pct' porta Maillol, l'Arco di Trionfo, i Campi Elisi, la piana della C.oucordiu, lo TuillPrios, i I Loune. Rh·ol i e la nast1glia, sbocca ad est per la porta a Vinconnes. Onde si compre nd o l'accanimooto, la per~ovoraozo, il cor aggio col quale a piu ripresn o ripetutamente Yen ne combattuto a Courbevoie, al ponte di l'iéu1lly, al Castoli'o di Becon H ad As nièros; posizio ni questo ul timo puro importantissimo perchè site a fianco ciel ponte, dominalo a 1,500 cd a 3,000 m etri di distanza , o,·e gli insorti polnr1 1 no sostenersi pc! periodo di 39 giorni di zuffe ~aoguinosissime. Fu lolla foroce, senza mercè, corp0 a corpo, che mieteva villime innumerevoli e seminava il rlolore e la disperazionr, in mezzo all'i uosorahi lo luona r dol cannone, all'inuenle irradiarsi dello mitragl iatrici o nll'i ncessante schioppollìo del la fuei loria. Nè !'Olamonlo sul fronte occidentale nella lunga e stretta zona clella µonisola di Gennovilliers, che è addossala alla sini~lrn della Senna, scorrevano torr,,nti di snngue; unche da snd i \'ersa;{liesi, sohhene lcntnmrnte Pd a stento, procedovano. Pict:ole e grosse scaramuccia per cooquistaro le posizioni fro ntali . to11 ltlli vì por lo pHt non riuseili per spogliaro i confodClrati elci forti e doi lvro accessi : anche qui la ·carattcristicn di vigilante o tenace coraggio per <Jnesti, e poi regolari I' alANNO Xl'I,

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CRONACA

POLI'rICO· MILITAI\E

tivilà e la costanza nel conquistare il terreno palmo a palmo e nell o intraprendere lavori IE111ti o regolari di approccio. Il forte d' lssy colle casematte scoppiate, le cannoniere distrutte, ridotto ad un mucchio di rovine, rrnuta tuttavia ·la resa per molli giorni respingendo gli attacchi clalle trincee, ad onta che contro di r.sso come contro quetli di Vunves e Montrouge no:1 cessi il tiro delle poderose batterie che i Vt'rsagliesi poterono elevare al basso ed alto Meudon, a Mouliu-le- Pierro, a Clamart, a Chatillon, a Bagneux: posizioni dominanti, taluno delle quali vennero prose d'assalto e con grandi eccidi.

dolla città, ove si prepara una difesa nel ullranza . Quasi la rapin.1 e la morte non bastassero, quegli nomini feroci e brutali, di animo deliberato, non a scqpo di salvezza o di difesa ma per liassa vondella, vi aggiungono l'incendio. La lotta delìe strade e de lle barricate, al la cui pronta reprossion ;l anello Napoleone Ili si era prepnralo colla sistemazione rettilinea delre reli stradali, ed intorno al la quale fece studi il marescial lo Bugenud e trattò il generale Roguer nel suo scritto A·vcnir dcs (l1·mc!cs ewrupécnnes 01i du soldat c'itoyen; è tradizione che Parigi richiama specialmente dai falli luttuosi del 1830 e dal 184.8; ma qnesl.a volta nella furiosa guerra di otto int11ri g iorn i si doveva sovt'rchiare la memoria dolorosa di quelle pur infauste giornate, cd il parossismo della più perversa passione inva<lere pul'lìoo l'an imo del le donne, le qua li rinnegando la propria loro indole. anzichè temroraro, aizzavano i combnttenti a barbare rappresaglie; combattevano esse stesse e non rifuggi vano dal l'umetlare di petrolio i monumenti d'arte condanoati alle fiamme dai novelli Erostrati.

Nel secondo periodo l'arUglieria _giganteggia: una serie di numerose batterie si eleva ad occidente sotto il Monte Valeriano da Asnières a l\Ieudon, e più delle allre poder ose quella di Montretout, forte di 82 pezzi di grosso calibro, rivolta contro Antenil e Point du Jour, fra Meudon ~ Vill<~juif. A mezzodì esse sono meno numerose, ma non meno efficaci; gli stessi forti di Issy e di Vanves, verso la mEILà di maggio, non appena abt.,anclonati dai federali, vengono r iarmati. L'obbiellivo principale dei Vei·sagliesi era il fronte ovest, e sussidiario il meridionale; quindi è che vorso di quello si do,,eva concentrare il fuoco di ~ressochè tutte le balleria per sfoudare porte, abbattere bastioni e difese sussidiarie. L'artiglieria che già prima della metà di aprile aveva distrutto le porte Maillo t, delle 'fermes e di An teuil o praticato non poche breccia lungo la cinta fino al sagliente di Point du Jour, aveva otten uto l'obbiettivo principale di far .tacere i bastioni occidentali ; ma il suo fuoco si rinvigorisce pe~ segnare la fine del periodo di preparazione all'assalto, precorso dal le accanì Lo lotte che si combattono col furore della disperazione avanti le- banicate elevate agli accessi delle porte e sopratutto a Maillot ed alle Termes ove l'azione degli insorti è potentemente sorretta dalle numerose batterie della cinta e da quelle delle alture di Montmartre. Deplorabile in uno ed ammirabile costanza! Tutto è perduto: le ridotte; i forti; il terreno circostante ; le fì le diradate; te· porle sfondale; i bastioni con numerose hreccie battuti da 600 bocche a fuoco; lo scoppio tremendo <lella polveriera Rapp presso il campo di ì\larto aggiungo orrorn ad orrore e scuote tutta la città solca!a già dai proiettili versagliesi. Ma la passione e la disperazione hanno il disopra ; si prosegue la lotta dietro le lvirricate; si concentrano.le forze nei principali centri

Era lusinga <li non pochi e fors'anche di Th iers che la c·o ntro rivol11zione si sarebbe pronunciata almeno a qu f\slo punto; ma così non fu. FraWrnto il terzo ed ultimo periodo del sanguinoso dramma stavo per incominciare. li fronte occidentale era ridotto al sil<Jnzio P verso il f'ro nte m,irid:onalc il setlore sud-ovest era reso acc,~ssibile dalla pr11sa di Moulineaux, di Jssy e di Vanves. L'atto audace del ma:;giorn Trevès, il quale. vedu!a ln momentaneamente abbandonalll, si impadronisce di Porta S. Clou.d e di Point du Jonr, ri, parw iò gli orrori t1i un assa lto. 1l corpo di e~crcilo dPl gnncrale ·Douai, il quale fino dal 14 stava nel bosco di Bo ulog1rn , entra pel primo e spiegandosi e spingendosi ,1 deslra cd a sinistra a !larga l'occupazione lungo il perimelro interno dei bastioni; co n ciò è aperto lo sbocco agli allri. li 22, Douai, risalito a nord, è $Ostilllito rlnl corpo Vinoy ·che a destra si protende in modo da dar mano a Cissey provenienlo da sud . Ladmiranll snnza ostacoli da port;i Maillot imbocca la gran<le arteria :>tradale . fino all'Arco di Trionfo. A. Clinchnnt, r imasto fuor i Pnrigi all'estremo nord, spetta di purgarH· Clichy p~r guarentire gli allri da possibi li sorpresé. Gli in..orti preparati a valirl issima difesa riparavano pietro le barricate : anche quosLa volta essi dovevano rivelare la loro maestria in consimile gtrnrra. Tre erano i loro ridotti centrali: 25~ ANNO XVI, VOL. II,


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CRONACA

PO LTTICO· MTLITARE

a nord la zo na Montmartre, Bulles cle Chaurn ont, Belleville, Pèro Lachaise; a l centro il g ran quartiere limi lato ad occiden te~ da lle piazze della Conéorclia e Vandòme e ad oriente dal Palais Royal e dalle Tuilleries, prolungate sino ali' Hòtel de Ville. Sulla sponda sinistra a sud-est, il sobuorgo di S. Gormnno. La difesa ad oltranza, raccordata a tal i centri. doveva essere diretta in modo cho il movimento d i ritirato si facesse da sud a nord e da est ad ovest sem pre nella direzione del qu,irliere di Bellevillo. ultimo baluardo e Capit.,lino dell'insurrezione, ovè grandi batterio cransi er<'lle sulle banicate innalzate 1·.olle piotro sepolcral i o coi monumenti dei profanali uvolli. Tutti i piazza li (r ood-points) dei grandi viali, le piazze e non poche case erano lrasformatfl io vere ciltaclolle con barricate fortissimo a due o tre pfaoi di diirsa. Se si fosse proceduto od un attacco diretto, come si ora praticato oE'l 1848, la repressi one aY1"1;bbe costato un numero straordinario di vittiroo. Ora si spiPgò molla maggior ahililà, essrncfosi arfidato nl cannone la parte principole, adopernodo l'arliglil'ria d"assedio sul fronte p!lr dC\molire le barricate da lu ngi, mPntre ali' attncco di questo si procedè por lo pil,1 scalando le rase e con movimenti giranti. Cos\, a sinistra, mentre Cli nchao t prendo i natignollcs e Montmartre a rovescio da nord, Ladmiranlt ,·i arriva da sud, dopo essersi reso padrone d1:lh~ stazioPi ferroviarie di Oncn e del Nord, prose d"nssalto. Al centro Donai e Vinoy. sebbene con dirfìcolti1, avn nza no lottnndo tìno n pinzza 1iella Maddn lena e dello Concordi11 porgendo In destra a Cissey, il quale è giunto e pari sulla riva si nistra, ossia fino all"llòtel des Invalides. Si è appunto da qncstu ridotlo della Concordia e della )lacidalona che si rendeva molto mnlìlgovola il proce<lero Ivi nel 23 e 24 m:iggio gli sforzi dei regolar i ebbero ad urlare contro la costanza ed il coraggio degh insorti. i quali si ritirarono soltanto all orchò lo colonne di fuoco che uvvolgcwaoo i g randi mon umenti dnlla Metropoli attcstnrono che la fo ll ia e la malvagità umana soverchiava. E così si lottò fino al 28. Ciss1•y col concorso di Vinoy si fa padrone di lulla la sponda sinistra; Douai, dopo in,·oo trale e vinte diffìcoltà straordinarie alla Bastiglia, do mina completamente la grande arteria stradale fino 11 11 a porla di Vincennes. Clinchant, percorr endo i houlevards, comhatte a Chuteau d'Eau; poi assalta la caserma Principe Eugenio. Belloville e Pèr o Lachaise, ultimo rifugio de!la insurrezione.

'rimanevano solo ad espugnare, e contro di ossi muovono acl un lPmpo per aggirE11'le 4 corpi. Viooy oll'estr<·ma destra mirav11 11 Pèn, Lachnise; Ladmirault a norJ, dalla \'il lette doveva prendere a rovescio Ilelleville; Clinchant ria Cbateau d' Eau e. Douai dt11la Bastiglia dovevano prcJCPdero di fronte. Il risul tato ·era certo, ma si l(),n eva rùsistt·11za accanitn, clisµern ra, f'o roel:; fortun a lamPnte gli insorti ct•dono a tanta d,mos lrazione di forzi e lìn;ilmentu so non l'ordino, se ooo la 1..1,!ge. almeno il terr01·e li:gale regna a Parigi e v1on posto fin1-1 alla fretrnlica follia ,che 1·aveva iusangu inata e devastala per 70 lungh issimi g iorni. Nella cronaca di marzo abbiamo fotto cenno sommario dei 1)ri>liminari di paco firmati a Vnsaillt>s il 26 febb raio. Da qucll°Ppoca il lento procedere delle lrul.lalive intavolale a l:lruxelles, ove uvrehbe dovuto conchiudersi il trn tt11to detìnitivo, e lo ag.gravarsi delle condizion i interno <!ella l<'rn ncia avevano create nuovi! difficolli, e suscitale lr. diffìdeoze della Germania ; difficoltà el iminate poi nel couvegno di Francoforte su l Meno, c illà rJnlla quale pre nde nume il trattato dc(ìn ilil'O Jr par.e fìr,ma to il 10 maggio. Ln cfonrngogia la quaLB ~iù av.eva impedito .il ·31 ottobre quella sospensione di ostilità chn avrebbe potuto -conòurro nd una puco meno d1saslro,rn. do,,.. va aggiung1•r(' il criminoso allentato del 18 ,narzo pcir aggrav11ro ancor11 di più le condizioni imposte dai Teduschi, i qµa li, con una protrnlla ed i ucondizionala occurH1zione. vollero vicrnflglio guaroutirsi da qualsiasi infrazione alle fatte stipulazioni. L'indennità di guerra, già slnbilita nella som ma di 5 miliètrdi, deve pagarsi entro le epoche snguenti : mezzo miliardo tr enta giorni dopo il ristabi lim onlo dell 'o rdi ne a Parig i; un miliardo prima della fìo e del 18i l; mezzo al 1° maggio hl72 e gli altri tre, µei quali docorre l'interesse del 5 per cento, non più t.ardi del 2 marzo 1874. Lo sgombro dal territorio francese è ritarduto per modo che dopo il pagamento della prima quota i Todosc;hi devono abband onare i soli tra di partimenti occidentuli c-Jella S'lmma, della Senna Inferiore o dell'Eurn; per etTttuo dello sborso clella seconila quota i farli a nord od est di Parigi od i c1iparl.imeoli che da quei lati chiudono a sem icircolo la mAtropoli , ossia quelli della Senna, dell'01sc. della Senna e Oise, della Senoa e Mnrna_ Infine dopo il pagamento della terza quota, che completa i primi duo miliardi, l'occupazione <le,·'esserc, limitala con soli 50000 uomini ui dipurlimeuti ddla )larna, dello Ardea ne, doli' Alla.


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Cl{ONACA

Mar na, della Mosa, dei Vogosi, della ~feurlhe o al la fortPzza dfr.' Belfort, ossia a quella larga zona di terreno che dal confi ne belga scende verso mezzodì fino all'ultimo lembo della Champagne, e poi, r ipiegand osi ad occidente, tocca Belfort E1 perciò comprende buona parte delle provincie orientali della rrnncia. Ch& più, anche dopo la pacifi cazione di Parigi e fin o a che tutti i fort i non siano riconscg·nati al governo francesP; sul la destra ciel la Loira la forza dell'esercito regolare non deve oltre._ passare gli 80000 uomini. Una lieve ma importante mod ificazione venne stipulata e po1 accettata dall'As;;emblea di Versailles relativa mente a l tr,1cciato cii confine delineato Ìiei preliminari del 26 febbra io Io al lora la .Fra.ncia a veva ottenu to la conservazione del la fortezz11 di Belfort, il cui vnlorc difensivo è incontestnbile siccome qu r lla che chiude la troiiée d:i TJelfo1·t e lega i Vogesi (nuovo confine orientale nella Francia) col Giura. Ma nell 'aderire alle insistenti istanze di Thiots, Bismark si nra limitato ad i\CCordaro la fortezza coo uu rayon m,ilitaire qii,i ser a ultériem·ement (ixé. Certonon era ad attendersi tanta gen1}rosità da parte ciei Tedeschi. Ad ogni modo qua oct·anehe essi avessero ,1ccordato un raggio, di 4 o 5 chilometr i, questo sarebbe riusci to iusuffìcien te per una. piazza stabilita al centro di una impor:'8nlissima posiziono, ùe-stinata a sbarrare uoa porta di invasione. E tale intento non si .sarebbe potuto ollenere ,enza avere la· piccola vallata di Giromagny e tutta la zona di terreno che si stende dal batlon d'Alsasia al Giura; in caso dh'. erso, colui cui riusCi$Se di traversare la Savoureuse, po trebbe senz'ostacoli: campeggiare nella Lorena Con quel territorio invece si pu ò, .chiudere la porla clell't,st con di fese podBrose, elevando attorno. .a Belt'ort un campo trincerato. Ai negozia tori frances i ven ne effellivamente offerto ·q uel territorio , ma non senza chiede.re ad essi un corrispondente compenso allrove. g su di questo, essendo le due parli cadute, <li accordo, fu convenuto che in fo vore del la Fnmcia fosso al·largalo il raggio di Belfort in modo da comprenderei cantoni di Belfort; di Delle e di Giromagny, nonchè la parte occiflen tale del cantone di Fonlaine n l'ovost di una li nea a tracciarsi dal punto da l qua le il cana !e del Reno al Rodano sbocca da!'. .cantone di Delle a mezzog iorno di Montreux-Chi.ìleau, fino al 1imile del cantone fra Bourg e Félon. Per contro ai Tedeschi nellà Lorena venne concessa nna,. rettifica .di frontie1·a per effetto della quale Yermero ad incor-

POLIT[CO- MILlTAnE

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:porar e buona parte dei cantoni di Catenom e Thionville , al largando di circa sei chilometr i la zona di terreno confina nte col 'Lussemburgo , otl<mcndo per di più l'occnpazione dPgli a Ili piani di Aumetz: Nellrnnge e Nulvigen i qua li dominano al ln distanza ·di 8 a 12 chilometri circa la fortezza di Thionvi\le. In tal modo le alture boschive che corrono pnralle lamen te ed a dis tanza di · 6 a 7 chilometri sulla sinistra della Mosella, vennero in possesso . della Germania (1). Nel calrloggiare questo scambio cli terri torio all 'Assemblea di Versailles, il signor Thiers ha fatto valere :i favore di Belfor t co·ns'iderazioni militari incoDtHstabi li, ed ha asserito che i Tedeschi :si sono indotti a ll 'invoca ta cessione ·per otte nere popo lazioni clrn parlano tedesco e un territo1:io ricco di miniere. Senza por ciò in dubbio, noi crediamo che un valore mollo maggwre siasi attribuilo dal genera le Mol tke ali ' importnn te a lI.i piano di Aumetz, e da Bismark al vàntaggio di allargare maggiormente il con tatto co l Lussemb urgo col qua le la Germania non sdegn1~rà per certo di entrare in ravporti più intimi. Quindi è che aon devesi giudicar e per _tanto generosa, come vorr ebbe fa rlo credere il signor Thiers. la concessione falla alla Francia. Qualun que sia il giudizi o che si voglia portare a ll'avvenuto scam bio, in sostanza sta che le conseg uenze disastrose della __guerra franco-germanica noo sono mutato. La Francia ha perduto .con 11 piazztJ forti, uu quarantesimo circa del proprio terri torio (15. 100 eh. q.) ed un ventiquattresimo di popolazion<1(l ,70u,OOO abitanLi). La ·sua fro ntiera venne sensibil meott:l modificata; a l norci è perfettamente allo scoperto in modo che col le vallate della Sarre, della Melirtbe e del la Mosella in mano del la Germania, la Francia non sapTebbc come arrostare un'invasione. Ad est i Vogesi segnano un confine geografico ben delineato; ma essi pure perdono della loro importanza perchè la facile invasione ,dal nord fa cadere qualnnque possi bile difesa da tal parte. La storia ne ammaestra d'altra parte che la prol ungata resi·stenza di Belfort e delle al tre minori piazze che guardano i passi· di q uella catena. non ha mai im pedito all'invasore di arrivare · nella valle della Senna . Se poi si esamina la posizione della Francia sotto il punto di vi~ta -0ffensivo si sCO'rge chiaro che coll'ave.ria p.rivata delle. lin.ee del

()) Il confine stabilito nei preliminari di Versailles passava fra la Mo,.aella e la cresta, dell'altipi ano di Aumetz.


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CRO:>!ACA POLITI CO-MILITA l\E

Reno, da Lauterburgo a Basilea. lo si è tolto la ba$e dalla qual~ si dipartirono tutte le mosse 'lff<1nsive d.a Luig i Xl V a Ndpùlcone. Uo'ullirnn osservazione dobbiamo fa r e. RaHicina ndo ire memorabili periodi della storia: il 1815 allorchè la Prussia chi<'deva lo smembramento dP.lla Francia (D: il decreto di re Gugli.-lmo in data 21 agosto 1870 col qualo islituiva,;i u11 g urnrno provvisorio per l'Alsazia o parte de lla Lorena ('2), ed inlìne il 1r.1U1. to di µace dol 10 mAggio 1871, si trova cht:1 il territorio chies to fin d'allora, poi segrog-ato dalla Francia, ,~d i,,One olleouto, P.sempre poc' appri>sso lo stesso ; locchè chiarisce come l'ope ra si compì quale era da lunga mano adombrala. L'esercito altivo led osco è ancor tullo sul territorio fran cese. Però dopo la conclusione della paM defìn:th·a ed il ri~labilimento d e ll'ordine a Parig i. venne sciolto il gran quartier generale e dato ordirrn Alla gun rdia, a l 5", al 7' corpo d'eserrilc,, a lla 1·:"'division c, al 2° corpo bavarese, ad una divisione del 12° curpo(sassonP) ed alla 2òl' dir i~iooe (assin,rn) di rieolrare iu Germa11ia. La dh·isiono wurtPmburghese dove muovere por Strasburgo. Por lai modo si può ritl'nere cbl.' in F'raocia, dopo ullimuti gli accEmn nli movimenti , rimarranno nncora circa 150 m ila uomini ; 100 mila dei qut1 li dovrebbero prussimamt>nte !'gombr<1re i dipartimenti centrali della Francia, se, cou,e si può rilcnerr. per certo, il governo di Versailles potrà anticipare il versame uto. dei pri mi due migliardi rl'indeooili\ . Noi facciamo voti che l'insurrozione affognta a Parig i in un torrente di sangue, non lasci dietro di sè troppo triste rrtoggiodi m iserie, c!i ran cori o di vendette; noi ci au g uriamo che il problema mora le .e politi co che ancor una rolta si im po ne alla Francia s in sciolto per modo che i caratteri si rialzino, il s<·ntimento e l'affetto alla libe rtà si consolidi 13 si osca da quPlla ioslabilità sistem11tica dei poteri inaugurata e proseguita dal 1789 con un alternarsi porioilico di rivoluzioni e di reazioni cho con legge storica cos l11nte e con car.i ltori uniformi ripetutamente si rinnovarono 600 nel ora .

X. (1) Vedasi la carta annessa all'opera: Les fronttèrc, de la F:•anoe, di LAVAU,J::B,

(2) Vedruii la carta pubblicata nel Mitl/1elllt,;1,gen di Petermann, di spensa: iia, anno 1870.

RIVISTA TECNOLOGICA

Co11sidera:zio.11i sull'at/Qzione e sull'im11ie90 delle 1Jlilraglie1•e. (l}

La mitrngliera, questo nuovo s l.rumeolo di guerm cho compendia, si può diro, in sè tutti i prog ressi de lla mocc:onica applicala alle armi, h11 per iscopo di gettaro una grande quantità di proieltili di piombo ad una distanza superiore a quella a cui giunge la mitraglia lanciata dai cannoni e le pallottole dei fuci li . Essa è ·des tinata quindi ad esercitare la sua azione contro truppe che fossero così distribuite da dar poca presa alle granate dl:'ll'arliglieria ed a sostituire e moltiplicar!:' i fuochi di fucileri11 nel le fosi µiù vive e più decisive dei combattimenti. Questo è Il• scopo principale del le m itragliC\re. Si crede e si spera eli o possano anche servire ari usi speciali ed importanti. come alla difesa di passaggi. di fossi, di fortificazioni, delle brecce, al coroname nto di una posizione che interessasse di contr,.i stare e conservare, e tulle le volle iofìne che non vi sia

(,) Avrei voluto corr,idai-e questo cenno con dati di fatto ricavati dalia guerra f1',U1~-0-prussìJna or ora s,,ent.a. Il mio còmpito sarebbe sta.t o più fac1J.,; ed avrehb" µotuto esse re più conclud,rnt.e suhOrdinando alla ragioue dei fotti le mi e conc lusi?ni. ln mancanza dì questi elem .. nti, ed tsseodo pur conv~uiente di parla re prima di do,cirtersi a fare e ad adottare, bo sr.ritto queato ceono nella speranza che non riesca nè inopportuno nè totalmente iuuttle.


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IUVIS1'A

r.uopo di tiri aggiustati all'indirizzo di piccoli obiettivi o d i hPrsagli r Psistf'o ti. La pratica n_on ha ancor mosl.rnto qnanto sia giustél qurs.la aspettazione, nù come le mitragl iere soddisfura nno a questa molteplicità di servizi i. L'utilità di quest'arma dipenderà come quella d'ogni arma dall'uso che si saprà farne, cioè: dalla presenza di spir ito, dal la previdenza, dall"istruzione di chi sarà chiamato a maneggiarla. Tirn la a l bersaglio essa rivel11 una potenzn di tiro veram ente straordinaria ; ma tutti sanno che le esperienze che si eseguiscooo nei po ligoni sono favorite da u11 concorso di circostanze che raramente si verificano in campagna e che se esse S(:\J'\"ono di norma per· una valutazione approssimativa della efOcacia ballugliora di un'arma, non rappresen tano però assolutamente l'dfetto uti le cho si può ottenerfl in pratica. E questa differeuza fra i risultati esperimentati ed i risultati camµali se non è una novità, e se è comune a tutte le arrni, va per ò rap J)resen tata per le mitrag liere da una cifra ben più sigoifìc,itiva in causa. della loro p:, r ticolare delica tezza e del la nessuna pratica che sì ha ora dol man eggio di que~to strumento Dev'essere pure notato che il congegno dello mitragliere di qua lunque modello esse sil:lnO, u la Claxtoo o .la Galtling o la Mon lig ny è, come arma da guerra, uno dei piò comple~si. o non r ispoude che a mo ltaesaUezz.a di costruzione, ead U!\a per fe tta uniformi tà del suo muoizion11mcnto. Ora un'arma e delle munizioni il cui allesti mento domaoda una accuratezza di laroro, se non super iore a !l'abi lità degli operai indigfrni, certo p<'rò ragguardevole, l'acquisto di macchino n umerose e costose ecl il conseguente impianto di stabilimenti ; un'arma che non sapesse r esistere CO ill'&n iontemen te e lungamcnln a tu lle le cause che deteriorano i materia li in campagna e che potesso andare soggetta a guasti d'una frequenza e rilevanw tale da richiedere la presenza con tinua di un operaio. quc~st' 11r ma , cJ.ico, o dovrehb'ossere lasciata in dispar te nd adotta ta solo nel caso che avesse dato o promettesse ta le una potcm'.a di effetti da sub1Jrdinarvi e sagrifìcani queste considerazioni. Dal fotto che tulli gli eserciti d'Europa le hanno esperimRotaln e le esper imenta no e lo modifica no secondo le proprie viste 11 che parecchi In h11 noo già introdo tte, si può dedurre cbe,s'aspetti no u11a straord'inar ia eflì cacia dal tiro delle mitragliere. Qua le e quanto danno abbiano r ecato ai Prussiani le mitragliere frauées i non è ancora beu noto. Quello che è certo

TECNOLOGICA

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si è che esse furono irr.potenti a stabi liro quel!' equilibrio e quell'effic,Jcia di forze che risultano 11a un r·omplesso <li èlemenli che atti ngono la loro ragione di essere. e la rag-ione dPl la loro impO!'tanza, da i costumi, dal ea rattrre, dal la civilizzazione dt>i popoli, in una parola da lutti gli elementi anche meno apr,ariscenti dell'organismo sociale d'u11a nazione. Se la F'rancia, che prima fra le potenze europee ha fatto uso delle mitrogliere in considerevo li proporzioni , fosse riescita vittoriosa, le mitraglirre no aHebbero iliviso la glori11 e si ha r:igione di ritenne che sarPbhero stateg1·ncralmeote adottate. Quantunque alq uanto scossa ilall'esito di-dia guerra. dnra però tuttora la fiducia in qiH?ste armi., il che vuol diro che esse lrnJ.1n.o qualità ren li che la guerra non ha smeolito e che può essore vero fino 11d un Cl.'rto punto e sotto uu certo aspetl.o che esse riemr,iono una lacu na che esiste fra il cannone ed il fuci le e che tolgono quolln so luzione di continuità che distacca l'uno dall'altro. Del resto il solo fatto che esse vennero esper imenta le. come si disse, presso tulti gli esP.rciti d'Europa e che parecchi le hanoo adollatc Ìl già per sè una ragione se non suffic:iente certo di moltissimo pf'sn p1•r far traboccare la bilancia in loro favore. Poichè nesrnno ignor~ qnanlo vi sia prricolo ad abbandonare il mora le dPI sold<1 to in balia dell'im pressione che può ricever e da un 'arma che no n conosce, che sa di non J)Oss11cl<ire e corno la disciplina anche la piì.1 rigorosa e temu ta mal r esist" qualche volta allo esaltaziooi della fantasia ed nlle prepotenze tlell'is tint9 Nè vale il dire che i Prussiani non ebber o spavento delle mitragliere francesi. Essi 1irano for niti di tali e tanti elementi 'di superiorità e di solid ità da ll OD doversi sovt>rChiameote preoccupare e r isentire del111 superiorità d'armamento del nemico sollo il rigu11rdo dello mitragliere dì cui era pr ovveduto e della mi gliore qualità di fucil i di cui erann arma te le sue fanterie. Ma da quP.st'istesso fatto dC'II' importanza che si 11 tlrib 11 isce genera lmente a tali ordigni di guerra r isulta la necessità: 1• Di fa re la miglior scolt11 possibi le. 2• Di st.ibilirne il ri parlo o l'assegnamento in modo che esso die.no il massi mo elitJllO utile. Quanto a lla scelta essa va fatta in base ai risultali balistici che le esperienze esi hisconr, ed ai pr ìn cipìì di solidità, di faci lità cli costruzione e di ri parazione a cui g ià accennam mo, e, subordinatamente a11che a quelli d'economia.


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RIVISTA

La mitragliera Claxton è og12imai fuori òi quistione e non è che fra la Gatlling e la A:lonligoy-Cristoffo (1) che può pendere incerto il g iudizio, la prima a earicamento e sparo automatico o continuo, la seco.nda a caricamento non automallcu ed a sparo interoiitteoto Se la Montigny lnncia un numero di co lpi minore di quello possa lanciare nell o stes.fo tPmpo la Gatcling. ha però a mio avviso un meccanismo più sicuro di quPsla e meno di questa deve dar luogo agli strozzamenti di carluccoche si vr>riOcauo speci;ifmenle quando il suo mannbrio non venga girato con velocità misnrata. I ganci e~trattori r,he rappresAO tano nella Gattling una parte delicata ed importante quando non r ie$COno ad aggrappare e non abbandonino a luogo o tempo i bossoli, o questi resistano al l'azione dei ganùi e si lascino staccare <lai fondHIIÒ per rimanere aderenti all'anima delle ctinne, è necessario interrompere il fuoco . Questi inconvenienti nvn saranno facil i nè frequenti, ma &ono possibi li. Inoltre n•·lla mitragliere Gattling le tramogge cilindriche a scompartimenti da cui le cartneèe cadouo nel le scanalature' del tamburo sono di lentissimo caricamento, dovendo le cartucce esservi al logale :;ccuratamen te una-ad una; sono tii maneggio discrelam1-1nte incomodo tanto per il loro peso (chi!. 10.50 vuote, chi logramm i 2~ ca ric·he, - mitragliera piccola - calibro t.lellc1 can oe l l mi llimetri), quan to per l'altezza a cui bisogna sollevarlo onde impernarle su lla mitrngliern; offrono fina lmente nn bersaglio a i tiratori nemici abhast1->uza appariscente e molto pericoloso. La milraglina Montigny non ha gauci, noq ha tramegge. nè è soggetta agl i str ozzamenti di cartucce per la p:irticolarità del suo meccanismo sul quale non può menoma meni.e influire la velocità di rotazion e del manubrio. I bosse li delle carti1cce restan9 dopo lo sparo infìlati nei fori della piastra (palmella) e vengono tutti- insieme estn1 tti dalle canne quando si ritira la pa lmella sparala per sostitu irvPne una ca rie.a. li tempo che separa una serie di spari da lla successiva non è che quPllo br e-· vissimo che occorro µe r fare tali-, sostituzione. l i caricamento del le palrnelle è sempl ice e rapidissimo, ed il loro maneggio estremamente comodo, p.csan11o e;;se poco· più di· un chi!o-

(I) Intendo parlare dei due s istemi originarii senza tener conto delle modificazioni introdotte per esempio in F rancia ed in Austria nella Mon tJgy, modificazioni che no:i consta a ncora sieno miglioramenti.

TECN OLOGICA

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gramma quando sono cariche. e vuote soltanto a lcune conti~ naia di grammi {l} Poo succedere ed è succedoto che le cartucce o non perfettamen te costrutte od anche incurvate i?g- . gerrnente nella palmel la dal peso della pallottola non Pntrrno sempre, e tutte. colla 1rncossaria prontezza nelle r.anne. Credo non riescirà difficile rimediare a questo inconveniente aumentan,:o anzitutto possibi lmente la rigidezza delle cartucce, r iducendo al minimum il vento di queste nei fori della palmella, curando l'esatta corrisponde,na dei centri di questi fori con. gli assi delle canne, e se ciò non basta ingrossando anche la. pa lmel la med;;sirna. Fatte tali correzioni, e se si tiene pur contò del tempo che potrà occorrere per liberare una canna. della Gattl ing da un bosrnlo od il suo tamburo da una cartuécia che vi sia incep pata, ritengo che la diffen~nza tra la quantità di proiettili lanciali in uno spazio considerevole di-tempo da.Ile due mitrag liere abbia tanto a diminuire da perdere· . ogni importnnza. Non ho avuto l' intl'!ozione di fa re un confronto mrnnto ecompleto delle due mi!.ragliere e sono ben lontano_?al _creder~ . di averlo fatto. E l'una e l'altra hanno pregi e d1tett1 che s1. discor reranno e discuteranno alt.rove con maggiore abbondanza di dati ·e di scienza Quell i però a cui ho accennato mi sembrano capitali e degni di considerazione. Le esperienze co~parative che non si tralascierà di i ustituire giover~nno ad 11lumioiire la questione intorno a lla quale sarebbe imprudenza J'arrisC'hi,:ire ora un giudizio assoluto che esse potrebbero non confermare. L'unico desidP.rio che non mi so tra ttenere dall'esprimere. e che sarà diviso certo da quan ti hanno a cuòre· gli interessi del paese e dell'esercito (interessi che dovrebbero, essere uni), è, che su qualunque <lei due sistemi cada la scelta, si trovi modo di fabb r icarne io paese ed al, più presto un numero sufficien te. Un'arma dìe si provvedesse ali' estero , ollrechè ne costerebbe probabilmente assai cara. ci osporrebhe quando che sia al pericolo di restarne sprovvisti e fo rse nel momento di maggiore bisogno . E poi sempre uro1\Jan te e sopprimo ogni vigore mora le. ogni spiri to ~l'iniziati~a lo a~similarsi continuamente i prodotti dP-gli studi e delle rndustr1,e altru i. e può risultare ben dannos-0 che di noi, delle cose llostr~. delle nostre· armi gli e,tranei sieno informati più e

(1) Mitragliera Montigny- a 37 canne.


398

R! VISTA

meglio di quello lo siamo noi stessi. Qoello che sì è detto dell'arma vale a piì.1 forte ragione per lo suo munizioni le quali è ancor. r.,iù da desiderarsi si a llestiscano in p11ese, potendosene fore un enorme consumo il quale esigerebbe poi una pronta e corrispondllllle produzione. In quanto al riparto de lle mitragliere, alla proporzione cioè in cui vanno dis tribu ite ed ai corpi cui devono essere assegnate non vi ·sono per or a dali suffi cienti che possano dare norma in proposito. Questa istessa mancanza di dati concede ogni libertà di idee e di proposte. li miglior m~zzo per giungere a lla detor minazion_e del più M·nveniente ripa rlo parmi sia quello di studiare i risu ltati attendibili io relazione alla varietà d'im piego che se ne pÙò fare. Le mitrag liere in campagna possono essere riunite in batterie. come erano nel l'esercito francese , oppure aggiunto in una certa proporzione alle bnllerie di C1J nnoni, od anche distribuite ai balLaglioni od ai reggimenti di fan teria , agli sq uadroni o r eggimnnti di cavalleria . In màssima no n riterrei co nveniente la formazione di bntterie di so le mitragl ier e. Onde possano venire utilizzate in tutta la po tenza dei lo ro fuochi occorre un concorso ·di circostanze eccezionali che b<' n di rado o for se mai si potranno veri ficare in pra tiCél . Uo nemico laolo numeroso ed ardilo contro cni convenisse impiegare contemporaneamente la furia devastatrice di sei od anche solo di quattro mitragliere non si presenterebbe 8guernilo d'ar tigl ieria contro la qua le esse sono impotenti. Ove le mitraglier e non riescano ad impr.dir e il collocamento io balleria dei pezzi nem ici e l'apertura del fuoco con Lro di osse distruggell(lo aut1cipalameote cavalli e cannonieri, la loro posizione può diventare critica e difOcile tanto da rendere inuti le, anzi dannosa, l'ostinazione più eroica, da consigliare, anche al più ardimentoso, misure di prudenza. Un proiet.lile, una scheggia sola nel fascio di canne o nel tamburo può mettere fuori di servizi'o l'arma é chi la serve . Una qiil'ragliera so la d'altronde ben governala e munizionata può abbracciare una zona di terreno tanto estesa e la può tempestare in breve con tale una quantità di proiettili 1a farsi rispettare abbastanu e da· abbisognare piuttosto ,:i più presto di munizioni che di una mitragliera ' succursale. Siccome però p-~~i}. fa.cilm-en Le- accadere. che una mitragli era si guasti nell'esercizio delle sue funzioni o che per qualcuno di quegli in-convenienti che tanto faci lmente si producono in campagnarsi 1

TECNOLOGICA.

399

sia obbligati a sospender e il fuoco e forse qua_ndo maggior mente urgesse continuarlo, lo mitragliere potrebbero essore accoppiate . \' una in prima linea e pronta all'azione, !'altra t'.l coperto per non essere impegnata che qu_a?do lo_ esigesse 11 ca lore d<>lla mischia nel momento della cr1s1 dec1s1va . O~n?n~ delle mitragliere poi seguita da due o più carri di mum7:1on~ capaci caduno· di parecchie migliaia di colpi. Questa coppia d1 mitragliere s i unirebbero alie batterie di cannoni da. campagn~ coi quali agirebbero di conserva quando ne fosse 11 caso'. s1 prepart•rebbero e si faciliterebbero a vicenda l'azi~ne offensiva ; si appoggerebbero iolìno reciprocamente nella_difesa, le un~ battendo uomini e cavalli nemici, g li altri tirando contro 1 materiali e gli os lacoli più resistenti . Impiegate in tal modo esse servireb bero di scorla ai caoooni dai quali sr.rebbero alla lor vo ll;1 prol6tle con lrl) i li ci dell 'artig lier ia 1rnotica. Oltre a questa promiscui là d'uso e reci procilà d'aiuto I~_ mitrag) iere aflìdato al:'arligli(~ria vi troverebbero strumenti ed operai per ri pararle, serventi por governar lo , cavall_i o conducenti per lrainarlo. Le sezioni che potrà occorrere d1 s'.accare per servizii d'a vangnardia , di ricognizi?ne ~ d'altro,_ si c~mporrnnno socond.o 1 casi di soli cannoni o d1 sole mitrag liere 0 dco-li un i o delle altre. l\li affre tto a notare ed a far no taro 0 cfie con questo aggregamento delle mitrag1iere alle balleria di cannoni oon intendo ilffatto nè di consig liare nè di proporre la diminuzione di questi. li numero dei pezzi resterebbe come è ora fissato· le due mitragliere sarebbero in più , L'esercito franceso che neÌla passala campagna avc\·a ridotto di un terzo l'arliglieria delle. sue divisioni sosti tuendo ad una delle tre batterie di cannoni chfl vi erano addette una balleria di mitragliere, ha pagato a ben caro prezzo una così arrisch iata·misura. La prevalenza dell'artiglieria prussiana deplorata dai Francesi in tutti i com battimenti, non c'è dubb io si debba ascrivere, ol tre che alla bontà del materiale prussiano, oltre che allo intelligente. ardilo ed attivissimo impiegò fattone, anche alla minoranza numerica delle bocche a fuoco fran cesi. Tale è l'assegnamento e l'impiego che a mio parere può farsi delle mitragliere. La pratica suggerir~ forse consigli o combinazioni migliori de!Je proposte. lo ho osato formulare lo mie, nè mi dorrà certo che ne sorgano e se ne accollino di migliori. Quello che mi pare necessario (e le disposizioni ora date fanno ragiono di questa necessità} è che la quis lione delle mi-


400

RIVISTA TECNOLOGICA

tragli~re venga risoluta per non trovarci quando che sia slimolat1 a prendere una deliberazione da ll 'imperiosità delle cirmale , <1·1 non costanze ed esposti al pericolo di sceo-licre . o arrivare a le.mpo e ~i lasciare un filo di ragione per l(•ssere una !ramo d1 calunnie e di recriminazioni a chi cerca di scus are 11 pneso a.ccus~ntio l'esercito, e credo di rispettar e questo a ttaccandone 1 capi e che ha l'abiludinti di histrallare uomini e cose senza cognizione di causa ed ancor ml•no d'efft1llo.

Il capitano d'artigliei·ia C.

- - -

DO LCI.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Appm,ti per tot rlstrello di Regol,u11e11to 11ratlco d~llti Cavatle1•ia i,a Ctlf'l'tJJlff}tUJ,.

Por gli spiriti leggeri e esaminatori superficiali, il per fezio namimto delle armi colla maggior portala e celerità di tiro doVfiva segnare il periodo di decadfloza per la cavall eri11 , che quasi volevasi relog11re in quella stessa tomba che accoglio le imprese dei cavalieri del medio rvo. Si diceva essero impossibile ristnbilire l'equilibrio fra la potenza del fuoco e lo forze del cavallo corno strumento cl i g uerrn; ciueste trovando oecessariamente un limito che non trova l'ingeg no uman o nel perfozionaro gli ordigni di guerra col concorso delle arti e della scienza . Ma agli uomini di guerra non sfuggì la necessità falla maggiore, coll o accrescorsi smisurato degli eserciti, di contare sul concorso di un arma che colla pron tezza e colerilà di mossa si presta essenzialmcnltt qualo mezzo di collegamento ; por vegliare, sorprendere e tenero il con tallo col nemico, mentre può essere usufruito ugualmente bene che pHr lo passato anche durante e dopo l'azione. Cosicchè si venno all'opposta sen tenza, sanzionata poi dall 'esperi enza del 1&66'e 1870. che cioè il raggio di aziono della cavalleria è ora considerevolmente allargato. Se non che essa non può sfuggire alla leggo generalo, e come tulle lo ;1ltre :irmi Glen, trasformarsi col modifica rsi ed ampliarsi doll'uffieio che le spetta in armonia colle altre truppe. E codesta trasformazione che si aggira nel campo tecnico per quanto ha tratto all'allonameuto clJe aumenta la potenza di velocità e la forza rii re~istcnza del cavallo, riesce molto più


402

RIVIS'l'A

DIOLlOGn.\rICA

malagevole quaurlo tendo a rnodicnre radi1,;alm(rnle ed il mal.odo

e la p11rtala dtlll'istruziooe fìuo nJ ora impartita tanlo agli uffiziali cho ai solJati. La nostra, corno tutte le altre cavn llerie, attraversa ora un periodo di crisi; il qualo potrà essP.re superato lauto più felice.mente quonlo più sollecito o profoudo pl'nolrerà in essa la convinzione ddlla necessità lii parlare la massima diligenza nello studi o. Quind i è chP. c,,me Jollbiamo accogliere P. confortore co l plauso lulli g li ~forzi che si fnuno per facilitare l'opera di lutti. cosl siamo lidi di far cenno di un l.lpuscolo testè uscilo pt'r le stampe relativo a ll'istruzione tlolla' cavallcria, sotto il moJcs!o titolo che abbiamo riportato. Esso rnnne pubblicato dal l'eggimonto lancieri di Nova ra fl per cura del suo comandante. Il chsegoo rii tale lavo ro è più pratico che teorico e qual veramcrn te g li si convi!'oe per non sconfìnare uel campo di una vuota compilazione di precetti generali di cui riboccano i m ille tra tta li pubblicali. In ollo capitoli esso si ripartiscci, ossia~ 1° Ori1>nlarLento. 2• Coooscenza rlel lorreuo e dolla sua natura. 3° Calco!o delle distanze. 4° Servir.io <li guido . 0° Pattuglie, ricunosccuze, esplorazioni. 6° Contatto col nemico 7° Posti d'avviso . s• Arnmposli in generai~. CadÙn capitol o è a sua volta suddiviso in lozio ni teoricho e pratiche, e qur.ste ultime suffragalo da esempi che serrono di guida anche all'istrutto1·e. Un cri tico s<wcro potrebbe fare oggPtto di speciali ossern1zioni qualche im proprietà o qua lche scorrcllczza di lingua: fors'anche protPbbe desiderare un riparlo diverso nulle varie lezioni; ma 4ues10 lit,vi mende non tolgono merito alcuno al pregio dell'opera la qualfl prova quella lodevolo allività di spirito che si vu svegriando fra i uostri ufficiali e ci aug uriamo trovi imitatori n egli altri reggim en ti di cavallEJria.

MAnTINI

CArtr,o Gerente.

INDICE DEL TOMO II - ANNO XVI.

Aprile

/

I. P1sTno v.~LLE, colonnello di fanteria. - La tattica studiala cogli ese mpi e coi confronti desull ti dalle campagne del 1866 e 1870 (continnazione/ Pag. 11. E. VHccm, maggior genemle . - Nola sul coll egamento militare lrà la Sicilia e il continente italiaoo n lll. F. BAVA, maggio1'e d'a?'tiglieria. - Dello stabilimento metallu~ico del signor Krupp e dell'artiglieria in esso costrulwe< . . . . . . . . . . » IV . Delle presenti condizioni militari della monarchia Austro-Ungherese . . . . . . . . • . ,. V. Progetto di logge sulle basi generali per l'organamento dell'eser~ilo, approvalo dal Senato del r egno o presentato dal Ministro della guerra, genm·ale MAGNAN1-R1 coTT1, nella tornata della Camara dai deputati del 25 marzo 1871 . . . . . . . . . ,, VI. Un nuovo opuscolo dall'imperatore Napoleone III » \'I. Bollettino bibliografico . , . . . • • . »

5 17

25

40

75 95 112

Maggio l. ANTONIO 8RIGNONE , maggior genernle. -

Sulla difèsa degli Stati io generale o dell'Italia in particolare Memoria lV. - Pio.no ridotto della difesa generale d'Italia . . . . . . . . . . . . . Pag. Il. ft'. BAVA, maggio1·e d'artiglie1'ia. -:- Dello stabilimento metallurgico del signor Krupp e dell'artiglieria in esso costrutta ( continuazione e fine) . • . . 1>

113

168


4.04.

INDICE

III. GIOVANNI MAzzou, capitano di cavalle-r ia. - Ragguagl i statistici sulla caval leria estera e nazionale Pag. CRONACA nHLITARE - Le riforme mi litari in Inghilterra)) • RIVISTA JlllJLIOGRiFICA, - Storia dell'arte militare ' del maggioro cav. CESARE Rovwa1, professore d'arte e storia militare nella Scu ola di fa nteria e cavalle.ria . -Histoire de l'art mil·itaire, del colonnel lo Lnconin:. Da \Veissemburgo a Metz. Letter e mil itari. Norme e prescrizioni generali per l'aùdestram cnto 1 tattico delle truppe. __: Conferenze sulla scuoln di g uerriglia, per un ufficiale del 2° granatieri. - Del la leva sui giovan i nati nel 1848 e delle vicende dell'Esercito dal 1° ottobre 1869 al 30 settembre 1870. Relazione del maggiore genera le Torre . . . »

184 211

221

Giugno / .,,

. L A. Dli CnARDONNE,rn, ufficiale d'ordinanza di S. 1Jf. La questione ferroviaria in Italia . . . Pag. II. B. VmtOGGlO, colonnello del genio. - Della difesa territoriale i1(/Italia . . . . . . . . . » III. G. B. CoNTAlllNI, maggiore del genio. - Progetto e descrizione di una eannoniera gal leggiante ( con » annessa tavola litografica) IV. ORESTE BARATrniu, capitano cli fcintei•,ia. - L' eseri) cito russo nel 1871 . . . V. La guerra intorno a l\fetz . » CRONACA POLITICO-MIT,ll'AI\E. - li secondo assedio di Parigi. .:.... L,1 pace clofrnit.iva. . . . • . , . » RIVISTA TEC:'iOLOGICA. - Considerazioni sul!' adozione f sull'impiego (!elio Mitragliere, C. Dotcr . . . >) RIVISTA BlBLIOGllAl'ICA: - Appunti per un ristretto di Regoiamen to pratico della cavalleria in campagna ·»

241 290-

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