RIVISTA MILITARE 1869 TOMO III

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'RIVISTi\

MILITARE ITALIANA RACCOLTA MENSILE DI SCIENZA, ARTE E

STORIA MILITARI

DELL' ESERC1T O I TA LI ANO

m. -

Ser.ie

Anno XIV. Tomo III.

G . CASSONE E .COMP. 'l'IPOGHA.1'1-llDI'l'ORI TORll'IIO

Via S. Frauc. da Paola,

Via Cal"Ollr, N° 8.

- 1.869


SULLA SCELTA D'UN

NUOVO MODELLO D'ARMA A RETROCARICA PER

LA FANTERIA DEL NOSTRO ESERCITO Proprietà, ·tetterm·ici

Moltissimi nuovi modelli di fucile apparvero, sopra~ lutto dopo la buona prova fotta dal fucile ad ago nella grande e recente guerra dei Prussiani, e nuovi rnodelli sorgono tuttora a soppiantare i precedenti; nè però fra gli Stati che già adottarono una nuova arma havvene. due che abbiano fatta la stessa scelta. Quindi è ben giustificato il procedere cauto finora da noi seguito in sitfal.ta scelta, di cui però attivamente si preoccopano il Ministero della guerra, e la speciale Commissione da· esso nominata, la quale già su due modelli, Beurton e Carcano, si arrestè, e ne determinò la prova in grande. In questo mentre il modello di un. altro Jtaliano, a_lmeno in quanto al .meccanismo di chiusura della culatta, è stato scelto per la fanteria inglese, a detta dei giornali di Londra (Vedi l'Italie_del 12 marzo). ?i li meccanismo a retrocarica è d'invenzione de} 1

F.renze, 1869 - G. Cassone e Comp. Tip. di S. ~L


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SULLA SCELTA

signor l\1artini; lo si dice essere di un13. semphci Là e di una solidità incomparabili » (1) : dai risulLati ivi rife riti consta che potrebbe fare 20 spari in 48 secondi, e che tutti colpirebbero alla distanza di ,1,100 metri (,1<200 ya rds) in un quadeato di 68 ,J ['.2 centime tri di lato (2 piedi 1 [4) . Questo breve raffronto bas ta a dare un' idea dell o stato attuale ancora incerto su lla m.iglio r scelta in questione , suil a quale scelta tace la Relazione clclln Giun ta. della nostra Cam era, nella quale Relazione, mentre si ammetteva la domanda dell 'onorevole Mi-

(1) Voici les détails que !es journaux de to ndrès nous apporlent au sujet du nouveau fusi! ndo pté pour l'ar mòc anglaisc : Le m 6ca11isme de cu lasse est d'inven(.ion de M. ~fortini; on le cl it et.re d'une simplicité et d'une solidité incomparables. Il n'y a rien de la platine ordinairc, toul l'appar cil à feu se trouvant dans l'intérieur. du bloc dc cu lasse et n e consis tanl qu'cn deux pièces. Le bloc de culnsse, r enferm é dans 1111 coffr e m assi f , est actionné par un levier-bascule piacé clerrièr e la sous-garde. Abstract.ion faite des deux mouvements. de cbarge et de tir que tous les fusils ont cn commun, la manreuvre so r éduH à deux temps. Un indicateur, rcssem blant cn quelquo sorto à u ne aiguille de cadrau, m ontro à l'extérieur si la pièce ' est arrn6e ou non. Un pelit verrou, en dcdans cJ.e la. sous-.gardo, pcrmet d'empéche~ une décharge accidenlelle, et esl <lestiué ù cou.t r Oler lo feu tro p r apido des troupos on ar,tion. On parvie.n t ·ù tirer 20 coups eu 48 secondcs . La cnnnelure du canon en acier est, d'après le système lfonry, à sept rainures uvee anglos r enlr ants, de manière à cc que la balle· se porle sur qua torze poinls . Le tour es l de 1,22, le calibre 11,43 millimèlres. La carLouche est cell e du coloncl Boxer, clinquan t avec carton, semblable à celle du premier système dc convcrsion en France. Sa charge e;;t 85 grain~ (5 gramm es5059); la balle pèse480grains (31 gr. 0921). Le poiqs tout entier du fusi! est de 9 livres 5 onces (4 kilog. 233). La trstj ectoire est tcllomcnt tcndue quc Ics balles sonl lan cées à une clistance de 1200 yards (à peu pròs 1100 mòtres) dans un oarré de deux pieds et un quart.

. D'U N NU OVO MODELLO

n' ARMA A RE'l'ROCAI\ICA

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' nistt·o della guerra · di trasportare nel bilancio del 11869 la somm a rimanente sull'esercizio dell'anno antececlen le per la trasformazione delle armi, lo si eccitava a presen tare entro il termine di due mesi un progetto cli legge per la: fabbricazio ne di 30,000 armi a retrocarica d'un nuovo modello, col seguente ordine del giorno:

« La Camera invita il signor Ministrn della guerra: «· 4 ° Ad attuare l'ordine del giorno votato dalla · Carn era nella tornata del ,1g giugno 1867, presentando entro due mesi un . progetto di legge per la spesa necessaria alla provvista e fabbri cazione di 'almeno 30,000 armi nuove a retro carica ed a calibro ridotto, da eseguirsi entrn il pros'simo anno 1870. « 2° Ad approfittare, per quanto è possibile, di tutte le risorse nazionali per fornire più sollecita-. mente all'esercito armi trasformate o di nuovo modello. »; 1

La Camera, mentre coll'ordine del giorno del 1867 pre-

occupa vasi di assicurare al MinisLro i mezzi pecuniarii per provvedere all' ese1:cito nostro le migliori -armi, sicuramente intendeva che l' attuazione si fa cesse qua ndo il nuovo modello d' arma fosse trovato e fosse tale da assicurare all'esercito istesso rilevanti vantaggi di tale nuova arma su quella trasformala. Quindi 'è da credere clie la stessa prescrizione di presentare un' apposi.la legge fosse per pl'Ovvedere i fondi occorrenti più che per obbligare il Ministro a precipitare la scelta cli un nuovo modello d'arma fru quell e conosciute , comunque poi il modello così ,scelto non fosse nell'u so tanto superiore al trasformato e potesse essere anche in breve tempo soppiantato da un altro migliore.


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o'uN NUOVO MODELLO o'Al\ìlfA A RE'rROCAIIIGA

SULLA SCEL'rA

Appare ora elle la Giunta della Camera propose sì stringente ordine del giorno nella fiducia che l'una delle armi in istudio presso la speciale Commissione sia giù quel miglior modello che si desidera da tutti trovare ·superiore assai al trasformato; ma per quanta . solerzia. e perspicacia svolger possano i membri della Commissione in si ardua quistione, non possono sicuramente dare al Ministro ed al Parlamento l'assicurazione che un'arma migliore non sorga poco dopo fatta la scelta loro, tanto pilì visto che su modelli diversi cadde .finora la scelta in tutti gli altri Stati,, e che nella Francia isCessa giù si prop_ose di surrogare il Chassepot e si disse testè avesse fatta una grossa commessà. agli Stati Uniti d'America di fucili Remington. Nè perciò devesi sicuramente . protrarre indefinitamente questa scelta da farsi, ma ben vorrà il Parlamento, in una. bisogna di tanta importanza militare • e finanziaria, che si proceda bene ponderando ogni cosa al riguardo, sicchè, prima di attuare un nuovo modello di arma, chiara .ne risuHi la superiorità e convenienza. La Giunta, nella sua Relazione, parlando delle difficoltà esposte dal 1Uinistro, dice: « pure essa non pub accettare interamente l'esposizione dei motivi e ]e considerazioni svolte dal Ministro su questo particolare; e sopratutto non può acconciarsi con tanta. calma e rassegnazione all'idea che per parecchi anni avvenire dovranno la nazione e l'esercito fare assegnamento sulle armi trasformate soltanto. » Le eonsiderazioni del Ministro riferivansi al tempo probabile per arrivare ad una huona scelta, e non escludevano punto, ove si i'invenisse un tal modello, di tosto attuarlo. Inoltre in detta Relazione soggiungevasi: « Le difficoltà che la Relazione ministeriale adombra quasi insormontabili ad una pronta deter-

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minazione del tipo di una nuova arma a calibro ridotto per Ì'esercito, non appariscono tali alla vostra Giunta. » E venendo a dire dei miglioramenti arrecati colle ultime modificazioni all'arma trasformata, la Giunta così prosegue: « !Ua questi nuovi pregi che la fanno accettare con sufliciente tranqidllità quale mezzo transitorio e pronto di pròvvedere alla celen:tèi del tiro congiunta ad un sensibile miglioramento nella sua efficacia, non tolgono la restante ed innegabz"le'inferioritù del nostro fucile trasform,cito rispetto agli armamenti perfezionati delle finitime nazioni militari.» Scorgesi dalle precitate parole quanta importanza si metta nella inaggior celeritit del tiro, nella riduzione del calibro, che in seguito si accenna avere già la Commissione determinato di rid urre da 17 fino a millimetri ·1O, 5, soggiungendo che pende la scelta soltanto fra due modelli d'armi molto buone. Con questa persuasione si comprende come la Giunta vivamente soggiunga : .« In questo stato di cose, è egli tuttora conveniente, è egli tollerabile che si soprassieda ancora alla fabbricazione delle nuove armi che sole possono collocare il nosf!ro eseràto ùi pciri o superiore cond1:zione clegli altri, e ciè.i unicamente per avere un grado maggiore di probabilità che il mode]lo presentato · non dovrà andare per l'avvenire soggetto a veruna essenz·iale o parziale modificazione, o che non sorgerà così presto altro sistema a lui superiore 6! » Vedesi. .averi~ la Giunta stessa concretati i punti importanti della vertenza: ,t Nella celeri là del tiro; 0 ~ Nella riduzione del calibro; 3° Nella inferiorità del fucile trasformato a paragone delle nu9ve armi; . 4° Nella scelta da farsi tra i due modelli già elaborati dalla Commissione speciale. O


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n'uN NUOYO MODELLO D'AIHIA A I\E'l'l\OCARtcA

SULLA SCELTA

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Rimane perciò a pesare il valoré assoluto o rel.lLivo di ci,iscuno di detti punti, per poter bilancial'ne l'importnnw o desumerne !et determ inazione cb prend~rsi per proporre ed attuare il più coscienziosamenLe possibile il voto unanime di migliorare i nostri armamenti ol pari degli altri Stati .. 1° La cderità del tiro ha sicuramente la sua importanza, alln. condizione di colpir giusto , conclizio1rn questa ben piLt importante che la celerità stessa, dipeuJente bensì dalla bontà dell'arma, ma assai più dal soldato (1) ,.. dallo sviluppo della sua educazione ccl istruzione che ne perfezionano l'intelligenza, dalla · sun morale disciplina·, dal rispetto e fiducia ehe gli · uITieiali seppero e poterono infondergli, quali tà tutte cl.1c gli danno .la bravura in facci.a al nemic.o , col sangue freddo necessario a ben puntare e sparare a tempo la sua arma. Per colpir giusto non sì può tirare tanto celeremente , nè tanto tirarono i soldaLi prussiani nella memorabile guerra do] ~ 866, r!ella quale sì disse sparassero in media 7 colpi caduno, e solo 25 -quelli che fecero il maggior numero di colpi. Duplicando e tripli cando anche y_uesLi numeri, dessi sono sempre · immensamente inferiori al numero delle cartucce consumate per soldato nelle precedenti guerre . . · Da <.:he proviene che i soldati prussjani bruciarono sì piccol nurnern dì cartucce in questa guerra , breve bensì, ma energica e piena di bauaglic~

Non già ai vantaggi proprii del fucile a retrocarica si può aurjbuire la grancl'issinrn influen~a nelle éonS<~guiLO vitto rie, ma ad altre ben più importanti g1ont, conseguenza dell'organizznziòne, all'essere cioè l'csereiLo composto di cittadini soldaLi, i qunli ugualmen te pagano olJa pa r,ria il tribuLo di san!)'uo che ._, b ' per _tale eguaglianza riesce egualmente lieve a tutti, all' essel'vì perciò compresa la pal'Le più C()lt.a della ~azio_nc, pe r il che yredomina in esso una maggior mLell1genzu, emul,~z10ne e fiducia, qualità cl: e ne corroborano la disciplina e ne accrescono In po tnnza ben più che il perfezionamento delle loro armi, a cui cfa)la plui:alitù si attribuiva la massirnn parte nei sorprP n:denti loro successi. Da ques Li successi, attribuiti in sul prii;eipio alla potenza delle armi, nacqtHi nna fronGLica gara nel rice~·care l~ massjrna possibile pcrfozionc da apportnrs1 al fucile a retrocaricn; nfa cli poi un inio'liorc e più riflessivo scrutinio dei fatti foce conosc:re le più vere ed importanti originj cli tali successi , e ne rimase il vantaggio proprio delle armi assai ridotto. Le vere cause dei successi prussiani opparirono ·sì preponderanti, che tosto i più gr'nndi SLa t.i ccecarono cl~ im~Larne la o~·ganizzazionc stata innanzi dai più d_Jl egg:mta: orgarnzzazione. fo.lta SUJlH base ehq, ogni cll.tadrno e soldaLo , orgamzzaz10ne non così fa.cilo ad attuarsi dappertutto, e che è però la sola che procura la maggior potenza ad un popolo, ìa sola elie realizza l'eguagl ianza Lra i cittad ini , non senza arnrn(:Ltere opportuni temperamenti che ln rendono, oso dire,- in fin dei conti meno gravosa i;t eìascuno ed alla nazione in co1npìesso. Quindi a ben altl'i perfezionamenti rivolgere bisogna e nostre cure , ben più influenti che non la più o Imeno grande perfezione dell'arma; e qui torna ac-

ra-

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(1) Le co lonel Fox a pu fo irc remarquer à juste raison que les causes d'iuexacLi tude dans lo tir par la faute clu soldat sont clans te rapport de 20 à 1, à la guerre . ave~ cellos qui proviennent de$ déJ'auts clc sa carabine (l. 12, livr. 45° de la Revue 1lf<t;)'itirne çt Colonictle, pag. 27).

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D'UN NUOVO , MODEUO D'ARMA A RETROCARICA

SULLA SCEJ:n.

concio l'esaminare se la considerazione la quale consigliò alla Giunta della Camera la proposta di non differire ulteriormente l'adozione di una nuova arma (vale a dire che allorquando si ha un tipo di arma buona non si debba preiermettere di adottarlo pel _ timore che nell'avvenire possa andar soggetto ad es- senziali o parziali modificazioni) non sia forse più giustamente e sin d'ora applicabile all'attuale fucile trasformato; se cioè questo non presenti tali vantaggi che poco .maggiori se ne possano pretendere da un nuovo tipo, e se quindi non si possa senza gravi :inconvenie'pti ritardarne il cambio con un nuovo modello, finò a tanto che questo nuovo modello sia adot' tato da più di un grande Stato, se pure non avverrà che la adozione di un unico tipo à.bbia luogo presso la maggioranza degli Stati, come avvenne del fucile a silice che era in tutti pressochè identico. A risolvere il forse predetto occorre aggiugnere lo esame degli altri due punti anzi accennati, cioè quello sulla ri~luzione del calibro e in qual misura si possa con esso conseguire la riduzione del carico portato dal soldato, e quello sull'inferiorità degli effetti del tiro del fucile trasformato su quelli dei fuc ili di nuovo modello, e in qual misura sussista tale inferiorità in guerra. Il solo essenziale vantaggio proveniente dalla riduzione del calibro sta nella riduzione del peso dell'arma e della cartuccia, con che di queste si potrebbe portare un maggio1· numero, quando ve ne fosse il bisogno, ciò che non è per le truppe meglio istruite. Quanto poi allo scemare il carico del soldato, come già dimostrammo nell'appendice sul miglior tipo di fucile della fanteria (pag. ·180 della 1lfe1noria del 1867, al § 13 della conclusione 6a} la più grande rid.u-

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zione, sul peso totale di 28k 18 portato dal soldato, che possa farsi sull'arma e sulle cartucce, anche coll'aumento delle cartucce da 40 a 100 , è appena di 2k 720, risullante dalle pallottole recate al minimo peso di 16 grammi, e dalla differenza tra il fucile ordinario trasformato ed il fucile nuovo del più piccolo calibro; questa riduzione, la quale potrebbe bene esser fatta sul restante equipaggio portalo dal soldato, per i prescelti modelli d'armi nuove e per 60 cartucce per soldato non sarebbe poi che di 4·1 O grammi circa , . come pel fucile Chassepot; il fucile nuovo inglese colla chiusura 1'Iartini eccederebbe invece il peso del nostro ·' trasformato (1). Il vantaggio adunque della riduzione del calibro in quanto concerne la riduzione del peso dell'arma e delle cartuccie, riducesi a ben poca cosa; ed in quanto agli effetti balistici non si accrescono giù, ma si riducono anch'essi colla riduzione del pesò delle cartuccie; perèi si dimostra non esservi scapito notevole limitandone la riduzione al puro necessario effetto {Vedi i particolari nella già detta Memoria, pag. 225);

(1)

Fucili nostri ~

trasformalo

Jl IIUO!O in pma

Il

Il CbasseP,ol

L'ingloso chiusura !larlini

Calibro in millimetri . Peso della pallottola, gr. Peso della carica, gr. " . Peso di 60 cartucce, kil .. Peso del fuci le solo senza la bacchetta , . , . Poso della baionetta . .

17. 5 36 4, 5 2. 550

10. 5 11 20. 4 25 4. 5 5. 25 2. 100 1. 980

11. 43 31. 10 5, 52 3,760

3. tl60 o. 350

4, 000 4. 050 o. 350 o. 350

4. 233 O. 350

Tot. carico del soldato, k.

6. 860

6. 450 6. 380

7. 340


D'UN NUOVO MODELLO D'ARMA A l\E'rHOCAl\lCA

SULLA SCEL'l'A

quindi non è male attenersi ad un peso della pallottola, pel' un'arma nuova, alquanto superiore ai sudcl eui 16 grammi , ai 118, 7 e ai 20 essendosi attenuti gl i Svizzeri. pel loro fucile modello 11863 colla carica 11 11 1 . . ai. 31· co li a canea . d.1 ,-<el .r ,. , 1• I)russ1an1 i , eC1 ora ·!f

Il,' ,.

.Alle distanze di metri Raggi ~ Svizzero . in ( Prussiano. cen~im: ILaliano .

'15

100 200 300 400 500 600

1

9 8

Hi

'13

17

1

39

37 1H tH- 69 ,1,is 70 163 22~) 1

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40

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1

11

gli Inglet,i ai 31 coll a. carica di :· .,. V~

6t1

In qunnto all'inferiorità del fucile trasformato negli effetti balistici, questi, se non sono, possono però ridmsi e riteners i almeno eguali a quelli · del fucile ad ago pru ssiuno: che se sono detti effetti infei'iori a quelli ~l.t,enuti nelle fatte esperienze comparati ve, non sono pf?r altro ùi molto inferiori a quelli del fucile svizzero, giud icato il migliore, come consta dal paragone follone con apposite esperienze (Vecli a pag. 114 della stessa Rii,ista Sm:zzera dell'anno 11865, l'iforita a pag. 205 della nostru ilife?noria 1867), dalle quali risultò che la metà migliore degli spari fatti alle distanze dì. passi colpirono col fucile pl'USsiano in circoli del raggio rispetLivo di centirn. o col fuc ile sv izzero in circoli de l rag:gio di centim.

800

1000

400

600

2'7

4,6

69 ·

g,r

25,5

40,5

5'7

81 1

Sui mrèdesi1oi fucili e sul nostro tra~forroaLo con la prnceder. te pallottola e caricn , q nesti altri risultali sono cl .11.i dal cenno sull e armi portatili degli esercili euru[Je·i ( Pnnta1 a 2" del nostro (horna te cl' Artiglieria, parte n, 1869).

Tanta inferiorità nella giustezza dei tiri del nostro fucile trasformato sarà per dileguarsi all'oeconcnza della inteocluzi.one cli nuove pallottole a vece delle preesistenti del fucile non trasfol'rnato, alleggerendo queste e facendo le ca.rtuccie meglio adatte al fucile a retrocarica, si èonseguirà uguale giustezza in circa del fucile prussiano. , Allora tale infetorità di verrà poco sensibile alle minori distanze ( flno a 600 passi), per le qùali più importa di tirare, men tre è buona regola il proibire di far fuoco al di là di 400 passi; ed è solo alle moggiori distanze che diviene notevole tale differenza cii giustezza, tanto più per i soldati meno istruiti e disciplinati, indipendentemente dalla gi11stezza propria dell'arma. Alleggel'ite frattanto le nuove pallottole· del fueile trasformato per renderne il tiro più radente, si potrà aspet.tare che sorga un nuovo modello, migliore ancora dei prescelti, e si eviterà così il pericolo cli dar :ragione al prov.erbio: Che per cercare il meglio sovente con danno si abbandona. il buono. A che adùnque ridurrebbesi l'in_feriorità del fucile trasformato sul prescelto migliore che sta per essere posto in prova a rnano dei soldati? In c1um1to alla: celeriLà superiore dei ti1.·i si è dimostralo essere superflua; in quanto a.Ila leggerezza dell'arma e delle munizioni la di.fferenza l'iducesi a poco o nulla, com-


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5ULl,A SCELTA

D l;N NlJ0\0 MODELLO D'AR~IA A 11ETROCAIIIC.\

parativamente al totale carico che porla il soldato; in quanto poi alla giustezza del tiro, ritenendola soltanto pari a quella del fucile prnssiano alla distanza di mille passi, starebbe a quella del fucile sv izzero come 81 2 a 96', ossia come 7 a 1O per la parte dovuta alle armi, mentre per la parte dovuta al soldato potendosi ridurre più o meno tale probabilità fìno

gliore, poichè a 1000 passi di distanza la metà so lo dei tÌl'i colpirebbero in un circolo di 96 centimetri cli .raggio, gi_usto pcrchè la loro pallottola pesa rncì1o ~e, due t~rz1 della inglese, e ci6 non pel'tanto la dif'... (erenza dL peso de l detto modello inglese del fucile con (ìO cartuccic, su quello in esperìmento da no i assai prossi111 0 allo svizzero pel culibro e paUouola non è che di Ok 890, a/l'atto insignificanlc ancora ris~eLLo al carico cli !28 chilogl'arnnn almeno portato dal soldato. Sul ·sistema di 111eccanism o a retrocarica JÒ di cono gli Ingle7i essel'c q~~llo ~forti ni , cla loro flnora prescelto, duna semphc1lù e di nna solidità incomparnbde, mentre da noi lo si troYa di meoo fac il e decomposizione e ricom posizione di quello dei modelli cli Beurton e Ca,rcano . Inver? tale ob~ie_zionc uppare fo ndata, ma pure il 111cccan 1smo Mart1111, una volta composto, sembra davv~ro . più s~m plicc assai : d'ultronde non appare òiflic1 lc 1!. mocl,.ficarne le in terne parti in guisa eia rendere sem plwe ad un tempo anche la composizione e decomposizione del meccanismo medesimo pe1· ripulirl o. . ~crtanto, dopo a-rer così ponderate le qualità del lucilc Lrn:;formato con qu ello di nuovo modello ora in espe1·imcnto da noi ed in Jng-liiltcrra, risulterebbe cito non ha\'vi poi tonta premu ra di fare la sostituzione di un nuo_vo modello d'arma a quel le esistenti, quuntu ben mugg10 r prn rnura li nvvi cli. proèacciarc al nostro e~erc!to Lutli gl_i ~Itri più importanti rnntnggi provc111enL1 da una rn 1gliore organ izzazione. llipctinmolo adu nqu e, se havvi inferioriLà deo-J-i effcui del tiro su l cam po degli esercizi, quesla.infe,·ioritù , soprn tuno colla sostit uzione di cartu ccic intiera111cnte fntlc all' uopo, puè> ben dil eguarsi e scambiarsi in una gra~1d_e superiorith sui c.J1}1pi di battaglia, pel' poco acquistino le nostre truppe q nelle qualità ben

1

ad ~ circa, vedesi quanta maggior probabilit.à '1i tirar 2 giusto ottenere si possa dagli altri perfezionam enti meno costosi e ben più efficaci, che non dalla maggiore o minore perfezione dell'arma. In quanto alla minor tensione del tiro del fuci le · trasformato,. pt•ovenendo dal soverchio peso di U6 gr. delle pallottole già in uso pel fuc~lc prima della sua trasformazione , su quello del modello ora in prova di soli grammi 20, 4 , ognora quando non si creda opportuno di accrescerne la carica, si potrebbero , come giù si disse, fare le nuove pallottole anche pel fucile attuale trasformato di minor peso , cd assicurandone meglio la rotazione conseguire una maggior giustezza nel tiro. È però da notare che la pallottola del succitato più recente modello di fucile per l'esercito inglese pesa gr. 3,1, 2, poco meno di 36 gl'ammi, peso della nostra , ed è sparata con una carica di 5, 52 grammi, carica maggiore della noslr·a che è di grammi 4, 50, . e solo relativamen te alla pallottola infe riore a quella del modello da noi in esperimento. Quindi appare avere l'Inghilterra voluto conservare come per lo passato una maggior potenza de' suoi tiri ed avere conseguito, a detta del Times, una maggior gi ustezza veramente incomparabile, tale ch e a 1100 metri sarebbero tulli gli spari compresi in un quadrato di 68 centimetri di lato, giustezza più di 9 volte quella del fuci le svizzet·o fi nora giudicato il mi-

ANNO XI I', VO L. Ili.

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SULLA SCELTA D'UN NUOVO MODEl,LO DjARMA A RETROCARiCA

più importanti, alle quali sono con maggior ragione da attribuirsi in massima parte le grandi vittorie dei Prussiani; e per ciò conseguire anche da noi; sopra ogni altra cosa Governo e Parl:unento hanno da at. tendere a raggiungere il perfezionamento organico c.ivile e militare immedesimato nella Prussia, .onde avere un esercito di soldati cittadini egualmente <lisciplinato e forte . Sicuramente, appena sorga un nuovo modello di arma per la cui superiorità ne avvenga l'adozione almeno in due geandi Stati, dovrebbe a.llora il Governo nostro essere almeno il terzo ad adottarla e prontamente surrogarla a quella attuale trasformata; ed a ciò provvedendo, come provvede fin d'ora coll'impianto in paese delle necessarie manifatture, egli seguirebbe bensì gli impulsi delfa Giunta parlamentare, ma regolandoli com·e è suo dovere e dirigendoli al miglior scopo possibile.

G.

CAVALLI

.Luogotenente generale.

; 1'

HISTOIRE DE LA CAMPAGNE DE f866 rédigéc par la seclion hisloriquc du Corps royal tl'ÉtaL-Major, sous la dircction dc S. E. le général De Holtke, lraduil dc l'allemaod par Al. Furcy Ra1n10nd, capitainc au 90° de ligne.

Leggendo con attenzione l'importante s toria della campagna prussiana del 1866, mi è avvenuto di prendere talora alcune note, talora di fare qualche osservazione ed infine qualcl1e parallelo. Queste ho io qui raccolte alla buona seguendo lo stesso ordine del libro, solo riunendo in questa prima parte tutto che è relativo alla campagna dell'Alemagna dell'occidente. L'obbietto che rrri sono proposto è stato non solo di fare qualche· considerazione dal punto di vista dei principii dell'arte della guerra, ma ebbi di mira ben anche, e più specialmente, l'affetto per i! nostro eser.cito; perocchè scrittori stranieri, e maggiormente i nostrani, guidati da ragionamento più che da espe~ rienza della guerra, hanno criticato severamente fat~i ed inconvenienti che sono nella natura stessa della guena, e che pure altrove sonosi più g1·avemente


.t1IS'l'O mt 20 manifestati, senza che ·perciò biasimo alcuno ne sia venuto a quegli eserciti. Certo non devesi preferire, , come si soleva dire altre volte, le parattre à, l'etre, però è fuoe di dubbio che quando le crìLiche sono gsageràte, o passionatc, fanno dubitare della lòro giu::;tezza, oppure fanno nascere lo. sconforto, anzichè correggere, quale sarebbe il loro scopo.

Ca1upng11a (lell' Alemagua occitleutale.

I.

Tre divisioni prussiane si mossero il 15 giugno per invadere l' Annover e l'Assia Casse!. La divisione Manteuffel · dal nord , partendo da Altona, si di resse ad · Amburgo e ad Annover; la divisione Goeben sotto .Falckensteìn, da M:ìnden sul Weser, si dir'esse anche ad Annover; ed infine la forte d'ivisione Deyer si diresse da Wetzlar su Cassel. Entrambi gli Stati di Annover e di Assia Cassel non avevano fallo alcun preparativo di guerra, sognando non so che neutralità, o negoziato diplomatico ; dimochè solo il 117 di giugno diedero l'ordine di mobilizzazione dell'eseTcito I E nello stesso tempo il re di Annover si deciBe di concentrare i_] suo esercito a Goettingen, estremità. sud del suo regno; e così pure nell'Assia sì tosto si seppe della marcia . della forte divisione Beyer, le truppe furono clirette verso la parte sud del paese a Ifonau. Ora sin dai primordi della campagna si osserva che gli Stati della Confederazione non obbedivano, nè se-·

DE LA CAMPAGNE DE

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guivano un disegno prestabilito e di accoi:do , ma ciaseuno operava secondo il particolare suo interesse, dimenticando che qualora l'interesse prinçipale venisse a mancare, gl'interessi. particolari sarebbero stati facilmente sacrificati. O si credeva che il corpo di Beyer fosse di tale forza, ed in tale posizione relativa da poter intercettare le comunicazioni col Meno, oppure no. Se si credeva, peechè gli Annoveresi si concentrarono a Goettingen, invee.e di proseguire per strada ferrata a Fulda? Viene addotta per ragioì-le che occorrevano tre o quaLtro giorni per provvedersi di materiale, e di tutto l'a.Lbisognevole, e ordinal'si : a siffatta obbiezione si potrebbe ri spondere che le stesse risorse potevano per convogli pervenire a Fulda, e non arrestarsi a Goettingen. In ogni modo, anche supposto che non lo potessero fare, era certamente primo dovere quello di. assicurare Fii1teresse principale, sacrificando qualehe parte accessoria; laddove per non aver seguita questa massin1a, si dovè poi sacrificare il tutto I - Se non si credeva che il corpo cli BeY,er pot~sse essere di ostacolo, e che lo si potesse balteee, perchè in tal caso privarsi della foTte brigata assiana che el'a di 4 a 1S mila uomini? - I dicia.nnové mila uomini annoveresi, uniti ai !1- o 5 mila Assiani, avrebbel'o molto più facilmente potuto aprirsi una straçla. Questo abbiamo voluto brevemente notare per mostrare come non esistesse, sin dalle prime operazioni di concentramento, nè unità, nè disegno, nè accordo dell'esercito della Confederazione. Cosa ehe verremo notando le molte volte in seguito . . La marcia delle tre divisioni prussiane: una proveniente dal nortl, e due dall'ovest, a più .di -160 a '.200 chilometri lontane l'une dall'altra, quantunque sembri contro le- rngole n:iilitari, pur tuttavia non è soggetta


ars'rornE

a critica, per le seguenti ragioni. Anzitutto perchè que' corpi non poteronsi riunire, se non in quei punti dov'erano a tenere guarnigioni; secondariamente perchè risultava notorio che gli armamenti della confedernzione erano in gran ritardo. Ne viene qtùndi di con- . seguenza che In prirna regola ed il primo scopo doveva esser cli cercare di ag-ire nl più presto, e di penetrare subito nel paese, per impedire appunto l'organizzarsi delle forze ed il loro concentramento; cosa che infatti fu eseguita. Se si fosse perduto il tempo necessario al concentramento delle tre c\livisioni prussiane, si sarebbe fallito l'oggetto; e non afferrata per tal modo l'occasione, questa sarebbe per sempre sfuggita. E · l'occasione è calva per di dietro I Saputa Cassel occupata dnlla divisione Beyer, gli Annoveresi il '.i.lii giugn9 si mettono in marcia e volendola evitare si allontanano dalle strade che · menano a Casse! ed a Wurtzenhaussen, battendo quella verso S. E. diretta a Heilingenstatd. Informati che a Eschwege eransi visti de' Prussiani, si dirigono a. Mulhausen per prendere poi o la strada di Eisenach, o quella di Gota. Riconosciuta occupata Eisenach, si dirigono a Langensalza, per prendere da colà la direzione di Gota. Tra il 22 ed il 23 si trovano a Langensalza, con avanguardia a Gross-Ileringen e Heningsleben , cioè a meno di 15 chilometri dai varchi per eui passare. Questo pare a chi legge che debba essere il momento della crisi; cioè gli Annoveresi o faranno fo1:e dimostrazione verso Gota dall'avanguardia, che nello stesso tempo in Lercetterà la strada ferrata fra Eisenach e Gota, ed attaccheranno Eisenach; ovvero agiranno in modo inverso. La crisi quindi pare éerto ché debba succedere tra il 23 ed il 25. Inoltre se, come è loro noto, i paesi fra Mùnden, Eschwege, Eisenacb e Gota

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sono occupati, la suddivisione delle forze del nemico deve farli persu asi che non potranno incontrare in tutLi i punti grandi resisLenze, epperb l'attacco su uno di tali punti dovrebbe avere grandi probabilità cli riuscita. Era in ogni modo necessità di aprirsi al più presto un varco, perocchè con l'attendere e ritardare altro non facevano che dar tempo e mezzi al nemico di amnentare eia quella parte le sue forze, siccome difatti non mancò cli fare con _ogni mezzo ogni giorno, senza guadagna!' nulla per sè. Pertanto se gli Annoveresi .allaccavano e sconfiggevano le forze che sbarravano uno de' varchi, la loro congiunzione con le forze confederate era possibile, era anzi assicurata; laddove se rimanevan o n.ell'inazione era- la congiunzione impossibile, e ciuindi tosto o tardi sarebbero stnti co~tretti a capitolare . Se non che non volendo essi capitolare senza prima combattere, perchè non comba.tt.ere quando nna via di salute si sarebbe loro presentata in caso fort t:lllato? Mentre nell'altro caso nessuno sca:mpo era natu;·alm ente presumibile! Ed in vero si sa ora che per qualunque di quei due punti a.vessero tentato di passare sì nel giorno 23, che il 24 e finanche il 25, non avrebbero rncontrata che una minima resistenza, non· essendovi ad Eisenach ed a Gota, almeno sino alla rnetì1 del 25, che pochi battagl.ioni, e di truppe la mao·gior parte cli landwer. Nozioni che certo non b . . ' dovev,1110 rnancàre allo stato maggiore annoverese, c10e la · cognizi nne -delle forze nemiche, loro sì vi cine, ed in un 1.rnc:.;f! non nemico. Essi avrebbero pur potuto tentare' ]'i 1,;presa anche 'il 26 o il 27 e 28, ed è pr_e -su1nibile ora , con buon successo, giacchè non avrebbero ti-ova tu, a Gota che quelle stesse forze eh' essi sbaragliarono a Langensalza. Ma comunque la cosa Rndassfl, r- ìpt'lo, se. bat1evar10 i difensori di Gota, il varco era aperLo ; se no, la loro condizione non pot.eva


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HlSTOll\E

diventare più trista di qu.ella che Io fu dopo l'inutile combaLLimonto di Langensa lza . Dopo tuLLociò è vera . mente da dubitare che negli Annovcrosi n fosse la risoluzione di aprirsi la strada, e concentrarsi col 7° ecl 8° corpo della Confedernzione. Essi invece si diedero ad intavolare trattative alle quali trovarono naturalm ente condiscendenti i Prussiani che approfittarono di quel tem po per occupaee: Gota con 8,150 uomini, 353 cavalli , 12 pezzi, Eisenach con '12,000 uomini , 550 cavalli, 28 pe7.zi, Krenzbourg e Treffurt con 8,000 ·uom.ini, 250 cava lli, G pezzi , nel rnentre che la divisione i\Iante uffel rinforzata marci ava dal nord-ovest, da GoetLingen su · Langensalza. La disposizione delle trnppe prussiane pet' impi;diro il passo agli Annoveresi non mi sernbra· veramente da ritenersi come mode llo. Cile fecero essi in fallo se non che o·ceupare in forza tutti gli sbocchi per cui il nemico avrebbe potuto tentare.. cli uscire? Di modo elle con forze molto maggiori del nemico si venivano a trovare in ogni punto in rni'noranza, e quindi nella possibilità. cli cornpromeltcre il loro obbieLLo; laddove sarebbe stato miglior consiglio, e conforme alla regola rnili taee, quella di fnr'e osservare con una qualche fona le diverse strn.de, e raccogliere in uno o più punti centrali una forte riservà da portarsi su l punto minacciato - cosa che era tanto più agevole ad effettuarsi avendosi la stradD ferrata che da Cassel pee 1': isc nach, Gota, Erfurt, fasciava tutti gli sbocchi. 01'a tra il 26 e il 2'7 essendovi più di 4,2 mila I)russiani che circondavano ad una rnarcia di distanza il co rpo annoverese cli ,J 8 a 19 r:p.ila uomini, la catastrofe appa1·irebhe chiaramente determinata: queHe forze cioè si metteranno in marcia contemporaneamen te, peendendo Langensalr.a per punto di direzione, e gli 1

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Annovcrosi, cÌL'conclati da così poderos~ nemico, faranno una li eve difesa per l'onore delle armi, e quindi una capitolazione. Inveco nulla di lullo questo è accaduto; chè anzi trovinmo narrata, in modo blando, una sconfìua prussiana ! Vedi bizzarrie della guerra I Ecco come andarono le cose. li generale Fitlckenstein ordina al genernle Flies, che comandava a Gota, cli partire il giorno 26 e di mettersi sulle tracce degli Annovercsi. Flies difaLLi si avanza, incontra li Annoveresi c.he si rilirnno da Behringen su Langcnsalza, ed in allora si arresla prendendo posizione a Ballstedt; venula la sera, si ritira anche più addietro nella posizione di '\Vaàa, ancora più vieino a Gota. Se doveva correr sulle Lrncce degli Annoveresì perchè si arresta e poi si ritira ~ Così foc,endo non nwncava egli agìi ordini ricevuti? Il genera le Falclrnnstein crede di aspettnre ancora il giorno 27 per atlacca re, r, cli\ soltanto l'ordine al generalo Fl ies di n·on _attacr,are gli Annoveresi finchè restano a Langcnsalza, tenendosi però c9n loro sempre a conlatto (toi~jou:rs l'épée dans les refns). Il 27 il generale Flies si porta su Langensalza, nel mentre che Falckcnstein se ne va a Casse I per affari amniini'strativi I Il genernle Flies che il giorno innanzi non solo non aveva attaccato gli Annoveresi in marcia di fian co· innanz i a lu i, non solo non si era posto loro in coda per non perdedi di_vista (come ne avera l'ordine) , ma per contro si era ritirato , il '37, invece eh prender.e posiz ione innanr.i Heningsleben per osservare il nemico, fa attacca.re .Langensnlr.a, e poi la forte posizione che il nemico aveva preso dietro l'Unstrut, tra 'fhamsbruch Merxleben e Nagolstedt. . È possibile che abbia eg!i agito di suo capo ? Non pare, ricordando la sua prudenza eccessiva del giorno antecedente' ; quindi sembra che qirnlche online posi-


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HISTOillE

Livo abbia dovuto ricevere . La Relazione prussiana nella pagina r:he precede la descrizione del combattimento di Langensnlza è poco chiara, e contracldicentesi; qu nlche reticenza sembra che vi si nasconda . Ed infatti chl rapporto' del duca Ernesto cl i G·ota si . ri leva che l'ord ine venne da Berlino di attnccal'e caute qiie caute. Cosl è successo, e succederà sempre quando tla lungi si voglia comandare e dirigere avvenimenti che cambiano ad ogni istante! (:ìli Arrno veresi respingono gli attacchi prussiani, li atLa ccano a loro volta, li battono e li perseg uitano pel' buon trauo, prendono due pezzi e fanno da più rli 900 prig ioni, ed immantinenti Rppena fatto ciò , climanclano un armi stizio. Nel combattirhento vi erano: Annovrresi Id. Id .

Prussiani

Id. Id .

'13,390 di fanteria.

1,734 di cavalleria. 42 pezzi.

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8,'150 di fanteria . 225 di cavalleria. 24 pezzi.

Perchè i Prussiani azzardano un combattimento non nrcessario in cond izioni così sfa vorevoli? E devesi osservare ezia nd io che le forze prussian e erano non solo info ri?ri per num ero, ma anche per qualitli , esSPodovi fra es~e cinque hall:agl ioni di lancìwcr, nrmati per sopr,,ppiù cli fuc ili Mini é e non a retro.car ic·a . !~ strano q11esto combattimento che non si potrebbe ai ce_rto spi0gnre, se non si arnmettesse r·o gli strani· ca p ricci, le eombinazioni eri i malintesi della g ll erra . Più di ,i ,() rni ln uomini circ·onrlano un nu cieo dÌ meno di 19 miìa, e~ frat.Lanto si rnanda una piccola frazione ,

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non della miglior truppa a :::ornbaLtere J Se il con,hattimen to fosse avve.nuto di pi ù buon'ora, e se for te nell'animo degli Annoveresi fosse persistito il pensi ero' di aprirsi un va rco, al sud , quella avrebbe potuto essere una favore vole cong;iu ritura. Infatti troviam o nel rapporto del duca Sax- Cob urgo: Elles (le truppe prussiane) éta ient s i harassées de fatigue que ]'on pourrait s'attcndre ù devoir reeul er jusqu'à Erfurt, si l'ennem i poursuivait le len dcmain ses premicrs avantages . Da qu anto poco dipendono le vittorie ed i successi! Bisogna convenire che la fortuna agevolò in modo grandissimo le operazioni de' Prussiani. Irnperocc.lrA se il 27 e il 28 i Ba,varesi, la cui avanguardia era giunta a 'Meiningen , in lu ogo di arrestarsi avessero proseg uit,l la loro marcia su 'Eisenach, egli è certo che le forze pruss_iane co rnand àte da Goebrn si sarebbel'o portate · l~ro rn_conLro, e _quindi Fl ies ba ttuto , e senza speranza d1 vemr appoggialo è~ sostenuto si sarebbe dov uto riti'.·cu·e a Erfurt o ad Eiscnach, 1~ lasciare i] passo aperto agli Annoveresi. Il co rnba ttirn ento cli Langensa.lza dù chiaro a vedere che se gli Annoveresi si fossero porta ti nei giorni antecedenti su Eisenach , o su Gota, avrebbero potuto senza grande difficoltà aprirsi un varco . . · A leggere quell a Relazione si fa palese tosto un rlifetto che esisteva nella direzione prussiann : fraaanto che, Falckenstein comandava sopra luogo, da Ber-l ino venivano contemporaneamente altri ordini, e contrordini, diretti a lui, <1i generali e fln aneo ai c:omandanti di distaccamenti; ordini spèsso in contra cl diziorw de:i primi. Po rse questa è la circostanza che spiega i non pochi errori commessi in sì breve period o d'i tempo, e ta'Je confusi on e du l'ò sino all a cap itol nz:inne. Infatti si legge nella detta storia, alla fine del c,ipo.,. .... . a ' pagina 73, che da llerlino si ordina va a Man t.eutfeJ


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JTJSTOIHE

di fare la capitolazione ed offrire condizioni onorifiche, nel mentre che dall'nltra F,dckens tein, eh' era il generale in capo, stava trattando a sua volta I! Nel combattimento di Langensalza si scol'ge come bene i Prussiani seppero occ upare il terreno, e· difatti immediatamente dopo l' occupazione del paese si portarono sull'altura de' Giu dei e sul Erbs-herg, che con l'occ upazi on e de' caseggia ti al piede dell'altura facevnno di quella una bella e forte posizione. ~la sin da questo combattimen to si osserva un 10110 difetto che noteremo soven te, cioè una grande tendenza a voler troppo distendersi ed abbracciare. Jnfaui Fli es, che occupava gi.\ 11 n'esteso posizione, manda una colonna sin verso Thamsbrùcl1, ed in tal modo veni va ad occupal'e con 8 mila uomini una distesa cl i almeno 4 mila metri ; per cui fu costretto quasi fin dal principio ad im piegare tutte le sue fo rze e ri man ere ' senza riserva. Il distendersi vet·so Thamsbrtich era poi doppiamente erroneo, sì. perchè, come abbiamo detto, troppo si estendeva, e sì nnclie perch è la sun linen di ba ttaglia essen do in cli na ta su lla direzione principal e dell a lin ea di ritiralo, più si avnnza va verso 'l'hamsbrucl1, più crn compromessa qucll' ala contro un aLtacco che il nemico da Nugelstecl t poteva tentare sulla sunlin ca cli ritirata. In questo con1bat.timento avevano i Prussiani sette· baLLagl ioni cl i lin ea, elci quali due di Gola , un baLLaglionc di .riserva, oltre a einque battaglioni di Jondwer, e tre squadron i di cavalleria de i <Jll4li uno di landwer. È stato il solo com battim ento in tutt a In guerra in cui la lnndwer abbia preso parte in una certa forza, e nem meno qui ascendeva che a poco più di 2 mila ~101nini . .Non sa ppiamo se ahbin fa tto buonn prova, ma troviamo che non pe rdè ell e il 5 °[., di LlOnJin i tra morti e feriti, nel ment1·e che i battaglioni di linea perdettero ual 12 al 11'1 PCI' 0 [o, cd il 7 "lo il batta-

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glion e di riserva. Ciò poLrnbbe far credere ch e non si battesse strenuamente. r.osa che vien e confermala da questo periodo del rap porto del duca cli Gota. « Tous les deux opéraient Jeur retraile isolément « (cl'aQo du e mezzi Lattnglioni di linea) sur l' extrème « droite et avaient, en rneme tenips, ;\ recueillil' dan s « leurs ca rl'és un grand nombre de solda ts dispel'sés « appartenants ù la landwehr. » È da osse rvare che la land·wel' non era armata che di fucili Minié, locchè proverebbe due cose : che malgt·iHlo i preparativi fotti da lunga mano la Prussia non era intieramen le preparata per la guerra, altrimenti avreb be pensato anche di armare la Iand"·er di fucil i ad ago, dovend o essa ritenere questa come la. migliol'e arma : prova inolLre che in Prussia non si teneva quella milizia in quel gran conto che i giornali hann o voluto attrib uirle, che altrimenti si sarebbe fatto il sacrificio necessa rio per armafla con fu cili ad ago. Ch e i preparativ i non fossero del tutto completi, lo prova la stessa Relazione che assercra le division i .Beyer e Gocben essere state fo rtunate di trovo.re a Casse! e ad Annover i magazzini militari e gli arsenal i abban donati dai nem ici, perchè poteron o provvedersi cosi di molti oggetti necessari, ed in particolar modo per orgao izzaee un equipaggio leggero da ponte, Birago, un' ambul anza leggen.1; com pl etare gli equipaggi da campagna de' reggimenti , le colonne dc' viveri , specialmente per la divisione Beyer, un a sezione d'in lendenza; com pletare il quanta Livo dei cavalli neeessari e formare un .deposito cli rimonta. · Se le opel'azioni posteriori de' .Prussian i non avessero mostrato il gran sapere e la pratica che aveva no dell'arte della gue rra, questo primo breve periodo lascerebbe nell'anim o una op inione tuLt'ailro che favorevo le I Di-


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ITISTOIRE

sposizioni di trnppe non adatte allo scopo; marce e cont.romarce, ordini e contrordini; vi è un generale 'i n capo e frattanto si comanda da Berlino, ma 'non si comanda solo al generale in capo (sarebbe stato meno malt!) , ma ai singoli genernli, ai comandanti cli disiuccnnwn li. Avendosi forze più che doppie del ne~ mieo s'impegna volonfariamente un combattimento inulile coJ1 forze rneno della meli\ di que lle nemiche, e non della migliore qùalitù . È il risultato? Farsi battere completamente, ed aprire quasi al nemico il campo di poter prnsegu ire le sue operazioni ! Sono q11esti errori che avrebbero screditato qualunque altro esercito, il quale non fosse poscia stato così costa:1temente fortunato, resistente ed ab ile. Ma le vittorie dipoi fecero intieramenle dimenticare gli enori commessi nei primordii della campagna cli Annover. Un'altra osservazione ci è occorso di fare, leggendo la narrazione storica dell o stato maggiore prussian o, ed è che avrebbe potuto essere più veritiera nei particolari. Avcvano acquistato glot·ia a sufficienza nel1' ulLillla ~ampag nn da poter lasciare le tinte quali erauo e non imbel lcLtarle semp l'e. Non ci occoi·se di rileva re un solo punto in cui si dicesse die un corpo si era disordinato; tutt'al più si 11sa la frase, cli c siccome si erano baLtuti distesi in cacciato t·i per parecch'ie ore, così un po' di confusione si era man ifes ta ta nei loro ranghi. Per esempio quando tratta della ritirata dice: la superiorità, nu.merica del nemico era troppo grande (ma lo snpev:rno ben essi 011 dapprima); it genera.le Flies pensò che sare/Jbe cla inseusato prolungare la lotta (anzi cominciarla); combatte:ndo, egli non avevci avuto che uno scopo: CVl'l'CStare l'esercz'to ar~ noverese (<·ho non si moveva) ; questo scopo egli l'aveva

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completamente raggiunto ccl anche sorpassato . Ordmò la ritirctta. Sonq in questo peri odo i.a nte inesattezze quan te son .le parole. 11 generale Flies fu costretto a ritirarsi per t cont,·o_aLL~~clti l~tti dagli Annovercsi dopo che ebbero resp 1nt1 1 suoi insensciti altricehi. - - Bello è lo scopo che si era prefisso il Flies di arrestare chi stava accampato e fermo su lle rive del torrente I ·- Al contrario .egli di ede tutta la libcrtA possibi le di forn qufdlo che piacesse al nemico, pcrchè fu desso che venne fo'.·zato a l'itirarsi fìn vicino a Gota; quindi il nemico se av~va l'jntenzione, com e cred eva il q11articr g~n~1·ale, . cl~ prendere la direzione dell'est, era Jiberissm10 di farl o e fo rse anche poteva dirigersi J-i bcrnrnente verso il sud. . Per noi s~a che Flies attaccò pcrchè ebbe ordine d1 fa rlo, e p0rchè confidava che altri surebbe concorso all'attacco. Nel momento della ritirata non aveva più ~epp~re una . compagnia di riserva, locchè involve l opnuone che credeva di venir soccorso; nltrimen ti sareb be da severamente biasimaee. 11 Flies auaccando e facendosi battere completamente, mancò affaLLo allo scopo - ripeLiarno che crnd iamo che ciò non sia succeduto per colpa sua - ma tale fu il fotto. Ora ci siamo diman dati è egli così diflicile d.i dire la verità, che anche coloro che sono usciti con tanto onore da una lotta c~rcano ogni ni esch ino lllezzo per ma schera rla? Ma- vedi caso curioso : noi cl1e siun10 un giovine esercito e clie non abbiamo ancora una vera storia mil itare nazionale, ebbene nelle nostre I'lelazioni, 1:arc incr~clibile ma è pur vero, abbiamo sempre caricate le trnte oscure ed anzichè trnvarc la bu~na l'agi?ne. di una .mossa siamo andaLi nd esngerare le rag1om con trane. - È un bene o un male? -


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H1S'1'0I1\E

Le esagera~ioni in qualunque senso sono un mal e. S~a bene solo la verità vera, senza passione, senza. oclw e senza amore. Se non che 'v' baijDO pur Li'oppo d!':i giovani scrittori miJita.ri fra noi dì l'illHU'Chevo]e Ìno-eO'nO che per tenù1 di non dì r tu Lta la verità, non O· O ' la dicono davvero, esagerandone le fosche tinte. Fatta questa qualunque breve digressione torniamo ali' ar ~m@~. . Gli Annoveresi sino al conlba.tLirnento cl i Langensalia operarono senza risoluzion e, senza in telligenza e sen za politica. Senza risoluzione, -poichè per qualunque punto avrebbero voluto sboccare, saputolo occupato dai Prussiani, · marciavano oltre; senza intelligenza, percb è avrebbero dovuto ben comprendere clie ·non dapertutto potevano trovare seria resis tenza ; senza politica perchè quando videro che il nemico veniva con loro a discussione, a trattative, ciò doveva farli avvert1t1 che sio·nificava non aver esso fon:e per opporsi loro con 0 sicura riuscita; oJLre di che il tem po che si perdeva a trattnre era tutLo contro di loro ! Ma se si mostrarono poco capaei nella dfrezione della guerra, al combattimento di Langensalza si rnoslr,JI·ono per contro eminen temente valorosi ed opernrono bene; poicl1è non è dn dimenticare che combatterono colà solo per l'onore delle armi; cliè si sape'1ano dapertull~ circondati da forze superiori; e malgrado questo s.1 distinsero in modo da battere intieramenl.e la divisione 'Flies: e l'averle fatto un migliaio di prigionieri, è . certo un bel ris ultato. - Dicevamo che manovrarono anche bene, poichè dopo aver respinti gli atLacchi prussiani, quando presero l'offensiva la presero specialmente dalla loro ala sinistra, cioè da qu el punto che era più innanzi e che minacciava seriamente di tagliare le com unicazioni prllss.iane su Gota. E se in

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DE LA CAMPAGNE DE 1866

vece di ostinarsi a passare il fiume dirimp!:)tto a Erbsberg, posizione difficile, si fossero recati più al S. E. . verso Nagalstadt, come fece un reggi mento di cavalleria, ègl i è certo che avrebbero posto in gravi imbarazzi la ritirata della divistone prussiana, e molti altri trofei avrebbero polllto raccogliere.

(Contfnua)

ANN,O x1v,s,VOL.

HL

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CONSIDERAZIONI SULL'ORDINAMENTO MIL!T. DEL REGNO

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.teso che, pei· entrare nello stato maggiore, oltre all'aver fatto il corso d'armi dotte nell'Accademia militare, bisognava nel più dei c~si appartenere alla casta aristocratica: dopo il 1849 naturalmente essa si .democratizzò e si cercò di dargli un indirizzo piuttosto pratico, anzi<:hè scien tifi eo, reclutandone gli ufficiali fra le altre armi: il corpo, così ·formato, ha fatto piuttosto buona prova nel 4859. 'Dopo 'il ·1859 egli andò ì~contro, e forse più d'un altro corpo, a que1le st.esse ca.use di debolezza che in gen erale hanno risentito tutte le armi , per causa del subilo.neo e precipitato ingrandimento · dei quadri. Dopo la guerra del 1866 si è intrapresa ui;ia cura tutta speciale di questo corpo, e si direbbe che vi' sia l'intenzione di farne un vivaio di dotti e brillanti ufficiali, i ciuali ritornando annualmente in . certo numero nei corpi da cui provengono, debbono diffondervi tutto il pateimonio di cognizfoni acquistate alla Scuola superiore di guerra. L'idea ed il fine che si vuol raggiungere sono ottimi : ma si potrebbe ottenere lo stesso scopo senza aver bisogno di un corpo speciale. Il mio modo di !.: • vedere su questa questione è. affatto radicale : io pro; ]f) penderei a togliere a questo corpo la sua esistenza ,\ speciale. L'egregio, autore della preziosa opera L'armée n "~.,.{ dans la société moderne,· ha svolto alcune sue idee /• .. sul reclutam en to degli uffiziali di sttito maggiore e Je \ ha enunziale con tanto spirito. che non so trattenermi dal metterle -sott'occhio del lettore. lìqes to libro essen do poco diffuso , spero anche che 11... ,tura delle pagine che riporto invoglierà qualcuno a leggerlo, chè desso è una delle più belle opere militari che siano uscite in Francia da alcuni anni a questa parte; almeno io la reputo tale. · « On sait comment se recrute le corps d'état major: « des sous-lieutenants venus de Saint-Cyr ou de la 1

CONSIDERAZIONI

SULL'ORDINAMENTO MILITARE. DEL REGNO PER

F. BAVA Maggiore d'Artiglieria.

CONTINl!AZIONt !

FINK

XXI. Corpi e~m:plementa1•i.

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Mi resta a dir qualche cosa sui corpi complementari, i quali tutti hanno un'importanza special e nell'or. ganamento dell'esercito. A tout seigneur, toilt lionneur: per cui comincierò dallo stato maggiore. Stato maggiore. Questo corpo è passato per molte fasi diverse: secondo l'antico sistema piemontese, prima del 1848, esso era per così dire l'Accademia delle Scienie degli ufficiali di sangue bleu: quantunque ciò ·non fosse scritto in nessun luogo, egli era però tacitamente in 1


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CONSIDERAZIONI

SULL'ORDINAMENTO MILITARE DEL REGNO

« troupe passent par une école, en sortent uprèo;; deux « années avec un brevet de lieutenant, subissent au « régiment un stage dont la <lurée varie, sans excédcr « ,i. ou 5 ans, et entrent en.fin dans !es bureaux, c'est« à-dire qu 'ils quittent absolument la vie militaire en « mème temps qu'ils disparaissent des rangs de l'armée: « ils sont alors capitaines , et peuven t avoir de 29 à « 28 ans. Cetlc in stitution soulève des objections sé« r.ieuses sur lesqu elles je crois qu'on n'a pas jusqu'ici « assez insisté.

« véri tablement spéciales; le gén ie et l'artilleri e, les« qu ell es, surtout telles qu' elles sont aujour<l'l111i con« stituées, imposent à leu rs personnels des études « préalables dont l'arméc _n'aurait pas ailleurs l'utile « emploi. « Quant au méti er couran Lde l'officier d'élat-major, « s'il est vrai qu'il ne ressemble en rien à colui de « l'ofiicier de troupe, on doit reconnaìtre aussi qu'il « est appris plus vite et plus facilement que ce derni.e.r. << Dc quoi s'agit-i l, en P.ffct, réserve fo.ite des connais« sances militaires et de l'expérience que l'un et l'autre « supposen t? De rediger des ord l'es et des lettres, cl'expé« dier dcs dépecli es, de poss<;del' certaines réglementes, « cerlains dispositions administfatives et quelques ru« briques locales. Cc travail de bureau occupe seul la « plu pa rt des officicrs d'état-major: suflh-il pour remplir « la vie de tan Ld'hommes clistingués et les préparer à « la guerre? On cite souvcn t à leu r honneur l' éta<< blissement de la carte de France; mais ce travail « es t lui-mern e la plus forte objection qu' on puisse « soulover contl'e l' existencc tlu corps d'état-major. Più sotto dice : « Il est manifeste qu' on ne peut « pas compter sur les arpenteurs du cadastre pour « reconnaftre et lever sous le canon: on exiO'era don e o ' « qn'nn oflìcier quelconque cn soit capable; mais il << ne rés ulte pas de là qu'il <loive pulir sur l'astro« nomie et la géodésie, ni fai rc concurrence à l'Ob« servato ire cLau Bureau des longitudes ; mieux vaut, « poue l'arm ée, qu'il continue à monter à chcval et « se mèlc aus troupes. » • L'autore , dopo aver spiegato come il maresciallo Gouvion SainL-Cyr abbia organizzato in Feanci a, come ente a parte, ìl corpo di· stato maggiore per farvi entrare i migliori soggetti onde farne un corpo islrutto e scelto per essct'e intermed iario fra h~parte guerriera

Dopo una digressione sulla situazione d'un general e d'armata, il quale deve avere una competenza cli autorità e sap ere universalmente riconosciuw, la quale diventa sempre più difficile ad otten ersi, seco:1do l'autore, aumentando tanti gruppi distinti di ufficiali i quali in tempo di gioventù si consaci-ano ad un solo ramo dell'arte mil~tare, fanteria, cavalleria, artiglieria, genio o stato maggiore,. egli prosegue : « Or, est-il bien certain qu'un corps d'état-m8jor, « fermé au reste de l'armée, nous offre ce caractère « d'urgence justificant une teli e création '? Je ne le « pense pas. Les connaissances pra.tiques et théoriques « sur l'art dc la guerre, commc les connaissances « génét'alcs qu'on exige de ces officiers, son t préci« sement celles qu'il faudrait répandre à profusion « parmi la masse entière; leur programme est celui << d'un officier de mérite quelconque, et 'il en est de\ '« mème des qualiLés militaires innées qu 'on recherche « en eux: tout ce qu'on peut accorder, c'est que Ics '« unes et les autres doivent briller chez l'ollicier d'éta t « major à un degré su périeur: mais ceci pro uve sim« plement qu'il c\oit ètre un oHicier d'élite, et nori « q u' il so it un officier spécial ; il suffi t don e de le « choisir, il n'est pas nécessairc dc l'isolcr. On ne « voit là ricn de comparable aux exigences des arm es

I


I .

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CONSIDEHAZIONJ

suLJ,'onDINAMEN'l'O MILITARE DEL REGNO

ma ignorante dell'esercito, e la nuova parte giovane ed istruua, e formare così degli ufficiali modelli, tipi per gli altri, così continua. « La création d'un personnel spécialement affecté au « service des états-majors parut alors une nécessitè « _des temps: puisqu'une sage prevoyance a su nous « en affrancbi1\ que du moìns elle nou's. profite. Ce « serait, dira-t-on peut-é'tre, retourner aux anciens « errements? Soit: ceci prouve uniquement que le « but était au point de départ, où l'on revient par « un détour .. N'est ce pas l'histoire de la plupart des « inslitutions humaines? Et q uand nous vo ulons, au« jourd'hui rneme, armer momelllanément pour leur « défense des nations· entières, que faisons-nous sin on « restaurer les pratiques des premiers siècles de R.ome, « après avoìr passé par la chevalerie, les mercenai ees « et Jes condottieri? « Il y auraìt sans doute une façon de présenter la « question· qui semblerait tout concilier, ce serait de (( prétendre que ce pe1·s?nnel spécial apprend tout, « sait tout, est apte à tout: de sorte que, loin d' ajouter « une spécialité de plus à tdnt d'autres, il les corrige, « les compense, les complète enfin , et. se présente « comme l'école par excellence des officiers généraux. « Entre nous, je crois un pen que !ts officiers « d'état-majot· l'éntendent hien ainsi: mais cette pré« tentio·n n'e~t guère adrnissible. Un élève de 22 ans « dont l'unique mérite est jusqu'alol's d'avoir brillé « devant un tableau noir,arrive, tout bourré de leçons « et de théories, dans un régiment~ Il sait. qu'il n'est « ìà que de passage; son grade mème, qui ne répond « à aucun emploi, n'est qu'une concessi.on à la légalité. « Croyant faire uri méLier qu·i n'est pas le sien, le « foit-il avec goùt, avec intérèL? Il se sait d'avance « désigné pour µne autre carrière qu'il appelle ar-

« dernment, car il doit y trol,)ver de grnqds avantages

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et une position définitive. A ses yeux, les stages « sont des retards opposés à l'accornplissement de ses << voeus et de sa destiné·e, rien de plus; et ce qui · << devrait etre un école ne lui ap.para1t plus que com me t une corvée. Ces stages cleviendraient peut-etre fruc« tueux, si l'on pouvait les prolonger à volonté, « combattre !es fausses idées qui dominent quelques « fois l'esprit du jeune homme, et meme au besoin, « l'arnener à douter de son avenir, pour peu qu'ihie « pr'ìt pas assez au sérieux l'indispensable initiation « qu'on lui impose. Mais qui le ferait avec autorité? « Ses ehefs de de!l)ain '? Ils auraient mauvaise grace « à Jui reprocher · une impatience et des aspirations << qn' ils ont par'tagées: ne !es voit-il pas tous les « jours, heureux d'avoie fui nos rangs, jouir sans « mystère d'une situation dégagée des tracas insépa« rables du commandernent de la troupe, adopter uhe << existence presque bourgeoise, et profiter largement « du bien- ètre et des priviléges que l'ttge, les services, « le grade, 001, acquis aux généraux dans l'intimité « desquelles ils vìvent: » · E più avanti continua: « On én vo it qui, mieux avisés ou plus heureux, « découvrent d'un coup d'reil le part.i qu'on peut tirer « d'un tell e. situat.ion dans certains postes choisis, « réussisscn t à s'y installer et ne les quitterìt plus. << Où ils pel'dent aisément alors, clan !es plais1rs d'une « grande ville et au facile régime d'un quartier général « confortahie, jusqu'au souvenir mème des mrours eL « des tyn uinies de la vie1, militaire entrev ue comrne « un song:· ! Ma is vienne la guerre: avantageusement « pla cés pour sai sir la fortune an passage, sou les « tra its flaueu rs . d'un général en relief, ils partent, {< font campagne, prouvent du courage (c'est ce dont (<


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CONSIDERAZIONI

« ils manquent le moins) et recueillent par brassées « les recompenses bien dues à des services éclatants « que le monde apprend de leur bouche ou de leur « piume : ear ils irnprovisent les proclam~tions , et« rédigent hulletins, ordres du jour, citations, ecc; » Soggiunge poi : « Mais il est encore d'autres motifs de craindre « que l'institution d'un corps d'état-major distinct du « reste de l'armée ne réponde pas sufTissamment aux « fins c{u'on se propose. Les officiers d'état-major ac« tuels, peu initiés aux diflicultés du commanclement « de la troupe, s'étonrient souvent des resistances et « des récrirninations qu'ils essu ient de la part des « chefs de corps : et ceux-ci, à leur tour, étrangers « aux convenances du service d'un quartier géuéral, « s'irritent en face de certaines exigences qu'ils n'ont « pas appris à apprécier, et dont ils ne se rendent « pas exactement compte: on aurait, à faire cesser « ce perpétuel malentendu; le plus sérieux intérèt. · « Aussi pour devenir JJn bon générale, - écrit l\I. le « due Jì'ezensac - ou mème un bon chef de corps, <~ il faut avo ir servi claos un ì·égim.ent et dans un « état-major. J'aura1s peine à dire lequel des deux . « m' a été le plus utile dans la suite de ma car« -rière. » - Puisql! e le service des états-majors est une si forte école, pourquoi n' en pas faire profiter le plus grand nombre possible? L'autore arriva quindi a. conchiudere, come conseguenza logica del suo ragionamento, che gli ufficiali . cli stato maggiore debbono essere_ reclutati nelle altre . armi e corrobora la sua proposizione colle .considerazioni seguenti: « Enfin les rélations conrantes des états-majors et << de la troupe metten t cn contact habituel avec les « chefs de corps des officiers fort jeunes et inespéri-

de

su11' ORDINAMEN'l'O l\111,l'fAUE DEL REGNO

« mentés: chargés de pol'Ler des ordres, de )es cxplique1·, « de les comrncnl.er, purfois d'en rectifier ou d'c1r yé« rìfier l'execu tion, ces dcrniers peuvent se trouvcr « accidentellement dans de~ sìtuation.s délicates, car « ils n'ont ni l'autorité du grade, ni celle des années pout· soutenir, vis-à-vis dc~s eolonels, le prestigc dont !es environne le commandement qui les emploi e. Ce role épineux reelame 1111 taet exq.uis, melange presque insaisissoble de réservc et d'assurance qu'on n'est pas cn droit ù'attendre- d'un débuto.ot, surtout si l' on veut tenir compte du milieu où << celui-ci s'ugite, placé très-prés des généroux, ses « chefs imrn édiats, il se sent couvert par eux et in« dépendant de ccs offici~rs supérieurs qu'il trouve « toujours attentifs et dociles à la voix dont il est « l'écho; il les enlendj uger ou blàmer très-Jibrernent, « autonr de lui le langage des états-1rn1jors est assez « pcu .mesuré; - il risque clone· d' y perdre insensi« blemenL, avec la juste nolion de la valeur intrin<< sèqueon hiérarchique de chacun, sa relenne pri« mitive; bien'lòt, peut-ètre, il irnitera ces allures « cavalières qui donnent le change à son amour propre « flatté; etc. « Des officiers moins neufs, pris dans la troupe avec « discernement, a.Pporteraient sans doute à ces mis· « sions difficiles ph.is de ménagemeuts et d'autorité, « ,parcequ'ils ne se crofraient pas d'une essence di« stincte et meilleure, parcequ'ils ne se sentiraient « pas à jamais affranchis cles devoirs et des respon-. « sabilités dn cornmandernent, parcequ'ils en conna1:« traienl mieux !es conditions ingrntes , parqequ' ils « ne seraient point dupes enfin de ces illusions com « plaisantes, dont se berce volontiers la jeunesse « novice, à qui tout sourit, à qui tout sernble aisé, « tant qu'elle ne _s'èst essnyée à rien. » <<

« « « « «


CONSIDEI\AZCONI

E termina poi dicendo : « Nous devons donc souhaiter que le corps d'étut« major, clistinct et ferm é, disparn.isse dr.. nos caclres, « dès qu' un bon système ù' écol es , inauguré dans « l'armée, aura don né chez nous aux études t.héoriques .: I' importanec et. les dévoloppernen ts qu'elles ont « acquis aill eu rs, et qu'elles ai.tendent enco re ici. » La tinta del quadro è un po' ca rica , ne co nvengo: però se facciamo sparire In vernice bril lante e mordente con cui l'autore ha voluto colorire le sue opinion i, io credo ch e generalmente scntiamq in noi cli . essere per molti punti di accordo con lui. Però, uflìciali i quali adempiano agli uffizii inerenti allo ~Lato rnnggiore sia in tempo di guerra cl1 e in tempo di pnr.e , ci vogliono. Per di più dessi non possono esse re ufliciali qualsiansi: in loro si esige conoscenza di tutte le armi, prontezza d'ingegno, rnolta nLtitu.dinc fisica, molta' robu stezza, una certa vernice brjllante, molto _tatto, mod i squisiti, un assieme infine di quolità e cognizioni che non è tonto facile rinvenire snllo stesso capo. Ed è appunto per la difficoltà che si incontra e trovare tali soggeui che io li vorrei scegliere su tuuo l'esercito. Poichè, bisogna persuadersi che, nel!' 1Jfiicinle di stato rnaggiore la qualità rneno 1rnc·essaria è quella di essere un sa:vant, - intendo la parola sa1Ja11t nel senso suo più lato giacchè si ha il vezzo cli dare del scwanl u tulti coloro che hanno. tentato d'esplorare i c.impi tlell'ana lisi infinitesimale o <'he rieordano qualche formola geodetic·a; la più g1·c1 n pnt·t e è vero, non ne uonset'veranno più che un vago rico rdo 111a non importn, l'uniforme che indossi,11110 co:;Lringe il mondo a crederci tali. L'ufficiale di sLato 111aggiore in massima deve avere perspicacia e svcgliaiezza molta: non è mai capitato ad un 11flìciale di stato maggiore di dove re per i bisogn i della

1

SULL 0RDINMIENTO MlLITAllE OEL REGNO

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gu·erra add en trarsi nel labirinto di qualche formola matematica. Egli deve sapere molto bene tuttociò che sanno i suoi compagni, cd essere più spiritoso, più socievole, montar meglio a cavallo, essere nncli e più ricco, se possib ile di loro. - E ciò, per i gradi inferiori, bnsta . Io credo perciò che fo ogni divisione o corpo di armata, vi dovrebbe essere un ullizio del comando diretto da un ufficiale superiore il quale sa1·ebbe il capo di staLo maggiore : esso sarebbe composlo di uno o più capi tani cli fanteria, cli cavalleria , cl' nrtiglieria e del genio, e di <lue o più ufiìciafi subalterni di fan t~ria e di cavalleria, i quali in tcm po di _pace ol_Lre_ at cl?vo~'i di uffizio attenderebbero pure a quelli d1 allltant1 d1 campo del generale. Cotesti ufiìciali scelti per la fanteria fra i rnggfo1en ti ed i battaglion i b~r~ag~ie~iclclla divisione e del corpo d'armnta, fra.i più d1st111t1, rn seguito anche ad un esperim en to fra Lutti i reggilllenti di cavall eria, nel corpo d'artiglieria e in quello del ~onio, dopochè avessero prestato almeno due anni di servizio nel rispettivo grado al corpo, potrebbero essere adibiti a fare le funzioni di uffi ciale di stato maggiore e credo che per i gràd:i inferiori si potrebbero trnvare .abbaslanza buoni soggetti. Essi conserverebbero .l'uniforme delrarma da cui prov<rngono nggiungondovi q ualcl1e distintivo speciale : dun111 te il tempo in cui rimaogono presso i comandi sucl dctti riceverebbero un _a-umento di stipendio, ed al mom ento della promozione rientrerebbero ai corpi e reggim C'n ti delle armi ri spettive. I post i di cap i di stato maggiore de1le divisioni dovrebbero essere occupnti da luogotenenti r.olonn elli: ~ssi vcrTebbcro mess i n con corso per esa mi fra L11tti 1 maggiori <lell' esercito, attribuendo pe,·b un gnn valore al coefiiciepte dell'idoneità fisica, dell'attitudine


CONSIDEnAZIONI

al cavalcare, ed al carattere individuale. Sarebbe ques to un granùe stimolo allo studio poichè, an che i più giovani maggiori potrebbero per solo loro merito raggiungere prnslo il grado di luogotenenle-colonnello, e nello stesso tempo il governo si assicurerebbe in tal guisa dei soggetti hors ligne. I capi cli stalo magg iore dei corpi d'al"mata sarebbero colonnelli traui dai capi di stato maggiore delle divisioni per avan, zamento ordinario, sempre quando ne siano gi udicati meritevoli dal Consiglio supremo di guerra. Al vertice poi vi dovrebbe essere presso ìl mini stero <lella g uerra o alla dipendenza del comando generalo dell'esc t·cito un ufficio superiore, composto di due o tre uffi ziali generali e di alcuni ufiiziali superiori, l'élite vera dell' esercito in lullo e per lllllo. Reclutati .iri tal modo gli uflìciali di stato maggiore, se qu esto corpo non avrebbe pi ù un a fis ionomia propria, avrebbe però il vantaggio cl i man lenerff nei gradi inferiori uffiziali pru tici del mestiere, i quali sollo la sorveglianza e la direz ione di un ca po abi le, poLrebbeeo in breve tempo rompersi all'eserci zio di tuue le loro funzioni e.di introdurre nei g rad i superiori la parte più scelta <l ell' esuciLo, lasciando così il campo aperto a tutte le ind ividunl ità più rimarchevoli di aspirare a quei posti i quali dovrebb ero essere piuttosto ben retribu iti, in ragione appunto delle maggiori dillìcoltà che s i dovl'ebbero vincere pe r ottenerli. '8 ben inteso che lo sta to maggiore non esistendo più co me en te speciale cesserebbe per lui l' incarico di com pilare le ca1·Le geogrnfiehe del regno.

su1,1,'onD1NA ME1"TO MILITAI\E DEL IIEGNO

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fntcnde11za militare.

Sull'in tendenza militare mi li mito a fare poche osservazioni, poichè non conosco bene quante e quali sieno le sue attribuzioni. Io mi sono d imantlalo più volte · se non se ne potesse fare a meno, cd in parte io credo di sì. Ullìzio principale dell'intenden za in tempo di pace, sono il controllo e le provviste delle forni ture che il mi nistero riserva per sè. In quanto al con trollo, come esso vien fatto, la credo una semplice formal i ti\ : l'in tendenza appone il suo vis to a tutte le carte che le vengono spedite nè potrebbe fare diversamente, essa ~i limita a co nstatare la regola1·itcì e l'uniformità!: 111 quan to alla verità, essa non ci può scoprir nulla: e una provu ne so no i non pochi guai che si sono venuti scoprendo in cotaH amministrazion i, benanche dopo che ca rte contabili erano stale munite e de·corate del vii o del commissario. Gli 'appal ti e le- fo rniture ~ono un còmpito che si dovrebbe dividere fra i co rpi, 1 comandanti di division e,· ed i comandanti di corpo d'arm ata. Col sistema di contabili tà e di amministrazione che . ' 10 vagheggio , mi sembra che si potrebbe far camminare la maechina con pochi uffiz ii, e questi do.vrehbero essere tratti dall'elemenlo militare. Egli è cu rioso, che mentre in Francia e dappertutto dove si sente la necessità di dare una costituzione solida all'ese rcito, si cerca cli ap rire le porte degli impieghi civili ai militari che non possono più p restare un servizio attivo; presso di noi invece, si fa ent1·are. l' elemento civile nelle file dell'esercito. Perchè il corpo dell'intendenza


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CONSIDERAZIONJ

suu;'onoJNAMENTO MILITARE DEL REGNO

miliLarc non verrebbe reclutato esclusivamente dal1' élemento militare? I direttori dei con ti; gli ufficiali d'amministeazione, non sembrano in gran parte gente fatta apposta per passare a tempo opportuno, e coi debiti vani.aggi nel corpo d'int.enclenza? (J ffizio principale dell'intendenza, in tempo di guerra, si è quello di occuparsi del vettovagliamento dell'esercito : è questa una p1issioJJe obbastanza ardua ed abbastanza difficile: in fondo però sono gli appèdlatori che hanno tale incarico: l'intendenza si li niita a registrare i -buoni e a provvedere in difetto delle imprese . Non vi potrebbe ,essere presso il quartier generale delle divisioni e dei corpi d'armata una sezione de ll'uffizio del comando, compostil di l1ffiziali esclusivamente incnricati dr questa bisogna?, Ma si dirà: e chi deve rittendere all'amministrazione ed all'impic:mto dègli ospedali e dei magazzini al seguito del l'esercito combattente? In quai;ito agli ospeda1i , io non_ vedo ·il perchè la loro amministrazione del)ba d ipendere da tee enti diversi: intendenza, corpo sanitario e corpo ~'ammini str~1zione. Sernbrà a me che il mediciil quale e a capo di un ospedale, dovl'ebbé averne pur esso l'amm inistrazione : Ja responsabilità restando così meno suddivisa, le cose amministrative camminerebbero anche meglio. Siccome poi l'intendenza non ha missione cli combattere , così sembrami che i suoi membri non dÒvrebbero essere assimilati, nè nei gradi nè nelle onorificenze, agli ufficiali dell'eserc ito, tanto più poi se si consiclel'a che l'intendenza riceve in campagna soprassoldi molt~ superiori a quelli, degli .,ufficiali dell'eserci to, a cui è parificata. In qualsiasi modo si facci.a, ST abbia un corpo di inten denza numeroso, lo si abb ia piccoio, quando questo è tratto dall'elemento civile e non è chiamatò

a combattere, non capisco perchè si voglia assimilarlo nei gradi e nelle onorificenze agl i uffiziali combattenti. Su questo Mgomento do vrò ritornare in seguito, epperciò per ora l'abbandono : rna mi giova d ichiarare sin d'ora che g radi, onorificenze, assimilazioni d' uffic iali non li vorr&i concessi se non a chi va in campo, · combatte, oppure sta al fuoco. Un ica eccez ione per ~'.onseguenza, io far·ei per il eorpo san itario .

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Corpo sanitario. Non m'appartiene di parlare .dell'organizzazione di questo corpo : sembrami però che j s uoi quadri debban o tenersi entro gli stretti li miti del bisogno, W'tribuendoli bene allo scopo di aver delle capacità atto alla guerra. Il personale che si mantiene durante la pace deve co rrispondere ai .bisogni della g11erl'a per l'esercito mobili zzato combattente : per i corpi che non vanno in campagna, per -gli ospedali po trebbe supplire in tempo di guerra l'elemento borghese. Del resto, i.o desidero che a questo benemerito eorpo, a differen za dell'intendenza militare siano accorclate tutte le onorificenze e gradi al pari degli uffiziah dell'eser-. cito: il coraggio di cui esso ha dato prova s ul campo di battaglia, l'abnegazione addirnostrata in mille cir, costanze lo rendono meritevole della più grande considerazione .


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CONSIDEMZlONI

Treno. Gli eserciti essendo diventati molto numerosi, la civiltà moderna avendo condannato il barbal'O principi o che la guer:ra deve nutrirsi colla guerra, ne risultò la necessità cli aumentare tnlto il materia le dei trasporti. Non essendo piì1 sufficiente l' elemento militare, o per meglio dire, non essendo conveniente di ascrivere a tal servizio .tnnti soldati diffalcondoli dalle file dei combatt.enti, si è adottato il sistema cli ricorrere al treno borghese, il quale si organizza al mohlento di entrare in campagna. L'esperienza delle guerre scorse ci ha provato come e quanto sia dannoso tenere ~l seguito dell'esercito un elemento reclutato in gran parte nei bassi fondi della società, il quale va in campagna attirato dall'unico movente del lucro e della speranza del bottino, e contl'O la di cui indi~ciplinatezza le autorità militari si trovano p'ienarnente disarmate. Gii.t il luogotenente generale cav. Cugia, per riparare a tanti guai, nel suo progetto di ordinamento militare del regno, proponeva che si mantenessero ai ruoli 43 clasi5i del treno, al quale però diminuiva la durata della ferma, onde avere questo corpo abbastanza numeroso . per provvedere. a tutte lè esigenze d_eUa guerra : io credo, che, si potrà raggiungere lo stesso scopo quando gli uomini ascritti a questo corpo tanto di 1" che di '.il" categoria, . non siano fatti passare nella riserva territoriale. Del resto, la maggiore o minor forza del treno si connette a molte altre questioni in erenti alla specie d~lla guerra intrapresa, alla n1aggiore o minore focilità di vettovagliare l'esercito sul luogo guerreggiato,

SULL' OllDINAME~TO MILITARE DEL REGNO

cd al sistema accolt.o per la nutrizione del so1dato. Per quest' ultimo obbietto il problema a risolvere si è; che ufficiali e soldati quando ~i trovano in presenza del nemico, _e in cond izione tale da potersi sempre supporre uno scontro, abbiano sempre indosso almeno tre giornate cli viveri . La carne conserva.ta, che oggi sì ottiene senza grave dispendio, potrà forse essere utilizzata per la gùel'l'a : portandone la razione giornal ie\·a a mezzo chilogrammo per uomo, e diminuendo la razione del pane, credo che si potrebbero comodamente fa re portare da ogni JòOldato tre razioni. Sembrami che v3 rrebbe la pena esperimentare su vasta scala _nei campi d'istruzione un sistema qualunque di · nutrizione, il quale non rendesse le operazioni della guerra schiave dell'ora del rancio delle truppe.

Corpo cl' anuninistraz-ione. Questo corpo si compone di. infermieri e di operai delle sussisLenze. Quella dell'i_nfermiere è una missione così umana, così elevaw, che ben male è esercitata da chi non· vi si sente portato da un profondo sentimento di carità fraterna. Il soldato infermiere è nel più dei casi u~ brutto arnese: rifiuto dei corp i la più gran parte,. per imperfezioni fisiche, egli passa la sua vita militare vagando da un osp-eda\e all'altro, qiviene indifferente alle sofferenze dei compagni e dimostra poi pienamente questa sua indifferenza in guerra, dove non può essere così facilmente sorvegliato. Perchè lo Stato non si studierebbe cli allargare quella magn'ifica istituzione lombarda dei Fate bene fratell:i, invitandoli , a seguire l'eserciLo in campagna? A!'iNO XlV, VOL, III.

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/H

CONSIDERAZIONI

SUL!; ORDINAMENTO MILITARE DEL REGNO

Quanto non guadagnerebbero i poveri feriti nell'assi;;Lenza di cotesti santi uomini, che consacrano la loro esistenza alla cura dei malati? Propongo il quesito, perchè mi pare degno di considernzione.

miglia italiana. Per la totalità delle nostre masse, l'amor nazionale, l'idea della patria, bisogna pur confessarlo, è ancora un sentimento astratto. Eppure si di(·C, e forse con ragione, che l'Italia è il paese il più intelligente del mondo. Or bene, se per cause che è in utile ind ngare, queste fofze morali furono o soffocate, o alterate nelle nostre masse, ei bisogna dar opera solerte a vivificarle. Gli eserciti moderni sono il riflesso delle qualità e vizii delle popolazioni da cui provengono. Migliorare i costumi <li queste, educarle, ringagl_iardi me l'animo è opera che contribuisce non solo a fare dei buoni cittadini, ma pur anco a preparare buoni soldati. Per me, impertanto, mentre credo che ogni cura debba.si impiegare per perfezionare la gran macchina esercito credo pure che tutti gli sforzi riuscirebbero vani , se il motore, l' anima di questo, che si deduce dalla vitalità dello sp irito pubblico e dal sentimento genuale delle masse non si migliora considerevolmente. Il vero nervo dell a guerra sta non tanto nel denaro, quanto nel caratte re, nell'en ergia, nell'intelligenza e nèlla volontà di vincere. - Estote vir. - Tu trembles carcasse, diceva Turenne a se stesso, mais je te mènerai si loin, que tu trembleras bien plus fort. Ora codesto non è uffi1.io del ministro della guerra: è piuttosto opera del tempo e frutto del le cure che si ripongono a migliorare le condizioni morali, materiali ed intellettuali delle popolazioni. Gli ordinamenti militari i più perfetti, le leggi organiche meglio studiate possono produrre scarsi risu ltati se non si imm edesimano col sentimento del dovere, coi costumi e colle abitudini di tutti. L'Italia ha la fortuna <li possedere uno dei migliorì elementi di potenza militare nella numerosa sua popolazione agricola. Cerchisi di migliorarne le condi-

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XXII. Considerazioni diverse.

La potenza militare di uno Stato è la l'isullante di molteplici forze morali e materiali, le quali tuLle in g'rado diverso concorrono a stabirla. L'anali~i _di queste forze, ed il loro rapporto colla potenza militare dell'Italia potrebbe formare l'oggetto di un bello stu dio, da cui si potrebbe dedurre utili insegnamenti. L'amor di patria, e l'amore della libertà sono le due leve morali che esercitano il più benefico influ sso sui costumi delle società moderne, e che tendon o a renderle migliori: questi sentim enti però si manif'estano lentamente nelle masse, le quali inconsci~ dei benefizii che la libertà arreca, non sentono i'l bisogno dei sacrifìzii necessarii nè per ottenerla nè per conservarla, e poco poi conoscono i doveri che la pratico. della libertà impone. J soldati nostri reclutati in mezzo alle popolazioni agricole, la più gran parte, oltre all'avere una poco esatta conoscenza dei doveri che loro spettano com e cittadini, jgnorano pur anco di appartenere ad un gran paese che sono chiamati a difendere nell'interesse proprio e comune. È una cosa desolant~ il vedere come le t'cclutc giungano sotto le armi, ignare, la più gran parte di essere membri della. gr~nde fa-


.. su½r.'ORDINAMENTO MILI'rAHE DEL REGNO

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CONSlDEl\,\ZIONI

zioni materiali e morali, e si vedrà quanto van taggio se ne potrà ricavare per l'educazione militare. Una delle forze morali, che p·iù contribuisce. a costituire la potenza militare di una nazio~e ri~i~d~ nella bontà dei quadri del suo esercito . GI , ufficrnh n.on debbono ess\:}re troppi, ma di ternpr~ sn.lda, al ~sico come al morale, e tali cui traspari in viso 1l sacro fooco che continuamente li infiamma per il bene del servizi9 del loro paese e del loro sovrano. Pei' ci'.·costanzc che non è il caso qui di esaminare, l'esercito nostro si trova attualmente con una esuberanza considerevolissirna di quadri. Il mini~tro della guerea ha dichiarato che ve ne sono 1600, dei quali non sa che cosa farne . Bisogna che questo stato di cose pernic~osissimo cessi al più presto : conviene pure eh~ ahbrn. un termine questo passaggio periodico di ufficiali dall'aspettativa al servizio , e viceversa. Se così dovessero continuare le cose, ogni avanzamento rim arrebbe arrenato ed il valore dei quadri non solo degli ufiìciali ma anche dei sot.t'ufficiali andrebbe sempre scapitando. La questione è grave, ma nell'interesse . dell' eser~it.o e del paese bisogna trovarvi una soluzione : anllc1paudo eccezionalmente di qualche anno l'. ep_oca del riposo peL' i più attempati . e mal [er~:1 ~1 sal~1te~ buonificando qualche anno dL paga ai prn g1ovam, si potranno forse conciliare Lutti gli interes.si. . .. Tutto ciò che concorre ad accrescere il prest1g10 e la considerazione dell' uflìcinle contribuisce ad au mentare la forza morale e materiale dell'esercito. L'ufficiale dell'esercito moderno, e specialmente quello dell'esercito italiano, non deve vivere segregato dal resto della società : le sue qualità personali lo debbono anzi rendere ricercato: la sua non è una carriera al pari delle altre : è• tutta una missione, ufl upost.ola to che riteae la sun fo'.l.'za non tanto dalla speranza di

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vantaggi materiali, i quali non possono accordarsi in ragione del servizio richiesto quanto del carattere individuale di chi l'esercita. L' ufficiale per mestiere, nel senso stretto della parola, non può esistere. Fra i cittadini adunque, l'ufficiale deve reclutarsi fra i m.i glior~. La sua divisa onorata e rispettata non deve essere portata che da lui: tutta questa smania che dopo il .48 ha invaso il mondo .di scimiottare l'esercito nei· gradi e nell'abbigliamento, non contl'ibuisce punto a .sollevare il prestigio dell'uniforme militare. Qual necessità ha vvi nelhsercito st~sso di attribuire gradi ed onori a gente che non combatte, o che non ha missione di presentarsi ~1 fuoco '? , Trasando dal tediare il lettot'e coll' esporre molte altre considerazioni che a proposito della condizione morale ed intellettuale degl i uffiziali, e della loro posizione in faccia alla società moderna vorrebbero sgocciolarmi giù dalla penna : e domandandogli venia del tempo che la lettura di queste pagine gli può aver rubato, mi limito a far voti ;n sua compagnia, affinchè il Parlamento voglia presto discutere il progetto d'ordinamento militare che gli sta per essere presentato da S. E. il ministro della guerra, onde l'esercito possa acquistare quel rigoglio di vita che iì1 grnn parte ridonda dalla stabilità delle leggi. e dei regolamenti.

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• . STUI!IO INTORNO ALI.A CAMPAGNA DEL

STUDIO INTORNO ALLA

.CAMPAGNA DEL 1866 IN GERMANIA del colonnello

P. VALLE

(CbNl'lNUAZIONE:

V. la dispensa di maggio di quésta Ri1iistct).

Il teatro di gue1•1•a in Boemia. Quei fatti d'armi strepitosi che destarono la sorpresa in Europa si compierono in quel tratto di paese posto tra l'Elba e le montagne dei Giganli. Esso giace sulla destra dell'Elba ed appartiene alla J3oemia, una dell e maggiori provincie dell'impero austriaco e della quale Lavallée, l'.autor·e della più celebrata geografia militare, parla nel seguente modo :

A.spetto generale della Boemia.

« La Boemia è un paese Slavo, ove sopra una po« polazione di 4,800,000 anime non si contano che « 900,00_0 tedeschi, ed ove si riscontrano dei vivi

·1866 l ,N GERMANIA 55

« ricordi della guerra degli Ussiti e di quella dei li: trent'anni . Situata nel 'centro dell'Alemagna di cui è « come un ridotto, la Boe,mia rassomiglia ad un vasto « campo, trincerato di ,montagne e di fortezze, da , cui si può uscire da tutte le parti, contro la Polonia. « la Prussia, la Francia, la Baviera, per il quale mo• tivo ebbe ' gran parte uella guerra dei · trent'anni, il dei sette anni e del ,J 813, dividendo in due il teatro « della guerra a settentrione ed a mezzogiorno della « Germania. Come parte della monarchia austriaca è « un· opera eccentrica; ma se essa mal collega le . » o_perazioni in Sassonia e sul Danubio, divieqe assai 11. importante quando le operazioni si limitano alla « sola Sa:,sonia, a motivo della direzione del cors9 « dell'Elba, di cui possiede le sorgenti, e per essere « protetta dai Monti ~1etallici e dai Giganti. Essa diventa « in allora. un immenso bastione, dagli sbocchi del « quale si- può con sicurezza gifare l' Oder e l'Elba 11: infetiore. » Al primo sguardo sulla carta d'Europa si scorge Ìa Boemia chiusa concentricamente da montagne non .molto eleva~e ma dirupate e selvaggie. Una.sola co~·rente fluviale, l'Elba, le attraversa asettentrionesullafrontiera della Sassonia, e lo sbocco tra Schandan e Tetschen è tanto nngusto da far credere che sollanto la violenza delle acque, abbia coi secoli vinto la durezza del granito e proeurato uno scolo al gran lago che doveva essere la Boemia,. . L'Elba, .:ppunto per codesta strozzatura al confine sasson e, è divisa in due distinti bacini. Il bacino svperiore abJ ,raccia quasi per ìntiero la Boemia; e l'ùiferi'ore comprende gran parte d~lla Sassonia, parte della Prus:;ia e di altre .provincie della Germania del Nord, •


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ST.UDIO

INTORNO ALL,A CAMPAGNA

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IN GEllM.UHA

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della Boemia, una delle più cospicue città del!' Alemagna, popolata da 120,000 anime e ricca di splendidi edifizii e di antichi monumenti. Da Rauclnitz in giù dove le rive son basse, il terreno a destra e sinistra si eleva sempre più. Oltrepassata ìa città di Leitmeritz e la fortezza di 1'heresienstadt (che giace sull'Eger a brevis~ima distanza dalio sbocco di questo affiuente cli sinistra), e giunta a Lo{;ositz l'Elba si fa strada atLt·,werso "le montagne ed ·è fiancheggiata da alte rupi quasi perpendicolari (circa 700 metri} .fino a J>imà in Sassonia. , 1

Corso dell'Elba. L'El}:ìa ha le sue sorgenti sul versante 111eridionale delle montagne dei Giganti (Riesengebirge), si forma dalla riunione di molti piccol·i ruscelli sui fianchi della Schneekoppe, e traversa fino a Hohenelbe una t valle angusta, -selvaggia e rocciosa. Tra questo luogo e la rimarchevole fortezza di Iose/stadt (fabbricata sopra un punto non mollo elevato, ma dominante , sulla sinistra riva del ·fiume), l'Elba scorre nel fondo di una valle un poco più ampia ma sempre profonda, a sponde elevate. ed ove la sponda destra comanda l' opposta riva . Da .Tosefstadt dirigendosi verso mezzogiorno bagna dopo una giornata di marcia l'antica pia zza fortificata di Koniggratz (riva sinistra), capoluogo çlel circolo dello stesso nome. La valle si allarga 1~d il terreno che fiancheggia. il eorso del fiume è collinoso, qua e là boschivo, verso k sponde in part.e paludoso, e più · in là sva1-iatissirno e coltivalo a grano, sparso di boscaglie e di stagni, e intersecato da numerosi · ruscelli. A Pardubitz città e importante stazione ferroviaria, l'Elba volge a occiden te, e gradatamente a setlehtrione, formando cosi dalle sue sorgenti al suo egresso dalla Boemia un grande arco di circolo che inc1ude sulla destra, ossia dal lato della concavità il terreno che andiamo delineando . Verso Nimburg la valle si ristringe e più ancora a Brandeis, ma non sono che colline che rinserrano il corso del fiume fra limiti più angusti. Di faccia a !llelnik; l'Elba riceve il suo maggior trib.utario , anche maggiore di essa stessa, la ,1o1davia (Moldau). che atlra versa Praga, la capitale

Montagne. Le mon Lagne che rinserrano l' Elba sm1stra .sono conosciute sollo il nome di ~fonti Metallici (Erzge-birg}; · quelle di destrn, Monti della l usaiia (Lausitzer-gebirg). I l\fonli della Lusazia daila destra sponda del!' Elba fino alle sorgenti dell'Iser (affluente dell'Elba) coprono l'angolo più settentri.onale della Boemia e la Sassonia orientale . Dalle sorgenti dèll'Isee al confine moravoboemo la catena che divido la Boemiu dalla Slesia prussiana si distingue col nome gene,.ale di Montagne dei Giganti (Riesengebirg). Questa catena in continuazione dei Monti della Lusazia comprende le più nlte e dirupate cime della Germania settentrionale. Le montagne della Lusazia e dei Giganti limitano a settentrione il nostro teatro di guerra: esse in generale, scendono ripide per breve tratto, si dist.endono quindi in molteplici catene di colline ed in svarialissime ondulazioni da rendere la superficie che cop rono fino alla sponda destra dell'Elba, fra le più accidentate.


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STUDIO INTORNO ALl,A CAMPAGIXA DEL

IN GERMANlA

1866

Le montagne della Lusazia notissim e sotto la de· nominazione di « Svizzera sassone » comincùrno al1' Elba tra Schandau 1:: Tetschen con ripidi pendii ; formano un altipiano assai elevato dal quale. si ergono delle vette coniche di granito e di basalto: il tratto più alto è il Geschengebirg ul sud della Neusse, alto 2784 piedi. La parie più occidentale della catena, verso l'Elba, è la più svariata : n1oltissimi coni isolati, brevi ripiani divisi da valli dirupate, stretti e p·rof'ondi burrqni ne' quali sco rrono i ruscelli, gole a pareti <li 150-300 piedi di altezza, formano la specialità di questo ammasso di elevazioni per ogni verso spezzate, e per mezzo alle quali doveva sconere un giorno l' Elba. . Le montagne della Lusa zia sono c:ongiu nte ?i monti · dell'Iser e dei Giganti dalla dolce depressione di Liebena u per: la quale passano la strada postale e la ferrovia t,he dalla Boemia conducono nella fiorente e popolosa valle della Neusse di Lusazia, il di cui principio con la industriosi~sima citt~.1. di Reichenherg (,12,000 abitanti) appartiene al1'Austria. I Monti dei. Giganti che prendono anche var·ie denominazi oni parziali (Isergebirg, Uherschar, llabel~ scheverdt ecc.) costituiscon o ~ma lunga catena della larghezza di circa /4.8 chilometri (da lle falde del ver~ sante boemo a quelle de l vel'sanle slesiano), aspra, dirupata, bosch iva, in molti tratti diflìcilmente praticabile, quantunque l' elevazione delle vette più rimarchevoli non olLrepassi o11e di poco i /}, 000 piedi (S<:h neeknppe t\ 058 piedi) . Essa chiude pel'fettamente il fianco destro del bacin o superiore dell'Elba, e l'Austria ne 1iene in suo potere non solo quasi tiìuo il crine, ma aneh e i princip ii di molte valli del versante di Slesia. Una tal e configurazion e della frontiera verso la Sas-

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sonia e la Slesia offre all'Austria non indifferenti vantaggi in caso di offensiva, mentre ne porgP. moltissim i per la difesa. · Le. ~~~ressio_~i .della caten a sono in gen erale poco sens1b1h; la pw importante è quella per dove passano la strada carreggiabile e ferrata che da Iosefstadt per Trautena.u menano a Liebau e a Landshut nella Slesia.

Strade.

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Le strade po.stati, ferrate ed altre, sempre praticabiJi a tutte le arrn1, ch e attra versano il nostro teatro di guerra, non sono molte: sono però in numero bastante ed .il paese non è così privo come taluni geografi as~ senscono. In generale non sono molto larghe, e quasi di alberi sempre sono fianch eggiate da pianta{)'ioni 5 fruttiferi. Le linee stradali e ferroviarie più interessanti dal · punto di vista militare .sono le seguenti: · 1° La via cli ferro e postale Pardubitz-Prao·a. 2° La _via di ferro e postale Praga-Iung-Bu~JZlnuTurnau-Rewhe nberg, varcando la depressione di Liebenau. · 3° La stracl_a ferrata che da Pardubitz rirnont,indo l'Elba e l'Aupa c;,pllega la ferrovia Olmutz-ParduhitzPraga con Koniggratz, Iosefstadt e Liebau nella Sl esi a prussian a. 4° La ferrovia che si stacca da Iaromi rz prr.sso ?Sefstaclt, e pe~· Konigin hof, Liebstad tl e Turna u si ega a quella d1 .Praga-Reichenberg. .. 0° La fer ro via Praga-Dresda, costeggialldO lii riva s1n1str-a dell'Elba. 1

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STUDIO INTORNO ALI.A G,\MPAGNA DEL

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6° La strada mililarc che unisce Thcresicusladt

co n Iosefstadt e Koniggriitz . passando per BohmischLcippa, Mi.inchengratz, GiLschin e IIoritz ove si biforca, conducendo da un lato per Sado,ya a Koniggratz, dall'altro per Milctin a Iosefstadt. · 7° A l'iicmes immette in questa (~0 6) or ora nominata la strada che per Gabel e Run1burg va in Sflssonia attraverso le 1i101Hngne della Lusazia. . 8° La strada che da Reiehenberg per Friedlan<l conduce a Gol'litz nella Lusazia prnssiann. 9° La strada che da Reichenberg per Gablonz e Ifanachsdorf mena a Hirscbbcrg nella Slesia . ·10. La grande strada Praga-Trautenau che passa per Gitschin e Pi lniko.u e quindi per le gole di Trautcnau conduce a Liebau, Landslrnt e Breslau capitale della Slesia prussiana. 11. La postale Pa l'dubitz-Naehocl-Glatz per Koniggriilz, Iosefstadt e Sknlitz. Altre vie di minore en titi1 e molti sentieri percorrono il paese che andiamo descrivendo e varcano la calena in parncchi punti, ma, salro poche eccezioni, non sono praticabili che per la fanteria. Horitz è pel'ò unito a Trauteilau per 0Iiletin e Roniginhof, e il bacino clell' Aupa fra Trautonau e "Nachod (E ip el, Koslclctz} si collega a quello della Neisse di Slesia (con Lea cli Glalz) per Wecklsclorf e Politz .

A/fluenti rletl' Elba . Il nostro teatro di guerra è inlcrsecato da parecc!ti affiuenli dell'Elba ingrossa.ti da numerosi ruscell i che serpeggiando fra quelle terre coll inose ed ondulate, lo rendono svariatissimo e fec ondo.

l N GEfll\IANJA

I più importanti e che più direllainenle ci intel'ess~n_o sono, sulla destra: l'ls<>r e la Cycltina, e S'Ulla smzstra: l'Aupa, la Jlettau, e l'Acller. ·

L'Jser sc11turiscc dalle montagne dell o stesso nome presso Wilh elmsliohe, scorre verso sµd-es t, indi verso sud-ovest, !ambe l'importante posizione di Turnau, dove fanno capo le strade che menano a ReichenberO'. Turn au ~iede sul la sinistra dell'Isel'; lungo la dest;a sponda corre per breve tratto la ferrovia PardubitzKonigg riitz-Iosefslaclt-Rcichenbern- cui fa cnpo l'altra Praga-~un~bunzlaù-llliin clicngriitz: la quale,~poch i chilom~tn prima di co ngiu ngersi presso Turnau ::dia giù nomma_la, varca l'Iser a PodoJ, piccolo villaggio situato sulla_ riva destra a piedi di leggere elevazioni che domina~o la opposta sponda. r: Iser scorre quindi · presso 1] castello e la piccola ma graziosa città di ~Iun chcngratz serpeggiando, poco lai·"'o e guadabile fra le collin.e . Bagna finalmente lung~Bun zlau capo~ luogo del circolo dello stesso nomè e sgorga nell'Elba presso Alt-Bunzlau. La Cydlina scaturisce tra prati umidi e colline non r~olto .lungc da Gilsch in, supcriorn~cnLe ad un picco lo ,11lagg10 detto Cydlinu a circa 7 chilome tri da Lomnilz e dalla strada. fermta losefstcidt-Turnau, sel'peggia in un terreno sparso di colline, prnti, stagn i e paludi presso la borgata di Eisenstadt lambe il lato occidentnl e della fioreme ma piccola città di Gitscliin, s~ol'l'e verso mezzogiorno toccando Iloch-Wcscly-NeuB1dschow e Clurnetz nod o impor tante Ji strnde ; poco dopo ~·olgc a ponente e fìnisce nell'Elba superio rmente a Pochcbracl. P1'.esso Chlumetz, sulla sinistra accMl ie Ia B.1stnt::. . rn sccI'10 a sponde pra Li ve e paludose che nan:;<.: ! 1 a rnezzogiorno della ferrovicl Iosefstadt-Turnau, scorre


S'l'UD10 INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL ,1866 62 in senso meridionale, passa per Miletin, bagna sulla destra il piccolo villaggio di Sadowa I e quind i Nechanitz sulla sinistra. La Bistritz passa a due leghe tedesche circa a ponente di Koniggratz e quantunque stretta e profonda non più di 3-1 .Piedi è ditncilmen te guvdabile a motivo del terreno molle e paludoso che ne accompagna le sponde. Anche la Bislritz percorre un terreno di colline basse e piuttosto spianate, sparso di boschi di alto fusto, di cespugli, di lande e prati, e rotto da frequenti bunoncelli. La coltivazione è rada e per lo più a grano, patatt~ e luppolo. Tra la Bistritz e l'Elba troviamo un piccolo e breve ruscello che· serpeggia fra le colline po~te a ponente di losefstndt e Srniritz in un fondo melmoso e prativo,la Trotina elle avremo oecasione di nominare. 'Essa sbocca ingrossatn dall a Trotinka nell'Elb'a presso il villuggio di Loche11itz posto sulla destrt1 dell'Elba fra Koniggratz e Smiritz.

1N GEI\MANIA

L'Adler è un aflluent1~ piuttosto grosso e nasce nelle montagne di Habelsch wecH non molto lungi da Mittelwald, scorre lungo la strada che dalla Moravia per Gabel, Se11ftemberg, Wamberg e Hohenbruck, mena a Koniggratz. L'Adler non ba per noi clie un interesse affatto secondario. L' 'Elba è varcata da ponti a Kò niginhof, Schurz, Iosefstadt, Srniritz, Koniggratz e Pardub'itz; la larghezza del fiume varia dai 30 ai 50 metri, e solo al ' confluente della Moldau presso Melnik 'raggiunge una larghezza media di 100 metri .. La profonditi! media è di 3, 16 metri. · L'Iser · ha ponti stabili a Iung- Bunzlau, Backofen , Munchengratz , Podol e Turnau; - la Cydl ina n Gitscilin, Hoch-Wesely, Smielar, l'leu , Bidschow e Clum eLz; la Bislritz a Sadowa e a ·Nechanitz.

L'aspetl.p del paese specialmente verso la montacrna . b e romantico: le boscaglie di con ife ri si presentann all'occhio sparse qua e là come cupe e impenetrabili macchie: però nell'interno sono in tersecate da s! rade, hanno delle radure, e solo poehi p1rnti, ove il vento ha esercitato il suo potére, i trnnchi ablwltu ti e i rami sono talmente intrecciati da rendersi impenetrabili. I villaggi e le città hanno l'aspetto ridente , orti, giardini e frutrai cingono le variopinte case basse, ad un sòlo piano ed a tetti accurninati; gli alti ed acuti campanili dei villaggi si seorgon o da lungi in mezzo alle colline, ai boschi e ai prati. Il terreno in generale è argi]]oso: lo pioggie lo rendono tal'volta siffattamente molle che il pedone e più aneora i veicoli, quando non vanno per la via.battuta e mussìcciata, sprofondano con facilità, e per le vie e i viottoli senza massicciato '

L' A1tpa e la 1lfettau sulla sinistra, fluiscono nell'Elba quasi accanto, la prim a presso la piccola città di Iaromirz, la seconda a piedi de' bastioni di losefstadt presso la testa di ponte {Kronenwerk) dell'Elba, L'Aupa scende dalla Schneckoppe, scorre in una valle angusta e scoscesa fino a Trautenau piccola r'ittà assai importante allo sboceo della strada prÒveniente da Liebau, accog lie poco dopo a Parschnitz un ruscello per ·1a cui valle ascende la ferrovia di Iosefstad t, volge verso mezzogiorno, bagnà Eipel, quindi Skalitz cui fa capo la strada di Nachod proveniente da Reinerz e Glatz; la valle è larga cir·ca un chilometro , ha fianchi boschivi e molto accidentati. . La nfett.au proviene dalle montagne · della contea di Glatz, la111be Nachod e scorre per Neustadt in una valle stretta, selvaggia e svariata,

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STUDIO INTORNO .\U,.\ C.\ l\ll'AGNA DEL

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ste~tano imm ensamente a progredil'e. I freq~enti st?gn i e i luoghi paludosi inceppano ?ncor y~ù. la ?u·co~az1on~ ed obbligano talrnlta a hmgln and11·1Y1em per porsi sulla buona vin. . . Nell'estate quando i terreni sono asc1utt1, e nel. l'inverno quando sono nggbiacciati, . il_ pn.ese è un Ycro terreno da batlnglia e rasso1mglrn . pe~·1 f~ rme plastiche a quello del l\Tincio: rn~ le ~olt1vaz1orn, le pi an tagioni e ; ìi abitanti affa tto diversi, lo prese~itano allo sguarrlo sotto un nspetto ben. differente . }~ un pittoresco <l'un altro genel'e che bisogna aver Yeduto per poterselo raffigurare . Ora che ho dato a'miei lettori una clcscl'izio.ne disadorno ma vera di quella parte della Boemrn che fu teatro di guerra, mi acc ingerò come posso _a p~ssare in esnme le più sagli enti parti col~ntù dei prrncipal i fatti d'arnli elle in tanto onore foce1·0 sahre le armi pr ussiane e gettarono lo sconforto e la demoralizzazio ne nelle ausLriad1 e .

§ 3.

S u rl'l se... Era naturale che dn l momen to che Bcnedek ebbe

noLizia dell'in\'asione della Sassonia per ~arL.e _del generale Hen varth e dcll'antnzarsi dei Prus:iant m fono eonsiderevoli oer le strade di r.abel , ne,clienbcrg ~ i'tal'rnchsdorf•/erso l'Iscr , egli si decidesse finalmente ~ 1 abbandonal'e Olmiitz e cli nrnrcifre in B?cmia per a{fron tal' il nem ico. Quesla mossu in avant1 del generale

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IN GERM ANIA

in capo austri<!-CO non si effetLuò però con la richiesta rapidità ; forse muoveva riguardoso temendo sempre un attacco di fi anco per parte della 2• armata p russiana che acco rtamente minacciando l'avversario sulla frontiera della Sltsia austriaca e dalla contea di Glatz, eseguiva intanto una marciu di fian co a destra e si avvicin ava alle gole di Nachod e di Traut enau per entrare in Boemia calan do nella valle superiore dell'Elba onde unirsi al punto di convegno dato (Gitschin) colle forze di Herwal'tÌ1 e del principe Federico. Chi doveva tra ttene re i Prussiani e proteggere la mossa di Renedek sull'Jser '? Il 1° co rpo d'armata comandalo da Clamm Gallas e il corpo sassone condotto dal prin cipe reale di Sassonia (totale circa 58,000 uomini). Cli i doveva custodire il lì anco destro dell'esercito principale austriaco men trn marciava aIl' Elba? Benedek stesso. Come esegtrirono qlres ti due generali il loro còmpito "? Tn modo poco soddisfacente. La colpa però non è tulta da ascriversi a loro . Una serie di errori tatt.ici fac ilitò singolarmen te l' avanzarsi dei Prussiani, e più s pecialmente della ~0 arma la che dovendo sboccare da gole montagnose, aura verso una catena di monti di accesso ben più difficile di quel che non fossero le montagne della Lusazia, poteva con maggiore fac iIità essere l.ratten u ta e rigettata nelln Slesia. Però gli errori più -grandi che io chiamerei errori di mosse strategiche piuttostochè sbagli tattici sui luoghi del combattim ento, pesano su que' due. generali; ed il -pubb lico mili.tare non si è ingannato deplorando al tamente il contegno de' medesimi; forse tra il generale i n capo austriaco e i suoi sottoposti, coman da nti dei r.orpi d'armata, non esisteva quel perfetto acco rdo lanlo desiderato in campagna; e fu questa, io credo, precipua causa della disfatta delle armi austriache. ANNO XIV, VOL. Ili.

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Comunque sia, se Clamrn-Gallas sull'Iser avesse agito non secondo la lettera degli ordini di Benedek, ma secondo lo spirito de'medesimi, e ur. po' anche di propria ispirazione, la resistenza su quella lin ea poteva. essere ben più lunga e feconda di risultati. Che Clarnm-Gallas conoscesse poco il teatro di guerra, è cosa da non supporsi neppur per ombra . Egli lo dove-va conoscere perfettamente per il i-:uo lungo so,:ro-iorno in Boemil;l: egli doveva perfeu.amente cooo . h ·1 noscere la linea dell' Iser, e doveva sapere e e 1 segrnto per fermare i Pl'Ussiani non istava nella occupazione di Iung-Bunzlau e di Miinchengriitz sol~. tanto, ma della importantissima posizione di Tumau. Tutte le geografie militari (p. e. Lavallée, Rudtorfe1:) rammentano codesto punto .di alto interesse strategico e tattico. Eppure esso fu totalmente trascurato. ·A Turnau non si è cornbat~uto; e una volta occupato quel punto dal nemico, ogni resistenza a l\liinchengra.tz e ad Iung-Bunzlau sarebbe tornata vana. Quando Benedek con9bbe l'avanzarsi dei Prussiani e la ritirata dei Sassoni spiccò l'ordine a Clamm-Gallas di concentrarsi sull'Iser a Iung-Bunzlau, e ai Sassoffi di unirsi a lui . Benedek errò indicando Iung-Bunzlau come centro di riunione; ma se Clarnm -Gal las modificò in parte l'ordine andando ad accupare Miin~hengratz e distendendosi quantunque con pochissime forze fino a Podol: perchè non modificarlo anche più, pensando per tempo ad occùpare fortemente Turnau? Di questa modificazione dell'ordine, non avrebbe potutò a meno il generale in capo austriaco di esserne contento. In ogni modo il grosso della ,1a armata prussiana ·si avanzava sopra a Turnau per la strada di Reichenberg, e sulla strada di Gabel-Munchengratz non mar-

ÌN GERMANIA

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ciavano che le tre divisioni dell'armata dell'Elba. Questo il generale Clamrn-Gallas doveva sapere, specialmente dopo le grosse avvisaglie di Liebenauc di Hunerwasser, e questo doveva bastargli per trascurare Inng-Bunzlau ed occupare con il suo ·corpo d'armata e coi Sassoni la linea .da Mi.inchengra.tz· a Turnau, agglomerando il numero maggiore delle sue truppe a Turnau : fu in conclusion e un, errore che trasse seco incalcolabili conseguenze. Siccome però dall'occupazione di Turnau o di IungBunzlau poteva dipendere l'adozione di un piano di eampagna piu ttostochè di altro, cosi era il quartier ge.nerale principale austria<:o· in dovere di spiegarsi meglio, ed indicando Iung-Bunzlau per centro ·di riunione dovev/J accennare alle sue idee. Era da aspettarsi che la 1• armata, dovendo cercare di rendere agevole la calata del principe reale e secolui collegarsi, non poteva nè dov_eva percorrere altra via che quella che da lleicheriberg per Lìebenau e Turnau conduce a Gitschin. Ed essendo di importanza somma per la ~a armata, scendendo da Trautenau, di guadagnare quella strada a quel punto su cui doveva marciare la 4a armata, un corpo di 60,000 uomini collocato a Turnau metteva molto in dubbio la riuscita della . divisata · congiunzione dei ·Prussiani. E non è a dire che ora sia facil cosa criticare quanto sull'Iser fu fatto, perchè tutti gli sbocchi per i quali dovevano passare i Prussiani erano occupati da posti d'avviso e da forti drap1:ìelli, . cui non doveva esser diflicile conoscere a tempo le mosse dell'av,;ersario e a tempo informarne il comandante del I .corpo d'armata. Son sicuro che il generale Voge) di Falkenstein che nella Germania occidentale con meno di 50,000 uom1ni si trovava ·di fronte a 100,000 divisi in d'ue parti le quali .avevano

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STUDIO INTORNO .\LLA CAMPAGNA O.EL

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69 Ai campi d'istruzione si dovrebbe qualche volta eseguire delle manovre notturne per· abituare soldati ed uffi ziali a quella confusione inevitabi le nei combattimenti notturni. Non sarà l'unica. volta che avremo occasione di parlare di combattim en ti di notte. I Prussiani dettero prove di rara energia tattica : l'oscurità e gl i ostacol i non li hanno mai trattenuti dall' agire; gli Austriaci dovettero restai' sorpresi più d'una volta di quel la potente e cos tant e iniziativa che bilancia in un baleno le difficoltà della si tu azione, e le sa superare col coraggio, coll 'ordin e e co lla rapidità delle mosse. Gli Austriaci giunsero pri mi ad occupare Podol. Una delle di visioni clellu 1• at·mala, la ouava·, era in marcia per quella volta, e doveva nella notte gi ungere a Preper n due miglia da Podol ove intanto bivaccava l'avanguardia , alla quale venne riferito da una pattuglia di l'icogni;Zione che il villaggio era occupato dagli Au striaci. Troppo interessava. ai Prnssiani di impossessarsi dei ponti di Podol, e quantunque fosse già sera, non credettero di dover soprnssedere ed inviarono subito una compagnia , quindi un'altra, e poi altre truppe :mcoi·a per iscacciare gli Ausl.riac·i da qu el luogo. Il combaLtirnrm to durò fino ad un'ora e mezzo clopo la mezzanoue e terminò colla completa ritirata del nemico. Questa vittol'i a devesi ascrivere : ·1° Alla prestezza dei Prussiani nell'inviare rinforzi; percti è dapprima non fo spedita ch e una con-1pagnia ritenendo che Poclol non potesse essere ocrupato che da un sempli ce posto avnn~ato; e successivamrntc giun se rn a pt·P.ndr. r parie nl fatto cinqne battnglioni e mezzo. 2° Alla pronta iniziativn ci el ge neeal e cli brigata Bose, che senia chiedere istrnz ionì sentendo come la fucilata si f:wrsse se mpre più viva, prese seco clue ba tt.aglioni, i prrm, clw gli capita!'ono alla mano, e IN GER~IANIA

lo swpo supremo di congiungersi 1 c seppe con avvedute mauone impedire nel momento decisivo quella unione, non avrebbe certamente in Boemia imitato ClammGallasl fJoclol, 26-:27 g'iugno :

Concentratisi dopo le prime avvisaglie il I col'po d'armata e i Sassoni in Mi.inchengriitz e 13ackofen , troppo tardi s'avvide Clarnm-Gallas dell 'errore d'aver trascurato Turnau. Tentò rimediarvi; e sentendo come · quell'importante nodo di strnde non fosse stato occupato che da una debole frazi one dell'inimico, mise la ~~ra s~essa .del 26 giugno in movim ento unu brigata con rncanco d1 prender possesso dei ponti di Podol e dell'altura di Swigan sulla destra dell'Iser a ponente del vrnaggio allo scopo di faci li tnre per l'i ndom ani lo sbocco del corpo cl'armatn e la marcia offensira su Turnau . Poclol dista du M~inchengratz 9 chi lometri, e da Turnau quasi altrettanti. i\Ia la 1• armata si spin?eva g~à in fo1:ze su Turn au di cui :;i impossessava li 2_6 9rn.gno dt sera, ed era perfetta men te a perlata lattica d1 PoJol e de'suoi due ponti sull'Iser. Il fatt? d'armi ~l_i Podol del 26-2, giugno è il primo combattun ento cl importanza avvenuto in Boemia . 1° perchè ebbe luogo di notte; 2° perchè coll' occu~ pazione dei ponti sull'Iser pe l' parle dei Prussiani, v~~iva ancor più e I?ol~o seriam ente mill acc:iata la pos1z1?ne del corp? prmc1pale ~ 1\Ii.inchengratz, e toltagli og?1. sper~nza di pot~r marciare ·s u Turnau, e 3° pc~rche_1.1 fu cile ad. ago .fec~ .P~'o:are agli Austriaci per la pmna. volta I suoi m1c1d1ah efie tti. . Ordinariamente non si esercita ni ai in tem po di pace la truppa a manovrare di notte: è un errore.

"'


IN GERMANIA

70 STUDIO INTORNO ALLA CA MPAGNA DEL 1866. senza atten~ere _gli uomini che eran o andati all'acqua, c~l solo fucile, m berretto e senza zaino li condusse a - ~asso ~el e~e a Porlo!. Questa subi tanea apparizione, e I en~rg1~ d1 Bose, che, impti-gnato un fucil e e a piedi , perche. gli era _stato ucciso il cav-allo, alla testa di un ~attagl1on_c $fo1:zò il passaggio d'uno dei due ponti sul1Iser, decisero il combattimento in favore dei Pru ssiani. 3° Ai micidiali effetti del fucile ad ago. Gli Austriaci dovettero restarne ben sorpresi . Era notte e quantunque la luna splendesse , pure era necessario tenere le comp~g~i e e i_ battagli oni riuniti e non proceder~ ali~ offese rn ordme sparso.· I Prussiani avendo nelle prime or~ dell~ nott~ ~vuta la peggio, pensarono far uso (~el f~oco rn pos1_z1ooe di difosa : un battaglione e_ pa1 ecch1e co~1pagnie a poca distanza dal villaggio s1 ferm~ ro~o, s1 _posero in_ ba ttaglia su quattro righe e _fatte 1~g1~o~ch_iare le pnll'!e due righe aspettarono g_h Austnact _cli piè fe:mo . Quel fuoco rapido sù quattro nghe, eseguito q~as1 a bru ciapelo (30 pnssi) alternato con controattacch1 ebbe risultati sorprendentì.

Miinchengr èitz, 28 gi11gno.

Chi vede la bella posizione tattica di Munchengratz non può f'al'e a ni eno di lasciarsi invogliare dal desiderio di occuparla e tenerla. Il terreno si presta assai bene alla difesa; \'Jser presenta un ostacolo di qualche rilievo quantu nqu e per In sua profondità, che in oJcuni punti non oltrnpassa i 4 pied i, sia guada.bile. Clamm-Gollas era intenzionato di dar battaglia a i\liincliengriilz: ma di un tal parere non fu Benedek; e il principe dì Sassonia, cu i Clamm-Gu llas dovette nssoggell.irsi dal momento della riu nione dei . Sasson i al T corpo d'armuta, fece sapere al comandante in capo che la mattina del 28 si sarebbe ritirato sopra Gitschin. Questa mossa reLrograda era troppo giusta dal momento cbe Podol era stato perduto, e che da Turnau la 1• armata fa ceva sensibi li progressi sulla strada che m,enn n Gitschin, e li aYrebbe fatti anche su quella che <la Podol per Podkost mena a Sobotka quindi a Gitschin Gli Au slriaci <' i Sassoni restarono inattivi a Mi.inchengràtz tutto il 27 giugno e la notte succe~siva. La loro permanenza in tale posizione doveva naturalmente far supporre ch e attendrssero rinforzi, perchè altrimenti non er'é\ presumibile volessero trattenersi in lu ogo fot'lt' per natura è vero, ma stra tegicam ente rrirato dal mom ento che i ·prnssiani aveva no oltre1 ~assa~o T1, rnau. Questa supposizione persuase il principe FC'<lPrico di Pru ssia comandante le duè armate riunit n {(frll ' l~lbn e 1•ì aò ordin are l'atta cco di Mi.incheogriit1. . QUt·sto combattimento pe.rò era inutile avvegnachè il solo comparire della ,1a armata su lle 1

~o? si capisce come gli Austriaci essend o stati i pr1m1 ~d o~_c upare Podol, e il corpo principole trovandos_1 a JU unchengra.Lz a soli 9 ch il ometri di distan za, lo abbiano perduto contro soli cinque battaglioni e mezzo. O ~J am m-Gallas non valutò abbastanza l' importa~za d1 Podol, o temeva troppo l'armata dell'.Elba che s1 ava~z~va su 11 i.inchcngriitz. Eppure io credo fosse preferib ile abbandonaee Munch erigrii.tz e conservare Podol: i vantaggi tattìci eran o rnao·o-iorì e la linea ~i ritir~ta per Podkost e Sobotka n~~ era per null~ m pericolo; mentre in vece perd uto qu el pa ssa.?g10 dell'Iser, la posizione del I corpo d' arma la a lU_un,chengratz veniva ad essere seriamente minacciata d1 fianco.

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STUDIO INTORNO ALLA CA MPA GN A DEL 1866

STUDIO INTORNO ALI.A CAMPAGNA DEL 1866

strade di Turnau-Gitsch in e di Podol-Sobotlrn avrebbe costretto il principe di Sassonia a ritirorsi sen za combattere per non essere tagliato fuor i. Comun que sia, la rn o.Ltin a del 28 l'avanguardia del generale Herwarth per la stroda di Hiin erwassc r, e due divisio.n i della,t •a rm alu movendo da Podol e do Turn1.1 u attaccarono la prima di fronte, le seconde di fianco la posizion e. Ma i Prussiani trovarono che i Sassoni erano giii partiti, e gl i Austriaci occupavano Miinchcngratz e le colli ne sull e du e ,·i ve clell'Ise.r solt an to con una parte del corpo d'arrnat?, mentre l' altra stava effeu.ua ndo la ritira ta. Però le disp osizioni dei Prussiani furnno inappuntabili; e se gli Austriaci ~vessero qui raccolto an che nn'armata, questo. sarebbe slota con gr11nde pt·obabilità battuta. L'attacco di fronte fu condotto con poche truppe, la sola avanguardia dell'nrmata dell 'l~lba, comandata dnl generale Scholler, circa 7 bnttagliom. L'attacco di fianco era ben più poderoso, perocchè vi dovevano prender pat·te due divisioni la 7• e la 84, quantunque per la poca difesa fo tta dagli Austriac i soli 7 od 8 b11tt.igl ioni vi combattessero. Moltissima artiglieria e cavall eria ed nitre tre divisioni erano scagl io nate in modo da l'\anco e da tergo da far cadere qualunqu e resisten za. Le alture che proteggono da fian co e cl.i tergo la posizione di Miinchegriitz (Musky'Berg) sono di difficilissim o accesso, boschive, erte, clirupnte : eppure furono superale dai Pru ssiani con r11ra energia. I Prussioni seppero qui e in tutto il corso della campagna su perare ostacoli tali da destare la meraviglia anche nelle più addestrate truppe leggere. An che Jo tre division i del generale Herwarth erano a portata di accorrere se il bisogno si fosse presentato .. TI gei:ierale Herwarth marciava coll'avanguardia: questa particolarità è degna di esser notata. I coman-

danti s11 pcrio1·i pru ssiani hanno sem pre dato l'esempio della p1·eyegg1mza e del co raggio ma1·ciando coll'avanguardia ogniqunlvolta si trattavn cli un a fazione seria: essi potevano così assicurarsi co'propri occhi dell'im~ port anza <lel combatti men to e della piega che poteva pl'ende1·e, ed erano per tal mod o in grado di dare le più appropriate disposizioni. ·u principe Federico fece co noscere il punto ove sarebbe nndato n collocarsi durante la b11ttaglia : anche questa avvertenza non fu mai ~rnscurata nel corso della guerra, e vuole essei· fatta osservare. Il movirnento attorniante pel' parte della 1• armata procedevn minaccioso: gl i Austriaci affrettarono la partenza, e il combattimento di l\Hinchengdilz che comin ciò alle 9 11:2 del matLino e terminò prima dell e 2 pomeridiane non fu accettato dagli Au striaci che per coprire la loro ritirata su Gitsch in; men tre le disposizioni LatLiche dei Prussiani accennavano ad una vera e g,.ande battaglia, nella quale anebbero potuto combattere circa 100,000 uomini. Però i Prussiani non presero indarno qu elle disposizioni, perchè eITe tti varnenle Clan1 m-Gallas era_inten zionato di accetta rn il combattim en to con le forze austriach e e sassoni riunite; ma rimesso da Benedek il giudizio della cosa al prin cipe 1~enle cli Sassoni.i, questi nel pomeriggio del 27 giugno rispose che opinava per la ritirala, dal momento che l'~sercito prin c·ipnle non pensava procede re verso l'Iser. E fu giusta misura quella di 1·iLi rn rsi, perchè , co me ..1bbian10 ved uto, In scon fitta sarebbe stata incvitnhi le, e poteva nnche carnbiarsi in una catastrofe.

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( ContùmaJ.


PROPOSTA D'UN NUOVO MODELLO DI SELLA

P::ROPOSTA

NUOVO 110DliLLO DI SELLA A BANDE MOBIU E SENZA CO"PERTA PJ!R USO

DELLA CAVALLERIA CON VARIE MODIFICAZIONI NELLA BARDATURA E NELL' INSELLAME NTO PJlR

DANIELE BERTACCHI Ve teri nflrio in 1° iioi Cctvallnggeri Saluzzo.

IY. Rngioni, sebia.rhitenti e norme.

Al pensiero del breve appoggio di questa sella sopra pochi punti del dorso clel cavallo nasce naturalmente il d~1bbi;l che possano questi medesimi punti <~ssere mngg io1·inente schi acc iati d,d peso di tuUn Ja carir:a. Al ch0. ni'affretto rispond ere negutivarnenle dandone q11elle rngioni c.:l1e puonno maggiormente ço nvin cere, crmiecch i: des,inle dall'ordin e dei fatti . . Le pa1ti destinate a soppoi't.af'e impunemente questo peso sono i rnuseoli lungo <·'d ilio-spinali, che cliffieilmente· si risen lono di una for te pressione che possa

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sovr'essi esercitarsi, purchè piana ed uniforme . Ho. giò. toccato di La] considerazione in principio di questa memoria; ma ora aggiu ngerò che appunto hanno luogo sconcerti e lesioni all ora quando quest'appoggio va ad effettuarsi fuori di quelle località sopra pat>ti dure, come s ul garrese, sulla spina, sngli archi costali, sull'omoplata e simili. Addurrò un esempio cl1e può valere per cen~o. Nel!' ex-provincia di Bobbio .mio paese natìo non esistono veicol i ruotabili a · causa della montagnosa condizione di quella estesa valle trebbiana . Dalle fìni di Chiavari sino ai lim iti di Piacenza, Voghera e Tor-tona, uomini, derrnte e materiali tutto vi si trasporti\ a schiena di cavalli e di muli. Nulladimeno da Bobbio a Genova, parle più scoscesa e priva di strade, vige un piccolo commercio di vino e granaglie, per cui t<ncca a questi p_overi animali non solo di tenere il basto da mani a sera, ma scendere e sali1'e per valli ed erte continue alla semplice sco·r ta di to rtuosi si~ntieri, con enormi some sul dosso, le quali sono ben più gravi, dondolanti e squili.brate che un soldato colla rispettiva carica di guerra destinato a~ agire qllasi sempre sul piano. Eppure qneì commerio t.onlinua colà tutto l'ann,o per mezzo degli stessi' quadrupedi, i quali, appena finiLo un viaggio ne irnpeenuono un alLro ; ed è ben difficile che uno ne venga esentat9 per Iesìoni di bardatura, di cui a.Icuna si rimarca lutL'a l più ,1lln regione inferiore della cervice e dello natiche in dipenclPnza della così detl.a braga che tien lu ogo di groppiera, e pel continuo snlire e scenderE" ehe dora delle in tere giornate. Il resto del loro corpo è scev t'o. di mali, quantlll1que quei .sfortunati somieri non si Lrovi110 in contlizione di rotond ità per forme e nut.riziono 1ome sono in generale i cavalli mil iLarj.


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D UN NUOVO MODELLO DI SELLA

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PROPOS'fA

fo stesso dicasi per que' cavalli e muli che ser

vono ivi di trnsporto pel uomo e che non sono poi tanto in picco! numero; non potendosi portare più d'un individuo per ogni cavalcatura. Eppure egl i è ben difficile ripeto, sco rgere in essi altra lesione di bardatura fuori delle citate regi on i della cervice e della coda. Ma la loro bat·datura non consiste che in un basto ben rigonfi0 cli quarti, che si pone sulla nuda schiena dell'animale senza intermedio di coperte od altro; e che appunto per tale rigonfiamento orizzontalmente allungato non fa che basare sulla notata regione lungospinale, lasciando per?) libera la stessa spina, che resta così semp re rinfrescata dall'aria in l,111 colla più gran parte <lei tronco. Pendente il campo di Pordenone (1868) ho vistò la stessa cosa in uso presso. i carbonai dell_e montagne, ' i quali .viaggiano tutto l'anno per quelle giogaie alpine trasportando il carbone dal Consiglio alla pianura a dosso di muli provvisti di simil basto senza alcuna coperta sul dorso. Interrogato in proposito uno dei pi(f vecchi di quei mulattieri mi rispose clie loro non occo1Te mai di dover curare piaghe di bardatura, tranne qualche volta al còllo cd alle natiche per la ·ragione che già dissi poc'anzi. Quale infatti può essere lo scopo delle nostre bande se non quello di adattarsi in quei due lunghi seni muscolo-aponenrotici, che costegginno la _colonn·a vertebrale occupando lo spazio esistente fra le apofisi spinose e la maggior convessità. del le coste? Ciò è tanto · vero che fuori cli questi limiti ogni altra par:te che venga compressa dalla hardatnra è bPn . difficil e non resti contusa q ferita. Probabilm ente mi si potrà ancora obbieLtaee essere inutile la consigliata copertina dacchè le bande si trovan.o già vestite di larghi cuscinetti soll.osella. Ma

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io faeò osservare che detta copertina è appunto destinata alla conservazione delli stessi cuscinetli, non potendosi questi maneggiare li beramente come quella ogni qual volta si voglia far asciugare dal s,ud?re r~~colto, sbatterla, fregarla e spazzolada. Cosi s1 avra 11 vantaggio della maggior durata di qu esti cuscinelt.i i quali verranno meglio preservati dalla crasi del sudore e dalle 1.niasrnatiche escrezioni del corpo. Arrogi che tal copertina essendo lanosa e combaciando colla faccia inferiore sirnilmenLe lanosa dei cuscinetti sottosella, servirà maggiormente a Lener ferma la sella abbracciando una gran parte del tronco ed essendo giù essa medesima tenuta ferma dalla cinghia comune. D'altra parte questa cope1'Lina deve servire, come già dissi, d'ornamento, o, · per meglio dire, di complemenLo alla bardatura, poichè, tolta la medesima, li cavallo rirnan~bbe tl'oppo nudo. Ciò post.o darò qualche avvet'tenza pratica onde garantfre il cavallo da contusioni o ferite che potrebbero aver luogo pc~· trascuratezza o disattenzione. Esse sono: 1° Cural' bene j [ jn·imo adattamenLo della sella sul dol.'so d'ogni cavallo di rirnonta; opeeazione questa che vorrebbe essere presenziala dai rispettivi comandanti ,di squadrone, dal veterinario del corpo e dal capo sellaio. _ . 2° Riconoscendosi che un cavallo abbia notabilmente guaclagirnto in statura e nutrizione, o siasi per contro ristretto, pel.' dimagrimento, procedere tosto nll e debite modificazioni mercè il conveniente trasloco delle bande mobili, come vedremo più sotto: 3° Usare ogni atteniione nell' insellare massime nel distendere la copertina sotto i cuscinetti. 4° l'rocurare ehe le lu nghe marcie non siano mai faue al solo passo ma alternate con qualche chilo1


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PROPOSTA

D'UN NUOVO MODELI.O OJ SELLA

metl'o di Lrotlo si per sollevare 1;1 fy_uanto le. parti compresse dalla sella che per tener svegho il soldato onde rion s'abb andoni assonnecchiato e dondolante · s ul proprio cavallo. 5° Appena possibile far asci ugal'e e sbauere la copeetina. (Il che riescirà ben più facile che per la grnnde coperta come prima) . Insorr1rn a bisogna ben persuadersi che, se nelle cose di i:onseguenza le precauzioni non sono mai troppe, egli è .qu i il caso di rigorosamen Le applicai:e tal massima . Per qunnto concerne l'uso delle bande mobili è d'uopo av,:r per norma generale che, essençlo l'arcione alla sua ntassiina la rghezza , cioè al maggior punto d:al!ontarwmcnto delle bande fra ioro, i due margini · d1· queste dovranno trovarsi rasenti e giusti coi piedi degli archi,' e per contro, al maggior punto di strettezza .del!' arcione, detti piedi rientreranno dalla pa rte supenore quanto ne sporgeranno inferiormente. Nel primo caso la vite s.i troverà in basso e nel secondo in alto, cioè a.U' ango lo superiore del già notato foro quadrilungo d':'\gl i archi stessi (,1) . Tea questi due estremi sono i punti intermedi per le dimensioni delle vàrie stature e confo rmazioni. In ogui. squadi·one e presso il rispettivo sellaio esì-

st.el'~ una chiave come quella unita al campione, desLin at.a a fa r girare le madri viti che presentano appositamente due den Li nella loro periferia. Così quando si voglia sperimentare l'intero effetto della mobilità delle bande non· si ha clie a l'ila.ssare le 4. viti, capovolgere l'nrcion e, Jmpugnare le .band e nella loro metà e, traendole fort emente in foori si obbligheranno ad aprirsi fino al volu to punto di dilatazione, supposto che fossero sta te ri strettC' per un cavallo più piccolo o più magro. Jn senso contra rio si dovrà agire per ottenere un ,:ireione più largo . Se poi si vorrà sLl'ingern od allnrga1·e solo i l davanti o il di dietro del méclesimo, bisognerà aprire i cfoe scogli o dischi della rispettiva pal'te, forzal'r· lo scor·rimento dei piedi dell'arco corrisponden te fino al volu Lo pun to di moclificazion é e quindi restr ingere le dett.c viti prima di abbandonare le bande dalla parU\ smossa . Questa manovra è più faci le eseguirla che descriverla . · Per insellare sì comincierà ad nt.tnccare la eopertina agli ·archi rovesciandone in alto i lembi inferiol'i ed obbligandoli so tto le sa ccoccie di cuoio o i11 altro modo onde non abbia a far pieghe sul costato. Si incrocieranno del pari sul segg io la cinghia e le staffe; si porterà Jeggierrnente la- sella sul dorso del cavallo, si stenderù di nuovo la copertina tinrndola in varii sensi; e, rimessu ogtii cosa ne' suoi normali rapporti di sit.o e di ditez.ione si procederà alla tensione deJJa cinghia . Così insellato il cavallo, si pot.rb vedere la luce dalla groppa al garrese sollo la copertina. Prima di chiuclere il· present.e capitolo stimo· ancora prezzo dell'opera di toccare della differenza approssimativa. di peso e di spesa tra la vecchia e la nuova 'bardatura.

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(l) La prima idea di bande mobili mi venne da quel distinto ufficiale, che è il signor capitano Donx abbastanza noto per le sue sode cognizioni io ogni ramo del l'arma di caval leria. 10 stava appunto studiando sul finil' del 66 il problema della bardatura ond11 ovviare ag li inconl'enienti che dimostrai derivare dalla gran cl)perta sottosella, che per me rnrà sempre la cosa della più grn nd'importanza. Mi piacque pure il concetto dello bande non rìsse : ne immaginai va rii congegni o finii pe1· adottare il sopr<tdescri tto perchè più semplice, piu sicuro e scevro

d'ogni inco1wf.)niente.

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·8,t

Pl\OPOSTA

o'uN NUOVQ MO.DELLO DJ SELLA.

Sotto il primo,rapporlo è indubitato che il ragguaglio sta in favore del progetto; poich è eseguita ogni cosa colla conveniente precisione e parsimonia sì nel lavoro. che nella _materia si avranno a un dipresso i seguenti risultati :

a ferri eon due pareti ragguagliala ulle due nuove con un sol fondo . Vi sarebbe un piccolo copri lasca in pjù;

Peso tolto col nitavo sistema. I'et· alleggerimento dell'arcione . Perla soppressione del pistolone e della fond a ld. della guald rappa. Id. · della rangonn con portapistolon e e gancetto . , Id. della correggia portapi stG!a , Id. della bacchetta con astuc· ·cio e correggia . del pettoni.le, della gropld. piern e soprafascia Per la riduzione della grande coperta Id. dellacol'reggiadarollioo ad una sol testa Totale peso tolto

chi!. O, 450 » 2, 200 » 3, 400 » O, 390 » O, 100

»

o,

390

» 1, HiO )} 2, 000 >>

O, 050

chil. '10, 130

t>eso a11giu11to col nuovo sistema. l'er i cuscinetti sottosella éon correggie e fibbi e . ., el11·1 . ,l , ..,l!.00 Per la copertina id. » ,J, 500 Per il saccocciode di cuoio a destra . » ·1, 600 Per il revolver con astuccio . · » O, 700 Totale peso aggiunto chil. 5, 300 Totale peso in meno per la nuova bardatura » 4,830 Il ferro aggiunto uguaglia approssimativamente in peso il ferro tolto. Lo stesso dìcasi della vecch ia tasca

ma in compenso si ha la correggia ctilla fibbia in meno. · Come è facile comprendere ci su rebbe stato campo di fare 1.ma maggior riduzione di peso se non avess i avuto al tro di mira che il possibile alleggerimen to della barclatlìra; mentre io invece mi sono precipuamente proposto di renderla meno dannosa al corpo del cavallo. Ciò non toglie peeb che portando una sa via riforma anche negli effetti di corredo e nella, montura si possa ottenere un'altra riduzion e di 4 in 5 cbil. sul. peso totale. E così si sarebbe a!legger.ito il cnvfl llo cli circa un rniriagnunma senza con tare l'agilitù. che può gnaclagnare dal nuovo sistema cl' in sellarnento, agilità e sciollezza, che equivale ad altreLtanla • leggierezza per la rapidit,\ del l' andatura ehe si cléve contrapporre alla celeriLi1 del fuoco dipendente dal nuo vo sistema d i fucile n ret1·ocarica (1) . Circa poi alla diffe.renza di spesa egli. è natu raie che, caieolata sopra un sol campione fatto appositamente ci porterebbe a qualche maggior sncrificio; ma sopra un gran numero Jalo ad uppa!Lo e facendo degli are.ioni come s'è de tLo ,delle coperte, cioè surrognndo successivamen te col nuovo mothillo quelli che si rendono di mano in rnnno fuori d'uso, noil si avrebbe ul momento che il sentire la spesa dei cuscinetti, della copertina, ciel segg\o, del saccoccione e ciel revofrcr (2) : ma se ne avre.bbc in poco tempo il compenso nel (1) Non tengo conto,. come si H\do, della probabil ità d'adoL. 1amento rlelln tenda-mantello già accennata; nel qual caso si può immaginal'e quanto si potrebbe guadagnare iu ollcggcrimento sopprimendo l'oso rie! mantello atl oalo in cam pagua. (2} Quanto alle tasche a ferrj non si LraltorclJbe per _ora cl1e di servirsi del cuoio delle al.tual i; po tendosi eou una dt queste; farne due dd nuovo modello almeno per quelle <1ncora servibili. •

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ANNO XIV, VOL. 111,

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PROPOS1'A

o'uN NUOVO MODELLO DJ SELLA

risparm io della coperta da campo , del pistolone, della fonda, della rangona, della bacchetta, dell'astuccio, del porta-pis tolone, del gancetto, della correggia portapistola, del pomo della sella, d'una parte d'armatura in ferro degli archi e dei correggi uoli del seggio, nòn che nella riduzione della correggia da pastrano ad una sol testa con ·una sol fibbia, ed in quel la de l cappelletto e della copel'ta ad una minor dimensione_com e ho indicato. Oltre a ciò avressimo ancora i pezz.i delle coperte ridotte per formare il disouo <;lei cuscinetti sottosella e le stesse coperte di riforma da convertirsi in copel'tine del nuovo modello . Non· dico poi del totnle ri- , sparmio od almeno d'una molto rnaggioNl ura ta della g ualdrappa, del pettorale della groppiera e d'una qua lch e econnm'ia. anche sulla cinghia (·1). Ma quel che più monta si è il risparrnio che si farepbe sulla coperta da campo che resterebbe abolita e sulla grande coperta, la quale sola ci t,errebbe r ilevati da una spesa ben ,molte volte maggiore; onde il governo finirebbe per guadagnarvi ancora considerevolmente. Mi, proverò a dimostrarlo, La coperta attuale costa 36 francM e d ura in media poco più di 3 anni (2) colle deb ite spese di riparazioni. Il suo principale logoramento ha luogo al centro, cioè ai quadeetti di mezzo, che hanno più rapporto diretto

col corpo del cavallo. Se. non fosse per tal imo 1sottosella) queste stesse coperte durerebbero non 3 ma '10, ma :20 anni , e, quasi direi, senza riparzioni. · Prova ne sia che quando vengono r iformate si trovano benissimo logore nel ,mezzo, ma all'intorno e per una cornice di circa 00 centim. d'altezza sono sempre come n uove . No tisi che ciò si osservava del pari da 1o a 20 anni fa, quando ci oè una copertu durava, come dissi, persino 8 anni all'uso suddello . Se dunque dopo 8 anni le parLi di essa , che furono risparmiate dal sudore del cavallo si trovano nncora quasi nuove si può logicamente arguire che, non usandola p.iù come nrnese sottosella, può ·anche durare più del doppio delli 8- an ni, cioè piu di quan to durano adesso sei o sette · coperte : val quan lo dfre che si farebbe un' economia del valore dì sette copert~ in ,J 8 o 20 anni per una sola bardatura , pari ad un rispam:io· di L. 2o2 per quel .periodo di tempo, equivalente a L. 42, 60 ali' anno per cadaun soldato, e per un ammontare di circa no· mila fnmchi ann ui sui soli 19 reggimenti di cavalleria. E ciò per la ~ola riforma della coperta. Chè se si considera tutta !'economia da f'arsi sul cuoiame, .sulla gualdrappa e sugli altri oggetti di cui ho rngionato fin ora io non mi perito d'affermare .che l' economia totale abb ia ad ascendere 2d un a cifra considerevoJissima . Se poi si aggiunge a tutto qu esto il risparmio dell e riparazioni alle stesse coperte ed il miglior uso che se ne potrebbe fare all'epoca della r iforma, pel minor logoramento ch_e risentirebb ero usate sempre come semp lici coperture, basterà io credo a dimostrare come la maggio r spesa occorrente per la nuova bardatura .proposta sia ben lungi dal raggiungere la cifra del-

(1) Lo stesso sellaio militare Zaniboni Angelo , che già mi serviva nelia confezione di due camrtiòni. del mio modello; mi· assicurava non ha guarì potersi realfazare un'economia di L. 35 per ogni bardatura col nuovo. sistema senza calco lare la gualdrappa. · .(2) Ossia che si usassero più poco , ossia che fos sero di miglior qualità le coperte sottosella duia".ano una volta da 5 ad 8 anni .

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8{.

85

l'I\OPOST.I

D' UN NUOVO ·MO DELl,O DI SELl,A

l' econorn i.i che si farebbe in un da lo nu111ero d'anni sulla sola coperta in discorso. In conclusione da un calcolo approssimaLivo risultereb be che, anche dedo tto l'oradetlo rispam1io sull'uso della grande copertu ('1), una sell a del mio i·nodello completamente gnernila costerà 80 franchi all'inci rcn compresa la coperta ridotta; mentre una sella ùel modello ora in uso con coperta e gualdrappa ammonterebbn a L. I 6iS . Cosicchè, contando sulkr soppressione della gualdrappa e della coperla da campo, vi sarebbe una differenza di L. 85 in meno per la nuova sella completa; e non facendo caso dell a g11ald1·uppa res terebbe sempre un risparmio di 37 francl1i per ogni sella bardata . JI che ci darebbe sopra tutta la cavalleria la cospicu a somma di L. ~.~i,i mila, non compreso come dissi, il risparmio sulla mnggior durala delle copei-te e sulle g ualdrappe. Eni inoltre ac.1 aggiungere il rispnrniio della 1·nngona come degli al tri aecessorii del pistolone attaccati al cocpo del soldato, che 110n sono meno da considerarsi sollo il rapporto della generale economia possibile sul nuovo !Sistema di sella e <l i bardatura. ~fa senza Lultoeiò non b:-istcrebhe ella la considerazione cli tanti cnvalli in meno fuori di sci-vizio, co me si li anno con tinuamente in rnarciu, ai campi d' istruzione cd in guerra?

Nè si vo"'lia credere pel' arrnntura che i.o mi fond,1 sopra indu~io ni puramente Leoriche. I fatti .sono l~l che parlano; e clii ha sperienza della materia dovra ben convenire sull'impo rtanza della presenle ~ropost~ il o sotto il rapporto del miglior beness~re .<le'. cavalli in campagna. rispetto alle ordinarie lesioni .d1 bar.daLllt'èl, che Jwnno 11 pp unto lu ogo o lungo la spma.do1solomhale o sul costato o sul garrese, o ql lati d~lle spalle e dei lombi per l'azione s?ffocativa, comp ~·ess1va e confricativa lungamente esercitata da.li~ c?pe1ta so~tosella \It dove non dovrebbero effettuarsi ne appoggt0 della ne· f'regag1·on't'·, 2° pe1· l'aJJco·o·e1·imento t>o . bardatura . e la maggior scioltezza dC'I cavallo, rnass1me 11~1. vi men ti_ c1ellu spina e del tronco; 3° p.er la. vistosa economia clie si potrebbe in \·al'ii 1~1od1 ~·e~ltzzare. ., Del resto ulteriori ed estesi esperm1e11Lt rn peoposito faranno 1·agio11e d'ogni cosa. . Pel' ridurre ora il presente lavoro a.Ha sua massima semplicitù ed intellige nza riass~11n~rò .in breve qum~to si riferisce alle singole ùu10vaz1om p1:oposte, ~.on che ai vantaggi di qncsto snl. vigente sistema cl rn srl\amento.

11) Quanto diss.imo su ll'uso provvisorio <IP.Ile allunli r.:opcr lc mediante riduzione• di misura non che degli arcioni in vigore da surrogarsi a notma che rendonsi fuori d'uso. intendasi puro delle cinghie, qualora si creda adottare quelle di corda oppure quelle di canapo doppio delle cclmunem cn lc fo scic: di cinghia .

· ln caso però si potesse prevedere una guerra no n lo 11tana

non si dovt·obbe iuJugiaro nel p1·ocodcro al generalo riunovamènlo d'ogni cosa proposta.

m~:

V.

H.ieg)ilo;:;o.

tnnovcizwni. ,1.

L'al'co anterio re non ha piit il così detto 11omo (lr.lla seltci, ma 1erm in11 supcricwm en te ·in Lll1 orlo rolomlal.o , ., e spes:;o. Esso è 1111c;h0 un po ptu basso r più largo.


86

PROPOSTA

2.

o'uN NUOVO MODID, LO DI SELLA

87

7.

L'arco posteriore è più basso del vigente, più largo di base, più inclinato all'indietro, colla paletta alquanto più obliqua.

La grande . coperta cessa come strato sottosella, e non serve più che per uso di c0pertura per l'uomo, e qualche volta anche pel cavallo, riducendola di di·, mensione.

3.

8.

Entrambi gli archi non si trovano più fissi alle bande, ma articolati alle medesime mercè una scanalatura, in cui devono scorrere, fermandovisi con una vite che attraversa gli archi e le bande ad un tempo. La scanalatura . femmina delle bande è leggermente convessa, ed il maschi o degli archi proporzionatamente concavo, onde lo scorrimento delle.bande abbia luogo sopra una linea curva.

Essa viene arro Lolata e posta sull'arco anteriore, a. foogo del pasLrano che dee portarsi a tracolla.

4. L'armatura metallica degli archi non giunge più a ripiegarsi s ull e bande, ma termina ai 2{3 inferiori degli archi stessi, inca.s sandosi nel legno per tu tla la spes. sezza del ferro. 5.

Le bande sono più rinforzate rn corrispondenza delle scanalature , e più rivolte in fuori alle loro estremità.

6. Il lupo, o seggio , è di cuoio lavorato e doppio , più largo _e più basso dell'ordinario. Esso non porta più s tringature e correggiuoli d'attacco colle bande, essendo questi affatto inutili alla sua fermezia.

9. La coperta da c~mpo rimane definitivamente abolita. 10.

, Un cuscinetto mobile viene adattato alla faccia inferiore d'ogni banda, incappuccian<lone le teste ed attaccando~i al lo.ro margine superiore mediante due o tre piccole correggie che non lo lasciano scorrere. H.

. Oltre · a ·questi cuscinetti, una copertina di lana doppia ·a ttaccata alla sommità degli archi con una co rreggiuola a fibbia s'in trornette fra gli stessi cuscinetti ed il costato. 12,

La spina dòrso-lombale è libera e sciolta da ogni contatto cl' arnesi, onde il passaggio dell'aria rimanga pm libero dalla groppa al garrnse.

13. Non esiste più nè pis1:01o_n e, nè fonda; e al posto di questa sta un'altra saccoccia di cuoio simile a quella della parte sin istru, in cui si ripongono la veste


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PHOPOS1'A

D'UN NUOVO MODELLO DI SELLA

cli fatica e~ i pantaloni di teln., che prima si meLlevano nel rollino sull'arco anterio re, non che il sacco a biada che stava sul cappelletto portasaccoccie.

ligia ed al rollino, si avr?i il cavallo passabilmente vcstit.o e gucrnito. La copertina sottosella porter·ù altresì lo stemma reaie ai due angoli posteriori.

,u.. Cessa pul'e d'csisLere la correggia portapjstola coJJa ri speLtiva campanella d'attacco all'arco anteriore. Hi.

Jl nominato c.appelleLLo è più piccolo e portato più in avanti sull'arco stesso; e le saccoccie vi si attaccano in modo da scendere più verticnlrnente.

rn. Le alette coprisaccoccie servono anche di tasch e porr,aferri, di cui formano la parete di souo. Il cuoio delle Lasch e al.tuali servirit per fare quelle di nuovo modello.

n. La cinghia può essere di canaP.e doppio a. fascia, ovvero di corda. "8. '

Potranno sopprimersi la gualdrappa, la groppiera, .la sopra.fascia, il peuorale, o per lo rrìeno la sua martingala ad asola.

rn. Il cuscinetto soprassella verrà assicuralo aUa sella per mezzo di correggiuoli. 20.

])ando un color uniform e alla copertina , alla va-

89

~11.

La copertina, la facci.a inferiol'e dei cuscin etti sottosella e la valigia saranno fotte con pezzi di coperte fuori d'uso o di riduzione. GlQ ,Ì{JJ..I ,

Delle cose auin.enti al corpo dell'uomo vengono tolti la rangona col porlapistolone cd il gancetto, non ch e la bacch etta del pi stolone col proprio astuccio. · 23.

La piastra pèl numero del reggim ento sa·rù por~Latn sul fronta le o sul naso del cavallo ad uso ungherese. 2L

Le attuali coper:te continueranno a servire ilno alla loro consumazione . 25.

I nuovi ur:cioni r-irnpiazzeranno i vecchi n misura che questi vel'Ìinno posti fu ori d'u so. Lo stesso si farà per le cinghie. 26.

~lodo d'insellare colla nuova bardaturn . 27.

No.mm per l'u$O delle bande mobili.


90

PROPOSTA

28.

Provato risparmio di peso e di spesa col nuovo sistema.

Vantaggi dipendenti dcdla soppressione clella grande coperta sottosella. 1° Libera circolazione dell'aria sotto la sella, per cui, non poLendosi più riscaldare la pelle come prima, vien tolto il pericolo di offendere le parti sottostanti libP.rate (lall'oppressione d'una così pesante copertura. ·:2° Tolto pure i\ pericolo di contusioni per causa di duplica.ture nei molti strati della vecchia coperta. 3° Muggiore libertà nei rri0vimenti della spina dorsolombale, non trovandosi più fasciata e compressa dalla grande coperta, che vi faceva pesar soprn una gran parte della carica. Il cavallo si trova così_ più sciolto, più agile, e perciò più leggierò e capace di sostenere una rapida andatura. 4° Maggior fermezza nella copertina, perchè resa impotent.c a sconere, si per la propria conforma zione, che per i val icli suoi attacchi all'arcione. 5° i\iinore perd ita cl i sudo re, e quindi minor spreco di bardatura e di forze.

Vcmtaggi dipendenti clcille bande mobili. 6° Facoltà di steingere ed allargare l'arcione, e quindi facilità d'adattare le selle ad ogni taglia di cnvallì. 7° Facoltà d'allargarlo o stringerlo soltanto davanti o di dielro; e quindi facilità d'adattamento del medesimo alle varie conformazioni,

D'UN NUOYO l\lODELLO DI SELLA

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8° Tolto così il grave inco·nveniente di dover perdere molto tempo nell'applicare le selle ai cavalli di . nuova rimonta, e quello di no_n andar più bene le stesse selle ai cavalli che o per malaUie o per disagi di guerra siansi dimagrati. 9° Tolta la ~cessità di provvedere le masse di tre qualità d' arcioni, e~sendo il proposto suscettibile delle volute dimensioni . 110. Facoltù di cangia~e · il punto d'ar,poggio delle bande quando la pelle vi si trovi alquanto risentita od escoriata, senza dover esentare tanti cavalli per piccolissime cose, come avviene quasi sempre.

Vantaggi proveni:enti dalle varie altre mutazioni e rnodificazioni introdotte. 11. Minor peso e minor materialismo nella carica. 12. Maggior semplicit;,, e maggior prester,za ne!J'insellam en to. 13. Meno frequenli anche le contusioni delle cinghie. 14. M:eno facile il g:irar della sella, essendosi ab-· bassato il seggio. ·1tL Meno incomodo il seggio al soldato, essendos,j aliargato e reso meno rigido . 16. Maggior facilità pel soldato di g.overnàr colle redini il proprio cavallo, per la soppression e del pomo della sella e def pistolone. 17. Rispai·mio netto di molti effetti di bardatu ra e d'armamento, con grande economia delle coperte. 18. Utilizzazione dei pezzi di coperta di riduz ione e delle coperte fuori d'uso pAr la confezione delle copertin e, dei cuscinetLi sottosella e delle valigie. 19. Aumento di forza fis ica e morale nP-1 soldato, vedendosi meglio armato e difeso., 1

1


9,3

Pl\OPOSTA n 'uN NUOVO MODELLO DI SELLA

Come ognun vede, è questo un progresso nella sellatura e bardatura militare, che panni non abbia riscontro finora, almeno per quanto è di pubbli ca cogmz10ne. Lo dissi e lo ripeto : io non bo la pretesa d'aver sciolto perfettamente l'ardua questione che da tanti anni si agi ta; ma le prove che )10 potuto fore fin qui, e le ragioni su cui si fonda il mio operato, mi danno la morale certezza d'aver portato un tale miglioramento in questa parte così importante di servizio, da lasciar ben poco a desiderare, sotto il rapporto specialmente delle così dc~te ffoccature delIR, sella , che si ebbero sem pre a d~plorare qual tristo i·ètaggio di un riprovato sistema che durò g ià di troppo e che ormat non ha più ragio ne d'esistere .

FUCILE A RIPETIZIONE VETTERLll\J adottato in !svizzera

, La Reoue 111ilitaire Sui'sse ,nel suo n. 3 del prossimo scor·so febbraio reca un .:irticolo del periodico francese il J1foniteur de l' Armée sull' anna a ripetizione del sisterna Vetterl'in, e si fa a c.ommentarlo brevemente rettificandon e alc uni <lati e giudizi, non senza premettere ch e l'a utore cli quello scr-i uo sia slato in generale esaLLo e ben lusinghiero verso la Svizzera cd il sig. Vetterlin. Mentre da noi e da per· tutLo continuano gli studi per la scelta de.Ile migliori armi da guerra, quistione di tan t,a imporlanza per lo avvenire degli eserciti " le fin anze degli Stati , non sarò. privo affatto d'interesse il fornire nozioni più estese sull'arma Yetterlin, la quale venne già adottala dalla Svizzera, sta per essere speri men tata anche in Italia, e può avere, a nostl'o avviso, parecchie utili applicazioni in guerra. ~i avvarretno pertanto delle notizie precise e dei


'

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FUCILE A llIPETJZIONE

molti documenli che potemmo noi stessi raccogliere in !svizzera, ove fummo inviati dal H. Governo ap , punto per assistere agli esperimenti che vi si. fecero con fuc ili a ripetizione Vetterlin su.I finire .del 1867, e di quelle peevenuteci posteriormente (1). 1

Adozione di arm,1.· a retrocari:ca ùi .lsvizze·ra .. .

95 sig. Giacobbe Arnsler di Sciaffusa, e per l'armamento dei carabinieri (truppe corrispondenti ai nostri bersaglieri ) un fucile a ripetizione del, sistema Winchester ('I} col cal ibro ·svizzero di mili. 1·0, 4. Tal.i co·nclusioni furon0 senz'altro accettate, e con maggior larghezza, dal Governo svizzero, il quale in novembre dello scorso anno decretava l'immediata trasformazione di 40,000 fucili e carabine di piccoi calibro, di 50,000 fucili Pre]at - Burnand, e la fabbricazione a nuovo di 90 e più mi la fucili a ripetizione del modello Winchester, da distribuirsi a tutte indistintamente le truppe di fanteria, parte scelta e riserva dell'eseeciLo , passando poi alla landwehr le armi trasformate che sarebbero divenute disponibili per la distribuzione delle nuove. Intanto per esser parato alle più vici9e eventualitù, commetteva ad una fabbrica americana 15,000 fucili Peabody del calibro svizzero, per VETT·EHLIN

Dopo la prova vittoriosa e decisiva che il fuc.ile ad ago prussiano compiva nella campagna del ,J 866 in Boemia, il Governo della Confederazione Svizzera decideva il 20 luglio di quell'ai1nl) l'adoz ione in massima di armi curicantisi dalla culatta per tutto l'esercito. La Commissione tecnica pBr le armi portatili, composla dì sette colonnelli federali e presieduta dal signor colonnello Herzog, ispe tlore dell'artiglieria, ebbe l'incarico di studiare non pure il sistema meglio ap,propr iato alla trasformazione · delle armi esistenti, ma auche il modello d'·un nuovo fucile. Essa imprese alacremenle ad esaminare e sperimentare le migliori armi fino allora conosciute o presentate al concorso _ da fabbri canti nazionali ed esteri, e nell'ottobre dello stesso an no propose, per la trasformazi·one , il sistema americano !Uil_pank modificato dal professore

(1) Ci è grato di cogHere quest'occasione per compiere un debilo di riconoscenza verso l'egregio signor colonnello Wùlti , allora capo del diparti mento della guerra, i signori componenti della Commissione per le armi portatili e lo persone preposte alla direzione della fabbrica d'armi di Neul)ausen presso Sciaffusa, fra cui lo stesso sig. Vetterlin; i quali tutti ci furono larghi di cortesie ed ag·evolezze. ' ·

(1) Nei mesi di gennaio ed agosto 1866 la Commissione aveva già sperimentato due armi a ripetizione, il fucile Ilenry. munito .d'uil tubo o serbatoio per 15 cartucce disposto al disotto della ca11na , e la carabina Spencer; éol serbatoio per 7 caricho. nascosto nel calcio. Di poi l'agente del la New-Haven-At·ms-Company, del Connecticut, present. a11a un sccoudo modello dell'arma Benry, la quale tolse nome dal sig. Winchester presidente delln comragnia medesima . Un notevole miglioramento erasi recato in questa arma al modo cli caricare e _riempiere il magazzino; ciel restu essa pochissimo cììfferisce dal primo model lo inventato dal signor Tyler Henry di New-IIaven; .ha pure Il magazzino capace di 15 car'iche e disposto al lo stesso modo, il calibro di mi llimetri 11, 1 , e spara una cartuccia di grammi 32, colla carica di gr. 3. 25 ed un proietto di gr. 23, 8. Nello stesso 11,gosto 1866 eseguironsi pure alcuni liri di prova con altro fucile a ripetizione eostrutlo dal signor Martiui di Frauenfeld, ma non si potè procedere ad ultoriori osperiment.i per causa della cattiva munizfone. ·


FUCILE A l\IL'ETìZIONE 96 distr.ibu(rli subiLo alle compagnie di carabinieri , ed allorchè queste riceverebbero le armi a ripeLizione, pass.a rli alle truppe cl'al'tiglieria e del genio. Pil'.t ta.rdi, j)er disaccordi succeduti fra jl rappresentan te della fabbrica d'anni di New-:flaven ed il Governo fedende, quésti ruppe ogni tra t.tut iva per la provvista dei fu cili Win chester, e si rivol se ai fabbricanti nazionali, ecciLandoli a studiare e presentare un altro modello d'arme a ripe ti zione. Nel luglio '1867 il signor Vetterlin, capo tec nico dellu fabbrica d'urmì di Neuhausen, esibi va alla Comm issione SYizzera un fu cile a l'ipetizione, che fu 1ml se ttembre seguente sottoposto ad una prima serie di spel'ienze dirnLte a cimen tare la soli.dità del sisLema e determinare con un tiratore esperto la rapiclit.i\ del tiro · e le p_roprietù balistiche dell'arm a. In seo·u ito all'esito favo r·evolìssimo di queste prime prove c~n un sol fu cile, ne fu rono apparecchiati altri nove che assieme al prim o, vennero in novernbm sottoposti ad una seconda serie di esperimenti, per riconoscere il modo di comportarsi di più anni in 111nno a Liratori. pocq esercitati . A tal fin e ch iamaronsi sci solda ti dì fan teria, appena .iniziati nelle istruzioni elernenta ri e poco esperti nei muneggio delle armi: nel primo giorno appresero il puntamento e Liro dei nuovi fucili, sparnndo ciuscuno una cinquan tin a di colpi, e nei dì successivi eseguirono diverse speci_e di fuo chi nelle vuric posizi oni dj combattimento , traendo sempre cl alla medesi ma distanza eh 300 j)assi = 220 metri, contro bersngli isolati di 11m, 8 X ,1•n, 8, ovvero contro un-bersagli'o grande cli 'l'n, 8 X t>'U. 4. Ritenu ti abb'astunza conclndenti i risulta ti di qncs Le esperi en ze o di quell e cseguÙc in sc Ltembre, 1a·c~rnrnission e si pronunzib in favo re dell'arma _Yetterlm: non 1.ralnsciando lra le altre cose di osservare nel suo

97

VE'1''L'EnLIN

elaborato rapporto {1) che un meccanismo di scatto con molla spirale, som igliante a quelli' dei sistemi a spillo, avrebbe presentai.o una soluzione più razionale ed elegante, qualora però non avesse reso il sistema più complicato. E pel'tanto il signor Vetterlin, sehivando quest'ultimo inconveniente, pervenne poco dopo a realizzal'e l' e3presso desiderio, surrogando all'acciarino un congegno, quanto semplice, altrettanto solido e sicuro. · · li fucile cosi migliorato e semplificato, in seguito a serupolose e r1petute prove, è stato con ordinanza .del 9 gennaio .'1869 definitivamente adollato dal Goven10 svizzero (2), il quale ne ba commesso 80,000 alle fabbriche nazionali.

Descn:z,ione del sistenia. TaY.

J. - ~·ig. 1•, fucil(~ visto <lai lato destt·o ; fig. 2•, spaçcalo dell'al'ma pronta a far fuoco; fig. 3•, interno del fucile durante il 'cal'icamento; fìg. 4', vista dell'arma intera senza baionetta. T,w. lì. - Otturatore e sue parli, cassetta porta-cartuccia t• munizioni.

Una robusta cassa di eulatta A (ferro fucinato), sul davanti della quale trovas·i avvitata la canna, racchiude l'otturatore ed il meccanismo destinato a trasportare le cartuccie dal se1·batoio o magazzino all'ori.-

(1) Bericht iiber das Schweizerische Hepelir-Gewehr Zusammenstellung ans di3n Protohollen der Gewehr-Commission. Brugg 1868. (2) Zoitscrif fiir die Schweizerische Arlillerie, mai 1869, 11• 5. ANNO XIV , VOL, lii.

7


'·

98

FUCILE A RIPETIZIONE

.fizio della canna, e separa le due parti di legno, il c;~]cio ed il fusto. Nell'interno di quest'ultim·o, e paraJlelament.e all'asse della canna, è disposto il serbatoio S, tubo di lamiera di · rame capace di 12 cartucce: sicchè con quella rimasta nella cassetta e l'al tra i'ntrodotta nella canna, l'arr.nn. può eseguire 14 colpi di segui to senza essere ricaricata, e non già 20, come fors.e pel' inavvertenza è detto nel preeitato articolo del Mon-ite,ur de t'Armée. Le cariche s'introducono successivnmente nella cassetta porta-cartucce H e nel serbatoio S da lina stessa apertura cr, praticata nella parLe destra della. cassa di culattn, munita di una pias trella di chiusura G girevole nttorno 11n perno a vite, e fotti in guisa da permettere l'introduzione delle cartucce soltanto colla punta innanzi, cioè coni'esse devono presentarsi alla canna nel caricamento. Una lunga molla spirale R , rinchiusa nel davanti del serbatoio, tien ferme le car. tucce premendole l'una sull'altra, qunlunq ue ne sia il numero, e le spinge successivamente !lella. cassetta. Un 'altra pinstretta è stata ag·giunta ultimamente sulln parete sinis tra della cassa di culatta, anch'essa girevole attorr:io un perno e fornita alI'altro cilpo d'un dente, il quale, attraversando per un piccolo · spacco quella parete, serve, se si vuol e, a trnlten ere le cartucce nel serbatoio: in tal modo si è resa più facile l"introduzione· delle successive cariche nella cassetta per continuare il fuoco e serbarsi il ffrngazzino pel momento dec isivo. L'otturatore O, di formn cilindrica, ha sulla parte posteriore, di minor diumetro, un corto ù1ho 'I' munito di due ferm i od alette e che possono scorrere in altrettante scanalature longitudinali ed in una trasversale 1 'intagliate posteriormente entro la cassa di

99 culaua. Intorno a questo tubo è saldato e fissato 1:on un a piccola copiglia l'anello o viera del manubr:io ~·1 che sei·ve a maneggiare l'otturatore, e sul di dietro dello stesso tubo ad ;.-dette sono due incavi elicoidali e · destinati, come è detto npprfsso, nd agire su ll a noce o tra-versa ·n del percnotitoio. Quando l'otturatore viene spinto innanzi sino al termine della sua co rs,), basta far esegu ire un quarto di giro a destra al tubo 'W ora descri tto, percbè i formi e, en t.rnndo nella. scanala.Lura tn:i.svers,flle della cassa di cnlnua , sì appoggino contro i col'l'ispondenli risalti di questa, e rirnnnga così saldnrncute assicurata nello sparo la chiusura della culatta'; invece sollevando d'un quarto la leva o manubrio lii, i eletti fermi si presen teranno in direzione delle scanalature longitudinali, e l'otturatore po tl'Èl scor· rere indietro. Il tubo 'I', fìnchè tro'\"asi fuori la cassa di culatta, riman fermato all'otturatore med,iante una mol la,~ incastrata fra essi lungo ltt generatrice di sinistra; entrando poi nella. cassa di culatta, il risa lto della molla, premuto in giù da questa, esce dal l'intaglio del tubo lt.1 e gli lascia intera libertà ,di g irai·e n-ttorno l'ottura tore per disporsi coi fermi contro i risolti della scanni.i tura trasversale. L'otturatore ha secondo l'nsse un foro, e nella parte posteriore uno spacco verti O""l.e per introdurvi il percuotitoio Pela sua traversa. I due bracci ·n n di questa traversa sì appoggiano nnteriorme nte sui due incavi ee · elieo idali del tubo a.d aleue, e posteriormente cont110 una robusta molla spirale 1:n èhe si avvolge attorno la coda dell'ottura1ore. Un manicotto i) avviluppa e copre questi organi di percussione e di scatto, avendo al diso tto un intàglio i, dal quale sporge il bracdo inferiore delia Lt'~wersa n, fu1rzionante da noce. Da ultimo una chiocciola C in forma di_calotta, avvitata VET'PEl:U,l~


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Ft:C ll,E ·'" Hll'l::'J'!ZlO.K !

ull'esLt·crniU1 po::; lcrio1·c dell'otturatore, rattieu e la molla spirale. _ Solleva ndo il manubrio ìll i due bracci della traversa un vengono pt'emuti contro la molla spirale J ai tluc incavi elicoidal i del tubo T, ed il percuotitoio è tratto indieLro. Tirando poi a sè J' otturaL01·e, il becco d' una piccola leva o scatto b , tenuta in posizione verticale da una molla di scatto s, s'a<lclenla nella tacca dì sparo della noce n, impedendo alla molla spirale di stendersi e spingere innanzi il pP,rcuotitoio, quan<lo, chiuso l'otturatore, si riabbatte il manub rio. Jn questo stato l' arma tt'ovasi pronta a far fu oco, e basta pr_e111cre sul grilleùo, percliè lo scatto abbandoni ìa noce, cd il percuotitoio corra inn anzi, spinto dall 'elasticità tlella spirale. Il percuotitoio non agisce dire!tarnente s ulla car:- · tuccia, ma batte contro una forchetta a due punto t scorrevole in un incastro orizzontale JJ traforato nel davanti dell'otturatore; le ùue punte di questa forchetta vanno alla loro vo lta ad urtare sull' orlo o ri- . salto della cartuccia, nel quale Lrova:;i l'innesco fulminante, producendo così l'accension e della carica (1). Il porcuotiLoio non p uò urlare contro la forch etta, se non quando i due bract:i della 11·ayersa si trovino in corrispondenza degli estremi più profondi dei due incavi elicoidali, cioè se non quando il manubrio sia interamente abbassa to; qu indi reso impossibile lo sparo prim a che la chiusura della culatta sia compiuta, condizione essenzialissima in una b,uon'arma a (1) Nello armi ad uu sol colpo dello stesso sistema Yellerlin , per cartucce . ad innesco centrale. la forchetta è soppressa ed il percuotitoio, leggermente trouco-couico. traY01·sa da un estremo all'altro l'otlurntoro, o va ad urtare diretlamenlc In eassula posta al centro del fondo della cartuccia.

VE'l"l'EllLlN

101

1

retrocarica. La noce ha pu re una taccn di sicurezza: quando quesla è tratterìu ta ùallo scatto , la spirale rimane co mpressa appena di qualche millimetro, e non ha forza sufficiente a far partire il colpo, se premesi sul grìlletto. So tto la parte anteriore dell 'ottura tore , cd a riscontro del serbato io, trovasi una cassetta (appo1'teur) aperta sul da vani.i, la quale 11ir,eve una alla voli.a le c&rtuc.;ce del magazzino, e, soll evandosi parallelamenLP a sè stessa fra le due pa1·eti laterali della cassa cli culatta, p rnsenta le cariche s uccessivam cn Le in direzione 1lell'asse della canna. li movime,iLo di questa casse1111 si effettua per mezzo d'una lera a gomito L, girernle fra le aleue d'un sostegno F o l'j alzo interno del guardamano; il bracr,io inferiore più lungo oscilla in uno incastro angolare .: operalo esternam en te ne.Ila parete destra dell a cassettn, ed il braccio più corto ha l'estrem it.\ rattenuta in nna piccola src1nalatura longitudinale uu intagliata. al diso tto dell'ouu ratore . Rilir·ando qu es t'ultimo, quando l'estremi tù an teri ore della scanalatura uu viene a toccal'e il braccio corto della leva L, lo costringe a seguire il movimento retrogl'ado, mentre l'altro brace.io r otan d6 in un piano vc1·ticale, solleva la eassetta; vicr~versa, spingendo innanzi l'o tturatore , la cartu ccia r ien do. esso introdolla ne lln camera, e simultaneamente la leva fa abbassare la rassetta che riceve una nuova cartuccia : cosicchè il movim ento dèllu casseLLa non ha luogo che qLrnndo l'ottu rato1·e è vicino al termine della s na ro1·sa , sia retrocedendo ehe avnnzanclo. Una molletla , . inea sLrata di clro il sostegno delia leva a gomito, 1rn11ie11 c questa nC'llc due posizioni cstl'cme, e-io~ qunn<lo la cassetta t1·ovDsi int~rnrn ent1:{ ahlH1ssala o 1·ialzatn . Sporgono inl Prnam rntP dai dne fìon chi della cass~1 1.1a d,w g un 11rl' f/ <:h(• serrano fl soslr.nr rr il bos-


,102

FUCILE A RJPE'rIZIONE

solo estratto dopo lo sparo, impedendogli che vada ad inceppare la sottoposta cnrt.uccia, f ~ nel tempo stesso a trattenere qu est'u lt.i1na, affinché nel vibrato movimento dì ascen sione della cassetta non venga spostata o lanciatn fuori. Fina lmente l'&strnttore E, consisten te in una spran: ghetta a sezione rettangola re te n ninata alJ'.estrem ità an teriorn con un ganr.io che si addenta sul risalto della cartuccia, è disposto al disopra dell' otturatore in un incastro longitudinnle ·tm, trn ttenulovi dal tubo ad nlette e da pi e.cole orecchielle o sporgen ti dalla · base stessa dell'c~stl'attore. I due risalti che si scorgono al disopra, servono ad urrestare e , Iimita!'e la corsa dell'o tturatore contro la ch iavetta a moll a l,che trnversa superiormente ìa cassa cli cu latta . Nel riti~are l' otturatore dopo lo sparo , l'estt'ntlore trnsporta LI bossolo fra le g uance della cassetla; qnesto è rige ttato all'in fuor i, nppena ·Ja cassetta comincia a sollevarst pe r apportare una nuova cartuccia all'orificio della camera. Adoperando le cartucce del serba to io , la carica e lo sparo si eseguono in Lr-e soli moviment:i: ·1° Sollevnrc il manubrio e tirare a sè l'otturatore : in questo movimen to si cornprime la moll a spirale, vien fuori il bossolo della car'Luccia sparata, e la cassetta si soll eva portando una n uova cartuccia rn di r·ezione della canna. 0 ~ ~pingere innanzi l' ottu ra tore ed abbattere il manubrio: in questo movimen to la· curtuccia viene it'l ti·o cloua nella cumera, e la cassetta si abbassa per riceverne un'altra dal serbatoio. · 3° Premere sul grille tto per far partire il colpo. Quanc!o invece non si ,voglia far uso delle cartucce del magazzino, o sieno esse esa\i rite e si debba continuare il fuoco, allora si richiederù un altro movi-

VETTEI\LlN

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mento per l'introduzione a mano della nuova cartuccia dopo sparato il colpo preceden t.e. Per compiere la descrizione di quest'arme aggiungeremo che la canna , di acciaio fuso, differisce solo un po' nella lunghezza e nel passo delle righe da quella del fucile svizzero , modello ,1861l; ll~ righe sono anche eli coida.l i con sezione ad ' angoli vivi e fondo concentrico aIl' animn. Due picèoli fori, aperti lateralmente nelle pareti della canna oye principia la cumera, ptocurano un fa c'ile sfogo ai gas, nel caso che la cartuccia crepasse al fondo, preservando così il meccanismo di chius ura. L'alzo a quadrante, co l ritto frenato da d ue mollette disposte esternamente sulle guance dello zoccolo, è graduato per le clistnnze di 300, g.oo, 500 ... '1000 passi. Il fusto è unito alla canna con bocchino e due fascette a molla eq. a vil.'e; il calcio unito con due grosse e sol ide viti alla cassa di culatta. L'arma è munita di .baionetta a lama quadrangolare e di bacchetta disposta· lateralmente fuori del fusto. Da ultimo la canna, la baionetta e parte delle guarniture sono abbrunite, le al tre ridotte al colol' di tempra. Le principali dimensioni e pesi di questo fucil e sono le segu enti: Calibro dell'arma (cilind ro di accettazione ,iomm, '.H> ; di rifiuto 1omm, 65) mill. 10, 4 Lunghezza t.o tale della cil nna (com presa la )) 842 carnern di o'.ilmm , 5) )) 789 ,5 Lungh ezz11 della parte riguta della canna 11. 4 Num ero . mili. 4, 5 Larghezza o (,). )) Profond it.à '"' )) 6'60 Passo gradi 2° 50' Inclinazione (da sinistra a destra). 1


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405

l?UC!LE . A nrPETIZIONE

Lunghezza totale dell'arma, con baionetta. milt 1800 » . 1320 Id. senza id. Peso totale dell'arma, con baionetta chi!. 4, 975 Id. senza id. » t,670 1

Cartucàa ,çvizzera. (Tav. II).

Tale è l'ultimo fucile ' a ripetiz ione adottato per l'ari@mento delle truppe svizzere. Il primo modello, che fo sperimentato nei n1esi di settembre e novembre !861, aveva , come dicemmo innanzi, un acciarino collocato nel piano meridiano del!' arma, e composto ·a un di-. presso come quelli delle pistole a rotazione, cioè d'un cane, funzionante anche da noce, e del mollone con catenella. Nel tirare indietro l'otturatore, l' estrernità posteriore di questo, appoggiandosi contro un'aletta snodata sul davanti del cane, lo armava. Noter'emo infine che .il signor Vetterlin ha prnposto pure fucil'i ad un sol· colpo collo stesso meccanismo di chiusa, e naturalmente più semplici, perchè pr'ivi degli òrgani de1la ripetiz:ione. :_ La Tavola III ~·appresenta le due viste laterali e lo spaccato di quest'arme ('l). 1

(1) Uno di questi fucili, colla stessa canna e forme esterne del modello francese 1866, e perciò denominato Chassepot modi{ì.é, fu sperimentato l'estate scorsa al poligono di Vinèennes, e fece anche alcuni tiri in presenza dell'Imperatore Napoleone al campo di Chàlons, fornendo splendidi risultat'i , come afferma l'articolista del iJJonite-ii1· de l' A·i·:mée. li signor Gast.inneRenelt<'l figlio trusse 20 co lpi in 90'' alla distanza di 500 metri, senza mancar mai il bersaglio. Le cartucce erano ad innesco centrale, proposte dallo stesso signor Vetterlin, del peso tot.aie di 36 grammi , di cui 5 gTammi per la polvere e 23 pe\ pro~ ietto. - Probabilmente l'autore di quell'articolo intese riferirsi a questa cartuccia, descrivendola a fuoco centrale o più pesante di quella Chassepot: in ogni modo egli non fu abbastanza ehi aro, lasciando dubitare che volesse instituire un paragono colla cartuccia svizzera regolamentare, la quale è a.d ·innesco pe1·i/'e1•ico, e più teggiera di quella Chassepot.

Una medesima cartuccia del sistema americano si adopera per tutte le armi svizzere di piccolo calibro. Jl bossolo di rame ha forma cilindrica con un risalto anulare al fondo per contenere l'innesco, composto di parti .i,(S fulminat-9 di mercurio, 1:2 clorato fli potassa, 30 vetr'o pesto e 5 di soluzione di gommo. Il proietto cilindro-ogivale, con quattro scanalature a~torno la parte èilindrica ed un piccolo cavo al fondo, ha mill. ·1 O, 8 di diametro massimo, mili. 24- di lunghezza, e pesa grammi 20, 2. La cal'ica è di grammi 3, 75 polvere da fucileria 11. 4. Il dosaménto ài questa è: 75 nitro , 14 carbon e e 11 zolfo; i grani bene uguagliati, rotondati e lisciati {11}. _ -Fra. la pallottola e la. polvere è inte1.·posto un dischetto di carta ordinaria; il proietto è coperto di grasso ('I ['I O cera vergine e 9(·1 O sego). La cartuccia uitimala ha rnill. 1->6 di lungh ezza, e pesa grammi 30, 3 a 30,4-. Aggiungeremo che la cartuccia ad innesco cent1·ale pi·oposta dal sign?r Vetterlin differisce dalla prece-

(1) Da recenti esperienze eseguite in lsl'izzera risultò che le polveri d'una densità assoluta minore di 1, 63, densi là gravimetrica di O, 90 a O, 92, n. 440 a 450 granelli per gramma e fornenti al provino gittate superiori ai 291 metri, facevano crepare buon numero di bossoli; mentre ciò non aecacte quando la densità dei granelli raggiunge l, 66 ad 1, 67 e !a gittala al provino non oltrepassa i 291 metri.


10S

FUCILE A l\lPETIZIONE

dente so lo noi sistema d'innesco, che è sim ile a quello della cartuccia ingl ese Boxer, e consta di una cassulella ' ord inarin pel' armi da cacci a , introdo tta in un c;1ppellozzo d'ottone che vien fissa lo in un foro cenlrale al fondo della ca rl uc1·i11 , in modo che l'ol'lo del c:appello zzo 1·esti cr)ll1presso nel fondo stC'sso, rinforzato inLernanienLC' da un di~chetto ,rnularr d i cartone. Lina pun ta o incudi netta di otton e è collocata fra la cassula ed il ea pp(•llozzo; finalm ente un forellino al fondo di quC'sto dà passaggio alla fì11rnma del fulmi nato per accen dere la curica di polvere. 11 r·i salto di questa canucc ia è più resistente o pro11uowHo cli qu ello dell'altra aJ inne::oco perifel'ico; la 8ua lungh ena totale è di mi ll. 58, 8.

'ìernpticità , facilitit di maneggio ecl altri prégi del sistema .

Fra le urmi a ripetizione, qu ella YeLterlin semb ra la più Sl?mpl ice, solida e ben congegnata, eppe rò meglio a,latta agli usi di gue rra. Essa in talune parti somiglia all'nltt·a del sistema Winchester: sim ile la disposizione ed il congegno drl serbat~io delle cartu cce, .rna il tubo che le contienr meglio riparcUo nell'interno del fusto e la molla spira le più efii<;ace; la cassetta porta- ca rtucce foggia La e disposta allo stesso modo, rn.a assai più sempl ice e robu sto il nrcccanismo che la fa s1.llire e discendere. li fu cile Yetterlin, al pal'i del Winchestel', può anche servi1·e com e arma ad un sol colpo, serbando loca rtucce del magazzino per ot·casioni favorevo li. In enu·ambi la ca rtuccia introdu cesi da un'apertura lateral e

VETTE1ll,TN

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nella casseltfl, e da ques ta si fa passare nel serh~1oio senz'altra mani polazionc o mcrcanismo 1. I) ; Laiche, skcorn e ebbe a rilevare la Comrnissione Sl'izzerH nel suo rapporto, si può: . ,1° Far entrare la caJ'ica nel magazz1110 pPr la stessa apertut'il ch e sc1·vc nl ti1·0 colpo per colpo, s0nzll. cambiare la posi zione normale dell'a l'ma; . . 2° Eseguire la ea1·ica successivamente.' rn ?u~sa da permettere al tt1·atore in ogni i:,tunte 111 S0st1Luire una nuorn c.irtuc,;cia a quella sparata; 3° Far fuoco immediatamente con r.iascuna cartuccia in trodotta n~lla co sse LLa , o spingerl a nel serbatoio.

(1) Nel primo fu cilo lleury, dal qun lo, come .acc~nnnrnm? innan1.i, è derivalo il \\'inchesll'I'. il t11ho si ca n t:a mrcce d1rcttam cole per l'estremità anteriore, e richiedesi un certo tem po ad ap l'irlo, inLrorlur vi_ le cartucce e sc•rrarlo: ciò lllscia l'.arm~ Hem y, pro priumeole dotta. molto indielro a quello dei s1slcm1 \\'inchester e \'ollerlin. Anello nell'orma Spencor il riempimento del serbatoio non è facil e nè spedilo. Diffilli mentre occorre 1/2 minu.Lo po'. tirare i '1 colpi del serbatoio. cioè 411 • :; per colpo, ci vogh.ono poi 911 3 a colpo pe1' continun1·0 il tiro colla. s\f'ssa ra1'.1d1là ricrn pienclo il magazzino quallro volle : vale a d11·r, in. u.n .1'.ioco si metLc u"'oal tPmpo a span1re 1<' mu111z1001 del 0 Prol un"alo " ' magazzino ed a riempirlo, e pr.rciò qut1st'ar01a r' poco 11 1Ili a a por un fuoco acceLHa lo cli lungo durala. Colle armi Spencer cd lll: nl'y si può anche far fuo co colpo per colpo. in troducendo le cariche direllamentc 11ella c~rrna : Per In descrizione t·d nllre propriolà di queste due armi o d1 quella Wincllcste r ypggasi il Ploenn i<'s: Naue !Iintertadw1g!iGewehre. n armsladl et Leipzii. 186i; A per quella Spt·ncer anche l'~puscolo: :Alémo'i·re s111· les a,·mes po1·tritires chal'(Jée,ç 11ft?' ta cutasse, redigé 1,ar J) . •loaqu irn Bu(•ga , c·omma11dant d'artilleric cn co:nrnission aux États-[nis, traduit par F. X· Fraoqoel. Paris, 1867. '


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FUCILE A 1UP1':TIZI0NR

Questo vario modo __ di servirsi al bfao(J'no delle due armi_ m discorso, ~1e ~ costituisce unò clei Ì;rincipal.j pregi, rendendol e veramenle applicabili ao·Ji usi di 0 guerra · {'I). Differisce poi l'arma Vettel'lin da · quella Vinchester nella forma e struttura dell'otturatore e nel modo con cui. ques_t~ riman fermato nel tiro; nella costruzione e d1spos1z10n~ dell'estrattore, più robusto ed eftìcace · nella for~_a e disposizione del percuotit.oio, e sopra~ tut_to n_ell mgegnoso meccanismo di scatto, sostituito ultunamente . all'acciarino, e col quale non possono affatt~ avvenire ~1è partenze di colpi fortuiti, nè spari avanti che la chrnsura della culatta sia perfettamente assicurata . Inoltre nel fucile Vetterlin la cassa di cu latta è di un so! pezzo e più solida; per cavar fuori J'ol.turatore basta togliere la chiavetta trasversale ed una vite che lo trattengono nella detta cassa, mentre nel Winchester b_isogna ,togliere le pareti di questa e varie altre parti. · ~la dove ~ssenzialmente il sistema Vetterlin si discosta dal Wi?cheste1·, gli è nel modo di aprire la culatta: nel primo l'otturatore si ritira direttamente a mano, laddove nel seconcìo viene indietro, per co?ì

.,,

. (1) ~~ c(ò vedesi c_h_e l'rt?'te in f atto di fncili ha già progredito p1u d1 quanto r1t1ene l'autore della Proposta d'un niwvo a1·marnen~o pe·t l~ fant1Yria di linea, pubblicata in nna pre~~dente d1spe1_1sa _d1 questa Ritis_ta Jlfilitare. Le :irmi a rjpeli.1.1_on~ a doppi o sistema, o meglio a doppio caricamento 5000 ?H\ m t'.so _da pitt tempo: quelln Wincbester e Vetterlin hanno inoltre ,J_ r!levantlssimo vanlaggio di permettere l'introduzione della ~a1'1ca nel serbatoio o direttamente nella canna per nna med~s1~a apertura. Ciò notiamo unicamente per rivendica re ,1 chi s1 ·ct~re la priori là di questa invenzione, senza escludere che s, possa ancora perfezionarla o rar di meglio .

VE'!"J'E ll'l,lN

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dire, autornaLicamentc, cioè quando apresi il guardamano, il quale·, mediante due bracci snodati, agisce come leva per ritirare l'otLuratorn ed armare il cane; . perciò polè conseguirsi nel sislema Vetterlin una notevole diminuzione di parti ed una maggiore solidità. Vero è che nel primo modello coll'acciarino, dovendosi pue vincere la resistenza del mollone, l'operazione di aprir la culat'ta riusciva più faticosa che nel Winchester, nel qual e il movimento della leva o guardamano eseguesi in una direzione più comoda e favorevole allo sforzo· esercitalo dal braccio del Liratore; ma siffatto inconveniente venne .allonta@to colla sostituzione ciel -meccanismo di scatto a molla spirale, che si arma facilmente quando sollevasi il maqubrio, sicchè non rimane più che tirare indietro l'otturatore e sollevare la cassetta, movimento per nulla faticoso . NoLiamo ancora che, nella posizione da coricato,· il movimento di aprire il guardamano nell'arma Winchester è men comodo del titare a sè l'otturatore in quella Vetterl in . A parer nostro, il congegno a molla spirale è stato li)? perfezionamento notevole in quest'ultima: i movi; · menti per la carica resi molto più faci li e comodi di prima; diminuite e semplificate le parti, soppresse quelle di più difficile e costosa fabbricazione; impedite clel tiitto le partenze di colpi accidentali; agevolato Io scomporre, pulire e ricomporre l'arma: basta svitare la . chiocciola all'estremità. dell'otturatore per togliere la spirale ed il percuotitoio, se devono p.ulirsi o camb iarsi; basta togliere la vite del guardamano e spostare lateralmente la chiavetta che limita la corsa dell'otturatore per scomporre tutto il sistema. Ci sembra. inoltre che una molla spirale sì corta è 1:esistente più s1 confaccia ad una breve corsa del per-


HO

FUCILE A RJPETIZlONE

cuo titoio, e c!te g·li. organi cli scatto, tenuti discosti dal la camera e t;Opèrti dal manicotto, sicn meglio • preservati dalle feceè nello spc1ro e dall'azione dannosa di cartucce che crepussero al fondo. Finolmeoto, nel caso poco probabile di guasti negl i organi di Tipetizione, non s'ha che a togliere la cassetta porta-{;a r tuccia'. e servil'si dell'arma com e fucile ad un sol colpo, introducendo la carica nella cairna dall'apertura superiorn della cassa di culaua. Insomma, fra le armi a colpi multipli, quella Veuerlìn ci sembra che meglio soddisfi alle con dizioni r ichieste dal servizio di guerra.

Solidità del siste1na, e modo di comportarsi' dell'arma Ùl SIJl'VÌZÌO.

Per giudicare della solidità del meccanismo e del modo con cui si comportarono i fucili Vetterlin nelle varie s perienze, valgano i seguenti fa tti: Interame nte ultimati, e persino colle parti temperate, sopport.arono prirnn di uscire dalla fabbri.ca quesla prova fo1 zata: . ,1° sparo: 8 grarrirni di. polvere da foc ileria r1. 4., un Lappo di carta, un cilindro di p.iornbo di 38 gr. ed nn s0coodo tappo di .carta; · 2° sparo: Hl grammi di poi vere ed il resto come sopra; 3° sparo: J. grammi cli polvere ed i! resto come ~opra. Il · sisLe ma di chiusura resse perfettamente a questa . violenta prova, e si produsse soltanto un leggiero rigonfiarnenlo ne lla canna del fuci le n. 503, al sito del proietto, <ruando si tirò colla oarìca di iJ2 gr . 1

VE'l'TEf\UN

Il fucile n. ISOO fece 20 spari con cartucce i cui bossol i erano stati preventivamente I.imati al fondo, perchè crepassero : il meccanisrrio non ne fu p~r nulla danneggiato, e l'otturatore,_ dopo qualche movunento, fu nzionò di nuovo con facilit~ . In alf.ra provn, dopo av'ere· sparato tutto il giorno, il meccani sm o di chiusura fo ri empi to di sabbia umida e l'ar ma esposta durante la noue alla pioggia. L'iodomani, versatovi su dell'acqua per togliere la sabbia, e fatto prima ginocare un po' l'o tturatore, ' l'arma, benchè ricoperta di ruggine, c0_ntinuò regolarme nle il tiro senz'alcun impedimento. 1. Nelle due serie, di esperienze si trassero in totale 10 a H mila. colpi con nove f1H' il i Vetterlin; il primo di essi, n. 500, fra tiri di- precisione ed allre prove, aveva fatto in settembre oltre i 2000 spari; poscia in sei giorni dì novembt'e lo stesso fucile e l'altro n° p08 eseguirnno ben' 2000 colpi ciascuno, senza guasti · o inconvenienti di sorta. Un fatto che merita di esse1·e particolarmente no· tato si è, che le due serie dei giorn i ~8 e 2~) novembre furono eseguite senr,a rieuar le arm i , come sole-vasi praticare ogni sera dopo lo sparo; cus icch1~ i fucili n. 000, 1502, 506, 50i e 008 trassero rispet.tivamente 750, 510, 5'10 , '750 e U90 col pi senza f!S!:ier puliti, ed il meccan ismo funzi onò sempre regoi.-1l'men 1e: Pochi sisterni d'armi potrebbero sopporlnrc una simile p 1·ova. Nei fuochi aC'ctlerati si produssl'iro talvolta impedimenti o ritardi, dovuti il più delle volle alla qual itit scadente delle cartucce, non ben calibrate al fondo, non sempre della precisa lunghezza ( condizione ·èssenziale pet' quest'arma) troppo incroslale d i cera sul dava.nti, o difettose iu altri particolari rli fabbricaziop e; e clobbia1:no pure aggiungere che q uei f'u eili, stati allestiti in freLta , per la prima volta si prornvuno; 1


PUClLE A IU I.' E'l'lZ I ON E

l soli guasti avveratisi. in tutto il c.:orso delle sperienze, si rid ucono alla rottura d'una pun ta d'una forchetta, ad un leggern incurvamento nel mezzo di un estrattore ed alla rotLura di un al tro all'ongolo della magl ietta; ma vi contribu ì sop1·atutto la cattiva qualità dei bossoli clie spesso c.: repavano al risalto , int.:onveniente non verificatosi mai con munizioni di provenienza americana: del resto l'ultimo fu cile VetLel'lin ha un estrattore più semplice e robusto. E d'altra parte fu comprovato: che l'estratto1·e fun ziona sempre bene, lanciando lateralmente i bossoli dopo lo sparo; che niun danno deriva ai tiratori ed alle persone vicine per l'u so di cattive cartu cce, e nessun' al terniione al meccanismo, meglio preservato dai pi ccoli sfiatatoi p·erf'orati all'orificio della camera; che nello sparo le cartucce del serbatoio sono perfe ttamente al sicuro ; che esse vengono regolarmente trasportate dalla cassetta cd introdotte nella canna dall'otturatore , quando hanno le giu ste dimension i; che le armi possono continuare il Liro per giorni interi senzu imbraltal'si e scapi tare sensibilmente in giustezza, qualità :propria dellH armi e mu nizioni svizzere; che il rinculo ne è moderatissimo, e che final1uente busta un sol giorn o d'istruzione ad impratichire indi vidui qualunque nel tiro e maneggio di quest'arma.

Celeritcì clel tiro. Ri portiamo qui ap presso i risultamenti di vari fuo chi accelerati , avvertendo · che le cartucce furono se mpre prese dalla grberna.


~

~

SJbcc,~Bnio A. -- Esperienze eseguite ba settembxre :186'1 cou un ·O ratore esperto. Distanza 300 passi == 225 metri; bersnglio l '", 8 X l"', 8.

. J 1mn, ~~RESR su

SPJICIE UI CAlliCA R FUOSO

,________ ~ ì-<!

:;;

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. In ginocchio

Coricalo

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1

13.t olpi al minuto 10. G id. 10: 3 id.

- ·-----~--·----- I l t1 col pi in 40

Serba,tnio carico.

11

lu pincli . In giuoc~hio

Setba,trrio ca1•icn e continuazione con Ml,riche successive. In piedi ·. . Fuo00 nrauzaudlJ

°

Colpi

100 100 100,,

78

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COLPITI

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I

1

2s L 33

2 1

Lo stesso ti nitore, sig. comm1d. Dottfl, ripetè In 1lOstru presenza varie serie di tiri accelerati col serbatoio pieno, spaeando i 14 colpi in 40'' e 36", senza fallir mai il hersnglio .


H4

FUCILE A RIPETIZIONE

Specchio B. -

VETTERLIN

EsperJ.enze e seguite t, novembre 186,. (~on.tiratori non esercitati (1). Distanza 300 pas,

= 22fi

metri .

.

Celerità di tiro ~

e,m o,

CARICUR R

euocm

ossia N• di colpi al minuto

~--- -

-·i.,_ "'

I

!UllDlll PRESE SU

COLP!Tl

Dimensioni

·1.

del bersaglio

I

I

. Colpi

So!dati

-----

- --

Cariche successiva.

-

Tiro di precisione

60

l",8Xl'",8

3592

6

:

l

In piedi od in ginocchio.

. --- --------

-·-- --Cm·iche successive.

OSSl!RVAZIONl

-

'Fuoco per salve, ai comandi punt, foc. ld. id. .

6. '1 7. 2

:Fuoco a volontà (bersaglio gnrnde) Id. (bersagli isolati) .

7. 5

62

1. 8 X 5. 4

Id.

61 4

540 {serie di 20) 112 (serie di 14)

8

· 53 46

Id. l.8Xl.8

340 (serie di 20 e 14) 400 (serie di 20)

4

In piedi su due righe. . Id.

5 5

In piedi su di una riga. Id.

4 o5

In piedi su due righe.

5

In piedi su di una riga. Id. ' In _ginocchio su d' una riga.

5 o 6

-----·- ·----·- - ------1 Se1 batoio carico. 10

61

l.8,X5.4

252 (serie di 14)

I I

]2

I

11 8. 7

45 56 4.8

Id'. 1. 8 X 1. 8 Id.

id . 350 112 id. 500 (serie di 25)

Fuoco per salve-, ai comandi punt, foc . Fuoco a volontà (bersaglio grande) , Id. (bersagli isolati) . . Id. eJ 11 cariche successive)

'

I

II

11

'

I

,j,

5

(l) Queste cirr,e , ricavate dalle nole che noi stessi raccoo-liemmo o-io: nalme[)te e confrontammo con quelle prese dai membri della Commissione svizzera, differiscono alcun poco dalle &!tre ri p;rtate nel RaJ PO?·to sul fucile a ripetizione, ecc., ddla Commissione stessa.


H6

~'UC!LE A IUf>E'l'IZIONI+:

Invocb iamo parti colal'men te l'attenzione del lettore sui risultati seguenti: 1° Un ab ile Lirato re spara .i H colpi del serbatoio in 36" a 4{)", e caricando successivamen Le può trarre 13 colpi al minuto, cogliendo_sempre un b.ersagl io di 1m, 8 X 1m, 8. 2° Nei fuochi a volon tà, tiratori mediocremente esperti possono trarre in Lin rninuto 12 colpi ciascuno servendosi del serbato io, ed 8 colpi con cariche s uccessive , colpendo il 43 °(0 ed il 53 °[0 :in un bersaglio della fronte d'una sez ione di 10 fi le. 3° Nei fuochi al comando, ti·ratori della stessa forza eseguono Je 1 i scariche dei se!·bntoio in 1' 24", · cioè '10 salve al minuto, e caricando volta per volta, possono fare in media 7 salve al minuto, con 6 1 a 62 °10 di colpi in un bersagl io delle stesse climensiofJi. Quale grandine di proi etti una compagnia armata di questi fucili scaglierebbe s ul nemico , mussime neì momen to decisivo che trarrebbe i colpi dal serba toio! 1

Proprietà balistù:he .

Nello specchio che segije son tegistrati i principàli eieinenLì balistici del tiro del fucil e a ri'pelizion e Vetterlin, dedotti dalle sperienze eseguite ;,il candletto nel settembre 1867. 1

;,

.-,


. - .. . ,.__.___=-~-=-:=::---=-.:_ -

Speeehio C .

--

- - ----- - ---·~-,.........--......--- - -··- - ·-·-,,-

COOR DlNArn

1! 1

SPAZIO BATTUTO

del ponto culminante

.A NGOLl

ali 'altezza di

della trcieltoria

Dis!anzc

. di

di

partenza caduta

Ascissa

Raggio del

cjrco lo

Vclocilà ùSSgltVAZJONI

coutcocn(o

2m. ·10 la miglior metà residue Otdinata Fanter ia CaviÙlcria dei colpi

lìu, 70

--1 .\ fetri

Metri

I O. l '2 I Metri

100

lG'

16'

200

:331

.'r. ,)'

101

o. 4çi

300

51'

55'

152

161

1° 10'

I

I

51

I

1. 15

119

352

O. 19

as,1

203

2. 12

80

119

O. 26

2'19

:255

3. ,13

59

84

219

I

49

_,

193

!.

.

f>6 .

o. 37 o. 51 o. 69

171

I

46

O. 92

152

,;??

5'

308

5. 15

700

~' 11'

99 ....,

39' t -~

361

7. 27

li

39

800

9.... ,

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9. 83

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326

1° 19'

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O. 13

608

38'

09

270

1° 29' 0

o.

~letri

259

50J

t

}fctri

[---' II Velocità ioilialo435w.

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Ì0

201

192

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Metri

Metri

j

10

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118

VETTERLIN

FUCILE A RIPETIZIONE

Possiamo dunque ritenere che, per giustezza di tiro, il fucile svizzero a· tutte le distanze supera quello francese, e per radenza della trai.euoria , il primo è poco inferiore nelle brevi distanze , ma dopo i 400 metri riprende il disopra sullo Chassepot. Non si ripeterono espet'ienze dì penetrazione col fu cili Verterlin, forse perchè fnrono giudicate abbastanza concludenti quelle eseguite a Thoune nel ·1855 colla carobina federale (calihro mill. 10, 5 carica, gr ..i, di p.olvere e proiett.o gr. 16, 66) tirando contro un cavallo allora allora a'bbattuto. Ma se rimanesse alcun dubbio sull'efficacia del tiro delle armi svizzere, basterebbe a dileguarlo _l'osse1:vazione seguente, tolta da ll'articolo poc'anzi citato sull'armamento degli eserciti europei: a ìoO metri il proietto svizzero deve aver quasi la stessa penetrar,iorrn di quella · che ha il nosti·o proietto di 36 gr. (calibro mili. 17, 2) a 250 o 260 metri; difatti le velocità residue del primo e del secondo es_sendo rispettivamente di 163 e 200 metri, le forze vive rifori.te all'unità d'al'ea della sezione del proietto sono prossimamente uguali. Adunque sia per giustezza di tiro, come per radenza della trai ettoria ed efficacia .di penetrazione, l'arma svizzera non . resta indietro a nessun'altra: laonde facciamo plauso alla Commissione italiana di avere scelta la canna ed il proiello svizzero per le nuove armi in istudio .

Paragonando questi dati con quelli del fucile Chassepot, modello 4866, il quale, per rjspeLto al tiro, va giustamente l'eputato come uno dei migliori fucili (frutto degli assidui studi e lunghi esperimenti della Commissione di Vincenncs), si deduce che l'arma della fanteria svizzera non lo cede affatto a quella fran cese : il che chiaramente appare dallo specchio seguente, nel quale son messi a riscontro alcuni elementi sul tiro delle due armi (1). 1

Specchio D. !\AGGIO DEL CIRCOLO

SPAZIO BATTUTO .

conleurnto la miglior metà dei colpi

all'altezza di l"", 70 DISTANZE-

Vetlerlin

Chassepot

Metri

Metri

Metri

Me tri

i\!etri

100 20') 300 400 500 600 700 800

192 259 119 80 59 49 39 32

207 271 140 84

o.

o.

I

Vetterli n

o. o. o. o.

52

40 34 . 28

I•

O. 69

92

15

O. 25

26

37 O. 51

o.

Chasse.pot

09 13 19

'

o. o. o. o. o.

H9

33 41 50 61 78

1. 01

(1) Le cifre di questi due specchi son tratte da un pregevole lavoro sulle armi a retrocarica dei vari Stati d'Europa , pubblicato recentemente nel Gio1·nale d'A1·tiglie1·ia 1869, Parte 2•. dai signori maggiore Giovannetti e ca pilano Cerruti, d'artiglieria: essl:l son ricavate per mezzo di calcoli e costruzioni grafiche dagli angoli di tiro riportati nel Ravporto. della Com,missione sviuera sul f1wile a riveti.z-ione Vctterlin e dall'opera succitata del Ploennies.

Applicazioni clell' anna a ripetizione Vetterlin agli usi di guerra.

Descritto in succinto il fucile e la munizione, en•· meratine i pregi e clifet.ti, il signor Du Casse ar

,.


F'UCILE \

lllP .E'rIZIONE

V.ET'l'EllLIN

dell'articolo citato in prin cipio perviene a questa conclusione: « Si don c le fusil Veuedin peut convenir pour un « petit corps de troupes, pout' une armée restreinte, << n'nyan t que fort raremen t à combattre, ayant seul<< men t, eu quelque . sorr., ù assn.rer lìi defense de son « territoire -ou la tranqui llité intér ieure du pays, celte ·« arme ne potHTait, au rnème degl'é, et.re bonne pour « u_ne gt'ande puissance à 1aquclle il faut des engins « de jet et de main trés sol ides, n'etant pas aptt s à << ètre facilrnents bl'isés ou derangés pendunt une cam« pagne, n'exigeant que des munitions du mojndee « poids et du moindre prix possible. • << En somme, le fusi! Ve lterl in que nous venoos de « décrire, est une arme fort ingé nieusement eombinée, « que la Suisse a eu raison d'adopter, qui n' eut pu « convenir à une nornbreuse arm ée et qui, selon toute « appllrence, a cependant deva nt elle un bel aven ir. » Il redattore del giornale svizzero res(ringe l'obbiezione della minore solrdi tù , deil'arma al solo fotto, che nel -tiro il rinculo tende a sl.accare il calcio dal fusto inconve ni ente comun e a tutte le armi che han no ]a' ca.s~a dì due parti, come i fucili Peabody, Rernington, ~fortini, ecc. ; indi ristabilisce un paragone più preciso fra la cartuccia regolamentare svizzera e ·quella Chassepot (·1), e termina con un'op inione diversa che ne piace anche riferire tes tualmente: « Quant à question de convenance politique, si nous (1) La cartuccia Chassepot, pesa gr. 31, 5, quella rÒgolamentare svizzera gr. 30, 4: la pri ma costa 9 a 10· centesimi. mentre il prezzo del la S<lCOnda, dopo UU anno e mezzo che fabbricaziL)J}B di siffatte cartucce con macchine amoricane venne impiantata in Isvizz~ra, sarebbe disceso a cente5imi 6_112. Questa differenza deriva dalla facilità colla quale si prestano le cartuccP

la

« pouvons · nous éxprfrner ainsi, nous croyons qu'une

« arme reconnue excellente pour noLre petite arru6e . « conviendra également ù une. armée plus considé« rablo, et ì\f. Dn Casse voudra bien nous pardonner « si nous ne preoon s pas trop au sérienx Jps argnments au moyen desquels il soutient sue ce poi11t « la thèse opposée. Si la Fn1nce eCLt agi aree autant «, de prudence que la S11isse, et. qu 'elle eùt transforrné « rapidement ses anciennes arrnes, tout en expéeimen« tant aree une sage lenteu r les demiers perfection<< ne men ts des nouvet111x systèmes, elle reconnaHrait « peut-étrc pl us franchement aujuord'hui que le Ve~« terlin est un arh1e rnodèle et parfaitement qnalifiée (( pOUl' S0l'Yll' base, ~I l'armement d'une grande « nation. >,) Essendo pur- noi di parere che, nello stato presente dell e eose e senza a.lcu n riguardo alle condizioni pec1.tliari di ciascun esercito, non si possa con piena sicurtà ge11e ralizzare l'uso delle armi a ripètizione per rutte le Lruppe, avremmo in veritù desiclcrnto <litro\;are nel giornale svizzero unu discussione più ampin su q'trnsto pun to, chi:' è, per così dire, il cardine delln quistione, e sul qu·.:de · ci pPrmettt'remo di espor1'r anche il nostro uvviso. Dicemmo che la Commissione svizzera da prim e\ sì pronunziò pel fueile Winehester adatta lo al calibro svizzero. e ne propose 8,000 per l'armamento dei carab inieri: hn·sandosi sulla superiorit.ù di ·quest'urme

.<<

de

,.

metallich e ad una lavorazione meccanica, lnddove quella francese vien prodotta da una lunga serie di operazioni manuali. In un prossimo articolo esporremo un esame compnrn tivo dei principali sist.,~mi di cartucce, e specialmente ·di quelle metalliche e di quelle con involucro di carta.


FUCILE A nll'ETIZIONE

in confronto delle a!Lre, rispetto alla traiettoria, alla giustezza e celerità del Liro, e sulla convenienza di sostenere il prestigio e la riputazione di codesto corpo scelto con un armamento più perfetto di quello della fanteria. Essà non dissimulava certo la maggiore complicazione del meccanismo, ma ai dubbi, ~pesso esagerati, che l'introduzione di nuove armi suole sempre sollevure, opponeva le buone prove fatte da quella a ripetizione nell'ultima guerra d'America, e la fiduC;ia · che i carabinieri svizzeri saprebbero mostrarsi non meno intelligenti ed esperti dei soldati umericuni nell'uso e conservazione di un'aJ'ma, i cui pregi contribuirebbero anzi a vieppiù eccitare il loro zelo. Un sol membro della Commissione avrebbe voluto pel momento soprassedere a tale proposta. ·Egli, benchè ammettesse le buone qualittt del fucile Winr.hestcr, riteneva però non ancorn risoluta la questione inipor.. tante di sopere se tale arma avesse fatto le sue prore di guerra, mentre le sperienze di America, ov e non pare sia stata adottala dopo la guerra, proverebbero il contrario. Ma il Governo federale anelò anoora più in fo della 1m1w gioranza della Commissione, e risolvette di armare con fu cili Wi11chesler tutte le truppe, carabinieri e fanteria. Tralasciando per brevità gli argomenti 01Tcco ti io ap~ pnggiodi tale detet·minazione (4), ci restringeremo a dire che in essa prevalsero due ordini di considerozioni: le prime fondate sulla incontrastabile superioritù di questa arma, che può anche servire rome fucile ad un sol colpo; In seconde per cosi dire, territor:iali, taLLiche e

VETTERLIN

I

~

,>.

(1) Messag-e du Conseil f6déra l à la baule asseiìlhloe f6d6rale, concernan l l'inlroduction d'armes se chargeout par la culasse, du 28 novembre 1866.

..

proprie ed un esercito di milizie, del. qn~l~ v~ols~ per quanto possibile compensiue gl'i~ev1~nb1h chfott.i con un armamento più perfetto. Decisa m tal modo la massima di adottare un'arma n ripetizìone per tuUo l'esercito, non poteva rimaner dubbia la srelta, c;~e prima sul fucile Winchester e poscia sul Vetterlm cadde, per le rogio11i discorse inna?zi: ·. . Si vede dunque che le consideraz,0?1 d1 con~emen_za politica, quelle sul!' ordì na mento specrnle dell ~~crcito S\'izzero, bastevole a fare rispettare la ncutral1t~ dello Stato ; quelle sul genere di guerra più acconc10 alla difesa d'un paese montuoso e variatissim~; s~ lla tradizionale e, diremmo quasi, istintiva all1tud_111e del popolo svizzero nl tirn e maneggio delle orrm ebbero gran peso nelle decisioni di quel governo.:. nè poca influenza dov~uero altrcsl esercita rvi l'op1111one pubblica e la maggioranza stessa della Camera già prevenute in favore dell'orina a ripetizione. . . Ora per altri Stati che non si trovassero proprio in queste medesime cond izioni, sarebb'ella ugual111 cn te opportuna e convenevole una risoluzione di tanta ~ravità '? Ma, ci si dirà, sé davvero quest'arma è. s11pN 1ore a tulle le , alLre deve .ritenersi egualmente buonn per . ' . ogni esercito, piccolo o grande che sia. Sì certo, r1spondel'emo, l'arma Vetterlin per gli usi di guerra è la mgl,ore fra quelle congeneri, ossia a colpi rnu!Lipli; cerl~ le e~per ienze eseg11ite in ! svizzera non poternno fornire nsn~tarn entì pil'.1 splendidi, nè la loro direzi?nc ~ssere afhdata a persone più co1npetenti e cosc1cn~1ose; certo pure che l'esempio d'un p,i ese come la Snzz_cra, tm~t_o avanzato negli studi·e nella pratica delle armi p~rl~Lth, '1uol essere tenuto in gran conto; ma trattandos1 ,d u~a decisione che importerebbe. ad uno Stato ~ome I _I talia 40 a 60 milioni,· e richied~eehbe pareccln anOJ per essere attuala, crediamo no, bastevoli le sole prove


VE'l"l'EllLIN

FUCILE X. °RIPE'l'IZJON {

fatte '.in 'lsv izzera con nove o dieci fucili, e desidere-remmo esperim enti su scala più estesa, di maggior durata ed eseguiti. in tutte le svariate condizioni di servizio. Per rneglio chiar ire il nostro concetto, poniamo che s'avesse a scegliere tra il fucile a ripetizione e quello ad un colpo dello stesso sistema Vetter:l in. Il primo senza dubbio, quand o si adopera .il niagazzino, è prefe ri bile al secondo per la celerità del tfro (il); ma · questo solo vantaggio {che cessa appena esauriti i colpi del serbato io, e che potrebbe talvolta essere uc utralizpito da momentanei impedimenti o rìwrdi cagiona ti da cartucce difettose, com e no,11 cli rado avvenne nelle sperienze di novembre} val'egli a compensare la maggiore semplicilà del meccanismo , e quindi la maggior facili tà di fabbricazione, di maneggio e conservazione del fucile ad un sol colpo, la minore spesa, di circa un quarto, e sopratuuo il mino1· peso~ , Il fucil e a ripetizione senza. baionoLla pesa ch il 4, 67 e~ èol serbatoio carico 5, ,io; nè sarù tanto facile al-· leggerii'lo senza comp romoLLere la solidità e sicurezza del meccan ismo. Ora in una fazione campale, dopo lunghe marce e faticosi movimenti, dubitiamo moltò che in dividui di mezzar.ia forza, buorw part.e dei quali eia poco tempo so tto le armi, possano smstenere un fuo co continuo ed efficace con armi così pesanti: ond'è che generalmente nei vari eserciti ora si vogliono fucili che non pesino oltre i chi!. 4.. a. 4, :35, fra'quali li miti trovasi appunto quel lo Yetterlin ad un sol colpo. E facciamo r'iflettere che la leggerezza deJ:.. l'arm~ (non iscornpagnall.1 dal la necessaria solidità e

--~- - -- ------· --- ---·--· .

.

(1) Un tiratorè esercitato col fucile Vottei'Jin a semplice caricamento dalla 0ulatla può eseguire 13 ·o J4 colpi , mirando.

·'

da un moderato rinculo) è condizione essenzialissima per uno esercito obbligato a pa ssare sovente dall'offen siva alla difensiva , il quale deve preferire questo second o modo di guerreggiare tutte le volte che lo può, e per r:onseguenza ripol' .deve molta parte della sua forza nella rnobiliLù, nella rapidi Là dei movirnenLi, nella {0·1·za stesrn clelle sue gambe, se. così possiamo espr1rnerc1. D'altro parte non si c:aagel'a fors e un po' troppo .il vantaggio di qualche spDì'O di più, qtiasi a scapi to di àìtri requisiti anche esseuziali in una buon'armu da guerra'.> li fucil e ad ago ebbe per fermo, e niuno s_a.prebbe negarlo, unn grnn pal'te ai meravi gliosi successi dei rrnssia'ni nella ca mpagna del 11866; ma per valuta re al g iusto l' iufluenzu di ciascuna r:ì.'\ nsa, non · si deve neanche perdere di vista che fra le due a rmi degl i eserciti avversari correva gran divario: l' un a poteva trarre al massimo due colpi nl minuto, mentre il fucil e prussiano permettevo. di spararne ben 6 ad 8 ! In somma, dai fa LLi e dalle sperienze sin ora compiute, si può egli sicmameote concludere che l;arma a ripetiz·ione (l,istnhuitc& a tutte le truppe in un l'Ungo sei·v ù;io r.li ,q1wr-ra non presenteeebbc alcun serio inconvenien te<> Noi non oseremmo ,;1neora sostenerlo , epperciò e·i saremmo più volentieri assocjati alla prirna p1·oposta della Commissione svizzera, cioè di darla · pel morn enl.o al solo corpo dei carabinieri, c1uasi a modo di sperimento, cd attendere l'esito di questa gran prova per estendere· o 11·0 l'uso di quest'arma à tu tta. la fanteria. · l\fa se crediamo siffa tta questione nou ancora giunta ,, tale stato di maturità, da. pe rmettere che si accetti , senz'alt.rn l' arma a ripetizione come base clell'ar·ma-

inento gene1'ale d'un esercito in condizi·oni del' nostro, JlO!'J

esi teremmo però a con:5igliame fin _cfa ora l'ado-


426

FUCILE A RIPETIZIONP.

zione per certe truppe speciali, le qnali non avrebbero a se!·virsene di continuo, e nelle rare occasioni di doverle momentaneamente usare, approfitterebbero molto della magg'iore celerità di tiro. Un drappello di cavalleria, a modo d'esempio, sorpreso in un villaggio, in una imboscata o sopra un terreno ove non potesse difendersi coll'arma bianca; una partita di zappatori del genio improvvisamente assalita sul lavoro; il servizio di una balleria, o d'un parco, attaccato inopinaLamente dalla cavalleria senza aver tempo e modo di spiegare l'azione dei suoi pezzi o di ritrarre un valido ed immediato appoggio dalle truppe di sostegno; infine unn scorta di carabinieri che venisse alle prese con malfattori, per l'orùinario p.rovvisti d'armi a più r,olpi (·1) ; queste truppe, ripetiamo, trarrebbero gran vantaggio da un'arma, che pcrmeLlesse loro di sparare rnpidamente e quasi a bru ciapelo un certo numero di colpi senza perder tempo a ricaricarla. L'arma a ripetizione potrebbe eziandio co nvenire . alle trnppe di marina, ed aversi un'altra utilissima applicazione nella difesa ravvicinata delle fort ificazioni, p. e. dei fossi, delle caponiere e dì quelle altre opere pcl cui finncheggiamen to l'azione del ca nnon e sareLbe soverchia o no·n ,::osl spP.dita e sicura: in simili casi i fucili a ripetizione od anche quelli a sempli ce caricamento dalla culatta varrebbero al certo molto più del cannoncino da forcella, arma poco seria, che sa-

(I) Noli' Allgemeine Schwcizerische Militar Zeitung, orgnno dell 'esercito svizzero (n• 11, anno corrente) leggesi e.ho il Ministero degli intorni ungherese, in seguilo a rl.lc<'nli prove compiute in Ofon- Pesl con fucili a ripeti1.ione Velterlin, ha ordinalo una provvisto. di parecchie centinaia di carabi no di questo sistema per armarne in via di esperimento i co~l detti Panduri del Comitato, sorta di truppa di sicurezra a cavallo.

427

VETTERLIN

rebbe ormai tempo di "utilizzare per nuovi getti di brnnzo o rilegare nei musei coll'epigrafe : visse senza

infamia e senza lode (1). Per coloro che non si appagano di sole considerazioni, e vogliono fatti anche per decidersi ad introdurre in pil'.1 ristretta misura le nrrni a ripctizfone, rammenteremo le appl icazioni estese che se ne fecero in America d11rante la guerra di se<.:essionc. Stando al preaccennato rapporto del coniandante Bnéga, l'esercito federal e ricevette 1H., 909 armi del sistema Spencer, così distribuite: Cavalleria Fanieria. Mal'ina .

n° 95,435 » 18, ..s..71 » 1,003

Il Ploennies (2) stima il nurnero di tali armi da 50 a 60 mila, cioè 40 a 50 mila moschetti per la cavalleria ed il resto carabine per battaglioni di caccia(1) rn un tiro di scuola eseguii.o in luglio dell'anno scorso sulle lande di S. Maurizio con cannoncini da forcel la, su 25 spari , tro scatole a melraglia giunsero intere al bersaglio di (2" X 6") posto alla distanza di 100 metri, e per ciascuno degli allri 2~ tiri si colpirono in media 15 pallini nel bersaglLo. Or siccome con quest'arma si possono faro lutto al più due spari al minuto; cosl, supponendo oncho lutto le circostanze più favorevoli, in un minuto si potrebbero colpire in media 80 palliai in un bersaglio del le indicalo clicncnsioni. Si mettano ora questi risullati in confronto di qu<:lli che si otlerrobbcro dai due serventi ciel cannoncino arma li con fucil i a ripetizione: in un minuto costoro farebbero insieme 28 a 30 colpi , colla probabilità òi porli quasi tulli in un circolo di qualche decimetro di raggio, e di produrre i.,en altri offotli che quelli causa li da pallini di 11 grammi . Ed il rasparmio ùi materiali e di spazio! ' (2) Opera citata, pag. 125 o 163.


FUCILE A HlPE'1'lZI0Nl~

tori; ed aggiunge c.:he anche la ruarina ne adoperò molte. . I generali Grant, Dyer, Sheridan, Shernrnn, iUaade , Hoker· ed . ahl'i u!fiziali che presero nrnggior pane in quella guerra esp ressero opinion i moltò favorevoli su ll'arma Spencer. Ci sarebbe piaciuto d i riferire spee1almen te quanto ne dice jl colonnello fohn W.ilder ehe comandò una brigata di f'anteria montata, ma ci asteniamo dal farlo pèr tema di diJmw:arci soverchiamente. Questa interessante e particolare'~·o·iata l'elazione ' .. l bb e nportata ne la memoria del comandante Buéga. Nel Ploennies leggiamo pure che il fuci le Henry, yuantunque non regolamentare, entrò in gran numero J! 1~1l' arnwmen to di ta luni corp1: ùotati, e durante la guerra fornì risultati molto sod disfacenti, secondo i certificati au t.entiei dei generali Oodge, Kantz; Bradley, Ci!Jy, ecc. · · • E notisi che questi. due sistewi di armi non valo'ono cei-to i fucil: Hemy-Winchester e VeLLerlin, com ~ osse!'vammo inn anzi. Po tremmo anche ao·o'iungere che Cb , le pistole a rotazione (rewoJ versì da parecchi anni :;ono st.ate distribuite ài nostri carabinieri, al personale della marina , e generalmente introdoLLe nel! ' armamento dell e altre potenze; nè manifestarono in servizio alcuno cli quei gravi difetti ed inconvenienti che sul principio si paventavano da i troppo restii ad nmmeLtel'e: talehè l'uso di qu este pistole va introducendosi anche nel lu eaval leria, e ciò prova che implicitamente fu già ammessa l'utilità d'un'arme a colpi rnoltipli per ta lune truppe speciali. Finalmente recheremo l'esempio deH'InghiJterra, la 4t1ale rn~l concorso aperto per' la scelta d'una nuova arma u ·retroca.ricu, non escluse i sistemi a ripetizione, pul'ch1\ com'è naturale, adempissero a tutte le condi zion i del programma , pubblicato in ottobre 4866.

Vlff'fEllLl N

Restringendo le nostre idee sull'arma Ve tterlin, concludiamo colle seguenti P}'.OPO,ste : ~ 0 Adoltare in massima fin da ora un moschetto a ripetizione per le truppe d'artiglieria, genio, cavalleria e carabinieri reali, tralasciando la trasformazione dellé armi 1\orte esisten ti . Se con un, moschetto solo non fosse possibile soddisfare a tntte le esigenze dei loro svariati servizi, combinarne due modelli dello stesso sistema: l' uno cor·lo, col maga~,zino pe e sei colpi ed un peso non eccedente i 3 cbilogr. per la cavalleria (1); l' altro pitì lungo, con rip etizione di 7 àd 8 colpi, del peso dì chilogr. 3, 200 a 3, 1:>00 e munito di baionetta o sciabola-baionetta, per gli altri corpi or mentovati. 2° Distribuire alcune centinaia di fucili a ripetizione Vetterlin alla fan terìa ed ni bersaglieri , per riconoscere : ci) Se conv~nga estendere l'uso .dell'arma a ripetizione anche a queste truppe, ed in quale proporzione.

(1) Nel mese dì marzo ultimo la Commissiono ftaliana per le armi portati li sperimenta.1·a a Venrria un moschetto a ripetizione foggiato su\l'ollimo modello Velterlin, elci peso cli ch il. 3.3CT e col serbatoio per 6 cariche, ·oltre della settima .ne lla can oa . Ogni parte del rneccnni;;mo funzionò regolnrmf•n te, lo cartnece r isposero ben issimo, fl la g insf('zzn del tiro fu nole1·ole pr.r un'arma la -Cui cann;i ÌJa so ltanto (,", 4G di lunghezza, come scorgesi dai risultati medi 'qui appresso riportati: · Distanza . . . . . . . . . . . . nwtri 3"0 . . 500 Rq.ggio del circolo contenente metà dei colpi >> 0,32 . . 0,50 . Nel preaccenna lo articolo del l1Im1iteit1· de l'A·m iée è detto pure che una Commissione fran cese stava studiando in gennaio un moschetto del sistema Vetlerlin per la cavalleria. ANNO XIY, VOL, Ili .

'

9


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FUCILE A RIPETTZlONE

b) Come si compo rti specialmente il meccanismo di chiusura, per decidere del suo merito· ind ipendentemente dagli organi di ripetezionc. Qu este prove vorremmo esegu ite con tutta la larghezza e precisione de:siderabile e continuate senza interruzione; mellendo i tre sistemi che sono allo studio ne lle identicìie c·ondiziùlli, e spogliandosi affatto di qualunque prevenzione pl'O o contro l'arma a ripetizione in generale. Nelle questioni militari, e segnatamente in quelle che riguardano le armi, può nuocere tan to l'essere troppo conivi alle innovazioni, come lo andare troppo acl<igio, farsi tra scinar·e sempre a rimorchio dagli altri paesi, e sopratutto avere idee preconcette lf'oppo fisse ed assolute. A coloro che ritenessero a 7Jriori l'arma a ripetfaione disadatta al servizio di guerra, perchè più complicata o per altre ragioni, volgeremmo il consiglio di sospendere ogni lol'O giudizio fino all'esito delle prove da noi suggerite, e rammentiamo le opinioni erronee conservate sino al mese di luglio 1866 da tanti egregi militari e fabbricanti d'armi in torno al fuc il e prussiano: dopo la memorabil e giornata di Sadowa ognuno dovè l'icred ersi, l' agomania divenne universale, ·tutte Je menti furono invase da una vera febbre a retrocarica! Ci sia concesso in ultimo di esternare un altro desiderio, cioè che nel combinare il modello del nuovo fucile per la fanteria e quelli dei due mosc~hetti a l'ipetizione, si stabiliscano bene da principio le condizioni cui debban o adempiere, specialmen te i lirn iti tli peso delle armi e munizioni, e si cerchi di conseguire per quanto possibile unità di ca~·tuccia e diminuzion e di parli d'armi diverse, tanto proficue alla semplicità degli approvvigionamenti ed olla facilità di fabbri cazion e; facendo meno concessioni ai gusti di certuni, che ere-

VETTERLlN

dono · possa quasi influire sullo spirito di corpo e sulla educazione de l sold ato la fo rma più o meno curva d'un cal ciuolo, ]e fascette di ottone anzichè di ferro-, e via disc'-lrren do. Qual necessità , per esempio di nvere, come adesso, un moschello per l'artiglieria, un altro poi pontieri , nn terzo pei c,Hobiniel'i a pied i ed un quarto pei carabini eri a ca ,·allo? eppure le differenze di qu esti quotLro modelli sono insi.gn ificanti e talune inesplicabili , come, per citarne una, qu ella dell'~lzo, accettato dalla artigliel'Ìa e condannato a.Jl'ostrac1smo dai carabinieri. Sottoponiamo senza alcuna pretensione queste poch~ consid erazioni al giudizi o dei nostri commilitoni, nei quali dev'essere comune _i! desiderio che l'esercito italiano non sia. degli ul tiri1 i ad ammettere le armi a ripetizione, se duvvero esse segneranno ùn nuovo progresso nella storia delle armi portatili .

GAETANO NAGLE.

.'


·

Attendere, laddove fallibile, alle evoluzioni di più battaglioni col co ncorso de;lle varie armi. 3° Completare la ist,ruzione del tiro, recandosi ad eseguire qu ello alle grandt distanze e quello di combattimen to in qualche sito a ciò adatto, in vicinanza del presidio, e colle norm e osservate l'anno passato allo stesso oggetto. 4° Attendere alle esercitazioni nel servizjo d'11vamposti, di pattuglie e di ricognizioni. 5° Eseguil'e almeno una marcia- manovra per settimana: dapprima isolatamente e quind i in combinazione colle altre armi. Per qu este ulti~1e esercitazionl, i comandanti generali delle divisioni dovranno stabilire . una ~erie di temi, la quale, partendo dalle operazioni di g uerra di cui può essere in caeicata nna compagnia, salga metodicamente sino a quelle che possono incombere · alla maggiore unità tatt.ica che le truppB del presidio ri unitP poss,rno costituire. Il tempo che le truppe designate ~dovrunno passare ai campi d'istt'uzionc vorrà essc~re esclusivam ente frn - .... nello esercitarle ad applicare su terreno svaPieo·ato ~ . d riato quanto hanno imparato sulle piazze d'arrrn, a impratichirsì nel servizio di ca1!1po e ad apprendere in qual maniera si combinino e c~o ncorrano le varie armi nel combatLirnento e neìlu diffPrenti operazioni <li guerra : in una parola ad ammaestrare le truppe nelle pratiche del _servizio di campagna .e assuefarle alla vita di guerra. . Quivi però si devono lasciare le esercitazioni della tattica elementare, arma per arma, salvo qualche volta le evoluzioni per reggim ento e per brigata per la fa.n: teria e pe r 1a cavalleria, qnelle di battaglione per 1 bersaglieri e di brigata per l'artigli~ria. . Se pee ,)ltro alcune d(-d.le truppe ai camp1 non aves~

RIVISTA STATISTICA

Italia. Esercitazioni delle lt"lippe nel 11eriodo esUvo - autunnale.

li ministero della guerra dava l'H dello scorso mese le sue prescrizioni per le esereitazioni cui le truppe devono attendere nell'entrante periodo estivo-autunnale: cioè: Nei presidii; Nei campi d'istruzione: Grandi manovre campali. Nei presidii i cor pi di font.er-ia dovendo aver compiuto per la fine di giugno le esercitDzion i pratiche nel regolamento d'esercizio e cli manovra, comprese le manovre cli p·iù battaglioni riuniti, come pure la Istruzione del f Eccettuato il tiro alle grandi distanze e quello di combattimento, cosi nei mesi di luglio, agosto, settembre e otLobrc do Hanno: 1° Continuare nella scu ola: di battagl ione e nelle ·manovre di più battaglioni riuniti, possibilmente su terreno vario.

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RIVISTA STATISTICA

0


RIVISTA

e

sero anco ra avuto tempo di ultimare le altre esercitazioni del Regolamento di esercizio e di mano vra , per essere state occupate lungo tempo in servizio di pubblica sicurezza, o per allra causa, dovrà esser dato ad esse il tempo di attendervi, conciliabilmente colle altre esercitazioni generai;, Le truppe cli fanteria vi donanno esegui re il tiro di combattimento, a meno già lo avessero fatto nei pres idi. La cavalleria e l'artiglieria vi si dovranno esercitare specinlmente al passaggio degli ostacoli, ed allo accelr.ramento delle andature, al fine, cui devono costantemente mirare, Ji acqu ista1·e la maggiore scioltezza di mossa, la maggiore mobilitù possibile. Ai campi a Verona e a Som ma le truppe saranno esercitate nella costruzione delle trincee di battacrlia da prima parzialmen te, e poscia nel mentre st~ss~ delle fazioni, affi nch è <lalle sperienze che così verranno fatte si possa attingere un sicuro criterio e intorno alla. loro utilità e intorno al miglior modo di eseguirle e d1 adoperal'ie. Le tl'uppe al campo do.vranno attendare per la q!.linta part~ del tempo ~he rester-anno al campo, ed in questa congiuntura specia lmente dovt'anno guardarsi giorno e notte come in ·racccia al nemico. Nei giorn i fest ivi e di riposo genera le i comandanti gP.nerali dei P-ampi, cercheranno di organizzare qunlche pubblico soll azzo per le truppe, comµ, gare di corso pedestre od altri esercizi ginnastici, facendo sostenere le spese che potranno occorrere, alle masse d' eeònomia dei corpi di truppa al campo. . Le truppe del 1° corpo d'esercito, quel!~ nel 2° periodo a Somma e a Verona, cui saranno aggiunte altre truppe dei vicini presidi saranno eserci tate in grandi manovre campali, della durata di più giorni

STATISTICA

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ed informate ad un concetto strategico predeterminato. Lo scopo essenziale di queste manovre è: di ammae· strare le truppe a s_up~rare gli osta~oli del terreno ~~ anzi ad avvalersene ; di mettere alla prova la capacita degli uffi ciali e l'istruzione dei soldati n~llo .apylicnre al terreno le imparale teorie; di dare ai pr1m1 e particolarmente a quelli. di gra?o superi?re 1: oc~~s!o~e di mostrare e perfezionare 11 colpo d occhJO, 1rnJZtativa e l'abilitò. acquistata nel maneggiare le truppe conforme il terreno e le circostanze. Queste crrandi manovre andranno ripartite in due periodi, ciascuno della durata che verrà ulterioC"mente determinata dal ministero. a) Nel 4, periodo, per dare ' alle trupp.e il. necessario insieme e per prepararle alle operaz10m consecutive del 2° periodo, esso verranno esercitate~ marce e fazioni campali ne'dintorni del luogo del primo loro concentramento . . b) Nel 2° periodo invece esse dovranno eseguire un'opernzione strategica, sopt·a di ~in c.on.c~tto p~e: stabilito con tutti i suoi svolgimenti log1sttc1 e tatt1c1 rapporto all'obbiettivo, alle forze e al terreno. a\ Manovre nel 1° periodo. -- Queste manovre, come qu;lunque esercii.azione od operazione di guerra, sia dcssa parziale o generele, vorrà sempre essere attuata sopra un tema predeterminato dal c01:nandant~ gene: raie e fallo conoscere all'ordine del .giorno dei corp1 di truppe che sono designati ad eseguirlo. . ,. Questi temi dovranno semplicemente enunciare.I 1?eo. precisa della manovra od operazione di\ esegmrs1, .e la situazione delle dile parti, senza entt'are ne'part1colari dell'esecuzione, i quali deggiono essere lasciati al cr'itcrio dei comandanti delle ,due parti. Si dovC'à evitare in questi temi. <li fare ipotesi t•i-


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1

RIVISTA

guardo al terreno, c1oe supporre ostacoli che non esistano, e non supporne laddoYe ve ne siano, giacchè codesto modo fa lsa le idre e gli, npprezzamen ti. In qualunque mano"rn o operazione dovrllnno sempre essere rapprcsentnte le due parti avversarie. In quelle di min ore momento potrà talvolta bastare un piccolo distaccam en to per figu1·are l'inimico. In quelle generali sarà opportuno vi sin un certo bilancio di fMza trn le due parti, poichè anche qui le supp osizioni che ingrandiscano od irnpiccioliscono le forze, di ciò che realmente sono, conducono aq erronei criteri. Per ogni fazio ne saranno nominati i giudici di cam,po cu i si appartcn,\ l'al'bitrato dei successi parziali, ed ai giudizi dei quali dovranno quindi ottemperare i coman.lanti delle truppe delle due parti, come ad ord ni del conrnnàante generale al campo. b) Grandi manovre nel .2° 7Jerioclo. - Queste esercitnzioni deggiono .avvicinarsi qnanto più possibile alla realtà della guerra cnmpale. Per ciò ogni gruppo di truppe che verri\ designato per cosiffatte esercitazioni dovrà essere diviso in <lue parti li, di forza presso a poco ugtrnle, per man·ovrare l'uno contro l'altro. Ciascun partito aVl'i\ il suo capo, e ùovrà comportarsi per tullo secon1lo le regole di gue rra. Il comandante gcn et'ale supe riore darà l'idea generale della operazione sti·ategica da esegnirsi, ]m)fìggc ndo la situazione primi Lì va dei due partiti opposti, e quale dei d11e debba prendere l'offensiva. Egl i nominerà i giudici di campo, di guisa che ve ne abbiano tre o quattro per ogni divisione. Tutte le altre ùisposizioni saranno lasciate al capo di ciascun partito. Il comandante gennrale superiore lascerà la maggiore latitudine ai capi dei dne partiti, avvertendo però

STATIS1'ICA

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che non si scostino troppo dalla direzione generale data per arrivare l'obbiettivo e dallP buone regole di guerra. I giudici di campo dipenderanno direttamente dal comandante generale superiore, r:ui in fir.e d'ogni giornata fa1·(1nno ì loro rapporti . Rssi decideranno: quando una delle due truppe, che stanno a fronte, dovrà 1·ìtirnrsi per eedere il terreno all'al tra; qunndo una truppa rlev'essere conside ra t.i come prigioniera o disfatta . I giud ici dì campo si dovranno assolutamen te as tenere dal dare parnri od informazioni. La decision e intorno al successo delle azion i gene, rali appartiene al comandante genera le supei·i orc, ,, · spella altl'esl a lui di dare quelle nuove direzioni che potessero occorrere, quando la situazione relativa dei du e partiti venisse a disvia're di troppo dal.corso divi~ato dell'operazione. Onde ques te esercitazioni riescano pl'Ofittev? li , il ministro della guerra finisce raccomandando che i cap i si studino di rnante1Jere sempre il massimo ordine e~ la maggiore calma nelle tru ppe dipendenti; r. 'lascino ai loro suboL·dinati quel tanto ,ì'iniziaLiva che si confà al comando di cu i sono investiti od alla missione speciale che loro afli(]ano, co rreggen doli qua·nd o sbagliano, e dando loro le necessarie spiegaz ioni . « Il vol ere eccedere ne· particolari ed il rol er assum ere tuÙo su di se soli, conduce il più sovente all'efi'etlo 1wcratirn di quello che si vuole ottenere. » . o Ec.co orn r.orno ;-;ono fol'mat i i 3 campi d'istruzionP.


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RIVISTA

CAMP O DI SOMMA,

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STATISTICA

CAMPO DI VERONA.

1° Peri"odo. {Dal 5 luglio al 5 agosto).

(Dal 5 loglio al 5 agosto).

Brigata Piemonte. Brigata AosLa. Bri~ata Calabrie. 2°, o0 e 12° battaglion e bersaglieri. Regg imento lancieri Aosta. Reggimento cavalleggeri ~Ionferrato. Artìglieria - 2 brigate del 9° reggimento. Zappatori .del geni o (du e compagnie). Treno d'armata - ·3 colonne dall e comp. 5•, G• e H•. 1

Brigata Casale. Brigata Como. 20° e 33° battaglione bersagli eri. Reggimento Piemonte R. cavalleria. Artiglieria - una brigala dell'8° reggimento. Znppatori del genio - una com pagnia. Treno d'armata - 3 colonne della 3a e 7• comp. 2° Periodo. (Dal 5 agosto al 5 settembre).

2° Periodo. (Dal 5 agosto al 5 settembre).

Brigata del Re. Brigata Acqui. Briga ta nlodena. 9°, H>0_, 30° e 32° battoglione bersaglieri. Reggimento lancieri Foggia. Reggime:1to cavalleggeri Alessandria. Artiglierj,1 - due brigate del 6° reggimento. Zappatori del genio (due compagnie). Treno d' ;1 rmata - 3 colonne dalle comp. 5&, 6a e 11•.

Brigata granatieri di Sardegna. Brigata Palermo. 24- 0 e 31° battaglioni bersaglieri. Reggi mento cavall eggeri dì Saluzzo. Artiglieria - una brigata. dcl l'8° reggimento. · Zappatori <lel genio - una compagnia. Tren o d'armata - 3 colonne della 3• e 7• comp.

CAMPO DI CAVALLERIA A

s.

MAURIZIO.

..

(Dal 9 agos to al 23 settembre).

Reggimento Nizza cavalleria. Reggimento ca.volleggeri Caserta.

,


HO

STATISTICA.

llIVIS'fA

Reggimento ussari di Piacenza. Reggimento guide. Artiglieria - la hrigata d'artiglieria a cnvallo. Treno d'armata -- 3 colonne della ,1a e 2a comp. Il comundo del campo a Somma nel 1° periodo è affidato al luogotenente generale Ricotti: q uello a Verona al luogotenente generale Thaon di Revel. . ~e ?ran.di manovre nel settembre dureranno quind1c1 g1on11, e saranno fatti da tre gruppi di truppe: Uno (il° co rpo d'esercito) sull'Appennino centrale; . Uno (2 divisioni) sul Ticino; Uno (2 divi~ioni) sull'Adige.

Austria. Istituti 'l'tiilitari.

Contingente a,uiuale di leva,

Il contingente totale del!e reclute dev'essere diviso tra le due parti. deJla Monarchia austro-ungarica secondo il disposto dell'art. l 3 della legge rn ili tare o dicembre 1868 (Vedi Hfvista: Militare , disp. di ngosto 1868 e di genn,iio 1869). Lo stesso art. '13 stabilisce che il contingente per il ·1869 dev'essere considerato come il contingente normale 1~er i. primi di eci anni avvenire, e deve quindi essere calcolato . in modo che alla fine del 40° anno l'effettivo dell'esercito possa aver raggiunto la cìfra stabilita cli 800,000 uomini . Ora il contingente annuale necessario per ottenere tale scopo è stato calcolato nella cifra di 95,471. uomini, alla qnale cifra i regni e territori rappresentati nel Reichsrath devono èoncorrere per 56,041 uomini, ed i Lerritori della Corona ungarica per 93,.rn3. · Per ln Ersatz Reserve poi, sempre a· senso del già ci'tato art. 13, occorrerà in più un decimo della cifra suesposta , ossia 9 ,347 uomin i, 5,604 dei quali saranno dati dai regni e territori rappresen:,at.i nel Reichsrath e -3,945 dai-territori. della Corona ungarica. I calcoli su cui si appoggia la cifra di 95,474 uomini sta bi lita quale conLingente di reclute per il •18(39, e quindi !Anche. per i primi dieci anni avvenire, sono dimostrati dall'a seguente 1

1

1

Le du e Accademie militari dell'artiglieria e del genio v~nnero fuse in un solo Istituto, avente sede a Vienna. e intitola Lo Accademia tecnica rnilitcire. Le quallrn compagnie di scuola d'Ùtiglieria sono rinnite a Weiss K1 rchen in una sola scuola , che si chiamerà Scuola tecnfra mi'li'tare. Furono sciolte le ~asf) cl'educaz1one militt1ro a Prerau e a Kamenitz, la scuola dei pionieri a Tulln e l'istituto dei cadetti a Marburg.


Gli individuì che ne fa cevano parte saranno incorporati nella compagnia dei fucilieri veteran i, la quale assum erà 11 titolo di compagnia di veterani di fanteria, ove conserveranno il ·loro soldo e grado, continuando a. prestar serv izio.

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del con tifi- dol contingenlo gente Totale annuo.lo anterioro

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Prussia. Statistica.

-

1869

95474

-

951.!74

1870

95474

3819

95471

91695

187129

1871

95474

7485

9547,1

179644

275118

1872

95474

11005

95474

264113

359587

1873

95474

1'1383

95474

345.204

440678

H!74

95474

17627

95474

423051

518525

1875

95474

. 20741

I

95474

497784

593258

1876

95474

23730

95474

569528

665002

1877

95474

2660D

I

95474

638402

733876

18i8

95474

29355

95474

704521

799995

P5474

I Francia. Sciog li1ne11lo della com11aguia sott'uffl~iali vete,-ani,

Per dec:reto imperiale in data del 22 maggio u. s. venne disciolta la compagnia dei sotL'uffiziali veterani , il di cui effellivo era divenuto insufficiente.

L'ufficio di statistica pubblicò testè i risulnti dell'ultimo censimento fatto in Prn ssia, secondo il quale la po·· polazion e totnlc del regno ascenderebbe a 2:1, 971,337 anime, di cui 7,430,245 nelle città, e 16,54·1 ,422 nelle • campagne. Berlino ha 702,437 abitanti. 1

• Grandi 11un1ovt•e,

Il 4° ed il 2° corpi d'esercito, dall'8 al 18 settembre venturo eseguiranno grandi manovre nei dintorni di Braunsburg, all e quali assisterà S. M. il Re di Prussia. Qu esti avl'à il suo quartier generale a Konisberg dal1'8 al· 45 settembre; poi a Elbing. - Il 13 settembre avrà luogo una gran parata dei due corpi d'esercito a Heihgenbeil. Le altre •18 di visioni atti ve dell'esercìlo prussian o eseguiranno manovre di divisione della durata di H giorni, le quali avranno termine il 15 settembre. 1

--


I\IVISTA TECN:lLOGlCA

RIVISTA TEC NOLOGICA

Apparecchi eemiomici ;iea• tiltimwe la ventilazione ,ielle. ,1a.ser1ne.

È risa.ptHo die praticando in una carnera qualunque uno o più ori fi zi presso il soffitto, ai quali sieno annessi dei tubi o con doui di legno o .di muratura, che mettano capo al disopra del tetto e ap rendo altri orifizi a livellò del pavimento, pei. quali entri l'ari a esterna, si può produrre una ventilazione naturale nell'intern o degli ambienti. La quale sarb tanto più efficace quanto maggiore è l'altezza dei condot.ti o 1rìaggiore l' eccesso di temperatu ra dell'aria interna vizi atà. che sfugge per essi, su quella esterna. Cosi.cch è, massi1u e di notte, quan do tuue le fìn f's tre sieno chiuse, si può rinnovare del continuo l'aria ne i dormitorii delle cas.erme con grandissimo vantt1ggio Jella salute dei soldati, sopratutto se gli orifizi del1a pr·esa d'aria sien o collo-· cati in modo e forniti di tali appendici ché l'aria fredda entrando non possa molestare gf individui. Questo sistema economico di -ventilazione è già da

.molli anni adottato in Inghilterra, in Francia, nel Belgio e in nitre contrade eon ottimo succe:;so. Fra i 1nohi esrmpi si può citare quello d~lla <:asel'!na Guglielmo.a Mnns nella quale, rrnrtendo dal fatto che di nolle I' ec(·esso di teinperatura. dell'aria interna dei dor-mi,torii sulla este1·na si può ritenere in media di 4°, si costrui nel 1808 una serie di ventilatori di legno che dai solfati ·dei vari piani della caserma mettono direttamente sui tetti. Le sezioni di questi tubi sono regolate in guisa da l"asciar uscire 8 metri <~ubi di aria per ora e per· individuo, mentre altrett.anla aria penetra n~ll'interno dei do rmitorii per apposite· aperture prat.itate a livello dei pavimenti. . .. La quo la di 8 m. c. di aria per ora e per md1v1duo è in verità molto scarsa. Autorevoli sci enziciti. prPS<Tiv.ono volumi · d'aria ben più grandi; dappoicbè, a misura che in questi 1;ltirui anni si sono ;ipprofonditi gli studi sulla ventilazione, si è riconosciuta la nPcessità di aumentare molto di più il v.olume d'aria da .dare a ciastun individuo nei luoghi abitati per assicurare il suo benessere. Eeco infoltì , secondo il Manuale del Morin (1868), i volumi d'a1·ia <la estrnrre e ,da introdurre per ora . e per individuo. a fine di assieurare !a· ·salubrità di alcuni luoghi ab.itati. 1

Ospedali: Amrn,alnti ordinari 60 a 70 in. c. }) )) Feriti. 100 150 » In tempo,,di epidemia . » )) 30 Caserme: Oi giorno Di notte . 40 a 50 » » )) .180 a 200 . Scuderie:

. .

.

E, queste cifre dice il Morin, ben s11periori a q11elle che si amrnetternno alcuni unni fo, non hanno nulla ANNO >.IV, Voi.. lii,

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RIVISTA

·di esagerato, essendo per la più' parte basate su di ·osservazioni dirette. Si noti però che per avere costfmtemente qodesti volumi d'aria d'estate o d'inverno, di giorno o di notte, non basta la semplice ventilazione naturale; ma è d'uopo ricorrere alla ventilazione ar#ficiale col risGatdamento dell'arià or.on ventilatori meccanici ; ed allofia la spesa per vasti edifizi diviene significante. Ma F)& non sgor;nen tarci do.bbiamo riflettere che la semplice ventilazione naturale si può forse reputare bastevol'e in molti casi. Così se non 10 sarà per gli ospedali e per te sale dì grandi agglomerazioni d'individui; c~rto ne-He caserme ben cosl.rufre, o·ve la truppa non sia stivata, ih un rnodo eccessivo, un ben inteso sistema di ven#lazione naturale con 111olti condotti, e tali da supplire con le loro ampie s.ezi0ni alla poca velocìtà dell'aria', · potrà dare dei soddisfacenti risultati. E ci<) seghatamente nei paesi di mit:e temperat111~a., nei q1:1al'ii n0i'l sia necessario riscaldare diH'ante la notte l'aria esterna prima che s'introduca nei locali ad occupare il lu0g0 dell'aria viziata. Infatti è da riflettere che per le C;fl. serme, trattasi di gente sana, e che l'a11ia deì dorm-itorii potendosi hiberamente, rinnovaTe lungo il' giorn0•, ii vero1 uflicio importante dei ventilatori è' lrtnttat·0 ali~ sole ore della notte. Invece negli ospedali ·non poter\"dosi per molti e molti giorni aprire le finestre, massime dr in,verno , e tratL'afl·closi di pe-rsoné iaferm<e e quindi di' aria più corrotta, ò indispens·aibile ricorrere a più potenti mezzi. d,i ventifa2ione: A confénma di ciò notiamo• che la, veniti]iàtzÌ(IO~ naturale ha dato buoni 11isultati nell' a·c c<::nnata caserma di M'ons,; la quale era. stata, sempre se>gàà'lata come una delle più insajubri del paese, poichè le malattie vi de'cimaivano• la truppa, Ecco• intant:dr quel ·

TECNOLOGICA

clw accadde dopo la costruzione dei semplici condotti di richiamo nell'edifizio. « La febbre tifoidea, che vi era in certo r:r;iodo en« demica, scomparve. I medici incaricati del servizio q: della truppa accasermata hanno riconosciuto gli « eccellenti effetti del sistema, e nella ispezione di « questo edifizio, fatta nel 1861, l'ispettore gene.rale « del servizio di sanità ne esternò le sue felicitazioni i al signor maggiore Sues comandante il genio della « piazza etc .... » (Notice s11r le systèrne de ven\ilation ecc .... par Blondiau. Bruxelles 18.62), Intorno al sistema di ventilazione segu,ito a Mons sarebbe da notare: 1° Che solo col fare più ampi i c01~dotti di richiamo dell'aria viziata i-i quindi gli orifizi per la_presa d'aria si sarebbe potuto avere un volume d'aria maggiore di 8 in, c. per ora e per individuo. '.2° Che in addietro si facevano vers.o il soffitto gli orifizt .di richiamo dell'aria viziata ed a livello del pavimento le bocche per la presa d'aria esterna; ma al' presente, dietro accurate osservazioni e validissime ragioni, si ritiene come sana prat·ica il fare al contrario gli orifizi. di richiamo dell'aria viziata a li-: vello del pavimento e quelli per la presa d'aria verso il soffiuo. ' Premessi i brevi ragguagli precedenti notiamo che, -se dalla semplice ventil(lzione naturale noi) si possono attendere i grandi effetti dei rnoderni sistemi di ventilazione arti6.ciale, d'altra parte noff perchè non si ·può facilmente ottenere l'ottimo si dee rinunziare al buono. Onde se . si pensa alla poca sa~ubrilà .di moltissime ~aserme non pure in Italia ma ;inche a,ll'estero, non si potranno mai lo.d are abb.astapia gli sforzi che molti dotti fanno per accrescere l'efJ\ç.acia , della semplice ventilazione naturale. _e ottenere cpsì il massimo effetto utile da un sistema ~otant9 semp!içe,

*


U8

RIVISTA

economico, .e facile a introdurre negli edifizi già esistenti. Per queste ragioni vedesi molto encomiato nel rapporto della Commissione militare su ll'Esposizione di Parigi del rnti7 (pag. 16.i.) l'aspiratore !foualhier che ha preso il nome del suo autore. Questo semplicissim o apparecchio non è che un'appendice agginn ta alle ordinarie banderuole che vediamo spessissimo alla sommità dei condotti fumiferi delle nostre case. La fig. 1 della tavola 4a ne dà un'idea. Essa fa vedere due cilindri fissi concentrici di lamiera o di zinco che lasciano fra di loro uno spazio anulare libero. Il cilindro interno non è se non la continuazione dei tubi richi_amo dell'aria viziata, dei quali abbiamo parlato -· rnnanz1, e mette capo verso il mezzo del cilindro esterno. Questo finisce verso il basso in forma di cono tronco ed è chiuso perfettamente da una lamina nella sua parte inferiore. Sulla superficie del cono tronco sono tanti fori per una parte dei quali l'aria esterna è spinta nello spazio anulare fra i due tubi, qualunqu e sia il lato ?onde spira il vento. Si produrrà così lungo questo spaz1~ anulare un movimento ascensivo il quale, propagandosi fino alla bocca superiore del tubo inlérno, trascinerà seco l'aria di questo e produrrà come un'aspirazione, che deve necessariamente aumentare l'effetto dei semplici condotti di richiamo. Sulla. parte superiore del tubo esterno si dovrà adattare un.a delle solite banderuole, le quali, com'è noto_, ol~re d'imp~dire coi lo;_o cap~eUi che la pioggia entri nei camm1m, e oltre d impedire le correnti discendenti d'aria fredda che i venti potrebbero produrre, favoriscono eziandio, e di molto, l'aspirazione del l'.~ria interna,- Coteste banderuole_ sono indispensabili q~~ndo s~ tralta di ventilazione natural e, perch è la voloc1t.a media con cui l'aria viziata uscendo dai ~uhi si versa nell'atmosfera, essendo d'ordinario piut1

?i

TECNOLOGICA.

H-9

tosto debole, la corrente ascensiva potrebbe di leggieri esser disturbata dall'azione del vento. La banderuola col cappello della fig. 1, in grazia della . sua mobilità, è quella cotanto raccomandata dal ~Iorio nella sua egregia opera sulla ventilazione. Il cappello ab con la sua banderuola può girare liberamente intorno alla verticale portando seco la maschera di forma cilindrica e d; la quale abbraccia un terzo o più della circonferenza c1·e1 tubo e deve star-e discosta dalle pareti di esso ed avere molta rigidezza, affinchè, sotto l'azione dei più forti venti, non venga mai a toccare queste pareti. Nel citato rapporto dell'Esposizione è detto che: « alcun e esperier1ze hanno stabililo l'efficacia dell'ap« parecchio Noualhier e gli hanno valuto un rapporto « favorevole della Commissione· di sanità della città « di Pal'igi. Esso è stato impiegato co n successo per « rendere sani dei locali insalubri, delle latrin e, ecc ... « Vari stabiliruen ti pubblici ne hanno fatto una felice « applicazione. Cosicchè la società centrale degli ar« chitetti _raccomandandolo come un apparecchio che « può dare dei buoni ri su ltati . per la ventilazione e « per la salubriLà dei locali, ne dichiara il suo impiego « del più grande interesse, sia nelle antiche costru« zioni, mal disposte per la salubrità, che nelle I)uove « di cu i esso migliora le condizioni igieniche. l> L'efficacia dell'apparecchio Noualhier essendo tanto maggiore quanto meno tranquilla è l'atmosfera, il rap.porto dell'Esposizione a ragione ne raccomanda l'uso per le caserme delle città marittime come Tolone, Nizza, ~iarsiglia, « ove il movimento continuo del<t: l'atmosfera ne assicurerebbe la regolare azione. » Più efficace dell'aspiratore Noualhier parrebbe dover essere l'aerospiro ·del dutt. Fromentel, di cui parla


~ 51

RIVISTA

TECNOLOGICA

l'Annuario scientifico ed industriale italiano di questo anno. Esso vedesi disegnato nella fig. 2, tav . 4". Due tubi A B ed E F uniti fra loro ad angolo retlo formano un sol corpo, il quale mercè una capsula di vetro o di porcellana è in bilico sull'estremo m dell'asta vertica le m n fissa in n ed in e. Il tubo A B deve avere una lunghezza uguale a tre diametri della sua sezione. Nel suo interno è infisso un tubo conico C D, di cui la sez-ione tronca D cade sull'asse del tubo E F di lunghezza indeterminata, ma tale che tutlo il sistema risulti bene equilibrato sul bilico m. L'apparecchio è mobilissimo; quindi per poco che spiri il vento, l'orecch ia C si disporrà sempre nella direzion e di questo; e« la corrente d'aria attraversando il « cono C D nella direzione indicata dalle frecce, dà « origine nel tubo verticale ad un'aspirazione più o « me!lo forte a seconda dell'ii.1tensità della corrente « superiore. » Vuolsi che questo semplicissimo apparecchio si possa trasformare sotto l' azione di forti correnti d'aria in una vera tromba aspirante. E il signor Fromentel avendola prodoLLa arLifrcialmente, con un apparato soffiante mosso da ·una macchina a vapore della forza di due cavalli, la corrente orizzontale che deve attravers'a re il tubo conico C D, è riescito ad ottenere una ventilazione nelle miniere superiore a quella che si ha con gli apparecchi ordinari. Da queste cose s'inferisce quanto debba essere grande l'efficacia dell'aerospiro per attivare la ventilazione naturale coll'accennato sistema dei semplici cammin~ di richiamo, sistema che per la sua semplicità ed economia è da sperare che si diffonda largamente in Italia, dve pe'r mala ventura la ventilazione degli edifizi lascia molto a desiderare. Ma si dirà che l'azione sussidiaria di cotesti apparecchi aggiunti alle bande-

ruole non è che a salti, perchè affidata alla instabilità dei venti. - Sia pure. - Ma poichè questo aiuto intermittente costa sì poco, accettiamolo di buon grado e sarà altrettanto di guadagnato per la salubrità dei nostri edifizi. · Del rimanente se si volesse dare, anche con poca spesa, maggiore energia e stabilità nl richiamo dell'aria viziata delle casermé, si potrebbe, secondo il consiglio del Morin , fare che i singoli condotti di quest'aria mettano capo a gruppi in uno o più cammini di evacuazione generale comuni a diversi éameroni e a diversi piani. Questi grandi cammini sarebbero ~ttra V\\rsati lungo il loro asse dai tubi fumiferi dei fornelli delle cucine, i quali tubi, avendo le pareti molto sottili, comunicherebbero ai cammini di evacuazione gran parte del calorico che va perduto col fumo. Il condotto. anulare dell 'aria viziata sarebbe diviso lungo la sua altezza in tan ti scompartimenti quanti sono i piani e le camere corrispondenti , e riescirebbe discretamente riscaldato; dacchè i fornelli delle cucine sono energicamente accesi due volte il giorno. Anzi essendo la ventilazione delle caserme, come dicevamo, veramente necessaria nella sola notte, si potrebbero tener chiusi di giorno tu Lti gli orifizi di uscita dell'aria viziata a fine di concentrare nel cammino generale la maggior quantità del calorico comunicato dai tubi fumiferi delle cucine in tutto il corso della giornata.

150


, RIVISTA .

TECNOLOGICA

Ca.n ,wne da fanteria inventato da S. ,11. il Re di St,ezia.

Il cannoncino inventato da S. M. il re di Svezia e del quale questa Rivista diede (ottobre e novembre ,t868) la descrizione e il disegno fu sperimentato a paragone con il cannone revolver Gatling, e coi cannoni da campagna svedesi. Il primo, ch'è conosciuto sotto il nome di Karrenbinhse, ebbe il sopravvento. Si trovò çhe colla Karrenbinhse si poteva eseguire il tiro accelerato · con minor fatica assai che con il cannone da campagna, il primo essendo di minor peso e quindi 'di. facilissima manovra. Pesa 1iH 5 libbre; lo servono tre cannonieri, e lo traina una sola pariglia. 1t poi anche di prezzo assai minore, giacchè costa lire 1406, quando il Gatling costa lire 5906, e il cannone da c.ampagna svedese di 2, 58 pollici lire 1830. E questi ~ono per certo dei \!antagg:i non indifferenti. 1

delle fortificazioni di primo ordine, è nata da questo, che gli strategici russi assicurano cha in una dich~arazione di ·gu\;rra fatta improvvisamente alla Russia, un esercito nemico che invadesse il territorio russo dalla parte della Gallizia o del Mar Nero potrebbe.' per l'assenza completa di piazze forti i~ qu elle p~rt1, penetrare impunemente nel centro dell'impero prima che la Russia po tesse, nonostante le strade ferrate esistenti, opporre un corpo di 50 mila uomini.

1Vuova c,1.rabina a ripetizione.

La G,a:zzetta della Borsa, giornale russo, parla d'una nuova carabina a ripetizione inventata · dal capitano Voukovitcb del reggimento ussari di Pavlograd. Larapìdità di tiro di quest';ffma non sarebbe fi?ora stata superata: senza essere specialment~ eserclt~to , un uomo• pùò con essa ti,rare 24. palle m 1J2 mmuto.

lì'ortiflcazioni di Hiew.

• La Gazzetta russa di· San Pietroburgo del 3 dice chè gl' ingegneri militari di Kiew -hanno già terminati ,i loro studi per un progetto di fortificazione intorno a quella città per convertirla in una piazza forte cli primo ordine, secondo il progetto del generale Taddleben. L'idea di erigere intorno alla città di Kiew


ERRATA-CORRIGE. A rettificazione di un errore incorso nello specchio a pag. 384 della precedente dispensa, ed a complemento della notizia quivi data intorno ai mezzi di trasporto delle nostre ferrovie, pubblichiamo j tre quad ri seguenti.' (Oal Rapporto ufficiale, pubblicato nel 1869, dal Commissariato delle Strade ferrate).

Lunghezza delle linee e s1>esa di costruzione. Capitalo impegnato Lun~he:iza in eserciz. Lun~hezza media nella costruz. o ncll'acquistc a 31 dicembre eserci tata nell'anno a tutto il 31 dicemb. 18G7 DESIGNAZIOHÉ DEI GRUPPI

1866

1867

1866

Chilom.

Chilom.

Chilom.

tele del Piemonte . . Alta Italia Id. d,illa Lo.mbardia. (' ) 1825 ' Jd. d cll'Itaha Centr.. hl. della Venezia .. • 1 437 Romane .. [Territ.ori? Italiano . . 1842 Id. Pont1fic10. . . . . . 283 Merié.lio - rete .'~~lriatica .. .. . } 98\l n-,li ld. Tu, ena ....... ' · ·· Id. L<>mb>nlo .... • 1 124 Calabro-Sicule ..... . ..... : 102

1

.

Totali e medie ..

6095

!(•)

2.262

Totale

Per chilom. di rete

Chilom.

Li1·c

Lil·c

2253 >

587,670,000

238,G4G

!

1047 140 H.9

1816 879 1232 269 978 5 ,18

25 77 8.2

1Sd7 295 1034 l 'tY 14.8

5292

4729 57

520G

1352

333

J"l

I

1867

>

G8 05

15 43 47 21 74

.

J

412,785,655

251,308

237,8~6,860 29,05],002 70,194,191

229,902 235,445

(' ) Compresa la linea di Voltl"i esercitata dalla Società dell' Alta Italia per conto di q~lladello ferrovie fio· m;one, ed esclu.sa la ferrovia a cavalli da Settimo a Rival'olo, della lunghezza di chilometri 28. (...,) Essendosi aperti nel 181n cbilome tl'i G9 di nuovi tronc hi, la i(mghezzn delle roti Adriatica e Tit-rena che · CJ·a d i cbilomet,·i 982 nel t866 dowe bbe essere di chilometl'i 1051 nel 181;7. Siccome pel'ò in quest' ultimo an no venne abbreviata là linea Adriatica di chilometri 4 pcl nuovo tracciato fra 'Vasto e Fossacesia, la lunghezza totale dello due reti nel 1867 si trovò ridotta a chilometri HM7.

ltlatel'iale mobile Qoautlh\ d i l ocomoth·e e , •e lcoll al 3t dicembre t86')' DESIGNAZIONE OlH GI\Ul'PI

Alta Italia . ... Romane ..... Meridionali. .. Calabro-Sicule Totali e medie

CAllR07,7.B

LOCOMOTll'E

CARR( O(VERST

Bagagliai, COl'ri Carri Totale dei carri Totale Perdichilom. Totale Perdichilom. scudel'ie, a merci per massic- Asso- Per chìl. via via trucks diversi cia ta luto ~

-- o.--- -o. -283- -528 1612 712 o. 115 o. 150 23 o. 154 ---o. 171 901 192 158

8:-22 636 137

- -

3267

o. 491 o. 609 o. 010 ·-·-·o. 607

86·1 181 171 ' 26 74\l

7457 248:l

1058

169

' 11166

- - 572 1'10 505 81

8303 2803 178-l 2'79

- - 1301 - - -13~09

o.

71 l. 61 1 . 45 l. Si

-

2. 50

.


QUADRO APPROSSIMATIVOdel materiale mobile esistente per il servizio delle varie,ferrovie d'Europa.

. Loco~ Vagoni

Vagoni

Numoro

totalo

NOMI DEI PAESI

motive

da tiaggiatori da mercanzia

dei ngoni

,..

Materiale ~et miriametro di linea Loco-

Vagoni

Vagoni

moti ve da tiaggialori da mercanzie

I

. . . .

Prussia . . . . . • Au tria .. . • . Stati Tedeschi . . . . . . Francia . ..• . • Belgio: Lince dello Stato . . Linee partkolari . . • Paesi Bassi: Linee particolari . Svizzera . . . . . Russia . . . . . . . . . Svezia. . .• • • ...

. . .

. . .

Gran llrettagna. .

.

;

. ..

. . . .

I•

2474 2711 3707 8442 1039 - 547

1622 1358 1487 3828 272 330 66 181

329 701 1125

675

53

170 15886

6643 .

I•

I• I• I• I>

1·,

3~506 27557

29560· 88820 8476 8854 1055 2293 11793 751

206238

36890 30260 3~12.9.7

97262

9515 9401

1384 2994 12918 921

222124

2. 95

4. 51

2. 62

5. 12

2. 56 3. 48 4. 04 2. 87 2. 71

6. 48 7. 64 15. 41

1. 92

2. 18

o. 80

3. 73

4.77 13. 47 7. 44 3. 68 2. 58 8. 94

62. 40 51. 56

50. 79 80. 50 125 . 10 77. 08 43. 20 24. 14 37. 93 11. 26

116. 00


MA11T1N1 CAnLo,

Gerente..


SVIZZERA .... NUOVO FtJf ru: A HlPETIZUINt.: ' Vl~TTEl-lLIN là ,{/_"/.

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NUOVO TIJCILE A R.IPETIZTONE YETTERLIN

PercuolilaÌ:o

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Ch-ioccio]f

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Casse1hporta cartucce n.

Molla Spira1e

Car1ucce aainnesco

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HISTOIRE DE LA CAMP.AGNE DE 1866

Nel mentre s uccedevano i fotti irnrraLi di sop ra, i comandanti del 7° ed 8° corpo della Confederazione avevano combinato di concentrarsi il 7 luglio a Jfansfeld; il pr:imo partendo il 30 da Bruchenau e seguendo .la strada di Fulda, llunfeld ed Jiersfeld; il il secondo , paetendo da Francfort, prendendo la strad a di Freidherg , Grumberg, Aslfeld, Nier-Aula . Ques te strade erano per il più lungo loro corso divergen ti e distanti in linea retta l'una dal l' altl'a da 40 a 50 chilometri . Il punto di concen trame-nto si trovava a 7 tappe dai punti di· partenza. I Prussiani, ch' erano i l 30 a Gota ed Eisenach, po tevano con tre o quattro Jìltll'cie trovarsi a Hunsfeld, e quindi d i lìt dirigersi su quello de' due corpi nemici cl1e meglio avessero stimalo dover prima combaLtere. ANNO XIV,

VoL. m.

11


r

~58

· H!STOII\E

Osserva giustamente la storia di cui parliamo , che un tale disegno di guerra era erroneo . Niente di più vero . Ed infatti tale disegno trascurava la massima notissima di guerra: di non assegnare per punto di concentramento quello che è occupato dal nemico o può da esso venir occupato prima di noi. Ma gli è pur vero che il generale Moltke, che critica giustamente questo disegno, vorrebbe nel seguito della narrazione, allorcbè parla della guerra di Boemia, dìfendere lo stessissimo errore commesso dai Prussiani , quando con due armate separate da cento e più chilometri e da montagne inaccessibili, invadevano la Boemia e dal nord e dall'est, ed avevano per punto di concentramento Gitschin, che poteva essere occupato ih forza da tutto l'esercito austriaco. Colà le conseguenze furono felici per insperata fortuna, e perchè il Benedeck non agi come il Falckenstein, e perchè (sia detto pure in omaggio 'alla verità) le cose furono mena,,te con risoluzione, iniziativa e prestezza grande. Qui per contro furono funestissime le conseguenze pei Confederati, e la massima di guerra ebbe un esempio di più in suo appoggio . l\fa la marcia del 7° corpo (I3avaresi) non procedè neppure siccome era stata combinata, perocchè ·esso si era avanzato anche più versq l'est nella valle della Verra, sperando di poter soccorrere gli Annoveresi . E malgrado che si- fosse spostato più all'est di almeno altri 40 chilometri in linea retta, il comandante in capo principe Carlo, quando seppe le capitola zione degli Annoveresi, persistè nel pl'irnitivo disegno intorno al punto dì congiunzione, eccettochè si decisé a prendere la. strada di traverso da Mein ingen, Hiders, Fulda, per congiungersi all'8° corpo. In tal~ momento meno che mai era possibile un concentramento in avanti, e lo si sarebbe appena p otuto effettuare dietro

DE LA CAM~AGNE DE 1866

159

· il Meno, purchè si fosse usata gran diligenza ne] marciare dai due corpi d'armata. Il 1 ° luglio le tre divisioni prussiane che · avevano preso il nome di armata del Meno, e che colla capitolazione dell'armata annoverese non erano più scoperte alle · spaJle ed avevano formata una base dì operazioni, si posero in marcia da Eisenach, Gota e Langensalza per andar<? a combattere il 7° ed 8° corpo che formarono l' esercito della Confederazione. Le istruzioni del capo di stato maggiore generale prescrivevano: che, siccome la Baviera era il nucleo di resistenza di quell 'esercito, saref>be stato bene contro di essa portare i primi colpi, epperò si stabiliva di prendere la strada · di Fulda-Schweinfurt, sulla quale credeva certo incontrare i Bavaresi, e da dove poter impedire la c9ngi unziom: loro coll'8° corpo. Così fu eseguito dal Fa.lckenstein, ed il giorno 3 la divisione Beyer occupa Geissa, la divisione Goeben Lengensfeld e Derbach; la divisione lUanteuffel era in seconda linea. Le pattuglie di Goeben avendo incontrato i Bavaresi verso Zella e Rosdorf, non si poteva sperar niente di più fortunato, dice la Relazione, per l'armata del Meno, che d'incontrare fin dal primo momento, con tutte le. proprie forze riunite, uno de' due corpi nemici isolato, e sopratutto quello la cui importanza era la causa che dava coesione agli elementi dell'altro (8° corpo) . Se non che si credeva che le truppe le quali stavano di fronte (il nemico che si trovava nella vali a La àella Felàa .era il corpo bavarese il quale -veniva da Meiningen, e che aveva tre divisioni tra Zella e Kalten Sund ed una a Rosdorf) fossero nulla· più che un distaccamento della forza di una divisione ; incadcata di coprire il movimento del corpo bavarese su Fulda. Perciò il generale Falckenstein ordinò al

si

\.


160

DR LA CAMPAG~R DB 1866

ITISTOIR E

generale Goeben di poL'tarsi un po'. avanti e di rigettare indietro le colonne nemiche, avvertendo di continuare poscia il movimento per_Fulda. Goeben fa attaccare da unu brigata ciascuna dell e località, cioè Zelia e Ros<loef, respinge il nemico, quindi prende il cammino da Derbach su Geissa. In quest'incontro il genern le Falckenstein non pare cha fosse guidato da grande saviezzu. Doveva anzitutto assicurarsi. quali forze gli stavano di contrn; ed inoltre l'entità de' due combatLimenti dati, dcui di Derbach, dovevano farlo star accorto, epperò fargli sospendere la nrnrcia delle allre divisioni. Egli invece lascia n Derbach la divisione Goeben, e dà l'ordine alle altre due di proseguire il loro cammino. Or contro a Goeben vi · erano due division i bavaresi : una a Rosdorf e l'allra a Zella, e dietro questa scaglionate altre due; quindi la divisione Goeben nvl'ebbe potuto essere intieramente sopraffatta, e tutto l'esercito perdere la sua linea di co municazione ed essere forzato a prendere quella per Fulda a Casse!; linea pericolosa a prend ere se si avesse sofferto uno scacco, pe1·chè minacciata sull'altro fianco Jalle tre divisioni dell'8° corp o, di cui la divisione assiana si tl'ovava a Gross-Lucler. Se per lo contrario il generale in capo avesse sospeso il movimen to delle altre du e divisioni fin o. a tanto che avesse avu to informa zi oni precise sul nem ico, sia dalla resistenza che questo avrebbe opposto ai due pun ti di Zella e Rosdorf, sia dalle not'iz.ie raccolte· dai prigionieri, in allorn., conoscendo come avesse dinanzi a sè tullo l'esercito bava rese, avrebbe concentrate le su e forz e e decisa in quel giorno, o nel .seguente, la sorte de' Bavaresi, invece di fare il lungo giro, c.ome fece , per IIunsfeld e Fulcla , Bruckenau , Kissinge, nel quale avrebbe potuto non più incontrarli soli. Per conseguenza, in causa del modo suo

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di agire in questa circostanza, avrebbe potu lo sf'ugO'iro·li o o non solo l'occasione di battere isolatamente uno dc' cl 11e col'pi nemici, e specialmen te il bavarese, ma avrebbe potuto essere molto com promessa tutta la divi sione Goeben: una fortuna che si lascia sfuggire a·i mano vuolsi cli c non la si riprenda una second a \'Olta; eppure non succedè così: era la stella propizia ai Prussiani. Finalmente nell a sera, dai rapporti c1vnti dell a rrsistenza trovala nel combattimento, e forse daJJp notizie rle' pri.g io nieri, Fa lcke nstein, vedendo il pericolo cui si era esposto, chiam() indietro le truppe per il mattino del 5. ~la il nem ico essendosi nella notte anch'esso ritirato dalla sua parte, egli si rimi se di nuovo in nrnreia per Fulcla. Anche il pri ncipe Carlo non agì regolal'mente, sia nel persis tere nel prirniti\·o p unto di concentramento, sia perchè, persistendo· nel primitivo proposito, non attaccò Derbach con tutto le forze che av.eva e che erano concen tra.te ivi intorno . L'occupazione di Derbach era ora· una nccessit.\ •capitale per lui, essendo il solo punto per cu i poteva congiungersi coll'8° corpo II Cosa. fa il 3, 4 e oluglio che rimase quasi stazionario ? Non riman eva al principe Carlo che da appigliarsi ad uno de' due parÙ~i: o attaccD.re co n vi.gore il nemico, ovvero ritirarsi sollecito dietro il l\Ieno, e colù dare appuntamento anche a11'8'corpo per concentrarsi. Un'.altra cosa avrebbe f'ors'o.oche potuto fare, ma non neghiamo ch'era piena di pericoli, azzardata: _mettersi cioè sulle orme dei Prussiani, non perderli· di vista, attaccarli tutle le ,·olle che circostanze vantaggiose si presen tassero, eYilare una battaglia finchè non si sentisse il can none dell '8° corpo. Ques ta manovra ardila: e piena. di pericoli, essendocl}è poteva fa rgli perdere la .linea cli operc1zionr, ·era però la sola che potesse in paL'le


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correggere i molti errori commessi pel concentramento. Ed infatti, o Falckenstein continlia a marciare verso Fu Ida, ciò che non pare probabile, ed allora v'è facilità di unirsi all'8° corpo, e i due eserciti si sarebbero trovati colla base rovesciata; cioè con le b.asi o verso Magonza o verso Casse!; o Falckenstein s1 -conc~ntra per combattere, e si darà tempo all'8° corpo d1 occupare Fulda, da cui non distava che meno di una marcia. , · . Le cose erano a tal punto che qualunque operazione eh~ te.ndesse ad uniré il 7° ed 8° corpo era da tenersi per buona operazione, e per lo contrario q.ualunque altra che li separasse· sempre più, una pessuna operazione , indipendentemente da qualunque altrasiasi considerazione. Carlo non attacca, non si ritira ' e . l\fa il principe . rimane smo a tutto il giorno o in posizione a ,f Oa 1~ chilometri dal teatro del combattimento del oforno a~tece~ente, indi il 6 si inette in marcia a pi~coliss1me g10rnate. Nel. mentre c~e Goeben· si .batteva, la divisione Beyer ~arc1ava da Ge1ssa su Hasfeld; e la sua avanguardia rncontrò a mezza strada l'avanguardia della divisione di cavalleria bavarese, che era stata mandata in quella direzione, come anello di congiunzione tra 1'8° corpo ed il 7°. · L'avanguardia. prussiana pose in batteria due pezzi,. e fece qualche tiro efficace contro la mezza batteria bavarese ch'era in posizione ed i due· reggimenti dicorazzieri che si trovavano colà in colonna sulla strada. « I Ba'varesi poco dopo si ritirarono frettolosamente / « a~bandonando sul terreno un pezzo da ,12; rarti~ « gheria prussiana li seguì al galoppo, ed arrivando « presso di Hasfeld. potè ancora tirare qualche gra« nata,. Pare che l'avanguardia bavarese facesse questa '

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ritirata con grande disordine. Vedendola cosl arri-

« vare, il grosso della cavalleria fu spaventato e ri-

« tornò anch'esso a Fulda dond'era partito-. Priva « completamente dell'appoggio dellà fanteria, la ca« valleria si sentiva seriamente .in pericolo in quel « paese di boschi e di montagne; voci allarmanti « circolavano da ogni parte; così, quàntunque essa << fosse separata dai Prussiani per più di 20 chilo« metri, pure si pose prima di sera in marcia per « Bìschoff:heim. L'immaginazione del soldato era so« praeccitata, e tutti i terrori vi trovarono accesso. « La sera · si stava per traversare il gran bosco che « si trova tra Hettehausen e Gersfeld ;, qualche colpo « dì carabina fu tirato, non si sa come, nel mezzo « della colonna; si sparsE) tosto la voce essere il bosco « già occupato dai . Prussiani, e la ritirata essere ta« gliata. Ciò bastò per far prendere alla colonna la « direzione di Bruckenau, e sia per la confusione ge« nerale, sia per l'oscurità della notte, la ritirata si « trasformò in una vera sconfitta. << Il terzo reggimento di corazzieri e la batteria a « cavallo guidata dal conte di Taxis continuarono·solo « a marciare in buon ordine, formando la retroguardia. « Gli altri reggimenti si spinsero fino a Bruckenau e « anche sino Ilammelburg, e bisognò parecchi giorni « per riunirli in quest'ultimo punto. Alcuni fra gli « uomini dispersi sono anche ,andati più lungi, e a ·« portare l' allarme e lo spavento sino al Meno.» Cosi narra la storia. Quelli che sono giunti a Hammelbourg hanno percorso più di 80 a 90 chilometri in 24 ore I Questo panico, secondo che ci pare, ebbe due cagioni: una che derivò da che il principe Taxis aveva chiesta della fanteria per attraversare quel paesè boschivo, e che gli fu rifiutata; fatto questo che là sul momento, stato esagerato, dovè cominciare ad ecci:


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tare le immaginazioni; la cagione immediata poi fu la ritirata precipitosa e clisordinut.a della .briga.La -corazzieri. E perchè questa ritirata disordinata·(? Perchè si era tenuta inatti va la brigata in colonna sulla strada, esposta senza alcun pro all'al'tigl ieria nemica; ed era la: prima volta che questa la incontrava. Abbiam voluto per esteso riportare questo brano della storia per donu1ndare a certi scrittori che han parlato di sensibilit.'t di fibre, se per avventura hanno mai visto un · simile panico. E ciò solo contro un simulacro di combattimento J Questo brano abbiamo inoltre riportato come un esempio di panico nella guerra del Meno , e ne riporteremo altri; ci affrettiamo però a dire fin d'ora che la stessa divisione di cavalleria nel combattimento di Rossbrum, come not~remo a · suo luogo, si comportò ed attaccò con vigore-. . . È da notare un incidente molto curioso che allora accadde: nel mentre che la division e di cavall eria cli riserva si ri_tirava a precipizio a (iO, a 90 chilometri dal teatro del combattimento credendosi perseguitata dalla divisione Beyer, questa nello stesso momento si ritirava a sua volta nel senso opposto, chiamata a Geìssa dal generale in capo, come di cemmo oiù innanzi I ' . La marcia del generale Falckenstein da Fuld a per Bruckenau sulla ,Saale Franconià , è una. delle più . belle operazioni di questa campagna, e che porta il marchio del genio militare. Quella marcia ardita fu bene immaginata, ben peeparata e prontamente eseguita . Che quella marcia fosse ardita si. vede subito che si consideri una cnrta e le posizioni del 7° ed so corpo. Se glì attacchi ·contro i Bavaresi fosse ro fai Iiti e Falckenstein .fosse stato forza(o a ritirarsi, proba- . bilmente 1'8° corpo si sarebbe por tato innanzi, im-

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perciocchè se gli alleati divide l'avversa sorte, la . prospera li unisce; quindi l'esercito del Meno si sàrebbe trovato nella difficile posizione di ritirarsi per la valle dell' Unster per Bischofsheim, Hilcleberg-Geisse, . non senza grave pericolo. 1'fa Falckenstein, mentre fa seguire 1'8° corpo dalla · divisione Beyer che era in testa, per un po' di tempo al di lù di F.ulda, fa fare poscia a tUtte le divisioni test.a di colonna a sinistra, si porta cioè su Brnckenau, ove fa venire pure la divisione Beyer, e cli lù dirige quest'ultima divisione su Ilnrnrnelburg e le due altre a Kissingen. L'esercito bavarese che ·si era ritirato lentissimamen.te dietro la Saale, il giorno 1O non aveva. cornpiuto il suo movimento co minciato il 6 luglio, sebbene non avesse dovuto percorrere che soli 60 chilometri, mentre i Prussiani avevano compiuto il loro, e.cl avevano percoi·so più di 90 chilometri I La disposizione delle tr1Jppe. bavares·i era la . seguente : estrema sinistra, divisione !'ol_ler, di cui ~n_a brigata a Rammelbmg ecl una a Klssrngen; la cl1v1sione Feder co:1 l'artiglieria di riserva a Munnerstecl; più al sud la divisione Hartnrnnn; all'estr~ma destra la divisione Stefap con il comando in capo a Ne~1staclt. Tale dispos izione era certainente difettiva, sia perchè la linea era· troppo es tesn, cioè lu nga più di 36 chilometri , epperò tale da poter essere rotta sn qualunque punl.o dal le forze riunite prussiane~ sia inolLrc . per il modo con cu i era occupata. Invero fu errore lasciare una divisione a Neustadt, nel menlre si era certi che sul cammino di Bischofsheim non vi erano nemici ( essendovi a Bischofsheim un distaccamento bavarese·), poichè quella di.visione avrebbe presto.ti mi.o·liori servi.0o·i concentrandosi tra il fiume e Muno serstad t;. oltre di che conveniva anche colà concen1


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trar la riserva di cavalleria ed artiglieria , affine di potersi portare rn forza sul nemico che .volesse pd avesse forzato uno dei passi sulla Saa,le. La divisione Reyer che attaccò Hamrnelburg, non trovò grande resistenza, non essendovi colà che una sola brigata. I vi succedè il seguente episodio. Mentre l'avanguardia prussiana si avanzava, ebbe ad aceorgersi che una forte colonna di fon teri~ e cavalleria nemica marciava senza precau-zio~e. L'artiglieria di avanguardia si mise in batteria sull'alt.urà, e cominciò a tirare su tale colonna. Le truppe che componevano quest'ultima si posero in fuga, e non sì riformarono che dopo aver passato il ponte della Saale, all'ovest di Fuchestadt : siffatta colonna era composta d'un hatt.aglione di cacciutori, due squadroni d'ularii e due pézzi, nè esse ricomparvero più durante tutto il tempo del combatLimènto di Hammelburg ! Pare che sieno sensitive le razze nord iche I La divisione Goeben ebbe a combaltere fortemente a Kissingen. Impadronitosi di Kissingen, marcia sino a Nudlingen; quando in sulla sera giunge la divisione Stefan da Neustadt, prnnde buone disposizioni di attacco e rigetta i Prussian-i sin al di là di Winckels. Dopo aver sofferto molte perdite giungono i Prussiani a riprendere Winckels. Più a destra, porzione della di visione Goeben e della diY isione 1'1anteuffel avevano combattuto a Frie..:..drichishull, Hausen e Waldashoch. Le operazioni dei Prussiani in complesso certa.men te bene procedettero, e specir.lmente la divisione Goeben , sempre la più esposta, mostrò grandi qualità di fermezza e di bravura. Solo Manteuffel ne sembra che nella esecuzione· ebbe il torto di troppo appoggiare al nord, mentre avrebbe tlovuto tenersi quasi · in coda di Goeben , tanto per rinforzar-lo in caso di bisogno, quanto pee

garantirlo da un serio attacco di fianco, e non già recarsi ad attaccare tutti i piccoli posti di Haussen e Waldashach. Fu quasi un miracolo di bravura e fermezza della divisione Goeben se non venne rigettata nel fiume; e cosa sarebbe risulta Lo se ciò fosse avvemlto ? Il minimo danno sarebbe stato che il giorno di poi si avrebbero dovuti fare grandissimi sacrifizi contro quella forte posizione per e·spugnarla, e vi si sarebbero trovate riunite forze molto maggiori ed imbaldanzite dal successo. Se si vinceva a Kissingen, i post.i occupati superiormente dal nemico, questi li avrebbè dovuto immediatamente abbandonare, per ·non venir tagliate fuori le forze che li occupavano; e se si era re~pinti, non recava alcun vantaggio l'esser possessori di tali punti, e per conseguenza era della massima utilità e necessità che la divisione 1'1anteuffel si fosse trovata a tempo debito per rinforzare la divisione Goeben. Anché i Bavaresi si batterono bene a Kissingen. Intenzione di Falckenstein era di poter perseguitare quindi i Bavaresi su Scheweinfurt, attaccarli e rigettarli nel Meno; e così facendo a'tlrebbe seguito buona regola. Ma ebbe l'ordine dal quartier generale di occupare effettivamente la ripa destra del Meno, per cui abbandonò il progetto fatto e si rivolse su Aschaffenburg, dirigendo Beyer per la valle della Sinn e della Kinzig, e Goeben e l\ianteuffel attraverso lo Spessart per Aschaffenburg. Il principe d'Assia, comandante 1'8° corpo, saputo il giorno 1111 luglio che i Bavaresi erano stati battuti, ed avuta notizia della loro ritirata sul Meno~ finalmente si 1·iattaccò (è la Relazione che parla) con ardore all'idea di operare la s·ua congiunzi·one con i Ba-

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varesi, idea alla· qiiale non aveva posto una grande importanza sù10 a quel · giorno. Avuta questa buona


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idea, bisognava attua.ria prontamente e risolutamente perchè i _Pr~ssiani ~1·a n0 in marcia verso lo Spessart'. Due_ modi cli esecuzione, pertanto egli aveva: o. portarsi da Asch~ffenburg su Vurtzburg a traverso lo Spessart, ovvero passare sulla sinistra del Meno, e per un ca?1mino pi_ù lungo, ma più sicuro, portarsi rneontro at ~av~1·es1. La prima strada era più breve, ~ sar~bbe 1:rns_c1ta la marcia se l'avesse eseguita t.ra I H, 1_1 ,12 ed 11 ,f ~; sull'altra strada avrebbe potuto es~gu_1re la marcia con più comodo e sicurezza . Il ~r1~c1pe d'Assia presceglie la prima, ma perde molt1ssw10 tempo; manda una brigata ass iana a Lanfaeh · p~r riconoscere il. nemico, un'altra scBglionata, più dietro ad Aschaffenburg; scagLionat.a più indietro ancor~ manda la hrigatà austriaca; ed ìnfi~e a Stock.stadt la brigata badese. Se malgrado l'ava1ùarsi de' Prus. siani perseverava io lui il proposi to di avanzarsi direllamente a Wurtzburg, avrebbe eo·!i dovuto riunire innanz:i di Aschaffenb nrg tutte le fo~ze, per attaccare e respmgere le forze prussiane che si avanzavano. S~,. come e_ra più logico, non gli conveniva ora più d1 :i~olt_rars: per lo Spessart, a che pro' queile ricogn1Z1om, quello scaglionamen to di forze, che a nulla potevano giovare. t>erchè non passar·e su lla· sinistra del Meno prima cli aver sofferto degli scacchi, come fu costretto a fare il giorno 114 e rn ~ , Vediamo cosi;l successe. La brigata d'Assia , man:... data in ricognizione verso Lanfach , in vece cli limitarsi a ri0onoscere, attacca una delle hl'igate di.Goeben che ivi incontra , ed è respinta con o-ravi perdite · . 5 ' sopraggwnge poscia l'altra brigata cli Assia, che attacca a su.a volta ed è anche respinta; .quindi entrambe retrocedono su Aschnffenb1irg . . Il principe d'Assia manda ad Aschaffenb urg la b!'i 0 ·ata aus triaca; cont~'O questa brigata si avanza il giotno dopo fotia la divi.: ,

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sione (½oében, quind·i con non gran.de sforzo la rigetLa. La divisione assiana si ritira quasi i,utta al di là di Aschaffenburg, nel mentre che la brigata austriaca si batteva quasi sola contto una forte divisione I Verso la fine del combattimen to giunge la brigata wurLemburghese, che , veclen~lo che le cos~ volgono malamente al termine, anch'essa si ritira ! Dopo. ·questo doppio scacco, il principe d'Assia si decide a passare sulla sinistra del Meno . Molti errori ci pare elle furono commessi in questo bwve · periodo di tre giorni. Se il prìncipe d'Assia credeva non più possibile l'attraversare lo Spessart, ora occ upa.Lo dai l(russiani, perchè non passò il Meno nei giorni il'.2 o ,13 •t Lo avrebbe fatto in. buone condizioni, senza aver sofferto due comhattimerrti disgra· ziati, e non -si sarebbe teovato, come dice la Relazi?ne; aii comble clu clésarroi et cle la pe17.ilexité. O pure, se voleva respingere le forze prussiane, perchè non concentrò . avanti ad Aschaffenburg la divisione cli Assia , la brigata austriaca e la badese? QuEste quattro brigate avrebbero dato ben da fare alla sola divisione Goeben, la quale si tl'Ovava innanzi alle altrè di più di una marcia ; e ciò tanto più in qtianto che un a brigala wurtemburghese avrebbe anche pnrnr0 giungere nel tempo del combattimento in rinforzu e attaccare il fianco destro de' Prussiani. Erl'oee fu commesso dalla brigata di Assia, che era stata mandata riconoscere le fo.rze prussiane, perchè, anzichè stare al suo tema, attaccò i Prussiani; qu indi, rigP.tLè\ta, ebbe bisogno di essere sostenuta dall'altr:a brigata ·d'Assia, che fu anch'essa respinta. Ri'conoscere non è combattere, massima nota ma pochissimo praticata, la quale, trascurata., porta gravi conseguenze. Infatti, se le due brigate non fossero state .battute il giorno 113 a Lanfo.ch, il H avrebbero potuto p'r ender

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parte alla difesa di A:;chaffenburg con la brigata allstriaca; la resistenza si sarebbe protratta, e la brigata wurtemburghèse poteva arrivare a tempo e forse cambiare i risultati del combattimento. Un altro errore ci sembra , se non c'inganniamo , fu commesso, ed è che ad As,chaffenburg non si trovò presente il comandante dèl corpo d'armata (sebbene fossero cola bastevoli forze); epperò ognuno agì èla per sè, senza al r1ina direzione. Se vi fosse stato colà il comando del corpo d'armata, è probabile che la divisione assiana avrebbe coadiuv,Ha la brigata austriaca, anzichè ritirarsi indifferente mentre questa era · in azione; e rimanendo la division·e assiana, il combattimento si sarebbe protratto, e sarebbe pur r imasto tempo alla brigata di Wurtemberg di prendervi parte attiva. · 1'8° corpo essendo passato i l H e rn sulla sinistra del Meno , i Prussiani si portarono su Francfort. In questo momento erano ~ssi padroni cli tutta la ripa . destra del Meno. Ora, che i due corpi d'armata 7° ed 8° sonò entrambi sulla sinistra del Meno, che nessun nemico li separa e sono a poca distanza, poichè il ~3 i Bavaresi sono innanzi a Wurtzburg e 1'8° corpo è quasi tutto dietro la Tauber, la congiunzione loro appare certa; e vedremo come si caveranno d'impiccio i Prussiani, i quali, benchè siano stati tinforzati, hanno però forze molto pfo poderose Ji contro. Il corpo prussiano era a quest'epoca comandato da Manteuffel, essendo Falckenstein stato chiamato in Boemia, e Flies comandava la tlivisione prima comandata da Manteuffel. · I Prussiani passano il ll'Ieno a Francfort e si dirigono sulla Tauber. Flies , estrema sinistra, caccia i nemici da Hundeim,, passa il fiume Tauber e si dirige

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,al_ sud di Urphar. i\1a appunto in questo momento che i Prnssiani si avanzavano, e per così dire mettevano gli alleati nel caso di doversj unire per forza, i Bavaresi, quasichè non volessero a ciò venir costretti, facevano un movimento divergente verso la ripa destra del Meno. Parrebbe inverosimile se non fosse vero. te operazioni dei Prussiani sulla sinistra del l\1eno, che portarono infine alla conclusion e della pace, non potevano certo riuscire più fortu na te e felici di quello che furono. Ma pur è da convenire che per ciò concorse, piuttosto che la buona direzione data alle operazioni dal comandante prussiano, quella delle operazioni de' due corpi d'armata, 7° ed 8°, i quali sembrava giuocassero a chi . perde v.ince' ed fare il possibile affinchè 'giammai non avessero a combatter~ assieme. Chè anzi, quando l'uno si batteva, nè si batteva mai con tutte le forze, l'altro corpo si metteva. in marcia per tutt'altra direzione; e quando · la forza e le cfrcostanze di terreno e di posiz ioni Ii costringevano lorÒ malgrado a doversi unire, essi, trovavano mezzo, ed era veramente difficile, a distaccarsi l'uno dall'altro. I Prussiani, passando il l\1en o a Frnncfort, si met~ tevano in coda dell'8° corpo ·che si ritirava su Wurtz. burg, e quindi. con quella operazione agevolavano la riunione d8' due corpi d'armata. Si sarebbe compl'esa quella operazione se fosse stata eseguita immediatamente dopo il eombattimento di Lanfach ed Aschaf. fenburg, perchè vi sarebbe stato il caso di raggiungere le forze dell' 8° corpo disordina~e, di persegui- · tarle con ac·canimento, di impedire che si r1formas· sero, e tentare di batterle scompigliate: in una parola,, raccogliere i frutti dei due combattimenti fortunati antecedenti . nra quando erano passati parecchi giorni da quel momento, non valeva più tale ragione, perchè

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1'8° corpo aveva avuto tempo di riformarsi e cli mettere sufficiente spazio tni sè ed j! nemico che lo per· seguitasse. Non sappiam o o.d unque approvnre a prion: il passaggio del Meno a Fran cfo l't, e crediamo cl1e oggetto delle operazioni de' Prussiani avrebbe dovuto essere di tentare di mettersi di nuovo fra i due co rpi d'arrn ala, giacchè anche in quest'epoca, sebb ene i Prussiani fossel'O stati rinfonati, pur tullavia \·i e1·a grande sproporzione fra le loro forze e qnelle ri1rnile tlella Confodel'azione . Se i Pni ssiani uve:;sero marcialo da Aschaffenburg su Wurtzh urg, traversando lo Spessart, pare che anche in quest'occasione avrebbero potuto e11 teomeue1·si, come un cuneo, fra i due corpi d'a1;mata avvel'si . . Marciando da Francfort sulla Tauber, la conseguenza 11aturale che doveva prodursi era quella di rcspingern 1'8° corpo verso il 7°; laddove marciando su Lengerfu ld nello stesso tempo , i Prussiani sarebbersi trovati nello spazio vuoLo fra i due corpi. Da Francfort a Lengerful d vi sono ,J,J miglia Ledesclii;.da Fracnforl alla Tauber \·e ne sono p_er lo n1eno 15: quindi, anche prim a d&l giorno ~3 luglio avrebb ero i Prussiani polulo trovarsi ~on lro i J3aval'esi. Egli è vero che questi nvrebbero potuto difendere le ripe del Meno in fo rza , e che i Pru ssian i che avessero passato il fiurne si sarebbero trovali c9n una stretta d'impor:. tanza alle spalle, ma questo pel'icolo non mi pare dn confrnntare con l'altro , cioè di aver contro forze mollo supel'iori da battere. Pe rcorrendo 14 o 11:> miglia si lrovan ·dirirnpeuo alla Tauber; percorrendo H miglia si trovano alle spalle della Tauber, a una marcia dietro 1'8° corpo. :Egli è ce rto che l'operazione non e1·a semplice e presentava molte difficoltà, ma era il solo modo per scongi urare il pericolo di sopportare il peso dei 1

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due corpi nemici riuniti. Ci volle lutto il buon volere de' corpi alleati perchè non si. unissero in un'azione com une. Pe1, un'urmala come qu ell a del Meno, la quale av·eva acquistala tanta superiorità morale, quella manoVl'a era possibile e di sicura riuscita . Manteufl'el, quando giun se davanti la Tauber, ebbe un'id ea consimile, e voleva infatti passarla presso la confluenza nel Meno, guadagnare così 11 fianco destro dell'8° corpo ed intercetta rlo dal 7°. Ma la ritirata dell'8° cot'po dopo il éombatlim ento della TauberBischofsheim glielo impedì. Or noi crediamo, apprezzando pur questa manovro., che l'altra di cui abbiamo tenuto cli scol'so era _di piLt facile e sicura riuscita, ed era il solo modo con cui evi tare cli avere di contro i due corp i nem ici. Fnvvi però una soluzione migliore: la buona volontù de' due corpi alleati, che, si potrebbe dire, erano do tati di qualità repellenti fra loro. Il combattimento di Bischofsheim fu impegnato im pru dentemente dai Pru ssiani , non avendo la brigala Wrangel della diYisione Gocben che solo cinque battaglioni e due batterie contro un'intiera divisione wu rlern burghese, poichè l'altra bt·igata fu mandala ad att.accare Werbach, mentre le alt1·e due brigate della divisione si trovavano molto indietro. l~ da nolarsi anche in quesL'occasìon e come negli attacchi i Prnssian i si stendevano troppo , e specialmen te per attaccare i fianchi . Che bi sognasse ossern11·e Verbach non c'è dubbio, e fare anche una cl imost1·azione; ma la somma delle forze bisognava porta.da sopra Bisch ofsheim; caduta questa, Werbach doveva venire naturalm en te abbandonata. In questo combattimento i Prussiani mostrarono una gran forza di resistellza. Il fucile ad ago ANNO XIV,

VoL. m.

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diede prove speciali, e fu qnello che senza verun dubbi o died e 10 1·0 la vittorrn; un battagli on e e me1.zo aveudo dornlo difendere il villaggio con tro due brigale. [ Prt1S$ia11i Yi pndcllPro 116 uomini Ira morti e fe1·i1i, e i Wurtenrl>urglir.sì 6ti0. Vn rie volle in qu esto combatti111ento le nrnnizioni f'ecern difetto ai Pn1i:;sian i. li prinr·ipr Carlo di Bnvicrn vrdcndo l'nvanzorsi dei· Prussiani sn W11r1zburg , e co1ne n 1111 p11nto fosse affaU0 inutile, nnz i perirolosn, la· uinrcia offensiva su Aschafl'onburg, si drcisc lìnnlmente a volersi collegare c-olr8° corpo. JI nrlò nù avvertire 1'8° col'po di tener fo rt e su lla Tanher, clic egli sa rebbe ven uto. Mn gli fu ri spos to che delta linea era stata gii1 forznla dai Prussiani, e che ~i er.i stati costretti a ba1tere in rit!rnta. Qncgli p_('l't> ri~posc che essa era la miglior lr nen, o <:hc b1sognnva nrnntonerv isi . Pure tlinì eile a crcrl,,rsi ciò, <'pp11re rosi è l Se avesse ord inato di nllaccnl'e ed impadronirsi a qualunqu e costo di que lla posizionP, si co111r)l'ende l'clil1c, ma c·on tinuar·e a dire elio bisogna tcnNla qunndo si è sto ti r-igetlali, la è tropro nw,·eliinnn. Qna l miglior pt1 1·1i to po i, se si dove,·a rinllaccarn la linea dPlla TaulJrr, so non quello rhe rgli stesso fosse \'Clllllo in rìserva ço l suo <"O rpo, per potei' rigellnrP-, con le forze ri11 nitr , le prussiane, essc11do stnte impntcnli a resistere qucllr dell'8° co1·po? la lcuc,·a del principe C,11-lo a tal rigua rdo è riportala nel la Stol'ia di 110111« a pag. ii~.,1. Ma v'lrn di più: il principr d'Assia 11011 solo non attnccti, rna scorgr>1Hlo le c-olonne prn~sianc nurn<'t·ose che si anmzave110, si ritirò a Gerchshrirn, ed i1 i prese po~izione. ~Inntenfl'e l n1'Pl'H stnbili10 che Gochrn co n le sue quatt1·0 briga te !'ho ,ncvn 1'innite murciosse direllamente snlla strada di Wurtzburg, nel mentre che Beyer avrebbe attaccato per la destra il nemico. Ve1

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dremo più tardi come Beyer fosse impedito dal farlo, avendo .incontrali i Bava rnsi nel suo cammino. Goeben si avanza in due colonne su Gercbsheim. Qu ella di sinistra, che è la più forte, giunta nel bosco situato dinanzi al paese, si spiega e manda o.vanti le sue batterie, le quali, fulmi nate da batteri e più num erose nemiche, sono forzate a retrocedere nel bosco stesso. I nemici , dopo aver vivamènte tfrato s ul bosco, lo fanno attaccare dulla brigata di Nassau; questa, giunta a quasi 4-00 passi, viene ricevu ta da un fitto fu oco fatto dai Prussiani, ed è costretta n ritirarsi. Anch e qu i si vede il grande vantaggio de' fuci li a r.etrocarica. « Il peincipe d'Assia volle ri nnovare l'attacco: mnndò « ordin e alla divisione di Wurtemberg e di Assia di « portarsi innanzi. I comandanti· di queste divisioni « non credettero di dover obbeclire , a cagione dello « stato ,cl i stanchezza dell e loro truppe; anzi di già « la prima e te1·za brigata cli Wurternberg erano rin« culHte sino a Kist. Jl principe fu allora obbligato « a tenersi sulla difensiva per conservare la sua po« sizlone. ~fa essendo comparsa sul campo l'altra « colonna, Goeben attacca esso i Confederat.i e li re« spinge. La riti1·nta cominciò a farsi con regola rità, « ma nell'interno del bosco il disordine s'introdusse « nei ranghi , e non fece che sempl'e più crescere. « Una parte de' comandanli di brigata e di divisione « non avevano r icevuto ordine per determina re il mo« men to di loro pnl'tenza, altri non seguirono gli or« dini chH avevano ricevuto. Il nemico si avanzava « vivamente; bisognò fare allontanare le bauerie l'una « dopo l'altra, e la fanteria dovè accelera re il passo. « Si aveva da attraversare un défilé di un mezzo miglio « lungo, ed ognu no voleva averlo passato prima di « noue. Con tale precipitazione le truppe di tutte lé « divisioni s1 confusero; sulla strada vi furono dei


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HISTOlRJ,

<< momenti in cui diventò impossibile avanzare; in « .parecchi siti vi erano t.re colonne che marciavano « allato. Fortunatamente il nemico non poteva accor« gersi della confusione che regnava nel bosco; le « truppe che egli vedeva di fuori conservavano in ap« parénza il miglior ordine possibile. » l\ia sapete quali eì·ano state le perdite, ·tra morti e fe.ri.ti'. cl~e avevano messo tanto scompiglio in quattro dms1om'?I !

Prussiani, 3 uflìziali e 57 soldati, Nassau e Wurtemburghesi, 2 ufliziali e ti8 soldati; perdite minime, le quali danno chiaro a . divedere c?me il morale fosse molto, ma molto basso r E poi si venga a parlare della qualità delle razze, e della sensibilità! Dove trovarne una peggiore! Con queste parole non crediamo far torto a quegli eserciti, ma bensì contraddire ì fanatici ammirntori a sistema. La divisione Beyer era in marcia su due · colonne per Alteseim, affine di attaccare di fianco l'8° corp~ e concorrere all'attacco della divisione Goeben nel combattimento cli Gerchsheim; se non che, giunta che essa fu pre:sso Helmstadt, trovò una delle divisioni bavaresi in marcia appunto per Alteseim, l'attaccò , e la respinse ; sul tardi fu attaccata da porzione · di altre divisioni, che respinse pur anche su Rossbrun. La, fortuna per Beyer consistè neHo aver avuto a combattere con una seconda divisione bavarese, dopo avere intieramenf.e respinta ed allontanata la prima. Questo combattimento fu serio; i Prussiani ebbero tra morti e feriti 4 3 ufficiali e 340 soldati. .La gio'i·nata del 25 fu la sola in cui i Prnssiani ebbero a combattere con il 7° ed 8° corpo, i quali uniti avrebbero presentato un ·numero di molto maggiore de' Prussiani · stessi, ma che in fondo erano all'estremo

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demoralizzati, come lo ha dimostrato il combattimento di Gerchsheim. Sarebbe stato desiderabile da parte dei Prussiani Ahe Flies fosse entrato in linea. Èra a · cosi poca distanza I Nè -pare certo che la sua marcia su Homburg e Holtzkirch·hausen, che il nemico occupava, dovetLe non poco contribuire alla ritirai.a della divisione Stefan su Rossbrun. In seguito ai combattimenti di Gerchsheim o di Helrnestadt, era da aspettarsi pel g iorno dopo di trovare, proseguendo, 1'8° e il 7° corpo riuniti. In conseguenza Manteuffel ordinò a Fl ies di trovarsi l'indotoani a Wettingen , mentre c:h e le divisioni Beyer e Goeben dovevano rimanel'e nelle posizioni occupate·. Sembra infatti che tale fosse l'idea del principe Carlo, il quale nnzi avrebbe voluto prendere l'offensiva; ma 1'8° corpo era in tale sta to, che non solo s i ritirò verso Wurtzburg, ma avendo avuto l'ordine lli colà arrestarsi per . proteggere la difficile ritirata del 7°, .non si curò di eseguire quest'ordine e passò invece immediatamen te sulla opposta ripa del Meno. Beyer e Flies, e specialmente questi pel primo, attaccano le due divisioni bavaresi e la riserva a B.ossb run, e le respingono ad Hetlstadt. Siffatto combattimento . fu uno dei più caldi in questa guerra, di cui si può anzi dir l'ultimo combattimento , non essendovi stato a Wurtzburg che una inutile cannonata. ln questo combattimento, e veramente sul finire dell'azione, allorquando cioè la ritirata era già eseguita verso Hettstaclt, vi fu uno scon tro di cavalleria che rifece l'onore alla divisione di cavalleria bavarese, pel panico ù i Henfeld . . Dopo tale combattimento i Bavaresi passano il Meno ' ·e prendono posizione sulla 1·ipa destra. Di poi s'intavolano le tratta tive, che nulla hanno da fare col sog geLLo che si tratta.


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HISTOI1\B

III. Note ed osservaziòni generali.

Due fatti si rilevano in questa breve storia della campagna del '1866: primo, che gli alleati dell,a Confederazione sono alleati fino a che la fortuna si dichiara favorevole, quando no, ognuno è inclinato a fare il proprio vantaggio ed abbandonare gli ·altri nel pericolo; secondo, che i disegni di guerra dovendo soddisfare a molteplici condizioni sp esso fra loro in· contradclizione, a tanti interessi differenti, poichè ognuno vuole garantire e difendere specialmente il _proprio principato, ne risulta quale conseguenza naturale un · disegno di guerra che non è altro,' coni e suol dirsi, se non che un compromesso, cioè il peggiore possibile, e che non salva nulla, ossia salva il nemico. Questi due · fatti si sono sempre verificati da che c'è storia al mondo, epperò anche in qu est'ultima campagna, nella quale si sono essi disegn ati con con torni cosi scolpiti che sono veramente degni di osservazione. Sarebbe forse opportuno di. fare uno studio per conoscere il modo di calcolare anticipatamente le forze di questi piccoli alleati in una guerra, sino a che punto i medesimi apporterebbero uno accrescimento di forze, e sin dove sono una debolezza. Gli alleati ·della Confederazione' , abbiamo visto sin dal principio di questa narrazione , non ebbero un

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disegno preconcetto di quel che dovevano fare dnli'inizio del la g uerra. Abbiilmo visto come nei mcn tf'C ch e le forze acli'A nnover si po1·U\vnno rnrsn Cass·e1, quell e d i Casse! si conccntrarnno n Frnn1:f'ort. Come pure abb inino vis to li.! poeo risolu ta rolont11 degl i Annoveresi di .:iprirsi un v,11-co nlb Yo lta del Meno, e la non minore Lit1ihanza dei Danuesi di f)lll"lnrs i if1 nanzi al loro soccorso. Eppui'C era quello un punto impor tante, e possiamo di re capitate, dclln g11 crn1.Con ven iva b'cne iniziarla, e non da.re supcrioriLù morale all'esercito pru~siano . I comnnd:rnli dei 7° cd 8° co rp o dibaL1ono lungamen te su l modo che tener debbono per agire, ma d iséutono pcrchè, i Bava res i 11011 vo;{liono troppo spostarsi versç> l'ovest e lasciare sco perte le loro prov.'incie; e pel' l'istessa rngione !'8° co rpo' forma to di conli ngen ti di ta nt i pictoli Stnl i, non vuol portursi all 'es t, dove vo.rreb be a Llirarlo ìl Ba rnrcse, per non lnsciure scoperti tull.i quegli Stati. Cosa si fa nl lorn? Si dà un p unto di t:onvegno a rnolut distanza in avanti, onde ren clc1· così soddisfolte t11ttù. le 1;(;ndizion.i ; e inoltre per po1:tnrvi:;i ognu no prende la strada che meglio copre_ il prop1·io paese. L'8° co rpo non· · si repu 1.a neppui' pngo di ciò, ma lascia ind ietro e 'di fianco pi ù di un tenw delle sue forze per gnrantire Francfo l't e Ungonza ! J :\bbiarno visto i l'isulta ti ottenuti da tille appuntamento. .. . Vedem mo pure che qua ntunque il pr in~ipc Ci.rio di Bav iera ,ncsse il co mando dei due corp i, pnrc il principe <l'Assia gl i oQbcdisce co11dizion:1t,arnen10, cioè qunodo crede che gl'in Lercssi clic derc gnnmtirc glielo permettono ; qu ando no, no. l\ò egli stesso ò molto libero, percl1è sovente in Dieta di Fr-ancfMt gl i fa sentire la sun inO.uenzn , e la· loro debbono forgli sen tire altresì i vari principi e principoui che han dato il loro·


IUSTOIHF.

, contingente per formare . questo 8° corpo. Non er~ certo un comando diretto, ma che si faceva sentire assai vivo mercè tutte le influenze e gli interessi che lo circondavano e do\•erano formargli un'atmosfehi tutta propria all'intorno. 1'8° corpo, saputa la disfatta di Kòniggratz, si ostina recisamente a non più unirsi al 7°, desiderando stare 'l . a guardia del basso Meno , e lascia soli i Bavaresi dibattersi contro i Prussiani, non pensando, nè esso nè la. Dieta, che una volta battuti i Bavaresi sarebbe pur ,,enuta la · loro volta, e più agevolmente per i Prussiani; laddove se avessero pèrsistito a stare uniti, la bisogna sarebbe stata molto più difficile per i Prussiani, e di esHo molto ince rto, se non contrario .. Dopo che i Bavaresi forono battuti a Kissingen, al principe d'Assia viene in mente di riunirsi ad essi~ ' Wurtzburg; · egli avrebbe potuto · ciò fare se avesse agito con risolutezza e sollecitudine, ma invece si mosse tardi e scaglionando le brigate le une dietro le altre; onde fu battuto a sua volta a La nfach (~ Aschaffenb urg. . Costretti per tal modo il 7° e 8° corpo a passa1·e sulla ripa sinistra del Meno, pare che la forza stessi delle cose li avrebbe dovuto indurre a finalmente unirsi e battersi concentrati. ~la inv~rno ! perocchè una forza di ripulsione sembrava esistere fra ì dn e corpi. Dopo tre giorni (dico tre giotnì) di discussione, i due comandanti, de' quali uno voleva prendere l'ofsiva contro i Prussiani per Francfort e l'altro per Aschaffenburg, · si decidono infine per quest'ult.ima·, e quindi, siccome i Bavaresi si trovano più vicino agli sbocchi, comin cia no essi il movimento offensivo. Primo risultato di questa combinazione è di allontanare di nuovo il mov_imento della concentrazione de' due

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corpi d'armata. II movirnento ·de' Bavaresi dovette poi essere contromandato, perchè i .Prussiani erano dessi che proseguivano la loro offensiva. Intanto ciò porta per conseguenza lo slegamento delle operazioni sue. cessi ve, e quind·i la ritirata definitiva de' due corpi d'armata. Fanteria.

Le tl'llppe della Confederazione mostrarono più bravura che solidità e disciplina, e fra i due corpi della t onfederazione stessa ( riferendoci sempre alla detta Storia ed all'impressione che dopo la lettura rimane nell'animo, senza che si voglia con ciò esprimere un proprio gi.tidizioj il . 7° corpo mostrò maggiore solidità dell'8°. E l'uno e l'altro vennero impiegati quasi sempre in piccole frazioni ed a spizzico. A Kissingen combatte al principio una brigata bavarese contro ·1a divisione Goeben, poi giungono sul tnrdi altri cinque battaglioni; e solo la sera giunge la divisione Stefan. :Spr.cialmente poi riguardo all'8°, si può asserire senza tema di errare che nei cinque cornbattimenti che ha avuto mai nissuna divisione ba combattuto due volte l Il solo giorno' che 1'8° corpo era tutto riunito a Gerchsheim, ern giù più che a mezzo demoralizzato e non combatti} che per ritirarsi. -~ Dicevo.mo che quei corpi in generale furono piuttosto bravi che solidi, e ci6 vien dimostrato dalla ritirata e dal panico della divisione di cavalleria di riserva bavarese da Hunfeld; dalla ritirata e non più apparizione sul terreno del combattimento del batlaglione cacciatori e due squad roni al fatto d'armi di Hanemburg ; dalla ritirata della divisione assiana


HrsromE

mentre çombatteva ad Aschaffenburg la brigata ausl'riaca, dalla fiacchezza mostrata dal eletto 8° corpo al cornbauimento di Gerchsheim, e dal rifiuto o scusa della divisione di Baden e wurt.emhurghese di anda·re all'attacco; ed infine la disordinata l'ilirata dopo il dello insign ificante combattimento dimostra evidentemente co rile il morale fosse caduto molto basso e come 'lit d isciplina fosse intierarnente spezzata. Fatto questo che conferma la necessilà del principe d'Assia di ripassare il Meno a Wurtzburg, anzichè pr~ndere p1?sizione avanti la citLb per gnrantire la ritirata ·del 7° corpo bavarese, come ne aveva ricevuto ·ordine. La divisione bavarese Stefon fece nel combattimento di Kissiogen un bel!' nuacco su Winkels ne-Ila sera.-, c?n _ordine e preeision e, ed occupando ~none posizioni; se essa fosse stata sostenuta, poteva cambiare l'aspetto di quel cornbau im ento. La divisione wurternburghese a Bischof~heim fece un attacco con molta bravu rn, scendenèo dal le colline per attaccare il ponte, ma con poco ordine ed assieme, éon sforzi successivi, per eui fallì intieramellte contro poche forze pruss iane. Le tru ppe prnssiane mostrarono ad un tempo molta b.ravura e grande solidiLà ed intelligenzn, in quanto che sorcnte ebbero a combattere uno contl'o dÌie, resistetlrro con gl'ande cos tanza, seppero oceupare con giu s:i criteri le posizioni migliol'i e dominanti, ebbero iniziativa e a tempo 1:mlire, come ne fo fede per l'uppunto la c,n·ica iniziata dal colonnello Sto ltz del 55° alla Tau ber-Bischofsheirn. Av(>vano pèrò il difetto di ~roppo estendersi e di · voler troppo spazio ubbraccinre nei singoli cornbattimenvi; k cchè, se non fosse staLa la loro forza di resistenza, ed avessero avuto di contro un nemico più Gapace di attacchi a fondo, li avrebbe esposti senza.

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dubbio a trovarsi in più circostanze a mal partito. Si estesero molto nei combattimenti di Langelsalza, . Kissingen e Bischofsheim. Sovente dovettero ripetere, ed è la Relaz10ne Htessa che lo dice, la lorn salvezza dnl grande vantaggio che aveva la loro arma sull'arma nemica, specialmente nèlla difesa di boschi, di luoghi coperLi e di stretti; ed in questi ultimi in par~icolar modo, · come a Tau,her- Bischofsheim, dove difese il ponte una compagma su quattro rigbe, delle qunli due in ginocchio e due in piedi, di modo che con tale mezzo potevano avere un fuoco sei volte più denso del nemico sulla stessa fronte. Risulta poi che a Lan fìich, ove si difesero den tro case e coperti da pi eghe di teneno contro gli Assiani, le loro perdite furono a q 11 elle del nemico come 1 : a 7 ed anche 8. Al bosco di Gerchsheim pot(;rono ributtare col vivo fuoco del fucile ad ago l'attacco de' Nnssopiani. I loro attacchi sono stereotipati sul seguente modello: uno o più battaglioni spiegati in colonna di compagnia, copeeti da catene di cacciatori e seguiti in riserva da qualche bauaglione in massa; prece-:duti questi attacchi e sostenuti dal fu~co de~le batterie, che prendono posizioni dal1e quali ben s1 se.o rge il nemico. · In generale si può aff0rmare che là clo:e i Pru~siani hanno tenuto la difensiva, le perdite loro m siffatti combattimenti sono in gran propòrzione minori relativamente alle nemiche. Si mostrarono i Prnssiani buoni marciàtori, e per lo ·contrario i Confederati. Ved ia mo i Pruss iani che dovevano fare un terzo e più di camm ino dei Bavaresi per giungere s ulla bassa_ Snale,_ a:r:ivarvi più prontamente di essi. Yè.diamo 1 Pru~s1_am che fecero la stessa strada dell'8° corpo sulla sinistra del l\leno,


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e la intrapresero due giorni e più dopo, sopraggiungerli nella marcia. È però da tener conto del morale che, come diceva Napoleone I, in guerra vale per due terzi. Qu ando lo spirito è in alto grado, si marcia bene e sollecitamente, si sa combatter bene e concepire abili disegni, ·mentre per lo contrario accade l'opposto quan do lo spirito è depresso. Or sin prima del combattimento di Kissingen i Confederati conoscevano la catastrofe di Koniggratz, e che quindi la soluzione del problema era quasi decisa; ond'è che certam ente non poco tale notizia ha dovu to influire su l loro morale. « A la guerre les lrois quarts sont des affaires « morales; la balancc des f'orces réelles n' est que « pour un autre quart ( Obscrvatioris sur les a(faires « cl'Espagne- N. H-276) . « Tout est opinion à la guerre : opinion sur l'en<< nemi, opinion sur ses pro pres soldnts. Après une « bataille perdue, la différence du vaincu au vain« queur est peu de chose, c'est cependant incom« mensurable par l'opinìon, puisque deux ou trois « cscad rons suffisent alors pour produire un grand « effet (Notes pour le ro,:d'Espagne, 1808 - N. 14,3,i,:i). >i In vari incontri le munizion i fec ero difetto ai Prussiani, come a Bischofsheim cd altrove. Dopo il cor;nbattimento di Rossdorf, dice la Relazione storica che tutta l'armata del Meno penuriava di munizioni da guerra. In molti combattimenti, Prussiani e Confederati misero i sacchi a terra. A La nfach la division e assiana dovetle quasi tutti abbandonarli. Secondo alcuna relazione storica, non la prussiana ufTiciale, risultava che anche i kepy eù elrni seguirono la stessa sorte; eppure non peL' questo è venuto mo.i in mente ad al·cuno cli dire che non vi fosse disciplina. ·

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Cavalleria.

Alla fine del combattimento di Langelsalza la cavalleria annoveresc vi prese qualche parte importante, ma è da considerare che gli Annoveresi avevano 'z.,t squadroni ed i Prussiani solo 3; qui.odi la cavalleri a venne adoperata specialm ente contro l' infanteria prussiana che si ritirava .

Attacco di cavallel'ia contro l'artiglieria. Una batterià prussiana da 4-, situata all'es~ <iella strada da Langelsalza a Gota, senza scorta, si vede improvvisa mente minacciata alle spalle da. un_o squa: drone nemico. Il Gapitano fa fare fronte md1etro a1 pezzi, fa eseguire un fuoco a rnitr?gl~~ e :es~ingc la carica; dopo di che ripren de la pr1m1tLva direzione. Due pezzi scortali da un~ compa~nia vengcn:J .a~taccati da uno squad rone d1 dragom. I due pezzi ul'ano a mitragl ia, la fanteria fa due scariche,_ e ma_lgrado qu esta l'iesce qualche _dr~gon o ~ol _ca~1tano m test.i a pr.netrare fra i pezzi; 1 ca.vahen so~o arre~ stati nella loro corsa o gettati a terra, ma. 1 cavalli de·i pezzi si spaventano e rovesciano i pezzi stessi in un burrone, pet· cui torna impossibile rilevarli, ed è giocoforza. lasciarli preda al nemico.


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HISTOIRE

Attacco di cavalleria contro fanteria.

Una porzione di fanteria prussiana occupava il bosco dei bagni ,a Lnngensalza, ed aveva combattuto da cacciatori per varie ore, dirnodochè. il disordine si era posto nelle sue righe; dovendo ritira rs ì, e quando uscì dal bosco, essendo costretta ad uttraversare un luogo scoperto, il -reggimento annoverese ussari della Regina le muove contro alla carica. Qualche sez ioqe fu sciabolata p rim a di essersi potuta formare in gruppo, altre sezioni forono disperse, t tutti gli uomini che erano ancora nel bosco fatti prigioni. Per contro, due co)on ne cli fanteria· che seguirono la strada di mezzo_ e superiore,' la quale da Langensalza conduce a Illiben , vennero attaccate in testa e .' coda da numerosi squadroni nella loro ritir-ata, e non ' Vennero rotte, anzi' raggiunsero il co rpo principale. Fu quasi una brigata di cavalleria che le attaccò in siffatta occasione.

Attacco di cavalleria contro cavalleria. .

Nel combnttirnento di Rossbrun (26 lug1ioÌ, qunndo tutto era terminato e spiegnta la ritirata per p~Ce dei Bavaresi, una 1)rigati.1 mista di cavalleria prnssiana, di otto squadroni ed una balleria, si era recata verso Hettstadt, coperta da una ondulazione di .t erreno, sia per osservare · il nemic_o, sia per inse-

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487 guirlo ed arrecargli qualche danno. Le pattuglie di cavalleria bavaresi avendola scoperta, l'artiglieria diresse un nutl'ito fuoco sopra di essa, ma senza cagionarle veruna perdita. Mentre terminava questa cannonata, si avanzc':J il 6° reggimento cavulleg$eri verso l'a ltura che .copriva la cavalìeria prussiana, ed i due squadroni di al a si slanciarono inrwnzi per attaccare. 1 Prussiani rrwndilronO Jor0 contro altri due squadroni i quali forzarono a ritirarsi i due primi, ma nel perseguitarli andaro no tant'oltre, èhe si trovarono esposti al fuoco dell'aet.iglieria nemica e costretti allà lor volta a ritirarsi. A questo punto si avanzarono i due squadroni del centro del reggimento bavarese, ma furono respin ti da altri du e squad roni prussiirni, come i primi. Frattanto una brigata di corazzieri bavaresi s'avanzò per sostener-li . Gli squadron i. prnssiani che non avevano ancora caricato attacca no il .fianco cli questa brigata, mentre altri quattro si raggruppano e l'uttaccano di fronte, ma inutilm ente, perchè la brigata era molto forte, perciò vengono respinti i Prussia ni ed inseguiti e.bi corazzieri nel.la dirt>zi one delia l>atteria prussiana. Qnesta si pose immediatamente in batteria, e, prevedendo che sarebbe circondata, mandò caYall i ed a van treni a mettersi al coperto in un piccolo bosco coln vici no, fece dispone i pezzi da poter far faccia alla cava llel'ia nemica in tutte le direz ioni, e questi, quando stava per giungere come un uragano ( ci ice la Relazione}, fu accolta da irn fuoco a mitraglia così nudrito che l'arrestò . Nello stesso tempo due squadroni prussiani caricano, e la brigata nemica fu forzata a ritirarsi. Perseguitandola, i cavalieri prussiani ebbero a soffrire uìw. nuova scarica di artiglieria ba.var,~se; di più, scorgendo sul loro fianco un'altea brigata cli cavalleria, la brigata. pru$siana si ritira molto indietro, perseguitata dalla brigata bavaDEJ'.tA CAMPAGNE DE


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HISTOlilE

rese, la quale a sua volta fu ricevuta a colpi di mi- • traglia. Questa cavalleria bavarese è quella stessa che ,era stata colpita da panico a Fu Ida. In questo combattimento chiaro apparisce ciò che era d'altronde già ben noto, che cioè si possano otten ere buoni risultati dalla combinazione dell'artiglieria C?D la cav:illeria; siccome vedremo nltrove, delle buone Combinazioni cli ·cavall eria e fanteria. . Questi sono i soli fatti della guerra dell'Alemagna occidentale in c.ui la cavalleria ha avuto una certa parte. Eppure il 7° corpo aveva 44 squadroni di cavalleria, e 36 l'8°, cioè assieme avevano 80 squadroni, nel mentre che i Prussiani non avevano al principio che 22 squadroni, e 28 dopo il passaggio del Meno. Nè la cavalleriit della Confederazione era al disotto di quella prussiana, perocch è abbiamo visto co me nel combattimento di Rossbrun bene· attaccasse la cavalleria bavarese. Eppure quale vantaggio hanno risentito i Confederati per . tale stragrande superiorità? Non meglio perlu strati, non cor;nba tt.imenti vantaggiosi .. . nulla! Era quasi una 11.1assa inerte! Apprezzando questn enorme differen za di forze ed i eisultati .negativi ottenuti, non si doHebbe conchiudere sulla minore in-' :fluenza dell~t ea yaJleria nelle guerre moderne? Forse che si deve conchiudei·e che la cavalleria ha veraniente perdu ta la sua influenza, anz i la sua raofone 0 cli essere arma principale? Chi così ragi onasse {1e pare che eagionerebbe troppo leggérrnenle. Non c'è dubbio che la cavalleria nelle utim e guerre non ha dati risult.uti importanti, ma crediamo che ciò dipen da dall a diflìcoWt di bene man eggiarla e di trovare uomini che abbiano quel gran colpo d'occh io e la pratica neces-· . saria. genee_ale di cavalleria meno di qualunque ahro s ur1pr~vv1sa, e tunLo meno oggi che le guerre sono cort1ss1me da dare campo a farli sorgere. Noi

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riteniamo che, se oggi vi fossel'o de' Seidlitz e de' Lasalle, la- cavalleria rend erebbe i scnigi che altra volta rese . Si ricordino le epoche più gloriose della caval- _ leria, e si riconoscerà che essa ha brillato appunto q-uando vi sono s~a ti gra11di capitan i; la cavalleria prussiana sotto Fecletico II , la francese sotto Napoleone I, l'.au~triaca so LLo Montecuccoli .. La caval.!eria poi , oggi più che mai, dovrà esser sei-r1pre combinata con la fanter ia o l'artiglieria. Infatti in vari combattimenti ahbiam visto quali utili servizi rende l'artigl ieria alla cavalleria, e viceversa; nel seguito di quest'esame vedremo i servigi che rende la fan teria alla cavalleria, e vicev.ersa . Dunque oggi meno che mai dovrà im.piegarsi la cavalleria sola, sin anche nella fine. de' i::ornhauimenti, rna si dovrà im piega.re sempre coni ugata colle a!Lre armi. Questo fatto è certo: che la grnn preponderanza di cavalleria del'!°-ed 8° corpo non ha recato verun vantaggio. :

Artiglieria . Riguardo . a molti combattimenti nella narrazione storica si trova spesso· questo periodo, p,trl ando dei -prussiani (pag. 53 1): « Alla batteria da 4- si ern ag« giunta la batteria da 42. Queste , senza ùiquietarsi « clel /uoco molto vivo che facevano su di loro le clue « batter'ie di Wurtemberg, contin uavano a tirare sulle « colonne di fanteria sino al momento nel quale non « furono giunte fuori di portata, ed al!oi;a, solamente « allol'a, si occupava.no cli rispon dere alle artiglierie « nemiche. » Anche . quesL'al tro p;'l.sso s'incontra sovente: « Lorehè le trup pe nemiche ebbero effettuata 1

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HISTOIRE

la loro ritirata, la .batteriq. da ,f2 si era trovata troppo lungi per poter rispondere alle batterie ne- • « miche,. · e siccome lasciandola più a luno'o in azione o « non si sarebbe fatto che esporla a perdite inutili, « la si et·a fatta ritirare . » Da questi due brani che si trovano rip~tuti più volte nella detta Storia, si ricava che: i Prussian i se~uivano. rigorosamente la conosciuta buona regola, di tirare cioè sulle colonne e sull'i nfonteria anzichè sull'artigl ieria nemica. Regola a Lutti nota, ma che non sempre si mette in peatìca. E l'autore della narrazione fa sempre rilevare questa regola. Si osserva eziandio che i nernici non seguivano sempre la stessa regola, e che il più sovente.tiravano, ed ~·nche con utile effetto, sul le artiglierie prussiane anz1chè sulle truppe. E ciò si rileva nel primo brano che a?biamo riportato, in èu~ è detto eheTartiglieria prussiana, ,non curandosi per nul la del fuoco ond'era perco rsa, di rigeva i suoi colpi sulle colonne netriiche. I f.o_nfecterati adunque non segu_ivano le buone regole. S1 osserva altresì che le batterie prussiane da .J2 sove?ti vol te sonosi dovute ritirare come inu tili , per l~ distanza da cui tirav:rn le batterie nemiche. E più d1 una volta, occupata una posizion e, ha dovuto essere sg~m~rata. Ne viene per r.onseguenza che il pezzo da '12 hsc10 non fece gran pi'ova; e difatt; dopo la guerra esso venne eliminato daUe batterie di campagna prussiane. L'artiglieria dell a Confederazione si sco1·ge di Jeo·g~eri_ che_era bene esercitata, prendeva buoue posiz10 nt e t_u'ava _con. precisione; ma si scorge pm·e che erra~a d1 . cont,rruo, come fu detto più sopra, nel non segm re ngorosa la regola di dirio·ere il fuoco snlla truppa anzichè sull'artiglieria nemica , tanto più che essa era più numerosa.

rn66 Terminiam o qu este nole su lla guerra del 18/ìfi dell'Alemagna d'occiden te <·o n q11èJlchc osservazion e sulle pe!.'.dite soffer te dni d11 e ese l'< :i1.i, per· lo che abbi ntno redatti i due qu adri 1 e II , rieavnti da lla ÙPtla storin. Nell a tavola I sono com prese pe r i du e 'esr rciti le p<'r· dite per' morLi e feriti so /fo rte ' rH! i singoli co mbattimenti; nella tavola II le pe rdite per prigioni eri e dispe,;si. Gu ard ando la tavola I vcd ian,o quasi co~tantemente avvenH·si q m:sLo fotto, che in qu ei con1battimenti ' in cui i Pru ssia ni sono sta ti la più, pn1·1e del tempo sull a difensiv n, sono quelli o\·e hnnno perd1110 da molto meno dei" Cn11 fod era1i, laddo ve nei :::ornbnt battimenti difl'tlsiv i - offensi,·i li11nno p<'rduto poco meno , ,e d in. que lli offt·11 sivi nffal to hnnno per<lulo da più od oli retta nto de' ne,nici . Così a Lnnfa t h, ch e f! stato nn cornbnttirncnto 11i~ fensi vo per i Pt'll ssinn i , gli Assi nni l1nn11 0 pe t'dulo fra morti e fer iti 30 umci,di o 4.3:3 di b;1ssa forzn , nel rnen tr·e ell e i Pn 1ss i.ini non' Jinnno perduto che 1 ufficial e e Gz di bnssn fnrza . A Di schofah r.itn i Wurtem burghcsi han no perduto _30 uffie iali e 5f2 di Lrn$sa l'orza, cd i Prussiani 10 uffici ali e ,11:{ di bnssa l'orza . A Lange nsnli'.:i, che fu u:1 combnl.limcnto offonsiro al princip io e posc ia dir'en sh o , gli Ant10\'er1's i pP.rdono 102 uflìz ia li e 131, di bassa forza , ed i Prnssian i i ,1 uffi cia li e 172 di bn ssn fo rzn . A Wiesc nthal , co 111ba ll i111e nl.o offcnsiv o~clifrnsivo, i · Bavaresi perdettero 21 umcinl i e :.W8 cti bassa forza, ed i Pruss ian i 10 uflì i: i;i li e ':? U) di l;rnssn l'i.J rz,l. Nel menire poi u Zelia, r orn ba ttirn ento offo nsivo per parte de' Pl'll ssiani , i Davnres i perifo tlero ;j ufli citili e M di tru ppa, ed i Pru ssinni 4 ufficiali e G8 di truppa. _ Ad Rammelburg i Bavaresi perdettel'o 2 ufficiali e Ì>E LA CAMPAGNE DE

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Il!STOIIIE

.i ,7 di truppa, i Pr us::;iani 6 ufiiciali e 76 di bassa forza.. A Kissingen i Bavaresi perclcuern 44 ufficiali e 66'.2 di bassa forza, i Prussiani 35 ufficiali e 806 cl i bassa forzo. . A Werbach i Badesi 2 ufficiali e 65 di' bassa forza. Ad Helmstadt e Rossbrun, anclie offensivo, i Bavaresi perdettero 60 ufficiali e I 008 di bassa fo r-za, ed i Prussiani 52 ufiìciali e 1080 di bassa fo l'za . Solo fa eccezion e alla regola il combaLtimento offensivo di Ascha ffenburg, O\'e gli Austriaci vi perdettero '.t3 uf"fici ali e 687 di bassa forza, mentre i Prussiani non perdettero che 117 ufliciali e HH, uomini. l\ta pe1· questa eccezione l'osservazione sta, che cioè i Prussiani tu tta volta che hanno p1·esa e proseguita l'offensiva, hanno perduto altrettanto, se non più de' nemici , nel mentre che nella difensiva -offensiva hanno perduto meno, e mollissimo meno nella difensiva. Ammesse queste conseguenze, che scaturiscono dai fatti osservati, e lo si possono tan to più che la logica è d'accordo coi responsi dei fatti , non bisogna per altro conchi udere ch e oggi la dif~n siva assoluta è da preferirsi'alla offensiva: chi u·aesse qu es te conseguenze cadrebbe in enore, sì perchè nell'arte della gue rra non vi ha nulla di assoluto, nè vi è e vi p uò essere regola fissa , sì perchè vi ha semprn un motore o , agente poten te e che non si può valutare ci priori, quale è la forza mornle degli eserciti, cd infin e pc1·cbè oggi, come sempre, l'arte della guerra co11sisterit sempre a fo r fare al nemico quello che non vorrebbe. Anzi a me pare che oggi più che mai .l'arte della guena con sisterà ·a manovrare molto più che non per lo passato. Chi prendesse una posizione difensiva e vi si tenesse per così dire liga to, darebbe luogo all'avversario ad avviluppal'lo, spun tal'lo , min acciargli la linea di ritirata, troncare le risorse de' viveri e munizioni e notizie, · e quindi an-ebbe giuocato ca L-

DR LA CA~PAGNE DE 1866

193

1.iva part1 tn. Ma· nl contrario parrebbe che .sarebbe il caso di mettere in pratica nella guerra attuale ciò che Napoleone I deltava che s1 dovesse fa re nelle guerre di monto.gna. « Nelle montagne si trovano da per tu tto un gran « num ero d i posizioni estremamente fort i per se stesse, « che bisogna evitare di nttaccare. li genio di questa « guerra consiste nell'occupare de' cam pi o sui fian chi « od alle spalle del nemico ; per tal modo a questi « non rimarri'.l cl1 e l'alternativa o di abbandonare sen za « combattere le sue posizion i , per prend erne altre « indietro, o di sortire da quella e ,·enirvi ad attac« ca re. Nella gu erra di montagna colui che attacca « lia disavnn taggio; ancl, e nella guerra offensiva l'arte « consiste a non avere che de' combattimenti difen<( sivi e di obbliga l'e il nemico ad attaccar vi. » A queste norme non è che da togliersi la parol a montagna, e credo che donebbero essere applicate con criterio nella guerra in generale, attesochè, come abhiam visto più sopra, le posizioni difensive sono in gene1·nle vantaggiose. Se specialmen te il nemico è in posizion i coperte, se il terreno che gli è innanzi f'1lsse quasi tutto scoperto , nella maggior parte dei casi n dati uo·uali forse non converrebbe auaccnl'lo ' o ' direttamente, ma bisognerà manovrare, o per spuntado, o impedirgli la lin ea della ritirata. · Quindi ne viene il cnso, o che il nem ico prenderà .il tra posizione difensiva più indietro, o si deciderà di ven i1·c i ad attaccnrè. 1\Ia, amiam o ripeterl o, non vi ha nulla di assoluto in g uerra, nè è cosa foc ile, nnz i prob abile, trornrc una posizione così estesa come la richiedono gli cno rn1i eserciti di oggigior no, che possa avere la fronte scop erta. Or .quan do vi sono ostacoli che nascondono la marcia delle colonne di attacco, il fu oco micidinl e non può cominciare C'he a piccolc1 portata;


DE J.A CAMPAGNE DE

HISTOinE

quindi i danni non potranno essere molto più considr~revoli per quello che at~acca, tanto più se può trovare ostacoli o posizioni int erm1·:d ie da ri Mdinarsi e prend~re fìato, prirnn di sla ncinrsi nll'nttacco decisivo. Guardando ancora In tavola I , vediamo che i Confederati lwn110 perduto per mori.i e feriti 335 offi ciali e 5286 di bnssa fnrzn, cioè ,J uflieiale ogni 15 di bassa forz n, e VL'dinmo che i Prussrnni h,, nno perduto 1~6 ufffrinli e 351 '1 di bassa l'Mzn, cioè I uflìcinl e og ni '18 uomini di bassa forza. lgnorin 111 0 il rapporto fra ufficiali e bassa forza ne ll e trnppe dell a Cor1f'ede razion e, ma sappiamo che tale rnpporto è rno lto piLl forte di ,1 a 4.0 nell'esercilll prussian o. Da r:he deri\'a, ci s,iamo da molto tempo dirnanclc1ti, quesro en orme cnmbiam ento di proporzione? Disp roporzion e che si .ved e non solo nPI tot.dr, mn benanche in tutti i si ngoli combattimenti, ove più O\' e rn f:' no. Se le propor;,io ni ri111anr'ssero coslnnti, i Prussiani pe r :n I I nomi ni cli b11s:,;a fol'zn non a,·ri•bb erc; dnnito perrlc•rc di e 88 11/Tir·iali, ,na 11011 111.ii più del dopp io, cioè 18(;, eorn e è acca<l 11 to. Corn o è cib neeaduLo ? Ed è dn osservare ell e in una meuin general e cli' ebbi a filre òelle per·dit.c-, pnlite dnll' esercilo ausiriaco in tu t.ta la guerra del 186li fra uffi cia li e trupp:i, trovasi altresì questo r11ppor.1:o, :t uìli!:ia le per ogni 18 uomin i di bassa forza. Or qu esta perdita non si saprebbe altrimenti spiegare, SE' .non n1nrnctL1~nd o ehe al 111ornento del pericolo, quandn l'nzion e si 'fa Yiva, molli della b11ssa l'n,·za s-i na:-cond nno, ahb :indnn ano i rn nghi , i11fìn e non si fM1no vili , e eiò i11 t,d n111 nero' <la i~ltera rc sens ibil111 cntn ln pri111 it.ivn proporzi on e. E n1i pn1·1·1~bbe (·Il e si potrebbe coneh iude re che in q'lc!g-l i' cs1~rei 1i. ovi: il r:ippnr10 delle>~ perdili> per morti e t:·ri1.i f:a 11 ffi:ia li e b.iss.i forza tn nLo più si allontana di;illa proporzione notmale, iànto meno è disci1

1

4866

495

plinato relativamente ad un altro che meno se ne al~ lontani. Io mi penso che se si portasse questo esame sulle gl](~rre che hanno avuto lunga durata, come quelle dell'Impero, tale sproporzione non dovrà esistere, od almeno dovrà essere molto minore, perchè i soldati con l' uso si avevano dovuto agguerrire. Da tale rapporto si rileva cosi nei· Prussiani com e in tutt i gli altri eserciti, che gli uom ini che combattono sono molto ridotti, nel mentre che al mo mento delle distribuzioni sono sempre tutti presenti I Si potrebbe fare quasi un parallelo esatto de' rapporti di disciplina , coragg,io e . fermezza dei diversi ese rciti . tenuto anche conto del rapporto normale tra ufficiali e soldati; .Una controprova di qua_nto sopra si asserisce si ha nell'osservare la tavola II, ove ,si vede che "qu ivi le perdite per prigioni0.ri e dispersi segue una ragione inversa , cioè , in lu ogo dì contare per ogni uffi ciale prigkrn iern '16 a '18 uomini, come nella tavola I, trovia1no invece 1 ufficiale prigioniero per ogni 90 uomini. • Orn ques to fa tto, che <'ioè per ogni unìcial e mor to o feri to si trova una proporz ione minore della metà di quella normale, e per gli ufficiali prigionieri si· trova una propor-zione maggiore del doppio dell a normale, bi sogna conven ire che nel primo caso vi è la demoralizzazione dellà metà almen.o della fo rza, come lo provano ancl1e. i prig ionieri, di cui 'p iù della metà lo fu rono per cagione di demoralizzazione e non per la forz a delle cose. 1


Tavola I. .....,.._

.

'

Rap~orto

'Perdite Rappo1to 1;ruppa delle nei sio goli combattimenti noi singoli comballimonli tra Truppe . perdite per morii o feriti per morii Il feriti della umciali tra Confederazione ufficiali opp·oste e· e truppa où altra Ufficiali Dassa forza Uffitiali Bassa forza truppa -- -- .- '

Perdite

NOME doi combattimenti '.

Langelsalza Zelia.

Wicsenthal. Hammelburg .

~

. • . . . .

Kis$ingcn . . Lanfach. . . Asclinffonburg

Hundheim . Bischofshcim . Wcrbach

. '

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5

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30

2

Nassau ,

2 ,11 23 G

Badesi

1 69 335

54 398

.

1: 10 .

l: 19 l; 23 47 l: 14 662 433 ' 1: 16 l: 29 687 1: 10 63 1: 18 542 l: 32 65 1: .40 40 ' , l:: H 1008

30

Assianj Austriaci Badesj

-

:,

21

. Wurtemburgh.

. Gerescbeim . . . IIelmstadt . . . llossbrun

Davar~si Id. ld.

1: 13 Prussiani

1327

102

Aonoveresi

.---

"

5286

1: 15

41 4

Id.

10 6. 35 1:

Id. Id.

Id.

Id. Id. Id. Id. Id. Id. Id .

I•

1

17

o

'

10 7

3 52

- 186

772 68 240 76

806 62 154

1: 18 1: 17 1: 24

. 1: 12 1: 23

1: 62 1:9

20

»

113

1: 11

1:9 1; 19

64 56 1080

l: 20

3511

1: 18


Tavola II.

.Perç/;ite per prfgionieri e dispersi sofferte clal 7° ed 8° corpo e dall'armata zw·ussiana del Meno . .

I

Tru'ppe

NOME

della

dei combattimenti I

~

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Confederazione

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Lungelsalzu

.

Zelia.

Wiesenthal . Kissingcn . Lanfach . Ascha[enburg l3ischofsheim . IIelmstadt . llossbrun .

.. . . .

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Arn10Yeresi Bavaresi

Id.

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Assiani Au~lriaci Wnrtcmburgh. Bavaresi Id.

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312 1738 91

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Rapporto

Ra~~o1t~

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1: 97


..I PENSIERI SULL' AR~IA DEL GENIO.

o

PENSIERl. JNTORNO

ALL'ARMA DEL GENIO

I.

L'.abito della disciplina è la causa intima di quella tendenza conservatri ce prop ri a degli eser<:ìti pennanenti. Senza dubbio co tes ta tendenza è molto opµortuna· negli StJti, perciocchè se è necessaria l' opera dei progressisti è parimenti necessaria que lla dei conservatori. Ma accade sovente che essa trapassi il segno, e gli eserciti allora consc-wvano ciò che non è più conservab il e, che è vecchio, che non rispond e più alla cresduta civiltà ; dico proprio la parola: il regresso. Tra le scoverte fa tte da Ada mo Sm ith, è quasi ora scors6 un secolo, nei suoi dieci anni di stud io e di solitudine in Kircaldy, piccolo villaggio della 'scozia, vi è quell a dell'importante Pl'incipio della divisione del lavoro. Se si considerino, le scienze, le arti, le professioni, 1 mestieri, tutto in sostanza il vast.o campo del libtffO

I

j,

d

199

avvedersi che il citato• principio sia la voro ' è ao-evole t') completamente trionfato. E se potesse rinas<:ei:e uno di q.ueo·Ji in<;egneri che furono per più rispèLLi t, . t, f famosi ; per esempio, Leonn rdo da Vinci; il quale u rnnternatico, idraulico, ingegnere, ard1itetto , scultore, poeta, piuore, anigl ie1'e e fortificatore; egli .è ceri issi mo cl:e · nel nostro secolo non po tre.bbe acquistare uno glona così moltepli ce. A causa dei progressi folti in tutli i rami del snpel'e, gli ,·crrebhe mrno il tempo, se non la forza dell'1ngrg110 e del voler~. o,, bene: se noi ci foceinmo a considernre l'o rganizzaZion e delle armi dì a rtiglieria e gen io negli eserciti, è · drgno <li osserva z.ioue, che gli uffìziali delle dette due nrrni non solnmente si occup;-1no delln fortificaz ione e dP.ll' uso de lle artigl ierie, le quali cose costituiscono la parte vera 111ente 111ilitnre dei loro .servizi, ma eglino si ocr. 11 pano altresl della costnn1one degli affu sti e dei fucili, della li1hbricazi one d ella polvere della fosionc dei enn noni, de lla cos1rn z1 one delle case~m e, ospe>dnli, panifici, de ll e costruz.io~ i idrau~· liche e strndn lì e per giuntn della manutenzione degh edifizi mi li tari . . In luogo dunqùe della cli visior1 e noi trovia r~o In più strana ncc11rnu lnzione di lavori, n dis·pelto d1 Adam o Smi th e dell e sue scovette. Qun lc è la causa di codesto fa tto che r i1:orclc1 l'infanz ia delle scienze e de lle arti, di codesta agglo iner;iz ion c pn lcse rn en tc an tiq uata e che ciò nonòstanle si ostina n vivere in pieno secolo de cimonono? Chi c:hia rarnrn te uon lo vedr? La tende;1za co nser·\atri ce proprià degli eserciti perrnan~nti che abbialllo di ;oprn- mentovala. Se tri0Qfo1·e è la q11n lit ù cara tt eristica del ve1:o,_Pt~ò tenersi per certo che 1'01·gn11izzazione ùell' art1gli errn. e del genio avrà in avvenire signifieanti trasfo1·mazioni. Non si crederà eternamente che per comandare


I

• ~ 1)0

PENSIEHI

una .batteria ?ia d'uopo super fondeee . cleì cannoni e che per intendere la fortificazione s.ì debba sap$r co~ struÌL'e una caserma. Chi vorrà sostenere il contrario dovrà .ezianclio sost1:mere che gli astronomi, i chirurgi, gl'ingegneri, debbano saper costruire gli strumenti che banno quotidianamente tra le mani. Or questo è smentito dalla esperienza. Il principio adunque della diYisiorie del lavoro penetrerà anche nell'artiglieria e nel genio, e gli nfficiali di tali armi si occuperanno esclusivamente da un canto dell'uso delle artiglierie, e dall'altro del servizio del genio in campagna e della fort ificazione. La costruzione degli affusti, dei fu cii i, la fusio11e dei cannoni, la costruzione delle caserme ecc ...... Ja parte, insomma, che si può chiamar civile dell'attuale missione dell'artiglieria e del genio, è più propria della ricca e svariata famigliù degli ingegneri , chè non dei militari propriamente detti .. Onde se questa . parte per grnvi ragioni, che qui sarebbe fuor dì luogo •l'enumerare, non si può abbandonare del tutto all'industria privata, e se il governo dovl'à ancora esso stesso fondere i suoi cunnoni e costruirsi ì suoi edifizi milituri, percbè mai non si dovrebbe uffidare questa importantissima missione a un corpo speciale d'ingegneri governativi, i quali in tutta la loro vita non avessero ad occuparsi che sempre delle stesse cose? Non è forse questa la via per avere uomini veramente provetti, ciascuno in un ramo dì quel vasto complesso · di cogniz ioni a cui sì strettamente è legata la prosperità e lf\ valentia di un esercito? Gli incarichi eotanto svariati i quali, secondo la organizzazione del nostrn esercito, possono toccare ad un.o stesso uffiziale d'art.iglieria o del genio nella sua carriera, oltre che ·uccidono l'~ ndividuo, non pos?ono da.re sempre_ di splendidi risultati, perchè tutti

204 non p~s~ono super tutto. Per esempio, qual relazione ha ~11a1 11 sapere ben comandare nella piazza d'armi :'cl rn campagna una brignta di zappato1.·i col redigere 11 progetto cli un panificio militare o di un cispedn]e? Qual l'elazione ha mni il paziente lavoro delle fondei·ie con le rapide e urdite rnauovre di una batteria, la quale sol quando sia guidata da un occhio sicmo ed uso al terceno può in un supremo momento dare la vittoria ad un esercito? , Eppure noi pretendiam o che missioni sì disparate debbano . essere ben disimpe(rnate da un medesimo O indivìquo I SULT.'1\llMA DEJ, GENIO

JI.

.Io non intendo tutta abbracciare la complessa questione dell'artiglieria e del genio; ma voglio restringermi solo a quest'ultimo, anzi ad un solo dei suoi servizi: .alla manutenzione degli edifizi rnilitari . Codesta manutenzione dev'esser bandita dall'arma d~l genio, non solamente per apparecchiare Lx \ ·, u1:ire disopra designato cioè ,per militarizzare il genio, ma anche per due altre rilevanti p)gioni. La prima di queste è lo stadio in cui attualmente si trnva la fortificazione, la quale a causa delle sue odierne condizioni vuol -essere più alacremente studiata che pel passato non si faceva. Come quei verseggiatori dei secoli SCOl'si, i quali f~cendo versi: precisamente conformi alle regole poetiche credettero per questo d'essere divenuti eccellenti poeti, così i fo1tifìcotori dal tempo di Corrnon-


... 202 ,PENSIERI taigne sino ai nostri giorni si sono più stu~i~ti di ·. ~ d li nl le rego le 1ram,1nc.late dnlla tré1tl1Z1one' esser e e . . · d Il'· ·L della che non ai principit ed a1 progressi e <1 1 e , · g nenn: quasi che la fol'tifìi:az 1one po t css e arere se . stessa per isco po piuuoslo r he In g nerra. Or sicc;orne In Yerìtà è più forte delle regole d1 Corrn ontnignc, cosl è nvvenuto che la l'ede n.clle <~ette rego le sia scossa e sehl.J<'ne la n~ova fo'.·11ficaz1c'.ne non fosse arwor nntn, pure L11tt1 pres.'l~rscono <h.e dn ll:i tanica, dt1 lln strntegla, dai prog l'ess1 ~lell~ art:glierie dalln ~torin, meglio che dalla n1ercanica e dnl a geornc,tria descrittiva' . essa cloHù cavare le novelle sue idee. Attualmente intanto nel campo della difesa vi_, è con fusione, incertezzn , di so rdin e, discrrpan:,a : 1~m ero , com e sapienternente osserYv,·a tli,·e r·si nnn1 in ti Marselli non deve p11 n10 sro rngginl'e: è p rogr1,~s~ e non già 'rrgrPsso; e lo sfosciar·si di ciò rl1e è ~·ec_ch ro,. <·he piaccio O no, deve fo.tul111cnte precedere I ed 10caz1one del nuo\'O. . . Al presenle, si<'l pP.rchè la fol'Lificnzion~ trovasi 1? un pPriodo di irn11sizio11c, sia pe r_esse rsi allargnto 11 cnmro delle cognizion i che p~r rntcndC'l'la e be~e applii·arla si rid1i eclo no, è imp r, 1·iosn1~1 c11~e necessn~IO che gli u/Iìziali nllflnde>ssero al suo :,~11d10. E quale spec ie di se rvizio pit'1 dPlltt ~1'.1nutr'.1z1 on~, coll ~ sue . z1e, ' m11111 eoll" v .SIIC lutl'l"IO'gtnr • ,,. o , CO I S •.UOl cnr tll1 , col tempo che fa penlere, ,d1ena m:1gg1ormr11te dallo sttrdio su dd etto, ,rnzi dallù st11ùio ,n ge nera_!\~~. L'altra ragione <·lte consiglia ln_ ri_fo'.·nia J1_ cui pn~liarno, emerge da u 11 rilevati lo µnnc 1p10 eh ~ ti De C11sloforis ha forn1ula10 eol ln sua consuel~ e~1~e n~a . '.1e1 modo seguente : la pace dev'ess,tre p~r t m1~1lan l !mrnagine della guerra,. Siffatto p rin c1p10 è d1 una un: po;Lanza capitale ed evidente. Esso può paragonarsi

SULL' AnMA DEL GENIO

a quei ve-ri preliminari che trovansi nel campo delle

scienze, i quali, luttochè chiarissim i e semplicissi mi e tnll ?chè p_os~ansi esp rimere con poche pal'Ole; pur tuttavi a cost1tu 1scono la, base di tutlo l'ed ifiz io scientifico che. trovasi appresso. Se è vero adunque che. la gu~rr~ sia_ Jo scop_o degli eserciti, al citato principio deve 1sp1 ra1·s1 tuttoc1ò che a questi ultimi si riferisce: eserci1 azioni, serrizi, disciplina, tenuta, armamento 1 • • • amm101straz1une, ecc.: esso dev'essere la pietra di paragone pe r inre$tigare se sieno buoni o no gli usi della pace. Or che cosa debbono fare gli uffizial i del genio in tempo di guel'ra? O mettere in istato di difesa le piazze -forti, o dirigere i lavori di assedio, o comand~~e l_e <:o.mpagnie z:J ppatori distaccate presso le cliv1s1om attive, o far parte degli stati muggiori. Ebbene quale attinenza · vi è ·rra t:tli cose e la manutenzione degli edifizi mi litari, la gnale durante la pace assorbe tuuo il tempo di una grandissima parte degli uffiziaJi del genio? .

?a

~i cesi taluni, non avendo che rispondere a questa ult.,m_a d1manda, che lo Sta to deve avvn lersi degli uffiziali, cavnrne il massim o utile possibi le; che senza la mnnuten zione un uffiziole del genio non avrebbe eh~ far~: d iventerebbe subito un perd itempo, un di-· s~ttla cc10. ~la J'appareccliiarsi a compiere in tempo dr gu erra le quaut·o missioni tes tè mentovate, ma lo studio della fortificazione, 'che è così intima1uente legato colla difesa dello Stato, ed a cui pet' causa della manutenzione gl i uffizia li non posso no ded icarsi, sono forse occupnzioni da perditempo, cose di liere t~ornento, b:-lgnttell e ~ Ch e cosa direbbe se potesse risorgere il maresciallo di Vauban di rodesta strana conclusione ? Direbbe che abbiamo pro()'redi to o regredi~o I.asciando i s uoi bastioni per div~ntare rattoppatori d1 caserme e di altre cose che tacere è bello "t


,204

PENS1Elll

Ma tornando alla utilità che si vuol , cavare dagli uffiziali del genio, io vorrei sapere che utile apporti allo Stato la fanter ia quando si esercita colle sue manovre, la cavalleria quando carica nelle nostre ,piazze d'armi, l'artiglieria quando s para sop ra innocui bersagli o diroccate muraglie, quando apre delle brecce che non fanno rendere ò capitolare nessuna piazza forte? Le tre armi colle eserci taz ioni sudde tte si ap · parecchinno alla guena: eccò l'utile principale ehe i niilita'ri in tempo di pace possono, e debbono dare . Ebbene perchè l'arma del genio dev'essere più utile delle allre sorelle? E qui è da notare che ove l'utile ci fo sse davvero, io sarei ben li eto che l'a rma a cui ho l'onore di appartenere potesse rendere un maggioe n um &ro di servigi, delle altre. Ma qui sta il punto. Accade sovente che per ricava l'e un utile maggiore se ne ottiene invece uno minore. Il servi zio della manutenzione, infatti, se da un canto produce che un uffiziale su due piedi, a occhi chiusi vi potrà dire quanto pesi una serratura, o che, senza ricorrere al metto , saprà la lunghezza, la larghezza e la grossezza di una t.egola; che in quattro minuti presenterà la nota dei guasti avvenuti negli utensili per lo sgombro della n eve, che, in meno che non si Mce, vi scovri.ril il difetto di una toppa; produce però dall'altro canto cotesta manuten zi one che gli uflìciali non vi seovriranno col la stessa disinvoltura, per esempio, il lato nllaccabile di una fortificaz ione, e . progredendo , progredendo potrebbero (ch e Dio non voglia} arrivare sino a scambiarvi un bastione per un ri ve11ino. Or dicano di g razia, i quattro lettori che mi, concederanno l'onore di leggere questo scrittò, se ciò possa tenersi in conto di un tHile Yero.

200

SOLt' A,llMA DEL GE;.'i'l ';

III.

Esposte le prin,cipali rngion1, m grazia deìle quali gli uffi ziali del gen io dovrebbero esser liberati dalle pastoie della manutenzione, io potrei credere cli avere raggiunto lo ,scopo propo,,tom i. fila siccome vi ha di quelli a cui non bastano le ragioni e che urim a di abbracciare ,un pn:rLito vogli ono innanzitutl~ sapére ciò che si fa di là da.i. monti e di lù dai mari ; così a soddisfare i desideri, di costoro ecco qni appresso ~ctelle. .citazioni che quadrano appuntino al caso presente. Aprendo l'opern che ha per titolo : Becherches su;r l'organi'sation clu Corps d1t Génie enEwrope, par C. Heidt, capita.ine du génie; leggiamo ehe in Inghilterra « cles « empìoyés spécia nx (the barrak clépartment) de deux « ca tégori es , presque tous officiers ou sous-ofiìciers « à derni-solde ou retraités, sont chargés de la conse'r« vation du casernement et de tous les bt.tt.iments de <( l'État affectés au service militaire. Ce,s ernployés « passent. des revucs péeiod iques pour cons tat er )es « dégraclations qes locaux et poursuivent aup rès du « corps occupa nt lè payement des imputations: ils « ont le dépeit et la gal'cle clcs objcts mòbiliers et des « fournitures des casernes et son t chnrgés de la bonn,e « ten ue et de la propret.é des l>atirn ents. Tout re« cemm ent ( décret du /5 septernbre ·18G:Z) le barrak « clepartment a 'é té entièrement séparé de l'inspectio n « générale du génie et forme, à présent, un e branche ANNO XIV, VOL, III.

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1

PENSIERI 206 « de service tout à fait disti nctè. » In Austria (1), « les « officiers inspecteurs des bàtirnents (Gebaiùle inspe« ctions offiziere) sont pour la plupa rt d'anciens ca« pitaines du génie, à residence fixe, qui n'avaienl « chances d'avancement. Les attributions des ces of« ficiers consistent à recevo ir de l'adrninistration des « lìts, les objets de (:hange et d'ameublement pour « les casernes, et à les lui r.endre au départ des « troupes. Ils sont responsables envers le <lirecteur · « du géoie de l'en tretien des. casernes et avec les « fonds qu'il met à leur disposition, ils sont chargés « <l'y faire les menues réparations. » Nel Belgio (2), « l'entretien des casernes est généralement à la charge « des communes, mais se foit sous la surveillance de « l'autorité militaire . • In Pruss ia (3) , « le COI'J)S du « génie en Prusse est complètement affranchi du ser« vice du casernemen t; i l n'est chargé que de l'e.n« tretien des casernes qui font partie delaforti fication. « Une administration spéciale dite aclministration des « garnisons, s'occupe de l'entretie,n et de petites répa« rations des casernes, écuries, forges, corps de garde, « prisons militair es, manèges, etc. » • :bunq1,1e non solamente la ragione ma anche l'esemp'i 9 . delle altre nazioni consiglia ad alleviare gli uffiziali del genio delle cure della manutenzione degli edifizi militari. · Ora è mestieri dire in qual modo si dovrebbe prov vedere a siffatta parte dei pubblici servizi. Le proposte da farsi sarebbero parecchio. Ove gli esempi del Belgio, dell'Inghilterra, della Prussia e dell'Austria 0

(l) Opera citata, pag. 69. (2) Opera citata, a pag. 138. (3) Opera cit-ata, a pag. 346.

SULL ARMA DEL GENIO

')

207

non bastasse1·0, si potrebbe ezinndio propnrre d i affidar.e la manutenz ione lld una clnsse specin le d'imp iegall, come per esem pio i contabil i stes~d df' ll',n·mn; oppure ai cor·pi i qua li senza l'ingerenza del geuio dovrebbero eseguire i lavori designati in appo$iio 1egolamento. li sistema adottato dal Belgio snrebbe senzn dubbio il migliort\ per,:hè. più co nsentnneo nlle idee moderne. Q11elli del la Pru::;sia, dell'Jnghilterra e dell'A11stria present~r~bbero l'occasione di occupare una parte drgli uffizrah ehe non sono più alti al servizio all.ivo. Dan <Jo ai contabili il earico dr-lln manutenzione si avrebbe il vani.aggio di deterrninnre, rneglio ehe nt111almentè non è, l'uffici~ di q~ies1a classe d'impiegati. Ove poi tal,3 :1'ianutenzrone s1 abbandonasse ni corpi, si prog_redr rnbbe consrrvando a modo degli ingl esi, che si• ctt? no semp re ma non s' im itano troppo; peroc·diè nel reg?l~mento su ll',1mnri11 ist1·az.ion e ,fogl i irnnrobili _, 1rova~1 11 germe di qnesla riformo , polendo i corpi rseg_u, re al (,11ni lnvori senzn l' ing·c:'renza dt,J genio. Non s1 Lralle rehbe di allro che di allargare li.I cerch'in. ' Laonde non esse ndovi prnuria d i sisten,i rin ndollare per la rnnn11 1eozione degli edifìzi 111 il itari ; ehè ve ne sono parer._ehi e r.iasr'. tHJo con p;ilesi vnn lag'gi; non è ques~o l'intoppo delln q11estione, il lato <Jella pia zza verso '.I quale gli atlncchi si dovrPbbf' ro rivolgi-re. 0.nale e dllnque codesto intoppo, codesto !aro della p_,azza. che meriterebbe l'onore degli npprocei ? Lascrnmolo designnre nll' espugna tore di Danzica all'illustre generale Chàsselo11p. Egli r·lie a Danz iea si trovò verarnenl.; Ira due fttoclii: cla urrn pa rte, la piazza da esp11gnare; dall'a ltra, l'ignoranza fastidiosa 'del con:iandante l'assedio che non glieln fnc,wa espugnare; egl, ?eve sapere per prova gli ostacoli che trovano quasi sempre le utili iùee.


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PÈNSJEl\l SULT) AllMA DEr, . GENIO

Dice dunque il generale Chasseloup: il {aut se ga·rder

de la r,aresse qui nous fa1:t- fl,écM1· sous l'autorité dc ceux qiti nous ont précédés. Ecco scoverto il vero punto di attacco . L'illustre generale ha perfettamente ragione: è precisamente così. La più forte ragione per la quale noi proseguiamo a manutenere le caserme, gli ospedali, i pa!1ific~, i co rpi di guardia, è 'a ppunto questa, io credo: si è fatto sempre così, ·Ì nostri arcavoli facevano così. Eppure se gli uffiziali del genio .italiano non sapranno sbarazzarsi di siffatte pastoie, non potranno far nulla di veramente notabile. Essi non potranno, tuttochè le occasion i ci fo ssero, arrivare a procacciarsi la gloria di quegli illustri loro avi, di quegli ingegneri militari italiani che arricchirono la fortificazione colle scoverte del bastione, del rivellino, delle traverse, della strada copeuta e delle .piazze d'armi e ch e erano ricercati dalle altre nazioni quanto i nostri artisti più famosi. Ma come ottene1·e alcun che di notabile se noi sparpagliamo lé nostre forze, se noi abbiamo obliata quella regola cardinale di strategia, che è la strategia stessa: riunire le forze sopra i punti decisivi? Or chi non vede il punto decisivo nel mnnpo del genio? Non vi è mestieri di un generale fornito di molto colpo d'occhio per iscovrirlo. Anche io lucidamente lo vedo: la fortificazione e· il servizio del genio in campagna .

G.

FERRARELLI.

Capitano del genio.

STUDIO INTORNO ALLA.

CAMPAGNA DEL 1866 IN GERMANIA dei eoloonello

P. VALLE

(CoNnNUAZIONE: V. la dispensa di luglio di que~ta Ri'vista)..

.B~nfrada in Bomnia tiella 2a a1•maf.a1.

Mentre l'arm ata dell'Elba ~ la ·1" armata s' impossessavano della linea dell'Iser, la 2• armata sbocçava dalle gole dei ~fo.n,ti de' Giganti su Trautenau e Nachod. Ma Ben edek era giunto alle sponde dell'Elba con grosso nerbo di truppe, e fo'tze imponenti si trovavano n breve distanza dalla 2a arma ta. Che fece n enedek per r.igettarI1:-i? Vi mandò due corpi : il 10° sotto gli ordini di Gablenz a Trautenau, il 6° comandato da Ra.ming a Nachod, due distinti generali, io credo i migliori .


STUDIO lNTOnNO ALLA CAMPAGNA DEL

IN GERMANIA

1866

Trautenatt e Naclwd, 27 g?°ugno.

L'incontro di questi due corpi d'armatn coi Prussiani produsse il 27 giugno i due notevoli comballimenti di Trautenau e di Nachod. Lll 2• nrmnl.n prussiann assai lontana dalla it•, dovendo penetrnre ne ll ll valle superiore dt·ll' Elba si sarebbe trovntn a contai.lo cJi:,Jl'esr1·ci~o principale austrinco e sotto le mura di Josef'stadt molto prima della 1• armala. Bisognava adunqne cbe qu ella ritardasse l' in vasione per dnr tempo a questa di spingc~rsi avanti oltre l' lser. Così fu follo. Mentre In ,J• nrmata e l'armnta del l'Elba y1nssnrono le frontiere d~lln Bo emia il 2~ giugno. il p~·inc ipe re11 Ie di Prussia corninci-ò la sua tappa d'invn:- ionr:• il 2G. Le buo ri é regole di g11errn esigevano 11n tal modo di agi re; mn q11esto ri tardo poteva ess1' rgli fatale, per,'. li è prn,: isnmente in que:::ti giorni Brn edek era g innto· nll'Elba con cinque corpi d'armata, e tutti cinque li pu tevn opporre al pri ncipr. ·reule, mentre varcava le gole dell'Aupa e della MeLtnu. Il principe reale ordinò il passaggio della frontiern nel seguen te modo: a} Il 1° corpo agli ord ini del ge.nertile De Benin, in due grosse colonne cbe dovevano marciare per le strade 'di Liebnu-Trautenau e di Schi:inberg-Trautenau, si snreb?e concentrato nell' fllta · valle clc~JJ ' Aupa a Parschn itz a 3 c~hilom etri da Trautennu , e procederPbbe q11 ind i all 'occupnione di T;·autenau e dei capi delle sLrnde che da quest.n piccola ciltà si diramano verso Pilnikau, Soor e Deutsch-Praussnitz .

l

b) Il corpo della guardia, comand ato dal principe .di Wlirtemberg, e la cavalleria, sarebbero entrati in Boemia, parte per Braunau e Weckelsdo rf dirigendosi ad Eipel, e parte per Politz e Hronow marciando a Kostelez. e) Il 5° corpo d'armata (Steinmetz) da Lewin_doveva fare il suo ingresso in ' Boemia per la vi~ di Nachod per poi marciare a Skalitz, GradJitz e Koniginhof, ..sulla quale ultima . città doveva anche dirigersi in seguito il corp.o della guardia. d) Il ,6° corpo (De Mutius) finalmente seguirebbe il 5° a una giornata di distanza. . Evidentemr.nte . era il trauo dell'Elba da Arnau a Koniginhof, la linea lungo la quale sarebbe venuta a concentrarsi l'armata. del principe reale per passare quindi sulla destra dell'Elba e procedere verso Gitschin o Horsitz all'incontro della ~a arma ta. Tosto che Benedck ebbe sentore di queste mosse , era ìn obbligo di pensare immediàtamente al miglior modo di fermare e battere H nemico. Quale doveva essere q11esto t11iglior modo, o per meglio dire1 dove doveva egli piazzare le sue truppe per ottenere un risul tato decisivo? Se le forze nemiche nel traversare le montagne ne~ ce·ssariamente si. sparpagliano, doveva egli frazionare le sue per trallenere ogni singola colonna'? · Varie sono Je opinioni. V'è chi dice che per difendere i passi di montagna si debba opporre truppe ad ogni passo . V'ha invece chi sostiene essere miglior consiglio unire le forze in queJ punto ove il nemico deve alla fine fiw conw~rgP-re le sue colonne. . Benedek pensò invia.re truppe verso i due passi p11ina.. t1 pal1 - Trautenau e Nachod ~ pe' quali dovevano penetrare i nemici. È un'opinione come un'altra. Giova però osservare che il grosso .dell'esercito austriaco se


STUDIO INTORNO Al-LA . CAMl>AG:'xA DEL

1866

. IN GERMANIA

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non era a portata tattica cli Trauteno u alla cui volta

prima, cioè il 26, onde imped ire l'ingresso in Nnchod,

fu iwviato Gablenz col ,10° corpo, era pel'ò a porta tà

e non il 27; perocchè unn volta che i Prussiani erano·

di Naebod verso il qual punto venne spedito Raming col 6° corpo . Un huon nncleo di forze aveva Benf•dek riunito attorno a .fosefstaclt. è in q1iesta fortezza era stato trasferto il 27 il quartier gen ernle principale. Io credo che Benedek nvrebhe fatto assai meglio di stabilirsi tra .Tosefstadt e Kon iginhof. spingendo forti ricognizioni sulle strade di · TrauLenau, Nucbod, Eipel e Kosteletz, e quivi attendere i diversi corpi della 2• armata. · l\Ia dal momento che Benèdek pensò mandare addirittura un corpo d'armata a Trautenau ed uno a Nachod: e, dopo il cornbattimento dì Nachod, a disporre un altro corpo (1'8°) a Skahtz per fermare la marcia di Steinmetz: vediamo se era meglio volgere nrnisgio r· numero di forze con tro Trautenau piutt.ostochè nella direzione di Nachod. Dal momento che i1 qu::irticr generale prineipale · austriaco non aveva più dubbio che per le strnde di Trautenau e di Nachod ent!'ava in Boemia la 2n Drm,ita, scopo di qualu nque · rnossa di Benedek dqveva esser quel lo d'impedire non soltanto la calata dalle montagne dei Giganti, ma benanehe ., e più d'ogni cosn, la: congiunzione di questa armata con le forze prussiane ormai giunte all'Jser. In conseguenza egli non d0veva contentarsi di spedire a Trautcnau un cort-lo d'armata, ma .uvrebbe dovuto mandarne due almeno, onde esser sicuro di sbarrare la strélda di Trautenau, come quella che più direttamente e con mnggiore. sii~urezza conduceva per Pilnikau e·Neu-Packa a (;i tschin, e per Lie.bstadti a Tulnau. Il generale in capo austriaco non avrebbe dovuto troppo preoccuparsi del passo dì Nachod; o almeno, ,se se ne preoccupava doveva inviarvi truppa un giorno

al possesso dell h città di Nachod, anche non potendo sboccare su Slrnlitz, eNJOO sempre in facoltà di volgere la loro marcia verso Koste.letz e Eipel, e raggiungere pet' colà la strada cli Trautenau ·come la più sicura, o muovere da Eipel su Deu!sch-Prausnitz ~ Soor, e q uivi unirsi al 1° corpo di Bcinin. Cornunqu e sia i Prussiani, una volta in Nachod , non avevano più timore di essere ricaccinti là donde &rnn o venuti . Non essendo stato possib il e agli Austriaci occupare Nacbod il 26, prima dei Prussiani, non ei-a più di somma urgenza lo·impedir loro di avanzarsi da Naehod su Skalitz. Io li avrei la sciati fare, e cornpatto con due ò tre corp i d'armata mi sarei scaglionato da Kèiniginbof a Trautenau. I fatti dimostrarono che 11n simi le sct1glionamento avrebbe impedito il corpo della · guardia, che il 28 si nvanzò da Eipel su Soor, di ob bligare alla ritirata il 10° corpo austriaco già vincitore il 27 a Ttautennu, e di raggi tingere Koniginhof il 29, · sharazzc1n clo così completamente la strada al. corpo di ~onin, il quale perdente il 27 a Trautenan fu ·costretto a dare indietro oltre i monti. · · (Juest.o per quel che rig°iwrda le mosse austl'iache. Venit1mo ora t1 lle nì osse prusi;;iane. Per quale motivo Bonin non poi.è impossessarsi di Trau tenau j] 27, e fu anzi obbligato a rit.in1rsi pi ut,tosto precipitosamente? ll princip e reule aveva molto ben.e disposto le cose. Egli avi:rva pen sato n procurnre un pronto ed efficace so,stegno alle due co lonne pr'incìpali della sua nrmata , che si avanzavano unn su Tran tenau, l'altra su Nachod . Il corpo della guardia che rnt1l'ciava in -mezzo sulle due strade cli Weckelsdorf e cli Hronow, aveva ordine di andare ad Eipet e Rosteletz. Però la ,1• divisione della guardia se sentiva tuonare il cannone a Tra.u1

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' STUDIO INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL

1866

IN GERMANIA

tenau doveva da Eipel rnnovere per quel1a volta a sosLegno del 1° corpo; e la 2a di visione se faceva bisogno avrebbe dovuto da IIronow, prima ancora di giungel'e a KosLeleLz, marciare a Nachod in aiuto del 5° corpo. Ora avvenne che il 27 giugno dopo il mezzogiorno la prima di visione della gunrdia era giunta a pochi chilom etri da Tra uten nu, e fu dal generale Bonin avvfoLa ad Eipel, l'i tenenclo di essere in grado col solo suo corpo di man tenersi i11 Traut.enau, ed obbliga1·e gli Au strinci alla ritirata . E così poi suecesse che il 28, per rim ed iare alla sconfitta tocc~ta a Bon in e per sgombrargli fa strada, 'le due d ivi sioni dellf,l gual'dia · doveltero ~oncerllrarsì e sboccare da Eip<~I sul fianco e sul tergo del nernic,o che s·i J'ÌlE>neva ancora ferm o io Tra utenau, rncnt.re invece stava ritirandosi, appunto in segu ito delle mosse del corpo delln guaed ia. E per° tal modo pe r un mal inteso amor prnprio cli Bonin, la 2a di visione della guardia che il 28 avrebbe fatto un grnn com odo al :5° corpo , dovette invece laseiarlo solo al le prese con d ue co r pi d'arh1ala a Skalitz. marc ia di Stei nmetz poteva da ques ta man canza di soccorso essere seriD rnente cornpl'omessa. Ma Stein metz seppe tan to ab ilm ente manovrare, che , anche perden te, la nuova linea di ritirat? che sì era procurato, lo p9rtava verso la gunrdia e ii ,1° corpo, va le a dire vel'SO i l g rosso dell'armata, e non mai ,.s n Nacbod e Lewin. Mentre degne di alta lode so no le vittorie di Steinmetz a Nacbod (o megl io a '\Venzelsberg) , a Ska.JìLz e Schweinschi:id el, e del corpo della g uardia a Soor to meglio . a Burkersdod} e a Koniginhof; assai biasimevole in- · vece fu la sconfi ttn toccata al ·1° corpo. Non dico biasimevole perchè sconfitta fosse, che alle volte una. sco nfitta p ui> onorarn altamente un · condottie ro; ma perchè realm ente quel rovescio -avvenne per gli er-

La

rori commessi. 'fanto Bonin che Gablenz che da opposte vie marcinvano su Trautenau avevano una tappa da fare. Interessava adunque so mmamente ad ambedu e arrivare al più presto a Trautennu per occupare la città e le altnre che a cinscuno più conveniv.a. Il ,1° corpo prussiano che ma rcia va in due colonne ed un disLacca,nen to su l fi 11nco destr·o, dov eva secondo gli ord ini riunirs i in Pnrsc:hnitz, villaggio ove s' incontrano le dne strade di Lieba u e di Sehonberg, per le qua li p,·ocedevano le du e colonne. Unn ui q11 este due doveva fornire l' av3ngunrdia del corpo d'armata. Ora avvenn e che quc~lla r.lie non d,J ve ,·n dare l'avanguardi a giunse due ore pr·inrn (~ a. m. ) dell'altra colonna, e non pensò nppenff gi unLa in Parsclwitz di spingere alc uni bnunglioni a Tr.1t1teonu e sulle nllul'e clie la ci rcondnno nella direzione del nemico (est, snd ed ovest) su lla dest.ra dell'Anpa. La colonna di destra che aveva in !est.a l'avang11nrdia del C'.Ol'po d'armata sboccò n Parschnrtz a ore 10 a. m. Solo a q11est11 ora comincib la punta di avanguardia n spi ngersi su Traulenau. Precisamenl e in qu el le due ore la briga ta d' nvangunrdia del 10° corpo nustriaco giunse in Trautenau e l'occupò. (;li Ansu·iar i si nppinttarono perfe1t.11n1ente e le pri me truppe prussia ne che entrarono in Trautenau furon o in vero sorprese. Dnstn gun rdare la buona carta Lopogralic.:a al 25,000 del terreno di Traut.ena ti (1)

(1) Avverto il lell.ore che per· rarsi un ·gi usto crit>?.rio tfoi comba llimca ti da ti in Bournia, egli dnvrf>tilw co asul tare le cnrte topografìr.lln dùi l nng l)i au lognifate in llc'rii no d'o rdi ne dello

stato maggiore prussia no. Soao 15 fogl i tra g rat!<li e pic;cu ti

nella scala cli __!__O . Il terreno è stato lern to di pian ta da uf25. U O

ficiali e iogegne.ri un mese, due, dopo la campagna. Può anche


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STUDIO INTORNO ALT.A CAMPAGNA DEL

1866

per persu adersi a colpo d'occhio che non è .in farschnitz -che la prima colonna p russiana doveva fe.rrnarsi per auende re l'altra; o per lo meno se Ìl grosso della colonna qui aspettava, non doveva lasciare Trau-· tenau disoccupata, avvegnachè la sicurezza dello sbocco e della riunione del 11° co1·po riposasse nella presa di possesso delle alture poste al di là di Trauteoau . (Hopfenberg, Cupellenberg. Galgenberg, Weigelsdorf, Nieder-Altstadt). Pur tuttavia avendo anche Gublenz da fore una tappa, i Prussiani per il fortu nato ani vo a Nieder· AlLstadt del distaccamento fiancheggiante ginn sero ad aver ragione delle prime Ll'Uppe del ·10° corpo; combinand o anche un attac.eo di fianco per Kriblitz. I Prn ssiani riuscirono ad occupa.re le altur·e eù a respingere gli Austriaci su Hohenbruck e Weigelsdorf. Verso le ore 3 p. m . lo sbocco sernbrava assicurato. e le conseguenze del primo errore scomparse . · Ma, mentre SteinnrnLz, come ved remo, nel]' uscire dalla stretta di Nachod ebbe l'~v vedutezza e la.pron tezza sorprendente di sch ierare tutto il suo corpo d j armata a costo di privarsi nnche di una riserva (n on conservò che due battaglioni intatti) : Bonin invece si co·nt.entò ài occupare Trautenau e le alture debolmente, lasciando il grosso del corpo d'arm ata in Parschn itz. Di più ri tenendo assicurato lo sbocco , l3onin ringra ziò la prima division e della gua rdin che era gi11n ta al tuonare del cannone fin presso Pal'schinit--:,'' e le perm·ise, anzi le ordinò · di marciare ad Eipel, ov'era stata

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co11sullarc quelle bell issimo .li logrufote nell'lslilulo geografi co l

di Vienna,, nella scala di - - annessa alla Relazione au28,800' siriaca.

IN GEMIANJ.\.

destinata pel giorno 27, nel caso che il 1° corpo non ne avesse avuto bisogno. E precisamente nel mentre che la ,1a divisione della gua rdia partiva, giunse davanti Trautenau l'intero corpo di Gablenz. Questi furono altri due gravi errori, cui al giungere degli Austriaci non era più tempo di rimediare. Gli Austriaci attaccarono risolu tamente, s'impossessarono dell e alture e del la ci ttà ed obl>ligarono le truppe del 1° corpo, che per un nuovo errore vennero impiegate ·all a spicciolata · e successivamente, alla rirata. Le conseguenze morali cli tutti questi sbagli prndussero un movimento retrogrado precipitoso - e piu ttosto disordinato . Il 1° corpo rifeèe In tappa che aveva fauo il mattino, e giunse all'alba del 28 ai bivacchi lasciati il giorno innan zi. Questo· r.1ggio di fortuna doveva illuminare il quartier · gen e.raie principale uustriaco. Quantunqu_e nell o stesso giorn o 27,. il 5° corpo prussiano sboccasse dalla stretta di Nachod e costringesse Raminga ripiegare su Skalitz; non çloveva però Benedek preoccuparsi troppo di questo svantaggio; la fortuna !o favoriva a Trautenau, e per con,tinuare egl i u cogì iere i fruLti di quel la vittori a, doveva verso. quellà parte rivolgere i s ui sfo rzi , perch~ appunto impedendo lo sbocco del '1° corpo si im p~c! iva l'unione della 2a armata eon la ,in; e s uccessiv,u;iente potevano esser batt.uti la guardia, il 5° e 6° corpo, i quali verso qualunque parte si fossero volti, non avrebbero tr9vato che nemici . Cosa si è: fatto invece? Gablenz fu lasciato solo 'tutta la notte dal 27 al 28, e la mattina del j..28 gli venne 0rdinato io tutta fretta di ritirarsi su K.oniginhof. Ri.istow , l'autore d' una pregevolissima storia della 'campagna del ·1866, è di parere che Benedek avrebbe do".u to rivolgere il nerbo dell'armata del nord c.ontro la massa princip ale pru~~ian.a che si avanzava sulla 1

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STUDIO INTORNO AUA CAMPAGNA DEL ~ 866

strarla di Nac hnd {:S 0 e 6° corpo). Mi disp iace ùi dover essere di un' op ininn e contra ria: io M'rei a rischio e pe.ricolo impiegato due o tre corpi d'armnt.a tontro le I ruppe 1.:he procedevnno vc r·so Trautennu ed Eipel, perchè nppu nto di là aHebbe la 2• armata prussiana cercato cli guadagnare il cootnl.to colla 1• 11rrnata, ed è ci.ò che nd ogni costo si dçweva impedi re. 11 4° corpo austri aco (Festetics) semb1·,1vn dHpprincipio df)sti nato a sostenere le operazioni del 10°. Ma invece non fu ùnpiegata ehe una frazione (circ11 CJLHl ltro bat taglioni) di quel "co rpo ; e per fotnli tà questa frazione non giunse il 28 neppure al posto statole destinato. Gabl em avveduto e distintissimo generale, non pensava neppur per sogno ritira1·si da Tr-nutenau, uspettavn invece rinforzi, pe rchè solo eol suo corpo non · era nè_ poteva esser .tranquillo .. Egli doveva ben snpP.re ch e da Eipel poL<wa,10 sboccare su Kai le, Deutscli-Prau ss nitz e Soor nlLre truppe prnssic1ne, in· terceltarp;li la lin ea d·opernzione Tn1utennu -I<éiniginhof ed nl.tac·carlo nlle spnllc. Di qneslo pericolo se'mbra si preoccnpnsse nnclie neneclek; rna invece di i-nv iare almeno il ii.° COl'po a Dentsc h-Pra11snitz, non mandò che qunu.ro bnltaglioni (I) della brigata Fleiscbhar.ker · di qn el c·o rpo, ed orçlinò conle rnpornn earu cnte a Ga. blenz di ,1bbandon are Trnu tenau. <)ucslo errore ed il eorubaltìrnento di Soor o B'urke rsdorf (.28 giugno) fe-

(1) Non mi pe rsuarln t'a$s!'rzione cl1°lla Relazione ufficiale ,nistriaca di av e1\1 ci or invialo una parie del la b,rigat.a Floischhnckiir n Oher-Prnusn ilz e uon a D,:u1sel1-Prausnilz como or. rnt i f'arn nn le ri teu ne Guble n1.. lo ril f!ngo µiù vPri ti1•ra la vPr sione adottai.a rl ,il lo stato maggiorn prussiano, e credo che quei bat- · taglioni sbagliassC'ro vnameule lo scopo della loro ucstinazìone

che era Deutsch-Prau_snitz e noµ Ober-Prausnil.Z.

IN GERMANIA

cero volgere la sorte a favore della 2a arn1ata e decisero la -sua rlunipne nlla ,1•. Se Steinme tz a Slrn li t.z e a Schwe inschiidel fosse stato perdente, il concentramento si faceva nello stesso modo.

Soor, 28 giugno.

Il combnttimento di Soor ch'io chiamerei piultostò dì Bnrkersdorf devesi alla felice isp ir,1zio ne del comnndante il corpo della guardia . SRputo il cattivo · andamento del combattimento di Tranteni-iu, il principe di Wi.irtemberg pensò di l'iunire in Eipel le due ùivisionì della guaì'd ia e la divisione di cava ll er ìfl, sboccare su Staude nz e Burkers<lol'f ed at.t.accando alle spalle Gab lenz sforznrlo, in unione nl 1° corpo cì1 e non riteneva ritirato· di là dai monti, nd evacuare Trau tcnau e così sgornbrnre il cammino al ge nera le De J3oniri. Ern una felice idea che anche non riuscendo, avrebbe sempre onorai.o ehi l'ebbe. Poco dopo che le truppe dell a guardia erano in mo vimento giunsero ordi ni , confornii a tale iclea,.,dal principe reflle . Queste Lelle ispiraz ioni ta t.tieh e po rtan o sempre il loro frutto . Al contrai·io nei comandanti dei corpi d'armala austriaci nessu na in iziativa, nessuna ispirazione : ord ini eseguiti alla lettera, hmtezza nei mov imenti, · errori di ·marcia imperdonabili. E Gablenz, cosa si.rana, perehè è veramente distinto per intelligenza e per prontezza, fu trascinato ad accettare il combattimento del 28 in condizioni sfavorevolissime. 1


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Egli in tutta · fretta ordinò n. seçonda .delle ingiunzioni d.ì Benedek. la ritirata, e pon pensando o non temendo di essere attaccato di fianco dal lato di Eipel, dispose le truppe come s·e dalla part0 di Eipel nulla avesse da temere; fece marciare sul la strada che per Burkersdorf men~ a Soor e Roniginhof prima i parchi di riserva e l'urt.iglieria con una sèorta relativamente piccola; indi segu ivano le brigale, ed una di ·queste rimaneva come retroguardia in Tr·autenau per coprire o nascondere questa mossa retrograda. L'avanguardia della ,J " divisione della gtufrd ia incontrò precisamente la lunga colonna dei r;arri e dell'artigli eria. Ecco subito uno svantaggio : il disordine era inevit.Jbile, - il carreggio dovette subito deviare e fu dil'etto su Ober-A ltenbuch . Le brigate presero posizione a molta distanza una dall'a lt1·a e facendo fronte Yerso il sud; la quarta (Grìvicic) non ebbe ordini e seguendo le prescriz ioni del comando . del ,10° corpo, dopo d'essel'si trattenuta alquanto in Trautenau, si diresse sn R1.1dersdorf, costegg iando quasi l'Aupa nella direzione di Eipel. Le prime tre hriga~e avrebbero dovuto invece piazza.rsi in modo da far front e all'est ; - il noi1 averlo fotto fo un grave eri·ore, perct1è nel modo in cui si erano disposte, erano prive di lin ea di mirata; e se il -1° corpo prussiano si fosse fatto vivo, avrebbero subito una catastrofe, come la incontrò la brignta Grivicic, che attaccata e tagliata fuori dalla 2" Jivisione della guardia, fu distrutta, e solo qu,ilcbe pi ccola frazione potè salvarsi. La. disfatta di Gab lenz a Burkersdorf è in parte perdonabil~. Quei quattro battnglioni · della · brigata . l:<'leischhackcr che dovevano trovarsi verso le ore 'otto del mattino del 28 a Deutsch-Prausn itz, avrebbe ro senza dubbio sa lvato Gablenz; in vece andarono per . errore di indicazione a Ober-Prausnitz, villaggio che

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IN GEMIANIA

si trova a ,i. miglia supel'iorm ente a Koniginhof. Sono errori che in guerra succedono, ma che talvolta sono fatali. In secondo luogo la fretta impedì alle brigate di regola·,:izzare la loro posizione, per cui battute dalla 1a divisione dornttero ritirarsi alla sbandata, ed in una direzione assai. pericolosa. Però la distanza della -1• dalla ·iza arm~ta ern ancora' tale da permettere la ricomposizione del 110°, corpo che così fu sa'Jvo, meno, come ho detto più sopr.J, la brigata Grivicic. L'a:ver ordrnata la marcia in ritirata da Trantenau a Kon iginhof, così come ho raeconta!o, fa credere che Gablenz sperasse di essere appoggiato; altrimenti non doveva marcio.re in quEil rnouo ; o per lo meno, doveva farsi subito ,fiancheggiare verso l'Au pa dalla briga ta Grivicic, e lasciare in Traut.en.Ju , <}. re troguardia, del la eavall eria e qu akhe battnglione soltanto.· In tul fl maniera non sarebbe stato sorpreso il convoglio dei Cal'l'i delle artiglierie. Le truppe della guardia honno in questo importantissimo combnttirnento dato prove dì uno slancio esemplare e di una straord in aria fer mezza : l'artiglieria dapprincip io in numero assai inferiore ucceuò senza esitare e sostenne la lotta per qual ~he tempo. Un battagli.one della 2• divisione el'a st,Ho inviato da OberRatsch verso Ruclersdorf pe1· coprire il fianco destro della colonna; trovossì di fro.nte alla brigata Grivicic, ed ebbe jl coraggio di misurarsi secolei e di sostenersi, quantunque in breve ora perdesse il terzo della forza : il suo rapido fuoco fu la sua salvezza; ma è incontrastabile che il morule dei Prnssiani doveva, aver ruggiunto un grado assai elevato, per non lasciarsi in tale diflìcile posizione vincere dallo sconforto . Codesto battaglione venne quind i rinforzato da un secondo battaglione: entrambi perdettero più dì 500 Uomini e non retrocedette1·0 I - facendosi sempre 15 ANNO xiv, VoL, m.

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più viva la fucilata la 2• divisione pensò dirigersi intera su Ruder~dorf ed AI L-Rogni tz, e fu allora che la brigata Grivicic fu disfoua. Un taLe risu ltato finale è dov11to alla costanza di quc' d ue ba tt11glioni. Un vantaggio pel'ò not,~YOle aveva il corpo dell a guardia sul 10° co l'po, q11dlo c:ioè dì in-er gen te riposata, la quale, no n essendosi ancora misurata col nemico, era ansiosa di battersi ; men tre il '10° corpo era stanco della lunga marcia e dal combattimento che durò tutta la giornata del '2.7.

Esaminiamo ora le operazioni del 5° corpo prussiano, che, giunto a Nacbod il 26, doveva nel m11tt.ino <lei 27 salire le ripide pend ici dell'angusta valle della l\fetlau, e, sboccnndo da Wisokow, mar;ciare nll'Aupa, passarla a Skn li tz e quind i g1wd11gnare la strélda di Gradlitz per ·co ng iungersi col grosso della 2n armata 1° co rpo e gua rdjn). Fu Rarning co l 6° corpo d'armata che da Neustad t ebbe ord ine di muovere sul far del giorno 27 su Nnchod, per isbnrra re l'uscita dalla stretta a qualunque corpo nemicu fosse per preiwntiù·si. Raming godeva fama di esperto ed istru ttissirn o genP-rale , é meglio affidata non poteva essere una Lale ,rnissione. Bisogna no tn re che a Rarning era stato in dicato d,11 quarLi~r gencr11lt~principale austriac:o, $lrnl itz, a scopo della marcia del :r7, e non Nac-bod. Ora, come potevn conciliarsi una tal direzione di rna reic1 cn ll' incaric:o avuto di pre~ elude re ai nemici l'ustita da Nachod? Raming, per _conciliare le due esigenze , ·ritenne agire secondo lo (1

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spirito e la lettera dell'ordine marciando colle sue quattro brigate in quattro colonne separate sopra un largo fronte, da Wisokow a Skalitz. Fu un errore che gli eostò la giornata, perch è l'avanguardia di Steinmetz, uscendo da Altstadt e giungendo al punto, presso Wisokow , ove In strada biforcasi per Skalitz e per Neustndt, imbattutasi nel nemico, non ebbe nel princil?io che una sola beigata di fronte. Però p1·esentòssi la cavalleri a nustriaca in nun1 ero ben superiore, é, senza la prontezza e l'ardirP. dei due soli squndroni prussiani presenti alla aYanguardia, i quali furono lanciati all'attacco , questa snre.bbe stata ricac<"ia1.a · nella stretta. Il sacrifizio di questi due squadron i salvò il 5° corpo , percl\è, quantunque poco, pure ebbe tempo sufikien te, mercè l'ind omi ta energia di Stein- . metz: d.i sboc<·are e schiera rsi ver:;o Wisokow e Wen. zelsberg-, e trovarsi così preparnlo a rice vere od attaccare le altre b,riga le del 6° corpo austriaco. Questo combattimento, quantunque accaduto a ,visokow e Wenzelsberg, ebbe nome di Nachod, e terminò verso .s era colla ritirata di Rarning su Skalitz. Steinmetz bivaccò sul campo di battaglia, dopo aver impiegato tutte e due le sue di visioni , men o due soli battaglioni .. Questo si chiama arrischiare assai per riuscire nP.ll'impresa, e vi riùscì; quantunque sapesse che la 2a divisione della guardia non sareb be accorsa in suo aiuto, sebbene destina tavi dalle prirniere disposizioni, perehè. aveva avuto ordine di avvicinarsi a Kosteletz per altre eventuali combinazioni, come infatti avven ne il 28. Non saprei di certo biasimarlo; d'·altronde troppo interessava a Steinrnetz rion essere rigettato: l'intero 6° corpo e ra in marcia per Nachod, e la ritirata di Steinmetz avrebbe ìmm.ensr11nente disorganizzata la mossa di quel corpo. Retrocedere per Kosteletz po-


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teva sembrargli pericoloso, e iniziare una campagna con una sconfitta, t!'Oppo demornlizzante. L'amor proprio e l'onore di un generale come Ste inrnelz non gli permettevano di dovere neppur per ombra dubitare dell'esito de lla fazione. Giuoeò pvrtitn grossa e vinse. Se le brigute di Raming si fossero perb presentate in una massa più cornpatta davanti Wiso· kow, l'esito della giornata poteva ~ssere sfavore.vole a Steinrnetz, non pel' difetto di forze, ma per la difficoltà di presentarle schierate al combatt~rnento. Stei nrnelz agì in rrwniera affatto opposta di De Donin : a questi la sconfitta, a quegli la vittoria. Un principio fondamentale dell'arte della guerra, que llo dell'impiego della massa , fu posto in non cale dal 11° eorpo prussiano,

. Skalitz e Schweinschadel, 28 e 29 ,qi'ugno,.

ll '28 Steinmetz attaccò la posizione di Skalitz. Questo cornbattimenlo fu una conseguenza naturale della missione che incumbeva al 5° corpo prussiano, rinforzai.o da una bri~ata del 6°, che frattanto era ginnta. Nel quartier genera ìe principnle austriaco sembra p,.e,,alesse per un istanlt) l'idea di trattenere nd ogni costo lo colonna pr11ssiana che- si nvnnzarn da Nachod. Difotti nella no tte dopo la S('onfitta toccata a Raming, 1'8° cor·po d'armata (arciduca Leopoldo) ebhe ord'ine di pMtarsi a Skali iz. 1l 6° passò in seconda linea sul la destra dell'Aupa ; 1'8° si dispose sulla sinistra dell'Aupa jn prima linea, col centro in Skalitz. Il 1- 0 co1;po d'armata (Festetics) fu fatto avanzare verso /

225 Schweinschiiclel, come a riserva genel'ale. L'arciduca Leopoldo prese il. comando del 6° e dell' 8° corpo riuniti. . _ Nel mattino del ~8 le ricognizioni prussiane s'accorsero di à.vel'c a fronte nuove truppe. Ma Steinrnetz nori curò Ù pericolo; in.dovinò che qui si voleva .arrestnl'!o ad ogni costo, e fo l'se obbliga rlo a ricnlcare la via, e dispose le sue tru ppe in modo dn gu<)dagnare, anche pel'den do ìa bnttaglia, una linea di ritirata cl)e lo portass8 .ià dove avrt~bbe voluto andare vincen te, cioè verso il grosso della 2a armata, verso ·Gradlitz e Kòniginhof: non pensb più insomma di dover retrocedere su Nachod. Ed era naiurale ch'egli dovesse cercare sopratutto d' appQggiare sempre a dest.rl1, avvegnaccbè retrocedendo su NDch od met.teva sè e il 6° corpo completamente fuori d'azione. In questo e nel successivo eombattimento di Schwein· schadel, dato il 20, gli Austriaci si nppoggial'Ono troppo all'Aupa, e si Jnscinl'On o assai faci lmente spunta re l'i:1la sinistra da una brigata di eavalleria della guardin, che eornpnrve a tempo per facilitare la mossa di fianco del genei'ale Steinrnetz. . A che va.leva per pat·te degli Austriaci il combattere e spendere tante vite il 2~ e .il 29 giugno a Skalitz e a Scweinsehadel, se si aveva l'intenzione cli tras,;urare pre~isam ente quell'ala che avrebbe dovuto esser la più forte, come quelln che doveva impedire il 5° corpo prussiano di avvicinarsi al resto della 2a armat1t? Quando si · era animati da tn li fal laci idee, meglio valeva non inviare rinfo,~zi, non combattere, e ri1i1·nre inve~e totalm ente anc:he il 6° corpo. Gli Austriaci asseriscono che appena giunto 1'8°corpo a 'skalitz fii camb iato il pi<1no, e il combattimento del 28, ed il successivo del 29 giugno, non furono dati che ,per coprire la ritirata, che venne dal quartier IN GERMANIA.


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generale prindpale ordinata fino dal mattino del 28. Questa volubilità nPgli orchni per parte di Benedek, se veramente fu così come sì asserisce, addimostra quanta incertezza vi fosse circa il da farsi. Mancava davvero un concetto regolatore, doveva mancare. un piano di_crimpagna prestabilito, o, se esisteva, fu modifk .ato ad ogni nuova notizia. Ed in vogl io credere che etfP.ltivamente il combattim ento di Slrnl itz non fossf\ che un combattimento di retroguardi a; alLrimeo ti non so eompreodere come gli Austriaci non abbiano vinto con due corpi d'ar. mata in linea ed uno in riserva. Le· disposizioni di Steinmetz non meritano che lode, poichè assicurarono la riuscita· delle sue mosse: sbarazza rsi del neM mico e guadagnare la strada di Gradlit1., tanto nella miglio re che nella peggiore ipotesi. L'awicco di Skalitz fu vivacissimo, l'artiglieria molto bene impiegata: all'est di Kleny, villflggio situflto di fronte a Skalitz, a 2112 kilom. di distanza furono piazzate- nove batterie prussiane. Il fucile ad ago ebbe grande influenza in questo combattimento: furono fatti fuochi accelerati e a comando a iJOO, 50 ed anche a 30 passi eon esito sorr~rendente; si poteva dire che un Prussiano valesse per tre nemici. Gli Austriaci controattacca rono vivamente,. ma i battaglioni prussiani ·attendevano di piede fe,·mo il nemico fino ~ brevissima distanza: e Io fulminavano poi col loro rapido fuoco. Questi fuochi in posizione rius<!irono sempre. L'instàncab ilitlt e la p1tonta inizfativa del W'Derale Steinmetz trionfarono di tutti gli·ostacoli: il 2!:J di sera egl.i era in Gradlitz I La città di Koniginhof fu presa nello ste!')so giorno 29 dalla guardia; il ·1° corpo d'a rmata, riprpsa la marcia, era giunto in Pilriika11 ed Arnau: la calata ed il concentl'amento della 2a armata

!27 sull'Elha erano compleiamente riusciti, grazie all'ispirazione felice della guardia, alla sorprendente rapi dità di Steinmetz, e 1nel'Cè gli errori commessi dagli Austriaci. · 1N Gii!RMANIA.

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5.

Dall'lser a KoniggriUz.

1·armara dell'Rlba e la P armata, padrone della linea dell'Iser e delle strnde che da Turnau, Podol e Mi.in~ cl:1engratz converg0no sop ra Gitsc.: bìn, pensarono dopo il combattimento di l\liinchengri:ilz ('28 giugno) di ;:iffrNtare le mosse, mnrcìare senza interruzione sopra Gitscliin ed i111p ossess11r$i di cpiesta città . Premeva ai Prussiani, specialmente dopo la brulla notiz ia di Trautenau, di spingf' rsi più avanti che pott' vano, allo scopo di aprirP.· la via alla 28 armata, r ichiàrnan<lo sopra di loro le forze di Benedek, ed agevolare così il sospirato collP.garnento. . La sera stessa · del 28 la ,J" armata spinse avanti su ll a strildn di Podol un ba1,t11glione per riconoscere la stretta di Podkost,, e se fosse occ upata dagli Austriaci sc8eci8rneli; e med esimamente una forte ricognizione fu spinta innanzi sulla strnda dì TurnauGitschin, ed una verso Sobotka.


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Gitschinl 29 giugno.

I Prussiani dal 28 al 29 giugno marciarono da Mi.inchengratz a Gitschin. e, nella certezza di un mo. vimento avanti di Benedek, presero una estesa posizione sulle coll in e a tramontana e ponente . di questa ultima città, a cavallo delle due principali strade che da Gitschin menano a Turnau e a Sobotka. Nella notte del 28 al 29 la stretta di l~odkost fu nssalita, e presa verso !"alba ; e nel mnttino' i Prussiani si avvicinaro no a Gitschin 1 la 3• divisione ( De Werder) sollo stradale di Sobotka, la 5a (De Tiimpling) su lla via di Turnau; le altre divisioni seguivano successivamente a buona portata. · · La battaglia di Gitsd1in , cominç iata da lla 5° divisione ~ ,ore- 3 pomeridirine e dalla 3° alle ore. 5 ,1 12 pomeridiane, fu vinta clni Prussiani, i quali v'impiegarono_ meno di 30,000 uomini, mentre gli AustroSassom sommavano certamente a più di 50,000 com battenti. Pei'ò bisogna osservare ch e le due divisioni , operanti potevano, in caso di ' necessità , essere rinforzat.e da altre due divisioni chi~ seguivano a breve distanza. Da che dipendette che poco più di due di. visioni bastarono a vincere , meri tre Clarnm-Gnllas e il Principe reale di Sassonia disponevano di 50,000 uomini e più? Tre circostanze furono causa della perdita toccata agli Austro-Sassoni: · 1° Il fronte troppo esteso (da Eisenstadtl a 5 kilometri nord-est di Gir.schin fino ad Annaberrr al sud . o

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di Lochow e dellu strada di Sobotka), circa una lega tedesca, più di 8 kilornetri. 2° La rt1pidità del fuoco della fanteria prussiana. Gli effetti del fucile ad ago sono nella Relazione ufficiale prussiana rilevati quasi in ogni fatto d'armi. 3° L'ordine giunto _alle 7 112 di sera dal quartier generale principale austriaco di rompere il combattimento e di ritirarsi nella direziùne di Koniggratz. Gli effetti del fu cile a relrocariea e la promessa dei rinforzi eambiata in un cirdin e di r itirata non poteHrno essere che cause estremamente demornlizwn ti. Punuttavia, se i' Prussiani attaccarono con grande vigore, anebe gli Anstriaci e i Sassoni si chfesero valo rosamente, e se l'ordi ne di ritirala non giungeva, Gitsehin non sarebbe stata presn la sera stessa. '/. Ie disposizioni tattiche delle due parti sono state da un egregio autore biasimate . Agli. Aust.ro-Sassoni si fa l'appunto del fronté troppo disteso., con un corso d'acqua olle spalle ;' ai Prussiaòi si rimprovera di avere assalito da due punti assai distanti uno dall'altro e senza coll ega mento, pet' cui la prima fase della battagli a può consider.:1rsi come due combattim enti affatl.o indìpe nclenti uno dall'altro. Può esser vero, poichè ·io rispeLto le opin ioni di tani.o egrP-gio scrittore. Però nri sento in dovere di spendere alcune parole in difesa de.gli uni e degli ·altri . ' Gitsd1in; rclntivan1ent.e alla posizione dell e due armnte au stro-susso11c e pnissiuna, era un punto di g rande irnportanza. Lo era più anco ra per rispetto alla, 2° arnwl.n prussi ana ; avvegnaccliè, guaclagntindo un tal punto, poteva questa ( la 2a armata) raggi un..: ge1:e il colleganwnto tanto ngognato . Questo sopevano gli Austriaci;· dunque dovevano difendere Gitsèhin, e Benedek avrebbe assai vantaggiosamente 11gito' ( dal momento che deliberato aveva cli procedere verso


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l'IsP.r), perseveran do nel sno piano a vece di lasciarsi intfoiidir·e d.alla e~h1ta della 2• ar,i'rata e dni vantnggi da questa r1portat1 a Soor e a Slrnlitz. l'er la sua volubilità o t.itubanza non seppe trattenere e tanto meno battere i Prussiani, nè da una parte nè dall'altra. Dovendo adunque. prender posizione a Gitschin , io c~edo non si potesse, per parte degli Austro-Sassoni, disporre !e. truppe diversamente. Gitschin giace sulla sponda. sm1st~a della Cydliua. Questo corso d'acqua, che 4u1 non e che un ruscello, ha sponde basse e mel~1ose, questo ~ vero , ed è costeggiato da bassifondi e da stagm; non è però un ostacolo tale da trnl.tenere un ese reito. Pur nonostante, se ClammGallas avesse preso posizione sull8 riva sini:.Lra invece che sulla destra, non avrebbe avuto il vantflgO'io delle eolline dominanti, mentre poi la Cydlina r~on avrebbe ehe per pochi istanti arrestnto il nem ico. Gits,·hin siede in una conca, e le collinH che la circondano a tramontana ed a ponente form ano come una muraglia ('fle la protegge. Non si poteva rinunzi.are à questa difesf .natu rale, quantunqu e abbia il difetto d1 essere notevolm0nte estesa. La destra era bene appoggiata alla Cydlina ed ll lla bo r•gata dì Eisenst1JdLI; ìl ce ntro trèl le dne strade aveva la formidnb il e è!ltura di Brarh1-Prachow, fa si nistra era pr;otetla dal!' An naberg. Per p ren dere una posizione m~no estesa avrebbero dovt1 to gli Austro-Sassoni trascurare o l'un a o l'altra dPl le du e strade prin .. ipnlì. Essi nol po tevan o, perocchè sapevano che una num erosa armata s1 avanzava sulle due strade, e la s.ciandone una sguerni ta, la difesa dell'altra <'adeva da sè. I Prussiani sono critica ti per aver divise le forze, . marc:ian cìo_ all'attacco per due strade assai lontane u_na_ d~ll:nlt'.·a. Osserve rò in primo Jnogo ehe in pros,,. s1mHà di Gitschin la distanza tra queste due strade

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non è più tanto ~rande. ln secon<lo luogo dirò ehe . { Prussiani, forti di più dì 100,000 uomini , non potevano trascurare alcun a di quelle strade, al trim f'nti la colonna sarebbe diventata troppo profonda, e l'attacco da una sola strada non :ivrebbe avuto il vigore 'necessario. Il principe Federico Carlo intese di eseguire un attacco s11nultaoeo e convergente, per cui, minacciate le due ali , le riserve nr.m iche dovevano sparpao-liarsi per accorrere a rinforzarle. D'altronde · poi il principe ,li'ederigo. aveva tropp~ forze a sua_disposizione per dubitare dell'es ito. · Non voglio però negare che un · attacco . vigoroso dato contro un'ala sola non potesse fru1tare la vitiorfa ai Prussiani'; trovo solo che essi, st;:indo a diverse opinioni, quantunque avessero potuto prcnd~·re un'altra disposizione di marcia, pure non fe<:ero ma le, quando si voglia porre nella bilan<'ia le forze surrnrioi·i ·di cui di:iponevano, e coJle q11ali poteva no sc~iaceiare il nemico ad onta della estens ione del fronte di attacco. IIJ questo terreno collinoso, .boschivo,. molto accidentato e. impAcciato, furono ·assai -di frequente impiegate le colonne di_cornpAgnia per parte dei Prussìani; sì ebbe però a con vin cersi che, frc1zion11 ndosi così, nascèva uno sparpagliamento troppo frequ ente · dei battaglioni. Furouo tf'ovate di maggiorn convenienza le colonne di mezzo battaglione, e questr produssero etricaci risultati . In al tri co rubnttirn enti ancora si eb be a riscontrare dannoso l'uso fr equente dere · colonne di co mpagnia . In terreno ondul ato e . imp11cciato non devesi assol111amente abusare dell'impiego di tali colonne, ·pPl'chè sfuggono al comando; e se molto è a riprornettersi della capacità- ed iniziativa dei capitani, non è però men vero che al mo.mento opportuno manca la forza al comandante per


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far uso del!a mass~ ' là dove sia urgente. Il comand_a_nte d1 battagl10n e deve in ogni circosta nza ess~re m grado di ra ccogl iel'e il suo battaglione, spe:'ialm~n~e quando crede necessario im piegare il fuoco m posizione difensiva. . . Però J)On 1_11?ncarono i. comandanti prussiani di ind'.c,11·e a tul11 1 coepi la dfrezion e generale di marcia: CH1SC·Ul10, anche pe rdendo Ja Strada, doveva cercare ~1 p rend er di mira il campanile di Gitsch in. La foga dei Pru~siani" in questa campagna è stàta tantD, che non hanno nrni cYi ta to i combat1.imen1i nottu rni , ogniqualvolta ritennern · poterne ricava.re un vantaggio . _Alle _,10 d_ì sera sforzarono l'ingresso nella città di G1tscb1n; difesa da una retroguardia sassone: combatterono nelle strade al -chiaror dei J'umi , e non cessarono . do! c_o~iba1.ti rnen to che quando forono ceni de lla p1enn r1l1rata. del nem ico, Jocehè· fn verso un'ora dop? la rn ezzanotre. L'inevitabile diso1·dine di un com-. batt.unento al buio produsse in Gitschin deolorevoli sce,ne, df l_le cp~nli non è mio còmpit.o parl are . · , . ~e abb1an10 no~ato i vantaggi ottenuti dal fuoco del fucile ad ago, non v:rnno taciute lefa tieli e soste nu te clnlle trupp~; _J'c?ergja e la persever;Ìnza de i Prussiani son deg 1~_e d1 rimarco: le trnppe prussiane cor11bntt.erono a Munchengr-à1z dnl le 9 ,1 j'2 antimerìdinne fino nlle 2 pornéridiane del 28; marciarono subito d1Jpo su Podkosl e So~ot~a, ove ebbero novel li scoo:.ri; gi unsero Il~) pomer1gg10 de) 2!), dopo Ci l'<.:/;I CJUl:ll'/lrJta ki lornet.rÌ _ ?1 rnar'.;ra, davan ti a.Ile pos izi oni di Gi1.scliin, aprirono 1mmedwtamente il fuor,o, c·he d11rò fino oltre la mezzano_Lte, s' impossessarono cli Gitschin e poserò gli avamposti oltre la cntò; tutto questo'in Mmtano,•e ore!

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Sadowa-J(oniggrdtz, 3 luglio ..

Evidentemente marciavano i Prussinni eon foga irresis1ibile in d irez ione convergente contro al nem ico. Vinti separa tamente quasi dap pertutto , gli Austriaci erano ridotti al punto, o cli coneen trarsi per davvero ed accel!are un a batraglia genern le, o di do ver evacuare la Boemia. Era ii'npossibile scegliere quest'ultimo pnrtito, perchè sarebbe sta to un disonore, non avendo Beneclek sostenuto che dei comballimenti parziali, ne' quali non furono impegnati mai 'più di due' co rpi d'armata. Il nerbo princ ipale dell'esercito non;si era nncora misurato <'o' Prussiani; bisognavà adunque accettare un'azione generale e battere pos~ib1lmente ](~ tre armate di re Guglielmo, o salvare l'onore. ·. Il 2tl di sera il quartier generale principale austriaco decise di riunire l'esercito tra la Bistritz e !'Liba, tra Sad owa. e Koniggratz . Il 30 giugn~ tutti i · corri nustriaci erano ir. pieno movimento; il 1° luglio erano giunti alle posizioni in dica te a eiascuno. L'arrnata ddl'Elba e la 1_n armata erano in.tanto arr ivate ali'altezza di Horsitz, Miletin e Sm iela r; la 2• arma ta non si mosse <loll e sue posizion i sull'Elba inferiorm ente e superiormente a Koffigin hof. li collegamento non era più un dubbio ; il fr<rnte però dello intero ese1·ci!.o pr11ssiano, il di cui comando era stato · ,.. definitivam ente assun to da re Gugli elmo, er<1 molto esteso, circa 50 k ilo metri. I Prussian i avevano uno scopo ben de fì nito, scevro da qualunque incertezza : marciare avanti, avvicinan1


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dosi sempre più, stringere in una cerchia di ferro gli Auslr,aci, assal irli e sconfiggerli in una battaglia generale. An che il piano drgli Austriaci fu risolutamente preso: concf'ntrarsi in posizioni forti e preparate ed aspettare i Pru ssiani. Vogliamo però esaminare se il campo di battaglia scelto da Benedek cori-ispo11d eva all'iniento, e se ad ipolesi 11gtiali gli avrebbe pror.11rato la vittoria. Chi vede su lla ca ri.a geograOca l'Elba e le due forlezze dì Josefsladt e di Koniggratz, potrebbe essere indouo a credere che. con due sbocchi di tal fatta la posizione di un eserrito sulla destra dell'Elba possa esser ga~antita. Nulla di tutto ciò. Josefstadt è una buona piazza di confine, ma è piccola; ha delle opere sulla destra del fiume, ma queste non hanno certa1Ì1en1e nè l'estensione nè l'importanza di quelle che, per r·agion d'esrmpio, cingon o Verona e Ahntova. Josefs1adt, co111e piazza for·t.e, è appros!'.iinativamente del rr1ngo di Pesc:hie ra. Koniggriitz è un'antica cittll fortifi,:ata, ma le sue operP son o trascul'ate; non h11 una vasta testa di ponte, e tanto meno un campo trinr.erato. La ci ttà è pic,:0111, conta circa 6,0110 anime, più grande però di Josefstadt, mar.on fortificazioni meno estese e meno importanti. Nè l'una nè l'altra di queste due pir1zze può presentare ad un r sercito 1·isor:-;e di sicurezza e di approvvigionamento tali da garantirlo dopo uoa battaglia perduta. Con due piazzE' come Vernna e Ma ntova, situate sulle rive di due corsi d'acqua notevoli, un·al'mr1ta può dare una bat1.nglia con un fi11m e inguadabile alle sp11lle. Se Koniggratz avesse lu forza e l'estensione di Verona, Ben edek poteva bPnissirno arr.rttare il combattinwnto Lt·a la Bistritz e l'El ha, percbè hi piazza, in caso di rovescio. avrebbe potuto ricoverare l'in-

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tero esercito, o per lo meno la maggior parte di esso. Ma con l'Elba alle spall e , la,·ga a lrnn,ggriilz <·.irt~a 80 metri, e con due piazze co111 e JosPfstadt e Kòniggratz, ·fu un 'imprud enza d,ue noa ballaglia inll'\ ramente difen siva, co111e fu quella con1bnltuta sui campi di Sad own. Il ten Pno pe l'è1 è, talti c:rn1ente parlundo, assai favorevole al piazzaniento delle truppe e ·delle artigli erie: le posizioni di Horenowf:'S , C:hl11111, Lipa, Problus , ecc., sono tutte dominanti; ì vari bosrhi sparsi su questa zona limitala a ponente d,Jlla Bi:-tritz, a levante dal corso dell' Elba, e i molti villaggi, presentavano dc' buoni punt.i d'uppoggio e si prcst::ivano assai bene alla difesa; ìl fronte, coperto d,1!111 Bistrilz (ruscello le di cui qualità obbiamo già not;ite altrove). bastantemente assicurato: il cnmpo di battaglia era insomma un vero tnreno Ja n,anovra, e cnnsiderAto indipendentemente dalle due fortezze e claJJ' Elba, poteva addirittura dirsi buono. Ma il difetto capilale stava appunto nello avere a riòosso quell 'ostaculo dell'Elba e quelle due meschin e fort ezze, di cui la più vicina era appunto la più debole. li terreno intorno a Jusefstaclt avrebbe presen tato molto maggior convenienza; 111a se la posizione era buona contro la 2a Mrnala, non lo <'ra rela1iva 1J1f:'nte ai progressi fatti dalla 1• arn,ala e dall'ar111ata dell'Elba, poichè si veniva a C<lmprorncttere la linea di ritiratn. Assai miglinre, quand o niai , poteva diventare la posizione di Pardubi1z, parte sulla riva destra e parte sul11-t riva sinistrB , perclìè nrn1.1eva in pfiricolo le comunica zi oni de i Prussiani colla loro patria. Fu preferita qu c:lla di Koniggriilz, come la più centrale della linea dell'Elba da J'osef's1ndL a Pal'dubitz; ed invero, per quanto riguarda le linee di ritirata in Moravia, esse non furono minimflruente compromesse; ma nel retrocedere e varcare l'Elba gli Austriaci in-


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contrarono gravi difficoltà, perchè non tutti i ponti poterono esser protetti dal cannone della piazza, e Josefstadt era abbastanza lontana e assai piccola per epercitare influenza su ll' andamento della batlaglia: pochi battngl ion i bastarono arl osse1·varla mentre si combaueva tra Sadowa e Kèiniggriilz ; e la 2• armata potè liberamente marciare su llor·enowes e Cblum cd nttaccarc con un vigore stniordinario l'ula destra nustriacn . li concentramento tra la Bistrilz e l\i:inìg~ri:itz era buono, qunndo lo si fosse effelluato non rolln sempliee intenzione di buttersi sul la difensiva, ma colla id ea di prend r re in 1111 doto momento l'offensiva. Se a giustifìc11zion e ùegli Au striaci non si possa dire che cod esta id ea non domim1sse per un mon1en10 nel campo aust riaco, certo è ch'essn non fu mai trndotta in al.lo: mai tentarono gli Austriac:i cli pnssare la 13istritz e sfondare l'esLeso e solli! fronte prussiano. Credesi che ciò non focessero gli Austriaci per terna <li essere superai.i all 'nla destra dalla 2a arrnati.1; ma questa ern <1ocor lontana, e nel muttioo del 3 luglio essa non prese parte alcuna alla batln glia. Benedek difese egregiamente 10. varie posizioni, ma appunto per Loie cor,tante passivitll ngevolò senza volerlo l'arri vo cl cll.1 2° c1rn1ata :ml campo di baLtnglia ed il suo perfetto co ll cgn rn enlo tallico colla 1". La risol11zione dei Pn1ssinni di concentrarsi per marcinrn all'inimico e clnrgli battaglia, mentre era ragionevolissimn, fu trodoua in atto in maniera mollo cornpromettentc. I Prussiani la sern del 2 luglio non erano convenevolm ente situati per essere in grado di marciare nll'tittacco l'indornnni. E~si infotti, non avendo nei giorni anteced,rnti (30 giugno, 1° luglio ) potuto rn ccogliere sicure notizie . intorno alle intenzioni degli 1

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Austriaci, non si erano ancora disposti per un concentramento più stre tto. Non imn111ginon?osi che Be: netlck andasse riunendo le masse austrrnche avanll Ki:iniggriitz coll'Elba al tergo, e ritenendo per fermo che avrebbe preso posizione dietro i! fiume, pensavano concent1·nrsi pitl stretlamen te l'indomani, portandosi fino nlt'Elba, per quindi varcarla. Il giorno 3 doveva in conclusione essere un giorno di preparativi tattici. La sera del '.2 luglio le notizie palesarono al qual'tier ge nerale principale prussiano_ la prese?za degli Austriaci tra la Bistritz e l'Elba. Bisognava rn~~ rn euiatamcn lc decidersi, e gli ordini furono sped1ll alle tre armate per la ball..igli a del 3. L'armata dcli' Elba sulla destra, e più ancora la 2a armata, che doveva formare l'ala sinistra, avevano rnolta strnda da fare, circa una Loppa ordinaria, per cattive vie e in un te r·1·eno inzup pato dalla pioggia; perocchè è lla osservarsi che il giorno _2 piov,'.e· e il 3 stesso, giorno del combauimento, fu nebb1os_o ~ piovviginò quasi mezza giornata. Ora , tr;iLtandost _dt un'azione decisiva, dalla qunlc dipender poteva l'esito della campagna, ern un mettersi in isvantaggio il far marciare tante ore la truppa prima di battersi. Anche quel cercare il r,ongi ungin1en to tattico della 2n a~·ma~a precisamente sul campo di battaglia era un bel r1scb10 al quale si esponevnno i Prussiani. . Lu battaglia di 1'oniggriitz o Sadowa, del 3 luglio, e che io ch iamel'ei di Chlurn, . percbè appunto la presa di questo villaggio, situato sopr~ un'o.lt~ra che domina l'intero teatro dell'azione, decise la giornata in favore della Prussia: J'u per gl i Austriaci una battaglia difensiva, e per i Prussiani offensiva e at!or11iar1te; ma queste battaglie che ha nno a scopo d1 as· salire il nemico e circordarlo, corrono anche pericolo di andar perdute, quando l'avversario sia atLivo e in~ ANNO XIV, VOL, 111,

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trnprendente, perehè ei può sfondo re ·Ja lunga linea auorniantc, clivicle1·e gli assa li1ori in d11e prirti, srpnr al'l e una cfo ll',dtr.:i , .:i ll orr tannndn lc dal la loro corn1 111e Jinen di ritirata, e eostr·ing1:,rle così a retrocedere in dirèzione divergente. Quulc fu .:id 11 nq11e il movelit,) ehc~ spinse i Prnssi:rni a s11 p~irare ostaco li non indif11.•rl:nti e ad 1~spo rsi ad un evidente pericolo, p111· di dar hattaglin il 3 luglio agl i Austrnic i ri11 niti in posizi()ni tnttii:he nssai rispe l.tab ili, e che polcva.no ~sser strtle prep.:ira'le e rese più forti d,d]',Jrte nei giorni prec:erlenti? Il morente prineip,ile fu l'amor propi·i'o pruss iano: qmrntunquc non bene preparn ti la !".Cm del 2, e colla 2,• arrnata lontu11à ancon1 dui 15 ai 20 ki lurn. da.Ila •I•, i Prussiani non volcvar,o essere prevenuti clc,gl i Austriaci in una rnoss·n gcnel'él le offons iv.ì, eiò che li nvn1bbe obbligati, secondo le regole di g11t~rrn, a conce11trnrsi più ind_ietrn prima di aceettare il cònibattìmcn10. Un'altra rngione poi, di ordine tatticÒ e non morale, lì persuadeva a rnurcinre av.:inti, ecl crn qnella di attncenre gli Austriaci in posizio11i non hbcre a tergo, percliè l'Elba scorreva a ridosso dc·l le medesìme. Quest'iJ ltinrn, pe r pnrte mia, è In rngione di mnggior peso che giustilìca le 111osse attornianti esegu ite ' dai Prussiani il 3 luglio. Fu ,in g rand e nzzn rdo; ma riuscendo n sp 11r11nre le Hli n11str iad1e e a piornbnre nlle spall e della pnsi1.ion~ si potcv.ir10 ottenere 1·isul tnti immensi, il pri111o · e più imponanle dn' q11 1di sarebbe stato quello di tngliare la lin ea nnturnle di riti1·ata degli Austriaci, e costringerli a sbandnrsi v·erso il Sud.

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IN GERMANIA

Non entrerò nei minuti r:lettngli di questo cozzo giga.ntesco, che trova solo un riscontro nellP- g run di ba llngli e 'cli Dresdn , di Lipsia , clfdlu Moskown del~ .l'epoca 11npol0011 ica; ques~ i rninnti tlet111gl i sì trova no ne ll e dlle Heln7,io11i uflìciali giù menzionate, e nelle pregevo li opere dei s ignori R.i.istnw e Lecomte. lo ne riassurne l'ò le fasi principali, unendovi alcune osserv.azioni.

La sera del 2 lnglio la 1• armata trov/lvasi nei dìn .. torni dj FJorilz, l'ormnta dell'Elba a Smidnr ,_ a circa 15 kilomeLJ·i a st.id -ovest di H1.,ritz, la 2• arm :it.a su ll'Elba superiore co l centro a Kòniginhof, a 20 kil ometri da Ho1·i1.z. Non er.:i certamente q11esLa nna conven iente ,distrib11iion e di lrnppe alla vigilia di un a battagl ia; ma, co me noi sappiamo, i Prussiani_non s i aspeLLnrano di clovi>rsi l'indom,ini' cimf'nlare cogli Austriaci in un'azione genera le. li morale de i Pruss inui doveva essere ben alto, percliè il q uartier gene rale pL'in!':ipale cli Re Guglierno, senza esi tare un . istante, emannsse a sera nv,Jnzata le sue disposiz ioni per una mossa genera le offe 11 sivu da effetÌ.u.i rsi . l'indo mani· 3 di luglio. Ogni corpo aveva molla strada da fare prima di giungere a portai.a del nemico, e molta ne aveva ancora da percorrere prima di anivàre p_robabi lmente a respingerlo oltre l'Elba . Da Horitz a Sadowfl sono circa.

Da Sm idar a Nechani tz . Da Kooiginhof a Chlurn . Da Nechanitz per Problus all a strada di n iggriitz presso Briza •

Da Sadowa al ponLe di Kòniggratz

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STUIHO Iì'ffOll'NO ALt,A CA)iPAGNA DEL

Queste distanze ci danno un'idea dell'infaticabile attività delle truppè' prussiane. Le mosse cominciarono per quasi tutte le divisioni della 1a armata e per l'armata dell'Elba all'alba del 3. La 2a armata si pose in movimento tr·a le sei e le setl6 ore del mattino gli ordini non essendo potuti arrirar prima. ' . Alcune divisioni deposero gli zain,i e i cas'cbi e marciarono in berretto di fatica; d'altronde la terra era ·inzuppai.a di pioggia: le truppe della 2• armata pit1 spec;almente ebbero a sopportare fatiche incredibili per portarsi avanti: uomini; cavalli e carri sprofondavano; per un gran tratto, non sapendo quando avn'.\bbè incontrato il nemico, la 2~ armata mareiò pei campi in linee di colonne: molti cavolli ed uomi·ni · caddero sfiniti o morirono dalla fatica. La Trotina e la Bistl'itz hanno sponde fangose ed acqua finò al petto; i ponti erano pochi e rovinati: molti corpi pas.: sarono a guado e si batterono così bagnati fino a sera. Le truppe sparse in cacciatori fecero prodigi: interi battaglioni, causa il terreno, dovettero spesso disLendersi in lunghe catene, e sostenere in tale for-. mazione una lotta accanita; le truppe della 24 armata, e spi~eialmente i battaglioni della guardia, attaccarono posizioni formidabili e morciarono con r.a ra imperturbabilità contro le batterie nemiche, senza curare )a mitraglia scat'icaia loro addosso a bruciapelo. L'artiglieria, quasi sempre in testa alle colonne, le precorreva. per p1·ender posizioni vantaggiose e preparare gli assalti. Ln 7• divisione (Fransecky) fu ammirabile! Confesso che . sono riniasto edific:ato delle prestazioni tattiche delle truppe prussiane e della forza mo· raie che le animava. Il morale degli. Austriaci doveva ii~vece aver sofferto: ciononostante si batterono· valorosamente fino

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al momento in cui fu decisa la ritirata gene1·ale. Ma nella ritii·ata lo spirito nbbattut0 prese il sopravvento, e pur troppo il disordine . divenne generale. L'nrtigl ieria però salvò l'onore dell'esercito: fu eroica I Mentre tutti retrocedevano scompigliat.i, essa non volle ·abbandonare il suo posto: i cnnnonifri si fecero uccidere su i loro pezzi. Se la catastrofe non fu generale, completa, lo devono gli Austl'iaci .alla loro artiglieria'· Domando perdono al lettore di questa mia digressione, e vengo alle fasi della bauuglia .

( ConUnuaJ.

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NOTIZIB SULLR 'l'nINCEE DI DATTACLIA

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r,op1·it•si 11\!rnlendoM soprntllltO dc>gli o~t.ncnli nnttll'l\li come nrgini, po~ii. sph·<', n1nc1·hic e simil i: nin q11nndo il terl'eno s11 cui è forza tonibnt1cre difcnsirnn1entc si11 µinno e spogl i(! di os111rol i, non s:nl1 egli nec·rss111·io crenrli q11rsli ostncoli 11rtifì1~ialn1cnte per covrire le truppe1 T11tti sanno infnlli qun11Lc rnlt.r. nelle fortunose vic·t' nd c di unn <'i1t11pngna 1111 pi<'cnl ni11r1rro Ji uomini sin costrPL10 i111pc•rios,1111r11tc di dover resistC'rc a forz.e di 111olto s11periori. T111ti sanno rhe spesso una sola pMizi onc~ rnnlrnslatn al n0 11 iico puti dnn_i 11n'.' vi 1t.orill, so lo elle si gi11 ngn a 1·itnrclnre la marcia di queslo o cii quella dirisionr; a ritnrdnre In t.:ongi1111zio11e di un corpn ad un alLrn; pr,1·0N·liè in ncss111rn rosn come in guerra 1·t1gg1~ q11<' I vi1•Lo ndngio <·Ile il len,po è d,inaro. Ebbene i trill('l'rn111enti c-11111pali dorrnr1110 in q11rsti cnsi rendt~rc gr,1nd issi 1ni s<•nig-i, e tnnto mnggi1,ri q11nnto più s1wd ita111 c11 Le una ~r11 ppa isolata li pnlrh <'SCgi1irc dn sè. · Ai ~io1·1ii nostri ,ll· armi rignle. cd n l'PtroC'nrica avendo grnn dernen lc ,1t1111cn 1a10 In po trnza ck ll" offosn, è naturale clic l'i:-;lesso ingPgno uniarn, che ha creato qnrsta poleniu sièlsi ri,·nllo per IC'gge ù'equilibrio a Lronlr modo ro111e mr.g-lio di l"cnde re il so ldnto. E da qni gli svuri,1t i tPnta1i,·i moderni per po1rr covrire fnci lrn enle le trnppC' in c·;1mpagrrn e ripan,rle dai miC'idialissimi r fl't-Lti de lle arni i di, p;eLLo. Fra qncsti tentntiri il più prntieo e 111ile Sl'1t1h r,, qqcllo delle trincee cli balla.r7lia ossia , dt•llt• tra nchél's-abris dei fra ncr:;i, da farsi 'I un ndo si ha 11n po' cii LC•111po prinw del 1:0111bnllirn en to. E::,se non so1io al1ro SP. non IH trincee a una f'ossa ta della fortilìcazion,~ carnpnle, ma e-on cli111cnsioni alqunnto ridou e. Cot<·stc trinceP. ,,vendo la fossntn òalla pill'tt:: dL•i t.lif"Pn sori. c11pro 11u ee ll~ren,rolc gli ope l'ni a rnis111·a che il lavoro progredisce; di sorta che ad opera finiLa il fòndo del µiccolo fosso diviene come la ban-

NOTIZIE SULLE TRINCEE DI BATTAGLIA

I. Napoleone I diceva: vi ha cinque cose dalle quali non deve rn ni scompagnarsi il soldato in gue rrA; cioè il suo fticìle, le sue eartucce, il suo zaino, i suoi viveri nlrneno per qunuro dì eò i suoi istrumPnti da pi on ir.re. A presr inrlf't"fl dcilln ntilitil che vi s1H·eb be di flllegge r·ìre il più che si p11ò il soldato in campngna, abbia1110 ricordnto q11eslo nNìssin10 dPLLo solo pcrchè esso dim ostrn l'importnnzn clJ r. dani il grande 11omo all a fortificaz ione dei ca mpi di bnuag-lièl: importnnza confermata rnoltissirnc voli~ 11C'lle guene del primo impero e. nnclie dipoi sino nl la rec·e111.e gne1Ta di Ame ri c·a, in cui si è follo grande uso e.li trioceramenLi improvvisati. Anche il gcnerll le Rogniat. proponera di dare alle co mpag ni<~ sr:1\lte, co 111e segni rl is1in 1ivi, degl ' istrumr1Hi da pioniere invere delle sciabole. È "ero che nelle guene rapide_ed alla Jeggiera le truppe devono

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SULLE TRHiCEE

NOTIZIE

~:hino. degli 01·dinari parnpet~i. Anzi è da notare che se al soprnggiungere di un attncco nemico una trincea non s~a finitn, basta che il ciglio della massa coprente abbia n1ggiun ta l'altezza di un 60 cen timet.ri circa sul fondo del fosso, perchè la truppa, por1endosi in ginocchio, possa subilo ripararsi e l'ar fuoco. Ripnri così falli furono irnpi egati di frequen te con molto vantaggio nell'ultima guerra d'America pe1· covri re le trup pe contro il tiro r·llj)ido ed nggiustato.delle armi a retroraricu. I so]Jat~ americani si ernnò quasi abitu nti a nnsco nclersi sottoterra (se terrei') prim a del combattimento. F.ssi elerav:1110 rnpidametJLe delle bocche di lupo eia tiraglinto1·i (rifle-pits) nsate sp("ssissimo anch e dai frances i dinanzi Sebnstopoli; e le · abbandonarnno pe r· farne nitre più lonlnne secondo le vicende del combnLLimento . Questi r1/le-pits erano sove nte dell e lungh e trincee eh~ presr\ntnvano il profilo di pnrnll ele non finite, e se rviv,H10 a ripal'.ire non solo , dei tiraglialori ma ben e spesso degl'intel'i hnLLnglioni con l'a rtiglierin. Gli nme l'ieani hann o costruito qneste trin cee pareccltie volle ùi seguito duronte una ste~sa battaglia, massime negli ultin1i combDt.timenti dati nel mese di marzo del ·18G5 inr.orno a Petershurg. Così, il gener·l'l le Regis di Trobi::1no, che era al servizio · dell'e.,.ercito l'cde1·ale, nnrra clte: « in un movimento «. di conversione operato gradualmente io ebbi II cam« bi1Jre di posi7.ioqe dtrn volte in meno cli un'ol'n, e <{ lasriai dietro di rne due linee di trincernmenti « volanti quasi finiti, tnnta speditezza e _abiliti\ ,1ve« vnno acqui stalo i nostl'i soldnti in questo genere « di lnvoro {1}. » Le trincee di battaglia propriamente delle differi-

(l ) nev1+11 Alilitaire franraise, février 1869, rag. 331.

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BATTAGLIA

scono dagli ordinari trincera menti ra mpali in quonto esse non compo rtnn o fossnta, mo per la loro na1.u1·a di semplici ripari ric-l1ieggono solo 1111n mossa covrente appena nbbozzaln e offensiva (come giusta mente si esprinie- il c11p itnno del gen io francese Ri chard) la quale permetta di opernre ordinatamente qualunque movirnenLo in avflnt'i. Oltre di che trattnndosi di opere volanti, si deve cloro meno irnpo1tnnza ngli ostacoli materiali, tonto più che « i fuochi cli 111oschetteri11 che . « le difendono sono molto potenti per tern•re a di« stanza una truppa attacca nte. » Cosicchè una condizione essenziale cu i debbono soddisfare queste trincee si è la facoltà di prendere l'offensiva . Per questa ragione si è prP ferito il pro fil o delle tri ncee a una fossata a quello a due fossate, il quale si è trovato difficile a so rrflontare; nè si può improvvisnre dnllo fante ri a oll a presenza del nemi co senzo spendervi molto tempo e senza avere molti istrumenti. Le trincee di bnttngl ia mentre difendono le truppe contro i fuochi della fanteria, offrono del resto poca p-resa ai colpi di ca nnone. fa,se. rendono meno certi i tiri del nemico, non potendo questo vedere se non difJieil rn ente gli effotti del sno fuo co; e rendono pe1· con truri o più sicu1·0 il tiro dej difensori. Difatti è ri~nputo che le truppe di linPa in campo aperto non mirano rnai. q11an do spnrano, donde ln grnndc incertezza dei tiri fotti sotto l'emozione del combatti mento. Invece qt!ando il soldato spara dietro un ostacolo anche piccolo, il quale gli dia moggior sicu rezza reintiva, esso è più ca lm o; trova un l'lppoggio di con veniente altezza per la sua nrma; quindi poLrà fare dei ti ri più agginstati e pi1'i micidiali. Le trincee di battaglia per loro natura si prestnno tn.nto pei lirnglialori isol ali qun11to pei gruppi o pei battaglioni spiegati. l quali qnando riescono ad improv-


ii6

SULLE TRINCE~ DI BATTAGLIA

NOTIZTE

vfs111·e uno spnllegg-i11mr1110 primn cli veni re

llllé mAni,

polranno g11rantirsi ('Olllro la r11e ,Jeri11, e ntlrntlrre il momento favorevole per pio111hnre sul nNnico e Lentarc un a1L11c·ro dr<·isi,·o cl1e i f11od1i n~gi 11 st,1ti fa tti dietro la trinc·ea rendrranno piil foeili:. A quPsle idee sono infaLli inspirali; IP. sei:ruc111i pnrole che IP{{gonsi nelle is1ruzion1 d<·I min islPJ'O della guerra francese sulle tri11ccc di ba11agfo1. « I b,illaglion i dr lla P lint>H spiegnti e corrr1i se « è rossibil e dn ondulazioni del t.erre110, da rij>ori, o « cla trincee. 11:,;pet.t/Jno r.lrn l'iniinico ::; i,1 gi 11 11Lo u b11ona « porlala per ischiac<·inl'lo ron fuochi di rnassn. so« prnluLLo nel 1110111cnto del la for11rnzi1)11c dell e colonne ,« d'n1Lacco e quando quesL~ co lonn e so no in facc ia « r.lla po::;izione. » Il c11pitano Bielrnrd ,·orrebbe r:he In fanteri;i f.irPsse largo uso dei r·ipnri cli te1Tn. Egl i <li ,:e: « ·i ripai·i « offensivi, i111pro\'\'isn1i pri11w · del co mhnllin1en10, « polrebbcro r:;:;ere irnp=eJ.tli di frequ<'nte in <·nm« pagna: essi s11pplircbbero ngli nstn<·oli n,11 111·11li per « r,o r·on n re r,1 pidn men te on n r rcstn, pr•1· cov ri re II n'a << li nea di bnllnglia, pt>r garnntirc dei tirnglialori, rlelle « risP.rve, e dei tiratnri cli posizion e, e a11che per ns« sic11rnre in poel1i is Lnnti u11 necH111pnn1en1c, o un « bi\'ilC:l'O. Jl P:-i l' 011lllnÌ neJl'PSl'l'<'ilO in te111po Òi rn<·e, « durnnte le trrnrcc n1ilit11ri, e nc>i u1tllpi d'is1rnzione « essi sncl cl isfnrebbern 11• rn in• del 1·,•gol ;1 11 1Pn lo d<·I 1863 << pul ser vii'.ÌO nelle pinzze ('ltc p1·esnivc (a rl. I UI') per « 10' trn ppe di f'nnterin, lo s1abili1111'nl.o di ~scuole di << 00:Hruz innc <ldJe opere di <·arrtp;1g-nn. « Dc>. i 1·ipnri di l,il g(• rwrc lasc·iati indietro in nn « 1111),·i11 H'lllO offt'll:'iivo e d<·fin itivn th·lln pri11w li nN1, « po1reb bero essern 111.il ina1i dalle Lr11ppc dcltn se« conda l rne,) e d~·lln ris1•rv11. f;:;si for11irebhcn> t.ld « pari al!e truppe della prima linea, in caso d'm~ue-

21.7

« cesso, un rifugio ov'esse si .rncroglkrebbero per « schiacciare il nrmico c-on fuochi di massn e allen« dere la occasione farnrevole per riprend ere l' of« fc'nsiva . » Dalle cose prer,edcnti si vede eh€' fil prrsrnte si vorrebbe abituare il :::olJ:ito n sm1101•e1'f! la terra; si rnrrcbbe farn iliarizwrl o con le trincee di bnttaglin, o più gene ralm ente coi ripnri di tf'rTa un rlu\'Prsi irnprnvvi~ sare sul campo prima del <·0111bn11irnc0Lo. Ma la questione delle trincee di bnung-lia è più coinpless11 clte non pare a prima vista, e non polP.ndo dirsi risoluta pienamente, è bene attendere i risul1111i delle sperienze che il ministern della guerra ha ol'rlinnto nei nostri campi d'istruzione. Onde in questo scritto non ci ~ proponiamo altro se n(ln di porre sollo gli oc.chi dei nostri lettori quanto ci venne follo di rnrcogliere finora intorno a qneste trineeP, affi richè si pos::;a ten er dietro nllo svolge1·si d'nna quistione che certo non manca di pratica importanza.

II. TJ•inN!e tli IH1llaf1lia Sf'i'Omfo le ish•udoni ,t,•I ,ulul• ste,•o ,le/la y1w1•1•11 f',•,uu•es,! del I~ llJwilt! 11SS9,

Profilo delle trincee . 111 fìg. 1 (111v. A) indicn il profìln d~lle trinree di hntt11gli,l francesi; il q11nl r, sembra adatto allo scopo, p crchè : . ,1° Il fo:-so è ahbristnnz:i largo rrr conl<'ncrr, due righe di una truppa in armi, le qua1i, nonostante la


i48

NOTIZJE

SULLE 'l' RlNCEE DI llA'f'l'AG-LtA

distanz;i che le sepl:\fa dnlla mAssa covrente, potrnnno for fuoco al disopra di questa presso a poco come farebbero dietro un parapetto ordinario. Dei picr·oli rnuechi di terra posti, se si vuole, sulla massa covrente darebbero ai fueili degli nppoggi di convenienle altezza. • 2· La ber·ma di circa 0"' 30 di larghe7.za forma • come un gradino tllilìs5imo qtrnndo le truppe debbono .marciare innanzi: essa tr<1LLiene le terre che sempre cadono a piè di un riempimento fotto celeremen.te, e attenua la sp in ta della massa covrente contro la scarpa anteriore del fosso; la quale scarpa è utile che sia più ripida che si può per avvicinare di più i. tiratori alla linea di fuoco. 3° Ponendosi i soldati ginocchion·i o seduti sulla .berma· risultano quasi del- tutto coperti dal tiro della fanteria nemica. 4° I proietti di moscheLteria non penetrano nelle terre re·(:entemente smosse. che di

.

om 29 alla distanza d i 200"' om 42 id. di ·f OOm om 50 id. di 25m

Tracc'iato delle trincee di battaglia.

1

Ese,quùnentò delle trùicee di battaglia.

quindi la grossezza di om 50 alla somrnitii del piccolo parapetto basta pel fin e della t1:incea (1). . 5°' Finalmente questo profilo, consente ai difen.: sori di varcare in buon ordine J'rrlzflla. di terra · che li ripara e riprendere l'offensiva .. 1

(l) Il generale Gilmo,·e narra che la palla oblunga della carabina Spcncer a rnLrocnrica, penetrava da 20 a 35 centimelri nella sabbia leggermente umida , rli cui erano formati i parapelli del forte Wag'ner._,

Quando., per difetto di ondulazioni nel terreno o di ostacoli naturali, sia necessn ri o riparare alcuni battaglio:-;i spiegati in prima lin ea a cÌifesa di una posizione, si f'ar;à che le trincee seguano l' anclarnento del terreno su cui si opera. Esse dovranno r,ovrire di .fuocht tutto lo spazio che è innanzi, mnssime quelle parti che saranno probabilme nte percorse dalle colonne d'attacco nemiche , sulle quali sa rà duopo, per qnanto è possibile, incrocicclriare i fuoch~. . La lin ea della trincei, dev'essere formata d1 vane parli corri spondenti ai rispettivi battnp:lioni, le quali sa ranno separnte àa inter\'alli cli 20m aflinchè I~ 1ru~pe delle varie armi possano, or,.correndo, marciare mnanzi senza dQver superare la trincea .

I

l

Innanzitutto alcuni sou'uffiiiali del genio tracciano sul terreno J'andarnento AB della trirn·ea ·mercè alcuni paleLti e un piccolo solco fatto colln gravina: Questa linea A n (ne;. 2ì rappresenta il ciglio anteriore .del fosso d11 sc;nvare. Se si ba tempo giove rà tracciare sul terreno anche ìa linea posteriore CD dello scavo para-li eia alla A B e distante da -~ssa ,1m, 3? ;, altrir'.1 ènti può . bastare la sola AB, come s1 vedra rn ~egn1to .. . li battaglione di sei compngnie che d~v~ tr1_ncerars1, schiera.tosi in battaglia sull a da.ta pos1Z1one, manda


250

.NOTIZIE

SULLE TRINCEE Dl BA'fTAGLlA

in n.~ozi due compagnie in ord in e aperto nel fine di protr>ggf're i soldati elle dO\'ranno 1:,vo rare nlla tri rwea. Due nlt1·p, cornp,1g-11ie so 11 0 eol locatP io ri serra nd nn a q11nrnn1i r1 a di prssi in dietro: e le clue r·irr;anenti: falli i fosr· i d'11rmP., rir;c>ro 11 0 g-li utrnsi li n~r:e::;snri. Che se questi non si sar-an p11111Li far portare preventiv,,rnen t.e s ul sito del lavoro,. sono mandati a prendere dalle stesse due compngnie. I sn (dn ti sono <.fa prnnà 1111m erati per tre e quindi muniti di p,) le e cl i g,·a,·i ne, in gui::;n che ciasr.un gruppo di lr(~ uomini nbb ia d ue pa le ed ima gra"ina. qùest i grnppi si dispongono in unn sola r: iga su lla l1tten A B. I d ue uomini per· grup·po mun iti di pa le le po11gnn o n re.rTn lungo A B, di rnodo che gli (stremi di d ue pnlr~ eo 11sec11ti,·e s ieno c1 cont11Uo f,:a .di loro. F si cco me un,1 pn la è lunga 1m 30, r·osì (·.iÀsc 11 o·a r.opp i a di C'SS<·! rapprrse ntrrlt s11l tt' 1'r'C'r10 la lur1ghnza di '.2m 60, che è app unto q 11 d la ns-,rgnnta al lavlH'O dei ri!-pettivi g ru ppi di uo1nini. Ciò li~ Lt o cic1scu 11 0 sp nlnt.orè si coll o!'n cli rtro il n1ezzo della proprifl p,dn, e c iascun solda1.o munito rii gn1vi11a si post;-1 frn i duo spalato ri , ponen do a terra In grc1\'i no JlOl'lnn lnren te alla lin ea A B. Così rimn rranno opportunamen te co lloeate le due compngnie p<~r Ja vo ra,·e. . E'rnt1c111Lo si noli che d11e dr.i eletti grnppi di sol<fati, ossia sei uo111 ini, posti su dne righe~, formerebbrro 3 fi le; ment re i l tr;11to d i 5m :20 di trincen elle essi r:1nno risponde nl fronte di 9 file, se cornp11Liarno secondo i franc·esi di O'" 58 lo spazio occupato dal soldato s ul la rig-11; perchè si lia appunto 0'" 58 X 9

=

un bf!ttagl ione di s<~i cornp ngnie su due righe. Cosirchè in gc"nernl0. il lii\'O l'O cs(•guito rl ;1·1 ter·zo df'i soldati di Ìrna dnla trnpj.>a vi da rù 110 Lr11L1ù di trint·en n1p11ce çli ripnrnre l'intP1·a truppa sch iernta in blttlaglia su due righe. _ ' Ciò prL~n1csso per sep;n:ll'c sul terreno la linea CD, ciasc·un o spnlntore situa la pala in din>zione ·oornrn le alla snn primi ti va positura, c; ioè pnnilkla nll a gnnina (fig. 3) in modo che l'estr'cmo Lotch i la A B. Le .pnle essendo lunghe 1"' 30, S<!p;11e r·lrn g li cstren1i di Psse ind ie li era11110 il nwrgin,~ posteriore CO d,~1 fosso: il qunle è ·in di foc il11;r•n1e sr•gnnto in ICI'! a ton un sol, o dni suldnti rn1111iLi di grnvina. A un da to sr>g n,ile tutti i sò ldn 1i tom in einr~o il lavo ro ; q11e lli dall e g rnvine SC'arnno la terrn frn le dee lin ce A B e C D e gl i spalatori la gettano inna111.i al la A R. . 0,3 nl 1imo si regol,1,·izznno Hlln megli o le scarre e gli spigo\i e <'OSÌ. a lavo ro fì nito, si ottiene la triucea _ind icata dal profilo (fig. 'i).

Computo degli ufficiali e cle1· sott'ufficircli.

Gli ufficiali

C\cl

i sott'ufficin li delle due compngnic,

riparti ti l11ngo il lrnecia rn e 11 to, indicn no 1J>n precisione ai sol.fati lo ,;c·.Jvo tl n eseg11 ire, il sito ore gi ll nre la te n a, e la benna da lasi;inrsi . Ess i conco rr()no in

una parola• aù assicurare il giusto eseguimento del

lavoro.

5m '20.

Dunque sulla intera linea lungo la quale stanno due compagnie disposte come nella fìg. 2, vi potrà stare

i


i5f

NOT!Zllt

Tempo necessarfo per la costruzione delle trùicèe di battaglia. Le figure ,, e 2 dimostrano che il tratto di fosso escavato da due grnppi di soldati avrà, a lavoro finito, le ·seguenti dimensioni. Lunghezza Profond ità. Larglrnzr.a media

5m 20

om 50 ,jm

3 metri-cubi circa.

I

Rl7mri per ùnboscate. Volendosi riparare dei tiragliatol'Ì in1wnzi ad una linea di battaglia o dei tiratori <li posizione, si potrebbe acl ot,urù il pi'ofilu <folla fig. G, proposto dal

E siccome Qm 58 è la fu nghczza che oceupu una (ila. così sarà :. N• del lo tìle che la lriucea può riparare, •

17

0,86 N

1

O. 58

. (.)nesto lavoro !-econrlo le istruzioni pub essere compi uto d'ord inario in 30 1.ninuti; quindi, se in ·15 mi-

n uti si giungerù a distribuire gli ute nsili nl:e due compagnie, il battaglion e san\ coperto in ,p; minuti col lavoro di due sole compagnie ('1).

costrnzione <iol le trincee di hat.laglia. Le istr11zion i francosi si riferiscono al caso d_el le torre medie. ossia quelle che richirggono duo spa latori per ciascun zappn !Ort>. Cosiechè se in questa ipolr1si si voglia conoscere preventivamentH che qua ntilù di truppa si può covTire facr. ndo con un dato numero di istrume nti una trincea di battag lia, r;h iam iarno: N... il nuru1' ro d1·g li ist ru nwnli che una truppa isolata abbia a sua disposizione: beninteso ohe essi deh hono consi5-tr.re in un certo numGi:-o di zappe o di g raviJJe e in un doppio numero di pale L... la lunghezza della trincea, secondo il profìlo della fig. 1, chH può fars i in 30 miuu li, conrn si è dello. Con ogni 6 uteusili facendosi f.>'" 2J di trincea, (fig. 2} avremo ~hl~ .

=N

X

5.20 6

= 0,86 N.

=

J ' 48 N :

N" dei ~olòali rip,1ra1i 2, U(i N. Così, sarJC' ndosi che col sistema francese una dh·isione isolata port.1 scco 2'.?8 ol(insili, diremo subilo che in un terreno medio essa µuò in mezz'ora costruire (non compreso il tc-rnpo nece:;~ s,:rio per la dislri l:: uziono degli utt:nsili e pel tracciamen to) una trincea di battag! ia che coprirà · r a) .... . 2, 96 X 228

(1) Non tul!.i i tr.rrcni, com'è chinro, si presl.nno alla r11pida

.L

253

SULLE THINCK~: 01 OATTAGLlA

= Gì5 soldati posti

su due rig he.

Similm ente un corro d'esercito cornposlo di due divisioni che ha .ìn totale 2398 utcmi li , co mpresi quel li del parco del corpo d\;sercito, può con una trincea di ba ltagl ia in mezz'ora coprire (b) ..... 2, 96

X 2398

=

7098 soldati posli su due r ighe.

' Finalmente un corpo d'cst\-rcito di 3 divisioni che ha 2626 islrumenti , può con una trincea di ballaglia in mezz'ora coprirn

re) ..... 2,

96

X

2H26

= 7772 soldati

posti su duo righe.

I r·isultali (a l , (b,I , (<:) 'sono infnlli quf'l li riportali alla fino <lPl le istruzioni frfln ccsi. o dimostrano che il num('rO d'oomini cnpBrli dopo 30 minuti è ct·nssai inft•riore alla rorza totale del le truppe nei singol i Ìrn casi. Ma di<;ono 11, istruzii)n i, che nella più pari.e dei' c·asi vi ha sompre degli ostacoli naturali i quali l'iparano il rirna1wnte della t1 uppa. AN.NO XIV, VOL. lii .

17


NOTJZIE

capitano Richal'd. In pochi minuti il soldato potrà nascondersi quasi del tutto dal fuoco nemico e tirare con precision e appoggiandosi sopra i due gomiti o sul gomito sinistro solamente. L'irnboscata potrebbe mascherarsi con alcuni rami d'alberi posti davanti. Il protìlo della flg. 6, può facilmente trasformarsi in profilo di trincee di batlagl ia, qupndo si lia ìl tempo di rinforzarlo, come dimostrano le linee punteggiate. ·

SUl,LR TI\INCR.F. lll llATTA.GLlA

r

IEspet-iettze · eseguile in 6tt1Ua al c,unpo di l<òiano nel iSU8.

a) rìel mese di luglio del 1868 al campo di Fo- . i ano 150 uomini del ~6° fontèria, dei quali 100 provvisti di pale e 50 di gravine, eseguirono in 25 minuti una . trincea de1Ja lunghezza di 93"' e del profilo medio rar.presentato dalla fìg. &., in terreno coltii•ato a prato e di natura argilloso. La distribuzione degl'istrumenti si fece in 10 minuti. Il fosso escavato avendo le · seguenti dim en sioni :

III. ENJJ~inumti e1Jeguiti ,il campo di C/;uilorw.

..

255

Lunghezza . Profond ità. Largher,za media

Tutte le truppe che sono state al campo di Chàlons in quest'anno si sono esercitate pel' battaglioni alla costruzione delle trincee di batt::iglrn. Anzi, pe1; rneglio porre in luce lo scopo di .questi ripari, il generale co rn~ndante il campo li impiegò in una grande manovra nella quale si supponcwa che la truppa« a"esse « a difendere contro forze superiol'i una posizione « nella quale era arrivata qualche or.i prima dello « spuntare del giorn o. » Al campo di Chàlons il terreno è assai acconcio pei · ia,'Ol'i di zappa; di sorta che una trin cea per un bàttaglione si faceva nel modo descritto in 20 minuti circa. Per conseguenza in questo tempo ciascun gruppo di 3 soldati scavava e paleggi.:~va metri cub i 1, 50 di terra. Impiegavansi altri 20 minuti circa n~I tracciamento della prima linea dai solda ti del genio, formazione dei gruppi, distribuzione degli uter1sili, ècc.: ma si noti che i soldati del genio e gl 'istrumenti erano g ià sul luogo . · · •

93°' 00 1 01 40

ì ~

42 metri -cubi circa, -

è chiaro che ci ascun gruppo di tre uomini dovè rimuovere in media il volume di terra . 4'<> -:.:.. = om- c. 50

840

Questo lavoro è di · molto inferiore a quello che eia" ·scun gruppo dì 3 uomini faceva al campo di Chùlons; il che è ei a ascriversi senza dubbio nlla diversa indole del terreno nei <lu e casi. b) Altrn esperienza si fece dal 25° fonteria, del quale 80 uom ini provvisti di p.ile e 48 di grr.vine eseguirono in 30 minuti · una trincea della lunghezza di 100m circa e del profìlo rappresentato dalla fig. 5, terren o sabbioso-argilloso coltivato a campo.

in

t


NO'rlZIR

i

Il fosso scavoto aveva q uindi le seguenti dimension i: Lunghezza Vrofondik1 Larghezza med ia

rnom 00 0'" 65 1'" 35

88 metri-cubi circa.

[

1

J

Gli islrum enti furono distribuiti in 2 111i11uti, essendo stati preventivamente portati nl centro del ballaglione.

SUJ,1,K TIIINCEE DI HATTAGUA

257

di bnLLaglia, san\ duopo, come si è veduto, munite d'istn1menti non pochi nomini per eompngnia ma u,i terzo della forza totale.· Sicchè c1spl'ltando ehe la quistione del trasport.o degl'istrurnc11ti sin ckfinitivnmento risolu1a ·fra dì noi, non :;arù inutile espor'l'e succintamente alcune opinioni predominanti sn tale argomento e l'nHì so di onorevoli commissioni che per orcl in(' s uperìore se ne sono occ.;upate.

f V.

Coni.missione cli /Jotogna. Questa Commiss ione non vor1·ebbc far trasportare istrumentì al soldato tli fanteria;

Le accennate sperienze del Cilmpo di Foiano essendo in piccole p roporz ioni non possono fornirn dei cinti genernli vnlevoli per la praticR; onde, corn o dicev,11no, gioverà auendcrc i risullati delle vaste cspe1·ienze · di queslo anno. Le di mens ion i de l profllo de lle trincee cli bauaglia, ridotte al puro necessario, non hanno peraltro nulla di assol 11to, e nei v111·i cas i sa ,·,\ forza adattarsi nlle 1·ondi1.ion i pn rli cola rì del · teneno e del s1;t1os11olo o al tempo cli Clii si potrit disporre. :\la la più i111purtante quistionc eia risolvere s i è d i ·« · sn pere :il' le « truppe d; fonte.r ia debbano avere per ciuscnna com« pagnin un rcrto numero (e qua le) di solda ti forniti « di zappe e di pale, che ioro po1ran110 pur servire << per .iltri lavori 1"ventuuli, come uprirc r riu11c1ro « strade, argin11t.111·c ecc.; oppure se si nbbia110 da « usare all'uopo e nd ogni occo1Tenza gl' i:.trurnen li « che scco carreggia i, genio. >) Dnppo":hè se :,;i vogliono porre in mezz'ora in un terreno medio sei r·o111pagnie, per esempio, al 1·1paro costruendo una trincea.

il quale li gi.'1 mollo sopraccnr1cato in campogna pcrchè si possn pensa re ad 1n1mcn tare il suo CH r ico. Essa aggiunge clic 110n è prndcntc far traspot·lnrc gl'istrumenti da appositi veicoli, poichè si aumenterebbero i cnrriaggi già troppi che debbono seguire gli ese,rciti in campngna. Ollre di eh" se mai le truppe dovessero, per occupa.re delle date posizioni, perconcre str.adc i,npet'vie all a ruol.n. esse, non avendo più sollo la mano gl'istrun1 en ti necessari per la c·os1ruzio11e clellr trincee. <loHcbbero toglierli secc o nndarli a cercare II grnndi dìst:ir1zC' . • La f,o,nmissione si lirni1.cr·f~hbc ad aurnenlilre di poco gl'istrumenti di dotazioni> dei reggimenti di fanteria ndnl!.and oli nel n1iglior modo sui rarri da liottaglion c. Del resto essa dir,c che ~iccome <iinsc un n divis ione su l' vicd e di guerra ha seco unn compagnia clel genio, così il 1111mero d'istrumenLi del parco di tale compc1p;ni a potrà (< ri 11scirc s ufTicie nte n,}lla m.iggior péll'Le « dei casi a mctt<: re in isLoto di difesa quei poch i « Irati.i di terreno i quali non offrono ostacoli e ripnri « naturali. '» Questo cspeùicnlo pcl'altro sarebbe app licabile nei terreni poco accidentati; ma per una campagna in

..-.


258

259

NOTIZIR

SULl,E 'l'HlNGEE DL OATTAGUA

paesi m1.mtuosi si dovrebbe forse 'ricorrere al lrasporlo a schiena di muli.

« lato destro dello znino sLr-sso, in modo da lasciarl o « cedevole per quando il soldato traverserò brughiere, « siepi, fitte d'alberi o dovr.'.1 ·coricarsi a terra. » Le seghe sarebberQ a telaio stante la riconosciuta inefficacin della sciabola-sega , e si smonterebbero per f..wne un fascio _ da legal'si con la co rdi cella stessa del telaio.

Commissione di Alessandria, Questa Commissione fa notare che perchè la fanteria possa costruire sempre· che sarà opportuno le trincee di battagl ia« dovrebbe « avere sempre_sotto la mano gl'istrumcnti ùa zappntore. » Perocchè se i soldati debbono << esse re co n« dotti ai parchi, portare su l sito. del lavoro gli « attrezzi e talvolta ritornare ai parchi per la resti+: tuzione, si vn incontro al grave inconveniente di « perdere frequentemente l'occasione favorevole., un « tempo prezioso, e forse an che in certi casi una parte « degli ntensili stessi. La Commissione dì Alessandria però, nliena anch'essa . dall'aumentare il carico del soldato in campagna, non assegnerebbe a ciascuna compagnia di fanteria ·che otto soli istrurnenti, cioè: 4 badili, 2 gravine, ·1 ascia, i sega e due succhielli. Ma da questo piccolo numero d'istrumenti proposto sembra che !~\ Commissione abbia avuto più in mira i piccoli lavori ordinari di campagna che può incon trare alla fanteria di dover fare, anzi che le rapide trincee di battaglia propriamente dette. · Ln Commissione vorrebbe che ciascun utensile fosse · portalo da un individuo e che al soldato portatore. della sega si dessero anche i due succh iel_li. Per ciascun utensile dovrebbe potersi disgiungere il ferro dal manico, ma in guisa da poterli un ire con la dovutasolidità. « Così il ferro sì porterebbe sul disopra dello« zaino per la g1·avina, e su l coperchio per il bad ile « e per l'ascia; mentre il manico si allaccerebbe ai

Anche in Francia, comt~ dice l'ac1:uratu Rdnz.ione dei nostri uffiziali di stai.o maggiore sped iti ultimamente al campo di Chalons, sarebbe opinione di tutti i milit;iri a cui essi ne hanno chiesto, di non doversi in verun modo aumentare il carico del soldato in campagna: « inqu.int.ochè il grave peso .che per cor« redo, armamento, munizioni e viveri traspo rta già (( attualmente il so ldato di fanteria, non potrebbe <.< senza grave danno venir ancora aumentato. » Cosicchè riassum endo · quel che si è detto 6norn, si può conchiudere; che afiìnchè una truppa isolata possa costruire in tempo utile e rapidarnente le trincee di battaglia è duopo clic i soldati abbiano sem pre seco gl'ist.rumend necessari. 1'fo gli nomini dì guerra scino di concorde avviso doYersi ciò ottenere senza aumentare rnenomanrnnt.e il carico che ·di presente porta il soldato in guerra. Laonde se si giungesse ad alì1~ggerirn il fantaccino in guisa da rendére tollerabile il peso aggiunt<> di una pala o d.i una zappa ('1) forse si spianerebbe-

(I) Secondo il .Laisné abbiamo_: Peso di una pala rolonda . « ·del suo manico . . ì'cso totalo .

chiL l , 200 ~

o. 6')()

chil. 1, 800


~60

2(H

NO'l'lzm

SUJ.I,J!; TRTNCKK Dl BATTAGU.\

la vin alii1 .soluzione del q11esito di cui parliamo. A ciò info11i tendono c·oloro che honno molto sLudiato la qui sLione del le trincee di ban11glia. Così il cHpitano Richal'd da un lato vorrebbe ch e g-l'istrnrnenti cli ciascun bnttnglione fossero portati da 2 compagnie per g iorno, come si costuma in Hussia e negli Stati-Uniti; e d'alLni po rte egli dire che -in g uerra, sorprirn end o dal carico dBI so ldato una pal'le degli oggetti relativi al tempo di pace , s, potrebbe ridurne il c1nrco a

28 chiiogrammi circa, che è nppunto qtwllo proposto da un' a µposi ta f:0111 mission e f1·af11;1•se . ne I 186 1. No i speriam o che il carico del soldaLo in guenn si possa ridurre Anche i1 meno di 28 chil ogrAmmi; e in tal c;:.iso « non vi sn rebbe nlcun inconveniente a {< dare al soldato un caric:o supplenrnntill'e di G50 « g rammi ri sj)Ondcnte a 1w istrumento da pionie-re {< su L!'e uornini . Lr trnppP. ,1pprezz.erebhero !wn pl'est.o ·« il va 1Hagp;io di nvt're nn istrumen to <la pinniel'o, << non solo pe1· nlcva rn rapidamen te dei r·ipp.r·i, per « distruggùr(:l o ri>sta urn re tfoll~) _strade o delle ferrovie, << ma àncora per instnll:n·e confor·tevotruen te un ac« r.nmp,imcnlo o un bivacco . )> Adunqu e per conchi udere queste sempli ci notizie <lirerno che, si giunga o no a fare del le trincee di h:iLlagl ia delle fortifìcazioni-rna.novre (come direbbe la Co,:nm issione rli Alcssandrin) ,. rimarrù sem pre saldo i l pri n,~ip io che con le mode rn e arm i è cresciuta l'irnpoelnn:w di cov rì re le Ll'llppe in campagna in lutti i modi possibili, sia p1;o fìlland o delle acciden1alità del terreno, · sia , qu ando si pub , co n r ipari artificiali imprn vvi saLi. Onde a ragione convengono pienarnenLe le du fi Cornrnissioni di Bo logrrn e di Alessandria s11\.l'utilità di ese rei ture le truppe di fon teria nei lavori campali in generale.. E così , anehe rimanendo insoluta la qoistion e delle trincee di b,Hlaglia, avremo sempre ottenuto di poter fa.re largo u:;;o dei lavori di tena, 'i 'quali, come aecennamrno sul principio, sono dariguardare come un potente ausiliodella tauica moderna.

Peso di nna ;,,ap pa " ,.dol suo uianico. Pe~n

l.OlalQ .

•:

1, ;50:)

" o, 650 ch(I. '2, 150

Pai materinli <lel nostM esercito si ha : ·P(•;;o · d,illa grav inn '.<

del badilr.

.

«

13, 100

"

2,000

Non sa rà Jo rsn diffi cifc al!Pggf'rire un poco quest'istrument.i e provnro, secondo alcun i, ari accorciarne i manich i. come si fo per g l'istrnnrnn ti da mi1rn. aflìnchè r•ssi sieno più fac ili a trasportarsi o pernwtlano di lrworare in ginocchio; il che potrà Bssern vantaggiosissimo in oiolli ca~i. Sembra chn in Prussia i fi. rag\iatori sieno stati munit.i di llll piccolo i~(rumento a cor lo rnanicè> da impiPgarsi da un uomo in ginocchio. E nell'esposizione di Pa rigi del 1867 vedev,rnsi rll•gl'isrrumenti da pioniere legg·erissimi . cho po trebbero essero assai utili. Erano dell e pale quadre a man ico corto le quali « offrono il 1·an taggio di poter « ~ostituiro le zappo r. !e pa:le ordinarie, potendosi col piedn " cacciarle noclrn in nn suolo resiste nte ..... » On istrum en to ri i tal fatta in r,•rro acci.iiato è rappresentato flalla lìg. 7:

li ~uo mallit:o pesa I: a pala. PHSO

lotal!l .

ch i!. O, 400 <

o, 800

chil. I. 200


.J

CENNI SULLE A.RMI PORTATILI DRGU RSEHCITI EUROPEI <~l

Negli ultimi due anni le al'mi portatili di quasi tutti gli eserciti europei sono stai.e o trasformate a retrocarica o radicalrnento cambiate. Non si è neppur giunti finora ad un assetto stabile sn questo riguardo , comelb provano le continue rnodificàzioni e le nuove adozioni che di giorno in giorno si v(rnno c;on0sccndo. Ciò nondimeno non sembra possa considerarsi comé affatto inutile il riunire in poche pagin e i dati prin-

(1) Nel la rariet~ di scritti pubblicali intorno :ilio orliem è armi da fuo co portatili , era corto desiJerabile di YCderc un lavor(} complessivo, nel quale fossero raccolti .i dati principali ed i caratteri distintivi delle armi• fi nora adottate presso i vari.eserciti d'Europa. A talH uopo crerliamo soddisfi pienamente il presente l~v~ro che pubblichiamo, sicuri di far cosa gJ'l;la ai molti uflizull1 che. bramano segu irn dappresso l'i'mportanto questiono .µe lle armi II retrocarica.

.

263 . cipali che al di d'oggi si conoscono sulle armi a retrocarica finora adottale; e ciò tanto più perchè i numerosi opuscoli pubblicati finora su questo argomento presentan o tali divergenze tra loro, da lasciar molti dubbi sul vero valore dei dati da essi forniti. · Non è nostro proposito quello di descrivere minutamente i diversi sisterni èli caeicamento dalla culatta in uso, e tanto meno quello di paragonarne i difetti ed i va:ntaggi; còmpito questo che lasciamo a chi è p,iù di noi competente su tale argomento. Intendiamo invece di accènnare soltan to i caratteri principali delle armi adottate e dei loro meccanismi di chiusura, non· che i dati principali del loro tiro. Nell o stato attuale delle rose, i sistemi a retrocarica che si sa essere adottati in R,1ropa sono i seguenti: CE!'fNI SUI.LE Af\MI l'OllTA1'IU DEGI.l -ESERCITI El'RO.Ì>El

In Italia: la trasformazione dei fucili di fanteria e carabine da bersaglieri, se::onclo un sistema (Carcano) derivato da quello Doersch-Baumgarlen: è ancora allo

stud10 un'arma nuova di piccolo calibro: In Francia: il fucile mod ello 1866 con sistema df chiusura Chassepot, per la fanteria ed i cac_ciatori : inoltre la trasforrna~ione degli antichi fucili di fanteria, carabine da cacciatori·, fucili da dragoni e moschetti di gendarmeria, con sistemi di chiusura Snide.r, per le riserve e guardie nazionali mobili: In Austria: la trasformazion e dei fucili e. carabine modello 1867 secondo il sistema di chiusura Wanzl: un nuovo fucile di minor calibro, con sistema di chiua sura Werndl, d;· surrogarsi successivan1en1e alle armi trasformate della fanteria e dei cacciatori: ln Prussia: i fucili <li fanteria , le ear11b ine da cac-·


26i

C:KNNl SUl,t,K AI\Ml POI\TATIU

-ciatòri e fticili eri ed i moschetti di cavalleria, col sistema di chiusu ra DrPy:.c (1): In Russia : la tra1.f'ormazione dei fucili ndottati dopo il •1856, sc<:ondo il sislr.mn Kal'le:

.

OEGl,{

e

.,

EIJI\OP!i:l

2135

ln Spagna: la trasfurrnazione delle arri1i mod. 1857 18-59 seco nd o il sistP-ma T3erdan modificato:

In Danimarca: In trasformazione delle antiche armi . seoondo il sisLC:ma Sn icler; inoltre un'arma nuova che s<.>n1brn essere il fu cile Remingto11:

111 lngllihel'l'n: la 1rasforn1azione dei fucili e cnrabine di J~nfìcld (mod ello ·1853), secondo il sistema di cl i usura Snider:

[11 Svezia: ta11w per le arn•i nuove, come per la trasformazione delle armi fabbricate dopo il 1860, il sistema Remi ogton.

ln Belgio: la Lrasform c11,ione dei fncil i di fanteria con sistema di <:ltiusura Alhini-Br11 cndlin. sotto il nome di fucile modello ·1867, e qu ella delle carabine secondo il sistema Tersscn; a rnbeduc c·olla sostituzione di una ca una- di piccol o calibr·o a qn el ln preesistente:

Per ciasc11no di questi sistemi daremo successivamente una breve descrizione ciel meccanismo di chiusura, aecompngnandoln colle figure strellamen1e necessarie per farne comprendere il H,odo d'..igire, e coi pochi dati num erici sulle dimensioni e s ul tiro r.he ci ò slato dato di rintl'accial'e, indicando le sorgenti dalle quali essi provengono.

In Olanda: · la trnsfornwzione delle nnticbc armi, tanto del calibro dti rnil l. 12, 6, quanto del cnlibro di 11Jill. 16, 7, seeonclo il sis tema cli ch iu surn Snider: Jn Svizzera: la 1rasforrna1,ione delle l'Hrabinc, dei fu cili cli fanteria e da cac:ciatori di piccolo calibro, non che dei fucili dr fanteria di nnLico ca libro, secondo il sistema Milbank-Amsl er: come arma nuova da sosLitui\·si s uccessiva ni ente alle nitre per· l'a rmnmenlo delle truppe attive, il fucil e a 1·ipelìzione Vetlel'li; inoltre, pet· l'arm,Jrn en to dei carnbinieri {scharfshiit:sen), e sinchè non si nbbiano le armi a ripetizione, si ha un certo numcl'Odi fucili del sistema Peabody:

(1) Dall'Hand-nud 1'aschenbuch del 1868 apparA sia s!alo adottalo rccentomcnlo 110 fu cile d~llo stesso ,:istema per i pionieri, i _quali erano Onora armati con carabioc Minié.

Esgnctn

Italia.

.I

Il sistema di chiusura delle armi trosformate è ad otturatore cilindrieo scorrevole, contenente il me('canismo di scatlo, e sostituente perciò l'acciarino deJle armi ..intichc. Pet· applicare 1.piesta trasformazione alle antiche canne, si è tolto loro il vitonc {tav. ·1°}, praticando un intaglio ad F nella parte superiore della culalla,


. ,I

266

CENNI SUUI<: ARMI POl\'l'A TILI

-e prolungaedo In parte inforiore òi questa col mezzo

di una cun etta , la quale riveste così l'incassatura e serve di canale all'otturatore. f'i,nterno della canna è allargato sul davanti del taglio ad F', per fo_rmare la camera destin ata a con tene re In cartuccia, e posteriormente è nllargata alquanto di più per contenere l'otturatore. Du e viti, una delle quali atlraversa la parete inferiore della cu latta e la cun etta, l'altea l'estre, mità posteriore della cunetta , servon o a riunire la canna all'ìncassatul'a ed ai fomimenti souoposti, surrogando così la vite ile! vitone . L'otturatore è costituito da un eilindro eon mam;brìo ·spo rgente che serve a maneggiarlo , ed è terminato anteriormente da un g rano d'acc iai o con testa leggermente tronco-c.;on ica, avvitato sul davanti del cilindro. Quando l'otturatore chiude 1a cu i-alta, il grano . combacia col raccordamcnt.o tronco-conico ehe unisce la cam era al la parte più allal"gata della cula tta. Per ottenere la chiusura conviene in trodurre l'otturatore nella culatta, facendo passare la base del manubl'io (guida) nel taglio ad F, e quindi g irarl o a destra: allora la base del manubrio rimon ta su]la supE'.rflcie leggermente inclinata dell'allargamento del taglio, e mentre spinge il grano contro il raccordamento, si appogg_ia essa stessa con tro la parte posteriore del . taglio, ed è così in posizione da sostenere l'urto proveniente dall'esplosione della carica. Jl grano è forato secondo l'asse del cilindro , pe.t' dar passaggio all'ago o spillo che deve p1;odur l'esplosione. Il meccanismo di scatto ha per motore una molla spirale. Questa sì avvolge attorn o ad uno stelo, te.r m inato anteriormente da una ,esta alla qual e è unita . con· una vite una moll a di scatto, piatta, e muniia di bottone sporgente verso l'estremità libera. Uno spillo a capocchia , introdotto nel foro di un porta-spillo

I

1

t

OEGLJ !si'EllCI't'I JWROPRI

267

cilindrico munito' di scannellatura a l', rimane unito .allo stélo mediante· l'in trod uzion e della testa di questo nella scannellatu ra del porta-spillo. Un tubetto, _di diamet1·0 intern o tale da contenere fa molla spirale, avvolge l'esLrernità posteriore di questa, ed il suo f'ond o è forato per da r passaggio all o stel,o: il tubetto è mu_niLo posteriormente di 1111 nasello pel suo maneggio, ed anteriormeote di un den te sporgente. Finalmente all'estremitb post€riore dello stelo è avvitato un bottone. Il ·meccanismo e.sse.ndo così composto, ne consegue che, se il tubet to è in una posizione fissa, si potrà comprimere la rnolla spirale tira~.do indietro il bottone dell o stelo; e reeiprocamente, se lo stcJo è umotenuto io una posir. ione fissa, si potrà comprim ere la molla spie-aie .spingendo avanti il tubetto. Tutto qu esto mecean ismo si introduce uel cilindro <lell'oltmatore dalla. pnrte posteriore. A questo scopo la superficie interna del eil indro present.a -due scannellature. Una di queste. è destina ta a dar passaggio all'estremità fissa della molla di seatto ed al .bottone della sua estremità libe ra, ed è aperta da due finestre, l'u'na posteriore , picco la , nella quale può entrar<~ il bottone della malia, e l'altra anteriore, allungata, che lasci a sèoperta l'estrernitù fissa della molla . L'altra scannellaturo è destincila a dar passaggio al den te del tubetto, ed è ripiegata a destra ed all 'indi etro alla sua estremità anteriore, eosicehè se il tubetto viene spinto avanti e quindi girato a destra, esso ri rpane in posizione fissa _nell'otturatore. Analogamente, quando il bottone della molla di scatto è entrato, per l'elasticitfi di. questa, nella sua finestrella , lo stelo rimane in posizi one fissa nell'otturatore. In q?esto caso dunqu~ la molla spirale sarà compressa o distesa, secondoch e il tubetto sarà spi nto avanti e girato a destra, ovvero girato a sinistra e ritirato indiet,L'O . Se poi , -quando


2(ì8

CENNI SULJ.É AllnII l>OflTATH,1

liEGLl ESE!ìClTl El.JllO!'El

la molla spirale è compressa, si respinge in dentro da lla finestrella il bottone della molla di seauo, lo stelo . deve cedere all'azione della mol la- spirale, la quale distendendosi la spinge avanti, così che lo spillo, passando pel foro del grano, va a perfo rare la .car-· tu!.:cia . In questa corsa dello stelo, il pol'ta-spi llo urta eont.r·o l'estrernitn interna del grano, motivo pel quale, aftìnc di evitare i guasti , il porta-spillo è rnunìto anteriormente di una piccola rosetta di ottone destinata a sopportare l'urto. ScatLt1la l'arrnn, se si impugna il bottone dello stelo e lo si ritira indi etro fìnchè il bottone della moli<!. di scatto sia rientrato nella sua Cine strelln , la molla spi rale s,u·ù nuovam ente comprC'ssa ed il rnecea nisrno pronto a scntlarc. E se si ri tira in-· dietro il tubetto girandolo a sinistra, la molla spirale riprr~nd e la sua posì;,:ionc di ri poso .. Per ottenere lo scntto dell'arma, quando l'otturatore è a posto e chiud e la culatta, è fissato sotto la cunetta un bil,rnciere, con due denti snodnti alle sue due estrernitù. Questi denti ntlruversano là cunetta, e possono sporgere alternutivunente su!la sua parte su periore: quello anteriore, leggermen te tronco-conico, è il dente di scatto; quello posteriore, folto a gnncio, è ii d0.ntr: cli sicurezza. Ufla piccola molla fissn ta'alla cunetta tende ad abbassare la parte an teriore d(d bi lanciere, e tiene per conseguenza abbassato il dente di scntto. La tavola del g rilletto appoggia d irett;unente sotto l' estremità anterio re del bilancier'e , cosicd1è un·endo sul grilletto si può vincere In forza del la moln . lcttil, ria lzare il dente di scatto, ed abb assare il ,fonte di sicurezza. Quando I' ottu rat9rc chiude la cula tta, j'J dente di scatto corrì s-poncle precisamente ,~ lla ,fìnestrélla de.Ila molla di scatto, cosicchè, se il meccanismo è pronto· a seatl.are, ugendo sul grill,~tto si respìnge il bollone della. molla di scatto, o l'ago si avanza.

Che se poi l'arma scattasse senza i'azion e del grilletto, il bottone posteriorn dello stelo incontrerebbe il dente di sic urezza , dal qual e sarebbe feriri~to prima che l'ago potesse giungere all'innesco della cartuccia. Per evitare che, quando si apte .1a cu latta tirando indietro l'o tturntore, questo possa separa rsi dall'arm,a, trovasi, si tuu.to sotto il ponticello un ri tegn o composto di un albero che attravers<1 la canna, avvolto da un a piccola molla spirale che tende a spingerlo sempre all'insù , e terminato inferiormente da una testa . La estremllù superiore dell' albE)ro è così spinta sempre verso l'otturatore . Quando il manub rio dell'otturatore è diretto secondo . il taglio della canna, cosicchè si possa aprire la cùlatla, il cilindro · presenta al dente cli ritegno una piccola scannelll)tura terminala. in avanti da un risalto: per tal ·modo, tirando indie tro ,l'ottura tore, esso è costretto a fermarsi quando il dente cli ritegno giunge al risalto della scannellatura. Allora l[J. parte superiore della culatta è aperta, e si pu<) jntrodurre u,na cai'tuccia nella camera. Quando la culatta è chiusa, il dente di ritegno corrìsponde alla fines tra allungata della molla di scatto. Se il .bottone della molla di scatto è entrato nella sua finestrella (ossia se la molla spirale è compressa e lo sp illo rientrato nell'otturatore), il dente di ritegno si appoggia contro l' estremi tà. fissa e più sporgente della · rnolla· di scatto ; ·allora un piccolo sforzo basta per far girare l'ouuratore ed aprir la culatta. Ma se l'arma è scattata, il denLè di ritegno en tra più profondamente nella scannellat ura, ed impedisce di girare l'o tturatore. Così la culatta non può aprìrsi se l'ago non è rientl'ato nell'otturatore, il che toglie il pericolo di far partire il colpo nei chiudere la culatta. Potendo poi succedere che pel logoramento_.dell'intaglio contro il quale si appoggia il rnanubrio del-

1

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ANNO ·xiv,, Vo.1., m .

269

18


:270

271 . A questo scopo serve un f>strattore n puntaj

CENNI SULLE ARlllI POfiTA'l'ILl

l'otturatore, il grano non combaci col raecordamen to .della camèra . quando l'arma è ' chiusa, si può interporre tra il grano ed il cilindro una o più rosette di rame da grani per allungare 'éosì l'otturatore. È un carattere distintivo della trasformazione i taliana quello che, quantunque la cartuccia non sia metallica, pure le sfuggite di gas non sono i1l_lpedite dalla conformazione del meccanismo· di chiusura, ma bensì da un fondello di panno ( dappl'irna di caoutchouc} situato nella parte posteriore della cartuccia. E ciò perchè il combacfamento del grano col rar.cordarnento della canna non può mai esser perfetto, e specialmente non può esser forzato. La cartuccia è di carta; il proietto espansivo, a vano quadrangolare, è quello stesso già in uso per le armi a caricamento dalla bocca, e perciò di diametro inferiore a quello dell'anima, ed è calzato di un tacco di carta compressa che porta l'innesco fulminante ('1}. Il tacco ha una grossezza minore al centro, affinchè l'ago possa perfol'arlo completamente, e permettere così ai gaz di espandersi nel vano del proietto e forzarlo. Il bossolo della cartuccia è legato sopra la punta del proietto; posteriormente è rivestito da un contro-bossolo, pure di carta, e fra il bossolo ed il contro-bossolo rimane cÒmpreso il fondello di panno unto. La cartuccia è ingrassata nella sua parte antel'iore. La posizione dell'innesco obbliga lo spillo ad attraversare tutta la polvere prima dì giungere all'innesco. La presenza del fondello di panno nella cartuccia obbliga ad es.t rarlo_ dopo ogni sparo, almeno quando si cura piuttosto la giùstezza di tiro che la rapidità (1) Composto di 70 p. di clorato di potassa, 80 p. di solfuro d'antimonio, 6 p. di zolfo raffinato in polvere e 5 p. di carbone.

DEGLI ESEllCI'l'l EUR6PE1

/l

del fooco. separato dall'arma ed attaccato nlla giberna del soldato. Le Mmi trasformate finora so'no il fuc ile d i fanteria modello 1860 e la carnbina dn bel'sagl ieri modell o 1856. Il fucile è munito di baionetta a trespigoli; le fascette sono a molla; la bar.chetta è fermata nella sua custodia da un risalto fissato ad essa (1 ), e che entrn io un incavo praticato nel.bocchino . L'alzo è a finestre o camere; si può abbattere avanti ed ii1clietro, ed è graduato pel tiro fino a òOO metri. La carabina è munita di sciabola baionetta a lama diriHa e :id un sol taglio, col pi(mo del la -lama parallelo all'asse de]1'a carnia: la 1/acchetta è fis:;ata in modo analogo a quello indi·cato pel fucile. L'a lzo è a cursore, non può abbattersi che in avanti, ed è graduato pel tiro fino a WO metei. Le dimensioni principal{ ed i pesi delle armi trasformate e della cartuccia sono i segnenti: Futile

Cal ibro dell'arma Larghezza della canna (parte rigata). Numero Larghezza. Q.) ,... ·bi) Profondità. ~ Passo Inclinazione (da sinistra a destra). Lungh. tot. dell'arma: con baionetta Id. senza id. Peso tot.aie dell'arma: con baionetta Id. senza id.

Carabina

»

898

,11, 5 751

N.

4

,i.

))

7

7

l\lill . 0,25 )) 2000 Gr. 1 °31' !\liii. 1874

o, 25

Mili. 17, 5

» HH Chi!. 4, r,O ))

4, 15

2000 1° 34'

4770 4268 4, 81 4,02

~

(1) Una recente disposizione abolisce provvisoriamentr. le bacchelle , eccr tto per · i sott'uffiziali . li lnro pes-o essendo di chil. O. 25 pel fuci le e O. 21 per la carabina, i pesi delle armi in servizio restano diminuiti di queste quantità.


Diametro del proietto Lunghezza del proietto . Id. della cartuccia Peso del proieLLo . Id. della carica . Id. della cartuccia Id. del pacco di 8 cartuccie

273

DEGLI ESEflCI'l'l EUROPEl

CENNI SULLE M1m I'Ol\TA'l'lLI

è di circa 3 1G meLri; coHa carabina la velocità ini-

1\lìll. :\ 7, 2 24,i:> ;j3 Gr . 36 4. , ;:; » }) 4.3, 8 ).) 37B

1

))

>)

I mo\'imenti nec,~ssari pel caricamento e lo sparo dell'arma sono sei, riducibili a cinque nel tiro acc.:elerato ed a piccole distanze, cioè: 1° Impugna re il bottone e tirare indietro lo stelo; :2° Impugnare il manubrio dell'oLturatore, girarlo a sinjstra e tirarlo indietro; 3° Se non si tratta di tiro accelernto , cstrnrre dalla camera il fondello deìla cartuccia, valendosi dell'estrattore a mano; 4° Intt'odurre la cartuccia nella camera; 5° Spingere avanti l'otturatore e gfrarlo a destra; , 6° Puntare e premere sul willetto. Se non si vuole sparare, imece del · sesto movimento; si deve premere ,sul nasello del tnbet.to e girado a sinisti·a, affinchè esso possa retl'oee<lere e la molla sp irale si disLenda. In questa posizione, l'otturatore non pub aprirsi. La velocità del tiro accelerato può ritenersi essere di 1 O a H colpi per minuto mirando, e 115 a Hì non mirando, allorquando non si estrae il fondello;' e di 8 èolpi al più quando esso si estragga. La. velocità iniziale ciel proietto lanciato dal fucil e, secondo le più recenti esperienze al pendolo bulisLico,

<I

ziale riesce . alquanto minore. , Le circostanze di tiro del fucile, quali risultano dalle esperienze faLte per la sua adozione e per la grndna-zione dell'alzo, lasciano supporre che il pl'oieuo parta con una depression e inizic.1le di circa 13', fatto questo che sì riscontra assai spesso nel tiro delie armi portatili , come vedremo in segui i.o, e i:;he viene genera lmente attribuito alle vibrazioni della canna nel tiro (1 ). Ciò ammesso, i caratteri princjpali del tiro del fueil è sono com pendi ati nello specchi o seg uente: 1

· (1) !.'ammettere un angolo di rilevamcnlo o cli depressione ·

n_ella direzion o di partenza del proietto, è il solo mezzo di si)iegarn il follo, che la curva rappresentante la relazione tra gli angoli di mira e le distanze, non può passare per l'origine d!)lle cnordina'te: tale supposi;,fone ò ormai ge1~eralmentc am-,, messa, e fu riconosciuta sperimentalmente nel fucile svizzero da cacciatori nel 1864. Del rGslo essa non influisce su altri dati dello specchio qui sopra, che su quelli della colonna wngoli di tiro: o quando essa non volesse ammettersi, e si volessero considerare gli angoli di mira come angoli effettivi di tiro, si cadrebbe nc, ll'assurdo che gli angoli di caduta alle piccole distanze sarebbero inferiori agli angoli di tiro.


I

~

27i

I

AKGOLI

"' 6 -~ SPAZIOBATTUTO(1) Raggio ·u, ; d lii

.....

<I)~

Distanze

~

di mira -

<li

I

tiro

di

caduta

f

~

<ti

·o- - . font. cavali. dei colpi A E

l "' 70 2" 40 In metà

:, .... 'O

-C,

13·

-

-

-

27

O" ·14'

o• 17'

48'

0° 35'

I

200

o• o• o·

800

1° 14'

ì·

400

1° 47'

l° 84'

2• 22'

8, 47

43

64

L 12

500

2° 25'

2• 12'

3· .28'

6, 25

30

43

1, 63

600

3, 10'

2• 57'

4° 45'

10, 19

22

28

2, 25

o 100

l'

l

27t>,

essendo minore per la carab in a la tolleranza di calibro dell'arma in servizio, ne consegue che in pratica la sua giustezza di tiro riesce alquanto maggiore di quella del fucile.

a ll'a ltezza di circolo · che con tiene

8 -~ Cj _,

mPtr,

DEGLI ESERCI'IU EUROPEI

CENNI SULLE ARMI PORTATILI

-

-

-

o. 12

184

191

0° 45'

O, 60

249

254

o, 16 o, 39

l° 18'

1, 66

71

117

o. 70

Francia.

Il fucile modello 1866, che è l'arma nuova adotta.ta per l'armam ento della fanteria e dei cacciatori, non è effettivamente altro che il fucile proposto dopo div~rsi anni di esperienze dalla Commissione del tiro di Vincennes, al qnale è stato applicato il sistema di chi ll snra Chassepot. Questo è ad ago, e ad otturntore cilindrico-scorrevole, come quello precedentemente descritto, ma ne differisce in uno dei caratteri essenziali, cio è che le sfu ggite dei gaz, invece di essere impedite .da un'appendice della cartuccia, Io sono da un'appendice del meccanismo di chiusura. La cannn, nel la quale trovasi la camera della cartuccia', è pi·olunga ta all'indietro da una falsa culatta avvitata alla canna stessa (tàv. 2a) e nella quale muovesi l'otturatore. Nella falsa culatta è praticato superiormente un taglio ad F, ,malogo a quello della trasformazione i taliana. L'otturatore a è un cilindro di ferro, cavo, munito di un manubrio b pel suo maneggio. Anteriormente esso è munito di una testa mobile e, fa tta per dar prtssagg10 all'ago , e prolungata in avan ti ed indietro,. 1

Quanto alla carabina da bersaglieri, i risultati delle esperienze eseguite essendò l'iesciti meno regolari che non qnelli rP-iflt ivi al fu cile , non se ne posso no de:.. du rre dr.Ile cifre che inspirino una Sllffìciente fiducia. Del resto la ve1ocità inizial e del proietto essendo minore, è naturale che la traiettoria deve essere p·iù· curva che non quella del fucile . D'altra parte però,

(1) Affìncbè si possano paragomire tra loro gli spa7.ii batluti da lle va rie spe,,ie di armi, si sono lutt.i riforiti ai hrrsagl i di metri 1, '70 e di 2. 40 di allezza, come ra p presentanti r ispettivamente le truppe di fa nteria e di cavalleria. Pc.I bersag lio di metl'i 1, 70 di a ltezza, s i suppone che la linea di mira sia di- . retta a metà altezza del bersagl'i o, e parallelamen te al terrnno: yer quello di m1:1tri 2, 40 che si p1rnti al l'altezza di metri 1, 00 da terra e parallelamente al terreno.

'l.

I


! 276

CENNI SULLE AMII PO.llTATÌLI

La parte posteriore o coda del prolungamento terrùina con un rìsalto~ e la punta di una piceola. vite fissata sulla base ·del n1anubrio, giungendo fin contro la.coda e contrastando col risalto, frnpcdisce alla testa mobile di escir fuori dell'otturatore mentre le permette di muoversi all'indietro. Sulla coda è infilato un anello o disco foralo di caoutchouc d il quale J'imane così stretto tra la . parte più larga della testa n~obile, e la parte anteriore clell'ottu·ratore. Sparando l'arma, la testa mobile, cedendo all'azione dei gaz, comprime il disco di caoutchouc e lo obbliga a clìlatàrsicÌl'colarmente appoggiando contro le pareti della culatta, e chiudendo così ogni adito alle sfuggite dei gaz. Lo spazio compreso tra le pareti del prolungamento anteriore della testa mobile, o. dardo, e quelle della culatta costituisce una camera di espansione nella quale i gaz si espand~no, spingendo poi colla loro dilatazione foori della cannà ogni residuo della cartuccia. Il i11eccarrismo di scaUo è in parte nell'interno del1' otturatore, ed in parte dietro di esso. Il motore è una molla spirale avvolta attorno ad uno stelo e, alla testa del quale sono fissati un porta-spillo ed uno . , spillo in modo identico a quello accennato per la trasforh1azione italiana. Un grano f avvitato nell'interno dell'otturatcre, limita sul davanti la corsa deJio stelo, un tappo a vite g, forato per dar passaggio allo stelo, trattiene la molla spirale .nell'interno dell' otturatore. Lo stelo è terminato posteriormente da un cane h che si può far scorrere sul fondo · della falsa culatta, sul quale si appoggia mediante una 1·oseua per diminuire gli attriti. Quando ' l'ol.turatore chiude la culatta, se il cane è tirato indietro, la molla spirale è compressa, e lasciando libero il _cane, essa si distende e spinge avanti l'ago che va a perforare la cartuccia. Questo movimento si ottiene nell'arma mediante

.... DEGLI ESE!\Cl'rI · EOI\OPEI

277 .

l'azione del g1·ìlletto. Una molla k fissata per un estt·emi tà al disotto della folsa culatta, porta un dente m . il quale spinto dal l'elasticità della molla stessa, attraversa la falsa culatta e viene a sporgere snl fondo di qùesta .. All'estremità della m9lla è im_pernato il ~rilletto, e quando questo si trae indietro , esso costnnge . il dente della molla ad abbassarsi. Il cane presenta inferiormente un piano inclinato n di acciaio Lemprato 1 dettò noce per analogia d'ufficio di questa parte colla noce dell'antico acciarino. Quaodo la · noce si trova indietro del dente del gri lletto, questo ruttiene il cane, ed abbassando il dente del grillet.to, l'arma scatta." Allorquando, introdotta la canuccia nella camera, si chiude lu cuiatta spingendo avanti l'otturatore e girandolo a destra, il cane si trova arrestato dal dente del grilletto, come è rappresentato cl alla fig. 1°. Agendo s ul grilletto si abbassa il suo dente, e la rnolla spirale si distende facendo avanzare lo stelo e l'ago come nella fig. 2,n• Per evitare che lo scatto possa succedere quando la culatta non è pe1'fettamente chiusa, il cane porta sul davanti il becco p, la cui parte inferiore è sporgente. Quando l'arrr~a è ben chiusa, l'otturatore presenta al becco una scannellatura lunga quanto la corsa dpll'ago, ed il eane può. allora avanzare. Che se invece l'arma non fosse chiusa, il becco del cane incontrerebbe il corpo dell'otturaLorc e non potrebbe 1:1vanzare. Una seconda scannellatura dell'otturatore, mollo più corta della prima, si presenta al becco del cane qmrndo il manubrio dell'otturatOl'e è alquanto in clinato sulla destra. Se in questa posizione si fa scatlé1r l'arma, il cane avanza finchè il suo beceo entri nella seannellatura, e l'ago giunge colla sua punta all'estremitù del dardo. Questa è la posizione di-·sicurezza ruppre.sentata dalla fig. aa.


278

CENNI SUI,LE ARMT PORTATILI

Quando il becco del cane . è impegnato, sia nella scannellatura di scatto, sia in quella di sicu rezza, esso impedisce all'otturatore di girare, ed alla culatta · di aprirsi . Cosicchè per aprir l'arma , è necessario prima tirare indietro il cane, forzandosi il dente del grilletto lungo il piano inclinato della noce fino ad oltrepa-ssarlo: allora l'otturatore può girare ed esser tirato indietro. Per limitare la corsa dell'otturatore esso è m-unito di una scannellatura laterale nella quale entra l'estremità di ·una v-ite q fissata alla. falsa culatta. È da notarsi che mentre nei sistemi .italiano e prussiano si può smontarne l'otturatore e cambiarne le parti guaste (molla spirale e spillo) sen~a l'aiuto del cacciavite, il sistema Chassepot necessita non soltanto l'uso di questo, ma pur ànche quello di una chi.ave speciale per svitare il tappo posteriore deJl'otturatore. La cartuccia (fig . 5") è di carta, ricoperta da un involucro di seta (gaze de soie); l'innesco è contenuto . in una cassuletta fissata con un disco di ca rtoncino alla parte posteriore della cartuccia, e ri coperta da una piccola foglia di caoutcho1,1c. Anteriormente essa è terminata da un piccolo la cco forato di cartone; la pallottola~ottenuta per compressione, massiccia, e dì diam etro maggiore di que11a della canna, è posta anteriormente al tacco e fissata alla cartuccia con un · invoglio di carta ed una legatura. Il fucil e modeJlo 1866 ha l'incassatura di noce ed è provvi~lo di fascette a molla: la bacchetta è fissata al bocch ino mediante un risalto che trovasi sulla sua superfici e . La sciaboln-baionet.ta, in forma di yatagan , abb1·a ccia con un foro della sua crociera la bocca ·della canna, ed è fissata con una molla. ad un fe rmo , saldato al!i\ canna stessa; la lama, a . sgusciature molto profonde, trovasi in un piano che passa per l'asse clelln can11a, ver·so il quale è_ rivolta In costola. J.'nlzo

2.79 è a èursore col piede a gradini, epperciò anf\logo a q11 Pl1 0 dei fucil i inglesi (V. tav. 8•) ed è graduato pel tiro fino a 11000 metri. Le dimensioni ed i pesi principali dell'arma e della cartuccia sono i seguenti (1): DEGLI ESERCITl EUROPEI

Calibro dell'arma . Lungb eiza della canna (parte rigata) . ( Numero . ' _

MilL

~

Mili. 4,32

) Larghezza (eguale ai pieni) . .

))

'

N.

H

702 4

Profondità . . . . . . . » 0,3 p aS'-O . , . . . . . . . . . )) 550 \ Inclinazione (da destra a sinistra) 3° 36' Lungh. tot. dell'a1·ma: con sciab.-baionetta. Mill. 1870 Id. )) senza id. 1305 Peso totale dell'arma: con sciab.-baionetta. Chil. 4,68 Id. senza id . » 4·, 05 ~,o ~

.

1

.,.

Diametro massimo del proietto . Lunghezza del proietto Id. della cartuccia Peso del proietto Id. dell a carica ('2) Id. della cartuccia Id. del pacco di 9 cartuccie

Mili. 1 11, 6 ))

.. » Gr. )) ))

»

25 67 25 5,25 31,5 297 .

I movimenti necessari pel caricamento e lo sparo dell'arma sono cinque, c10è:

(1) Vedi il « Ra71port rle ·la Commission 111ilitcii·re su1· l'exposition inte1·natioriale de 1867 - Jllinistère de la ,guerre Pa1·is 1868 » dal quale ò ricavata la massima parte di queste

misure. (2) · Oi polvere B o ~I° 1866, composia di 74 p. di salnit.ro. 15, 5 p. di carbone e 10, 5 p. di zolfo.


280

CENNI SULLE ARMI POWl'ATILI

28·!

bÉGLi ESEl\Cl'J'l EUllOPE1

1° Armare il cane ossia tirare indietro lo stelo ; 2° Impugnare il méHJuhrio dell'otturatore, gil'arl o a sinistra e tirarlo indietro; · 3° Introdurre la cartuccia nella camera; 4.. 0 Spingere è,vanti l'oU.uratore e girarlo a destra; 5° Puntàre e premere sul grilletto. Se non si .vuol sparnre, nel quarto movimento si

gira l'otturatore a destra soltanto in parte, e quindi si abbatte il cane finchè il dente del suo becco entri nell'incastt·o di sicurezza del cilindro. In questa posiiione, la molla spi rale non è nè totalmente distesa, nè totalmente eompressa, e la cu la tta non può essere ..iperta. La velocità del tiro accelerato dicesi essere di 11 a 12 colpi per minuto. La veloèitù iniziale del prpietto è di circa 420 metri. Le circostanze -del tiro lasciano _su pporre che nella direzione dì partenza del proietto vi sia una depressione di circa 7'. I caratteei rlel ti1·0 sono riassunt.i nello specchio seguente (1) : 1

I Distanze'

I

c:lnt~el

l '" 70 2w 40 la metà . fant. cavali. dei colpii

di

di

Raggio del

caduta

l

7'

J

l

o• 18'

0° 11'

o•

12'

o, 09

207

2~

200- 0° 31'

0° 21·

0° 28·

O, 38

211

280

0,25

0° 40·

I 0° 48' 1

0,96

360

O, 83

100

o• 41' 1° ,1'

1,89

': I 133

500

_1• 2;,

io

600

l° 44'

l;

100

2° 7'

2•

2· 31'

I z, 58'

10.J

300

800

0° ' 57' I 1° 12'

900

I 3,

0~5

o,

41

rn· I 1° 37'· 37' J 2° 11' o· 12° 47'

3, 22

52 1 . DO

o, 50

5, 04

40

7,41

34

o, 61 o, 78

2· 24'

I 3, 26'

10, 43

28

1, 01

2· 51'

J

4· 9·

14, 13

23

l , 32

l

1000

(J} Vedi 1iel P!o(mnies « 'Naue hù1terlacl:ungs Geweh?'e, paginci $20 » i risultati di esperienza dai qual i so no dedotti i dati di questo specch io, in mancanza di dati più posi tivi di origine francese.

di

mira , tiro

o•

o

1 all'altezza di

metri

I

I SPAZIO BATTUT~

ANGO L I

2,' \ 3° 20· I 4· 55'

18, 60

], '14

La trasformazione delle armi antiche, cioè Jd fucile di fanteria, della carabina da cacciatori, del fucile da dragoni e del moschetto di gendarmeria , è stai.a aclottat,a nel 1867. Il siste,na di chiusura, .ratngurato nellv tav. 3a, fig. ,1a è analogo a quello Sni'der aclotta'to in Inghilter,ra, ma è attribuito dai Francesi. all'armaiuolo Schneidel'. Come in quello inglese, l'otturatore cilindrico è mobile attorno ad una cerniera situata parallelamente all'asse della canna, sulla destra della fa lsa culattu avvitata all'estremità della canna stessa (•I). 1

(l) Vçdi la descrizione della trasformazione inglese in seguilo.


282

283

CENNI SULLt AltMl PO!t'l'A'r!Ll

OtGLl ESEI\Cl'l'l EOUOPJU

Le differenze tra il sistema inglese. e questo consistono nell'es:,ot·e l'otturatore francese più corto, sgmwiato al di sono e munito di dente a molla di eh iusura a sinisll'a; ncll'avne sgusciala l' eslrcmi1à della fnlsa culatta dietro l'otLUratore per l'enderc più fa cile l'introduzion e della cartuccia; nell'avere il percuotitoio munito di una tosta che in caso di bisogno si può prend e.re colle dita .per farlo retrocedere, e finaln1ente nell'avere la molla spii-aie della cerniera scoperta. La cartuccia (fig. 2•) è metallica, ad frrnesco centrale, e fatta secondo un sistPma nnalogo a quello Boxer, cioè col fondello metallico che porta al centro l'innesco :in una cassuleLLa ùi rame, mantenuta do un anello di cartone, ed il tubo fo1·malo di una foglia di ottone sottile coperta di carta e? arrotolata due volte. La pallottola del fucile (che è quella appunto roppresentata nella lìgura della célf'tuccio) è cava, 111 sua cavità è riempila da un tacro di cartone, e fra di essa e la polvere è interposto un ta~co di feltro: quella da corabina è massiccia: am bedue sono munite di scannellature sulla pa rle cilindrica. C'he vengono riempite di grasso prima di int!'odurre la pallottola nella cartuccia. Il fuci le l\Iodello •181S7 trasformato, ha la baionetta a quattro spigoli, le fascette a niolla, la b,w,·hrtta munita di risalto, e l'alzo rappresentato dalla fig. 3°, groduato pel tiro fino a 600 metri. La curabina è analoga al fucil e, ma ha l'alzo a cu rsore gl'aduato fino a •I 100 metri, ed una sciabola-baionetta in forma

di yatagan . AmbeduA le armi hanno l'acciarino a movim ento indietro, a catenella (fig. 4"). Le dimensioni ed i pesi delle armi modello ~ 851 trasformate al modello 1867 , e delle loro cartuccie, ... sono i seguerHi:

Il disegno della lrnsfnrmàziono francf'se ò lrntto clall' Ol'ste1·?·eichische "illilitiirù:chc ZeitscMift. puntala di ollohre 1868; le diroPnsioui dal Rappo1·t de la Con,mission ,lfilitai1·e sw· l'expo $ition dc 1867, e dall' Aide-Me'moirc de campagne 1864.

hcile

Calibro dell'arma Lunghezza della canna (parte rigata) ( Numero ~ ) Larghezza . . . . . · . ~ Profondità. . . . . ~ Passo . . . . . . . Inclinazione (da sinistra a destra) . Lunghezza totale : con baionetta ld. senza id. Peso toLale: con bai.onetta Id. senza id. Diametro del proietto . Lungh ezza del proietto Id. della cartncci a Peso del proietto Id. della carica Id. della cartuccia

Mili. 17,8 '1)

N. }liii. ))

938

4 6, iS

Cmbin,

17, 8 777 4 6,5

1

o'"'9. O, 5 aO, 3

2000

2000

1° 36' Mill. •1933 )) ,J 4:23

1° 36' 1826

1>

Chil. 4,, 80 )) 4,45 Mill. 48,8 )) 24 )) 49 Gr. 36 » 4,5 » 50

·1250 5, 48 4,67 18, 4

23,2 4.7, 5 48 15 59

I movimenti necessari per caricare a sparare queste armi sono sei, cioè: 1° Armare il cane;

2° Premern col pollice sul t1asello dell'otturatore, e girare l'otturatore a destra; 3° Tirare indietro l'otturatore co mprimendo la molla della cerniera, per portarn il bossolo della cartuccia sparala nella fa!sa culatta, e quindi girara l'arm a a sinistra pe rchè il bossolo cada a terra; 4° Introdurre una cartuccia nella camera;


::&84

CÈNNl SULLE Al\i\it POR'I'A'I'IL! DEGÌ,l ESEI\CI'l'i ÈUllOl'~Ì

-

e

5° Richiudere . l'otLuratore girandolo a sinistra e comprimendolo sulla falsa culatta finchè il dente di chiusura entci nel spo incastro; 6° Puntare e premern sul grilletto. Quando le feccie abb.iano imbratlato il fòro del per'Cuotitoio · in modo che questo non retroceda da · per sè, convi ene, prima di aprire l'otturatore, pren dere coli.e dita la testa del percuotitoio e tirarlo indietro. Se non si spara, si abbnssa il ca.ne sulla taccu di sicurezza; allora l'o LLuratorc non può sollevarsi. La velocità del tiro accelerato, coll'aforn pulita, dicesi essere di circa 1:z col1)i al minuto. La velocità iniz iale del proietto lanciato dalla carabina è di circa 290 metri. Non si conosee quella <lei proietto lanciato dal fucile. . Non si conoscono neppme i caratteri del tiro cli ques te a:rmi.. È però probabile che il tiro del fuc il e, fatto in circostanze ben µoco diverse da quelle della trasformazione italiana, non si discosti guarì da questo.

.

HIVISTA TECNOLOGICA

Potati nailifa,•i " c nfeuaria ,lei aiguor .,one• o.d,)lltfli in .lnyl,illerru.

l.

I ponti sospesi sembrava che dovessero quasi scomparire dal dominio dell'urle, massime dopo che la grande e· svariata fomiglia delle travate all'americana si è così generalmente diffusa in lutto il mondo. Pure la breve ,·ita cli quei ponti non era pussala senza lasciare splendidi ricordi, perchè il ponte sospeso di Kieff in Hussia, di cui le qunllru luci principali hanno ciascuna 13.i, metri di lunghezza, sori) sempre mì bello esempio di costruzione ardita e solidissima, e tuie da non consigliare a porre in abbandono questo sistema di ponti . Lo stesso dicasi dei ponti sospesi di Londrn , '1i Friburgo, di Me1Jai e Conwny nel paese di Galles, di PcsLh e di nltri tali di minorfl gra11de.zza, i qu.ili non si possono uon overe come costruzioni piennme nte riescite. Gli scrittori, sen1.a dissimulnre i difetti dei ponti sospesi, li riguurdano però come spesso

Capitano A. CEtU\UTi:. ftfaggiore E. GrovANNE'f'fÌ. (Cont'intia)

,

ANNO

.xtv, Voi..

111.

19


RIVISTA

287

TEC ~fl l.OGICA

comodi ed econom1c1 ed in vari casi come i soli possibili a costruirsi. CosJ pei ponti militari è cef'to che, avendosi da attraversare dei p1·ofondi burroni le cui scarpe sicno mollo dirupate; dei lorrenli impetuosi o un fium e che nel tempo del disgelo tra~c:ini seco dei banchi rii ghiaccio; o avenclosi da ristab ilire il passuggio su qualche arco mionto di un ponte assai allo, i ponti sospesi riescono grnndemcn te utili e forse i migliori. Oappoichè le lunghe travi armate che si dovrebbero impiego1·c in que~ti casi so1:_o certo difficili a collocarsi sped itamen te i11 opern a causa del loro peso; laddove il carattere distintiYO dei ponti sospesi è app un 10 q 11ella lrggerrzr.a 11111lo desidera bile nei malel'i ..di di guerra. Onde non sa1·à disutile richiamare l'attenz ione dei nostri letLori su rii un rnoderno trorato, il quale ha rim esso novella mente in vigore i ponti sospesi, po r· ntO<ÌO che essi potran no rendere segnalali servigi in moltissimi casi agli eserciti. Il più semplice sistema di ponti so::-pesi è certamente quello eletto a catenaria, nel quale il palco del ponto riposa diretlo.111entc su forti catene tese da una riva all'altra. Una felice opplira zionc di tal sistema fecero gl'Inglesi nel 1810 in Alcantn ra in 110 pon te di 30 m etri di lunghezza, foggiato con corde di canape; il quale, come tutti sanno, servl per circa un mese al passaggio dell'eseJ'cito, senza in convenienti di SOL'la. Nontlimeno questo sistema era ondato un po' giù o, se non altro, era limilato nlle portate di f5 a 20 metri al massimo. Si lamentava che, a fine di attenuare le oscillazioni ,lei ponte nel sen!-O trosversnle e dargli la neces:;aria stabilità, era duopo tendere molto le ca tene; e però aumentarne considerevolrne11Le il num ero e il diametro affinchè non si spczznssero. Aggiu ngasi che per essersi fin ora adoperate in cotesti

ponti delle corde di canape>., essi honno sempre inspirato poc11 fi<l ucia, sia per la incerta resistem.:a del canape, sia per la vnriabilitù ùe~la lunghezza delle .funi sotto le vicenrlc igrom etriche; sin perchè, non potendosi avere sempre delle funi di ouima qualità, era duopo sovente servirsi di quelle in mediocre stato e già usate. Ora il signol' Jones rimedia a tilt.ti quesli inconvenienti sostituen do alle corde di canape ni<>.nle altro che il puro ferro in lam ine galvanizznto. Gii1 fin dal 1857 il )lolinos scri\'C\'U: « ora che l'uso sempre « più crescente del ferro nelle grand i costruzion i ha <i: cancellato la manior parte Jc,: pregiudi::.ii che al·« lontaun.va110 .;f (er1·0 laminato clai _ponti sospes,:, sa« rebbe a pl'opo:;ito l'esaminare se delle nlLre com.i« derazioni consigl iassero al con trorio di adoperar-lo « nella cost ruzione del le catene in preferenza delle « gomene di filo di feno. » (Annali delle op. pub. e 1lell'arohit. <li Napoli, pag. 7 1, 485,). Al presente pa rn che i voti dell'illustre ingegnere comincino ad essere esauditi, e non solo pci poni.i occasionali su catenaria, dei quali parliamo, ma allresì pei ponti sospesi pL:.opria,mente del.ti, cioè quelli nei quali il palco è soslenuto da tiranti verli<'nl i. raccoman~ati alle grantli cntene cl i sospensione.- Difo.lli è p1·0:-so al suo termine a Francfort un ponte sospeso sul Meno, comin ciato nello scorso au tunn o, il qual<~ha le calcne di sospensione form,1te cia!-c11na di cinqu e grosse lami ne di ferro sovr,,p poste le une alle altre e te nute _insieme da r.hiavarde . Questo ponte è a più luci, ed ha il l.a\'olat.o sospeso alle catene non coi soliti tÌl'on li verticali ma rnercè aste in diagonale che formano un vero reticolato di ferro a T precisamente come con:;igliani il Molin os. Questo reticolato ha il vantnggio di 1


288

IlIVl$1'_\

l'ECNOLOGlCA

ripartire la -pressione dei carichi sopra nna maggior lunghezza di catena e rendere nel t~mpo stesso le deformazioni più difficili .

Per fissare solida men te le catene gi colloca su ciascuna riva e abbas'tanza discosto· dalla sponda un grosso trave o tronco d'nlbero orizzontale perpendicolarmente all'asse del ponte e lungo -qua1ito più si può. Qu%to trave, sol idamente fermato mediante forti palafitte, sostiene le catene le quali vi si avvolgono sopra (fig. 8, tav. A) e poscia si ripiegano per ricevere le chi a va rdc. Su di una delle rive s'impiegano due di queste travi orizzontali riunite fra loro per mezzo di parnnchi per potere, secondo il solito, tendere tutto il sistemit e · da l'e al ponte ii grado di flessione ehe si vuole. Infine, secondo l'uso generale dei ponti militati sospesi, delle 'gomene oblique, tese con forza e affidate a punti fissi sulle rive del fiurne, danno al ' ponle la dovuta stab ilità. Nel rapporto della Commissione 1'1ilitare sull'esposizione di Parigi del /867, leggesi a pag. 159 che: « l principii generali della costruzione dei ponti <li , ferro laminato .sono slati approvati dal Comitato del « genio (Uoyal Engineer permanent {;ommittee) e sul « suo rapporlo ìl segretario di Stato della guerra ne « ha ordinata l'adozione nel servizio dell'esercito. » I vantaggi di questo sistema sarebbero: ' ~ 0 La grande leggerezza del m11terialc e la facilità del. trasporto. Difatti non occorrono ehe delle semplici casse per le lamine, le piccole ch iavarde ed i paranchi con le loro funi ; _perchè I grossi travi di so· stegno e le palafitte si pòssono a ragione annoverare fra quei materiali . che è facile avere in campagna . Oltre di che la facoltà di poter avvici nare quanto si vuole le catene fra di loro, permetterà adoperar tavole della minima grossezza, compatibile coi carichi che dovranno transiLare SIJ} pÒnte. 2° La leggerez~a del ponte f1,1 sl che, senza ;ot1.o-

n. Nel sistema d~I signor Jones le catene di sospensione sono_ formate .d1 tante lamine di ferro · unite fra loro da piccole che aLLraversano de'l ·"tOfl. gm ., . . chiavarde l · prat1cat1 neJ e lamine stessP.. . Ciascun pezzo di lamina ha le seguenti dimensioni : Lùnghezza . Larghezza Grossezza

,Jm 90 0"' 08 om 00·1 circa,

L? dista~za tra i fori pra tic:1ti agli estr-erni delle J~rmne è dr 1m 76; e per gli estremi del ponte s'ìm-, prngano dh;e•rsn I • delle lamine di lunrrhezza t> ,' • •e piccole chinvarde hanno le seguenti dimension i : Lunghezza . Oiametro . Le lamine sono adoperate o.semplici

om 038 0'" 008 O

sorrnpposte

le une alle ~!tre fino al numero di quattro, secondo lo. sforzo cm debbono rea-gpré · o · · E'sse , . sono rese . • t·! a una

riva all'altra e possono stare coi lembi longitudinali' a coni.allo f1~a loro oppure, distanti l'uno dall'altro da 0"' 30 a Om 60. Su queste J_arnine poggiano dìrett~me_nte _le tavole del palco e vi sono fermate mercè l ordmar10 ghindamento.


290

lUYISTA

porre le_ Cçtene a g1·andissirne tensioni, si'può rendere molto piccola la freccia o saetta che esso fa'nel mezzo a vantaggio della $labilità del sistema. ' 3° Gli s~orzi cagi9nati dal transito sul ponte es-, . send_o d1ffus1 sopra p11recchie ccJtene, ciascuna delle q_uah e in eq uilibrio da sè, è chi aro che vi sarà molta s1~urezza; non potendo la ro ltura ili una catena trascrn_ar seco la rovina di tutto il ponte. Dì più le Iamme così so ttili adottate dal Jones, oltre di esser comode pet le congiunzioni e per la manovra del ponte, de?bono inspimre maggior fiducia, essen do not~ eh~ Il g rand e assoltigli111nento del ferro nella larnrnaz1one Io rende più · raffinato e più tenace .nel senso delle fibre. . .i:° Finalmente giova riflettere che, anche \'Olendo Iim,ta'.e a :30°1 o la lunghezza di ciascuna luce di questi ponti,. non è l_1eve vantuggio l'avere in campagna un .materia.le_ leggi ero che si applica egualmente, qua- · lunque sia la lunghezza del ponte che accadrà di d?ver costruire. Difatti non si ha che a ravvicinare . _d~ mol!o le catene fra loro o adoperare più ordini d1 .lar~nne sovrapposte per dare al ponte quella forza ch_e s1 vuole, secondo la maggiore o minore lunghezza che esso dovrà avere.

'~?m

Ponte per il passaggio dell' artiglien:a in campagna·.

All'Esposizion e di Parigi del ,J 867 alcune fotooTaiìe dell'~rsenale?i WoJwich rnpp,resentarano uno di ~uesti po_nt1 sospesi destinato· al pa.ssaggio dell'artiglieria di campagna (fìg. 9). Ad esse era unita la 1\."ota $eguen !e:

TECNOLOGICA

« Questa ponte ha 30m 4-8 di lunghezza su 2m .1,,i. di « larghezzn; la sua saeua è di ·1m 30. La sna costru« zione ha richiesto 672 lamine formanti 8 catene di « sospen sione, ciascuna di 2·1 lamine in lungh ezza e « dì 4, lamine in grossezza; e 30'.2 dadi con .altrettante « chiavarde e rosette . ll ponlc pesa '.2298 chilogrammi: « il peso necessario pe.r romperlo è di Hl303 chi« logrammi. .« Due sott'ufficiuli e trentadue uomini possono costruiÌ·lo in sei ora. »

Ponte per it passaggio della fanteria.

Il ponte costruito dvl signor Jones per il pèlssaggio della fanteria aveva come il precedente la lunghezza di 30m .i,8. La sua larghezza era di '201 '.24. Questo ponte era formato di 54.6 lamine distL·ibuite in 26 catene poste a co ntatto fra di loro e della grossezza di ima sola lamina. Il peso delle catene era di chilog. 687 38. In questi ponti l'essenziale sta nella fermezza dei travi di ritenuta sulle due rive e nelle unioni delle larri'ioe consecutive , fra di loro. Ù esperienze eseguite dal sign or Jones avranno dovuto guidarlo a stabilire il diametro più conveniente delle chiavarde. Le unioni sarebbero fatte, come indica la fig. 10, con 2 sole chiavarde per il p unte di artiglieria di camp,1gna. Difatti ciascuna delle 8 catene essend-0 di 21 pezzi consecutivi, avrà 22 unioni, comprese le .due estreme sui travi di r·itenuta . Ora si ha 8 X ~2 X 2 -

352


292

293

lllYlSTA

'fECNOLOGlCA

che è appunto il numero totale di chiavarde ripQrlalo nella Nota. 1 In q_uanto alla prova dì questi ponti si potrebbe, per evi tare qualunque pericolo, srcruire il consi(l'lio dell'ingegnere signor Brunton, il ql~ale collocherebbe sul ponte una serie di botti vuote com'unican ti fra d! loro e le empir~bbe con l'acqua del fiume mediante una tromba._ Se non si vuole sperimentare il ponte fino nlla rottura , allora, fìnita l'esperienza, si lascerebbe ricader l'acqua nel fiume.

(( gli apparecchi ermetjci del signor Louvel sono da « tal natura da poter rendere di utili servigi .......... . « agli eserciti ed alla marina milital'e, sia pei loro « approvvigionamenti di farina o di biscotto nelle « lontane spedizioni, sia pei· la t~onservazione di queste « derrate alimentari nelle piazze di guerra e nei forti « staccati. »

,,____ ,. -----Apptirer.clii Lot1l1el per la eontfer,,n~loue degli . appro,migion1u11e111i mereè il ,moto. -

La buona conservazione dei grani e delle Jerrnte con1e ha in ogni tempo in te ressato il mondo cornme,rciale, così met·ita rattenzione dell'amministrazione della gt1erra, essendo gl i approvvigionamenti la base di qualunque grande impresa militnre. Il dottor Louvel presentò nell'ultima esposizione di Parigi due silos in lamie1·a della capacità dHO metri cubi; ciascun dei quali ha costato •1500 lire. Essi possono chiudersi ermeticamente-e, fattovi il vuoto con una tromba, diventano dei recipienti nei quali per lunghissimo t~rnpo si possono conservare l'avena, le fari ne eq i biscotti sì facilmente soggetti alla ver-· minazione. Infatti essendosi eseguite delle lunghe esperienze nel piccolo podere imperiale di Vi,ncennes, una Commissione presieduta dal maresciallo Vaillant .si mostrò favorevole a questi silos conchiudendo che

(,•

Il carro-<·u~inn pn- t!tfor.ere l'or,Unario th>i •oldati in ca1np11911r• tlul'lfllle le 11aarce~ . invenltdo dlii ntaggiore l•iet,.o l,witi del 3° reggimento granatieri.

Si sta esperimentandn al cafllpO di Somma il carro-cucina iqventato dal maggiore signor Inviti. Questo carro trasporla i viv~ri 'e le legna per 300 uomini ; le cucine da campagna per uffiziali e due forneJJi. ciascuno dei quali ha due marmitte della capacità di 75 litri l'una. Tutto l'apparecchio fu già sperim en-. tato da apposita Commissione a Bologna, non solo in pianura, ma , quel che più im porta, anche in collina. ed i risultati furono soddisfacentissimi. Il servizio del carro-cucina è facile e semplice e presenta risparmio , di combustibile.


295

lllV !STA STATISTICA

=====-- - -

RIVISTA STilTISTICA

..A.u.stria.

bilimenti mili turi, 84 imÌ)iegati militari e profess~ri ,1 27,251 sott'uffiziali combattenti e 5,646 non combattenti, 152,043 soldati combatLenti e 10,07¼. non combattenti. In tuLto 2•11,896 individui. La forza presente dell'esercito ammònta a 273,985 uomini, 2,50~ al!Ìevi e 38,159 cavalli . Ecco ora gli stipendi annui nuovamente fissati: Colonnello. Luogotenente colonn ello !laggiore . Capitano di 1 a cl,~sse di 2a classe Id. Luogoten'e nte. Sottotenente

fior.

3,000

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2,100

»

•i ,680

)}

))

4,200 900

'I)

no

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600

· Il bilancio deHa guerra e marina per l'anno '1870 port~ la spesa complessiva di 90,940,852 fiorini, pari a L. lt. 227,352,130.

Francia.

Per la parte ordinaria della guerra . fior. 78,100,000 Id . straord inaria id. » .t, 76'1 ,000

In contingente rli leva del 1868 fu ripartito come segue:

Totale

fior. 82,861,000

. Tra_ le spese che figunrno nella parte ordinaria del btlanc10 della guerra· ne notiamo due abbastunza rile~anti,_ le _qual_i. dir~ostrano come quivi s'incoraggino ~h. scr1t_ton ~nil~t~ri: e sono . fiorini ·,i,i ,'69~ per Io Z_eitschrift e i1orm1- 2,000 per sovvenzione ali' Associaz10ne scientifica militare. Le _truppe attive c;ootemplate nel bi lancio presentano .1. segi~ent_i effet~i".i: '10,675 uffiziali, 1,004- ca·ppellau1, ud1tor1,· medtc1 e contabili, 2 direttori di sta-

7,000 uomini.

Marina :E~ercito: Fanterja

Carnlleria Artiglieria . Genio . • Treno, istituti mitari, ecc.

70,0'10 6,890 H,050 11,900

3,150 93,000

Totale

.

93,000

-

100,0DO uornihi.


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lllVIS'l'A

STATISTICA

297

in un'arqia dell'esercito diversa da quella cui essi appartengono. Corpf> ,ti Stai o lflaggiore.

Ar-t ~.

Gli uffiziali del grado di sottotenente, luogotenente e capii.ano, aggiunti allo stato magg~or~, saran~o te~ nn ti a redigere gli stessi terni scient1fì c1 annuah degh nffiziali di stato maggiore.

Riproduciamo il Decreto Imperiale , poc'anzi emamanato, che istituisce la categoria degli uffiziali aggiunti di stato maggiore: e ciò eviden temente allo s··opo di poter facilmente ingrossare il numero degli u!lìziali di stato maggiore in caso di.mobili1.zazione. ·

At·t. 5. Art. ~0 • J luogotenenti ed i cnpita ni potranno essere chiamati n disimpegn are le funzioni del loro g~ado ~1el servizio di stato maggiore, sia presso l'esercito attivo (aux arm.ées) , sia. all' intel'no.

Il numero degli allievi da ammettersi alla Scu ola d'applicazione di stato maggio1'e verrà aumentato in una proporzione superiore alla cifra dei bisogni presenta ti dal reclutamento del corpo di stato m1Jggiore, proporzione che verrà determinata anno per anno dal nostro ministro della guerra.

Art. 6.

Durnnte il tempo del. loro serv1Z10 di ~lato .'~ag: giorc, questi ufficiali verranno retti dalle d1spos1z1om dell'art. 60 dell'Ordirwn za del H.S morzo 1838, relativa. agli uffiziali d'ordinanza impiegati presso. i ge: nerali . Essi gc.,d ranno lo stipendio :d i vuntagg1.stess1 degli uffizi.ali di stato rnnggiore di grado corl'ISpondentc. Art. 7.

Arh 2.

l sottotenenti allievi della Scuola d'applicazione , i quali dopo aver soddisfa tto agli esami di sortita non avranno potuto, per mancanza di posti vacanti, fare passaggio nel corpo di stato maggiore, rientreranno al loro reggimento col titolo d'aggiunti ( adjMnts ) dì stato maggiore, coi vantaggi riservati a questa categoria d' uffiziali dall'articolo 131 dell' Ordinamento 16 marzo 1838.

Tutti i capiw o·i, ad eccezio ne di quell i ~i ~avalleri.a di 2• clnsse, qu~ora l'interesse de.~ s~rv1z10 lo. nchicgga, potronoo essern rimpiazza.ti a1 loro co~p1, e~ in tal caso, si seguiranno a loro riguardo le d1spos1zioni degli arti coli 63 e 6t delll'Ordinanza 46 marzo "8.3~, concernente gli uflì.ziali in missione per un servmo militare sper.iale.

Art. 3. ·

Però essi non prenderanno possesso del loro impiego che dopo aver prestato un senizio di due anni

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r 298

299

STA'l'TSTJCA

RlVISTA

lista suppleLiva di allievi della Scuola sp~ciale militare. compilala come è specificato all'art. 9° prl?delto.

Art. 8.

Art. 1 ·1.

I lu ogoLenenti ed i capilnni aggiunti di stato mag-

Il nostro ministro segretario di Slalo per In guerra è incaricai.o dell'esecuzione del prf\sente decreto.

giore che si tro\'ano nei corpi di truppa, qualora essi posseggano l'attit.udirie nccessarin, potrn11no venire ammessi ad entrare col grado loro nel quadro titoJare del corpo di stato maggior·e, permutando con uffiziale del corpo di grado uguale, pel'ò sollo la esplicita condizione d'attenersi flretlamentP al disposto del § 3° dell':irt. 1>;; rlell'Ordinanza del !J6 marzo t 838; vale a dire che il pcrmulantc più nnziano in grado acconsenta a far passaggio nell a nuoYa nrma coll'anzianità del grndo e col rango dell'uITizialr menò anziano eol quale esso perrnura.

Per l'lmpcratoro

Firmat o: Il maresciallo Nmi..

Belgio~ Il bilancio della guerra. per l'anno 1869 fu stobi~ lito in L. 36,885,000, delle quali 36,455,352 3+ d1 spese ord inarie e 4,29,Gi 7 fì6 di sti·aordinorie.

ArL. ~-

Gli allievi che escono dalla Scuola speriale mili1.a11e saranno ammessi direttamente alla Scuola d'applicazione di stato maggiore, dietro loro dimanda e nell'ordine della classificazione riportala negli esarni di sorlitu pel numero dei posti di sottotenente allievo fissato annualmente, dal nostro minislrq della guerra, agli allievi di questa Scuola. '

Il contin()'ente dì leva p~r l'anno 1869 fu votato di o . . 12,000 uomini, e venne r1par11to come segue:

Funteria Cavnlleria . ' Artiglieria . Genio .

Art 10. I sottotenenti dell'esercito autorizzàti a presentarsi alla Scuola d'applicazione di stato maggiore, continueranno a concorrervi, ma solo f'ra di loro e pel numero dei posti che Yerrà annualmente fissato dnl nostro ministro della guerra. In caso d'insufficienza n~l numero degli ammessi di questa categoria, vi si supplirà col mezzo di una

IURTINT C.-1.nLO,

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8,820 uomini . 1,400 1,860

220

Gerente.


AVV.ISO

Il luogotenente generale cav. Luigi Mer.r.acapo avendo chiesto di essere esoneralo della direzione della Rivista 6Iilitare Italiana, il Ministero della guerra affidò la direzionÊ stessa al m~ggior generale cav. SeismitDoda, a putire dalla dispensa del venturo settembre.

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lTJ\UA-'fRASf OlLMAZIONE ()\H.C:1\NO TflASJ,' OUMAZlONE A HHROCARm\ DEL fUCII.E DI fAl~IER1A M? '1860 E DHli\ (All.MHNA UA BF.RS GUERI M? ·urn6 ]fipl'.J-ta: .hdifcm, t'J'6 .9 .

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STUDIO INTORNO ALLA

CAMPAGNA DEL 1866 IN GERMANIA del colonnello

P. VAL LE

( t::ontinuazionc e Fine)

(Vedi le dispense di maggio, luglio e <1gosto)

1• Fase. (Dall~ 6 alle H 112 a. m.)

Fucilala assai viva di trn div isioni prussiane, 8a, 4a e 3• (Horn, BiLLenfeld e Werder), sulla Bisl.ri tz, da Sadowa à Mokrowous, · contro le retrogùai'die elci 3° H 10° corpo austriaci ('I ) ; cann oneggiamento relativamente moderato, ma sopra un fro nte più es teso, di cui le masse principali · erano, da un lato le batterie prussiane poste a 1\izau, e .dall'altrn le austriache

(1) li 3° e 10° corpo fo r mavano il centro austriaco ; lì ho nominati comi1iciando dal 3° che era a destra . L'S- divisione è la prim<1 nominata perchè fu la prima ad avanzarsi ; venne poi la 4· a. de.stra, e più a destra ancora la 3•. 1

ANJ\0 XIV, VoL . HL

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20


30'2

S1'UDIO INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL

•1866

303

,!['{ G·ERMANT,'.

a Lipa e -DohaÌicka ; q-tialche leggera avvisaglia a si nistra di Horn, tra la 7• divisiooe (Fransccky} e trup pe avanzate del 3° e 4- 0 corpo austriaci.

Si maraviglieranno i lettori nell'udire che· gli Austriaci aprissero il comba ttimento ritirandos i. Rppure fu così. Mentre la 1" armata faceva avanz.ire la divisione Horn, e subito dopo, più a dritta, In 4• e la 3a, per tasteggiare gli Austriaci, mentre la 7a, che aveva ordin e di varcare la BistriLz e prender posizio ne di attesa a Cerekwitz sul fianco sinistro, stava per muovere su Benatek; intanto clt e l'llrn1ata dell' Elba era in marcia su Nechanitz, e la 2• armata del Principe Reale stava riceve.ndo gli ordini. pee varcare l'Elba e marciare al rimbombo de l cannone ; mentre per parte dei Prussiani ogni cosa si disponeva per una grande e decisiva operazione : Benedek invece, cui certamen te , il tempo non era mancato per collocarsi co me meglio gli fosse piaciuto, dava ordirie verso l'alba del 3 ai suoi eorpi d'armata di prendere una posizion e più con centrata, cli regolarizzarla muovendo indietro, ed a qualche corpo di spostarsi da un'a la nll 'a!tra d0.l campo di battaglia. Quando principiò il.con1batti111ento a Sadowa e a Makrowous sulla Bistritz, dopo le priui e avvis11gli e d'avamposti, il 3° e il ,10° corpo, che fo rmavano il centro austriaco, stavano appunto ritiran dosi per pren<ler posto tra Cistowes, Lipa e Langenhof , e facevano proteggere quel movimento in dietro da. due brigate (una brigata per ciascun corpo), · che da truppe c1vanzate erano diventate retrogua1·dil.>. Bisogna convenire che queste due retroguardie disimpegnarono regregiamente il loro ufficio; ma quule

..... .... .,•

fosse la lattica del quartier generale principale austria co non si arriva a comprendere : sembra che paventasse tanto l'in iziut.iva prussiana, da ristringersi e aggomitolarsi vieppi.ù nell'ultimo momento, onde presentare una più forte resistenza. Fu una tattica passi,va in tutta l'estensione del termine; meglio valeva allora rinchiudersi in una fortezza per non più farsi vedere! A che debbo ascrivere una simile tattica? Non esit0 a dirlo: al morale depre·sso. E questo a.bl1attimento morale non potev:a.dipendere da altro r. he dnlla intima convinzione di avere un armamento inferiore , a quello prussiano. L'istinto della difesa contro una forza superiore prevalse: r istringersi per presentare unu maggior massa di fuochi. E non pensò Benedek a quale gravissimo inconveniente andava in contro, concentrando le sue forze troppo strettamente; non pensò che toglieva ai corpi la libertà delle mosse ed ogni iniziativa tattica : rigirarsi in quell'angusto cerchio, addossarsi gli uni agli altri, urtarsi e nella r,ilirata disordinarsi . Le nessuna idea di prendere in un dato momento l'offens iva, e ··raggomitolamento delle forze austriache attorno a Chlurn, costituivano già a favore dei Pn1ssiani un primo ed essenzial issi mo fattore di vittoria. Se i Prussiani lo avessero saputo, non avrebbero dubitato dell'esito fino dalle 9 o dalle ,t O del mattino, .per quanto irnponenti si presentassero qtìelle posi.zioni guernite di ,potente e numerosa artiglieria . In questa prtrna fase le tre divisioni della ·la armata che assalirono di fronte non passarono aucora la Bistritz. L'ordine di ~·a1:carla arrivò verso le ore 91!'2 antimeridiane.

....

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.... .

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304·

STUDIO INTOIINO ALLA . CA~IPAGNA DEL

{Dalle 9 1\2

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12 rn .)

Tutta la prima armata entra in azione: la 3•, !1:8 ed 8« divisione varcano la Bistritz, parte sui ponti, parte a guado, e si stabi liscono sulla sponda sinistra, da Mokrowous a Sadowa e fino al bosco cli Skalka; la 5• e 6• divisione in riserva. Eroico combattimento di tre ore della 7n divisione a Benatek, nel bosco di Maslowed e a Cistowes, contro truppe del 3° e 4° corpo f1 frazioni del secondo, fino all'apparizione della 2• armata. L'avanguardia dell'armata dell'Elba giunge a Nechanitz verso le 9 ·1 [2, passa ltt Distritz di viva forza, e si spinge al di là sui villnggi di Prim; passaggio delle tre di visioni di Herwarth sulla sinistra del ruscello; atta<:co e presa di Problus e Prim; ritirata dei Sassoni e clell'8° corpo . In questa seconda fase vi sono alcune important'issill)e osservazioni da fare.

I

305 Benedek non potè valutare quanta forza avesse avanti à sè; · avrebbe potuto argui'rlo dai fuo chi di moschetteria: mo nppunto questi, perchè rapidissimi, lo avranno tratto in inganno, ed avrù creduto di trovarsi a . fronte di forze anche più imponenti di quello ehe effettivam ente erano. La 3a, 1/ ed 8" divisione ftJrono ser iamente impegnate; ma più seriamente lo fu .la 7" divisione , co mandatn dal prodissimo Fransecky. Questn divisione , sola, di là da lla Bistriti all 'estrema, sinistra della ,1a armata, aveva il còrupito difficilissimo cli ' collegare la 1!0 alla 2a armata, e, fino all'arrivo di quesf:'d su l campo, cli sostenersi ad ogni cos to. L'intiera divisione trovandosi a Cerekwitz, segregata dagli altri corpi, senza notizie della i? armata, com prese istantaneanrnnte quanto onorevole e grave fosse il suo in carico . Ogni soldato ne fu penetrato; se anche non lo sapeva, . lo indovi nò. Nelle fi le si sen tiva nel calore della misehia pronunciare le parole : - Qui· , dobbiamo morir · tutti, ma ceder mai. - Il bosco di Mnslowed, tra questo villaggio, Benatek e Cistowes, fu la tomba di centinaia di valorosi. Gli Austriaci impiegarono contro la 7a divisi one forze veramente superiori: vi ·fu un momento. com'e lo asserisce la Relazione uflìciale prussiana ,· che questa eroica div isione, .con 14 battaglioni e ~4 pezzi di. cannone, si trovò (verso le ore 1·1) a lottare, non arnnclo ri cevuto che due soli battaglioni di rinforzo dall'8• divisione, contro 40 battaglioni e 428 pezzi in li nea, e •I 1 battaglioni 24 pezzi in riserva! Sembrn di sognare l Leoni di corllggio, non v'li a dubbio; ma que l fucile ad ago, col quale si possono fare sette, otto, no ve ed an che diec i e più colpi al minuto, deve aver ~vuto un ascendente irresistibile I Comunque sia, la divisione Fransecky , cope rta dai IN GEI\MA NIA

1

1

Per qnale motivo Benedek serbò tanto tempo la difensiva contro forze della cui inferiorit.:i egli avrebbe dovuto accorgersi, e si decise per l'offensiva quando era troppo ta rdi? Gli Austriaci furono veramente sfortunati : come non bastass~ quella pressione morale, venne anche la nebbia del mattino ad impedire assai la vista.


306

STUDIO INTORNO ALI.A CAMl?AGNA DEL

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bo~chi, dal(e ond ulazi oni, dalle accidentalità, dal fumo dei cannoni e fol'se anche dalla nebbia, ebbe la fortuna non solo di ten er saldo, ma di attaccare di frequente, ed ingannare in modo tale gli Austriaci da att1~are nel co~battimento anche il 2" corpo: si pn ò :hre che ~~as~ _t~e corpi d'armata erano occupati contro la , d1V1s1one. Questo sperdimento di forze co~tr~ Fransecky fu 11nn nu ova sventura per gli Au~triac1.' perch~, al snp raggi_ungere della 2• armata, I esercito austriaco non fu più in grado di sostenerne !'_urto, ~ol:~ fo rze essendo state distolte dalla posizione pr1m1t1va , che non avrebbe ro mai dovuto lascia ,·~ _s~n za ordine del quai·rier generale principale. La ~1v1s1one _Fransecky , q11an tunqu e più volte sparpagliata e nel bosco quasi dispersa, pure potè sempre in un momento di tregua riannodarsi: comandanti di :'ompagnia, capi-pelottone erano spesso abbandonati alla loro propria ispirazione; nè poteva esse1·e diversa mente in quel terreno I

Il pensiero mi opprime, q11 ando getto lo so-uarclo alle nostre piazze d'armi, e vi osservo il com;assato mano:rare, rar_ament~ in~errotto nell'autunno da qualr.. (1~ piccola fa~10ne d1 brigata o di microscopica divisione, eseguita non sul terreno, ma su lle strade che lo attravers_a no, ~ da qualche passeggiata taltica di 1~) o 12 cllllom etri, nell a qua le si ha appena il tempo d1 collocare un avamposto o di ilttaccare dalla strada un_ villaggio, un ponte, ecc.; sì, il pensiero opprime, e se ne ha ragione. (Juando il solda to entra 111 c~mpagn.1, s'accorge che una quantitb di cose che ha imparato non gl i se rvono più ,a nulln: tutte le mono vre daYanti ri i nemico gl i si presentano sotto un alLr0 aspeuo, sotto l'aspetto cioè del dùordine: è ap1

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pun to questo disordine, naturali1.simo sul campo di batté!glia, che bisognerebbe, coniP dice m·gutamente il De Cristoforis, insegnare al solda to, e 1-1ll'ufficiale in tempo di pace. Figuriamoci cosa dev'esser stato il combattimento in quel bosco di Maslowed, ove per cinque o sei volte i Prussiani cacciarono gl i Anslriaci: in quel bosco d'alberi di alto fusto, con qualche radura e con poche ~trade, situato tutto in collina, assai accidentato, ove l'unità di comando era impossibile, come lo sarà sempre nei boschi, ove ciascuno agiH secondo la propria ispirazione l Siccome di frequente accade sui teatri di guerra attuali di combattere in terreni oscuri, coperti, ecc., ove l'unità di direzione si rende quasi impossibile, anche nelle fazioni campal i del tempo di pace , così io credo che un comandante non debba mai esitare, poco prima dell' eser.uzion e , di comu ni care a tutti i suoi dipendenti il piano della operazionP.. Basta che lo intendano gli uffiziali, i sott.'uffiziali e qualche soldato , e pot ete esser sicuri che l'azione alla fin fine acquisterà un certo insieme, che non avrebbe mai avuto se nessuno fosse messo a conoscenza dello scopo dell'operazi one. Abbiate fiducia e stima dei vostri sol ciati. dite pur loro dove volete andare, distendeteli in cate na e non dubitate, term in eranno per arrivare dove vorrete. Così nel bosco di ~1aslowed: le frazioni finivano sem p1·e per oltrepa ssarn il bosco ed assalire Cistowes o ìlla slowecl.

L'avanguardia dell'armata dell'Elba giunse alle 9 davan ti alla Bistritz. La stl'O.da da Sn ido,· a Nechanitz fu faliéosi:;s ir.11a, non tanto per la lunghezza del' cammino rlle per i terreni fangosi e molli eeccssivamenle.


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STUDlO INTORNO ALLA CAM PAGNA DEL

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È rima~chevole l'azione di questa avanguardia, composta di sette battaglioni, con aniglieria e poca cavalleria. Essa varca di viva forza l,l Bistritz da,·anti a Nechanitz; prende questa borg~ta, marcia avan ti, assalta Lubno, Hradek e Neu-Prim , e si sostiene sola per circa due ore, fino all'arrivo della ;J4a, Hi" e ,16• divisione, che dovendo tutte sfila re per Nechanitz, per difetto di aHri pass<;1ggi, non poterono arriva r prima. Il generale Henvanh, comandante l'armata dell'Elba, marciava coll'avanguardia. I servigi resi da questa avanguardia sono oltremodo degni di encomio. In generale le avanguurdie delle colonne prnssiane hanno reso eminenti servigi; cib dipende in 0·1·un parte dal sistema, in uso presso i P/ussiani, di dividere fino dal principio della campagna le grandi unitù · tattiche in tre parti: avangna;rdia - crmtro - riserva. L'avanguardia è quasi sempre Ja stessa; il comandante è scelto fra i più idonei a tale spec iale servizio; le truppe vi si a Lituano; e siccome per iniziare un co1;nbattimento è necessaria una prntica speciale, così ne consegue ehe certi errori diventano impossibili. II cambiar l'avanguardia ogni giorno, come pralicasi in certi eserciti, è uno sbaglio. Ho notato la presenza del gene rale_' Herwa-rth alla avanguardia, per far conoscere ai miei leltori come i generali prussiani abbian o. sempre dato l'esempio della preveggenza. · , . I comandanti di divisione, di corpi d'armata e di · armata si sono sempre trovati, nel princ ipio di serie operazioni, all'avangu ardia: per Lai modo hanno potuto vedere e giudicare da se stessi, ed emanare in conseguenza le successive disposizioni. Questo sistema però non è scevro di pericoli: la morte di uri gene-. ' raie di divisione o di corpo d'armata può suscitare

delle insupe~abili difficoltà; non è però men vero che fa sua presenza sul luogo çlel combattimen to, quando qu esto s'inizi a, reca vanUlggi di gran peso, perchè i rapporti che si ricevono sta ndo qualch~ ch1 lor~etro indiett'O; sono il più delle volte esagerati, e le disposizioni che in conseguenza ·di tali 1;appo rti un generale sta per dare, possono talvolta far ·prendere alla battagl ia una piega non desiclernt~ o non. prevista. Contro l'armata dell'Elba stavano 1 Sassoni a rroblus, Nieder e Ober-Prim, e p1ù indietro 1'8° corpo d'ar' ma ta e la· 1a divisione di ca.·valleria leggera. Le forze erano· presso a poco uguali; ma le posizioni tenute dai Sassoni e dagl'i Austriaci migliori assai . I_Prussiani le superarono con indicibile slan cjo. Questo attaceo dell 'ala sinistra· .austriaca fu criticato, perc:hè alJontanava troppo l'annata dell'Elba dalla 1" arma ta. Ed infatti devesi convenire che mentre le divisioni di Herwarth marciavano all'assalLo di Prnblus e di Prirn, la lin ea da Sadowa a Nechc1n itz si era non solo assottìP·liatn, ma prnsentava una lacuna; però a Snclrn. stav;no in risel'va due divÌsioni di cava lleria. Queste però un po' più tardi , per un ordine male interpretato , contro i voleri del quartier generale prin cipale, . si divisero : una marciò verso Nedrnnitz a sostegno dell'armata dell'Elba, l'altt·o si portò a Sadowa, e così la lin ea restb scoperta affatto. 'Però il centro austriaco essendo for tissimo , bisognava bene, per smuoverlo, coi-rere sulle ali.. In verun ultro modo si poteva ollenere di scuotere le al i- che passando da Nechanitz, attaccando cli fianco i .Sassoni e 1'8° corpo, e facendo intet'veni1:e la 2a armata nel combattimento conLro l'ala destra, formata dal 2° , 4° e parLe del 3° corpo. Vi fu un rischio, non però un errore. 1

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3• Fase. ( Da mczzogioruo a Ile 3 )

· Da mezzogiorno alle 2 p. m. la 2a arm<1ta en tra in linea: il 6° corpo lra l'Elba e la Trotina, il corpo della gua rdia verso Horenowcs, il 1° corpo verso Benatek, il 5° in riserva. Le posizioni 11ustriache, difese dal 2°, 4° e 3° corpo, vengono prese una Jopo l'altra. Una frazione del corpo della g uardia approfill.a di un vuoto fattosi nella linea austriaca, tra il 3° e t- 0 corpo, e marcia a pa$SO di c:irica su Chlum, chiave del campo di battaglio.. Benedok in ette in azione le riserve.

4• Fase.

IN GERMANIA

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Jesò chiaramente il grave difeLto di aver preso quella posizione convessa, con le ali molto ripieg~te indietro: ciascuno dalla periferia si 1·itirava verso 11 centro, ~ nppunto al centro stava la li nea di ri tirata. I corpi austriaci cominciarono risentirsi della ristrettezza del campo: i movimenti s'in cagliarono, le riserrn agirono ma lamente, l'inferiol'ità ed il disordine si fecero sempre più palesi. Come mai non preveder ciò? Questo è quello che io non so perdonare al quartier generale prin cipale austriaco; si doveva ben supporre anche la peggiore delle ipotesi I Un'armata che si las<'ia circondare non ha che una via per rim etter la partita: farsi strada con una rnossa generale offensivn diretla sopra un punto solo. O la linea di ritirata per Koniggratz do\·eva esser ben e assicurala, o Bcnedek doveva preparare, i,1 caso di rorescio, unn mossa contro l'armata dell'Elba per guadagnare la strada che conduce a Pardnbitz, ove certamente sarebbe giunto in miglior ordi ne, ed avrebbe anche potuto prendere uria nuova posizione.

(Dalle 3 p. m. a ser<')

Offensiva generale di tutto l'esercito prussiano. Benedek or-dina la ritirala. La cavallèrin entra in azione. L'nrtiglie ria difende fino ngli estremi le posizioni. Gli Anstri11ci si ritiriino in disordine e varcano l'Elba a Lochenitz. Placka e Koniggra.tz. Una buona parte si dirige :rn Pardubitz.

Quant.!o l'ala destra nutriara rlovelle retrocedere da-. vanti alle itTompenti mnsse della 2• 11rmata, si 11ppa-

Quando la 2• armata ebbe fatto un buon tratto di strad a , si presentè> ad essa una diffico ltà non lieve. Come da1·e alle diverse colonne una gim,ta direzione in un terreno siffatta.mente accidentato? J d_ue tigli de ll a ,vetta di llorenowes , dalla quale una batteria nemica faceva fuoco, rimediarono all'inconveniente: furono indicati a tutti i corpi della 2" armata come pnnl.o di di rezione della loro marcia, e così nessuna colonna deviò strada. Il 6° corpo fu il primo ad entrare in azione contro l'estrema destra austriaca: i suoi progressi obbliga-


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rono il 2° e ,i, corpo austriaci a ritirarsi verso Lo.chenitz, . Nedelist e nlaslowed. La guardia rnar:ciò con forza irresistibile su Ho·renowes, di qui su !Unslowed, quindi su Chlum: l'avanguardia della 4n divisione, marciando in ·mezzo ai nemici, assaltò Chlum e lo prese. Il 1° corpo s'impossessò del boscQ di Masloweù, di Cistowes e di Lipa. Mentre questi inauditi risultati si ottenevano, la 1• armata, la cç1valleria e l'armata dell'Elba stringevano più davvicino il centro e l'ala sinislra . La cavalleria austriaca in generale ebbe poca parte, perchè poco spazio aveva a sua disposizione, e non sapeva dove avrebbe dovuto rivolgere la sua azione offensiva. D'altronde in quel terreno i Prussiani trovnrono modo di coprirsi e di difendersi: è rimarchevo·le !'.attacco di una divisione di cavalleria di r:iserva, respinto dal fuoco di sole 4 compagnie distese in.battaglia tra Rosberitz e Swèti. Yi fu qual che scontro con la cavalleria prussiana, ma .non di gran momento. In questa calca generale, l'azione della cavali eria spariva : essa coprì però bastantemente la ritirata. L'artiglieria fu eroica; ma la sua fe1'mezza le costò 1174 pezzi; e se onorò se ste.ssa, fu cagione che cli non minor gloria si coprisse 1a fanteria prussiana, che assaltèi e prese intere bauerie, facendosi miti·agliare a b ruciapelo. Il quartier generale principale austriaco, che si tratteneva ora a Chlum ora a Lipa, fu preso in rnezzo e , ri stento.potÈ.) salvarsi.

La battaglia di :koniggratz fu una rotta·; e se 1 vmcitod, spossati da faticosa marcia e da 12 ore di com1

IN GERMANIA

3·13

baltin:iento, avessero potuto organizzarn un inseguimento, sarebbe stata una catà:strofe generale: l'esercito austriaco ne andava distrutto .

Riassumiamo le cause che risolvettero· la battaglia di Ki:iniggrii.lz in una sconfì.tta generale aelle armi · austriache. Nei Prussiani: -1° Una forza morale elevata al più alto grado.

2° Gli effetti. del fucile ad ago, apertamente confessati dalla Relazione ufficiale della campagna. 3° La resistenza eroica della 7• divisione . . 4° L'intervento della 2• armata. Negli Austriaci: ci) .Una scelta erronea del campo di bat~a~lia, con. siderata la reciproca posizione dei due eserc1t1. . b) La disposizione troppo concentrata dei corp1 di armata. e) La mancanza di sp~zio per l'azione delle riserve. d) Chlurn, la chiave del campo di battaglia, troppo · vicina al fronte, senza appoggi, in aria. e) La · frequenza e l'elasticit~ degli ordini del generale in capo. . . () I cambiamenti di posizione d'alcum corpi, ese· gui ti durante la battaglia. · Una linea di ritirata non sicura.

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STUDIO INTORNO ALLA C,Ui'PAGNA DEL

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§ 6.

Da Konlggratz a Florisdorf.

Gli imni"ensi ris~ltati della batt~glia di Ko,niggratz debb~no aver ~onvrnto il quartier generale principale prussiano che Il gran duello aveva deciso la contesa, e _che .la conclusione della pace non doveva esser quist1one ·che di giorni; ovvero i Prussiani dovevano esser ben scomposti e trovarsi in · uno stnto di quasi prostrazion e fisica: altrimenti non si comprende la · nessuna 'attività tattica spiegata dai vincitori nei successivi gio~ni 4 e 5 luglio. In questi due giorni l'armata , austr1ac8, quantunque disordinata e sconvolta, gu~dagoò, merc:è la previdente energia di Benedek, te°:po e strada per _ritirarsi parte ad Olmiitz e parte a_ V1~n?a. 11 rriagg10r -n umero dei corpi d'armata si riordmo cogcentrandosi attorno ad OJrnùtz. A Vienna ma11cia,rono il ·10° corpo e gran parte:della cavalleria. I Prussiànì si posero in moto il 6, e solo il giorno 9, ca.tuir_ando ~na carrozza di posta da campagna a Bohm1sch--Trubau, vennero per mera accideotalità a conoscere dove :andavano ritirandosi gli Austriaci. Dun quE dal 4 al 9 luglio l'armata austriaca erasi dilegPata ".:ome pet· incanto, e il contatto tattico delle avangu~rdie prussiane colle retroguardie austriache e,r a c0mp '. etamente scomparso I La lentezza dei Prus.., siani dopi:i la rotta di Koniggratz contrasta tal~n eote coll o. furi a dei_,giorni precedenti, da restar convinti che esssi considera.vano la campagna come finita .

Ì N GEfiMANl A.

NeHa parte strategic:a a"i ciuesto mi o studio ho fatto ci ualche osservazione i'ntorno alle operazioni di questa .s econda parte della campagna. Ne aggiungerò qui alcune di ordine ,tattico.

Tobitschau, 15 luglio.

I Prnssiani; appena ebbero sicura notizia del nemico, affrettarono un po<..:o più le mosse, quest' è vero, ma non ottennero risultati tattici di gran rilie~,o. Però · col combattimento di Tobitschau del 15 1·ug-lio ne raggiunsero uoo strategico: e fu, se non di tagliare la ritirai.a al 3° e 1° corpo d'armata, di ,obbligare questa colonna, cond 0 tta da Benedek. st.esso, cli gettarsi attraverso i piccoli Carpazj , nella vali.e della Waag. in Unglwri~. Tatticamente parlando, il combattimento di Tobitschau fu ben povero di risultati, e fa poco onore alla rapidi tà fulminea dei Prussi-a-ni in quei famosi sette g1'.orni. · E qui r itrovo il 1° corpo e il generale De Bonin, poicbè è da sapersi che !A 24 armata aveva avuto l'onorevolissimo incarico di avvicinarsi ad Olmiitz., gettarsi sul nodo ferroviario di Prerau, guastare la fer.rovia e t,wliare la ritirata su Vienna a tutte le truppe austriache · r.oncentrate in quella for1:lJidabile piazza. . · A Trautenau Bonin si lasciò sfuggire una bella vitto.ria' che avrebbe avuto per conseguenza il pronto congiungimento della, 2• ~rm~ta colla 1_a; me~tre inve~? egli, che doveva formare 11 pr1mo,scagl~one e l an ello pm sicuro di unione col pri,ncipe Fedenco Carlo, fu l'ultimo, Se )a guardia perdeva a Soor? Se Steinmetz fo;;se stato rigettato da Nachod e da Skalit.z? Per nulla


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il Principe Reale aveva disposto c·he la 1a di visione della guardia appoggiasse il 1° corpo, come aveva disposto 'che la 2a appoggiasse il o0 I Sullo sbocco di queste due colon ne (1° e 5° corpo) ripo sava il futuro successo della campagna. De Bonin doveva vincere a Trautenau, come Benedek avrebbe dovuto ad ogni costo impedire che da Trautenau si sboccasse. A Tobitschau l'intero 1° corpo d'armata doveva giungere in tempo per isforzare i ponti della l\Iol'awa (March) e della Beczwa, e per impossessa rsi di Prerau. Se ciò fosse accad uto, la colonna di Benedek si sa• rebbe dovuta rin chiudere in Olm i.itz a vece di marcia re su Presburgo in aumento dell'armata del Danubio, alla cui testa era stato posto fino dal •I 2 luglio l'arciduca Al berto. Dal 6 al 45 luglio sono dieci giorni . Come mai in dieci giorni la 2" armata non potè giungere che appena. a Prossnitz ( piccola città su lla strada postale Olmiitz-Bri.inn)? Una brigat..i, una divisione di cavalleria (Hartmann) e poche ballerie giunsero verso Tobitscha u sulla Bl atta il maLLino del 15, e s'in cootrnrono coll' avanguardia (brigata llotlikiroh) del 3° corpo. Fu combattu to fin o a sera : 11n'altt'a brigata prnssiana giu nse in ri nforzo; gli Aus triaci furono obbliga Li a ritirarsi; la cavalleria conquistò 17 cannoni, passò la Beczwa verso sera, si gettò sulla fe rrovia, e sarebbe giunta a Prcrau se la cavalleria nemica, in nu mero, non fosse sopraggi unta a rige ttarla dietro la Beczwo. Fu un combattimento brillante per la cavalleria; ma se De Bonin fosse sUHo pronto a far marciare il suo corpo d'1rmata, la presa di Prerau avrebbe avuto luogo nella sera , e i su oi sforzi sarebbero stati coronati da un successo di gran peso. E _lo poteva; perchè in un combattirnento di dodici ore vi doveva , esser tempo di far marciare da Prosnitz a Tobitschau

1. N G.l!: tlMANI A

tutto il corpo d'armata! In conclusione, lo stesso di: fotto a Tobitschau come a Trautenau: lentezza nei movimenti, e impiego delle forze alla spicciolata. Così Benedek fu sa] ,·o. Lo stesso o·iorno 15 l'avanguardia della ~ n arm ata, che si avan tava sull a strnda di Vien na per Bruno, o-iunse al nodo ferroviario di Lunderhurg. L'armata del generale Rerwarth, per Iglau e Znaym , arrivò il ,t 5 a Oberhollabnmn, e fu presto a Korneuburg e all e viste del campo di Florisdorf. Se il 115 Henvt1rt f'u a Oberh ollabrunn , po teva bene la 2n armata esse re a Preran il 15. Comprendo che questa dovesse marcia re con precauzione'., ma _un eserciLo vittorioso poteva e doveva es~ere prn rap1.do nelle sue mosse. Questo appunto i Prussiani lo meritano, e più apecialmente la 2• armata : si lasciarono sfu ggi rn una second a Sc1.dowa. 1

Bliimcna11, 22 luglio.

La ,1a nrmala, seguen do il corso della l\lorawi.l. e<l avvicinandosi a Vi enna, spinse du e divisioni l7° ed 8°) ed una divisione di cavalleria sotto gli ordini del generale Fraosecky sulla sinisLra. ,·erso Presbur~o, allo scopo di . prendere questn città cd intercettare 11 varco del Danubio ·al 1°, 2°, 4°, 6° cd 8° corpo della grande armata del nord. Il 22 Fransccky combattè fino a · mezzog iorno a. Blu menau, a due le~he _da Presburg~, 111 a l'armistizio interruppe le operaz1om. Il comhatt1incnto di Blumenau fil l'ultimo della campagna su questo teatro di guerra. I Prussiani non potevano 1

ANNO XI V,

VOL. UI .

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S'ft;D10 INTOitNO ALLA CAMPAGNA DEL •f 866

sapere quanti corpi austriacj scendessero la vulle della ,~aag, nè potevano conoscere il nurne r0 delle truppe concentrale in Vienna e nel com po di Florisdorf, sulla sinistra òel Danubio. Non si può in conscguenzn Cl'iticare i Prussiani se non mossero con n1aggiol'i forze contro Presbnrgo, perchè venivano a c·ompromeltere una delle loro lin ee naturnli di opernzione e di ritirata. Se la campagna n,·essc seguitato, io non dubi to che Fransecky si sarebbe presto accorto della superiorità del nemi co, poichè i co rpi in marcia sarebbero successivamente giunti. In tal caso la 4a armata intera si sarebbe nvflnzata su Presburgo, e forse uoa nuova battaglia anebbe procurato ai .Prussiani quest'importante passao·gio del 0 Danubio.

liX GEJ\M ANf.\

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sa lvarla . Sfuggì a Prerau e a Lundenbu rg, e qu anwnque le strade lung,) la Uorawa fossero già interc.;ctlale ùulle trup pe prussian e, mare,;iò per buon tratto sulla siuistra di questo affluen te del Danubio, e guadagnò a tempo i piccoli Carpazj e la valle.della Waag, che lo portava senza ulteriori pttricoli a Presburgo . Cosa mai sarebbe accaduto se questa slt·aordinuria atlivitlt ·cli Beneùck fosse stata ugualmente spiegata dai Prussiani a c;o111i11ciare dal 6 luglio, g iorno nel quale si posero in marcia da rardubitz?I

LE OPERAZI0i'H NELLA GERMANIA OCCIDENTALI~ Prima di chiudere questo capitolo, ultimo del mio studio sulla campagna di Boem i.i, debbo unn parola di lode e di conforto al generale Bencdek . Se questo condottiero fu sfortunato in Boemia, mostrò però nell:i sventura e nei rovesci una calma , un sangue freddo a tutta prova. La rotta di I<oniggratz po teva dissolvere l'arma ta de.I nol'd, e poco man d> che una tanta catastrofe non susseguisse alla battaglia. Ma 13enedek ·riparò con u11a strao rdinaria auivitù cd trnerg ia al disordine, organizzò una presta e bastantemen te ordinata ritirata, man<lò truppe a Vi enna per coprire subito la capi tale dell'impero, e concentrò il grosso dell'esercito attorno ad Olmut.z, unica e più vicina piazza io Moravia, ove, riposando al sicuro, poteva ristorare i suoi demoralizzati corpi. E quando esonerato dal comando in capo, dovette, d'ord ine cli S. A. l'arciduca Alberto, condurre da Olmutz a Vienna l'armata , lo fece con tanta prontezza e perspicacia da

Nell'irHroduzion e di questo mio studio bo detto che mi sarei occupato più specialmente delle operazioni compiu Lesi nell'est della Germania, cioè in Boemia e in Moravia, ed ho mantenuto la promessa. Nella parte strategica però non ho ommesso di distendermi alcun poco su quanto si operò nell'o vest. Nè posso troiasciare, prim a di prend er comrniato da' miei buoni lettori, che ebbero la sofferenza di accompagnarmi fin qui, di discorrere brevemente di quanto ha tratto alla tattica di quelle operazioni mi liwt·i, le quali, quantunque non abbiano gran cosa influito sull'esito finale della guerra, ci porgono tuttavia materia di studio in teressan Le,


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S'J'UDW INTOn NO ALLA CA:i,.tPAGN:A D.1% 11RG6

.Dopo jl cornbattimcnto di Langensalza e fa successiva cap itolazione del piccolo esercito ·anno,;~rese le tre divisioni del generale Voge! di Fallrnnstein: riunite, volgono la loro marcia ve1·so · il sud, a!Jo scopo: 1° Di impedire l'unione del 7° coll'8° corpo, cÒmponenli l'atmata federale. 2° .Di battere se era possibiìe queMi due corpi ~eparatamen te, e troncare così la resistenza che la Germania occide1ùale (Baviera, Wiirtemùerg, Baden, ~~ssau, le due _Ass(e_~ :Francoforte) opponeva nlla politica ed al,le asp1raz1om della Prussia . . 3° Di · occupare Francoforte e il paese nemico situato sulla destra ( sponda settentrionale) del Meno inferiore.

Quale invece era il piano della discorde e disunita ru·mata federale? Era il seguente: . a) Operare la congiunzione dei due corpi a setteutrione del Meno. b) Liberare ]'armata dell'Am1over. e) Volgece q uindi le offese contro i Prussiani erige ttarli.

. Vogel di Falk.enstein raggiunse pienamente il suo mtento . Nulla invece riuscì all'armata federale .

Sa~endo eh? .i Prussian_i, prima ancora della capitolazrnne degli Annoveresi , andavano concentrando le lol'O forze sparpagliate a Casse] sulla Fui da,. nel nord dell'Assia Elet_torale, i due corpi fe derali (7° ed 8°) pen:;aoo di marciare avanti, divisi, per opera.re il loro

JN GEnMAN IA

congiungimento a Hersfeld. Ora è da notarsi che ~u_esta città dell'Assia Elettorale, situata sulla sponda sin~stra della Fulda, è molto più vicina a Casse! che non al Meno, sulle rive del qual fin me stavano , quantunque assai. lontani uno dall'altl'O e non preparati , i due corpi federa li all'.1pertura delle osti lità.. Essi abbandonavano una buona linea di difesa per marciare , senza appocJ'O'i, uno dall'altro lontani, credendo pole11si uni.re pr.~·~a che il nemico fosse in grado di aff~ont?rli. ~u un errore, del quale io ch iamo responsabile 11 pnnci pe Carlo di Baviera, nominato comand~nt~ in capo dell'armala federale , quantunque 1)sso s1 creda grnstificato incolpandone in parte ìl principe Alessandro d'Assia. . Questa, e tutte le s uccessive operazioni dei fodera li e.i .J'ianno fotti ·sicuri di una cosa, che cioè il prìnc_ipe Carlo di Bav ier.a non seppe ·con mano ferma rfferrare il comando e farsi nbbidire. Ebbe t0.rto a tollerare o secondarc le bram e el ci pr in èipe Ferdinando cl' Assia e de' c.ontingonLi c:h(~ forrnavnno il corpo d'annata di questo principr.. Quando parncclii _Su1ti confederali fanno la guerra ad un eomnne nen:nco, debbo~~ sottornetLersi al comando di un solo, e saper sagr1f1care akune lo ro . id ee e suscettiviLà al bene comune. Il principe Carlo opin ava cl_i rìehiarnar? a sè 1'8° ~orpo pt'irna di muovere l~vanL1, ma qu~sL1 p-rop_~se d~ operare l'unione rnareianclo al ncrrneo , e e10 pei non jscopl'ire i paGsi dn' y1·~p ri cnntingent i .. il princip~ Carlo si arre;;;e ed ord111ò la lllOSsa su Hersleld: Questo primo c1Tore , ingrnndiLo ancor più per · um~ modifica1,ioue d'itinerariQ , opet'nlnsr allo scop o di fo.1· appoggia re il 'jO CÒJ'J)Q più l.l destl'~, 1'8• più a SÌJl.lS[J'a,_ per loro védt.ne pal'lieo1ari_. I.l'asse seco tu~t1 gh altrt ehe caraLLer iz.zaron0 qrn~sta campagn a nel\ ovest della Germania , t' ,l P-' qcwli scppp1·0 c:osi bene trar profitto


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STUDIO INTORNO ALLA CAMPAG!H DEL

•1866

Falke~stein, quindi Manteuffel, succeduto a costui do~o d 20 luglio nel comand'.) dell'armata prussiana. Era na.turale cl_1 e Falkenslern, marciando verso il sud, ven1_sse. su,~tlo a con'oscere come i dne corpi di armata s1 a,·anz<1ssero sepuratamente. Egli si caceiò con grande abilità in- mezzo, e ne aveva il tempo ( ~ quando fu ~ contntLo del nemico, diresse il ·grosso della sua p1ccola armata contro l'avversario più im1:,ortante vale a di, ,.e contro ..1l 70 corpo, cost1tuJto \ · 1: , , . , dell armala bavure.s e: quin di si rivolse contro )'80. Questa marcia, in mezzo a duè corpi d'urmata div1s1 _m p~reccbie colon ne, diede luoO"O a diversi com0 batt1ment1. ·

Deniibach, Diedor(, w1·esent ,.11.a. l. e .Rossdorf , 4 lu.glio.

!

primi furono dati il 4 luglio a Derrnbach Diedorf Wresènlh~l e Rossdorf, ~~lla J'egion e monta~·oosa del Hohe. Rhon. Il geosso dei Prus::-iani ( due division i ) J~arciav~. sul.la _s trada Eisenach -Fulda, ed una divi:1one (Gobeo), . s1 ~vanzava come corpo fìancheggiante :su De_rm?ach_rn pi ù colonne parallele l'una all'altra. comba ttimen ti , 11 e' qua11· dtie UIVJSlODI J· · · · .Questi d1vers1 . ~~vares1 presero parte contro la soh{ divisione di f1 oben, non ebbero _alcun ris~ltato decisivo ( q uan -. t~nq~e a ,Rossclorf 1 Bava resi , forti per numero, rrn~c~ssero a, scacc iare i Pru ssinnì dalla rispettabile P.0~1z1o~e d_ell Ubelberg), ·perchè jJ principwCrirlo volle n _t1rars1 a ~alten-Nordbein1 per guadagnare la Saale (h _Franconia (affluente del ~Teno), onde faci litare la um~~e col!' ~0 coTpo e raggiungere qu indi la lin ea del , · Meno · d a Schwe wfunh. Il serv1·z1·0 del le, .... in,01 rnar.10111 oveva essere ben mesch ino da pa r te dei Bavn -

IN CTERMANIA

323

resi, se questi, forti di circa 50,000 uomini, non sapevano che le forze prnssiane di Falkenstein , sommate insieme, non raggiungevano la cifra di 50,000 combattenti. Altrimenti non. si spiega come, ottenendo alcuni vantaggi , il principe ·cario non prendesse la eroica disposizione di eiunire le sue quat.tro divisioni e marciare com patto avanti contro la divisione Goben, la quale inch1hitatamente lo avrebbe portato sul gro~so prussiano, col quale si sarebbe cimentato. In questi piccoli combattimenti i Pmssiani seguirono il loro sistèma di. attaccare in tre colonne: una. di fronte e due sui fianchi. Essi seppero sempre modificnre · questo metodo a seconda del terreno e della posizione nemicn, rinforzando ora un'ala ora ,un'altra, e talvolta nttaccando di fianco da un lato solo. Contro il fronte nemico era per solito invece l'artiglieria che agiva per richiamare l'attenzione e le offese dell'avversario. Quando i Bavaresi, scacciati dalJ'Uhelberg, mossero, rinforzati, per riprei;idere la posizione, i Prussiani fecero sentire al nemico l'effeilo ,. del fuci le ad ago. I fuochi di piede fermo a çorta distanza decim arono le file bavaresi . La posizione fu ripresa, è vero; ma i Prussiani, quantunque sopraf'.. fatti. dal numero. ebbero agio di ritirarsi e r iordinarsi. Taecio del panico toccato alla divisione di cavalleria bavarese, comandala dal principe Taxis, in quello .stesso giorn o t . a HunJ'eld. Solo osservo che non capisco come si sin-potuto far marciare un'intera division~ di cavalleria, sola, senza fanteria, col sempli ce scopo di cercare di ar.quistare il coll egamento dei Ba. varesi co1l'8° corpo. La punta cli questa divisione, ir1contratasi con alcuni esploraLOì'i di avanguardia della divisio.ne Beyer, si rigeu.ò indi etro sulla strada stes~a e comunic:ò un puni co ed un disordine tali all'inter-a divisione, che questa si disperse.


, 324

STUD.TO IN'):'ORNO Al.LA CAMPAGNA DEL ,j 866

Attacco delta linea della. Sartie, 10 l11r;ho .

. ft'alkenstein, senza perdere il conlatt.o coll'8° c~ rpo, che si ritirava ·senza an cora aver combaLtut.o, rivols<~ tutte le sue forze contro i Bavaresi; marciò dalla va lle della Fui da in quella della Saale di Frf.\nconia, e, disteso in tre colonne, attaccò Ja lin ea del la Saale H nammelburg, Kissingen e Waldaschach. Ciò f11 il '10 luglio. Sono stati biasimati i Pru ssiani perchè con meno di 50, o_oo u_omini s.i divisero in tre pa.rti per impossess_ars1 cle1 varchi della Saale . Io, per parte mia d! co c~~' se si (!eve biasim are Falkenstein per ques(;. · d~spos1z10~e tattica delle sne tre divisioni, a più g1_usta rag10ne devesi criticare e riprova.re il pri ncipe Carlo, per aver occupata la SaH]e per il lungo tratto cli 35_ chilo.m etri, perncehè le~ ·. truppe bavaresi si distendevano da. Neustacll a. Ham melburo·. Certamente Falkenstein avrebbe potu!o fo rzare itsolo p~sso di . Harnmelbueg (all'estrema sinistra bavarese) , passa1·e la Saale, quin di marciare su Kissingen e minerstadt. Ma questo concetto di manovra non doveva essere conform e alle intenzioni del generale prussiano, il qnal e sembra volesse piu ttos to approfittare~ in p rimo lu ogo ùel tempo (e la snddetta manovra iich iedeva nn Lui·.~ Jrne.nte un gioen o, e 'fo rse anehe due di più ) ; e_d 111 secondo lu ogo voleva trarl'e partito déll' entusiasmo de' s uoi soldati, i quali anelavano rnis.nl'arsi pee~to co' Bavaresi , sconfìggel'li e qu ind i marciare rap1darne n_te su Francoforr.e, antica capit.;1Je della Confod erniion e.

325

IN GERMAN IA

Però non è a tacersi che !'attacco di llammelburg, snsseguito dalla marcia offensiva su Kissingen, sarebbe stata una manovra più fecon da di risultati, e . sopratutto cli risultati più sicuri. A Kissin(J'en i B,waresi combatterono contro la dio . . visione Gèiben con accanim1mLo unico : l'arnrno s1 conturba a pensare come tanta passione, tanto odio abbi ano potuto ecci tnre uomini parlanti la· stessa favella a scannarsi reci procamente; la città di Kissingen , delizioso luogo di bagni, fu desolata. D.urante il combattimento di Kissingen, due div ision i bavaresi erano in riserva a Mi.i nerstadt e Poppenhausen; una cli quesle fu avviala alla spicciolata su Kissingen , l'al tra non co111parve. Se ai primi co lpi di cannon e le due divisioni fossero state avvertite e avvicinale al luogo_, del combattim ento per :prendervi parte a tempo, chi può immaginare le conseguenze elle ne sarebbero derivnt.e '~ Al lora sarebbe apparso chiaro l'el'rore di Falkenstein; come più cbiaro sarebbe appnrso l'errore del princip e Cnrlo di Baviera, se Falkeustein cornpatlo avesse manovrato per Ham1nelhurg. '

_popo i co rnbattirr.ienti deìla Saale del rn- lugli o, i Bavaresi si ritirarono s u Schwoinfurth; e a SchweinCurth doveva rnarciare Falkonstein pe r co ronare il s uo piano colla disfatta dei Binrnresi. ~la una consi- · derazione d'ordi ne politico, e forse, io c:redo, l'ardente desiderio di entrare in Fraùcofo rlt}, fecero rapid nmen to mu tare strnda ai T)rnssi;rn i. D'nllronde !'8° corpo poteva inquietarli, ed era t.ernp0 cli. andargli ineo ntro e hat~ tel'lo prima che si conchiudesse una pace,·resa orrno1 sicura dopo la roua di Kéiniggriitz. Dalla Saale Falkeri steìn marciò in due colon ne : Gohen per Gem,iind en e Lohl' su Asch1dfenb11rg, Beyer


.3'26

STUDIO INTORNO ÀLLA CAMPAGNA DEL

1866 ~

pér Orb su Gelnhausen, mentre Ma nteuffel avrebbe temHo a bada per uno o· due giorni i Ba, aresi , per rip iegarsi poi s ulle traccie di Gèibcn . Non rr1i sembra che fosse i l caso di dividersi in due colonne. Megli o sarebbe stato ma.rciare compatti, su Aschaffenburgo . La divisione Beyer a Gelnl:ìa usen o a IIanau mancava cet·tamente ad Aschl'lffenburgo, se il combattimen to pr-esso questa città, datosi i l H, avesse preso una cattiva piega per i Prussiani. E così mancava la divisione Gèiben a Gelnhausen o ;i Ifanau ,. se qui si fosse impegnata una battaglia , perchè non sarebbe stato possibile percorrere le distanze frappos te e g in ngere a tempo nella stessa giornata. 1

Lanfach, 13 -

Aschaffenbnrg, 14 luglio ..

· Il principe Ferdinando ·ebbe sentore della marcia da Loh r su Aschaffenburg, e mandò s ubi to tr uppe in quest'ultima ci LLà, assa i ben coll oc,1 ta sulla destra del ~1eno e sulla feuovia che da Francoforte, per attraverso le montagne dell o Spessart , rneoa a Loh r, e lungo il rifono a Schweifurt.h. Una divisione (dell'Assia) fu piazzata a Lanfach. Qui ebbé luogo un pri mo incontro il 43 sera; il 14- s i comba ltè ad Aschaffenbmgo . A Lnt!fach si potè di nuovo constatare l'effetto singolare del fucile ad ago a distanza hreve. Bisogna a ncli·e os~ervare in questo cornbatt.imen to q uale fu la prontezza dei Prussian i nel dis porsi per la difesn . La brigata Wrangel, della divisione Goben , dopo br,! ve avvisaglia, resp inse gli avamposti as:.iani, e si accingeva quindi ~J po rTe il canipo; quando i m-

3~7

IN GERMANIA

provvisamenLe si Yede assa li_ta d_a!l'i ntern divisio_ne. J, Prussiani non si perdono d1 spmto, prend on o IT?med iatamente le armi, si sudd ividono in compagr11e, in pelottoni, approfittano delle _case, dè-i fossi_, dei. muri, delle siepi, di ogni oggetto atto a coprire, ~ costringono di piede fermo , ~ol solo rap1d_o fuoco d~1 loro fuc ili, gl i Assiani a lasciare con g raY1 perd ite 11 campo. Gli Assiani, poco pratici della guerra, ebbero il t,orto di attaccare senJp t·e di fronte e r ipetutamente: fu un erro re. L'attacco contrn truppe armate di fueilc a retrncarica non deve farsi soltanto di fronte _; bisogna minacciarne ed assali:n~ anche i_fi::.t:1~hi; 1) sÒlo attacco cli fronte, e a fnna, non r1uscl!'a ma '. contro trnp[.la ben disciplinata, eccettoat_o il ~as~ d'. una grande suµerioritù di numero . Glt Assw.n_1 s1 ostina rono in simili assalti, e furono sempre rigettati, quantu nque superiori anche in rn1mero . . Molli cri Licano · i Prnssian i per quel loro. s1s t_em_a degli nttacch i di fianco , delle colonne ~ttorn~a?t1: 1? credo che i Prussian i non abbiano po1 tu_1.L1 1_ torti. Forse qualche volta ne abusano , e ne 1mp1egano anche senza necessità; ma è un f;itto accertato clrn tal i attacchi hanno quasi. sempre contrib ui to a troncare la resistenza del nemico . Il eornba LLi (nenlo di Asèhaffenbu rg, dato il giorno Hdalla sola divisione Gòben alla divisione Neip~erg (Au striaci e federali), unita n c.1ualche nltra '.razwne cJcll'8o COl'pO, è sèilo rimui·chevoJe .percbè ?ec1se della conquista di Francofoi:te. Il princ-ipe ~erdrnando poteva esser più pronto a rinforzare la unp?1:t~n1.e posizion e di. Aschaffenburg con un'altra dms1one aln1eno .

'

. .

.Anehe qu i i Prussiani abtaccar?no dis~ost, rn , t1:e colonne : una di queste ebb~ assa1 a soffrire da ll ai_~ tìgheria nem ica, ben situata sopra un'altnrn; e fu


328

STUDIO Ii\'.'fOili.'{0 ALLA CAMPAGNA DEL

1866

giu~coforza ricordarsi che in tal caso sono truppe i 11 ordrne sparso che devono far tacere l'artio,Jieria ed aprire il varco alle colonne d'attacco; · una banda di cacciatori la-né:iata a tempo contro una batteria farà più effetto nella maggforanza dei casi .che il controbattere con un'al!.ra batteria.

ln_qresso in Francoforte,

16

lu,qlio.

ll 16 sera Falkenstein en trò trionfante iri Francoforte, e potè a gius to titolo proclamarsi conquistatore dell'Al emagna occidentale fino alia sponda destra del i\I~n.o, e vincitol'e in 20 g iorni di oltre ,100,000 nem1c1: e tutlo ciò co n po co più di 45,000 combattenti r

Dalla 1'aube1• ci TFiil'zburgo, 'M-27 luglio. · L'8° corpo si ritirò 1,JJLLO di lù dal Meno e risolvette di mareiare_, -questa volta sincel'arnente quantunque troppo tardi, verso la Baviera per unirsi al prin cipe Carlo. L'armata prussiana assunse il titolo di al'mata rlel Jfeno, r/'lccolse le sue divisioni, varci1 il fium(~e marciè> !'.-i ulle traccie del principe Ferdinando, ch e, giunto sul la Tauber (,1ff1uente cli sinistra del Meno in qu ell'an golo nord-est del Grnndueal.o cli Baden che confina colia Baviera e col Wiirlemborg), vi prese posizione. Strana vicenda: mentre l'8° corpo per davvero va in cerca del 'i 0 , questo in gran pa rte attraverso lo Spessnrt marcia verso Asch1-1ffpnburg ! La penna cade di mano ;-i] erit,ir·o ! ,

IN GEllMANLA

329

li 23 luglio a Hu ndheim , M:anleuffel successore di Falkenstein, chiamato dal Re ad altea onorevolissima e difficile missione, · acquista la certezza della presenza dell'8° corpo sulla Tauber. Le azioni finali della t~ampagna si riassumono in alcuni vivaci e sanguinosi combattimenti sulla 'fauber, a Bischofsheim e Wehrbach (24 lugli0: divisione Goben e frazioni della divisione Beyer contro 1'8° corpo), a Helmstadt (25 luglio, tra la divisione Bever e i Bavaresi di ritorno dallo Spessart), a Rossbr'L;nn (26 luglio, tra le divisioni Fli es e Beyer e i Bavaresi), ed il cannòneggiamento di Wurzbµrgo (21 luglio). A Bischofsheim la divisione- wurtemberghese comhattè. con gran valore, e fece pagar cara alla divisione Gòben la · presa. della citlè\ e del poùte. Anche qui il fucile ad ago e la fermezza prussiana decisero della vittoria.. Mentre i Wiirtemberghesi con un ritorno offensivo minacciavano di riprendere il ponte sulla Tauber; una compagnia prussiana che ne difendeva la testa, formatasi su quattro r.igho, respinge di piede fermo il nemico numeroso a furia di scariche e conserva il ponte. . . Un altro strano -caso, sul quale la critica non può assolutamente spender parole, succede il 25 e il 26. Mentre i Bavaresi accòrrono e combattono a llehnstadt e a Rossbronn, a po;a distanza da Wi.irzburgo, l' 8° corpo, forse stanco dalle marcie e dai combattimenti del 24-, s_i ritira isolatamente sulla destra del Meno ! I Bavaresi, scompaginati da tanti rovesci, si vedono costretti di operare la loro ritirata su Wurzb~rgo. Dietro questa piazza, quando appunto giunge fa 11otizia dell'armistizio e della prossima conclusione della pace, raggiungono finalmente il 7° ed 8~ corpo il sospiré\ to intento di unirsi. Troppo tardi: minacciati._di fronte dalla vittoriosa armata del Meno, ed


330

STODIO INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL ~ 866

alle spalle .dal 2° corpo di riserva,, che, sotto gl i ordini, de.I granduca dì Meklemburgo, ebbe l'incarico di marciare sull'alto ì\1eno, i due corpi fodera li dovettero nccettare i patti del vincitore, prem io ade guato che dovranno sempre aspettarsi i popoli , discordi. · Fedele al piano cli Falkenstein, l\'lanLe ufi'el spiegò in queste ullirnE\ operaz ioni moltu energia e perspicacia. Costretto ,1'8° corpo a ritirarsi dopo i combattimenti di Bischofshein e Wehrbach, marciò egli subito concentrandosi verso la sua ·sinistra, onde far fron te ai Bavaresi e impedir loro di unirsi al principe Ferdinando d'Assia. Anche ad Halnìstaclt il fucilè ad ago fece Je sue prove: quantunque in un dato momento l'artiglieria prussiana fosse stata costretta aritirarsi nell'ùiterno di un bosco, pure il nemico, che marciava- all'attucco, ·venne respinto dal fuoco dei cacciatori e di alcune sezioni in ordine serrato.

Conclusione.

La campagna dell'ovest, quantunque combattuta e vin La da una piccola annata, quantunque i risultati ottenuti dalla medesima non abbiano dato il tratto alla bilancia, è però, bene stuò iatn, assai più istruttiva, speciaìmente dal lato delle operazioni stra teg icl1e, della campagna clell'est, ossia di .Boemia, combattuta dagli eserciti principali delle due grandi potenze germaniche.

IN GEIU!ANH

33t

Giunto al termine del mio lavqro, non voglio dividerm i da' miei pazienti letLori senza aver loro posto sott'occhio qualche brano delle giudiziosissime osserva:doni c~spresse dal colonnel lo Lecomté nella sua Storw delta gv..erra del 1866, relativamente alla carnpagna dell'ovest, ed alle quul.i io mi associo per intero. Parlando delle operazioni del generale Vogcl de .Falkenstein, dalla &ua marcia offem,iva contro il 7° ed 8° corpo federa li fino al s uo ingresso in Francoforte, che sono state le più. decisive, il colonnello Lecomte dice:

« Questo risultato assai positivo fu ottenuto in quindici soli giorn'i , contro forze doppie, vicine alla loro base, ed in grado di essere secontlate quasi dappertutto dal concorso di popolazioni ed autorità amiche. Si può adunque asserire che un tale risultalo fu brillante pei vincitori. « Ciò che lo rende più brillanie ancora ai nostri « occhi, è che fu raggiunto mf~diante combinazioni « ed operazioni basate sui migliori principi-i, per cui « la conseguenza è stata che i rischi corsi furono « sempre minimi rispetto ai vantaggi sperati ed ot{< tenuti. « Questa campagna in sommà è un bel modello di « manovra su d'una linea interiore conteo linee este« riori; ed è un fatto lamentevole per Benedek che << egli non si sia potuto ispirare, come Falk~nstein, all~ « stess-a fonte. Gli avversari di questi due comandanti « in capo li avevano favoriti tutti e due ugualmeI)te: « que·sti seppe prontamente trar partito dell'occasione « che gli sì offriva, quegli se la lasc:iò sfuggire. « Per la stessa ragione si può vedere che le buone « e sicure operazioni i;trategiche di Falkenstein, sono « la condanna indiretta di quelle di re Guglielmo in « « « « «


332

STUDIO INTOHN O .\ LLA C.:.-1.MPAGNA DGL ,J 866 IN GEIUIANIA

« Boemia, fatte senza necessitù su tre, quindi su due « linee strateg-iche a grande distanza . « Noi non abbiamo aclunque, in fatto di· osserva« zioni critiche, che a proclamare . la nostra sincera « ammirazione per la campagna dell'armata del Meno,

CJtNNI SULLE ARMI PORTATILI

« ed a raccomandarne lo studio agli amatori della · « -buona strategia. »

· DEGLI ESERCITI EUROPEI

(CONTINUAZIONE; V .

la dispensa di agosto) .

A'i1.stria.

.

La trasformazion e delle armi modello ,1857, cioè del fucile di f,i°nteria , della cnl'abina da caccia-tori (Jèiger-stutzen} e della eara.bina dei corpi speciali . (Brntra-corps-gewehr), fatta secnndo i I sistema Wiinzl (tav . 4•) . L'apparecchio di chiusura ( 1) è situato in una falsa culatta ani tata posteriormente alla canna (fig. 5), e con siste in nn otluratorc eilindrico a mobile at..:torno ad una cernierH perpendicolare nll'assc del!a canna, <~ situata alla parte superiore della falsa cu-· la Lta. Dall a paPte sinistra, anteriore, I' ot.turatorq è terminato da una codeua· b, la quale si appoggia sulla molla e posta. esteriormente nl!a falsù culatta, e se rve · così a formare l'otturatore nelle sue, posizioni estreme,

\

l'

1

· "I'-

I ~ (1) Vedi .K n OPATSCHllK, Die Umgesta,lt11,n,q der K. K. oesterr ci~ chischcn Gewelwein Hinterlader. - ,vien, 1868. ANNO XIV, VoL. 111,


334

CENNI SULLE ARMI PORTA1'ILf

cioè quando è chiuso e quando è apel'to. Dalla parte posteriore destra , è invece munito d i un nasello, o man,iglia sporgente d, che serve a maneggiarlo. NeJ. l'otturatore è praticalo un foro obliquo, che dal punto più basso della periferia dell'apertura po:-;teriore della canna viene a . sboccare sulla parte superiore dcil'ottu_ratore, ove è chiuso da un falso luminello e. In questo foro può scorrere il percuotitoìo, avvolto da una molla spirale che tende a farne sporgere l'estremità posteriore del falso luminello: su questa est1·emità agisce direttarnenre la testa del calie dell!antico acciaI'ino. La parte antebore del percuotitoio è taglùua in sbieco, affinchè nella posizion e normale essa riesca a fiore della faccia anteriore dell' ottur·atore, ed affinchè esso non possa girare su l suo asse, è munito di due alette /f' (fig. 6°), le quali sco rrono in apposite scannellature laterali del falso lun1inelto. La falsa culatta è attraversata posteriormente da un foro, · entro il quale scorre un fermo cilindrico, comandato dalla noce dell'acciarino, della quale segue i movimenti. Q1rnndo il cane si abbassa, il fel'mo sporge dalla falsa culatta ed entra nella cavitù h praticata ·. nefla parte posteriore del!' otturatore, opponendosi così o. che l'azione dei gas nello sparo lo possa fate aprire. L'estrattore ( fig. 7") è una semplice spranghetta metallica rn posta alla parte sinistra deJla canna, e scorrevole sullo spigolo sinistro del la falsa culatta, che le . serve come di ruotaia. AJ!a parte posterio re essa porta un becco che viene a far parte dell'orlo della carnera, e contro il quale viene per conseguenza ad appoggiarsi il risalto della cartuccia: superiormente essa ha un incavo, nel quale penetra la punta di una. vite n fissata alla cci detta dell'oLLuratore, il qu..ale perciò, nel suo chiudersi ed aprirsi, dà un movimento . di va e vien{ all'estrattore.

3315 La cartuc<.:ia (fig. 8•) è metallica, di_ rame puro, ?o.I bossolo di un solo pezzo; l'innesco é anulare, c1oe compresso contro gli 0rli del bossolo; il proietto, munito · di scanne]] ature che si riempiono di grasso, è dì diametro superiore a' qu ello della canna, ed ha una piccola cavità posteriore. Questa c;artuccia è comune a tutte le armi trasforma te. Il fucile (fig. 4°, 2a e 93 ) è munì.Lo ~i alzo a c~rsore gradua to pel tiro fino a 900 pass1 (682 m~tri) ; ha le fascette a molla, la bacchetta con capocchia foder·ata di ottone e fissata con un risa ho al bocchino; la baionetta è a quattro spigoli. L'acéial'ino è · a rnovirnenlo a van Li , . senr.a calenella. L'·incassatura è di fagg io e munita di guancia sulla faccia sinistra del calcio. · ' La carabi na da' eacciatori (stnt~en) (fig. 3°, /~a e 1108} differisce dal fucile. per avere l'alzo circolare scorrevole grad uato pel tiro fino ·a 1200 passi (t)IJ O metrj); la )iaionetta è a lama piatta e sgusciata, ad un sol tao·Jio, colla costola rivolta verso la, canna; l'inc:assat1:1~a è di noce munita di guancia sul calcio. La carabina dei corpi speciali ha un alzo·a cursore graduato pel tiro fino a 600 passi (455 metri); lé'. baion'etla à quattr? sp igoli, e rincassatura d1 fogg10 o di noce . ' ' Le dimensioni e pesi principali dì queste armi e dèlla cartuccia sono comprese nello specchio seguente: DEGLI ESERCITI EUROPll!l

I

1


l 337

DEGLI ESERCl'fl EUflOPEl CENNI SIJLJ;E ARM( PORTATILI

.i- llltrndurre una cartuccia nella camera· 0

f.ocile

Calibro dell'arma Lungh. della canna (parie rigala) f '.'lume1;0 . . . . . 0

~

Mili. '13,9 » 88t N.

Stol!in ·

13,9 43,9 647 579

Il Profondità

4

4

. . . . Passo . . 1 11o. 4 4' 11() . 35' , Inclinar.. (da sinislraa·deslr~) . Lungh. totale : con .baionetta . Mili. :J812 4G98 Id. senza id. » 4338 4104 Peso totale : con baionetta. Chi!. 4-, 65 5, ,J ,1 Id. senza id. » 4,25 4,41 P::

'Diametro massimo del proietto

.Lunghezz,J del prnietto .

. ,.

Peso del proietto Id. della carica {1) 1

Id. clell'Jnnesco (2) 1d. della cartuccia Id .. del pacco di '10 ca.rtuceie .

4

1o. 41'

,153,1

· 1057 4-, 13 3,73 -

Mili. H, M5 » '.iH)2 Gr.

»

'.29, 7 4, 4.

),\ o, ,Hj

»

41

»

4'20

1 movimenti ne·cessa.ri pel ca ricam ento e lo sparo di qucsle armi sono sèi, cioè: ·f O Armare il cane;

2° Aprire l'otturatore gil'andolo iu avanti; . . 3° Inclinare l'arma a sinistra per far cadere a terra 1~ bossolo della ca rtucc.ia sparata;

- --- --- -~- (1) Di polvere modello 1857, romposta di 78. o di nitro 10 zo lfo, 14. 5 di carbone: sono in corso esperienze ten~ dent\ ad aumentare la proporzione del carbone. {2) l~'innesco si compone di 3 p. di fulmi nato di mercurio , 2 _P· di clorato di potassa, 4 p. 'di Yeti·o pesto e 1 p. di. colla

rl!

SCJO!la.

5° Richiuder'e l'oLLuratore girandolo ind:i.elro; tì 0 Punta1'e e prernere ::;ul grilletto. ·

1

Mili. 5, 5 5, 5. 15, 5 » o, 18 o, 1-8 o, '18 » 2107 1580 2107

I Larghezza

'

Carabina

Il

Se non si spara, si abbatte invete il cane sulla tacca di sicurezza: in questa posizione l'otturato1'e non può apriJ_'S i, p~rchè · trattenuto dal {ei:rno. Nelle esel'citazioni al falso luminel lo è a,•vitato llII coprilum ìn eJlo rnetallic.o, atlineh~ il can e non possa urtare i i nereu otitoio. ' La velocitit del tiro accelerato si dice essere di H colpi al minuto: è probabilmente 1rn massimo di1Iieile a raggiungersi. . La veloci tà dei proietLi. a metri 1'7, 70 dalla bocca dell'arma, rnisurnte cogli apparecchi elettro-balistici, sono: Metri 39·1 Pel fucile » 373 Per lo stulzen )} Per la carab inD Le circostanze di Liro di quest~ a rmi dimostrano che tutte e tre presemano uua dep ressione nella- direzione di partenza dei proietto, e che il valore di quesla depl'essione è : Tra 11O' ed ,1·l' -pel fucil e; Di 8' per !'}ag~r-sln tzen ;

Di 16' peL' !a cara bina.

caralteri del tir·o del fuc.ile di fan te1·ia e della carabina da c,1.ct iatorì o SLL\Lzen, sono racchiusi nei due seguenti spe('(·.h i.


1 338

CENNI sui.rn ARMT PORTA1'TLI

DEGLI ESERCI'l'I EUROPEI

· Carabina da cacciatori (Ji.:i.ger-Stutzen). 9

l i

A NGO LI

Distanze metri

I di

di tiro

mira

òi

Cilduta ·,

I

o o• 8' 190 o• 25· 200 o• 44' 300 1° 7' 400 1· 32' 500 2° l' 600 2' 32' 700 1 3' 7' 800 3° 44' 900 4° 38'

l

-

II I

0; 18' 1. 0' 42' j 1° 12' l' 18'

o· 17' o· 36' o• 59· l' 24'

l· 53' / 2· 30' 2° 24' 3· 18' 2° 59' 3° 36' ,1• 30'

E ·.: <ti

Sl'.IZIO BATTUTO

UJ.

"'"' :§ Cl>. E ·;.;

.s

~

e,

~

(',)

,fj

O)

6

"O

ali' altezza cli l°' 70

l

,-

O, 15 I O, 64 l, 51 2. 86 ,1: 82

·i

5° 11' 6° 44'

I I 84-

182 253

l

55 39

32

58 1i: 34 16, 34 22, 90

4° 12'

2"' 40

fa nteria cavalleria

-

196 259 151 83

57

4,1

33

23 19 15

26

20

I

Fucile cli fant~rfa.

I AN.GOL!

Distanze metri

di

mira

o

100 200 300 . 400 500 600 700

cli tiro

di cadut~

o• 11' o• 24' o• 13· o· o• 39' o• 29' o• O• 59'

l · 21' l ~ 46'

0° 18' 1~ 11'

1• 36'

2° 15' . 2' 5' ~· 47' 2• 37'

SPAZIO BATTUTO

alraltezza di

I

circolo che contiene 1"'70 2m,10 lametù fan t. cavai!. dei colpi

I I

0,11 184 O. 50 f 261 1. 27 103 61 2, 51 2• 16' 4,'33 53 3° 3' 6,81 34 3· 56' . 10. 05 I 26 11'

35' 1° 3' 1• 36'

Raggio del

l

I

200

o, 18 0,26 O, 35

63

O, ,16

Le arm.i di nuovo modello finora adottate ·(·1 ) sono il fucile per la fanteri~ ed i cacciatori, e la carabina o moschetto per la cavalleria; questa carabina, colla aggiu nta di una baionetta, serve pure pei corpi speciali; posteri.ormente è stata pure adottata una pistola per la cavalleria . Esse hanno tutte il sist~ma di chiusura :Werndl (2), e sono destinate a surrogare successivamente le ·armi trasformate nell'armamento delle · truppe auive. In questo sistema (tav. 5a}, l'otturatore è un cìlind ro rnetall ic:o a attraversato da un albero le cui estremità servono come perni per fotrnare una cerniera parallela all'asse della canna, e collocata al d isotlo di essa , attorno' alla quale l'otturatore può girare. Esso è situato in una culatta avvi tata alla cann a, mol to più grande di questa , ed Hperta superiorJ1'.lente. La faceia posteriore dell'otturatore non è piana,, ma foggiata secondo una superficie eli coi· dal e, co me un verme di vite : ed in modo analogo è aggiustata fa fa ceià anterior~ d~lla piastra b che chiud e ' posteriormente la culatta , e sulla quale si appoggia l'ottu ratore. Cosicchè, facendo girai-e l'otturatore da destra a sin istra , la superficie elicoidale ' dell'otturatore rimonta su quella della piastra, ed esso si trova costretto ad avanzare ed appoggiarsi co.ntro l'apertu ra posteriot·e deJ]a camera; .rnentrechè, girandolo da si~ · (1) Vedi nel 6° numero del 1868 .pei Mitlheilungen ùber ge-

ge71sti.inde der Artillerie-1md Kr'iegs- H"issensohaften, l'articolo del colÒntrnllo Bylanclt. - Ved i pure l'opuscolo del I{R.OPATS· Cl:lEK , das l( J(. oest. HinterladnngsgewehT-Sistern kleinenl{alibe1·s rnit wèmcll- Vers1;hl1iss. -;- Wion, 1869. (2) Dopo il 1866 fu lasci,1to da parte il sistema Linclner, che era stuto· lìuo allora spc~rimenla to. e fu adottato il sistema Ileming'lon. Ma incontra lesi molle diffìcolli.t nella costruzione dùllc armi di ques[o sisléma, fu , dopo numerose esperienze. sostitu ito col sistema Werndj.

o:-io j

273 3,16 9,i

339

48

35 '

1


CENNI SULLE ARi\1 1 I>Oll'.L',tTJLi

DEGl.I ESERCITI E UROPEI

nistra a destra, la superficie di contatto muovendosi senso irrn~rso, ]'otturatore allontana alquanto dalla camera. 'Per rendere fac ili questi rnovimenti, ' ' l'ott1,1ratore è provvisto di un'orecchia o nas.ello e eho si impugna per farlo .girare. Affìnchè l'otturatore scopra la camera per l'jn trocluzione della canuccia, quando è girato a destra, esso . è sgusciato superiormepte secondo una s upe1'6cj e inclinata et. Per ottenere poi che l'ottura1ore rim1rnga stabile nelle sue due posizionj estrerne (chiuso ed aperto), l' estrernitù posteriore ' del suo albero è terminata con una testa e con du e fac cie piane ad · nngolo, le quali ·si trovano orizzontali quando l'ottura tore è in quelle due posizioni . Una forte molla piatta / , fissata · sulla parte s uperiore dell'impJJgnatura del ca lcio , p rem e da sotto jn su contro questa testn , ed impedisce così all'otturatore di rimaner fe rmo in una posizione diversa clii quella di aperLnra o di chiusura. Nell'interno dell'ot.turatorn trnvasi un foi·o, nel quale scorre un percuolitoio y avvolt.o da u11 a molla spirale. La direzione del fo ro v::i, quando ì'ot.turn1.01·e ò ,chiuso, dal centro dell 'ape 1·tura posteriore della cl'lmera, all'incavo li delta pi asti·a posteriore di cu latta . La testa del can.c di un <1('.c iarino ordinario, leggermente appuntata, vien e Hello scatt.are ad entrare nell'incavo orn. accennato, ed a battere cont.ro J'estremitù posteriore del pe reuo!.itoio, fac:end blo avanzare vel'so la cartuccia; rialzando il cane, la molla spirale: fa ri entrare il percuotitoio nell 'ottmato.re. L'estrattore k è una ìeva angolare fol'mata di un albero orizzontrile ch e rimane incastrato in un'apposita scannellatura dell a culatta davanti ali' otturatore, ti di due braccia qu asi perpendicolari all'albero e tra loro. Ii braccio di sinistra, pressochè verticale, ha iilla s ua parte supedore un becco che si adatta allo ' jn

acceca tura dell' orifi7.io della carnera, e sul quale per conseguenza viene ad appoggiarsi l'odo della carLueci~. Il braccio di destra, quasi, orizzontale, forrnà colla sua esLremitit libera un dente che penetra nella S(.:anne1la1.ura l dell'ouuraLOre . Quando si' gira viva.mente a destra l'otl.uraLore per aprirlo, i1 term ine della scannellatura l viene ad urtare con violenza il dente del braccio di destrn del!' es tra ttorc , forzandolo così ad tibbassarsi, ed il braccio di sinistra è costretto a . seguitarn e il movimento gira ndo cla.Jl' avànti all' indietro, ed in ciò fare spinge indi etr·o ii bossoìo della cartuecia spaeata. Se non vi sono molte feccie, tale movimento è abbastanza violento per i spingere il bosso lo fuori d_ella tigusciatu ra deJl'otLul'atore, e farlo così cadere q- terra . La cartuccia ha il hossoio di tombak (l) di un pezzo sol o, ·ma con l'inneséo centrale, secondo il sisternn ·wilbmger : il pròieLto ò lo stesso per t~tte Lre iii armi, ma la carica di polvern della carabina e .della pistola è più piccola di qu elìa del fu eile. Il fucile nuovo ha la canoa abbrunata, unita alla incassat~ru con f,iscette a vite, ed è ' munito di sciabola-baionetta, col piano della lama passan Le pe!· l'asse della canna. L'alzo è a cutsore, col piBde a g t·aclini, eù è oo-rad uaLo irnl Liro fino a ·1200 passi (~HO me ll·i). . L'accia rino è ,1 movimento indi etro ed a caLenella. La cat'abirrn !;u ];.i ca nna ll nita all'in eassutura col rn ez.zo <li copiglie, ha un alzo a cur-sore gn1d1.rnto fin o a 600 pass i ( 4./fo rn etri), ed lw una bn ion et1a con lama a qu<.1ltro sp igoli . La pistola è senz'alzo mobile, ma pub sparare fino a 300 passi (22t) metri).·

si

(l } Probabilmente con1posto di !J7 par ti rii rame , 2 parti di zinco, ed l pal'to di arsenico.

r


! 342

CENNT SULJ.E -ARMI PORTATILI

Le dimensioni e pesi principali delle nuove urmi austriache che ci è stat0 possibile raccogliere sono i seguenti: Jlocilo

Calibro dell'arma Lungh. della canna (parie rigata) { Numero . . . . ~ , Lurghez~~ . · . -~n ProfondILa . . . . . ~ Passo . . . . . In cl in az. (da sinistra a destra) Luogh . tot.: con baioneLLa Icl. senza id. Peso totale : cori baionetta ld. ,. senza id . Peso della carica. Jd . della cartuccia. ld. del pacco di ,1Ocarl.l.i,cce.

Cara,bina

I

»

»

6 6 . 6 3,8 3,8 3,8 0,48 0 ,18 0,1 8

724

027

527

2°. U' Mili. ,1855 )) ,1279 Ch'il. 5, 22 )) 4,~8 Gr. &., 0,1

» »

Peso del proietto . Lunghezza del proietto Diametro massimo del p roiettò

3°. 45' 3°. M' ;J 038 991 /4-00 3, 67 3,118 11, 50 2 , 19 2, 19 :12, 4. 28, 9 28, 9 402 358 .358 ·

--

-----Gr. 20,27 J.Vlill. 22,9 » 44,35

I movimenti necessari pel caricamento e lo sparo di ques te armi sono cinque, cioè :

1° Armare il cane; natisi perb che si può ca ricare anehe qnando il enne è sulla tucca' di sicurezza; 2° Apr.ire l'otturatore; ;J 0 introdurre la cartucciu nella carneni ; 4,Q Cl~iudere l' ottiiratore; 5° Puntare e p remere sul grilb to. È probabilè peralteo che quando vi sieno molte feccie, sia necessario indinare l'arma indietro nel seco nd o ino vimento, per far cade re a teera il bossolo ' della cartuccia sparata.

..

. Pel fucile

. Per la curabina di cavalleria Per la pistola .

PislQla

Mil i. 40, 98 '10, 98 'IO, 98 » 790 528 199 N. Mili.

mmorm Le velocit3 iniziali dei proietti sono : DEGLI ESEHCI'.l't

~1etri 436 » 807 239

)>.

Le circostanze del tiro dimostrano che, mentre pel fuc ile e per .la ca rabina di cavalleria si ha una depressione di circa 1.2' nella direzione di partenza del proietto, la pistola invece presentu un l'ileYamento di circa 4,9'. , l caratteri di tiro del fucile sono riuniti nello spechio segue nte:

'

I

I

.

"' 8 .~

I

A N GOLl'.

·Distanze

e:,

....

~

:o

:::: ·;;

I

metri I di mira

·~ s

I

di tiro

cc

'--<

d->

l

d' cad~la

I

µ~ '.5 O)

o""""'

I

SPAZIO JlAT'fUTO

Raggio del

all'al tezu.1 di circolo che contiene Jru 70 2:u 40 la metà faut. cavali. dei colpi I

-

-

-

0° 10'

-.J o, I

--

1.2'

O, 08

215

227

O, 06

0° 35'

0° 2.1'

o•

29'

O, 38

272

280

o, 14

300

0' 51'

0° 3H'

o•

51'

O. 98

141

353

O, 2'.:2

400

1° 9'

0° 57'

1° 19'

1, 99

77

122

O, 32

500

1° 30'

l" l t3'

l · 52'

3, 48

52

16

O, 44

600

1° 54'

l' 42'

2° 31'

5, 56

40

57

o,

700

2° 20'

2° 8'

3° 15'

8, 3t

30

42

O, 19

800

2° 49'

2° 87'

4° 4'

11, 8.2

24

34

l, 02

900

3° 22'

3° 10'

,1° 57'. 16, 19

19

28 1.1, 30

100

o· 12· o· 22'

200

o

'

-

'

6,)


Cl!NNI SULLE AMU I>011'1'ATILI

Prns sia. ,

Le armi a retrocarica dell'esercito p russiano, cioè fucile· di fanteria, carabina da cacciatori e da fucilieri e · moscheuo di cavalleria, quanlunque d.i . differenLi modelli, hanno tutte il sistema di chiusu r·a. Dreyse. In qllesto sistema ( tav , 5u ) l',otluratore ,a è cilindrico e scorre in una fal sa culaaa b, avvitata alLl .c anna, nella quale è praticato superiormente uno spacco per dar passaggio al manubrio c. . La parte posteriore della canna sporge dentl'O la falsa cula tta, cd è te rminata cslrrnamenbe da una superficie troneo-conica, contl'O la, quale si adatta l'ot.turatore, la cui superficie interna ant~riore è pure tagl iata a tr·onco di cono, e così, mediante il forzarn ento di queste due supedkie, si impediscono le sfuggite dei gaz nello sparo, Per asskurar-e l'otturatore contt'O la canna quand? i'arma è chiu sa , lo spacco superiore della falsa cu i<1Lta ha si1l tlavanti un Lrauo allargato :in rnodo da i'ormnre' mia spalla d , ccn Lrn In qual~ vien e c1cl ap-poggiarsi la base del nrnnubrio c. La superficie anteriore di questa spalla ll, nonchù quella del la base del 1nanubrjo cbe si' appoggia su dì c:,ssa, non sono t,Jgli,\l.o norrn :.i lm enie nlln lunghezza dell'.arrna, ma seguono l'andamento d'un'eJiea; fo tal. inodn ,1nchc quando l'arma non è più r.rnov,1 , e le due supedic ie di contai.lo sono aìqnnnto logore , si può ::;empre spingere !'olLu1·,l.lore nella. st essa posizi~iw, N! assicnrarlò cont'.ro la. canna forzanLlo il manubrio

DEGLI ESERCITI EUROPEI

34/5

un po' più verso destra , Inoltre, per assicurare megli.o il 'manubrio contro la spalla nello sparo, le superfiirn di contatto sono anche alquanto inclinate dall'avanti ali' indietro, fr1 mod6 che quando il manubrio è a posto, la sua base rimane quasi. incastrata contro la spalla. . • Al disotto dell'otturatore è peaticato uno spacco ad f r attraverso al quale penetra il dente del grilletto, e serve a limi tarne la corsa ad un movimento longitudinale e ad uno tr:asversale. Nell' in terno ·dell'otturatore è avvitato un grono d i acciaio i, attraversato da. un foro pe1' dar passagffio al1' ago m . Lo spnzjo compreso fra le pareli · di questo grano e quelle della. parte ant1~rio.re dell' ottu_ratore . forma una earnel'a di espansione nella quale 1 ga.z s1 c1ilatano e spingono fuol'i della ca_nnn .i residui del1a cartuccia, Il meccanismo di scEillo è tutto contenuto nell' otturatore, ed è forn'.Ìnto da un tubetto e, nel quale è collocata la molla spira'le n ehe avvolge Io stelo g, ed ì: rincbi usa tra un risalto · di qùesto stelo e la parete posteriore del tubetto; l'ago m. è collocato dentro .lo stelo al quale è avvitato posteriormente e traversa un discheLlo cli. cuoio .· fissf1Lo sulla testa dello stelo per evi tare i guasti che potrebbero pr?venire dal!'ur~o contro il grario quando lo stelo è sp1pto avan~1. Finalmente sopra 'il tubetLo è disposta nna molla prntta / 'la 1uale alla sua estremi tii porta un dente che penetra in una finestra.· del tubetto stesso e serTe a trattenere lo stelo contrastando èonti:o il suo risalto anteriore, Ernando la. molla spirale è distesa. . .. Il grilletto l è fi:ss:Ho eon una cop1gl1a ad una. molla. p, la quale porta il dente di si::atto o, che, passilndo attraverso lo spaeco d~Il'ottmatore, penetra nel tubetto.


346

3,i,7

CENN! SULLE Ami! POR'rA'rlLJ

11EGLI ESEJICJ'l'l EUl\01' El

Suppomrndo ora che l'arma sia ca rica, e che si spinga aranti l'otturntore per chiudt•rc la culatta, lutto il rncccanistno <li SCillto ne segue il ,uovimento solo per un certo tratto, perchè q uan clo il risalto posterio,·c dello stelo giunge a contrastare con tro il dente o del grilleu,o, esso è trattenuto ipdietro com e si. vede indica to nella figura 1n. Se poi, dopo che la culatLa è chiusa, si spinge innanzi il tubello, finc:hè il p iccolo dente r della molla piatta pc n<'tri nella cavit~1 praticata so tto all a parte supel'iore Jell'otturatorc, lo stelo non potendo avanzare, la molla spirale rimane compressa, come è indicalo nella figura 2n, ed in questa posizion e l'anùa è pronta per lo sparo. Infatti basta premere sul grillcuo, ed allora il dente o, abbassandosi, permetterò. alla molla spi rale di disteud ersi e rli spingel'C avanti lo stelo m, in modo che l'Hgo pc1fornoclo l'innesco fulminante della cartuccia, ne pl'oduca l'accensione. Quest'ultima p•),,izionc del meccanismo è rappresentata dalla i1g. 3\ Volendo poi ritirare nuovamente l'otturatore per aprire la culatta, è necessa1·io anzitutto rilirare il tubetto e, il quale altrimenti, trovandosi colla sua testa impegnala in uno spucco praticato nell'otturatore e nello spacco della falsa culalli.l, non permetternbbe al munubrio e cli potei' essere sollevato . Ritirando il tubetLo, ancl1e lo stelo è obbligalo a seguirne il movimento, a cagione del dente tlella molla /' che agisce contro il suo risalto anteriol'e. Questo 111cccanisrno è molto semplice cd assai facile ad essere smontato e rimesso a sito, perchè in esso non vi. è alcuna vite. Per togliere l'oLLuratore dalla falsa culatta basta agire con forza contro il grilletto fin chè il suo appoggio contro la falsa culatta abbia luogo , per l'ullimo dei rialzi elle esistono sullo

parte superiore della sua tavola, allora il ùente o ritirandosi dallo spacco ad F dell'otturatore, permette !'he esso venga ritirato dalliJ foba culatta. Si potrebbe aneli e estra t'l'e l'ago dallo stelo, e ri111etLen·elo , senza togliere le altre parti del meccanismo, ma questo modo d'C'sLrazione od intl'oduzione dell'ago è gcoera l1 ncnle evi tato, perchè in questa operazione potrebbe distaccai-si il pi Mio disco di cuoio che è incastrato nella testa deHo st~lo, e produl're intoppi o guasti nel meccanismo. D'altra parte l'eslrnzione del tubetto, e la scomposizi one e ricomposizione delle varie parti si fa tanto facilmente, che il sos ti tuire qualclie parte di ricamfyio non p1·esenta alcuna difficoltà nè soverchia penlitn di tempo. Una proprietll caratteristica di questo sistema è quella di aver la molla spirale co 11 tiuuarncnte djstcsa, invece di averla sempre compressa, come nei sisterni Clwssepot cd Italiano. La cartuccia {fig. 5") è di ca1ta : il proietto, di diametro inolto inforiore al calibro dc ll 'a.n ima' è aniluppato da un tacco di cartone, clic si forza nello ~paro tra le pareti del pr·o ietto e q11elìe dell'anima, e che porla posterior,nente l'innesco: ciò che costituisce pure una differenza essenziale dagli altri sistemi. ll fucile di fantc r;a , modello -1802, è provvisto di alzo a due fogliette, che pcrrne,tte il til'O fino a 850 passi (638 metri); lta la baionetta a tre spigoli, la cui ghiera interponendosi a forza tra la canna. e la La.ccheua, impedisce a questa di sfuggire dalla sua custodia; le fascette sono a molla. Le carabi ne da cacciatori e da fucilieri sono provviste di sciabola-baionetta, ed li anno l' ulzo grad u.ato pel ti l'O fino a 100.0 passi (750 metri). . Le principali dimensioni ed i pesi del fucile modello •1862 e. della cartuccia sono i seguenti :

1


348

Calibro dell'a1•ma . .Lunghezza della canna (parte rigata) . { Numero . ~ \ Larghez:'a (eguale ai pieni) ""&i < Profondità ~ I Pasc:;o . r Inclinazione (da dest,r·a o sin istra) Lungh. to t.: con baionetta Id. senza id. Peso totale: con baiorìelti:i Id. senza id. Diametro massimo del proiello 'Lunghezza del proietto . ·. Id . della cartuccia Peso del proietto . Id. del la carica . Id. dell a cartucci.u

349

l)EGU ESERCITI ROI\OI'El

CENNI SULLE AllM.l POR'l'ATlLJ

Mill. 1i.i, J.3 )) 842 N. 4 Mili. 6 )) o, 78 )) 732 1

3° 47'

.Mill., 1870 ))

4,68

Mili. ·13, 6 )) )}

Gr. )) ))

1

4365

Chil. 5,03 ))

La velocità media clel tiro può ritenersi essere di circa 6 colpi al minuto . Sul tiro del fo r ile prussiano non si conoscono altri risult.aLi che quell i cbe ne dà il I)loenn ies ( 1), dai. quali appare ehe la direzione di partenza del proietto subisca una depressione di circa 40'; ed ai quali corri spondono i caraueri del tiro racchiusi nello sp ecchio che segue :

I l

i

I.

melri

311

4,8 40,7

La cartucc ia per il moschetto di cavalleria ha una carica di soli 3, 6 grommi. ,

I rnovinrnnti necessari per la carica e lo·sparn sono set', cioè : 4° Tirare indietro il tubeno'; . 2" G·irul'e l'otcurat.ore a si nistra e tirarlo indi etro· ' 3° Introdurre la cartuccia nella camel'a; ,i." ~pingel'c l'otturatore avanti, girarlo a destra e rfare un colpo sul manubrio per assicurare la clrittsura; 5° Comprirnere la molla sp ingendo avanti il tubetto; · ·6° Puntare e premei·c sul grill etto. Se non si vuole spa rare , non vi ha che da arre~ starsi dopo il 4- 0 movim ento: allora l'iwrna è nella sua posizione di sicure-zza.

jl

j . ,al lezza d1. Raggio del all circolo. I= == = che · I1•• 70 12,,. 40 contiene l a metà

ANGOLI

Distanze j

27

56,G

I

I

I SPAZIOUATTUTO

l==== = = = = ,di di · di mira tiro caduta

I

! font. 'caval i. dei colpi

I

'

o

o• 10'

100

o· 25· ! o· 44'

200

soci

I

I

I 0° 15'

0° 11·

, 0° 34'

0° 40'

o, 12 o. 54

1° 10'

1, 38

I

1• 6' i

o•

56'

I

-

i

'

176

196

254

:363

I o, os o. 17

93

243 '

54

82

5'7

o. 27 o, 40 o, 54,

45

o,

I

400

1° 31'

1° 21'

1° 46'

2, 73

500

l' 59'

1° 49'

2° 28'

4, 71

38

600

2° 30'

2· 20'

3° 17'

7, 44

31

Capitano A. 'Afaggiore E.

l'

69

CERRUTI.

GrovANNE'l"tI.

(Contin,µa)

(1) PLOENNIES: Ne1ie St1ld,ien ii.ber llie gezogene Fette·1'waffe ,

voi. 2, pag. 283, ANNO XIV, VOl., lii .

23


l' flOPO STA DI UNA Al\'l'IGLlEI\LA Sl'ÈC!ALE DA F'AN'l'ERIA

PROPOSTA. DI UNA

ARTIGLIERA SPECIALE DA FANTERIA

La guerra del 1859 in Italia, colla introduzione delle bocche da fuoco rigate da campagna, adoperate sul campo di battaglia per la prima volta dai Francesi; quella del '1866 in Germania ed in Ito lia, dove per la prima volta si trovarono di fronte eserciti muniti ambidue di artiglierie rigate, ed ove il pru~siano fect: pl'ova solenne delle sue armi portatil i a tiro accelerato e caricabili dalla culatta , che non erano state stimate a dovere nella antecedente campagna contro la Danimarca: hanno, senza alcun dubbio, scossa dal le sue basi la taLLica attuale, e dato vita a nuovi principii, che egregi uffiziali tendono tuttodì a sviluppàre con scritti e con proposte pratiche che meritano la più grande attenzione . Uno dei più egregi campioni in questa nobile palestra, in cui ciascuno si adopera per migliorare le condizioni dell' esercito, al quale è afiidata la salvezza e la gloria della patria sua, è il re di Svezia

351

Carlo XV, del quale leggiamo ora un rrnovo opuscolo che p0rta per titolo: ldées et réfleaions sur les mouvements de la taclique moderne. Ques ta opera, piccola di mole, in a ragguardevole assai per la sua. sostanza, contiene, a nostro parere, idee ardite e principii tali sulla nuova tattica delle tre arrnì da schiu dere un nuovo orizzonte all'arte della gu;rra, p resentftndo mezzi certi per contrabbilanciare gli cffetLi mjcidiali delle nuove armi portatili e delle artiglierie rigate. Al capo m l'augusto autore scrive : « Il est à peu près impossible d'etre assez bien « fourni d'artillerie de campagne ordina.ire pour di« sposer d'un nombl'e de pièces sufii sant pa rtout où « une iul'anterie déployée peut rencontrer l'ennemi. << En outre l'artillerie de cam pagne actuelle est trop « pesante pour ètre it rnème de suivre partoul l'in« fanterie; ses attelages, ses caissons, etc., sont trop « exposés au f'eu de l'ennemi si l'artilleri e doit opérer « à une pelìte distance ùe ce dernier. « Sentant vivement la nécessité de donner aux « tronpes une arme qui, tout en augmentant la force « et la solidilé de l'ordrc mince pat· une porlée de « tir supérieure ù celle du fusi], soit prop re à su ivre « !es évo luLions de l'infanterie, je voudrais mu nir les « baLaillons dc cette dernière de bouches à feu d'une « constructio n conforme en tou t aux ex ìgenccs ac« tuelles. » Tale principio ci pare che meriti di essere attentamente esaminato e studiato e, diremo di più, sviluppato; locchè ten tia mo di fare con qnesto breve scritto che sottoponiamo al giudizio dei nostri com· pagni d'armi. Questa idea non è assolutamente nuova, poichè già le prime artiglierie trainate sui campi dì battaglia


1'll011 0ST,\

non erano formate in.batterie, come le attuali, indipendenti dalle altre armi , ma erano addette alle fo.nterie, e seguitavano queste in tutli i loro movim enti. La poca rriobilità ·<li qu este artiglierie ed i mille inconvenienti del loro trnino fecero abbandonare questo sistema che incagliava i movim ènti delìa fanteria, per venire a quello di batterie form ate e quasi ipdipendenti dalle altre truppe. Còn questo · sistema appun to il grand e Federico, ed in special modo Nupoleone l , potern no per i primi impiegare mo.lto vantaggiosamente quest'arma s ul campo di battaglia, ed eseguire quei grand i. concentramenti di bocche da fuoco ai quali sono dovute le loro più belle vittorie. Questo sistema esclusivo di artiglieria da campagna in batterie con azione propria potè non a.ver ·gruvi inconvenienti fino alla vigilia della battaglia di S. Martino (dove si impiega rono per la prima volta bocche da fuoco rigate) e cli quelli~J i Sadowa ; m,r gra,,issimi ne sarebbero r dann i dopo che le artiglierie rigate e le nuove armi portatili, colla. loro precisione, gittat., e celerità di tiro, hanno mutata la tattica delle tre armi e resa indispensabile un'artiglieria special e da fanteriu . Questo è il principio eh c Lentiamo dì dirnostl'are . sonetti nella nostra fiducia dalle parole e clall;autorità dell 'augusto serittore sopraccitato. Divideremo pertanto questa rapida esposizione in tre parti. Nella prima tenterem o di dimostrare l'utilitù di avere un'artiglieria da campagna speciale, a~detta esclusivamente alla fan te ria. . Nella seconda proporremo il modo di appi icarla alla fanteria, studiandone le diverse combinazioni tattich e. N~lla terza accenneremo, nelle sue hasi generali, al sistema di materiale da adottarsi.

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DI UNA ART!GLI!UUA. SPECIALI~ DA PfNTEl\l A

:PARTE T.

Nel nostro ordinamenLo mili taee sul piede di guena, .ciascun a divisione ha con sè tre batterie dipenden Li direttamente dal comando divisionale, e per nL1Ha dai comandi parziali delle truppe. Queste batterie possono a volonttt essf:re trasportate da u:1 punto all'altro del c~mpo di battaglia, a seconda del concetto di massima che regola i. grandi movimenti della divisione, raramente proteggendo i movimenti di dettaglio delle singole truppe . Infatti le batter.ie divi sionali non potrebbero fraz ionarsi in tal mod o senza menomare la loro irnporLanza e senza rend ere irnpossibi ìi quei concentramenti d'artiglieria che, fatti a temp.o, decidono quasi sempre delle sorti ·d'un a giornata campale. La storia delle ultime guerre combattute in Italia basta per convincerei che i con centramenti d'artiglieria si feeero quasi sempre a danno dell e altre truÒpe, le quali, irnprovYisanieote sprovviste dì bocche da. fuoco, si trovarono grnvemente compromesse- ne i loro movimenti di dettaglio. · Per contt·o, ogni volta che si vollero fraziona~e le batte6e per secondare i parziuli mo vimenti della fan teria, si perde ue sempre il vantaggio e~ol'_rn e ~o~er eseguire grandi e rapidi concenLrn ment1 d1 artighen e. Le seguen ti ragioni potranno vie meglio fare comprendere 1a cliffof'enzu fra la tattica che l:a ,cessa lo di esis tere e qu ella che sol'ge coll e nuove armì. Le masse di fanLeria prima potevano avanzarsi fino alla disl,anza di gOO moLL'i cir,.·a in colonha .serrata,

?i


354

PROPOSTA

avendo a temere poco danno dalle arti(J'lierie nemiche e ~essun_o dai fuoehi di fanteria . Queste ~nasse potevan~ s~10gars1 e manovrare a tali distanze con poche perdite, ecl anche formare profonde colonne d'attacco a b~eve ~istanza dal nemico. E per soprappiù potevano d1spors1 all'attacco all'arma bianca senza essere gravemente offese dal fuoco della fanteria nemica. Che accadrà oggi'? Alla distanza di 3,000 metri le m~s~e di fanteria saranno di già colpite dallé arti- · gherie, e _dovra_nno abbandonare fino da quel punto la formazione m colonne profonde per attenersi a od quella in piccole colonne ( al più di batta(J'lione) 0 all'ordine spiegato. A questo punto comincia la vera azione delle batterie divisionali, delle quali ,è scopo principale di controbattere ,l'artiglieria nemica. A questo punto i con_centramenti d'artiglieria sono indispensabili, onde ass1?nrare quelle speciali posizioni del campo di battaglia, senza le quali sarebbe impossibile alle masse di fanteria di farsi avanti . Ma come queste lun'ghe linee di fanti e queste poco pro~onde colonne che si avanzano sul campo di battagha potranno sostenersi, ove sieno altaccate da una buona cavalleria, o, peggio ancora, ove nelle loro . marcie debbano vincere e . superare ostacoli imprevisti o'd anche posizioni seco ndarie ma be.n difese: se non saranno direi quasi tramezzate da artiglieria loro propria e mobilissima? Come potrà l'artigliéia <livisionale secondare queste lunghe Imee nei diversi accidenti del terreno? Che avverrà poi quando qu este masse si troveranno a tiro efficace della fanteria nemica? Sì l'una' parte che l'altra, consumeranno molte mu nizioni a gran distanza, e lo scontro non sarà conc!Ùdente se non quando . una delle due parti si deciderb

DI UNA ARTIGLIERIA SPECIALE DA FANTERIA

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all'attacco; il quale certamente avrà un esito fav6re· vole per quella fanteria che, munita di artiglieria sua propria e mobilissima, potrà proteggere le sue colonne d'attacco, soffocando in .parte con molte granate il tiro celere delle nuove armi portatili. Il caso avvenuto nell'ultima campagna di Germania, cioè che, dopo pochi istanti d'un fuoco celerissimo, truppe prussiane poterono disordinar~ e costringer_e alla ritirata truppe austriache anche m buone posizioni, non sarà più possibile d'ora innanzi, perchè le fanterie tutte d'Europa si presenteranno sui campi di battaglia munite certamente di armi pressochè uguali. Aggiungeremo un'ultima ragione di. ordi~e tatti~o. Le riserve, o le seconde linee come s1 vogliano chrnmare, dovranno trovarsi a distanza tale dalla prima linea, da non esser disturbate dall'artiglieria nemica: per esempio a 2,000 metri. Dovendo fare un cambio delle linee, ossia far avanzare le riserve per dar riposo alla prima linea, è indispensabile che vi sia J'artiglie~ia d~ fan~eri_a ch_e protegga a piccola distanza questi mov:u?e~tl d1ve,rs1, mentre l'artiglieria divisionale prosegmra Il suo com. pito a grande di~tanza. Si potranno con tutta facilità concentrare s~Jla prima linea lP. artiglierie di fanteria tanto della pnma che della seconda linea, onde efficacemente proteggere Ja ritirnta dei primi battaglioni e l'avanzare dei battaglioni di riserva. . Altre ragioni, di ordine più rnoràle che·tatt1co, hanno pure il loro valore. in questo argomento.' . Sul principio di questa prima parte dicemmo che l'artiglieria divisionale doveva esse_re indipenden~e nei suoi movimenti, ossia andare unita ora a certi battaglioni ed ora a certi. altri, nella stessa giornata


356

PHOPOS'l'A

campale; dal che conseguiva che quest'artiglieria non poteva ·mai avere una scorla fissa per sua difesa. Or quali sono le conseguenze di questo stato di' cose? Che i comandanti di battagli one nori possono mai fare assegnamento eerto sull'artiglieria a loro disposizi_one \ e per contro che le batterie non possono mm essere gual'entite sufficientemente nella loro difesa da truppe di scorta. Diremo di più: il servizio di scorta è fra i più D"ra0 vosi, ed è quello che esige maggiore abnegazione, e che non può quindi riuscire in generale efficace, ove non esista fra le due armi un continuo contatto e una completa conoscenza reciproea del sèrvizio e del modo di utilizzare le due armi l'tina a sostegno dell'al tra . Facciamo appello a quanti ebbero un comando di qualche importanza nelle passate campagne, per avvalorare queste osservazioni; se più d'una volta non accad de loro di rilevare le funeste conseguenze d'un tale sistema, come sarebbero battaglioni gravemente compromessi nei loro movirnen ti, perchè d'improvviso sguerniti di artiglieria sulla quale facevano certo assegnàrnento; ·batterie pure graveme nte compromesse neile loro posizioni, perchè private ali' improvviso della loro. scorta, chiamata da altri ordini od a riunirsi al proprio reggimento, od a eseguire altre operazio ni militari. lt invece nostra convinzione che quando si avesse questa artiglieria da fanteria mobilissima. servita in gran parte da serventi di fanteria (solo gli uffizi ali e i sotL'uflìzialì d'artiglieria), e che in pace e in guerra dividesse sempre r-on la medesima le pe,ripezie diverse della vita militare, sì otterrebbero i seguenti buoni risulrati: · · ·I Di prnteggere i battaglioni in. tutti i loro moO

DI UNA Al\'l'lGLIEIIIA SPECIALE DA FAN'l'JIR.a

vimenti, nelle formazioni e nelle diverse operazioni di' guerra. . _ . 2° Di evitare assolutamente Jl caso di fantena, improvvisamente sprovvista di artiglieria, o di arti.o·li eria lasciata senza scorta. " 3° Daì capi cli battaglione s'iinparet'ebbe il modo di ben adoprare l'artiglieria nelle diverse circostanze, esigendo da questa nè più nè meno di quanto essa può dare; <lacchè pur troppo avvenne_, ~ ne fanno p'rova le ult(me campagne, che, o fu nchiesto poco dall'artiglieria, non arrìschiandola a 'tempo opportuno o non concentrandola in grandi masse nel momento f'avofovole; o ne fu richiesto troppo, lasciando batterie indifese o pezzi isolati esposti all'attacco della fanteria o della ca vallel'ia . . Conchiudiarno questa prima parte con l'afferrnazionf dei due principii sopra esposti, cioè: ,1° L'artirrlieri-a divisionale non può agire efficao. . . . cernente che coi concentramenti, e questi non s1 potranno ottenere che mediante una seconda artiglieria mobilissima, la _quale, appunto proteggendo la fanteria nei snoi movimenti di detraglio, può rendere la prima atfotto indipendente. 2° Le masse di fanteria non potranno avanzarsi che in ordine spiegato, e perciò le grnndi lin ee di batraglia, non potranno sostenersi ch e . tram ezzate da q1;esla artiglieria, che ha il solo incarir,o di secondarie in Lutti i. movimenti ed in qu alunqu e circosta nza.


3158

PROPOSTA

PARTE Il.

Ci limit~re~~ qui a svolgere la definizione di questa

nuov.:i ~rt1gher1a che trovasi descritta nell'opuscolo sop ra citato, e che qui riportiamo letteralmente: ~ Celte ,arme ?e sera c_iue foiblement exposée au 11 teu ~e l ennem1; le serv1ce et l'attélage en sont peu « cons1dérables,. et elle n'exige en outrè qu'un petit « nombre de ca1ssons. Elle n'est pas destinée à can« noner Jonguement J'ennemi, et !es munitions de · « r~is~rve pourront accompagner le pare de la di« VlSIOn. « Si Jes deux chevaux traìnant les pièces sont tués « ou mis hors de service, des fantassiris les rempla~< ceront en s'attelant à des prolonges. » Quest'artiglieria dunque avrebbe unicamente per iscopo di seguire la fanteria in tutti i suoi"movimenti e non ·già, di. so sten ere l~rngamen te una posizione: parte che e riservata specialmente a!J' artiglieria di visionale. ~al '.nodo appunto nel quale dovrà agire coll a fantena risulteranno le_ norme da seguirsi per lo .studio del materiale adatto . I battaglioni, tanto dì fonteria di linea d1e leggera, possono durante. una guena essere . chiamati al disimpegno delle seguenti operazioni mil itari: 1° Agli avamposti, o di avanguardia . 2° in l'Ì_cognizioni puramente difensive od in ,ricogniz icini offensive .. 3° Di. scorta a convogli, ecc. 1

Dl UNA ÀR'l'lGLIERIA S'PEClALE DA FANTERJA

35.9

4- 0 All'attacco . o difesa di un villaggio, di un bosco, ecc. 5° A sostenere passaggi di acque, tanto avanzando che in ritir.~ta. 6° Ad agire in massa in diverse formazioni sul campo di battaglia. 7° Alla guerra di montagna, sia per combattere direttamente il nemico sui monti, sia per operare diversioni, sia per tentare di girare il, nemico, o sia finalmente per tagliare la ritirata al nemico già disordinato. Esaminiamo ora partitamente ciascuno di questi casi. I. Tanto agli avamposti per proteggere le est rem e posizioni. ed avvertire col cannone il grosso df'lla truppa, come all'avanguardia, per abbattere i primi ostacoli e preparare buone posizioni, e scemare le diflìcoltà alla colonna principaJe che si uvanza, è necessaria artiglieria mobilissima che seguiti i primi battaglioni. La nostra attuale artiglieria eia campngna, od anche un nuovo materiale più leggero, che dovesse soddisfare nlle due condizioni di artiglieria· divisionale e reggimentale, mal può e male potrebbe secondare con la · necessaria mobilit~, facilità e rapidità i movimenti tutti della fanteria. L'artiglieria divisionale non dovrebbe per contro essere incaricata mai di tale speciale servizio, e non aver mai frazionate le sue batterie ehe in casi rarissimi, onde poter operare i concentramenti con rapidità e facilità. L'illustre generale Cavalli , iniziatore felice delle utili innovazioni, pare che presentisse tale necessità quando proponeva da molti anni il suo pezzo di . avanguardia sopra carro-affusto a due ruote.


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36•1

l'lt01'0STA

Dl U!H .\nTlGLIRRI A Sl'ECIAI.E DA l'.\NTERIA

H. Le ricognizioni puramente difensive esigendo molla celerità e molta faci lità di ritirata, satanno ben secondate da questa artiglieria speciale, pro tette però c?ntemporaneamen te dall e ba.Lterie divisionali a grande d1st~nza, po~L~ . in posizioni· dalle quali a guisa di sentinelle mv1gtleranno i l lento e prudente avanzarsi delle truppe, per q uiodi sostenern e la ritirata. Le ricognizioni offensive esigono in \·ece prontezza, mobilità esLrerna nello trnppe tutte, perché il più sovente hann o per fine una battaglia ca mpale decisiva. In qu este gravi e difficili operazioni di guerra, si rende più che mai necessaria un'artiglieria che accompagni le diverse unità tattiche di fanteria in tutLi i loro movimenti ed a brel'e distanza dal nemico.

glieri a /'acile e mobiìissirn a, e tale da non essere im barazzata mai nelle difiì<:oltà enormi che si rinvengono sem pre in tali ìocalità. Le batterie divisionali nella difesa di simili punti avranno ::rnzi l'avvertenza di occupare sempre posizioni dalle quali possano con tutta fac ilità avanzarsi e muoversi in qualunque modo, senza mai dovere essere arrestate da quelle mille diffico ltà che presentano i piccoli vill aggi, i boschi, ecc. L'artiglieria reggimentale deve supplire in questo a quella clirisionale.

III. Di scorta a grossi co nvogli che possano essere seriamente min acciati dal nemico , quest'artiglieria potrà rendere non poclti ::iervizi , senza menomare per nulla l'artiglieria dirisionale. l V. Ove il vill aggio od il bosco, o insomma il pun to fisso dell 'aLtacco sia di poca importanza, tanto per l~ leggere difese natural i che presenta, qua nto per il pwcolo num ero dei difensori, basterù quest'artiglieria da fanteria per isloggiare il nemico, abba ttendo quei pochi ostacol i che si presentano. Ove poi il nemico fosse in forze prepondern nti e fornito di molta artiglieria, le batterie divi sionali dovrebbero coi loro tiri a grande distanza, e con gran numero di bocche a fuoco, facilitare l'avanzarsi delle t ruppe ~ della seconda artiglieria, la quale appunto ha per 1scopo di co mpleture l'aziorH~ ti ella prin10.. .Nella difesa po i o di un villaggio o ùi un-bosco,· ecc., stimiamo che non convenga in nessu na ci rcostan za ' impi ega,·vi l'artigliP-ria divisionale, nrn. soltano. lln 'a,ti-

V. Trattandosi di difendere piccoli corsi d'acqua, tanto avanzando che io ritirata , sarà più che sufficiente questa seconda. artiglieria. 0Ye invece le acque da traghetta re, sia avanzando che in ritirnta, presentino serie difficoltà, tan to per l'importanza propria, quanto per la preponderanza della ùifesa o dell'attacco nemico, le batterie divisionali dorranno anche in questo caso proteggere e prcdi~porre il passnggio co n grandi concen tramenti, mentre le batterie reggimentali e!l'ettueranno il passaggio coi battaglioni ' stessi, per tosto spiegarsi in batteria dalla parte opposta, ed ollontanando od areestando il nem ico, dar enmpo così alle truppe appena passate di formarsi, se avanzano, o di proteggere la ri tirala nel caso opposto. Le batterie divisionali, tolti i casi eccezionali, non dovrebbero eseguire il passaggio nvanzando che alla coda delle altre truppe; ed in ritirala dovrebbero in massima essere le prime a passare, onde sostenere il passaggio delle truppe dalla parte opposta, lasciando alle batterie da fa nteria il còmpito di sostenere .la ritirata a passo a passo, correndo le sorti dei battaglioni stessi.


362 ·

PROPOSTA

VI. Crediamo di aver dimostrata la necessità di questa artiglieria sempre che trattisi di agire sul campo di battaglia con grandi masse di fanteria, per sostenere quelle lunghe e sottili linee di fanti che si avanznno all'attacco di posizion i , e che potrebbero nella loro mareia essere seriamente molestate dalla cavalleria I . ed impedite nella loro formazione in colonne d'attacco a poca distanza .dal nemico.

VII. Le colonne di fanteria chiamate a sostenere la diflìcile guerra di montagna, sia improvvisamente distaccate a tale scopo dalle altre truppe che mano.: vrano sul piano, sia anche distaccate sul principi-o della guerra, sì trovano ordinariamente sprovviste· di artiglieria. E ciò accade o perchè le attuali batterie da campagna, od anche più leggere, non potrebbero seguitare i movimenti della fanteria per terreni aspri e difficili, o perchè le batterie attuali di montaO'na in piccolissimo numero, non si trovano in tal mom:nt~ preparate ed alla mano del comandante le truppe. Tale inconveniente· si ripeterù sempre, sia che si formassero batterie da campagna con materiale più leggero, sia che si aumentasse il numero delle batterie da montagna. Qualunque materiale da cam·pagna leggero, a quattro ruote, destiuato ai due uffizi d'artiglieria divisionale e reggimentale, non potrà esser mai ·~acilmente trainato su qualunque strada e su qualunque terreno, nè sarà facile a scomporsi pm~ essere trasportato a dorso d'uomi ni o d'animali. Il materiale esclusivamente da mon tagna sarà invece , raramente impiegato, pfWChè appunto solamente utilizzabile sui monti, e non su l piano. Ora tutti gli intelligenti di cose di guerra sanno benissimo che col sistema attuale di guerreggiare non si vedranno più colonne fisse fJer molto tempo a bat-

DJ tJNA ARTlGLlERlA SJ?EClALE DA l"AN'l'ERIA.

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tagliare ·sui monti, ma · colonne invece che dovranno colla 'massima rapidità muovere, attaccare, a".anzare dal piano al monte o da questo a quello. · È fn,dispensabile quindi un'artiglieria che abbia un materiale così · fatto da poter essere con egual facilità e celerità trainato sulle pianure e sulle montagne, in modo che non possa più darsi il caso· di truppe incagliate nelk loro disposizioni militari pel timore di non avere artiglieria che possa seguitare le colonne déstinate ad opernre in montagna. Esempio di tale grave inconveniente si eb1e ripetutamente nella campagna del Tirolo del 1866, i:ielle vallate del Chiese, di Ampola e di 'Ledro. Quali non furono le difficoltà che si dovettero superare per far sal ire 5 pezzi da campagna sul Monte Croce, per battere il forte. Gligenti in val d' Ampolà ? Quali non furono poi le ansietà provate ed i pericoli incontrati per far discendere quelle bocche a fuoco nella vallata, onde averle alla mano nel '.iH luglio? Quali ostacoli, gravi pericoli ed immense perdite non dovette subire una · batteria, per poters i ritirare, sotto il fuoco del nemico incalzante, dalla vallata di Lenzuno, aLt.raversando il villaggio di Bezzecca? Quasi tutti i villaggi, specialmente quelli di montagna, presentano mille ostacoli, mille difficoltà .al passaggio od ai movimenti di un'artiglieria che nou sia semplicissima e mobilissima. Ben rammentiamo che appunto nella giornata suddetta non si potevano rimettere gli avantreni, per esservi una .strada sola, impedita in mille guise. Come snrebbe stata utile una artiglieria da pofersi al!' occorrenza trainare anche con facilità a braccia d'uomini I Ostacoli maggiori si sarebbero trovati ancora se si avesse dovuto compiere il bellissimo piano del gene-


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P l\OPOS1'.l

,rale Garibaldi, di girare cioè per la montagna i forti che difendono la parte superiore del lago di Garda. ' A quali ripieghi n.on dovette ricorrere una batteria per attraversare il piccolo paese di Gai·gnano, in riva al lago,, perchè le strade interne avevano una larghezza mollo minore della carreggiata delle nos~re vetture? D'altra parte, l e batterie pnran.1~nte di montngna a ben poco avrebbero servito ove le due teste di colonna del corpo dei volontari avessero cominciato ad agire nella vaile <lella Sarca o nei piani di Lardara. '

Queste baLterie di fanteria trainernnno ptn·e carn per munizioni di fante ria. un fatto chè i Prussiani nell'ultima guerra consumarnno poche munizioni in proporzione degli Austriaci; ma ciò non accadrà più quando si troveranno di fronte delle truppe armate di armi con presso a . pof_:o eguale eelel'i tà di tiro . Sarà quindi necessnrio che dietro ai battaglioni vi sieno carri da trasporto per le mun izioni di farùeria . Certamente queslo servizio importantissimo sarebbe meglio assicurato quando a questa aniglieria da fonteria venissel'o aflìclati questi carri, pure- leggerissimi, per le mun izioni delle armi portatili. t troppo naturnle ehe si accampino délle obbiezioni al nuovo sistema d'artiglieria da noi prnposto. Noteremo lè principnli. che ci sovvengono , e vi aggiungeremo le adequate risposte. Si dirà: i cavalli . di questa artiglieòa, così esposti ed a poca distanza dal nemico, sarnnno presto messi fuo1·i di servizio. Al che si risponde che questo materiale sarà con somma facilità trainato anche da uomini.

t

Dl LiNA ART1GLIE}UA SPECIALE DA J\'!\NTEIUA

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Si dirà: i suoi serventi saranno presto messi fuori di combattimen to. Non sarà questo· un ostacolo alla continuazione del fuoco, essendo il serv izio in massima parte disimpegnalo dalla fanteria. · . Sarèbbe d'altronde nostra idea di mettere sul davanti dell'affusto una sottile corazza a prova di palla da fueile soltanto, per riparare i serventi, ed è appunto pec questa ragione che proporremo una bocca da fuoco earicabile dalla culatta. Si dii'à: il materiale sarà presto rovinato . Essendo tutto quanto di ferro, no n sarà che diffi: · cii mente .guasto dal fuoco di fanteria, nl quale tn;ivas1 specialmente esposto. . . Si obbietterà pme che quesle batterie dovranno essere seguite da molte munizioni, e quindi da molte vetture, ecc. . Si può rispondere c}-ie q uesle bocche da tuoco non dovendo sostenere mai. 1m fuoco continuato , come· le batterie divisionali, non dovranno avere con sè è.be poche munizioni. . Si oppon;ù infine: come potl'ete vo1 avere u:1 ma- . tP.riale che soddisfi completamente alla guerra d1 montagna e di pianura? . . . E a ciò rispondiamo che le basi da noi r.rop?ste nella terza parte di questo scritto, per lo studio_ eh ~n ' materiale adatto a questi due scopi, sono s ufficient1 a risolvere la questione. .

I

À.NNO XIV, VO L. lll.


366

PROPOSTA

PARTE Ili.

Dal modo nel quale questa nuo-va artiglieria dovrebbe agire nelle sue diverse combinazioni tattiche colla fanteria, risultano le condizioni alle quali dovrebbe soddisfare il nuovo materiale. Quando sar~nno state esposte queste condizioni, sar~ cosa non . molto difficile il descrivere per sommi capi un materiale adatto, lasciando poi Io studio dei dettagli ad apposita commissione.

367 or UNA AR'flGLÌEf\IA SPECIALE DA FAN1'ERIA ostacoli, essendo suo scopo essenziale il tiro contto fanti e cavalli , ed avrà un tiro efficace ad una distanza massima di •1 ,200 metri. 8° -1 cofani per ogni pezzo saranno sufficienti a contenere le munizioni per una battaglia campale. 9° Dovrà esser facile ed abbastanza celere la_manovra del mettersi in batteria e rimettersi in marcia. 10° Oltre il carreggio necessario pel trasporto del pezzo, vi dovranno essere altre vetture· che soddisfacciano alle sresse condizioni dianzi accennate, come carri da munizioni per la fanteria ed artiglieria, carri d'ambulanza e carro da fucina. Il · tipo del materiale che a nostro giudizio potrebbe soddisfare alle conçlizioni dianzi accennate sarebbe il seguente.

Condizioni. 1° Molta leggerezza e facile traino su qualunque terreno, sia piano che montuoso . • ,2° Carreg~ìat~ tale che possa senza ripieghi pass~re per le prn piccole strade, ~anto di campagna che d1 montagna. ' 3° Un traino tale che con tutta fac1·11·t,"., s,· possa fare da uomini in mancanza di cavalli. . 4° F~cilità di esse.re smontato e suddiviso in parti tah che_s1 possano facilm ente someggiare e trasportare a braccia d'uomini. 5° Stabilità, onde ditiicilmente rovesciare sui terrenj molto accidentati, ed a veloci andature. 6° Grande semplicità di ,costruzione e robustezza delle singole sue parti, in modo che sieno facilmente riparabili in qualunque circostanza. 7° La bocca da fuoco dovrà essere di calibro tale da lanciare una granata sufficiente contro i piccoli

Tipo di carreggio, da servfre tanto per il pezzo1 quanto per l'ambiilanza, la fucina, ecc. Vettura a due ruote,, con sala dentro un · guscio di sala, sul quale appoggerebbero . due a~atte stanghe per circa la metil della loro lunghezza . Le stanghe poi si appoggerebbero direttamente sopra apposita sella-basto, per mezzo di un correggione reggi-stanghe. Per Jnaggior solidità queste stanghe sarebbero insieme connesse con due traverse, l'una posteriore e l'altra anterioi;e. Questo sarP-bbe il tipo di carreggio per formare le diverse vetture componenti le batterie di fanteria. A) Ruote. - Le ruote dovranno avere la massima leMerezza conaiunta alla robustezza, e il diametro tale da non rendere difficile il traino e non aumentare eccessivamenie il rinculo. t)t)

V


PIIOPOST.I

Sarebbern adalte Je nuove ruote 1nodificate del sistema ~lattei, coll'avvertenza però che ogni ruota avesse un peso tale da esset facilmcn te trasporta ln anche da un sol uomo. B) Stanghe. - Queste saranno di ferro vuoto, colle estrerniti1 anterìorì di forma tale da servire come due code appoggianti sul terreno, quando il pezzo travisi in batteria, e con due campanelle alle estremità di ogni stanga, l'una per attaccarvi la co rreggia reggi-stanga sulla faccia superiore, l'altra in punta, pee attaccal'vi nel caso un cava llo di rinforzo. Queste stanghe sono appoggiate diret.tamente sul guscio di sala. Crediamo molto essenziale l'impiego delle due stanghe, invece di un timon e, per rendere questo materiale veramente carreggiabile in qualunque strada. Essendo così tirate da un solo cavallo cli fronte, si evitereLbe il gravissimo inconveniente di vetture impedite di passare in certe strade, non gih per· troppa carreggiata, ma per esservi due cavali.i di fronte, il che fa sì che si debba semp1·e ricorrere a dei ripieghi dannosi e sovente impraticabili. Il peso totale della vettura, di qualt1nque genere essa sia, dovrà sempre esser tale da poter trainarsi, in generale, da un buon cavallo, e, solo in casi eccezionali, da un cavallo di rinforzo attaccato in punta alla stanga, od anche lateralmente, se la larghezza de.Ila strada lo consente. D) llfodo di attacco. - II preponderan te del carico dovrà esser sempre dalla parte posteriore della ver.tura, in modo da rend er quasi nullo il peso della medesima su l cavallo, il quale perciò sarebbe libero nei suoi movimenti e non imped ito nelle andature veloci. Il cavallo sarebbe guernito di apposita sellabasto, pettorale, braca e briglia ordinaria. La sella-basto dovrebbe avere sulla parte superiore

DI UNA. t,llTJGLTER[A S1•F.CIALE D.\ F.ANT&l\lA

369

due piccoli cavalletti t'eggi-stanghe, co~ apposìt~ camere, dentro le quali appoggerebbe 1! corre.gg10ne fisso alle campanelle de lle stanghe. Un sottopancia con gancio assicurerebbe completamen te la vettura al bas to. Le tirelle sìeno atLaccate o ad un bilancino o ad apposiLi ganci, ma iu modo ch e il punto d'attacco si trovi il più vic'ino possibile alla sala. Non è assolutamente indispensabile di assicural'C la braca alle stanghe come ritenuta della veLtura, ma è sufficiente di fissarla al basto, onde impedire al medesimo di scorrere sul davanti del cavallo, poterfdosi facilmente arrestare improvvisamente, o traLLenere nella discesa lit ven.ura col solo correggione reggistanghe assicurato dentro le camere dei cavalletti che trovansi so pra il basto. 11 pettorale dev 'essere solidam en te unito al ba_sto per impedii·e a questo di scorrere i~dietro nelle salite. La manovra. quin di di auaccare d cavallo alla vettura o di distaccarlo rlalla medesima sarebbe sufficientemente rapida se fatta da due serventi, non dovendosi che solleva re la vettu1·a, appoggiare il corr~gcrione soprn i c,wal!etti. assicurare il gane;io del sot~pancia. ed attacc·ai· le tirelle. . li cavallo sarebbe condoLto a m,rno di passo, ed all'andatura più vel oce dal conducente seduto sopra la veLtura, ed a lunglic red ini. Permettendo lo la larghezza dello strade, il cavallo di rinforzo potrà anche esser auaccato lat~ralmenle, median te un biìancino, alla trnversa antel'10re. Il questo caso il capo pezzo su l cavallo di rinfo rzo condu rrebbe anche il cavallo sotto stanga. . Nelle grandi discese questa Jc_ggera : ettura s~rebbe sufficie11t.erncnte trrtttem1ta dagli stess1 serventi, con cord e attnr·rnlP al ~11sr.io rli sala mediante due cam-


370

PROPOS'l'A

panelle, · i.ma per parte; e queste corde di ritenuta s~rebbero i~ permanenza avvoltolate attorno il guscio d1 sala , evitando per tal modo di ricorrere a- freni ~eccanici, complicati sempre e ben soventi insufficienti o di difficile riparazione. · E) Co~·azza__per ~iparare i serventi. - Una leggera cora.zz~ di lamiera d1 ferro battuto, a prova di palla da fue1Je, sarebbe collocata a cerniera e contro la parte superiore del guscio di sala sul di dietro della v~ttura porta-pezzo, e di altezza totale sopra il guscio d1 rne t.ri 1, 00, calcolando il ginocchiello di circa metri O, 70, cioè ad un'altezza tale sopra la bocca da fuoco da riparare facilmente i serventi. Questa cor~z~a sarà divisa in due parti, l'una a destra e l'alt.ra a srn1stra dell'as~e rlella bocca da fuoco. Queste due parti s~rebbe~·o assicurate con una cerniera contro il guscio di sala m modo da poterle facilmente sollevare ed abbassare, senza impedire il puntamento della bocca da fuoco, e con tale libertà di movimento da non esser danneggiata nel rinculo. . · _F) Carregg1:~ta. ·- Questa dev'essere regolata sulle . m1mme carreggrnte che trovansi non solo nelle strade dette di campagn·a, ma anche_ di montagna, éd in genere non dovrà essere che di poco marrgiore di un metro, essendo in gran parte gtiprentit; la stabilità della vettura dalle stanghe fermamente assicurate al basto.

371

Dl UNA ARTlGLIERlA SPECIA_l,E _DA FANTERIA

della fanteria) con una gittata massima di 4200 metri e con granata di peso non maggiore di 2 chilogrammi (il proiettile da preferirsi· sarebbe la granata a pallottole). Volendo attaccare normalmente un sol cavallo a ciascuna vettura, per far manovrare quest'artiglieria 'a<;l andature veloci, è indispensabile che il peso massimo deÌla vettura non ecceda i 400 chilogrammi. · · Si potrebbero quindi stabilire i seguenti pesi come norma generale : ·

1

Bocca Lia fiwco. Noi proporremmo una bocca da fuoco di-acciaio rigata del diametro non maggiore di 5 centimetri caricabile dalla culatta (nello scopo di ottenere molla celerità di caricamento e di riparare i serventi dul tiro

Bocca da fuoco . Chilogr. N° 40 proietti (2 chilogr.) » Carica 11/5 del peso del proietto ·» 2 ruote » Affus~o con cofani, ecc. »

100

Totale Chilogr.

400

80 16 100 104

Questo carro-affusto può essere trainato da un buon · cavallo a qualunque andatura. Quando i serventi, in N° di due, av~sse.ro a montare sui c.ofani vi sarebbe l'aumento di UO chilogrammi, nel qual caso, attaccando il cavallo del capo-pezzo per rinforzo alla vettura' questa potrebbe certamente essere trainata su qualunque terreno. Ammettiamo la massima celerità di tiro, di 5 · colpi per minuto. Supp~oniamo di april'e il fuoco a 1200 metri'. Le 8 bocche da fu.oca del reggimento , prima che il nemico abbia potuto avanzarsi fino a 200 metri, ossia prima che abbia percorso '1000 metri, avranno potuto lanciare 35 granate per pezzo; cioè 280 granate. Con questa ipotesi, ,5600 ·frantumi di granata avranno potuto colpire le linee nemiche, consumando solo la metà del munizionamento per ciascuna bocca da f~oco . 1

/


372

373

1'R0P0S'rA

DI UNA AR'.l'ÌGLIEnlA ST1ECIALE DA )"AN'rERIA

Suppo_niamo che n'Òp in tutte le gl'anate succeda. lo scoppio, e che non tutte si su ddividano in 20 frantumi, e riduciamo pei-ciò il totale alla metà: saranno sempre 2800 frantum i che colpil'anno le linee nemiche per lo spazio di ,1000 m., risultato certamente · di grande importanza. Ci siamo arrestati ai 200 metri perchè a questa distanza i battaglioni si disporranno all'attaccò; e se questo sarà favorevole, le artiglierie divisionali potra nno completarlo inseguendo il nemico con tutta facilitò pel' raggiungerlo coi lorn tiri a buona distanza. Qu_este bocche,_ che saranno incavalcate sopra affusti ta_li d~ poter tirare C(}n facilità sotto qualunque inc!maz1one, poti'anno colpire il nemico anche quando sia nascosto alla vista, cosa ehe a·ccadrg più che mai c?Ile nuov~ armi, perchè il -nemico cercher;1 sempre dt sottrarsi al fuoco micidiale delle medesime. Ebbene ·, quando i baLtaglionì nemici non potranno essere colpiti dal tiro del fucile , lo saranno da q1.iello delle artiglierie col tiro in arcata . · Queste bocche da fuoco, come già dicemmo, comple- · terebbero l'azione dell'm-tiglieria div'isicmnle, la quale in tale frattempo deve a grande distanza controbattere l'arLiglieria nemica, disord inare le seconde linee · o riserve ed arrestare le teste delle nuove colonne che si ~v~nz~no sul campo di battaglia dietro le prime. E rnd1spensabile che si proseguano alacremente crli studi sopra le spolette ·(per la graduazione della co~1bustione), · dalla bontà delle quali dipenderh ·l' adozione, o no, de!ld granata a pallottola, che sarebbe uti(issima, speeiàlmente in quest'artiglieria da fantena . Queste granate dovranno sostituire la metrao·lia 0 nttua le, ins ufficiente contro le nuove armi portatili. Crediamo che anche con una spoletta mediocre (adottn.ndo provvisoriamente u1H\ delle tante che fn,:ono

esperimentate con maggiore o minor successo), conveuebbe impiegare per questa artiglieria speciale la g1;anata a pCl!tlottola o schrapnell.

Yettiira porta-pezzo. Nulla mutando al tipo dì vettura dianzi descritto, si aggiungeranno due piccoli aloni di fer~o s~l gu_scio di sala, e tali da permett.ue qualunque rnclrnaz1one della bocca da fuoco, il cui puntarnento si effettuerebbe s~nza vite di mira, trovandosi H centro di gravitù della medesima sull'asse degli orecchioni, come appunto benissimo proponeva il col onnello Matt.ei nella sua ultima bocca da fuoco. Sulla parte posteriore della vettura vi. saranno due cofani. per le munizioni, di.sposti in senso parallelo all'asse della vettura per la massima loro lunghezza, e capaci fra tut.ti e due di quaranta granate cilindroogivali. Questi cofani \ tessi servirebbero per trasportare ciascheduno un servente, il qunle starebbe seduto e rivolto dalla parte oppostà sulla fronte Jella vettura, coi piedi appoggiati ad una leggera pedana sostenuta con corregge .. Volendo, si potrebbe da uno , di questi cofani dirigere ·il cavallo alle veloci andature con !nnghe redini,

Yettwra. porta.-rn. 1.mizfoni d,: artfglie1'ùt e fanteria. Sempre sullo stesso tipo di carreggio si collocheeebbero due cofani in ,senso parallelo all'asse della vettura, capaci di co~tenere, se per artiglierin, 80 pro-


374

PROPOSTA

Dl UNA AilTIGLlERlA SPECIALE D,.\ FANTERIA

ietti, e se per la fanteria quel numero di colpì da determinarsi. Pel carro di munizioni dì artiglieria si potrebbero stabilire le seguenti proporzioni· nei pesi: N° 80 granate Cariche di 1/5 del peso 2 ruote Carreggio ecc.

Chilogr. '

160

))

3!

»

100 108

• Totale Chilog.

1

400

Vettura per trasporto di oggetti qualsivogliano, sia per l'artiglieria che per la fanteria.

Sempre lo stesso tipo di carreggio, sul quale si fis. · serebbero due telai l~terali verticali di ferro vuoto leggerissimi, e due altri norrpali a questi, anteriore l'uno e posteriore l'altro, a éerniera sul fondo della vettura, trattenuti ai primi con catenelle in ferro. ·

· Vettura per ambulanza.

Ad imitazione di tali specie di vetture, -pure a due 1;uote, in uso nell'artiglieria pontificia, si m·euerebbern sopra tale carreggio due larghi sedili, formati da bandelle di lamiera di ferro, oppure barelle por· · tatili sostenute da cinghie , il tutto ricoperto di tela impermeabile, sostenuta da bacchette di ferro.

,

3l"fi,:

/o

l'ettura porta-fucina.

Sarebbe da studiarsi una fucina leggerissima, ~?n fornello dalla parte posteri?re della vettura, ut1l~zzando le ultime modificazioni fatte a questo proposito . . dal colonnello ~fottei. Con questa fucina si portereb?ero pure altn .attrezzi necessari in campagna, e .s pecialmente quelh per le . riparazioni alle armi di f~nteria. . Crediamo che un materrnle studiato su quesle basi potrebbe· soddisfare alle condizion.i accenna te sul principio di questa parte terza. · . Ci rimane ancora a dimostrare come possa facilmente essere trainato e trasportato in montagna. . . In montao-na sonò tre i modi ai quali si deve ri. coi-rere, a s~conda cl.elle diflicoltù, pel trasporto di un materiale qualunque . 1° ! dorso di animali. 2° A traino mediarite slitte. 3° A braccia d'uomini. · Nel primo caso, essendo il detto mate~iale molto le?.aero, e talmente combinato da doversi scomporre .rn ~urti tali da essere ciascuna facilmente traspo~·tab1le anche a· braccia d'uomini , sa.rà senza dubb~o con molta facilità someggiata o dagli stessi cavalli o da animali di requisizione. . . . Non sarà inutile di ripetere come 11 detto materiai~ . deve precisamente essere costrutto in mo?o da.potersi scomporre in parti tali, di cui ciascuna s1~ !ac~lmente trasportabile a braccia d' uomo, o d~e o _prn d1 queste parti facilmen Le someggiate da a~1mal1. ~~?lunque materiale sarà sempre con maggiore facilita e con •


376

.317

PRO.POSTA

Ol \JNA All'IIGLIERL\ SJ'ECL\LE UA FANTERlJ\

maggiore sicurezza trasportato a braccia d'uomini che a dorso d'a~imalì, purchè sia costrutto coi principii sop ra esposti (1). Anzi, tale manovra di scomporre questo Q1ateriale e trasportarlo con uno dei sopra esposti modi dovrà esser fatta ben sovente, onde comrincere il soldato che realmente è possibile andare con quest'a r'Liglierin dovunque. . . Pel secondo caso_ si dovranno nvere slitte apposite di ferro, da potersi trasportare separate dalle vetture stesse, con suole mobili di legno.

Con questo sistema sarà certamente ben guarentito il serviz io di portare le munizioni sul campo di battaglia ai divers·i battaglioni . In totale quindi si potrebbero trainare 24- vetture con 48 cavalli circa. Personale.

Per eiascuna vettura porta-pezzo sarebbero sufficienti i serventi ed il conducente. Il capo-pezzo, lasciando il su~ cavallo al conducen te, form erehbe cogli.altri il te1·zo servente. Gli ufficiali, graduati e conducenti sarebbero di artiglieria, gli altri presi tutti dalla fanteria.

Proposta d1: ·una batteria per 'Un re,qgimento di fanteria. Artiglieria divisionale.

, tateriale.

N. 8 vetture di 1• linea (bocche da fuoco).

»8

»

»8

»

(ca rri da mun izioni per artio-Ji e. o ria e fanteria, con ruote di ricambio, ecc.). 3• » (fucina, ambulanza, carri da trasporto ). 2°

f>

A ciascuna vettura sarebbe addetto un O'raduato ·a cavallo, col nome di capo-pezzo. Per r,~ modo Jn vetlur~ avrebbe un cavallo di rinforzo e sarebbe sempre hen diretta e comandata in qualunq ue circostan za e facilm ente distaccata <lolle altre. '

.,,,..

___________ ____ .,.

.

(l) È provato che nellu guerra cli montagna ben sovente acc:aclo che gli anima li si rendono quasi complelamenle i 11 utili :! che non bisogna fare terto asseguamento su òi essi. ma cal~ nolare sulle braccio dei soldati.

Quando si formasse quest'artiglieria da fonte1·ia, allorn rimarrebbe non solo ùen definito il còmpito dell'at-tiglic1·ia divisionale, ma praticamente eseguibile in lutto· il suo svilnppo. Oueste batterie mai verrebbero frazionate ed inubilr~ente dissem inate s ul .cam po di ballaglia ( parte questa riservala all'at'liglieria da fanteria), rn~ sempre riun ite olmeno per unità tottica (per battena}, sotto il comando diretto o del generale di divisione o dei comandanti di col onn e miste, staccate, ecc. Queslc ballerie dovrebbero avere specjal~ truppe a ca,·allo fisse per sco1-ta. Diciamo a cavallo, per poter seconda1·e i l'a picli movimenti di quest'artiglieria . Le condi zioni cui dovrebbe soddisfare il materiale per tal i batterie sarebbero le seguenti: . 1° Bocca da fuoco eon tiro efficace a 24'00 metri, . e con gittata fino a 3500 metri.

.


318

PROPOSTA

Il suo calibro deve esser tale da poter avere una granata di effetto sufficiente per abbattere tutti gli 'ostacoli e le difese che si possono incontrare nelle diverse operazioni militari, esclodendo assolutamente le fortificazioni permanenti o quelle altre difese che presentano l'aspetto di seria resistenza. Queste bocche da fuoco sarebbero munite di poche · scatole a metraglia, e per contr.o di alcune granate incendiarie. L'attuale nostro cannone del calibro di 9 cent., modello 1863, potrebbe eontinuare ad. essere adoperato, variando . alquanto il suo munizionamento ed incavalcandolo sopra materiale più leggero. 2° Carreggio bastuntemente leggero da poter essere trainato da 4 cavalli invece di 6, alleggerendo il sistema attuale, modello 18U, nelle singole sue parti. Diciamo l'attuale, perchè questo è un materiale 'c he ha dato immense prove di robustezza .e dL stabilità, e che abbonda infine nei nostri magazzini, sicchè conviene assolutamente utilizzarlo. Nel mentre si stanno · facendo esperienze per altro materiale più leggero e più adatto dell'attuale, io proporrei per quest'ultimo le seguenti modificazioni: · a) Cambio della ruota . b) Riduzione della carreggiata in· modo da potervi stare seduti sul cofano dell' avantreno due. serventi, (mettendone il terzo in un sito più basso dei primi du e, e quasi sulla pedana). 3° AJleggerimento della coda e degli aloni, senza mutarne il ·sistema. Siamo convinti che tali riduzioni sarebbero sufficienti per rendere facilmente trainabile codesto materiale con 4. ca valli in tutti i terren.i. Non sarà ÌJ1utile di ripetere che mai si potrà trovare un materiale che contemporaneamente-sia adatto

bt UNA AR1'1GLIERIA SPECIALE DA F'AN'l'El\lA.

379

all'a1:tiglieria di visionale ed a quella da fanter~a, e peggi? ancora nella guerra· di montagna, come s1 volle ultimamente tentare. Sarà ·evidentemente più facile trovare un materiale che soddisfi all'artiglieria da fanteria ed alla guerra d.i montagna che un materiale che soddisfi alle tre condizioni sopr,a citate. ' L'artiglieria di riserva non dovrebbe essere che una riunione di più batterie, eguali completamente a quelle divisionali, e intese a secondàre direttamente il comandante uh corpo d'armata, od altri generali, nelle grandi disposizioni strategi~he e ta~tiche. Codeste b.at_terie dovrebbero gettare coi grandi concentramenu 11 peso decisivo sulla bilancia di una_giornata campal~, corrliendo il momento opportuno o di sostenere battene di~isionali disordinate, o di aggiungere il loro fuoco a queste per forzare una posizione, o per sostenerla sé fortemente minacciata .

APPENDICE.

Già dallo scorso maggio avevamo redatto quest~ pro: · poste, tendenti a dimostrare l'urgen~e. necess1t~ d~ una artiglieria speciale per la fanteria, allorche a1 primi del corrente apparve u_n opu~colo dell'illustre o-enerale Ca valli' , nel quale s1 tracciano le . norme a ~eguirsi per la scelta di !)Ila nuova artiglieria cam~ pale, e che viene a confermare appunto quanto c1 eravamo assunti di dimostrare.


380

PROPOSTA

L'egl'egio generolc così riassume le sue proposte : 1° Non doversi ridune il calibro delle artiglierie da campagna per non diminuirne la potenza, fì ssando per limite minimo il cali bro di 9 centimetri, ed il peso minimo di chilogrammi ,i,,1500. go Doversi ri tenere come dannose le forti cariche nelle bocche da fuoco ì'igale, e doversi per contro ridurre qu es te ad 1/7 del peso del proiettile, essen clochè con tali cariche si ottenga un tiro radente più eifieace. ~ pi~, adatto ai teneni accidentati e coperti sui quali 11 p1u sovente si deYc combattere. 3° Costrurre un affusto più leggero pel cannone da ·centimetri 9. 4° Un solo tipo di carreggio per tutle le vetture tcccettochè per il pezzo), a due sole grandi ru ote. 5° Ceeare infine un'artiglieria-cacciatori con carreggio tutto a due ruote. Abbiamo vo luto riassumere le proposte dell'illu stre generale per adn ttorle al coso nostro. Ci permetteremo soltan I.o di osservare cli e il calibro aLLuale , cl i' egli propone di mantenere, potrù essere addatto per l'artiglieria divisionale, 11011 così per qu esta artiglieria da fante ri a che non sarebbe c:he la compl ementa re della pl'inta , e non avrebbe n'l t1·0 scopo che di abbattere pochi ostacoli e di disti·uo-gere uomini e cavalli a distanze mai maggiori di 1200 metri. _Eppoi come si. µotl'ebbe sperare di. ottenere ùna artiglieria. rnohili ssima e rotabile su qualunque strada, mantenendo quel calibro J Crediamo che il calibro di O~ OG possa essere sufiìcicnte per quest'artiglieria, specialmente quando fosse adottato quale unico proiettile la granata a pallottole. Ci pel'suadono invece assai le piccole cariche percbè completamente adattate al caso, dovendosi il più so1

38·1

l>l UNA AI\TlGUERL.\. SPEClALE D.l FANTERIA

vente eseguire tiri curY i od almeno con tali rimbalzi da poter distui'l)arc se l'iam ente il nemico, il quale certamente colle nuove armi portatili approfitterà più che mai di tulli gl i accidenti che può presen tare il teneno ;) sua di fesa. La proposta di un caneggio a du e sole ruote è tale da schiudere un nuoYo e potente avvenire all'artìglieeia cam pale rendendola mobilissima e di facile traino . .LI g0nerale Cavalli già da più anni aveva. manifestalo questo su o inten dimento col cannone così detto dì avanguurdia . La proposta poi di un 'a rtiglieria-cacciatori con tutto il carreggio a due rnote, a nostro modo <li vedere, non risolve che incompletamente la questione così importante, di aYere cioè un'artiglieria ch1; possa seguitare le fanterie per quc;1lunque strada tanto sul piano che sui monti. Perchè questo succeda, è necessario . che, oltre la leggerezza di tutta la vettura com pleta, la ca rreggiata sia piccola e . che le stanghe sostituiscano il timon e, (fondasi ben sovente il caso che due cavalli non possuno trans itare di fron te là dove pusset'ebbe benissimo la carreggiu ta rlellu vettura. Inoltre, come fu gi.\ detto , quest'artiglieri a deve avere un ma teriale tnle da poter essere adoperato come artiglieria da montagna. Non pare invero facilrn en Le attuabile 1u proposta di lasciare il servente sull'affusto stesso mentre si eseguiscc il tiro; più facile ad effelltwrsi è inYece il sistema proposto di un carretto-affusto ii quale starebbe in batteria lasciando uppoggiarn le due stanghe su l terreno, co me le dne code dell'affusto. In quanto .:d sistema di scorta alle batterie conchiuderemo di cendo che, se sono batterie divisionalidovranno arnre una scorlu loro propria e fissa di À.NNO l:IV , \'OL, lll .

'25


38:z

PROPOS'l'A DI UNA ARTÌGLJERIA SPECIALE DA l?AN'l'ERlA

'

truppe o a cavalfo o· a piedi, secondo le cirèogtanze, armate sempre di potenti carabine a retrocarica. E quanto alle batterie destinate esclusivamente alla fanteria, quale migliore scorta di quella' che avrebbero facendo parte dei' battaglioni stessi? Ove questo progetto abbia vita, si potrà con certezza dire che ovunque si drizzerà la bandiera di un rég. gimento, vi sarà una bocca da fuoco per difenderla.

·CONSIDERAZIONI SULLA

DIFESA GENERALE DELL' ITALIA

Alessandria, li 8 settembre 1869.

ÙRAZIO DOGLlOTTl

' I.

Ma~giore di artiglieria.

L'Alta Italia, o valle del Po, può essere attaccata dalla Francia, dalI'Austria e dalla Svizzera. Periscoprire il modo nel quale la difesa potrebbe essere · ordinata, cwitando, per quanto è possibile, d'incorrere nel vizio dei principii stabiliti a priori, discuteremo partitamente i tre casi sopraccenna.ti, seguendo per ciascuno il corso delle operazioni militari in qu anto può essere determinato dalle condizioni topografiche, politiche ed economiche del teatro della guerra. Un esercito francese può penetrare in Italia o per l'antica Provenza, o forzan do i passi delle Al pi dal colle di Tenda al Monte Bianco; e nell'ìncertezza sarà quindi necessario : 1° Difendere la linea della Roja; 2° Osservare i passi dèlle Alpi accessibili ad un esercito; · 3° Ritardare per quanto sia possibile la marcia del nemico ne.Ile valli montane per avere il tempo

/

) 1 ·


0

SULLA DlfESA CF.NF.IULE OELL 1TALfA

C0NS10ERAZJ0N L

di concenLrnre, allo sbocco delle medesime, forze sufficienti a dare battaglia; 4° Provvedere in modo sicnro al l'apido concentramento di tali forze; 5° Finalmente procurare ed alle tl'Uppe incaricate di difendere la riviern di L'iguri a ed a quelle destinate a difesa del Piemonte, un punto di ritirata, il quale sia possibil mente nel tem po istesso la base ed il cardine ddla difesa. ll miglior mezzo di provvedere alla sicurezza della linea dell a Roja si è di stabilirvi un corpo d'osser-', va1.ione, il quale, qualora fosse attaccato da forze preponderanti, si dovrebbe ripiegare su Genova, appro-; fil. Lande delle varie posizioni difensive formate da.i contrafforti delle Alpi marittime, in modo da contra- · stare il terreno palmo a palmo, e pel' ultimo provvedere alla difesa dellà piazza di Genova. Le condizioni topografiche del teatro u' operazione favorirebb ero moltissimo l'attuazione d'i tali di.segni, perocchè : la linea della lloja essendo di breve estensione ed attaccabile solo di fron le, non occo1Tel'ebbe che il corpo ·destinato a difenderla foss.e molto considere-vole; il corpo slesso nella ritirnta su Genova trnverebbe, per il contin110 avvicinarsi delle Alpi al mare, posizioni difeosi ve di estensio ne sentprc minore; finalmenlc la ri tirata si farebbe sopra un punto strategico di grande importanza, perchò grande città, gran porto di mare e gran piazza da guerra, la quale chiude completamente la rivicrn della Liguria ed obbliga il nemico o.d anestarsi o a passare nell a valle del Po. Alla guardia delle Alpi dal colle di Tenda al Monte / . Bia1~~0 s~ p~·ovvederebbe molto utilment1i con piccole 1 fort1ftcaz1om le quali chiudessero i passi accessibili ' ~ Ile artiglierie, ed inoltre organizzando in compagnie

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di carab iil'icri territoriali gli abitanti dell e vallate, uomini arditi, robusti, c·onoscitori di ogni sentiero, ed ai quali non mancano che buoni ordinamenti per essere i più sicuri avamposti della nazione. La rete di strade ferrate distesa su tutLa la superficie del Piemonte permette di Lrasportare rapidamenle e con ·tutta comoditil uomini e materiali, di morfo ch e, da qualunque delle valli il nemico tentasse cli sboccare, sarebbe focile l'opporvi valida re- \ sistema, put'chè la base d'operazione ,·enga stabilita Il jn un punto dal quale si dominino Je linee di strada ferrata, e si distribui scano convenien tem ente le forze. Un corpo accantonato nei din Lorni <li Torino, con ) posti avanzati ad 'rvrea , a Susa, a Pinerolo cd a · l ~avigliano, soddisferebbe pienamente a tale bìso~na : infaLti, mentre le truppe dei posti avanzati nl sopraggiunge l'e del nemico provvedcrebbel'o alle prime difese, da Torino si giungerebb<' con tutta sollecitudine ::rnl punto minacciato, ed una rnlta $viìuppatosi ·il vern attacco, sarebbe sernpre possibile un concentramento generale cli tutte le forz e, perocchè, mentre il nemico dovrebbe attrn,versare un paese diffi~ile, in mezzo ad ostaroli d'ogni natura, il difensore avrebbe per sè l'ausiliario potentissimo delle ferrovie. Dunque s'avrebbero due corpi d'ossefvazione, uno sulla Roja, incaricato di difendere la l'iviera della tiguria , cd uno a Torino, con i posti avanzati allo sbocco delle valli alpine, p;uar(!atc da fo l'ti di monLagna e dai carabinieri territoriali . Ora è manifoslo che per essere in grado di provvedere ad ogni e\'ento ed oppoggiare o l'uno o l'altl'O dei cor·p i sopra accennati , è necessario che il nerbo principale dello esercito si trov i in una po:,ìzionc intermeJja fra quelle dei corpi stessi, <'rl abhin la hase d'opcrnz ion<' e la 1·itir11ta in 11n p11nlo dal qu~le si possa nccorre1·r in

0

, II


386 CONSIDEI\AZIONI ogni dove, ed al quale le varie parti dell'esercito possano giungere con tutta sollecitudine; un tal punto sarà poi della massima utiliLà se situato sulla linea d'operazione del nemico, perchè in allora il concentramento di riLirnta da1·à mezzo al difensore di opporre nuova e valida resistenza. Se si esaminano: la conngurazione del teatro della guerra, la posizione rispelliva dei punti di concentrnmento dei corpi d'osservazione e qu ella probabile dei campi di battaglia, l'andamento dell e vie di comunicazione, e massime delle strade ferrate, finalmente lo sviluppo delle linee d'operazione dell'esercito invasore, appare chial'amente come centro e ridotto di tutta la difesa del Piemonte e della Liguria debba essere la pia_zza di Al essandria. . ; 2\lessandria infatti è il centrò di tutta la rete fer- \ toviaria della regione; dovunque si fosse per com. battere e si perdesse una battaglia, o sulle Alpi maf. ri LLime, o sui campi di Cuneo e cl i Mondovì, o nei dintorni di Torino, od allo sbocco della valle d'Aosta, la ritiC'ata su Alessandria sarebbe sempre sicura; colà riunito, l'esercito difen sore sbarrerebbe completamente la linea d'operazioni sulla sponda destra del Po, e dominando il corso del fiume con solide teste Ji ponte a Casal nionferrato ed a Valenza, sarebbe in caso di opporsi al nemico anco se questi si avanzasse per la sponda sinistra. Se a ciò si aggiunge che al nemico importerebbe moltissimo di espugna1·e la piazza d'Alessandria, onde provvedere alla sicurez7.a delle proprie comunicazioni, si veéle chiaro come sia necessario munirla in modo che possa durare a lungo. Qual'è in oggi, la piazza d'Alessandria non soddisfa certamente a tale condizione, perocchè: 1° La cinta mag-islf'ale manca di muri di scarpa

SULLA DIFESA OENRI\ALE DELL'ITALIA

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e di controscarpa, nè può dirsi al sicuro da un at- . tacco di viva forza; 2° Le comunicazioni fra le due sponde del Tanaro non sono assicurate, i ponti della strada ferrata e della ci ttadella essendo esposti ai tiri del nemico; 3° La cittadella, unica opera esistente sulla sponda sinistra del Tanaro, per i suoi rivestimenti scoperti ed i fabbricati che la ingombrano e sorpassano di molto l'altezza dei parapetti, non è tale da reggere al bombardamento ; 4° Il corpo di piazza manca di caserme, di magazzini e di ricoveri alla prova; 5° Infine la corona dei forti staccati non è completa, ed è di opere troppo lontane per essere protette dalla piazza, troppo deboli per reggere da sè . stesse. Egli è non molto che il sistema della guerra fotta con grandi IT!asse, ed i progressi delle artiglierie hanno • prodotto una completa rivoluzione nei sistemi di fortificazione; essi hanno provato che nessuno dei metodi conosciuti più rispondeva alle esigenze, e però la necessità di ricorrere a studi, ad indagini, ad esperienze onde rimettere l'arlè della fortificazione all' al. tozza delle altre parti dell'arte della guerra. Nella confusione e nell'in certezza prodotte dalla diversità d'opinioni, dalle sperienze contraddittorie e dall'immenso numero di quistioni che si presentano, vi hanno per altro dei principii generali incontestabili, che risultano dagli stessi bisogni ai quali si cerca di sopperirn, ed anzi non sono che l'espressione sintetica dei bisogni stessi. Uno di siffatti principii si è che una piazza da guerra di grande importanza possa reggere e difendersi da per sè sola, indipendentemente dall'esercito difensore, il quale è necessario sia libero nei mqvimenti.

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CONSIOER AZ fOl\'I

A ciò non pensarono coloro i quali ei·essero la piazza di Alessandria, pcrchè ullora, quando il regno d'Ital ia ancora non esisteva e la mon archia di Casa Savoia limitavasi alla Sardegna, alla Ligurio ed al PiemonLe, Alessandria era veramente il ridotto di difesa dello Stato, e però si poteva arguire che l'esercito avrebbe dovuto necesso riamen te raccogliersi sotto .ille sue mura, nè importava pens1.1re al poi, pe rocchè, l'esercito di lit cacciato, sarebbe sta ta finita la guerra. Egli è per tali ragioni che la piazzu venne con siderata solo co me rid otto di un èampo trin cernto, il qu ale del reslo, come già si disse, non è completo. Ma <lacchè una seri e di fortun ati avvenimepti permise all'Italia di rinnirsi tuW1. in un solo Stato, la piazza di Al essandria , rimanendo pur semprn di grande importanza, siccom e abb iamo giit dim ostrnto, cessa d'avere il carattere di ultimo rido tto della difesa, e pertanto il principio generale sopra accennalo deve trovare in essa la propt·ia applicazione . Costrnrre una. piazza -da guerra abbastanza vasta per essere capace dei magazzin i, degli arsenali , delle caserme e degli allri stabilimen ti militari necessari ad appogg iare le operazion i di un grande esercito, dare a tal piazza la facoltà di prote;ggere efficacemen te l'esercito costretto a cercare temporaneamente un rifugio soLto alle sue mura, e nel tempo stesso porla in grado di resistere con le sole fo rze di una gu arnigione, è il grande problema che gli ingegneri militari si studiano di r isol vere. Tale problema non è forse risolvibile con una formula generale, ovvero con un unico sisLema, per , quanto ad attabile all e circostanze ; si può invece in mass ima stabilirP- che, allora quando un eserci to ba tte in ritirata ripiegandosi su di una piazza, non è nella piazza che si deve raccogl iere per ritentare la for-

Sl/1,LA OfFESA GENEIIALE DELl)ITALIA

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Luna, ma bensì in una posir.ione difensiva, della quale la piazza altro non <leve essere che l'appoggio. Soli ta men te Lratlandosi di piazze co11ocate in punti strategici molto importanti, tnl e posizione è offerta dalla natura, ed all'arte non rimane che di compl etada , rna, ammesso pu re la si dovesse creare, essa dov rebb'esse re abbastanr.a es tesa pe r coprire il teatro .. d' operazion i dell' ese rei lo difensore, e siccome del resto tali posizion i non si possono occupare per molto tempo, a meno elle il nemico non sospenda per un motivo qua lsiasi le p1·oprie operazioni, ma è necessario o vincere uua baLLaglia od eracuarle, così la posiz ion e stessa può essere indipendente a!Talto dalla piazza, latpiale ottiene lo scopo corn plctamen le: ·1° Quando è in grado di fornire le cose necessarie al riordin amento dell'esercito ricovera to nella posizione dife nsiva ; 2° Quando protegge fa ritirata d~ll'esercito offrendo un asil o sicu ro all a retroguardia e ponendola pertanto in grado di ten ere la posizione fino all'estremo; 3° Quando impedisce al nemico di rendersi padrone di un punto strategico molto importante, e lo. riserbn invece per l'esercito difensore nel caso si mu tasse la fortuna. Per siffatte cose il sistema che sembra vogli asi comu nemente adottnre per le grandi piazr.e tla guerrn , altrimenti dclti perni strategici, di costrurre cioè una cinta a tre o quattrocento metri. dall'abit,Ho, ed un a corona di fo rti staccati a tremi la metri dalla cin ta , nell'intento di avere ed una piazza fo rte ed un campo Lrin~erato, e ridurre la guerra ad operàzioni ài assedio e di difesa, non ci po re applicabile in modo assoluto, a meno che non trattisi dell'ulti mo ridotto ,ii difesa dell o Stato.


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CONSIOERAZION~

SUl,f,A DIFESA GENERALE DEl,t. ITALL\

Sarebbe jnfatti cosa ben dubbia che un esercito si potesse mantenere a lungo in uno di detti campi trincerati, fosse solo per la difficoltà grandissima delle ,,euovaglie; senza contare che il nemico potrebbe cambiare linea d'operazioni, e che se un esercito non è in grado di riprendere l'offensiva dopo quattro o cinque giorni (nel qual caso una semplice posizione dife nsiva basta a proteggerlo), non è a spera rsi ch e migliori soggiornan do nel campo trincerato: che anzi si disorganizzerebbe sempre più per le grandi cause di dissoluzione· che agirebbero sopra di esso. Se si prevede di non potere in quattro o cinque giorni riprendere l'offensiva, il partito miglioi·e si è quello di proseguire la ritirata fino a che si giunga ad una posizione difensiva abbastanza forte per obbligare il nemico a lunghe e serie operazi oni, abbastanza estesa per coprire completam en te le comunicazioni del difensore, ed abbastanza vicina ai luoghi di concentramen to dei depositi e delle riserve, perch è sia possibile raccogliere in essa gli uomini ed i materiali necessari a ricomporre l'eserci to prima che il nemico possa tentare alcun ch e di deci sivo. La posizione difensiva per l'esercito che avesse bisogno cli un momentaneo rifugio sotto la piazza di Alessandria, è determinata dal Po, dalle alture di Mirabella, S. Salvatore e <lai Ta naro, e la piazza basterebbe r ispondesse ai tre scopi sopra accennati, i quali sarebbero raggi un ti: ,1° Quando si costruisse una cinta magistrale abbnstan za forte per richied ere un assfldio regolare; 2° Si munisse la cinta stessa di casematte, di ricoveri, di caserme e di magazzini alla prova, in modo che, nè _per la guarnigione, nè por le provvigioni e pei ma: •riali da guerra fosse te mibile un bombardamento;

3° Fosse la cinta collocata a tale distanza dall'abitato da lasciare ampli spazi per le manovre, e presurvure dai proiettili almeno la parte principale della città; 4° Si costrnissero delle opere staccate destinate a favorire la difesa auiva, ma non fossero dette opere distanti dal corpo di piazza più di q nan to comportasse l'appoggio che dovrebbero avere dalla cinta magistrale. " Per tal modo si olterrebbe indubitatamente una valida resistenza, e 12 o 15 mila uomini di guarnigione sarebbe ro sufficienti.' Usciremmo dai limiti di uno studio generale se passassimo a discutere ' dell'attuazione di tali principii al caso particolare di che si tratta; ciò appartiene-all'arte speciale dell'ingegnere, e pertnnto noi ci arrestiam o, paghi d'aver esposti i principii oi quali è nostro convincimento si debba ispirare la moderna fottificazione, la quale sarà forse per essere meno nuova di qu an to in oggi si possa credere da taluno . Della piazzu di Genova ben poco accade di dire; deve essere difesa da l lato tli terra, occupondo le alture che la dominan o, e protetta da batterie di costa le quali tengano lontane per quanto è possibile le squadre nemiche. Le teste di ponte di Casale e Valenza devono essere considerate come parte della posizione difensiva che si uppoggia ad Alessandria; esse devono essere solide, ma bisogna far sì che non esigano grandi forze e gran di mezzi di difesa, perocchè è necess~rio soltrarne il meno possibile all'esercito d'opera zione. Riepilogando quanto ubbiamo esposto finora, la difesa del Piemonte e della Liguria snl'ebbe adunque nppoggiata a forti di sbarro nelle valli alpine, al!a piazza <li Genova, alle teste di ponte di Casale e Ya-


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CONSIDERAZlONT ,

lenza ed alla piazza di Alessandria, centro difensivo di tutta la regione. . È forse inutile di osservare che l'arsenale d'artiglieria a Torino ed il polverificio a Fossa no si trovano mal colloca ti; noi non li vorrem mo neppure ad Alessandria, quantunque piazza da-guerra di primo ordine. Alessandria deve èontenerc quanto è necessario alla difesa della regione della quale è il centro, ma non di più; perocchè il nemico potrebbe espugnare la piazza, e tutte le risorse contenute in·essa sarebbero perdute con danno gràndissirno dell.a difesa. Da quanto si disse deriva in modo chiaro ed assoluto l'importanza grandissima dell e. ferrovie, ·conside. rate qual i mezzi di comunicazione tra la fronte di operazioni e la base. Conve~rà pertanto assicurarsene l'esercizio, p,onendosi in grado di riparare, sl nello arrnamento che nel materiale di locomozione, i guasti, ,conseguenze inevitabili dei grandi movùnenii, ed a ciò fare sono necessari dep ositi ed officine di costruzione. Per ciò- che riguarda la rete piemontese, gli uni fi le allre si dovrebbèro istituire ad Alessandria. '

u.

Basta gett~ue uno sguardo alla carta d'Italia pel' iscorgere come l'esercito invasore, oltrepassata la posizione di Alessandria, debba mirare necessari.arnente nl pm1to , o!)biettivo di Piacenza, che si può considerare l'anello di congiuniione di I.re regioni : il Piemonte, l'Emilia e· la Lombardia.

SULLA l)lf' ESA GENERALE llEl.I.'ITALJ.A

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Infatti se l'inv.:isore s'avanza p~r la sponda deslra del Po non può a meno di dirigersi su Piacenza, perchè appunto a Piaeenza· mettono capo le strade che dal Piemonte conducono nelle provincìe dell'Emilia, e se pe[' contro sviluppa la propria linea d'operazioni sulla spondà . sin istra cleJ fiume, Piacen za è sempre il punto di passaggio preferibile a,d ogni altro, perocchè di là passa la st.rada più breve • che da l\lilano conduce nell'Italia peninsulare, e perchè ammesso pure volesse arrestare il corso delle proprie operazioni, le conquiste fatte non sarebbero sicure nè potrebbe vantaggiosamente trattare la pace fìnchè non fosse padrone del corso del Po, nè ciò otterrebbe in altra guisa meglio . che con il possesso di Pincem:a. , Il solo fatto di essere dì tanta importanza per il , nemieo basterebbe a dimostrare là grande utilità che I ritrarrebbe il difèn,sore dal fare di Piacenza una piazza \ da guerra che il nemico sarebbe indubitatame.nte co- \ stretto ad assediare (perocchè sarebbe non arditezza, ) ma grandissima temerità l'avanzarsi nelle provincie del1'.Ernilia e nell'Italia peninsulare sen za essere padfoni del corso del Po) ma a siffani vantaggi Piacenza unisce quello ancora di essere il centro e l'appoggio di una posizione difensiva dalla quale si possono arrestare i progressi del nemico forse per tanto tempo quanto può bastare a rimettere le sorti della gueÌTa, e ciò non solo, ma da dove si possono minacciare di continuo i possedimenti dell'invasore e riprendere l' of:.. fensiva avendo libera la scelta della linea cl'operazioni. La posizione di Piacenza, coperta ad occiclerìLe dal1o \ stretto di Stradella ed a settentrione dal corso dd Po, · obbliga il nemico Ò ad nn attacco cli viva forza contro ) ~erissirni ostacoli natul'ali, od a passare il Po jnferiormeote a Piacenza ed abbastanza lungi eia quella piazza per non essere molestato dafl'esercito difensore /

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CONSIDERAZIONI

raccolto intorno alla medesima, esponendosi a tutti i pericolì di una marcia di fianco, parallela ud una posizione della quale il difensore dominerebbe gli sbocchi. Acciocchè per altro siffatti vantaggi si ottenessero indubitatamente, converrebbe avere in vicinanza alla r piazza di Piacenza altri passaggi assicurati sul Po, onde non potesse accadere che il nemico bloccando \ la testa di ponte unita alla città, coprisse la marcia di fianco sopra accennata, cd oltreacciò anche per essere padroni di un maggior tratto di fiume ed obbligare il nemico a passarlo quanto più a valle è possibile. Per siffatte considerazioni sembrano necessarie oltre a quella di Piacenza due~c- di ..ponte, una a Cremona e l'altra in vicinanza allo stretto di Stradella. In tal modo la posizione difensiva avrebbe sufficiente estensione e sarebbe tolto il pericolo di rimaner bloccati, perocchè il nemico dovrebbe dividere le sue forze ed il difensore, agendo in massa, potrebbe essere sicuro di aprirsi o l'uno o l'altro degli sbocchi so, praccennati. Occorre appena di dire che lo stretto di Stradella dovrebbe essere difeso da batterie solidamente stabilite sulle vicine alture, le quali dominando tutto il terreno che si estende dalle falde delle alture stesse insino al fiume, renderebbel'o assolutamente impra.. ticabile quel passo. Quanto alla scelta di Cremona come punto ove stabilire una testa di ponte a valle di Piacenza o formante l'estrema destra della posizione, ella sembra chiaramnnte indicata dallo condizioni topografiche del teatro d'operazioni, perocchè: 1° Essendo r.rem ona a breve distanza dalla piazza di Piacenza, potrebbe avere da questa tutti gli aiuti necessari;

SULLA Dlfo'ESA GENERALE DELI,' l'l'ALIA

39~ 2° Mettendo capo a Cremona quasi tutte le grandi strade che dall'Emilia conducono in quella zona a·eua L?m bardia ch_e s! estendo clalL\dda al Chiese, padrone ~1 Cromo_ na, 11 difensore sarebbe nelle condizioni più tavorevoh por opporsi olle manovro del nemico il quale tentasse la marcia di fianco che più volte ~bbiamo accennata. D,etla n:iassi~ia importanza sarebbe per le manovre dell esercito difensore l'avere nn passan-o-io assicurato 0 sull' Add~, onde impedire che il nemic~ opponesse il corso di tal fiume ad un attacco che partisse da Piacenz~ o da Cremona; e converrebbe poi che tale passagg10 fosse abbastanza prossimo allo dette piazze, per ~vere dall~ medesimo H necessario appoggio. Una doppia testa d1 ponte a Pizzighettone soddisferebbe a tale esigenza. Fi~almente_ è necess_ario che il difensore , per opporsi al nemico che s1 avanzasse dal Piemonte, tenendo le strade che si sviluppauo sulla sinistra del Po,, possa m~novrare sulle due sponde del Ticino, e . poro conservi un passaggio assicurato su di tal fiume. c?,nv~i·rebbc pertanto fortificare Pavia , e ciò tanto ~iu, m_quantochè dovendo l'invasore, per opporsi alI esercLto concentrato nella posizione di Piacenza agire su due linee esterno che si sviluppano una sull~ destra del Po contro Stra.della e l'alLl'a nella Lom~ardia, Pavia sarebbe l'anello di congiunzione di tali lrnee, e però il nemico avrebbe il massimo interesse di rendersene padrone. Per quanto si disse si avrebbero adunque delle opere ) sb.ano_ ~Ilo stretto di Stradella, due teste di ponto, na m VIcmanza a Stradella, e l'altra a Cremona na .doppia_ testa di ponte a Pizzighettone, ed infin; / piazze d1 Pavia e di Piacenza. Lo dicemmo già, non è guarì, questo lavoro ha por

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396 C0NSI0ERAZ10l'il ·iscopo lo studio della difesa generale del l'egno, e pertanto ad esso non appartiene di discutel'e i dettagli della fortificazion e, ma ben è suo còmpito formulare i prin cipii ai quali <leve basarsi l'ingegnere militare nel caso di cui si tl'alta, onde soddisfare alle esigenze della strategia. Quanto ebbi rno a di1·c intorno alle posizioni difensive ed 1.1lle piazze da guerra trnttand o di Alessundrin , trova qui pure la propria applicazi one, e forse più completa. Nè a Pavia nè a Piacenza vorremmo di quelle gran di piazze a campo trincerato, delle quali tanto s'è parlato negl i anni scorsi e tanto si parla anch e tuttora. Non a Pavia , perchè non è punto dove debba concen trarsi l'esercito difen sore ; non :i. Piacenza, perch è ella non è che parte dP.Jla posizion e difensiva che si estende dallo st1·etto di Stradella fi no a Cremona, e pcrchè, qualora il nemico fosse ri escito a cacciare l'esercito difensore da tale posizione, ,converrebbe ch e 'Piacenza fosse difendi bile da una guarnigione, onde conservare un punto di tanta importanza il più lu ngamente che si,, possibile, lasciando libero l'esercito nelle proprie operazioni. Noi vorremmo che non solo PaYìa , ma Piacenza ancora fosse costru tta oorne già si ebbe a dire pel' la piazza <li Alessa ndria, perocchè non dovrebbe adempiere ad aItro ufficio. L'opin ione ch e qualota il nemico fosse riescito a passare il Po, in onta alla difesa fotta dall'esercii o co ncentrato nella posizio ne , potesse questi arrestare l'invasione ch iudendosi nel campo Lrincerato, a noi sembra molto anischiata, giacchè, Se l'esercito difensore nou fu in grado di riprendere J'offensin,. quando non era ancora stremalo di fo t·ze ed aveva a propri11 disposizione le risorse ùi tutta intiera una region<'

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397

SULLA DIFESA GENERALE DELL ITALIA

come l'Emilia , qu ale speranza che lo possa 'fare dopo una lotta ostinata ed infelice, affranto dalle fatiche e decimato da perdite contin ue? Il soggiorno nel ca mpo trincerato mollo probabilmen te non farebbe che compierne la rovina. La difesa della posiz ione di Piacenza, sostenuta a dovere, può essere abbastanza lunga per dar tempo ad un ritorno della fortuna, ma se per circostanze che è impossibile di p1·evedere ciò non avvenisse me.,.lio • ' o sarebbe -po1tare gli avanzi dell'esercito là dove fossero in grado di prestare ancora un utile servizio, di quello che condannarli a co pitol,ne od a morire di fame nel cam po trincerato di Piacenza, senza rhe il nemico arrestasse cli un sol giorno le proprie ope razioni, perocch è al vincitore tutto sorride, ed a tenere in isr.a cco gli infelici resti delle nostre sconfitte basterebbe un corpo d'osservazio ne. Delle fortificazioni di Stradella ben poco accade di dire; dern no sbarrare Jo stretto, essere di difficile espugnazione, ed ecco il tutto . Cremona deve essere un a solicla testa di ponte, capacP. òi val iùa resistenza e tale da proteggere le manovre dell'ese reito difensore, sia che esso agisca offensivamente, sia che si ritiri; la doppia testa di P,onte cli Pizzighettone deve costituire quasi una piccola piazza cap!lce di reggere ad un assed io, atteso l'interesse che il nemico avrebb e di conquistarla per istab ilirsi a cavaliere dell'Acida; nè dare a Pizzighettone un certo grad o di resistenza sa rebbe cosa molto difficil e, atteso l'appoggio costan te che avrebbe dal1'ese1·cito accam pato in tanta prossimità. . Il .generale italia no ch e conduca la guerra con 1~tell1ge1~za. cd energia, potrà sempre tenere la posi zion e d1 Piacenza lìntan tochè il nemico non abbia espugnata Cremona e minacci di stabilirsi solidaANNO XIV, VOL. lll ,

26


398

CONSIDERAZIONI SULLA DIFESA. GENERALE DELÙTALIA

~ente a cavallo del Po, o non abbia forzato il passo d1 Stradella; ma supposto che la fortuna ci sia avversa del tutto, che faremo, perduta la nostra posizione sull' alto Po? Di ciò tratteremo in avvenire: soffermiamoci per ora, e passiamo ad esaminare gli eventi possibili in una guerra.contro l'Austria. ·

C~NNO DELLE ESPERIENZE FATTE IN INGJilLTERRA

..

SULLA SCELTA DEL 'NUOVO FUCILE

Venezia, maggio 1869. '

DOMENICO ASTI

Capitano del Genio

PER

L' ARMA~iENTO DELL'ESERCITO

(Continua).

-

Fin dal ~2 ottobre del 1866 il segretario di Stato della guerra del Regno Unito diramava una circolare ai moderni inventori di armi, annunziand o che per il nuovo armamento dell'esercito, il quale costerà all'Inghilterra da 100 a 150 milion i, era aperto un libero concqrso, secondo· alcune determinate · condizioni cui le arrr1i dovevano soddisfare. La Commissione incaricata di decidere sulla migliore arma invocò j lumi di uffiziali, di ingegneri e di armaiuoli segnalati; e non essendo per nulla obbligata a scegliere nella sua interezza questo o quel sistema, poteva con piena libertà di azione creare un nuovo fucile, o combinare, le migl iori parti di due o più sistemi, purchè l'inventore di ciascuna parte si avesse avuta la meritata ricompensa . La Commissione stabilì le seguenti condizioni, cui dovevano soddisfare le armi per essere ammesse al concorso. 1


400

ESPERIENZE FATTE lN INGHILTERRA

Lunghezza della canna ,. Peso id. Calibro Peso de1 proiettile . Carica di polvere .

SULLA SCELTA DEL NUOVO FUCILE

l\1etri. O, ~89 Chi!. ,1 , 98,i. l\Iill- 1111, 43· Gr. 3 1, 10

Queste tre serie di esperienze avevano p'er iscopo, la prima di provare la semplicità del m_èccanisrrìo, senza la quale non vi hl;l tiro rapido; la seconda di vedere come l'arma avrebpe s'érvito nei paesi di grande siccità al pari delle Indie, e la t.erza per esplorare gli effetti deU'ossi<l~zione cui sono esposte le armi in campagna. Sopra 65 armi presentate, 56 furono poste.fuori di concorso dopo le prime prove, e le altre 9 furono sottoposte ad esperienze più estese e definitive, sia sparando a tiro rapido, sia sparando con cartucce limate verso la base .. J)eJla sabbia fina fu pure gettata . sul meccanismo di culatta. · Oltre di ciò furuno sottoposte le armi a dei tiri ripetuti senza lavarle, anzi esponendole per diversi giorni e diverse notti alla piova e all'azione dell'acqua artificialmente applicata. Per paragornue la rapidità , del tiro nei vuri fucili furono 'tirati 2·1 'colpi, che tutti i fucili fecero fra 51 e 86 secondi. Però, dopo di questa provn , la Commissione ·rigettò le quàttro arm i a stanghetta (cì verrou) e non si occupò ch e delle altre cinque. Fra queste la vinse il fucile Mçi,rtini, dietrn un'ultima prova che· alc.uni giustamente dicono fenomenale. Irnperocchè, esposto il fucile per sette giorni e sette 11otti alla piova ed all',3cqua npplicata artificialm ente, gli si fecero fare in questo tempo 400 colpi: ebbene, nell'ottnvo gi_orno si poterono trarre ancora 20 colpi in 63 secondi, e si trnvò il fu cile agire benissimo com e nel primo giorno! Dopo di cib la culatta ~fortini fu prodamalU' la migliore per sicurezza, soli dità., numero ristretto_-cli pezzi ,' .semplicit;'1 di organi, facilità di maneggto e infi ne modicitù di prezzo.

1

>)

401

5,508

La -materia lubricante destinata -a ungere le ri,gature doveva essere la cera pura. Il concorso fu ape1:to a Wimbledon colla massima pubblicità e con l'intervento degl'inventori e dei delegati della stampa. Il Rapporto della Commissione è un volume in-4°, di 90 pagine, redatto con sapienza, accuratezza e precisione degne del popolo inglese; e noi, non potendone dare per ora un esteso ragguaglio, ci limi teremo ad un piccolo sunto.

Prova dei meccanùrni della culatta .

Dopo di avere _accuratamente esaminato e provato ciascun fucile, si facevano venti colpi o più a fine di sperimenta re la rapidità del tiro. Di poi si spargeva di sabbia il mecG_anismo, tenendolo talvolta chiuso e tal altra nperto, e, senza nettarlo a1trimenti che colfo. ~nano, si faceva fuoco. Per provar-e la sicurezza dell'arma, anche con catt ive mun'izion i, fu sparato ciascun fucile con tre cartucce guaste a bella posta, le qnali lasciavano sfuggire i gas. · Le armi che avevano vinte queste prove si sottoponevano a dei tiri continui, facendole irrugginire in alcuni giorni d'intervallo.

1


402

ESPERIENZE FATTE IN INGHILTERRA

SULLA SCELTA DEI, NUOVO FUCILE

403

La cartuccia per questa nuova arma ha il nome di

Boxer-Henry, perchè l'involucro è simile a quello già Prova delle canne. Ciascuna canna doveva trarre 100 colpi con la culatta Henry, alle distanze di .metri 274, 457, 731, 9·14, per serie di 20 colpi l'una. La canna Henry fu sempre superiore alle altre per la giustezza del tiro e per la tensione della traiettoria; ed avendo resistilo senza la menoma alterazione ad un numero sterminato di colpi ' la ' sua rio·al:) tura fu reputata eccellente, e la canna dichiarala « il tipo più perfetto dell'arma da millimetri ·1 11: 43 . » Le lavature e la pulitura in terna di essa, raschiandola, son9 severamente vietate, ed è ingiunto ai soldati di nettarla con una pezza intrisa di grasso. Di- , fatti essendosi vedute le eccellenti carabine Enfield danneggiate dai ripulimenti successivi che costumano i soldati, si vorrebbero ora spingere le prec~uzioni .al segno da collocare sulla bocca della canna una guida che impedisca alla barchetta di urtare contro · le pareti dur'ante il pulimento.

Decisione della Commissione.

Dietro le esperienze qui accennate solamente di volo, la Commissione ha prescelto la culatta ~fartini e la canna Henry, aggiungendo che, laddove l'armà cosi combinata si adottasse, dovrebbe chiamarsi fu ~ile }fartini-Henry, rn onore dei due esimii e fortunati costruttori.

in uso sotto il nome di Boxer, e solo ne differisce per le dimensioni. Il peso totale dell'arma è di chi!. 4, 25; e la giustezza del suo tiro come la tensione della traiettoria la rendono degna di sfidare qualunque paragone. Infine la Commissione non ha mancato aggiungere ch e si debbono delle ricompense al signor Henry per la sua canna e la sua cartuccia, e al signor Ma1::tini per il suo meccanismo di culatta. Premesso tali cenni, passiamo a dare un'id.ea sommaria di questa np.?va arma !rl'artini-Henry.

Meccanismo del fucile Martini. Questo meccanismo poggia sull'azione di un pezzo prismatico , di metallo girevole int.orno ad una cerniera situata alla parte posteriore della cassa di culatta. Codesto pezzo di metallo racchiude sotto la parte visibile il percussore e la molla spirale, la quale avviluppa quest'ultimo e gli dà l'impulso necessario. Il percussore è un cilindro di acciaio terminato alla sua parte anteriore da un cono smussato in punta che va ad urtare la capsula. La parte superiore e visibile del pez.zo metallico suddetto presenta un'incavatura che fa di guida alla cartuccia quando si vuol caricare il fucile. Questo pezzo si apre e si chiude mercè una leva a mano. Nell'aprir~ la culatta con un sòl movimento, il pezzo si abbatle su di una leva a gomito, che agendo ruvidamente sull'estrattore ne rende l'effetto immancaòile. L'involucro salta a terra per disopra la mano destra · del tiratore ; é_osjcchè


40,i.

4.05

ESPERIENZE FATTE IN lNGHTLTERRA

SULLA SCELTA DEL NUOVO FUCILE

basta introdurre una nuova cartuccia e rimettere la leva nella sua primitiva positura, perchè il fucile possa dirsi. armato e caricato. Il maneggio _del fucile si fa così in quattro tempi:

cioè 7 sul mezzo · dei lati e 7 lungo le righe sporgenti che sono agli angoli. 1ale è la generatrice interna della canna del fuci le. La direttrice poi consiste in un'elica il cui peso è di om 5f,>.

·1 ° Abbassare la leva; 2° Porre là cartuccia nella camera; 3° Rialzare la leva per chiudere la culatta; !i. 0

Tirare.

Cartuccia .Boxer-Ilenry.

· La cartuccia è a percussione centrale; della lun-

P~r evitar.e qualunque pericolo nel portare l'arma carica, la Commissione ha aggiunto alla cul atta !Hartini una ·stanghetta di sicurezza, che paralizza affatto l'azione · del grilletto e permette di trasportare colla massima sicurezza il fucil e carico.

Canna, e rigatura llen?~lf. La canna Henry ha il peso .dalla Commissione, cioè:

Lunghezza. Peso ·. Calibro .· :

e

le dimensioni fissate Metri O, 889 Cbil. 11, 956 Mili. H,43

La sezione. di una parte della canna è, come tutti sanno , un poligono di sette lati , in ciascun angolo del quale tfovasi una riga sporgente; e se s'imma. gina 1ina circonfet'enza di cerchio concentrica alla canna del fucile e tangen te ai lati di tale poligono, si troverebbe che le seue righe sudd ette 'toccherebbero esalta.mente questa circonferenza ideale. Di sorta che la pali~ h a 114 punti cl i contatto in questa canna,

ghezza totale di millimetri 95 ½, del peso di gr. 46 e conti,ene gramti1i

5

i

1,

di polvere di Curtis e Harvey

N. 6, posti in un involucro di fogl ia di ottone rotolata e mantenuta da una fodera di carta molto resistente. Imn;:ied ialarne·nte al disopra della polvere è collocata una rosetta di cartone sottile e rigido, fatto con canape indi'ano, indi una pastiglia di cera vergine, un'altra rosetta simile e infine il proietto. Si è veduto che questo sistem a dà dei risulati straordinari in quanto alla pulitezza dell'interno della canna. Il proietto , del peso di 3 1 grammi, è di piombo indurito, cioè formato di 12 parli di piombo e ,t di . stagno. È leggermente eonico ed ha alla sua base la solita scanalatura nella quale s'insinua l'involucro dell a cartuccia. Co teslo involucro ba dato sempre di otLimi risul. tati nelle molte esperienze eseguite, anche quando si adoperavano grosse cariche di polvere. Pochissimi tiri mnncarono e gl'involucri -ressero sempre , salvo quando vennero impiegati con carabine non adatte. Termineremo queste brevi notizie col ripoi·tare il seguente quadro dei risulati dei tiri fatti . nell e cen1

1


406

ESPERIENZE FAT'rE IN INGHILTERRA

nate esperienze, il quale dà un'idea del merito rela:. tivo · delle varie armi · p,rovate. Il quadro è tolto dalla Army and Navy Gazette del 3·1 luglio decorso. Nella colonna (1) sono indicati i vari fucili per ordine di merito. La colonna (2) si riferisce alla celerità del tiro; dando il ·numero massimo di colpi fatti con ciascun fucile nel tempo costante di 3 minuti. La colonna (3), riportando i numeri totali di punti che hanno meritato i colpi della colonna (2), dimostra quale aggiustatezza di tiro in ciascun fucile si accoppia con la celerità dei colpi. La colonna 4 finalmente fa vedere quali numeri di punti si sono potuti avere al bersaglio nel teinpo costante di tre minuti per ciascuna arma. Si noti però che i tiratori erano diversi, e spesso i fucili erano tirati dai propri autori.


Alla distanza di 1s.2m 88.

Numero maggiore NOME DEL FUCILE

Maggior numero

dei tiri

relativo

doi punti ottenuti

fatti in tre minuti

ai tiri

in

dolla colonna 2

tre minuti

(2}

(3)

(4)

llO

127 punti in 44 colpi.

(1)

Martini-Honry . . . . . Honry . . . . . . . . Carter and Edwardes . . . Sopor-llenry (fuoco centrale) Westley-Richards-Henry . Bacon . . . . . . . Kerr. . . . . . . Wilson . . . . . . Russ-Hamond . . . Brodcrick and Bisscl . . . Restali aud Smytho . . . . Trantor . . . : . . . . . Sopel'-Henry (fttoco latM·ale) Chassopot . . . . . . . Chassepot ridotto . . . .

l Numero dei punii

.,

55 47 47

54 44 39 32 87 27 27

118

115 111 107 71 65

70 66 64

63

25 25

60

27

59

30 8

50

13

118

~

115 1> 113 - )) 107 »

79

78

70 66 64 63 60

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, 1>

59

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50

»

'

47

4i 46 44

34 31

31 27 27 25 25

27 30

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~

Alla distanza di 457m 20.

o

CtJ

_,4_ _ _ _ _

- --Numero maggiore dei tiri

N0~1E DEL FUCILE.

.

.

\

.

Sopcr-Henry (fuoco laterale) Sopcr-Ilenry (fuoco centi·ale) . . . . Kerr. . . . Bacon Russ-Hamond

llestoll and Smy thc TrRnter . Chnssepot . Chasscpot ridollo

.

...

. .

-.

.

111

,

108 79 78

30 Non pr1ovato

89 74 62 12 Non provato

Id .

Id.

28 38

.

99

45 46 47 ,

41

Broderiok and Ilissel .

Wilson .

in

00.

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tre minuti

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(4)

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41 42

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dei punti ottenuti

(3)

(2)

Wcslley-Richards-1:lcnl'y . .

"

relativo

Maggior numero

ai tiri fatti in tre minuti della colonna 2

(1)

Mnrtin i-Ilenry . . Henry . . . . . . Carter nnd Edwardes .

Nurnern dei punti

Id.

~

Id-

Id.

Id.

Id.

Id'.

Id.

Id.

119 punti in 42 colpi.

»

114

42

»

'17 » 108 39 103 » 1> 39 93 41 .89 » » 28 74 62 38 30 42 » ~on provato. Id. Id. Id.

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GLI AEROSTATI NELLA GUERRA

.. V

Gli uomini di guerra hanno sempre presentita l'utilità che si poteva ritrarre dagli aerostati per le ricognizioni militari. È notissimo il buon successo che ( se ne ebbe alla battaglia di Fleurus nel ,1794, in cui il generale llilorlot, . essendo stato circa 8 ore in aria in un aerostato, p_otè fornire al generale .Jourdan le più utili notizie. Da quell'epoca _in poi si sono fotti vari altri tentativi pìù o meno felici per applicare gli aerostati alia guerra, e finalmente nel 1862 il genera le \ Mac-Clellan .riescì a far elevare presso Richernond un pallone tenuto da una corda (ballon capti!) col quale, mercè un apparato fotografico, si pervenne a disegnare 1 tutta la piazza e i suoi dintorni. Quest' otti1ho successo ha ridestato le buone spe.ranze che si avevano sugli aerostati: in guisa che nell'opera periodica intitolata Archivi degli iiffizi·ah di artiglieria e del genio pruss1:ano del 1868 evvi uno seri tto suJla possibilità, cl'inipiega1·e i palloni capt1'vi per le ricognizioni nella guerra degli assedi. Quivi è detto che se non si debbono attendere dagli aerostati dei

I

1


!10

GLI AEROSTATI

grandi risullati nelle ordinarie eampagne, pure in molti casi, e negli assedi soprattutto, essi ponno facilitare le ricognizioni, l'esplorazione gen~rale e particolareggiata della piazza, delle sue singole opere, delle varie costruzioni, dei trinceramenti interni, delle disposizioni prose per qualche sortita, dello stato delJa difesa, delle breccie, ecc. Difatti anche il Brialmont nella sua opera sulla difesa degli Stati dice: « Dans certains cas (par exemple dans les pays q: couverts et lorsque l'ennemi....fait ses préparatifs « d'attaque à une grande distance de la placo, sous « la protection d'une active surveillance) les ballons « fourniront à la défense ausi bien qu'à l'attaque, un « excellent moyen d'exploration dont les armées n'ont « pas, jusqu'ici, tiré un assez grand parti. Sl, par « exemple, il se praparait dans le voisinage du camp « retranché quelque mouvement de troupes sur le « quel on n'eCt pas des renseignements précis, on « établirait un observateur dans un ballon, retenu « captif, au-dessus ou en avant de l'un des forts. » Queste idee sembra che riprendano vigore al presente. Così il capitano dcll'urtiglieria belga de Brettes consiglierebbe l'uso di palloni captivi che portassero delle lampade elellriche per rischiarare il terreno e fare dei segnali. Anzi alcuni ritengono gli a.crostati come un complemento della telegrafia in guerra e come il solo mezzo efficace per prevenire le rapide concentrazioni di truppe (1). Tale sembra essere eziadìo l'opinione del ministero della guerra austriaco che, non ha guarì, ordinava di ripigliare lo studio dell'aerostazione militare, per quanto narra l'Allegemeine

(l) Journai de L'Armée Belge, 1868 pag. 112.

NELL.l GUERRA

4H.

t agosto 1866, la quale aggiunge:· « Se l'esercito del Benedek avesse posseduto un pal- · l/. lone di ricognizione sul campo di battaglia di Sadowa, « non sarebbe stato esposto ulla sorpresa di Chlum, 1 « che fu la causa del suo disastro. » / L'aeronauta Godard consiglierebbe sostituire, per gli usi militari, le mongolfiere ai palloni a gas idrogeno. Egli dice che l'aerostato .a idrogeno perde costantemente del gas dalle pareti; esige una gran forza ascensiva per trascinar seco il lest, e degli apparecchi particolari per la preparazione del gaz. Oltre di che la minima rottura può cagionare delle cadute, nè la discesa si fa senza difficoltà. Invece le mongolfiere consentono all' aeronauta di elevarsi od abbassarsi a suo talento senza far altro che attivare o diminuire la combustione; e accadendo una rottura, basta aumentare il calorico per prevenire i pericoli di una caduta. La preparazione di questi palloni è rapida, essendo che la mongolfiera l'Aqiiila con cui il Godard fece un'ascensione a Parigi aveva il volume di 14.- mila met1'i cubi e fu riscaldata e gonfiala in 35 minuti. Infine notiamo che si deve al Godard un ingegnoso espediente contro i pericoli dell'incendio, avendo egli proposto per le mongolfiere, un fornello munito di un camino in tela metallica, a simiglianza dell'involucro della lampada di sicurezza di Davy. I saggi sull'aerostazione furonò ripresi in America; e nel 1861 il professore signor Love a Washington pervenne a trasmettere dalla sua stazione aerea un lungo dispaccio al presidente Lincoln con un filo elettrico avvolto attorno alla gomena dell'aerostato. Ecco il dispaccio. « Sire, le point d'observation commando une étendue « de cinquante milles à peu près de diamètre. La ltfilitar-Zeitung di Darmstadt del


GLl AEROSTATI

'

, ( / 1 .

'

« cité, avec sa ceinture de campements, p:résente une « scène superbe. J'ai grand . plaisir à vo.us envoyer ~ celte dépèche, la première qui ait été Lélégraphié << d'une station aérienne, et à reconnaìtre tout ce « que je · vous dois pour m'avoir taut encouragé et « m'avoir donné l'occasion de démontrer les services « que la science aéronautique peut rendre à l'armée « dans ces con trées. » Un altro aerostato fu lanciato a Washington nello stesso anno per esplorare il campo confederato. V'aerona·ùta, giunto a una certa altezza, tagliò la gomena e si elevò rapidamente a 2.WO metri passando di sopra alle linee nemiche. Osservò facilmente le !oro posizioni e i loro movinYenti; e dopo aver gettato via del lest si elevò a 4500 metri e fu avvolto in una corrente di vento che lo menò nel Maryland, ove discese felicemente e trasmise le notizie al generale in capo. Finalmente notiamo che alla battaglia di Fair-Oakes, si pei'venne con un aerostato non pure a trasmettere dei dispacci a terra ma eziandio a fotog·rafare il piano del campo di battaglia. Non ostante questi recenLi successi d'America , la questione di applicare gli aerostati alla guerra è ben lontana dal potersi dire risoluta, essendo ancora necessari di molti studi e di molte sperienze. Si debbono studiare uno per uno tutti gli elementi del problema· per vedere sino a qual punto i moderni progressi delle scienze consentano di realizzare una sì importante applicazione, la quale non mancherebbe di rendere segnalati servigi agli eserciti e alla tattica dej nostl'i tempi. Innanzitutto sorge la questione se si debbano adot~ tare gli aerostati a gas idrogeno o le mongolfiere: quindi sarà bene accennare succintamente i vantaggi e gl' inc'onvenienti dei due sistemi. Abbiamo veduto

NJt LLA. GUERllA

che il God,ll'd preferisce le mongolfiere, le quali cominciano a r itornate in voga, . per essersi attenuati dinanzi alla mente dei fisici tutti quei pericoli dei quali si tem eva allravoHa, massim e dopo la catastrofe dello sven turato Pilt1tre dc Roziers nel ·1795. Le mongolfier.e sono più economie.be ed avrel:lbero il vantnggio di poter11i traspor!nre rip iegate tìno al momento di servirsene. Ma sì noti ell e la necessità ·di dover te nere il pn.llone· lt.•ga lo per un a corcln, costituisce un ·rnaggior pe ricolo d' incendio: nvvegnachè nei moti violenti dell'aèro stato sotto l'azion e clellu gom ena die lo trattiene e cl el Yento, può benissi mo il forn'ello urtare contro la mongol_fiera ~ ince nd iarla; sicchè rirr:vme a -vedere se il cumin o di tela rn(l tal l-i ea del Godard potrà sicuramente imped ire tal cosa. Con gli aerostnti a idl'ogeno non vi sarebbero codesti , 'peri coli d'incendio, ma d'altra parte si avrebbe un trasporto più diffic.il e, dovendosi portare i palloni già gonfi; il che richied e delle (;llJ'e particolari nelle lunghe ma;·cc.; dei ca rri a·i traspo rlo specinli; e una grande vigilan za. E qui g iova notare ehe, conlrilriamentc· a quant.o dic:e il Godard, sembra che gli aerostati. conservino per ìunga pezza il gas; come accadde nella camp?.gn a dcì 11794- ·in cui l' aerostato l'entréprenant, r-ie'rnµ ito di gas a Mabeuge il 118 giugno, era ancora in · istnto di servizio ii Hì luglio sollo le mura di Namur. Un ahr·o esemp io si ha nel famoso i:l erostalo del Giifa rd d.e lla c.npacitù di 5000 metri cubi che foceya le sue _ escursioni aeree durnnte l'esposizione cl i Pa rigi del Hl67 . L'inril11ppo formnt.o di due tele tenute in sieme da 11na dissoluzio ne cl i cautsr.iuc conservnva così bene l'ic!rogeno, che in due mes i non fu mai necessario rin11ovare questo g,1s: bastava so lo in ogni due o t'.re giori1i · aggiungerne 1-0 a 50 metri cnbi, per compensare le per.d ite giornaliere. , · ANKO . XI V, VOL, lii,


415

GLI AEROSTATI

NELL.\. GUEIU\.\.

La necessità <li dover portare già gonfi i palloni a idrogeno nasce daccbè, se si volessero trascinare appresso . tutti i materiali necessari per poter riempire il pallone nel giorno e nel luogo in cui esso dovrà servire, allora non basterebbero più de'semplici carri, ma ci vorrebbe un vero parco di 8 a 10 vetture ('I).

Onde saJ;iÌ mestieri riempire i palloni in apposite officine stabilite su alcuni punti della linea d'operazione dell'esercito, le quali officine si possono facilmente rnolt-iplicare quanto si vuole, non trc1ttandosi d'altro, èom'è notissimo, che di collocare alcune botti per potérvi gettare il miscuglio di ferro, d'acido sol-

(1) Per farci un'idea dell'enorme poso cho si dovrebbe trascinare in campagna, se non si volessero stabilire dello officin<f temporaneo in luoghi opportuni a fine di procurarsi l'idrogeno, riferiamoci all'aorostalo l'Entrepi·,mant, di cui parla il già cilalo

Ione del volume V= 524 metri cubi, si ammette nella pratica che sieno necessari: Peso IVolume in chil. in m. c.

Jom'1tal de l'armée belge.

Questo pnllone sforico aveva il diamotro di LO'", o quindi la capacità di 524 metri cubi. Ammollendo, secondo il solito, che esso si riempia di gas solo pei

i e ricordandoci cho il peso

di un metro cubo d'aria a 0° e a Qm 76 di pressione ò lchil. 293, e quello di un metro cubo d'idrogeno è Qèhil. 089, avremo che la forza ascensiva dell'aerostato sarà 7

8

X 524 (1, 293 -

o,

089)

= . .

552 chi I.

Da quesla cifra sono da dedurre: li peso dell' inviluppo del pallone (stimalo

per metro quadrato) che drati è . . . . • . Il peso della oavicclla e degli Il peso di due aeronauti .

()chil.

250

por 314 motri qua. . . . 19 clril. accessori 50 » . . . . 142 »

r, X V chilogrammi di ferro 5 X V chi logramm! 1ùi addo solforico del

commercio . .

2620

I o. 334

2620

1. 423

25 X V lit1·i d'acqu.a . • .

13100 . 13. 100

Totale

I 14. 857

Laonde il volume totale dol miscuglio che dovrà farsi sarebbe di circa 15 metri cubi. Questo miscuglio potendosi fare successivamente, impieghiamovi 25 piccole botti , lo quali quan90 sono vuole p0sano ciascuna ·circa 10 chi l. , compreso l'apparecchio por lo sviluppo del gas ; cosicchò il loro pC1so totale sarà di 1000 chiL L'acido si suolo trasportare in appositi recipienti. ciascuno della capacità di .22 litri o del poso di 8 chi I ; qu indi essendo necossari 1423 litri di acido , ci vorrann o 1423 = 6"o rec1p1en . . l'1, 1 ·1 cm. peso totale sarà di 520 chilog. 22

I

100 chil.

Da quosti dati potremo ricavaro subito il peso totale del materiale necessario poi' preparare l'aerostato. Inriluppo . W cbil. Navicella . . . . 50 » 2 gomene . . . . 100 > Limatura di ferro . 2620 > Acido solforico . . 2620 » Il ecipienti che contengono l 'acido 520 » 25 botti 1000 »

Adunque rimane la forza di . . . . • 181 chi!. Ciò posto notiamo che per riempire di gas idrogeno un pa!-

To!alo 6989 chil Adunque sarebbe necessario trasportare un peso di circa

271 chil.

Rimane poi valore della forza ascensiva . . . La gomena ; Junga aoo~, che dove trattenere il pallone e resistore alla forza del vonlo, ammettiamo che abbia il diametro di O'> 02, cui rispondo il peso di 100 chilog. Questa gomena essendo sospesa alla navicella,' diminuirà la forza ascensiva di

271

>

281 chil.


,H6

GT,1 AB 1lù8TAT1

forico e d'acqva e adattare i tubi per il passaggio del gas . .Aggiungasi che potendo anche servire il gas-luce, · si . potr;à app ro fi ttare delle officine permanenti per l'ill uminazione delle cìttò. C'he l'eserci'to troverà sul suo cammino; e in tal caso basterebbe trnsp~rtare nn. carro con un piccolo approvvigionamento ambulante. per sopperire· co·n nuovo gas idrogeno alle. perdite che vi potrebbe1·0 essere . Nella difesa di un cn rnpo . . trincerato l'operazione di riempire i palloni per ser.vit':; sene nell e ricognizioni è di molto [iwil il<1la, <lacche la pit'.1 parte delle città gih possiede delle officine per il g:rn d'illuminu zione. · Ma il pi{1 grave ostucolo all'impiego degli aeroslali. nella guerra nasce (blln necess ità di doverl i trattenere con le gomene. Difou.i finchè l'atmosfern è calma, il pallon e si librn a una costante nltezza a seconda della sua forza aseensiva e della lunghezza della corda; ma per poco che l'atmosfora sia agitato, il pallotie corre il · rischio di èssere abbattuto sul snolo sotto l'azione combinata del vento e della corda di ri tenuta . Ciò accadde nel ·17\H al CouLelle ·mentre face,;a col suo aerostato una ricognizione su Magonza. L'nerostato erasi già elevato e il Coutelie dis t.ingueva i inovirnenti delle truppe e l'interno della ei ttà, qua11do il venl~ impervel'SÒ e spinse tre volte di seguito l'aerostato a terra, « facendo lo girare atLorno a·i pnnti di riten uta « per· tutta la lunghezza delle gomene. Ogn i volta che « il pallone toceava a terrn, rialzavasi per la renzione « dell'urto, con una veloci tà estrema, e in cli r icadeva.» Va ri espcd;enti sono stati proposti per co mbattere questi dannosi effetti ·aeli'uzione del veu to . Il Coutelle,

r l

7 tonnellate per un solo aerostuto a gas idrogeno, srmza contaro le 13 tonneilate d'ocqua che si suprongono potersi trovare sul luogo o a breve distama.

NIU,LA CWEl\RA

l'i.nLrepido aeronautR militare della l'ivol uzìonc francèse, proponeva accrescere di molto la forza ascensiva del pallone e gettare del lest mentre es:.o era spin to verso la terra . Altri autori hanno proposto di applìcnre alla navicella dei razzi o degli apparecchi ad elice la . cui potenza si. clieigerebbe dal basso all'alto per contrastare l'azione crel Yen Lo. Il signor Trenson, partendo clul principio degli ordinari cervi-volanti d1e hanno la propriefr~di elevarsi appunLo ,quando il venlo cresce, vorrebbe fare un apparecchio a compenso taì e che mentre il vento cerca di spingere il pallone wn tl'O la terra, tutto il sistema . acqoistasse, per l"azione_di altri organi, 1.ma tendenza ad elevaesi. Così, immaginando un cervo-volant~ di ' Supè.rficie debitamente calcolata, fisso alla gomena di un pallone a poehi metri al disotto di questo, .potrebbe un aumento cli ·veloeitù: nel vento prndurre sui due nppareèclii' dei rnovirnenti contrari tali da neutraliz__. zarsi fra di loro . A. vnntaggio di questa proposto vi sarebbe q uaoto afferma l'illustre Peltier, cioè che nell'esplornre con pil:.coli pnlloni l'eletirici tà del le nubi si è giunti col cennalo espediente a mantenere i pall oni ad una altezza costo.nle <1nchc sotto l'azione d i un forte vento .. Il che fareb be pi·esurnere ehe « questo metodo,. « nppli calo su di unagrnnde scaln, attenuerebbe se pure « non distruggerebbe i pericoli dei pallon i cap li vi. » Ad oo·ni modo se l'irnane nneor molto da studin re perchè;li aerost,ll.i divengano degl i appa recchi mi litari; pure non si dovrà disperare che in avvenire più 1 o meno lontano q11 est0 prnblerna si , Fbbia la più completn solnziono.

no

\


LE NOSTRE Afilli PORTATILI ARETROCARICA e lo ,'j11ect<f,ltm1• 1liilitnii-•e.

La dispensa dolio scorso màrzo cli questa llivista conteneva poch e pagine intese a dimoslraro come foss e_ro infond ate e fallaci le dicerie che taluni piacevans1 a spargere, onde screditare l'armamento della nostra fanteria, o come fossero in,:riuste le recriminazior1i e le accuse contro la Comn~issione che proponeva la trasformazione del fucile. A questo ffoe si rammentarono le ragioni di economia e di opportunità che indussero la Commissione a consigliare, e il governo a decretare, la trasformaz~o~e delle armi esistenti, anzichè la immediata e prec1p1tata fobbricazione di nrmi nuove: si accennò la diligenza impiegatasi in questo lavoro e nello istruire ·le truppe pel tiro col fucil e trasformato: si fece nolare come la Commissione stessa avern ammessa la necessità di adollare quanto prima un'arma a retrocarica del tu_llo_ nuov~, di calibro piccolo. Infine si riportavano 1 r1sultat1 medii ottenuti nel tiro nel corso dell'anno 1868 dai nostri reggimenti di fanteria, ricavati

J,E NOSTRE ARI\II PORTATILI A RETROCARICA 4~ 9dalle statistiche ufiìciali, cioè dagli specchi che erano pervenuti al ministero · della guerra. Nella Rivista dell'agosto 1868 avevamo scritto sullo stesso argomento e per porre in luce il valore del nostro fucile, da molti messo in dubbio o negato, eransi dovut} fare de'confronti tra i primi risultati di tiro da noi ottenu ti e quelli del fucile francese, che allora avea grido di innarrivabile. Nella dispensa di marzo 1869, dopo aver accennato a cod esti articoli antecedenti ci credèmmo in diritlo di poter affermare la nostra tesi colle seguenti conclusioni, che nel fondo erano le stesse dell'anno precedente. . 1° « Che nel tiro indi viduale al bersaglio i nostri « reggimenti di fanteria armati col fucile a retrocarica « hanno ottenuto complessivamente.e sino alla distanza « di 600 metri risultati migliori della fanteria francese « col Chassepot; della fanteria austriaca col Wantzl; e « di poco inferiore ai prussiani. 2° « Ché rispetto a questi ultimi, oltrechè i dati « di confronto che si posscggo90 sono quelli di una « s~uola di tiro e di tiratori scelti, sta il fatto che la « fanteria prussiana da più di 20 anni è a_rmata col « fucile a retrocarica, mentre il nostro soldato non « lo ha avuto nelle mani che l'anno passato , cd m « maniera non abbastanza regolare. 3° « Che al presente, essendo state eliminate le « condizioni sfavorevoli che si appalesarono nelle « nostre Scuole di tiro nel 1868, si può ritenere per « certissimo che nel corrente anno si otterrà dalla « gen eralità dei reggimenti migliori e sempre migliori « risultati. » Queste conclusioni hanno dato a' nervi allo Spectatcur Jlfilitairc, il quale credendo di trovarvi una ingiuria al Chassepot, fa alla Rivista le seguenti critiche:


420

A RE'rROCA RICA

LE NOS'l'RE ARMI l>OR'I'A'l'JLf

1° Essere-evidentemente inut.ile disconere di grandi e di piccoli calibri, pèrocchè t11t.ti conoscono l' ;i)ta suyeriori tà delle. armi di -1 O a H mm su quelle di 17

a ,Jgmm. La qual cosa è talmente elernentare 1.;he q11esta sem-

plice riflessione avrebbe dovuto indi care al compilatore dell'articolo della Rivista, che le sue conclusioni erano completamente inverosimili. 2° Che Ja prima cosa a farsi per . comparare j risult~ti di tiro era quella di comparare le s_uperficie dei bersagli; e che quindi la llim:sta do,·eva rellificare i suoi calcoli, badando che alla distanza di 40()'n specialmente, il per cento di 56 dei fucili italinnì è stato -raggiunto tirando sopra carte.lloni di un a st1p erficie almeno due volte nwggiore . di qu ella impi egata in Francia a questa st essa distanza - e segue un puntod'esclamazione I , · 3° Che le conclu sioni della Rivista, basate sopra cifre d'altronde sorprenden ti, sono ·riirarnid afr e sono effetto di aberrazione. Coteste osserva zioni han no Lali apparenze che crediamo òostro debito rispond ervi; il ch e potrem o fare brevissim am ente e con la massima facilità. Prima di tutto se lo scri ttore dello S'pectateùr sì fosse dato la pena di legge.re da capo a fondo il nostro articolo, cui egli si appiglia, si sarebbe risparmjato d'insegnarci. che le armi di piccolo calibro hanno oggimai una superio1;it:'i incontestabile e inconteslnta su quelle di calibro maggiore . Perocch è nella 6• pngiùa di esso articolo si accAnn a espressam ente alle cause ed agli effetti di quest a superiorità, ma in modo succinto, sia perehè trattnvnsi di cosa notissi1na, sia perchè già ne aveva padato in addietro la Rivi'sta. _Pertanto il nostro autore avrebbe alt,resì compreso che di questa supeTior.ità erasi saputo tenere il debito

conto nella portata che intendevamo dare a1 nostri confronti ed alle nostre deduzioni. Se poi, come noi avremmo fatto nel caso ~uo, egli avesse . data una scorsa anche all'articolo della Rivista di agosto 1868, che rep licatamen te trovò citato fr1 quello del ma11zo ·186fl, non solo vi avrebbe trovato di rh~ calmare la sua suscettibilità e la sua tenerezza riguardo al Ch éissepot, ma avrebbe riconosciuto quanto inutile gli era di salire in cattedra per avvertire i lettori dello Spectateii1· « che per confronta"re « i risultati del tiro la prima cosa a farsi è quella di « comparare le superficie dei bersagli. » Difatti in quel p1:imo nostro -scri tto, dopo aver ragionato intorn o agl1 inconveni enti e' ai difetti del nostro fuciie trasformato a retrocarica, ne esaminavamo i pregi in quanto a celeriLh di tiro, giustezza, gittata e tensione della tra.iettori a. Riguardo alla celeritò si desumeva da dati 'di fatto , che il nostro fucile trasformalo vi soddisfaceva meglio del prussiano e _al pari del frances e. Relativamente alla giustezza notavamo che in grazia del la trasforrnnzione a retrocarica, l'arnrn si era avvantaggiata di assai; a segno che confrontata sotto tale rapporto col Clw ssepot (secondo i dati ciel rapporto del maresciallo N1d del 6 ninggio '.1868) il nostro fu<~ile risultava supuiore a quello o per lo meno eq uivalente sino alla distanza di 600m. Il che si con fe rmava dì -poi nella Rivista dell'ulti mo marzo st<inle i risultati di tiro ottenuti nel corso dell 'annata ·1868 . Or bene se il .nostro élutore vuol farei ln cortesia di prenderla Rivista di agosto 11868, edi aprirl n, vi riscon trePà a png. ,168 i 1;isul tati di Liro, fedelmente copiati dal rapporto del maresciallo Nie1, e quali sono riprndoHi nello Spectateur: ma subito dopo egli vi leggerà questr' precise parole : 1


LE NOSTRE ARMI PORTATILI

A RETROCAIUCA

« Tenendo conto de11e diverse dimensioni dei ber« sagli che s'adoprano in Francia e . di quelli che « osjam noi, e mediante formole basate sopra un gran « numero di dati sperimentali, fu fattibile caleolare « il percento che avrebbe ottenuto la fa·nteria francese (( se avesse eseguito il tiro contro bersagli dell e stesse « dimensioni di quelli prefissati ai nostri reggimenti « per le diverse distanze. Eviclentemente ima cosiffatta « riclu:done alla stessa 1inità di rn_isura e1·a indùpensa« bile per fare un confronto.. « Pei· questi calcoli i precedenti per cento ottenuti « dalla fanteria fraccese si sono trasformati néi se« guenLi: DManza 200" Distanra 400"' Distanza 600"

Bersagli

Bemgli

Bersagli

1, 5) per 2"' 4, 50 per 2"' 4, 50 per 2"

Fariteria di linea (istruzione recenle) . . . . . . . .

44. l

43. 8

26. 6

Fan teria della guerra (istruzione avanzala). . . . . . .

68. 3

55. 4

33. 1

Cacciai.ori a piedi della guardia " istruzione completa) . . .

77. 6

62. 9

44. 7

Come lo scrittore dello Spectatewr ben vede, la riduzione era· stata fatta, e con tulto il rigore possibile; e siccome egli non p.uò ignorare il metodo per simili riduzioni, cosi potrà focilmente riscontrare l'esattezza dei nostTi compu_ti. Se poi gli piacerà voltar la pagina, sempre nella dispensn di agosto !86~, egli leggerà : « Rimane peTò sempre a vantaggio dello Chassepot « la ma ggiore gittata, la traiettoria più tesa e conse« guentcmen te più estesi gli spazi battuti, ed il minor 1

« peso della cartuccia: vantaggi qitesti dipendenti dal « minor calibro, e che non avremmo potuto conse« guire senza cambiar l'arma, in vece di limitarci a << 'tC'asformarla, non è qui il caso di ridire tutte le « ragioni ùi convenienza economica e di alt.~·o ordine « ebe consio-liarono di attenerci a questa ultima de« cisione. ~" - ·Relativamente alla tensione della tra« iettoria, dalla quale dipende l'estensione degli spazi. « battuti, il nostro fucile è sicuramente inferiore allo ~< Chassepot, corne debbe esserlo nati1.ralmente a tutte « le armi di calibro minore: ciò non di meno ·per le « vere gittate di combattimento , codesti sforzj sono « abbastanza.· considerevoli. » Vegga dunque Jd scrittore dello SzJectateur che ·la Rivista e sapeva quel che dicevasi e sapeva fai'e la giusta parte al merito del Chassepot; quindi egli non avrebbe dovuto allarmarsi dei buoni risultati del nostro povero vecchio fucile trasformato. Infine quanto alla esattezza delle cifre _relative ai risultati di tiro dei nostri reggimenti di fanteria, e alle quali lo Spectatwr ha l'ai·ia di non volere prestar fede, tutti gli uffiziali . nostri ne avranno potuto · verificare praticamente· la giustezza; ed alla Rivista ciò basta pienainente. Del resto se lo scrittore dello Spectateu~ volesse onorare di \ma sua vis ita uno qualunque dei nostri bersagli, potrebbe toecnre con mano, che non ' abbiamo nè la smnnia nè l'ab ito .delle esa-gerazioni. EO'li si convi ncerebbe che le nostre seringues, sino 5 a 60 0m .superano les merveilles del Chassepot. E se ciò ·non viene dall'arma, come egli 'pretende è corr!e per sic uro non gli contesto nè ho mai pensnto di contestare, vorrà dire che i nostri soldati sàrunno migliori tiratori.

e

G. CORYETTO.


l\fVIS'l'A TECNOLOGICA

4215

A.pJ>arecclii ve,• nuotat•e e 11ei lmmri sott,a,c ,,ua. ,lel(e h•uppe in campagna. .

RIVI~TA TECNOLOGICA

Nuouo ·r evt>lver tlel, signor Gtdand, di Liegi,

Questo nuovo revolver, rccentomente sperimentato dinanzi all'imperatore Napoleone III contro un bersaglio di 20 centim. di diametro. ha la portata di 200 metri, che è bene straordiJlaria pr,r un'·arma così corta. La granc!e superiorità di questo revolver sugli altri di pende allresì dalla faci litil del r icaricamento. Una doppia rosetta mohile permette di estrarre in un sol colpo tutli g l"involucri delle pa lle. L'estrazione dcgl'i nvolucri è l'operazione più !tinga della carica dei revolver ordinari; ma qués ta unità di movimento nel revolver Gala nel fa rù .che esso si carica e si scarica ,1 vo lte in un miriulo, il cho darebbe 24 colpi in luogo di 6. Il Const'itutionnel . afferma che Napoleone III abbia in mente di armare Je legioni di gendarmeria con quest'arma formidabile: forse anello i soldati di artiglieria potrebbero· trarne partilo per la difesa dri.'pezzi noi caso di cariche alla baionella; o così pure gli uffi ciali di cavallpria potrebbero trov·aro nel revolver Calancl un'otiima pistola. di ordinanza .

Al maggiol'e dell'esercito russo signor Kovako si dèvono alcun i apparecchi por nuotare o lavorar e sott'acqua, i quali erano all'Esposizione cli Parigi del 1867 fl ·vennc~ro sperimentati parecchie volle .con· successo al campo delìa guardia imperiale a Krasuoe-Selò. . Essi possono servire per portare macchine in fernali sotto i ponti e sollo le nari nem iche, o per tra_g~et!ai·e un fium~ , esaminarne le sponde o r iconoscere le posmom che occupa 11 nemico sull'allra ri'va; misurnre la profondità dell'acqua, colJoc~re in opera o rfparare un Olo elettrico sott'acqua, passare una corda da una riva all'a!tra ; e infine possono acche facilitare di ' mollo la costruzione dei ponti occasionali come quell i 6. cava lletti, nei quali accado di frequente ai soldati . cli dover lavorare nell'acqua. Il primo di tal i apparecchi non è che una cintura pneumatica di una· materia molto solida, come gli ordinari salvagente della marineria, coverta di guttnperca .e di tria, e divisa inter1rnment0 in due o più scomparlimen ti, i quali si possono riempire istantaneamente d 'nria per mezzo cli chiuv_i. Ques~i ~i versi scompartimen ti fon no si elle se uno o parecchi d1 es.si s1 rompono, il soldato sarà scmpr11 salvato dagli scompartinwnti eh~ restano pien i d'aria. Oltre di questa cintura il soldato porta a1 piedi. un_peso proporzionalo di cui può liberarsi qua_ndo vu~l rj.o-uada•,.niue la :,uperficie dell"acqua. L'apparecchio del st- g~or K~vako provvede per alcuni minuti alla respirazione del soldato, quando è sommùrso, mercè un tubo di cui l'estremo libero mette capo nella bocca dell'individuo e l'altro estremo . in uno dei serbatoi d'aria della cintura. Un altro apparecchio di tal natura consiste in un tubo pneumatico deslinato a ricevere il fuc ile del soldato . Tolta l'arma dall'astuccio e rimasto questo pieno d'aria, il soldato può leaarselo alle spalle e quindi g(1lleggiare benissimo. 0 Nell'Abissinia gl' Inglesi p<ff guadare i fium i hanno avuto ricorso a degli espedienti che si avvicinano in certo modo alle idee del sig·nor Kovako . Infatti in quelle regioni i fiumi essendo

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426

RIVI~'l'A

TECNOLOGICA

generalmente molto l'apidi, non si potevano impiegare gli equipaggi eia ponti ordinari ; quindi si adoperarono delle polli di-ani• mali pien-c di aria all e quali si afferravano quattro uo.miu-i e, nuola,ndo .alla meglio, giungevano a guadagnar. la riva opposta. S'impiegarono allresì delle cinture ò dei sacchi di cautcbouc pieni d'aria, i quali mantenevano tre uomini a ·galla.

erano coote.nuti in un ·cassone. dell'avantreno. Questa idea è dovuta al capitano del genio ing.lese signor Fowhes. ·il quale ha così cercato di fare che le trombe per incendio possano far parte del materiale ùi guerra di un esercito; e certamente in campagna esse potrebbero essere vantaggiose in molti .casi.

11.ritmomet,•o del signm• Tlw11aas, Fucile 11er la ·11cuola dl achn•ma alla baimaetta,

La scuola ordinaria cli scherma alla baionetta si riduce a dei movimenti rii attacco o di parata che il soldato esegue da sè senza avere alcun avversario dinanzi. Per rendere più ul-ile questa scuola e porla al paro rii quella del la scherma ordinaria , il capitano Alary del 59° di linea francese ha immaginato un fucile di legno cho era all'Esposizione di Parigi del 186'7. Le qua lità che raccomandano quesLo fucile per lo scopo cui è diretto sono: l ° Che esso è dolio stesso peso, della stessa lunghezza e della stessa form a del fuc.ilo ordinario. . 2° Che la sua · baionetta di ferro è fissata alla cnnna mercè un sistema a molla ed ha in punta una palla di cautchouc, in guisa che dando un c·olpo aJl·avversario, la baionetta cede o non fa alcun male. li comitato di fanteria francese avendo sin dal 1861 sperimentati i vantaggi di quest'arma, essa fu provata in vari reggimenti ed accolta favorevolmente per migliorare la scuola di scber.i:na alla baionetta.

Trombe ·per ince,ulio,_

All'Esposizione di Parigi del 186'7 oravi una tromba per incendio montata ' su di · un affusto di campagna, del modello preciso dell'artiglieria i_nglese: gli accessori come tubi, chiaYi ecc·

L'idea delle macchine calcolatrici risale fino al Pascal , che verso il .1645 immaginò un apparecchio col quale ~i potevano -meccanica'ìnente eseg'uire ,,arie operazioni aritmetiche. Da quell'epoca in pòi l'ingegno umano non ba mai cessato di travagliarsi intorno a questo argomento; e fiflalmcnte il signor Thornas è riescito a fare un'ottima macchina calcolatrice, che diviene famigliare dopo poche ore di esercizio , od a cui ha dato il nome ai a1·itmoinet1·0. Il rapporto della Commissione militare sulla Esposizione di Parigi del. 1867 aie<!: « Noi pensiamo che « le semplificazioni che il sjgnor Thomas ha arrecato al suo « aritmometro rispondano presso a poco a tutte lo esigenze « della pratica, e che, sotto la sua forma attuale, questo istru« mento è chiamato a rendere dei grandi servigi ai 1:alcolatori « ed agli agenti contabili delle varie amministrazioni .... ... Noi « pensiamo che il servizio del genio militare potrebbe trarre « un eccelLente partito da questo istru mento e semplificare un « compilo ingrato devoluto agli uffìziali. > L'Aritmometro esse.rido molto solido e non soggetto a guasti può porsi benissimo nello mani d'impiegati secondari. Per farsi un'idea della rapidità con cui .opera questa piccola macchina basti sapere che l'addizione e la sottrazione si fanno mercè un semplice giro di manubrio e non richieggono che il tempo necessario per scrivere i numeri. Il prodotto di du~ numeri composti ciascuno di 8 cifre si fa in 18 secoudi; mentre in 24 secondi si fa la divisione di 16 cifre p_er otto cifre; infine l'estrazione della radice quadrata da un numero dì 16 cifre si fa , compresa la riprova, in meno di un minuto e mezzo. ·


J\IVISl'.~

Plat1imetro 11olat1e ,Lel . sig,w,• A.msle,•, ..... tli ~·cia(fu.~ti. Nel concretare i vasti progetti tli fortificazione è duo po fare. segnatamente nei terreni accidentali, molti ca lcoli fastid iosi di superGcie e di volumi , affinchò ri sia un certo equilibrio fra lo sterro e il rinterro e si pervenga ad adauaru la forti ficazione al terreno nel modo più eco nomico cioè col minimo movimento di tc:rra possibile . A questo non si perviene se non dopo molli s;iggi consec.u ti vi, i qmlli sarAIJho un;i gran vonlura P?ler semplificare ~i molto. serl'eudosi dei planimetri, cioè dt queg1·1strumenti destinati a operare meccauicamente la misura del le superficie piano. [I signor Amsler , avondo ripl'cso ques~o problema, è ricsci to a fare il suo planimetro polare che e cnrtnmento <, una dello concezioni più ing-1'gnose della " nostra epoca .. ..... ed è l:hiamato a rr.ndere g-r111Hlissimi sor« vigi ngl'iogegneri ed ni g,•omelri: esso soddisfa a tulle le « coo~l.iz_il~lli .desidorahi li : semplici t~. facilità di mo , preci,:iono, « mo1.11c1ta cl t prezzo ecc. Il JJla11imctro JJola:rl'. non richiedo " alcu.n t_irocinio; la su11 pr.,cisio11 0 supera di molto tulli i pro« cessi d1 quadra tura che s'irupieg,ino nella pratica . Esso non « richiedo. verunn istallazione particolare, ed opera lo quadra« ture _Più compl icate co n uua prootrzza che non ~i potrebbe << raggiungere con rnrun allro procedimento. ,, li p l animetro pola1·e serre ancho a valutare i volu.mi del le terre quando si seguo il m1)iodo r1c·1 piani quotati. Difatti iu tal c,1so il torréno essendo rappresen tato su l disegno da eurvc orii?ontal( c~1uicJistanti, è ch iaro che (Isso rimane dil'isç> in tan ti strnL1 d1 e_gu;;i lc altezza; in guisa che, mis\1rando rnpida · mente col planimetro lo superficie piane delimitate da queste cur:c ~ conoscendosi l'cq tiidistnnzci fra di es,e, si potril 11verc subito 11 volume del terreno comp1·cso fra due curvo · qua lsivogliano. Non potendo descrivere miuutam entc questo iilo-orfnoso istru0 mento; ci' limiteremo a clMoe lllcnni cenni tolti r~I rapporto della Com missiono militare sull'Esposizione cli Parigi dP.l 1867. lmma.ginnndo due spr11nghe articolate come un compasso o rd~narw poste nel dato piano cloli milato da una curva, supponiamo che mentre l'una delle estremità del compasso ri-

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1'ECNOLOGICA

mane fissa, l'altra percorra il contorno della figura . La somma degli sposlameoti trasversali successil'i d1:11la spranga mobile durante il suo movimento variandò secondo l'area racchiusa dalla curva perco_rsa, potrà servire a misur arla. Questi spostamenti sono va lutati mercè la rotazione di una rotellina di cui l'asso è paral lelo alla spranga mobile. La qual rotellina, poggiando sul piano della curva, gira intorno al suo 11sse a causa dell'atrilo contro il piuuo, cd è dirisa in cento parti eguali. Un piccolo contatore iodica ciascun giro della ruola, che risponde ari un centinaio di dirisioni; e ciascuna divisione è dnta da un piccolo nonio. Con uno stiletto si seguo il contorno della curva, rnentro un piccolo ago posto ail'altro estremo dell'apparecchio si fissa su l piano pe1· avere il perno di rotazione. L'istrumento d'ordinario è grndualo in guisa che ciascuna divisione della rotelli11a mobile ri,ponde ad un centimetro quadra to. Cosicchè -la ro'tazione della ruo1ta ossi11 la diff~renza fra la lettura finale o la iniziale rappi·esentr.rà in centimetri quadrati l'area racchiusa dalla Clll'Va p0l'l:Ol'Sé1 dallo Stile!lO.

Levale io11ografl.cl•e con la fot,ogi•afla, L'Attgemaùie Jllil-itai?· Zeitung del 29 agosto dà i seguenti r,igguagli , tol ti dai giorna li tedoschi, sull'applicazione della fotog rarìa alle levate topografiche. l i signor Meydonbauer ha rilevato per ord ine del ministero della guerra prussiano la pianta cli una fortez7.a col suo istrumeuto fotorp·a111et1·iro. al quale, dietro questa esperienza, l'autore ha a rrecato vari perfezionamenti. Co n questo nuovo apparecchio on in dividuo dopo una breve istruzione potrebbe faci lmente e in poche snttim11ne ri levare una fortezza alla se.ala di 1: 2500. Secondo l'autore la camera fotografica servirebbe : l° Como uua tavolHtta pretoriana. 2• Alla misura delle allozze. 3• Alla misut·a delle distanze conoscendo l'altezza degli oggetti trnguardati. 4• Al la levata delle costruzioni architolloniche. La carnera fotografica mcritorehbe ;iduoque il nomo di istrumento univer:;alo ; poichè dà il modo di eseguire tutti i lavori· che si fanno cogl'istrumenti topoi;rafici in uso al presente. Àl'iNO XIV, VOL. Ill,

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RIVISTA TECNOLOGtCA

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Be·v and~ igienica per le h•u11pe l~ ctim111agtu1,.

RIVISTA DI GIORNALI Il maresciallo di Mac-Mahon fece sperimentare con buon successo al campo di Chalons nel 1864 lo ,sciroppo del siO'nor Ohez (a ~ase ~i rhum; di cedro; o di menta); il quale è~oncen trato m gmsa che con un solo litro si possono aromatizzare e. corregg~re 200 litri d'acqua. Questo sciroppo, che tende a d1ffonde~s1 molto nell'esercito f~ancese, può essere utilissimo al soldato m campagna.

----Spectateur lflilitaire. warigi, agosto 1869).

La dispensa del 15 agosto 1869 di questo periodico ha u n importante articolo intitolato: De l'orgruiisation du se·rvice des chemins de· fer en camipagne. · Lo scopo di questo scritto non è già di discutere l'impiego delle ferrovie nelle opcrazio.ni militari, ma di studiare quale organizzazione assicurPrcbbe meglio tale impiego act · un esercito, impedendolo ali'avversat io. L'au tore esamina sueci nlamente I 'istituzion~ del IP. divisioni militari delle ferrovie in Amcric'! e in Prussia e i rirn\lali che hanno dato nelle ultime gu erre. Egli insisto sulla necessità r,ei moderni eserciti di creare dei corpi permanenti e affatto militari, incaricati del servizio delle ferrovie in campagna, o intende con ciò non solo i lavori di restauri o di dis,truzione delle strade; ma eziandio il servizio del movime1'to, coma noi diciamo. Lo scrilto è diviso in tre parti: Organizzazione americana ; Organizzazione prussiana; Organizzazione francese o conclusione. In quanto alla organizzazione americana} un decreto dell'll febbraio 1862 pose nelle mani dello Stato tutte le ferro vie e tutti i telegrafi. Il generale Mac-Callum, nom_inato direttore


43t

RIVISTA

genera le militare delle ferrovie, vi si acquistòJuna gloriosa rinomanza. Questa organizzazione militare abbracciava: , 1• Dei corpi di costruttori formanti delle divisioui aggregate ai diversi corpi d'esercito; · 2• Dei. corpi incaricati del servizio dei trasporti dietro le truppe attive. Dopo uuo o due anni il carai_tere civile dei quadri era quasi scomparso, e la disciplina militare regnava su questi corpi di lavoratori, ·i quali in alcuni momenti raggiunsero nientemeno che il numero di 15,000 uomini. Essi resero così segnalati servigi all'~sercito, che un valente scrittore ebbe a dire de.Ila guerra d'America :. « la sua storia risiede tutta intera in quella dei lavori eseguiti dalle divisioni delle :ferrovie. » Negli anni 18ò3 e 1864 queste divisioni provvidero, a traverso le più gravi diffìcoltà, al servizio e al ristabilimento incessante di 2,906 chi lo~etri di linee ferroviarie, di cui 1,930 situati in pieno paese nemico. Come esempio della composizione di questi corpi di costruttori, l'autore nana di quello ehe era presso il generale Sherman, fo rmato così: 1° Uno stato maggiore che aveva: Un colonneJlo direttore in capo; Un ingegnere in capo aggiunto. 2" Sei divisioni di operai, ciascuna di '7 a 800 uomini comandati da un ingegnere cli divisione. Ciascuna divisione abbracciava due suddivisioni, cioè armatori di str~de e costruttori di ponti. , Ciascuna suddivisione, sotto gli ordini di un ispettore capo, era composta di 5 a 10 sezioni. Ciascuna sezione, coùia:ndata e amministrata da un uffiziale, era, in quanto speLtava ai lavori, diretta da un ispettore , e abbracciava un certo numero di squadre condotte da a.lcuni sotto-ispettori. Insieme al descritto corpo dì costruttori funzionava quello a cui spettav11no il servizio delle linee in attività e i trasporli ·' militari, In quanto alla Prussia, il servizio militare delle ferrovie durante la guerra del 1866 fu r egolato cou la creazione: l° Di divisioni militari incaricate di distruggere le linee o di ristabilire quelle distrutte, di costruirne fortuitamente dei brevi tronchi , d.i riorganizzare le stazioni e formare de' depositi di materiali ;

DI GIOl\NALI

433

2• Di commissioni miste · per il servizio delle linee ristabilite. Entrambi questi servizi erano nelle mani dell'autorità militare, ed erano organizzati così: ' A ciascun corpo d'esercito erano aggregate una o due divisioni di ferrovie, . sotto gli ordini diretti del comandante del genio del corpo d'esercito. Ciascuna divisione abbracciava: 1• Un personale civile di f1mzionari e d'impiegali di ferrovie composto di: Un ingegnere capo aggiunto al comandante del genio; Due ingegneri ordinari ; Sei. a dieci conduttori di lavori; Due meccanici. , 2' Un personale militare composto di: en distaccamento di circa 100 pionieri della linea o de1Ia l~udwehr, comandato da ufGziali; Un numero indeterminato di lavoratori ausiliari presi nella fanteria. Il personale civile, requisito nelle società delle ferrovit~ dal ministro dei lavori pubblici sulla domanda del mini$tro della guerra, do'veva ,:i'vere quasi l'assoluta direzione dei lavori, sebbent;) al principio il comando della divisione appartenesse al comandt1nte del genio. Non sì tosto i lavori di ripristinamento d'una strada erano finiti, la commissione poi servi1.io della linea, nomina ta dal ministro dei lavori pubhlir.i, entrava nelle sue funzion i. Essa componevasi cli funzionari superiori del le ferrovie e dell'eserci to , i qual i avevano sotto i · loro ordini degli agenti requisiti su lie ferrovie prussiano e dei sott'uffkiali dell'esercito già eser• citali nella pratica del servizio delle ferrovie. li materia le e gl'istrumenli necessari al servizio dello linee erano forniti da lle società delle ferrovie prussiane, sia p~r r equisizione del ministro ciel commercio , sia per conveazìone amichtJvole. Con questo matetiale eraoo costituiti i grandi depositi affidali agl'ingegneri ed ai conduttori delle divisioni. Un clish1ccamenlo cli pionieri era situalo presso ciascun , deposi to .

ln Francia i trasportt militari sulle ferrovie sono regolati da apposite convenzioni , stabilite fra il ministero della. g~err~ ~ le amministrazioni dello cliverse linec.1_ Gli articoli prmc1pal1 d1 queste convenzioni sono:


DI GIORNALI !U_VISTA

1° I militari cbo viaggiano, sia in corpo, sitt-isolatamonto, non saranno assoggettati per essi , poi loro cavalli e poi bagagli che a l quarto dr! prezzo di lririCfa. 2' So lo Stato ha mestieri di dirigere delle truppo o dol materiale sopra uno dei punti della linea, la compagnia ò obbligata a mettere immediatamente a su-a disposizione tutti i suoi mezzi di traspO'l'to per la mctn del prezzo di tariffa. Questa organizzazione dei trasporti sullo linee nazionali diede nella campagna del 59 dei notevoli risullali. Dopo la ~uerra del 1866 fu deciso iu Francia di esercitare le truppo del genio noi lavori dello Jcrrovie, o furono spediti dei distaccam1mli sullo diverse lince por lavorare insieme agli operai borghesi delle società. Questi esercizi non avendo dato (com'era naturale attendere) clic elci deboli risullali, fu poi deciso nel novembre del 1868 di destinare in cioscuno dei tro r éggimen li do! gonio la l' Cùmpagnia di zappatori ai lavori delle ferrovie in campagna, e quindi dare alla sua istruzione speciale lult.a la estensione possibile. Nella conclusione del suo scritto l'autore ricorda quel che afferma lo stesso gonerale Mac-Callum, cioè non avere le divisioni di ferrovie in America renduti gl'imporlanli servigi ai qua li èsso dobbono la loro riputazione se non quando i volontari cho lo componevano divennero, dopo alcuno campagne , dei veri soldati, cioè .icquistarono, insieme all'esperienza dei lavori, la coesione, la disciplina, la subordinazione . l'abnogaziono e tnlli i requisiti militari. dai quali ~ono generalmente lontani gli oporai ed i funziunari civili. Aggiu nge di più l'autore che, se si volessero ogni volta requisire degli operai o dogl'ingegnori borghesi in aiulo dei pionieri o del gonio mi- · litare, s'inconlrerebb1,ro spesso dello difficoltà sulle quali non ò prudente sorvolare. Cosicchè la composizione mista di borghesi e di militari por le divisioni dolio ferrovia presenta a dir vero, sia poi lavoratori come poi capi, « un vizio di organizc zaziouo radicale , di cui i successi rapidi e continui dogli « eserciti prussiani nel 1866 hanno palliato i difetti, ma che è « iropossibilo di sconoscere. » Adnnquo lo uumorose opero pubblicatesi in Germania dopo la guerr a ciel 1866 reclamano per lo cosiddelle divisioni di ferrovie una organizzazione permanente e puramonle militare: donde l'idea clell'autore di crearo un corpo speciale perma-

nente pel servizio delle ferrovie in campagna, che do~rebb~ essere il 4° r eggimen to del Genio. Difatti il campo degh studi per poter fare tutto il servizio delle ferro,•ie in campagna e la necessaria conoscenza del materiale !:'ODO troppo vasti perchè un limitato numero di individui, ammaestralo alla meglio nei lavori delle ferrovie, potesse da sè rendere davvero utili servigi agli eserciti in una guerra. - Ecco d?n~u~ l'autor~ ~~Ila necessità di dover ricorrere al sovrano prmc1p10 della diviS1one del lavoro che questa Ri-oisla ha sempre propugnalo. - È al cort~ assai duro il chiedere nuovi sacrifizi 11110 Stato od accrescere 1 quadri; ma d'altra parto so si vuol? atte~d_ero il mom~nto de)la guerra por dare ad una riunione d1 uom,m le nocossar1e qualità militari o tecniche, s'incontrerebbero grandi difficollà e dopo lunghi sforzi si mancherebbe per giunta allo scopo. In tutte le armi il sentimento d~l dovere e il patriottismo possono bene improvvisare degli eroi; ma la scienza e l'istruzione certo non si improvviseranno giammai! In quanto all'importanza dol ~ervizio dello ferrovie nelle futuro guerre europeo l'autore dice: « basla, per apprezznrlo, gettare un colpo d'occhio sulla ~ete « europea che si accresco tutt' i giorni, massime por Je h~c~ " già sl numerose cho solcano le regioni comprese fra Par1g1'. « Anversa, Derlino o Vienna. L'esercito che sarà al caso d1 e trarne partilo, anà certamente sul suo avversa_rio un vane tao-gio di cui le conseauenzo sorpasseranno facilmente tutte e 1/pre~isioni e tullo ra°credere ~ho il còm1~ilo cl~i c?st~u_llo~·i e di fonovie non sarò al disollo cli quello dei pontieri m1lltar1, c i quali, com'è nolo, formano da settant'anni un corpo spe« ciale nell'artiglieria >. Alcuni obbietterebbero che l'istruzione poi servizio doli() ferrovie potrebbe completarsi con la stessa esper ienza della campagna o che ciel r esto si potrebbero arruolrll'e n~l mo~enlo della guerra dogli operai borghesi; ma l'autore dico: « 11 ra" giooamenlo e l'esperienza sono là,per mostrare quanta breve « durata nvranno lo guerre future in Europa e quanto sarà < necessario il fare sin dal priucipio dei colpi sicuri e rapidi » . E qui nel porre termine a questi rapid: cenni non ~a~piamo far di meglio che trascrivere le stesse parole con cm I autore chiude il suo accurato ed asscooalissimo Articolo. « Di fronte ad una quistiooe di cosl alla gravità, la prudenza e sembra consigliare di trarre profitto dallo esperienze ~alte; e di non indietreggiare dinanzi allo spesa e soprattutto d1 non e arrestarsi a delle mezze-misure e a delle istilur.ioni incom-


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R!VI$1'A

Dl GTOUNAU

< plete, di · cui il minimo inconven iente sarebbe il creare una ' .: Riassumendo noi pensiamo che 11i ·ha un mezzo per assi< c urare in campagna il servizio de lle ferrovie e c he non ve « ne ha che un solo, il quale consiste nella formazione cli un « corpo specia le che si occupasse in tempo di pace del sor< vizio di un troqco di ferrovia >,

, polvere contro le pareti del cannone· (forza dilaniatrice) ~enza che sceini la forza di proir.zione. La scelta sembr a dubbi a fra una modificazione della polvere a grani rotòndi , che fu in tr odotta, pochi anni or sono, provvisorianrnnle per le granòi cariche e l'adozione dei grani a forma prismatica corno i Russi ed altri usano . Sicuramente sarà tiu gran guadagno pei fabbricatori cli pezzi di grosso calibro se la n1tova polvere avrà un'azione meno nociva, <~ meno brutale », contro le pareti interne del cannone rispetto a quella della polvere in uso. . Sui fucili a retrocarica proseguono gli attacchi contro quello di Martini-Henry, ma sempre meno sussistenti divengono gli ar·gomenti per screditare quest'arma__, specialmente dopo gli splendidi risultati del fucile 'Martini-Henry in rispetto al Chassepot. I vari inconvenienti che presentava le cartuccia sembrano vinti felicemente, essendosi trovato modo di conl'ezionarla più resistente e di forma · appropriata senza diminuire la carica pri' mitiva. Così ben presto avremo in Europa tanti differenti fucili cho nessuna potenza potrà nsare le cariche di un'altra. I Russi hanno i l Be.rdan; i F rancesi il Chassepot; i Prussiani il Dreyser; · gli A.ustriaci i l Werndl; gl'lnglesi lo Snidar e probabilmente avranno il Martini-Hénry.

e sicur tà OUizia e delle pericolose illusioni.

.11.rmy and Navy Gazette. (Londra, agosto 1869).

.

Gli esperimenti sulle arlig·lierie da campagna per le Indie, che ebbero luogo a Dartmoor in In11hillerra, sono ter minati. I risultati ancora non sono conosciuti, ma l'opinione genr.rala degli artig lieri sembra propendere per l'ad ozione di pezzi da 12 libbre di bronzo,, coricantisi per la bocca e di due formidabili obici da 6 pollici per. ciascuna batteria. Con ispeciale studio si prosegue la soluzione del difO,d le problema di m isurare le distanze, onde l'artiglieria possa ben regolare i suoi tiri. Le opinioni sono peraJlro :issai divergenti. Riconosciutasi però la necessilil che l'artiglieria da campagna faccia tiri esattissimi, si vurrtlbbe ora ottenere una estrema precisione anche a scapito do lla celerità del tiro. Lo. vecchia quistione tra le spolette a percussione e quelle a tempo fece pure capolino e si risolvette in favore delle u ltime. È curioso il seguente dialogo in cui la spoletta a tempo chiederebbe a ll 'altra: < Come faresti tu in un terrE'no paludoso?». E l'a ltra a rispondere: « E tu come 'faresti a pr.ncLrare nei mez;,;i resist,~nti? ». « Noi focemmo miracoli all'Alma » ~og. giunge la primfl, - « Chiedi ai Tartari che ne pensino di noi 1·,, replica. la seconda . Anche· il Cornrnittee on GnnpowdM· ha terminati i suoi esper imen ti, e sc:nhra ormai fuori cli dubbio che i cannoni di grosso .cal ibro sono torm1m lati dall'azione della polvere assai più di quanto sospe tlavasi. Non sembra pe rò facile rimediare a codesto difello, perchè si dovrebbe poter attenuare l'azione della

(Colbnrn• s uniteti se11•vi(!e ,na.gazine antl ttatial and ,niUt,iry jom •,ud ).

....

(Londra, _agos to 1869) , Nella ullima gtHH:ra d'Armirica si usarono con gran s uccesso\ delle torpedini e de lle diglle di sbarramento; ma trattavasi più dì sper'.menLi_ pratici ~~o _di defi_nilivi sistem_i. Onde, p~r quan~? bril lanll ne s1eno s tati 1 r ,snltnt;, non puosst condude1 e che. sia punlo scemata l'i rùportanza dello baltorie di costa contro le poten ti artiglierie navnli , purchè, .ben inteso, le opero sieno solidissimo , ben r iparale da masse di terra e co:-azzate ove occorra. Lo torpedini e le dighe di sbarramento , comunque in certo modo tendano a discen trare la d ifesa . pure senono efficacemente a completarla nei tratti ove assolutamente conviene opporré valida resistenza all'avanzarsi delle nav.i.

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438

RIVISTA

Il giornale espone il sistema di: difesa inglese senza commenti in suo favore. Dice che il principio adòHato è di appiglia1~si alle più moderne forme di fortifìcazione cercando inoltre di porre. al sicuro dal bombardamento le piazze di Portsmouth, Plymouth, Portland, Sheernes, Chatham, Dover, Pembrock e Cork.

lffelw Zeittmg.

(Vienna, agosto 1869). Alcune nuove disposizioni- del ministero della guerra austriaco del 5 agosto 1869 tendon-o a mi litarizzare vieppiù il corpo del genio, ponendolo maggiormen te a conta tto con le altri armi, o assegnandogl i nuovicòmpiti presso lo truppe operanti. La WehrZeitung applaudo a codesta riorganizzazione, dicendo che essa permette oramai di parlare di una quarta arma nell'esercito, mentre finora era tradizionale che lo armi dovessero esser tre cioè, artiglieria, fanteria e cavalleria. L'arma del gonio, prosegue la Wahr- Zeitimg., ricca di cognizioni nelle · scienze militari e tecniche e di buona volonlil si lascia va adoperare in - tutto quello -che richiedesse talen1o e cuore .. Nel tempo di paco però era solamente utilizzata nel misterioso culto di_ lav?ri svariati, i quali avev.ano in fronte il suggello dell'anticagha: e. nelle guerre, salvo pochi forltrnati, veniva çon{foata in qualche fo rtezza dello Stato. Ebbene quest'arma ora r isorge e si pone in prima linea accanto alle altre armi. Secondo la Weh?'-Zeit·u ng non aveva il genio la colpa di essere cos't posposto, ma !'_avevano coloro che non 'sapevano o noli volevano impiegarlo. Ma ora partendo dal principio che ìa buona tattica richiede non solo la esalla conoscenza del terreno, ma eziandio di saper impiegare le truppe secondo la natura di esso, la missiono del gonio nelle guerre diverrebbe importante. Dappoichè il buon impiego <folte truppe ·può riescire tanto coll'adattare i movimenti alla natura del terreno, quanto col rendere questo (per quanto è possibile) atto a pre: stabiliti movimenti. E chi saprà meglio moltiplicare i vantaggi del terreuo per le proprie tru ppe e diminuirnè i naturali difetti, si dovrà considerare come avente una forza preponderante su quelle dell'avversario.

439

O~ GIORNALI

H..ongl, l'edend.ap#•Llcaclemiena 6landlin9ar oc/i Tidsl.i•if't.

(Stockolma, agosto 1869). Jn Isvezia rit_iensi che la migliore arma da fuoco per la caval leria possa essere la pistola-revolver, il che ò avvalorato da varie considerazioni. Trattandosi di servizio di sicurezza dur ante la marcia o di un casuaJe incontro nemico, tale arma è suffi·Cien te per segnalo e alla difesa personale. Nel servizio di avamposti, quando il caval iere è di vedetta e formo, il revolver ancora ha il suo pregio, perchè permetto vari colpi. Allorchò ·la cavalleria è di scorta e ferma sembra pure sufficiente, tanto suspiù che in tale cil'costanza vi ha sempre della fan teria sidio. Per le pattuglie, le quali non hanno lo scopo d1 com~ battere, il revolver è sicuramente bastevole, e cos) pure per le ricoo-nizioni inquantochè la cavalleria non è mai sola. Se si "' . . deve attaccare od occupare con prontezza un terreno, non v1 ha dubbio che meglio sarebbe una carabina, ma se si considera quanto esercizio cd istruzione richiedesi dn un caval iere perchè sia atto al combattimento a fuoco a cav11llo, sembra da preferire il r evolver. In ta li circostanze ~iù opportuno pa~rcbbe di portare nel luogo dell'azione, come p1? ~elocemonle sra possibile, la fanteria coi suoi fucili a r etrocarica, pernhè. comunque si voo-lia considerare la carabina, essa è sempre d'impaccio al cavaliere e causa di ritardi nell'approntarsi. Concludesi prr tutto ciò che sarehbe tutt'al più il caso di armare una picco la parto della cavalleria con pistolooi o carabine, ma di ammettere come sua ar ma da fuoco nor male il revolver.

!n


I\IYISTA BIBLIOGRAl"!CA

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

del Pateras da vari riputati uffiziali del nostro esercito fnrebbero sperare assai bene di questa impresa tipografica . « Mi sono e avvicinato ad essi (dice il Paleras) col rispetto che si doveva " nlla loro riputazione e con la titubanza ingenita a chi ha « concepi to un disegno superiore allo sue forze. Manifostni le e mie idee e le vidi accollo con una premura che oltrepassava e tulle lo mio spl'ranze. Vconi incoraggiato, sovvenuto di con« sigli o nòu tardai a metter fuori il programma della Bi«

blfoteca » .

Le opere di cui si comporrà la Biblioteca .mlitai·e saranno le seguenti :

Italia.

1. Discorsi sulla scienza mi litare, del Blanch (napoletan o) .

2. Arte della guerra, .ilfontccuccoli (l' porte) nuovameo te com-

mentala. Bibliotec"' l91illta11'e, dedicata all'Esei·oito italiano ed intitolata a S. 11[. Vittorio Emanuele II, per cura di TEonono PATERAS.

Sono usciti i .due primi fascicoli cli questa pubblicazione, la qua le tendo a divulgare ed II facilitare gli studi militari fra di noi. Il sig. Pa!erns si ò proposto raccogliere le opere ùei più insigni autori contemporanei, le quali riassumessero « nel pit1 « completo compendio tutta la sapienza militare doll'epoca ». F:gli si è messo all'opera con idee larghe, im:piralo alla serietà della scienza, come trasp11re dal seguente brano della Prefaz ione. « Dopo la campagna del 1866 parvemi gin nto il mo« mento prefisso pr.r alluare il difficile disegno. Infatti quegli < a1'verumenti servirono a raddrizzare molti criteri o distrug« gero non pochi pregiudizi: - quei pregindizi particol11rmento « cho facevano rit,•nere come sel'ono dìleUazioni accademiche « le forti lucubrazioni di scritlori i quali cercavano il segreto « della villoria nello più elevato sfare della coltura militare : « quei progiudizi che ll1lscono da lla imitazione di stmniere isf.i« lozioni, sema ten ei· cnlcolo doi fa ttori nnturali e preesistenti « forniti dalla propria naziono : - quei pregiudizi cito, facco<lo « di ogni regolamento un talismano, paralizzano lo ricerche '" che s/ rnnnodano alla vita intima dogli eserciti e che gli << sguardi superficiali o metodici non giungono a raf'flgurare ». Confidiamo che la Biblioteca Militare sia bene accetta fra tli noi; o vornmente le corrliali Rccoglienzl:l clrn si ebhc il disegno

3. In troduzione all'arte della guerra moderna ( Sunto dfll la

Storia dell'arto della guerra dnl Rinascimento ad O:;tgi). 4. Principii della strategia, dell'.4.rciduc~ Carlo {lraduzione). 5. Principii della strategia, di Jomini (traduzio?~). 6. Le guerre di Fede1·ico il G1·ande ( lavoro or,gmale compila to sulle ope1·e di Jomioi, di Tempelho/T). 7. Le guerre della Repubblica francese e le napoleoniche (lavoro originale compilato sulle opere di Jo-mini, ThM1·s, Dumas, Cha.rras, ,Um·mont, _ecc.).

8. Lu guena d'Orien te. 9. La gucl'l'a d'America, di Lecomte e llonselton. 10. La guena dell 'indipendenza itali:ina. 11. La guerra del 1864 contro la Danimarca. 12. La guerra del 1866 in Gormania.

13. Gli ordinamenti attuali dei principali esercili (laYoro ori-

gina le. H . L'arto della guerra nel lo sue condizioni prosenti (lavoro originale. Oltre di queste opere la ll'ibl·ioteca Militare conterrà alcuni lavori orig'inali doi migliori scri ttori che possiede il nostro esercito. i quali faranno altrosl dei corn':°en ti alle diverse opere della Bibliotcui, massime su quei punti cbe hau duopo cli os:;ero posti in armouia· coi progressi della scienza militat·e ai nostri tempi. B.


l\IVISTA

Bollettino tiella soeietti geog,•afica , italiana, III° Fascicolo. -

Fireuz~. Stabili~ento Ci velli, 1867.

Qualora la società geografica it(lliana non recasse altro utile all'infuori di quel lo che ne guadagnano gli studiosi per la pubs blicazione del di lei Bollettino, essa potrebbe già annoverarsi fra le più utili istiluzioni sorte in Firenze in quest'ultimo pe, riodo di tempo , Il suo terzo fascicolo ha veduto la luce appunto in questi giorni, ancor più ricco di materio e più interessante dei primi. Questo volume di ben 560 pagine-ha principio con la esposizione degli atti della società, fra i quali si leggono con piacere i succosi discorsi del benemerito presidente, il commendatore Negri, l'elaborato· rapporto del colonnello De Vecchi sui lavori eseguiti dal R. Corpo di stato maggiore dopo la formazione del regno d'Italia, nonchè una breve narrazio1rn sull'esito delle verificazioni eseguile nel 1868 dei capisaldi da lui stabiliti in akuue località dell'Etna, ed una dotta relazione del vice-presidente, conte llllniscalchi, del suo sistema di trascrizione dei nomi gcogr_afici. Vi fanno seguito a lcune interessanti memorie, e per prima un~. sotto ogni aspotto pregievolissima, del sonatoro Lombardini sulle condizioni idrau liche della pi~nura subappcnnina fra l'Enza e il Panaro, sul grande estuario a<frialico, sui fiumi che vi confluiscono e sugli ultimi tronchi del Po. . Dello stesso autore è pur ìa seguente « Appendice sullo re. tièole . tracciate nelle carte topografiche dell'alta Italia indicanti la divisione dei terreni assegnati ad antiche colonie romano » lavoro di studio per il quale si spiegano non poche indicazioni doli' antico sistema geografico che sinora sembravano oscure, e che appare ugualmente importante per gli studi al'· cheologici e storici', come per gli idrologici. Il signor F . . Delpino enumera alcuni appunti di geografia botanica a proposito delle tabelfe fìtografìche del professore F. Hoft'mann, e del professore G. Branca leggiamo la fine della sua memoria sui viaggiatori italiani del nostro sr,colo nella quale l'onore patrio è rivendicato anche su questo punto.

Bll)LIOG RAFlGA

443,

Finalmente il signor G. Beltramo continua ad espol're le voci della lingua del Denka che egli ·ha raccolte nei suoi viaggi, saggio che fa .fede della sua diligenza e buona memoria, quan~ tunqùe non possa veramente aspirare al titolo di (I. grammatica» di cui è decoralo. · Le « corrispondenze » che seguono sono ancora interessanti ; conie copiose e variate le notizie -geografiche. N·ena r·ubrica « Bibliografia > non possiamo dimenticare un ~rlicolo « sull'Istmo di Suez e il commercio orientale» dettato dal chiarissimo C. Correnti , e che spicca per _brio dello stile, vastità di vedute e copia di dott.rina. Il fascicolo contiene puro alcune carte, fra le quali notiamo quella idrografica dell'Italia setlentrionale disegnata sott? 1~ sorveglianza del senatore Lombardini a corredo della d1 lm memoria, ed una riproduzione di un' assai curiosa ed antica carta dell'Abissiuia tolta dal mappamondo di Fra Mauro (compiuta nel monastero di Murano presso Vene~ia dal 1457 _al 145~), 1a quale prova quanto esatte fossero, relativamente ai tempi, le coo·nizioni che avovano a quei giorni i Veneziani dell'Abissinia,0 ossendochè questa carta vecchia e dimenticata riescisse tuttavia di qualche utilità allo stato, maggiore dell'esercito in"'lese durante la campagna dell'anno scorso. Questa riprodu; ione cromolitografica fa grande 01iore allo stabilimento Civelli in cui venne eseguita, il quale dovette servirsi all'uopo di nove pietre differenti. , . Dall'elenco che chiude il fascicolo rileviamo che 11 numflro dei soci ha giù raggiunto la cifra ragguardevolissima di 801 e ne auo-uriamo bene per l'avvenire di questa società che, nata da ap~ena ire anni, ha saputo raccogliere in sè i· migliori elementi e stabilirsi su le più solide basi. S.


BIBLIOGRAFICA

RIVIST A

Esrtero. Die scluv<!izeri.,;cli e .ll1•t11ee im /Feld, Van E.

ROTH!'LJ!TZ.

eidg. Oberst. Basel , s.oh:weighm1serische Ver l a.gsbuch hand lung 1869. - (L'ese1·c·ito Bv'izze·r o in cmnpagna, per il colon-

nello federale E. Ro-rHPLlm). Questa « guida a pen6are e a lavorare da soldato » conrn ch ia.ma ·l'autore stesso la sua opera, è laYoro di pregio, che saril. letto e studiato con intere~se non solo nella pattia dell'autore ma ovunqu e 5i tenga no in onore le istituzioni mi li tnri . Per quanto fosse diflìeile il trattare da un nuov(1 punto di vista un tema già sviluppato in tante guise da insig ni scrittori militari, l'au lore può asseverare di esservi riuscilo . Persuaso che nulla più nuoca ad un esercito senza base permanente quanto i dilolt~nli di mestiére , che per avere sfogliato qualche trattato di strategia si credono capaci di condurre una campagna, i veri « tolto fanno e nulla sanno >> degli eserciti, l'autore, chiamalo al grado di col onocllo federale, chiuse a chiave . la sua biblioteca e volle rifare da sè nel la sua 1nente tutta la sua educazion e mi.liture, s11nza punto occuparsi sin dove lo avrebbero condo tto le conseg uenze della sua logica. Chi afferrando il di lui fil o sa seguirlo, parte dalfo condizioni di esistenza di ogni Stato, ch·Hgli rid uce a quistione di « po tenza » e per una sequela di naturalissime conelusioni è condotto a dichia rare che la g uer ra - il mezzo estremo, il piì1 forte che possegga la polilica, questa lolla per la propria esistenza_,. non è g ià una singola , espressi one della ragione di Stato, ma bensì la derivazione della forza intima vitaio dello Stato nella sua ultima conseguenza. Egli 11011 sa quindi considerare la guerra come un fallo isolato, daccbè lo trova innestato profondamente nella essenza stessa di un popolo, 1rnlla sua consistenza geografica e storica e nello scopo ch'esso si prefigge. ·partendo da questo puuto di vista s i pone ad esaminare gli elementi della g uena, e indi le condizi oDi di tempo o di luogo, e finalmente il modo di condurla , passando sempre da principio a conseguenza senza ricorrer e a citazioni, senza stabilire

teoremi, ricavando tutto dalla elaborazione del p-roprio pensiero , cioè as$.ir.urandosi indèlebilmente le conquiste che fa ad ogni passo il suo i11telln1to. · · Scritto essenzialmente per la Svizzera, questo libro può for~e in alcuni particolari, che si rirerisèono all'organismo dell'ese.rcito, discordare dall'opinione che provale oggi fra gli autori chH difendono gli eserciti permanenti: esso sarà nondimeno letto con grande utilità dagli uffiziali . d'ogni nazione, perchè per esso si abitueranno a pensare da saldali per diventare poi soldati che pensano, e perchè in mezzo alle trasformazioni che subiscono oggidì tutti i maggiori eserciti è utile cosa conoscere eziandfo le basi su cu i riposa un esercito nazionale. Agghrngasi che l'autore non crede gran fatto alla neutralità della sua patria in caso di una conflagrazione europea, .per cui non si limita ad esaminare le condizioni della difesa , ma tratta eziandio l'offensiva con molta accortezza. Ed è · perciò che ci: auguriamo che sia tradotto almeno in francest', affinchè _trovi Je,tlori e studiosi.

s.

Étutle• "d/liistQi.,•e m ilitaire, par F. ·. d6ral suis'Se.

-

LECOMTB, colonel

A.ntiquité et iJfoyen cZge -

fé-

Lausanne ,

F. Chant.r eus, 1869.

Sotto questo titolo quel ·chiarissimo scrittore di cose militari _·c he è i_l colonnello Lecomte. ha or comincialo a pubblicare il

sunto dello lozio.ni ch'egli diede, negli scorsi anni al giovane principe ·di Condé che doveva compiere la sua educazione militare in !svizzera. Ne è appar so sinora il primo ,,oJume che tratta della antichità e del Medio· Evo, e se ne promettono altri due per giungere sino ai .nostri giorni. QueHo che abbiamq sott'occhio -non '1a pereiò punto l'impronta di una lezione speciale, e può benissimo adattarsi alla istruzione cli aspiranti alla carriera militare in eserciti regolari, .come a quella di un illustre proscrillo per il quale fu dettato. v buloro sorvola forse troppo rapidamente sulle causo, ma ad ogni modo espone assai chiaramente gli effetti, e compendia le origini delle milizie o lo variazioni che subirono per arrivare alla forma odierna, che è in un dipresso la stessa in tutti ANNO XIV, VoL. III. 29


.,.

U6

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

. i paesi civili. Benchè non ne conosciamo ancora che i~ primo volume, esso ci promette che quest'opera sarà una buona guida per l'ufficiale che ama jst.ruirsi dà solo e che non prova ribrezzo di avvicinarsi a quegli studi classici, che tenuti forse in soverchio onore un giorno, sono di certo oggid) troppo negletti.

s.

RIVISTA STATISTICA

Hi•loire de• prince• de Contlé pendant le6 Xlr'I e Xlr'IIsiècles, par M. le Due n'l\.unu.LE. - Paris, 1869. 2 voi. in-8°, aveè cartes. - Micbel Lévy éditeur.

' Quest'opera dell'illustre duca, dopo di essere stata sei anni sequestrata dal governo francese, è finalmente comparsa alla luce. Essa è ricca di preziosi documenti e, cominciando dagli avi del grande Condé, arrrrn a traverso molte ricerche storiche sino all'eroe medesimo con quella finezza di giudizio che contraddistingue i lavori del suo autore. Il quale, a differenza di tutti quei pretendenti che si travagliano intorno ad inutili conati e a mone disoneste, ba nobilinento dedicata agli studi la sua vita. Cosiccbè, allontanato dai gradini del trono, ha potuto' però sempre ingrandire nélla pubblica opinione, onorando la sua progenie e la sua patria . con pregevoli scritti dei quali la storia dei Condé è un esempio. B.

SPAGNA. Il quadro della marina militare spagnuola sul piede d{guerra approvato dallo Cortes è il seguente: 7 fregate corazzate; 5 vapori ad elica;. ·2, bastimenti ad elica; 2 trasporti ; 8 vapori a ruote; 2 bastimenti a vela; ;2 bastimenti d'istruzione.·

..

A difesa delle a:cque interne sono destinate 3 cannoniere ed

:fU bastimenti a vela.

, La forza dell'eq~ipaggio venne fissata a: 11,arinai . . . • Soldati di marina Arsenalotti . Totale

7,500 3,500 4,774 15.774

PRUSSIA. Congedi.

:J,a Kolnische Zeitung del 13 luglio annunzia che è stato ordinato il licenziamento ed il passaggio alla riserva di tutti i soldati di fanteria della classe del 1866. Tale congedamento però non avrà effetto che dopo le grandi manovre che devono


,.. 448

STATISTICA

RlYJS'fA

U9

In seguito al nuovo ordinamento l'effettivo del corpo cjei marinai è stabilito in 15,080 uomini, ma presentemente non si terranno sotto le armi che 5,185.

aver luogo in s,it!embre . Sa1J pure concesso il congedo illimitato a quiudici o venti u'omini per compagnia della, classe del 1861, o propriamente a quelli che avran dato prova di maggiore abilità e di esemplare condotta. , Solo in dicembre sarà chiamata 1a·c1asse del 1869. Quindi dal 15 s·euembre al 15 dicembre la Prussia non avrà sotto le armi nella fanteria che la classe del 1867 e parte di quella del 1868.

Con Decreto Sovrano del 2 giugno p. p. i Comitati superiori de1l'urtiglicria e del genio, coi corsi superiori per lo due armi ' ed uno d'intendenza da istituirsi, furono riunit.i in un unico Comitato, sollo H titolo di Comit,ato mi/;itare . teonico e tmimii-

---·- .- ----- -·-

nistrati'Vo.

Il nuovo Comitato, al l'immediata dipendenza del ministero della gue.r ra, ha per còmpilo di esaminare i progetti scienliGci e tecnici che si riferiscono all'artiglkria, al gen io e all'intendenza, esaminare le spericnz.e o le proposte in ordine ai detti .servizi , e riferirne al ministero , compilare i necessari regolinnenli, istruzi9ni e normo por i servizi medesimi. li Comitato sarà diviso in 4 sezioni: l' Artiglieria; .2' Genio ; 3• Intendenza : 4• Tecnologia { per trattare tutte le quistioni tecnologiche che risultano dall'applicazione delle scienze naturali e dell'industria alle cose militari}. Quest'ul tima ha a sua disposizione un laboratorio chimico, delle offìcine meccaniche, un gabinetto di fisica, tecnologia' e fotografia. Ogni sezione si suddivide in divisioni. . Il persona le superiore del Comitato militare è il seguente: l uffiziale generale, capo del Comitato; .2 colonnelli, capi della l' e 2• sezione; 10 ufOziali superiori del genio o dell 'artiglieria, uno de quali capo della 4" sezidne·; ., 19 capitani; 7 uflìziali suballerni ; 1 intendente capo , capo della 3• sezione; 2 intendenti; 1 vice-intendente; li Comitato dovrà funzionare a partire dal prossimo _novembre.

FRANCIA. L'ordinamento cl olla guard·ia naziooale mobile procede coo, . la maggior diligenza possibi le, ma tuttavia assai lentamente. Finora i quadri che sono defìnitirnmente organizzati sono quelli dei dipartimenti <lolla Senna e clt11Ja froutiera nord-est, cbe sono 29 in tutto . Ma so esistono i quadri , fa anco difetto la truppa, poichè, invece di 5 classi, sinora quella sola del .1867 venne chiamata all'istruzione militare per 15 giorni. L'un,iforme della guardia naziona le mobi le consiste in una giubba alla cacciatora, un. paio calzoni ed mi berretto di panno turchino . Le armi sono date pe1· il solo tempo degli esercizi. Pare che ogni giorno vada un tantino diminuendo l'enl~1siasino per iì Cbassepot, ed alcuni prc-}tcndono che se non si fossero giù fabbricati 1,200,000 di cotesti fucili, e quindi sposi' parecchi e parecchi milioni di lire, s'impiegherebbero ad un sistema migliore. Ciò proverebbe che il proverbio dei 11ostri · padri : Chi va pfono va sano , ba pur ragione qualche volta anche nel secolo de' telegrafi e della. locomozione ferroviaria.

MONARCHIA AUSTRO-UNGARICA. Un nuovo ordinàmanto per la marineria militare austriaca staio approvato. Con esso sì dichiara sciolto il reggimento fanteria R. marina, 'è si ordina ·il passaggio nell'esercito degli ufficiali, cadetti e dei soH'uffiziali e soldat.i in sopra ppiù al numero necessario ~er lo effettivo deJ nuovo corpo dei marinai. è

MAR'l'INI CAnLo,

r

Gerente.


INDICE

<.

INDICE DEL VOLUME III -- ANNO XIV

E. C. Histoire de la Campagne de 1866, redigée par la • Section hislorique du Cor-ps royal d'État-Major, sous la direction de s. E. le général De Moltke, traduit de l'allemand par ~( Furcy Raymond, capitaine au 90.e do ligne. (continwizione e fine) . . . . . . Pag. G. FBRRARELLLI , Cap'itano del Genio. - Pensieri intorno . . » all'arma do! Genio . . . . . . . , 'p_ VALLE, Colonnello. - Studio intorno alla campagna del 1866 in Germania (continuazione) . . » Notizie sulle trincee di battaglia (con tavola litografica)>> A. CERRUTJ ' Capitano ' cd E. GIOVANNETTI' -~faggiore. Cenni sulle armi portatili degli eserciti europei (con · ta'IJole litog1·afiche) . . . .' . . . . » RIVISTA TECNOLOGICA. Ponti militari a catenaria del signor Joues, ado ttali in· Inghilterra (con ta'Vola litografica) . - Apparecchi Lowel per la conservazione degli approvvigionamen.li mercè il vuoto. Il carro cucina por cuocere l'ordinario dei soldati in campag1ia durante le marce, inventalo dal maggiore Piotro .Inviti del 3° reggimento granatieri . » R IYISTA STATISTIC.A. - Aiistria - Francia - Belgio ' »

Luglio. G. CAv11u , Luogotenente Generale. .- Sulla scelta d'un nuovo modello d'arma a retrocarica per la fanteria det nostro esercito . . . . . . . . . . P,ag. E. c. - Histoire de la campagne de 1866, redigée par la Section historique du Corps royal d'Etat Major, sous la direction de S. E. le général De :Moltke , traduit de l'allemand par M. Furcy Raymond, capilain~ au ~O.e do ligne . . . . . . . . . . . · . · . . )) BAVA F., Maggio1·e d' irtiglie1·ia. - Considerazioni sull'ordinamento militare del Regno (oop,tinuazi-on.e e

fine) XP. VALLE, ColonneUo. -

.

. · · . . · · ~

19

34

Studio intorno alla campagna

del 1866 in Germania (continuazione) . . • . > 54 DANIELE BERTACCIH, Veterinario in 1° nei Cavalleggeri Saiuzzo. - Proposta d'un nuovo mo.dello di sella a bande mobili e senza coperta per uso della .cavalleria, con varie modificazioni nella bardatura e nell'insellamento (continuazione e fine) . • . ·. . » 74 -GAETANO NAGLn. - Fucile a ripetizione Vetterlin adottato . . . • . . > 93 in !svizzera . . . . . RIVISTA Sl'ATISTIC.\. - Italia: Esercitazioni d~lle truppe nel periodo estivo-autunnale. - A1tSt1·ia : Istituti militari - Contingente annua lo di leva. - Francià: Scioglimento della compagnia sottufficiali veterani. Pru.ssia: Statistica - Grandi manovre . . . . » 182 RIVIST~ TECNOLOGICA. - àpparecchi economici per atti:.. vare la ventilazione delle caserme. - Cannone da fanteria invenfato da S. M. il Re di Svezia. - Fortificazione di Kiew. - Nuova carabina a ripetizione> 144

Agosto.

15'1

1ssX 209 -

wi

x

262

285 294

Settembre. _,.

-

~

Colonnello. - Studio intorno alla campagna del 1866 in Germania icontinuazione e fine) . Pag. 301 A. CERRUTI, Capitano, ed E. GIOVANNETTI, Maggiore. Cenni sulle armi portatili degli eserciti europei ( con-

P.

VALLE,

tinuazione/ . . . • . . . . : DOGLIOTTI, Maggiore d'Artiglie1'ia, -

.

.

. »

Proposta di una artiglieria speciale da fanteria . . . . . » DOMENICO Asu, Capitano del Genio. - Considerazioni sulla difesa generale dell'Italia . . . . . . . . . » Cenno delle esperienze fatte in Inghilterra sulla scella t del nuovo fucile per l'armamenlo dell'esercito Gli aerostati nella guerra . . . . . . . . . . • :..

333

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ORAZIO

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INDlCE

-, G. Convwno . - Le nostre armi portatili a retrocarica e lo Spectate11;r !lfil'i,tai1·e . • Pag . RIYIS1'A TECNOLOGICA. Nuovo revolver del sig. Ga)aud, di Liegi. - Apparecchi per nuotare e pei lavori sott'acqua delle truppe in campagna. - Fucile per la scuola di scherma .alla baionetta. - Trombe per incendio. - Aril.mometro del sig. Thomas. - - Planim,~t.ro polure _ciel signor Amsler , di Sciaft'usa. - Levate topografiche con la fotogra fi a. - Bevanda igienica per lo truppe in campagna . . >> RIVISTA. Dl GIORNALI. - Spectatcur Mililairo. - Army and Navy Gazette . - Colburn's unitcd service magazine and naval and milita;:y journal. - Wehr Zeitung. -- Kong!. \'edenshaps-Acaclemiens Handlingar och Tidskrift » RIVISTA BlllLIOGfLU'fCA. Italia: Biblioteca militare; dedicata a ll'csel'cito italiano e inti tolata a S. ~( Vitt0rio Emanuele II ,. per cura di Teodoro Pateras. -'-- Bolle ttino della Società geog1\Ùica italiana. - Estero: Die schweizerische Armee im Felci, Vo1iE. Rolhpletz. - Étudos d'histoire mililaire, par F. Lecomte. Uisloire des princes de Coud6 pendant Ics XVI e XVJl siècles, par M. le Due d'Au~aie . . . . . . » R 1VISTA STA nsncA . Spagna. - P1·ussùt: Congedi. PNincici. -

Jlfoncwchia Austro- Ungarica .

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