RIVISTA MILITARE 1870 TOMO II

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MILITARE ITALIANA RACCOLTA MENSILE DI SCIENZA , ,-\ .RT E

E

STORIA MILITAR[

DEl l' ES ERC1T O I TALI Il NO

Serie

nr. -

Anno XV. 'I 'omo II.

VOGHERA CARLO SUCCESSORE G. CASSONE E COMP. TIPO GRAl1'0 DI $. M.

"Firenze, 1870.


LA SOLLEVAZIONE NELLA DAUIAZIA ~1ERID10NALE nell'autunno 1869.

Ogniqualvolta qualche nube s'alza dalla parLe di levante, tutta Europa vi figge li occhi, e sulle labbra che inneggiavano alla pace eterna il canto muore in un sospiro. O venga dalla Turchia, o dalla Ru ~sia, o dalla Grecia, o dalla Rumenia, o dalla Serbin, o dal Montenegro, o dai paesi slavi della monarchi 9- austro-ungarica, ogni rom ore pare Ia voce del cannone che annunzi il risorgere della eterna quistione orieri- · tale e chiami l'Europa alle armi. Non là soltanto, ma là forse più che altrove, in quei paesi quasi barbari, tra quei popoli mal divisi, vivono tuttora germi di discordia e di guerra , e tra Ii altri, · e forse primo, favorito anzichè contrastato dallo spirito di questi tempi presenti, quel sentimento di nazionalità che va pfl'.r e più svolgendosi tra li slavi del mezzodì, che m innccia da un lato la Turchia e dall'altro lo impero austro-ungarieo, ed offre alla Russia un' arme potente contro quei suoi vicini. Quando, or sono pochi mesi, ci giunse Ja notizia che i marinai d'una nave italiana , festeggiati da una


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LA SOLLEVAZIONE

parte della popoyazione di una città della costiera dalmata, erano sLaLi mahrau.ati perciò appunto dall'altra parte, e la cosa ci fu spiego La dicendoci che quei primi erano gente italiana e questi ultimi gente slava, e vedemmo le nutor itù imperiali mettersi quasi apertamente dal lato de.i primi, di là da quc~l piccolo proscenio ci apparve uno sfondo immenso pieno di popoli, d' armi e di tumulti . E ricordinnmo quando nel 1866, stando noi del 1° corpo cl ' armata italiano là presso l'Isonzo, una pal'te degli abitnnti di quel paese, che pure si dice it.nliano, ci guardavano di mal occhio, come nemici, per la rngiòne che eglino erano d'origine slava ed assuefatti da. secoli ad esser gelosi degli italiani, padroni un tempo, sotto la repubblica veneta, e poi rivali preferiti, sotto il governo austriaco. Intenta alle. grandi quistioni europee e alle cose d'Italia e di Germania, e disturbata dalle gravi cure della Gullizia , dell'Ungheria e della Boemia, l'Austria nei 55 anni da che tiene l'incontrastato dominio dei paesi che già appartennero alla repubblica di Venezia, ha trascurato di occupa rsi di proposito delle sorti degli slavi che ptfr costituiscono la maggior parte della popolazione di alcun i di quei paesi, e singolarmente dell'antico regno di Dalmaz ia. Quivi le città ?ell_a costiera sono princ ipa lmente popolate da gente italiana, che attende alla nov igazione e al commercio, e dalla sua origine e dai suoi costanti rapporti con Tries te, Venezia e le a ltre ciW1 marittirne d'Italia attinge ?i viltà e virtù produttiva; mentre all'opposto le ,terre interne, montuose, aspre, infeconde, sono abi- , ta te in teramente da' mo r·luechi, slavi di nascita, di carattere e d'animo, fratelli degli erzeo·ovini e mon tenegrini, e loro emuli nella barbarie. Quelli trafficano s'arricchiscono, vengono da loro. medttsimi alle man i· 1

NELJ,A DALMAZIA MERIDIONALE

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del governo, e gli danno denaro; questi al contrario se ne stanno nei loro monti, ignoti al mondo , sospettosi, restii, orgogli.osi. nella loro ignoranza, e più disposti a tòrre che a dare . Quindi non è da far meraviglia se il govel't1o di Vienna, guardando alla sfuggita quei lontani paesi, non vide altro, per cosl dire,. che la costiera, e considerò il rimanente come una appendice piuttosto gravosa che utile; se mentre non fu avaro di favori verso coloro che stavano a contatto col mare, e per conseguenza anche con llli, e rappresentavano la parte civile dei popoli dalmati , lasciò in non cale li altri, che gli si dipingevano o_stinatamente barbari, e persino incapaci di civiltà. Invano qualche governatore tentò mutare quelle disposizioni '.del governo centrale. Agli uomini di Vienna poco importava che i morlacchi vivessero in ;un modo piuttostochè in un altro, purchè non li disturbassero. Tale stato di cose fu sensibile sopratutto nella estrema parte meridionale della Dalmazia, cioè nel circolo di CaLtaro. I.

Stretto tra i monti della Cerna-Gora e le acque dell'Ad1·iatico, separato dal vicino circolo di Ragusa (a N. O.) per mezzo della piccola valle della Suttorina appartenente alla Turchia, il circolo di Cattaro confina per. la più gran parte del · suo perimetro dal la to di terra (da N. ad E.) col Montenegro, e pel rimanente colle provincie turche d'Erzegovina e d' Albania. È paese tutto roccioso e rotto in mille guise , specialmente nella parte settentrionale ed orientnle, ove sorgono più alti e più dirupati i monti. Un braccio di mare


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1.\ !OLLEY.\ZlO~E

che vi s' ingolfo profondo da O. od K, e si allarga e si ristringe, formando profondi seni, ora da un lato ?I'~ dall'altro, lo divide quasi interamen te in due parti. E 11 canale di Cattaro coi golfi di Kartoli, 1'eodo e Cattaro a sud, e quelli di Castelnovo e Risano a nord . Da ciò il nome che fu anche dato a qll811il regione cli Bocche di Cattaro. La purtc settentrionale è uno dei più aspri e selvaggi paesi d'Europa, un grande amm asso confu so di rocce calcareo, erte, rovinose, solcato da borri e valloni profondi a ripe scoscese, clic oppongono ostacoli frequent.i e improvvisi a chi s'arrischia fuor dei. pochi e ca tti vi sen tieri battuti. Nude, aride, bianche, come calcinale dal sole, sono quelle roccie; ma qua e là le bassure o i ciglioni si. cuop rono cli fiLtiss imi roveti . Rari i boschi, anche più rari i pascoli e i campi. Quelle terre sono mooTe e steri_li: sembra no n sappiano dar altro che spint l'acqua v1 manca. La no tura non le ha fatte produttive e l'uomo nulla fece sinora per correggere tale cJifello. Afatica, scrutando attentamente quel caos di nlture e bassure sulla carta, si giunge o. scernere che la ossatura n'è costituita da u11 cerchio di monti ad E., N. ed O. (sui con1ì ni del Montenegro e della Erze.,.ovina) dai quali si spiccano rami che Yanno ad incinlrarsi ed empiono colle loro masse dirotte tutto il paese. Tru i quali rami, i massimi sono quelli che si partono dalle montagne di N. O: (Vuci Zub, Jlobilje-Sedlo e Dob!·ustica) che passano a N. del golfo di Risano . Sopra tutti vuole essere osservato quello che muovendo dal Pa~ua (poco lungi dal Viici) e andando da O. a E., forma la montagna clelt/l Veli Vrh, la quale separa la regione di Risano da quella detta Crivoscie, che gli sta a N. In quest'ultima regione, racch iuso trn monti e boschi, gi ac8 l'al topiano di Dve rsno, com e un lago nel cuore delle .\lpi otl un'oasi nel deserto. Vi si ac-

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cede da sud (ven endo da Risnno) per le du e for midabili strette di Han e di Lupoglav . Verso il canale e i golfi di Castelnovo, Ri sano e Callaro, i mont·i fanno parete alta e ripida. In quella parte settentrionale sorgono le duP. piccole città maritti me cli Castelnovo e Hisano. Tra li altri punti da sbarco sono da notare '.\Iorinje, Perasto, Drazinert, Orahovac nel golfo di Ris:ino e a N. di qu ell o di CaLtaro. I villaggi den tro terra sono generalmente piccoli e poveri, o per meglio dire miserabili . Non vi sono altre vie che pochi e cl isogios i sentieri, la maggior parte mal praticabili pei quadrupedi da som a, che ora s' in erpicano serpeggiando su pei ripidi pen dii, ora similm ente di scen do no nei va lloni, ed ora s'affondano per entro allo gole strette e profond e. I principali sono i òue che da Risano conducon o all' altipiano di Dversno, dei qu ali qu ello di pon en te, che gira altoroo al Veli Vrli e passa pel co-Jle di Cerkvice e la stretta di Han è nel tempo stesso il più lungo e il meno fati coso. Tra la parte settentrionale e la meridi onale del circolo di CaLtaro, cosi corn e tra i varii punti dell a costiera, non vi sono comunica1.ioni terres tri. Nella parte meridionale si distinguono: a) ll lembo ad E. del golfo di Cattaro, ove ll iom · ban o qunsi a pi cco i monti dello. Cern a-Gora; paese impraticabile e quasi deserto; b) La pen isola di Vermac;· e) La penisola di Lustizza; c0 La Zupa tra Cattal'O e Budua; e) Il territori o di Castel Last ua a S. di Budua. Sul confine . orienta le stanno anche qui monti simili a qu elli della parte settentrionale, e la cos ti era è qu i pure nlta e l'occiosa; ma le terre interne sono assai meno alpestri, e singolarmente nella Zupa pia-


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LA SOLLEYAZ!ONE

neggianti e colLivabil'i. In fatti quella regione è più abitata delle altre, e coltivata con buon frullo. Oltre le due città marittime di Catturo e Budua, sono pun ti da sbarco alquanto importanti Cartoli , Traste e Castel Lastua. Una slrada rotabile corre attraverso alla Zupa e collega Bud ll lt con Cattaro : pc! resto senti eri . Sopra una superficie di 4,500 chi lometri quadrali, il circolo di Catlaro conta 30 a 35 mila abitanti, dei qua li circa 88 per 0/0 cl' orig·ine slava, e il resto in massima parte d'origine italiana. Quei morlacchi so migliano in tullo e per tuLLo ai loro vicini del Montenegro: vanno semp1·c annnti, sono gelosissimi dei loro privilegi e per nulla procliYi a servile dipendenza; non amano il lavoro, sono avid i della robo alteui, e volentieri scendono dai loro monti a far bottino su lla costiera; fanatici cultori della religione greca-scism atica e superstiziosi quant'oltri mai ; fieramente risoluti e valorosi al bisogno. Abili tiratori, impareggiabili nel superare ogni sorta di ostacoli in quei loro selvaggi paesi, fanno guerra di agguati, a drappelli di 150, 200 o non molLo più. S'appiattano tra le roccie, o dentro le boscaglie, sui cigl ioni dell1i alture , e di là, non visti, tempesLan o il nemico con fucilate a buona mira, e con un ro,·escio di sassi prima raceolti. Non isprecnno però le munizioni. Danno fiele sp ie, e mele volte non sanno che cosa stiano facendo od anche si propongano di fare i loro avversari. Non amano combatter eia vicin o. Se Y<~ggonsi minacciati ne i fianchi o alle spalle, o non riescon o a Lener lontano col fuoco l'assalitore, si ritirano, fuggono come camosci, spariscono, pe r riapparire aitrove più minacciosi. Ma se il nemico cede, allora balzano dai loro nt1 scondigli a spogliare i m·orti e i feri ti, n dar la caccia agli sbandati, a incalzare ed anche assalire da presso i reLroce<leoti. Spesso crudeli, talvolta

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invece generosi . Quelli del Cri,,os0ie sono i più barbari e feroci; p<,co meno quelli della ~laina , cioè dei mont i a N. cli Budua. I più ~1 iti all'opposto sono li abitanti della Zupa propria111enle detta, <lelle attigue penisole, e di tutta la rostiera. La c·ittà di Cattaro conta circa 3000 abilanti. 'È uno dei migliori porti cieli' Adriatico, e fortezza ragguardevole, reputata inespugnalnle in passato. Le sue prin-. cipn li /)pere forti guardano il conale. Primeggia tra queslc il Castel S . Giovanni. Due fortini (bleckhaus) detti la Trinità (37 uomini) a Gorasda (46 uomini), scalati sulle alture a S. elci golfo, sulla strada che conduce nella Zupa, cuoprnno da quel lato la città, e ne ass icurano lo sbocco verso Buclua. Castelr-iovo è piccola città di forse •I 000 abitanti . Difen de l'ingresso del canale. È vecchia fortezza, cinta di mt1ro turrito, e rnfforzaLa da <111e torrion i, distinti, per la loro giacilu1·a, coi nom i di Castel di mare e Castel di terra. Un'altra opera forte, detta Forte Spagnolo ('152 uom ini), so rgente sulle altu1·e che sovrastano alla città, a poco più di chilometro e 4 j'2 da questa, la cu op re da N. Bu<lua, piccolo porto, con 500 ab itanti, è pure città forte, cinta di mura, e rafforzata da un castello Yerso il mare. Ri san o 1,;onta circa 3000 abitanti. È un grosso villaggio aperto e signo reggiato da vicino dalle alture ch e lo ci rcondano da N. pe r E. a S. Per la difesa del canale, oltre Castelnovo e Canaro, vi sono le seguenti opere (batterie o blocklta us) : a N. della boccu Punta d'Ostrn e Prevlacca; all'entrata del golfo ùi Risano, S . Giorgio (?.5 uomini) e S. Croce (30 uomini) ; ad O. del golfo di Catta ro, Vennac (62 uomini); a S. della bocca Porto Rose, Caballa, Liistiz~a, Manula (4-2 uomini) e d'Arza . 1 \


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LA SOLT.EVAZIONE

Sulla costiera meridionale, Jlraste (38 uomini), Grabovac, Zavala (ad E. di Budua), S. Stefano e Castel Lastua. Similmente i passi dei monti verso il, Montenegro sono gu<1rclati da piccoli forti, che costituiscono come una linea di confine militnre. Sono i seguenti, cominciando da N.: Draga( ali' estremità settentrionale del piano di DvHsno, nel Crivoscie (60 uomini). È una piccola casa forte di muro, a tre piani, dei quali ,quello di sopra porta artiglierie, e li a!Lri due hanno feritoie pei fucili. La cinge un muro a feri'toie, con caponiere pel fiancheggiamento, poi un fosso stretto con ponte levatoio, e finalmente un basso parapetto cli terra nudo d'ogni accessoria difesa. Cerlwice (H> .uomini), semplice posto ili guardia sulla via che conduce da Risano a Dragai, laddove quella valica il colle di Cerkvi'ce. È dominato da vicine roccie ad 8. ed O. La 1hnùà e Gorasda, che già accennammo, a S. di Cattaro. Stanjevic!i (,f.5 uomini) sui monti della Ma ina, a N. di Budua; simile al Dragai. Kosmao {29 uomini) presso Braic, a N. E. di Budua. S. Spiridione (23 uomini). Oopac (23 uomini) a N. .E. di Castel Lastua. Prisieka (23 uom ini) e Ulfica all'estremità meridionale della Dalmazia. · l\:la quei piccoli forti, con quei meschini prcsidii, gittati là nei monti, quasi in mezzo a nemici, e non coll egati per mezzo di strade . beD praticabili e di altri posti intermedii con Ris;:ino, Cattaro e Budua, son o piuttostl) d'irnpucciò che di giovamento in caso di sollevazione. Approvvigionarli e rafforzarne o cam-

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biarné i presid ii divenl4 allora un'impresa diflìcile e faticosa, che distoglie le forze dallo scopo pl'imo dell'azione militare, che dovrebbe essere la repressione. ìUa d'nltra parte quei punti, per virtù della loro situazione rnedesinui e della loro debolezza, eserèitano una qualche influenza sulle operazioni dei sollevati, chiamandole a loro e sulle vie che li collegano colle basi militari della costiera, per cui facilmente il soccorso a quei forti e la repressione vengono ad unirsi in un solo obbiettivo . Sono in sostanza appigli strategici abbastanza vantaggiosi in quella specie di guene, in cui la difficoltà maggiore non consiste tanto nello sconfiggere quanto nello afferrare l' a vYersario. II.

Fino dagli antichissimi tempi li abitanti di quei paesi cbbern nome di genta fiera, nrmigera e dedita ai ladron ecc i. Da quelle nascose acque della Dalmazia uscivano audaci pirati a co rrere l'Adriatico e le -opposte spiaggie, e spesso i romani dall' alto dei loro castelli e dalle vedette delle loro galere n~ videro le leggere fuste volar come rondini sul mare. Poi sotto il domiòio di Roma e di Bisanzio, e sotto li avari,, li arabi, i bosn iaci, i turchi, i' serbiani, i templari, li ungheresi e i veneziani, che per lungo ordine di secoli si successero nella signoria , più di nome che di fatto, della Dalmazia, o meglio della costiera dalmata., quei montanari serbarono, insieme alla loro seh•atìchezza, l'amore della indipenclenza, ·incarnato in una gelosa cura di conservare i loro diritti e le loro vecchie costumanze, ed espresso nel modo più sensibile colle sollevazioni e le scorrerie sulle coste.


NELl,A DALMAZIA '.'IIERIDJONALE

L.\ SOLLEVAZIONE

Nel 1797 Catlnro fu dato nll' Au slria in sieme con Venezia: nel 4806 alla Francia ; ma parte coli' a(ulo dei montenegrin i e parte con qu ell o della Russia, i bocchesi seppero im ped ire ai fran cesi di estendere la loro signoria più lii che a qualche punto della costiera . Dal 18-H in poi, torn11li sotto 'il dominio dell'Austria, più volte sorsero in armi, niutati anche talvolta dai montenegrini, e costrinsero il governo a ustriaco n riassoggell~ll'li colla forza; e singo larmente nel 18H-, nel 1838, nel 481-8 e nel 1850 . La sollevazione del 48 fu forse la più grande. Era ,ch iaro che il pericolo muggiore veniva dalla vicinanza del lìlontenegro, che somrninist.rarn ai sollevali copi, guerr ieri, armi, munizion i, vivet'i, e ricovero sicuro ai non combattenti, ai feriti, ai fuggiaschi, e ancoi'a una comunicazione teri:estre trn la parte seltentrionale e la meridionale del circo lo di Cattaro; vantnggio qu es to non lieve contro nerniro che non 'nvea comunicazioni sicure se non per mare. Pur tultavia il governo austriaco si ristrinse a porre quelle chiuse che sopra dicemmo sui sentieri che conducono nel ~Iontenegro , e non fece tu tto quello ch e avrebbe potuto per alzare tra i bocchesi e i montenegrini la barriera assai più potente della civiltù. Anche oggi il morlacco considera come fratelli i montenegrini e quasi com e nemi ci Ji austro-ungheresi e li amici loro. Non ardiremmo però affermare che i beneficii del governo di Vienna potessero trionfare negl i animi di quella gente su quei vivaci sentimenti di nazionalità e religione che li rendono ripugnanti a ciò che loro venga da gente dinazione e credenza di versa. Sotto il governo dei generali 1\Iamula e Filippovics la predilezione dell'Austria per li italiani della Dalmazia fu mani fes ta. Allorch è nel 1860-6 1 si trattò della. unione amministrntiva della Dalmazia colla Croazia, 1

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crebbe la divisione degli animi; e quando si venne alle elezioni per la Dieta, il governo favo ri visibilmeo le li italiani. E v'era in qu es to un a buono ragion e, poichè la proprietà, la induslria, il eornmercio, i grandi inleressi economici della Dalmazin, a dir breve, erano difalto rappresenwti dagli itali ani delle ciLLù mnri LLime, che sono nel tem po stesso i più colti tra li abilanti di quel paese , e quindi più cnpaci cli prendere parte utile ai lavori di una nssemblea. Ma li slavi ne rimasero offesi ; e anche questo faeilmente si capisce. Finalmente la legge dei nuovo ord ina mento militare della monarchia austro-ungarica nel •1868, venne a dar nu ovo e mnggiore alimento agJ'i sdegni dei bocchesi, che sino élllora erano stali sempre esenti dall'obbligo del servizio militare tenestrn o mariti.imo, formando come una specie di g uard ia locule, divisa in compagnie, alle qual i erano ascritti tutti li uomini aui alle armi, sotto il comando di ufficiali scelli da loro stessi. Ora quell a legge comandava la formazione di un battaglione di Landwehr da costituirsi dai circoli di Ragusa e di Ca LLaro in com une . Tale di sposizione fece pessimo effetto Lrn i bocchesi, non solo percl1 è vi scorsero una offesa ai loro vecchi dirilti e ai loro coslurni, ma anche, e forse più, a motivo dell a fortissima ripugnanza che sentono verso i ragusani loro vicini. Perciò i commissari di leva mandati colù per la inscrizione della nuova milizia nello scorso an no (rn69) incontrarono aperta resistenza . Ma il tenente maresciallo Wagner governatore della Dalmazi a, che app unto in quel tempo si era recato a visitare il presidio di Cauaro, non si lasciò smuovere dalle ragioni di coloro che temevano una soll eva zione, e credendo ch e quei mali umori dovessero svanire presto dinanzi al fermo contegno delle autorità, tanto più che la dif-


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SOI.:LRY,\ZIONE

ferenza tra la nuova milizia e l'antica era di';emplice . appar~mza, __ordinò che continuassero le ope.razioni della rnscr1Z1one, e tornossene a Zara. E veramente se alcuno si ·fosse dato briga di spiegare con buone parole a quegli sdegnati che cosa dovesse essere in sostanza quella immobile landweltr e quel battagli one metà bocchese e metà rao·usano' che dovea eq uivalern ad una milizia interame;l e boe~ che_se ed _una milizia intel'amente ragusana, com e per lo rnnanz1, ma soltanto dipendenti da un solo comando, probhb ilrnente Ii sdegni si sa rebbero calmati e i bocchesi avrebbero capito che a co·nto fatto gran novità si riduceva ad un semplice riordinamento della loro m~lizia locale. Ad assicurare la pace sarebbe bastato che 11 governatore ottenesse eia Vienna la separazione della lanchvehr di Cattaro da quella di Ragusa, che crn cosa fattìhilissima. !Ua ciò non fu fatto· anzi fu detto e scritto che i bocehesi dovevano pie~ garsi anch'essi, per amore o per forza, all'osservanza del~e leggi co_m_uni a tutta la monarchia . Anche i giornah governatm parlarono in questo senso, prendendo tuono di minaccia. L'agitazione andò rapidamente crescendo nelle Bocch e. Vi furono tumultuosi assern~)rament.i . Preti fanuti ci eccitarono alla resistenza. La inscrizione per la Jandwc~hr non fu possibile in alcun lu ogo; furnno minacciati, mnlt r·aLlati, scacciati i cornmissari, brucia li i registri; Ii inscrivendi fuggirono nelle, montagne . o n_el lìiontenegro; il paese prese q_uell. aspetlo mmacc1oso che annunz,ia imminente Ja r1bel110n e. ]}fanca~ano i mezzi pe1· otten ere colla forza ciò c-he non e!·as~ potuto. ottenern dal rispello alla legge . .In tu_tto. 11 .circolo d1 Cattaro v'erano quattro soli battagl~o~1 dr ~rnppe regolari, ridotti ad uno stato di pace rnrn1mo d1 forse ,150 uomini disponibili per ciascuno;

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cioè il 44° reggim ento (Arciduca Alberto, 3 battaglioni) in Cattaro e nei varii presidii del canale e clellà parte settentrionale del circolo, e il 27° battaglione dei caceiatori in Budua, e nei pres idi i dipendenti . Grave errore qu esto, sfidar le ire popolari senza aver pronta forza suffki ente a dom arle. I capi mi litar-i delle Bocche si videro dunq ue impo tenti ad impedire la sollevazione , costretti a starsene s ulle difese e a chieder soccorsi. Il governatore della Dalmazia oll a sua volta dovelle ri volgersi a Vienna .

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I1I.

11 primo alto di ap erta ribellion e avvenne il 7 di ottobre ne i in onti a N. di Risano . Il capitano Sziity, del 44.-0 reggimento, comn ndante del presidio di Risano, avendo sap uto éhe la sol levazione divampnva nel Crivoscie e min acciava il forte Draga i, tenu to. dal sottoten ente Slnvi ck con 82 uo mini , cui doveva riu sr.i re difficil e il l'ifo rnirsi di provvigioni sia dai dinto rni, sia da Risano, come erasi praticato sioo allo!'a, risol vette di mandarvi un rinforzo . Pe rciò spedì .la mattina del 7 ottob re il lu ogotenente Rinek cql sottotenente Nazar e 42 uomini per la più breve ma più di fficile delle du e vie che condu cono.a Dt'.agal, quella: cioè di levn nte che passa a Ledeni ce e sbocca sul piano di Dversno per Ja stretta Ji Lupoglav. Questo drappello giunse senza mo lestia alcuna sin presso Ledenice superiore; ma qu ivi si ·vide ch iu so il passo da una banda di rnoritan ari armati, che fu calcola ta a 200 nom ini, e gli fu ingiun to di torn:ire a Risa no « percliè uessuno dovea anda re a Drag:3 J. » All ora H tenen te Ri.nek credette · necessario di retroced ere alANNO

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VOL . li.

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LA SOU,EVAZIONE

quanto, per avvicinarsi ad una cappella che gli offriva migliore posizione. A qu ella visla i ribelli cominciarono a Lenipeslare dalle allure circosLanli con fucilai.e e valanghe di sassi, e nel tempo stesso, avvantBggiandosi per la montagna, mina<:cia vano di precludere la via di Risano. Giun to ch e fu sulla spianata di Leden ice inferiol'e, il tenenle Hin ek fermò i suoi, e spedì 2 uomini a chiedere soccorso a Risano. Il cornballiin enlo continuò così qualche tempo a fermo; ma poichè il tenente fu due volte ferito , e il nemico appariva minaccioso alle spall e, il dl'appello continuò la ritirala alla volta di Risano, su e giù per le roccie, sono una grandine di palle e ùi pietre clic lo accompagnò per buon tratto, e si sbandò, lasciando m,,rti e feriti in potere del nemico. I superstiti giunsero alla spicciolala. in Risano. Solo il soLLotenente Nazar , con 6 uomini, messosi · in buona posizione, rimase presso Lcdenice, continuando a scambiar fucilate ('OÌ ribelli che lo avevano accerchiato, i qnnli da olLirno gli concessero di ritirarsi colle armi. 11 fucile a retrocarica deve essere stato di grande aiuto a quel pugno di valo1·osi. · lntanlo da Risano era stala mnndata a soccorso rnezia eornpngnia; 111a era on1ai troppo tardi . La perdita del drappello del tenente Rinek fu di tre morti , tra i qu ali lo stesso tenente, finito dai ribelli, e 11 feriti. Alla notizia di quel fotto, il comandante della brigata residente in CatLaro spedì çla Dobrota. a Risano un batloglionc del .u_.0 sopra un piroscafo del Lloyd. Ma. il timore di un attacco da parte dei ribelli e la impossibilità di far buona difesa con quelle poche forze in quella sfavorevole posizione, indussero il comandante di quel battaglione a tornar subi to nella stessa

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sera a Catlaro, conducendo seco Lutto il presidio e li imp i~guti imp eriali di Risano. Ora la sollevazione si diffondeva anche nella Zupa. Bande urmatc con banclie1·e tricolori cGrrcvano i 'paesi a N. e a S. del cannle sino nei dintorni di Bu dua, e costringevano ad unirsi a loro anche qu elli che sino allora erano rimnsti tranquilli. Dicevasi cl1e nnche dall'Erzegovina acco l'ressero armali ad ingrossare le squaùre elci ribelli. Temevas i pure dal lato del Montenegro. Il moto insomma prendeva aspetto sempre più minaccioso; e le menti inq uiete vi scorgevano nl solito la. mano della Ru ssia e un principio di sollevamento generale degli slavi del Sud. Il governatore della Dalmazia fareva imbnrcarc a Ragusa per Cattaro fJUelle tl'llppe della brigala Dormus che là stavano a pres idio. Per dctel'niinazionc del 9 oltobre il governo cen trale dichiaruva in istato er,cczionale il circolo di Callaro. I reggimenti N. 48 (Arriduca Ernesto) o :;x . 0~ (.'. rciduca Francesco Cal'lo) ricevevano l'ordine di parLire sub ito dn Trieste a qu elln volta, e parimente il reggimen to N. 7 (Mnroicic) e i battaglioni dei cacciRtori N. 7, 8 ·e 9, e 4 batteria eia montagna, tostochè si fossero messi sul punto di guerra. Hichiaml'lvansi nllc armi i licenzia ti di tu tti qnei co rpi che erano gil1 nelle Bocche o <lovevano recarvisi, aumentnvansi li assegnamenti cli sold o e viveri a quelle truppe, spedivansi a Cattaro provvigioni da bocca, vestimentn, scarpe, ecc., vi s'avviavano p11rc medici, una cornpugn ia di snnità e truppe del genio. :Ua dovendo tutto eiò ess<'l'e trasportato per mare, la scarsezza e piccolezza df'ì bastimenti a ciò adoperali fu causa che la cosa andasse per le lungh e più che il caso noi co111portas$e. Intanto Lentavansi p1·;1tichc coi principali dr! paese per richiamare all'obbedienzn i ribellanti: ma senza pro, dappoichè quelle genti rozze, aYf'ndo visto im-


20 LA SOLLEVAZIONE potente sino allora il governo a costringerli alla volontà sua, s'erano infatuati in Dio sa quali sperc1nze. Anche il principe del lJontenegro offrì il 12 ottobre i su oi buoni uffici per la pacificu zione, mentre assicurava il governo della sua lealli't. i\Ia il governo austriaco, avesse o no fede in quelle assicurazioni, non poteva accettare la intromissione d'un principe strani ero trn lui e quei suoi ribelli sudditi, senza immenso scapito d'nutorità agli occhi di questi . Il '13 ottobre, dopo giunti i primi rinforzi, fu rioccu pato Risano con sei compagnie. I fllocbi che allora si vid ero e li spari che si udirono nei vicini monti, come per annunziare quell'arrivo, mostrarono che i sollevati tenevano quelle alture. 1

IV.

NELU DALMAZIA r.lEJ\IDIONALE

quello, pve ciascuna colo~na d3 per sè è costretta ad op8rnre come se fosse sola in una stretta continua, e lo andare a pari e il collegarsi è poco meno che im possibi le . Intanto sapevnsi che i ribf'lli s'erano prepal'ati a difesa sul ciglione di qu ella pot'ete dì roccic, alla 5-700 metri, su cui s'inerpicano i due sentieri ch e menano da Risano a Dragol. La direzion e di quella impresa fu affidata dal tenente maresciallo Wagner al maggior gen~ralc Dol'fnus. La mattina del 19 ottobre muovevano dunque alla volta di Dragai le seguenti truppe :

Colonna di sinùlra (pri nci pale): sotto il comando direLlo del generale Dormus; lleggituento N. H, (Arciduca Alberto); Reao-imento N. B2 (Arciduca Francesco Carlo); 1 compagnia del 27° ba ttagl ione cacciaton; 1 compagnia del genio; 2 batter ie do rnontagnil ; 2 .batterie da racchetLe ; t)t)

1

Intanto però che le truppe e le provv1gwni g iungevano a poco a poco da Trieste, il tenen te rnnresc iall o Wngner, venuto anch'esso a Cnttaro, risolvette di fare una corsa nel Crivoscic per rifornire il forte [)ragal, di cui nulla più erasi saputo dal 5 ottobre in poi, e cambiarne e raiforz&rne il presidio. A qursto uopo volle adoperare tutte le truppe che aveva disponibili, prevedendo di dover in r..on trare forte resistenza, e fissh la mossa pel '19 ottobre. Divisò di valersi di ambedue le strade che conducono al piano cli Dversno, facendole batLere contE'mporaneamente da due colonne, che avrebbero potuto, pemrnva egli, fioncllegginrsi ed aiutarsi scambievolmente. l\Ia questi reciproci aiuti che sono mezzi di ottima tattica nei casi ordinari della guerra, an<5he su terreni frastagliati e coperti, difficilmente possono ottenersi in paesi cosi impediti come

da Risano pC'r CerkV'icc e la stretta di Han.

Colonna <li destra.: colonnello Fische r: Reggim ento N. ,rn (Arcidu<;.a Ernesto) i . 1 compagnia del 27° battaglione cacc1ator1; 2 cannoni da montagna . da Orahovac e Drazinert per Ledcnice e la stretta di Lupogla v. . . Due cornpao-nie di cocciaLon e un drappello d1 mao . T rioni e gendarm i, sotto il comando _del m_agg1?re orn~ do\'ernno sb::.reare a Morinje per impedire a1 sollevatL di quel distreuo di unirsi a quelli del Crivoscie; ma. la stagione tempestosa non permise lo sbarco .


LA SO LLE VA ZIO NE

La colonna prin cipale ascese le dirupate alture a N. di Risano. Il reggimento Arciduca Alberto era vanguardia . L'artiglieria batteva con tiri ben drizza ti la posizione dei ribelli. Quesli opposero poca resistenza da fronte, ma non tardarono ad apparire sul fìanco destro della colonna, a drappelli di 160 a 200 uomini . All ora il generale Do rmus staccò da quel lato il coJonnello Vetter del reggimento Arciduca Alberto col 2° e 3° battaglione del suo reggimento ed una batteria di racchette : e questi avanzan dosi di roccia in roecia , e ogni tanto ferma ndosi, quasi col solo fuoco di quelle leggere artigl ierie costrinse il nemi co ad all ontanarsi . Tre volte nell o spnzio di circa ,1 000 pnssi la ba tteria prese posizion e e cominciò il fuoco, e ogni volta 3 o 4- racchette bastarono a fare sparire i ribelli. FraLLanto il generale col grosso della colonna con tinuava il suo cammino sino a Knezlac, ove si formò per passarvi la notte. Per 1·iunìrsi a lui, il colonnello Vetter, cl1 e nel seguire il nemico e manovrare per quegli ignoti balzi s'era scostato assai dalla strada, doveLLe con g r·andissìm a fatica attraversare rupi e yalloni senza via. Da Risano a Kn ezlac la distanza ò brevissima: 5 chilometri forse. f:; credibile che il generale Dormus non volesse spingersi più oltre per dar tempo al colonnello Fischer, che avea molto più da cammina1·e, e per vi e peggiori, di giungè;·gli a pari e assicnra1·gli il fianco destro da Leden ice mentr'egli sfilerebb e attorno al Veli Vrh. Ma il colonnello Fischer non potè muoversi da Orahovac e Di·azinert prima del '.20. Nella notte dal 19 al 20 levossi la bora, e sul mattino scoppiò fur iosa procella di pioggia e vento, ttile da non poter tenere accesi i fuochi. In breve orn il terreno divenne viscoso e lubrico per modo che duravasi fatica a muovervi i passi. Ciò nondimeno il

23

NELLA DALMAZIA MERIDIONALE

geherale Dornins si rimi se in .camrni~~ circa I~ 6 antimeri diane, e gi unse a Cerkv1ce. Qu1v1 pare ri cevesse l'avviso che il presidio del !'orle Dragai aven trovalo modo cli rifornirsi rl i vi veri da se stesso . Allora, continuando pessi1110 ii lcmpo, e considerata la spossntezza delle truppe {così fu detto), il generale rinu~z~ò a~ andar più oltre, e rinforzato il piccolo pl'es1d10 d1 Cerkvice e fo rnitolo di provvigioni , torn osscne nel giorno stesso a Risano, senza essere tl'Oppo molestato da i ri belli. In questo mentre il colon nel lo Fi scher dopo una faticosissima marcia µer rnonLi senza via, giungeva verso il rn e7.. zodì, a Ledenice inferi ore e vi si metteva in posizione. Sul far della sera i ribelli gli s'appr~ssa,,ano ed ei li faceva respinge re da 6 compagme. Nella ~1atlina seguente {21) giungeva a Led enice il tenente marcscié\llo Wagn er con un battagli one del reggimento Arciduca Carlo ? 4 pez~i ra_cchette, e onlinava al colonn ello Fischcr d1 r1lirars1 an che esso, poichè la· ri tirata dell 'alLra colonna aveva mandato a vuoto l'impresa divi sata. Questa nuova spedizione non riuscì ad altro in sostanza che ad accrescere l'animo ai sollevati. Vi si a•rniun se un altro fatto favorevole a loro, che conternp~~anearnenle avvenne nei monti a. N_. di_ Budua .. Il fo rte cli Stanjevich guernito dì un pres1d10 d1 33 ca~c1~Lorì del 27 battaglion e, 1 art ifi ciere cd ·11 c.innomer1, ed a1·mato di due obusie1i da montagna cla 1 j libbrè, ed un cannone liscio da 6 libbre, fu assalito all'improvviso dai ribelli , mentre il comandan te, sottotenente Weìsz, stava su l ponte lf•vatoio contrattando con una donna panclura per l'ncquisto <l i viveri; uccisero l'ufficiale, entrarono nel forte, costrinsero il presidio a ritirarsi nel pi ono superiore, e dopo lunga difesa ad arrendersi, e lo rimand arono libero a Budua, con-

?~

1


LA SOLLEVAZIONE

NELLA D.\L:IIAZIA l\IERIOIONALB

tentandosi dell'acquisto del forte e delle armi e munizion i che v'erano. Nel giorno stesso e nel seguente torme numerose di zupani e montanari s' appressarono a Rud ua, ove erano rimasti di presidio soli 50 cacciatori. l\Ia trovarono asserraglia te le porte e le mu ra guern ite da quei pochi soldati e da cittad ini in arme. Il tenen te maresciallo Wagner, avvisatone per telegrafo il 2 1, spedì da Risano a quella volta sul pirosca fo Andrea Ho(er il maggiore Torns col 27° battnglione cacciato ri, fo rte di 230 uomini, e 2 pezzi da racchette. A motivo però del co ltivo tempo qu el bastimento non potò giungere a Budua prima delle 1·l pomeridiane del 22. Presa cogn izione dello stato delle cose, il maggiore Toms non volle indugiare lo sbarco, nonostante che il mare fosse g rosso. Una compagnia scese subito a riva, e le altrn seguirono poco dopo. L'Andreci Ilofer protesse lo sbarco lan ciando alcune grosse granate su i drappelli nemici più vicini al mare. ~la i sollevati non si sgomentarono per l'arrivo di quel rinforzo. La sera del 23 presero a bersaglillr con tiri frequ en ti e ben drizzati i difen sori delle mura, e continuarono tutta la notte. La truppa venuta da. Risano . che era su lle armi e in moto già da 6 giorni, a fatica si reggeva in piedi. Ciè) visto, il maggio re Toins ri mandò l'Andrea Hofcr a Ca.ttaro con preghiera al governatore che gli mandasse rinforzi. Giunse infatti da Cattaro nel pomeriggio del 24 la cannoniera Streitcr con alcuni pe1.zi leggeri d'artigli eria, che furono issali a forza di braccia sulle mura. Quel legno fu di molto aiuto 'alla città, perch è tenne lontnno i l'ibelli coi 1iri del suo cannon e di grosso calibro, fin chè nel seguente dì 25 riapparve lo Ilofcr d 1e sbarcò 2 compagnie del 52° reggimento (Francesco Carlo) e 4 pezzi da 8 libbre. 1

20

All ora il maggiore Tom s polè far riaprir le porte e mandar drnppelli a baltere i dintorni . Mentre ciò avveniva dinanzi a Buduo, altre bande di sollevali della Zupa si avvicinavano a Ca ttnro e stringevu no i forti Gora sda e Trinità, distanti forse 4 chilom elri da quelln fortezzu. Teneva il primo di quei forti il luogotenen te Blumonstein con 4,1 uomini e 3 cannoni . Contro di questo fu rivolto lo sforzo maggiore degli assalitori ·il 23 oLLobre. Dopo un fuoco assai vivo, si preparavano a tentar l' assalto, quando videro venir truppe al socco rso da Callaro . Il generale Dormus avvisato cli quell'ntlacco aveva fatto, circa le du e pomeridiane, prender le armi al battnglione Pittel del uz0 reggimento (Arcid uca Francesco Carlo) che si trovava in Cattaro, forte di soli H-3 uom ini, compresi li uffiz iali, lo aveva avviar.o alla volta dei forti minacciati, insieme olla batteria da montngna del ca pitano Forster e lo aveva fallo sep-uirc da un bauaglione del 48° (Arciduca Emesto) della stessa minim a forr,a, cli c stavo all oggiato in San lUDlleo di là da Cattaro. Il maggiore PitLcl si avanzò sulla strnd a di Budua precedu to dalla sua ,1a compagnia, e col la balleria in mezzo all e altre. Nello nppressarsi :-11 fo1'le della Trinità fu preso a fucilate da un drap pello nemico a_ppostato sul monte ad ovest della strada, cioè sulla su a sini stra. Spiccò allora da quel lato la sua ter1.a compagnia , la quale battè il sentiero che pel monte condu ce al forte, mentre il resto della colonna continu ò per la strada maestra. Raccolto di nuovo tutto il bau.agl ione presso la Trinità, e pur sen tendo continuare forte il combntli111cnto n Gorasda, il maggiore Pittel lasciò in pos izione la terza compagnia ad assicurnrc la sua via di ritirata cont,·o quei nascos ti nemici che da diversi punti continuavan o il fuoco a ttorno alla Trinità, e colle altre tre compagnie e la batteria


LA SOLLEVAZIONE

continuò il suo carnmi~o. Presto trovossi impegnato in vivissimo combattiinento sul pendio · dell'altura di Gorasda. · Stese in fronte la 1• e 2° compagnia, e minacciando i fianchi del nemico lo costrinse a indietreggiare. Così avanzand~ quelle due compagnie ascesero sino al · colle, toccarono il forte e presero posizione ad ovest di questo. I s,olleva ti appostati dietro ad un murello a forse 15o ·pa ssi dal forte, mnntenevano il fuoco con crescente . vi,,,)eitù. Non bastava a scacciarneli nn!). minaccia cli fianco d'un plotone èlell' ala destra . Il generale Dorm us, che aveva raggiunto frattanto il maggiore Pittel ·e s'era messo · tra i primi, fece aVérnzare una mezza batteria ad appostarsi sull'altura. La compagnia lasciata alla Tri nità, resa nuovamente dispun'ibile dallo appressarsi. del battaglione del t8°, venne a porsi all'ala sinistr;a del suo battaglione. Il maggioi·e Pittel fece avanzare anche la sua 4,a compagnia e la diresse contrn il fianco sinistro del nemico, e comandò l'assalto. Tuuo il battaglione si lan ciò innanzi: gli si unì pure il ' drappello d' inf~rmieri che lo aveva nccompagnatQsin là. Il muro fu preso, il nem ico fuggente inseguito a fucilate. Dopo di che, il battaglione Pittel · e la batteria rim asero in posizìone presso il forte Gorasda sino aIJ 'imbrun ire. Frattanto il _ battaglione del .i-8° spazzava dai nemici i dintorni della Trinità. Sul ca.der del giorno, prima il battaglionePittel poi l'altro rien'"' trarono in Canaro . Le perdite di quel giorno dal lato delle tru ppe fu'rono di 4 morti e 8 foriti, tra i quali U fl ufficiale. '[ ~ solleva ti iasciarono SLÌI campo 8 rno·rti, tra cui una donna, e portarono via secoloro qualche altro morto e i feriti, che furono calcolati una trentina. Presso il Gorasda furono trovate alcune carabine e daghe-baionette, di quelle di cui era armata la miliz ia locale.

NELLA DALMAZIA MERIDIONALE

27

V.

Per tal modo i ribE-Ili erano stati costretti ad allontanarsi da Budua e Catlaro; rimanevano pur tuttavia padroni della Zupa, dei monti e cli tutto il paese a S. di Budua. Ma l'attenzio ne del tenente maresciallo Wagne r si volgeva più particolarmente al Crivoscie ove pareva fosse il principal focolare della· ribellione. I posti di Cerkvice e l)ragal avevano bisogno di essere riforniti, e prem eva veder da vicino ehe cosa avvenisse in quelle parti, donde non giungeva notizia alcuna . Non avendo ancora forze bastanti per combattere la ribellione contemporanea·mente a N. e a S. dal canale, · il tenente maresciallo s'era proposto di approfittare della posizione centrale offertagli dal canale medesimo, per agire ·ora verso N. ed ora verso S., secondo che gli sembrasse più opportuno. Se non che qu el ritirarsi dopo fatta una co rsa fino ad un dato punto, per portarsi altrove, come era necessario fare se voleasi compensare col moto la pochez.za dell p. forze, doveva rend er vano l'effetto che poteva esser prodotto dallo avanzare, e crescer sempre più l'animo ai sollevati. · Essendo giunto da Trieste anche . j] 7° reggimento (l'\Iaroicic) il generale Wagner ordinò pel 2,i. ottobre la riunione di tutte le truppe disponibili (tolti i presidii) in Risan o, ove nei giorni 22-24 era ,rimasto ~olo il 4-4° reggimento (Arciduca Albe1 to). Si raccolsero dunque colà i reggimenti 4.i,0 e 7°, un battaglione del 48° (Arciduca Ernesto), due batLerie da montagna e una


28 LA SOLLEVAZIONE da racchette, la ,12a compllgnia del genio e un drappello d'ìnfermieri, sotto il comando del colonnello brigadiere Jovanovic, cui fu comm esso cli spingr,rsi a qualunque costo sino a Ol'agal, rifornil'lo e torna.re a Risano nell o spazio di due giorni, muovendo il 2/5. Per la ma.la prova fatta pochi dì prima dell'operare in due eolonne, e cons idel'ata anche la ristrettezza del tempo, il colonnello Jovanovic prefed marciare in una so la colonna pcl' la via di Cerk,·ice, provvedendo a.Ila sicurezza medi nnte drappelli di fianco e riserve scalate in buone posizioni sulla linea di marcia. Questo rnodo di operare non è conforme olle regole della buona tattica per la massima parte dei casi dell e guerre rego lari, come quello che produce sparpagl io di forze e toglie vigore alla punta, siechè corresi il risr.hio di trovarsi più deboli del nemico nel momento decisivo nonostante che muovessimo assai più fort i di lui: ma pul'e in paC'si e momenti come quelli, e cor.tro nemici tli quella fatta, quando si abbiano forze sufftcienti e la distanza do percorrere sia di poche ore di cnmmino, come in qu el caso, quel modo è senza dubbio opportunissimo. La punta infatti nell' ultimo momento rimase forte di 9 compagnie, forza abbastanza ragguard evole per quella guerra cli scaramuccie. La sciali a Risano tutti li imped imenti e li zaini, la colonna si mosse la mattiua del 25 ordinata come segue :

Avang'lf.ardia. -

Colonnello conte Vettcr del 44- 0

reggimento ; 2° e 3° battaglione del 44° reggimento (Arciduca Alberto); ii- pezzi da racchette; Hla compagnia del genio.

NELLA DALMAZIA l1IERID10NALE

29

Co17Jo cli battaglia. - Colonnello Kaiffel del 7° reggimento; /4° battaglione del 44° regg. (Arcid uca Alberto); 2° e 3° battaglione del 7° reggimen to (Maroicic); 2 balterie da montagna; Il drappello san itario; I drappelli destinati ai forti Cerkvice e Dragal colle_ salmerie delle provvigioni; 1°_ba Ltaglione del 7° reggi men lo (Maroicic). Retroguardia. - Un battaglione del 4-8° reggimento (Arc;duca Ernesto); 2 pezzi da racchette. I soldati portavano scco loro pane e carne salata per due giorni. Avanzando colla massima precauzione e fruo-11ndo ,, t> con gran cura il terreno d'attorno, con fiancheggia.tori distaccati da ogni battagli one per suo proprio conto, poichè cosl aveva ordinato il brigadiere a motivo della smisurata lunghezza che venfra a prendere 1a colonna in quello stretto sentiero, giunse questa a Napoda circa Je 11 11/'2 pomeridiane senza esser molestata dal nemico. Quivi la testa dell'avanguardia fu salutata da fucilnte tiratele contro dall'altura a destra della strada. Allora il colonnello Yettcr prese posizione, e rispose con fuoco di fucili e racchette. Il brigadi ere fece fermare la colonna al coperto, senza lasciare l'ordin e di marcia; poi esaminata la forte posizione dei ribelli e vista la vivacità del loro fuoco, non volendo perder tempo, distaccò a destra il 11° battaglione del H 0 e 1/2 battaglione del 7° con •· cannoni da mont.1gna contro il fianco del nemico . In çonseguenza di che, i ribelli, snidati dai loro ripari da un buon fuoco di shrappnels, dopo tre quarti d'ora


30

LA SOLLEV i\ZIONE

NELLA DALMÀZIA MERIDIONALE

d i combattimento si ritrassero, e la marcia fu , continuata, colla scorta di quel drappell o cli . fianco. Ma i sollevati presto riapparvero a tergo della colonna e, assalirono la ret1·0guardia, la quale li tenne a bada co n fuc ilate e racchette fin chè il corpo di ba ttaglia non fu giun to presso Cerkvice, e allora, semp re com~ batte_n do, ven ne a riu ni rsi a quello . Verso le ,i, ,f/2 pomeridiane tutta la brigata si trovò raccOlta sul colle di Cerkvice, ove il colonnello .Tovanovie aveva divisato passare la notte; e q uivi s'accampò, circondandosi d'una fl u a cerchia. di guardie, specialmente sulle alture· ad E. ed O. A!Je qunli guardie fu comandato di non tirar colpo se non fossero assali te da presso, e in questo caso non retrocedere per nessun conto, ma aspettare ferrne i · soccorsi che· loro ,sa rebbero mandati. La forza combattente dei ribelli in quel giorno fu vnlutata a 200-300 uomini . Le perdite delle truppe furono d i 4 morti e 6 feriti . . I ' Tuttà la notte seguente fu tempesta , pioggia e vento che turbò il riposo alle 1truppe. Ciò nondimeno fu possibi le tenere accesi i fuochi . La rriattina dei' 26 il brigadiere dispose pel proseguimento dell'opernzione . Il battaglione del 48° reggimento e 11/2 del 11° battaglione del 7" (3" e 4" compagnia) con due pezzi da racchette dovevano rimanere ili posizione da riserva presso il forte di Cerkvice, per assicurare la riti rata. Il resto della brigata doveva avanzarsi s ino allo sbocco della stretLa di Han, donde il colonnello Yetter col 44° l'eggimento, e 2 pezzi da racchette doveva accompagnare a Dragai la salmeria e il drappello destinati a quel . forte, e subito dopo ricondui·re indietro i somieri scarichi, mentre il colorrnello KaiffeI- con due battagli oni e 4/2 del 7° reggimento (2° e 3° e del 4°}, le due, batterie da montagna, i rimanenti due pezzi da

1iz

3,1

racchette e la compagnia del genio, sarebbe rimasto io posizione sulla uscita della stretta . Poichè le guardie attorno a Cerkvice furono m utate d,alhì riserva che là doveva stare, la colonna si mosse ci rca le 6 '1 /4 antimeridiane e giunse verso le 7 4/2 all'ingresso della sLreua a N. E. di Poliana senza molestia alcuna. Quivi dalle allure d'ambo i lati scoppiò un vivissimo fuoco di fuci late contro la vanguardia. Quan tunqu~ i nemici, secon do il solito, non s i lascinssero vedere, pure da quel loro. fuoco po tevasi argomentare che fossero molto più numerosi del dì prima . Un battaglione del 44° reggimento con 2. pezzi da racchette fu indirizzato conLt'O le alture d i destra {di Bracjan) che $ODO accessibil i, quantunquè frasta gliate da borri e impedite qua e là da massi e roveti . A quel battaglione s'annodò a desfra il 3° del 7° reggi111ento con 2 cannoni , per sicurez.za del fianco des tro e per sorerchiate la sinistra del nemico . !Ha le predominanti alture di sinistra, vale a dire le rupi d_ell'alto e scosceso monte di Zagvosdak, erano assicurate contro un attacco da fronte per via d'un profondo burrone impraticabile che le separa dalla stra·da. Per potere 'assaltarle da fianco · sarebbe stato necessario girare molto largo e · spendere non poco tempo. Ciò vistQ il colo nnello Jovanovic commise all'artiglieria di cacciare i ribelli da quelle alture. Due cannoni furono · appostati contro di queste·, e in poco tempo con tiri · a shrappnels b~n drizzati riuscirono ad otLenere l'in tento . Cosi prnccdendo a passo a passo e ca cciando il n.emico . di posizione in posizione, col v,dido aiuto dell'artiglieria , li imperiali scesero verso il piano di Dversno e giunsero allo sbocco della stretta, ove è ~I} ponte sul _rio. Dorsna. A fine di meglio a~sicurarsi 11 possesso d1 quella lunga stretta, poichè la riserva


LA SOLLE\'AZlONE 32 lasciata a Cerkvice rimaneva soverchiamente lontana, il brigadiere mandò le due prime compagnie del 7° reggimento con un pezzo da racchette a prender posizione sull'altura a nord di Po liana, a sinistra della strada. Circa le ,10 antimeridiane , allontanato il nemico dallo sbocco di Han, benchè il fuoco non fosse cessato, il colonnello Jovanovic avviò alla volta di Dragal il piccolo corpo del co lonnello Vetter, dandogli l'Ha compagnia del 7° reggimento in cambio di quel battao-lione del u,.o che combatteva tuttora sulle. alture b a destra. Partito quello, il colonnello .Tovanov1c_provvedeva al collocamento di due cann on i presso il ponte sull'uscita dello. stretta, per cacciare i r.ibclli dalle alture di Bracjan, allorchè fu gravemente ferito da palla di moschetto nel piede sinistro e costretto a farsi portare indietro. Il colonnello Kaiffel assunse allora il cornanJo fino al ritorno del colonnello Vette1·, cui veniva a spettare per ragione d'anzianità. Tornato questo colla sua colonna do. Drugal verso mezr,o g iorno e mez.zo, comin ciò la ritirata . S'nvviarono prima i due battagliooi del H,. 0 da lui ricondotti, portando secoloro i fe1·iti ; quindi le truppe del corpo di battaglia, disirnpegno.ndosi a poco a poco dal combattimento. I sostegni pnma appostati protessero successivamente la riti,·ata, :nsierne alla un compagnia del geni o rimasta disponibile, di modo che tutta la brigala potè riunirsi sul colle cli Cerkvice senza. grave molestia. Quivi si trattenne una mezz'ora per riposarsi. Si rimise in cummino circa le 3 porne ri_diune . Presso la stretta cli :Napoda, nel sito stesso ove la sua avanguardia aveva incontrato il nemico il dì prima, fu ussalita ora la sua retrogua,·dia; e poi òi nuovo e più vigorosamente presso Knezlac da nn audace drappello che l'accompagnò tra vagliandola giù pel' la scesa. Le trnppe erano

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NELL.\ DALMA7.IA MEltlDIOJ'\ ALE

stanchissime . Jn q11rl secondo giorno (26} le loro perdite furono assai gra,·i: H. morti, di cui 2 ufficiali, 2 perd uti e 30 feriti, di cui 3 uf[lc iali. Il numero dei ribelli che in quel giorn o combotLcrono fu calcolato a 1000 uomin i, e le loro perdite <-1. 50 morti e un centinaio di feri ti. FratW.nto a nche nei dintorni di Budua era avven uto un piccolo folto d'anni. Volendo fa r raccon cia re il fi lo telegrafico tra Bucl11a e Castel Last na, che era stato rotto presso Zavala, il maggiore Tom:; fece uscire da!Ja ciLLù la ,2a compagnia elci 2'i 0 hattoglione cacciatori eon due pezz i da racchclle, sotto il comando del luogotenente Pokorny, e la o.vviò H'rso le alture di l\foina clic sapevans i tenu te dal nemico. A un chilom etl'O e ,1;2 circa dulia cillù quel dr11ppello l'u ricevuto a fucilate . Ma coll'aiuto del cannone dell'Andrea Ho(cr s'impossessò delle allure, e vi rimase :!ìncbè il fil o telegrafico non fu r ncconciato : dopo di clic tornossene a Hudua.

VJ.

~1entre però l'attenzion e e Jc forze di sp onibili del governatore erano 1·irnlte al Crivoscie, la ri bellione s'era a suo bell'3gio allargala nella parte meridionale del circolo . I poc hi comuni l'imasti fode li ne i dintorni di Call31'0, e singolur mente quelli delle penisole di Yermac e Lustizza, minacciati dai loi'o vicini, mandavano a pregal'e il tenente maresci allo ch e li soccorresse, e lo assicuravano che l'appa1·izione di qualche nucleo di trnppc uel golfo di Kartoli anehbe bastato per indurre a so ttomettersi i sollevati della Zupa già travaglio.ti eia interne discordie. Il tenente maresciallo Al'iNO XV, VoL. 11.

3


34,

LA SOLLEVAZIONE

rassicurato frattanto intorno alla sorto dei forti di Cerkvice e Dragal por la scorro ria del 25 o 26 ottobre, comandò la ruccolta in Catturo di tutte le truppe disponibili, divisando di procurare la sottomissione dei r ibelli della Zupa e dei vicini monti, ossaHandoli da fronte con una parte di quelle fo rze, e col rimanente staccandoli dai co nfi ni del ~Ion tonegro e cacciandoli giù dai monti . Finchè i monten ogl'ini non prendessero. parte a11a lotta, le truppe imperiali po tevano -senza gran pe rico lo correre le montngne parallelamente al con fine, a condiziono pnrtutlavia di star bene attenti a ciò che facessero qnei poco sicuri vicini. Deì resto il principe del Montenegro con tinuava a ' ma?tenersi_fedele allo date promesse e resistere agli ccc1tarnent1 del partito favorevole ai sollevati bocchesi. Per la esec uzione del divisamento ora detto, il 1° di novembre il maggior genel'ale .lJormus si portò per mure da Callaro al golfo di Kartoli colle seguenti truppe: Reggimento N° 7 (~Iaroicic) ('I GOO uomini); 0 !) battnglione cacciatori (500 uomini); 12n compugnia del genio; Una batteria da montagna e 2 pezzi da racchette. Mentre. il grosso della brigata s'al!oo-giò nei villao-gi· d_clla costiera,. il 9° . battaglione cacciatori si spi;se srn pl'esso G;iurasenc. Fu battuto con pattuglie il paese fino al golfo di Traste e alla strada di Budua. Quella brigata doveva poi avanzarsi nella Zupa intantochè un'altra colonna uscendo da Catturo si sarebbe gittata a sinistra nei monti sulla destra dei sollevati, cioè tra questi e il confine. Questa seconda colonna, comandata dal colonnello I1'ischer del 48° reggimento, doveva comporsi come segue:

NELLA DALMAZIA MERIDIONALE

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Reggimen to N° .t8° (Arciduca Ernesto) (500 uornini); Un battaglione del reggim ento N° ·H (Arciduca Alberto) (200 uomini); 8° battaglione caccialori (200 uomini); 9~ compagn'ia del genio; 4 cannoni da montagna e 2 pezzi da racchette. Ma .i ribelli, come se avessero presentilo il disegno del gove;rnatore, appena videro comparire le truppe si gittarono indietro nei monti di Sisic verso il confine del nfon tcnegro. Il 2 novembre il colonnello Fischcr uscì da Catturo, si avanzò in segu ito ad un combattimento a fuoco di parecchie ore sino a Dub, staccò un drappello d'ala nei monti a sinistra verso Sutvara , e distendendosi a dèstra s'impadronl delle alture rocciose su cui sorgono le chiesette cli S.n Barbara ~ S. (~i0r~i0 , nyr <;i unì colla brigata Dormus, avanzatasi anch'essa in quel tempo. i'1a essendo scoppiato un incendio in Cattaro in un magazzino di provvigioni, che fo creduto appiccato a bella posta, il governatore richiamò in fretta le trnppe nella sera del 2. Tutta la notte fu impie~ gata ad estingucr8 il fuoco. Ciò nondinwno il tenente maresciallo volle continuare le operazioni ne11a Zupa il 3. Le due colonne Dormus e Fischer dovevano proseguire la mossa verso S., mentre una terza colonna sarebbe uscita da Budua verso Braic, per impedire ai ribelli di quelle parti di andare ad unirsi con quelli della Zupa. Questa terza colonna doveva esser fornita dal presidio di Budua, con parte del 27° battaglione cacciatori , fo rte di circa 300 uomini , e rinforzato ora appositumcnte da 2 compagnie del 22° reggimento {W,im.pffen) e da. un drappello di m·arcia spediti colà da Catlaro pci· mal'e, insieme col colonnello Schonfelcl cui era commesso il comando di truella


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LA SOLLEVAZIONE

impresa . Le due compngnie di fanteria che e;·ano slate giù prima spedite a Bud ua coll' lfo(er, ebbero ordine di rimbarcarsi per Cattaro all'a rrivo di q ucl n noYo rinforzo. Co lle due colonn e Dorm us e I!'ischcr doveva concorrere all e operazioni contro la Zupa da N. una terzn colonna compos ta di due baLLuglioni del 52° r eggimen to (Francesco Cado) forti. di appena 200 uomi ni insieme, un drappello di 1160 uomini di coinplemen to <le! 7° reggimento ()Iaroicic) giunti ull ora all orat e 4- cannoni, la quale colonna muovendo da Cattaro la mattina del 3 novembre, doveva trovarsi snl mozzogiorno in Snlvara, ad E. della strada Catiaro-Bud ua. Rimnnevuno in Catturo 2 cornpagr.ie del ::i'.2° reggimento (Francesco Carlo), 2 del 23° rrgg . (Wimpffen) e '100 uomini rli com plemento ciel 7° reggimen to (l\Iaroicìc), olLre le 2 compagnie che do,,evano giungervi do. Budu a: in Castelnovo 200 uomini del 22° reggimento : in Risano ~ battaglioni del ,i.i 0 rrggim ento (Arc iduca Alberto) i quali asserragl ia.ti nel villaggio con una batteria da campagna appos tata dietro un parapetto di muro, dovevo.no impedire ni so llevati del Crivoscie la comunicazione col mare, col!"aiuto di un piroscafo da guerra ancoralo lù presso. li tenente maresciallo Wagner pose il s uo quartiere in Sutvara la maLLina del 3 novcmhrc. Prima di mezzogiorno ebbe quivi l'avviso che il generale Dormus colla sua avanguardia era giunto a Pobertlje, a sudovest dei monti di Sisic, in conseguenza di ch e dai vicini villaggi di Glavati e Il oiko vìc, che Grano tenuti · pei più restii, erangli venuti dep utati a fare atto di sommissione. Allora il tenente maresciallo comandò subilo l'attacco delle nlture di Sisic. Il colonnello Fisch er mosse ad assaltarle da nord e il generale Dormus da sud-ovest. Nel vuoto tra quelle due colonne il tenen te marP.s ciallo condusse da Sutvnra i

NELLA DALM:\ZU

ll1E(UDI0t'iALE

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du e bHttaglioni del 52° (Francesco Carlo) insieme ai 4 cannoni e li indirizzò verso le case di Sisic. Due rupi coronate da clue chiese e le ripid e alture del rno:ile Golis erano i punti più forti della posizi <me dei ribelli . Dopo lungo comb:iuimento il colonnello Fischer si jm padron l della posizi onB a nord del rio di Ve rblje. Il gcn'erale Dormus, lasciato il 9° battaglione cacci ato ri colle artiglierie a .Knbasi, a gu ardia del suo fian co destro e degl i sbocchi Yerso sud , venne col reggimento 1Ia1·oicic ad assalire le posizioni a sud-oves t di Sisic (dalla parte di Brntcsic). Avanzandosi nel tem po stesso la col onna condotta del tene nte maresciallo , cd ess'lndo l e alture di Sisic battute dall' artiglieria col solito .buon successo , non rimase altrn scam po ai sollevati se non che ritirarsi per le dirupate pendici del Golis sul territorio rnonlencgri no, e Sisic fu occupato dalle truppe . t:n battaglione del reggimento ùiaroicic inseguì i fuggenti s u per le balze del Golis, sotto una valanga cl i pietre, e riuscì a porre il piede sul dorso del monte sul far della sera. l\fa il tenente maresciallo avendo scòr to sul fianco sin is tro della colonna Fiscber ove il fuo co durava ancora sul cader del giorno, u n c~rpo di parecchie centinaia di ncmicit che non po teasi disti nguere se stasse di lù o di qua dal confi ne montenegrino, credette p rnden te richiamare quel battaglione nella notte. . . . Mez zo ba ttaglione del reggimento Maro1c1c fu lasc1ato in Sisic. Il generale Dormus _ricontlusse il r:sto ~i quel reggi-mento s ulla. strn da eh Bud ua presso h.ubas1, oYe ri mase ad assicurare il fian co destro del colonMllo Fischer il quale restò nella su a posizione presso Verblje. Il tenente maresciallo Wugncr tor~ ò a Sutva~·a ove il el fraucmpo erano sta ti impìan tat1 nn uffic10 telegrafico e un magazzi no di apprnvvigìon amen to.


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LA. SOLT.EVAZIONE

Quel corpo c}ie il tenente maresciallo aveva veduto sul tramonto era di montenegrìni, come egli invero nqn dubitava . Forti drappelli di quei fieri nìontanari r avevano assis ti I.o · dall'alto dei loro monti al combattimento di q uel giorno, ma senza prendervi parte .'. Già il dì priina {'2 novembre} il principe del Montenegro in una letLera diretta al tenente maresciallo Wagner érasi lagnuto che proietti a ustriaci sorvolando al confin_e del suo Sta to avessero· ferito uno del suo popolo ed ucciso animale, ed aveva fatto osservare 'clie la ripetizione di cosiffatti accidenti avrebbe . potuto produrre spiacevoli conseguenze che a lui non sarebbe stato possibile impedir-e. In quello stesso giorno 3 il cornandnnte delle mil izie montenegrine che guardavano la frontiera avvisò le p iù vicine truppe austr;iaehe· essere egli risoluto di farsi innanzi se nlcuno dei suoi fosse colpito dai loro tiri. Pare che il divisamento primo del tenente maresciallo Wagner fosse, a'opo il felice esito ' di quello avvolgimento del 3 novembre, pel quale il maggior nucleo dei ··soll evati della Zupa ei'a stato stretto e battuto là sulle balze del Golis, di continuare la mossa verso sud, spingendo la sua sin istra p er la p~ù dritta e . più corta via lungo il con fine montenegrino, per· Stanjevic e Pobori, verso i monti d i ~faina, ove dovevano esser si raccolti i sollevati dei pa esi pitì meridionali, per tagliar lpro, se possibile, la ritirata verso il Montcneg_ro ,e im pedire che lor_o· ve~issero soce;orsi da quf:)sto paese. Ma le dichiarazioni ' del principe e· le disposizioni ostili dei montenegrini, volendo evitare un co nflitto e non aggravare lo stato delle cose, indµss ero il ten ente marescinllo . a . rinunziare a quei vantaggi che. gli .offrivano i sentieri della montàgn B,· e contin'uare invece a manovr~re dalla destra per la strada 'di Budua e ripetere contro i sollevati di Pobori

un

NELLA DALMAZIA. MERIDIONALE

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l'~vvolgirnento per ovest, sud-ovesL e sud, rinunziando cioè a isolarli dal Montenegro. . · Il 4 novembre• fu giorno di riposo. Il quarti e~, ge.:.. neralc~ fu trasferito da Su tvara a Casaladra, pm a sud e com andato l'attacco pel dì seguei::ite. La colonna ·Fisdher (sinistra) do~eva ba ttere il . sentiero che Verblje, tagliand_o le falde _del ~.ohs, per Brate~1c, . Bazdan ed Odule conduce a Pobon, e assaltar da o, est quella posizìone: · la colonna Dor?rns (centro) avan~ zarsi per la strada di Budua smo al convento d1 ,Lastua, e ·di qui volgendo a sinistra and~re ad.· ~ssaltare da sud-est ~ medesime alture d1 Pobon · e ·1a colonna Schoqfeld (destl'a) uscita da- Bu~ua, superare la stretta di Pietro e Paolo e portarsi _su Mai?a a lagliar le coniunicazJoni dire~~e, tra Pobon e Br~1~, ove un altro n ucleo d1 sollevati s era raccolt9 . Gia il colonnello SchonJeld, appena sbarcato in Budua, ne aveva spazzato i .dintorni ed aveva occ~pato le prossime alture. , : Ma l'impresa così divis.at.a nori potè essei: co_m prnta n ell a giornata del 5, a ._rnotivo delle grandi d1f0coltù_ che la colonna Fischer incontrò nell a sua_marcia per quei sentieri montani, ' sicchè il sole giò. tramontava quando la sua vanguaràia toccò. la }P?nda del profondo burrone di Pobori e cornmc10 11 fuoco eontro i sollevati che tenevano la spond<;1- -opposta, ove sorge il . vill aggio, mentre la colonn~ ~chonfeld era trattenuta dai. ribelli nella stretta d1 Pi etro e ·Paolo'. Il generale Dormus, udendo il ro more del combattimen to quella parte, affrettò ~ passi ,per giu~gere al convento di Lastua, e ascese 11 monte Dubov1ca . Scoperto allora il nernico sulle alture -di_ ~od-Ostrog, fe~e salire là sopra una ba tteria d f! montagna; I?a g1a cadeva il giorno. I sollevati stavano sulle d1 fes: ~ Pobori (destra) ove adoperavano un cannone hsc10 da .

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LA SOLLEVAZIONE ECC.

6 libbre tollo dal forte Stanjevic, che avevano sgombrato e brucialo, e a Pod-Ostrog e Verbica (sinistra), ed erano addossati al monte ~Iaina. Con sideratn l'ora tarda e la difficolUt cl el passaggio del burrone cl i Pobori, il tenen te maresciallo comandò la ferma la, e rimi se al dorrrnni il proseguimento dell'operazione. Il 6, sul far del giorn0, il colonnello Fischer mosse all'assalto , e in breve tempo rim ase padrone delle alture e delle casé di Pobori. Anche il colonnello Schònfeld , rinfo rzato d'u n battnglion e della brigata Dormus, s'impossessò presto di Ma ina, d'onde volse con tro Verbica e Pobori; ma già i sollevati si eran o gittati sulla montagna per rifugiarsi nel Montenegro, e Pobori era in potere ciel colonnello Fischer. Da quei paesi toccati dalla colonna Schonfeld singoli individui accorrevano a fa re atto di sommissione al governatore . Avrebbesi potuto credere che non rimanesse altro da fa re che ripetel'e un a terza volta la stessa operazione più a sud contro Braic, se da qu el rifugio sicuro del Montenegro non avessero potuto erom pere nuovam ente a piacer lol'o quei ribelli che vi si erano rico verati, tostochè le truppe si ritirassero, per rientrarvi poi di bel nuovo quando queste tornassero a stri ngedi da presso. Info LLi avend o il tenente marescio llo comandato fa raccolla delle su e tru ppe sul piano di Budua, per ragione d'app rovvigionamen to, le colon ne Fischer e Schon feld furono continuamente travagliate nelli1 loro marcia per tutta la mattina del 7 dai sollevati, riapparsi e riann odatisi . Drappelli staccati dalla brigata Dormus tennero le alture di rieLro e Paolo e Dubovica e il convento di Lastua, ove fu posta una stazione telegrafica.

c. c. (Con tinua)

VOLON'fI\RII ING-I~ESI

II. runa polemfoa fr::mco-iugfosc s ulle coauiiziona sa!Hi:ll'i deH'Jln;;bi!lcrra.

I. \.

Sotto l'aspello militare l'Inghilterra si trova in con · di zioni assurde, ha detto mezzo secolo fu il Foy e dicono ora concordi il Drialmon L e il ~Iartin. I suoi volontari comverati non bastano nu meri'camente e i regalati non bastano tecnicam ente ai suoi bisogni. Per quan to la cosa si capisca di là egualmente che di qna duli a Manica, il vero rimeq io eroico nessun ministero ·inglese ose rebbe mai proporlo. Ciò postp, è sempre questi one di fare che la fonte dell'ingaggio abbia un getto alto e copioso colla minor pressione d'oro possibile.


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VOLONTAnII

L'esercitoinglesend 1835 era di 95,326 uom1m nel 1853 , » 1.f6,9Hi » Il Parlamen lo per il 181?8 . a vea fissa la la cifra di 130,135 » che fu ridotta pel 1859 a 1i2,65ti » Fatta ragione della popolllzione del Regno Un ito, delle sue costiere aperte cl1e mal si acconciano a facile difesc1, delle forze che fa d'uopo sparpagliare (nel '1803, a mo' d'esem pip, le colonie si dovettero guernire di 38,202 soldati, e Io Indio di altri 2!.,1,6t) e finalmente dello spirito inquieto che agita l'Irlanda, una tale forza so in tempo di pace può sembrare sufficiente, è al tutto inadeguata .:ii bisogni in condizioni minacciose anche in terne. Bisogna inoltre sottrarre i non valori, come a dire mal1:.1 ti in istato di convalescenza, uominda cui fe rma scade en tro l'anno, cioè il decimo, reclute non ancora punto addestrate, suppergiù' un altro decimo , e, ciò fatto, di forze proprio valide saremo ridotti alla metù. 11 colonnello Herhert, nel 1859, in una forza. scriLLa di 120,000 uomini, ne contava 34,000 da portare in campagna. Appena quel tanto da fare ad un nemico invaden~e l'onore d'una vittoria non incontrastata. Pe.r .ri~ediare .alla ~ eglio a tanta insufficienza, gli uom1m eh Stato mgles1 accarezzarono ed a.cca rezza'no sem~re il volontarismo, del quale a gara i giornali, la .trrbuna p.arlan'.enti).re e perfino il Seggio Reale mag~r1fi~arono 1 fast:, .ma senza prove alla mano per non dire rnvece con tali che servirebbero appunto a concludere contr'esso. Nel 1803, quando Napoleone I minacciava da Boulogne, il governo inglese, pochi giorni prima della dichiarazione di guerra, si vantava d'aver dietro r. sè una riserva di 600,000 uomini, fra i quali 4,74,627

INGLESI

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volontari. Dal più al meno quest'era la cifra di coloro ehe a_vevano dato il proprio nome ai r~gìs1ri. Per fortun_a Il pericolo dileguò, il conlo non fu assoggeltato a riprova, e quel mezzo milione d'uomini potè godersi a . ufo la gloria della propria -devozione alla patria senza aver messo piede fuori della soglia di casa. Mezzo secolo dopo, nel 1860, la cosa fu più concludente. Si tr·atla va di dare un defìni ti vo nsseuo all'istruz:ione dei volontari; si e.ontava sul famoso mezzo mi lione; ma tirata la somma dei ruoli, malgrado gli eccitamenti della stampa, e gli. infhiiti appelli che avrebbero dovuto scuotere ogn i fibra da quella del più puro amor patrio a q11ella dell'interesse,, non si trovarono che 120,000 volontari .... e sulla ca!'la bene inteso ('I), chè sotto le armi per le annuali esercita~io?i rado è che se no possa.no raggranell are e tenere rns1 eme dalle 30 alle 36 migliaia (2). • Senza ven ire ai particolari, può tirarsi da questi falli generali una conclusione, ed è che il tanto scalpore che gli Inglesi menano· dei loro volontari è semplicemen te un palliativo, :-ollo il quale celano la miseria delle loro condizioni ·militari. Essi abbottonano b.en su fino al mento un abito lussureggiante per dissun ul!].re la mancanza della camicia, la coscrizione, sola base. larga e stab ile della forz a d'uno Stato. Il Deluzy, crede però che i ri/lemen più che un' surrogato o un aiuto potrebbero essere un lllimento all'esercito. Egli, dopo tracciato un quadro di genere met.tendo in mostra le arti dei reclu tatori e Je peripezie del mestiere, dice: (( Si.cco~ne il risultato di. queste operazioni segue la balla d1 molte circostanze, · s"istituirono i volon ta ri 1

(1) MARTIN, Sp. mU., tom. 36. {2) D ELUZ1', Sp. mil., tom. · 29.


VOJ,ONT.\IIII

a fin e di svegliare tra i gio vani la passion e delle al'mi e nvere piu fac ile modo di au.irarli nell'esercito. » La is Lituzione ccsl non sa rebbe che un mezzo; il fi ne vero sarebbe l' esercito, verso il q ual e, rnc1ncnnd o l'alveo natul'ale della. coscrizione , si \'Orrebhe ro ;veder affluire per cnnali indirntt.i 1e forzi) della nazion e. SLudiando l'argomento nei suoi pnrticolal'i, da quello ch e si c1uel . è pot.11to . fare col voloutarismo indao'hiamo o e lie in nvverme se ne far,\ ove nn sca l' ocr.asion e . Prima di Lutto bisogn..wa assodare come esso colà non .ab~)ia un co1: fouo le sue prove . L'Inghilter ra se ne alllto nell e guene che la varia fort una la coslrinse a fare sul contin ente . In quei casi però, che molti fu ron o, essa ne fece bensl le spese, ma l' elemento fu costretta a leva rlo altrove che dal suo seno. Di borsa largheggiò assai, non così di persona. llr.gg?no dun_que pei ,,olon tari inglesi, oltre gli argom enti avversi ch e per LutLi gli altri, quello della non mai folta esperienza del proprio ordinamento, mentre la sola base d'ogni critica pratica è la prova dell'azione. L'Inghilterra ha spiagge aperte e pianure vastissirr~e solcate in ogni_ verso di strade, e tranne pochi casi, n ude e acconcie ad ogni più rapida mossa per un es~rciLo. assalitore, padrone di scegliere il campo su cut vem re alle. mani . Ora è fu or di question e che il volontario mai possa, combattendo proprio in linea, tener testa a nemici disciplinati. Qualche miracolo di entusia_smo ~ulla prova se non che l'entusiasm o può fare m!l'acoh. L'errore sta appunto nell'attribuire all'istiluzione quello che proviene da un ordine affa tto supe l'iore dì cose, e che può del res to meglio che al volontarismo applicarsi nlle istituzion i che esso invece tenderebbe a distruggere. ~ta il fatto, notato da l Mal'tin, cl1e in cotesto poese dei ,·olon Lal'i , gli uom ini di guerra , precisamente

ING LESI

quelli che <lei volontari pul' dovettero giovarsi, qnnntunq ue il buon succ:csso paia conlruddirli, sono i più caldi partiginni .<lcl1 11 fo rza regolare e d iscipl inaln, e sarebbero, potendolo, i pri mi fa utori non già dello ampliamento dell'odierno sistema di inguggio, ma bensi. della coscrizione, che sol~ può- colmarn e le molte lacune e al!evi nrnc i Lr-oppi incon,·enienLi . Così ricaschiamo senza vol erlo nell n massi mn che il voìonl.ari smo, a di sperazione di ca usa , sia stato promosso unicamente per dare l}tlil spinta al popolo inglese verso la ì'Ìta militare. E un vivaio prr l'esercito , o, a dir più giusto , può diventnrlo, ma non è ancora e non rapp resen ta quell' insieme di malleverie della propria. sufficienza ch e lu facile opinion pnhbliea comp end ia in Lai nome . E il guaio llell 'Inghilterra sta appunto in ciò ch'essa vorrebbe poter dire, allorchè fa sfilare din nanzi agl i occhi del mondo le sue legioni in1 prov\'isale : ecco il mio esercito; ment1·c gli altti popoli nei volontari si conte ntano di ravvisare tutt' ul più un a fo rza sussidiaria . E ch e sia vero guaio, e che gli uom ini di Stato inglesi ne vadano convinti, lo mostra il fatto che dopo il riordinamento, se pu r tale possa dirsi, de' Yolontari., eccHtto inconcludenti variazioni, l'esercito rimane sempre quale era nel 4860; si cchè eostoro non :Oo·u, o rando nel bilancio della forza che ccme un ciemento eventuale, in quello delle spese figurano un onere Yero e proprio del quale s'ign orano tuLtorn i correspettivi. Il Martin afferma che ciò che pregiudica in Inghilterra. più che al trove al -yolontnrism o , gli è il pensièro che ne domina la forma zione, essendovi i volontari considerati « non come una forza eventuale ed au siliaria, ma prop rio come parte integrante di un sistema militare, del quale è riconosciuta l'insufficienza. »


li'i GLESJ

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VOLONTAlHI

Il segreto del buon successo dei volontari spagnuoli durante le guerre napoleoniche stu, come tutti sanno, in parte nelle condizioni topografiche di quel paese, ma più ancora nella cooperazione dell'esercito angloportoghese, quivi unito e compatto contro i ·Francesi. Del resto non è il caso di discutere quella o questa fazione per dimostrare ciò che è nella natura e necessità delle coso. Quanto ai volontari francesi)~apoleone scrisse: «, t un errnre il credere che in pochi mesi si possa educare un buon fantaccino. Coltivandolo, ci troveremmo condotti a non 'aver più esel'cito. Durante i primi anni della Repubblica hanno vinto non i volontari, ma quei 180,000 uomini del vecchio esercito, in parte già uscito dalle file, ma che la rivoluzione raggranellò e risospinse allo frontiere.» Disse bene il Napier: « La guerra metodica non è che l'applica1.i one giudi ziosa della, forza. » · « Tale ap7Jlicci;:;ione giudizios<,, soggiunge un arguto volontario italiano, implica se non altro t.Jnel che san Paolo chiama ragionevole ossequio, che in lingua mili taro si può tradurre con disciplina , in massima ed in atto . C'è tra' volontari qliesto ossequio ragionevole? si chiede egli, e poi si risponde: Ilo combattuto due guerre con essi ... non l'Ilo potuto scoprire. Nella prima ne aveva traveduto un riverbero : nella seconda ecclissi plenaria. Figurarsi le tenebre pnlpabili della tNza ... se per mala ventura dovesse capitare J-,, Il volonlurismo può avere salvato popoli, come le banche del Law hanno arricchito case. I suoi fasti sono belli a ricordorsi : in qualche momento può a_nche giovare lo esagerarli. 1Ia chi dir-ige lo coso della guerra non può dimenticare· che esso volontarismo non è che CREDITO, mentre la cosci·iziono è Mol'iETA. L'Inghilterra, dice il :Martin, domandò alla is(ituzione <lei volontari quello che gli altri popoli cloman

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darono nll'ampliamento· a baso larga delle loro istituzioni militari. ]\fa i volontari, risguardati da se soli, sono o possono eglino mai diventare un eserciloL . Qui lo Spcctateur militai°'rc espone tutte ~1u~lle co_n: sìùerazioni che militano contro i volontari di tutti 1 paesi, e cita a più riprese fatti e parole de! ~elli~glon, del Napier e dell'Horbert. Non offrendogli l l n?l11Jterra preceden Le storia <.li volontari alla prova , s1 r_1pol'ta agli Stati Uniti, ove la schiatta inglese prcdomrna, e cita episodii della guerra d'in dipendenza,, eh? ~u pel Washington una continua lotta più contro l'tnd1sc1plina del suo esercito che contro gl'Inglcsi. Una guerra, della quale i volontari furono sino ad un certo segno l'anima, fu per appunto quella dell'i ndipendenza degli Stati Uniti . l\Ia qual parte vi rappresentarono T S'è detto di già : il Washington più _che a comba,tte~e gl'Tnglesi dovette spe~dcre le forze del suo ,gemo e dell'inesauribile sua pazienza a combattere l anarchia lo sfai;elo che anno per anno minacciavano di lasc/arlo senrn quell'esercito il quale meritava, al .dire dol Botta (il lfartin lo cita volentieri), il nome di accoz: ·zagha. di uomini, che appena scaduta la ferma non c1 era aro-omento al mondo che valesse a rallenere sotto o le bandiere. Dura.ntc il blòcco di Boston, il Washington si trovò in continua minaccia. cli piena dissoluzione ; nel qual caso del resto ebbe a trornrsi più volte nel corso della guerra. . L'indisciplina dei volontari, l' irriYerenza verso gh ufficiali, menarono ai più disastrosi ,effelti. Il J\lartin cita l'assalto di Quebec, Dvvcnuto il 3·1 dicembre nss. Non solamentç il Montgommeey e il )lorgan, vulentistimi officiali che dirigevano le colonne d'assalto, non


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VOLO NTAnII

INGLESI

p_oter_ono mantenere uni li i loro soldati, ma neppure , r1 usciron.o a. farn, lina ri ti'rata onorevole. Benchè ·in feriore di numero e sotto l' impressione di una ·s orpresa, ,la g uarnigione ing'lese operò ·un;:i. so rtita e costrinse gl i Americani a deporre le arm i. -· Al conibattimento,deìCedri', a que!lo dei Tre Fiu mi e alla battaglia di Brooklyn, i volon tari amel'icanì soffriro no alt1·ettante .disfatte . A Brooklyn tra uccisi nrigion!e~·i e feriti ebbero otto volte la perdita de/ nem1 c1. I volo ntari del Washington · « avevan o dapprima creduLo .che il coraggio potesse tutto anche senza la disejplii~a.; ma da ultimo si persuase r·o dell'opposto. Ad . ogn_1 istante ess i ternevlmo di qualche sorpresa ; ad ogm n uovo passo vedevano un'ir:oboscata. Lo sco. raggiamento d'iede la colmata . al diso rdin e. Le mìlit ie. sopratutto, giusta il costume delle moltitudini armate nei momenti cli crisi, si chilH"i,·ano di O'Ìorno· in p·iorno più indocili e tumultuariG . .Non conte~te di godere ·al eampo d' una libertà senza limiti,, abbandona vano le h:rn~ier-~ a _draprelli; inti_eri reggimenti si sf~sciavano. L ese~1p10 .d1vem,~ co~tag10so per lo · stesse truppe regolari ; l a. sub,orclrnaz ione si rallen tava ; le diserzioni si mollipljcavano qu otidian amen te. >> Alla battaglia di Ki ppsboy le brigate volontarie Parson e F~llows si., mettoriq in rotta . Gli Americani prendono ~a fuga_senza combutLere . Il Wpshington con isfòrzi ll1flud1t1 'perviene a riordinarle ; ma al primo ,fu oco . della fan teria :inglese le si sbandan,o ancora e abbandonano munizioni e cannon i. Così, mentre il Washington era costretto a ·ritirarsi a New-Brunswik, incalzato all e· soalle dal Cornwallis ·i v?lontari del fila,ryland e del Ne~;-Jèrsey dichiararon~ spirata la lo ro ferma e abbancl onar,ono le bandiere. ,, Molti corpi .della Pensilvania .$eguiron o l'incredibile

loro

esempio, ·e il Washington si trovò da capo in procinto di non avere più esercito. ' Lo- stessissimo che un secolo· dopo a Bull's Run. Un numero grande di voiontari, sca~uta la ferm<}. ~i tre mesi, per: cui si erano ingaggiati, av.eva abbandonate le file la mattina stessa della battaglia, _e un reggimento' tutto int.iero, il -·quarto di Pe'n,silvania, si era messo in cammino per tornare ai propri focolari precisamente nel inomentb che il cannone tuona.va colla maO' gior forza ! I! L'affinità dei contrari mi richiama o ~ . . alla memoria una vecchia. ma notabile storia che voglio in poche parole , Ùarnire al lettore. Al campo dinanzi a Tourn ai, 1a vigilia della ,bat~ taglia di l;çmtenoi', si sente un continuo passaggio di . • gente a cavallo che attraversa di gran corsa il quartier generale. Che è?• che non è'? alla vigilia d'una battaglia si chiede informazione .di tutto; tatto interessa. Sono COt'rieri? dq.nd e vengono? quali no velle?~ Che corrieri? e' sono gr~ìnatieri di No rm andia cho• tornano dalla loro licenza ~ern estrale. Erano a qùindici leghe dal, campo qu ando seppero chè- a.Il'indom'ani ci sarebbe staia bat~ tagli.i, e presero la posta per essere della festa. - Oì,1, se retrouve ici - esclama il marchese de Pezay - l'i'nfliience cles cinq soit~ par i our? · Ed io sciamo: 'quanto ~ono volontari cote;sti mercenari normanni, ~ ,_quanto sono. mercenari invece quei volontari di'l:~ensilvap.ia !', , La sua <·os!.anza, il ' suo patri'ottismo, nel 17'16, bastaron o nppèoa a scongiurare l'imminen.te rovina de1l1indi pen denza. Ma i suoi sforzi a. nulla sarebbero valsi. se la notizia dell~·prat_iche avviate colla Spagna e colla Francia' e la sp~ranza d'un'intervenzione.europea non avessero rianimato · il coraggio di un picèiol nodo di truppe regolari -che non avevap o deposto le armi. . « Convinto - sono parole del Martin, confortate ·-ANNO XV0 VOL, Il,

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Y0LON1'A1lII

cle!J'autoritù del Botta, del Roberlson, qcl Lamarque e del Brialmont - della radicale inferiori tà de' suoi volonl!J.ri di fronte ai soldati inglesi, Washington non ebbe · che un a sola talLica : mantenere uniti ad ogni costo i miserandi avanzi che costituivano l' ultimo baluardo dell a libertà, e guadagnar tempo sino all'urrivo dei soccorsi stranieri. « Trinceratosi su ccessivam ente nei du e campi d/ Mi ddlebrook e di Valley-Forge durante lu slate e l'autu nno del 1Ti7 egli evitò studiosamcnto ogni occasione di venire alle marìi ... Solo una volta si decise :td uscire in campo per prend ere posizione sull " rive ùel Bradwin e e fare sche rmo 11 Filad elfìa .... Non l'avesse ma i tentalo! Per poco non fu un disastro completo, irremediabile ... Egli perdette nello scontro gran num ero di soldati e il maggior nerbo della sua artigli eria, senza ottenere· lo scopo che si era propos to . . Fil adelfia cadde in potere dgl'Inglesi »... «Se 111 qu el mom ento, scrive il Brialm on t, il generale Howe a,·esse ussal ito Vall cy-17orgc,. l'era fini ta per Washington e con esso per la cau sa am erican a. L'arrivo dei Ft'ancesi coi general i Rochambcau e Iafay elle mutò d'assai le fortun e della guen a, B'la di poco il valore dei Yolontari umeri<}ani . Al passo della Catawba, nel •1° febb raio ,t,8.1, essi furono posti in pien a rolla al ])l'imo fu oco degl'Inglesi. Nel comba tti mento di Gui lford, 15 marzo dello stesso ann o, i Yol ontari della Carolina fuggirono alla sola ·yista del!' inimico. Al la battaglia di Hobkirk, nel 25 aprile, furono quelli del 111ayland che, fuggendo, posero in disord.inc tu tto l'esercito . Se in ultimo lo Washington pervenne a soverchiare gl'Inglesi, si deve, secon do il Lamarque , al yalido aiu Lo dei F(ancesi: sopratutto po i al graduale assorbimento ch'egli operò dei volontari nelle fon.~ di lineo. 1

Jl'iGLF.SI

A campngna fi nita qu ei primi no,n figuraYano che

in piccoli ssimo num ero. . . Nella crue1Ta separatista del ·18(H c1 s1 pr~s~ntan~ glì stessi dife tti e gli stessi effetti .. 1. gi?rnaJ1 rn g(es~. sono tu tti concordi nell'affermare I fa tti de~ q~ah ~1 serve il colonnP-llo Marlin per combattere 1 loro ri~ - flemen . Del resto l'esito di quella lunga cnmpagna s·1 pu ò dire più ch e altro la c~n.seg11 enza dello spossamento come la sua incredibile durata è la con seguenzd dei melodi e della na!Lll'él delle forz e, con le quali fu comball.uta. . . « Gl i è sempre lo stesso d,sordm:, , la stessa confu sione, anz i anarchia. L'ammi nislrazJon e (~o r~.n _ne~ cad-e in v,nia biìrnente ogni qualvoltn s, tra tll _d 1StltUzioni e eh regola men ti che non si posso.no 1mprovvi sare) dà prova della più intera inesperienza.e dell a più slrana incuria in tulli i se~·~·izi cl ell' e.scrcito. condizioni di eqllip aggiam ento, d1 vett?vag'.iame~ to, dr arm omento e di pnga sembran o lasciate . 111 b~lia del caso . Ne viene che i volontari, i più dei qu~l1 hanno. diett·o di Sfl moglie e figliuoli, perdono ogm _ard.ore . cd ogni fiducia. La . diserzione in[i cr isrc pen och ~a~ mente e come nel 1T75, neppure tra i più ?e"ot1 si trova ~hi consenta ad eccedere d' un rn in uto 11 tempo del sno arruolamento. Il rapporto del generale M:acDo,Yell sulla battao-lia di Bull's-Run melle in sodo <1he la prima cagione della òisfa tt~ .d.ei foderali fo 1~ partenza d'intieri reggi menli alla ,•1gdia del co mbat~1m ento. « Cotesta batlao fo1 di Bull's-Run ,. la. sola nnpor_tante, o . che sia stata .combattuta, ha tutti 1 vergognosi caratteri dei· si salvi chi può della guerra del ~ 170. Leggendo il rapporto del gene~ole. 1\lac·D.owell, s1 crede~ rebbe d'assistere alla battaglia dl Robk.ll'k. Altrettant? s1 dica di quasi tutti i comha~t~menti _eh~ l'hanno se?mta~ Invariabilmente, vincano 1 federah o 1 confederati, nel-

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VOLONTAUU

l'ora_ dell':1zione vedesi il timor panico impadronirsi del partHo vmto e le ~ue truppe i.;olgersi in fuga senza ~eanche ;tentare resistenza. Ogni ritirata si trasforma vera :olla; ed è quasi fatt.o costante che.migliaia di volontari mancano . alrappello dqpo una semplice scaramuccia, nella quale tra vinti e v'incitori non rimas·ero sul terreno cento uomini. « Finalmente, ecco ultimo tocco che distingue ·questa guerra, dopo una battaglia il vincitore non sembra ,darsi verun pensiero di profittare della vittoria, e r:arÒ avviene che non retroceda nella stessa·misura del v·into. « Questi fatti non ha~no che' una spiegazione: ]a mancanza di fidl,lcia dei capi verso i soldati, e dei soldati verso i capi e fra di loro. TJ . Il Marti~. p~ò s_embrar~ passionàto scriLtor~, quan.do dice ch,e l 1st1tuztone dl:)1 riYlemen non presenterebbe · nuJla d1 pa_uroso ad un i.nvasore. L' eccesso però, a ch1 t~le paia, _del_la sua sentenza è temperato più in1ia~1z1 , ~ove grnd1ca che essi, sempre come appendice all esercito'. possono re?dere eccellenti servigi; ma che qual parte mtegrante dt esso deluderanno se·mpre chi si confiderà nell'opera loro. . All'uopo val meglio il lavoro inverso; quello cioè di reg~unen~are. le popo!azioni, a.nzichè rila ssa r~, 1.rnnucquare l esercito 111 cotali s_purie istituzioni, che della milizia non Jappresenta.no ehe la ·parte teatrale. Una parola del generale _repubblicano Gemeau le gi udica recisamente. , Mentre L1pne era H,ssed i1,1t.n, Pf)l' tenere in ubbidìenia la popolazione egl i dom1,1ndava D1Ec1 MILA uo11-1Ìl'ir SENZA LA

rn

GUA(WIA NA ZWNALE, E COLLA GUARDIA NAZIONALE THENTAMll,A.

Ebbene, il ~olontario inglese ,nella scala rniliture è qu1,1Jche grado sotto il , mil ite ciÙadino francese ed ita!ia,no, c1·1e. h~nno i loro giorni .di servizio abbastanzà numerosi, i Jo~o. q,uadri stabili e per giunta l'obbligo !egule del servmo. Il volontario inglese è volontario in

INGLESI

tutta l'esten sione della pnrola : si presenta o si astiene secondo gli pare, e non è vero che questo suo beneplacito si manifesti meno nel senso dell'ignavia cl:ie dell'attività . Qualche. v9lta, è -vero, i volonLàri vanno a'll'es~r~izio colla pioggia e ci stanno sotto che pare che questa no~ li MATUHI (acquae multae non potuerunt ex tùfguèJre charitatem), ma di contro a tale rosea citazion(?, del' : Esquiros 'abbiamo lunghi e foschi rapporti di capitani, colonnelli e Ìspettori locali. '

II. Lasciando le question"i morali e disciplinari ·e cliscor'.rendo delle tecniche, noi critici stranieri pc,ssiamo riportarsi pure a giudici q_el paese. Or fanno due lustri, intorpo alle vere condizioni dell'Inghilterra e ugli effetti ·civili e militari di una possibile invasione furono indirizzate all'onorevole lord Overstone le più urgenti e categoriche domande dal_ commercio iµglese. Nulla di più serio e con cludente che <~ue documenti che io riporto. Ecco i quesiti della Conimissione. .< 1~ La Cornmissione Reale per'la difesa nazionale sarebbe fortunata, se Vostra ,Signoria volesse farle conosc~re il stro parere circa all'effetto .chè imm~diatamente produrrebb e sugli nffari commerciali e finanziari <:!'el .paese lo sbarco di un esercito invasore senza riguardo alle sue operazioni ulteriori e al suo successo finalé. « 2° Supponendo ·che un tale esercito s' impadro~ _ nisse ora di Londra, anche dopo trascorso i.Jn tempo sufficiente a riti!·are ( removal) i libri e le cauzioni ( securù-ies) e l'oro in verghe (bullion) custodito nella babcà d'Inghilterra ed in altre banche, dei libri com. merci~1Ii, cauzioni e proprietà d'un gr~nde valore; sup-

e


VOLON'rAHII

ponendo che i grandi cenLri del commercio fossero quasi lasciati intatti e che la proprieLit par'Licolare fosse conYeoevolmenLe rispettala dall'esercito invasore, conforme -ogli usi delle·nazioni civil i, un tnle stato di cose sa rcbbe egli compatibile con le operazioni della borsa e del commercio in igenerale? ... o ne risulter:cbbe invece una roYina totale ed una sospensione dei pagamenti? « 3° Vostra Signoria ha ella esaminate I.e conseguenze probabili della disparizione compiuta dei metalli preziosi dalla circolazione, che ri su!Lerebbc necessariamente dalla generale ansietà di ammassarli e metterli in salvo? « 4° L'Inghilterra potrebbe essa patire un'invasione e risultarne pel commercio una rovina assai estesa senza Lrascinare a qualche disastrosa estremi tà il commercio cd i capitali della maggior parte degli altri paesi? E le conseguenze sociali negli altri paesi non sarebbero essa tali da provocare una violenta reazione contro il paese che fosse l'autore dei disastri, e nel tempo stesso da influire sulla durata dell'assalto diretto contro il nostro paese? • « 13° Ammettendo quanto potrebbe avvenire di peggio, una insolvibilità ed una sospen sione generale dei pagamenti, la cessazione delle operazioni commercìàli ed industriali, le moltitudini senza lavoro, la propriétà .su larga. sca1a distrutta in certe provincie, e una carestia e generale penuria delle cose più necessarie alla vita; ma ammettendo nel tempo sLesso saggezza e vigoria di provvedimenti adattati alle congiunture dal potere esecutivo e dal parlamento, Vostra Signoria crede ella che i mali di un tale stato di cose sarebbero tanto insopportabili da provocare per parte della nazione un movimento tale da forzar la mano al governo e costringere a negoziare la pace col sacrificio dell'onore, .d elle ricchezze e della grandezza avvenire 7 .,,

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La risposta di lord Overstone alle domando dei :commissari è semplice e non ammette nè dubbii, nè titubanze. « Tu Lte le disastrose conseguenze, egli dice, della invasion e straniera preved ute nei quesiti si farebbero senz'alcun dubbio sen tire con maggiore o minorQ gra-vità, giusta quelle particolari circostanze che in questo momenLo è impossibile determinare. Noi possiamo nulladim eno esser cerLi, che nell'ipotesi più favore: vole, la confusione generale e la rovina prodotta dalla ·presenza di un esercito nemico sul suolo britannico sarebbero tali, che nazione e governo, senza incorrere nella taccia di follia, non poLrebbero omettere qualsiasi provvedimento di cauLela, o dim inuire .i p,resenti sa-cl'ifici, che valessero a preservarci da una tale catastrofe. Le calamità risultanti da una invasione straniera sarebbero serie in tutti i paesi; ma sopra uno che sia nello stato del nostro esse cadrebbero eccezionalmente rovinose. L' estensione limi tata del territorio restringerebbe molto i nosLri mezzi di prolungare la difesa. · L'imm enso accumulgmento dei nostri capitali permetterebbe al nemico di levare taglie enormi. La ripartizione così complicata e eosl delicata del àedito, clic -concatena fra loro le transazioni alr infìnilo molteplici . in Inghilterra, soffrirebbe dappertutto,. ad una. i_n~a: sione del nosLro suolo, e secondo ogm probab1hta g, andrebbe incontro ad un'improvvisa e terribile distru. zion~ che getterebbe nclla'più spaventevole miseria le nostre classi operaie. Da noi il pane di milioni di operai dipende dal manLenimenLo giorrialiero_ del~e i?t:ap~egc commerciali ed industriali, delle quah prmc1p10 viullc è la stabililà ·imperturbata dell'ordine pubblico, della fiducia e del credito. « È inuLile, aggiunge, il dilungarci in queste considerazioni; esse sarebbero la conseguenza immediata·dello


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V.OLONTAIUI

INGl,ESI

sbarco d'un e.sercito invasore, senza riguardo alle operazioni ulteriori. Sulla loro importanza non c'è esagerazi one possibile. « Il quesito secondo, seguita egli, chiede il mio parere sùll'effetto probabile dell'occupazione di Londra per parte d'un esercito invasore, ammesso che i re_o·istri le o ' cauzioni e la proprietù pubblica siano stati prevcnt.i,mmen Le posti in salvo, e che la fortuna pri,·ata sia rispettata dall'invasore . . « Non potrei calcolare, nè determinare le consen-uenze di tale ·ipotesi. La mia sola ;isposta è che a qualunque costo ciò non cleve giammai avvenire. Quanlo più un paese è progredito nelle rie della civiltà ed ha accresciuta la ·prop1·ia jmportanza commerciale ed industr:iale, tanto più la sua metropoli si collega con tutte le operuzioni e.tutti gl'interessi dell'intiera nazione, essa diventa il c·en tro, _il cuore di tutto il sistema sociale · e industriale. I movimenti della ci ttà. centrnle si connettono- per un numero infinito di legami delicati colle transazioni giornaliere di ciaschedu~u: città dell'i mpero. Ruere illa non, possunt, et non hcec eodem labefactata , motu non concidant. · « Un esercito invasore' che occupasse Londra sarebbe _il padrone del centro d~l nostro si·stema governativo, del centro delle nostre comunièazioni interne, del centro nel quale gran parte delle transa- . zioni del paese intero sono giornalmente combinate, · del centro del nostro i>ÌStem a finanziario; e siccome Woolwich deve necessariamente seguire il destino di Londra, il nemico terreb be così nelle sue mani anche il deposito dei nostri mezzi militari. Si può egli per- . tanto aver dubbiò sugli effetti d'un tale avvenimento? « Ma se il nemico rispetterà la prop!ietà privata e farà di tutto per calmarel'inq1,1,ietudine, ristabilire la fiducia, evi1are la confusione, e dare alla sua presenza il carat-

tere d'un'occupazione puram ente militare, qual sari1, ' si domanda i;1 quinto luogo, il risultato di tutto ciò? « Io ct·edo che ammettendo questa circostanza pre- . varrebbe sempre un'impressione che il colpo fun esto f~ già dato, che lafilprofonda u~iil(azione_ fu soffe~·ta , c,1!e_1 mezzi di sodd isfo re nll'csaz10m sono in potestu ldcll mimico, che quelli per fare una pi~1 1u~ga resistenza so?? incerti: men tee certe e s0Yerchiant1 son o le calamita che s~rebbero da aspettarsene. Nessun dubbio che in tali circostanze molti, e con no bilissimo fine, consiglie. rebbero una resistenza · tenacG e perseverante a malgrado di tutti i suoi pericoli e di tuui i :u~i sacrifizi~ 1'1olti per altro avrebbero questo co raggio m conto d1 temerario, crederebbero venuto l'istante cli piegare sotto il co)po, e giudich erebbero ragionevole d~ ~ttenere lo so-ombet;o del nemico a condizi oni possibilmente V . ' meno rovinose. « Non so, nel .caso, qual di questi due pareri avrebbe il disopra. . « Tuttavia io temo chè gli sfo rzi di un paese così umiliato, scoraggiato e'in contrasto di opinioni non condurrebbero a nulla di soddisfacente, « L'onore del paese, la sua sicurezza esigono che l'inteo-rità dell'impero sia difesa sul mare. principalmente ed in primo luogo; e nel caso di qualche danno · o anche disastro s1:l mare noi dobbiamo essere preparati a da1· battaglia su\ primo pollic~ d_i terreno, sul quale uno ::.traniero potesse mettere 11 piede come nemiéo. Le nostre ricchezze, la co mplicuta natura del nostro 'sistema sociale e fin anziario, l'estensione limitata del nostro paese, la necessità dell'ordine interno e della fiducia per alimentare la nostra popolazione manifatturiera, sarebbero tali cose, io· temo$ da rendere forse impraticabile una lotta pr·olungata, sul nostro proprio suolo, e in ogni caso fun esta a

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VOLONTARI!

..([u~nto coslitujsce la forza e la prosperità del . paese. « Del resto, egli aggiunge, il solo serio timore di . un'invasione, e. per conseguenza p·iù ancora lo sbarco ~ffettivo d'un esei:cito invasore in forze, renderebbe, 10 tem~, .necess~ria l'immediata sospen~,ione dei pa. gament1 . 1? .dan~ro della ..banca d'Inghilterra. A ciò terrebbe dietro una grande crisi monetaria ed un timor pa nico universale. Sarebbe quindi ritirato il da,naro dalle ~asse di risparinio, dall e banche dell'interno e . d_a tutti i luo_ghi, nei quali si sµol metterlo in depo. sito. Per ovviare a quesfi inconvenienti bisognerebbe • gettar s_ul mer?ato · enormi quantità di titoli .del govern o, impacciandone con ciò stesso la facile circolazione. Le c~nseguenze ·ne sarebbero disasfrose: un gran?.e ribasso nef prezzi dei- valori ·pubblici, la prostraz10ne del credILo pubblico, i1ubarazzi crudeli, che potrebbero in certi casi andafr fino alla i~tera sospensione delle operazioni finunziarie. « Nel nostro paese si. esercita l'investimento del danaro con ~ezz~ compli'cati sopra una scala assai più ' vasta. eh.e rn qualunque alJro paesé. L'efficacia di tali mezzi dipende dalle buone condizioni dell'ordine so~iale e dal~a fiducia. pubblica. Ùn' invasione li parahzzel'ebbe ISsofatto. Quando più danaro non ci fosse quantità proprio allora occorrerebbe, assai mao-o-iore . d 00 d ~. 1 anaro per la cjrcolazione; e cìò mentre se De . P.orrebbe da parte quanto ve ne fosse, per precauz10ne. 11 danaro e, ciò che lo surroo·a. il credito scom. 5 ' ' ' pa1:irebbero simultaneamente! E fino a qual p1rnto si . c1rr1verebbe1 Nessuno potrebbe dirlo innanzi tratto. Ma ~ ques!i risultati sarebbero in Inghilter-ra più disastrosi che m verim ~ltr9 paese, a ca'gione, giova ripeterlo, del carattere complicato dell e nostre combinazioni finanziarie, che rende ,il sistema intiero particolarmente

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sensibile ad ogni moto,, il quale tende~se a produrre il disordine o il discredito . » « Seo-uitando. a' rispondere, lord Overstonè ferma la o sua attenzione sugli effetti che un'.invasione in In: g}1ilterra produrrebbe sulla prosperità degli aJtri paesi, ·e ' •mila violenta rea.zione che desterebbe contro gli invasori. . « Non d.ubito punto;.egli dice : che le conseguenze ,d 'un colpo inflitto alla prosperitì.1. .dell'Inghilterra. si farebbero sènÌ.ire dovunque i nostri commerci ed i ~ nostri traffici sono penetrati, cioè in tutto il m_oi.tdo . Una gran parte· dell'energia pro9uttiva del mondo si alimenta dei nostri cap itali e del nostro ·credito. Si dia uno sguardo · alle nostre esportazioni ano ne che sorri'mano a quasi ' 100,000,000 di lire sterline. Ciò mostra .sino a qual puntò gli altri paesi traggano ali. mento dall'industria inglesé pei loro bisogni e pel loro Ju~so. Si dia anche uno sguardo alle . nostre annue importazioni che s; lgono alla medesima somma, in,dicando èosl la cifra a cui ascende, per ·gli altri paesi ìl mei·cato che essi trovano pei loro prqdotti nefta :prosperità dell'Inghilterra.n paese dal quale em_anano ' q1:1este giga.ntesch é transazioni non potrebbe venir~ seriaqiente colpito senza disastrose conseguenze per ogni altro· paese che, direttamente ·o indiretfamer,te1 fosse in relazione con esso. Tale è il risultalo van'iaggioso delle relazioqi del commercio internazionale;, t4tti ì paesi commercianti hanno·un interesse comune . 'nella prosperità · dei 101~0 vicini,. e non vi ha .dubbio ·. ~he gli effetti d'un colpo recato da un'irivasione ali,, nostra .p rosperità commerciale metterebbero in .lutto 1'. m:iiverso . commerciante. Ma questi effetti sarann·o ~.ssai poco ; sentiti ·anticiparamente,;· . e solo quando ·quelle funeste cìrc·ostanze fossero compiute, le altre .nazioni riconosceranno pienamente qùaùto i lGro in- 1

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YOLON'l'ARII

teressi sieno legati col benessere del nostro paese. 1\la per la nostra sicurezza noi non dohbiàmo in modo alcuno fare assegnamento su questa simpatia precaria e tarda degli altri paesi. L'aiuto che se ne potrebbe cav;:ire non si farà sen tire che a .male gii'.t con sumato. La difesa del nostro paese non deve pertanto fondarsi che sopra di noi medesimi. « Noi abbiamo tutte le ragioni di rendere compiuto e pratico H sistema della nostrn nazionale difesa, avYegnachè le calamitò. e le miserie che un'invasione vittoriosa produrrebbe, sarebb ero assai più grav i dì quelle che il mondo sin qui ha provo.te. « Tutti i mezzi per difenderci noi possiamo trovarli nelle nostre ricchezze accum ulate e nelle nostre forze produtLive sufficien ti a tutte le spese; nelle nostre cognizioni ed esperienze meccaniche, e nell' abbondanza dei nostri prodotti mineralogici. Questi mezzi convenevolm ente usati devono darci la' supremazia in tutte le applicazioni della scienza alla guerra. Inoltre il nostro popolo è altero dell a sua nazionalità, de'voto alle sue libere isti tuzioni; e la sua annegazione e il suo coraggio non sono venuti mai meno quando suonò l'ora della prova. « Solo la negligenza, egli conchiude, può trarre seco te calamità che noi ora discutiamo. Dove non ci esponiamo a qu alche sorpresa, non possiamo temere una invasione fortunata. È' inutile discutere quanto potrebbe avvenire o qu_anto potrebbe farsi dopo che Londra fosse caduta in potere d'u n nemico invasore. (. L'apatia del governo o del popolo che rendesse possibile tale cat.astrofe, lascerebbe il p.iese sfinito, scoraggiato e disorganato per la perdita della capitale# impotente anche per l'avvenire a mettere riparo al fun esto errore. « A dir breve, noi abbiamo una posta da arrisicare:

abbiamo le nostre proprietà, la nostra felic ità, le ~1 os~re jstituzioni da proteggere; il saccheggio, la , rrn_s~rrn: ]a degradazione da impèdire, e ciò vuole l'eserc1z10 di tutte le nostre forze. . . « Noi abbiamo mezzi di difesa di' ogni specie: ri?· chezza nazionale, cognizion i meccanir,he, corag~io · per sonale, che bastano a ridondanza pee guarcnttrc la nostra sicurezza . . <i Ci furono dnti più avvertimenti che non abbiso. . gnino a tenei· desta la nostra vi~ilanza. « Se noi ci mostriamo soYerclnamente apa~1c1 • ne~ prendere le cautele neeessarie o nel fa:e glt sl'.>rZL l'ichiesti, 0 così poco previdenti, 1,~nt~- mte.ressati da non sottometterci ai necessari sacnfic11, 1101 _do".rem? soppoi'Lare una sorte che tutto il mondo d1cl11arera <la noi merilata. »

III.

La risposta di lord Qverstone è, come si verle, d_ell~ più esplicite. Bisogna impedire lo sbarco, fioche SL può, ma siccome impedire uno sbarco non è sempre possibile (non se ne aveva certr7:rn neanche yr1ma del vapore e <lclle corazzature), bisogna_ a ogni ~esto essere in istato di gellarc in mare gli s?arcat1 dal pi1imo, alla 1ettera, <fai primo _lembo d1 l~rra ?h~ hanno profanalo col loro piede rnvasorc. Tu.Lo ciò(., d'un' evidenza che non può sfuggi re a nessuno, Lord Overstone rispose francamente cl.1e l'Inghil_Lerr~, non dc~e fidare che in se stessa per 1~ propria dnesa ; ora bisogna aggiungere che_quel_se _stessci non dc~:e tanto voler dire le sue fort1fic;:iz1001, le sue ba.Ller1e galleggianti, i suoi zatteroni, i suoi barramenti, le saé 1


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YOLONTAnII

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mine o focate sol.l.ornarin c, quanto i· suoi uomini, qn cll i' cioè fra i suoi uomini su cu i si può far fondamento per vincere tale battaglia, che perduta lascierebbe l'Inghilterra fer ita a morte. Il problr:rna della difesa terrestre dell'Inghilterra non è tanto stra tegico o poliorcetico, quanto tattico. Si può sperare d' impedire l'approecio ad un a Hotta, si può fino ad un certo punto confidarvi quando si dispone dei grandi mezzi marittimi dell'Inghilterra; ma se cpiesLi falliscono, bisogna pensare che nessun.a fortificazione della costa poldt mai nè impedire nè contrnstare lungamen te uno sbarco . O i bastimenti non giovnno. o ì mu ri non salvano o bastano i muri di legno o di ferro, ~ quelli di terr; e di ·pietra non contano più nulla, alla lettera. Che resta? - restano i soldati essi soli e in aperta, in rasa campagna. Benchè,non generale, lord Overstone intese benissimo tutto ciò. Il polemista militare inglese, che rispose in parte ai sol idi appunti del coIonnell,o Martin, non solo lo ammise del puri, ma confessò impl icitamente che ni rifiemen fu pen sato per tutt'alLro che per metterli in lin ea in tal suprema battuglia. i\fa chi la com butterebbe in qu esto caso? Egli non lo dice - nessuno può dido . Giova jmanto conoscere le sue osservazioni e le sue confessioni. « Avendo terminato di parlare dei volontari, il luogotenente eolonnello C. Martin, del 3° Laucie!'i in1periali, nei due ultimi numeri dello Spectalwr militaire, imprende un accurato esame dell'odierno organismo dell'esercito inglese. Benchè noi possiamo molto differire in alcuni punti dai criterii formali dal bravo colonnello, ve ne sono nello stesso tempo parecchi allri che oggidì debbono essere letti e meditati da noi Inglesi con particolare cura. Eccone uno. « L'Inghilterra, durante la prima metà del xrx se-

colo, h-a nvuto un corso di prosperità che lasciò lungi e dietro di sè ogni altra nazione d'Eu ropa. Essa hn dato al mondo lo strano e solenne spettacolo di uno , Sr.nto ch e nvendo appena 28,000,000 d'abitanti governu sopra '.250,000,000 cl' individui nelle varie parti del globo. « Noi non seguiremo il luogotenente colonnell o MarLin nelle .sue idee su l come l'Inghilterra nbbia acquistato tutto ciò . « La mercè, egli dice, della sua posizione insulare, essa è sf'nggita alle prove spe rimentale dlllle altre nazioni. Messa al sicuro di etro la cinta mobile delle sue na"i, qunndo Vienna, Berlino, Mosca e Pnrigì ric.eve!tero trqppe strnniere nelle-loro mura, essrt vide ln propria cap itale godersi tutte le gioie della pace, lutti i vantaggi della sicurezza, cd il sno comme rcio le restituì cou usura i milioni spesi per acquistare. la supremazia navnle. Co llocata proprio come nave nll' àncol'a sulle coste del continente europeo, vale a dire nel centro, nel cuorn del commercio del mondo; l'fngh iltcrra s'è fatta necessaria- . mente padrona del traffico cli tutti i suo i prod oLLi. In conseguenza li distribuì per tutte le altre contrade, dopo che la sua industria aveva cento volle aumentato il loro valore, e può essere detto che presenten1enLe non vi è punto del globo dove non si agili la sua band iera o non si conosca la sua lingua . . « Signora dell'Atlaniico nella sua posizione sopra · 11 fianpo occidentale d'Europa, essa tiene il illediterrn.neo colle due form idabili fo rtezze di · Gibilterra e Mal ta ; il Nor-a' dell'America cogli immensi possedimenti del Canadà e della Nuova Brunswick; il Sud colle Antille; l'Africa colle Colonie nella Guinea, 'il Capo di Buona Speranza e il Capo Maurizio . Nell'Oceano indiano ha fondato un impero potente di 4!50,000, 000 d' Asiatici. L'estensione dell' InphjJterra non ha rivale


co!ù. Lo _stesso è nell'Oceania. Così essa tiene le proprrn sentmelle avanzate vicin e a tutti i contin'enti c~1e' séco~do le viccn? e della fortuna direntaf10 punti d appoggio per conquiste, centri di rifugio per ri tira.te e sempre fu~ co sacrn per c·9rnmerc iali intraprese. <~ A conq uistare qu ell'Impero ·colossale l'Incrhilterra ha tnandato fuo ri 1:mpercettibili efìerciti. Pe~·· lurJO'O tempo l'effeuivo d_elle s ué forze , 11Jilitari, sebbene ~iputato sufficien~e a p roteggere il tutto, fu · merit~vole della stessa qnaliflcazione. Dal 1830 al 1850, per esempio, quando tutte le gra ndi potenze ernno obbli(J'n te di tc~ere :'otto le ,mni· ·3, ,i. e 500,000 uomini di fanteria, l Inghdterra bastò a tutti i s uo i bisogni con una fo rza effet_t!va d.~i 90 ni 1100;000. _Durant~.l,' intiero, periodo la cifra pw bassa (nel 1834-) fu di 80· 000 uomini la p~ù ~ìt~ (nel 1837ì non ~uperò i ·100,0QO. l: come ve'nne d1stnbu1t~ ,questa forza? Vi erano al ·servizio r della Compagni?- çlelle, Indie, e pagar.i dalla medesima. da ~~ , a .30,0?~,u~mi?i, ~o:nl~re~i i clt!positi in Inghilte;Ta. Le guarmg1om d1 G1 biltena, Malta, il Cnpo ecc,, ecc., ~rende,,ano. da 35 a 40,000 uomini; l'Inghilterra e 1Irlanda, fra tutte e due, solo da '.25 a 30,000 uomini. Nel t835_ non vi erano che 16,500 s.oldoti in Inghilterra, . e rn Irlanda m~no di 8,000; non milizia, non volontari . . ' · « La gu erra di Cri rnèa fu ii tcrrn in e di ,tale sist~ma ullri};economico, cens ui·ato dai ,popoli del continente. ) C~n:iin~ia!1do dal '.18/H la forza effettiva e le spese rm!ttan s1 aumentaro no annu alm ente. « ~@ s~ès_e 'préventi,:e r;el ·1856-57, p'ensando alla cont1r1paz10pe _'della guerra, giunsero all'enorme cifra di 34,998,504 lire sterline, che al concl~1derf'.i della · · pace furono _ridotte a ~0,2,i-9,084, e provvidero ad una f~rz~ ~ffetti,va di '.246, 74 6 uomini. Nonostanfe le diminÙz10rn !atte nel commissar:ato, treno militare, ecc., ecc., 1

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INGJ,ESI

VOLO<'l'TARII

e la diminuzione dei battq.glioni a settecento uomini, Ja forza totale dell''esercito nel 48151 era ancora di 1 57,000 uomini, cioè a <lire, quasi 60,000 più che nel .periodo trascorso dal .1830 ·al ·1850. La spesa fu , di il 11, 235 535 lire sterline. , ,t ' · «Di questi 1/'S7,000 uomini 32,000 erano nèll'Indie, ,e 426 000 a ' carico dell'erùrio britannico, particolar. ' . ~ mente : 4-5,000 nelle guarnigioni fuori e 65,000 in Inghilterra, cioè a dire, quasi tre volte la forza · sti.ma la su·fficiente dapprirna a guardare tutto il .Regno Unito. « Nd 4858 l'insurrnzione nell'Indiarese neçessario <li sp edir fuori .ragguard~voli forze, e in · poc~1i mesi là cifra di 157,000 uomini era salita a 223,000, senza, I • tuttavia , aggiungere in proporzione alle spese dell'Inghilt erra, chè la maggior parte dell'aumento fu pagata dall tt Comp agnia delle Indie, la quale ebbe 92,000 uomini di trnppe inglesi al S llt) soldo. I ,130,000 uomini adoperati per le Colonie e pel servizio interno portarono Un aumen~o , di 4,000 uomin i, sulla forza .corrispqndente dell'anno precedente. Di più, una parte dei re<)' ~imenti - della milizia fu chiamata fuori e messa ,b v sul piede di guerra, costando in totali là 1 ,1 ,1538 ,387 lire sterl'ine. << Pei· l'an iio 4859-60 noi ll'oviamo una forza effettiva di 229,1557 nomini,· che è un altro aumento Eli 6,000 uomini sull'a~no precedente. Nel mese di febbraio il generale l)eel, minÌstro della guerra, dichiara che essendo stato provveduto al servizio militare fuori., il numero , delle truppe dJsponibili . per la <lifesadella. ~ Gran Bl'eltagna e dell'Irlanda·ascendevano ancora, include ndovi i depositi dei reggimenti nell'India ·e la milizia , a ,105,685 uomini di tutte le armi. Nel luglio deirar,no stesso Mr Sidney Herbert, nel presentare la ~orrezioqe del bilancio, annunzia al Parlamento, come ~

·ANNO

xv,

VoL. 11.

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VOLONTAnII

soggetto di congratulazione, che. le truppe per le guarnigioni del Regno UniLo non ascendono a meno di 60,000 regolari, che uniti a 20,000 uomini di depositi e ai 25,000 della milizia, danno un tolale generale di IH,OOO uomini. I veterani, i marinai, i guardacoste non vi erano inclusi. « Al temp o di questa c:omuni cazione ufficiale, le fortezze del Mediterraneo, che erano state momentaneamente ind ebolite nella guerra preceden te, ricevettero i loro neoessarii rinforzi per il loro complemento, e l'elfeLLivo della forza, così distribuita, delle truppe fu cti 45,p4_6 uomini. « Le spese climandate nel luglio 4859 dal gabinetto Palm erston-Rn ssel, s'ebbero da l sig. Disraeli H titolo di bellicose. Egli dichiarò inconciliabili con le proteste di buona armonia del governo con la Francia. In fatti l'Inghilterra era. proprio arrivata til punto cli quadruplicare la forza militare che essa aveva tenuto in casa nel 183B; e noi abbiamo veduto che qu ella fo rza fu precisamente lamediadellasua condizione milit:ire du-· rante i venticinque anni che precedono la guerra delln Crimea. Nu1ladin1eno il bilancio e le spese chieste pel 1860-6 11 furono tali da lasciare del tutto indietro- h~ precedenti. Da 1'1 ,500,000 sterline, il primo accrescimento giunse a '14 ,84i,27i5 con un di pii: in tutto di 2,520,000 sterline sull'anno precedente. Così rig uardo all'effettivo di 229,000 uomini, si alza a 235 ,8152 uomini, con un di più di circa 7,000 uomini sopra que llo del 1859. « Di questi 235,852 uomini, e !4,3Hl cavalli, messi a disposizione del comandan te supremo, 92,4.-90 uomini e 9, 71 O cavalli furono adoperati nell'India, e messi in conto n~l bilancio ind.iano. Rimasero a carico del Teso1·0 Bri tannico, e pel servizio di casa e delle Colonie, 143,362 uomini e '14,432 cavalli. 1

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INGLESI

« Ven iamo ora al bilancio del 1186'1 -62 , pre~entalo nel febbraio ,1861, e che ci darà. la forza effettiva, la. conve nienza O inefficacia della qu ale dovrà essere stabilita. . . « In Francia è stato creduto vol ent1er1 che q_u~st~ esorbitante continuo accrescersi delle spese mtl1lar1 in Inghillerra- fosse per terminar(;, .e che fosse ve~ u t~ j] momento di retrocedere dnllu rurnos~ _scola d~1 bilanci« bellicosi>> cos\ vivamente assaht1 dal ~1gnor d'lsraeli. La conclusione del tratlato di commercio_ c~1e aggiunse un altro anello a que~ta _comun~oza d1 interessi fu certamente tale da g rnsllfi care 11 supposto, ma la 'corta e quasi sprez~an tc ri sposta fan~ da lol'~ Palmerston a quei membri della Cam_era dei Comum che lo avevano interrogato a proposito delle spese militari , provò chi aramente :he non ern certamente il caso, jn cui un uomo serio dovesse pensa_rc a m~nomare le forze dello Stato per rì sparmia.rne 1 ùannn, ma che al contra1·io ern il caso di spendere vol_entieri la porte per guarentire seriamente, effettiva. mente H tu tto. << Jl numero delle truppe ricl1iesto, pe~· l'interno ~ ·1 , · · delle Colonie nel 4861-62 e d1 H6,0H. E J secv1z10 . . ' a· 0 682 un di più tenui~simo, ma è sempre un dt prn · • "'' · uomini su H.-3, 36~ domandati l'anno sco rso P:-r lo stesso servizio. Egli è vero da ll' altra parL~ c~e v'c un~ diminuzione nella somma totale dell'eser~1to inglese, 11 quale pel 4860-6•1 fu 228,8511: nel bilanc10 approvato, ed ora. è solamente 2 12,773 pel 186·1-62. Ma questa . . , ·on e è solo l' effetto della diminuzione del nud 1rn1nuz1 !l'I c1· mero effettivo delle trnppe ndoperate ne n ia ~ pa 7 gate. col bilancio indiano. Que~t'ultima forza è rl tlotla a 66,7'29 uomini e 8,262 cavalli. . « Il · bilancio militare eccede sempre 1 11-,0_00,000, e resulta clie d'ora innanzi tal cifra sar~t la media. » 1

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VOLONTARI!

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Nota il Yande,,elLte che l'Inghilte;Ta per poter dire di avere un sistema ·difensivo buono n qualcosa deve soddisf~re a q~es~e due conclizion( di riparare la capitale dagli assalti d1 un nemico sbarcato e cli protecro·ere i grandi porti militari affinchè la marina non p!tc1a jn n~ss~n caso i suoi cantieri e p9ssa al più pres(o possilide ricup~rai'e, dato u·n disas tro, la propria supremazia · sulla Marnca. La questione difensiva è suboédinala tu tta alla soluzione del primo di questi problemi, noncbè alla pilrle terrestre del secondo. Per la mariltima, finehè l'Jnghil, terra nvrù un tonnellaggio quuclruplo dell a Francia in !)astirn:nti a _vela (quattro milioni contro uno) e sestuplo rn hast1rncnt1a vapore (trecento e cinquanta miln contro sessontncin que rnil11) si potranno )p e,r essa ncceLLare le co?clusion i favo re voli che l'illustre ufficiale belga fa seguire nl rappo rto della Commissio11e incaricatn di csarni_nare il sistema di difes11 del!' Inghi!Ler-ra (•l) e al pro- . pr10 controprogeLLo. '

(l } Aussi longtomps quo l'Angleterre sera prépondéra nto sur m~r, olle ne sé!1lira que lcs avantages dù grand développement de son ·sy;;tèmc dé_foosi f, sans en épronvc11 Jes inconvénients. mais_si cotto prépondérancc passail jamais du còlé de sa rivale'. ou_ s1 s?ul;'.ne?~ les forccs navales dcs dc!ux puissapcos parve~ nmen_t a s ~qmlibrer, alors Ics mililaires angfais verront surgir ~es difficu~t.os s:-rns_':ombre et sans remède d'm,10 défense trop eteo_cluo; et ces d1fl1cu ltés se foraient d' aulant plus vivement sentir, quo désormais la marino deslinée plulòt à trausporter de grandes masses de troupcs sur !es poiots décisifs du théatre ·ct_e la guerre, -qu:à li1Ter des balai lles navales qui ne décident 1;'.en, I? Franco avcc sa fo nnidoble nrméc n'ayant pas à r ed0 uter t mvas1on de scs propros còles, pourrait d'autant plus aisémeot attaqucr et mcnacè.r sur plusi eurs points colles de l'Anglcterre. . li ?st vrai qu~ la pr6pondéranco sur mer n'est pas encore si pres de se deplaccr: le toonage des navires de còmmerce ò.

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Ma una Yolta che per con·senso di tutti gli uomini cl i mare e di guerra la sicurezza di poter risolvere m mare il problema difensivo noll c'è, ·esso rimane a studiarsi prima di tuttò per rispetto alla difesa terrestre, perchè senz'essa, effettuato lo sbarco, Londra ,è in pericolo, e, Oa!]uta9uesta, cade necessariamenteWoolwich (1), onde voile de l'Angleterre est à celui do la Fra~1ce commo 4 est à 1 , et colui des vaisseaux à vape1<1r commo 6 est à 1. . Les forces navales militaires de la ·Grande-Bretagne sont il celle·s dc la France comma 5 est à 2, et cléjà celte dcrnière u'o pas 11-sse.z de porls pour y abriter toutes ses escadrcs ; et lo pire de tout, c'est qu'elle n'on possède pas un assez g rane! pour y r éunir une flotte aussi nombréuse que celle que , I' Anglctcrre pourrait foiro sortir de sa fameuse position de Spithead. En dernièro ·analyso, les rleux puissancos rivales se tronvent dans cetto conditi on ,: Si memo la France parvenait à g~gner deux ou ttois grandes ·batililles navAles, comme dan.s ces sortes de · renco ntres !es vaisseaux du' vainque~r et du vaincu sont 6g~lement avariés, il pourrail en r6snlter que la France aurait tous, ou à-pcu-près tous ses batimonts en réparation · dans ses chantiers, taodis quo la moilié des forces ' navales de la Grande~ Bretagne r estcrait encore disponible pour continuer la gu~rre. - La force relatfve de la marine anglaise s'accro1trait rlonc à mesuro qu'elle pcrdrait une bataillc. - De tèls adversaires sont difficilos à .dompter., , (1) Anche alla Segreteria di Slato per la guerra la cosa parvo evidente od urgente, seb~enc non la guardi che dal lato poliorcetico . . ·InfaUi ecco le sue istruzioni alla Commissione; q. · La ,Com mission examinera !es plans des travaux actuellemeot en · voie d'exécution, · « À })orlsmoulh (y compris l'ilo de Wight et Spithcad), <L A Plymouth, ·" A Portland, " A Pembro)ce, " A. Douvres, et o: A. Cbalhnm et le Medway ; . et ayant pris co_mmunication des plaos des travaux actuelle-


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VOLO:iTAl\II

ali' Ingh!Iterra l'esterebb e assai poco a sperare dal tempo, 11_ quale « invece finchè la fortu na rimanesse « c?nLn.ma sol_Lanto sul mare, potrebbe essere a lei pre« c1snmente ciò che secondo la favola fu la te.. d 11 « Anteo. » a a .Gli_è un Ì·ngionarnento cli e apparenLemente cozza i~a efi~tt1va111ente co mbacia con qur.lJo di un notabilissimo articolo del Colburn's in ti lo lato Portlancl and Clterbou Potev~'.11? perd_e_re a ~ralerloo e sopravv.ivere, dice la::~ l_ebre 11v1sta md1.tar~ rngl esc, ma chi puèJ prevedel'e ·le consegu~nze so foss1!no stati rotti a Trafalgar? Qu anti Trafalg:u· rnvece no n potrebbe ess b. l'I I ·1 · . a su ire . n_g 11 terra_piuttosto che un Waterloo pa?sivo nelle v1cman_ze d1_ Waltl·'.am-Stow o di Croydon? Egli è a pu~to rn tah post,, ancora più che fra Cherbou rg pe o· fra Bou]oo-ne hPoi btsmouth · . .t> e Brighlon , cl10 l'I ng I11·1 terra ~ ,sogno d~ annienta re gli effetti e dissi are i terrori fh quel Normancty arsenal il quale vi è s~mp re .· clei·at co ns1. o as a port d' aggre:ssion . 01:a per r!pa_rare la capitale e proteggere i oTandi p_ort1 e can tie~·1 ~alla parte di tèrra i conti sonbo fatti e di alla Comm1ss1one rnglese e dal contro-proO'ettista b e ga (1). o

ment_ cn ''. oie d'cxéculion, elle se r ondra dans ces places p eu faire l'rnspeclion délaillée sur !es lieux. our < La Cornmission étudiera quels sont Ics m . d ll e1 11eurs rnoyens ~ me re ces places , ports' arsenaux et chantiers en élat de défense' 1 e, atì n qu'elles · t dans , , le temps le plus court poss'bl so1en prùparees à tout év6nemon t subH et commcnt ell ~ pom:ronl ètre mises on complel 61at de ctÙense par des fo t~~ ficalions pormanentes. > r1 (1) « Notre projet de défense générale se compose de de , c~mps retranchés, placés l'un au sud, l'autre au nord de Londr~~ d une forteresse ordinaire couvrant Woolwich; d'une piace

à

INGLESI

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Secondo la Commission e, guernite le opere di fortificazione, resl.erebbero un 40,000 regolari in compagna, e secondo il capitano Vandevelde un 50,000. Si applich i il coeffic iente ordinario dei non valori, e questa cifra sarà presto, anzi subito , ridotto a quei 30,000 uomin i che s'è dello « buoni sollanto a dare al nemi co l'onore di una vittoria non incontrasto.ta.» E cein sì poco lusinghi era prospettiva spend ere settecento mi lioni· cli franchi a presidio della patria I Settecento mi lio ni pe1· riman ere indifesi non solo dagli eventi, ma fioanco dalla paura, perchè TrTE P ANIC in .certi periodi è freq uentissimo I l\è i ri(lemen sono fatti grand dérnlcppemen L em-cloppan t Portsmoulh et do l'ìle de \Yight, et de cinq slalions ooYalcs, Douvrcs. Portland, Plymouth, Pembroko ot Cork , dont Ics forlifìcalion s. destinòos soulcment il couvrir ces por ls du c6t6 do la mer, scraient peu étenducs. « Le projct de défensc générale de la Commission repose sur huit placos marilimes, donl quatre, Chalom. Port;;mouth. Plymout et Pembroko, soraicnl forlifì écs à graod développomon t. et quatre, Douvres, Woolwich, PorLland et Cork, fortifi6os tl'après Ies condiLions ordinnires. « Pour défendre l'un et l'antro de ces dcux projets. mcllous Jes choscs dans les mcmcs condilions, supposons que l'Angleterrc dispose d'uno armée active de 75,000 horomcs, de 1'1.000 gardescòtes, elc., et des corps de volonlaircs et do milices dont on ne saurait drterminer la forcc, parco que le nombre dP. Ieurs comballanls sera subordonn6 à l'eothousiasrne qui se rnanirestera au mom enL du danger el oussi au judiciouxemploi qu'on saura faire do ccs troupes irrcigu lières. . « La Commission, µou r défendro ses quntro forleresses à grand Mveloppemenl et ses quotro forlere sses ordinaircs. demanda '10,000 homrncs, plus Ics li,O:JO gar des-còles, elc., pour la défonse flottante et les forls avancés en mer. Elle destino 20,000 hornmes à Porlsmouth, 15,000 à Plymout, 8,COO à Pembrokc, 3,000 à Porlland , 6,000 à Oouvres, 2.000 à Cork et 16,000 .au camp relranché rclégué entro la Tarniso el la '.\Iedway, en tout 7Q,OOO hommes. La Cornmission admot que ces garoisons


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INGLESI VOLONTARII

per calmarlo. Lo stesso polemista militare inglese lo, ammette rispondendo al Martin. Ecco le sue parole: « L'arma mento dei volontari, secondo il colonnello llfartin, fu una dimostrazione contro la Francia, ma noi speriamo che i nostri vicini non av ranno a sopportare le tristi con seguenze de i nostri nrmani ent1 sul continente. I NOSTRI YOLONTAnI HANNO ,: UNICO MOYEN'l'E DI SOFFOCA RE OG N L TEN'l'ATIYO DI nIYOJ,UZIONE IN INGHll,TERRA . »

Qui il moderno polemista inglese co mbncia con un vecchio e celebre polem ista francese, il generale Foy, secondo il quale anche i volontari del 4803, avreb-

seront priscs, par moitié, clans la ligne et clans les corps des volootaires. Elle cooser vcra clone une ar m6e cn campagne de 40,000 hommes. « l'\ous clemaodons pour la défense de nolro syslèmc maritim~. com me le fail la Cor111nission, les 17,000 gardes-còtes, elc. , plus 24,000 hommes pour la défenso de notre placo à graud d6vcloppement à Por tsmoulli. et nous deslinons 5,000 hommes à Plymouth, 6,000 à Dourn•s, 2,000 à Porlland, 1,000 à Pembroke, 2,COO à Cork et 2,000 à Woolwich , en tout 42,000 hommos. Si nous pronons ccs trou pcs par moitié dans l'armòe et dans les volonlnires, c'esl-à-clirc si nous défalquons 21,000 do 75,000, il nous roste 54,000 hommcs pour dMendro nos dcux cam ps r etranchés qui couvrcnt la capi tale. <r. Nous avons ,·u que l'arméc mohilo doit rcster à portée de ces deux camps, afìn d'0l'cuper celui qui sernil menacé. On pourra donc, sans danger, contìor la garcle de ces camps ù un pelit nombre de troupos r égulièrc~, r enforcées par lous los volontaircs do la capitale, donl lo nombre sera plus quc suffisant pour en garnir tous los ouvrnges. Si clon e nous prenons pour la d6fcnse de chacun de ccs camps 2,000 arlillcurs dans la ligne, il nous r eslera une nrmée do 50,000 hommes en campagne : et celte armée, en pivotnnl sur ces deux posilions rctranchées, lui assurant son maximum de puissn nce, pou na parfaitemen l romplir le but auquel elio serail dcslinéc, la défeusc de la capilalo. »

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bero avuto uno scop o più sociale e poli ti.e~ . eh~ m.i~ litare. « I volon tar i, egli di ce , furono qu1n 10st1tu1t1 « quando il terrore della propaganda dei pri_nci pii ri« volu zionari era più vivo, e collo scopo cli mante~ e nere l'ordine nella popolazione discipljnandoln, an1.1 « proprio reggimentandola » (1). . . Del resto la controcritica inglese lascia, come s1 vede, senza vera e propria risp osta tecnica la cri tica ~nilitare francese. Essa ammette che il problem a difensivo non è risolu to dal mare; e che effeUuato lo sbarco e perduta una ba ttaglia cade Londra, ~ che, questa caduta, cade Woolvich. Ma ta)e battagli a con 3i ,OOO uomini in campagn n come s1 fa a non pe~derla? Quanto ai volon tan confuta il l\farti?, ma d1~ cendo pi(t di lui in proposito cioè cons1deran?o)1 neanche un sussidio all'esercito, ma un a fo rza d1 sicurezza intern a. Essi non avrebb ero dunque scop o offensi vo fuori , nè tampoco difensivo dentro s~ non contro quei nemici, i quali non h~rnno bi_s,ogno_~ passare la Man ica. Sarebbero dunque cosa p1u pohL1ca che militare, e !'i può anzi dire più sociale che politica. Che cosa c'è da conchiutlern e'? Dal panico inglese che con tinu a scmpr~ da anni'. anzi da decadi, e dalla scala ascendente dei cosl detti bilanci bellicosi resta provato che nè il govern o nè l'opinione pubblica credon o abbastan za p~ovvecl uto a11e condizioni difensive del paese e che s1 cercano surrogati, i quali del resto si vedrà. non a:'er troYo to: se verril il giorno della prova; mentre si affermera invece di avere se il giorno non verrà . Il pane a ufo sa di sale alla gente che sente l'onore, ma quanto a lodi a ufo tutti hanno la manica larga e le accettano,

(1) Fov, voi. I, Tablean de l'armée analai-se. .


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INGLESI

YOLONTAlUT

no n esclusi gl'l nglesi medesimi eh~ cantarono e cantano le faci li glorie dei loro volonta ri. Però, dicendo gl'Inglesi non si vuol dire certamente tutti gl'Tnglesi. Infatti c'è chi grida alto colà e ·-parla come il Deluzy, come il Martin, come il Brialmont. C'è i commisarii che fanno le domande e i lordi che fanno le risposte, ' le quali il lettore conosce giù. _Tutti questi onorevoli cd illustri signori ammettono _che le diCese inglesi non bastano, che le conseguenze di un assalto potrebbero essere rovinose, spave ntevoli e che bisogna proteggere la vecchia Inghilterra non solo colle borse, ma colle persone. Ma finora le persone non sono che ri(lemen che no general o/fice1· woulcl conirnand. La gente di più fac ile contentatura intona il precoce cantico del trionfo, _r1ualche giornale jJ giorno dopo una rh-ista ad HydePark scoglia la sua sfida alla quale fa eco qualche orato re nel suo tribunizio fervorino .del clo7:rn pranzo, rna i tecnici francesi rispondono per le rim e e i tecnici inglesi confermano, come 50 anni fa lo Stewart, il Wilson, il Nap ier, che essi non sono veramente fatti nè per invadere le terre nè per abbattere gli uomini del continente. Gran mercè! Se non che alle terre del continente la vecchia Inghilterra può bene rinunziare, ma agli uomini del continente che un brutto mattino le calassero nel seno? Alle ambizi on i, alle follie degli altri come si può egli "innnziarc ? Il problema difens ivo inglese res t:=i sem pre insolu to percliè i ri(lemen, certamente aiutand olo, tenderebbero in fondo 11. un ol tl'O scopo, quello cli 5offocare ogni ie.ntativo rl'insunezion e in Inghi ltel'ra. C'è un insegna1:1ento non solo militare ma sociale in queste parole. Yen t'anni fa ciò non avrebbe avuto senso, non sarebb e stato nem meno compreso, perocchè i citladini

fanno facilmente le rivoluzioni, difficilmente le controrivoluzioni politiche. Ma per le sociali è diverso. La confessione del riristaio inglese, è anche suffrao·ata dal fatto che a Londra le sole vere disposizio~i straten-iche furono prese per la difesa della zecca . L'eco de~li indirizzi del ~ 858 dei colonnelli francesi si è nndato estinguendo, ma quello della democratie sociale e della revendication implacable solleva dal cuore degli abbienti una prèghiera alla patrona del Garibaldi, a santa carabina. Però si è sempre e poi sempre lì I Questa _sant~ vuole sacerdoti che possano degnamente bruciare 1 suoi incensi di zolfo, carbone e nitro. li culto di questa, come di tutte le altre Dive, tiene, al_Lari e_mistcri, e certo non il primo arrivato potra _rn_cari_c~~sene lì per lì , nè dopo brevissimi? interrotti ur~cmu. Il problemn difensivo inglese nmane poco diverso da quel che fosse prima che il 'V?lo~tar'.·srno .pagante vi prendesse le grosse ?ropo_rz1?n1 d oggidì. Che poi il problema interno VL abbia .mYe~e guadagn.ato di solubilità, voo-liamo crederlo all'rllummato polemista 0 militare che lo a[erma. Mo, quand'anche sia, il ~lartin e la critica fran cese non hanno certamente meno di ragione per questo.

Defence not de(iance è il mollo inglese sui n(lemen. )la s'è finora abbastanzo mostrato che non solo non può essere defì.ance ma nemmeno defence se non ~on~ro coloro a cui sono base la fen iana Irlanda e ob1 etl1vo la oligarchica zecca. È defence solo contro c~loro che dicono ai loro nemici : voi SIETE LA BANCA.. Socialmente è assai, militarmente è nulla. PAULO fAfll.DI\I.


nnEVI CE NNI SU J,J,• IMPIEGO ECC.

<lesime s'illuminavano; fru tto del lavoro che dal" 186~ occupa il nostro mondo milita_r,e e che _fe~·ve _tuttora. Senonchè nel ptocedere a riforme, I nmtaz1one ha un limite; molte cose, anche inferiori, con_vi~n tenerle forzatumente come sono; d'altra parte, 1m1lando si perviene solo all'uguaglia[\za :-- e qucsfo non h~sta. Affenata la strada che segue il progresso, conviene, per quanto è dato, precorrere i tempi, se _non si :vuol~ che il nostro esercito vada sempre a r1morch10 d1 quelli strani eri: . . , Presentem ente sia.mo pervenut1 all epoca nella quale sta per compar ire una fra. le più importanti riforme, qual è quella delle artiglierie di campagna; la parte che queste rappresentano nelle battagli~ ha un tal_ peso ?~Ila bilancia del successo, che non e presun.7.1one l ammettere la possibiliLà che, colla s~ia rifo:m~,, ~i possa dare ol nostl'o èsercito un grado d1 superwnta_ 11 qual_e non sapremmo per ora rao-giungere con alln mezzi. i:, • ' Noi non intendiamo fare con questo ,breve scnlto ne proposte nè progetti. Le nostre.~ntenzio_ni sono_ r~ol~o più modeste ; fra le proposte nflettent1 le art1gherie di campagno., alcune ci colpirono per il profondo con. cetto che vi scorgemmo racchiuso . II desiderio che si venga tosto ad una soluzione razio,nale dei problemi compli.cati, che su ta~ ri?1rnrd~ s'agitarono e che pendono tuttora; la con~1117:1one d~ appoggiare proposte feconde di grandi risu tall s?no '. soli moventi che ci spronano ad esporre le ~1ostre_ 1de~: soddisfatti se con questo mezzo avremo eccllato vieppm i nostri camerata all'approfondimento di questa questione, e fortunati se potremo dire un giorno d'aver cooperato anche noi con un piccolo gro nello al grande edifizio della sperala futura grandezza della nostra 1

BREVI CENNI

SULL' IHPIEGO DELLE ARTIGLIERIE· ·m CA~IPAGNA RECENTEME1'ITE PROPOSTE

Allorchè avvenimenti militari straordinari cogli argomenti irrefutabili del fotto a,dditanò nd un pa ese, come suprema necessità, il bisogno di mutamenti radicali nel suo esetcito, non gli designano nello stesso tempo con ciò la strada che esso. deve calcare nella ricerca dell'indirizzo da imprimersi alle necessarie riforme. Questa difficile ricerca s'appoggia invece alla. investigazion~ imparziale ed assen nata dell e cagio.ni ché. partorirono i grandi risultati; ed è solo dopo una profonda analisi e dopo avere scartata la parte. dovuta al caso che emerge qu esto indit'izzo, il quale de~·e dar norma alle riforme od imitazioni reputate necessarie. Noi abbiamo seguito con uno sguardo ansioso lo svolgimento delle successive innovazioni od imitazioni, che mano mano vennero proposte , ed ·eseguite nel nostro eserèito, nonchè 'il faro dirigente a cui le me-

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patria.


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DRE\'l CENNI si; r.,.'L\IPIEGO

DELLE AfiTIGLlEfilE DI C.\Ml'AGNA

t ilmente spi egabi li cd ind ipendenti in una certa sfera d'azione ; finalmente si mantennero forti riserve per lan ciarle al momen to opportuno lù dove si deve risolvere o decidere l'azione. Coll'allargare cos1 il campo d'azione delle varie frazion i dell'esercito ne derivò : In primo l 1ogo, la necessità in evitabile di concedere aù ognuno nel cerchio delle sue nttribu7.ioni la maggiore iniziativa individuale, li mit ata solanien~e dal concetto generale, al quale ognuno dcrn ispirarsi: ed anzi di esigerla . l n secondo luogo ne uscì accr,?sci11 ta l'irnpol'tnnza della cono:;ccnza del terreno, studio il quale divenne fa tlot'e importante clcl l' arte clelln guerra . Irnperocchè è per se stesso evidente, clic ogni accidentalitò di terreno per la quale si possano sotlrarre talune delle fo rzo combattenti all'effe tto micidiale del fuoco nemico, dà per risultato di conserrnre ali' esercito una parte di potenza che sarebbe nltrimenti perduta, e che può farsi preponderanLe nel mon1ento più critico.

Art. I.

1

lllufa menti apportnli alla foUfoa delle tre aa•mi do110 il 1 SGG .

§ 11. L'adozione nel nostro esercito di armi a re-

trocarica mise a disposizione della fanteria una O'ran massa cl i fuoch i da pote rsi util izzare in un dato isla~te: ne accrebbe per conseguenza prndiO'iosamente ]a po5 . l e?~a c.I' ?z1on?, e rese in questo modo più breve lq ~r1s~ p1u rapida la decisione dei combattimenti. La tatti ca pertanto si uniforn,ò al modo di no-ire Ji t> questa nuora potcnzn, b la fanteria nell'ndottare nuove disposizioni cercò e di evitare i pe1·icÒ li, e di utiJjzzare_i ,·antaggi del nuorn arnrnmento. Quindi è cl1'cssa ebbe in niira : . ~i attutire, per qnnnto è possibile, l'azione dei fu ochi nemici; Di rn ettersi nel la possibilità cli conèen trare al momento opportuno lutla la massa dei proprii fuùclil sul pu nto obbiettiro. L ' ?rdinc suo cli cornLatLin1cnto s'adattò a ques to ~up.lice scopo : si disciolse la massa; si aumentò iu for11 pl'oporzio~i l'ord.inc sparso, dando agio per tal mo do ul. ?iaggt0rc svJl nppo delle facoltà individua]~ eù alla dite.sa personale la più efficace ; si assottiglia,rono, al bisogno, le linee di comballimento fino al· limite massimo, adottando, anche pel' la seconda linea l'ordine di colonne di compagnia, piccole, mobil;,

ra:

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§ 2 . La cavalleria pure, adattandosi alla tattica imposta dal nuovo armamento, dovette sciogllcrsi come massa, io gran parte e direntare: occhio e orecc/iio dell'esercito. Al com pim ento di q uesto scopo si consacrarono lu tli gli sforzi per renderla celere e resistente, e si ebbe in mira anco ra di ri cavare in casi eccezionali da queste sue qualità eminen ti il massimo utile ( 1). 1

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I

(1). Noi 1866, alle 3 del mattino del 15 luglio il generale prussiano do Horn spediva nn distaccamenlo comandalo dal luogotenente colonnello Langcrman, o composto dei 150 migliori cavalli del rcggimcnlo Uloni Thuringen, N° 6, e di una sC'zione di pionieri, al sud di Gading, per tagliar quivi la ferrovia : questo dislaccarnont.o parlilo dalle vicinanze di Briinn alle 3 del mat-


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nnEVl CE:'<Nl SULL'n!l'IEGO

§. 3. Infine l'arL}glieria , che esige per il su o nuovo o ~·d1name?~o s~ud1, mezzi ed esperienze di ben magg iore enL1ta, s1 conserva tuttora quale era in quella epoca ; essa subi sollanto l'influenza dannosa del nuovo ordine di cose, per cui nello stato attuale 110n cor-

risponde che molto ùnpe1'/ettamente al suo scopo. Ch e quesLo sia, è cosa conosciuta, perchè diventi un'evidenza per tu Lti, consideriamo l'influenza che il nuovo arm ame11to della fonleria ha esercitato s ull' azione sua, e vediamone quale ne risulti il suo impiego in unione colle tre arm i. Anzitutto, l'artiglieria è ùiabilitata a mantenet·si nel cerchio d'azione del ('u cite di fanten:a neniico ove in brevissima ora rcrrebhc posta fuol'i di cornha~timenLo. Tol tale così la possibilitù <li gran di e/Teni col tiro a mi traglia, essa si trovò paralizzuta dove una mila le era possibile spiegare la massima po tenza. Secondariamente, rido tLa ali' azione sola del tiro a granata a distanze ~naggiori di 600 "', la vediamo produrre con questo t1ro un effetto minore, pel dirndamento dell' ordine del com battim en to, che dit minor presa al!' effetto delle su e granate. In terzo luogo si trova aumentata la difficoltà del còrnpito dell'artiglieria so essa. dove sostenere altre L~uppe, perncchè ogni nu ova disposizione della fanteria r1cl11 esta dalle esigenze del nuovo armamento è come una dif0c_ollù accr~sciuta ali' azione dell' ar~iglieria. I tenoni 111tcrsccau, cope1'Li, difficili, che la fa nteria lino, rienlrar_a al bivacco alle 12 della nolle, dopo aver- per• co_rs~ nella g1ornota 96 chilometri, ed a1·ere compiuta la- sua m1ss1one. L'apparizione dei prussi:rni a Goding CO$lrinse ncnNkk far eseguire un gran gir 0 a_llc, suo !ruppe per g iuugere a l'rcsburgo. (\ ed1 lt11la.zione de MoltAC', Campagna ·l 866i.

a

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DELLE AUTIGLIERIF. DI CA!\IPACNA

ricerch erù ormai a preferenza, e con ragione, saran no per l'arLiglieria maggiori ostacoli da supe rare. Epperciò : Come artiglieria d'avang uardia, non p resterà nlle altre armi che il debol e oppoggio cli ba ttere a grnn ata truppe in ordine rado, rarnmente vi si bil i, mobili e fu ggevoli. Come artiglieria adcletta alle linee, pee impegna re l'azione ricercherà nella distanza di combattimen to un nemico in ordine profondo, che raramen te po trà trovare o scop ri re - situato come sarù die tro os~acoli , o coricalo - e sul quale non avrà il tempo di esercitare un surficiente effe tto, pri ma che succeda l'attacco; e tanto maggiote no sarà lo sc1;1 pilo, in quanto che col nuovo armamen to la difesa è per se stessa preponclernn te in fuochi rispetto all'attacco. Se dop o l'attacco dovrà sostenere una ritirata ;i.lquanto confusa , non lo potrù, ch e col sacrifìzio, fo rse, dell a propria salvezza. Come artiglieria di riserva, impiega ta in massa coi fuochi concentrati sul punto decisivo , avrà sempre ancora un'azione potente, ed a ques to solo prezzo essa potrebbe venÌl'e impiega ta con frutto nell e battaglie; ma oltrecchè si esigerà tullavia a tal uopo un terreno favorevole (la cui scelta non sarà possibile nelle condizioni attuali dcli' agrico.llura e del comm ercio) come baslerà cotale artiglieria a goarcn tire un effetto che non sia stato preceduto da successi parziali d'artiglieria d'avanguardia e d'.artiglieria add etta alle lin ee 1 Per ullimo, l'artiglieria alluale al momento decisivo avrà minore sfourezza. in se stessa, minore effetto morale, minore prestigio . Conseguenze naturali della sua posizione infe riore risp etto alle altre armi . Conchiudiamo essere sLringente il bisogno·· di procedere ad una ri forma dell' artiglieria partendo dallo stesso principio che trasse all'adozione delle armi a retrocarica. ANNO xv, Vot. u.

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BREVI CJ!:NNI SULL'IMPIEGO

DELLE ARTIGLIERIE DI CAMPAGNA ,

·Art. II. Basi da servire di .norma nella rifo1•n1a . dcli' artiglie ria tli campagna.

§ 4° Si avrà un'artiglieria potente nelle circostanze attuali : 1° Aumentandone la potenza · di' tifo; e perciò non è necessario aumentare !_a rapidità di tiro, ma basterà, e sarà anzi più corrispondente' allo scopo, aumentar l'effetto di ciascun colpo ; 2° Rendendola tale dçi poteila i:mpiegarn nella tattica della fanteria nel . miglior modo possibile; 3° Abilitandola a conservarsi arma decisiva e for~ midabile al momento della crisi. Ma u_n ù sola specie d'artiglieria· che soddisfi a tutte queste condizioni per ora non si può creare. . Per. questa ragione , il Ministero proponeva il quesito di : . ~ . . Ricercare due bocche da fuoco col rispettivo materiale, ~i cui una, il più pos13ibil mente alleggerita, fosse tramata a due cavalli, e l'altra a , quattro. 1

Art. III. Esame tielle a1•tiglierie da eampagua 1•eeeutemeutc proJ)OStc.

.

§ -5 . Fra le molte proposte venute alla luce alcu~e '

'

c1 app~ryero ?egne di studio e meritevoli del più profondQ esame, come · le più corrispondenti allo stato attuale della nostra artiglieria. ·

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Ed a questo propo~ito ci sia lecito il premettere non -essere la insigne autorevolezza -di chi pel primo _ne concepiva l'idea, che -ci guida in -tale giudizio; ma sì la profonda convinzione che da simile adozione sarà per iscaturfrné un bene incalcolabile al nostro esercito. La difficoltà sola d'esecuzione ci p otrebbe far nascere qualche dubbio di riuscita , se alcune antecedenti proposte già adottate e sancite da ben lunga esperienza, non parlassero a favore delrillustre proponente, e non ci rassicur(;l.ssero su tal punto. ,, § 6. Tali proposte essenziali, che noi esamineremo solo sotto il punto di vista della convenienza del loro impiego in guerra, sono:

A) -

Le batterie-cacciatori. -

Queste batterie sarebbero costituite da un materiale leggerissimo. Ogni pezzo ad un sol tre?o, su ~ui ·si . incavalca una bocca da fuoco a retrocarica, servita-da . un uomo solo, il quale è . riparato dai tiri diretti di fucileria, andrebbe trainato da una sola pariglia· vigorosa e leggi era da non doversi distaccare d~rante il fuoco. Il conducente è pure riparato come 11 servente. I pezzi scortati dai proprii cannonier i distesi in cacciatori ed armati cli buone ar-mi ?- retrocarica - i quali al bisog_no _m onterebbero a cavallo - possono venire traspòrtati con celerità, ed offrirebbero, pare a noi, la migliore soluzione del quesito proFosto dal Ministero, mentre un tale ordinamento si ispire... rebbe mirabilmente al principio ,che informa la tattica attuale.


BREVI CENNJ SULL'lMPIEGO

B) - Le batterie attitali alleg,qe?'ite, come batterie clivisiorwli e cli riserva.

§ 7. Il materiale ,di queste batterie, troppo. grave per la bocca da fuoco attuale, se alleggeriLo, presenterebbe, la soluzione la più sem.plice per adattare alla _tauica attuale nel miglior modo una bocca da fuoco, che non si può rinnovare che a costo di sLudi, spese e sperienze pel momento jnattuabili. Con qùesta diminuzione di pesò si riduce la muta a quattro cavalli e di quale vantaggio risulti questa sola riduzione al traino, specialm ente nei passi difficili, nelle svolte, eèc., oltre al risparmio in- uon:iini, cavalli, rfati ca- d' istruzione, ecc., lo sanno gli uffì~iali esperimentati dell'arma . .

q - ~e granate a pallottola per le batterie divisionali e di riserva. § 8. Come conseguenza del -principio c]', aumentare

: la· potenza di tiro delle ai'tigliérie da campagna, pressoch è tulle le nazioni hanno adottato presentemente le granate a pallottola. Nell' ordine attual e di combattimento vi sono circostanze in cui questo genere di tiro è reso indispen sabile , -' se si vuole av·ere un risultato 1:apido ed efficace. L'adozione di questo proietto, benchè di riuscita non abbastanza sicura per ' la mancanza di una buona spo-letla a tempo, avrebbe già un' influ~nza decisiva, se.

DELLE ARTIGLIERIE DI CAMPAGNA.

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la granata giungesse ad avere . solo la probabilità di scoppio, che ha l'attuale ordinaria. . In questo genere di tiro lo scoppio del proi~tlo non è' di necessitù, Jssoluta e stringente come nei colpi a rnetrag!ia eseguiti dalle batterie divisionali e dfris.e rra a distanze maggiori di 600 00 : epperciò con un numero tale di pezzi da poter riunire una quantiLtt sufficiente di colpi ove più stringe il bisogno, il risultato del tiro di cui parlia1t10 contro truppe sarù sempre abbastanza decisivo e di gran lunga più efficac0 che non il tiro a granata ordinaria nelle identiche circostanze. Le granate a pallottola potranno venire munite di: Spolette a perçussione, operan ti lo scoppio nell'istante dell'urto; Oppure spolette a percussione, operanti lo scoppio dopo l'urto, nell'istante in cui ìl proi etto s'innalza; Spolette a tempo, e a tempo e percussione ; . Spolette ordinarie di legno attualmente j n uso. , Tralasciamo di considerare le granate a pallot.tola munite di spolette' a tempo o a: tèmpo e percussione, che pienamente soddisferebber:o allo scopo, ma la cui incerta riuscita ci dispenserà, secondQ ogni probabilità, d'adottare: Del pari non parliamo delle spolette ordinarie dì legno attuuli, che comprenderemo' fra quelle a percussione ed operanti lo scoppio nello stesso istante dell'u rlo, perocchè l'effetto d'arnendue sarebbe prossimamente uguale. · · . I bersagli che si ·presentano all'artiglieria di campagna si 'riducono: A corpi cli truppa scoperti; · A trippe coperte cla ostcicoli di varia natura e di minore o maggiore resistenza. , Contro truppe in ordine rado .o .sparso il tiro con granata a pallottola è l'unico real_rnente efficace. · Se i.I proietto <leve scoppiare coli' u rLo, la distanza va cal-


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DELLE ARTIGLIERIE DI CAMPAGN A ·

BREVI CENNÌ SULL'IMPIEGO

zion amento, non sarà possibile di ottenere il nostro scopo a meno che con un numero maggiore di carri; e in tal caso per non cader nell'inconveniente di una soverchia lunghezza di colonna, converrà ren derne più lieve il traino , modificandòne convenientemente la costruzione, come, ad esempio, diminuendone gli attriLi, aumentando il diametro delle ru ote, ecc. Sotto questo aspetto, la p1·oposta di riduzione dei carri a due sole ruote, offre la più razionale soluzione- della qu estione. La sola esperienza poLrà poi determ inarne il giusto val ore, sollo i pun ti di vista della , stabilità, comodità del servizio e sicurezza del munizionamenLo. È .poi evidente che nel proposto si.sterna andrà determin ata la proporzione del mu nizionamento, conseguèn temen te alle mµtate esigenze dell'uso dei varii gen eri di tiro: così si diminuirà la proporzione delle scatole a metragli a per le batterie divisionali e di riserva, si fisserà quella delle granaLc a pallottola rispetto a quelle ordinarie, ecc. Infin e nel determinare la quantità totale dei colpi si terrà conto che in massima_ ogniqualvolta si verificò mancan za di munizioni, risalendone alle cause prime, si verificò esservi sLato: vùoi trascuranza nelle disposi zioni di colonna o di combattimento, vuoi spfeco di tiri , vuoi disgrazie eccezi onali. Noi crediamo che in pratica abbiano ad essere rari quei- casi in cui si riesca ad esaurire Lutti i colpi as5egnaL'i, se ben 1·egolato il fuoco, se usata con criterio la specie del tiro, in una parola se- ciascun colpo produrrà il suo effetto. '

colata 'd~ tant? minore della vera, che le pallottole· sparpa?handos1 .dopo l'u rto giungano con sufficiente efficacia a_l nemico, ed il punto , di mira va scelto suldinnanti, resistente, perchè il proietto non s'interri ' p. e ..su sL1:ade, selciati, terreni pietrosi, ecc. Se 11 proiet.to dev.e scoppiare dopo l'urlo, le pallottole sparpaghandos1 avranno effetto a mago-iori di-s_tanze, si avrà un limite più esteso nell'effic~cia del tiro e n_el calcolo della distanza; e non occorrerà la precauzione , della scelta del punto di mira resistente . .con_tro ar~igl~eria converrà prendere come punti di nura 1. punti più prossimi. · . · Contro truppe coperte da_ ostacoli si adoprerà la granata a pallotto la se la resistenza dei medesimi è tale· da la:mare anco_r.a alle ,pallottole, che Ji. hanno colpiti , su:Dc1ente ~ffic~_crn. In ~aso diverso si adoprerà la ~ra_nala ordmana. ~e poi l.!.o~tacolo, abbenchc~ di gran ies1stenza, avesse forme e chmensioni tali da lasciar ~up porre_ che il pròie't.to possa giungere a colp ire dietro Il ~:eçlesimo, o. c?e batten~o :ul ·ciglio po,ssa ancora agll e collo scoppio contro 1 difensori, si adoprerà Ja granata a pallottola. Se si.vuole abbattere l'ostacolo la granata ordinaria.

D -

Facilità di munizionanicnt·o s·tl • campo .

§ _9. L~ freq~en z~ del caso che ;i prese~ta nelle battagl~e, di senur.e d1_fetto di munizionamento per l'ìmped1to avanzarsi der carri da munizioni per lo :, d' b 1· . . . . ' prn a cau s~ . I s agiate d1spos1ZJom degli ordini di marciti . co~.s1gharo~10 molte,p r~p~st~ di a].Jeggeri re questi carri . l\ia col ~1s~em_a e~ ~rt1glieria da noi propugnato non potendo d1mmmrs1 1J peso nè la quantità dèl rnuni..:


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DUEVl CENNl SU LL 1r.II'IEGO

Art. IV. fl m1,h,go dell':~rliglic,•ia propo5!a in unione alle fre :u-ml.

§ rn: Esaminiamo succintamente come dovrà, a nostro credere, venire impiegata la nuova artiglieria, per corrispondere al concetto pcl quale venne creata.

Ar tig lier ia-cacciatori. § 1,f. Negli ordini di marcia: Lo scopo del!' ordinamento della marcia è di rendere prepnrata al combattimento la truppa; esso determina, in dipen denza del terreno e dello scopo da raggiungers i, la forza, la proporzione fra le diverse armi, sia dell'avanguardia, che del grosso e della retroguardia. Colle nuove armi diventando vieppiù indispensabile che ogni azione importante venga preparata dal fuoco d'artiglieria, ne segue che nell'ordinamento di marcia convien stabilire per massima che l' art1:gtieria rimanga per la maggior parte verso la testa delle truppe alle qiwli è assegnata. Marcie offensive: L'artiglieria-cacciatori agirà come artiglieria d'arnnguarclia; essa ha designato il suo impiego nel suo stesso nome; tcrrù sempre montati i suoi cannonieri e non li stenderà che come scorta al fuoco. I combattimenti d'avanguardia possono essere alle 1

DELLE AR'J'lGUERIE Dl CAMPAGNA

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yolle della più seria natura, le colonne che seguono potendo essere costrette a spiegarsi in brevissir.no tempo pe1· l'attacco o difesa im med iata.. . . In questi casi emnrge l'importar'.za dr1 scrv1~1 che può prestare l' artiglicri~-caccia~or:. Segnalato ~I. nemico, essa stende i su01 ca1rnorner1, prende pos1z1one secondo le circostanze ed il tcneno. Contro un nemico sprovvisto di tale artiglieria , nell'attacco es.:;a riporterà certamente i primi risultati_; ~ella dif~sa co~ stringer,\ il nemico e spiegn re maggiori forie; m og?1 caso otterrà il suo sco po di da1· tempo all e truppe m colon na di entrare in battagli a e spiegarsi nell'ordi ne che le cs·igenze del terreno e del combn.Llimento che si prepara , richiedono. . . L'artio·Jieria-cacciato ri esercita ancora; nspelto all'altra a~tiglieria, l'uffizio che fanno i cacciatori rispet~o alle truppe in linea. Legata intimam ente alla ra.n~er1~ in ordine sparso pcl suo modo di comballe~e, indipendente dalla medesima per la su_~ sc:orta, ~1f~sa con impegno e con criterio dai pro~rn ca_n~o~1er1, pratici nel servizio dell'arm o. , e nei quali e infuso uno stesso spiri lo mi litarP-, un uguale attaccamento ai pezzi; mobile, all'occorrenza, quanto l'artiglieria a cavallo, so llo uno. sola volontà, essa può portare la potenza del suo fuoco ove più se ne richiede il bisogno. Facilita così con successi parziali il cò mpi to dell' artiglieria divisionale . Marcie in ritirala: In queste occasioni l'artigli eria-cacciatori .spicgher~ encro·icamen te le sue qualitil distintive. Coi cannom sem;re rivolti al nem ico, sempre pront~ a ~ar fu?co, di fesi òa proprie trnppe, che nella sol1clar1~tù eh. un servizio comune ritrovano nella salvezza dei pezzi la propria, essa poLrll per moUo tempo presentare al nem ico una barrie1·a insu perabile.


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DREVÌ CENNI SULL llllPIEGO

L'artiglieria attuale in tali circostanze sotto il fuoco acc-elerato di armi a retrocarica non potrà sostenere un corpo di trllppa battuto che col sacrifizio intioro di sè. Negli ordini di combattimento: Ques ti possono av3re per iscopo di attaccare il nemico e di aspettarne l'attacco. Ordin o di attacco: l . ( .'lppena entrata m azione l'artigli eria divisionale, alla quale spella preparare il combattimento alle proprie lin ce, l'artiglieria-cacciatori si ripiega , s·i riordina •. si traspo rta rap ida mente alle ali od in altra posiz10ne avanzala da prestare poi il più valido appoggio allo truppe attaccanti, tentando specialmente di prendere di fianco o di sbieco le batterie nemiche od i difensori delle posizioni. La sua mobilità, la sua indipendenza sono vantaggi tali da renderla atta a sottrarsi con la maggiore rapidità e con poco pericolo ai movimenti giran ti del nemico, che avessero per iscopo di farla prigioniera. La sua potenza d'azione sarà poi preponderante 1uando, r~llentnto il fuoco deJ]·~ltigli cria division ale per 1 a vanzars1 delle truppe d'attacco, essa diventerà la sola artiglieria che tuoni contro il punto obbiettivo mentre sia l'artiglieria d'a ttacco r:he qu ella delia difes a,' paraliz-' zate dalla presenza delle proprie truppe, aspettano, controbatLendosi, tutt'al più, fra di loro, il risolversi dell'attacco. . O _le l~uppe d'attacco sì ritirano, e all'artiglieriacacciaton spetterà il difficile còmpito di sostenerle da vicino, accompagnandole fino nel cerchio d'azione dell'artiglieria divisionale ; .o le truppe d'.a ttacco riescono ad occupare la posizione, e l'artiglieria-cacciatori ne appoggcr.'t l'occu-

DELLE ARTIGLlERIE Dl CAMPAGNA

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pazione, col dar tempo intanto all'avanzarsi dell'artiglieria di visionale. . . In modo consimile potrà vemre impiegata qualora s'impegnino le riserve. Ordine in difesa: Entrata in azione l'artiglieria divisionale, l'a1~tigli~riail terreno e non rientra m azione cacciatori ~()'ombra 0 che all orquanclo le truppe d~ll a dif~sa s.i p.ee~areran~o al conlr'attacco. In tal caso ti suo 1mprngo e analoo~ a quello descritto, ma quivi l'audacia potrà frullarle 1 più grandi risultati. . L'artiglieria che si avanza rncule sempre un grande effetto morale. . Agendo preferibilm ente alle ali, copert~ dalla y1:opna scorta, appoggerà colla maggi?rc e.fficac~a ogo.1 r'.torn? offensivo, s'op porrà, s'è possiblie, a1 mov1ment1g!l'ant1, sosterrà la ritirata fortu ita delle tn1ppc . , . . . Riassumendo, si scorge che l'azione dell art1glt.er1acacciatori, se non è decisi va, ha però .e!retto ?.ermo.menti supremi. della crisi delle battaghe, negl.1s~an.t1, cioè in cui manca l'appoggio diretto dell'artigherrn, e q~ando oppunto si rende. vieppi~1 necessaria 1a preponderanza della massa dei fuochi. . Il suo buon impiego esige in chi la coman aa audacia, intelligenza, colp o d'occh io e s~ngu~ ~1'0dd o.; le si lascia molta iniziativa, perchè gli ord101 ne. 1.1miu~rebbero l'azi one e non le giungerebbero ~ut_tI rn tempo; olLracciò in certi istanti essa .deve agire. pe1~ ispirazione, come agirebbe la cav~U~na nelle cariche . I comandi vanno dati o. segnali. La concentraz ione del fuoco su d'un dato pun to va pure indicata con segnali.. . . . . I pezzi staranno a grandi rnterval11 a seconda. 1 te1 ~ reni o le truppe che si hanno di fronte; così. d1spo~t_1 dànno poca presa ai proietti nem ici, e raccolgono p1u


BREVI CEi'iNl SULL'LUPIEGO

preslo i propri dife nsori. Per quan to è possibil e i pezzi sarann o coperti da ostacoli. Qua lunque sia la natura del terreno, purch è accessibile ui cavall i, il modo di combaLlerc di quest'artiglieria non va1·ia . H s uo sp~ciale ord inament o, anco rcbè jn rnsa pia nura, la rende inrn lncrabi le alle carielse di cavalleria, sia in foraggiel'i, sia in lin ea ; i fuochi dei cacciato ri sul fianco, la mitraglia sul fronte saranno un ' eceellente difesa . Ci si potrà contrap porre che forse in pra tica la complicazione delle circostanze, le diffìcolth del teneno mu· teranno il colore della tinta, sollo cu i si nasconde l'impiego di ques ta ar tiglieria dietro il velo dell'avvenire, e che s'atten ueranno di molto i suoi pregi per i n:olteplici requisiti ch'essa richiede sul ierreno. E verò ; l'arma cl' artiglieria è .a rma di de ttaglio e nello stesso tempo di vas te appli caz ioni; essa esio-e nel suo giusto impiego molta previdenza cd este~e cognizioni militari; ma è questo un ostacolo che debba rend erci impossibile il suo adattamento acl uno scopo ch e p ur vediamo ben distinto e lontano ? Noi crecl iarno di no, ed, animo.Li da questa fid uc.ia, ne souoponiamo il giudizio a chi più cli noi ha esperienza e sapere.

Art1glieria divisionale. · · § ~2. Stante l' esistenza di. un'altra artiglieria più

legger~, questa arliglieria non dovrà più agire che per batte_ne almeno, per produ rre effetti decisivi nell'a ppogg10 che deve dare alle truppe o cui e asseo·nata · essa inoltre nou va più distolta che in casi ec~ezio~ nali dall a t.ru ppa alla quale è addetta; la preponderanza che 11 nuovo armamento ha dato alla fanteria

DELLE AI\TlGLIERlE DI C,ntP.\.GNA

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dell a difesa su quella d'attocco rende necessari a ques ta di sposizione, perchò no n ne scapi ti lfl forza dell'attacco. Nelle marce offensive l'artiglieria divisionale slarlt col 0o-rosso della colonna, disposta per la maggior parte verso la Lesta (dopo il 1° o 2° battaglione}, il_c·es~? a metil (sen za cassoni}; po trà così entrare subilo_ 10 bauao-lia ed essere preparata ad aprire il fuoco, prima anco;a che tult.a la colonna si trovi in ordine di com))atti mento. Nelle marce in ritirata lo. detta arti~lieria sarà in gran parLe verso la coda, pet· pres~are al_bisogno c~n tiri di granata a pallottola un più vali do ~ppogg10 all' arti o·lioria-cacciatori , scegliendo pos1Z1ont convenienti ~ mediamente distanti dal nemico . n en di rado dorrà impegnare i combattimenti al di là dei 1500 "'. Come art'iglieria cl'attacco l' artigl ieria di visionale s_ubirà l'influenza del nuovo armamen to della fonterrn, che aumentò la potenza della truppa in ~ife_s~ s~ quella attaccante ; perciò rivolgerà . da l bel_prrnc1p10 , 1 suoi ti ri, anzi che contro lo batteri e nermche, contro alle truppe della difesa, allo scopo di scuoterle? P_areg~ giarle alle truppe d'attacco, _e non concentrera 1 su?1 tiri con tro l'arti o·Jieria nemica, che quando le proprie truppe lo impcénron no di ba ttere il pu nto ?'aLtac~o. Come artiglieria di difesa mante1:rà la ta ttica_ ant1~a di agire contro le truppe att:lccan_ts, cl~e è la_ n~~nacc1a pit'.i im minente e la sola capace di dec1clero 1111sultalo dell a giornata. . . Nelle evoluzioni sul campo, se non ha ord1m spe~ ciali , agirà d'accordo e sosterrà le truppe alle rpiah venn e assegnat a . 1


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BR]j;VI CENNI SÌJLL' IMPIEGO

DELLE ARTIGLIERIE Dl CAMPAGNA

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Artigli'eria di· ri"serva. § 13. L' artigliera di riserva starà dietro ai carri da munizione dell'artiglieria divisionale e davanti alle truppe di riserva a cui deve preparare il combattimento. Agirà per solito con azione concentrata sul punto obbiettivo. l<'uori del tiro, durante la prima fase dell'azione · in colonna di batteria, se glielo permette ir terreno' . . . . . .. ' e. ~1sp~tt1v1 .cassom: al momento d'avanzarsi partira coi soh pezzi ed, adattandosi al terreno, cercherà di ?ispor~i. in scagl(o?i di ba Ùeria per gi ungére spiegata m posIZione . Qun?, se già da qualche tempo altre battene sostengono Il fuoco, s'avanzerà d'altri 50 a som a seconda del ter:reno, affinchè la distanza già verifi~ cata sulle batterie vicine non serva al nemico anche c?ntro di lei? s' infor~erà dalle batterie già in posiz10ne della· distanza gia calcolata, ed aprirà tosto il suo fuoco -sul punto obbiettivo. Avanzandosi la fanteria di risei'va, s'avanza altresi una parte dell'artiglieria: l'altra sta forma ed accon·lie O ~Il'occorrenz~ ~a fanteria battuta e n~ protegge la rit1.r ~ta. La m1ss10ne dell'artiglieria è qui breve ma dec1s1va, perchè ess_a è solo impegnata allo svolgersi della crisi. · . ~· artigli:ria di riserva va maneggiata sul punto -de'"'. c1s1vo e d1 essa ne deve disporre il solo generale in capo.

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CONCLUSIONE.

L'adozione di un armamento speciale non ha cambiato punto lo spirito della tattica: sar~ sempre scop_~ di OO'ni ordinamento e di ogni evoluzione, quello d1 svilu~pare la potenza massirna al momento decisivo; i mezzi soli hanno mutato per ottenere più presto un medesimo scopo ; essi si sono pi egati alle esigenze del secolo. Nello svolgere questi mezzi abbiamo tenuto conto pure delle difficoltà·, che molte volte ha da sormontare un'idea per diventar pratica: così. l'esigere che frazioni d'artiglieria molto dis taccate concentrino il fuoco in un datò istante sopra un punto solo, è una cosa in pratica pressochè impossibile; di sorta che anche dietro questa considerazione, dicemmo l' artiglieria divisionale dover rimanere r_iu?it~ in. fr~zioni tali da aver un effetto a sè, e l'arL1gher1a d1 riserva dover essere riunita tutta, o almeno collegata, se dovrà agire sop~·a un obbiettivo solo. In complesso il sistema d'artiglieria che svolgemmo nelle sue .diverse parti, pare a noi s'accordi perfettamente ao·li smembramenti prodotti dalla tattica attuale .degli eserciti: cacciatori :·infor~ati e protetti, linee più vigoi::osamente appoggiate, _r1ser:a re~a potente e decisiva, impiego razionale d1 ogni specie d'artigl-ieria nello scopo a cui è destinata. . Un principio importante, sorto dalla tattica attuale, accennammo solamente di volo; il principio dell'iniziativa individuale. Sono le vittorie prussiane del ·1866


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BREVI CENNI SUI.L'IM PIEGO ECC .

che ci svelarono tardivamente, che ad ogni uomo occorre un a data inizi1Hiva , perchè il su o lavoro· ridondi a comune profiLLo . ~Iano mano c:he dal soldato si sale i~ ~Tado , s'aumentano le· attribuzioni, e· quindi l' iniziativa e la risponsabilitù. Ne derivò che: ·1" Il cerchio delle proprie attri buzioni di~enlb il }imite naturale dell'iniziativa permessa ; 2° Il peso della risponsabi li th si li mita alle azioni operate nel cerchio delle proprie attribuzioni· L'iniziativa adunque non deve oltrepassare 'nè star all'indentro dei lim iti delle proprie attribuzi;ni. Se così non fosse , ne verrebbero 0oTavi inconvenienti. Infatti : Se ci restringiamo ad una parte sola delle nostre attribuzio ni, l'altra cade a carico delJ'inferiore ;_ Se aJlarghiarno i confini delle nostre attri buzioni entriamo nel campo di altri doveri . ' , N'.31 pri_mo caso sarebbe trnppo facile al superiore I es1mers1 da qualche sua difficile ntlribuzione per non assumersene la respon sabili tà, e po i addossà.rla a chi l'ha eseguita. Nel sec?ndo n~n si avrebbe una garan zia per rispo~dere dell esecuzione esatta di ordini trasmessi e sarebbe rotta l'unità di comando e di concetlo., Abbiamo vo_l uto sottoporre a leggi queste rela1lioni mo[~~ volte frarnt~se e male applicale, perchè persuasi d~II importanza vitale che esse acq uis terebbero in una gi orna ta campale . . ~enza attribuzioni ben delineate , sen za risponsabd1tà ben accentuata, non può esistere unità di volere nè ~ccordo, nè esà_LLezz~, ed un esercito senza quest~ doti non potrà mai aspirare ad una vittoria compiuta. TANCREDI SAtETTA.

Capitàno di ·Artir; lieri'a.

CONTINUAZIONE

( Vodi le dispe·nsè di gennaio ,, ottobre e e febbraio 1870.ì

novembre

1869.,

XVI.

La necessitil che gli uomini raccolti in socie tà ebbéro di i comu nicare ,i loro pensieri nel modo più spedito e sicuro possibile è l'origine remota d'onde parte la storia della telegrafia. Non sappiamo c_on qu anta ragiofle ta: luno · credette che la torre di Babele foss e eretta dai babilo,nesi per comunicnre éon popoli lontani, e se, una colonna di fuoco, · che accompagnava gli ebrei, fosse prop.rio un telegrafo i~nrrÌàgiri~tq da Mosè; è ·però i;ert~ , che pe~ ~ezzo. di fo~chi e · d1 _band~ruole_, da tempi remotissimi si cercò il modo d1 espr1mers1 da, lontano con segni sensiJ-Jili che allora si riferivano solo a pensi'eri previsti. ed· anticipatamente, convenuti_. Pare che Polibio dia le prime notizie d'un telegrafo alfabetico col quale le lettere f\rano rappresentate con ' ANNO XV, VOL. li.

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LA TELEGR,U'IA

uno o più fuochi variamente combinati. Si vuole anche che Pausania proponesse di adoperare un solo fuoco il quale con la durata della sua apparizione doveva esprimere le diversP- letLere. Una maniera di telegrafo singolare servì · pure ad Alessandro, ecl era anche in uso presso i Galli nelle guerre contro i Romani. Consisteva nella propagazione di certi gridi che alcuni uomini ripetèvano in una dete_rrninata direzione. Era questa u.na specie di telegrafia acustica la quale sott'al tra forma non mancò di essere studiata neIIo ·scorso secolo, con molte esperienze Ìentate per trovare il modo di propagare- la voce umana alla maggior distanza possibile. · . Forse Bergtrasser, professore a Hanau , tra il 1784 e 88, ebbe prima l'idea di esprimere le lettere, non già con segni diretti, ma per via di n umeri a ciascuno dei quali a:veva riscontro tinà lettera in. un Dizionari·o telegrafico. Fu questa una idea felice dopo la quale però il Bergtrasser, sciogliendo il freno di una fervida fantasia, tutto credette buono a servire da telegl'q.fo; finanche il lirppido disco della luna, dove immaginò si potesse per via di specchi riflettere le immagini di caratteri nume1foi od alfabetici. Lasciamo pure questa telegrafia balzata nel ri1ondo della luna e ricordiamo che nel 1792 ella rinacque in Europa. I fratelli Chappe in quell'anno inventarono il telegrafo aereo conosciuto dal loro nome, e nel ,t 794 una grande linea aerea , destinata al pubblico servizio, di:, 'Parigi _a Lilla, è noto che fu inaugurata con l'annunzio d'una vittoria , a cui l'Assemblea Costituente rispose: . L' armée du, Nord a bi'en mérffé de la patrie. A quel tempo il .Comitato di salute publica aveva istituito una Com!11issioue di uomini illustri; fra i quali vanno ricordati i nomi di !Ionge , Berthollet, Foureroy Guyton-~1orveau, deputata a raccogliere, a pro-

NELLA GUERnA

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fitto della guerra, le scoperte e i progressi della scienza. ,caldamente fu patrocinato l'uso della telegrafia nella guerra, ed anche dell'areonauticn per la quale faceva le prime esperienze il capitano del Genio Coutelle. Le altre nazioni seguirono l'impulso, e la telegrafia aerea generalmente andava diffondendosi. Con felici niodificazio,n i principalmente fu introdotta nel. se1:vizio delle coste nell'Italia meridionale; e pèr gli usi militari ne furono proposte diverse forme, fra gl'inglesi, dal maggior generale l\lonney, e dal luogotenente colonnell0 degli ingegneri reali Mac-Donald. In Francia dal colonnello del Genio Reveroni; ed in quel volger di tempo proponevasi pure di creare un corpo di telegrafisti , a piedi ed a cavallo, pel servizio telegrafico nella ,guerra. Nelle linee di Torres-Vedras, nel 1809 , sappiamo clre con grande utile fu istituita ,una corrispondenza telegrafica mercè segnali co me quelli in uso presso la marina. A Glogau, nel 18'13 , con buon _risultato furono adoperati per segnali taluni razzi; e potrebbero citarsi molti altri esempi circa l'uso di telegrafi aerei d'ogni maniera; ma ·già sul principio del secolo, dietro le nozioni çhe si avevano della rapidissima trasmissione dell'elettricità, nacquero le prime idee di adoprarla pel telegrafo . · Pare che una lettera scritta nel 17o3 firmata dalle iniziali P. M. ·sia il più antico documento intorno alla scoperta dei telegrafi elettrici. In questa lettera, che -si attribuisct, ad uno scozzese Carlo Marshall , si trovarono non purè esposti i principii astratii della telegrafia elettrica , ma bcnanche la completa descrizione di un progetto per attuarla. 1\Ia i tentativi fatti fino al cadere dello scorso secolo, fondati sulle proprietà dell'elettricità statica, non potevano condurre ad un risultato certo. Però una


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NELLA GUERRA

LA TELEGRHIA

luce vivissima fu gettata su tali ricerche dnl gen io de} nostro Volta. Egli inventava la pila e duva i! fondamento della elettro-dinamica, per, cui le ricerche di. ·vennero possibili con lo stup endo trovato del Volta, per cui si ha ti:ile un generatore di elettricili'i continuo e moder~bile, dal qiJale,. come esprime il l\'I;tteuc'Ci, rn;ò sca turirne tanta quanta non ne comporterebbero tutte le ma·c chine elellriche del mondo ed anche le nubi temporalesche nella sublime loro imponenza. Scoperta la pil a tinn nuova serie cli ricerche· ebbero lu ogo' dapprima giovandosi delle 'reazjoni chimiche dell a cor1;ente; ma in seg uito sopravvennero le nuove scopert·e del!' elettrò-m ogne ti smo e qu este inài oarono la via sicura per tradurre la telegrafia nel , dominio pral.ico. Am père che prima studiò e d~tte la Jen·o·e fonda~1~ntale delle a~ioni della corrente ·su gli o~~i mugnèt1c1, n~l 118211, ideava un telegrafo pel qu ale adoperò · 24 agh1 magnetici, corrispondenti ognuno ad una lettera dell'alfabeto . Così in due stazioni gli a{l'hi corrispondenti alle medesime lettere essendo co~1presi in un medesjm o circuito di filo metallico, potevasi · con l'_inu~i.ssion e della corrente, in uno qualunqu'e dei c1rcmt1, far deviare l'ago indicante la lettera da segnalare. Erano però numerosi i fili che dovevano correre fra le due stazioni; ma in seguito considerando come lasciandone uno per ogni.lettera potevasi chiud~re' il cir?uito mercè un filo comune, fu possibile di du~ezzare la quantità di fi lo. Non si tardò 1:ioi ricçmoscere che si potevano produrre i se<>'nali facendo muovere gli aghi 'o ra in un verso ora ~iell'allro ,;à- ri_ando la direzion~ della . corrente, e ciò 'bastò per dimezzare ancora 11 numero ·dei ilhs. In seguito la telegrafia ·entrava in una fase d'espe-

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401 '

rimento , e le ricerche dei fisici sempre più erano dirette a farla progredire. Nel 11837 Wheatstone e Steinheil vi recarono il tributo di seo·nalate scoperte. Il primo costruiva allora u n suo tel~o-rafo a cinque aghi, ed ebbe la prima idea. o d'un relais; apparato che formò poi una delle parti più importanti del sistema l\forse. Poi associandosi co! Cook.e semplificava il suo telegrafo riducendo a due 1 einque aghi; e con questa modifica zione ebbe gran voga in Inghil_terra. · . Frauanto lo , Steinheil, in Germania, faceva le prime prove d'un telegrafo, opèrante con un solo circ~i t~, e tale da avere i · dispacci imprnssi so pro una smscrn di carta. Fu nel col'SO di q·ueste esperienze che lo Steinheil pervenne ad 11n aHro importantissimo· riirnltat.o, quello cioè che a chiudere il circuit~) n1ln co~·rente bastava porre i capi. estremi del. filo m comunicazion e con la terra; scoperta avvalorata poi dal fatto non meno notevole constatato dal Wheatstone , cioè: che ~omu oque lontani i due capi del filo comunicanti éon la terrn, la resistenza che questa oppone alla c01:rente ·è minima, ed in ogni ca so trascurabile. Questa nuova scoperta con quella della pila e del1' elettro -mugnetismo costituiscon o ben a ragione tre fatti fÒndamentali a cui dehbe attribuirsi il p rodigioso progresso della telegrafia . In rn ille rnocli ne venn~ro v~riati gli appa·rati e di molto ingegnosi ne furono 1deat1. Sarebbe lunrro di volerli qui rico rdare, però non dobb iamo tacer: che gli stud iosi delle cose militari non potevano ritnanere estrq.nei n co nsiglia.re l'uso della. telegrufia , e fln dal 1834 il rnnggiore F~Jl ot la prec~nizzava; e nel 4&49 il capitano Navez ideava un sisterna tele.grn(ìeo elettrico per servizio speciale del campo cl i Braeschaet . .Pare per altro che si debba alla Svizzeea di aver prima attuato un materiale da tele1


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LA TELEGRAFIA

NELLA. GUERRA

g!·afia pel se~v1z10 dell'esercito in campagna, e Io sperJ(nentava ne1 campi d'istruzione nel 1834. Però le altre ?azioni non rimasero indietro ed_oramai snppiamo che m tutte le guerre importanti dei nostri o·iorni . il telegrafo sempre più è stato utilmente adop:rato.' Gli alleati in Cl'imea fecero ·stabilire delle linee dall'amm_inistrazione civile; mentre il maggiore Stockes orgamzzava pei Turchi un materiale telegrafico mobile. Durante la guerra delle Indie gl'Ingle.si adoperarono a?~he un mat~rial_e portatile che rese importanti serv1g1 , sotto la d1rez1one del maggiore StewarL _N~!Ia c~mpag~~ d'Italia: del 1859, per opera dell'am~nnstraz1one CIVlle, le varie linee telegrafiche venivano distese _rer ·tener~ collegati i corpi ai loro quartieri generali. Queste Jrnee erano stabilite in modo affatto precarfo, adoperando soventé i:m materiale improvvisato e la mano d'opera d'u9mini requisiti. · Nello Schleswig , i Prnssiani, gli Austriaci e i Danesi ~vev~n? giù . t~na telegrafia militare organizzata. Questi ult1m1 stabilirono delle linee per collegare i loro accantonamenti ; ma forse non erano pen costrutte, e non resero un servizio soddisfacente. I Prussiani nelle loro linee adopera rono allora dei fil i, parte sostenuti da antenne, parte distèsi ·sul suolo, cioè un materiale da mettere in ·uso con la maggiore rapidità. Ne_lla _guerra d'America la telegr,afia ebbe quelle proporz10m grandiose che comportava l'immen so teatro d~lle operazioni, ed era attuata con cruella larghezza d1 veduta che forma il gen:o di quella nazione. , In I_tnlìa , nel ,J860-6·1, fu fatta una prova importante d ~n s1ste?1a_telegrafico istituito a somiglianza di quello dei Pruss1am. · È noto che in quella campagna due corpi, partiti un o ~alla To~cana e l'altro dalle Romagne, separati dal1Appennmo, procedettero sempre tenendosi in comu-

nicazione ed operarono il loro congiungi men Lo ad Osimo per dirigersi sopra Ancona. Poscia intorno a questa città furono distese varie linee le quali misero il qu artier generale in relazione con Torino e col navil io. È anche risaputo come dai Prussiani, dagli Austriaci e da noi in Italia siasi fatto largo uso del telegrafo durante la guerra del 1866. Ma in Abissinia pr!ncipalmen te gli Ingl esi lo adoperarono con singolare utile, e vincendo delle gravi diffico ltà. La linea principale andavasi svil uppando seguendo il cammino dell'esercito cli spedizione, uttraverso le accidentulitit di un terreno selvaggio dal l\iar Rosso sino al cen lro del reame cli· Teodoro. La sommaria esposizione fatta fin qtJi sa rà suflìciente a dimostrare il successivo progredimento della telegrafia elettrica. Importa però cli classificare i diversi apparati ideati fin ora, secondo l'uso loro speciale e ~econdo i principii teorici che regolarono la loro costruzione.

XVII.

L'ufficio della telegrafia elettrica essendo quello di produrre in un posto lontano dei segni per esprimere le lettere clcll' alfabeto possono:, questi segni, essere sensibili solamente alla vista senza lasciare di loro veruna traccia, oppure possono essere sensibili allo udito e sono di questa seconda specie i telegrafi detti acustici, l'uso dei quali, pernltro, ebbe poch issima voga. Talora i segni lasciano traccia di essi rimanendo


LA. TELKGl\AFlA

delle impressioni sopra una carta; e così avviene nelle macchine di uso più generale che :finora vennero adoperate. In questa classe di telegrafi sono da distinguere du e tipi. sµecia li l'uno <letto telegrafo ci stampa già introdolto negli uffi ci civil i, mcrcè il quale i dispacci si otteng·ono come se uscissero dalla mano del tipografo co' caratteri ordinari della stampa; e l'altro è il telegrafo autografico, di cui il tipo più conosciuto è quello del Caselli, e col qu ale si. può in un posto lontano ottenere la riproduzione fedele di uno scritto qualunque ed anche di un disegno . Ove in luogo di classificare i vari telegrafi dalla specie dei segnali che producono si considerino dal punto di vista del principio che regola la loro congegnazione sono da distinguere : 4° I telegrafi nei quali è posta a pl'ofi tto l'azione deviatrice della . co rrnnte s ugli aghi magne tici; 2° Quelli in cui sono messe in giuoco le reazioni elettro-magnetiche; per produrre i segnali in appositi appa ra ti che possono essere variamente congegnati, e questa classe estesissima costituisce i telegrafi detli, d'ordinario, elettro-magnetici; 3° Quelli in cui sono utili zzate le reazioni chimiche prodotte dalla corrente; e diconsi perciò elettrochimi'ci;

1-0 Da ultim o v'hanno tel egl'afi i quali in luogo di operare con la corrente della pila sono invece animati àa correnti d' induzione rnagneto-elettriche ; e que$ti ul timi comp rendono generalmente la classe dei tele-

grafi magneto-elettri'.ci. Della prima spec ie è il telegrafo ad aghi che fu o-iò. molto a~operato in Inghilterra. Nelle nozioni gene,~ali della fisi ca premesse a questo studio trattammo della teoria Amperian a e riconoscem mo l'azione deviatrice della corrente sugli aghi magnetici renduti mobili col

• NELLA GUEllRA

disporl i a bilico. È noto che secondo la. direzione della corrente può un ago deYiare in un senso o nell'altro e che l' effetlo può rendersi vieppiù sensibile circondando l'ago di un moltiplicatore o telari no su cui il filo foccia vari giri . Con questa disposizione e con un congegn o, cdl qu ale la co rrente possa essere . i ulrodo tta nel circuito ora in un verso ora nell'altro, sarà possibil e di combinure le deYiaz ion i successive jn a,nbo i versi, in guisu da corrispondere ad un alfabeto convenzionale. Conten ti di aver solo accennato il ·princi pio s11 cui riposa il telegrafo ad aghi ometteremo di descriverne i particoluri, tanto più che esso per gli usi della o-uerra non sarebbe adottabile per molte ra o·ioni, fra Je° quali sono principnlmente da co?siden.1~e : la soverchia del icatezza dell'istrumento; l'rn convenien te che i suoi segnal i sono visibil i, ma fugaci ; non rimanendo irn pl'essa veruna tracciu del di spaccio. Per intendere il principio su cui sono congegnati i telegrafi elettro-magnetici basta ricordare che nel discorrere delle ele ttro-calam ite notammo , che per mezzo loro, erasi in grado di creare ed annullare, a di stanza ed istantaneamente, un a fo rza relativarnente considerevole e cii> con le immissioni cd interruzioni della corrente in un circuito di cui faccia parte l'elice magnetizzante. Ora s'im magini che din ~n zi_ ai poli di un'clettro-calamita A (fig. 1, tav. 1 •J s1a slluata una leva C F, mobile intorno al perno O, la quale porti in F un braccio a molla F P, che in P ha una ri piegatu ra con cui impiglia nei denti della ruota R la quale, dall'allro lato, !Ja un freno a molla M. Facendo passare la corren te la leva è aLtratta e la p unta P, scivolando sulla pari e convessa del denlç, passedt nell'intervallo s~~cessivo . Intenompendo Ja; corrente la molla H nt1randosi produce una forza antagoni'sta e rirnetterà la leva nella prima posizione, ed il braccio P, ritiran-


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LA TELEGRAFLl ·

dosi contemporaneamente, trae seco la r uota che in tal modo avrà giralo per l'in tervallo di un dente. I due appoggi m ed n .hanno l'ufiìcio ai limitare il corso della leva. Il prirrw impedisce che essa segua soverchiamente il 11ichiarno della rnolln H ; nel che si discosterebbe troppo dall'elettro-calamita; il secondo impedisce che; la leva attratta dall'elettro-calami la, giunga fino a toccarla; nel qual caso si desterebbero effeui di magnetismo rimanente nocivi al mov'imento. Ora se immaginiamo che la n\ota nbbia Lanti denti quante sono le lettere dell'alfabeto, e che ad essa sia fisso un indice che per('Orra un quadrante in giro al quale sieno segnate le diverse lettere delì'alfabeto si potrà , facendo scorrere 4., 2, 3 denti, segnare la 10., la 2n, la 3" lettera eGc. S'intende orn che con tale disposizione avendosi due apparati simili nelle due stazioni, compresi nel medesimo circuito, e gl'indici dei quali partano da una posizione di repero comune, avv~rrà che in entrambe le s~azioni, per effetto delle immissioni ed interru,'.,ioni della corrente operate nell' una o nell' altra , gl' indici si movenanno in modo affatto identico. È chiaro al'tresì che l'indice, nel suo giro, percorrendo successivamente tutte le lettere si avrà modo di segnalarne una qualunque, facendo sì che scorra rapidamente su tutte le lette reche incontra dalla posizione di repero fino alla leLtera da indicare; sulla quale si feqnerà per ur. breve tempo .. È questo il principio su cui è costrutto il telegrafo a quaclrante che fu pl'incipalmente adottato in Francia, massime pel servizio delle . strade ferrate. Esso come venne attuato dal Breguet costituisce uno dei migliori tipi di telegrafi . elettro- magnetici, principalmente per la grande facilità di aclopei'arlo. Immaginiùmo ora che la leva (fig. 12) porti all'estremo P una punta, una penna, od una matita, in-

NELLA GUERRA

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nanzi alla quale sia situata una rotella R su cui scorra uniformemente una striscia di carta S. È chiaro che non si tosto da una stazione corrispondente, comunque lontana, s'immetta la corrente, la leva sarà attratta, e la punta urterà _sulla carta producendo una impressione fino a ehe, coll'interrompere della corrente, la leva riprende lo. sua primìera posizione. Si può adunque con una serie d'immi ssioni e d'interrnzioni, operate in una delle sto.zioni, produrre nell'altra una sequela di segni più o meno allmigati, più o meno ravvieinati , corrispond enti ad un alfabeto convenzionak È questo il principio su cui è costrutto il telegrafo elettro-mugnetico , tanto divulgato, del Morse. Questo apparato è quello che dovremo in seguito particolarmente descriv.ere, essendo il tipo generalmente in uso nella telegrafia militare. Nella disposìzione descritta nella figura 2a possiamo anche supporre che la carta si sviluppi, senza toccrre la rotello., nell'intervallo tra questa ed una ripiegatura p ali' estremo della leva; di guisa che mentre d_ura l'attrazione, la carta, per mezzo del braccio P, sia obbligata ad urtare la rotella. Allora se questa si concepisca animata da un movimento di rotazione e, con quakb e opp.ortuna disposizione, siasi pro,~u rato _di far sì che la periferia della rotella sia bagnata d'inchiostro,_ . è evidente che, secondo la durata del conta~to, si avranno delle tracce più o meno allun·gate nel mod9 stesso come si avevano le impressiom nel caso precedente. 1~: questo ~l principio della modificazione fatta dai fratelli Digney alla macchina Morse. Per poco che si con sideri quale e quanto profitto la ·meccanica trae dai più semplici motori per trasformarli nei modi più svar iati, si concepirà come lo elettrocalamite col loro requisito di generare una forza a


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L.\ TELEGUAFIA

NELLA GUEl\lU

distanza, che si può a volonL~t fare cessare e riprodurre, abbiano potuto servire utilm ente a form are gli organi principali di uno snll'iato num ero di macchine telegrafiche, le quali hanno tutte comune il carotlere che la corrente jn esse compie un particol are ]i)voro din amico; ma poicbè abbiamo già accennato dei telegrafi nei qual i inYece si meLtono a profitto le reazioni cliimiclie ad essa dovute, sarà anche bene d'indicare il principio fondamentale di quest'altra. specie di telegra fi . Suppongasi che sopra un a lastra metallica, messa in relozion e col 1·eoforo negativo d'una pila, si stenda un fog lìo di caru.1 imbevuto d'una soluzione di cianoferrul'O cli potassio, e che uno stileuo di ferro, in comunicazione col polo positivo della pila, venga a toccare in un punto la carta. La corrente passando per la pu nta dello stiletto provoca ivi una decornposizione chimica nella quale il cianogeno si comb in a col ferro di guisa che si fo,·ma un doppio cianuro di ferro , <letto comunemente azzul'ro di Prussia, e la carta rimarrà segnata di un punto turchirro. Ora se facciasi scorrere la çarla vi si vedrà srgnala una lin ea turchina fino a che dura la corrente. Basta questo solo per intendere che secondo la durata e le interruzioni della CO C'rente prodotte da una stvzione lontana potranno aversi sulla carta delle tracce più o meno allungate e combinate in modo da corrispondere ad un alfabeto convenzionale. Su tale principio si fondano i telegrafi elettro-chimici dei quali devesi ali' inglese Bain la prima utile applicazione ; cd ali' i taliano Caselli ne dobbiamo la mirabile applicaz ione al suo pantelegra(o, nel quale, com e avvertim mo, si ottengon o dei segni non già di un alfabeto convenzionale, ma la riproduzione dei ca-

ratteri di una qualunque scrittura od anche la copia fedele dei più svariati disegni. Le correnti di origine magneto-elettrica, poichè tranne il carattere della loro istantaneità banno del resto le stesse proprietà delle correnti voltian e, possono applicarsi n vari tipi di macchine telegré1fìche. In queste con lo stesso movimento necessario a produrre la corrente si possono aneh e effettuurc i segnali. L'importante requisito di coteste macchine di risparmiare l'uso della pila avrebbe dovuto essere di mollo peso per farle accettare nella telegrafia militare. Nondimeno, e troppo facilmente cred iamo, sono state trascurate, sebben e in Inghilterra per gli usi militari sarebbe già adoperato un telegrnfo magnetoelettrico del Wheatslone, di cui videsi il tipo all'esposizione del rn67 e consisterebbe in un quadrunte in giro al quale sono deUe lettere scritte sopra dei tasti che basta premere per fal'e le segoafozioni.

XVIII.

Dalle brevi nozioni sommariamente esposte intendesi che ogni sistema telcgl'afico per corrispondere tra due stazioui. deve essenzialmente a\'ere : Un filo conduttore che riunisca le due stazioni; disposto in modo da essere il piò possibile isoluto in tutta la sua lunghezza. ·1n ciascuna stazione poi deve csservj: Un generatol'e, ed un ma.mpolatore ~ol quale si possa a volontà immettere ed interrompel'c la corrente nel circuito della linea.


HO

LA TELEGRAFIA

NEl,L\ GUERRA.

Un apparato detto ricevitore nel quale si producono i segni. Ciò premesso la disposizione !generale delle parti principali di un telegrafo apparisce dalla figura 3a. In A ed A' si suppongono situate le due stazioni. L rappi·esenta il filo di hnea che le congiunge. R, R' sono i due ricevitori; P, P' ]e pile o generatori; T, T' delle lastre metalliche immerse in un pozzetto per istabilire un buon contatto con la terra ; e ci.:iscuna lastra è in comunicazione con uno ,dei poli della pila e col ricevitore. Da ultimo m, m,' sono i manipolatorì, nella loro form.:i più semplice, e consistono ciascuno . in· una leva metallica mobile nel suo mezzo, ove si viene ad innestare ·il fi lo della linea; mentre le due estremità della leva possono a vicenda mettersi in contatto una coi reofori p, p' provenienti dalla pila, l'altra coi reofori r, r' provenienti dai ricevitori. Si supponga ora che le due leve siano contrappesate in modo che, nello st.:ito di riposo, si appoggino da se stesse s ui contatti r, r'. È chiaro che, con questa disposizione, se in una delle stazioni p . e. la A si abbassi le leva sul contatto p, come è indicato nella fig ura, la corrente della pila P passerà nella linea, ed entrando nel ricevitore dell'altra s tazione lo porrà in azione, ed indi si scaricherà nella terra per la lastra T'. Lasciando, ricadere la leva nella prima posizione la corrente rimane interrotta. Perciò col reiterare le oscillazioni della leva fra i contatti p ed r si avrà una · successione d' immissioni e d' interruzioni della corrente la durata delle quali satà più o men~ breve second_o i diversi segnali da pl'odurre . Quel che è detto per la stazione A vale identicamente per la stazione crediamo sufficiente questo cenno per dare una idea della disposizione generale delle parti costituenti un telegrafo.

A';

XIX.

La energia della corrente elettrica decrescendo a misura che au·menta la lunghezza del circuito, e parte , di essa, essendo derivata per l'imperfetto isol amento dei fili delJe linee , avviene che alla estremità di un lungo circuito può giungere talmente.indebolita da non essere sufficiente a far operare il ricevitore.· fl' altra parte vi ha delle macchi ne che per la resistenza degli organi necessari alla produzione dei segni richiedono una corrente di energia relativamente considerevole, e sebbene, con certe opportune congegnazioni ad orologeria, si possa renderle più sensibili, pure non sempre si può raggiungere inter.amente lo scopo. Ora le alternati ve della corrente per far operare il ricevitore, se in luogo di effettuarsi direttamente in quest'ultimo, siano invece attuate in un circuito formato nella stazione con una pila locale, s'intenderà di leggieri che questo n uovo circuito si sostituirà a quello della linea purchè sia-vi un apparato che vi riprod uca le alternative di apertura e chiusura che subisce la corrente nel circuito deJia linea. È poi chiaro che questo nuovo apparato, il quale dovrà funzionare per effetto del circuito principale, si troverà in condizione di poter ubbidire a correnti meno forti di quelle necessarie pel ricevitore, e quest'ultimo, a sua volta, sarà in condizione di operare, nel circuito locale, con una corrente più regolata e eostante ; immune clalle accidentalità a cui va soggetta quella della linea. L'apparato con cui si ottiene quest'effetto è gener almente conosciuto col nome di relais


LA TELEGRAFIA

ed in sostanza narticolare inter, ' non è altro che un ,. ruttore mosso dalla corrente della linea. Sebbene nella telegrafin .militare non accada di adoperare il ,retai·s, perchè si hanno sempre lince non molto iunghe , e si adoperino macchine abbastanza sensibili, nondimeno ci sembra opportuno di for conoscere un po' meglio .ed in modo generale l' ufficio del relai"s .. . Perciò . rappresenti R (fig . . 4) il riqevitore nel tipo s_emplic.e con cui _l'abbiamo già precedepte.m~nte descritto, ed R.' _11 rela~s . anch 'esso nel suo _più'se~pliçe tipo . P e una pila da cui è fornita h corre11.te locale . . Dap"do . Lm' océbiata alla disposizione . dell_a firrura 's i vede. che quando la corrénte pro~eniente dalla_liÌ1ea'L magnetizza la eléttro- calamita R' la leva C' K àndrà ad urta.rè: l'ap'poggio m., mentre il càpo C; i·imarrà ttittavia un po' aisc.osto dall'elettro-calamita. Con ciò il circuito locale tra . la pila P ed il ricevitore R · sarà chiuso, (>. la corrente passJ. in quest'ul.timo. ' Quando la Je~a torna al]a posiz"ione di riposo, in seguilo alia interÌ'uzione della corrente della linea, anèhe iÌ Gircuito locale sarà intei'i'.'otto. Da ciò appQrisce chiaramente il gioco del relai·.~ cio.è_: r1produ~.e sul éìrcuito locale le alternati ve d' ap.e rt.~ra e cqiusura che ba.nno luogo nel circuito della linea; per modo che· il ricevitore funzionerà come se fosse animato direttaménte dalla co.rrente di linea. ' . · In c~uanto ·alla pila rappresentata in P; è ;uperfl_uo avver.tire che il suo ufficio è di fornire la' correntè"di linea. diretta all'altra' stazione. ' .... , .. Dopo ci.ò che si ·è aécennàto · sul'rezai·s s'intendé ·di }~ggi~r( che esso. I)Ol~ a,'.eDdO ,{ çompieri' l;ùffiéio' rnécCa~Ì_CO Che /pe_tta · aJ rie.evito re per Ja pÌ·Qd0~io,ne dei segni, _pu~ op.e rare con _u"r1a". corr.erite meno energica. Ma ·per quanto sens.ibile sia un relais òppure un ri-

H3 cev itore c:he funzion i senza ·1·elais è però certo clie la distanza a cui si possa far giungere una corrente effi_cace non può eccedere un certo termine. L' espe. nenza climostrn né! fatto che ul di 111 di una certa. distanza non convenga la trasmissione diretta. Pertanto con alcun i relais interposti nella lin ea , e che prendono allora il nome cli traslatori, si può giun~?~re a :omunicare con un posto telegrafico per quanto s1. voglia lontano. · . . . Per intendere J'uffìcio .dei trnslatori suppongasi (fig .5) di essere nel mezzo cli una linea fra due stazioni da cni pervengono i. fil i X Y, X'Y'. In R, R' vediamo due rel~·is e P è una pila locale. Ciò posto la corrente provenien Le da X Y, quando le due leve mobili intorno ai p~1ìti O ed O' si trovano nella posizione di riposo, giungerà nel relais R' cli cui la leva sDr1t Dltraua, e conseguentemente Yerrù a chiudersi il circnito tra la li'.iea X,. e la pila. Pertanto nella linea X' Y' in luogo d1 andarvi la éorrente proveniente da X Y vi 'sarù passata quella della pila locule , rip roducendo le stesse alternative della corrente pe 1· riprodurre i seo·ni diretti nll'altra stazione: La stessa vicenda evident~merile si ~eri fica per la corrente pl'Ov~niente da X' Y'. Ora i du e relais combinati nel modo descritto costituiscono nppunto l'apparato detto traslatore, e la trasmissione eseguita con ques to intermediario dicesi NELLA GUERUA

1:

i·n traslazione .

·

Da c: iò che si è detto consegue che il relais . pub -essere adopcroto o presso i\. ricevitore per forn ire la corrente loGale, ed allora può chiamarsi relais di rnac.china, oppure può essere udoperato per la traslazione ed albra costituisce un traslatore o relais di linea. Premessa questa distinzione, se pongasi mente che tra un relais ed u~ ricevitore non v'è altra differenza ali' infuori che quest' ulLimo ha un ufficio mcceanico .ANNO XV, VOL. Il.

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114

LA TELEGRAFIA

da compiere per Ja produzione dei Sfigni, di cui l'alt1:o è scevro, s'intenderà che per tutto il resto un ricevitore possa essere adoperato come relcàs. Però questa disposizione che non converrebbe quando si volesse adoperarlo come relais di rp acchina; perchè allora la stessa forza di corrente necessaria pel relais sarebbe suffìcien te ad operare diretta men te sul ri.cevitore, trova uti le applicazione quando un ricevitore si adoperi come relais cli linea o tmslatore, perocchè essendo situato in un punto intermedio fra due stazioni trova ivi la corrente meno affievolita. Possono adunque i ricevitori, in mezzo ad una lin ea, servire dà traslatori, con un vantaggio di più ed è : che allora nella stnzione intermedia possono aversi i segnali dall'una o l'altra delle stazioni estreme, e quindi con l'aggiunta d'un manipolatore, si può comunicare con entrambe. ·Questo caso è rappresentato nella figura 6. I fili provenienti dalle due stazioni sono X, Y; i due ·rice- · vitorì sono rappresentati da R, R.'; i manipolatori da M, In': In G, F; G', F' le linee possono a volontà mettersi in comunicazione o coi manipolatori, o coi ricevitori. Queste comunicazioni si stabiliscono mercè alcuni strumenti detti commutatori · de' quali si dirà in seguito; ma per ora basta ammettere che si stabiliscano in un modo qualunque. Quando dalla stazione intermedia non devesi scrivere alle estreme i fili di linea X, Y si mettono in contatto coi reofori G, G' ed allora s·eguendo 'i cfrcuiti indicati·daJJa figura, non sarà difficile accorgersi che la traslazione sulla lin ea X avrà luogo pel ricevitore R', e sulla linea Y mercè l'altro R. Infatti la corrente che giunge da Y passa in O e per la leva giunge all'appoggio in cui questa trovasi in contatto, indi arriva al manipolatore M' da cui passa

NELLA GUERllA

H5-

al ricevi Lore ll' ed esce alla terra . Intanto la elettrocalamita in R' attrae la leva O' la quale urtando all'appoggio, a cui giunge il reoforo della pila locale, eh iude il circuito fra q nesta e la Iinea X. Lo stesso dicasi nel caso che la corrente venga da X. Se poi debbasi comunicare con l'una o l'altra delle stazioni estreme, per quella del filo Y si stabilisce il contatto F', e si opera col manipolatore M'; per quella della linea X , si stabilisce il- contatto F e si opera col manipolatore l\'I. La tr:aslazione può anche combinar?i coi ricevitori rnun iti di relais ed in tal caso si avrebbe aq.che il vantaggi~ di porre a profitto la maggf ore sensibilità dei relcds animando i ricevitori con le correnti locali; ma non c'intralterremo a considerare quest' ulti·ma dìsposiiione e basterà l' idea somm aria che abbiamo dato della disposizion,e dei relais e dei trasla tori per ampliare alquanto le nozioni generali, la conoscenza delle quali agevola il . modo di venire al concretò.

CESARE GoARASCI '

Maggiore de l Genio . (Continua).


CRON,AC.\ POLl'l'ICO-l'illLlTARE

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sembra che non sia meno favorevole; e r ecentemente ancora eo-li vi ollenne un nuovo trionfo in occasione degli att,Jcchi di u~ rappresentante (Keratry) contro la guardia na~ionale bile e contro la guardia imperiale. Quanto alla prima egh r\conobhe l'imperfezione della leggo attuale, per ciò che r igu~rda il sistema d'istruzione, giacchè la Camera, allontanandosi dal progetto primitivo di radunare ogni a~no p~r 15 giorni. consecutivi la o-nardia mobile ai centri d'1struz1one, aveva voluto che questi 15 gior ni dovessP,rO formare oggetto di tante chiamato volla per volta, e senza ::he a nessuno si facess ero percorrere più di 12 chilometri cli distanza. Il primo si~tema soltanto o-uarcnLiva una reale istruzion e, ma importava una spesa assai furte. Il ministro attuale si vide perciò costretto a rinunziare ·ali' istruzione, ma in compenso realizzò un'economia, chiedendo solo una tenue somma (3 milioni e mezzo) per pagare alcune spese di vesti~ri~ ~ _d'istru~i_o_ne (dove qu?sta è possibili!) e. per mante~ere 1 c~mttt ac~u1s1h. ~un~Lo ~gh ufG~ ziali del la guardia mobile, essi .sono già nommatl pe1 3_cor~1 più vicini alla frontiera, o si slan~o pr~~ar~ndo ~er gli altn. I ruoli sono tenu ti a giorno, e gli ord1m d1 mov1m~nto so~o già preparati, in modo che il concentramento della gunrd1a mobi le si potrebbe fore con estrema rapidità, non senza avere impm·tito .a qu esti corpi una previa istruzi_on?, p~ich~ la legge consente di chiamarli sotto le armi veni! giorni pnma della rottura delle ostilità (1). Quanto alla guardia imperiale, di cui il Keratry voleva la soppressione, il ministro non cb~)e di!'fi?oltà a f_a r senli~·e cli éJuanta importanza fosse l'avere d1spomb1le una r1s:rva d1 u~mini provetti, destinati a fo r contrappeso alJ'eccessivo s_/.ancw delle o-iovnni truppe. Soprattutto significative e accolte Javorevolme~to dalla Camera furono le parole con cui il generule Le Boeuf interpellato dat.Keratry sulla politica del ,governo, ~is'pqsc : « Jo sono il meno autorizzato a pal'larne. Io ho la mia politica ,particolare, ed è qut;)sta : se vi debba essere pa_ce _o guerra, io non mo ue immischio: ma se la gu·e rra scoppia 10

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CRONACA POLITICO-MILITARE

1~ aprile IS'70.

Lo voci che abbiamo riferito nelle cronache antecedenti di una probabile riduzione del contingente annuo dcli' esercito franceso, son osi avverate: tale riduzione da 100 a 901m. uomjni è stata annunciata io modo definitivo dal generale Le Boeuf al Corp_o legislativo . Si volle fa r credere che questo provvedimento fosse stato stra ppato al ministro della g~1crra dalle esi genze de'suoi colleghi al ministero, e che l'imperatore gliene avesse mostrato il suo malcontento, cosicchè ri1 ornò in campo la diceria che al generale TrocJrn dovesse essere affidato il portafoglio della guerra. Giudicando però da qunnto apparisce alla luce del giorno, il generale -Le Boenf dovrebbe essere tutt'altro che in cattivi termini coll'imperatore poichè subito dopo la presentazione del progetto di legge pel contingente, si vede onorato del bastono di maresciallo, sebbene generalmente si credesse che quest' onore sarebbe stato conferito al generale l\Jontaubnn. li generale Le Boeur non aveva ancora comandalo nessuna spedizio11é e nessun corpo d'ar mata; l'aver egli comandato l'artiglieria nella campagna del 1859 gli conferiva bens) il diritto di aspirare a quella dign ità, ma l'ess·ere meno anziano del conte di Palikao e l'essere il numero dei marescialli al completo dà un gran vnlore alla sua' nomina alluale, e mostra che l'impera tore pregia assai i suoi morili, come ministro della guerra. La sua posizione in faccia alla Cainera

(!) È questo un paragrafo della Legge sulla guardi~ nazionale mobile d(i! quale non si sa· tiene comprendere la poi-tata, giaccbè difficilmente 1m Govern~ può sapere il giorno preciso in cui si dovranno rompere le ostilità. Ne rimane '.n definitiva un margine latitudinario pcl' chiamare ·sotto le armi la Guardia .uaz1onalc mobile abbastanza in tempo per da1·lo quell'istruziouc ,sommal"ia che la metta m .. gi,ado" di potere adempiel'e i suoi doveri. ·


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CRONACA

PO LITICO -:\JILI'!l.\RE

devo trovarmi pronto. Taio è il mio mesliore. Como soldato si prende gusto alla g uerra; è una questiono d'arte. Quanlo alla polilica del gabinetto, io la credo quanto ma i pacifica. }la se per polilica difensiva, l'onorevole Keratry volle intender e una strategia difensiva, io non sono del suo avviso. E che! se noi ,n·essimo una guerra, doHemmo star cene colle armi al braccio aspettando che il nemico invadesse il nostro suolo? Noi non dovremmo marciargli contro e preven irlo? No, signori, e poichò ò necessario che il ministro della guerra si tenga sempre in pronto per lanciaro alla frontiera l'esercito e per portar e sul teni torio nemico l'invasione che si vorrebbe portare sul nostro, ò necessaria una riserva ». E che la politica del gnbinetto francese sia veramente come lo asserì il generale J.o .Boeuf - oltr emodo pacifica, almeno per ora, non si ha invero nessuna ragione di metterlo in dubbio. L'attem:ione pubblica in Francia prosegue ad essere attra tta specialmente sulle questioni della costituzione interna. L'edificio politico del 1852 ha ricovulo ora l'ultimo crollo col toglier e al Senato lo sue attribuzioni costiluzionali, e colla presen tazione di una nuova carta cho hen poco si differenzia da quella del 1830. Anche in questa circostanza l'inizia li va è venuta dall'imperatore, il quale ha dimostrato una volta di più la verità di ciò cho egli dicova di so stesso, che egli non è di quelli i quali non comprendono il loro tempo . La l!'rancia intiera è chiamata nei prossimi giorni a dare la sua sanzione con un plebiscito alla nuova costituzione.

vato se non con notevoli ridu1.ioni specialmente per la fabbricazione dei nuovi fucili, sistPma WerJer, e per assegni supplementari agli ufficiali. Violente censure si sollevarono contro ii sblema militare prussiano in generale, contro la lunga forma, e coolro l'i,liluzione dei volontari per un solo anno, istiluziono in cui si volle vedere un priril.cgio concesso fllla fortuna. É veramen te singolare vedere questi argomenti in hocca al partilo cho noi diremmo co nserva tore od anche retrivo, mentre per al tra parlo il partilo arnnzuto, quello cho ba gli otchi alla g1·ande GP.nnania, preso la difesa del sistema militare prussiano ' facendone spiccare i vantaggi e scolpandolo dall'accusa di im,pedire il progresso dell'agricoltura e doll'induslria. Questo partito rimaso però io gra.nde minoranza .

Però anche in mezzo a tali preoccupazioni si segue in Francio. con molto inter esso il mo,·imento cho si manifesia attualmente oltre Reno, ove la questiono politica ha trovato la sua espressione nella questione militare. Ivi l'anti-prussianismo ha scritto sulla sua bandiera: 1~ùt1izioni nel bilancio dellct guerra. Già notammo altra volta come questa tendenza degli spiriti siasi mostrata così forte in Baviera da provocare la caduta del principe Hoh en lohe. Il conte Bruy cho gli è succeduto non è cerLo ciò cho potesse . desiderar di meglio il partito della maggioran~a; firma tano egli s_tesso del trattato militare cho lega la Baviera alla Confederazione del Nord, il suo nome ò una "'Uareotigia dcll'esecnziooe doi patti. Egli però sentl la nece~sità di procedere con grande prudenza e di adoperare modi concilia tivi. Con tutto ciò le discussioni alla Camera in occasione del bilancio militare furono animatissime : esso non fu appro-

Nel Wi.i.rtomberg la situazione dei partiti è affatto inversa ; anche qui il partilo che mole riduzioni nelle spese militari, o chu vede di mal occhio .i trattali co ll a Prussia, è risultalo in grande maggioranza; ma non è più il p~rtito retrivo: si~be?e il partito democratico che Yorrebbe b~ns1 la Gcrma~ia rmmta in una . sola famiglia, ma sottratta al1'1nlluenza prussiana. Una petizione Ormata da 140 mila s_oltoscriUor"i ~u pr~·:entata a.I Pa~lamento per im·ocare oconom1e nel b1lanc10 militare e una-r iduzione della ferma . 11 ministro Varnbiihler che, due anni or s_ono, aveva sollevato dinanzi nlla Prussia la quost~o_n? del_casus foederis, si Yodc ora coslrell~ a. dif~n_dr~? la v_al1d1ta ~e1 trattati militari a cui erano stati r1volt1 1 pm ficn attacchi. Conseg uenza questa ugilazi'on o fu una crisi del ~~ini~tero, e il ritiro del bilancio della guerra, per esser e poi nprosen tato con tutte \o possibili economie. Il ro mostrò per tal modo di essere animalo da di sposizi oni conci liative; egli ricevette in confcren1.a parlieo laro i principal i membri del_l' oppos_izione ~ dichiarò Joro che arrebbe fotto tulle le concess1om rag1onovoll; ma che se ciononostante la maggioran1.a plè'rsistesse a reclam are l'attuazione di un sistorna che condqcova direttamente a scio"licrc l'esercito permanente, egli preferirebbe abdicare anzichè assisloro alla rovina ciel proprio paAse. Se questo g ravi dichiarazioni avr anno per effo tlo. di moderare le smanio antim ilitari dolla t.,orghosia del Wi.irtembcrg è ciò che non si tarderà a vedere.

a/

11 Parlamento federale germanico ha compiuto la sua terza sessione e con ciò altresì la prima sua legislatura . Il bilancio


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CRONAC.l

mililnrc Yi fu votato sc nsa opposizione. ì\'c togliamo i dati priof'ipali che offrono un g rundo interesse. La spesa militare è basata sul costo del soldato che venne ~tabilito dall' 11rticolo 62 dello Statuto fed eralo in ragione di lire 813,75: la forza bila nciata è puro fi ssata dallo Sta tuto stesso all' articolo 60 in ragione del!' 1 por 0/0 <lolla popo lazione, la quale dietro il censimento del 1867 fu lrornta essere di 29,970,478 abitanti, per cui la cifra dei solda ti rimane stabilita in 299,704 uomini; lo che irnportr.rebbo una sposa di lire 252,875,250; questa però si r iduco effettivamente per questo anno a L. 250,712,832 W, allosochè por con1·cnzioni particolari passate fra gli Stati minori e la Prussia , i prim i non versano ancora l'i nliora somma don1ta, ma vanno accrescendo la d'anuo i n anno, fincht, sia portnta al limito fissato. Lo spese ordinarie ammontano a L. 246.461,877, 50; lo slraorclinnrio a 4,250,505. La tabella dei quadri annessa al bilancio ci porgo i dati seguenti: 115 r eggimenti di fa nter ia; 16 ballaglioni cnccinlori : 212 comandi .Ji distretto della lnndwohr. r, reggimenti lii cavalleria, 13 reggimenti, una brigala e 2 ballt'ric d'artiglieria di campagm1, 9 r eggimenti e 4 briga to d'artiglieria da piazza, 13 ballnglioni di pionieri. 13 battaglioni del treno. Tullo que.sto ci dà una forza totaie di 13,012 ufficiali, 299,704 uomini di bassa forza, 2,899 car iche tli1·crse e 73.3 12 ca ,,a lli. La nrn tnssa austriaca si vn ingarbngliondo ogni giorno più . Non enrno ancor Ire mesi che dopo una laboriosa crisi il sistema centralistico aYcva ollenuto la vittoria, che già sopra.venne un'altra crisi, provocata dal sistema opposto. li ministro Hasnor nello stesso tempo che rappresentava il trionfo del partito unitar io. aveva sentilo quanto precariò fo sse questo trionfo. e si era proposto di moire ad un .iccomoilamonto coi Galliziani. )l:i lropr,o distanti er.i no i pun ti di visla da cui le due parli si poneva 11 0; poichù mentre gli uni chiedevano una perfetta autonomia ed un'unione prossochè mcr11mente personale, il Ministero YOlova salva la costituzione unitaria della parte cis! eitann dell'Impero. I deputali g,,lliziani, dopo avere assistito ai lar ori del l1uichsra lf1 , per r ularc la legge riel bilancio, il 31 marzo abbandonarono in massa In Camern. dichiaraodo che l'ioutilit:1 dei loro sforzi pcw otl,~ucre una più larga autonomia credevano venuto il mome nto di lnlc~lare In libertà d' azione della Dieta galliziana e avevano perciò riso luto di deporre il loro mandato. Consimilù dichiarazione fecero pure altri deputali della nucorina, Sloreni e Istriani.

Jl OLITICO-l\lTLlTA RE

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Con questa secessione, il Reichsrath :iuslriaco , che era già sloto in ugual modo abba ndonato dai depu tati delle altre nazionalità, si trovò ridotto n soli 112 membri, invece di 203, e com posto tutto di tedeschi, meno. una dozzina dogli altri paesi. È facile lo scorgere quale au torità avrebber o.ancora potuto aver e presso i paesi non tedeschi le deliberazioni prese da una siffatta assemblea. Dinanzi a un lai fatto, la cui gravità non ha bi5ogno di e5sere fatta no tare, il Min istero Hasncr propose all'imporatore cho fossero sciol te le Diete di quelle r egioni dell'Impero, i cui deputali cransi rilir~li _dal ~eicbsr ath. L'imperaloro non erodette prudente una simile misura, c~e avrebbe forse dato il segnale d'n na lolla, e s·appigliò invece al porti lo di sciogliere tutte intlislinlamco le le Diete e_co_n ~ss~ anche il Rcichsralh. Conseguenza di ciò furono le d1m1ss10m del Mfoislero Hasner o l' incal'ico affidalo dati' imperatore al Polocki, polacco, di costituire un nuovo gabinetto. ]); venuta dunque la volta a l partilo federal ista per fa re le sue prove. La situazione si presenta oltremo~o gravo: poichè sino a tanto che pr evalova il sistema centralista, por quanto fo ssero lo difficoltà cho qucslo incontrava, una cosu nlmeno rimaneva di saldo. la costituzione : ora anche questa dovrà essere messa in dis~ussiono, e se pu1· si conosce il punto di partenza, il punto a cui conv~rrà arrestarsi ò ancora -~n' incognil_a per lutti. li confliuo in Austria è qualche ~osa piu che coslltuzionale come in Francia: esso assumo 111 molla parte un ca;attere internazionale, ed è sotto questo riguardo che· importa seguire le fasi del suo svolgimento. Le pr_et~se che s?llevano lo varie nazionali là 5i spingono fino· a chied ere per c.iascuna di esse diritti eguali a quelli che .-onnoro concessi alla Un aheria o non lasciano del presente ordine di coso null'alll'O d'i; lallo fuorchè la persona del monarca. Questa sarà forse in fin de' conti la sola soluzione possibile in un avvenire più o mono r emoto, poichè tale sarà la conseguenza logica del sistema liberale e dualistico, inauguratosi dopo il 1866; ma tale non può essere certamente la soluzion e del dì d'oggi, poichè io memorie del passato sono ancora troppo vive o recenti. o il partito Lcdesco, sebbene in minoranza per po~olnzione di fronte alle var ie nazionalità , è pure ancora in se stesso tanto forte, sia por numero, sia per intelligenza, da nou èederc il campo senza lolla. È possillilo che questo conflillo abbia a comporsi pacificamente nel campo della libera discussione e nel giuoco dei partili parlamentari; ma non è nemmeno fuori


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CI\ONACA

d'ogni probabilità che esso debba avere una risoluziouo violenta , poichò ,cerio i rancori elle lasciarono negli animi gli avvenimenti do! 1848 e del 18•19 sono ben lungi dall'essere tutti sopili. e i 20 anni trascorsi non fecero che rendere più vivo, nei vari paosi dolla corona austro-ungarica, il sentimento di nazionalità. Dopo due mesi di tranquil lità la Spagna è ora nuovamente _funestata dalle sommosse. Collo il pretQsto. dalla coscrizione, i nemici dell'attualo ordine cli CO!!e banno erollo le barricate a Barcellona e levato lo stendardo della ribellione nolle vicinanze di questa ci ttà. I volontari della libertà riuniti alle truppe spedite da Valenza, 11aclrid e Saragozza lottarono ene1·gicamonte contro i ribelli, scacciandoli da parecchi punti che.avevano occupalo. Gli ultimi telegrammi lasciano presentire come imminente un nuovo movimento carlista. Lo sotlimane trascorso hanno arrecalo giorni bon dolorosi por l'esercilo italiano. Al sentimento penoso che produsse, in tutti coloro che hanno u cuore le istituzioni militari, l'intendere i gravosi sacrifizi che richiede lo stato delle nostre finanze venne od . aggiu ngersi il dolore di perdere alcuni fra i pih cospicui membri dolla nostra grande famiglia. nello stesso lompo che la nostra indegnazione venjva ol più alto grado provocata da tentativi noi quali non saprebbesi dire se sia maggiore la follia o la scelleratezza. !l 19 marzo cessava di vivere ;illa Spezia, dopo lunga malattia, il ge'noraleDonrnN1co Cmono, il cui nome sarà imperituramente legato ai giganteschi lavori del massimo nostro arsenale marittimo. L'ingegno da lui mostrato nell'icleRro quella g-rando opera e la perseveranza posta nel recarla in atto, sono superiori ad ogni elogio. Ei visse tanto da vederla fatta ma tion compùtta. l i 28 agosto 1863 I' Italia solennizzava l'inaugurazione del nuovo arseniile, e tutte lo persone accorse alla festa, visitando quei prodigi dell'artA. pronunciavano con sentimento cli ammirazione il nomo dell'inclito generalo che li aveva prodotti. Egli orn non è più, mo il paese, l'esercito, la marina lo rieor<leranno eternamente come uno dogli uomini più benonir.1·iti fra çi uel li cho contribuirono a procurare ali' Italia un 11,Teuiro dl'gno di lei (1). li Ecco alcuni ragguagli biogra6ci su questo illustre generalo : .i'iacrrue a Genova il 30 ott.obre 1823. Era nipote del generale Chiodo, che ru 111i11ist1·0 ()ella b'UCt'l'a sotto Carlo Alberto. Alunno della scuola di mal"ioa reco

1'.23.

PO LITICO- MILITAHE

Lo stesso giorno (19) cadeva vittima dol suo dovere sollo ~ colpi di un assassino il gonernlo CAnr.o EscoFFrnn, prefello ?1 Ravenna. La coster noziono da cui fu colpi la la ci llà all'an nu nc10 dell'atroce caso, le protesle di indiguaziono cho si ~ollevaron~ d'ogni parlo contro l'uccisore. o lo parole di comp1onto che si tri butarono verso l'ucciso, mostrano abbastanza quanto gravo sia la perdita che in lui ha fallo l'Jlalia. D_opo a:?r d_ato P!'ova, durante la sua carriera , di. distinte qual1la m1litar1, egh era stato prescelto a r Pggcro con poteri civili e miiilari la provincia di Ravenna in ci!'COslaoze oltremodo di fficili. Si trallava di ristabilir l'ordino e la paco in una società profondamonto turbata · si trattava di restituir forza allo legge e nello stesso tempo ~iconciliare gli animi. )lissione ardua o. d_eli?al~ quant 'iiltra mai, massimr. in provincie dove lo tracl1z10111 d1 un funesto passato rendono gli animi procli\"i a considerare il g?vorno come il nemico naturnlo clnlla società, e a veclore 111 ogni suo allo uu abuso di potere. Com·ogli l'adempisse lo attestò Ravenna in cui non vi fn che una voce sola per l'(lndere giustizia allo prrclaro doli di cui egli aveva fatto prova durante la sua amminbtrazionc (1) .

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poi un corso di perfezionamento alla scuo~a politcc~ica Parigi. . Sen·\. fino al 1818 nel Genio nnvale, donde roco passaggio al Gemo m1hlare. Egh a, e, a rag~ giunto in Quest"orma il grndo di luogo tenente colonnello nel_ 1800_,_ q~a ndo 11 conte di Carnur gli arfidò l'incarico cli studitu·o un progetto di fortHicai1om pel porlo della Spezia, e lo i11viò por quc~to a visitare nll'eslcro i pi~ l'iuom_ati porti militari. Il proge tto dotluitivo fu da lui prcsontat~ nel 180 \ .e. r1con?scmlo eccellente da t11Ui gli uomini dell'arte. Con proY\'Jda d1sposmono s1 ,·oUo ch_o l'\iomo il ']'\tale aveva d11to il disetino di (fttolla grande opera fos~e puro incaricalo di diri«erno l'esecu1ione; o il generale Chiodo si mostrò pari all'arc.Juo assunto. No,.; anni di continuo larnro in m e1.1.o a diflìcoltil d'ogni sorta posero in piona luco la perizia, l a fermozza di <:nra ttero, l'instancabilità dolros!mio S?nernlo, e non furono corto ultima causa dclln malattia cho lo condusse 111 lm d1 v11a nella otb ancor verde di 47 ann i.

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(l} u generalo Carlo Esco!Dcr era nato a ~ii.a ~!ariUima 29 giugno _18~ . Giovinetto ancot·a abbracciò la c3rriorn mililorc e ne pe1·co1·so I van gradi noi corpo cli Stato Maggiore segnalandosi per ingegno, doLtr1na o caraLter~. Fece tutto le campagne por l'indipondenza d'Italia o quella di Crim_ca , ecl ehlJe occasione cli dar prove di singolaro \·alorc a Confienza, a Magenta o a S. M,,rtmo. Nel 185:J fu incaricato della dirciionc della scuol:i. d·3pplica1.iono del Corpo di Stnto Maggio1·0, e nel 18GG nominato capo rii Stato Moggiore del 2° corpo di armata. Fu promosso maggior genorale nello stesso anno o destinato a comandare la brigata Forlì. Con R. D. del 13 settembre 18€8 fu .destinato a roggcrn la prefettura della provincia di R:i.vonnu, riunenùo le nltr1buz1oll1 ciel potoro CIVIIO o miliLaro.


J J>O LI'f I CO- MI LITA RE

cn,ONACA

II paese e l'esercito erano ancora sotto l'impressione del dolore, quando si sparse la notizia dei fatti di Pavia e di Piacenza. Ne è nota a tutti la storia ed è pur nolo a chi si debba far risalire la prir.Ùa causa di quei moti , non sappiamo se più ern[.>ii o più stolti. L'opinione pubblica se ne commosse altamente- e fu ' unanime nel riprovarli. ,Mll se da -una parte non aboiamo parole sufficienti per deplorare il sangue sparso di alcuni militari, non possiamo a meno di ralle"'rarci che si abbia a\. uto così una splendida pi·on dello spitil; di discipli na o c!i fedeltà a cni è ·informato l'ésercito, al q~ale spirito la defez ione di alc1.rni pochissimi, non fece che dare ma.ggfor,3 spicco . Questa so luzione viol en ta ebbe per effetto di far chiarir-e questi pochi, i qmll i già da qualche tempo ·erano venuti meno al loro dovere, dando ascolto a perfide sug.gos tioni, ed è pur da presumere che sarà questa una salutare lezione 'J)er l'avvenire, e ':arrà a mantenere sulla via ·del dovere queg li-altri a clii simili proposizioni venissero 'fa tte·. Altro oggetto di conforto così in quesli faUi, come in occasione dell'assassinio del géncrale Escoffìer, fLJ il vedere quanto re_tto si . mostri mai sempre il senso puùbiico in ftaJia, quando gli avveni me~ti caduno improvvisi, o i partiti non hanno avuto tempo di pet vertirlo. Una volta di più s'è senti to quanto intimo sia l'accordo fra esercito e pa<:;sc, e quan to gli interessi dell'uno si id entiOcbino con quelli dell'altro. Le dimostrazioni di affe tto di cui furono segno da ogni p·a rte i feriti, ci mostrano che in fondo l'animo degli. Ita liani_verso l'esercii.o è pur sempre quello stesso che fu sino al 1866. Che se potè parer· divcrsam entt• in questi ultimi tempi, non Io dobbiamo ascr ivPre ad altro che alle comuni streltezie finanziarie che ci hanno resi un po' acerbi g li uni verso gli· altri; · • Se si volesse_isti tuire un co11fron to fra ciò cho si verifìcn, come pur dian7.i abbiamo accen nato negli Stati della Germania del Sud, e qu~llo cho avviene fra noi in Italia, ci sembra invero che avfommo · ra_gione di trarne· argomento a giusto ù"ostro confor to ; poichè mentre colà la questione militare è bensì u~a _quest!~ne finanziaria, ma altresì è soprattutto una quest~.one pol1t1c~, ~a noi inveoe è quasi esclusivamente una quest1on~ . fi~anz1ari a. Noi non dub itiamo punto che qua lora le conchz1om nostre del tesoro fossero tali d,a lasciar nuovamente prevalere le coo·si,derazioni politiche, la gran maggiorml7.a del paese torner ebbe a ricordafsi che l'lla,lia si è fàtta e continua a farsi col l'esercito. e ben lungi dal rimpiangere tante braccia 0

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tolto all' agricoltura si ra llegrerebbe di vedere passare ne:lla scuola moral izzatrice e civiJ.izzatrice dell'esercito stesso, i tanti milioni di inalfabeti e di rozzi abitanti d'ogni piÌl remoto angolo d'llalia. , Non crl:ldiamo ingiustifica to nè inutile questo po' di ottfo1ismo di ~ui abbiamo bisogno per proseguire nella via di spine che ci ~ta davanti. 11 t,emà delle ~conomie militari ha in questi , giorni appassionato l'opinione pubblica, e fu anche portalo por· incidente innanzi al Parlamen to, dando occasione al ministro de lla gi.i'erra di spiegare . qua li sieno le sue intenzioni sulle p r ogettate riduzioni da farsi nell'esercito. , li ministro ha raggru_p pato le economie che egli intende introd urre in tre ca t<•gorie. NHlla- prima si comprende ciò che riguarda la fo r za, salva sempre restando la legge di reclutamento e la forma di 5 anni, i1uesta si ridurrebbe per ora in via tramitoria a 3 anni e 3 mesi con un contingente annuo di 401m. uomini. estendendo ciò che già erasi praticato negli ultimi · an ni. ' Questa parte di economie già cominciò ad avere il sno effetto col licenziamento della classe del 1845, in modo ' però, soggin nse il generale Govone, che ove ,gl i succedesse un altro ministro, potrebbe -richiamarla a piacer suo, poichè i fondi s tanziali in bililncjò' non furon_o ancora cancella.li. Nel secondo gruppo è i economie en trerebbe lulto ciò che riguarda i lavori degli stahi-Iimen li dell'Artiglieria, del Genio e le spese dei magazzi ni di vcstia1;io . Il terzo grnp po finalmente riguarda i cambiamenti d'organico, e a questo il ministro dichiarò che no·n poÌTehhe la mano finchè non fossero approvati dalla Camera. ])al discorso del minislro e dalla relazione che prec_cde la legge .sulreserci to, quale fo puhblicato unitamente cogli a!Lri provvedi menti pel pareggio, presentati dal ministro dello finanze, .apparisce cbe nella mente del generale Govone tali provvedimenti deYono essere cl i natura temporanea, e si fondano sull'ipotesi che la pace non abbia ad essere tnrbata . E soprnttutto la disposizione che r iclnce le armi speciali, rnen trn lascia in-. tatta la fo nte.ria, fa chiaramente vedere chf.) fu isp irata dalle esigenze del serv izio che prcslanò le tru ppe d·elle , v.irie .armi in te mpo di pacr. · Tali misure sono ora oggetto di disr,us,ione per parie dclb Commissione, t_estè nominala clnlla Camera pe1: le cose mii il.ari, n ella quale seggono le più i llus tri . notabi !ilà militni'i . ùel Par·1amento. Però in mezzo a queste preoccupazioni, le quali non possono


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CRONACA

a meno cli commuovere l'opiniùne militare, la recente convenzione dei · min isteri deila gurrra o de-i lavori pubblici collo società ferrovicirie per ciò che 1:iguarda i trasporli militari ha prodotto 1:ma genernle soddisfazione . È questa uria misura che ha saputo guarentire ai mi litari e assimilati una 'notevolis; irna age,'.ol~zza, nello stesso 1ernpo che assicura mnggiore.seìnplicità e.chiarezza tanto all'amministrazione dello Stato quanto a quella dello Società. · L'attuale ministro della guerra. sr.mbra esse1'.si preso ·altresì: a r,uore di rispondere a quel clesiderio così generalmente sentito, ' che vorrebbe una dfminuzione i n tutta _la nostra pape1YLSserie, che fu sinora in ~ont.inuo aumento; su questa ' via egli è certo di non inèontrare che approvazione ed ottenere maggiore speditezza e precisione nel servizio. Per intanto ben 10 fra i modolli prescritli dal Regolamento di disciplina sÒno stati dichiari:lli inuti li, e su molli allri ancora di essi è sospesa la minacc_ia di consimile condanna. Ciò che il ministro iutepde di fare su tal via lo ha dichiarato egJi stesso alla Camera 1rnlla seduta del 19 marzo: (( Sto orcliÙando-,diss' eo-Jiil mio controllo e la mia contabililà in modo da sapere ~ese per mese la spesa del bilancio, cosicchè sarò in grado un mese dopo ·il termine dell'anno di venire alla Camera a dichiarare: il bilancio della guerra nel 1870 ha costato uua data sonima. e questo coll'approssimazione di 100 o 200 mi la lire; appros~ simazione che risulterà d&lla differenza che passa tra il primo consuntivo e la liquidazione legale sancita <folla Corto dei conti.» Sonosi aperte da qualche tempo .nei capoluoghi di divisione le conferenze r:pilitari 'Che il ministro dcli~ guerra precedente aveva prescritte, ad imitazione di ciò che.si pratica con s) 'buou .successo in Francia ed in Austria. La 'più g-ran difficoltà in queste coso è il -rompere il ghiaccio. e il prendere I' a i1'e, come direbbe .un buon Toscano. Se, com'è da credere, si deve giu-. dicare delle altre da quelle che ebbero luogo in Firenze, non si può a meno di presagirne assai bene. . . Ci occorre infìn.e menzionare fra lo disposizioni più impo1:tanli rrese dal ministero della guerra quella che si riferisce al ricominciamento delle ésercitazioui tattiche, le quali già or~inate dal precedente ministro con circolare del 14 ottobre ultimo erano poi state sospese in vista soltanto del prossimo licenziam ento della classe del 1845 e della sollecita islruzione dei coscritti. Una consimile istruzione riempie senza dubbio una grave lacuna, che si lamentava: nel metodo da noi fin qui

POLJTlCO-MlLITAllE

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tenuto. Da noi infatti l'applicazione del llegolamento d'esercizio al terreno non trovò luogo finora che ai campi d'istruzione e alle grandi miiuovre, quando cioè si ha bisogno che la istruzione elementare delle ,minori. unità tattiche sia già fotta al completo. Ne avveniva così che ai campi o si doveva ricominciare da èapo con manifesta perdita di tempo e cambiai.'J.do addirittura il . pro'gramma del!' istruzione, oppure si doveva supporre com<~ fatto· ciò che non lo era, o manovrare colle grandi unità, quando le minori non avevano ancora imparato ad applicare il meccanismo delìa manovra· a1 terreno accidentato. Di tal difetto nel nost.ro metodo cli istruz'ioni si resero perfettamente ragione nei campi e nelle grand i manovro dello scorso autunno i generali .che 'ebbero a dirigere le esercitazioni, e la loro autorevole voce unita al s.entimento universale deJl'ésercito, indusse i l ministero a ripar_arvi e a dettare le norme con cui d'ora 'innanzi dovrà esseré diretto questo importante ramo dell'istruzione.

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nlYI STA TECNOLOGICA

RIVISTA TECNOLOGICA

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Artiglierie . \.

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Facciamo seguire a comodo del 1:affronlo due saggi delle ,condizioni attuali delle artiglierie in d·ue dr.Ilo maggiori potenze mili.lari 1' Europa - la Prussia o la Rùssia. - Il lavoyo s11ile artiglierie prussiano è desunto da uno scritto de l capiiano dello , stato maggiore pru~siaoo sig. Dn -SECHBLIHA che compendia le esperienze e g li studi" eseguili in Prussia dall'artiglieria in qQesl'ultimo decennio. - I ragguagli forn iti da i11autore sono u tilÌssimi per chè danno il modo, nuche senza addentrarsi negli studi balistici, di formarsi un'idea chiara dei progressi folli <lall'artiglier ia del valor oso esercito germanico e di conoscere i r isultati p:ù importanti delle molte esperienze. cscg:u i.te. Le notizie s·ull'artiglieria russa si ri levano da un ordine del .giorno del ~ran duca Michele, luogoten ente de!l' imperatore delle llussie nelle provincie ,del ;cnucaso ; il qnale documeoto stimiamo mo lto interessante, perchù dù .nn quadro fodelè. dello s tato in cui si trova l'artiglieria r ussa al presente e dei progressi 1:'-ltti da gucll' arma. ·

I. Annata 1860. - Il Re Guglielmo, dietro proposta del generale Moltke, ordinò i primi esperimenti di tfro con cannoni rigati contro bersagli che rappresentavano rivestimen ti di 11.avi -da guerra.

l<' urono provali i cannoni riga li di ghisa da 24 libbre, i cannoni -r igàti di ghisa da 12 libbre, ed i cannoni riga li di acciaio fuso da 6 ìibbre. I t iri fu rono fatti col la carica ordinaria e coi. proiettili ogiva li di ghisa . Ii' bersaglio consisteva in due solide tirmature cli travi spesse ciascuna in com[Jlesso 0"', 93 e disposte paralle.lamente fra loro per modo da l'al'figurare le due fiancate di una gr ossa nave da guerra di legno. La distanza er:l pel cannone da .24 libbr<;, , metri 3660: per quello da 12 libbre, metri 1830; e per quello da 6 libbre, metri 9lf.i. Tutti i proiettili tirati forarono il bersaglio anteriore ~ scoppiarono danneggiando fortemente colle schegge anche il bersaglio posteriore. Codesti esperimenti dimostrarono: 1° Che nelle batteri~ da costa i can noni riga ti anche di picçolo calibro hanuo sufficien te efficacia contro le navi di legno; 2• Che il solo legname non offre assolutamente riparo ·conlro i proiellili ogivali dei cannoni rigati. II. Annata 1861. - Gli esperimenti si aggirarono nel provare il cannone rigalo di ghisa da 2'1 libbre, con una· e.irica a lquanto superiore alla ordi naria, che sarebbn di 2 chilog-rammi, e <.:On proiettili tanto ohlunghi quanto sforici pieni . Si tirò a v;irie distanze fra 375 e 1875 metri su di un bersaglio' rappresentauteil fianco di una nave di legno costitoilo da un· armatura grossa 0"', 62 e da un rivestimento di piastre di ferro grosse 11~ millimetri, delle fabbriche: di Glaskow. I risu ltali di mostrarono èhe il cannone dn 24: libbre non aveva sufficien te potenza contro un tale bersaglio ; irnperocchè sebbene alcuni dei colpi bene aggiustati abbia.no spr.zza te delle piastre, tuttavia nessun colpo traforò é!a parie a parte il bersaglio, ~alvo quando , i proiettili l)atterono là dovo i colpi precedenti avovano indebolito d'assai le piastre . I proietti li cli ghisa si frantumarono in ischegge nell'urtare con tro le lastre, e quelli sferici pie·ni arrecarono maggiori danni degli ogivali.

III. Annata 1864. - A fine di annrnntaro la potenza dei cannoni g li artiglieri nei 3 anni1 dal 1861 al 1864, fecero i seguenti tentativi: . . l' Aumentarono il calibro creando il cannone da 48 libbre, <;he ha 111!11 bocca il diametro inferno di 192 millimetri; 2• aumentarono la cnrica del cannone da ·24- libbre fìno · a chilogrammi 3,50 cd adoltarou'o .per mHfsimà carica del cannone da 48 libbre ch ilogrammi 5: 3• fecero di metàl lo più resistente i proiettili ,di tulli i r.al}Uoni. Cosl la fonderia di Gruson fornl AJ.lii'\'O xv; VoL. JI.

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proiettili di gh isa i ndu r ito, e Kru pp pro pose i suoi proiettili colla punta di acciaio. Gli esperimenti eseguiti nel 1861 per prornre tali tcntatiYi, .:onsisteltero in tiri eseguili: 1° col cannone riga to di ghisa da 24 libbre, con la carica di chilograrnn:.i 3,50 di pol vere; 2• col cannone r igato pure di ghisa da 48 libbre , con la caric:a di chilogrammi 5; 3· con un cannone cli ghisa della marina da 68 libbre con la carica tli7 chil ogrammi. Ques t'u ltimo scagliava proie ttili sferici di ghisa od n!l ri cl i acciaio llossem er . 1 bersagli contro i quali si tirò rurono duo: uno rappr esentava la corazza dol bastimento reato l'Anninitts (pias:re di 112 mill imetri cd orma tura gr·ossa 0"', 62); l'altro imitava la sezion e dolla nave da guerra francese La 0lofre (piastre di 112 millimetri ed nrmalura grossa 0'", 62). Le batterie distavano dai bersagli pel l' dei suddetti cannoni metri 225; pel 2' metri 468 e pc! 3° me tri 936. I risu ltati furono i nsoddisf'aconti come nei precedenti espe rimenti, e neppu re il cannone da 48 li bbre fu ca paco di traforare i bersagli. , I V. Annata 1865. -- In tale anno si provò un canno ne più potente di quello da 48 libbre. Qut1st0 nuovo pr•zzo rnso in acciaio nella fonderia di Krupp era da 72 libbre: fu preferito l'acciaio perchè il cannone da 48 libbre di ghisa non a,•ova dimos tra ta la vo lu ta resislonza. Kr upp fo ruì riuo dei nuovi cannoni col diame tro alla bocca di 208 millimetri, posanti ciascuno 6750 chilogrammi, valo a dire meno dei cannoni di grosso calibro costruiti fino a quel tempo. Contempora nea m en te venne costrui to n n canno ne da 36 li bbre di acciaio fuso per puragonarne la po lenza col cannouo di ghisa da 48 libbre, poichè si riloneva che con una forte carica si sar ebbe compensatn lo diminuzione del poso do l proiettile o q uindi del calibro. La carica pel cannon e da 72 libbre ru fi ssala a 8 chilogrammi, e quella pel pezzo da 36 a 5 chilogrammi. I proiettili ti ra ti er ano quelli di Gruson, di Kr upp o di Aall e CoQ1 pugo ia, fonditori d'acciaio in Norvegia. La dista nza di tiro fu limitata a 468 metri ed i bersagli erano simili a quelli adopr a ti nel 1864 con corazze grosse 112 millimetri. Tutti i colpi tirati col cannone da '72 li bbro traforaron o com-. pllitame nte il bersaglio o scoppiarono; sicchè nell' in torno di una nave corazzai.a avrebbero prodotto gr andi danni. li cannone da 36 libbro invece fu impotente contro le corazze, e n essuno dei suoi proiettili lo traforò.

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Annate 1866 e 1867. - I n tal! anni si eseguirono es tesi esperimenti por indagare so ollro l'acciaio fuso anche il bronzo fosse metallo adattò pei cannoni di gran potenza. I risultati dim ostrarono che il lwo nzo <~ra forse superiore all'acciaio. lnta nto il cannone da 72 e rosi acldimostrato abhas ta 11za poten te per forare la maggior parte dello corazzo che arcrano n quel tempo le marine europee; es~codo poche in allora lo nnvi con corazze di g rossezza superiore a 112 millimo tri. ,Dnppoi la fab hricnzion~ delle corazze di ferro si svi luppò enorme mente cd alcune navi ebbero corazzo grosso 200 e pedino 225 millimetri. Oltre di che nlcuue pote nze adoltnrono cannoni più potenti di quelli da 72 lihb re, il cho indusrn gli a rtigl iol'i pru~~ian i a cercare nnche essi u11 cannone cli'rnaggior potenza. Fu creato cos) il cannone da 96 libbre che ba alla bocca il diametro di 234 millimetri.

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VI. Anna ta 1868. - I cannon i prova ti in ta le a nno furono: 1• Quello rigalo d'acciaio ruso da 96 libbre, cnricaoilo dalla culatta. 2• Quello rigato d'acciaio fuso, caricabile dalla culatta, da '72 libbr e. I proiettili erano in parlo quelli sferici di ghisn ind urita di Gr uson ·, e in par te quelli oblunghi d'acciaio fu so di Krupp. Col cannone da 96 si tiraro no inoltre proielli li sforici di Krupp e proiettili ogivali d'acciaio fuso di Aall o Comp. I bersagli urano tre: il 1•, a 937 r:n etri dalla ba lleria, rappresentava la cornzzu tu ra del bas timouto da g uerra il Rl'O nprinz, con corazze di 125 e 150 millimetri; il .2', a metri 712, raffìgurarn il fianco di un bastimento da guerra di legno protetto da rorazze di 175 millimet ri di g r ossezza ; ed in fine il 3°, a me tri 468·<lnlla balleria . era costr uito sul modello dei lìa nchi della nave Cùrauala Konig ,Yilhchn od a,-cni corazzo g rosso 20) e 225 millimetri. I proiettili lanciati dal cannone da 72 libbre non for arono neppur le cora zze di 125 mill inrn tri; e i pro ie tti li scagliati dal pozzo <la 96 libbre trafora ro no u nicamente il primo dei predetti bersagli. Natur almente questi risultati col cannone da 96 libbre non rispondeva no all'aspetlazioue; onde si fecero degli esperim enti di confronto fra codesto pezzo od il cannone Arms tro ng di Woolwich da 225 m illi me tri , avu to clall'Inghille rra col lo relative cariche. L'Arrostrong ora d i quelli da 12 lonncllato, che richiedeva una carica di 18 chilogrammi . Furono adoprnti i proiettili del maggiore Palisser posan ti chil ogrammi 104, i quali conteno- . vano una carica d'esplosione di chilogrammi 1, 10 di polvere. I tiri eseguiti addl 2 giugno 1868 dimostrarono l' Arms~rong d'assai superiore in potenza al cannone prussiano da 96 libbr e


TECNOWGICA

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di °I{rupp, se.Lbené quest' L!llimo fosse stato caricrito colle massime cari~he credute possibili. Il sistema prùssiano sembrava per tal modo sconfi_lto; ma g li artiglieri n6n perdettero il coraggio ed escogitarono nuovi mezzi, onde il loro si: tcma acquistasse una potenza almcoo eguale all'inglese. Le ~ic~rche o gli studi fotti in proposito condussero aÙ'adozion e di una polvere a grani grossi prismatici ed a un nuovo aum~ulo di peso della carjéa, Così la carica del cannone eia 72 libbre fu da 11 chilogrammi di · polvere ordinaria porta la al7 di polver~ prismàti?a? qu el la del cannone da 96 libbre si portò da 2~ ch1logramm_1 d1 polvere ordinaria a N di polvere prisn~at,ca_. Quilnto ,siano sfati giudiziosi l'adozione dclii! polvere prismatica e l'aumento nella _corica, risuna dai seguenti risulta:li o llenuti. ' Hcannone da 72 libbre forò col proiettile ogiva le di Gruson le corazze - di 200 mi llimetri di grossezza e dimosfrò quindi una l~Olenza egual e al can!JOno Armstrong. Con lo st0sso pezw si iorar~no pm·c · Je corazze di 225 millimetri con palle sferiche r,_mnsero ~.onfic?at~ ncll'armature di legnarao alln profon,d!tà d'. 18 centimetri circa. 1nlìne alcuni proieltili ogivali d'acciaio iuso penetrarono nello corazze di 225 millimetri fino alla profondi là di millimetri 180. - Il cannone dil. 96 Iibbr e'dimostrò una potenza di penetrazione ar:cora più grande, perchè i suoi proieUili ogiv~li d'acciaio fuso traforarono complelamen!e tullo 11 bersagl10 dello corazze di 225 millimetri senza deforma~si s~nsibilmen~c. l proiettili ogivali Grnson scoppiarono tullr a distanza da •SO a 1.20 metri al di là del bersaglio dopo averlo passato da parte a parte. · ·. Per tal_ modo veniva brillanl.emcnte rivendicata la superio~1tà dal sistema prussiano su quello inglese, e dìmostrato che i! c_annone da 96 li1Jbr0 possiede · sufficiente potenza cd efficacia ?onlro la mngg_10r parte delle navi corazzate appunto CO!-fle 11 cannone da 24 libbre contro lo navi di legno. Frat,.. tanto n?n andò 1no lto-c si l'eco sentire la necessità di possedere cannom ancora pih potenti per controbattere i monitori che _po_tesser? allaccare le coste marittimo d~lla Prussia , le torri qe1 quah sono muniti di, corazzc aventi 325 a 330 mill imolri di ~Jossezza e anche più. Nello sfabi limeu~o metallurgico d,i Krupp s'i progettò-quindi \\Il _cam,01~e d~l calibro .<1! 286 millimetri, i proiettili del quale ,p~s,rno _220 cl~1logramm1. La sua carica è di 37, 50 chilogrammi dJ P?lvere prismatica. Si presumo che tale cannone trafor.e-

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· rebbe le corazze di 225 millimetri e che sicuramente trapasserebbe il fianco di bastimenti con corazzo da 250 a 275 millimetri oltre };armatura di legname. Se col l'andare del tempo sorgesse la necessità di costruire cannoni piµ potenti, ritengasi ·pure che non saranno le difficoltà di fabbricazione che farnnno impedimento, come ne fa fede il cannone Krupp da 1000 libbre rigato di acciaio fuso caricilbile dalla culatta, il quale era all'esp'osizione di i)arigi del 1867.

c!rn

l

VII. Annata 1869. - a} Esssendo stata condotta a termine la batteria corazzata ideata da Gruson al poligono di Tegel, se ne esperimentò la resistenza contro i cannoni da 21, 72 e 96 libbre. Fino al 10 luglio 1869 codesta balleria r esistè a tutte le specie di tiri e nessun proietÙle fu capace di guastarla seriamente. Il cannone da '.H libbre non produsse il menomo effetto neppure sulla superficie delle corazze. talchè appena si riconoscevano le impressioni lasciatevi dai pr,iiettili. Anche l'in!erno della batteria rim·ase. incolume. I proiettili ogivali o sferici del cannone da ,72 libbre lasciarono impronte milggiori ma di profondi\à mai superiore a due millimetri f) mezzo e non produssero la· menoma screpolatura. Un proiettile colpì la volala del cannone che stava in balleria, la spezzò in duo pezzi e fece girare l'afl'usto; scoppiò poi nell'interno dolla batteria (ove era penetrato attraverso la cannoniern} in grosse schegge, ma senza danneggiare la batteria. Il cannone da 96 libbre produsse impronte profonde circa 6 millimetri e mezzo. Due proiettili che colpirono in prossi- . rnità della cannoniera produssero anche delle screpolature .profonde da 3 a 4 millimetri. L'eccellente qualità delle corazze di Gruson fu .inoltre 'dimostrala: dal fallo che tutti i proiettili cho le colpirono si frantumarono e le schegge rimbalzarnno indietro fino a distanza di 100 pas!i. . b) Merita ancor menzione un interessante esperimento fallo col cannone da 24 libb.re. Negli anni 1861 e 1864 i tiri fatti con esso contro corazze di 126 millimetri non ebbero grandi effetti. Essendosi nel 1869 sostituita la polvere prismatica all'ordinaria ed aumentata la carica si ottennero i seguenti risultati. Alla distanza cli 150 metri, éon la carica di 6 chilo, si traforò la corazza di 11'2 millimetri; con la caric·a di 7 chilo il proiettile pen etrò con ,tale forza in una corazza di Ì25 ,millimetri che la traforò da parte a parte conservando ancora tanla


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lUYISTA

. po tenza· dé\ tra passare l'armatura · in legno del bersaglio grossa 0"', 62. Laonde si o ltennero col cannnone da 2,. quegli. effetli che pochi mesi prima solo si credevano possibi li col cannone da 72 libbre. I ea1i non i r iga li caricabili da lla c ul nllà dimostrarono per lal modo c he pos~odevano quanto a prècis ione di ti ro, g iltata e potenza una gra nde superi oriti1 su lutti i cannoni delle a ltre potenze europee. S O!'S () qu indi la questione se non fosse possibile ottenere a nche g rande precisione e grandi effE!tti nei tiri curvil inei addottando dei mortai riga li. I .pr imi esperimenti che si fecero nel 1865 con uo ~cannone da 24 libbre, accorcia to di ce.ntime tri 66, avevano giù dimos trato che si sarebbero potuti ·otlenere g randi vantaggi dai mo r tai r igati . Frattanto le difficollà che si presen tavano per la costniziooe di codesti mortai era no dipendenp: l° dalla necessità di dover assegna re a l mor taio rigalo u na luogheua maggiore di que lla dei mortai . lisci; 2° dalla necessità di levare la culatta r i nforzata del mortaio pel caricamento ; 3° dalla scelta di un proie ttile che promettesse i maggiori offelti. Ed è chia ro che dalle du e prime de lle cita te condizioni dipende natu ral mente la s tru llura dell'affuslo. Si cominciaro no g li esperimenli con un morla io frrato caricabile dal la cu la tta de l diame tro in terno di 208 m il limetri. Questo calibro semb rò il migliore perchè uguale a que ll<> de l cannone d a 72 libbre, il cui congegno di chiusura 1:lella c ulatta, r eputato eccellente, si presta convenien temente poi rnortuio . Per otte nere lunghe g ittate si fissò i l massimo ~olla carica a 4 chilogrammi. La lunghezza d ell'anima ·si foce cli 5 calibri il che sembrava sufficiente per avere la richiesta velo,cith ini~ ziale. Su tali basi si costr uì un mo rtaio di ·b ronzo pesante 3500 chilogrammi , ossia da 500 a 550 chilogrammi più di lulle le altre.arliglieric d 'assedio adoprate fino allora in Prussia. L'ang ol o d'in clinazione della riga tura era di 7 gradi; im perocchè tirando con piccola carica ed a g rand e .elevazione, · sembrò necessario assicurare al pro ielli le gran velocità di rotazione. Per tulti g li a ltri particolari di costruzione si lenne a modello il cannone da 72 li bbre . . ~.a c~struz~?ne del_l'a(fos to di questo mortaio ~r csen lò g randi ddlìcolta nel! tdeare 11 congegno des tinato a inclirrnre diver samente l'asse della bocca da fuoco. Furono coslruiti d ue affusti dei quali l'u no pr ovl'isto di una vite per metteva dare al rnor~ taio ·un angolo di elevazio ne nei limili fra 30• e 75°; l'altro, con un congegno a cunei, consenti_ya soltanto le elel'azioni

TECNOLOGICA

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- di 30;, 45°, 60' e .75°, Ciascuno dei due affusti era su ruote e 'pesav11 ,4000 chilogrammi. . . Si p ro l'arono. due specie di· proie ttili, .cioè ,quello mod!tìcato del cannone eia 72 li b bre, ed un altro luogo 0'", 58, pesante 80 chilogrammi' o contene nte èhilograrnmi 7, 50 di polvere. Fu pure prova to un altro moi·taio d i ghisu indurita proposl~ dal Gruson. Le riga ture sono parallele ed inclinale a 5°, ed 11 sistema di éhiusura della culalla ora di invenzione d e l Gruso n. L'affusto, trasportabile e gettalo in ghisa i1Jdurita, era _provvisto di una vite cl' elevazione e pesava 5200 chilogrammi, mentre il m orta io stessò pesava 4o50 chi logrammi. Falli va r i colpi queslo ' morlaio dovè abbandonarsi µe rchè nel congegno della eula lta si rnanifestar9no a lcune fendi Lure.

Riasswito degli esperi·menti {atti col mortaio. Q'.1esli -risul~ ta ti non sono àncora conosciuti uffìcialmentc. P ossiamo per o accennare il falto che su 27 col pi (tirali alla distanza di 937 metri) . 23 colpirono con tro un quadrato di 6"', 30 di la t_o . La_massi_ma d is tanza a cui arrivarono i proiellili co lla canea eh -4 c9rlogra mmi e con l'inc linazione d i 30° fu di metri 3750 e più. La minima col minimo della carica cioè 1 cllilogramma e colla elevazione di 75° fu di metri 487 . La velocità iniziale ?el proietlile con una carica di 3 chilogram mi fu trova ta di 186 "' circa per .minuto secondo. · · La precisione del tiro è, a distanze cgu_al\ consid?revolmon~e ma,.,.o iore col m orta io ri"'ato che col I1sc1o, -spee1almeu te_.r100 o . . 00 . , t g uardo alle deviàzioni la te rali. Alla dislanza d1 15 " sr no a ron o le seguenlf deviazioni : ·

. . . ( col mortaio da 208 mili. riga to Long1tudmah ~ " id. 25 libbre liscj'o · .. I col mortaio r igato - 0"', 80 Lalerah · · · t · id. liscio ..:.. 12"' , 10

2"', 50 9"', 30

La posizione cl_e ll'asse del proietlile relativamente alla t~aiettoria rimase costante e n~go lare fìnchè si lirava con piccole elevazioni ; ma nelle grandi elevazio ni si manifeslaron? for_ti oscillazioni del pruietli le nel ramo discendente della trillelloria e l'asse di quello non serbava la sua inclinazione coslante con la tangente nel p unto della curva in cui trovavasi, talc~è m_olte volte colpl il terreno no n g ià colla sua punta, ma coi lati ed ,anche col la base. . '


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RIVISTA

L_a massima_ pene!raziÒne ott.enu la al poligono cli Tef\'el in t~rreno sabbioso alla dis ta nza ~li 4087 .metri, colla elev;zione di 30° fo di µrnlrì 1, 80. Coll'elevazione di 75° non si giunse a tale risultato perchè il proie!li lo oscillando nella caduta non colpì il· Lcrren? colla sua punta. Questa circostanza fu anche sfavo'r evole d'a_ssai alla r:'g~lare azione del congegno per pro~ durre lo ·scoppio dul pr01ett1le. La mnssima velocil'à di cnrlula che llll . proiettile tirato a 75• d'elevazione può .acquista re fu calcolata eguale a quélla che si ha col cannone d~ .208 millimetri colla carica cli chilog. 7, 50 di polvére. Onde per conoscere la forza di pene.trazione di un proi ettile del mortaio riga lo si tirò un colpo col <letto cannone contro ~na corazza composta di · un 'arma tqra . di legno grossa 0", 31 ? di corazze di·f'erro sp.csso 75 m illinrnlri. Il' proiettile trapasso completamente tal bersaglio, ,iqd i scoppiò alla distanza di 300 metri. Glj effetti dello sèoppip tiel proiellile dei mortai rigati, lungo 0"', 58, sono assai considerevoli. Tiri:ito da una distanza di 3000 metri il proi;-ltiie scoppiando produsse un imbtito delle seguenti dimensioni: Profondità . . . . l", 60 -Diametro della baso inferiore l "', 60 Diametro della ba~e su peri ore 3'", _20.

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TECNOLOGICA.

Concl1tsi one. l

· Riassumendo abbiamo che negli ,esper imen ti sui cannoni di gran potenza eseguili negli ultimi dieci ' anni vi fu: . . · . 1° Aumento del calibro elci cannoni da 148 rmlhmetn a 208, 234 a 2S6 millimetri . . 2° Aumeuto nel · peso . dei proiettili <la 27 chilogrammi a 150 e 2.25 chilogrammi . 3° Aumento del peso delle cariche da 2 chilogrammi a 2-1 e 37 1/2 chilo~rarnmi, · . . . . . - 4° Sostituzione di polvere a gram ~r9ss1 rr1smat1c1 alla polvere ordinaria . da cannone. . . 5° Sostituzione di ghisa indurita e di acciaio fuso alla ghisa ordinaria, per il getto dei proìellili. , . 6° L'esperienza dimos trò un aumento ~rog~ess1vo negt1 effetti dei cannoni rigati contro le co1'azze a par~1re dalla penetrazione zero, fino a tra passa re lastre grosse 225 millimetri colla relativa arma tura dì legno spessa 0'', 62, 7• Fu provata in massiwa la superioritil dr.I mortaio rigato caricabile dalla cùlatla su quello aulico liscio.

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Il terremo s tesso ri mç1se smosso alla profondità di. pit1 di 2 m etri, e la sabbia fu proiettata così io alto che ricadendo non ritornò mcnomamente ·:10Wirnhuto prodotto. I! se1:vizio del mo rtaio non presentò difficollù. In generale i risultati degli espP-r.i menti dimos trarono la su-· periori!ù del· mortaio rigato su quello lisr;i~. Essendosi poi spo- · stat_o ·opp~rtunamente . il , centro di gravità del proiettile, le osc1llawrn1 nel ramo discendente della tl'aiettoria dimin uiro no e si ha rag ione di sperare ·che ces~eranno -del tutto col portare l'inclinazio ne dello righe da 7• a 9•. F~rse il calibro di_208 millimetri del mortai...> ,rigato di, cui parliamo, non sarà sufficien te come massimo c.al ibro dei mortai necessari pér gli assedi; ma è lecito ritenere che- so i nuo vi ed estesi esperimenti. ch e s'intraprenderan110 co l descrillo mo rta io ne dimostreranno la bon t/1, non sarà difficile costruire mortai rigali caricabi li, dalla culalla di calibro man·()·iore, cioè 00 di 234 a 286 millimetri.

Ordine del

gio1·no del g?·an dw;a .ilf ichefe .

« Allorchè 7 anni or sono fu i nòmi nato luogotenente dell'im. p_eratore e comandante in capo dell'esercito nel ?au~as_o, .io rimisi, per ordine di S. M,, la direzione generale _del! arl~gl~er~a, éhe mi era affiliala in qualità di g ran- mastro dell'art1gltcrrn, al generale, aiutante cli cnmpo Barantsof. D'allora i_n poi no~ h o mai tra lasciato di seguire col più · vivo interesse 1 progressi . dell'~rma cli artigtieria ché ho sempre amata. Avendo or da tre mesi ripreso novellam ente , per ordine dell'imperatore, la dire.z ione dell'artiglieria, ho potuto in que~to breve lasso di tempo verificare io stesso i r isultati ottenull e · ' riconoscer ~ da vicino Jo . stato in cui trovasi l'artiglieria. ~ Rh•olsi specialmente la mia attenzione sui Sf)guenti progressi folli: ., . · . . . « 1° Tutta l'artiglieria da campagna fu mumta cli materiale nuovo perfezionato, mediante la cooperazione efficace delle

«


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1':ECNOLOGlGA

ntYI STA

nostre fo nderie che fabbricano cannoni di bronzo da 4 e da 9 caricabi li dalla culalta, la di cui speciale struttura fu in gr~n _pa~·te studiata dalla nostra artigJieria . - Attualmen te la art.l~!J~r!a d_a _campgg?a_ vie?e in unita dr affusti ·in ferro, dei qua_li olt _ult1,m1 modelf1 si_d1st1nguouo per semplicità e solidità. Il t1~·0 cot cannoni da campagna sembra che dovrà o-uadao-nare 0 -. assai coll'adozione -del nuovo proiettile. fl quale n;entre conserva tl_1Ue le qualità dei proietti ogivali vuo ti con spoletta a percuss1~ne, pi!!r mette di rist9-b ilire anche l'antico tirò a rimbalzo coi proiettili sferici. · ' · · 0 . « ~ L'artiglieria di montagna "ru munita del càòuorie da 3 car.1cab1le dalla culatta. « 3~ Furono' pl'ogettati per l'artiglieria d'~ssedio e si fabbri~ar~n~ m gran numero dei cannoni da .24 di bronzo con aff~stJ ?~ferro~ dei tnortai rigati del calibro di 18 centimetri, caricab1l1 d~lla culatta. Questi mortai rigoti, p1:ogettati e costruiti per la prima volta dalla nostra artiglieria, non saranno solamen te uti li__negli assediì, ma altresì per l'armamento delle fortez~c . Essi hanno un affusto di ferro di eccellente costruzione che perm:tto di c~mbia~e _rapidanrn'ote l'angolo di elevazion~ d?I 111o~ta10, e. offre qmnd1 la poss ibilitù di tfrare in arcata e d~ lanc10, Per il trasporto del mortaio gli affusti sono muniti di ruote: e_ son? leg<).ti agli avantreni dei cannoni d'assedio. · • « ~~r gli auri _mortai d'asse~lio e da piazza furono adattati af- , .(~sti JU ferro d1 buona struttura invece cl.egli antich i di lelJ·no 0 d1 bronzo e di ghisa. ' _. _« Pe~·i-tiri ficcanti dei cann'oni da. piazza e da assedio i proiett1J1 cavi avranno , delle spolette a .tempo . , _« 4° L'armamento delle fortezze e dell< -; batterie da costa che e"u~, ra~o _c?sì _importa1:le per l'artiglieria , sarà portat~ fra b,_cve, _mi piace farlo constare, _a ll'a ltezza delle esigenze altuali clc:IJa cMesa: L~ provvista di cannoni rigati caricabili dalla cul~Lla, di aflust1 ~n ferro , cli proietti li ecc., fiesti nati per mo lte p~azze for~1 dell' 1mper9, si effettua con successo éonformemente ai pro;,·~tt1 normali d'armam1into approvali por ciascuna fort1.·z_za. D1f~co lt4 fì naoziarie e tecniche r itardano alquan to l'ac.. c_pnslo dei ca~noui di grosso calibro per la di fesa . delle coste con tro le_navi . corazzate ; n9ndimono anche sotto questo rappo!'lo ~Ql abb1~mo pei pun ti più imporlanti del littorale dei ca nnom do-I calibro di .24 e di 27 centimetri che rispondo;o a t ultn _l e esigenze. Il canno~e cerchiato d'acciair, di 21 centimetl'J rncavalcato sull'affusto a telaio del modello 1868 si ma-

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ueggia facilmente, nonost~nte il suo enorme peso e le diffìcoltù . cbe presenta il tiro con pesanti proiettili. - La struttura per·fetta cli tale ,affus to permette d1 limitare a pochi gli uomini p.el servizio del.cannone, « Per facilitare la manovra dei materiali nelle piazze sono progettate delle capre, degli ordigni pel trasporto dei cannoni, ecc. Si attende fra breve un discreto numero di c_annonrna costa e. di marina dei pih po ~enti che si cono,,cano finora da ·noi od all'estero. cioè di cannoni in acciaio .del calibro di 33 centimetri eh~ lanciaho proieltili cavi pesanli .2.25 chilo6rammi circa, con una carica di 37 chilogrammi di polvere prismatica. Il cannone da 33 centimetri che resse a un gran numero di tiri ha partico\armente attiralo la m ia aUenzione, tanto per lo sta~o in cui si trovò dopo il tiro, quanto per gli effetti che ha prodotto sulla blinda simil~ a quella della nave corazzala inglese l'Ercoie .

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« I proiettili del nostro cannone da 33 centimetri attraversano . anch~ a grandi di?tanze (1550 metri) le piastre di ferro del:è . migliori fabbriche , grosse .27 centimetri. Per completare 1~ riforme incominciate rimane ancora a sollecitare la soluzione pratica delle questioni relative agli affusti che permettano di far discendere la bocca elci c.an.noni dietro il parapetto, in modo ùa sottrarli ai colpi. del nemico; nonchè quella degli affus_li a perno fittizio, situati verso la bocca dei caµnoni , per. toghere gli inconvenienti do:110 -larghe ~anuonicre nei parapol~1 e nelle torri corazzate. In.fine il mortaio rigato caricabile dalla_~)llatta, col q~ial~ si è incominciato l'armamento di un ~ran n~mero dei nostri 'forli mariltimi, promette aggi1rngero a1 mezzi della ·difesa le risorse dei tiri in arca ta, destinati a sfondare i ponti dei bastimenti . « 5° L'adozione della polvere prismatica per tutti i cannoni rio-ati ha fatto scemare considerevolmente· l'azione distruttiva d:ile forti cariche dei cannoni ed ha accresciuta la volociU1 iniziale ~lei proiettili a fine di po ter combattere con successo le navi corazzale. La fab brica7.iono in. grande di tale polvere fu organizzata nel polverificio di Okhta, ove si adoprano per essa degli strettoi inventati e costruiti nel· nostro paese. . <: 6° L'organi.zzazione del materialo dei parchi, fondata su nuovi principii, permetterà una non interrotta fornitura delle munizioni da guerra alla t,ruppa. Ingrazia dell'appro:igio1~amento cli vetture a timone e di tutti gli oggetti di eqmpaggiamcmto dell'artiglieria da campagna, i parchi sono di presente sempre


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RIVISTA

p r onti a9, entrare in campagna, al primo cenno·, con un materiale comgleto. · ..- '7° Debbo _lodare par ticolarmente la tendenza di liberarsi dalle ordinazioni all'estero in fatto di materiali .da guerra. 11 massimo sviluppo dei nostri stabilimenti !écnici è di "rande importanza _per il paese. E sotto questo .rapporto io veo-~o con soddisfazione la introduzione ·ctei' tibero lavo7'0 nella ~;""'ior parte d~i 1~os~ri stabilimen,ti, l'ingrandimento deÌ!e fonderie~!egli arsenah dt Pietroburgo_, di Briansk e dell'opificio dei cannoni di Pietroburgo, i quali stabilimenti possono insieme fornire annualmente 800 cannoni rigali caricabili dal la culatta; lo ada ttamen to della fonderia di Pietroburgo per poter ese"ui re iJ ge~to a slrat!.succe~sivi _dei cannoni da costa di bronzo di grosso calibro; la r10rgan1zzaz1one del polverificio di Okhta, o,~ con una felice applicazione della trasmissione del movimento. mercè ·f~ni conctut_trici, ~i è giunti ad isolare ogni officina ' cd ~ -parahzzare le d1sgraz1e prov_e nienli da fortuit0 esplosioni: ihfine la creazi~ne di uno stabilimento che ora è in piena attività per· confez10nare le cartucce m e talliche per lutto l'esercito. CodP-sto st~bilimen_l~, m~ntnto in pochissimo tempo, ha di già potuto sv1Juppars1 10 guisa da produrre 300000 cartucce al giorno. Fra breve esso _sarà in grado di farne m'ezzo milione, quando l'officina di Vassili-Ostroz sarà in piena attività. E questo fatto merita sp_eciale a tte nzione, perchè la fabbricazione delle car- . tucce. met?_ll_iche non si può nncora consiclerare come · pienam_ent~ stab11Jt_a, anche negli Stati occidentali d'Europa. Adunque l' 1mp1anto q1 questi diversi stabilimenti tecnici sembra non lasci nulla a desiderare. · . « Agli stabilimenti che si souo crt'ati testè (manifatture di cart ucce e fonderie cl.i cannoni) si è data un'organizzazione reo-ol~r~ e . una buona amministrazione, non disgiunta dalla sem;Ji. cita nella parte economica del servizio. · .: lo spero che avendo l'esperienza fornito i dati necessari l'arti?li?ria. potrà·, in un avvenir e a,.ssai prossimo, essere in grado d1 r 1or~b_nare tutti ~li stabilimenti tecnici, specialmente rigua1·do al servmo economico che richiede radicali riforme. Si deve se~~a pe~dita di tempo organizzare su principii regolari l'am- · m1mstraz10nc della fabbrica d1armi di Tu"la, e adattar cjucsta per _la costru:-i?ne dei fucili di piccolo calibro, inediante processi meccamc1. Io so che· la debita attenzione è s,Lala por tàta su questa parte d~ll' amministrazione di a rti,,.lieria e cho. le qùislioni relative al m iglioramento di colali s:rvizi negli s ia·

TECNOLOGICA:

. bilimenti tecnici -si studiano at.tualmente presso la direzione o·enerale' dell'artiglieria. , 0 · « s• ffsuccesso della trasformazione dei nostri fucili in armi a tiro ~ccelerato col sistema Krnka è assicurato in tu ~te le fab.,. hriche d'ai·rrii e nei laborator i provvis ori; e la trasform_azione ~ distribuzio ne dei fucili si effettua rapidamente (2000 al g1orno), sicchè ai campi d'istruzione nella prossima esta te tutte le truppe, · atli ve saranno munite di _fucili a tiro accolerato. . , . « 9° r battùglioni bersaglieri r icevettero 1111 nuovo fucile a tiro accelerato, il quale a giusto titolo devo essere considerato · corno il modello più perfetto per l' armamento attuale della fanteria: . . . . . . « 10. Si· ò s tubilito un modello ,li metragl1atric1 11 cm l1ro con tinuo col pisce a distanze più considerevoli che il fuoco_ della fanteria. ed il 'numero di pezzi di questo genere, che noi POJsediam~ attualmente, è già surlìcientc per i bisogni di una guerra. · . . , d · f « 11 . no polnto anche vcriucar~ con la più vJVa so d1s azione che l'accad emia mili tam d'artigliHria, la quale fu sempre un vivaio tli eccellenti ufficiali, colle ultime riforme fu posta 1n condizioni tali ché la soluzione di tutte lo quisti0ni scientifiche e tocniche --dell' a r tiglieria è assicurata, m~rcè ~ l~vori di antichi allievi ,foll'is titnto; nè ho potuto tralasciare d1 nvolo-ere la mia attenzione sui progressi falli_nell'accademia intorno ~ll'insegnamento della parte' tecnica dell'a r tiglieria , dell,'. meccanica della balistica ed in genel'ale cli tutte le materie. che hanno' diretto rnp portò coli' applicazione dei principii d_e lla scie11 za. L'aver posto in vigore n,uovi r egola men~i per lo scuole -speciali d'ar tiglieria, che ban no 1~ scopo ~i srilup~are l'i~trµ_"' zione dei capi operai tecnici, degli artefici e_de~ll arm~rn~h, oompleia la sei·ie del lo misuro prese por assicurare la r iuscita dei lavori noi nostri stabili menti tecnici. Queste scuoio ?rga. nizzate su nuove basi rispondo.no allo stato allual~ do~la wc nza e promettono un buon personale di_ C<J.pi _oper~1. clrnH?alt ~d invigilare i lavori negJi antichi e nei nuovi s tab11tment1 tecmci :ò 'ar tio-\ie ria. Le scuole per gli armaiuoli, che furono non ha g.uartfondale, saranno in grado di riempire un~ _for te . lacuna, fornendo buon i operai ai laboratori r eggimcn'.ah -1 q uali è lirn~o necessario siano tenuti in perfetto stato mass1rn0 dopo le serie l'iforme compiutcsi'nell'armamento. · . ~ 12. Io prevedo con sodrl!sfaziouo in un avvenire poco lo?.tg.nO l'organizzazione di poligoni d'istruzione in tulle le Russ1e,


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RIVISTA

organizzazione della quale io geltai le fondamenta ·creando i poligoni di ~rassnve-Selo, .di M9scovià o di Varsavia. Al presente le . pro~'~nce _d_e1· Ca~caso, di Kharkof e di RigÙ sono pure d?ta_te dt tali stabll1ment1. tanto nece§sarH, e quelli di Odessa . dt V1l·na e ·di Kazan. lo saranno in quest'anno. _ · « Lo, sviluppo delle misuro destinate ad elevare il livello delfistr ~ziono speciale del l'artiglieria, è stato coronnto di successo e mi dà pieno dirilto a sperare che anche l'importante quist.i(,n~ della migliore organizzazione delle scuole dei sotto-ufficiali d'al'tiglieria nelle. province, trover~ ugualmente una soddisfacente soluzione. « L.ascinndò ora la direzione dell'artiglieria. che mi era stata provvisoriamerHe a~O?a~a, h~ stimato d.ebito di giusti~ia l'esprimere che prendo vmssnno interesse ai progressi fatti da questa arma negli ultimi Lempi, ecc., ecc. » . ·. . . · . . . . . . . •

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T.ECNOT.OGICA

per, lo sparo. I tiri ,alla distanw di 600, 900 e 1,2ÒO passi diy·dero tin r isullato soddisfacente. Questo cannone provvisto di otto scatole di cariche fa 328 spari in 65 a 70 minuti second i. Il suo peso, corì1prcso l'affusto, è di 550 chilogran:imi. L'inventore. signor Foldlc, per quanto narra la ·weM .Zeit1.1,ng, fece conoscere il meccanismo alla .Commissiono, ma sotto il suggello cie11 a sogre te.zza . .

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Il governo spagnuolo commise· in A111erica nel 1869 la co.: struzione di 80 cauuoùiere a vapore de l tipo Ericson, destinate per il blocco delÌ'isola di Cuba. L'ordine fu trasmesso il 15 maggio·. Il 23 giugno si varava la prima cannoniera ; il 3 settembre la trentesima ossia l'u ltima; e così l'industria navale americana fornì 30 di ' codeste connoniere nello spazio di tre _mesi e m_ezzo ! _ • · : Queste navi. hanno ci_ascuna la lunghezza di circa 30 metri , la larghezza di circa 6 metri, l'al lezia di circ.;i, 2", 40, e pescano al massimo l'", 40._Ciascuna ha duo eliche con ·due motori separali . ~a macchina è della forza di 140 cnvalli ed ha lf,l_dimensioni-minime. Éss,i ò alla circa l'", 70 ed occupa lo spazio di ci,rcu 80 decimetri quadrnti. Ciascuna cannoniera è armata con un cannone 'Parrot da 100 libbre. Lo manovre si eseguono benissimo e la veloci tà delle navi è sigoifìc"an te.

.. . . . . . .... Dal la precedente esp_osizione si può inferire che · l';rÙ~li~ri~ russa sta del pari a quella delle prima1:io potenr,e europee, avendo essa attunto jn gran parte quanlo la scienza ha ideato por aumentare l'efncacia dei potenti mezzi di attacco. Tre cose sopra~tu tto srmbrano degne di noi.a, cioè il tiro a rimba lzo con · proiettili çavi additato come fatto compiuto nel § 1 dell'ordine · del giorno : i mortai r igati .caricabi li da lla culatta; e l'adozione delle metragliatrici. E così mentre, per quanto sappiamo, Je altre potenze europee esita no tuttavia a pronunziarsi sul valore delle invenzj.6ni e dei nuovi sistemi proposti,· la Russia ritiene dj a~cre io gran pnrte risoluti. quei complicati problemi che si rifcnscono ·al l'npplicazipne dei Lrovati della scienza allo moderne artiglierie.

Il vapot•e tipplicato tii iraspm•ti niililat•i in guert•a. ·

Il 15 febbraio si sperimentò a Vienna da una Commissione questo nuovo cnnn0no che appartieqe alla classe delle mHrag lialrici, !') .:che introdotto nelJ'eserci to bavarese, era stato speri1:1enla to ~on buon succr~sso anche in Prussia. (V. nostra disr.ensa u! g&1~na.~~ 1870 ~ag. 198). Esso ha quatt_ro canne, dietro le ,q\lali, rmcltmso 10 una cassa, trovasi il meccanismo per la carica e

Nella dispensa di ottobre 1869 di questa R{vista a pag. 115 e seg.: si è . parlato della trazione a vapore sulle strade ordina,:ie applicata ai trasporli · militari e si sono osposli alcuni ragguagli della locomo tiva Thompson e degli .ottimi risultati da essa ottenuti. A.I presente il per iodico inglese 1'he Enginee1·

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nI.VJSTA.

'l'ECNOLOGICA

<lei 28 gennaio ci porge occasione di ritornare su questo argomento e dare qualche cenno ai nostl'i lettori di · una nuova locomotiva per le strade ordinarie sorta dopo di quella del Thompson, e che non meno di essa può rendere attuabile il progetto di applicare il vàpore ai _pesanti trasporti militari in guerra . · A_ Edimburgo circolano· degli omnibus a vapore, i quali per non urtare i · pregiudizi <lei pubblico hanno la stes·s a forma 'di · quelli ordinari trainati da caval li, nè lasciano veder e .aì di fuori il meccanismo del motore. Codesti omnibus hanno tre ruoto del diametro di. om,95 e della larghezza di o••,25 fornite di un cerchione speciale-di legno salice secondo il sistema del signor Nairn . Essi non fanno rumore sulle strade ed hanno bastevole , attrito anche sul lastrico ghiacciato. -La 'ruota anteriore serve di guida ,nelle voltate che \'esperienza ha dimostralo possibi li anche sotto angoli acuti. La velocità di ques ti omnibus col carico di 50 pa~segger( collocati par te nell'interno e parte fuori, è di 11 chilometri e mezzo all'ora su pendenze non superiori all'8 per 100, ed arriva fino al doppio stì strade piane. Il prezzo degli oìnnibus · nella. cil.tù di Leith, ove si costrui-· scoria, non è superiore a quello di lin omnibus ordinario, compr~si i cavàlli di ricambio, Per condurre l'omnibus occorrono però 3 uomini, cioè u·n conduttore, un rmicchinista e· uno che . · diriga ,la ruota anteriore. È superfluo il dire quanto questi Otnnibus il V3pOre potrebbero essere utili per lò ambulanze ed in generale pei trasporti militari assai pesanti , ma_cho no1t richieggano grande vetocità. Oramai IH locomotive stradali da par,ecchi anni costituiscono in Inghilterra un'i ndustria affatto nuoYa, la qual e si va propagando anche in Francia pcl trasporlo dei pesi considerevoli e soprattutto· per le provvigio ùi e pei prodotti de lle officine iso~ late. A Londra parecchie di qùeste locomotive · percorrono le · strade, ma solo di n0tle. AIJ'esposizione cl i Parigi doi 1867 vi erano parecchie locomotive stradali per le qnali l'industria francese non è rimasta al certo inferiore alla inglr.se. Mollo lodale furono quelle del ·sig. Lolz che l'illustre ingegnere Tresca , .sotto-direltore del conserva~orio di arti e ·mestieri, soltopo$e ad accu rati esperl.menti . Le locomotive del sig. Lotz hanno. resi impprtanti servigi a Nantcs, a Perigucux cd anehe in Alg!')ria,

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li sig. Nicoll ha ·costrui to in quesli ultimi anni a Londra un numer,o considerevole di piccole case graziose e sane, ciascuna del le quali Ùon •costa che 'lire duemila. In due o lre giorni voi avete una casa di quattro o cinque camcr(), con le m~ra formate di cancellalf:} cii legno che hgnno i vani riempili con lastre speciali . Queste lastre del Nicol! sorio formato principalmente di paglia inzuppata nell"acqua: sono compresse e ballute ed hauno )'apparenza di pietre, sulle quali, quan do la casa è costruila, si passa uno strato di _corò.ento. Ugua lmente ò formato il tetlo e si Ila così on ricovero sano ed assai economico. Questo sistema potrebbe forse in molti, casi applicarsi alla costruzione delle baraèciie permanenti delle · truppe : e in 9oant~ qgli usi privi.ili sembra che a tucerna, per quanto narra la Gazzetta Ticinese del .25 marzo decorso, siasi costituita una società per la -costr.u1.ionc delle descdtte caso.

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ANNO XV, VOL. li

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RIVISTA DI GIORNALI

RIVISTA DI GIORNALI

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Wehrzeitung (Vienna febbraio 1870).·

I pian.i eri ·di' fanteria. Sotto questo tit9lo il giornale ha un assennato articolo che propo?e al_cune _modifiche alla organizzazione dei pionieri di fa!1te:1a esistenti _n~ll'e~ercito austriaco. Quantunque noi non a-vess1mo _qu~sta 1st1tuz10ne, tultaviK non sarà forse iisutile Io e~p_orre succ10t~me_ute l'articolo di cui trattasi, stante le giud1Z1os~ o:s~rvaz10m ~h~ _con tiene, le quali scaturiscono sempre dal pri~c1p10 d~lla . dtil.nsione çlel lav01·0 anzi non ne sono che una,. felice applicazione. ~la veniamo 'all'articolo. . L 1m~or,tanza della . fortificazione passeggera sul campo di . b~ttaglt~ e un fatto divenuto ormai incontrastabile e Je sper1enze f~tte l'an_no scorso al campo di Bruck hanno provato c'on quanto :vantagg10 una truppa, pro tetta da trincee scavate in b!eve ora, po~sa difendersi conh·_o una forza tre volte supe-' ri~re. Uguale unp9rtanza banno le abbattute, le batterie, ecc., e ~n una parola tu lte le opere che una truppa sar.à costretta er1ge~o nell'occupare una posizione di fronte al nemico T tf questi lavori ~on ponno al certo e$ser affidati nè ai cac~ia;~r~ ~è alla fan tena; e lo stesso dicasi degli ostacoli che talvolta si mcontrano nelle marce pc · . . · • .' r rimuovere 1 quali, la sola avan· · guardia non basta nè 1 zappatori dei rego-imenti D . I' portunità di formare delle ~e7.ioni di sold 1'1=' h . a_ qm . op~ t , . . · · · a · , c e per l'1struz1one avu a e pe1 la pratica acqui;;tata, posseggano maggiore attitu-

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dine a ·questi la;Òri. Tali sezioni hanno sempre e·sistito nell'esercito austriaco. Ogni compagnia di .fantéria o dj cacciatorl destina nel mese 'di bttobre 304 uomini alla scuola dei pionieri; ma all'ufficiale direttore della · scuola si concedono da 2 a 4 ore al più alla ·~eltimana per l'istruzione dei soldati che dura; fino alla primavera. Si C'omincia coi priocipii della geometria e,·· si finisce il corso coi lavori di terra. Dopo gli esami si fanno nel mese di giugno le. esercitazioni pratiche,· come il costruire· de( ponti volanti, degli spalleggiamenti e via. l\fa ben di rado le sezi,o~i di pionieri presero p'arte alle manovre, nonostante i vantàggi che esse avrebbero ricavati esercitandosi, in tempo di pace, n ei lavori che avrebbero dovuto eseguire un giorno durante il combattimento. , L'inconveniente del sis.teìna suddetto si è che in ogni anno si, cambiano gli uomini destinati ad avere questo istruzioni, cosicchè il già allievo 'pioniere diventa spesso allievo infermiere, o è mandato alla scuola del servizio delle bocche da fuoco'" Così il ·soldato dopo di essere stato fantaccino, infermiere, pio-. niere, . artigliere E\ forse anche confidente, ritorna ai suoi focplari ricco di sapere e di gloria. Ma richiamato 111 sopravvenire di una guerra e çlestinato alla sezio1rn dei pionieri si tro va possedere tanto della prima istruzione avuta quanto di astronomia.. Per le di.>scritte ragioni si proporrebbe modificare l'istruzione dellè sezioni di pionieri e darle un in,dirizzo ,tale che l'esercito' possa attenderne. serii sérvigi iu campagna. Ciascuna brigata di fanteria dovrebbe · avere la sua sezione ct'i pionieri. ciascuna compagnià cteua brigata fornirebbe aue .. S()zioni 4 uomini in' tempo di pace e 6 fo tempo di guerra: ogni battaglione un sotto-ufficiale: ogni reggimento un foriere ed un ufficiale, di cui il pili anziano farebbe da comandant01 la sezione. Così la forza della sezione sarebbe, in tempo di guerra, di 2 ufficiali, 2 forieri, 7 sotto-ufficiali e 168 pionieri. In tempo di pace gli allievi ·sarebbero divisi in due classi secondo la loro _abjlità. per fare due cor~i progressivi ciascuno di un anno. Dopo i due anni di corso gli allievi probabilmente verrebbero a compiere il 3° anno del loro servizio, e quindi sareb'bero trasferiti, qu'ali piònieri di fanteria , nella riserva. , L'istruzione verrebbe ripartita come segue: Primo anno. - Rudimenti ed impiego del materiale da costruzione. Fortificazione campale, limitata a quello che è necessario per la sezione. Impianto dei campi.


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Dl GIORNALI

l\!YlSTA

Secondo anno. - Costruzioni va rie. Dislruziooe di slradc e l ~ro r estauro. Tracciamen to di comunicazioni pelle operazion i d1 g uerra. Costrnziooe fii ponti volan ti. · Dall'aprile fino a l termine delle manovre. gl i allievi don·obb_ero essere esercitati in lavori sul terreno per porre in pr a tica l'mseguame nto avu to. Con tale sistema, in caso di mohifizzazionc dell"esercito . non vi s_arà dife tto di ohi li pionieri , poichò, r innovnndosi tutti. gli ann i una parte degli allievi, il numero dei pion ieri formati - crescerà sempr e. Nelle grandi manovro, come nei concentrame nti annuali, le sezioni di pionieri dovrebbero intenonirc ed essP.re impir.irate, non col seguire lo mosso dello tru ppe nè come corpo co;ba ttente, mtt possibilmente per esogwro quei la vori che i simulacri di comballenti potessero r ichiedere, come barricate, abbaltutfl, tri ncee volanti, pir:coli ponti provvisori, ccc . Ed è su perfl uo il dire che ciascu na sozione do vrobho aver seco i suoi strumenti trasportati da carri. I n tempo di pace quando u na brigata di fanteria cambia guarnig ione non porta scco tutto i l materiale de lla sua seziono di pionieri ma la lascia nlla brigata con cui fa il cambio. In guerra i pionieri marciano coll'avanguardia per rimuovere tu tti quegli ostacoli che potrebbero incagliare la marcia dello tru ppe. E nell'occupare una posizione avanzata essi dovranno massime se si temo un attacco ne mico, rinforzare quei pun ti che non siano forti per natu ra. Negli a ccampameu t.i i pioni eri provvedono all'impianto delle cucine, degli abbeverat,oi, dei lavatoi, dolio la trino, ecc. Su l campo di baltaglia l'opera dei pionieri dovrebbe fervere non interr otta. Essi dovranno correre da posiziono in posizione: qui scavare un fosso, là_ eriger e una batteria; io altro punto formare abbatlute e via discorrendo. cioè concorrere con tutti i mozzi della loro arte a vantaggio delle truppe. Nell'avanzarsi i pionieri dovendo sempre precedere il g rosso dell:oser~ito, come s i è dollo, potrebber o ridurre le opere di fort10caz10ne abbandonate dal nemico in modo da servire alla propria tru ppa. ·In cuso d i ri tirata ngireb bero in senso inverso e cercher ebbero, a nche ponendo a repentaglio la propria sicurezza, di creare ad ogni passo nuovi ostacoli alla marcia del nemico. Ecco in succinto i va ntaggi che il l{ame1·ad si ripro metto da questi pionieri di fanteria una volta che avesser o una ben in-

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tesa organizzazione. Il giornale' lamenta che nella campagna del 1866 lo sezioni di pionieri non furono attivamente impiegate, ed Pselama: « rammentiamoci il guazzabuglio de l 6· « corpo d'armala al bivacco presso Ge icrsberg il 23 e 24 " giugno 1866 ! -,.

Il fucile 1n-ussiano acl ago ed il fucile Snidtn·.

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A ~lalta ebbero luogo, nel mese di gennaio decorso, delle sperienze comparative fra i l fucile ad ago prussiano e la,carubiua Snider, dallo quali risultò c he qnest·arma ò molto superiore alla prima. Presero parte ai tiri sei individui dellà frcg11ta prussiana Arcona, e sci della nave inglese da guerra Lord Wa1·den. Gli inglesi foce.ro 77 tiri in 2 minuti primi e colpirono il bersaglio con 45 palle, di cui 7 toccarono il cenh·o. I prussiani in ugual tempo non fecer o che 58 spari o colpiron o il bersaglio con 19 palle, delle quali 2 sole andarono al centro.

(del 26 fobbro io).

I rnilitm'i 'impiegati s1iile {en·ovie in Ru~·sia.

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Affìnchè in caso di guerra il servizio ferroviario possa esser fatto dai militari, l'impera tore di !lussi.a ha ordinato di cleslinaro a lcuni u nìciali presso le amministrazio ni delle ferrov ie, i quali sarebbero presi fra quelli in servizio e fra quelli in disponibilità. Sulle linee minori di 213 chi lome tri sarà a ddetto un ufrìciale, e sulle linee più lunghe due ufficiali. Questi hanno il loro s ti-


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RIVISTA DI GIORNALI

pendio e concorrono agli avanzamenti o~dinari come se fos-sero press~ ~e trupp~, e possono del pari accettare impieghi ,d.alle amm1~11Stra~1om .delle ferrovie. Dopo due anni gli ufficiali ' ntornano ai ~orp1 o rimangono impiegati presso le ferrovie; nel quale ultimo caso debbono rinunziare ai vantag,f)'i inerenti 0 al loro grado. In ca~~ di_ gue~ra tu~to. il. servizio ferroviario· sarà .disimpègnato .ct~1 p10dett1 uffic1al!, 1 quali dipenderanno direttamente dal ~ims~ro della guerra e n on riceveranno ordini da altri che da lm. '

RIVISTA BIBLIOGRAFICA . '-

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.Sul pt•opo.,ito ciel governo di sopprimere i ,lepositi 11talloni. - Coni,iderazioni di D.UffELE BEn1·.1.cc1u medico ll)ete?··ina1·io rn:ilitare . Udine, 1870. Tipografia )a,cob e Col.magna.

Questo è il titolo di un oposcol0 pubb'licato ultimamente dal signor Bertacehi prima çho il Parlamento avesse respinto il J>rogetto di abolire i depo~ili governativi di stalloni . L' autore -pr.opendeva perchè qùesti depositi fossero passati alle province o a chi li avesse voiutì p~r conto proprio, purèhè in pari tempo si fossero creati dei depositi di puledri in vario par.ti d'Italia, corno . quelli che già esistono a Gr.osseto ed a Persano. In questi depositi si alleverebbero con le maggiori cure tutti i puìcdri che verso il terzo anno di età il governo acquisterebbe dai privati cittadini. La Francia ba circa una trentina di sì fatti depositi: e taie istituzione introdo-tta in Italia su larga scala ba'Ster:<}bbe .da' se sola, secondo il signcrr Berta-echi, « a riani« mare anche fra di noi la ·languente industria equ1na, per la « gran ras-ione economica cho gli alleva tori sapendo di poter <i: vendere duo anni prima, cioè al terzo anno di età , i loro « puledri al -governo, il quale pagneretbe ben'e ed a pronti « contanti, troverebbero 'il loro tornaconto a produrne ed « anche a meglio allevarli, ecc. '>. Il Berta.echi parte dal pTincipio che dai duç anni e ·mezzo a cinque le cure necessarie per il buono allevamento dei puledri


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IJIDLIOGRAFICA

so no dispendiose e lroppo gravi per i semplici privali. Ma il deposito dei puledr i « liberando il proprietario da lante angu« stie o dis pendi, lo incoraggia ancor più in questa induslria « r esa così per lui poco difficile .. ...... l n tal modo si otterrà " fn or di duh bio di vedere popola la , per così dire, l'industria « cavallil'la per ogni dove o tra lo fa mig lie m:mo agiate della « campagna. > Ed a questo propo6ito l'autore cita l' opinione dcll'ippofìlo Knobclsdorf sulla ncccssilà d'incor:1g~iarc e proteggere i piccoli allevatori sparsi dapertutlo, potendosi solo così popolare scnzn g ravi sacrifici il paese cl i r a1.zc equino come è accaduto nel Yorkshire in Ing hilterra . · L'opuscolo del signor Bertacchi merita di essere studialo, essendovi svariale considcra1.i oni che possono con f'eriro alla soluzione del quesito di mig liorare le nostro r azze equ ine, argomento che deve interessare vivamente la ·nostra cavalleria e che è stato oggelto di studi è cli scrilli di vari egrHgi uro~ 1ìciali di quest'arma nobi lissima. Lasciando agli uomini dell'arte il giud icare I' opuscolo di cui parliamo, ci limiteremo ad osservare che·per quanto sembrino giuste lo id eo del sig. Berlacchi sui depositi di puledri , pure in un paese come il nostro, in cui l'induslria equina si può dire quasi cl10 non esiste. non sarebbe stato prudente l'abolire di Lotto i depositi governativi di stalloni. Se l'autore vuole abbandonare ad altri codesti depositi snrebbo forse miglior consiglio cho ciò si facesse g rada tamente ed a misura che i proposti depositi di puledri venissero man mano prosperando. In tal guisa si seguirebbe la stessa massima invocata dall'opuscolo, cioè di edificare prima di demoLirc.

con chiari schizzi di episodi di batlaglil•, a cominciar~ ?all'òra dei Greci fino a Sadowa, e con esalti ragioname~~l 1 au.toro dimostra quanto complicate siano ancora le man~vr o della cavalleria e quanto sia necessario semplificarle massimo nell'osorcilo brillanico. . · Degno di nota è il moòo proposlo o ~volto da.I generalo per abilitare la cavalleria o l'artiglieria a r espmgere gli attacchi della fanteria. Io una appendice Yi sono delle proposte. per l'cquipaggiam01, Lo della cavalleria tondcnLi acl allegge1·irlo.

Die IBem•etJmaclit Jllussl,uuls, i/u•e ìileu9estt1,llung m ttl politisc l,e Bedetf.lemg ,li ..,.. Berlino !S7~, -. Libreria Buocher, 12'1 pag. Prezzo L. 3. (Le for z e mi.ti.tari dellci llussia, loro rìord:inamento e loro i mp01·tctnz a po Litica).

Questo lavoro pregeYolissimo per i molti dati che. contiene sull'eser cito russo, fa r isaltar e con l'evidenza dello cifre e con giuste riflessioni la grande importanza politica ~ho ~u.1:.\l'~sercilo potrà avere sul r esto d'Europa nello grandi qmsllom che agiteranno l'avvenire. 11 lavoro è tanto più importante in quanto vi è al certo gran penuria di scritti relativi allo forze della Russia.

Zur Tahtih der Cavallerie, Betraclitmagen. - (Co,isiderazioni sulla tattica clclla cavaUerio) di L. W. Vienna Scido! e figlio.

1Jlodern tacile• ofthe tlaree anus by major-general JII. W. Smilh-lllitchell et c.• Lomlon.

Sotto questo titolo il generale inglese Smith ha pubblicalo un libro sulla tattica delle tre armi cho merita una sµe ciale menzione. Esso defi nisce parlicola1·menlo !'azione della cavalleria in g uerra della guaio è di somma importanza occuparsi dopo l'auoziono dei fu cili a retrocarica.

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Questo inter essante lavor o è attr ibuilo al princiye Luigi Windischgr~ilz, e versa più specialmente sulla qu.e~llon~ doli~ cavalleria nelle guerre dell'avvenire e sulla pos1z1one m cui essa viene II trovarsi di fronte alle altro armi.


RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Prakri•cl,e nattli•cliliige furjùnge;.e 0//l:::in-e ìéber die A.tubildu,ag de• lnfanteriaten in, Felddien•I. -

RIVISTA STATISTICA ·

(Consigli pratici pei giovani 1ifficiali sul modo di istruire il soldato di fanteria nel sei·vi.zio di campagna). Berlino, Milller e 'fìg1io.

Il progio m~ggiore di questo libr-0 consiste in ciò che corrisponde veramente al suo titolo, poi che dà consigli di assai pratica utilità sul modo d'insegnare presto e bene il servizio di campagna.

RUSSIA.

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Nell'aprilo di quest'anno, per quanto narra la Scheve·izerische Militaire Zcitung, tutta la fanteria russa sarà armata e.on fucili a retrocarica, ed alla fine dell'anno sar anno terminali anche ifucili di riserva. Si avranno cos).965000 fucili, dei quali, 622000 del sistema Ilrentk, 60000 del sistema Berdan , e gli altri secondo il sistema prussiano ad ago. Tulle lo batteri<' da campagna hanno i cannoni carica bili dalla culatla, e le botterie a piedi sono provviste di aifusti di ferro. Fu deciso di aumentare l'artiglieria portando la riserva dal 20 al 50 per 0/0. Le fortezze nell'anno decorso sono state provvedute di 400 cannoni del· nuovo sistema, eù avendone giù ricevuti negli an ni antecedenti altri 600, si hanno ora in totale 1000 cannoni del nuovo sistema.

MONARCHIA AUSTRO-UNGARICA.

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Da molli datistatistici riportali clolla il!ilit&rische Zeitsr.l11rist, risulta che dal 1852 a l 1857 il nume ro medio annuo delle recluto che sapevano leggero e scrivere era il 24 per 100, o che dal 1858 al 1867 questo numero è il 30 per 100.


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. llIVISTA

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STATISTIC A

Per quanto' narra la Wehr z e,itung · del,13 ·marzo fra breve verrà ·pubblicala la nuova organizzazioni;) della tandwchr c1è11a Cislaitania, la qua le per quella parte del!a Monarchia sarà com- · posta di 83 battaglioni di fanteria e cacciatori, e di 13 squadroni di cavalleria. · - Alla fino di febbraio di queslo anno gl'inscritti assegnati alJa Lanàwehr erano: ·

PRUSSIA. .Da Una relazione del cancelliere della CÒnfederazione ger · manica del Nord si rileva che la OÒUa della Confederazione ha le seguenti nav_i a vapore:

Reclute . . . • 46093 So Ida ti di fon ieri a 20305 · Cacciatori . . . 2161 Solda ti di carnlleria . . 1319, So Ida ti delle truppe tecniche trasferiti dal l'esercito attivo alla Landwehr . . 7868 -Totale.

5 Navi corazzate .5 çorvette cli P classe 4 Idem cli 2• i) • . 22 Cannoniere Av,:isi in. legno misti . . - . 2

Totale . . . 38

• 777,16

Queste navi rappresentano· in complesso la forza di 8466 cavalli e sono armate in totale con 32() cannoni. In ~q~anto ai legni a vela si hanno al presente:

· In quanto alla divisa della Landwchr dell'esercito Cislailano

sembra che provvisoriam·ente siasi deciso di vestire la cav,tlleri; ulani ' e dellu ·vrndwehr della Ca llizia con l'uniforme deali o que)la delle altre_ province, ~on l'uniforme dei Dragoni. in quanto alla fanteria, la Landwchr dei paesi di montao·na auebbe la divisa dei cacci<).LÒri o tirato.ri (iager o ' schutze~) modificata da avvicinarsi al costume nazionale de.,.li abitanti ' in guisa . o

Fregatè Briggs.

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i guaii legni hanno insieme 160 cannoni .. Rimangono· ancora a . costruirsi per completare la flotta della Confederazione germanica del Nord

Navi corazzate • 11 Corvette. • . 11 Avvisi , . . 7 Navi da traspòrto in.legno n1iste. B

BELGIO.

La forza dHII'esercilo belga rimane stabil.ita nel bilancio della guerra del 1871 di 4300) uomini circa e 8800 cavalli.

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MONUMENTO al Genenle del Ce!Ùo

DOMENICO CHIODO

La morte immatura del generalo del genio Do~'IICO CmoDo fu considerata , a buon diritto, come una perdita gravissima non solo per l'esercito ma per tutta la. nazione. Ed alla ciltà di Spezia, nella quale l'ingegno di lui si erg eva imperituro mon umento, aprendo insperate vie di sviluppo a quegli abitanti. nasceva naturalmento il desiderio di vedore eternata la memoria dell'illustre estinto. A questo fine vi si costituiva un comitato composto dei signori : Marchese De' Nobili, sindaco di Spezia, presidente. Commendatore Cerruti, contr'ammiraglio. Cavaliera Prato, maggiore del genio. Cavaliere Grassi, capitano del genio. Cavaliere Paglietti, presidente della fratellanza ar tigiana di Spezia. l\forchoso Castagnola, Cavaliere Carani- Massa. Baro no D'Isengard, segretario; ·i quali fanno appell o ad ogni ordine di cittadini percbè vi arrechino la loro efficace cooperazione. I nomi degli oblatori saranno pubblicati nei periodici locali. La cassa del municipio di Spe1.ia è destinata a ricovero le offerto; lo quali potranno dirigersi con vaglia o altrimenti al presidente del Comitato o al tesoriere del municipio signor Carletli Valente.

• ~IAllTINI

CAnLo, Ge1·ente.


NOTE

SULLA STORIA DELLA CA!IPAGNA DEL 1866 COMI'ILA.TA.

DALLA SEZIONE !STORICA DEL CORPO DI STATOMAGGìORE PRUSSIANO SOTTO tA 1)Inl!ZIONI

or s.

B.

IL GENERALE M,OL TKE.

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In questa seconda parte ('1) delle nostre note sulla storia della campagna del 1866 redatta dallo stato maggiore prussiano, discorreremo solo delle operazioni di guerra dell'esercito prussiano contro l'austro-s;1ssone. Quanto è relativo alla origine e alla politica della guerra lascieremo da parte; essendochè ci sembrino snnprr le stesse questioni: ciascuna delle parti belligeranti si studia di rovesciare sull'avrersario..,. la colpa e la responsabilità della guerra, l'iniziativa degli arm1H11Pr1ti, il torto nella questione che si agita, e non sappiamo quante nitre r.ose. consimili. Lasciamo da parte questo argomento eziandio per altra e princip,de r·agione: ce n1i intend iamo poco di pofoica e specialmente di quella che è fondata su cavilli ed astuzie.

(1) La prima parte di questo studio fu inserita nelle dispense di luglio ed agosto 1869 di questa Riv'ista..

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NOTE SULLA STOHIA

DELLA CAMPAGNA DEL ,J 866

Ieri per far la guerra al Nord .si portava innanzi come argom~nto, il diritto di cOOCpllÌSta, coprendosi con la bandiera nazionale (guerra dello Sleswig-Holstein); ,oggi per piegare l'ausiliario dì ieri alle,proprie voglie, gli si fa balenare il fantasma della rivoluzione che si agita (trattato di Gastein); ed infine l'incfomàni si chiama in soccorso per fargli guerra quella rivoluzione con cui gli si era fatto paura (Parlamento nazionale con suffragio universale). Così pure dal:l'altra parte si vuole sostenere nel Nord 11n principio nazionale che si calpesta al Sud (gu erra per lo Sleswig-Holtein e guerra d'Halia). Infine non una politica franca, apertq, fo.r;idata sulla nazionalità, sulla giustizia e sulla virtù; ma bensì una politica di espedienti, che mira a nnscondere la cupidigia çl'ingrandimento o di preponderanza mercè la guerra.

« era di attendere il momento in cui gli avveni ,

Concentramento e disposizioni degli e sercit.i .

La storia della campagna del 1866 comincia col dire che lo Stato };foggiore prussiano aveva stimato che l'Austria avrebbe fatto il possibile per concentrare nel Nord le maggiori forze possibili, perchè: « In [Italia, una forza austriaca relativamente de« bole poteva prendere per punto d'appoggio il qua. « drilatero, sostenervi una guerra difensiva, e farla « durare intramezzandola d' op·erazioni offensive. « Gl'Italiani non erano r,apaci (n'etaient pas de force} « d'impegnarsi in assedi difficili e di lunga durata. « - Quanto a prendere, con u;1 attacco di fronte, la « Venezia con le sue forti piazze d'armi, ciò era loro < bene impossibile; tutto ciò eh' essi potevano fare,

, « menti generali obbligherebbero l'Austria ad abban« donarla, e quando, per conseguenza, essa cadrebbe « per la forza delle· cose ·nel loro ,potere. . « Ma secondo tutte le probabilità, gli avvenimenti « decisivi destinati ad addurre questo st::ito di cose non « dovevano succedere al Sud delle Alpi ma bensì al « Nord d1~l Danubio». , Questo periodo, ch'è oscùro, ci pare che si possa così .spiegare; che il disegno di guerra degU Italiani avrebbe dovuto essere d'intraprendere gli assedi delle pi azze forti del quadrilatero: ma siccome non eràno <la tanto (n'etaient pas de force) e siccome non era possibil e prendere ,il quadrilatero di viva forza atteso le dette piozze forti: ciò che l9ro restava a fare, si era di attendere gli avvènimenti decisivi che sarebbero succeduti al Nord, e quando le forze austriache fossero colà richiamate , il quadrilatero saeebbe caduto, e le forze italiane prinèipali si sarebbero dov.ute meLtere a pèrseguitare le austriache che si ritiravano, per così congiungersi con azione comune alle prussiane. Ora questo disegno eh guerra è in perfetta contraddizione con quello suggerito dalla nota di Usedom; ·e qui credialµo che sta la ragione dell' oscurità del periodo; non essendosi voluto nelJo scrivere la storia nè confessare, nè sconfessare quella ormai celebre nota. Infatti la nota dice : « Quanto alle operazioni « analoghe delle forze italiane, esse non avrebbero a <dare l'assedio del quadrilntero: si preferirebbe tra«..versarlo o girarlo , per bauere l'armata nemica in « rasa campagna. - Non è da dubitare che, viste « sopratutto le prnporzioni nemiche, l'armata italiana « si trovi in breve tempo in possesso del paese ve··« neto; ecce tto Venezia, Verona o n1an.tova, le cui


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NOTE SULU

STORIA

.: guarnigioni, dovrebbero essere paralizzate da corpi· « di osservazione di una fo rza considerevol e. Da queste parole del dispaccio si ,•ede chiaro che qui si è contrari alla guerra .di assedi, e si propon~ . . ·invece un'ardita guerra offensiva. Pri ma di dire brevemente qualche cosa su questi due diseO'n i dì guerra che si contraddicono, ci sia· permesst di r.ilcvare una gl'a Luita offesa che si con tiene nel periodo della storia or citato : ove dice ~;b e l'es.ercito italiano non era capace d'intrapl'endere gh assedi delle piazze del quadrilatero, mentre poi nel dispaccio sè propone un'ard ita e difficile offensiva. . 0L' per quanto noi sappiamo, la guerra __rn,_ca~po aperto è stata sem pre rilen? ta come la ptu G1ffic1le, laddove quella di assedi, soggetta a regole fisse, non è certo faèil e, ma non presen ta altrettante difficoltà .. Inoltre l'esercito italiano con l'assedio di Gaeta e di al tre piazze aveva acqu istato, almeno quanto il prussian o a Diippel, la pratica di quelle operazioni . Perchè· adunque quella gratuita offesa? È per lo men o alqu an to strano questo giudizio ostile dello storico contro l'esercito italiano, quando si consideri che, senza l'aiuto dell'Ilalia, la Prussia non avrebbe probabilmente pensato di attaccare l'Austria; quando si consideri la fedeltà, degn a di lode, serbata. dall'Italia ai suoi impegni, malgrado non fossescevra di pericoli! Il vero e maggiore errore commesso infatti dal!'Austria nell'a guerra del rn66 è tutto di politi ca militare, la quale insegna di non intraprendere due grosse guerre in una volta. I Roman~ foro.no ~c~upolosi osservatori. di tale regola. Le d1s~raz1e ~1 Na: poleone I cominciarono appunto verso I epoca m cm ebbe a sostenere due guerre. L' esercito che vinse, a Wagram non era più l'esercito di Austerlilz, le vec-

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ch ie bande erano quasi tu tte in Ispagna. Il precetto della stori a è convnlidato dalla ragione; siccome i risultati di una guerra non sono mai certi, per quanto grandi sieno i preparativi ed i mezzi che si raccolgono, qualora questi si debban o divid ere in due p'unti si è quasi sicuri che saranno insufficienti . Di più, intraprend endo due guerre in una volta, può accadere che se si vince da una parte si perde dall'altra, e quindi il risultato è nullo. Se l'Austria, nel rn66, aYesse avuto maggior senno politico militare e fosse venuta a terrpo debito in accordi con l'Italia, egli è certo che dei 200 mila uomini che rimasero al Sud più di 100 mila avrebbero potuto concorrere alla guerra del Nord. - Ma ritorn iamo ai due disegni di guerra. Nel disegno presentato dalla nota Usedom si ammettono . due cose com e sic ure: 1° Che l' arciduca avrebbe dato battagl ia sin dal bel principio. 2° Che battuto si sarebbe ritirato s~ Vienna. Queste due asserz.ioni, date com e certe, c1 paiono avventurate. Se tutto l'esercito italiano avesse voluto attraversare il quadrilatero, o girarlo, non è sicuro che l'arciduca lo avrebbe attaccato. Ma sarebbe stato vi(J"ilante a vedere se qualche errore sarebbe stato co~messo per profittarne . Se attaccò imm ed iatamente il ti- giugno, ben fece ed era suo dovere il farl~, perchè essendosi l'esercito italiano diviso in due gruppi, Bra allora il caso , o mai più, di profittare della favorevole circostanza, cioè impedire la riunion e dei due eserciri. L'arciduca Alberto aveva nel quadrilatero uon solo le sue linee di difesa, ma bcnanche la sua base di operazione. Se fosse stato ba ttuto, o girato, surebbe sempre rimasto nel quadrilatero, e non crediamo che si sarebbe ritirato su Vienna. Inoltre una minaccia .su Lubiana non poteva metterlo in apprensione per


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NOTE SULLA STORIA

Yi~nna, avendo egli una quasi ptù breve strada per 'l'ren to-lnnspruck-Klagenfurt a Vi.enna su cu i aveva quasi sempre a disposizione le strade ferrate. Frattanto nel mentre una porzione dell'esercito italiano s'innoltrava su Lub iana, poteva rinascergli la speranza e la occasione di battere quell'altra che fosse rimasta in osservazione, e battuta questa, quella era obbligata a ripiegare. ,. Ma ritorniamo sul teatro di guerra del Nord. La / Prnssia, decisa alla guerra, pensò di radunare tutto { l'esercito che doveva far guerra attiva (eccetto le tre 1I divisioni che dovevano agire in German ia) su tre • punti, cioè: un esercito composto di tre divisioni di \ fan teria ed una brigata di cavalleria sotto il comando. I del generale Herwarth, che si sarebbe chiamato eser/ cito dell'Elba, intorno Torgau. Il primo esercito · co\ mandato da1 principe Federico, composto di sei divisioni di fanteria e due di cavalleria, si doveva con\i central'e nei dintorni di Goerlitz. Infine il secondo l esercito comandato dnl Principe Reale Carlo, composto \di quattro corpi. cioè, di otto divisioni dì fanteria, ed ~una di cavalleria, dovevasi concentrare nella contea idi Glatz. Sul lembo della front iera austro-sassone questi ' eserciti si sviluppavano quindi su di una distesa d~ .•oo chilometri dalla estrema destra alla estrema · sm1stra. Sono molte le ragioni. che adduee la storia di cui discorriamo, per provare che questa clisposiziorie delle truppe era una necessità imposta dalle circostanze, quantunque si trasgredissero per essi i buoni principii di guerra. Il·primo quesito, dice la detta storia, da rÌsolvere, era di sapere ove concentrnre l'esercito. Mostra come· i ·Sassoni rinforzati da un corpo d'ese~·cito austriaco

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-potessero in '•sette inarcie pòrLarsi a ·Berlino; che· dall'altra parte potevano, servendosi di strade ferrate, gli {Austriaci ·riunire ùn buon corpo di truppe e gi.ungere in cinque giorni a Breslavia. Dopo ciò trascriviamo le parole stesse della storia, pag. 27, vol. 1°, ove dice: \< Bi sommo vantaggio sarebbe stato il trovare una ·«·posizione ove si fosse potuto concentrare tutto l'e·« sèrcito, in modo di coprire nello stesso tén1po Ber-« lino e Breslavia, rinunciando a coprire il paese a « sinistra dell'Elba e sull'alto Oder. Il punto che « avrebbe meglio soddisfatto a tali condizioni era « Goerl itz. _ · « Si sarebbero potuto vincere le difficoltà che creava « la necessità di nudrire una accumulaz ione dì un « quarto di milione d'uomini, se si avesse avuto « il progetto di marciare tosto innanzi; ma sarebbero « state insormontabili le difficoltà, se si fosse dovuto ·t formare un tale assembramento per un tempo in« determinato, e attendere iÒ tale ·situazione i'lmomento « di agire. « La concentrazione del!' esercito intiero su - un « punto, sia a Goerlitz, sia nell'alta Silesia, richiedèva « maggior tempo. Poichè si sarebbe stati obbligati di « trasportarlo dapprima su poche vie 'forr·ate, e .fìnal« mente sopra una sola , l'insieme del movimento si « sarebbe ritardato di parecchie settimane. Ma bi« sognava assolutamente coprire immed iatamente le « Marche e la Slesia, e per conseguenza non si poteva « fare altrimenti che formnre due eserciti separati. ·« Così agendo, era perfettamente evidente che un « esercito austriaco che si fosse concen Lra'to con an<< ti cipazione poteva: piombare con tutte le sue forze « su una delle metà del prussiano; ma qualunque « fosse la disposizione adottata, ni ente poteva cam« biare la configurazione del teatro dell a guena, o


NOTE SULLA STOnlA

« fore che non ci fosse un nemico situato in Boemia « tra la Lusazia e la Slesia . . « Non c' era che un mezzo per prevenire questo « inronveniente , ed era di entrare noi stessi in « BÒern ìa. » Che il concentramento fatto a Goerlitz importasse qualche giorno di più, non c'è dubbio; ma veramente uon ci persuade quando la detta relazione dice che si avrebbero dovuto impiegare parecchie sP-ttimane di più, fondandosi sulla ragione che da ultimo tutti i tra~porti avrebbero dovuto farsi su una sola strada -ferrata. Q11esto non ~e.mbra' esatto, cioè sarebbe esatto, sin o ad un certo punto, se veramente il concentramento ed i convogli avessero dovuto trasportace le truppe sino alla stazione di Goerlitz. Ed invero qu esta sembrerebbe qtrnsi un'ironia, spe-cialmente in bocca a ch i ha creduto di postare l'esercito su di uno sviluppo di più di 300 chilometri: ed ora volerlo concentrare tutto su di un punto, cioA alla stazione di Goer-lilz! "Ma siccome questo non solo non era utile nè necessario, ma dannoso, bastava che i convogli avessero portato le truppe od almeno buona parte delle truppe a due o tre tappe da Goerlitz. Vi sono inoltre due strade ferrate longitud in ali a eui mettono capo quasi tutte le alLre strade ferrate, e sono quella '<li Breslavia- · Liegnitz-Goerlitz e l' altrél parallela Lissa-Glogau-Sagao, e ve n'è una terza Breslavia-Striegau-Liegnitz, per cui crediamo, possiamo ingannarci, che il concentramento si sarebbe potuto fat·e anche molto sollecitamente. Anzi tanto più sollecito in quanto che crediamo che fosse stato non solo utile, ma necessaria, l'occupazione della Sassonia senza correre perciò pe ri coli di sorta. Ma ammettendo pu re che il concentramento sarebbe stato più lento, si deve pur anche ammettere che dal

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-giorno 5 giugno in poi, in cui finì il trasporto per ferrov ia, pe r la doppia concentrazione, si sarebbe trovata concentrata a Goerlitz, ogni altro giorno che scorreva, una molto maggior copia di truppa che non vi fosse, e se supposto, come si credeva, che l'Austria avesse potuto prend ere l'offensiva, gli si avrebbe potuto opporre una resistenza maggiore che non .avendo diviso in dne l'eserci to. Nel seeondo paragrafo citato si trova detto che se si fosse fatto il concentramento a Goerlit.z s'i avreb.bero potuto vincere le difficoltà di nudrire 250 mila uomini, se si avesse avuto il proposito di prendere .J'offensiva, ma che tali difficoltà erano insormontabili se si fosse dovuto rimaner fermi un tempo indeterminato per cogliere il momento di agire. Or siccome si voleva aspettare il momento di a.gire, era giuoco forza dividere in due l'esercito per farlo vivere. Ma l' esercito diviso in due parti, separate l'una dall'altra per grande spazio di paese, poteva correre il pericolo .di veui r battuto separatamente dalla maggior frazione dell'esercito nemico che sì fosse portata su una delle parti. Laonde per sfuggire possibilmente a questo pericolo non c'era che un mezzo, ed era di entrare in Boemia. &la dunque allora non si aspPttava più l'oc.casione pl'opizia per agire, ma si agiva per il peri-colo della divisione in due dell'esercito? Or se, si doveva prendere mai sempre l'offensiva, qnal cosa impediva sin da prima di prende,rla con l'es~rcito riun ito a Goerlitz? La contraddizione del ragionamento sembra evidente, tanto che queste ragioni mi sembrano inventate di poi per difendere il fortunato errore -commesso. . Lo stesso generale Moltke che qui difende la divisione in due gruppi dell'esercito è quello che sul -teatro della guerra dell'Ovest in Germania, suggeriva


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NO'l'E SULLA S'l'ORIA

al generale Falkenstein, di prendere l.i strada di 'Schwèinfurt · per Fulda . « Si può essere certi (dice « nelle sue istruzioni) d'incontrare l' esercito bavarese « andandolo a cercare nel proprio paese, e scegliendo « questa direzione si ha luogo di sperare d' 1mpe« dire la union e del 7° e 8° corpo.» Ciò non era possibile per , Fnl kenstein, non éra unche possibile e probabile per Benedek che si trovava neile identiche cir-costanze1 Un' altra affermazione troviamo in quel periodo citato ed è, ch'era impossibile che nei dintorni di ' Goerlitz si fosse potuto provvedere per i viveri di ~50 mila uomini, la quale · affermazione mettiamo in dubbio ·quando riflettiamo che vi sono tre strade ferrate che vi mettono capo, oltre a numerose strade rotabili: Ma ci conforta in questa idea anche un esempio storico su quel lo istessissirno terreno, cioè nel '1813, quando dopo che fu l'otto l'armistizio ch e seguì la battao-lia di Bautzen, Napoleone I che aveva fortificata. Dre~a, 'riunì tutto il suo esercito fra Bautzen-Goerlitz-Bunzlau · eccetto una porzione del corpo di St-Cyr, che rimase ··a . Dresda e tre corpi sotto il Duca di Reg·o-io o che marciavano sopra Berlino. E per Napoleone I, il dare da -vivere all'esercito che aveva con cen trato, le difficoltà dovevano esseee ~en maggiori! Egli avevp gli abitanti tutt'altro che favorevoli, e por aveva al Nord l'esercito svedese-pr1fssinno, all'Est l'esercito · russo-prussiano sotto Blùçher, al Sud infine in Boemia l'esercito russo~r?ssi_ano-auslriaco, ed inoltre numerosi corpi di p11rt1g1am cbe attaccavano i convogli innanzi ed indietro la sua fronte di difesa. Or se fu possibi le a Napoleone in tali condizioni far vivere più di 200 mila ·uomini, circondati da eserciti nemici, con appena un breve raggio entro cui raccogliere· vettovaglie, pare cer to che sia difficile dimostrare l'impossibilità

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di vettovagliare un esército in quegli stessi paesi, 'Oggi ove tutto era favorevole, popolazioni favorevolissime , paese vasto , abbondanza di mezzi, strade , ferrate. Era mente di Napoleone di tenere una difensiva offensiva al Nord ed all'Est ed invadere egli la Boemia ~ma testa di 100 mila uomini. Per la qua le operazione aveva già occnpata una linea difensiva, la destra all'Elba a Schandau e la sinistra alle Montagne 'de' Giganti verso Friedberg e Neustadt, con posizione centrale a Eckartsberg, ed aveva già incominciato a fortificare le strette pel caso venisse respinto. Egli intendeva portarsi a Praga per le strade di Rumburg e ·Zittau. Se nel tempo in cui sta"a a Praga, i suoi luogotenenti fossero battuti e rigetta ti su Dresda, egli allora avrebbe aperte le comunicazioni su Dresda per la ripa sinistra dell'Elba, per accorrere e rinforzare i suoi luogoten enti e respingere il nemico. Fu un di·st>gno di guerra che gli avvenimenti della guerra non permisero che si effettuasse. Che la •Prussia fosse preparata da lunga mano alla guerra di cui si parla, non è oggi più un mistero per alcuno; or se prepara va ed ordinava e prevedeva tutto , come non avrebbe saputo provvedere a fornire di sufficienti magazzini di vettoYaglie i paesi ·vicini ove anebbe dovuto riunire il più gran nerbo delle sue forze? ~ Uno de' casi in cui si potrebbe, anzi si dovrebbe, anteporre la massima sollecitudine alla prudenza di un concentramento solo, sarebbe appunto quello ove le forze nemiche fossero non pronte, non ancora ordinate, ed esse st'esse non concentrate o lungi ' dal teatro immediato della ope!'az ione. Poichè, sic·come scopo della guerra è di vincere, ed è tale la -ragione .dell'un ico concentramento, questo scopo si


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NOTE SULLA STORIA

otterrebbe megli o, e più fa cilmente e con minori sacrifi zi, col pronto portarsi innanzi sul territorio nemico non ancora parato a difesa. Du nque se la detta storia ci avesse detto : noi conoscevamo chr. l' esercito austriaco non era p ronto, nè concentrato ed ancora lungi dalla Boemia, perciò abbiam o voluto radunare al più presto le maggiori for ze possibili per porturci immediatamente a sbalordire il nemico con la nostra prontezza e coi nostri primi colpi, sicuri, o quasi , che ci saremmo potuti riunire prima che il nemico fosse in grado di contrastarcelo efficacemente: non so l~ non ·vi sarebbero osservazioni da fare, ma si am mirerebbe il colpo d'occhio ed il tatto di chi così avesse deciso. Avremmo lodato qui , come abbi amo loda to parlando dell'invasione dell'Annover e dell'Assia, ove le tre divisioni prussiane penetrarono in quei paesi per tre punti opposti, cioè da dove si tr·ovavano , anzich è perdere giorni a pri ma riunirsi. Perdendo quei giorni si dava campo al nem ico di prendere quell e misure che una sub ita invasion e scompiglia. Qu ell a fu buona manovra, poichè altro non è lo scopo del concentrare le forze, se non che quello di avere più probabilmente per sè la vitto ria, e si vinceva anr.lie più facilmente penetrando su bi to in paese nemico non prepariltO a guerra e le cui forze non e.ran o concentrate, non provviste non solo dell'occo rrente ma bensl del necessario. Ma che non fosse così, lo troviamo confermato a pagina 3'.2, diciamo confe rmato, dacchè se quella ragione poteva addurre la storia ci tata certo non l'avrebbe taciuta, perchè avrebbe fallo torto al capo negandogli una qual ità militare che è delle migliori, quella di saper profittare degli erro ri del nem ico. A pagina 32 ecco qu anto è detto: «L'ordine di bat"' taglia dell'esercito austriaco fu conosciuto l'H giugno:

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"' era questa altresl la prim ~ not!zi a certa che. s1 r1: « ceveva a Berlino sulla s1tuaz10ne del nem1c?. Se « seppe allora che le sue principali fo rze ~on s1 tro« vavano in Boemi a, come s'i era supposto sino a quet « giorno (H giugno), ma bensl in Mor~ :ia, per.eh~ su « 7 corpi d'armata ce n'e.ran ancora. se1.1~ quest l'.lt1m~ «provin cia.» Ora J',t 1 s1 .seppe l~ notizia eh ~ I ese~ cito austriaco era anco ra rn l\forav1 a, mentre srn allo~ ~ si credeva fosse in Boemia, quindi si credeva p1u pronto a offesa. Ora il mo~i!nent~ di concentramen to era già finito ~ui tre puntL 11 5 giugno, dun que non era stato fa llo in previsione . Il fatto fu favClrevole, ma la supposizione era contraria. . . Dunque la division e in due dell' esercito pr_ussia_no su due punti così lontani non fu un lam~o d1 gemo, fu un cattivo calcolo militare; non fu previdenza, non fu eseauita per opportunità, fu semplicemen te una operazione contro i principii di. guerra, la qua!e se riu scì a bene, lo si deve a ta! uoa circostanza prmc1pale di cui non si era tenuto punto calcolo. Abbiamo voluto insistere su questo, e continueremo, perchè non vorremmo che il felice esito, per cau se affat to estranee al la manovro, fac esse credere che il fattò abbia contraddello il principio sancito dall'arte d~lla_ guerra. A pagina 35, non contenti del~e ~ag1om ~n_o,ra dette, si ritorn a dalla storia sull e rogrom della d1v1 s1one dell' esercito. Qui prima di riportarl e vo?liamo notare:· ch e se era impossibile far vivere l'eserc1~0, baslerebb~ quella sola ragione, certo pit: che co~,vincente. Se st poteva concentrare molte settimane p1u presto, _an.ch e quell~, se fosse esatta, sarebbe sl.ata un~ _bu?mss1ma ragione, e sufficiente in ce rte tah. ~on~1z1on 1. . .: Le forze della Prussia er11 no d1v1se m tre gruppi~ "' situati intorno Torgau, Goerlitz e Neisse e. separ~tt« da distanze di iO a 25 miglia (150 a t 80 ch1lometr1). 1


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« Per riunirle, il mezzo più corto er;a di portarle rn«.nanzi coll'entrare in paese nemico. « L'invasione della Sassonia era indisp ensabile; le « ragioni politiche non erano le sole che vi ci obbli« gavano, essa · dava altresì il campo ali' esercito « dell'Elba d' eseguire la sua ma1·cia strateo-ica su lla « linea di Dresda a Bautzen, cioè di I'iu;irsi con « qualche tappa per strade numerose e convergenti. « Allora le forze prussiane non avrebbero form ato ,<più che due eserciti e sarebbe stato il compu to del « generale in capo dirig.e rli in modo da farli con-<< correre ad un' azione decisiva, impegno diffi cile ma << non impossibile. Quando gli eserciti hanno più di « 100,000 uom ini, essi posseggono per ciò solo una «,grande indipendenza; d'altronde gli Austriaci non « potevano opporre tutte le loro forz e riunite a un « solo di questi eserci ti; erano certo obb]io-ati di la« sciarn e_ u_na _p~rte in faccia dell'a ltra. Jl ~nezzo più « corto d1 rrnq.trh era sempre quello di portarli innanzi, « e perciò bisognava cominciare dal rompere la resi« stenza del nemico. » Non v'ha d ubbio che un esercito di 100,000 uomini ha una certa indipendenza, ma questa indipendenza cessa quando l'esercito di 100 mila uomini si troverà di contro a forze molto maggiori, e dovi;à allora contentarsi di manovrare o retrocedere a tempo da non essere tutlo compromesso. Che se s'impegna a battaglia contro forze molto maggiori , il risultato prnbabile sarà _dì venire completamente battuto. Or se una delle due arin~te, per non impegna.rsi in una battaglia decjsìva, ?ovra: procedere mo~to _misuratamente e circosvetta, rn gener~le le operazioni non procederanno con vigore ·e~ergia. ~d- ~ appi~?to questo uno de' principali -01fett1 della dms1one e11 un esercito in più parti. Conviene la detta storia che è un impegno diffidlet

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ma non impossibile per un generale in capo di dirigere le due armate sepa rate, e soggiungeremo noi quando si hanno i telegrafi in mano e si è provveduto che per nessuna causa non vengano interrotti, certo si può di molto diminuire le cattive conseguenze, ma bisogna anche convenire che è voler giuocare un gran giuoco su ,labili fondamenta. Quando ad una regola dì guerra viene l'appoggio di una incontrastabile autorità, è pregiQ rafforzarla. Napoleone. I (·t) scrivendo al ministro della guerra intor.oo la battaglia di Talavera , dice queste parole: ,< Hanno compromesse le mie migliori truppe e la « sorte della Spagna per ignoranza delle regole di « guerra, e senza che, in caso di buona riuscita, si « potesse ottenere un risul tato: ma infine , poichè « si era commesso l' enorrne errore di dividersi in due «,eserciti di 50 mila uomini ognuno, separati da mon« tagoe e da una gran distesa di paese, non si doveva «i almeno dare .baltaglia che quasj nello stesso tempo.» Se la maggior parte dell'esercito austriaco si fosse trovata il 28 contro il ·principe Reale sull'Elba, o il 29 a Gicin contro il ·1 ° esercito, non era egli a temersi una catastrofe pe~· i Prussiani? Cosa avrebbe potuto ordinare il quartier generale, se non di ritirarsi, a quel!' esercito che poteva compromettersi? E ritirato che fosse l'uno . non veniva per conseguenza la ritirata <lell' altro? « Ma il mezzo più corto per riunirli era sempre « quello di portarli innanzi, e perciò bisognava co.« minciare dal rompere la resistenza del nemico.» · Era questo, o tal e doveva essere, il ragionamento che facevar;io i due con)andanti del 7° e 8° corpo della

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(1) Correspondance de Napoteon I, Lett. 15694, anno 1809.


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NOTE SULLA STùlllA

confederazione, quando si volevano concentrare in· un punto che poteva essere preoccupato dal nemico, movimento giustamente criticato dalla stessa storia, e che ebbe per risultato di far battere quei corpi l'uno dopo, l'al1ro dal generale Falkenstein; che aveva forze appena maggiori della metà de' due corpi nemici. Quali e quHnti maggiori non av1:ebbero .potuto essere i risultati favorevoli ali' esercito austriaco che era pnri al prussiano! Va perb lodato il quartier generale pru·ssiano peiil modo come diresse l'operazione e diremo meglio pef modo onde erano dati gli ordini ai due comandanti d'esercito. Quegli ordini lasciavano una grande latitudine, indicavano più che altro lo stato delle cose, nè pnnto si mischiavano a voler prescriverne i particolari, dove bisognasse attaccare dove difendere. Il quale elogio non s11prcrnmo ugualmente dare al quartier generale austriaco, perchè vedremo che per troppo determinare e precisarn, metteva sovente in imbarazzo ed incertezza specialmente il corpo austrosassone. Fissate le tre concentrazioni in Turingia, in Lusazi~ ed in Slesia, cominciò lo spiegar11ento degli eserciti in queste tre provincie, e vPnne etfetwato in maggior parte per convogli di strade fo!'l'ate . Principiò il 1r10virnento il ·16 maggio e fn compiuto il 5 giugno, e foro'no trasportate per strade ferrate la maggior parte delle truppe, cioè 197,000 uomini, 5/l,000 cavall i, 5,300 vetture. Fu certamente un'operazione bene eseguita e sollecita, quantunque avrebbe potuto esserlo di più, quando si consideri eh~ vi erano tre o quattro strade ferratt-1 separate che trasportavano nello stesso tempo . Infatti troviamo nei documenti (snpplemento 2°) che s'impiegarono in generale otto convogli al giorno

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pel trasporlo delle truppe, nel mentre è noto che si possono fare da 10 a ·12 convogli al giorno. I Prnssiani si erano dunque raccolti in tre gruppi, uno intorno Torgau che doveva invadere la Sassonia, chiamato esercito dell'Elba sotto Hervarth de Bittenfeld, 46,000 uomini. Il secondo gruppo (il primo esercito') sotto il principe Federico, era intorno a Goerlitz, e doveva invadere la Boemia per il nord, 9:-l,300. Più all'est, intorno Neis5e, il principe Reale col 2° esercito che doveva invadere la Boemia per la contea di Glarz, 14/5,000. Infine a Berlino nn corpo d'esercito cli landwehr che doveva rinforz,n·e l'armata dell'Elba, 2,i,,300. Inoltre vi erano d11e distaccamenti della forza complessiva di 9,202 uomini. Totale (non contando i dne distaccamenti) 278,(iOO combattenti, dej quali si debbono dedurre i 24. mila della lll.ndwehr che non combattè in nessun iuogo, per cui rimane un tolale di i154-,000 combattenti . L'Austria aveva 7 corpi e 5 divisioni di cavalleria leggera che ciavano una·forza di 2.1-7,000 ,·ombattenti (,1); 11ggiun1ovi il corpo sassone di 24-,000, si avrà un totale per l'Austria di 27 -1,000 cornbattPnti. Quindi le forze nemiche veramente si equiparnvano, anzi l'Austria era più forte. Non era questa una ragiorie di più per dissuadere dal divider·si? IÌ giorno ·16 giugno. l'esercito del!' Elba entrò in Sassonia ~ penNrò a Dresda senza colpo fer·ire: i Sassoni essendosi rit.irati in Boemia. Non ebbero i 1

(1) Cos) la rrlazione prnssiaoa; quella austriaca porla 200,000 combattimti, 23,231 cavalli, 774 pezzi. ANNO XV, ' VOL. II. 12


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DELLA CAMPAGNA DEL

NO'l'E SULLA STORIA

Prussiani che a costrurre con equipaggi da ponti militari i due ponti distrulli dal nemico. Il ponte della via ferrata a Ri esa fu abbrnciato dai Snssoni, e fu obbligato il paese a riattivarlo . Non trovo notato nella relazione ufficiale il po11te di strada ferrata, le cui parti eran o sta te costrutte dai Prussian i anticipatamente, prevedendo che i Sassoni avrebbero distrutto il lorol Eppure, se fosse vero, mi pare che la relazion e l'avrebbe detto. Quanto non si è lodata tale previdenza pru ssiana! Il 48 fu occupata Dresda ed aperte le co municazioni col primo eserci to a Goerlitz e Bautzen . Si presero le disposizioni per fortificare Dresda dalla parte occiden tale, per cui si temeva poLessero ritornare i Sassoni unitamente ai Bavaresi, e ne fu lasciata la custodia alla 2a divisione del corpo di landwehr di riserva. Il 19 l'esercito dell'Elba fu riunito sotto il comando del 4° esercito. Il 22 gi .1gno fu dato l'orè~ne ai due eserciti di invader" ~: "qvomia . Fu 1,,a i:1•1:it::: questo disp accio: « Per ordine di S. M. « il re, i due P,:c.t.:i·ci~i en tre.ranno in ·Boemia e pren« dera1~no le loro misure per incontrarsi nella dire« z1one di Gicin. A quest' ordine fe cero po i seguito le seguenti istruzioni: « Nel disp accio telegrafi co cifrato ch'è stato sp edito « con la data di questo gioçno, s'indica Gicin eome <1. punto di riunione dei duo eserciti; lo si è scello a « motivo dell e distanze, e della faci lità di accesso « delle comunicazioni e strade ferrate. f: ben inteso « che ciò non vuol dire che bisogna ad ogni cos to <1. giungervi; la ·riu nione dei due eserciti dipenderà « assolutamen te dal corso degli avvenimenti. Secondo 1

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« tutte le notizie che abbiamo, è aifalto improbabile « che gli Au striaci possnno da qui a qualche gio rno <1. aver riunito al nord della Boem ia la grnnde massa « delle loro forze . Prendendo noi l'iniziativa, potremo « forse trovare le forze nem iche divise, attaccarle, . ,_ avendo per noi la superiorità del numero, e por« tarci in un' altra direzione per ottenere la villoria. -« Ma non si do vrà mai perdere di vista che bisogna « arrivare a riunire tulle le nostre forze per ottenere « un risultalo decisivo . « A parLire dal momento in cui si t.roveranno inn an zi « al nemico, i comanda nti d'esercito dovrirnno agire « ser.ondo le loro proprie ispirazioni e. secondo la « necessità uel momento, ma avendo sempre riguardo ""-alla posizione dell'esercito vicina. Egli è coll'operare <1. sempre di comune accordo che potranno appog« giarsi scamb ievolmente. » Tanto l'ordine quanto le istruzioni ci sembrano monchi ed incomp leti, poichè peevedono solo il caso fa, .:,revole in cu i i due eserciti si possano congiun gere ed agire di conserva; ma ci pare che si sorebbe dovuto an che prevede re il caso in cui le cose non fossero andate favorevolmente. l\la forse siccome il .quartier generale principale si teneva in cornunica.zion e coi due quartieri generali dei due eserciti, si pensava che si avrebbe, a seconda dei casi, potuto provvedere. Ma siccome non era impossibile una interruzione telegroOca, sa rebbe stato più pruden te prevederla , e dare perciò le necessarie generali istruzioni. In seguito agli ordini sopradetti il Princip e lleale .dispose che il 4° corpo d' eserci to da Liebau e Trnu.tenau s.i dirigesse in Arnau . La 1• divisione della guardia da Nemaic, Dra unau per Eypel su Koniginhof.


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DELLA CAMPAGt\:A DEL

NOTE SULI.A STO RIA

La 2a divisione della guardia da Wi.inschelburO'B;a un.a.u-Hronow-Kosteletz a K6nigi11hof. Il 5° cor;o d ese1c1 lo da Glatz a Nachod e Grad litz. Ciascuna clelle quattro colonne del 2° esercito era distante dall'altra, giunta allo sbocco, di ·7 a 8 chilometri; dim odochè dalla estl'ema destra all'estrema si~istra ~orrevano poco meno di 24- chilometri. Quindi 11 nemico con forze re lati vamente più deboli avrebbe potuto att:1_ccare una delle al i con preponderanza di forze su l s1~0 del con1battimento, senza che l'ala opposta prussiana avesse po tuto giungere a tempo per· soccorrerla. Non vediamo la ragione di questo modo di nrrire. Suppon iamo !che dipendesse dalla di::ìlocazi one ~nlecedente dei corpi d'armata, e che quindi volendosi ~osto_ c?ncentr.a re. si disse, come per l'armata inti P.rn, 11 m1gl1 or modo di concentrai si è di marciare i·nnanzi. P~emeLtendo sem_pre che l'austriaco non avesse prima d1 loro occupato 11 punto dì pos ta, è vero che in qu es to. caso l'errore era molto minore, perchè infine dalla estrem a destl'a alla sinistra non vi era che una giorn ata di marcia. ~~ faci l_ità marciare su più colonne sono: maggior· fac!l,tà d1 v1Vere; comodità di marcia e minor ingombro. Se Benedek avesse portato due o tre corpi d'esercito con tro l'ala destra ed il centro prnssinno, ovvero soloc~ntro l'ala sinis~ra, le ?os~ avrebbero potuto volgere· tristamente per 1 Pruss,arn, e fra ttnnto il Benedek ~on avrebbe adopernto forz e maggiori di quelle che rnv~devaoo. _Attaccare la destra ed ìl centro gli conv~~I~'a megho, p~rchè res~ingendole apriva sempre, P.tU 1! vuoto tra il 10 esercito ed il 2°, ma se non, rrnsc1va. a respingerl e, la ritirata di quelle sue forzesarebbe stata un po' compromessa. dall' avanznrsi

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della colonn n di sin istra. Attaccando l'ala sinistra nemica e respingendola, i risultati sarebbero stati minori ·strategicam en te, ma più sicuri, perchè sem pre libern la ritirata dc' suoi su Josefstadt. Che il Prin cipe Reale avesse preferito traversare le montagne della contea di Glatz su due colonpe, si comprende era regolare, e non presentava pericolo di sorta; era giusto , perchè una sola colonna sarebbe stata troppo lunga e quindi quasi nessun vantaggio si poteva ricavare dalla sua forza; non presentava pericoli, percli è le due colonne che sa rebbero sboccate a 7 o 8 chilometri di distanza l'u na dall'altra, avrebbero potuto soccol'l'ersi vicendevolmente. Era anche necessario, perchè se una avesse in contrata sel'ia resistenza, l' altra col suo movimento avrebbe poiuw gil'an do la posizione agevolare lo sboccare. l\Ia dividersi in quattl'o colonne ero. troppo. Bensl per agevolal'e la marcia delle due colo11ne bisognava fare dimostrazioni cc,n teste di colonn e su tutte le altre strade per tenere incerto il nemico sul vero punto.

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25 giugn o.

.Il 2ti l'avanguardia dell'esercito dell' Elba giunse a Gabel seguila dalle tre divisioni scagl ionate indietro. Il 1° esercito partendo dai vicini di Zittau si pose in marcia il 23, ed il 2-i entl'ò in Boemia, ed il 25 era -concentra lo ne i dintorni di Reichenberg. Il 25 il 2° esercito era giun lo co n le leste di colonn e a Liebau, Neurode e Glatz con il 6° corpo distaccato verso il Sud. Nell'esercito austriaco, il 25, il 1° corpo era a Muncheogriitz, i Sassoni a Backofen, una divisione di ca1

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DELLA CAMPAGNA DEL

NOTE SULLA STORIA

valleri-a di nserva a Slrnlitz; Il 40° corpo a Jaromier; 3°· corpo a 1'ymst; 4° corpo a Opocno; 6° corpo a Solniz; · 7~ corpo a Wamberg; 2° corpo a Geiesberg, e più in- : dietro le tre altre divisioni di cavalleria di riserva, e l'artiglieria di riserva.

26 giugno.

Il gioi·no 26 l'avanguardia dell'esercito dell'Elba marciando sufla strada di Hi.ihnerwasser incontrò ii nemico, nel bosco che precede il paese, vi fu un. breve com-· battiment~ di fanteria e cavall eria , dopo di che il nemico, che non aveva colà che un battaglione e qualche squadron e, si ritirò vel'so l\'h.inchengratz Lo ' stesso ,giorno l'avang uardia della divisione Rom ch'era in testa al 1° esercito, sboccando da Liebenau· s'incontrò con un distaccam ento di dragoni e di artiglieria degli.Austriaci che -venne facilmente respinto. Avanzandosi ancora· verso Dauby s'incontrò col nemico che infine si ritirò verso Turnau. Il principe Federico decise d'i_rnpadronirsi la stessa sera di Turnau, per lo che dispose che la 7a divisione (Franser.ky) andrebbe ad attaccare Tµrnau, I' sa divisione (Horn) a Preper sul cammino di Podol, la 5" divisio ne a Gablonz la 611 divis_io_n~ a Liebenuu, 2° corpo a lleichenberg'. · La 7• cl1V1s1one, trovò Turnau sgombrata, il disLDccarnento austriaco essendosi ritirato dopo aver distrutto il ponte sull' Iser. · L' sa di_visjone ch'era andata a Preper spinse i suoi avamposti smo a Podol. . Ecco intanto ciò ch'era succeduto al quartier generale del ,1<> corpo .d'esercito austriaco che era come abbiamo detto a Miinchengratz. ·

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A quel quartier generale si era ricevuto un prim9 ordine anteriore con cui gli si prescriveva di facilitare la congiunz-ione de' Sassoni col grosso dell'esercito austriaco, dopo di che lo stesso -1° corpo dovesse anch'esso avvic·inarsi al grosso . Gli era raccomandato per raggiungere questo doppio scopo di prendere posizione sulla linea Jungbunzlau-Miinchengratz: il 21 fu ricevuto un altro ordine, cioè che i Sassoni si dovevano unire al 1° corpo e prendere posizione a Jungbunzlau. Il giorno 25 il ,1° corpo austriaco era a Mi.inchengratz , eccetto una brigata e buona porzione dei Sassoni che trova Yarisi a Backofen. Infine il 26, tra le 2 e le 3 p . m., si ebbe ordine formale da Benedek di conservare ad ogni costo Turnau e Miincheng6.i.Lz . Clam -Gallas non dissimulandosi la · diflicoltà che presentava l'esecuz ione di qut::sto ordine, pensò esser meglio, anzichè dividersi, di concentrare tutte le sue forze verso Turnau e rinun ciare a difendere Miinchéngratz, ed inoltre non credendo Turnau paese acconcio a forte difesa, si proponeva di prendere una posizione innanzi verso Sichrow. Per ciò eseguire, e conoscendo Turnau occupata, decise che nella sera stessa s'iniziasse il movimento con l'occupazione di Podol -e dell'altura di Swigan che gli sovrasta. Ciò diede luogo al combattim en to di Podol. Nel men tre )' estrema avanguardia clell' 8° divisione prussiana si indirizzava verso Poclol , questo veniva occupato da porzione della brigata Poschacher . .Al principio non v'era che una compagnia austriaca che venne attaccata da due compagnie prussiane che le respinsero al di Hl dei quattro pont.i. Ma gli Austriaci essendo stati molto rinforzati, i Prussiani, eh' erano stati rinforzati solo da alt.re due compagnie, perdettero


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NOTE SULLA STORIA

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terreno e furono obbligati a so-ombrare Podol verso 0 le ·1 ·1 di notte. Nu~vi _rinforz~ di due ballaglioni giungono indi ai Prussiani, che ntentano l'attacco e rio·ettano il nemico di nuo.vo i~dietro. ~'utti i ritorni offensivi degli Austriaci non r1Usc1rono, d1modochè verso un'ora del mattino il combattimento cessò, gli Austriaci si ritirarono ' e Podol rimase ai Prussiani.

l'ffote sulla giornata flel 26.

L'idea di Clam-Gallas cioè di rnarcia1·e con tutte le sue forze .su Turnau anzichè difendere nello stesso tempo Turnau e Miinchengràtz siccome ne ,JVeva ricevuto l'ordine, non ci sembra buona. Clam-Gallas col corpo austro-sassone non aveva che un 60 rnila uomini, nel mentre .il primo esercito prussiano che sceudeva a Turnau era di 93 mila uo01ini, e J'e;-;e rcito dell'Elba diretto a IHunchengriùz 46 mila uomini, senza contare i 12 mila uon,ini, divisione di riserva della landwehr. Ora se Clam-Gallas si fosse portato con tutte le sue forze innanzi Turnau, sarebbe bastato il solo approssimarsi dell'armata dell'Elba a Munchengratz per obbligarlo a ritirarsi, senza di che sarebbe stata conipro'messa affauo la sua ritirata. Se Clam-Gallas aves~e avute forze maggiori, avremmo compreso il suo pensiero; e sarebbe si.ala buor.a manovra cli clirio·ersi o compaLLo su una delle due parti in cui erano scisse le fo_rze nemiche. Ma secondo a noi quel corpo aus~rrnco andava considerato come un corpo d'osservazione, e le sue istruzioni dovevano essere calcate su questo pen siero: fare il possibile per ritardare la marcia del nemico senza mai troppo compromettersi, pren1

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<lere ·delle posizioni formidabili ed in for~e, obbligar~ il nemico a còncentrnrsi ed a manovrare, 1rnpeg1rnre li combattimento sino a che non s1 veggono forze superiori pronte ad attaccare, quindi ritirarsi per prendere indietro altre posizioni. Guardare solo Turnau, o solo Miinchengral.z, non si poteva in questo caso. Se si guardava Tunrnu, la marci~ dell'esercito dell'Elba su Gicin o su Turnau avrebbe d1 subito fatto abbandon~re Turnau. Se si occupava Muocheno-rii.tz la marcia da Turnau su Gicin ch'è anche la più breve di quella di Mifocheng,·à~z a Gicin lo metteva nella stessa necessità. Bnstava adunque una semplice dimo~trazione del nemico per fare abbandonare la posizione, anche senza colpo ferire. ~el caso poi si volesse tenere una sola posiz,ione, noi crede rem mo più conveniente quella di Muncltengdi.tz come la più formidabile . l\la lasciando i Sassoni a Muochengra tz, il 19 eorpo a Tuman, erano forze sùfficienti .da obbligare il nemico, prima cli a-ttaccare, di concentra.r e le su e, prendere posizione, infine perdere tempo, ed .-era Lutto quello che si potea ottenere da un corpo ch'era meno della metà del nemiC'o. Il combattimento cli Podol che fu ilto primo fatLo seNo della campagna, mostrò nelle truppe prussiane ottimo spirito, grande solidità, e molta forza di resistenza : essendo stato impegnato di notte e contro forze superiori. Indica pure rnolLo buon taLto nel ·general Bose che lo condussè e che capì bene l'importanza della posizione e quel che è più l'importanza morale di uscire vittoriosi da un primo combattimento. In questo scontro gli Austriaci avrebbero perduto, solo per morti e feriti, quasi il quintuplo dei Prussiani I Parrebbe inoltre che gli ufficiali prussiani si sieno ,molto esposti per condurre la truppa, o più esatta-


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NOTE SULLA STOT\IA

DELLA CAMPAGNA DEL 1866

mente sieno stati poco seguiti dalla truppa, avvegnachè vi furono tra morti e feriti ,J 2 uffiziali su ,J o,i soldati, cioè meno di 9 soldati per ogni ufficiale!

le altre truppe indietro ebbero l'ordine di accelerare la ma rcia. Ai comandanti il 4° e 10° corpo era ingiun to di attaccare il nemico col più grande vigore dappertutto, ma biso(rnava limitarsi a perseg11itarlo sino alla frontiera . Q~esta ultima parte deil' ordine indica ch iaramente · ch' era mente di Benedek, una volta respinto l' esercito di Slesia , ossia il secondo, di riunire a sè· d'i ntornofquei due corpi per portare altrove la massa delle sue forze. Perchè il generale Benedek mandò due . soli c~rp~, senza verun nesso fra loro, contro tre corpi prussiarn, e che avrebbero potuto anco essere qoatt.ro, non potendo eo·li sapere se il 6° eorpo fosse rimasto indietro o no? Sapeva egli quali e quante forze nemiche si avanzavano ? Se no n lo sa peva, mandare quei due corpi con quelle istruzioni era un, avventurarli. Credeva forse una semplice dunos-trazion'e? No n pare, pe rchè aveva fatto venire l' 8° corpo a Dolan ed il 6° a Jarornier. Èra manranza di forze'? Ua no , perchè ·poteva il giorno dopo raccogli ere cinque corpi intornoJarornier, o inn anzi . Dunque convien dire ch 'egli fosse incel'tO, ma in t-al caso era una imprudenza il mandare a· quel modo, quei due corpi e con quelle istruzi oni. Bisog_nava c_ontentarsi di far bene osservare e riconoscere 11 nemico, · - la direzione!,delle .sue colonne e nel frattempo concenteare le mao-giori forze che si potesse, affinchè una o d . volta certo di ciò che avesse davan ti, e aven o capito lo scopo del nemi co potesse Dgire con forze sufficienti, e co n vigore e senza ti tu banza. · · Il generale in cDpo ci pare che ebbe troppa fretta nel decidersi , prima che i movimenti del nemico, .che· aveva l'iniziativa, si fossero pro"nunciati bene e nettamente delin eati. Egli si decideva troppo presto,.

27 giugno.

Il 27 il prirno esercito prussiano e quello dell'Elba si occuparono a concentrarsi pensando di poter avere a i::ombaLte re il giorno dopo. Pa~si,amo a vedere ciò che succedeva dalla parte est c1oe verso fa contea di Glatz. Il 27 ecco a qual modo sboccò dalla contea di Glatz il 2° ese rcito prussiano, 1° corpo a Trau teriau le due divisioni della Guardia dirette a Eypel e Kost;letz, il 5° corpo a Nachod, il 6° corpo era a Habelschwerdt. Il 26 a sera l'esercito austriaco, senza contare il 1°· corpo ed i Sassoni che abbiamo lasciati a l\Hinchengratz, era così dislocato: 1a d_ivi.sione cavalle_ria di riserva a Skalitz, 10° corpoJarom1er co~ una brigata a Prausonitz. . __6°_ co~po a Opocno, 4° corpo a Laozow, 3° corpo .a Komggratz; 8° corpo a Tynist; 2° corpo e tre divisi6ni cavall_eri~ ed artiglieria di. riserva era a più di una giornata rnd1etro . In questa giornata i post.i di cavalleria SpD1'si innanzi la fronte dell'eserci to austriaco avevano avvisato del la marcia dell'esercito prussiano di Slesia ~ facevano sapere che avéva oltrepassata la frontiera: rn parecchi punti. . . quindi _;J comandante io capo dispose ch e il ,10° corpo ,Jarorn ier andasse a prendere po.sizione a Trau tenau, 1J 6° corpo da Opocno dfrigersi a Ska litz con la 1a d_ivisione ~i cay~Jlel'ia di riserva . 1'8° corpo fu diretr,(} a Dolan dietro il 6°. Il 4° a Jaromier, il 3° a Nl iletin,

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DELLA CAMPAGNA DEL

NOTE SULLA STOlUA

,quindi sovente el'a obbligato a controm andare rrli ord_ini testè da.ti. A questo proposito ci pare calzino queste parole ché ~apoleo ne I scriveva al rè Girolamo il 9 giugno 1809. Dopo H);er fotto il conto delle for·ze che ascendevano a 3?,000 dice : « Non è col disseminarle e sparpa« gl, arle, alla minima notizia, che si giungerà ad un ri« sultato .. .. .... Prima di fare un movimento bisoana « vedervi chiaro, ed è perchè io mi sono accol't.o ~he « voi agite troppo prontamente e prima di aver ve« dut.o svilu pparsi i pr.ogetd dei nemici, eh' io ho im«, pedito che le mie truppe uscissero da Hanau. « L'esperienza v'insegnerà la differenza che vi ha tra « i rum ori che il ne mico spande e Ja realtà. - Giammai · « da seùici anni che io coman do, ho dato contrordine ·« ud un sol reggimento, poichè io attendo sempre « che un affare sia maturo e ch'io Io conosca bene << prima di far manovrare (1). » Percbè poi mandare que i due corpi alle due ali di maniera cbe ogni passo fotto in ava nti, in sea~ito a felice combattimento, fosserb im mediatamen t~ ed imm ancabilment<~ minacciati dal corpo della guardia .che si poteva, introme ttendosi com e cun eo nello intervallo:. ro_vesciar~i _su uno dei loro fianchi? Si capi- · rebbe I invio prec,pitoso eh quei due corpi che aveva già sottornc,tno , se suo intento fosse stato di occupare J.e strette per cui il nemico doveva venire. Ma tale non poteva essere il sno inten to sia perchè ll 26 a sera conosceva che quelle strette erano già. state oo... ·Cupate dal nem ico,. e sia anche perchè neo·li ordini dati non ne è punto fatto parola. Non pote~a inoll1·e essere, perchè lasciava libere le due strade onde transitava il corpo dell a gu ardia.

eh:

(1) Con·espondance de 1\'apoléon I. voi. xix., N. 15322.

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A pag. 8.i meravigliandosi l'autore della sto ria di cui parliamo ch e l'eserc.;ito prussiano non abbia incontrata seria resistenza sboccundo dalle montagne, continu a a questo modo : « Sino adesso è stato impos« sibile cli nulla sapere di ben positivo sul disegno di « guerra del gene:-ale nened ek. Se bisogna stu re a. « ciò che riferiscono i giornali militari, si deve con« chiudere eh' egli avesse l'i ntenzione di riunire Ja « grande massa delle sue forze sulla ripa destra del« l'alta Elba nei dintorni di Josefstadt e Kèiniginhof. « Così situai.o, l' esercito austriu co si sarebbe trovato « sulla linea di operazioni centrale, tra li due eserciti , prussiani. Gli bastavano allora fo rze relativamente « deboli pel' difendere il grande fosso formato dal« l'Iser o quello dell'Elba, secondo che si volessero « riunire delle forze superiori per operare contro il « Principe Reale o contro il Principe Federico. « Semb ra che il generale in capo non abbia mai «·perduto di vista. questo progetto, che certamente era. « eccellente in se stesso, e ch'egli abb ia messo ad ese« guirlo l'osti nazion e saldissima ch'è una delle più « belle qu ulità di questo uomo di guerra così rimar« chevole. - Ma resta a sapere se q11e'sto proge tto fosse« ancora. buono al momento in cui si trattava di met« terio in esecuzione, al momento in cui gl i ese rci ti « prussiani erano già in pi eno movimento (ma è appunto allora che si può eseguire un tale di segno). « Se vi ha vantaggio a collocarsi sull a lin ea centrale· « di operazi oni, per poterne profittare, bisogna neces« saria.mente avere intorno a sè bastante spazio perchè « sia possibile di andare in cerca d'uno de'suoi avYer« sari a una distanzu di pa recchi giorn i di marcia e· « avere ancora abbastunza tempo per ritornare in se« guito sull'altro. - Se questo spazio è molto ri stretto, « si corre il pericolo di avere a fare coi due avversari,


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NOTE SULLA s·rORIA

·« in una volta. - Quando un esercito, sul campo di « battaglia, è attaccato di fronte e di fianco, poco im« porta ch'esso sia sulla linea centrale di operazioni: «. ciò ch'era per esso un vantaggio dal punto di vista « strategico diventa uno svantaggio dal punto di vi sta -« tattico. Se si lasciavano i Prussiani avanzare sino « all'Iser e l'Elba, se i vari stretti ove bisognava pas·« sare per traversare quegli ostàcoli cadevano nelle <1. loro mani, è evidente che diventava pericolosissimo . « di avanzarsi tra i loro due eserciti. Attaccando « uno dei due eserciti si correva rischio ù' essere « attaccato alle spalle dall'altro.

« Ora che si conosce la situazione dellè cose a quel« l'epoca, si dirà che ciò che v'era di più semplice e di « m(~glio a farè, sarebbe stato . di riunire tutle le sue « forze per schiacciare il 2° ese rcito al momento in ·<< cui esso sboccava. Ma egli non conosceva ancorn « il movimento che il Principe Rectle aveva eseguilo « in dietro della contea di Glatz, e non poteva puuto « essere informato prima del momento in cui l'esercito -.: si mostrava allo sbocco degli stretti. Si erano ·pre. « parati gli alloggi nell'altu Slesia per ,J 00,000 uomini, · « era succeduto allora un combattimento a Zuekmantel: ~< non è impossibile che questi due motivi l'abbiano « impedito di conoscere più prest0 le vere intenzioni << del Principe Reale. » Col primo periodo riportato della rela-zione, si dimostrano con grande evidenza i vantaggi che avrebbe potuto ottenere' l' esercito austriaco occupando una linea centrale di operazioni, perchè con forze relativamente deboli poteva difendere le strette e riunire tutta la somma· delle altre forze per portarsi sull'altra parte ,nemica. Ora se questo disegno era evidentemente van-

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DELLA CAMPAG NA DEL 1866

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taggiosissimo per gli Austriaci, perchè si è esposto l' esercito prussiano a tale pericolo1 Se uno de' fondamentali princ.ipii dell'arte della guerra è quello di cornbi. riare in modo le operazioni da portare sul campo di battaglia maggior numero clell'a:vversario, egli è certo -che il dise.o·no di guerra prussiano era contrario ai prino . ,cipii dell'arte. Ma .ci si dirà sono riusciti : sì sono rwsciti, ma perchè neppure il nemico ha agito secondo le regole, e sì perchè sebbene i prussiani non avessero . -calcolato che l'esercito a.ustriaco era ancora indietro e non inti.eramente pronto, questa circostanza avveratasi senza, loro merito, è stata il maggior fattore della vittoria prussiana. Dunque il disegno di guerra prussiano era difettivo~ e riuscì perchè vi fu un coefficiente efficace su cu~ non si era calcolato; fu opera del caso e non d1 previdenza . Nel secondo periodo cit.ato si dice che Benedek non perdè mai di Yista questo progetto, che anzi vi mise per eseguirlo una ferma ostinazione, ma si dubita se era quello ii momento di eseguirlo. Se con questo secondo periodo si vuole riferire al concentramento fatto il 30 a Dubuez, veramente ci è da dubitare se fosse ancora a tempo, non perchè il primo ese rcito prussiano era già giunt.o a Gicin che dista da Konigìnhof me(Tlio · di 34 chilometri, e quindi nel giorno 1° ìuglio molto tardi. potevasi trnvare sui suoi fianchi ed alle sue spalle. Ma veramente quèl che ci fa molto dubitare della -Opportunità cli quella manovra sono nozioni di o.rdine morale di cui si deve tener gran conto in guerra. Ora .se il 30 Benedek aveva tra Jaromier e Liebenthal il 2°, 4° , 6° ' 8° ' 9° corpo ' 3 divisioni di cavalleria e l'artiglieria di riserva, ed avendo dislocato il 3° corpo ed una divisiqn e di cavalleria di riserva a Miletin,


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NOTE SULLA STORIA

egli era in buona posizione; ma però il 6°, 9° e 8° corpo avevano sofferto il '27 e 28 delle vere sconfitte, qllindi il loro morale ùoveva essere mollo git'.1, nè avevano avuto tempo di rimcLLersi, per questa circostam~a e non per altra era un po' avventurala e tardiva quella manoVl'a. l\Ia se non fosse stato pel morale del qnale è da tener conto, perchè è tutto in guerra, egli non v'ha un dubbio al mon<lo che anch e in quel giorno poteva convenire quella manovra perchè il Bcnedek si sarebbe trovato con cinqll c corpi di esercito e tre divisioni di cavalleria, contro quattro corpi e nna divisione di cavalleria, ed era certo più pTobabile avere la fortuna per sè che non a Koniggratz tre giorni dopo , in cui avrebba av uto sulle braccia tutto l'esercito prussiano. Dunq11e ripetiamo non era quistìone di tempo, il tempo era anr:he opportuno, ma bensì qu estione di morale militare. Ma poteva il generale Beoedek prima òel 30 concentrare sull'alta Elba forze preponderanti, stante la sua di:;locazione di quei giorn i? Questo andremo ora a vedere, partendo dalla dislocazione de' diversi corpi austriaci la sera del 26, ch'è la seguente. Una divi sion e di l'!avalleria di ri se r·va Skalitz. li X.0 corpo, Jaromier, con una brigala a Praussnitz, il VI 0 corpo a Opocno, 1V0 Lonzow, lII° Koniggratz, VIU 0 a Tynist; il resto cioè ll0 corpo, 3 divisioni dì cavalleria di riserva, e riserva di artiglieria a più di un a marcia indietro. Vediamo ora pel giorno 27 quali forze si avrebbero potuto raccogliere tra Jaromier e Koniginbof. Il X0 corpo si trovava sopra luogo come pure la 1" divisione della cavalleria di riserva. li Vl' da Opocno si portò a Skalitz e si poteva quindi portare invece sull'Elba, anzi quella era statn la suo primitiva destinazione. L' VIIl 0 corpo doveva il 27 trovarsi a Jaromier portato poi a Dolan per contro ordine. li IV 0 corpo da

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Luzan fu ch iomato il 27 a Jnromier, qu indi non v'era nulla da cambiare. li Il1° corpo ch'era in marcia su !Jiletin ove doveva arrivare i.I 27, poteva da Koniggratz invece arrivare su l!' Elba. Dunqu e la sera del 27 polevansi trovare tra Jnromier e Kòniginlrof il X0 , VI 0 , IV0 , Ili°, Vll 0 corpo, ed inollre una d ivisione di cavnlleria di. ri se rva . Questi movi menti sono ricavali dalle dislocazioni tanto austriache che prussiane. Il 28 a sera vi si sa1·ebbc poi trova to anche il II0 corpo e la 2a divisione della cavalleria di riserva. Dunque il 28 avrebbero potuto trovarsi in linea e combattere cinque corpi d'armata ed una divisione della cavalleria di riservn. li 29 poi, sei corpi d'esercito e due division i di cavalleria. Esaminiamo ora la dislocaz ion e prussiana il 28. Il 1° esercito e qu ello dell'Elba erano occupati a combatlere a MiinchPngratz, lontaoo più di due tappe dall'alta Elba . N1Jn riman eva da opporre. a quelle forze anstriache, notate di sopra, che solo il 2° esercito prussiano. Il quale doveva avere q1Jes1e disloc.izioni senza i combattimenti rhe guccesscro. Il 27 a sera il 1° corpo , a Trautena u, il corpo delle g11ardie a Eypel -Ko::;tel etz, il 5° corpo ed una briga ta del 6° a Nachod, il 6° corpo a più di una marcia indi etro . 1128 giugno il 1° corpo ad Arnau; il co rpo della guardia Kon iginli of, il 5° corpo e una brigatn del 6° corpo a Gradlitz, il 6° corpo a Riicerts a più di 4-0 chilometri indietro. Se dunqu e il Bcnedek avesse attnccnto il 28 coi suoi cinque corpi d'eserc:iLo ed una divisione di cavalleria, non avrebbe avuto co ntro che tre corpi d'esercito, una brigata del 6° corpo e la divisione di cavalleria della gnardia. Se avessC: attaccato il 29, avrebbe avuto contro le stesse forze (perchè solo la sera del :29 gi unse il ANNO XV, VOL. I l.

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NOTE . SUUA STOl\IA

rimanente del 6° corpo a Skalitz) ed egli aveva 6 corpi d'esercito e tre divisioni dì cavalleria. . Dunque ci pare aver provato che il generale nenedek poteva radunare forze molto superiori al 2° ~sercito prussiano, sì il 28 come il 29, anche al 30 malti no era a tempo per poterle rovesciare tutte insieme snl 2° esercii.o. Perchè Gicirì no·n cadde che a noHe mo1to inoltrata, e di poco si potè avanzare nella sera del 30 il 1° esercito nella direzione del 2°, cioè: nbn oltre di Chotec e di Konezchlum. Nel 3° periodo çilato si dice: è bene mettersi "su di una linea centrale di opei'azioni, ma bisogna che vi sia sufficiente spazio, altrimenti ehi vi si mette corre rischio di essere attaccato di fronte e di fianco , ed allora il vantaggio strategico cede a! vantaggio · tattico che decide. Ma ahbiamo mostrato che ciò p0tevasi farè bene il 27, il 28, il 29 ed anche il 30, se non si fossero esposti separatamente vari corpi d'esercito. In1ìne nel 4- periodo citato conviene l'autore che era possib ile dì. 1<nn ire tulle le forze disponibili per schiacciare il 2° .:,v:-cito, ma trova solo che il generale poteva non con oscere il movimento del' 2° esercito fatto dietro la contea di Glat.z e che non potea esserne informato -se non quando il 2° esercito fosse già sboccato dagli stretti. Che avesse potutò essere confermato nel duhbio dal sap,~rc degli alloggi preparati per· 100 mila uomini nell'alta Slesia e dal cdmbaLtirnento di Zuckmantel. In una parola la 'detta storia conviene finalmente che potevasi fare quel concentrarnento a ~tempo opportuno, ma che conveniva bene comp'tendere· il "diségno prussiano. · Ed in ·qùèsto siamo perfettamente d! accordo. La sembra facile ed evidente cosa quando si conoscono la serie degli avvenimenti come si sono compiuti, di

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indicare la regola che si sarebbe dovuto tenere per superarli vantaggiosamente, non debbesi perciò argui rn che l'operazione fosse facile e da farsi dal primo venuto. La grande, la vera diffi.coltà in guerra consiste appunto nel bene capire ed intendere ed arguire dai pochi segni precurso,·i che si hanno gli avveQimenti che si vanno svolgendo; poichè quàndo questi già hanno preso proporzioni e forme distinte da essere :intesi dal volgare, allora si corre troppo tardi '. alla paratn. Ed appunto in quella specie d'intuito, jn quell'ingegno açuto che da pochi indizi rivela a:11' uo,mo superiore anticipatamente quel che pochi giorni dopo sarà palese e verità palpabile a chicchessia , consiste.la qualità dell'uomo superiore io guerra. Le notizie con traddittorie C'he si ricevono, si spessissimo false, perchè dove si è ,(ista qualche pattuglia, sarà riferito di essersi visto un gran corpo di truppe e \".Ìcevers11, e cbe mettono la mente in- dubbio; le notizie dei combattimenti infelici da ,un ~ parte, fortunati dall'al tra, sempre esagerale; di distaccamen ti che si sono visti. alle spalle dell'esercito; le informazioni di ordinamenti di vettovaglie ed alloggiamenti in nitri luoghi, sono tali da mettere ne,Jl'incl'lrtezza e ,nella titubanza chicchessia, percJ·1è se si decide troppo presto, si possono fare dei movimenti falsi che portano con· sè naturalmente errori e tristi conseguenze; se troppo si nspella per ve,dere delineare meglio gli avvenimenti (ed è ·il meglio nel dubbio),. si può temere di giungere troppo taxdi. •'Il concentrare sull'alta Elba l'esercito au:St:ciacodra ii due eserciti prussiani che non ernno a ; grande ·distanza, distanza che ogni ora ch·e passava:,senipre _più diminuiva, era certamente una operazi one ·delicata ,c;he richiedeva molto tatto, e che nello stesso· tempo · andava compita con grande fermezza, risbluzione, ·sollecitudine e previdenza. Saper .profiuare delle cir-


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NOTE SULLA STOl\IA

costanze di tempo e di lu ogo con energia e solleci-tudine sernbra a fotti compi nli che ognuno saprebbe o potrebbe fa rlo, ma pure ciò è dato solo ai grandi· capitani. Ma ripeto , la operazione non era facile ma si poteva fare, e così essendo, il disegno di guerra prus·siano era molto in pericolo. Abbiamo molto insistito su 9uesto argomento perchè l'esempio prussi ano co ronalo da folicissimo successo, non abbagli alcuno al segno da fa rgli clu~itare dellaesattezza e veri tà del principio di strategia. Faremo anche un po' di riserva su quanto dice la della . storia nel citato brano, inguan to agli atLacchi di fro nte· e di fianco come quelli che in tattica fossero sempre· i più ·vantaggiosi: la propo~izione è troppo genera lizzata, vi hanno esempi contro e pro, e vi ha anche una ragione; chi è avviluppato può disporre di una riserva central e, nel mentre chi avviluppa non può avere che· o riserve parziali ovvero un a riserva r.be non può. adop erare che su un lato solo. Combattimento di Trautenau.

Il .1° corpo d'esercito partito da Konigsha m al sud di Liebau e da Schomberg si dirige , il 27 mattina, su Trautenau, trova il ponte sull'Aupa barricalo e difeso dai dragoni che avevano posto piede a terra; l'avanguardia del corpo supera la resistenza e pre-ceduta da due squadroni traversa il paese persboccare ed occupare le alture che in quel mom ento ve, nivano dall'altra. parte occupate dalla ,brigata ~fond ei, che faceva parte del X 0 corpo e che trovandosi distac·Cata· a Praussnitz aveva prima delle altre potuto giu.n-

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gere. Succede uno scon tro di cavaileria fra quei due squadroni, e tre altri plo toni prussiani che prece-devano la colonna fiancheggiante di destrn, e che veniva da Ober-Altstadt. Trautenau è dominata dalle alture chiamate Kapellenberg e Galgenberg. le quali eran o occupate dagli Austri aci ; una batteria situa ta all'ovest di Hohenbruck ·impediva lo sbocca re delle forze prussiane. E mal- · grado gli sforzi dell' avanguardia coi suoi 1 O pezzi ed il concorso del corpo fiancheggiante non si potè superare la resistenza della brigata austri aca . Allora il generale Bonin mandò da Parsc4nitz due reggim en ti ed una batteria che dovevano traversare l'Aupa a Parschn ilz a dirigersi sul fianco destro del nemico nella direzione cli Ilohenbruck e Alt-Rognitz, e fece situare tre batterie sulle alture al nord di Trautenau. Ma la colonna girante trovò non poche difficoltà nel terreno, i monti essendo a scarpe ripide eh' era difficile sormontare con ordine, ma mentre si esegu iva -questo mo.vimento l'avanguard ia avend o raddoppia to di sforzi, era riuscita ad impadron.irsi delle alture, a -malgrado la ostinata difesa del nemico. La brigata l\tondel si ri tirò a Hohenbruck dove p rese posizione, come dice la cl,~tla storia,. ma è probabile che la brigata l\londel vedendosi minacciata sul fianco destro dall a colonna girante , si ri tirasse, e infatti prese posizione poco indietro . Era l'una e mezza p. m. ed il combattimento era fo comineiato alle 10 ant. In questo momento giunse a Pa1·schni tz la 1a di visione dèlla guardia · che offrì ·l'opera sua; ma siccome il nernico accennava a ritirarsi non si creclè di profittarne . .Jl nemico battè in -ritirata anche dalla posizione Alt Rogn itz-Hobenbruck ·ed i Prussiani alla loro volta si stabilirono su questa Jioea. Il combattimen to era quasi cessato verso le tre


DELLA. C.UIPAGNA DEI,

NOTR SULLA STORIA

e si pensava a riordinare le truppe prussiane ch'erano, confuse fra loro_ ed intralciale. Ma verso le 3 e 112 essendo sopraggtunle le altre brigate del X. 0 corpo, Gablcnz riprese l'offensiva con la brigata Monde! a sinistra e la brigata Grivicic a destra . Questo a!L{lcco riusci a respingere i Pru ssiani verso Traulenau. Poi la brigata Wimpffen venne a rinforzt1re la brigata Monde! ed infine comparve anche sul campo la brigata Knebel. Tra le 7 e le 7 e 112 tuue le forze prussiane avevano ripassato l'Aupa, porzione a Trautenau e porzion e a Parschnitz, cd il '1° corpo ritornò ai bivacchi che aveva abbandonati la notte precedente.

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d!an~, e diede il_ te1~po al rim anente del X corpo d1 .giungere. Se ciò r1don<la a lode della brigata austr1ac~, ~lal!' altra parie fa vedere che per parte dei Pruss1am s1 attaccava mollem en te, si titubava e non si spiegarono forze cd attacchi sufficienti. ~li. Austriaci dimostrarono una grande fermezza e solr?llà, aveu<lo perduto tra morti e feriti, tra il tl'iplo l ed il quadrulo dei Prussian i. Si · pensò troppo lardi dai Bru~siani. a far occupare( le alture che sovrastano Parschn1tz, v1 fu confusione nell e_trwppe che ave vano combatt uto; lo dice l{l. stessa relazione. Da un'o ra p. m., io cui la brigala Monde! aveva principiato a l'Ìlirarsi al di là di Hohenbruck. sino alle , 3 e 1 [2, c'era stato tutto il tempo ed il. terreno necessario per spiegare tutte le forze prus~ane necessarie avanti di 'fraulenau. . Soggiunge la detta storia, dopo aver descritlo laritirata: « Tutto stava a manten el'si durante la notte « innanzi lo stretto del Ri esengebi rge; perchè l'arrivo « ~el. resto del 1° corpo disimpegnerebbe il corpo « int,ero. » Debbo confessare che o qui l'autore erra o. non l'abbiamo bene compreso. Al combattimento di Tranteoa u, e per sostenere la ritirnta erano state impiegate quasi tulle le forze di cui disponeva il 1°_ c~rpo, cioè più esattamente parlando, 20 battagl.1oni. sopra 25 che contava, senza nore rare i pi on ieri di cui anche una compc1gnia, prnse pa rte all'azione. A:vevan pl'eso parte cioè, come narra la storia stessa: u,n battaglione cacciatori, più tre battaglioni del 5°; un battaglione del 4•1°; tre del 44°; tre del 45°; uno del 4°; due del 4,3°; due 1t~ del 3<?; due compognie essen?o agli equipaggi; tre ba.ttaglioni Principe di P~·uss1~ .. ~'otale 20 bauaglioni. Rimanevano dunque dispon1b1h 5 battaglioni. 0

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~ota sul comhnttimcnto di Traulenau.

(..27 giugno).

Molte sono le osservazioni che ci si affacciano sul Icombattimento di Trautenau. Il 1° corpo giunse presso Trautenau verso le otlo , antim eridiane, quando non vi erano nel paese che pochi dragoni nemici in esplorazione, ma non si curò di occupare il paese, nè le alture che lo sovrastano, le quali vennero dopo occupale dalla bl'Ìgata Mondel, i che giungeva da Praussnitz. Fu questo errore grave, essendo Traulenau la testa di una stl'etta che bisognava al più presto fortemente guernire. Dall e 10 a. rn. sino·all'f p. m. la sola brigata ~fondei tenne fe1·mo contro buona pa1'le del I0 corpo. Spuntata alla sua des~m si ri~irò lentamente, opponendo sempre nuova resistenza m successive posi1.ioni. Così l una sola brignta tenne occupalo il primo corpo prussiano dalle 10 antimeridiane sino alle 3 4/2 pomeri-

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NOTE SULl,A STOllIA

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Ora non possi :=i mo credere che avrebbe conta Lo su questo rinforzo per tentare di 'dispegnarsi il giorno dopo: Quattro o cinque bai.tagli oni od ànche meno che giungono nel momento in cu i il combattimento è incerto, possono decide re della vi ttori11, ma fore a fidanza su tale rinforzo , che peraltro il Bonin ave\'a sottomano anche il giorno stesso del combattimento, per rinnovare il gio éno dopo gli attacchi non mi pare che sia logico. Vorrà forse parlare dell a 1'1 divisione della guardia che il giorno dopo da Eypel si doveva portare per Prausnitz a Kon iginhof? ed è certo, che quel movimento avrebbe clisfmpegna.to il 1° corpo, ma veramente sarebbe poco esatta la denominazione di res to del ,1° corpo. Poi soggiunge: « Ta le era anche « l'intenzion e del generale : egli voleva prendere posi« zione al n,ord di Traute.nau e a Parschnitz, ove erano « di già arrivati i carreggi. Ma le trupp e che si erano ( r ip iegate sull'ultimo punto battflndo in ritirata l'a« vevano oltrepassalo e se n'erano allontanate seguendo << la grande strada. Questa circoslanza forzò il gene« raie ad abbandonare l'idea di prolungare la resi« stenza; il corpo continuò la sua ritiru ta ; le truppe . << stanche di fatica, guadagnarono cla11' ·1 all e 3 ore a. m. « da ll'altra parte della montagna il bivacco eh ' esse « avevano abbandonato il giorno innanzi.» Queste parole rivelano che lo ·spirito del 1° corpo d'esercito era molto depresso e che questa dovette essere la vera cagione per cui il generale Bonin abband onò l'idea di una ulteriore difesa mettendosi al n01:d di Trautenau, a cavaliere della strada che porta a Liebau . Senza di che poco importava che qualche corpo si fosse solo portato più indietro, perchè lo si poteva fe rmare. Inoltre se voleva prendere colà posizione dovè aver dato gli ordini pel collocamento

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,della truppa; come va dunque che questa oltrepassò la posizione indicata? Dippiù queìla truppa do"eva essere enormemente · stanca, avenèo percorso megl io di 15 a 46 chilometri · per essersi recata sino innanzi Ilollabruch e per aver combattuto qalle 10 a. m. alle 7 p. m. cosicchè, se lo spirito non fosse stato molto ·colpito dallo scacco sofferto, la truppa non doveva avere gran vogl ia di fare altri H chiloroetri e di più la salila del Riesengerbirge per raggiungere i bivacchi abbandonati!! Se le colonne dei earri erano ginni.e, eome dice la relazione, a Parschnitz non si pnò addurre per ragione che era il caso di raggiungere i viveri . Anzi mi pare vedere quei <:arri che ritornano di conserva con le truppe; doveva esservi una grande confusione, tanto più se si considera ch'era di nolle ! Eppure le perdite pru ssia ne non erano sta te enormi essendosi av uto tra morti e feriti ts6 ufficiali e ,1,HJ6 individui di. truppa . La marcia retrograda del I0 corpo sino verso Liebau faceva sì ch'era quasi impossibi le che il giorno dopo ésso si fosse trova to a Trautena 1, per cui se Benedek avesse mandati solo tre corpi d'esercito contro i tre prussiani, il giorno' dopo la guardia invece di avere da fare col solo ·1° corpo avrebbe avuto sulle braccia .due corpi d'esercito, e quindi si vede facilmente come le cose avrebbero potuto andar diversarriente. Il generale Bonìn infatti il giorno dopo il 28 giugno non si mosse. Locchè è un'altra conferma dello stato di stan~hezza e di prostrazione del ,1° corpo. Fu quasi per verificarsi dalle due parti lo stesso avvenimento. Il IV 0 corpo austriaco è battuto dal -0° corpo prussiano, e Benedek manda per sostenerlo l' VIII corpo, ma il Y1° essendo stanco e demornlizzato, il 5° corpo prussiano non ebbe a combattere che

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NOTE SULLA STORIA 200 solo l'VIII corpo che era anche più debole di 114· del normale, e fu scon fitto . Lo stesso stava per accad ere e poteva accadere al nord: il X0 corpo austriaco batte e respinge il 1° co rpo pru ssiano, il giorno dopo gli si manda contro il corpo della guardia per cui non era impossibile che p.or.esse esse re battuto anch'esso. Non succedè così, sì perch è il X~ corpo fu aLlo.ccato in flagrante delitto di una marcia di fianco, e perchè· il giorno innanz i aveva arnto di fortiss im e perdite, quasi il quin to delle sue forze. Non sappiamo, nè si rileva dalla detta storia, se la divisione della guardia quµ.ndo lasciò Parsehnitz, dopo le 2 ·p. m. del 27, abb ia preso la strada che da Parsclrnitz e Bausnitz porta n Eypel.. Se avesse presa questa direzione, come è probabile, si avrebbe potuto farla venire per Bausnitz sul fianco destro del corpo di Gablenz il giorno 27. Ricapitoliamo i fall i di Trautena u. Si omette di oc- \ cupare 'l'rautenau e le alture dalle 8 alle '10, quando non vi era che un semplice posto di dragoni. Sì fanno vani 1 con ati per molto tempo dall'ava nguardia e dal corp o fiancheggiante pet· scacciare una brigata austriaca che occupava le alture. Si pensa tardi a far passare a Parschnitz un corpo per agevolare l'àtlacco. Si resp inge l il, nemico, ma aven dosi molto forze dispo nibili se ne ,; impiegano poche allo ,;copo. Non si pensa a coord inare • la difesa. Si congeda la divi sione dello. guardia ch'era , venuta a prestare l'opera prop r·ia . Giunti rinforz i al nemico, i Pruss iani so no obb ligati a cedere il terrcno j a stento conqu islato. La retroguardia fa solo resistenza: sulle belle posizioni di Kapellenberg e Galgenberg. IL 1° corpo si ritira, ma lgrado che il comandante voless~ arrestado al nord; dirnoclocli è il 4° cç>rpo in un giornq fa 32 chi lometri, combatte per sette a otto ore, e ritorna d'onde era partito. Il giorno dopo non si inuove

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e può fare and ar falliti du e attacchi, qu~llo di Sk~litz. e quello di Soor o R_ignitz, p.oi_cl:iè a Ska litz n~n viene spedito il rinforzo dr una d1V1s10ne sta to p1_omess~, ed a Soor non si trova il •1° corpo pe1· coadwvare 11 corpo della guardia. Ecco di quali e ~ua nte funes te consegu enze avrebbe potuto ess~re cagione -~a censu-rabile condotta del ~0 corpo. Dipend eva c10 dal co: mando o dalle quali\à delle truppe1 Veramente s~ sarebbe indotti a credere da non buono comando, s1 per essersi trascurato di occupare a tempo le al_tur_e, che sovrastano Parschnitz, sì perchè nelle ope'.az1om, che succedono dopo la presa delle alt~re? _vL è tale slerrato tra l' avanguardia ed il corpo dL s101stra, da 0 far credere a mancanza di direzione. Lo stess? ossern .si nella ritirata. Lo steS$0 osservasi quando 1_1 corpo non si arresta dove il generale comandante in ~ap~voleva che si arrestasse. Sforzi isolali e non coordmat1 danno per risu ltato, specinlmente in gue:ra, zero: Il corpo di Gablenz operò bene, _mostro molta 10-telligenza militare e fern~ezza. La brigata. Mondel.' eh~ dopo essersi battuta vigorosamente sulle altu1. e di Trautenau, dopo aver sostenuto con molto. s~n~ue freddo una ritirata conlro forz-e molto supenon s~no a1le 3 p. m., quando ~i riprese _J" oifen~iva, ~er l'amvo: de'rir.forzi, si portò d1 nuovo innanzi. Pa1e solo cl~e Gablenz avrebbe potuto non poco tormentar~ l_a ~1ttrata del nemico salutandolo col fuoco delle aruglrene, le qual i avessero preso posizione sulle alt~re . F~ v~~tura pel xo corpo, che il _,1° co ryo pr:ussrn~~ si_r~t1rassc su i suoi primitivi b1vaccln, altnment1 11 g10rnodopo sarebbe stato molto più comprorness?. . Ma se le operazioni del X corp~ austnaco mentano lode pel modo in cui furono dirette, non altrettanto possiamo dire dell'idea di mandare qu_cl corp? solo verso Trautenau . avvegnachè per 7 o 8 ch1lometn,

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NOTE SULLA STOHIA

quanti ne corrono da Praussnitz-Kaile a Trautenau esso aveva il lato destro e le spalle intierarnente ir~ e.ria ed esposta la linea di ritirata. Dimodochè se la divisio~,e d_e lla g~ardia prussiana avesse potuto giun?ere p1u d1 buon ora a Eypel, li 27 giugno, facilmente li X0 corpo austriaco si sarebbe trovato attaccato in testa_, di fian_co. ed in coda. Per cui fa meraviglia ved_ere ~ome s1 s1~ manà,Ho un coriJo solo in tale critica sttuaz1one contro due che avanzava no. Anche il o-enerale ~ablenz avrebb~ dovuto pensare un po' pit) a , Praussmtz. ovvero sprngendosi tùLLo su Trautenau, avrebbe dovuto prendere per linea di ritirata PilnikauNeustadt. "'

Combattimendo di ltael1od e ,vysokow.

(27 giugno).

11 gen~rale_ R~mming comandante il VI 0 corro, secondo gh ult1m1 ordini, doveva da Opocno portarsi il 27 a Skalitz e mandare i s uoi avamposti a Nacbod: -avrebbe trovato a Skalìtz la ~u divisione di eavalleria di ris_erva. Per ciò eseguire mise in marcia le sue quaLtro, bngate verso le 3 e le ,i. ore a. m. del 27. La briO'ata o Hertweck per Neustad t a Vysokow; la briO'a ta Jonak d.o~·evà seguirlo sino Wrchowin e di là p~·endere a srn1st_ra passando per Prowodow andar.e a Kleny; 1~ brigata _Rosenzweig da Robaslait per Spita a Skahtz; la lmgata Waldstatten da Merric per Jesenitz su .sk.al itz; _la ris~rva di artiglieria doveva seguirè questa bngata ma poi doveva andare a Rzikow. Era un movimento cli conversioll'e di fianco cli quattro

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colonne. Così fu fatto, ma giunta la brigata Hertweck verso Wrchowin} era q uesta la b rigata esterna nella marcia di fianco), e sapute occupate le alture di Nachod dai Prussiani, appoggiò anch'essa a sinis tra, e si diresse a Prowodow: ivi si spiegò e si diresse nell'altopiano al nord-est di Wenzelsberg. Un battaglione cacciatori occupò la chiesa di questo paese. Un altro battaglione e una compagnia marciavano nel bosco ch'è lungo la strada da Neus~adt ad Altstadt. Il generale Loewenfeld comandante l'avanguardia del 5° corpo prussiano, aveva con sè 6 battaglioni e 112~ due batterie e 5 squadroni di dragon i; ed appena ebbe avviso dell'avvidnarsi del nemico, erano le 8 e 1t2 a . m., ordinò all'estrema avanguardia di salire -sull'altipiano e· di marciare al nemico . Fece occupare l'entrata orientale del villaggio di Wysokow da 3 compagnie e mezza; da mezza compagnia il bosco al sud di Wysokow e mandò successivamente ·due bauaglioni alla sua sinistra per· occuparè il bosco all 'est della strada di Neustadt. Formò poi una colonna di un battaglione, una batteria ·e un reggi-mento di cavalìeria pe r affrontare la brigata nemica. La batteria prussiana prese posizione ed obbligò--tostola batteria austriaca a prendere altra posizione molto più indietro. Il battaglione ch'era disposto in duecolonne di mezzo battaglione, veduta la !)rigata austriaca che si avanzava, si spiegò toslo, ricevè la brigata fa cendo fuoco, e la respinse. Quindi uscirono i tiragliatori, perseguitarono il nemico per un certo tratto. di teneno, poscia il battap;lione impegnò la fucilata con il battao-lione· di cacciatori austriaci che difendeva la ch,iesa, ~entre che la brigata austriaca respinta si rifor-rnava dietro il paese di Wenzelsberg. I) sinistra, al sud,. i Prussiani avevano benanche scaceiato il battaglione di fiancheggiatori austr_iaciverso Wrchowin. Alle ~O ore il prime attacco am,triaco era 'stato respinto.


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NOTE SUl,LA -STORIA

DEU,A CAMPAGNA DEI,

, Il generale Hertwek riten ta l'attacco spiegando due battaglioni che aveva in se.conda linea ed essendo sostenuto indietro della brigata Jonak, ma fu respinto ~ i nuovo. · · Frattanto era giunta la .brigata Jonak a Prowodow, ma dietro di essa era giunta la• brigata Rosenzweig. Sino alle •I 1 non era stato che un combatLimento di cacciat0ri. Alle ,11 ore 112 ·il generale Ramming pro111rnzièl il suo attacco, cioè la brigata Rosenzweig e bbe il còmpito di attacc«re il bosco a l nord di Wenzelsberg, coperta a sinistra dal-l a brigata di cavalleriaSolms, la brigata Jonak doveva attaccare all'ovest di Wenzelsberg e dirigere i suoi attacchi sui piccoli bosohi .ad iacenti alla strada di Neustaclt. I Prnssiani in questo · frattempo non erano stati -r inforzati che da una brigata di cavalleria e , da · una batteria. Il bosco attaccato dalla brigata Rosenzweig non era difeso che cla sole i compagnie e 1C~ prussiane, per oui furono - queste obbligate di abbandonarlo, e presero posizione , lungo la strada di Neustadt. La brigata di cava![E,ria copriva la loro dritta. 1a brigata Jonak respinse benanche sino alla strada d i Neustadt i Prussiani che avevano occupato il terreno all'ovest della strada. Quindi anche · la batteria che era stata rafforzata:. da una seconda ed il reggi. mento dei dragoni che la scortava dovettero ritirarsi ,sino alla strada d i Neustadt. L'avanguardia prussiana si trovava in un momento difficile, con l!l destra alla strada di' Nachod-Sl(alitz distesa sul- ciglio delle alture che corre l ungo-la strada d i Neustadt, e con la sinistra appoggiata al burrone ,c he passa per Brasetz . Occupav.a così una estensione -0i più di due chilometri e mezzo, con 6 battaglioni e ·mezzo, 13 squadroni e tre batterie, ed aveva di 1

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contro tre brigate ·di fanteria ed una di cavalleria. Codesta posizione era imporLantissima poiohè perdutala non p.otevasi più · fare alcuna resistenza ma yna precipitosa ritirata, avvegnachè il nemico si sarebbe egli trovato allora nelle migliori condizioni, essendo ,d alla parte dell'est la pendice ripida ed essendovi la l\fottau che Yi scorre al fondo. In cpuesto momento critico per l'avanguardia del .rs0 corpo prussiano, che veniva tutta obbliga-la-a pre.n,dere · posiziope all'est della strada Wysokow-Neustadt, e quando porzione della brigata Rosenzweig occupava il bosco testè abbandonato dai Prussiani, la br.igata d i cavàlleria So lms si avanzò a sua volta, nel fine' di proteggere il fianco sinistro d ~lla Hnea ; austriaca . Ciò vedendo, la .brigata di cavalleria prussiana attaccò la a'ustriaca e vi fu mischia che finì con la ritirata della brio-ata Solms, che passando d'accanto c,al villaggio. di o Wysokow ebbe,a· sdffrire il fuoco ..de-lle tre compagnie e mezzo prussiane c·h e, come abbiamo detto, oceu.pavano nuel villa O<? o-o-io. Fu in · questo . tempo che alcum batta'1 • • glioni austriaci ·che erano quelli che ave:vano scacmall i P russiani dal bosco al nord di Wenzelsberg teniarono un attacco verso il centro prussiano, ma ricevuti da vivo fuoco ' di fronte e , con contrattacchi fatti sul foro fianco destro, furono, obbligati à ritirarsi. Ma mentre si ri·tiravano, la cavalleria prussiana che aveva respfot~ · la brigala . Solms vènne · ad attaccarli di fronte e · d1 fianco ed a sbaragliarli. Poco dopo, erano le1 42 m ., cominciò a sboccare dallo. ,s~retto · il grosso del 5° corpo d '.esercit9 che . .aveva, percorso 22 ch ilometri. Il 46° reggimento_ eh~ era in . testa attacca,'. coadiuvato ·dall' avang:uardrn,, 11 bosco e Ja·, chiesa occupati dal inemico, e lo resp inge, ,dimodochè le due brigate austriache battono in riti rata. D'altr.a parte giungeva la. 4a brigata austriaca, lairi-


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NOTE

sur,,.,\ STORIA

DELLA CAMPAGNA DEL

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Intanto era ginnta la riserva di artiglieria pruss iana che poté concenlrore il suo fuoco sul la forte batteria austriaca. li genera le Ramming non era più nello stato d"intraprendere nuovi assalti, per cui ordinò la ritir~ta .

serva di artigliel'ia, ed una brigata di cavalleria. Le cinque batterie austriarhc prendono posizione all'est di Kleny ed aprono il fuoco contro la stretta, mentre la riserva <li artiglieria prnssiana non essendo ancor giunta, non vi si poteva opporre sufficiente artiglieria per controbatterla. Ma, a misura che giungeva, il grosso del 5° corpo prussiano occupava fortemente la li nea Wysokow, il bosco, e Wenzelsbcrg. La brigata austriaca Wa.ldstatt.en, l'ultima arrivata, mandò due br 'taglioni rd aLtaccare la p11nta ovest del bosco fra. Wysokow e Wenzclsb0rg, attacco che doveva essere coad iuvnto da distaccarnAnti della brigata Rosenzweig che erano a Prowodo,v, nel mentre il resto della brigata si spiPga va verso Wysokow. Ma i Pru ssian i avendo attaccate q uesle colonne di fronte e di fianco le respinsero. Verso un'ora e niezzo si cambiò dagli Austriaci il punto di attacco, e si volle attaccare la destra prussiano.. Tre batterie prendono posizione sulle . alt.nre situale al nord-est e al sud-est di Starkoc. Un reggimento di corozzieri con qualche pezz_o cercò eseguire 11n movim ento girante per il podere di Lhotek. Due battaglioni e una divisione di cacciatori penetrarono nella parte bassa del villaggio di Wysokow, nel mentre un· battaglione e due divisioni di cacci:'llori ed una batteria dovevano attaccare la parte media del villnggio al nord. Gli altri due battaglioni erano sta ti adoper.ati per l'attacco non riuscito del bosco, ed 10fine un battaglione era di scorta all'artiglieria di riserva. Ma quest'attacco, che era stato visto dai Prussinni, non riuscl perchè essi ebbero forze super10l'i da opporgli, infatti poterono contrnpporgli cinqu e battaglioni ed una brigata di cavalleria, per cui auche .. quest'attacco andò fallito.

ll'ote sul combnttlmcnto di Nn(:hod e ,vysol.ow.

Sei bnttaglioni e mezzo, due batterie e cinque squadroni comandati dal g1·nc~rnle Loewenfeld hanno resistito nel combauimento di Nachod all'attacco di tre brigate austriache per tre ore e mezzo. Ciò fa il più grande elogio alla solidità e al:a ~ravura di quella truppa; ma d'altra parte richiama l.i censu ra, avvegnachè su tali mirar.oli non debba ordinariamente fare i suoi conti un comandante di corpo. E fu certa.mente errore il troppo Jistaccare l'avang1rnrdia. Mf! si può dire: era una ner.PssiLà occupar-e gli sbocchi di Nad1od prima che il nemito vi giungesse, e poichè l' avan guardia vi si trovava vicina, fo necessità forlo . A questo si può rispondere che se I' avangunrdia si trovava, virina, era appllnto perchè vi era stata troppa distanza anche nei giorni prec,,denti. In se<·ondo luogo chi impediva al comnndante il 5° corpo di correggerf> l'errore nel gio rno 27 i-stesso, facPndo anticipa re di varie ore la partenza del grosso del 5° corpo? L'allontflnarsi dai principii porla sempre con sè forn ii conseguenze, le quali se non furono fat.11li ai Pru ssiani, debbes i al valore che spiegò l'avangwrniia, al fori) ~ Ml ago ed alla poca est0nsione degli 11tt11rchi au~tri11ci. A conferma di quanto diciamo riportiam o un brano della coi-rispondenza di Napoléone I diretta ANNO X.V, VOL. U.

...

14


NOTE SULLA STORIA 208 al principe Eugenio nel giugno ,1809 (,1) . q: Ecco il « princip io generale in guerra: un corpo di 25 a 30,000 « uomini può essere isolato; bene condotto, può bat,.. « tersi o evitare la battaglia e manovrare secondo le « circostan ze, senza che possano accadergli disgrazie, q perchè non si può forzarl o ad un combattimento, « e perchè infine si può battere lungamente. Una « divisione di 9 a ·12,000 uomini può essere, senza « inconveniente, lasciata per un'ora isolata; essa con « terrà if nemico , per quanto numeroso esso sia, e « darà il tempo all' esercito di arrivare; perciò si « suole non formare una avanguardia di meno di. « 9,000 uomini, fare accampare la fanteria ben riu« nita , e situarla al più ad un'ora di distanza dal« l'esercito. » E più giù 11ipete: « Oggi , voi entrate in « regoiare operazione; voi dovete marciare con una ~ avanguardia composta di, molta cavaller,i a ,, dodici « pezzi d'artiglieria ed una buona dh1isinne di fan «. teria. Tutto il rimanente del vostro corpo deve bi« vaccare un'ora indietro, coperto, come di ragione, « per quanto è possibile dalla cavalleria leggiera. » Ora nel caso cli Nachod s'intende che dovendosi passare uno stretto, si fosse pens·a:tamente distaccato alcun tralto di più J: aYang~iardia, ma 16 chilometri erano troppo. La soli dità e bravura dell' avaBguardia prussiana riparò l'errore del comandante il corpo. Perchè il comandante il Vl 0 corpo austriaco si credè obbligato per portarsi da Opocno a Skalitz e Wysokow di far marciare su quattro strade le quattro brigate, e di dare pet· punto,d:arrivo Wysokow ad una brigata,

(1) Correspondance de Napoléon I , tom. xix, lettera, N' 15310,

tla Schoenbrunn.

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DELLA CB1PAGNA DEI,

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Kleny ud un'altra, Skalitz alle due altre e Rzikow .alla riserva di artiglieria? Se era per provvedere ad un nttàcco di fianco due scaglion i erano suffi'c.ienti, uno che si fosse portato a Kleny e l'altro a Skalitz. Forse fu per far più comodamente marciare la truppa. lt'.Ia vi ha un difetto nei piccol i corpi, i rinforzi giu·ngono quando il primo è già fuori combattimento, e quindi succedono degli sforzi successivi, in luogo di forze cospiranti che agiscano nello stesso momento .aUo stesso scopo. Avvenne difatti che prima a combattere fu là prima brigata che giunse, ma essa erasi ritirata quando giunse un'altra brigata. Quando questa e la terza brigata si r iun irono per tentare lo sforzo, riuscirono a far indietreggiare il nemico sino all'u ltimo punto. della sua difesa , qunndo cominciarono e sopraggiunsero i rinf'o l'zi ai Prussiani, e non giunse la quarta brigata e l'nrtigl i,eria ,cli riserva se non quando tutte le altre brigate erano state respinte: Ora terniamo che quella successività sia nata appunLo dal frazionamento posto nella mnrcia delle diver·se brigate, ognuna pà una strada diversa, quantunque concentrica . . L'esercito austriaco ch' ebbe sov·ente a perdere molti ·:Combattimenti e battaglie, specialmente nelle epoche deìle guerre de.Ila rivoluzione, per aYer voluto troppo clistender·si ed abbracciare come in cordone, è cadu to ora in un principio, buono in se stesso, cioè nell'ordine perpendicolare, ma pare che questo principio l'abbia po~tato alla esagerazione, epperciò faJ.sato, come so:vente avviene. In questa guerra ne abbia mo molti esempi .. . :Òiétro il Vl0 corpo austriaco vi è !'VIII°, dietro questo i.I IV°, il 1° co rpo a Munchengriitz dietro i Sasson i. Quale poteva essere la ragione di questo scaglionamento di ,tre corpi d'esercito a cinque o se i chi lometri l'uno


DELLA CA.MPAGNA DEL

NOTE SULLA STORIA

dietro l'altro ? Battuto il primo scagl ion e, si fa battere il secondo e pc,i anche il terzo ! L'aver abbandonata la di visione come unità tattica e. lo avere adottato invece la brigata, ha ·dovuto anche· conferire alla debolezza e successività degli auacehi,. sen za contare che, siccome la brigata ha due linee; v'è poi una brigata in due lin ee in riserva, e si vede a quanto poco si riduce la truppa che si spiega all' attacco. Per lo contrario i Prussiani hanno il sistema anzi direi il difetto opposto, di spiegarsi molto. E sic-' come il fucile ad ago dava loro molta forza di resistenza, finivano per sviluppare tutte le loro forze avviluppant_i e stringere gli Austriaci come il serpente· il corpo d'Anteo . Quando le armi saranno eguali dalle due parti, certo riporteranno non poco danno anche essi da questo difetto, ma nella guerra scorsa ne riportarono van-taggi grandissimi. Ritorniamo agli Austriaci e vediamo come agiscono a Nachod. La brigata Hertwek manda un battaglione come-fiancheggiatori nel bosco che costeggia la strada di Neustadt. Un altro battaglione alla chiesa di Wenzel, il resto della brigata, cioè cinque battaglioni, sono dis-posti in due linee, cioè tre in prima e due in seconda, e così si muove all'attacco. Si riduce tutta la brigata ad agire con tre battaglioni che si avanzano contro posizioni coperte, difese da un battaglione prussiano, che fa fuoco celere e poi un contro attacco. L'impiego della giusta quantità di forze per ottenere· un dato scopo è una delle più difficili cose. Se troppe forze impiegate, non ne avrete disponibili per la riscossa; se troppo poche, non producete l'effetto che: desiderate.

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.A. questo proposito ci piace riportare alcune regole .che re Federico Guglielmo di Prussia dava nel ,1813, durante la tregua. «. Il modo col quale il nemico (Francesi) impiega.' « la sua fanteria, perviene a ritardare ed a nudrire « lungamente l'azione_: s'impadronisce di villaggi e di (< boschi, si nasconde dietro le case, le siepi, i fossi; <1. si sa difendere con sugacia contro i nostri attacchi, « attaccando egli stesso; ci fa provare molte perdite « con poche t1:uppe quando noi avanziamo con tro lui « con grandi masse; poi egli ricambia le sue truppe, « ne invia delle fresche al combattimento, e se noi « abbiamo dalla parte nostra truppe fresche da oµ11. porgli, egli ci fa pi ega re. Da questo noi dobbiamo « cavarne questo pr.incipio, eh' è qubllo del nemico: « di risparmiare le nostre forze e di nudrire il com« battimento sino a che non intraprendiamo l'attacco « principale'. )> . Nell'ultima guerra i Prussiani bene suddividev,rno I.e loro forze., memori uncora cl i tali regole. Ogni corpo disposto a combattere dividevasi in avanguardia, grosso e riserva. È esempio da imita re, che per altro nelle non grandi unità scompone l'unità tattica. Poi viene la brigata Ionak e la ~rigata Rosenzweig; attaccano di conserva e questa volta sono sette a otto battaglioni· in prima linea, attaccano lo stesso pianalto, che veramente è chiave della posizione, respingono sino alla strada di Neustadt il nemico, ma non possono più avanzare, quello essendo al coperto in forte posizione. A niuno venne l'idea di mandare truppe a Wysokow ~ qualche batteria $pecialmente sulle alture, così si sarebbe di molto agevolato il còmpito dell'attacco, reso molto difficile lo sbocco della strada di Nachod, e gene·rata confusione nello stretto. Ma si volle prendere il bue per le corna.


DELLA CAMPAGNA DEL NOTE SUI,LA STORIA

Se avessero attaccato per la sinistra, ivi le condizionr sarebbero state guasi uguali; il bosco estendendosi per· lunghissimo tr.itto oltre Brazetz, perchè, come ognun sa, la .dlffìcoltà d'attaccare un bosco è appunto nelsupcrarei confini, essendo il difensore al copel'to, mentre l'attaccante sta allo scoperto. Avrebbero tenuta Ja difensiva a Wenzelsberg·, ed occu pato con molla artiglieria le alture di Wysokow. Di pi ù, attaccando per le alture al nord di Wysokow si avrebbe avuto un altro fattore di vittoria per gli Austriaci. La strada che da Wysokow passando per Altslad t porta a Nachocl, mentre sino ad Altstadt corre dall'ovest all'est, dopo ques to ultimo paese prende una direzione quasi al nord. Quindi gli Austriaci che si fossero trovati su quelle altu re al no'r d di Wysokow potevano minacciare no,n solo di occupare il pae-se di Nachod, ma potevano giungere prima dei difensori dello stretto a· Nachod e sbarrar loro la ritirata. Per queRta circostanza se gli Austriaci avessero occupate quelle alture, la sola minaccia fatta su ìfachod avrebbe forse decisa l'avan-. guard ia a riLiearsi . Se non altro quella preoc:cupazione avrebbe influito a rendere meno ostinata la difesa. La quarta brigata finalmente non giunse che dopo mezzogiorno, quando ti grosso dell'esercito e le artiglio6e prussiane giungevano altresì dall'altra parte, e quando le altre brigate erànst gi~t ri tirate, per cui anche questa brigata non ebbe a combattere che sola . · L'artiglieria di riserva .si portò, riunita tutta in una grossa batteria, su buona posizione, ma era un po' troppo lootana dallo sbocco dello stretto per poter produrre efficaci effetti, era a più di 3,000 metri, tiro . incerto ed irregolare; e giunse inoltre troppo tardi. Della divi5ione di cavalleria di riserva non era presente che una brigata non completa, nel mentre i Prussiani, verso le undici, avevano presenti 13 squadroni ~ 1

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L'avangua11dia del 5° corpc., prussiano difese strenuamente la posizione di Nachod contro tre brigate aus~riache e merita la maggior lode. Ma la posizione era per se stessa forte, poichè era limitata da profondo burnone al sud, di fronte si ven iva allo scoperto, mentre i Pu·ussiani eran o den tro un bosco, donde il fuoco del fuci'le ad ago doveva fare molto danno. La posizione coperta, nascoucleva la vera forza dei Prussiani, il fuoco celere e le molle perdite che soffriva il nemico dove.vano fa rgli credere che fossero fortemente occupate quelle posizioni. Ma non ci è un dubbio che i Prussiani mostrarono una grande forza di resistenza _e lodevole fermezza. Bene fece Loewenfeld di spifgare tutte le forze di cui disponeva , essendo una avanguardia sicura di poL1~r essere soccorsa da un momento nll'altro; fece come Lannes, in molto più vasta sca la, alla battaglia di Friedland. Ciò che rovinò la fortuna au striaca nel cornbatlim ento di Nachod fu la felic~e cnrica fatta dalla brigata di cavnlleria prussiana. Fino a quel ·punto l'attacco delle due brigate aus triache aveva respinto all'est della. strada di Neust.adt tulle le forze pr11ssianc e si preparava l'attacco del ciglio della posizione, guadagnato il quale non era più possibile altra difesa dai Pruss·iani. Se in quel mentre la brigata di cavalleria prussiana ch e aLtaccò l'austriaca, anziehè respingere, fosse stala respinta ed inseguìta, si vede di Jegg ieri corne alla prima perdita aggiunta questa seconda, il morule del soldato sarebl.Je stato colpito; e di più non era impossibil e che entrassero nello stesso tempo inseguìli ed inseguenti; quindi una certa confusione, e se allora si determinava J'atlacco della fanteria austriaca, è quasi sicuro che sarebbe rius~ito, perchè il morale conta per i tre quarti in gu erra, ed un quarto sono le forze effettive. Perciò, se l'attacco della brigata di cavalìeria fosse stato respinto dagli Au-


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NOTE SULLA ·sTOnIA

~tr(aci, er~ probabile che fossero stati respinti ben anche 1 d1fe nsor1 della posizione. se la Cflv_alletia p1:ussiana ha, in ultima analisi, deciso il com_bat_t1rnen~o d1 Nad1od, si può dunque dire che la cavallel'_1a s_ia oggi un'arma appena per esplorazioni e perlu_s~raz,~ni? ~fo . ~'ha di più. Se i battaglioni austriaci nel n_t1rurs1 dal fallito tentntivo di attacco del centro prns,sia.~o non fossero stati attaccati dalla cavalleria nem1?a i_n quel mor:iento pericoloso in testa e di fianco e quindi sbaragliati, è ce rto che giunti nel bosco e presa r;iuova lena, avrebbero Cf'rtamente ritentato un nuovo attacc? più completo e generale. Ma quel secondo scacco sofferto nel ritfrarsi tolse loro ocrni forza morale · Ma si d'li·à cl10 Ia rnnter1a ~· austriaca . 0non era armata di focile caricabile per la culatta, e perciò fu rqlt~ dalla cavalleria; ma non crediamo ciò esatto; og01q_ualvolta ht fanteria si troverà in una crisi e la cavaIJ.ena saprà attacearla da più lati, qualunque sia l'ar;amento, avverrà s:mp re lo s_tesso . Tutto sta ndoperare -,ne ed a tempo la cava Ilena come ogni altr' armH.

.,°"~

·n giorno .

27 il 2° esercito, detto anche di Slesia era così dislocato nella sera : ' . Un corpo in marcia di ritirata da Trautenau ve rso Lie,bau. Del corpo della guardia, una divisione ad Eypel e I altra a Kostletz. Il quinto corpo ed una brigata del sesto co rpo a Wysokow, avendo respinto il sesto corpo austriflco. li SPsto corpo infine a Habelschwcrdt cioè a più di 40 eb ilom etri indietro. ' Il_ coma~do del corpo austro-.sassone che, come abbiar~o visto, non era riuscito nell'occupazione di ~odo! Il 26, aveva di poi ricevuto il 27 a mezzodì istruzioni da Benedek, il quale rirnett.evasi al giudizio

Dll.LLA CAMPAGNA DEL

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del Principe Reale di Sassonia, per dec ide re s'era ancor tempo di esf:)gu ire quel giorno l'operAzione su Turnan, progettata pel giorno innanzi. Il Principe di Sassonia, snputo le grandi forze prnssiane che si andavano concentrando, e forse prevedendo la minaccia su Gicin per Rovensko, decis(~ di battere in ritirata ]' indomani, e mandò in quel giorno stesso la brigata Ringelsheim a Podkost per coprirsi da quel lato. Il principe Federico. dall'altra parte, osservando che -0veva·a comballere su un terreno favorevole alla di!esa per il nemico, e nella supposizione che gli AustroSassoni fossero stati rinforzati dal II corpo austriaco, aspettandosi d'incontrare forte rr,sistenza, credè bene di riunire sotto rnnno forze consid~revoli. Ordinò quindi al comandante l'esercito dell'Elba, generale Berwnrt.h, di partire da Niemes in modo da potere attaccare ~hinchengri:i.tz per le 9 ore del mattino.La divisione Miinster di quel corpo doveva passare l'J::.er a Mohelniz an<.;he alle 9 antimeridiane. La divìsione Horn doveva tenersi pronta a I'odòl per coadiuvare l' a_ttacco dalla parte di Brezina e avrebbe avuto in seconda linea la div.isione Manstein. La divisione Fransecky doveva avanzarsi su Ziliau e quind i Munchengriitz. La d1visione Tiirnpling porta rsi su Rovensko e spedire una ricognizione di cavalleria su Gicin. II 2° corpo d'esercito a Sichrow-Paceric. La divisione di cavalleria tra Luzan e Dauby. 0


DELLA CAMPAGNA DEL

NOTE SULLA. STORIA

t.:omhaUlmento fii !Hiinclae11griitz.

(.28 giugno).

Il Principe Reale di Sassonia avendo deci so di battere in ritirata nel z9 giugno, giustamente prevedendo di poter essere prwenuto su Gicin dalle forze prussfane ch 'erano a Semil e Turn au , aveva fatto partire cli •buon'ora la divisione di cavalleria seguila da lla brigata Poscbachcr, a cui tenne più tardi dietro la brigata Piret. I Sassoni a 5 ore antimeridiane s'ernno messi in marcia per Unlcr-Bau lzen . Una brigata era stata inviata per guardare a Podkost la strada di Podol a Sobotka. Quindi non rimanevano che due brigate per difendere Miinchengratz e l'l ser. La brigata Leiningen difendeva Mi.inchengràlz ed il poese sulla destra dell'lser . La brigala Abele le altuc·e del Musky. Queste brigate erano state rinforzate con qualche batteria di ri serva. Poco dopo le ouo l'avanguardia del generale Herwarth, dopo aver respinto i posti avanzati austriaci, si mostrò sul Schusterberg, e l'artigl ieria nemica stabilita a Weisslim aprì il fu oeo. Le batterie dell'avanguardia presero pos izi one, nel rncnLre la trupp; fu disposta all'attacco. H villaggio fu preso alle ore 9 1/2, ma nell o stesso tempo l'artigl ieria austriaca comin ciò il fuo co da un· altura al nord di Klosler e dal cimitero israelita sull'altra ripa dell'I~er. Fu preparato un auacco direuo su Kloster ed un altacco o-irante per Ober-Bukowina. Ma i due attacchi non i6contrarono seria resistenza. Si era inteso il cannone do l ~Iusky, il che aveva determinato il nemico a precipitare la

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ritirata. Gli Austriaci nel ritirars~ av_endo ~ruciato} ponte sull'lser, non si potè ~egu1re 11 nc1mco, da v1~ cino e si dovè cercare a foti ca un guad?, a ' all e. Le\ testa di colonna non entrò a ~liinchengratz che vers~ le ,11 1/2 , ove trovò tre compngni c prussiane, le c!uah appartenevano alla divisione che dovern passa1.'e 1Iser a Mohelniz; quella colonna, avendo trovat_o 11 ponl~ distrullo, lo stava restanrnndo, nel mentre_fac~va passare a guado una porzione r\elle truppe, d1 cui qUl. .!l~ tre compagnie eransi impadronite presso l\fonchengrutz dopo lieve combattimento. . .. })are adunque certo che la hngata Le1nmgen_ non aÙbia difeso ~fonchengratz che solo per copr 1r_e la ritirata del corpo austriaco. . . La brigata Abele non fece del pan che poca resistenza a Bossin. , Dall'allru parte dell'Iser qua~J~o. si _seppe che 1armata dell'Rlba auaccava, le d1Y1s1orn Horn_ da S~dol e Fransecky ebbero ordin e di portarsi in nan:-1 , la pr.1ma per Brezina e la seconda da Wicllen per Zd1ar al piede del Musky donde le batterie austriache facc_vano fuoc~ vivace, a cui mal potevano ri spondere le pruss1anc perche dominate intieramente. 11 generole Franseck~ mandò çlue battaglioni da Zd iar su Przihrn~ per salire s~ll~ montagna , a Wolscina distaccò altn du~ batlagliom con simile scop o ed egli stesso, con altn ù~1e battaglioni, si portò ad aLLaccare. Dneboch; Que_1 quallro primi bat~aglioni alle H raggi~nsero I allopia~o '. r~1 spinsero i distaccamenti ~h~ "! trov~rono : l_i obbl. garono a ritirarsi con l'art1glieri a;_ esA1. stessi d1sce~e1~ a Zasnùka, ove si unirono con g\1 altn due battaghom . . da Dneboch. Si diressero contro nossin con l' artigher~a; I~ quale ai primi colpi pose l'incendio nel villagg1_0. Gh Austriaci si ritirnrono verso Fiirstenbruck, qumd 1 a


NOTE SULLA STORIA

O.ELLA. CA~lPAGNA DEL

Sobotka. la 8• divjsiQne era giunta senza combattere ·s ino a Dombraw, la 6• si era arrestata a Brezina. La o• divisione era ancora a Rovensko, e le truppe ricognizione a Gicin avevano tirato qualche colpo d1 cannone, ed avevc1no visto che stava per giungere ·COiò. una divisione di cavalleria e fanteria. Per aprirsi l,i strada Podol-Sobotko, fu mandato nella notte dal 28 al ·'.i.1 9 un distaccamento verso Podkost. Questo supGrò i primi ostacoli nella notte stessa, e fu Brreslalo dìnanzi a Podkost, sito forte e ben mun ito; rua verso le ore 8 del mattino gli Aust,·inci l'abbandonarono, perché avevan voluto solamente coprire il movimento che si faceva da Mi.inchengriitz e Backofen su Gicin ed avevan raggiunto il loro ,scopo.

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vi Ltoria o reso forse anche impossibile il simulacro di difesa di Munchengràtz. Ma era azzardare t~·oppo_, supposto sempre che un ~ltro corp,o a~esse raggmnto 11' Principe Reale di Sasso ma, perch,e primo ogg~tto de,_e essere quello di vincere. Sovent_e e acca~ut? d~ per.dei e delle battacrlie per volere stravincere. D1mmmto d1 due divisioni, sii\ principe non avesse vinto aMiincheng_ra!z, il distaccamento sopra Gicin sarebbe stato obbhgato anch'esso a ritirarsi. Dunque, secondo lo sta to delle notizie che il o-enerale prussiano sapeva, bene e prudentem,ente agi, tanto più che era la prima volta che· le truppe entravano in azione i? ~uon dato, ed era meglio abbondare nelle preeauz1on1. Ciò che non sapremmo ugualm ente lodare è la fer~ mata fatta i giorrii 28 e 29 mattina sul luogo stesso. Pare che i Prussiani non avrebbero dovuto perdere il contatto del nemico, e se non altro marciare nella , mattina del 29 per tempo . Fu. bene eseguito l'attacco di Kostler e del Mus~y e bene ideato. .. Non solo qui, come si è osservato, ma. i? t~to1 com~ battimenti e nelle battaglie anùhe fehc1ss1me, per 1 Prussiani, l'inseguimento non ha avuto luogo s.e. non tardi: così a Skalitz, a Trautenau, Soor e_ G~?rn e financo a Koniggriilz, l'inseguimento non commc10 che . . due giorni dopo la hattaglia. Fu bene ideato ed eseguito rattacco d1 Ko~telez sulla destra dell'Iser e del Musky a ilii.inchengratz. Anche il Principe Reale di ~a~sonia,. che ,pare che com'lndasse il 1° corpo ed I Sassom, agi r~golar: mente. Quando sapeva che il 4° esercito prussiano s1 era concentrato per attaccarlo in forze e c~1~ avrebbe avuto sulle braccia meglio di 100 mila uorn_1m, ~uando le sue comuo ieazi oni eon Gicin erano rn10acc1?t~ da Turnau e da Rovensko, quando col prender pos1Z1one 1

~ote sul <iombaUimenlo di llliinehengriitz.

Nella supposizione che il nemico avesse tre corpi d' esercitq a Miinch engriitz e che volesse farvi solida difesa, prestandovisi la natura del suolo, bene fece il principe Federico Carlo di concentrare le sue forze in modo da poter ·avere souo mano otto di visioni di fanteria e due di -cava lleria, ·e le i'iserve di artiglieria. lierita lode l' ordjne dato t1 i vari co rpi per tale con,centrazione e per l'attacco, ord ine chiaro, preciso e previdente. Fu buona disposizion e quella di collocare una divisi0ne a Rorensko, no·n che la ricognizione su Gicin. Questo è far la guerra lasciando il meno possibile alla fortuna o caso che si voglia chiamare. Certo che, se il principe avesse rinforzala di una o di due altre la divisione di Rovensko con incarico di portarsi su -Gicin avrebbe potuto raccoglier~ maggiori frutti dalla

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l\:OTE SULLA STOllIA

-a l\Iunchengratz aveva obbligato il nemico per tutlo il 27 a fermarsi e concentrarsi, bene fece di ordinare la ritirata pel mattino del 28 e lasciare due brigate -a_ so_stenerla. Una maggior resistenza con forze magg1on poteva <Sompromettere il -corpo intero, senza .alcun pro. _Obbligare il nemico a perdere tempo col concent.rars,, spiegarsi ed ipizia re le manovre è tu r.to .quello·che di vantaggio poteva oLLenere il corpo austrofìassone, che non eguagliava neppure In metà delle forze nemiche. , Sulla ripa destra dell'Iser innanzi Muuchengra.tz si portarono un po' troppo avanti i distaccamenti della brigata Leiningen, dimodochè nel ritirarsi doverono abba?~on~r~ _molli prigionieri. Veramente 4000 e più prig,ornen rn un fattu d'armc che durò appena due ore ·D du e ~re e mezzo, ed ove non vi fu se ria ed ostinata resistenza, è un po' troppo ed indica non buona collocazione di truppe bene allacciate tra loro, o non ,p1·evidenti ordini per la ritirata.

Combattimento di

~001•

o tweu-Roguitz.

(28 giugno).

, Solo .~d un'o'ra antimeridiana del 28 il Prin ci pe Reale seppe I rnsuccesso del '1°corpo d'esercito che non aveva po_tt1t? sboccare da Trautenau . Rinunciò adunque il ~-r1hc1pe alla promessa che aveva fatta al 5° corpo di rinforzarlo con un a divisione della o-uardia ed ordinò ·che tutto il corpo della guardia fo~se destinato ·ad aprire il ,~ai:co di !rauLenau , supponendo che il 1° corpo fosse al d1 la dell Aupa e non a Liebau. · Il principe di Wiirtemberg ricevè quesl'ordine: fl! n

DELLA CA~H'AGNA DEL

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« risultato del combattimento che ha dato il 1° corpo « a Trautenau è restato indeciso: in conseguenza, il .: corpo della guardia contin-ùerù a marciare nelln di-<-< rezione che gli era stata primitivamenté data sino a ~ Kaile; ivi giunto,, se si combatte ancora a Trautenau, e: si dirigerà su quest'ultimo punto ed entrerà in linea .« appena giunto. Dovrà partire il più di buon'ora pos~< sibile. » Tra le 7 4/2 e ìe 8 il corpo della guardia, essendosi- concentrato in Eypel, si pose in marcia per Kaile. Da.Ila sua parte il generale Gablenz sin dalla, sera alle ore 9 ·1 /4 aveva informnto il generale in capo delle disposizioni prese, e giustamente inquieto per la sicurezza del suo fianco destro, proponeva di farlo <:oprire facendo occupare Prausnitz. Riceve la risposta il 28 a ore 6 del maLLino, ove gh si diceva che si man-davano 4 battaglioni del 4° corpo a· Praussnitz-Kaile. Ma questi 4· battngJioni in luogo di marciare sul luogo -indicato, furono diretti su Ober-Praussnitz, · ed al di là dell'Elba! Nè di quest'errore fu avvertito Gablenz, ma solo :gli si die'le ordine, vedendo il pericol0 cui era esposto, alle 7 a. rn , di evacuare Trautenau e di mettersi· in ritirata al più presto su Praussnitz e colà prendere posizione, col fronte all'est-. Lo si. avvertiva che forti -colonne nemiche si dirigevano da quel lato. Gablcntz ·si mise in marcia senza perdere un istan te. Cominciarono il movimento retrogrado, gli equipaggi e le ,colonne di munizioni, , poi la brigata Knebel, Monde], Wimpffen. La brigata Grivicic era incaricata di proteggere questa ritirata occupando le alture di Ru.dersdorf. Verso le 9, siccome qualche carro era ca:.puto in , mano alle pattuglie prussiane, Gablen z fece ~bbandonare dai carri la grahde· strada e li,diresse su Pilnikau e Neustadt. 1


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NOTE SULLA STOllIA

DELLA CAMPAGNA DEL

Alle 9 1/ 2 l' avanguardia prussiana sboccava da Staudentz ed in quel momento giungeva a Burkersdorf Ja riserva di artiglieria seguita e pro te tta po i dalla brigata Knebel, che, constava solo di cinque battnglioni (3,500 uomini), gli altri essendo d1staecati: quflttro batterie della riserva presero posizion e, L'avang uardia prussiana, attaccò, rinforzata di due batterie, e s'impadroni di alcune parti del bosco che r.opriva la posizione nemica. Frattanto il grosso della 1• divisione alle 1'1 sboccava da Staudentz ed nttaccò con quasi sei o sette battaglioni la brigata Knebcl e la respinsE: parte su Soor e parte su Altenbuch. In questo momento la brigata Mandel, che seguiva la brigàta 'Knebel, era a meglio di nn chilometro, ove nveva preso posizion e; e la brigata Wimpffen aveva piegato a destra, dirigendosi su Ober Altenbuch in seconda 1.ioea. La br-igata Grivicic si avvicinava a Rudersdorf. Quasi tutta la ,ja divisione della guardia aveva datocontro la brigata Knebel: solo un battaglione d(~lla estrema destra, avendo appoggiato troppo a destru, era andato a cadere su Neu-Rognitz, cioè contro la brigata Mondel, che lo rigettò indi etro. Le tre brigate austriache si ritirano verso l'ovest, cioè nella direzione di Pilnikau. La brigata austriaca Grivic:ic si trovi) in una posizione critica, perchè non avendo ricevuto gli avvisi che le aveva mandato Gablenz sullo sti:•to delle cose. era ,completamente tagliata. Al principio non ebbe contro che un battaglione della 2a divisionP, della guardia, che fece ostinata difesa; ma poi q1Je~to battaglione venne rinforzato, e fu attacr-,Ha si•I 1fonco destro da un reggimento e po i da altre forze, cui venn e in gran, parte fa1.ta prigioniern. Il còrpo della guardia bivaccò tra Alt-Il?gnitz, Neu-Rogn1tz, Burkersdorf.

per

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!l'ot·e sul collihattlwehto di Soor o l.\'eu-Rognitz.

Gablenz la sera del 27 alle 9 1/4 « fa ·sapere al « quattier generale principale i risulL,Hi avuti contro . « il' 1° corpo prussiano, e nello stesso tempo mostra « J~.· sua inqui:tud!ne pel suo fianco destro e propone « di' far!o· coprn·e, facendo occupare Praussnitz-Kailc.» ~ q-~1esti timori erano giusti, perchè potevasi trovare Il grnrno 28 ad avere di fronte il ,1° corpo prussiano e sulla sua linea di ritirata il corpo del'la guardia. Ciò dimostra vieppiù l'error·è commesso da Benedek di voler attaccare le due ali' del secondo esercito ?ioè lasciar~ un v1roto tra il ' VI 0 e X0 corpo, pel qual; 11 nemico si poteva intronrettere ed ottenere grandi risultati. Al quartier generale principale non si poteva ignorare, nè si ignorava che un corpo d'esercito si avànzava tra Trautenau e Nachod : come dunque, rispondendo alle sei antirnerirlianè del 28, cioè nove ore dopo, si lirpita il generale .io capo a voler mandare 4 _battaglioni a Praussnitz? Ma c:he questi 4- battaghonr do'l'evano essi soli arrestare il movimento offensi_vo della guardia? Ma i 4- battaglioni promessi, per cattivo indirizzo dato non vanoo neppure sul luogo, bensl a ,16 chi lornetri all"est di quèllol Queste tre eircos~anze- riunite farebbero Lernere che nelJo stato mRgg1ore- generale ci fo::;:;e molta confusione e si fosse perd uto un po' il sangue freddo. Ris.pondere Lardi-, adòt· tare misure men-che insuf'firienti, dare catti'\:a direzione ·e, quel ch e è più, non ::ivvertifo della cattiva direzione presa dai quattro .battaglioni I · A 7 01·e, forse perchè conosciutosi l'errore al quartier 1

ANNO :XV, VOL. Il.

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NO'rE SULLA STORIA

generale, fu speòito a Gablenz l'ordine di marcinre in ritirata al più presto su Praussnitz, avvertendolo che una forte colonna nl~rnica si dirigeva da quel lato. Anche questo ordine non ci sembra dei più logici. Il Benedek aveva saputo che forti colonne si dirigevano su Praussnitz; ora, siccome da Eypel, dove sapeva-si esse re una forte colonna, a Burgersdorf per Staucjenz non vi sono che cinque o sei chilometri, era evidente ch'era impossibile al° generale Gablenz di giungere a Praussnitz senza essere utwccato sul fianco sinistro, mentre egli eseguiva una marcia di fianco innanzi al nemico. Se invece gli si fosse dato l'ordine di ritirarsi su 'Pilnikau, è quasi certo che quella marcia si sa,rebbe potuta effettuare senza combattimento, o tutto al più con quale-be combattimento di retroguardia . Anche nella esecuzione di quest'ordine, dato . all'infretta, non si potè portare quell'esattezza e quell'attenzione che richiedeva. . Nelle marce di fianco è di regola seguire le strade parallele che vi sono, nello scopo di non distendersi su una linea sottile senza profondità, se il nemico attaccasse: e spesso è bene, se ve ne sono , sceglierne tre, nella. più lontana delle quali si fanno andare gli jmpedimenti. Quindipare che due brio·ate avrebbero ' o pot•.ll.o seguire la strada diretta da Trautenau a Burkendorf, due altl'e Mittel-Altenbuh, Ober e Nieder--Soor, éd infine i bagGgli quella di Pilnikau. . , La brigata Grivicic a Rudersdorf non pare che neppure fosse ben situata. Qualunque vantaggio avesse ottenuto il nemico dalla parte di Kaile e Staudentz, l'avrebbe messa in gran pericolo. La brigata poteva solamente minacciare il fianco dell'assalitore e con ciò obbligarlo di andare più circospetto verso Burkersdorf. Ma perchè questo scopo si ollenesse era necessario che fossesi trovata molto prima sul terreno assegnatole

DELLA CAMPAGNA DEL

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per attirare a sè l'atten zione e le forze dell'ava1wuardia <lel la guardia reale. Ora, l' avanguardia pr~1ssiana. sboccò da Staudentz alle 9 1/2 ed attaccò Burkersdorf, ·nel mentre all e 11 1 ore la brigata Griv.icic non era -ancor giunta a posto a :Rudersdorf. Ma invece vi .arrivò tardi, quando già le cose tendevano a bene p~r i Pru ssiani. Ma, su pposto che la brigata fosse giunta a tempo opportuno a Rudersdorf, e che avesse .attirato a sè prin cipu lm en te le forze nemiche, sta -sempre il caso che la sua ritir:ita in ul tim o sarebbe stata compromessa, dovendo descrivere la ci rconferenza in torno al corpo che l'attaccava dalla parte di Eypel. Se quella brigata avesse preso posto avanti -AILer-S teinbuck, forse sarebbe stato meglio. Perch è Gablenz fece ocGupare dalla brigata Grivicic la posizione di Rudersclorf~ Perch èse quell'altura veniva occupa~a per t~rn po dalla suddetta brigata, avrebbe potuto attirare a sè le fo rze nemich e che si avessero voluto indirizzare verso Kai le. Copriva inoltre lo sbocco da Alt-Roguitz a Trautenau . Di più, siccome egli credeva ch e i ba ti.agi ioni fosse ro stati . mandati a Praussnitz Kaile, gli pareva difficile, e lo era, che jl nemico volesse, malgrado ciò, inLerr. arsi per Staudentz. !Ha Kaile non venne occupata dni quattro battaglioni; Rudersdor-f venne occupata -troppo tnrdi, cioè tra le H e le ,J1 1/2 ·quindi il nessun effeuo di quelle combinazioni. Pe:· qual ragione la brigata Grivicic, che doveva certo essere avvertita una delle prime e che si trovava al .sud di Pra~ssn itz, arrivò così tardi al suo posto assegnatole, non nvendo che 6 a 7 chilometri da percorrere? È difficil e poter argo mentare dalla relazione prussiana 1a ragione di tuie ritardo. Il Principe Reale ricevè tardi il rapporto dal comandante del 1° corpo prnssinno, cioè ad un'ora del mattino del 28. Qu esto rapporto non era esatto, dap1

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NOTE SULLA STOIIL\

~poichè lasciava c·redere che il giorno 28 si sarebbe· potùto attaccar~ Trautenau; il che era tanto meno, esatto· quando si c0nsideri che tardi era stato spedito il rapporto. Il .principe peraltro quasi presago, fece· marciare· tutto il corpo della g~arclia per disimpegnare il 1° corpo, e ben gli venne da tale previdenza. Il quartier generale austriaco aveva ricev11to o-ella sera 5lessa del 27 il rapporto del generale Gablenz, in cui si parlava dei risultati avuti, e nello stesso tempo si mostrava la -viva apprensione che si aveva pel fianco destro del X0 corpo. Quantunque il pericolo· evidente fosse stato in I.al guisa segnal<Ho a tempo, non vi si diede quasi nessuna importanza, nè si rispose che l'indomani alte 6 · antimeridiane e non si provvide o non si previde. La ,1a divisione della guardia agì tolta contro la piccola brigata Knebel; ~fondei era troppo distante;: la brigata Wimpffen stava per p1~endere posizione in seconda linea. Grivicic era isolato e si fece tenere· per qualche temp0 a bada da un solo e poi da due battaglioni prussiani. ì\1aneò GablErnz nel non aver· · fotto avvertire per tutti i mezzi la b,~iga ta Grivicic dello stato delle cose e della sua riti'rata; per altro la salute di, quella brigata era compromessa dalla sua posizione. Bene agirono i Prussiani; portarono tutta una divisione contro una brigata, tennero in osservazione la brigata Grivicic, finchè non gi1mse la 2a divisione della guardia. Fu ottima l'idea del Principe !leale di far attaccare dalla guardia :il X ·corpo.

iA SOLLEVAZIONE NELLA DAUIAZIA !IERIDIONALE

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E. C.

(Continua).

nell'autunno 1869.

VII. Fnattanto nella, giornata medesima del 7 un'altr~ co\}onna, somministrata dalla brigata Dorm us, muoveva dui dintorni di Budua a ·soccorso del forte Kosrnac, p1iesso Braic, che trnvavasi in perigliose condizioni, privo di viveri e minacciato dai ribelli, che avevano ucciso -uno dei due utficiali -del presidio e preso prigione l'altro. Quella r.olonna era eornpost.a del ~0 e 3° battaglione del 7° reggimento (Maroicic), una 1/3. compagnia del genio e 2 cannoni da montagna, sotto il comando <ilelc@JooneLlo Ka·iffel comandante del 7° reggimento. La faceva seguito un drappello di un uffieiale e 30 uomini, .cl.estiLJato a rinforzo del presidio del forte, e un convogrio di provvigioni composto d'una salmeria di 30 muli e bestie da macello per dieci giorni. La via migliore per recarsi da Budua al forte Kosmac ed a Braie è quella -stessa di Main-a battuta dalla colonna Schonfold, volgenclo a destra dopo la stn:tta di -Pietro e Paolo, al piede ,delle all1:1.re su cui sorge il villaggio di òlaina. 1


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LA SOLLEVAZIONE

NEL!..\ DALMAZIA MERIDIONALE

Il colonnello J{aiffel divi se la sua colonna in due.

Commise al maggi ore Wolfzettel che col suo 2° ba tlaglione (3 compagnie e 1/2) fo rmante avanguarclin si avanzasse sin ollrc Maina, attravel'SO alla brigala Schònfeld, ascendesse il monte ~faina Verdi 8ino a Loccu re il senliero che pei do rsi di quello condu ce a Braic e Kosm ac ( strada dei Pand•,ri) e su quello cambiando di rez ione a deslra si porta sse verso Kosm ac a pari della colonna principale, che avrebbe per tal modo fiancheggiato da sin istra, cioè dal lato del maggiore pericolo. Ciò fu eseguito dal maggiore Wolfzeuel con molto vigore, coll'ai uto del fuoco delle Lruppe di Scbéinfel<l cd anche di quello dei due cannoni del J{aiffel che batterono con Liri a shrappnell frequenti ed eflicaci, a 1500 passi di distanza, un bosco fortemente tenuto dal nemico, e resero meno difficile l'avanzarsi all' ala sinistra del 2° ba llaglion e, mentre la colonna pr·incipale rimaneva ferma sotto ~Jaina, dietro la hI'igata Schi::inf'eld . Quando vide il maggior Wolfzetlel volgere a destra, anche il colonnello Kaiffel pi0gò a quel111 volta. E quegli ava nzossi così ri soluto e ropìdo, che questi potè giungere senza contrasto alcuno sino all'orlo del vallone che scende dal monte Gradina., in faccia al forte di Kosrnac. Il sen tiero cala in qu el vuJJone serpeggiando a svolte, e similmente risc1 le dall'altra parte la dirupata sponda al sommo della qonle sorge il forte ora detto. In quel vallone e sulle rupi Lra il forte e il villaggio di Braic s'eran o nppostati i ribel li ; e t1·attennero con fuo co mollo vivo le due colonne, fìochè i til'i delle artiglieri~ del forte Rosmac e dei due cannoni del colonnello Kaiffel non li indussero a retrocedere e foscial'e sgombro il passo al drappello di rinforzo e rifornimento, che enlrò nel forte poco dopo le ,i, pomeridiane. Trascorse una mezz'ora prima che la sa lmeria scarfoa tornasse indi etro, doranle la qua le iL

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fuoco continuò in cessa nte, spccic1 lni ente nlla si nistra del 2° ballagli ene. Quivi la mc7.za o• co rnpagni u, che stava ali' estrema sinistra, in mezzo alla nebbia fitta che facea nube sui fianchi del monte venne a trova rsi ali' im provviso alle prese coi ribel li a pugn a manesca, e fu ridotla a mal partito da una rorina di pietre: ma il luogotenente Thennsl con una pnrte dell'8• compagnia accorse a soccorrerln , e assaltando il nemico colle baionette la disimpegnò. Poco prima delle 5 pom. incomin ciò la ritirala: prima la salmel'ia e le artiglierie, poi le truppe. Il ne mico si contcnlò di accompagnarla da lungi con poch e fucila te. Il merito e la fat ica maggiore di quel fatto d'armi fu pel battaglione Wolfzettel; e cosl pure il maggior danno, specialmente per effetto delle pi etre, dalle qua li f11 ferito il capitone Ueberbc1clter e ucciso il sottotenente~ Fricdl, di cui non fu possibile ritrovare il corpo, a motivo della nebbia folta e dello avanzare. VIII.

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Nello stess.o giorno 7 novembre sbarcava a Budua il maggior ge nero le conte A11 ersperg man dalo per determinazione del consiglio dei ministri del 29 ottobre a prendere il comando del circolo di Cattaro e procurarn e la pacifi ca zione, sice hè il tenente marescia llo Wagner potes<.;e tornare a Zara ad atlendere all e maggiori cure del govrrno gen erale della Dalmazia. li generale Auersperg, ufficiale molto stimato nel l'esercito au stri aco per militari cogn izio ni, retto criterio e l'ermo carattere, era allora comandnnte la scuo la cli Liro a Rruck sulla Leitha. Conduceva seco per capo di stato maggiore il maggi ore Pacor. All'arrivo di lui a Budua,


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LA SOLl,EVAZIONE

il tenent.e maresciallo Wagner gli cedeva il comando e s' i, r~barcava col suo stato maggiore per Zara. . Ver~_ivano da questo e da que l paese uomini spicc10lat1 a consegnare le armi; piccoli drnppelli di sollevati ~ffriv~no di so ttomettersi; ma nella regione montana d, l3ra1c ne riman eva rn ccolta in armi una oTon parte disposta a continuare ln resistenza. Jnsi eme\ 11a gent~ di qu_ei ~uo?hi, s'erano là ridotti molti della Zupa e dei m_ont~ di S1ssic fugqiti da lle case loro, o sp inti s~l t~rntor10 mon tenegrin o dalle truppe nei passati g 1orn1. Ma più gl'avi notizie giuuo-evano dai distreui di Ri sano e Ca:-LeinoYo, ove i Cri~osciani e i loro vicini, ti masti padroni del paese e in cornggiti dallo lontananza delle trnppe mobili, scend evano a mettere a rub~ i casali della costiera rimasti fidi al governo imper,a~e. ~rattn~to continuavnno a giungere i complementi pc1 corpi che stavano nel circolo di CotLaro 1 e tutto il 22° reggimento ( Wimpffen) era pur giun to, tranne d~e c_on~pngnie rimaste di presidio a Ragusa. Uno de, pr1m1 provvedimenti del nuovo comandante fo di porre freno al!' incendi o dei cnsali. da porte delle tr~p~e, .a ffine di non inasprire maggiormente gl i an1m1 dei paesani, e nel tempo stesso non priv;lllsi dei mezzi di ricoverare al coperto le truppe, che scarseggiano in qu ei paesi. Q,~el barbaro modo di spavenLare e castigare i ribelli, usato giù nelle p.:1ssate sollevnzioni, e giudicato molto efficace dai partigiani delle rep ressioni violen te, fu condannato ancl1 edall'imperatore Francesco Giuseppe in un suo manifesto pochi giorni più tardi. Poi: pr~sa cognizione dello stato delle cose ne' primi 11:e fF1orn1 dopo il suo arrivo, il genera le Auersperg . g_,uchcò che potesse basta re a proseguire la so t.tomiss10ne del la parte meridio nale del circolo una soln delle tre brigate raccolte allora attorno a Budua, mentre le

l'iEl,l.A DALMAZIA MEI\I OIONALE

altre due avr0bbero potuto essere adop ernte allo scopo medesimo nel la parte settentr iona le, ov'era il principale forolnre di resistenza, il Cri\'oscie. Intanlo volle concedere alle truppe alcuni giorni di riposo in più co rnotli nl loggia nrnnti, cli cu i avevano gran bisogno per rinr eliel'si dal le eccessive fatiche di quelle 6 giornate dnl J:! al 7 no"e111b re e rimed iare ai guasti delle vc>stirn enla e dell,1 <·,alzatura rhe avea sofTe rto moltissimo. 1,ispose pel'tiò che la brigata Schonfeld, c:ompo:;ta de l 2i 0 bnttnglione l'accintori, e del 22° reggimento (Wimpffen) con una balleria da monlagna ed un;i mezzn da rnrclietle, rimnnesse in Dudua; la brigai a Dorrn11 s si rccnsse a Ca tLaro per tena, e la brigata Szimic: 11 Cnstelnovo, Ri sano e PerosLo per mnre. La brigala Oormus ...:onsislevn riel 9° bnttnglione cacciatori, del 'i 0 reggimento (Moroicic), del 52° (Francesco Carlo) cli cni un bottnglione ern rimo sto in Catturo e gl i altri due erano sl,lli mandali dnl ten en te maresciallo 1Vngner a Caslelnovo subito dopo la sco rreria nella Zu pa, di due bollcrie da rnontngna ed una mezzn da racch ette. l due batwglioni del 53° tornarono a riunirsi coll '.iltro Lostochè g iun se a dare loro lt1 muta in Castclno,·o 1'8° bauaglionc cacciéllori della brigata Szimic; e allora la brigala Dormus ven ne a Lrovarsi allogginta pel scg11cnte modo: 9° Ilollnglione cnrciatori: in Dobrota e San MaLteo sull11 costiera E. ciel golfo ùi Cnllaro; 7° Rt\fwirn ento: in Cattaro e Mu la ; 52° Reggimen to: in Perzagno e Stolivo. La b rignto Szirnir., il comandante della quale (colonn el lo Sz irnic) r.ra venulo a Dudua irlsieme col generale. A11érsperg, si componeva dell'8° ballaglione cncciatori, del 4:-.\. 0 reggimento (Arciduca Alberto) di cu i


233

J,A SO LLEVAZIONE

NEl,LA DALMAZIA MEI\TOTONALE

due baltaglioni erano rimasti, come dicemmo, in Risano, del 48° reggimento (Arciduca Ernesto), una batteria da montagna ed una e mezza da racd1ette. Fu alloggiato come segue:

tutti i paesi della parte settentrionale del circolo a S. del parallelo di Risano ton wrono o furono rico ndotti all'obbedienza, alle seguenti condizioni che furono le sole ammesse dal generale Aue1·sperg: assoluta sottomissione, senza resLrizione di so,·ta; riconoscimento pieno e incondizionato della. legge sulla landwchr; consegna delle armi.

332

j.

8° Battaglione cacciatori: · . . . m Caste1nOvo · 1 Battagl ione del 48° reggimento ' 44-0 Reggimento: in Risano,'con una compagn ia staccata a Morinje; 2 Battaglioni del 48° reggimento : in Perasto; La brigata Sclionfeld si alloggiò nel modo seguente: 22° Reggimento in Budua; ~7° BatL:.igl ione cacciatori in S. Stefano, Castel La stua e nei forti del confine. Le comunicazioni tra Cattaro e Budua attraverso la Zupa furono d.Jpp ri ma assicurato per mezzo di due drappelli di due compagnie ciascuno, a Sutvara e Convento Lastna, che si ri dussero quindi ad una sola compagn ia ciascuno; e poi per mezzo di due blockhaus di legno, cinti di muro a secco di pietre e capaci di 10-'15 uomini ciascuno, che furono eretti uno presso Sutvara e l'altro sul monte Dubovic. Fu racconciato il filo telegrafico, e ordinato un servizio quotidiano di ordinanze. Per tal modo la strada Cattaro-Budua rimase d'allora in poi in potere dell' autorità mil itare. Facevansi pratiche per ouenere colle buone la sottomiss ione di q uan ti più fosse possibi le paesi. Aciò si od operava singolarmente con grnnòe zelo e felice successo il ~apitano distrettua le Frnnz, al q 11 ale da alcuni giornali era stato fotto rimprovero d'avere col suo aspro contegno contri buito forse più d'ogni .Jltro ,, s uscitare quei moti. Il parroco grec.o di Morinje anch'esso concorreva a qnell' intento, e persuadev.J i fiéri abi 1an ti del distretto di Ubli a riassoggettarsi. In breve tempo.

IX.

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Mo. i Crivosciani, t'itrosi e tenaci. non erano accessibili alle trattative . Ora che la costiera era guernita di tru ppe e i loro vicini di mezzodì s'erano souor~essi, si sarebbero adattati a non scender più dalle loro montagn e, ma per rimanere in istato di ribellione ferma finche il governo non li riassoggettasse colla forza o non piegasse il copo dinnnzi alle loro ragioni o pretese, che dir si voofoi.. Sono gente fìern, ma neghittosa. Non osavano, a. q~anto pare , tentare l'attacco di quei due forti che le truppe imperiali tenevano tuttora sul loro terreno (Dragai e Cerkvicf;) come inevano faLto i sailevati della Zupa al forte Stanjevic: aspeuavano pa zientemente che i presidii fossero costretli ad arrendersi per fame. E ciò non poteva tardare ~oll?. a~ avvenire se non fossero sta~i nuovamente r1fornrt1 d1 poichè il termine dei 30 giorni pei quali Provvia-ioni o ' . erano stati approvvigionati sul finire dell' ot~obre s1 avvicinava a gran passi. Ciò essendo, urgeva napprovvigionare quei forti o ritirarne i presidìi, poichè a nessu no po teva venire in menLe ui abbandonare a loro stessi quegli 80 uomini che li componevano. Ma tanto l'uno quanto l'altro di quei due partiti richiedeva una ri petizione della scorreria eseguita dal colonnello Jo-


23.i

LA SOLl,EVAZJONE

v.anov ic il 25 e 26 ottobre, con forze ·maggiori di quel,Je clae allora v'erano state imp iegate, poichè era du supporre cbe nel frattempo 13 forze e le disposiz.ioni difensive dei sollevati avessero preso maggiore svil uppo e più robusto assetto . Sgombral'e qnei posti per patto coi sollevati non era dice vole alla dignitù della milizia e del governo, D'altra parte import.ava mostrur·e agli a.bìtanti di quei paesi, e di rimbalzo anche agli al:•·i delle altre parti del la monarchia che potessero per avventura essere lu si ngati da id ee di resistenza , che il governo austriaco non era disposto a patteggiare coll e ribellioni, e si sen tiva potente abbastanza per raggiungerle e p1unirle,clovur:1que, anche nei,Juoghi n1eno .accessibili; senza di che i vicini dei Crivoscinni e li altri nocchesi che eramo rirnasLi fedeli o s'erano riassoggett~ti avrebbero cli Jeggieri segui to l'esempio di q11e ll i, giudica,ndo èebolezza la. Jo ng::rnirne pazienza del governo , e quel piccòlo fuoco avrebbe poLufo .div.en,ta re fom ite cli on grande incendio tra le g·enti sla ve, di cui dovevansi presagire gravissime conseguen ze. Dun que ragioni di alta convenienza po litica e mi,Jitnre e considerazioJiJ i cli opportuni tà fondate sul carau.er:e e su lle .particolari co0d izi on i di q uei popoli, consigl iavano al generwle Aue1isperg di respingere l'i dea d'un semplice blocco <lei Crivoscie, che d' aiLronde avrebbe richiesito forze unc1ggiuri di quel!e ch 'egli aveva e pur sarebbe rimasto Ìlilefficace a motrvo della natura dei luoghi, delle rnalevole cd isp osiz ioni di molta parte degli ab.i tanti degli stessi paesi riassogg<Hbati, e delle libere comunicazi(j)ni dei solleva Li col ~1oo teneg ro, e. preferire l'altra di una n.uova spedizi.one nel cuore del Cri voscie, coJJo s·copo primo di rifor.nire. i due forti, ma non senza sper~n za di avere in pan Ler:npo occ:isione <il i dare un btMm col.po, forse decisivo, alla ribellione. Ouanto poi al pa rtito ·:s~ggerito da qu.a~cuno d,i sgombr_a re e.disiruggere quei

NE LLA o ;\UtAZIA M'ElllDIO NALE

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forti, per acqu.istare maggi0r libertà di operazi·oni e non laseiare a.i soll evati quella comoda occasione a cliue fac iÌ'i vittorie, il generale non lo ammetteva per la ragi0ne ch e, qmrnh1nq1te il Draga] .fosse malissimo situat0, perchè signoreggiato dn ogni parte dalle alt1He a portata etlì ca cissi·rna di foc il e e non tenibile•a lu0go contro il: camn0·n e, e il Oe-rkv i,ce in co0dizioni poco rr:iio-li ori di sito e Lropp:0 ,p:ccolo, pu,r nondi meno il faH@ mo~truva eh.e bastavnno a tenere in qualche soggezion·e quei montanari, così ·poco intraprendenti come erano e pri vi d' artigl,ier ia. Qu ei du e posti doveano d·unque, nel conce tu0 di lui., esse re conservati come obiettivi necessari i e punti d'appoggio per le future opnazioni., ·e in tanto doveano essere messi _iID'?.rado da poter su perare l'inverno che stava per comrn ciare, m~diante un ·cornpi11Lo approvvigionamento per tre mesi, calcolati dalla fin e del novembre alla fin e <lei fr.bbra•i0. Ciò posto, tra i modi possibili di operazione il mio-Jiore sarebbe stFtto senza dubbio quello di app>rofill~re di, tutte le fol'ze d·isponibili delle due brigate Dormu s e Szi,mic e di tutte le vie che conducono dull;rcostrera del caualè verso il Crivoscie, per separare i sollevati di · quella regione dai loro vicini del S., chiuder loro ogni sbocco vers0 i lnoghi marittimi don-de sogliono rifornirsi, e· cacciarli negli inosp'iti monti di N. Ò. avanzando a p,'lSso a pa·sso, toccando tu tti i villaggi,. assrcurno·dosi il possesso dei pu?·ti _riù. imp0rta•nti )èol 1porvi p.nesidii· e h lockhaus; po r,: gi,u0t1 sul pia-no di Dwersn.0 , scalare tutte le forzie .suHa strada ftis.ano-Cerkvice-1>:ragal, e· farsi· di questa.. un'a base sicura pen compiere l'opera· della sotl!~miissione nei m0rnt!Ì! del Biala. Gora, qua:n.do la stagione Io permettesse. Ma per c+b fare- in· que·i pr.ocellosi giorni dell'estremo autunno, coll'inverno imminente, sarebbero stati· necessari guandi- appal'ecchi. di materiali da for-


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NELLA ,DAJ,MAZlA MEIUDIONALE

LA SOt.l,EVAZIONE

tificazione e da alloggiamento, e mezzi da trasporto, poichè quelle montagne ne sono cosl prive che volendovi trallenere qualche giorno un co,·po di truppe, benchè pir.colo, bisr.gna portarvi persino le kgoa da bruciare e l' acqua da bere. Ma ·neppure i paesi nie·glio provveduti della marina sono in grado di offrire in quantità sufficiente e in breve tempo quegli aiuti materiali che ora dicemmo; nè il fad i venire d'ùllra parte per mare era cosa di poch i giorni. Ora il tempo ·s tringeva. Era già ~ mezzo il novembre, la stagione incrudiva, i due forti non ·avevano più viveri se non che per pochi giorni . Qu in di il generale Au Prsperg si fermò nel diseirno di intr·aprendere senza indu crio v • n la operazione, cond urla come abbiamo detto sino allo -sbocco s ul piano di Dversno e alla racco lta sulla linea Risano-Cerkvice-Drngal, manten ersi padrone di .questa finchè fosse compiuto il diYi$ato rifornimento dei forLi, c·he non poteva farsi tutto in una volta, come il 26 . ottobre, a mot;vo della mole degli ap·provv igi cJ1H1rnenti tripla, per lo meno, di quella d'allora, e della scarsezza dei mezzi da trasporto che era -possibi l0 p "'cura r.~i ; e dopo ciò, ricondurre le truppe agli alloggiam enti della costiera. Per siffatto modo ;li -opernre avrebbe ottenuto perfetta sicurezza sui fi anchi .e sulla linea di comunicazione con Risano dur:rnle la ,operazione, e anche ternpo bastante per gittare le prime basi di un sistema di forte occupazione del ·paese mercè l'erezione di qualche ·opera difensiva sui primi passi delle strade che menano da Risano a Dragai; sistema che. avrehbr.si potuto continuar poi ·nel!~. migli?re stagione'. ~vendo minor penuria di tempo ·-e <11 m~zz1. Questo , d1VIsamento, biasimato poi con -sovereh1a leggerezza da alcuni .critici, anche militari, · fu recato ad atto. . Le truppe dipendenti dal generale Auersperg am-

[

237

montavano alla oietà del novembre a circa 40 mila uomini in Lutto. Nei g iorni tra il i O e il ·15 fu provvisto pei bisogni delle vesti, rlella calzatura e delle munizioni, posto in Risano un magazzino centrale di approvvigionamento, altri rninori in Orahovac e 1\10rinj e, raccolti quanti fu possibile somieri (300 circa) nelle Bocche e nel territorio di Ragusa, e parte distribuiti tra i Corpi di truppa pel trasporto delle loro vettovaglie ecc. e il resto riuniti in Risano per comporre la salmeria di rifornimento. In Risano furono apprestati i legnami occorrenti per due blockhaus provvisori, e posto mano a preparai-ne altri due. Furono distribuite alle truppe destinate alla spedizione due razioni di viveri di riserbo, consistenti di carne salata, biscotto, vino, ecc. affinchè in caso di bisogno potessero campare anche lungi dai loro magazzini mobili. Pel 16 novembre fu comandata la mossa delle brigate Dormus e Szimic verso il Crivoscie, e contemporaneamente quella della brigata Schi:infeld verso i monti di Braic. 1

X.

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Quattro sono le vie che dalla costiera del golfo di Risano e del canale conducono ai monti del Crivoscie .cioè, oltre le due più yolle nominale che vanno da Risano al piano di Dversno pei passi di Lupogla v e .Han_, due altri disagiosissimi sentieri che a quelle fann o capo, uno da K e l'altro da O. Il primo muove .da 9rahovac a N. del golfo di Cat.taro, e va per Ubalac, (ove si unisce ad un altro. sentiero proven ien te da Perasto) attraverso ai monti ad E. di Risano, a ?boe-


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239.

LA SOLLEVAZIONE

NELLA DA..LMAZIA MERWIONALE

care a Ledenice inferiore sulla via di Lupoglnv: il secondo da Morinje a S. O. del g0lfo di Risano, pèr Ubli (ove si unisce ad ·un altro provèni,er11 e _da CasLeli;o~o)- e Zvècava, va a sbo,~c·a re ad Unirina (in ~accia a Napoda) suJl·a via di Ha-o. Per con~eguenza 11 gcn~rale Auersper-g divise le sue tru ppe in ·quallro colorn1e, .che dovesserci p0i accoppiarsi a forriH1rne due sole, a Ledenice inferiore ad Unirina, e poi riunirsi sullo sbocco di Han, cioè: ,

(Arciduca Francesco Carlo} una baw~rin da montagna ed una da racchette, sotto gli ordini del generale Dormus, dovea tinianeÌ'e sulla costi era (in Perasto, in Hisano, o imbarcata, seeondo i casi). Rimanevano a presid io: in Canoro un battaglione del 5'2°, in Ca&telnovo un battaglione del Ji,8°, in . Morinje una compagnia del -4-4°. Le tre prim e colonne doveano troYarsi la sera cld 15 novembre riunite nei siti di partenza alle colon ne stesse assegnati, la 4• in Ubli, ove <.lovea rer.arsi ir~ quel giorno da Morinje. Tutte e quattro muover poi la mattina del 116 alle 7. Ognuna <lovea operare come se fosse sola: ma a ciascuna erano dati razzi da segnale per • comunicare tra loro e col Comando superiore. rsegnali fìssati erano due, cioè: {{ Occupazione di una posizi·one importante (1 razZ0) »e<< Soccorso (3 razzi).»~ Noteremo qui che quest'ultimo segnale no_n fu da to rnai, e il pl'imo, qunntunque fosse dato ripetute volLe, rirna st> quasi sempre vano a motivo della montuos ità del paese che irÌ1pedÌ\'a lil vista. · La mattin a del 16 il ~enerale Auersperg sbarcò a Risano e il movimento cominciò nll' ora prescritta. Le due' colonne Fischer e Szirnic sfilnro no una dietro l'altra per la streLLa via di Hiirnno sino a Sn1okovac, ove le due strade di Ledenice e Cerkvice si separano, ascendendo a svo lte quella sino all'kiltura. di S. Nicolò, questa sino al ciglione detLo G'reben . Vede~n~i .sull ~ rupi presso S. N:colò sc.t,rrazzare qull e la I rilwllt affaccendati a preparare le loro batterie rli pit·tre.: nessun segno d'anima vivn sul Grf'b~n. La bnueria cnmpal e appOSlè:ll8 presso Rii-ano potè disturbare q11Pgli apparecchi di difesa con nkuni t.iri Jllulto pn•ci:-;i, 111a non 1·it1scì a farli ce·ssare. La colonna ~isd1er si nv,1111.ò cautamente in perfetto ordine, van1t1ggia11 dosi d(·gli accidenti loca li, e tostoch è s1 fu avviC'inatil nl nf. rninl

I" colonna (destra}- Col0nnello KaifFel con tutto il suo regginu:1;vnto (7° Maroieic) e due pezzi da racchette da Orahovac su Ledénice. .2• colonna - Colonnello Fischer con due battaglioni del suo reggimento (48° Arciduca Er•nes~o}, 2 comj)agnie del 9° battaglione cacciatori, una batteria da montagna e 2 pezzi da racchette, da Risano per Led enice.

3• colonna - Colon.nello Szimìc con 2 rompagnie del 9° battaglione cacriatori, il 44° reggimento (Arciduca Alberto, colonneJJo Vetler) ed un a batteria da montagna, · da Risano per Cerkvice. Con questa il quartier generale. 4a colonna (sinistri!} - ~faggiore Urschitz col suo battaglione. (8° cacc'iatori} e due pc>zzi d-a racd1euc, da Morinje per Ubli su Unirina. Questo battaglione fu P?rtat~ per mare da Castel novo a M0ri11je, invece d1 avviarlo per la più dritla da Castelnovu a Ubli' pe·r :erra, ·per non disturbare le pPatiche di pacifìcnione rnta~olate appunto allora cogli abitami dei · paesi situati t,:a quei due punti. Una riserva di due bauaglioni del 52°reggirnento

ANNO IV, VOL. li,

16


240

NELio\ DAL~l.-\ZI,\ MERID10:'ìAi.J~

LA SO LLEVAZIONE

quanto bastava per poter com in cia re il fuoco, appòstò la sua batteria da montagna e prese a cann oneggiare. Poco dopo, essendo i ribelli scesi più basso ad appostarsi sulle roccie d' onde meglio potevano dominare le ripide pendici su cui s' in erpicavano gli imperiali, anch e i due pezzi da racchette presero parte al combattimento . Ma quanto più le truppe del colonn ello Fisch er ascendevano , e tanto più cresceva la re_sistenza. Al grandin ar dell e pi etre s'univano già le prime moschettate. Ciò visto, il generale Auersperg ~a_ndò al colonn ello Szimic, che non trovando oppos1z10n e alcuna sulla sua via ascendeva rapido al Greben. l'ordi ne di aiut,\re la colonna Fischer col fu oco della sua batteria, e mandare, se possibile, un drappello sul fi~nco destro del nemico. Ma già quegli, di suo propno moto , avea piantato in buon sito le sue artiglierie, e faceva cominciare il fuoco. I tiri convero-enti delle tre ba tterie (q uella campale di Risano, e l e due da · montagna delle colonne Fischer e Szimic) cui si univa il fuoco degli stormeggiatori del Fischer, costrinsero i ri_belli alla ri tiraw, e il colonnello Fischer seguendolt dappresso potè impadronirsi dell'altura di s. Nicolò, nel tempo stesso che il colonn ello Szimic s'impossessava del Grcben. La perdita dal lato delle truppe era stata di due soli uo mini del 48° reggimento leggermente ferit i dalle pietre. Per rendersi 1'8gione del perchè i sollevati non avesse ro anche guernito il Greben, senza di ch e l'altura di s.. ~icolò. n?n poteva essere difesa a lungo, i capi ~e?lt 1mperia!1 supposero ch'eglino avessero gìà not!Zla del movimen to delle altre due colonne all a i·olta di Ledenice e Unirina e volessero serbare Jo Joro forz e, relativamen te scarse, per far magofo re resistenza nell'interno del loro paese, e probabi l,;enLe nei mont.i a N. di Cerkvice e Ledenice.

,

Subi to fu com:rndato clie si portassero da Bisano s ulle conquistate alture i materiali giù preparati pei due blockhaus èhe voleanvisi porre, e che per as':ìicurarne la costruzione rimanesse presso S. Nicolò 4J2 battaglione del 48° reggimento, e sul Greben 1J'.2 battaglione del .u.0 • li resto della colonna Fiscber . andò a pemow,re a Ledenice; iJ resto della colon na Szimic co l quartier generale a Knezlac. Yi giunsero senza olcun contrasto . La colonna Ka ilfel giun se quel giorn o sen!la. in contrare resisten za ad Ubalac; la colonna UrschiLz trnY0 piccolo ostacolo di nemici, ma grandissimi di terreno, pure gin nse ad Un irina, ove stette ço rn e avang uardi a della colonna Sziniic. Per assicurnre la ritirata pe r ogni evento, furono nello stesso giorno mar.dale ad Ubli due compagnie del 52° reggimento dalla risen-a del genero.le Dormus; ma nel dì seguen te, avendo il maggior Urschilz alferma lo che nulla v'era da temere da quella parte, furono rich iamate a Risnno. La mattina del 17 la colonna Ursch ilz continuò ad avanzarsi da Unirin a su Cerkvice, e Ja colonna Szirnic mosse alla stessa volta da Knezlac . 1 (~ battaglione del 44° reggimento fu lasciato a Knezlac a guardia della lin ea d'operazione . Nello appressa rsi alla stretta da Napoda, il colonnello Sz i111iG vide le alture che la signNrggiano da E. occupale dal ne1uico, che pareva disposto a contrastar qu el passo. Non volle assaltar da fronte quella' forte posizi one, e preferì aggirarla dalla sua sinistra verso Unirina, poichè le condizioni locali gl ielo permettevano; dopo di che nianùò una compagnia del 44° reggimento a destra pel do rso delle alture a minacciare la ritirata dell'avversario. l'Ila questi s'affrntlò a sgombrare e si ritrasse tra le balze del Veli Vrh. Qu ella compagn ia rimase a guardia deJl'altura di Na pod a. li generale Au'ersperg pare credesse 1


l,A SOLl,EVAZIONE 242 che un semplice cenno d'attacco da fronte potesse bastare a indurre i ribelli a lnsciar quella posizione, già minaccinta alle spalle dallo nvanza're dell a colonna Urschitz. Forse così facendo avrebbcsi potuto risparmiare tempo; forse il non averlo fatto rispnrmiò sangue. Ma intanto il non trovare quasi resi stenza sulla via Risano-Cerkvice, e lo in contral'la o.ll'opposto sull'altra via Risano-Ledenice, poichè anche in quella rnallina udivasi il cannone da qu ella pnrte, dova a pensare al generale che i sollevati si proponessero di far la lol'O massimn difesa sullo. stl'eLLa di Lupoglav cbe loro offriva formidabili posizioni. Tanto più premevagli quind i di impossessar·si dello sbocco di Han, donde avrebbe potuto minacciare il nemico alle spalle. Allorchè giunse a Cerkvice colla colonna Szimic {scemata già di 5 compagnie del U. 0 regg·imento, oltre quella distaccata prima a l\lorinje) trovò colà il mnggiore Urschitz con 2 compagnie dell' 8° battaglione cacciatori e i suoi 2 pezzi da racchette, il quale gli ann unziò che aveva spinto innanzi le altre 2 compagnie del suo battaglione ad esplorare, ed occupare, se possibil e, prima che annoti asse, l'ingl'esso della stretta di lia n. Poco dopo s'udì qunl che sparo da qnella parte, e quindi un fuoco crescente. Le due compagnie avevano incontrato il nemico, e invece di trattenersi ad osservarlo s'erano lancin te dietl'O a Iui nelle boscngl ie presso Blajoevic. Accorse a rafforzarle il maggiore Urschitz colle altre due compagnie e i suoi due pezzi; e il generule Auersperg mise in azione sull'altura di Cerkvice la batteria da montagna della· colonna Szimic, e fece avanzare anche le due compa6nie del 9° ba ttuglione cacciatori. :ftl a, oltrechè _i ribelli erano assai forti di numero, il terreno frastagliato, aspro e coperto favoriva la loro resistenza e-

NELLA DALMAZIA l\1ERID10NALE

2i-3

-rendeva oltremodo diffici le e lento lo avanzare dei cacciatori, òi maniera che la notte sopraggiunse prima che qu el combattimento conducesse .ad utile ~is~lt~to, nonostante che vi rimanessero morlr un sou uf!ìciale e 4 cacciatori, e feriti altri 8 cacciatori. Giovò pur tuLLavin a mostrarn che i rib elli dovevano avere le loro maggiori forze sulla stretta di Han anzichè su quella di Lupoglav. Ciò fu co~fcrmato da u~ rapporto del colonn ello Fischer, che giunse a Cerkv1ce a ser~ tarda, il quale diceva che soltanto pjccoli drap~ellL nemici s'ernno mostrati nella mattina presso Ledentce, e s'erano ritil'ati dopo breYe combattimento. La colonna Kaiffel ero giunta a Lcdcnice verso il mezzogiorno, ma stanchissima. Per q,uesto , e p.er la considerozione della lu nghezza dclia streua d'. Lu_pogl~v e delle ignote ma pur prevedibili straordinarie. d~fflcoW1 del passaggio, che dovea certo.men te richiedere multe Ol'e, il colonnello Fischer, il quale per ragione d'unzio.nità avea preso il co~1ando delle dne colonne unite avea creduto bene d1 non procedere oltre per queÌ giorno, e di\'isava di passare il Lupo, glav nel dì seguente ('18), muovendo a~I~ 6 1/2 a. m: conducendo la sua colonna per le pend1c1 occidentali, mandando l'altra del Kaiffel per le pendici orientoli della streLLa, e lasciando a Leden ice In sua batteria da montogna che assolutamente non avrebbe potuto seguil'lo per quei dirupi. . . . . li generale Auersperg apprn".ò quelle d1sp~s1Z10D1, raccomandando al colonnel lo Fischer che lascia sse un batta"'lione del 7° regginiento a guardia dell'ingresso 0 della stretta p1·esso Led enice superioC'e. Per assieurare i fianchi della posizione cli Cerkviee furono po ste 0 sulle rupi ad E. ed O. del forte 2 co°'.pognie del it reggimento. Ora il programma della g iornata cl_e\ ,1~ fu da lui fissato così: assaltar da fronte le posmom


244

NELLA DALMAZIA MERID IO:-IALE

I.A SOI.LEVAZCONE

èoltivato, ove sorgo no i poverissimi casali di 'Dlajoevic, Crivoscie e Poljana . Di là piegando a N. E. scende pet· un vallone che a poco a poco ristringendosi conduce ad un angusto passo tra rupi l'Ovin osc e nud e, d'orrido aspetto . Questa è la stretta <li Han. AN. e N. E:. di qnel pianòro e di quel vallone, cioè a sini stra di chi rr1 ùa Cerkvi ce ad Ifo n, to rreggia alta e scoscesa lH grun massa di roccie che viene dnl Vu ci-Zub pel Pazua (alto circa 2000 metri sul mare) divalla a ~- di Poljana, presso il casolare d1 Vel1ka-Zagvosdak, e riso rge ad E. di questo, form ando un a gran rupe (Zagvosclak) a pendici ripidissime e roue, la quale so vrasta alla slretta di Han e n'è la chiove. Le falde di q11E·lle rupi sono tulle squarciate da bo l'ri profo_ndi, aspre di rorcic, coperte di boscaglie. Per la bassu ra di Velika-Zagvosdllk passa un sentiero pedonale , .:tppena segnato, che da Poljana conduce al vill aggio di Macia-Stopa, e alle balze e ai boschi del Macia-Planina. Guardando lo Zagvosdak dalle allure di Cerkvice pare che il terreno v'ascenda da N. di Crivosc ie e Polj ana con pendìo fa cilmente superabile, bench è asp ro di roccie e coperto in parte da sterpeti. ~la quel terreno è tutto frastaglialo da profondi burroni che da lungi non si veggono, parall eli alla fronte dello Zagvosdak, precipitosi, irti di mass i e schcggio ni i mpraticabili, pieni di intricate boscaglie, cl!e a gran de stento ponno s11p er/Jre uo mini spicciola ti. Dall' altra parte, cioè a destra di. cli i va da Cerkvice a Han, il terreno, sull'estremo lembo t\1.0. del quale corre la stra da, quan tunque mo ntuoso anch'esso , è ass:i i più basso ed agevol e. I borri sono meno frequ enti e fac ilmente superabili, e li imped imenti maggiori consistono di folti sterpeti . Ma la pendice che g uarda la struda e le alture che le sovra stano da quel Iulo sono signoreggiate dallo Zagvosdak; quindi p0co giova lo esser pad roni di quelle alture se il nem ico rimane su quella rupe, poichè

<lei nemi co tra Bl ajoevic e JJ;in colle tru ppe raccolte a Cerkvi~e rafforzate da!la riserva del generale Dormus, rnen ~re il. colonn ello F1schel' sboccnndo da Lu poglav le mina cc1ere bbe nel fia,wo sinistro e da tergo . Le truppe che a quest'ultimo rimanevano ('1 (2 battao-lione di cacciatori, 1 e 11/3 battiJglioni del 4,8°, 2 bi, ua:·lioni del 7°, e quattro pezz i da racchette, non cont.a~do il b~tlaglìo nc del 7° che dovca rimnn cre presso Ledcrnce) dovca?o essere più che sufficienti pcl còmpito a.~scg!rntogl,, potendo oram ai tenersi pe r certo che i ribelli non gli avrebbero contrastato fo rtemente il passo, e non permettendo il terreno ch'egli dovea atLraversare un conside1·evole svilu ppo di forze . ),ler conseguenza, il generale Auerspcrg mand ò nellfl sera stessa l'ordine. al ~eneral~ Dormus di muo,·ere a pres ti'passi per la via d1 Cerkv1ce prim a dello sp untar del o-iorn o lasci~ndo in Risan o due ~om pagnie del 52° reggiment~ e un altra sul Greben rn cambio delle due lasci;i tcvi dal 44° .cl.1e doveano raggiungere il loro reggimento. In fatti 11 generale Dormu s giunse ci rca le !) a. m. de~ 18 a Cerk.vice con 5 co mpagnie del 52°, 2 del 44 , una batteria da rnontélgna ed una da raccbeLte. 1~ comp.agn ìa,del H .0 richiamata da Morinje giun se p,u tard1. Cosi ver~o le '10 a. m.,allorchèil geoerale Auersperg delle le disposizioni per l'allacco, egli nveva so.tto la mano 6 compagnie di cncciatori (8° battagli one e ,1 [2 del 9°) 11 compagnie cli fanteria (6 del 44° regg. e 5 del 52°) e ·14 pezzi d'artiglieria (2 batterie ~a mon lagna ed 1 1/2 da racchette). A guardia della staYan o 8 compacrnie s'ca!ate in lin. ea d' operazione . b cmque pun t,. da Cerkvice a Risano (2 sulle altu re presso Cerkv1ce, 1 su quelle cli Napoda, 2 a Knezlac . ' ,1 sul Grebcn, 2 in Risano). Dal colle di Cerkvice la strada scende11do verso N. tocca un pìanòro, parte prativo, parte meschinamente 1

)


I.. 2,i.6

LA SOLLEVAZIO NE

NEUA DALMAZIA i'ilElllDIONAT;E

.le salrnPrie non possono recarsi nl pinno di Dyersno per altra via che per qnelln. Vuo!si notare che le condizioni del terreno a N. di Po!jana erano ignote non solo al gen erale Auersperg, nl s11 0 stato maggiore, al colon nelio Szirnic e ali' 8° e !1° cacciatori, che vedevano que i pa esi ora la prima volL11, ma ancora al 5z reggimento che aveva pnrtecip,ito al!n prima spedizione pel rifornimento di Dragai il H) e 20 ottobre, la quale non avea oltrepassato Cerkvice, e al 4fi. che nell a seconda spedizione del 20 e % ottobre avea passato la stretta, porte com- · hnttenclo su lle altu re a drstra ·e parte spingendosi. sino a Dragai, mentre lo Z:)gvosd ak, debolm ente tenuto dai ribelli, era stato spnzznto col cannone. li 7° regg imento, che il 26 di otLobre aveva mandnt.o due compag-11ì e a~- di Poljana, era col colonncll'o Fischer sulla via di Lnpoglav. . l l generale Auersperg dispose: 1° Che il lu ogotenente colonnel lo Klirnburg con le due eornpngn ie dd suo battaglione (9° caccia tori), dne compagnie de] ,,H reggimento, una baHeria eia montagna e ,1;2 batteria da racchette. si ava nzasse pe.r le alture a destra della strnda sino ad un punlo donde potesse aiutare col fuoco delle sue artiglierie lo avanzare de lla colonna cui era commesso d'impossessarsi dello Zagvosdak; 2° Che 'il ccrlonn ~llo Vetler con quattro compagnie del .u reggimento e ,1;2 batleria da racchette (1) si avun zasse a sinistra della slraJa al piede dei monti a N. di Cerkvice ad impossessarsi dello Zagvosdnk;

3° Che il colonn ello Sz imic coll'8° batloglione cacòatori e ,1/2 batteria da rocch ette stasse prepnrn to a sostenere quelle due colonn e ; 4° Che il generale Dorrrrus con 5 compagnie del 52° reggimento e la sua batteria da montagna rimanesse in riserbo presso Cerkvi ce. La mossa dov<~a cominc iare al le ·12 1/2. Per trip lice motivo non volle il generale Auersperg cominciare l'attacco di prima mattina, cioè: per aspettare l'arrivo della riserva; per avere più fresche le truppe dopo una mezza giornnta di riposo; per dar tempo al colonnello Fiseher di avonzarsi dalla sua parte. Quando perb nella rnatLìnata si fosse ud ito rumor di combattimento verso Lupoglav, il generale avrebbe mosso subito l'assalto. Potrebbesi noto re che la colonna di sinistra, ctli era commessa la parte pi ~ .importante e più scabrosa, era. troppo piccol11, men tre trnppo grossa era la riserva; che almeno una·parte dell'8' cacciatori avrebbe potuto essere avviata sino dal primo momento a sostenere e fiancheggiare la sinistra del colonn ello Ve~Ler; che invece di assaltare da fronte lo Zagvosclak avrebbesi potuto aggi rado dìl O. indirizzando la colonna di sinistl'a per Crivoscic su Velika-ZagvosJok, tanto più che da quel lato lo appressnrsi alla posizion e nemica sarebbe ·stato favorito da un bosco che là si trova, e che di là avre bbesi potuto tagl iare ai ribelli la ritirata Yerso il Biala-Gora; che l'attacco poteva essere ritardato sino a tan_to che si avesse la certezza che il colonnello Fischer fosse sboccato da lla st;retta di Lupoglav. ì\fa il generale Anersperg voleva trattene1'e il nemico dinanzi a sè e non permeuergli di portarsi verso il Lupoglav, faceva assegnamento sulla cooperazione del colonn ello Fischer verso le3 pomeridiane àl più tardi, non voleva perder tempo, non sur:ponevn i gravissimi ostacoli che la sua colonna

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1

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(1 ) In uoa re'lazione del colonnello Szimic putthlicata nella Wehr -Zeitumg del 9 fobbraio 1870 è de tto che il qoloonello

Vetter aveva 3 _pezzi

da

racchette.

..,


248

LA S0LLEVAZ10NE

di sinistra do,·eva incontrare, giudicava, a quanto pare, troppo lunga l'aggira ta per O. e forse, anche troppo pericolosa a motivo de lle rupi che dom inano da quella parte li approcci di Yel ika-Zagvosdak: e finalmente aveva fede non solo nel va lore ma anche nel criterio taltico del colonnello Vetter. Di più, a nessuno era dato scorgere, nemmeno coll'aiuto dei canocchiali, segno alcuno di presenza del nemico sullo Zagvosdak e nei dintorni. Che j ribelli si fossero portati davvero verso il Lupoglav? oppure ritirn~i su l\facia-Stopa? o sulle roccie _ ad O. di Velika-Zagvosdak? È lecito però supporre r.he il generale Auersperg, serbando a se stesso la superiore direzione dal suo posto di r0ma ndo presso Cerkvice, s'aspettasse dal colonnello Szi1nic (comandante di brigata, e per conseguenza , avente autorità di coruando sul co!onqello Vetter, per non dire del lnogotenente colonnello Klimburg) qualcosa più di quello che puossi pretendere da un semplice comandante di . sostegno. ì\:la sembra che in ciò vi fosse qualche malinteso, poicbè quel colonnello credette, a quanto dice egli stesso, che il generale, il quale aveva regolato <la se medesimo il combnttimento del '17, dato ai singoli comandanti delle colonne li ordini per le operazionìdi quel giorn o (18), al ui assegnato·espressamente Ja parlo di com andante di sostegno, al luogotenente colonnello Klimburg prescritto di mandar·gli direttamente ogni mezz'ora un rapporto , il generale, diciamo, volesse sopra vvedcre egl i stesso all'andamento della fazione, cioè tenerne il comando dù-etto, corrrn suol dirsi mil itarmente. Noi non abbiamo dati bastanti per poter dar g1udizio dell e rngioni dell'una .e dell'altra parte. Basti accennare, sulla fede della narrazione pubb licata dal colonnello Szimic, che a lui non fu comunicato alcun disegno d'attacco dello Zagvosdak, nè dal ge-

NELLA DALMAZ(A MERIDIONALE

nerale Anersperg, nè dal colonnello Vetter, e che nessun accordo preventivo fu fissato tra quest'ultimo e lu i. Il luogoten ente colonnello Klimburg mosse nlle hl 4/2 in punto, e proceaendo con gran cautelH, esplorando minutamen te il terreno ed aprendosi la via attraverso alle boscaglie, lento ma sicuro, senza veder nemico alcuno, circa·!ora giungeva sullealture ad E. dì Blnjoevic, e circa le 2 prendeva posizione su l punto culn1inante dell e alt.ure che sig noreggiano da S. la streLta di Han. li colonnello Vetter scese circa 1 ora pomeridiana nella valle a sinistra della strada. Quei che stavano sulle alture di Ccrkvice lo videro poco dopo spnl'ire tra le in eguagl ianze del suolo. Egli era impegnato in quel labirinto cli roccie, burroni e sterpeti che poc'anzi descrivemmo, e non poteva avanzare se non che lentissimo, a gran fatica, alla sp icciolata, stud iando i passi. Solo di tratto ·in tratto qualche racchetta o qualche fu. cilata indicava la direzione ch'ei segui va, e mostraYa che il suo lento procedere aveva 'motivo dalle difficoltà del terreno anzicbè da contrasto nemico. Ma ad un tratto si udirono spai·i come d'avviso dalle roccie di fronte a Cerkvice, e si videro uom ini spicciolati e piccoli gruppi cor-rere verso lo Zagvosdak. Alcune cannonatP. furono tratte in qu ella direzione dalla batte.ria del la riserva rimasta presso Cerkvice. Anche l'artigl ieri<:1 della colonna Klimburg, cominciò a battere lo Zagvosdak, mentre dal lato dell a colonna Yetter il fuoco venne crescendo. H generale Auersperg mandò una mezza batteria della riserva a rafforzare il fuoco sulle alture di destra. Frattanto nessuna notizia 'giungeva dal le colonne J!'ischer e Kaiffel. Una g uard ia posta ad osservare da un'alta specola.mandava avvisi che nulla vedevn o udiva dalla parte di Lupoglav. Eppure la stretta che quelle due colonne doveano superare non e!'a lunga più di qunttro chilometri certo I E non pareva possibile che le due co-


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LA SOU,EVAZWNE

lonne non dovessero supera l'la nello spazio di otto ore poichè il nemico , a quanto pareva , avea rinunz iato ; difende rl a. Le due co lonne doveano esser.~i mosse da lede~iée circa le 6 1/2 un timeridiane. Erano o-iò. le 3 pomeridiane circa. Dunq ue do un momento alf altro Ja testa della coltrnna Fischer dovea apparire su l piano di 1'1versho . . Ora il generale Auersperg non volendo che la notte sorp ~end esse le truppe su quelle in sidiose pend ici, e Je costringesse a fermarsi o rotroced~re, e vedendo sensibilmente scemare il fu oco, niandò al colo nnello Vetter ordine seri tto che proèurassr. di impossessarsi, se 7Jossibile, dello Zagvosdak prima che annoW.Jssc, e com andò al colonnelfo Sz imic che si avnnzassc co l sostegn o. Lo sta to delle cose mostra va chiaro che qu esta mossa non p(l)teva avere altro scopo se non che di accrescere forza all'aLLacco del colonnello Yeltr.r. Ma per tale uopo s;:irebbe stato necessario ehe, al meno allora, o il ge n.era l,e AuerSperg avesse dato più precise istruzio ni ai due colonn elli, o che qu esti avessero potuto intenders i tra loro. Ciò non essendo, in paese impeditissimo come quello ; l'aceordo degli alti troppo faci lmente poteva mancare. Il colonnello Szimrc si avanzò per la strada, fe1·mèi la sua colonna quasi a pari della clestra del colonnello Veuer, e recatosi sull'al tui'a ove il luogote nenlc colonnello Klimburg avea appos tato le su e artiglierie, vide la colonna Vetter spi0c iolata a drappelli lungo trnn fa lda di terreno soggiacente allo Za gvosda k, e sepn rata da questo per mezzo d'uno scuro b.urrone, colla sinistra appoggiata ad un bosco nella dirittura del colle di Velika-Zagvosdak. E giu dicando conveniente di rafforzare 9nell'a la più arrisch.iata, ed anche supponendo che 11 colonnell o Vetter intendrsse muover J'assnlto da ,q ue1la parte, ove minol'i pareano gli ostacoli locali

NEL LA DALMAZIA MElUO lO NALE

e maggiori potevano essere i ri sul tati, fece avviare a qu ella volta una compagnia dell' 8° battaglione cacciatori . L'ordin e del ge nerale Auersperg di sopra ac.cennato sembra non giungesse al co lon':'ietlo Vetter se non che verso le 4 1/'2, percl1è l'u ffic iale che lo portava d0vette aggi rarsi gran temp.o per burroni e boscagl ie pr·ima di rintrncciare qu el culonn ell o. Questi, uomo sensitivo e cava lleresco, interpr.e tò quell'ordine co rne un comando di impa dl'Onirsi su bito , a qualunque costo, della formidabile al tura. E scegliendo la via più breve, ma in pari tempo più difficil e, dal la destra della su a fronte, messosi egli. alla testa cogli ufficiali che si trovavano là vicini, senza mandare avviso .di sorta al colonn ello Szimic, dette il cenno dell'assalto. Bisogna pur dirlo: fu nuovo esempio di quelle depliorevoli sfuriate, che noi stessi italiani, co me li austriaci e i fran cesi, abbiamo pagato a caro prezzo tante volte, che spesso mandano a mala fine un combattim ento bene avviato. Videsi allora una torma d'armati precipitarsi giù nel burro ne, poi di laggiù una sfilata di uomini arrampi carsi su su per le roccie. A qu elfo strano e angoscioso spe ua~olo, il colonnello Szimic, avvisato da un ufiìciale che aveva udito sùonare il segnale cessare il fuoco .là in quella fona, mandò l'ordine che un'altra compagnia dell'8° cacciatori si avanzasse a sostegno della colonna Vetter, scendendo nel vallone a si,nistra della strada, e inerpicandosi sulle rupi a d.esti:a degli assalitori, e per quanto possibile, a pari con questi, per distorre almeno da k.r~ uma parte delle forze nemich e. Ma se il colonn eHo Y.etter non si fermava a mezzo, era .quasi impossibile che quel r.inforzo gli giungesse in tempo utile. Intanto anche dalla sinisLra della posizione da cui si era mosso l'ardito colonnello, un altr.o drappello s'avan-


...I LA SOJ.LEVAZIONE

zava per le boscaglie a prender parte all'assalto, e la frutta sparpagliata e sotLi le degli assalitori continuava ad ascendere . Già i primi toc(:avano quasi la vetta , gli ultimi erano ancora nel burrone. Il colon nello Szimic si vedeva costretto a far cessare il fuoco alle artiglierie per non colpire li amici. Allora i ribelli si addensavano sul ciglion e dell'altura e tempestavano li -assaliLMi con un3. rovina di pietre e una grandine d1 fucilate. Ciò nonostante qu ei prodi, benchè spossati cl:111a immensa fatica, non s'arrestav,1110. Quand'ecco, nell'uìtimo moment::i, a pochi passi dalla meta, sorge loi'O dinanzi improvvisa una parete di roccie ~non veduta prima, alta pochi. metri ma insuperabile per gente rifinita da 6 ore di foti che eccessive, e sotto una tempesta come quella. Si fermano a ripigli ar fiato. I ribelli raddoppiano i l fuoco e il rovinar delle pietre. Anche il drappello cli sinistra è costreuo " fermarsi. Il co lonnello Szimic fa gittare alcune granate sulla vetta del monte, nell'i nterno d.ella posizione nemica. Li assal itori rimangono un buon quarto d'ora formi sotto la micidiale valanga dei prni etti; invano la tromba ripete più volte il segnale assalto. Il gioÌ·no cade. Li assalitori riscendono a peecipizio giù per )e balze, ripiombano nel burrone. I ribelli sbucano a frolle dei loro ripa1·i a insegu ire e spogliare. Ma le due comp~gnie rimanenti -dell'8° bauaglione cacci:itori, che il colonnello Szimic ha fatto avanzare, accorrono al soècorso e fermano il nemico coi loro fuochi accelerati. Il colonnello Szimic fa tt'ane anche qualche shrappnell. Cosi finisce il combattimento. Sarebbe inutile insi stere sulle cagioni del malo esito di quell'attacco, che sono troppo manifeste. Si capisce facilmente come ne vada di'visa la colpa e in quali proiorzioni. Del res to fu semplicissimo fatto di guerra, in mi nessuna parte ebbe la fortuna e ben poca· il nemico.

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• NELLA DAJ,MAZIA MEIUDIO NA LE

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Le perdite degli imperiali furono di 20 morti (tra cui 1 ufficiale superiore e 3 ufficia li inferio.ri) 6 perduti (probabilmente morti) e 30 a 35 feriti (tra i quali ii ufficiali), ma i più lievemente. Le truppe dei colonnelli Szimic e Vetter si accamparono quella sera soprn un pianòro ad E. di Blajoevic; il luogotenente colonnello Klimburg rirnnse nella posizione del giorno, la riserva presso Ce rkvice. Il colonnello J?ischer, lasciato un battaglione del 7° reggimento io posizione pressQ Ledenice e sul Veli-Vrh, s' era mosso di prima mattina. Ma tanti e tali ostacoli incontrò sulle pendici d'ambo i lati della sLretLa, che, quantunque il nemico non gli opponesse seria resistenza, non potè giungere coll e sue prime truppe sul piano di Dversno peim u di sera. Appena vi ebbe preso posizione colla sua avang uardia, diede il segnale concertato { 1 razzo) che · fu scòrto dalle guardie della colonna Klimburg. l\fo da q uesta non ne fu mandato avv iso al quartier generale, giudicandola r 0sa di nessuna importanza. Ad i ccrcscere le inqui etudini del gene!'a le Auersperg venne in vece n notte fatta dalla specola che già dicemm o la n0 tizi11 che scorgevansi fuochi d'ac· campa mento r.eEa c!i rezioìic di Markov-Do poco lungi da Ledenice. 'E1-.1, come seppesi il giorno dopo, uo battaglione de l 7° regg. rimasto indietro, che aveva dovuto pernottare presso l\larkov-Do, e raggiunse la colonna Kaiffel sul piano di Dversno la mattina di poi. l'Ifa il generai.e, supponendo che il colonnello Fischer non avesse potuto superarn la stretta, gl i spedì subito l_'ordine, pel caso che veramente non si fosse inoltrato tanlo da poter esser certo di sboccurpresto, di tornare subito indietro con tutte le sue forze e venire a raggiungere lui a Cerkvice per Smokovac; e in caso diverso, venir pel piano a concorrere all'attacco della stretLa di Han nel mattino seguente. Al comandante del battaglione ri-


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LA SOLLEVAZIONE

NELLA DAl.MAZIA MERIDIONAT,E

masto presso Ledenice mandò ordine ehe avviasse tosto a Cerkvice la batteria da montagna lasciata colù dal colonnell o Fischer. Nel mattino del 19 il capo di stato rnnggiore, recatosi presso il colonnello Klimburg, ebbe notizia delle colonne Fischer e KHiffel, che g ià vedevansi marciare pel piilno alla volta di Han, e potè rass icurare il generale. Poco ternpo dopo una parte di quelle truppe prendeva posmone sullo sbocco della stretta di Han. Facevasi allora avanzi'lre 1'8° battaglione caccia tori a collecrare la eol nn,1a K.limburg colla colonoa Fischer, e si n~andavano alle due colonne sopraggiunte le loro salmerie venute a Cerkvic·e a cagione delle insuperabili difficollà del passo di L11pog lav, facendoJ'e sfilare dietro ai campi delle colonne Vetler e Klimburo-. Le colonne 0 Fischer e Kaiffél s'erano ei.bat'e dei loro viveri di ri~ serva il dl prima. Ora il generale Auersperg risolvett~ di ripetere in quella mattina rattaeco dello Zagvosdak con tutt.A le sue ·forze unite, certo questa volta dell'esito . Quando pure non fosse stato, come lo eea, in disp·ensabile cacciare il nemico da quella posizione, dopo il folto del ~ ~ lo impossessarsene senza indugio era divenuto questione d'onore. Rec:atosi sulla posizione della colonna Klirnburg, prima di comandar la mossa , il ge1,erale volle accertarsi $e lo Zagvosdak fosse tuttavia tenuto dai ribelli, poichè da qualunque parte lo si g uardasse pareva deserto, ed era probabile c·he lo avanzare delle col.onne Fischer e Kaiffel e del!' 8° cacc·iatori avesse indotto il nemico a sgomb rarlo. Si offrì volontario p~r quella impresa il ca pilano Lnzir. dello stato magg10re, e .tolti seco 20 cacciatori dell'. 8° batt,vrl ione , ,. . . . . o s rncamrnmò. Due compagnie d1 qu el battaglione furono collocate a piè del monte collo scopo di aiutare, secondo i casi, quegli esploratori. Due ·compagnie

del 44· reggimento stettero pronte a recarsi sullo Zagvosdak se tosse trovato sgombro. Con r11pidità meravigliosa il capit11no Lazic e il suo drappello ascesero .il monte, e trovatolo deserto, dettero il cenno fissato. E visti nlcuni grupp i di ribelli che si ritiravano verso i boschi di l\'Ia cia-Stopa e M,)ciaPlanina li inseguirono con vivo fuoco. Anche il r.olon1iel'lo Fischer, che eol grosso delle sue truppe si era posto prnsso una chiesetta rn,I mezzo ' del piano di Dversno , mandò verso iJ Rfacia-Planina un drappello con due pezzi da racchette, i quali da Poljovac trassero sui fu ggenti che s'inselvnrono e sparvero. Po'icl1è vide lo Zagvosdak occupato dalle due compagnie del 44: 0 reggimento, e con ciò compiutamente assicurata. la linea d'operazione, il genera le Auersperg s'incamminò col suo stato magi.rio re alla volt:a di Dr;:in-al u seguito dn'lla piccola salmeria del quar1.ir1· genrnde. Voleva giungere al forte prima che 11nnottasse, per rendersi conto da se stesso delie condizioni del presidio, e torc11re pnss11ndo il campò del colonnPlfo Fiscber posto come dice111mo 'ir1 11wy,zo al pi;ino tra Han e Dr·ngal. La posi zi orw di q11 elle truppe a breve di$tanza dul ie artre che g1rnrrl11vario lo sbocc·o della strettn di Han e dal forte e la ritirata dt·l r11'111i,~o verso ~Jncia -S topa davnno a credr>r~ pi>rfeunrnentc sicura la strnda; pn cui nessuno pensò che fo<.~e nel'essarìo prendPre unu scorta di font<~ri:J, e il gi·nC'rnlc fo accompagnato soltHnto dai s11ni ufTì,·iali e da 11lr:11r1i gendnrrni armati di rnosrb etli da rari<·nrsi dalla bocca . L'orn er.a tn rd,J, e qnanclo la <:ornìt.i va ebbe h1sciato dier.ro di sè il casale dì Han era g!il buiu . Percor<.o un certo tratto di piano, all' in1prnvv1so. scoppiano fucilate da ritta. e da tergo, e s'nde il selvnggic) µ;:·ido di gue rra dei monranari. Non v( era altro scampo che affrettarsi a raggiungere le truppe del colonnello Fiscber.11 piçcolo drappello si lancia in0

t)

ANNO XV,

Ve,L,

Il.

11

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LA SOLLEVAZIONE NEl,LA DALMAZIA MERID IO NALE

nanzi a galoppo steso. Il colonnello, udito il fuoco, ha fatto prendere le armi, e si avanza con due compagnie. Il generale e il suo seguito sono sa lvi; so ltanto i somieri rimangono in potere dei ribelli. Questi pare non fosset·o altro che qualche piccolo drappello retrocedente dalle altu re di Lupoglav, e sopravanzato dall e colonne Fiscl1 er e Kaiffel, che approfittando del buio della notte attraversava il piano per andare a riunirsi col nerbo p!'incipale dei suoi nei boschi di Macia-Stopa, e non avea trnscurato quella bella occasione di sorpresa che gli si offriva strada facendo, cred endo forse di non avere dinanzi a sè altro che una sa] meri a di provvigioni. Se il generale fosse caduto nelle loro mani, che gravi conseguenze avrebbe potuto avere quel piccolo fotto l Dopo ciò , il generale continuò il suo cam min o e g iunse a Dragai. Quivi seppe che più volte i sollevati s'erano fatti vedere a drappelli spi cciolati nelle vicinanze del forte, senza però tentarne l'attacco. Il presidio aveva tuttora viveri per otto giorni, ma da qualche tempo soffriva mancanza di tabacco da fumo e lumi per la notte, poichè a ·questi due bisogn i non era stato provveduto nell'ultimo rifornimento. - Il fot: te Cerkvice all'arrivo delle truppe aveva viveri per soli tre giorni.

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-ordinato e assicurato; i ribelli erano confinati nell'arwolo 0 N. O. ~el loro paese, nei monti del Biala-Gora. Ma la stagione non pe rm etteva, come giù facemmo osservare, di continua re le operaz ioni. Bisoanava cont~nt~rsi di riforn_ire i du e forti per tre m~si, lo che r1el:11edeva. alcuni_6 iorni, q~ indi rimandar le truppe -agli allogg1ament1 sulla cosL1era. Persuaso di tal e necessità, il general e Auersperg affìdò al c:olonn ello Fisc~er la sop_raveg)ia~za del rifornimento del Draga i, gh dette le 1struz1om per la ritirata, e pnrtì per tornar~ a Catlaro, conducendo seco per iscorta un battagl1one del 7° reggimento chiamalo a dar la muta -al b_allaglione del 52° che da Calla.re dovea trasferirsi a ll1 s~no ove do'vea svernare il suo reo-gim en to. A C~rkv1ce d~ue li ordini al generale Dor~ us, a sera gnm se a ll1sano , a notte fotta a Cali.aro. Il 2·1 il generale Dorm us mandò al generale Au er·sperg, l'annunzio che il rifornim ento dei forti sarebbe !.tato compi.u~o probabilmente nell~ seguente giornuta ....2. I sol_levat1 non davano molestia, tranne qnalc.:he vana fucilata contro le truppe del colonneJlo Fische r. Il gc?erale Auersperg rispose comandando che, tosto t~~mmate quelJe operazioni, foss e dato principio alla l'lt1r~ta. Questa doveva effettuarsi per ripi ega mentosuc,c~sstvo dalla testa indietro, cominciando dalla colonna F1s_cher, sgombrando cioè prima il piano di O\'ersno, poi I~ Za_gvosdak e la stretta di Han, nel primo giorni), e q?1nd1 nel dì seguente le altre posir.ioni sino al Gre_oen e a S. Nicolò, che do\'eano rimanere oc~upall definitivamente. De.I resto era lasciata fa collù al generale Dormus di disporre come credesse meglio .secondo i casi . · , In con_s~guenza di che, compiutosi clifatto nel 22 l appro~v1g1onamen to dei forti, la ritirata cominciò la mattina del 23. La pioggia e il vento infurianlllo

XI. Ora tulla l'ai·teria vitale del Crivoscie da Ri sano a Dragai era in potere degli imperiali. Le truppe tenevano le posizi oni di Greben, Knezlac, Napoda, Cerkvice, Zagvosdak, Han , Dversno da un lato; e da.Il' altro · S. Nicolb, Lede nice e Vel i Vrh: si lega_van~ tra loro per mezzo di guardie fermè e pattuglie; il trasporto dei viveri e delle munizioni era

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NELLA DALllIAZIA ME RIDIONALE

258 L-A SOI.LEVAZIONE a gara. Il colonnello Fischer ritrasse in perfetto ordine le sue truppe dal piano di Dversno e dalla stretta di Han. Solo due compagn ie del 52° reggimento che avevan_o dato la muta il dì prima a quelle del 4,i, 0 sullo Zagvosdak, nel ritirarsi furono molestale alcun poco dai rib elli, ed ebbero due feriti. Il colonnello Fischer giunse la sera s tessa a Risano con tutte le sue truppe. Ma -il gènerale Dormus, vedendo comP!u~o ne!la mattinata lo sgombro delle posi zioni a N. dt Cerkv1ce, credette bene di far continuar subito laritirata e raccogliere tutte le truppe sulla costiera in quello stes~o _gio~n?, per salvarle quanto più presto potesse dat ngon d1 quella orribile stagione. Si avviò dunque colle truppe raccolte presso Cerkvice affidando_ la retroguardia ali' 8° battaglione cacdiatori (m,a?.g1_ore Urschitz) e· strada facendo ritirò i drappelli la:,;c1att. a Napoda e K.nezlac. l\Ia pel desiderio di uscir da q~e1_ ,terreni insidiosi prima che annottasse, e sott~ars1 ~rn presto al furore della tempesta, quella rit1_rata iu tanto frettolosa, e.be presto la retroguardia rimase ~ffatto staccata dalla colonna. Giunta nella stre~ta dt Napoda sul cader del giorno, quella fu ad un tratto scossa da ~n vivissimo fuoco che le ·scoppiò sop~a dalle alture. S1 fennò, volse In fronte al nemico e _rispose col fuoco. Intanto il bui o cresceva e la pwggi~ .co~ti?ua,'.a a torrenti . Numerosi P. più audaci del.sohto 1 r1~elh premevano da vìc:ir-1 0. In quella confusione alcum drappelli di cacciatori erano separati <l~l grosso del ballaglione e spinti fuor i deHa retta via verso S. Ma il prode maggiore Urs<;hitz frenava lo scompi~lio e riusciva a riun'ire .di nuovo tutlo il suo _battag!J?ne. _E. 1:etr~cede_ndo a passo a passo, per quei ter:em omb1h e 1gnot1, nel buio, sotto la tempesta, circondato dai nemid, formandosi ogr1i tanto , costretto spesso a far fronte da ogni lato, pel tratto

.& alcune ore si difese eroicamente, finchè gli assalitori disperando di poter costringerlo alla resa, come f.orse da principio credettero, lo lasciarono continuare 1a ritirata senza più rriolestarlo . L' 8° cacòatori ebbe in quel combattimen to una perdita di ,i-O uomini, tra i quali 14 morti ed alcuni smarriti. Le ahre truppe -erano giunte frattanto a Risano senza alcuna molestia -eia pat·te del nemico. XII.

L'assalto fallito dello Zagvosdak, la sorpresa del ·q uartier generale nel piano di Dversno e questa frettolosa e disastrosa ritirata del generale Dormus, suceedentisi in cosl breve spaiio di tempo, annunziate eon parole allarmanti, esagerate dai malevoli e dalla stampa, comrnòssero oltremodo la pubblica opinio'lle ,e deltero argomento a sentenziare male immaginata, mal preparata, mal condotta e mal riuscita l' im,presa del generale Auersperg, un cumulo d'errori, una sconfitta, una fuga'- Non dobbiamo maravigliarne _ noi, che conosciamo -troppo bene per pratica fa spropositata virtù di certi telegramm i, di certe . lettere, di certe sentenze in certi momenti I Per maggiore disgrazia quella. volta le comun icaz.ioni rimasero interrotte tra il circolo di Cattaro e l'impero per lo spazio di tre giorni allora appunto, cioè dal '.23 al 26, e poi di nuovo di tanto in tanto, a motivo delle furiose tempeste che impedirono la nav.igazione ·$ ruppero la linea telegrafica; per lo che il generale Amersperg, non potè subito smentire le false dicerie me-sse in giro òai nemici del gov.eroo, dell' eser.cito, ,e: di lui.

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LA S0LLEVAZI0Nt

NEI.LA DALMAZIA ME~IDIONALE

av!;;ttanto ne\ tei~~o stesso che il ~;enerale Auersperg ?ato pt inc1p10 alle operazionì nel Crivos . a?che il colo_nnello Schéinfeld erasi mosso, come°1\· e1 a stato ord inato da Budua ve,·s B.. . g •· • • ._ ' e ,o raie ove s,ernno. 11u~Jt1 ~1 sollevati del paese quelli di lllaina e p b . e 1t altn de~la Zupa, che non avevano an cora v~J~~~ sottornetters1 al governo lU" d , . . . · " opo ave l'e con abili ma?ov1~ . streu, i ribelli sul conllne del Montene . e ndottd1 a mal pa ·t"t , , gto .. , I o, e1 a stato anl'h eo-li costretto 0 d a. Il o imperversare d Il · . , . . e a stagione a Jaseiare incoml op~ra e ~'I_C?ndul're le truppe agli alloggiamenti S? ~ COStrera, ]11mtandosi a mantenere le comunicaz10n1 col forte Kosmac che i soJJe,,a·1· mi·nac . L L c1avano. o truppe delle altre due brigale furono allo,l"O'iate· nel modo seguente: oo

obbedienza stavano all'erta contro le sorprese dei ribelli, resistevano, mandavano avvisi ai co mand an ti delle truppe. Insomma i Crivosciani erano chiusi di fallo nei loro monti. Risano, come punto più importante, perchè base naturale d'approvvigionamento del Crivoscie e base d'operazione contro di esso, era tenuto con singolare cura. Ai due blockhaus cos trutti già sulle al ture, altri tre se ne aggiungevano. Doveansene porre in seguito altri leggermente corazzati di ferro. Cinque compagnie stavano a guard ia di qu elle alture tra il Greben e S. Niccolò: una in seconda li11ca sullo sbocco se ttenttional e di Smokovac, donde sì partono le due strade di Cerkvice e Leclenice. Questa e tre delle cinqu e prima delle erano somministrate a vicenda da tutti i ballaglioni s(anziati nelle Bocche, e si mutavano ogni 4-8 ore: le altre due era no date dal reggimento stanziato in Risano. Oltre a ciò Risano era cinto d'uno ~.tretto cordone di guardie, per impedire le comunicazioni tra li abitanti, d~ i qual i forte sospetta vasi, e i ribelli. Continuavano le pratiche per la pacificazione sulle basi poste dal generale Auersperg. Infatti, dopo una serie di trattative rotte e rannodate, mentre le ostilità proseguivano, i sollevati ra ccolti a Ilraic si sottomi sero al colonnello Schonfeld, tranne quelli di Pobori che avevano avuto la parte principnle nella presa del forte Stanjevic, e una parte dei quali s'era recata nel Crivoscic. Anche i Crivosciani trattavano, ma prc-tendevano di conservar le armi, esser compensati dei danni sofferti, che un perdono illimitato fosse loro concesso anticipatamente dall'imperatore ecc. Queste condizioni respinse il generale Auersperg. Pure non era lontano il momento che anche quei più restii, ridotti ad etrema miseria e travagliati da interne discordie, si assoggettassero nello stesso modo degli altri, quando

p1rr1

B:·igata D_ormus : comando, in Cattaro.

9 Battaglwne cacciatori: 70 R .

s.

l1Iau

eo. egg11:1ento (àJaroicic): Cattaro, Scaglia,.i M I r .~{~ Reggimento _(Arcid uca Alberto): Perzagn~ ~t~: na una compagnia a lllorinje cd una a Baosi~h).

~ngata Szmic: comnndo, Risono. ozo Regg!mento (Arciduca Francesco Carlo): Ri 48° Rerro-im t (A .d sano .. oc. en o rei uea Ern es to): 2 batta ·!ioni a Per:sto e L~uta, 1 battaglione a Ca stelno vo. g 8 Battaglione cacciatori · Castel

pagnia a ZelcnikD.

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I

1

26~

ovo , con 1/2 com-

e

Così tutli i punti più importanti della costiera da . attar.o a Castelnovo erano occupati dall e t · h nitri pote rnppe , e 1 , ...· van~ es~cre ~rontamente assicurati contro e sco1 I e1 ie de1 Crtvosc1ani e d Il d · J · • a e truppe stesse e ,a1 ~gn1 da guena cl1e guardavano il canale A · i.. S ao-.o-iuno-a che · , . • Clv oo o I comum nm asti fedeli o tornat·i ,a11 a,

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262

LA SOLLEVAZIONE ECC.

il gove rno della Dalmazia fu tolto al tenente marescial lo Wagner e dato al tenf'nte maresciall0 Rodich, il quale venne a Cattaro munito di pioni poto r·i e con disposizi oni singolarmente benevole pei morlacclti. Allora lo trattative furono riprese e condotte a termine con pieno soddisfacim ento dei Crivosciani. L'avvenire mostre rà se l'irn pe ro austro-ungherese debba o no felicitarsi dell'aver trattato da pari a pari con quel pugno di ribelli.

LA TELEGRAFIA NELLA GUERRA

CONT I J:'{UAZIONE

c. c.

(Vedi le dispense di geoooio, ottobre e novembre 1869 : · e febbraio o oprile 18'70.ì

xx. Nelle no zioni generali preced entemente esposte fu accenna to il principio su cui è costrutto il tel<'grafo scrivente di Morse, e si vide anche la disposizione generale da dare agli apparati di un sis.terna telegrafico acciò le alternative d' immi ssioni o d'interruziooi della corren te, operate con un manipolatore in una delle stazioni, possano far funziona re il ricevitore dell'altra stazione. Descri veremo ora questi due apparati secondo il sistema Morse ed indi accenne remo le princ ipali modifiraziooi clre vi fu rono appo rlate. Il manipolatore Morse, che suol anch e chiamarsi chiave o tasto, non differi sce dal tipo semplici ssimo consid~rato nelle precedenti nozioni generali. Esso

.


264

265 Fra le due lamine S S, S'S' che si vedono nella pianta, mentre in ElJevato vedesene una sola SS per lasciare, visibile l'interno, è racchiuso il macchinismo ad orologeria che ha per iscopo di far girare il cilindrn R, il qnale per attrito comunica lo stesso movimento al cilindrn O. Fra questi due cilindri una striscia. di, carta, rinviata dal piccolo rullo e, passa r.ome in un laminatoio; via via svolgendosi dalla ruota G leggiera e mobilissima. Il meccanismo d'orologeria può a volontà farsi cam-minare od arrestare mercè la leva V con la quale si libera o ferma un volano. L'apparecchio elettro-magnetico si compone di unà elettro-calamita a ,due rami E e della leva XX', che· · suol esser ch iamata ancora, mobile intorno l'asse O.. In B essa porta un·armotura, segnata in pian La B B, che presenta i suoi estremi ai poli del!' elettro-calamita. All'altro cçpo della leva ve<lesi una vi le m la. quale costituisce la punta scrivente. Quando la corrente dall' altra stazione, sul filo· df linea, giunge nella elettro-calamita, l'arm atura èattratlae Ja punta scrivente va ad urtare contro la striscia di carta, che scorre sul cilindro D, lasciando un'impressione più o meno allungata secondo la durata. della corrente. Ad ottenere che queste impressionisieno bene visibili, sul cilindro D, evvi un solco circolare di guisa che ivi la carta si laseia più facilmente imprim ere dalla punta diret.La in corrispon-denza del dello solco. Qu:rndo poi 1~ conenLe è interrotta, la leva, non più nltratta, è ricondo tta alla prim iera posizione per la reazione antagonista della molla spirale !errata al bra ccio U. In i e d sono due . . o v1t_1 co~ le quali si può regolare il corso della leva. La prima impedisce che la punta soverchiamente ·s i scosti. dalla carta; la secondél: impedisce che l' armatura,, NELLA GUERHA

LA TELEGRA l!'IA

consiste in una leva metalica, fig.n 7•, munito di un manubrio F, la quale è girevole merrè un fulcro situalo in un sostegno ad orecchioni K fermato sopra un zoccolo di legno. Le tre Yiti H, L, N, mercè liste metalliche, sono in comunicazione, la prima col bottone D, la seconda col fu lcro e quindi con la leva, la terza col bottone P. In a è una molla che obbliga ]a leva, nella sua posiz ione di riposo, a rimanere sta<'.cata dal bottone D ed in contatto dell'altro P. In N, L, H, mercè le rispettive viti, si fermano tre reofori provenienti, il primo dal ricevitore, il secondo dalla linea, il terzo dalla pila. _ Con questa disposizione, quando il tasto è nella posizione di riposo, riceve la corrente dalla lin ea e la fa passat·e al ric~vitore. Invece ogni volta che si dovrà inviare la corrente al ricevitore del!' altra stazione, col premere il manubrio F, si abbassp. il tasto sul bottone P, e la corrente della pila passerà nella lin ea finchè il tasto sarà tenuto in questa posizione. tnercè la vite M si può far variare il corso della leva per passare dall'uno all'altro bottone, il che è opportuno per regolare la celerità del maneggio nelle segnalazioni. Passando ora a descrivere il ricevitore, ricorderemo che i due effetti che con esso si ottengono sono: lo scorrirnento'Juniforrne di una striscia di carta; ed il movimento di una leva portante una punta in uno degli estremi, la quale va ad imprimere dei segni successivi sulla carla che uniformemente si svolge. Il primo effetto si ottiene con un macchinismo ad . orologeria che! descrivererno nel parlare delle macchine in uso per la telegrafia da campo. Il secondo si ottiene con un apparecchio elettro-magnetico. La fig.a sa rappresenta una delle prime macchine .Morse, costruite dall'amministrazione francese.

"'


2'66

.267

LA 'fELEGRAFI.t

NELLA GUERRA

quando è attratta, vuda proprio a toccare i poli del11elettro,cnlarnita nel qual ca<;o darebbe çiccasione ad effetLi di magnetismo rimanente nocivi alla celerità del movimento. Nel teleO'rafo Morse a causa dell'ufficio meccanico r, affidato alla pu nta scrivente, la quale deve operare un certo sforzo perchè le impression i su lla carta sieno visibili, è necessario che la corrente giunga al ricevitore abbastanzn energica. Ad essere sicuri di un tale effetto si sostituisce alla corrente della linea quella di una pila locale adoperando il relais cli cui abbiamo giù genericamente descritto l' ufficio. Pertanto nella rnacc.hina Morse non è ehe in alcuni casi soltanto che si possa fare a meno del relais il quale deve pe1:ciò. considerarsi come un complemento di essa. Il relais talvolta è distaccato dalla macchina tal altra vi; è· unito. Questo ultimo caso è quello della figura d.ove nella parte destra vedesi rappresentalo il relais. che si compone, di un elettro-calam ita a due rami Al innanzi alla quale vedesi la leva q p, mobile intorno ali fulcro o, la quale in t porta_ una armatura i cui estrem~ corr,ispondono rimpetto ai due poli. Una.molla spirale / obbliga la, leva,. nella posizione di riposo, a stare discosta dalla vite n'; me otre l'altra vite n fa s1ì che questa leva. non si scosti troppo dall' elettrocalamita cedendo alla tensione della molla. Quando la corrente pr.oveniente da:lla linea si fa pass-al'e nel filo dell'.elettro-calum ita A l'armatura t è attratta, ed il braccio della leva va ad urtare la vite n', quando s'·interrompe la corrente cessa questo conta,tto. Basterà dunque che la leva e la vite n' costi:t:uis.cano j due capi del circuito locale perche l' apparato descritto adempia al suo scopo. Ad ottene.ne t:Uttociò ·ra d'uopo primieramente che la leva, quando nella posizione di r:iposo appoggiasi contro la vite,n:,

sia elettri"camente isolata dall'altra n', il che si consegue 1nercè una lamina d'avorio interposta tra il sostegno h e la spranga K a cui è unita la leva. Poi si stabiliscono le seguenti comunicazioni: Il reoforo L per cui giunge la corrente della li'nea, ,comunica pet· mezzo del foro a con uno dei capi del · filo dell'eletlro-culamitu. L'altro capo pel· foro a.', comunica con la vite T donde la correntP, esce nel filo della lustra di terrn. Il circu ito della pila locale ha po-i luogo nel modo seguente: . In Z e C giungono i reofori provenienti dai due poli delln pila locale. La vite z per mezzo del foro b comunica con uno dei r.npi del filo della elettro-ca lam ita del ricevitore, mentre l'a ltro capo pel foro b' comunica con la leva del relais.. La vite C trovasi se·paratamente in comunicazione col sostegno h e quindi con la vite n'. ·Dopo le cose dette riesce ch iaro l'ufficio del relaù. In breve; la leva q e la vite n' sono gli estremi d_el circuito· della pila locule nel quule è intercalato il ricevitore. Perciò quando la corrente· della linea passa nell'elettro-calamita A si chiuderà il circuito locale; quando interrompa si la corrente .della linea il detto circuito si apre; ed in tal modo le alternnt.ive d' immissione ed in trrruzione della corrente della linea, ottennte col man eggio del tasto nell' altra staz ione,. si ·riprodurranno identi-camenrte ·nel eircuito locale. Le alt-re ·viti P, I, ~I rhe si vedono µel disegno s'e rvon@ quanù'O la macchina è ad·opernta per la tr:a;slazione ; e di ciò parleremo in seguito.


'!68

NEU.A GUERRA

. LA TELEGRAFii.

XXI. Le impressioni che la punta scrivente lascia sulla .oearta non potendo essere visibili se la lu ce non batta favorevolmente sulla striscia di carta, avviene che non solo riesce faticosa la lettura dei segni, ma a lungo ,andai-e qu esti svaniscono e si perde ogn i traccia del dispaccio. Tale rignardo consigliò a sostituire alla .punta secca, una penna, un<1. mati ta, un tiralinee in ,modo da avere dei segni in nero. Il signor .fohn, impiegato delle linee telegrafiche .austriache ebbe l'idea di sostituire alla punta seri. ven te una rotelina la quale era messa in rotazione dal meccanismo di orologeria rimanendo immersa per una parte entro un recipiente d'inchiostro . Inoltre questa Totellina poteva secondare il movimento della leva, per modo , che quando urtava sulla striscia di carta vi la-' -scia,·a una riga nera ben distintn. II meccan ismo era però complicato, eppure una semplicissima modificazione bastava a correggerlo. Difatti -ognun vede che se in luogo di far oscillare la rotellina .girevole, assieme con la leva , si lasci ferma e si obblighi la· carta ad andarle incontro seguendo gl'impulsi della Jeva, il ~ongegno riesce subito di molto più semplice. Questa idea ebbero appunto i fratP.lli Digney e l'attua:. rono nella macchina clic porta i'l loro 'nome e che con ..qualche modificazione nei particolari di costruzione adoperiamo pe' telegrafi da campo. La fìg.a 9• rappresenta uno degli apparati costruiti in questi ultimi anni dai fratelli Digney. · Il meccanismo d'orologeria è contenuto nella cassetta ,<li rame S S; ed ha per ufficio di far girare la rotelina r

.,

269

ed il cilindro C; quest'ultimo comunica lo stesso movimento al cilindl'o C'; è la striscia di carta uirn presa tra questi due cil indri scorl'e come in un laminatoio, passando pochissimo al disotto della rotella r. Qu est'ultima nel gfrare confrica ad attrito libero col cilindro d, la superficie del qualè è rivestita di feltro o di panno inumidito con inchiostro grasso, e così il contorno della rotellina ne rimane intinto. La leva mobile into rno · all'asse O porta una lamina ricurva v che spinge la earta contro la rotellina la quale segnerà una riga nera finchè passa la corrente, quando questa è interrotta la leva riprende la sua primiera posizione e la carta scostasi dalla rotellina. Nella macchina Digoey, il meccanismo ad orologeria è messo in movimento da una molla anzichè da contrappesi come ha luogo in quella di l'llorse. Questa molla è caricata rnercè una chiave eon cui si gira l'albero contenuto nel fol'O g. In X evvi una manovella con la quale si pub a volontà liberare e fermare un volano secondo che vogl iasi mettel'e in movimento od arl'estare il meccanismo d'orologeria. Da ultimo notisi la leva B mobile nttorno l'asse B' la quale spin ta a sinistra fo girare in su l' orecchione r' r sicchè il cilindro e' anche si alza e per tal modo si può, quundo occorre, introdurre o togliere la striscia di carta. Per assicurare il contatto fra i due cilindri serve la vjte z la quale preme una molla che frena la rotazione dell'asse dell'orecchione. Nella macchina Morse modificata da Digney, notisi che il solo ufficio della leva riducendosi a sollevare un tratto della striscia di carta per ap_p licarla senza pressione contro .la rotellina scrivente, basta perciò una forza assai più piccola di quella che richiedesi · con la · punta a secco. Perciò quando la macchina Digney è ben costrntta, cioè quando i pezzi mobili


270

sono leggie ri e bene equilibrati, furiziona con una corrente appena più for te di quella necessaria ad un semplice relais. Per tal ragione, a questa macchina è inutile aggiu ngerlo e si ha così modo di ren de re più celere la trasmissione. Da q uanto dicemmo circa la disposizione generale delle pnrti di un sistema telegra,fko e della descrizione che abbiamo fatto degli apparati Morse e Digoey non può esservi difficoltà ad intendeTe come si debbano disporre sì gli uni si gli altri nel caso più sem-plice di due stnzioni comunicanti con un sol filo. Non pnrleremo degli apparecchi 'Morse, i quali generalm ente sono stati S')sti.Lt.i iti da quelli modificati da Digney ; però faremo cenno di .questi solLanto; tantoppiù che come giù annunz'iammo sono i soli in uso nella telegrafia da campo. La fig.a 10bi's ci rapp resenta come vadano uniti il tasto , lt.t pila, ed il ricevi tore in ciascuna stazione. Il ricevitore è rappresentato in B; in D è il tasto, e P' è il reoforo proveniente dalla pila. Le vili n, l, li, corrispondono ai due appoggi ed al fulcro del tasto e sono indicate con le stesse lettere della figa 7°. In L T vediamo le due viti indicate con le identiche lettere nella fig. 0 9•; ciascuna di esse comunica cpn un o dei capi del filo dell'elettro-calamita. Nell'altra stazione gli apparecchi sono disposti in modo analogo. Ciò posto la corrente proveniente d..dla Jinea L passa nel fulcro del manipolatore e per le viti l, li, va· alla macchina, perco rre il filo dell'elettrocalamita e per la vite T passa alla lastra di terra. Invece quando si abbassa il tasto la co rren te della pila che entra per n passa nella lin ea per \a vile l. Il caso sem.plicissimo della comuni cazione direi.la fra due stazioni, è qui accennato nello scopo di i·endere chiaro ]'ufficio dei diversi apparecebi. Vi sono

27t

NELLA GUEllllA

LA TELEGllA-FIA

però dell e disposizioni un po' più complicate dipendenti dalla necessità di stab ili1·e delle comunicazioni fra un maggior num ero di stAzioni pi~ o meno lontan e. Ci risPrberemo in segu ito di accennare il modo di disporre i circuiti nei vari casi che si possono presenta re.

xxn. Frattanto vuolsi notare che la punta scrivente della macch ina di Morse, o la rotella sostituita da .Digney secondo che dura il pnssa_ggio della co rren te segnan o sulla carta de lle righe che possono perciò ave re delle lunghezze differenti e formare un certo nurJ1ero di seg11 i eleme ntari da essere qu in di combinati in guisa che ogni gruppo corrisponda ad una delle lettere dell'alfabeto. Però un alfabeto i cui segni elementari non avessero più spiccata differenza di qu ella proveniente dalla diversa lunghezza di ciascuAo, è chiaro che 1;acchiuderebbe una causa di errore, délppoichè sarebbe davvero difficile di acquistare la pratica nècessaria on de le successive immissioni della corrente, fatte . per via del tasto, avessero la durala giusta occorrente per ciascun segno. Per questo motivo nell'alfabeto Morse, rassegnandosi ad avere solo due segni elementari ben distinti, è stato forza accrescere il numero dell e combinazioni di questi segni per espremere ciascuna lettera. I due segni el ementari di cui parliarno si riducono ad un punto e ad una linea. . Ad otte11ere il primo basta abbassare per un istante il tasto; per la seconda è necessario che il tasto si tenga abbassato per un tempo brevissimo. .N ei seguenti quadri sono indicate· ·le combinazioni ANNO :XV. VOL. li.

18


272

LA TELEGRUIA

di segni corrispondenti a ciascuna lettera alfabetica; quelle per la punteggiatura; pei numeri da uno fino a dieci; e finalmente per alcune parole regolamentari che occorrono frequente nel servizio. Lettere. a - -

o

a -- -c . --- d

e è

s t u - --

f --- g -

---

0 - - - p - - - q r

b

-

-

ii.,

- - -

h

V

- - - -

-

t

w

- -

j - - - k - -- -

X

-

y -- - -

-

l.

z

?n

eh -

- - -

-

-

- -

-- -

n Punteggiature.

Punto Punto e virgola Virgola Punto interrogativo? Due punti Punto, e da capo Punto ammirativo Tratto d'.unione Apostrofe SegnQ di divisione 0/0

-

- -

273

NELLA GUEJ\RA

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - _:

Numeri. ;i i - - - - - 2 - - - --

6 7 -

- - - - ---

3 - - - - 4 - ----

8 9

-

5

-- - --

-

-

-- - -

0 -----

Segni regolamentari ..

Annunzio del dispaccio Ri ce vuto od inteso ? o ripetete Correggete, o non inteso Fine della trasmissione del dispaccio ,(\spettate, od impedito Quando si maneggi il tasto soddisfacendo ta,lune r eo·ole che in seguito saranno indicate, la scrittura <l'~n dispaccio de.ve presentare frà .i vari segni e gl i inter'vall i le seguenti propor7.ioni: . 1·0 Il punto che in sostanza, a causa dello_ scçn·rimento della carta, riesce un piccolo tratto, deve essere' corto; ma non mai minore di 3/t cli millimetro affinc'hè sia vi si bile; 2° La lunghezza di una Jinen deve essere egi.lale .a tre vorte quella del punto; . 3~ L'intervallo fra i segni, in una stess'a !éttèra, -deve essere eghale· alia lunghezza del pu.d to; 4.0 L' intervallo' fra i gruppi di segni di due ·1eùée diverse, in una stèssa· parola, deve essere eguale. alla lunghezza di una linea;


27,i.

LA . TELEGRAFIA .

275

NEUA GUEnnA

5° J:,'int:rvnl_lo fra i gruppi di segni di due parole· deve eguaglrnre. 11 doppio della lunghezza di una linea. Va~ga ad esempio il seguente dispaccio rappresentalo rn caratteri Morse.

Come ri·cevete voi'! e

o

e V

e

e

m

V

e

t

e

o

I rapporti fra i segni e gl'intervalli di cui si è accennato è ben inteso però che non vo()'liono essere presi in. senso assoluto; ma tantopit la scrittura. s~rà regolar:e e potrà farsi speditamente quanto più si tengono m conto. Per ciascun ·id iorna sar·ebbe razionale che si fossero-. adottati i gruppi di- segni più semplici per le lettere che più si "ripetono; -rna la necessità. d'un alfabeto. unico per tutte le lingue ha prevalso su qualunquealtra considerazione. Laonde l'alfabeto che si usa in Europa non differisce da quello immaginato da Morse e che si usa in America, se si eccettui la sola differenza che in questo· rer ,.talune lettere ~i deve_ aver riguardo alla Iunghezza dell rnterva)Jo fra 1 segm elementari. Queste lettere· sono s, r, e, che vengono rnppresentati così s - - r - - - , e · - - , e la lettera l è rappresentat~con un tratto dop"pio, di modo che per t si ha il seD'no O . e per l il segno '"

Per la istruzione del man~ggio del tasto vi è un certo metodo tendente a fare imparare ad apprezzare gl'intervalli necessari a produrre i segni elementari; il punto e la lin en , e per conservare fra i segn1 i giusti spazi . È però vero, che l'atti(udine propria, a chiunque sia in grado di divenire pratico nel maneggio del tasto, sia suffi ciente al bisogno, e crediamo anzi verrebbe contrariata ove si rostringt?sse in un modo qualunque. D'al tra pn.rle per colui. a cqi man,casse l'attitudine non !-Ì pu ò far conto che giunga ad un grado di abilità soddisfacente. Perciò tralasceremo di accennare un metodo spe<\iale e daremo solo ta'lune norme che debbono t.en ersi presenti per acqui·stare agevolmente la pratfra del man eggio del tasto . Innanzi tutto è necessario di aver bene a memoria i segni rappresentanti le diverse lettere e perciò tornerà utile cli raccoglierle in grnppi nei quali fra i segni corrispondenti a ciascuna trovisi l' aiuto di ,quakhe analogia. per esempio i seguenti: h

s

e

eish rn

o

u

.ti

eh

tmoch

a auv a

w .

awj

-

d

n

-

.ndb k kr

- -

-

..,

r

1

- - -

b

---


LA TE LEGIIA FlA 276 Si noti che il primo gruppo s·i forma di lettere composte tutte da punti, e che il numero di questi in ognuna, r.orrisponde al numero d'ordine che la lettera serba nel gruppo. Nel secondo gruppo troviamo la stessa legge salvo che al punto è sostituita la lin ea. Nel 3° gruppo le letlere si form;ino eiascuna con punti ed una linea, in modo che il numero dei primi corrisponde al numero d'ordine che ln lettera ha nel gruppo. E così per gli altri gruppi, è fac ile riconoscere la stessa analogia. A misura che due o tre gruppi sono imparati bene a memoria si scriveranno a mo.no delle parole io alfabeto telegrafico facendo prima che in esse accadano le combinazioni più semplici di lettere e poi man mano le più composte. Quando già si co nosca bene l'alfabeto gioverà esercitarsi a tradurre parole dall'alfabeto ordinario nell'alfabeto ordinario. Per eiò che rig uarda il man eggio del tasto. dopo aver formato un circuito locale tra una pila, il tasto ed il ricevitore, per modo che colui che man eggia il tasto vegga scorrere souo i propri occhi la stri scia di carta, comincerà per fare una serie di pur.ti, poi una sequela di linee; indi si alternera nno gli uni e le altl'e procurando che l'intervallo fra i due segni sia eg uale alla lunghezza del punto, e la lunghezza di ogni linea tripla di quella del punto. Si scriveranno quìndi delle parole tenendo presente le proporzioni tra i segni elementi e gl'inteevall i; sul qual rigu ardo giova notare che gli spazi tra le lettere e quelli tra le parole val megli o eccedano anzichf! scarseggino dalla misura indicala così si evitano delle confusioni tra i segni elemer,.Lari di una lettera con quelli della precedente o della seguente.

NELLA GUERRA

277

Ne\ maneggio del taslo è importa.nt:- avvert~n~a ~i badare cfie esso, sia che si abbassi sia che s1 r1 alz1, tocchi bene i corrispondenti bottoni. Nel primo easo si assicura l'immissione della corren te, nel seco.r. do si permetl.e il passoggio alla corrente se la. st~z1one corri spondente dovesse interrompere per richiedere delle correzioni od altro. . Sarà utile di fare attenzione ai colpi del tasto sm due contatLi, acc iò l' occhio e l'orecebio prendano un certo abito che facilita la trasmissione. . . . Ritenendo co me dato medio che le parole siano d1 cinque lcllere, un ab ile impiega to pu? t~·asmettere da ,t 8 a 20 parol e per mi nuto .. Alcunt. g10ng?no a trasmettere fino a 21 o 25; 11JU rn pratica ed 1n una l unga durala di lavoro non si va oltre da 42 a :\3 parole a min uto. . . . J.a lettura deve farsi sulla striscia d1 .~arla. man man o che scorre. Con una qualche abitudin~ s1 po~sono leggere '18 a 20 parole. a. minuto; ma riesce difficile di trnscriverle nel medesimo tempo. In questo cas<> può riten ersi che se ne poss?n o leggere solo ,12 0 13; e quando occorresse maggior pres~ezza converrà porre due impiegali presso la macchin~, ed allora uno riceve il dispaccio e l'altro lo trascrive sotto de ttatura. Riserban do per un rapo a parte la ind.ica_zion.c delle re ole di servizio per la trasmi ssione ed 11 ncev1mento aeY dispacc i non sarà io op por~uno di ~orlare dell~ celerità di trasmi~sione consentita dagh apparecch i del si.sterna Morse. . A tale uopo è da notare che la veloci tà di trasmi ssione che può aversi da un apparato telegra ~co'. ove si volesse determinarln in modo assoluto, nchiederebbe "il conco rso di molle ricerche le quali è ben difficile di effettuarle rigorosamente.


278

LA 'fELEGHI\FIA.

È noto, p.rim~ di tutto, che la propagazione della .corrente nei fili conduttori non è istantanea; ·in 0 1tre

u.n ~erto tempo si richiede perché nel suo stato ,·ariabile acqu'.sti il grado di forza necessario per operure sopra 1 organo motore del ricevitore. Un altro tempo è necessario perchè in quest'ullirno succeda il segnale. ~'altra P.arte anche un certo tempo ci vuole perchè ali Interruzione della corrente, la forza di essa scemi fino al punto da permettere l'ufficio della forza an tagonista; ufficio che neppur esso è istantaneo es·· sendo prodotto da una molla. Ora tutte q.ueste cause clre nei lunghi ci rcuiti pos sono avere una certa influ enza, la quale anzi diviene significantissima nei circu iti sotto-marini, a dir vero nelle condizioni ordinarie non hanno in pratica un; notevole importanza. · Quello che dal lato pratico. merita consid erazione per giudicare se un apparato abbia i requisiti per, una . celere trasmissione è : ,1° Che il meecanismo del ricevitore mosso dnlla corrente sia sensibilissimo per ubbidire alle altemative d'immissione e d'interruzione; 2° Che il manipolatore sia atto a produne celeramente le accennate alternative· . ' 3° Che l'alfabeto richiegga per ogni lettera il minimo numero di segni, Un'armatura mobile di un elettr,.i~alantita può, sotto l'influ e~za d'una corrente ct;sc;ont1~ua produrre fino 5,000, o 6,000 oscillazioni per T?'~nt~, ~ condizione che queste sieno di un'ampi ezza lim1tat1ss1.ma; ma questa condizione ha per conseguenza dr rendere , debolissimo lo sforzo che può oper~re la }eva nel ricevitore. Per questo motivo l'esperienza .insegna che in un apparato Morse a punta seccn, 11 quale richiede il complemento d'u n relais,

279 facendo pnre scorrere rapidissimamente la carta, non possono aversi più di 300 a 400 punti a minuto. Un apparato Digney 'munito anche di relaù può darne da 800 a 900. Se poi è sensibilissimo e senza ·relais ne può dare fino a 2,000. P,irtendo da questi da ti se prendasi per unità il tempo necessario a produrre un punto, poichè si ha in media che ogni parola può contenere 48 di queste unità, computati pure gl' intervalli, coi tre apparati dinanzi accennati, in un minuto si avrebbero rispettivamente pel 4° da ·12 a ,16 parole, pel 2° dn 32 a 36, pel 3° fino ad 84 parole. Da un'altra parte notisi che acciè> i segnali sieno distinti sulla carta è necessurio che questa scorra per modo che fra essi e gl'intervalli si possa conservare il rapporto gi'à accer~nato; ritenendo sempre che il punto debba al minimo essere 3/4 di millimetro. Perciò con I' npparecchio a rotella, senza relais, per utilizzare le 2,000 oscillazioni, la carLa dovrà scorrere in modo da dar posto a 2,000 pnnti di 3/i di mil li metro più a 2,000 intervalli della lunga del punto, quindi NELLA GUEllUA

in un minuto dovrà percorrere 4,000 X ; millime(ri ossia tre metri. Adunque il più sensibile apparecchio :Digney può dare 84- parole in un minuto, se la cal'ta scorra con la velocità di 3.'", Ora questa celerità che può dare l'apparecchio Digney, l'esperienza dimostra che è snperiore a quella con. cui, in un circuito dai 500 ai 1,000 chilometri, si possono succedere le alternative d'immissione e di interruzione della. corrente neeessaria a for funzionare gli organi elettro -magnetici del ricevitore . Si può dunque concludere che per quanto co mpete al ricevitore Digney la rapidità di trasmissione è più che -soddisfacente. Non è assolutamente lo stesso riguardo al manipo-,


~80

LA TELEGRAFIA

latore, come già si è accennato, non più di ,t 5 a. 18 parol e al minuto per suo mezzo possono trasmettersi, ed i più abili. impiegati non riescono ad oltrepassore il limite- di 25 parole. Parrebbe perciò desiderabile uno qualche disposizione pel manipolatore la quale permettesse una più rapida trasm issione. A tale uopo s'intese di provvedere con diverse altre forme di manipolatori. La fig.• 10a ne rappresenta uno assai semplice che consiste in un .quadro d'avorio in cui le lettere teJecrrafiche sono com. o . poste con laminette metalliche Je quuli, al disotto del quadro, mercè liste anche di metallo, comunicano col bottone P in cui è attaccato il reoforo proveniente dalla pila. Uno stile metallico S è legato ad un altro reoforo comun icante col filo di lineu. Facendo rapidnmente sco!Tere lo stile sopra una qualunque delle lettere, è chia ro che quando passa sulle lastrine la va alla. linea quando sucrli intervalli isolanti corrente ' . o e interrotta. 81 avranno dunque nel ricevitore della stazione a cui si scrive delle immissioni ed interruzioni che riprodurranno segni analoghi a quelli percors·i dallo stiletto. . Ne.Ilo stato di riposo, per permettere che la corrente proveniente· dall'altra stazione passi nel ricevitore, è n_ecess~rio fermare lo stile al bottone R, dove perviene il reoforo comun icante col ricevitore . Il manipolatore ora descritto in verità· non è atto. ad una trasmissione più celere di quella che si ha col tasto ordin ario. Ha peeò il pregio di poter essr.re adoperato da chiunque, ed anche p9t.rebbe _perrnettere u~ a_lfobet~ le cui lettere nvessero più segni elementari, 1 quali venendo riprodotti con tutta la possihi!e,regolarit~ non _da_rebbero luogo a verun equivoco. . S1 e pot~1to_in mrglior modo oueoere una più rapida trasm1ss10ne componendo il dispaccio per esteso

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intagliando i segni nella striscia di carta la quale indi si face," a scorrere tra un cilindro metallico ed una !HOll(l, l'uno comunicante con la pila, l'altra con la linen e così, durante il contatto corrispondente agli intagli, la .corr~nte passava nella linea, ed era inler-rotta _4qando gl' intervalli pieni della carta impedivano, il contatto. ,Questo rnanipola.tore è di quelli detti aittomatici ed ha avute diverse forme che crederemmo superfluo di descriv1ere. In sostanza è da sapere che si è giun to a trasmettere fino a 70 o 80 parole al minnto, e si potrebbe oltrepassnre anche il massimo di rapidità consentila dairicevitori; ma non è men vero cbt nei circuiti molto· lunghi 1~ stesse cause le quali rendono inutile una soverèhia rapidità nei ricevitori; e che dipendono daltempo necessario perchè si succedano le alternative della corrente, rendono anche frustrnneo il bisogno di rnaoipolatori opernnti con soverchia rapidità; i quali richiedono per dippiù dei meccanismi complicati; vogliono essere più cli frequente regolo li; e rendono anche meno facili le interruzioni, qunndo dalla posizione di riposo occorre immediatamenLe scrivere per dom.nndare qualche correzione. Per tali ragioni si rjtiene che n·eppure pei circuiti non molto lunghi sia da preferire altro manipolatore aL tasto generalm ente 19 uso. :Per guanto riguarda la celerità della trasmissione· in relazione ali' alfabeto, è da osservare che nel sistema Morse al massimo si richiedono quattro immissioni di co rrente per alcune lettere, nondimeno nelloscopo di avere un alfabeto capace di una più rapida trasmissionP- si è provato un sistema detto ad mversione di corrente col quale si è pensato di raddoppiare l'apparato scrivente in modo che sulla medesima striscia. di carta i segni sono formati, in due righe parallele,,


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LA TELEGRA}'IA

da due punte o due rotelle, l'una delle quali opera con fa corrente che proviene dal polo positivo della pila nella stazione scrivente, l'altra con quella che viene dal polo negativo. Il manipolatore è formato con due tasti che si adoperano con le due mani secondochè la lettera deve comparire in un rigo o nell'altro. In questo modo l' nlfabeto ha potuto semplificarsi -entrando nella interpetrazione dei segni· anche il posto di essi in una o nell'altra riga. Questa disposizione però non ha dato risultati tali da farla preferire a quella molto più semplice nel sistema generalmente in uso.

XXIII. Quando abbiamo accennato in modo generale l'ufficio degli apparati telegrafici notammo quello del reZms il quale, adoperato presso la macchina, sostituisce alla corrente pi·oveniente dalla linea la corrente di una pila locale, oppure interposto nel mezzo di una lunga linea serve a sostituire una nuova corrente a {JUella che giunge dalla stazione scrivente. In questo caso uno o più relais intercalati nella linea fanno in certo modo un ufficio simile a quello dei rilievi di posta e permettono la corrispondenza fra due punti lontanissimi fra i quali la comunicazione diretta sarebbe inauuabile. Quando nelle stazioni intermedie n_on si debba scrivere allora. si adoperano semplici relais di· linea o traslatori. Se invece dalle stazioni intermedie si Yoglia aver modo di comunicare, allora l'ufficio dei traslatori è fatto dai ricevitori· i quali, in tal caso si dispongono, ,come suol dirsi, i·n traslazi·one. Pertanto sia la mac-

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china Morse sia quella mod ificata Digney possono essere adoperate per la traslnzio1~e. , . . Nel primo caso, cioè quello in cui s1 adop:-rano 1 semplici traslatori, è facile intender~ come ab?1_a luogc~ la traslazione, e basterà la semplice desc1·!z10M d1 questi apparati per capirne irnmedi~tarnt}~te l'us~. Prima. d'ocrni altro noteremo che 1] rela1s _descr1_tto, nel parlare della macehìna dì Mors_e, ~1111~ 1mp_ed1sce. che invece di essere situnto presso 11 ncev1t~re in un~ stazio·11e sia trasportai.o nel mezzo dell_a lmea e s1 concepisce fac ilmente che in ta le s1tuaz1o~e, ov_e al relaù si unisca 1ma pila abbastanza ene1·g1ca, s.1 _otterrebbe senz'altro la traslazione per la corrente 1mmessa dall'altra stazione; ma dovendosi anche avere la traslazione in senso opposto il relais dovrebbe essere costru.ito in modo da mandare la _corrente della sua pila ora in una, ora nell'alt:a sta7:10ne. . . Si sono infatti . congegnati dei relai~ trasl~~ori d1 questo genere; ma si è reputato e~pedienle pm sen:iplice di ottenere la traslazion0. nei due sensi, accop' due relais come ve desi· ne Jl ~ fiig.a ~ 9-:a • piando In A, A' sono due elettro-calamite doppie, sopra ciascuna delle quali è sìtuata una ~eva con la ~1ua l~ fa croce un'armatura i cui estremi guardano 1 poh delia elettro-calam ita . . . , Le due leve per effetto delle mo~le sp irali E, E so?o, in contatto con le viti m, m' e si scoStano poclnssimo dai due appoggi n, n'. . Le colonne G G' sono vuote e separate dalle prastreS, S', le qunlì ~ostengono le vit~ m, m', da un~ .ro-:tella d'avorio ; per modo che cias?una. delle v1t1 si trorn elettricamente isolata dalla nspett1va colo~na. X, X.' sono due reofori provenienti uno dalla hne~ di destra l'altro da quella di sinistra; e sono fermatt


LA 'rELEGI\AF'IA

>in due bottoni situati sullo zoccolo i quali nor1· appariscono nel disegno. Nei bottoni P e P' giungono i reofori provenienti .ciascuno da una pila. Ciò premesso, ecco il modo come funziona l' app,E·ecchio: La corrente che giunge dalla linea X, mercè alcuni -eo~ta~ti fissati nello zoccolo, passa nel sostegno K; -qurnd, alla leva ed alla vite m. JYi qui non può trasmettersi alla colonna G, a causa· della rotella isolan te· ed invece per mezzo d'un conduttore che scende neÌ vuòto della colonna, senza toccarla, passa nel filo · -del!' elettro-calamita A' d'onde esce alla terra pel bottone T. Mentre dura il passaggio della corrente la leva a' a' ·è attratta e va ad urtare l'appoggio n'. Frauanto la leva per J\intermediario del sostegno K' è in comunicazione con la linea X', e l'appoggio n', per mezzo della -colonna G1 e di un filo u' u', è in comurri·cazione con là pila il cui reoforo va in P'. Pereiò · quando la leva -~ attratta la corrente di questa pila passerà nella lrnea X; sostituendosi a quella pr.:. ''cnien Lt:\ dalla linea X. Al modo stesso la conente che viene dalla linea X' fa1:a ~bbassare ~~ leva a a e la corrente della pila il ·cm reoforo va rn P passerà nella linea X; Per poter regolare l'apparecchio in m'odo elfo le leve f~cciano osciil_az~oni minime e quindi riesca più spe,d,ta la trasm1ss1one servono le viti m, m' e I~ altre ·dlle ~· B' cbe·_sp~ngono due sq uadrette girevoli /, {, merce le quah s1 possono a volontà tendere ad allentare, al bisogno, le molle antagoniste. Il trasla tore descritto può essere formato come crià . ' o ·si e detto, accoppiando due relais di macchina a con<lizione però che le leve sieno abbastanza Ieggiere e

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sensibili al movimento, cosi. non ritardino la trasmissione. I traslatori, se non possono servire per scrivere dalle stazioni in cui sono collocati, essendo privi di apparecchio scrivente, pure servono benissimo per raccogliere i dispacci provenienti dalle stazioni con cui sono in rela::ione, e ciò si ottiene ascoltando il rumore che la leva produce urtando sull'arresto che ne limita la corsa quando è attrntta . Difatto questo suono è ben distinto se-condo che la corrente ha una breve d11rata od è istantanea e per conseguenza secondo che Lrasmette un trntlo o un punto. Con ciò il traslatore adempie all'ufficio di un ricevitore acustico e perciò si è anche cercato di accrescere questo suo requisito con varie disposizioni molto semplici, come ad esempio: quella di far produrre il suono mercè l'urto su di una campanina, o anche con l'espediente molto più agevole di situare l'apparecchio sopra una cassa armonica di legno. Ma. quando nella stazione in cui occorre la. traslazione si debbano raccogliere i dispacci scritti da!le altl'e stazioni, allora sarà necessario organizzarla non già con due relais, ma con due ricevitori. Perciò sia l'apparecchio Morse sia il Digney, come si è detto, sono sempre disposti in modo da poterli adoperare per la · traslazione. · Ci basterà riconoscere come ciò avvenga nel secondo dei citati apparecchi, che è rappresentato nella figura 9•. In esso, a modo stesso che nei relais, i due arresti mm' si trovano elettricamente isolati da una rotella d'avorio la quale è interposta tra la colonna vuota e la mensoleLta soprastante a cui è affidata la vite m. Questa per mezzo d'un filo metallico che passa nel vuoto della. colonna, senza toccarla, comunica col bottone I. L'altra vite m' per via della colonna ed apposita co-


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LA TELEGRAFIA

~87 rente proveniente dalla . linea X, seguendo il cammino dinnanzi indicuto, farà funzionare il ricevitore R, nel quale si a·vranno i segnali della stazione di destra . Se invece si vogli a scrivere alla detta stazione servirà il tnsto G a cui giunge la corrente della pila. Lo stesso ha luogo pel ricevitore R' quando la corrente viene dalla stazione di sin istra per la lin e.a X', e così pure il manipolatore C' servirà a scrivere a questa stazione. I due npparati nel caso descritto funzionano ciascuno separatamente come ·q uello di una stazione estrema . Per modo che il dispaccio raccolto da uno dei ricevitori, R per esemp io, dovendo passare oltre sulla linea X', potrebbe essere trasmesso a mano per mezzo del tasto G' dell a macchina vicina Ma nella traslazione, mollo più speditamente, il dispaccio mentre è raccolto nell a stazione intermP-d ia passa oltre all'altra stazione senza che occorra una nuova ·trasmissione . Tntto ciò si ottiene col porre le verghe r r' sui contatti u ed 1i'. In tal caso la corrente che viene dalla linea X farà funzionare il ricevitore R il quale, men tre scriverà il dispaccio, manderà la corrente della pila E' alla li nea X', con le stesse alternative della conenle pron.>ni e1, t1 da X. La medesima cosa ha luogo ·rigua rdo al ricevitore R', per la corrente che vi,ene da X'. S'intenderà come ciò avvenga ten endo rlietro ai circuiti seo-nati nella figu-ra. Ili f;.1 11 n , l:i corrente . che ~ giunge per X da u passa in M", esce per- I' e, perviene in q. Quivi trovando isolnto il capo v disce nderà in l e per h si recherà in L donde uscirà al la terra per T facendo funzionare il ricevitore R. Badisi ora che ogni volta che la leva è attratta urta l'arresto m', quindi s; chiude il circuito tra P ed ~f, e poichè in P giunge il reoforo proveniente da ll a pHa E', la corrente per l\'.I passerà in u' ed indi su lln linea X'. t superfluo avvertire che la corrente proveniente NELLA GUE Rl\A

municazione di lastrine m~tnlliche infisse nello zoccolo . è in relazione col bottone P. · ' Finalmente la leva per l'intermediario della massa, meta llica dcll'apparecrhio n' comunica col bottone M. Ciò prem esso nella fìg • H• vedesi rappresentalo H n!odo come è org1inizzata la traslazione; che è prec'.sarnente quello indicato nel dare i principii generali. d1 questa disposizione. X, X' sono i fili provenienti l'uno dalJa stnzione di. destra Ldtro da qu ella di sinistra; S, S' sono due semplicissimi apparecr.hi Jeui commutatori dei qnali si dirà in seguito, basta per ora sapere che ciascuna delle~er9he m~tall!che r r' è gire,~ol~ intorno un perno che è rn cornunicazwne col filo d1 lrnea, per modo che portando le verghe r, r' in v o in u, in v' od in u', la corrente passa nei fili che rispettivamente mettono capo a. q11esti punti. In R R' sono rappresentati i ricevitori; in G, G' i manipolatori ed E, E' sono i reofori provenienti ciascuno da una pila. Le dne viti mm' della fig.a 9a nell'attuale figura si vedono abbattute sulla pianta ed indicate dalle stesse lettere, e eosì pure sì sono conservate le stesse let.tere pei bottoni L T P.... Finalmente le varie com unicazioni rhe abbiamo indicate precedentemente fra I.e parti del ricevitore, si troYnno qui segnale con lin ee ptJnteggiate. Premesso r r• . . tuttociò: immaginiamo che le vèrcrhe o stiano s111 contatli v, v'. La corrente proveniente da X passerà nel tasto G ct·onde pel bottone L si recherù alla elettro-calarr,ita ed uscirà alla terra pel bottone T. È vero che in q v'è una derivnziòne; ma questa va al bottone l' il qnale, rome sappiamo, è in cornunir.azione con la vite m e con la leva In quale, si sa pure, rhe comunica col bottone ~l', perciò la corrente uscendo da qu esta arriva in u dove il circuito è interrotto. Adunque la cor-

ANNO XV,

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VOL. Il.

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LA TELEGRAFIA

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da E' trova in e' una biforcazione; ma non vi sarlt deriva zione essendochè il lasto G' stando nella posizione di riposo trovasi sollevato dal conlat.to n' quindi non v'è ci rcùito. Quando la corrente viene da X' sarà facile vedere che farà funzionare il ricevitore H.' il quale manderà sulla linea X la corrente della pila K Se dalla stazione di traslazione debbasi scrivere .allora, per la linea X, servé il tasto G, e per la X', il tasto G'. In f'aui; abbassando il manipolatore G la corrente della pila E eia n passerà in l quindi in q donde~ in l', ed uscendo per M' passerà su lla linea X. In modo analogo il manipolatore G' serve allorchè debbasi scrivere sulla linea X. Seguendo i cìrcuili che danno luogo alla traslazione . si sarà osservato che le corren t.i delle pile E, E' pas- . sano rispettivamente nelle linee X' ed X per effetto del contatto delle leve dei ricevitori sugli arresti m, m'. È dunque necessario che quando ciascuna leya è attraua l'accennato contatto si verifichi perfettamente.D'altra pal'Le, affinchè possano prodursi i segnali, è , pure necessario che il capo opposto della levagiunga nella sua corsa fino ad un punto determinato. Ora ' queste due condiz ion i, che limitano dall'una parte è dall'altra il corso dei due brncci della leva, dovendo contemporaneamente essere soddisfatte, danno luogo . a non poca difficoltà per regolare l'apparecchio. A dir vero nella macchina Morse, la punta secca incidendo la carta in corrispondenza d'un solco praticato sul cilindro intorno al quale questa scorre, non trova ivi ~n ostacolo rigido e perciò non è difficile regolare il corso della leva in modo che sia perfetto il·contaLto sull'arresto m'. ì\Ia non è lo stesso nell'apparecchio Digney nel quale l'estremità del coltell ino che sollevn la striscia va ad urtare contro la rotella. Da ciò deriva che nel mag-

,gior numero dei casi o si dovrebbe rinunzinre alla traslazione o alla produzione dei segni. A questo in conveniente si è cercato di rimedial'e o rendendo molto elastico il coltellino affidato alla leva, o ponendo al disotto della leva, nella parte che mta l'arresto m', una laminet.ta elastica la quale quando la leva è attratta cede fino a che dall'altro capo il col tellino urti la rotella, o frrialment.e si è cer0ato con qualche congegnaz ione assai facile di poter disporre la leva in modo diverso secondo che il ricevitore debba fonz ionare per la traslazione o per produrre i segnali.•

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(Continua)

GUAl\ASCI Jffagg'iore del Genio. CESAllB

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CRONACA POLT'r-ICO-MILITARE

CRONACA POLITICO-MILITARE

• 1'.I

maggio 1Si0.

, È opinione omoi prev~lente che l'era delle guerre lun()'ho sia

definilivamente chiusa. Se questo può essere vero per rn::1ropa, non sembra che lo stesso possa dirsi delle altre parti del mondo_ L'Amo~ica ci diede nell'ora scorso decennio lo spettacolo di lotte g igantesche e pertinaci, che ci richhmano alla memoria que lle di cui fu teatro !';,Europa nei secoli passati. Non era · ancora finita nell'Am erica dol Nord la guerra della secessione che già si preparavano nell'America del Sud gli elementi pe; ~n'altra guerra, di cui solo l'anno presente vide la One, vogliamo dire la guerra fra g li ~tal.i del Plata, che testè si chiuse colla morte dell'uomo il quale ne era stato i l provocatore e l'anima. E veramente, per quanto la guerra elio Lopez sostenne contro il Brasi!e,_la_Repu~b lica ~rgentina e la Repubblica dell 'Uraguay, P?les_se d1rs~ ornai decisa dal giorno che gli alleali, padroni gtà _d1 Hu~_a1ta, occuparono Assunzione, la capitale del Pai'aguay, o v1 stab1hr_o no un_ nuovo governo, tuttavia non v'era da sperar e che gh alleatJ po tessero deporre le armi, finchè rimaneva in vita l'ex- dittatore, il quale dopo avere esauriti tutti i mezzi di difesa regolari che aveva apparecchiato da lunga mano, a veva pur sempre trovato modo di crearsene altri di natura straordinaria, ricor rendo perfìno all'opera dei ragazzi e delle donne, e ultimamente armando il braccio degli indiani abitanti delle foreste.

Non crediamo far torto ai nostri lettori se esterniamo la pre:sunzione che ben pochi fra essi abbiano ten uto dietro atten,tamente àlle vicissitudini di questa guerra. La gran lon tananza_ del teatro delle operazioni, il poco interesse che queste pote·vano offrire per la ristrettezza dolle fone impegnate dalle due parti, e piL1 di tulio la mancanza di carte anche mediocri su cui ,poterne seguire l'andamento, sono ragioni che spiegano a sufficienza come gli avvenimenti mi litari co là compiutisi nello spazio di 6 anni non abbiano potuto form are la nostra allenzione. Non è a dire per a ltro che cotesta guerra non presenti utili i uségnamenti, come forse si potrebbe credere, e farebbe certameiite opera assai giovevole chi imprendessc a tr.sserne una · storia abbasta az:a particolareggiata, corredandola de lle carte necessarie a ll 'intelligenza dei lettori . Quando si pcn'si che in quelle regioni la colonia italiana è la pit.i nume.rosa, e che accenna ad accrescersi ogni dì pfo, quttndo si pensi altresì a lle ··Condizioni poli tiche in terne di quegli Stnti. continuamente lacerali da fazioni, non si avrà pena a credere alla possibilità che quelle regioni abbiano un giorno a Ossare la nostra partico lare attenzione, e che le nostre armi sicno colà chiamate a protezione del la nostra bandiera. Ma anche facendo astrazione da oonside'razioni di s imil a natura, la guerra testè fin ita offre materia a osservazioni d'ordine generale, . che non crediamo di dover ·trascurare. Le conseguenze che si possono tra r re da questa guerra per ,.ciò che riguarda la convenitmza degl i eserciti permanenti e regolari sono le stesse che già <}ra lecito r icavare dal la guerra della secessione, in cui gli Stati Confederali, pel so lo fatto di . aver potuto disporre quasi esclusivamente delle poche forzo rego lari già esistenti negli Stati Unili, fu rono in g rado di so·stenere così a lungo la lotta èontro ;li Stati dei Federali, per ,q uanto quesli avesser o da parte loro ben altre risorse che non avevano quelli del Sud.. Lo stesso fallo si verificò, sebbene con proporzioni ben diverse, nel la guerra fra gli Stati del Plata. Di questi infalti il Paraguay era il solo che possedesse una forte organizzazione militare, che aveva avuti i suoi cominciamenti n<~lla guerra d'indipendenza, e intorno a cui avevano speso le loro cure i due presidenti dittatori Francia e Lopez I, e più di tutti ancora Lopez Il, i l quale, ancora sotto la presidenza di suo padre aveva tenuto il ministero della g uerra. Con -una popolazione cli c irca 1 milione e 400 m ila abitanti, distri~buita -sopra un territorio la cui estensione è maggiore di


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cnoNACA

quella d'Ital ia, il Paraguay teneva nei tempi ordinari una forza, armala soLto lo armi di 25 mi la uomini, e una r iserva di, 46 mi la, oltre ad una flotta di 15 navi da guerra. Al momento,. poi di entrare in campagna, Lopez aveva messo in piedi un egorcilo di oltre 80 mi la uomini, forniti cli luUo l'occorrente. disciplinati e animati dal miglioro 5pirilo. Risu ltato veramente · straordinario che ci richiama add irittura ai tempi di Sparta, e di cui riuscirebbe diffìciie renderci ragione, se non pensando, al sistema di governo che era stato inaugurato in quel paese di nntura primitiva, e le cui relazioni coll'estero erano pressochè nul le. Di fronte al Paraguay, l'impero del Brasile, la repubblica Argen tina e la repubb lica dell'Uraguay, benchè rappresen lassero una poµolaz ioue complr.ssiva di oltre a 10 mi lioni, sopra una estensione territoriale maggiore dell'Europa intera, tuttavia non furono in grado, se non dopo qua lche tempo, di presentare forze ugual i, e queste composte di più svariati elementi. l i J3rasile~ che da solo conta circa 8 milioni e 1/2 di abitanti, non avéva da principio cho un esercito r egolare della forza nominale di 18 mila uom ini, che dovelto poi all'atto della guerra ing;ossarH con guar1lie nazionali e volontarii, cou t ulli gl i inconvenienti inerenti a consimili formazioni; quello bensì per cui esso, era superiore al Paraguny On dal principio, ern la marina da guerra, e fu appunto g razie a questa superioritil. che venne poi man mano duran te la guerra facendos i ;sempre maggiore, che il Brasile potè riportare vantaggi fin dallo prime operazioni, come fu pure grazie a Ila sua flotta che il Brasile . fu in grado. non solo di provvedere al muni..:ionamento e alla sussistenza. del suo esercito di terra, ma lwn anco di ri portare i risul!ati pii1 decisivi della guerra. Quanto alle due repubbliche :illeate, l'Argentina e l'Uraguay, esse nòn rap presen tarono mai, durau.te la guerra, che una parte arfatto secondaria, e anzi l' Oraguay pressochè nulla. L'esito finale di questa lotta. vale a dire il trionfo delle armi· brasiliane e la totale distruzione delle forze del Paraguày, confermò dunque la verità di questi fatti, che cioè unu potenza, la quale possegga una forte organizzazione militare, ha con ciò, stesso il mezzo di rnsistere per lungo tem po a potenze assai piÌl considerevoli di essa per popòlazione, ricchezza ed esten-. sione dì territorio, mn dotate di un'imperfetta organizzazione militare; e che per con lrario, per quanto tal lotta possa prolungarsi, tuttavia finisce pur sempre per decidersi in favore di;

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· qtiantità di risorse, quella potenza che h a per se' magg10r con cui alimentare i mezzi di guerra. . . 11 non essersi reso conto di ciò costituisce, secondo 001. il torlo massimo di Lopez. La situazione geografica del Paraguay, cinto all'intorno da diversi Stati, privo di sbocchi marittimi, tranne per la linea fluviale del Parana, che esso_ ~veva ?omune cog,li altri, potò svegliare nell'animo suo l'ambi_z10ne d1 estendnre le sue fronti ere, e di acqu istare alla patrrn sua una posizione conveniente a lla sua potenza militare, come vedemmo in Europa aver fallo la Prussia . Ma egli presunse t:oppo _della sua forza e invece cli procurarsi in qualcuno. degll Stati del Plata un 'utile allealo, come poteva e doveva consig liargli un~ accorta politica, si comportò in modo da averli tutti con_lro d: sè, costringendo a collegargi in triplice alleanza contro 11 Paraguay, Stali d'origine spagnuola· e Stati ?'origine portoghese, vale a dire Stati che per la loro provemenza erano naturalmente nemici fra cli loro. I mi1zzi con cui egli provocò dapprima e sosterìne cli poi la lol~a. i?e~~1a~e. violando tut~~- le leggi dell'umanità e le consuetud1111 pm in,,eterate del dn ill~ internazionale, o alienando per tal modo dalla sua causa g li animi di co loro slessi che erano ad essa favorevoli, ci mostrano in lui piuttosto il brutale fanatismo del selvaggio, che la mente provvida cieli' uomo di Stato. Lo spirit? di apn~gazione e di sacrifìzio, cli cui si mostraro no amrnat1 fino agli ul. timi momenti i suoi soldati e i suoi sudditi, meritava certamente un uomo cho sapesse meglio apprezzarlo e nello stesso tempo moglie valersone. . . . . come uomo di guerra, il Lopez non è guan m1ghore che come uomo di Stato. Decisosi al l'offensiva, egli_ di~tribuì ~e. sue forze in tre parli, cli cui l'un,\ invase la prov10c1a brasiliana del Ma lto Grosso, al nord do! Paraguay, l_e ~llre. dt~e furo~o spinte a sud, separate fra loro da pa'.·ecch1 g1oro1 eh m.ar.cia. Questa divisione delle forze si deve riguardar~ come la prima causa deo-Ji insuccessi che toccarono alle armi paraguaya~e, e che non lardarono a costringere Lopez a limilnrsi. alla d1fer~siva . Ridotto ,a questa il Dittatore, non può negarsi ?he a?bia dato prova cli nua tenacità straordinaria, che non s1 lasciava abbattere da nessun infortunio, e che opponeva ali' inva~ione sempre nuovi ostacoli, man mano che quelli già esistenti venivano distrutti; ma egl i ·mostrò di aver tratto poc~ proOtto dagli. insegnamenti della storia militare moderna, ntoma~do in onore le lunghe linee continue, che fur,ono la caratlenstica


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CRONACA

delle guerre com ba ttu.Lesi in Europa nella seconda metà del secolo XVII e nella prima del xvm. E anzi di quella stessa tenacità sarebbe assai difiìci l~ da rgli lode e non attribuirla a un feroce egoismo, quando si pensi che caduta in mano ag li alleati )a fortezza di Humai la, e occupala da questi la cillil di Assunzione, la lo tta si riduceva omai esclusivamente al la salvezza della sua persona , mentrn pe' suoi sudditi si prolungavano inuti lmente gli orrori della g uerra. ' Non cr'Bd iamo si possa dire esagerato questo severo giudizio che pronunciamo su Lopez, poichè esso ci sembra risullare dalla conoscenza genera le dei fa lli, indipendentemente da ciò che possono avere detto a carico suo gli scrittori della parte avversa, ne' quali la passione può avere trasmodato . Noi anzi ci vogliamo ricordare che la lontananza del teatro di g uerra e l'esserci quei folli conosciuti esclusivamente da fonte brasiliana ci devono far procedere cauti nel!' accogliere tulle le accus; che furono lanciate contro l'ex-Di ttatore. e di fron te alle quali sta il fatto, che ooi non sapremmo spiegarci, della fedeltà con cui fu obbedito e difeso dopo, sei lunghi anni di guerra non fel ice. . Per ciò. che riguarda gli alleati, noi non dobbiamo .far loro troppo carico della lentezza con cui condussero la guerra, in cui vediamo le fazioni risolutive succedersi a grandi intervalli di sosta e di ripo8o. Le difficoltà con cui essi ebbero a lottare furono immense-; agli inconvenienti di una debole or"'anizza. . . o z10ne n11lltarc, conviene aggiungere quelli che sono sempre inerenti al sistema federativo, in cui è pressochè impossibile ottenere unità e intensità d'azione: immensa p1ire la diffìco ltà ci.egli approvvigionamenti in paesi così raramente sparsi cti abitati, ; alle perdile ordi11arie prodotte dalla vitfi di campagna vennero spesso ad agg1ungersi quelle prodotte cla epidemie e da,l cholèra:: l,e belle strade, le carte topografiche e tanti altri mezzi ehe renàooo ngevole il còmpito ag li eserciti che guerreggiano in Europa, colà mancavano affatto. Quest0 però si può dire degli alleati,, ed è ciò che forma la loro scusa,. che non diedero mai un pas50 i,1adietro, rron arrischfarono ma,i u0' impresa in condizioni in cui una seonfit!a sa-rebbe stata la loro r ovina totale, e segu,i.rono quel sistema di guenra che in quel determinato caso ei;a il, solo r aziona le, il solo possibile: marciare cioè costan temente appoggiati dalla flotta. lo qua le era per essi non solo l'unico mezzo rJi approv-

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,·igionarsi, ma all'resì l'elemento principale di vittoria. Il giorno infatti in cni la flotta corazzata . brasiliana forzò il passo di numaita non fu solamente un giorno decisivo per l'esito della guerra, ma segnò pur e un' epoca nuova per la guerra di costa (1). Molte individualità si distinsero nel campo degli alleati clu. rante questa guer ra : cite.rem o fra g li ar~enlini il general_e Pan nero fra i brasiliani i generali Osorio e Porto Alegre , 11 vecchio :naresciallo marchese di Caxias, che nel 68 assunse il

, (1) L'importanza del fatto è tale che non parrà inopportuno farne q:iì particolare menzione. l,a fo1•tezza d'Humaitii, c.l1e costituiva la principale difesa del Paraguay, siede sulla riva sinistra del fiume Paraguay a 6 ore di cammino a monte del confluente di questo fiume col Parana. li Paraguay, dopo avere lambito luno-o il suo corso le città più considerevolì del paese, giunto a l:lumaita lascia la f ua direz·ione da nord a sud, piegando brLtScamente verso ovest, e covrendo i•istretto fra due rive alte e scoscese, per poi piegare nuovamente verso sud. Gli è appunto Jw1go questo tratto di fiume che corre da est a ovest c~he si trova costrutta la piazza, ope1·a di un ex-ufficiale prus.siano. li fr~nte di difesa· più esteso e più forte è riYolto v~rso il fiume ~ "Uarda a nord· è costituiLo da pii:t ordini di batterie casama ttaLe, le quah ·~on 163 pezzi battevano il fiume trasversalmente, mentre una batteria co.strulta al punto dèl primo risvolto ed un'altra postasop'.'a un 1:romontor10 .sporgente all'estremità ovest della CitttL fornivano UD efficace fiancheggiamento e battevano il fiume nel senso della sua lui1g hezza: e fina~mente .sull'opposta riva. un alt\'O forte rivolto vei·so sud _completava ! l sistema. .di difesa, per moclo che chi si fosse avvenLurato m quel tratto d1 :fiume sa.rebbesi trovato esposto ai fuochi cl i re tti da tult1 e quattro 1lau, A rendere ancora più dHficile il passaggio vi si tendeva un~ catena, vi si affondavano delle navi e vi si collocavano delle lorpedHu . L,a flotta' brasiliana, elle in un combattiment.o anteriore a:"eva ,•isto'. per effetto di una tor pedine, anda1'e a fon do. una de~le sue ~1u be~l.e n~~.~ corazzate , era rimasta lungo tempo a valle d1 Huma1ta senza ~a;i a,n schiarsi al pe1·icoloso passaggio. Ma ormai si rendeva necessari_o tentar Ja pro:va per renclere completo l'isolamento deJla fortezza e per r1stabrhre le comunicazioni con quella parte dell'esel'cito di terra, la q uale per lt~ngo "'iro era l'iuscita. a stabili1·si a noL"d della piazza, sulle comtm1caz10m fra ~uesta e Ja. capitale Ass unzione. Perciò il contrammiragli o. Ignacio che comaodava Ja flotta, presi gli opportuni concerti col m~rescrnllo Ca.nas, comandante in capo, si decise al difficile passo, Lostoche gh grnnsero 3 nuove barche cannoniere corazzate, ciascuna armata con un pezzo rlgato da 70 Jibbl'e in una torl'e girevole. Ma queste, prima di raggiungere le al,tre corazzate, che già sLavano un po' a valle cli Humaita, dovevan_o passare sotto il cannone dei forti di Curupaiti, che si t rovavano più a valle anc?ra, e formavano come un'opera. staccaLa a sud della piazza. Questa pr,m~ ,operazione riuscì sotto la. prot~zione delle corazzalo già prima. cola


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comando supremo, cedutog li da l genera!e Mitre, presidente della repn bhlica argentina ., o ulti mamente i l g iovane conte d' Eu, figlio del duca di Nemours, al qoale spetÌaoo gli onori di aver dato fine alla g uerra. I sacrifìzi in uomini e in danaro dallo d ue parti .furono immensi. come si può ben congetturare s al la durala d ella guerra, dalle difOcoltù senza fine in mezzo a cui essa si svolse, e del!' impegno che ciascu no yi mise . Si calco lano a un miliardo e mezzo le spese sostenute dal solo Brasile.

ancorate, le quali scesero il fiume, fi no a portata di cannone a nord dei forti di Curupaiti, e attrassero a sè il fuoco di questi, stornandolo dal!e3 cannoniere, le quali passarvno tJUasi illese. Ciò awe1~ne 13 fcb~raio 1868, e i giorni susseguenti furono i mpiegati a fare tutti 1 PJeparat1Vl pel temuto passaggio. La divisione corazzata de sti.nata ad eseguirlo consisteva di 3 g1:osse corazzate, cia~cuna delle quah doveva n morchiare una delle tre cannoniere sopra dett« : e1•ano armat? ciascuna di 4 pezzi r igati da 150 libbre in 2 torri. Esse dovevano na~1gar~ per un breve tra~t~ rimonta~~o il fiume , indi piegando a est, sai ebbe10 venute a h'ovm·s1 rn mezzo a1 fuoc)li incrociaU de lla piazza. Scelsero a t.al uopo un giorno in cui le acque del fiume erano cresciute cn·cost.anza favorevole al piissaggio (19 febbraio) . ' . Grnnte .che. furono le navi al risvolto, diressero tosto i loro colpi contro 1 gallegg1ant1 eh.e sostenevano la. catenii di sbarc-0, in modo da farli affonclal'e, e con essi Ja c,atena stessa, col che le navi potevano passarvi sopra senza incon trarla. Queste allora si avanzarono sotto il fuoco di circa 200 pezzi, senza p~rò i·ic~verne danno note vole, eh.e le rendesse neppure per un .momento rnca?ac1 a nav igare. La nave piìt avanzata, colla 8113 ca~non1<)ra a nmorctno, i·icevette soltanto 24 colpi, nessuno clei quali perla .co razzatura. La seconda fu, a dir ,•ero, un po' più malconcia, ma pote tuttav1~ P'.'oseguire, e giunta in salvo al di là ancorarsi e procedere alle r1paJ·az10111. occoneoti. La canno:1iera rimorchiata dalla terza nave fu quella che p1ù ebbe a softhre; un col p.. avendo rotto la "Omena di rimorchio, e separatala così dalla sua nav e, l'1m1miraglio le fece il se<>naled1 r1mane1•e addietro e di ancorarsi al sicuro; ma il comandante .,della cannon iera v.o lle cio~onost.ante prosegui re il suo cammino, sebbene lentam~nte, e c1ò sotto 1) raddoppiato fuoco delle batterie nemiche. J Paragua.ianl colsero r1uel . momeoto per lanciarle contro 30 scial uppe armate che la aLtaccarono vivamente. Ma la cannoniera fece valere a sua difes; la ~ua stess~ mole corazzata, e precipitandosi sulle barche assalitrici, alcuM ne .colo a fondo, le alt1·e obbligò a fuggire, cosicchè .finalmente an che ques~' ult1ma ?anooniera riuscì a pas~are e a raggiunge re le altre. Pocht grorm dopo questa flotta compariva sotto le mura di Assunzione. Il norn.e del c.apitano che comandava le 6 navi, le quali eseguirono questo passaggio, merita d1 essere qui specialmente ricordato. Egli era il Commodor? Delfino Oarlo àe Oarvalha.

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POLITICO-MILIT,\nE

CRONACA

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Prima di lasciare l'America vorremmo intrallcmere i nostri lettori intorno all' insurrezione di Cuba, ma i ragguagli che si ha n no fìnora souo così monchi ed im perfe lli, e così contraddittori a un tempo s tesso , che ci sembra più opportuno aspettare informazioni più autentiche e più particolareggiate. AÙnuncieremo piuttosto la fine o mai inevitabile dell' insur-· re7,ione di Rio Rosso, seoppiata nol dicembr e scorso, la quale, ove si fosse afforzata e pro tratta, avrebbe potnlo trascinare l'Inghi lterra in una sped izione lunga e difficile, e ~Jon scevra di gra vi complicazioni. È nota l'origine deJI'. insurrezione a c ui accennian.10. Il governo del Caoadà aveva pattuito ne l 1869 colla compagnia ing lese della Baia di Hudson l'aequisto del vas to territorio deno- · minato del Rio Rosso. li l ' dicembre, a llorquando g li inviati gover nati vi recaronsi per pre1~dere possesso del territorio, lo trovarono in piena rivolta. Un ta le Riel , creatosi generale . e · capo di governo « per grazia della provvidenza » - come egli stesso s'intito la nei suoi proclami- impedì a mano ar mata il trnsferimento d el tcrrilorio in mano del Canadù. In poche settimane l'insurrezi one organizzassi for.temcrnle, così c he il go- · verno del Canadil doye tte preparare gli e lemen ti necessari per comhaUer la, e richiese l'appoggio e la cooperazione dell' ln'ghillerra. · Non ostante la massima recentemeulc adottala da l ·governo ing lese che le su e colonie debbono provvedere· alla loro sicurezza interna colle forze proprie nazionali, esso mostrassi di_sposto ad accorciare la sua cooperazionci c[e(tiva al Canadi:I :.. ma volle anzitulto che .si facessero le pratiche opportune per conseguire un componimento pacifico della questione. On proclama dt:11 <·genera le» Riel, e una comunieazione uHìciale stata fatta da l ga binetto ing lese nella Camera dei Lordi ci hanno ora. annunciato che questo componimento è alla vig ilia di essere effelluato. Truppe inglesi si recheranno nel territorio del Rio Rosso: ma non sarà più quella, come si assicura, una spedizione di giwrra, sibhcne una spedizione di vace. È u na buona fortuna tan to per l'Inghilterra qu·an lo pel Canadà : poichè sebbene l'esito d elle operazioni militari con tro un paese il quale non novera più di 50 mila abilanti non potesse essere dubbio, si richie,ieva una grand e preveggenza e non poca arte per condurre bene e fe licemente un' impresa di questa natura. Le truppe di spedizione avrebbero dovuto att raversare le parli . più deserte ciel continente americano per parecchie centinai&,


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CRONACA

di miglia: e posto che aYessero potuto essere trasportate sino alle sponde nord-ovest del Lago Superiore, sarebbe stata una murcia beli difficile <1uella in una regione che è una con tinua foresta . In una marcia si[alla sarebbe stato necessario uu comandante fornito di abilità e di una presenza di mente, non solo per manleoero le sue comunicazioni e ricevere le sue ri·sor se, ma por guarclarsi da ogni improvviso attacco per parte di un nemico ardilo o r isoluto. Era insomma un'impresa che non escludeva la possibilità cli un clisustro: o ben si comprende che il gabinetto ing lese si ra llegrasse dinanzi a lla Camera cli essere riuscito in qualche modo a comporre quest<i vertenza, tantu pih o,·e si ponga monte che non era vano il pericolo di -conflitto colle popoluzioni fin itimu dogli Slali Uniti, lo cui clispo$izioni poco benevoli all'Inghilterra appaiono da Ila dichiazione falla cho essi non avrebbero accordato alla spedizione il passaggio su l loro territorio, nel caso che fosse sta lo richiesto. Il ,·incilore a Mili Spring ed a Nashville, il salvatore cli Chickamanga, l'idol o dell'osercilo dol Cumberlancl, il maggior gener ale Giorgio H. Thomas morì addì 28 marzo ultimo scorso io S. Francisco in seguilo s colpo apoplelico. L'esercito degli 8 lati Un ili dell 'America vede con gran dolore ·spegnersi con ra pidità incredibile uno ad uno tutti g li er oi dello sue battaglie. Ala l'oserei lo non ò ora il solo immerso nel lutto, e tulla la popolazione dell'America sta profo ndamente .commossa presso la tomba dell'uomo a l quale si resero gli ultimi onori.

Nella Cina continu a la ribC'llione dei Musulmani. Un telegramma da Hong-Kong co11ferma clw il 19 aprile fu data, presso Scian-si, nelle provincie settentrionali, una forma le battaglia, che terminò con la peggio degli imperi uli. Si patia cli nieuleme110 che 20 mila morii , oltre a Liù il generale in capo. Non stupiremmo so in queste cifro vi fosse una qualche esagerazione orientalo, ma tanto è certo che anche la Cina va incontro, por legge del destino, ad una grande trasformazione dalla quale non saprà salvarla la sua celebr1:1. muraglia. Ricond ucendoci in Europa trovia'mo che l'Inghi Herra ha assistito alla solita rivista manovr a an nuale dei volontari, che favorita ,da un bel lissimo sole ebbe luogo quesrapno a Brighton il lunedì

POLITICO-MIU!'ARE

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di Pasqua, 18 aprile. I lollori cli questa Rbvista _c he avran no letto negli scorsi numeri gli art~c~li ~el F~mbr~,, sann_o che cosa si debba pensar e di questa 1slltuz1one, m cui l Inghilterra ha credu to di vedere il com 1)l etameoto del suo sisle°!'a ~ife~: · sivo. Ma oramai sembra che anche colà siensi elevali dei som dubbi sull'efficacia di questo mezzo. e nell'opinione pubblica va facend o sempre più prog resso l'idea che convenga unire _tutte le forzo del paese io un solo fascio, assoggelta_odo auc_he I volontari a un re<>-ime più militare. Fece molta 1mpress1one un articolo del 1'-il~cs, scritto a proposito di quosl'ulti~a rivist~, eia un critico mi litare, il quale dopo avere fatto varn ?PPU_nh alle manovre eseguilesi, così conchiudo: « La for~a c1~l~d10~ è ora giunta nella sua e.sislenzt1 a un lai pun_Lo, m_ Clii I~ s1 rende impossib ile nelle s•rn condizi~ni pr?sent.1_, ogni uHor1ore progresso. La sua popolarità n,)n _e ogg1d~ p1_u così g ~ancl~,come alcuni anni addietro . Ora s1 sente 11 bisogno d1 fa1e qualche cosa per dare impulso a! m?vi?30~lo,_ e questo qualche cosa noi pensiamo 0ho :a_rebbo 11 r_mmr~ 10s1e~?· a quan_d_~ _a quando, nei loro distretti I volontari co~h uomm~ doli~ ':11hz1~ e coi soldati regolari per osegull'e fint i combaU1m?n t1, m _cu~ la uoziooe fosse ridolla ai limiti del puro necessa1:io. I pr1m1 volontnri che dieder o il loro nome si credeva~o d1 ess~re capaci di uguagliare, anzi, di sorpassare i :oldatt reg_~lan n_ella esattezza dello loro esercitazioni. Quest'idea fu g1~ _da_ gran tempo, noi crediamo, abbandonala da L~lli gli ~~~m1 _d1 b~on senso. Vi sono bensì qualità per le quall una m1hz1a c1tladma,. attesa la superiore sua intelligenza, può giungero _ad un alto grado di istruzione. Ma gli ~ solo coll'as~ociarla d1 -~requent? colle truppe regolari, che si può raccoghero_ tu_lto c~o cho puoclare ques ta istituzione elci V(lloo lari i~ caso d'rnvas1on_B_ stra: nier a. Un po' d'emulazione sarebbe otl1mn cos~ por tutti 1 rami della forza armata in Inghilterra, e i volontari _posseggono u~ tal tesoro di energia, cli entusiasmo e cli i?Lelhgo?za che noi siamo disposti a tutto sperare da un - ulteriore sviluppo della loro efficienza. > • Come si vede da ciò, i tentnlivi dell'onorevole ~ardwell'. ministro della guerra, intosi a ottenere uoa pi~ d1rett~ ~~ pendenza dei v-0lontari, trovano l'opinione pubblica assa_1 ~1u favorevole di-ciò che avrebbero ollenuto simili tentatm alcun t()mpo fa. . . . . Quest'opinione pubblica è stata nei g1orm . scor s~ v1vam~nte• commossa ed esaltala sul massacro di tre 10gles1, fra cui un


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CRONACA

POl.lTICO - MIU'r AUE

segr etario della legazione di Atene, compiuto da una banda di . brigan ti a poche migli a dalla tlottu ci ttà. Nel pr imo m omento si trascese fluo a invoca re l'invio di qualche reggim ento in.glose per r istahiliro la sicurezza pubblica nel territo rio ellenico. In llali& il _doloro fu non meno vi1'0 e profondo ch e in In ghilterra, poichè uni tamente ai tre inglesi fu pure trucidato uu ital iano, il giovane conte Boy! segr etario di lega zione ad Ale11e. .\la l'opinione pubblica fra noi, for se prrcbè maggiormente in grado di giudicar e, per In cond izion i speciali del nostro paese , fin o a qual pun to in siffatti in fort uni i può essoro implicata In rispon sab ililà governa tiva, è s:nta più calma e ha appr ezza lo più freddamente In situazione. In Inghilterra gli spiriti tendono ora a calmar si, ed è certo che non si ch iederà più alla Grecia se non quello ch e "'iustamento si può reclamare eia un gorerno; o sa rà cos) ~vitata una com plicazione diploma tica la quale polrol>l.Je produrre un conflitto non lieve. Il gover no greco è stato per avven tura più sfor tunato che colpevole. Esso ave.va promesso inver o di non a~tac_ca~e i briganti, per non porre in pericolo la vita dei pri.g1omer1; ma aveva dovuto prendere le precauzioni perchò i briganli socoudo i tan ti accordi prrsiuscissoro dal r egno O non rinnovassero, ricoverandosi in,·eco col bollino in Tessao-lia le 0 tristi imprese consumato nell'A ttica . t-. è si potern r agio nc;o lmente esigere dal ministero di Atene cb'esso tollerasse che qu ella masnada con clucesso i suoi prìgiouicri in giro trionfa le otlraver so tutta la Grecia a scorno della morale, clolla leggo e dell'autorità del governo. Non è sempre age.vole cosa, specia lmente in circostanze c_osì eccezionali come quello del l!rigan taggio, o tt~n ~ro ~oll'az1one del_ le truppe una per fclla coufo rm ilà agli o~·d1m _dal_1, o una r otta rn terprctnzione dei medesimi per porte dt ogm singolo comandante; ed è così , per quanto r isu lta dai r agguagli più autorevoli, che i mo,·imen li. dei briganti indicando l' in ten1.ione cli prendere una direzione cbo In truppa av<.:va' obblig? cl i impedir e, ne avvenne un conflitto e la deploranda t~agedia che h~ comm o~so lulla l'Europa. Sotto questa impressione parecch i membri del gabinello g reco dovetter o dar e le loro d imissioni, e fra essi il generalo Sou lzos, ministro della · guerra, il qua le Iu sosti tuito nella carica dal colonnel lo Botzaris. ~el r esto'. qualunque possa essere stata la colpa del gorern o, JI coraggioso con.legno dei soldati greci nell'assal to va degno -di lode.

L'attenzione del l'Europa è stata par tico larmente rivolta nei giorni passati alla Francia, paese sovra ogni a ltro singolarissimo, le cu i quislioni interne han no il privilgio cli destar e l'inter esse genc>rale. L' Impcrator o ha rnlulo for consecrare dal suffragio universa le. la nuova costitu1.ione liberale sosti tuil11 alla coslituzione autoritar ia del 1852. li verdutto fu favorevole : 7 milioni e più r isposero si, e 1 mili one u lfZ r isposo pel no. Nell'esercito il nu mero dei sì fu di 257 mila, e quello dei no di 36 mila. Queste cifre si.anno prossochè esattamente in proporzione colle cifre dateci dal resto dolla nazionu: l'esercito, uscito da lle viscer e della nazione stessa, ne apparisce così il vero rappresentante. Noi rediamo iDVt:lCe seosibiÌmente al terata questa propor zione in favore dei voli negati vi nel ln marina, in cui di fron te a 23 mila sì abbiamo 5 mila no. quale spiegazione si debba dare a questo fatto , che ò di natura da sorprendere non poco, non ci arrischieremo a congetturar lo. La sera della votazione e i due g iorni suc1:_essivi nel sobborgo del Templo in Parigi e sulla piazza del Cbàteau-d'Enu (ove osiste ullil casor ma in cui i sì e i n o quasi si hila nciarono) ebbero Juogo disordini abbnslnnza gravi, e parecchie ba rri cate furo no <!ostrulle. I soldati della caserma di Gha leau-d'Eau furo no destinati all 'assal to ; e tranne uno o due saldali cbe defezionar ono, tulli gli altri fece ro bravamen te il lor o doyere. In questa occasione l'lmperatore diresse una IPtlcra al maresciallo Canro bort, comélUdante l' armata di Parigi, ch e giova qui ript·odurre : « Si sono spar se, scrive I' Imperatori', sul volo doll 'e<sereito cli Parigi, voci cos) r id icole e voci esagrratP cbe io sono « lieto di pregar vi J i dire ai generali, agli ufOzia li fl ai soldati posti "sotto i vos tri ordini, che la min fiducia in essi non è mni stata </. scc,ssa. Io vi prego inoltre di dire pnrticolarnw utc al gmlOrale « Lebrun che io mi rallegro co n lui e co lla truppa che egli co< manda della fermezza e del sangue freddo di cui banno dato « prova , in questi ultim i gior ni, nella reprossione dei disordini « che affliggono la capitale. » Poco di noten,le ci ha offerto nelle scorse settimane la Germania. Lo ~edule del parlamento doganale che si apersero nella sec,rnda metà cli aprilo e si chiusero appunto in questi giorni, non presentano nulla che meriti esser e ricorda to in questa ()ronaca, se non l'elezione del presidente nella pcr sol),p. del principe Hohenlohc, corno una soddisfazione allo scacco da lui suhito davanti alle camere baYaresi. Mollo si parlò di un viaggio


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POLITICO-MILITAI\E

CRONACA

nel parti to urit.trio tedesco al mom ,mto della cri se ministeriale sooosi alquanto sedate. Non sembra però che abbia incontrata · l'universa le approl'azioue la nomina del barone di Widmann a ministro della difesa nella Cisleitania. Qualche trascorso giovani l.e del l'epoca del suo servizio militare (il barone Widmann era stato dieci anni or sono tenente di caval leria) viene sfruttato d:i ll' opposizione, e pàr assai probabile che il nuovo ministro ~ia per dimettersi, per non creare al gabinetto dei maggiori incagli, di cui non ha veramente bisogno. L'est•rcito austriaco ha pe.rdnto una fra le sue più illustri notabilità mi lili~i. Il marescia ll o bnro ne Hess è morto il 13 aprile nella gral'e età di 82 anni. Egli percorse la sun innga carrier a militare quasi esclusivamente nel lo s·tato maggioro . nel qual corpo già lo vediamo Juogo1enente nella campagna del 1809. Spedito nel 1831 all'esercito austriaco in llalia come eapo di stato maggiore, egli seppe ben presto callivarsi col suo ingegno e coi suoi modi la completa fid ucia del m11rescial lo Radetzky, sotto la' cui dir ezione egli compi lò le Istruzioni sul servizio di guerra, oggid) generalmente conosciute. Ma dov'e.gl i ebbe maggior campo di spiegare la sua abiliti1, si fu nel le guerre del 1848 e 1849 in cui il merito delle fel ici ispirazioni tlel maresciallo Radetzky fu da tutti attribuito al capo dello stato maggiore. Lo vediamo poi ricom parire in Italia nel 1859, quando1' imperatore d'Austria prese egli in persona il coma urlo dell'esercito: ma questa ·volta il successo non veone più a coronare i snoi disegni, se pur cos) possono chiamarsi dar.chè egli avesse colà una posizione ambigua , più di consigli1•re non sf,mpre ascoltato, ehe di generalo. Il primo suo giungere sul teatro di operazioni fu segnalato da ll'ordine di sosta al morimento che aveva incominciato il marescia ll o Giulay pfir r iportare l'esercito sulla sinistra del Ticino; e non fu certo quust'ul 1irna fra le cause che contribuirono alla sconOtta di Magen ta. Al la battaglia di Solferino lo vediamo assisture dalle a lture cli Cavriana allo svolger,;i del comhalti rnrnto; gli ord ini da lui emanati a nome dell'impera tore durante l'azione mostrano ehe egli si era reso un concetto chiaro della situazione; che: su uon so rtirono. l'effetto voluto, se anzi non poteronu nemmeno essere eseguili, ciò vuolsi attribuire a molteplici altre c_a use, sullH qua li l'azione· di lui non aveva pre,a . L'età avanzata gli irn pf!d) di presta ro ulter iormente ser vizio a llivo nHll"esercito , e dal 60 io poi lo vcdiam0, figurare come capitano delle guardie del corpo <lell·imperatore. e dal 61 come membro a vita de.Ila Camera dei Signori.

del conte Bray, il nuo,o primo ministro del la Baviera, presso, la corte di Stoccarda; ma siccome nulla venne ancora al la luce in proposito, ci asterremo dal riferire semplici congetture. Quello <>he appare evidente si è che tanto il minist.ro di Baviera quanto quello del Wurte.rnberg si troYano costrotli a fare. qua lch~ transazione coll'opinione pubblica che prosegue ad essere vivamente eceitata in entrambi i paesi contro la Prussia e contro. i trattati militari. Il go.verno ùavare$e consent\ a togliero Landau da] numero delle fortezze, benchè ciò fc,sse in opposizione col tral!alo conchiuso colla Prussia, in forza del quale quella piazza doveva anzi essere posta in pieno assetto di guerra, per essere, una delle piil prossime alla frontiera francese. Sembra però che il govel'no pr ussiano non abbia veduto in ciò un a lto di ma lvolere e che siasi r.eso perfettamente conto della diffìci le posizione in c11i si trova il ministero bavarese, per cu i non conveniva spingerlo A partiti estremi ; esso si contentò di esi-gere che Landau fosso conservata nello stato esistente e che la guarnigione si rid ucesse a due soli battaglioni. Nel Wurternberg l'agitazione dei partiti continua vivissima. Alle dichiararazioni del p[lrtito clernocralico anti-mi litare, il partilo eh-e si de1~omina .t~desco, composto dell'a lta borghesia e dtille principa li ·notab1ht.à del paese, emanò una contro-dichiarazione in cui propug1rn il mantenimento delle condizioni mUitari del r egno, qu;1fi esse sono attualmente e delle relazioni corclial-· men te amichevoli colla Confederazione del Nord . A queste dichiarazioni il pa rtito democra tico, assai piì.1 numeroso e i-o tra-prendentc, non ha ta rdato ad opporre una sua dimostrazione, reclamando J:abbaudooo dei trattati colla Prussia, la pir.oa autonomia del Wurtt•mherg, e la riorganizzazione dell"esercito secondo' le nuove i1Jee. Il Varnbùh ler che ha cercato finora d~ tener argine alla corrente. destregginndosi del suo moglio in mezzo a lle opposte tendenze, sPmlm,1 ornai stanco della lotta. e si parla fortemente del suo ritiro dagli ;iffari. Jn Austria il nnovo ministero può dirsi tuttora in un period<> ~i gestazi_one, non essendo ancora riusci to a comporsi definitiva mente , per cui nemmeno fu in grado cli precisare il suo programma . .Èl questo un sintomo evidente della difficoltà della, situazione presente e de.I prob lema che il Potocki si è sobbarcato all'incarico rii sciogliere. Tuttavia i primi p;i-ssi da lui fallii nel senso di una conciliazione col partito ceco sembra accennino a riuscir a bene, nello stesso tempo che le ire solleva tesi

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I CRO NACA POLITICO-MILITA n E

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Nella Spagna i movimenti insurrezionali provocali dalla coscrizione, dei quali facemmo cenno nella cronaca antecedente: furono energicamente repressi. Dei movimenti carlisti che s1 prccooizzarono. nuHa ancora si è fatto sen tire; anzi quel partito va perdendo ogni g iorno più ncll'opinio?e ?ol paese, ta(ch~ anche coloro i, quali erano finora riconoscrnl1 come capi, s1 ritirano dalla lolla. L'opposizi one nelle Cortes è poco numedi legge del governo sono votali a. r osa e fiacca· i pro(l"elli o gran maggioranza: di modo che in complesso la situazione s1 può ri te nere come assai tranquilla. Ciò non ostante es:a ò pur sempre gravida di pericoli e di incertezze, e la ques tio no_ del sovrano <la elrggcre rimane pnr sempre insoluta. Alle antiche candida ture se no vennero ad aggiungere in questi g iorni delle nuove, tra lo quali quella del principe Jìoderico di Prussia e quel la del conto d'Eu, fìglio del duca di Ncmours, quello stesso che ora ha chiuso cos\ felicemente la guerr a del Paraguay. J

R[VISTA. TECNOLOGICA

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La pubblica tranquillità è sluta nuovamente turliala in_ questo mese in alcuni punti del territorio italiano, per opera c\1 quelle stesse fazioni che avevano tentoto già, sebbene inutilmente, di levaro il capo a Pavia ed a Piace nza. Du e bande riusciro no a formarsi, una di 300 in dividui, a Cat.anzaro. e un'altra di forse 60 quasi alle porte della capitalo dol H.cgno, nelle Maremme: L'opera sollecita e vigorosa delle truppe troncò ben ~resto ogm speranza di successo 11i facinorosi, i c~i promotori polcron~ scorgere dal contegno dene popolazion 1, m ~czzo_ allo qual~ alzarono la band iera <lol la ri bell ione, quanto s10no disapprovati i loro tristi conati. Alla Camera ha a,•uto termi ne oggi stesso la discussione del bilan cio dclla\i,uorra del 1870 incominciata il giorno l~. Secondo Je riduzioni sl~ proposte dal ministro della guerra il 7 marzo, il 1>ilnncio non importava più che una spesa di L. 134,274,'110: questa è stata ora r idotta a L. 132,306,338 : cioè 126,244,548 per le spese orclinallie; 6,061,790 per le straordinarie. 0 ""'i fu anche distribuita la r elaziono della Commissione milita;: sui provvedimenti finanziari relativi all'esercito, la quale propone un' economia definitiva cli 15 milioni sul bilancio del 1871. Deducendo lè spese inscritte pei carabinieri reali, il vero costo del!' esercito verrà ridotto a circa 101 milioni e lt2 dei quali 5 e più per la parte straordinaria.

. Ji. laccl,i,u, ,lei capitano ,li artiglie,•la. Fea•dioando Lu l&lonie tt, ,ta t)elare l'i,mesco ,tei laccli·i da car1,wce 11e1• le tt'l'Uti a 1•elt•oct1~ictr.

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Tutto la nos tro cartucce per fuci li, carabine o moschetti a retrocarica sono forni te dei cosiddetti tacchi, i quali, dopo essere stati innescati, sono ricoperti di un el isco di carta per nascondere la polvere fulmin ante che, se rimunosse scoperta, verrebbe accesa ad ogni teggicro fregn mento con sicuro pericolo di coloro che sono destinati a maneggiarle cd a trasportarle. O'altrondo fabbrieala la cartuccia, la polvoro fulminante rirnonondo .a con tallo con l'ordinaria polvere da fuoco, form a un miscuglio pericolosissimo, che è cagiono dei tristi avven imenti più volle deplorati nel disfaci men to dello cartucce guas to o di rifì uto. Col velamento degl'i nneschi adunquo si rimuovono le òause di non pochi dirnstri. E quel distinto ufficiale d'artiglieria .cbo è il capitano La Monica pensò a ragione che il lavoro dol velamen to dei lacchi, eseguilo per mano delle lavo ran ti, r iesce tro ppo lungo e dis pendioso. dovendosi unire successivamente ad ogni tacco un disco di carta intriso di gom m~ arabica. Questo · lavoro richiede necessariamen te una certa attenzione, per incollare i dischi ·da velnmenlo. in g uisa che nò per volgere di ttlmpo, nè per il maneggio successivo e quasi continuo dei tacchi abbiano a scoprirsi gl'inneschi. Tali r iflessioni spinsero il La Monica a intraprendere dogli studi per sostituire all'opera della mao o quella di un meccanismo, che ·soddisfacesse alle due condizioni di economia, e di precisione. Il sistema inventato dal La Monica si ridu ce a sottoporre i tac('bi -da velare a tre oper azioni distinte e consecutivo cioè : um ettarli con salda di gomma arabica; poggiarvi iu cim a i dischi


...I 306

nlVISTA

di carta tagliati dalla stessa macchina ; e calcare questi dischi in "Uisa da farli aderire completamen te. A ta l fine si ripongono. i ta~chi in e.assetto (pa lmelle) ciascuna delle quali ue contiene dieci, disposti in doppia fila che _rimangono trattenuti per gli orli dal coperchio in cui sono pralica:e due foncliturc trasversali. Le palmelle così preparate sono introdotte, l'una s1Jll'a llra, in un condotto vertica le comunican te con allro condotto oriz~ zontale, ove lo palmelle passano successivamente una per volta, in guisa che ognuna è spinta dalla seguente. Ciò avvirme mercè il movimento di un pezzo superiormente.piano, il quale andando indietro lascia cadere l'ultima palmella del condotto verticale, che gli si trova sovrapposta, cd avanzandosi la spinge sollo gli' or"alli meccanici che debbono compiere il lavoro. È evidente eh: tal lavoro si esegue nel tempo dell"aodata indietro di ques to piano, e precisamente quando le palmelle giunte nel condotto, orizzontale restano immobili. Affidati ad aste verticali si muovono contemporaneamente, dieci pennelli, dieci punzoni e dieci calcatoi, i quali sooo tutti disposti superiormente al condotto orizzontale delle JJalmelle, I pennelli sono destinati ad attingero da un recipiente mobile· la salda di gomma 11rabica, e quindi inumidire i tacchi contenuti nella palmella, che si arresta al disollo di essi. I punzoni, sotto cui passano due strisce di carta, tagliano, con l'aiuto delle corrispondenti matrici, i dischi necessari, e li accostano alla superficie superiore dei tacchi già ingommati, che si trovano nella palmella ferma ta in direziono dei punzoni medesimi. I calcatoi, compiùno il lavoro, facendo aderire i dischi di carta posati incima ai tacchi della palmella che, spinta innanzi, si ferma ancora ,ollo di essi. Finito il lavoro, le p:ilmelle escono dalla macchina,. e discendendo per un piano inclinato, vanno a posarsi sul banco .. Il movimento di ascensione e di discesa dei pennelli è combinato col movimento orizzon tale del recipiento, ove scorre lasalda di 0o-omma arabica: cosicchèessi primas'inting,ono di gomma, e poscia battono sui tacchi. La salda di gomma arabica è versata: in un recipiente a doppio fondo dello di alimentazione, da cui_, cade in determinata misura nel recipiente mobile testè ~ddilato •. La carta necessaria, ·preparata a lunghe strisce, è sostenuta in rotoli, passa tra i p·uuzoui e le matrici da cui vien tralla, con movimento intermittente da due cilindri: essa perciò rimane· ferma quando i punzoni la tagliano discendendo. Sotto le due file dei calcatoi scorrono due bindelli di cotone, che passando tra gli stessi cilindri, ricevono il movimento me-

TECNOLOG ICA

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-<!esimo della carta; i calcatoi premono sui dischi battendo sui · nastri. Con questo mezzo il La Monica ha non solo ottenuto un lavoro perfetto, ma ha evilaf.o l'inconveniente manifestatosi nei primi esperimenti cioè che i dischi da velam eDlo do po certo tempo si allacr.avano più foci Imente ai calcatoi che ai tacchi. UÌ1 sistema di ruote dentate trasmette i movimer1,ti principali: l° Ad un asse situato superiormente al la mncchina, il quale ,è mu nito di tre eccentrici, che modificano e trasmettono il moto ai pennelli, ai punzoni, ed ai calcatoi; 2° Ad un asso che fa ·da organo intermedio per comunicare i l movimento ai ci lindri; 3° Ad uu altro nsse che con l'aiu to di una manovella e di un vette (b·ìella) dà un movimento di 1,a e 'V'ieni al pezzo destinato a spingere le palmelle, il quale a sua volta muove il recipiente mo bile della gomma, e quest'ultimo muo\'e poi il -fondo mobi le del r ecipiente di alimentazione. L'eO'etto utile della macchina dipende dal numero dei giri -che compie in un minuto l'asse rlogli eccentrici. Esso in media va dai 25 ai 30. Calcolando sul velamento cli dieci tacchi per -0gni giro, si o~lerran no da 150 a 180 m ila tacchi velali in 10 ore di lavoro. Tenendo presente il tempo che si perde nel mettere a ·posto i rololi di carta da tagliare, e gli sconti per allro insignificanti, il La Monica riduce il lavoro ad un minimo di 150 mila tacchi velali in dieci ore. Si vide già dagli esperimenti, che con questa nuova macchina .si econom izzano le spese pel taglio della carta, q11elle · per l'acquisto degli attrezzi necessari p(~r lal'orare, e più che la metà del le paghe delle lavoranti, senza tener conto di altri Tisparmi minori i quali basteranno a compeusar,e le spese di manutonzione. In una parola il vantaggio che potrà r icavarsi dall 'adozione di questo sistema supera il 75 per OtO, il che rende pregevolissima l'invenzio,rn del capitano La Monica anche dal lato economico, come lo è per la precisione del lavoro. La macchina di cui parliamo è stata costruita nelle oflìcine -çe.lla Direzione di Artiglieria di Bologna e alcune sue parli più ·i mportanli si sono fatte nel laboratorio di precisione di Torino. Essa è $lata in aziono un mese circa, lavorando 6 ore al giorno, ,e non ha sofferto per nulla , sia· quando era .mossa a braccia. sia quando lo era col vapore. Nello sperienze eseguite si è verificato che la macchina di1 un risparmio dei 2/3 sul numero ,delle lavuranli.


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RIYJSTA

Il car,•o-cuclna del ,naggiore t::ontarini, per le tru11pe i1& c ampafJIU«.

Vari esperimenti falli in questi ultimi anni, particolar mente nell'esercito italiano e nel russo, hanno richiamato l'attenzione dei militari sui carri-cu cina, dei qua li sono riconosciuti in massima i non pochi vantaggi poi servizio di cam pag na. Cosl è già nolo Ira noi e all'estero il carro-cucina inventalo dal maggiore Pietro In riti e sperimentato con buon successo sia da apposita Commissione a Bologna, sia al campo di Somma nel 1869, sia nell e grandi 1nanovre autunnali <lei 1° corpo d'esercilo. Or n el ment re si esamina quale sia il modello che meglio convenga di adottare, sembraci sia prezzo dell'opera l'offrire la descrizione di un altro di questi carri-cucina, iùcalo fin dal 1862· a Pizzighettone dal maggior e del genio conio G. Contarini, dolenti di no n potere per mancanza di s pazio pubblicarne g li accurati disegni che l'autore ci ha inviali .

Descrizione del ca1·ro-oucina. e La forma del carro-cucina è presso a poco quella dei carri da battaglione coperti.

La lunghezza de l corpo del carro senza le slanghe e senza· il gradi no posteriore è di . . . . . . . . . · metri l, 60 · La sua larghezza misurata dal piano esteriore delle pareti . . . . . > l, 20 La sua alleùa dal piano di terra senza la coperta » 2. 25 La sua altezza dal piano <li terra con la coperta » 2, 80 Le s tanghe sono lunghe . > 2, 00 Il gradino posteriore è largo . > o, 40 Il piano del carro ò form ai.o da un folaio di legno ricoper to· di grossa last ra di ferro. Le pareli la terali do un telaio di ferro, ricoperto di sottile lastra di forro. Le pareli tino a!l'allczza di un metro dal piano superiore del" carro sono fisse al dello piano e forma no corpo con quello.

TECNOLOGICA

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Oltre un metro sono unito ad arpione o bandella per poterle alzare, abbassare o togl iere por lu ragioni che si diranno in seguilo. Nella parte postoriore del carro al di là dell'asse è stabililo un forn ello in ferro capace di qua ttro marmi lle. Il forocllo, tutto in ferro, è com posto di un piano di base e di duo pareti cilindriche concrntriche distan ti l'una dall'altra 10 centimetri che formano il corpo del fornello. La parto interna è di lam iera grossa, quella _esl~rna _di _la: miera so ttile ed ave nte di trallo in tratto alcum piccoli fon sopra diversi ordini onde lasciaro libera azione all'a:ia. Nel disopra lo due pareti sono riunite da una lamina grossa di ferro a crocr, che viene a formaro 4uat1ro settori, noi quali vengo no introd otte le quattro caldaie che servono por la cottura del rancio. Alla porte posteriore avvi il focolare con rotativa chiusura . II forno abbraccia tutte le quattro caldaie, cd il fuoco esce por un tubo lungo 40 centimetri coll?cato nella parte anterioi:e sul piono do l carro, qu indi entra in un al tro tubo porp~ncl1colarc al primo o lun"'O puro40ccntimetri e traver so, m,~dian te un altro tubo luogo ~n metro, un cassooo in ferro il quale coolieoo l'acqua, cho viene cos\ ad ~ssore continuamente riscaldala. L'acqua è contooula in un cassone di lamiera sottile di f:rro sta"'nato nell'intorno, collocalo al disotto nella parto anltmo re dei° carro, e s'introduce per un foro con coperchio a vite praticato sul piano del carro , ed esce per un rubinetto collocato estern amente. L'uscita poi del fumo ha luogo mediante un tu bo che comunica sulla parte des tra. Un g radino formato di lumi era di forro lung? quanto. la larghezza del carro copre e ripara il tubo, o lascia maggior ~o-. modo por quelli che devono atLPndere alla c_o 1.1fez1ono d~I rancio. Sollo al dello g radi no vengono collocaL1 1 padel lolt~. . Le caldaie sono di rame eù hanno il loro coperchio che H chiude er meticamente a doppio incastro, e nel centro del medesimo avvi uno spiraglio ' por da r esito al soverchio condensamen to cli vapore. 1 padellolli sono della medesima form a dolle caldaie . li condimento viene coufezionato da principio, ed una volta pr onto si tiene al caldo sotto al g radino. Tolti .i padallot~i si rimettono le caldaio con l'acqua occorrente, la qualo v1eno


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'l'ECN OLOGICA

RIVISTA

aumentata al bisogno con quella del serbatoio, che serve infine a lavare le caldaie e gli altri oggetti ed attrezzi di cucina. Nei rilti del le pareli all'estrem ità superiore trovansi stabilite due picco le staffo, entro 1~, quali s'incastrano 4 semicerchi di sottile reggia di ferro, e sopra i medesimi viene col locata una tela per riparare. iu caso rii pioggia l'interno del carro. La suddetta tela si prolunga s·u1 dinanzi fino a coprire il piano provvisorio formato sul lo sta nglrn per la collocazione dei garnellini, e si appoggia su due braccia sporgenti che si allungano a .seconda 1iel bisogno. Su l di dietro la tela vie.ne a coprire la banchina, appoggiando~i sui ferri CÌIP forman o ringhiera alla medesima. · Questa banchinA . sulla quale si monta mediante un gradino come quelli comuni delle carrozze, serve pPr dare agio ai cucinieri di accendere il fuor.o, essendo in quella parte collocata la bocca del fornPllo. Sotto al carro sulla parte posteriore havvi un graticcio formato _da sottili verghe di ferro dove si colloca la legna necessaria. Ne ll'inte_rno del carro addossate alle pareti sono stabilite duo banchine, le qua li si sp iegano e si ripiegano ondo poter tagliare la carne e preparare il padell otlo. Addossati ed attaccati a lle pareti vi sono pure gli attrezzi necessari di cucina. I.e due parti delle ~are li, che sono mobili e si ripiegano, servono e per dar aria al carro in caso di bisogno e per avvalersene come tal'ole di s1~rvil.io, essendochè esse ripieo-anclos'i a ll'infuori rimangono lratlt>nute da due cate.nclle Jator:li che le obbligano a . rimanere orizzontali, e per distribuire il rancio come si dirà appresso. · Le stanghe hanno una gamba mobile di sostegno. la quale serve a tenero il carro orizzontale. Sopra le stanghe, quando devesi distribuire il rancio, si co-llocano le duo parti mobili del le pareti, le quali si tolgono fa·C1lmente essendo, come fu detto, unite con arpione e bandella. Ess~ vengono appoggia Le su l piano del carro da una parte ._ e dall iìltra sopra una traversa di legno che unisce le due g11mbe mobili. · . !',opra questa impalcala provvisoria si mettono i gamellini e quindi i cucinieri stando sul carro possono facilmentf~ riempirli'.>

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0

E11perimenli •ulla polvere da cannone in lngl,ilter,•,i.

Ecco alcuni ragguagli intorno alle recen ti esperienze fatte in Inghilterra sulla polvere da cannone, la quale preoccupa molto g li artiglieri in quel paese. È nolo cha la forza di una data quantità di polvere varia secondo le proporzioni dei suoi componenti, secondo il metodo di fabbricazione, la forma dei granelli e il modo d'accensione. E noto del pari che nel la polvere . si di~ti,ogue la- forza propulsiva, ossia quella che lan cia il proietto, dalla forza dilaniatrice ossia la pressione esercitala dai gas contro le pareti del canno ne. Di sorta che si può fabbricare polvere che possegga in sommo grado ambedue queste forze. oppure l'una di esse io maggior grado. Prevalendo la forza dilaniatrice i I cannone so!Trirà assai, ma iJ ·proietto non sarà gittato molto lontano reiativamenle al la fo rza svilu ppala. Por contra ee prevale la forza di proiezione, il c11nnon0 sarà poco tormentato in proporzione -della velocità iniziale che avrà il proietto. Fino a poco tempo addietro nulla di preciso conoscevasi su .queste due diverse azioni della polvere, ed ancora oggidì sono sconosciuti alcuni particolari, nè sono deOnilivament.e formulate le leggi dei fenomeni che accompagnano l' esplosione della polvere so tto le svariate coorlizioni in cui quella suole accadere. Piohert., Dalgreu , Mallet e Lynall Thomas furono i più chiari ·scienziati che studiarono q11Psta interessante questi one. E il governo britannico, riflellendo ai risultali pratici ottenuti in .America cd in Francia , ordinò io questi ultimi tempi estesi -0speri"menti per istndiare le seguenti cose: 1° La forza di precisione sviluppata dalle diverse qualità di ·poh•ere contro le camere dei cannoni rigati dei..cliversi calibri e le leggi che regolano codesta forza. 2° I vantaggi comparativi delle varie polveri adoperate tanto fo Inghiltena quanto all'estero, per .quanto lo permetta la ,possibilità di procurarsi le polveri da sparo strani(~re. 8° La diversità negli effetti secondo il punto in cui si ac,cende la carica nella camera .

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312

4° L'influenza della lunghezza del\' anima dei cannoni sulla· velocità acquistata dal proietto alla bocca del pezzo. 5' Il vantaggio de lla carica di cotone fu lminante nei cannoni di piccolo calibro rispetto alla carira con semplice polvere. 6° La forza comparati.va delle varie sostanze esplosivè conosciute. . Fu inoltre ordinato di sperimentare qua !f1 qualità di polvere· - s~a la m1g l1ore pei cannoni di grossri calibro, <l q;uali polveri S\ano da scartarsi, ponendo in seconda linea come meno impoTtanti le ricerche sulle polveri pei cannon i di piccolo cal.ibro. A tal fine nel maggio 1869, fu nominata una commissione per fare sulle più larghe basi questi studi. In qnale, come narran_o · 1'A:my _a;nd_ Navy Gazette ed il periodico The engineer (d~1 quali abbiamo attinto in parto le presenti notizie) hil pub-· bhcato la sua prim·a relazione, che disgraziatamente contiene pochi particolari sugli esperimenti eseguiti. Furono esperimentate 15 differenti qualità di polvere. ma la relazione parla di quattro sole·di esse, ci oè della polvere· inglese di servizio R. L. G. (Large grained ri(le poweder) che è uoa polvere a grani grossi; della polvere prisma tica russa ; della polvere Petlet campione 1867; della polvere l'ebble n• 5 (a ciottoli) ultimamente adott?la. La Large grn,ined ri(le poi.ceder che i francesi hanno trovato d'une f01·ce brutale, nello sperimentarla coi loro cannoni di ghisa c<irehiali, è di combusli o1,1e rapidissima ed ha una potenza ba listica g-rand issima , quando si adopera coi cannoni alquanto corti, come sono gli alluali cannoni in.o-lesi massirrÌò· . . o ' poi coi cannoni c01·tissirni come quelli' che fino a quattro o cinque anni fa si preferivano per le corazzatfl. Per ottenere uya grande velocità iniziale dai cannoni corti è infatti necessaria una polvere vi·v·issìrna, ed ecco l'origine della polvere a grana gro~sa inglese, la quale riesco ad imprimere al pr oie tto di 150 libre del cannone .di '7 tonnellate u1,1a veloci là d.i 425.. a 13.0m a secondo, men tre con la polrer e francese non si può ottenere con lo stesso pezzo se non una velocità iniziale minore· anche raddo ppiando la carica. ~ impiccioljli poi i calibri dei cannoni per avere una maggiore azione ]JM'{orante e per migliorarn le Condizioni di ljro e di r esi~tenza . dei pezzi, gl'inglesi si accorsero che la loro la?·gt graine!j, r·ifle powder· era soverchiamente viva, e cominciarouo a stud iare le polveri prismatiche prussiane ed aJlre 1;o lveri a combustione lenta . ·

313,

TECNOLOGICA

fllVISTA

Dopo molti studi ed esperirmmti sul grado di compressione o su lla forma e gra nrkzza doi grauelli sembrava che la polrere Pelle.l (polvere a cappelletti provvisoriamente impiegala anche da lla marina ilaliana) fosse stata la più conveniente. Questa. polvere è formata di cilindrelli buca ti, seco1.1do l'asse, per circa metà del la lqro lunghezza ed ottenuti comprimendo in apposi ti stamp i la solita farina terna1.,ia fino a che raggiunge la den- · sità 1. 75 . Essa presenta i sol iti inconven'ienti dl,!IIO polveri' compresse a g rani mol Lo grossi, cioè irregolaril/1 negli effetti per poco elle la fabbricazione non sia sempre perfettamen te la st('ssa, diffico ltil di ti<asporto seo1.a sgretolare la polvere, ccc .. Ma olt.re di ciò sul finire. dell'estate scorsa gl' inglesi si ~ccorsero nei loro sperim enti che la po lvere Pellet non era ugualmente adatla per tutti i cannoni; onde il gove·r no britannico fece sospendere la fabbricazione di tale polvere per aspettare g li studi della ccnnata commissione. r:cco intanto lo' specchio dei risu lt9li ottenuti con le qua ttro ~ual ità di polvere acconnate.

PESO DENOMINAZION E

ctcila carica

VELO CITA' in met.ri del p,·oie tto

PRESSIONE massima

per

alla bocca

cent.. quadr.

chilogc.

secondo

tonncillate

Di servizio R. L. G.

13. 59

397. 20

195. 4

Russa prismatica ..

14. 50

409. 80

134. 2

Pellet (di servizio)

93. 59

401. 40

114. 2·

Pebble N. 5 .. . .

15. 89

4~2. 20

100. 6

in

per minu to

)Il

Qu,eslc cifre di mostranq çhe la polvere Pebble n• 5 produce i migliori effetti net cannoni di grosso ca libro. Im p<'rocchè mentre la polvere ordinarià a grossi g,rani < n. L. G.}> cimeuta ogni centi metro qua.drato del pezio per 195 to1;Mllate ed impàrtisqe al proietto mrn.velocità di 397"', la polvere Pebhle n• 5 èlà una veloci tà maggiore, e, ad onta del maggior peso della .

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RIYISTA

carie~, cimenta per 100 tonnellate per centimetro quadrato le pareti del cannone. Onde un cannone caricalo con polvere R. L. G. a grani grossi dovrebbe presentare una resistenza mollo maggiore che se fosse caricato con polvere Pebblo n• 5 .a ciolloli. Le ccnnate sperienze rurono falle col cannone liscio del calibro _di 20 cen_lime lri o con proietti cilindrici di ferro pesanti 81 cl11logramm1. Resta a vedere se eguali effetti si avranno coi cannoni rigati. Qui sorge naturale la dornnnda corno accade che una polvere che nell'esplodere esercita so lo la pressione di 100 tonnellate ~or ~enlirnetro ~uad rato contro le pareti del cannone possa 1mpr1merc ~uas1_la stessa velocità ed anzi maggiore (412•) di qu~lla che .1mpr1me la _polv·ere chu cimenta quasi riel doppio (19o ton.) ciascun centimetro quadralo delle pareti iuterne. I matematici non potrebbero risolvere un !alo problema. Per ora !'_unica cosa cho può dirsi si è che la polvere Peùb lo che è la me'.10 dilaniatrico Ji quello sperimentalo, comprime ~eno lo pare~1 della camera del cannooc•, e agisco piì1 e!Ocacem!:'olo sul pro1otto stesso. Qnesla polvere abbrucin più tentamento d.ell'a l_tra. a grani grossi, il che induco a credere che il proietto ·sia già 1n moto coloro quando la polvere sriluppa la totale sua forza. li rapporto. d~lla commissiono descrive nncho il Cromoscopio Noble cho s.1 e adoperalo per misurare lo tensioni dei gas delle polveri nell' mterno dei pezzi e riporta le cune di tait tensioni.

Sperimenti coi fucili "'crudi e JJ'tind in Au.<llriti.

Le questioni importanti che le violenti diatribe dell'Arkolay sollevarono presso tutte le artiglierie della Germania hnnno, s~ non_ altro_. _ol~enulo_ lo sc~po di promuovere non pochi eaper1me~t1 prat1c1, 1 quali formscono preziosi risultali alla scienza. Cos) m Au stria il ministero della guerra ordinò più volle delle

TECNOLOGICA

3·15

prove comparative fra i cannoni lisci e quelli rigati . E ultimamento noi fine di indagare se r ea lmente, corno pretendono distinti uflìciali d'artig lieria austriaci , sia impossibile ad una hatteria di combattere con probabilità di successo entro la cerchia d'aziono del fuoco di fu cileria nemico, furono intrapresi interessanti esperimenti di tiro . per isludiare gli effetti dei nuovi fucili austriaci ciel sistema Werndl, o dei fucili trasformati del sistema Wiinzl, a grandi distanze o contro , •arie specie di ri pari. Questi esperimenti ebbero luogo sullo lande di Simmering presso Vienna. Il giorno 26 aprile si fecero i seguenti tiri di comballimento col fu cile \'Verncl l contro un bersaglio che raffigurava una bn.ttoria d'artiglieria. Una compagnia di bersaglieri della forza di 206 uomini {Jager) aprl il fuoco a 90'.> metri di distanza, e su 1640 spari 126 dettero nel bersaglio, dei qua li 60 avrebbero co lpito uomini o cavalli dietro il parapetto. Gli altri proietti avrebbero colpilo i cannoni, i carreggi ed in parte uomini e caYalli della 2' linea. 11 fuoco durò 3 minuti. A 750 metri di distanza su 2470 tiri si ebbrro 258 proietti che colpirono; a 600 metri su 2266 tiri 299 colpirono. Alla distanza di 150 metri col tiro a Yolontù su 2730 tiri 322 colpirono. li tiro di combattimento di un plotonedi 68 uomini alla distanza pure di -150 metri offrl 272 colpi efficaci su 635. Dopo ciò una catena cli Liraglialori forto di un plotone, incominciando il fuoco a 450 metri di distanza ed avanzandosi fino a 225 métri sollo l'opera di for tificazione fece 1609 tiri dei quali 889 colpirono. In complesso le assicelle cho rappresentavano gl i uomini o· i caviflli furono tulle, tranne una sola, chi più chi meno colpile. Ancorchò si ammetta cbe in roa lti1 si ottenga appena un terzo di tali risultali, basta già quel che rimano per essere si-· curi che una balleria così presa in mira non po,,sa r esistere a lungo. Natisi eziandio cho la fanteria che attacca una batteria puè> quasi sempre tenersi bene al coperto, ed offre un bersaglio cosl piccolo da sfidare i colpi dell'artiglieria. Avviene altresì nel comballimonto cho gli uomini colpili spariscono, ed il fuoco degli assalitori si concen tra sui sopravviventi, mentre in questo prove esso è 5empro sparso sulla stessa masso, colpendo inutilmen te lo stesso punto pili' vo lle. Il 27 aprilo :,i fecero sulle stesse lande delle esperienze su lla penetrazione dei proietti coi fucili werndl o Wanzl, e si ollennero i seguenti risultali:


RIVISTA TECNOLOGICA.

I proietti lanciali con ambedue i e.itali sistemi di fucil i a 75 ,metri di distanza contro un parapetto formato con terra sciolta vi penetrarnn o per 18 n 21 centimetri; a :225 me!ri fJf\netrar o,no per 2.1 a 32 ce ntimetri . In un parapetto di terra pigiata, a 75 metri di dista nza , penetrarono per 10 a 11 centimetri ; <~d a ·224 metri penetrarono per 18 a 19 centi metri. I proietti del fucile Werndl scagliati alla distanza di 75 metri , ~ontro un morione allo metri O, 94, forma to con sacchi a terra, vi penetrarono per 21 centimetri; ed a 225 metri penetrarono per 16 eent.imetri. Quelli del fu cile Wa,izl invece a 75 metri .penetrarono 23 cen timetri ed a 300 metri 16 cen timotri. Un riparo di sacchi di cotone fu trnpassato a 75 metri di distanza; ma_a 225 metri i proietti vi rirnasHo conficcali . In una palizzata della spessezza di metri O, 316 il proietto del fu·cile ·werndl penetrò a 75 metri per 16 centimetri, e quello del fucile Wfozl 14 centimetri. A 225 metri il proietto Wanzl pe·netrò 65 centimetri. li rivestimento di gabbio Ì1i fu a 75 metri penetrato per 10 o 11 centimetri. Una blinda da cannoniere di fascine ed altra di cordame non opposero sufficiente resistenza .ai colpi tirali fi no da 375 metri di distanza. Nella blinda di -cordame i proietti cominciarono a rimanervi conficcali appunto alla detta distanza. Sopra una co razza del nuovo modello per ln zappa i proietti ·del fu cilo Wérndl a 75 metri pr odussero delle n9levoli impressioni e quelli del fuc ile Wanzl degli incavi profondi più di un centimetro. Col .fucile da ramparo in fine si forarono due filo di gabbion i fascinali. Il cn.libro del fucile Wer ndl è di 10, 9 millimetri; la carica è di gram mi 3, 96. li calibro del fucile Wanzl è di millimetri 13 g ·O la carica di grammi 4, 32. · ' ·

RIVISTA DI GIORNALI Giolf'nale del Genio 111-ilitare.

Nume1·i 16 e 17 del 1869.

Questi numeri , corredati di selle grandi tavole litografiche, ,contengono di.versi articoli sopra importanti applicazioni scientifiche agli usi militari. Cl li miteremo ad enumerare g li articoli. Inneschi elettrici per le mine, del colonnello del genio t"tu,striaco barone d'Ebner. Al razzo di Staleham, che in molti·paesi suole impiogarsi per l'accensione delle mine subaquee o deHe torpedini e che diede ottimi risultali al porto di Cherbourg, gli austriaci hanno soslituit0 gl'inneschi del colonnello d'Ebner, fabbricati presso il comitato del genio a Vienna. - Questi inneschi sono piccole cartucce di guttaperca cariche di un pre·parato alquanto conduttore e che la scintilla elettrica infiamma facilmente. Il filo conduttore attraver sa la cartuccia e presenta _entro di questa una piccolissima interruzione in virtti della quale, facon do passare la corrente elettrica pel filo , si ha la scintilla e quindi l'accensione della cartuccia. Il giornale descrive tutti i particolari della fahb ricazione di quest.i inneschi e conchiude dicendo che in tutte le esperienze fall e dal genio austriaco l'innesr,o diede ottimi r isultati. Modello di un ricovero coperto cli ghisa dura della fabbrica ,di Gr11son. Questo ricovero inteso a forn ire al le opere di fortifi·Cazione dei locali per quanto è possibile al sicuro dai proietti nemici, si compone di una serie di scompartimenti ciascuno -dei, quali ha « due pareti e un cielo formati da tre piastroni < curvi di ghisa a ura, tra loro collega-ti da chiavarde; il sistema < è quindi rafforzato da colonnette di sostegno e da catene oriz-< zontali. L'estradosso del cielo è spianato con muratura su


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RIVISTA

cui si dispone uno strato di terra di conveniente altezza, cd e un parapetto di terra può anche essere eretto lungo la parte e inforiore dello pareti per r enderne più effi cace la difesa . >

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DI GIORNALI

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Ripari da cost1·uirsi dalle truppe prima çlel combattimento. Il giornale r iporta per in lero la memoria del capi tano del gen io francese Richard su codesti ripari inserita nella Re1>ue Militaire F?'ançaise (2° fascicolo 1869). Il numero 18 dol giornale contiene i seguenti articoli ; Trivella 1'1·ouillet pe1· la costruz'ione dei fornet ti da mina, la quale e è forse quella che più di tutte potrà vantaggiosamente < essere applicata alle minr1 militari. >

Batterie da costa per cannoni montat-i su affusti Monorieff. Battipalo messo in az·ione dalla forza esplosiva della polvere pirica. Questo battipalo, inventato dall'americano sig. Shaw, fu nello scorso anno sperimentato con un buon successo a Filadelfìa e si raccomanda per l'economia di tempo e di lavoro.

Forni da campagna aust1·iaci. Modello Artmao n .

/lliliti.ir i•c h e B liilte r ,li B e rlino.

( Merzo 1870 ).

Mine sottomarine. Un ufficiale dell'artiglieria di marina svedese ha esposto alla, società militare di Stocolma i ~eguenti ragguagli sui progressi delle mine subacquee presso varie potenze. In Francia questa invenzione fu accolta con farnre m a si continuò a far uso contomporaooamento di torpedini che alla profondi tà di circa 15"', 70 hanno delle caricho di 1000 a 1500 chilogram mi di polvere . Altre esperie nze svariate si fecero con. brulotti incendiari , ma n on si ottennero r isultali decisivi.

In Inghilterra si adoprano m ine fisse sul fon do delle .acque, e nello maggiori profond ità miu o go ll(•ggiaoli 11d inlervallL Si stanno fa cendo delle ospPrit•nzc con brulotti incendiari e con to rpPdini ad accl'nsinne eli•llrica. · In Olanda si è adottato no sistema sp('Cia le di torpedini Plettri che. In Austria si è già ultimala la costruzione di -apparati completi pt1r la rlif<·sa di Lutti i por ti In Js1'('zin si snno sp<·rimentate dello mine contro tro grandi navi da g uerrn. Lo prime prove non riuscirono a ca usa della piecolezza <folla cari,·a. Lo stesso risul to lo di ude una nlina colla carica cli 150 chilng;-ammi siluata sotto la nav,,_alla distanza di m,,tri 9. 42 circa dal fondo <li ,•ssn. Pc!r con lro si eobo un otlimo risultalo da urrn mina C<1r ica cn n ch ilogram mi 7. 50 di diuamitfl al la dislanza di mdri O. 6i? a metri O. 94 dal fond0 <h•lla rnwo e con minti cariche di 350 chilogrammi ~i polver~ alla disl/l nza di rn tri 9. 42 Il mo1ri lH. 18. Si stn pure fabbricaado no hrulullo i11cenrliario in f<'rro . In Norvl'gia il comil/\lo cfi:IIH mine ritimH1 l'impiego <lolle mio<~ fì,$e al fnndo <lolle acq ue H d!l lle mino galeg-gianli ad intervall i comi' il mi!diurii per In d1fosa dt>i canali più irnporl:tnli <folla Norvegia. LI') Storlhiog ha at:cordato circa 5 milioni di lirn per l'acqu isto di rnalMi,,l i ,la mina e pella coRli nuazione delltl espPrit:>nze sullt:J lorp1·dil11. In Danimar,:a si è slahililo un piano completo di ch iusu ra del Knngudyb"t e dei cn nnli che immano alla radn interna di Cope11ha;;on come puro dPI s1111d tra li, isole clanesi. In Hnssia si it!CPro molte esp<'l'iH11zo con le torpedini e si compilò u11 reµ-o larnc11 l11 per un (\orpn apposito dus tirrato pcl servi;do delle merlesinw. Dnra11tu il 1869 se.llaota cadl'lli furono istru ii i a lh scuola d BI gPnio na va l · sull'n r tu dello minesnba1:quoo. Io Anwrica il snl'izio <11-.: lli• Uline è nffìdato ad un corpo speci_ala . lri si è stnhilita una qnnntità di stazioni p<'r torpedini, l'1mpian lo rl1·1lo quèl li fu r.o mpi ulo fì no ad ora n<1i fiorii di Porlsniouth, Boston, New-York. l'hi l 1d1ilphia, Norfolk, Pt•nsar.ola o lilare-lllantl . Un istituro apposi hl è dt'slioato all'islruzione degli u ftì cia li addetti 111 corpo dfl lle to r p1•1'1i11i. TIBcontem PT1lo fu costruito in Anwrica un batt -llu t11rpefl1ne in ferro della velocità di 17 nodi o della portat:i ,fi 350 lnnol'llatfl. Gli esperiml'nti fa lli con qmislo hall.tillo, il 9 dicembre 1869, furono coronali da un brillan te successo .

A NN O

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VOL . 11.

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RIV1STA .JJllH,IOGRAF'ICA

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

La 'l'élegrapbie llilltalre. par . TBIODOI\R F1x, capitaine d'état-rnajor. chargo en 1868 de dirig<.'r Ics expericoccs du camp de, Chf\loos (Paris, Taocra édilour, 1869).

Questa operetta è il sunto delle cùnfereaze fotto nel 1868 alla scuola di applicazione dello stato maggiore fran cese sulla ~<~legrafia militar e. Essa coolieue svariato notizie sulla telegrafia elettrica, la quale lutti sanno quanta importanza abbia acquistalo nelle moderne guerre; cosicchò non sarà forse disutil,) il dare ai nostri,lellori alcuni cenni delle cose più importanli ciel lavoro del signor Fix. relativamente al materiai(\ telegrafico francese. Nel 1863 furono intraprese delle serie sperienze al campo di ChOlons sollo la direzione di due uffiziali , signor Sch lulze e signor Charrier, intorno alla telegrafia militare. Queste sperienze pienamente riuscile dimostrarono la possibilità di seguire i movimenti delle truppe per celeri che siano. Ma siccome si comprese che è superfluo il voler stabilire una per enne comunicazione tra le varie divisioni operanti, così si stabilì di limitare la corrispondenza telegraOca fra il quartier genorale ed i corpi d'esercito per mozzo di fi li o corde da svolgersi lungo il cammino dello truppe. E difalli lo slesso signor Fix, che diresse gli altri sperimcnli eseguiti noi 1867 al campo di Chf1lons, pensa che per qunnto la telegrafia militare polrà essere utile alla slralegia in generale, altrettanto sarà inutile, anzi d'impaccio, sul campo di ballaglia. - Nelle piccole distanze una semP,lice staffetta è sempre da preferire al telegrafo olottrico. · Con queste idee s'intraprcsoro adunquc i nuovi !ludi n<.'gli anni 1867-68 al campo di. Chàlons, e si formò una brigala com-;posta di un capita110 di stato maggiore, 4 ufficiali di fante ria. 150 soldati artefici e conducenti, e 40 rra muli e cavalli per il trasporto e pel traino dei maleriali, Furono addetti alla brigala

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6 impi<.'gali civili ed un meccanico, e si stahilirono delle scuoio in cui i sotl' ufficiali, i caporal i ed i sol.tali ricevettero dagli ,impi ega ti un inSl'gnamonlo sui pri nciµii della lclegrafia o sull'uso degli apparecchi, montro d'altra parlo sollo la direzione del meccanico si perfHzionavano nel loro mE>.sliere. JI campo di Chàlons è pnsso a poco un rellar:golo doll'area <ii 31 mi la ettari quadrati. li terreno , pr_ivo di coltivuzione e poco /ll'Cideolato, present.a qua o là delle mac(:hie e delle piantagioni, cd è circondnlo da picc.oli cçrsi t!'acqna, sulle cui rive sorgono alcuni villaggi. Gli accampnmnnli che occupano una ·1inea di 7 chilometri luogo il corso del fiume Cheneu, hanno dietro il loro centro il villaggio di Gran-MourmC'lon. In questo -campo la brigata tclcgra!ìca era accampata all'oslc·emu sinistra presso l'origine dl'i Clwnou , e mantenevasi io comunicazione coll'ufficio telegrafico di Mourmelon mcdianle una linea sospesa ·su pali lunga 5 chilometri, e col quartier generale del campo mcrcè una linea stesa a terra lunga 3 chi lometri. Verso la fine la !)rigala era con Id truppe nelle grandi manovre, e fo rniva -una sezione II ciascuna divisione. Ecco fraLtaolo alcuni esperimenti esegui ti a Ch'alons. In un accampamento che fu eseguito alla prosonza dell'imperntore ,da tutto il corpo d'esercito, le sezioni telegrafiche seguirono le ,colonne, e collegatelo col quartier gcnorule all'ufficio civile di Mourmeloo inviarono r.ello stesso tempo dei dispacci a Parigi. Un'altra volta una se1.ione munii.a di nn carro di riserva prese parto nd unn ril'ogn iiione eseguita dalla cuvul leria; che si spi osfl fin presrn il campo di AUila, alla distanza di 8 chilometri dagli allondamenli, e di là trasmise con rapidità diver si ·dispacci. Al ritorno raccolse la cord:i. durante la marcia o giunse .al campo insieme colla cavalleria. Addì 30 luglio si formò una seziono composta di 4 ufficiali, 2 impiegali civili, 70 soldati, 5 carri o 30 tra cavalli e muli. Uno dei carri portav11 il bagaglio coi viveri ed i foraggi per 48 ore. li giorno innanzi eriisi stesa una linea sospesa a pali ·sino alla ferrovia che costeggia il campo per una lunghezza ,,di 7 a 8 chilometri. A mezzonolle la sezione si pose in· maucia ' e in un'ora arrivò sul silo ove doveva inlraprendere il prolungamento del ta detta linea, il che fu eseguito al cbiarore di lanterne. Sul fa r del giorno venliqualtro chilometri, di _linea erano già sLesi, e la seziono accampava a Verzy. La linea altraversava ~tourmelou-le-Grand, }lourmelon-le-Petit, SepL-Saulx, ,!es Petites-Loges, Verzy., il fiume Cheneu, la ferrovia, il canale


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DIDLI0GI\AF1CA

RIVISTA

graOa mi litare è noto doversi distinguere il fi lo per le linee ·pesanti, ossia quelle fornite di pali di sospensione, dalle corde, funi o canapi (cables) che servono per le linee volanti ossia semplicemen te adagiate sul terre.no naturale. Filo per -il mate-riale pesante. - Il peso considerevole e la rigidezz.a del descritto filo di ferro della telegrafia ordinaria, --anch11 quando abbia tre millimetri di diametro, l'hanno fallo escl ud ere dal materiale militare, e vi si è sosli luito in Vrancia il filo di rame dèl diametro lii millimetri 1, 6. On chilometro di questo filo pesa chilogrammi 22, 5 e costa 100 lire circa. Quantunque la resistenza al la trazione di questo filo sia un po' debole, tutlavia esso si presta a delle portalo di 200 a 300 ·metri; il che è utilissimo per il passaggio dei fiumi e delle voliate molto strette. Pali ed isolatori. - li descrilto filo cli rame si sospende a dei pali leggieri, lunghi ciascuno metri 3, 80, de' quali un carro --del treno può contenerne faci lmente 200. I pali si cacciano 1H~l terreno pe'r ci rca 40 cen limetri, e si fermano con palelli di legno. Negli angoli della linea si consol;daoo i pali con alcune ·corde delle haubans, 1e quali hanno ad uno degli estremi un nodo corsoio che abbraccia il palo, mentre l'altro estremo ò attaccato a un palello di ferro . Ciascun palo è fornito alla sua sommità di una sprangà sormontala da un rigooOamenlo sul quale si forza l'isolatore, l' su questo si fissa il filo mercè due ·O tre fori . Per la debita Jpggerezza si è sostituito agli isolatori di poJcellana quelli di gomma vulcanizzata (cnoutchouc) di dimensioni r idotte e della for ma di una mezza sfera vuota sormontala da un piccolo ci lindro anche vuoto. In qmJlche silo ov'è necessario lenèr la linea più sollevala sul terreno naturale si raddoppia l'altezza dei pali. collocando l'estremo inferiore di un palo sulla somm ità del l'altro e fermando l'unione mercè due col lari (anneaux de raltonge), muniti di una vile di pressione, la quale permelle di serrare fortemente l'uno contro l'altro i due estremi dei pali. Corde per il materiale volante . - In !?rancia si è ammesso che si debba limitare l'impiego del materiale telogratìco pesan te, cioè col 1ìlo sospeso, negli accantonamenti e negli assedii, ma che per le linee giornaliere siano da preferire le eorde adagiate sul terreno natu rale. - Anche le amministra·zioni civili si servono di queste corde quaDdo i pali sare.bbero imharazzanti. Così la rete telegrafica del la città di Parigi, etio è sì vasta e complicata, corre lungo le chiaviche avendo i con-

ed altre strade. I tratti della linea che attraversavano il campo· e i diversi villaggi avevano il Oln sospeso: tutti gli allri tratt.i erano formati con la corda adagiata sul terreno naturale. La linea era guardata da due piccoli posti di un caporale e quattro uomini ciascuno, e stette regolarrnen te io azione per °trentasei ore; dopo di che fu ripiegata da lla sezione che partì da Verzy allo 5 antimeridiane ~d arrivò col suo materiale completo alle· 10 1/2 antimeridiane al campo di Chalons. Il signor Fix descrive accuratamente nel suo opuscolo il materiale telPgraOco adoperato nelle descritte speri enze, e noi ci limiteremo ad accennare semplicemente le cose principali, ferm,mdoci maggiormente sui conduttori, pc~rchè se gii altri ap-- · parecchi sono stati tolti quasi senza modifiche dalla telegrafia ordinaria, sui conduttori poi, co me i più esposti ad essere danne•70 giali in guerra, i militari hanno rivolto particolare attenzione. Pi le. - È nolo che le pile che per lo pib si adoperano nella· telegrafia ordinaria sono quelle a due liqu'idi come la pila di· ~ Daniell a solfalo di rame o la pi la di Marié-Davy a so lfalo di mercurio. Quest'ullima è stata adottala in Fran0ia per la telegratìa militare, ma per evitare l'uso dell'ucido e del la soluzione salina si è sostituito nei vasi al liquido libero della seo-a tura di legno imbevuta d'acqua. i vasi si sono rivestili di feltro 0 . muniti di turaccioli . - La pila militare si compone di diecielementi o vasi chiusi in una CJssett.a a scompartimenti. Questo pilo si possono nggiungere le une alle altre per far variare la intensità della corrente- secondo la lung hezza della linea. Macchina so-rivente. - Si è adottato il sistema Morse. La· macchina col galvanometro e con lo scarica tore elettrico è assicurata sul fondo di una cassetta avente il coperchio, il lato frontale, od i duo laterali aprWili per modo che non occorrn togliere l'apparato dalla cassetta per servirsene. Conduttori. - In generalo le amministrazioni dei tele.o-rafì adoperano il filo di ferro galvanizzato (ricoperto di zinco) del di~metro di 4 millimetri, il quale pesa 100 chilog-rammi per chilometro, ed ha il limite di elasticità di 200 chilogrammi e·d. il coefficiente di rottura di 500 chilogrammi(') . Ma per la tele-(·) La sezione trasversale del detto filo essendo di mii!. quadr. 12, 57, è chiaro_ che il riportato li'.11ite di ~lasticità rispo~de a chilogr. 15, 91 7 per mili. quadr. E cosi pure 11 detto coefficiente di rottura risponde a. . 500 . · ch1Iogr. fa- 57 39, 78per mili. quadr. ; valori elle sono presso a poco. quelli generalmente adoUati in pratica per il fil di ferro.

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UlVJSTA

· duttori sospesi. alle volte di quel le. Similmente in Jnghillerra, ovo la te legrarìa è abbandonata al l'industria privala, alcune· ,compagnie awrndo la co ncessione esclusiva delle linee aeree,. sia sulle strade ord inarie che lungo le ferrovin, Je altre. sono obbl ignte a collocare i fi li- solterra. Queste corde fii Gli cond,utlori , che un invo lucro isolante ricopre e prol.eggeijper tutta la loro llwghezza. possono .imnwrgersi ne11·acqua o lasciarsi sull'erba umida senza che il loro isolamento ne scapiti, salvo-, i. cifsi .fortui ti, e si pos.sono distendere con una rapidi tà , superiore a quella della marcia delle truppe. Esse si sogliono fis- sare di distanza in distanza, mer cè ramponi a doppia punta. che socondo i casi si possono infiggere ne lla terra, negli alberi e nei muri. - Nell'attraversare le strade si sogliono prà-· ti care dei C'll naletli o solchi per collocarvi la corda, e sui margini di quelli si di:;pone della terra molle o del la salJ IJia. Vari sistemi si sono provali per avere un concl t;ttore pieghevo le, r esistente, ben isola to e di poco pPso. li volume della e.orda ha un'importanza capitah, : una corda cli diametro doppio di quello di un'altra avrà , sollo uguale lunghr.zza, un volu me quadrup,lo, e richiederà un numero cl i vetture quallro volte· maggiore per il trasporto. La resistenza all o sehiaceiamento ha uu:alta importanza , cosicchè so llo queslo riguardo il caoutcho uc. come sostanza iso lante è, in grar.ia della sua elasticità, superior~ alla g uttaperca. Ma la ·condizione che dove primegginre su tL1Lle· sj è la resistonza alla trazione. la quale è reclamata $ia dagli sforzi che dipendono dall'avvolgimen to e dallo svo!gimon toclella corda, .sia dalle scosse clrn vi possono imprimere i soldati e dal l'uti lità di potere quando occorre tener la corda sospesa per luoghi tratti. Io America s'impiegò lar gamonto durante la guerra una corda composta .di 7 Dl i di rame zincato contl' nuti in un involucro di caoutchouc vi;t lcan izzato. Questa corda è sot(ile, solida e resiste .allo sohiacci.:irnento, percl1è l'elasticità del caoutcho uc le fa ripigliare la _sua forma pri mitiva a oche dopo I.e pih forti pressioni. Nel ·1866 i Hrussiani adorir.Jrono la corda giù destinata per· la :linea ~ottomari1rn fra l'Ital ia e l'Africa; ma essa essendo r icoperta da ~rna spirale metallica risulta grossa e pesante. Negli esperimenti del cnpitan o Scholze nel 1863 fu provata una çorda di ,4 ,Gli d'acciaio rivesti ta di g uttaperca e ricoperta da u~ tessuto incatramalo. Essa aveva in complesso 4 milli- :met~i di ~liametro, e si rnfln lenoe iu eccellente stato per v/:).ri a:o-m. l{es1ste bene,alla trazione, ma si rompe faci lmente quando-

BIBLIOGRAFICA

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si producono quei nodi o pieghe che i Francesi dicono coques, i qua li sogliono nascere quando una corda è troppo forte e non si ha cura cli svoh1erla con diligenza. Dippiù l'involucro di gullaperca ha i ,iìfelli inerenti a questa sostanza,. cioè di scrostarsi sotto una fo'rte pressione. ·A' Vernon, nel 1866, si sµurimentò u'u a corda composta di c:inque fili d'acciaio, avvi luppata eia una spirale di ·co tone inca'tramato e chiosa''in un involucro di g uttaperca protetto esso medflsimo da un 'tèssuto incàtramato. Questa oorcla resiste rnolto bene ,llla lra'zione ma il suo poso ~ il suo diametro sono un po' forti; èlippiù la cor<.la eedo allo séhiacciamento quau'do è siLu.ala ' fra' cl Lie corpi duri. · Finalm ente al campo di Chaloos nel Ì868 fu sperimentata tfoa ·corda di cui un ch ilometro pesa '35 chilogrammi e costa 3'20 lire.- L'anima coriduttrfoe è formata da cinque fili di rame ben ricotti ed è circondata da una spirai!, di cotone bianco. 1 Sc•gùe l'involucro di gu ttaperca, indi un inviluppo cli stoppa, che fa da materia cedevole, e da ultimo una doppia spirale éomposta di due nastri di cotone intrisi di caoutcbouc vulcapizzato. Questa corda d/t uo passaggio facilissfmo alla corrente voltaica e ·1a isola "perfettamente. Lo ruote de lle vettùre e i piedi dei cavn lli non lianno su di e·ssa che nna deb'ole azione. 'D'altra parte il suo diainet'ro è troppo grande e la corda non hsiste alla trazione L'estensione comincia a 30 chilogrammi ·e '4'0 chi logrammi bastano por la rottura. « Al cominciare del'« l'estensione, il ramo può rompersi nell'interno ; la comui1ica< zio ne è interro tta, Clfè necessario un tempo lunghissimo su lle \ ' liòée. anche 'poco òstese, prima di trovar e il sito g uasto. Dippiù «' il rame è molle e i .fili sono Lalmen"te sottili che quando si ·« 'v9gliono ' fare dèlle éongit'rnzioni · per unire due corde , il col\>:'tell o col quale si distacca · l'iovi'lupp·o taglia ogni mo'rn è.nto il ·e è'oocl otfo re. Ris;Ìla ·da ciò una gran pefdi'ta di 'tem po, salvo « un'abi liU1 ~ii mn'n'o rara 'a trovarsi 'fra .i soldati. » "Per queste rngi'o1;i , forse non a torto il si'gnor Fix Qpina (pag. 2f.l) che si debba prn.ferire l'impiego di un'anima di ferro 1 o d'aceiaio ' nelle corde cbùdu tfrici n'on ostante la molto mio.ore ·conducibili tà dél fe ri:o . Egli aggìu nge '(pag. ·32, e 33) vari imporle unioni dei capi tanti particolari sul modo in cui es'òo-uire 0 • cl • uelle eorde telegrafiche • fra \1òro. , Frattan to è certo ehe le line'e 'volanti ~àbhandonate se'oz'a vigilanza su lla superficie del suolo ·son'o esposte a moltissimi tlarlni; ma os'serva il sig. Fix che 'c1u~llo che importa nella


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RIVISTA

guerra .è di nver presto una linen telegrafica, e cho in seconda linea vi11ne 111 questione della durala de lla comunic'lzione. 'La rottura di uua ferrov ia. Jic'egli, ha bnn :illra impor1a11za e il su0 restauro è ben ..i Itri menti lungo; nondimeno nPssuuo lìn ora ha condannato l'impi1·go dello fer rovie so lo pe>rchè il nemico può togliere le rotaie. Sim ili tentativi saran no de l resto meno frequenti che non si c_re1fo poichè la guurra ha <folle IC\ggi iueso rahili e gli _uomini difficilmente si espongono al rischio di e:;sere fucilati quando si tratta di non cagionare al 11emicc, 1;be un mediocre danno. Anche le primfl lince teli'grafiche stabilite in Europa diedero luogo a simi li apprensioni che l'<'sperit•nza Ila dissip,!tO co l tempo. Del r r>sto nun è giusto pretc!ntil>re che i condutto'ri elettrici abhinno in g1rnrra quella immunità dm certo noo hanno nè i più formidahili congegni <li g uerra nè gl'in. dividui portatori di dispacci. - Oo1fo per la t<l legrafìa ini litare il signor !<'ix preferisce adHgiare la corda te legrafica sulla nuda terra , salvo a impiogaro i pali nell'attraversare i villilggi o i boschi. Ca·rreggio. Il carreggio telegrafico francese è costitui to dai seg1wnti veieoli: l' li carro stazione ordinario, dPllO v.oitzire poste, è. diviso in due scompartimenti dei quali l'anteriorP, serve di uffìzio, e il post.Priore contiene i tamburi sui qua li è avvolto il fìlo. Questi tam huri poggiano coi l_oro assi sopra due sprang he di ferro le quali hanno appositnmente degl'incastri di distanza in distnnza. Su l lato sinistro dello scompartimento anteriore havvi un tavolo · sul qualeèavvitala la cassetta ddla .macchina scrivente. Su l lato destro esiste un sedi le per due lele.gralìsti, e sotto il medesimo ·sono le batterie. Una piccola finestra serve per ricevere e distribuire i dispacci. Ciascu n tamburo potrebbe ricevere facilmente 5 chilometri di filo, ma siccome esso pflserehbo a llora circa 130 ·chi logrammi. così si limita il carit;O a 2 o 3 chilom etri <li filo. Il tamburo può por tare un chilometro di corda grigia ad anima di rame o circa 2 chi lometri di corda amsricana modificata a selle Dli. 2° Il carro stazione c1·n Lrale. detto poste centrale, è consimile a quello descritto ma tutto il carro è destinalo ad uffic:io, perciò non porla lìlo. 3" li carro pel trasporlo del filo, dello cha,r iot porte-bobine, trasporla io media 36 chi lometri d1 filo su 12 tamburi, pali, ·piccllelli ed altri materiali. Posta volante. Nei paesi molto accidentati si ricorrtl a dei muli da

B1BLI0GUA.F1C,\

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basto\ e si ha così l'equipaggio da montagna detto posta volante. Una piccola tenda quadra e leggera fornisce un ricovero al telegrarista, e una tavola a tre piedi serve per montare l'apparecchio; il qnale insiomo con la pila e coo gli altri ordigni è chiuso .in cassette che si aprono di lato come g li armadi in modo che si possano estrarre gli utensi li senza scaricare il mulo. Lo svolg imento del fi lo si fa mediante una carrio la a mano ne lla quale si collocano due tamburi tolti fra quell i che portano i mu li. .La carriuola si può smontare io guisa da tras;iortarsi a braccia nei passi diflìcili . Stendimento delle linee. Il sig. Fix nell'esporre i particolari dello stendimento delle linee telegrafiche dice che nei terreni _piani la velocità media che si può raggiungere nello stendere .una linea è di 2 chi lometri all'ora col materiale pesante e di_ 5 ehi lornetri col materiale volan te. Nei terreni diflìcili la velo..cità è due volte miaiore, soprattutto nell'attraversare i villaggi. Personale. In guerra il servizio telegra lìco non fuoziorierà bene .se non quando i suoi elementi siano stati di lunga mano riuniti e ordinati in guisa da saper bastare a se stessi nelle diverse fasi di una campagna normale . « È dimostrato d'altronde che < il maneggio del materiale di linea esige un'educnzione che < non può dirsi completa in meno di due o lre mesi, dunque <1. à impossibil e improvvisare una truppa telegrafica nel mo< men to del bisogno. » Il personale civile, secondo il sig. Fix, ..del''essere bandito perchè quali che sieno i lumi e lo zelo degli ,impiegati ciYili, essi arrecano sempre impaccio nel meccanismo mi litare. Segnali. La telegralìa elettrica non ostante la sua potenza .può qualche volta venir meno attesa la difficoltà di consMvare in campagna la corda conduttrice. Nelle ritirate, o quando il -disordine impedirà lo stendimento della linPa, o quando lotto il materiale sia perduto o sia rimnsto indietro sarà necessario ricorrere ai segnali. Onde il signor Fix insiste sulla necessità ehe la truppa impiegata al telegrafo sappia stabi lire. manovrare ..e leggere i segnali, ed acc(\noaalcuni dei sistemi più semplici fra i molti posposti nei vari paesi.


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BIBT.IOGRAFJCA

' R"IYIS1'A

rDle tlieorie ·Uer sr.liie., sprii.jit&rate 11nd!ifie 'gésc'l io.•''Sbe1vef11myri11rclen'/étterwagen . Vòi ANtirtllA.s ·RuTZKY. Wien, rl870.

32~

le leggi sul moto del proietto e lo relazioni fra la forza di proiezione, la velocità e il moto del proiello nell'interno dell'arma. Il tulio è w;posto con molta chiarezza, semplicità di linguaggio e senza pompa di alla matematica. Ogni problérna trovasi, per. quanto.è possibile, trnttato con esi,ressioni facili a ritenersi, il 1~hei a l dir vero è il ,pregio caratteristico . dell'opera del sig. Ru tzky. ·,

(Teoria siill'azione clei p> rep·a rati esploJivi, e'' leggi sul moto dei proietti nelle armi da ftwcoJ . Quesl'opera ·recentissima è · un trattato ,CO'ruploto' e b~n ordinato di q uanto la seienza ha operato con ·esper'imenti e con calcoli 1per escogit.ar,e le forze dei preparati eSp·losivi, dedurne i princ1p11 fondam entali ed appli carli alla costruziorìe delle armi da fuoco. «.onosèero esnttamente 'la forza di tui sono ca-pa_ai quei ,preparati e il modo in cui essa vi è imprigionata , si svlluppa e può essere aumentata o dim inuita, è cosa necossn~iss(~lrn non s~lo per vedere qua le dei preparati •esplosivi sia 11 p1u appropriato per la ba listica, ma altresì per determi nare le migliori forme e dimensioni ·delle armi da fuoco e dei loro P:oielti. I~ . libro di c~i' parlia~10 offre un eccellente compend iò ' d1 tutto rio che fino ad ora fu scoperto o pazientemente cal-· colato :sulla forza dr.gli a,genti esplosivi, sullo comp licate leO'o-i deì moto dei proietti. sia nell'interno de lle bocche da fuoco nell'aria libera. La teoria sulla polvere ordinaria è s,'i luppata nell '~pera qua?to_ mai può esserlo secondo ·i più -recénti progressi d_el la ch1m1ca, della fisica ' e della meccanica . È pure tratlialo estesamente 1il , cotono fulmirnrnte, e sono esposti i vari tentativi che si vanno ·facendo per correggere i due suoi principal i di fotti, ,va le a direrla facilità ·di esplo·dei·o ·da se. 'e di alterarsi se ,r imane inc ito tempo nei magazzini. · L'opera tratta anche d,·gli altri mode,roi preparati resplosivi, ma ·man cando concludenti esperimenti sui medesimi anche perchè. in generale si va cauti nell 'esperimentare sotto tutti b"'li aspetti sostanze nuove quando le conosciu te raggiungono in gran parte lo scopo. la teoria su tale proposito è limilllta alle leggi ~enerali prendendo a base quel le della polvere ordinaria. L'ultima parte svolge gli effetti dello sparo nello interno delle· ~rmi, o _come di_ce l'autore, tratta della batistioa ·i nterna. SpiPga 1 metod i per nusurare la tenzione dei gas della carica esplosa,

ti~e-

1

Tat•ole fiti•wal·i ve per la inu>Vp ieoriti ,lell.'islrucione della fti,n leria,

Nel fine di agevolare lo studio e l'applicazione <iella nuova teoria mi li tare ora in corso di pubblicazio ne, un ufficiale dell'esercito pubhlica una serie rii tav·ole raµpreseo lanti i princirpali ··movimenti prescrilli da lla nwdesima, a cominciare da quelli . -che riguardano llistruzione individuale e di plotone sino a quelli ·di più battaglioni inclu,;ivamenle . , Le tavole finora ·pubblicate cornpri:indouo tutto le evolm:!_oni 1tli ·cornpa·gnia, ·ed ollre a ll'avere ·un certo •valore . artistico; ·le <posizioni ed i .movimenti vi nppaiono .rsallamente,rappt·esen tati .in · guisa da ovvinr0 1al l<1 fa lse interpretazioni per ottt>.nere1 qµe\ la mnilà . che è tan lo necessaria. ,Il pre~zo dell'intera ope1:a è ;jn ;ragione di (lentesirni 1.5 ogni itavoln. ;Pei soWufflciali è st11ta ·pubblicala un'edizione speciale,· e com1-p rende 1solo 1tulle ilo evoluzioni ,tli ·compilg11ia. l i ·prezzo è di .Jìrei2 85 lpcr eiascun·a coµia quando ,se ne preodaoo 'dalle 2(} ,alle 30. e ;di liro •2·45 -per un numero di copie :supeoiore al le BO. L'incaricato della vend ita è il signor C. G. GMlo, wia dei !Bardi, tN. 168, •·Firenze.


IUVISTA STATISTICA

RIVISTA STATISTICA

RUMENIA.

I piccoli Stati togliendo s pesso ad esempio i sistemi in:rngurati dal le grand i potenze continentali, ne segue che l'ordine, la regolarità e la organizzazio ne. interna vanno ma n mano pren·dendo piede stabi le dapertu llo. E alcuni popoli che avev;mo non ha molto solo un priricipio di civi ltà ma la ferma volontà <li entrare nella grande famiglia delle nazioni incivilite, hanno fatto in questi u ltimi tempi dei rapidi progressi. Così nel 1868, la Rumcnia organizzò su novelle basi le sue forze militari e -crqò un eserci to permanente sui principii .di quello prussiano. E siccome oggidì gli Stati hanno ancora assoluto bisogno degli eserciti permanenti, così le riforme della Rumenia tendenti .a metterla a paro colle altre po lenze, debbono considerarsi come reale progresso. Ecco adurique alcuni ragguagli $Ull' esercito rumeno tolti dalla Retme Mititaire Française di aprile e di ,maggio 1870. Anticamente le forze della Rumenia consistevano in m-il'izia e in truppe irreg 1llari. Un vero eserci to permanente non esiste.va. Mancando un ordinato censo della popolazione basato ·su documen ti regolari dello stato civile, non potevasi effettuare l' estrazione a sorte e g li arruolamenti e rano forza ti. Ciascun .,gruppo di ·cinquanta famigl ie doveva fornire una recluta e si

.'

33,t

può immaginare con quanta giustizia ciò poleva eseguirsi. La parte della forza armata costituente la milizia contava 5,000 uomini cd era comandata da un generale in capo, detto spatar,: che aveva seco un colonnello come capo di stato maggiore. Essa com ponevasi di 3 reggi men li di fanteria su due battaglioni; di 4 squadroni di cavalleria e di una balleria d' art(g lieria, la quale esistelle però lungo tempo solamente nf·i quadri , non avendo che i soli uflìciali inviati a studiare nelle scuolepresso altre potenze e ma ncando di cannoni, di munizioni e di' equipaggiamento. Per l'istruzione secondaria degli ufficiali eravi, una scuola militare, e pei medici una di chirurgia . Le truppe irregolari, si divi deva no poi in guardie-frontiere ed in carabinieri , detti derobantz . Le guardie-frontiere erano una specie di doganieri arma ti, raccolti n ei vil laggi di confine, o disseminati in drappelli snlle mo ntagne verso l'Austria, su lla frontiera verso la Valach ia e sulle sponde dtll Duoubio verso la Turchia, per sorvegliare i posti doganali e reprimere il contrabbando. I posti affidati a queste guardie erano numerosissimi e non meno di,n9, dei quali 154 verso l'Austria, 222 verso, la Valachia e 103 sul Danubio. L'unità amministrativa e di comando delle guardie-frontiera era il battaglione e di questi ne esistevano 5 della forza complessiva di 7,200 uom!oi. I carabinieri esercitavano invece la sorveglianza neìl'inter-no dello Stato e si reclutavnno nelle c;tUi e nei luoghi che non fornivano contingente per le guardie-frontiera. Ve n'er ano in, totale 4,700 formali in 3 squadroni . La durata del servizio era fissata a 6 anni, rna ordinariamente prolraevasi a selle. Jl congedamento era ogni ano o ragguagliato al sesto del numero degli uomini sotto le armi ed· a nnualmente si chiamavano altrettante reclute. Tutto sommato.. l'esercito rumeno, sH così pnossi nomare , contava 17,900 uomini oraanizzati solo per un ter7.0 circa in milizia rego lare. Non pot;vasi perciò consil'lerare risponden te ai bisogni del. pae_se, imperocchè, se pure fosse st,tto sufficien te a man tene: l ord10«: n el tempo di pace, non bastava però menomamente rn caso dr neutralità armata e tanto meno per una guerra ; nè era suscettivo di essere prontamente aumentato per la mancanza as-· soluta dei quadri e pel difettoso modo di reclutamento. Colla leo-o-e militare dcll'll giugno 1868 l'organizzazione delle forze rum~~e ricevette altro indirizzo e furono gettate le basi' per costituire un eserdto pr.rmanente. Giova però notare chedal 185'7 in poi si erano già fatti numerosi cambiamenti nel-


RIVISTA'. ,

333_,.

ST~,.'.1'.IS~I()A

l'esercito, r 0-mc1no,· di sorta: che la ,opganizzazione, prom,lllgata , nel 18,68 era stata ,g.1.à., proposta e acc(ltlata111ìn dag!i,anni 18641

UOM I NI

· e l&.65..

R~p,01.·t.o . . La cavalleria ha 4 reggimenti composti di 4 squadroni attivi e di uno squadrone di deposito e consta di . . . . . . . .

Gou!, que~la· legg,e sono divise lo forzo .in: a) Esetcito permanente colla rispettiva riserva; . bJ ·AJilizia composta delle antiche truppe irregolari ; cioè.; .g1,1ardie-frootiera e carabmieri o derobmizt; cl Gua.r.dia civica. ·

3,000

L'artiglieria conta 2 reggim~nti di 8. batterie .. ciascuno. La battl:)fia ha,6 .petzi, La foi:zl.\. totale è di . . • . . . . . . . . 2,200, • Il genio militare è costituito di 2 baltaglioni , da quattro compagnie l'uno ed . in ,com-:. plesso consta di . . . . . . . . . 1,300

La .nuov11. logge stabilisce la leva in ma~s ·1 e rende il servizio militare obbligatorio pi'r tutti i Rumeni dall'età dei 20 · ai 25 .anni. I coulingenti an nua li sono divisi mediante estra~ zione a sorte in due categorie: la prima fornisco <rii uomini per l'esercito permanente che debbMo sc'rvire 3 a~ni sotto le .armi e 4 nella riserva, e la seconda dà le r eclute per la mili.zia in cui la durata del servizio .attivo è fissata a due anni, e ·quello· nella riserva a 4. , I~

Esercito per-manente.

Il treno mil!itare è formato in 2 squadroni, i quali insieme ad Una compagnia d'operai; Una compagnia di invalidi ; Una cornpagn'ia, di disciplina, ed Un battaglione · ed una sezione çli pompieri. formano iii complesso . . • . .

900

La gendarmeria suddivisa in 5 squadroni ,e 2 compagnie . . . .

800 .

Totale

. T'iillo l'esercito permanente è ripartilo in 4 divisioni costituite ciascuna da 2 brigatfl. La fanteria è composta di linea. e di eacciatori. La linea·ha , '8 . reggimen~\ cia s1rnno di 4 biJ ltaglioni. J battaglioni ·(dei quali uno forma il deposito) sono . suddivisi ,i n 4 compagnie.

8,20(),

Adunque l' eserc~to perll!aoente è in co1pplesso · di • . . . . . . . . . .

o

8,200

2~.~0Q

il!ilizia.

La mi lizia consta di 30 squadroni di carabi12.000 nieri della forza di . . . .

UO>M·I NI

La forza complessiva di tali reggimenti e di 12,000 J ·cacciatori formano 4 battaglioni della forza di

14,400

Di 10 squadroni di guarhe-fro,nUera p.venti

2,400

Totale . .

15 ,000 27,000

27,000 49,600

Totale fanteria . . . 14,400 · 14,400

i


33+

RIVISTA STATISTIC! UOMINI

Riporto

49,600

·r

Guardia cil>ica.

Questa guardia fa il servizio della nostra guardia nazionale e consta di 33 ballagliooi della forza totale di . . . . . . . .

33,0:JO•

Bavvi finalmen te la marina che possiede 2 navi a vapore e G cannoniere con uo equipaggio di . . . . . . . .• .

400

Tul!o sommato la forza di terra e di mare in tempo di pace risulta per conseguenza di

q3,ooo

In tempo di guerra, mobilizzando !'esercito permanentEl e lo guardie-frontiera, i quadri consentono di portare il primo da 22,600 a 50,000 uomìoi, e le se!:Onde da 15,000 a 21,000 uomini , sicchò aggiungendo questi aumen ti all'effetti-vo di 83,000 uomini del tempo di pace, si avranno per la totale forza in tempo di guerra 116,400 uomini. Resta a sapere se i quadri così stabilili siano di già riem piti. L' 11Q'4l 'l 1869 vide conc<•ntrata in un campo d'istruzi one (il primo che si tenne nel la Rumeoia} un'intera divisione formata sulle nuove basi. Si può quindi arguire che le disposizioni por attuare la nuova leggo siano questa volta stato opportune od energiche, imperocch ò prima non si potè mai giungere a costituire un vero esercito regolare ru meno ad onta degli sforzi cho fecero molti ufficiali francesi che dimorarono per 8 anni in quella contrade.

IIA.RTINI

CAnto, Gerente.


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Fig. 8.

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LA _GUERRA E LA SUA STORIA

AVVERTENZA. Questa introduzione (•1) contiene Ieide~ che mi hanno guidato nello svolgimento dei due corsi, di storia ge-· nerale e di storia militare, affidatimi alla Scuola superiore di guerra nell'anno scolastico 1868-69, e è.he continuo a dettare. M:a se il contenuto è in fondo il mede~imo, la forma nel suo significalo più genetale è mutata d'assai. Alcune parti ho tolto, • altre svolto maggiormente, altre ho aggi.unto e al tutto dato nuova veste. 'in breve, nel riprendere l'argomento, l'ho affatto rimaneggiato; di guisa che è venuto fuori come opera . nuova, nella quale non mi sono preoccupato delle peculiari relazioni tra di essa ed un uditorio, un pubblico meramente militare, ma ho inteso far cosa cl:e avesse uno scopo largo e stesse indipendente, voglio dire che 1

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(1) Della quale pubblicherò in questa Ri'Vistct solo un capitolo,, in cui mi sono studiato a riunire la parle più strettamente at-. tinente agli studi militari. L'avvertenza di sopra è un proemio alla introduzione generale. ANNO

xv, . vo1.

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2Z


336

337

LA GUERRA

E LA SUA S'l'OllIA

se da un canto potesse giovare a militari, dal!' nltro non fosse per tornare estranea ai cultori degli studi s torici in genera le. Rara fu la fortuna toccatam{ nel poter fondere in uno i due insegnamenti della storia generale e della militare, fortuna la quale mi ha spinto a scrivere la presente jntroduzione, che i due argomenti abbraccia e stringe. Così la faccetta sì adagiò nel prisma del quale ella è parte, e mi si porse il destro di dare . forma a quel lavoro che dal Guibert, dal Carion Nisas, dal Thiers e da altri scrittori fu vagheggiato , che il Blanch cominciò ad incarnare, e la cui attuazione più c ompiuta risponde ad un bisogno dei tempi, ad una t endenza della scienza moderna . Il lavoro consiste nel porre gli avvenimenti militari in relazione allo svolgimento della civiltà; il bisogno dei tempi è il coordinare nella scienza quello che nella vita. è uno ('I). · fila pari alla fortuna toccatami è la difTicoltà dell'impresa; nel compiere la quale il pericolo maggiore consisterebbe nel lasciar predominare di troppo l'elemento .militare (2). In tal caso la storia generale troverebbesi posta sullo sdrucciolo di starvi piuttosto com e corni~e, che come complesso del quadro della civiltà. Ed allora codesto quadro perderebbe la sua bella armonia. . L' abilith nella esecuzione dovrebbe consistere nello studiarsi ad attenuare questo difetto . Confesso che

nell'insegnamento ornle siffatta diflìcoltà di fusione non ·mi ha spaventato. Quando nel cammino della storia generale giungevo al tempo in cui un gran capitano lrn vissuto, in cui importanti guerre sonosi combattu te, in cui radicali trasformazioni sono accadute nell'arte militare, ed allora mi arrestavo: disegnato da prima un quadro generale delle condizioni della soeietà a quel tempo , cli poi esp oste le condizioni dell'arte· militare a quel medesimo tempo, mi volgevo in ultimo nd esaminare le campagne con quella diffus ione che si conviene ad un insegnamento tecnico. :Ed a que:=-to modo ottenevo che mentre la nrnnte dell'uditore cammi nava con la storia e non stnva oggi .a Roma con la storia generale e domnni a Parigi con la militare , ciò dall'altro canto non era a scapito del particolareggiato studio delle cnmpagne, o se l'era dipendeva non mica dal metodo, sibbene dalla brevità del tempo e dal limite, delle forze umane. Ma in un lavoro che si presenta al pubblico generale, in un lavoro nel quale se si vuol dare all'elemento n:iiliiure maggiore sviluppo relativamente ad altri elementi della -eiviltll, non si vuole del resto lasciarlo invadere e -sovrabbondare, è forza con vincersi ' che la difficoWt della fusione si fa maggiore e che si richiede un gran tatto, una grande misura nell'esecuzione, per non dar vita ad un aborto . A questo proposito sento il dovere dichiarare che il metodo da me tenuto nell'insegnamento credo mi agevoli l'attuazione di cosiffatta temperata fusione. È vero che all'elemento militare ho dato in iscuola svolgtmentq ampio e maggiore di quello che intenderei dare in un lavoro indipendente, ma trarrei in inganno il lettore se gli dicessi che io sia disceso sino ai più minuti particolari di una campagna, sino a dire ove in una battaglia era collocato eiascuno ?qua,drone,

(1) Ho potuto tentare questo lavoro nel suo complesso solo nell'anno scolastico 1868-69. Nell'anno corrente ho dato al corso altro indirizzo per ragioni relative unicamente al meccanismo dei corsi nella Scuola di guerra. In questo anno io doveva nella storia militare studiare soltanto il periodo da Federico II in poi. (2) Accenno al libro e non alla scuola, nella quale deve predominare l'elemento militare poichè essa è militare.


~38

I.A. GUERllA

1~

ciascuna compagnia. Non me lo con sentivDno nè la hreYi tlì del tempo , nè il modo col quale intendo l'i nsegnamento in una scuola sup eriore, nè il concetto che . mi son form ato del metodo in generale pec insegnare la storia, np. il dubb io che nutro intorno all a "Ve rità cli alcuni pariicolari, i q uali sovente sfu ggon o n el ca lore 9ella mischia e sono di poi o inventati daJla fantas ia .o tra~formati dalla passione. Questa non è fa storia e molto meno qu ella scientifi ca: ques ta non è che la pa rte ep ica, per non dire quella bucr~a rda . In_ t~n istituto inferi ore l'insegnan te vi po~e tra le m~m. 1! J, b_ro ~el la. scien za, ve l'oprc, vi gu ida nei primi passi, n dischiude la \'ia dei particolari nei quali il giovine s'immerge fac E>ncl o spesso la vorare la memoria più che l'i ngegno . A questo modo ciascuno si ~rea il p roprio corredo di cognizioni, nllc quali aggiungo_ quel_ie che l~ individuali e spesso sligate letturegh formscono . L'insegnamento superiore intende a coordinnre siffatta congcl'i e e in pari tcn1po a fo rnire 1rn '!1eto~o p~r con_tin~a1·c cli po i negli studi, in quegli stud, ord1nat1 e sol1tar1 che formano l'autore lo scopritore, il pro fesso re, in un a paroln, l'u~mo che pensa e fa di proprio . .Inteso così l'inscgrrn mcnlo superiore, scorgesi che il difetto di niolti particolDri trova -compenso nella t·icerca di qu cll' istrumento ottico che dia ampio passaggio a quei fasci luminosi, mediante i quaii lo studioso possa a suo piacim en to ill uminare di poi i nuovi partico lari ch e accrescon o il tesoro delle sue cognizioni. Lo scopo di un corso non è per mc il creare professori , ma il forn ire un metodo di studio particolare. . E ciò non ostante la .rn ia coscienza mi obbliga a dtrc che qualch~ volta mi_ domando se i. vantaggi del fon dere due cor~t so tto umco co ncetto, non sieno per aYVcn tura pagatI a. caro prezzo anche oggi ch e della

')

...

u SUA s·ronrA

339 storia mil itare non istudio il periodo preced en te a Federico. Gli uditori· ne sono giudici. In quanto a me, persuaso ch e una buona idea corroborata dai .fatti capitali e vitali valga incomporabilmente più delle miri ad i di fa tter·el li vuoti e scuciti, mi sforzo a compensare con la qualitil il difel.lo di 'quantità ; mi adopero a cogl iere appu nto quei fatti capitali dai qtwli scatul'iscan o prin cipii ch e sieno sp irito del passato, lezione vira del pensare e del fal'c. I fotti nella storia sono importan ti, ma com e mezzo . Chi ne fa lo scopo snatura la storia, vizia le intelligenze e dimostra di non avere l'ingegno per comprendere chele idee, quando son con crete, i principii, q uando son veri, son o i_più concreti e veri fatti al mondo. Orn ai posso dire li beramente che questo metodo, che non è mi o ma di qualunque uom o abbia profond amente meèitato sulla sto ria, si presen ta dinanzi al pubblico corroborato dalla sola forz a che mi: seml>1·a positiva. Qu esta forz a uon è tanto per me l'approvazi one della grande maggiorttnza degli· udi tori, quanto il risul ta to utile che dall'insego3mento si va traencl"o. Il risu ltRto util e è il contrarre l'abitudine ùel pen sare sui fatti della soeie1.à, sulle operazioni militari. Combattete le mie idee, se vi piace, ma pen sa te. Solo qu esto utile risulto .Lo rni ha potuto far god ere di quell'approvazion e, che io sento di avr.re maggiore che non meri ti il mio ingegno, rna non magg iore della coscienza che pongo nella se rietà della• mia mis~ione, dell'amore che io porto nlla gioventù militare. Se avrò contribu ito ad apparecchiorla ad alti destini, avrò toccato l'ap ogeo della min ambizi one. Le difficoltà inerenti àlla formazione di un tutto 01·ganico della storia generale e della militare sa rebbero evitate se io mi fossi deciso a separare le due storie e così presentare al pubblico due lavori, in uno dei quali fosse contenuta la storia generale senza predo~ninio di


340

E LA SUA STORIA -

LA GUERRA

3U

con intelligenza e a volte governare. L'istruzione tecnica è indispensabile agli eserciti, ma lascia lo spirito ove lo trova. È mestieri sollevarsi, è mestieri conoscere l'uomo, sviluppare l'ingegno, pensare e poi pensar~. Le cognizioni generali non parvero superflue ai grandi, parranno superflue a noi? Nell'animo della gioventù n1ilitare sono entrati questi convincimenti : l'esperienza della Scuola superiore di guerra me l'attesta. E ad un esercito che si trasforma e progredisce con i tempi io non temo abbia da parere estraneo un lavoro come questo, non ostante che mollo si sconfini dai limiti pu~amenle militari. Ne ho fede, e questa fede mi porge forza al presente e fiducia nell'avvenire. 1ìli si permetta un'ultima clicliiarnzione intorno all'ardire che mi lw mosso a tentare simile impresa, ardire che noi1 è firr\io di vanità, e del quale non vo' neanche farmi. o maggior merito che io non mer.i ti. Dirò schiettamente che se mi fossi trovato a sedere tranq.uillarnente su lle rive di tanto Oceano, a rnisnrarne l'estensione, i perigli e una voce mi avesse detto: va, sorgi, prendi la tua nave e con essa attraversa, esplora in tutti i versi qL~egli spazi pei quali l'occhio delln fantasia discorre, io confesso che non mi sarei levato in piedi . Ma trovan domi dig1ò. a dettare un corso ùi storia generale e scorgendo il vento spirare a seconda, io ho obbedito sen za resistere ad un altro colpo di esso, ciJe, senza farmi uscire dalla principal e rotta, mi ha obbligato qui è lò a deviare: il che sè mi accrescern le fatiche del viaggio e le difficoltà della ricerca, accarezzava l'ingenito de.si de rio di visìtare nuo vi liùi. Una forza maggiore di me mi spinse -a muovere ed insieme mi tolse di nega de ob- · bedien za. Ed ora entriamc, in materia e svolgiamo quelle test che incontriamo sulla soglia della nostra istoria. Quali so no le forme ùel\a storiu generale e della mil itare? Che

nlcun· elemento su i rirnunenli, e nell'nltrò .la militare· posta solLanto nella cornice delJe condizioni sociali in, generale. Fo rse sarebbe megJio, ma ciò mi obbligh erebbe a ripeterP- nella storia militare, . 1n forma più bren>, quello che nella storia generale snrebbe stato, ampiamente svolto, ed inoltre esci rebbe fuori del mio scopo, che non è di fore una narrazione minutissima delle campagne, alla qual cosa provvedono non pochi libri esistenti, ma di presentare nna sintesi OJ'ganica in cui le cond izioni ·militari della societù scaturiscan o a mo' di corollario dalle genernli. Ed accenno sempre all'opera da fare , non a quel che ho fatto in iscuola. Infine è pure mio scopo, niia nspirazione il trovareun terreno sul quale il paese e l'esercito si comprendano , e mentre quello prende g usto alle cose militari · e in qualche modo si militarizzi (condizione sup rema d'iridipendenzn), questo nllargh·i la cerchfa delle sue· jcJee soverchiarnente speciali . Per prendere due colombi ad una: fava li farb fuggire entrambi? Tentiamo. I cultori degli studi stol'ici in generale, e credo ch e ogni uomo civile debba ess,erlo più o meno, trnr ei·anno la storin generale lal'ga mentc sviluppa ta: ed i lettot'i militari cornpreocleodo elle l'esc~rcito è solo una p;i;·te della societò, si rassegneranno al posto chel'elemento militare occupa nella civiltì1, e comprendendo che la coltura-generale forma l'uomo, con animo 'allegro .vorranno_ entrare in più lar;go campo. Oggi più che mai le ball,Jglie sono divenute un fatto industriale e scientifico: oggi la ricchezza dei trovati che invasero l'nrte della guerra e l'assenza di gra ndi capitani richiedono nei militari molto sapere· scientifico e molta istruzione che compensi la mediocrità, che sviluppi il pensiero e formi il carattere;istruzione non pùre tecnica, ma generale, quale si conviene ad una classe che deve obbedire e comandare....


342

LA GUEHRA

E LA SUA STOHlA

cosa è la civihà, qunle la legge delle sue forze es senzinli, quali gli elementi della sua istoria '? - Che cosa la guerra, q nale la sua relozione con la civiltà, quali il contenuto, i li mi ti, i principii, le leggi che governano la storia militare? - Del metodo in generale e nella storin. - Quad!'o general e_ di partizi one della storia. Form e, principii, leggi , metodo cbe sono g·li stessi perchè una è la storia(·! ).

altrimenti l'arbitrio delle cost ruzioni soffoca la veri là del contenuto, e il reale ci sfugge in mezzo alla apparente regolarit.'.1 delle categorie. t questo lo sdruceiolo di tulle le classifìcazioni ideali : qu adri troppo a rchitettonici · di una renlt~t spesso rimesco lata. , La storia militare non può essere anch'essa che o contemp oranea o del passato.; (-} · perviene pure alla '{orma scientifica . La storia militare contempo1·anea r iveste le medesime tre forme dell;:t generale contemporanea , ed è o spontanea, o riflessiva, o rivela una / , tendenza filosofica. La spontanea narra sia con ruvi da , sia con nrlistica semplicità : la rìfl.essiva fa osservazioni staccate, considerazioni analitiche : l'ultima si eleva a principii generali ed a coordinam enti sintetici. Ci ò dipende dall'ingegno e dal carntlere dello stori co, dulia natura dei tempi nei quali vive, dallo scopo che si prefigge -nello scrivere. Rechiamo esnrnpi di queste form e della storia con. temporan ea e scegl iamoli fra Je Memorie, elementi primi delle storie. Cesare, Fedel'ico e Napoleone nelle loro Memorie hanno tutti ~ tre narrato delle guerre da essi combattute, ina con modo di verso: Cesare narrando, Federico riflettendo, Napoleone elevandosi sino a'prin-cipii supremi dell'arte militare. • In quanto a.i Commentari di Cesare io 1100 dìrò che per artistica ingenuità e spontnneità sieno da ·porre in parngone alle storie di Erodoto. Non artistici erano i tempi di Cesare, non artistica Roma, nè tale l'anima dello scrittore. L'arte in Cesare era un certo gusto :afiatto esterno e formale, e questo gusto eccelle in tal modo nei Commentari da farci ritenere come su,.. perficiale la sentenza del Larnartine, secondo il quale i Comm~n tari non sono che rozze e aride note scritte

I. lh1iorno alle fot•me de!ln Storia militare.

La storia militare si puèi sottoporre alfe medesim e categorie della storia genernle; rna la minore ampiezzn del campo è cagione della minor copiR di grandi esem pi. Oltre di ciò la speeialitù delle cognizioni mi litari ha impedito c:he gli scrittori militari allargnssero di molto la sfera della storia militare .. Perlnnto l' eco delle trasformazioni accadute nel canipo della storia gene ral e non ha potuto esse re prof'ondµ jn quello delta militnre, e noi dobbiamo rinunziare a11a pretensione di ritrovare una perfetta conson;:rnza di sviluppo. In generale è mestieri rnu oversi senza pedantism o, con fare largo in cosiffatte classificRzioni:

(l ) Comprendo che col pubblicar e solo un capitolo di quesla introduzione generale scapiterù la chiar0.zza di 'alcuni punti , e che in gPncrale llO n si v1~dranno i legmni ùèlle <lun istorio; ma d'a ltra parte non ·ho sapnto deciderm i a discorrere di cose non militari in un periodico mililure.

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E LA. SUA STORIA

LA GUERllA

34.5.

sotti le venticello del risol ino ironico e, chi lo sa?· forse anche della calunnia; in cui il bisogno di ricercar le origini dei fatti tro va alimen to nel desiderio dello scandalo. E l'origine dèi fatti il re filosofo non rattrova nelle necessarie ragioni della storia, ma sovon le ~ollevando la cortina che chiude le alcove di Elisabetta, della Ponipadour e simili, facendo capolin o in esse e· poi volgendosi al lettore e dicendogli co l suo sorriso: eccoci sul fatto I L'accidente è troppo sovrano pe1~ questo re, che tutto dovette alla costanza con la quale sfidando per selle anni l'avversa fortuna si meritò· di trarre parti to dalla buono. La costa:nza Io fe'trionfo re degl i uccidenti, l'ingegno e la tenacità dell'azzardo. Ma come all a riflessione che scompone tenne dietrola scienza che intende ad unificare, così la vitalità dei nuovi tempi diede vi ta ad un uomo che nel campomi lita re rappresentò la più vas ta e scientifica applicazioue dei principii general i. Le i\Iemorie di Napoleone sono immagine fedele di quel che fu il gran cap itnno nel ca,npo dell' azione . Ivi si scopre uDa rnente·sovnrna che si eleva alle somm ità delle idee generali e sc:icntifiche 11el campo dell'arte rni litarn, che lia piena coscienza di quel clic ha fallo, che foemula i princtpii che l'hanno guida. i.o, che li appli ca alle operazioni dei grandi capitani (dal quale la to egli potrebbe an dai· collocato t'ra gli storici del passa to), e trovandol i immanenti li pi'ocl(lmh ussoluti. ,\ssoluto nella fo rma come sul trono, mitragliatore nei giut.' izi tanto da non fare dimentieare la sua provenienza, un po' declamatore, questi clifeLLi non off11sean o ·la so lido grnuclezza del con tenuto e conferiscono a farei vedere tutto l'uomo quale egli era davvero. La ~ua opera a.d unque rivela dal lato dei principii dell'arte mili,tare la dote filosofica; ma per dare nome di scienza. nel una opera è mes tieri vedei· quei principii scaturire più mc-

da un soldato sul tamburo. Per contrario. codeste note sono un modello di latina bellezza. La semplicitit della forma, lo scopo del narrare più esponendo che tifletLendo, ci fanno collocare i Commentari nella prima forma della storia contemporanea. Narrazione semplice_. che fu tale non mica per necessità dei tempi o perchè lo scrittore non arnsse potuto poggiare a· .maggiore altezza di riflessione, ma perchè. tale fu lo scopo che l'au tore si prefisse. Pongo in rilievo queste differenze per evitare i difetti di quelle scuole che sull'altare delle categorie generi che distruggono le differenze individuali. Nella medesima ni cchia van.no collocate le Memorie di Turenna, poi che lo scopo pul'e ivi è di narrare senza preoccuparsi troppo 'di spiega.re; ma dobbiamo aggiungere che se la forma esterna non si può parngonare a quella dei Commentari, e non lo pretende, il contenuto è onirna to da uno spirito sì retto, da una spontaneità sì leale da fa r reputare quelle Mernori'e, più che una bella opera, una buona azione. · L'llistoire de mon 1'emps. - La guerre de sept ans di Federico II ci fanno en trare a gonfie vele nel carnpo della eiflessione. In quelle opere lo :5crittorc si è rivelato tale quale egli era e poteva essere, specch io -dei tempi. Egli vi veva in un'epoca nella quale la ri:flessione agitava la fiacco la della discorclja e . della demol izione: tra le risa si seppelliva il vecchio mondo. Intelletto acuto, an ima sardonica, vissuto in dimesti- • chezza con gli eroi dell a nuova letterntQrn, quale opera poteva. egli produrre? Un'opera nella quale si rivela app unto l'intelletto acuto , piuttosto che la ragion e profonda; un'opera in cui sono seminate le riflessioni -stacea te, anzi che innalzati i pinnacoli dei principii generali e sup remi ; in cui guizzano i motti, i frizzi; in cui senti te ora lo sganasciar dalle risa ed ora il

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LA GUERRA.

totl ica~nente .da_narrazione più ordinala e complessa, :ederli spoghat1 dalla lega della passione individuale, ·rn somma vedere non più le memorie di un uomo di. azione, ma l'op era didauicadi 'un pensatore. Napoleone ·a dunque ha. fornito alla storia militare, intesn nel s~nso scientifico, soltanto elementi lavorati dal pen·s1ero. E non ha fallo poco! Quegl i che ha l'ingegno per le grandi cose e che vuole ristorare le belle tra-dizioni dell'arte miiitare, deve mai sernpr·e Jecmere in ·questo .I ibrQ, ispira~·si a quella potente sempli~itìt di. ,concetti, a quella limpida chiarezza di stile. Le mernorie militari in generule sono rico rdi e stndii ~ep~ra~i, elementi di storia, n·on ~toria; matton i per i ·I ed1fizw, non questo; e sovente sono mattoni di pasta sospetta, perchè l'autore soffia nel fuoco col man·tice della sua passione e si pone come centro ciel-l'universo. 9trnle ge~erale di NapoÌeone non si dipinge nelle proprie Memorie come l'anima dell e azioni a cui prese parteJ Quando colui che le scrive ha mente ele~vata e cnore grande, le sue idee, le sue passioni sono -quelle del suo tempo o almeno sono lo· specchio di. •quelle di UQ,il parte importante della societù in mezzo :alla quale J.o scrittore ha vissuto. Qui ::-la il ve ro ,aiJo re istorico ~elle memorie e non nel piccolo pani-<colu_re, che e sovente o non bene appurato o falsato :-a disegno . In gem~rale i contemporanei, si eno nutorì · ·~i n'.emo1:ie, o sieno scrittori di storie, ·non fanno ehe fornire gli eleme~ti, le_ pietre del l' edifizio, '.e pietre più --.o men? angolan e p1u o meno la'"oratc : el emeu Li -s~no 1 laYo:i di Tucidide, di Senofonte, di Polibio, ,J1. Ces~re, di Ture1m~1, cli Federico, cli !'l.ipoleone, di { S~mt-C_yr e~e. ecc: _Ci vuole poi 11 saggiatore delle 'pietre che e la cr1t1cn; e l'arehitelt.o che è Io storico , .nel senso più alto e vnsto.

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341 Nella seconda categoria, in quella clellH storin del pnssato, lì è il posto ezianclio de lla sto ria militare complessa, e prnpriam ente nella classe delle storie particolari nel senso di storie di una branca, cli un ram o dell'albero della civiltù, come a dire storie del diritto, dell'arte, della scienza matematica ecc. ecc. Gli elementi arnrnaniti dalla sequela dei contemporanei si rnccolgo no in un co rpo solo. 11 lavorlo dell'anali si aveva divelto un ramo · dnll'albero della storia gene-· raie : questo camo si è sviluppato_. arricchito di foglie, è divenuLo albero a sua volta, da prima sotto la forma di racr.olte, bibl ioteche, dizionarii, nell e quali la materia è giusta posta, anzi eh~ ordinata; di poi sotto quellri più mP,todica cli storie compl<isse. Non abbiamo dovizia cli sì fatte storie militari complesse, anzi regna grande penuria in qu esto campo. . I lavori dei quali possiamo far cenno, p. e., quelli del Carion Nisas e del Rocquancourt, sono surti quando sulla storia militare si era ·fa tto cli giù sen tire la influ enza di quella tra sformazion e che andava. ponendo la storia militnre nella via scien tifica. E LA SliA STOP.IA

Che cosa è pee noi codesta storia militare che si, sottopone alla sci enza? 1t il formulare i principii che governano le operazioni militari, l'applicarli a 1;osiffatLe operazioni neL senso di desumerli da esse. il far vedere a traverso di tutto lo svolgimento delÌ a storia l'irnmutabile e i1 mutabile . 1'1a c'è di più, poichè così non avremo che una sintesi della storia militare comè tale. E questo di pii!· consiste nel porre la storia militare ._in relazione alla generale, la milizia alla civiltà, nel rintracciare nel cammino dell'arte e della scienza militare le medesime leggi che govemano Io svolgimento della società •.

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E LA SUA STORIA

q uel progresso che è sì noto. Napoleone con i fatti prima e gli scritti poi, l'arciduca Carlo del pari, e Jomini con gli scritti che videro la luce dopo dei fatti ma prima degli scritti di quei due cupitani, e che risultarono dallo spettacolo delle campagne di Napoleone, dallo studio di quelle di Federico e dal loro parallelo, furono coloro che assisero la storia militare s opra una prirna base scientifica. I prmcipii dell'arte militare risultarono dalla stori.a, dall'esame delle campagne, e divennero poi la luce pee ispiegarsi le campagne. Di codesta fusione dell'arte colla storia vennero fatte alcune applicazioni parziali. Abbiamo di già additato gli studii di Nupoleone. L'arciduca Cado pose i principii della strategia e li applicò soltanto alle campagne del 1796 e del -1799, dopo aver fatto precedere quella del . 1796 da una particolareggiata descrizione geografica. Jomini ci ha lasciato storie particolari abbraccianti con :varia forma il c iclo da Federico a Napoleone. · Rimaneva a fare una .storia militare generale, consistente nell'abbraccia1•e tutto lo svolgimento della storia militare e nell'apportarvi la luce delle nuove ricerche e delle conquiste fatte dal pensiero. · È stato questo il tentativo del Cari on Nisas , del Rocquancourt, delLaBarDuparcq,ecc. ecc. , e non a caso lo chiamo soltanto un tentativo. I due ultimi hanno renduto un vero servit,o-io agli studiosi col raccogliere in un corpo ristretto • molte notizie: il primo ha rivelato maggiore rngegno per compiere il lavoro detto di sopra. Ma quantunque egli abbia sovente vedute profonde e dimostri aver bevuto alle fonti, nondimeno non ci ha dato un lavoro compiuto a ben proporzionato. Secondo il solito l'antichità schiaccia il mondo moderno, ed il lettore dopo aver seguìto con lena affannosa l'autore su per l'erta dell'arte militare greco-romana, dopo averlo qui tol-

e nel sottoporre il tutto a metodo scientifico. Codesto lavoro si è andato formando e si va formando, ma non è compiuto: e nat.uralmen~e si è andato formando mercè il conc..:orso degli autori didattici e degli scrittori storici. Il Feuquière, il Puysegur, il Folard· hanno avuto il presentimento dei principii che regolano l'ordinamento e l' azione degli eserciti, spingendo ordinariamente il loro sguardo sino agli estremi confini della grande tattica. Il Lloyd ed jJ Bulow hanno fatto l'esame, il primo delle linee d'operazioni ed il secondo delle basi; hanno posto in .luce alcuni fra i principii dominanti la guerra; mescolando il falso al vero; ma al generale Jomini. appartiene l'onore di averli chiaramente. formulati e tutti abbracciati e dedotti . E le cose non potevano volgere diversamente, ciascuno scrittore essendo la espressione del suo tempo, rappresentando la coscienza di quello che il grande capitano del medesimo tempo compie nell'ordine dei fatti. Quanào la strategia era soltanto intuitiva, come ai tempi di Luigi XIV, gli scrittori intravvidero con hntuito. Quando l'intelletto analitico di Federico si rivelò in operazioni strategiche scucite, in operazioni che oggi attuano un principio e domani Io violano insieme ad un altro, in un sistema di guerra strate.gicamente imperfetto, non subordinato ad un concetto unico vasto, in un sistema vivente soprattutto di espedienti, di tenacità e cli ardimento, allora gli scrittori che esercita· vano il loro esame su cosiffatte operazioni potevano sì fare Uscire fuori questo o quel principio, ma difficilmente svincolarsi dagli erramenti. Era malagevole il raggiungere un sistema compiuto e perfetto qu.ando si aveva dinanzi uu fatto confuso ed imperfetto. Infine, venuto Napoleone, venne il tempo di scrittori come Jomini, e la guerra fece come fatto e come disciplina

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leratu per l' eccesso di erudizione e lì volentieri per-donato pel difetto della stessa, non riceve il merituto compenso di stare a dilungo nella bella compagnia dei moderni. Tutti e tre !i anno astratto di soverchio la storia de\I'arte militare da quella delle campagn e, che dànno vita all 'a rte non solo, rna anche al povero lettore. Il Rocquancourt se ne rammenLa quando giunge alperiodo della Rivoluzione francese, ma per trarne argomento a comporre un arido e morto sommar.io da scuola. La Sfili.trazione o q1rnst dell'elernento vitale della storia mi litare, il peso dell'esposizione, l'assenza di qualunque arte non pure nella formn, ma eziandio nella disposizione delle parti, rende poco confortante la lettura di siffatti libri. Ed allora rimangono negh scaffali dell e Bibli.oteche come libri che si consultano piuttosto che si leggano. ~fa pe.rchè la storia militare acquistasse pienamente· il valore seientifico, non solo faceva mestieri che si spiegassero le cnmpagne con la scorta dei principii e che tutte si sottopon essero a codesti pri ncipji lasciando scorgere in qual rnoòo le svar·iate condizioni geografiche e sto ri che ne modifichino l' applicazione : non solo, faceva d'uopo che si abbracciasse l'intero svolgimento, dell'arte militare, cioè in una parola, c.he si desse corpo ad una organica storia militare; ma era pur necessario che questa si ponesse in relazione con 1& storia generale, divenuta scientifica. La storia della; milizia. e dei suoi fatti doveva connettersi con quella della civiltà e delle sue manifestazioni. t questo l'unico modo di comprendere a pieno ed a fondo la storia militare, di comprendere il perchè delle sue fa-,i, la ragione intima degli avvenimenti militari, ragione che in genel'a]e riù che militare è sociale I n Guibert ha avuto l'aspirazione verso cosiffatta

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E LA SUA STOf\lA

fusione e il suo la voro sullo Stato attuale della politica e della scienza militare ncll' Europ a ne fa testimonianza. Ivi dopo aver fat to un quadro della pol itica dei suoi temp i e cl i averla paragonata a qu ella degli antichi, traccia un altro qu adro dell'une aena gu erra dal principio del mondo e svela la necessith del rapporto fra le costituzioni mili tari e ìe politi che. Sono quadri , come l'autol'e istesso li chi ama , e quadri sbozzati· collo sfumo del pas tello. Dei molteplici elementi della ci vil tà solo la pol itica e l'amministrazione sono t ralti in iscena per fa rvi breve apparizione: non si oltrepassa il giro delle idee di Polibio, e a traverso lo splendore rettorico della for ma non si veggono che gener~aliLà. Al napol etano Blanch .toccano i pri mi onori in questa vi a novella , com e al Vico tocca rono nella storia in gen erale ; il che non. sip;nifica che sono da porre a livell o nel medes imo gradino cl ue ingegni , l'uno sovrano e fa ttore cli una creazione primordiale , l'altro esecutore di una derivata . t chiaro che dopo le scoperte fatle nel campo g·enerale della storia, dopo gli studl sulla connessione degli elementi della civiltù , non vi era altro da fare che una foli,) e appl icazione particolare. E dirò felice perchè questo poteva fars i con maggiore o minore larghezza , e l'averla fotta con larghezza è da ascrivere allo tendenze sintetiche dell'ingegno dell'autore. Il Blanch ha posto la stol'ia militare per la via menzionata di sopra , con i suoi Discorsi sulla scienza militare considerata nei suoi rapporti colle altre scienze e col sistenia sociale. Era un li bro poco noto in Italia, alrrieno non quanto avrebbe meritato , quan tllnque fosse stato protetto dal m iglior passapor to per entrare nelle grazie del collo pubblico italiano: la lode degli stranieri. l\Ia omai è . fin ito il tempo in cu i le glorie ANNO XV , \'OL. II,

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dell'ILalia meridionale valicavano le Alpi senza passare il Tronto .. Il Blanch non Lanto deduce l'arte bellica ò.alle condizioni sociali, intese nel senso ampio, quanto il contrario. È una questione di metodo e il suo è q uesto: da te le co ndizioni dell'arte militare in un <lato periodo, ri costrujamo qual era e doveva essere la società . Gli ekmenti primi della guerra sono per lui quali per quell'altro scrittore napoletano anch'esso non c osì ooLo come chiaroveggen te , il Pnlmi eri : uomini, a rm i, ol'cl ini . Dal modo co me gli eserciti si form ano voi .deducete lo stato sociale; dalle armi e dagli ordini le condizi on i industrial i e scien tifi.che. Uomini, armi , ordini costituiscono l'esercito;· ma biso_gna muovere codesta macchina, farla vivere, amministrarlo, gove.rnarla, farla marciare, trincerare, combnllere. Vedete q uanto sapere amm inistro.Livo, legale, politico, scien tific o ci vuole ; sllpere che ò quello dei tempi, che n'è l'applicazione ad un campo tecnico e che da questo reao-isce a mite a volte sul sapere gcnPnl!e e lo o perfeziona. In breve l'arte della guerra essendo lo specchio della ci.viltù , il Blonch intende fo re una rico· struzione del genere di quelle del Cuvicr, che da un organo, <la un me mbro di animale antidiluviano rifaceva il tutto, l'animale. Il suo concetto sta nelle seguenti pal'ole del Cousin, (9n lezione del Corso 48:28) che egli stesso cita: « Datemi lo stato milìtare di un popolo e il suo modo « di for la guerra, e sarà mia cura di rin tracciare « tutti gli altri clementi della sua storia; irnperocchè « tutto a tutto si lega e si risolve nel pensiero come << principio. e neli'azione come effetto, nella metafisica « e neHa guerra. Perciò l'orcJinamenlo degli eserciti~ « la strategia istessa importano alla storia. Voi tutti « avete Ielto Tucidide: veàet~ ~l mc;do tli combat~3\'e « degli ,\tianiesi e tlei Lacedimoni ; Atene e Sparta vi

-« sono per intiero. » Pensiero vero se togliete che la g uerra sia l'uni ca est11 i11secn zione del pensier·o neÌll'azione. E il commercio, e l' industria, e I' agricollura -e la navigazione, ecc. ccc. ? Attento, signor Cousin, se Vittorio Hugo se ne rir.orda la vostra memoria rioh dormirà in pace. È questo il concetto del Blanch; ma, pur troppo! <1uesto concetto non è diYenu to una storia; è solo deposto in alcuni dìscor:;i, che sono introduzione ad un' opera anzichè un'opera: linee generali , -ossatura; ma linee che aspeLLnno il colorito, ossatura che chiede 1a polpa ccl il songue. E tal è il parere dello stesso .Blanch, che aveva disegnato continuare l'opera sua ed aveva posto mano a molti lavori particolari, pi etre accumulate dall'arc:hitetto che fatto il progetto, riuniti alcuni materiali, si è veduto poi cogl iere dalla vecchiezza ed ha dovuto smettere il pen siero di condurr e a compimento un'opera che richiede forze virili. Il suo lavoro è aclu11<1ue piuttosto parngonabile ad un saggio d i scim,zo isto ri co-militore che nrl una storia 1i1ilitarc sc ientifica , usando queste purole nel senso definito dì sopra. Inoltre l' essere un primo tentalirn lo rende incompiuto eziar: ·;' com e introduzione.

Prenrlcre dalla storia generale le supreme leggi in essa t1•0\·ate e farle vedere in atto nella storia militare è una ricerca che può trovar posto anche in una introduzione . Come accennerò , lu legge dei ricorsi e quella del pro0'I'e$SO si riscontrano pure nella storia militare, e app~n topcr farle romprendere a pieno mi sono disteso a studiarle nella storia gtrn erale. L'azione della geop'afia ed i limiti di quest'azione costituiscono un elemento integrante per valutare il carattere guerriero dei popoli e la natura cielle opcraz\oni militari. Ed 8ggiungiamo che le inl111cnze dell'idealismo e ,le] positivismo sono evidenti

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LA GUERRA

nel mondo mi)itare, nel quale, per l'esclusivisn10 delle ed· una certa ruvidezza del carattere, uno coO'nizioni 0 di quei modi <li vedere prende forma più recisa ed assol uta , e reagendo sull'altro crea indirizzi esagerati. Gl'idealisti stimano che a diventar Napoleoni basti loro il sapere a memoria i tre principii _della strategia; che la guerra · si faccia sulla carla e forse solo_ co?. la carta; che pratica,, disciplina, ordini sieno mutili e spregevoli cose_; che la vittoria sia la ragione composta di quei principii e dell 'entusiasmo ind ividuale. Sono pochi per buona fortuna. I pos itivisti sono i seguaci cli un certo pratici~m o cieco e ylrinese, che nelle quistioni di ordinamento giura in quello .ch e ha ereditato, nelle q uistion i tattic:he non va in là del rneccau-ismo formale, e per tutto i I rimanente che non sia o lél rotinn o l'esercizio musc9lare nffetta un disprezzo da lanzichenecco. Hanno il fiuto dei cani da caccia e son os i accorti che l'istruzione li sbandirà dagli eserciti che si trasformano, onde l'i struzion e è la loro bestia nera. Sono parecchi per disgrazia; ma scemano a vista ogni dì più. Infine le nuove armi, i nuovi trovati in generale hanno creato una scuola che accenna a voler risospingere la guerra ai tempi dì Luigi XIV, dopo Nimega , mentre spunta una reaz ione cli e intende a rimenare l'arte militare alle buone trudir.ioni napoleoniche . Certo jJ 13lanch non poteva vedere questa lotta segreta che si agità e crea due correnti sostanzialmente di, erse negli eserciti modern i in via cli trasformazione e che è la riflessione della medesima lotta c11e ferve negli spiriti della nostra societi\: essa non crasi nettamente disegnata ai t~mpi nei quali ha scritto. nia è un'aggiunta da fare al suo lavoro, come la pi ù chiara appl icnzione delle leggi isto riche , trovate dai grandi pensatori, è una lacuna da colmare. E così la legge suprema della storia mili tare, legge che armonizza 1

E LA SU.\. STOUIA

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nelle istituzioni militari i momenti che ricorron·o e lo svolgi1iienlo che progredisce, sar;). ritrovata, tratta f.uori dn i fa tti, posta in luce, ed ill umin erà i fotti. E noi dobbinmo porre termine a questo ra pido cenno s ullo svolg imen to della storia militare col dire che la fusio ne organ ica Llel complesso della storia genera le col eomplesso dalla militare, entrambe sollevale a sc ienza, r imane ancora un lavoro da fare.

II. !La eivi.hà e fa gucrl'a.

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La na tura di questa introduzione richiede che si porga sviluppo innanzi tutto aJl a relnzi.one tra la c~villà e la g uerra, e che di poi si faccia per la stona della guerra o militare che si voglia quello che per fa storia generale, ossia se ne determ ini il contenu to, si assegnino alc uni princi pii dominanti, si ponga in luce la legge che presiede allo svolgimento storico clelrar te militare, e si disco rra del metodo . La relélzfone tra la civil tù e la guerra non è relazione tra forze l' una all 'altra estnrn ee. La glierra è fnori della civiltà o ne è pure un is trn mento, un fe n_omeno? Qui sta tutta la quistionc, chi gu al'di a fondo. E un a-rgomento che ho svolto nella rnia Prelezione al corso di storia generale fotto nell'anno scolastico -1867-68 alla Scuola superiore di guerra; il che mi dispensa dal di stendermi troppo sn di quello che in altro lavo ro può leggersi e mi sprona· a diffondermi piuttosto i ntorn o alle relazioni frn gli eserciti e gli Stati.


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I.A GUEI\I\A

La guerra è un mezzo nel camm in o della civiltà,. ed è anche una infermilà o meglio la crisi risolvente una sociale malattia preesisten te; ma come tale è un fenom eno essen zial e dell'esistenza, è un fatto storicofisiologico . ll dolore e la Iolla sono condizioni del fini lo, e il finito è condizione dell'infinito come le parti del tutto, il multiplo dell'uno. Tnsino a quando vi sarà un nnorn principio du affermare e perdurerà la vitaliltl umana, vi sarà un sorgere del nuovo contro il: vecchio e viceversa: le societù si di videran no in op:. posti campi e la lotta segu iranne, lotta che è insieme · in fermità e ,•ila. Ora, date le passioni umane, dato il fondo antropologico della soci elb, s'infol'isce come col rollari o che la gue rra sia forma essenzia le della lotta.. forma mutabile, è VCl'O, e che mai se111pre si avvierà. a sparire, ma che non spa rirù del tutto se non il gio rn o. in cui rassintoto avrà trovato il ramo dell'ip erbole (·1}. Se l'assin toto umano è a ciò destinato, ebbene allor.:1 , sì, cesserà ogni ,miniera ùi guerra e con questa @gni maniera di vit.a: l'umanità rnggin 11 tn l'assoluta qurete, il perfetto immobilissimo, non nvrù più nè uni sommo principio da u·o,·are, nè un fatto da incnrnare e sprofonderà nella bramin ica contemplazi:one dellat propria divinità. Un giorno se una nuon:1 mescolanza

(1) Augusto Comte, il 'fondatore del positi\'ismo ed uno dei ' sostenitori della pace perpolua nella sna doltrinn antropologica 1 pone por principio che nell 'uomo le filcollà affcltive predominano· e i;>redomine1:11ono mai sM1pre. sullo intellollivo snlvn appresso,. rar.~ u,omini superiori, p~rchè il pl'Ogrcsso è indcfìuilo 1nai no,!? illimila~o , e come talo non può mutare le qualità essen-~iali o costi.lulivo dell'uomo. Da questo principio ne avrebbe. dovuto scaturire come logica comeguenza il permanere della guerra come fenomeno della predominante allivrtà affotth·a. E pure no. Vedi curioso organesimo d~ questo cervello umanot

E LA SU.\ STORIA

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di elementi potesse far nascere sulla terra ringiovanita u n'altra forma di creature intelligenti, queste percorrendo a poco a poco il pianeta forse vi troverebbero sparse le debili ossa dei ca daveri antisto~·ici, e invece di esclamare come noi oll'aspello delle gigantesche strutture antidiluviane: ecco una potente e vergine vita organi ca , direbbero: eccon e una che fìniv~ I Ma codesta lotta non potrebb'clla essere pac1fìca? Non potrebb'ella essere come una lolla ~arl~mentare, una concorrenza industriale, una gara sc1ent1fica? ~on potrebbe la febbre della ri cerca e della industria assorbire la vita tulla dell'umanità ? Lotta pacifica ò febbre senza crise, che assor?isce ,fa vita perchè la smorza lentamente. Le lotte pac1fich~ ammettono un principio superiore e comune sollo 11 quale si combattono; si agitano fra due o pi_ù gradazioni di un merlesimo principio. Il tory piega al whig e viceversa, pel'chè di sopra havvi la costituzione che li comprende; ma fate che il whig divenga repubblicano socialista e le lotte dell'eloquenza si cangeranno nella Camera in quelle di scrann e e calamai.. e queste in schioppettate nelle strade. La concorrenza industriale? l\'Ia dopo che l'uomo veste bei panni e a buon mercato, alloggia in ~uar: tieri confortevoli, vive in citltt ove sono tu_tt1 gh agi della vita, vioggia rapidamente~ t~rna panmente al nido 1 sarà lieto e pago? Se si, 11 cadavere ha vinto : se no, avrà la consolazione di appiccarsi con un capestro di seta intrecciato a filagrani. Certo l'uomo, vinto dallo spleen, chiederà a se stesso: a quoi bon tout cela? e se lo ch!:der~ in fran~ese, perchè allora la patria essendo pm nei vagoni che nelle case, tutti parleranno una lingua e questa non potrà essere che la francese. E da prima risponderà: oh bella, per godere, coltivare lo spirito, allargare la mente,


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I.A GUERRA

conoscere popoli, visitare paesi. ~fa siffattà, aperlura deìl~ mente vi condurrà a nulla o a qualcosa? Nel primo caso chiudetela pure la , fi nestra; nel second o si avrebbe curiosi tà a sapere che è codes to qualcosa? Se è degno della parola sarà un nuovo e progressivo principio di ordine sociale e morale, il q-uale risveglierà la g:uerra quando scomoclerà i . ga uclen ti o almeno quando urterà le id ee che hann o fatto il solco in cervelli p ietrifica ti. No , l'u omo non si soùornetle pacificamen te a quelle risoluzioni che riguardano i fonqamentali problemi dello. vitn , le q ui-stioni eioè che esso considera in .un dato momento come quelle de~.l'essere o del non essere . E quando di simili quistioni Ja fonte è di·secca ta, d ite pure che è fin ita la dep utazione della vi ta dell'u manità sulla terra.. In quan to alla febbre della ricerca scien tifìca ~ e ; sarà sempre nel le discipline matematiche e naturali · coqforto di poch i; è e sarà sempre in qnellc ,morali e poli ti che una forzu che vorrù conYenirsi in fouo , e . che spezzerù gli ostacoli che inconLra in ques to tran. sito dalla idea teorica nl fol lo pra tico. E qui pure si donrnnclu : codesta ricerca affermcrù qualcosa di nuovo, , e che si vo rrà far valere o nulla? Nel prim o caso a~.. cadrà lo scindersi dell e società nei due campi co.n / quel che s0guc dalle umane passion i: l'idea diviene çun sentimento , questo fede , la fede intol leranza, la r:Ìntolleranza lotta furibonda , ti.oè guerra. Non avrà )a ricerca più null a di essen,zinle da ri cercal'e? Viv.a ,l)io, l'umanità è rnorla I : . Ma non potrebbe l'uomo incivilirsi cotan to da pie:ga re persuasa la mente e riverente ·l a fronLe a ·qua_}unque nuovo rcro o nuovo fa tto? La difficoltà sta ·appu nto nel sapere chi proclama il vero ed applica . H fotto,· e chi porge la garan zia della verità dell'un.o .e della gi ustizi a dell'altro . li passato e il presente uon

E LA SUA STO iH.\

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.d fanno indurre con fond am en to che quel sogno si reaJizzerit: l'esempio degli uom ini più civ ili che pur lasciano sì volen tieri correre la mano all' elsa o nl bnstnn e .non celò fo. sperare : lo sLu.d io . della naLura umana ce ne fa disperare: la conoscenza del moto de lla ci vil tà ci deve consolare. $e un nuovo prin cipio dovesse diventare un falto , quando è riuscito a pers ua dere prima una maggiorunza e po i una minoranza , la velocità . nel cnrnm ino della storia si rallenterebbe , e la circolazione del sangue s t/igne rebbe nelle vene della. ci. viltà cqrne in quelle cl<:Il'indi viduo. Trnrnontato il tempo delle grand i atl ivi t;, , dei vigorosi urt i, delle robuste passioni, l'in differenza e l'o.pntia so Ltentrerebbero. Nel campo morale come nel ilsico i forti urti si trasformano · in calorico vita le e questo in moto vibrato . Ond'io fo ritorno alla mia fo rmula: lei assolnta

.cessazione dellci guerra sarebbe la stagnazione della civiltà.. · La gue rra è aclu nque un fenomeno ~ssenziale che ( ha la sua rad ice nelln. nnturn. umana, il s uo alirnento ,nella vi tali tà di cosiffatta na tu ra, ia sua rnzionalità nell'essere spi nta al moto accelerato della civ illà. Lo r ip eto : la guena non è una malattia militare, ma è la . crisi della a u i vi th sociale eh e trovasi allo stato di conge. slione. Essa prende sva riate forme e può essere o naziomde o religiosa o civi le o conqu is tatri ce o dinastica; le quali forme o hanno un movente essenziale e ge nerale o individuale ed arb itl'ario. Il fa llo ; -predo minante nella s toria si è che la guerra è lolla '. .di opposti i nte ressi e prin cipii, di opposte potenze e . civ iltà. Le guerre capricciose tengono nella storia il posto secondario dell'accidente : sono. possibili, ma non possono esser-e durature; fanno deviare o rilar.dare o accelerare il caml}1 in o del l'umanità, ma non 'I'iescono a sp ostarlo sostanz ialn:ienle . Ci ò che esagera


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LA GUEf\f\A

la l_oro influenza sui destini del mondo, è quel medesimo spirito di superficiale osservazione che l-deva a re l'~ccidente, spirito che fa reputare qinastiche e~ · a~b~ tra de nlcune guerre, come p. e.: tutte quelle ~t Lu 1~1 XIV, che nella ragione dinastica troynrono I occ.as1one non la causa essenziale, poichè in fondo cspr'.mono una lotta di preponderanze nazionali, dalle quali deve uscire un equilibrio generale. Nè è udire che questo equilibrio registrato in un trattato sia temp~ran_eo, perchè la vita della storia è appunto un divenire (1) perenne: porre una determinata forma per ?I tre passarla dì poi. E a quel modo che il progresso la curva 1stonco . consìste nel rendere pìù . ren·olare o d.esc~·,tta dall'uman ità, nel sottoporre sempre di' più 1 accidente al necessario, parimente esso con s.iste nel pred_ominio crescente delle guerre essenz·ialì e n.ece~sane sulle acc-identali e contingenti. La storia s1 spicca da una preistoria in cui predominano o(l'u·erre s~l vagg~ fatte per vivere spogli ando, unico modo di vivere _in tempi non sociali, fotte per.libidine di zuffa, necessità di sta to animalesco; e giunge nella civiltà presente a guerre nnzionali compiute sotto il governo ~ell.a pubblica opinion e. Anche queste sono lotte per l ~sistenza, m~ hanno lln fine più generale e scopp_1ano con solida opportunitù. Tra siffatti estremi s'in·smuano guerre capricciose, le quali appunto perchè creat_e da piccol e cause ritengono più del tempo selvaggio c?e del civile. E in questo sta la cagione del loro conttnuo dispari re a misura che la civiltà trionfa· di guisa che possiamo compiere la formola enunciat; di s~pracol dire: a mùmrachela civ1'.ltàsiaffèrma, la guerra · Si fa · fer carJi'Oni pi°'h generali, prende carattere più essenziale e razi"onale e clhiene meno frequente. (1) Uso questa parola nel senso del Werden <lei Tedeschi.

E LA SUA STORIA

La guerrn nel su.o concetto più alto è la oonseguenza di un disquilibrio fra opposte pot(é)nze, ·e della, necessiti\ che dall'ul'to esca fuori un equilibrio. In quef disquilibrio sta il fato istorico delle conquiste, e in questo equilibrio il fato della loro fine e del nuovo assetto sociale che spi cc ia dal cozzo violento. Quando una nuova civiltà sorge, ella sorge grayida di lotta, imperoochè il popolo che le dà vita è rigoglioso, e l'idea prodotta è pieno, d'avvenire. Affermarsi . prima ed espandersi poi, ceco. i naturali stimolanti di qu esta. giovane potenza ricca di sangue rQsso generoso. E chi le fornisce il modo? Una civiltà più vecchi<!, determinata in una n.i.zione che ha tenuto lo scettro o materialeo morale del mondo ad essa cognito., che fiuta in questai n-u0,v-a poten.z-a un'aVYe1•sar,ia, cl,le la guarda da prima in eagnesco, che diventa poi H qu1arlier, generale dei fuo.rusoili di qbella, che infine si ch ied e come fa l'altt·a, a ohi spetterù il dominio del rnondo.? E ne nasc~ guerra, la quale per· la giovane civiltà sarù dnpprima difonsiva e. d' in dipendeu2;a; poi, tra soin/lta dalla difensiva all"offensiva, diverrà di conqu ista e di dilata zione,; e sempre cli, sopra a.tle contingenti viciss itu dini della?. guerra, definiti!vo surò il tJ'i.onfo della robusta e gio.-, vane oi\'iltà sulla vecchia e già cadente .. E le nuove, ide.Q s.i dUaba;no, e il nuovo, Ct>nlro di esuberante vitalità gi,tta le- s.ue emanazionì~sul vecchio.e quasi esausto GO!'pO. Q11e,sto fatto infonde a.Ile conq11iste (e-be dati '\!olgQ. sono credute il fotto più capriccioso creato, dagli uotit\~ni p.iù pr:epotP1J1ti) J·a mi:ssione imoirilittice, salvo. che non siano conq niste come quelle dei Germani, di Gengis,Kan, di Tatnerlano, .le quali rappresentnno non mica ìl trionfo di una civiltà più alta, ma. dii una energia maggiore , e però all1eh'esse rientl'ano, nella legge generale fis.i-co,- m,oJ;-ale del di,s quili,brio fra le- fone vitali. che nel:l' urto, si afferrna e


E LA SUA STO IUA

LA GUEIIRA 36'.2 11ell'u rto si dissolve . Nell'urto si dissolve, perchè a misura che la nuova ci viltà espande j suoi rnggi vitali sulla vecchia, questa si rìnsang ua e quella si esaurisce: infiacchita, è più accessibile alle se·d uzioni del vi nto , il ljualea sua volta conquista il co nquistatore. Espun ta un a massa più omogenea. Quale for ma pren òono si ffatte con quiste? La civiltù nel suo instancabile viaggio successiv·o.rn entc incarnasi jn popoli ch e successivamente si presentano a signoreggiaee sulla sce na della storia ed a misura che le loro doti sono in grado cli soddisfa re a·d un · bisogno temporaneo nello svolgimento sociul e. Questi po'poli si personificano i n alcun e grandi individualità, le quali li raccolgono attorno a sè e li menano a capo del mondo, che soltopongono al proprio monarcato . La monarchia universale -è la forma più generale della conquista; ma è una forma che portanei suoi visceri un germe di éaduta, un germe che non rimane a lungo latente. L'artificiale ii vell amento di tutte le diffe renze naLurali, il forza to spostamento di tutti _gl' interessi essenziali, la violenla distruzione di ogni spontanea nazionalità, la compressione delle parti e l'assorb imento nell'unità non penano gran fatto a creare la reazione proporzion ale all'azione.. Il conquistatore sprofon da nella sua opera, e suÌle rovine della monarchia un iversale un nuovo assetto si -erge, . che non è la monarchia nè ciò che la precedeva, ma una fo rma più prog ressi va·,- una min·liore cos tituzion e di popoli. Nulla accad e nella storia ~enza profo nda ragio ne , e però nulla sparisce senza lasciar _traccia ·ai sè. I prin cipii che poniamo riceveranno dimo~trazioni dai fatt i isLorici. , Un carattere incivilitore acqu istano codeste opere·di J sangue tanto più quanto minori sono i mezzi di co( municazione fra i popoli: nella scarsezza delle an tiche

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relazioni le guerre furono un mezzo pron lo di pronaga_[ zio n0 cl i idee, di colLLfra. È una vecehia osserva zi one chef l'uman it.\ è nata souo· la spada di Ro ma, e l'Europa si è , conosci uta nelle Crocia te. Pri ma che la c1viltò. moderna sbocciasse, i soldati ap rirono più stra de che sl' ingegn eri, e i vti.scell i solcarono le .wque non meno al servizio di eserciLi che di mercata.nti . Per lan Lo le conquiste non fu rono soltanto una necessità, ma bisogna avere il co:raggio di affermare che furono una benefica necessi tà.-- --Omai in tanta diffusione di civiltù e con sì ricchi mezzi di cornun ieazionc, create dalla collura, dal v~pore, dal telegrafo , le conqu iste perdono questo ufficio incivilitore ed hanno minor rngionc di essere . Possono rappresen tare un'applicaz:ion·e della legge darwiniana dell' elez ione naturulc: la sottomiss ione di un popolo fìaqco ad uno vigoroso; rna non possono prt'tenclere più ad esse.re l' uni co gran veicolo dell' azione di una civiltà n uova sulla vecchia, l' unico strumento generatore delle larghe comunicazioni terrestri e mariLLime, delle rela · zioni sociali . ·Agg iungiamo che i principii di n;·zionalità e d'intervento pongono un freno eziandio alle applicazi oni della legge di elezione naturale . l~ così, mentre le guçrre di conquista tendono a sparire, la loro forma di monarchia uni versale tende ad essel'e sostitu ita da una uniU1. più tranquilla e moderatrice, dai congressi dellè nazioni. I quali triburw.li d'onore dclic nazioni se non mai giungeranno ad evitare guerre fondurnentali, gioveranno al cer to ad evitare qnelle per accidentali cagioni, e giovei·anno soli) perchè lo spirito della società va ogni dì più trasformandosi e rendendo i popoli meno corrivi a guerre che non sieno lotla . per l' esisten7.a o per l'affermazione di un nuovo principio che pone in rivol uzione la società. La guerra divereà meno spessa e più breve, non tanto per le armi perfezionate, quanLo pel predominio del pensiero poli tico,

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E J,A SUA STOnIA.

LA GUERRA

vita ne è uno verso la morte e l'uomo si logora in •quelle medesime lotte del pensiero che fanno uomo. An che le civiltà ingoiano se stesse, e forse anche la -civiltà precipiterebbe dalla r up e come la sfìnge a Tebe, se l'Edipo giungesse a soh·ere il problema dell'uomo ·o se pervenisse una voltn ad esaurirsi la successiva attività delle razze . n1a. silenzio I Occupiamoci del pas~ ·sato e del presènte : non turbiamo i placidi chili dell'umana gente e godiamo spengi ernti dei benefizi della civiltà. E che I per terna della morte vorrerùm o r imaner fanciulli ?

per l'accresciuta tolleranza, per . la diffusione della coltura, per la maggior coscienza dei reali interessi sociali, per _lo svilupgo industriale. E gli eserciti si trasformeranno con la società. l'Ila costituite le nazionalità , non potrebbe la o·uerra -d.isparire affauo? Ascoltate una mia profezia: la ; uerra. diverrà civile: ciò inviter.·à lo straniero ad interven ire: ed àllora ridiventerà nazionale. Il grido di guerra esce ai nostri dì dai congressi della pace, i quali vorrebbero sopprimere la guerra tra nazioni. per eleva re a potenza Ja rivol uzi one in esse. E la rivoluzione è guerra civiìe, come la g uerra tra naz ioni è rivoluzione internazion ale. IHa le nazioni non po t1ebbero sparire neWu manità come le province nella nazione? Non voglio combat.tere questa opin-ione, ma dire solo che sparissero pure oggi , domani si rico~lituirebbero nuove differenze, a quel modo che percorso il modern o perio do della for mazione delle nazioni la vita provin cfrJ]e e comunale, la vita locale e particolarista riso rgerà sotto altra forma . Ne ved iamo di già i primi seo·ni ! E la costituzione delle nazioni non è ancora ~ompi uta! Codesta vicenda sarà la v.ita della societ~t sino a che questa . . avrà. in fon do un serbatoio di vitalitù; ma ao-o grnngiamo pure che a teaverso di siffa tta vicenda si afferma il sentimento della sol idarietà umana, il quale attenua le differenze senza distruggerle . · · Un' ultima domanda : poste le due formole suila re,, lazione tra. la civiltà e la gllena non ne viene come corollario che le civiltà a misura che tlion/'a110, dopo av~re godnto alcun tempo delle loro conquisti, cawi~ minano ~;_erso la loro dist1·uzìone ? Che esse <lopQ av~r raggrnnto con la 1orza l'apogeo volgono con la . d~boléZZ;). .a~la _d~co'.nposizionc? ·pur troi poi È il de, stm o 41.<>g-h mdmdm , delle nazioni: ogni pa,.;so nella

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III. Gli Stati e gii csc1•cUi.

Gli eserciti si t!:'asfo rmano con la società, si è de tto di sopra. L'elemen to militare nelle sue relaz ioni col civile attraversa le fasi seguenti : da prima governa la ~ocìetà; poi lotta con l'elemento civile per condivid ere con esso il dominio; in fine si rassegna alla subordinazione: da gover:na.nte diviene semplice strumento. Quando governa, la società è ordinata militarmen te; quando soggiaée, la sociel~t raggiunge il suo fine civile. La spada cede il passo alla toga. 1'Ia quando governa, quando lotta, quando soggiace? Le soci~Là umane incominciarono con la forza , la q uale fu l'un ica legge, l'unico principio o:r:ganatore nei tempi preistorici e selvaggi; ma es~wdo questi tem pi piuttosto avviamento a soeie~&, che v -:oi..;~à 1 non è, di essi che intendia.rno di~( G:T<::re. Se«;QtHlo la legge del Vico, l'età diYina è la prima età

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I.A GUEI\I\.\

socinl e ; e però la Leocrozin dispoLi.ca o il di spo Lism() teocrati co sono le form e di gorerno nelle quali o la casLa sacerdotale è re, o il re è prete. Non è questa l'età guerriera per eccellenza, imperoccliè la spada è al servig io ùel pastornlc ; ma la so,~ietà è così vicina all a selvaggia signoria della forza da rendere potentissima l'influenza niilitarc, e ogni servigio che il guerriero rende al prete è pagato a prezzo dell'autorità di questo su quello. Du ll'eLù divina passnndo a quella eroi ca no i enLrinmo ne l ,·ero domini o del mi li La1·ismo: ' è il tempo dei primj re eroici e sopraLLuUo delle aristocraiic eroiche, del feudalismo, della cavalleria. La ·socie ti\ tu tLa è ot'd in ala mili tarm ente, e non v' lrn un esercito stanziale percl1è tutti i liberi po rtano e brandiscono una spada . Questo predom in io militare , parlando dei te mp i cristiani, tocco Ja sua eccellenza sopralLulto nel inedia evo , de ll a civjltù europea. La quale insino a Carlo Magno se è qualche cosa nel nesso della fiutluazione bni·barica , è più teocrati ca che altro : cli faui questa è l' epoca nella quale la ch iesa , spoglia del polero temporale , bri.Jla per purità cristiana, conrerto e domina. Di poi la società si rompe nel particolarism o feudale, e mentre la chiesa si fa feudale , il feudatario si fa signol'e assoli.1to o sul suo dominio o sull'altrui . Nasce lolla tra i due poLeri, ma a traverso fasi diverse noi scorgiamo éhe yano fu il tenlatirn di Gregorio YII, il tentativo di ricosti tuire nell'Eu ropa feudale una teocrazia orientale. Ad unque la società è a questa epoca nn cozzo di elementi diversi, fra i quali torreggia un castello merlato da cui emana guerra e rumor d'armi. lì signore regna e il signore è guerriero. · A misura che le società entrano nell'epoca umana, civile, gli elementi popol ari , borghesi, si sgombrano la via~ e si giunge alla democrazia passando per la

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SU.\ STOI\I.\

.monarch ia assoluta . Queste due forz e s0gnano una momentan ea allean za contro il nemico comnne, l'ari stocrazio, su lla cui caduta si eleva prima quella delle due forze che è più potente, la mona rchia . Nella lotta ,c ontro gli elementi avversi il rnonarca to ha mes tieri di un a fo rza più orài nata, più compaLta, più sua, e la ratLrova non solo nei mercenari mn ezian dio nel concorso degli elemP-nti popolari, <.; be gli forni :Sco no mil izie com unali. E le fanterie borgh esi e gl i ese rciti stanzi ali spuntano come una formn rispondente al monarcato. Arroge che lo svi luppo sempre moggiore dell'indu stria e del sapere fa nascere in seno della socieLit ·il bisognr:> di applicare il prin cipio della divisione del lavoro persino nella quistion e militare ; di guisa che mentre il potere monarch ico ha mestieri Ji un esercito suo, la società sente il bi sogno di smil itarizzarsi e creare una clnsse deputala a militare. Onde la form azione degli eserciLi stanziali coincide con lo svilup po ind ustri ale, civi le, scien tifico, ecc., e lo agevola. l\Ia codesti eserciti, quantu nque divengano potentissima forza del monarca to con tro nobili e popolo, nondimeno son sempre sLrumenti di mon archie borghesi, di monarch ie sulle quali ai nobili caduti co me potere e rim asti satell iti del tl'ono, è sottentrata una classe, che ha aiutato il re a Yin cere, che sa leggere, scrivere, fare i conti e aVYocare, che popola tribunal i e ogni mani era cli uffici pubblici, che è so lita sino ai gradini del tro no, che gli rumoreggia auorno e fiirisce per insed iarvisi. J~ eviden te che una sorda lolla debba nascere trn l'elemento militare che vuo l signoreg~iare in grazia della forza, e l'elemento borghese clie vuol sottoporlo in grazia della civi ltà, ~d è pure eviclente che la vittoria debbe appartenere all'elemen to essenzialmente civile. La forza borghese riporta la vittoria nel seno tlell' esercito istésso, che si riordina, muove ANNO

xv, VoL. Il.

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L.\ GUE IIRA

E L.\ SU.\ STORI.\

e vive n seconda del trasformarsi, del muorrre e der vi\'ere Jella societit clie lo comprende cd alilllenta. A me pare cl1e ad ogn i essc1ninle forma pol itica risponda una forma organica miliLDre: l'esercito pe1·ma nente con lunga fe rma risponde alla rno riareh ia assoluL:1: J'cscrciLo permanente con breve fo rrl')a e r icche rise evc, rnaggio r concorso del paese , insomma l'"ordina1neoto prussiano , alle monarch ie miste cd anche alle r·epubbliche democratiche che rogliono essere ritali e indipendenti : la nazione anna la, così della, cioè un nucleo più di quadri che di trnppe permanenti e lu massa istruita nel le armi ed o!Jbligata a Jerarsi in armi per difendt:re il suo paese, si ndu ice aoJi Slati I:, democratici cbc o per le condizioni topografìc;hc o per l'isolamento geogrnfico non hnnno a tem ere nu lln. o poco dai vicini . E cosiffatto ordinamento an1c1·icano e svizze ro pot1·.'1 rispondere n. qual unque libern forma politica in qualsiasi sil1lllz ion e geografìca , cp1ando una socie tà come l'europea, ordinatnsi militanncnte in modo uni !'ol'me, non fnrù gncrre con ìntervolli minori .di m0zzo secolo nlmeno. Al!rimen ti i rantaggi clre unn socict:'.t t.rae dt11l'assenzn d'nn fo rte esercito pernrnnenle sarebbero pngali a troppo caro prezzo LH}i giorni del perico lo, e noi forem1110 ritorno a quella condizione di cose ri1cclioernk, nrlla quale Lutti essc1Jdo armati, nessuno è nffrancuto dal peso delle armi . I benefizi ottenu1 i dull ',n-el' divise le occnpazioni sociali e r;reala una classe depnlata a difendere gl'intercssi del pa:):,c eon la spada , lo schioppo ed i cannoni sarebbero distrulli dal ritorno di quella universaliltl cli occupazioni ' che la stessa economia col1danna. Se il movimento industriale dovesse riescirc ad abolire gli csercil i pel'rn aneo ti senza ri escire a climrnu ire .rn·andemente le o·uerre l'industt·ia arrebbe uccisa se stessa. :.\!a se almeno

un mezzo seco lo cli pnce si vedesse corre re tra due guerre, nllol'a è chiaro che un forte esercito perma. nenle rnpprcsc nt erebbe un capi tnle In cui rendila è a troppo lontana scndenw, un cnpital e che nulla renderebbe a in tere generazion i per render poco ai posteri ; impcrocchè 1111 ese rcito che al! rnversi cinc[lrnnta anni di pace è un eserci to che marcisce e si corrompe, cosiccliè non sa r~t ncnncbe u na s..1lveiza secu ra nell·arvenire . Perchè lo direnga san\ mestieri che g ioYani e fresch i elem,~n Li popolari ri entrino a 1'insnnguarlo, la quale riauivazione della circo!nzionè di snngue. gcnernso sarà tanto più solfecita ed eflicace quanto minori sarnnno gli elerncnLi logori . r u 11ucleo istruito, florido, prospero fon\ consegu ire lo scopo assoi meglio che un gran ~orpo csn11s to e decrepito . La storia dell'esercito prussiano dopo Feder ico II, n Jena , qua le dirnnnc con le riforme do.po Jena è una pro,·a· delle afI'ermnz ioni <li sopra. La guerra ciri!e a01eric:1nn è costatn H· miliardi al Nord, e forse al trcltnnto al Sud. Si è detto che ·se il governo di Whushington a,·esse aruto dnl 11,90 un forte esercito pe rnrnnente , questo non gli sarebbe costato 1,1. miliardi e che la guerra sarebbe clur3ta po co. E ciò non ostante il gorern o del Noru è ritornato all'antico orcl ioamcnlo militare. Gli Americnni nnn hanno adunque saputo trarre partilo deùa srentu1a? lfol credo: sono uom ini positi vi e sanno fa re i co nti . lnnanzi tutto una guerra civile e sopr.1uuuo in una società come l'ameri cana si differenzia essenzia lmente da una internazionale : l' esercito si di,·ide in due campi come il paese. Ma oltre di cib io penso che un numeroso esercito s ul qua.le fosse ro pesati'70 anni di pace sarebbe stato poco meno inesperto e assai più (ìacco di quelli che gli America ni hanno 'irnprovvisa ti e rnggru ppati intorno a' buoni elementi che loro forn irono West-

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L.\ GuERR.\ 3i0 J?oint, lo sv iluppo dcli ' in dustria, della meccanica. dell'ingegneria e l' uso della carab in a nelle rt1cce e nei tiri a segno . I.e socie tà sono g0Yc1·note dall'u tile : la coscienza o almeno l'isL:nto dei lvt·o inl(; rcssi le guida nella creazione delle loro istituz ioni. Gli Americani se avessero potuto avere il dono della profezia avrebbero al 1790 fo rse ragionato così: «qun l cosa è preferibile , il sottopo rsi per più d'un mezzo secolo agli obbligh; del servizio militare e alle imposte relative per avel'C un esercito nrnrcio , o il tu/farci a sviluppare la prospe ritù ma te riale del no stro paese anc!Je a prezzo che nelrora del pericolo noi dovessimo fa rci un più largo e copioso sal asso di sangue e di dan aro? InO'Olliomo in una volta sola una cHtti rn medecina: sof.::i friamo pure quattro ann i ma godian,one settanta, tanto più cl~ e nel primo c.iso soffriremmo sempre, e ci sa rebbe tolta la possibil tù di arricchirci in tnl modo da rendere assai più facile a noi il liberarci del fardello dei debiti a miliardi che non sia all'Eu ropa di quell i a milioni. Noi vivremo prospe ri e usciremo giganti di sollo al peso di sl colossn li spese, men tre l'Europa vive tisica ed escirà mai semp1·c esausta me:·cè il suo lento srrocciolìo cl i spese, perchè noi ci sarenio posti o in grado di pngo. re con l'indu slriu di 70 anni· 1a guerra di 4, ccl essa con la sua pace armata infiacchirà l'industria, impoverirù l' agl'icoltura , disseccheri\ molte fonti di ricchezza, arresterit la circolazione e fo l'se forse p agherà con la bancarotta un unno di guerra. E che muoia la vecchia l Gli Amencani sono entrati nella loro via non {Dica in grazia dello spirito profetico, ma messivi dal sentimento della lorn sir,uazione, e spintivi dal loro gusto ind us lriale anz i che militare. Vi hanno persisti to perchè il senLìmrnto non li ingannò, e perchè se pure nella bilancia drgli interessi là coppa fusa in Europa fosse

E 1,.\ S t: A STORIA

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sta ta trovala di miglior quolità, quella fu sa in America sarebbe sempre riuscita più gradita ed avrebbe fatto tn1bocco r la bilon cia dalla sua parte, che era la parte nella qu 4-le trovavosi il peso inesorabile delle tenden ze nazionali . 1; si noti che la soddisfazione delle tendenze n:iz ionali, dei gusti na w rali è pu re un profondo interesse soc ial e. Col oro adnnque che ragionano dell'America facendo add izioni e soLLrazioni e r;ompar azioni con i bil anci europei non dimenticl1ino qur,ste cose, e nei'fa re il co rnputo di qu el che negli Stati Uniti sarebbe costalo un esercito pe rman en le alla r ussa o alla francese e di quel che costò la gueno, vi aggiu ngano il coefficien te economico della prosperità materiale e quello morale delle ten denze naziona li. Aggiungano sul bilancio dei 70 anni un annuo capitolo per l'eserci to, ma agg iungano pure tutto qu el che l'agricoltura, l'indnstri a, il comme rcio vi avrebbe perdur o senza che l'esercito vi avrebbe guodagnnto molto nell'ora del pericolo. E poi faccinno In cornpara7:ion e, senza neanche preocc uporsi dell' ihassegnobile valo re dell~ tendenze. Or dateci JJna si tuazione di cose che cc preconizzi 70 anni di po ce e l'Eu ropa sa,-.~ conq~istata dal sistema americano . Ma e com e si sapra '! L'atmosfera parla ai popoli del loro presente e del loro prossimo avvenire : il cammino storico della civiltà. ne nJ gio na agl'ingcgni. Ma provo il desiderio <li oggi ungere che con l'espressione « sistema amerieano » bo inteso solo accennare al fatto dell'assenza di eserciti stanziali, non al modo col qual e gli American i provvedono a mettere su l'esercito alla vigilia tlelle ostilità. Questo modo se fosse ado ttato ci farebbe r ilom are ai tempi di Luigi X.IVed a quelli che li precessero C' seguirono sin o ali ~ rivoluzione francesC\, cioè all'arrnolamento volon tario con l'in evitabil e rac_olage, al vero mercato di co m_pra e


LA GUERI\A

seduzione della carne umana . Chiunque ha letto il bel lavoro de l Vigo di Roussil lon su lla potenza militare deg:li Stati Un iti non potrà negarm i ragione. Con tutto i l r ispe-tto dovuto all'Inghi lterra ed all'America dobbiamo dire c,l10 questo sis tema potrà rispondere alle uh itudini e forse n!le co ndiz ioni di quei paesi , ma che rende l'esercito un ignobi le stru mento mercenario, Il se,·1·izio obbligatorio e successivo, il proclamare Ja dif~'sa del ·puese come un dovere citt<).cl ino, sono cose cbe nobilitano l'eserc ito · senza viola"re la libertà individuale, La quale per essere vera non deve preiendere ad esser sconfinata, ma proteggersi da sè sacriGcanclo parte di sè. Ora l'avere un eserci to che .difo.n<l.e ·il proprio paese per dove.re e non per mercimonio non di11ienc eziand io utile sociale? Le nazioni che hann o serii pericoli ·a teme re di con o di sì. Nell'Inghi lterrn istessa incomi nc iasi a dubitare, e l'America fo infi ne costretta a r i<:orrere alla leva nell'ultima _guerra (li separazione. Non riconosco che due modi .nobili cli mi li tare: o 'il vero e volontario volontari,llo o lél coscriz io"ne vo tata per legge. ForLunnto il paese che può C;CH1Lare seriamente sul pt·imo modo; ma sinora la storia non lia scoperlo ques to paese. Confessiamo <1d1_rnque che tra i _due modi nobili, il secondo offre maggiori gtwrcntig ie di sicurezza e di solidità, alm eno per noi continenta li. Un oltto viz io essenz inle nel sistema ameri can o, :ed . nl qua le pare che i ge nen)l i Grnnl e Shennann intendano por re rirn ed io., consisteva nella scarsezza ,fol. nucleo pcrrnancm~e. Il subitaneo e grnnde ncpre'::iCirn en to deve produrre per necessità una mncch ina poco saldo, affidata per soprassello a mnni poco esperte. Questo fotto hn non poco contribuito a render lunga la gu erra, anìe1·icana : col ritorno dei qiod i tenu ti al . tempo cli Luigi XIVper µVe r tosto un numeroso eserci t9

E LA SUA STORI.\

373

·è venuto ezi0:ndio il ritorno della guerra cl i posizione. . Le vall i del Potomnc e del ,larnes River hanno veduto ·· per lun go tempo confitti al suolo g li l~Serciti nme ricnni . · E la guct·ra è !ìnita quando il concetto strategico , le operazioni combinate, la ma novra ha nn0 trionfato. Questo esempio e-i deve rend<' rc accorti che;inc-he qunndo le IJHWÌ mezzo secola ri ci f'nrn nno smettere i poderosi e_ ser..citi stan ziali, snrù sempre necessario conse rrare in piedi quad ri bene ist.1·ui ti: nuc;l1•i di truppe permanenti acconci a divenire liev iti de i contingenti e non ad esser rnoscherini". che si scliincci11 no: scuole di .:ipplì,cazio ni mi li tari ; materinle p1'011to: piazze for ti e marineria che na,·igh i no n nell'acqua doke . L'esercito della a·ivoluzione fr,;1ncese fece prodigi pe rchè le truppe stanz ia li , essendo una terza pnrte dell e guardie na,zionnl i incorpo rate, poteltero essere veri capi saldi nel mezzo di mobili t'l emcnti . In qua ntt) a noi euvop ei del 18,0 , poicbè si,Hno lontani ùni ripo si di una lunga pace, poichè al contrario ,.-cdi,imo l'ntrnosfera pregr~a di una guerra gén era le, pon iam o rlal l'un cnnto pel mom.enl.o le aspirazion i di abolizione dqrli eser<:i Li permnnenti, e cer-c h:arno di trornre la concilinzione Ira la ti rannide . delia flnunza e quella degli ese rciti stanzia li nella costituzione di escrr: i_ti non così gross i per numero come ou imi per q11nlitù, e nell'apparecchiare il pa ese . .ad assor. inrsi all'esercito nell"o ra d<!ll'azione, associarsi . sop rntL.ilto col l'endc rgl i poss illil e di portarsi intiero . s ul campo cli bat.tnglia . 1

L'esercito ndu nque è una società particolare che ·segue le trusfornrnzioni clt~lla societù generale. TDle è desso q unl è lo Stato:. Una società disgregata, arbit rarin, urmige1·a qua l era l' Europa fe udale non poteva -0.a r vita ad un eserci to, ma a masse armate che si


374,

LA GUEI\IU

E :..\ Si:.\ STORIA

aggrnppavano intorno ad alcuni centri. Grnppi che a modo errante si collegano e si disciolgono. Ci vo. gliono Stati organati per avere eserciti compatti, per ' avere eserciti; e la coesistenza di queste forze fu sinora la condizione delle grandi imprese. Lu potenza militare fu indispensabile strumento alla grandezza degli Stati, e cominciando dal popolo persiano n~l)'Oriente, passando per Sparta, la llifacedonia, Roma e giungendo al Piemonte ed nlla Prussia, la storia ci mostra corne il forte organesi1no statale e militare fosse cagione della renlizzata missione egemoninca. l\'Ia è giusto il riconoscerlo, la soverchianza dello Stato schiaccia l'individuo, spegne il rigoglio della vita particolare e gitta in ombra lo SYiluppo della coltura, come la soverchianza del militari smo reca seco le esagerazioni del fare meccanico, allineato e formale, l'artificio di una vita astratta daJla società. Così è fatta la natura umana: inclina più all'esclusivismo che al-' l'armonico equilibrio, quando rivolge in una direzione la sua attività, col raggiungere i beni del!' azion e raccoglie i mali della esagerazione. Ai nostri tempi codesti Stati accentrati e caporali paiono esprimere una situazione forzata, un momento transitorio nello svolgimento sociale, un mezzo violen to utile a raggiunger presto uno scopo, e destinato poi a cadere. L'individu1llismo r1~agisce e irrompe da tutte le parti., e le societù particolariste gridano alle accentratrici: sì, l'individuo sacrifica parte di sua liberth sull'allàre della società, ma non di quella anormale forma sociale creatn dal d1ispotismo dello Stato, e saGT'ifica quella · parte per godere 11el rimanente la pienezza della libertà: il vostro sistema di ingerenza governativa intende a rego lamenlizzarci la vita e per tanto a incinesarci: voi soffoca te la nostra libera attivitì1 e sfruttate il seme della coltura: togliamoci dal capo codesto cielo plumbeo, rinno,,.-inmo

con l'alito della libertà l'aria ristagnata, e per carità viviamo, viviamo! Non è questo il grido che i particolaristi del Sud e del Nord della Germania manclano all'indirizzo della Prussia'? . Il sistema liberale, cioè quello cbe vuol rendere lo Stato una finzione, .una unitù passiva, trionferà sul continente europeo come ha trionfato nell'America, come nell'Inghilterra il selfgovernement , e trionferà perchè è irresistibile questo cammino dei tempi. Il suo trionfo sarà felicità e non sarZt debolezza insino a quando sarà vigorosa la nazione in mezzo a cui trionfa. Di questo . sistema dièesi quello che dell'azione della civiltà sui -popoli: la civiltù corrompe e il sistema liberale dissolve. La risposta a queste due opinioni ' è la medesima. Io non posso sottoscrivere alla ordinaria e volgare credenza che la civiltJt è corrnzione; imperocchè il mondo non vide nulla di grande che da popoli civili non partisse, e la corruzione non agevolò giammai la grandezza. Un popolo selvaggio non è corrotto nè ha corro tti, percbè è un popolo bestiale : la bestia non può esser.e corrotta perchè non ha coscien za della virtù e del vizio. La civiltà ha il merito di recar seco la corruzione, perchè sveglia la conoscenza, perehè afferma l'u omo; ma ha il merito più grande d'insegnarG a fuggire ed a vincere il male, d'insegn.are a riporre la felicità nell'esereizio del bene. E l'uomo davvero civile, davvero .uomo, giunge al punto di comprendere la utilità del bene ed a praticarlo, non fosse altro per ìa cosciunza dell'utile bene inteso: la pratica del bene, quale ne sia il movente, diviene abitudine, sentimento, istinto. Per il che, nel :fiorire del perfezionamento sociale, noi -incontriamo di nuovo l'istinto, la spontancitò, ma da selvaggia divenuta civile. Onde lo stato preistorico

e

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375

I.A GUERRA

E LA SUA STJUTA

·,com'è anti-socia le e nnti-civ ile e pure nè monile, nè imrnonile: il primo stadio civile fa nascere con J-a moral itù la immo ral ità; lo stnd io che trnmezza tr:a ·q uesLo e quel lo del clecMlimeoto d'una n::izione vede dal!a lotta 'uscir trionfante In moral ità mediante la co_. noscenza dei propri interessi. }la è cliinrn clic per du1'ill'e in codes La lotta. e tt'ionf11rne· è mes tieri che razione cìe lla civiltù si ( serciti in g uisa clie un popolo possn non trovarsi logoro pel giorno del trionfo. Felici quel le nnzion i che più tardi etHrnrono nelle vie del la civil-tù, come felici gl'indiv idui ell e veggon'O ]a luce oggi piuttosto che ne l medio evo! La curva <lescritta ua queste nniooi risponde ad una ascissa. più lunga e ad un'ordinata pi ìi alta . Arnndo elle incominciato più tardi In loro corsa ha nno potuto maggiormente profìttnre dei ben efizi di una civi ltà ·più pe rfozionat./1. Che nella ricrh ezza della lol'o presen te nttiviu\ non scngl ino triviali bestemmie uontro popolini qna li debbono codesto prese1ne e che caddero prima pen:hè vissero prima. Anc.h'elle cede:'Dnno il pos!o ad altre, e mentre queste clnlla civiltà trai-ranno forzn, qu el le ne i.rnernnno solo godi·menti sensua li ed artifìciali, stimolant i che accelereranno la caduta. Non sarù la. civiltà che le avrà corrotte ed ucc ise, mcl la vita si sarà , com'è fotal e , iin pov<' t'ÌLa . Allora della ,civi lL,\ si prende la mascherc1, le nstllzie, mentre si lascia dormire il conLenuLo serio ed nnesto ; allora que lla medesima potenza clte fu pc! su o contenuto strumento di forza, di .gT11ndezzn, di rirrù , divieni>, ,per la su11 rnasche r·a, un 11gevol11 nte la debo le zz;3, il vizio , la dissoluzione. Lo stc~,so dicnsi intorno all'appl icazione del moderno concetto di Stato, il quale coucetto cont;isle ne.ll'allar~ars i ·su to lta la "ita pol itica di quel motto eco,iorni co : lasciate fare, lascLale passare. E sopra ogni

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.:i.ltro ci vogliono -popoli non pupilli e razze energiche per sopportare tanta larghezzn cli liberlìi , come vigorosi polmoni sono necessari per respirare l'a_ria delle alte montagn e. Qu-ando la costituzione orgarnca è buona , quest'aria la rende robustissima; qonndo la attivitù individuale e sociale è viva e fecornJ ,1, come nell'fngh il terra, nella Germania, nell'Americ11 , ecc., lo Stato a fo 00 c:wia moderna è forza, non debolezzu, perchè apre u 11 più largJ campo alla espansione ed al concors~ delle atLività iodiviclLinli, che in questi liberi mbmnentl 'si corroborano e diveng0no più fer tili. Ma, si dice, codes ta aria vibrata, soLtile , pnngcnte della somrfritù, accelr.ra la circolaz ione e consuma la vita più prcslo <li un'atmosfe ra: equ ilibrata maggiormente con l'or~anesimo umano . No n imporla, rispondesi: meglio Yive re un-giorno che viYacchiarne due: meglio la piene~za d!_ liberli1 a scapito della durata, che questa a scap ito eh quellu: il nostro giorno è vita, i vostri non lo sono . ì\fo questa risposta ist~ssa uon esclude cli e l' acceleramento della vitali tà organica trasformasi io causa di decomposizione. L'individualismo moderno può ap1~ire la porta .i ll 'egoisrno soc iale., cioè all n dissoluzione . La storiu vedrà al movimento cli fo rmaz ione de lle. nazio·naliti'.t, alla costi Luzione dei grandi corpi naz ionali, tener dietrn un interno movirneoto d.i reazione provinciale, '-comunnle, in dividuale, il quale, dopo aYer fatto brilla re vita di vivida luce in tante clisgregnte fiammelle, :forse Jc vedrà mano mano spegnersi per isolamento, per difetto di un concorso vita le , di un coavergere <li sfoi-z i ad alirneotnre un grnn fuoco centrale. E for_tu.oati gli Stnti che nvrnnno avuto forza. di reagire , e .che rirnunendo fe1'mi nel loro equilibrio relativo, non sarnnno sbàttuti tra le esageraz ion·i, nè scossi tra le rea.~ioni; ma soprattullo fortunati quell i che non correranno peri.colo di .scomporsi affidando alla libera

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E LA SUA S1'0llIA

I.A GUEnnA

atti vità individuale la garanzia dell'ordine sociale. I primi troveranno nella forza statale un rimedio alla debolezza della razza: i secondi nell'in dividualismo uno sfocro alla esuberanza di vitalità. Tale ;arà pure la sorte degli eserci ti, Ud~ è di giù come dimostrasi ai chi11ri segni del tempo . Le corr.enti della società moderna prc~mono ed 'irrompono da tuue le parti, ·e le anlicbe moli mil itari sono divenute carcasse che fanno acqua e vogliono en trare nel bacino da raddobbo. Lo sviluppo dell'istruzione, la razionalità del comando, il rispetto alla opinione dei comandati, il campo aperto alla discussione ed al merito, la compiuta distruzione cli qualunque sorta di privilegi, il servizio militare obhligatul'io con i necessari co1Tettivi, l'individualismo che prende il nom e di iniziativa e di responsabilità diffuse su lutti i gradi della gerarchia; la tendenza a dis truggere qualunque cosa possa sepnrare profondnmente il so ldato dal c ittadino e costituire l'esercito come una .,casta nel paese, ecc. ecc. sono indizi evidenti che gli eserciti si vnnno trasformando con la società. E fanno bene ed è questa l'uniea condizione di vita. , Gli eserc iti useirnnno adunque istruiti, civilizzati, nazion alizzati, ravvivati e temprati da questo lavorio di trnsfonnazione : im pe rocchè tutto ciò che eleva J'uorno non può silbra re il militare a patto che si studino i caratteri particcùriri della ·società militare e che allargando i limiti della libertà non si menomino quelli della razionale nutorità. Còmpito di una _ diffìcol!à imm ensa e di una delicatezza estrema, a reali zznre il quale ci vogliono uomini che comprendano i loro tempi, che sieno del loro tempo, ma che. abbiano la testa fredda. · · , Fate che la civiltà, lo stato dei nuovi tempi declinino; che lì la corruzione corroda, qui l'incli vidualismo aberri,

2,9

ed :illoralemoderneforze vitali degli eserciti diverranno le brecce per le quali l'inimico pene tra di la~cio nel!~ fo rtezza. '.Acceuiarno inrnnto di cuore allegro 1 benefizi della nuova civil tà, tanto più che ad un decadimento s ociale non v'ha eserc ito al mondo che possa sottrarsi~ quale che sia il suo 0rdin a~e1!~0 . _E soprau1~tto n?n c1 lasciamo spaventare da quei d1fe Lt1, da quei rn~h ?l:e scatn riscono dalla Yirtù e dalla vitalità : sarebbe rnd1Z10 di fiacchezza indegna di un c~lemento che ha semp re rappresentalo la forza e il ~oraggio e cl:e .01:a più ~he mai deve ùiventilre espresswne della cJVJ]ta. Il tipo dei lanzichenecco è condannato a sparire dinanzi a quello del militare colto e ·civile, devoto ~l, dovere _e disciplinuto con la eoscic nzn della nece~s1ta della disciplina, dea ·degli eserciti o permanenti o non permanenti.

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C'inganniamo noi rn questo modo di valutar~ la_ natura nmana, lo sviluppo dell'umanità, le relaz_1oin tra la civiltà e la guerra, trn la ragione e la for~a? Considerando l'u o,rno quale si è rivelato nella stona, qunle è e quale sarà per fungo periodo, certo _no~ c'ingan_niamo . Generalizzando le nostre conclus10m ed applicandol e al più lontano av venire, è possibile c'i_n ganniamo. Non fa cciamo che induzioni larglle su dati p~co pos ttivi . I progressi dell' antr~pologia e dell a_ fisica social e, scienze ancora nascenti, potrann o fornlt'e all~ -osservazione istorica, che si volge al passato, elementi positivj per indurre l'avvenire con maggiore ~icurezza di c1uella che oo-ai possiamo avere., Al term me della 00 fisica soeiale del ,Quetelet noi troviamo questa conseo-uen za : « uno aei risultati principali della civiltà ~ : quello di restringere sem~re pi~ ~ lin,iiti nei q~ah « oscillano i diversi elementi relatm ali uomo._» ~al~ a dire che a misura la civiltà si dilata le deviaz1om


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I.A GUEllnA

E LA SUA STOltl\

dalla med ia diminu iscono e l' uman ità si avncrna a quello che è bello e buono : l'uma nitù è perfettib ile e la perfottibi li tù tende a for clìspa ri re i l mnl e e ad affermar1n'11gu1:g!innza . fifa l'aggiunge remo noi codes to ideale? La preveggenza ed il sapere domano :::einpre· più la malattic1, ma la distruggeranno sino a reg:,i. larci un corpo um nno non più umano'? Spnrif'irn no le clisuguaglianre, cesserà il male, la for zu cederù interamente il à1mpo alla ragione e nel profondo dei secoli a venire l'umanjtù tutta qunnta sarti una sola pncifica farni g!ia, parlnnte un,1 sola lingua e go,,e rnnla da!!a pubbl ica opin ione, su premo tri bu nale ai cuì respons i si acconceranno tu tto le genti '? In una parola , l'assintoto toccherà_ il r.imo del l'iperbole? E se anche le clisug u:,iglianze e le diserepaoze non ave ssero a dispn rire, esse si rassegnera nno a farsi v:ilere ed a trionfare medi ante una pacifico lotLD cbe intenda a eonnui:,tare la pubb li ca opini on e ? In una pnrola , il pÌ-~gresso u mano g iungerà a distru ~·gere q uella c!re sin orn abb iamo reputata essenza dell a natura urnann , l'u ltima ratio della forzn per risolvere alcune qu i.s tioni che eh-· vidono le masse in due campi e che vivam ente riguardano i Jorn interess i? O pure le di ffere nz e, il male, la relativa miseri,J , la forza pe rmarranno, procedendo bensì ma i sem pre ve rso la loro diminuzione':> Non costituiseono esse codeste fo rze col loro giuoco tutto il . meccanismo dell a vita clel l' umun ità? E il rao·o·i uno·ere ~ b l'ideale o l'nvvicinarrisi sino alla disparizione della forz a non esprim erebbero nel primo caso la morte -dell'uman ità e nel secon do il rnarasmo, il prin cipio della fine? L'assenza del pericolo, la tottile disLrnzione della forza , la vittoria piena e tranqmlla sulla miseria, sul male non sarebbero Ja perdita di altrettanti stiinòlanti' che teng. on su la fibra dell' uman ità ? Alcuni rispondono di sì· al!a prima induzione ipo-

teti1;a , ultri di sì alla seconda; e l'ingegno trova Y;iiid e ragioni a sostegn o del!'nna e dell'nltrn . Sino u q11,i11do un macrcrior num ero di fotti, di osservaz ion i non conoo sentiranno alla scienza di ind un c con magg io!" soliditù , no i .ci possia1no ra ll~g rare clcll'aecord o che regna sop ra un pun l.o essenz iale, cd è cbe la civi ltà co l suo svolgersi ha fallo , fa e fo r.ì semp re più trionfare 1,l ragione sulla forzn, il bene sul mille, l'agiatezzn sull a mi se ria, i !um i suil'ignoranzn . !,e scosse sociali, le rivol-uzioni e le guerre accacfranno per ccmse sempre pi"ù essenziali, succeclerannosi acl. intervalli sempre più graneli e dùninuiranno ùi cfo.ra.tci ell intensità.. Ecco un fa tto cer to. È un mo to ev iJenth, ir-rr'sistibi le e consolante. Abbandon ia moci con gioia al! a c:orrenlo che ci trascina, ed ove poss iamo rettiuchiamol c il leuo in g uisa do. imped ire irrntili straripamr-n ti. Ecco \' essenziale. L'inàngare ove la corren te ci mena è studio nob ile, è un bi sog1Jo deJlo spi ri to urnnno , nrn sinora e pure una in <:bgioe cli trop po profetica: il credere clrn possia 1~10 d irizzare ol po lo nord un fi ume ch e corro verso il s ud e vice versa è credenza rnna e su perficivle. Con, l'i mpossibile non si lotta. Ha - e questa deduzion e non è contra dd ittoria alla premessa, - poichè oggidl esis ton o dis ugmi g! iaoze radica li, m,1l i ·poLenti , quistio ne inso l n te, prricol i g ravi, guerre fre (ruen ti, non ci fac,- :amo cogliere aJla sprovvedu ta : appnreccliiarn oc- i a respingere ln fo rza con la. forzn , e rnentre col ~iri arno ìu nostra intelligenza, temo rir1mo il nostro corpo 0d impariamo a trattar le ,;rmi. Vincere è ancora l1ver ragion e, p ur troppo I

(Contimw). N. riL\HSELLI.


l'\OT.E SULLA STORIA DELLA CA~!PAGNA DEL ~ 866

NOTE

SULLA STORU DELl1A CA~IPAGNADEL 18'66 CO~JPILATA

-DALLA SEZIONE I3TORICA DEL CORPO DI STATO MAGGIOREPRUSSIANO sono

J,,\ DHlBZIO~• DI

s.

E.

IL GENERALE. MOL TKE.

C ONT llW AZ!OXE -

Vecli l)isp ensa Ili maggio •/870.

{;omba Uimeuto di ~lrnlitz.

28 giugno

Il generale- Ramming dopo il combattimento del 27 ~re~so Nachod si era ritirato a Skalitz; chiedendo rinforz_1 al coma_ndante in capo l' esercito. Qu esti a,,eva ?rd1~~to al_l'VIII 0 co_rpo di portarsi a Sk_alitz e di spiegarsi ~n pllma lrnea lasciando m seconda lmea come riserva 11 VI ?orpo . L~ matti~a di buon'ora l'VII1° co rpo giunse per rilevare 11 VI0 11 quale per aJtro, anzichè rimanere come riserva, fu direll.o a Dolan e poi a Lanzow. ~- sette ore a. m. del 28 questo cambio era finito e I VIII0 corpo era· al suo posto. Esso consisteva in 3 brigate di fanteria, avendone dovuto lasciare una a "\Yildenschwect per guardare la strada ferrata · invece o-li si erano dati due quarti battaglioni del nr0 'corpo. Q;indi 0

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fa sua forza consisteva in 23 battaglion i, 17 squadroni, 88 pezzi. Jnvece il 5° corpo prussiano era stato 'rinforzat.o "di una brrgata del. 6° corpo , e di una brigata di cavalleria; cioè era di 29 battaglioni, 2·1 squadroni, ·c ompresi gli otto sqnaclroni della brigata guardie, e 408 pezzi, perchP. si era aumentata l'artiglieria delle due batterie della brigata del 6° corpo, e della bat:teria della brigata guardie. St~ non fo:-;;se stato per Io . scacco di Trautenau, avrebbe concorso a questo· attacco benanche la 2• clivis.ione della guardia, che non potè venire perchè adoperata all'attacco di Soor. Nel corpo austriaco l'Arciduca aveva così disposto Je. sue truppe . Innanzi l'Aupa su lla sinistra ripa la brigat.l Frngnern stendendosi a sinistra sino Zlic, la brigata Sch'ulz a destra della ferrovia a Spita; la brigala Kreyssern fra le due, a cavallo della strada, formava la riserva . La brigata di cavalleria a Zlic, il rimanente della cavalleria all'ala destra . Ecco ora le disposizioni prese dal generale Steinm et..z :pel' l'assalto. A destra il generale Lowenfeld doveva portarsi a Studnitz con cinque hat.t.aglioni e 112; 3 batterie e uno -squadrone; discendere sul Schafherg, impadronirsi di Dubno e del bosco di qu ercia. Queste forze sarebbero 'State l'avanguardia della 2• divisione della guardia. Un'altra .colonna si metteva in marcia sulla strada ·di Skalitt composta di 3 bai taglioni e 112, 4 squadroni e 12 pezzi per attaccare di fronte. Il grosso formato da.ila 10° divisione veniva poi, ed infine l' artiglieria <li riserva . La brigata Hoffmann ciel 6° corpo restava tr.a · Wysokow e Wenzelsb~rg. Nello stesso tempo avevci avvfrito su KosteleLz il ,grosso bagaglio, parte delle colonne di munizioni e .l'equipaggio da ponte, perchè aveva intenzione, se 1

. ")

ANNO

xv,

VoL . 11.

25


384-

NOTE SULLA STORIA

fosse stato respinto, di ripiegare sul grosso dell'e.s ercito e non sullo strello di Nacliod. Queste disposizioni eran o dnte sì per parai·e nd un utlacco che pote~se venire da Neustndt, sì per e,·itare gli stretti e sempre più collegars i col grosso del 2° corpo d'esercito nel cDso di avversD sorte. Appena alle 1 O e 314-, il generale Steinmetz seppe che non avrebbe potuto far assegnamento sul concorso dulia 2n divisione della guardia, ma solo su lla brigata di cavalleria e su di una batteria: egli lasciò le cose come aveva stabilito, fuorchè iu luogo di Dd operare la~ O.. compngnia nell'atta cco diretto, la impiegò quasi tulla nelrattacco di Ganco. Il corpo di dcstr·a scendenào da Schafberg s'impadronì di Dubno ed atta ccò la fogianer·ia ed il b_osco di quercic che veniva clall' a!Lra parte attaccalo dnll'avanguarùia cbe si avanzava su ll a strada di "\Yrsokow a Skalitz, nel mentre qualcl1c balleria si po;·t.wa a Kl eny per potei' rispooùere in parte al fuoco micidiale dell' Il} tiglieria nustri aca co ucen tratD dinanzi SJ.:a litz. Il ..nemico .tentò ,·a,·i attacchi sulla sinistra e sul ce~tro pruss,ano, ma venne se rnpre respinto dal vivo fuoco, quantunque i Pru ssiani non avessero che deboli forze sn quel punto. Intanto la 1o• divisione si cr·n portata trn Zcblow e Zlic. Una sua brignta si arnnzava sulla slrada e sulle alture da Zlic a Skalitz, l'altra brigata er,1 andata a rinforz are gli alLacchi del centro. In questo l'artiglieria della riserva prussiana si ·era potuta stabilire a Klen.r ed indietro, per controbattere l'austriaca. Il nemi co fu sloggiato an cli e dalla strada-ferrata e oon difendera più che Skalitz. Alle ore tre p. m. fu dato l'ordin e di allar.ca.re anche Skalitz clie venn e ostinatanwnte difesa dagli ultimi scaglioni austriaci . (

1

DEL~\ CA MPA GNA DEL

1866

385

~otc sul combattimento di Sl.aliez.

28 giugno

Vi hanno de"'li o élvven imcnti cl1e sembrerebbero in. verosimili se non fossero veri, e più che nllrove rn guerra succedono queste apparenti ì?verosi rniglinnze , quando non si voglia ten~~ conto_ d1 t~Lle le 1~reoccupa1.ioni, delle false not1z1e e d~1 falsi rnpportr, onde vien e circondato il comandante rn capo. Perche non è facile discernere il Yero fra tanLe contraddizioni, specialmen te qunndo la fortuna comincia a dichiararsi avYersa. JI criorno 27, il VI corpo austriaco P. bnllulo ?al 50 co~po prussinn o e si ritirn a Skn litz; e chied e rinforzi al generale in capo; il quale ordina all'Vlll0 co rpo di rinforzarlo. Arriva qneslo a Skalitz, ed il Yl 0 corpo anzichè rimanere con:ie ri serva, si ritirn prima n Dolan . . e poi Lanzow . Perchè mai qu esta ritir·aLa mentre si crede c(ie il nemico deve aLtaccare ? Non c' è che un a sola r11g1one, cioè che il VI0 corpo fosse così prostrato dal co,abattimento sostenuLo il giorno innanzi ch'ern ìn!possib~le farlo combattere quel giorno! Or qui nnsce 11 dnbb10. AYeva il generale Ramming riferito al generale in capo lo stato di abbattimento del Yl0 corpo? O con osce,·a il generai Beneclek tale stato_ p,er altro_ mo_do? -~in~ ad un certo punto parrebbe di s1, perch e le 1str11z1001 date all'arciduca Leopoldo portano che egli doveva spiegarsi in prima linea. Quindi il .Benede~ supponeva solo che il VI corpo avesse bisogno d1 qualrfre 0

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l>E LT,,\ CA MPAG N.\ DEL

NOTE SU J.L.\ STORIA

ora di riposo e null'altro . Ma quando l'arcidu ca Leopoldo fu obbligato a mandare ind ietro il VI 0 corpo, lo fece col consenso del Bencdek o di suo capo? In ogn i modo o l'uno o l'a ltro ealcolò ma le. Se il \'lò c;orpo che Ci'.J. al completo fu bai.tuto a Nachod, non è egli da suppo rfo ch e sarebbe tanto più ageYolmente battuto l'Vll[ 0 che giungeva appena ai tre quarti del VI0 ? Se il t10 corpo prussiano da solo haLt<~ il VI0 corpo ·au strit1co quanto più faci lmen te non doveva battere l' Vlll corpo dopo clic i Prussian i furono rin for zati da una .brignta di fanteria del 6° corpo e da una brigata . di cavaller·ia dell a guardia ? . E il disastro sarebbe stato comp leto se il P1:in cipe Reale avesse es te~o a tutto o almeno a gran pa rte del 6° corpo l'ordin e ch e m:mdò a quella brigata. Gii Austriaci si (~sponcvano dunque a perdita certa il giorno 28. Amme ttendo che il generale Bcnedek sapesse che in quel giorno la 2a divisio ne della g uardia no n avrebbe po tuto· soccorre r·e il 5° corpo prussiano [e pare che lo sapesse, per l'ordine spedito a Gablen tz) t ' perc11e avventurare quel combattim ento isolato di' Skalitz? Non sarebbe stato m~gho far ri li1·1U·e tutti a Dol an o a Schwe'insch~tclel o riunirvi il VI 0 VIII0 ' con' il 1V 0 ed il secondo corpo, col III0 a Kònigshof, 0 la missione di rannodare il X 1 Perchè ·espo rre i van corpi ad essere battuti !"uno dopo l' altro, anzic!Jè portarli uniti innanzi ? Non vi ha clii non sappia che solo j] concorso di varie forze applicate nello stesso tempo può dare qualche risultato sia in meccanica, sia in guerra, come in ogni altra cosa ; chè gli sforziisolati a nulla giovano. Epp ure nell'a pplicazione, quanto ci allontaniamo da questi precetti semplicissimi e ve11i I Il 28 fu veramente una giornata nefasta per l'esercito austriaco, _battuto a Mùnchengrii.tz, battuto a Soor, battuto a Skalitz I Degli otto corpi quattro erano stati 0

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battu ti e malconci. Si po teva fin d'allora prevedere una catastrofe. Perchè gli Austriac-i presero una poslZlon e avanti J'Aupa cioè sulla sinistra, anzi chè mettere l',o\npa tra. sè ed i Prussi ani? Non pa re punt o ehe . avEissero la volontà di prend ere l' offensi va, nnzi sembra quasi sicuro, per qunnto narravano i giornali militari austriaci, ch e l'Arci duca aveva l'ordine di ritirarsi ~en z'altro se non era attaccato per le 2 p. m. Era dunque nei calcoli del generale Bcned ek di guadrgnar tempo. E dovendosi prend ere u)J a posi zi one difensiva, non era forse più indicala dietro l'Anpa, sia per il dominio maggiore sulla ripa destra, sia perch è non si avre_bb~ avuto all e spa lle nn corso d'acqua da pas~are? Po1che mentre le pendici sulla ripa destra sono coperte _da boschi e scoscese, per lo contrario le alture sn lla riva sinistra sono dolci e scoperte verso l' est, e difficili e scoscese verso ovest, che era la parte da cui avrebbe dovuto eseguirsi la ritirata. Inoltre dinanzi alle ripe abbastanza scoscese e boschive sino all'Aupa corre un prato largo tra 500 e 1000 metri che si sarebbe dovuto attraversare allo scoperto dai Prussiani per raggiungere la_ pos_izione nemica. Ci pare ch e si sarebbe potuto appoggiare la sinistra alle alture di Ratiboriz, il centr.o alle alture di Klein-Skàlitz la destra all' Aupa, l'artiglieri a cli riserva ' . su uno degli altipiani . dominanti._ !ndietr? v1 :rano tre strade di ritirata; ed alla sm1stra di Rat1bor1z cioè ver~o il nord vi ha un profondo burrone. Stabilendosi sulla ripa destra tra Ska,,litz e Ratiboriz si aveva facile la ritirata per molte strade e si aveva una posizione molto adatta alla difesa, perch è dominante e scoscesa, quindi difficile da affrontare , e quel che è più coperta di boschi; laddove il ~erreno dinanzi . era scoperto, e solcato da un corso d acqua.


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NOTE SuLI.A STOIHA

DELLA CA:llP.\GNA DEL

A s!nislra poco più su di Ratiboriz, l'Aupa piecra ad occidente, per cui vi si poteYa appoggiare il fi~nco; a destra lo stesso fiume e le case di Skalitz sarebbero

state suffìc iente appoggio. L'artiglieria di riserva su uno degli altipiani fra Klein-SkaliLz e Raliboriz avrebbe dominato da lungi. Tutte le disposizioni date dalla parte del 5° corpo prussiano paiono buone e rivelano le qualità di buon capitano nel generale Sleinmetz. L'id ea di mandare i grossi bagagli n Kostelelz, e di p!'end ere Kosteletz per linea di ritirata sul grosso del _Il0 _corpo è informala su i princ1pii dei migliori cap1~ani, mentre un generale qunlunq-ue avrebbe creduto che la sua.l in ea di operazione dovesse essere per Nachod, d~nde era re nuto. Questa lin ea poteva essere una linea di rrum ovrn, rna r iuscita la manovra, bisognav~ ora eollegarsi e stringe ,·si al centro, tanto più che si poteva essere attaccati dal Iato cli ~eustadt. An~lie le dis~os_izioni prese erill10 fonclnte su questo cambiamento dt l1n0a e secondo dettava la nat.ura del terreno. Qui la strntegia e la tal.lica concorrevano a f~r p1·esccgliere la_sinistra nemica come punlo del principale attacco. Croè 1.fn attacco di rronte acc0mp11gnato da un forte atlacco di fianco d111la parte d,~lle alltlre <lominar;ti . Qu el che fa un po' merariglia si è il vedere come l'?L~a?r.o del la_ d~stra prussiana quando si fu pndroni d1 Zltc ~o~ s1 ~1a portnt.o sul la ripa.destra rlell'Aupa, tanto pw cli c rn qnel momento si ern q11asi delinealo il movimento di riti1·atn del nemico. Fo rse era stato distrutto il p·onte? Ma l'Aup n era oo-uadnbile I Ou el mo. ~ vimento avrebbe certamente accelerato l'abbandono <lei pnesc cli Sknlitz, reso inuti le l'attacco e dati ma&:.. 0 gio ri tro fei al vincitore. · ' . Mancò _lo stato n:aggiore del Principe Re ale, qun.ndo mentre diede l'ordrne alla 2n divisione della guardia

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-<li andare a Eypel e ~ai lc, non Ììe nvvertì a tempo ~I genernle SLeinmetz : tog!ienrlogl i circa un terzo dellé forze suli e qu.:di . era forrrwto il suo disegno, il ge,nerale dovcvn esserne l)VV_('rLito a trmpo per poter prevedere e provvedere. D: dispos izioni d,1te nd ,1 a . 111. .non ebbe notizia il grnrra le Steinrnetz che solo alle 10 a. in ! Fn nnche merinìgli;1 il t;1rdo concenlrarnenlo ,,3e ll 'nrtiglie1·ia di ri.:;(~rva prussinna con tro la posizione .d i Sk,ditz.

·\l.:ombaUimento di Gicin.

:10 giugno.

lì 28 nella sera e il 20 nel mattino furono in viati 'teleg rnmrni nl Pri ncipe Federico comanclan-Le il 11° eser1 ·ci to 1:ier metterlo a giorno di ciò che avveniva del :2° r.seri.:ito, il c111n le avrvn dinanzi 11 sè, e s·u] suo fianco, !forze nem iche considerevol i, c·int1 il X0 il I V0 il VI 0 l'VH! e il 11° corpo . li solo 5° corpo, e il corpo dell:i guard ia trovavnnsi in prima linen ; ma il 6° ed il 1° ,crnrio ancora mol to incli el.ro e no·n avevnr.o ancora oltre·pnssato -Lichen nu e Lewin; per cui si pensò di fare aavanznre il pr-irno ese rcito 111 quale fu mnndato il se·guenLe lelegr·nrnrna: « Malgrnclo uirn serie di comhat« timenti v1llori0si, il 2° esercito si lro rn · ancora ·« mon1entanenmen le in una posizione difficile. S. M. « il Re conta ell e il ,1° esercito solleciterà la sua marciò. ·« in r.vnnti pe1· disimpcgnnrlo. >> 11 Princip e, dice la nostra storin , nveva risoluto ·ai -0ltrepassare Gicin in cruella stessa giorna ta del 29, e .spingere due a tre divisioni sino a Aulibiiz. · 0

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' SUI,J,A S'!' ORIA l'iOTF.

DELLA CAMPAGNA DEL

À nove ore il Prin cipe died~ l'ordine alla 5• divi-sione (Ti.impling), ch'era a Rowensko, di mDi'ciare st1 G}cin ed impadronirsene. L'avrebbero seguìta a qnalche d1stanza la 6• divisione, e la divisione di cavalieri~ per la strada Turnau, Rowensko, Gicin. L'8• divisione (Werder) doveva portarsi a Gicin pas. · , sando per Padkost e Sobotka. La division e Fransecky passando per Oher-Bautzca , e Sobotka doveva seguire la divisione Wandel', ,! cos-ì dovevano fare le nitre due divisioni . Le tre cliYision ì del1' esercito del!' 1'Jba si dove,;ano portare a .Ju1w. t> .Bunzlau. Le divisioni di testa dovevano partire a. mezzodì. Il generale Benedek rimanendo ·sempre nel convincimento di dover portare la somma maggiore dell e· sue forze contro il primo esercito prnssiano, aveva ingiunto a Cla-m~Gullas ed al Principe Ereditario dì tener fermo a Gicin che si farebbe e per quella stessa giornata 29 giugn_o a rinfo1,zare il III 0 corpo che tro--vavasi a Miletin. Alle 9 a. rn . del 29 il primo corpo d'eserci to austriaco giirnto a Gicin, pr·endeva posizione a tre <> quattro chilometri foori della ciuù. · Non molto dopo giunse anche il corpo sassone. _la destra del)a posizione era occupata dalla brigata Piret a .Markt-E1senstadt. Alla si_nist.ra erano la brigata, Poschacher sulle forti alture di Brada . e la brigata Abele a Prachow. · La brigata Leinin0'0n era indietro in ris_erva. Infine la brigata Rin~elsheim a cavallo della strada di !Ui.inchengri.lt.z ed occupava Lochow. La divisione cli cavall erin Edelsheim con la nserva d'artiglieria del corpo a Diletz. Una brigata di fanteria sassone a Dil elz ed un'altra a Kbelnitz . L'altra divisione rimase in · riserva indietro. La divisione T(impling (5" divisione} partì no~ prima

era

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<li un'ora e mezzo p. m. da Rowensko, e ver_so le lre si trovò in foccin al nemico . La divisio:n e \Vender che era purtita da Zchrow sin dal mezzodì per Sohotka a Gi cin non incontrò il nemico in posizione che alle 5 p. m . Le due si rnde elle da Turnuu e da Sobotka menano a Gicin sono separate da montngnc rocciose e coperte di foreste chiamate Priwiscin . Questa configurazione di terreno diè luogo a du.e comba tti menti affatto distinti, essendochè fosse impossibile al le trnppe che combat.tev::ino sull'una strada di sostenere quelle dell'altra. Le altre divisioni che le seguivano erano troppo lun()'i per poter prendei· parte all'azione. 0 Dalle tre alle quattro e mezzo In divisione Tumpling ebbe delle scaramucce, H foce i preparativi clell' attacco che il comandante della divisione aveva ordinato . 11 campanile di G1cin era designato come punto intelJIOove tutti si avrebbero dovuto _con\'ergere. T'.1tt~ l'a rtiglieria fu riunita in una batteria. Due hattnghorn di fncilieri, una brigala cli fanteria, ed un reggimento .di cavalleria dovevano seguire il corso della Zidlin a per Zames e Diletz. Un reggimento doveva marciare su Ginolitz e Sadul ek e poi imp adr:o nirsi della · foresta . . Un reggimento era in riserva . . . Alcuni degli attacchi riuscirono : non riusci 11 movimento girante _del reggimento per Prachow essendo ]a posizione molto forte. ì\fa Dilelz era in mano dei Prussiani . Gli Austro-Sassoni avevano ancora in ri serva 19 battaglioni intatti; se non che in quel punto un dispa~cio del quartier generaJe principale portato dal m~g~1~re generale Sternberg ordin~va « d'ev:tare quals1as1 m« contro e.on forze nemiche sup eriori in numero e « di operare la unione del 1° corpo .con l' esercito


DELLA CA~PAGNA DJL

l'iO'fE SUl,J,A STOHIA

« rrin -: ipale a Horic ed a Miletin, poichè in questo

« intel'ra!lo cli tempo si era data altra destinazione ~< :ii quattro corpi d'esercito. >> . Al ri ceve re è1 ues t'ordine le brigate sasson i corn inr:i;Hono tosto d loro movimento di riLiruta e le hr io·ate . I D ,Hrst. rwc 1e non tardaron o a segu irl e. Sola la hrio-ata . r n P. 1ret 1Ac0 un ri torno offensivo sul fianco sinistro del 11rrn ico , ma ncrn rfo sd. Allc 8 11j'2 dopo che fo respin lo l'n tt.acco della lwi,gata Pi r'el, i·I comand;rnte della 5• divisione ordinò cli 11 U.ncca1·e le fol'ti nll. ure di ]rada clic caddero in mano dei Pru ss iani; i quuli dopo cli ciò diressero la loro mar~ia s_u Gi:i~, erano le ·10. Una parte delle tn1ppe ~egui la npa s1n 1stra c!ella Zicl lina. La divisione' Wel'der· 110n g iùnse -a port.aln di Lochow che verso le 5 e ·1(2. Fr1 occupnta Unter-Lochow, rna quando si vol le sbu.:. ~~are da Under-Lochow per nlfnrr:n re Ober-I.ochow t. ulli gli sforzi riuscirono inutili sì fìttn era la fu cilai.; ~'JUS tri aca . Al lora i ] generale der ise di prolungare -loltn _cli fronte e g irnre per la sinistra la posizione nc~m,ca . Egli frmnò un disLaccamento di tre batlnglioni, d i un reggim ento di carnlleria e di una batter-i~ cl1e diresse :i W?struzno. Ma questa colonna non pote procedere èhe lentamente a traverso un terreno ,difficile. Ali~ 8. 1~1. c.o!o nn·a prussi1.11rn g iu nse a ,Vostruzno; '.11 prn1c1pro_ troYò qnnlch0. di/'fìco ltb prr sbo ccare, ma infine comparì, locchò dt>c isf' il nC'rnico ~ ririrarsi, non senza ar?r' f1~11~ c!"!Jlcbc r:itorn o offensivo. Alle ,10 e ,fJ2 1 fa tP..sta aclla dms,one grnn;;e (l llc1 pol'l<~ di Gicin . Il hattaglion,1~pruss inno che penetrò nel pacs<\ sr.ontratosì con una brigata sassone elle si ritirava dal noi-d, fu sop rafnt.to d~J ' fu oco e dol'.è re·1roccdere. Ma intanto s?praggrunse dn l nord e dQll'est porzionr, della cl ivisqone 'fompli·ng cl1e incontrò un solo battaglìone sas-

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sone il quale copriva la ritirata della brigata; dimodochè alle ,12 e mezzo della notte i Prussiani. erano padroni di Gicin . Finalmen te Benedek, convinto dei pericol i che na•scevano dalla vicinanz1,1 dell'eserc ito di Silesia che aveva posto per qualche giorno fuori com battimento il VI() l'VIf1° e il X0 c·orpo, rinuncia a 0òntin11are i div isati movimen ti sull'.Isnr; e questa fu la cagione dell'ordine ricevuto a Gicin dal Principe Reale. Adunque i Sassoni e il 1° corpo erano a Horic ed a Miletin, il II1° corpo era a Mi let in. Gli altri corpi d'esercito dovevano riunirsi sull'nlLopiano di n11benez, prenderl'i pos izione e far testa al Principe Reale . Per cui fu .dato il seguente ordine: li IV 0 co rpo doveva restare n Dolan, senza acceuare una lotta ineguale e occorrendo doveva ritira rsi a Salney sull'altura tra la chiesa ed il sito oceupato· dalla 1" divisione cli cavalleria di riserva, da due divisioni cavalleria leggera e ·c111gli altri qua ttro corpi <l'esercito Vl°, VIII 0 , X0 e, II 0 • 1

1"ofe sul combaHlmento di Giciu.

29 giugno

Pcrch è il Principe. Federico, coma ndante il 1° esercito, dopo il combattimento di Munchengratz non fece insc~uire la colonne au striu che che si riti ravano? Il -co mbattimento era ç:essato ad un'ora e .mezza p. m., quindi rimnnc~·n a ncora buona parte dBlla gi ornata. Varie di visioni non avevano fatto che pocht chìlome1ri di strilda; poca truppa aveva preso parte al combat-


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NOTF. SU!..\ STORIA

timcnto; dimodochè ne rim aneva disponibile più che a sufficienzn . Si era veduto chiaramen te lo scopo del nemico, cioè non di fare seria resistenza , ma bensì di ritflrdaré la marcia dei Peussiani. Mri anche ommesso· che si volesse far marciare la tru ppF1, era per lo meno necessario che le colonne si fossero messe in marcia all'alba del 29, che così avrebbero potuto giungere verso le 10 innanzi Gicin, e si avrebbe avuto il tempo di raccogliere almeno due divisioni per. ci ascun attacco. Avvennè invece, clic per essersi dato l'ordine di partenza solo alle 9 antimeridiane del 29, la colonna di Rowensko non giunse che alle 3 verso Gicin, e l'altra di Sobotkn non prim a delle 5. Qu este colonne non potevano più attendere l'arrivo delle divisioni eh' erano indietro e si misero in un a impresa tal e che, se Bcnedek non le aiutava sarebbero corse un ri schio assai seri o. Si comprende bene che non vi sarebbe stato che un disordin e mom en taneo, essendo scaglionate indietro forze conside revol i, ma ci è> avrebbe sem pre genernto delle perturhnzioni I Non esageriamo di certo dicendo che uno sbaraglio di not te, seg11ìto da una ritirata , colpisce vieppiù la im mnginaz ione. ~Ia c0r tam en te quello affro nto avrebbe ob bligato il giorno dopo a perdere ni11ggior tempo per con centra,·e le divisioni, spiegarle e co mbinnrc gl i attacchi , e questi ritardi ernno ;ippunto lo scopo princip ale a cui mirava il corpo di osservazione 011strosassone. L'i storia fa notare che per la posizione presa dagli Au stro-Sassoni, quella delle du e part i che cedeva avrebbe trascinata per necessiti! la ritirata dell'altra. Ciò è verissimo, ma !a storia non ricorda che vi era una forte riserva di un a brigala austrioca · e di una divisione sassone, e che tale ri serva, portandosi tulta od in parte sul punto ·che era più imm ediatamente in pericolo,

DELLA C.\~IPAGNA DEL

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poteva f,ll' cnmb iare lo stato delle cose. 1'.; ve1·0 che la posizione nveva il difetto accennato, ma qualora si rosse prcsµ una po;;izione più coneenlraLH intorno -0 Oic in, è pur vero che l'c::;e rcito prussiano, eh' era il più forte, poleva meglio sp iegarsi, e dippiù occupondo le oltu re con la sola artiglieria nvrebbc potuto obblio-are il difensore a ritirarsi. o . Forse era qui. il caso di te nere una riserva nncora più fo1"te., per poter prendere anche l'offen siva, qualora se ne presentasse il tj es tro. Il dispaccio del Re al Prin cipe Federico, dice : « mal« gra<lo una serie di combattimenti vittoriosi, il se« con<lo esercito si trnva ancora mornenw.nenrr1ente « in una situazione difficil e. » Bastano queste sole parole a con\"incere come fos·se1·0 difetti.ve le disposizioni delle truppe prussiane: maJ,q•ado 11na fortuna costante e dirci insp erata, pure o il giorno :29 il secondo esercito era inu na posizio~c difficile, cd era verissimo. R quanto sarebbe stato rn una più difficile posizione se, non di co avesse perduto, ma soltanto se Ilcncdek, invece d'impi egare parzialmente i suoi eorpi d'armata l'uno dopo l'altro contro il secondo esercito, li avesse tenuti quasi intatti sino quel momen to! Bisoo-na convenire che il coroo austro-sassone coi t> ' • tanti ordini e . contrordini che ebbe, sovente l'uno m contraddiz ion e clell' attro (specialmente nel momento in cui stara combattendo), avrebbe potuto andare incon tro a mah ben più grandi di quelli che soffrì : imperocchè non bisogna nascondere che l'incertezza -0 la contraddizione del comando si comunicano con Ja rapidità dell'elettrico in tutto un corpo d'esercito. . Il combattimento di Giein si sarebbe forse deciso ~ltrimenti senza l'ordine mandato da Benedek -rerso le sette di non far resistenza a forze maggiori e di


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NOTE SULLA STùlllA

opernre la unione del corpo ausLro-sussone con ]'esercir.o prin~ipule a Ilori(; e a 'MileL in. Fu principulmente quf\~L_'~rd1ne che decise la l'itira ta, e vi ba gean prohabtl rtH, se non certezza, che senza di esso le cl11 e div_is!oni prussiane non avr.ebbero potuto forzare la pos1z1one. Qunle fu la cagione dell'ordine del generale i~ l:fl~o aus~riaco? Si·ccome egli stava già oc~upando I ~l~r f:>rn~o :dr Dubenitz eon cinque corpi d'esercito, tre d1v1:;1on1 d1 cnva lleria, e la riserva d'uniàlieria, voleva . ·1 o ' per garantire I suo fianco .sir,istro contro il 1° esercito, g_u,~rdare Borie e Miletin éol _ t~Ol'po austro-sassone, r11110rza1.o dal 111° corpo e da una divisione di cnvalJ~1·ia, e .dnre battaglia Jo stesso g iorno 30'. Egli coi. crnqu? c~rpi nHebbe comballuto contro i quatlro corpi prussiani su ll 'Elba, mentre altri due corpi austriaci,. 11 1° e Ill insieme nl corpo sasso11e e a due divisioni di caval leria aVl'c:bbero dovuto resistere all'avanzarsi del 4° 8Sercito su Hori c e Mile.tin. Il corpo austro-sassone per meO'lio uniformal'si allo sp_irito ,dell'ordine del generalè B~nedek, anzichè .cominciare a ritirarsi immediatamente, avrebbe dovuto prolungore i suoi sforzi e resistere sino a notte avanzata, per eseguire solo allora la ritirata. Invece essendosi messo quel corpo immediatamente in riti~ata rese audace il nemico, il quale gli fece toccare no~ poche perdite. · Al combattirne'nto di Gicin s·ulla stradc1 di Turnau fu. impiegata una divisione prussiana (;ontro quattro l)r)g;ate austro-sassoni. Al combattimento sulla strada di Sob?tka vi era ~oa brigata austriaca e qualche battaglione della brigata Abele contro una intiera divisione. Il Principe ·Federi·co avrebbe potuto far sostener~ lo. divisione Ttimpling daHa divisione 'di cavalleria, fac~ndo percorrere a quest'ultima qualche chiJome!ro al trotto- nnzichè fo.rla marciare in coda ad 0

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DKLLI CAMPAGNA DEL 1866

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una divisione di fanter ia. La cavalleria avrebbe così potulo tro varsi n posto in Lcrr1po deui lo, e quantunque il terren o non fosse adnt.lo pl>.r quesr.·arrna, purr~ essa nvrebbc potu to essere uti le nel coso d'insur·ce:-::-o. L:;1: ba llel'ia che era con la dir;,sione di eava!leria avrebbe potuto anch'essa giovare. rcrJltro il Prin cipe Fede rico che a\'eva mostrato lnnto senno, tunta prud enza il giorno 28, fo il 29' mol to temùariu quando :nandb a lung-Bunzlau tre divisioni dell'esercito ci eli ' EIIJn, privnnùosi così per almeno un giorno della cooperaz ione di queste forze. Oimodochè vernrnente al co rpo aust ro-sassone ed al HI 0 co rpo (se fosse giunto) eg-li non avr-ebbe potuto opporrn che G divisi oni ed un corpo di cavulloria, fot'ze non rnolto superiori a quelle che potera incontrare sul suo camrnino. L'nutore n pag. 1G8, dice così : << Quel giorno si polè « osserrnre in tùtln la sua estens ione 1u difficoltà che 5{ s'incontra nel far rnareiare tutte in una voìta grandi « masse di Ll'Llpp e concentrate in un piccolo spazio. ~< È eviden te ch'è cl' ìmporLJnza maggiore il tenere « sino all'ultimo momento le colonne separate le u-ne ~ dalle nitre. In effetto, diminuendo il fronte, si re« stringe nel rned es imo tempo il num ero delle strade « dì cui si può disporre per poi'larsi in nanii, si au·« mentn il numero dP.gli scaglioni clie si è obbligati « di formare su ll e stesse, i quali finisco no per avere « fra di loro delle dis tànze che si contano a gror« nute di marcia. Ma in definitiva la necessità di con« centrarsi abbastanza a tempo per ottenere un · ri« sultato decisivo obbligherà anche soven te a prendere « queste distanze in profondità od in lunghezza.» Se il I0 corpo austriaco ed i Sassoni, che formavano un totale di 66,000 uomini, si sono potuLi ritirare dopo uno scac<;:o per una sola stràda su Gicin, i Prus:1


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i'òOTE SULL.\ STO!l!A

sian i. che avevano inoltre la strada di Turn au a Gicin,. e, se volevano, anche altre due, cioè quella per Fi.i rstenbruck e Sobotka e l'nltra per Turnau & Rowensko, avrebbero potuto con1~entrarvi "30 mila uomini. Il generale Bencdek nel dar l'ordine al corpo austro-sassone di ritirarsi a Horic e a \\li letin ed al terzo corpo d'esèl'cito di soffermarsi a Miletin, e nello stesso tempo col rudunare. cinque corpi d'eserci_to sull'altip iano di Duhenez, assieme a tre divisioni di cavall eria ed alla artigli eria, aveva intenzione di fare argine col grosso ali' esercito di Silesia, nel mentre il 1° corpo fl III0 e i Sassoni dovevano ritardare l'avanzare del Principe Federico verso l<oniginhof. Ma veramente dubitiamo anche noi che quella operazione, ch'era fattibile _il 28 ed anche il 29, fo fosse stata ancora il 30. La prima e sostanziale ragione che troviamo contro quel!?, idea 'si è che il 30 vi erano già tre corpi che avevano sofferto molto moralmente e materialmente, e non ce. n'erano che due soli intatti. Di più la testa di'colonna del primo esercito prussiano non distava ora che di soli 30 chi lometri dalle spalle del grosso dell'aus triaco. E crediamo che il III 0 corpo su cui eadeva il fardello di opporsi al suo avanzarsi, (poichè gl i Austrn-Sassoni erano troppo disordinati e stanchi pel combat.timento del giorno .e della notte antecedenti) poteva per ben poco tempo trattenere tuli o l'esercito del Principe Federico; quindi nella giornata deJ iJ 0 luglio, sul tardi forse, il 4° esercito prussiano si poteva trovare se non sul campo di battaglia alm eno in posizione da minacciare la ritirata d-ell' esercito · austriaco . Per aumentare in qualche maniera le distanze, e molto più perchè lo spirito delle manovre a linee di operazioni interne consiste appunto non nello attendere ma · bensi nello attaccare, ìl Ben edek, anzichè

DELLA G.rnPAGNA l)EL

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pl'endcr0 nna posiz ione- difensiva, avrebbe dovuto pren-dere una attiLucline offensiva e portarsi risolutamente innanzi, in lin ce concentriche, nella direzione per cui le forze nem iche si avanzavano . Laonde, anzichè stud iare una posizione difensiva, il suo studio avrebbe dovuto volgersi alla offensiva in modo da piombare con forze rnaggiori sull'avversario. Era bene tener <l'occhio una posizi on e difensiva per tutti i casi d' insuccesso, ma quella de-Il' altip iano di Dubener. era pc~:.icoìosa unt he più dell'altra di Sadowa che prAse di poi, p,•lendo essel.'e attaccata non solo di fianco rnn di. tovescio da ll'esercito del Prin cipe Federico e simultaneamente di fronte dn quello del Princip e Cnrlo. Ed è certo che il Principe Reale si sarebbe ben guardato dali'n ttaccare gli Austriaci , se prima non fosse stato certo rhe i.i secondo eserçito era n portata di. concN·rervi .

-Giormifo. del ~9 . - P.-c!la. cii !Koiuiginhof. (~omb~ttime~Dto di §chwcinschadel.

Il 29 il corpo della guardia purtì da Burlrnrsdorf verso mezzodì diretto per Kéiniginhof, ch'era difesa a~ rn compagnie del reggimento Coronin i, le quali dopo buona difesa furono respjnte con gr:rvi perdite, lasciando 400 prigionieri. Il 0° corpo pl'ussiano aveva per destinazione GradJitz. Non gli si offrivano che due vie, o attaccare il 1v0 corpo austriaco, che il generale Benedek aveva radunato avanti DoJan, oppure girare attorn·o all' ala :sinistra nernic;:i__ per guadflgnare la stl'ada da Ratiboriz, per Veternik e Chwalkovitz a Gradlitz. P~r non ~~s~re attaccato mentre marciava di fianco, la brigata W1tt1ch ANNO XV, VOL. H .

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400

NOTE S ULLA STOI\I A

DELLA CAMPAGi:'ì.\ OEf, ,J 8(ì(ì

e una brigala d i cavalleria dovevano coprirlo portandosi a l\'liskoles. Ma appena queste due brigate presero a rimontare il torren te nella direzion e di Trebesow, vennero nttacca 1e dal n10 corpo austriaco che' avnva preso posizione tra Schw0inschiidel e Sebuc con tre hrio·nte di fa riteria, tre squadroni e la s ua artigli eria di 11serva. Fra ttan to era g iunta la brigata d'avanguardia a Miskoles e, inteso il c.ombattimento, si sp iegò a sua voltn 1.'d att.i.ic0ò lap?~izione nemica . Al trettanto fecero poco dopo· la ga dLVJs10ne e la brigata Hoff del I\' 0 corpo, ed il n emico fu respinto. · Prima che il V0 corpo partisse, era giunto a Skalitz. il If 0 corpo.

siano. Nel mentre ogni g io rno le forz e pl'ussiane crescevuno, quelle che si opponevano Joro era no sempre. minori ! Non potendo adunque in alcun modo lusingarsi di ricacciare addie Lro le forze nem iche, quale era ler scopo dei co1·pi d'eserciLo au striaco scnglionati l'uno dietro .l'alLro? No i vernrn ente non l'indovin iamo . Non potendo respingere il 5° e il 6° corpo prussiuni , non era meglio se Benedek rinLll1 7.iaYa a mandare a Dolnn il suo JV0 corpo '? Qua nLunque il cornbatLi inen to di Sdiweinschiid el no n fosse . stato molto decisivo , pure il IV corpo vede ndosi corHro uio! Le fo rze, €: nvendo arnlo l'ordine cli non affronta re for2e rnoggiori, si riLirtl; ma aveva desso guadagnato nelle condizioni morali e militari , o perduto? i;; certo che percl è qualche migliaio d'uomini fra mo rti, feri Li e prigionieri; c<l è pui' ver0, ch,e quan do da un combnttimen to non . ò p robnb ile ottenere ness un rn ntaggio, ma invece dC!le perdite morali e materiali, bisogna evitarlo.

Wotc sui <•ombaltimcutl di it..0Ftir;;i,1ilof e ~canwc inschiidd .

y~rament.e non sappiamo indovinare la ragione per ci11 11 genera le Beneçlek abbia vol uto portare innanzi a Dolan il JV0 corpo d' eser('ito . Poteva egli sperare anco ra di anes tare la marcia del 5° corpo p ru ssiano ora che questo era stato raggiun to da! 4° corpo:> Cosa però era suceed uto con questo scng! ion are .indiel.ro tee corpi d'esercito" li 27 a \V,rsokow quattro ·b rigate cli fanteria del VI 0 co rpo ed una divisio ne di çavulleria sono respinti da du e division i di fante ria o da nna brigata di cavalleria del 5° corpo prussi ,mo. .ll 28 a Ska li tz tre brigate di fante ria, più due batta.gli on i dell'VlII0 corpo nustrii3co e una b rigata di ca, valleria vengono respinti dnl 5° corpo rinforzato da ' m1n b riga ta del 6°. li 29 a 8cli weinsc-h iide l, i-! lVo co rpo '. <1~1strineo e_on tre brigate' di fanterin cd un reggfrnento' dt carallerrn den~ contrastare al 5° e al 6° corpo prùs~

0

11 Re cli Prnssia, part ito il 30 g iu.gllo da Berlino pecandarc a prendere il comando dell' eserci Lo in Boemia, mandò la seguente istru zìone co mandan ti in capo. « Che il 2° esercito si dovesse mantenere. sull 'alta 'El ba; « con la drillu. pronta -a congiungersi ali' ala sinistra « J el 1° esercì Lo , il qun le avrebbe continuato il s uo mo« ,,imento innanzi. Il 4° esercito progredisse nella « direz ione di Kon iggriitz , e se in questo mo vimento, « aYesse incontrato sul suo fianco destro fo rze nemich e « considerevoli , il genera le H.e l'Wa l'Lh le attaccasse « per rigettarle lungi da l grosso del loro ·esercito.»

ai

li Pri ncipe Fecleric.o dopo il mezzodì del 30 oltrepassò Gicin ed al le otLo della sera occupava queste


+0~

4-03

NOTE SOLLA STORIA

posizioni: ~a- 6• divisione a ChoLez; la 7" a Ko nez~hlum; fa on a AuhbHz; l'Ra a Bulowes ed a }liliciowes. Il secondo corpo a Gicìn ed a Podzad. 11 corpo di ca-11alleria a Duwore tz ed a llebous. L'e:-.;el'cito dell'Elba si lroYava a quell'ora colnrvanguardia a Liban, la 1,F divisione a SeJlist.. la ,use a Deteniz e la ,f6a a Il,1k.iLan. Nessuno u;,-e,·u iucomral.o il nemico. Il 2° esercito nveva raggi.unta la lin ea dcll'Eìba . Il ,1° corpo era a Piln ikau. li co rn'o della o·uardin a lfoniginhof ed a Ne u RetLendorf. \t 5° co,to a Gradli ~z. 11 6° corpo a Brsiz, a '7 ehi!ome tri ali' est di Gradi itz. Or dalla p,ute degli Austriaci: I ~~s~on i s( erano r!tirati a Smielar.· 11 I0 corpo e 1~ ?1~1swn;'. cl, cava l!eria a Sudowu. 11 III" corpo e l&. _rl1v1s10nc Jl cavallena a Gross Burgli tz . li resto del. .\1' es~t·cito su Il e alture cli Dnbenetz. . . Ma !a sern de_! 30 qu~lla posizione non e.ra più tenibile, c~1.ce I.a relaz10nc, po1chè il ,1° esel'cito prussiano noP.. era piu cne ad untt rnarcia e minucciava il fianco e le spalle dell'esercito austriaco . Per questa ·ragione il · ?en_en~le Benedek si d~cise a portare le sue truppe m ~1et_10 nel_la ,notte _de1 __30al '1° luglio e .i dirigerle nei dmtorm d1 Konw:. o-1·at·,,~ . v O .. ~c~o. il __disp:-i.ccio ~he egli mandò Hll'imperaLorc per ,,p1ega1e 11 suo rno virnento . · · . 0 « ~a ~isfat ta (l ) del I ~orp_o e dei Sassoni mi obbliga , « a telt0cedere nella d1rez10ne cli Ki.inig·o-r;:tt~ "n C) - (. IJ •

. (1) Déba..cle dictl con signiCTcante gallic~smo il tcleO'ramma ori5 grnale Le:lesco.

Ecco i movim enti esegu iti dal 2° esercito prussiano: I l 1° corpo per Arnuu marciò su Obe r-Praussni tz. Il corpo della guardia sull'al trn ripa dell'Elba si coll egò con il 1° esercito a Miletin. Il 6° corpo · si avvicinò al 5°, che rimase a Gradlitz ..

11 Principe 'Federico, che cornandnva il 1° esercito prussiano, aveva le sue forze così ripartite.: La 5a divisi one a Miletin. La 6" divisione a Dobes. La 'i" divisione a HoHz. L'8"- divisione a Gutwnsser. La 3• divisione a Obora . La 4" divi sione a Wostromier_ Ln divisione di eavnlle1·ia Alvensleben era. a nnsnitz; la division e IIann a Liskovitz. L'esercito dell'Elba aveva quc!l'aninguard ia a Hochwesely, · la ·1 q.a di visione a Zesetiz , la 115° a Cesow, la 1G• n Icinowes . 1

~

Movimenti dell'esercito austriaco esegui ti d~d 30 gìugno al 1° l uglio. · Il Ili" e jl X0 corpo da Gross-Burglitz a Lipn . La 3° division e ca.. - alleria cli riserva a Dolitz. 11 Yl 0 coi-po e Ja 2" divisiorie cavalleria di riserva; per Dubena u a Rosniz e 'Wsestar. L'V1Il0 e· il lY 0 corpo per Litiz e Nesnasow a Nedlist. La ,1• division e cavalle ria di riserva per Trotina a t ocheniz. Il II 0 corpo e la 2• divisione cavalleria lcggèrn per Jezbin n Trotina. · Il 1° corpo si era stabilito a Wsestar. I Snssoni a Lubn o e Nieder-Pri m.


,40.i,

NO'l'E SULLA STOIIL\

L:' lrnppe non nnivarono a posto che dopo il mczzod1 del 1° luglio. ·~~a a , quell'ora il generale jn capo austriaco non pote prn nasconde'.si. che i suoi . disegni erano falliti. E perduu1 la fiducia 111 se stesso e nel suo esercito <li~~sse all'insapu ta di tutti il seguente telegranim; .ali 1mperatore : « Prego caldamente V.JI. di conchiu'dere la pace << ~ q 11 nlnnque costo . Una catastrofe è in evitabile per « l eserc ito >>. . Ne eb be dopo due ore, in risposta: << Irnp~ssibile conchiudere la pace. Le ordino « - ov~ c.16 sia inevitabile - di mettersi in ritirata « nel rn1gl1or ordine ». . 1

Giornata del :? foglio.

li '2 luglio i divers i corpi prussi ani rirnasern rreneralrnr;nte nelle posizioni del 1° Ju ofo;i. Solo J'es~rcito .dell'Elba fece i segu enti movimenrf. L'av'.inguardia si recò a Srnidar. La ,f .i 0 divisione a Chotelitz. La 15" divisione a Lbota. La ,J6a ad Hoch\Vessely. Ne!l'esercito austriaco non vi fu altro movimento ~he il passaggio degli equ ipaggi sulla ripa sinistra del.I Elba a Pardubitz. Pare che Io spirito del genernle austriaco si fosse ne)!a notte alquanto ria lzato : infatti telegrafò di nuovo ,all 1r~peratore che « tutto poteva ancora volo·erc in meg_Iw: elle intendeva riposare il ;2, continu:re il 3 la ri_~1rata verso Pardubitz e condurre l'esercito sotto Olmulz ».

405 4866 In ([l~el gio rno le avanguardie dei due eserciti erano .a 7 o 8 chilometri l'una dall'altra, ma nessuna .delle <lue snpeva che l'altra fosse così vicina e così con,ccn trn tn: I Pl'L!ssian i non avevnno avuto sen tore della marcia -del g1'osso dell' esercito ausLriaco su Dubcnez, nè della ·sua ritira ta durante la notte. Credevano invece clie ]a rn nn·,,,ior parte dell'eserc ito nemico occu1)asse, sulla e):) sinistra dell'Elbo , una posizion e corrle ali appoggiate .a .Joscl'stadt e Koniggràtz. » Bisognava o attaccare gli Austriaci in tale posizione ,di·viva forza, o costringerli altrimenti ad abbandonarla. Nel secondo caso bisognava (:be l'esercito prussiano ,esegu is:-:.e soLto gli occhi del nemico una lun{fcl marcia pel lì ,n1 co des tro a fine di gua dagnare Pardubitz donde ,.avreb be minaceìato tutte le di lui com uni cazion i. Ma bisognava prendere le necessal'ie precauzioni per im,ped i;,e al nemico di lasciare la sua posizione, e venir .a gettare lo scomp iglio su questa lunga manovra. Nel pl'irno caso , cioè qualora si volt:sse ìlttacca re il ·ne mi co di viva forza, il 2° esercito prussiano doYeva restort~ solla ripa si11istrn dtdl' Elba,, mentre n ell' altro -caso sarebbe passato invece sulla destra. Prima di deci de rsi bi sognaYa nvere esatte notizie del terreno e dell e cose. Per queste considerazioni sì era ordinato che il general e Ilerw.irth dovesse nssicurnrsi dei pnn li di Pardubit,z , osservare Praga, e riconoscere l' Elba fra .Joscfstadt e Koniggràtz. li ,1° corpo del 12°· esereilo prussiano doveva avanzarsi ,<la Miletin su Burglitz e Zerekwitz, osservareJosefs ta<lt e ,(;Oprire il 2° esercito se fosse chiamato a fare il movimento pel suo fianco destro. , , Il 2° esercito doveva riconoscere l'Aupa e laMetau . .. Ma queste disposizioni eranq appena date,. quand_o muove 1'i cocrn o ìzioni falle fecèro conose;ere il vero ' luogo ' DELLA CAMPAG~A DEL


i06

l'i O'l'E S ULL:\ STOlìh

ove trovasì l'esercito aus triaco avan ti Kòniggl'iitz fra l'Elba e la Bistritz. . Allora furono mandati gli ordini a i differenti corpL· d'<~sercito per la battaglia di Konigg ri:iLz. -

1.a rn.a ttina del 30 il generale Renedek nvern spie-· gato s ull'altipiano di Dubenez 5 ·corp i d'esercito, .tre

divisioni di cavalleria e l'artiglieriu di risena. Un altro eorpo { esercito (il III0 ) con un a divisione di cavallena era a Miletin , cioè sulla s!radu di Gicin a Roniginhof. II I 0 corpo con la divisione di cavnlleria era a Sa clown; i Sassoni a Srnidar. In o uesto ::;l.al o di cose :il_general e . i~ capo austriaco erà r.:ncoril ì11 tempo, H ?!Orno 30, d1 manovrnre con fo r·z e su periori contro 11 2° e~ercito ? ~ noi pare che egli aveva aneor.uernpo e spaz10 sufficiente per attuare il suo pinno. Difatti ]e prime divisioni del ,1° esercito prussiano (ch 'eran o quelle che ,il generale Benedek poteva temere di avere sui suoi fianchi ed alle spall e, se avesse impegnata fa lotta con i l '.2° esercito} n on g iunsero a Chotek ed a Konezchlu m se non verso Ie otto della sera del 30. Da_Chotel~ a !Uiletin, ove trovuvasi il III0 corpo austriaco, s1 cont,rno quasi H. chilometri. Bisoo·na\'a ii~o)t~·e aua~c? :te e . re_spin?er~ il detto HI0 corp; e fa d1v1s10ne d1 cavalletia <l1 riserva; per cui volendo essere larghi dobbiamo dire che prima della sera del. 1° luglio non sarebbe stato possibile al 1° esercito di oltrepassare Miletin e Gross-B urglitz. Certamente sé i i 1° corpo ed i Sassoni invece di andare a Sadowa e a Smidar si fossero concentrati a Horitz o a Gross-Burglitz, il fianco sarebbe stato più lungamente difeso,

D E LLA C..\~!1'.',GNA DE L

1866

nè il iII0 corpo obbligato a divid ersi . nfa sta sempre che prima della sera del ,1° lugli·o non si sarebbe fatt~ sentire l'influenza del 1° esercito prussiano. Or se d i . bu on mattino il :~o giugno 11 generiile B(~nedek con grande ardit'e (e ce ne voleva di molto perchè una certa preoccupazione pei suo i ffo uchi doveva a:eda)'. avesse presa l'offensiva, non avrebbe trovato dm_nnz~ a sè che il co1·po della g il arài a ed il 5° corpo di cm una pt_1rtt: era an eora ·in mareja e stunca . Il ·1° corp? prussi,rnn non avrebbe potuto prend ere parte alla chfesn r;he molto più tardi, trovandosi a Pilnikau, a 112 chilometri e più di distanza, ed il 6° corpo non avrebb e potuto entrare in linea se non molto tardi, percbè nella sera del 30 doveva arrivare a Brziz. 's e il i:renerale Benedek riuseiva a respingere e ad incalzar~ il ~0 esercito prussiano ossin quello di Si lési a sino agli stretti, in tal caso ogni passo retrogrado di questo esercito l'avrebbe seinpre più allontanato _dnl ·1° e ·avrebbe posto in grado ilgenernle Benedek d1 portarsi verso il 1" esercito nascond endo per qualche tempo la sua contromarc:a ai Prussiaffi. Se poi no~ riusciva, abbiamo mostrato ch e nella notte del 30 ar .1° nulla O"[' impediva di fare la sun ritirata sn ìl'Elba. come dif;tti la. fe ce; senza _che neppure il nemico lo . . . sospettasse. Oui dobbiamo ricord<Jre che il 11° esercito prussinn o po;tandosi su Gicin si era diviso dull'esercilo dell'Jrlba, ]a cui sola avanguardia era giunta la s~ra del .•30 ~ Liban. Dirnodochè il gen erale Bencdek ntornnndo ~m suo i passi (supposto ch e avesse battu to il Prin cipe 1

Reale), non avrebbe ~vuto contro di sè che solo sei

divisioni del 1° esercito; le altre tre essendo ad una giorn ata di marcia indi etro. Se il _generale . austriac~ veniva bauuto dall' esercito prussiano, egh potevasi ritira.re per Skalitz a Opocno.


DELL ,\. CA)ll?A(; l'(.\. DEL

l'iOTE SU LU STOnfA

j li.1 con fessiéJmO ch'era una manovra difficile e che p c1· esegu irla il 30 giugno, bi::;ognava, per così dil'e, . rni!;nrarc col compa:;so ogni rnovim'?nlo . I)er eseguire -t1ucs1.a manovra ci volc,·a un capitano che Hessc tul.ln la fiducia dell'esercito, e ch e questo, anzicbè J cpl'esso pei molti ro vesci pal.iti, avesse avuto per lo con truri o il morale più alto del nemico . In télli m,111ovre ci ·vuole lln a energia, un colpo d'ocellio e unn forza di resistenza. che la fo rtuna concede soltnnto ne i prosperi avvenimenti, ma d i cu i è éJVara nella disgraz ia. E non era il caso del!' eserei1.o austriaeo in ·quei giorni J '.'ìel p1·ecedente ragionamento abbiarno fotto astrazione dello stato moral e in cui si trovava l'eserc ito -austria co e spec' ialmenle il YI°, l'VIJ1° e il X.0 corpo d1P. uvernn o sofferto non poco nei combatLimenti dei .g iorn i precedenti. E ciò perch è q11alunque comb inazione, qunlunque man ona , per quanto felice ne possa ~ssere il concetto, fal li sce senza dubbio !)e le fo rze d 1e debl>ono agir·e sono ahbatlutc . Ma se il gen~ra le Benedek radun i) quell e forze. è da s upporre che vi fa cesse pieno assegnarnento; e in tal caso <~ssendosi µosto egli, che godeva ottima fama nello esercito, al la )01·0 testa, se avesse mnno\'l'ato c1rditomente, si può c rr.dere che ne nv rehhe rilevn to lo sp irito militare. Se le cose stavano così, 11 0 11 e,;a migl ior consiglio at.tn ccare il 30 giugno il 2° esercito pruss iuno , con Y;1 11t:lf;P.,'iO cli 'forze, ·in lt1ogo di andarsi a concentrare ,l l\oniggriitz, nel centro quasi di tre eserci ti prussiani, -e co n la maggiore probab il ità di essere atlaccato da tutto l' esc reito nemico '? Batters i cinque contro tre il .30 giugno non era megli o che battersi otto contro -o tto il g iorno :3 luglio ? flatte rsi pa rLendo da ll'a ltopian o <li Du!.Jcnez, em un combattimento neccssai-io, consigliato da tulle le regole per impedire la riunione dei

186.6

109

due csc1·e1L1 prussiani, quindi il risultalo, se si riusciva sa rebbe stato ottimo. ln\"ece non vi era alcuna nece~sit,\ di bauersi a Koniggriitz, ov0 la posizione non si prestava, e do..-e in un rovescio potern no molto per-<iere gl i Austriaci, e pGco g uadagnare nella_ prosper~ sorte . Non si deve mai dare una baLLaglia, dicono LutLt i sapienti delle cose di guerra, se non si ha rnoggiore .probabilità di vincerla che di perde_rla. Napoleo ne :l ha lasciato scritto che : non debbons1 dare le balloglte se non si può calcolare a proprio fa~·ore sopra 10 punti fovo revoli contro 100. Ed anche 111 qnes lo_cas~ nou si deve dar ballaglia se non quando non s1 puo più coutare su nuovi eventi, gia cchè y er sua natura la sorte di una battoglia è. sempre dubbia, ma un~ volta f.'isolulo cl i combattere, bisogna vin cere o perire._ . Or.1 tali probabilità eruno molto più favor~vo l1 11 30 n-i1wno che non il 3 luc:lio, quantunque, a ~1r vero, b b f l' I . erano poclie anch e il 30 giugno, ma cr~ ors~ u ~,mo -mo111ento in cui la fortuni.l col ciuffo de i s uoi rn'.h capelli si p resentava al generale in cnpo _austriaco I Qucsl i nella notte del 30 giugno al 1° lu.gl10 fece sfilare il suo esercito dal\' altopiano cli Dubenez nella zona di terreno trn Kon iggriilz e la Bi:;tritz, e eolà raggrnnellato tutlo l'esercito prese posizi~ne. Gli :.\'!~ striaci si trovarono così nel bel mezzo dei_tre. eserc1t~ prussiani , che non avevano se non poch i eh1lornel~1 <la fn rc pet· scontrn l'li. :rerchè fq scelta q~ella posizion e? Non staremo dire dei s uoi difettt ch e sono evidenti, ma solo notiamo che co n la disgra~i~ta posiz ione scelta dal generale Benedek i tre es~rmt1 prus·siani eran o naturalmente invitali e condottt a co nvergere e quindi ad attaccar!? quasi conLe~por~neamente . .Laddove se il gencrnle rn capo austr1nco s1 fo sse portato · più a sinistra verso il fiume JaworkéJ, avrebbe .avuto mirrliore ritirata e più di.retta ; e forse l'eser'<

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l'iOI'E S UL l,A STORIA

cii.o di Silesia _n?n avrebbe po tuto giungere n temp 0 al momento dec1s1:o della battaglia come a. Kòniggriitz. Per altro notiamo che j[ morale dell'esercito aust.riac? ~ra stato non poco scosso, poichè di otto corpi d~ cui s1 componeva avevano sofferto scacchi e per?1 Le se~sibili il 0 , _ il VI0 ,_ l' VIII0 e il X0 corpo ed 1 Sassom; per cui il rn egl10 sare ube sta to , a nostro avviso, ~i rinunciar~ il 2 luglio alla battaglia, e , se nou s1 credeva di po!er intraprendere alle viste d_el nemi e;o fa ritirata che ern in massima decisa s~n. dal primo ~n~lio su OJn.ititz, prendere intanto pos1_z1on e sulla s1111stra dell'Elba tra Josefatadt e Kòrnggratz e colà, atten de re la manovra del nemieo e tentare di coglierlo in fa ll p, se qualche errore avess~ co mmesso. Sé i Pruss iani avessero preso l'offens1_va , era d'uopo con trastar !oro più o men o il passaggio _clell'Elbn, indi battere in ritfrnta su Vien na 0 su Olmi.ltz. Un esercito di· 900 · · e p ·iù che si con· .., 1111·1 a uo mini cen tra in una forte posizio~e, è: un osso· molto rlun:, da rodel'e. l Prussiani pote!'ono trascurare OlmLifz dop o la b_attaglia di Kon iggrrit:1,; ma non l'avrebbero po,t,ut? far~ quando l'esel'cit.o austl'i aco ::-i fosse ri dotlo CO.I. a rn ben altre conclizi.oni: forza re Olrmi tz clirettamei te ern operazion e diffic:ile d ie avl'ebbe potuto costare caro all'esercito prL1ssi:rno. Così fac endo l'Austria awebl~c guadagnato molto tempo; avrebbe potuto esse.re trn for,rnta; o avrebbe trovata l'occasion e cli co, 1 0 ess· ghere il nemico in fnl!o. Temoo rerrg·i·rFJ " 0 ... ~(. c.1 da V<l'. aìtres1 ca mpo alla diplomazia d'inte n eniT'e, la quale già ~,~ev~ fatt~ c~polino ,s.i~1 dal 1° ìi;glio al quartier ?:ne.: a~e p1 us.s1a no, n: 1.l genc:·ale J3en edek potevq. 1t>no1 mio. In guerré'l. il iempo e tu tto: tutto si rid uce a guaclagpar qnnìche ora , qualche giorno·.

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DELl,A CAMPAGNA DEL

,I 866

La divisione dell'eserci to prussian o in due parti ha pesato come un incubo · su ciascuna di crn cste parti, sii~o al giorno 30 giugno quando a sera fece la congiunzione . Fu pei Prussian i un esporsi volontariamente a prnli che avrebbero potuto essere tremendi; ma la fortuna fu loro favorevo le e cost raccolsern invece buon i risultati. Però lo stesso jfoltke confessa nel dispaccio che in viò al Princi pe Federic.:o il '.29· che « malgrado « una serie cli combattimenti vittoriosi, il 3° eserci Lo « si trova ancoru rnornentnnen men te in una situ azione « clifflci!e. » Se i cornbaLtirnen Li non fosserò stati fel ici r1ues1.o esercito sn rebhe stato inLieri.1 mente com promesso! 11 Principe Federi co, lfrn endo l'esercito dell' Elba !on- · tano più di una giorn uta di ·marcia da l!' ul t.ro, commise un erl'ore. Iofa1.ti è pro valo che .se il generale Benedek no n. «vesse patite perdite sign ificanti negli sco ntri co ll 'esercito di Silesin, egli si proponeva cli por ta.re su Gicin uon solo il II1° corpo ed una divisione di cava1lr.1·i a, ma henan,ehe alt.ri corpi. Il J> rincipe Federico si sarebbe trovato cosi con sei sole division i, che potevano esse re sopraffatte. ' Il giorno 30 gi ugno sull e alture di Duben ez si era adunq ue radunalo un esercito austriaco di ci11q ue corpi di fanteria, 3 divisioni di cavall eria e una riserva. di. arligne ria,1 il quale non distava dall'esercito della Silesia neppure per la porta ta del cannone, ed era altresl a por.bi ch ilometri dagli avampos ti prussiani del ,1° esercito che erano presso àliletin . Frattanto nessuno dei due eserciti prussiani ebbe sentore alcuno della p resenza degli Austriuci. I quali nella notte dal 30 gi ugno al 1° luglio si recarono in qua ttro co lon ne fra Koniggri:i.tz e la Bislriz facendo un a marcia di fianèo quasi a portata dei posti avanzaii prussiani.

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NOTE SULLA STOlU..\ D'ELIA. CA)IPAGNA DEi, 1866

Nè jJ giorno 1° luglio, nè buona parte del giorno 2, i

'Prussiani seppero di tale movimento. Il giorno 2 quas'i piì1 di 200 mila Austriac(1 rn fanti , cuval li ed artiglieria bi va.cca vn no intorno n Koniggràtz ad in sap uta dei Prussiani sino alle tarde ore pomeridiane del giorno stesso. Jl che non deve for mer:i viglia, chccchè si sia voluto dire in contrario a rigt1 ardo cli altri ('s<:>rciti; ma ci riveln, se non c'ingann iamo, due cosc:i : che il servizio dei posti avanza ti era multo ben fatto rw!!'t·serci1.o austriaco, e eh' era ma.I fau,o il servizio cli ,:splorazione della cav,'.llleria prussiarrn. Ola inLanlo si prepa ravano ore ben penose pet quartie1·e generale aus triaco e pel suo esercito, e }a cn tas!rofe presenLitn dnl genera'e Benedek s1 :irn c1nava inesorabile .

DEIJ llEGOLUrnNTO DI DISCIPUNA IN UN i'\ UO VO ORDINA 1:1E NTO DI CEGGI E RE.GOL~MENTI MI LITARI

(Continua) E. C.

Nell'istruzion e per In cornpilazione degli specchi curatLeristici per gli ufficiali è dello, doversi annotare come i;arattqristica d'og~i uffiziale la cognizione deHe leggi e dei regolamenti mil itari sì generali che speciali': V'è cosa più gius ta di questa? L'esigere dall'ufficiale la conoscenza delle leggi e dei regolnmenti rig uardanti l' ord i'ne militare , tanto più rigorosamente quanto più elevato è il gt'ado cui l'uffir.iale asp ira~ oltre di essere non altro che la conferrna di ciò che per lo passato richiedevasi, è tale necessità che non ha bisogno di dimostrazione. Ma d'altra parte qual è quel militare che non prova un cerLo senso di scoragg iam ento nei contemplare la non piccola mole di libri, che bisognerebbe aver letti e studiati, per potersi dire in coscienza conoseitore delle leggi e dei re,golamenti? La fonte vera , ove i militari devono auingere la piena conoscenza delle le6gi e dei regolamenti


DEL HEGCLAJl!ENTO

è il Giorncile militare, che oramai composLo di. diverse decin e di voìur.r.i ingrossa a vista d'occhio; e se ia sua fecondità è per lo meglio del!' ammin istrazion e della -guerru, non è senza una certa mestizia , che o?n~ anno si trova un grnsso volume di più nella h1bhoteca degli stati maggiori . Buon per noi se uno spirito benefico nei mod esti vol umi · della Piccola, Biblioteca ristampò una buona parte di leggi e regola menti, e al l'al'ticolo abolito sostitu en.do quello vi-· gente si propose di rispa rmiar·e al lettore« di raz zolare con lunga fa tica e stucch evolezza prim a di rinscire alle vigentì prescrizioni. » . l\ia noì cred ia mo che si possa fal'e anch e di rn eg! i1). e che spetti al govern o pe r ai utare i militari nello studio della lo ro legislazi ùne ('1) di pubhlicarn un fa voro studiato sovra un p iano completo, e in cui fosse ce- · mentato da un princi pio razional e t uÙo quel vasto complesso di leggi e di regol amenti che sono in oggi Ja nostra guida, il quale complesso '-WD è assai commen devole nè per omogeneità nè per ordine nello stato attuale. Sarebbe necessario l'll gio rno d'oggi ~m la voro, in cui fosse rifuso eiò che v'ho d'antico con ciò ch 'è nuovo affatto nella nostra legislar.ion e; ma non a sovrapposizione, non ad appendici, ~en za richiarni, senza esse r costretti a fare uno stud io storico prima di rintracciare la disposizione vigente. Formare un sol corpo .omogeneo, dare alla legge il caraLLere dell'attuale, fare infine un vero lavoro di.fu sion e gettando in uno stesso crogiuolo ì pezzi e ritagli fra an tichi e moderni. (1) Usiamo qui e al!rovH la parola legislazione nel senso complessivo di tutto ciò che regola la coslituzione e l'andamento della cosa militare: in tal senso la troviamo sovente i n autorevoli scrittori e dichiariamo ciò per evitare qualche ambiguità.

DI DTSC Tl'Lll'\A

• Ammettiamo <:he la mole, .il difetto d'ordine e di omogeneità nella'. nostra legislazione non sono poi tali da fare spiritare gl'i ntelligen ti ed i laboriosi, giacchè confrontando la legislazion e nostra colla francese c'è da andarne superbi, nè delle cose nostre si potl'ebbe dire tutto quel male, che dottissimi militari francesi han no e con n1gione detto delle proprie. Senza rico rdare ciò che diceva Guibert intorno alla legislazione militare dei suoi tempi , eh' è troppo antica ; cominceremo dal ricordare il generale Foy {Histo ire de la guerre de la Pén insule) che pretendeva che la legislazio ne dell'eserci ro francese non valeva. la pena che la si stud iasse . Unnnime è l'imprecnzione di tutti. gl i scrittori francesi , che hanno fatto studii sull a legislazione mili tare , contro il disordine, la molteplicità, le incoerè::ne delle loro leggi, sulla difficoltà. di esporle e di classifica rle. E cominciando da Bellyet (118 ! 7) questi avvertiva che « la molliplication des lois !es rend inintelligi« bles, prete à l'arbitraire, touche ù l'anarchie ». yqello stesso senso sì espresse dopo lui Odier, e poi · Yaucbelle che dal 11824 <}l 1860, insegnando e scrivendo lamentnva tali ìnconvenìenti. Il gen~rale Bardi.n riassume tutto in queste abbastanza energiche parole « Oggi non c'.è--eoraggio cosi « robusto che non si sc_uota alla vista delle mon tagne .11. di cart(:l che· bisognerebbe rimescolare, spogliare, « stud iare prima di bruciarle, poichè dal 4789 al 1835 .«sono · comparsi 76,758 documenti, ciò ch'equivale a « 488 al mese ....... , ma non è derisorio che la Je.gge « incarichi i generali ispettori di assicurarsi se la fan« teria studia e sa la legge? La fanteria I. .. » ('I} 1

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(1) Nello stesso anno 1835 i o una tornata della Camera dei depu tati si affermava dalla tribuna che l'intendenza militare ave,,a dieci mila disposizioni da consultare ed applicare. 27 ANNO xv, V oL. 11.


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DEL REGOLAMENTO

Nè in epoca più a noi vicina (cioè dopo la morte del Yauch elle, che nel '186·1 si portò seco all'a ltro m ondo il rammarico di non veder esauditi i suoi voti) pare che siasi fatto gran miglioramento. Difatli il genel'ale Trocb u (Armée française en 1867) con la consueta forza del suo stile dà una decisiva carica a fondo a ce l'edoutable recueil, à ce lourd impedimentum, à

ce /léau des lwmmes qui ont dans l' armée la mission de conduire et d'exécuter e che è nientedimeno che le Joun:'l.\L llfl.l'l'AlRE OfF!CrEL.

Il confronto è dunque certamente favorevole a lle cose nostre, ma però dalle addotte citazioni si potrebbe ricavare, per quel tanto che ci toccano, qualche poco di bene anche per noi (1). {l) Per il solo scopo or ora espresso crediamo opportuno citare un po' più a lungo l'autore dell'A?·mée f1·ançaise en 1867, come quegli che scrisse solo qualche nono fa, e che meglio d'ogni aitro a nostro avviso espone la sua idea: q: Nous avons au,jourd'hui dans l'armée une mullitudo de « prescriplions qui ne sont pas toujours en éta t d'accord entra " elles, qui sont quelquA fois en élat de contrad iclion. » Parla in seguito della difficoltà in cui versa chi deve disporre secondo il prescritto e dice: e dans leu r perplexilé ils invo« quent l'au torité minislcrielle, et lui demandent une decision « minislerielie, qui est inserée ou livro de la regie, et vient « ajouler un nouveau commentaire au:x nombreux qui déjà y « entourenl l'affairo en discussion. e Lés lois, Ies ordonnances, le décrels, les décÌsions, les uns « abrogés en lièrement, les aulres abrogés, parliellement, le~ e aulres etc ...... se succèdont, s'accumulent et se heurtent dans e ee livre do la règle, qu 'il faut bien quej'appelle parsc,n nom: « c'esl le Journal militaire offioiell » Conviene l'autore cbe di tanta materio quanta ce n'ò nei volumi del Giornale militare molta potrebbe e dovrebbe esser soppressa « mais l'oncb ev8tremento qui lie !es matières enlre e elles crée l'obligation ùo !es r.onserver. i> In One conchiudo (e questo è qua nto può riguardarci più da vicino) che e il faut simplifìer, coordonner !es règles et les rac mener à l'uuil6 de doctrine. >

0 1 DISCIPUNA

Ed è pe1·ciò che a fa cìlilare l'istruzione _sarebbe -som mam en te deside rabile un' edizione ufnciale che , fornisse in pochi Yolumi ord;nata, ringiovani~a, s.emp li fìca ta per quan to è possìbile tuua la leg1slaz10ne militare italiana. A modificazioni parziali di disposizioni in tal.~ o t al'altra legge si è pensalo soYenle, nè si fu resti~ ~ rimodernare tutto intero un regolamento: lavori_si fanno adesso sul regolarn enlo d'esercizio, sul codice penale, sul reg ola111enlo di . piaz~a. ecc., ma. a mettere tutto insieme in un sol codice m ili tare, perfettamente .armonico in tulle le sue parti e distribuito con ordine logico, con metodo, non pare che si_ sia pensa~o finora, ed è questo il mio vo~o, e vorrei che lo diventasse di chi possa adempirl o. . .. È vero che prima di quest'epoca era 1mposs1b1!~ l' ideare o dar mano a questo ,lavoro d'assieme {e qui notisi che parlando d'assieme ne facciamo questione di metodo piuttosto che di sos tanzo). Le nos tre con.dizioni ùi unificazione, di passaggi, di rimesco_ìamenl1, fra incessanti bisogni di continue modifiche e m m~zzo a ben allrim enti importanti questioni, hanno lascialo q ualche traccia di p recipitazione .. Dippiù la legisl~zione militare in genere ha vane cause allr~ accidentali, altre insite alla sua natura, le qun(1 contribuiscono ai suoi difetti. - Un esame ston~~ _d arebbe e chi il voglia tutte le spieg~zioni ~~ss1b1I 1,. ~ me basti accenoal'e in prima, che 1 grand i m g~gm, 1 quali hanno sv iluppata da ma~i ~empi e da sc10?che filosofie i veri principii della g1ur1sprudenza, ab?ian? molto trascurato il ramo di essa che riguarda 11 m1Jitar·e. Sembrano essere stati convinti o che il sogoetlo era troppo delicato . per trattarne, o .che l~ le~islazion~ delle truppe dov esse ess~re d1tt~tonale: ~lontesquieu, Loke, Rousseau, Beccaria e tanit sommi


DEL REGO l,Al\1EN'f0

. ch è hanno mai scritto in_tMno all e leggi milital'i? Hann otraltato qualche generalità cd hanno del rcsLo o sfior11to o schi vato. Altra ragione è la novitù storic a di ,~serci ti comej nostri in gove rni costituzionali come quelli che ci reggono. La nuorn atmosfera si fa sen tire in molte guise e dapprima sui limiti diffic ilissimi fra la legge -ed il regolamento, fra il tradizionale tenncis.simo in ogni esercito e il 1·azionale, che in quest'atmosfera spira ; fra la trave maestra. di, un privilegio che ruina e il puntel.lo, che pur vi si dee sostituire, se non si muta tutta l'ordi"tura del congegno. E le disposizioni · rig uardanti l'esercito. dipendendo anche in parte moltissima dalle situazio iti internazionnli assa i rr:iobili, dal pericolo d'un ritardo fatale, dalla ,parte necessa ri ,1men te gra ndissirn11 spettante al po tere esecuti vo , si moltiplicano, s'i ntrecciano e gonfiano l,1 mole. In Francia si sentiva vivamente il bisogno di una unificazione e di una rifus ione gene rale di Lutte le disposizioni. rifle ttenti l'ordine militare, e perciò Gouvion-Sain t-Cyr .fin dal ,is,17, tempo del suo ministero, aveva creata una commission e detta Cornmission cles règlernents per réd igere un proge tto di codice delle foggi militari nel senso che ho espresso. - Nulla fu ·., · <:oncbiuso. , Nel 182.i fu is tituita, componendola di pari di Francia e consiglieri di Stato, la com mi ssione di revisione e coll ezione dell e leggi e regolamenti; questa ebbe lu sua sezione per le Jeggì e regolamen ti militari . - Il con siglio superior;e di guerra isti tuito nel · 1838 doveva tendere allo stesso ·scopo . - Ma le difficol tà del lavoro e le vice nde politiche non .permisern che in FraB.cia un'opera, come noi vorremmo ora in· Italia sottoporre alFattenzione di quanti hann o a cuore il hene dell'esercito, venisse ,compi ta. 1

DI DISCIPLINA

In Italia non prima d'ora sa rebbe stato di~~relo _il parlare di. questo bisogno: v'era di _mo)t.o pm seno a cui pensare. Ora non ci semb ri~ rn_d!s<.:reto,_ tant~ p iù che il ebmpito ne sarebbe d'assa1 fac ilitato d~1 molti lavori fatti, dagli ammaestramen ti dell' esp~r,enza e -<legli'scrittoL'Ì e dalla cura con cui si provvede 1~ questo senso a divel'Si reg-olamen ti. Si tratterebbe d1 estendere il con cetto ordinatorn a tutte le parti della nostra legislazione, onde farne· un lavoro che appaia d'un s~ l getlo. La parle di lavoro da dare alle Camere ~ lievissima, giacchè non intendiamo di pa_rlare c?e d1 -0pem di redazione senza entrare in rnenl~ cle~h articol i, e la parte spe ttante al potere esecutivo e agevolata da tutto ciò che s'è fatto, o si fa adesso. Non è nostro disegno tracciare l'ordine da seguire, ma solo richiamare l'attenzi on e di chi può sulla utilità e sulla ne~essitù di questo la voro, specialmente in ()ggi che lo studio delle leggi mii itari è chi~ma~o a nuovo vigore di vita, e molto si spera dalla d1ff~s1?ne del la cogn izione di qn esta parte interes~ant1ss1~a dello scibile militare. - E poi per la massima vens-s ima nell e cose nostre, che bisogna quanto più è possibile sùnpli/ier, coorclonncr, ramen er ù l'unit<f. B~a pel' tema d'esserc i spi egati _r~111le diremo che le varieparti dell a leg islaz ione mili.tare dovrebbero essere 'disposte in modo, che ciascuna <l' essa s~gua le rule , ,qu' elle joue clans l' ordre le plus conforme a. la,_rnar~l~(! :nalurelle des -idées (11). Così, a mo' d'esempio, dtv1dendo tntte le leggi e i regol.:mienti in costitu ti_vi, penali ,e di pol izia, .sì porrebbe in _cap1:te libri I~ ~runa legge (;Ostitntirn, prima sotto og111 rapporto, c1oe qu ella sul recluta mento accompagnata dal rispettivo regolam ento;

(1) Vauchelle.


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DEL REGOLAMENTO

Dl DJSC[l'LmA

poi quella sull';minzamento ecc. Nella parte dell 'am ministra zione si pot rebbe seguir l'ordin e dei bisogni a, cu.i si deve prClvYedere, procedendo dai più ai meno i mperiosi. Ad un que non fac ciamo r.he esp rim ere l'id ea fondnmentale, idea d'ordine, di brevitù, d'attualità ec! 'assieme. - Solo faremo più appresso alctine con-· siderazioni sul posto che conve rrebbe in qu esto nuovo, codice militare al rego lamento di disciplina. L'ordine ed il metodo dell'opern grandiosa che alr avven ire dell'esercito sarà assai utile, non esclu dono, che l'edizione di essa opera non debbasi rinnovare di tanto in tanto,. per esempi o ogn i 10 anni, o men o s'è possibil e, e ciò nell'intento d'i ncorpornre sempre, cioè distruggere ·411egli articoli che non l1 ann o più, vita coll a sostitnzion e di que i nu ov i, che necessariamen te (e con abbondanza inevitnuile nelle leggi militari) sara nno venuti fuori nel frnttempo. E così il Giornale militare resterebbe una speeie d'archivio perla storia,. <:i l'edizione di cui parli nmo, senza crescere nella mole per rinnovarsi che faccia la legislazione, sarebbe la sola utile, consu ltab ile e co mod :1. Nello stato allnnle della nostra legislazione avvienesovente che di ri chinmo in l'ichiamo si Yil a fonti l'e mote, in mezzo alle cpia li bisogna scevernre quel poco che ci serve, e r;iò fa contras to eolla giovin ezza generale di tutta la nostra legislnzione ci,·ile. l\Ientre per l'avvenire qu esto p rimo la vo l'O fatto ,~on accuratezza e completato in o_:;ni sua pnrte sareubc il vero• punto di pnrtenza deHc rnodifìcazioni che la legislazione futura ,i apporterà. 11 lavoro iniziato dall'editore Dnlmazzo, utile ~·ertamen le, . non co rrisponde al nostro sr.opo, ma anch'esso va annoveralo fra qu elli che servirebbero d'aiuto all'attuazione di quello che proponiamo. Così pure ri ngr11zi amo coloro che ci -d ettero i loro commentarii su tre leggi organiche,.

perocchè nnche essi aiutano lo stu dio dell~ legislazione militare, ma noi vorremmo che la chiarezza della dicitura, la semplicità, quella maggiore brevilì1 che sia possib ile nel testo dell e leggi ci possa dispensare dai comn~entari, o farci ricorrere ai medesimi il meno che si pu ò.

li.

1

I \

In una raccolta di leggi milital'i, fotta nel modo che abbiamo dinanzi espresso, dovrebbe LroYa r il sno posto an ch e il reaolamento cli di sciplino. Ciò pnr proprio · naturnle all~ prima, ma dopo t1 lcune considerazioni !';periamo suscitar qnalche dubb io, se cioè esso regolam ento debba esserv i infrascriLLo Lai quc1 lc è adesso o so llo una forma e un ordi ne diversi . Innanzi tutto co nfesse remo che per pa rte nostra non sapremmo dare la de fini zione esa tta della pa rola disciplina, o per meglio dire, crediamo d'.inle~dcrc per di sciplina tu tto quello ch e intendono gli altri, mn non ce ne nppaghinmo. Ouestn paro la ha ancora io oggi un senso vago, elo~tico, es tes·issirno e tal e ch e sovente ci !';iamo d,)mandati se per avventura, ad onta delle classificazioni e divisioni che gli a11tori dell' arte militnre fanno o~gi, essn non 11bbracci nonchè tut~a l'arte: come la s'intend eva in anti co, an che tu tto ciò ch e s1 rapporta alla cosa militare. E veramente il modo, con cui accad e. di trovare usata qu esta pnrola è np punto così vasto, che saremmo portati a questa conclusione. l\Ia vedinmo d'altro parte, che costan te è lo sforzo


.+2.2

DEL TIEGOLA~iEN'l'O

degli nutori di restringere il significato di ques.La parola fra limiti più modesti. ~i s~rebbe faci_le il poter dimostrare con esempi a?tich·r. e moderni che l'espress ione Disciplina m1'litare s1 appilCcJ. a si sva rin te e num erose idee, che diffìci1issirno sal'ebbe il cel'carne una defin izione. - E chi voglia prendersi la briga di riscontrarne le definiz ioni 11ei vocab·olari, o di confrontare quelle datene dao·li autori militari, rinscfrebbe al la conclusione alla qu:ie ho accennuto , cioè la successiva limitazione della sua comprensibilità, senza che si sia riusciti ad asse()'nare una significazione determiilata e prceisa. E trova~mno eon son.ima socldisfo zionc un appoggio nelle parole del generale Bardin, il quale dopo avere esaminata fa disciplina ~otto tutt~ gli aspetti, si. .trova ingarbugliato anche lu t e conch1ude: la dl(i,m:tt:on méme clu mot reste à créer. !1on, che l'inte_r~d crsi. su lla p~rola «disciplina» e d1fficolta molto p1u sena per ehi deve fare un regolamento, il quale è pietra angolare del]' edifizio nostro, che non per · colui che vuole darne una definizione · per pura spiegnione del vocnbolo . Quest'ultimo non ha che da raccogli ere e dagli scritti e dal parlare e quindi fore 1una sintesi se si può; mentre l'altro deve .accetta~·e rio;olutam ente una sola definizion e e la più eonvernent.e e dettar le regole senza mai uscire dai Jimiti ·della definizicne . Il nostro regolamento di disciplina quale definizwne ]rn adottata, è uscito mai dai limiti deJJa definizione? Innanzi di adclentrnrci nella critica dobbiamo dichiara1~e che se fu necessaria un po' di pazienza a .chi scrive per un arido esame, minuzioso e nuovo di cose che siamo usi ad obbedire e non ad esaminare, ce ne vorrà una !.)ella misura per parte di chi vocrlia seguirci . .- Giacchè il lettore oltre di non a~·ere ~he

, s:.

, DI DISCIP LINA

uno scarso compenso (poichè ei limitiamo a questioni <li forma) avrà forse ad incontrarci talora non· troppo precisi e categorici. - Vorrehuno non meritar qu~sta taccia, ma come farlo senza scendere talvolw éHÌ arieggiare il cavillo presso coloro cui piaeciono le osset'v.azioni sempli ci, spiccé\le, incontrovertibili '? Così ci aiuti il Jrnon volere. Secondo il nostro regolamento (1) la di sciplina ·militare consi ste nell'osservanza di quelle regole certe ed inviolabili, le quali definiseono le attribuzioni e i doveri di ciasched un membro della mili ture gerarchia. S.copo del regolamento è di defi nir·e i precetti della disciplina e di regolarne l'applicazione . . Quest'ultimo periodo in sostanza vuol çlire: scopo del rerrolamento è di definire queste attribuzioni e questi°cloveri. Così scorre più liscia la frase e l'idea qella definizione. La quale definizione è diversa dalle moltissime che avrei potuto citare; ma fin qni v·è p.oco o nulla di male, attesa la varietà delle definizioni e la ricchezza dei significati cli qu esta parola. Ma il dire che la disciplina militare è l'osservanza esatta dei doveri militari non è un do l'e una definizione d'un' indole troppo generica ed atta ad ogni specie <li dilatazione ? - In un libro che s'annunzia con un simile frontespizio, ognuno ha diritto di ritrovarvi assa i più di quello che e' è, e quasi quasi, se per poco alla parola attribuzioni si voglia dare il sens? dei diritti, questo lib ro dovrebbe essere tutta la legislazione militare, giacch è in tutta la legislazione nostr~, in ogni legislazione non c'è una sillaba che non sia o un dirit.to o un dovere . No. - Se 1' espressione può essere forse tacciata di troppa genera li tà è però evidente dall'insieme del

- - -- ---- - - - - ----------- -(1) Vedi il proemio del regolamento 30 oltobc:e 1859.


DI DISCl.l'LlN.\

DEI, REGOLAMENTO

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di sconnettere qneslo t11LL0, dandogli ( lo vorrem mo ) una vigorosa scrollali na, onde le tre pa rti si distacchino affatto per andare ad occupare altri siti nella nu o'fa rjfusione che proponiam o dei nos tri regolamenti. - E che ad onta del triplice tilolo del lib r·o, questo sia stato concepito come unico, lo prova la es.posizione del lavoro nel proemio citalo, la progressione continuata della numerazion e degli articoli, il precedente regolamento (184-0), base J ell'at.tuale, che pure contenendo la parte disciplinare propriam en te det,ta e il servizio interno, non eb be mai altro titolo che quello unico di regolamento di disciplina . - Di più questi libri sono, presso le varie potenze militari, a un dipresso d'un sol tipo; s'è avuto in an imo di farn e la base dell'ediizio militare, come è dello n<'I nostroe più chiaramente nel Dienst-Reglcment austriaco « welches die (h·uncllage aller ii brigen Dieustvorschri/ten bildet » e come l'Ordonnance sur le service ù1térieur, ch'è il regolamento di disciplina in Fran cia. - In t utti questi sono con ten ute cose asso i vari e, nè è dn fare gran conto d~l titolo, che nacque in tem pi in cui la IP.gislazione militnre non poteva aYcre quell e rego le di ordine e di classificazione che può avere oggì (1). Com in ciando ora il nostr·o esame di remo che la 2" parte (dell'ist!·uzione) ci sembra estranen , nè possiamo trovar'<i un a connessione in li ma e natura le colln prima. - li legarn e che i red attori vi trovnrono sa rebbe questo : la prima parte tratla dei doveri e la seconda dell'istrnzione « mercè c11i" li militar-i di ogni graclo 1Jen-

li?ro, .ch'era men te di coloro cu i fu commessa la cura di r~d1gere . il r.eg~lar~ento cli disciplina, di esporre qual, sono 1 prmc rpnl1 dovc l'i che caratterizzano il militare, qualcl1 e cos~ che contenesse le grandi massime della .no.stra educazi one morale, che presentasse sbozzato li tipo mil\tare nei suoi tratti ca1·a tteristici che des~e notizia delle rn dica li modificazioni, che dal g/orno d_el~ assen~o n q~ello del congedo si apporlano ai diritti ed. a1 doven del cittnd ino . Di più in una seconda p_ar~e .51 _vollero ~~sa re le attribuz ioni, i doveri special, d1 ciascu n m1l1tare, ma come membro gerarchico, come u?a ruota del congegno e non più . _ Certa1~en te il r.once tto è duplice·, cioè è ben distinta l una pa rie da ll'alt!·a , ma un a paro la fort una ta amalgamante, clie si presta a cib che si vuole è 'bella e pronta, cioè DisciiJlina,; e alla bu on'ora· diss~ro coloro q~ esto li.b_ro così con cepito s,rnì il libro della disci~ plin a r~tl1tnrc. - Il quale adunque tratterà dei doveri generai, di ogn i mil ita re e speciali di ciaPcun membro della gerarchin. . Cosl solam ente noi ci sp ieghiamo la dennizionc messa rn rapporto al libro ed al con ce tto dei suoi autori . . Ma quest~ li bro non s'a rresta qui: tutto questo non e ch e la pnma parte divisa in due titoli; ve n'esiste una seconda ed una terza, vi son o delle note on ero ~pp endìci, dei mod ell i di specch i, tavol e,. registri, ecc. La seconda pnrte tratterebbe clell 'istl'Uz io11e la terza del servizio inLerno. ' , .t necessario p rem ettere un 'osserv11zione. Noi siam ?1 credere ch e dP.I libro di cu i pa rliamo si sia avuto rn mente di fare un Lutto compatto e d'un sol cretto e _c'.1 e la t~i ~lic_e ripartizione fattane nel titolo ~arv; ai rcùatto n intrmnmente conn essa in un sol fondo ge ne~al_e ..- Onesto doveva servire e serve come il libro dei li bn pel mili1..ire d'ogni grado . - No i cerehiamo

(1} Più di Lutti apparisco dal r ego lamento di serrizio austriaco il quale ad onta del suo titolo comincia: ques to r ego lamenlo di ser vizio .. ... contfeno le ll'ggi di g uerrn, i dover i personali por ciascuna carica. il dirillo di punizione disciplinnrc, la procedura giudiziaria, ecc .. ecc.

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DEL RE GOLAM ENl'O

gono abilitai-i: all'adernpirnento del dover loro». Dunque pare che in qu esta seconda parte si parli dell'istruzione intorno a quei tali doveri - ben inteso, o pure delle istruzioni diverse sul se rvizio, ricevute le quali, il militare è al Gaso di prestnrlo in tu~ta pienezza. :Ebbene, niente di tutto questo , giacchè la suddett~ 2n parte non dà che alcune norme genèrnli per ripartire nei gradi , nell e ore, nelle stagioni e nelle materie, i diversi insegnan'lenti che poi formeranno il buon militare. - l'!la se la fras e adottata è felic e per giust.ificare q uest'in nova1,iorie apportala al regolamento del ,184-0, ove non esiste qu esta parte, noi non troviamo però colla nostra 1.ogica che la congiunzione forzata di due parti qualunque dell' enciclopedia mi· litare. E dando l'ostr·icismo a questa seconda parte, per riguardo poi alla terza, quella cioè ch e tratta dei servizi intero!, n~n possiamo che dom and<1rl o con tanta maggior voglw, m quélnto ch'essa è evidentemente una cosa .a sè. - I servizi interni debbono esse re oggetto di rego la menti special'i, come i servizi di piazza e di campngna. Oh perchè il servizio interno farà corpo col regolam ento di discipli.na, e non si ammetteranno anche gli altri regolamenti spec iali sotto la tutela della veneranda parola? Adunque nel piano generale d.i questo nuovo codice militnre, il regola mento di discipli na vi dovrebbe entrare ~oltanto colla su~ prim a parte, le altre due, formando oggetto di regolamenti speciali, vi dovrebbero essere inserite nel posto che loro spetta, seguendo, co me ho detto di sopra, la marche naturelle des idées. - Ciò verrebbe a dare dell'ordine e della semplicità .1ll'insieme elci ~u ovo edifici o. - Ordine e semplicità: se la nostra critica è giusta, non ei proponiamo altro scopo che questo; ed a chi trovasse assai meschino

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questo scopo ri sponderemm o che un esercito qev'essere un a rnacr;hioa semplice, co me dice'Va J1Iornnd, e Troehu vi aggiunse : toitt ce q1.à n' est pas simple, n' est pas poss1:ble. »fo la stessa prima pa.rte del regoÌarn enlo potl'ebbe essere in se ri ta tal qnale ella è al preseute? Lasc iando che altri co nsid eri se qu el misto d'educazione mi litare, di dqt.ermin nzion e di doveri, di limiti imposti alla li be rtà del cittadino e ai suoi dritti ga rantiti da llo statu.to , di tratti caratteris tici del tipo mil1tarr-, ecc., ecc., che in una sola fusione forma il tit.o]o primo, debba aver proprio quella forma o altra; certo è però che non sa rebb e difficile di contental'si di · quel tutto assieme, qualoru fosse man tenuto sempre 11 ca ra ttere e la di eitura ge nerica. - Ma se si scende al pal'ticolare, secondo noi, si trad irebbe l'idea fondamentale, e quel titolo alcun e volte la trad·isce: Di più molte co:,e non trovano ivi il loro posto logico e natur.Jle. In mezzo ai 266 ~§ di esso titolo (1), élCcanto a diciture d'ordin e genera lissimo stuonano certe disposizio ni introdotte alcune in aria , nltl'e a disagio e talune .di contrabbando. Prendiam o, per esempio, l'articolo su l duello. - A prescindere dall 'esame della sua sostanw, _scoglio deg,li avvocati fiscali, domando co n qual diritto si trova qui. -- Non è <lessa cosa da codice penale pa rlar del duello, della sua im putabilità, delle sue conseguenze? E no.n sarebbe megli o t.rnsporta•r quèst'articolo netto netto sotto a quell o dell'insubordin azion e nel codice, ove manca ogni parola sul duell.o, ed ove, se ci foss~. sarebbe qui in uLile un duplicato. -Se si parla qui dell.a

(1) Nel regolame nto di disciplina militare per la ca;valleria

sono 281 i §§ del lito lo 1° .


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DEL REGOLAMENTO

conseguenza penale del duello, perchè non esprimere anche quella dell'insubordinazione, del~a ri;olta, de_ll'ammutinamento, ecc., ecc. ? - E le rnfimte par.t1colarit.ì sul saluto e sugli onori sono qui al loro posto? Accennare a questo tratto caratteristico militare, sì certamente, ma scendere perfino a ricordare che all'i spettore il comandante del corpo presenterà il modello n° 24 e l'orario in vigore, non erat his locus. E ancora poco più appresso : Avvertenze rz:guard~ all'ammissi·one dei volontari e alle nu.ove leve sempre rn questo tale titolo 1° - e che è? v'è fra l'altro che« le nuove « leve non sono fornite al loro arrivo al corpo di altro « og~etto fuorché di un cappotto e di un berret\o d~ « fatica, ed occorrendo, di un paio di pantalom d1 « tela». Ora domandiamo noi questo parF1grafo vi sta con più diritto che un allro qualunque, scelto a caso d~ qualsivoglia legge o regolamento militare? - Dettagli e poi dettagli: si risponderà entrandoci 1:uno, perch~ non ci ha: da entrar anche l'altro? Ma s1 è scelto 1l più importante? Ne dubitiamo . . Abbiamo scelti degli esempi (e ne avrenun_o a iosa se volessimo sconere il regolamento sino a quelle -ehe per noi sarebbero le sue colonne d'Ercole cioè sino all'art. 17a-) per dimostrare che stando alla definizione e allo spirito della cosa si dovrebbe ridurre fra limiti più ristretti e più omogenei il primo titolo del regolamento. In quanto al' secondo titolo è affare più aròuo il toccarlo. Ne riconosciamo la grande utilità pratica, la chiarezza, la concisione, l'ord ine, e però diciamo che quel complesso di articoli corrisponde più che alcun 'altra parte del regolamen_to allo sco~o che_ si pr~fìsser~ i suoi redattori. - S1 trattava di specificare 1,dover1 e le attribuzioni di ciascun membro della gerarchia, sotto il_rapporto della destinazione gerarchica di ciascheduno,

429 non giù stabilire i doveri di ciascun militare. Imperocd1è è chiaro che se tale fosse stato lo scopo, questo titolo avrebbe abbracciato molto di più: e ~ome fare nel complesso di 137 articoli a dar fondo a sì vasta materia? Epperò a·mrnettendo che questo titolo debba limitarsi a far conoscere le attribuzioni dì ciascun membro della ge1.-archia per modo clte sappia in quale sfera esso si aggiri, entro quale cerchia stia ]a sua parte di responsabilità, vorremmo richiamare l'attenzione degli uomini competenti sul seguente quesito : se, cioè, esso titolo stia perfettamente entro i suoi confin i, o se in una rifusiom· generale della legislazione qualche cosa vi andrebbe in più o in meno: Come complenH'nto della 1Ja parte il regolamento dt disciplina ammette un terzo titolo che tratta dei castighi disciplinari, dei tribunali militari è dell'esecuzione delle pene. Parrebbe a prirna giunta che questi tali castighi appunto perchè detti disciplinari non possano trovar Iuoo-o che nel regolamento di disciplina. - Ma noi <lubitiamo che essi sieno stRti chiamati disciplinari dopo che li ficcarono nel regolamento di disciplina, giacc.hè essi non sono veramente che la sanzi?ne delle contravvenzioni militari, come le pene determmate dal codi ce I.o sono dei reati più gravi. Ma siccome sappiamo quanta sia la forza dell'uso nell'attribuire il si(Tnificato ai vocaboli, non ci soffermeremo alla espres,si~ne e diremo piuttosto, in quanto all'ordin e, chela determina.r.ione dei castighi « dovrebbe piuttosto formare l'oggetto di un regolamento che s'intitoli delle contravvenzioni mil itari», o come meglio si creda. Non diremo con taluni che debba formar corpo col codice penale ad esempio della legislazione comune, ove un sol codice distingu e · i reati in crimini, delitti , ~ contravvenzioni e determina. le rispettive pene, esDl DISCIPLINA


430

DEL REGO J..nm:uo

DI DISClPI.INA

sendocliò sembri dal nuovo progetto che si voglia delle contravvenzioni fore un co dice specia le dello Codice di polizia pwu:tivci. E poi se i castighi dovessero far parte del codice sarebbero determinali da una legge, mentre ora so no :fissati da un rego lamento, e se debba o no farsi diversa mente da quello che ora è, ognun vede quanta delicata quisLione ella sia. - Ad ogni modo però qu esto regolamento deve esser messo accanto al codice penale militare, com e un 'appendice, com e {ci si passi l'espression eì un fratello minore. In quanto al capitolo che tratta dei tribunali militari, ccc. non val la pen a di dimostrare che nello stato attual e della nostra. legislozione è lù come un intruso. E se per poco \·ogliamo fo rc astrazione dalla miscela dei tem pi andati , a cu i le tenacità tradizionali ci attaccano, cli qu esto capitolo nel regolamento di disciplina non ve ne deve es!-ere nep pure una parola. Or qu i dando termine a questu specie d'esa me certamente ci si obietteri1, che ci siamo affaticati troppo -per costatare delle inezi e, che non essendo ùiscesi a quistio ni sostanz ial i di di sciplina, ma ave ndo ragionat() su qui stioni d'ordine, d'Mch itettura clic cosa mai avremo dimostrato? Che qualche ti tolo è sbagliato, che qualche di sposizione ch e si tro va r1ui andrebbe megli? collocata l.'J . - Abbiamo gii1 dichiarato che l'ordine e la semplicità debbano tenersi in gran con to, e specialmente quando quest'ordin e lo si voglia estendere a t utta la legislar,ione militare. Ora avendo noi cercato di dare un saggio <li critica in questo senso, scegli en do per obbiettivo il regolamento di disci plin a, non avremo dato certamente ad inten dere che nelle modificHZion i che -proporremmo stia il pa!Ìadio della patl'ia. Fra ~a ,quistione finanzi aria, l'unificazione completa. d'ltaha e queste coserelle facciamo anche noi differenza: e

voi vorrete male a un galantuomo che s'è da to dell a pena per avve rtirvi che yj manca un bottone all'obito? Di più, è vero che abbiamo fatta una quistione di forma, ma il nostro obbiettivo, lo confessiamo, sarebbe la sostanza . La disci plina , la q uale come noi lo concepiamo, e com e in fondo in fondo, poi la concepiscono tutLi i militari, è, per rispe tto ali' ordine militare, quello ch e lo statuto fondam en tale, per rispetto a tullo lo stato . Ha fra le al tre ques t' ana logia con qu ello: è forse permesso l'attacca re di fronle un articolo di uno statuto fondamentale e dimostrado erroneo? Cosl pel' 1111 militare, se gli può esser permesso di far la disamin~ dell'artieolo di una legge o' di un regolamento militare qualunqu e, non gl i pnò esser mai concesso di dirigere l':issal to ai fondam en ti della discirlina, e per con seguenza le quistioni di disciplina si agguaglia no a quistioni di atto costitutivo. Eppure non è impossibile che qualche fondam ento dell'ieri non sia più quello del domani. l\'la, ci di rà taluno , il dividere e 11 llogare le disposizioni a modo vostro toglie uti lità alla pratica, perchè bisogn erebbe andar pescando qua e là, mentre n<>ll'architcttura dell'attuale regolamento è stato presceho un certo andamento ptatico, per modo eh~ co lla cognizione dél solo regolam ento i casi più ov~i, le cose più necessari1a: e frequenti vi si trovan o, come a dire, sotto mano . A qu es t'obiezione 'si è già in un certo m.oclo risposto col quadro che abbiamo fatto intrn ved ere esser preferib ile di tutta la legislazione militare : ques~a obiezione µon è che figlia di un'abitudine contratta di trovar qu elle tali disposiz ioni in quel luogo ove sono ad esso; ma si noti che ad abitudini si sostitu iscon0 abitudini . Cosl, p~r mo' d'esempio, se un con1andante di corpo voglia riscontrare quali SODO 'l suoi

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ÀNNO XV, VOL. Il.

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432

DET REGOLAME!'\TO

.q.33

DI DISCIPI.INA

doveri nel caso della seguita diserzione di un suo solgli occo rra ricordare quali sono gli obblighi dato, di un uffiziale in aspettativa, se debba compi lare gli specchi caratteristici, a meno che non sappia tutto a men te lo slegatissimo indi ce del regolamento di disciplina, ove c'è ogni ben di Dio, non è più naturale che il suo pensiero corra nel primo caso al cod ice penale, nel secondo alla legge sullo stato degli uffiziali, nel terzo alla legge· sull'avanzamento ovvero ai loro rispettivi regolamenti? Ma non si è andati sempre bene col regolamento attuale? Che bisogno v'è di rimestarlo? Qudli inconvenien ti si ebbero a deplorare? L' essere ari.dati bene non esclude che si possa l'lndare anche megli o. Noi pet· ora non sappiamo megl io fare che semr licemente accennare un desiderio, lasciando ai più abili la speranza od il diritto di far le cose a puntino, e soggiungeremo anzi ch e quel poco che conchiudiamo dall e fatte osservazioni (dopo aver rin unzi ato di tutto cuore ai problemi d'ordin e amministrativo) sta tutto in qu este righe. In primo luogo vorremmo che tutte le leggì e i regolamenti dopo essere stati distinti in costitu tiv i, penali e di polizi a venissero distribuiti co n l'ordi ne più conveniente; sul quale non è difficil e intendersi. Difatti chi volesse dare altrui idea della costituzione degli eserciti attuali traccerebbe certa mente in sì vasto campo un ordin e per lo meno relativo all'importanza delle singole parti, e se ciò è possibile a chi in segna, potrà essere possibile anche a chi metta assieme il testo di leggi e regola menti già, esisten ti. Vorremmo che tutta questa porte costitutiva, penale e di polizia cçisì distinta e disposta forma sse una sola raccolta ridotta all'ultima espressione del necessario, del semplice e dell'attuale. Questa si potrebbe chiamare, e con

più ragione forse che qualunque altro libro: LA or-

se

sc1PLl NA MILITARE.

Dopo la JP.gge su l reclutamento, che sarebbe la prima, entrerebbe un libro contenente le modificazioni che lo stnto militare ap po1'ta nei diritti e nei doveri del cittadino, e qu esto si ch iamerebbe STATO MTLITAIIF. . Le altre \e.,.gi in seguito, e ciascuna al suo posto . ~ . Però sarebbe necessa rio, utilissimo, e divulga1iss1mo un libro che non . fa cesse pn rte del tes to ufficinl c e che· contenesse le principa li disposizioni della l~gisln ione mil itare, le ma ssime di pratica le più ovvie e un breve sunto delle cognizioni più ind ispensab ili, il qual lib ro vorremmo destin ato specia lmente all a bassa forz a e lo chiameremmo volenti eri ~1Al'\UALE PHA'fl CO nr 01sc1PLJNA. Fi na lm en te un libro piuttosto di lettura e di ed ucazion e, non fatto ad articoli ed a paragrafi, il cui scopo sa rebbe qu ello d'imprimere al giovane so ldato il carattere militare, un libro, in cu i possano trovare il toro posto la bandiera, il giuram en to, ~o spir~to di corpo, 11 buon co ntegno, ecc., e questo libro cluamaJ.elo come volete. Modana, 15 dicembre 1869. t '

S0ttotene1ite ETTORE

1

AnMAN.


CENNI SULLA CARAB1NA DELLA REGlA MARINA

CENNI

'SULLA CARABINA DELLA ItEGIA MARINA trasformata _a re!rocaric~, Modello i 868 (~) ( con 4 'l'avole Litografiche)

Nei primi anni che seguirono la fusione delle pic·cole marine italiane nell'attuale marina militare nazionale, il munizionamento in armi portatili, sia per la fa~teria di marina~ come per il corpo reale equipaggi lasciava molto a .desiderare; le dotazioni dei dipartimenti non erano sufficienti per i bisogni del servizio, parte delle armi ancora erano lisce ; di modelli e di calibri differenti compresi' fra millimetri 16 e 18. · Bisognava dunque, anche in vista di possibili avvenimenti, decidersi a completare tale ramo di armamento e mettersi nella via di una assoluta riforma(*) Nello scorso anno questa Rivista avendo pubblicato un lavoro abbastanza particolareggialo sulle armi portatili degli esflrciti europei, non sarà discaro ai'noslri lettori il presente scritto col qua le veniamo ad ampliare la rassegna dei fucili in uso ai no~tri giorni.

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tra~ndo profitto dagli studii ed esperimenti fatti fino a quell'epoca dalle diverse nùioni. In seguito all'applicazione del vapore alla propulsione delle navi ~d alla grande e rapida trasforma-zione avvenuta nel materiale da guerra alle medesime relativo, lo scopo al quale già era destinata la mari'na militare, vènne di molto modificato; gli equipaggi -chiamati ad entrare in una nuova sfera di operazioni militari, e dovendo anche agire a terra sia da soli come ·di concerto colla truppa di linea, ricevettero una istruzione più adatta, e fu anche oggetto di aceurate attenzioni da parte dei superio1:i lo infondere in loro m(1ggior conoscenza nel maneggio delle armi portatili abbenchè cosa d'importanza seGondaria pel . servizio · della marina. Le eccellenti prove di cui diedero saggio le armi portatili rigate, sparate con proietto oblungo, indussero tutte le potenze ad arplarne i loro eserciti; il principio prevalente generalmente richiesto in allora .da un'arma di tal . genere era quello di ottenere gran ,giustezza di tiro con lunga gittata. La riduzione del calibro per alt,ro preoccupava le diverse nazioni e parecchie ne decidevano la diminuzione. Infatti moìte potenze che d(~l rnis al 11860 si rifornirono di armi portatili adottarono dei calibri compresi fra millimetri 10,5 e millimetri 115. Inghilterra ed Austria in tale periodo di' tempo faqevano una campagna di guerra con tutto o parte del loro armamento di ca hb1·0 ridotto. · Per le suesposte ragioni verso lo scorcio dell'anno 1862 il ministero della marina si determinava di fare acquisto di nuove armi portatili. Anche in Italia in quell'epoca •si studiava una nuova carabina di piccolo calibro, e non restava quindi più dubbio a tale riguardo sulla decisione da prendere. La marina aveva bisogno


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CENNI SULLA CARABINA

çli essere armata convenevolm e,nte e nel più breve· tempo possibile: le fabbriche regie lavoravano . pe1~ conto dell' eserciLo, per cui si dovette ri.correre alla in.dustria peivata. Il.ministero della marina molto provvidamente ordinava per conseguenza alle migliori fabbri~hedi Birmingham un numero sufficiente di ca rabin e rigate del calibro di rnillirnP.tri O, 7 conosciute sotto, iJ · nome di carabine Enfield. Sia il sistema come la riputazione di c-ui godevano queste armi ed il faLto della loro aclozione in uno Stato eminentemente militaremarittimo le raccomandavano a sufficienza. Le dimensioni · e .i dati principali di tali armi erano. i seguenti : .

Lunghezza totale della carabina Lunghez:za totale della canna Calibro della canna f_Minir:no , l ~lass1mo Diametroesternodella I Minimo canna alla culatta I Massimo Diametro esterno della f Minimo canna alla bocca , l A1a5simo

Larghezza sotto l?elsa :.. Peso circa

Metri 0,038100 Chil. •I ,280 .

Daga-baionetta (da fanteria marina). Lunghezza totale ~letri 0,7200 Lunghezza della lama. » 0,584-2 Larghezza della lama sotto l'elsa )> 0,031750 · Chil. 0,860 P eso circa .• . Peso della carabina senza baionetta » 3,956 circa Peso della carabina con sciabola-baionetta . » 5,.t56 » Peso del la carabina con dagabaionetta

Metri ' 11,23if9 La cartuccia adoperata era quella stessa di cui si faceva uso in Inghilterra, il peso della polvere di grammi 4. e 5, la pallottola oblunga ad espansione con vano quadrangolare de.I peso di ch1I. 0,0375. :Ma il progresso delle scienze militari seguiva quello dei_ tempi, si perfezionavano antichi modelli rl.i ~rmi caricabili per la culatta, altri di nuova invenzione venivano presentati ai diversi governi, i quali già molto studiavano la quistione della rapidità del tiro. Anche in Italìa fin dal 118M, apposita Commissione di ufficiali competenti fu dal ministero della guerra incaricata di studiare ed esperùnentare i siste;mi d'armi · . portatili a retrocarica. , Il co;mrndante Albini presentava verso quell' epoc& al ministero della marina un'arma a retrocarica di: sua invenzione, il di cui congegno era applicato a carabin e Enfìeld. In tale sistema erano evitati parecchi inconvenienti che in allora si attribuivano a tal genere· d'armi, onde il ministero predetto penetrato dell'utilità di armare gli equipaggi delle regie navi con armi a re-

» 0,8$82 » 0,0H. fi55 » . 0,014732' )) )) })

. ))

0,028575 0,029375 0,0';'.U.25Ò,02 1825 1

Numero delle righe cinque. Passo della rigatura per un metro . » ,1,2192 ·Passo in altezza delle righe . » 0,006350, ., ,, alla culatta/ Minir:no Metri 0,000330· Pro.fond,ta delle . Mtls~1 mo » - 0,000i06 righe Il b ~imano » O•000·127. a a occa . Massimo » 0,00020:t .

Sciabola-baionetta d'arembaggio (da marinaio)·. Lun.ghezza totale ·. Lunghezza della lama .

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DELLA REGIA lllARINA

Metri 0,831850 » 0,685800,_

1


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, 4.38

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CENNI SULLA CARABINA

DELLA REGIA MAIIINA

trocarica, sottoponeva allo studio del Consiglio d'istruzion e della nave scuola cannonieri la quistione generale ed il modello presentato. Questa prima carabina era a cartuccia di carta· velina ed a cappellozzo. Essa presentava il vantaggio di potersi ali' occorrenza caricare dalla bocca con le antiche munizioni, nel caso che le cartucce speciali pel ca ricamento della culatta venissero a mancare. La r;:ipidità del tiro di quest'arma era notevo lmente superiore a que lla de ll e carabine Enfield caricabili dalla bocca; il congegno di chiusura funzionava bene; _l'arma era sol ida ed appropriata agli usi della guerra. Dopo avere sperimentalrr11rnle constatato questi fatti il Consiglio d'istruzione della nave scuola cannonieri, proponeva al ministro della marina l' adozione della carnbina Albini a cappellozzo, per una parte nlmeno degli equ ipaggi del regio Naviglio. l n seguito a tale porere il ministero médesimo convinto della utilità delle armi portatili a retrocarica, ordinava 400 carabine del sistema accennaLO con l'intenzione di farne un più largo esperimento nella pratica del servizio. Tali armi furono in breve tempo costrutte, e già durante la campagna di guerl'a del 1866 esistevano a bordo ·dei regii legni e venivano distribuite ai gabbieri di combattimen to. Sopravvennero i notissimi avvenimenti della campagna. di Germania del 1866 dai quali si ebbe ampia conferma delle conseguenze tirate dai fatti accaduti nell'America dei Nord durante la guerra della secessione; e scossa eosl la ferie dei più retrivi circa l'importanza da dl-l.rsi alla eelerilù del tiro delle armi portali, tutte le potenze andarono a gara nel dotare prim a •i loro esereiti di armi cari cabili per la culatta o trasformare quelle che già possedevano.

Il ministero della marina non poteva restare in differente a tnli innovazion i, tenuto anche conto dell'interesse finanziario, e considerando eh~ le nostre carabine si trova van o sufficientemente in ·buono stato, di calibro relaLivament.e . pi ccolo ed atte a prestare ancora un buon servizio, ne decideva la loro trasformazi one e propon evasi di trovare un sistema che fra i tanti recentemente inventati soddisfacesse a tutte le cond izioni richieste per un'arma trasformc1ta. Esaminando la questione delle arm i a retrocarica dal punto di vista dell a cartucci:i e del suo mc,do di accensione vediamo che queste si possono considerare in tesi generale come divise in tre grandi categorie: I. Ad innesc1 sepa rato dalla cartuccia, con l'accensione fatta per mezzo di cappellozzo messo a posto meccanicamente o dalla mano del soldato. Cartu ccia <li carta; · II. Ad innesco che fa pa rte integrante della cartuccia i residui della· quale per lo più non vengono estratti dopo lo sparo. Cartuccia di ca rté\; Ili. Ad innesco come sopra: gl i avanzi delle cartucce devono però essere estratli dopo lo sparo. A tale catego ria appartengono le ca rtucce metalliche, composle di rame, ottone, tombak, ecc., destinate spe. cialmente a preclud ere la sfuggita dei gas, condizione essenziale alla quale deve soddisfol'e un'arma a retrocarica. La quistione di peso delle cartucce era considerata per la marina di entità s,econdaria. Onde il ministero considerando : · 1 ° Che le cartucce metalliche erano da molte nazioni adottate od in via di stud io; 2° Che eran o le più adattate per l'uso specia le <!ella marina come per la loro conservazione a bordo <lei R. legoi ;


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CENN,l SULLA CARABINA

DELLA REGIA MARINA

3° Che relativamente erano per noi abbastanza econòmiche in vista del calibrn e della facilità di ricaricamento; ammetteva in prin_c1pio di dovei· scegliere un sistema di trasformazione al quale fosse adattata o adattabile la cartuccia metallica. Sia economicamente parlando, come per il servizio speciale della marina, si richiedeva un\rrrna nella quale possibilmente fosse mantenu to l'at.:ci11rino nel fine di non indebolire maggiormente la cassa la quule perciò non fu provveduta di tasselli in legno iucollati o altrimenti assicurati. Altra condizione essenziale alla quale si ritr.neva dovesse soddisfare il sistema da adottarsi. era quellodi .avere un congegno semplice e r.on minori superfkie ossidabili possibi li. Fra i sistemi più generalmente conosei.uti fino al "867 che soddisfacessero alle ·indi,cate condizioni, già ·adottati da altre · potenze e applicati su carabine Enfield primeggiavano lo S11ide1~ e lo Albini . Il Belgio, paese competentissimo in g(}nere d'armi, dopo avere espt>rimentati comparativarnente qu esti sistemi ed il Needham adottava per la trasforniazione dei suoi fucili il sistema Albini ch e, come risuHa da documenti uflìcia li, venne riconosciuto preferib ile. Il ministero de lla guerra belga infatti nel su'.o Exposé des moti(s, presentato alla Carnera dei rappresentanti, col quale chiedeva il credito per la tra~formazione dell'armamento della fanteria, si esprimeva nel modo seguente: . « De l'ensemble des expérien(:es comparatives . qui « ont été effec tuées à la manuhctu1·e d':nrnes de l'Ét.at, « par une Comrniss'ion cornposée d'Officiers de l'éta« blisserne nt et. d'Offìciers d'infanterie, cette -Cotnmis« sion a conclu a l'unanimité 4ue le sy~tème Albini -est ~ supérieur à ceux qui ont été essayés simultanément.

. «' Les principales raisons que recornmandent ce sy« stèroe au choix du Gouvernement sont l'es ~uivantes: . « 11° Le m~canisme du systèrne Albini est simple « et solide, la constrnction des diverses pièces qui le « composent et Jeur assemblage sont faciles; « 2° L'arrne e·st syrrimetrique; elle ne présente « aucune saillie incorpmode ,ou disgra"cieuse; « 3° La manrnuvre du mécanisme es~ rapide e.t « simple, et n'exige qu'un court apprentissage. Un « soldat exercé tire douze coups dans un minute, en « prenant !es cartouches dans sa cartouchière, et en « ,iisant avec asse21 de so in pour mettre, ò 50 mètres, « !es douze balles dans une cible de Qm 60 sur ,rm 70« (proj ection de J'homme) ;· « 4° L'entretien, le demontage et le remontage « de toutes le pièces de ]'arme peut ètre confié au soldat. f/.. s·ans inconvenient; « 5° En général, le mécanisme de culasse et le « canon peuvent ètre nettoyés sans qu'il soit néces« saire de demonter aucune pièce de ]'arme; « 6° Pendant tout le cours des ex.périences, le fon ,. « ctionnement du mécariìsme n'a é-té entravé ni par « son immersion répétée dans l'eau salée, ni par le « sable ou la poussière dont le mécanisme a été re« couvert, ni par" un feu continu de 300 coups tieés . « dans l' éspace de 2 3/f~ heures; « 7° La fermeture du. tonnerre présente toute la « sécurité désira_ble, et le départ aocidentel n'est pas e: à craindre. Cinq coups consécutifa avec cartou ches « fortement entaillées, de manière à les faire crever « dans le canon, n'ont produìt aucun effet appré« ciablé sur le mécanisme, etc. ». . ·Coine si vede le prove alle quali venne sottoposto H sistema furono abbastanza severe. Altr.e ne venneJ'o·raue per conto dello stesso Governo belga con armi

,

4U


DELLA REGIA l\lAI\INA CENNI SULI.A CAl\ADlNA

-trasformate e più specialmente circa la celerità del tiro: i risultall furono i più soddisfacenti e ven ne con-statalo infatti al campo di Beverloo, che i soldati arrivavano a fare 14 colpi al minuto puntando.

Tav. 1. Fig. u. (·1). - Il sistema Albini, quale venne presentato, consta di un pezzo di giun ta R, un a cu.Iatta mobile A, munita di manubrio L, un perno di <:ern iera C con dado S, due estrattori K, uoo stelo E, -una molla a sp irale b, un g ra no G, un piuolo cli ri..tegno H, con vite c e molla a spirale d, un pistone percussore I collegato al cane per mezzo di vite e. La canna è fe rm ata -alla cassa dalle fascette e dalla vite del viton e K. La trasformaz ion e si ·esegue tagli anòo la canna e operandovi nella sua pari.e posteriore alcune spire nell e qu Ali viene avvitato il pezzo di giunta. Lit culalla mobile è fissata nel!' in,r.avo del pezzo -soar.cenoato e mantenuta dal perno di cerni era, il quale porta gl i estra ttori e passa in un fo ro prati-calo nella sporgenza superiore del pezzo di giunta: in tale g ui sa essa può ru?tare attorno al pern o nei ·movimenti di chiusu ra e di ap ertura. li pezzo di giunta viene incastrato nella cassa, e nella sua parte posteriore porta due fori; il primo serve per dare aùito al pi stone percussore ed il secondo contiene il piuolo destinato ad assicurare la culatta -qua ndo è chiusa. Il caricamen to si opera montando il can e alla tacca di spa ro, apren do la culatta mobile, introducendo la cartuccia e chiudendo la culatta. Lo scatto dell'arma su ccede premen do sul grilletto; .;1 ca ne messo in movim ento dall'acciarino (come ac-

cadeva nelle armi caricabi li dalla bocca), spinge in avanti il pistone percuss.ore, il qual e passando per il viLone penetra nel foro posteriore della cu latta mobile e percuote sull o stelo: q11 <>sto a sua volta batte sull'innesco che in seguito all 'esplosione del fu lm inante comunica l'accen sion e all a carica . Montando il cane alla tacca di sparo la molla a spirale si espande e ritira lo stelo. Gli est rattori estraggono la ca rtu ccia o il bozzolo vu oto facendo leva coi loro bracci ad angolo retto· sulla parte anteriore del fondello . La cartuccia adoperata è la Boxer. Il Belgio nell'adottare il sistem a Albini v'.introdu_ceva lievi modificaz ioni, la massi ma parte delle quali era. conseguenza della forma e delle dim ensioni dell'arma da trasformarsi . La carLUccia adoperata è la belga, di costrn zione· simile alla Boxer (1). Il mini stero della marina, nell'intento di dar principio al pi ù presto possibile ai lavori di trasformazion e delle carabine Enfield che possedeva nell'antunn o.1866, affid~vane lo studi o, per organo del ministero della o-u erra alla Commissione speciale t".~titui"ta fin ·dall' :gosto dello stesso anno di studiare e proporre il sistema di trasformazione a ,·etrocarica riconosciuto più conveniente per le armi della regia marina . Il ministero predetto nel far noti'lre i vantaggi delle cartucce metallich e perii nostro servi zio speciale faceva -conoscere che per suo con to preferiva un sistema al quale fosse già adattata o adattabile un a cartucci a di tal genere. :Nel settembre 1867 radunatasi la Commission e con

(l} Per maggiori :parlicolari, vedi la spfegazione in1erita Tavo la m(')desima nonchè le allre figure.

nell

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{l) Vedi Rivista militare italiana, dispensa X, ottobre 1869; Giornale d'a1'tigLieria, parte 11, puntala 11, 1869.


CENNI SULLA CAHADINA

·l'inte rvento . di un ufficiale della regia marina conva..: l idava anzitutto le idee espresse dal ministero circa la com·eoieoza. di aqottare per le nostre armi la cartuccia metallica, traendo profitto dagli st~di già an~ teriormente fatti sui sistemi presen tati, e risélvevasi di ,provare due modelli creduti superiori o· a:-Im eno non fr1feriori a nessun altro già presentato ed esaminato; uno di questi apparteneva al sistema di armi ad acd arino, l'altro al sistema a spirale; i modelli prescelti fur ono il modello Albini ed il modello Carcano. Quattro carabine della regia marina, trasformate ·secondo ci_ascuno dei · modelli ora citati, furono esperimentate al tiro unitameo·te alle armi originali. I tiri vennero effettuati, parte al cav::illetto contro un bersaglio posto alla dis tanza di 300 metri per r iconoscere la gi ustezza del tiro e par~e alla spalla contro il bersaglio medesimo onde esp erimentare il funzionamento · -de i -congegni. Il risultato degli esperimenti rispetto all'esattezza -dei_ tiri non · fu in vero molto soddisfacente, ma la Commissione convinta 'che le cause dipendevano com,pletamente da una imperfeLLa ottu.razione dei bozzoli delle cartucce e dalla forma e dim ensioni delle · pall ottole, e visto le buone prove date dal congegno Albini, proponeva la trusformazione delle armi della regia marina secondo questo sistema, riserbai:idosi in pari tempo di far nuove e più estese esperienze nel fine ;di trovare le pallottole ed il bozzolo più convenienti. Si procedeva infatti verso il marzo 1868 a tali studi nel modo seguen te: Si presero N° 4 carabine della regia marina, tra.sformate secondo il modello Albini nella regia fabbrica -d'armi di Tori no, e con questi si t.i_rarono N° 500 colpi per armia alle di~tanze di 300 e 500 metri. I tiri -vemvano effettuati contro bersagli di metri 8 in altezza

DELLA REGl A MARINA

-e 10 _in larghezza: le armi collocate sopra il cavall etto ed i tiri divisi in serie di 25 ciasched uno, nel fine di avere per ogni serie - una certa unjformità nelle -condizioni atmosferiche. Le cartucce adoprate furono: Le Boxer, di co mposizione metallica, con invih1ppo di carta e fondello di ferro; Le Daw, in ottone s.aldate lateralmente. Il peso di ciascuna carica di grammi 4, 150 di polvere di fucile.ria. Le pallottole dei mod e!)1 Iloxer (senza anima di legno, Grammi 3&..70 non alleggerita) erano del peso . Boxer (con anima di legno, alleggerita) » 33.60 Della regia marina . )> 38.1:SO Daw . . » 31 .30 Seoonchè dopo fatti pochi tiri il bozzolo e la pallottola Daw diedero risultati cosi poco ,soddisfacenti che fu deciso di esclu derle dalle prove. li risultato delle esperienze fatte a tal riguardo è · riunito nel seguente specchio: PA.LLO'fTOLA. Distanza

Colpì

Punti

sparati col~it i

ADOPRATA

--Boxer non alleggerita

Circolo Circolo con te- co ntenento nente . punti metà '/$ colpiti doi colpi clei colpi

Per 0/

de1

0

- ------

300

500

462

92,4 0'",97 0",'78

»

>

475

95

»

»

457

92,4 om,130 Om,54

600

>

475

!:J4,6 l "',93 l",50

Boxer.

»

))

485

91

1~,50 l"'

Della Regia Marina.

))

>

485

97

l ",55 lm,10

Boxér.

.. . .

Della Regia Marina. Boxer non alleggerita

om,70 Qm,55


446

CENNI SULLA CARABINA

Da questo specchio risulta chiaro che la pallottola Boxer, non alleggerita, si comportò meno bene delle altre due, le .quali, a loro volta, diedero dei risultati pressochè eguali. La Commissione quindi esaminati i risultati degli esperimenti, considerando che le pallottole Boxer e que ll e della regia marina diede ro l'Ìsultati all'incirca uguali, tenuto conto però che quella Boxer pesa circa 5 grammi meno dell'altra, decise che pér questo vantaggio fosse da preferire, ad onta che quella in l:>ervizio fosse di fabbricazione più semplice ed usitata da molto tempo nella regia marina. · In qunnto ai bozzoli la Commissione non avendo potuto fare esperienze compaea tive con altri anche metalJic:i ma ritenendo soddisfacent'i quelli sperim entati conchiuse che si poteva sin d'allora adottare io vin provvisoria la cartuccia Boxer, nulla impedendo in seguii<> di far uso promiscuamente con questi bozzoli di altre ca rtucce riconosciute migliori della B·oxer. Laon de dietro il pAre1·e della Corllrnissjone per le armi a retrocnrica il Ministero, ordinava la trasformflziooe delle ca rabine della regia marina secondo il si~ tema Albini, e propone.va di sen·i,·si provvisoriamente del bozzolo e della pallottola Boxer (alleggerita). Presen tavasi lp. quis tion e economica circa l' eseguimento dei lavoY:i. La trasfo rmazi one pote,·asi effettuare adauando all e armi il congegno Al bin i in tre m•>di divers·i: il primo. (cioè l'origina le) giù più sopra descritto, era indubitataruente più solido degli alt1·i e di più fac il e costruzione. Per altro la Commissione in seguito ad esperimenti fatti sparando le armi co~ 9 grammi di polvere e due pallottole, potè constatare che anche gli altri dne presentavano tutta la solidità desiderabile per un'arma trasfo rmata. L'esegu im ento del lavoro secondo il modello ori-

447 ginale risultava molto più costoso inquantochè ollre alla maggiore spesa per la costruzione del pezzo di giunta richiedeva il cambiamento di tutte le ca sse. In vista di ciò il Ministero della marina, ritenuta sodd isfacente e più econ omjca la trasformazione come attualmente si fa, ordinava. in Inghilterra l'e'seguirrienlo di tale lavoro su rn carabine, le quali, sottoposte ancora a nuove e più estese esperienze, diedero campo al Ministero predetto cli farsi un'idea ancora più esatta della bontà del sistema, in seguito di che faceva dar principio ai lavori di trasformazione. Il modello adollato, di cui sollo ne diamo più dettagliata descrizion e, salvo piccole modificazioni, differi sce dall'originale per la mancanza del pezzo di g iunta destinato a ricevere la culatta mobile, la qual parte è sostituita da un intaglio praticato nella canna. Il congegno è trattenuto mediante anello saldato sulla med esima, e un nu ovo vitone dà passaggio al pistone percusso re. Il funzionamento è identico a quello del modello originale. - I brevi cenni che seguono consistono sernplice111ente nella descrizione delle aggiunte, modifiche o cambiamenti opera.ti sull'arma per la sua trasforma zione; gli altri dati furono ammessi perché già abbastanza noti. DELLA I\EGTA ìlfAflJNA

Particolari principali dell'arma trnsformatn .

Tav. 2, {ìg. IO . - Canna, parte già esistente e trasformata. - Venne tallo il luminello e il vilone e queslo sostituito da altro di diametro più grande allo scopo di ottenere maggioro .spessezza di m3lallo fra le spire ed il foro per i l passaggio òel pistone percursore e permellere l'iolrorluziono degli utensili destinali ad ingrandire l'incavatura (a) dolla canna (b). ANNO XV. VOL. Il . ..

29


CENN.I SUU.A CARABINA

DELI:,A REGIA MARINA

Venne praticato nel senso dell'asse longitudinale un Laglio esporlando to ta lmente la parte s uperiore di metallo : il taglio finisce nella sua parte ante r iore a seconda di un piano inclinato (d) a llo scopo di permettere il giuslo funzionamento degli estraltori . . . . . La parte della canna (e) poster iore al taglio venne operata u s~iconda di una curva come è <lesc;riho in seguito. La µa rte an teriore (fj è secondo. un piano normale all'asse-della ·medesima. La carnera esterna (a) di forma cilindrica Onisce anteriormente con un orlo (g) che serve d'appoggio al fond o della cartuccia . E.a camera (h) destina ta a r icevere la cartuccia è di forma tronco-conica raccordata anteriormente col le r ighe della.canna. Posteriormente sono praticali in essa due tagli (m) che permettono l'entrata ·dei bracci ad ango lo retto degli estrattori: La canna esternamente ed anteriormente al taglio venne tornita ci lindricamente a llo scopo di collocare convenevolmente l'anello di éerniera.

Venne allargato od approfondito lo incastro del viLone (O) allo scopo di man tenere il nuovo che è di dimensi0ni mag~fo.ri. Vicino al roto ndo de! contorno della cartella e ne l eanale della ca nna, venne praticato ·un incastro (p) des tinato a ricevere l'anello di cer niera. Nel canale delle{ cas·s e venne operato un incastro destinato a contenere l'anello portaLacco . Internarnenl<~ e precisamente sotto la parte anteriore del guar<lamano venne collocata una piastrina (q) in ferro con foro a chiocciola destinata a ricevere /a punta vi ta ta (r} della bacchetta.

Tav. 4. fig . 2. - · An!?Uo portatacco: pa1·te nuova agy·iunta. - Fasn1tla dì ferro fucinata desti nata a preservare la canna dagli urli della culatta mohile al lol'chè si apre; esc:a ò stretta ,attorno alla canna mediante la vite (g) e consta delle seg.uenti parti: (a) foro cilindrico contenente le canna. (b) parte superiore elle serve di tacco, (e) piano su l quale balte la culatta mobile, (d) pareti esterne, (e) spacr.o fatto allo scopo di p('rmettere l'introduzi one delle foscetle dalla parte anteriore del la canna senza dissaluare il fermo della baionetta, ([ bracci tle ll'anello, sporgenze meta lliche aventi una chiocciola destin1.1ta a dar passaggio alla vile g, (g) vite dell'anello che Io tiene aderente alle pareti della canna.

n

Tav .

1,

fig. 1 é2. - Cassa: parte già, esistente e trnsfri'rniata.

- Venne tolta la vite della coda del vitone ed otturato il foro che già trovavasi praticato nella cassa con apposita copiglia in. legno. . Nella parte anterior" del guardamano vcmne praticato un foro p.el quale s'introduce la nuova vile del vitone M passante in un :f0ro corrispondente praticato nel legno . · Venne ingrandito l'incavo (N) già . destinato a ricevere la coda del vi tone, a fi ne di permettere il libero funzionamento del piitone percussore.

Tav. 1., fig . 1. - · Bacchetta : parte gicì esisten.te e trasforrna(ci. - No.o potendosi collocare la piastrina in tutte le carabine a causa della deviazione del foro del canale della bacchella, che si osservò esistere in molte casse, venne applicato alla bacchetta appartenente a lle armi dei sott' uffìzia li u na rosetta in ferro sald ata a forte e posta a conveniente distanza da lla capocchia, la quale i' nlrando in apposito incavo operato nella éassa e precisamente sotto il bocchino, serve a t ra llene re la bachetta duran te lo sparo della cara bina. Accia1·ino : parte esistente trasformata. - L'acciarino propria mente dello è' quello che esisteva nel!' arma prima della: trasformazione; esso è a catenella, a doppia molla e con movimento in avanti. l i cane venne cambiato come è descrillo in segùito. Le varie parti costi tuenti il corpo dell' ar ma vanno unito e fermate fra di loro nel!' ordine seguente. li pistone percussore ò colle.gato al nasello del cane col mozzo della forchetta nel di cui spncco passa una vile destinata a trasmettere al pistone il movimento do! cane. La culatta mobile costituisce il congegno di t'hiusura ed è collegata alla canna per mezzo di un perno portante gli estrattori, e che passando nei sostegni del la medesima e nel maschio dell 'anel lo di cerniera, permette attorno a se uu movimento di rotaziolle della culatta stessa, · · J.a culaLta mobile quando è chiusa è trattenuta in tale posk, .ziono dal piuolo a molla sporgente dalla parte anteriore del ~~M.

.

Lò stelo, la molla a spirale, il grano ed il . manubrio sono contenuti nella culatta mobile. • 11 piuolo di ritHgno con molla spirale e vite sono contenuti e fanno parte del vilone.


CENNI SULLA CARA.BINA

ta composizione e scomposizione del congegno di chiusura, viene operata nel modo e nell'ordine seguente. Lo stèlo s'introduce nella culatta mobile fac<mdo passare la sua parte posteriore nel foro d'arresto dello stelo. La molla a spirale s'introduce nella culatta mobile quando lo stelo è a posto, facendo la passare nel vano cilindrico della molla medesima. Il grano si avrita nella chiocciola della culatta mobile in motlo che lo stelo penetri noi foro . li manubrio viene avvitato nella culatta mobile facendolo penetrare nell'apposita chiocciola. · La posizione in cui devesi tenore la culatta mobile è la verticale, con la curva all'ingiù. La culat.ta mobi le si pone sulla canna capovolta e in modo che i fori dei sostegni corrispondano a quello elci maschio, s'introd1,1cc da destra a sinistra il perno di cerniera previamente munito dell 'estrattore cli destra, e collocato quindi a posto l'a ltro estrattore, vengono ambidile serrati mediante un dado a nasello nel quale si avvi ta il · perno. . Si chiude la culalla mobile. . La scomposizione del congegno di chiusura si fa nel modo e nell'ordine inverso a quello ora accennalo. La composizione del l'arma si fa nel modo seguente: · Collocato nella cassa l'acciarino al quale previamente è unito il cane e montato questo alla lacca cli sicurezza si mette il pistone percussore. La canna alla quale già è autH:issa e chiusa la culatla mobile ed i suoi accessori, si fa entrare nell'incavo del la cassa, avéodo curn di sollevare la parte anteriore del pistone percussore affinchè entri nell'apposito foro praticato ne.J vitone; :unila la canna alla cassa mediante le fascette si chiudono le viti onde raccomandarla alla medesima. . Si introduce la baccheLla nel suo foro avvitando la punta avvitala nella piastrina e si chiudono a giusta misura le fascette mediante le loro viti. La scomposizione dell' arma si fa nel modo · e nell' ordine· inverso alla composizione, ' CONGEGNO DI CHIUSURA. Tcw. 5, fig. 1. -

Anello di ce1"niera, pa1·te aggi·unta. -

Anello in ferro fucinato unito alla canna mediante salda tura e

.

DELLA REGJA MARINA

451

.destinato a trattenere e guidare la culatta mobile nei suoi movimenti di chiusura ed apertura .. · In esso si osserva : 1. La parte interna A tornita cilindricamente e saldata sulla .canna; 2. Lo spacco (a) taglio operato nell'anello nella sua parte inferiore e fatto allo scopo di permettere i-I passaggio superiormente alla canna per il fermo della sciabola-baionetta; . 3. Contorno (b) modanatura falla per raccordare l'anello alla canna ; _ 4. Piano superiore (e) fallo per verificare la posizione del!'anello ; 5. I?acce piane Iaierali (d d) spianamento in senso parallelo· a ll'asse della canna allo scopo di permettere il libero funzionamento degli estrattori; 6. Maschio 8, parte sporgente posto al centro dell'anello .avente un foro (e) secondo l'asse trasve.rsale della canna e de._stinato a dare passaggio al ·perno di cerniera; 7. ·Piano posteriore dell'auello, taglio verticale secondo il ,prolungamento del piano a11terio·re del tagìio della canna; 8. In tagli (g) destinati a dar passaggio ai bracci ad angolo re tto degli estrattori.

tn

Tav . 3, fig. 2. - Culatta 'mobile: parte aggiunta. - Pezzo di ferro fucin,Ho temprato a cartoccio: co11sta delle seguenti parti: 1. Perno della cerhiera di forma cilindrica, cli ferro tempralo a cartoccio che si introduce nelle orecchie della culatta mobile e nel maschio della cerniera: serve a trattenere e guidare h culatta mobile e gli estrattori, e ' vi si osserva: La testa d'el perno (a), la parte cilindrica(b), la parte vitata (e); il dado a nasello (d) che serve, ad impedire l'uscita dèll 'estrattore sinistro e del perno medesimo. Ta o. 2, fig . 2 . . - 2. Estrattori, linguette in ferro fucina to e t.emprato a cartoccio, cne serrnno ad estrarre il bozzolo della cartuccia dopo lo sparo. Vi_si osserva; . li foro (ciì pel passaggio del perno di cerniera, il dente (b) , le facce piane (~), la parte curva (cl) , la parte piana (e), il braccio ad angolo retto ({}, il lembo inferiore (g), le fresfl.tµre (h). Ta:v. 5, fig. 3", 4, 5 e 6. - 3. Culatta, ·pezzo di t'erro fucinato. temprato a cal'toccio. Vi si osservano:

/


45i

CENNI S ULLA CARABIKA

DELIA REGI.A MARINA

Duo sostegni od orecchie (a) <lolla cerniera con for o (o) desti na lo a dar passaggio al perno delta cerniera, d ne piani orizz onta li (b) fa tti nella parte superiore della cula tta, uno dei q ua li serve di leva ai de nti <fogli estra ttori, un piano anteriore (o) tagliato normalmente all'asse del la canna, la curva posteriore (d) des&rilla con un ragg io il di cui centro è nel perno d cerniera, il foro a nter iore (e) con ch iocciola per i l gr.1n o des tinalo a g uidare lo stelo e la molla a spirale, l'arres to dello stelo(() destinato ad imped ire l'usci fa del m edesimo dalla parte posteriore della culatta, un foro (n) dii passaggio allo stelo,. un foro pùs le riore (m} des tinalo a rfoever e il pistone per cussore, la chiocciola (g) per la parte vitata d el manubrio, due piani (e) poggianti sul piàno 'de lla cannn, la curva inferiore (i) di diametro minore e concentrico a quello del l'incavatura della c.a mera esterna, il foro del piuo lo d',1rresto (t') .

Ta'tì. S', fig. 7. - l'itone: parte nuova aggiunta. - Pezzo cli. ferro fuci na lo e tempralo a carto ccio , d estina lo a chiurlere la canna pos t,~riormente e tra ttenerla sulla cassa. Vi r:<i osservano: La pa1·le curva anteriore (a} concentrica a quella della parte posteriore de lla culatl.a mobile, le spire (b), le parti piane posteriori (co) , la coda del vi lone (d), la chiocciola per la vile ciel vilone .(e) , il fo ro del piuolo d'arresto (n, la chiocciola pOl' la · vite del medesimo (g), il foro per il passaggio del pistone percussore (h). ·

Pig. 4. -

4. Il grano in acciaio tempralo e rinvenuto di

tempra, d eslinato a g uidar\(-) lo stello nella pe1·cussione. \li si .osservano : I due piani anteriore e pos«!rio1·e (a), ·i l foro ci lindrico (b) che dà passaggio .a llo stelo, te spire (e) che entrano n ella chiocciola della culatta mobile. Ta:n . 2, fig . :; . -. Lo stcl0 in acciaw tem prato e rin venuto, cli tempra, destinato a percuotere con tro l'innesco della car·,

tQccia, Vi si osserva : La p'arte anteriore (a) di forma cilinrlrica, la rli c ui parte percuotente (b) è di fo rma conica, la parte eentPale (e} d i form a pure cilindrica, il dis'co d 'aneslo (dJ sporgenza me tallica dest.i na·ta a comprimere la molla a spiral o e ad impedire l'uscita dello stelo posteriormente alla culaUa, la parte posteriore (e) di forma cilindrica, StJll'estr.emità della quale batte il pistone· perGussore.

'J'av. fl. fig. 6. ~ Molla a spira le cti fi lo rl'acc iaio temperato.. deslinaln a ritirare lo stelo dopo la . percussione. Ta:v. 5'. fig. •8. ~ 7. Il manubrio, pezzo di ferro fucinato tomprato a cartoccio, destinato a servire da braccio di lova per l'apertura e chiusura d ella culatta mobile. Vi si oss~rva: La parte vit(lta (a) , la sporgenza esterna {b) .

Tav. 5, (ig. 7. - Piuolo d'arresto: pctrte aggùtnf(t. - Pezzo ·d'acciaio temprato, 'destinato ad arresta re la cul a lla quando è chiusa, e messo in moto da una molletta a spirale (fìg. 8), c he è trattenuta da una piccola vile di acciaio temprato (fig . 9). Tav. 4, fig. 3. - Cane: JJurte già esi.stente e t,·asformata. . Jn ferro fucinato e tem pr a lo a cartoccio. Vi si osservano : Il nasello (a) con spaccatura (b) per il passagg io della. forchetta de l pistone percussore, la chiocciola (e) per la ·vite d'orresto del m edesimo e la relativa vile (d). Tav. 2, · [ig. 1 e 1 bis. - Pistonepercussore: pa,1·teaggiunta. ~ In acciaio tempralo e rivenuto cli tempra, di forma cilindrica e destinato a spingere lo stelo in a vanti finchè vada 6: percuotere contro l'innesco. Vi si osserrano: La parte posteriore tagliata a seconda di d ue facce piane (a) , lo spacco piano trasversale ciò cbe costi tuisce la forchetta (b), la parte cilindrica (e) che passa pel foro del vitone e de lla culatta mobile.

Para vitoné. - Pezzo di cuoio destinalo a preservare il nasnllo del cane dagli urli contro la coda del vilone dufanle gli esercizi, esso è llnito alla cassa p~r mezzo di u na ca_tenella fermata al perno ad· occhio ché trovasi nella parte a nte~iore del guardamano. Ta·v. 4, {ig. S'. - Dado a nasello\ - Parte secondaria elci perno di cerniera. Piccolo dado in 'ferro fucin11to e temprato a cartocdn, avente un piccolo nase.llo (b). il quale urtando contro l'estrattore sinistro nei movim enti di rotazione del perno im pedisce che si. sviti dal dado. [n esso vi si osservano ~ (a) corpo del dado, (b) nasello, (e) foro a chiocciola destinato a contenere la parte vitata del perno.


DELLA l\EGlA l\!AlUN A

CENNI SULT,A CARABIZ'<A

CARICAMENTO DELL'ARMA.

L'arma ò carica e ~isposl{l nella posizione di sparo, quando il cane è montato, la culatta mobi le chiusa, la .càrtu_ccia nella camera. Per poTtare l'arma · dalla posizione di sparo a quella di sicure~za basta portare il cane alla tacca di sicurezza, come pralica·rnsi' per lo innanzi nei fucili caricabili per la bocca. In.tale posizione il pistone percussore penetrando nel foro posteriore della c.ulalta mobile la obliga unitamente al piuolo di ritegno di re.star chiusa. Per sparare l'arma basta premere sul grilletto il cane previ:lmente messo sulla tacca di sparo . . . Per aprire l'arma dopo Io sparo bisogna portare il cane alla tacca <li .sparo e quindi dare il movimento di Totazione alla culatta mobile attorno al pe rno di cerniera facendo leva sul manubrio . Per · estrarre il bozzolo vuoto dopo lo sparo, o la cartuccia in caso di scaricamento dell'arma, bisogna dat'e un colpo vibrato al manubrio in modo che il piano superiore della culatta mobile batta con forza su l dente degli estrattori. Il bozzolo può issere estra llo completamente a mano od inclinando 1t destra la carabina, tenen do colla mauo sinistra· la culatta mobile aderente all'anello portatacco avendo, cura d'alzare . prima alquanto la bocca della canna. Normalmente la carabina deve tenersi col cane sull a tacca di sicurezza affinchè la molla a spirale resti semprè libera di pressione. Il ·caricamento dell'arma si opera nel seguente modo ; 1. M_ontare il cane fino alla tacca di sparo; . 2. Aprire la culatta mobile; 3. Introdurre la cartuècia e spingerla in avantifinchè il fo ndello tocchi gli estrattori; 4, Chiudere la culatta mobile fìncll è il piuolo d'a'rresto entri nel foro posteriore della medesima. Tav. 4,

fig. 7.

-

Cartncòia. -

11d innesco centrale e, consta:

t metallica. del sistema Boxer ·

455

Di un fondello di ferro (a) galvanizzato e di un bozzolo (b), for malo con due giri di una sottile lamina di ottone sulla quale è incollato un inviluppo di carta ,- ed è chiuso posteriormente -da due rinforzi (cc) puro io ottone, Il p'roietlo '.L' ?: munito di $Cannella ture che si riempiono di cera vergine : esso è cli dia~etro inferiore a quello della canna e porla due cavità (d, e): fa prima di forma tronco-conica riceve un Là.eco.(() di -~rgilla compressa, mes:io allo scopo di favorire l'espan~1?ne ~d 1mpe: -0ire la deformazione del proietto; la seconda cilindrica e d1 piccolo diametro , è riempita con una .cavig~ia di leg~o onde trasportare così più indietro il centro d1 gravità e fav orll'.e anche il moto di rotazione del proietto medesimo. • La pallo ttola viene assicurala al bozzolo mediante una .strang olatura (g) fatta all'allezz/l della prima scannel latura. · Fra il proietto o la polvere esiste della. bo~bace (h). L'innesco è unito alla cartuccia e form Lo d1 un cahce di . rame. (lì forato anteriormente e munito · di un incudine (·rn), sulla testa del quale viene a schiacciarsi il cappellozzo (n) contenente la composizione fulminante. li calice è trattenuto dal fondello e da un tacco di carta compressa (o) esistente al fondo della cartuccia destinato pure a rinforzarla in questa parte. J dati principali approssimativi relativi alla cartuccia sono i seguenti: 4,5 Peso della car1ea .di polvere grammi 8.5 Pesn merlio del bozzolo , . > 32.25 Peso medio della pallottola. » PClso ,Jel la cartuccia completa com46 preso il cotone . " Altezza media della cartuccia ; . . millimetri 60.3 51.0 Altezza media del hozzolo . > Diametro medio della pallottola nella 14.5 parte cilindrica , . . . . . . > Altezza media della pallottola (parte 26,7 > cilindrica) . . . . . 460.0 Peso del pacco contenente 10 cartuccé, grammi Alzo: parte già, ·esisteute modifi,data, - Da esperienze fatte in Viare,,.o'io da apposita comm issione, composta da ufficiali del 0 .eorpo: per fare le tavole di tiro per le nuove carab!ne, ris~llò: 1. Che le deviazioni dei proietti polevano cons1derars1 tra·scurabili;


.i:56

DEUA. l\EGIA MA.R11NA

OENNI SULLA CARABINA

2. Che la nuova traiettoria essendo più tesa di quella della · carabina Enfield prima della sua trasformazione, le altezze d'alzo . · salvo piccole modificazioni, convenivano, senza portare grande errore nel pu ntamento, considerando però la nuova graduazione del ritto per la distanza in metri, mentre er a per lo pas·sato in yards. L'a lzo quindi venne lasciato nella sua antica posizione, cioè a mi llimetri 57 dal mirino, e rip.otLa l' altezza · del traguardo per la distanza di 150 metri (cioè nella posizione del ritto 'abbattuto) a millimetri 4.60 dal piano superiore della canna, abbassando a tal uopo il piano del!,) zoccolo sul quale poggia il ri tto. · Venne abbassato inoltre di 1 metro l'intaglio del cursore r éstando così corrette senza grave errore tutte le t acche dai 500 ai 900 metri compresi.

Dati circa il tiro cleUa .caa•abina ta·asformata.

Probabilità, di colpire. Raggio

' Pl'oporzione

¼ dei tiri utili

del c il·col o di pl'ecis1one

contro un uomo b e l' sagl io d ì me tri 1,60

cohtl'o un fron t.e borsagl,o· di lile tl'i 1, 60 di altezza

Om, 05

100 100

100 100 100 100 98 97 96 94 90 83 76 50

om, 12

om, 14 0", 18 0'", 26 0". 35

0~;40 0", 45

0", 50 0", 55 0", 60 0'?, 66

0°i, 75 0", 95 li·. 20 l ", 60

2"'. 20

3",00

!:12.

83

70 60

53 48 45 43 38

32 26 20 16 12 10 9

3[>

28

26

22 19 17

Tali dati non possono considerarsi che a:pprossimàlivi.. Il tiro venne fatto con l'appoggio.

!57

Il raggio del circolo di precisione si riferisce al cir colo che comprende la miglior metà dei colpi. Dati sulla trai ettoria.

---~~---~ DISTANZE

Yal'dS

Metri

100

·O,n, 60 2"', 50 6"', 30 11", 35

109 .4

} 1'9 328 437 547 -656 766 874 984 1094

200 300 400 500 60'.l 70:) 800 900 1000

Abbassamento : carabina a rètrocorjca

16", 90 2.fm,30 '34"', 35 46'", 20' 62.., 30 84",80

;altezza d'aizo calcolala, Altezze d' alzo per distan-ze in metri

IND,ICÀZlONE délle distanze

150 200 300 400 500 600 700 .800 900 1050

4m"', 52 6"", 00 10"", 90 14"", 80 1I

I I I

19"". 2;)

23"", 0:) 27""', 90 32""', 90 39"", 50 53"", 40

.Y. B , Tali altezze sono contate a partiro dal piano supel'iore d'oli ann:i

,(


!58

CENNI SULLA: CARABINA DELLA REGIA MARINA

"'cloctcà ottenuta. Velocità iniziale, metri 320. Si ottenne servendosi del pendolo 'e lettrico balistico Navez-

CRONACA POLITICO-MILITARE

Lettrs.

È quasi al termine la trasformazione delle carabi'ne della Reoia Harina, lavoro che si opera nei regi Arsenali marillimi n·ello stabilimento Glisenti a Carcina.pr'esso Brescia. In seguito agli studii ed agli esperimenti di una Commissione presieduta dal capitano rii fregata signor Lovera Di Maria, è s~ata ad~ttata una nuova cartuccia d'un sistema proposto dal signor D1 Dato del Il. Laboratorio pirotecnico di Torino. ~I bozzolo è di u~ sol pezzo ed in tombak, la -pallottola fabb~·1cata a compresswne con apposite macchine; porta due cavità_ed è _munita _di un tacco in terra cotta: nella sua parte po11teriore v1 è applicato un disco lubrificante come nelle· cartucce inglesi Martini-Henry. L'apparecchio incendivo consta di un luminello in acciaio avente un foro nel senso del suo asso longitudinale, il quale poggia sul calice del bozzolo ed è cope:to dal capp?l~ozzo. · ~orse per ragione .di economia ~ per evitare la permc10sa az10ne dell'acciaio sulla materia fulminante di fabbricazione si ·sostituirà al luminello d'accìaio un luminello d'ottone. · Questa nuova cartuccia ha dati i più splendidi risultati nell'uso pratico. Gli scatti a vuoto sono quasi interamente eliminati, 3 bozzoli si ricaricano e si rinnescano con la massima facilità. in medi! 1~ _o 15 volte. Qualcuno di essi è stato adoperato m 40 o· :.iO tm senza guastarsi,

Gennaio 1870.

LODOVICO CASTELLUCCI.

Luogotenente di Vascello. ·

14 giugno IS70.

Dopo la pubblicazione dell'ultima dispensa di questa Ri-msta sono ben 12 tornate che il Parlamento italiano ha consacrato alle cose relative all'esercito: 10 tornato la Camera dei deputati, e 2 il Senato del Regno. La discussione nella Camera aggirassi intorno al progetto di economie _stato presentato dal ministero il 7 marzo , modificato · poscia ctaila Commissione parlamentare, al quale accostossi di buon grado il ministro stesso. Secondo questo progetto, il quale fu dalla Camera approvato con 175 voti contro 107, la bassa forza del!' esercito· è fissata per ora in 160 mila uom ini (media forza a metà d'anno) dei quali 140 mila per le armi di fanteria, bersaglieri, cavalJP.ria e artiglieria e per i corpi zappatori del genio, treno militare, amministrazione e compagnie di disciplina; 18 mila per i. reali carabinieri; 2 mila per gli istituti militari, per moschettieri, per i veterani ed invalidi, e g uardarmi ; ed in 15,844 cavalli di truppa, <lei quali 13,124 per la cavalleria, per l' artiglieria, per gli zappatori del genio, per il treno militare ; 2,387 per i carabinieri reali; 333 per i varii istituti militari. Circa l'organico, niun'altra modificazione è stata fatta fuori dello scioglimento dei quadri di cinque battaglioni bersaglieri, che erano stati costituiti in occasione della guerra del 1866; il ministro ha preso l'impegno di presentare ent.ro il corrente anno un disegno .di legge pel riordinamento dcli' esercito, e fino a che questo non sarà approvato, niun cambiamento potrà essere introdotlo nel vigente organico.


,i.60

CUONACA

Come conseguenza di questa legge vor riinno soppressi il Com itato superiore delle va ri e armi, il Comitato di fanteria e di cavalleria, due comandi generali di divisione, i comandi generali delle città e fortezze di Venezia e di Mantova. 11 Comitato di arlig-lieria sarà ridot to da 9 a 5 membri; sparirà dal bilancio la categoria degli ufficiali gfmerali a disposizione del ministero ; le bande musicali nei. r eggimenti di cavalleria e artiglie ria saranno abolite; il nu mero dei medici di battaglione nei reggimenti di fan teria · sarà ridotto a d ue. Il corpo sanitario, e sopratutto i per sona li tecn ici e contabi li dell'ar tiglieria e ciel genio subirann.o a nch'essi notevoli riduzioni. I.e legioni dei carabi. n ieri saranno scomparti te in -comandi di provincia e comandi di circondario : i primi saranno tenuti da ufficiali superiori nelle grandi città, e da capitani nelle ci ttà minori ; i secondi sar anno tenuti da luogotenenti. Ne r isulter/1 una diminuzione di 40 o 45 uffìciali in tutta l'arma fra i vari gradi. In tntto sarà rea lizzata una economia di 15 milioni in confronto della spesa che era inscritta s ul bilancio della gut•rra del 1870 ; cioè cinque milioni sopra i servizi amm inistrativi indipendenti dalla forza armata, nn milione sopra i carabinieri, nove milioni ptr la riduzione di forza in cavalleria, in fanteria ed in tutto il resto. · II ministro della guerra in pn acconcio discorso pronunciato nella tornata del 24 maggio, e col quale venne iniziata la discurnione sui provvedimenti militari. ha esposto lungamente le gravi considerazioni che avevanlo indoLto a presentare alla Camera -nuove proposte di economie dopo quelle già pur tanto g ravi che dal 1866 i n poi erano sta te introdotte nel bilancio della guena . L'onorevole minislro non ha dissimulato punto che, sotto l'aspolto m ilitare, anche un bilancio di 145 milioni era scarso per un esercito il qua!o debba essère ·pronto alla guerra ; ma non ha dissimu"lato del pai'i, ·che un tala bilancio eg li lo considerava còme eccedente le " possibilità presenti e momentanee del la finanza italiana . » Quiòdi, mentre da un fato noi facevamo uno sforzo che era al di là dei nostri mezzi, non arrivavamo dal!' altro alla vera forza, alla vera sicurezza, a ll a vera potenza. " Se tutto ciò è vero (prosegui va egli) come pur troppo è, io diJma ndo se non sia savio consiglio, se n on sia urgente, anzichè esi tare fra d ue questioni gravi ambedue, la questione finanziaria e la questi one m ilitare, prendere a combatter e virilmente la questione finanziaria , la quale sola porta con sè la soluzione della questione militare. Imperocchà

POLlTICO-MILITARE

36·1

. l'Italia non potrà essere forte infino a che la finanza non con- · senta più larghe spese pel bilancio clolla guerra. » Rivo lgendosi a coloro i quali co ntestano il principio stesso delle economie, e non vorrebbero che fosse detratto all 'esercilo un solo uomo , un solo cavallo, un solo cannone, il ministro della guerra fece un riCoTfJo di storia recente: quello ,dell 'Austria. Uscito vittorioso nel 1:850 da una grande commozione interna e da una guerra straniera, 'l'impero austriaco triplicò il bilancio milita re. Se non ch e le finanze ne soffrivano. .Molti uomini di Stato chiedevano che fossero ridotta le s.pese militari, che fosse provveduto alle finanze, giovandosi appunto di quella sicurezza e di quel.la pace che era assieurata dalla stessa vittòria. Ma patrioti di grande autorità e profondamente convinti dicevano· che l'esfwcito era stato la salute del l'Austria; che l'Austria esisteva nell'esercito e per l'esercito. In1alLi le riduzioni non si fecero, e le speso militari furono ancora accres0iuto nel 1856, durante la guerra di Oriente, nel la qua J13 l'Austria conservò la neutrali là armata. Ma le condizioni delle finanzè si aggravarono e s'imposero à tutti, e fu finalmente necessario scemare l'eserci to di uomini e di tempo di servizio. Nel )859 l'esercito era già indeboli to e l'Austria fu sorpresa dalla guerra d'Italia, e versò di svr.ntura in sventura. Senonchè il tempo opportuno al ristabilimento doilo finanze era svanito . por non tornare più. « Le rivelazioni - citiamo le parole del minislro della guerra - che oggi noi abbiamo sopra le discussioni che si passarono nei Consigli dell'Impero prima della guerra ciel 1866 ci dicono quanta influenza abbia av'ulo la povertà finanziaria dell'Austria nel disastro di Sadowa. Signori , se la ~loria deve giovart1, non dimenlich iamu la storia dell'Austria. » f,a commissione parlamentari) aveva nel suo rapporto espresso il convi ncimento che non si potesse oramai oltrepassare la cifra delle economie proposte senza r ovinare l'esercito, e l'esercito avr(t udito con piacere che il ministro della guérra espresse a.0.cor egli il medesimo convincimento e la medesima fiducia . Indipendentemente dai provvedimenti più specialmente concernenti la parte finanziaria, la Camera ha pure approvato nel corso della presenLo discussio ne, come arlicolo aggiunto ai provvedimenti s tessi, una dis posi zio la quale aHù ·per effetto di accelerare gli avanza m enti nell'esercito, _che da alcun tempo i n qua sono non poco a·renati. Fra i ben tre mila ufficiali che si trovano in aspettativa

oc


463

CRONACA

PO LlTlCO-~llLll'AllE

vo n' ha buon numero che non sono più idonei al serv1z10 militare. La legge s ullo ·stato degli ufficiali darebbe facoltà al minis tero di collocarli in riforma; ma siccome moltissimi fra essi hanno r eso notevoli servizi al paese, abbandonando nel 1859 le rispettive carriere per combattere nelle file òell' esercilo le guerre delI' indipendem;a, il ministero stimò giusto e conveniente, e con esso lui la ma·ggioranza della Camera, di provvedere in modo più largo, ch·e la legge non consenta, in favore di questi uftìciali; vantaggianclo così ad un tempo stesso, mercè il ritiro di tanti . elementi sovrabbondanti, la carriera degli ufficiali atti al servizio che saranno conservati. A parecchi oratori affacciossi a questo riguardo il timore che il ministero non si valesse per avventura della presente occasione per allontanare d:-ill'esercilo alcuni e le.menti di preferenza ad altri. li ministro della guerra ha posto innanzi alla Camera alcuni dati statistiei su varii spogli già fatti eseguire relativamente alJa provcnitmza d(:)gli uffì ciali cho si tratterebbe di collocare in riforma; questi dati dimostrano che il timore affacciatosi non ha ·ragione di esser e. « Questa legge, disse bene il ministro, della guerra nella tornata del 1° g iugno, non colpirà una categoria più che un'altra. L'esercito italiano ha i!,Vuto dalla fu-· sione degli eserciti dei vari i Stati tanto incremento di illustri generali e di egregi ufOciali che, anche se lo potesse, non vorrebbe distruggere l'opera benefica del 186.Z (1). > Un dibattimento di cose militari non era possibile che si chiudesse senza che più o meno gravi, più o meno appassionate allusioni fossero fatte alla campagna d'Italia del 1866. li generale La Marmora afferrò quindi l'opportunità di rinnovare al minists ro l'istanza, che già gli aveva rivolto nel l uglio 1868, di compi<~re la pubblicazione della relazione ufficial e Ji quella campagna ; e additò la via di io.chieste militari per risolvere quei punti i quali fossero tuttora controversi, e riempiere quelle lacune che i rapporti ufflr,iali non bastassero a riempiere. n generale Sirtori , il quale avre.bbe preferito un'inchiesta parlamentare, rinu nziò, da quell'egregio cittadino per il quale ò conosciuto in tutta Italia, al:a sua proposta appena giunse a sospettare etio potesse esser fomite di discordie, e convenne nel progetto del genera-le La Marmora, ed il ministro della guerra nella tornata del 3 giugno diede l' assicurazione che sa ~

l'ebbesi seguìto il metod o proposto e elle la relazione tanto aspettata sarebbe stata fatta di pubblica ragione.

;i

(I) Atti Uf(!cial i, pag. 1713.

Sorvoliamo·, come sopra fatto appena degno di nota, sul ridie olo tentativo di alcuni fu'orusciLi, i '}LHJli, - capitanati da un higlese, che compromesso in moti precedenti in Italia, aveva fruito dell'anmisLia politica del 1868; - abusando della Dacca .sorveglianza delle nutorità ticinesi, irruppero, l'ultimo di maggio, ..-.:on bandiera ro?sa, dal territorio svizzero nei confini di Porlezza e vagarono per qualche giorno nella provincia di Como o nella Va ltellina; ove fu rono, prima aucora che dnlla solerzia .(!ella truppa, respinti dal buon senso di quegli abitanti e dal loro dis prezzo. . Gli avanzi riparnrono nei Grigioni; ove fu dato ordine di .sottoporli. a processo. Questa disposizione e l'invio del colonnello Hess in qualità di com.missnrio federai.e a Beìlinzona ci. fanno credere che il Governo della Confederazione intenda di. ~segni re lealmentl:l i doveri di buon .vicino. Delle opere npprovate per l'amp liazione e il riordinamento <lell'arsenale di Venezia. si era stabilito non doversi per . ora eseguire che il Bacino di carenaggio nell'isola delle Vergini .p resso l'entrata dell'arsena le. Le gravi diffìco ltà che presenta la costruzione di un Bacino sono fatte gravissime a Venezia per la singolawi natura del fontlo lagunare, nel quale gl'infe.riori strati di arg illa sono al.terna li con si.rati di sabbie fan gose mobilissime·. Ondo il Comitato <lei genio fu cli avviso di nu lla risolvere intorno al costruire l'opera all 'asciutto o per immersione, senza nuove esplorazioni (]el fondo con poz;:i cli prorn. Eseg uiti que~Li pozzi risultò evidente quali insidie preparassero a l costruttore le viscere del fondo lagunare, se la costru zione avesse avuto a condursi all'asciutto, e quali difficr)ltà s'incontreranno anche a costruire per immersione. l i Ministero della marina ha fotto sf.udiore tali. :ri.ultati sopra luogo da una Commissio ne presied uta da S. E. il generale Menabr_e a e fofmata · di membri del Comitato del genio e di ingegneri del genio civik più noli per dottrina e prali~a ?elle marittime cos[ruzioni. Sc~condo il pareù di questa Comm1ss10no, avvalorato da quello del Comitato stesso, si deve .a_bb~ndonare l'idea di costruire all'asciutto, e ricercare in pross1m1tà dell'arsenale un sito ove si possa spingere a 1300 50 sotto ANNO :XV, Vc,L. II. 30


C-llONACA

POLITICO- Ml LITA ll E

l'alla marea il ·gran cavo. del .Bacino, senza' cho riesca nòciH1> l'avvallarsi del terreno circostante dietro gli scoscendimen ti latera li del cavo stes~o: il che non potrebbe essere nell'ang usto spazio dell'iscla delle Yergini. ove il profondo scavo mettPrebbe a re pentaglio i fo bbricat.i vicini. Jl Mini,tero approvò codeste pro poste; e giova sper::iro chen,ol soddisfare alle imperiose esigenze ed alle cautele dell'arte, si troverà modo çli re nrlère fra non guarì un :follo corppiuto il desiderio dei -Veneziani e della R. marina di avere nelì'Adriatico u n conveniente Bacino di carenaggio.

milizia stessa . Come è rlrtto nel proemio del progetlo : « una riserva che possa essere ch iamata in ser vizio a ttivo in tempo di un.a straordinaria cmer:,;enza non esiste rea lmente. » La n uova riserva clell'eserrito rego lare, co me abbiamo accennato, non ec·cederà i 60.000 uomi ni:· q uanto alla fopa dell'esercito regolare attivo sarà stabilita ogni anno dal Pnr-lamento. e può essere intanto preso per baso il num ero fìssnto io questo anno di 113,000 col la prospettil·a di co nsiclei·evolmeote diminuirlo· tostochè si :ivri'.1 disronibile una forza ri i riserva per og ni possibile contingenza.Quando un so ldato a,·rà ffnilo il suo tem.po di 3 anni per passare nel la riserva, sarà sostitu it~ 1.iell' esercito regok1rc attivo da una nuova recluta, opd'ù chn tutti e due questi indil'idi1i sarnnno util i ()lemcnli pel seni zio dr l!o Stnto. Riassumendo : la base del nuovo àrruolame nto dr.il'Hscrcito è lq divisio ne del ser vizio· del so lda to in due period i : uno breve, nelle lìlc del l'esercito attivo, e uno pit1 lungo nella ri sr•rvn. In caso di g uerra la r iserva sariJ. chiamata sotto le armi, e la sua intiera forza saril subi lo versata nel l'esotcilo atlho.

-4 64

Dopo il Parlamonto italiano rn()ozioneremo il Parlament~ , inglese tra quel li i quali sonosi nel mese scorso occnpnt1 . d1 questioni militari. Gii.t accennavamo nella Cronaca de-I marzo U'llimo come il min istro della guerra, sig. Cardwell_, avosso annunciato la prossima presentazione di progE>ll i di lc'[;ge relativi a r iforme nell' esercito. Inta nto è stato presentato nlln Camera dei comu ni quel lo, ,tìll' ar n1olnmen to (army enlistemenl b'ill) , che fu so tto posto a una prima di;;cussionc nel la tornata del 16 maggio. · Il nuovo progetto consta di 23 arti coli e teorie a questi _d_ue scopi : ahbr eviare il periodo _di servizio d_cl solda_t~, e slab1 lr:e una riserva che possa essere chiamata m serv1z10 attivo m caso cli gravi emergenze . . La durata del servizio è proposta nel limite cli 12 nnni; 3 elci quali noli' esercito reg·olare, e H 1rnlla riservn . I.a recluta n on potrà più, comn per il passato, scegliere il reggimento a cui vuole essere ascritta : a ciò provv0.deranno le aùtorità mili tari in base alla necessità' o c·.onvenienze del servizio . Lariserva che si vuole costilui·r e non eccederà in totale la, fol'za di 60,000 uomini. . L'Inghilterra, come è no lo, possir!de una mil izia H i volontari per In son propria_ difesa, e 1.:n esercii.o re~olare per f?rniro presidii iu India e no11e Co lonie. non che al! interno. Nel! eventualità di unfl guerra al l'estero, o dcll'inl"io di un ragguar de~ vole cor po di truppe pel serv izio estero , non avrebbe mez2;1 per p,ortare l'esercito r egolare alla fo~za che può ~ss~re ne·cessaria ; ed è questa appunto la contingenza a cm s1 vu ole pron-erlero col nuovo progetto. Esistono, ò \·or.o, due sorta di riserva : cìoè la riserva <l'ella mili zia e la prima riserva . dell'esercilo r egolare : ma la seconda di dette forze è ora 1insuf1ìcio(lle, o la pr ima non può van!aggiarsi che a detl'imeuto della

Sono trascorsi due anni appena daccl)è In Francia ha ri!'atto il suo orçlinamento mi litare, e già si parln ora di rilevanti' modificazioni che ha in animo il govern o di proporrn al Par lamento. La legge del 25 Jclibraio 1868. come ricordernnno i nostri lettori , fu ideatn sp(•cialmcntu sollo l'impressione di grandi avvenimenti pol itici. La F'rnn<ìia no n avendo preso alcun par tito nAl la gncrra dr,! 1866, si era apparcnterncnte disinteressata Uf> I cont1itto tedesco. Già si dicen1 come P.ssa avess<~ dimenticalo il tempo in cni un colpo cli cannone 1:ion sarebhe stato sparato in Europa senza il suo permesso. Parve neeess1nio il reagiro in gran fretta contro siffatta spiacevole impressirrne, enumerando al cospetto del!' Europa le forze militari che la ["r;incia avrebbe potu to imprgnare in qnella partita, -che si rra fatta senza di lei, e il cui risulta lo prelenclevasi fosse riuscito in rli lei danno . Quindi la precipi. tazione con cui ·1a nuova legge militare fu presentata, che d'altronde, così nel pensiero di quelli che la fo rm ularono, come di quelli che la acceltarono, non fu realmente che una legge di transizione. Tutti conoscevano questo « segreto » ma nessuno poteva porro la questi one su di una hasA così netta, per modo clrn, essendo n ell'indole dei compromessi di inspirar e · ben pochi par_tigiani convinti, la nuova legge fu assa i cliftìcilmenlé lanciala su l ter reno della pubblica discussione. Mal-


<iG

I: I\ONACA

concia , dimezzala, ma salv,1tn inlìno <lnll'abilil/1, dal patriottismo e ùoll'amoro del . ministr o che l'avea creala. essa regge oggi in di rillo la Francia, ma non vi è guari applica ta. come ci occo rse di nnor tire nello Cronaca doll 'ollobi:e sc0rso. Oggi in mancanza <lolla prora della guerra, la leggo sia ora por rilor nnro o nel suo insieme o nei suoi particolnri dinanzi al Parlamento, a quant,1 nssic11rano g iornril i mili lnri ben info rrn,1ti . Co! 1• <lei corren te mese si è innugurnto il r·amro di Cht.!ons. Lo. nomina a comanch:111tc d<·l i:ampo di i:n g1•nerale òcWnrma del genio, il gener ale Fro~snnl , ha destato ur ll'csl'rcilo uo sentimento naturale di cur iosilà'.e di inlel'l:sse, e lascia to creder e cho il campo ùi quest'anno non rassomiglierà a quello degli anni precedenti. Si è parlalo di proge tli di ns•edio, di esperienze compnralivc sul valorn dei ,·ari i sistemi ~i for tilìcazione: e non pochi hanno trornto strano cbe mentre la guerra moder na ha una tendnoza dichiarata n e11 itare gli assc<lii, si r accolgano lo lruppo al campo di Chàlons per occuparle in simili operazioni. Per altrn parte si osserrn che so gli asscdii sono r ari nel nostro tempo, non sono totalmente soppr essi: or a ciò essendo, ne ùeri va l'obbligo rli sludiarn il modo di trattare queste imrorlanti operazioni, tenuto conto dei perfezionamenti introdotti nell'armamento delle truppe. Infatti non si tratter ebbe al campo di Chà!ons che di spcrimeutaro le condizioni di resistenia cbc presentano i diversi generi di for tificazione, come pure le nuore condizioni io cui è ridotta l'arto dogli assedii dietro i rece11 li pcrfozionamenli nc:lle armi . Non saranno del resto i so li urlìziali di artiglieria e del genio cho si vantaggeranno delle operazioni cho avranno luogo a l campo di Cbàlons. Se le delle armi hanno una par te essenziale - negli assedii, non vuolsi di menticare che e~sa ò quasi sempre suhordioat.i. Sono· i generali in capo e i generali di trincea cho hanno la decisione e In rlirr.ziooe dell':isseùio. jla sono le lruppe di fo nleria cho forn iscono i lavoratori, le guardie di trincea, _i <.lifensori delle opere, le colonne d'atlacco. Esse pren · dono uno. par te ragguarde\'Ole e assidua allo operazioni doll'altncco corno della difesa. e per conseguenza g li uflìziali cho le comandano , in lulli i gr,1di. sono 0bbligati a conoscere almeno lo propr ietà delle òirnrse parli d!:lla fortificazione e il loro uso. Ciò è incontestabile per lo. fanteria, e quanto alla cavalleria, sé questa non ha un'azione dil'etl.a n egli assedii , non è però meno deslinata a parteciparvi indirollamente, aiutando l'inrestimenlo.

!'01.lTICO- )!l l.TTAII E

e proleggondo i vcttorngliamen ti. Non p:ir lia mo de"li

4-67 11 flìciali

di ~lato maggiore, agen ti immediati del comando~ p~i quali LI conoscenza approfondila della poliorcetica è obbligatoria. Ma il miglior campo militar e dei Francosi sta al di là l-!el Mediterraneo; è principalmt~nle nello cootmuo lolle 1Jt>IJ'Alger ia cho si agguurisco il soldato. che si ed uca il giovane uffiziale. Così ne giungono or or r:iggua~li di u na brillante 01,erazione testò compiuta ::i Ain-Cha'ir in una breve campagna di 40 giorni circa, dal generale Wimrffon , comandante la proYincia di Oran. Gettando lo sguardo su di una carta dell'i\fricn, si noterà che il Sudan e la Soncgamh ia non sono separa ti dal Marocco, o per meglio di re. dal pacso di Tafllet, cho da nna striscia assni ristrclla del S:ihara, allrnver:<nta dal lr opico del Caocro. la quale dnl No~d di Tomb11ctn alla punta ostrema <Id paese di Tafilet, non conta guarì" chu 5' a 6• di larghezza. t la strada elio seguono le caravano cho ritornano dal cuntro .lclrAfrica con dell'(worio e rJ()lla poln' ro r1·or o. Nulla im ped irebbe questi mer catanli. quando hanno raggiunto il 30' <li latitudine. di spingersi di retta mun te su Tlemceu o di obliquare a destra su Cùrpillo. Masca ra e Oran . e di cercare così merca ti più rn n l11ggiosi. se non incontrassero a quell'a ltezza dei pericoli cho costituiscono per essi ostacoli i11sormontabili e li costringono a rigetlnrsi sul Marocco da cni di pendo il pn,:sc di Tofilet. La ca tena dell'Atlns for ma inoltre, verso il 33· di laliludinc e sul 4° di longi tudine ovest un angolo rientran te. i cui Inti vanuo nbhassn ndosi I' UD O a form are la frontiera sud del Marocco propriamente della , l'altro , biforcandosi alquanto in avanti di Scelalah. formare il vers;anlo meridionale dei grandi altipiani rloll' Algeria o il li mite del gran deser to. f: questa la barriera che si trotta di oltrepassurn. Non ~i è ancora g uadagnalo nulla quando si è sfuggiti alle mani dei Tuarogs; b isogna contare a ncora coi lor o manu tengoli. Se sfortunatamente una caravana, invece di seguire l'Oned-Guir por Sedjelmepe, passasse le strette del gra nde Alias ,·orso Sccl:ilah, si troverebbe r inchiusa nell 'angolo che forma la biforcazione di quella gran catena di inontagne in a\;onli di quelln oasi e si troverebbe così di fronte a u na linea di ksmirs scaglionati da Ain-Cha'ir a Géryvillo. r ipari fòi br igan ti, e non an ebbe, per et'.retluare una ritirata, che le strette lasciate alle suo spalle.


.. 468 CRONACA t a questa linea che appartiene Ain-Chair , situato al norJ <lell'Atla's verso il 31' di latitudine è tra il 4• e 3• grado di long itudine ovest. Esso forma l'a!a destra di questa posizione; il cui fronto presenta uno svi luppo di quasi 4°; ed è situato in una cfonsa foresta di palrne. E una piccola città <li 5 a G mila anime, eircoodata da mura di cinta, una moschea che può servire di r idotto agli assediali, e il cui minareto domina la pianura -per una iznrnde distesa. Da ale1rni mesi qnestn •città erasi falla il quartier generale . delh-• trillì1 nomadi flui lime alla frontiera del Marocco, le quali arruolate sotto la band iera della solta religiosa e guerriera deg.li Ou led-Sidi-Cheik commette,,ano frequenti razzie e rnanteoevn no con ti nui allarmi nelle popolazion i soggette alla dom inazione francese. · Co.I consenso del Marocco il gover no francese incaricò· il g enerale Wimpffen di intraprendere una spedizione a 1Ùn-Clla'ir e. schiacciarvi nel suo nasce.re una rivolta che avrebb·e potuto fars i in breve così grave e minacciosa come qvclla del 1864. La spedizione presentava non lie\'i diftìco llà pel trasporto dei pezzi -cl i campagna. delle munizioni, dei viveri e dell'acqua a così grand i distanze. Basti notare che bisogna · trasportare a dorso di cammello l'acqua, i viveri e il foraggio dei cavalli e dei muli . e che non è possi bile far portare a questi preziosi animali più di 200 chilogrammi ciascuno se1iza esporsi a perderne un gran numero . sopratutto ne!le tappe quasi doppie che bisogna per fare raggi ungere prontamr nte il nemico, no nchè nello scopo di dimi nuire il numero <li giorni di rn!l rcia e per conseguenza il numero di 1,azioni da. trasportare. Il generale Wimpffen partì da Oran verso la metù di marzo diretto verso o·oed-Gnie. Il 14 apri le troravasi sulle sponde di que·sto. to;-rente in presenza di più di 5000 comhaltenti, trincerati in una posizione da essi riguar.data inespugnabile. , Il 15, sotto !a protezione di un fuoco vivissimo di artiglieria, le colonne francesi passarono il torrente e dopo un accanito. combatti mento respinsero il nemico nel più completo disordine, Il 19 il generale \Vimp[en mosse alla volta di Ain-Cha1r,' ove sotto la direzione del marabutto Si Kaddour Ren Hamza era il .più grosso l)erbo degli scorric\ori nemici . Dopo inutili tentativi per risparmiare a que11'011si gli orrori di un assaltq, q uesto ebbe luogo il 25 alle Ql,lattro di sera. L'offensiva fu ù1iziata su quattro punii diversi: in pochi istanti l'oasi fu presa e tutti i suoi dife~sori respinti nello Ksar, videro sino alla

POU'J'!CO- MIT,ITAHE

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-caduta del giorno le loro u ltime linee schiacciate dal fuoco. L'ora av,rnzata , le perdite -del nemico. infi ne l'importanza del risullat() ouenÙto, decisero il generale Wim pffen a non $pin~erc pit1 011i-n il successo. Era certo éhe la ·uolte avrèbbe' portato coçsiglio. e r oso inutili nuovi !;\acrifizi. lufallo il 26 matt ino la p(,po lnzione d' ..fin-Cha'ir fece la_ma sottomissione e i1np0gnossi a virerc in buo ni rapporti col le tri bù francesi e, a non pii.t prestare appoggio alle impri~se di Si Ilamza.' li gener ale Wimpffon !_asciò Mn-Chaù· il 28 apri le e il 12 maggio rientrava a Orau . Nel combattimento del. 2.;) aprile i francesi eb:bero 16 morti, di cui 4 ufficiali e 130 feriti. Le perdilie del comha ltimcn(o del 15 non sono conosciute, ma si sa che sono state meno considerevo li. In questa br_evc campagna di 40 giorn i le truppe Frances sostennero bravamen te le fatiche di mareie il cu i insieme rappresenta quvsi uo 400 legbe; e su peraro'no felicemen te tutte ]e diffìc;ollà che opponernno al la spedizioue le dist,mze, la natura del le r egioni ultrnversate e Onora poco · co no~;_c111te, la neccssi t:\ di assicurare alle co'Ionne i vivel'i e g li approvvigionamenti. Dal )5 giugno a[ 29 luglio sar.à pure aperto prnsso Hald nel .1utland il campo d'i~truzione . d.e ll'escrci to danese. Vi prenderanno parlf:l 11 battaglionj. d.i fan teria; un reggimento di cavallerin, due batterie di artiglieria e corpi sussidiari. I battaglioni di faoteria saranno porta ti tutti sul piede di guerra a ·soo uomini, tranne uno, quello delle guardie del corpo il quale avenrlo 272 rHclute da istr.uire non avrà che 500 uomini. Il reggimento di' cavalleria (dragoni) sarà formalo soltanto coi -due squadroni di linea dr lla forza complessiva di 250 uomini circa. Ogni balleria cons.tevù di 8 cannoni. La forza totale delle truppe rinnitc al campo sarà di 9000 uomin i circa.

.ti gornrno del Wu.rtemberg, secondo il desiderio espresso dalla ma!5gioranza nei dilrntlimenli parlamen tari, ba introdotto ..a lcune economie nel bilancio mililat-e. I l ministro della guerra :Oe Succow, hn consentilo a ridurre di 500,000 fiorini le spese,. od Ila stnhilito che il tempo del la presenza sollo le armi '· sarii fissa to a soli- lì mesi e a vari intervalli; l'effettivo sar à ridotto, di quasi la n;età, vale a di re che invece di 40 mila uomini non ·se ne terranno sotto lè armi che 24 mi la. Un regio ,decreto nomina a comandante dell'esercito del Wi.irtemberg il


471

CRONACA

POUT!CO -MILITA HF.

generf!le de_Braunbach, fautore dell'unione colla Confederazione del Nord: questa carica era stata offerta al prìncipe Aucrusto er ede del trono, il qua!Q ha rìcusato per non abbandon~re suo g rado nell'esercito prussiano.

un equipaggio dì ponte al gra n completo, 'L' atteggiamento sempre aggr essivo µella Serbia. che sotto ·pretesto di manovre, riunisce in questo momento tutti gli uomini in istato di portare le armi, o l'agitazione sem p~e crcscentr, in Rumenia ()'are che sieno stati i veri motivi ché ,inclussero la Sublimo Porta alla formal'..i~ne del campo suddetto, il quale avrebbe quindi piuttosto il signi!foato che po trebbe avere un corpo cji guardia colà dove 'bavvi ragione di temere lo scoppio di r!isordini.

if

Jn, Baviera pure, ove sino poc'anzi YOlevasi ad ocrni costo mant~nere un rispettabile stato militare, sperando dt' formar e così 11 nucleo della forza della Germania meridìonale · orrnf r iguardo politico cede innanzi al rigore della fin anza. 11' co;itato finanziario della·. Camera ha deciso di ridurre il tempo della pr,e3e~za dei, sol~lltì di .fante rìa sotto le armi a 8 mesì; dì sciogliere 4 r eggimenti di cavalleria, di abolirn 1· unione dei r eggimenti, sopprìmendo così lulli posti di colon nelli e di tenen ti colonnelli. , In Austria il campo d'ìstruzioue a Bruck sulia Leitha è stato aperto sìno dal 15 maggio s.corso ; e il primo period o. al quale ~resero parte 10 battaglioni in tutto; si è chiuso I' il cor rf.\nte: 11 secondo perìodo è cominciato il 12 e si chiuderà j l 9 tiof ;egnente mese. Seguiranno al tri due periodi, dal 10 lugl io al o agosto_e da l 6 agosto al l· setteml.Jre. Infine avrnnoo luogo le grandi manovre autunnali. Ma ?i tre a ~ueste solite manovre an nuali; si far;ì quest'altro mese m Austria , per l'is1ruzione dello truppe nell,, " uerra di a~st~di~, assai rrìeglio cho noi possano far e· i Francesi'~! campo d1 Chulons, una grande manovra- assedio sotto la fortezza dr Olmtitz. prendendo per punto di attacco il forte N• 18 'tuttora incompiuto, dietro Kriinau. Malgrado le sue strettezz~ finanziarìe il ministro della guerra dell'Austria trova modo di spimdere intorno a 250 mila lire per questa i1b portan le manovra. alla quale prenderanno parte 18 battaglioni di fanteria, 1 r eg"'i~ mento èl'artigl!cria da campagl)a, 2 batt11glioni d•artiglicria piazza, 3 biittag lioni del genio 0 6 squadroni di cavalleria. . Ques to istruttivo spettaco lo militare, che raramen te si puo godere in tempo di pùce in così grandi proporzioni, attirerà senza duhbio buon n umer o di ufficia li delle arm i speciali di altre rn1zioni'.

da

Un cntnpo d'ìstruzìone, e forse, pih che di istruzione, di osservazione è quello c:he è stato r ecentemente forma to dalla Turchiaa ·sciu mla, e a l quale prenderanno parto 30 mila uomini circa arma ti di fu cili ad ago., di artiglierie perfezionate, e di

L'era dei pronimciamient·i militari non pare decisnmente ancor cbiusa nella Penisola · Iberica. Gli Spagnuoli van debit,ori della loro rivoluziono ùel 1868 a una presa d'armi; i Portoghesi irnnno ora adottato questo sisl~ma ~i semplici cambiamenti mìnisteriali. Nella notte dal 19 al 20 mp.ggio, l'ottuagenario maresciallo Saldaoha eompiè il suo tredic;esimo o ciualtordicesimo pronuncimmento. Postosi alla tes ta .di un r egg imento di fanteria e di un battaglionc ,di caccia tori, avviassi al la yolta del pnlHzzo reale d'Ajuda, situa lo sopra un'altura fuori di Lisbona. Un capitano cho cnl' di guardia al palnzzo diede l'ordine di far fuoco con un pezzo d~artig lieria~ sugli inserii, ma il colpo' « l'Olontar.iamente , o involontariamente~ non partì. Gli artiglierì fecero · però fuoco , colle loro carabine, a eiò l.Jastò perchè gli insorti quasi tutti geuassero le armi e fuggis,sero. Dopo essersi r ìavuti da questo primo spavento, r itornarono, ripresero i loro fucili , e risposero al fuoco. ma con l.a,nla furi R e disadattaggine che in mer.zo all'oscnrità spararo1Jo sopra i' loro propri camerata. Alcune palle andarono a spE>zz11re i cristalli delle sai.e do! palazzo e rimasero confitto nel sofOlto délla stanza del re. Fra i soldati rli gua rdia al pal,azzo e g li insorti la mischia stava per divenire più ficra :c i ministri, che avevano riunite in Lisbona ·1e truppe rimaste fedeli in massima partC', staYano per dirigerle contro gli insorti, dei quali avrebbero presto avuto ragi0ne. allorchè il Re Don Luigi, nella sua bon til d'animo, ordinò aì suoi soldati di cessare il fuoco e 'fece chiamare a sè il maresciallo Saldnnha, il qunle prcsenlossi immantinnote o <consigliò» al Souano di lieenzinre i su oi ministri . Ciò ottenuto, il maresciallo « accettò )) la nomina a presidente' del Consiglio e assunse provvisoriamente il portafoglio della g uerra e dell'inter no. All'indomani si riunirono alla Camera dicias~ettc deputati, ma ne vennero scacciatì d11lla forza armata. Que~la. impresa parve ai pill che si connellcsse col disegno di operare l'annessione del Portogallo alla Spngna, u cui era contra~io il


CRONACA

· m'.11istero rovescinto dal maresciallo Saldanha, ma questi si è ~1.flrctlato 11 dichiarare iD una Circolare agli agenti diplomatici JU dl)ta del 30 maggi·o che egli non ha fotto il suo < colpo» per .a!t1.·a ~·ag1~ne che por sottrarre il Por loga ll.o ad una guerra c1v,11e 1m'.~1wente!. Quis .tulerit Gracchos de sedit'ione 'qiMrentes,? .s otto I 1mpress1one di questo suo trionfo il marescia llo Sal(lanha non esitò il d) seguente a re'Care sfregio a ll'inviato· del l'le d'Italia, non in vilaudolo al solenne r icevimento. Quand 'anehe il marchese Oldoini avesse avuto il torlo di aver manifestato in pubblico la sua poca ammirazione dei mezzi per i quali era g1uuto ar potere .il. nuovo ministr0, non ista,·a certo a ques.ti, p.er le consueludin1 d1plomntiche, di infliggergli un aperto biàsm10, senza essersi prima doluto con. chi lo aveva accreditato alla corte di Lisbon•a, e il. governo del Re d'Ita lia unifornian·dosi a questo principio troncò di fatto le relazioni diplomatiche c ol ga~metl o portog!1ese sino a tanto che il rnarnsciallo sia per ·dare piena sodd1sfaz1one d1 una condotta altrettanto inusitata -che sccrtese. · I fen iaoi hanno, fallo in sullo scorcio del mese andato un nuovo Leutativo. d'invasione nel Canadà, il q~wle è a~dato lo.talmente fa lli to. Erano quattro anni precisi che un tale O'Nell pos.to.si a eapo di u.n mano di turbo lenti o faùatici irlandesi ,e migrali negli Stati Unjli, aveva varcato il Nia "ara al forte Eric e dopo tt·e. giorni di scorrerie nel territorio" eanadese era s t~)(o. costretto a ritirarsi. insegu'ito dai volon tari di quelle r eg1orn . .Qu~slo .stesso O'Ncll aveva scelto ora ·per base delle -operaz1on1 femane Nuova York, e S. Albaus nel Vermont. e llaulo1~ nello Stato di }'{uova York; e dn parecchie settimane av~va leva to la bandiera rlcgli arruolamenti e annuncialo un'immi·-uen te r.ampagna. Egli era riuscilo a raccogli ere e ar m<1re un . 2000 foniao i circa, a CHpo dei quali penetrò net Canadil toccando i piccoli villaggi di S. Armand e di Pbilippebur"', al nord d~ S. Allrnns. I volontari canadesi corsero tosto iDcon~ro ai femani .. i qna !i .dispon eva1.10 <li qulllche pezzo d'a r tiglieria, pa<recchi ne uccisc_ro e ferirono, e obbl igarono la più parte a rivarcarc .1a· front1cr~, ove frovarooo le I.ruppe di•gli Stati Uniti che .J, d1~armarono. O' Nel l fu tratto in carcere come colpevole , lt vwlaz1one della legge di neutralità. . ,

.. ~~ -~if~c? l,tà che ?~~no dovuto. ~o~mon tare gÙ ·stati Uniti. pe.r " 1,mell ,n e un p1cc10l nerbo d1 truppo e inviarl'tl··.alla fron-

t<10

POLITICO-MIL1TAI\E

473

tiera canadesr, non lasciano guarì sperare uù buon es ilo delle operazioni militari ehe presto o tardi saranno costretti a in tra- · prendere contro gli indiani, i quali da alcun tempo in qua minacciano a ogni tra I.lo di. rompere in aperta e grossa ribellione. Tutto l'esercito' degli Stati- Uniti, nov~ra attualmente non più. di 301m. uomini, ed è talmen1e ~parpagliato che riesce hen diffici le il mobilizzare due soli reggimenti. La cavalleria non ù forte che di 30JO uomini. e a grande stento se ne potrà disporre una metà contro gli ind iani; i quali dispongono già di 800:) canlieri e 'non avrqnno dif!ìcoltà a raecoglierne altri 400'.). I g io1:nali militari di Nuova \'ork non r ifiniscono d~l porre sotl' occhio · al gov,erno e al paese la grave imprudenza ehe commette non pensando a costituire un esercito forte e nazionale. << Noi potremmo , scrive l',trmy anll Navy Journal, considerarr, il fatto della spropc.>rz,io11e che corre tra la forza dell'eser<~i to e l'ammontare della popolazione come un beneficio del regimo repubblicano. se non c,i ricordassin;o che nella presen to generazione noi abbiamo perdnlo un maggior numero <l'uomini, ~cialacquato maggior quantità di danaro, e aumentato il no$lro debito piì1 di qualsiasi altra nazione del mondo. E corl)e mai i nostri legislatori potrebbero annettere pie- · cola importanza a un fallo copsimile? Com' è possibile che si lascino accecare al punto da seguire l'antico sistema delle mo- · · mentancc economie? Certo fu necessario il . ridurre quell'esercito che su l piede di guerra era il ter rore di tutti i nemici, , ma non ù nè necessario nè prudente il co1H1ursi in modo come se i tempi della guerra fossero scomparsi per sempre, impedendo che si geUi la base alla formazione di un esercito nazionale». ··


llIVISTA STA'l'ISlICA.

J tre primi ballnglioni io tem po di pace sono mobili e de.,. :,tinati a presidiarn le fortezze, fornire guarnigioni nel le grandi città, sul la frontiera, lungo la costa ecc. Le stanze assegnate a questi battaglioni vengono fissa to con apposito mYl:re de bataille. Il ,i• e il 5° battaglione non hanno invece in tempo di paco che i quadri formati per le esercitazion;, e risicclono sempre nel rispettivo distretto di arr uolamento. ·

'RIVISTA STATISTICA.

Comando deUa 1·ise1'va. Il 4· e il 5• battaglione sono comandati <la un colonnello o tenente colonnello che pwta il titolo di « comandante la riserva.~ Trovandosi in tempo di paco 11 cqmandante ' del reggimento e quello della r iserva riuniLi in una brigata nello stesso luogo di guarnigione. o dovendo questa brigala agire ri unita io tempo di guerra. il 4' e il 5° battaglione dovranno passare intorameote ;:;otto g li ordini dnl comandante il reggimento.

0RD1NAl\iENT0 DELL'ESERCITO • AUST1UACO (11.868)

Att?'ibuziod clel comandante ia riserva.

. Comunque qu~sta Rivista · poco dopo la prornulgaz10ne delle leggi del 5 dicembre 1868, che. sono la bnse del nuovo ordinar:nento clell' esercito austriaco ~acesse c~~os0ere le prin_c:pali norme aa!le quali esso I e~t~, .oggi che c~uest prd1~amen tosi pùò dire in · piena a~1.1v1tn, essa stana fa r cosa utile .ai. suoi lettori, compilando tune J·e più recenti disposiziqtii in un solo pros~e_tto'. che valga a dare un chiaro concetto delle cond1Z1om attuali di quell'esercito.

è

FANTERIA. Fo1·m~zio11e sul 1•iedc di 1mee. Ln fatl ler(a di _linea consta di 80 reggimenti. che portano nome del r1spet.t1vo proprietario, e sono numerati ro" ·_ vamento da l a 80. . P oress,

· ·. Og?i reggimento è formato di 5 battaglioni atiivi di '4compagn1c e d1 un bat.taglio110 di doposi~o di 5 compagnie..

li comandante la riserva per qua nto riflette il 4°. il 5° battaglione ed il battaglione di deposito, ha le stesse a ttribuzioni del comandante il reggimento, e ue è responsabile non solo verso il proprio comandante Ji reggimento, ma anche verso le autorità dalle quali dipende secondo l'ordre (le ba,taille. Al, comandante la riserva incombe inoltre l'istruzione delle recluto e degli uomini della riserva appartenenti sia ai ba !tag lioni attivi che a quello di deposito, e ciò nei limiti indicati dalle disposizioni che saranno emanale annualmente $ulle manovre. Il comandante la riserva è .'pure comandante d<~l distretto di alìruolarncnlo, e per guanto concerne l'amministrazione' dipende direlt(l mcn le dal 'rispellivo comando generale e dal Ministero della guerra . Spelta al comandante la riserva l'accettazione dei voloutarii -di un anno, l'inizia,re le operazioni preÙminari per la ri forma di ufnciali o soldnti. per la dispensa dal servizio degli ufficiali, per il loro passàggio nella riserva o nel la Landwehr conservando o no il carattere d'uflìciali, o pel passaggio al ·servizio dello Stato come impiegati civili, e finalmente per quanto concerne le istru ttorie giudiziarie. li t:omandante della riscrvà dovrà riferire al comandcmle de.I reggimento tutto quello che concerne gli ufficiali.

.'


!i6

lUYISl'A

STATISTICA

Quadri del battaglione di deposito. Deg li elementi ·che fo rm ano i quadri del battaglione dj deposito . il medico di reggimento addetto al medesimo fo nello stesso tempo il servizio da medico-eapo. li direttore dei conti fa da membro del consig lio d'a rnminist.razione del comando del la riserva . Un ufficiale è incarica Lo de ll'amministrazione dei magazzin i, un a ltro, nominato per lllrno, è capo dei servizio dei trasporti, senza aver nulla di comuun coll'amministrazione de. traspor ti si essi. 1 Gli uffìciali, permettendo lo il loro srrvizio speciale, vengono /slinat'. \,~mp'.11:.aneame?te a prendere part.e alle manovre dei batlaglroru att1v1. Il capi tano assegnato nei quad ri del battag lione di depo8ito, fo da acl latus èlB] comandante il distretto ct·arrn olamen!o.

Ripartizione delle forze li colonnello comandante il reggimento, ogt1i anno, cfoµo l'arrivo de! con Li ugeute di nuova leva, ripurlisco le forze tra i diversi baltAglioni, distribuendo in proporzioni uguuli indistintamen Le tutti gli elementi disponibi li.

Uomini che de·wno figura1·e nei nwli del batta,qlione 1li cfoposito.· La forza in scritta nei ruoli del battag lione di deposito deve constare di quégli uomini elle oltre le eserci tazioni periodiche non r icevono che un'istruzione di 8 setti ma ne, di sott'o ftìciali passati alla r iserva ed ind ièati come buoni istruttori, onde servirsene per esercitare la riserva in caso .di sua cil iamn ra sotto fo armi in tumpo cli giierra. Delt'ist·r uzione in generale.

L'isft·u ziotrn tecuicn degli ufficin li e della bassa forw pr ocede secont10 i l programma sléib ililo per le scuole dei corpi. L'islnrzionn pratica è r egolata in modo che la scuoln di compagnia vieno nd essere ultimata nl la fi ne di maggio o quella di baUag!ione sugli ul!imi di settem!mi. l'strtt:àone de lle reclutr,.

Pm' l'istrnzior,e del le recl ul c fornite dal con tingen lo annuo, il Min is tero del!a guerra emana ogni unno apposi te dispos i_ zioni. éomc rngo la generale si è stuhili!o che la nrnggior parto del t onliogentc di len1 sarebbe chiama to. in antnnno sotto le armi '

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4,71

présso i cinque· battaglioni _nttivi nel limite della. foi'za ,fìsrnta pel piede di pace , il resto pel perioclo. d1 8 settimane e fatto istruire por cura de l co mando della nserva. A quesl'ul ti~,a categoria si asse·gnnno tutti gli isr,ritli di leva che hanno diritto a tale van taggio in forza clelfa legge sul reclutamento . La cifra di quelli che di an no inan no con o.senza vantaggi specia li proseguono nel servizio r~ili taro, oltre il .ternp~ del servizio obl1ligalorio, sia come cadetl1 che quah funz10nant1 da uffiziali, ò limitata a 210 per o~ni r eggimento . . Esenilazioni liclla r isen)a.

Og ni anno, dopo la stagione tlel raccolto, si chiamano '? L~o le ar mi per le manovre q1wgli ind ivid ui del primo a~n.o d1 r iserva cbe n()n prestano servizio aUi\'O che per d ue anm o meno , piÌl gli uomini del 3° O del 5° ,lll llO della r iserva Che non godono dell'eccezione fotta a tenore della lngge sul reclutamento : L'epoca dell~ dette manovre e la !pro durata sono suhordrnate alle condizioni dei singol i paesi o perciò sono fissa te nnnualmento dal Ministr o della guerra. A?'niamento.

I so lda ti sono armati di fucili a r etrocarica con haionelta. Per la trasformazione dei vecchi fuci li era stato ado ltalo il si-

stema \ViitJ 7.l · i fucili nuovi sono invece secondo il sistema Werndl. I so~t'nfliciali appar tenenti a corpi armati di fncili, Wanzl sono provvisti. di sciabola da solt't!ffìcia le.

te munizioni che si conservano da lle truppe sono distri buite così: Soll'uffìciale 20 cartucce, so ldato 60. Nei corpi armali di fucil i W•wnJ I: Sott'uffìciale '2-i car tuece, so!dat.J 72.

Passag,qio dat piecle cli paoe a gneUo di gn-en·a. Il passaggi0 rl/11 piede di raee n qnel lo di guerra si effc ttu~ col!ri c:hi,rnrnta so tto le armi degl'iudh·idui del la r1s,)rva. e d~ qur..lli j.n licenza, e nello ,tesso tempo i comandanti '. . cir~ondar1 c1·a rruolom ento formano il battaglione dt deposilo . S1 chiaman~ gli um c.;i.i li della riserva pei lnttng!ioni di deposito e nnche gh


..18

II IYJSTA

ufOcin li ·pco.s_io,nati e già designali prima a questo scopo, o se ciò non basta si fanno delle promozioni. Similmente !i chia ma no, occor rendo, i medici della riserva. Staecandosi in tempo di guerra il 4• o il i.i•batlaglioue dagli altri lro di cia$(;U ll r eggimento, essi form era nno il r eggime nto di riserva conscr n,ndo il numero cd il no me del r eggimento cui appartengono. ln tal caso, i l comandante del la riser va oltro allo preroga ti ve che gli spetta no sul piede di pace, a vrà nnche diritto alla nomina dei graduati od al conforimenlo di comandi di compag nia. Pionie1'i di fanteria.

.\ò ogni compagnia sui piede <li g uena saranno assegna ti 4 uo mi ni per il servizio da pio nieri, incn t'icati <li eseguir e i lavori nect•ssarii ni corpi tanto in marcia che negli accampamenti e dura nte il co mba Llimenlo. lo tempo di guerra quesìi pionieri saranno riuniti in sezioni speciali per ogui reggimen to, di cui la metà ri marrà a disposizio ne del cor po, ed il resto, insieme al conti ngen te fo rnito dagli altri reggime nti, formerà altre sezioni maggiori a disposizione del coma ndante di brigata o di divisione.

Soldati assistent·i i fe;·iti. Ogn i compagnia a vrà 3 uomi ,ii desli L~ al tras porto déi fer i ti dietr o il fronte di combaltimento (Blessi?'ten- T1·iiger) e come ordinanze dei medici (Banda.qe-1'rage1·) . r primi saranno muniti di un secondo sacco a pano con bendaggi, gli altri indosseranno inoltro un zaino d'ambulanza. Fon11a:;io31e del 6' battaglione attivo. In caso di condi.doni strnordinaric di guerra che obbligassero a spiegare for ze moggiori, delle tf. com pagnie clel holtaglionc dP.pos ito si form erà un sesto battaglione attivo che si asseg neri\ al comp lesso tall ico del reggimento di riser va si o lascerà i ndipenden te, ed in ques t' ultimo caso sarà equipaggia to sul piede di campagna. In <:aso di :formazione del (;• bat taglione, la :i• com pagnia coma ndata dall'ad latus del comaoclanle il distretto d'arruolamento, assumerà le funzio ni di battaglione di deposito e sar à costituita da lultu la riserva. In ·caso di un aumento parziale della forza sollo le armi senza passare al piode di g uorra, il ministro di !l'Uet'ra e maucri disposizioni speciali in riguar do. ~

419

STATISTICA

Ritorno al piede di vace. Il ritorno al piode di pace si effetl ua r iduc~ndo il l.Jatl~gliono di deposito ai sC'ili quadri e inviando in permesso sia ~omi ni del la riser va e q uelli i n serv izio attivo che ris ultassero in sopran numero sulla forza del piode di pace, sia talli gli ufOc iali.o i. medici della riserva . I pensionali si r ico'. locano a riposo . Ol'ganiz ;;azione dei Cacciatori. L'ordinamento dei caccia tori, in massima, ò analogo a q uello della fanteria di linea. 11 corpo caccia lori consta di 1 r eggimento e di 33 uallaglioni detti da campo.

llcggùnento Caccia.to?"i Tirolesi. [l reo-o-imonlo che porta Ù nome dell'imperatoro regnante è 0 for mat; esclusiva menlo di Tiro lesi e con lr\ 7 battnglio~1i a 4 compagnie, 7 compngnio di riserva cd un battagllone d1 deposito di 7 compagnie. . un colon nello r,o rnauda il r eggimen to in tullc1 lo sue parti ed è nello stesso tempo comandante del circondario di arruo!am enlo pel Tirolo o ,Voralber g. Lo sue prcro~ati ve s? oo ogualt a quelle di un comandan te di r eggime nto d1 fontel'la .

Is triiziori e. Gli uomini di leva che giungono annualmente sotto le ar mi ·vonaono u"ualmonte r ipartiti fra i diversi battaglio ni. l ~ami d~struzione in cui rnngono maggiormente a~destr~te le recluto sono il tiro al bersnglio cd il combnttimr nto11l or dme ape rto.

Armamento. L'armamento dei cacciatori ò il fu cile a ro tl'Ocari<:a colla sciabola baionetta. . I trombe ttieri di battaglione sono armali di sciahola d1 cavalleria e cli una pistola. Fo1·mazion e sul piede di gnerra.

La forza necessaria per passare dal piedo di pace a quello di "'uerra si otliene col richiamo degli uomini in congedo, dolr1 r iserva O colla formazione do l battagl ione di .deposito a 7 compagnie o dei ballaglioni di risrna. ANN O XY , VOL. 11 .

31


+80

fiIVISTA. S'r A'fISTICA

} 1 ~ilorno ?l ~iedc di pace si effettua sopprimendo i batta0 o!ioni sopramd_ic_at1 e mao dando in congedo gli uomini della .riserva e quelh m servizio attivo che pcçedessero la fo rza <h pace . ·

01·d'i,namento dei battaglion·i Cacoiatm·i.

Ciascuno dei 33 battaglioni ha 4 compao-nie allive 1 d" ,· serva ed l ,di depo_sit? (di quest'ultimo non sono che j·qua~:jr Le . com?agme di riserva sono dislocate nel territorio del rispett'.vo c1r~oudario di arruolamento e- sono incaricate dell'is~ruzione d1 una parte delle reclute e delle esercitazioni delle riserve.

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RIVISTA TECNOLOGICA

Formazione sitl piede di gne1·ra. In caso di mobilizzazion e, delle 40 compao-nie di riserva si fa~an_no 10 ba~faglioni di riserva e volendo p~rtare la forza al massimo ct I· depos1·t o s1. fo rm , possibi le, anche 'o . . delle 40 compa.o-uie eranno 10 1)attaghoni di riserva. (Continua) .

'\

Bi fuoco liquitlo .

Questo è i! tito lo di un dotto lavoro che l' illustre chimico signor Nicklès, mancato non ha guari alla scienza. prese ntava al c·ongrcsso del le società dotte ne l mese di marzo 1869. L'autore tratta dei modt'rni compo:;ti liqu idi suscettivi d'inliammarsi spontaneamenlr . i quali potcnrlo arerc delle utili applicazioni alla guerrn, ci hanno spinto ad esporre in succinlo i punti principali del lavoro (li cui parliamo . · I nostri lettori sanno che col nomo generico di fnoco greco s i sogliono ind icare qur.i preparali che bruciano nell'ttcqua e di cui semb!'ll che i Greci siano stati i primi a servirsi. La di!Terenza capìtnle tra i fuoch i de_lla chimica moderna e quelli dell'anlichili1 come il f1wco romano, il fwJco medio ccc ., si è che questi ullimi per accendersi richied0vano il conlallo di una fiamma o di un corpò in ignizione, laddove i moderni preparali si accendono a piacimento dell"operatore senza l'uzione di un altro corpo in combustione." - Ecco fra ttanto i µrepil rati pih importanti segna lati dal Nicklès. . Soluzione di fosforo nel sol/11;ro di ca1·bonio. È noto che il solfuro di cat·bonio - C S2 - sciogli e diciotto volte il suo peso di fos[oro . Or qnesta soluzione è un liquido eminentemente in fiammab ile , a segno che bagnando c0n esso un pezzo d i legno, il solfnro di c,Hbonio svapor a e lascia uno strato di fos :·oro che prende fuoco e accende il legno. Questo composto fu proposto nel 1854 poi fuochi di guerra ~otto il nome di fuoco greco liquido


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nt rIST.\

'l'ECNOLOG [CA

e spesso è slalo adoperalo durante la gucrrn d' America sollo ir nomo di fuoco f eniano. Scagliando il liquido anche du lontano, co n tro u na super ncio com husli l>ile, questa si può iuOammare. La soluzione di cui parliamo è stata anche p1:oposla nel 180'2,.

la benzina con un po' di potassio . È noto che r arfì nità del potassio per 1·0,sigeno su pera quella di lutti glì allr i corpi conosciuti, a segno che questo metal lo si suo le consen ore ten endolo immerso in bocce smer igliale piene d'olio di nafta come quello elio per cssc.: re esclusi rn rnc nlo corn poslo d_i caruonio e . idrogeno non può ossidare il potnssio. Il: noto del pari _che questo m etallo mcs5o in conlallo coll'n cq11a la dccompouo istantaneamente ossidandosi e sl'iluppando del gas idrogeno che liru<:ia con fiamma por porina . Or bene, si ponga in un vnso d"acqua_ u n'ampolla a motà piena di benzina in cui sia immerso .un globnlo di potassio, o con un colpo cli bac~hetta si r~mpa J';impolla . si vod ril tosto il potassio infiammarsi o co~1u111.car e :il fuoco all'olio ossia all'idrocarburo. li signor Dc Sa1n l-V1ctor foce questa bella esperienza nel 1855 alla presenza dell'impci'alorc Napoleonn IH . .Fuoco del .~ign01· Fontainc. Il signor Fonlain(} propo~c di ~o· stit11ire flt potassio, che è molto coro , il fosfuro ò1 calc10, - ca ' Ph - che si ha a mollo mi nor prozio o i u g rande abliond,11lza. facont.lo passare del raµo ro di fosforo sulla calce a.rrovcntata ·, con l'a pparecchio clol Thé1rnrd 1Prn1 A, Ch im · inorg ., pag . 294). Il iosfuro t.li calcio posto in contatto co n l'acqua dà luogo a u na r ea;;ione chimica o si trasfor (l)a in fosfuro d'idrogeno gassoso - 11• Ph - che si sa essere sponlancameoto i11fiammabilc. nai ra pirli cenni prcccllonLi f i rnde ch iaro. i ~ par t!lo eh:' :;i potri~bhe trarre in guerra dai preparati ùes~n_lh p~er rnc.cndrn ~o i malerinli al nemico e finan che una 1loll1glia . l•orse 11 fuoco prepara lo con In benzina o r.ol fos fu ro di calcio è il più P!?tico, clacchè i liquidi cho for mano gli altri fuochi ~ono co~st1c1, corro,ìono le materie organiche, o pr oduco no dCJ vapori molesti. Ouclc non possono essere rn.:;ncggiali che co n 1:1olteyr ecauzioni laddove i l fuoco del siguor Niopce .De Sa1ol-V1ctor sembrn 'prefer ibi le per g li nsi militari , atteso la maggior facili tà di prepararlo e di trasportar lo.

sia per arnr dei ca ratleri indclchill sulla carta, la cui Ohra rimancrndo allnccata non consento di a lterare la scrillurn, sia per la fabbrica zione dei solfanoll i chimici, con minoro quan tità di fosforo senza che il so lfanello si ;icccnclo mono bcue dogli or rli nnrii. In generale la soluzione di cui si lrnlla preucle fuoco qu:rndo il liqu ido si ver sa su di una suporOcio qualu1Jque che ne faci liti I'eYapora1.ione. J1tiscela, clel clo n ,ro di solf o del commerci o con so lfu1·0 di car-bon io che abbia del fosforo in soluzione. Questo rwepara lo li-

quido µropO $lo dal signor Nickèls non prende fuoco so nou qnnnclo vi si vor sn no dentro de llo gocce di u n altro li quido. Es;;o ògiallo e fumnnle o si può conser vare indefìnilnmento in vasi ben chi u,;i. Ma so vi si lasçia no cndcro delle goc~o di nzotur o d"idrogeno - Az FI~ - (ammoniaca). mcrcè una bacchella pih o meno lunga, tosto il liqu ido s'incendia , pr oducendo una fiarnm a intr nsa e voluminosa. cui tien dio!r o una r egolare comb ustione che si compie principalmente a spese dello zolro ode! fosforo. Duo o lro ccnti mèlri cuhi dùl liqu ido bastano pcrdaro un getto di fìn mma di circa un metro di a ltezza. Questo nuovo fuoco, di cui l'ammoniaca fa in ce1 to moflO da r.sca o da capsu la è stn lo chiamato dal Nickòls f an z,m·ain. L'au tore racco· manda di non senirsene che all'aria aperta stnnte i numerosi va pori che si svilnppano. L'ammoniaca , co me si vede, provoca la r eazione mutua degli clementi del miscuglio e quindi la subitanea combustione del solfo, del fosforo e dt•l car bonio ; ma por foro g iusta esper ienza è bene non operare che su piccole quantità . 1l!iscela di essenza d i t1·ementina e di acido ctzotico . Nel 1854 fu proposto un fuoco basato sulla nota reazione chim ico che ha luogo quando si n•rsa dell'acido azotico (ncqua forte) nell'essenza di trementina . L'ocido gettato a piccole porzioni si decompo ne per ossidni·e la trementina, e ciò con tanta \·iolenza che il m iscuglio intero prende fuoco. Onde per incendiare a d istanza dolle mater ie co mbustibi li si propose d'inaffia rle prima con essenza di lremenlina e subilo dopo con acido azotico. Nuovo fi1oco g1'ecn. Solto qu esto no me il comanda nte l'iiepce de Saint-Vietar r accomandava, presso a poco nella stessa epoca~

!Efl'c Ui cio1uparatl vi della 11olve re da c nunoue · e ciel cotone fnlminunt(\,

Tocrlìamo dal Mechanics ilfagazine i seguenti r agguagl i s?prn g li e~pcr imonli fatli ul timomenle cJag li uflìci~li del. gum? ~ Chalam, alla presenza di un gm n nu mero d1 altri uflìc1ah,


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RIVISTA

per isludinro gli effetti comparnti vi della poi vere e del colon efulmi na nte. Gli esperimenti si fecero sollo la clirczione òel colounollo G. O. Lounox, coadiuvato da molti ufficiali, ed anche dal chim ico del minislc~ro della guerra sig. F. A. Abel. Si cominci/} co n airone os p!osioni di polvere e di coton e fulmin an te cr. ntro un doppio steccato di lrnvi, di circa om,35 di lato pw, ti nlla di-· stanza di circa l "'. 00 l'uno dall'a ltr o, e conficcati entro terra pnr pih di 0",90. J travi di ciascuqa fi la erano ri un iti m ediante fo rti pezzi in croce. Da prima si fece csplodr.ro una carica cl i chilogrammi 90 , 6 di polvore contenuta in sacchi semplicemente posati a l piede dello steccll(o . Si produsse un/l g rande aper tura nello steccato n J'u lar.cinio in aria il legname, ma sebbene la seconda fila di travi fosse rimasta parzialrriento sconnesso, tultavià avrebbepot1:1 to, difesa da uomini risol uti, pi'esoutare on os racolo serio . Fu indi disposta a pie' clei lo steccato, e a qualche distanza da lla prima P.Splosione. una carica di chilog rammi 36 di cotone· fulminan te racchiuso in appositi sacchi. Accesa la carica si ebbe una fortissima esp:osionc, che produsse 1rna breccia comp leta attraverso le__cluo file di tra\'i, per la quale una banda assalitrice avrebbe potuto passare comodamente. L'effetto ru· as~ai superiore a qnel lo prodotto dai 90, 6 chilogrammi di polvere , e molti fran tumi dni travi furono lanciati i11 aria a grande di-.. stanza, specia lmente sul di clic[ro dell o steccato . Non fu scossa una grande estensione cli questo corno nol la prima esplosio nr,. ma il risultato fu pih completo e verame!llc straor dinario. All.ri esperimenti furono faili con (!ischi di co tono fnlmi nnnle e.splosi Co!ltro dei travi isola li per rnderc quali etfel.li si avrebbero se si volessero distruggere così dei ponti di leg no. Quattro travi di circa 0'",40 di lato in fissi nel térreno, a di-stanza di circa 0".30 l'uno da tl ';il lro, fo rmavano un quad rato. ed erano riuniti da grosse assi di legno. Una cintura di circ.a, 68 piccoli dischi cli cnfo !le fu lminante fo disposta i11 g ui:;~ da abbracciare una so là metà di uno cJci travi. L' esplosione cli q uesto cordone cli J ischi frn cassò il trave ma no n lo tro ncò· affollo. Furono quindi esplo; i tre o quattro g~ossi dischi collocati contro un sol lato ·di un altro trave , e 11na gran p11rtt, · di questo venne distrutta. Una semplice cintura cli 65 piccoli dischi. tfol peso di chilogram mi l !. 13, fu poscia disposta intor no all'intero perimetro,

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TECNOLOGICA

di un allro trav,e. L'esplosiono portò via tutto i\ legno sino a discreta profondità. . Vennero io cli sospesi- a d.ei chiodi su tre lati cieli~ costruzion~ in le.o-no e fatti scoppiare 12 dischi dei più grossi, d~I peso di chilo:rammi 1 88. L' esplosione fu potentissima e 11 . grosso trave~ rotto i~ duo parti e fracassato, si abballò dalla par te opposta a quellll ov'erano sospesi i ~ischi. . Eseguiti questi esperimenti, che eh mostrarono un . m~do soddisfacente il potere del cot0nc fu lminante, s1 pass~ alle n~me ed alle "'lll!erie che eranò state scavate cli fronte ai quarl1e~1 0 di Santa Maria . Le miue- furono caricate sia con pol: ere: si~ cou cotone fulminante. La carica di po\v~!ro d1 u?~ mi na tu d1. chilogrammi 226; 0 '1t1rlla cli eolone fu lm.i_nan.te cli nna seconda mina fu di chilogrammi 90. Due mino p1u y1~cole fu ron,o caricate rispettivamen te con 98 chi logramm1 t~1 polvere e con 39 chilogrammi di cotone fu lminante. . . Dalio scoppio delle mine più grandi par~e risultare C~I~ Id pol vere fosse l'ugenlo pih efficace . L'e~plos1one della ,cnnca. di 90 chiloo-rammi di cotone fu lminante produsse un eflétlO p,irticolare ~ cioè vi fu prima un nembo di fumo e la terra sca"'liata. in aria e poscia si vide una grande fiamma .!~rodotla o daila còrribusti one dei gas. · . . , Seguirono dngli esperimenti per abbattl'r e alcu ?1 mlr:1 spess1 o.: 46 contro i quali si fecero esplodere delle ca rich~ d1cotoni'\ fuÌminanle che variavano da chilogrammi 0,90 a chilo~. 1,60, e so ne ottennero risultali soddisfacen ti , poi che lo scoppio praticò dell o vere brecce. . \ Da ullimo essendo state prep·a rate due .lunghe g~l l~rie ~; tterranee, furono caricate l'u.na. con 108 ch1lo?ramm1 ~1 pohe:~ e l'altra con 4.3 cbi\ogramm1 d1 cotone fulmmante. S1 tr attoH di vede.re se era possibile formare deJle trincee in qu~sto modo '. invece di innalzarle mentre si è esposti al fuoco ne1:111co . Alcurn ufficiali opillavauo che le esplosioni sollever eb?ero 11 terreno da mbo i lati io modo da formare una vera trincea : m,~ non fu ~o·sì, perchè la terra fu sollevala tutta in un masso, ne venne a form are come una trincea nella quale la truppa avrebbe potut~ subito porsi al riparo.

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TECNOl,OGIGA

come 10 accennava un articolo assai interossa nlo del Colbu,rii's unitccl sen;ice Jfaga:;i n , a.nd naval et mit1ta1'y Jountal del sette mbre 1869, 1·ictca di codeste armi da fu oco a piì.Lcanne è tutl'rdtro che nuova. Jn molli musei d'artiglieria _se no tro~ (con una tarala lilogrnCìca} Sin dallo scorcio del 1866 si p:irla fra :li noi del le milrng liatrici , o quando si seppo che Napoleono ll!, dopo accurati sperimen ti. no arcrn adottalo un modello da doversi tl.lnt're segretissimo , molli crederono che codesta nuova arma nvrl'hbo ingenerato nella l11llica ben altri mutamenti di quelli cho si stavano studiando dietr o l'adozi one dei luci li a r etr ocarica. Fu quello n n momeuto ct ·apprensione gen erale, perocchè si temette eh~- le mitragliatrici avrebhero, se non reso inutile, fallo scemare di molto la pot(lnza delle artiglierie r igale e dei fucil i a r etrocarica , por i quali tanti dana ri si erano spesi. Ma le mei-avigl-ie delle mitragliatrici scemarono di molto, tpstocltè queste armi dal campo delle gazzelle furono lralle su quello della r eal111. Si rammentò che nella guerra <l'America già so n' era no ndoper at(', e cho u11a di <Jueste, inrnntn la dal brigadiere generale Frnndonhur americano, erasi Yeduta a Londra nel 186,1: dippiù l'occhio di qualche tenace curioso r iesc·1anche a. penet rare nei sogrnti degli arsenali fra ncesi. Nel 1867 all'es1nsizione uni\•ersalo di Parigi nppnncro parecchi modelli di mitragliatrir:i; e l'entusinsmo per esse andò scemando man mn no ne crebbe il nnmc1·0; essendo di solito il comune degl i uomini pr oclive a magn ificare le cose che hanno a lcun che d'ignoto . Così se da principio vi fu chi pronosticò a ppar tenero d'ora innanzi alle mitragliatrici la decisione cl ell e battaglie. oggi vi ha chi le toglie in molleggio e le chiama arnesi e curiosità da musco d'ar mi. Eppure, seriamente r iOettondovi. pn re cito abbinno uguillrmnte torto e gli nni e gli itltri. Difatti, se fu fa llace il pretendere che codeste arm i avessero da surrogare totalmente e fucili e cannoni nelle battaglie, sarebbe c11parbielà il 11 011 rnler ammettere che mediante nuovi per fezionamenti In mitraglia trici possano riescire utili in parecchie congiunture. B però non sa ranno forse inopportune le seguenti notizie sommarie intor no a qncste nuorn armi, che 11bbiamo raccolto cln vari periodici militari, como il nostro Gionzale cl'Art'iglieria, la Rcr,1w :lfilitairc françaisc e qualcho gior nale tedesco e inglcso.

vano de' modelli d'antichissima do.la e per In ~aggwr parto d~ bronzo, cd il predel!o giornale ne cita uno inventa lo daglt inglesi Jamcs t.ustin e Fr ancis Bali nel 16!J3, (:l'!e era un carr~ ò'articrlieria a prova di moschetto , composto d1 due falconelt1 di due bombarde a mano, son ·iti da soldati seduti sul carr o. 0 Ma la prima milragliatrico rnodornR data soltan to da l!' ullima g uerra c1·11.111erica, o fu ideala noi fin e di su~crare l' effetto ce! tiro a mitraglia delle artiglierie rigale. che_m ~uesto sono 10l'eriori alle antiche a e.unna liscia. All'assec\10 di Charles ton so ~e adoperarono sotto il nome di Requa·balteric. Si dislinc-r11ouo due tipi diversi di mitraglia lrici ('), secondo che il modo di caricamen to è o non è automati~o e s~cces.sivo. li Collnmi's iliagazine distinguo invece le m1Lraghatr1c1 che lanciano i loro proietti lutti iu una volta od a sah•e, .d? quelle che li lanciano successivamente, cioè a spari su~cess1v1 e co~,tinuali . AdollCH'emo la prima distinzione, che ci sembra p1u precisa, esscndo\·i mitragliatrici le quali s~ar ano egualmen te o a salvo o a spari successivi secondo cho s1 molo. . . Le rnilrao-liatrici a curicamenl.o automa tico e successivo, ossia i cannonci~i a ri peliziono dell'a meric,1110 Gatl ing, erano all'esposizione del 1867 di Par igi .{fìg. 1~. l?Y. Aì e si c~m~ong~no <li 4 o 6 canne r iga te, del ca lilll'O d1 m1ll. H , 7 ; o d1 mli i. 2o, 4, secondochè sono lrggiore o da posizione. Le cartucco sono. m etalliche; i proietti oblunghi. di piombo e. Jel, poso dr c-rr amm.i 37, 2 o 212, secondo iI calibro. La car ica_ e 1:10 rlel ;eso del proietto . Lo mitragliatrici piì.1 grosse lanciano an c~~e scatolette di mitraglia contenenti 15 pallollolette. Le canne, Cl1 sposle attorno un asso cent'.·alo, . so.n~ r\~rnile ~?sterio~~~ole .ad uu cili ndro che porta g li ncc1ar1m . L rn ter o s,~temn e J ll'Ovole intorn o all'asse centra le. Questo si appoggia su di_ u1~' iotelaiatura di forro, munita lateralmooto di duo ore~ch1?•:1, o posteriormente di una cassa cilint:rica c!1e nv,:otge 11 ci\!nclro .(leo-li acciari ni e il meccanismo d1 ro tazione, forma ndo m tal c uisa la culatta dell'arma. 1·3sse centrale è imper nalo aole;iormentc i11 codesta intelaialur:i e postol'iormcnte in un dia-

(' ) Giornale rl'Ai·tiglicria,, Puntata 9" -

15 dicembre 1867.


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ll1Y1STA

framma del'.a cassa di culatta, dielro al qunle è posta una ruota den la ta cornea c?ndotla da un rocchetto, cha viene maneggiato dall'esterno mediante un manubrio, e serve a dare il movimento di rotazione. ~,a rnitra~liatri.ce ~ coll'.)cata su di un affusto simile a quello dei cannoni ord inari ed e trainata da 4 cava lli. Il peso della mitragl i:-tlrice legg iera è di circa 92 chiloo-rammi · quella cli rosir.ione pesa quasi quatt.ro volle tanto . Per"'caricar ~ la mitrag liatrice, sulla sinistra del l'intelaiatura e alla colatta dell'arma havvi un imbuto nel quale si pongono le scatole con· tenent i le carlucce e dal quale scendono poi una ad una a posto in. virtt1 ri el. movimento di rotazione dell'armo, di guisa che og ni canna viene caricata e sparata menfre si compie un girn del sistema. . Un . uom.o solo <~opo arà puntato la mitragliatrice, maneggia 11 manubrio e puo far(I GO e perfino 100 colpi al minuto. Un altro uomo mette le scatole nell'imbuto, ed un terzo Je too-lie man mano dai cofani di mun izione. "' Il recesso è quasi nullo, stantn i l peso coosiderevo le .della mitragliatrice ri, r)etto a quello del proielfo, epperò basta runtare una sola volt.a contr,, un determinato bersagl io. Il meccanismo è abbaslan:r.a. semplice e solido. Se una canna od un acciarino vieue a g i~astarsi, si chillde la canna con apposito sportello, onde non vi scrnda la cartuccia, e si continua il fuoco con le altre camrn. La mi.tragliaf.ricA GaO(ng porta le sue. pallottole co n liro efficac? s~no a .1400 mr.~r1 : e le pallotlolettc sino a 200 metri. JI principale JOCOQvenrnntc che le si rimprovera è che avendo poche canne, esse si riscaldano troppo quando il fuo co deve C?nlinnare per qualche tempo. Gli espcrinwnti falli con una d 1 queste milragliatrici di piccolo calibro nell'arsenale di Washington hanno dato i seguenti r isultali secondo i rapporti ufficia li. · I tiri_ furono eseguiti contro un ·bersag lio della superficie di ~ me tr i_ quadrati a distanze di 100, 300 e 500 metri, il qllale fu c?lp1to qa tutte le pallottole di tlltti i tiri. La deviazione media dal centr o del bersaglio fu , a 300 metri, di 278 millimetri ed a 500 metri di 514 millimetri . Nel legname le pallott~l~ pene~rarono. ~no alla profondità <li 27 centimetri. La rapidita del tiro raggmnse 20 colpi in otto minuti se.condi. Altri esperimenti comparativi fatt i al fo rte di \lonroe con una mitragliatrice G·1tli ng del calibr o di 25, 4 millimetr i e con

TECNOLOGICA

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un obice da r;1 mr aro del Ci11ibro di 135 millimetri diedero i seg uenti risultati, sui quali il rappo r to ufficlale così si esprime: < lo considero la mitrag liatrice nella difesa dell e for tifica« zioni come arma più effìcaee di obice da 135 millimetri « (da 24), imperocchè con una mitraglia trice si possono in un « minuto e mezzo facilmente far esplodere da 80 a 100 car<, tucce a pal!ottol:;1 , le qnali insieme scagliano ·da 1300 a HìOO « proielli. menlrc con un obice da 24 ne llo stesso tempo non « si possono tirare più di. 4 .colpi chH danno in complesso o « 192 proietti da mitraglia o 700 da scatole a pallotlole .. . ....• « lo feci essiccare l'olio che ung< wa la mitrag liatrice e la . la< sciai due noLti e un giorno immersa nell'acqua ed espos ta a!« l'aria ed alla pioggia. o dopo ciò potei ancora ottenenere in < un minuto e mezzo 97 colpi impiegando un uomo solo seb« bene il congegno fosse.completamente irrugiuito. Allo stesso tipo della mitragliatrice Gatling appartiene quel la Claxtnn. Ve ne hanno tre modelli diversi : uno da cnmpagna , uno da montagna , ed uno leggerissimo ch iamatodall'inven toro Fanteria meccanica. , Q11cllo da c.impng na ((ì g. 2') è composto di 8 canne fisso cogli nssi sulle generatrici di uno stesso cilindro. mobili ottoroo un assr cr n trale, e sorrette da un telaio, forni to di 2 orecchioni. Dietro le c11n ne trovasi un . tamburo fisso, il quale contie nEl due otluraLori cili ndrici scorrevoli coi rispettivi percuotitoi : quèsti ultimi corrispondono alle aperture posteriori 1lclle due canne che sono sullo stesso rli.imelro orizzontale del sistema. Dietro, al la culatta è posto mr rnùnubrio, che adoprasi à due mani , il qua le con movimenti di mezzo giro a lternativi dal basso in, alto e viccwersa determina lo sparo di due canna opposte. Sopra la cu latta è posta una tramogg ia c;lle contiene 40 cartucce, dal la quale ad ogni movimento del manubrio sc<mdononelle · canne scarica te. Term ina te le 40 cartucce, si r iempie la tramoggia, e si sostituiscono due n uove canne a quelln che si sono risca ldate ; face ndogi_rnre a mauo di un 1;'8 di giro il fa sciotlello8canne.. La mitrag lia trice è montata su un affoglo a coscin convergenti, sulle quali è collocato un sedile per il ' puntaloro. Duo cofani collocali latcralrmonte e su l guscio di sa la, con tengono lo munizioni. Durante il tiro i coperchi dei cofani si rialzano , e lo pareti postci·iori di questi si abbassano, cosicchè essendo, esternamente fasciati df lamiera di acciaio servono di schermo .il puntatore. Pel tr aspor to della mitragliatrice si so lleva la.

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coda dell 'affusto, e si fa entrare tra le coscio una terza ruota, la quale all'occorrenza, può anche servire di ricambio dell'affusto propriamente detto . La mitragliatrice da campagna ha, come rieambio, un secondo fa scio cli 8 canne, che è trasportato sui cofani: il calibro delle canne è di 25 mil limetri; il proietto pesa 225 grammi , 30 grammi la carica e 367 chilogr . l'intera mitragl ia trice provveduta di 720 cartucce. La mitragliatrico da montagna assom iglia in l.ulto a quella di ca mpagna sa lvochr, ha soltanto 6 canne ed è pilJ leggiera di 117 chilogrammi. . La Fanteria meccanicn assomigliil pure allo duH precedenti mitrag liatrici, ma è montata 80pra una c<1rri uola ad una sola rnotc1 . Ha 6 canne del ca libro di 11 mili. : il proietto pesa 25 grammi e 6 grammi la car ica : il peso dell'intera mitragliatrice è di 80 chilogrammi. Le cartucce arloperato nella mitragliatrice Claxlon sono me1alliche. Quel le delle mitr1.1gli,,trici da campagna e da montagna co ntengono o la pallottola semplice, o quattro f)allotlole penetranti l' una neWaltra e desti nate a fo rmar mitraglia a lle g randi distanze, ovvero anche 11 pn llottolette di 15 grammi l'una. La velocità del tiro è di 100 spari per minuto. Pan~ che <Juest0 mitrrglia tr:ci abbiano dei rilevanti difetti , poichè !'A.usi.ria lo abbandonava dopo poche sperifrnzo . La mitraglinlrico francese Montigny Cristophe, d'invenzione 'Più recente e cli tipo affa tto dil'erso da lle due procedenti , pare ·destina ta a soperchiarle decisa men te. Essa appartiene al se,condo tipo, poi che il suo carièarnento non è automatico o . ·successivo; cd ha il van ta_ggio di potersi sparare, come più ,con vien o, cioè a sai ve o a coIpi successivi. La figura 3' dà un 'idea de lla forma esterna di quésta m it1·a·g liatricc, la quale assomig lia assa i ad un cannone tlrdinario da ,campagna. Si compone di un fasc io di 37 can ne rigate c.ol si_,stema Me tford, d'accin io fu so, del calibro di 13, 5 mi llim elri, foggiate esternamen te a prismi esagona li e strette insieme da u n tn bo di lamiera di ferro: g li inte rstizi tra lo canne e la parete i o terna del tubo sono riempili d_a una lega di _piombo ·e stagno. Le due estremità del tubo so.no afforzate da due fa-sciaturc circolari d'acciaio. Alla fas cia posteriore sono riunite -due guide tra lo quan scorre la culal!n mobile, che si fa venire ava nti o :rn<lar~ indietro mediante una leva. Quando la culatta è aperta, sul davanti di essa s'introduce u na piastra di acciaio (mobile tra dne aste verticali, e munita <li una man iglia superiore per toglierla e rimetterla a posto)

TECNOLOGICA.

nello. quale si contengono le cartucce, in altrettanti fori corrispond enti pel n umero e per la posiz.one alle canne. A ciascu no mitragliatrice sono ossegnate parecchie di queste piast,·e di caricamento che si sostituiscono l'una all'altra successi va mente dopo ogni sparo. Dietro alla pinslr-a di caricamento vo n·ha un' a ltra, rnu;;ila di fori corrispondenti a quel li dolla prima, entro ai quali scor rono, al momento dello scatto, dei cilindretti fo r niti di spina e destinati a produrre l'accensione del le cnrtucce. Nel la culatta stanno infissi i percuolitoi (forniti di molle spirali in corrispoudenza dello varie eanne), frenati anteriorrncmte da una piastra di scatto che si può far muov(ffe vertical mente entro la culatta , mediante una spranga dentata ed un rocchetto, maneggiabili dall'es terno con un manubrio .. Q,uand o la culatta è cbiusa o la mitrngli~trice è carica , per far fuoco si agisce med ian\e il man ubrio ora detto sulla.piastra ui scatto, ta quale si. abbassa gradatamente, ed appena oltrepassa col suo spigolo, superiore il perc.uoiiloio più alto, questo, cedendo all'azione dr.Ila sua molla spirale, batte contrn il cilindretto del la piastra del le spine, e lo caccia contro l'innesco della cartuccia ch e esplode; e cos'1 successivamente Onchè la piastra di scatto sia internmenle abbassata. Allora si riapre la cula tta e si cambia la piastra di caricamento con un'altra già piena . Come si può comprendere da questa succin ta ed imperfe tta descrizione del congegno di cula tta, la celerità del fuoco dipende dal!' abbas;;amenlo più o meno rapido della piastra di scatto il q uale può essere reg-o la lo a piacimento, e divenire quasi instan taneo .se si vuole , Ecco perchè la m itragl iatrice Mo nligny ha ii vantaggio di poter for fu oco sia a salve sia a o::o tpi successivi. La celerità del tiro può giungere sino a 441 colpi a l minulo, con 12 piastre di caricameuto, cam!.Jiate successi vamente. ' La mitragl iatrice è moulatn su di un affusto da campagna a può puntarsi in tutte le direzioni. - Il su o peso è di 180 chi.logrnrnmi ci rca . Le sue cartucce hanno l'involucro cli lamiera di ottone; la pallottola pesa circa grammi 36, 5, la carica, . grammi O, 7. Nei tiri fa tti a 60 metri di distanza la palla penetrò senza sensibili deformazioni attraverso 29 tavole di olmo secco della spessez1.a di 12, 5 millimetri ciascuna: Le cartucce so no della fabbrica di Fusnot presso Ilruxelles, ma vi si possono ndatlare anche quelle Boxer . L'attua le cassone e l'avantreno portano


RIYIST.\

3034 cariche; ma queslo numero pnò ugovolmenlo essere ou-

meatalo. Si sono anche fotte dello mitrngl iatrici Moutigny con sole 7 canne, ma del calibro di 22 a 23 ceutim. per geUo ro proietti più grossi, del peso di grammi 13-L Si vuole che la mitragliritrico adolt.1la nell'esnrcilo frnncese abbia molla som ig lianzo con I.i ~lo nligny, meno il cal ibro delle canon che sarebbe solo di 13 millimr tri. La Ret>uc Militafre Fmnçaise dello scorso me5e di maggio conlieno i seguenti cenni su questa mitragliatrice, dovuti a l maggioro inglese Fosbory. « La milroglialrice frri uceso appartiene allo classe di « quello di Favrhnmps o Montign); è solidarueolc costruita ed « è alta n sopportare grandi strapazzi. È un' armn dello più « formidabi li, e sul campo di lrntlagl ia potrà produrre f'ffOUi « consimili a q111 lii dei fucil i a retrocarica. \'edcndo questi ef« felli tulle lo potenze Yorranno posscd<'re di tali macchine. « Ciascuna è sorvila da 3 uomiui o può tirare, dnrante 5 o 6 « minuti conscculi,·i , circa 30J colpi a l minuto a distanze con« sidoreYoli e con lraielloria eminentcmenlo tesa . l'orso ha p1•rò « un peso sproporzionato agli cf1Hti cho produco». Delle occennato milrnglialrici In migliore sembra quella ;\lontiguy che Yenrw anche esperimentata da quasi tulle le polcnzo e speci1ilmente dall'A11slria, ove r<•sislè a lutle lo prove che furono follo per vedere so posscd<'va lo qualità necessario ad un cougcino da campagna : la giu~lezza di Liro µoi è degna di nota, arendo gli esperimenti dimostrato che i colpi tirnli durante 1111 minuto secondo alln distanza cli 800 melri coprirono un bersaglio allo 3 nwlri e l.u·go metri 3. 60. A 1000 metri I' altezza del rettangolo circoscritlo dai tiri fu poco più ùi metri 3, 6). Prima di porro termino crediamo ~pportuno di riassumer0 ùue interessanti paragoni falli l'uno dnl maggiori' foshNJ nell'articolo del la Revue JlilifaireFrrtnçaise, l'altro d<'IIO Standard sugli effetti de ll o mitragliatrici comparali n quelli dei cuuuoni da campagna ccl a quelli del fuoco di fante1·ia. È indubitato ehr a grand i di,lanze l'urliglieria cla campn;ma è l'unica arma efficace conlro le truppe e ronl.ro gl i oslncoli. Con un sol colpo essa mette fuori di comhattinwnto una mitragliatrice. )la gli effetti contro la truppa che si avanza all'attacco e si avricina al lo batterie ~ono in sos la1Jza m"no lc:rri~ bili di quello clic li crea l'immap:inaziono. Sicuramente poi tali effetti sono sproporzionati al peso dei cannoni o dei proietti

TEGNOLOG ICA

493

che si devono condurre su l silo. Infatti. le ultime esperinnzo fatte a Dartmoor sui cannoni da campagna con una scrupolosissimn attenzio110, hanno dimostralo che con t11Ltc le cui'•! pel puntamento, por la sti ma dello tlista1no, per l'opportun o impiego dei pl'oictti con spolelle n tempo ed a pPrcussiono ecc. , a mil)O O 1500 metri di distanza UJJ proiellO ballcndo contro una co lonna se rrata di fantorin può nollc migliori conrli:1.ion i metll'r fuori di combattimento 20 uomini. Oodo in duo minuti potendosi tirare 5 di questi colpi si giungerebbe act uccidere o ferire i.rravt>mcn tc 100 uomini. E per ollenerc questQr isulta to occorro lrascinuru sul campo uua muc<;hina che pesa da 6 a 700 chilogrammi, l'arantreno, i cassoni con le muni7.ioni ecc. l:na milragliarricr1 invece senza tanto precauzioni e senzn che sin d'uopo ripetere il punlnmcnlo scaglia in uu minuto 4'1-l proietti efficaci, o pc!<a soltanto 200 chilogrammi circa. Cosicchè so u11a balleria di 6 pr•zzi può scagliare contro il nemico in un m inuto 300 proietli irrt•golari, 6 mitnig liutrici no scagl iano 2661 regolari. Le milra:diatrici debbono al pari della fanteria tenrr,i coporre dai tiri lontani dc ll' arligl i<'ria ; ma a brc:vi clistauzo ('SSO sono pit1 c:'fìcaci del cann<'luo contro la truppa. In parità di condizioni ed a com·cuionti cli,:tnnze una mitr11gliatrirc può loltaro contro un cannone, pC'rcltè piìr pronta a fare un fnoco miC'itliale; Jaddorn per roco che il primo colpo del cuunone falli~Sl'. questo nnebbc sicuramente la peggio. Qunnlo al paragone <·o! fuoco della fa nteria ecrone un ~nggio. i;n fnn l,iccin o che a piceole dislanze tircm\ 8 o O colpi <'ffic'aci, a40:J rnclri non ne fori, che G al piu di Pffìcaci: a 600 rni·tri 4. ed a ~00 metri 3. o ciò trrwndo conto d1·gli errori del lirator~ e del l,t.deviuzione media del proietto ed ummettuudo io generale, como ~, suole, che gli errori nd valutare le tliJlanzo crc,cano qua,i r oi quadr,1li dell<' distanze stesse. C'na milragli;ilricP :\Jontigo,Y !'11<' tiri $Olo 10 colpi per minuto con ci,i,cu na cnnna dar'lhbe quindi a 200 mùtri uo fuoco pari a que llo di 50 l'an: taccini: ma a 800 metri eù ol di là si può coulare clw produrrebbe un effetto egualo a quello d i 25'.) fuci li cli fanlc•ria . Laond1· in media si può nmmrltere cbr la rnitraglialrir-1' c•quivalg-n a 12:l uomini di fonteriu mentre richiede uno ,pazio <':,ruale a quello occorTPnle rwr quattro uomini e ne esrione sollunto 3 al fuoco ncuiico . llun balleria di s1·i mitrngli11Lrici darebbe perciò un fuo co equivalente a quello di un baltnglione.


RlYISTA TECNOLOGICA

Conchiudend o, sembra ad unq ue che la queslione delle mitragliatrici non si debba trascurare, come si trascur ò quella dei fucili a relrocarica prima di Sadowa. L'impiego vant.aggioso <lolle mitragliatrici dipende, è vero, dalla difficoltà di cogliere il momento piì1 opportuno perchè la loro aziono sia efficace, ma atl ogni modo esse costituiscono un'arma che sta quasi fra Je artiglierie ed il fucile e che può r endere dei grandi servigi in molti cosi.

..o .

RIVISTA DI GIORNALI

/le .~,,ecttllem • .ttUl ilnire. (15 maggio 1870).

Considera::ioni snl senizio dell'arm a del Genio in campagne,. Un articolo coolrossegnato colla iniziale X.... dice che i poderosi eserciti moderni potendo in grazia delle ferrovie raccogliere numerose forzo in poco lcmpo sul campo di battaglia, rendono piì1 dirtìci le il còmpito dei genera li in capo cli· proleggere rapidamente lo lrnppe contro gli assalli repenti ni. E però l'arma del genio ù chinmala n r endere dei senigi più serii ed imporlan ti che per l'innanzi nelle operazioni del la guorra; ancho pP.Ì·clJè le 11uove armi avendo reso maggiore l'effusione del sangue, tanto più Sill'i\ necessaria la fo rtificazione sul campo di ballaglin. « Al momo11to della partenza di una colonna, dice loSpecta< teur, la cornpngnia del genio che ne fa parte marcia alla « tesla: se s'incontra un ostacolo facilmente superabile un uf« fìciale o u o soUo-u fficia le Ìl distacca lo con alcun i zappatori, « 0 , superato l'ostacolo, es~i ritornano nl pnsso <li corsa, per ri. « porsi alla testa; mo se si odono dei colpi di fucil o e se tuona « il canuono, beutosto soldati e ufficiali fanno ala lungo ciascun « lato della strada, ai caccio tori, alle artiglierie, cd alla fan teria < che sfìlnno : l'aziono s'impegna e la compagnia del genio rie mane Llimcnlir.ala presso i bagagli ... ... » Ecco uua dura necessità por soldati che hanno anch'essi il fuoco sacro I Or l'autore vorrebbe cl1e la compagnia del genio formasse la guardia Jel A?iNO XV , VOL, II.

32


RIYIS'l'.\

genera le di divisione, e facesse parte della riserva attaccata,, .:tl la sua persona. Così. se il genera le si fa ionanzi , una sezione del g ' nio l'a ccom pagnerà non solo per pr oteggerlo ma bene ancora per r iconoscere il campo di battaglia: o se si trova un ostacolo natu rale qualunque di qualche importanza, il generalo avendo sollo la m11no gli uffìciali del genio, potrà tosto indicar loro i lavori da intraprenrtere pnr forliOcarc questo pun to in brc;-e tempo :.... « Non dimentichiamo infatti, dice lo Spec-tatenr, <r. cho a Marengo l'improvvisa YCnuta di nesaix fece cambiare « in villoria la disfa tta ...... : cd a Water loo l'arrivo di Blùc.!10r ~ non fu forse la causa della rovina del nostro paese? Oggidì " la facilit.à dcll 1 comunicazioni renderà freqnont i questi colpi '!. di fortuna contro i quali è duo po sempre prepararsi anohe· « durante l'azione. » La cornp~gnia del gen io trovnndosi presso ÌI genera le o arr ivando la prima ul bivacco può faci litare J.'t.lsrcuzionc de;;li ordini pcl co!locamen lo di ciascun corpo : gl i uffìr,iali essendo a ca rallo potrélono insieme con quelli dello stato maggioro riconoscere ra pid,1meut,) il terreno e rornire tulle le indicazioni necessarie per stabi lire il campo in una buon'a posiziono « la · « qun:e 1-11 presente dovrà sempre essero difons iva anche dopo · « w1a vittoria. » Dippiù l'autore vorrebbe che le divisi oni. le brignte e i distaccamenti di ca val!eria, mandati in ricognizione sul fron l<1 o f;tlll e al i tJ el l'esercito, fo:;sero accompagnati da nn dislar.cn mcoto del · gonio o òn un ufficia le di qne:'farnrn ; essendo im porta ntissimo drn "il terreno ove uo'azione puòitnpegnarsi sia stud iato anche 1'.a l puntocti vista offrnsivo e difensivo. t,; vero d m qnesto compito spett;i, agli uffìc'n li di stato miiggioro; ma, dico il nostro autore , che se questi uffìcial i ngissero di accordo ron quelli del genio non no r isu lterebbe ell e on v,;nt;:1ggio reale per l'esercito; avrngnachè le ricognizion i r ichiedendo un col po <l"oc:chio esorcita tissirno , l'opera cl i pnr1~cchi ufficiali varr à rer(amcnt,i pih di quella di un solo. Del r esto « se l'artiglieria « e il genio fan no spesso in comune i lavori di assed io o d'altro, ' « perchè non potrebbe essere lo stesso del corpo di stato mag<, giore o de ll'arma del genio '? » InOne l 'auto re osserva che nelle moderne campagne i lavori di c]l')moliiione don·anno esser fo tti non pnro con intelligenza ma rapid issimamente; quindi la necessiti1 di rendere assai mobili i piccoli distaccamenti di zaripatori e i loro strumenti. A tal fin e, per evitare dei pesanti carri a l seguito dello truppe, 1

Dt GIORNALI

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egli proporrebbe come dei cassoni simili a. q?elli ? cll'artigli: ria

che porter ebbero in una volta i materiali cd 1 zappatori, o anche delle vetture speciali e dei muli pel trasporto deg\'istrumenti a schiena . - La cavalleria spin ta in nanzi snrebhc accompagnata da uno o più ufOcialì del gen io, i quali al i~ _tes~a cieli~ colonna dovrebbero riconoscere a I più presto poss1b·ite 1 lavon da eseguire, mentre il distaccamento del genio collocato· verso il· centro non sar ebbe mai perdu to di visla. lo tAI guisa l'autore si ripromette che la caval leria riesciri:bbo pi~ fac_ilmente nelle sue puo le lontane. Essa con terehhe su l mobile d1stacc~menlo del gen io. sia per superare i piccoli ostacoli nGtu rah o arlirìcia li che si ·oppongono al suo cammino, ma che ai zappatori sarebbe faci le disLrnggerr- prontamente. sia ~clii:\ varie opero di distrnzione, comn fa r sa li.ti re con qua 1che ch1logramma di polvere O d'altro l'arco di un ponte , 8 arrr-~ 1.are così_di r:arecchie ore Ja marcia del nemico . Infine In maggiore mob1l1ta do1 zappatori del genio forebbo s'i che gli altri lavori necessari in g uerra come to"liere, rompere, rimetter e una o pi ù rotaie, r estaurare 0 q uafcho piccolo ponte o distruggere i Lun nels e gli archi di maggior trntla sarebbero eseguiti con sicn reua e con quella rapidità necessaria nel le moderne campa gne. . At!unque r iassumendo, sembra che il nostro autore Yaghcgg1 l'idea di r endere pili mobile il genio militare in campag na affratella ndolo maggiormente con \e allrc ar mi. Cos·1 gli ~serciti moderni trartehbero maggior partito che no n hanno fallo fin ora dalle risot'se di quesVarma e dai mezzi che l'artn e la scienza hanno posto in suo potere. l quali senza nulla togliere al valore ed allo sla ncio delle a ltre truppe, non farebbero che rendere più cerli e meno micidia li i risultati delle 101·0 operazioni rn llitari.

Scuola d&i cadetti del Genio i n Aiistria. Il primo giugno di quest'anno si è aperto a Vienna il ?orso prnparnlorio per coloro che aspirano ad esser ~ ammessi alla scno ln del Genio (Genie-Cadettenscli-ule) che sura traslocata da


lllYISTA

Krems a Yieona cd arerta al 1° di ottol:>re. Per questo corso preparatorio si accettano g iovani che abbiano raggiunto l'età di .17· anni, 1id nssistito con discreto sucecsso alle seuole tecniche superiori. I gio vani debbono però, dopo l'esame d 'ammissione al corso pr1' par~fto rio, arruolarsi nelle truppe del genio. · Nella Scuola del genio vengono insegnate le matematiche pure e applicato, come si prt,tica nell'Accademia lecnka militare e J10\l'fatiluto pnlitt:cnico , eJ i noi tre sono trattale le malet,ic scientiffohc attin,•nli a l genio militare, onde i g iova ni possano dare J'esamc per essere nominati cadetti, e co l tempo aspirare ad essere amr.ae~si al torso superiora del genio per completare la educazione lecoiea militnre nl più àlto grado . Gli :aspiran ti da l giorno del l'arruolamento rico,·ono il tratta. lamento come soldati , e tutte le spese dell'istrnzione sono sopportate dal l'erario. Gli allievi, a seconda dei progressi che fanno nell'istruzione, possono essere duran te il primo anno di corso ·llorninati s•>Lto-ufficiali; e nl termine del 2" anno del corso fatti gfi esami, sono nominati cadetti. ' I giovani che non abbiano ceriiOcati plausibili di aver freq:.ienta ta una scuola tecnica superiore, debbono sottomettersi ~rn esame speciale presso i comandi dei reggimenti del genio rl.1 hrems ed Olmutz o presso i comandi dei battao-lioni del . genio. residenti in .Praga, Cracovia, Vienna ed Ofon° Prima ùi · entrare nella Scuo!a del genio gli aspiranti debt,ono obbligarsi d: ~-i~an?re sotto le armi tr~nti an ni dippiù {bmto Il tempo ob,)l1gator10 della leva) quanti ne passeranno .dia Scuola e.sc!uso il tempo del corso preparatorio, e contando ogn~ anno comin_ci~to come completamente trascorso. Questi ohbl1gh1 sono smttl ed avvnlorati dal consenso dei parenti o del tntorn, quando l'aspirante fosse minorenne. Il l° ottobre venturo sarà aperto un altro corso preparatorio per coloro che volesse1·0 entrare il 1° ottobre 1811 nella Scuola del genio, e l'~ccet,t..tzione d~gli aspiranti borgh esi per que,to nuovo corso si fara seguenJo le stesse norme acccnnat<.1 di sopra.

a?

P1·odnzione equ:ina in Ausl1·ia ·

Dal lo33 al 1866, vale a dire in 36 anni, i cnvalli importati ne!la monarchia austro-ungarica furono 361084 e gli esportati 412727. Per conseguenza l'esportazione superò di 51643 cavalli l'importazione; il che dimostra che la monarch"ia è ricca di cavalli·

DI GIO!U\.\LT

na un conto fatto n el 1867 risu ltava r,he in media, sopra og.ni 5625 ettari del territorio della morrnrcllia esistevano 300 cavalli_

1·1oghillcrra sola è in condizioni migliori, perchè su lla stes.s a estensione di superficie conta 326 cavnlli. La Francia pel contrario ne conta soli 119; ed il territorio dell'antica Confederazione Germanica ne contava 183. I cavalli austriaci sono ricercati pib per la fatica che come caval li di lusso. mentre d'altro canto nulla monarchia si importano regolar mente caval li di buona razza, come a dire i cavalli di lusso da ti ro e da sella che vanno ivi dalla Germania. del Nord e da ll'Ingh ilterra. Fissando il prezzo medio dell'importazione a ;;ooo lire per cavallo, si ha che negli ultimi 36 annii. sono usciti da ll a monarchia in cifra rotonda 720 milioni di lire italiane. D'altro canto i cavalli esportaJ.i di statura piccola o mediocre . mandati nella Svizzera, in Itaìia, nel la Francia ed oggigiorno anc.tw nella Tnrchia, come cavall i da tiro militari, al prezw medio di 1250 lire, haono inlrodotlo nella monarchim austro-un oYarica 515 milioni circa. Dal rapporto di queste cifre . si rileva che il commercio dei ca,·alli ha presentato in Austna una passivilii di 205 milioni di lire negli ultimi 36 ann i. Onde la Wehr Zeitnng dice- che sarebbe clcsid<~rabile il pensare ,t rpigi:orni·e le razze dei cava lli per giungere al pareggio e creare mnggiorc atlivitù in questo comm ere:io.

del 15 maggio.

Telegrnfia militare in llussia.

Analogamen te a quanto fu fatto in Prussia , è stato organizzato in Russia un corpo per il ser vizio telegrafico compost<> di 4 compagnie . Ogni comp(lgoia co))SLa di 20 graduati montati, 20 smontati, 30 soldati conducenti, e 150 soldati e opHrai. I graduiiti sono armati di sci:,bolo e cl i revolvers; i soldati di fucili eorti e di daghe da zappatori.


1500

RlYIS'fA

.Hililiir Wodaenblalt

dell'l l maggio.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA Nuota 'Vanga pe1· ln fanteria.

Il luogotenente llarboe dell'll0 baltoglione di fante ria danese ba inventa:a una nuova vanga per 1à fanteria, che, a quanto pare, non è inf~riore a quella di Linnemanu. Questa vanga, alla quale fu già dato il nome di vano-a corazza Harboe ' o ' e lunga o~, 2G (i larga 0"', 195. Essa viene fermat.a sul petto da 2 corregge, e si crede che possa essere di buona difesa. Il maìiic~, .di 0° 706, è più lungo di quello della vangÙ Linnemann, s1 porta al lato come la baionetta, e si unisce con molta facilità e prestezza alla vanga. Quest'istrumen to si esperimenta ora rlal battaglione suddetto e verrà indi presenta to al ministro dolla guerra . '

L,i sceUa del twlflnlo . - Cunside-·tazioni e Pf"nposte rnlla coscri::fione militare in Italia , per FRANCiill'H EUGENIO, med'ico militare. Pisa. 1870. Fratelli Nistri.

)Jalgrado le protesto di una partt, cieli' esercito e dPl Parlamento, si sa che il ministro del la guer ra propose la ferma di 3 anni e 3 mesi e che trovò do,;li appoggi ci ne troverà o.;norn pfo. Quaud'anche , nel no ovo progetto organico la massima non fosse adottata in Parlamento, ciò che appena possiamo supporr e, -essa sarà certo rimessa innaini, e se non gua dagnerà di botto la partita, avrà fatto di giil tanlo c,:rrirn ino da essere sicura di toccare la meta in una delle prossime t.appe. Questo concetto che vinire dal coucetto delle rinno vate e oguor più rinnovantisi condizioni sociali, dalla necessità di mi lilarizzar e· i1 µ;;ese. fa-cencio passare un maggior numero di classi attraverso all'ese1d to, da lla conve nienza di rinYiilre giovan i e robusti i soldati e di non diradHrc colla cifra dei matrirnonii la misura matc·riale della popolazione e quella civile della moralità, non può -che guadagnare ll'rreno e fin ir per trionl'arc, se già ebbe il primo successo di osserP- messo innanzi da chi ha tanta aulo~ i·ità nelle co'se militari . Orn la imminenza di una ta le riforma posa piì1 seriamente , che mni il problema della scelta fisioli del soldato. Il tempo della ferma che dovrebbe essere per tre quar ti, o la mclà almeno, cfodiC'ato alla istruzione cd nlla educazione del -soldato, lo è invece per meno di un quarto, per due principali · itagioni ; la pri ma, la enormità della cifra delle giornale di ser-


50.2

lll BLlOGl\AFICA

ìUYJSTA

, ,izio fra siwrezza e piazza; la seconda, la enorme proporzione dei malati ai sani la quale rincara su quest'ultima cifra e toglie altresì all'istruzione un numero forte di g.iornate. Quanto d.ebba essere considerevole qnest.a cifra li fa cile imma O'inar lo a clii consideri che la perdita annuale dell'esercito italiano è, fra riformati e morti, di oltre a 9,000 uomini. La qu.ilo proporzione per la tisichezza e le malattie di lang uore, secondo le statistiche modiche, passerebbe, a parità' di a ltre condizioai. di 1/3 quella della morta li là tfolle classi urbano e sarebbe qunsi tripla d1 quella delle r urali. Ciò posto afOnchè questi due fattori sinistri del servizio esageralo e délle malatt.ie non rendano impossibile l'istruzione o l'educazione del soldato nel period o dì una fenna cho Ya fatalmente a diminuirsi, bisogna mcltersi in testa che il prima di tutti i proble1pi è la scelta del soldato, sbrigliata la qnal<'. l'igiene potrà diminuire in qualcho parte le con seguenze. doli' errore, ma toglierle non mai. li nostro med ico militare Eugenio Franchini ha inteso a doven, la cosa. L'esercito italiano, egli dice, perde in 5 an ni o per r iforma o per morte (e nssai piì1 per morte che per rifornrn) 45,0'."JO sol· dati . Più di quanli ne raccoglie annua lmente ! Il rimedio di questo gran male è tutto in mano dei Consigli di leva . Ed è ai Consigli di leva che il libro è dedicato, s ~bhene non a loro soltanto. Alle considerazioni tengono die!ro proposte eprecl'tli. La critica della legge sul r cclu tanwnto non è per vero ampia abbastanza, ma il ·li hro è di natura igienica assa i più che tecnica, l<~gislativa e civi le. Ad ogni modo l'igi i'ne, largamente trattala, tocca a queste ma:crìe e sovente ci s'inter1rn. E 1·autoro, lo fien dietro con sicurezza e copia veramente lodevoli. La parte ch e riguarda le vestim enta del soldato, il suo acquartieramento e nccampamento meritano di essere consultate. Ln conclusione invi,ce non ci semhra nè larga, n'è lucida nè e.flìr.ace. J'.: piuttosto un fervorino che un nepilogo. Buon 'per lui che noi nbbiamo letto il libro: ma si r icord i l'aulol't!, e con lu i si ricordino lutti, cbc il lettore ha dirinn di giudicare assai seyerarnente un libro di cui le tro ultime pagin:i non gli· insegnano nnlla. . l i libro però insegua·una cosa la quale finora non solo non s'è Tolulo capire, ma s'è capita lungamente a rovescio: che cioè· non c'è fi scalismo nè più anti·economico nè più anti-militare,

U03

chn qnel di reclutare della gente che ha la salute in equilibrio instabile colla certezza di darle a dirittura il tracollo a\lun• gando la cocla delle colonn e mar cianti, demoralizzando la truppa, scr~dit.andola, popolando gli ospedali e spopolando le caserme. Ma rlicono. ci va un altro per lui. !\la vada in buon' ora! O~ che diritto al i' esenzione gli ha da avere, anche dove questo diritto c'è, per ave re estratto un numero più elevato ? M1 chi fa il militare.da robusto ci guadag na, e chi da gracile ci perde, e ci fa pertlere in danaro, in fama, in buon successo. 11 SiO'norediceYa:, Lo spirito è pronto, ma la carne è inferma .> 0 '{ì ·1 alia. Ciò è buonissimo per lasciarsi eroicnmentc saer11r,nro. "a guerra tnnto poggio per chi nè sa nè può essere_ sacriGcat~re. Laonde è buono che lo spirito sia pron to, ma Lrnogna pruna di tutto che la carne non sia inferma. ·

f "o,n

J{{.~·i<tf/l!· JJ8inte,•2as.,enes flfJfe,•I. ,tes (/..e;ier,d.~ Cari wm i:Cl:msewitz. l1~1•il!.le /!J.tqfl.iJfJC• B,wli:i. Fei•tl. Di!Jmmlm•'s 11·e1·llifpslnwlilu,.;uUu)e,tJ, 11 § 10. GURRHA. Operc1, JJostunw deL gMetale CARLO n1 Cuus Hwrrz. (*) 3' edizione . Berlino , libreria editrice dt Ford Diimmler , 1870.

DELLA

« Ogni ufficiale tedesco il quale debba confes,are cli non_co< <

nascere del generale. Clausewilz che il solo nome. ogm nfficiale tedesco che non tiene le opere del Clausewitz sullo

(') CLAuSEWlTZ (CAR1.o;or) nacque uel 17$0 a 13urg presso Ma?~eburg , ent.rò· come cadetto a l servizio prussia no sin dal 1793, ed era gia nel 1801 ufficiale nella scuola di guerra di Berli no sotto la clirezione del gener~le Scharnllorst. Pece la campagna del 1800 in qualità di aiutante del princip~ Augusto di P russi:i, e f t1 occupato dopo la pace nel 1:1ordrnamento dell'eserc.ito. Nel 1812, assieme a parecchi utlìciali prussiain che d'.speraYano ormai cli aver occasione di bat.tersi nelle Jile dell'esercito naz1ona.le, passò al servizio r usso e lo si trova nel 18 13 com miss,trio ru~s? a l quartier· generale del mat·esciallo Blilcher. Kel 1814, 1·ientrato al se~·v1~10 pruss~ano_ fu capo di $tato maggiore del corpo cli Wallrnoclcn, e qurnd, M l 18!~ de l 3• corpo d'esercito sotto Gneiseuau. Costituita la pace, fu direttore dell.t i;cuola superiore di guerra si no al 1830, alla qual epoca essenclos1 format_oun corpo di osservazione iii confini della Polonia sotto il comando d1 Gne.r-· i;enau;vi fu addetto come capo di stato maggiore. )fa appeuasc1olto qu~ corpo, morì nel 1$31 a Breslavia dal còlera.


IU\'ISTA

scritloio e sopralullo in testa, si affretti, se ha h coscienza « clel su'o dovere, a riparare a qoesla negligen?a e si proponga « fermnmente di 110n prende.re in mano a ltro libro finchè egli <r non abbia letto il Clausewilz da capo a fondo ». In queste righe di uno dei più autorevoli scnllori di cose mili-lari nel In dotta Germania, che rammen tiamo aver lette qualche tern po fa sulla Gaz zeU<i unùersate di Aug1tsta, si contengono ad nn trai.Lo il piì1 <>sAtto giudizio sulle opere del Clausowilz ed il loro piil bell'elogio. E, in fatti . i militari tedeschi considerano a ragione il Clnusewilz non solo, per il · loro p'r imo maestro, ma bens\ per colui che più d'og ni altro ha contribuilo a rlnre all'arto della guerra un posto d'onore fra le scienze ·odierno. Poichè fra quanti scrissero di cose militari no n sapremmo -nominare un solo le cni opere siano così adatte ad in trodurre lo studioso nell a ve1·a essenza della guerra. Nessuno dei molli ri pulali autori militari di questo secolo (e ooo eccettuiamo nè il Biilow, nt: il Wi llisen, nè lo stHsso Iomin i), si mostra critico sicuro e acuto e spiritoso al pari del Clausewilz, nessuno costringe il lettore così i1wsoral.Ji lmen te a ricercare i veri fallori decisivi dell'azione, a investigare l'ultima causa di -ogni fallo~ E nessuno ò in pari tempo <li lui meno pedante; egli considc~ra la scienza dell a guerra come il proclollo dell'esperienza; non empie il capo del lo studioso di interminabili fllze di massime e di corol lari; ma l'ufiìcia.le che ha letto attentamente lo sue opere, perviene a formarsi un chiaro suo propri<> concetto della ossenz<;1 della g uerra e di tutte le sue forme:· o se non vi pervie ne, capisce che ba sbaglialo carciera, ed ha sempre guadagnalo quulche cosa. Nel mentre che tributiamo lode all11 solerte ditta editrice dol Di.immler, che si nccin ~e al la term ediziono del trattalo Sulla Guerra., che il Claus:)witz stesso considerava come il suo capolavoro, non possiamo che profo ndamPnLe der>lorare che le opere · -<li questo eletto ingegno sieno in Italia cos'1 poco conosciute, e facciamo voto perchè trovino fra uo i un valente traduttore. I lettori non mancherebbt-ro di certo in questo periodo in cui constatiamo con piacere elle l'amore ai buoni studi si risveglia · i anche nella gioventìl dell'esercilo. E allora a quei giovani uf\ ,ficiali, i quali, perchè hanno forse con febbri le impazienza sfot gliato di molti volumi. si credono iu au torità di dettar trattali i sull'arte o persino su lla fìlosolìa della guerra, rivolgeremo, I prima che si accingano ad im ma turi lavori , la racoomantla«

\._

505

Il1BLl0GllAFICA

zione dello scrittore tedesco, con cui abbiamo cominciato questo cenno, e li pregheremo cii almeno nulla dare alle stampe sulla scienza della guerro, finchè non allbiano letto e ri h,:tto il Clausewitz.

Ein R ·i 'wl. bìi,)I. auf ,Ue " ~ 'llkli&cirnn lf'Micl,l1li<:lrn ,. 1u1d fEgafgef1nuny auf tlie Selwift. « rt·ct,e,~ tlie p1•eus•isclie In(anle1•ie '184'.9, » von Rrom;:1r{ ,,on Scbelleudo1:r, f'Pbe1•sllieul,t1u11it iui (,;1•m,sen Genei•al.-.t,,fu!, Be,•lin IS7@, Er.u1t. !iie11f'R•ie1l 1Uillle1• tmd Solui Ki>nig . Buc/1,!1.,uultm,g. Uno sgiuirdo agl·i

« Sgnardi tattici » e replica all'opuscolo " S1.i lla fanteria prussiana nel 1869 », di BnoNsAnT voN Scan-

r,ÉND on r; luogotenente

colon nello nello stato ma.ggioi· generale. Berlino 4870, presso E. S. Jlfittie1· e figlio, librai d'i Co;·te.

.

li _portentoso successo che ebbero lo armi prussinne nella

campagna del 1866 non poteva non far nascero numerose pubblicazioni su quella La l!ica che aveva loro assicurato la vi lloria. Nessuno però dei molli opuscoli pubblicali da quella epoca in poi in Germania suscitò· tanto grido quanto quello intitolato: Uno sgna1·d~ llitticv al 1866 (1). Lo ?Lile facile e brioso, la critica sicura e spesso pungente, un I.al piglio di sicurezza che s'impone alla meote del lettore, la forma piuttosto aneddotica che didattica fecero ~ho sin dal suo apparire, nell'autunno del 1868, salisse di balzo in gran voga nel mondo let.lerario militare, che lo atlri huh·a ad uno dei più distinti generali pmssiani, e gli procurarono l'onore di parecchie cdizio·oi e quello della ll1t,- ' duzione in allre lingue. Un anno più tardi apparve un altro opuscolo che fu dall'uni- , versale considera to come parlo della stessa peona benchè vestisse uua forma meno brillante. Portava per Lito lo: Snlla fan~ te'l'i aprussiananel 1869 (2) ; e mentre il primo si diffondeva piut-

(I) Tal<tlsche lÙ!ClwliChe a,1it 1866. Be'rlin, 1868. Ferd. DÙmmler's Verlagsbuchh andlung. (2) Uchei· (lie P1·eussisclie nira.nte,·ic tSG9. Berli n, 1870, bei Demselben.


506

lll\"ISTA

tosto in considerazioni genernli suJlo spiri\o rl<•lla guerra odierna, spiegavansi nel secondo lo forme talticho dello quali essa cle\'e orma i rh·estirsi. Ad ambedue queste pubblicazioni risponde ora il tcncnto colonndlo Bronsart von Schellcnclorf nell'opuscolo che nhbiamo a noi dinanzi. Egli pure atlrilrniscc qnoi uue lafori ad un solo au tore e ci spiego ehe esso non si debha cerr,nre fra i generali prussiani, ma bensì possa essere un uffìziale subalterno che comandò unn compagnia della 2• clirisiono di fanteria oolla campagua. come egli domme principalmente da certe reminiscenze dell'anonimo sul comballimcrito di Trantrnau. li lenente colonnello Bronsart non contrasta che vi sicuo iuee buone, utili ed MCO nuor e negli scritti dell'anonimo. o lo omtnctte nuzi iouubbiameutc per il primo dei rluc; ma gli muovo l'appunto di essersi lascialo indurre :id oslenclerc a tutto l'esercito prussiano i difetti che egli r iconobbe personal mente e che si saranno infatti manifestali nelle circostanze nelle quali si ò trovato l'autore durnnle la campngna. Io massima poi lo cootro!Jalle in quanto espone in quei due scritti. di ron trario alie tracliziom prussiane. non amm ollo la so,·erc:hia emaucipozione dei gradi inferiori, e non gli sa poi pordonoro di uvcr parlato cou poco r ispetto degli uffiziali superiol'i prussiani, dei, quali l>on venliqunllro han lasciato in quella hre,·e CJ1mpagna la ,·ita sul campo. li colonnrllo Bronsarl si fa poi nd esan1inaro partilnroenle lr proposte contflnuto nel second o opuscolo, intorno al modo di disporre ed adoperare la J'antC'ria nel combattimen to, o qui non lo potremo seguire senza scrivere un opuscolo di mole almeno non minore ciel suo, ma diremo piuttosto che le suo rli~~ertazioni e le sue critiche sono ragionate ed interessanti. o meritano di essere lette a ttentamente e confrontale con i du o opuscoE anonimi. Risallcr~, forse allora allo studioso ossen·atore fra il Bronsarl e l'anonimo questa differenza: cho mentre questi rnolr a dirittura dar fuoco a tutti i vecchi regolamenti, proclamando cho il fucile a retrocarica 8egna una nuova ora di radjcali riform t, nello spirito della latlica, in cui non dovrebbe quasi restar pietra nell'antico cdifìzio. il colonnello Brons:irt, cho occupa una clernta posizione nello stato maggioro generale. ossume invece lo difese dolio teorie insegnato nella scuola suroriore di gm1na di Berlino. e manliene lo. base del la tattica prnssia na che ha fatto di sè così buone prorn, acconsentendo soltanto a quelle modificazioni che l'esperienza ha dimostrato indispensabili. Omettiamo di parlare di talune contrnòdizioni r ilevate dal

~0 7

DIBL10G RAF1CA

ttronsnrt 1101 clue opuscoli, poichè so intìicano forse d1c il ;ccondo lavoro non fu abbastanza riveduto, non :;cenwno perciò il merito dei concetti. rorse talvolta soverchiamente nrdili, ma che rivelano ad ogni pagina un ingegno pron to o sicuro. o sem plice caµ itano q1wll'anonimo, noi Poichè ' sia •Yencrale o . ci au"'uriomo di molli ufficiali c;h e scrivano e p<;nsino come llw e no~ possiamo che congratularci coll'esercito prussiano ili <1uesta cont;nua manifestazione doll,1 operosità doi suoi uflì:dali, i quali, anzichè riposarsi sugli allori della fortunata campagna, memori dell'assioma che chi non progredisce indietreggia, prefer iscono dnrsi allo stud io p<ir non lrovat·si iuforiori in qualsiasi possibile contingenza.

BOLLET'l'INO .

.,olonta,•a ,: Re!Jf)lari,

per PAno F.urnni. -

Firenzo,

tipografia te Monnicr. 1870. Per mancanza cli spado ci r iserbiamo èi d,ll'C nella vcnlura dispensa un cenno di questo ecceller.lo lavoro drll 'ooor. famhri, che i lettori clella Hivi.~ta hanno già letto in piccola parie nelle prime rlisf.Jcnsn del co1·1·onle anno.

F.A!maomi"' ::en.;::;,1, ·r i,ltezione, Riforme A.mm inislrati&e rlcll'eseroilo italiano con gli appwiti e le risposte, del luogo-

lencnl<' goncrale nucA n1 &! tGNANO, 2° opuscolo. Napoli 187 1. stalJi!imento llpog1·.ifìco dei fratelli De Angolis.

Rio11•,U,uimeul~» !Uelk'Esea•cilo iltili~f1w, del luogolcucnlo generalo PAOLO G1ui:l'1N1. deputato al Parl amonto nazionale. - Tor ino 1870. Tipografia Falletti. I

È fra i non pochi disegni che oggidì si pr opongono per ri-

costr uire :;u altre bosi l'esercito uno dl'i piì.1 r imarchevoli, come quello che pi ì.1 si scosta dagli a ttuali ordinami:oti. Intendiamo di esaminarlo.


508

fU\'l &TA

nrnuoc: IUFIC.I

INDICE DEL TO\IO II. - ANNO XV. LETTU B~ ~111.lTARI. (Pubblicazione a tenore della. Circolare n.1iuisteriale, de l 14 ottobre 1869).

X.

~3

L' ,1R11u 11i1tistr aeion e tHilift1re e l' opusç,ofo ,lel Dne a di 1Hignnno l :.,'c o u.@1n i n 1Je11en -J•i ,J-uea't>n(> dc I maggioro di artig lieria F. BAVA.• - firenze. tipogr1J fia Yoghera. /

fl'eu e .•; ttns d e,· (:.eog1•a11/1 i e, Zlt11•tnrp•ffpla i e ,uu! ~italio ti(;. IBnl"OJJli 's u1ul seitie1• llolo~,ieH . lfley i t1fh•tuule, i>ei,1·beit,tl 'Voua. f;,1•011sen Ge11e,•fliolnbe , Ge@91•t111ll i s,•l,-.'llt11ir;lit1<•he .!lbt!,eiiiw y. - Berli n 1870. Ernsl

Sie.gfri0d Mittler uocl Sobn .

t una raccolta nnh·ersa lc di quanto di 11uovo fu daLo alla s tampa in fallo di geografia, di car te geografklrn e di statistica . che si pubblicn nnn nalmento per cnra della s1:ziono gcografì co-statislica del corpo di Sln lo Maggior e prussiano coa specia le 1·iguardo agli sln<li militar,. ed ò una prova dclìa diligenza e clcll'accnra tezza che presicdouo ai Inver i di r1ncl distin to Corpo.

A prile

c. c. -

Ln sollcl'nzione nella Dalmazia m_cri?ional~ ~_ell'antuuno 186\1 (con una carta del d1st1cllO d t C,1 ttar o) . . . . . . . . . . · · · Pag . P AULO FAll~nc : Volontllrii ingle~i. ( Continua,:.):. · » T\ riCHED I SALF.TT,\, Capitrrno cl'Att1glieria. - Hrc\l cenni ' su ll'impi ego delle ri'rligl icr io tli rarnpagna recen ten1en lo propostn . . . . . . . . · · · · · », CESARE i: u.\usc1. bfaggiçm, del r.cn10. La tclcgraO; nella guerra. r contmua::aoneJ . C llO NACA-l'Ot, ITICO-M I LJTAilR ,- . · . •

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Brvisn n :c,ww<:rcA . - Arl.1gller10. - Can n~ nc_ da lcint~n,t Fcldll\. - Cannooiern a rn1)oro r:osl('l!11on~Amcrn:u. _ li ,·nnoro applicato :,i trasporti mrhlill'l m guerrn . - 8n ra\ :che econorn idie per la trupp.n . . . . . . . " RI VISTA Il i GIOllNALJ. Vehr Zeitw1g: i pionieri _d _1 lirntcrin. 11 fucile ad ago prnssia110 ._- _Frrmce _.31ilttai-re : 1 militari impiPgati s11(lc rf•1:ron~ 111 H11s11a_ . . . ». Jlll'IST.\ Btlll.lOGHAFIC.\ . Su l p1op_os1to <l~I r.O\~IO~ d._ sopprimero i cll'posili ~talloni ;. C01(Sui 1•1·azio1.i 1, d 't, J)anie fo Berta cchi, mrdico ve/.ermar,o milila.?e . . I.a lallkn moderna 11<>110 _lr<' _aro1i, - I.e for?,P m1.li lnri delta Russia, loro riorchnnmcn f.O r. lor~ 1mpo: tanza politica . - Conside r;1:,i1ll~i ,;n l la .tal,l.(C'.t otJl 111 cav•\llcria. - Consi"'li prntic1 pc, g10\·nn 1 ulUcrnll _s~il O ct·istrnire il ~oldato di faotel'Ìa nel scn·1z10 1 tii c:ampagn:1. : · ·. . . . . · · · : » H ll' IST.\ ~T.\T iSTJ t:A. . _ _ Hussin . ~to nnrchin Anstrn-Un: gnrica. - BPl~10 - Pru5s1a , . .. .

5 41 76

91 116 128

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!IIOl\UlI!,NTO Al. Gl!riEilALP. ui:1. GF.)il0 Do:11.r.~ICO CHI OllO

1v1aggio .\!Ar:T1Nr C.>.r.r,o,

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l'iolc sulln slori11 della campag1rn dde_t JS8t6f, ~?~pi lala dalla SPziono isLoricn ile.I Corp9 , 1 a o u,a.,,g-ioro prnssiauo sotto la d11·ez1ono d1 S. E. 11 g~no-

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~IOLTKll . . • . . . . .. · ·. : · 1-ag. 159 La ;-o!levnzione 11~1la D_11lmazfi.1a .mcnd,onale nel~ i'·1nl11 nno ltlG9 . (Contmua:n.o,u:e m r.; . · · · · · 227

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c. c. _ GES.\lui

CUAJL\SCI.

li!r,iggi_ore d_e /. Gen io. -

nella g-ucrra 1conllnua.:10nc)

(RO:\'A C.\ !'OLl T! CO-~i ILlT.\R I': ,

J.~ telegrafi~

,, 263 290


510

INDIGE

Riv1STA TECNOLOGICA, - ~tacchina del capitano <I' arlig liel'Ì;) FERJ)I NAND O LA MONI.CA, da velare l'innesco dei tacch i da car tucce per le armi a retrocarica. - Il carro-cueina del maggiore Coin,unl'i1 per le tru ppe in cnmpagna . - Esperimenti sulla polvere da cannone in Inghilterra . . . . . . . . Pag. R1v1STA lH GI ORNALI. - Giornale del Genio .Militare. Milifor'ischo Blatter di Berlino . . . . » RI VISTA l)ll)LlOG!lAF I CA . T.a tr. legraphic militaire par THEO DOllE f1x , capitained 'tltat major . - Teoria sull'azione dei prùparati esplosivi, e leg-gi sul moto dei proietti nelle armi dn fuoco. - Tavo le figurat ive per la nuova teoria dell'istruzione della fanteria » RIVISTA STATISTI CA. Rumenia . »

305

317

320 330

Giugno .N. MARSm.u. ma.r;,qiore. pr ofe~sorn di storia gonerale e ·di

storia militare nella Scuola superiore di guerra. La guerra o la sua storia . . . . . . . Pag . E. C. -- No'te sulla storia della campagna del 1866, compilata dalla sezione istorica del Corpo di Stato Magg;orfi prussia no sollo la direzione di S. E. il. generale ì\loltke . . . . . . . . . . . . • . » ETTORE A nmN, Sotl otenenle. - Del Hegolameoto di disciplina in un n uovo ordinameo lo di leggi e regolamenti m il itari • . . . . . . . . . . . . » Lonov1co C,1.srnu ucc1, Luogotenente di vascello. - Cenni sul la cnrabina del la r egia mar ina trasformata a retrocarica. mod ello 1868 (con tarole) . . . . . » CltO NACA l'O U TICO-lllLITARl, . . . . R1v1sn STATtST.1C.L - Ordinamento dell'esercito

335

382 ,113

434 » 459 ausll'iaco » ,174 .

.

T.RCNOLOGICA. 11 fu oco liquido . .L Effetti comparativi della polvere da cannone e dd colone :fulminante - Le mitragliatri ci (con tavole lilogr afiehe . . . . . . . , . . . . . . » 481 Jl1v1srA 01 GH'R!HLI. - Lo Sµ ect11t.e ur l'llilitair11. - Wehr Zeitung. - Wlifar Zr itung - Mi litar Wochenblatt » ,195 RlVIST.\. lJIIJLI OGRAFI CA. ·- I.a scelta del soldato. - Vom Kriege, Ilin terlassenes Werk des Gen<·r als Cnl'l voo. Clausewitz Dritte Aufhtgc. Berlin. Ferd Oilmm\er's Verl agshuch handlung-, 1870. - Ein Rti.ck lilick auf ùic « 'fo ktischen Hi.ickblicke >> uod Entgegnung auf EntgPgnung- auf c!ie Schrift, « Ucb"r die prPussische Infanterie l l:'139, « von Bron.~art von Schellendo1·(, Oberstl ieutenant irn Grossen Cenf r alstabe. 8erlin 1870. Ernst Siegf'ried Mitller und Sohn Kòn ig. Buchhari dluug·. - Bollettino . . . . . . , . . ~ 501 RIVISH


llzuista. 11fiktare Jtf'ìtJ.

Ta.v:·1.

I CARA ,INA DELLA

R. MARINA

TRASFORMATA A RE'PROCAR:ICA

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Fèfno i cerniera Vitone Stelo Anello di cerniera Grano Piuolo di ritegno Molletta a spirale Vite della molla del pi olo di ritegno Pistone percussore Es\ratlori Manubrio Vile del vitone

N ln?avo nella cassa del pisfone percussore Camera 'earl\era esterna p Anello portatacco Q Cane " Vite. del nasello del cane ; Molla a spirale dello stel.o della coda del vitone " Incastro Incastro dell'anello di cerniera I' Piastrina della bacchella 9'· r Punta vitata della bacchetta · ., Tesla ciel perno di cerniera s' Dado a nasello del perno di cerniera lntaslìo pel braccio ad angolo retto nel\i est;allori é

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