RIVISTA MILITARE 1869 TOMO II

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MILITARE ITAl_JIAN A RACCOLTA MENSILE Dt SCIE NZA/. , A R T)!} E

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Serie Ili. - Anno XIV. T omo IL

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TORINO

Via s. Frane. da Paola, 6.

Via Cavour, N° 8.

1869

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PROGETTO DI LEGGE t'F.R LR

BASI GENERALI DELL'ORDINAMENTO DELL'ESERCITO PresentatedaS. E. il Ministro della guerra alla Camera dei Deputati nella tornata del 12 aprile 1869.

Proprietà lettentria

Signori,

Flrcnw, l 8G9 -

G. CaSSO!iC

ù

Comp. Tip. di

s. ~1.

La quistione che si tratta di risol_vere col progetto di legge che ho l'onore cli presentarvi fu proposta , moltissimi di voi lo rammenteranno, dalla vostra CÒmm1ssione generale del bilancio, nella Relazione sul bilancio · passivo per l' esercizio 118G3 del Ministero della guerra, e vi fu enun ciata e formulata in questi precisi termini: « Sotto il nome di ordi11cJmento generale dell' ese.r« cito, noi intendiamo di accennare a q uell~ basi ge« nerali, le quali non facendo ostacolo, alla evenienza « del caso, a qualche modificazione o miglioramento, « stabilis.sero tuttavia una norma certa, un limite fisso, « il quale classe all'organizzazione mili.tare quel grad_o « di stabilità che è necessaria a tutte le istituzioni, « perchè sì consolidino ed acquistino un elemento di « forza colla durata stessa, nell a loro invariabilità».


G

PfiOGE'J''l'O Dr LEGG.E i>En LE DASI GENEJIALJ

Ed è in questi termini che il com pianto o·enerale Della Rovere, allora Ministro dell a guerra, a~sumeva l'imp·egno di p r·esentare un apposito progetto di ler:rne 00 ·1· lnrgIt e .basi, ebe perrnettessero però << sta lJl rto su « quelle variazioni che sono necessarie e restano in·~ dipend en ti da l Potere legislativo, purchè si man« tengano nei confini della legge medesima. » Così posta, è chiarn che la question e medesima debba essere divisa e trn llaLa in due parti distinte: , una, che statuisca le norme fondamen tali generali dell' organizzazione dell'esercito; l'altra, che poggiata su queste nonne prestabilite, defin isca l' organamento cieli ' esercito ne'suoi riparti e souo il triplice aspe tto tattico, eeonomico e amministrativo . Sono quin di du e questioni ben di stinte: q1wlla della fo1:za e quella dell' in quad rumento di questa forza; la pmna, questione politica, sociale e d'interesse generale: la seconda, questione tecnica, amministrativa e di definizione relativa e variabile a seconda dei progressi delle cose di guerra. E sono pel'tanto due leo-gi distinte che si richieggono, l'una costitutiva e l'al~ra app licativa. Onde mi parve , e nell' ordine logico e nel!' ordine sintetico , d1e la seconda non si dovesse e non sì potesse, non che trattare , neppure progettare e formulare se non dopo fosse stata deliberata la prima. E difatti, come clivisare il comparlimento organico e tattico di un esereito, senza che prima sia precisamente statuito il sistema di reclutamento, fissa ta la sua forza sul piede di pace e su quello di guerra, determinati i suoi grandi riparti in eserci to attivo ed esercito di riserva'? D'altro can to poi è mia opinione, che per la loro • natura stessa queste due parti abbiano da tenersi disgiunte in due leggi, attesochè, se alla prima è in-

DELL' 01\DINAMENTO DELJ,' ESRHCITO

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dispensabile, come ben disse la vostra Commissione generale sul bilancio del 1863, quel grudo di si.abilitò. e ~i inva riabili tà che consolida e afforza ogni istituzione, l'ugual cosa non potrebbe pretendersi per la seconda, la quale è soggetta n var-ian~ dipendentemente dalle variazio ni che l'arte e la scienza della guerra subiscono quasi ad ogni pusso dell'um ano progresso. Il voler qui confondere l'una coll'altra e, per così dire, l'oggetto co l soggetto, ci porterebb e in evìtabilmcnt(i a fallir-e, a compromettere lo scopo, se non per il rnornento, certo per l' avven ire. Se vqn'emo in vero comprnndere nella stessa legge e quei principii che possono e devono rimanere jmrnutati, almeno per lunghissimo tempo , come sono quelli del reclutamento, clella classiiìeazione e del riporto generale dell'esercito, e le particolari e momentanee applicazioni di questi principi:i, le quali, come ho detto ed (~ nolo a tutti , sono esp oste a dover cambiare di tempo in tempo: ne conseguirù evidentemen te, che la mutabilità di queste nuocerà alla stabilità dei primi, chè quasi ad ogni anno si dovrà toccare a questa legge. E non è a voi, o signori, eh' io debba rammentare, come le modificazioni , le giunte e i. supplementi ad una legge ne scemino il prestigio , l'autorità e la forza. . In questo ordine di idee, essendomi sembralo che il progetto di legge presentatovi dal mio predecessore non si piegasse completamente all' esigenzu che ho chiarito poco an zi, mi ind uss i. a ri tirarlo per informarvelo , e nella congiuntura stessa per introdurre qualche modificazione che io ravvisava conveniente, e della cui opportunità sarà buon giudice il Parlamento. E poichè l'opera mia era grandemente facilitata per i lavori della Co mmissione che dettava il primo progetto ed alla qnale ebbi l' onore di apparten ere, mi 1


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l'l\OGET'l'O

DI

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UELL' OROE'i'A)IENTO OELL ESEHCITO

LEGGE l'El\ LE HA.SI GENE!\AU

sono fatto particolare studio, affincliè questo nuovo progetto di legge potesse più precisamente soddisfare allo scopo, per cui la presentazione ne fu richiesta dal Parlamento, e alle convenienze del!' ese rcito e della nazione. Questo progetto, che ora ho l'onol'e di presentarvi, non abbrèlccia quindi che la p1·ima patte della importante quistione dell'organizzazione dell'esercito; ma ne è la parte principale e di primaria ragion e, comecchè statuirà principii di natura costante, le basi cardinali della organizzazione stessa. La seconda parte, cioè l' ordinamento effettivo dell'esercito e dei vari servigi ad esso attinenti, vi sarà presen tata , come lo prescrive l\1:ticolo 5° del presente progetto, tostochè il Pal'!amenio si sarù. pronunciato su ques ta legge; e vi sarù presentatn nei suo i pal'ticolnri i più minuti, perocchè soao la forma di un bilancio normale per ' le spese, che dovrtt essere tradotlo in legge. Questo metodo mi sembra il più razionale e pratico per arrivar~ lo scopo, e nel temp o medesimo il più conforme ai principii della legge fondamentale dello Stato. Oiffatti, mentre colla presente legge sarà consacrato un ordine stabile di cose per tullociò che può essedo, mercè una legge di bilancio normale il Parlamento potrà esercii.are nella più ampia misura, e come gli appal'tiene, il suo sindacato sulle spese per l'esercito, senza togliere al Potere esecutivo la possibilità di introdurre negl i ordinamenti parziali delle varie armi e dei vari servigi dell'esercir.o, quelle modifi cazioni che successivamente potranno èssere necessarie. Oltre a ciò avremo un altr·o vantaggio, e non lieve, così per l'Amministrazione delJa guerra, come per il Parla.mento stesso : quello che codesta legge di bilancio normale potrA essere l"lnno per onno da voi somma-

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riamente eonfcrmatn, mandandosi alla par'le straordinaria del bilancio stesso quelle maggiori spese che eventualmente si necessiteranno. L'Am ministrazione della guerra av!\nÒo così il modo di sistemare e concretare i suoi divisa menti e gli atti suoi sul definito, troven't assai più l'acilmcnte le vie Je più economiche e i mezzi più provvi?i; ~ voi nei vostri lovori annuali avrete un r1sparm10 d1 tempo, cosa sempre preziosissima per la nazione. Accennato così il concetto intuitivo cui è informato questo progett.o di legge , concetto ch'io _spero sarà o'iustamente apprezzato dalla vostn1 saviezza, espor;ò brevemente le ragioni dei punti principnli del p l'ogetlo stesso .

J. Della forza rlell' esercito e drl rrch1 /a mcnto .

I

. Il problema che si sono studiati di risolvere la Francia, l'Austria e qoanti :) Itri Stati J1anno rifalli i ·loro orùinamenti militari in questi ultimi tempi, si fu quello di prepararsi per 'la guerra il magg ior numero possibile <li soldati bene istruiti ed ordinati, senza per altro imporre un troppo grave peso alle popolàzioni ed alle fina nze dello Stato, " consncrando il principio d' uguao·lianza e d·i giustizia, che a lutti i cittadini incombe l'obbligo di dil'endere la patria all' occorrenza. Questo problema, di sua natura difficile e complesso, lo è assai meno per noi, rne rcè la nostra legge sul


PROGETTO 01 LEGGE PER LE OASI GENERALI

reclutamento, la quale contiene in se stessa i principii e i mezzi principali per la soluzione del problemn stesso; e tant'è vero, che questi principii e questi mezzi furono dagli altri più o meno adottn ti. Difatti, ul punto di vista della forza, applieata la vigente legge sul reclutamento, come sta e come fu sino ad oggi applicata, dopo un'intera rotazione normale (che si avrebbe nel 11873) ci darebbe 600,000 uomini~ forse più:_ dei quali 420,000 tra ordi111111za e 11" categoria, cioè soldati perfewirnente fotti, cd il restante di 2• categoria, i quali quando siano 8tati istruiti, come è nel concetto della legge, forniscono pure un utile contingente all'esercito combattente, almeno come riserva per· riempirne i vuoti. E 600,000 soldati, mi pare costituiscano una forza ab.bastanza imponente ed adeguata all'Italia, anche cli riscontro agli aumenti che gli altri Stati si sono studiati di recare ai loro eserciti . In quanto al principio rl' uguaglianza (') di giustizia, la nostra legge vi è benissimo inforrr.ata. Per noi dunque non si tratta di un mutamento assolutam ente radicnle, rna soltant0 di qualche modificazione : ed è una gran ventura, attesochè i cangiamenti radieali nelle istituzioni fondamentali, come è quella del sistema di l'eclutarnento, producono sempre nelle popolazioni e nell'economia dello Stato delle serie commozioni. Per noi non è tanto questione di prineipio e cli fondo, guanto d'ordine e di forma. Se, ad esempio della Francia, potessimo tener sotto le armi in ternpo di pace la metà della forza di guerra, non avremmo bisogno neppur di modificare la nostra legge di reclutamento, giacchè dovremmo avere sul piede di pace i quadri necessari per incorporare tutta la forza del rrier.l.e di gueéra. Ma per noi tale cosa non è fattibile, e neppur sarebbe conveniente; e il nostro

DELL' ORIHNAMEN'l' O DEl, J,'ESERCITO

piede di pace può essere tutt'al più il-terzo del piede di o·u erra. non è d'uopo che io chiarisca come se è possibile' di raddoppiare per la guena gli effettivi del tempo di pace senza aumentare i quadri, l'ug_ual cosa sarebbe assolu tamen te impossibi le, quando s1 doves. sero lriplical'e questi effettivi. La esperienza della mobilizzazione per il 1866 ce lo ha pl'aticamente din1ostrato. Per incorporare i 300'.000 uomini di cui l'esercito s'ingrossava; passando dal p1ede di pace a qu ello cli guerra, si dove~Lero ~rea re delle · nuove unità tattiche per tulle le armr; e fu questo un diflicilissirno l~voro ed un gravissimo imbarazzo, del quale l'ordinamento dello esercilo combattente ha dovuto necessariamente risentirsi. Fu in sostanza p<~r questa considerazione che giù nel progetto di legge presentatovi dal mio pred_ec:sso1:e era proposto di dividere l' esercit.o in due grandi riparti: l'attivo e il presidiario. Il primo che comprendesse l'esercito di campagna, quello cioè più propriament~ destinato alle operazioni della guerra campale, e quelli altri corpi e personali che sono parte integrante od aecessoria cli ogni esercito pernrn~1ente. 11 s:condo,, ~iestinato al mantenimento dell'ordrne pubbhco nell mterno del paese, alla difosa delle fortezze e del territor~o ed a sostenere l'esercito di campagna, quando mobilizzato. Questa maniera di reparto che già esisteva in Pruss~a da anni ed amù, e fu imitata ultimamente dalla Francia e dail'Austria, è oggidì un'assoluta necessit;1, quando la celerit;, nella mohilizzazione dell'esercito combatten te è diventata questione suprema. In oggi è necessario di p~te~· portare immecl_iat~mente tutto l'esercito attivo sul teatro delle operaz1om senza doverne distogliere urw parte qualsiasi per presidiare

Ora

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l'ROGE'rTO nr LEGGF. PEn LE B.\ST GEl','ERAL.l

le fortezze o pec· qualunque se rvi zio del!' intel'no · è ~erciò indispensabile un cserrito, come dire, di seco~da Ime~, _che non solo sunoghi i corpi del primo in questi serv1~1, e che so_stenga e provveda al la difesa di quei pnnLJ della fronti era che pol.rebbe ro essere minacciati dalle diversioni del nemico, ma che, all'occorrenza serva anche di sostegno e di rincnJzo all'esel'cito di ?ampag~1a. E q~esto esercito , rnalgni.do non debba rn n:1a~s1mn serv1_"e che jn cnso di guerra, è necessario abb_ia n1 tempo ~, pace i suoi quadri ed il suo perfetto ~rdmamento Lattico, e la sun coogegnatur;i amministrativa così appareechiala, che non manchi cli e darvi moto, ?i g_~isa che al momento in cui debb'a pl'endere le arm,, c10 possa effettuare con tuua facilità e prontezza . 9u?sto è per. no i il punto, quasi clir<::i, cap ital e del la qu1st1onc che s1 tl'atta di risolvere; cd a tale o•metto intende specialmente il progetto di legge che pr;;~nto alle vosLre del ibm·nzioni . Secondo questo progetto, l'esercito atLivo ri sulterebbe f?rmc.lo di nove clnssi di 11" ca tegoria e di sei di 2"; In nservn, delle tre classi più anziane di .,a cateo-oria e 0 di sci di 3". Onde spiegare il concBtto di questo modo Ji eomp_osi1.ione elemen~are dei co rpi allivi e dei corpi di r1ser~1a, ovvero srn della ripartizione degli uomini per classi e pe l' categorie , <leggio esporre ami tuLLo la ragione di cod esta 3" categoria, che non esiste nello attuale sistema di reclutamento . Posto che il numero dei giovan i nnn t1almentP- requisibi li sia di 88 a 90 ,000 uomini - e potrà crescere c_oll'aumento progressivo della popolazione - e elie una metà di questo con tingente si debba ogni anno incorporare nell'esercito permanente - chè, come dirò iù appt·esso, non se ne potrebbe incorporare di più -

DELL 0llDlNAMENTO llEL L'ESERCLTO

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rimangono ,i.4_. o.M.i ,000 giovan i alla 2" categoria. Questi, d1e nel complesso di cinque dassi danno da 200 a 205,000 uomini, secondo la legge attuale dovrebbero ricevere una IJrcvissimu istruzione militare e rimanersi in congedo illimi ta to sino al 20° anno di etò, a disposizione del Governo per ingrossare l'esercito in . caso di guerru . Secondo il progetto di legge presen tato dal mio pred ecessore, le tre classi meno nnziane della 2" categorin, ivi compuLa t.e in totale 1170,000 uomin i, doveano essere destinnte ad ali, nentare l'esercito attivo, e le altre due a far parLe dei corpi presid iari. Così coll'uno come coll'nltro sistema si anebbe ann ualmente un numero d' individui troppo grande per poterli istruire suflicient.emente nelle pratiche le più essenzial i del soldato . Oggi , che per l'adottamenLo delle armi a til'O accelerato la istru zione individuale ha preso straordinaria importanza, per imparare queste prati che a chi debba potere entrare subito nelle file comballenti, non bastano ~.o giorni e neppure 3 mesi com'era.no proposti nel primo proge,LLo: e ci vogliono almeno 5 mesi, per la gran parte da passarsi a ca mpo di istruzione. P.er po tere così istruire 44- o 4-J,000 uomini ogni ann o, ed ancli <3 soltanto 38,000, com e risultereLbe la forza d'ogn i classe di 2" categoria secondo il primo progello, occorrerebbe una spesa di quasi 6 milioni di lire, senza contare che si avrebbero altrettante giornate perd ute per !.'agricoltura e per l'industria. Mi è sembrato che sarebbe riparato, almeno in pa rte , a questo doppio incoDYeniente, quando il ~um ero dei giovan i ann unlmente requi sibili si dividesse in tre ca tegorie: 1" categoria, quelli che deggiono fill' parte dell'esercito permanente per un dato numero d'anni e diven ir perfetti soldati; :za categoria, quel determinato numero di giovani che saranno. tenuti sino al 26° anno di


PllOGETTO DI 1,EG GE 1.');;R LR OASI GENEllALI

età in congedo ~ll imitato, a disposizione del Governo, per entrare al bisogno nelle fil e dell'eserci to attivo · 3a cate~oria, tutto il restante dei requisibili d'ogni. classe dt leva, che sa rebbero assegnati subito e sin o al 26° anno di età ni corpi della riserva . Quelli cli 2" categoria sarebbero p·iù accura ta mente istruiti, per 5 mesi, cioè quanto basti perchè alla occorren za possan o subito ent rare nei corpi nLLi vi e 'r:ombattenti . A quelli invece di 3a cateo·oria sarà suf:. 5 llc1ente un'istruzione anch e più limi ta tu, cioè di soli 40 giorni , e la quale si poti·.\ dure darrli ste:ssi oTaduati dei corpi de!Ja riserva, quasi co~une per°comune : pe r esempio, nei giorni fostivi, ed in quelle epoche dell 'anno ove meno si d isturbano i con tadini fl gli operai. Ciò post.o, accennerò b revemente le ragioni. della dueuta dell'obbligo di serviz io e della fermo sollo le armi che pro pongo . l n quanto alla durata cl cll'oh bligo al sel'vizio , o.-ve_r?sia al tei:npo in cui il cittadino è obbligato a militare per il paese, essa è qu asi la stessa ch e vi era proposta nel primo progetto , e non eccede in realtà che cli 6 mesi quella stabi lita dall'attuale~ legge sul reclLJLamento . t quasi la stessa del pri mo proge tto, uttesocbè quivi l'obbligo al servizio per la ,1a categoria era proposto di 11 anni, dei qu ali 8 nei corpi dell'esercito auivo 6 3 nei presicliari; ma non doveva dceorreee che dnl J0 del )uO'lio . al l';)ssento d'ogni elassc, cioò ;j o 4. mesi o successivo dopo l' arrivo al corpo. Mi pm·ve invece più 1·azionale e netto cl_,c l'obbligo al sel'r izio si facesse princip iare dal 1° luglio dell'ann o dell'estrazione a sorte, comccchè da qne~ '.nomento i giovani siano veramente soggetti al se n·1z10 milit;1re e a disposizione del Govemo , qua11Jo oc<·orre se di anticipare di qualche tempo la n

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D1':LL 0RD INA ) IENTO DlH,J.'ESEI\C ITO

venuta del contingente so tto le arrni. E sicco me normalmente la venuta del contingente sotto le armi deve c(fcLtuarsi nel ùicembre o nel gennuio, e non pili tardi sia pe r riguardo alle co nvenienze delle popolazioni , sia rnpporto a quelle dell'istruzion e dei corp i dell' esercito, ne consegue che lu durala dell'obbligo ~I servizio, che io vi propongo, è nel fondo cli 1 11 anni e 6 mesi . 'Essa non eccede quindi evidentemente che di soli 6 mesi In duruta pl'eseci tta dall a vigente legge. l\fo per ampio ,:onipenso degli indiYidui, negli ultimi tre a:r.n~ di scrvii io, essi. pi ù non appartengono che a corpt di risel'va, che sicura mente non sono esposti ad aver la. vita così durn ed ani scJ.1inla com e qu elli di prima linea. Oltre a cièi la forma sotto le armi M 1> anni si ridunebbe a 4, not.evol issiroo vantuggio e per gli ind ividui e per la popolazione intera . Con questo li e\'e aumento nell'obbligo al servizio per la 1• categoria e, analogamente, per la 2•, e con far comi11ciare l'obbligo stesso invariubilmcnle dal 1° lugli o dell'anno dell'estrazione a so l'Le d'ogn i classe, oltre ad una necessa ria regolaritò nella successivitù dell e vtH'ie clussi nel servizio, ci pl'ocurcrà l'i mportantissimo vantuggio che se la guerra venisse a scoppiare nella prirnavern , come d'o rdinario s uccede , si avrebbero per l'esel'cito uuivo nove classi di 1 categoria, oLto dell e quali perfe ttam ente istruite, al.tesochò la più (l'iovane di queste avrebbe già un unno e più di perb l . l . manenza sotto le nrmi; e si avrebbero n trcsì set e assi di 2a categoria, cinque delle quali gi11 fornite della relativa istruzion e. Questo stesso prin ci pio fn adoLtalo nella le(l'ge fra ncese 1° febbraio 1868; e non mi pare cl, è la ~ua convenien za abbisogni. cl i alL1·i argomenti per essel'e spiegata. 1 8

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PROGETTO

nr

LEGGE PER l,E l:lAS1 GENERALl

Relativt11nen.te alla ferma sotto le amii clella ,1• categoria rni sono indotto a proporla di 4 anni cioè meno un anno di ciò che sia attualmen te nello ÌeO'o-e _tutto?hè in questa proposta io dubiti di aver coo;;r;~ ~ient1 no~ po.chi autorevoli pareri dell'esercito; e ne e P.rova 11 yrrmo progetto cbe vi fu presentato, ov.e la ferma vt era conservata di 5 anni, ed anzi portata a 6 per la cavalleria. Io credo che 4 iJ Jili siano sufficienti a formare abbastanza ~ene il s~\dnto di qualunque .:irmn, quello eccettuato d'. cavalleria. Ma sono aneli e più convinto che ~eno di ,~ an ni non basterebbero per darci dei soldati complétamente istru'iti, fatti alla Yita militare alle sue esigenze, ai suoi disagi e alle sue fatic he ' come deve essere indispensabilm ente il nerbo del~ l'~s_ercit~ co_mbattente. Potrà col tempo· divenir poss1~1le c!t _ ridurre questa ferma a 3 soli anni; ma P:'1rna. bisogna che il livello della pubblica ist,·uz1.~ne si alzi r!~aggio!'mente nell ~ nostre campagne, bisogna che pw profondamente s1 compenetri in tutte q~~nte le_popol~zioni delle nostre provincie lo spirito rr~1htare, il sentunento del dovere che ha ogni cittadino d1 concorrere nella difesa dei diritti e nell'onore della patria; bisognerebbe che l'esercito non avesse a~Lra occupazione tranne la prop.ria istruzione; 0 b:sog~e_reb!Je .almeno. eh~ si potesse applicare presso d1 noi 11 sis tema territoriale prussiano od anche soltanto :l'austriaco, per il quale i reggimenti sono re?lutat1_ p~rman~nternenLe in determinate provincie e 1 corp1 d esercllo stanno quasi in permanenza nella . c?ntrada_ ove sono reclutali. Ma l'applicazione di cos1ffa~to_ sistema non è ancora per noi conven iente e possibile sotto al rapporto politico, e lo diverrù solt~nto_ col tempo, al che ci preparerà per lo appunto I ordinamento dell'esercito di riserva, com e propon go.

•I Ì ~ .

DEL!: O!IDINAMEN TO DKLL'ESEllCI'l'O

Per la cavalleria non ho potuto proporvi una diminuzione nella permanenza sotto le anni, giacchè, com e è noto a tutti, per quest'arma si esige un apprendimento più lungo e più diffieile, e tanto più presso noi, ove non abbondano, cowe in alcun altrn paese, gli uomini da prescegliersi per le varie specie di questa arma, quelli cioè abituati di buon'ora al cavallo, e che vi hanno quindi gusto e propensione. Per formare un soldato di cavalleria tale che possa entrare in eampagna, ci vuole più di un anno di continuata e ben intesa istruzione; tanto ·più in oggi, quando il servizio della cavalleria in guerra è divenuto assai più difficile, e richiede nel cavaliere 1.m'ist.ruv.ione ed un::l educazione assni più est8se e sicure che nel passato. Il soldato destinato alla cavalleria verrebbe compensato dell'anno di più di permanenza sotto le armi, con due anni di meno nella durata dell'obbligo militate; e mi pare sia sufficiente ed equo compenso quello di essere svincolato dal servizio militare due anni prima, oltrechè negli ultimi clne mmi egli più non sarebbe adoperato che nei servigi di trai.no . Concreterò ora succintamente gli effetti, sulla forza dell'esercito, di queste modificazioni che propongo all'attuale legge sul reclutamento .

Si ritiene , clietro dati sta t1st1c1, che annualmente 260,000 giovani vadano iscritti sulle liste di leva, e che di questi il 34 010 ovvero 88,000 siano requisibili

per il servizio militare; nè saranno di più, ora :r,arti colarmente che si sono fatte più rigorose le condi~ zioni d'idoneità fisica alle armi, come lo richiedevano le convenienze dell'esercito, dello Stato e delle po-polazioni stesse.· ANNO XIV , VOL, Il,

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.. PllOGETTO DI LEGGE PER 'LE BASI GENERALI

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DELJ,' ORDINAMENTO DELL'ESERCITO

Sottraendone i Carabinieri Reali è gli altri corpi e personali che non sono che parte accessoria dell'esercito, resterà per questo la forza di circa .rno,ooo uomini, dei quali 270,000 o '.280,000 snranno certamenLe mobilizzahili , per l'esercito combattente. e per passare le frontiere al .bisogno, e tutti nel vigore dell'età e convenientemente istruiti.

. ~eguendo il metodo tenuto negli anni addietro, di chiamare nel contingente di 1a categoria il 2 per mille della popolazione, esso dovrebb'essere di 50,000 giovani e ne resterebbero 38 ,000 per la 2• e per· Ja 3" categoria. Ma fissando il contingente di 4a categoria a 50, 000 uomini e la ferma sotto le armi a 4 anni, avremmo da portare nel bilancio la spesa per circa 200,000 uomini di truppa, ovverossia circa 27,000 uom1~1 di.. pi.ù di .quelli che furono stabiliti neila parte orchnar1a del b~lancio per il ·1869 , ciò che farebbe una maggior spesa di 10,000,000 di lire almeno. Pertanto, per non eccedere i ,u.o milioni. nella parte ordinari.a del bilancio deHa guerra, è forza che il con tingente annuo di ,Ja categoria sia ridotto normalmente a 44., 000 uomini, ovverossia alla giusta metà dei requisibih . .La bassa-forza dell'esercito permanente risulterà di 173,000 uomini, che è quella poco presso noverata nel bilancio per il 1869. Dopo un'intera rotazione del sistema avremmo :

Esercito cli riserva.

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Esercito atti'vo . Ordinanza e avanzi di classi con38,000 geda te . 9 classi di ,J a categoria (levate di .u.,ooo uomini) 273,800 6 classi di 2a categoria (levate di 20,000 uomini) . 407,500 Ultime classi çli cavalleria, treno e 6,000 corpo d'amministrazione Totale 425,300

3 classi anziane di 1a categoria. . 69,500 6 classi di 3a categoria (levate di 129,200 24-,000 uomini all'incirca) . 1

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Totale 198,700

,.

Quindi tra corpi attivi e corpi di riserva 62.4,000 uomini di bassa forza. E si noti che questi num.eri sono presi a metà d'anni e calcolati più stret~i che larghi (), e che necessariamente collo accrescimento progress1vo della popolazione aumenterà anche la 3· categoria e con essa la massa dell'esercito. Nè questa forza sarà la sola , sulla quale 1' Italia potrà fare assegnamento per la tutela del suo territorio, delle SUQ libertà e dei suoi diritti, avvegnachè (*) Questi numeri derivano da minuti calcoli fatti sopra i dati forniti dalla spericnza di molli anni. Per un calcolo pih sommario si può ritenere che il prodoUo effettivo di 12 contingenti di l • categoria si riduce a quello di 8, e quello di 6 contingenti di 2" o di 3a categoria a 5 e qualcho cosa.

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l'I\OGE1'TO or LEGGE J~.E I\ LE B,\$1 GENEI\.\J.l ,

avrà ancora la sua Guardia nazionale. Ordinata in

guisa da poter provvedere al mantenimento dell'ordine e della sicurezza nell'interno ccl anche concorrere alla difesa locale, la sua cooperazione tornerebbe, in caso di guerrn, efficacissima per l'esercito, di cu i sarebbe così la seconda cd ultinrn riserva. Oltrechè si potrebbe anehc tral're p;).rti to cli talun su o elemento, particolarmente sulle nostt·e fronti ere alpin e, per formarne, p. e., delle compagnie di franchi tiratori, le quali potrebbero rendere quivi im portanti servigi.

Un'altra modificazione 0l1 e io propongo alla vigente legge sul recl utamento si è di far la leva nell'anno io cui i giovani compiono il20° anno di eL-b, e di chiamarne · soLto le anni in principio dell'anno su ccessivo quelli cad uti nella 4a catego1·i;1; ciò che del resto fu fatto da noi dal 11863 al 1866 , e prati caYasi nell'esercito .sardo ante riormente al ·181:H , e praticasi nella Francia, nella Prussia, nell'Austria, nellu Russia, nella Spagna e dappeclutto. A '.20 anni il. giovane è fot'mato e perfettamen te atto al servizio milital'C; onde mi sembra ptovvido, e nel1' in teresse dell'i nd ividuo ed in quello della popolazion e, il chiamarlo a militare a quell'e tà per lasciarlo po i libero in età cl i un an no meno avanzatll .

Propongo l'abolizione dell a surrogazione ord inariu, ·confermando cosl Jv proposta che vi era fatta nel primo progetto ed appoggiandomi alle stesse ragioni di ordine morale e dì diritto di uguaglianza. . So tto a quest'ultim o rapporto taluno potrà fo rse trovare che si dovrebbe pu1·e abrogare la legge 7 luglio 186G per l'affrancazione dal servizio militare. Ma

DELL'onOJN AillENTO DELJ,.ESERCI'l'O

a ciìi si oppone una considerazione, che mi parve di tu tta entità, quella cioè di conservare all'esercito dei soLL'nfficial i unziani . Si clirit che l'esercito prussiano fa a meno cli qu esta disposizione e che l' eserci to austriaco ed il francese hanno or ora soppresso l'affrancazione; ma in JJrussia, nell'A ustria e in Francia sono guarentiti. ai sott.'ufficiali, dopo un certo nu1~ero d'an~i di servizio, degli impieghi e dei benefizi che 1101, almeno pcl morn.en to, non sapremmo come assicurare ad essi. Del resto io pen so non essere impossibile che col tempo possiamo anche noi abolire l'affrancazione : quando lo spirito militare sia meglio incarnalo nelle provin cie nostre e me.gli e sviluppata la istrnzione pubblica, cosic:chè nelle file tomi pi ù facile, che non ora , la nomin a di buoni so l.t'ufficiali, e quando potremo anche noi, come nell'Austria e in ]~rancia, all ettare i sott'ufTiciali a continuare n&I senizio collo assicurar loro un qualche impiego, mercè il quale campare po i onorevolmente la vita. In questo int~ndimento vi sono proposti gli arti coli ;1·1 e 4 2 , che stabi.l iscooo condizioni 1·istrell,i:ve _cosl al riassoldarnento come all'affrancazione; e· coll'arti colo '.2,i- , vi propongo un'altra man iera colla quale i giovan i che si destin ano agli studi universitari, a quegli studi cioè che non possono 'essere lunga mente interrotti senza andare sciupali, potrebbero otten ere quasi lo si.esso scopo che colla sunogazi one e coll'affrancamento . Questo metodo è dn. l11n gl1i anni seguito nelln Prussia, e l'Austria lo ha di rccen~e adotlato. Ho creduto di progettarlo sotto forma 1111 po' piì1 ristrettiva, si.a per nc.n pregiudi ca re troppo gravemen te l'istituzione dello affraneamenlo che, co me ho accennato, credo necessario di co nservare tuttora , si,\ anche in ossequ io :il principio 1l'11p;llaglianza: rrin -


' 22

~3

PROGETTO· Dl LEGGE PER LE fiASI GENERALI

DELL'ORDINAMENTO DELL'ESERCITO

c1p10 che in virtù degli articoli 24 e 25, sarehl;e osservalo assai meglio presso di noi che nella Prussia ed in Austria. Ivi diraui il volontario di un anno, dopo spirata q~esta le~ma e superato l'esame d'idoneità, passa subito alla nserva; presso noi invece cìascuno seguirebbe la sorte della propria classe e categoria, e quindi senza verun pregiudizio nè per la forza dell'esercito nè pér gli altri inscritti. '

ogni anno (.v-) . l\fa quando si tenga. conto che altresì ogni ann o, per la proposta anticipazione della. leva. a venti anni anzichè a ventuno, 174,000 giovani, tra esentati, riformati, dispensati e àffrancati, si troveranno svincolati un anno prima dalla. sorte della leva, ciò che la gran parte attende prima di prender moglie e accasarsi, sen za co ntare i 24,000 della terza categoria. cui il matrimonio non è ·vietato, e quando si tenga pur con to che l'obbligo del serv.izio tet'minerebbe definitivamente per gli uomini di prima ca tegotia e di seconda cpn sei mesi di età meno che attualmente, si finirà per riconoscere come la nuova disposizione nel suo effetto O'enerale non sia a maggior pregiudizio dell a propao gazione. Difatti, in ultima. analisi, il servizio militare non terrebbe nel celibato che ~70 a ~715,000 uomini al più, ci.oè poco più del ~ O[O della. popolazione maschile del Regno, e ciò quando il celibato, stando alle anagrafi, è già del 25 O[O, contando i maschi. in età di ammogliarsi. \ bel resto poi, non dobbiamo illuderci: il soldato ammog] iato non è fatto per le guerre lontane, lunghe e rischiose, che uno esercito attivo può dover sostenere. R non soltanto percbè il ricordo dell' abbandonata forn iglia possa tenerlo sconfortato e diminuire in esso lo spirito militare e lo slancio, ma perchè la sua morLe può piombare quella famiglia nella miseria, sen za contare l'aggravio che risulta allo Stato per dovere sussidiare, anche insufficientemente, gli orfani e le vedove def morti sui campi di battaglia.

· p_eggio ora chiarire le ragioni dell'articolo .23, che a pruno aspetto parrebbe aggravare l'on ere del sel'vizio militare con detrimento della popolazione. Colla legge attuale sul .reclutamento, la proibizione di con~l'aI'!'é matri~?ni_o porta sugli uom'ini di 1a categoria ~n congedo 1lhm1tato e sino a che abbiano compiuto 11_ 26° anno di etò., cioè su 5 classi, posto che la leva s1 facesse nel 2·1° anno . Questa proibizione si voleva anc)1e estender~ a tre delle classi di seconda categoria coll art. 8 del pmno progetLo di legge sull'ordinamento genera!e d_el_l' esercito .. Col!' a~t. 23 del presente progetto, i_l d1v1eto sarebbe applica to a sei classi di prima , categorm ed a tre sole di seconda, e ciò nell'ipotesi che normalmente la leva si faccia a 20 anni: nell'esercito attivo non vi potrebbero quindi essere di ammogliat~ che tre classi di prima' categoria e altrettante d1 seconda, poco più di '130,000 uomini, cioè meno della terza parte della forza totale. Di confronto al primo progetto, la mia proposta è meno onerosa, poichè sarebbero 24 ,000 'giovnni di più che potrebbero ogni anno prender moo·lie, cioè la 3• categoria. Di riscontro invece alla legg: attuale la mia proposta è apparentemente più gravosa, attesochè terrebbe vietato il matrimonio a. ,J4,000 giovani di più in

(*) Secondo i criteri della legge attuale, la l" categoria dovrebbe annualmente fornire un contingente del 2 por 1000 della popolazione, cioè 50,000 giovani. Chiamando invece questo contingente di 4,1.000 uomini, e quello di 2' in 20,000, cioi: in tutto 64,000, saranno 14,000 giovani di piì.l all'anno che non potranno prender moglie. '


ORLI: 01\DIN AM ENTO DEI,!.' ESEf\GlTO

PnOGF.'l'TO Dl LEGGE f>Ell u : n.tSI GENERAI.I

IT. Delle trup7Je di rùervci. Giù ho accennato quale io intenda lo scopo e quale la costituzione delle truppe di riserva; avvertirò ora come avrei in mente di ord inarle, la qual cosa dovrà apparire particolareggiatamente nel progetto di bilancio normale. Come lo accenna ~·articolo 26, ques te milizie andrebbero ol'ganizzate per provineia in ballilglioni e in compagnie. I soldati di fan te1·ia domi ciliati in 11110 o più com11ni vicini costituerebbero la compagnia; le compagnie di uno o più cir~ondari ,·icini, il ba ttaglione ; e i hattngliooi di u1.1a o più pl'ovincie vicine il reggimento, laddore convenisse. Analoga cosa s'intenda per i bersagliel'i, per gli a1tiglieri e per 0,rJi zappatori del genio. Rigu ardo a queste due ultime arm i è ch iaro per altro che i loro centri esser dovranno laddove vi siano fortezze o coste mari llime da difendere. Nell e truppe di riserva non vi. avrù nè cavall eria, nè artiglieria da cam pagna, nè pontieri; cd è facile il comprend ere come truppe di codesta specie non siano guarì organizzabili su l pi ede di lruppe di riserva e quasi presidiaric, e come del resto non siano necessa rie . E neppur sia necessario il treno d'armata, quando i corpi dell a riserva , dovendo essere mobilizzati, pot ranno servirsi cli carr.i di precetto.

l

ij

25

Potranno essere ordinate, ma solo al momento del bisogno, dell<; compagnie o piuLtosL~ delle _sezioni c! i infermieri, con un cert o numero d1 soldati della nse rva, ed aggiungendovi quei cittad ini che animati da generoso sentimento chiedessero di farn e p~rte .. In tempo di pace, com·~ espresso nella legge , 1 corpi di riseeva non sai·ebbero chiamati sollo le armi salvo qualche rarissi ma volta pee istruzione o per r~ssegnc, o quando ciò fosse richiesto pee misura d'ordine pubblico. Per l'istruzione si sceglierebbero sempre i gi orni festiv i, o quei tempi dell' anno in cui il contadino e l'operaio hanno meno lavoro. . . . . In quanto all'urficiali tù delle tru ppe di r1se1·va, 1 titoli III e IV dello schema di leggechi:iriscono bastevolmente <l'on<le su ,·ebbe tt'atla e come tenuta a numeeo. Eccettuata una parte nel grado di sottotenente, saranno tutti provetti ufficiali su i quali lo Stato potrù fare sicuro assegnamento. Questi ufficiali, salvo quelli nominati o tra gli ufficiali volontariamente dimissionati, o giusta l'art.. 2n, o-odranno dell'assegno vitali7,io corrisponde:1te ul ser-. 5 . . vizio dai medesimi prestuto anler10rmente ne, corpi dell' esercito attivo e loro devoluto o. termini delle vio·enti leggi sulle pension i militari. E per compent> so.rii in qualche rn an iera del servizio che ponno esser chiamati a prestare non solo in tempo cli guerra , ma. anche in t~mµo cli pnce sia per l'istruzione delle truppe cli ri serva, sia per la tenu ta ùei ruoli, sia per altre incurnbenze che nella leva, nelln istrur.ione della 2" categoria, e nelle rassegne degli uomini in congedo illimitato potrebbero essere loro affidate, nel progetto di legge si è lasc·iata aperta la via al miglioramento della loro posizione sia con qualche avanzamento, sia col còmputo per un terzo del sP-rvizio prestalo


26

PROGETTO DI LEGGÉ PER LE !}ASI GENERALI

DEL!,' ORDINAMENTO DEI,J,'ESERCl'I'O

nella riserva; la qual cosa è di stretta giustizia, dal momento in cui questi ufficiali continuerebbero ad appartenere effettivamente all'esercito. Ciò porterà una qualche maggiore spesa allo Stato, e sarà la maggiore e· forse l'unica che ci potrà costare l'istituzione dell'esercito cli riserva; ma, oltre che potrà essere subito compensata da qnalche economia in altri capitoli del b ilanc io, appunto per quei serviz i particolari che si affiderebbet'O a codesti ufficiali, ci potrà altresì consentire una qualche diminuzione nei quadri dell' eserci'to attivo e quindi nella spesa l'elativa. Per for nire gli ufficiali ni corp·i di riserva, la Commissione sopra i cui lavori era compilato il primo progetto, proponeva fosse stabilito il principio che qua~ lunque ufficiale dal grndo di luogotenente generale a quello di sottotenente incluso, raggiungendo un dato limite d'età, dovesse passare, prima che a riposo, in una nuova posizione aggiunta a quella dèila legge vigente sullo 'stato degli !lfficiali, cioè nella posizione di riserva; questi ufficiali avrebbero servito sia per formure i quadri dei corpi presidiari (come erano chiamati nel primo progetto) , sia per tenere molte delle cariche, che coperte in tempo di pace da ufficiali dell'esercito attivo, si fanno vacanti, quando gli ufficiali che le occupano sono ch iamati a far parte dell'esercito mobilizzato . Io vi ripropongo lo stesso principio; e senza ripetere qui gli argomenti elaboratamente addotti nella Relazione che accompagnava il primo progetto , mi limiterò ad aggiungere che l'applicazione di (J uesto principio non solo è necessaria per dare ufllcinli alla riserva, ma che essa tornerà altresl utilissima per i· corpi attivi , l'uflìcialità dei quali 'h a bisogno assoluto di essere giovane e robusta, oggi più che mai, merHre 'il segreto

della vittor;a si cerca nella massima mobilità delle truppe. Ed è mosso da questo intimo convi~cirnento, che io vi ho anzi proposto <li abbassare d1 qua)ch_e poco il limite di età per alcuni dei gradi superron, ciò ehe spero vorrete approvare, come cosa che se potrà di qualche poco accrescere_ allo SllltO l'onere delle pensioni, Lrnverà il piÌì arnp10 compenso nella mio·lior cos tituzione dei corpi sì attivi e sì di riserva. t>

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IIL Di:~p osi:zioni transitorie.

Uno dei punti principali è pur quello che le basi gene~ali pell'orclinarnento dell'~serci to, che si vorranno adottare, siano tali da potersi non solo prestare ad un'applicazione _immediata e pia~a, ma_d~ pote~· ~r~durre effetti immediuti. e completi. I rrne1 studi s1 rivolsero anche ed anzi in modo particolare a questo, pun to, aLtesochè io chiamerei irresoluta o quanto meno male resoluta la questione, quando , per aver l'esercito costituite e ripartito come ci occorre e come è divisato, dovessimo attendere che il nuovo sistema . avesse compiuta una intera rotazione . Se accogliendo il progeuo che ho l'onore di presentare, il Parlamento vorrù pure approvarne tal quale l'art. 47, nell'anno 11870 stesso la legge potrà ricevere la sua piena applicazione ed avremo subito l'eserciL~ nellu forza prescritta; ben inteso per ahro, quando s1


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PllO GE'rTO DC LF.GGE PRI\ LE BASI GF.NER.\1.1

prefigga di far due leve in un anno, ciò che dovrebbe inevitabilmente succedere o nel •I 870 od nl più ta.rdi nel 187 !. Potrà fol'se a taluno sembrare impugnabile -il disposto dell'articolo 47, perchè inteso a dare effeLLo retroattivo alla legge; ma se vo1Tù studiare un momento gli eff'eLLi di codesta retl'Oatlivitit, egli non potrtl a meno di convincersi che essa, non che tornare al menomo scapito , ri uscirli anzi favorevole alle classi anzian e sulle quali avreLbe effetto, Ed io credo che non vi ha dogma di giurisprudenza , nè principio di diritto costituzionale, e dirò anche di razionalitù, cito si p0ssa opporl'e a dar· effetto retroattivo ad unn di sposizione, quando sia assicurato che l'effetto stesso non solamente non è dannoso, ma è favorevo le.

l>Et,L' OIIUL~.\~IIHHO

OELL' ESERCJTO

1

Ecco, o signori, postevi in iscorcio le primari1J l'il·· gioni del progetto di legge ch e ho l'onore di sottoporre alle vos tre delibera,.ioni. Esso, corn'eLbi a dirlo, poggia in buona parle sui lavori dello Commissione eh.e nel ,1866 fu incaricatu di studiare la qu es tione, e fu assodato da studi posteriori da me fatti, nei quali ho tenuto conto e di quanto in quest'ultimo bienni o le altre potenze hanno opernto su qu esto soggetto, e dei giudizi portati sul pri mo progetto dnlla pnrt.e snvia ed autorevole della eriti<:n .

TJTOLO I. G e II e r

II

I i ti,.

Art. ·I.

L'esen;iLO si suddivide in:

Esercito attivo ; Esercito cli riser-va. L' eserci'to atti,uo <~ eostitu i.to da quelle truppe o corpi destinati ·più proprian,ent.e alle operazioni della o·ucrra campale, così all'intemo come fuori dello Stato. 0 · L'esercito di riserva si compone a·I truppe des tmate, in tempo di guerra, ad appoggiare l'esercito di campagna ed a difes:1 dello Stato; ed a concorrere, an che in tempo di pace, al mantenimento dell'ordine e della sicurezza all'interno. Art. 2. ln tempo di. poce i quadri dell'esercito aLtivo cd in via normale una parte della sua forza sono mantenuti. so tto le armi; l'altra. parte è tenuta in congedo illimitato. Art., 3,

In tempo di pace gli ufficiali dell'esercito di riserva stanno nella posizione di riserva, determinata


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PROGET'f O DI LEG GE PER LE BAS1 GENERALI

dal Titolo· IV della presente Legge. I1 ossono però essere uLil izzati per l'isLruzione e per le rassegne delle classi in congedo il limit.ato e per altre incumbenze di servizio militare, che il Oiinistero della guerra g iudicasse di affidare ai med esimi. La bassa forza rimane in congedo illimitato, e non può essere chiam ata soLlo le armi per serv1z10, che con Decreto Sovrano. Art. 4. La forza dell' esercito è stabilita in 620,000 uommt di bassa fo rza, de.i quali 400, 000 di truppe aUive. Art. 5. La forza da tenersi so tto le arm i m tempo di pace e prestabilita da un bilancio normale, approvato dai Poteri legislativi. dello Stato, cd annualmen te r iconfermalo dalla Legge generale del bilancio.

1

DELL ORDINAME~'l'O DELL'ESERCITO

Art. 7. In princ1p10 d'ogni anno è determinato per legge il co11Lingenle C'he la leva dell'annata stessa deve somministral'e all'esercito attivo per mantenerlo a numero .

Art. 8. Questo contingente è ripartito in due categorie: La prinw categoria comprende quelli che debbono essere effettivamenLe incorporati e servire nei corpi attivi dell' esereito, rimanendovi sotto le arn~ i i l Lempo determinato dagli articoli '14 e 45 seguenti; La seconda categoria comprende quelli che devono bensì essere inscritti sui ruoli dell'esercito attivo per il tempo determinato da~l' art. 13 della ~resente Legge, ma che in tempo d1 pace sono ordinariamente lasciati. in congedo illimitato. Art. 9.

TITOLO II. Del reclufmnenlo,

I

Art. 6. Sono soggetti alla leva per l'esercito i giovani che in ogni anno raggiungono l'anno vigesimo di età.

Gli inscritti che non vengono designali nè alla prima, nè alla seconda categoria del ~onting~nte, e eh.e non siano rimandati ad altra leva, r1format1, esentati, affrancali o dispensati, formano la terza categoria, e vanno descritti nelle truppe di riserva per il tempo determinato dallo articolo 13 seguente.

Art. 10. È abrogata la surrogazione ordina1'ia, consentita dalla Leo·ge o .20 marzo ,t 854 .


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1

PllOGETTO DI LEGGE l'El\ LE BAS I GENEIIAU

DELL 01\D1NAMEN'J.'0 'OELT,'ESERC ITO

Art. 14: . 1

Art. 11. 1

È abrogato l'art. if:1 della Legge 7 luglio 1866,

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ep-

però i militari che saranno d'ora innanzi riassoldati, più non conferiranno al fratello il diritto all'esenzione dal militare servizio .

I militari di prima categoria sono assegnati per : a) nove anni all'esercito attivo; dei quah, in tempo di pace, quattro debbono essere passati sotto le ·armi e gli altri in congedo illimitalo; b) tre anni all'esercito cli riserva. Art. 115.

Art. 12. 1

A modificazione del!' art. iS della Legge ·7 luglio 1 18D6, non saranno più ammessi al ri~.ssoldamento con premio i carobinieri semplici, i musicanti, i trombettieri e i tamburini, salvo che siano fregiati della decorazione della Corona d'Italia , della croce dell'Ordine militare di Savoia, o della medaglia al valor militare, oppure, pei carabinieri, di due menzioni onorevoli al valor militare. Alle condizioni di età e di anzianità di servizio, stabilite dal capoverso A) dell'art. 5° della succitata Legge, i caporali, per essere ammessi al riassoldarnento con premio, devono aggiungere quella di esser compresi nel quadro d'avanzamento al grado di sott'uffiziale.

Art. 13. L'obbligo al servizio militare è di due dura-te diverse : aj di clodici anni per quelli ascritti alla prima categoria; b) di sei anni per quelli ascritti alla seconda ed alla terza categoria.

I militari di prima categoria, designati alla cavalleria, soi:io obbligati al servizio militare per dieci anni; In tempo di pace stanno ànque anni sotto le armi. e passano gli altri ànq·ue in congedo illimitato, conti~ nuando ad essere ascriUi all'esercito attivo si.no al termine dell'obbligo al servizio. Negli ultimi due anni dell'obbligo al servizio essi vanno assegnati all 'arma d'artigliei:ia od al corpo del treno, per il serviz io dei traini del!' esercito in caso di mobilizzazione. Art. 16. 1

I militari di prima categoria assegnati al corpo del treno od al corpo di am m:inistrazione rimangono ascritti a.ll'esercito attivo per tutta la durata dell'obbligo al servizio militare. Art. '17. La durata dell'obbligo al servizio per gli inscritti così di prima, come di seconda e di terza categoria, comincia col primo luglio dell'anno della estrazione a sg'rte della . classe di leva. ANNO XIV, VOL. II.

3


3,1,

rnOGE1'1'0

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DEL t.' OROIN DIF.N'l'O

u:1;GE i•En r,E BASI GE!'\1•: H,\ r.1

Art. '18.

l militari 1n congedo illimiLaLo, che sian o in servizio nell e guardie di p11bbli.ca sicurezza, cessano .dall'obbligo al servizio miliLare, durante il tempo in cui rim angono ascritti ad esse gunrdiP.

01~1.1.'ESf:RClTO

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illi111it.ato dei 111ili.tari di prinw categoria assegnati al corpo del Lreuo ed n quello d'am rninistrnzion c. 11 Mi nistro dcllagu el'ra è anche in facolt.ùd i anticipare l'imio in congedo illimit ato ùi militari di altri corpi dell 'esercito, ni quali per altro non manchi pit't di sei mesi a com pi ere la prescriun ferma sotto le armi. .\rt. :?'.3.

Art. 19. 1:: vietalo ai militari di prima categoria in congedo

1 milita.r idi seconda categoria, onde ricev(~re la necessaria istruzione milit11re, saranno, in 'tempo di pace, ch iamati sotto l_e ,umi per un termin e dì tempo non maggiore di cinque me.si, ripartibile in uno o piLt anni, conforme gindichcl'ù s tAhi.lire il Min istro drll a guerrà. -../

ArL ~O. .L militari di terza categoria riceveranno in tempo di pace l'istruzione dai quadri stessi del corpo della riserva cui essi sono assegnatì. I n tale istruz ione sarà, in una o più Yolle, impiegato un termine di tempo che in lutto non dovr~ eeccderc q·namnta gùyrn?°.

Art.

2i . 1

I militari in congedo illimitato possono e'ssere chiamati sotto le armi , in tota]it.'1, ovvero per classe, per categoria, per arma, o per co!'po, tanto per l'istruzione loro, a mente degli articoli precedenti, q 11anto per quelle eventualità in cui il Governo lo giudicasse opportuno. Art. 22. Il Ministro della guerra è in facol tà di ant1c1pare di iino ed anche di <li,e mini l'invio in congedo

illimitato di colltrarrc matrim onio prima di aver co mpiuto l'anno vigesimosesto di ctìi. Ugual cli vieto è fauo ai 111ilit..1 1'i di seconda ca tegoria, p rima di aver compiuto l'anno vigesùnoquarto di e L~t. I trnso-rnsso ri di q uesta prescrizione saranno mandati per t~n anno ad un a compagn ia di disciplina di punizione, previa In retrocessionn n semplic;i soldati, se graduati. .\rt. '.:H . I giova ni ehe abbiano conseguito l'11 n1mission~, nella qualilà di studenti cffcttiYi, ad nna <lclle uruversitù del Regno, potn,nno essere aceettc1ti co me volontari nelle nrmi di fanL<:! l'ia, bersaglieri , artiglieria e zappatod clell 'eserc;ito , pu rcltè sodclisiino ~llc cond~zioni richieste pel' l'arr11 ola1ncnto volonta ri o dall'art1e olo 4fiO della , igenLr' Legge s nl reclutamento , ne fa,~cian o istunza prima dell 'estrazione a sorte della dasse di leva all a quak essi apparLengono, e si obblighino a \'estirsi, equipaggi arsi e mantenersi a proprie . spese. Dopo u11 intr ro anno di servi zio sotto le a1:m1 e {!opo superato un esame per comprovare ln loro 1s_tr~1zione militare, questi volontari saranno mandati m

\


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PROGETTO DI LEGGE PEII LE MSI GEN,El\ALI

PELI,' ORDINA.MENTO DELL'ESERC11' 0

congedo illimitato in prima, seconda o terza categoria, confo rme sarà loro spettato per l'estrazione a sorte. ·Sè invece non riesciran'no in questo esame, essi seguiranno senz'altro la sorte della classe e categoria rispettiva .

vano nella posizione di riserva, di cu·i al seguente titolo IV, ed anche tra gli ufficiali che abbiano cessato dal servizio attivo per volontaria dimissione e chiedano di far parte delle truppe della riserva.

Art. 28. Art. 25. I volontari, contemplati nel precedente arLicolo,

saranno computati numericamente nel contingentedella categoria, cui saranno stati ascritti per l'estra~ . zione a sorLe:

Gli ufficiali in aspettativa per riduzione di corpo o soppressione d'impiego rnnno ascritti. d',obbligo ad un corpo della riserva, per il tempo che essi rimangono in aspettativa . ,. Art. 29.

TITOLO III . ll)ell'ese1·eifo di 1•isena.

Art. 26. Le truppe della riserva co11steranno di: Fanteria di linea; Bersaglieri ; Artiglieria da piazza; Zappatori; Infermieri; ordinate, per provincie, in battaglioni e compagnie. Art. ~7.

Possono essere· nominati sottotenenti nell'eser<'ito di riserva, previo esame d'idoneità, i volontari .di cui al precedente articolo 24, dopo che abbi.ano compiuto l'anno di ferma prescritto dall'articolo stesso, e coloro che sono stati licenziati dal servizio nell'esercito attivo sì con congedo illimitato , sì con congedo assoluto, purchè abbiano servito almeno due anni nel grado di sott'uffidale. Art. 30. Le vacanze nei vari gradi d'ufficiale che si fanno nei corpi clell'esercito di riserva, sono riempite per . due terzi con nuove nomine giusta gli articoli 27 e 29 precedenti, e per l'altro terzo con promozioni per anzianità di gràdo nella ufficialltà dei corpi stessi, colle norme stabilite dalla Legge sull'avanzament~ nell'esercito. Art. 3 1.. 1

Gli ufficiali delle truppe· della riserva sono nominaLi, per Decreto negio, tra gli ufficiali che si tro-

.,

Le nomine ai gradi di caporale e di sott'ufficiale sono fatte dai comandanti dei corpi della riserv·a ,


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1

l'llOGE'l"fO DI 1,EGG'E PER I.E ll.\SI GEl'.ERAl,I

giusta le norme della vigente Legge sull'avanzamento e del relativo Regolamento. . I s_oU'uffìcia_li e caporali, che dai corpi dell'esercito attivo trnn s,tano all'esercito di l'iserva, vi consef·~ vano il loro grado.

DE1,r.' ORDlNAMEN'l'O DEI.L ESEJ\CI'l'O .

e, quando l'esercito attivo venga mobilizzato, possono essere ternporanenménte impiega ti nei comandi territodali ed in altri servizi militari del!' interno che siano adeguati al loro grado. Art 35.

Art. 32.

Gli Ùffìciali, sott' ufficiali , caporali e· soldati dell'esercito di 1:iserva, siccome soo·o·etti in seI"vizio alla · 1·ma ecl alle Leggi militari i:-o d1sc1p al pari derrli ufficiali, sott'ufficiali, caporali e soldati clell' esel'~ito attivo avranno ragione, semprn quando chi~mati in servizi~ ( e non pe~ istruzione e rassegne ) ai corrispondenti trattamenti, tanto rapporto alle com petenze çli effettivitù al servizio, quanto riguardo ai vantaggi derivanti dalla applicazione delle Leggi sulle pension i.

Gli ufficiali dei g radi sottoindicati passano di pieo diritto ed autorità nella posizione di riserva a rni~nra che raggiungono, in ogni grado, l'età seguente : Luogotenente generale . ~iaggior geneeale Colonnello . · Tenente colonn ell o e Maggiore Capitano .Luogotenente e Sottotenente.

a 62 anni a a a a a

58 » 55 » 52 4-8 45

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Ari.. 36.

TITOLO IV. Della posizione di riservn per gli ufficiali.

Art. 33. Alle varie posizioni dell'ufficiale stabilite dall'articolo 4 della Legge 25 maggio 11852 sullo stato degli ufficiali, è aggiunta la posizione di riserva. Art. 3,i-. Gli ufficiali nella posizione· di riserva concorrono a mantenere a numel'o i quadri dell'esercito di l'Ìserva;

Possono essere conservati. in attività di servizio anche oltre l'anno 62° di età i luogotenenti generali che abbiano i titoli richiesti dai RR. Decreti 42 ottobre '184-9 e 2 agosto rnM per il conseguimento del grado di generale d'armata, o c~e occupino ca:ic~e affatto speciali e nelle quali torma marcato vantaggio del servizio il mantenerli anche dopo il limite di età fissato dall'articolo precedente. Art. 37. Gli ufficiali subalterni che abbianq 25 anni di servizio, e i capitani, gli uffidali superiori e generali che ne abbiano 30, possono essere collocati nella posizione di riserva, anche prima del limite di età stabilito dall'nrticolo 35.


PR OGETTO DI LEGGE l'Efl LE flASI GEN ERALI

Dln,1,' OR OINAJ\IENTO l)E t.L'E SE HCITO

.

Art. 38.

Art. 41.

Gli ufficiali che si trovano' nella posizione cli riserva f~nn_o passaggio di pien diritto ed autorità a quell; d1 nposo, quando raggiungano le età seguenti:

All' ufficiale subalterno che ali' atto di passaré nell a posi'zione di riserva, in forza dell_'a:ticolo 3~, non avesse i 25 ànni di servizio, presCT'ltt1 dalla v1crente Legge sulle pensioni militari per dar ra?ione ~l minimum· della pensione di ritiro del grado rispettivo, i tre primr anni passati ·nella posizione _di riserva sono computati per interi, e l'aumento d1 p·ensione relativo gli è concesso tosto raggiunta questa anzianità. Così pure sono computati e quindi liquidati pel' interi i due anni · passati nella posizion e di riserva. al capitano che all'ntto di questo passaggio non avesse i 30 anni di servizio per conseguire il m1:nirnwm della pensione di ritiro.

Lu ogoten ente generale . l\faggior generale. Colonnello . Tenente L:olonnello e Maggiore Capitano Luogotenente e Sottotenente .

a 70 anni a 68 » a 66 » a 60 » a 55 » a 52 · »

Art. 39. . Il tem~o scorso dall' uffiziale nella posizione ·di r~serva gl,1 è computato per un terzo per la liquidaz10~e. della. p~nsione, ne·Jl'atto di far pass;iggio alla pos1z 1one d1 riposo o di riforma. · Gli con ta però come intiero il servizi o effettivo prestato, tanto sotto le armi in un corpo mobilizzato d_ell'eserci to di riserva, quanto in altra carica che gli sia affidata, a mente dello articolo 34, nel caso della mobi lizzazi@ne dell'esercì to attivo. Art. 40. Gli ufficiali nella posizione di riserva hanno diritto all' assegno che loro spetta a titolo di pensione nell'atto in cui fa nno passaggio in essa posizione. Ove· all'atto 'di questo· passaggio l'ufficiale avesse meno di 20 anni df servizio, esso avrà nondimeno ragione all'assegno corrispondente a 20 anni di servizio:

Art. 4,2.

Gli ufficiali che abbiano 12 anni di grado all'atto in cui passano nella posizione di. riserva o compiano in essa i ·I~ anni di grado, saranno di diritto · promossi al grado superiore. Art. 43. In caso di promozione la pensione dell'u fficiale nella posizione di ri?erva è regolata sul nuovo grado,_ di maniera però che. continui 1,1d essere ragguaghata sugli anni di servizio che à·veva al momento del· passaggio nella riserva . Art. 44. Quando per ragion e di età, a mente . del'l'art. 38, l'ufficiale passa dalla posizione di riserva a q_uella di


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OEJ.l.' On OfN AMEN'l'O OELI .' 1:ìSERCl'l'O

PllOGETTO or LEGGE PRil LE l3AS1 GENERALI

riposo, egli ha diritto alla _pensione, come fu liquidata all'atto della sua ummissione nella riservn, più l'aumento corrispondente agli anni di servizio prestati nella risfH·va ed al maggior grado .che avesse ottenuto nella riserva, qualunque sia l'anzianità. nel grado stesso. L·ufficiale invece che dalla posizioÌrn di riserva passasse a quella di riposo prima. dell'età fissata dall'art. 38, sia per effetto di sua volontà, sia d'autorILà, avrà la sua pensione liquidata in ragione precisa clei servizi effettivamen te prestati.

Disposizioni transitorie

At't. V1.

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65 65 65

Onde l'esercito possa: tosto essere costituito sulle basi stabilite dalla presente Legge, la Legge stessa avrà effetto retroattivo sulle classi di prima categoria 48t3, 1844, ,t 84 5, 4846 e ,18-i-7 e su quelle di seconda categoria •I845, 1846 e •184 7, e sarà pure applicata alla classe ·1 8.t 8. Sopra ciascuna delle classi di seP-onda categoria sopranominate, 18,000 uomini saranno designati a formare la nuova seconda categoria, continuando ·ascritti ai corpi attivi dell'esercìto; il restante passerà di 1,erza categoria , e andrà assegnato ai. corpi della riserva.

52

62

4-8

Art. 48.

58

Art. 45. I medici militari passano nella pos1z1one di l'Ìserva e qu indi a quella di riposo nelle analoghe condizioni che gl i ufficiali dell'esercito; nei limiti di età seguen ti: Età por 13 riserva Età 1>e1· il ri1>oso

Ispettori Medici capi ~ledici direttori !ledici di reggimento i\iedici di battaglione

TITOLO V.

60 55

Art. 46. Il passaggio nella l'iserva non infirma le facoltà ed i. diritti che le . vigenti Leggi sulle pensioni militari accordano al Governo ed agli ufficiali.

Le Leggi organiche per 1' esercito, ora in vigore, sono mantenute per quanto non sono contraddette dalla presente. Art. 49. La presente Legge avrà vigore col primo gennaio 4870.


Ul'i DIALOGO SGT.l,A STR.\'l'EGIA

UN

DIALOGO SULLA STRATEGIA LIBERA VERSlONE DALL'[NG LESE PHR

N. :YIARSELLI

<1l

. u.n neb.bioso mallino d'inverno, in un modesto quartierino sito a Peel-Streel, il maggiore W. e il capilano T. si scaldavano accanto al fuoco . Distesi su due sedi e a bracci uol i, fumavano alcu ni odorosi Londres sorbi vano a centellio i il the co l rh u m e leggicchia vano' l'inseparabile amico d'ogni buono inglese: il Times. La monotonia della scena era di tanto in tanto interrotta da gravi osservazioni sul contenuto della lettura, da brevi dispute o da scrosci di risa.

(1) Questo dialogo era tradotto sin dal cominciare dell'anno 1866, e destinato a servire come Prefazione a quella partè del

mio lavoro sul Problema mil'ita1·e ecc. ecc., che avrebbi:I dovuto versare sulla fortilìcazione in relazione alla strategia. I doveri del mio carico non permettendomi di continuare a scrivere siffallo lavoro. io pubblico isolato uno scritto che può stare · da sè. 1L Tradutto1·e.

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Il maggiore è uno di quegl i uorn'ini che il volgo batteua col nome di « strani » e che gli osservatori superficinl.i repuLano a doppio stampo, in breve ciò che i continentali credono di quasi tutti gl'ioglesi: un umorisl.a, un originnle. Pensatore ed insi eme artista sino al fond o tlell'animo; scritlore severo e pure ripieno cli scappate facete , che sono come sp1'azzi di luce in un cielo fosco; amante delle idee gene rali senza nocum ento della creta nella quale elle s' incarnano, tanto ch e v·ha di quelli che affermano i suoi lavori essere aridi e sembrar scritti , com e a dire, con uno scalpello, cd allei li dicono vivacissimi e coloriti con un pennello; c'è in lui del pensatore tedesco e del R~mlrnrndl; insofferente de l limite, ansioso di sapere e poi saper~ le discipline più varie, di gustare le arli pii1 div erse, ma pcr'Linace a voler di tutto toccare il fondo; poco tenero elci parere; delle cose che sa non discone trnppo e non richiesto appunto perchè )P, st1, e di quelle cl1e non sa. non dice verbo per la semplice ragione che non le sa; parlatore facil issimo ma sobrio e riflessi\'O; scherzoso quando fa le viste della serietà e seeio q uando piglia l'ari a scherzosa; fornito di spirito pratico, sebbene non somigli punto a quella macchina, specie di tarlaruga bipede cl1iamata « il pedante» ; nonostante la sodezza del suo spirito, pronto a combullerc una corrente eccessiva col correre per istudio e anche per ingenit:1.. tendenza reagente all'estl'emo opposlo; ossequioso di tutte le regole della disciplina militare, lllentre tra lui ed il regolam ento 110n tegni affinità elettiva; non ha troppo protuberante il bernoccolo dei num eri e non moli.o ampio il cervelletto per le macchine; pieghevole alle pretensioni tiranniche e formali della soci el.à, ei non si piega mai sino ad abbandonar la li nea retta e da perdere il centt·o di gravil.il del suo carattere morale. Adunque


UN DlALOGO

SUJ.U STRATEGIA

è il nostr-o maggiore un uomo intelligentè, addottri-

di dati ed. ostacol i tr-ascurati in questo computo alla mente soda del T. non si affacciavano nemmanco, o se appena balenavano egli si affrettava a discacciarle come fis ime teoriche e larve fantastiche. E così se al suo hrngo sguardo si offriva un poggetto ed e' tosto voleva piantarvi su una batteria, guardando avanti al bel pendio ch e avrebbe dovuto essere a meraviglia strisciato dai proietti, e non mai guardando dietro all'ampio fiume che era forse destinato ad inghiottire i cannoni in ritirata, T. e la sua fort una . Lo svelto uffizialctlo è fornito cli natura d'una persona snella, che adorna e stringe con un grazioso uniforrnetto, al quale accrescono eleganza le frequenti ed elasti che movenze del torsG, delle braccia, delle b0.n proffilate gambe, .inforca a meraviglia il foeoso destriero, fa sempre all'amore, ma per- dcv.ere del suo grado, E:\ ••• non legge mai un libro . Giovi netto per età, vecchio fanciu ll o per animo, è di giù capitano, e Lutto b~r) si.trova disposto perchè egli per-co rra eapidarn ente la scala dei gradi. . All'età del povero W. egli certam ente sar,\ stufo del generalato, non ostante che con uno dei suoi n9ti compu ti menerà l' esercito a rom pi collo . Non importa :Ja sua fama di uffiziale pratico riposerA sempre sulle salde colonne della sua perizia a:ngolarr.ien tam e del suo sapere da un centirnetro . Questo gentleman è uno splendido ornamento nei salon i dell e nostre Lacly. Egli ha un debole pel suo maggiore W. t .adulazione.? è paura del superiore? è qu el certo affetto che i leggeri po't'tan-o ~Ila g~nte seria come a cosa per essi strana e che rompe la mono tonia delle loro impressioni? o fosse per caso la vanità di passare dinanzi all'eletta dell' esercito per l'amico di un sapiente? Vattela pesca. IL maggìore lo amava come gli studiosi amano i passatempi , come Giorgio Hegel il fratello dell'illu stre Meyerbeer.

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nato, franco, affettuoso, arnante delle idee e cose semplici, nemico dell' impostura così nella scienza come n ella vita, m,a tutto ciò senza esagerazione, senza pedanteria, senza rigorismo. I~ sup erfluo l'aggiungere che quest'uomo deve scrivere pei pochi, vivere, pei pochi, essere noto e stimatissimo da pochi, e che la sua carriera non abbia potuto brillare pet rap idità. Di fatti il suo capo è presso che tu tto imbiancai0, e non da altro che dalle lotte del pensiero e della vita. Come avrebbe potuto accadere diversamente? Egli non è propriamente nè questo nè quello: nè artigliere, nè fortificatore, nè fantaccino, nè <~avaliere, nè sa, a dfre il vero, certe noziqni elemen tarissime : l!. man iera di esempio la data precisa della nasci ta di Wellington. Nel i'ivere non si ace_?nçia e adagiA nei. gruppi artificiali che l'uomo si è ferma t.i, vi. sfugge dalle mani come argento vivo. Intanto, vedete cosa cur iosa, egli è tutto: è artigliere, fortifica to re, fan taccino e cavaliere, e non ostante le sue scarse foc:olt;1 mnemoniche il suo cervello si è identificato collo spi rito dell'arte e della storia milital'e ; ha un animo ricchissimo e colle sue cognizioni svariatissime ed or·ganate i.n sintesi stretta è per noi un bel tipo di uffiziale . Appartiene allo sta.Lo maggiore, ed ha in sui quarantacinque anni . Il capitano T., del medesimo corpo, è il rovescio della medaglia: non sa vi.vere senza la p'iazza d'armi sotto i piedi ed il regolam ento tra mani . Esce dalì'artiglieria, ma da questo corpo rispettabile .iì bravo giovane non ha ripOi'lalo che la memoria imbonì La di metri e di centimetri . Quando in campagna c'eru a sa.pere il tempo che a:vrebbe voluto un esercito per ag.giungere un obbiettivo, T. saltava su e ve lo spiffera,;a in men che noi pensate : tanti chilometri di distanza, tanti chilometri all'ora , dunque fa tanto. Le miriadi

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.i8

UN DIALOGO

In quella che essi ridevano insieme, s'udì a picchiare all'uscio e poi si vide aprirlo, sbucar fuori e ruzzolar per la camera un omicciattolo t.ond o ·che pareva un gomitolo. Sul suo viso rosso e per nulla ovale la matrigna natura avcvn bucherellati d11 e òccbi grifagni, tratto innanzi un enoTme naso adunco, etagliata una bocca o meglio un grifo. Questa è la 1·ispeltabil e figura dell 'editore che pone a stnmpa le opere del moggiore, il quale assai di rado tocca non ehc la sterliua, lo scellino. Dopo di aver posato il suo cappello, s'inchinò dimenandosi sconciamente colla persona, e fregandosi le mani e facendo una srno rfìa disse: - Vi porto, signo'r maggiore, un grande affare. Portare un affare anche piccioletto al W. non era certo corri.e port.ar nottole nd Atene e vas i a Samo. - Oli, rispose freddamente il maggio.re, accompagnando l'esclamazione con un sorriso tra lo sceLLico ed il curioso. Poi sogguardò il suo uomo e aggiunse : - Parlate. - Voi giù sapete, signo r maggiore, come tuUa Europa sia in fiamm e. Bismarck vuol mangiarsi il carciofo della Germania, la llus::;ia fa la posta a CostanLinopoli, e, mi capite? la. Francia non si sta clrcta e appetisce la part du gcileaii; insomrna questi matti di continentali si ammaz7.eranno bravamente in fra loro ... e avremo quella tanto sospirntu guerra generale, quel finimondo europeo ... - Sia, ma lasciale i preamboli e venite al concreto. - Il concreto è che gli studi militari e in ispecie quelli strategici torneranno di modn: non vi sarà militare, che dico, non zerbin otto che non voglia saperne e che si rimanga <la! far piani, dal percorrere l'Europa su e giù col dito sulla carta e dal parlare di questo, di quello e che so io. Infin e dallo sv uotare tutto quel

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St;Ll.A STRATEGIA

magazzino di termini ai quali io non ci capisco gran follo, ma che ... - Ebbene? - Ebbene un trnttato di strategia pura e popolare sarebb e un'attu.:ilitù, fa reb be f'nro re, chè cascherebbe proprio come la rnanna . --:- Volete dire un quadro dei principii di strategia? - Appunto, ci avete dato dentro. Chi meglio di voi potrebbe scriverl o? Io poi mi occuperlJ di fare ciò che i nostri vicini chiamano la réclame, e la cui arte forma al presente uno dei maggiori vanti di questa regina della razza latina: grossi cartelloni con lettere bianche su fond o nero, e con nere su rosso, articoli di qua, articoli di là, annunzi su per tutti i giornali , lodi sperticate quando voi siete per terminare il libro ... - Il libro? Ll è una sedia, eccovi un sigaro, sedete e fumate . Il maggiore W. compose il volto a grande serietà, si avvicinò colla sua seggiola al tavolino, scoperchiò il calam aio, v'intinse due e tre volte la penna, po i stirandosi i baffi si pose a scrivere. L'editore non aveva avuto ancora il tempo di consumare un terzo del sigaro, che il maggiore gli porse un mezzo foglio di carta, dicendo: Ecco , leggete. L'editore, gettato un rapiclo sguardo sul foglio e veduta la brevit,'t dello scl'itto, credè che il maggiore avesse inteso distende1·e il contralto. Allora caYò di tasca gli occhiali, se li pose a sedere su gli occhi e incominciò ·a leggere vorremm o dire compitando; ma qual non fu la sua meraviglia quando, dopo avere oltrepassato il titolo che era a capo del foglio e che diceva (( Principii generali dì strategia » non vi lesse di so tt.o altro che il seguente:

Ar-NO XIV , VOL, Il.

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UN DIALOGO

Principii cli strategi·a .

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S UI.LA S'l'l\ATEGIA

come uscir di spineto lanciava certe occhiale interrogati ve ora sul vo lto del ,~oggiore, or~ s~ que~lo d~l capitano, il quale era d1v~nu to om~1 la sua ancora di salvezza. T. rivolgendost al rnaggt0 re e sapen~one un po' per abitudine il carattere, si rimase a soggiungere queste poche porole: - Così breve? - Sì, replicò il rnaggiol'c, e sfido io a farlo più lungo senza uscir dal seminato. . . Allora T. si pose a frugare e rifrugare tra ..le sue reminiscenze di sf: uola, e pescato un nome lu ben lieto di p·ittai:lo fuori . _ E Bi:Ìlow non ha errli scritLo a dilungo .... li maggiore primo. terminasse la frase gli gridò sul capo: . - Lasciatemi stare col vostro Bulow : apphcare la creometria alla strategia, gli è quanto voler misurare o · L colla spanna le bellezze del .nostro_ gran tragico_. o so ben io che se si fanno di q uest1 azzeccamentt, un volume di parole è bello e stempera~; ma sono volumi ai quali si attaglia la rispos~a eh Amleto a Polonio : Parole, parole, parole. - E .Jomini1 ,'rrrriunse T. che tutto rin0cralluzzito per l'erudizione "·oo ' addimostrata, non aveva posto mente all a rep1·1cn cl el maggiore; ma si era messo alla caccia di un altro nome. - Ah, .Jornini ? andiamo adagio adesso. . Jomi ni è stato per le operazioni m~litari ci~ che 1 grammatici, gli est~Lici ~ dirò anche L pcda~ll per la lingua e per le arL1: egli ha . d~v~llo adowue qu,e~to termine, scartar quell'altro, dcfm1re, separa~·e, _di:,tmo-uere, classificare , esemplificare, applicare, d1clnarare'. ~piegare, polemicizzare. Così nasce il fracasso. de~ grandi volumi. Ma, prendete una storta, buttatevi

1° Operar concentrato in guisa da opporre la massa del proprio eserci to alle frazion i dell'inimi co. 2° Opera re sulle com unicazion i dell'inimico senza esporre le proprie. Questo principio con tien e tre gradazioni, che sono: formarsi una base - tenervisi in comunicazione - tenervisi in comun icazione m inacciando quelle dell'inimi co . 3° Opc1·arc per linee interne.

eh;

N. 8. Il primo è il principio supremo cd assoluto per conseguire la vittoria; il secon do è l'in complem en to acconcio a coglie1·c il maggior fru tlo di essa; il terzo è la fo rmu, la direzione che deve avere il movimento d'un esercito perchè si rechino ad allo i primi due.

L'editore ed anche il T. guardarnno allibiti il maggiore, il quale aveva un vi so sereno e imperturbabile che mai tan to in sua vita. Se eglino fossero stati più colti in letteratura si sarebbe affacciata alla loro memoria il Ritter Gluck dcll'Hoffmann, ed avrebbero creduto di assistere ad una scena fantastica. Ma con la differenza che Gluck leggeva sulla bianca carta rigata la nuova Armida che usciva del suo cervello invasato, mentre W. obbediva calmo , e forse an che con irnnica coscienza, ad un o di quei moti eccessivi sì ubituali al suo spirito quan do vo leva lottare contt'o un falso andazzo. Uopo cinque minuti di silenzio il W. ruppe il ghiaccio ed esclamò: - È questo il mio trattato sui peincipii di strategia. L'editore, che ne avev,1 stampati dei voluminosiss1m1, non ci si raccapezzava punto; ma non sapendo

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UN DIALOGO

SOJ..LA STl\ATEGlA

dentro tutta la parte ast.ratta e teorica della strateo·ia o ' depurale, distillate e da codesto larn.bicco non vedrete sgocciolar che, quelle tre gocciole da me designate. . -. Voi . ci avete del Clausewitz nelle vene - ac:ro gmnse T., e poi cadde sull'appoggiatoio della seggiola, quasi spossato di questo ultimo giuoco di forza. - Non. ci ho mica acidi corrosivi io nelle vene. No, caro T., io credo nella scien za, ma non nell a in tu tte esagerazione di essa, e la iattanza mi riptwna t, le cose. - ~fa intanto le nostre biblioteche riboccano d'infolio sull'argomento, nè è a dire che lì dentro non vi abbian ad essere per altro che come ricettacoli di polvere. - Credete pure chè se aspettano altra visita che quella della spazzo.la essi si struggeranno di solitud ine. Ascolta_temi. Se voi guardate bene in fondo u quegli sfondolat1 volumi e voi vi accorgerete che essi son tutti rimpinzati di corolla.rii, di esempi.i, di npplicazioni storiche, di relaztoni tra la straL<~~ia ed altre branche, come la tanica, la fortifica zione, e soprattutto la geografia e la sLot·ia militure. Il vostro .Tomini per dar vita concreta ai pochi prin cipi i asLratti, dovuto afferrarsi alla tavola cli salvamento della storia, e però li ha applicali ed insieme desunti dalle campagne di Federico II, della· Rivoluzione francese e di Napoleone. Nè questo è un male al mondo, anzi, a parer mio, l'unica via a porgere vita ai pri·ncipiiastratti gli è il vederli muovere e diventar persona nei fatti. E per la strategia accade come per le discipline filosofi.che: qui i principii si hanno sempre a veder sul campo della natura e dello spirito, lì in quello della storia. Per tanto io vorrei che si stesse poco librato m ana sulle generalità e molto si volgesse la ménte

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ad addentrarsi nelle applicazioni; ma ciò è ~rop~·io il contrario di quel metodo che prende molll principii secondarii e terziarii e quar~arii i_nve?e ~i __ a~'errare i pochi dominanti, e che quei moltt p~mctp11 tira'. stira, allunga e imbrodola in un mare eh parole e· d1 artifici"ali distinzioni. La strategia è venuta a poco a poco assottigl iandosi e depurandosi di t~1tta_ q~ella selv_a oscura nella quale l'avevano affogata 1 prum P:dant1. Per me, i libri che da questo lato valgon meglio sono quelli dell'Arciduca Carlo : poche_ teorich~ e ~1~e J:>elle applicazioni a due campagne ripiene d1 ut1h 111segnamentì. . .. Il nostro Magdougall, col pos1tmsmo anglo-sassone, vedete come ha semplificata la teoria della guerra, e qual grazioso e chiarn quadrn di genere ~1a sap~to fare d1 quegli immensi e sperticati qua_dr?rn stor1c1 che per la loro ampiezza e per la conius10ne delle molte e disparate figure, pel cozzo di colori di~c~rclany, no_n potevano essere in alcun modo abhraccrnt1 dalJ o~clno dello spettatore. Arroge, mio caro T., che proprio I aver confuso colla strategia quel che essa non è punto, ha di molto conferito ad ingrossarla. Onde sia lode a quel bravo svizzero del Dufour, il quale col suo buon senso non si è lasciato abbindolare e vi ha chiamato Corso di tattica quel suo bel librn, q_uant_un~u-~ v~ stessero pure a modo di preliminare 1. pr_mc1p1~ d~ strateo-ia; ma ei vi stanno come innanzi a1 corsi d1 0 fisica e di topografia le nozioni dì geometria. Ad~mq_ue da questo mio -ragionare voi inferirete_che se m1 _chiedete principii puri, io non potrò dar_v1 _che q_ue1 tre: eccoli lì essi sono il risultato ed rns1eme 11 punto di parte~za di tutto lo studio delle grandi operazioni militari essi sono immanenti nell'arte della guerra, . essi dar;no la vittoria a chi sappia applicarli con accorgimer:ito - that i's the question, - essi hanno gui-


SULLA STl\ATRGIA

UN DIA LOGO

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ingen·no non sia utile : conferisce alla eos~_i enza i~ sa0 · · · 1en lo pere attraverso quuli lotte un pl'lilClpto 51 ger_ ' so; ma converrete ,neco che è penoso, ~lte ~ac1lmen te i giovani uffiziali in questo labcrinto th fi\1 yerdon? quel d'Arianna e si disgu stano da ~no stud10 ~~e e pure sì semplice e sì bello. Del rim_o.ne?te ne::,5.~no vorrà ne<rare all' illu stre autore la glona _di ~ve: ~_J ,mo 0 • · del1· s upr·et"ll formulato in organico sistema • pr1nc11)11 . · ·1 t 1n qu' uro l'arte dell a guerra. Eceon la m ~ ~ne? e . , " . arole : lccrO'ere e meditare poclll hbn de, gian~1 e 00 P . . a· · oh s,,, vo0'1,ono b ruciare tutti i trattatom <lei mc iocrt. o insegnare a diventai' generali: gli è eo1_ne voler dctt~r le reo-ole per di Yen tare Mozart I Son celie, ah, son celte còcl e;te . SI.odiare sì, studiare seriam ente due _volte e mille volle sì, perchè non si diviene g r:ande i~ nulla senza studio, m a quello studi o spast01ato e fa_tto a faccia a faccia colla natura, col vero, colla s:or1~. ~e iwetc fosforo da general e, a qu esto contatto~ s~int1llerù.: se no, anela.te a menar la vanga. Nè m_1 dicano che quei diavoleti di volumi perfczion~n o, d1r?zzano i mediocri se non giovan o a ~orma ~·e i gr:n r~d1 .gene. 1: 1· uccidono J)e r centran o. Gh uom1m d1 fort~ 1aL. 1 a· · b ino-eO'no sa nno· scuotere quella ca pp a i p1 om Il, mal m:diocri vi si accasciano sotto e soccombono._ l i p~·e~ cetto è adunque buono per tutti: la leuur:a d1 scritti come quelli di Nopolconc ~' per _l'uon~~ d'mg~gno, l~ rivelazione di cosa che egh sentn:a ~ia battere '.'on . fu samentc in sè, e per i mediocn è il .~olo raggio dt. luce cl1e possa rischiar·ar le teneb_re dell ,.n telletto: _P er carità non risuscitiamo la scolast1~a. e~ i1. formah:mo ell'arte nost1'a, chè ai nostri cav1lli ct s1 opporra la ~agio ne delle di sfatte . Come ha detto il generale Peucker? Testa chiara e cuore caldo. Ecco tutto .. A questa sfuriata del maggio_re, ~r · rispo~c: - Ch e i pri ncipii cli strategrn s1en pocln, lo credo

dato tutti i grandi capitani , a cominciare da Al essandro e a terminare a Wellington, e loro hanno ammanita la villoria . Se mi domandate applicazioni della strategia io vi di~·ò: leggete i Commentarii di Cesare, Je '.\Icmoric di Federico TT, e soprattutto quelle di Napoleone e la s ua Corri spond enza. Se volete un po' di utile e bella storia militare io vi consigli erò il Consola to e l'Impero de l Thiers, salvo le campagne di Spogna e di Portogallo , che dal nostro Napier sono state sì egregiamente narrate. Se poi mi spingete a dirvi co me si fa nd imbrogliarsi la mente, a smarrirsi cd annoiarsi in questo studio sì bello e ·direi sì artistico della strategia, io vi risponderò: leggete se potete sino a fond o il Tratt,ato delle grandi operazi0ni strategiche di fomini. E ciò senza ch'io ni cghi i s~rvigi ch'egli ha rendu lo alla scienza; ma il trattato delle grandi operazioni esprime il lavorìo che si fa qu ando si va cercando la propria via : si eli mina questo e quello , si fanno question i con i Lloyd ed i Tempelhoff, si procede come tra cespugli , insino a quando si vede brillare tra questi il diamante d'un vivido principio. ElJbene il diama nte si raccoglie, si spogl ia dell a scoria, si espon e, cd ai cespugli si accenna soltan to. I tentativi, i vacillamenli, · i soliloqui col proprio spirito, i dialoghi polem ici con altri, in una parola, il lavoro dell a ricerca debbono r imanere sepolti nel cassetto del proprio tavolo da lavo ro, come un artista conserva. sulle pareti del proprio stu dio i su ccessivi bozzetti r.he l'hanno condotto a quello che è divenuto un quadro. In quel lraLlato Jomini ha folto il contrario : la scoria uccide il diamante : egli studiava e ci ha voluto obbligare a studiare con lui; egli si eserci tava copian do intere pagine dell'Ifistoire de 1non temps di Federico e ci ha voluto far leggere in due edizioni la medesima cosa . Non dirò che l'assiste re a questo lavoro di form azione d'u n forte

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UN l)IALOGO

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SU LLA STRA'l'RGIA

e ne vado lieto, anzi lietissimo; ma ché sieno swi · sempre gli stessi non mi entra in capo. E come! meni.re noi vediamo progredire la meccanica e la fisica mentre osserviamo all'astrologia seguir l'astronomia' e a\l'alc!iim ia _la chim~c1:1, in breve tutto avanzare e perfez1on,n·s1, non ci avrebbe ad esser che la strategia la quale se ne stesse lì ferma e ritta colle, mani alla cintola I Perdonatemi, ma che 'Napoleone abbia fatto la g-u~na . come si. face_va ai tempi di /tesare, oh questa poi non posso rng01arla. · - Rammentate, disse flemmaticamente W., che noi qui . si parla di principii generali applicati da grandi capitani nelle loro principali operazioni. Per questo lato la cosa va proprio così come io vi dicevo. - Dist~nd_ete. il. braccio_. preULlet~ nello scaffale quel libnccrno giallo e porgetemelo: sono i Commentari di Giulio Cesare. Leggiamone insieme qualch e brano e appigliamoci alla guerra gallica, la quale non ci · ha erudito che abbia posto in fo r,se sia scritta proprio da Cesare. ~eeferisco cogliere a volo l'esem pio di Ces~re da voi recato p\3r caso, e di Cesare la guerra gallica, perchè piacemi di renderrn.i difficile la prova. Sarnbbe assai agevole il provare la mia affermazione con l'esempio di Annibale; ma di Cesare si è detto che massime nella guerra gallica abbia operato senza , regola e senza concetto, e poi che i suoi Commentari sieno rozze note scritte da · un soldato sul tamburo. Non è questa l'opinione del poeta Lamartine? Il non ebbe sfogliate poche pagine che tosto $i arrestò al § xu del libro 1, e lesse ciò che segue (1):

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(1) Per la traduzione in italiano ci varremo cli_ quella dell'Ugoni. '

ll ·Traduttore .

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« È l' Arari un fiume che passando pe' confini degli Edui e dei Sequani entra nel Rodano, d'incredibile placidezza, così che da qual parte scorra non può l'occhio discernere: Lo passavano gli Elvezi sopra baechette e palischerrn i accoppiati. Tostochè seppe Ces~re dagli esploratori che tre parti della truppa elvetica varcato lo aveano, e che la quarta era tuttavia di qua, parqssi dal campo dopo lu terza vigilia con tre legioni, e raggiunse quelli che non ancora lo ~vevano p~ssato. Gli assalì impacciati. e sprovveduti, e ne uccise gr~n parte; gli altri si diedero alla fug8: e ~i nascosero nelle vi cine selve. >> /Or ditemi, T... , qual principio mosse Cesare nd attaccar gli Elvezi? Non fu il nostro 1°, non vi pare che egli intendesse a cogliere il momento nel quale un fiume divideva in frazioni il nemieo? Napoleone nella sua meravigliosa campagna del 96 si è comportato diversamente? Questo principio dell'opporre la massa delle proprie forze alle frazioni dell'inimico, separate da un ostacolo, si chiami Arari o lago <li Garda, era non pure azione, ma coscienza in Cesare, tanto che al § v del libro 11, egli dice: « Cesare dimostl'b quindi a Div.iz iaco ~duo quanto importasse alla comune salvezza il fare che le truppe nemiche si sbrancassero, onde non si dovesse combattere ad un tempo contro tanta moltitudine. » Mi par chiaro. eh? E vi dirò c~e il pensiero p remo di Cesare nella guerra gallica non era che! nnpedire sempre- la congiunzione delle forze _nem1ch~, e per recarlo ad atto noi lo vediamo marciare ra~1damente e in generale prevenir· l'inimico coll'ardita offensiva. Egli si è comportato verso i Belgi come Federico nell'aprire della prima campagna della guerra dei 7 anni. Il principio n° 2 lo vediamo poi in cosiffatta guerra posto ir:i pratica non solo da Cesare, ma 1

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UN DlALOGO

SULl,A STf\AT EGJA

all che dai suoi nemici, e cosl nell e operazioni stra1egichc co me nelle man ovre tuttiche · il che è natmale perchè quei principii hanno per ha~e il bu~n senso: e non è detto che di questo abbiano ad esse,·ne sfor.ni~i i. bar~ari ~rnl!a l?ro spont<J.neità. AriovisLo ?1inaccia le comumcaz,om d1 Cesare .col paese dei Sequani e degli Edui, i.lai quali gli venivano le vettovaglie. I Belgi eercano attaccar Cesar~ alle s~alle guadando il fi ume Assona che correva dietro gli alloggiamenti di1 lui. Crasso riportò viLLOl'Ìa sp lendidissima sui popoli dell'Aquitania col gira1'c c1ppunto la posizione, e Cesare su' Germ ani, separandoli dal Reno o più propriamen'.te battendoli, guadagnando prima cli essi il fi ume e gittan doveli den tro. Parim ente nell'assed io di Alesia, alL l'ul ti mo combattimento, Cesare divisò girare a.Ltornd allé fortilì cazi oni esteriori, assalire l'inim ico da tergo ch'è qua_nto dil'e separarlo doJJa base. E Cesare per quant~ era ardito nel mol estare le com unica zioni del nemico pe~ altretta_nto era prudente ad assicurare sempre la pro: pna base dt operazione, come si scorge dalle precauzioni prese nelle contrade dei Ruteni, dei Volei Arecornici / dei. Tol~sati, in torn? a Narbon a, nel territorio degli Elvi, pri_rna c~e egli rno ~esse .contro · Vercingetorige . Nè obbhava d1 afforzare 1 pontl che lasciava alle spalle con opere di fo rtificazione, come quando passè> di là dell'Assona. Per applicare questi principii Cesare doveva naturalmente seguire nei movimen ti In direzione delle linee interne. Se studiamo per bcno il modo eh'ei tenne per muovere contro Yercingetorige e noi ci accorgeremo ch e egli giungendo improvviso a Vienna (Gallia), attraversando il paese degli Edui, inoltrandosi verso i Li.ngoni, guadagnò per lin ee interne il nerbo di sue forze e fe·ce disegno di prevenire la congiunzione delle forze nemich e, le quali tenevano lince esterne,

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e di batterle partitamente . Un'applicazione del princip io 3° sta nel ·fotto che quando si stringe di assedio una pinzza e si vede approssimarsi il nemi co esercito di osservazione, bisogna lasciare un nerbo di truppe a guardia de' lavori e volare rapido a batterlo, cogliendo il momento nel quale, u cagione dell a distanza, la guarnigione della piazza e l'esercito di osservazione non possano tendersi la mano . Ora Cesare non operò che 1 cosi nell assedio di Avari co e contro Vercingetorige, ehe aveva mosso il campo per istringe1·segli addosso. Se non npp iccò battnglia e ritirossi nel campo ei fu per altre considernzioni, come a dire, per la forte posizione occupata dai Gall i. Che se qualche volta lo ved ia mo abbandonare q ueslo principio 3°, non è a , credere che non vi siu il perchè, come accadde quando egli incendiò . Genabo, e condu sse di poi l'esercj to di là del Ligeri e giunse nel paesé dei Biturie;i'. Con qu esta marcia per lin ea esterna Cesare separava Ycrcingetorige dalla Gallia centrale e settentrfonale . Scovriva sì· la sua base della Gall ia Cisalpinu, ma non era punto a temere che Vercingetorige si avventurusse sino a minacciar quella base. Del rimanente l'a ffermare che i grandi capitani abbiano manovrato. in generale a seconda cli q uei principii , non esclude che a volte li abbiano pure violati, qualche volta con crite1-io e per necessità . qualche altra senza c1·iterio, ed allo ra o se ne sien trovati male, o se loro ne sia tornato bene egli è stato così_ per azzurdo come per dappocaggine dell'in imico. E poi che siamo in su questo disco rso e l' addentellato c'è, io vi vo' dire come in questo tesoro dei Commentari si veggano applicati da Cesare non solo i principii generali della strategia, rna anche quelli della grande tattica, della tattica in relazione alla fortificazione, e poi e poi tutta la parte morale dell'arte


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UN DIALOGO

del!a guerr~, ~uella parte che gua'rda· allo spirito, ch'è em1~ente e rns1eme trascurata dai dappoco. Senza uscir fuon ·?ella guerra gallica io · ve ne darò '<'1 ualche esemp10 ... In quella s'udì nella stanza uno scroscio. I due disputatori a~endo. volto Io sguardo donde era partito quel tuono si avvidero che 1' editore sdraiato sulla s~ggiola terribilmente russava, Lo scoppio del loro riso non avendolo destato, il maggior.:: continuò a parlare: . . ~ L'ordine ch'è stato detto obbliquo e che in fondo 1~ _fondo no~ è s~ non un'applicazione tattica del princ1p10 strategico d1 porta1:e la massa delle propriè forze contro_ un~ delle frazioni avverse, contro un'ala, per esemp10, m generale contro il punto ove l'inimico è più debole, è stato da Cesare adottato nella ba tt:1cr!ia 0 contro i Germani di Ariovisto. Jomini ba biasimato Napoleone, perchè questi aveva. trattato l'ordine obbliquo, ch'è antico quanto il mondo come un' ubbìa dei tempi moderni; ma infatti Na~ P?le?n e rideva soprattu~to di coloro i quali han1:10 app1cc1cata questa mvenz10ne a Federico II, e si sono sco.rdati appunto che le munovre fatte da un esercito per rinforzare , una parte della propria linea e anche per attaccare l'inimico alle spalle sono vecchie quanto Il m_ondo e furono eseguite da Ciro, dai Delgi, dal maresciallo Luxemhourg, da Marlborough, da Eugenio, ecc. ~iò che Napoleone rigeltava non era l'ordine obbliquo rnteso_ n~l sens? lato, ma quello pedantesco, quello che s1 risolve 111 una marcia di fianco a vicinanza dell'inimico, in somma la manovra di Kollin. Eh con ·quell'uomo lì bisogna andare adagio a biasimare I lo non voglio infastidirvi, nè moltiplicare i ricordi, ma r~p idamente vi dirò come nella guerra contro gli Elvez1 troverete esempi di prudenti ricognizioni pre-

SULLA STI\ATEG{A

liminari, di acconcia scelta tattica delle posizioni dominanti, il che scorgesi dagli ordini da ti a Labieno; come nel · guerreggiare che ei fece contro i Morini e i' Menap-i; vci il vedete assi.curare i fianchi dei soldati che ,:bbattevano la forestu con opere passaggere, e nel valicare il Reno per muovere alla volta dei Sigambri afforzare il ponte con due teste fortificate e difese da buoni presidi i; come nei discorsi tenuti in Vesonzione scorgerete un bellissimo tipo del modo come si parla a' soldati e della potenza che ha il morale su gli esercili, e come infine in tutta la guerra gallica troverete seminati casi di astuzie, di stra tagemmi ingegnosi, di ardire a proposito e di prudenza a proposi to; di guisa che a me pare che vi si potrebbe eriger su un trattato di ar~e militare parte antica e parte eterna. E qui fece punto il maggiore essendosi accorto che il terzetto dopo esser diventato duetto minacciava trasformarsi in un noioso a solo, perchè anche il capitano faceva certi occhi rossi, e ora gonfi e ora piccini, accompagnati da scrollatine del capo. l\1a T., sorretto dalla vanità se non dul diletto , si riscosse come un cavallo spronato e soggiunse: - Bene, vada come voi dite pei gran di capitani insin o a Napoleone, ma ui nostri dì è sopravvenuto un fatto novissimo, un fatto che ha sconvolto e sconvolgerà tutti gli antichi meccanismi non solo, ma anche tutti i principii regolatori, voglio dire le vie ferrate. ·E non sono io -ad affermarlo, ma il generale .Tomini. Or ora io leggevo in uno dei vostri giornali un a lettera dell'illusl.re generale intorno a questo argomento . E T. datosi a scompigliare molti giornali che giacevano disseminati e confusi sul tavolino, colse la Revue llì'litafre Smsse e si pose a leggere .con voce nasale e con piglio dottorale:


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SULLA STHATEGIA

UN DIALOGO

« Mi si terrà per iscusato .se io colgo il destro da questa polemica per sol levare unaquestioneincidentale, la quale, a parer mio, non è meno importante della precedente, voglio dire del serio studio dei cambiamenti che le vie ferrate arrecheranno oramai nella direzione genei·ale delle operazi.on i <lella guerra, cioè nella strategia. Qui ... ('1 ) >) - Basta, basta, interruppe il maggiore, ho letto quello che J'ornini ha scritto e vi so dire ch e questa volta egli si è lasciato trascinare fuori la carreggiata. Prima di tutto badate bene che il generale non nega la costa~te importanz'a dei principii generali di strategia, ma è cli credere che la loro applicazion e sar~1 incerta, tanto che quelle profezie di una volta non potranno aver conferma, e fa trapelare che le abili manovre saranno meno possibili; in breve incominc·ia coll'affermar l'imrrnitabilità di priricipii e finisce col trovarsi colle mani vuote di essi. Ciò posto, rifac, ciamoci un po' dall'alto e fermiamo un punto di par. tenza per giudicar sano in cosiffatta questione. Se vi ha cosa che le recenti guerre abbiano chiaramente dimostrato si è quella che le ferrovi e sieno di aiuto grandissimo per le rapide concentrazioni di truppa sul limite del teatro della guerra, pel sollecito trasporto di viveri, munizioni e rinforzi alle spall e dell'esercito combattente, in generale per la difesa così degli eserciti come delle fortezz e ; ma che elle non abbiano influenza alcuna sull' avanzare offensivo di due eserciti che manovrano l'uno alla presenza dell'altro, in quella · zona che corre tra i due fronti di

- - - - -- ----- ··---(l) Per recare alla memoria del lettore l'opinione di Jomini riporteremo in nota tutto il brano che riguarda le vie !errate in relazione alla strategia. Vedi alla fine del Dialogo.

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opet·azione. Su di ciò non mi dilungo poi che voi pure avete ascoltato la bella lettura del nostro collega capitano T. Nè può accadere diversamente. In prima è a supporre che nella maggior parte dei casi le rotaie sieno tolte e le macchine scomparse; in secondo è superfluo il rammentare che una truppa la quale attraversasse n~i vagoni il terreno delle ostilità si esporrebbe ad essere sorpresa dall'inimico in una condizion·e certo non molto acconcia a difesa. La ferrovia vi giova sino a giungere su l teatro della guerra, e questo anche quando trnttasi di grandi distanze, ma ivi giunti è mestieri discendiate dai vago ni e vi ponghiate la via tra gambe e manovriate come prima. Questo è il caso più generale; la marcia dello Shermaun è un fotto troppo speciale per Erigerlo a sistema. E così un grande elemento perturbatore è spazzato via nella nostra quislione. Ma torniamo a fo mini. Nelle sue parole io vedo spuntare una contraddizione. Dal l'un canto ei pare che creda alla poca possibilità di abili manovre a cagione dell'impiego delle forze rispettive circoscritto alle zone di strade ferra te invece di essere esteso a tutto il teatro della guerra, e dall'altro ~l tirannico domrnio del dio azzardo. Ora, o io m'inganno, o parmi che se le manovre abili sieno rendute meno possibili dalle ferrovie egli è so l perchè con queste i campi dì battaglia debbano essere più determinati. Se le at·terie ferroviarie vi obbligano o almeno vi seducono a prescegliere quelle determinate lin13e di operazioni e a metter capo in quei precisi campi di operazione, non vi pare ;piuttosto che secondo Jomini istesso non i.I dio azzardo, ma la dea necessità vorrà avere il governo della guena? Ecco il perchè certuni son caduti nell'eccesso opposto ed hanno creduto che le guerre presenti sien brevi e non richiedano grandi abilità da generale, poi che basta


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UN DIALOGO

SULLA STRATEGIA

porre tutto l' esercito nei vagoni, avviarlo per ferrovia, fa rlo discendere a prossimità del cam po cli battaglia, ove tro verù l'altro esereil.o che gli ha dato la posta, e li a furia di urti, cannonate e non so quanti eolpi da fucile al minuto la bisogna '.è spaeciata e poi la , pace è fotta. Per costoro la stratPgia è morta, come per Jomini è intisichita per la ragi one opposta, ossia perchè nulla è calcolabile, nulla è prevedibile. Il vero è ehe eutrambe le opinioni sono esagera te. Prendiamo la ques tione da un altro punto dì vista . J'orn ini nel suo Préàs, fa con sottile cervello una distinzione tra le linee strategiche, denominando le une linee /,qeogra(iche, le altre linee manovre. Dall'i nsieme del suo . 1libro io .nrgornento ch'egli abbia inteso parlare di linee da manovre temporanee sì, ma grandi, chè se si trattasse di angusti viottoli da trasportar poca man o di truppa, all ora rni parrebbe che egli le avreb be chiamate diversamente. Oh a quella mente acuta non sarebbe sfuggita la differen za I E' pecca del contrario, e a furia di sottilizzare noi ci si smarrisce dentro. Per me la linea di. operazione esprime la direzione generale delle operazion i d'un esereito , ed è il complesso di quel fascio di vie geografiche che son proprio linee da manovre, onde mi pare che in genera.le le seconde linee, dette da Jomini di· manovra, non sieno che le prime differentemente denominate. Sulle principali linee geografiche si svolgono le principali manovre, e nella storia militare osserviamo persino lo stesso r-ipetersi d'un medesimo cam po di battaglia sul medesimo campo di operazione. La recente guerra ve ne offre un ultimo esempio: Custoza, sì fatale agli italiani come nel 1848 ('I),. e la guerra ger-

manica andarsi a restringere ov,e ? ove si era determinata quella di Federico II, massime nell'ultima campagna del 1778 . Aggiungi che l'accrescimento delle artiglierie e degli eserciLi obbliga questi a percorrere ap punto !e principali linee geografiche. Or ditemi un po' ove sono costituite le arterie ferr oviarie1 Proprio nelle arterie geografiche, di guisa che il canale di scolo degli eserciti concentrantisi e operanti non è pun.to alterato . Non v'ha di mutato ehe un accrescimento nell a quantith: più rapida concen trazione, più sollecito arrivo di rin forz i. e veLtovaglie su per la lineu che un esercito si ricostrnisce clieteo a misura che avanza sul territoi:io nemico, e anch e più determinata concentrazione, poi che si..: tre vie menano ad un punto, è presumibile che sia p rescelta q11e!Ia che è percorsa da ferrovia . Onde nel caso p iù generale, ed io non guardo che a questo, poi che se c'i mmergiamo nelle ' rnoltipliciL{1 delle ec.cezioni e dei casi particolari noi sperderem o il polo, i profeti aHanno più facile giuoco. Che direbbe ;romini se sapesse che il maggiore Vandevelde, ess~ndo tutt'altro che Napoleone I, ha indovin ato con precision e ove s·i deciderebbero nella campagna del ,J 866 i destini dell a Germania? è chiaro dunque che l'azznrclo predominava cli più e la previsione o cliv.inazione o in Lu izio ne era più difficile nella guerra quando g li ese rcì Li. per la scarsezza ciel numero e delle artiglie r.ie, e senza la tenLazione delle ferrovie, potevano for di quelle schermaglie per sentieri aspri e quasi vorrei dire da camosci. Ma ora cogli inn umeri soldati ehe si farnetiea a. metter su e colle migliaia di can noni ? Guardiamo ora a.Il' altro caso, ossia a quello delle fe rrovie che potrann o rendere più agevole e so llecito un cambiamento di base , una manovra di fianco, una finta e si mili. Napoleone III se ne giovò grandemente

(1) È un'aggiunta del traduttore.

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ANNO XIY , VOL, II.

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,. UN ' DIALOGO 66 per quel rnovimentq di fianco che fu il fatto più rilevante della campagna drl ,1859. Ma in cosiffatti rnovirn enti abbastanza intemperanti ed eccezionali, è da andare adagio, per-chè un nemico vigile, q;1ale non fu l'austriaco al ·18159, può farvi costar cara una marcia di · fìanco nei vagoni, ossia senza neanche la possibilitil di far fronte a destra o a sinistra e forrnarsi in ordin~ di battaglia. Sono movimenti che ordinariamente e normalmente si potranno fare dietro il fronte d' un esercito, circondati da cautele sterminale, e nei quali non sempre ci si guadagna un tempo grandissimo, chè non è poi sì fa.cii cosa far salire e pigiare e poi scendere , la truppa da' vagoni. Un lieve sconcio turba tutta l'operazione. La manovra di NapoleC>ne al 11859, vecchia quanto la stol'ia, dmò dal 28 rnaggio al 3 giugno e pur gli austriaci giunsero a tempo sul campo di lnagenta a portar forze prima maggiori di quelle dei francesi, poi divenute pari e che senza un'inesplicabile sosta potevano ridivenir maggiori. Io so che nella. recente ,:ampagna del 1866 il cambiamento di base dell'esercito italiano dal Mincio al basso Po non fu sì agevol cosa, nè sì breve e pronta (1). È adunque questo tra due eserciti vigili un casò rnro ad accadere e che non muta essenzialmente le condizioni della guerra. Non accadeva anche senza lf) · ferrovie e quando si scommetteva a gambe1 A stornarlo ci vogliono però molte strade ferrate trasversali, e in ciò Jomini ha tutta la ragione del mondo. Quando ci son queste, quando f'ìi sta all'erta, ed oggi insieme alla subitaneità creatn dalle ferrovie son surti anchè maggiori mezzi per appurare le cose nemiche, ~llora ad un movim ento di fianco dell'inimico o si contrap-

SULLA STnATEGIA p

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(1) Anche questa è un'aggiunta del licenzioso traduttore.

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pone una punta o si fa un pari movimento con pari velocità. Ed eccoci sempre ricadere nella veloci tù, la quale sarà come una costante aggiunta al rapporto tra i due eserciti. La maggior determinazione adunque \ del teatro de.Il e operazioni, la maggior velocità sono i fattori che entrano a modificare senza cambiare so:../ stanziati:r1ente la guerra, la cui.sLori~ non ha fatt? ch 1 progredire sempre nel senso d1 quei .due fattori. Ed \ ora che questi fauori hanno raggiunta una pienezza, non mai veduta, ora i generali non sono avvolti nel caos, come dice Jornini, mc). hanno mestieri di rimontare ai principii, di saper calcolare, di saper risolvere il problema naturale del trovare l'x di dati cognìti, e sol.o hanno duopo di aver più ingegno per uscir fuori del deterrninato, jpiù energia per operar veloce, più vi.gilanza per non lasciarsi sorprendere e più sapere per dirigere una macchina nella quale si accolgono tutti gli arricchiti trovati della civiltà: tutte cose possibili ad avere, e che i generali ~ravi hanno sempre dovuto avere. t una questione del più e del meno. Oggi ce ne vuole un po' più, come maggiore abilità ci vuole a ginocar di scherm a quando gli. avversari sono en, trambi valorosi ed abil i. Che rimane in ultun o? Qualche àcciden te: le maggiori scorrerie di cavalleria sulle linee di comunicazione per distruggere le ferrov ie, come le abbiamo vedute di sovente nella guerra di America, e il rinforzare improvYiso d' un punto, d'un corpo che voi sti mavate più debole, al quale contrapponevate minor . forza e che rinfo rzato può piombarvi inaspetta to ad. dosso. Ciò può accadere per frazioni di truppa, chè le grandi masse non si spostano ~ì tacitamente e con fulminea velocità. Queste figure di eserciti che cambino dìrnzione come folgore lasciamole alla poesia e ai romanzi. Per me nei concentramenti e nei grandi


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movimenti degli esercii.i c'è un disegnarsi sì graduale che mi fa ricorrere alla mente i sintomi diplomatici che' precedono la rottura delle ostilità. E quella che noi acldimaricliamo prontezza, perchè usiamo termini di. relazioni, potremmo chiamar lentezza quando la 'mettessimo al cospeLt.o del concepire d'un capit,rno, che da pochi indizi al'gomcn!.a della mente e delle mosse nemiche. Trauando:si quindi di parziali movimenti di fi:azioni di truppa, 'cli operazioni tattiche anzi che strategiche, io, senza negarvene la possìbi.litù, nè la gi.usta importanza, vi so dire ehe le ferrovie e come li creano e così li scongiurano. La teuppa, l'ala, il punto inopinatamente assalito da forze superiori farà resistenzn. tanto più tenace quanto pit'.t sapri'.t che il telegrafo e la: ferrovia che si svolgono e distendono alle sue soalle sono i veicoli ehe annunzieranno la sorpresa e condurranno i rinforzi acconci a rigettarla. Di sorpreso, del rimanente, anehe la guerra passata non aveva iscarsezza , ed oggidì se sul ristretto campo tattico quesLo azzardo sarà rnaggiore, migliore sarc'.t il rimedio. Sì, sì, egregio T., nella gueiTa l'azzardo ha :il suo posto , ma non è re per la grnzia di Dio; le manovre abili avrann o sempre un campo grandissimo , sia perc:hè se la determinazione è cresciuta, noi , in questo dramma possiona!o come vivacemente. dice .Tomini, siamo ben lungi dalla esattezza rnatemati.ca, e sia perchè la differenza nell'ingegno di coloro che comandano le parti ehe stanno ad osle sarà mai sempre esistente e mai sempre darà ·adito alla scherma . delle battaglie e clei movimenti strategici; frna, credetemelo, quando avrete .a comandare, o a farf: il suggeritore di ehi comanda tenetevi riunito, guardatevi le comunicazioni, operate per linee interne, si.a.te tutt'occhi e tutt' oreeehi per ciò che fa · l'inimico e non avrete nùlla a temere da tutte L

69 le ferrovie al mondo. Quanto poi si· è all'influenza ehe le ferrovie poss:rno avere esercitato sulla durata delle guerre, io senza st.ernperarrni in digress.ioni che mi menerebbero fuori del battuto, vi dirò che la brevità delle guer'!'e si è dovuta sinora non solo alla trasformazione dei mezzi di trasmissione e distruzior;e, ma. anche a quella della civil tù europea . Credete voi che la Francia fosse stracca dopo Solferin o e l'Austria affatto affatto esausta dopo Sudowa? Credo che nei due im peratori che sono a capo cli questi popoli predominarnno moltissimo le ragioni politiche e in generale morali dei tempi nostri. Del resto questi conti li faremo dopo che la Francia e la Germania sien ve. nute alle mani. Eccovi le osservazioni che io fo al generale ,Tomini . A maggiori particolari non iscendo poi che essend osi egli tenuto in su i generali io non saprei ove drizzare i colpi e da quul lato stringel'l11igli addosso. Rimarrete convinto della irnm u tabili Ltt dei principii di strategia? · Nè può accadere diversamente, questi principii sbucciando naturalmente dalla spo ntaneità dell'ingegno militare, mentre quelle certe trasformazioni di astrologia in astronomia e di alehimia in chirniea, alle quali yoi accennavate, hanno mestieri cli essere precedute da lungo cammino e da mollep!ìc;i sforzi. Lo spirito umano va tentennando tra le ipotesi e architetLan'do sistem i. prima di scoprire quel metodo e quelle leggi, le quah sono lo strumento che lo rrrnneranno di poi al la crea· zione della scienza ruzionale e positiva . ~h nel nostro campo è un altro affare I Basta il senso retto, l'intuito spontaneo dell'ingegno per operni'e secondo quelle tre leggi. Ci siete '? - Piennm en te, sta bene: Cesare è uguale n Napoleone e la guerra è stata sern ~we la medesima, l'i spose T. sillogi7.undo a eolpi di sc inbola. SU 1,LA STHA'.l'JWT:\

U'.'1 DIALOGO


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UN DIALOGO

- Adagio. Voi correte alla conclusione proprio in ferrovia. No, no, avete co nch i uso troppo . Vi ho detto dell'identità, lasciate che vi discorra un po' del momento della differenza. . - Eccolo li coi suoi tedeschi; costui non pare un mglese certe volte; - disse T. t1·a sè, e un lego·ero socrghigno gli sfiorò quelle sue labbra co tanto sutfici'ent{ . a dar baci di amore. - L'identità è nel conten uto, la differenza è nella form a, e non in quella sostanziale, poichè allora anche il conten uto sarebbe differente, ma in quella accidentale. La differenza c'è, oh se c'è. Avreste dovuto int,mderlo da quel che abbiamo detto sulle fenov·ie l -- E$clamò il. maggiore un po' stizzito di quel ghignetto bambinesco o positivo che si voglia. ~· _si tacqu ~, ma il lettore può giurare ch'egli non mai rn sua vita aveva compr1.;so sì poco come gli accadde con questo garb uglio. W. non si accorse di aver fatto astl'azione dall'uditorio, e senza discendere troppo dalle nuvole, continuò: Vi 110 àetto che Cesare e tutti i grandi capitani hanno operato secondo le medesime .regole; ma è necessario pongh ia te mente che i primi si differenziano dagli ultimi, e se vi piace, gl i uni dagli al tri nella coscienza di quel che fanno e nei mezzi che adoperano. I primi e grandi capitani, e per l'età nella quale vissero e appunto perchè primi e anlichi, avevano sì coscienza di quel che facevano , ma una coscienza piutintuiti va, istintiva, al'ti stica e ar,·o·iun tosto spontanea, . . t)t) gerò indeterminata e confusa. I tempi erano cosi fatti che l'arte e la spontaneità pred ominavano.sulla sc ienza, ·e grand i operazioni militari sulle qu ali medital'e non erano per anco accadute o non ne erano accadutH in copia tale da poter dare origine al trarre un a regola generale dal confronto dei casi particolari. Il rovescio

SU LLA STl\ATEGIA.

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è avvenuto per gli ultimi capitani, di sorta che in Federico, e le sue Memorie ne fon feùe, veggiarno pr<'· dominare la coscienza di alcuni principii supremi dell'arte e in Napoleone signoreggiare quella piena di tutti, sino al pu nto da diventar formole. In tale stadio nn sce la. scienza della guerro, perchè dall' esa me dei fatti può sorgere que!l'insicme di dotLl'ine coordinate con ragione, svolte con metodo da formare il corpo delle scienze militari. Ora egli è ch iaro che col progredire della scienza di una cosa, progredisce in pari tempo l'attuazione più netta, più precisa, più conforme allo ::;copo della cosa istessa; onde un maggiore esprit dc .~u.ile, come dicono i frances i, in quel che si fa. Da ciò seguo che i medesim i principii che vivono in fondo alle operazioni militari appariscano nei primi capitarti, se togli Annibale, più in certi, più vacillanti, oggi applicati e domani no, ed hanno pure minor trasparenza. Eccovi ove Cesare differisce da Napoleon e. Inoltre il non raro squilibrio tra le parti avverse, una delle quali ha a capo un uomo d'ingegno e l'altra un barbaro, permetLe qual che volla un a maggior violazione delle regole fon damentali, le qual i pertan to veggiam o appann arsi, mentre che in Napo-: Icone spiccan fuori e maggioreggiano costantemente. se togliamo quell e infortunate campagne del 118'12 e '18·13, in cui la briachezza politica ecclissò l'abilitù. guerriera, e l'a1npia e avversa natura del teatro di operazion e incatenò ai suo'i fati un esercito che si dissemina va e si dernoralizzava. lnfinc la per-fezione maggiore dei mezzi, correlaLiva all'accrescimento di coscienza e rli civil Lù, conferisce grandemente a quella ce1·ta trasparenza J.ei pri neipii nei fa tti, nei rnezzi in cui s'incarnano. ~on ripeterò quel che si è rleuo in se~uito alla invenzione della polvere, ma reclierò alla vostra rnemo ria ciò che siamo venuti discorrent.lo sulle


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SU LLA STnA'l'EGIA

UN DIALOGO

ferrovie. Il principio del concentramento acqu ista con esse tale rapidità e luce, innanzi alle quali un antico concentramento non è solo opaco, no.n solo par fatto a tentoni e in forma sdrucita, ma qu;1si si pena a vederlo. Adunque un progredire nella coscienza dei principii dai quali si parte, una maggiore chiarezza dello scopo al quale si vuole giungere, una miglior perfezione dei mezzi con i quali si può attuar quelli e conseguir questo, ecco la legge nel cammino della storia della guerra ed ecco l'armonia tra la identitù dei prineipii e la varietà delle forme. Ma a_quel modo che nella storia generale la legge del progresso non è da intendere pedantescamente, a quel modo che non è da · scordare essere lo spirito umano inquie to del dominio d·i leggi matemati che e di sotto al finale risultato progressivo serpeggiare e muoversi un' oscillazione, un fermarsi, persin o un momentaneo regredire della civiltà, parimente nella storia militare non bisogna credere che -i grandi capitani abbiano toccato un 'eccelnè lenza militare ·1)roporzionale ·alla data cronoloo-ica ' o ' che le tradizioni di essi sieno slate mai sem pre ascensive e ininterrotte. Per contrario. Le vere tradizioni rnilitari si aggruppano intorno alle ,grandi :figure, le quali par che si tend ano la mano cli soprn al capo · di un periodo d'interregno. E' si direbbe che·al disparire di una cli quelle personalità cessi tutta la luce da esse emanata, e che al comparit·ne di un'altra si ristabilisca la corrente, la catena e co l circuito della pila spicci fuori la luce elettrica. Vi dicevo che i grandi prin cipii sorgono natu~;r.'-, mente dalla spontaneità dell'ingegno milita re, e <la ciò voi potreste · argomentare che un po' di buon senso bastando a coglierli, non vi sia poi mestieri d'una sequela di Napoleoni per tenerli in vii.a. Avreste ragione , se dal eletto al fatto non corresse. un gran,, _..,,/

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tmtLo e se quel che si chia ma buon senso non fosse ordinariamente il senso vo lgare, il qual e, non tanLO nel grosso popolo quanto nei mezzi addottrinati, ì-i spesso il senso più sconcio, più falso e 2rtificiale di questo mondo. Questo s1-mso volgare cone aH'anLipodo delle sane tradizioni mililari : al concen tram ento contrappone la separazion e, il disseminarnento , il cordone; la necessitìt di coprir la base la scambia con quella del coprir tutto; e invece delle linee in terne stima 1apice dell'astuzia e del genio il circondare l'ini.mico: t ques ta la strateg ia dei capitani mediocrissimi, anzi cattivi. Volete una pruovu ch'ella è fondata sul senso volgare ? Chiamate un saccentelìo uffiziale o un rotinaio o un pt'ete o un av voeato e ditegli : fammi up piano di attacco di quell a posizione. Credete voi çh'egli studii in prima il suo lnto debole e poi vi /lfriga ·su tutto lo sforzo, come Napoleone a Tolone -'? 1 ~fo no. Scommettete il capo ch'egli stirne rù avee fotto una grande scopel'ta, un piano dagen io incompreso, sol quando potrà rompere l'esercito in tante c.:o lonne quante son o strade cbe menano a quell'obb ieLtiYo. L'attacco di qua , l'attacco di lit, lo sot'prendo da su, da giù, lo stringo in mezzo e buona notte a lui. Oh di sgraziato I Se in mezzo a questa ge nte so rge Napoleone, farà ·tutto quello che ha fauo a' Beaulieu, agli Al v.inzi, ai Wurmser, ai ~lack, ai Melas, ossia riunito li batte di qua, di là, da su, da giù e non li fa tornare a casa. Intanto il volgo trionfante non comprende e ride eh coloro che le grandi tradizioni vagheggiano e studian o, stima clii più i dettagl isti ed i rotinn i, che son pure utili· in. un eserc ito, rna clrn non mai dovrebbero poggiare a gradi elevati e decidere dei destini d'un popolo. ·g nel e·onchiudere questo discorso, fatto con ae-


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UN DIAT.OGO

compagnamento di controbasso suonato dall'editore , il maggiore dette un pugno. sulla tavola; si che l'editore si riscosse tutto e si destò I - . Da bravo - gli disse T. - svignatevela pure, . chè 11 maggiore è incrollabile. . - Insomma - replicò l'editore mezzo tra vivo e morto - non v'ha modo a scriver qu esto libro o/ E W.: I - Il modo ci sarebbe, e starebbe nel porre la strntegia in relazione con qualche altro ramo, con quel ramo che la fa essere concreta, voglio dire con la stor~a militare, - e dicendo storìa dico anche geografia ·- sopraLtu tto con le operazioni dei {)'ranel i ca0 pitani (;I). ,E da questa istoria scatu rirò la parte suprema dell'arte mili Lare, la quale nel fatto è incom inciata dop~ la storia, è nata dalla storia, sebbene sia necessario che . in ordine al metodo fomisca almeno le defin izioni ed alcuni principiì che è rnes tier·i premettere alla storia: le definizioni per intendersi sul significato delle parole che si usano nel nalTHre ed esam inare gli avven imenti; alcun i pri nei pii. che sieno come la stella polare del nostro viaggio a tea verso il tempo, ma nhe sieno come una premessa posla , indimostrata e àa ricevere l:r dimostrazione 1H~llo ·svolgimento dei fauì. Or siccome in cosiffal.to svolgim en to si veggono le ma ssime militari

SULL,\ STJ\A'l'IWIA

spuntar le une dopo le altre -~ sec_onda _dell'o~dine 'cronologico dei fatti, ma con disordine log1?0 poi che ora ti ved i innanzi una marcia e ne desurrn una massima, e poi una battaglia e fai lo ste:so , indi un passaggio di fium e, e cli poi una ~arc_rn nu~vamente, così sarà necessario che questa 1stona trovi un co1~plemento, e le massime slega~e si~no _agg!'~ippate rn un quadro generale, logico e s1~tet1c:o, rn_em cias~u~a vada a prender posto nella sua ca.tegona _pecul1a1 e~ voo-lio dire tutte le massime sulle basi, sulle ltnee, sugh b obbiettivi s ulle marce, manovre, batt..1g 1·ie, ecc. ecc., nei rclati~ri capitoli sulle basi, linee, obbiettivi, marce, battaglie, ecc. Fare questo complemento sareb~ie, e sinora è, orficio dell'arte militare, che deve coordrn~re tutte Je branche mil itari; ma volete che ve . la . dica schietta? Per me nell'arte militare non vorrei c1 entrasse la strategia che o clementar'.nente, _cioè per . finire i termini, o superiormente, cioè a gmsa d1 perrno in torno al quale connettere le pecnl!ari branc~e dell'arte rn ilitare, come a dire organica, tatnca, log1st1~a, castrametazion e. Ma del ri,oanen te mi. pare acconc10 che per la strutegia e anche per la grand: t_att!ca quel qu~dro sinte Lico del quale parlavo dwnzt sia fatto _ex-µrof~sso al termine della storia da una mente unica, e siate certo che sarebbe il più concreto trattato non pure cli strategia, ma anche di grande tattica , _che sono ,l'e:senza d"una storia militare e delle qua lt qu esta e essenza. Molte ciuestioni sbocciano da questa_ cl:1: ho posta, lo so· ma la nostra eonversazion.e dura d1 g1a cla molto tem~o,, io son stanco del_parla~e-e però fo pu~to, sperando di riescire a convrncerv1, se non lo s1eLe or~, col porre '.mano ad una i ntrod~1zione a cosiffatta sto~·1a militare, della quale introcluz10ne questo .nostro dialogo potrebb'essere una sentinella 1:e~·duta. Per ora beviamo un biccliier di cognac e gmhamo: abbasso

cl:-

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---, - - ---·-- -- - ---- - - -(l) Qu i il manoscri tto di ceva: - Dobbiamo mettere la strategia in relaziono con qualche cosa, ehbene colleghiamola alla /'Ortifìcazioue. - E però io desliunvn quoslo scritto a diventar Prefazione al mio lavoro Strategùi c Fo·rtificazione . . Ma non. ' potendo scriver lo. e voletHlo piullosto volgere la mente ad un lavoro sulla storia militare, io, col pormcsso clcll'antorc, ho inserito la val'ian te che leggosi di :::opra. Il traduttore.

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ti


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SULLA S'1'J\ATEG IA

UN DIALOGO

la strategia astratta dall a storia, viva il loro connubio e che questo sia fecondo l - Sia lodato il cielo: fatene quel manicaretto che volete, pur che la mer~e tl'ovi com_pr,itori. E per questo mi pe rrnctl.o ... oso ... ardisco ... raccomandarle ·la forma . Ella qualche volta ha certe ... clte so io ... , mentre colla gravrtù del nostro popolo ci vuole ... . - Ah, ah, scappò a ri dere il mao·o·ìore, ci vuol la dignitù istorica, .i pc~riodoni sui tra;;~oli, il fru: cice~'on iano, il giro di ciecumnavigazione, l' altisonanza, 1! coturno .. . Povera gente , poverà gente! - No, no, non di co per noi ai quali va a o·enio uno stile bl'il!o, ma al vos tro Jibeo voglio apriJ·e il 111erca to latino, e voi sapete che questa raz:i:n ama il genere classico. - Andar.e, andate, che il loro elassicisrno fa dormire i lettol'i o morir-e i libri. - Mi pare del resto che quei leuo1·i lì dormano su tutti i lil>ei. E sì dicendo l'editore si accomiatè> e in siem e al ct1piLilnO T. mossero verso l't;scio per useire. - Fermatevi _: disse W. Dli' editore - ripassate clomt1LLina. - E perchè"t ~ Perchè stanotte poll'ei ripensal'ci su e cangfr1r partito. Forse po trei persuadermi che non valga Ja pena di logorarsi Io spirito· per conseguire che cosa? Che pochi vi leggano e molti vi eredn no, come rn ili tare , da meno dell 'ultimo foriere, gI"an praticone di qu alità . I secondi diwrezzo; ma tru i primi, quanti v'haono ch e sappiano quel che valga un'ora -deo'li si.enti, delle vigilie, delle insonnie, delle Iucu brazic~1i che costa un lavoro coscienzioso "? - Una delle sul:), una delle sue and è> borbottando per le scal e l'editore - è cort.e~c come una

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dama, ma ci ha in corpo un orgoglio da Lucifero quest'uomo. - No, no, - soggiunse 'L' . :_ Non vi dirò ch'egli brilli per modestia, ma vi sie te male apposto oel giudicar la sua frase. Il maggiore suol dir'e ch' egli è uno scrittore senza pubblico, e, capite bene, a non trovar lettori val meglio non farla da seritLore.

. L'indomani T. nel mezzo d'un capannello di eam8rala raccon tava per driU.o e per rovescio, a proposito ed a sproposito , il dialogo av uto col W. O~'a· rideva che il maggiore avesse cicalato tanto per chmostrare che nel trattar di strategi::!. non ci vogliono ciarle, e con questa profonda osservazione gli pu~eva.dar ~egno d'uno spirito, ma d'uno spirito! ora anegg1av~ 11 ge~ nere serio e diveniva tutto pettoruto a cagione d1 quei paroloni che gli rnzzolarnno sulla Jingu~. Non ostante il modo cavalleresco col quale T. espone·va, o gli - fece ro toccar la sorte del Pure i suoi bravi collerrhi povero conte Del Balzo del Grossi, quando _e' I~ fac~va da legul eio degli attornearnenti. Chi sfilavach qu,, cln se l_a svignava di lit. Un cupo ameno <1scolL? senza ~prrr bocca tutto quel discorso aggomitolato e ingarbuglialo, ne afferri1 il bandolo, lo distese nella SlFl mente, lo fe' compiuto, fe' precedere dal ritratto dei due interlocutori, che da persone reali passand o a traverso il suo cervello artistico diventaron o tipi ideali, e disse tra sè : · scriviamolo purn; non · potrebbe essere un preliminare pel lavoro del maggiore, se vecl rù la luc_e del giorno? In fine la è cosa ch e può stare ~elle d1~ scipline militari ovunque a posto, e aneh~ sm propri

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UN DIALOGO

piedi e da sola. Quel perditempo è lo scrittore di questo dialogo ed è un pover'.uomò che ha ben altro da fare che perdere il tempo; ma egli non ha per· duto cogli anni c.;erle illusioni che, suo le egli djre, mantengono la forte tem pra .all'acciaio del carattere. N. M \l\SELL L

Brano clella lettera del generale Jomini a iff. cli Forville. « On m' excusera, si je profite de celte polémique pour soulever une ques tion in ciden te qui, selon moi, n'offre pas rnoi os d' intérèt que la précéden te : c'est , l'étucle sérièuse des changements que les chemins . de fe.r exerceront désormais su r la direction générale des opérations de la gue rre, en un mot, sur la stratégie. « lei tout tombe dans le vague, dan s l'i mprév u; aucun moyen d'enclrnìner la victo ire par les combi naisons habiles d'une guerre méth odiqu e, calcu lan L d'avance les résultats de mouvem en ts basés sur les disfances à. parcourir dans un temps déterm in é, exécu tés au moyen de chaussées ord ina ires, sur toute la surface du th éàtre de la guerre. Tou tefois, aussi bien et plus encore que dans la tacti que, les prìncipes fon damentaux conservent toute leu r import.ance. Ceux de ces principes qui ont inspiré Marlbornugh, en 1702; le prince Eugène de Sa voye, en ,t 706 ;, Frédéric le Grand, 1

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SULLA S'l'llATEGIA

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en ,1757; Napoléon ù Marengo, Ulm, .Jéna et Dresde, seront toujours cles modèles à imiter. Mais combien il sera difficile de comp Ler sur le résullat de f'exécution I La mise (m aetions des forecs 1·espectives limitée pour ainsi dire aux zones de chemins de fer, au lieu d'ètre étendu à toute la su rfoce du théiHre de la guerre, ren<i tout habile rnanoenvre sinon impossible, du moins d'un succès fort incertain, et le dieu Hascmt, qui eut toujours sa parte d'influc'nce duns les opérations de la guerre; sera désormais un rivai inqui'étant pour les générnux. « C'est sourtout dans une guefl'c défcnsive qu'il sera difficile de compter s11r l'efficacité d'une manoeuvre concentrique pour porter ses forces alternativement d'une zone à l'autre, rnouven1en t qui ne pourrait se faire que sur des chaussées en terre et ù peti tes march es. Afin de parer à ces inconvenìents, H serai t peut ètre nécessaire d' étnbl ir un tracé de chernins de fer se-· condaires, spècialernent stratégiques, combiné avec; un systèrne de cléfense habil ernent prépnré. Sous ee rapport, la Russie peut faire une exception ; car elle tro uverait dans la vaste étendu e de son territoire et dans so n clirnats Jes rnoyens de défense les plus puissants. Si les , voies ferrées y sont nécessa ires pour établir les communicutions en tre les provìnees et t'\n Lr.c ·celles-ci et les ports cl e rncr, il n'en faudi-ait, pas construìre de 1.rnp onéreuses au tresol' sans. ep inpensation, ou de trop dangercuses en eas de gue rre. « Je ne sa urais mieux démontrnr l'irnportance des jnnovations produites par les chemins dc fer qu' en citanl une anecdote fort interessan te et qui, rn ieux que tous les 1'aisonnement, peut en fai re juge r les conséquences. «Au début de la carinpagne de ,J 800, une démèlé s'étaìt élevé entre Napoléon et le général Moreau, au sujet


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UN Dl.\LOG O

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S ti LLA STRATEGIA

du plirn d'opéra tions rédigé par le l>remier Consul, tenclant ù réunir vers Schaffhouse l'arm ée de réserveassemblée ì1 Dijon, avec celle de Suisse sous Lecourbe, et avec celle du llhin sous Moreau, afin de tourner l'armée autrìchienn e r,ar les forces clu Danube. Ce dernier général elevai t p 1·cndre ! 1-) commanclernent noniinal après la jonction, parce que la cons titution ne permettait pas au Consul cle commander l'armée. Or, Moreau se souciait peu de ce ròle secondaire, et trouvuit le mouvemenL qui lui éLai t prescrit trop dange1:eux; il rcfusait de s'_y conforrner, et proposait d'autres moyens pour arriver au memc but. Mais comme il déclaraìt ne pas accepter le commandement noìuinal si le Prernier Consul venait en personne à l'armée, il était évident qu'il ne voulait pas encourir la rè, sponsabilité d'une défa ite, pour laisser à Napoleon tutte la gloire <h succés . La luLLe était épineuse. Oioreau envoya ;\ Paris son chef d' état-rnajor et ami, le. général Dessoles, pour expliquer les rnotifs de son refus, et c'elait bien l'hommc le plus propre .\ rcmplir une mission aussi clélicatc. Sa prnrnière audience eut naturellement pour résultal de prouver au Consul que lu divergence des moyen s d'exécution n' él.ait qu'un pretexLe p!)Ul' dissimuler une question d'amou r proprn, et il renvoya Dessol1>.s au lendemain, ufin de prendre une déeision. Un événern ent irnprévu vi.n t la faciliter. On aprit dans !a nuit que ~fossena, bat.tu par ilfélas sur l'Apennin, avait été forcé de s'enf"enner dans Gènes é\\'CC vingt mille honrnr6s: il s'agissait d'aller le sauver. Lorsquc Dessoles arriva le lendem·ain cltez le ConsuJ, celuì-ci s' ecria: « Ah I vous vencz fort ;\ propos, ~Ioreau sera' sa« tisfoit; je n 'ir'ai pas su r· le Rhin avec l' armé.c de ré« serve, mais en [!alie, CDI' il s'agit dc sauver Mas« sena (dont il expliqua la position) . Rcpanez de suite, )

« dites à Moreau qu'il exécute le pian de réunion uvee « Lecourbe de la manière qu'il a proposé de le fai re. « Il doit gagner une bataillc dès )es premiers jours de « mai eritre le Danuhe et Schaffhouse; aussit6t. i1près « il faut qu'il rn'envo~e vingt-cinq mille hommes par « )e St-Gothard it Milan, car voici ( en posant l'index fJ. sur la pluine de Tortone) où le sort de l'Nal~ e doit << {!.tre déciclé ait milwu dtJ j11,in. « Or, on sait comment deux mois après, celle prophétie fut réalisé, le ,Li. ,1uin, ù M!).rengo, au centre de cettc plaine de Tortone. « Aujourd'hui Napoléon Jc1• serait lui-rnème dans l'impossibilité de rien foire de pareil; et c'est un grave sujet de méditations pour tous les généraux, aussi bien . que po ur tous ì.es écrivains rnilitaires, qui. devra1ent rivaliser de zèle pour cornbler la lacune exisLant désorma is dans la théorie de l'art de la guene. Si mon . cel'\'eau n' était passi affaibl i par l'àge et par eh~ cruelles infirmités, je me sernit fait un clevoir de. remplir cette tùche aussi bien qu'il me serait possìble de le faire. »

Al'iNO XIV, VOL, Il.

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PROPOSTA D'UN

NUOVO ARMAMENTO PER LA FANTERIA DI LINEA I.

Pubblichiamo il seguente lavoro, nel quale sono . alcune proposte per l'armamento del soldato. In esso spicca quella di munire di ripari mobili una parte della fanteria, per farsene scudo in date condiz.ioni nell 'attacco. · Riconoscendo la novità dell'idea, non dissimuliamo che nel profferirla al giudizio dei nostri uffiziali e degli stranieri, dobbiamo a nostra volta farci ' scudo ~ella responsabilità dell'autore e dell'obbligo che ci tmponemmo di lasciare in questo periodico libero campo alle opinioni, del che diamo ora una riprova.

'Preparare la crisi del combattimento col fuoco, e risolverla colla baionetta : ecco per la fanteria la tattica della vittoria sino alla campagna germanica del 1866. ' La storia militare di quasi un secolo attestava l'in·sufficienza del fuoco ad arrestare un attacco vigorosamente condotto. Vedemmo ancora Napoleone III ram mentare ai su oi soldati nel 4859, che, malgrado la ri c~nosciuta supe.riori tà' de' fucili austriaci, quel principio era sempre vero : ed i fo tti gli diedero ragione. Che più_? Do po quella disastrosa campagna gli stessi Austriaci, di già così fidenti nel fuoco, apo·statarono finalmente dalle vec0,hie loro convinzioni e divennero aggressivi nelle manovre quasi quanto i Francesi. ' L'Austria fu stranamente disgraziata. Finchè ebbe fede nel fu oco fu battuLa dalla baionetta : e quando cominciò a credere in questa fu battuta dal fuoco. 1


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PROPOSTA u'uN NUOVO AHMAMEN'!'O

Ora poi la fiducia nell'arma bianca è crollata dappertutto, persino in Franc ia cJove non aveva lirnit.i : il volerlo dissimulare mi parrebbe una puerilitù. Lo dimostro. L'adozione del fucile a retrocarica costituisce l'implicita ricognizione della superiorità del fuo co sulla baionetta, ossia della difesa sull'attacco . Infatti la strapotenza di quel fucile consiste unicamente nella sua grande intensitù di tiro . J~ terribile a breve distanza . nia. per poter sparare molto e bene bisogna essere ferm i. Dunque tu tti gli eserciti, compreso il franc ese, i quali subirono come un'ineluttabile necessiti\ l' arniarnento a retrocarica, dovettero prima di decidervisi riman ere convinti che oggidì è giuocoforzu rinunzi.are al sistema delle cariche per quello delle scariche. Se non fosse così, bisogn erebbe conchiudere che siasi voluto seguir ]a moda , ossia fare la corte alla Prussia; il che pare assui improbabile. Riteniamo quindi che quanti adottarono il fucil e a retrocarica :intesero di ritrarne poi sul' campo di battaglia i van taggi che sono peculiari a tale arma: di usarne cioè per conto proprio da piè fermo, e di lasciare gli attacchi alla baionetta ai loro avversari. L'inopinata · caduta del principio dell'attacco e l'impi'ovvisa esaltazion e ciel principio della difesa : ecco ciò .che ai giorni nostri dilania le viscere della tattiea e costituisce per essa una vera crisi . È uno dei soliti riflussi dell'arte della guerra. A tre buoni secoli di distanza i fucili ad ago fecero eco da Sàdowa ai moschetti che fulminarono a Pavia le Gentidanne.

l'E ll I.A PA N'l'ERL\ DI J,INE/\.

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II.

Probabilmente niuno saril. per obbiettare che cotesta critica situazione clell ' offensiva tattica' quale venne da me raffio-uratn, sia soltanto una mia tetra visione. Ad oàni n1~do, siccome la medesima costiLuisce i l fonda~nento delle non piccole no vità che intendo di lanciare in mezzo alla pubbli ca discussione con ~ruesta mia l)reve Memoria , così non rngl io , tralasciare cli poda sotto l'ègida d'un'autoritù che ormai fa testo fra gli scritto ri mili tari più acceeditati: Un giovane re guerriero, che con un po' di fortun a non tar<lerii ad occupare di sè l'Europa colle gesta, .come lo fa gitl si n d'o ra cogli scritti.: principe saggio, a eui, s'io foss i polacco, rnle re.i ad offerire con entusiasmo i miei deboli servigi, ha ri.assunto maestre. volmente nei seguenti termini lo spirito di quella memorabile campagnn di Boemia, che per sempre . farà epoca nella scienza militare per aver- essa dato il capogiro alla tatti.ca su tutte le idee ricevute.

« Les Autrichiens, exposés presque tout récernment, « h deux. rcprises différentes, su r les charnps de ba« tail\e de l'Italie, aux charges vigomcuscs des ha« fonn~Ltes l'nrnçaiscs, et plus d' une fois culbutés par« elles, m·ettaient touLe leur confìance clan s la bai"on« nette, et quoique ils vin ssent, pour ainsi dire, de « combattre a cò té des Prussiens contre les Danois, 11. ils ava ien t iM si peu frapp és , si. faiblement impres-


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PROPOSTA D' ON NUOVO ARMAMENTO

<i sionnés ~es avantages du fusil à tir accéléré, qu'ils « n'en avmeot pas un seul. Lrnr stratégie en Boheme « fut la défensive, leur tactique, au rnoment du comhat, « le plus souvent l' offensive. « Les pertes des troupes autrichiennes ne forent « p~s dues à la précision supérieure, à de longues « d1stances, du tir des soldats tÌU roi Guillaume · Jer « ~ai_s à la rapidité d'un feu qui couvrait de pro-' « .1ect1les une masse, au milieu de laquelle chaquc « coup tu~it .ou blessait son homme. Les attaques « des Autr1ch1ens, toutes vigoureuses qu'elles étaien t, ( ne réussissaient que rsrement. La Iongue portée « des fusils à aiguille 1m !es empèchait pas de mar( cher en avc1nt; mais ils étaient à chaque fois ar, <( retés par le feu rapide, désastreux à une faible « distane~, de l'infonterie prussienne qui ]es auendait ( immobile et calme. « Que prouve cela, sinon que la victoire appartient « à celui des adversaìres qui possède la plus grande « confiance morale l ,

Quindi egli pone lo stato della questione così: (( Les armées qui se trouveront désormais en pré« sence sur les champs de bataille seront probable« ment munies, en totalité ou en majeure partie, de « fusils se chargeant par la culasse et à tir aussi ra « pide que fa.ire se pourra. La longue portée de l'arrne "' et la rapidité du feu amèneront peut-ètre ce genre « de combats dont l'histoìre de la guerre contient de « ·si fréquents exemples, de longues lignes d'infanterie « se fusillant sans résultat pendant un temps plus ou « mo ins long. Car, tant pour profiler dc la longue « portée du nouveau fusi!, que pour ne pas s'exposer « à son action si méurtrière à une courte distance,

PER LA FANTERIA DI LINEA

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« on commencera sans doute a tirailler de fort loin. « Or la ligoe étant, suivant toute prohabilité, fort e: étendue des deux parts, afin de permettre l'usage

« du plus geand nombre de feux possiblc, le peu de « profondeur de cette formation rendru l'effet du feu 11. à peu près nuL Une fusillade vive et continue « échauffe, cornrne !'on sait, d'autant plus la troupe « que le soldal. est jeune, et elle consorn rne inutile« rnent les munitions. Ces dernières épuisées, une « forte part de sa confiancc s' est évanouie , et elle « s'éteint avec le dernier coup. « Passer immécliatement du feù à de longues dì« stanccs à l'attaque à l'arme bianche est irnprati« cable. L'expéi'ience a fait voir que pendant le temps « nécessaire à cette rnanreu vre , la grèle de balles « vomie par le fusil de la nouvelle invention vous « enl ève si grande partie de votre troupe, que vous <e arrivez sans force devant l' ennemi. Le résultat des « longues portées actuelles sera donc, selon beaucoup « de probabilité, de rester où l'on se trouve ou dc « battre en J'etraite. Jadis les lignes d'infanterie se « fusillaient de près avec leurs armes à canon lisse, « mais cette proximité permettait au plus décidé et << au plus hardi de passe1\ subitement à !'offensive et « de réussir. « Désormais, pour éviLcr une fusillade inutile, l'on « devra chercher, sous le feu, à s'approcher succesi sivement de son aclversaire, pour terminer la lutte « à la pointe des baionnettes (4 ). .,

(1) Idées et 1·éfl,exions sU;r les mowve-ments de la tactique moderne, par S. M. le roi Charles· XV de Suèdc et Norvègè. Stookholm. 1868. Imprimerie royale;


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PROPOSTA D UN NUOVO Al\MAMElWO

III.

A me pare che l'arduo problema della nuova tattica non potrebbe essere più nettamente formulato. Tr~LLasi dunque ?i rinvenire nuovi mezzi, i quali, parahzzando quel tanto di superiorità che, in grazia del fucile a retrocarica, il fuoco acquistò presentemen te sulla baionetta, questa possa ricuperare di bel nuovo ne' combattimenti la sua potenza dec:isoria. Sì certo, soltanto allora la tattica sarà uscita dalla , crisi che sta ora attraversando, peréhè soltanto allora il principio dell'attacco avrà ripreso il suo naturale vantaggio. Cotesti nuovi mezzi per equilibrare la potenza difensiva del fucile sono dall'augusto scrittore cereali nella mobilità e nell'aS$Ottigliamento degli ordini dell'attaccante, non ehe nell'appoggio d'una leggerissima artiglieria reggimentale, destinata a sosten ere la fanteria in tutte le sue manovre. Le belle idee del re di Svezia, ben lo si scorge, sono di vera scuola svedesé: i principii di Gusta1/o Adolfo si presentano nuovamente all'Europa giovan i e fresch i. Non esito a riconoscere che i nuovi regolam en ti d'esercizio de' principali eserciti europei ne , rivelano di già l'influenza. Per al tra parte mi sembra, che sènza il trovato di un qualche nuovo arnese da battaglia che difenda l'attaccante contro il fuoco dell'attaccato, vengasi ancora a ricadere in una petizione di principio.

89 Infatti, per quanto si assottiglino e si rendano mobili gli ordini, bisognerà pur sempre che per fissar la vittoria una delle parti si decida ad attaccare l'altra di viva forza. Or bene, in un attacco violento, quanto è lo spazio che una linea di piccole colonne di fanteria, anche ottima, può ripromettersi di percorrere a passo accelerato, senza privarsi delle forze che ancora le abbisogneranno per un possibile combatti mento· corpo a corpo? Credo che anche nelle condizioni di terrnno più favorevoli, quelì o spazio critico non possa eccedere di molto i cl uecen to metri , Tifo nell'ultima ·guerra i Prussiani eì lrnnno appunto pt'ovato che, entro quel breve tr-agiuo, i più vigorosi , attacchi alla baionetta de' loro intrep idi avversari ri· manevano è1uas i sempre sgominati dal loro fuoco a p.iè fermo. Che se qualche rara volta J'uttacco riu scì, c-iò provenne da cagioni estrinseche molto unaloghe a quelle per cui anche alla cavallcriq. succedette talvolta nelle guerre passate di sfondnre qualche quadrato. · Insomma, il successo che per regola generale apparteneva prima all'attacco, presen temente non è p iù suo che per eccezione. E ciò si spiega benissimo. L'attacco alla baionetta, come osserva giustamen ~e il re di Svezia, non può _ avere mai luogo ehe a grande prossimità del nemico. Prima delle armi a tiro accelerato il fuoco megli o nudrito non era qna~imai sufficiente a fermare l'attacco. Invece ora il più rapido ed impcl.uoso assalto non riesce che di r'ado a giungere sulla linea avrersari a in forza bastante per soverchi.aria . Questo enorme vantaggio della trnppa attaccata. è passato generalmen te allo stato di convinzione in seguito alle dure prove che PER LA f-AN'l'EI\IA DI LINEA


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\>ROPOSTA D'UN NUOVO ARMAMENTO

PER I.A F.\N'fElUA nI J,INEi\

gli Austriaci ne ricevetlero dai Pru ssiani. Ebbene, sembra che il natui·ale effetto di tal e convinzione debba essere che il coraggioso si asterrà µer l'avvenire dallo sprecare il proprio valore e non si fo.rlt più attaccante: mentre invece fin anche il pusillanime oscrù sta1·sene imperterrito contro qualsiasi dimostrazione, perchè saprà d'essere sicuro. Degno proposito parrni pcrttmLo quello di cercar modo di ri<lorwre al sold.ito più coraggioso la sua. legittima prevalenza ~u l soldato clie lo è meno.

ad ago loro prototipo: e nella seconda, quelli cos1deLti a ripeti-:.ione. Sono questi certi fucili a tii:o celerissimo forniti d~ un serbatoio co nte(lcnte parecchie cariche, le quah possono essere sparai.e successivam ente t;Ol solo ~ntervallo d'un rapido movimento del gua rdamano. Tiro efficacissi mo in una frella, ma che sinora in contrò pochi fautori a cAgione del s uo grave difetto ~i rimanere troppo lungamente interrotto dalla comphcata operazione clic si richiede pel ricaricamen to del scr• batoio. Toglie pure pregio a cotest'u rma da fuoc~ l'inconveniente di riuscire troppo pesante ove la si vorrlia conservare abbastanza lunga da poter colla bao ionetta servir pure come arma da mano: e d"1 restar troppo corta ove non vogliasi trasmodare nel peso. In tale sistema ingegnosissimo il serbatoio può essere applicalo in due modi: o per disotto la canna in tuLLa la lunghezza della medesima, o per en tro la cassa. . Colla prima posizione del serbato io . c_adesi nel!o sconcio di squilibrar molto l'arma ne' tll'l a brace.Lo sciolto , ma si ottiene l'inappre:,m1bile vant.:iggio di poter disporre d'una ripetizione assai lunga. C_o)la seconda invece, il serbatoio concorre ad equilibrare l'arma; però la lunghezza di esso rimane limitata dalla distanza poco variabile tra il calciolo e la c;tl hHta. Stimerei dunque prefe ribile i.ncassare il serbatoi~ peL" le carahinc o corta canna, ed an~he per _que~ fucili cui si reputi sufficiente una ripeti-::wne d1 sei od ouo colpi. Ma do,:unque lo sparo del fucile si potesse fare all'appocrrrio odattel'ei semp re il serbatoio alla canna , bb ' . perchè in tal guisa la ripeti~ione può venll'e estesa più del dòppio.

TV.

L'ostacolo che l'arte della guerra dern attualmente vincere, sotto pqna di retrogradare, sto tutto in quella zona di fuoco denso, della quale il fu<·ile a retrocarica cinge le truppe in posizione contro le truppe cl.ie si vorrebbero sla11cial'e all'atLaeco. Vedo poi di tanto peggiorarsi le condizioni dell'attacco, in quanto che quellA. zon a di fuoco, già così micidiale per la rapidilù del fucile ad ago, potrebbe, a mio crud ere, diventate aneorn più formidabile, mediante un nuovo fucil e che sono lieto di poler proporre. Durante l'attuai Col'so speciale della nostra Scuola. s uperiore di guerra ho arnto occasione cli vedere i pri~cipali sistemi di fu cili a retrocari ,·a stati finora in1111 agina ti. Possono clnssi fìcars.i in cl uc categorie. Nella prima, che è la più numerosa, comprenderei tutti i fucili che si ricaricano a mano com e il fu cile


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, l>ll0P0STA D'!iN NUOVO A.llMAMEN1'0

PEI\ L.\ F.\NTERIA 1)1 T,JNEA

Ecco lo stato dell'arte in fo tto di fucili. Mediante l'accopp iamt~11to e la sen1plificazione d'alcuni meccanismi appartenenti ai due suddetti o-ruppi d'armi po rtatili , sono pervenu to a creare un °nuovo fucile che, riunendo in sè le prerogative dei due precedent.i sisterni, vale più di ciascuno poichè li va le amendue. ~sso è un fucil e suscettibile a volon tù del doppjo car~c~mento , cioè di qtiello a mano e di quello aripetizione. Aprasi con tuie nuovo programma un concorso a largo p_r~mio, e garantisco che non tarderebbe apres~~tar~1 ip tuua la su~ militare sernplicitù il più te rr1b1le tueile da ha lt1)gha che i partigiani del fuoco possano mai desiderare. Sie~ome i? limito la ripetizione ad otto colpi , colloco 11 relativo se1'bato io nella cassa; ma le mie otto cariche sono a palla esploden te. Secondo la intendo io, non si fareb be mai uso della ripetizione fuorchè ne' casi d'estremà urgenza ed a br~ve clist.anza, comè sarebbe per ischi.:.1.cciare una soprastante cari ca di cavalleria, un attacco alla baionetta giù incom inciato, e simili . Pee o~ni ~ltl'O. tiro r~eno pressante si farebbe sernprn uso dell ormnana carica a mano con palla piena, la quale pel suo maggior peso permette tiri più luno-lii. Il mio fucile a doppio sistema cos tituiste per1,:nto la sit~tesi cli qu anto seppesi finora produrrt~ di meglio pc! tiro accelern.to, po.ichè soddi sfacendo esso da lontano e da vicino alle diverse esigenze dell a ta ttica cl~I fuoco,. assieu ra alla medesima il possesso del campo d1 hattaglrn . · Infatti per quanto la tattica dell 'attacco si faccia s!ni!z: e lesta ~·imnrrù pur sem pre arrestata in pross1n11ta del nemico nello staòio in cui essu trovasi co-

stretta a privarsi del fuoco per poter marciare impetuosamente. Un solo dettaglio an cora circa il mio fueile. Onde agevolare il ricaricamento del serbatoio, non che per allontan are possibilm ente i rischi ine ren ti al maneggi.o cd al porto de' proietti esplosivi, racchiudo quattro cariche in un artifi zioso tubetto di Iaua. La ripetizione si rica rica mechan te l'introduzione di due tubetti. Il sol dato ne lta seco sei. Tra serbatoio e scorta sono in tutto tl:'entadue colpi a palla esplodente . Di cartucce a palla pi ena glie ne darei tre doz:r. ine. Tale sarebbe il fucile col quale proporrei d'armare la fan teria. A coloro che. si spaventassero delle ingenti spese _che richiederebbe questo nuovo armari1ento, rammenterei che una ben intesa economia assolve sempre quel governo che spenden do sa vincere, e condanna quell'altro che risparmiando si fa battere. Una 'forza irresistibile sta distribuendo l'Europa in pochi e grandi Stati; lavoro preparatorio d'un altro lontano ordine d'eliminazioni. Il · tenersi armate di tutto punto è dunque, pet' le grandi potenze , nella forza delle cose. Ma quanto ai.. governi de' piccoli Stati, meno forse un paio che possono aspirare a servire di nucleo a vaste annessioni di paesi tuttora fl uttuanti, io non vedo perchè si armino. Se alcunchè potrebbe mai, non dirò so ttrarli, ma nasconderli alquanto al fato che li incalza, credo che sarebbe appunto una condotta diametralmente opposta a quella che seguono. Dalle aggressioni es terne assai meglio li garantisce la reciproca gelosia delle potenze maggiori, che non le proprie forze. Dai sudditi, i quali in fondo sono il loro vero e più pericoloso . nemico, l'ottima delle difese mi parrebbe il disarmo. Non è

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PROPOSTA D'UN NUOVO ARMAMENTO

questo mio un pàradosso. Se v'ha qualche cosa di cui si possa tentare di fare un argine alla col'l'ente del sentimento nazionale è l'interesse immediato, la pros_ç1.ica borsa. Sgravate il vostro. popolo della coscrizione e di tutto il bilancio della guerra: attraverso l'odiosa prospettiva di vederli ristabiliti, il vostro rivale non gli apparirà più così seducente. Ma certo che a parità di pesi voi gli sembrate un tiranno e quegli un liberatore. Ma siccome quos Deus vult perdere pritts amentat, così ancora una o due buone guerre, e credo che tutti gli Stati piccoli, cu i. non .sarà intanto riuscito di farsi grandi, scompariranno dalla carta d'Europa, a meno forse di S. Marino per la sua singolarità. Di questo lugubre vaticinio si dorrebbero a torto i numerosi ammir'atori del, Re di Svezia. L'esito dell~ guerra di Danirrw.rca, ed un'altra condizione di cose cui non debbo alludere più chiaramente; non mi possono far considercire come piccolo uno Stato che, se ben discerno ne ll'avvenire, sta per aggiungere altre corone a quelle che già posarono su l capo a Margherita di Waldemar, la. Serniramide del Nord.

V.

In grnzia del nuovo fucile a doppia reLroca rica la zona di fuoco proteggitrice della difensiva tattica, già tanto forte pel fucile ad ago, si pot.rù ormai considerare come insuperabile. · Essa presenta all'offensiva un intoppo molto simile a quello che ne' primordi della moderna fortifica-

PER LA FANTEl\JA Dl LINEA

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zione fu incontrato dall'assed iante nel largo e profondo fosso della piazza , ben battuto di fianco dal cosidetto pezzo traditore. Fu eziandio quello un momento in cui la difesa si è trovata più forte che l'attacco. ;L'analogia fra i due casi m'indusse a meditare se non fosse presentemente possibile venire in soccorso dell'attaccante con qualche industria che gli servisse di schermo contro il fuoco dell'attaccato, precisamente come allora la trincea e la galleria sopraggiunsero a coprir l'assediante contro il fuo co della piazza, e gli assicurnrono il varco di quel fosso formidabile. Ho la convinzione che, se qual che potenzu militare si facesse a dirigere per un po' di tempo gli sforzi degli studiosi nel senso di tali ricerch e, non tarderebbero a comparire da più parti gli elementi forieri della novella invenzione dì cui tanto urge il bisogno, e di lì a non molto ciò che cercasi verrebbe ad affacciarsi nella sua interezza a qualche ingegno più felice. Niuno apprezza più cli me le riforme che clapper tutto stanno introducendosi ne' regolamenti d'esercizio · per la fanteria; ma dubito assai che le medesime siano suflìeienti da sole a risolvere il problema, quale venne posto da S. M:. il re di Svezia. Pur troppo, anche dopo la lor-o attunzione, la difesa mi par tuttora in condizioni migliori che l'offesa. Vogl io dire che rimnne pur scnipre da superarsi, marciando, quella certa zona omicida. Ecco un bel soggetto di studi e di esperienze, ripeto. M:a se gli studi sono in potere di ognuno, le esperienze eccedono ordinariamente le forze d'un privato. 1t bensì vero ehe queste vogliono essere precedute da quelli. Dunque si agitino a gara le fantasie de' progettisti , ed esibiscano queste alla fredda ragione la materia prima del suo lento lavorio. 0


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l'llOJ>OSL\ o ' ui'i i'iUOYO .\l\~L\MEl'iTO

Non importa se poi con un po' di positi~o ci sarit molto del chimerico : la ragione ò tal crog1u0Io che sn prù tesaurizzare quel poco e gittare il resto fra le scorie. Succede ben di rado che in un qualunque progetto, a11ch e bislacco, .qualche alnie_n pal'Ziale ir~venzi one, qualc,;lte riflesso, quulch e rapporto n?n. srn 0 buono in sè, o tale onde altri qual che idea m1ghore possa ricavare e perfezionare. . . Per me, confesso che qualche cosa rn proposito ho t•·i,\ sin d'oru fan tasticato . Ed anzi, pel' esse re con:egucntc alle mie precedenti esortazi oni, darò il buon esempio di rare suhilo qu i pubblicamente nell'anenturosa ricerca dell'incognita, di cu i l'attacco ha tanto bisogno, un prirno passo o prima eaduLa che si voglia tlire. Naturalm en te io ripromelto all'attacco la sua ver.chia cd illustre prevalenza sulla difesa , purch è sappia bravare pe1· poco un 'a rma d' un alleo genere, della quale senza taccia di viltà possono nvcr paura anche i più valorosi, voglio dire il ridicolo. .Dunque avanti.

VI.

L'antidoto contro il mio stesso fucile a retrocarica. doppia, e qui nd i a più forte ragi one con tro qualunque fu cile a reLrocarica semplice , consiste · nell' urmare_ una parte della fanteria d'un solido riparo mobilissimo, che con antico voca bolo militure chiamerò manlelletto .

PEii. L.\ FANTEJ\IA

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LINEA

Qu esto riparo, della cui solidità si sarà presto persuasi da quanto sarò per esporre , ha più che meno l'altezza. e la larghezza dell'uomo che se ne deve servire: è girevole in ogn i senso medianLe una sola ed unica ruota: viene spinto innanzi o tiratosi dietro da un soldato, coll'aiuto di due manichi, a guisa di lego·era carriuola. 0 Doterei di mantclletti alcuni battaglioni scelLi, formati <l'uomini. di bassa. statura, ma tarchiati e pieni di vigore. Credo che per ora basterebbe averne due battaglioni per bl'·igata, ossia uno per reggimento. Supposto il ba ttaglione schierato su due righe, non vi sarebbero che i capofila armati di mantelletto; cosicchè ognuno di tali ripari cuoprirebbc due uomini. Ma prima di particolareggiare i vantaggi, la. stru ttura e l' uso del mantelleLto, debbo premettere una dichiarazione. Se in vece di scrivere ncll'inLeresse universale dell'arte io qui av;~ssi mirato soltanto alle speciali condizioni <lcll'ltalia, mi sarei probabilmente limitato alla p1·oposta del mio fucile ci dop7Jio sistema : e quanto ul m,cintelletto me lo sarei tenuto tutto per me. L' Halio è paese troppo in tersec.ato nella valle del Po, e troppo montuoso nel rimanente, perchè il manLell cllo vi po:;sa tomare agevole a masse cli fanteria: Forse lf ualcbe strepitoso sucr.esso che da questo s1 ottenesse in altre contrad e, unito a qualche notevole perfezionamento , potrebbero col tempo conciliar~li degli amici anche qui; ma intanto, quale esso è, 10 non oso offrirlo alla inia patria. Grande parlo della Germania, dell'Ungheria, della Polonia, non che quasi tutta la Russia: ceco, per solo parlar dell'Europa, le vaste regioni a cui dedico per ora questa nuova macchina. Al'il'iO XlV, I

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PHOI>OS'rA 0'1m NUOVO ARMAMENTO

Pertanto chi vonà giudicare le mie idee a tal riguardo, è pregalo di volersi prima trasportar col pensiero io quelle ~terminate pianure, dove titaniche · battaglie si combatteranno ancora tra la razza germanica e la slava. I principali vantaggi del mantelletto sono i seguenti: ,t Libera due soldati dallo zaino. 2" Li difende amendue da capo a piedi mentre fanno fuoco ed avanzano contro il nemico. 3° Presenta, ne' suoi :fianchi, comodi appoggi a varia a!Lezza per puntare con grand'agio il fucile in qualsiasi direzione. E così, col favore d'un appoggio e d'un riparo costanti, ogni fantaccino che sia mediocre tiratore potrà ritrarre buon partito dalla propria arma · anche a 400 metri, prossimità minima a cui fermerei i mantelletti per cominciare il fuoco. 4- 0 Rende possibile di munire d'un fucile più potente i soldati che ne stanno al riparo. In vista del costante appoggio che il rnantelletto presta ai tiratori, armerei i medesimi di lunghi fu cili con serbatoio alla canna, capace di dodici palle esplodenLi; e così la loro ripetizione potrebbe la metà più di quelle giil descritte.· Inoltre la muggior lunghezza del fucile agevolerebbe il punt~mento al soldato di seconda riga, e nelle cariche alla baionetta darebbe vantaggio nel ferire. 5~Permette agli utnciali, il cui man teli etto è spinto da un soldato (per regola il loro attendente), di valutare ad ogni progresso dell'approccio l'esatta distanza dall'in imico, e ciò mediante un cannocchialetto a micr·ometro fissato a perno mohile attraverso il man lelletto all'altezza del!' occhio. Il telemetro Porro troverebbe qui la più utile delle sue applicazioni . Sarebbe supedluo dimost}'are che la mediocrità dell'efO

PEll L)\ l'AN'l'ElUA DI LINEA

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fetto prodotto in guerra dalle armi rigate dipende principalmente dalla difficoltà di bene apprezzare le distanze, le quali nel combattimento variano continuamente. 6. Oltre l'inestimabile vantaggio , di far sempre regolare il fu oco dagli ufficiali, si viene pure ad aver _ quello d'armare ùi fucile tutti gli ufficiali inferiori i quuli, sempre che lo credano conveniente, potrunno da abilissimi tiratori, quali sarebbero certamente in generale, prendere di mira gli uflìziali nemici che avranno distinto col telemetro, e far spesso buona caccia. Ora invece se ne stanno il più del tempo inutili e passivi spettatori d'una lunga fucilata, a ·cui non possono prender parte che come bersaglio. 7° Consolida l'ordinanza sottile, perchè dà vita ad un elemento di solidarietà affatto nuovo; ed è la comunanza di. fatiche e di pericoli. fra i due soldati d' uno stesso mantelletto, donde la necessità della muLua loro assistenza. Inoltre quel riparo si presta men o alla ritirata che all'andare innanzi: niente affatto poi allu fuga. . 8° Offre la possibilità di dotare ciascun solpato d'uno stromento da pioniere, e così realizza il voto da tanti scrittori emesso indarno .di poter prontamente eseguire su vasta scala fortificazioni passeggere. Il ferro dei due stromenti è da mc fatto concorrere a rafforzare due parti ·importanti ·della macchina, ed i due lor manich i sono quelli medesimi che servono a muovere il mantelletto, e per giunta dispensan0 dal . portare altri bastoni per l'attendamento. 9° Il corpo del mantelletto serve come salubre lettuccio da campo sotto la tenda. 10° Permette di spingere l'approccio prima a di stanza mediocre, poi a brevissima, onde comin éiar da


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l'1l0l'0S'1'.\ n' u N NCOVO AllMAnlb:NTO

PEll LA F.\N'l'EllTA Dl. LINEA

quella nd affievolire il nemico con un ben diretto fuoco a proieu,9 pieno, e poscia demoralizzarlo colle paJle esplodenti, finchè il momento propizio per gittarglisi soprà s1 dichiari.

, La ruota non deve aver meno di mezzo metro di raggio·, onde superare facilmente le ineguaglianze del tet·ren o, e specialmente i. fossi . Essa è di ferro, ma i suoi raggi .sono vuoti . Nella parte superiore del mantelletto ò praticata una specie di feritoia orizzontale di éirca un decimetro di altezza su tre di larghezza, munita d'una piecola persiana in ferro , consisten te in due palette mobili ma collegate fra loro, cu i si può dare qualsiasi ap~rtura . Tale finestrella permette al soldato di g:uardarc dove va senza tirnanere esposto di troppo. Le ho dato il nome di visie1'a . Anche l'attaceatu r<\ de' manichi , non che la loro forma, meritano particolare attenzione. I manichi debbono essere di legno forte e leggiero , piuttosto grossi, e guarniti di bandelle e calciolo cl'aceiaio. L'attaccatura vuol essere in guisa che pennetta cli far forza in ogni senso, e che ciascun manico, al semplice aprirsi della mano, pieghi a terra da sè ver proprio peso, puntellandovi senz'altro il mantdletto. All'abbassarsi del manico esce fuori un freno per teattenere la ruota. L'esperienza risolverà se sia meglio foderare con pelle l'impugnatura de' rnanichi , ovvero appendere agli stessi due grossi ed infor mi gu an ti per comodo del soldato. · Sul mezzo dell'interna parete del man teli etto sorge per tut.ta la lnnghezza di esso un li stello ferrato , a cui il soldato appende verticulrnente il proprio f'ucile. Il peso di questo forù sempi·e inclinare il mante lle~to all'indiet1·0 , allorehè nel fo nnurlo il soldato ne rilascierù i manichi . Quel listello, ossia sostegno, presta pure un .altro servizio di molta conseguenza. Si è per esso clic i due scompari.irnenti del manLelletto, i quali sono sol-

VII.

Per fissare definitivam.ente la miglior foggia d'un 11 ualunque arnese da guerra, specialmente se cornplicato, occorrono lunghe esperienze. Cionondimeno in dicherò alcuni tratti caratteristi ci di questo mio ordegno. da battaglia, onde farne rneglio apprezzare la praticabilith. Ingegni più felici del mio sapranno poi rimediare poco per volta agl'inconvenienti che nella pratièa si elevassero contro l'uso di sì potente riparo . · lo formo il corpo del mantclletto con una delle composizioni non metalliche state indarno jmmaginate in questi ulLimi tempi pr.r far coruzze. Tale sostanza ~a il pregio di riunire le seguenti proprieth: 1° E una delle più leggiere fra quelle resistenti m colpi; '.2° Non è alterafaile dul sole nè dalla pioggia; 3° Non è molto costosa. · Il rnantelletto risulta in med.ia grosso un buon decimetl'O, e presenta nel suo interno due scompartimenti vuoti, capaci abbondantemente quanto due .zaini. In ognuno di essi viene stipato l'inliero corredo d'un soldato, cccel.l.uatane la munizione da guerra. -Nell'affardellamento si baderà a conseguire la massima resistenza su tutLi i punti del manlelletto. 1

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PROPOSTA D'UN · NUOVO ARMAMENTO

tanto m;iiti fra di loro con una forte cerniera, se ne stanno ritti l'uno sopra l'altro. \\ID colla semplice pressione d'una molla incastrata. nel sostegno, il soldato può far cadere in avanti Io scompartimento superiore: ed allora il mantell~tl.o, che si abbassò di circa 1n metà, oppone in media una grossezza di due buoni decimetri, sufficientissima a proteggere dalla metraglia e dai colpi di fucile i più violen ti i due tiratori accovacciati. Vuolsi rimettere il mantelleLLo per marciare'! Si ,' tira una catenella che discende lungo il sostegno, della quale un'estremità rimase attaccata allo scompartimento abbassato; e questo, tratto con forza, si richiude a scatto contro il sostegno. Dirò di passaggio che il mantelletto non si deve mai ripiegare che nei casi di occupazione d'un ciglio di altura, ovvero nell'ultimo stadio dell'approccio, donde spiasi il momento favorevole per balzar fuori dei mantelletti. Di regola ·i fuochi avanzando si eseguiranno a mantelletti spiegati, onde affaticare meno il soldato, dominar meglio il terreno , e poter spingere avanti senza , dover prima rimettere i mantelletti. Io qui mi occupo soltanto dr~lla fanteria di lin ea; ma è chiaro che spesso i mantelletti riusciranno assai. preziosi anche ai bersaglieri, non che agli artiglieri· inservienti pezzi caricaptisi per la cu latta. Ecco dunque il moderno fantaccino difeso contro il più terribi le de' fucili, non meno di quello che l'antico guerriero lo fosse dall'intera armlltura contro le armi d'offesa de' suoi tempi. Ma colla differenza che il nostro soldato conserva tutta la sua leggerezza e le sue forze pel supremo sforzo dell'azione . La fatica che gli può costare il maneggio del mantelletto non è da porsi a confronto con quella che cluravasi sotto l'arma.tura. Ben altro è spingere un dato peso·

PEtl LA FANTERIA

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grav:itante sull' asse d'una ruota, ed altro portarsi mdosso il peso stesso: ed .ho fatto il calcolo che il man telletto cornpleLo non pesa quanto ' le armi ed il bagaglio del legionario romano. 1noltre durante l'azione il mantelletta viene soltanto spinto innanzi a breve tratto per volLa , poichè l'approccio operasi per posizioni successive: laonde succedono lunghe soste per pigliar flato . Infine la .fatica del · mantellell.o resta ordirwriamente divisa fra due soldati che vi souentrano alternatamente.

.VIII.

Il fucile a tiro accelerato minacciava di far soggiacere il coraggio alla disciplina; ma c-0! mantelletto faremo riacquistat~e al più coraggioso l'opinione della propria superior.ità sull'avversario. Dico ciò nell'ipotesi che amendue le parti vadàno munite di quel riparo; poichè nel caso contrario sono pei'suaso che qualunque mediocre fanteria d'Europa, che sia esercitata a far fuoco dal mantelletlo con fucili a retrocari ca doppia, prenderebbe tostò tanto ~rdire da spingersi inarrestabilmente souo le migliori truppe .prussiane, le qunli 110n tarderebbero a scadere dall'attuale loro bontà in diretta ragione del ribasso di fiducia che proverebbero presto pel loro fucil e ad ago. Gli eroi. sono se mpre pochi. Nelle masse di soldati il coraggio dipenda essenzialmente dal grado di fede che questi ripongono nella riuscita di quanto si ordina loro di fare. Nop sì tosto una tal fede lì abban-


PROPOSTA D'UN NUOVO ATIMAMEN'rf)

dona, che anche i soldati più agguerriti sogliono diventar paurosi. Ed è troppo noto che al fuoco li:1 paura annienta la disciplina. Libero dallo zaino, ciascun soldato potrà portare sul dosso in una 'comoda cartucciera cinque o sei rlozzine di cartuccie a palla ,piena e q uat.tro dei giit mentovati tubi <li ricambio per la ripetizione, colla differenza che ognuno di questi racchiuderà sei colpi . Pertanto, col serbatoio carico, il soldato avrh seco per una gio rnata campale almeno un centinaio di cariche: cioè sessanta co)pi, od anche settantadue, da trarre ne' combattimenti a distanza, e trentasei per i. caldi attacchi . Così, in grazia del mantelletto, rimarrebbero pure risolti certi imbarazzanti problemi stati creati dai fucili a tiro celere. Sconsiglierei sempre dal riporre entro il rnantellelto la munizione di scorta. L'apprensione d'uno scoppio facilmen I.e cagionabile dall'uso de' pro·ietti esplodenti, toglierebbe ai soldati che vi stanno al coperto gran parte della loro sicurezza. JUa, a proposito di palle esplod enti , .debbo ancora al mio lettore degli schiarimen ti al 1;iguardo. Non ignoro che si vorrebbero proscritte. Ma non ·ignoro neppure che tale fu sempre la sorte d'ogni nuova invenzione micidiale, senza che tali vane misure abbiano mai avuto altro effetto se non quello. forse cli maggiormente diffonderle . Bastino ehm esempi. Nel 1139 il secondo Concilio Lateranense vietò l'uso della esecrabile balestra: anche Innocenzo III nel secolo appresso la maledisse come uno strumenw diaboli co; ma presso tutti i principi cristiani i balestrieri non divennt~ro che pit'1 apprezzati, ed ambiti. Chi non conosce l'orrore provato dalle Gentidarme contro i prim i archibugi? .Baiardo condivideva ancora quel pregiudizio, benchè da mezzo s9colo quell'arma prendesse 1 1

P.El\ LA fANTf,nJA DI · LI~EA

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piede in tutti gli eserciti, ed è noto che egli si credeva in diritto cli far appiccare quanti moschettieri gli capitavano alle rrn.mi. Su motivi· consimili cli speciosa umanità si fonda ora la propaganda con tro le palle esplodenti. Ma, di grazia, le medesi~1e sarebbero poi sembrate eosì orribili a chi si fec~ promotore del bando loro, se per ipotesi fossero state largamente e for tu natamente adoperate dai Candiolti contro i Turchi ? Parmi d'aver già fatto sentire com e nella crisi dell'attacco il ti1·0 · a palla e:splodente sia il più effieaee per demoralizzare l'avversario. Dunqu e sarebbe una falsa urnaniti\ il non farne uso, perchè senza di esso verrebbesi a protrnrre indefinilamenLe l'indecisione del combéll timento nel suo periodo più sanguinoso.

lX.

Ho già accennnto che al riparo de' mantelletti il comandante un attacco potrà tenere per così dire a o·uinzagl io, sino all'istante opportuno, le sue truppe t, ....., • anche a molta prossirnità del nemico , e prosegmre a gettare in esso lo scompiglio col fitto tiro esplodente. Al pri mo momen Lo di disordin e l'attacco gl.i riuseirà, e spess9 con men sangue che non pel passato. Per i molli varchi aperti, o quantomeno agevolali per cnlrn la linea riemica dai battaglioni di mantelletti, l'assalitore po trà far penetrare con successo le sottili colonne di faµteria leggera, che con abi li ma: novre avrìt saputo condurre a. portata d'approlìttarne.


106

PTIOPOSTA D'UN NUOVO ARMAl\lRN'l'O

I~ bensì prevedib ile ch e dovunque ·i rnanteJ letti accenneranno, lù si verrà necessariamente ad impegnare un vivissimo combatlirn ento d'artiglieria. I mantellotti permette rann o talvolta di lasciare dietro di essi un a sola riga di soldati, onde valersi degl i uomini dell'altra riga per qualch e colpo di mano . L'arte del co rnbatLere prenderebbe D poco a poco nu ove for me, sia pet' prevalersi dei vant11ggi llel nuovo fucile e del mantellollo, come pe;· ischermirsone. Citi tosto non JJ re•,ente i nuovi Cl'iteri di cui l'uso del mantelleuo faC'ebbe tener conto nel· valutarn un dato terreno per la difesa o per l'attacco? Non parlo della tattica di de ttaglio: ogni su a disposizion e se ne risentirebbe. Dell'in:fluenza di consimili nuovi olemenLi può, per esempio, formarsene un'adeguata idea chi tenne dietro ne' suoi studi al lungo perio do di trasformazione cu i diede luogo la semplice invenzione della baionella. Siccome i grand i con centl'amenti de' corpi d'esercito, specialmente nella difensiva strategica , si eseguiranno ornmai colle ferrovie, poche !'.arann o quind i le marce che i soldati dovranno foro <:o i man telletti . l\Ia in prossi mi Là del nernico, cioè nelle marce-manovre, quel riporo starà indivisibilmente con loro. Nella difesa di campi trincc1·ati, il cu i tracciato fosse prop izio ad una di fesa offensiva, i rnantelletti po· tranno presta re utili servigi ancl1e io rtalìa, sia per favorire le s9rtiLe , come per proteggeme la ritirata. Trotterebbesi quivi di farli soltanto tigire sop ra un terreno precedentemente eogn ito o. convenientemente preparato. Mi pare che tali spalleggiamenti mobili costituirebbero un prezioso co mplemento di qu elli fissi. E qui lu seio ch e il mio mantellctto pensi da sè a farsi un po' di strada nel mondo. Se nella caloroso apologia che ne ho tessuta lasciai

PEI\ L.\ F.\NTEI\TA DI LINEA

407

trapelare per esso il mio affello paterno, chi sarà qu el disumano che me ne . vorrà fare un'uccusa? Per altro ·io non mi credo in obbligo d'accompagnarlo e di proteggerl_o più ~IL.re. 'Non ~ii s_i co~ tra-. sterà che io ho fatto 11 poss1b1\e per oarglt un educazione tal quale: i miei mezzi non mi permettereb. bero di fare · per lui maggiori sacrifì zi. So benissimo che potl'à essere fi eramen te bersagliato. Ma che perciò? Guai a lui se io mi recassi.~ :ervirgli da mantclleLLo : ahi l che ciò facendo l'avrei 10 stesso morto e sepolto. BENEDE'rTo P LEBANJ.

---


COJ'\SIDEllAZIONl SUL!: OJlOJl.'i"AMEN'l'O MlLl'f. DEL l\EGNO

1Q\)

1

Le considerazioni che imprendo a svolgere nella -Rivista ernno già scritte sin dall'anno scorso: il solo · desiderio di promuovere una discussione ed uno studio feèondi di bene per il paese e per l'esercito mi induce ora a pubblicarle.

CONSIDERAZIOl\TI

F10HE!'iZO BAVA.

SULL'ORDINAMENTO MILITARE DEL REGNO ))[

F. BAVA

J.

Maggiore d'Artiglieria.

Esea•citi Jlc1·.1uunenti,

INTRODUZIO NE

Il Parlamento dovrà discutere ben tosto il progelto di legge sull'ordinamento militare tlel regno. In una questione così gravfl, che strettamente si collega cogli interessi più vitali della nazione, è utile che tutte le opinioni possano liberamente manifestarsi. . Pene trato della necessiti\ dì far precedere alla discussione del Parlamento quella del paese: convinto che una legge così essenziale deve essere esam inata e considerata per ogni verso: che una volta approvata dai poteri dello Stato essa deve rimnnere intangibile per una. lunga serie d'anni: ho affrontato col le rnie deboli forze una sì ardua qu~Jstioi1e, scevro delJa benchè . menoma passione o di idee preconcette , e spoglio soprat.u U.o di pregiudizi. ·

(.; aspirazione dei filoso.fì, è il sogno della civiltil l'abolizione degli eserciti permanenti :. all'arte della guerea, la quale progredisce pur essa rn modo straordinario, si vorrebbe sostituire l'arte della pace, ac compagnata da tutte le foli citù desiclerabil~. . : · Non sembra però che quest'epoca di beatlluchne ubbia da venire così presto. E per lo appunto adesso, noi ,vediamo le due nazioni d'Europa le quali vantansi di tenere il primato di ogni incivilimento, st.ar preparandosi chetamente ad qna g~1:rra, la <~uale, se ) . ha da venire, sarà per ess~re la pm feroce_ d1 qua?~e I · abbiano giammai insanguinato i campi eh battaglia della. vecchia Europa. Nè si può dire che siano esclu- · sivamente i governi di quelle due potenze, ~ quuli.'. , o per interessi dinastici, o per ambizione dei proprn sovrani, eccitino l'un popolo contro l'altro: tutto proni , al contrario; come dai due governi si metta in opera


,trn

CONSIDERAZIONI .

S ULJ,' onDJ'NAMENTO MILITAJ\E DEL REGNO

mento le ar.rni, e del dovere che gl'incombe d'incontrare Lu Lti i sagrifizi nccessarii, compatibili colle sue condizioni economiche, per stabil ire una buona organizzazione militare . E q ues ta deve esser tale da mccogliere tutte le for2,e vitali della nazione, e costituire la nazione sempre pronta allei guerra,. So bene ch e i fautori dell'abolizione degli eserciti pe~·mane.nti mettono sempre avanti l'esempio degli Stati Un iti d'America e della Svizzera: rna gli SI.al.i Uniti son o la sola gran potenza del nuovo mondo , e non haùn o da temern di ness un nemico: la Svizzera è in un a posizione eccezionale. Che se si considera la questione sollo il lato eco nomico, ben si vede come le so mme spese dagli Stati Uniti d'America nella g uerra di secessione, valutate sino a 28 miliardi, per rnettern in pied i un esercito e per fare la g uerra, siano talmente enormi, che calcolandone l'interesse annuo a'f.. ti 0 [0 , questo tiOlo sa rebbe sufficienl,e per saldare i conti di tutti i bilanc i ann ui militari delle primarie potenze d'Europa, ìe qunl i pur tengono soLLo le ann i numerosi eserciti permanenti.

ogni mezzo per evitare un conflitto ·, dal qual e n~ssuno può prevedere qual serie di calamità sarà per ridondare al mondo in ti ero; ma sono le popolaz~oni stesse che , in preda alle eccitazioni, prodotte sia da un esagerato orgoglio, come dall'am or nazionale offeso, spingono i rispettivi governi in quella via , la quale ben probabilmen te li trasc tnerù, o tardi o tosto, alla guerra . Ciò prova come, malgrado Lutti i progressi, quelle le quali rimangono stazionarie sono le moltepli ci passioni da cui è agitalo un popolo , e queste trovano il loro sfogo naturale, nel più fortimato dei casi, nella guerra contro lo strnniero, nel più triste, nella gue rra civile. Onde deriva la necessità assolutò, per una nazione, di tenersi sempre preparata a poter fare 1D guerra . Per ottenere corn'pletamen Le questo scopo, non havvi altro mezzo fuor di quello di cdiicare mili'tcmnente

tuttct quantci la nazione. Nè una buona educazione militare si può ottenere. se non si fanno successivamente passare tutti i giovani san i e robusti, giunti ad una certa etb, per la scuola somministrata da quella grande istituzione che è l'esercito permanente. Non è il caso cli spendere parole per dimostrare la necessità assoluta che ha uno Stato di tenere un esercito permanente: nelle cond izio ni nostre e del mondo , solo ai pazzi, ai visiona rii, od a coloro cui poco importa dell'indipendenza, dell'onore e della dignità del propl'io paese, può sembrarne possibile la abolizione : ma gli uomini sinceramente patrioti. debbono proeurare ch e governo e paese si penetrino ben bene della necessità che ha un popolo giovan e, come il nostro , il quale non ha ancora acquistato credito suffieiente nè di potenza.'nè di fermezza presso le alt·.'e nazioni, di non trascurare per un solo mo-

Il. Sur1·ogazione ed aff'1·anea.11nento.

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La nazione deve tutta quanta essere ed ucata mili/ tarmente: ci. bisogna clrn ncl1'0ra suprema del pericolo ogni òttadino sappia esser-e so ldato. Questa proposizione, la quale è basata sui più sacrosanti peincipii di gi ustizia, corri::,ponde all'interesse generale comune: essa deve dunque formare una


;J;J2

I

1

SULL ORDINAMENTO MILITARE DEL REGNO

COi'iSIDEHAZIO.l\l

d~l~e basi · <~ell'ordinarnento militare. Posto tal principi.o, ~e viene di conseguenza che la sunogazione ordrnarrn. non deve più essere perrnessa, come, in termine assoluto, dovrebbe pur cessare il riassoldamento con prernio , ovvero · sia la facoltà , a taluno concessa, di affrancarsi dal servizio militare mediante un equivalente in danaro, quando questo privi!eo·io è:) non nusc1sse a vantagg10 dello Stato. La surrogazione ordinaria è quella per cui ·un · ind~viduo, il quale non può o non vuole prestarsi alla ~hfesa del suo paese, contratta con un altro e lo manda rn vece sua. Nella Relazion e la quale precedeva il progetto di legge sull'0rclinamento militare, elaborato dall'in al~ora ministro della guerra generale Cugia, sono esposti 1 m~tivi i quali avevano consiglialo il governo a proporre di abolire le surrogazioni ordinarie. Infatti, la esperienza ha provato come a questo traffico lo Stato non guadagni che una me.ree scaden Lissima, che, oltre al non avere nessun valore reale .peL' se stessa, int.roduce , nel più dei casi, nelle file dell'esercito pessimi elementi, ch e tendono a corrompere i buoni. Allo scopo di. scongiurare i perniciosi effetti derivanti dalla surroga zi oni ordinarie, e conservare, mediante un premio in danaro e senza peso della fi nanza pubblica, ur~ buon numero di graduali, il governo sì è fatto egli sLesso surrogante c:oJia provvida legge del ,.1866 sull'affrancamento militare. Sinchè nelle masse l'istruzione non abbia di molto progredito, sinchè il sentirnent.o nazionale e lo spirito mili La re . non siano abbastanza sviluppati, ella è necessità in declinabile tenere nelle file il maggior numero possibile di graduati anziani, ai quali naturalmente si deve dare un equo compenso. Questo, lo Stato non potendo somministrarlo senza un grave '

'

113

sacrìfizio cl i danaro , lo ottiene imponendo di una lassa adeguata l'individuo il quale vuol farsi surrogare. In questo caso alla violazione del principio lt\Orale fa compenso l'utile che ne ridonda allo Stato ed all'esercito . Però, anche. la facoltà la quale si concede a taluni cli affrancarsi dal servizio militare, mediante una determinata somma, deve a poco a poco diminuire. Infatfi, un a volta ammesso il principio dell'affrancamen to, egli è ev idente che tutù coloro i quali saranno in grado di dare al governo l'equ ivalen te in danaro, cercheranno di esonerarsi dal servizio militare. Conservand osi poi ancora presso di noi un privilegio specjale per gli ecclesiastici, succederà sempre che non pochi intraprenderanno anche qu esta carriera , più nella speranza di poter sfuggire all' obbligo della leva che pei- vocazione: cosic.d1 è il numero degli ind ividui forni ti di una discreta ed ucazione e di qual che coltura i quali en trertlnno annua lmen,te nelle file dell'esercito si ridurrà alle più infime proporiioni, e sul solo proletarinto ignorante pese rà il grave, ma pur nob ile tributo del sangue. Reclu tat.o unicamen te il soldato fra tale elemento , egli sa rà sempre mulagevole il poterne ricavare il numero necessario d'individui atti a fore dei buoni grn- , duati, per la qual posizione, oltre ad eccellenti qualità morali, sono indispensabili una tal quale educazione ed una certa coltura. So bene che v'hanno tal uni, e forse j! loro numero è considerevole, per i quali l'ideale dì un sott'uflìcia.le è un indi,1 iduo superiormente ignorante: purchè esso abbia buoni polmoni, sia fornit.o di grossi bafiì, inspiri il. terrore con modi duri e grossolani, bor· botti discretaÌnente le sue istruzioni, essi non vanno più in U1: quando poi questo tipo ai pregi suddetti ANNO XIV, VOI.. II.

·•

.

8


t.ONS!UBII.\ZlOi'\l

su1,,1' ORDINAMENTO MILITARE DEL I\EGNO

aggiunga quello di essere furb o, accorLo, e pl'incipalmente quello di · essere un bevitore consumato, egli diventa ai loro occhi il ncc plus ultra, del sublime. N9n è pl'ecisame11 te l' hornme ù l'état alcootique, cosi rnaestrevolmente <lescritto dal generale Trochu, che essi vagheggiano, ma qualche cosa di consimile. Fortunatamen te. per l' esercito co testi prcgiudizii hanno fatto il loro tempo, e si comincia ad intendel'c che anche in mezzo alla gente rozza la forza intellèttuale la viuce sulla materi.aie, e che un giovane so Lt' uflìziale, ancl1 e sbarbatello, ma intelligente, ed ucato ed istruito, saprà ordinariamente farsi amare e rispettare meglio di u11 altro , cui i lunghi anni cli serviz io non valsc1·0 nè ad aprire la mente, nè a correggere Ja naturale ignoranza e la talrolta affettala durezza. Non sarebbe egli adun quc più vantaggioso, sotto ogui rapporto, di poter scegliere i graduati fra quelli individui venuti sotto le armi forniti già di una c8rl.a· istruzion e cd educuzione 't E non è ella cosa ben certa che, specia lmente nell'infanteria, un giovanè il quale abbia percorso i suoi sludii e che abbia appreso i pr-irni rudimenti del mesLierc delle armi nelle scuote stesse, dove don·ebbero essere insegnali , poLrù in breve tempo diventare un buonissimo sott' u1lìziale ~ .l'\on abbiamo forse visto nel 48li9 la gioventù , la quale per sentimento di patrio dorern aveva diserLati gli atenei, essere poi quella la quale in pot:o tempo somministrò il più numeroso contingen te degli ufficiai i dell'esercito nostro~ Non sia impertanto il solo proletariato ignorante quello destinato a spargere sudo.re e sangue per il. prop rio paese, e si vedrit cl1e, ollrc al vantaggio -di far entrare nelle file dell'esercito il massimo delle forze moeali cd intellettuali, atterrassi pur (fUello di

poter costiLuire con facilità ed in poco tempo dei buoni quadri . Mario a mano adunque che il benefizio dell'istruzione andrù diffond en dosi nell e masse, che la nobiltà della professione del soldato sarù maggiormente compresa anche dalle classi. colle, la necessilf.l di avere nello file vecchi graduati si fa rà sentire di meno, e per con~eguenza poLrà essere gradatn.rnente limitato il nnmero dei riassoldati. Ma si obbietta : costeingendo tutla la gioventù ad arrnolarsi, si avrnnno altri inconven ienti pur gravissimi: si ristagneranno gli stu<lii, tutte le arti liberali, le jndustric, il commercio ne soffriranno . È vet'O : e sarebbe voler sconoscere i bisogni della società il pretendere cli convertire lo Stato in una. caserma. SLabiliscasi però il prin cipio generale, ed alle eccezioni. volute dall' interesse generale può provvedere una legge con opportuni correttivi.

llI. Ortllnamento milital'c,

ilo staùilito du e principii fond amenLali: 1° che tutta quanta la nazione debba. essere educala militarmente; 2° che essa debbu essere sempre apparecchiata alla guerra. Vecl iamo il modo di raggiungere questi du e scopi. I buoni cittadini fanno i btwni soldati. -- Questa è verità della quale bisogna ben persuadersi:· e per fare 1


116

CONSIDEI\AZIONI

che sia, bisogna bandire la guerea all'ignoranza, bisogna istruire le masse. Nello stesso modo con cui lo Stato costringe i giovanj, fatti adulti, a venire soLto le armi, perchè non h obbligherebbe, ragazzi., a frequentare la scuola 'I Il segreto della bontà di un esercito è in gran parLe riposto nella mente e nel cuore del maestro del vill aggio. Nelle scuole dovrebbe successivamente essere esercitata la gioventù nella ginnastica, nel maneggio delle armi, nel tiro al bersaglio, ed 3:ssuefatta gradaLamente agli esercizi militari. · Potrebbe anche tornar utile d'istituire nelle 1rnivei·.'.\ sità cattedre di scienze militari. Perché, mentre nelle ', università abbiamo eattedre di tutto lo scibile, non .\ vi si troverebbero docenti per le scienze militari'? · Quanti pregi udizi, quante idee false non si dissiperebberd, non svanirebbero di fronte alle considerazioni storiche ed alle logiche deduzioni della scienza? Le università debbono essere, in caso di una grossa,· guerra, una fonte sicura di buoni quadri per l'eser--: cito, e così la gioventù col ta ed intelligente , assuefatta alle fatiche, con venientemen Le istrn tta, sarÈt nel- • l'ora suprema un utile elemento per mantenere vivo l'ardore delle armi non solo, ma pur anco un efficace strumento di d'isciplina e d'ordine, senza cui non pos- ' sono sussistere gli eserciti. Allo scopo di avere la nazione sempre apparecchiata all a guerra, bisogna ordinare tutte le forze indi.vid uali, organizzarle in un tutto armonico, costituire insomm·a un esercito il quale sia ad . un tempo la scuola militare della nazione e l'espressione della sua , potenza. Quando si vuol procedere all'ordinamento militare di un paese, prima cosa a stabilirsi si è. il numero dei combattenti che si vogliono tenere sotto le armi in tempo di pace come in tempo di guerra.

SULL'ORDINAMENTO MILITARE DEL REGNO

Jl I

117

L'interesse della finanza esige che in tempo di pace si mantenga sotto le armi la minor quantità di forza armata, mentre poi per il caso di una grossa g~erra, si deve poter disporre del massimo nur~1er_o d1 sol~ dati. Però , se in tempo di pace non si dispone di 11na forza bfme organizzata, provvista di tutto il necessario per entrare in campagna, capace di una larga· e , pronta dilatazione, senza scapito d~lla su~ bontà, i mezzi cli comunicazione essendo d1ventat1 così rapidi .f\ l' offesa potendo essere così pronta, uno Stato potrebbe correre nschio di essere invaso senza pure avere il ter\1po di me~tere insierPe,_una forza sufficienLe per reststere al pe1mo urto dell mvasore. :'.,'eseecito poi, astrazione fatta dalle esigenze della si('.ueezza interna della. nazione, dovendo anche essere in tempo cli pace la · grande scuola alla quale deve essere chiamata tutta quanLa la gioventù pèr informar-vi. il cuore alla disciplina, per abiLuarvi il corpo alle fatiehe le più strenue; anche per questa considerazione deve raccogliere in sè il massimo numero di elementi validi, compatibilmente alle risorse finanziarie dello Stato. Poichè senza finanza ben ordinata non si può aver~ esercito, nè un paese P:1~ rip?sar~ tranquillo nella pace, malgrado tenga scntt1 sm suoi ruoli un g-ran numero d.i soldati: imperocclìè non sari1 mai. in caso di far la guerra quel popolo il quale avrà trascurato di tenere in ordine !e sue finanze durante la pace, e che non potrà disporre nel :110mento del pericolo di straordinarie risorse proprie. Può succedere all'Italia di dover intraprendere od una guel'ra offensiva fuori Stato, od una guerra_ di~ feùsiva all'interno, la quale potrebbe anche cambiarsi in offensiva. Nel primo caso è probabile che non ei troveressimo sol i: in ogni modo, dobbiamo procurare di es-


H8

suu: Ol\HIN Am:wro

CONSIDERAZIONI

sere nel caso di metlere in rango un esercito combattente forle di numero e di qualitù, e di poterlo ·m antenere in buone condizioni per tutto il tempo in cui durerà . la guerra: nel secondo non bastano più le armate di terra e di mare, rna ad un buon sistema di fortificazioni si deve aggiungere una forte difesà territoriale del suolo, vale a dire una riserva solidamente organizzata. Laonde appare chiaramente come l'ordinamento militare si debba comporre di tre parti:

)

..

1° Esercito attivo, suscettibile di un rapido aumento in caso di guerra. 2° Riserva sussidiaria, per completare ed alimentare .l'esercito auivo. 3° Riserva territoriale.

IV .• Reelutameni:o .

La legge del reclutamento è la base costitutiva più essenziale dell'esercito. In fatto di reclutamento, tllltL i sistemi immaginabili. si riducono in ultima analisi a duè: l'uno, il quale colpisce tutti i giovani capaci di portare le armi, non esimibili per ragioni legali di famiglia, diminuendone la durata del servizio: l'altro, il quale ne chiama solamente una parte, e

loro impone l'obbligo di. una 1'.naggiore durata di servizio.

I>

MILI'J'AI\E DET, REf:NO

·1119

Il primo sistema è quello della Prnssia, esteso ora a tutta la Confedernz.ione del Nord : .i l secondo è queJlo della Francia: ambedue hanno istituzioni complementarie, qu.al i sono la leva in massa. e la guardia n~zionale mobile . La nuova legge del reclutamento ur i\ustria esclude pur essa il sorteggio, e obbl iga tutti i règnicoli al servizio. . La razza latina lrn un manifesto abborrnnento per il sisbema aermanico. In Francia, jJ primo progetto d'organi zza;ione dell' esercito aborll ~avan_ti , all'universale disapprovazione sollevata. dall abolmone del sorteggLo : il grido, il n'y ci plus de bon nimiéro fec e il giro della Francia, ed il Governo dovetl.e cedere all'opinione pubblica . . ,. Malgrado ciò, io vado con vmto clic tanto nel! .rntel'esse della societil, quanto in quello dell'esercito, sia da preferirsi un reclutarnc~nto, il quale s'accosti al prussiano anzichè al francese. InfaLti , se la societì., soffre un detl'irnento continuo da un'èrnnuale sol.trazione cli. tutta la sua gioventù, questa per contro, rimanendo non un lungo tempo sotto le armi, ritorna alla famiglia, nel suo complesso , assai miglior·ata. Nè si puèl contrastare pcl timore che la propagazion e della specie potrebbe esser<: danneggiata. La Ptussia , la quale lw un sistema ,d1 reelutamento universale in vigore sin dal 48U, ha visto aumentare la sua popolazione p1ù della Franci,) , la quale colpisce una pane sola dell a popolazione dell'obbligo della leva. Ciò provn come tanto i s1s~erni di rec:luwnien.1.0, quanto la viu1 rnili.tarn, non banno una grande rnfl uenza sulla dirninuzionc dellB produzione della specie, quando, · ben inteso, non si ritardi di troppo l'cpoc.a in cui si concede agli a.nuotati di contearre rnatr1-rnonio. L'a.umcnto e· la di111inu1.io11e dellu popolazione


, mo

SULL'OllDINAMEN'TO Mll,ITARR DEL REGNO

CONSIDERAZIONI

sono dipendenti da ben altre ,~a use: . e, forse, la vita · militare moralizzando le masse, contribuisce più che non si cr-eda, a migliorare la produzione. Non escludendo nessuno dall'obbligo dellà leva, introduce così nelle file dell'esercito la più gran somma di forza inL~lleLtuale e morule della nazione, e questo è un vantaggio sommo. Cotesto sistema, se venisse applicato alla lettera, certo avrebbe i suoi inconvenienti; ma correLLo e modificato con quelle eccezioni sugger·ite da ll'interesse reciproco, tanto della società come dell'esercito, avrebbe il vantaggio di basare la legge del reclutamento su principii certi di giustizia, di creare un vero cser-cito nazionale e di diffondere in tutta la massa della popolazione quello spirito militare dignitoso, altiero, alieno da ogni spavalderia, ma conscio del suo valore, il quale, presso di noi purtroppo, in O'ran parte fa difetto. Eh via, ci sarebbe pur un gran bene anche per la società l'imprimere un po' cli sano·ue in certa g1oventù, sfibrata dai vizii precoci, istupi dita dall'ozio, non avida d'altro che cli teatri e di vane ostentazioni, costringendola u passare un po' di tempo .sotto le at·mi I . L'Italia, cui un lungo servaggio· ha tolto nelle masse ogni ricordo di tradizioni' militari, costituitasi finalmente a nazione, deve assolutamente non lasciare scemare di considerazione il prestig~o delle arm i. Ogni suo cittadino deve essere assuefatto alla vita dei campi, piegato al sentimento della disciplina e del dovere, affinchè nel giorno del pericolo egli si trovi disposto a spargere il suo sangue non solo con ent.usiasn:i.o, ma sappia pur essere un soldato utile; sia infine non solo un elemento numerico, ma un valore reale ed efficace. Io penso impertanto che trattandosi di stabilire l' ordinamento militare dell'Italia, ci bisogna avf-we il

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1

.coraggio d' imporre a tutti l'obbligo del servizio militare. Fatte tutte le deduzioni per L'iforrna, e per ogni altra legale esenzione, sono circa novantamila i giovani i quali annm)lmente in Italia possono esse re requisiti per la leva, avendo dessi raggiunto il ventesimo anno di età. Assoggettando li tutti e quanti al.l'obbligo della leva, e tenendoli per dieci anni ascritti -ai ruoli, si avrebbero alla fine dei dicci anni novecento mila uomini: q,iesto numero perb va diminuito largamente per tutte le perdite che via via si fanno come si vedrà in seguito. Pigliando in total e novecentomi la uomini per costituire la forza annata della nazione, si verrebbe }l .colpire la popolazione poco più del 8 ,1\2 p1~r cento, proporzione questa sempre inferiore a quella della Prussia , che è del 4. 0[0. Trattasi .o ra di stabilire il riparto di questa forza la quale annualmente si raccoglie, e che abb ia.m~ as~ segnata per dicci anni ai ruoli, nell e tre parti d1 cui si è discorso più sopra, cioè: Esercito attivo - Ui-

serva sussicliari:a -

Risen:a territoriale.

Pio·liando un grosso con ti ngente annuo e volendo ridu~re a piccole proporzioni il nurnero degli uomini non chiamati in tempo di pace che per pocbi giorni, uomini che noi classifichiamo nelle seconde categorie, ne viene la necessitù di diminuire il tempo che ogni individuo deve _passarn continuato sotto le armi, in . tempo di pace. t presso noi ammesso come assioma che non vi vogliono meno di cinque anni per formare un solda to di fanteria, e non pochi sono d'avviso che questo tempo non basti neppurn per fare un discreto soldato di cavalleria e d'artiglieria.. Ma , per una singolare contraddizione, si ammette ·in pari tempo che per ·

"

I


,122

CONSIDERAZIONT

buona parte del contingente, cioè per tutte le secondé categorie, le quali nel nostro sistema di reclutamento sono nurnernsissirnc, siano sufficienti pochi giorni di. istrnzionc pe1· farne dei soldati al pari degli altri. Mi pl'overò a dimostrare come una ferma rninore possa bastare, purchè il · sol dato venga educato e preparato per far la guerra, non altro che la guerra : pròverò ancora come le seconde categorie, quando / troppo numerose, non sono per l'esercito che un elemento _n un:ierico, fonte nel più dei casi di gravi in- Jl con vement.1.

V.

t egli proprio necessario, per formare un buon soldato, di tenerlo in serv izio contintwlo sotto le armi per cinque e più .anni '? Quantunque sia questa l'opinione professata da autoriLù militari alle quàlì m'i nchino, io persi sto a credere che una ferma continuata di tre anni sia. sufficiente per formare dei soldati istru tti ed agguerriti in bgn i anna. Ma per giungere a tanto, bi.sogna moclilicare, ca mbiare inte.ramrnte il sistema d' educazione e d'istruzione militare .

La nostra vita dì caserma , lo nostre guarnigion i coi loro infiniti e molesti servizi , non ci daranno dei veri soldati nè in cinque, nè in di ee;i anni. Infatti, se noi badiamo ai molteplici servizii '. di guardia, cl i fatica , piantoni, ecc., clrn occorrono nel_le guarnigioni;

SlJ1,L1 01lDIN.\MRN'rO

~m.rr \l\F..

DEL l\EGNO

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al numero sempre considerevole di ammala ti clie entrano negli speclali; alle lunghe e numerose licenze ordinarie e straord inari e annualrnen te concesse, vediamo che ben pochi rimnngono i gio--t'."l i effettivamente impiegati dal soldato nella sua istruzione. Non è un'esageraz.ione il dire che in . un anno un soldato non ha pitì di cen to giorni di manovra. Dunque in cinque anni la sua istrnzione totale sa1·ebbe appena di cinquecento giorni : cosicchè su cinque anni, il tempo effettivamente im piegato per preparare il soldato alla gnerra è appena di un anno e mezzo. E quando si rifletta che unu gran parte delle istruzion i, quelle reali, le quali abilitano le trupp e alla guerra, per il gran fraz ion amen to de i pres1dii, d,ei distaccamenti, non si possono fare che in picco la scala, ovvero su di un ristretto campo cli manovra , dove ·la grande abilita tattica consiste per lo più nel disporre simmetri camente qualche battaglione, arte la quale molto si. avvicina alla ' coreografia: che intiere classi compiono la loro ferma senza pur essere abituate a lunghe e strao rdinarie marcie, s<~nza la scuola dei grandi campi, ognuno può persuadersi che in realtà l' istruzione utile e vera impanita al soldato anche durante i cin·que anni di peemanenza al servizio si riduce non a gran cosa. ìUa si dirù: se in cin que anni si ,oltienc un'istruz1 one reale, coerisponclentc solo ad nn anno e mezzo, in tre anni non. si arriverà che ad impartire al sol. dato un'istruzione di qu alche giorno più cli dieci mesi! . E ciò sarebbe vero , perdurando nel sistema nostro d'istruzione : che se invece di tenere il soldato _sparpigliato di qua e di Et, in innurnerevoli guarnigioni, si mantenessero le truppe sempre costttu ite in divis10ni ed in corpi d'armata , si facesse intervenire almeno una volta il soldato, durante la sua permanenza


CONSIDEnAZIONI

sotto le armi, ad un gran campo, si abrogassero le licenze, meno le straol'dinal'ie per motivi urgenti di famiglia e per convalescenza, si utilizzasse infine tutto il tempo disponibile, io son persuaso che l'educazione del soldato potrebbe essere perfettamente compiuta in tre anni c~d . anche in minor tempo . Nello stabilire la dnraLa 'del serviz·io con tinuato , ci bisogna anche tener conto della maggiore o minor faci lità che ha un popolo per piegarsi alla disciplina, per imparare. le istruzioni, in una parola, per farsi sold ato. L'Italiano ò soldato inLeliigente, non riottoso alla disciplina, ed in generale pieno cl' amor proprio : queste due qualità si svolgeranno anche maggiormente mano a mano che una maggior istrnzion e si diffonderà nelle masse. Io non credo che sia necessario perdere molto tempo per fargli imparare gli esercizi preparatorii, come il passo di scuola, scomposizione di movjmenli, nom enclature inutili, ecc., ecc., cose queste contrarie affatto all'in dole del nostro soldato. E quand'anche l'insieme, la simmetria, gli allinea- · menti avessero a risenti rsene un pochi no, vi sarnbbe poi tutto quel gr-an male1 È eg!i il caso di ripetere ogni ani10 certe istnizioni, ripigliandole proprio chi capo? Quando un individuo ba imparato a leggere eorrentemente., non lo si rim ettE~ a computare: eppure questo è il caso, il quale, in fa tlo d'istruz ioni, succede da noi . Un solda~o cli fanteria sa prà benissimo camminare,'fare il maneggio d'armi; nient'affatto , ogni anno egli deve ricornmciar.e a cont~)rc~ uno, clue, come una recluta, percbè così vuol e la progressione stabilita per le istruzioni. ,Egual sistema si tiene per il cavaliere e per l'artigli ere. Per me ho sr.mpre stimato che così facendo non si ha che perd it.a cli tempo, coll' aggiunt a di. far venire a noia il mestiere a tutti.

SULL' Ol\DINAMEN'l'O Mll,I'rAl\E DEL REGNO

425

Una delle cause per le quali il soldato interviene assai poco alle istrur,ioni si è la manìa che abbiamo noi, e che si ha un po' dappertutto , di. voler sen tinelle, corpi di guardia ad ogni svolto di strada. Il servizio di guardia è il più gravoso ed il più , dannoso al fisico ed al morale che si possa far sopportare alla truppa. I regolamenti prescrivono che il soldato debba avere almeno tre notti franche, ma questo limite da noi non si raggiuhge quasi mai. Un uomo il quale ogni due o tre noui è costretto a: passarne gran parte di una jn sentinella, dormendo le ore che gli rimangono su di un tavolazza , tutlo chiuso nel suo umforme, non può a meno di so('.,, frirne e fisicamente e moralmente. Bisogna pur considerare che le ventiquat.tro ore passate nel corpo cli guardia sono quelle in cui il soldato, causa la monotonia delle sue occupazioni, più facilmente si abbandona a tristi pensieri, prende in uggia la sua profession e, vbituandosi per di più nd un duro ozio forzato. Conviene avere il coraggio di romperla colle vecch ie abitudiui, sopprimere gran parte delle guardie 'ad honorem,, ridurre allo stretto necessario tutte le altre, e fare rrwggior uso cli piantoni e di pattuglie volanti. Bisogna far intendere una buona volta a t.utti quei stabil im enti <~ rnunicipii. i. quali sono continua.men te ad assed iare il Governo per avere corpi di guardia e distaccamenti a maggior vautnggio del da?,io consumo, che i soldati non si tengono sotto le armi pe(' fodi stare perennemen te in fazione, ma per addestrarli a far la guerra, e non per far la guardia ad ogni e.issa e ad ogni carcere. Come fanno gli ' Stati Uniti d'America, come fanno gli Svizzeri, i quali non hanno esercito, a provvedere alla sicurezza pubblica,, a guardare i loro stabilimenti, a guarentire le loro casse ·? Una buona polizia, car-


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COì\SIOEllAZIO~I

'ceri .ben fai.le, buone serra tu re, e :;o pralutto gente proba ed acco rta a so rvegliare questi servizii, bastano nel più dei casi per assicu rarne l'andamento. No i ci siamo tal mente abituati n vedere ovunque un soldato colla baionetta inastata , cbc no n si sa più concepire, per esernpio, come al la porta di un teatro non sia indispensabi le una sentineìl a. Nelle circostanze di feste, corsi, corse, mascherate, ecc., allora sono reggim enti in massa che si c.:l1iunrnno per assicurare l'esecuzione del ie fo.nlustiche id ee el ci signori direttori di detti spettacoli ; quei ·siO'nori in simili circostanze si cred ono in obbligo, pe~· divertire il colto pubblico, di vessare l'i nclita guarnigione. Dopo tre anni di servizio con tinuato, special men te in fanteria, il soldalo italiano, se si è fatto buon uso de l tempo, non imparerù un ette di pi ù. A quell'e poca, la sua ed ucazione mili tarc deve essel'c fa tta: 'it1 seguito egli non tende più a perfezionarsi, tende invece a guastarsi ; è allora il tempo di restituirlo allu fa rniglia, dove vi rientrerù sicurnmente migliorato, senza aver perdute le abitudini del lavoro e ' del mesti<~re che prima professava, e prìa che le prai'e abitudini le quali pur troppo si contraggono a con tatto dei vizii delle città, 1:iescano a smorzare in lui l'affetto al suo primiero modesto ab ituro. Prcrcd o che la. cavalleria e l'artiglieria contro la proposta di ridmrn a tre gli anni di se rvizio, troveranno millanta ragioni per pro vare che la è un'assoluta assurdità. Ed io oso tlire alla cavalleria: non preoccupatevi tanto di fal'c dei cavalieri da maneggio, quan to ùi fare dei sol da ti i quali sappian o star JJcne o, e sappiano servirsene in qualunque luoo'o a cavall . v e Cll'COSLanza , e vedrete, che, anche in tre anni si riuscirà ad oLtenere dei huoni soltlat.i di cnvalleria. ·

St: LL' 01\UIN.UIEN'fO .lllLlT,UlE OEI. IU.;G ì\ 0

,J2,

.N on ~areb be neppur diffic ile il dirn ostrarn cl1e ancl1e il cannon iere può essere form ato in tale spazio di Lempo, quando la sua istruzione venisse lJen graduata, lasciando da banda tutto ciò che non riflette ben da vicino l'a rte sua, e sopruL11lto con u 1H.l buona scelta nelle leve. Si con cede generalmente da tutti che tre anni sono sufficienti pel' l'istruzione elci soldato di qualsi nsi arnrn, ma però si oppone che colla fe rma di soli ~re anpi non si potranno avere che mediocri l'eggimenti, perchè, per esempi o, in cavall eria non si potrà avere che il 3° unno fomito di una convenien te istruzione, vale a dire il qu arto della fo rza all'i ncirca : tuLto il rimanen te sarà mecl10criss1mo . Questa obbiezione pei reggimenti di cavalleria è fo ndata ; ma Yi si pu ò facilmente riparuC'e, lasciando ai depositi, all'atto di entrare in campagna , la elasse più gi.ovane e riempiendo i vuoti con una o due classi ,richiamate dal congedo illimitato , poichè si sa benissimo che I'eff'e uivo cl i pace dei reggimen ti di cavulleria non essendo molto diverso dall'effettivo di gnel'ra, le loro classi provinciali sono sempre esuberanti di nomini i quali per il passato, in tempo di guerra, venivano orclin ar.iamente fa tti. transitare o nell 'artiglieria e nel treno, con loro danno e con quello dell' erari o per la necessità del cambio di unifo rme, senza te:ner conto del poco utile che ne derira al servizio da qu este permutazioni di corpi per cui un soldato an ziano ridiventa un coscritto. r er la fan terin, bersaglieri, artigliel'ia e genio, quando si avesse la cura di chiamare le leve ann uali non nel gen naio , come si pratica ora, ma n ell' ottobre dopo tçrrntnati i lavori agricoli , si potrebbe sempre giungere :dia primavera successiva, epoca probabile di una guel'ra, coll'ultima classe DlJbastanza istrutta, e con reggimenti i quali in com-


·128

1

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CONS1DEIIÙIO.i'il

SUI.L 0 I\ DINA~lENTO MILITARE DEL REGNO

plesso avrebbel'o 'la maggior parto <lei soldati co n tre «nni d'istruzione, una parte con due, e la sola ultima leva (;00 sci mesi, ed in complesso un buon reggimento.

tegol'ie, e l'esperienza dell'ultima gu errn mi ha confermato maggiormente in codesta opinione. Le guerre ai noslri tempi costano troppo perchè possano durare a lungo; si fanno con una rapidità prodigiosa , e probabilmente la pa ce sarà sempre conchiusa prima che i soldati delle seconde categorie siano posti in grado di raggi ungere i loro reggimenti. Che se si mettono assieme alla meglio e si fanno entrare tosto nelle file, come si è praticato nell'anno 1 1866, questi poveri soldat1 , non abituati alle marci e, male amalgamati coi compagn i, con una conoscenza confusa della disciplina, cl elle istruzioni e dei doveri del loro mestiere, divengono, durante la guerra, jl supplizio dei loro superiori ed un incaglio al buon andamento del se rvizio. Abbiamo tutti potuto constalnre, nella campagna scorsa, come gli individui i .quali nelle marcie rimanevano in coda alle colonne, e sfiniti ed affranti dalle fatiche giacevano sovente sem im orti sull' orlo dei fossi , erano di preferenza quelli delle seconde categorie: e generali erano le lagnanr.c dei co mandanti di corpo intorno al servizio che potevano prestarn. Agli avamposti non v'era a fidarsi a mandarli da. soli, nel rango erano imbarazzati, nelle marcio rimanevano indietro, al bivacco dimenticavano o perdevano ora un oggetto; ora un altro del loro corredo: gl i speciali si popolavano di questi infelici; erano insomma un reale impiccio, ed i comandanti di compagnia ben si ramm entano che loro davano maggior fastidio dicci uomini di seconda categoria, che non tutto il restante della compagnia. Io intendo qui parlare clella ,2• categoria 18U,, la qual e venne tosto assegnata ai corpi all'aprirsi delle ostil iL,'t, e forma va una cosi grossa parte dei nostri reggimenti il giorno di Custoza. Le seconde cate-

VI. Seconde Cates·orie.

Uo osserito al capitol o 4° che le seco nde categorie, quando troppo numerose, non sono per l'csercit0 ..:he un elE•mento numerico, fonte nei più dei casi di gravi inconvenienti. A favore di cotesta istituzione si mettono in mostra ragioni di ordrne sociale, economico e militare. Infatti, si dice, a111messo l'eq uo prin cipio del servizi o obbligatorio per Lutti, se ch iama si annualm ente tutto il con tingcn te, questo non può essere ten u Lo sotto le armi, per ragi on i di econom ia, che per breve ten1po: di <1ui. la neccssiU1 di non chiamarne che una parte nella sola circostanza di guerra, per cui le seconde categorie tornano 'utilissim e per tale scopo. Per nitra parte si dice: egli è indispensabile aver prouta una riserva vigorosa e solida per riemp iern i vuoti fatti nell e fi le dcll '<~sercito combattente, e questa vie-ne per lo appunto sommin istrata dalle seconde categorie. Nè bisogna disconoscere che l'interesse della soci0-tà vuole che non si dcpa up ei·i ogni anno il paese del fiore della gioventù , lasc:iando all e case i soli riformati o<l eseutali. Esa111 iniarno l'istituzione sotto il lato militare. Ho sewpre avuto una mediocrn fiducia nelle seconde ca,

Al'iNO XIY, \'OL, li.

9


1 so

CONSIDERAZI0Nl

gorie 40 e 41 erano state sollo le armi, la prima pi ù di tre ann i, la seconda più di due. ) )nde non è il caso di tener conto di codeste, le quali furono un'eccezione alla regola gen erale. Ma il caso pratico che si presenterà più o meno all'aprirsi di un a campagna è quello succeduto alla 2a ca tegoria 1844 nella guerra del 1866, alla quale, quantunque la Rela zione ministeriale affermi eh.e al 20 giugno era stata impartita un'istruzione di du e mesi e mezzo, non è esagerazione il dire che, quando se ne detraggano i giorni di marcia, i festivi, gli impedimenti ca-, gionati dal tempo, l'istruzione vera in realtìt sommini~trata non raggiunse i trenta giorn i. Nella passata guena, gli uomini di 2° categoria '1844 chiamati solo pochi giorn i prima della mobilizzaziòne dell'esercito ai capi-l uoghi di circondario , ed imparti la loro un'istruzione che in Lutto quel tearnbusto non poteva essere fatta nè con ordine, nè con una gran calma, vennero poi assegnati ai reggimen ti che si trovavano o al capo-luogo o nei presidii più vicini, per cui si cadde ben tosto nel!' inconveniente che si eta cotanto cercato di evitare, d'avere cioè dei reggimenti in cui predominassero gli elementi di una provincia piutlosto che di un'altra. Parmi adun que aver ·dimostrato che considerata l'istituzione dal lato militare, essa anzicltè vantaggiosa è dannosa. La legge del reclutamento stabilisce, che gli uo mini di ia categoria vengano chiamati solto le armi pet· un certo periodo di tempo , onde ricevervi una convenien te istruzione. Ciò si è praticato prima del 1859, ma d'allora in poi, per ragioni di economia, si è tralasciato di chiamarle. Orm ai le 2° categori e essendo diventate una così grossa parte del contingente, e la loro chiamata, anche per un breve pe-

s uu.'oROINAMENTO MILITARE DEL REGNO

riodo di tempo, importando una spesa di parecchi milion i, è probabile che la si metterà volentieri da parte, non sembrando affatto indispensabile. E così sì fa certamente economia; ma non si fanno neppur soldati, e non facciamo altro ch e ingannarci noi stessi. Che se poi realmente si chiamassero sotto le armi, la spesa sempre elevata che si deve incontl'are per i trasporti, pagh e, equipaggiamento, istruzione, non compensa certo il magro risullato che se ne ottiene. L'istruzio ne ed educazione militare che in trenta o quaranta giorni si può somm inistrare alle 2c categorie non è al certo sufficiente per poterle far entrare tosto in rango all'aprirsi di una campagna . r are dunque più conforme all'interesse generale che esse siano 1 destinate solo a servire di alimento all'esercito con;:J battente. Qunndo queste vengono chiamale ai depositi, la loro istru zio ne già digro~sata da un periodo annuale di esercitazioni, specialmente per le due classi più giovani, potrà essere alacremente completata, ed entrando non in t:>rrran numero nelle file dell'esercito, non vi porteranno quelle cause di debolezza lamentate nella campagna del 1866. La 2a categoria, secondo le idee che si vengono svolgendo nel presente scritto, dovrebbe ridursi sul contingente ap nuo di 90,000 uomini a 30, 000, assegnando gli altri _60, 000 alla P. Io credo che la designazione deg!i individui delle 2e caterrorie non dovrebbe essere fasciata unicamente, t:> in balla della sorte capricciosa, ma c\e si potrebbero stabilire, per legge, alcuni casi speciali in cui l'in-, di vi duo non essendo esentato per forza degli articoli. contemplati dalla legge del reclutamento, potesse tuttavia entrare di diritto nella 2a categoria, per .motivi


SULL'OI\IHl'ì,HIEN·TO MTLlTAHE DEI, REG\'\O

f.0NS10BI\AZI0l'ì1

basali sull'in Le1:esse o della famiglia o della societh. Cosi pare che si potrclJbe accordare di prel'erenza il passaggio di diritto nella 2a categoria: 1° A quei giovani , i quali non essendo sos teo·no di famiglia, nel senso assoluto del la legge, sia p~rb notoriamente prornlo che la loro presenza in famiglia è indispensabile pet' il di lei sostentamento; 2° Ai rnigliori soggcLLi laureati, o paten tali dell e Università, Accadem ie, Istituti tecnici, ecc., ccc. 3° Ad un certo numero di popolani, per ogni Comune , i quali abbiano ricavato maggior profillo dalle sçuole elementari.

VII.

Prendendo un conting·ente annuo di 90,000 uomini, ed ascrivendolo per dicci anni ai ruoli, si uvrù in fine dei dieci anni una forza reale disponibile allo incirca di 660,000 uomini, come si rndri1 in seguito . Tr~t~asi ora di ripar'lire cotest' llgglornerazione di uorntn L nelle I.re grandi llivisioni stab ilite:· esercito attivo, l'iserva sussidiaria e riserva territoriale. Quando si parla dell'esercito altivo, e' bisogna intendersi sull'effettivo che si vuol tenere in pace , o per meglio dire, sulla spesa che si vuole annualmente fi~sare per l'esercito, e su quello che un si propone eh raggiungere in guena: sono i due termini di partenza e d'arrivo, i quali vog liono essern legati fra di loro con un meccanismo il più semplice possibile.

133

Per stabilire l'effettivo cli pace 11011 bisogna solo Lener conto d~ll'interesse delle finanze, poichè gli eserciti moderm essendo così numerosi, è indispensabile preparare con venientemente gli individui chiamati a comporl'i ; chè, diversamente, non si avrebbero che agglomerazioni di uomini disadatti al mestiere cui sono chiamati, e per conseguenza non si llrrebbe che una forza fittizia, inutilmente sciupata . Sono adunque due inte1~essi opposti clic bisogna co nci li are: quello economico e quello che deri va dalla necessità di assicu:arc un~ valida difesa dello Stato. Per altra parte poi, .non s1 p~ò nemmeno asserire che il denaro speso per 11 mantemmento dell'esercito sia sciupato, perchè ~s~e~do il miglior c;ustode della sicur!~z:t,a e Lranquilh~a mte.rna, non che il (:onserrntore della pace, ne VIene d1 conseguen za che, indirettamen te , egli ù un fattore costante dcll'econornia generale dello Stato. Collie si vedrù in seguito, l'esercito auivo combattente, in caso di guerra, viene stabilito in una cifra di 300,000 uomin i eirea : 0 1·a, per poterlo elevare a .questo numero senza scapito della sua bontà , bisoo-na 5 che in pace se ne abbia almeno sotto le armi una metll o qualche cosa più. Pll rtenclo da questo criterio ed applicando al co ntingente an nuo .i coefficienti dell; perdite stati diligc11te111ent1 calcolati (1) su dati sicuri, 1

(1) Una classo di m. solduli di l • categoria vjen so llo le nrmi , . . Con llo 1,1im

= 1n - 1n s',

..

c,o per

.

1

non somministrati, dati alla

marina, real navi, già in serrizio, come volontari, ecc .. ccc. : . , j acciamo 1n -

m

~

= m',

Dopo il 1° anno }) »

2•

e si avri'1 che in' sarù » ~

ridotto a O, 9.w ni'. » »

0, 863111 1 •

o, 818 m'.


CONSIDERAZIO~I

si riconosce che per store entro i limiti di spesa annua dai 1,iO ai ·150 milioni, bisogna che il contingente annuo di 4a categoria, colla ferma di tre anni, non sia superiore ai 60,000 uomini. Infatti, attenendosi a quei coefficienti, si ricava che un contingente di 60,000 uomini viene sotto le armi in numero di 52,500, che nel 2° anno divent.-0.no 48,562, e nel 3° 43,307: in totale dopo tre anni si avrebbero '148,369 uomini. Tenendo con to degli uomini che appartengono alla categoria d'ordinanza. dei volontarii, ccc., che l'esperienza prova potersi calcolare sui rn,000, si avrh così un effettivo di pace di 164,369:. agp;iungendo a questi •1 2,000 ufficiali, 1 ,J9,000 carabinieri, si ouicne un toto le, per il piede di pace, di 1195,369; mettiamo 195,000 in cifra tonda. Si può ammettere che presso di noi il costo medio annuo di ogni nostro soldato è, tutto compreso, diL. 750: forse si potrà economizzare qualche cosa semplificando il sistema amministrativo, ma non bisogna farsi troppe illusioni di poter discendere al disotto di quella somma: essa è una· delle più modeste rispetto a quelle degli altri eserciti d'Europa. Infatti il soldato francese costa annualmente più di 900 lire, e più di '1000 l'inglese. Moltiplicando •195,000 per 750, si ottiene un totale di 146 milioni, 250 mila fr. Per le nostre strettezze finanziarie del momento è sempre questa una somma considerevole, ma sinchè esiste la necessità Dopo il 4° anno m' sarà ridotto a 0, 181 rn:. » 5° > » O, 758 m'. > 6• > :s, O, 743 m'. > 7• ,, ,, O, 718 m'. > 8• > » O, 713 m'. > 9° » > O, 699 m:. > 10• > > 0,685m'.

435 per gli Stati europei di tenersi in misura di poter riunire da un momento all'olt1·0 un formidabile esercito, non si potrà discendere al disotto di molto, senza pregiudizio della costituzione dell'esercito e dell'interesse dello Stato. Ciò detto, ecco come verrebbero ripartite le leve, per costituire le tre grandi suddivisioni dell'ordinamento militare del regno. SULL'ORDlNA?tIENTO l\tILITAllE DEL l\EGNO

\


Rip'arto e svi1uppo clcj contingenti di i a e 2a categoria..

{'ontingenfe annuo di G0,000 uomini di 1a c:,tego1•ia e 30,000 in 2a.

Esercito attivo, composto dell'ordinanza e di tre classi in servizio continuato ' di 1a ca. tegoria . . . . . . . . . . . . .

l

0 · . 1t<~inanza anno · · 20 }) 8 » : : : . 0

. .

. . .

..

ER'ettivo

rl'otale

16,000 52,500

164,369

48,562

(a)

47,307 i

' 4° anno Riserva sussidiaria, composta di quattro classi 5° » di 1a categoria e di sette classi di 2a cale- 6° >> goria in congedo illimitalo . . 7° » 1

I

. .

. . . . .

. . • • •

. . •

. . . . . . . .

Secondo cutegorio, sette c1assi . 8° unno

• • ,

(ci) Non sono cpmpresi gli ufficiali e i carabinieri reali.

.

39 795 39:007 154,ooo 37,695 37,432 36,697 70:000

Hiserva territoriale: composta cli tre classi cli 9° } ia e lro di 2a in congedo illimitato . . . 10° » , Seconde categorie . Totale generale .

42,9451 41,002

....

662 942 '

162,769

I 154,00~

l

111 824

'

10,000 662 942 '


SULL'onOINA:UEl'iTO !IIJI.TT.\n'E DEL REGNO

13,

vnr. Pietle di pace e pie,le ,li gue1·1·a.

Il piede cli pace risulLoeebbe, come si è detto al capitolo antecedente, di 195,000 uomini, tutto compreso. Per fissare ora il piede di guerra, conviene stabi li re il limite massimo al quule si voglia portare l'esercito aLtivo combattente in cnso di guerra , senza che esso , per la trnppa ampliazionc dei suoi quadri, abbia a perdere in bontìt; vale a dire e'i bisogna in tempo cl i pace organi zzare un tal numero di uniti\ tattiche , grandi e piccole, in moùo che, in caso di guerra, esse non abbiano a ricevere un num ero sproporzionato d'u omi ni, o tali da poter essere sempre mantenute al completo durante la guerra . I quadri in tempo 1 di pace debbono essere sempre tenuti al co mpleto o \ quas i: è necessario che all'aprirsi di una campagna I dessi subiscan o la min or perturbazione possibile, affinchè gli uomini, i quali daJ congedo illimitato l'anno ritorno alle loro bandiere, vi si trovino anco.ra come in fam iglia , e sia.no ancora. vivi tra loro cd il reggimento quei lega.mi di disc·iplina, stima, rispetto ed · amore per i superi ori , d'amicizia per i compt,gni , formal i durante ·il primo tempo trascorso sotto le armi; che superiori ed inferiori si conoscano ed apprezzino vicendevolmente, esista insomma quella coesione e quello spirito cl i co rpo che fanno la forza degli eserciti.


138

CONSIDERAZIOi,t

Nell'ultima guerra, propl'io al momento in cui stavano per nprirsi le ostilità, per la tutela dell'ordine in terno e per guardare le piazze forti si crearono i. quinti battaglion i in ogni reggimento di fanteria, ed i noni nei reggimenti bersaglieri, essendosi r iconosciuto che poco si poteva far calcolo sulla guardia nazionale mobile. l)er eosti tuire questi battagli oni si chiamarono le elassi più anziane, ed i comandanti di reggimento ebbero anche la faco ltù di destirwrvi tutti ~li uomini meno atti ad :in traprendere una campagna. E stato un partito savio quello di togliere dai reggimenti un elemento il quale poteva essere p·iù convenien temente utilizzato. Ma siccorri'e i quadri per questi battaglioni mancavano, così si dovettero creare in furia ed in fretta, _facendo variazioni e promozioni in ampissima scala. Questo rirnescolìo di ufficiali e grad uati, fotto in sì vasta proporzione, portQ, una e non perturbazione non ind ifferente nei reo-crirnenti Ot, ' sarà. forse fuori di logica il dubbio che il non felice esito della guerra abbia, anche in parte, dipeso da quel subitaneo spostamento nei quadri dei corpi diversi. Quell 'esercito il quale per formarsi sul piede di guerra deve essere sconvolto nelle sue unità tatti ehe per crearne delle nuove, che si trova esposto a varia:lioni subitanee e ad allargamenti eccessivi nei suoi quadri, ha cerlarnente un'organizzazione viziÒsa. Partendo dalla base di un piede di pace di ·195,000 uomin i tutto compreso, il ma,_ssimo sviluppo che gli: si possa far subire sarebbe di portarlo~ 300,000 uomini, nella proporzione cioè d'aumen to del 35 °r0 , proporzione,. questa la quale , mentre manterrebbe sotto le armi, in tempo di pace, una forza sufficiente e per l'istruzione e per provvedere alla sicurezza interna, permetterebbe in caso di guerra uno sviluppo abbastanza largo.

SULL'ORDINAMENTO MILITAI\E DE!. I\EGNO

139

Può sembrare a taluni che un esercito cornbattente attivo di 300,000 uom ini siu tr-oppo piccolo in con~ fronto della popolazione e del num ero totale ~eg!t arruolali . Io sono invece d'aniso che questo sia 11 massimo della forza rnobil izzabile, utile e reflle , s~lidamente organizzata, ben istrutta, con buoni qw;1 cln. dotata di un materiale sufficiente, che potrebbe mettere in campo l'Italia. Le battaglie, tanto più al giorno d'oao·i si vincono pièt colla qualitù ch e colla quanoo , . · 1· tità dei soldati. Quando un paese puo mettere m rnea 300, 000 combattenti, i quali sia in grado di. ten~r sempre al completo durante la g1~erra, ch_e a?b1a inoltre delle buone riserve per la difesa temlorrnle, un buon sistema di fortificazioni, buone finanze, un popolo energico e volenteroso nei sacrifiz_ì, egli è certo che non avrà nu lla a temere per la sua md1pendenza e per il pr·estigio delle sue armi. . JI problerna si riduce impe~·tanto. a pass~1;e :·ap1damente e senza scosse da un piede d1 pace d1 190,000 uomini ad un piede di guerra di 800,000 per l' esercito attivo combatten te. La riserva sussidiaria ce ne somrniriistra il mezzo: chiam~ndo le quauro classi di ,1a categoria in_ ~on~ gedo illimitato, si ha un totale di 327,1 '.18 uomuu, a1 quali aggiungendo il valore costante d1 ,12,0~0 ~~­ ciali e 19,000 carabinieri, si otterrà un to tale rn cifra tonda di 358,000 uomin i.


'140

CONSIDERAZIONI

SULL' Olll)INA MENTO MlLITAIUì DEL l\EUNO

IX. Rise.i•va snssidia1·ia e Rise1•va 1.e1·1·ifo1•iale. Azione e §vif up1•0 C:lelle me,ieshne - 2c Categ·o1·ie.

Per portare l'esercito al completo sul piede di guerra occorre chiamare sotto le ai;mi le qnal.tro classi della riserva sussidiaria che trovansi jn congedo illimitaM; con queste si avrebbe un effettivo di 358,000, come si <~ visto nel capitolo antecedente. \Ha questa non sa.rebbe la forza eombattenLe, perchè per avere la reale all'entrare in campagnu, bisogna declume tutti quelli che per- cause diverse rimangono lontani dall'esercito att1.vo, i quali si .r.ossono calcolare nel n1odo seguente: Carabinieri . ammalati. 1O0 [0 ~ancanti alle ehi amate, dise1'tori, ecc. · . Non valori combaLtenti 1 • 5 °[o

Totnle S'intendono per non valori combattenti il personale civile contabil e, ecc. '

'19,000 ,17,940 35,800 9,000

80,74,0

veterani,

Ded ucendo quest'ultima cifra dall'effettivo, si avrà per la forza reale quella di 277 ,;i>,60, presenti allo aprirsi di. una campagn a, o per dir meglio una cifra che oscillerebbe fra i 270 e i 280, 000 uomini. Ora se · si trattasse realmente di aveee il comple to di 300,000, la differenza potrebbe essere sommin istrata dall'arruolamen lo volontario, che si fa sempre con molta facilità all'aprirsi di una campagna, tanto più se ques ta fosse nazionale. Un 20,000 volontari sparsi su tutto l' esercito darebbero una piccola fraz ion e ,di •12 a ,13 , individui per ogni com pagnia, sq uadrone o batteria, la quale potrebbe costituire un elemento di forza morale utilissimo. Vietando p0i per legge , almeno all'ultima classe della riserva sussidiaria, cli poter contrarre matrimonio, si otterrebbe così un esercito il quale avrebbe poehissimi ammogliati nella bassa forza; e questo è un van taggio il quale non hu bisogno <li dimostrazione : in oltre egli rimancbbe composto assolutamente, esclusi pochi volontari, cli elementi i quali avrebbero tutti quanti passato un tempo adeguato sotto le armi e nel fiore dell'età, dai 20 ai 27 anni: il non lungo tempo trascorso in congedo illimitato fa rà sì che il soldato ncn avrù disimparate le sue istrnzioni, nè si sarà di troppo in lui intorpidito· lo spi rito militare. I i!Gt,000 uomini di 2a categoria assegnati alla riserva sussidiaria_, sarebbero successivamente chiamati a misura del bisogno per alimentare l'esercito attivo: e _siccome è prudenza, al momento in eui si .en tra in· campagna, avere tosto preparato un buon nerbo <li uomini per surrogare le prime perdite, così sarebbe necessario che almeno le tre prime classi venissero annualmente jstrutte ed avvezzate alla Yita militare per qualche tempo.


SULL'ORDINAMENTO MILITA,lE DEL REGNO

CONSIDERAZIONI

Lu facolth di contrarre matrimonio non dovrebbe essere concessa agli uomini dì 2• categoria che dopo i 23 anni. ' Dopo i primi sette anni il soldato cesserebbe di far parte del reggimento in cui venne arruolato, ed entrerebbe nella riserva territoriale. . La rnobilizzazio ne dell'esercito, o ifpiecle di guerra s1 otterrà dunque col richiamo della riserva sussidiaria e delle 2" categorie. Certamente questo scopo supremo non si otterrà nè rapidamente, nè facilmente, se gli uomini in congedo illimitato non venfo_no .vincolat! a regole più severe di disciplina. Egli e rnd1spensabile che a loro riguardo non si usi. di tanta tolleranza: bisogna che essi siano astretti a frequenti rassegne, coll'obbligo di intervenirvi col loro uniforme, che siano puniti severamente i mancanti e quelli che hanno alienato oggetti del loro corredo, che si faccia infìne sentir loro con tinuamente che sono tutLora soldati. Nel 4866, quando si chiamarono i contingenti, ben pochi furono quelli che si pres.entarono col vestiario completo, per cui il Governo doveLLe sobbarcarsi all ' ingente spesa di equipaggrarli nuovamente, con grave perdita di tempo e con danno dell'erario. Alla difesa dello Stato, quando questo fosse ridotto a dover fare una guerra difensiva, concorrono tre elementi: ,1° L'esercito attivo; 2° L'esercito di riserva : ' 3° .Un buon sistema di ' fortezze.

Parlo unicamente degli elementi militari, perchè in caso di un'invasione nemica si dovrebbe pur ricorrel'e ad altri me:zì straordinarìi. Ua importa grande1nente che questi tre elemen ti siano solidamente co--

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st1tu1t1, onde al momento del pericolo non v1 sia titubanza ed ognuno conosca il suo posto. · Napoleone I, parlando a Sant'Elena dell'organizzazione militare, che avrebbe voluto dare alla Francia, diceva: << J'aurais organisé la gardc nationale, de façon, que chaq ue citoyen connùt son poste au besoin: c'est ainsi que l'on anrail cu une nation rnaçonnée ii chaux et à sable, pouvant défier les siécles et les hommes. » E quando era ancora sul trono, diceva in proposito al Consiglio di Stato: « Poursuivez clone l'organisation de la garde nationale : que chacun co nnaisse son poste, et que M. de Cambacérès, que voil~1, soit capable, en cas de dangee, de prcndre son fusil. Il grande Imp<rnltore parlava della guardia nazionale come della riset'va ad organizz:irsi solidamente, capace di portare le armi, e di accorrere alla frontiera nel bisogno. La ris.erva territoria le proposta corrisponde appunto D questo scopo, e pensatamenle le si è voluto tngliere quel nome, il quale rammenta un'istituzion e che da noi ha fotto il suo tempo, e che non ha servito a nulla alti·o fuorchè a qualche parata, a molestare i cittadini inutil.rnente, e ad aggravare le finanze dei Comuni. Si vis pacem para bellum, è un veechio adagio che è sempre vero; convie_ne adunque nella pace organizzarsi fortemente, per essere sempre proni.i a qualsiasi eventualità. La guardia nazi'o-nale potrebbe forse essere conservata nel solo scopo della conservazione del!' ordin e interno, assoggettandovi i cittadini, dopo soddisfatto l'obbligo del servizio militare, dai 30 ai 11:0 anni. In un paese agl'icolo come l'Italia, l'istituzion e di una guardia che avesse uno scopo essenzialmente conservatore, a cui pare si attaglierebbe meglio il


GONSIDEHAZION f

nome di Guardia rurale, che non quello pomposo di . guardia nazionale, potrebbe prestare utilissimi set'vizii, tanto più se non si cercasse di snaturarne subito la missione Gon inutili e ridicole mostre . Supposto adunque che l'Italia dovesse sostenere una guerra difens iva, qual rnntaggio immenso non avrebl>e nel poter meuere in piedi ìn pochì giorni un esercito relativamente giovane, e composto pur esso di elementi giù passati al tirocinio delle armi, a sostegno dell'esercito attivo combattente? Colla riserva territoriale si otLienB questo risultalo, cd abbiamo visto che con essa si ottiene una forza reale di cirea rno,ooo .uomini, dei qualt ,t,t 1,824 sono di ·1" categoria., e i rimanenti di 2~. Sia per ottenere una pronta mobilizzazione, sia per non aumentare di troppo i q_uad6 in tempo di paee, la riserva tCJTitoriale non farebbe più parte dei reg- 1 gimenti attivi. E vorrei stabilire questa differen za essenziale, tra l'esercito attivo, la tiserva sussidiaria e quella territor-iule, cioè, che mentre le due prime parti sarebbero cornposLe di individui appartenenti a tutte le provincie, l' ultirna invece consterebbe di eorpi composti con elementi locali. . <~fissione della riserva térriloriale sarebbe la tutela rdell 'ordine pubblico e la guardia delle fortezze; inoltre , in caso d'invasione, di minaccia d'invasi one, per parte l d'una potenza straniera, dovrebbero essere gli uomini · I della riserva tet·1.·itoriale H nucleo di tutti quelli di 1 buona volontè'.1 in easo di portar le armi, che, nei . ! Juoghi in eui si presenla il nemico , si formerebbero per inquietarlo nell~ marci e, distruggere i_s~oi convogli'. \ per organ izzare insomrn,~ _quelle guemgl1e, ~e quali \ rendono disastrosa la ritll'ata e poco prohcua la l-:yjttoria.

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SU LL' 01\DINAMEN'fO i\lILITARE DEL I\EGN O

Per questo · vorrei che lungo_ tutt_a la ?inta_ delle Alpi si formassero le compagm~ d~i ?acci~tor_i dell~ Al11i nome 0oforioso che ricordai primi fasti dei bravi ' volontarii che militavano nel 1859 sotto J·1 genera Ie Garibaldi, ed a questi fieri montanari, app~rtenenti alla riserva territoriale, stabilirei che la nazione affidasse la guardia dei passi di quei ~ont~ ehe la natura pose a potenle baluardo clell'_Itaha._ Bisogn_er~bb_e fare in modo che _i possidenti di que1 luog~u, 1 signori, tenessero ad onore di avere un grado m quell_a milizia, e 'in essa potrebbero realmente . essere l~llJizzati quei benemeriti ei ttadini che vogliono ed . mtendono servire il loro paese, non con vane c~d rn u-; . ti li parate, colla caccia alla croce dei soliti santi, ,o facéndo sfoggio cli uniformi, ma modestamente, efftcacemente, con costanza e perseveranza. · . Pari at Cacciatori· delle Alpi, si potrebbero orgamz~ zat:e i. Cacciatori clegh Appennini, e sarebbe desiderabile che tutti gli artiglieri i quali si trovano. nell~ riserva territoriale, potessero essi pure servire dt nucleo a un numero consid erevole di altri artiglieri volontarii , per il servizio della difesa nelle piazze. forti. . Io son d'avviso, che. la yiserva territoriale così com posta ed organ izzata , chiamata in appoggio_dell'eser~ cito operante, é sostenuta da un buon. ~1s~erna dt fortificazioni, sarebbe uno strumento vahd1ssnno per ht difesa, po1ch è in tcresse rebhe clirettam ente l'ind i:icluo · ed il px-oprietario a difendere il suolo da esso abitato; le sue tene, i suoi averi istessi. La lunga distanza che in Italia separa il. nor~ dal, sud fa sì che la mobilizzazione dell'eserctto, 11 suo con~entrarnento, specialmente, richiederanno qualche tempo : dimodochè, importa assai Ìl~l:1 ~sser col_ti alla sprovvista, e per questo tornano ut1hss1me le riserve 1

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ANNO XIV, \!OL. Jl.

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CONSID ERAZIONI

SULL'Ol\DINAMEN'rO MILITARE DEL REGNO

territoriali locali, che sollecitamente sul luogo potrebbero essere costituite. Queste truppe della riserva territoriale, vorrei pure che venissero impiegate in casi straordinarii di disordini, di rivolta, e dove . i presidii non fossero più sufficienti alla tu tela dell'ordine pubblico, e a combattere il brig-antaggio. Se, per esempio, una provincia è infetta del brigantaggio, o in rivolta, vorrei che fosse in facoltà clel Governo di chiamare. tutta o parte della riserva territoriale, a carico delle finanze della ptovincia stessa, e cli tenerla sotto le armi sino a tanto che la tranquillità e l'ordine pubbl ico fosset o assicurati. Io credo che con questo sistema il hrigàntaggio cesserebbe, e diminuirebbero i birbanti ed i tumultuanti.. Del modo di organizzare i quadri della riserva territoriale, si discorrerà in seguito.

App ena uno si mette a meditare sul migliore orga. nico a darsi ad un esercito , sorgono tosto un'infinità di ques tioni, sulle quali si potrebbe· 1:isputare e_ discutere lungamente, senza. speranza d1 una soluz10ne che appaghi i più. . I radiculi cambiamenti succeduti nelle armi da (l'uerra hanno fatto nascere il dubbio se l'organa~ento degli eserciti, se le proporzioni ordinariamente ammesse per le arnli diverse, se la tattica delle tre armi infine, non debbano andar soggette a profonde ~odificazioni. Su queste· importantissime questioni mi permetterò cli svolgere alcune considerazioni, alcune idee, mano a mano che se ne presenterà l'occasione, discorrendo delle armi diverse in cui vuol essere ripartito l' organico dell'esercito. Frattanto occupiamoci di stabilire il numero d' uomini che in guerra vorrebbero essere asserrnati a cadun'arma sul totale della forza . St;bilito il piede di pace su di un effettivo di 195,_000 uomini, e un piede di gu1~rra di 300,000, è chiaro che per ottenere una pron La rnohilizza~ione del!' ~~ercito, bisogna che sianù pronti i quadr1 necessarn, e che tutto il sistema sia basato in vista della formazione che deve pigliare in tempo di guerra. Prima però di stabilire il riparto dei 300,000 uomini, ai quali deve asceadere l'esercito attivo nelle val'ie arrm ,o ·o,ioverà discorrere partitamente di caduna di esse. · 1

X. Organico.

· Definite eosì le tre grandi divisioni dell'ordinamento militare, resta ad esaminare la questione dell'organico; bisogna cioè stabilire i quadri, impiantare un facile e semplice sistema amministrativo, disciplinare e tattico, perchè la gran macchina funzioni ognora regolarmente, senza incertezza, senza scosse, con regolarità, energia, e con quella forza che si addice ad una grande nazione.


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sm.1,'0J1DlNAi\IENTO MILm~nE DEI, REGNO

CONSIDE,I\AZIONI

Xl.

Quali che siano i perfezion&menti in trodoll.i e che s~ i.ntrodurranno nelle armi da guerl'a, i progressi che sv fecero e che si faranno nell'arte militare ed in o?ni ran:io di s.cie.nza ad: essa attinente, parte princ~~ale. d1 q~~lsiast esercito sarà sempre l'infanteria. Prn glt eserc1t1 .tendono a diventare numerosi e vieppiù cresce lç1. sua importanza; essa è moralmente la vera espressione del sentire generale, e del valore delle masse. Lu fanteri'.1 deve aclunque costituire la parte più esel'cito, e la sua organizzazi.one <leve nun~erosa d1 c?rrispo~dere ad un alto grado di solidità e d'istruz10ne nnlitare. . I~ tutti gli eserciti 1a grande unità tattica di comh~tt1mento è la divisione, la quale, per lo più, si forma d1 qua~tro reggimenti di linea, coll'..i.usilio delle altl'e armi . 1~ negli eserciti. modemi ciò '. che era la leo·ione 0 negli antichi romani. · · · . ~'Austria, la quale aveva scelto il sistema deile grosse brigate, sembra che voglia far ritorno alla division 8 . t~uesta, negli eserciti moderni, cos tituisce la vcrà mntà tattica, la quale, sui campi di hattao·!ia com-, h'.lt~e. e~ agisee con mezzi proprii, in unio~e altre d1VIs10rn, so~to l'impulso di un motore unico che d~v_c. essere 11 comandan Le il corpo d'armata cui la drnswne è addetta.

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Importa adunque che la divisione sia molto mobile; forte abbastanza per potersi soste nere in qualsiasi frangente, e libera special mente di tutti gli impcdimen ti che ne possono ritardare la marcia, il suo , spiegamento, nuocere insomma alln liberth dei suoi movimenti in qualsiasi senso. L'esperienza ha stabil ito che la forza di umi divisi.one deve contenersi entro i limiti di 8 a 42,000 uomini. Dividendo il numero 300,000 per 12,000, si ottiene il quoziente 2/5, il quale apparentemente rappresenterebbe il numero delle di.visioni : ma, considerando le diminuzioni che per molteplici cause provano i corpi, specialmente nll'aprirsi cli una campagna, per non fare dei calcoli i quali non rispondano poi alla realtù delle cose, per fìssare i l numero delle divisioni attive, conviene piuttost0 pigliare per base quello dei reggimenti, che effettivamente quel numero di combattenti pui) dare all'infonLeria , tenuto debito conto di qlianto si deve lasciare per le alt.re armi . La fan teria i~ clistl'ibuita in reggimenti, come unità amministrativa e tattica, ed in battuglioni, come unità tattica . La forza dei reggimenti deve ~dunque esSP-l'e mantenutu entro quei limiti oltre i quali non è più possibile il comando, nè la sorveglianza dei capi, nè .il facile e pronto disbrigo delle faccende amrrrinislrativc. · Si è· discusso mo!Lo se foss e più conveniente l'avere i battaglioni a 6 compagnie, e formare i reggi menti con tre di. questi battaglioni, ovvero formare i reggimenti di quutLro ba llaglioni a quattro comrrngnie; cd è proprio il caso su questa quistione di diTe : tot capita, tot sententiae . Per mc c:redo che san:\bhe peeferibile il sistema proposto dal generale 'I'rod111, quello cioi! di foemare 1


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CONSIDERAZJO!'U

_i battaglioni di cinque com pagnie, delle quali una di scelti tiratori. Infatti, considerando come il grande sviluppo della coltivazione, e la qualità delle arm i attu almente in uso, impongano il frequ ente impiego dell'ordine sp.irso nelle battagli e, nei combattimenti, dappe:'tutto dove due masse si trovano a fronte, e come sia necessario avere abili e sicuri tiratori per proteggere sia i fianchi delle colonn e, sia gli spiegamenti di queste, rimane giustificata la creazione di una quinta compagnia di scelti tiratori, i quali devono essere e riserva e protezion e dell'intiero battaglione. · Le compagnie in guerra n·on dovrebbero mai essere ri~otte al disolto di '150 uomini di bassa-forza : per cm calcolandole con un effettivo di 180 uomini si avrebbero dei battaglioni con un effe ttivo cli 900, ' ripartiti, come dissi, in cin que compagnie. Formando il reggimento di tre di questi battaglioni, esso risu lterebbe di 2,700 uomini, ai quali aggiungendo mo uomini. per lo stato maggiore del reggimento, si ottiene un elfellivo di 2,800 uomini per ogni reggimento d1 fanteria. Settantadue di questi reggimenti danno 201,600 uomini, e sarebbe questa la forza n'iassima la quale si potrebbe assegnare alla lin ea sui 300,000, per poter conservare abbastanza ricche le altre armi. Ol'a co n 72 reggimenti di linea, si verrebbero a costituii·e 18 divisioni, alle quali colle abbondanti ri:>orse che ci rimangono nella riserva sussidi;iria, sarà sempre facile poter mantenere l'effettivo al completo. Quantunque l'utilità assoluta di un corpo speciale di cacciatori, dopochè si va estendendo l'uso delle armi rigale di precisione u tutta la fanteria, possa essere molto contestata, tuttavia per la: speciale fra1

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SULL 0RDINAMENTO MILITARE DEL REGNO

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dizione che questo wrpo ha nel nostro esercito, per lo spirito maezialc da cui è animato e che infonde nelle masse, per la simpatia che inspira, non può esservi questione sul mantenimento dei battaglioni bersaglieri, e sulla· neecssità di con servarli sempre in quell e condizioni di prestigio che li circonda. E se, nella nuova tattica, i bersagl ieri non potranno più essere impiegati esclusivamente come cacC'iatori, o come ava nguardia, essi diventeranno più probabilmente prezi.ose e solide riserve nelle mani di chi comanda. Chi non vede di quanta utilità possono essere nelle mani di un capo esperto uno o due ballaglioni di soldati eobusti, scelti, animati dal ma ssimo spirito di corpo, gelosi della loro divisa, per fare un colpo decisivo, o pei: sostenere una ritirata.~ Il maresciallo Forny, nelle sue istruzioni per il campo di ChMons, discorrendo del modo di impiegare, nelle manovre e simulacl'i di guerra, i cacciatori a piedi, co.ncbiu se così : « On peut dire d'une man ière générale, qu'ils consLituent une réservc spéciale, qui employée aYec intelligence, dans un but particulier, peut rendre des scrvices exceptionnels. On devra les • I 1eur r ecru tement en rnénager· avec sotn, parcequc campagne cleviendrait très difficile, sinon mèrne toutù-fait irnpossible. » Presso di noi succede appunto l'opposto di quanto è consiglialo dal vincitore cli Puebla., poichè dei bersaglieri nella guerra se ne è sempre faLto un vero abuso. Si sono progettati 40 bauaglioni a r1uattro compagnie: se ne assegnerebbero due pel' ogni divisione, e quau.i·o rimarrebbero in riserva. La costituzione dei reggimenti dei bersaglieri è molto discutibile dal lato dell'uniu\ dell'istruzione e dello sp irùo di corpo istesso. I reggimenti di bersaglieri


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CONSIDERAZIONI

s u u : oRDINAMF.NTO MILITARR DEL l\EGNO

hanno la loro ragione di essere nella necessit.'.t amministrativa di formarne diverse . aggregazioni, per la contabilit.'t ed amministrazione, ma l'azione del colonnello sui medesimi non può estendersi che in ristretti limiti, giacchè alla sede del reggimento non trovansi mai presenti più di uno o due battaglioni. Sembra dunque che l'istituzione di un comando generale dei bersaglieri coadiuvato da varii colonnell i ispettori, gioverebbe assai ad accrescere .lustro e decoro al corpo stèsso, e contribuirebbe a dare al corpo Lui.lo una maggiore importanza, giacchè, nelle militari. isti'tuzion i, queste acquistano preponderanza in ragione anche dell'autorità e del prestigio ehe si annette alle cariche supreme della' gerarchia. In quanto alle diffico!Là che potrebbero incontrarsi nell'amministrazione; credo che queste non sono in·sormontabili; e quando per tutto il Regno vi fossero ben · organizzati i magazzini militari, o qualsiasi altro sistema di vestiario , indipendente clall'amrninistrnione reggimentale, se non in quanto può toccare al conteggio delle competenze in danaro, ò probab ile che la contab ilità dei battaglio·ni si liquiderebbe senza clif'... ficoltà presso il comando del corpo.

Perchè 1,l fantcl'ia ha trovato un fucile col quale può sparare sino a quaLtordici volte al minuto, e può far giungP-re i suoi proietLili a distanze che prima erano sconosciute, si è concluso che d'orn in poi non sarà più possi bile olla cavallel'ia di arrivare su di un · quadralo, e che essa sarà sempre annientata, da qu~lunque linea di fuoco contro la quale tentera prec1pitarsi. E così si venne a conchiudern ch e questa arma negli eserciti model.'ni è in gran parte inutile, che è un'arma puramente di lusso, che· infine la si potrebbe ridurre di molto, se non eornpletamente nhohrla. E coteste esagerazioni hanno purtroppo fatto un luno-o cammino nell'opinione puhbliea, giacchè, bisognao pur dirlo, a quest'arma, la quale rnccog·11·e in sè sì gran copia cli brillan,Li e sode qualità, riuscirono in pnrte esiziali codeste avvenLate sente nze, accarezzate dal pregiudizio e dal l'invidia, e a scongiurare le quali non si posero i'lì opera quei mezzi. che sal'ebbero stati cons·igliati dallo studio di ben intese riforme applicate con energica volonU.1. , Nelle guerre moderne la cavalleria non ha più per massima principale di fare delle brillanti cariche sul campo di battaglia: essa è piutlosto l'occhio vigile dell'esercito; ne è la protettrice nelle mareie, ed è quella persecutrice, direi quasi invisibile, che continuamente si caccia ai fianchi ed alle ~palle del nemico, piomba improvvisa sui convogli, sui campi, vi semina il disordine, to spavento, e, poi si ritira, riconosce i terreni , pred ispone la vittoria, e converte po i in fuga la ritirata. Egli è probabile che non si potranno più riunire su di un campo cli buUagli a grandi masse di cavalleria, e clrn la for"niazionc dei quadrati sui campi di battagl ia succederù sempre piL1 raramente, .e ch e, per conseguenza, alla cn.valleria detta pesan I.e, special-

XII. Cavn!le1·ia.

In questi ultimi anni sono state emesse, a proposito d'una pretesa diminu ita impohanza della c:.walleriu, idee fals issime, le quali sv~nturatamente hanno trovato favore presso a non pochi.

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CONSIDERAZIONI

mente in Italia, si ·presenteranno rare occasioni di agire. Ma, per contro, in grazia appunto della maggior inabilità che ogni gioeno si cerca di dare alla fanteria e a tutte le armi, si. accresce sempre di più l'importanza della cavalleria leggera. Quali importantissimi servizii non sono chiamati a prestare i reggimenti di cavalleria leggera nell'uffizio di 1!sploratori? Forni ti di cavalli snelli, robusti, montati da giovani audaci , intelligenti, questi reggimenti ben ammaes trati, ben diretti, potranno s1~mpre preservare gli eserciti da improvvisi attacch i, ritardare, se non rendere impossibili, le battaglie d'incontro , essere infine le sentinelle avanzate più sièure e più oculate dell'eserci to . Il chiaro ani.ore delle Consùlerazioni si~lla tattica della fanteria in Europa, i l generale Rénard, scri veva nel 186·1, nelle sue Ri/lessiom: sulla. cavalleria, le parole seguen ti: « .Te ne érains pas de répéter ce que j'ai dit déjà plusieurs fois clans cet écrit: les troupes à cheval el un e artillerie légè re, mobile, ·capable de se mouvoir rapidernent dans tous les terrnins, sont plus nécessnires encore que par le passé. Le ròle de la ca val eri e sera don-e désormais agrandi. » Partendo dai eriterii più sopra accennati, vorrei che la nostra cavalleriii venisse ripnrtita in due sole specie, Cavalleggeri e Lancieri. Escludo la cavalleria pesante, poich è non vedo l'utilità di tenere presso di noi in Italia una division e speciale di cavalleria, per l'im piego della quale, n'el senso dello scopo per cui venne Ot'ganizzata, non si presentuà forse mai l'occasione. Le guerre trnscorse ci hanno provato ad evidenza che a quei reggimenti non si è mai presentata l'occasione cli agire .in massa. Nel 4859 .la divisione di cavallel'ia non ebbe che scontr·i parziali r.ol nemico: 1

SULT:ORDINAMENTO MIUTAI\E DEL REG.l.'iO

nelle guerre del ,t 860 e 1866 quei reggimenti vennero impiegati come gli altri. Considerando anche la difficoW1 che s'incontra presso di noi a trovt1re cavalli di alta statura, atti a portare uomini pesanti, è evid ente ehe sarebbe meglio ris<~rvare questi ultim i, pm· fare invece dei buoni can noni eri , cd anche dei fa ntaccin i. Vol'rebbe adunque la cavall eria essere rist(l') tl.a a due sole specie, ca valleggeri e lancieri. Ho brevemente cn unziato quale dovrebbe essere l'uffizio della cavalleria leggiern. I lancieri, posti a disposiz ion e dei generali di co rpi d'armata e del generale in capo, vorrebbero poi essere al momento opportuno geLtati sulle lin ee nemiche già vacill anti e gih decimate dal cannone, e lanciati poi sulla ritirata, per cogliere il frutto della vittoria. Dietro queste considerazi oni, e sulla bc1se del numero delle divisioni, che si possono formare coll'esereito cornb:Htente, vorrei ripartita la cavalleria in sei. reggimenti cavalleggeri di 8 squadron i nttivi l'uno, in un· reggirnen to di guide di 8 squadroni, ed in '12 reggimenti. Jan cier.i a l:ì sqnadro ni. Ad ogni divisione cli fanteria si assegnerebbero due ' squadron i di cavalleggeri, dì modo che,. ogni. corpo d'armata di tre divisioni avesse con sè un reggimento in ti ero; due squadroni rimarrebbero ·in riserva a disposizione del comandante del corpo d'armata. Due reo·bo-irnenti lancieri costitu enti una brigata sta-. o rebbe1·0 presso il comandante il corpo d'armata; i lancieri dovendo più probabilmente combattere in linea, debbono ·in conseguenza essere più maneggevoli dei i:eg"0n-imcnti dì . cavàllèg-ger·i, i cruali invece sarebbero · serh p·re chiamàtì' ad operare "pet· squadroni, o per divisione; si fo1;rnerebbcro ìrnpert'arito di. soli 6 squaV\J

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COi'iST.DEP.AZTOl'ìl

St.:LL'OI\Dl.NAMENTO ì\IILI'l'AUB DEL HEGNO

droni. Egli è perciò che i reggimenti cavalleggeri e guide, in cui l'azione del colonnello non può dil'ettamenLe farsi sentire nel combatLimento, possono essere formati di un nllmcro maggiore di squadroni che non i reggimenti lane.ieri, i quali devono agire nella più gran pate dei casi sotto l'impulso diretto del loro capo. I reggimenti cavalleggeri dovrebbero diventare i bersaglieri a cavallo de.i l'esercito; epperciò, oltre alla sciabola, essi dovrebbero essere armati di una buona carabina di precisi.one. Suddivisi i reggimenti cavalleggeri in divisioni di due squadron i, dovrebbero queste, in tempo di pace, venir avvezzate a formar corpo fra loro, al pari doi hattnglioni bersaghe'ri. Però ai cavalleggeri non sarebbe tanto necessario l'esercizio simmetrico di piazza d'armi , ·il maneggio, quanto lo sviluppo della resistenza e della lena del cavallo, della sveltezza, arditezza ed intelligenza del can1liere. Per il servizio di corrispondenze, di informazi one, egli è ind ispen:sabile aver cavalieri i quali 'sappiano farlo . Il saper· leggere e sc6vere, il saper orien tarsi, il possedere una certa colturn, oltre ad una grande abilità nel cavalcarn, sono qualità che non devono mancare ad una guida, la quale è .ben spesso la trice di ordini importantissimi . È necessai'io adunque aveee un reggimento acl hoc, che potrebbe essere reclutai.o in gran parte di volontarii: ad ogni corpo d'armata se ne assegnerebbe uno squadrone, del quale una purte dovrebbe esse re ripartita fra le divisioni. Nel 1866 si aveva ben un reggimento di gui de, più o ineno istrnlto, per far questo servizio, ma invece di ripar:tirlo fra i corpi d'a nnata si. è credulo più op-

portuno di impiegarlo come un reggimento di cavalleria leggera. Esso si di portò valentemente, ma certo quando ·venne istituito si aveva in mira cli utili zzarlo per lo scopo per cui. venne creato. . Molte altre questioni importerebbe ancora esammare, discutere e risolvere a proposito di quest'arma, 1a q uàle, sacro deposito di quelle ·tradizioni di eroico val ore e di sublime ardire ie1· cui andarono celebrate le gesta degli antichi cavalieri, deve ognora conservarsi a quell'altezza d' istruzione e di ard!me~to che la rende un elemento così prezioso della v1ttona . La cavalleria deve essere l'espre_ssione poetico. dell'esercito, se così. è lecito esprimersi. 'Prediletta dal bel sesso e dalle classi agiate, essa trova nella simpatia che loro inspira uno stimolo efficace a compiere azioni splendide e gloriose sui campi di battaglia. Ho accennato più sopra all'istruzione, e su di questa vale il conto di spendere alcune parole. Io credo che pee il passnto si è data ·troppa importanza all'arte del cavalcare, nel senso cavallerizzo. Che tutti quanti, ufficial i e soldati , sappiano cavalcare e bene, che siano padroni, come si dice, del loro cavallo, è cosa che non deve essere posta in dubb io: ma efrli o è certo meno necessario clt e .ai sol-. dati, specialmente, si facciano imparare tutti que1 mao-nifici esercizii di maneggio , i quali pochi riescono a f~r bene, e che hanno poi il grave difeuo cli r iescire dannosi ai cavalli rendendoli meno atti alle corse veloci, e più fac'ili a diventare viziosi per l'inespe-' 1 ricnza di chi li maneggia. • Trottare, galoppare, caricare :in rango, fuon rango; ov unque , staccarsi, andare isolati per ogni specie di strade, saltare fossi, passare acque al guudo, al nuoto , superare ostacoli, volteggiare con o senza sella bar.:.

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CONSIDERAZIONI

SULL' 0RDINAMEN1'0 MJLlTAllE DEL REGNO

data, tale a mio avviso deve essere lo scopo dell'istruzione dei cavalcare, specialmente del cavalleggero, e ciò si otterrà con minor maneggio e maggior esercitazione in campo aperto . Per il cavalleggero poi vorrei cbe la scuola di avamposti, la scuola del Liro colla cal'ubina e la scuola dresplorazione, d'appiattamento, da partigiano, e.cc., fossero portate ad sommo grado di perfezione. Se mal non m' appohgo, la divisione cavalleggeri (due squadroni) assegnata ad ogni divisione di fanteria, ha una grandissima i1J1portanza, e dal modo razionale con cui verrà impiegata potrà dipendere la rrwggiore o minore sicurezza delle trnppe, il maggiore o minor lasso di tempo per disporsi a ricevere ed attaccare l'inimico. Nello Spectateur Jlfilitaire dello scorso anno si legge un bellissimo ed. assennato studio clell' Erdnegel, intitolato:« La cavalerie en présence cles nouvelles armes. » Fui felice di trovare nella puntata del •i 5 settèmbte espresse idee, certo con maggior' eleganza, conformi alle mie sulla par'Le importantissima che è chiamata ad esercitare la cavalleria leggiera nelle guerre moderr1e. L'istruzione del soldato di eavalleria, la quale io credo si possa pur essa compiere in tre ànni, vorrebbe esser divisa in due periodi ben distinti: quella individuale e quella di , squadrone. La prima vorrebbe esser compiuta nel primo anno presso i depositi. Io propenderei a creare piuttosto due o te-e depositi centrali per la cavalleria tutta: l'uno per i cavalleggeri e guide, uno o due pei lancieri. In caso cli guerra potrebbero anehe diventare depositi amministrativi dei reggimenti stessi. Converrebbe pure trattare la - questione della forza dello squadrone in uomini e cavalli, dell' affardella-

mento, d_el vestiario, ecc. , gettare uno sguardo sulla questione ippica, che è così importante non solo per tutto l' eserci to e per il paese, e che purtroppo è cosi negletta, ma di ttoppo si alla,·ghetebbe il campo della discussione , e diventerebbe questa troppo dettagli ata; mi limito perciò a far voti che il Governo tenga duro contro le stolte ubbie di coloro i quali vorrebbero che no n s'ingerisse più per nulla nella produzione equina, abbandonandola completamente all'industria privata. Un tale abbandono sarebbe un delitto di leso interesse nazionale.

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(Continua)


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LE CONf ERENZE DI GINEVRA 1864-'.1808 ll

LA CONVENZIONE ED 'ARTIC OLI ADDIZIONALI

dei mi!ihll'i foriti nelle a1·mafo i11 guena.

16'1 rn CONFERENZE Dl GlNEVllA tegrante del diritto pubblico europeo: è legge inviolabile del mondo civile. I Congressi di Gin evra del 1864 e 1868 hanno a tal ti tolo diritto ad essere ricordati come una bella pagina della storia dell'epoca nostra, e l'opera loro merita d'essere ben compresa ed apprezzata; tanto più clte le interessate aspirazioni degli accaparratori d'ogni nobile iden. tentano svisarn e il concetto, alterarne i mezzi, compromettencfone così il benefico scopo. A meglio raggiunger-e l'intento, cli dare cioè un'idea compiuta ed esatta di essi Congressi, dei risultati ottenuti e delìe effetllve loro eonseguenze, riassurnerb i preceden ti storici che ne furono il real e inizio, desumendoli da una Relazion e del 1° Congresso da me stesa sin dal 1864. Nel 1862 il Dimant di Ginevra pubblicava il suo libro .. .. Un so'Uvenfr de Sot/erino .... nel quale col fascino del sentimento e. eon vivaci poetici colori, trat. teggiava alcuni dolenti episodii di quella gloriosa, splendida epopea della nostra e della francese istoria. Questa pubblicazione non era diretta solo a cornmovere gli animi, non avea di mira uno sterile le tterario successo, ma bensì uno scopo pratico ... L'interessare · e commovere fu il mezzo abilmente usufruito a raggiungerlo. Chiedeva il Dunant. la creazione e l'organizzazione, in tempo di pace, di società permanenti di soccorso ai. feriti, che in tempo di guerrn si trovassero cosi · già pronte, specialt11ente pel p1·eventivo ordinamento di soccorritori od jnfermieri volontari, zelanti, devoti, dotati insomma di tutte le qualità necessarie a prestare una sì nohil~ opera: proponeva ancora la formazione di socie Lit internazionali di soceor1;0 che, estranee nlle ire' ed agli interessi dei paesi belligèranti, 1

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Conrn la scienza con freddo calcolo va rinLuzzando coll'opere d'una valida difesa la poten za ·dell e nuove anni offensive, che con ardore affannoso tuttoclì im~ mngina l'umano jngegn o ; così dai sanguinpsi ludi · d~lle 1:1?derne battaglie sorse qu ello spirito generoso d_1 car1ta che deve attenuarne gli orrori, mitigando srn dove è umanamente possibile i doloti dei o·ene. l . ' o rosi cac uL1. R cosi conservato quell'equilibrio, che a.1Yi0 !ando e fre'nando con incessante equabile potenzu sì 11 mondo fisico e sì il morale, regge l'universo. La caritù sui campi delle ba ttaglie non .è al eel'to un'idea novella di cui possa esclu sivamente vantarsi il nostro secolo : essa fu il portato del sentimento ctistiano e della cresciuta civiltà; ma a no i resta pure splendidissimo jl vanto di a,,erne detenninat.a in modo preciso ed efficace la forma, e della geneealizzata sua attuazione; .. Essa è ormai ammessa come parte in ,

AN!'iO XIV, VOL . Il .

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I.E CONFERENZE

DI GINEVRA

con jmparziale cura s'adoperassero a lenire i dolori dei fel'iLi tuLLi senza distinzione di parte, di bandiera. Domandando egli poi che la persona dei ferili fosse sacra per qualsiasi delle partì combattenti senza distinzione di nazionalità, stabiliva in qualche modo la , bas? del principio della neutralità di essi in guerra : ~d mvo~ando finalmente la riunion e di un Congresso internazionale europeo, indicava l'uri.ico mezzo per tradu.rre in fatto i suoi concetti, per ottenerne la pratica attuazione. Fu la società ginevrina di utilità pubblica, per opera del suo presidente l'egregio Moynier, che prima accolse e patrocinò le idee del Dunant, dandole così un principio di pratico svolgimento. Forli del favore che quelle propost e incontrar·ono nella anzidetta società, dalla societa neuchatellese pel progresso dell e scienze sociali, e da quella vaudese di utilità pubblica, il Moynier ed il Dunant coll'Appia ed il Maunoir si eresliero in ispecia le Commissione, chiamando a presiederla l'illustre e venerando generale Dufour, nello scopo appunto di gettare le basi dell'associazione di soccorso ai feriti, e promuoverne e diffondere l'effettiva aLLuazione.11 primo tentativo poi in questo senso alhstero lo fece ilDunantaBerlino nel settembre 1863, presentando il suo piano alla quatta se.zione di quel Congresso statistico, quasi per intern composta di medici militari dei diversi Stati d'Europa: egli vi raccolse il morale appoggio della più viva simpatia. La quistione però non aveva così gran che avanzato nel campo pratico. Ma la eco simpatica destata, il vivo interesse con cui era stata accolta, incuora vano la Comm issione a proseguire nell'opera impresa. Pensò essa poter tornar utile il promuovere una riunione di uomini speciali da t.ener::;i in Ginevra, nel quale intento diresse alle persone più chiare, influenti e

competenti di tutti i paesi un simultaneo invito a prender parte all a conferenza internazionale che la Commissione convocava pel 26 ottobre ~863. Oltre agli illu stei accorsi come individui, o quali rappresentanti di società, associazioni, corporazioni, ecc., vi intervennero i delegati di H, governi; delegati però officiosi, chè declinarono poter· assumere impegni, non avendo nè il carattere, nè i poteri di una posizione realmente officia le. Durò quattro giorni la conferenza: statuì intorno al Progetto di Concordato che la Commissione ginevrina gli proponeva, e formulò in ordine ai Comitati, ai rapporti loro coi governi rispettivi, alle loro mansion i in pace ed in guerra delle Risoluzioni. Però nelle discussioni relative l'idea prima del Dunant, il progetto stesso della Comm issione erano andati mano mano districandosi dagli elementi meno p_ratici e meno accettevoli, s'erano profondamente modificati, ed alle primitive proposte venne allora ad aggiungersi il principio, quasi nuovo, almeno per la forma ed estensiòne assunta, della neutralizzazione dei med ici, degli infermi eri, delle ambulanze; il maggiore Brodruck dell' Assia-DaÌ·mstadt, ammettendo la proposta del Loeffler, chiedeva l'adozion e di un a bandiera comune a tutti i paesi per gli ospedali e le ambulanze, come chiede,·a un segno distintivo identico pel personale me-:dico e spedaliere; il dottore tinger, medico-capo in Austria, vo leva fosse almeno dichiarato sacro ed inviolabile il sito ove funziona in campo l'ambulanza e contraddistinto quindi appunto coll'identica bandiera; il Préval ed il Boudier, intendente il primo, medico pri ncipale il secondo nell'esercito fran cese, doma ndavano parimeot3 la neutralizzazione delle ambu lanze, ma sì ancora vi aggiungevano quella degli abitanti che s'adoperassero nell'apportare soccorso sul campo

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LE CONFEl\ENZE

ai feriti; i dottori Appia ed il B'.Iaunoir, come il Moynier e.d -il Dunant, chiedevano la neutralizzazione dei feriti , dei sanitarì, deglì infonnicri, dei soccorritori volontarii, e l'adozione del brvcciale come distintivo del personale neq Lralizzato; il Brièrn, luogoLenen Le colon· nello federale, medico di cfo,isione, voleva fosse solennemente statuito si dovessero gli stessi soccorsi a tu lli i feriti, a qualsiasi ·parte appurt.enessero, s'ammettesse che chi li soccorre non fosse fatto prigione, ma considerato, anzi, come sotto scifoet[/Uarclia, ~ che ogniluogo neutralizzato pel fauo dell'inalberata comune band iera diventasse un asilo inviolabile; finalmente, chiedendo il principe Dcmidoff ehe i comitati assumessero la protezione e tutela dei prigionieri di guerra, il dotLore Landa, medico militare s·pagnuolo, proponeva fosse almeno il beneficio della neutralìzzazione esteso ai prigionieri feriti. La Commissione vide così allargati i limiti che avea creduto assegnare ai suoi proge tti: il rispetto, la tutela e la cura dei feriti anche nemici, che il Dunant restringevasi. giù ad invocare, fu nella discussione trasformata in un ben più vasto·concetto, nel principio, cioè, della neutralità pei. feriti, pelle arnbu'lanze, pel personale sanitario di ogni elasse, degli abitanti stessi che venissero in soccorso di essi feriti sul campo . rerò sia che ancor fosse incerta e temente la conferenza della possibilità deJla realizzazione pratica di sì fatti concetti: sia che, vedendo la necessità assoluta della sanzione e dell'iniziativa governativa, volesse lasciargli. libero il campo; fatto è che ereclette opportuno restringersi. a formolarli indipendentemente dcille risol1.izioni relati~ve all' organizzaziòne dei cornitt.iti di soccorso, e li emise come semplici voti, che costituirono una aggiunta affatto nuova e della quale non v'era pur truccia nel primitivo progetto della Comrnis-

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GINEVRA

sione ginevrina. L'aver tl'alla sul tappeto e formulata l'iclefl., ·delimitatane l'estensione del fecondo principio della neutralità dei feriti, delle ambulanze, del personale san itario, ecc., fu il portato adunque della discussione sulla realizzazione de i comit.ati nella con- , ferenza dell'ot.tobre; fo il fruLLo impreveduto, inspirato dal progressivo svilupp o di quell'idea che il l)unant e la Commissione aveano gettata quasi in germe, invoear:do cure impt!-rziali per tutti i feriti, e che rivelassi e si svolse spon tanea cd assun se poi concreta forma nel seno e per opera dell'ussemblea intera. Il voto unanime dei membri della conferenza sanzionò l'operato della Commissione ginevrina, e quasi a rimeritarnela volle si trasformasse in Co·mitato i"nterna,zionale; e questo, come pr.;rno adempimento del.l'onorevole fiducioso mandato uffidatogli , redigette, e sullo scorcio del ,J 863 pubbl icò il resoeonto della conferenza, che trasmise a tutti gli Stati d'Europa unitamente ad una circola.re, che conteneva appunto le risoluzioni della conferenzn , ed i voti in essa emessi; nella cil'colare poi consultava i governi per sapere in qual misura sarebbero dèssi disposti ad aderire al principio della neutralizzazione, che quei voti fofmu-. lavano. Quat.tordiéi Stati risposero alla c.it'colare del comitato internazionaìc, accettando dodici, due ammettendo in massima il principio, ma lirll'itandone l'ctpplicazionc: così la Russia dichi.arava non sarebbe per annuire alla neutralizza;,,ion e dei volontarii, la Danimarca ne escludeva gli abitanLi dei paese che soccorressero ai fer ii.i. Il comitato, ben a ragione, nel benevolo giudizio dt quei governi, tra vide la possibiliL;L clPll'applicazio.ne pratica, anz i una sanzione in cNto modo, un appoggio, un inizio almeno alla realizzazione delle sue aspirazioni. l\lolto opportunemente poi giuclicò giunto il momento


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I.E CONFF.RENZE

di pro~ocare la _riunione di un congresso officiale diplomatico per giungere ad un accòrdo intcl'nazionale su q~esto pu~to; e sollecitò pertanto l'appoggio deJle ~uto~1t1\ elvetiche. Soccorse al comitato il zel,mte, attivo rntervento ~cl col?nr~e llo federale medico capo della Confederazione, 1ott1mo doltorc Lehmann, pel cu, intermezzo ed efficaci solleci Laz ioni, il ConsiO'lio fed~rale aderl a farsi iniziatore dell a pratica; ed il 6 giugno 186.t diresse a tutte 1~ potenze un invito a prender parte, all'uopo dì delegati officiai mente accreditati, a<l un congresso generale da riunirsi a Ginevra ~el successivo agosto. Ebbe questo infatti luogo e fu 1~augur~to nella grand'aula di quel Consiglio di Stato, 1 otto d1 esso mese, dal suo presidente il "enerale Dufour, comandan te in capo delle forze militari elveti.chc. Sedici potenze vi erano rappresentate, cioè Ass1~-Darmstadt,. Baden, Belgio, Danimarca, Fran cia, Inghil terra, Italia, Paesi-Bassi, Portoaallo Prussia Stati-Uniti d'America, Svezia e Norv:gia,' Svizzera: Wurlemberga: la Russia e la Turchia avevano uffi~ialmente annunziato l'invio di delegati che però non intervennero. Il 22 agosto fu alla per6n e conchiuso e dai rappresentanti segnato il trattato, eccetto da quell i della Gran-Brnttagna, Sassonia reale, Svezia e St~tì-~niti, chè non erano accreditati con poteri suffic1en L1 a tal atto: il protocollo restò però ape1·to alle ulteriori ad esioni. I ?elegati al congresso non avevano punto ad occuparsi del~e ~·isoluzioni in ordine ai comitnti di soc<:orso, che _costn~1vano I.a pri ma parte del programma del comitato mtern az10nalc; fu pur messo da p<1 rte il voto segnato nella c'ircolarc co lla lettera A, relntivo alla protezione da. accordarsi dai governi a<rJi anzidetti comitati, ed il p,·ogetto di Convenzione, che, dietro i preliminari accordi intervenuti tra i govern i accedenti

DI GINEVRA

l'ufficio di presid enza presenta.va come punto di partenza e base della discussione ai'pl enipolonziari, non si riferiva che ai voti distinti colla leltera .8 e C, aventi . per oggetto la neutralizzazio ne dei fe riti e del personale sanitario. Giova accenn are, cd è gi usto qui il dirlo, che il comitato internazionale nulla lasciò di intentato, nulla preterm ise per raggiungere la nobile rneta prefi ssasi: non dim enticò fim~ suo pro di alcun mezzo che potesse valere a favorire la causa che aveva irnpreso a pro pugna re. Non obbliò neppure, dandone l'in carico al bravo Brièrc, c!i raccogliere con sollecitudin e e di ricordare quei pratici esempi che su l proposito la storia registra come validi argomenti di fauo capaci cli scuotere le incertezze ed i dubbi dei più timorati o prudenti . Ed invel'o poteva riputarsi opera impossibile, potevansi opporre serie obbiezioni sul campo della prntica attuabi lità della neutralizzazione, quale era formu lala nel progetto di Conven~ione, quando era dato r, ita.re fatti identici o sommamente analoghi intervenuti all'occasione delle più grandi guerre e tra le nazioni più militari e civilizzate? Così, senza ricordare Saladino cd i ravalicri di San Giovan ni, all'ora. dell a presa di Gerusakmme, non abhiamo noi un trattato di quasi nculralizr.azione Lra I' AusL1·ia e la Francia nel 4743? Non ne abbiamo uno ancor più espliei lo ciel '1759 tra Fran cia ed Jnghillerra, cd. un altro tra Franc;ia e Prussi.u? Nel ·1800 non fu stipu lato uno di tali trattati ancora tra '1a Francia e l'A ustria? Nel ~809 ad Oporto non rì chieser.· o gli inglesi all'esercito francese dei medi ci per la cura dei feriti clic lasciava ritirandosi? Nel 181>9 Napol eone TU non assumevasi ad in tero csclusi'vo suo carico, senza benefìr.io cioè di rcciprocan za, la tutela e la restituzione dei leriti ? non rinviava liberi i medici au striaci


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LE CONFERENZE

fatti p'rigioni a Magenta .e a Milano, benchè tuttora ed accanita fervesse la lotta? Nella lotta degli Stati-Unitt non avemmo noi e dai Confederati. e dai Federali esempii identici sino dal 1186,t, e non fu poi solennemen_te s.tipul~ta una apposita convenzione? Non patrocmavano m Francia (186'1) la stessa causa eoTegi amministratori 1nilitari qual i l' Arlant, · illu stri pul:)blicisti quali il Borie, ecc., che chiedevano appunto consacrato il principio della neutralità· degli ospedali, delle ambulanze, dei feriti, del personale sanitario di ogni grado? .Ed a questi dati istorici che la Commissione ginevrina ricordav.a, non potremmo noi aggiungerne dei validissimi nostri proprii '? Il nostro Ree:ola.mento di campagna del 28 novembre 184,8 al § 75 prescriveva che, dovendo l'esercito effettuare un movimento di ritirata, s·iano attuati tutti i mezzi possibili onde far tosta mente trasportarl? i feriti affinchè questi non rimangano alla discrezione èlel nemico; e che ..... « Nella circostanza che siffatto trasporto non po« tesse aver effetto, il medico in capo , o ehi per esso, « designerà personalmente il numero degli ufiìziali di « sanitè'.t d'ogni grado, che dovranno resta1:e all'assi« stenza dei feriti presso il deposito cl'umbulanza, <{ anche con sicuro pericolo di rimanere prigionieri « di guerra . E siccome questo servizio sarebbe di « onore, così , per ;essere imparziale verso i suoi su« bordina~i, il medico-capo forù loro trarre la sorte, « rimettendone in tal modo la scelta alla fortuna. » Le stesse norme, all'infuori. della des'ignazione a sorte, prescrive al § 87 il Regolamento 23 uprile 11859. E qual nesso vi si.i, tra queste disposizioni e la neutr.·alitù dei sanitarii militari in g uerra, fac ile lo si comprenderà, eonsiderando che fu appunto questo il modo sugg~ ri to nl goYer'no dalla Commissione sanitaria degli 1

DI GINEYnA

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Stati-Uniti eome il migliore ed il solo per raggiungerla: come infatti per tal mezzo la Commissione sanitaria ottenne fosse accettata e proclnrnata nel segu ito dalle due parti belligeranti (1). l)er cib che riguarda i feriti io non saprei neppure, giudicando da (piaì1to ho sempre visto da noi praticarsi, che si. possa mettere in dubbio la più spassionata ed imparziale maniera di cure e riguardi. ... il ferito non è pit'i per noi un nemico. 1o trovo poi nel nostro Codice penale militare un aeticolo che non so se di meglio a beneficio dei feriti si potè stipulare in qualsiasi allrn paese più civile .... Non solo è vietato rnaltrauare un ferito nemico, ma il derubare, lo 1

spoglia.re un ferito e ben a.neo im. militare )Jrigiom:ero è dal § 257 dichiarato reato cli rapinci e punibile quindi secondo i casi e le èircosLanze persino colla morte. Nè mancarono in JLalia gli illustri pensatori che direttamente formulassero il principio della nentraliz~ zazione cli essi feriti in guerra ed invocass~ro una dichiarazione solenne per tr-attato internazionale, come appunto il Palasciano di Napoli nella seduta del 28

(1) Più volle tali disposizioni furono messe appo noi in praFca. ili basti ricordare cho il dì dopo la battaglia di Novara molti ufQciali sanilarii d'ogni grodo furono rinviati a l'\o vara , perchè d'accordo col eomando dell'esercito occupante concorressero alla cura 'dei numerosi feriti di quella fata le giornata ... e 'l'erità esige ch'io dica che furono accolli con ogoi riguardo e deferenza e non ebbero che a lodarsi del tratto squisito delle antorilà mi lilori austriache. ' Nel 1859 a S. l\lnrlino noi pnre abbiamo falli prigionieri medici a11strir1ci; mo tra noi J'urono trattali come colleghi,

duo

si utilizzò con lotta conOdcnza

l'

deferenza l'opcrn loro; divi-

~evano il nost.ro letto e la nostra mrnsa, ,: col primo e,mvoslio di fer iti che si rimandò ol nemico furono rinviali liberi ),g1·1 avampost.1. .


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LE

CONFERENZE

DI GINEVRA

aprile '1861 dell'accademia Pontoniana, proposta che meglio ampliava e concreta va poi nell a seduta del 29 dicembre dello stesso anno, accennando ben anco alla possibilità della riunione di un Congresso diplomatico ad hoc (1). Per non interrompere quesLi brevi cen ni storici, riporteremo pi ù so ti.o la CoNvE~ZIONE, segna I.i'! si il 22 agosto 186i, per mighorare . la sorte dei militari feriti negl?: eserciti. in campagna; diremo qui solo come nel breve giro di du e anni Lutte le potenze vi aderirono, compresa l'Austria che la sottoscrisse subi to dopo_il disastro di Sadowa, ed il Pupato che vi aceedette ultimo tra tutti i go vern i d' Europa sulla fine dello stesso anno. Intanto la breve rna sangu inosa campagna del ·1866 risuscitò, specialmente pel disastro di Li.ssa , il deside r·io di estendere la convenzione del •1861, o distipulare nlmeno alcun che ad essa di analogo, per le guerre _marittime, e l'in iziati.va diplorrn1tica di f:>Ì fa tto pensiero fu uffi cialm ente assunta· dal nostro governo, a Parigi ed a Berna, sul principio del 1867. li Palasciano contribuiva ancora a ques t'opera nobilissima sollecitando, coi mezzi che la sua qualità di deputato gli offrivano, il- gcverno ad assumére quell'iniziativa. Errò. però a pa rtito chi volle al Palasciano asc\ive r0 l'escogitazione della pl'irna idea; oh I no .. . Il progetto

(1) Con raccogliere .con religiosa cura i fatti relativi in1ervmrnti nella guerra <l'America, col raffrontarli con quelli ~he era dato r iscontrare nel passàto, col riJcrire quasi a mo' i commento le nostre disposizioni regolamen tari, ecc., il u,ost~o giornalismo politico e medico, lo stfisso nostro Giornale di jjf 1clfo'i'l'Ja Jfilita:~· mirav~no. appun to a rnett~re i~l evidenzu pratica attuab1l1tà del pnnc1p10 della rwutrah1,zaz1ono, comectp Or'lnni sorretto e sanzionato dall'esperienza. 1

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stesso che servì di base alle discussioni del Congresso nel ~864, all'articolo undecimo, espl icitamente diceva: « Delle stipulazioni analoghe a quelle che pre« cedono e relati.ve alle guerre mari ttime potranno « formare l'ogge tto d'una convenzione ulteriore tra le « potenze interessate; » il dotlore Le Boy-Mèricourt poi dirio-eva alla presidenza nna lettern di cui fu data Congresso, e deposta quindi a.gli att'i, sulla lettura attuazione di essa proposta. I plenipolenziarii però non avevano avuto mandato in proposito; e d'altronde non sedeva tra loro alcuno , che pella realizzazione di sì imporLante proposta avesse quell e speciali conoscenze e quella pratica che ravvisavansi necessarie alla redazione delle rispettive stipulazioni. Non adunque perchè non se ne riconoscesse la necessità, non se ne desiderasse il beneficio ; non perchè non vi si pen sasse, o si reputasse inattuabile, ma per motivi giustissimi di convenienza, la proposta fu pel momento di com nn e accordo messa da parte. Checchè ne sia) il governo italiano risusci tandola e facendola sua, intese con ogni mezzo ad ottenerne la realizzazione, non tra scurando in sì fatto nobilissimo i ntento di rivolgersi anche ai. Con)itati di soccorso (dei. quali le dele,qci:àoni pella ci rcostanza della Esposizio:ne Universale riunivansi a Parigi ad una Conferenza m1.ernazionale) percbè fo rrn ulassero un relativo progetto ed ac~ennassero quelle proposte di modificazioni che credessero opportune. Per quantunque il nuovo progetto, formulato dall'illu stre baro ne dottore Mundy, delega to del governo austriaco alla Confe renza dei Comitati , ritraesse la sua precip ua impronta dall'ambiente in cui nacque, e, francamente parlando, paresse architettato un po' troppo a beneficio dei Comitati stessi, è innegabile però ehe costituì la base effettiva s,ulla quale poterono i go-

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1 lll GINEVRA

LE CONFERENZE

verni interessati meditare l'attuabilità di. una proposta relativa alla marina militare, traendone la convinzione della possibilità di alcun che tentare souo questo rapporto. Una Conferenza diplomatica riunivasi così di nuovo a Ginevra il 5 ottobre 1868 col mandato di dare una forma accette,,ole ad una seconda Convenzione che apportare doveva a quel[a del [1 864 le modificazioni ravvisate dalla pratica esperienza necessaria, e che precipuamente estenderebbe alle guerre marittime quelle. ..immunità è bene.11cii che alle Yittime deo'li , V eserc1 ti rn campagna fa prima Convenzione assicurava. Siedevano così in questa seconda Conferenza diversi illustri uomini -di rnare ed investiti di elevato grado, · eome delegati delle più grandi potenze marittime d'Europa , come vi prendeva parte la grande maggioranza dei plenipotenz iari alla prima Conferenza. Perb nel concetto della maggior parte elci governi dovette sernbrare e difficile e grave il t.rovar modò di dare alla nuova Convenziqne una forma attuabile e pratica, se i più credeuern limitare l'azione dei loro delega.Li; sì. che nel desiderio di ottenere nn risultai.o qualsinsi ~ffett,ivo (in onta alla moder.azione dei genera li desiderii, in onta aìlo spirito cli squisita deferenza e di conciliazione che anirnt1vn tutti i delegati) fu giuoco fo.rza restringere l'opera della Conferenza alla stipulazione cli un Progetto da sottoporsi alla ulteriore approvazione dei governi pell'intermezzo cli quello dell a Confederazione . :Per buona ventul'a però questa chfferenza tra la prima e la seconda Conferenza non fn ehe di forma ... L'atto progcllato ottenne sì una.niine e compiuto il voto dei delegati, sì generale il plauso della pubblica opi. nione, che l'adesione dei governi tutli segnatarii della Conv0nzionc elci ·1861- gli fo pienarnetW) ass icu ra.tn .

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. 11 pt·inc1p10 fondamenta.le su cui si è basato il lavoro della Conferenza del 1868, fii non trattarsi gùì d'wrui revisione della Cmwenzione del J864 _ : anzi. fu ampiamente dichiarato rimanere questa intatta; si progetterebbero quind.i delle semplici risoluzi·oni -aclcl-izionali, lra le quuli alcune precipuumente destinate ad estendere; nei. lirn iti pratici speciali, essa Convenzione alle guerre marittime. Grazie a questo principio irrevocabilmente stabilito·, checchè se ne sia detto, si è dcv.iato il geavìssimo pericolo cli dernolire l'opera del ·I864, e si lasciarono intatti. i. risultati per essa ottenuti, rendendone possibile i.I perfeziona.mento ed il compirnento per quelle potenze che avrebbero credulo di accettare le nuove stipulazioni; mentre chi le avesse respinte rimaneva pur sempre le~a.to dalla preceden te adesione .almeno agli articoli della prima Convenzione. Nel nostro pensiero come in quello della grande maggiornnza dei delegati fu, appunto per questo principio, ammesso e stabilito fino dalla prima seduta che si è effettivaroent.e ottenuto il desiderato risultato, che una meno modesta. aspirazione avrebbe messo in forse e probabilmente reso impossibile. Ecco il testo della Convenzione del 1186!, e delle Ilisoliizioni proposte nella Conferenza del ·I868, che per un più eornpiuto apprezzamento mettiamo a riscor1tro.

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LE CONFERENZE

Dl GINEVRA

( 1864)

( 1868)

« CONVENZIONE

« PROGETTO

« pel migli"oramento delta sorte clei militari {erùi « negli eserciti in campcigna.

« di articoli arlclizionali alla Convenzione del 22 agosto « J864, pel miglioramento della sorte clei militari

« Sua Maestà il Re d'Italia. « Sua A. R. il Granduca di Baden. « Ecc., ecc. « egualmente animati dal ·desiderio di addolcire, per « quanto dipende da ]oro, i mali inseparabili della l< guerra, di sopp rimere i rigori inutili e· di miglio« rare la sorte dei militari feri ti sui campi di bat<1. taglia, hanno risoluto di conchiudere- una conven« zione a questo effetto, ed hanno nominato per loro « plenipotenziari·i, cioè: <1. Sua Maestà il Re d'Italia « Il signor, ece .... . . « Sua A. R. il Granduca di Baden e: Il signor, ecc ..... . « Ecc., ecc. << i quali, .dopo essersi scambiati i loro poteri, rico,« nosciuti in buona e voluta forma, sono convenuti << degli articoli seguenti: « Art. 1°. Le ambulanze e gli spedali militari ('I) sono

« I ·governi dell' Allemagna del Nord , l'Austria, « Baden , ecc., ecc. « Desiderando estendere alle armate di mare i van« taggi della Convenzione concl1iusa a Ginevra . i~ ~ 22 agosto il 864-, pel migliora.mento della sorte dei « mili tari feriti nelli eserciti in campagna, e meglio « precisare alcune delle stipulazioni della detta Con« venzione, hanno norninati per loeo Commissari ....

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(1) Giusta i protocolli, arnbulmiza è tutto che segue l'oserei lo sul campo pel servizio medico delle truppe; ospedale militat·e ò qualsiasi stabil imento che ric1:,tti malati o feriti militari, fosse o no originariamente ed al morneuLo di.peadente o no dalle autorità militari.

« feriti nelle armctte i:n ~ampagna.

« I quali, regolarmente autorizzati a questo effetto, « convennero, sotto riserva di approvazione dei loro « governi, delle disposizioni seguenti: .,


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LE GONFEIIEN ZE

(

1864)

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DI GIN EVRA

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( ·1 868)

« eiconosciuti neu tri , e, come tali, pn>Lelti e rispeL« talt dai belligeeanti per Lutto il tempo che vi si tro« veran 110 dei rn alo.Li e dei forit,i. (< La neutraliLè'.t cesserebbe ::;e queste ambulanze o « qu esti opedali fosse ro guardati da un a forza militare. « Art. 2°. Il personale degli ospedali e delle arn « bulanzc, compresa rin tendenza, 1! se rvizio di sa« nità, d'amministrazione, di trasporto dei feriti, COJ))e « anc.lte i cappell ani, parteciperà. ,Jl beneficio della « nentralitù allora qu ando è in funzi oni, e fino u che « rimarran no dei feriti a raccogliere od a soccorrere. « Arl. 3°. Le persone des ignale nell'articolo prece« dente potranno, ben an co dopo l'occupazion e del 4: nemico , continuare ad esercitare Je loro fu nzioui << nell'ospedale od ambulanza alla quale prestano ser« vizio, o ritira rsi per raggiungere il corpo al quale << esse apparten evan o. « In queste circostanze, q uando queste persone ces<1. seranno dalle loro funzioni, saranno desse rimesse « agli avamposti nem ici a eu1·a dell'esercito occupante.

« Art. •IO • Il pet·sonale designato nell'articolo se« condo della Com·cnzione con tinu eri't, dop o l'occu« pazion c del ncirrico , a dare , nell a misura dei bi«. sogni, le sue cure ai malati ed ai feriti dell'ambu« lanzc o dell'ospedale cui sono addetti (qu'il dessert) . « Quando dimanclerà di ritirarsi , il coll!andante « delle trll ppe occupanti fisserì.t il i·nomento di tale « partell7.a, che non potrà tu llavia differire che per « una breve durata, in caso di necessitù militari. « Art. 2°. Dovranno essere prese dell e disposizioni « dalle potenze belligeranti per assicm are al perso« nale neutraliz1.ato, cad uto nelle mani dell'armata « nemica, il godimento integrale del relativo tratta« m.ento (1). « Ar. 3°. Nelle c;ondizioni previste dagli arti coli « primo e qu arto <.lell a Corn·enzione , la denomina1

« Art. 4-0 • Il materiale ùegli ospedali militari re« sterà soLLoposto alle leggi di guerea; le persone « addeue a questi ospedali non potrann o, nel ri tirarsi, <1, portar seco loro che gli ogge tt,i cli loro particolare « proprietà. « Nell e stesse ci rcostu1ze, al co ntrario, l'i.un bul anza « conserverà. il suo rnaterialc.

(2) Dai protocolli risu lin in modo formale che il soldo a corrispondere al personalo neulralizznto deve osscro quello della categoria e grado noll'armata che lo ritiene prosso di sè. Armo

XIV, VOL, li .

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LE CONFERENZE

DI GINEVRA

( :186,i.}

( 1868)

« Art. 5°. Gli abitanti del paese che porterann o « soccorso ai fer iti saranno rispettati e resteranno « liberi. « I generali delle potenze belligeranti avranno per « missione di prevenire gli abitanti dell'appello fatto « alla loro umanità e della neutralità che ne sarà la « conseguenza. « Ogni ferito raccolto o curato in una casa vi ser« virà di salva-guardia. L'abitante che avrà pres~o di sè r accol ti dei feriti, sarù dispensato dal!' alloggio « delle ln1ppe, così come da una parte delle contri« buzioni di guerra che verranno imposte . <<

« Art. 6°. I militari feriti o malati saran no raccolti « e curati a qualsiasi nazione essi appartengano . « I comandanti in capo avranno la facoltà di ri« mettere immediatamente agli avamposti nemici i « militari feri ti durante il combattimen to, quando le <<

circostanze lo permetteranno e col consentimen to

« delle due parti. « Saranno ri'n viati nel lo rn paese quelli ehe , dopo « guarigione, saranno riconosciuti inca poci di servire . « Gli altri potranno essere egualmente rinviati, alla « condizione di non prendere le armi per la' durata « della guerra. « Gli sgombri ( évacnatlons ), col personale che li « dirige, saranno coperti da una neutrali.ti.i assolu ta. « Art. 7°. (na bandiera distintiva ed uniforme sarà « adottata per gli ospedali e le ambulanze e gli « sgombri. Essa dovrà essere , in ogni circostanza,

« accompagnata dalla bandiera nazionale.

« « « «

zione di amlrulanza si applica agli spedali di campagna ed alLri stabilimentì temporarii che seguono le tr uppe s ui ~arnpi di battaglia per ricevervi dei malati e dei feriti.

« Art. 4. 0 • In conformità dello spirito dell'articolo « quinto della Con venzione ed alle riserve accennate « al protocollo del 1864 {1) , è spiegato d1e per la « ripartizione dei carichi relativi all' alloggiamento « delle truppe ed alle contribuzioni di guerra, non « sar~1 ten uto conto che nella misura dell'equità dello « zelo caritatevole dispiegato dagli abitanti. « Art. 5°. Per est.e nsione dell' al'ticolo sesto della « Convenzione, è stipulato che, sotto la riserva degli « ufficiali , dei quali il possesso importerebbe alle « sorti della guerra, e nei limiti fissati dal secondo « parngraf'o di questo articolo, i feriti caduti nelle « man i del nemico, quand'anche non fossero r icono« sciuti incapaci di servire, doHanno essere rinviati « nel loro paese dopo la loro guarigione, od anche « prima se si può fare, alla condizione tuttavia di « non r;iprendere le armi pella durata ·della guerra.

(1) Prolocollo della sedula 22 agosto - Riserve falle ad istanza del suo governo dal delegato italiano dott, Baroffìo.


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DI GTNEVT\A

LE CONPEI\ENZE

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« .Un bracciale sar~t egualmente ammesso pel per« sonale neutralìzzato , ma la concessione ne sarù « lasciata all'autoritù militare. « La bandiera ed il bracciale porteranno una croce « rossa su fondo bianco. « Art. 8°. I dettagli ctesecuzione della presente Con« venzione saranno regolati dai comandanti in capo « gli eserciti belligeranti, dietro le istruzioni dei loro « governi rispe ttivi, e conformemente ai principii ge,< nerali enunciati in questa comenzione. « Art. 91) e 10°. (Disposizioni transitorie) . ( In fede cli che i plenipotenziarii rispettivi l'hanno « segnata e vi hanno posto il suggello delle loro anni. « Fatto a Ginevra, il ventiduesimo giorno del mese « di agosto, dell'anno mille ottocento sessantaquattro.>> 1

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DI GINEVRA

J,E CONFERENZE

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« Art. 9. J bastimenti ospedali militari restano soggetti alle leggi dP,lla guerra, per ciò che concerne il « loro materiale; diventano essi la proprietà del cat« turatore, ma questi non potrà <iistornarli dalla loro « speciale destìnazione pella durata della guerra. « Art. ·1 O. Ogni bastimento di commercio, a qualfl. siasi nazione ch'esso appartenga, carico esclusiva« menLe di feriti e di malati, dei quali operi esso lo «sgombro. è coperto d;:illa neutl'alità; ma il fauo solo « della visita, notificata sul giornale di bordo, da un « incrociatore nemico, rende i feriti ed i malati incapaci « di servire per la durata della guerra. L'incrociatore « avrà ben anco il dritto di mettere a bordo un com<( missario per accompagnare il convoglio e verificare « così la buona fede dell'operazione. « Se il bastimento di commercio contenesse inoltre « un curi co, la neutralità lo coprirebbe aneora con « cib, però che esso carico non sia di natura da es« sere confiseato dal belligerante. « I belligeranti conservano il diritto di interdire ai << bastimenti neutralizzati ogni comunicazione e qual« siasi direzione eh' essi giudichino dannosa al segreto « delle loro operazioni. « Nei casi urgenti, delle particolari convenzioni po« tranno essere fatte tra i comandanti in capo per <{ neutralizzare momentaneamente in una manieraspe« ciale i navigli destinati' allo sgombro dei for iLi e dei « malati. « Art. '1il . I marinai ed i militari imbarcati, feriti << o malati, a qua.lsiasi nazione che essi apparttmgano, (( saranno protetti e curali dai catturanti. ·«Il loro Timpatrio è sottoposto alle prescrizioni del« l'articolo sesto della convenzione e dell'art. quinto « addiiionale. <(

Articoli concernenti la marina. (Progetto 1868).

« Art. 6. Le imbarcazion i che, a tutto loro rischio « e pericolo, durante e dopò il combattimento, rac« colgano oppure avendo raccolti dei naufraghi o dei « fer iti, li porLino a bordo d'un naviglio sia neutro, sia « spedaliere, godranno fino a compimento della loro « missione della . parte della neutralità che le circo« stanze del combatLimento e la situazion·e dei navigli « in conflitto permetteranno di applicare loro. ~ L'apprezzamento di ques te cfrcostanze è confidato <.< all'umanità di tutti i combattenti. « I naufragati e feriti per tal modo raccolti e salvati « non potranno servire per la durata della guerra. « Art. 7. Il personale religioso, medico ed ospe« daliere di qualsiasi bastimento catturato, è dichia« rato neutro. Esso porta seco abbandonando il na"- viglio gli oggetti e gli istrumenti di chirurgia che <( sono di sua particolare proprietà . « Art 8. Il personale designato nell'articolo prece% dente deve continuare ad adempiere le sue funzioni « sul_ bastimento catturato, concorrere agli sgombri « dei feriti fatti dal vincitore, poscia dev'essere libero « di raggiungere il suo paese, conformemente al se« condo paragrafo del primo articolo addizionale qui « sopra. « Le stipulazioni del secondo articolo addizionaÌe « di sopra sono applicabili al trattamento dì questo « personale.

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LE' COJ.WEHENZE

« Art. ,rn. Lo stendardo distintivo da aggiunge.Pe alla « bandiera nazionale per indicare un naviglio od una « imbarcazione qualsiasi che reclama il beneficio della « neutralità, in virtù dei principii di questa Conven« zione, è la bandiera bianca a croce rossa. « I belligeranti esercitano a questo riguardo quella . « qualunque verifica che essi giudicano necessaria. « I bastimenti ospedali militari saranno distinti da « una tinta esteriore bianca con batteria verde. « Art. 13. I navigli ospedalieri, equipaggiati a spese <i. delle società di soccorso riconosciute dai governi « segnatarii della presente Convenzione, muniti di << commissione emanata dal Sovrano che avrit data la « autoeizzazione espressa élel loro armamento, e di « un documento dall'autorità marittima competente « stipulante che sono stati sottoposti al suo controllo « durante il loro armamento ed alla loro finale par« Lenza, e eh' essi erano allora unicamente appro« priati allo scopo· della loro missione, saranno con« siderati quali neutri così come tutto il loro per« sonale. « Essi saranno rispettati e protetti dai belligeranti. « Essi si faranno riconoscere issando, co lla loro ban« diera nazior.ale, la bandiera bianca a croce ross,t. « Il segno distìntivo del loro personale nell'esercizio « delle sue funzioni sarà un }?racciale cogli stessi colori; « la loro tinta esteriore sarà bianca con batteria rossa. « Queste navi porteranno soccorso ed assisten za ai « ferìli ed ai naufraghi dei belligeranti senza distin<< zione di nazionalità. « Non dovranno essi impacciare in m.aniera alcuna « i movimenti dei combattenti. « Durante e dopo il combattimento essi agiranno a « tutto loro rischio e pericolo.

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DJ GfN EVIlA

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I belligeranti avranno su di 1oro il diritto cli con« trollo e cli visita ; essi potranno rifiutare il loro .« concorso, loro imporre di allontanar-si e ritenerli se « la graviti\ delle circostunze lo esigessero. « I feriti ed i naufraghi raccolti da questi navigli « non potranno essere reclamati da alcuno dei com« battenti, e sarà loro imposto di non pi.ù servire « pella durata della guerra. « Ar·t. 1!~ . Nelle guerre marittime, ogni fondata « (forte) presunzione che l'uno dei belligeranti appro« fitti del beneficio della mrntralità in un diverso in« teres.se che sia quello dei feriti e dei malati, per<< rnette all'altro belligeran Le, fipo a prova del con« trario, di sospendere là Convenzione a suo riguardo . << Se una Lale presunzione . diviene certezza, la Con« venzione pui_i ben anco essergli '.denùnciala pella « in tera durata della guerra. <<

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Disposiz,ioni transìtorie . >> Art. ,J5. In fede di che i commissarii so l.toscriLl.i « hanno redatto il presente progetto d'articoli addì« zionali e vi hnnno apposto il suggello delle loro « armi . « Fatto a Gin evra, il ventesim o giomo del mese di « ottobre dcll' anno mille ottocento sessantotto.»

L'esame spassionato degli atti internazionali testè r1r!orcluti, b,ista per farne emergere la somma influenza, ed il supremo be110fieio che rn~ deve riclondnre alle

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l LE CONFERENZE

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DT GINEVRA.

nobili vitti.me di quella dolorosa , ma inevitabile calamità che è la guerra oggidì per le civili nazioni : rettamente apprezzati essi costituiscono quanto potevasi desiderare ed ottenere, per ora almeno, nel campo pratico. Nell'opinione dei più però le Convenzioni di Ginevra van no confuse col l'istituzione dei comitati di soccorso, e quas i nell' esclusivo interesse di qu l Sti sarebbersi riunite. t questo un falsissi mo apprezzamento, d ie vuol essere corretto, in quanto snatura il concetto di quell'opera generosa; e la storia delle eonferenze basterebbe a ciò. Le stipulazioni di esse conferenze stanno e staranno all'iufuori dei comitati, fatte pei feriti e malati, e per loro esclusivo vantaggio , estendono la loro tutela a quel personale qualsiasi, come a quei qua lsiasi òggetti ehe necessitano o possono concorrere ad assicurare e quei sofferenti quelle più efficaci cure, che il loro stato richiede . I feriti cd i malati ne sono il fine, Lui.Lo il resto non è che il mezzo per raggiungerlo. Il materiale, il personale sani tario, religioso, amministrativo, gli abitan ti soccorrevoli ai. feriti , i soccorritori volontari (e r1uindi, come tale, il personale attivo dei comitati), sono i:ieu tralizzati per e fino a che servono ai feriti, i beneficii a quelli accordati lo sono nell'interesse dei feriti , a cui solo si volle provvedere. Le Convenzion i d'altronde non ammettono se non in modo indiretto e subordinato l'esistenza' e l'opera dei comitati di soccorso, e solo quando f'iconosciuti cd autorizzati dai Governi cont1·aentt f: qnesto un male, una lacuna almeno, come si pretese, di esse Convenzion i? Per noi , no di certo .... Se non al tro perchè il principio delta neutralità de i. 0

feriti resta così ind ipendente da quel qualsiasi concetto d'utilità e di opportunità di essi comitati, che ogni Governo può avere, o formarsi, perchè le Convenzioni stanno, e staranno coi e senza i comitati , perchè la neutrali tà dei feriti resterà benefica ed inviolabile anehe quando la instituzione dei comitati avrà fa tto il suo còmpito , od avrà subìte quelle tr&sformazi oni che è , per tutte sì fatte ins t.ituzioni, l'opera ineluttabile e sapiente del tempo.

BAtlOI-'FlO.


!llVISTA . STATISTICA

RIVIST.A STATISTICA

Francia. PurigL 15 aprile 1869.

La discussione del progetto del bilancio ordinario dell' esercizio ,1870 al Corpo legislativo, diede luogo :1l maresciallo Niel di far conoscere, nella seduta del 12 corrente, i risultati. ottenuti dalla di lui amministrazione dal ,186(; al giorno d'oggi, vale a dire nello spazio cli tre anni . La questione della soppressione dei grandi comandi rnilitari, affidati, come si sa, ai marescialli cli li'rancia ed ai gen erali di divisione più anziani dell'esercito , sollevata sotto una forma alquanto interrngativa dall'onorevole Picard, che vede negli stessi gran comandi un aume.nto inutile di spese aggravanti il bilancio della guerra, fu trattata dal maresciallo Niel al punto di vista della mobilizzazione dell'eserci to. Egli fece ved ère il vantaggio di questi co1nandi nel caso di una rnpida mobilizzazione; per lo effol.l.p stesso dell'esistenza dei medesimi, l' eserc:ito 1

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pub essere mobilizzato in meno di otto giomi e trasportato immediatamente sul teatro delle operazioni. « .Te ne veux pas répéter, disse il maresciallo, ce « que j'ai <lit plusieurs fois, cornment l'armée peut « entrer en huit jours sur le piecl de guerre et avoi1· « 600,000 hommes ùien arrnés et aguel'l'is. Il n' y a « qu' un ordre ù donner ». In quanto alle spese cagionate dai gran comandi, il ministro non è del parere dell' onorevol~ GarnierPagès ehe fa ammontare a più d'un milioue di franch{ ·il mantenimento dei medesimi, mentrechè caduno di essi sei non è. portuto sul bilancio che per la. somma di 60,000 franchi. · Il min istro parlò nei seguenti termini: « Mais vraiment., r arrn ée ùtan t constituée comme « elle l'est, avcc ses cm1res ainsi cornposés et tout « pt·èts, l'economie de la somme de 60,000 francs en« viron que nous coùte chacun des grancls cornmun« dements , peut-elle étre mise en parallèle avec l'avan« tage immense, la guerre nous menaçant, cl' avoir ( tous nos commandements de corps d' armées dési« gnés, prèts ù partir, sans qu' on ait besoin de pré« venir personne d' avance, comme on le faisait au~< trefois? « La position est tonte dilférente aujourd' hui, les « al'mées sont organisées avcc une telle pcrfection « qu'eìles tieent leur plus grande force de la surpl'ise, « de la rapidilé avec la qLielle elles peuvent se por« ter au. coeur de l'ennerni qn'elles veulent abbatLre. « C' est donc une nécessité d'ètre prèt aussi vite que « ceux qui voudra.ient nous atlaquer ». Il ministro continuando col toccare la questione puramenie politica, clìmost.rò ehe colle voci continue di. guerea, sparse sfa all' interno sia a.Il' estero , era necessario dare al paese e all' opinione pubblica


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RIVISTA

STATSITICA

la certez,za che Lotte le forze militari disponibili della Francia sarebbe ro pronte ad agire, ove le circostanze politiche cambiassero . Per rispondere po i alla domanda di diminuzione dì 20.0,000 \tom ini sull'effettivo totnle dell'esercito francese, il min'istro spiegò la impossibilità di siffalla diminuzion e, poich<~ se si togliessero dall'effetlivo sotto le armi: gli u!Iiziali, i sott' ufficiali, caporali, tamb urini ed operai, le rimonte e scuole militari , la gendarmeria, vale a dire ,f56,500 uomini, non rimarrebbero che 43,500 uomini sotto le arm i, neppur sufficienti per· l'esigenza del servizio dell'Algeria, e non vi sarebbe neppur un uomo per il servizio delle armi specia li. L'opposizione avrebbe potuto rispondere a sua vece che questa riduzione di 200,000 uomini doveva farsi proporzionalmente in tu tte le armi, ma non lo fece; bisogna qu indi confessare che il ministro riportò una vittoria faci le avendo da combattere degli avversari poco versati nelle cose di organizzazione militare. L'onorevole marchese De Piré sosten ne l'argom entazione del minisLro per · ciò che si riferiva ai graodi comandi militari, e dimostrò la loro utilità facilitando la concentrazione qelle forze militari nell'interno clelJa Francia. L'organizzazione dei servizi amministrativi di un esercito consi derevole, come quello di cui fece parola il ministro della guerra , è stata tutt'altro che trascurata in questi ultimi tempi, e si deve riconoscere che tale organizzazione potrebbe difficilmente essere più perfetta. Il sistema adottato per gli approvv1g1onamenti e per l' eLJuipaggiatnento in vestiario, in oggetti di grande e picco lo corredo, di bardatura e dì accampamento, consiste nello stabilimento di undici grandi magazzini

centrali, disposti in maniera che uno di essi almeno si trovi sovra ognu na delle frontiere destinate a diventare base principale di operazione in caso di guerra all'estero. Questi rnugazzeni tt'ovansi nelle piazze di. Lille, !Hetz, Strasburgo, Lione, Marsiglia, Toloné, MontpelJier, Tolosa e Rennes . Chùlons possiede pure un mvgazzeno speciale per il campo d'is truzione che vi si forma ogni anno. Fi nalmente il magazzeno centrale di Parigi, il pi11 consi.derevole di tutti, messo in comunicazione cogli altri rnagazzeni per mezzo delle fetTovie che dalla capi Lale dirarnansi verso i co nfini dell'impero, fa. al pun to di vista amrninis Lrativo la parte di riserva generale dell' esercito. Tali nrngazzeni contengono materie prime ed oggetti confeziona ti . I panni e le tele compongono le cosidette ma terie (matières). Tutti gli oggetti confezion ati sono comp letamente fini ti, per cui pronti ad essere distribuiti Alle truppe . Il valore degli approvvigionarnenti generali dell'esercito francese , eo rnpresivì. quelli dell'artigl ìeri,1, no n è lontano da i cinquecen to milioni di franchi . Il rnagazzeno cli Parigi ha per ani.1esso gli opifici ·Goclillot, di cui non è luogo di parlare in questa corrispondenza. 11 materiale di. vestiario o cli accamparnento non essendo il solo indispensabile per l'organizzazione di un esercito attivo, il maresciallo Niel ebbe l'idea di riunire in un sol magazzeno speciale, chiamato Docks della Guerra, posto in Par.igi, testa di tutte le fer rovie francesi, il materiale regolamentare neces~ario per il servizio della sussistenza e degli spedvli pe1· un esercito composto di 45 divisioni cli fanteria e ·12 di cavalleria. Tutti questi oggetti perfeuamente ordinati, con rispettive eticheu.e ed imballati, sono pro nti ad essere consegnati nelle 24 ore aìlc ferrovie ed ai

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IUV1S1'.\

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STATlST[CA

trasporti mii.ilari. Come diceva il rnuu:;tro nel suo discorso al Corpo legislativo: it n' y a qii' im ordre à donner. L'oppor:tunità di tale creazione è abba,stanza dimostrata dal carattere stesso ehe le guerre future sono chiamate ad assumere . Quando s'incomincia una guerra, com e la si fa oggigiorno, cioè con degli eserciti di 130,000 uomini, non si può sperare cli far vivere i medesimi per mezzo di convogli.. D' altroncle la rapidità delle operazioni non permetterebbe l'organizzazione di tali convogh. Bisogna che questi. eserciti comincino ad utilizzare per qualcl1 e gio'eno tutte le risorse che presen ta il paese da loì'O occupato. Requisizioni, contràtti locali, razzi·as e prese, possono fornire abbondanti derrate , foraggi, bestiame per fo.r fronte ai prirni bisogni. Ma pee dis~ribuiro tal i provvigioni alle truppe, bisognerù prima trasformarl e, dividerle per razioni, dar loro il peso, la dimensione volutu e prevista dall e tariffe pee le disteibuzioni. Tali teasfo rmazioni non possono , es- · sere assicurate, se non affidate a degli operai militari, i quali devono csser0 provveduti di un ma teriale speciale. t precisamente tule materiale calcolato rispettivarnente per una division e di fanteria ed una di ca vallcria che trovasi· n ci Docks della ,qiwrra, accumulato per un numero cli divisioni che abbiamo indicato pi ù sopra. Pee l' a vveniee, allorquando una c1 ivisione attiva si riunirà sovra un dato punto, essendo la medesima composta di quaLtro reggimenti di fanteria e di un battaglione di caccial9ri, vi. si aggiungeranno : 100 uomini del corpo <l'ammin istrazione per le sussistenze, iJ5 uomini per l'accnmpamen to, f.iO infermieri militar-i, una compagnia del tl'eno potendo s~;rvire 40 vellurc, i telativi sotto-intendenti militari, medici, farmacisti,

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uffiziali d'amministrazione dei tre servizi ; e contemporaneamente si spedirà per la ferrovia, ed ove occorresse per grande velocità, a destinazione del luogo di concentramento della divisione, il materiale completo di cui il suddetto personale aggiunto e le truppe devono far uso in campagna. M.

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RICRSCHl.

Russia. 11 corpo ~i , stat.o maggiore russò ha fatto eseguire, nei diversi stabilimenti militari da esso dipendenti, le carte parziali di ogni provincia e regione a grande scala, i piuni topografici di tutte le fortezze, con molti progetti di difesa . ·

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·. 'l lKO XIV, VoL, U.

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RIYISTA TECNOLOGICA

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ha destato molto rumore nelle più incivilite nazioni, stimiamo far cosa grata ai nostri lettori col darne qui alcuni cenni. · Il trovato per se medesimo è semplicissimo, poi che in sostanza si riduce a fare in piccolo quel che giù facevasi da lungo 1.empo per escavare i pozzi artesiani. Ma chi ignora che alle idee più semplici spesso l'umanità non è pervenuta se non dopo il più lungo e faticoso cammin o? Basta vedere questi nuovi pozzi a tubi trasporLabili, dice un giornale tedesco, per rimanerne sorp resi ed esclamare che essi sono ancora più semplrçi dell'uovo di Colombo I Gli appaeecchi di cui ci facciamo a parlare presuppongono, al pari delle grandi trivelle pei pozzi artes iani, che vi sia probabilità cli trovare acqua negli sLraLi sottostanti al sito ove si vogl.iono impiegare; chè nessun congegno al mondo può certo aspirare a creare dell'acqua. Il loro scopo è di far spiccar fuori quest'acqua nel modo più celere e più economico possibile, senza che vi sia .duopo escavare delle profonde fòsse come pei pozzi ordinari . Onde in tutti i terreni cli. aLluvione, nei terreni argillosi , argillosilicei e sabbiosi , che sono i più sparsi nella natura, il nuovo sistema vi dà modo di avere in poche ore una buona sorgenLe di acqua. 11 proposto eongegno consiste anzitutto in una serie di tubi di ferro , ciascuno lungo circa 3 metri, da J. a i::i centimetri di diametro interno; e di 8 a rn millimetri di grossezza, i quali finiscono con un lieve tratto a vite internamente in uno degli estremi ccl esternamente nell'altro, in guisa che i tubi possano invitarsi gli uni negli altri e formare un tutto continuo. - Il tubo che deve penetrare pel primo nel suolo finisce con una punta d'acciaio a spigoli vivi, forte mente temperata (redi la figura annessa), ed ha verso

ItlVISTA TECNOLOGICA

È fuor di· d:ublifo, Futilità chre, le· woppe potFeMjer~ ritrarre in campagna da apparecchi ,Je~geri- e fai~ili a trasportare, i qua.li dessero il modo di fare sgorgare agevolmente e presto alla superficie del suolo l'acqua potabile che per avventura potesse giacere negli strati inferiori del terreno. Gli accampamenti ed i bivacchi non sempre si possono stabilire là dove nbbonda l'acqua potabile; quindi i moderni pozzi a tubi· trasportabi"li, la cui invenzi·on-e sembra di origine americana, oltre i grandi vantaggi che possono arrecare all'industria ed all'agricoltura, saranno eziandio utilissimi agli eserciti. Difatti narrasi che il corpo di occupazione francese nell'Algeria sa rà provveduto di simiglianti apparecchi; e vari genera1i affermano che essi hanno reso allresì grandi servigi all'esercito inglese nell'ultima spedizione dell'Abissinia e all'esercito americano. Laonde tratlandosi .d,i: l!'l~Q: in1/e1HJj-0ne che

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lUVISTA

l'estremo inferiore tanti piccoli fori pei quali può penetrare l'acqua. Si conficca questo tubo nel suolo a colpi di un piccolo maglio di ferro del peso di circa 50 chilogrammi, mosso per mezzo di funi e di pulegge. Un coll are di ferro so lidamente adattato alla testa del tubo ri ceve i colpi del maglio, e quando esso, coll'infossarsi del tubo, arriva a toccare il suolo, si toglie via e si adatta sulla testa di un alf.ro tubo, il quale alla sua volta s'invita nel primo tubo già infossato. Di tratto in trattò s'in troduce nel tubo una funicella che sostiene un pezzo di piombo a fine di riconoscere se si è raggiunto lo strato d'acqua; e quando ciò si è ottenuto, si adatta saldam ente una piccola tromb a sul tubo che spo rge dà! suolo, la quale per aspirazione farà salir l'acqua. Come ben vedesi questo sistema non può essere applicato se non quando s'incontra l'acqua a meno di 1om, altrimenti, come è notissimo, la pressione atmosferica non potrebbe più sp ingerla fino al co rpo della tromba. Ma un altro fa tto che limila l'applicazione del descritto sistema si è che non si debba mai incontrare la roccia o altre sosta nze difficili da forare, altrimenti non sarebbero vali di gli ordigni descritti e fa rebbe duopo ricorrere a ben altri espedienti. Le operazioni descritte sembra che non duri no se non alcune ore. Così « in una esperienza che ebbe « luogo nello scorso anno sulla strada della Révolte « presso il villaggio Levalleis, 10 ,strato d'acqua, si« tuato a una profondità di 3 metri circa, fu ragg·iu nlo « in un a mezz'ora. Tre quarti d' ora dopo s1 ave va · .e · déll'acqua potabile. » Nel gennaio di quest'anno si fece una consim ile esperienza nella corte della scuola professionale Lovitz, esperienza che è ,raccontata in questi termini da un giornale di .Nancy,

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TECNOLOGICA

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« In '18 minuti il tubo metallico fu intromesso alla « profondità di 3 metri; tre minuti bastarono per « fissare una tromba. che potrebbe chiamarsi tromba « eia tasca, per la sua piccolezza: essa ha aspirato « rapidamente del fango, della sabbia e dell'acqua « torbida . - Il primo metro cubo d'acqua spicciava « in proporzione di 12 litri in 32 secondi. - La « tromba ha continuato ad agire dvndo acqua più 1/. abbondan te e più chiaru. La sera il liquido era « perfettamente chiaro ed usciva a ragione cli 30 litri « al minuto. - Il terreno nel quale l'espe1:ienza ha « avuto luogo è un tetTeno d'alluvione che riposa, « a J o i> metri di p1·ofonditù, su marne argillose. » Molt.i felici saggi di qu esto sistema si sono fotti nell'impero d'Austria, e in un'appendice della Gazzetta 'frhl-itare di Vien na del 2·1 marzo ·1869, ne sono riportati favorevolissimi certificati di autorità civili e militari. Cosicchè tutto fa credere che al sistema dei pozzi con tubi trasportabili sia davvero riserbato il rendere grandi servigi in moltissimi casi.

Riepilogo del resoconto ufficiale delle sperienze · comparative, fatte alla Spezia, dei proietti di . diversa specie lanciati contro piastre da corazzature. Dopo l'introduzione del cannone Armstrong per lo armamento delle nostre navi corazzate, videsi la necessità di studia re quali proietti, per la materia, forma e fabbricazione loro, meglio convenivano ad assicurare un efficace effetto contro 'i rivestimenti di ferro .

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l 111\ilSTA

Per Lale oo·o·etto il Ministero della mai:ina nominavo una Commis~ione deputata a studiare l'importante questione, istituendo una serie d'esperienze che vennero attuate alla Spezia. Crediamo far cosa grata ai lettori di questa Rivùta porgendo loro un riassunto dei risultati . di. tnli espe~ rienze, le quali offrono claLi non meno irnportant1 cli quelle che si ottennero nelle sperienze inglesi di Sh0~bur,Yness, e delle quali fu dato qualche ragguaglw nella dispensa clÌ marzo di quest'anno.

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TECNOLOGH::\

dossate ad un massiccio cli muratura. In tal guisa furono apprestati due bersagli , uno situato sulla spiaggia di S. Vito, l'altro in quel)~ di S. ~arto lorn eo. Le piastre adoperate n,elle espenenze furono le seguenti : N. 2 della spessezza di N. 3 >> ))

N.2

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N.2 N. J.

PROGRAmIA DELLE ESPERIENZE

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N. 3 N. 2

)) ))

om 20, della dilla PeLin-Ganclet.. om 415 )) » om m )) Brown. om 14 » Marre! . om 135 » om 13 )) » om 12 )) » 1

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I cannoni adoperati fnrono i seguenti: 1° Un cannone rigato Armstrong da om 2G di diarne lro . 2° AlLro Arms t.rong rigato da om 20. 3° Un cannone da om '16 di forraceio, cerchiato e rigato . . Le polveri adoperate furono quelle d1 F?ss~no (?rana 0 Tossn} e francese (ordinaria). oTossa\ ino·lese fornna b , ;, o \t, t> • . •. ., • La distan za dei cannoni dal bersaglio vano <lai ,12 a i ;J i:> metri. I proietti l;ldoperati fu rono i seguenti:

Il programma dato alla CommissioQe era diviso in cinque parti, cioè : 11° Paragonare l'efficacia dei proietti di cli versa materia e fabbricazione. 2° Fornire qualche dato sulla forrna della te,sta dei proietti più opportuna a forare corazze. 3° Esperimentare gli effetti dei proietti massicci d'acciaio e di ghisa indurita. ,i 0 Esperimen tarn gli effetti delle granate di ghisa indurita. 5° Esperimentare gli effetti dei proietti, atti a fo:. . rare corazze, tira ti con angoli d'incidenza da ,f.i5° a 5i:>0 • Questo programma andò soggetto a talune lievi modificazioni richieste dall'attuazione stessa delle esperienze . Le piastre so ttoposte all'esperienza furono disposte verticalmen te ed imperniate con perni lunghi om 6 1 e gross i om 01-8 contro robuste arrriawre di legno ad-

Pro1:euì di acciaio. PeLin-Gaudet, acciaio id. id. Ponsard, acciaio fuso Id. id. Td . id .

fnso .

Brown , Arrns trong,

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r,conomico . fuc inato. fneinato e temprato.


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... 200

·

201 nella piastra , otturando completamen te il foro prodotto. Furono invece ridotti alcuni di ta.li pro ietti a forma cilindro ogivale a punta, che furono tempero ti nella officina di S. Vito, e questi proietti così ridotti dettero ottimi risultati. Si notò poi un fatto rhe, a prima Yista, sembra strnno; e cioè che i proietti vuoti d'uno stesso metallo sieno rinsciti più efficaci dei pieni. Nel resoconto della Commissione accennando a tole circostvnza è detto: « Se si pensi, che la maggior parte dei proiett.i di « ghisa indurita si rompono in minuti frantumi, ur<Hando con tro le piostre, porrebbe conseguenza na« turale r·he i proietti vuoti dello sle$SO metallo non « solo si rompessero piL1 facilmente, ma riuscissero « (;Ompletamente impotenti. , (( ln realtà però non succede così. « 1 proietti di ghisa (Pallisier) che, com e accen« nnmmo, sono tuui vuoti internamente, riescono bene « spesso a traversare. le piastre, rompendosi in modo « che i loro frantumi penetrano nell'intorno al di là « del bersngl io. « I proietli Bozza, salvo rnre eccezioni, pel calibro « di om 16, ha nno doto id HnLici risultati , da ppoichè con « essi tanto i proi etti massicci, quanto i vuoti si rom« pcvano Mll'urto, rimanendo così a pn rità di circo« stanze un costan le vantaggio ai proiet.1.i cav i, i quali « rompendosi in un_maggior numero di pezzi potreb(;( be ro arrccn re danni di molto maggi ori al perso nal e « r·iporato dietro quelle corazze, contro le quali fos« sero stati lanciati.» 111 -vista di tali considerazioni ed avuto riguardo altresì che, a parità di peso, i proietti vuoti danno :nodo di ottenere che il centro di grarità sia siLualo m posizion R da assicurare maggiore esattezza di Liro, TlrnNOLOGTCA

RIVISTA

Proietti di gMsa. Bozza, elettro-metallo. Gli senti, ·ghisa indurita . Palliser, (chill ed iron). Gruson, ghisa indurita. De-Fornari, ghisa indurita. Chi 'desiderasse conoscere dùttogliatamente i risultati di quf\sti importanti esperienze, potrebbe consultare il fascicolo 9° della H.ivista .Jfarittima, del ·1° dicembre 1868. Noi, rimonendoci alle conclusion i generali, fa cciamo noto come dal complesso delle esperienze la Commissione espresse l'opinione seguent.0: 1° Che l'acciaio temperato e la ghisa indurita hanno_ i migliori requ isili per In fabbricazione di proietti atti a forare corazze. 2° Che senza potersi assolutamente considerare la ghisa indurita superiore all'acciaio temperato, pure merita preferenza per ragioni di economia. 3° Ch e nel genere di gh isa indurita, qu ella denominato elettro-metallo, della ~itta Bozza, presenti le migliori guarentigie, e perciò può ritenersi essere sinora il migliore fra i metalli per la fabbri cazione dei proietti. Riguardo alla forma dei proietti, si notò in primo lnogo che i proietti di cui la parte anteriore è cilindro ogi'vale a punta , producono effetti superiori a quelli ottenuti dai proietti cilindrici. Difatti i proietti Petin-Gaude L, di acciaio fuso, di o•n '16 di diametro e om32 di lunghezza, benchè riuscissero a forare la corazza, pure recavano, in generale, poco danno al bersaglio, perchè rimanevano sempre infissi 1

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203 nari, direttore della Regia fonclcrici e rctffi,neria m:tri i'n Genova; cd alcuni altri della ditta Glisenti di Brescia. In quanto ai primi h1 Con:i,missione non fu in grado di forrnulal'e un giudizio defin itivo, stanle il piccolo TECKOLOGICA

RlVIS'l'A

la Commissione opinò essere opportuno che i proietti da adoperare contro le corazzature fossero foggiati in guisa da nvere un vuoto interno; munendoli di un bocchino posteriore a vite per potere servire come granate. Da ultimo sarà bene avvertire, che alla breve distanza dal bersaglio in . cui si sogli ono situare i pezzi in cosiffatte esperienze, per dedurre l'effetto corrispondente a maggiori distanze, gli artigli.eri usano di ridurre la carica in certe date proporzioni . Ora nelle esperienze di cui si tratta per mezzo delle cariche ridotte si è · potuto venire alle seguenti con elusioni : 4" Che co.l · cannone da 21:> centimetri lanciando un proietto cilindro-ogivo-conico di elettro metallo Bozza o di qualsiàsi al tro metallo di uguali qu al ità, e con la carica di 20 chi!., 400 di polvere, si potranno traversare francamente le piastre della spessezza di 15 centimetri sino alla distanza ·1000 a •I500 metri e che a distanze minori si potran119 danneggiare ·g ran demente e traversàre anche le piastre di 20 centimetri. 2. Che col cannone da 20 cen t. lunciando un proietto analogo, con la carica 13 cli ii. 600 si po t.ranno traversa re francamenLe le piastt'e delta spessezza di 112 e ;J3 centimetri sino alla distan za rnoo a H,oom e che a dista nze minori si potranno for temente dan-' neggiare ed anche traversa ee le pi astre cl i 1l 5 centi-metri. 3° Che nl cannone da 16 centimetl'i con una carica massima eccezionale di 8 ch i!. 00, a distanze non 1naggiori di 200m si potran no traversure le piastre di 12 centimetri e dnnneggiare forte mente ed anche traversare le piastre da 13 a ·15 centimetri . Nel quadro generale delle esperien ze esibito dalla Commissione sono allresì notati alcuni risultati ottenuti con proi.et.ti presentati dal sig. colonnr llo De For1

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numero cl i essi che fu sparato e pel'chè non si poterono lanciare che sul finire delle esperienze su corazze , giì1 indehol il,e. Tn riguardo ai proietl.i Glisenti, la Commissione ebbe a giudicare che erano di meta11o eccellen te ; rna neppure questi furono compiutamente sperimentati . Uno degli articoli impo rtan ti del programma era anche quello relativo alle esperienze <lei proiet.ti lanciati contro le corazzature con angoli d'incidenza d~i ko 0 ai 55°. Tali esperienze non furono eseguite alla Spezia e furono indi intruprese al poligono di Viareggio; ma non nncora ne vennero pubblicai.i i risultati. Le e$perienzc di cui· fino ra si è accennuto furon o esegui te da un pu nto di vista. diverso di qu.elle attuate a Sl1o ehu t'yncss. Lù si cercavo. la spessezza delle pias tre att.e a resistere a dati proietti; qui invece si vo levano determ inare quali proietti siano atti a rompere e perforare corazze di data spessezza. I due qu esiti fra loro reciproci per altro si completano e forn iscono i dati più sicu ri che è possibile avere nel bilancio tra gl i effetti distruggitori delle artiglierie da una pru'te e la materiale resistenza dei ripari clalJ' altra . Thfa seguendo atlentninente le alterna tive di questa gara , ell e si .:gita in tutLi gl i Stati d'ii:ut'opa e nelk, America , da ùn lato pel' c:ostruire urti.glieric~ e fabb ric:are pro ietti capaci di ron1pct'C e perforare corar,7,e, dall'altro per cos t1'UÌl't) corazzp eapaei di resis tere alla potenza delle. artigl ierie, dorrwnd iamo a qu al punto c1ucsta gara giunger;\ ul termine? t un quesito questo


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RIVISTA

la cui soluzione· ha un singolare carattere di precarietà, imperocchè ogni giorno mutano le cond izioni dei dati. Dopo esaul'iti quasi LUtti i ten tativi per cerca re le dimensioni più esagerale a va ntaggio, una vol ta dei proietti, una volta delle corazze, pare che siamo ora a questo fatto: cioè che pel f<~rro I.uni.nato si è riconosciuto che le piastre grosse .a l di là cli 20 centimetri, no.n offrono aumento di resistenza in proporzione, e ciò a .causa dflla di!ficoltà che ineontrasi per lamin arle .· Le esperienze di Sboeburyness eseguite contro pias tre di 30 centimetri, hanno conferrn.ato questo fotto . Per converso le sperienze della S'pezia segnalaro no jl fenomeno notevol e che proietti di ghlsa indurita e cli acciaio temperato si rompessero talora in minuti frantumi. i quali, quulche volta, formavano un a specie di pasta rnetallica che otturava il foro prodo tto. Ciò dò una idea dell' immenso lavoro dinamico dell'urto e quindi della considerevole quantità di calore che pnò mod ificare la , stru ttura interna del metallo. Ora questi risultati,non provano forse che ad accelerare la sol uzione del quesito oramai entra in carnpo la resistenza passibile che può sperarsi dal metallo, la quale, comechè si accresca con ingegnosi trovati, ha necessariamente un lirnite? Non è egli ragionevol e supporre che arri vati ad un certo punl.o, o non sarà possibile avere corazze a tutta prova, o sa rà impossibiJ~ aver cannoni e proìett.i per ·romperle e forarle'? A questo es tremo la ga ra cesserebbe per ricominciare forse quando si scoprisse altro metallo che, spcrerern1no , ,meno costoso e che avesse requisiti da invogliare a nuove prove d'urto e di resistenza ! Qualunque siano le previsioni, sarebbe pertJ se mpre improvvido di non segu ire scrupolosamentf1 passo a passo i progressi delle artiglierie e delle corazzature.

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TECNOLOGICA.

In omaggio poi alle ingenti spese che richiede questo materiale, deve bastare che si s:.ippia riconoscerne l~ opportunità adoperandolo . a proposito. ,le nav1 corazzate, ed in minor grado per le hattene d1 cos~a, · la quist ione si presenta più difficile, menl.'.'e. s'ag~ira ancora nell'incerto, ma non mancano casi m cui. le eorazzature possono, senza dubbio, risponde~·e e pienamente al loro uffir,io .. In fatto per alcune fort1~cazioni il problema sempre insol uto delle. cap?mer~ -indistruttibili e delle batterie fiancheggianll sara facilitato con l'uso di corazzature, se però trattisi di posizioni importantissime da difendere e che 11 nem ico, per le condizioni del terreno od altro, _non possa batterle con artiglierie di competente calibro.

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, S-vezia. La Svezia ha a quest'ora già 37,500 fuci li Remington e per la fine dell'anno ne a:rà 87,~00. . Grande è l'attività che s1 va spiegando nell a fond1t.a dì canno ni a FinossonJ. Si. fanno cannoni riguti da 1 •1 pol. da Hi, pee arrnnre nn rnonito:e sved~s~. La fusione si eseguisce sul metodo amer1ean_o; Sl e trovato ferro di un a hontù superiore ad ogni altro usato per lo addietro. Oggidì quasi tutte le artigl)e rie sv<~desi sono di ferro fuso; la polvere da cannone svf\dP.se già pronta e fatta nelle loro fabbriche era in gennaio scorso di 300 quintali. Arn·_hc h1 po~vere. pe1: cannoni revolver Gusling {per cnnnom Eugstrom) nusc1 · soddi sfacente. Per la difesa delle custe sì fanno nso delle torpe1ini.

J.


J\l Vn;T.\

D1UU OGHAF!CA

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Carta ,Yord-Est della Francia, da E: v. S. llcrlin, ,]868; ull a sc,.d a 11 : 500,000 , prezzo 2 fl. A i'\H.\1,T. Carla speciale dr.l ducato di Anhalt, (su materiali ufltciali , dedicata a S. A. il duca Leopoldo Fedel'ico di Anhal l) alla scala di ,1 : ,100,000 a 2 Jl. 60. TmoLO. - Dintorni cl'lnnsbruck, dal!' isLiLuto mili"31·e geogl'afico, .in zii: sezioni, alla scala di ,J pollice per !100 klaff, prezzo 90 c:arant. G ERMANI A . Ccirta clella Gen nanici, di llavensLein, scala 1 : 850,000. Sono uscite lre dispense al prezzo 1 di ,1 n. 80 kr. ~01WEGIA. Carta topografica della Norveg-ia, alla scala di 1 : :200,000, in IS fogli (in corso di cosLruzioneì.

F1HNCI..\.. --

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

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Cw·ta generale marittima, alla scDia di 11 : 350,000, (de' <1uali sono usciti fi nora due soli fogli). B RANDE13UHGO . Ca·rta speciale della JJro'Vinc'ia di JJran~ deburgo , desunta da' migliori matel'iali, da Nowack, ispettore della Carn era dc' pia11i ( Plankam,mer lnspector), alla scala di 11 : 300, 000 . Berlino, 11868. HA1\ZGE1mtGE . Cartci de' Jlfonti Ercini (hcirzgebi1·ge), alla scala di ·I : 400,000, per Auhagen, Hannover, '1867 . B ADEN . Carta <lel grnnd1icato di Baclen, alla scala di 4. : ,i-00,000, eseguita nell'uffi cio topografico del corpo di stato maggiore. Karlsrube, prezzo di ~8 sg r. Pnossu . - Carla topografica della Prussia, (incisa iu rame) alla scala di -1 : ,100,000, a U. sgr. al foglio. - In corso di pubbl icazione. Comp rende gli Stati di. Anhall e di Turingia. Lavoro eseguilo nell' ni~ ficio topografh:o del corpo di stato maggiore. Sono uscili fino ra 66 fogli.

MAHE BA1,nco. -

Fra le in_numerevoli carte Lo r ografieli c! c:he si sLanno ora pubbì1_cnndo nei vm·i Stati il'Europn, annovcl'iamo le scg nenti:

Carta :~pecia_lc del :·e.1110 d1: Ham:era , di q uu del Ren_o: sin_o Dl pnc~1 JuniLrofi' disegnata da .1. B. Pfe1ffor in 62 fogh, alla s~ala cl i ,J : ,12o 000 rolla scorta dei più 1·ercnti n,nter inli. Nori1nbe;..,.11 1868, yress? Fede rico Iiorn negoziante di cm~a'. - Pr llna d1s~e ns,1 in 4. fog li al prezzo di 11 fl . 0 80 car .. Con~1ene il ~o foglio col tiiolo e segni CO l1_VC l:Z!~na_J_L < ~Ol quadro d'nnio nr, . ll foglio 7:, le rcg10111 eh K1ssrngen e t.:-miinden; fo l. ,1z, Mittcnbcrg e Amorbach; fo l. 43, Wi.i rzbu rg. Altra tarla del RoosL al '1 : 200,000 e lv geoloo-icn di Btihl Pr 0 al 1 : I00,000 .

RmE11.\ . -

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RIVISTA

La ·Prussia ha pubblicalo eziandio , a grandi scale, tutte le car te speciali d'ogni provincia e segnatamente quelle di:

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a) Posen, per Engelhardt, divisa per governi e circoli, alla scala di ,1 : 323,000, in 4- fogli (pr. 3 tal.). Berlino, 1867. b) Pomerania, per Engelhardt, divisa come sopra, al ·1 : 325,000, in 4 fol. e) Brandeburgo, colle trinngolazioni esegui te fra i gradi 52° 12', 5'2° 48 .di Jatit. e 30° 30, 3·1° 30' di lungitudine, con molti piani di Berlino a grandissima scala. d) Slesùi, per Engelhardt, divisa in circoli, alla scala 1

di ·1 : 3]5,000. per Ròrner, carta geognostica, alla scala dì ,f : 100,000, if2 1

Più una geologica, per Dechen, al 1 : 500,000. Berlino. :) Provincie Renane. Innumerevoli sono le carte' e piani, a di verse scale, dei territori i lungo il Reno, segnatamente del circolo di Neuwied, ,f : 80,000 di Colonia, ·1 : ,160,000, di Aachen (Al[ tlÌsgrana); di Frier 1 : 80,000; di Saarbrucken ,1 : H0 ,000; di Rheinyau 1 : 80,000; cli Ems, ,J : 4-0 ,000 ecc., oltre alle carte del corso del Reno. dell'Elba, ecc. e tutte le nnove carte delle strade, desunte da quell.e dei rispettivi stati maggiori, per le quali rimandiamo al -sovra indicato repertorio. k) Prussici orientale ed occidentale. Due carte al ,t : 100,000, in 44 fogli (geologica del Berendt), altre al 1 : 325,000, in 5 fol. cli. Engelhardt. .Berlino, ,1867. REGNO n1 SASSONIA. - Carta. in 28 fogli alla scala di ·1 : '100,000, eseguita nell'ufficio topografico dello stato maggiore, pri-ncipiata nel ,1863 ed in corso cli pubbl icazione. AssrA {Grande Arciducato}. - Cai:1,a esegui ta allo stato maggiore ge nerale, coi p 0esi confinan ti, alla scala di •,1 : 25 0,000, in 2 fol. '1867, altra a·JJa stessa scala di Hi.igcl, 1867. Carta geologiea di Luclwig al -1 : 350,000, ed una spr.ciale al ,J : 50,000, (1l86iì in H fo l. Moing. ScHWARZBUllG-HunoLsTAor- TunINGIA, A11NSTAD1'. - - Carta al 1 : 180,000. Berlino. Co N llEl>EllAZJONE DEL Nolw (1\lonldeutsclwr-Bund) . - Carta degli Stati della Confederazione germariùa del Nord, per l.iebenow, alla scala di ,1: 225,000. Berlino. Altra del Liebenow alla scala di 1 : 300,000 in 21 fol. · ldem, per Rngelhardt al 11 : 600,000 , in 8 fol. Hannover. 1

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BIBLIOGRAFICA

fol.

e) Sassonia, per Ewald, carta geologica al ·1 : ,J 00,000, in 4 fol. f) Schlesw1g-Holstein, col Lauenburg, Lubecca, Hutzeburg e le città, anseatiche eh Harnburg, ecc., per Ge8rlz, alla scnla di ,1 : 4-50,000. Berlino, 1867, e quella de l Liebenof alla scala di 1 : 300,ùt)O, Han. nover. In oltre qu el!a all a scala di ,J : 700 ,000, . per Friederichsen, colle nuove divisioni a·rnm1m-strntive ('I 867}. Più altre al 1 : ,100,000 (geologiche), al 1 : 200 ,000 per. Neurnann . g) Hannover, Oldemburg, Brttnswick, L1jJpe, Jlamburg, Lubecca, Brema, per Guthe al ,t : '100,000. Hannover, ,t86i. h) Westfatia, per- Voriander, col circondario di Minden , al 1 : 200,00ù. Altra della Westfalia, per Kammer, alla scala di

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1 : 750,000 .

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ANNO XIV,

I,

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Voi. H.

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HlVIST.\

BIBLIOGIUFICA

(Du cato di} Dessau. - ('artct clcl ducato (di}, per Liebig, ul 4 : ·100,000 a Dessau .

ANHALT

colla LonoMINIA , pubblicata dallo Stato maggiore, in 3 fol. al 1 : 432,000. TIUNSILVANIA (Siebenburgen). - Carta dello stato maggiore al 1 : 864,000. . . UNGHERIA. - Carta dello stuto maggiore, m 80 fol., al 1 : '144,000, dalla società geografica, 1868. - Carta del comitato di Presburgo al ~ : 160,000. Presburgo, 1866. Sv1zzERA. - Dopo le rinomate carte del Dufour al 1 : 100,000 (incise con molta. maestria cd esattezza} , il signor Leuzinger riduceva le rn_edesime carte alla scala di 1 : 400,000 che pubblicò nel. 1867 a Berna. Altre del Nir.hols. Mup of Switzerland in ,i sez. al 4 : 2io,ooo. Edimburgo, 1867.

GALIZIA e BucROVINA

oEr. Son-oYEST. Carta del territorio della Confedcrazi·one germanica sino alle A.lpi·, in 25 fogli, alla scala 4 : '.250, 000 (incisa in rame).

CoNFEDE LlAZJ ONE

l\f.onn co, ,1 867. AlLra de! Reichard f', co l regno di Wiirùemberg, g1·an duealo di Baden, prin cipato di Hoh enzollcrnHeshingen e Sigmai·i ngen , alla seala di 1 : 32~),000. Norimberga . Altre del Wiirtemberg, della Baviera e Baden, per Ser-z, alla scala cli 11:400,000 i n 6 fol. Norimberga . BA0 1i:N (Gran ducato) . - Carta pubblicata dallo stnto maggiore badese al 1 : 400,000. Ca1·lsruhe. 'W u1\1'TE)IBEHG (Regno di). - Atlante topografico iu 35 fol. al ,1 : 50,000, dal 1185·1 al 11867. 1'' 11ANCONIA-Sv1zzE11A . Carta di Ileymams al 1 : 200,000. J>.\L.\TLuTo (Pfalz) e R RYENsnntç;. - - Carta geognosti<.:a al ,1 : '.25,000. Reyensburg. Scnw.,nEi'i e l\EuounG (Sri,;,·1A) p er Hiitter , dintorni di Kernplen al 1 : :zi\000. L111•1mo o'AusTl\lA e UNG II ERIA. - Dopo la pubhlicn zionc delle molte carte dell'impero, ulla scala di ·l : 8&.,600, se ne sono r.idottc parecchi e altre, ed il corpo di stato maggiore austriaco attende tu ttora a retlifi care i fogli pubbli cali, seguitan do le triangolazioni lungo l'Adriatico e nelle parti. dell' impero non abbastanza ri cono~ciute . Pubblieò Yarie carle del Corso del Damtbio e fo rmò pnrecchic carte geologiche. Trno,.o e S ,Lzol.:llG . - Carta del ,llayr, al 1 : 500,000, in 2 fol. JloE~H., . - Carta dello Steinha.user al 11 : 433?,000.. )lon.\H\ e Su:sn . Id. id. 1

1

1

1

IIARTINI CAm.o,

,,, I

Gerente.


, PO ZZl D' ACQUA A TUBI TRASPORTABILI


RIFLESSIONI SUL

SISTEMA DI DIFESA DELLO STATO J.;

l'ARTICOLAJU\Il(NTE

SUL PERNO STRATEGICO DI ALESSANDRIA )}1

NINO BIXIO E GIROLAMO BUSETTO

(Studi fatti nel 1864,

riveduti od ampliati nel 186\l)

· Lu forma prolungatamente spinta nel mare dell'Halia,

la cr~rchia alpina che costiLuisce una gigantesca rnurnlè di Jemarcazione col resto del continente europeo, e la catena degli Appennini. cl~e còrrono la penisola dall'uno all'altro estremo, i fiumi che la solcano, e le comunicazioni che la corrono, scompartendone in varii modi il territorio, accennano anzitutto a quali riguardi fisir,i e geografici si debba prestare attenzione nello stabilire l'arduo problema della generale e definitiva difesa del nostro paese. Qu esto presso a J:lùCO sembra. che dovrebbe essere oggi. formulato così : Approfittcire delle condizioni geografiche ed iclrortrct; fiche dell'Italia, per collegare la difesa mci1·ittùna colla cont1.nentale, in modo che quest'ultima, prendendo per base centrale la regione 'ltmbro•aretina, sia estesa, alla ANNO XIV, VOL. II.

15


HH'LESSJONl

hnea del .Po , .Alessandria e Cattolica , e così , assicurata l'azione militare su entl'arnbi i versanti del bacino del Po, il ridotto della chfesa sia g1,ui1·entiio dal ma1·e, dalle fortezze destinate alla difesa delle coste e ail accogliere gli arsenali e le stazioni della marina militare. Dovendo in pari tempo dar luogo a considerazioni relat.iVf! alte attuali. nostre condizioni politiche e finanziarie., la soluzione del problema deve cn·giuno·ersi O, O . 1 e 1 proeur~re che. le rc~lazioni internazionali del pc·esentc\ <lee1dano su quello che ci riesce d'imrnediato bis_ogno, per m~ttere il pae::.e, col la massima compat1b1le economia e prontezzn, al coperto delle più evidenti minaccie, prevedendo le opernzioni olI'ensivP. e difensive a cui potrebbe sicuro accingersi, utilizzando quanto più si pu() ciò che esiste di forte, e cercando che le innovazioni aJ introd ursi provvedano all'ultimo e definitivo assestamento delln frontiera, prevedibile nei natur.lli confini datici dal displuvio delle Alpi e · dal mare. · Avuto 1·igùardo all,~ condizioni di forma e sviluppo delle no,;tre coste in rapporto colla confio·utalione geogl'atìea e fisica del tol'ritorio, si può ri~eoere di s.od?isfaro conv_enient_emcnte ai_ n~st,·i bisogni maritt1m1, garantenGo solidamente 1 cinque poni di Savona-Vado, Genova, Spezia, Orbetello-Santo Stefano'Porto Ercole e Taranto, fatti tu!Li capaci di oTandi . d o concentn1mcnt1 e approvvigionamenti militari, al coperto cli un coìpo di mano del nemico, od in condizioni di sostenere un assedio; inoltre -a pparecchiandosi · un certo nunwro di stazioni navnli, come Livorno Cagli;iri, La )faddnle1rn, Pori.o Ferra io)Iessina , Sirncu.s/.J.' ~;·in ri isi, Maofrndo_nia e Miconn, in rnoclo clie pnssun~ queste accogliere 1 trn sporl.i marittimi e 5crli eventuali concentrc1rnr.nti rnilita ri , e tutte concedano di effettuare le leggere riparazioni al naviglio da trasporto e da

SUL SJS'tE~IA DI DIFESA DELLO STA'.1'0

f

'.iH O

combattimento, e servano nello stesso tempo per ali- . mental'lo di carbone, acqua, ecc., e a dal'e ancoraggio alla flotta destinata alla sorveglianza ed alla d.ifesa clell8 coste. . Contando oggi {'I) sui perni strategici di Alessandria, Piacenza, Bologna e Cattolica, si verrebbe ad avere un sistema generale di difesn, che messo in relnzione per numerose e direLLe cornunieazioni ad. una boTan . piazza centrale verso il lago Trasimeno, e da questa per Popoli a Capua, con i porti militari che più restano loro a portata, si otterrebbe quanto richiede il nostro problema, solo che tra detti punti Alessandria, Piacen~a e Bologna fossero provvedute di grandi doppie teste eh ponte sul Po, e ne rnnntenessero ad un tempo sulla Scrivia, sul Ticino, sulla Trebbia e sull'Adda. .Siffattamente si assicurerebbe sulle sponde del Po l'efficacia: di tutte le nostre risorse continentali e marillime, precludendo con una forte linea la strada di ogni attacco per l'interno della penisola, e l'attuazione di tulle le altre presumibili operazioni offensive, con piazze esistenti su di una estensione proporzionale ai bisogni ed ai consumi. Difatti Taranto ed Ancona avrebbero il massimo va~ ]l)re nella ditesn delle nostre coste meridiona li, la prima come porto, ars8nale o cantiere di riproduzione del mat,erin~e _del la nostra flotta concentrata in gran parte nell Adr1at1co; la seconda come stazione offensiva da cu! si sorveglie r,ebbero le coste. dell'Adriatico, e ' da cm, ocr,orrendo, s'imbarcherebbe la truppa ed il materiale bisognevole per uno sbarco sulle coste di dominio nustriaco. Le swzioni di Manfredonia, Brindisi e Messina, sareb-

(1) Si ·avverte che questo scritto fu compilato nel 1864.


SU L SISTEMA DI DIPESA DEJ.LO STA'l'O

l\U'LESSIONI

bero depositi di alimeilLo, che concatenerebbero opportuna mente l'importanza di cotali due piazze nell'appoggiare la flotta lungo l' esteso litorale su ~ui _sono destina te ad influire, così come le altre staz10m aecennate conseguirebbero lo stesso effetto fra i porti militari del Mediterraneo . . Quivi il perno marittimo è indicato dal superbo golfo della Spezia : ter minato l'arsenale in costruzione, ed assicurati accuratamente l'ingresso e le alture che lo coronano, potremmo forvi concorrere ad accumulan'.i colla massima confidenza ogni maniera di risorse militari, ed accogliervi quelle eventuali dei nostri alleati, tenendole, più che a Taranto, a p·ortata delle nostre piazze del Po. Savona, Genova ed Orbetello hanno tuttavia una importanza capi tale, quali porti e piazze d~sti:nate ~raccogliere le risorse del mare, alla testi). eh lmea dt importanti strade che diramimo nel continente; mentrcch è Gaeta, Ancona ed altri punti sono semplicemente destinati ad offrire al mare gli approvvigionamenti e le forz e che ritraggono dal continente. I molti aneoraggi della Maddalena e di Cagìi ari assicurano alla nostra flotLa delle eccellenti ed opportunissime s tazion i al centro del Mediterraneo, sia come punti di sorveglianza, sia _c?me anc_oraggi di i1:,tere squadre in preparazione eh combatt1men~o, e_ c10 al centro di tutte le nos tre coste , tra 'frapam ed 1l Varo, -ed in posizione opp ortuna per sorvegliare le bocche di. Bonifacio e la grnnde navigazione orientale a l sud della Sai1degna e della Sicilia (1). 1

(l } Napo li e Palermo, le due citi~ più importanti del nostro mezzodì, vorrebbero essere garanllte dalla parte del mare, anzitutto col tenervi lontano ogni deposito militare che potesse giustilìcare l'aggressione del nemico, sia valendosi anche di un

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Le relazioni esistenti tra le fortezz e continentali dianzi ricordate e quella che hanno queste ultime vicendevole colle marittime fanno scaturire le' prerogative strategiche della linea Alessandria, Ca.ttolica, e l'armonia dell'assiem e difensivo e offensivo che ne risulterebbe. Bologna sulla destra, Piacenza sul centro, ed Alessandrià sulla sinistra, devono avere rispettivamente l'importanza di altretlant.i perni di operazione. Difatti Bologna, rafforzata da una doppia testa di ponte a Ferrara e da una fortezza alla Cattoli ca che la colleghi. meglio con Ancona, potrù considerarsi come la gran testa di ponte dell'Italia media e meridionale sul Po. Una ferrovia e parecchie strade uniscono Bologna e Firenze, sede del governo, e pongono la prima in istato di contare sopra le risorse della Spezia per Parma e per Lucca, e sopra quelle di Livorno e di Orbetello. Altre s trade e ferrov ie la legano colle piazze da lei .dipendenti, e la mettono in gl'ado di approfittar pure del po rto militare di. Anc ona, g ii1 strettamente in relaz ione e legame con Cattolica. Oecorre quindi, perfezionando l'esistenza delle fortificazioni attuali con nuove aggiunte, che Bologna sia portata all'altezza dell'intraveduta importanza, che è desti nata a mai sem pre conservarsi. La testa di pon le di Ferrara accaparrerebbe al detto perno le facilitazioni pel passaggio del basso Po; la fortezza di Cat-

sistema di mine e torpedini fisse o semoventi, affinchè non sieno egpostc a imposizioni di guerra, nè comtJ;\osse dal perieolo di on bombarclamont.o di un gruppo di bnstimenti ne. miei. Le rispettive loro posizioni, le isole nel golfo di Napoli, e le falde del Monte Pellegrino a Palermo, concorrerebbero a favorire l'insieme della~_difcsa.


,. Sl/T, SISTEMA DT DIFRSA nm,r.o STATO

RU'J,ESSIONT

tolica, oltrechè chi udere la stretta ell e gli Appennini formano anzi Ancona e mantenere il legame con Bologna, guarderebbe il nostro litorale romagnolo e pel'mcuerebhe a far che, basandosi ad- Ancona, con concentrameD Li ecl imbarchi d'ogni genern si possano coneertarc ed intraprendere operazioni assal ieuti sulle coste orientali dell'Adriatico, meglio intese, che non direttamente addrizzandosi nel Veneto per la parte bassa del Po, ove il piano già molto intt·icato tra detto fiume compreso, e l'Adige, al disotto di Legnago fino al mare, trovasi costanteme nte minaccia to di allogamento, correndo delti fiumi tra altissimi argin i, su lelli di spe.5so eguali o superiori in livello a quel!~ dei terreni che attraversano, per cui fac ilm ente potrebbero esse re distolti dall'alveo loro, cd allagare completamente il Pol esine. Sia Femu·a, sia Cattolica poi concorrono , dipendentemente da Bologna, ad appoggiarsi rec ipr0çamcnte, rendendo più completa ed armonica la continuità delta nostra linea di base, di eui ln piazza di Ancona serve a pel'fettarnente assodare l'estremo destra . Tali piazze accaparrerebbero per noi una permanente mi.naccia pee l'Austria; garentcndoci nel modo più energico la retrostante Italia, e la destra del sistema di difesa. Circa a Piacenza, la sua importanza come perno riesce evidente pet la sua posturn centrale fra i dipendenti punti di Pavia, Lodi, Pizzighettone e Casaln1aggiore, pel suo direLLo legame stradale coperto chd Po con Alessandria e Bologna, e per la relazione che la sua stl'ada in costruzione sulla Tt·ebbia, cd una ferrovia eia aprir!:li per Spezia, gli darnnno coi principali nostri porti ed emporei marittimi del Mediterraneo. Difatti Piacenza, collega ta. come è con Al essandria, q1tando I<~ suddette relazioni fossero completò.te, rap-

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presenterebbe sul Po, sul Tanaro. sulla Seri', ia, su( Ticino, sulla Trebb·ia e sull'Adda una gran ,esta d1 ponte di Gl·nova e di Spezia,_ eh~ estendei:e~be l'influenza di <[Uestc due grandi piazze mar1tt1me nel centro delln nosLt·a difosa. cominentale. Così il v;•riato territorio irl° erpnsto alle piazze di Genova, Al rssandria, Piacenz1>, Spezia, debitamente agevolato d:dle teste di pon te sopra accennaLo, e con quelle di T irtona, ca,;a.le, e Vale?za potrebbe c?n~ siderarsi co·nc un vasto c,in.1po tnncera.to appoggiato al n\arn cd nl Po, il q11al e su~;sidiato dalle ri sorse di tutti i porli della Liguria, es€ rcilcrebhe la massima influenza ol :'t~nsiva e difensiva nella valle del l'o, osservando tu 1.ti gli sbocchi dal colle di Tonda al 'l'o~ nal c, e giù p~l ~lincio. . Rispetto nll'Austria. che ora sì trova _nel Vene~o, _11 solo effetlo esclusivo di Piace:1 za megl10 con i;ohdata basterebbe :!ià a costringere quel nostro nemico, se . vuol farci 11na guerra attiva, a vcmiru a combattete in lcrreno ;:pparecchiato eia no i, o ad esporre le sue comunicazic,ni se vuol proced.Jrc oltn,. Invero fi 1chè Mantova. non è in nostra mano, tostochè fo ,·tificasse Lodi, qualche cosa essendo già fatto di Pizzighettone, anzich.'! Cremona, sembra a noi che im porterebbe trasfo rm are in occasionHIC testa di ponte ~u l ro Casalmaggiore, più vicino al Uinc~o. e per·ciò in postura di. far più direttamente sen t1re la nostra inllu enza sulle operazioni del nemico nel caso che volesse sboccare dal quadril,1tcro per l'ovest; la s ua Jontunanza da Piacenza resterebbe equilibrata dall'appoggio che riuscirebbe a rondividere ron Bologna. In 11ggiunLa renr:lerebbe più complr.ta la nostra azione sul corso del Po, e più inti mo il legarne delle piazze lungo la nostra bnse genera.le. Ma passando nd esaminare il rimanente dell'attuale

si


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RIFLESSIONI

sistema di difesa, siamo portati a dire che finchè l'Austria sta nel Veneto, la garanzia auuale di un incompleto campo trincerato a Bologna, e cli un debolissimo perno a Piacenza, quella appena cominciata delle due piazze marittime di Ancona e Spezia, presenta un complesso slegato, senza nessun ridotto centrale, che ci lascia quasi interamente scoperti. Qualora il nemico sboccasse fuori dai distretti di oltre Po, appoggiato a l\fontova come è, esso senza altro interromperebbe le comunicazioni tra Piacenza e Bologna , e riuscito ad assicurarsi di quest' ultima piazza, potrebbe muovere alla conquista d' Ancono, per garantirsi il dominio dell'Adriatico ed una br..se eventuale per ulteriori conquiste. Ciò deve preoccuparci seriamente, inquantochè ]Au- · stria avrebbe la facilità di assecondare una tale invasione colla flotta che possiede e cogli 80 vapori da trasporto che in caso di guerra garan Lisce la socieLÌl del Lloyd, avendosi nella piazza di Pola e negli altri porti dell'Istria e della Dalmazia preparale le migli ori garanzie per assecondare e proteggere riprovvediment.i d'ogni specie, assicurando l'opportunità d'az ione al naviglio che in poche ore, forse notte tempo, e sorprendendo la vigilanza delle nostre squadre, potrebbe a tutta forza d'elice eseguire il tragitto dell'Adriatico, e paralizzare l'azione di Ancoria, sia colla possibiliti\ accidentale di meller giù approvvigionamenti sulla spiaggia tra Ravenna e Sinigaglia, sia effettu ando uno sbarco verso Porto Recanati, ad ogni modo interrompendo l'esercizio della nostra ferrovia con Bologna e forse colle piazze del cenLro. Quantunque certamente di già più forte per navi da guerra, la nostra marina non troverebbe ancora in Ancona un appoggio bastevole per assicurarsi una consimile operazione verso le coste dell'Austria, nè

81JT. SISTEMA DI DIFESA DELLO STATO

avrebbe garunzie sufficienti per esercitare in ogni condizione di elementi. la vigilanza che si rende necessaria nell'Adriatico, tanto più che Manfredonia è in uno stato primitivo, i porti interni di. Brindisi e Taranto non sono ancoea capaei di ancoraggio, nè Messina e Siracusa hanno alcun impii,1.nto capace di fornire alla flotta materiale di riapprovvigionamento. In questo modo gli Austriaei potrebbero anche giungere alla testa delle valli dell'Arno e del Tevere, e bloccare Ancona, penetrando nell'Appennino fra Cattolica e Faenza, senza incontrare un solo di quegli arresti cli cu i ci ripntiarno ricchi altrove , e senza che grandi centri laterali potessero esereitarc sel'ia influenza. Scaturito il bisogno di for che Bologna riesca un solido e vas to campo trincerato, della neccssilù di una testa cli ponte a Casalmaggiore, si deduce la opportunit,\ di gnrantire il fianco di Bologna verso Ancona, ossia di stabilire nella posizione intermedia della Cattolica una piazza fo rte; capace cli. garantire gli Appennini verso le origini del Tevere e dell'Arno, che cajano dall'oppos to versante, ed in posizione <li proteggere offen sivamente e difensivamente l'ingresso della . strada di Ancona , che eletta catcnn. rinserra al littotale. EvidenLemcnlc l'Austria 11na volta che dovesse scegliere 1in a linea d'operazion e diversa da quel la dic per le Romngnc, si troverebbe di fronte a tal una delle fortezze ehe fanno parte del nostro sistema di difesa, iniziando cosl le ODcrazion~della cumpagna eol dovere cozzar !osto cont;·o tal une di esse, col coneetto di aprirsi un varco , stabilendosi s u di un tratto della spezzata nostra catt1na difensiva. Tuttavia per i.mpedirt~ che il nemico riesca a stringerci troppo da vici.no e di sprovvista, avvisiamo n


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l\IFLESSI0l'H

quaJi espedie?ti_ ci gioverebbe ricorrei'e per garantire, la s11penor1tà nelle manovre difensi Ye, intese a rintuzzurn ogni tentàtivo d'invasione, ed a garantir·e per qua nto è possibi le il territorio che sta innAnzi alla nostra base d' o pernione. Ndl'ipotesi che ]fl operazioni nemiche p1·incipiassero per la Lombardia, basate sulla linea del ~lincio , siccom,·i no,1 abbiamo oggi sicure tesLe cli ponte sul Po, nè n Cas ,drnnggiore, nè a Cremona, il no stro esercito in c,mce11trazione fra Bologna e Piacenza non potrh èsse:·e sic:uro di co1H1mdere che il nemico non oltrepassi l'Adda, perchè a tuLelare quella lin ea, oltrechè ess8:· for1t con una vera testa di ponte a granue svilupp o in Piacenza, e con altra a Casalma mi ore, converrnbbe rendef'e, oltre Pizzighettone, fonificate Lodi e Cl'ernoqa. L'opportunità cli sboccare da Piacenza per eont11r sul!' esito di un a giornata d !cisiva, può essei.·ci tolto. dalla rap idità dcll' offens·iva , appoggiato solic1am ente come è il nemico a Verona, 1) d;:d sistema economico che ci obbliga a tener troppo assottigliate le nostre file io tempo di pace, 9 pel ~onscgue nte bisorno di un tempo che può non esserci concesso per ingrossar-le coi f'ichiami, con le nuove leve, e con le r.i serVf!. A1,1me~.so quindi che il nemico non fo ;se stato respin to o costretto ad arrestar.si pr.irna, non oltrepasserà l'AdJa sGnza aver cercuto di battersi in una giornata campale, e senza essere obbligato i.i ven irci incontro per Leutare di :i11idarci ùulle nostre anzideLLe posàiooi. Ma :inc, a quella Linea esso potrìl spingersi, scorrazznre il paese sull'inn:rnr.i, ed attendere senza evidente peri,:o!o il tempo che c1·eder;\ opportuno, inq uantochè a peggio nndare per lui, unche che riusf:iss imo con b1·illanti risultati in ca mpo aperto a taglinrlo dalla base

SUL SIS1'EMA DI DIFESA DET,t.O STATO

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-di operazione del ~1incio, da cui sarebbe mosso, pello Stelvio ed il Tonnle gli rimarrebbero :;empre ritirate sicure, lungo cui riescil'ebhe per lo meno tardo a noi un inseguimento, pel' la facilità con cui potrebbero-. vinare quel le eccel lenti vie di montngna , dopo aver lascinto comodamente sfilare le sue forze. Di qui ancora l'irnpor Lanzu di co11solidare Lodi, Cremona e Casalmaggio ,·e, e di riflcttel'e ai pericoli a eui espone una mobilizzazione lenta di eonl'rnnto a quella degli altri eserciti che più ci stanno vicini . Qualora per condizio ni dell' esercito e combinazioni d'alleanze sempl'e possibili per una gran guef'ra, non foss imo in grado di sforza1·c l'avversario a combal.t<~re so tto Piacenza, o meglio o.ncora di useire noi prontamente sulle sue eornu 11i r,azioni,' a lui poLrehhe conYenire , disponendo di fot·ze prt'pondcranti, di masche1:are Piacenza cc,n un corpo, e tentare di prendere per finnco, e ad una estremità, la nos tra linea di difesa verso Alessandria, sia nell'intenLo di riunirsi coll'esercito fruncese nel caso di un'offensiva in eomu ne, sia per tentare d'impedire che dalla stessa parte giungano a noi dei soccorsi. La strada della Lomellina, come qut·lb che si frnp pone ai due sistemi di piazze, cui son perni Piacenza etl Alessancleia, sarebbe probabilmente lu prcferta dal nemico, almeno fìnchè r imarrù ins:d'ficientemente· nssicurato il Ticino con u11a sen1plicc testa di ponte fl Pavia e sino a che pure Tortona noù avrà riacqu is t;:ta, se non l'antica, almeno una cer·ta solidità militare, e ciò , a tanto maggior motivo, ehe pe r portarsi in quelle regioni il Po non è tale qstacolo da impedire di essere passa to, sicchè una volta ciò fatto, l'avversa l'io sarebbe in facoltà di c:.iccini·si con dei corpi staccati sugli Appennini, in modo di gunstarc cd interrompere le nostre più brevi e migl'iori comn nicar.ioni tra Ge-


22.i

R1FLESSI0NI

nova ed i predetti due perni, e forse riuscirebbe ad impadronirsi di Alessandria, per le comb·inazioni accennate e per lo slaLo poco consistente in cui si trova oggi quella piazza. Evidentemente nelle condizioni presenti l'esercito austriaco andrebbe incontro in eonsìmile operazione a serie difficoltà, e non giungerebbe a passare il Po che con un effettivo cornbatlente molto · scemato dai forti presidii lasciati nel quadrilatero, e sul di dietro per proteggere le sue comunicazioni : non pertanto, le accennate ipotesi e l'esempio datosi in parte nel ,18159, tenuto conto della maggiore rapidità con cui pott·ebbe assalirci senza preventiva dichiarazione di guemi, non rendono improbabile una siffatta condizione di cose, per quanto non ci basti l'animo cli pensare che la mo.bil'izzazione delle nostre truppe riesca così infelice da non permettere che dal punto di concentramento al.torno Piacenza, l'esercito nostro non sia jn grado, nè in tempo di operare qualche cosa di serio con successo sulla via di ritirata del nemico, prima che questi arrivi ad impadronirsi, di Alessandrin. Cosi l'avversario avrebbe raggiunto il suo intento, sia nello scopo d'impedire l'allacciamento dell'esercito frances e che venisse in nostro soccorso, o d'impedire a noi di correre in aiuto della Fruncia attaccata in (,errnania, sia con quello di congiungersi esso stesso coi suoi alleati discendenti le Alpi per l'ovest, o pel nord-ovest delln · nostra frontiera. Nel primo easo, basandos i mome ntaneamente ad Alessandeia, potrebbe batteee separu1a1nenle le nostre e le foi'ze della Francia. che tenu1ssero di eongiungersi, smantellare quella piazza colle sue dipendenze di Casale e di Valenza, rovinare le comun icazioni con Genova, tnglieggrnre il Piemonte, per ritirarsi prontamente sulla sna bnsc, lasciandoci da quella parte ri-

SUL SIS'l'EMA DI Dll?ESA DEI,LO STATO

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dotti alle sole risorse di Genova e della Spezia, se padroni del mare. . Nella se.conda eornbinazione non è ch1 non veda in quali condizioni c1 troveremmo no i, se_ l,a F~ancia, con Tolone nel Mediteeraneo, col ~Ionce111s10, 11 Colle di Tendu e la Turbia in mano, riuscisse ad allacciarsi all'Austria in Al essandria, e come l'attuale nostra base difensiva presa di. fianco, sarebbe successivamente soprafoua, e con essa il paese tutto . , , ì\fo affine di dimostrare meglio il nesso delle noslrn idee, di confronto con le probabilità dell' avvenire, arnnrnttiamo che il Veneto sia nostro, e che ne avessimo di giù. trasformato il sistema difensivo in modo favorevole a noi, col dare tutta l'importanza a ì\lantova anzichè a Verona, come richiederebbe la nostra garanzia da quella parte ; sarà probabile che, nel ?aso in cui la Germania, l'Austri.a, la Francia e l'Italia siano in armi, siu operata una calata per le grnncli s.~rade dello Stelvio, del Tonale e dell'Idro, basando l mvasore in Tirolo o nella Baviera. Sboccato dalle giogaie dell'Ortlerspìtz, il n~mico o procederà direttamente per cozzare contro P1~ce~za, offrendosi ad un a battaglia in teereno che HO! Cl Saremo preparati eol èonsolidarci gli s??cchi di Lodi, Casalmaggiore e Pa.via; oppure stabl11to un campo trincerato nell'alta Lombardia, centrale alle sue vene • di sbocco, nel doppio scopo di ossenare Piacenza e garantire le sue comunicazioni, muover potrebbe verso il Piemonte negli intenti ora accennati. , . Alessandria, prestandosi_con. Piacenza a mov1ment1 concentrici su Milano, si rende necessaria ancoJ'a per la garanzia del Piemonte e ?ella Lombardia ad ~? tempo, senza dire dell'appogg10 che darebbe, dal 'I1cino in su, a tutte le linee cli difesa che s'incontrano


J SUL S1S1'E)1.\ 01 OIF.ESA OELJ.O S'l'A'l'O RU'LESSIONJ 226 sulla sinistrn del .Po, e si tl'Ovano legate con essa per le colline del Monferrato. Una volta che Al essandria fosse consolidala e perfezionala come vuole essere una vel'o piazza di primo ordine, questo perno permetterebbe di giovarsi dell'Appenn ino, per far sollo esso inattesi conC'entramenti che valessero ad intraprendere alcun che di serio su di un nemico comparso nel Piernoo te o nella Lombardia, d1e difncilrn ente saprebbe tenersene in g uardia, lusingato dai nmlaggi a cogli ersi d'intorno, ed inceppato dal grande ostacolo esistente sulle sue strade d'operazione. Col Medi terra neo sicuro dal nemi co del!' est, per lo effetto della nostra flotta· e delle nostre piazzP. marittime da Taranto a Savona, potres::;i mo non solo effettuare in Alessand l'ia dei g randi concentram enti di truppe colla rap idità che ci acconsentono le tante linee ferrovia ;': ~ che vi concorron o, ma sa ressim o in condizione di all.irarvi le risorse indus triali e marittime di ogni n..1tL1ra di cui Genové1 abb onda, ch iamando gli approvvigionamenti da LUtta Italia e dall'estero se occonesse, e sop1·atutto accaparrando in modo ass..11 conveniente uu sicuro pun to di riunione per le nostre fol'z e in congedo illim itato, per le nuove leve e per le nostre riserve. Ch e se poi osserviamo i suoi rappo rti colle nostre fronti ere occiden tali , sia o no l'Au stria fnori de l Veneto eispetto al la Francia cd all a Germani a per la Svizzera, Alessand ria risponderebbe perfettamente per basarvi tan to in offensiva qllanto in difensiva le nostre operazioni . A cose finite poi, coll'Italia ai suo i naturnli co nfini, l'inOuenza del perno d' Alessnndl'ia rappresenterebbe su lla nost,·a fronti ern occidentolc qu ello che riuscirebbe Venezia per l'oriental e, men tre ehe, col

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concorso dell'unn o dell'altrn parte, co n Piacenza, Mantova e Bologna ror.c hi ndenti un triangolo del magsimo valore strategico al .;entl'O, daìia v:Jllata del Po si sarebbe in t~a~.o <1i osse rval'e davvern milit::rnrnnte tu tta la fronti era terrestre dell:1 peo isol a. Stabilita a yu<'sto modo l:i nostra base'. evi_de iltemente òmanebbero :1Itri nodi di com umcaztune, c·hc all'eventuaì il~• n1er iterebbHo di essere morn c11taneamente occupali come posizioni di cotnbattim r nt.n indi calE· dalla natura; tali potl'ebbero essere, per esernpic,, Cuneo, Torino, . Novara, Milano, Trevir lio, Verona , Vicenza, che si trovano " centro dei uimmini pi·incipali che scavalcano la f1·,)11ti era ; ma dollc loral itù slrn.tegirb c di concentl'arnenlo sopra accennn1e ci sal'ebbe, a qua11to pare, fo eile e garantito un meccanismo di mosse t he conced crebb<> di portnre prontament,: le nostl'c tru ppe per lapp(' e per ferrovi a in quella località alla circostanza indicata 1 ,,i prepamliv i P. dalle mosse dell'invasore, con soli dn1 lfl con oper-c di fortiHcnz ionc passeggern, onde e.osì, sotto mnno del le nostre primarie fo1·lezzP , appoggiare O] pn1tunarn r n 1ri le oper<1zioni richie:,te dc1i caso, per co111hnller_e le _r: t · miche teste di colonna a:io sbocco dellc.\lp1, pnm:) d1e si l'iuniseano e riescct.no n costituire un a massa preponderante, . . 1Ia prima di fermarci a parlo're in µart1 col_a re d'. Alessan ùrin, ri1ùan,: a dare ut1a rapi ,la ocd11ata ai bisogni dif'ensi.vi ed alle conveu~en~e i·, trategicbe del territorio che si prolunga al (h dietro delia nostra linea d'operazioni e di difesa Alessand ·ia-Cçtlo~icn. Il so"'. o punto tt·n la ,·" Ile de l Po e I,! Cn!0n n e che sarebbn i11 c,1so di for11 ;~ re il cuore st1.1t<'g1cn per nccoo-lien' ,1 ,nuovere opp1,rt11na1 11 entc: le nostre risorse miluari per wtto il resto d' Italia, è i,uiuh!>ianic11t~ Rorna, la nostra presunta cup itaìe, a 1;ui Orbetello,


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IUl<LESSIONI

Cì.vitavecchia e Gaeta rendono tributario il ~iediterraneo; Ancona, Popoli, Benevento e ·capua ne assicmerebbero l'influenza sul Jitorale Adriatico e sulle • provincie del Sud. Con tutto ciò, l'avere una piazza verso il lago Trasimen o, come ahbiarno accennato, eiuscìrà sempre di validissimo appoggio alla nostra base sul Po, assìc1rnrndo ognora più la Toscana e l'Umbria, la inviolabilità deì cui territorii rìmune subordinata alla garanzia delle nostre coste dell'Etru!'ia e delle Marehe. Ma anche indipendentemente dall'ess0rc o no a Roma ·pare a noi che trasformando Arezzo in gran ' piazza di deposito o ridotto centrale delle nostre n~ sorse, si conseguirebbe ehe i sacrifici ora reclamati per garanLirc solìdamente il paese, p~te~s~1·0 provvedere completamente al loro scopo, soèld1sfacendo alle esigenze del presente ed alle opportunità élell'avven:ire. I motivi ehe c'inducano a preferire Arezzo, anzichè Perugia, Fuligno, Terni o qualche altro punto, sono · i seH'uenti: 0 a) Perchè in caso di bisogno attrarrebbe valido concorso dalla parte centrale della nostra.base d'operuzione, ad un tempo prestandosi per converso al facile riordinamento dei mezzi che fossero richiamati dalle nostre provincie meridionali, anche nel caso che avessimo le coste compromesse, ondt~ assicurarne il soccorso od il rifornimento nella valle del Po. b) Perch è qual piazza centrale di deposito sarebbe garantita dai colpì dì mano di un rapido sbarco nemico dulia sua stessa posizione centrale allu penisola e ai due mari, con Ancona e Orbetello a cor1siderevole distunza, che la guarderebbero sia nell'Adriatico che nel Mediterraneo. e) Pel'chè a.vrebbe in mano le teste delle du e importantissime vallate dell'Arno e del Tevere e tutte '

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le comunicazioni ferroviarie e stradali che ne dipendono. d) Perchè concatenerebbe egregiamente colla piazza di Spezia la protezione della Toscana e della nostra capitale provvisoria, sorvegliando verso maestro e greco le giogaie degli Appennini sul rovescio di Bologna e Cattolica, e perchè osserverebbe offensivamente e difensivamente le provincie romane. Così da questo ridotto centrale si avrebbero in mano, oltre alle comunicazioni dell'Umbria e delle Marche, quelle che concorrono a Siena dalla 'Maremma e da Bolsena. Quale appendice di Arezzo meriterebbe di ·essere garentita Perugia pella sua forte posi zione t,opografica, e i suoi cinque ponti sul Tevere. S._Antonio, Scheggi8:, Fossato e Colfiorito richiederebbero di essere premuniti di forti isolati, aflìne di osservare tutte le strade che vengono dall'AdriaLico e mantenere libere tutte le comunicazioni con Cattolica ed Ancona. Siffattamente vel'rebbe estesa all'intorno l'effica e; ia del perno di Arezzo, ma ben anco assicurato l'allacciamento col mezzogiorno della penisola. 'Popoli, come posizione topografica e come nodo delle comu nicazion i da Pescara e da Capua, ha una grande importanza, e vorrebbe essere fortificata come ' posizione intermedia fra Arezzo e Capua. Delle posizioni ove sono Capua, S. Angelo, S. Leucio, Cajazzo, :M:aclclaloni , Arienzo e Bene,·ento, forse importerebbe cli costituire un sistema, e tale che, al bisogno, assicurasse e il concentramento delle forze militari sparse nelle provincie del sud e le comunicazioni con Popoli e la piazza cen tra.le clell'U rn bria . Spettaci ora parlare in dettaglio delìa'sinistra della nostra base principale cl' operazioni e cli difesa·, a cui, come abbiamo dimostrato, è perno Alessandria. Casale, Valenza, Tortona,. Serravalle, Terzo e S. SalvaANNO XIV, VOL, II,

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!\!FLESSIONI 230 tore dovrebbero essere altrettante località forti , che, concatenando all'in torno la loro efficacia, valessero a mantenere protette le relazioni di Alessandria con Ge-· nova, Savona e la riviera ligure verso il rnezzodì, O'arantire il Jen·ame con Piacenza e la Spezia verso ' oriente, ed assicurare la prepon deranza e l' azione sulle due rive del Po verso settentrione, In questo modo . il perno di Alessandria, favo rito dai punti forti ora ricordati, trovandosi a portata . delle nostre frontiere occidentali e settentrionali, ci concederebbe .sia di rimanere in difensiva aspe ttando un invasore in posizione formidabile, come di acc9rrere in tempo e con forze preponderanti ai nodi di sboc.c·o per combattere le varie teste di colonna avanti che riescano a riunirsi : nello stesso tempo ci garantirebbe una posizione assai favorevole pe1: appoggiare le nostre operazioni offen sive tra il colle di Tenda e il Lago Maggiol'e. Trovasi Alessandria nel saliente della Bormida e del Tanaro, in ~iva alla destra di quest' ultimo fiume, e di risconlro alle colline del l\fonfcrrato che si elevano a tre chilometri al nord sulla interessantissima pianura di Marengo, che si distende oltre la Bormida ad oriente, Tale pianura è situata allo sbocco delle valli dell'Orba, del Belbo e del Tanaro, presso la confluenza di detti co rsi d'acqua nel Po, rimpetto al termine delle colline di )lonferrato, di Bassigr1ana, ed all'imboccatura della lurl.O'a ed importantissima stretta formata tra Tortona e Piacenza dalle falde dyll'Appennino col citato prin eipal nostro lìun,e: ne co ns~·gue che su di essa s'i nc,,tenano tutte~ le cC1mu nicazioni sormontanti le Alpi Cozie e Ma ri tt irn f: e gli AppPnnini ligustici, non che quelle strad(~ dm, prolung,indosi dall'ltu lia meridionale e centrale, 1 isalgono per la riva destra i:)

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SUL SISTEMA Dl D1FESA DELLO STATO

d·el Po, e le altre inoltre che per com uni care più sollecitamente con Genova e, con la sua riviera vengono di Piemonte e di Lombardia, Qùesta pianura ad unque è tale per sè, che obbliga ad intersecarvisi sopra quanto può muoversi tra i paesi surriferiti, ed ha il vantnggio di riposare sicura nelle risorse di ogni genere che affluiscono nel porto è'01nrnercia le e militare di Genova, con cui va legata. Le suaccennate prerogative accumulano a questo piano un tal grado d'importanza strategica da suggerire naturalmen te Alessandria ,?- perno di opernzione mili tare, sia che d'Italia s'intendesse agire offensivamente nel territorio straniero oltre la sua frontiera settentrionale . e occidentule, sia che si volesse attendere difensivamente un avversario procedente dalla stessa frontiera o dalle Alpi marittime, come abbiamo già detlo. Un nemico che dall'ouest e dal nord calasse in Italia, non potrebbe· intraprendere nulla di serio nella penisola, se prima non si fosse di dttto piano assicurato; e possedendolo, vi troverebbe una eccellente e sicura base d'operazioui sussidiaria, sia per .garantire le sue conqui ste nella Lombardia ed in Piemonte, che per raccogliervi i suoi magazzini a portata dell'esercito e proteggere la ritirala in caso di rotta. La posizione, considerata a questo modo, assume evidentemente una grande importanza per noi come pel nemico; e qi qui la necessità di consolidarla colla massima cura, onde all'occorrenza non ci sfugga di mano ed i suoi vantaggi sieno sfruttati dai nemici nostri . Prima di discorrere di quanto occorre fare ancora all'intorno d'Alessand ria, deduciamo per sommi capi anche dalla storia l'importanza mililare che ha. I Romani, prima della discesa dei Cartaginesi, re-


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llIFLESSlONI

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putavàno invulnerabili le Alpi da un esercito, e trascurarono codesta posizione, sicchè Scipione pagò sulla Trebbia il fio di non" avere impedito che Annibale avesse agio di riordinare per 15 lunghi giorni le sue forze che accantonò sullo sbocco della Dora Baltea, e di espugnare Torino, senza frapporsi poi eflicacemen~e al progresso Lrionfale della sua invasione dai dintorni di Alessandria anzichè da queHi di Vercelli. Anche senza rintracciare l'influenza che avrebbe otlenuto nelle guerre che interessarono la parte occidentale della penisola, per esempio durante la campagna di Cesare nelle Gallie, in appresso nelle barbare o semi-barbare discese fatte in Italia da Carlomagno a Francesco I, riportandosi all11- fondazione di Alessandria, si comprende come nel 1168 fosse stata intravveduta l'importanza strategica della sua posizione dai confederati di Venezia, Lombardia, Marche e Romagne, e si spiega come potè opporre una resistenza di 4 mesi alle armi di Federico Barbarossa, disceso in Italia nel '1 175 pel l\'.Ioncenisio onde distruggere nuovamente Tortona e !Uìlano riedificale nelltl sua assenza. La resistenza di Al~ssandria diede il tempo alle forze della lega di raccogliersi a lUodena, imporre lo scioglimento dell'esercito imperiale e battere il 29 maggio ,J 176 a Legnano l'imperatore stesso alla testa di un altro esercito disceso dai Grigioni, imporre l'armistizio di Venezia ed il finale trattato di Costanza. , In appresso l'intravveduta importanza fu conformata nel ·1t99 da Lodovico Sforza che la fortificò, e poscia nel ,!730 da Carlo Emanuele III , che affidò all'ingegnere Bertola l'esecuzione della cittadella che a quei tempi metteva Alessandria in conto di fortezza solidamente garantita,

Il modo con cui si passarono le operazioni tra gh eserciti franco-ispano ed austro-sardo nella guerra di successione austriaca, e propriamente neUe campagne del '17.f.5-46 prima e dopo la battaglia di Bassignana, la 'saggezza addimostrata da Carlo Emanuele III , malgrado che male assecondato dalla fortuna per la imprevidenza di Schullembourg, generalissimo au. striaco, insegnano qual valore e quale studio meriti lo scacchi.ere militare sottoposto alla diretta influenza di Alessandria. L'importanza intravisa da Napoleone Buonaparte allorchè scese la prima volta in Italia, ed impose il trattato di Cherasco; quella che successivamente questo genio strategico le att.ribui, per garantire alla Francia la sua influenza sulla penisola; i risultati malgrado suo ottenuti da SouYarow, tuttochè incompletamente quivi basato nella campagna del ·1799 contro Moureau, Macdonal e Joubert; quella che si ebbe nel successivo anno con ~Ielas e Napoleone stesso; quella che conservò di poi durante il clominio francese, nel tempo · della coalizzazione; quella che avrebbe dovuto avere nel 1849, se l'esercito fosse stato comandato da un generale italiano che conoscesse il paese ; e finalmente l'incontrastato peso esercitato sul felice esito delle operazioni difensive del Piemonte nella campagna del ,18159, per il gran concetto in cui Alessandria era · tenuta dagli Austriaci, malgrado l'inconsistenza delle· opere con cui era premunita, formano un'accolta di cirçostanze che; per opinioni e per resultati, testimoniano .la grande considerazione che sempre meritò e ,merita questo baluardo del nostro territorio. Non è chi non possa l'icono:=;cere ora il perie.olo del disastro cui. si sarebbe andati incontro, se, come consi~liarono alcuni generali nostri e francesi, prima della congiunzione delle truppe alleate nel ·1859, le

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RIFLESSIONI

posizioni sottomano di Alessandria fossero state abbandonate agli Austriaci, per riunire i due eserciti sugli Appennini: fu vera ventura che il generale Lamarmora che, già prima come Ministro, conoscendone l'importanza, aveva fatto sforzi per attuarvi alcune migliorie e fortificare Casale, riuscisse a fàr contromandare una tal disposizione già in strada di effetto. Ma riferendoci all'importanza attuale di Alessandria, come perno di un sistema, siamo condotti a confermare in ogni maniera che per la sua posizione essa ha un'influenza speciale sui varchi degli Appennini e delle Alpi da (~enova al Sempione, tenendoli sottoposti al suo raggio d'azione. Considerando le attuali nostre frontiere fisicamente e politicamente, e la condizione del.le ·altre nostre piazze forti, risulta anche che Alessandria promette un sistema che intanto può essere assicurato, per basarsi in postura strategica ognora conveniente l'offensiva e la difensiva del nostro esercito verso l'ouest e verso il nord. Accenniamo ora i principali miglioramenti che sarebbero richiesti per portare questa piazza ed il suo sistema all'altezza delle esigenze a cui essa deve soddisfare, avendo anche in vista la possibile economia, col sforzarsi di approfhtare di quanto esiste, e ponendo mente che le nostre proposte consP.rvino · anche in avvenire la loro ragione di essere. Le migliorie occorrenti presentano un doppio carattere, secondo che tendano ad attivare vantaggi della massima influenza strategica, ovverossia tendano ad aumentare e perfezionare la solidità attuale della fortezza e del sistema. Per ciò che riguarda la prima parte, conservata a Casale la sua importanza, come abbiamo altrove notato,_ converrebbe provvedere alla garanzia dei punti

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SUL SISTEMA Dr DIFESA DELLO STATO

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di· Valenza, Tortona, Serravall<', Ovada, Terzo r: S. Salvatore o con opere permanent i o con lavori provvisori di consistenza, ai quali SL fosse dato mano in tempo , apparecchiandosi a prevedibili e prossimi eventi. Vt1lenza avrebbe a seopo di garantire al sistema di Alessandria una diretta influenza sulle due rive del Po, a far che i mov·imc~nti od i concentramenti assumessero ca ratteri realmente atti ad assicurare sulle due rive prontamente l'esito di opportune concezioni; perciò vorrehbe essere munita di una veramente ampia e solida doppia testa di ponte . Inoltre al disotto di r.ervesi11a il Po essendo già naturalmente navigabile con poca difficoltà, osservato che dopo l'immissione deìla Sesia è sempl'e riceo d'acqua, si potrebbe renderlo tale fino a Valenza. In questo caso molto opportunamente potressim o valerci di rimorchiatori a vapore atti per la navigazione del fiume. e tenere riparato dietro 'quest'ampia testa di ponte un piccolo nrsenalc per la loro riparazione, nonchè dei magazzini per accoglierP. in deposito del materiale da ponte, trasportabile, secondo l'occo rrenza, prontamente alle localit.\ richieste dal corpo operante a valle. Tortona avrebbe il vantaggio di garantire ad Alessandria il pa:isnggio delln. Scriviu, l'ingresso della stretta di Stradella. ed il dominio sulle colline, che per le lo ro sommitil procedendo, perm etterebbero di coronare alla lontana il detto punto, sic<'.hè da questa posizione sarebbe permesso di garantire le comunicazioni di Alessandria con Genova e con Voltrì, accaparrando così l'importante appoggio del mare. Simile scopo avrebbero pure, relat_ivarnente allagaranzia delle rispettive cornunicaz:ioni di· A.lessandria colla riviera, i punti di Serrava.Ile, Ovada e Terzo.


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RIFLESSIONI

Per ciò che riguarda Tortona in particolare, come fu più dettagliatamente dimostrato nella Relazione della riconoscenza eseguita tra la Scrfoia e la Trebbia (1) , basterebbero tre fori.i collocati sulle eminenze del castello della Calabrina e di l\fangualdome, e dividenti l'oculatezza sul piano con Rivarone, per ottenere sulle colline un piccolo campo trincerato, ottima·m ente disposto per sorvegliare le valli della Scrivia e del Grue verso il Po. La stt·etta di Serravalle vorrebbe essere premunita per modo, che mentre protegge all'ingresso la strada di Genova, sorvegliasse le comunicazioni che, rimontando il Grue ed il Tidone per Garbagna e a Torre dei Ratti, possono giungere alle spalle della stretta, concedendo così di interrompere le comunicazioni dei colli dei Giovi e della Bocchetta fra Alessandria e Genova, indipendentemente dai forti di Tortona e dì Gavi. A ciò si provvederebbe sostituendo al tempio esistente sulla eminenza di N. S. della Guardia, un forte che ci accaparrasse simile duplice effe tto non solo, ma ben anco una vantaggiosissima azione sulla Scrivia verso Stazzano, oculando sul piano sottoposto e sulle colline , che ne chiudono l'orizzonte. La costruzione di una ridotla sull'eminenza ove altre volte esisteva. l'antico castello di Serravalle, senza es-, sere indispensabile per la garanzia del posto, potrebbe riuscire assai conveniente, sia per la protezione diretta che dà alla chiusa ed al paese, come per l'influenza che simultaneamente al forte attuale di Gavi

(1) È questo il titolo di una parte dolle lunghe Relazioni di ricognizioni e studi effettuati sopra luogo da cui fu tolto il presente capitolo.

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SUL SISTRMA DI DIPESA DELLO STA'rO

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può esercitare sulle colline di l\fonteriombo, e ciò tanto più con vantaggio, inquantochè le esistenti ro· vine potrebbero suggerire un tracciato e fornire sul luogo parte del materiale a dei lavori,occorrenti per la sua riedificazione. Fortificate Tortona e Serravalle, invero non si renderebbe assolutamente indispensabile fare ciò stesso per Gavi, se il forte esistente non suggerisse la convenienza di porlo a profitto, quale si trova, per una maggiore sorveglianza delle comunicazioni e concatenazioni di garanzia. Meglio del forte sarebbe quivi occupabile l'eminenza su cui è il tempìo di N. S. del Monte, per garantire la sua efficacia, e nello stesso tempo accaparrare una azione di sorveglianza infino all'Orba, sulla strada che per Ovada da Voltri va a Novi, Acqui ed Alessandria. Ovada suU'Orba con una opera ben postata precluderebbe la strada in co~truzione che viene da Voltri, al punto ove si diparte la prima importante diramazione per Acqui ed Alessandria, ehe altre comunicazioni annodano colla vallata del Lemano. Quanto. a Terzo, ' tratterebbesi di costruire un ridotto nel doppio scopo di garantire lo sbocco delle nostre forze dalla riviera nel · piano, e di opporsi al passaggio tanto da una parte che dall'altra per le due Bormide e per l'Erro, arrestando lungo tali strette i movimenti diretti per esse, onde dare il tempo di accorrervi colle volute forze per combattere un avversario riuscito a penetrare in queste valli, oppure per contendere fino all'estremo che un inseguitore potesse molestarci in ritirata da Alessandria verso la riviera al punto sempre critico, ove avviene la divergenza di una in tre strade. S. · Salvatore è l'anello con Casale e Valenza che da


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RIFLESSIONI

una pos1Z1one dominante sulle colline del Monferrato tiene in mano le strade che si diramano in tutti i sensi per esse;· una ridotta importante del luogo o.ve esisteva l' antico castello, sarebbe indicata per assicurare tale posizione alla piazza d'Alessandria. Tenuto il debito conto di Casale, in questo modo avrer;simo attorno questo n·ostro perno della sinisira. una cerchia di località forti isolate, che ne lo garantirebbero di un vasti:;sirno campo trincel'al.o. Intravedi11mo ora i bisogm che sono inerenti propnamente alla piazza d'Alessandria. Se gettiamo uno sguardo sulle condiz ioni attuali della piazza, e.d alle esigenze volute claJ;a moderna fortificazione in rapporto con i recenti progressi delle artigi ierie, non è diffieile . ricouoscere che la cinta prinl'ipale del corpo di piazza manca del voluto dominio sopra le campagne circostanti; che i suoi fossi allagabili soltanto colle aeque del can ale Carlo Alberto non sono sicuri di procacciare questo va ntaggio nel caso di bisogno, onde supplire al rivestimento di cui mancano le controscarpe. Che ad aumen lare l'effetto della dife-,a, la cinta venne pure trascurata in alcuni vantaggi di cui sarebbe suscettibile, coni e ad esempio: manr:a il cammino coperto e piazze d'armi agli spalti, maggiori potenze o comunicazioni sul fosso, voluta garanzia alle porte d'ingresso in relazione colle cornun icaz111ni esterpe prinè.ipali. All'intemo poi si verifica scarsezza di convenienti località pel ricovero degli ucmini, cavalli e approvvigionamenti, sufficienti almeno per la 5 uarnigione di sicure1.,.a, e custodil'e le dotazioni di dt~pos1to calcolabi11 sul!' entità della piazza. Se si pone mente alla configurazione del territorio esternamente alla . pinza, all e <'olline che l'avvicinano da pa rtP. di tra.montana, ed all'estesa insorveglianza

239 dal lat6 ·della pianura, facilmente apparisèe come esternamente alla cinta il sistema degli· attuali forti staccati sia incompleto, troppo addossato e male appoggiato al Tanarò e di poco valore. Particolarmente esaminati, si riscontra che tutti .mancano di ridotto interno, che il forte d' Acqui specialm~nte va privo di necessa.rii ricoveri casamattati, per mantenere il rispettivo presid io e munizionamento al coperto in caso di difesa; che il forte Bormida, oltrechè' soddisfare poco perfettamente ad una vera efficacia, sulla strada di Tortona, qualora non si provveda a contenere le logorazioni del fium e, minaccia di essere, in un'epoca non lontana, travolto e portalo via colle sponde del medesimo. La necessità di provvedere di un novello ordine di forti esterni, ossia ampliare il campo trincerato per modo di rortarne la difesa almeno a tre o quattro chilometri dalla cinta principale, e stabil irla specialmente sulle eminenze verso settentrione, apparisce quindi evid ente ed indispensabile, sia per la sicurezza del corpo di piazza, che per l'intimo suo collegamento colla testa di ponte di Valenza. Relativamente alla cinta principale del corpo di piazza, sarebbe nece3sario: 1° Rettificare le scarpe dei fossi, e consolidarle con un numero maggior<:) di piantagioni , onde non abbiano per l'azione di un lento franamento a giungel'e una pendenza inferiore di quella attuale. 2° Garantire a tal.i fossi l'allagamento, sollevandone le acque del Tan:Jro, e munire . di rivestimento Jr r,ontroscarpe. 3° Dare un maggiore dominio sulla campagna alla cinta principale almeno, colla costruzione di altrettanti carnli cri ai bastioni, o mr.glio col sollevarla tutta di circa due metri, defilandola convenientemente col SUL SISTEMA Dl D!FE'SA DEU,O STATO

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ntFLESSION T.

ridlzo degli spalti, e praticando innanzi ai medesimi un avanfosso allagabile. 4° Intagliare il cammino coperto nella controscarpa del fosso, e fornirlo di piazze d'armi, traverse, rampe e quanto occorre. 5° Praticare un maggior numero di poterne e comunicazioni col fosso, e perfezionare tutte le uscite della èi-ttà. Relativamente all'interno della p·iazza, onde munirla di quelle comodità che riuscirebbero indispensabili allorchè dovesse sostenere un assedio, occorrerebbe; 1° Provvederla di quartieri, e sopratutto di ospedali e magazzini di deposito, e quanto occorre per ricoverare un forte nerbo .di truppe, e di materiali da guerra, a cui deve essere suscettibile come piazza di deposito. 2. Migliorare ii materiale d'artiglieria, aumentando i calibri dei pezzi destinati ai salienti ed ai rampari. , Rig·uardo al nuovo ordine di forti destinati a tlifendère jn prima linea la piazza , onde avessero a soddisfare nel modo più conveniente alla necessità di garantirla per quanto è possibile da un bombardamento, e far sì che si presti allo· sviluppo delle forze destinate alla difesa, questi si consiglierebbero stabiliti nel modo seguente: Ritenuto in ogni modo edificato il forte S. Salvatore: 1° Un'opera a Pecetto prestantesi in combinazione alla difesa della. testa di ponte di Valenza . · 2° Un fortino al monte Ab a onde guardare in unione con Pecetto e cogli altri forti laterali j progressi tentabili dell'avversario, passando il Po a )3assignana. :3° Un forte a Rivarone che assicuri la punta orientale delle collìne del Monferrato, così pure fa sorveglianza e la difesa sul saliente di Bassignana, 1

SUL SI STEl\I A Dl DIFESA DELLO STATO

lungo la destra inferiore del Tanaro, e sul punto di congiunzione di q~esto fiume col Po. 4° Un forte a Pavone ed un ponte dopo la confluenza del Tanaro colla Bormida, onde in combinanazione con i tre ultimi anzi riferiti, siano meglio assicurati i rinforzi e le comunicazioni con Alessandria, non che la garanzia rispetto la part~ di Bassignana, e la completa difesa della riva sinistra del Tanaro in relazione cogli altri forti in primo e secondo ordine, che si trovano sulla pianura prospettante. 5° Un forte a Lungafame all'incontro delle due strade provenienti da Tortona e da Novi, che in concorrenza con quello della Bormida, già. esisten te in seconda linea, di quelli di Pavone e Rivarone, e di altri a stabilirsi alla confluenza dell'Orba, completi la sorveglianza della pianura, che si distende sulla destra del Tanaro ad oriente della piazza. 6° Un forte sulla Bormida dirimpetto al punto della conflue nza dell'Orba, ossia presso alla località ove esiste l'attuale chiatta, onde giovarsi dell<;t maggiore solidità e rilevatezza che colà presenta il terren o, in éonfronto del saliente che si trova fra le due riviere, assicurandone l'esistenza con lavori a monte, 'onde garantirlo dagli effetti di corrodimento a cui accenna la Bormida anche in quel punto. 7° Un forte a Casal Bagliano, che in concorrenza di quello rimpetto la confluenza dell'Orba ed a quello di Acqui esistente vicino al corso del Tanaro e superiormente alla piazza, completi la sorveglianza e l_a difesa della pianura che gli si distende a mezzodì tra la Bormida ed il Belbo, e nello stesso tempo concorra a quello della sinistra riva del Tanaro, anche che non si pensasse di stabilire altro forte intermediariamente con quello di S. Salvatore, contando sull'effetto della cittadella ed influenza reciproca dei sopra accennati.

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RIFLESSIONI SUL SISTEMA DI DIFESA DELLO STA'fO

Detti forti antfrebbero tutti, a meno che non si potesse utilizzare l'impiego dell'acqua, muniti qi rivestimenti alla controscarpa del fosso, del resto elevati . in terra, e provveduti nell'mt.erno di ridotti e di caserme casamattate e magazzini corrispondenti ai bisogni. Onde assicurare la massima efficacia e convenienza, i forti attualmente esistenti, dopo risultati per la costruzione dei nuovi in seconda linea, V'Orrebbero aprirsi alla gola per trovarsi sotto l'influenza dei tiri della cinta e non potere essere rivoltati dal nemico contro la medesima. Onde poi mantenere nelle più convenienti relazioni queste opere tra di loro e con la piazza , valendosi degli odierni mezzi, sarebbe pure consigliabile, per completamente seguire i dettami della moderna forti• ficazione: 1° Mettere in comunicazione tutti i forti estremi sulla pianura , mercè di una ferrovia, che pe1:rnetta fra loro pronti trasporti in un col corpo di piazza , collegando quelli stabiliti sulle alture con buon sistema di strade. 2° Collocare una linea telegrafica sotterranea da ciascun'opera colla piazza, ed altra tra esse, non dimenticando una tale relaziof)e con tutte le - località forti che costituiscono il sistema. In questo modo siamo pervenuti ad esporre i principali lavori che appariscono occorrere alla piazza di Alessandria. (Continua)

., S'I;UDJ.O INTORNO ALLA

Cl~MPAGNA DEL 1866 IN GERWIANIA del ~oltnnello

P. VALLE

Avrei voluto eorreda.re questo mio studio di alcuni pinni topografici e di una carta generale del teatro delln guerra. Ma il lavoro sarebbe sta to arduo assai e troppo costoso, e d'altronde il ternpc> che ho a disposir,ione non rni avrebbe procurato l'agio di delineare con precisione il terreno. Io prego i lettor·i di consultare le buone carte p11rziali uscite d.ill'istituto Weimar e i piai;i topografici (H> fogli) nella scala di 1 /215,000, copiati. dalle levale originali fatte dagli uffiziali addetti · allo stato mnggiore dell'esercito prussiano e pubb licati in Berlino, ed ai qunli la stessH Relazione ufficiale prussiana mancia il lettore.


r STUDIO lJ.liTOnl'\O .tLL.~ GAl'IIPAG~A DEL

Come tuLLi sanno, la Germania fin o al 1866 si co mponeva di trentacinque Slali sovrani uniti da un patto federal e le di cui basi risalgono al ,t 8 15. Dì questo considerevole numero di Sta ti due primeggiuvano per estensione di tereitorio, per numero di abita nti e per potenza militase. Questi era no l'Austria e la Prussia che colle loro provincie tedesche formavano parte integrante della Confoderazione al emanna. C?ll'aumeoto annuale di popoluzionc, e col crescente sviluppo industriale, morale e militare della monarchia prussiana, era facìl e prevedere che questa potenza, che d'altronde contava un numero di abitanti tedeschi maggiore dell'impero d'Austria, non avrebbe coll'~ndar del tempo sopportato in pace il primato aust~·iaco , nè lo avrebbe volentieri condiviso. La predommantc idea del secolo xix, la I"iunione più stretta dei popoli parlanti la stessa favella sollo un solo vessillo nazi~nale, fu dalla Prussia energicamente afferrata; ed m 1

1

1866 li.li GERl\IANIA 2{-5

dive_rsi modi per parecchi anni ugì essa, a raggiungere questo supremo scopo, ora apertamente ora segretamente. Io qui non intendo tessere la storia delle cause che partorirono la gueua ,del •1866; il lettore troverà dì che pasce re la sua curiosiLà nelle opere di l:lii stow , di Lecomte, in moltissimi brillanti ed elaborati al'ticoli ed opuscoli, e più specialmente nelle due copiose llelazioni ufficiali mandate alla luce dallo sLato mogO'iore prussiano cd austriaco nel decorso anno 18G8: due lavol'i che sotto ogni aspetto meritano di esser letti e seriamente ponderati. Io mi limiterò solo a dire che la Prussia intrapruse quella guerra per acquistare il primato e per promuovere l'unificazione della Germania sotto lo scettro delli llohenzollern ; e l'Austria vi fu tl'ascinata per difen dere la sua posizio ne già da secoli gua<lagnata ed ora pericolante, tl per impedire alla Prussia la realizzazione del suo piano ch e per lei suonava « espulsione dalla Germania . » Lu Prussia ebbe nella lotta ·per alleati l'llali a ed alcuni Slati della Hermanìa seuenlri onale. L'Austria si conservò l'amicizia e si assicurò la cooperazione del regno di Sassonia, ùi qualche Stato al nord c)el Meno e di tutta l' Alemagna posta a mezzogiorno di questo fiume e con essa confinante. Lo scopo del mio lavoro non è udunque di sviluppare la fase diplomatica da cui derìvò l'aggruppamento ùellc alleanze, ma bensì quello di trattare la parte puramente militare della campagna ; cd anche questa non intendo svolgerla diffusamente, ma per sommi capi ed ul solo fine di dar risalto alle disposizione strategiche e tattiche più sa lienti, sia per errori che per buoni concetti, ed alle cause diverse che prod ussero per gli uni la vittoria, per gli altri la sconfitla. In con clusione il mio lavoro non è che una Ar-mo

XIV , VOL, li.

17


, 2i6

STUDIO INTORNO AU~\ CAlllPAGl'\A DEI,

1866

cri tica {d al mio punLo di vista) della campagna del ·1866 in Germa11ia, l'alta per segnalare agli sLudiosi dell'arte il bene ed il rnalr. che in quella guerra si operò, onde ognuno sia .in grado di dedurne qualche utile insegnamento.

PARTE STHATEGICA.

Il leLtorc prenda una huoua carta della Germania e segua il mio ragionamento. Il governo au$Lriaco, sia per non voler mostrare all'Europa di essere l'aggressore, sia per essersi lasciato precorrere dalla Prussia negli apprestamenti, si tlecise per una guerra difensiva. Al contrario la Prussia, quantunque dapprinr,ipio temesse l'invasione per parte dell 'Austria, e le prime sue disposizioni nccennasscro alla difesa, pure, poco primo de ll'apertura delle ostilità, decretò di prende re l'offensiva e di condurla con tutta l'energia possibile. Gli ulka.ti dell'Austria erano i seguenti: Annover, Assia glettora.le, Assia-Dann stadt, Nassau, Francoforte, Baden, Wurtemberg, Bavi era e la Sasc:onia. Quell i della Prussia: l'ltalia ed alcuni piccoli Stati della Germania settenll'ionale. In conseguenzn, ad eccezione dell'Tlfl lia eh" do veva cumbnttere nel Veneto .e segnHtamc>nte nf'l formicl.:d il' quadri intero, In l'rns:;i a sul te:1lrn di guc•1-ra in G, ·,.n:ania polcrn consid1>r1irgi sola C1Jt1 tro l'Austria e i pit'l f'ol'ti Stuli dtlL \.lc111ngna.

IN GER~IANJ.\

2t'7

La guerra in Gerrnanin abb raccia due campagne distinte: quella dell'Est, ln prineipale, in cui la Prussia ebbe a baLLeesi io Boemia e i\Iora\'Ìa contro l'Au:,tria e la Sassonia unite: olLre 200,000 uom ini d'ambo le parti; - e la campag na dell'Ovest ove la Prussia ebbe a competi Lori gli alleati dell'Ausll'iti (meno la Sassonia): circa 50,000 uomini contro 400,000. Ho letto le due Relazioni ufficiali, prussiana ed austriaca, e queste mi serviranno di guida nell'apprezzamento delle operazioni. -La base dei Prussiani contro gli Austriaci e i Sassoni fu Bertino, contl'o gli alleati dell' AusLl'ia nell'ovest ( armala federale : 7° ed 8° corpo} il Heno. Base principale delle operazioni dal lato dell'Austria fu il Danubio, da purtc de'suoi allenti il Meno. Prim a cli indicare a' miei lettori i luoghi di concenlramcnto delle varie nrrnatc, mi occorre accennarne ai medesimi la composizione.

PllUSSIANI (1)

Teatro di guerra dell'Est.

Comandante supremo di tulle le forze combattenti nell'Est - Re Guglielmo.

(1) Non accennerò che le granòi unità lattirhe, e farò se-

guire il quadro da un ri, pilogo numerico. Questi dali furono estratti dalla Relaziono prussiano .


248

STUDIO lN'l'OllNO ALLA CAMPAGNA DEL

2.49

IN GERMANIA

1866

1

R-iep1:Zogo della 1• armata.. ~" AHMA'l'A.

Comandante in capo - ,Principe Fededco Carlo. 2° Corpo d'armata -

Gen. De Scmidt.

id.

,i.a

id.

HerwarLh de BiLtenfeld.

6~

id.

id.

12

s•

id.

12

id.

9

Corpo di cavalleria . Riserva d'artiglieria.

Luogot. gen. De Tiimpling. id. De Manstein.

Totale

(Giù 4° Corpo d'annata) (1). )

7• divisione 8• id.

24

(Giù 3° Corpo d'armata) (1). 5· ùivisione -

2' corpo d'armata . .

5· divisione di fanteria

3a divÌsione ~ . Luogot. gcn. De Werder.

Luogot. gen. De Fransecky. id. De Horn.

..

1

lZ

1 1

16

78

4

24

~11

: 4 ·i l

I

1 1

94

30

96

- 1I- - -soo - s 69

.

8

.I

7,1

1

Composizione normale di una divisione di fanteria: due brigate, ciascuna di 2 reggimenti a 3 battaglioni, ·1 hatt.aglione cacciatori ogni due divisioni, 11 reggimento di cavalleria, 4 batterie, cioè ·1 da. 12, 1 da 6 e 2 da 4, a sei pezzi ciascuna, 1

Corpo di ca·valleria.

1 battaglione di pionieri ogni due divisioni, e tutti i. servizi accessori .

1

Comandante super. - li Principe Alberto di Prussia. ,p divisione ·_ Maggior gen. D'Alvensleben. 2a id. id. , Hann de Weyherrn.

Rise1·va il'artigl-ie1·ici dell'armata. Comandante superiore -- Maggior gen! Schwarz. 96 pezzi. La Relazione ufficiale non indica il motivo per cui il 3° e 4· corpo furono sciolti , e le divisioni assoggettate 'ctirettamonte al comandante in capo della, l' armata. (l}

Com11ndantc in capo -

Gen. Herwarth de Biltenfold .

N. B. - Soggetta .igli ordini del Principe :Federi.co, dopo la sua riunione alla ,t a armala. (1) Le tre divisioni dell'armata dell'Elba appartenevano al 7° (13• e 14") cli all'8° corpo (15' e 16' divis.) . Questi due corpi d'armala furon sciolti all'epoca della mohilizznzione dell'esercito. -

.

\


2150

1866

STUDIO IN'fOnNO AI.LA CAMPAGNA DEL

Ha divisione H," id. 1 16" id.

IN GERMANIA

L11ogol. gen . .De Mi.inster. id. De Constcin. id. D'Etzel.

2a

Dne brignte di cavnlleria e le riserve d'artiglieria del . 7 ed 8° corpo.

AnMA'l'A.

Comandante in capo - Il Pl'incipe Reale di Pn1ssia .

l11epi'logo..

Corpo della uuardia. Comondanle ~ Il Principe Augusto di Wiirternberg . .t n di vis. della guardia Luog. gen. De Ilil\er. 2" id. id. De Plonsky. Una .bl'igat.i <li cavalleria, una riserva d'artiglieria.

14' divisione di fanteria 15° id. 16· id. Riservo • .

12

lZ 12

1

5

24 24 12

17

84

4

1

--- - - Totali

36

2

1/2 1

- --

26 1411 11/2

Truppe ciel 1° corpo di riserva (lnl'ld wohr) r,hes,•guirono l 'armata dell'Ell.Jn in l.loemi.l.

Tolalo generalo .

12

48

8 2

12

34 156 11/2

La dìvisione della landwelir <lcl ,1n corpo di riserva che seguì l'armala dell'Elba non prese parte ad olcuno dei grandi combattimenti della campagna, rp1antunq11e si trovasse sempre a portala tattica.

l

1° Corpo d'armata.

Comandan te - De Bo1in, generale. 1" divis. di font. - Luogot. gen. De Grossmaru1. 2• 'iJ. id. Dli Clauscwitz. Una brigata di cavalleria, una riserva d'artiglic1·i.a. 1

I

5° Corpo cl' armata.

Comandan te ~ De Stcimmetz, geueralc. g• divisione - 1\lagg. gen. De J,ovenffld. 1o~ id. · Luog. gen. De K1rchbacl.1. Una l'iser·va chuliglicr ia. 6" Corpo d'armata.

Comandante - Dc Mntius, generale cli tavalle1·ia. H• divisione - Luogot. gen. De Zastrow. 'l '.ll. id. id. Dc Prondzi nsky. Una riserva di cavalleria ed una d'artiglieria.


252

STUDIO INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL

Divisione di cavallerict di riserva.

Comandante Tre brigate.

253

IN GERMANIA

1866

AUSTRIACI.

lUagg. gen. De llartmann. AnMA'rA 11'0PEn AzloN1t DF.L

Comandan te supremo -

Truppe distacccite. Al confine della Slesia austriaca - Maggior generalo De Knobelsdorf, con 3 battaglioni, ~- squadroni e 6 pezzi. Maggior gen. De Slollberg, con 6 battaglioni, 8 squé!droni e J. pez7.i.

Queste truppe distaccate formavano due distaccamenti separati.

Nonn (,1).

Cav. De Dencdek.

1° Corpo d'armata,.

Comandante - Conte Clam Gallas, generale di r.avallcria. 5 brigate di fanteria, 1 brjgata d'artigliei:ia <li riserva, 1 reggim ento cl i cavallerin. 1

2° Corpo d'armata.

Comandante - Conte Thun-Hohenstadt, Lenente maresc inll o. 4 brigate di fanteria, i I resto come sopra. 3° C01po <l'armata.. L'Arciduca Ernesto, ten . maresciallo. brigate di fanteria, il resLo come sopra.

Comandante 1° corpo d'armata 5° 6"

id. id.

Corpo della guar din . . .Divisiouo di cavalleria . Distaccamento Kno bclsdorf !d. Stolllicrg

24 21 18 24 3 G

l l 1 2

1/4

21 9

96 90

12

60

24

12

6

4 8

rn s,1 8

----- Totali

96

51/4

94 352

l l 1 1

--

4..

4..° Corpo d'armata.

Comnndnn Le - Conte Fcste li cs, Len. ma:L"esc·inllo. ,i. brigate! ecc .

4

(1) L'armala d'operazione del Sud era quella che combnlleva in Italia.


254

S'l'UDIO INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL

Corpo d'armata sassone.

6° Corpo ~· armata. Comandante - Barone de Ramming, ten . maresciallo. 4 brigate, ecc. 8° Corpo d' a,rmata.

Couandanf.e -

255

lN GER~IANIA

1866

Comandante -

Il Print:ipe Reale di S::issonia.

P divisione -

De Schirnpf, luogoL. generale.

2• id. De Stieglitz, id. Divisione di cavalleria - De Fritsch, luogoL. gcn. Riserva d'artiglieria.

L'Arciduca Leopoldo, Len. maresciallo. La composizione normale della brigai.a auSll'iaca è di ,1 battnglionc cncciatori, 2 reggimenti fanteria a . 3 battaglioni ed una batteria da 8. La cnvalleria le viene somm in istrata a seconda del bisogno, e così la truppa di pionieri.

N. B. -

4 briga te, ecc. 10° Corpo d'armata.

<::onand;intc - Barone di Gablcntz, ten. maresciallo. 4 brigate, ece.

Cavalleria.

Ri·epilogo dell'arrnata del Nord (Austro-Sa.ssone) .

·1° .!ivisione leggera - D'EdelslJeim, rnagg. generale. 3 brigate e 3 batterie.

2" divisione leggera - Principe ' Thurn -l'axis, rnagg. generale. 2 brigate e 2 batterie. '1 a di vis. cli riserva - Pl'incipe Schleswig-Holstein. 3a i<l. De Zaitsek, rnagg. gen. 3• .id. De Coudenhove, rn11gg. gen. Cia;;cunn divisione cli 2 brigate e 2 batterie.

Distacr,amento di fronte a Knobelsdor( e Stollberg. brigata mista di J. b::iuaglioni, i:> squadroni e 8 pezzi, sotto gli ordini del gcnèrale cli brigata Trentinaglia.

Hùerva d'artigher/a. Cornand::intc -

Colonnello De Tiller. = 128 pezzi.

4 6 batterie a 8 pezzi

1

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1• corpo d'armata 2° id. 8° 4° 6° 8° 10°

id. id. id. id. id.

5

72 72

l 1

24

3

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1

25

3

72

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23

24 24 .

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4 4

o 1 I ,2

5 5

id .

30 20

id. id,

26 26 26

l' divisione di cavali. leggera

2· id. 1" divisione di 2' id . 3• id.

~s

-11 580 1

24 ,

cav. cli l' ÌW L'Va

Riserva d'artiglieria. . Urig-al.a Trculi nag lia . Corpo d'armata sassone

1 20

Tolale .

198

24

16 16 16 16 128

5 16

I

2s

8 58

179 819

6


STUDIO INTORNO ALLA CAil1PAGNA DEL

1866

Teatro di guerra nell'Ovest.

lN GERMANIA

2157

E dal Reno il generale Roder appoggiò le opernzioni dell'armaLa del 1\lcno con alcuni battaglioni tolti dalle guarnigioni della Pr;ussia Renana.

.PRUSSIANI ED ALLEATI. ALLEATI DELL'AUSTRIA. Truppe miste èonoscinte piit ta1•,li sotto la 1leno111inazioh(i di ARMATA DEL MENO.

Comandante in capo - Voge! de Falkenstein, e dal 20 luglio alla pace, Barone De J.Uanteuffel. 13" divisione di fanteria. - De Gobcn, luogot. gen. Divisione combinata -- Barone ne Manteuffel (·1). Id. id . Da Beyer, maggior gen.

Riepilogo. 42 battaglioni di fanteria. 22 squadroni. 78 pezzi. 1 J2 battaglione di pionieri.

L'armata del Meno ebbe in seguito de-i rmforzi e fu portata a :

N. B. -

52 battaglioni di fanteria .' ,1 battaglione cli cacciatori. 29 squadroni. 121 pezzi. 2 compagnie di pionieri.

(1) Quindi il maggior generalo Flies.

ARMATA FEDERALE . .

Comandante supremo - Principe Cado di Baviera. 7°

Corpo Feclernle (Bavèesi).

Comandante - Principe Carlo di Baviera. 1" divisione - Stephan, luogot. generale. 2• De Feder, id. 3~ De Zoller, id. 4_.a De Hartmann, id .. Cavalleria di riserva - Principe Taxis. Riserva d'artiglieria, 6,i. pezzì. 8° Corpo Federale.

Commidante- Principe Alessandl'o di Assia. ,ta divisione (Wiirtemberg} - De Hardegg. :z• id. (Baden) - Principe Guglielmo di Baden. 3• id. 0\ssia--Darmstach) - De Perglas. 4:a id. (Au_stria, Nassau, Assia Elettorale} - Conte Neipperg. Cavallel'ia e artiglieria di riserva.

Armata annoverese. Comandanle in capo - D'Arentschi.ldL Qualtrn b1:igale di fanteria, cavalleria e artiglieria.


IN GERMANIA

1866

STUDIO INTORNO ALLA CAMPAGNA DEL

Divisione isoletta clell' Assici Elettorale. Comandante - De Lossberg . . 2 brigate di fanteria, ·1 brigata di cavalleria e una riserva di artiglieria.

.Riepilogo delle truppe federali nell'Ovest. .~ d

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Armata fede1·ale

7• corpo (Baviera} . . . . 8° corpo (Wurtem bcrg, ecc.) . Arma ta anno vercse . . Divisione isolata (Assia)

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---- Totale

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3 l

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201/2 112 3,16 1

•i

Quando la Prussia si decise pel' l'offensiva, l'arma la dell'~lba ?ra concentrata sulle rive de ll ' Elba (Torga u) alle frontrnre della Sassonia, la I• armai.a nella Lusnzia (Gorlitz), la 113 arma ta sulla Ne isse nell a ~les ia . L' Au stria stava aduna ndo l'esercito intorno ad OlmLitz, il 1 1° corpo d'armata cui era stata addetta una: div isione di cavalleria leggera guardava la Boemi<l dal punto ?"e l'Elba entra in Sassonia fi no alle gole di Nachod, 1 Sassom nel loro paese verso il co nfine prussia no. Nell'ovr.s t dell a Gern1ania gli ..illca ti delL\ustrì;1 (al'm'.1tr~ federfde: 'i0 ed 8° co rpo) erano ancora ~;parpaglia LJ neJ loro paesi e mal 'prepnrati; il solo Anno ve r pronto a combattere, ma isola to e trnppo Jon tun o dal

Meno; i Prussiuni andavano organizzando e concentrando la piccola armata che doveva qu indi denomi· narsi « Arma ta del lUeno; » ma erano ancora ben lontani tra loro i fhversi corpi che la dovevano comporre, e inceri.i dello scopo a motivo appnnto dello sparpagìi amento dei. loro avversctri. Varie sono le opinioni. intorno al primo concentra.mento delle forze austriache tra Bri.inn e Olrni.itz. Fu idea buona, fu erronea'? Io non esito a mettermi dalla parte di color·o ehe la dicono erronea. Trattandos i di guerra difensiva, dicono quelli che favorirono l'idea. di un concentramento in Moravia, si copre benissimo la capitale Vienna , i trasporti di truppe ecc. succedono prestamente, si ha un magnifico punto di appoggio , OlrniiL;,,, e si è ben prossimi a1le fro nti el'e della Slesia prussiana, e parimenti assai vicini ;:dia Boemia ed al ·1° corpo d'ar mata incal'icuto di osser·:are gli sbocchi delle montngnc della Lu sazia e t 1ci Giganti. Quando si è la voralo per anni a guad agnarsi J'amiciz·;a e la cooperazione sincera in caso di conflitto per parte della Bavierfl, del Wi.irtemberg e del lladen, ovverosia dei tre più importanti Stati dr·lla Germunia del sud, era naturale aspettarsi cl1e le c!t:e armate federal e ed austriaea avesst;ro cercato ov1·jeina rsi l'u11a all'alt.ra ondti presen tare alla Prussia una barriera dì uornini in sormontabile. leggasi qualun que tra ttato di geograDa militare e si troverà cl1e la Boemia intera è, per confìgurvzione di suolo, per limiti asp ri e ben definiti , per abbondam;a di corsi d'aequa, per s.varia te accicJentalitit di terreno, e per nume1·ose posizioni ta ttiche un vern t0:1 tro di guerru 1:d jì Lalunrdo più f<>rti ci più sicuro dell'Ansll'ia in G(:rt111n1ia . Alln Boemic1 si appoggia a sc:t1cn 1riunc e po nen te In Sassonia, l'd eic nll en tn dell'Austria, e la Bav iera , il più potente Stato ùdla ,Gernwniu meriùionule . Dovevano


260

STUDIO INTOI\NO ALLA CAl\l PAGN.~ DliL

1866

IN GEI\M.\Nl.\

1

adunque le fo rze austriache concentrarsi in Boemia sull'Elba nel quadrilatero formato da Theresienstadt e Praga a ponente, da Josefs tadt e Kèin iggràtz a levante. Era apparentemente un rischio il prendere un a tale disposizione strategica, pere;hè i Prussiani potevano rapidam ente concentrursi tra Breslavia e Glatz, sboccare dalla Contea di questo nome e piombare sulle com unicazioni (.lirette (strada ferrata I1 raga-OlmùtzBriinn-Vienna) dell'esercito austriaco col .cuore della monarchia (V ienna e base del Danubio); ma per la stessa ragione la Prussia avrebbe dovD to allora temere una marcia offensiva sopra Berlino. I timori e i pericoli sarebbero stati equilibrati, e l'armata prussiana sarebbe marciata contro l'aùstriaca e non su Vienna. Ritengo adunque che il concentramento in Boemia sarnbbe stato ottimo pensiero, e il non averlo eseguito prima di dar principio all a campagna, fu nn errore. Concentrandosi in Boemia godevano inoltre gli Austriaci del vanlaggio di esseC'e vicini alle truppe sassoni ed aH'armata federale che potevano esser chiamate ad operare: sull'alto Meno l'armata federale , e in Boemia i Sasso ni. La base principale e naturale degli Austriaci è il Danubio da Li nz a Vienna e Pressburgo. Sotto questo riguardo l'Austria è in van taggio sulla sua rivale, perchè evidcntcmcn le ha base migliore; mentre Berlit10 non si appoggia a verun ostacolo di enti tà, come è il Dan ubio. La Prussia però ha saputo co lle molteplici linee fe1!J'Oviarie dirette verso le front iere della Boemia, delia ì\Ioravia, della Sassonia e della rimanente Germania , megliorare im.mensamentc la posizion e della sua base principale che, in una guerra· conLt·o l'Austri a ed alleati probabili, po Leva essere Berlino.

L'Austria invece cl1~ !1a fatto? Essa, non si sa per qual motivo, non l1a cercato di dvrc alle ferrovie, che nelle guerre odierne sono potenti ausiliarie delle operazioni. strategtche, quello sviluppo clic occorreva. Linz è un importanle appoggio della base austriaca sul Dan11bio, e dovrebbe essere unito direttamente col mezzo cli una ferrovia a Praga. Ebbene la ferrovia si arresta a Budweis a cinque giornate di rnurcia. da ])ruga; io non mi sono mai fatto una ragione pexchè la strada ferrata Hon fu continuata fino a Praga. La Baviera è unita ai paesi austriaci della valle del Danubio dalla ferrovia Lim-Passau, ed alla Boemia dalla strada ferrata Praga-Pilsen-Schwandorf; la valle dcli' Eger (afflu ente di sinistra dell'Elba) sul versan le sud-est dei monti metaJlici. (Brzgebirge) non è percorsa du una linea compieta: la ferrovia bavarese giunge fino dia cittìt di Eger, e per raggiungere l'Elba Yi sono tre abbondanti marcie da fa.re. Questa scarsitù di comunica r.ifllli avrà forse persuaso l'Austria a scegliere per lin en di operazione la strada di ferro che passa per la J\foravia ed a punto centrale di i-iunione OlmiiLz che siede su questa linea. l\Ia non so comprendern come l'Austria abbia trasclll'alo un collegvrnenLo più st1·clto della base Linz-Prcssb urgo colla Boeniia, e di q nesta colla Baviera. I vantaggi strategici di una ferrovia Budweis-Praga, di una Eger-Aussig e di nna terza Praga-Iglau-Znaym-Korneub urg, saltano agli occhi di chiunque osservi attentamente la carta. Se l'Austria ambiva al primato cd p.lla preponderanza in Gerrnania, non doveva mai trascurare la costruzione di coteste tre ferrovie. Oso credere che una delle· cause dell a perdita della campagna sia da ricercarsi in <1uesta, non saprei dirla se indolenza o negligenza austriaca. Trascurando lo svil uppo delle ANNO XII',

Vor,. II.

18


262

ST UDIO iN'rORNO AJ,\,A CAMl'AGNA OEL

•I 866

ferrovie nei paesi ammessi all<!. Confederazion e, l' Au·sLria ven iva tacitamente u rin unz iare alla posizione che le avevano creato i tratta ti del 18·15 cd i suoi antichi diritti. Ch e vi fosse perfe tta e vecchia alleanza colla Davi.era è diinosL1·ato dall'assoluta mancan za di luoghi fo rti ficati agli sboccli i della Sei va Boema tBoluner-Wald}; mentre ve rso l;i Prussìu (Sasson ia, Lusaziu, Slesia), troviamo Ther-es ienstadt , Josefstadt, Kon iggl'iilz e Olmùtz. La Prnssia non traseurò iuvece mai la costruzione dei tronchi ferroviari che co ngiung~r dovevan o le sue gra.ndi lin ee di st1·ade ferra te colle frontiere della Sassonia, dell"Austria e degli altri Stati della Confederazione; nè mai tt·&scurò di munire di forti fica zioni i pu nti strategici più impo rla nti della rnonarcl1 ia, fossel'O essi rivolti a chiunque, amico o non am ico. A tutti i passi principali alla frontiera si accede dalla Prussia per ferrovia; è questo un vantaggio grande pel concentram ento delle tc up pe al co nfine. Da Halle dirimpello a Li psia fino ad Oderberg, nove tronchi J'erroviarii conducono in Sassonia, in Boemia ed in Mora via.

Quando la Prussia si ri solvette di invadere la Boemia, il grande esercito. d'operazione era diviso in tre g ruppi, come abbiamo già detto, cioè: ,1° L'armata dell'Rlba a Torgau sull'Elba; .2° L::i. ia armata a Gorlitz presso il confine della Lusazia sassone; 3° La IJn armata su ll a Neisse presso il confine delln Bf)emia e della Mora"ia. Ou c d istnccarnenti a\'evano l'incal'ic:o di so rvC'gli are la Slc,:;ia austriaca e ùucovia.

IN GEMIANIA

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Il totnl e· di questi LC'e grupp i ern presso che ugu/l le alla fo rza. che l'Austria aveva posto sotlo_.gli ordini del generale Bencclek pel' far fronte ni Prussiani. Dall e asserzi on i della Reln7.ìo ne uffìciale pru ssiana, sembru r,he, prima fosse decisa la. g uerra offensiva , lo stato maggiore prnssiano intendesse limitarsi alla difesa, e che per tale motivo le sue armate si lrovà ssero così di sposte . Per con durre la guerra offensiva cd ottenern e un ri sulta to emca,;e, bisognava concentrare l'eser0ito . Pel' far ciò, prima di entrare in Boemia, sarebbe occor·so un lungo e pericoloso movimento di fianco. Lo stato rrwgg iore pI".1ssiuno deci se di riuni,·si marciando nll' inimi co. I pericoli cui si e-;poncvano i Prnssiani erano e,idrnLi, e dn questo Iato la risol uzi one di openuo il loro concenlru mcn lo in Doem ia, in paese nemico, e sotto gli occl, i cli un grande eserci to, il di r.ui effetbivo era superiore di molto ad ognuno dei tre gruppi, era da biasimarsi. Però l'esecuzione ùi questo perieoloso piano fn condotta con la massima energia e con rara avvedutezza . Pur tuttavia Bencdek la poteva e la doveva impedire. Qua ndo la n• ilrmata , che più lontPna dalle alLrc avea la missione più difflcile, shoccava su Tnw teoau , Eipf!l e Nacbod, il gen erale J3enetlek ave va giìt Iascioto 01miilz e raccollo su ll 'Elba tra Joscfstadt e Pardubitz una gran parte dell 'esercito , assai più forte della. II• armn la. nia egli impiegò alla sp icc iolata i mezzi che gli sLavano a disposizione, e <:osi non riu scì a trattenere il Principe Reale. Forse egli non credeva che da quelle gole dovesse sboccal'e un'a rmata; ma in tal caso perch è non marciare risolutamente ava nti verso l'Iser contl'O l'armata dell'El ba e la 1a a nnata, bauede, quindi rivolgersi contro il Principe Reale'! Supposlo il caso che Benedck avPsse s ubìto un a rotla sull'Iser, egli si riLit·ava dietro l'Elba {sp onda sinistra),


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ed appoggiato a rraga éd. alla Moldau aveva sempre a sua disposizione parecchie b uo11e linee di ri Lirata ve1·so il sud. Ma ecco una difficoltà: queste dirnrse linee ·erano buone quando non es istevano fe novie, ora 11011 lo erano più. La mancanza delle strade fe rrate Praga-Linz e Praga-Iglau-Znaym sarebbe stata in tali condizioni viYamente sentita. Qnesto capitale di.fotto deve avere jmmensa mente inilnito su ll' andarnento delle operazioni di Benedek. Difatti questo generale fu riguardoso assai a marciare arnnti ; e qul:'ln1.unque YÌ fosse un morncn~o (prima del combattimento di Gitscliin} nel quale gli balenasse nella mente l'idea di portars i sull'Iser, pure resistette e si fermò sull'Elba appoggianùosi alle fortezze di Josefstadt e Koniggriitz . Si vede propl'iO che pareva gli mancasse la terra sotto i pied i, tanto temeva allontanars i da'lla sua primitiva linea di operazione rardubil.z-Olmiitz.' Se il piano strategico per· parte di Benedek fu male ideato e peggio eseguito, non esito a dire che fu un errore anche per parte dei Pl'uss iani il far calare la II armata JJell a valle superiore dell'Elba. La Il" armala si espose ad un grare pericolo, e se riuscì a sboccure, lo deve solo all 'esecuzione tattica dell'operazione ed agli shagli degli A ustl'iaci che all'invasione non seppero opporre che forze relativamente inferiori. La IP armata doYeva appoggiare a destra e calare iu Boemi a nltrove. Yi furo no adunque nelle primitive disposizioni stra..; tegich e errori d'ambo le parti. Il segreto delle rillorie pru ssiane è da ricercarsi in nltre ca use, delle quali parleremo poi, e che produssero risull ati invi diabili. Il maggiore di essi fu la sconfitta degli Austriaci a Ki:iniggri-i tz . Con questa ritlorìa i Pru ssiani coronarono il loro peri coloso piano sLrategico. Questa battaglia

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può con ragione dirsi una vitto ria sLrateo·ica èlelln più I . o a_ La importan za : il con giungim ento dt'!lle forz e prussiane fu conseguito sui campi tra Sadowa e Koniggratz . ~a qu e.slO mom en to si poteva clire che la campagna fosse vmta, e la parte strategica entra in una seco nda fase. Gli Austriaci pensarono a ritirarsi e i Prussiani a raccogliere i frutti di quel grande trionfo.

Oper<'i bene il generalo in capo austriaco a rit"irare l'esercito ad Olmiitz? Nello slalo di quasi dissoluzione ne.I _qu ale erano caduti gli Austriaci dopo la rolla cli Komggn.ttz, Beneclek non po teva fol'e diversam ente. Ma se i 11 russiarri. avessero opera to l'inseo·uimcn lo con più r~piclilù di quel che fecero, lo avrcbb~ro raggi unto e . tagliato dalla ~ua lin ea più breve di ritirata su Vienr! a. Quantu nqu e perb ;1o n tl'Oppo celer0. fosse Ja marcia dei Pr11 ssiani, pure arrivaron o essi alla ferro via Olmiitz-Prernu-Lundenbu.rg ancora in tempo <la obbhgare una par·Lc dr-ll'armata austri aca a gettarsi nella vallo della '\Yang in Ungheria . La ritil'ala sopra Olm iùz era adunq ue una 11eeessilù 111a nello stesso tempo un errore. Nelle condizioni nelle quali si venin1. u trornre l'Ausll'ia, era pel' l'a1'111ata di estre ma necessitù di. guaclngnare 110 n Olmutz rn a Vienn a ossia il Danubio che è <1uanto dire la base principale. ' Assa i più feconda d'i11segn,.11ncuLo, tj LWnLunqu c in tl imfmsioni JJ ÌÙ Ut11i ]i, è la CO lllpt1gna. dell'ovest. Qu i er~n~ 1 f>rnssiani pochi e sp,1 1'pagl iaLi: essi seppero unH'SJ, porre a Langensalza gl i Anno,·eresi fuori di azione cd coi ' impedire così il 101'0 conn·iunn·imonto t, o 13 ,.wa1·cs1. Ottenuto qut;Slo 110n indi ffet·cn le ri snltnto ess_i. marciarono su l ì\Ieno. li '7° ed 8° co rpo federai; umt1, avr8bbero opposto al gcnernle Falkcnstcin una resistcn:w. insorm ontabile; nHi egli seppe, abi lmente


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manovrando, e favorito in ciò dal disaccordo dei comandanti dei corpi federali, tenerli divisi fino all'ultimo · momento, ottenendo su ciascuno di loro dei vantago·i ,o p,11·ziali, che sorn·ma Li insieme gettarono alla fine lo sconfo rto e la disso luzion e nelle truppe che li componevano. Il complesso delle operazioni stratogiche nell'ovest fu senza eccezione. Un solo erroro c,·edo di osservu re, e cp1esto fu commes'so a Langensalza ; ma l'errore appartiene più al dorµinio della tattica clic della sL.rntegia. Gli Annoveresi forti di 20,000 uomini marci avano da Gottinga verso il sud allo scopo di unirsi ai Bavaresi. I Prussiani cercarono precorrerli nella loro mossa e riuscirono circondarli; ma il solo corpo del generale Fl ies (circa 8,000 uomini) era a portai.o tattica degli Annove l'esi piazzati a Langensalza; gli altri corpi erano assai più lentani, nè avrebbero potuto agire clrn ì' iuùomani. Pur nonostante il· generale Flies decise di attaccarli. co' suoi 8 000 uomini ' ' e fu battuto. Questo era il momento opportuno pegli Annoveresi di farsi strada passando sopra ·il corpo di Flies; rna l'aspro combatlere dellci giornata produsse forse un effetto demoralizzante sull'animo degli Annoveresi, ed eglino non moss_ero. L'indomani era troppo ,tardi: il circolo fii ristretto e 40,000 Prussiani <>,rano pronti a schiacciare i ·20,000 Annoveresi; questi capitolarono. L'ardore del generale Fli es poteva rovinare il ben concerlato altorninmento dell'esercito annovercse: la fortufia arrise ai Prussiani e lo scopo fu ratrO'i;nlo . 00 1slessamen te. Riguardo alle disposizioni stra tegiche degli aìl eati del!' Austria noi abbiamo pa l'eechie osservazioni da fare che non saranno prive d' interesse per gli studiosi ·della scienza militare. Se le forze di quel li Stati, dal momento che si dichiararono a favore dell'Austria e contro

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la Prussia; fossero stale dirette da una me;ite sola potevano presentare un poten te ostaco lo ai pinni dello inimico. Fosse invece pc1ca cliseiplina verso il Gabinett.o austriaco o egoismo pnr partn di ciascun di loro o difetto di mente direttrice , qirnlle forze non riuscirono mai ad operare la loro congiunz10ne quando faceva bisogno, e sì riunirono sol quando la campagna di Boemia era d~cisa e l'Austria. ~;i trovava nella necessità di piegare il capo al ,·incitor0.. Se noi sommiamo assieme le fot·ze degli alleati dell'Austria, noi trovh1mo un total e approssimativo di 127,000 uomini. Vediamo partitamente come vennero impiegate queste forze non indifferenti. 1

I Sassoni abbandonarono il loro paese senza opporre resistenza alcuna ali' armata del generale llerwarth de BiUénfeld. Essi ritiraronsi in Boemia e si unirono al 1° corpo d'armata (Clam-Gallasì. I diversi combatti.l'(ten li (1\'li:inchengratz, Gitschin, Koniggditz) cui presero p\nte mostrarono che erano hen condotti , avevano di!,ciplina, fe rmezza e coraggio a tutta provti . Se i Sassonj avessero ceduto il terreno della loro patria palmo a palmo, la riunione cli Herwarth col principe Federico di Prussia non si sarebbe effettuata così facilmente, e l'invasione della Boemia sarebbe stata ritardata di alcuni giorni, ne' quali Benedek avrebbe potuto ultimare gli apprestamenti e presentarsi all'Iser con l' esercito compatto. La ritirata adunque dei Sassoni in Boemia senza combattere fu una falsa misura. O Benedek doveva richiamarli imm ediatamente, o una volta che essi aspet.tarono l'invasione della Sassonia era loro obbligo combattere ed opporre tll generale Herwarth ogni possibile resistenza.


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Gli Ann@veresi con 20,000 uomini potevano benissimo farsi strada attraverso le sparpagliate forze dei Prussiani, tanto più che essi erano preparati e pronti a combattere fino dai p.rim i di giugno. Gli Annoveresi erano i soli che allo scoppiare delle ost'ilitil fossero in grado di entrare subito in campagna. Le incertezze del Governo ann<ìvcrese trascinò quel corpo nella rovina ad onta dell a vittoria di Langensalza. Si vede che un accordo preconcetto coJl' Austria e colla Bavtera non c'era. Ciè> che fu fotto poi, fu l'opera ciel momento. Il principe Carlo di Baviera ebbe .il e.ornando dell'armata foderale composta del 7° ed 8° corpo foderali. I diversi contingenti al principio della guerra non erano ancora nè preparati e tanto rneno concentrati. Pur tutLav.ia il principe Carlo era in tempo di af:.. ferrare con mano ferma . il comando, affl'ettare gli apprestamenLi e riunire le forze. i\la due identiche correnti di idee politiche che, sotto l'aspetto strategico , erano ;n opposizione, animavano i due corpi federali. II principe Carlo, quantunq ue comandante in capo, come speciale comandante dell'8° corpo composto di Ha va resi voleva bensì riunìre le forze ma non voleva ull.ontanarsi trnppo dalla Ba vi era per non scoprirla; .il princi pé Alessandro d'Assia comandante il 7° corpo di Uacle~i, Wiirtemberghesi, ccc., pretendeva unirsi bensì ai Bavaresi, ma non mettere allo scoperto la paLria dei suoi contingenti. Da quesle opinioni, eguali per egoismo po litico ma opposte all a scienza militare, doveva cl<:irivare un .piano di accomodamento che non era confor:nc ai princ;ipii dell'arte. La ri unione dei due corpi nelle circostanze del momento nHebbB dovulo arnr luogo, come giustamente osserva la Relazione ufficiale prussiana, assai vicino

269 al Meno, perehè a. quest'ora Falkenstein avea raccolto il suo piccolo esercito; invece fu dec iso essa dovesse compiersi in llersfeld nell'Assia Elettorale. I Prussiani. erano molto più prossirni a llersfold dei federal i ; era dunque probabilissimo che questa congiunzione non si sarebbe potuta effettuare, e che Falkenstein progredendo verso il ìlieno avrebbe potuto marciare o contro uno dei due corpi, batterlo separatamente, quindi rivolgersi all'altro; o cacciarsi fra loro due e impedirne l' un ione. Accadde presso a poco cosl: i foderali non furono in grado di compiere quan to avevano divisato . l Prussiani incontrarono i Bavaresi ed in una serie di. combattimenti, senza che 1'8° co rpo potesse accoreere al lo ro soeco1'so , li batterono e li obbligarono a ritirarsi.. Anche I'8° corpo dovette in conse-gucnza reLrocedere; e qui avvenne un caso che cozza contro i sani p.rincipii dell'arte. I due corpi a vece <li concertare una ritirata concentrica no fecero una eccentrica. I Bavaresi retrocedettero nella direzione di Schweinfurth, 1'8° corpo marciò in ritirata nella direzion e di Franeofot'te. Falkenstein (-)ra deciso di inseguire o debellare i Bavaresi come nueleo più forte dell'armata federn le e doveva marciare su Schweinfu ['th; ma le conseguenze della rotta di Koniggri:itz e la pl'obabilità d'una prossima pace, imposero alle operazioni successive un indirizzo pièt politico che militare. L'armata del i\Ieno ebbe ordine dal (}abinetto di Bet'lino di temporeggiar-e, assienrandosi. intanto di quei paesi (Assia Eleaol'o.le, Nassau e Francoforte) cl1e nella. prossima comb inazione politica dovevano essere incorpo'rati alla Prussia . L'armata del ideno si vo lse adunque ad occidente; organizzò :il govern o dell'Assia, di Na~sau , pose guarn igione in li'rancoforte, e marciò contro 1'8° eorpo. Quando queslo ebbe a subil'e delie peedito e si vide seriamenLe minacciato, allora r-creh IN GEllMANIA


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decisamente e sinceramente di volgersi ,erso la Baviera per collegarsi col 7° corpo. Lungo la sinistra riva del ~ieno marcib sulla Tauber (affl uente cli sinistra del \Ueno), ma qui fu raggiunto dn Manleuffel, che era stato sostituito a Falkenstein nrd comando, e seonfhto in varii combattimenti. I resti giunsero perh ad unirsi al 7° corpo, ma da quale sta to morale fossero animati i due corpi è facile immngina.rselo. Le vicende finali della campagna al di là della Tau ber, davanti WLirzburgo, ci mostrano all'evidenza che se b guerra seguitavà, l'arma ta federalti non avrebbe fa tto troppo onore ai capi chn la comandavano . Ei·a tanto naturale che l'Austria dovesse far avviein <1re aHa Boemia l'armata foderale e dovesse prenderr: a base .ivanzata delle sue prim11 operazioni l'EIJ;n e non OlrniHz, che la Prussia, nella previsione di una lnle combinazione strategica, tenne l'armata de!l'Elba, fino all'npertura delle ostilità, Dlla po rt.ata di agire nell'ovest de lla Sàssonia e nel nOFd della Baviera. Q,iando fu sicurn che Benedek 110n . avrebbe abbandonato la linea di operazione Pardubitz-OlmùtzVienna, e che nel campo dei. 'fode rali. regnava la discoruia, non tardò un momento a decidersi cli ·concenl rare il massimo delle forze contro Heriedek : ordinb all'armata dell'Elba di invadere la Sasso nia e marciare in direzione della P armata che intanto entrava in Boemia per la strada di Reichenberg. A Gabel le due armale erano in graùo di agire insieme, mentre il c'orpo sassone e,ra ancora lontano da Clam-Gallas; ma il generale Herwarth lo trascrfrò dal momento che ~i ritirava p_er Theres_icnstadt, avvegnachè suo scopo f~sse ~on ?1 ba_ttere 1 _Sassoni ma di un irsi al principe I•eclenco d1 Prussia.

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Nell'ovest della Germania il G.ahinetlo di Berlino si contentò di lnsciare come armala operan te soli .i-5,000 uomini, affidandoli però ad un ·uomo della più alt~ riputazione militare, qual era il ge~:'rale _vogel d1 Falkenstc~in. La Prussia confidava nel! en_erg1a e ~-ell'avvedutezza di Falkenstein per sosten ersi, e non s rngannò, mentre intanto_ la ma~sa princip_ale ,?ort~~~a il pondo della guerra rn Boe.mia. Se la, v1ttoua .a111~ deva a Re Guglielmo, l'armata leder,:le dell ovestav1 ebbe ceduto senza opporre grande resistenza,. . Ouesto hanno di male le alleanze dei forti coi deboli, che se il forte cade, il debole è trascinato nella caduta anche suo malgrado . Il debole che fo allennza col forte deve completamente fonde rsi nel fortt\ e questo doveva fare l'armata fod:'ral_e. Qunn_do Benedel~ ~i decise di avanznre in Boerma., 11 principe Cnrlo eh Raviera doveva avvicinargl isi entrando anche in Boemia altra versando il Bohrnerwald; ma Benedek _vole_va ~oprire Vienna, il principe Carlo la Bavie~·a, 11 p_nneip~ Alessandro d'Assia non aveva nessunn rntenz1one d1 allontanarsi dal Wiirtembcrg, Baden, ecc. : ora domandiamo, come si fa. a difendere una distesa di pa~se dal Reno alla l\larch presso il confine d' ll ngher~a? Ouesto si chiama davvero sparpagliamento delle forze. ~ L'avere l'Austria alleati così lontani e discordi, era pe.r lei lo stesso che non averli : di più questi allenti fossero anche stati vittotiosi sul Meno, era no pur non ostante in balì a dell.a Prussia dopo la rotta di I( iiniggratz. Concludo adunque · queste mie elucubraziani ~trnteg icl,e col dire, che il principio regolatore del piano strategico della Prussia fu giu sto e conforme ali~ massime dell' arte e della politica: concentrare quasi tutto l'esercito contro il nemiGo più potente e numeroso,


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e badaluccare intanto sopra un altro teatro di guerra con forz o relativamen te assai piccole il nemico pii't debole . • Il concentramento della massa più forte J'u eseguito secondo i principii dell'al'tc perpa1te dell'armata dell'Elba e della l" armntu, ma non lo fo per parte della n• ammta. Un nemic-o avreduto cd ardito poteYa mettere comod amen te la IP armata fuo ri di combattim ento, e Yolgere la superiorità del numero contro il pl'incipe Federic·o e Hcrwarth. Una battaglia <lata da Bencclek a questi due condottieri, senza il conc:orso del Principe Real e, potcrn riuscire disastrosa pei I'russiun i.

PARTE TATTICA.

Se noi ci facciamo ad esaminare minutamente la tattica spiegata da ambedue le parti i11 qu esta rimarchevolissima campagna, il di cu i esito, oltre ogni credere felice, coronò splendidamente le aspirazioni della Prussia, no i troverem o, pc t' la pluraliti\ degli stt1<.li osi, insegnam enti ben più pratici ed utili ehe nol siano quelli della parte strnLegica , e chn meritano sotto ogni riguardo se ne faccia tesoro di esperienza per l'~tYveni ro. La contesa trn la Prnssia e l'Austria è stata scio!La in Doernia. 1o perciò mi fc rm el'ò , pi11 ehc altrove, a di scorrere dei folli elio si compi eron o in quel paese tan to bello e pittoresco. ~la pl'ima di entrare nei dettagli delle ope raz ion i sono indi spensnbili a SHpcrsi due cose:

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I~ GEll ~I.\Nl.\

,10 Iu primo luogo è necessario ch'io spie~hi. ai miei Iello1·i il vero rnotiYo che spim;c. i l'.russian 1 ~

prendere l'offensiva e mareiare in Bocnua, pmttostoclie . . . reslare ' su ll e difese; ';2° È necessario ch'io ùia unn succrnta dcscnz1one del tel'l'cuo che fu teatro delle gloriose gesta cl:c valsero alla Prussia la preponderanza in Gcrmama.

Perchè i Jlrussùmi si decisero di 1H·e1ul<:re l' of/ènsiua. Il vero movente cl1e spi nse i l)russiani all'offensiva riposa interamente su ragioni geografiche e topografich e. l~cco quant'io scriveva nell'invel'no .del 1~66 nc)lu · 0 cl 1· una o·tlOJ'ra. tra la Prnssia e l Austrrn: prev1· s1on 0 · . . • « Quando una guerra i~ pross1.ma a sc?pprnr.e tra lo. Prussia e l' A.usLria, la prima concentra l ese1:c1to operante nella Slesia lungo l'Odel', appoggiandosi alle for~ tezze e faccnùo fr onte al r.onflnc boemo e :nornvo. La seconda accumula le sue trnppe in Bocrma l~ngo l'Elba e in Moravia sul fi ume ~farcl1. I tcrni_m eh<: 1 P,rimi allo ini1.iarsi <li nna carnpng.na. r~st~n?. nella sfe ra d'azione sono le provrnc1e d1 iL on L1c1.a, nelle quali si riuniscono 1e masse ~he debbono pren. dere l'offensiva o disporsi per la di fes a. « Esaminando spassiouatamcnte la conus:uraz101:e topografica in gcneeale del terreno tra. ~e~·l1no e .v1en·n.a o.vr·cmo per risultalo che le carattel'lsllclie ~1fen:n e stanno più a fav ore dell'Austria. c!ie della Prussrn. L ~\~stria possiede ostacoli natural_1 m n_umcro be~ ~'1f giore della Prussia, la c1ualc per n speLto ali Aust1 ia 1

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è paese aperto all'inva sione e non protetto clie dalle sue fortezze. La direzione dei grandi fiumi clie irrigano la Prussia correndo da sud-est a nord-oYest, e l'Odor che ,è il prineipale, ossia quello che in una guerra difensiva contro l'Austria doHebbe avere l:1 parte maggiore, serpeggiando parallelarnenle al confine boemo: rendo no incYitabile che Pruss ia scopra Berlino se vuole dell'Odor fare la hnst, delle sue operazioni. Volendo coprire la capitale, J'esereito prus·· siano non troverà un ostacolo naturale per base e solo potrà appoggiare i suo i fiancl,i ull'Elba e all'Odor di spo nendosi tra questi due fiumi. La Prussia però ha rimediato in parte al difetto di posizione con un buon sistema di piazze forti . La sicurezza maggiore della Prussia sta pur nonostante sul l"Oder e sulla Vistola, motivo questo per cui alla Prussia parve sempre utile l'alleanza colla Russia, senza della quale, attaccata e vinta dall'Austria, potrebbe, senza altro aiuto da ll'estero; restare schiacciata. \( La posizione mi litare della Prussia dirimpetto alle potenze d'occidente è gill assai migliore, potendo l'esercito prussiano servirsi con grande vantaggio delle grandi linee fluviali del Reno , dell'Elba, dell'Oder e della Vistola. « In una guena difensiva contro la Prussia, l'Austria ha il vantaggio del terreno. La Boemia è un bnluardo circondato da aspre montagne ; li sbocchi principali sbarrati da fortezze. La Moravia è coperta dai monti Sudeti e il bacino della March protetto dalle formidabili Lrincere da cui è circondata la città di Olmiitz. La so la e piccol a Slesia austriaca aperta al nemico. L'estrema destra austriaca resa forte dalla piazzn di Craco,·ia. E qunnd'anrhe la Prussia ;iresse sorrnont;;:ito tanti ostacoli e intendesse marciare su Vienna, troverebbe il Danu bio da varcare~

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« Siccome i vantaggi dell a difensiva sono mollo minori pc1· la Pcussia, così è interesse di questa potenza prendere in ogni modo l'offensiva cd entrare in Boemia o in Moravia, e portare la g uerra in casa del nemico. Così fece sempre Federico 11, così deve fare qualunque monarca prnssiano che si trovi in confliLLo cull'Austria. Non bisogna cbe la Prussia si lasci preeorrere dalla sua t·ival,'., a meno che non fosse sicura di un'all eanza eollt1 Russia, nel qual caso le risc•rse non le mancheri~hbero mai. L'Austria, signora del bacino supr.riore dell' Elbo. se sbocca arditamente su Dl'esda è padronu della situ azione cd è molto pres to a. Bcrlin0 senza incontrare grandi ostacoli, supposto l'esercito prnssiano concentrato sull'Oder tra Breslavia e R.atibor per prendere a sua volta l'offensiva. Gli. ostacoli so no rnuggiori pel' la Prussia che per l'Austria: qncsta arriverebbe prima a Berlino che' quella a Vienna; il tempo è tutto. ì,; sommo iu! cresse della Prussia ora, e lo sat·ìt sempre in una 1uerra contro l'Austria, attaccare per la prima e pref;t.o , e d irigere le sue offese là do"e le sembra possa ('uncentrarsi la massa nemica. » L'entrata dei Prussiani in Boemia ha dc.to ragione alle nostre supp osizioni, basate d'a ltr:onde su circostanze fisiche e topografiche che avranno sempre la maggiore influenza nella scelta di un piano di campagna. ( Continua) .


STUDI SULLA CAVALLERIA

INTRODUZIONE

Ai giovani iifficicdi cli cavalleria.

Essendoci pervenuti. uleuni lavori del sig. maggi.ore· G. Gnecco, che sono jl frutto dei suoi studi sulla cavalleria , pubblicheremo man mano q uelli di. maggioi' interesse, cominciando da questo primo che è come una introduzione agli altri.

J>ov(~ra cavalleria, un dì troppo lodata, oggigiorno co tanto depressa e calunn iata! A sentire taluni tu non sei più l'arma della vittoria, l'istr umento produttore dei grandi effelli morali, il torrente impetuoso che tutto tl'ascina, sormonta e devastn, pi ù, non cJeeidi della sorte delle battaglie, tu non sei .più ciò che fosti da che mondo è mondo; la tua èra è Lrascorsa ! Vecchio arnese di guerru che sempre a vesti il torto di una costosa e difficile formazione, ora, eoi progressi dell'armamento, sei divenuta pressochè inuLile, e tutt'al più converrà conser-:varti in picco! numero al modesto còmpito cli spiare e molestare il nemico. Ecco ciò che più o meno esplicitamente si disse e si scl'issc in vista del meschino impiego di tal arma dopo l'adozione delle armi rigate, ciò che con rnaggiol' insistenza si va ripetendo ora che in tuHi i grandi eserciti europei vennero introdotLi i fucili a retrocarica. ANNO XIV, VOL. II.

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STUDI

Se Seydlitz, Kellerman, L.:isalle , Murat, se tani.i altri generai( che illustrarono di sl splendid i fo tti la storia della cavalleria po Lessero rivivere, probabi lmente ticcoglierebb8ro con un sorriso di dubbio le recise sentenze dei detrattori dell'arma loro pred il etta. Forse non si trnttP.1Tebbero dall'osservare che non si. vincono le battaglie senza avvicinare il nemico, e che la cavalleria prima lo ragg·iunge ; come non si trae partito della vittoria senza incalzarlo , e dessa lo disorganizza, lo disperde, lo distrugge a van ti quasl che sian si mosse le altre armi. Essi man ifesterebb ero la speranza che, ove alla testa della cavalleria fossero uomini dotati d'(otelletto pote nte, di ferrea volontà, di colpo d'occhio sicuro, o\re quesLi uomini serjamente si occupassero di adattare l'impiego della cava lleria, alle nuove condizioni deìla tattica, si potrebbe ottenere sul campo di batt.aglia risultat.i non rninori di quelli che formarono in altri tempi la gloria cli tale arma. Non v'ha dubbio che la potenza e rapid ità dei fuochi consentita dal nuovo armamento delle fanterie dovranno necessariamente portare sensibili modificazioni nell'impiego comb inato delle varie armi, e le future bai.taglie ci diranno meglio, che a priori non si possa stabi lire, in quale mi,~ura ciascul'l'arrna dovrassi risentire di una tale rivoluz ione della tanica. Ma puossi a buon diritto dedurre dal ·fatto dell'udnzione del nuovo armamento che la cavalleria abbia interamente ed anche solo in parte perduto del suo valore~ I primi amori non si dimenticano giammai, ed io fui prirrw di tutto uffizi.aie di cava lleria, ho passato lunghi anni, i p rimi della mia carriern, in quest'arma ed bo serbato di essa dolcissimi rir.ord i. Ciò va rrà a ·spiegare come sill poco disposto ad nrnmettere una si111ile r.o nclusion e; nè mancano argomenti in appoggro della mia opinione.

279 Dapprima è sempre fuor di dubbio che la cavn ll eria è l'arma che possiede in grado em inente la rapidità , q,uel\a che meglio vale ad incalzore il nemico g ià scosso, ed a cogl iére il frutto dell a vittoria. · Al su o utile impiego sul campo di battaglia s'opporranno i perfez ionamenti delle anni da fuoco. Ved iamoli : I fucili rigati hanno rnaggiot' portata e maggior giustezza di tiro: sta; ma 1G loro traiettoria, molto meno radente di quella delle canne liscie, obbliga a va riar le nol'me del puntamento a seconda delle distanze, e lo rende difficilissimo contro un bersaglio estremamen te mobile qual è la cavalleria. Le armi a retrocarica hanno raggiunto una celerità di tiro neppur sospettatD una voli.a : è inn egabile; ma. in ragione appunto di_ questa celeritì1 le munizioni sono facilmente sprecate; ma il riscaldamento delle canne le rende qualche tempo inservibili dopo un certo numeno di colpi; quante volte adunq ue il fantaccino si troverà disarmato innanzi ad una cavalleria che sappia coglierlo in buon punto I D'altronde parmi che anehe contro la celerità dei fuochi la rap.id itù dell e mossl~ costitu isca finora il migli or modo di auac,~are con successo, nè saprei qu indi perch è si donebbe escludere l'arma c:he, in tal rapidi tà, possiede il mezzo di rimaner minor tempo esposta a quei tiri prima di n1ggiungere il nem ico. Non parlo dei cannoni r igati., poichè a tulli è noto co me tali pezzi pel tiro a mitraglia sieno inferiori él.i lisci . Parrni quindi che la parte della cavalleria sul campo di battaglia non sia poi tanto scemata. E per contro le opr.raz ioni contro le ferrovie ed i telegrafi offrono oggigiorno ... i corpi staccati cli cavalleria un vasto e nuovo campo nel quale potranno difficilmente gareggiare le altre armi. SULLA CAYA.LLERL\


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STUDI

Ponete che domani un esercito abbia la for tuna di possedere alla testa della sua cavalleria uno di quen·Ji uomini che hanno il genio di quest'arma, che acco~)piano all'instintiva intuizione del momento opportuno la prontezza dell'esecuzione, un Seidlitz un Murat e . ' ' voi vedrete ancora quella cavalleria rendere scrvio·i 0 non meno importanti di quelli che rese a l'ederi.co ed a Napoleone. E se in ulcirna delle ultime guerre essa. non venn~, sempre utilizzata, coine avrebbe potuto esserlo, c10 non provenne al ceeto dalle perdite che le fecero subire i fucili rigati e quel! i a retrocarica. Nelle a.:fferrnazioni adunque degli avversari di quest'arma non havvi alcunchè cli fonda.to? A parer mio due sole cose, e sono: che la cavalleria. ha. d'uopo_ di seguire parallelamente il progresso delle altre _arrrn, e l'aver buoni ufficiali e sopratutto buom genera.li d1 cavalleria è alquanto più difficile che prima nol fosse. Queste necessità pare si sentano ormai anche da noi, e già vedemmo esperimentare alcune novit~t, e forse di più importanti se ne stanno rnaturando. Ouanto poi all' istruzione degli ufficiali. è un bisogno ;en Lito quello di ampliarla, ed ogni sforzo fatt~ a. questo scopo è certo d'aver l'approvazione dell'esercito. Mal. sapendomi rimanere spettatore indifferente di quanto si. propor~e e si e~perimenta per lo sviluppo della cavalleria, 10 cerca.i di riunir in un lavoro, che dedico a. voi, giovani ufficiali, le osservazioni che mi suggerirono un po' di esperienza, qualche studio, e molto amore per l'arma nella quale ho cominciato la. mia _c~rri~ra. . Tentai raccogliere le cogniz10ni che più davv1cmo mteressa.no l'ufficiale <li ea vulleria, accennare le questioni che hanno sollevato le modificazioni nelle armi da fuoco, nella taUica, nel rnodo di con dune le guerre, togliervi infine la noia di rovistare nelle bi-

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SU LT,A (;A V,\LLEUIA

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blioteche ponendovi sou'occhio cose che l'esperienzà forse non pub ancorn avervi insegnato·. A tal e scopo ho ordinato quest.i niiei studi i.n sei p~rti _che intendo pubblicare in sei volumi sepaeati, di guisa che ognuno possa stare da sè, e eomincio da quello che tratta òell' .lppoloçJùi considerata i10n dall'aspetto veterinario, ma da quello solo dell'amatore di cavalli, i! qual vofome fa seguito a. questo breve ce nno d'introduzione. Tr:·atterb negli altri: dell'eq·uitcizione, della. or,qanizzazwne, della tattica, delle piccole operazioni di rtuerra; raccoglierò inilnc in un sesto volume i più brillanti fatti della cavalleria. nelle guerre moderne. Non ho aff?tto la pretenzione cli <lire cose nuove o peregrine, ma quella soltan to. di ricorda.re delle utili: ed ancora non tutte cd a Lutti le cose che esporrò pan-anno ammissibi li, peroechè pet' molte di esse tuttavia si discute, ed io avrò ladisgrnzi.1 talora cli. trovarmi in disaceorclo con uom i.ni. cornpetentissimi . E giacchè siamo sull'argomento, onde non usurpare la fiducia di aleuno in favore di opin.ioni meno or'todosse, stimo conveniente lo accennare alcune del le i<lee che svolgerò nei volumi suecessivi, sicchè a. cui le novitù. non garbano po~sa trnlasciare di leggerl i. Ad esernpt0 : nella seconda parte parlando cleH'equitazione cercherò di clirnosLrnrn come l'attua! metodo di pone in sella un rigido eoseritto inseo-rnìndoo·Ji subito A guidare n cavali~, ri tardi, non gio~i , l'ist;u. zione. D'accordo col Bauc:hcr, per 1111 quindic:i giorni vorrei abitua1·e il neo-cavaliere sopra un cavaìlo trnnquillo a taluni esercizii ginnastici; poi per alLri 30 o 40 giorni avvezzare le reclute a i.utle le andature ed anche al ::;alto della ba,·ri era , occupandomi. escìusiva.m ente di eorreggerne la posizion e, e solo quando


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f;TUDI

SULLA CAVALLERIA

il giovane soldato fosse in grado di non preoccuparsi unicamente di non cudcre, gli insegnerei come debbasi condurre ed addestrare il cavallo. A questo punto però, con tutto il rispeLIÒ che professo al Buucher, non vo rrei che il suo sistema fosse segu;to nella istruzione dello nostra cavalleri>"l, siccome quello che esige trnppa sensibilitù di t::itto nel cavaliere e troppo chiede al cavallo. Vorrei, anziché un'equit,azione ad andature riunite, raccorciate, artificiali, un'equilazione p·inttosto avanti ad andatu re franche e decise; mi accontenterei ehe il soldato sapesse disporre, dirigere, ed arrestare il proprio cava llo alle diverso andèH11re; rni occuperei poco di riunione e di andat);lre di fianco, limitandomi a quel tanto necessario perchè il cavallo ri esca sensibile alle gambe ed alla mano del cavaliere; non vorrei infine che si parlasse di piego, non perchè lo creda noci·vo se ben praticato, ma perchè noi potendo essere da!Ja più gran parte_dei soldati di cavallerÌa, riesee allora asso)uf.amente di. danno. Presentemente pare che questi principii in massima siano accettali, anzi, direi qnasi, che sebbene jn vi.a provvisoria di esperimento, si eccede nel senso opposlo a quello di prima. La rapiditù delle andature, il passaggio di ostacoli sono cose ottime quando pra.ticate con moderazione, ma non v'ha dubbio che lo abuso · dei salti e l'a llenamento rovinano molti i cavalli, e di questi diminuiscono la durata ad un utile servizio. L'allenamento in ispecie non andrebbe adopernlo che nel caso di una imminente cDmpagna; l'esegu irlo tutti gli anni sarà cagione di una spesa non indifferente all'erario, e potr;\ ;rnehe implicare di trovarsi quasi senza cavalli. servibili al repentino aprirsi di una guer.ra. Ad ogni modo sn nella bella stagione si adopera un'equituzione che tanto si avvicina a que lla da caccia e da corsa, convien pure mutare l'istruzione

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individuale d1 maneggio nell'inverno, e non Hsare dì due equita 7. ioni tendenti a scopi quasi oppo!,Li. In fatto di organ izzazione vorrei anzitutto aumentata la forza delia nostra cavnlleria. Se i 30 mila cavalieri che Napoleoric giudicava necessari all'Italia riunita possono sembrnr troppi oggigiorno, i 12 mila circa che abbinrno souo certamente troppo pochi. Ne vorrei di. tre specie, distinte però di fa tto e non solo di nome: cor·azzieri, lancieri e cavalleggeri. Questi ultimi con buoni cavalli, paechettaggio leggicro, uomini robusti sì, ma piuttosto piccoli e snelli e sopratutto dotati di una tal qual intelligenza. Nell'istruzione dovrebbero poi essere maggiormente esercitati nei. servizi di nvamposto, di fianeheggiamento, nelle pattuglie rico·)'nizioni, rnarcie occulte, ecc., ecc. ' '.., Ulti.mamrnte un distinto uffiziale propose di formare la cavalleria leggiern a guisa dei bersaglieri in un ith distaccate, brigate di tre squadroni; adottando tal concetLo s'avrebbero per ogni divisione dell'esercito altrettante bl'igate comandate per lo più da capi pratici del personnle ai loro ordini, probabilmente meglio preparate aIlo speciale servizio a cui d_evo00 atte?dere, e che in ttimpo di pace con vantaggw economico potrebbero stanziare nei grandi tenimenti. demaniali unalogamente a quello che praticasi in Austria. . I ren·gimenti lancieri, normalmente in riserva presso i corpi d'armata, per quanto possibile alleggeriti, potrebbero anche venir raccolti in pilil grandi uni tà tattiche quando circostanze speciali lo consigliassero. Checchè si opponga, eitengo che almeno quattrn reggimenti di corazzieri, se vuolsi armati di lancia come i Russi , renderebbero segnatali servizi. La loro superiori tà sulle altre specie di ca valle ria è incontestabile: i splendidi fatti dei corazzieri francesi, nessuno jo·nora 5 . . . ' e come a Ratisbona battessero i corazzien austriaci ,.:_

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;z:84,

STUD[

egualmente valorosi, solo perchè su questi aveano il vantaggio d'aver corazzata anche la schiena. Più. grande ancora sernbrami il vantaggio dell'aver cavalleria corazzata contro fante r·ia. La veloci Là iniz'iale essendo minore nei proietti lanciati da canne rigate anzichè da quelle liscie, molle corazze che prima· sarebbero state forate, d'ora innanzi non saranno che ammaccate. Accurate esperienze fatte ullima1rnmte in Francia constatarono che se talora le corazze lù in uso sono passate a 40 01 dai proietti dei foci.li Chassepot, alla stessa distanza resistono perfettamente a quelli dei fucili prussiani e Remington . S'aggiunga che l'impiego utile degli attacchi alla baionetta colle nuove armi divenne pressochè impossibile; gli attacchi di cavalleria priva di corazza non potranno aver effetto notevole se non col sacrifizio di niolta gente per sprovvedere previamente il nemico di fuochi; meglio quindi r imane promettitrice di splendidi risultati una cavalle1·i.a che si precipiti a briglia sciolta sull'avversario imrnune dai suoi tii:i sino a .wm; sarà il cuneo che apre le linee nemiche, clre schiude la via alla cavalleriu più leggi.era, che prepara, perrrwue e protegge gli allacchi della fanteria I No tiamo però che l'artiglieria leggiera che seguita la cavalleria nei suoi movimenti, ne prepara e ne moltiplica gli effe Ui dovrebbe essere conven ientemente aumentvta. Una cavalleria di un'unica specie qual la prnposero Morancl, Nolan e Noè sarebbe cosa vantaggiosa se fosse attuabile, ciò che non credo. Il nostro ordinamento in massirna nol ravviso cattivo; vorrei però che i deposi.ti reggimentali fossero tolti per sempre e sostituiti da alcuni .central i che in pace servirebbero soltant.o come deposit.i di vestiario , e, se si volesse, di allevamento e di rimonta.

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SULL:\ CAVALLEltTA

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Nello interesse stesso dell'erario amerei poi un miglior casermamento, perocchè le tante perdite di cavalli per moccio e farcino appunto derivano da malsane sc uderie. E riforme pure richiedono, mi piu·e, il Yestiario, la bardatul'a, l'affarclellarnento e l'arrnanrnnto. Il primo vuol essei> più comodo; la vera eleganza dell'abbighnrnento milit;:ire non consiste in gingilli inutili, ch0 il solda to smarrisce facilmen te in campagna, bensì in buone stoffe, nel taglio ben inteso e nella perfett.a coi:ifezi.one dei vari capi. 1n fatto cli bardatura e di affardellamento devo accennare che negli anni seors i ave,l proposto un'al'ci.one di nuova fogg ia in acciaio che sernbravnmi dovesse rendere impossibile le fe rite sul dorso del cavallo, produrre un' eeonom ia nell'intero pacchettaggio, e diminuirne il peso. Invece di .correggere, come attualmente si. lenta, l'inflessib il itù dellP- bande colla sotloposizione di materie soffici, proposi di rendere elas tiehe e perfettamente aderenti Je bande stesse; parevami fosse, non nìtro , partire da on principio logico. ln fc1tto d'armi non y'ha dubbio convenga, o migliorare q nelle da fuoco, se si ravvisano Hlili, od abolirie, se inutili, conservando solo jn tal ipotesi la pistola per dare l'alla rme. Ritengo Sl dov rebbe aclottai'e il revolver per· tuLLi e la carabina a retrnc,uicn poi cavalleggieri . Le sciabole troppo corte , pesanti ed inferi.ori alle francesi rorrebbero pure essere cambiate. Nella. cr.;arta parte parlando dalla .tattica sosterrò l'abolizione. di ogni vestigio di distinziorl8 fra ordine invei'SO e naLurale. Jn vin no rnrnlc nel rnggio dei fuod1i nemici, corne transi zi one fra l' ordine profondo e l'ordine cli eomballimento, parmi i pochi squadron i della cava lleria divi sionale doHebbero esse r piegali in colonne cli pelouoni ad ·intervalli di spiegamento ;


STUD1 286 fonrnzionc questa che permette di muov(~re nei nostri terreni, di coprirsi dietro ost.:icoli, di p:ssare fra le tru ppe combauenti, di essel' sempre prcnti ad agire. E sempre nella tattica sosterrò la convrnienza di sost ilnire :{li obliqui individuali alle con,,e rsioni diagonal i nell e varie formuzioni; parlerò delln cari ch e per quottro ehe sono le uniche che usualmente si facc ian o sulle strade; della necessità nelle cariche successive di 110n pone le tru ppe le une dietro le Hltre; tenterò infì ·1e di esporre tntLe lè innovazioni eh() il progresso dellu tallica delle altre armi parvemi arer rese oeces);arie. Trattanào in ulti mo delle operazion i secondarie, seg iirò le opinioni del maresciallo Bugcaud, che in par te p revalsero fìnalmentc anche da no i ; piccoli pO!,Li a grandi distanze senza necessità che comunir.hi110 fra loro, fiancheggiamento nelle marcie per mezzo d i pattugli e cl1e percorrano le str.1de sbocca nti sull a direttrice della colonn a r iannodandosi d ietro di qu E-sta. Le operazioni poi di corpi stacrati che agiscano s11i fianchi eù alle spalle dell'avvc rsari o, intereetlino le fer rovie ccl i telegrafi ecc., possm10 p1·endere uno sviluppo grandissimo, e la guerra cl'Arnerica ce ne porrn esempi mirabil i. Senza preLe:1dere che nei nostri prnb nbili teatl'i di gu erra tali opc·razioni sieno possibili s u così vasta sca la , parini LuLtavi,t che qualche cosa utilmente si potrebbe fare, ~ cercherò racrogliere le norme elle s i possono tracciu re per tali intraprese. Da qu esta esposizioue 30111 ma 1·ia di alcun i miei concetti sulla cavalleria è facile scorgere.come LalvolLa mi ~;arit fon:a disc utere anzicl1è esporre semplicemente, con1butter·e opini on i in veterate o che ten dono a prevalnl'I\ fare in breve della polemica. Spe ro mi perdonerete unu tale audacia e farete buon viso a questo mio tenLativo. Nell'età vostra il

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SULLA CAVAI.LERlA

cuore è vergine di malvolem e la instintiva indulgenza non ancora annebbiata dalle piccole passioni che si accendono nell'animo fra gli a \triti della vita quotid i1111a. L'aver voi p1·escello di servire il pnese come ufficiali di cava ll eria , m'è indizio sicu ro t:hi-: non cred ete ne sia menom atn l'irr.porLanza tntti cu nelle battaglie, che ritenete come larga parte di gloriosi e non sterili sacrificii· le sarà riserbata nelle lotte avvenire della . nazion e. Mi lusingo quin di, esarnin ernLe con simpatia il laroro di un vostro coll ega di YO i più Yecch io, che appunto ta li speranze divide con fer111a fiducia e si sl'orza di infonderlA negli nitri.

I l maggioro

G.

GNECCO.


l!Ol\'.S IUEl\AZIONI s 1: 11,' unHlNAMEN'l.'O MlLll'. DEL IIEGNO

CONSIDER AZIONI

SULL'ORDINAMENTO MlLITARE DEL REGNO llJ

F. BAVA Maggiore <l':\rtiglir.l'i:1.

xm:

Quando l'arte della difesa e dell'attacco delle fortifìea~ioni era an cora nei suo i primorclii, le at·m i del gemo e dell'artiglieria si trovavano riunite e 11011 :enncrn c?stituite ind ipendenti se non all~rquando 1 pl'Ogrcsst grnnd issiint fotti nell a difesa rescl'o anche pi~1 ~lifficile l'at·tc delJ',1 ttaccanle . A quell'epoca l'1Htighe r1~ essendo costretta a segui ta re passo a passo Ja m~l'~1a dell_'aLtacco, studiossi di uistruggere le ortighe r:1 ~1 nemich e co l rimb.nlzo, affine cli 1·iusci1·c a potersi s~abd1re per la breccia : si sentì allora la necessit;\ d_i crea re nn corpo speciale, il qu.de ptH·ticolul'mentc si oect11H1ssc di formare i piani d'attacco e di difesi\ suhordi na ndo l' nzionc clcll ',ll'liglierin a q11clla cl i qnest(;

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corpo , i I genio. Ed era natu raie che fosse così : Yanban, men tre insegnò ad attaccare le piazze e a di struggere le mtiglierie col Li ro a rimbalzo, seppe pure inscgnul'(~ a pu ralizzare gli effetti di questo tiro colle traverse, a rin,·igorire la difesa con opere accessorie, dimoclod1è, se l'arte dell'iJtLaccare progrediva, non restava neppure indietro quella del difendere, e sempre si mantenne l'equilibrio fra le due . In tal condizione di cose, l'ar'Liglieria non diventò che l'agen te più potente nelle man i. dell' uffi ciale <lel genio, il quale esagerando talvolta la sua importanza e deducendo la forza <li una fortifieaziooe unicamente dal valore inerente alla ùiversa comb inazione delle sue opere, venne a conchiuderc, come Cormontaigne, essere il can none un o struincnLo di poco Yaloee per la , difesa. Ma dopo i sì straordinurii progressi fat ti dall'a rtigl ieria in potenza e precisione, l'equilibrio venne rotlo, e nessuno potrebbe asserire che i metodi antichi di allaccare le piazze possano ,rn col'a essere utilmente messi in pratica al gio rno d'oggi : nè Lantò meno affermare che buona parte del le fortezze ora esistenti siano in grado di resistere per ·1ungo tempo ad un prolunga to bombard amen to cli una poten te artiglieria. \'alga l'esempio della testa ùi ponte a Horgofor'Le sul Po . QuanLu nque <lessa non possa essere tenuta co11:c una piazza di gran valore, tuttavia considerando co111e i qua ttro forti cl i cui era composta fossero tutti co struui sul sistema stesso dei forti staccati di Verona e di Mantorn, come essi fossero ben muniti d'artiglieria e di munizion i, ci si puù arguire du ll'efl'etlo prodotto in così l)l'(WC Lempo dalle artiglierie attaccanti, quale e quanta sia la superiorità acquistata dall'attacco sulla di[csa nelle opere attuali di fortificazione. 1l rnatLi110 del 17 luglio 1866, otto nostre batterie a:·111atc t.;On ·a :::annoni, elci quali appena '.z4 erano 1


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suu.'ORDINAMENTO MILITARE DEL REGNO

CONSIDERAZIONI

di grosso talibro, aprivano il fuoc o contro i fortilizii austriaci armati alla lor xolta di 63 bocche da fuoco delle quali la. più gran parte erano di grosso calibro.' In meno d1 2~. ore, dalle nostre batterie vennero lanciati contro quelle opere 653:J co l1:ri, i quali sul tramonto dello stesso 17 erano riusciti a ridurre al silenzio le artiglierie del nemico, a distruggerne in gran part~ le .ope!·~, a fare breccie in varii pun ti, a rend ern.c mab'.tab1h le. caserme difensive, per guisa che agh albori. del 18 11 nemico abbandonava i forti te?ta11done egli stesso la completa distruzione colla rruna. _Su .~uesto .fotto , s~raordinario. 1.1 egli annali degli a:.sed11 e degh auacch1, che quasi e passato inosservato, deve ben fissarsi l'attenzione di chi deve sorvegli are alla difesa dello Stato. ~la delle considerazioni che se ne possono desum ere mi cfldrà in acconcio di discorrere altrove. , Sembra adunque che l'artiglieria sia chiamnta ad ave~-~ unu superiorità in contestabile neg li atta cchi su tutti 1 !avo ri ordinarii d'npproccio, i qu,d i si ridurranno semplicemente ad essere opere protellrici di ()'raneli e_potenti batterie, e .q~wli punti d'appoggio corpi d.1 tru~p e manovr·ant1 intorn o ad esse per contrastare le sortite del nemico : mentre nella dif'esa non essend_o,·i più a fare grnn calcolo degli effetti del Liro a runbalzo, In fortificazione clovrù parlil'e dal <·oncet.to di riuscire a paralizz_arc 'il più possib,ile il formidabile lavoro delle artiglierie attaccanti. Tanto adunquc nell'attacco come nella difesa il cannon e sa rà cliinma lo a fore la prima pal'te. ' . Se dunque l'urtig-lieria è lo strum ento il più t'ffic11ce, sra nell'attacco come nella difesa, perrhè non snrebhe ad essa sola affidata la direzior.ie dell'uno e dell'nltra? Quale vantaggio non si otterrebbe uJl mettere so tto 1

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un' unica direzione tutte queste difficilissime operazioni'? Tali considerazio1,i m'inducono a credern che sarebbe opera sa,·ia il' compenetrare il genio combattente coll'artiglieria da piazzo. La costruzion e dei zig-zag, dei defilnme.nti, le zappe piene o volanti sono destìnuti a perdere della loro i1i1portanz..i : per altr.:1 parte le artiglierie tendono a sernp liilcnrsi, la moltipli ciL,\ dei calibri a sparire cd a ridt1r!;i a pochi tipi: i progressi della meccan ica fanno anche sperare pro)Jabile l'applicazione di focil i ord igni per il maneggio delle urtiglierie pesanti, !ali da poter essere sostituiti alle lungh e e complicate manov1·r; di forza . Ond'è che, venutu meno l'importanza di certe istruzioni, si potrà di preferenza insistere su tulnne speciali, ' attualmente non bastantemente curate dall'artio-lieria come sarebbero i lavol'i in tel'rn, le costrnzioni di balte rie, e tutti quei lavori che occor,:c l'artiglieria si prepari per stubi lire opportunamente le sue batterie tanto 11 ell'altatco come nella difesa. Perb l'arte dell a guerra, la quale si. ai uta di tutti i r itrovati della scienza, çtvendo pur mc:;s 1 D contributo la leleoTafia le strade ferrate e l'aereo11r1utica, rende nccess~ria ;ppr0sso gli eserci ti la µrc sen za d'indi vidui cupaci di servirsi di questi mezzi. Nè \1 : grnndi unità t11ttiche come i corpi d'armata, le divisioni potrebbero far senza di quaìchc squadra d'uomini capaci di l'iattare i piccoli ponti, di costrurLi dove rnaneano, stabili re le comunicazioni, aprirr vurcb i ecc., di operai insomma iote1Jirre:1ti e cor.:iggiosi. E quantunque non o 1 . si possa presumere quale importanza pel' '1~vvemr0 si potrh ancoru aLtribuir1: al! 'irnp iego cklla rnmn, tuttavia ne111 snrehbe conveni ente di privarsi di questa specialilù di soldati . . Che se LuUi questi senizii si volessero uf'fida re ad 1


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CO:'iSJDElUZlONl

uu cor[JO solo, certo vi vorrebl>e una lunga for111a ed un'intelligenza non troppo comune per poter ottenere che uno stesso individuo si abilitasse a sì svariali servizii. Da queste consiclernzioni io sono tratto a conchiuclere che l'artiglieria eletta da piazza <lovrebbe essere essa sola "incaricata di eseguire e predispone i lavori d'attacco, e non dovesse entraee in carnpo il genio sc non allorquand o si fosse costretti a procedere passo a passo conteo la piazza attaccata e a mettere in operu tutti i mezzi consigliuti dai metodi e scuol e an ticl1 c, caso (JUCsLo il quale, nella relativa condizione della l'orti{icazione e della moderna artiglieria, si verifichcri.t certo tarnmente. Fatte queste considel'azioni generali sulle due armi, considerazioni che non nacquero in me per nessuna prevenzione di corpo, nrn per l'imp arziale disamina della. condizione in cui gli straordioarii progressi dell'arle meceunica hanno posto ognuna cli esse, per cui r iesce log ico il cercare che ognuna si npproprii nella guer rn quelle funzioni· più consone alla sua natura, passerò a tratture rapi damente dell'una e dell'altra. Del resto ·molli autor·i moderni hanno già lrnttala tale questione, risolvendola taluni in un senso molto più radicale, cioè co ll a fusione com pleta dell'artiglieria e genio, il che non mi sembrerebbe nè conveniente nè utile . Tale per esemp io è l'opinion e del generalcDeBlois, esposta nel suo pregiato lavoro 'in titolato : J)e la /'or· tification en présence cle l'artillcrie nouvelle.

suu,' 01\DINAnlEN'l'O

Mll,ITAI\E DEL REGNO

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XIV. Genio. I

Il genio non è e non deve esser~ un cor~o c~m?a~. tenle. Ingegneri militari d~lla ~az10ne gh ulficwl,, operai dell'esel'cito i soldall, essi non ,de,'.on? p~·~oc: cuparsi troppo delle manovre ed cse.rc1taz1om m_1hla11 quanto delle speciali tà del loro mest1e ~e, le quali sono pu,e molte. Quando il sol~ato del g~mo sa puntare ,e sparare il fucile , cammmare ?rd1~ato, c?nosce1e qualche moYimento di comp;:gma,_ d~ ball!ghonc, ha un'istruzione sufficiente pel' 1 suoi bisogni, cd anche per fal' bella mostra in una parala: l\Ii .ricord_o però <l'an:r visto un reggimento del gemo ad esegmre una .scuola di reggimento come non )'avrebbe. po_Luto f~r mculio un reo·o-imeoto di linea. Nella profess10nc m1lita~e come i1~~utte le industeie del mondo, la divisione del ]; voro è il segreto il quale le migliora ~u Lte. Volendo stabi lire l'organizzazione del gen10, com~ trnppa, io parto dal critel'io d~ assegnare ad . ogm divisione attiva una cornp agma, la quale dovrebh~ tssei· composta in parte cli zappatori, in ~arte d1 ~erai : più, vorrei una compagnia per ~gm corpo d'armata composta per met~l di telegrafist1. In totale si avrebbero 24: compagnie con un effettivo di 200 uomin i eaduna. Questa forza per l'esercito attivo cli 300, 000 uomini io la credo sufficiente. i\Ii consigl ia anche a non aumentare di. troppo il numero di queste compagnie 20 A::-li.'ìO XIV, Yo1. li.


294

CONSIDEI\AZIONI

la considerazione che a ben cosliluirle occorrono giovani intell igenti, laboriosi , robusti, :in gran parte operai : il loro reclutamento im pertanto sarà sempre piuttosto dif'ficile, per cui è miglior partilo non aumentarne troppo il numero per non scemarne h bontà. Queste compagnie costituirebbero il corpo del genio come è nttualmente. Ilavvi nel genio un ramo di servizio il quale, a mio avviso, potrebbe essere in gran parte modificato; voglio dire quello delle direzio.ni . Che vi siano ingegneri, ufficiali tecnici per risolvere tutte le questioni le quali si riferiscono alla difesa dello Stato, che si occupino di tuLtociò che concerne i fabbricati militari, ciò si comprende; ma ehe si debbnno limitare le funzioni di centinaia di ufficiuli con tu tto il segu ito di aiutanti e contabili a tenere gli inventarìi, a dar corso a richieste, a prendere e dare in consegna caserme, è cosa questa che~ s'intendE} meno. Non sarebbe adunque il caso di lasciare ai corp i, come in grnn parte già si è fatLo (;01 llegolamen to sugl'immobili dipendenti dal !Uinistero della guerra, la cura delle riparazioni e riattamenti necessarii, e di darne addirittura il caricamento ai comandanti militari? Io credo che in questa maniera si otterrebbe il vantaggio dell'economia e quello non meno spre- . gevole di 'non abbassare l'u1l1ziale del genio ad ingrati e tediosi uffizii. Ma prevedo l'osservazione che in questo modo si riuscirà all'abolizione del corpo del genio. Tutt'altro: è questione di mantenerlo in quelle · funzioni ad esso natural i , le quuli son o di essere l'intelligente e valoroso ingegnere mil ilare della nazio ne e ddl'esercito . Ora cotesto uffiz io, il quale è elevatiss i1J10 e che rieh iede nna capaei tù non comu ne, non può essere irnpan:ilo nè Lanlo me no estrcitato fra le quattro mura di una direzione, in cui, nei tempi

SUL!,' 01\DlNA~IENTO MJl.JTAI\E DEL REGNO

ordinari.i, non si possono, per fortunn dei bilanci, ese- , guire che lavori iBsignifìcanti. . . . Affidnre al genio la co nservaz10ne delle. p1~zze, lo studio conti nuo per Ii)jgliorarle, i progetti d,. opere e fabbr ieati nuovi, il fa rl o insomma il guardiano e vigile custode dei baluardi che ess~ s~esso -~cleò a difesa dello Stnto, sarelibe attr1bu1rgh la p1u bella responsabilità mo rale che un corpo ?ostituito possa desiderare e ta le da renderlo orgogl ioso. Eo·li. è b en vero che questa splend ida missione gli spe~a anche attualmente, ma si yuò dir~ ~h~ ~ssa viene in ,seconda linea dopo gli rnven tar11 , 1 hlm d1 richieste ed altra congerie di spnventevole burocrazia. Di qui la divisione del genio in due Pf!r ti: truppa attiva presso l'esercito in 21~ compagr~,e - . corpo tecnico cost.ituito da un consiglio supenore di ufficiali g~nerali, superiori ed inferiori, dai quali dipen~ dessero varii ufl1zii tecnici per ultrettante zone cli difesa in cui venebbe scomparti to lo Stato. ma si osserverà: e a qual corpo si vorrà affidare Ja conservnzione e manutenz ione di tutti i fabbr icati mil itnri? I comandanti militari, come diss i più sopra, potrebbero averne il caricnmcnto: a.i corpi ~tenti st dovrebbe assegnnre unn nwssa speciale, colla quale potr<>bbero e dovrebbero prnvvede1·e all a. loro .conservazione e manutenzione. In quanto po1 alle rnnovazioni che nei medesimi le circostanze ed esigenze del servizio potessern per avven tun1 reclama re, qu.este non dovrebbern essere fo lle se non coll'approvaz10ne del comnnclante della divisione. Ogn i uffizio tecn ico del genio potrebbe avere una sezione d'ispetlorato dei fabbricati tJJ ilitari, la quale conee ntrnsse tutte le pratiche relative a quanto può rig11nrdare i fobbricat! militari, e curasse la piena esecuzionP- dei regolamentt sulla loro conservazione e manutenzione, per parte 1

·, I

295


296

SUL!.'onnlN.DIE~TO lllll,ITAllE DF.L REGXO

CONSU)l\11.\ZlOl\!

di tnLLi i fabbri cati rnilitmi; verrebbe in una parola loro affidata la 1·esponsabil iLh morule, respon sab ilit,ì che potreLLe e do\'l'ebbr. essere ben definita eon appositi regolamen ti, della consel'vazione cli tutti qu egli im mob_ili cretti sia a difesa dello StaLo, sia ad uso milital'C. Ogni anno il <;apo dell'uffizi o dovrebbe fare un rnpporto dettagliato delle condizioni in cui si trovano le opere di difesa nella rispettiva zona, propon endo quelle migliorie ed .innovazioni credule necessarie: tali documenti servirebbero sia a guarentigia del capo d'uffizio, come al Go\'erno per la richiesta dPi fondi OCCOl'l'enLi nl ParlalllC11LO.

dei corpi utenti e dei cornundanti militari che li avrebbero in caricamen to . Riassumendo, il corpo del genio verrebbe atl essere cos tituito così : Un consiglio superio1·c del genio o comitato: varii uffizii tecnici àel co ,.po. 21' compagnie di zappatori. Del consiglio superiot'c fo.rèbhero parte ufftziali ,renerali, uffiziali superiol'i, cd anch e inferiori. Tt~Lti dovrcbbel'o. a,·ere nelle questioni tecniche voto deliheratiro. Gli uffiziali infel'iori non dovrebbero essel'e _c~ i ~vado min ore di. capitano ; alcuni posti in quel1 e1111 nen te consesso li vorrei espl'essamen te riservati ad alcuni capitani, sia per premiare lo studio e iJ talen to, sia pure per introdul'rn in un consiglio, il qual e per sua natucn tende n diven tare staz:ionario e tenace1òente fedele ai 111etocli ed Dlle id ee anticlJe, alcun i rappresen tanti e sostenitori audaci del progre~:;o e delle cose nuove . Ques ti posti non ùo\'l'ebbe!'o essere dati n capriccio, ma h<~nsì guadi.ignaLi al con eo l':;o, e loro dovrebbe essere adibii.o lo stipend io del grndo di maggiore. Gl.i ~f:fìzii tecnici del genio li vorrei ridotti fl poçhi, cost1tu1t1 secondo diversi gruppi naturiJJi di fo rLiilcazioni o :rnne di di fesa dello Stato. Si potrebbe ad esempio costituire nell'Italia continentale un ,J<> uffizio per il gruppo ùi forLifìcazioni del ~,e net? e di Bologna, un 2° per quelle di Lombanha, P1emo~Le e Piacenza : nell'Hn lia peninsulare du e, uno per 11 . ve rsante dell'Adriatico, un altt·o per quello del àlecltterraneo, annettendo vi le isole cli Sardegna e dell'Elba: u11 5° finalm ente per la Sicilia. Tutti que~tì uffizii avrebbero incarico di sempre manl_en_er~ rn buono. stato lulli i fortilizii, cl i proporn e le m1glwnc necessarie, cli vigilare ulla conservazione

xv.

L'artiglieria <\ arma combatte nte. e Lecnica ad un tempo : gl i ufficiali che vi nppnrte ngo110 debbono csse1·c.,.;1tti a se1·vi1·si in guerra di Lutti quelli st.n1rne11ti cd ar1ifì zii che essi stessi preparano nelle cl i rcrsc offic ine . L'uflì ciale cl' arLiglieri a deve per conseguenza essere forn ito di un complesso di cognizi oni prati cl1 c e tecniche, le quali ben difficilmente si possono ritro\·arc 1wllo stesso individuo. l1er questo moti vo , non pocbi vaglicgginn o l'idea di sLabilire una separazione compiei.a fra gli ufficiali .che sono addelli al se rvizio pratico, così dello del personale, e quelli app licati nl scn ·izi 0 tcc ni eo, così tleuo del materiale.

"" r


298

suu' ORDINAMENTO

CONSIDEllAZIONI

È sperab ile che ciò non si realizzerà giammai. So

benissimo che non .è cosa facile e neppur possibile, nel più dei casi, che uno stesso ind ividuo possa essere ad un tempo un buon comandante di reggir.nento ed un buon diretlore d'una fonderia; oggi cavallerizzo, domani polverisr.a , ieri un brillante ufficiule d' artiglieria a cavallo, domani un tranqu illo manipolatore di preparati chim iei, ovvero che, colu i il quale passò più e più anni a costrurrc ponti e a maneggiar barche, possa diventar ad un tratto un intelligente fubln·i cato re d'armi o d'nrtifiz ii da guerra. Ma questi sbalzi improvvisi non succedono quasi mai: si sono visti e si vedono ogni giorno degli unlciali capaci dì disimpegnare ogni qualsiasi serviz io, e dessi sono un bell'esemp io per gli altri . Del res to la 'separazione si fa natura lmen te : in un personale abbnsl.anza num eroso, come quello il quale costituisce il corpo dell' aniglieria, il Governo pub sempre seegliere, con suo vantaggio, quegl i ind ividui i qunli hanno inaggior dispos izione per i se rvizii tecnici, senza imporre nella caniera una divis ione , la quale avrebbe per pl'irna consegue.nza quella di ahbnssare il livello generale dell'istruzione e de ll'intell igenza della maggioranza degli uffiziali. Il sistema, il quale si pratica presso di noi, clie fa pnssare tutti gli uffiz iali dei graài inferiori nei diversi sen-iz ii , sia pratiri che tecnici, io lo crndo il migl iore, perchè tende a diffondere contin ua mente una massa di cognizioni, le (Juali sono pur indispensabili sia per l'uffiziale tf!cnico corne per il prati co, e a rn eLter.:l in evidenza quelli ufficiali che hanno maggior aLLìtucl ine per essere impiegati piuttosto nell'uno che nell'altro servizio. Solo il Governo dovrebbe pn'occupnrsi alquanto della questione economica, pcrchè i trasloch i frequenlì, il passaggio da un servizio a piedi

o

lllILITARE DEL REGNO

299

ad uno a cavallo, necessitano molte spese, rlle quali non si pub far fronte senza gravissimi sacrifici i. Credo che non sarebbe una grande indiscrezione il dimandare . che agli uffiziali d'arti1;lieria fosse almeno corrisposto · lo si.i pendio che hanno quelli di cavalleria. · L'artiO'lie r1a ornai mette a contributo negli arsenali, nelle fo~d erie, nei suoi stabilimenti, tuue le risorse che il proo-resso della scienza ha acquistate alla cio l . viltà. Quan do si guardano superficialmente e cose, s1 è tratti qu a~,i ad escla1narc I Maledetti i progressi della scien za, gr-azic ai quali gli Stati profondono tesori per aver cn nno ni cd armi per poter distruggere ciò che scienza cd industria continuamente producono I Ma non <' così: nell' interesse dcila- sua conserva-· · zione, ad ogni Stato eol'l'8 l'obbligo di non rimanere in coda a Hessun altro, e deve procurare che tutte le inclusi.rie, le quali r:oncorrono a creare il suo materiale da ii·uerra ed n. mantenerlo, abbiano la loro esistenza i ~ paese, per non rendersi tributari o di nessun'altrn potenza; imperocchè quello Stato il quale non è in condizione di provvedere con mezzi proprii a nu trire 1n guerra, si mette in una condizione d'in- ~ ferio rità rispetto agli altri, che gli può essere non solo dannosa ma fatale. ro, non mi estender/.J a fare delle lu nghe considerazioni nè su ll e armi, nè sulle nosire artiglierie. E prima del 4859 il Piemonte, e dopo il ·1860 il Regno ILaliano, precedettero talvolta, o quanto meno si tennero costantemente alla portata di tu tte le innovazioni fatte ed in troclotte negli altri esercii.i. La fonderia di Torino, il polverificio di Fossano, cominciati dal piccolo Pi emonte ed allargati quindi dal Regno Italiano, vanno annoverati fra i migliori e più gràndiosi slal~ilimenti di ta1 genere i quali esisto no. in Europa. Dopo la guerra del 1866 si. fa generalmente run1


300

CONSIDERAZIONI

provèro alla nostra artiglieria da campo cli essere troppo pesante , appunto il quale è solamente vero in parte, poichè il vantaggio chP, si ha dalla superiorità del calibro, deve pur essere tenuto in consiclividerazione, ed in fine dei conti poi l'artio-lieria o sionaria non è tenuta a volare, ma a combauere colla fanteria. Però anche questo clesiderio di avere mù1.rtiglieria piL1 mobile e più leggicra sarà appagalo, e si sta appunto esperimentando un nuovo cannone e tutto un nuovo traino, che è il materiale da campagna proposto dal colonnello M:attei e dal maggiore Rossi. Del resto la mobilitò. dell'artiglieria dipende pure in gran parte dalla bonlò. dei cavalli che vi si attaceano: · e, pur troppo, sotto questo rapporLo in Italia si sta assai male. . L'art iglieria cli grosso calibro o di gran potenza ha r icevuto o sta per ricevere la sua soluzione dall'ado:òone cli. cannoni cli grande efficacia per ptotetrnerc . • DO 1 nostn porll e le nostre coste. . Le fortezze del Regno sono guemite di sufficiente materiale, e si vanno via via rinnovando le antiche colle nuove artiglierie: così i parchi d'assed io stanno completan'dosi. :Non parlerò del!' artiglieria di marina, la quale ha acquistato ai giorni nostri un'importanza affatto eccezionale. Pur troppo sino al giorno d'oggi la marina nostra si. è provvista in gran parte all'estero delle sue artigli erie, perchè le mancavano le fond erie. Ma è sperabile clrn ben presto la marina italiana avrà stabili- · 1nenti propr ii, i quali la t'endano indipendente dall'estero (-\ dagli arsenali di terra. In quest0 r:ipido eenno che qui si. fa dell'artigl ieria, è piuttosto mio scopo discorrere dell'organizzazione pit', con vcmiente del personale d'artiglieria da destinarsi all'esercito.

SUT,J.'ORD!l',.\MEN'l'O MILI'rAP.E DEL REGNO

30,1

L'artiglieria deve in campagna attendere a diversi e svariati uffiz1i; deve somministrare batterie per segu itare le truppe, batterie di ri serva, parchi di divisione, parchi generali d' armata, portare le mu nizioni per sè e per le altre Lrupp3; deve cornporl'e il personale dei parchi d'asseù io, quello della difesa delle piazze e delle coste, deve infin e auendere alla costrnzione dei ponti. Per lo passo.Lo si assegnavano tre batterie per ogni divi sion e; ogni batteria era di sci pezzi. Tale proporzione, tenuto con to delle bocche a fuoco che si avevano nella ri serva general e, era riputata suffìeiente. Essendo però assa i probabile ùhe possa esse re adotlaLo un cannonè pièt legg iero, <li calibro minore, è a presumere che sarù pure aurnent.uto il numero delle bocche a fuoco componenti ogni batteria; il calibro attuale sarà forse ten uto com e riserva ai co rpi d'armata, con servando anche il cali.br·o da O, ·rn pee la. ri'serva generale d'artiglieria. Non essendo adnnque stabilito quale saeù il nnrnern clelle batteri e che potra nno assegnarsi per ogni di visione, e quanti cannoni per ognu1w di esse; mancano i dati per fo ré un calcolo esa tto d(~ll a forza occorrente. Sareb be però, a mi o avviso, molto n dcsider.:irsi clie per ogrii corpo rl'arm aLa si potesse asscgno re un intiero 1·eggimento d'arligli eriu da carn pngna, nffì nchè il colonnello ne pot0sso essere egli si.esso il c;omanda1Ùe in gu erra . Laonde occorrerebbe ehe 'in ogni alcune ha Lte1·ie fossero di calibro maggiore. reg·o·imenLo ~ per forma.r e le riserrn <lei corp i d'a rmnla. l) n reggimento d' artiglieria da cainpngna clovrebhc esscm~ composto di 12 batterie; 9 batterie di materiale legge ro, e 3 di calibro maggiore. Così un co rpo d'armata cli tre divisioni potrebbe avere scco un reggimento inti·ero. Con ciò si avrebbero sei reggimenti d'artiglieria 1


302

suu.'ORDINAMEN'l'O ~-1ILITAnE DEL REGNO

CONSIDERAZIONI

da ?ampagna, uno per ogni r,orpo d'armata, più un settimo reggimento per costituire la riseì·va generale, composto di batterie a cavallo, e di batlnrie da o, ,12. .P~r il. servizi? delle munizioni di fanteria, per cost1tmre 1 pard~1 da campagna, quell i d'nssedio, formare le batterie da montagna, provvedern alla difesa del)e _r i~zze e delle coste, occorrono i r0ggimenti di art1gl1er1a da piazza, i quali sono attualmente in numero di tre, di ;J8 compdgnie l'uno. Forse ques to numero di compagnie, se si a'prisse una campao-na non sarebbe suffìciente, tanto più se dovessero for~ire' contemporaneamente il personale per l'esereito attivo e per la difesa delle piazze e delle coste. Siccome poi se_cn~do questo progetto, la parte assegnata ali ' arti~ g~ie:·ia, tan to negli ass'edii coiue nella di~'esa, sarebbe d1 ,nolto aumentata, così sarù necessario aumentarne il. numero, portandole a 64, ripartite fra ,i. reggimenti dr 16 compagn ie l'uno. · t ·ar tiglieria è pure incaricata della co , truz ione dei p'on ti : parrebbe. che questa dovrebbe essere una missione a~atto spe~iale c(ell'i ngegnere , e per conseguenza del genie.>. Infatti, vane potenze, Inghilt.PJ.'l'a. Prussia Spagna, hann0 affidato esclusivamente la costruzion~ dei pont.i. al genio, o ad un corpo speciale, i pionieri come l'Austria, i quali recl utano i loro ufficiali dai ge ni.o. Presso di noi, e così pure in F1ancia, esiste egu;1Jmente questo corpo con attribu zi oni consimili colla sola differenza che i suoi nfficiali si reelutan~ dall'art.iglier·ia invece che ual genio, e tutto il corpo port a l'uniforme cieli ' arma d'artiglieria, della quale ra part.e. fo crec~o. che, ~o.n fosse per altro, pe r- solo risp~lto alla tradizione militare convenga lascia re sussistere quel reggimento nelle conù izioni in cui ora si trova, migl iorandole se è possibi le; e non veggo qual van-

303

tc1go-io potrebhe ridondare all'esercito se si seguitasser~ le teorie di taluni, i quali, teo rizzando un po' troppo, vorreb l)ero addirittura far passare assolutamente il servizio dei ponti al genio, senza riflettere che, se è molto fac ile disfare un coi-po che esiste da. lungo tempo con onornte e splendid e tradizion i (1), sarebbe invece molto difficile il crearne un altro ca. pace di sostituirlo. l\li sembra adunque che simili proposte siano quanLo meno fuor di sLagione. Si è detto altrove che tu U.a la pa rte attiva dell'attacco e della difesa era più convenifnte, . e più utile al buon esi to delle operazi0ni, lasciarla nelle sole mani dell'artiglieria sino agli ultimi periodi. Importerà. ad unque che i reggimenti da piazza ve ngano assai esercitati nei lavori in terra, men tre si potrebbero curar meno altre istruz ioni meno utili, come il maneggio delle armi, le evoluzioni diverse di compagnia, br-igate a piedi, ecc. ì: sempre stata una grande rnanì~ quella dei ·corpi speciali di .vo.ler. passa:·e per gr~nd1 manovratori. li genio e l'art1gltena da piazza vogliono nelle evoluz ioni guadagnare una riputazione di superiorità. sulla foi1ter ia: l'artiglieria da campngna non vuol resture ul disotto cle lln cavalleria nel montare a cavallo; e siccome per far apprende1·e bene tutte queste cose al soldato ci vuol del tempo, così questo si consu ma a detrimento di molte Hltre istruzioni tutte più essenzia li. Per dare un vigoroso impulso alh~ is truzioni dP.i cannonieri, per nlla rgare il campo delle cogn izioni degli ufficia.li e mantenere ognorn vivo in essi l'amore allo 1

o

(1) vedi l'opuscolo sui pontieri italiani del dc>funto Cesare Cav i capilnno d'artiglieria, lrnppo presto rapillJ a!l'affetto dei molli suoi amici cd alla stima dei suo i. c.oncittadini.


:104

r.oNSIDEn.\7.TONI

stud io, credo che gioverebbe assai formare parecchi cenlri d'artiglieri a, dove si trovassero riun iti tutti i diver::;i servizii cui deve attendere quest'arma, e quivi stah~lfr_e un centro di scuole permanenti, sia per gli ufùctalt che per i sott'ul'ficiali. Le seuole degli ufficial i dovrebbero ritlursi acl essere\,, vere conferenze, dorn gli ufficiali am ichevolmente ri11niti potrebbero di scutere, sollo un'ab ile dire zione !live1·se qu islioni da mettersi pre;centirnmente all'md ine del giorno, e sentii-e unche quello lezion i ehe in date speciali materie potrebbe fo1·e qualsiasi ufficiale. La s~ie1~za non ha gerarchia; e non sarebJ1e por nll Ila ù1sdiccvolc che qualora un ufficiale subaltern o avesse <;ogn iiioni estese su di una data materia, le comunicasse agli altri colleglri. Le scuole dovrebbero essere fatte special mente per i s0Lt'11ffieiali i quali dcsicle1·ano percorrere Ja cm·riera , e che sono riconosciuti idonei . Gli esami doveebb ero essere piuttos lo rigorosi, e tali· da mettere il solt'ufficialc p1·omosso ·in stato .di aYanzare almeno sino ai gradi superiori. Per quei sott'ufficiali i quali, per scarsità d i cocrnizioni scienti.fiche e leUerarie, non possono aspi~o re · all'avnn zamen lo , dovrebbe crearsi t111 gr·ado intermedio,! pal'i all'aiul.anle in Francia, ed al]' alfiere ncll' anti COi esercito napoletano, il quale servisse a ricompens,ne l'anzianilù del b.11011 se rvizio pres talo nei on·l'ad i in-/ l . . . fC'l'lO l'L L'i sti tu zione di qu esto grado i11Lérm e<.lio nell'artigli eria ed anch e nel genio, a rn c sembra una nceessi Li\ ussoluta, sia per la eonsidc ruzione anzide lta cl i prernial'e, cioè, lo zelo, la buona condoLLa e l'esperi enza prntica di tutti qu ei sott' urfì cinli che, non per la loro co lpa, difetta no d'istruzion e, sia pure pCI' diminuire il n nmcro degli uffic iali subalterni di corso,

sc LL' Ol\fl l NA)rn~TO )111.l'l'A IIE l)J~I, !\EGNO

305

al'ftnchè la loro prnmozione u ca pitani possa sempre succedere in uno spazio l1i ten1 po non troppo lungo. Altrimenti ne avverrà che be11 poch_i sar~nno coloro i quali, dopo aver fotto un _cOl'SO d1 studi ~he n~l~e carriere c:ivili lascia sem prc mt1·a.veder:' la ~t0spett1' ~ di un florido avven ire, vorranno desl111ars1 nei tcrr~p1 ol'dinarii di pace alle anni d'a rLiglieria e ~el gemo,_ in cui dovranno ve 0 ·etare almeno una dozw1a d'anm pl'ima di polcl' giu~gcrc al ? r~do di c~pitano.... . , Siu 11 el genio che nell' art1ghcria, 1:a vvr u n _Pe 1_::o~nale contab ile assai numeroso , che, debite eccez1?n~ falle, crndo piuuosto scadente. Con q uanti <lieettor~ dl sLab1li111cnlo, diretto ri del genio, u!i è~ occorso ù1 pal'lare, sem pre sentii a_ fare pocl1i elogi di q11eslo persounlc, che, nè cirile nè mili tare, è di molto peso allo fin anza e di poea 11 1,ilittl allo SI.alo. Io c_upisc? che un p~rson°il~ contabile è necessario, ma non 1nlendo com e es~o.<leb:M essere così numeroso. Il numero to tale d<~gh 1mp1ccrali J clla tesor~ria in InghiitùtTU (JJoarcl o/ ~recl~ury), ~hc rco·cre n è più nè meno che l'amm inistraz1.0JJC della 0 firHrnz ~ cli quel gran Regno, è di 3::3; 0 1· bene, 10.g 11an~u l'Annuario 11tilitare del 1868, e YÌ trovo che _iJ gemo ha nè più nè meno di 3Gz impiegali co~tabLl1. J,'urLiglieria ne ha 278, senza _con\are tu~La l'1rnmens~ Ci.:-. terva di assistenti loc.ali, scrm1111 locali, ed aiut~n~t ~eJ ·1 crenio dei i;ontrollori e capi-officine per l'art1glt en~. 1 o , . . l Or bene ·il Boarcl o{ 'l'reasury ,uumrni 5 Lrn un_ JL· 1 · 1· 1·J'_1·, cremo r,d lan cio che' ammo11la a circa < uc rn1g w o ." arti,,licria do. noi, quando se ne ùccluca _11 rnat~rralc imi~ohile non avrann o un movimento dt val on :;uperiore a' sei o selle rnilioni. E ~i tiene ~rn per: ~ .al_c così sterminato, un vero hattaghone per con tci:,i:,lill e sì po.ca cosa? . . ln vcritì1 che non ci capisco nulla . O 1 regolamen.ll 1• • • · • · 1 Il · • cl'a ·t1·..,.11·e1·ia e del c ammunstrat1v1 oe e 011 ez10111. 1 o o.re1110 1


306

CONSIDEllAZlONI

furono creati a bella posta per impiegare una clu sse di persone, e allora vanno corretti, o questo è un personale inutile. Credo non ci sia esempio al mondo di . tanti impieghi civili mantenuti in mezzo ad un eser- • cito so tto pretesto amministrativo. Se po i alcuni contabili sono necessarii, perch è questi non vengono tratti escl usivam ente dall'elemento militare, dai sott'ufficiali cd ufficiali dell 'una e dell'altra arma? Il servizio non sa rebbe così meglio gu arcn tito sia sotto il rapporto economi co che so tto il tecnico ed il disciplinare? Il Comitato, come è ora costituito, sarebbe il centro dirigente di tutto qunnlo riflette il servizio dell'artigli eria, sia per il personale elie per il materiale. Ogni qualsiasi inno vazione nell'arnrnmen to delle piazze, nel materiale, nell'andamento <legli stobilìmenti non dovrebbe esser fatta dal Ministero senza l'ap provazione del Comitato. )Ia in questo, olt1·c agli ufficiali genel'alì che sarebbero chiamati a comporlo perrnan enternen te, dovrebbero essere amm essi uffi ciali superiori, come membri eventuali per lo studio di det.erminate quistioni, ed anche semplici cap itani ai q uali, come si è proposto per il Con siglio superiore del genio, si riserverebbero alcuni posti da OLLencrsì al concorso, sia per incoraggiare lo stu dio, sia per forl i pigliare parte all e deliberazioni di quel co nsesso, introdu cendovi così qu elle sp iccate specialità le quali emergono di quando in quando nei gradi in fe riori, e che sono clementi preziosi nella trattazion e delle qu .istioni tecniche. Tali capitani piglierebbero il soldo da maggiore.

SULL'ORDINAMENTO MILITARE DliL REGNO

307

XVI. Ri1la1·to delle f'<.wz4:' na:t,ionali fra le diverst: ari~li sul piede di pace e sn quello d1 guer1·a.

Dopo le falle considerazioni g.~ne~·ali sull e singole armi Yicne · ora il mom ento d indicare come dess~ enf re;·ebbero nella composizione delle diver~e. pari 1 dell'esercito, cd in qual modo sarebbero ~ormat, l cs_ercito attivo, la riserva. sussidforia e la nscr~a _territoriale. Ciò appare d..igli specchi qui sotto dest:riUt.


I

r:::::=:==::====:;:=====================-=-=:::::-=·========--::.::·~·-=-==================:========;i umcinli di tutte le armi 12,000 12,000

I

... eara b.1men f Linea ro

19,000

. . N. 72 rcgg-. n 3 battngl. di 5 comp .: ogni comp. di 96 uomini ùi bassa Jorza. - I I regg. in totale di 11500 uomini; i 60 in pih di 96 X 15 assegnali allo stato maggioro . . . . . Bersaglieri. N. ,10 battagl. a 1 conip. con 9G nomini di bnssi.1forza, pii.1 6 uomini por lo stato maggior0 .

J( ro

·.:::

~ > co

t:..::>

Lancieri

I\. 12 rcgg-., doi quali 7 da campag1rn: ,1 da piazza cd 1 pontieri N. 24 comp. a 96 uomini cad nna 96 X :?t1+ 96 .

=

Treno, Amministrazione, \'et.crani, ecc.

Totale

l

123)600

I

N. 12 regg. a 6 squadroni l'uno; 12J uomini per squadrone. -

Tot.alo regg. = 120 X 6 + 30 por stato maggioro= 750 . . Cavalleggeri N. 6 rogg-. Sil 8 squa<lroui formati corno sopra. - To tale reggimento == 120 X 8-+· 40 per stato maggiot'c = 1,000 Guide N. 1 regg. su 8 .squadroni com e sopra = 1:000

Artiglieria. . Gcuio . .

108,000 . 15,600

19,000

9,000 (

6.000 ~ 16,000 1;000 J 18,000 2,400

18,000 2;400

4,600

41600


I

> 2

~

i:sca•cito :ltth,o suB llie(le di guerra, comi~osfo di ,,otoni~wi, 1•iass0Matl, tl'orclhnanza e di seue classi di J a categoa·ia, dai ~O an 21 :umi, «1on facoltà alln soia ultima· classe ,U 1we11de1• nuoglie.

-

r,::::=======:==================================:;:::=:=:===========:-1 .... Linea . . N. 72 rcgg·. a 3 bnttagl. cli 5 comp. La comp. di 180 uomini. -

....~

. ;,g

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i=:t a:I

Bersaglieri.

t"1

.......

Totale regg. = 15 X 180 + 100 per lo stato maggiore == 2,800 . 201:600 N. 40 hattagl. a 4 comp. La comp. di 180 tiomini. - Totale battaglione = 720 + 30 per lo stato maggiore = 750 . . . . 30:000

l

231,600

I

l

N. 12 rogg. a 6 squadroni u 150 uomini. - Totale reggimento + 100 per lo stato maggiore = 1,000 . . . . = Cavalleggeri• N. =G900 regg. ad 8 squadroni composti come sopra. - Totale reg. . t:cc gimento = 1,200 + 100 per lo stato maggioro= 1:300 . . c.:, Guide N. l regg., come un regg. cavalleggeri . ·

12,000 7.800

Artiglieria . Genio

32;000

32,000

5,000

5,000

10,300

10,300

C'CS

-

·.:: (Q

/

I

N. 12 regg., di cui 7 da campagna: 4 da piazza ed 1 pontieri

. N. 24 comp. zuppatori a 200 uomini, pitl 200 per lo sl:ilo maggioro del Corpo. •

Treno, Amministrazione, (ntendenza, Giustizia militare, ecc.

Totale

\

21,100

i;aoo

300,000


340

CON'SIDERAZIONl

In questo specchio non sono compresi nè gli ufficiali nè i carabinieri, i quali non debbono subire co'fJSiderevole mutaz ione dal passaggio · del piede di pace a quello di guerra. L'esercito attivo Lrova poi il suo alimento nelle sette classi di 2a categoria, 154,000 uorqini, le quali sòno più che sufficienti per corrispondere ai bisogni anche di una lunga guerra. Ques te sarebbero successivamente chiama.te a misuea del bisogno: ma, come si è detto, sarebbe nece$,sarissimo che esse venissero ammaes tra te abbastanza per tre anni _consecutivi, .i n modo da poter entrare .in campagna P.oco tempo dopo in,corninciata la g uerra, se le circostanze lo esigessel'o. · Viene per ultimo la riserva territoriale, la quale è pur essa composta di uomini di ,1a e di 2" categoria . I primi, in numero di H 1,000 circa, vorrebbero essere organizzati per battaglioni di fanteria, di bersaglieri, di Cacciatori delle Alpi, e per compagnie d'artiglieria. I quadri degli · ufficiali sarebbero formati come già ebbe a proporre il generale Cugia, stabiliendo cioè la posizione di riserva prima che si possa aver diritto al l'iposo assol uLo, ed accordando anche dei brevetti di ufficia le, sino al grado di maggiore, a persone del luogo, beo censite, volon terose, e che dimostrassero di aver att,itudine per la carriera delle al'mi. La ,1a categoria_della riserva territoriale troverebbe il suo alimento nelle tre ultime classi di 2a categoria ad essa assegnate. Ognun vede che, a meno. di una grossa guerra nazionale, sàrebbe difficilissimo che si presentasse il caso di chiamare sotto le armi queste ultime.

SULL'ORDINAMEN'fO MlLiTARE DEL REGNO

311

xvu.

1

.Divisioni e corpi d'ar1nata stabilmente costituiti.

L'organi?,zazione di pace deve corrispondere, a parte il minor numero di truppe tenute sotto la armi, all'or-

,)

.

ganizzazione per la g uerrn.. Io vado persuaso che nella pratica ' di questo principio è in gran parte riposto il segreto della vittorùl. t curioso- che mentre si dedicano tutr.e le eure al reggimento, unità la quale è ,più a,rnministrativa che combattente, non si pensi per nulla a dar vita alle grandi unità della guerra, che sono la divisione ed il corpo d'~rmata . Che cosa succede sempre presso di noi all'aprirsi d'una guerra'? Quattro reggimenti, presi come si trovano al momento, si riun isèono per formare una di visione: vi si aggregano i primi battaglioni bersagl ieri, le prime batterie d'artiglieria che si presentano; poi si manda un ufficiaìe generale a comandare tutta questa ~r'ava gente, dand~li nel più dei casi .un capo di stato maggiore che non ha mui visto, un intendente militare del quale ha poca fiducia, e con ciò si è persuasi di aver messo assieme un tutto omogeneo, comp:Hto, in cui solda ti , generali e funzionarii, i quali non si conoscono punto, devono a vere gli uni per gli altri la massima stima e fiducia. Io non vedo qual · in conveniente vi sarebbe a tenere sempre costituite le divisioni, anche in tempo di pace, nella debita proporzione di forza presente sotto le armi .


CONSIOER.\ ZIONI

I vantaggi che si ricaverebbero da questo sistema, sia dal lato dell' isLruzione, sia per la conservazione dello spirito militare, sia per.· la pronta mobilizzazione ùcll'ese1·cito, sono inca lcolabili. Ora, invece, che cosa surcede? Un generale divisionario pl'en<le il comando ùclle sue truppe. alla vigilia d'entrare in campagna : non vi conosce .nessuno , e, tranne alcune incliviclualilà, non è conosciuto neppur lui. È tutto un tirocinio ch e gli tocca fare per mettersi a giorno del personale che lo circon da: sovente inforrnnzìon'i prcventi ve, ispil'ale da un a meno esatta conoscenza di persone, lo dispongono o troppo bene o troppo male verso taluni dei suoi capi subalterni; quella necessaria corrente di stima, di fidu cia, di tolleranzti, di ben evolenza, tli. amore, che deYe esistere fra tutti i gradi della gerarchia, tarda a dimostrarsi: quindi quel decousu, così pernicioso al .buon andam en to dell e cose dell a guerra. Lo stesso dicasi dei cornandanLi di corpo d'armata: al cuni hanno cred 11 to ravvisare in loro tan ti nemici della liberti), nè più nò meno, e hanno veduto nei comHndan li di corpo d'armata una quistione poli tica, dove vi è puramente una qui stione militare. Se l'esercito è una macchina che deve · agr1·c potentemente in guerra, non bisogna che durante la pace gli si leYino le sue principali ruote, chè del rimanente essa rimarrà stazionaria ed inerte ; che se si aspetta ,ad applicarle al momento dell'azione, non resta ·il tempo di co rreggerne i difetti, o a modificarne l'andamento. Ma costoro temono, e veramente non si saprebbe dire con qual foudamento, che questo esercito abbia delle tendenze all'uso spagnuoio (cd è curioso che l'ultimo pl.'Onunciamento fu Ll'ovato sublim e da quelli stessi i quali 1Jà11no infondati tirnori che possa succedere nel nostro esercito qual cosa di consimi le), o che i suoi

I

L

suu:onDTNAMENTO MJLJTAnE DEI, REGNO

313

generali siano fotti all'u so Crnmwell , il quale, dopo di aver cacciato il Parlamento, Yi faceva scrivere sopra : - Palazzo eta affittare ! - Non si vuol sentire a discorrere cl i corpi d' armato , e tanto meno dei loro comandanti. Ma santa pace! L'3gionjamo e discutiamo una buona volta le quistioni, liberi da prevenzioni di. person e o di parte. Puossi contestare seriam ente l'uLi liUl di questa istituzione, e per la disciplina e per· l'istrn zione delle truppe~ Come mai si può pretendere ell e un coma ndante cl i corpo d'armata possa esercitar(~ con piena tt·anquillitù un comando così importante, se si aspetta a metterlo in contatto delle sue truppe solamen te nl momento di en trare in ca mpagna? L'efficacia del comnndo non si improvvisa nè con un decre to reale, nè per forza cli regolamenti ; è una quisti one tuttn morale e di Jìdncia. Bisogn a dunque che questa esista cln pprima. e <la lungo tempo; che i corpi sicno tenacemente uniti' trn di loro, durante la pace, pe1· mezzo di quei legami i quali furono stabiliti per la n·ue1'ra dall' esperienza e ùall'artc. Il timore che coi o . l co rpi d'armatu costituiti possa esservi un penco o per la libertù, ò van o e ridicolo. lo vorrei l' esercito in pace formato semp re nelle sue diciouo di visioni, com e si è stabil ito nell'organi co, e in sci corpi d'armata rli tre divisioni cad uno. Lo Stato vorrebbe. perciò essere diri~o in sei grandi zÒne militari, tre ne ll a val lata del Po, una al centro, e ~ue ne_ll'Italia merid_ion?le: Ognuna 1Ji queste zone ahbracc1ercbbe t.re drns1 om milita ri, nelle quali il Go1ut1 ndante la clivisiot'H:: terriloritlie dovrebbe essere ad nn tempo il comandan te la divisi one ~ttiva, per cu i dov rebbe aver sem pre nrl suo t81Til.01·i o gli stessi reggi menti , l'.l le stesse frazioni. cli truppe. T cn rnhiamenLi cli pres idio non dovrebbero fa rsi che J'l'golarmente ogn i d11e anni, prima fra i


314

CONSIDERAZIONI

reggimenti della division e, quindi fra reggimenti di divis ioni diverse, o pee int·iere divisioni coi rispettivi generali. In tal modo, le' divisioni, i corpi d'armnta restano sempre formati. In ogni zona di corpo d'armata, l'amministrazione provvede, quando ne è il caso, alla rifornitura dei magazzini di vestiario, ' del carregg.io, e a tutto il restante materiale occorrente per fae passare il corpo d'armata sul piede di guerra. Il generale comandante ha pur esso la sorveglianza su questo ramo di servizio: e t utto dovrebbe essere preparato in modo che all'atto della mobilizzazione bastasse un ordine del Governo che ri(;hiama oo·li uomini dal congedo per poter dire: l'esercito è pronto. Tu ttociò si potrebbe ottenere senza spendere un c.entesimo di più : è unica mente quistione di tenere le truppe che devono andare in guerra so tto la stessa mano durante la p,ice : di fare in modo che si possano completare sul luogo stesso del necessario, per p~ssare sul piede di guerra; che non vi sia, per cosi dire, che il bisogno di aprire le porte dei magazzini. e comprare i cavalli mancan~i per poter mettere .in ma_rcia ogni corpo d'armata. · I mezzi d'acquartieramento non eguali in tutte le ,locali tà, 1a necessitù di tenere un mHggior numero di reggimenti in ce rte provincie del Regno, sono tutti ostacoli che, a detta di talunj , impediscono l'effettuazion e .di questo sistema, del quale però non possono disconoscere l'util ità. illa questi non sono ostacoli serii a mio avviso. Propriamente parlando, in Ita lia, meno in Piemonte, qualche po' in Lombardia e nel Napoletano, vere caserme non ne abbiamo: sono tutti le.cali . ' in genet·ale infeli cissimi, che si adattarono a quest'uso; e vi è mezzo di tenere ncquartierate male quasi dappertutto le truppe necessarie a costituire una divisione. '

!

SULL'ORDINAMENTO MILI'l'ARE DEL l\EGNO

315

In quanto alla necessità ché si può presentare di · avu una maggior quantità di truppe in date provincie, vi si può ·provvedere con distaccamenti parziali di battaglioni dalle divisioni più vicine, senza mai toccare a.ll'essenza costitutiva della divisione. ·

XVIII. Amministrazione.

L'amministrazione di un esercito è di sua natura c6sì vasta, ed è costretta a contemplare tanti rami di servizio, tante diverse posizioni d'uomini, che il definirla e concretarla in tutte le sue parti sarà sempre cosa assai difficile. Eppure, sia per l'foteresse dello Stato, s·ia per quello degli ind ividui componenti l'esercito, egli è sommamente necessario che l'amministrazione militare fu nzioni ognora nel · modo il più economico, senza grettezza, con regolarità e semplicità ' massima. Le disposizioni . nostre a.mmi nistrative, teanne quelle generali compendiate nel Regola mento per l'amministrazione e contabilità dei corpi, stanno raccolte non so in quanti volumi del Giornale Jlfilitm·e, e buon pèr noi che un diligente ed esperto funzionario del dicasterQ della guerra ha compilato una Guida Prat-ica per le competenze, la quale ci è d'aiuto per ritrovare Lutte quelle moltepl ici decisioni le quali ben spesso si contraddicono l'una coll'aJtra.


• 3'16

SULJ}OTl.DJNA,i'IIENTO MILITARE DEL REG::-l'O

CONSIDERAZIONI

· Noi po~.Siamo dire della nostra legislazione militare quanto scriveva il generale Foy, nella sua storia della guerra della penisola, a proposito delìa franc6se . « Celui « qui pour connaitre l'armée francaise, en etudi eeait « la législation écriLe, entrepren<lrait un tr-avail inutile « et fas ticlieux. Dans ce fatras d'ordonnances sou ve« raines, et de déeìsions ministerielles capables de « remplir eent volumes, les contradictions ]' arrète« raient à chaque pas: il ne saurait distinguer ]es « dispositions encore en vigueur de celles qui n' en « eUl'ent jamais. » · _ Il nostro Gfornale 1l1ilitare Ufficiale, che comp rende ben più di 40 grossi volumi, è lì per far testimonianza: della moltiplicità delle leggi, decreti, regolamenti, note ministeriali che specialmente dal 11859 in qua furono promulgati, emanati dai diversi ministri. Se questa continua instabilità è dannosa sotto molti rapporti, ella è poi quanto mai nociva nel ramo amministrativo, nel quale è necessaria la eontinuilù del sistema e delle tradizioni. , Il generale Trochn ha, con 1un'eloque11za e con uno spi l'Ìt.o ben invidiabili, descritti tutt.i gli imbarazzi in cui ben soventi si trova un fonzion ario militare costretto a pes.care nel Hvre de la règle (così egli ch iama il Giornale Militare) una decisione, la quale non è mai sicuro di non trnvare contraddetta da un'altra. Egli si esprime così : « Les lois, les ordonnances, les décrets, « les <lécisions, les uns abrogés entièrement, les autres « abrogés partiellement; d'autres non ancore abrogés, « mais tombés pnr la force cles choses en désué tude, « d'autres enfìn en plein cxercice; les nouve.iux ex« pliquanL, complétant ou contrariant les anciens, se « succèdent, s'accumulent et se heurtent clans ce livre « de la règle, qu'il faut bieii que j' appelle par son « nom: c'est le Jou1·nal Jlfilitaù·e Officiel. »

3•17

Nell'addivenire all'ordinamento militare del Regno, sarebbe pur necessario che si compiìasse un Codice l egislativo ed amministrativo che contenesse tutte le leggi e regol amenti in vigore, il quale dovrebbe sostituirsi alla racco]ta del Giornale M1:litcire . E suecessivamen te vi si dovrebbero ~ggiungere Lutte le dispo·sizioni, leggi e. regolamenti i quali hanno un carattere permanente, esclud~ndo tutte !e· circolari e n ole ministeriali le quali hanno un carattere puramen te tem poran eo. In seguilo, .il Giornale Militare dovrebbe restringersi a pubblicare quelle disposizioni che banno probabilità di ess~rc stabili, men tre tu tto il res to, note, -circolari, ecc., non dovrebbero essere stampate, ma conservate negli archivii dei corpi. Si verrebbe inJì ne ad istituire un a specie di libro d'ordine clel Ministero, come quello in uso presso i corpi, il quale si dividerebbe in libri d'ordini permanenti, ed in libro d'ordini giornalieri. Non è mio intendimeuto entrare in una mi nuta discussione e disamina del nostro sistema amministrativo dell'esercì Lo : è ques to un argomento troppo vasto, il quale richiederebbe, per essere trattato con piena conoscenza, molte maggiori cognizioni sulla ma Leri.:1 che ·'io non posseggo. Giova però tener con Lo degli appnnti i quali gtmeralmen te gli vengono fatti . · , Si dice con fon damento di verità che, mentre in esso il controllo è srrinto al sommo grado. per forza di massime e disposizioni regolatnentari, le. quali voglfono che l.e più minu te spese vengano annotale su d'un'a quantità cli.reg istri, in eealtù poi la verificaz ione dei conti non apparisce nè chi ara, nè- facile. J~> un lavoro i.mmane dt burocr-az ia, la quale assoggetta i reggimenti a trasportar seco lo ro montagne di carte · e di libri, in cui ordinariamente non vi sa veder chi~ro

'


CONSIDERAZIONI

nemmeno chi li ha redatti. Nè è senza valore l'ossei:vazione che. un comandante di reggimento sia di sove rchio distolto dalle cure dell'istruzione e della disciplina per attend·ere alle molteplici'incumbenze amministrative, le quali tendono a farne più un ragioniere che un uomo di g uerra. Altro inconveniente è quello di creare nell'esercito una classe speciale di ufficiali burocratici, i quali finiscono . per ·arrogare a sè tutto il monopolio dell'amministrazione, si impongono agli stessi Consigli d'amministrazione, e teI?,dono talvolta .a porpetuare abusi e consuetudini contrarie allo spirito dei regolamenti . :Massimo poi dei gna i, si è quello cli paralizzare la mobilità dei corpi, forzandoli a traspo:tar secoloro una quantità soverchia di robe, quando · si muovono, e a rimanere legati in un modo troppo as- · soluto ai rispettivi depositi., quando qnesti si formano . Io credo che i reggimenti, i eorpi tutti soggetti ad essere mobilizzati, di proprio non dovrPbbero ayere che il pmo necessario per en~rare in campagna; tutta li!- r imanente dotazione dovrebbe essere fissa nelle o-uarnigioni in caricamento o ai comandi o alle inten dem:e militari, i quali, nei presidi in occas.ione di cambi, la farnbbero passare da corpo a corpo, CosJ pure i corpi non dovrebbero avere pressò di loro chn piccoli maga zzini di vestiario per provvedere ai bisogni del momento per le truppe presenti, mentre tutl.i i distaccamenti dovrebbero servirsi dai magl:\u.eni generali cli confezionamento o di deposito rli oo-o·ctt.i di vestiario e bardatnra , che vorrei stab,-· 00 lito in ogni capo-luogo di divisione territoriale, quando loro tornasse più spiccio il provve1e rsene. Nè i corpi dovrebbero confezion·are robe nuove, cloventlo:,i. tutti i loro piccoli magazzini fornfre da quelli generali.

SULL'ORDINAMENTO l'll!L!TA.RE DEL REGN0

1

319

So bene che contro di°questa proposta si schiereranno probabilmente tuLti i ,comandanti dei corpi, i guaii, per esperienza fatta sulla cattiva qualità delle stoffe in molti casi ricevuti dai magazzini merci, paventerebbero di essere per di più onendamente mistificati nella confezione del vestiario. l\ia questa non è una ragione abbastanza valida per condannare il sistema, se in principio può esser buono, e sovrat.utto se egli riesce a sbarazzare i corpi combattenti del maggior numero cli ùnpedirnenta, a renderli infine quanto si può mobili. Vuol dire che il sisterna potrebbe peccare nell'esecuzione, la quale potr~bbe ancli'essere difficile, ma cotesti ostacoli si possono Sl.lpcrare colla buona volontà, coll'energia e col rigore nelle accettazioni. Credo poi che si otterrebbe un grandissimo vantaggio dal lato economico, poich'egli è certo, che se venisse appo noi confezionato tutto quanto è necessario ali' esercito in scarpe, zaini ed oggetti di vestiario, con stab ilimenti meccanici conosciuti sotto il r:iome di Godillot, come si pratica in Francia, si potrebbero avere a minor prezzo e più sollecitamente (11). ;rutti i corpi dell'esercito sono per la massirpa parte corpi comba ttenti ed amministrativi. Un comandante di corpo si vuole talvolta più che sia un abile amministratore, che non un appassionato educatore di soldati. Riu· nire le due qualità su di un capo sol.o non è sempre facile. È ben v~ro che egli ha un relatore, un Consiglio di amministrazione; con tuuociò la responsabilità pesa sempre sul suo capo. E se in un reggimento le cose d' amnunistc·az·ione zoppicano, la colpa ricade sempre

(1) Un rrcente Decreto m inisteriale ha stabi lilo un opiJìcio mflccanico per il co nfezionamento del vestiari.o in Torino.


.•I 320 CONSIDERAZIONI sopra ,chi comanda. Ora, chi- conosce un p·o come stieno le cose, sa benissimo che se un colonnello volesse· dar corso lui a tutLo ·iJ corriere che giornalmente riceve, non escirebbe più dal suo uffizio. Per citare un esempio del come sia stragrande la corrispondenza, dir~ che il p1·otocollo di un reggimento · d'artiglieria sopravanza in fin cl ' anno le 20;000 lettere, cib che dà una med ia di 54. al giorno. Capisco che molte cose sono di poca imì)ortanza, di puro meccanismo amministrativo, ma ve ne foss~ro pur sole IJ2, su quelle 54-, le quali richiamassero tutta J'a attenzione del comandante di corpo, queste sarebbero già troppe . Un reggimento, non è un ministero, dove tutti i direttori generali trattano tutte le questioni ordinarie senza pigliar l'imbeccata dal Ministro; in mJ . reggimento il colonnello è come il padre di famiglia j} quale deve aver l'occhrcr vigile su tuttq e su tutt.i; gli sì deva perciò lasciare il tempo necessario per accudire ad ogni cosa. Nè 'bisogna :immaginarsi che tutt.i coloro i quali nel regno d'Italia hanno la disgrazia o la · fortuna di essere alla testa di qualche nm rni.nistrazione, e che vi.si mettono cuore ed anima, abbiano da rimettervi la sa1ute ed anche la v.ita per l'eccesso del ,lavoro da eui sono oppressi; corne se ne videro parecchi esempi. Se si po Lesse fare il rnariiroJogio de1la bnroc;razia, chi sa che non riuscirebbe abbastanza ragguardevole! Convienè adunq ue stud iurc, trovare un sistema, il quote valga n scmp!:ifìcare l'amministrazione dei corpi, e ,liberare i comandanti di corpo se non dalla responsabilitù, almeDo da una infinitù · cli seccature. Mi pare di vedere qualche rispettabile f1.mz ionario clell' Intendenza militare sorridere di compatimento, nel sentiee ad enunziare queste formo le voghe, inde~erminate, che si riassumono tulle nel gran verbo

SUL!,' OllDlNAMEN'l'O MILITARE DEL l\EGNO

I/

3~1

seniplifìccire, :verbo che ormai tuLLi gli Italiani dovrebbero saper couiugare, tanto lo si ripete a proposito di tu tLe le amm inistrazionì, senza contrapporre qualche cosa di meglio a quello che esiste. Io certo non mi sen to da tanto di fare un piano generale cl'arnminisLr·azione, nè sarebbe il caso di qui svilupparlo; · però oso emettere· alcuni principìi, 'i quali, se non m'inganno, porterebbero a semplificare per molto la amministrazione. Nello stabilirli, io parto dal critr.rio che l'amministrnzione dei col'pi combattenti deve esseee la stessa in pace ed jn guerra, e per co,nseguenza essa deve essere tale da permettere la massima mobilità dei corpi stessi. ,1° Soppressione nei corpi combattenti cli qualsiasi rnagazzin'o, rneno per cpwlli in cui il deposito in tempo di guerra si forma alla sede stessa, ed è per così dire compenetrato nel comundo del corpo, come sarebbero i reggimenti d'artiglieria, il corpo del genio. Perb quanto a questi, riduzione in grande de.i fondi di mr1gazzi'no. 2° I corpi non devono confezionare nulla : abo~ liti q uì nel i i eapi-sarti, capi-calzolai; essi ricevono tutti gli oggetti · cli vestiario e d'arredo dui . magazzin i divisionali; si limìtano alle riparazioni. 3° I conti dei eorpi debbono essere chiusi, liquidati ed apprnvati nel mese successivo aì comp imento di. ciuscun trimestre dell'anno finanziario. .i . I corpi non debbono tener, conti correnti di credito o debito col i\Iinistercr della guena ocl ulLra amministrazione ; di 111S in ,11S giorni essi -prelevano tul.le le compe tenze che loro sono dovute sul hilnncio della guerra , e ne gills liflcano la spesa: pnganq i trasporti sulla fenovia, l'impresa trasporti, pagano·gli ospedali, i fomitori dei foraggi, delle caserme; insomma eseguiscono essi stessi continuamente tutti i


322

CONSIDERAZIONI

pagamenti che ora il Mir.istro della guen:a liquida per mezzo dell'intendenza militare e del quurtier mastro. Fanno tutte le riparazioni a/ qnartie1·i, le quali , non im porti.no variazioni od alterazioni nei fabbricati senza ricorrere al genio. Tutti questi pagam enti devono esser fatti correntemente sotto la responsabilità dei comandanti di corpo e del consiglio · d'ammini· strazione. 5° Si dovrebbero contemplare nella truppa poche posizioni, ben definite e ben precis,~, le quali sole importassero variazione nelle competenze in contanti. · 6° ·Presso ogni ente amministrativo, che ha un consiglio d! amministrazione, stabilire un age.nte del rhinist1·0 del tesoro, per coQ.trollare le spese. Questi non dovrebbe ,essere un funzionario militàre, ma civile, il quale dovrebbe prelevare_jalla cassa dello Stato la somma necessaria per far fronte alle spese quindicinali del corpo; a lui spetterebbe di verificare periodicamente i conti, e riassunta trimestralm ente la eontabilità, esso- vi upporrebbe il suo visto, quando ne avesse riconosciuta la regolarità. Ciò fa tto, i ,corpi, otlenu la l'approvazione dell' agente della finanza, trasmetterebbero la loro contabilità. trunestrale al ~Iinistero della guerra, dove un ufficio centrnle di revisione della contabi li tà dei corpi la esaminerebbe in contradd~Llorio con delegati del Ministero del' tesoro . È inutih~ il dire che ques ti agen ti eontabi li dovrebbero dare una cauzion,e corrispondente ali' importo qutndicinale dell e competenze di un reggimento . In questo modo il controllo, che è necessarissimo, sarebbe ese rcitato presso il comando del corpo stes·so e da un funzionario non militare, indipendente dalla · 9.rnrninistn~ziooe dell a guerra, e che per sua natura deve essergli quasi avverso; unico mezzo di ottenere

1

.

SULLlORJHNAMENTO MILITARE DEL REGNO

323

eflicacia vera di controllo. Eguali agenti si ,stabilirebbero presso tutte le altre amministrazioni (parlo di quelle dipendenti dal Ministero delle\ guerra), le quali maneggiano denaro dello Stato. Nul la impedirebbe che questi agenti seguitassero l'esercito in campagna; dove tenendo~i in salvo loro, cercherebbero nello stesso tempo di mettere al sicuro la cassa del reggimento. ·7° Al soldnto non si assegnerebbe, quando viene sotto le anni, che un fo ndo per piccolo corredo con un tenue deconto giornaliero, però sufficiente; tutte le economie da esso fatte gli sarebbero rìmbot·sute trirnestralmen te. Tutti gli oggetti di gra'r1de arredo verrebbero somministrati al soldato dai magazzini, per mezzo naturalmente dei comandanti di corpo, à durata fissa; le perdite .e i vantaggi che ne potrebbero risultare o da\la. cura o dallo sciupio, andrebbero o a danno o a benefizio del soldato. Su tali principii io baserei l'amministrazione dello esercito: farà meraviglia il vedere l'impianto cli cotesti funzionari, dipendenti da un altro ministro, ai fianchi di ogni parziale amroinistrazione. E credo perciò opportuno di chiarire bene il mio concel.to in ordine ai medesimi. Nei goverqi costituzionali il Parlainento, e io modo speciale la Carn era dei deputati ha per principale mandato l'esercizio del controllo su tutte le spese votate. Ora questo, secondo il mio debole avviso, non parmi .che si possa ottenere 'continuo ed efficace, se nel potere esecutivo istesso non vi" è un mandatario indiretlo del Parlamento, il quale risponda dell'esatto impiego dti fondi votati. Questo mandatario dovrebbe essere il ministro del tesoro, il quale, con appositi commessi, eserciterebbe il suo uffieio di sorvcglianzu ~ controllo continuo, presso ogni en te amniinistrativo il quale maneggia denaro dello Sta:to. Io non riesco


I 324

CONSIDERAZIONI

a.cl intendere come un'amministrazione possa con trollare se stessa; è il caso nostro. Se per lo' passato non si ebbero a lamentare in~ convenienti, non è certo darne vanto al sistema, pc rchè son persuaso che la Corte dei èonti, in tulle q nelle montagne di carta, in quelle belle tabelle, le qua/i devono sempre quadrare, immaginate dalla fantasia burocratica, non ci vede gran cosa, ma piuLLosto all'onestà ed integrità degli uomini che l'ap plicarono . Col sistema amministrativo attualmen te in vigore si raggiunse la chiurezza, la faci litò. della resa dei con ti, l'economia? No certo. In quanto alla chiaTezzu. ed alla facili.tà di rendere i conti, basti il di1:é che non è ancora terminata :idesso la liquidazione dei cou ti per la guerra del 1! 866, e sono ormai trascoÌ'·si tre anni. · In quanto ad economia io credo di poter climosLrare che da noi si spende molto di più che non in Frnncia, per la pa!'te amministrativa. Ed ecco come: io mi sono dato que.,;;to piccolo fastidio; ho prc~so dLie bilanci, il fr·ancese e. l'i laliano, ed in questi due ho messo a confronto le spese che vi si fann o, dipendenti uni~ , camen te dal ramo amministrativo, le così dette masse, le quali funzionano nell'uno e neU' altro esercito. Or bene, io ho rilevalo che mentre pel' le spese di casermaggio, per esempio, la quota di ogni· nostro soldato è di, fr. 30,26 all'anno, quella del francese invece è di soli fr. 24,47; noi veniamo a spendere per 1a massa scuderia fr. 915, 16 per ogni cavallo all'anno, mentre in Fra·ncia I.a qùota di ogni cavallo salirebbe appena a .fr. 36,48. Così dicasi delle altre spese che sono fatte presso di noi dalla massa economia, in Francia clalla masse cl'entretien. Io non voglio asserire che questi risultati siano assolutamente esatti; mi è forza però 'il dichiarare

a

r

325 che ho cercato col più gran studio cli paragonare assieme, dopo averi.e riunite, tutte le cifre che riguardano la ~tes§a specie di spese nei due bilanci. Però il soldato italiano in complesso viene a costare meno del francese ; ciò dipende- dalle minori paghe degli ufficiali e hassaforza e dalle minori spese che s'inéon trano per il vitto; per esempio; la paga deHa nostra bassaforza, è in media, per la fanteria di 0,48 al giorno , nella linea francese questa ammonta a più di 0,60. Nella guardia imperiale poi il soldato ha più di un franco al giorno. S@ adunque da noi per l'amministrazione dei corpi si spendesse nella proporzione dell' amrninisLrazione francese, la .qua\e non è neppure quella che goda fam a di essere men o spendiosa, il costo annuo di ogni nostro soldato verrebbe ancora a diminuire di molto. Ciò prova irnper;anto come neppure l'economia, la qualo è lo scopo finale d'ogni qualsiasi ben ordinata amm inistrazione, si raggiunge col sistema vigente. suu'onom AMENTO MILI'l'AI\E DEL I\EGNO

(Conti'Y!,M)

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ANNO XIV, VOL, u.


1

SULL ABOLIZIONE DELLA ESONERAZIONE

SULL'ABOLIZIONE DELLA ESONERAZlONE

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Un nuovo ordinamento militµre promesso da qualche tempo, citato sovente in occasioni varie , come d'interpellanze parlamentari, o progetti di legge, o bilanci, aspettato con vivo desiderio qal paese tutto, e più dall'esercito, sta per essere presentato a giorni e sottomesso alla discussione delle Camere. D~lle innovazioni che .sarà per apportare all'attuale orgaì1izzazione nulla conciscianio (1}, ma una notizia raccolta, non so come, non so donde, forse un'invenzione (deh I piaccia al cielo che tale non fosse) accennava all'abol izione dell'esonerar.ione . Convinto del!' importanza delle cli- · sposizioni in materia di reclutamen l.o, dopo aver seguito le fasi, che, con singolarità per lo meno, fra varie nazioni, argomenti di siffatta natura hanno subìto, non avrei creduto che in Italia, oggi, avessimo 1

(1) Questo scritto pervenne alla Direzione nf\J mese di marzo; ma non prima d'ora ha potuto essere pubb'licato,

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avuto il pensiero di presentare un simile progetto di legge, poichè stud iando sotto un certo aspetto l'andamento delle cose era tratto ad altre conseguenze. Modellati più o meno alla francese, quando volemmo, or non è guarì, modificare la nostra legge sul reclutamento, si studiò sùll' affrancazione francese, e ne accettammo le massime. Introdotla qualche modificazione, .senza 'dubbio in meglio, si s'anzionò la nostra nuova legge sull'affrancazione militare,. ed al vecchio vocabolo di liberazione si dette un frego. Ma quando quel tesoro di libro del generale Trochu passò in rivista i riasso1cla ti , e che rivista! e li trovò aUo stato alcoolico, le idee in Francia rapidamente si modificarono; il sig. ministro della guerra fa le sue proposte al corpo legislativo, e dopo la lunga discussione dell'anno scorso, eccoti l'affrancazione bella e spaceiàl.a. Ora non era naturale l'aspettarsi che la nostra legge, nata da quella, dietro quella sparisse? Ma però alla novella di una riforma sì rad icale neJ!e nostre istituzioni militari non rimasi stu pefo tto., poichè stu.diando la storia del nostro eserèito non si possono clìsconosoere gli sforzi fatti in varie occasioni per mantenerlo a livello delle istituzioni del paese. Questa storia è sopratutto importantissima partendo. dal ·I 8,i.9 1 giacchè tutte le nostre leggi organiche, regolamenti varii furono tutti o fatti o modificati più volte da quell'anno in poi, attesochè la gran rivo luzione politica d.i quell'epoca reclamava energicamente l'abolizione dei vecchi sistemi, e questi caddero di fatti innanzi a quel soffi.o nuovo di vita e d'idee che inci~ tava allora tutLe le menti. Un'epoca meno notabile per innovazioni fu quella dal 1860 al 1866, perchè la rivoluzione politica d'a llora ebbe un carattere diverso, e però in quel lasso di tempo, più preoccupa.ti dell'unificazione, -si dovette scegliere un tipo, un


SULl.' ABOLIZION!': 3i8 nucleo del nuovo eseri;ito, e non sarebbero stati opportuni .gi'innovamenti profondi nell'atto ~tesso che si lavorava per l'insieme di quell'immenso edificio, sulla cni solidità non era innaturale il temere. E difatti assui vo lte a questo fine si sacrificarono , e non solo nel ramo militare, molteplici interessi . ·:oopo la campagna del iJ 866 non solo da parte del governo vennero modificazioni, cose nuove, ma cla tanti privali piovvero progetti di ordinam enti, di leggi, d'innovazioni. Ma quel certo orgasmo di alloea, tanto inconciliab ile coi lavori di studii profondi, fece le nuove. proposte ·dei _tanti assaj pJt'1 num;;:ose forse che sel'1e, e mentre d governo s1 componeva ud un'attitu dine cli concentrazione e cli studii, elle pel' nessuna cnusa al mondo parea voh:sse· affrettare, da molte parti si vociava in tutti i sensi . A quella gui sa che dopo un tafferuglio in cuì sian corse e batte e sangue, il magistrato si atteggio serio; costata i fotti, raccoglie le prove, e !e comari bisbigliano e fanno commenti. Però bisogna convenire, che quantunque molte cose proposte avessei'o un'irnportanzn innegabile), pure l'u_niversale aspettazione non molto preoccupala delle basi . organiche ciel nostro edificio, si rivolgeva piuLLosto alla facciata ed a.i freg i, e la generale sollecitudine seguiva soprututto il hvodo delle fabbriche d'armi, ed eccitata dai cento esernpi cli Prussia anelava il giorno in cui una buona distribuzione di fucili più o meno portentosi saldasse ogni partita. Ma io ardisco dirlo, che per il miglioramento del nostro esercito, per l'aumento della nostra forza na- · zionale, mezzo assai più importante d1e non gli stessi fucili sarebbe questa radicale modificazione della legge sul reclutamento. Giacchè l'abolizione di ogni spec·ie cli esOiierazione dal servizio militare è uno dei più gr-an(Ji atti che possa eompiere un governo in sulla

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via della civiltc't. t at.to d'un'importanza sì vitale da. ripTOJUettersene la creazione di un esercito nuovo, nel ternpo stesso che s\nfo_nderebbe un nuovo spirito nel paese e nuovo sangue e nuova vita là dove il letargo e il pctrassitismJ è funesto e fata le tanto quanto es teso e profondo. Non credo di esagerare nel di.re che si crea un esercito nuovo, giacchè per qt;anto tutti i migli'oramentì intì'odoui e da introdursi ·circa l'arrn amerito, il vestiario, gli ordini tat.tiei, ecc., tendono a far di questo esercito italiano un esercito a. livello dei più agguerriti e megl io costituiti eserciti europei, io opino éhe di cotali cose alcu1rn sono degli accessori, altre delle mezze misure in . confronto di quest'innovazione fondamentale, la quale port~ elernenti nuovi nella composiz ione. Chi può illudersi circa l'importanza ciel rer:lutamento nel valutare la potenza di un esercito ? Coll'abolire ogni speeie di eso nerazione, meno ben s'intende la surrogaz ione fra fratelli, - chiaman~o sollo le armi anchc·i giovani apparten enti a tutte le aristocrazie, nella bassa~fo1:.r...-a- sarnbtre -introclotto un elemento di educaziont~ e d'istru;,,ion~. che manca, oh qunnto I aLLualmente. Quei giovarìicLe s'incamminano a delle professioni, a sludii seientiflcì qualunque, debbono poter calco lare sui mezzi cli esonernzione, ahrimen Li non abbraccerebbero una car- ' riera che sanno di. clovcr Lroneare cli po i, e per conseguenza tu tto l'elemento istruito ò sottratto all'esere.ito. Òr bene, Lulli questi giovani quando le eosefosscro contemperate i11 rnoclo da non troncare le loro c,1rriere, diventerebbero soldati nppo1tando lu loro isLruz ionc e seco tutti i vantaggi che \' Ì SQno annessi . Cioè: coscienza de l dovere e della di sciplina, sentimenti più elevati e pit'l puri, e, mi ·sia permessa l'espres:sione, un fondo di. opinione pubblica di non lieve peso, la quale saì·ebhe in tanti cDsi · una remora · alla condolla

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SULJ,' ABOLJZlO,NE

uno dei mezzi potenti por infoncJ ere nelle masse l'idea vera del dovere è l'abolizione dell'esonerazione, gia cchè il povero contad ino, il quale vede in oggi che mentre egli è chiamato a pagare questo irnmenso tributo di parecchi anni di sua vita, o i più belli, a servizio della patria, il suo padrone si sottrae a quest'obbligo con qualche migliaio di li re, si forma del dovere un'idea ben singolare, dell'eguaglianza di tutti ·innanzi alla legge un concetto stranissimo, e della patria come di uno spau racchio che rispettando le_ porte dei ricchi, batte all'umile abituro del povero, e chiede in esorabile ai piangenli genitol'i i loro figli neL fiore dell'età loro. L'idea di patria è un'idea troppo astratta perchè se ne possa far scialacquo, pe1·occhè poi roJLa in ridicolo dal volgo ign orante, lungi <lai trovare in quell a santa parola 'il movente dì nobili e generose azioni, vi trova un'amara ironia che lo ripugna. A mc pare illusione qu ella di co loro che cercano infond ere questo sentimento nel rnlgo coll e pom pose declam azioni, col ci-· lare i Romani e Dante e Buonarotti, que1;to è suono e null'altro. Io credo che bisogna T'icorrere a ben altri mezzi per conseguire J"inten lo. L' amor di palria non può essere un sentimento aL'lificiale, ma lo si sente quando si dice : Annibale è alle porto; almeno nel volgo, chè nei dotti, negli educati a sentimenti più delicali, a viste più estese, le condizioni non sono le stesse, e ques tì pro arei et foàs intendono ben altro che il campanile natìo e il focofo re paterno. È più facile incu lcare l'idea del dovere, giacchè questa pe. netra nel nostro animo, come un elemento qualunque dèlla nostra organizzazione fisica penelr:a nel nostrù corpo, giorno per giorn o, anzi ogn i ora, ogni momento. Tutto dal nascere in societù costituita ci parla di. doveri soito aspetti numerosissimi o svariatissimi,

cli t ulli superiori, dagli inumi agli alti, e incitamento in qu esti all'i struzione per mantenel'e il decoro del loro grado. Ci potremmo ripromettere con certezza di buon es ito 11n sistema di mutuo in segnamento fra soldati. Caporal i e sergenti e furieri cl ettissimi. Dippiù siccome molLi fra questi giovani preferirebbero di aòernpire i loro doveri ri,,estiti del grado di uffiziale, no i avremmo da poter. scegliere il fior fiore per le ammissioni nei collegi. Io non mi dissimulo gl'inconvenienti, ·gli ostacoli d'ogn i natura che dall'accettazione della legge in discorso risulterebbero, e m~ si schierano avanti tutti i gnwi e molteplici interessi. che essa urterebbe ; ma verrò a quest'argomento dipoi; convin to che quest'abolizione deYc necessariamente andare di unita a contemperamenti molti, i quali anche in seguito accennel'li di volo: per ora mi basti enumerarne in gene l'e i van taggi. Nella nostra ILalia abbi.;mo fallo dei progressi in materia di apprezzamenti, rna ahim è I è pur l1·oppo vero clt e siamo anco ra indietro. Via, non ill udiam oci, il _mesti ere del soldato in Italia non ancora si circonda di lumin osa aureola. Non dirò che siamo ai tempi in cui si diceva : qui non entrano nè cani, nè soldati; ma grandi grandi progressi nemmeno li abbiamo fatti .

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Ad ogni modo, se le mie impressioni personali furono , a questo riguardo , per mala so rte tali, sia per incidenti sia per ul tro, non è men vero però cli c nobilitare il soldato nella pubblica opinione più di quello che oggi sia, è opera tale da non trascurarsi da un governo civile. E ognuno vede di leggieri quanto allo esso ascenderebbe ncll'es tirnazione pubblica, quando anche i figli delle più cospicue famiglie del Regno se nza distinzione di sorta avessero lulti a vestire la uniform e divisa del soldato.

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convinto, è fra i possibili. l? cominciando· ad abbattere il primo ostacolo alla gran soluzione, cioè mettiamo 1'eleri1ento nell e sue condizioni normali, alterale ora soltanto da questo che la classe degli uomini, ch e sen tivano, vedevano, capivano, aniuvano, anelavano fu esclusa in massima dalla bassa-forza eolla malintesa accettazione dei cambi.: e così si distrnsse, fin dal primo entrare sollo la tutela di questa Llea misteriosa, la disciplina, la principale conquista della civilLà, la più bella gemma delle nosti·e isLituzìoni, il principio per cu i passammo da un' era ad un'allrn, pi lt spiccate fra. loro nell'ordine rnornle, che non nell'ordine geologico, quelle separate da un catacl isma, cioè la eguuglianza di tutti in faccia ulla legge. Di.strugge te quesL'inconveniente che si trova in sul limitare stesso del problema militare, e sarh possibile innalzare un edificio , ove la disciplina non regga in verga ferrea, ove questa dea, che uno scu}tore potrebbe ruppÌ'esentar:e severa e forte come Minervu, potesse farn a meno del gufo, ove essa possa coesistere e con vivere in più buona arrno nia coll e leggi che rcgola1io la societil extra-mil itare. Poichè, mettendo da parte le cau:;c speciali che hanno alterato lo sviluppo delle umane lib~nù, il problema presentalosi ad ogni legislatore è stato questo: Fino a qual limi Le la Jih ertù può coesiste1·e col doverefino a qual limite se ne può concedere senza temerne gli fJbusi1 E questi limiti spostati, con trastali in .mille guise, honno lasciu t.o talora il campo più vasto all'esige1~.ze di uno. societ~t tutta·.intera :a scup ito dell'individuo, e talora h.a1mo peoceduto in senso opposto ; ma questo seecmclo modo s' è sempre appalesa10 costanten:1enle perduro.re solo eolà, ove nrnggio r civilth dava guarentigia con.Lro l'abuso. Orn il prohl erna è lo stesso per il legislatore militare, e dcYO per

e poichè il concetto ne esiste ' già nella mente del dotto come dell'indotto, quest' ultjmo può esser pe1.·suaso facilmente ud estenderlo ad · un altro ordine di · fatti, se non che per lui vale mo lto più l'esempio che qualunque teoria . Quando ogni più ben nato ed educato ed istruito giovane accorra sotto le armi, sottoponendosi a disagi e privazioni . senza ripugnanze, senza lotte, il volgo che vede, prova un vivo sentimento di ammirazione, che poi si spiega egli stesso caratterizzando il tal atto come un dovere: Se c1uesto fosse l'unico vantaggio che derivasse dall' a·bolire il privilegio dell'esonerazione, baste1:ebbe da sold a bilanciare tutti gl'inconvénienti che dal mutaee lo stato . attuale delle cose si prevedono poter nascere. Oh! quante volte ho io e non il solo esclamalo in un misto di ammirazione e di cordoglio: tna ch'è mài quest'eterna con traddizione che si chiama OL'dine militare ' ? E non mi si gridi la croce addosso così alla pr ima, chè io amo l'esercito come mia seeonda famiglia, e la disciplina come il palladio della pateia. Ma quando considero come in forza di questa disciplina tanta eccezione possa . appol'Larsi a tante leggi e naturali e positive, a tanti dritti e civili e politici e individuali, i:, tante gagliarde aspirazioni ciel cuore, non ho poi ragione di rimanerne acld,olorato e stupefatto ad un tempo I Ad onta di tutLo ciò l'eserc.ito vive , e l'ultimo da · cui parte un lamento è l'esercito , e ordinariamente chi ripugna a delle larghezze è l'esercito stesso, come nella quistione dell'emancipazion0 delle donn e sono esse le precipue oppugnateici. Allora io confesso che amo peTdermi e mi perdo fors'aneo nel pelago del problema che mi si para dinanzi. Ma, e non poL1·ebbe mantenersi questa stessa disciplina senza po rla in una continua contraddizione colle nostre leggi fondu mentali? Si, di ciò son

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conseguenza risolversi neJlo stesso modo, cioè si lascieranno coesistere colle esigenze della disciplina mili tare libertà, le quali crescono in ragion diretta dell'istruzione, e in ragione inversa del timore che di ess.e possa abusarsi._ Volete voi dunque, mi si" dirà col riso sardonico sull e labbra, libero soldato in libero ba.tt(l,glione?- Ma eh8 può sottrarsi all'attacco del ridicolo?- Così i nostt·i buoni padri avrebbero ri!-,O un giòrno pensando che qualche ci~rvello balzano volesse abolii-e il bastone e le verghe, che volesse conferire i gradi di colonnellò e gt'nerale a chi veniva d'aver lasciato la mapa, che l'oltraggio fatto al povero soldato, fosse pure da un genr.rnle, sarebbe aspramente punito, che ic; i dovessero conr.edero licenze per funzioni politiche ecc. Ebbene tali cose divennero fatti, a mano a mano che un principio si foc:;eva strada, e che poi all'ultimo picchiava anche alla porta della derel itta caserma . Perchè dunque ci vorremmo arrestare su questa via I avanti e coraggio , co n prud enza , a centellini, come Dio vuole, rna·avanti. lo nii aceontento di segnare qui quale è il primo e vero ed unico fondamento di tullociò che poi dovrà vemre. Uomini illuminati, cald i e sinceri amatori di ogni libertà, çbe avrebbero potuto vedere e fare, oh I quante volte si arrestarono come colpiti da un non so quale rispetto religioso, o altro sentimen to che sia, ìnnanzi Hilo studio dell'organ izzazione ntilitare. Essi forse vi videro ehi sa che cosa. e non v'era d'altronde ehe un po'di nebbia, un raggio dt sole l'avrebbe dissipala; le loro maschie intelligenze avrebbero potut.o nbbraccinr tutto, e provvedervi, ma noi siam figli della storin, e il filosofo , il puhblicista, il giurcperito non volevano penetrare collo sg uardo al di là del casollo della sentinella, e mentre affaticansi a far la storia

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d'una camicia, d'un boccon di pane, d'una goccia d'acqua, perchè non hanno fatto la storia d'un corpo di guMdia? Coll'abolizione dell'esonerazione, il sentimento dell'umana dignità resterebbe rialzato , come semp:re succede in ogni applicazione del principio di eguaglianza. Questo sentirnento non è allo stesso livello presso tutte le provincie d'Italia, ma pur troppo, per nostro infortunio, è vero ch'esso è sconosciuto affatto . da alcuni cittadini; e p ièt volte un -sentimento di stupore si appalesò in coloro che ~d ucati ad altre seuole e sotto altri governi, pur venendo in alcune provincie del regno colJ'aspeLlativa, in tanti altri casi esagera ta dalla fama, di trovarci esteso e radicato questo vi_zio condannevolissimo , lo rinvennero più esteso e più profondo di quello che immaginavano. Ma ponete padl'one e servo, proprietai;io e contadino, a con.tatto di gomito per alcuni anni di loro vita: fate che l'uno e l'altro sieno perfettamente eguali innanzi alle esigenze del servizio, là ove il ricco sparisce per dar luogo all'uomo colle sue buone o cattive qualità, ove non v'è cornand~ che da ehi ha meri.lato un grado, e che può essere quegli stesso che doveva poc'anzi ubbidire come :;ervo, e sperate P'Ur bene del ,sentimento dell'urnana dignità. Nel riprom ette rsi in ciò i più ampi , risul tati, non c'è paura che si esageri, o-iacchè chi non ricor.osce anche adesso fra cento o contadini• colui che ha fo tto il soldato a una certa aria a un non so che, che ne ha ritemprato gli spiriti . dandogli. la coscienza di se stesso? Quando tutti i giovani senza distinzione di class i fossero obblign.ti al servizio militare, chi sa che anche la condizione del benessere materiale del soldato non ne resti migli.ornta. QueGto probl ema è di difficile soluzione, ed io mi. arretrerei senza dubbio innanzi •

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od esso, se non fosse che un pensìero lungamente covato nel mio animo con ofJ'eUo e con studio mi fa forza 'peL'chè io lo palesi . Non dirò già che attualmente ai bisogni del soldato poco o mala,mei1te si provveda. II soldato ha .tullociò ch'è necessorio. Ma fa · duo po intenderci su questa parola bisogno. Se per bisogno s'intendono le prih-ie necessi tà della vita, cioè il villo, il vestito, un tetto che ci metta al coperto dalle intemperie, convengo che a queste cose si provvede anzi con curn, perchè si studia su i componenti chi1nici dell'alimentazio1Ye del soldato, sul migliore vestiario, sulln sal ubrità delle case rme ecc. Ma questi provvedimenti sono calcolati sulla str-etta necessità; e senza di essi la salute del soldvto ne soffrirebbe, gli ospedali ne rigurgiterebbero, le perdite ascen derebbero a numero ben elevato, e meno preoccupati se la fec onclitù delle madri supplirebbe al vuoto dei ranghi, si pensa al "danno che ne risulterebbe alle finanze. E non si fa lo stesso per il cavallo 1 alla igiene cli questo soldato quadrupede non si bada in Lutti i modi poss ibili? anzi la loro so rte, men o il fatal gior110 dell'asta pubblica, è invidiabile ! l\fa quanto al solda to itomo tuUociò non · mi par sufficiente. t innegabile che la milizia attuale l ungi dal poter raggi'ungere la sernplicit.'.t delle milizie an Li che, o di quel tem po bealo in cui i soldati ·· cuocevano 11 loro pane su uno piastrin{f di rn e~allo, sen te il bisogno sempre crescente di ben essere, ci i ristoro e se vogliarno di lu sso, poichò l' esercito esce dalla naz ion e, nè i St1oi costumi, i suoi bisogni possono ad un traLLo mutare radicalmente , anzi · al giorno d'oggi sono di prima necessità alcuni bisogni che un tem po n0n lo erano. Di più questi bisogni si misì.1rano in massima alla stregua di -quell i delle infime class i della societ)1, rnnggiorai1zn evid en le della bassa-forza

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dell' esercito d' oggi. ì\:Ia quando vi si introduce un elemento di classi medie abbastanza numeroso , e di classi ricc:hc ancorn, allora non potendosi ado ttare LraLLam en ti di sfo rrni, che sarebbero la peste della chscipli nn, e inconcepibi li sotto l'aspetto mili tare , si dovrebbe a.dottore una certa media, qualche cosa che temperi, qualche cosa che ernerga dal tuuo insieme. Qu esto mio concetto, ognu n lo vede, mira dnnqu e alle casse dello Stalo, ed io mi affretto a troncarlo , non essendomi mai il luso sulla su a difficoltà. Senza proporre questo o quest'altro, mi basta accennare, e chi meglio sn , meglio dica. Nè meno spinoso di qu ello a cui ho accennato è quest'altro punto che vo a toccare, trattandosi di disci pli na. Le mo di.Oca-zioni nello spirito della di sciplina sono ordinariamente le opere più tardive del-progresso, giacchè in molte materie se le vedute a priori.applicate a un'Istituzione senza il corredo di una lunga. esperienza fanno cattiva pro va nella pra tica, i mali che ne derivano non sono rnai paragonabili a quelli che nascerebbero da un'inconsulta innovazione nella discipl ina miliiare. Ecco perchè quest'argomento è il più delicato di quanti si possano trattare in materia militare e le introduzioni nuove in questo ramo vengon~ alla retroguar-dia di tutte . quante le altre. Con rigua~·do aaunque - io :edo nell'à~olizi?,ne delÌ l'esoneraz1one un mezzo per far scompanre p1u prontamente Lu ltociò ch e sa di religioso, di artifi cial e, di -co nvenzionale nella scala dei grad i , un mezzo pee CLlÌ all'ufficial e non paresse una degnazione trallare il soldato. fuori che col tronco e reciso comando. Giacc-hè un simile eor1cet.to della discipina sarebbe .il giorno d'oggi un anacron ismo, mutate essendo, oli quanto! le condizion i dei tempi! ma ii1CJU?Stq senso si procede con infinita cautela, ed io non ne \reggo


SULL'ABOLIZIONE 338 assolutamente il perchè. ·come non mi meravigliai certamente del cont'egno di alcuni superiori, quando nel 1866 giovani di eletltssime famiglie vennero ad ingrossare le file dell'esercito. Quella condizione cli cose ehe fu allora eccez ionale, diventerebbe la eondizione normale, e affretterebbe quella modificazione che mi sembra tanto più consentanea tempi nostri . · Lo spirito militare è certamente in decrescenza 1 quando si riguardassero lè fa.si di .questo fenomeno sotto un aspetto generi~o, e non limitandosi alle osci{lazioni del momento e del luogo. Cosi senza investigare se in Italia da alcuni anni a questa parte cresca o no lo spirito -militare, non è rnen vero però ch'esso fra tutte le nazioni da secoli a questa parte è su una china ~ segue il pend10. . Argomento siffatto fil trattato da insigni ingegni, e per non dir d'altri cito il Bukle nella sua famosa Introduzione alla storia d'Inghiltena. Le cause di questo decadimento sono varie: l' accres.cimento delle classi intellettive, lo sviluppo del commercio, i facili mezzi di comunicazione che portandoci a contatto frequente coi popoli vicinj distrussero in fini t.i pregiudizii, le nuove basi del diritto pubblico i.nterno ed internazionale, gl'irresistibili allettamenti degli agi, le precipitose cad ute di tanLeillusioni, di taHti entusinsmi ecc. Ma noi Italiani per ritemprare lo sp irito militare, a quale fuoco si deve ricorrere? Agli en tusiasm i? Alle prospettive di vantaggi mateifali rilevanti? A qualche Algeria o Abissinia·? Il mezzo più fac ile, più sicuro e più pratico è quel-lo , della disciplina, dell'obbedienza al comando . Questa '. disciplina però deve esser figlia dell a coscienza. di un ; dovere, gia,~chè il soldato disciplinato no_n deve asso- 1 migl iarsi al puledro domato ·ed amm,aestrato. Ma que- ; st'idea per poter infiltrarsi ha bisogno di partire

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tutti 1 ceti, perchè quelle persone che hanno maggiore influenza debbono presso le plebi accreditarla col loro esempio. La disciplina nell'istruito è avvalorata dall'intelligenza, presso gli ignari deve essere avvalorata dall'esempio di quelli che ' essi stimano, e non dall'abitudine perchè ciò sa di animalesco. Or·a quando i signori e gl' istruiti faranno passare nella vita quest'idea, essa diventerà una delle idee religiose della r:azione, l'infonderla non sarà. l'opera esclu siva del caporale o sergente, ma quella del paese thtto intero come quando un'idea passa allo stato di convinz ione nazionale, tutto l'attesta, tutto ve ne parla, e non sanì, per esempio, solo il prete che vi parli di culto, ma le chiese, le immagini, mille atti, mille esempi, tutto ciò che vi circonda . Tutti questi vanLaggi che mi riprometto dover nascere dall'accetLazione del gran principio sarebbero - anche più estesi ad efficaci, quando il nuovo elemento da introdurre non si limitasse solamente al num ero di quei giovani clic le statistiche ci danno come esonerati, ma che si restringesse altresì il numero delle esenzioni. Senza accusare la larghezza di queste, dal che mi guardo bene, non credo impossibi le che i diritti delle famigli e possano contempera!'si meglio COD quelli dell'esercito. Certamente l'abolizione dell' esonerazione no·n potrebbe essere uno disposizione isolata, molti contemperamenti devono accorn pagnarla, e specialmente quelli che riguardano la durata della ferma, l'avanzamen~o, la riserva. -Dovrei anche segnalare, come ho fatto dei vantaggi, tuui gl'inconven ienti di ordine S1Jcial e, p0Iitico e militare che potrebbero nascere da una ~;irnile disposizione, se non fosse debitamente accompagnata da alLre tendenti ad annliUarli. Nella nostra si tuazione

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attùale questi 'inconvenienti sarebbero lrnppi, e per segnalarne uno dirò del danno che ne risulterebbe alla pubblica istruzione, aÙe scienze che richiedono stuclii lunghi e contin ui , giacchè ,cinque arm i d'iùterruzione- distoglierebbero i giovani dalle carriere scientifiche. ì\ia chi ci assicu1'a che la ferma non sia a])breviata, e specialmente per quelli elle si ded icano ugli studii univers itnrii, e specialissimam ente poi per quelli che negli sLu dii si sier10 pel' singolnl'i q11ali!ù di mente e di volontù segnalati ? Se tlspettiarno ch e\ ! nuovo ordinamento c:i sia noto, allora o si esaminerà se gl'inconvenicnti sieno stati tuLti previsti, nel caso che la legge inrdiscùrso sia proposta, oppure si partirà dall'esame della nuova silnazione di cose per segnahre quelli ch e si potrebbero verificare. Intanto è bnono avvertire che fra i varii inconvenienti alcuni possono cadere solam ente sollo l'accorgimento · dello statis ta , del legale, del tecnico, cd al tri sono nppar iscenti a tutti, e formeranno il cavallo di b~ttaglia del maggior nm:n ero dei futuri oppugnatori . D1 queste future declamazioni è buono darsi per :wvisato. Dirà taluno, che non bisogna urtare così bruscamen tè le ùbi tucli ni inveterate d' un popolo, ch e alla patria si serve non solo colla spada, ma in mille rruise colla toga, col capitale, coll' 1ndustria, ecc. c;"uanl~ povere nrndri diranno ehe, senza un pensiero al mondo di que_sta tempesta vivevano nella cara sicurezza clÌe con poche migliaia di lire avrebbero sottraLLo il loro figlio , tutti i loro figli agli orrori deJla vita militare ora se li vedrebbero strappati . dal seno e imballali n.elle stive abbandonarle inconsolabili. Non voglio i t·ncl~re all'~more materno, .ma sprezzo il petulante ego ismo d1 coloro che non mai mossero un lamento pei pianti di tante altre madri. Era la patria, e bisognava obbedire, nè avrebbero avuto per certo il co'-

rnggio cli domandare l'p.bolizione della leva , ed ora per voi la patria non ha i suoi dritti, e credeva te nel fondo delle vostre cosc ienze potersi -francamen te barattare un pugno d'oro per redimervi dall'obbligo? Deh I non ci·eate l'ineguaglianza dove è meno a.mmessibile. Io non so se possa esservi occa.s ione in cui l'oro abbia maggior valore che questa, ove si sottrae ad obblighi penosi, ove è elevato a paeo d'un sacrosanto dovere , ove urta ogni senso di giustizia, ed ove può risparmiarvi molte volte la rt1 orte su un campo di batl?-glia. Fra quanLi doveri possa imporre lo stato sociale io non ceedo esistervi altro più penoso che quello della leva. Ebbene come soffrire che una parte dei c·itta.dini vi si sottragga così per poco? Se i vantaggi della vita civile sono comuni a:tutti, sono certamente precipui pe.i ricchi, e godendo questi di un ma'ggioi: numero di vantaggi , è poi giusto che si esimano dai più gravi obbJighi '? Ma siete eguali tutti innanzi aìla legge. Quando tutti avrete imparato, a proprie spese, se vi son cose da ~orreggere; . da mo. dificare, da migliorare, voi che po tete e sapete, po.rterete la vostra autorevole parola, le vostre aderenze, le vostre posiz ioni sociali v~ ne agevoleranno il còmpito. Fu pei' la vostra assen za, o unici privilegiati là. ove il privilegio fu proclamato ab olito, che molte miserie durarono più a lungo che non dovevano. ·rrcco perchè diceva poco fa che la vostra venuta avrebbe rniglio~ rata la condizione del soldato, anzi quella generale dell'esercito, nel senso .QJateriale, morale, in tutto . Quando da uomini appartenenti a diversi partiti si levarono talora voci' cli abolizion e della leva , mi parve pur la strana utopia pei giorni noslri, ma pel pensiero loro generoso f'Aci vo ti nel fondo del mio cuore. Ma come, e quando, e per quali vie, e in quali condizioni, ahi! non sapevo prop~rio davvel'O. ìlia se v'è ANNO XIV, VOL, II.

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342

DELLA ESONEilAZlONE

suu,' ADO.LI ZIONE

raggio di luce che possa intravedere future trasfor- · rnazioni anche più essenzial i negli ordini militari delle . nostre, di tutte le nazioni, è appunto questo. Ma la surrogazione, -diceva il sig. Thiers nel 4850, · è un contratto bilaterale, e libera è nel surrogato la accettazione del peso che s'impone in càmbio di una data mercede. 1\la che? farebbe duopo ricordare al : grand'uomo che pei èontt'atti legali non basta la libera ( accettazioné, fra le condizioi1i inclispensabi.li è ohe , devorro avere un fondo di giustiz·ia , di morali tà, trimenti sare~be _l :galmente garantita fin la pattuita ) mercede al s1car10? Or non soltan to assumere il servizio mili tai·e è facile innanzi allo scintillio dell'oro, ma in nat.ure corrotte è facile il fare tante altre cose. E la legge fomenterebbe mai la corruzione ? la pubblica opin ione si manifes ta avversa al così eletto camb?'o, la voce popolare li chiama carne vendu ta, e voi uomini della legge li chiamaste soltanto liberi contraenti? Benchè io allùda alla surrogazione ordinaria voglio. pure an:1mettere che sia soltanto un pregiudizio popolare, quello ch e li condannii, ma ho già troppo dello perchè per cer'Lo non si possa giustificare il surrogante. Quando si pòssa dimostrare che. un contratto di simil natura non leda ·nè gl'interessi. della società nè quelli dell'esercito, nè la moralità allora 'soltanto nella surrogazione son costretto a rico~oscere un co ntratto qualunque; ma il pun to è là. _ Alcuni fotse affacceranno anche la speciosa ragione che non si può costringere tutti ad un a vita alla quale non si sen tono veruna tendenza, anzi vi ripugnano. Sarebbe dunque un di mandarsi: e fin o a quando potrà lo Stato richiedere il sacrifizio delle lib ertà personali'? Questa è la qu istione eteena, o signori, ma- essa è generale, riguarderebbe l'abolizione dell'intiero eser. cito; ma o tutti o nessuno, eguaglianza, perdio I Se

al- /

343

la vostra domanda venà a muovere la qmst10ne in rapporto a tutti sia la benvenuta. Il terreno delle libertà individuali su qHello de i diritti dello Stato si guadagna io !tutti i ram i col tempo, colla perseveranza, colla filosofia, colla civiltit, e henchè sia impossibile esimersi da questO ch'è il principale dovere del ciuadino, pure le cose possono adattarsi meglio, chi sa, ai' tempi , ai bisogni. Queste ardite parole non mi si · condannino: spoglia di egoismo, ogni q uistion e può essere utile e bella. Ma voi specialmente, o si~ gnori, che dovrete discu·tern e deliberai:e sull'immensa importanza di quest'abolizione, riniovete le persona. lità, gl'interess:i, i moti del cuore, le affezioni di padre.

E'l"l'ORE AlWAN

I

Sottotenen te nell' 8' regg. fanteria presso lei Scuolci .~lilita1·e di .D!odenct.


l 345

nIVIST ,\ ST.\ TISTICA

Russia. .

ttIVISTA STATISTICA

!llarina tla y1,erra

\ Il Giornale d·i Pietrob u.rgo dava testò un elenco nu'4)1erico dei bastimel)Li da guerra ed il loro riparto nelle var;e flotte dell'impero ru sso al 1° gennaio 1868; e più recentemente il sunto di un ordine del giorno emanato da S. 'A. I. il grande ammiraglio, il qnale arreca alcune modificazioni alla composizione degli equi paggi della flotta del Baltico. ,Le principali. modificazioni sono: 1

Italia.

t stato pubblicato il progetlo di bilancio della guel'ra per l'anno 1870. Esso è basato sulla seguente forza: 1

Uffiziali . Truppe . Impiegati

14,742 179,425 2,5 12

1

~

I

1

Totale Cavall~ dt truppa .. Cavalli d1 ufficiali .

196,679 19,401 6,438

Totale Spese ordinarie . Spese straordinarie Totalè

138,'143,010 6,644,660 • '144,787,670

1 a

(

1° La soppressione delle compagnie cli risena degli equipaggi attuali della flolla; 2° Ogni bastimento in stato di navigare dovrà completare il nu mero d'uomini necessari per il servizio di rnarc; 3° Il classifi camento dei bastimenti per equipaggio ; 4° La Lrnsformazion e degli equipaggi di porlo e della compagnia del porto di H.evel. l\0 La trasformazione dei distaccamenti dei porti d'Archangel e clj Sveaborg in compagnia della flotta. 1

Tutte queste misure debbon o essere effettuate per il ·1° aprile p. v. · 1 bastim enti della flotta del Baltico saranno ripart.iti in 3 divisioni cd a ognuna. di queste divisioni_ ,verranno add etti 2 equipaggi di. marinai ed un certo n11mero di bo.stimenti .


346

3,i.7

nJV!STA

STA1'1S'l'ICA

D~ll.e tre divisioni due navigheranno ogni anno ed una sarù destinata al sct'vizio delle costo. Le divisioni alterneranno fra loro in detti servizi. I~ ~lassi_fi~~me_nt,o dei _bosti~cn~i di ,guerr~ pe~ equipaggi e_ clms1om e adottato rn v,a d espenmcnto per tre anm.

6° Equipaggio : - 11 fregata corazzata - 2 monitors - 1 freg& ta a elice - 1 corvetta a elice - 1 fre-

gata a vapotc a ruote - 1 fregata che credesi corazzala e 2 cannoniere. \

Numero dei bastùnenti che compongono la flotta . det Balti·co.

7° Equipaggio : - o vascelli a elice -1 fregata a ruote ,i. avvisi - 2 cannoniere - 2 scialuppe a vapore ed 1 trasporta. 8° Equipagg io: - •I fregata a elice - 2 corvette 1 schooner - 8 avvisi - 4 cannoniere - 1 trasporto o 5 scio.luppc. ·112 Equipaggio di Rerel: - 3 schooner a elice e 1 trasporto.

l4 Di visiono

1° Equipaggio: - 2 fregate corozza te - 2 mon itors - 1 frega-ta a olice - 2 corvette e 1 frega ta a vapore a ruote. 2° Equ ipaggio: - 1 freguta corazza ta - 1 batteria blindata - 2 mon itors - 11 fregata a elice 1 corvetta a elice - 1 clipper a cJice ed 4 fregata a vapore a ruote.

1

2•

Divisione.

3° Equipaggio : - 1 fregata corazzata - 2 mon itors 1 1 fregata a elice - 11 corvetta a elice 1 clippcr a clice ed ·1 fregata a vapore a ruote. 4° Equipaggio: - 1 fregata cor·azzata - 2 monitors iJ bu ttet"ia bl'indnta - 1 fregata a elicc - -

1 corvetta a olice e 2 clippcr a elice. 3• Divisione

5° l~quipaggio : - 1 fregata corazzata - 2 monitors - ,1 b~tteria blindata - 1 fregata a elice - 2 coi·vette a elice - 1 clipper a elice - ·1 fregata a vapore a ruote. 1

Questi ultimi tre bastimenti sono Scuola d'artiglieri~. I bastimenti seguen ti non sono ordinati in divisione.

Vi sono ancora i seguenti bastimenti:

I

,1 vascello a elice - ·1 corvetta a elice - 1 avviso a elicc - 4 avviso - 1 tender e 38 cannoniere. 1

Nel porto di Pi etroburgo vi sono 9 cannoniere. Do. questi dati facendo il riepilogo dei bastimenti cho l'anno parte della squadra del Baltico più sopra notati si avranno : 8 fregate corazzate - 12 !}'tonitoes - 3 batterio blin- · dal.e - 6 -vascelli a eJice - 6 fregate a eli'ce 6 fregate a ruote - 1 11 còrveltc a elice - - 6 clipper a cli ce - 4 schooner- a elice - ·IJ. avvisi a vapore - 1 tender - 3 trasporti (di cui 2 a vapore etl 1 a vela) - 7 scialuppe a vapore e 54 cannon iere. In tutto 1141 bastimenti di varie dimensioni. 1

1


348

ntVlSTA

ST,\'.rIS'l'lCA

La ,ta e la 2a divisione della flotta del Balttco costituiranno quest'anno la squadra d'evoluzione. Il personale di detta squadra consisterà cli:

Una parte delle truppe russe sparse nella Volinia e ; i1a Podolia si recheranno ai vari campi d'istruzione, onde rimanervi durante la primavera e l'estate; presso Staro-Constantino si attiverà il campo per le truppe della Volinia. Secondo gli ordini emana. Li dal n:iinistero della guerra , interverranno a questi ,campi di istruzione solo i reggimenti già armati col fucile a retro carica, avendo le evo] uzioni che si eseguiscono lo scopo escl usivo d'i11segnarc alle truppe il modo ~ di combatt1~re traendo profitto •dalla rapidità di tiro. I generali Totleben e Baranzew, i qual i sono ora in' viaggio onde ispezionare le piazze forti della Bes. sarah ia, si recheranno poi nei paesi dei Cosacchi onde studiarvi e prnporre al ministero della guerra una nuova organizzazione e mobilizzazione.

. 1 comandante in capo. 2 comandanti le divisioni.

334 ufficiali. 190 guardie marine. 52.96 marinai o soldati.

I bastimcnLi che la comporranno sono : 6 bastimenti corazzàti - 2 batterie blindate - 2 bastimenti a cupola - 6 monitors - 2 fregate in legno a elice 1 corve tta - 4 fregate a ruota - 2 cannoniere a elice. In tuLLo 25 bastimenti di varie dimensioni. · La scuola d'artigJ-i eria si comporrà di : ,t fregata corazzata di 116 cannoni - 11 monitors e 1 cannoniera a elice . La_sc·uola navale consisterà di: 1 fregata a elice cli 53 cannoni - 1 trasporto a vela - 1 scialuppa a vela e 1 corvetta a elice cli ,11 cannoni. 1

349

(iillgemeine Zei ttmg, 9 apri le 1869). -

1

(Joiirnal de S.t-Petersùourg, N. 66).

· Il reclutamento operato nelle due zone dell'impero dal ,t 5 gennaio al 115 febbraio 11868, lia sornmi11istra~o · all'esercito un con Lingente di 84,,060 uomini. Nel regno cli Poloni a la coscrizione ha somministrato, durante il 1868, il contingente cli 10,927 uomini. 1

.

1

I


STATISTICA.

JVno tJO

ar1na,nento del,,esercil1o.

Si leggono . nel Oroujéiny Sbornik, le seguenti notizie sull'ar;mamento dell'esercito russo: Simo stati trnsformati, con un sistema a capsula, 62 mila fucili. Al prìmo febbraio, cinque divisioni di fonteri~, coi loro battaglioni di cacciatori e quello del geniò della gua t·di'~ imperiale erano giù stati armati di fu cili trasfor mati col sistema ad ago, e nel corso dello stesso mese ne sarà annata un'altra divisione . Le fabbricl1e dello Stato e l'industria privata hanno fornito 560 fu cili al giorno. La velocità di tiro , in cacciatori, riesce con quell'arma di 5 a 6 colpi al minuto.

L'Inva.liclo .Russo ha pubblicato l'ordine del giorno del Ministero della guerra, in data 20 marzo, N° 94, relativo all'armamen to dell'ese rci to, da cui si è estratto il sun lo seguente: « Perchè l'esercìto sia sollecitamente provveduto di « armi a tiro cel~re , S. nr. l'Imperatore ha orcli_na to « che nel più breve termine venga eseguita la tra~ «.sformazione in armi caricantesi dalla culatta, delle « antiche carabine del calibro cli 6 linee ; rqodificando « però il modello di trasformaiion e onde adottare le

. 351 -

« cartucce metallich e, le quali non erano state intro« dotte che per le armi di ·piccolo calibro» . . Fu duopo scegliere fra i numerosi modelli d1 trasformazione a cartuccia metallica, quello che per la semplicità del meccanismo otturatore della culattà esigeva minor tempo e minor_lavoro per la trasformazione. La scelta del mo.dello da adottarsi fu delegata da S. 1\C ad una Cornmissione temporanea presieduta da S. A. I. il Gran Duca Nicola Nico la1evi tch-Padre e co mposta d' individui versati nella fabbricazione ed uso delle armi ih guerra. Essa CommissionB dopò di aver so llo posti alle prove le più minuziose i vari modelli I) lei presentati, dopo aver tenuto con i.o del parere dei fabbricanti d'armi, ed èsauriti tutti gli studi, che sotto ogni aspAtto po-· teva no occorrere per sc iogliere il quesito postole dal Sovrano, presentò il suo . rapporto formulando la relativa proposta, la quale venne accolta favorevolmente da S. M. che ordinava quanto appresso: 1° Che per le carabii;ie la cu i trasformazione è già in corso d'esecuziOne, dovrà ritenersi il '_sistema ad · ago ; per le altre poi dovrà adottarsi quello a ca rtuccia metallica propos ta dalla Commissione; 2° La trasfo rmazione verrà compiuta in parte nell e fabbriche dell0 Stato ed in parto nel le officine private; 3° Sarà dato con temporaneamente agli opifici per le cartucee· metalliche quello svilupp o che è necessario, onde possano produrrf) il qu·antitativo di cartùcce proporzionato al ntrrnero delle armi che si trasformane .. : Pet' l'~vvenire poi vei·ranno create c1uelle fabbriche peemanenLi di cartucce, che saranno necessarie per sopperi re ai . bisogni dell'eserciLo;


352

UlVlS'I'A

4° Verr~nno crea le due Commissioni temporanee allo scopo d1 provvedere ed assicurare il sollec!iLo nuovo armamento dell'esercito e sorvegliare i lavori relativi all'armame~lo s~esso,. i _qu ali ~i intraprenderanno ~ nelle fabbnche unpenah, quanto nelle oflìcine private. (.Jo1wnal de St-Pete·1'sbourg, 5 e 6 apri le 1869) .

Il sistema di lrasformar.ione proposto e raccomandalo dalla Commissione presieduta da S. A. I. il Gran Duca Nicola Nicola'i'evitch, fu quello clell'armaiuolo cli Vienna, sig. Kruk. Fu per~ pu1'e ammessa. la trasformazi,one di pari.e delle arm1 col sistema Baranow purchè si po%a ancora con questo far uso delle cartu cce stabilite pel fucile Kruk. (Joiwnal de St-Peter,S.bontg, 7 e 8 aprile).

· Iu.g·hilterra. Dall'Army and l.Vavy Journal del 6 marzo 11869, si raccoglie che l'InghiHerra durante l'an no finanziario 1 1869 - 70 spende rà pee la sua mar.inn la somma di cìrca !fO milioni di lirn sterl in e, pari n 250 milioni. di lire italiane, con una economia in lire italiane di 28, ·1G9,9:25 irnl lrilancio dell'anno precedenle.

353 Con la somma stanziata di 2,762,31S3 lire sterline, pari a lire italiane 69,058,825, si manterranno jn totale 63,000 uomini. Al suddetto bilancio va alLresì aggiunta una somma di 3'16,34-8 lire sterlme per spese di trasporto di truppe fatte eseguire dal ministero della guerra. Le spese straordinarie richieste per 1u spedizione d'Abissinia non sono computale nel bilancio 1868-69 su rrifori lo. STATISTICA

L'ammiragliato inglese; in vista della possibilità cli una guerra con una grande potenza mi litare, ha deciso di conservare il cantiere di Woolwich invece di venderlo, come era stato anteriormente decretato. La pros:s'irnith di detto cantiere alla ciWt cli Londra, le facilità .che esso possiedè per costrurre e riparare . i bastimenti, le loro macchine ed attrezzi, congiunta o.Ila iropossibilitù di essere bombardato da bastimenti nemici, sono vantaggi da non trascurarsi, tenendo in debito conto il grado cl i polenza.rnariLtima del paese. L'arnmi'ragliato ha però intenzione di afiìdare qu el cantiere ad una società privata, a condizione però che ad ogni monHrnlo esso possa ritornare sotto la direzione del governo, me1ianle equo indennizzo alla so~ cictù stessa. (.41·,ny and Na;Dy

,Toimwlì,


~TATISTICA

IUV1STA

Bilancio del 1J'linisteN• tleUa gue1•1•ti e 1•iduzione ,lellti fm•za_ dell'ese1•cilo,

Il bilancio del 1868-69 prevedeva per il mantenimento di 1136,650 uomini (non comprese le trnppe indigene nelle Indie, le quali sono pagate dal ministero delle Indie}. Il bilancio del 1869-'70 prevede per una forza . di 125,529 uomini , presentando .così una diminuzione di H, 1121 uomini. · Le truppe che servono in China e nelle colonie degli Stretti (l\falacca, Singapore) ricevettero un aumento di 880 uomini, ed ascendono alla forza di 1,760 uomini.

Al 1° febbraio 1869 il numero dei vapori da guerra esistenti ed in costruzione era quale appare dalla seguente r icapitolazione: 318 bastimenti ad elìce esistenti. 22 bastimenti ad elice in costruzione. 7 1. bastimenti a .ri.wte esistenti. 11 bastimento a ruote in costruz ion,e . 1

1

1

(Army cind J)'avy Ga%ette, 6 marzo 1869).

-

'-

In complesso 389 bastimenti esistenti sul mare e 23 in costruzione. . Vi sono ancora 22 bastimenti, ai quali per un motivo o per l'altro vennero tolte le loro macchfne. (.A.rmy and Ncl!l)y Journal, 6 marzo 1869).

Il bolizione ,lei comando f1enei•ale delle forze militm•i in lt•landa.

Col 1° luglio 1870 verra abolito il comando genei'ale delle forze militari m !danda. Da quell'epoca gli ufficiali generali comandanti i distretti in Irlanda corrisponderanno direttarnènte col generale èomanaante in capo (Horse-Guards) come lo praticano quelli in e.ornando nella Gran Brettagna . Il distretto di Dubli no pur tuttavia verrà comandato da un luogotenente generale. 1

(Ariny and Navy ,;azette, 2'7_febbraio).

Al campo di Bruck avrà luogo un a riunione di truppe. Al 15 agosto, giorno in cu i verrlt levato il campo, due divisioni complete eseguiranno una manovra di 14 gio rni contro un nemico supposto nella direzione diBriinn. · 1

1

(Allgemeine Zeitung, 8 aprile 1869),


.RIVISTA

L'is11ettoi•,efo geaw,•alt!.

sostilu-lto ,tl com<f,ndo tlell'ese21•cilo ,

In un rescriLlo Sovrano a S. A. I. l'Arciduca Alberto, l'Imperatore ringrazia l'Arciduca 'dei serv izi da lni prestati nella sua qualitù di comandante dell_'esercito, lo dispensa da quella carica, e lo nomina in pari tempo ispettore generale. In tale quali.ti\ l' Arciduca sarà incaricato dell'ispezione-dell'esercito permanente per rapporto alla istl'uzion e e alle manovre, non che deJla sorveglianza e direzione di quell~ grandi esercitazioni alle quali l'Arcidtwa stesso si troverà p1:esente. Con tale clisposi.zi.one viene nuova men tè ristabilita in tl!jta la sua estensione l'u nità di direzion e nell'autoeità superiore del l'esercito, e ridonata al Min iste ro cli guerra la sua pjcoa libertà d'azione . Un 01:dine min isteriale del 26.stesso mese stab ilisce poi che all'i spettore generale dell'ese rcito saranno addetti oltee a due Flùgel Ad iu tanten , anche l~n 11ffiziale superiore cli stato maggiore ècl un capitano di sua propria scelta. ··---

- - ~ --

-

Bàutliei•,i tlell,i 1nat•i11a 11w1•clf.11tile

,tèlla

357

STATSITICA

./TJDontit't!ltia .!l.ust1•0 - ll!nyéw·i ca,

modo in uiia recente notificazione dell' I. R. ministero per il commercio. La bnndiera ha la forma di un parallelogramma e si divide in due campi ugnali: il campo più vicino all'asta risulta di tre strisce · orizzontali ugualmente larghe, una delle quali (quella. di mezzo} è bi~~ca, mentre le altre due sono rosse; l'allro campo risulta pure di tre strisce orizzontali ugualri~ente lar?h~, ma la striscia snperiore è rossa, quella d1 mezzo e bianca e quella inferiore è verde. . Nella striscia di mezzo di ·ognuno dei due campi si trova uno scucio contornat.6 di giallo: lo scudo del campo più vicino ·nll'asta è ross? co'n una st.r!sc!a traveesale bianca; l'altro scudo disposto nella str1sc1a nel senso della maggior lunghezza, contiene a destra qu~ttro traverse bian che in ca111po r_osso, ;<~a sin.istra, pure in campo rosso, una croce bwnca d1 pamarca, sporgente da un monte verde a tre punte sormontato da corona. Ognuno dei due scudi po rt a una corona gi.:illa; lo scudo del campo interno una corona é,Jd arco, lo scudo del campo esterno la corona reale ungherese di S. Stefano.

Prussia. Porlo militm•e tli llt>ppt-1tt1 (Golfo di .lalitle, naare del ltlt,rd},

-

La nuova bandiera della marina mercantile della Monarchia Austro -Ungarica è descl'itta nel seguente

La lVeser Zeitung poi·ge alcuni dettagl_i circa i' lavori che la Prussia fa eseguire m~l porto militare di Heppeus ANNO XIV, VOL . Il.

. 24


[

RIVISTA

e sulle opere di fortificazione che ·ivi son destinate a proteggere il porto stesso, · dalla pa rte di terra ferma: Nel 1864 ., per un trattato .addizi'O nnle , il gran du:cato di Oldenbourg. fece cessione cJJla. ·Prussia di circa ~00 , iucks di ·terreno, sul quale. saranno ora costruiti con cinta munita·di fosso e tre forti distaccati. Le spese· totali, comp,reso il prezzo {acquisto del teneno, ne sono valutate a 3,200,000 t,1lleri. Altre 'ope.re 1di fortificazione da c0-struirsi sulle coste . completeranno il sistema di difesa dalla p,wte di J:\tis•tr.ingeP Laud e di · Eckwarclen, al fine di copriee ·gl i aippr.occi della piazza contro un attacco dì una tflotta ,-nemica. · (Journal de St-Pete1·'sbourg. l6 marzo 1869). 1

Confederazione Germanica del Nord.

3159

STAT~STICA

Da detto bilancio appare puré come per la Prussia occorrano 5750, per la Sassonia 5·19 e pel Meklemburgo 163 cavalli di rimonta. La forza normale dell'esercito in tempo di pace, portata dal bilancio, è di 12,924 ufuciali, 34,923 sott'ufficiali, 9,498 m«sicanti, 2415, 955 soldati scelti e soldati, 2185 flebotomi ecc., 1289 medici, 573 veterinad ecc., per ·cui un totale complessivo di 290,704 uomini, con 73,307 cavalli. L'esercito d6lla Confederazione si compone di H 5 reggimentt di fanteria, 103 dei quall sono.forniti dalla Prussia, 9 dalla Sassonia, 2 dal Meklembtirgo ed 1 dall'Assià; cli 16 battagli oni di cacciatori, dei quali •I 3 prussiani, 2 sassoni ed ·1 meklemburghese; inollre di 2'12 commissioni distrettuali di landwehr; di 75 reg. girn en ti di cava lleria,. dei quali 66 prussiani, 6 sassoni, 2 meklemburgbesi ed 1 assiano; più '22 reggimenti · d'artiglieria, e finalm ente 13 battaglioni di pionieri e 13 battaglioni dél treno. · La fusione dei vari contingenti c;ostituenti l'esercito della Confederazione ha gfa avuto luogo; resta ora solb a completarne i dettagli.

•Bilancio tlella guerra, (Rolnische Zeitung, 22 marzo 1869).

Uno dei bilanci più importanti della Confederzione germanica dE5l ·NMd è certamente quello della o-uerra. Le spese ordinarie ammontano a 65,5615,955 tall:ri (tallero franchi 3, 75) e le straordinarie ad ,1 , 133,81 O talleri. Dal bilancio si rileva che d'ora innanzi Rendsburgo non verrà considerata ,quale piazza forte; all'incontro ivi si propone liln ,.ministero della guerr;a oon un relativo ministro per la Sassonia da cui ne conseo·ue che si è rinunziato .all'idea di formare un minist~ro tleHa guerra appai·te;N•en,te aUa Con.f:ed&razione €lella 11germania •Setten tri0na,le.

.

'

Le sezioni d'artiglieria che erano state istituite provvisoriamentr. presso al 9, 40, H, 12 corpo d'armata verrnnno convertite entro ques t'nnno in reggimenti completi, vale a dire, vemrnno portate alla forza di U batterie a cavallo e '18 compngnie 'd'artiglieria da piazza; così pure i r,eggirnen!i di cavalleria sassoni, assiani e degli altri Stati tedeschi della Confederazione

* •


360

JUVJSTA STATISTICA

vengono ora aumentati di un quinto squadrone, cosa già convenuta fra i singoli Stati fìn dallo scorso anno. Non si procede alla formazione dei due reggimenti di cavillleria • che dovrebbe fornire la Turingia; finchè questo paese non abbia compleLa mente sodd isfolto agli obblighi militari prescritti dallo St11tuto federale. L'imp,·èstito di ,f O rr1ilioni di talleri che sì fece per coprire le spese della marina da guerra è consumato, ad eccezione di 1,251,000 talleri. Ora essendo stata slanzinta, fino a tuuo l'anno ftH,7, la somma dì 5,960,000 talleri pei bisogni · della marina e di 1,500,000 talleri pel <:ompletamento della fortificazione delle co~te, ne risulta nn defìdt di 6,210,000 talleri da coprirsi col nuovo prestito di 6 milioni ed in pa rte colle tasse sugli esami di maturità (~lagistero Scienza).

l (

RIVISTA TECNOLOGICA.

1

-Sper{en~e di nuovi fucili" i:-etrocaricfl In Italia., ,

(itllgemeine Zeitung, 24 marzo).

Il Ministero della guerra- ha ordinato la fabbricazione di 500 focili a retrocarica ed a calibro ridotto, dei qualì 200 modello Burton, .200 modello Valdo cco e 100 modello Vetterli a ripetizione. Sa.ranno w,to distribuite a 4 compagnie di fanteria . e 5 di berniglieri in ragione di 20 fucili Burton, ;20 Valdocco, e 40 Vetterli per ciascuna, ond'essere speri- mentali di confronto, ·a cura degli stessi reggimenti di fanteria e battaglioni bersaglieri.

r


;

362

363 carta del peso di :z a- 4, lotti èadauna, e dopo di averla ben chiusa con un turacciolo di legno, la si gettò su di uq banco di roccie dall'altezza di quasi ,100 piedi('''); tanto la botte che il suo contenuto, malgrado l'urto violento, rimasero intatti. 2° Si ·legò sulla sup(lrfice liscia di un sasso del peso di 2 centi'naia una cartuccia di dinamite e si . lasciò cadere il tutto dall'altezza di 20 piedi su di una piattaforma cli mar.mo. La cartuccia si ruppe, il suo contenuto fu schiacciato ed appiattito senza che · ne avvenisse esplosione di sorta. 3° Allo scopo di provare poi come niun perico lo si possa temere pella prossirnit~ di fuoco alla dìnarr:ite, si tagliò una cartuccia cli tale preparato con un · coltello di fèrro; l' una me tà fu accesa e bruciò lentamente con fiamma vivn, l'altra metà fo adattata ad una capsu!.a e'cl esp lose con forte detonazione. Si prese poi la botte adopernta nella prima sperienza, e, 1·iempita com'era di ;JO funti della massa esplodente, la si genò in un fuoco di legna , insieUH\ ad una seatola di lntta piena di dinamite e chiusa con coperchio pure di latta: dopo '10 minuti ambo i.recipienti furono sq1iarciati dalla. forza dei gas che si erano sv iluppati, il contenuto però si accese lentamente e bruciò tutto senza esplodere. TECNOLOGICA

RIVISTA

Esperienze sull'uso della ,Una,nile, (Vedi Dispensa m, marzo 1869, di questa Rivista, pag. 422).

A quanto riferisce .il Kamarad nel su.o foglio del 2o marzo, diverse esperienze ebbero luogo s.ugli ultimi di marzo nelle cave di Hi.itteldorf presso Vienna, su ll'uso della . dinamite. Vi assistevano un comitato del circolo degli ingegneri ed archite Lti austriaci, e gran numero di uffiziali del genio, ingegneri e proprietarii di cave. Le esperienze erano dirette dal signor Carsten rappresentante del signor Nobel, inventore del nuovo preparato, ed erano dirette a provare: ,1° Il niun perir;olo sia che sì tratti di conservar la din amite in depositi, o di trasportarla e di adoperarla in sostituzione della polvere da guerra; 2° Il grado di sua potenzalesplosiva contro oggetti di legno, di pietra e di ferro . · Le esperienze vennero quindi divise in due categorie.

A. La prima. comprendeva le prove dest11iate a di'mo-· sfrare l'assenza di ogn-i pericolo nell'uso d(!lla dinamite, sia nei trasporti' che nei depositi e nel suo ùnpi'e,go. ·1° Si riempì una piccola Lolle di legno cerchiu:a in ferro con· 8 a 1O funti ("'} di dinamite in cartucce di

I

1

(") Pfund

= 32 lotti e corrisponde a

Per provare poi come la dinamite non esplode quando il fuoco penetra nella sua massa, si int.rodusse in una scatola di latta ripiena del prep arato una miccia accesa. La miccia abb ruciò comple1amente ed il fuoco si estinse nella massa della dinamite senza accenderla.

{*) ·11 pìede

circa chilog. 0,560.

== 12 pollici ·= 144 linee \

.

'

• '

= o~,316.


J 364 ·

RIVISTA

TECNOLOGICA

Questa serie di esperienze provò che tale materia esplodente può essere trasportata senza pericolo di sorla sulle ferrovie e sui vapori d'acqua.

B. Esperienze sulla potenza esplosiva della dinamite contro oggetti di diversa natura. Le esperien+e si cominciarono contro oggetti di legno. Una tavola della grossezza di 2 pollici fu disposta su due cavalletti: sul centro di essa si ammucchiò della · dinamite sciolta pel peso di 3 lotti: successe l'esplosione con forte detonazione e l'effetto fu sorprendente. La tavola era stata traforata completamente con una apertura del diametro di 4 pollici ; più alla sua superficie inferiore era fortemente scheggiata. Una quantità dieci volte maggiore di polvere a parità di condizioni non avrebbe fatto altro che annerir.e il legno. Si passò poscia ad un esperimento d'importanza sp eciale militare, cioè a provare la facilità colla quale, a mezzo del preparato in discorso, si ponno distruggere, far saltare palizzate, travnture ecc. Si assicurarono due cartucce di 8 lotti avviluppate in carta contro una trave · conficcata in terra, avente le dimensioni di 5 a 6 pollici per lato, e si died e fuoco. li trave nel punto ov'era legata, la cartuccia fu t!'aforato e spaccato per la lunghezza di ,1 piede·; la carica era evidentemente tror,po forte, la metà avrebbe bastalo. Sperienze analoghe si fecero sul ferro . Su di una lastra di ferro fucinato della spessezza di 4 linee ·furono fatti esplodere 3 lotti di dinamite. La lastra s'i ncurvò leggermente; si rinnovò la prova su dì un altro punto della stessa piastra con una-car· tuccia di mezzo funto ; l'effetto fu sorprendente, la

lastra perfo.r.ata completamente pella super?cie d! i pollici, gli orli dell'apertura fortemente r1curvat1 e traversati radicalmente da' spaccature lunghe da 4 a 5 polliri. · . . Un'ultima prova, e la più bri llante di tutte, chiuse le spe rienze. · TraUàvasi di fare scoppiare un cilindro di ferro fuciniito lungo 13 polliei con un diametro di 8 pollici ed anima centrale di sole 10 lin ee. Si riempì l'anima con 8 lotti di dinamite senza borrare le estremità, si effettuò l'accensione a mezzo del!' apparato elettromagnetico di Marcus e l'effetto fu terribile. Quella carica. così pi ccola aveva spezzato in du e la massa di ferro fucinato del peso di '164 funti, conficcandola nelle pareti della fossa dov'era stata colloca~a : i( cilindro fu tutto sformato, coll'anima allargata d118 linee aila metà e di 15 all'estremità per la qnale si era effettuata l'accensione. Il cilindro tutto era notevolmente · rigonfia to , ed aveva acquistato un diametro di 8 p~llici e 6 linee nel mezzo. Ambo i frammenti del cilindro erano solcati da spaccature disposte a raggi lungo tutta la loro superficie, talune andavano dal centro verso la faccia esterna, talune altre stranamente dalla faccia estern~ versò il centro dell'a nima. E con ciò veriiva accertp.-1:à l'imp0rtanza di tale invenzione per la distruzione di palizzate, di ponti in ferro ed in legno e la ·suà straordinaria potenza come carica di proiettili cavi. Altre esperienze su massi di pietre diedero pure risultati soddisfacenti é tali da persuadere gli uomini · d'a rte presenti, che questo nuovo i·itrovato, secondo oo·ni probabilità, otterrà fra breve un'applicazione e~tesa e vantaggiosa sia nelle miniere e nei trafori di gallerie, che per gli usi tecnici-militari. 1

1

11;

36-5


366

RIVISTA

TECNOLOGICA

367

il 58 0IO, toccarono il bersaglio.Per le altre compagnie, il risultato fu il seguente:

Russia.

18 Comp. di S. lU. su 1720 colpi, 925 ossia più del 54 °[0 • 2" Id. su 1630; 7t2, ossia 4(-i 0 [ 0 • 1

1

Esperimento eompa1•afb,o fra il fucile Ba.1•a.,ww e q11eUo del si.;;tem,i C,wt,

Si legge· nella Gazzette de la Bourse: « Il 20 febbraio p. p. a ore 2 e 1[2 p. m., alla presenza di S. A. I. il gran duca ereditario, da 5 compagnie del ,1° battaglione del reggimento Sémé11owky (guardia imperial e) venne fatto un esperimen to eo rnparativo fra fucili trasformat.i col sistema del luogotenente Baranow ~ qu elli ad ago del s,istema Carl. Questo esperimento dette i seguenti risultati:

Velocità di tfro. Colpi esplosi lo i wiaoto

Compagnia di S, J\1. l'Imperatore e2«çompagoia (fucili Baranow) 3« e 4a compngnia (id.} Compagnia di cacciatori (fucili Carl) .

6 .5 5

lo 2 miuuli

13 12 1O

Si distribuirono in seguito ·1Ocartucce ad ogni uomo della compaguia di S, M. e di que lla dei cacciatori. La compagn ia di S. M. arma ta del fucile Buranow, · esplose i dieci colpi in un minuto e ·15 secondi; mentre la co mpagnia cacciatori co} fuci le Cari, im- · pegnò a ciò fare 2 minuti. Su 2~:SO colp i esplosi alla distanza di 200 passi dalla compagnia dei caccia tori, 1295, ossia più che 1

3a ,i."'

Id. Id.

su 1630; 780, ossia ,i-8 °[0 • su 1530; 802, ossia 50 °10 •

Però su gli ottenuti risultati . è necessario, in favore del sistema Baranow, di fare le seguenti considerazioni. 4° Che il fucile Carl, già da vari me.si fu distribuito al reggimento Séménowky, mentre che l'altro non lo fu che pochi giorni fa. 2° Che le armi trasforn1ate nel sistema Baranow, subirono tali trasformazioni, nel solo corso di un mese e non in una fabbrica d'armi, ma in 'un laboratorio i di cui operai erano affatto estranei alla fabbricazione dei fucili. · 3° Che. la compagnia la quale ha usato nell'esperim ento del fucile Cari si è quella dei cacciatori, cioè a dire forénata di uomini i più esercitati nel maneggio delle armi. Nell'esperi'mento si guastarono 10 dei fuci'Ii Baranow di cui erano armate· 4- compagnie.; di essi 1O fucili, 6 furono ridotti fuori di servizio. La t\ompagnia dei cac'ciatori, che era armata col fucile Carl, ebbe 5 fucili guasti, di cui tre abbisognano di forti riparazioni. (Journal de St-Petersbourg, 26 febbraio 1869).


RIFLESSIONI SUL

SISTEMA DI DIFESA DELLO STATO E PARTICOLAitnIENTB

MARTINI

CAnLo, Gerente.

CONTISUAZ!ONS & FI~~

L'annessione del Veneto, avvenuta dopo la compi-' !azione di questa parte dei nostri studi, . ci porta ora nel chiuderli a riassumere brevemente il concetto ,, sulla importanza militare che intravediamo serbata a: quel paese , il collegamento col sistema generale dì difesa da noi suggerito . Diremo anzitutto che questo non esige di essere modificato, ma bensì acquista forza col protendersi in quelle · provincie il perimetro dello Stato, semprechè se ne pieghi la difesa al punto di vista italiano. Mantova costituisce per noi un perno solidissimo' della più alta importanza, che ci garentirà viemeglio le sue eccellenti prerogative militari, allorchè con delle colmate e. delle piantagioni bene intese sullé ANNO XIV, VOJ.... II.

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370

lUFLESSIONl

sponde dei laghi se n(? sia resa più salubre l'aria, e quando la doppia testa di ponte di Borgoforte-Su zzara, che la collega direttamente · con Bologna , abbia non solo avuto uno sviluppo più adatto alle convenienze attuali, ma comprenda un largo e solido -ponte che, come quelli di Colonia e di ~lezzanacorte, permetta passaggi promiscui dall'una all'altra sponda del Po, se rvendo ad una ferrovia a doppio .binario allacciata con quella dell'Emilia. Eccoci cosi racchiusi ed in possesso del formidabile triangolo strategico intorno a cui si aggi rn la questione difensi_va dell'intera Italia, e pel quale a,(evamo fin dal 1864 esr.r13sst voti onde vederlo nel modo più possente consolidato, e così accaparrati tutti i nostri vantaggi offensivi e difensivi e tutte le nostre risorse militari al centro della nostra base di ope1:azione. Venezia, qualora se ne estenda· l'influenza difensiva anche sulla terraferma fino alla linea 9-el basso Piavè, rappresenterà verso la nostra informe fron tiera dell'est quello stesso che Alessandria e Genova insieme unite devono rappresentare verso gli incompleti nostri .confini dell' ovest. L~ due teste di ,ponte a erigersi sull'Adige e sul Po lungo la strada di Ferrara, con Legnago conservat'o quale è, e Padova consolidata, l'appoggio indietro della base tra Bologna e Cattolica, e quelli diretti sul fianco di Mantova , garantiranno il Veneto con tutti i vantaggi che ne dipendono. ' ~ l\fa, all'infuori delle tre piazze di Man Lova, Legnago e Venezia, l'eredità in fortezze lasciateci dall'Austria ci riesce quasi del tutto superflua, e più di minaccia che di garanzia. Condotti a riteneré che la base di operazione sussidiaria clie adoueressimo in una evemualità di in-

t

1

l

SUL, SISTEMA DI DIFESA DELLO STATO

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vasione verso l' est sarebbe quella tra Mantova e Venezia, . di giù su l fronte della nostra base primaria , per noi Peschiera, Verona e Pastrengo non hanno importanza che, tutto al più, di punti di concentramen Lo a faeile por La ta della linea anzidetta , ove ci sarebbe bensl conveniente di dare battagl ia ad un invasore, prima ché giungesse a ristabilire solidamen te l'ordinam ento delle sue forze in discesa , ma che, abbandonati solid i quali sono in sua mano, cos tituirebbero una seria mirw.ccia per noi, ed nna più grave difficoltù per rintuzzarla al di là delle Alpi . Se invece adottassimo .il proposito di utilizzarle per consoli darne vieppiù la difesa verso le Alpi; la <;:onservazione lo- , cale in causa loro diverrebbe essen zi alissima: di qua l'isola~nento di g:rossi distacéamenti dì presidio, iri danno d el nos tro effettivo combattente, sicchè per esse l'esercito sempre più si esporrb a favorire la preponéleranza del nemico in campo ayerto, per cui nell'uno .e nel.l'altro caso le fortezze cli Verona e Pe, schiera, ed il campo trincerato cli Pastrengo ci riescono causa di. debolezza, anzichè di appoggio. Tali punti risultano troppo isolati. innan zi al fronte della n-0stra b.ise sul Po, e già per loro stessi in posizione di consolidare, anzich è resistere ad una seria invasione _calata dal Tirolo, cosicchè conservati quali furono costrutti nel1 'interesse straniero, fanno l'ufficio di stuzzicare g li appeti ti dell'Au stria, e s1a p ure dell a Germania, per intraprendere a condizioni vantaggiose e quasi sicure altre invasioni ed altre guerre a. nostro danno ; da ciò ancora la responsabilità del Govern'o ed il peric_olo per noi di non abbatterle imm ediatamente o di ripiegarne la difosa. Non dissentiamo che il forte della Chiusa e quello di Osoppo, per osservare gli sbocchi più dir-etti dell'Adige e del Tagliamento, siano conservati e migliorati, che


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RIFLESSIONI

SUL SISTEMA DI DIFESA DELLO Sl'A'l'O

anzi a tale ufficio consiglieressimo ne fosse esteso l'impiego, esigendone dei nuovi, ove 1!1ancano, a cavaliere di tutte le presumibili vie d'invasione, che escono dall'inLera nostra frontiera; questi, come già sono Fenestrelle, Exilles, Bard e Rocca d' Anfo, dovrebb ero essere 'p unti forti, non piazze, che permettano d'nppoggiarvisi con forze avanzate nell'interno delle principali vallàte delle Alpi. Quanto a Verona in particolare, considerata la sua posizione a cavaliere dello sbocco dell'Adige, e le molte comodità che offre come guarnigione in tempo di pace, potrebbe essere utili zzata· per sede ordinaria di una gran pai·ce del presidio di sicurezza di Mantova, visto che questa città è in condizioni igi,eniche migliori, specialmente all'esta te: ma nella previsione di una guerra , la sua importanza come piazza dovrebbe cessare, per conservare solo quel tanto di solidità che valesse ad appoggiare una semplice posizione di battaglia, che da un momento all'altro po· trebbe passare nelle mani dell'avversario. Ci or.corre richiamare, più specialmente che non abbiamo fatto sinora, l'attenzione sulla difesa delle coste del Regno , e particolarmente dei punti dove •sono o saranno stabiliti gli arsenali marittimi della Spezia, ùi Taranto e 'di Venezia, com e dei porti misti di Savona, Genova, Livoi;no, Orbetello, Brindisi e Ancona . La Spezia, Taranto ·e Venezia sono, fortunatamente per noi, poste in. località opportune per 1;endersi in breve sicure da assalti di forze marittime anche con·siderevoli: ma lasciate come sono oggi c'inspirano ·u n'inquietudine che non si pu,ò dissimulare, tan to più riflettendo che gl i attacchi possono essere intrapresi col ·sussidio di truppe da sbafoo e nell'int~ndimenLo di rovinare questi nostri massimi centri d'ctr~rnmento ·navale . '

,

373

Ognuno che voglia mettet'si so tt'occhio una discrnta carta dei luoghi, potrà di leggieri scorgere questa triste veri tà. La Spezia, che oggi è l'arsenale militare quasi ultimato ed un'ico che abbiamo sulle coste, è esposto ad essere rovina to da un gruppo di corazzate nemiche, e la sua difesa non potrebbe esser fatta che dall'intiera flotta così immobilizzata. · ' ·Non si sa come in un paese come l'Italia, nelle condizion( finanziarie che la affliggono, si possa abbandonare qu el tanto che vi abbiamo speso, non fosse altro per gli impiegativi capitali. 1t chiaro e di tutta urgenza che il golfo della Spezia sia difeso da opere permanenti e solide sulle alture che la contornano , e éla una diga a ;fior d'acqua che ne restringa l'entrn.tn, a difendersi questa col concorso cli potenti artigli~rie collocate in batterie corazzate e da un buo n sistema di torpedin i elettriche e mine in più otdini, susf idfate da torpedin i semoventi , sia verso le foci ddL Iìlngra, per opporsi a degli sbarchi, che a i pu nti ove si potrebbe tentare di forzarne ]'ingresso . I sern nfori e l::i lu-ce <-i!ettrica daranno alla difesa un u unde concorso, e bisog na pensarvi in t~rnpo . 'veneziu, fortezza del mnssimo valore per posi zione, ed in parte per opere già costruite dall' antico Governo Veneto , dal la Francia e dalJ'Austria, deve oggi essere riordinata nel duplice intendimetito di campo trin cierato ed arsenale marittimo, per la natura dei luoghi quest'ultimo pjù sicurò d'ogni altro nel filed iterr:1 neo, stabilito com'è sulla Lnguna, ed al coperto dalle offese di una flotta nemica, sebbene questa padroneggiasse l'Adriatico. Com e fortezza poi collocata sui fianchi delle comu~ nicazioni d'nn nem ico prncedente dalle Alpi Giulie,

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SUI, SISTEMA DI DIFESA DELLO STATO

RIFLESSIONI

deve essere messa in cond izioni di piazza offensi ya, come oggi s'intenclè, e tale che possa ricevere dal mare, se libero, e dai fi umi e_canali che comunicano con la Laguna di Bron·dolo, quanto importa per sboccare occorrendo pei .canali del Padovano e per Brenta, pel Sile, pel Piave, pr.llp. Livenza, con forze considerevoli sulle com unicazioni clel1'avversal'io o per procedere oltr'A lpi occorrendo. Venezia, veduta in questo modo ha necessità che le sue molteplici comunicazioni colla teùa ferma siano riordinate e sorvegliate, inn alzando .tri nceramenti per modo d'avere azio.ne nel triangolo Venezia, Treviso ·e Padova, guemendo di teste di ponte avanza te il ponte della :P1fola ed il ponte di Piave, per ass icurarsi l'azione n el Bellunese e nel Friuli. ùn materiale speciale da trasporLo logunare e flu viale deve esservi preparato e mantenuto in pronto; l'escavazione dell'estuario vuol essere diretta in modo di render facile il movimento con r imorchiatori a vapore in tutte le direzioni più importanti: un buon s istema di segnalazione rimovibile occorre sia stabilito; l'illuminazione usuale, c.;ol sussidio della lu ce elettrica, ed apparecchi lenticulari irra dianti , stabiliti in alcuni punti forli, devono essere predisposti. · Le opere esis ten ti, riordinate come vogliono essere oggi, richiedono di essere prernuniLe con cot·azzarnen ti parziali in taluni punti importanti; l'artigli eria potente; · e finalmente le entrate di Malarnocco, di Lido, · di Chioggia . e quelle minori, difese efficacemente con diversi sistemi di torpedin i elettriche fisse e semoventi, e sussidiate da mine, pronte ad ancornrsi d~ un persow1le ·esperimentato , comandato da ufficiali _ pratici e conoscitori dei luoghi. L'industria meccanica e metallurgica , che oggi ha tan ta part'? ' nella marina militare, nell'artiglieria e pel

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materiale ferrqviario, dovrebbe avere in Ven ezia la base sua principale . . · Taranto non è ancor nulla, e neppure furono aperte le comunicazioni col mare interno, che è la parte ove si deve_stabilire l'arsenale. Non sappiamo p er quanto tempo ancora la darsena di Napoli ed il cantieì·e di Castellamare dc,vranno contenere il vecchio fonda-mento della ma rin a militare borbonica, di (lUella marina che non aveva altro scopo che la. pulizia delle coste del regno delle Due Sicilie, _ed in tempi che il materiale navale si componeva di tipi che oggi non contano che eorne oggetti di archeologia navale. L'Italia abbisogna di . un arsenale 1narittìmo nell'estremo mezzogiorno, e crediamo che lo aebba stabilire a Taranto ,.postura marittima offensiva d'estrema importanza nel Mediterraneo. Genova è anzitutto, come fortezza, forse la più completa che abbia oggi lo Stato; sue comunicazioni colle piazze del Po, Alessandria e Piacenza, come quelle coll'arsenale della Spezia: e con Savona, · le danno un'importanza tutta speciale. Genova inoltre è il pol't.O commerciale più ricco di tutta Italia, e lo è per gli affari che vi si compion,o , e il materiale navale dei suoi armatori e dei suoi marinai; è testa di lin:ea di estese comunicazioni a vapore, centro industriale importantissimo nelle· costruzioni navali .e nelle mendi urgiche, nel mezzo dei floridi cantieri delle sue rivi ere. Si vede da questo· di quale importanza sià per lo Stato garantirla non solo da ogni sorpresa, rna premunida contro un'azione durevole dell'inimico, · e perciò di estenderne l'azione militare con ope11e permanenti nelle località da cui coll'artiglieria usata in passato non era offendibile, onde garantirne ed as·sicurarne le comunicazioni .-colle piazze del Po che abbiamo ricordate · e coi porti laterali e con strade_car-

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llIFLESSIONI

reggiabili, littorane.e ed interne; di queste ultime importa dotare Genova - Spezia , segnatamente per metterne le comunicazioni al sicuro dalle crociere marittime nemiche, che oggi, come sono da Genova a _ Chiavari, possono essere rovinate con tI·oppa facilità dal rnare. È facile riscontrare sopra luogo -che le eminenze dell'Incoronata, .di S. Cipriano di Monte Fascie, abbisognano d'essere premunile con opere permanenti, e di avere delle strade facili all'artiglieria. Così i passi di Creto e Scoffera, ed il nu.ovo di Voltri-Ovada esi-· gono opere importanti che assicurino il possesso dei luoghi e le rispettive comunicazioni col mare e col Po. Così devono essere guardati con potenti batterie, combinate al sistema di difesa della piazza, taluni punti delle sue coste vicine piLl importanti , come Sestri di Ponente, Sturla, Portofino, ove sono possibili degli sbarchi , guernendo quelle spiaggie anche con un , buon sistema di torpedini e di mine, sull'esempio di quanto praticarono pella difesa dei loro porti e dei l9ro lrttorali negli Stati Uniti ed in Danimarca, sussidiandosi col servizio semaforico e colla luce elettrica e con delle opere di difesa onde impedire uno sbarco ove si mostra effettuabile. Savona, per. le opere di difosa di cui è suscettibile, per le s'tie comunicazioni colla valle del Po·~ con Genova, per la vicinanza della importante rada di Vaèlo, per l'industria marittima che vi è stàbilita, per l'importanz·a ~he avrebbe pel nemico se riuscisse ad irripossèssarsene, merita pure molta considerazione, e che le misure di custo'd ia e di sorveglianza sieno studiate ed adottate seriamente. LiVQfQQ.., pella .sua importanza commerciai<? ed industriale, pello stabilim~nto meccanico anr~esso .ai bacini · che possiede, per le sue comunicazioni con

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Firenze e con Siena, Pisa, Spezia, Pistoia e Bologna, per la facilità che offrono i bassi fondi della M~loria all'elevazione di qualche foete corazzato in combinazione colle opere di te!'l'a pure da stabilirsi o da rior- · dinarsi in parte, merita di richiamare l'attenzione in modo particolare, e tanto più soJlgcitarnente in quanto che ora è destinato a coprire la nostra capitale provvi~oria dalle sorprese . di mare. Orbetl?llo, col monte Argentaro che lo domina, colle due rade di · Santo Stefano e di Talamone . da una parte, il porto Ercole dall' ahra, le isole del Giglio e di Gianutr.i, e le Formiche di Grosseto, opportunamen te collocate pella difesa , del passo, formano un tutto insieme che ·deve aversi in con Lo di una posizione importante, e tale per noi da meritarle un giorno d'èssere il porto massimo di Roma, al punto ove . si diramano dal littorale maremmano le principàli strade per Siena, per Pisa, Firenze, per Grosseto, per CemeLo e per jl lago di Bolsena. Per oggi intanto Orbetello è il solo punto della costa che , da Li- vorno a Gaeta, non esclusa Civitavecchia, permetta in ogni tempo di marè uno sbarco od imbarco di truppe e di approvvigionamenti d'ogni specie, segna. tamente carbone ed acqua, ed ogni altra cosa necessaria all'azione. Non bisogna ' dimentica't·e che l'idro-, grafia nostra è nota non so]o, ma fin qui fatta chi.i soli governi ~tranieri , i quali sanno delle coste nostre meglio- che non sembriamo saperne noi, a giudicarne dall'abbandono in cui lasciamo certi punti. Brindisi , colloc1.ùo com'è a breve distanza da Taranto, collegato con esso da fereovia come con Ancona, protetto ·sui fianchi di spiaggie finissime difficili allo sbarco, importantissimo come posizione commerciale d estinata ad allacciare le comunicazioni dell'Oriente coll'Europa meridionale, dovrebbe pm· farsi una buona


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stazione marrtt1ma, ma importerà almeno garantirlo contro l'azione di un gruppo di legni nemici, se, come è spe1;abile, diverrà un porto comm erciale permanente e importan te. An"cona è una stazione nnvale che meriw di essere tenuta in gran conto per la sua posi~ione offensiva nell'Adria tico, cnrne il sol.o porto in te;medio fra· Venezi11 e Brindisi che possn accoglie'J·e bastimenti d'impo rtanza. Come pi'azza da guerra, collocata com'è sui fianch i di CaLtolìca e di Bologna, garantisce Arezzo dall'Adriatico ed allacç;ia· le cornunicazi6ni delle provincie mei·idionali col centro, la media Haìia e la valle del Po. I~ piazza di soccorso e di appro,;vigionainemo in carboni, segnatamen te per la flotta nostra nel!' Adriatico; · ma l'a zione ·de ll a fortezza vorrebb e esse1·e estesa almeno sino a Loreto, a garanzia delle spiaggie di Recanati e dintorni, che sono opportune e fo rse le sole che si pres ti no in questa parte delle nostre co~te a permettere con facilità- uno sbarco di truppe e di rnater'iale, perchè sono profonde. Quello che abbiamo detto del porto di Genova e delle spiaggie vicine, da difendersi · con batterie corazzate, · torpedini e mine da a.versi in pronto, va a;l essere presente per questo porto e pelle· surricorda te .adiacenze, inqu_antochè, se il nemico vi si stabilisce per sorpi·esa od f\ltrimenti, potrebbe basarvi operazioni r:nollo pericolose per lo Stato, .specialmente se padrone del mare . Al punto a cui sono giuute oggi le cose in materia . di artiglieria, . non pos~:iaino tacere del pericolo a cui andiamo .incontt·o se dobbiamo rimanere eoi soli matéri ali che abbiamo .in batteria nell e nostre pia zze · ' rùa r i.Uirn e. Quando i cannoni <là 40 tonnP.lla.te orrnano l' F.:uropa,

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nòn si pub ·accontentarsi ~di possedere appena qual- che pezzo da 12 tonnellate. Se gli avvenimenti incal.zassero, noi saremmo costretti, cheechè se ne dica o pensi oggi", ad introdurre con preci,pitaziono cd a maggiori spese un ma teriale , d'ar tiglieria forse di rifiuto dall'estero (che pur troppo è tu ttora il nostro mercato di produzione I), r.he ad ogn_i modo, pel suo enorme calibro , richi ederebbe un genernle mutam ento cli siste.mazione, utensil i, rnanovre non applic:abili utilmen te sen za uno stud io preventivo e molta pratica. La cosa è tanto più grave inquantochè l'industria metallurgi ca dell 'Italia non è ù1 condizrnne di provvedere al bisogno di un consimile materiale, il- cui approvvigionamen to all'estero non sempre è possibile, specialmen te allorchè minaccia di scoppiare una guerra. · Il niu Lamento di una tale artiglieria esigei·à ancora una modificazion e sensib ile negli · scompartimenti del navigli o, quundo si tratti ai esso. Le conseguenze di consimili trascuranze sono tristamente no te, ed avrebbero ~ovulo insegnare una diversa condotta; la s_ toria registra com e la flotta russa an nientasse la turca a Sinope: erano le artiglierie Paixhans. I Turchi, che non avevano che antichi can noni senza granato, combatternno col coràggio della disperazione, ma contro urrni tanto disuguali che vale il coraggio? Ln fregata ammir.iglia tu rca saltava in aria dopo pochi ~ninuti cl i fuoc:o del vascello russo Gra,ndiuca Costantino , e così di un altro: in poco d'ora la flotta turca era distrutta, con pochissimo · danno dell a flotta russa ! Questi faLti non abbisognano di molte parole per chi deve e vuole intendere. l\la teminmo che non si con sidereranno seriamente che troppo Lardi; i consigli della prudenza non si comprendono ordinaria-


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RIFLESSIONI

SUI, SlSTE~IA DI DIFESA DELLO STATO

n~en te che. q:ian~o. è imminen t~ -il pericolo: nei tempi d1 yace chi s~g~erisce prudenti misure disturba benc!1e .ognuno s1. riserbi di alzare la voce a dire che s1 dice da tutti dopo le cjisgrazie nazionali! CoJJe n~.ove artiglierie veng:ono naturalmente i cor~zzament1 alle ?pere. I Prussiani fanno un gran conto d una loro specw.Ie casamatta corazzata , 1irnnita di un enorme cannone Krupp., Le corazze di .questa loro c~sam~Lta. hanno 75 cen timetri di spessore. Il sistema d1 car1caz10ne e puntamento dei pezzi è naturalmente meccanico. · Oltre queste casamatte corazzate, per la difesa c1·e1Je loro cost~, ed essenzialmente a Kiel, hanno stabilito deJ!e tor_r1 corazzate sistema Coles, delle batterie corazzate l!l barbett~. Hanno pure escogitato un istrum~nto 1~e1~ deter:1nnare a colpo d'occhio la distanza dei navigli che lillportasse di colpire, e combin ato il :r10do ?lrn due osservatori possono seguire colla vista 11_ ba~tlm en_tn, e c~u~ndo questo si trovi in prossimità dr mine o torpedini, possono farlo saltare in aria . . ?.uest,o s~r~m~nto,_ che funziona perfettaniente pure a K1el, .1 art1ghena di terra prussiana lo sta esperimentando, p~r la pro~ta determinazione delle distanze delle c_olonne . m .marcia e delle truppe in posizione, al poligono 91 Tegel, presso Berlino. ~etto così que! meno che si può delle artiglierie e de1 corazzamenti parziali applicati nlla difesa delle co_ste ~ rimane cl1e si accenni alle torpedini ed· ali~ mme, che sono ogg~ di tanla importanza luno'o i litb torali, in sussidio delle artiglierie. L'Austria è forse il governo che mostra di a·ver meglio studiata e preparata 'la difesa delle sue coste per mezzo delle · torpedini e delle mine elettriche frutto delle molesti() ch e le ispirava la nostra marin; prima di Lissa !

In genef'ale in Austria l' en trata de, porti è difesa, oltre che da opere permanen'ti e corazzate parzialmente, da un sistema di torpedini misto a mine elet, triche. · Il passo d'entrata del porto viene ridotto con più ordini di torpedini al minimo indispensabile per l'entrata · del naviglio, e questo passo si semina di mine elettriche. Le une e le altre sono ancorate fino a. 10 metri circa di profonditb. Si caricnno con .i,00 a 600 libbre cli polvere, il piccolo passo è indicato da un sistema di segnalazione apposito . · Oltrn le torpedini e le mine elet'triche fisse e sub_acq118t ,; l;Austi'ia ha comperato clai •sigg. Lu_ppy e ' Wilkend! il.....;;ecreto, _Q,Ì.JJil.l,1_ t,orpecline semovente, da ; ~rvi1=-e come arma di offesa e di difesa. Se ne conoscono le esperienze eseguite a Fiume, e sarebbero di una tale potenza di offesa da screditare i più forti cannoni co·nosciuti sinora. Possono acquistare una velocità di 15 kilometri all'ora, si slanciano da un tubo laterale al bastimento, si caricano con 25 kilogrammi di polvere; a 800 metri uridici in dodici colpironC? nel segno. Questo apparecchio distruttore è considera Lo costituire il miglior mezzo di questo genere di offe.sa.e di difesa. ' , I Danesi , nella guerra che sostennero con tanto onore e eattiva fortuna nel 186,i. , si valsero nelle sabbi e e nei bassi · foùdi, dove i Prussiani tentarono cli ~,barcnr truppe, di un sistema speciale di torpedini, e fecero con esse saltare in aria un certo numel'o di barche c,H'iche di truppe, finchè i Prussiani, avverti tt del pericolo, inventarono un apparecchio con cui pescare i tubi conduttori, e provocarono in tal modo l'esplosione cli tutte le torpedini preparate contro di loro. Questo argomento delle torpedini- e delle mine è

ciò

1

1


382

llIFLESS!ONI

ancora in gran parte sotto il velo del segreto, ma è oggl.Jllli:---f.Q_~___m_~~udia Lo in Fra nei a, in Inghi Jterra·, . p·:1 B(;l)g-10. !~ noto_cfr~ la prima applic;:izione in-g ràirdl\ / cl! q~~esto trova.1.0 1ta.han~ _('I) fu ~a tta nella guerra di / (....,...Se..,ç_~~®gl!,_Stati Urn LI con immenso successo. ; Anche da noi oggt1o-sì stuèlia:-·èd il mììiistero -aeUa marina se ne è preoccupato; rna importa concludere ed avete in proiito un materiale ancorabile ed·un perso.nate che. s~ppia collocarlo e rinnovarlo con prontezza, di notte, di giorno e,con tutti i tempi·.

Non sappiamo s-e da noi questo personale v'i sia e quindi se abbia acquistato quella praticà che è tant~ necessaria sul .rnare e negli stessi fiumi. Importa per essere preparati a questa parte della difesa che il·mi-, nistero della marina, d'accordo con quello della cruerra mostrino di ·p ensare alla cosa più che al seO'~etò ; . . ' o ' s.1 _co.n~ertm? per stabilire un corpo speciale, con ufi1c1ah 1done1 a questo i:·amo della dìfesa,. Forse il meglio sis tema sarebbe quelJo di affidarlo a!h~ mari11:a militare , I.a quale farebbe pet: questo servmo. s~eeiale quello che l'artiglieria di .terra fa per i ponuen. · Il servjzio semaforico potrebbe essere utilizzato a s~1ssid io cli questo ramo della difesa, e bisognerebbe rHrovare. un a~pareechio per determinare la posizione esatta dei bastimenti, in modo che quando questi passano a porLatn delle torpedini o delle mine dao·li osservator~i, d~ ll e bauerie , dalle cupole si po~sa~~o far . saltare rn aria con apparecchi elettric i. Altro elemento essenzial e pe'r la difesa delle· cos te è l'appli cazione dèlla luce elettrica per illuminare le _acque oceupate da legni nemici, o che approssimas(]) Ne fu il primo inventore UernawJo Buon talenli, fiorentino, verso la .metà- del secolo xvr.

383

SUL SIS'rEl\lA DI DIFESA DELLO STA'.fo

sero le opere di difesa della costa, o .le spiaggie su cui intendessero eseguire dcglj sbarchi . r t'argomenLo delle .fe:rovie es iste nti nello Stato me~ ( rita oggi di essere senamente ('alcolato trattando dei mezzi di cui. deve giovarsi il pn.ese nell'attendere ~,Ila propri a difesa. A garan tirsene l'integrnl e con.corso 11nporta anziLuHo ehe il Governo si metta in gra.90, allo scoppiare della guerr-n, di sos\.ituirs·i alle società su tutte le linee ferrov iari e, e possa dirige rn e con per-: sonale a lui esclusi vnmen Le suborJina to l'esercizio, non altrimenti di ctò che farebbe in eonsimili evenienze col materiale dei trasporti marittimi. Occorre per questo cl1e cjurantc la pace le cose siano predisposte in modo non ~olo da conosc~re esattamente tutti .i dati che rigu,nrdano le ferrnv1e, ma che si veda in modo positivo come meglio può essere impiegato il materiale pel trasporto di uomini, cavalli é ca rri, e si tengano presenti le~ agevo) e7,ze che permettono le varie linee e le stazioni che si trovano lungo esse, avnto sempre riguardo ai punti stra~ tegici fissi od eventuali che esisto no nello Stato ed_ ai mezzi occorrenti per effettuare prontamente la rmnione delle classi ed il concentramento dei corpi nelle posizioni preparatorie di combatL~ment_o. . ... Dovrebbe esser data opera affinche si stabrlisca e sviluppi nello St.ato un '·industria. meccanica co~dizioni da produrre tutto il materiale atto a soddisfare. alle principali occorrenze nei rami delle armi, marina e ferrovie., esigendo intanto che le società ferroviarie abbiano in paese il modo dt produrre e riparare il materiale occonente per l'ese1;cizio di tutte le loro linee. L'Italia conta attualmente circa 5500 kilo metri di ferrovia; quanto ai mezzi di traspc,rto figura come appare dal seguente:

in


OUADUO APPROS~lMATl\10 del materiale mobile esistente per il senizio delle varie ferroYie d'Europa.

~

00

..

r7

Loco-

.

Vagoni

Vagoni

NOMI DEI PAESI

Numero totalo

~

motive da viaggiatori da mercaoiia

dei ragoai

'

~

Materiale ~er miriametro ~ linea Loco-

Vagoni

Vagoni

motivo da tiaggialori da mercanzie !:11

1-1

"11 t"'

Prussia . Austria . Stati Tedeschi .

. I•rancia 1

.

t;,:j

.

. ....

Belgio: Linee dello Stato . . Linee particolari . . Paesi Bassi: Linee parti colori Svizr.ern . Russia. . .

Svezia .

Gran Brettagna . Italia .

..

. .

..

. •

1622

.2L174

1358

2'711

1487 3828

.

272 330

.

181 075

66

53

6643 539

3701

8L 142

1039 547 329

701 1125 liO 15886 2397

34506 27557

29560 88820 8476

885,! 1055 2293 11793

36890 30260 33297

97262 9515 9401 1384 2994

206238

12918 921 222124

7452

9S.19

751

2. 87 2. 71

13. 47

62. 40 51. 56 50. 79 80. 50 125. 10 77. 08 43. 20

2.18

7. 44 3. 63

37. 93

3. 73 2. 03 ·

8. 94

2. 95

2. 62

2. 56 3. 48

4. 01 1. 92

o. 80

4. 51 5. 12 6. 48 7. 64

15. 41

4.17

2. 58 9. 01

~.H

11. 26 116. 00 27. 75

(/). (/). H

o

~

H


38!)

SUL ' SISTEJIA DI DIF.ESA DEL LO S'f,\ TO

Quantunque le linee abb iano mezzi propor:.)onati al loro sviluppo, la ristretl1tzza ' delle nostre reti fa sì che il nostro materiale di circo lazione riesca molto limitato di. confron to alle altre nazioni ; perciò tan to più diligente dev'essere la cura ad aversi, affine di cavare all'occorrenza tutto l'uti le possibile prima e durante la guerra. . Ma ricordando come le nostre ferrovie sono affi date a società. che certo per ]oro natura poco o nessun interesse hanno di associ.arsi agli interessi della difesa nazionale, si vede una volta d~ più corne importi che l'azione del Governo s·ia previdente e continua, e che ai primi sintomi di guerra un apposito personale mili tare esperimentato debba stabilirsi sulle linee, affine cli dirigern e il mate,riale nell'intendimento della difesa, ed impedisca. che ci sfugga cli mano riparando in alieno o· nemico territorio, sia al di lù delle Alpi che al centro stesso della penisola, nelle provincie dì dominii franco-papal e, in quanto ch e pel concorso che esercita attualmente ìl materiale. da traspMto ferroviario nelle operazioni di un esercito, potrà essere considel'ato e sequestrato come materiale da guerra. Aleun e ·altre misure preparatorie si reo dono di una. permanente importanza, allorchè si pensi a.Ila rapidità con cui potrebbero effettuarsi grandi concentramenti se· alcune linee offrissero due rotai e anzichè una; nè si. deve trascurare nei tempi ordinari di curare affinchè nl bisogno tanto i. caricamenti che gli sbarchi riescano pronti ·e facili, procurando che le sta zioni siano pl'Ovvedute di grandi scali fissi, ed ì convogli stessi possano trar seco un certo num ero di piani .inclinati mobili, onde render possibile una disceso. di truppe, cavalli e carri, a qualunque punto della linea a cui occonesse di arrestare il convoglio. In Prussia si propone oggidì di fortificare alcune Al'jNO Xl.V, VOL . Il.

26


386

RIFLESSIONI

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stazio,ni ferroviarie : l'importanza di assicurare da un colpo di mano il ìnateriale, e di cons-erva11e i depositi dei reggimenti .a portata delle p1;incipali lin ee fo quindi ivi riconosciuta: quanto a noi si rende conciliabile consim ile mi sura. a quelle stazi oni ove concorrono parecchie linee, che pella ·qualità loro eventualmente potrebbero far sostare delle forze in ·movim ento, come sono Pistoia , Pisa, Foggia; ecc., all'infuori di altri centri consi mili che cadono nelle piazze, suggeriti pel ·.territorio dello Stato. Lo sviluppo para.1Ielo delle nostre principali strade di fe rro permette forse all'Italia un sistema pel rict1iamo dei contingenti che potrebbe grandemente sollecitare l'operazione, con grande vantèlggio della mobilizzazione dell'esercì to. ·Ripa rtit.i tutti i comuni fra alcuni circondari o zone di superficie ferroviaria, determinati dalla stazione fissa che è più centrale e prossima ad essi, do~'rebbe p rescriversi che qnivi, anzichè ai capi-luoghi di provincia, diramato· l'ordine di presentazione, i m11nicipi dovessero far trovare, con mezzi di trasporto straordinari se occorresse, i loro contingenti regolatamente pella prima corsa ordinaria del mattino, nel prfo10, ·o nel secondo, o nel terzo giorno della chiamata, miele non originare soverchie affluenze di soldati nei convogl.i or.di.nari o straordinari destinati a raccogl ierli passando. A cura dei comandi di provincia, per destinazione di uffiziali apposi ti o per delegazione ai òomandanti delle stazioni dei reali ca ra binieri, le fo,te , dell~ cl~ssi dei paesi compresi nel circol1(fario ferroviario vel't'ebbero in contraddittorio dei rappresentanti dei comun i verifica te, èd a seconda degli ordini avuti o della tabella di dislocazione generale, gli ·individui sarebbero· internati nelle grandi piazze di deposito od ai corpi cui appartengono.

S UL SISTEMA DI · DH'ESA DELLO ST_A'1'0

387

Alle stazioni ove p·e r cambio di ~inee ci di convoglio la prosecuzione viene sospesa per qnalche ora, con-· venebbe stabil11:e dei comandi di tappa fer rovia-ria, ove i militari isolatamente arrivati , oltre che essere sorvegliai,i dural'ite la toro sosta, a seconda dei casi verrebbero ricoverati pella noti.e o messi sulla giusta linea_quando potessei·o proseguire a destinazione nella · stessa giornata . Così, per por;o che si abituassero i comuni a riunire e portare c1ll'even ienza le loro elassi alla stazione della rispettiva zona ferroviaria, e che una tal i·ipart.izione· circonda1·iale fosse ben determinata, si suddjviderebbe fra le varie stazioni il lavoro che oggi si fir con evidente perdilà di Lemµ o, spreco di danaro ed incom odo di molti individui, al solo com ando militare di provincia. Pare che un cotale sistema, sbozzato così all'ingrosso, da applicarsi colla debita previdenza, potrebbe rispondere. all'effetto di rendere in.ogni condizione di bisogno eseguibile e pronto il ricbiamo dei con tingenti e il loro, r,oncentràmento alle piaz~e di de~ posito segnalale dal -decreto di chiamata, donde poi o·li uomini sarebbero avviati ai rispettivi coepi . ti I 98 vapori che possiedono · le nostre società dinavigazion e, ed il rimanente materiale da trasporto marittimo, concorrerebbe per le isole e per le coste meno a portata · dell e ferrovie, a rendere compie La l'utilizzazione così inLravvedula delle nostre linee e del materi ale esistente sovr'esse. La forma del!Ttalia e la possibilità di sbarchi nemici, . i passi delle Alpi aperti, i mezzi di cui dispongono ~potenti nemici che ci circondano , rendono per noi essenzia lm ente conciliabile l'adozione di un cosifatto sistema pel richiamo e ID riunione delle forze vive del paese. Combinare . la nostra rete ferroviaria. per mod.o che

J

(


388

nTHESS10NI

i p(· rni su cui. basinmo la noslra difesa 1·icscano fra loro facilmente riuniti, e ad un tempo a pol'tata di rapidamente effettuRrc considerevoli concentramenti ai punti di manovra cventuflli più evidenti, e'; questione JeJla massima importanza. Co uviene por mente in qual modo sarnnno in vin assoluta momentan eamente precluse le vie fenoviarie che ci Yerranno dall a rrootiera, se la natura dei luoghi rende facile l'interruzione e la distruz ione elci passi, stando in guardia contro le tentazion i. dei sacrifici e sudori che costarono, perchè sieno intanto <lifesi da un colpo di mano, ed al bisogno i guasti necessari sieuo calcolati sulla durata dello scopo prob.:ibile che li motiva, senza togliere la possibilità di riapl'ire con qualche prontezza quell e comunicazioni senza grandi spese, quando convenienza lo sugge risse. Detto questo, ecco quali son o le lince che sembrano più atte a coJ!egare un u Lile conco rso colle esistenti nello scopo a cu i miriamo . Mantova non ha che una strada fPrTata, ehc si allaccia in Verona con quella d1e va s11 pcl Brenner e con la lin ea da Venezia a ~Iilano; è indispensabile che per cotal e fortez:r.a passi la ferrovia, che coll egando si in Cremona con quella che Yiene direuamente da .\lessandria a Pavia ed interseca a Codogno la linea 'Piacen za-Milano, proceda su lla sinistl'll del J>o per Legnago a destra clell 'Aàige sino all'incontro della linea Bologna-Ferrara-Padova alla tesla di ponte di Boara, donde andrebbe prolungo la sino alla laguna di Bronclo]o. Dnll'istessa fortezza è d'estrema impo1·tanza, tanto rn ilita1:e che commerciale, una Hnca che aves::;e ad attaccare a quella Piacenza-Bologna, passando per Ja tesla di ponte di Borgoforte-Suzzara e prolungandosi su pegli Appennini, onde mettel'e cotal perno dopo

SUL SISTF.MA Dl DH'F.S,\ DELLO STATO

'

389

esso Legnago e Venezia in diretta comunicazione con il porto <lella Spezia. Ad ogni modo , oltre ad una linea che congiunga la fe rrovia dell'Emilia con l\Ia ntova, occorrerèl sempre im tronco ch1i 1·iunt'sca detl~ strada colla Spezia, qualora 11011 si creclesse meglio eseguirne una che da Vcirese ?ltrepa.~sasse a Borgotaro, e così riunisse ci Parmci tanto il suddetto vorto che quello cli Genova. Jnlernandosi nella pen isola, siamo colpiti d~lla ten_dcnza che hanno le linee ferrov iarie di maggiore ·svi luppo a seguire i margini liuoranei, sicchè, a meno che non sin implicata la sicurezza non. sempre prevedi bile del mare, esse potl.'anno essere mtcrrot.te con guasLi arrecati dai b~stirn enti n~mici.' Se esaminiamo da un capo all'alt1'0 il paese, SL verifica che se la locomoti va può correre qunlclw linea abbastanza centrale nell'it~ 1erno della penisoln, questa perde la su~ continuità col pnssare nel te rri torio pontificio, ove 11 libero tra nsito dei convogli e'; ordinariamen te p1·eclnso ed il nostro materiale JHlt) esserci ostilmente trattenuto sicch è ne espone al rischio cli perdere una gran part; di osso durante le eventuali Lit di. m:~ g~e1:ra. hnz)orta urgentemente adtmque, ciricorcl~c s1 srui com piendo per Benevento e .Foggia un allacci.amento tu~to nosl1·0 delle reti mericlioncili colle centrali e settent/'lo- . ncdi del paese, che si altencla all' cs~ctt:zion~ d! 'm:c~ li~wa_ intema, rhe continuanclo dei Term 7Je1· Riett, .~ 1.ns_mui d,ircuamenle per gli Abrnz:zi, intersechi a S0 1·a e si a.lla.cci a.llCt line(l di Napoli .et Roma. Così procedendo a\Tessimo lasciDLi per strach alcuni tronchi di allacciamenti il cui interesse ?on deYe -:ruggirci: (·.ongi 11ngP-rc con bro.ve travo rs_a la linea Ar:.tina colla Orvi etana, affine d1 fa[' corrispondere p1u rapidamente il nostro pern o centr.ale d'Arezzo verso il 13olsrna, n col 1,·onco in co~tr1.1r.1one cln Grosse Lo ar.l


390

JlIFLESSIONI

, SUL SISTEMA DI DIFESA DELLO STATO

Asciano, è cosa il cui bisogno è viva mente sentito ila tutt.e le conven ienze del paese. · Se un giorn o si perverrà_a staccare da Pescara una linea che, sottoposta alla chiusa di Popoli , metta il Cbìetino ed Aquila in diretta comunicazione con Rieti, e di qui a Roma, liberfl si uWiccherà a Passo Corese, il ben eficio del territori o dei paesi enu nciati non si troverà al certo in opposizion e col vantaggio che ne ritrarranno le nostre ·facilitazioni di coni unicazione milrtare . È pur conveniente distaccare per Gae ta un tronco che tenga riuni ta cotale piazza allc1. lin ea Napoli a Roma in prossimità di Capua. . Più avanti occorrerà che le Calabrie sieno auraver,sate e congiunte con Napol i e con Taranto , affi ne di ovunque il paese in misura di raccoo']iere da rendere . una località in un'altra le s ue risorse a seconda dei bisogni. Nè si obliino gli altri allacciamenti più diretti co·l capo di Messina per Reggio, onde colle reti proposte pella Sicilia, e già in via di esecuzione, assi<mI'are il vantaggio d'avere per terra qu ei trasporti che potessero occorrere, anche indipend enteme nte della sicurezza di mare che è neces~aria pel.' effettuarli altrimen ti. Parecchie misure di previdenza con cui la Prussia nel ,·1866 mostrò di tenersi pronta pel caso cli guerra ,~ non devono essere obliate da un avveduto Governo che, per ' quanto da lui dipende, vuole assicurarsi i · mezzi e la pratica indispensabil e di ciò che può essere di.urgente applicazio ne in guerra. . Predisporre perciò, del materìale e dei magli por- . tatili meccariici onde mettere il corpo del genio in grado di riparare in ogni ·ci rcostanza un. ponte, una ferrovia od un mezzo di passaggio qualunque, tor-

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nerà opportuno come di avere un personale . addetto all'impiego delle mine , che rispo~da. de!la_ si~urezza e pienezza di effetlo che le eombinaz10m richiedono; ma per questo, anzichè impartire ad uno stesso personale molteplici. istruzioni, impor~a :'acco?1,rndare di sudd ividerlo ·in sezioni, rendersi rispettivamente ben pratiche nei servizi speciaH della riparazione_ dei ponti , per quelli delle ferrov ie, pell'impiego d~lle mm~, pegl i allagamenti , pella telegrafia, ecc., aifinc~1è m tutto sia assieurata l'abilità completa e l'esperienza occonente in qualsiasi operazione che si deve eseguire s9tto l'influenza della probabile comparsa del nemico .

~

·,.

!


IL G,EN1'8ALE ,!OMINI

IL GENERALE JOMI1\TI

Drsc?nso pronunzi·ato il 6 aprile nella Stuola Supe1··iore di guerra dal maggiore "Af.arselH, professore &i Storfri generale e niihtare (,1 ). ·

li generale .Tomini è morto i.n sul cad ere del marzo a Passy, presso Parigi. Il decano degli scrittori militari moderni è morto po~o . dopo. e ;~cl med~sirno luogo del decano degli art1st1 mus1can; quegh che schiudeva Ja via ao·Ji stmli'i ~iilitari mod erni è morto lungi dal proprio pae~e, come il grand'uomo Ghe apriva alJ'arte musical e italiana le vie dell'avvenire. La vecchia generazione ci abbandona!

(1) 9u.esto :liscorso, composto vorrei dire alla pres,mlza degli ud1ton 1sless1, pel breve tempo concessom i a cagione della necessità di non lasciar passare il momento opportuno è stato mi' so110 studiato a conscritto di poi su note rnecolte. ed servargli la fono~ che prese spon taneamente dell'esposi7.ione. Avrebbe potuto essere pih limato, ma . sarebbe .stMo rneno schietto.

io

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Il mondo musicale si è c.omrnosso per la perdita di Rossini : perchè il rnorido militare non si cornmoverebbe per que'lla di .Jomini? Fo un raffronto, non mica un parallelo fra due uomini che non sono collocati alla medes ima altezza: Rossinj è a,1\'arte musicale quel che Buonaparte alla guerra, lo so; nia bast.erebbe éiò a giustificare la .nostra indifferenza ? Tale perdita non può, non deve passare inosservata nel nostro esercito e in questa Scuola,nepa quale si fanno studii e si dibattono questioni cui egJj poneva nelle vie del progresso. Noi, generazione che avanza, salutiamo con venerazione i morti ed i morituri se vogliamo ehe la società ci apra rispeLLosamenLe jl cammrno. Dedicare una nostra rii.mione olla :memoria di un i\l~ stre maestro era nostro debito, ed io obbedisco alla nobile idea ispiratami. dal co mandante di qu esta Di Rohilant, con (ruel vivo piacere Scuola ' o·enerale b . col quale si· obbedisco ad un sacro dovere. · E dirò di Jornini,· il qu ale si racchiud e nelle sue a~ioni e in quel che non è meno azion e : i suoi scriuì. Ma degli scriLt.i parlerò meno, perchè più noti degli avvenirnenli di sua vita, e perchè ne andiamo sovente discorrendo nél col'so delle ne.,stre r.o n!'erer\ze. Innanzi di pormi all'op era ho chiesto a rn e stesso: è un pan egirico qu ello 'ch e debbo fo re '? In tal caso ne avrei smesso il pensi ero. E tosto mi son detto: No, dei passati non si parla per diriger loro una Yoce ehe essi non odono, rna siccom e insegnamento ai viYe.nti, . ed ho conehiu so che a voler fare opern degna della stor ia eJ'a mestieTi ispirarsi. a libertà di parola e in iparzialità di giudizio. E tale era appunto · la men le del nostro Comandante quando mi diceva: saeebbc opera nece~saria il ricostruire la vita dj Jomini co n animo alieno così dalle esagerazioni dei pnnegiristi


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IL GENERALE

JOM!Nl

come_ da quell e dei detrnLL~ri. Ed è,vero, e solo questo sarà il m1~ scopo,. rimandando coloro che vogliono grande r.op ,a <lr notme all'opera del Lecomlc. F'~cciarno àdunque di spoglia rci del.le nosire passioni; entriamo con una mano sulla coscienza nell'intimo di questa anima, di questo ingegn o e spieghiamoli.

propose di. menarlo seco a Losanna e d~ farn~ quello che ordinariamente si vuol fare di quasi tutti I ragazzi. a cui si cerca aprire l'avvenire : u_n ~vv.ocato . Jorn ini protestò, batlè i piedi a terra, s1 nfintò, e disse : vo~lio diver1tc1t· niìlitare. Aveva "2 anni, ed ecco il primo ~tto 'da uomo. Ora possiamo dire che in lui vi era dell'Achille. Il padJ·e non ri e:;cito a farlo entrare nella Scuola mil itare cli l\'I ontbéliard, che fu poi trasferita a Stultgard, a cagione dell e agi tazioni di quei tempi, nè a farlo am mettere come cade tto nel reggim ento svizzero Watteville,. perchè licenziato dal governo francese, lo lanciò nùl commerci.o , aderendo in ciò al desiderio del suo figliuolo il quale disse ch e non potendo essere mil)tarc voleva diventare commerciante, ma a preferenza duno1 rare in una città marittim a. Aveva bisogno di aria, di luce della prospettiva cli viaggi lontani e avventurosi. E doven do imparare il tedesco per siffatta carriera, fu , posto in nn eattivo pensionato ad Aarau, e poi ma~ dato a Basilea a fare il tirocin io nella casa bancana Preiswerk. Annoiato di fa1:e il copista colà, accettò le offerte del signor Romey, che lo co ndusse a Parigi, lo impiegò nella casa IVIosselinann con 3,000 lire annue, che tosto diventnrono 6,000. Era il 1 796 e .Tomini aveva .17 anni. Si era gittato in ardite speculazioni di banca e di borsa, e da tutti i pori incom inciava a tras~arire il ~uo ~arattere: vivo, irascibile, nervoso, suscemvo, ardi to , mtraprendente, mobik Buona pari<' vinceva .a l\Iontenotte, a l\'Iillesimo, a Dego, a i\1ondovì, a Lodi , e l'eco d:lle v~ttorie di. questo giovan e generale accendeva le !an~asJe_ tutte . Fatti sì straordinari, cotanto romore d1 v1ttor1e non potevano lasciar trnoquillo il cu01: militare ~el giovane commerciante, il carattere irrequieto del gwvane Jomini. Il quale si pose con vera febbre a raccogliere

Enrico· Jom ini nacque a Payern e, picc~la città del cantone dr Vaud, al 6 ma)'7,o 1779 , da una fa rni o-lia di origine ·italiana, e però io pronunzio itnlianamtnte un ~01~e di !'attura itali ana. l suoi genitori furono Bemamrno, sin daeo della ciLtà, e Giovanna Marcuard. Mi è grato nominare la sua nrndre, perché anche queste povere madri hanno diriuo nel un i-icordo che sia c~~11pen~o alle loro oscure sofferenze. Il sapersi non dunent1 cate, quando elle regalano al · mondo un illustre figlio, sarà ,s timolo che accenderà le loro cure per l' educazione. E oggidì ne abbiamo d'uopo. Non vi dirò come fanno i biografi: a otto anni il fanc:iullo Jomini riv,~lava salienti tepdenze militari, perchè correva a vedere .i soldati che p.assavano, perchè amava a baloccarsi con le arm i, ad ordinar tra fanc!ulli certe s_o)ite mostre militari, a simulare guerrjcr.rnole e srnnli. E qual fanciullo.non sarebbe diventato Buonaparte allora '? Tutti i fanciulli sentono ribollirsi il sangue ed eccitarsi ·i nervi a veder so.Ida ti, tutti crescono imitandoli, e .ciò non è solo esterna imitazione, come il volgo crede, ma signifi ca qu esto: cuor . di soldato è cuor naturale. Parimente non mi stcmperer?l a di rvi: il fanèiullo .fomini mani festò grande intelligenza, facile Joq\1ela, audace carattere. Si di ee sernpre così nelle biografie rlell' indomani, direbbero i francesi. , - A Payerne non vi erano scuole da edn carlo e istruirlo seriamente . L'avvocato Secretant, . un amico di· eh'S·a,


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.!OMINI

IL GENE11ALE

· i bollettini e a tei!ere 1,10 giornale delle operazioni di Buonapa.rte; e poi che aveva già letto le opere postume. eh Fed~rico, .la sua men~e si volsè· a comp arare, e. da. qu~sto. si ,elev.o ~li~~ cor'.vinzione che la guerra sia gove1na~a d<l pr111c1pn fissi, che le medesime cause P.rod~ca1,10 i ~e.desimi effetti, e balenagli questo pe~s1ero . L1ovars1 il segreto della guerra nell'uso delle n:asse .a~conci'amente dirette siil centro o su di 'U,-na delle estr~mita clet fronte dell' cwversa.rfo. Così dice il Journal de l Année

belge.

non è stato uno dì quegli uomini i quali credono il beÌl'ingegno inseparabile dal b rutto carattere ' fece in oTand i e ornate cifre il nome del mjnistro. Questi se ~'andò in solluchero, comprese che Jominì poteva diventare' un uffiziale di avven-ire , lo impiegò provvisoriam ente e in seguito lo nominò cupitano e capo del segretariato della guerra . Nel ·1 'i99 pei· dargli rnag- giare ·autorità fu pt·omosso capo-battaglione. E Jomini · lavorò alacrernenie sotto Repond e poi sotto Lanther ri.orclinurn ento del ministero della guerra. e delle milizie svizzere. Ma lasciamo i minuti particolari e cogliarn_o ì lati · spiccati che ci pongono in luce il suo ingegno, il suo earattere e che sono gli elementi essenziali per riéo. sl rnirc-.l questa vita. · Da quel che narra il Lecomte, si può inferire che nel rnoo·.Tomini dava di già prova del sùo sicuro e profetico giudizio in faLLo di grandi opeeazion.i r~ilita1:i, ~ra il tempo della riunione- del fam oso eserci to d1 riserva. a Dii on ar9:omento di beffe all'Europa, trasformatosi di poi in cagione di affanno pel povero Melas. In un banclietto di uffizìali , a Berna, al quale assisteva Jornini, si faceva il solito fa ntasti c·a re: Buon apa 1·te, diceva l'uno, passe rit il Ilena a Basilea. No, replicava l'altro, muoverà da Lione su Tori-no e urterà' di fronte l'esercito di l\le1as. E ciascuno diceva la. sua. Jomini affermò e scommise che Buonaparte discenderebbe in Italia; e, partendo forse dai con cetti della linea interna e diretta sulle comunicazioni dell' inimico, venn e ne.1 pensiero che la. discesa si fa rebbe pel Va\lese e che giraùdo la destra dell'inimico gli cadrebbe alle spalle. E sarebbe stato da vvero_profeta l E dico sarebbe stato pel'tbè peno a credere questo rnccontino . Il g.enerale Jom ini nella sua lettera d<::l 2,t ottobre 1866, diretta a.l sig. cli Forville, corrispondentè del giornale La France,

al

·

Fate che spun_ti nella testa di un giovane un'idea, f~te eh~ c!ue:ta idea fer.meoti e si agiti e si svolga e ~1 molt1phcln, ed eccovi come il giovane si tramuta rn. ~omo . _Da quel giorno il comrnerciante era fi ni to il militare s1 P.ronunziava con impeto, e 1~ prinri tivn t; n.?enza e la v1v~ce natura, punte dall'assillo deUa nuova idea, erearono ;Tomini. ~el 1798 passava per Pàrigi un capo battaglioni_: !~1zzero, cer~o :Keller, l!orno mediocr.e che aveva levato ::, zan fama cli se nel respingere il t.0n l.ativo deO'l'Incrles·1 ~ 0 L ·d bl~ene ~oco ave.sse . " :,U , s, e.~1 .a, operato. E' t> passava per. Paug1 petche .la for tun a, m uno dei momenti L1:L ace · iecamenLo · 1 . . D cu . i va spesso sogg·ett" , · -o, l'a veva 1nna,.a, rnm1s_1,~·o. de!la. guerra r,ella nuova repu~bliea che L1u.. Jon11n1 gli sr present·1 o 11· ..," l. off'1'e e.:ome . . · • ·<, o arntante d1 campo' Keller lo accettv e un it·1 per la. Svizzera. ·· · niuovono

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Madquale essere la loro o·l1· ·1 . dovette .. . comica. ff1'1t"1v1· (C 0 quan ?~1u~1L1 rn Svizzeru trovaron o cambiata ìa scena e .Jo.mrn1_ mi e Keller caduto dal rninisLe1·0 senza es~ s~rv1 sa lito, c. lo vide messo <llla porta per ìe ista~w eh Scherer. _ l i successo1:e . fo llcponl:Ì, un poeta l .Tomini si pre::ient~ a fOSt'.n .il q uale prqna lo aecoglie frecldarrrn nte, e poi gli chiede se ha bella srritura . .romi ni,. che 1

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IL GENERALE

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e ave~te pe!' obbietto: Questioni strategi'che relahve a,qt-i avvennnenti della guerrci di Boemia, parlando - dell e fer1'ovi e sotto l'aspetto strat('.>gico afferma, in rnodo non meno g r~Lu_i to che con traddittorio, da una parte che le ferrnvie incateneranno la guerra alle loro zone. e dall'altra che farann o predomin are il Dio Azzarclo.' A ~1uesto. p~·oposito egli aggiunge che d'indi it~ po i sarà 1mposs1btle si realizzino profezie eome quella che fece Napoleone al gener:-ile Dessoles, quando in dicando sulla.. carta la pianura di Tortona esclamò : ecco ove dovrà decùlersi i l dest?:no dell'Italù.i. Jl. generale narra diste·~amente questo aneddoto, e à me pare che se egli · fosse stato anche profeta nel 1800 non l'avrebbe taciuto, e_il suo cuore nonagenario non avrebbe po. t~.to reslstere a lasciarsi scappare una pal'olina su di c~o .. Que~Ja lettei·a era forse l'ultim a-parola indirizzata. ai v1vent1 da un veterano presso a discendere nella tom~a . Fu modestia forse1 Non era la sua virtù predominante. Cer·to, se qur.sto aneddoto è vero, ,Tomini ebbe_ben rag~one di acquistar coscieJJza di sè, la qual coseien.za egh del rii'nan en te andava acquistando in :nodo evidente o?ni dì. più, e.ogni dì più si dis()gnava 11 s~o carattere 1rasc1bde, facile a trasportRrsi. ad eccessi così contro superiori come contro infel'iori irrequieto, corrivo a gittar la dernissione su l viso com~ gli_ disse dipoi' Nai1oleone. E di già nel 1799 d'i ede la pr, ma volta la demissione, ma si ealmò e continuò nel ,suo c_arico. Labo~io~o egli stesso, e:ra esigentissimo de!l a(t,ru1 _lav~ll'O e guar a chi ca deva in fal lo. E pure ch_r piu d1 ~u1 dovev,~ essere perdonevole, chi più di lui che avra tanto bisogno dell'altrui perdono? Dopo la pace di Lu neville Jornini lasciò il sno carico p_armi perchè _trionfò la parv~ politica avversa alla sua,; ( de] desiderio ritornò a Parigi all'usata vita: st.ru?.o·ersi 0 di esser militare e intanto specula1; per vivere e dare 1

1

sfogo alla sua attivitì1. Si associb con un gran. forni~ Lore mili ta re, Delpo nl, e faceva danaro: ma ciò non bastava e non po tevn bastare olla sun anima ambiziosa di ofol'iu rn ilitan-} . Ed allora incominciarono i tentativi iJ)liti) le delusio ni, j dolori dn tutti gl' ino·eo·ni provati e che da nessun uom o dovrebbero ano o ' d' dare obbliHti. Si pt·esenta n Murat,· allora governatore 1 Pnrigi, pe1· essere ace~ttato nell'esercito francese; ma invano. Si rivolg8 a] generale Von <le:- We it, svizzero al serv izio della Francia, perchè lo accetti come suo aiuto11te di C'ampo, ma trovò su i suoi passi un . competitore nel capitano dd 25° Jegge.ro, Cha,udro~ '. cognato del generale e che andava spa_rgenao _11 nd1_col? su di q uesto giovane olle voleva _scr1~·cre _cose militari. Eravamo a quei benti tempi nei yuah si uedeva seppellire un mi litare col gittargli ~ul vis? .il m?tto: tu sei un sapiente. Erarnrno a que1 beati tern p1 nei quali jl sapiente er_a il malecl~tto: il :lean Valjean degli eserciti, ed i suoi passa.porti g1all1 er,mo le opere stampate I Ma si 'vinceva no le b1;1 ttagl'i(' . Sì, non ostan te ciò, e perchè la molla delle passioni ern fo~·temenle rimontata, e perchè v'era un uom o che pensava per tutti, e perchè tu tti erano più istruiti_ di quel eh~ voless.ero . Di costui .Torninj si vendicò col salvargli la vita a Jena. Non ave.ndo trnvato ascolto da un laLo , Jornini si volse ,iall'altro e si presen tò all'i n1\arica1 0 d'affa ri russo, d'Oubri1, col manoscritto del 1° volume del Trattato delle grandi operazioni strategiche. Av~va 2,t 11~1 ni ! .D'Oubril ne rise, si strinse nell e spalle e l'accormatò. Povero Jornini I . . Ma che cosa è questo volgersi oggi di qua alla • Francia e domani di là all a Ru::;sia? V0i lo · com prendete e comprendete COSÌ l.lll determ inante di tutta . la sua vita: egli era svizzeto. L'indole che sortì di

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11, ùl::N.E I\ALE

JO~Ul''!L

naLUra e il suolo su cui nacqu e ; la grand e attirilù mililare ci el suo spirito e il non essel' la patria sua tcoLro da ciò ; la eccitabilità dell 'ind ivid uo e la contraddizione col inondo circostnnte, stamparono sulla primitiva molecola della Yìta di Jommi un marchio che si ribudl, non si distrusse con l'evolversi di essa. Povero giovan e I l\Ia non disperate, o giovani d'ingegn o : nel mondo vive la vi111 1·1 e un giorno o J'ol trn troverete sulla vostra via l'uomo di cuore clte non si rinchiuderà nel suo freddo egoismo, che vi comprenderà e vi stcn derù la ma no. Questo uomo fu per .Jomini quel generoso cuor di leone di Ney. Lesse il suo scritto e gli piac(Jue, perchè aveva u,na dote che avvia .:i l vero più che non facc ia quella cert a pretenziosa, artificiale, pedantesca, invida intelligenza dei saccenti , dico aveva il cuor diritto e da !eone. Ney lo meni) seco al, campo di Boulogne come ,,oJontario, promettendogli di farlo nominare di poi suo niutnnte di campo. Intanto gli anticipò il dnnuro per stampai: l'opera e .Tomini si sentì felice. Cosl si enlra nella s·ocietù, o miei colleghi: un uom o pe t· grande che sia, si ch iami pure Nnpoleon c , ha Lisogno di un :iltl'O che lo prenda per mano e lo presenti alla societ,L Non scordiamo quest'uomo, chè la gn1titu dine nob ilita, non abbussa . Qnando io veggo .fomini nel campo degli alleati a Dresda, consigliare di spingel'e le masse rnsse sul fianco ùel corpo di Ney che passa, un grido d'indignazione vorrei gittare su di questa tomba; ma la ragion e afferrando il nesso dei casi di cui s'i nlessè quella vitn, mi consiglia u morlllOl'are: sventurato! Al campo di Boulogne .Jomini si fe' maggio1·mcnte sti111are da Ney e si creò il pri mo nemico sul la sua via. Ney aspettava l'imperatore al campo di )lontreuiJ per fa re eseguire alla sua presenza alcune grandi ma~

novre. li lavoro che conten eva il sunto di esse con i relativi comandi e che doveva essere sp1dito a tutti i capi di corpo era slato di steso da l colon nello P0 \ primo aiutante di campo del ge.~er.ale, ~d . era pl'esso a parti re quanrlo cadde nelle r~am c!1 .~o~nn'., che l?sto si avvide non condurre quelle d1spos1z10m ali attunz1onc del concetto delle manovre e doverne per contr-ario risultore confusione. Vacillò un .momento tra il dolore di nuocere al colonnello e quello di lasciar fare un fiasco, mi si permena dir così, al suo benefattore; ma si decise a rendern e indirettamente consapevole il generale, il quale gli fe' .ri~naueirgiare il lav~r? in una notte . Quantunque Jomrn1 non fosse rotto, d1?1am o noi militari, alla pratica delle manovre, no nd.1me~o con quella facoltà di pt·onta comprensione e d1 facile assim ilazione che ha l'ingegno il quale vede le cose dall'alto eo·li se la cavò egregiamente e le manovre riesciro~o ~ maraviglia. E Ney a marnvigliarne e Jomini ad esserne lodato. E il colonnello P0 •? Non credo ne rimonesse soddisfatto, come penso che Ney avrebbe amalo che queslo fotto non fosse aceaduto , perrl~è am ava molto il colon11ello che gli aveva tolto la stregghw. di mano quando Ney era soldato del suo s~uadr?ne. Adunquc p1·imo punto luniinoso nell a ca.rriera d1 Jomini e ao-giuno-eremo sub ito, pri mo punto nero. Nell; ca~pag~a del •1805 incontriamo Jomi_ni, quest~ capo ba ttaglione svizzero, ancora c~me a1t1~: nte. d1 campo volontnrio presso lo sla lo ma~g1.ore del 6. coi po, il corpo di Ney. Questi ha in uggia 11 pr~p_r10 capo di slalo maggio re, generale DH.>1- e a Jo1~1 in1 confida 1 seo-reti e affida le disposizion i importanti. li g~n:rale nn:' era un fovo l'ito di Bèrtb ier . Reco per Jom m1 u~~ posiz ione equ ivoca co me qu,~lla d_i tutt.! .gli uo1mm dietro le quinte, ed ecco due nitri nermc1 sulla su~ via. su·ingiti, mio caro, al tuo buon Ney e tollera 1 ;\~:,;o ~

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IL GENERALE

,TOMINI

suoi moti vivaci, cliè ne hai e · ne avrai mestieri. . Ma no: Jomini pee una delle solite sfuriate . di Ney, usanza della gente di cuore, sj picca e tosto chiede andarsene. 11 bollente ge.nerale calmo il nervoso giovonc e foce bene, chè i giovani vanno educati con calma e compatiti con ,. affetto. Vo i sapete quale ru·sse la manovra di Napoleone inforno Ulma, ed io non vogl io fare come coloro che per dire di Jomini hanno rifatto tutta la storia d,~lle campagne di Na poleone. lUi basta ìl rammentarvi come i co rpi di Lannes e di Ney avessero l'ordine di stringere Ulma per le due rive del Danubio, e di non l,asciar scappare Mack nè per la via del Tirolo , dimpito cl i Lannes, nè per que lla di Boemia, còrnpllo di Ney. Il quale aveva la divisione Dupont sulla sinistra del fiume e due sulla destra, che comu nicavano con quella per Gunzburgo, ov'era sito il quarti'e r generale del 6° corpo. Nopol eone per dare maggiore uni tà all'ope· l'azione riuni in Murat il comando di questi due corpi e della cavall eria di riserva. Quando Ney volgeva nella mente' di rafforzare Dupon t trop po isolato sulla sinistra ''"tlel rJ)anubi6,' eccovi Murata Gunzburgo ordinare a Ney di far marciare, rimontando l'Iller, le sue du e divi sioni. Ne nacque calda disputa: Ney comprendeva che ciò apriva la via all a fuga di Mack pe.r la via di Boem ia. · l\fa ohbedì e ·chiamò Jomini perchè scrivesse e spedisse gli ordin i. Questi fece osserva re che siffatto movimento av rebbe fatto andare a vuoto la manovrn di Napoleone e :che per tanto non poteva essere la sua ,. mente. « Questa è storia antica » rispose Muri'/.t « scrivete. >> E Jomini a replicare: « Nello stato maggiore del marescinll o non v' ha penuria di segretari perchè debba io partecipare ad

una ma novra che credo in oppo sizione formale colla intenzio ne dell'impPratore. )) « ~laresciallo, disse Mu rat, e che voi permettete ai vostri uffiziali di ragionar così? » « Perdonate : io .sono uffizial e svizzero, come l'attesta il riiio uniforme, sono volontàrio e W ·maresciallo mi amm ette qualche · volta a ragionar con lui delle operaz1oni dal punto di vista della scienza militare. 1> Signori,

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In un esercito fran cese ricordar da sè che si è straniero che si è svizzero, e trincerarsi dietro l'uniforme ' per discutere e non obbedire, " svizzero è un tristo preludio I Voi sapete come , si svolsero gli avvenimenti. Ney obbedì, ma vuolsi che Jomini ritardasse l'invio degli ordini, il che non poco co nferisse alla ri'uscita dell'operazione, imperocchè il ritardo desse tempo a Ney di accorrere a sostenere Dupont. Difatti quando Ney eseguiva il movimento ordinatogli da ,Murllt, seppe che Dupont era stato attaccato da 215 rn 30,000 aust.riaci e per poco non ischiacciato ; che egli erasi strenuamente sostenuto ad Iln slach. Gli austriaci potevano riattaccare. Jornini consigliò Ney di correre a sostenere Dupont, e Ney seguend o sua eroica usa nza di marci;:ire al cnnnone, mosse all a volta di Elchingen. Napoleone giunse, diede torto a Murat, ordinò rattar.co del ponte di Elchingen e si fu ailora·che Ney, scuotendo il braccio di Murat all a presenza di NiJ polcone, gridò : « Principe, ve nite con me a fare i vostri pia.ni alla presenza dell'inimico. » Motto provocatol'e e vuoto, pèrchè i soli piani ,che 1'1ura't sapessè fare erano cariche sull'inimico ed alle.


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lL ()ENElW,E

testa di un reggimento di cavalleria. E suppongo ci volle tuuo il gran cuore di questo piccolo cervello per perdonare all'uflìziale svizzero e la sua impertinenza e il sicuro criterio militare, che. questi aveva sì Iu_mino?a rnente dimostrato. > Dopo Ulma il corpo di Ney indebolit.o della divisione Dupont marciò al Tirolo, e si po~e col quartier geneJ'ale a Innspruck. Dopo Austerl itz Ney inviò Jomini al quartier generale di Napoleone_per recargli un pacco di dispacci e nel pacco mise i primi due volumi del Trattato ·delle grandi operazi'oni' e .insieme una lettera con la quale richiam ava l'attenzione di Napoleone sul capo xiv, relativo alle linee d'operazione e al parallelo fra il sistema di guerra di Fede rico e di Napoleone, Un giorno Napoleone a Sch6!'.)brunn si volse a ìlilaret, che fu poi duca di Bassano, e gli disse: .~< Avete poco. da fare, leggetemj di questo capitolo d~ll'opera portatami ad Austerlitz da un uilìziale del maresciall o Ney. » ' Maret fece· una smorfia e lesse: E sin dalle prime pagine Napoleone lo interruppe .r.d esclamò : « Si dica che il secolo non cammina l Ecco un giovane .capo di battilglione, e svizzero pure, che ci dice quel . che non mai. professore seppe insegnarmi e che ben pochi generali comprendono. » ~la. a ·misùra che la lettura proced1::và, la sua rnaraviglia cresceva,· tanto che si cangiò fr1 scont'ento. « Come, Fouché ha permesso si stampasse un tal libro? Ma gli è insegnare a' 1niei nemici tuttò il mio sistema di guerra. Bisog na sequestrar quèsto libro e impedire si propaghi. » Esclamazion e indegna del grnnd'uomo. Napoleone avrebbe dovuto ben comprendere che le conversioni operate da . un libro sono lente e tarde, che i fatti soli 0

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e le sventure soprattutto parlano eloquen temente agli uomini; che, ·ammesso pure il contrario, non ò già il concetto della guena quello che basta a tu Ho, ma ci vu ole il complesso del!' esecuzione; che non hast:1 comprender Raffaello per diventarlo; che_ non. b_asto il capo xrv e tutti i suoi scritti a fai' d1 Jom101 un Napoleone. Ma .Napoleone non penò molto a ritornare in sè, dopo che ì\Iaret fecegli osservare che proibire era propagar-e, e disse : . « È vero, io do troppa importanza a questa pubblicazione: i vecchi non leggon~ e i giovani non comandano. » La ragione era piccola e Ii_on era la vera. Basta,_ l~ conclusione è cbe Napoleone ordinò di porre Jormm s1:1lla lista delle promozioni come c:olonnello d_?llo stato maO'o'iore. Napoleone doveva avere molta stuna del00 , . 1 Il . l'ingegno per saltar così la barriera e e. a rotrn~: non dove:va· credere che 'è l'insipienza quella ehe vrnce le battao·lie. E ·inoltre Jomini aveva diritto a questo grado per doppio titolo, essfmdosi dimostrato eziandio soldato valoroso nei combattimenti attorno Ulma . Colònnello, sostituì il colonrrello P"'n nella qualitll di primo aiutante di campo del maresciallo Ney. . . l\Ia il pianeta della buoua fortu~a surse P:r Jorn1m sull'orizzont.e, n1.:compagnato dall ' mseparab1le anello fosco del dolore. L'uomo d'ingegno , come prima prende la sua posizioncJ1ella società, ved esi ci~·co~~ato da q_ue)la tristà genìa d'inset.ti ehe si nutrono~ rnv1drn~ze, cli piccolo spionaggio, di zizzanie, di pas~1oncell: rnso~11_rna e vivono cl i guerricciuole, di proLez.iomsmo, d,i favonL1smo. I caraLteri ,forti ne riaono, ci si div~rtono e sn_v~n~~ n_e trionfano a lu ngo anelare: . i deboli e suscett1v1 s 11-r1tano e eosì pl'esen tano un lato scoperto e la danno per vinta . .Joniini non l'lpparten ern al primo genere,


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e da ciò i suoi passi .falsi; ma per carità, non facciamola da dottori. Fu proposlo per uffiziale della legion d'onore enon _ebbe nulla: godeva la fiducia di Ney e n'ebbe dìso'usti che per lui erano ferite acerbe. Di questa fiduci; dolevasi il. c:rpo di stato rnnggiore del maresciallo, il ?ener·alè 1)-l<H, nientedimeno che un protetto di Bel'thìer; 11, qual~ em~nò 1~11 ordine che vietnva ai capi dei corpi d eserr1to d1 adoperare al loro stato magp;iore altri uffiziali che i titolari. Er·a diretto contro Jornini , e in generale se diradate le nebbie che si addPnsano attorno a Jomini e voi ci troverete spesso chi? Il principe di Neuchatel. Vi ho det!o verso il principio di q~~~sta biografia : non disperate, chè . ogni ·g iovane d rngegno trova 11 suo Ney; ed ora cùmpio la frase e ·dico a questo giovane: tienti ritto sulle gambe, chè a misura t'illustri, a Ney succede Berthier; ma se sa pr-ai persevera re nella via diritta, va si.curo che a Berthier succederà la stima pubblica. · Quello spirito profetico, ind izio di sieuro giudizio, che Jomini aveva dimostrnto al 1800, come ci narra il Lecomte, e nel 18.0 5, dimostrò eziand1o pri,na del 1806, quando scrisse per Ney una Mernol'ia intorno alla 7Jrobab1Htà di una guerra con la Prussia ed alle possiMli operazioni militari. R ·a questo proposito v~ piaccia ascoltare un altro aneddoto, chè In biografia d1 un uomo, che come uomo di azione non è giuhto a divt•nt.are una p~rsonalità storica, naturaJmente s'in.. tesse di aneddoti.' Dichiarata la guerra nel 1806 Jomini ebbe ordine dì ,. recarsi a ~1agonza e d:i' aspettarvi l:,crli ordini del111nperat.ore. li quale, vedutolo, gli disse che lo aveva destinato presso la sua persona, pe:rchè avendo scritto delle gur.rre d1 Federico, studiato l'esercito prussinno e il teatro della guerra, avrebbe pututo fornirgli utili notizie! 1

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Jomini chiese licenza di andare a prendere i suoi cavalli e i suoi bflgagli e disse: · « Se V. ~I. mi a'c-corda qunttro giorni, io potrò raggiungerla a Bamberga. « A Bamberga I saltò a dire Napoleone, e chi vi ha detto che io vada a Bamberga? · << Sire, la carta della Germania. << Come, la carta I ma se v.i ha cento altre strade oltre quella di Bnmberga su di questa èarta. « Si, sire, ma è probnbile che Vostra l\'laestà vorrà fare contro la sin istra dei prussiani la stessa manovra che ha fouo per Donauweith contro la d-=.stra di Maclc e pel S. Bt~rnard~ contro la destra di Melas. Ora ciò non può farsi c.he per Barnberga su Gera. << Bene, rispose Napoleone, siate in ,quattro giorni a Bamberga; rna non ne dite nulla ad alcirno, neanche a Bert.hier: nessuno deve sapere che io vado a Bamberga. · » Na poleone ne rimase siffattamente colpito che se ne rammentava ancora a S. Elena, e narrò codesta scena a Monthol<.:rn che la narrò a parecchi ed anche .al generalè Jornini istesso. E cosi Jomini fece le campngne del 1806-7 come addetto presso l'imperatore. A Berlino, dU1·ante ·gli ozii dei negoziati, Jomini serisse una Memoria contro l'idea del ristabilir la Polon ia senza il concorso di una delle tre potenze dallo sbrano famoso, dimo;s.trando j perir.oli di una nuova Pultawa, la necessità di porre ali-oeno sul capo del nipote di Fede rico la . corona della Polonia. Questo narra Jomini in una lettera al ducn di Bassano, e a ciò fa rimontare l' origin e ·delle sue disgrazie; imperocchè invinto all'imperatore lo scritto n'ebhe in risposta un rabbuffo. « Io vi sa peva un bnbn militare, gli disse Napoleone, ma non un cattivo politico. » ·


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IL GENEI\AL E

JONINl

N.ipoleone non anrn.va che gli uffiziali discutessero i suoi conc0tti politici, ed ecco apel'Lo tJno spirao·lio 0 'nel quale la mal.igniLà soffierà a g uance go nfie. A Be rlin o J'omini lavor-ò intorn o al 3° e 4. 0 volume del suo Tt:attato, e mentre Napoleon; si lasciava fe-steggiar'e dagli illusi di Posen, Jomini ocr.upò quei 15 giorni a scrivere il capitolo ultimo del J'ratta.to, quello relativo ai Principi'i generali dell'arte della guerra, e lo scrisse per dare una risposta al o-enerale Bertrand che avevagli detto la sua opera ma~care di con<;Jusione. Ed era naturale poichè non era compiuta. Del rimanentP, in queste campagne Jomini si dimostrò quale ci si è disegnato: uomo intelligente e un po'disput:1tore: l'ingP.gno non poteva tenersi cheto di fronte aH'errnre e lo svelava con franchezza, anch e quando traUavasi di Napoleone. Ad Eylau, quando Né!poleone non aveva più riserve e i russi vennero a minacciare in Crìlonrw profonda il cimitero, Jomini esclamò:« Ah se io fossi Benningsen per du e ore soltanto I E Cau: lainr·ourt a rimproverarlo di queste parole deHe si vicino all'imperatore. Jomini dopo la battaglia gli disse: « Ora non vorrei esser più Benningsen, ma l'arciduca ' Carlo. Che di verremmo se·egli sboccasse dalla Boemia sull'Oder con, 200,000 uomini 1 » Jomil}i pensava aJla. scienza militare in quel momento, _lo credo; ma _ci_ò non intendevano e non potevano mtend.ere uomm1 che si credevano figli della vitlo_ria e che guardavano come nemico l'incliffer..entc, il freddo ragionatore. J~ cluopo comprendere l'uori10 e le sue pàssì.oni se voglia1110 spiegarci il dramma dHlla vita. . Dopo TilsiLt Jomini si recò a Parigi e pregò Ney _ d1 prenderlo seco come capo di stato maggiore, il. generale D. avendo perduto un braccio aJ cornbattimento di Gnstadt. Ney aderi e pregò Berthier di

nominarlo a tal posto; ma questi che proteggeva D. rispose che .Jomini era colonnello e però non poteva occupare il po'sto di capo di stato maggio_re, do;_uto a generali . Jomini non se ne stet_te _e scrisse ali 1m~ peratore, dicendo che quantunqu_e s1 stimasse onorato eh essergli dapp!'esso, nondimeno credeva p~ter render~ migliori servigi come capo di stato magg~ore . .Pochi giorni dopo venne nominato sotto capo eh stat? maggiorn del generale D.; il che lo fece ~ontare m sulle furie, parendogli insòpportabile umiliuz1one ~ssere capo della. segreteria d'un invaliclo, in quel medesimo corp~ nel qual e cotanti servigi aveva renduto. Ed eccov1. un'a l.tra lettera all'imperatore e questa volt.a con. la. domanda della dimissione. Ma l'imperatore mentre recavasi alla messa. nella domenìca immediata vide .Tomini nel palazzo d1 Fontaioebleau e gli disse incollerito: « Qual lettera impertinente mi avete dìretta? Cornei gittarmi così sul viso la vostra di.missione e creder~ che io mandi via la gente che nn serve bene? Io v1 ho nominato capo di stato maggiore e non sotto-capo.>> « Ma, sire, io ho qui la mia nomina firmata da · Vostra ~1aesti1 >> e faceva come per cavarla di tasca, quando Napoleone 'gridò: « Eh! non avete compreso che è un errore di Berthim·? » ., Costui, clic era lì, tirò Jomini per l'abito e gli susurrò all'orecchio: « Tacete e passate da mc dopo la messa. » · Berthier gli disse che era stato un enore del suo segretario Dufresne, che era stato di già riparalo, che a Pario-i avrebbe trovato la sua nomina, che si era t, . . troppo affrettato a redama're e. simili. Il Le1Jomte dice che la staffetta che recava il nuovo ordine era partita dopo la messa: e che Dufresne giul'ò a ,Tomini che il


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principe di Neuchàtel gli aveva detto di ·invial'gli un brevetto di sotto-capo. Queslo fatto hon vuol commenti. Berthier diventogli irreconciliabile nemico, e Jorn ini, q1wndo vide vacillare l'affetto di Ney, rimpi anse il tempo cht aveva passato presso l'imperatore, e ~i dolsf\ di aver fatto istanze per abbandona rlo. Era il'requielo, e non aveva . compreso abbastanza che ndl a vila mil itare bisogn?acceLtar per divisa il motto di c~sa Savoia: io aspetto 1·t mio astro . . Adunque anche l' affetto di Ney venivllgli meno, proprio il vuoto andavasi focèndo attorno a lui? Sl, Jorriini. fece come capo di stato maggiore di Ney le campagne della Spagna del 1808 e 1809 ; ma sin dal primo giungere nella Spagna ebbe ragione di accorgers i che spi rava callirn vento, ch e l'um ore clel generale non era più quello, che una serpe aveva dovuto insinu arsi tra questi dne uomini che si completavano a vicenda. E p"lrch è? Il segretario del marescial lo , Cassaing, rivelò a Jomini che anche la donna vi s'immischi ò un Lantino, poichè si era fatto credere alla marescia.lta Ney che Jomini passavu pel meneu r del marito, per colui che lo po1·tava pel naso e lo guidava nelle cose milita ri . M.a fu forse pèrfi da calunnia , suscitata dal pensiero di togliere all'uffizial e intelligente e straniero l' unir;o pi edesta llo solido, di co l'amore e la stima di Ney? Jop1ini aveva resistilo davvero alìa principale tentazione di un lì fJiziale di sta to maggiore, quella di lasciarsi credere l'aninrn del generale, anzi il generale istesso? Aveva avuto la pl'inc·ipale virtù di · tal sorta d'u ffìzia li , qu ella di lt1vC1rare e·cl eccl is~arsi? aveva compreso che in cosiffntto senizio si pu?1 anche dire: qunndo si mos tr·a men tirnto è più bello? NLrn saprei afferma rlo; mà pensan do che Jo rn ini erà proprio il tipo opposto a quello di Berthier, sospetto che se

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JOMINI

IL GENERALE

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questi per.cò per, pieghevol ezza cli schiena, q,1eg!.i'forse pe_r soverchia diriuurn di essa: Berthier ebbe la virtù. d'una cipolla, come lo ehiarnava Napoleon e,· Jomini 1 diff!tlÌ dell'i ntel ligenza pròtenziosa. Nonostante questo br6ncio, Ney si avvalse di Jomini negl'infa.11sti av ven im (~nti di Spagna, che per lo.i metteitero capo al 1809 all'evacuaz-ione della Galizia e alle di sco rdie ' con Soult, e se ne avvalse eziar1dio per inviarl o presso l'imperatore a scolparlo. Dopo la pace che segui Wagram , .Tomini e Ney si rivid ero a Parigi, Jomini di ritorno dalla sua missione, N8y per avere abbandonato il suo corpo in segui to al le di spute con Soult e rl re Giuseppe. Napo leon e ordinò a Ney di ritornare al suo pos to, e questi sbuffante di rabbia scrisse ,~l suo ca po di stato mnggi ore di seguirlo. Jomini rifece i suoi bngt1gli, i suoi equ ipaggi, comperò altri cavalli e prima di partir·e si presentò al ministero della guerra per riceyere gli ultim i ord ini. Non saprei dirvi chi rimanesse più maravigliato, se il l\'I inistro nell'intendere che Jomini' era il capo di stato maggiore di Ney ed aveva ricevuto da costui l'ordine di parlire o ,Jomini nel sapere ;che, a, ri c·hi esta del maresciallo medesimo, il capo di stato maggìò1:e. del 6° corpo era' non lui, ma il colonnell o Béehet. Sorpreso, in preda ad affa nnoso dubbio, spedì una staffetta al maresciallo eh.e era ancora sulle suP terre e si ebbe la secca risposta : Attenetevi ·agli ordini del Ministro . Ney no n era più Ney nè pér sè, nè per Jomini: i casi di Spagna lo avevano gittalo in preda a irose malinconie, egli vedeva impallidire i suoi allori, e ii .cuore divenn e più aperto non so se debbo dire alle su scettibilità del suo 1;1.mor proprio o ai consigli dei Jago . Jom ini si vide solo e senza occupazione e dovette e

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lOMlNl U. GENEMl,E

l'altro. Da Arau scrisse lettere al sig1101· M., che io sup~ pongo esse re Ma rct, il duca di Bassano. Leggerò un · brano di quella del 15 ottobre '1810. Vedete quan ta disperazione v'era in quell'anima:

attraversare giorni tristi, tanto più tristi quanto maggiore coscienza si ha di sè. Infin e venne posto a disposizione della sua bestia nera, di Berthier, e per soprassello sotto gli ol'dini del suo aiutante, il colounello Bailly de ~Ionthion. Il volgo non comprende quali ferite sien queste per un uomo che sa di non essei· volgo, e non faceva mestieri essere Jomini per perdere la pazienza. Jomin i aprì. l'animo suo a Berthier e gli manifestò il dolore che provava di vedersi collocato sì basso dopo sì eminenti servizi. « Non siete lu singato di essere soli.o i miei ordini? gli disse il principe di Neuchatel. « Sotto i vostri ordini, sì ; ma sotto quelli del colonnello Bailly, no. « Ebbene, date la vostra dimission0. « Lo farò quando il crederò conveniente. » Jomini questa Yoll.a dieùe prova di longanimità: fece ogni opera per avvicinarsi a Bcrthier, sino a dedicargli il Trattato delle grandi operazioni; ma non riescì ad amicarselo. Quando l'an imo è oscuro il diavolo vi si accampa. Il generale Czernischeff, aiutante di campo dell'imperatore ùelle Russie, giungeva in' quel tem po a Parigi e offriva a Jomini di entrare al servizio russo, offerta cli già fattagli nel '1807. E lo svizzero ricompare, lo svizzero che in Jomini è stato lo sdrucciolo ai passi falsi e insieme la circostanza alten uan te. Chiese un congedo, si recò nella Svizzera, spedì a Berthicr le sue dimissioni e fe' noto all'impe1·a tore Alessandro che era li bero, ehe gli si potevano invia~e bt;cvetLo e passaporti all'ambasciata russa ". Vi enna. Almeno questa volu1 i du e sovran i, i due paesi, l'uno che nbhandonava e l'altl'O a eui si volgeva, erano amici: i due ese rciti non erano a campo l'un contro

« Il pilrtito che tni rimnne n prend ere ~on è certo senza pericoli; ma io debbo correre la mia sorte _e saper morire ove occorra . N~n vi anno_ierò con le mie doglianze ; e solo ho voluto inforrn,irv1 del p1'SS~ de~ cisivo che fo. Ieri fu l'anniversario della battaglia di Jena I Sono dunque quallro anni ch'io, quantunque destinato presso l'imperatore, mi precipitai v?Jonla~ riamenle ,Jll'avanguardia di Ney. Il marescrnllo s1 slanciò come me su cli una breccia, quando nessuno ve l'obbligava. M; egli Yolern vine;ere il pri_ncipe di Hohenlohe coi soli q.QOO uomini che lo segtm ano. La metà di quei bravi pagò con la vit~ la temeraria intrepidezza, e tre aiutanti di campo turono gravemente feriti. . « Ah I se una palla caritatevole mi avesse colpito in quel giorno, io non sarei 011n r!douo . a .detes~ar la vita ed a maledire sino ai debol i raggi d1 glor1é:1 ~hc la mia carriera mi fece un istante intravedere. M1lle di quei m_isernbili proi~t~i solca ron_o la terra intorno a me e mutilarono i m1e1 compagrn, ma nessuno volle togliermi sin d'allora alla pena che ora mi uccide. » Ed ora ascoltate questa lettera del 2,i. ottobre :

« Arau, 2} ottobre 181 O. « Ho ricevuto, mio caro l\L., la vostra gràtn lettera del ,18 ottobre. Voi mi volete consolare desol andomi. La certezza di avere uu potente n_emico r,osì vi cino all'imperatore non mi Insci a veruna. speranza. che la mia sorte possa migliorarsi. Se fossi almeno n entrato

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JòMiNI

rtella cà rica che aveva nel 1806 presso l'imperatore · medesimo, non avrei a fore che solo col gr,indn uomo capace di npprezzarrni, nè il 111io persccuto,:e potrebbe più nu lla con tro di me. ~la, non contento di farmi retrocedere nella rnin carriera, e di nve.r camb iato un posto importante col meno pregiato nell'e~erci to, mi ha messo sotto la sferza del più crudele mio nem ico. Ahimè I qnesto 'è troppo, e giammai avrò . la forza di pi ega re la testo _sotto il giogo che mi si vuole imporre. Ch e l'imperatore. eserciti su me la più assoluta tirannia, ed io me ne consolerò, poicbè egli ha -verso di me i diritti .che danno il genio e la potenza, Ma il principe di Nenfchatel I.. . Io mi taccio per prudenza, e più pe'r riguardo vostro che mio. · « Vi lascio per poco cedendo alle istanze de'rniei amici che vogl iono darmi i _loro addii: parto per andare da mia sorella sulle rive del logo di Morat .. .. >> 1

È un'anima ferita che. sente tutta la profondità della

ferita. Ora vedete situazione falsa e deplorabile nella quale ei .si trova impigliato. Si era reca_to a Monaco, e in . aspettativa de,lla dimissione fnincese e del brevetto russo, ' lo svizzero ne.I frattem po chiese un grado· bavarese. Ah qu esto mi sa di troppo ; ma basta, tornato nella Svii zera e giun to' a Berna riceve da Par·igi l'orr:line di pal'tire in 24 ore e presental'si al minist1:o della glll'l'l'a, e · nel tempo istesso la nu o\'a che la Russia lo accet ta al servizio_ ~ili~ar~ e cbe t iceverà il bre\'elto sì tostp avute le d1m1sswn1. Qual circolo! Do po avere alquanto tentennato, eecolo sulla via di Parigi, eccolo a l'arigi e dinanzi al minisiro Clark e, che co ll'amaro e col dolce Io decide a ritirtre le dimissioni. Dopo duP giomi fu generale di brigata e nel tempo istesso intende che

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a Basilea era giunto il brevetto di · generale russo, · ritardato non per volere di Alessnndro ma per soverchio , zelo di Ro111c.tt1zofL Jomin i adunque ba due. br~vetti nèlle due saccocce dei pnntaloni , Jomini è generale di due potenze, Fatsu situazione che peserà su tutL? 1a sua carriera. Sin·nori o , anche avendo . .ragione, cosiffatte situazioni scinp:ario tutto un carattere; ma Jomini non ebbe .r?o-ione non dimostrò ca ra ttere , Non dirò che gi ttò il dado troppo presto e che diè prova dell'impeto della sua natura irr:itab il e; non lo dirò , perch è ciascuno è giud ice da sè di qu ell e azioni che partono dalla propria sensibil ità, da ciò che chiamasi pu nto d'onore e che non ar'riva no a led ere la giustizià-;- la morule, la ragion~ ; ma dirò: gitlalo il da do e gittatolo sino ad impegna,re il terzo 11el gi uoco era forza ' non ritirarlo e andul'e sino a fondo , Non è più quistione di. sv izzero o ·non sv izzero·, ma di uomo. Ci andiamo accorgendo che in questo dr·arnma ciascona 1 parte può avere il suo torto._ Ma il fi lo d'erb~ ~ ritor~ nato neli a corrente e g uardiani o ove cam mrna, nnz1 ove sa61 truscinato . Or vedete iron ia del destino: arriva a grandi passi il 1812, e l'i mperatore dall' un brevetto è spinto contl'O quello dall'ait1:o, e il cuore di .Jomiu i (}Scilla in fra due affetti e incomincia quella situazione equivoca che logorerà un caratte re già sciu pato, Voi non siete più tuuo ,vo i stesso da una parte o dall 'altra, con u?o o con altri : no, voi accell.ale di essere nell' esercllo comba ttente ma eredèt.e salvare la vos Lra coscien za non branç]endo _la spada, rincantucciandovi in una piazza, oscurandoYi in una pos izione sedentaria. Voi siete corn e la mog,li e che ha rotto nel suo cu ore la fede coniugale e che non ancora è poll uta nel ,-orpo. È una situazione da compiangere, è una situazione fa\,J

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IL GEN!RALE

JOMINI

tale all a quale molte anime nobili non hanno potuto sfuggire per tri stizie de'i tempi nei qua li vissel'o e per le condizioni dei paesi ne' quali nacquero. E chi non ha sog·giaciuto a codeste situazioni pensi che forse · non fu suo mel'i to, ma caso, e no n insolentisca e non s1 stim i più nobile di Joni ini, perchè fu più fortun ato. Sì, io penso ch e Jomini avesse un foud o nobile assai più di coloro ch e son virtnosi per necessità, e penso che la superfici e del suo an imo fosse agitata , sollecitata da opposte correnti che non permisero a quel fondo di traspa rire nettam ente. -.._ Tormentato da codeste opposte correnti, .Tomini per 1 servire Napoleone e non pl'cndere pnte attiva contro Alessandro disse essere infermiccio e si fe' nominare 1 1 governutore di Vilna. ,,., Il 1lfoniteur cle l 'Armée, in una ingenei·osa e meschina biografia di° questo illustre uomo, non ha saputo rammentare altro che l'i mperatore fu scontento d'assai del catti vo modo di servire cli .Jornin i, e reca un hrano della lettera di Na pol eone a Bertlner, nel quale e' si Iament.a che Jorni ni piagnucola troppo e opera poco, che se non si vuole far di fe ttare il pan e è mestieri levarsi di buon'orn e andare <li persona od ispezionare le cose, non micu dormii-e o poi fal'e il ciarliero. Sis- . signori, sa rà : lo dice Napoleone e credi11molo pure. Ma Ul ma , Jena, Beresina , Bautzen I li 1Jlo11ite11r l'ha · scorciato. Così pel' le ragion i suddette come per una znffa accaduta tra Jom in i e il generale Hogendorp, governatore generale di tult.a ' la Lituania, Jomini fu traslocato a Smolensko e posto so tto gli OL'dinì del generale Barbanègre. ~l a, e vedete il fondo nobile come ri comparisce a volte disotto alla agitatn superficie, nppena l'esercito francese non è invasor e, ma fuggit ivo, Jom ini accol'l'e

alla Beresina, e trova Na poleone a Bob1· quando assalito da mill e pensieri di,·oravil con i suoi passi la cnmera mormorando : PulLa.wa, Pultnwa ! Gli si affncciava alla men Le Carlo XII: gli si affacciava la l'isposta sanguinosa del russo 13alaeoff al ba nch etto di Wil na. V'erano in qu el ricovero il re di N1:1poli , il vice-re' d' Halia, Bel'lhi er e il generale Dode. Come Jomini ha scritto in una sua lettera, e come Thi(•rs ci ha narrato nella storia, N,1poleonc era combntttJto intorno al punto pel quale passare. Per la strada da Borisow a Mìnsk'? È una stretta di ·120 chilometri in una vasta foresta, tAglinta da pantanosi ruscelli , ed esa uRta di vettovaglie. Rim onta r ·la Bcrcsin a per riunirsi al rluca di Bell uno e batt ere Wittgcnstein a Tschasnicki per piombor dipoi su Kutusofn Ern operazione ineseguibile in quel paef;C e con sì esauste truppe. Non rimaneva che prendere un po' a destra e marciar dritto su Wilna per Studianka , come dice Thiet·s, per la stra da di Zembino e 1\Iolodeczno, come dice Jomini. L' impe1·atore prese questo partito e si sahl). Io non so se l'accettò per quello gli dissero Dode e Jomini, io non so se con gli occhi sulla carta egli ascoltasse i con sigli che gli percuotevono le sue orecchie o le idee che tempestaYo no nel suo capo; ma gli è certo che nel primo caso Jornini gli rend è un se1·vizi o immenso e nel secondo diè ancora una volta prova del suo pt'ofondo giodizio militare. Andate a dire come il Moniteur che Napoleone lo stimava come scriLtore e non come uomo <li guerra. Non è vero, non è vero. Simili uomini non hanno comandato fo rse un battaglione , ma viene il giorno in cui vi salvano un esercito. Che Napoleon e avesse in pregio Jomini ezfondio come uomo di azione, lo inferiamo dal veder Jomini ANNO XIV, VOL, IJ.

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IL GÈNÈRALE

capo ·di stato maggiore di Ney nel 18iJ3 e questa volta non richiesto da l ì11aresciallo ma impostogli. Napoleone avendolo incontrato sulla piazza di Lutzen, gli disse: , « Jornini, v'invio al corpo di Ney éom e capo di stato maggiore, egli comanderà a 3 co rpi di es,~rcit.o che formeranno meglio di 80,000 uomini . Andate e servitemi bene. » . Quasi quasi crederei che gli porse ascolto alla Beresina e che se ne trovò sì bene da legarsela al dilo. Ma Berthiel' gliela sl igò. , ~oi abbiamo avuto occas10ne di· ammirare più volte il gi·udizio sicuro di Jomini in fallo di grandi operazi oni militari e quest.o è stato una riprova della potenza .dell'intell etto informato a' sani pri ncipii della guerra, riprova che non convertirà al certo col.oro ~h~ di Jomini si credono di sbarazzarsi ('O) regalargli 11 nome di dottrinario. Ma voi rion penserete così, ' e di essi non curiarno,~i. A Bautzen si svelò in tutto il suo vigore il colpo d'occhio di Jom ini, ed ivi egli avrebbe potuto rendere impagabili servigi alla causa di Napoleone, se Ney fosse stato per lui il doc:ile Ney d'un giorno, -se la diffi denza _non si fosse insinuata. nel suo animo, non ~o, lo ripeto, se con ragione o percbè l'immancabile Jago aveva scoperto la porta fragile del cuore di Otello. . È il mom en to nel quale ·Ney riprende il villaggio di Reititz preso da i prussiani. Mit lasc iamo ·parlare il Thiers : la parola di un francese e cl.i un così illustre storico avrà maggior valore. ·« Rir.onquistato questo villaggio, bisognava marciare avanti, riunire Laul'iston per la sinistra e seguilo f3a lleyniei; girare la posizione di Bliicher, ricevere in q1ud rato, 'Co me erasi tante volte fatto, le masse della cavalleria prussiana, poi ascendere i clecli vi difesi

JOMJNI ·

da Barr-llay di Tolly, e muovere a tagliare le sl rade di Wurscl,en e di Hodikil'ch che dovevano servii· di ritirata all'a la destri'\ degli alleati. Si sarebbero presi colà 25,0ÒO prussiani, ~00 bocche a fuoco e disciolra la coalizione. « Il generale Jomini, capo di stato maggiore · del corpo di Ney, diresse vive istanze all' ill11stre maresciallo perchè' opernsse così; ma qu esti volle aspettare che il rombo delle artiglierie, che allora incominciava a sentirsi sulla sua destra, fosse più pronunziato e più vicino, e che egli fosse meno isolato su di si vv.sto e sl complicalo campo di · battaglia, del quale non aveva conoscenza alcuna. « Nondi meno 'Ney aveva fatto abbastanza da rendere intenibile la posizion e nemica.» · Io non vi dirò col Tbiers che il consiglio di Jpmini avrebbe disciolta la coalizione, se · egli con q11es.te p.arole ha voluto intendere che la causa di ~apo1eone sa rebbe rimasta con ciò definitivameilte vittorios,a. La coalizi.one vinta oggi si sarebbe rfromp.osta domani , come Napoleone anche vittorioso a Waterloo sarebbe s!ato altrove sconfitto. Era maturo il tempo della·· sua caduta, ed ormai ci siamo abituati a vedere nP.lla storia il governo dei fatti complessi. M.a vi dirò bene: il movimento consigliato da Jomin i trasformava una ordinaria sconfitta in straordinario disastro. Checchè sia di ciò, il corpo di Ney se non aveva . fatto nulla di straordinario aveva fatto ):>eni,ssimo il suo doYel'e aveva contribu ito moltissimo alla vittoria ~ di ' Ney fece ricche proposte dj ricompense e guisa che pose a capo della lista il suo capo di sta-to maggiore come degno della promozione a generale di divisione .. Quale fu la ricompensa? Non pure Jomini vitle approvate tutte le propost'e di Ney; salvo quella per lui, .che . · era ·cancellata con la mano di Berthier; ma da coslui

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.TOMlNi

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IL , GENERALE

·si vide posto agli arresti e umiliato in un ordine del o·iorflo all'esercito nel quale si dichiarava essere Jomini ~ un uft!ziale ch e faceva male il suo dovere. E donde questa tem pesta a ciel sernno"l Perchè Jornini aveva ritardato a sped ire una situazione che dovevasi spedire ogni quindici giorni, ritardo eagionato dal tardo invio di quella della divisione Suchet al qu artier generale del corpo d'esercito; e perchè aveva rimandato a Dresda un c;:1pitano ·di stato maggiore, protetto di Berth ier cd inetto al servizio cli quel corpo, dal qtiale, dice ,Tomini, si pretende moltissimo e nondimeno &i vuole comporlo di uffiziali scritturali in pace . e corrieri in g uerra. E Jomini fu pyrdnto, e non fu un punto solo quel che lo vinse, ma quella seque la di casi che siamo andati intrecciando così come ci pareva li avesse intrecciati fa mano del c1estino ..Jomini non dirò abbandonò il servizio, no, dirò la parola: disertò, disertò oggi . dall'un campo per portar domani la sua spada contro di esso. Eccovi una sua lettera all'amico J\Ì .... , nella quale dù pieno sfogo al suo dolore: eccovi un ·brano cli una lettera sctitta al Capefigue verso il quale e' si affatica a giusLificarsi. « Liegni tz, 43 agosto 11813.

« Alfine, rnio caro amico, la misura è colma. Il corriere ha recato ·tutte le promozioni pel nostro corpo · d'esercito, che non sono meno di seicento. Per tutti vi è stato un contrassegno di soddisfazione.o di g,Joria: solei quegli che, al di re de1 màresciallo stesso, ~veva pii\ degli altri eontribuito alla vittoria è s~at.o r.1eompensa.to cogli arresti ! ! Una febbl'e divoratrice nu consuma. Domani, ohim è l avrò abbandonate que~te ban-

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diere ingrate che non sono qu elle della mia patria, e sotto le quali rw sofferto tante umiliazioni. A quale tremenda alternativa mi ha condotto il miserabile!. .. « Ilo scritto, una lunga lettera all'jrnperatorc pe.r spiegargli tutti i moti vi della mia delibeeazìone: e.gli mi perdon edt poichè anch'io ho contrib~1ito ad 111nalzado ! .... E se la mia penrrn e la m·ia spada sono state consacrate alla sua glori a, forse egli esiterà· ad incrudelire contro un uomo che per tredici ann i gli è stato utile, e che un'ingiuria intollerabile ha spinto agli estremi. Ad ogni modo spero che m.i ri~rnn~a ]'amicizia di tutti coloro che hanno conosc1uto·1l mio attaocamen Lo per la Francia:» E al Capefigu.e scriveva q1.1.esto :

« Io so molto bene che sa 1·ebbe stato più convenien tc di furlo nel 18'10 in un modo più semplice epiù legale, di guisa che nnlla io trascurai per recnrl.o ad atto. Ma ne fui impedito. Il momento dell'arnnstizio combinato con quello di un'ingiuria gravissima fu dunque il solo che mi fu permesso di scegliere. Un gi usto risentimento vinse tutti gli scrupoli di u.n · difetto dì form,:i , pcrchè , io aveva il profondo sen 11-menLo . che il buon driuo era dalla rnia parte. }> . Consentite che io, prima di dìr~i il mio parere su cli questo fai.lo gravissimo, vi rechi al lR memoria quelli di Nar1oleone, del Thiers, del Cplletta. Napo leone a Sant' Elena, a proposito d'un libro (Storia della · campagnci di Sassonia) che ripelcv:1 l'nc~ cusa di avere il Jomini tradito Napole~ne e dato ngli ali.enti il suo piano del 18'13, ha scritto: « A torto ]'aut.ore di questo libro attribuisce al gene;·ale .Jomini l'aver portato agli alleati il segreto delle ope rnzioni ddl a eampngna e la situazione del :c.orpo


IL GENERALE

di Ney. Quiist'uffiziale non conosceva il piano dell'imperatpre; l'ordine del movirnt•nto generale, che era sempre inviato a ciascun maresciallo, non eragli st,ato comu nicato, e se anche l'avesse conosciuto l'imperatore non lo accuserebbe del delitto che gli si imputa. Egli non ha trad ito le sue bancliere come A.. . M.. . B... Egli ebbe a do lersi d'una grande ingiustizia; egli era stato acciecato da un sentimento onorevole. Non era francese, l'amor della patria non l'ha rattenuto. » Na poieone aveva conosciuto Berthier I Il Thiers nella Storia del Consolato e dell'Impero, a questo proposito scrive cgsì: « li generale Jomini, svizzero per nascita, sçrillore militare esimio, e nella pratica d_ella guerra uffiz iale di stato maggiore forn ito di giudizio così securo come elevato, aveva renduto all'eserc ito francese a Ulma, a Bau tzen, alla Beresina mal ricompensati servigi. A Bautze·n in ispecie, dopo »vere int.licato al maresciallo Ney if vero punto _al quale si doveva marciare, aveva ricevuto una punizione invece d'una ricompensa, il che egli doveva ai cattiv i offici del princi pe maggior generale, del quale aveva sovente ferita la suscettività. Vivo, irritabile, dopo aver voluto pi1ì volte Jar la sua demissione ed entrare al servizio della Russia, che erasi affrettata di rispondere favorevolmente a' suoi desiderii. non seppe contenersi quando gli si diè l'ultimo disgusto, e durante l'armistizio passò' ai russi, senu portar seco, come si· ~ d,~tto, piani che 'ignorava, senza mancare alla sua patria, poiche era d'origine svizzero; ma col torto di non aver sapu to sacrificare doglianze, diciamo pure fondate,j ad una vecchia fratellanza d'armi. E' cosi apparecchia- , vasi ricordi amari che dovevano rattri:,tare tutta ta I

sua vita.

10MINI

H3

« Jomini era giunto appresso · Alessandro,-il quale! conoscendo il suo me1·ito, gli aveva fat.tb bella accoglienza. Colà ei parlava alto, ·col calore di uno ~pirito ardente e convinto, spiaceva ai .generali alleati vantando Napoleone e i francesi, che egli e~a qua~i do: lente d'avere lasciati, e ce.nsurava senza r1guard1 tutti i piani mi litari elaborati a Tracheriberg. » Dice CÒlletta: « A :Jomini non la scienza di gnerra, non merit11ta fama di sommo autore, e il fav_or di Aless11ndro, e la · ca usa vinta' bastarono a cancellar la macchia di q nella colpa. >> • . Sio-nori abbandonare le file del proprio eserC1to per o ' .. passare in q·uelle dell'avversario, abb<è!ndo~are oggi 1 propri fratelli d'armi per diri_ge:e domam _la spada contro di essi, è un fatto grav1ss1mo. Alcum pensano che questo fatto non si po3sa giust1fica~·e, dinanzi ali~ rauione astratta che in un solo caso, c1oe quando s1 o ba di fronte un esercito che rappresenta non un ne. mico straniero, non un partito politìco, no, questo no, ma la vo$tra patria; quando tutto il paese_grida: , La Lanù iera che tu difendi è la negazione di Dio \[ perchè ~ la negazione mia; io son tutto _in n~ezz~ ai' tuoi avversrri, e tu sei soldato per esser c1ttadmo armato a difesa di cittadìni. Ma questo è caso assai raro ehe accade solo nei grandi rivolgimenti della ' . . storia di un popolo, e solo un puro movente patriottico può spiegare la sityaiione di colui che vuol servi re il paese, anche a prezzo del dolore di combattere contro coloro che la vigilia erano , fratelli d'armi e che sono concittadini . Trista situazione: o non poter servi.re il pctese, o dover combattere contro di esso, o n·on poterlo servire che a quel 9uro prezzo I Jomini ha in paragone di questi soldati-, che l'esercito perde e il paese rattrova, una condizione svantag-


IL GENERALE

giosa: cglì non fu mosso da alta idea impersonale, si~bene da reazione personale' contrn offesa personale. ~la P.,~li ha una condizione vantaggiosa, ed, è che se dovrà diri 6(mi la spada contro .i comm ilitoni della vigilia , non la dovrà dirigere contro commilitoni che son nati ~ul medesimo suolo: egli non è francese. E il non esser francese, mentre àtten ua il suo dolore, attenua eziandio la sua colpa, lu colpa , dico, che sarebbe stata orribil e, se non pure fosse passato al cafn po nemico, ma se questo fosse stato il campo nemico della sua patria. Qnando noi consideriamo ciò, quando noi o·uar. ' o d1amn con ocr.hio filosofico la vicenda dei casi che l'IÌanno spini.o al duro passo·, quando vedi.amo che Nap< leone l'h a perdonato, che Thiers l'ha compatito, ebhe>ne, non saremo noi che aggraveremo la mano com<~ il Colletta; e sempre presentando ugli occhi di soldati quello di Jomini come un esempio da fuggire, noi, biasimando il militare, compatiremo l'uomo. · Tutto conoscere sarebbe tutto perdonare, ha detto la Stael, e non mai motto più si;iblirne uscì da labbro umano dopo qnello di Cristo: Chi è innocente scagli la prima pietra: L'officio più nobile della storia non è quello di stirnrnatizzare ciecamente, ma di spiegare Ia·:viw.. · n cuore col quale .lomini passa all'inimico, no, agli alleati, è rivelalo da alcuni fatti che al Lecomte semhr~no belli e lodevoli, ma che a me non paiono tali. L'armistizio di Parchwitz era presso a spirare, e il terreno diehiarato neutro , durante le trattati ve, quello tra . 1· oder e la Katzbach, stava per diventare teatro ~ì oslilità. Ney aveva stabilito i cam~i d~ fante1} ry ~ulla lrnea della Katzbach, · poeo curandosi d1 copnrs1 aeconciamente ed esponendosi ad esser sorpre~o da Blilcher, se questi arJitamente pigliava la offensiva, 1

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come soleva fare, · appena rotte le ostilità. Jomini ne avv,ertì· Ney e questi sdegnò il eonsiglio, parendogli poco leale entrare nella zona neutra per coprirsi. Ebbene .Tomini ema,nèi di propria iniziativa gli ordini opportuni, li emanò la notte che precedette il H, giorno della sua diserzion e , e in questa notte Ney udendo · jl suono delle fanfare della cavalleria che auraversava Liegnitz, sP-ppe che il suo eapo <li stato maggiore aveva voluto coprirlo suo mulgrado, il capo di stato maggiore che sì apparecchiava ad abbandonarlo e che g,li dava l'ultimo segno di sua gratitudine. - Giunto al campo degli alleati e sedendo a desinnre con i sovrani, uno di qu esti gli chiese della forza del corpo di Ney, e Jornini risposeglì che il re di Prussia aveva conservato . tali rapporti co lle iiutorità della Slesia da non aver mestieri delle sue notizie. Rifiutò pure di comunicare ì'ordinamento dell'esèrcito francese in brigate e divisioni . Che cosa vi rivela ciò? Un'anima, in preda all e oscillazioni, un uorno che, mentre camminava verso gli aìleati, lasciava una parte del suo cuore nel campo di Napoleone, un uomo senza profonde conv inzioni , un uomo . che non ba una c.:iusa, che non ne serve nessuna sino a for,1do. Soldnto francese, io frènwrei di ved erm elo d{ fronte e foese 'gli "1ppnnterei a preferenza la carabina al petto; russo o prussiano o austriaco ', io mi sdegnerei di questo i,nclitferente straniero; uomo ch e pensa e ch e srruta il fondo nobile di sotto a' tentr nnarn enti della sua situazione, io lo cornpiango, rna non lo lod_o. Bella e lodevole è la sua risposta ad Alessandro, quando questi, annunziatogli l'arrivo di Moreau nel campo alleato e dettogli che ciò doveva consolarlo , por che lo giustificava, si ebbe in risposta: <<Sire, non credo aver duopo di ciò : non ho nulla .di com un e


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c~n Moreau: eh.è s.e io fossi. francese non sarei qui.» Risposta che c1 rivela . l'animo di Jomini e ci conferma nel sentimento ch e ei va guidando in questo discorso . . In-_ ~ez~o agli alleati, fra i. russi egli eendè col consiglio 1 medesimi servigi che aveva renduto nell'esercito francese, e si ebbe quasi i medesimi dolori perchè lo accompagnò la sua situAzione di stranier~ ed il suo carattere vivo, pretenzioso, corrivo a dir la veeità a fronte alta ed anche a chi non la vo leva sentire, ~o~ cor:,igiano nelle corti, non calmo n~gli stati maggiori. Il pri~o grande servigio prestato agli allrati fu quello eh svolgere Alessandro dal pensiero di marcfare su Lipsia pri_ma di_avere scosso e battuto l\'apo· leone, almeno nei suo1 luogotenenti. Alessandro da prima fu rnarav'gliato dell'opposizione fotta da Jomini al piano di Trachenberg, e dissegli: . <~. M~ noi .non f~ceiamo che applicare i vostri princ1p1.1,,.1_ quali ~ops1stono soprattutto nel portare colpi dec1s1v1 sulla lrn ea d'operazion e dell'avversario. >) « Sì, sire, ma senza esporre la propl'ia linea di ritirata. » E di fatti, quando Napoleon e occupava la linea dell'E!b~ e_ non er~ ac?adu ta ancora la battagli a di Dresda, e 1 fatti avversi d1 Vandarnrne a Kulm, di Ou dinot a Gross-Beeren, di. Ney a Dennewitz, di Macdonald in Islesi~, egl~ non pure non sì preoccupava di una marcia de.gli . a!Jea ti su ,Lipsia, rna quasi la desiderava, parendogli d1 pote r fare su vasta scala. ciò che aveva r auo con Lu.signano a Rivoli, € diceva : « Nùn è diJ.I Reno, gli è dall'Elb a che ni'importa di non esser tagliato. L'inimico che osei-ebbe avanzarsi t,ra me e il Reno non si ritieerebbe più, mentre che

quegli che riescisse a porsi tra me e l'Elba mi taglierebbe dalla mia vera brise d'operazione.» Jomi ni consigliò eziandio, nel l8H-, la marcia su Parigi, ma chiese . ad Alessandro di non accompagnarlo nell'entrata a Parigi a quel modo che non aveva voluto entra re con Napoleo ne a M:osca. Contraddizìoni e mezze misure I Ma nt>I 15 non eb!)e tanti scrupoli, ed entrò a Parigi con Alessl'lndro, e spese nobilmente ma inutilmente la sua inflw~nza a pro' del povero Ney. Quella parte dell a vita di Jomini che importava spiegare è finita: dopo le gnerre dell'impero egli. non è più l'indil'iduo sbalzato da flutti procellosi, ma qn eg}t che è entrato nel mare <l'olio d'avvenimenti normali. Per tanto io stringerò in breve l'enumerazi\rne ,dei fatti principali, tanto più che incomincio ad essere stanco. Il generale Jomini, dopo il HH5, prese pafte a negoziati po li t.ici e ad avvenimenti mi litari. In quanto a' ·negoziati, assistette nel 1818 al Congresso di Aixla-Chapelle e prese parte, sebbene indirettamente, a quello di Ve rona nel 1823, .nel qual tempo si dichiarò conu·o la spedizione . di Spagna, parend.ogli impossibile il ristabilire soli dcimente il regime teocratico. Al servizio della Russia si ebbe onori e dolori. Conseguì il supremo grndo che possa ,conseguire coli\ un gen erale che non abbia vinto una battaglia. Fece la campagna di Turchia nel 1818 presso l'imperatore Niccolò, ed a lui si deve se a Varna non si tolse l'assedio·, ed a lui il piano dell a seconda campagna. Sr.risse Memorie rnlative alla difesa ed al sistema milit::ire della Russia. Nel 1837 gli venne alfrdato il carièo d'ins1~gnare l'arte della gn~rra al granduca ereditario, ed allora scrisse i capitoli del Sunto dell'_arte della guerra come aiuto allo studio del suo discepolo. In questo volgere di anni si dimostrò partigiano del1

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l'alleanza tra Francia e Russia, diretta ad abbassare la preponderanza inglese. RiLir,1.tosi _a P~rigi nel riposo della scienw, egli acc~rse_di po1 a Pretl'Oburgo quando scoppib la guerra d1 Crrmca e sebbe ne avessi~ 75 anni. Oiede allora utili e .non ascolta~i consigli e ri tornò a Parigi, ove ha terminato ~na_ vita lunga, operosa, agitata, e lasciando due figl1uolt e tre figliuole.

~i unti al . ter1~ine ~le!la narrazione dei principali casi della vita di .romrn1, fer miamo ci un mom ento e riassumiamo cl1iedendo a noi medesimi: Ouule fu la situazione che determinò questa vita? Che cosa fu ,Jomini ? .Nella sua vitu regna nna situazione 1rnturale ed una vorrem mo dire forzuta. Quella naturale è eostitu ita dalla lolla fra due elemen ti che non poternno eviiarla: uomo d'ingegno in mezzo ad uomini solo di spada, straniero in mezzo a fran c:esi : uomo cl' in:. gegno, cioè uomo fornito cli quella dote che unitu al lavoro forma la sola aristocrazia non cadura in mezzo ad uomi ni che questa arislocrazia non c~m P:endon? ,ed alla quale non vogliono soggiacel'e; stra~1 1ero, eroe estraneo alla causa per la quale (.;Ombatte. m mezzo ad uomini cui il non esser connnzional~ suona essere un intruso. Era naturale che una sorda lotta nascesse, ?lie l'_una parte aizzasse l'ultrn, che portendo da una s1tuazrone naturale :=-i giungesse ad u1w tesa , Yirncc, nppassionata; la qual e ,·eniva alimentata dal lc1 esagcrazi.one dei carnttel'i in eollisione. E la esagc l'nzionc consisteva ·in questo : 1rom ini, carattere s usccttiro in mezzo ad una societi\ che ferisce tulle le susceLLivitit di coloro che non uµparten<Tono alla . ~ grnn de nazion e : .lomini, uomo cl'rng<1gno ma pl'f~ten-

.IQ~llt'i l

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zioso, disputalore, non conscio ùhc l'ingegno deve porre tutto se stesso a . serv igio della società, per fa1·si poi e tosto perdonare l'averla senita, in mezzo ad una società millantatrice e poco disposta a ricevere le grazie dell'ingegno che vuol far sentire la sua superiorità. Da cosiffalte situazioni un attrito dovera seguire, una corrente stabilirsi, una correnLe clie pungeva or l'una parte ed or l'altra. Tu sei un uomo teorico ed uno straniero: e voi jn:;ipienli e ingenerosi vel'so chi, essendo straniero, vi sen·e con l'ingegno e con la spada. Ecco le grida che le due parti han· dovnto lanciarsi, e per c1ueste grida inasprirsi sempre più la situ:izionc, e allora l'uomo d'ingegno clirentar sempre pi ,'.l bo rboLLone, critico nere, anerso alla società in mezzo a cui vive, trovur tutto da biasima re, porsi più a binsima re che a fa1·c, e finire coll'esser duv.-ero uomo poco pratico, uomo poco d'azione, escoprire un lato debole all'avversario, il quale come un duellante provocatorn non lo sfida e colpisce per la veea cagione, ma pel primo pretesto che egli stt>sso .-a creando. È qu esta la situazione che slu in fondo alla Yita di Jomini, che lo acfompagna nell'esercito francese e lo pe1·segue nel russo, che in parlo d11ra ancorn nP.gli eserciti, e che finisce ordinariamente con la 1·ovina dell'individuo, perchè l'individuo si spezza in questa ·impa ri lotta. Che cosa fu Jomini? Uno svizzero nel senso profondo della parola 7 No, perchè non ebbe la ventura di portare la sua spada a·difesa della sua patria, perchè Lutto se stesso dedicù àllu, Frnncia prima, alla Ru ssia poi. T•: non fu russo, poi eh è divise le glorie mililal'i francesi insino al 181 3; e non francese, poi che passò agli allen ti . Che cosa fu dunque'> Soprat.ut,to . un cittadino della scienza rml itare. Quanto


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sarebbe stata più bella la sua vila se egli, nel difetto d'una paLria , si fosse stretto al torno alla band ie,·a frao.cese, se egli avesse detto: Questo tricolore , queste aq.ud ~, questo esercito, questo [popolo che pal'la la mia lrngua, sono la mia patria adottiva. Quanto sa1:ebbe stata più bella In ,sua vita se egli si fo:;se conservato fedele a quella bandiera, a quell'esercito, a quel paese; se egli, ingiuriato e umiliato, avesse avuto la forza di seppellire il suo doloi·e nel suo cuore, e, trovarsi a Waterloo quando Berthiel' abbandonava il suo . capo ; se egli almeno; non potendo sopportar l'ingiuria, fosse andato a rinchjndersi nel suo paese natale. Allora Jomini si sal'ebbe presentato dinanzi alla storia come una grande personalità militarè; ma poi ·Che egl i non sortì di natura una forte tempra da ciò, poi cl1e nacque sul suolo svizzero, allora poco acconcio ad alim entare tal sorta di sen- · timenti, poi che una sequela di cagioni determinanti Io spinsero alla caduta, noi, pure ritenendo tale cacon dolore duta come t> t> . . fata le, dobbiamo ago·iunc:rere ehe Jormrn passerà alla storia solo come cittadino della scienza, come grand e scrittore. La storia, nella. no~il:. serenità d_ei suo i g.iudizi, Yedrò nella luce degli scr1tl1 11 velo che copre la fragili tà dei fatti.·

Veduto adunqne l'uomo, dic;amo qualche cosa dello scrittore, e diciamone brevemente per quello rbe bo detto al cominciare di quèslo discorso, il quale è di già l~ngo,. e perchè farebbe mestieri di uno studio spe~ ernie 11 voler vellutare a fondo i lavori di Jomini. · Voi vi rammenterete avervi io detto che Turenna ebbe l'istinto . della strategia, Federico l'intelletto acconcio a comprenderne solo alcuni prin cipii, Napo leone la razionale .coscienza capace di abbracciarli

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tutti nel loro còmplesso; e che a questi tre stadii dell'arte siccome azione rispondono tre stadii di essa siccume riflessione teorica, tre scrittori, e sono: il Feuqui ers, che nello scrivere su lle gu erre di Luigi XIV climostrò pel primo di avere il pt·esAntirn ento dei principii; il Ll oyd , ch e nelle relazioni della guerra dei 7 anni fo rmu lò alcuni principii, mescolandoli con elementi di fals a lega e non afferran do che alcuni Iati del probl ema; Jomini, che formu lò tu tti i principii essen ziali e li eoordin ò , abbraceiò le gr·andi operazioni nel loro complesso, insomma fu il primo grammatico di quel grande scritt,)re che si chiamava Napoleon e. Gli è vero che Turenna, Fede.rico e Napol eone furon o anche scrittori e scrissero le loro Memorie, ciascuno recandovi l'impronta del 'proprio spiri'to : Turenna del suo isLinLo, Federico del suo intelletto analitico, Nnpol eone della sua ragion sintetica; rna quelli son libri sempre da uomini d'azione e non didattici; son libri volti a narrare e ripieni di si:ontan eitù, eziandio quando si elt-1.vano alla regione dei principii, mentre che i Jibt·i didattici intendono a formulare, a cool'd inaye, anche a narrare , ma con intendimento scitmtifìco. In quanto a Jomioi aggiungiamo che le MemlH'Ìe di Napoleone e la Strategia dell'arciduca C.irlo videro la luce dopo del suo Tratta lo. Adunque possiamo dire in general e che se Feuquiers e Lloyd, con tutti i minori sateìli ti, ci avevano alzato un lembo, alcuni lembi del velo che copre la statua, egli alzò il velo, la scoperse tutta e ce la fe' T'imi:r.are nella sua interezza e da tìltLi i lati. Questo merito nJn gli si può negare. ~Iuffl ing, capo di stato 'maggiore di Blùcher, disse a Jornioi :. La lettura <lel vostro lib ro (il Trattato) è stata per me come l'operazio1rn della cateratta. 11 processo dello spirito, quel processo•che ha con..


·dotto .Jomini a SCL'ivere il Trattato delle grandi operazioni, ci è stato esposto da lui. medesimo i.n quella. ·prefazione al suo Smito dell'arte delld giterra, nella quale ,discorre su lla teo ri a dell a guerra a fine di porre in luce il passo che egli ha fotto fare alla cl ettn teol'ia. E ci narr;3. che quel volume che egli scriss,~nel •1803 e che presentò a quel cel'to J)'Oubril , che foce per ignoranza il gran rifiuto, quel volurne era un trattato clidatt.ico su gli ordini di batu1glia, ~ marce st1·ategi che, · le linee d'operazione. Egli stesso confessà che eru arido, zeppo e frammisto di citazioni storiche le quali,' aggruppate per specie, avevano l'in conveniente cli presentaw insieme in uno stesso capitolo a,,venimenti sover,te separati da un secolo intero. Ma cadutigli in mano i lavori di Bulow e di Lloyà, pensò di mutnr met.9do, e massime il secondo lo convinse che « la relazione critica e ragionata di tutta una guerra aveva il van· taggio dì conservare la succession e e l'unità nel racconto degli avvenimenti, senza nuoce re all'esposizione delle massime, poi che una serie di dieci campagn e hasta ampiamente per presentare l'applicazione di tutte le possibili massim e di guerra. » I3rncib Hdunquc il suo manoscritto, e si propose di fare quello che Lloyd non aveva compiuto. E cos1 nacque il suo Trattato che voi l:ien conoscete : lavoro di pregio .grandissimo e nel quale voi vedete l'autore andarsi ri velando, muovere alla ricerca dei principii, lasciarli scaturire nel cor·so della narrazione, poi fe rrrwrsi di tanto in uinto a fo rm ulc1rli , in ultimo riassumerli in un quadro finale. Ma voi sentite pure com e l'autore va da ivi cercando la sua via, e vi par quasi di assistere ad un lavoro di gestazione, e vi par quasi di soffri re con le soffe renze /Jell'in-· gegno che in cosiffatta gestazione procede vi ncendo . ostacoli, facendo sforzi, ossia. polemicizzando con i

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Lloyd ed i Tempell1L>ff. Pertanto quella lettura sì utile è pure sì fati cosa. Almeno a me par tale, nlmeno a me p,1re che vi siano parti nelle quali io veggo più un autore che studia e si esercita, anz i che quello che vi presenta un lavoro depurnto e tulto pas~;ato a traverso. il suo cervello. Difatti, se confrontate Ju na.rrazione delle due prime campagne di Slesia con la narra;1,ione fattane da Federico nell'I:listoire de mon temps, e voi v'accorgerete subito che la sua è (:opia letterale. Il che io dico non mai per menomure il valore del libro, che è grande, ma per ispiegarmi la impressione che in ,me ha prodotto, e per dirvi che il vi;1,io di quel primo laroro mi pare consistere nel non invitare di troppo allo - studio dell'arte e della storia militare , impérocchè rende alquanto difficile ciò cìie in se è facile e se!nplice d'assai. Un libro di primo ordine è prodotto da quell'ingegno, il quale, dopo aver profondamente meditato e fatto succò e sangue di qu el c-he ha studiato, chiude o almeno socchinde i libri, prende in mano la pen na e fa éhe per qu esta scorra spontanea tutta la vena della sua· origin al ità. La pubhlicazione dell'opera dell'arciduca Carlo sulla · Strategin , acc.Jdu ta dieci anni dop·o quella del suo primo 'tl'attato, fu per Jornini sorgente di un altro passo nello svolgimento del ili.io spirito. In questa opera il gener·e didattico e quello di descrizione geografica e dì narrazi one storica si uniscon o e si seguono, chè ad una breve esposizione delle massime strategiche succed e una particolareggiata descrizione del teatro della guerra, ed a questa la ricca . narrazione critica, la comp iuta applicazione alle campagne del -1706 e del 1799. Jomini comprese che al suo Trattato faceva difetto una raccolta di mnssime simili a quella che precede l'opera dell'Arciduca, e ciò lo decise a, ANNO XIV, VOL . 11 .·

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JOJ\IlNT

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pubblicare nel 1829 il primo schizzo di quel quadro analitico delle prin cipali combinazioni della strategia, della grande tattica e della politica militare, il quale divenne il suo famoso Sunto dell'arte della guerra, quando ei l'ebbe arricchito, e 'l'arricchì quando nel 1837 gli si affidò il carico d'insegnare l'art.e della guerra al Prin1.;ipe ered itario delle Russie. Arricchi to fece corpo a sè e separò gli scritti di Jomini in due gruppi , che hanno il medesimo <·ontenuto sollo diversa forma, che vengono alle medesim e conclu sioni per metodi diversi, l'uno col metoJo a posteriori e l'altro a priori, l'uno comprendente i lavori storici, l' alt,·o i didattici, l'uno il 1'rattato, l'altro il Sunto. Ma nel tempo che corre tra 'la pubblicazione del Trattato e del Sunto, Jomini diede fuori altri lavori sto ri ci, i quali comprendono il periodo dell e guerre della Rivoluzione e quello delle guerre napoleon iche. Il primo è contenuto nella Storia critica e militare . delle guerre delta Rivoluz·ione , opera in 115 voi umi , nel la qua le la gestazione essendo cessata, ed i principii essendo stati ricavati, svolti, discussi, formulati, insomma gli elementi della scienza defin iti e classifica ti, voi Yedete l'auto re procedere più disin volto e fondere in maggiore armonia fatti ed idee, n1'lrrazione e considerazioni. È un buon lavoro, forse il suo miglio re. Nella Vita politica e militare di Napoleone (1827), che egli volle far narl'are da Napoleone istesso olla pre.senza di un tribunale che non sen tenzia, lu ngo soli,Joquio che non ottiene risposta, ci ha dato un lavoro s.uccoso, ma imperfetto, percliè i particolari non erano anco ra discretamerte appurati , un lavoro da men o dell'alto subbieLto. Jl titolo promette, almeno lascia supporre un parallelo Lra i sistemi di guerra di Napoleone con quei di Cesare, Alessandro , Federico;

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ma c0storo zitt.:scono ed ascoltano con un mutismo nou invidia'i le un racconto in 4 volumi. JI soggetto, trflttato da un at1ore di quelle guerre, fa spernre la rive;azione cli quel che si è visto e di qu el che non si è risto , speranza alla quale succede un'ama ra e fredda delusione. In breYe è un libro util e ; un libro riel quale vi ha ]~intell igenza dell e ope razioni mili tari, che era dote di Jomiui; u11 libro che fa ono1·e al suo animo, perchè il disertore non paventa eleva re un monumento di gloria al disertato; un libro elle consiglio a leggere quando si vuole in breve tempo percorrere l'ampio cielo delle memorabili guerre napoleoniche; ma un libro gittato orn,11 in ombrn dal sorgere di quell':istro maggiore della Storia del Consolato e dell'Impero del Thiel'S. Quest'opera fu compiula con la pubblicrizione del Sunto politico e mi:lita·re della campagna, del 1815. E queate sono le ope re nrnggiori del generale Jomini. Ve n'ha di minori e molte; ma io qui mi arresto, e riman do all a vita di Jomini ~critta dal Lecomte coloro che desidera~scro averne precisa notizia. Questo illustre uomo l11scia Ddunque come sc,-ittore unn ered ità che gli ass icura un nome glorioso nella stot·ia. l\la i suoi llwori ri sento no, sebbene non nelle proporzioni del Trattato, delle conseguenze di un primo tenta ti.vo. Ho detto che è stato il primo grarl').maLico di quel g-rnnde scrit.tore, Napoleone. Rbbene: ·egli porta la pena di essere stato primo: egli eccede ne l distin guere ed eccell e ncll'aJ_alisi: egli l1a aperto una bella vi,i, ma che se non si . sgombern potrebbe offrir lo sdru<:ciolo allo scolnslicismo della guerra. Ah sì, la nostra arte è semp lice nei principi i, difficile, complessa nelle applicni.ioni concrete e pra tiche: 1 sempliciLà di teorie ci vuult> e ricchezza di pratica. Per tanto a rne pare che Jomini ci abbia lasciato l'ad-


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IL GEN!IR'.<\.LE

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dentellato per un lavoro di sintesi e di semplifica-\ zione così nella storia come nell'arte militare, per un \ l lavoro che non è qui il posto di delineare. E noi, generazione che avanza, dopo aver rivolto / lo sguardo verso il passato, affrettiamo il passo vers.0 1 l'a'vvenire. Signori, 10 ho finito. Consentitemi di sperare che il racconto di questa vita, come ve la ho presentata, ci rimanga presente alla memoria e ci facc ia meditare. Grandi insegnamenti essa contiene. Noi abbiamo veduto come dato un temperamento, dato un suolo nativo, dati alcuni casi, sorga un complesso di determinanti produttori della vita di. un uomo, e da questo impDriamo a biasimare ?ì, ma non mai a maledire leggerrnen te. Coloro che comandano, riflettendo su di questa illustre vita, pensin o più e più volte prima di f~rire l'amor proprio di coloro ch e obbediscono: una loro spensierata deliberazione può avere immenso peso sui destin i di un uomo. Coloro che obbediscono imparino a sopportare con rassegnazi~ne alcune traversìe inerenti alla vita delle arm i: una risoluzione avventata può creare ad essi tut.ta uria vita di angosce e di pentimedti. 1 Gli uomini d'ingegno e di studio sentano che il supremo orgoglio sta nel lavorare con dignitosa mo~ destia; che ad essi spetta il comprendere le necessi tà. della pratica, il rispettare l'uomo d'azione, if perdonare anche a' suoi pregiudizi; e che u ulla 'è più bello del vedersi riconosciuta la propria supèioritit quando si fa accettarla senza imporla con iat.tapza. Gli uomin i d'azione sieno ossequiosi verso l'ingegno, e non accresc.1n9 le pene del lavoro_ con i dolori dell'inimicizia.

SOMINl

437

E tutti riconOsciarno che in nn esercito vi è posto per ogni tendenza;. che l'eserci to è tanto più ricco di vita quanto è più vario di. attività; che sarnbbe cel'to più proficuo se tutti potessero esser tutto, ma poi · ehe_ì .limiti dell'umana natura non si possono allargare che con la divisione clel la.varo , ebbene rispet-· tiamo le varie tendenze e rispettiamoci tra di noi come operai associati, ciascuno per la sua parte, all'elevazione del comune edifizio. E facciamo voti che !'·inaugurarsi nei nostri eserciti di codesta armoni~, degna dello svìluppo dei tempi, èonferisca ad impedire che si ripeta frequente lo spettacolo di una vita, come quella di Jomini, che poteva ~ssere gloriosa e non fu che dolorosa.


PMl'OSTA D•UN NUOVO MODELLO Dl SELI..i\

PROPOSTA D'UN

.

'

.

. NU.OV.O l[ODELLO · DI SELLA A BANDE MOBILI E SENZA COPERTA PER USO

DELLA ·CAVALLERIA CON VAR,IE MODIF,ICAZJONI NELLA BARDATURA E NELL' HISELLAMENTO ·rRR .

DANIELE BERTACCHI . Veterinario in l° nei Cavallt.)ggeri Saluzzo .

AVVERTENZA.

Il primo camlpione della sella da me ·immaginata fu presentato al ministero con qnalche difetto di costruzione, che accenna i io stesso in più luogh i della relativa ~lemol'ia d'accompngnamento. Tuttavia, preso in considerazione dal Comita to di carnlleria, venne di qui spedito alla scuola d'alenamento sul dubbio che -la così della vi:te di sicurezza non fosse abbastanza resistente (·1). Come ..era da aspettarsi il campione resistette ad ogni prova, es.sen·done ritornato senza il menomo guas10 dopo qualche mese di uso: conciossiac hè non sia già la vite, sibbene la stessa incavatura

- - - - -- -·- - · (1) È qun nto rili venne verha lmonte afformato il.2 agosto 1868 da un• autorevole me~bro di quel Comitato.

~3.~

di congiunzione degli archi colle bande che .deve ga rantire l'arcione dallo schiantamento di quelli da . ,queste. Finora, che io mi sappia, nulla è stato deciso d'ufficio in merito alla proposta; ma in via privata . mi si è follo supporre essersi rilevati due difetti nella -mia sella, cioè 1° ehe essa possa facilmente girare sul cavallo; 2° che le bande scorrevoli non appoggino sempre di · piatto sul corpo del medesimo, poten do premere più col margine inferiore quando vien stretto l'arcione e col supel'iore quando lo si allarga. Quanto al primo appunto dirò che in due mesi di prove quotidiane eseguite in questo reggimento dei cavalleggeri di Saluzzo non risultò mai che la mia sella avesse il peccato di girar sul cavallo; ma se anche ciò foss.e, sarebbe da attribuire un tal difetto . piuttosto al modo d'esecuzione del lavoro che al· sistema da me proposto, · essendo ;rnzi il mio arcione più largo d'ogni altro in vigore ed il corpo del cavallo meglio abbracciato dalla copertina e dal prolungamento dei cuscinetti che dalla soppressa coperta -sottosella. · . ':. _Ad ogni modo però, si0come era per me assai faé ile ca ntelarmi ognora più contro il supposto inconven iente, vi provvidi tosto di buon gra·do, solo abbassando il seggio in un coll'arco posteriore, che vera-mente trovai fin da principio troppo alti pel mio sistema come i cuscinetti troppo rigonfi sotto le bande. Riguardo poi al non sempre giusto oombaciarneoto "di queste sul dorso .del.cavallo, sebbene sia eia giudicarsi più ipotetico che reale il dnnno che potrebbe derivarne stnnte la spesser,za del cnscinétto coadiuvato dalla copertina dì feltro o dì lana doppia, tuttavia ho disposto in maniera da. rimuoverne anche il più piccolo dubbio dando appena una leggiera çonvessità


I••

PR.OPOSTA

n'uN

NUOVO MODEi.LO DI SEI.LA

alle .scanalature delle bande eà una corris'pondente .concavità ai piedi de:;li archi, che in quelle devono scor1·8re: r;osicd1è l'1ilzarsi e l'abbassa rsi delle bande s1:esse si e:fottue1;ebb e ora sopra una ~ineà abbastanza curva per trovarsi in rapporto colla convessità del' dorso con · cui deve <·.onfo11n1arsi. Ho inoltre àeduto conveniente di sostituire un tes.suto di lana Hl feltro riguardo alla copertina so ttose!la, potendosi sernpre provvedervi coi pezzi migliori delle coperte fuol'i d'uso; del che lascio al tempo ed all'espnienza un più retto giudizio. , Ora impertanto presento il mio modello alquanto meglio eseguito e tale al certo da poter $Oddisfare all'i rt,enlo <:he mi sono proposto ed al bisogno che sentP- ogni Stato di una sollccj t.a riforma in questa parte deHa cavalleria. · . Che se pei: av,,entura venisse anche il mio progetto posto nel nove1·0 di tanti altri per quella presa in considerazione che oso rip Mmettermi, servirò del pari, la p1·e·sente pubbli cazione a meglio di~cutere e ben definire le cause dirette ed indirette <folle vere lesi oni di 'b ardatma; senza del che sarà sempre vano t"ìgn i tentativo di miglioramento, inutile ogni più speciosa propo·sta.

..

I. Importanza ·della proposta.

L'insellamen to del cavallo dì truppa è sem pre stato oggetto di preoc0upazion e per ogn i governo e di studio per gli ·intelligenti dell'arìna. È un a quest.ione ardua e complessa, che ha motivato in ogni luogo ed in ogni tempo nu merose proposte di modificazioni e. riformr.. ln più di 20 anni che io mi trovo al militare servizio ho sempre visto u trattare quest'argomento anche da uomini serii ed· alti nella gerarchia militare. ì\Ia pur t1·oppo, bisogna confessarlo, non si pervenne finora che a discutere e far delle prove senza poter sciogliere il quesito in modo conforme al bisogno che se ne sente ed alle moltiphci esigenzi:~ del servizio iu campagna. Questi continui tentativi dì riforme nella bardatura militare .hanno potenti ragioni nell'esperienza· del passato come nelle contingenze dell'avvenire. Lo p~ovano sotto il primo aspetto · le lunghe inarcie, i canipi


o'uN NUOVO MjDELLO DI SELLA

PROPOSTA

d'istru zione, le r.ampagne di guerra, in cui le· cosi dette fiacc~tttre ?ei. cavalli formarono ognora uno d<>i più grav1 pens1er1 non solo dei veterina ri, ma eziandio dei ?or~andanti co r:po e_ d_i squadrone, cosi degli uffìcralt come dei sott uffìcialr e soldati Chi ha fatto la campagna del 1866, per non dir delle altre, avrà visto an che troppo quant'aubiano so fferto i cavalli e più ancora il servizio per causa della bard.atur.·a (_1). Si son_ visti reggim enti per quasi un terzo Juorr d1 combaLtlmento giù prima di combattere, e dell e· lungh e sequele di cnvnlli tener dietro alle diradate file inopernsi e quasi d'inciampo. Enl i è ben vero che pochissim e di tali lesioni arriniro~o ad aver qualche importanza per se !-lesse. JI rco·o·i. . bo me?to c~1_. _m1 onoro . d'~p~artenere non ebbe qua si mai che lm11tate escorrnz1on1 e parziali riscaldi cutnnei· il che credo sia pur sta to degli altri corpi di cavalleria' so?si :'ol mio· scambievolmente succed uti per ra~ g1on d1 bngala (2). Ma a che giova la leggerezza del male quando per causa della sua località de"e ren?ern_e_ i cavalli egualmente inservibili e peggio che 1nutil1? E- c?sì, fu ?i !atto:. chè bisognava vedere i più buoni cav~l h: b?ld1 d1 nulrr~i~ne e di vita, riescire d'incaglio anz1che d elemento dt fo rza; ed un gran num ero di soldati star neghittosi sui carri che ingombrarano lè strade perchè smontati dalle fiaccatm·e dei proprii caval1i.

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1

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'l ì Forso n motivo df'IIC lungh e e numrrose marcie che di• cesi ooo abbiano riscontro nello guP.rro passale... r ' (2) Erano ben piì1 serie le fiacc~ture del la cavall<wia francese nel 1859. di cui. già prirpa di entrare in campagna. si ved'évao'o galleggiares11IP0 ooo pochi cadaveri di cavalli siffaltamente feriti ,l~lla sella .da raon· 1asciat più sµoranza ,, di gt1a1·igione:: '•.. ·

i,3

Per quanto poi all'avvenire abbiamo motivo di credere che se •non ci studieremo di alleggerire la carica e rendere più agile e veloce il cavallu militare, l'importan za dell-a cavalleria, col nuovo sistema di guerra, può correr rischio d'esser per lo menò posta in questione. Quanto dissi sulle sfortunnte vicende dell'ultima guerra non fu già per fa1·ne carico ai vari corpi di cavalleria, i. quali, come vedremo in appresso, non ebbero la più piccola colpa negli avvisati inconvenienti, ma solo percliè è nell'ordine stesso. del presente capitolo l'add itare l'importanza della proposta in ge11ere, per l'assol uta necessità di addivenire al più presto possibile ad un miglior ordinamento in un cosi rileva11Le ,·amo di servizio. . . Io non pretendo al certo d'esser più savio o men sfo1•tunato di qunnti insigni uomini dell'arma occuparonsi fìn qui della bardatura militare (il ): Però ho il cnnvinciinento che, trattando la cosa in base ai principii ippici di esterior conformazione e d' anatorr.d.a fìsiologicà , si possa arrivare ben più facilmenLe a qualche cosa di prntico e razionale ad un teni po. · Così nvendo io fatto, nut1·0 fiducia che i miei 'ragio,namenti, che credo discretamente fondati sull'espe1·ic~nza e sulle osservaiioni di molti foLti, troveranno qu<ilche accoglienza o qualche motivo di considerazione

(1) Mr.rilnno fra questi particolar menzione i signori generalti A. Ang,·lini e colonn<·llo m11rclwso 13agnasco, i quali con .lunghi

sludii E' di ; pPurtiose applicazioni diedero lum_ino~e. prove del loro in tert•ssam,•nlo al benr.ssere della cnvallcria e.d al bisogno clrn ella sr.nte d'una granrle riforma nella bardatura. Dicnsi lo sl<•sso del sig. maggiore G. Gnecco per la sua idea delle bande olasliche.


n'ul'\ NUOVO ilIOOEt.LO DI SELLA

PROPOST.>\.

presso chi ha l'alto manda to del benessere della cavalleria pel maggior effeLLo della guerra. In vest1~heremo dunque senza più le cause speciali delle . cosi dette fiacca ture, che io vonei chiamare col nb~rn /~iù ?ene~i_co d_i lesioni eh varclatura {1), per p~1 ad d1vem_re p1u facilm ente all'apprezzamento delle ~msure che intendo proporre onde far cessare, almeno m ~ran_ pa~te, quelle cause, per quanto lo permette la mev1tabtle complicazione della bardatura militare sì_ per _Je moltipfrci esigenze del servizio che pei varii bisogni del soldato in campogna. In pari tempo non omm ettcrò di accennare ad un possibi le alleggerimento della carica in ordine .illo stesso mio sistema d'insellamento; onde, aumentando la celerit~ delle andature, conservare ~i.Ila cava lleria il prop1'io prestigio anche dinanzi all 'ultimo perfezionamento delle armi di fanteria. In'fine terremo conto della ragione economica, cioè della spesa e del risparmio, che importerà il metodo da rn~ proposto affine di renderlo vieppiù interessante ed accéttabile nell'interesse dell'arma e dell'erario \ .

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'{l ) Fiaccatw·e ù uua parola impropria usata comunemente iu cavallori~ pe~ dinotarc ogÌ1i altera1.ione avvenuta su l corpo do! cavallo m dipendenza degli amesi d'insellamento. Ma un tal vocaholo non può da per sò che esprimere l'effetto d'una comp\'Cssione non avente altro risultato che una contusione od ammaccatura di tessuti; ond'ò che sarebbe molto meo-lio servirsi dell 'ospressioue lesioni di b~rdattira, percbè co; ossa si abbracciano le contusioni, le cscorà-zumi, le fprite e simili. Per bardatm·a poi intenrio <linotlll'o tanto la sella quanto le cose che ne dipendono. ,

445

II.

Come banno luogo le ftoccature o lesioni di. l,ardaturo,. .

A dir vero non si potrepbe asserire in modo assoluto ·che l'attuale nostra sella possa per se stessa, cioè per proprio difetto d'origine, rendersi causa d'offesa al corpo del cavallo, qua lora venga scel ta a dovere e ada ttata con diligenza alla dimensione e forma del suo dorso. Portiamo infatti uno dei nostri arcioni sulla nuòa schiena del cavallo e vedremo tosto che essa non basa che colla convessi tà delle proprie ba11de sop ra le pnrti molli di della regione, cioè sop1·a i tessuti cellulo e muscolo-aponeurotici; e che le estremi la delle stesse bande si trovano abbastanza rilevate da non poter recare verun nocumento al corpo del cavallo ove non sia questi ben difettoso d~ forme. Gli arch i anch'essi, qualora sieno d'un'alter.za proporzionata al garrese e d'una com petente larghezza pei lombi, non v'ha dubbio che si renderanno sempre innocui al palafreno, il qu11le continuerà a prestare quel servizio che se ne deve iiretendere 'in paco non meno ch e in guerra. Bisogna impertanto confessare che chi ha ideato quest'arcione era ~utt'altro che mal consigliato od imperi lo; impercioceh è, con!,iderato nella sua giusta applicazione ad un sol cavallo e /l~ un'invartabile conformazione, riesca il più possibilmente inoffensivo in dipendenza di un'azione propria


I

!,46

PROPOSTA · .

diret,ta inerente all'indole della sua creazione. (Darò fra poco una più chiara versione di questo conceLto, che si fonda unicamente sulla ragionata forma dell'arci'oue in vigore). E che non sia la ' sella -fa causa pl'ecipua delle più numerose e comuni lesioni di bardatura che hanno luogo in campagna, ne abbiamo suffieienti prove nel vedere 1° che· lungo la state nei vnri.i eserçizii e nelle quotidiane manovre di presidio è ben dif!icile che si riconosca un cavallo contuso od allrimenti offeso dalla bardatura, tranne qualche raro caso alla reo·ione sterno-addo\ninale per cattiva od eccessiva tt>n~ione delle· cinghie;, 2° che tali lesioni succedono più fatilmente durante una marcia al passo che non'· ad an?a~ure più accelerate, siccome al trotto, non ostante 1 maggior.i colpi che batte la sella carica sul corpo ;del cavallo in quest'ultimo ·caso. · Nelle, lu~ghe e innumerevoli marcìe sostenute pendente l ult1111a guerra ho · appunto osservato più d'una volta che ben difficilm ente si verificavano fia cca.ture quando _si · faceva una pl.lrte del viaggio al trotlù, laddove rnvece un gran numero di esse risul tarono 'dopo qùelle m'arcie, che alla · lunghezza ·e durr ta loro aggiungevano una lenta andatura, cioè si facevano inLera'mente · al passo. A molti ufficiali foci fin d'~llora notare questa circostanza e molti altri l'avranno forse spontaneamente osservata. Ond' ho fiducia di non dir cosa· nuova nè di cagionare perciò veruna sorpresa. Più avanti dirò la ragione di questo fatto, che si connette appunto· al sistema di bardatura che-intendo proporre. Si dice generalmente che le marcie al pnss.o · danno molle fi.accature per la ragione che i soldati, addor-

D'UN NUOVO MODÉJ;LO DI SELLA .

&J'l

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mentandosi così più facilmente, vanno a gravitare di più sopra .un dato pnnto della sella, maltrattando cos) la pelie corrispondente del cavallo. Questa ragione può valere sino ad un certo punto, cioè a dire per quanto riguarda' il dondolarsi dei dormente cavaliere e l'effetto confricatorio r.he ne deriva come sopra. Ma · io cl'edo questa la 'minima delle cause delle vere ftac. cature P delle pilt comuni lesiorii di bat;datura, e spero poterne dare dell e convincenti ragioni. Chi dorme a cavallo inclina per lo più i'n avanti. Questo è un fatto indiscutibile, ehe tutti avranno presente e che si riferisce alla- legge della graviià e del molo per chi cammina di fronte. Se uno. sta in piedi sopra uno veicolo qualunque terrà una positione verticale finchè il veicolo starà fermo; ma se questo si porrà in moto noi vedremo quel tale inclinarsi nella direzione del moto di traslazione e tari'to maggiormente quanto sarà mnggiore la velocità di trasporto . È ragiooe d'equilibtio, che obbliga J'indi'viduo, anche sonnecchiante\ ad incurvarsi per non cadere all'indietro, nello stesso modo che tenderebbe a cadere 'in avanti se il ,veicolo s'arrestasse improvvisamente. · Questa legge non può var·iare qualunque sia il mezzo di trasporto impiegato, sia pure una nave, un carro, una vettura ovvero un cavallo, come è il caso nostro. Ciò stante ed ammessa la ragione di chi attribuisce le fiaccatu1'e nella lenta andatura al dormire d_ei soldati in marcio, tali lesioni è ovrebbero di preferenza aver luogo sul davanti. del tro11co, come al garrese, al principio del dorso, alla regione nnterior:superiore del costato ed alla superior . posteriore delle spalle. .Ma ail'opposto si è osservato nell'ultima cainpagna .che dì quelle numerosissime lesioni, che dissi in prin~ cipio aver messo tan~i cavalli fuori servizio. ì 415 almeno

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U9

n 'oN !'{UOVO Jlt0DELT.O 01 SELI.A

PROPOSTA

si i;x.ianifestarono alla ,regione postcrior superiore del costato .e d'acranto ai lombi ('1 ). Nè queste_lesioni consistevano in gravi contusioni ?d in profoniii ascessi od in estese piaghe, sibbene m semplici escoriazioni a piccole chiilzze rotondate, quasi come lievi scottature, di lunga cura, e di difficile guarigione per se stesse atteso la perdita di so. stanza che ne conseguiva, oltre alla situazione del male, che non permetteva l'u so del cavallo sino a completa e soda cicatrice. Si -è iuoltre rimarcata la manifestazione di 'simili accidenti anche-numerosi nei drappelli d'avamposto dinanzi al nemico; e non f: certo · supponibile.che in tal posizione i solda ti avessero molta Y(io-!ia di dor. 0 mire ....' . Che più? Non ahbiarno noi visto gli stessi in convenienti conseguire ad .un servizio di piè /'ermo , . cioè sopra cavalli montati per un lungo periodo d'osservazione senza mossa di sorta? Ciò .è t:uito vero .che se . nel fo!te de!Ja state si pro~asse a · tenere una quantità di cavalli insellatì e montati per .otto o 1O ore, io metto pegno che, senza pur muoversi dal posto 1 ne uscirebber'p parecchi fiaccati od .altrimenti offesi alla pelle. E per contro in inverno l'istesso insellarn ento protratto non ha mai dato luogo a lesioni di sorta, come s'è potuto osservare anche recentem ente pendirn te il servizio straordinario contro i disordini pel macinato, . jn cui molti squadroni furono spediti in varie.regioni più compromesse e posti a disposizione delle autorità p·oliti.che; ed agli stessi intieri r_eggirnenti toccarono 1

di poi lunghe e ripetute marcie cli precauzione a titolo di passeggiate mili!ari di 25 ed anche 30 miglia. In Lutte queste circostanze, come djco, non s'ebbe ma i a la- , men tare la più piccola lesione di bard,; tura, mentre in estate si avrebbero avuto senza dubbio contusioni, escoriazioni e ferite d'ogni genere. Uopo · è dunque distinguere le poche ferite coniuse di garrese e di dorso che sono o possono essere la · conseguenza di mal adatta bardatura o di cattivo insellamento o di arcione difettoso come pure le · escoriazioni prodotte dal dormir cavalmmdo, uopo è, dico, distinguere tutte queste dalle molte e frequentissime offese cutanee, che sono il rjsultato d' una a.ltra causa, la quale sfuggì per molto tempo a tutte le ricerche che si sono tentate nel campo delle osservazioni puramen te pratiche ed i nduttive. Fin dal ·181:H io esternava una mia idea particolare riguardo alla coperta sottosella, (Ri:vista igi:eni'cci del cavallo d'i trupJJa, cap. JX), dove proponevo di sur.rogarle altea coperta più semplice, quale sarebbe appunto una copertina di feltro od altra similmente leggi era ed abbastanza elastica. Ma non potendo allora peranco parlare con quella certezza, che riposa sulla lunga esperienza dei fatti, non credetti di trattar a fondo l'argomento, che solo toccai nell'appendice in forma di tesi da studiarsi r ispetto al solo incol}veniente delle facili pieghe della grande coperta . Riguardo poi alla sua azione c:allefacente e, per così . dire, disorganizzatrice della pell e, io ne faceva già caso nelle mie osservazioni statistiche del trimestre maggio, giugno e luglio da Sammardenehia nel Fri uli, 3 agosto 1866, non cbe nel citato rapporto al prefato mio signor colonnello ed in qualche altra memoria manoscritta e stampa ta. · Un solo in questi ultimi tempi (forse senza s,apere 1

(1) Ciò feci fin d'allora constare da' miei · stati 1Ìlensili non che da un rapporto chiestomi in Treviso dal mio nuovo comandante signor cav. Soardi nel meso di novembre. 1866.

ANNO XIV, VOL, Il,

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450

PRÒPÒSTA

di me nè delle mie idee sulla bardatura) si' accostò morto al mio modo di vede re in quanto alla causa delle ficiccature da me additata. Egli è guestt il già enco miato signor generale A. Angelini, che col nuov o suo sistema d'i nsellarnento provò se non altro i dannosi effetti della coperta sottosella, dividendo_ così la mia antic;a opinione; sebbene siasene dipoi all ontanato rapporto al modo di supplire alla stessa coperta e di conservarla nella carica pei bisògni del soldato . in campagQa. · Da quanto preceàe ognuno potrà orml'li ben, comprendere trattarsi di questa coperta siccome précipua cansa disponente delle numerose lesioni di bardatura, che sogliono mNggiormente pregiudicare la cavalleria · nelle estive mobi lizzazioni. 'Ed io non . dubito che questa nos tra opinione vorrà esser seguita dalla ma&'gi.oranza di coloro che si n·ovarono nel caso di veder le cose molto da vicino, facendovi sopra quelle serie riflessioni che sono del caso. Per quelli poi che ne ·avessero ancora dei dubbi ho creduto diffondermi alquanLo nel seguente rflgio-namento, che poggia essenzialmente sulla odierna 1 osservazion ~ di con tinui fatti accertati. Le lesioni di bardatura, di cui inlendo parhire e eh~, , lo ripeto, furono le più numerose ed inquietanti in campagna; ebbero a mio avviso due cause ben distinte, ma entrambe insite nello .esteso dominio della / barda tura. Unà' di esse era. preparatoria o predisponente e l'altra occasionale otl e(fiàente. La coperta sottosella co' suoi 12 e "6 doppi, co'suoi due metri e 68 centim etri di lungo sopra 2, 3:2 di largo finisce per essere un cattivissimo arnese sotto la sella nelle lunghe mMcie d'estate. Che se può riesèire innoeua per qualche ora di manovra nei presidii, in tempi ordinarii e ad andature piuttosto accellerate,

D'UN NUOVO lllOHEt.LO DI SELLA

it>1 .

egli è facile comprend~we ehe r~stando q1rnsi inti erì o-iorni in r.a,mpagofl sul cOl'po d,el cnvnllo con una .o d > temperatu.ra di ·~'> a 28 Heaùrnur e un arsul'a generalme11 te portata al massimo grado, non può non scaldarne la pelle al pun,to di infiammarla e c11ocerla, per così dire, sicco111e suol succedere d'un~ parte viv_a eccessivamente soffoca ta da potenti mezzi calorifici, 'COercitivi e confriéativi. Sia prova di ciò il vedere dopo una campagna una gran parte di cavalli portare per lun~o t~mp~ un pelame più chiaro, sparnto e come abbruC'lato 111 tutta l'estens·ione del dorso stata chiusa dalla coperta in discorso. Q,uesta straordinaria sopreccitazione induce necessariamente irna profonda irritazione in tutto il ·corpo della pelle, che a _lungo andare l'affievolisce, l'assottiglia e la predispone nalnralmente u lasciarsi cont~ndere o ferire 'dipoi dal la più piccola causa rneccamca. Ciò posto, non è dinìc ile che il peso della carica e del cavaliere non che la stessa confricazione l;inosa della coperta r·iescano a ·stabilire dei centri dolorosi e flussionari che diventanu pot subito echirnosi cutanee, quindi contusioni o ferite a carico de lle parti state ma .O'0o-iormente bersaglic1te dalla bardatura. ·ta l unga durata d'.una simile pressione, massime al passo continuo, fa sì che la parte. compressa non · potendosi so·llevare un moment.~ d,ill'!ncubo eh: la opprime perde la Jiber,tà della c1rcolaz1one sanguigna ed una OoTan parte della irregolare influenza nervosa ; ·o'nde ne conseguono al.teraz·ioni vitali così profonde da dar luorro ad oro-aniche lesioni capaci cli produrre' o o ·mortificazioni o parz ial'i cad ute della pelle. Non e quind i a meravigliarsi, che le ~onsec_uti~e pia?he per quanto paian~ po?o est~se e :ilev~l)t1_ nchied'.n? un tempo intermrnab1le a runargrnars1 1 sia perc;he .11 tes-


4-53

PROPOS'rA

D'U N NUOVO MODELLO DI SELLA

suto cutaneo è di per se stesso di difficilissima riproduzione sia per ragione della morbosa disposizione di tutto il corpo della pelle così lungamente travagliato dalla bardatura. Conviene quindi aspetlare che la natura ne operi lentamente la cicatrizzazione riavvicinando stentatamente i rna r·gini cutnnei divisi, o rimpiazzandone le denudazioni col gemizio di nuovi essudati, i quali producono per lo più cicatrici callose e più o meno deformi che rendono il cavallo soggetto in seguito a nuove e più serie lesioni {1). Ma, come già dissi, cièi deve intendersi colle debite eccezion i per quelle ferite che vengono direttamente prodotte da una sella mal' conformata, da uno squilibrio di peso o da qualunqLie altra causa straordinaria da ascrive rsi a colpa degli indiv1dui non già ad un difeuo d'origine nella creazione dell'arcione in discorso. c.hè del resto io son eominto non meno del prefato signor geneeale essere l'attuale coperta sottosella in campagna dannosa alle funzioni cutanee ed alla libertà d'azione della regione do1·so-lombale, ed alla per. se stessa a produrre le frequ·enti lesioni surriferite che tesero inservibile tin si gran numero di cavalli nell'ultima guerra. Dissi poco fa che chi ha ideato il nostro arcione sapeva molto bene ciò che si facesse ; ma non è certo il medesimo cl1e pensò sottoporvi una coperta di lana a 16 doppi e della dimensione superiormente denun-

ciata. Ciò sarebbe stato un voler distruggere il proprio obbiettivo, la parte più logica e vantaggiosa della ba1·datura, ·voglio dire il solo , jl più sicuro appoggio delle bande sulle parti meno passibili del dorso. Oltre a ciò si deve anché considerare il peso . di questa copel'ta. che uguaglia quasi i 2[3 di quello della medesima sella compreso l'arcione, le staffe, il pettorale, la groppina, la cinghia e il cuscinetto; cosa eno l'me invero per una sola cope rta che potrebbe essere meno incomoda e molto più giovevole, cioè più proficua all'uomo e men dannosa al cavallo, senza esser obbliga ti a fare servire un mezzo di copertura ad un uso così , impol'tante di bardatura. Aggiungasi a · tutto questo la grave difficoltà che incontra il soldato: , ,1° A piegare convenientement~ la coperta sottosélla, per cui · occorre quasi sempl'e l'aiuto di un compagno; 2° A portare la sella carica sul cavallo senza scomporre gli strat'i della stessa coperta su cui deve quella posarsi leggierment.e. La qual cosa se riesce penosa per se stessa ad ogni soldato stante fl peso della, cari ca e l'altezza che acCl'esce la detta coperta al cavallo, non può certamente eseguirsi dagli uomini di men che mediocre statura senza aver quindi a deplorare quelle cute lesioni ch e sono k conseguenza di falsata posizione e di duplicatore prodotte dulia. ridetta malaugurata coperta. Lascio poi considerare a qu anti lo han potuto vedel'e, come po~sa tuUo que;sLo praticarsi in campagna, di notte e nei momenti di eonfusionc o di fretta. Se v'ha nn difetto . a deplon\re nel 4oslro arcione egli è solo di esser ftsso in ogni sua parte, vale a dire di no n potersi allargare e restringere, abbassare ed innalzar'<' di bandr onde poterlo ndauare ad ogni

1

(1) Nol:J. bisogna dare gran credito a tutti quei farmaci cho :;i spacciano per infallibi li riproduttori della pelle e del pelo.

Qualcuno ve ne può essere cho sia tult' al più capace di sollecitare l'azione fanerogama quando non siano sla!i distrutti gli organi riprodutto.rì dei peli. ·Ma quando il tessuto cutaneo è mancante. quando i bulbi piliferi non · e~istono pitt non v'ha balsamo nè pomata capaci di rigenerarli.


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1

455

PROPOSTA

D UN NUOVO l\JODELLO DI SELLA

cavallo e nelle v11rie condizioni d'impinguamento o d'imrrrngrimento, cui può andare soggeuo alcun tempo, dopo giunto di rimonta nel primo ca,;o o pendente il periodo dei campi e delle guerre nel sec9ndo. Nè di poco momento parrni la riflessio ne di uha sella più o meno incomo6la per un ca ttivo sedere. Quand'un uomo ha da star inforcato intere giornate sopra un seggio stretto e durissimo qual'è il lupo ora in uso non si può ragionevolmente pretendere che abbia sempre ..a cons(~rvare la presc:ritta po1,izion e cen trale. Succede quindi ciò che si vede sovente nelle lunghe marcie, cioè un continuo dimenarsi, un cang iar frequ ente di posizionè, un sedersi alternativamente sulla natiC;a destra e sulla sini stra in modo tale ch e la sella è obbligata a girare dc~ una parte e ;Jall'altra stiracchiando la pelle, ed aumentandone il malgoverno in un colle cause de1J e molteplici· 'lesioni di bar·daLUra. Egli è dunque a questi due · inconvenienti che io intendo pure di provvedern con un arr:ion e a bande mobili e con un lupo più opportuno, ollre vi principa liss imo intento che mi sooo proposto, qu ello . cioè di · sopprimere la gran coperta come arnese sottosella.

rono causa per mc d'incessante lavoro, di amarezze e d'inquietudini d'ogni maniera. E se per vicende di traslochi militari, per prove ed osservazioni e P,er · altri lavori di sollecitudine giornaliera non potei prima d'ora far conoscere i miei divisamenti, spero non si vorrh credere me ne sia venuto meno il pensi ero e la fede, e che quanto sto per preiporre non abbia quel carattere di novitò e di utile npplicazion e che me ri ta l'importante argomento, cu i governo e ufficiali e veterinarii, tutti devono essere del pari ahamente interessati (il). Ciò premesso a scarico di plagio ove per avventu ra s)ncontrasse qualche coincidenza d'ide'e in questo con alcun altro progetto, che possa avermi preced uto, passo senz'altro alla minuta descri1.ione del mio sistema di bardatura e d'insellamento. Esso consiste in cangiamenti e modifkazioni , che s1 riferiscono prin cipalm ente: Alla coperta sottosella, Alle bande dell'arcione, Agli archi ed al seggio : e secondariamente al pistolone, alla gualdrappa, alla tasca-porta.ferri, alla dngliia, alla sopra(ascia, al pettorale, alla groppiera ed a qualche altro cuoiame poco · men che superfluo. 4° La grande cop,irta attuale deve essere aboli ta come strato sotLosell a; ed in sua vece verrà adottata

IU. Riforme e p1•ov,1edimenti.

Un ragionato progetto di riforma :nel vigente sistema d'insellamento fu sempre uno de'miei primi pensieri massime dopo la guerra de! 1866, avendone purtroppo sperimentato in questa le tristi conseguenzè. che fu1

(1) Egli è ormai circa un anno che ho spedilo il primo campio ne al ministero ;·e sepp i dipoi che molti progetti di nuove selle già eraoo sta ti presenlllli, dei quali mi protAslo non conoscer~ elle il modello Angelini il qlla le non ha col mio somiglianzn di. so rta, e quello del Passeri, che \ idi la prima volta al campo di PordAnooe, molli mesi dopo che avevo presenlalo il mio campione al ministero. 1


456

una copertina, di lana a due do ppi, un po'più grande di. quella in feltro usala per la sella inglese dai signori uffici;ili (:I). Tale copertina cleve star sospf}Sa Iungo tutta la spina a . mezr:o d'una piccola col'reggia, che, attaccala so tto la_ stessa copertina in corrispondenza , ' della colonna vertebrale, . nscirà colle sue punte sopra il g.arrese ed ai lombi, aflìbbiandosi ad un fermaglio che penderà dalla sommità dei due archi esternamente. In tal modo si troverà sempre sorretta quasi in contatto del seggio, lasciando libera la spina, .sen za per.icolo che si guasti o si fenda per la sua metit a causa del sno mezzo di sospensione. (Dirò fra poco come dovrà essere disposta ed allogata la gr1mde coperta). 0 ~ Le bande saranno presso a poco come quelle in vigore, rna più ri~lforzate esternamente al luogo ddl'rnserzione degli archi, ed alquanto più rotonda.Le e rivoli.e in fuori alle loro estremità massi me alle • I anteriori. Alla .loro faccia esterna e a 12 centimetri da .ogni estremità si trova un solco· o , scanalat.ura trasversale alquilnto con cava nella sua lunghezza·, in cui de·vono esse re ricevu ìi i piedi degli archi, proporzionatamente eonvessi, i quali vi scorreranno dentro con giustezza e vi si fermeranno mercè, una vite di cu i parleremo in seguito. , Stante la espressa modificazione concavo -convessa della congiunzione degli archi colle bande, queste s'inna lzeranno e s'abbasseranno secondo il bisogno sopra una linea curva corrispondente alla rotondità

(1) La copArlina di feltro da me adottata nel prim,} campione ha il vantaggio d'essere meno flessibile e più l:llastica; ma, come dissi io principio, è meno -durevole ed economica.

o'uN NUOVO MODELLO DI SELJ,A

457

del tronco e quindi sempre di piatto sul dorso del cavallo. Dal margine superiore d'ogni banda scenderà un cuscinetto sottosella, simile a quello esistente sopra il seggio ehe chiameremo perciò _sopra.ssella., largo un poco più della lunghezza medesima della banda, e d'una altezza sufficien"te per proteggere il costato dalle fibbie del111. cinghia e contl'ocinghia. Questo cuscinetto, che. verr~t fissalo al margine superiore della banda ed incappucciato alle sue teste, andrà stringPndosi ed assottigliandosi in basso, dove si terminerà in un mar. gine poeo rilevato onde non possa causare dannosa cornpressi~ne sul costato. La. faccia superiore dei due ;cuscinetti sottosella, · destinata a star in contatto colle bande nude, sarà di cuoio piuttosto durevole; e l'inferioré, che deve combacia re colla copertina, potrà essere di lana, come il disotto cli molte selle inglesi. 3° I.' arco anteriore dev'essere quasi grande e spesso come il posteriore·; chè solo in tal modo si potrà dare maggior alte1.za all'archivolto che col'l'isponde al gar- · rese, e vi si potranno anche praticare i buchi necessarii per le correggie della carica senza aver bi~ogno del pomo della sella, il qnalB deve assoluta,me.r~t.e essere abolito pel miglioi: effe tto delle redini sul morso, cioè per non obbl igar troppo l'altezza della_ mano che le guida. Così il margin e superiore di quest'arco sarì.1. un orlo · spesso rotondat.o come quello della sella d'arllglieria e del tr.eno, .e tagliato in modo da adattarvi per bene il rollìno della coperta di cui farò cenno più sotto . . Le estremità o i piedi dell'arco devono essere conformati a scanalamento maschio per; essere ri.cevuti od 80'0'iustati nella i~cavatura femmina delle bande. 00 Por'Leranno inolt_re un foro oblungo attraversnnte tutta


458

D'UN NUOVO MODELLO DI SELLA

l'ROPOSTA

la spessezza del legno ed alquan,to obliquo dal ,di dentro all'infuori onde corrispondere ad altro foro rotondato delle bande, destinato a ricevere la ~ite d'assicurazione, la quale con una ripirgatura quadrata si innicchierà e si fermerà per mezzo di due piccole viti in apposita incassatura alla faccia inferiore d'ogni banda, e colla mad re vite (scoglio) si stringerà sul collo stesso dei piedi dell'areo. Il foro o la fenditura quadrilunga di questi avrà una direzione trasversale ed alquanto obliqua d' alto in basso con una dimensione cli 5 oentim. di lunghezza sopra oO millirn. di largo. lÌ1 tal modo, nel mentre si troveranno valida'mente assicurati gli archi alle bande, queste godni'nno eziandic 111. facoltà di alzarsi ed abbassarsi a misura che si avrà ·il bisogno d'un arcione più stretto u più ' largo . In grazia di questa specie d'articolazione degli archi ,colle bande non è più necessario ·che l'armatura in ferro,degli archi stessi giunga fino alle bande per essere ribattuta ed inchiodata sull e meclesirre, come si è finora praticato. Conciossiachè, essendo lo scopo. di questa lamina fer rea quello di proteggere l'areo per la: sua metà superi ore dove suole spaccarsi, e co lla parte inferiore fissa alle bande impedire lo .schiantam ento degli archi, egli è evidente ·che colla vite sudde tta se ne ottiene molto meglio l'intento, alleggeren do in pari tempo l'arcione. Bisogna piuttosto pensare di unir meglio questo semicerchio di ferro col l'arco, in cassandolo nel legno per tutta la sua spessezza ; cbè così non sarà un'illusione la sua utilità come protettore degli arehi, i quali, per verit~, si fendono ora un po' troppo fo,ci lmente. (Quand o fossr creduto· del caso, l'armatma dell'arco anteriore potrebbe presentare alcune sporgenze , ad

r

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occhiello onde meglio sostenere ed assicurare il rollino-co perta). 4° L'arco posteriore non deve presentare gran differ1>oza di f'orrna e grnndezza col vecchio arcione; per cui non è d'uopo spendervi sopra. molte parole. Però oltre alle modifica zioni dei suoi piedi e dell'armatura, come si •iisse del precedente, questo sarà alq1rnnto più basso e più largo di base, e la sua paletta terrà una _direzione più obliqua, risparmiandone la ferratura, che stimo affatto inu1ile per essa, essend o ben difficile che si fenda indipendentemenle dall'arco, che '' ne fonna lo stipite e oon cui fa corpo. 5° Il L~P?· o .s~ggio della sella deve essere più largo e meno ng1do d1 quello us<)to presentemenLe. Esso sarà di cuo10 lnvorato anzicliè greggio e conste,:à di due stt'ati cuciti insieme latera.lmente. Non vi saranno più cotTeggiuoli che lo tengano avvinto alle bande, non essendo .essi di veruna utiliLà dopo che siasi dato al seggio la prima forma e si sarà così asciugato nel principio della sua applicazion e. In prova della inutilità. di tai lega cci si osservi una sella col lupo alqu,rnto usato e si vedrà che i suoi correggiuuli laterali sono talmente · rilassl'lti da non fare · più for~a alcuna, mentre il seggio sta egualmente abbassato e disteso senza d'µopo d' obbligarnefo in modo alcuno. Sostituendo il cuoio lavorl'lto' al greggio ora in uso si avrà un sede~e più comodo e conforme al bisogno, · evitando anche mPglio la necessità delle dette stringature laterali, noo che le false posizioni dell'uomo a cavallo colle conseguenze che abbiamo altrove accennato. 6° Anche la cingMa della sella deve esser fatta di cuoio più lavorato e pastoso se voglionsi veder scemate le contusioni ed i pigiamenti prodotti dalla


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D'UN NUOVO MODELLO Dl SELLA

PROPOSTA

ti:oppa durenza e rigidità delle cinghie attuali che diventano· in campagna come cerchi di legno in- seguito all'inzuppamento d'acqua e di sudore, che sono pur troppo ['.ordinario ret:iggio delle lunghe marcie estive, delle piog~ie e dei bivacchi (1). Oltre alla miglior qualità del cuoio da impiegarsi sarebbe cosa utilissima ed economica obbligare i sellai ad ungere le cinghie ogni 2 mesi in ternpo di pace ed ogni. 15 · giorni in · campagna, per la s~essa ragione che son si obbligati i maniscalchi a da1; l'unto ai piedi dei cavalli · una volta almeno alla settimana. Diversamente io vedrei meglio l'uso delle cinglrie di corda o a fascia doppia di canape::, anche sotto il rapporto qell' ecpnomia, potendo quest'ultima valere da 4 a 5 t'ra_nchi, mentre quella di cuoio, giusta la tariffa rnilitare in vigqre , ascenderebbe a L. 6 ed è anche pitì pesante. · '1° La soprafasda poi diventa inutile in campagna non usandovisi più la gualdrappa. Ed in quanto a fermare il cuscinetto sulla SP.lla non si avrà che ad obbligarlo sotto le alette delle, tasche di .cuoio com e si scorge dal modello. 8° Rispetto alla gualdrappa, essendo un oggetto di puro lusso ed ornamento, se vogliamo, più · alla cosacca che all'italiana, ·io sarei cli parere di abolirla definitivamente o serbarla tutt'al più nei magazzini di massa per le grandi occasioni di riviste ·o.parate, tanto niù e la copertina pro• che i miei cuscinetti sottosella . posta servono di già per se stessi di gu ernitura a tutto l'imbardamento sì in earnpagna che per tutti gli altri servizi di guarnigione. · 1

Dirò di più che, se si adottasse un bel colore uniforme per la copertina, pel rollino e per la valigia, la bardatura riesc-irebbe per se stessa abbastanza elegante, se non di lusso, e si potrebbe cancellare per sempre la gualdrappa dalle spese di questa categoria con sensibile sollievo dei corpi, essendo questo ì'effetto di ·maggior costo e di più difficile conservazione. A titolo d'ornamento si praticherà uno stemma reale ai due angoli posterior·i della copertina. ·9_ Io fui sempre d'avviso di sopprimere la grCYJ)piera, che considero come arnese inutile e fors'anche · dannoso. Al campo di Pordenone si è constatato l'inutilità di tal 'arn ese, . il quale oltre all'essere poco gio·vevole al ritegno della sella', quando serve a quest'uso o ferisce alla radice della coda od inquieta i cavalli sensibili o fa l'nna e l'altra cosa ad un . tempo. I cavalli dell' uftìcia lìtà è ben difficile vederli in cam-; pagna montati a. gropp iera. .i O. Succede . della .groppiera come del pettorale, colla differenza però che questo, oltre al servire di principale ornamento, giova altresì a portare la piastra col nurr1ero del reggimento. Si deve per lo meno sopprimere la martingalla del pettorale riescendo di molto incaglio nell'insellamet:ito e di danno per la pressione che può esercitare sulla pelle la sua asola compressa dalla cinghia. Qualora però si volesse abolire anche l'in tero .pettorale si potrebbe portare il numero del reggimento sulla testa del cavallo mercè la treccia di cuoio i'nerociata come si usa per gli ussari e pe1· le guide. 11. Ritornando ora alla ·coperta, che non chiamei;emo più sottosella ma da campo, pare che una grande difficoltà siasi finora incontrata nel trovar modo di collocarla sulla sella dove qgni posto è già occupato dai singoli effetti della carica; ed è perciò. che venne 0

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(1) Si son visti ultimamente cavalli CO$Ì contusi alla regione sterno-addominale da prestare ben poco servizio durante tutta la camrJ'agna. . ' .


D'UN NUOVO !l10DELLO DI SEl,LA

i>ROPOST.li. ,

da alcuni totalmente soppressa, Ma jo credo ili non poca importanza la sua conservaz ione, nulla nsta ndo a che venga col locata a forma di rollino, come g{à , dissi, sull'arco anteriore della sella a luogo del mantello, che dovrà port,1rsi a tracolla sempre quando 1 nòn s'abbia da sp iegare pel bisogno. }'.er tal effetto si dovrà adottare uria ., cope1:ta più semplice, più leggiera, e di minori dimensioni: e per formarne il rollino si tratterà come segue: il prirno piego sarà a sci.alle o a triangolo rettangolo; col secondo si avvicineranno i due angoli acuti della base ' piegando!'; ' internamente uno sull'altro sino alla voluta lunghezza del rollino ol'dinario; indi si procederà all'arrotolamento cominciando dall'angolo tetlo del vertice e pMgredendo sinò alla base. Per ultimo si cingerà il rotolo con qualcbe correggia o cordicC'lla e si attaccherà R cavaliere dell'arco anteriore a mezzo dell'involgirollino. Tale operazione è di gran lunga più semplice e più spediente di quella che si esig~ per il mnntello. Questa coperta deve essere in anenire la sola possibile in servizio; ma per uso solta1Jto dell' uomo, qualche volta pel cavallo, non mai per la bardatura. Presentemen te però e sino a che dure,ranno le coperte in vigore potranno queste servire pel nuovo sistema riducendole ad una dimensione non maggiore di metri 1; 80 di J'unghezza sopra due di largo: ed i pezzi eccedenti potranno benissimo usufrui\·si pei nuovi cuscinetti sottosella e fors'anche per fare le c;opertine di lana indicate al n° 4 della pagina 455 giungendole per metà e duplicandole a mezzo di convenienti cuciture. I panta loni di tela e la giubba, che fh1ora stavano sull 'arco anteriore della sella, verranno riposti in un'altra saccoccia di cuoio simile a quella giù in uso

da porsi alla destra dell'arco stesso a luogo della fonda del pisto lone (1). 12. Quest'arme orm;:ii condannata da tutti siccomé . arnese d'inciampo piuccbè di vera uti lità pratica, dovrebbe esser gin scompnrsa e surrogi:lta da un revolver della maggior portata (2), il quole per la sua minor •

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(1) Sarebbe drsiderabile che prendesse r.nrpo l'idea del signo r Armano unìciale nel r eggimento cavalle.ggr.ri di Saluzzò, il quale sia rwr proporre una specie di gunldrappa di tela divisa in duo parli simetriche, rii cui ciascuna porterebbe 4 ta8che e si attaccherebbe per mezzo di duo azole al pomo ed 11 1\a pn lelta della sel'a. Tale spPdiente offrirebbe il vantaggio 1:ou solo di al logare comodarne_nte ogni cosa , ma di poter altres} ' scaricarn colla massima facilità il cava llo senza doverlo dissellare come è sempre del caso rlopo uoa lunga m()rcia od un fati coso· servizio. ln t,il modo non si· avrebbe più d'uopo delle menzionate saccoccie di cuoio ed avressimo in pari tempo il cavallo complet11m ente bardato. · intanto pe.rò io propongo il detto saccoccione di destra, nel qua le, oltre la giubba ed i pantaloni di tela, si può anche riporre il sacco a biadà, che vien ora disteso sul cappelletto portasaccoecie. Quanto poi all'alleggerimento della caric11, incalcolabile sarebbe il vantaggio · che si rilrarrobbe dall'adottamento del la tenda mantello proposta dal signor G. B. Oo 1ombo , (ll'i'vista niilitare gennaio 1868) specie di pastrano che sarebbe por se stesso piì1 leggiero del mantello di panno e servirebbe al doppio uso, di mantd lo e di tenda, risparmiandosi perciò il peso e la spesa di quest'ultima. (2) Credo chfl col te~mpo si darà una lancia od allro anche alla cavalleria leggiera. non trovandosi Onora munita d'u n'arma oflènsiva per fare la guerra. <l meno che si voglia riattare la presc~nte sciabola. che, a g iudizio degii esperti, non è ?ra abbastanza maoeggiHvole. Un altro luogotenente di IJueslo stesso reggimento, il signor Scarrioni ha immaginato una laneia rien1t·ante a mezz'altcna, cioè spezzata in maniera che la sua metà superiore, di legno armato s'inguaina nella metà inferiore di fono èavo,


464-

PROPOSTA

D Ul'< l'il" OYO MODELLO Dl SELLA

lunghezza troverebbe facile luogo o in una busta pra~ ticata nella stessa saccoccia di destra ovvero, ciò che sarà assai meglio, in un astu ccio attacca to al cinturino d'accan to alla placca, dovendo sopprimersi tanti altri pendagli come la rangona col gancetto e portacarabina, non che la bacchetta del pistolone col proprio ( astuccio. Cosl mentre il soldato troverebbe maggior coraggio nell'idea di non mai separarsi dalla sua più sicura difesa, non si vedrebb e più sul davanti della sella il calcio del pistolone, che per verità riesce ora di grande imbarazzo pel cavaliere nelle varie evoluzioni della mano, ed anche la bardatura si presenterebbe più semplice, più bassa e più simmetrica . No tisi ancoru che il pi stolone, come trovasi ora disposto sulla sella perde faci lmente la cartuccia pel proprio peso di gravità al più piccolo movimento di troUo. Armandosi così tutta indi stintamente la bassa forza di revolver non ha più .ragione d'esi stere nè anche là correggia portapistola colla rispettiva campanella d'attacco all'arco ante1'Ìore, di cui sono munite le selle dei sott'ufficialì , dei trombettieri, dei sellai, dei morsai e dei maniscalchi. ·13. Il cuscinetto sapra.ssella sarà alquanto più lungo di quello ora in uso; ed invece d'essere inchiodato nel legno vi si potrà accomodare con qualche co rreggiuolo onde poterlo a bell'agio sollevare secondo il bisogno, obbligandolo sotto le alette coprisaccoccie, corne già dissi parlando dell'inutilità della soprafascia.

H. }l ca.ppelletlo portasaccoccie dov'es, er p 1)1·tato più in a,·anti sull'ar<;o anteriorc per non essere obbliga ti a dargli troppa obl,quitii ; quin di dovrà esser ridotto di fo1·ma e dimension e onde le saccoccic non abbiano a sccndel'e troppo obliquamente ed uscire d111la coperti na sull,~ spalle del cavallo. ,N. B. Ho consHvato le sacco,:cie di cuoio prrchè d'ogni al tra stoffa , come qualcuno aveva suggerito nei giornali, sarebbrro sempre lacere essendo di facile atlal·Co coi corp i duri (fibbie, sciabole, guaine, bastoni da tenda, ecc.) massime nelle cariche.

1

Pare che un tal ritrovato presenti molti vantaggi sulla lancia in vigore e non poca probabilità d'esser adottato. In lnl caso io proporrei tosto questa ldncia quararma adaLtissima pur la caralleria l eggera. la quale trovcrebbesi così molto meglio agguerrila sì per l'offensiva che per la difesa.

ANNO Xl V, VOL. Il.

,I

465

31


466

PROPOS'l'A

o'uN NUOVO MODELLO DI SELLA

. MISURE E PROPORZIONI p ' OGNI PARTE DEL NUOVO ARCIONE.

Areo 'posteriore.

Arco anteriore. Altezza massima esterna. . ·nrill. Larghezza id . » )) Id. alla 111età dell'arco Alttizza dell'archivolto »· )) Sua spessnza . }) Ape rtura della sua base . Larghezza del legno alla .sommità dell'arco » Id. alla metà delle branche » Id. alla loro basé » LurJg-hezza dei piedi dell'arco (1). »

280 300

2tì0 130

030 135• 085

075 083 1 10

· (l) Il taglio dei piedi è di rr1ito sopr11 una lin"a di 40 gradi d'inclinazio11e. La curva dei medesimi è d un'altezza mas:;ima di un c<~n li mt•lro. Le rarlh;i di congiunzione df'gli archi collo bande sono pie· galtl obl iquamente all'infuori in morfo dm l'obliquità deg/i archi for111i colle bande un angolo di 50 gr,,di. In 1111 modo la distnnza che e.sistf, d11 1la base drlla palf'lta alla SO:nmi là dl'l l'él l'CO anl,,riOrA, sarù cli 41 Centimelri, m~•ntre qm•lla che dir ide un arco dall'altro, alla loro base, dev'essere di 23 c••otimetri. Le inc;ivalurn o scanalature saranno parallele fra loro e trasversali a Ile bande. , Il loro fonrlo des,~ril'fir/J una linea connessa proporzionata alla Mncava dei pi1~di degli archi. La curva della lung hezza l<>tale dellfl bnnrla drv'ess0ro poco Sf\U$ibi le ,fai c1:ntro allo :::cana lature; ma mollo più pr1m11nciata di qu i ;ille estr,·mitil in modo ta le clw, posta' una banda, di·staccata. ùi piallo suprc1 un p:1rno oriaon tale, la testa anteriore si trovoril alta 6 centimetri o la post,·rioro 5. Il lupo o seggio, di cuoio doppio lavorato, sa.r,ì largo 15 centimelri a Ila testa po:;teriore, 10 alla anteriore e 12 nella suà parte mlldiana.

Altezza massima. esterna (compresa la palrtta) . Larghezza massima est.rrna. · · ld. alla meih dell'arcQ Altezza dell'archivolto. · . Sua spesspzza . Sua apertura 11 Ila base , r,lla metà ld. Altrzza della pnletta . Sua larghezza Sua spessezza med ia . 'Larghezza del legno é,dla sommità dell'arco ltl. delle branche Lunghezza dei piedi dell'arco (1)

467

Mili. 320 » 330 » 300 100

))

1

» » » » »

033 150 ,1;15 HJO

))

090 025 090 080

»

115

))

))

Bande. ~Iill. Loro lunghPzza massima » Largh0zza mrdia . » alle tesle . l d. » Jd. delle scanalat.ure al fondo » Id. id. al!'esterno » Sp~~sezza media del legno . Id. in corrispondenze delle incavature )) Distanza fra le incavature della stessa banda »

(1) Vedi la nota qui contro.

( ContinudJ.

4-90 105 ·115

033 022

OzO 033 230


cor-SIOERAZIONI SULL.0RD1NA~IEN1'0 MI J.11'. DEL REGNO

CONSIDERAZIONI

SULL'ORDINAMENTO ~HLITARE DEL REGNO DI

F. BAVA Maggiore d'Ar tiglieria.

XIX: Jlinistero della Guerra, Comando deU'Ese1•cito, Comitati, Avanzameuto.

ministe1·0, in grazia del grado, ma per influenza di partito. E su cced e poi che q uelli più in su debbono obbedire a <'olui che domani può nuovamente essere sbalzalo in giù. Di qui c,Jntinu i tiraillements, riguardi nel conrnndo, dubbiezze, pel'plessi tà, che sono fatali all a disciplina ed alla bu1J11a costituzione dell'f:serc ito. Abb iamo Yeduto dal 59 in qua succedersi mclti ministri dellc1 gtterra: ni11no os ~rà dire che nel colore politieo difforìssero di m(llto gli uni dagli allri: a che dunque questi conti nui ca111b ia11wnti di ministri, i qn llli certnrnente non potendo avere tutti le stesse viste in matel'ia militare cd amm inistrativa, disfa nno gli i; ni quanto fecero glj altri, e co:jì si ma ntiene se mpre quella inst.ibilitù nelle di:-po,,izi oni che negli eserc iti è pern iciosissima '? Non sarebbe egli più comen.ient.e ehe, stabìlitc una buona volta tutte Je leggi organiche relative all'ordimimento mili tare dello Star o, rog'i annessi regolamenti, sia disciplinari che amministl'ativi, si affidasse hl direzione suprem a di tn lte lo fo1·;~e mil ita l'i a quell'ufficiale ·generale che nell'1:scrcitr riputato il migli ore, circo1J1:landolo di un con siglio perman ente di guerra? Ma si dirù : così volete abolire il min istero della guern.1. Il minisl.ero no, il min istro colle nttril., uzioni che ha adesso., sl. l i mio concet to ~arebbe il seguen te: Un comando generale, o isp•}ttornto generale dipendente dal min istero re:;ponsabile, e, o. fhinco del medesimo, come <'O l'po consulente o taloni delibe11atì,·o, un eon sigl io di guerra composto, parte di membri fissi ch e vi entrerebbHo di pieno diritto per la posizione che occupano nell'csi:rcito, come i presiden ti dei comitati , i eo mandan ti di co,·po d'armata, i comanda nti degli istituti superiol'i militari; di membri even tuali scelti fra le in divid ua!iti1 più rimarchevoli dell'al ta. ge1·:ì rehia. dell'esercito .

e

Il minist1·0 della guerra è negli stati costituzion ali il cu po responsabile dell'ese rci to e di tutte le fol'ze militari del paese . Questo ministro è ordinariamente un ufficiale generale; nnlln però impedisce che non possa esse re anche un borghese od 11n ufficiaìe non generah}. Cib pe1·ò è in contraddizione <:olla gerarchia milita re, la quah} stabilisce che il generale d'armata è superiore al lu ogotenen te generale e via di segu ito. Per altrn parle un mi nisrro della guerra ci ha da essere, e siccom e nei governi costituziono li i mi nisteri si succ~dono con molta freq uenza, così occorre che llf.•Jl'escrcito si trovi una data quantit.'i di persone ministeriabili le qu ali rw.turnlmente nou montan o al

4,69


470

CONSIDERAZiòNt

A qnesto supremo consf)sSo, ed nl suo prec:iòPnte in modo spPcial e, dovn!bbe essere nf6dnt.o l'i111portc1nte e g r·H ndioso inca rico di di l'ig,' re oelln vin del pt>rf'e zionarnento tulle le forz e mili ta ri dl~lln nazione, in arrnoni11 r,,, Jle leggi stabilite, di fa l'e tu ti.e li> prorr1ozion i e le val'i cl zioni di uffìciiili coi cri tel'ii dalla legge prescritti, sorvr.gliare e curare l'istru7.ÌonP e lil di sciplina, orcJi'11nre e_tener sempre: prPpnr,ita la difesa del pa ese, e prf'pnrare le' nuove leggi che -può occorrere di preserllnr·e ,il Pa ilamen10. Cornmissorii regi potrebbero essere appns itarnenlf:' designati per diseu t.ere le questi oni milrtal'i davnnti al Pad 11mPnto, e c·osì si avrebbrro due van111 ggi: 4° se la qurstione non viene risolta favor·evol mente, vunl dire r.he la si pot1·ì1 11bbando11are per ri prenclerln in nitra occll sione , se nzn che vi 11bbia ad essere spostnm ento di direzio ne e di comando: 2°' per ogni que:;Lione eb e deve esse r·e tra ilata h1 seno delle cnrn Pre, si potrà lkstinnre 11 discuterla ehi in in qu ella data materia possied~ più amp ie e più specia li cognizioni. Il ministero dell a guerra vorrebbe solo essere èonse rvato per quato rifl<'tte la pane nrnrninistra1iva, finanz:aria e politica. A cnpo di qu esto poll'ebbn·,starv,i un arn rninistratnre generHle della gu erra, il qu ah~potrebbe anch e essen,. un min istro; rn a SlllO rrsponsabile dell't>sano irnpi ego ·del df~naro votato dall e Carnere per l'eseer·ito, e per quanto occol're pel' l'armamento e· per. la difesa del p11ese. . No ri rni nnsco ndo che egli snri\ a~sn i diffic.ile lo stab ilire sin dove de ve est(' ndersi l' a.zione cli-·] comando genera le, . e definire i liti"ii ti della sLia indipend e11zu dal pot11re esf~cutivu, nè sarà forse Lnnto fHl:.ile l'antiven ire a_pr/ori tutti i copfl itti che potrebbero nnscer•~ fra il , potere dirigente, coneentrnto nel eonwndo 3upTemo, e il potere amministrativo rappresentato dal ministro . 4

I

SULL'onDINAMENTO MlUTAnE DEJ, REGNO

f.71

Credo però r.he c0n una buona legge ben st udìota tal i dinìcoltà si potrebbero superare-, e che con tal mezzo si riescir·ebbe n sottrarre la direzione supl'erna delle cose della guerra all'instab il ità pr·odotta dal continuo rimutarsi dei 1riinistri, e a diminuire, 'se non a far scomparire affauo, tutte le vell c~ iti\ di protezione e di favoriti::;mo clu~ di quan do in quando, Ol'a qua or là, quant11nque .parcnrnente, pur tra~piruno. Ma prevedo l'o bbiezione clie qu esto personaggio av rebbe 1111 tal potere, che potrebbe per avven tura ri esci re una potenza nello Str1to. Tutto stn nel definir. bene gli attributi suoi. Dal rnornènto però che la sua nomina è devoluta al potere esecut'. vo e che è in facoltà di qnrsto il ., poterlo dimeLtere, il timore che esso possa acquistare un predominio negli affuri dello Stato cessa intiernmente. Nè in un ptH!SC dove è radir·nto l'amore alla iibertà possono seriamente co11cr.pirsi fondati timori che quel la posizione possa essere, usufruita a danno delle istituzioni dello Stato; l'opi11i or! e pubbl ica, la cos,·ienzn gener.-1le impediscono. simili att enta ti . L'Inghilterra, la quale ci è maestra di civiltà e di ribertà, ha àlla testa dell' eserci Lo un comandante ' in capo. no trovato nell'eccellentissimo libro del FranqueYille, Les ù1st'itutions politiques, judfdaire.s et admfr1isfra.tives de l' An1gleterre, olcune notizie sulle attri buzioni del comandante in capo dell'eserci to e <Jel ministero della guerra, che credo utile qui trascriYere. << Bil~n que le souverain soit le chef de l'armée, 1< l'autorité est exerc.ée en foit par IP. secréla ire d'État « de la. guerre et par le comrnand·a nt en cb,Pf. • « Le dép/1rternent de la guerre a été créé en l85¼.. « Le princ ipal secrétaire d' Éta t, qui es t piacé il sa « tete, Pst chArgé .de. toutes- lfis ·questions polit.iques « et fin <ineières relati ves à l'armée. Il p L'éparn ·lè budget


suu,'ORDIN ..\MENTO

CONSIDERAZIONI

« de la gucrJ"e, surveille les dépenses et s'occupe spé« ciH iernent de proté1:;ei· les snjeis civils , cor1tre !es « mi htaire::;. « rom; Il:-; officiers en demi-so lde et !es '$Ol1S-:oflì« ci( rs retrn i{és, au nombre de 76,000, n'éUint pas « sò11mis ù l'autorìté dn muting (lCt, s,ont placés di« rei·tement sous ses ordres. Il dirìge . é_g.ikment le . « service rlc-s pr-isons militaires, des hòpitallX et du « personnel cles médPcins et chiru r·giens; les payeurs « de:; regim ents ne pe.uvent ètre 11 ommés qu'avec son « approbatì im, et il c·o otròle leur gestion financière . ~ ·Les rnouv enwnts des troupes entratnant une dé« pe r:se, nP pmlvf>nt è:re ordonriés par le commandant « e·n chef ~.an l'appr,)bation préalaLle du :;ecrétaire « d'Ù at. , , « Le scnéi,aire d'Itat de IH guerre reçoit un trai« teu ent dr, · i2'.),000 francs, le S•>US· secrétr.ire d'État « pa :lerne1 itai re reçoir, a7,500 fraucs, et les dBux sous~< se<·1·étaii-es <l'Jhat p·:rmrnen ts t'.)11chént l' un 50,000 « fra ncs eL l':rntre 59 CO.I francs. « Les servkes .resStlrtissant à celte aclministration .: sorit le::;. snivants: « 1° Département des fortifications, dirigé par un <, in:-:pec:teur. général, assìsté d'un certain nonibre d'in« specteurs de diverses classes. . « 2° Son-ice des plaris et département topogra« phique, · piacé sous !es ordres d'un directeur. « :-3° Département du directecr général du sfH·vice i niédical: « t S11rintendanr·e des pensionnaires. « 5° Département du chapelain général. « 6° Direction des équipements et des approvision~ « nements. « i 0 Département du directeur des .contrats et (l marchés. 1

0

!\Ul.lTARE DEI, 1\EGNO

,i.73

· ~ 8° Départemen t du eornrnìssaire gé néral en chef. « 9° llépartenwn t dn cornptable général. « 10. Dépll 1'terr e,nt du soliàt~r. << Le co mm,rndant en chef de l'armée exerce, au « n·om du sou vera ìn, le con:i rnan<'ernen t en chd ·de « toutes les• troupes du royaurne. 1'oute.ç les que~tiom; ,« fì:11ancières ou pol,tiques sont èn dé/wrs cle ·sa, compé« tence et il n'a généralement pas entrée au cabinet. « Ainsi que nous l'avons déjà dìt, il ne peut c,r« d1rnner aueun mouvement de trùupes sans l'nvis « du secrétairn d'Ét.a t de la g11erre, dont il doit prendre « !es instruc tions sur tontes les rnesures qui affectent « le bu dget d'un e façon qu elconque. « 'l'outes !es -norn inations aux , divers · grades de . << l'annèe soni faitEs sur sn propositì on: « Les services piacé,; sous ses ordri;-s sont: « 1° L'ofTice de l'adiudant g1S.néral chargé de t!'a« smettre les ordre:; du comman'da.r;it cn ch ef, de pro\< mu lguer IBs déci~ions royales et de s'occuper de « toutes lr.s qu Pst10 ns relatives au reerutement, à « l'ìnstruction, à la discipline et à l'équìpernent. « ;a L'offiee du qnartier-mattre générnl, auquel « ressortisl,eo t les [! ffaìres de mouvement des troup<~s, « l'apprnvisionnen1ent des ca rnps et gnrnisons, !es « tran sports et embarquern enLes, afo si que In conser« vation des cBrtes et plans réunis dans l'office des << connaisscmces rnilitaÙ'es. · · ·« li y n. en outre pour l'Irlande, un oflìcier génér1:1 l « cqrn rna nda n t, un Hdiudant-général adioìnt, et un « q1iarti.ir-m,11 trc ndjoint. ,résiden t à Dublin, et re« Jevant du com rna.ndant en chef. » L' Austr'ia m1ch 'essa ,si è J)ersuasa della necessiti1 <li avere a c.1 po dell'esercito, percìò ehe concerne disciplina, istr uzio11e e promozioni un comandan te superiore, il quale ne· esercita il comando in nome del so1

0


CONSIDÈRAZION!

SULL' ORDINAMEN'I'O MILITARE DEL REGNO

vrano; e vediamo qn esla isti tuzione, si abilita tosto dopo Sadowa, funzionare attual111Pnle senza .che vi sinno opposizioni per parte delle assemblee d li beranti (1). L'i<ka fonda menta le la quale In suggerisce, ~i P- qnella di sottrarre l'esP.t~ito e la sua amm inistrazi one alle inijuehze, sempre deleterie, cagionc1te dèdl~vv icendMst al potere or di questo or dì quel partito. é di dare a tutto ciò che rigua rda !~esercito e la difesa dPI paese un caratte.re di stabilità, un'unità continuata d'indirizzo, che mai non si potranno rag-giungere, se ad ogni momento ne viene cambiata la direzione. Crerlo però, cl1 e sa·rebbR cosa eonvenir.nte che la nom ina del co~ mandante supremo non venisse per intiero devoluta al potere esecutivo. Questi non è semp re libern 'dd la sua scelta: ìnfliienze diverse sì coalizzano per lo più quando si tratta di norninnre un romahd ante d'esercitò per far cadere la scelta su · chi ne è rnèno degno. La storia ant.icfa e- la moderna offro no CO;Hi n11i disgraziati esempii <l i simili cfrori. Qualcnno l1à detto, e gìustnrncnte, che un grn ò generale è un prPsenle che gli Dei fanno alle na zioni favorite. Non sernbrà pere> che di questo dono la provvidenza · sia molto soventi generosa. Se era un probl. ema difficile quello di ben ,tuid:Jre ~ le operazioni della gue ri·a per lo passato, esso, nelle co11dizioni attuali dell'nrte e delln scienza strat"gicn, è diventato di una soluzione a mi lle doppi più corn.. pli cata.

Al principio di- ogni gnerr.a l'esercito, come la na~ zio ne, ripongono tulle le loro speranze nel gen.ernle cl:rn sì assume la responsabilità di guidare l'uno alla vittori,1 , e di prncurare all'nlLra la più grande, la più sublim e Mntenlezza chr, un popolo possa vaghPggiare, quP-lla cioè di ri l~soire v!ttorioso sul can.po della gloria. li valore dei soldati, il genio del gene1·ale si im me~ des imnno con 111tta quanta la nazione: il cuore del più 11 01ile contadin o, come quello dell'opulento signore, palpita di gioia alla lettura delboll èttino nunzio della vìtt.orfa, e il pi anto dèlle spose e delle madri ch r hanno perduto sul campo ddl'onore. i loro cari, è soffo cato, se 11011 tHso, da l gaudio de lla patria. Nel s.e c:o lo nostro, .e fors e per l'avvenire, 1A guerra no n p1lè1 più essèl'e occa sionata che dalla tutel11 di grirndi in tr•ressi nazionali: non sarà pit'1 una sola parre della nazion e cbe vi dovrà pigliar parle :: l'esistenzn , l'onore di tutto un popolo possono dipendere dal fo to di -unn bnttaglia, e se in questa l'est'rcìto soccombe , tut10 il suo sdegno, tutto il suo dolore si sca~ tenono a'Jdosso ai capi, ai ·quali non si può perdonare di non aver sa pu t<J vincele. Com e la mad re lu q11ale vede scendere nella tomba i suoi di letLi , nell a piena d(') dolore, non s1:1 pen dosi dar pace di tanta sciagura, dà colpa al medico di -non avei;li snp uto curare, così una nazione, all'annunzio di u ria 'cfo;fo tta si co nturba e, senza cercar altro, accusa della sua sventura i gene rali istessi. Il dol ore, e morte volte l'ingiustizia delle accuse si spiPga no facilmente: quando si è sotto il col po , di qualche gi:ande di,;gr·azia il dolore non r11giona, e tu tti i p,ipoli, i.pecial mBnte i meridional i, si abbandonano facilm ente a mr,no ponderate risoluzioni. Se <1 d,11nque ta nta è la responsabi lità che pf'sa sul genera.le in capo, ed anche S[!gli . ahri generali dei

-e

(l} Quant1mque oggi,!\ le attribuzioni dell'arr.i<luca AlbP.rlo ; il quale era slato elevalo al grado 11i eomandnn lH g1!or·rale dell'esereito imperialfl , siano sta lr modificato Pd allcho tiiminuile, tu ttavia la posjzio_ne sua 'yenne cnnsrrvata. E si è pur visto il grrnera le Granl nominare il comandante d!·ll'rst-'rciW

foderale tosto dopo cbe •egli si era installato a111,l C.asa' Bianca,


'416

CONSIDERAZIONI

.i

corpi d'armata e pe_i generali divisionarii, io non vedo qual ·guadagno. ci possa avere il gòvel'no ad addossarsi es·so solo la responsabilità della loro nomina. Ma chi du'nque dovril nominare il generale in capo, ì genel',di d'armata ed i gem~rali divisionarii? Per quanto la proposta che sto per emettere possa semb ra re ridicola , pericolosa, rivoluzionaria, ed a taluni nnche 11ssurda, tutto· quel che s~ voglia, io !a e~unzio, convinto che in un tempo · che ha da venire si finirà per adottarla. lo vo rrei· che il generale comandante dell'esercito fosse ,1.-llllinàto,' per s11ffragio, da tutti gli' u ITiciali genei'ali fra i generali d'annata ed i luogo tenenti generali : che i comandanti dt;,i corpi d'armata e di divisione venissero nomi.nati nello stesso modo, ti·aendo i primi dallà ·categoria ,dei luogotenenti genernli , .~d i sncondi ,da quella dei luogotenenti _gen erali e dei rnag-giori generali. Si potrebbe solo fa re delle eccezioni per talune posizioni speciali che non esercitano comando cli truppe in campagna, e che hanno incombenze più tecniche che mi litari. Si dirà che si è 'una specie di condave che io propongo per la nomina del supremo vicario e suoi aiutanti. Sarà un conclave di generali, i quali certa1nente rnetternnn o altrettanto ardore a donare tutta la stabilità possibi ie ai som mi capi dell'esn cito, quanto ne impiegarono i · eardirrnli per sosten ere il papato, che da Hl secol i sì mani.iene incrollabile in mezzo agli scogli fra cui navi<.,.a la navicella di Pietro. A scanso d'ec1uivoco dit> . chiill'o che intendo alludere alla potenza spir.ituale del, papato, e non aJla temporale. · . .. Chiamando al .voto solamen te l'alta geral'chrn mil1ta1'c; ei ·non vi sarebbe pel'icolo che la disciplina potesse essere rnenomarnente scossa dalle agitazioni e tu 1;b~lenz~ che sempre succe.dono in occasione delle

SULL'ORDINAMENTO. MILI'I'AR.E ' DEL l'\EGr~O

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elezioni politiche , tanto più se si vietasse di poter patrocinare la candidatura dell'uno piuttosto che dell'altro per mezzo della stampa , o· in qualsiasi altro modo. La proposta che qui si fa, di nominare l'alta gerarchia militare per mezzo dell'elezione, pari'à piuttosto audace, e a taluni anche un po' sovYersiva. Io la reputo inveée una misura erninénternente conservativa . La porta dei comandi importanti deve essere aperta a pochi eletti, distinti per saldezza di carattere, per ricchezza di mente, per vastità di dottrina. e pe1' affabilità d'animo. Ora, comunque si faccia, ·_ta nto · più jn un granèle esercito, un ministro od anche un com.:indante supremo delresercito nori sorà mai nè abbastan za libero, nè abbastanza sicuro, nè ahbasta.nza giusto nella sua scelta. Quando questa sarà fatta dietro un'elezione, niuno avrà pii! diritto di lagnarsi. se · gli eletti non hanno corrisposto pienamen te a!l'aspettativa in loro collocata. , Al potei'e esecutivo vorrei però sempre riservaJo il diritto del veto, quando la nomina cadesse su ·ind iYidui ui quali, per alte ragioni di Stato, non cred esse di conferi!lB il grado da essi ottenuto per voto. H'o detto più sopi:a ch e a cond ividere il pcitere. r.ol co mandante suprerpo vorrei stabilito un Consif) io permanente di guerra. Questo si sostituire9 be ai diversi .. comitati di fanteria e di cavalleria, lasciando però persiste~·e , indipendenti t quelli del!' artiglieria e del genio . Senza entrare nel merito deile molteplki attribu zioni che a quel Consiglio vorrebbero essere affidat e, esso avrebbe per principalissima quella dell a destinazione e promozione degli ufficiali, non che del loro collocamen to a riposo. Le liste dell'avanzam ento d.o·vrebbero essere compilate annuaJmente da quel Con-


Ì'78

CON5l1'El\AZI0Nf

siglio sino al grado di maggior generale inclnsh·o, con -votazione separ·a ta, dec:laratorìa delle considernzi0ni le quali Mnmettono od escludono l'indi\'iduo dallo avanzamento. Natur~lmente di quel Consiglio far1>bbero pnrte i ·èor_nandanti di curpo d'armata, i presidènli dei ·comìtatì dell'artiglieria e del genio, i capi . insomma dei diversi grandi servizi. Allorchè si .trattasse di com·pilare le liste d'avanzamento, sarebbero clii11ma1i a farne parte i generali divisionnri o tutti i capi ser·vizio i quali hanno un com.indo $peciale. · : I membri dei com itati hanno ora per principale ']oro uffizio di essere ispettori delle ar111i diverse. Questo mandato, secondo questo progetto, dovrebbe in loro cessare, meno per le :irmi speciali, e per la cavall eria, poichè le div isioni e i corpi d'armata essendo costituiti permanenterriente, ispell.ori naturali è continui, in massima, sono i gPnerah di divisione ed i comandanti di corpo d'armata. Si dovrebbe solo fare ecezione per l' artiglieria, per il genio e forse anche per la cavalle.ria, attesa _la spe<:ia lilà dell'a nna, e la molteplicità dei servizi aftìdati alla due prime. Le nomin~ adunque, fino al gr,ido di 111r1ggior generale, spellerebbero al. comandante genera'e dell'esercito, che le farebbe col corworso de.J Cl,nsiglio permanente: esse dovrebbero essere fotte per anzianità e per· titolo d'idoneità ben consL11tatfl. lo vorr·('i esclusa la parola troppo elastica del titolo del :nerìto, ,del quale si possono fare appi'ezwmenli troppo diversi, vnghi ed indeterminati, e che lasc;ia ap•nta in mille modi la porta all'intrigo ·e al favoritismo. Si stabil isca che per coprire la carica di uffir,ialn supel'lore, di comandante di corpo, di maggior generale; per le diverse armi ed ioipieghi si rit:hiedon) i re· q'uisiti a, b, e; e se l'indi vidùo vi sodqisfa I si porti

SULL'ORDINAMENTO . MILITAIIE DEL REGNO

snlle liste d'avam.amento, se no lo sì escluda, ma diehìarancloglielo ed es ponondogli i motivi della sua esclusione. Io sono ben lontano dal t·redere che tutti nell'esercito debbano camminare l'un dietro all'altro, come i frati minor va.nno per via, ma non ho mai potuto comprend ere per('hè Tizi0, per aver avuto la fortt,rna cli potersi porre in evidenza più di un altro per una cornbinc) zionc qualsiasi, debba essere anteposto a Caio, al -quale non si niega però di. essere un buonissimo ufficiale, ma che lo st crede di merito inferiore al primo. Ma si grida :· bisogna spingere avanLi nell'interesse dell'esercito le belle intelligenze, ricompensare ed in,coraggiare gli studi, premiare la virtù, il valore; e che cosa non si potrebbe dire? Sta bene; ma quando sp ingete Tizio avanti, ch i vi assicura che non vi siano tanti Sempronii che gli possano sia re a confronto e clie non conoscete? E poi, se si pone la qu estione in tal modo, non vedo il perchè non si promuoverebbe, di sbnlzo, generale un ufficiale inferiore: vi sono srmpre dei giovani ufficiali freschi di stn<li, cui la Provvidenzn fu lc1rga di , doti di mente e di cuore, che in pochi anni di esperienza vèngono a sflperne quanto uilicfolì provetti. Nell'esercito fu necessitù stabilire una gerarchia per rende,·e faci le e semplice il meccanismo de.I co.. mando: chi intraprende la carriera delle armi deve poter essere tranquillo che, se egli non vien meno al suo dovere e all'obbligo che gli col'l'e di tenersi in istato di poter aspirare al grado superiore , e via di seguito, egli non sarà disturbato nel suo ordinario e regolare avnnzamento. Nelle file dell'esercito ciò che importp sommamente t~ner saldo è il carattere individtwle, il qmile si rint'ranr,a ·nrlla stima e nell'ami~izia dei compagni. Ora, quando in piena pace si lascia la porta aperta al così detto -merito, lo si


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CONSIDERAZIONI

Qrerla pure, i caratteri vacillano fa cilmente , e taluni i;ndividui possono facilmente trovare la via lot·.tuosa, non .cospar.:;a nè di triboli nè di sp ine, che .h conduca alla meta desiderata più presto che se vi andassero pér la via dritta. Nascono quindi le ~elosie, ~ i·ancori, le diffidenze, i sospetti , e quel vincolo dl arnicizin e di cameratismo clrn in un corpo tien leg ati gli uni 30'1( o altt·i oo·li urnciali tulti, che opera mi. racoli in o·uerra, si spezza focilrnente, con danno immenso detta forza morale del corpo. All'ul'ficiale che si vede gratificato, senza saperne il mo~i vo; della. posizione di ' saltato (vocabolo poco acconcio, ma us11ato 11 el. linguaggio mii itare per indicare un ufflziale posposto ad un altro nell'avanzamento).' ~ffe~o nell'amo.r proprio, un1iliato in faccia ai superiori, a1 compa~~11'. a(l'li inferiori, l'animo si inasprisr,e , e, se non e d, t~npra salda, facilmente in lui si spegne il fuoco sa.cr~ che prima l;animava: alla febbri le pnssione_ con cm prima au.endeva al suo servi zio, souentrn 10vec? I.a tiepida e languida osserv~n za del ~egola~ e?,to di disciplina: disgu~tato, egli non fora ormn piu 11 suo servizio che 1:ier puro dovere. Mancando l'unW1 di misura per npJH'ezwre il merito sia relativo che assoluto d'un uffìc:iale, ne viene per' conseguenza che quello faci~rnente si sct'. mbia per arbitrio o per ingiustizia. Ora m un esercito, dove oani atto deve essere improntato della più scrupolosa J~ltà, non àeve neppure nascP.re il sospetto della possibilità dell'arbitrio e deli'ingiustizia. ,. . . Oltre il danno particolare che recan•) ali md.1v.1duo'. , ed alla demolizione che producono dello spmto d1 corpo, le 'promozioni per merito'. ~1uando n~n sono universalmente sanziona'(? dall'opmwne. g:n erale ( e~ questo un caso ben ra1:o}, ~òn_no o'.·,grn e ad a!tr1 . inconvenienti non meno ,lunesti, , quHh sono special-

e

48,1

suu:onDtl'i.\;·,,tNTO. m L!'JIA}.E DEL lHi.GNO

mente deplora bil i in un grnn e~ercito, do ve essi sono meno focìli ad essoi'c 1·inuH·r·éJti So no d et-.Sf: le piccole carnariil,e. lo piccol e società di mu tua arnrnjrazi,ine, lo pic:colc associazioni del lauda me, quo:iiam laudo te, che :-;i pmc urano, con1e. si di ce, i po,~ticùii. e 5;1.nno così_ farsi strHdn ,1d ol.lenere l'n1Jognal1J av,inzan, ( ntn .. Io non dieo che tutLociò sue ·eda da noi : ami riconosco rnlentieri cbe , per quanto è D rn h cr1gniz:on1-i, soi.to que::;to 1·3ppor to il nostro cse 1·c1 to è an: · cora uno dei più fo rtunitti dcJ l'Europn. Su:come però la legge sull'nvanza niento sulla questione del merito può essere interpre1à ta in mille modi cfr;,ersi, così con viene togl iere ogni dllbbio sul modo di stabilire i diriUi· all',mrnzilrn en to dì ognì ufficiale, nell'interesse soo e dell'eserci to. La pri uia cosa a farsi si è di non él('Cordare 'la posii ion e di ufficiaìe se non a di i vi dò g uarentigie suflì,?icnti di pote r progt'edir e : nell'eserci io fra11c e$C la celebre frase che ogn.i soldato p1)l'ta nella sua giberna 011 bast<rnc di ma resc iall o di Francia, ba fai.Lo le risor:;e di LéJ nt.i bei di..;corsi Il pro' dell'f'gu ,;gJian za; ma in fo ndo · non Vi hn poi nulltl di più faLo, 1wrchè per avverars i essH ha . bisoguo cii tante condizion; che la renùono nfft:'tto il!u soi ia. t stD la una frase ad 1:-ffetto come tunte ultt'e. In seguito si clebponr) stabilire 0011 bene le < ONcì izioni cui deve sod disfare l'i.flìcial e per passa re da un wndo all'altro. È eh iaro 1·osì elle, a meno di in cond otta e di m,Jncanza di attitudine Jisica,' tutti · potrebbero ay1.1nia1·0 sino grad o di capi ta no: da questo a quello di uHl0iale superiore il pass:·ggio do vrebbe com inciaì'e ad essere più r .goroso, ed aumente rebbe ro 'le condizioni . rid1i est1i a misura che si vuole ascendere llella scala della car riera. Si dirà ehe per ottenere ciò bisogn erù quasi chiu~ dere affa tto la porta dell'a, anz1;,1nento ai :sott' uflkia.J:;

nl

1

ANNO XIV, Vot, Il!.

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s utt' ORDJ'.X,\M ENTO MILI'f'AllE DEL REGNO

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CONS!DE!lAZIO NI

nessuno . più di me rironosce la necesssità di avere buoni qu adri di soLL'uffic iali , i quali certamente non si otterranno se a loro non si accord ano ~anta 00 crnj morali e peéuninrii, cui hanno sacrosan to diritto : ma non perciò si deve promu overe chi è poi costretto ad arrestarsi nei prin1 i passi per rnanrama di cognizioni. Vo rrè·i qu in di nei sotl'ufficiali forte due classific11zioni ben distir?te; · l'u na di quell i di carriera, l' a~tra di non C'arriera od avvenÌl'e, come vogliansi chiama re: pet· essere , ammessi nella pri ma dovreb- · bero subire gli esp.rni letlerari e scientifici prescri tti per la nomina dei sottotenenLi nelle vori e armi: la seconda classe co mprenderebbe tutli gli altr i; essi riceverebbero vantaggi pec unia ri , sia · in forza del riassoldamento che loro viene accordato, sia con qualche d istin zi one ono ri fica. E credo ancora che si potrebbe bèn stud iare la questio ne, se non converrebbe creare in tu tte le a rmi un grado intermedio tra il sotlotenen te ed il fu riere, il quale venebbe nppunto accordato a quei sott' uificioli cli e non banno i reqn{si ti volu ti ù' istniz ione per esse re nominati uffi cia li. 10· son d'avviso di sì , percJ1è ' mentre ad essi si potrebbero affidare alcur.1~ servizi più speeial)nente interni, si potrebbe dimi nuire il numero degli ufiicjali s uba lterni , las<·iando anche a quest i maggior agio per occuparsi di .s tudi. , Di minuire il nti111ero degli ufficiali subalterni qu t1ndo si hanno ottimi qùadri di sott'ufficiali, no11 è un danno per l'esercito : anzi è un vantaggio, percliè così si accelera l'avanzan1ent.o: ar,celerare i' avariznn1ento si:.. gnifk~ ringi ovauire i q nndri ed j nvoglià rc lllolti gio·veo Lù: per bepe ad ini.raprendere la carriera delle ariu i.

xx. Della ,IU'esa dello Stato.

Si ò vennto sinora esaminando l'orclinamenFo militare dello Sta to sotto il rapporto dello svol;,·imento pelle s ue for. ze vive, e. della loro d·istribuzion~ orn'a. . b nica e tatti ca: nmaoe ora , a considerare l'impiego delle forze materiali, che si riducono essenzialmente a .due: a~rnarn ento e fortificazioni. L'esercito nostro, ·se dovesse entrare in campagna, potrebbe sin d'ora essere arma to del fucile di vecchio modello ridotto a retrocariea, fucile che ]'esperienza f,,ttu .11ell e scuolt~ cli ttro della scorsa annata ha provalo esse re buoni~sirno: esso' ha inoltre in vari reo·0 gi mPDti dati ris1.tltat.i superiori a q11elli·del Cbassepo t. Qnesto folto, d qua le tornn. ad onol'e di qu ei rpgo·i~ menti i qu al i ha nno eseguita la loro sc:uola di t~·o con molta cura e diligPnza, è un argomento molto val i,:o per inspirare in lu Lti i soldati dell' esercito qu ella giusta. Hd ucia che cld>bo uo avel'e nella loro arnia. Perb la qu,•stione de:·ll'arrna.rnent.o non è ancora riso ltr1 : ognun sa ch e le armi a retro(·arica fanno una gl'ande consumnzione di cartuccie: e per conseg11NlZ<1 , per renl1er e toll er11bile d peso delle munizioni che deve port11re il soldato, bisogna per forza dirn irnirne il calibro . Con vit;ne acl unqne cbe non si \ riwrd , ad adottare un fucile regolamentare di foinor ) cal ibr,) , e che il Parlamento a('cordi i fondi necessari per la sua fo bbricnione. Su!'à qu esta una spesa a~sai considerevole, ma. dessa è indispensabile ed urgenLe,


GONS! D.8!\A ZIONI

l.Jna guena, nelle condizioni di pace armata in cui si trova attualmente l'Europa , può scoppiare da un momento all'altro, e la tutela dei nostri nlle ressi pub forzarci a prendervi p11rt.e : gua i à noi se in quel momE>nto l'o rrnemento nost:·o si trova ss,~ in una eond izione cl'infori oritè'.t rispetto oi nostri nemici, ed anche · solo dei nostri· allea~i I Fra\ìe condizioni che iì generale Jomini trorn ne, cessarie p(~r costituire un est·rcito ped'<H lo, rgl i en unw1·a p ur anco quélla ddl'armnmento, ehe egli dichia rn dovf:r essere un atnwment Men enienclu, et su-

pé-rieur, s'il est possible, à, r:elui cle l'ennemi, en appliquant ccci non seniem f'11t awv a.rmes o/l'ensives, mcds aux armes clé/ensives. Le esperienze che si stanno facendo sul nuovo materiale da campngna p1'oposto dàl colo'nnello Mattei in unione al maggiore . Ros;;i, lnsciano c1·edere che si potrà . fore in 1m ternpo prossimo una rnd ica le trll sformazionc di tu tto il tnùno d'artiglieria da carnpagna, per cù ,, man tenc·ndo alla bocca proposta p!'ecisione ·cd efiici-;eia ùi ti ;o, si poirù cjb non ostante dim in uire di molto il prso cli L111to il carreggio, dul che ne ridonder;\ un accresein;1€mt.o ùi mobi !iti1 nelle batterie ed una dimino zioue di lunghezza dèl!e co~ lonne, vanlngg i. q uesti della massima impol'tirnu,. Il sistema i.Uattei offi:e inoLre il vnntaggio di pote i' au- meuta1·e il numero dello bocr'.hc n fuoco d'unu batteria , aumentando r.nche il nume ro dfli colp i. per ogni eannone, cib che fod,i isfa ad nna dell_e più prc-gevoli quaiità . di una buona artigli eria da cn,npagna, che è qnellil di potet' di:;poi~·e di un abbondunte munizionamento su l t;Drnpo di battaglia . ( Non devesi neppm' trvlasda re di provvedere di un \ buon ·arma mento le fortezze ed i punti principali ·· deJJe nostre lunghe coste. Sotto qu esto rapporto ci

sur.r,' O!lDINA?.IENTO

Mll.lTAR'E DEI, REGNO

485

résta molto, se non tutto a fore, come un lungo cam~ min o ei resta a percorJ'ere in fatto di fortificazioni dello Stato. ~ I.a difesa di un o Stato m<?diante opere di fo rtifica~ z'iline va considerata ~;otto l'aspet.to strategico e sotto quello tecnico. Nuovi principii, nuovi rriteri pl'esiedono ora all a scelta dei r•unti fort ificab ili cli uno 1 Stato, e su altre considr.raz io~i si bo.sano il trac<'ia.t~ {, delle opere e la loro costrtrzwne. Per lo passa to St \ avev_a la _tendenza .a ~opri re di _fortezze !e frontiere degli Statt e a mo!trphcare le prnzze fol't1 anche alì' inL1'tno. · Questo sistema venne co ndannato da Fe-3erico ii G,·ande, dn N:ipoleone e d.ni principali niJtori militari, come ~forrn on t, .fom in i, f'ah:iinn s, Cnvalli, cd ul ti rnà mentc~ dal 81'ialrnont, il quale nella sua tlnssica opt>rn Étu'des sw· la défens~ cle.,: 'Étrils et sw· la fortification, formula nei teì'mini sDguentì il p~iuripio generale della difesa degl i Sl/lt.i: « i 0 Oecuper les dénlM pr:neipaux, qui seront « ·tan tòt des go1'gcs dc mnntagncs , des nceuds de « vall81>s , dcs rou:es lrave rsmlt une forèt ou un « ma rais , tauiòt dcs pont:-1 cbstinés à fi\VO!'iser Ics « opéi·ations de l'armée défonsive sur les de·ux ri\'eS « d'un co ur·s d'eau impo1.·tnnt; « 2° F0rtitìee !es gr:m(ks rades, lcs po inls de dé« haqnèmcn t ~'.t ìes rnoni!l,1ges principaux; <( J° Con stni ire ii !a ìirn ile de chaque zone d'in« vesio n una pìuee !1estinéc ù servir do dépòt et de « bnse d'opéraLion ù !'arn!éC lor:-;qu 'elle devra se port.er « au delù cles frontières (tei!cs sont iesvlaees de Li lìc, '-<, M!-'lZ et Strasb ourg, dn nt le J ò!e es t d'appuyei· l.es <( opéealions de l'ai·rnée frnnçaise dans la He!gique, « chfos les Al'dennes et en Allcrn ngne} . « 4° En aniè r·e des . plaees occnpa.nt les défilés,

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suu' ORDINAMT!';NTO 486

CONSIDERAZIONI

« élever sur rhaq11 e zon e une grqnde plaf'e de i-ef11;e, « occupnnt un poiot stratégiq11e ck prelìl ic· r ordr;. «. ~ At~ c~~1~re do pays, co11s tr11ire une grHnde « pos1twn iort1fìee, serv,rnt de réduit à In dél,)n:.;e. » . l(~ for.tifienzioni nostrr. sono desse suflìc;ien li e disposte i~ ~no~o a_tto _ad _arresLah.' un 'i on:isione, a pro· tegge re 1 porti pr1nc1pa1J,_ la lung:'l co~ta, ed a sostenere le ope1·azioni di un grande escreit.o ~ Sullo i~ rnpporto tecnico, sono desse cnstrntte in mo.do_ d_a pott)r res istere Dgli auarehì delle potenti art1gl1 er1e modern e, rd abb iH1110 noi un a gr;.in pi;,zza · ?entnde, sng;H'emente colloca 1a, la qunl e possa e:.;sere rn un estremo caso il sicuro rif11gio della fortuna non solo dell'ese rti,to , ma dello Stato? Cli i pc>r poco esamini le eond i.zioni all.na li d1,1Ja difesa dr,l R~'gno, non pu ti a meno di senti,·si i11vaso da un sentimento di. angoscia terribile , riilPt.t.P. ndo come desse siano scarse, deboli ed aft,tto insufficie nti. Q11el magnifico haluar(lo delle ,\]pi, che nai,urn ci diede cnme un potente rip:H·o, solcato Ol'O da innu inP revo li s~rflde , è apel'IO ed in difeso q11ns1 c~appertutto, spec1;.i lrnente nelln porte oèciden.wle dal Ja10 di Fr,rncin. Tutti i pnssllggi occidentali dellP Alpi e clf-1l' Appennino sono nperLi: un eser('itn frnrH·ese in por·hi. giorn i potrebbe accos iatsi ad Alessc.1ndria, ser1za incontrare un ostacolo serio dinanzi a sè. Non .v'è Stato in Europa il quale, eome l'Italia, posseda fronLiere nntui•ali così beo delin1•f!t,e e così forti · per se stesse, come sono la mngn i6ca cin!a deLe Alpi, e i due m"ri E>n tro cui si bagna la pr-rnisola. Eppure, sì;.i per la d(•li rn itazione de i confini, la quale è' foLLa, nell o parte orien t,de continentale sprcial111 entf', tutJa a dnnno nostro, esserydo la lirn~a di r.llnfì11e rel versante di parte nostra, sia per mancanza di un sistema 0

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MII,ITARE DEL REGNO

di , difesa bc:sn to sn l,la linea d<·l Po. l:i quale è la b11sena1 urale d'ope raz ione cli un es<'l'eÌLo r.0111 ba ltente con l ro un nemico che sc!~nd,i dHlle Alpi in qni)biasi punto, sia pereliè q11esta linea 1100 è Dssit·.u ra.ta olle spalle ,da un corpo il quale effettua sse troo sbarco o alla Spez ia o a Livorno, coll'inlento di fa re un colpo di mano su\l.:1 cDpita lc, e tagliare così le sue eon ,unicazioni coll'esereito brlligernnl.e, ei si v<>de ehiara~ mente c;lic L, eondizione gr·nerHle dr.1 regno, so tto il rapporto della difesa maLeriHle lasci.a molto, nia multo a desi clerarn. li fornn so 1lrndrilatero, il qnale per l'Anstria era un balw1rdn di importanza f'apitale , nel sis1.rma di. fe nsivo dell'lln li n ha perdu to gran parie del suo valorr,. Infatti -SC il no:-;tro <'SPrcilo si trovasse in luna contro un Dltro VC'nuto da pon ente, e per vice nde infaus te di gt1e l'ra fosse ·costrdt.o ad 11bbandor1<1re la ·1inen relativnmen1e debole, in qunn1 0 a fortificaz ion i, Alessc1ndria-Pi,JcE·nza, esso non poi rebbe certo ricoverarsi nel q11adrilatero, p!~rchè iu tnl. modi) rgli sa- ~ rebbe costrt->lto ad abbandonare la s1rn basr d't)perazione, il Po, e a scopnre tutti i passaggi de ll'Apennino. Che se io vece il nem ico Vfiuisse cln hriente, men tre n,,rebbero un gran valore ~J nntova e Bolngnn, diventercbbPro di second,1ri,~ irnp11rtan za ·ve l't.,na e Prschi 0rn. Il sistema co1n plPssivo dC' lle f'or lificar,ioni del qua-dr[l atcro non ha du uq11e più un gran véllore. Chi ries<·c n ren dersi pndrone della valle del Po è padro ne cll tl'IL,ìlia tutta: è questo un aforismo d 1e la storia ha se!'n pl'e provato CSSf'I' giusto. Si è :id unque in questa che bisogna ord inare un buon sistema di fortificuz ioni che servano al triplice scopo : 1° Di chiudere gli sbor.ch i delle valli e di tutti 1 punti per ì quali potessero transitar;, carriaggi .ed artiglierie;


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C'.:>NSID En.\ZIO~ I

2° D'essere perni st1·11tcg1 c1 a sostegno doll'rscrcit.o ~elligenrnte, sia pe,· l'attnceo come per In difesu; 0 :i A n::-tirnire ·ma gTc1n pinza di de:)osito per li~ O( •eraz;,1,1i cella guerra, e f!·)l' rifug io rn caso cl( òisf:.:.t:i d, lì'Psc rcito. Si è pt:'rciò che io crederei ne~essarìa un a gnrn. piaua centrale, la tprn le potrnbbe essere Piacen za , o meglio ancora un a piazza a cwa llo de t Po, e s ulla strada dir mette in comunicaziein e l'I lalia s11pfit·io re colla Spezia pet· il passo della Cìsa , con due gran perrii stra tegici a destrn, Mantova e Bolognn , un altro a s1n1st1·a, Al essandria. La lin ea dei Po, resa co~.ì fol'tissi·na dD opere po1 enti di for tificnzioric , dovrnbbe e,sE ··e prf n.n·ta da una zona e i fo rtini p \:.;L1 in sit i C)nY,!rlit~n ti ::. U tlllLÌ Ì passaggi LlE!!JC Alpi, (' sui p.unti pt·in r ip,ili <LeT Appennino ehe pc,sson o inte rf!ssa ,·e la di fe: a. Si 1.rovano se: npre nelle gole dei rn<Jnti pun ti t;di che pn:,sono assulutam enle lli·vcnLare un ostaco lo • insupernbil" ·pp, r un esel'cito che si a cos·l'eito a 1ravers;r rJi: percl1è noi1 si fo r'li6chereb bcro il più forn1i d11 hilrnen;.é rossibì 1 e? Non si dim entich i. 1che i! piccolo forte di Bard manC'ò per pcco di rn ancla r fall ita ]a g:ga11te:,;1:a i1npresa di Napolernè I. Lii piazz e n1r.,rittime, Genova, Venez ia , la Spezia , An 1.:unn, rt··se' pur es:,:e inespugn eb ili , ussieure reLbe ro i fint 1 chi e ki coniun •cazi oni delt'esercito bc~Jl igern n te nella valle de! Po col resto della pen isoln . Egl i è p iù che mai ur·genle di prov vedere di buo nf~ fortificazioni la Spezi.a. unico porto ne! qual e potrebbe !'Ìcovc•rnrsi la flotta JH~! ~lh·diu rraneo1 tom e a fare · u1w grnnJe e e fo ;'te stazione nnvn!c a Tnran to . 13c· noi ci mettiamo poi ·ad esa mina re le fort. itìcazioni esi sLellt; sotto l'aspetto tecnico , non abbinmo neppur di r:li e tener<i sod disfatt i, Chi sa 11 pprezzare gli effett i Jelte artig!L~rie moderne facitrnc1ne si per1

su1.1:o1tD1N,\MEN'rO M!LI'.l'AilE DE!, REGNO

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suadc della dPbolei:za dè ll c nnstre for tificazioni tutte, Ye.wun c·onq1!'(:sn, gincdiè esse mnncano in gran pnrte t1i t te di grandi , idou.i e <!i loca li alln prova per pot3rvi 111,~tLern , I ripM·o i difensori, e d1e hanno inoltre il supr<;1)10 difd to di ess,1 1·e cosl,rnUe su l fo ìl nre ~isterna, ornai da tu ,1i ricon ns('.lilto , di a,-segirnre una frn portan:rn ser.01;diJl'iil nll'.at:glieria. !o non vogl io per r:e1:to e~u,nden ni n trùt1;1re ,dì questu mate ria, a svolgere la qun!e ei rnrTebbern dei volumi : ma m i sia eonoesso d'i11sis!e1·11 su di unH massini-a fo ndumcnt;i [e non ab ;)1st;111za nppr~zza111, che è lii seguente: la hnn tù di un tral' ci,1to di f'ort ifìcaz ion<' dovel'si in grnn p:·:rte ripetere da ilu qunMi ti, d'artiglieria che esso ptd> s1i lnpp111"e, dnl 01r1g:;ior nunic i·o di dìf'ensori che 1di t~n 8rc nl c;npe-rlo , e da!!n nwggior· 1·1,sistenza de lle pmti r iVf'S\ ile , t>Sposte ni tiri in 1H·r<·i~ia: nlle q[lali cond izinll i nell e g,· rndi piazw si derc Hf~gimigere una gran ia<'ìl ìtù di p<)tel' eiwgu i ni grnndi sonite c<d!c ~ppe clic ,,i stanno r·nt·co ll(i. I trncr inti aila Corm,rntaìgn,), C'oile lc.ggie re rnrianli ehe i suoi discepoli. v i hanno pi ù o l!leno felil'emenle introdotte , sono orni;i i nnticr.g!ìe · c:a muse i , €~ lii farno::;a teoi·ia dei momenti, di fo ul'crny, non trova più aleun ·partig-i,rnn. Si ò colh idee di 3!onl.nlcmbert , di Cavaìl i e ' di Bi inlmont c:w, n 1nio nv viso, debbono· pr,)gPtlM'SÌ ie n uove opere di for tifk nzionc. Qnf:'st'uliiwo autO i'G fa le ::;:,gu nHi r,J1e~;sio:1 i, e!ie mi senibra urik t·ico edare : (< Lcs ingéni e11rs, t1 ·op Pxc!n~ivement occupés rk la << p,:r-tie :~pé( uh i.in- 1fos fortifientions, 0111 negligé com (~ plèlNnc"nt l'énid e de:-: rr sfiout'ces crées pur i'ariil-· · « lt:ri e ponr <:ét1·11 il'(: l'.eff,~t de leurs c0rnbinn is0ns. « S'abri Lnnt sous hnitorité ,fos vieux rnn1tres, i!s n ' or 1t « vo ulu ren onr.r~r ni aux lrru:és corn pliqués, 11i aux « pctiLe:; chfoanes, ui aux prnfils ,J.éfecLueux qu i di.-


CONSrnJmAZIONl 4.90 « stino-uent ]es pi·oietS, de c~s rnnì t1·es. Il s n'ont. pas « con;i rMré non plu s que h1 sup(-ri ori lé de ìa défonse « réside da ns 1'1~m pl11i judieienx de l'n rtillrrie f~t des (( retOlll'S otfens ifs, bi Pil p]n s qu e dnns rirnpMt.ance « des obst ades in ertcs, fossé:-; 0u revùtrrrien ts. L'io « génieur f11.1jo11rd'llui do it è1re de toute nécessité ar« till em· et tnct:cirn, cte. , r lc. « On bàti L cfrs forLPresses pou r J'nrtill erie et pour « l'inf"nt eri e, dc la défcnse eout re l' arti llcrie (' t cc,nlre « l'infonterie de l'Hllaque. Fn ire en sorte qu'on tire << tle ces deux arrnes le~ plus df' p.:irti po ssiblo dans « la plHce, rt le mnins de p,nrti possible nu dPliors , << vòilà le sr,cret de l'art, eL ce sccr(!t ne resid1~ plus « dans l'ingégneusP cnrnb inaison des lignes, 1nais bien « dans la siinplicilé du tr,1c6, dnns l't·fiìcacité dcs bnt« tel'i<-is flaoquantes, dans la bonne or-gan isation dn « co mrnandc mr nt df's ouvragrs, dans J'pxrr i! C'nc:e du « profil, clans l'installntion jlldieie11se de l'artill erie_, « dans la sureté et dans la foc ilité des comrnu m« ca 1.ions. » · li'.d nggiungerò por ~neo: n p rnn1 clel_rn}o ;1sserto, quanto si lrggc a pc1gma 49 d trnc1 ~Je111orn1 prrsen tal a dal gPne ra l C,)valli nel 1803 all'At:c:a<lem ia Jcl1e Scienze di Torino : « Lcs grands dfet.s rl estructeurs et In grandejllSLC'sse << (fos tirs des cnnons rayés, tnnL de près q11e de Lrès« lo.in , co nt.re les trou pes en c,J111pagne ouverte , ou « con tre dcs abris dc terre, dPs rnu r,i ill es lcis plus .<< solides et de cell es en bois rntm1e cuirnssées, si clles << ne sont pns nssez rncl inét'S IHJ tir , bou lcve nwront « toutes lrs pr-évoyan ccs et ]Ps c·hnnc11s de la g11e rre, « si t'<rn n'y pense et l'on n'y pnurvo it. ù ternps. » Qui l',illt1stre generale, dopo nver dimostrato la necess it~ di i:ostrurre delle batterie r:ornzzn1e, di collocarne talune pjccole su piattefo rme girevoli sopra le 1

SULL'ORDINA MENTO l\IlLITARE DEL .REGNO

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cin1r delle torri, l:'d altre più considerévoli sopra caserme alL1 provn, co11tornate da fosso e spn lL(), conchiude che dovra nno in ,~vi tabi lmPnt.e trionfare nf'l]'avvcnire i nu ovi principii di fortificaz ione enu nziati dH Ka•)oleo ne r a Sil n1' Elena, che sa rà pur bene riC()rdm'. e. Così si esprimeva il grande 'irnpera1ore; « L1• sys tèrn e de nos pla ces est désormais prnblé- · « rnatiqne ou sans effet : l'é norrne quèln Li lé de bo rn bes « et d obus chnnge to11t. r.e n·est plus contre !'bori« wn1 alc q·u·on B à se défen dre, mais con t.re ln courbe « PI. I;, dévPlllp péP. Aucune des places anciennes n'est « dés(·rmais à l'a bri: elles cessent d'elre tenab les: « ìl11cnn p11ys n'0st assez riche pour les ent.reten ir. « Le 1·evPou dr la France ne peut suffi r·e à ces lignes « de h Fiandre. car les fo1-tifìcat1ons extérieu res ne « soni g-11ère auj o1!l'd]'l)\l.~q ue le quM L ou le cinqu ième « des dépeoses n6ce;-;~ai-res: \es casemates, les ma« gasi ns , les établissernE!nts à l'abri de. la bo ru be '. « vo ilù déso rrnais ce q·ui est indispensable et ce à quo1 « on :ne pourru it suffire . » Mccl :tì110 gli ingegneri chiamati· a for progetti di DUCJ\"e fortificazi oni q11esl.e S/lC l'OS,rn Le veri tà, ~ possano ima volla li berarsi d1-11le pasLGie di una scuo la . antiqu ntn, in cui Len acemente sono impegna Li I · . Srnc,!'a un sistc-ma nssoluto r:li fortitìcnione moderna non esis1e; e qui>slo è un va ntìlggio. Il sistPma della s, 1101.:i fran cnse, nnto <;on Cormootaigne e soste nn lo ad oltrn ma dai suoi amm iratori, ha dispensato ·pt• r quasi- un seeolo tntti gli in g_egneri nrilit.Hi dal fa r u:-;o dellH loro tPstn: epp11re i risu lt,,ti elle si eb hero del sis1e,iw franc:ese furono piullosl o mediocri . . Basti il dire che c!al nsn id 118'18 , su 6.t piazzcatta,,e.1t" per bornba rchirnento 4,9 vennero prese, ciò che p "O ra corrrn per so lo effP.tto dell'i,rtiglieria si sia tiuscit.o ad espugnare piazze dai loro au_Lori giudicate


4S2

str.t'oilDINAMEN1'0 mt.J'l'A!lt ùl!:L REGrW

CO:.'!SlDERAZIONI

ind est.1·uttihili. Se ciò è su,·ceduto allorquando l'attaccarne si trovava l'Ì!,peLl.o al l'a ttaccato in cond izione d'iufo!'icil'it.it, per le dilfo··oltù elle incontrara a trainar sec o un gl'osso rnat,.riale d·assedio, ch e cosa non suc:cedei·èbhe ora che la rnn;:;'g;ior fac ili 1b di com un icazion i, il peso ,l irni nuito dt;i]e boedie da fuoco, la · poìenza lol'o strag1·a11demc1Jte aumen tata, l'allrgge rimen to infine di tutto il mllteriale, pcrn1èttono di oonce.n trare un' enol'rne qu antità di bocche eia fuo co l,rn~ eia nti proietti li esplodenti nr-lll'interno delle for tificazion i? Se Selrnstupo!i, rnalgradn fosse la sna cmta 00strn iia in huse ai vecchi :{istemi, ha potuto fore una sì lunga resistenza , lo si deve sopratutto al tulen to di ehi ne dit'i;_;eva la difesa e al vigore delle y :uppe c:he la difend<'vnno. Totleben sc-ppe crearn una fo r1 ific;:,zion e nuova sul naso degli asseclianti, for ti fica1.iont': che nrm aveva più nu l!n elle' forn coita vecchin, rieHa quri le.seppe uj!izza re convenientemente le n1ol1e bocch e da foo•:o cli cni dìsponevn, e creare dei posti .:il eop,'.rto. che p1·inw non esistevnno, pe r i difensori. Nel!eoi opere di fo rti!lc(1zionc si è sinora stai.i ,piutto~~to ì'estii ad impiegare i trovati della moderna rnecc.miica ; tutte le no:.;trn cinte di fortificazioni mancano ai piedi .delle scarpe dì Stl''ade ferrate; si difetta dì g rn rn ecct1n idic in ogni dove : en!rarnhi questi mezzi fo{ili te l'ebbero il tr·asr.)oi·to ed il collocamento a pos·Lo delle nr1 igli0rie pesanti. Io non dispt:ro di potei· vede re impi ègaw posse'r1ti macc·liine a n1pore cnpnci di snìlevui·e ìe ~ocche n fuoco, le quali sp:.trerebber0 ·~ in barbetta s ui fronti , e dopo lo spélro si ablJasse:·::d;bern per essere ri::a1·ieate al , (;opcno: eosì credo d rn potrPbbero esser~ uliiizzate le m1.,cd1 /ne a vnpore ner· nnrnovi·nt'e le H·ntiere di fono e le hoGche da f.ior,o E:ntro le i.;;1semn1.1 0. rifa. non è questo il luogo di erMare in argomento

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su di 11na materia così complf'ssa: ciò elio impr,r1 a constatare si è ebe nrge provw~dere ti lla difo~,a d"llo . Stato, sia sott o l'nspetto stra tegieo , (·he sotto il tccn i<:o . Po,·rò flne alla mia argom('ntazionc sulla difesa dello SLato ricorc!ando quanto Wellington sù1'ÌH!\'a negli ultìrni anni di sun ·vita riguardo al le C:o ndizioni di difesa in cui allora si trova va l'Inghil terrn. Fu un rnornenlJ , nel ltH,7, in cui il Governo Brr, tann ico ebbe reuìrnente pauro di essere attac.eniu da li a Fra ncia; in me?.zo nli'emozione genrrale prndottn c: n alicJrrni, in grun parte rnfondati, comparvq sn P"'!' i. giornali una lette:·0, ehe eea dPstinata a l'Ìrrnrne re segr'{~la e che pel' un'indisc1·eztone venne puhblie,ila : essa ern in di1·izza~a .dtµ-vccchio frnn Duke all'i ~petton, gener11le ddle foriificuzioni df:l Regno Unito . Wellingto n vi dip ingeva con tiitri colori' le condizion i dell'esercito e l'insuflìeienzn deiì e fonificnzionì nei seguenti Lerniini: <{ ;\ Oi sinrno attncenbili, o per :o 11wno, <( esposti ad essere insu ltati e posti H cont['ibuzionè « su tutti i pun ti delle. nostre coste, ecc. » E fluiva per· concliiudere così : « Ho onol'evul rnr nte « com piuti pi ù di "i1 :inni. Sp r. ro che il somn,o 1ddio « mi rispt1n11ieri1 il dolore dl éssere testim onio Ji « una tragedia·, conir·o cui non riesco a pcef. uaclere « i mit~i co ncitturlini di mctten,i fr1 guardia. » fu l'ultimo servizio reso cla quel grand'corno rd s uo puese. L'I 11ghiltern, fece tesoro di quel :,a iu tare co nsiglio, ed alcuni anni dopo. dopo maturi , tud i, il Governo pi'o po r1e va. ed il Pnrl,imento npprov,~vi). una somma di 2!J6, 000, 000 fr., l'ipa rtiti s u quaLtro biianc.i, per essere c~rogaLi in opere di dii'esa nazionale. · J>oc;snno da O"'IJÌ p.:ute verwono alol>'li av~·i"'i - che . o o l'Italin, pos:-;an o le sane verith che con molta tempe-ranza di::;se il generale Bixio neila sua Relazione sul bilancio deila guerrn dell'annata cori·ente, spingere 1

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493


4.94

CONSIDERAZIONI SULL' OllDINAMEN'fO )IlLIT, DEL l\EGN O

Governo e Parlamento a far ciò c}ie è indi~pensabiJe\. ed urgente per. l'esistenza della. nnzion e. S~re? be stoltezza e peggio il <.:h iude1· gli ocdii su i pen co li che ci ciri':ondano, e rìd itolo p.oi olu·ernodo vo ler essere audaci di fronte ad una potenza vicina, q u::indo non ci fac ciamo solleciti di renderci meno

,,

deboli.

CONSIDERAZm~ SUL OU!\ORATO

(eo·ntin·ua)

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I

I

Anzitratto mi accing-o a. combattere il pe nsiero da norl pochi ten uto q1ta le un a'ssiorn a chH cioè la fa nteria col celere fuo:·.o forn ito dalle anni n, retr0caric:.a possa difondcrsi da lla ctiva lleria stando nell'ordine spiegélto e non debba ri correre all'o rdine concentrato ch e quando , so rpresa da i su oi auac·ehi, mentl'e trovasi in colouna non Hbhia tempo dì attelarsi (I ). Quest'oJJ ioione prevaleva pu r già, and1e coi J'u ci'li a tiro lento, presso Lahmo sperin,en tato generale, e più specialmente era di risa du Gouvìon-Saiu t-Cyr, ma« Quoi

(1) P1·n, iero sopra cui poggia la ma,sn in difesa, t~nica formazinnn d.i l'<·n::iva r.o n1ro la (·aval loria 1·on,orru ta 11d l' attua le Re;.:o larnen to d'<':-<'l'(:iziu e di manovr,1 in r a di ~~sp<·r·im i:u to prc so i l no,lro •>~er 1:;to . Vedi pag. 6, Ci,cola,re ministeriale N° U i n dnta 21 giugno 1868 . e pag 9. Nota N/Ji •qati.1Ja in d r1ta 8 l uµ- Jio 186~ per ser vire oc· lla co m pil,17,io n,J 1,ella H.elaziono che i coma mh1 nti ;.çencrali del le di visioni mi!ital'i ecc. devono tra-

smettere al minbtoro della guerra.


CONSIDEIL.\Z10NI

q!1' il en soit de celte oprnro,n, ù 1:-iqr·Alle on peut rapondre en citant les non1s d0s l'yr, ·rnidPs, d'Al)er·sra,dL, de Walerloo et cl' !sly , !es <;aiTé:, se sor 1t in1.rodr1 ts dans toutes Je,; nrmées. » (flgN\nD, Co11s;·dér <1tions sw· la tactique. de l'in/iwtcrie en Euro•ie, pn;;, !}{.ì . jJ pensiern che In f,1n!.eria pos:;;i d!fr·ndfr·;:.i clnlla c_avalleria stnnclo neil'ordine spiPf:<1 lo n mio par·er0 è folso, e facile mi l'icsre ml av\',d(11·are iì rn10 nssel'to citando b rani di celebri e. pn'gi111.. sr:r:ttor·i. « Le b11tc1i lion · se formern r n errré, si ses ailes sor:t sans app11 i 011 s· il a ìieu dc crnindre d'ètrc nlfacrué dans plusieur·s di!·ec-tions diffé i·enl:i. (tlocnEF@T, fdt!es pratiques, p,1g. 109) . « Si !es eo lonnes sout fo1·e1~es de s'art E:ter pour résister ù la eélva lerie ; on leur fe i·n pentire r;1pi de111r11t la position la plus favorab]e poor !es cli~p osel' en cn1Té, et de ma nìère que ies c:1r-r-és \'OÌ:-;ins 11-·s trns ()es a11t.res, en se :ffonqunnt i·ér:iprnq11Prnent, se pr·&tt' rH !Hl rnutuel appn i. )) (FO!lEY, lnstructio11s pow· les e:".l'('/'cices et simulacres de (J'Uer·re, piig 1.:2} . E qui non si prescrive al cei·10 1·lie la fon terin deb ba • star atteiatu :wbbeue qnrslc jstrn,ion i sieno ,1ppun10 detiate per tr-uppe wunite di 1'1,éili a tiro rapido. (]nesta n11on1 è1t'11 1H no n. può r•arnbi,n'I.\ pe r nicute la vecch ia tauic,1 d1'i quadrati. ! prn ;.si,ini JH!r dife ndersi dai drng.o ni di _Cambridge ni eon-dw1tnn 1·nLi cli Langi;nsaìza non rjmascro attc> lari, ma ~-i fon1 1,1ro110 in qu ad 1·ato e q11:intunque fol'll iti di foci!i a tiro rapido iil cia scun aua,·co alelln i caniìi,~ri pen·~trnrono n('l . mezzo dei prussivni . Se pet lo p,issat.o la fanter ia ord irrnvilsi· i~ qirndrnti onde difendeysi dalla ,·ava!l1·r-ìc1 non è porchè si nve~se in conce(to che con una tn!e for1nnzi (, ne fos~>e possibile dì resist..-rP. al l'u rto dl'lln <·ari,·r, coi!· b;1ioneuo, rna bensì per potere far fronte da tutte le rrnrti .

497

St.:i. Q U.\ llJU'i'O

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_ << Contre la caniìerie, le fou de l'infanterie est sa redou table mais sa seul e défense , car il n' est sans doute pas nécessn ire de dérnontrer que la baioneùe n'arreterait pas u n escaclron nu galop dc cbàrge, c'est-ù-dire nn choc dont !es élcm enLs, la masse, et la vitcsse, d<~_passent au-delù dc tò ute expression ce · qu' on peu t utLenclre de ]a résis!anee de l'hornrne. » (Boc:mt?OJl'f, Idc!es pratirl/:.res, pag. 108). . . . Ora dunque la nece~tò. di arere 1n fant:ria sp1eguta per respingere gli aLtacchi della cav~lle1·m snrebb_e stato maggiore coi fucili a Liro .lento d1 quel eh~ 'Jl possa essere ora coi fuc ili a tiro rap ido, Un battaglwne sp iega to ed aLtaccato solamente ~i fron_Le _avreblrn potuto dnre un .maggior numero d1 colpi di fuoco, che formato in quadralo . ,. . - . , . Se alcuna\"olta sia avvt;nuto che anche coi f~1c1li a tiro lento una qualche fanter ia abbi a respiuto varie caric:~e di cavallerja mantenendosi aLtela ta, come ud esempio i baltaglioni della divisione M.onnìer a Marengo, ~ori devesi inferire ed ammeLte.re tali casi quale 1111 pnncipio. Egli è bensì vero che : , · « 1'outes les fois que le hatailìon pobrrn appuyer scs deux ailes à un ohstacl e , il resLera <léployé et Ù clevra rechercher avec soin cette condition favorable (RocHEI•'Ol\T, lèlées prat1:ques, pag . 109). « Pour résister à la cavalerie, il n'est pas toujours inclispensble de former .des carrés . Dans hten des circonslo.nces qu' il serait trop long de rappeler, on a vu de l'infonterie assallie par · des masses consi,dérahles de cavalcrie, résister sans se rornpre quelque ftl t l'ordre de sa formaLion, so it qu' elle fuL deployée ou en colonne; ces circons tances se pr9senteront certainement plus souven t avec !es nouvelles nrmes . Une _ attiLude fe rm e , jofrite au feu, réussiront souvenL à arrèter ceue cavalerie. » (f<'omw, Fnstruct-ions, pag. '1'.z). 1

ANNO XlV, VOL, l i.

33


499

CONSlDEI\AZIONl

SUL QUADRATO

Ma da queste consid erazioni all'ammellere quale un assioma che la fanteria abbia a respingere la cavallel'ia in ordine spiegato vi corre gran tratto. Io pure sono di avviso che la fanteria possa difendersi anche restando attelata qualora la cavalleria atta.echi di fronte, ma la tanica di quest'arma non è di attaccare in simile maniera. « Si vous chargez de l'infanterie r,n ligne tàchez de la prendre par un e de ses ailes; vous recevrez peu de coups de fusil s, vous la ploierez en désordre, et vous en aurez bon marché. (DE BnACK, Souvenirs , pag 232). « L'attaque de l'infanterie ne se fera pas en ligne, car le feu de l' infanteric lui aurait b:ientòt foiL un rempart dc chevaux morts ou blessés. (RocHEFORT , Idées pratiques, pag. 164). « Si le balaiHon est déployé ou en colonne, la cavalerie se jeuera sur un Je ses flan es, ou elle le prendra obliquemcnt, ou en eclHrpe, s' il est en carré elle se précipitera de préféren ce sur les angles morts. » (FonEY, Instructions, pag. 20). In generale la cavalleria non attaccherà mai di fronte, a meno di casi im periosi nei quali occorra un sacrificio. Una cavalleria che atlacchi a second~ delle norme più sopra riportate cioè sopra uno dei fianchi, obliquamente, od in traverso di una linea, e che si slanci « tèle baissée et à toute b ride sur les bai on nettes enncmies » av61 poco a soffrire dal fuoco della fantel'ia, ed arriverà certamente a rovesciarne un qualche punto. « Car il est incontestable que si le premier rang de chevaux arrive jusqu' à heurter du poi trai I le front de l'infanterie, celle-ci sera culbutée. (UuMDEflT, Cours d'art et d' histoire, pag 525) . . « La douleur causée par les hlessures n'arrète pa<;

imrnedialernent les chevaux qui, mème frappés à mort, . tomhent clans )es rangs ennemis et y font une trouée. A moins d'avoir une balle dans la Lete ou lesjambes brisées, un cheval blessé grievement s'efforce toujours de suivre !es autres pendant la charge. {BoNNEAu o u ll.Atl'J'RAY, et L\CQU! NOT," pag. 210 et 223). ~è occ~rre di p reoccuparsi se la fanteria formandosi in quadrato diminu isce la sua fronte. Nissun danno si avrà a temere quand'anche la cavalleria attaccante abbia una fronte m~iore della fanteria_. Gl( uomini delle ali della cavallena che resteranno 1lles1 scorre· ranno lungo i fianchi del quadrato, e questi avranno il destro di abbattere nemici in numero forse maggiore se 'il baLLaglione fosse stato spiegato. Qualora poi la cavalleria avesse una fronte minore della fanteria non si recherebbe un gran maggior danno al nemico restando attelati, perchè il fuoco delle ali, specialmente all e brevi distanze, dovendo essere obliquo riescirebbe meno certo dei fuochi cli una faccia del quadrato i cli cui fuo chi sono tutti diretti. Io credo di avere abbastanza dimostrato che la fanteria attaccata dalla cavalleria deve pur sempre formarsi in quadrato onde far fronte da tutte le parti, e se si trova in ordine spiegato non debbn mantenersi · in tale ordine se non qu ando abb ia le sue ali appoggiate. Imperciocchè conviene ritenere che solo quando circostanze ~peciali sì presentano, la fanteriD formata in battaglia avrà la proba.biliLà di respingere la cavallef'ia, e fra le circostanze speciali si può segnalare il poco ardi re della cavalleria attaccante, una solidità a tulla prova della fanteria attaccata, e finalmente la natura del terreno che obbligasse la cavalleria a movimenti poco veloci. Tolte simili circostanze la formazione in quadrato riesce necessaria. Ciò posto resta ora a prendersi in esame se torni


l 500

CO~SIDERAZI0:-!I

utile cli avere per i quadrati una sola formaz ione, di darn cioè la preferenza al quadrato pi eno , od al vno ro. A dire il ve ro io vorrei pur sempre conservate le due d ifferen ti fo rmaz·ioni . « Il est des ci rconstances où uneinfanteri e est forcòe , comme l'arrnée aoglaise ù Waterloo, de sou tenir en position les effo rts d'une g rande masse de cavaleriesqcondée par un e arLill eri e formiclnb le; alors le ca rré vide preseote.ra plus d' nvan(age que le curré plein . Mais pour tous les c:as où, l'on t craint d'ètre attaqué par la c~valerie, en flagra n t délit de mouvernent, il ne rn e ptmJ.it pas dou teux qu e le carré plein soit préférabl e. >> (Rr.NAIW , Consiclerat?.'ons sur la tacti'nue • '1 ) pag. ,104.,) . . D'altronde io non so vedere i vantnggi che si vogliono attrib uire ai quadra ti pieni. Se scorgo la necessità nella fanteria di forma rsi in quadrato pe r difende rsi dal la cavallel'ia, non scoì'go que lla « dc se pelotonoc r en troupean de mou tons » (T1t0cau) per dare così occasione all'artiglieria di fare grandissimo strnzio ' dirigendo i suoi colpi con tro una ma ssa compattu di uomini, ora che sì è · pi ù che rnni, riconosci uto il bisogno di tenere le tr11ppe in ordine sottile so tto il fuoco nem ico. A mc pare che il quacll'ato vuoto possa mu oversi con assai maggiore faci lità del quadrato pi eno , ed aggiungo anche con minore scompigli o. Io non posso farmi un'idea del come si possa riteriere faci le far muovere un cluadrato pieno, ove gli _uomini dei lati destro e sinistro si trova no pigiati in modo che no n è loro possibile, pel' marciare a destra od a si nistra, di farsi un po' cl'intervaJJ'o: Così non ~ ne_ l quadrato _vuoto. Coll' ordinare su quallro righ e J la.ti che marciano di fiaQCO si dà agli uomini JibcrL.\ ·di muoversi che mai maggiore. ·

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SUL QJJ,\Dll.\'rO

50 11

Ritengo poi che vi si.a. modo di trovare una sempl ice e pronta. forrna.iione pel quadrato vuoto. Anfmett.o che i quadrati abbiano semp re ad essere formati di un solo battaglione. <~ Ne formcz que dc carrés de bataillon, s'appuyant réciproquem ent. Gran'd carré , . grande manceuvre et g rnnde clemute » (BuGEAuo). « Autan t qne possible on cvitera ]es grands carrés formés de plusieurs ba taillon s; on a.doptera de préference les carrés for rn és d'un se ul bataillon, qui rcsisten t auss[ bicn et c.l on.nent, en égarcl aux effec tifs compa.rés, plus de ~eu~ u tiles Cf_\1e les~'emi~rs. » (Fo~m'). . . Incom:nc1arno dalhpotest che 11 battaglione s, trov1 in Ol'din e spiegnto tanto in murcia che fermo. Il co mandn_iJJ,c. tro vundosi min acciato dnlla cavalleria, supponi amo sul fianco des tro, comand i: quadrato sulla ·2a cornp ognia. La 2u corn pfJgnia marci a distanza di sezione e formi ii lato di testa. La 4° compagnia esegn isca. un qu al'l.o di conversione a sinistra, fronte ind ietro, e formi il lato destro . la 3• compagnia un q ual'lo cl i conversion e a dest ra, fronte indietro , e formi il lal~o sinistro. La 4" co mpngnia per qnattro fìcmco _ destr ed al pnsso di corsa si pot·Li a fÒr mare il la to di coda. Se vi ha tempo i va t·ii lati si alli neano. Qualora la cavnlleria. minacci ii fianco sinistro il quadra to si fo rnii sulla 3a cornpngnia, cd in maniera analoga, in questo caso il lato cl i e.oda sa1'ù. forma.lo da lla ·P co mp l.'lgni a. Nè io credò che il quadrato abbia .ad essere aì5SOJu tameu lc rogol arn, e cli e q ual unque diso rdino nc1le facei c possn nuocere ed a.vere gravi c:onseguon ze. Neìla. difor;aco nLro°l.1 cavalleria la forzu dell a fan teria con siste essenzia lmente ncll 'dTìcne;ia del suo fuo co, ossa non pu ti spcraec di ;·esist<~re alla cavnllcria ell e arres tando quost:i ad unt <:crtn dìslnnzn con un fuoco sicuro;


. ' 502

C0NS1DER.AZIONI

ora poco monta che non vi esista il preciso con taUo . dei gomiti, e l'assoluto allin eamento. « L'infanterie qui ne serait pas parvenue à dérnoraliser, à désor~aniser, et finalement à contraindre à la retraite, par une ferme attitude et par son feu, la cavalerie qui 1a charge et arrive en massejusgu' ·à elle, est perdue avant d'avoir reçu un cou p de sabre. (TnocHu, L'Armée Française, pag. 185). « Ce ne sont pas des rangs de baionnettes plus 011 rnoin·s serrés qu i peuvent aiTeter une troupe de cavalerie compacte, , lancée avec toute la vi tesse de ses chevaux, et toutes les fo1s que 1' infanterie sera dégarnie de son feu, le résulta t d'une charge de cavalerie bien- c'onduile pourra se résoudre en i,rn pro- · blème mathématique, c'est-à-dire que le poids ducavalier et du cheval multiplié par le carré de la vitesse pToduira un choc auquel un front de trois ou quatre rangs d' homrnes ne pourrn résister. • (RocHEFOR.T, Jclées pratiq·ues, pag. ,i.O). Io vorrei poi ancora che sempre quando il baltaglion e si trovi ordinato in .colonna . di compagnie, ed a qualunque distanza, avesse pur sempre a forma rsi in quadrato vuoto. Ad esempio in colonna serrata si comandi : quad!rato. La compagnia di testa avanzi a distanza · di sez ione dalla 2_a compagnia. Questa faccia un quarto di conversione a destra se la minaccia della cavalleria ~ia più imminente da tal part.e , oppure a sinistra se a sinistra . La 3a compagnia avanzi di sei passi e quindi eseguisca un quarto di conversione dalla parte opposta a quella della 2a compag·nia, la 4a infine serri sui fianchi della 2" e 3• ed eseguisca fronte indietro. Questa formazione valga pure per la colonna a mezza distanza, ed a distanza intiera.

1

I SUL QUADRATO

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503

Nella colonna a distanza intera la compagnia di tesla non dovrà muovere-. . Se la colonna serrata, od a mezza distanza fosse in marcia al comando: quadrato: La 2a compagn ia si arresti, la 1" continui la marcia per prendere la distanza di sezione dalla '.2• quindi si· fermi, e si'fol'm i il quadraLo nel modo innanzi detto . Questi quad'l'ati vuoti dovrebbonsi pure formare quand'anche il battaglione constasse di sole tre compagn ie, ed in questo caso il. lato . destro verreb?e for-· mato dalla mezza cornpagma d1 destra , ed 11 lato sinis lro dalla mezza compagnia di sinistra della 2" com. pagnia in colonna . Qualora il battaglione si trovasse spiegato, occorrerebbe di formar.si prima in colonna a mezza distanza sulla compagnia centrale. l't- . . Quando poi nella nuova organizzazione della fanteria il battaglione venisse · formato di cinque compag;nie (orgn nizzazione che si vorrebbe adottata dal Trochu) ciaseun pelotLone della compagnia fuori rango occuperebbe un · sagliente del quadrato onde battere i settor.i indifesi. Se la formazione avesse ad essere di sei compagni e per battnglione, ed il battaglione si trovass.e spiegato: il quadrato, a vece di formarsi sopra di una sola compagnia, dovrebbe essere formato sulla~· e~" c?rnpagnia oppui'e sulla 4" e 5• tJer modo che 1 l_at1 d1 . test~ ~ di coda riescirebbero di due compagme ed 1 lati d1 fianco di un a per ciascuno. Se il battaglione fosse in colonna si po trebbe fot·rnare i lati di testa e di coda su quattro righ e facendo serrare la. 2" compagnia in colonna sulla 1•, e la 6• sulla tsa. La 3• compagnia formerebbe un fianco del quadrato, e I~ ,i.a compagnia l' al tro fianco. 1


504-

CONSIDEil.\ZlO:'i C

SUI, QU.\DHATO

Fi n qui si p rese pe r ba se il baltnglione, ma di le.ggicri si comprenderà che le éitate formazioni ancor meglio si altagl ierebbcl'O per Ja eompngnia . A me pal'e che questi modi di for marsi in qu adrato sieno abbastanza semplici e spicci . Si deve per di più no tare che i riparti si mantengono sempre So lto gl i ordini degli stessi capi, rr_1 entre così non risulLa pei la ti destro e sinistro del quadra to nella formazione fissata dall'attuale Reg;olamento d'esercizio in uso presso il nostro eserc:ito in via cl i esperimen to. Non resterebbe adnnque da formarsi in quadrato pieno se non se quando sorpresi dalla cavalleria in· eoio nna di mezze compagnie, o di pclou.oni 110n si abl>ia tempo di form are le compugnie . Questi casi sarebbero piuttosto rari, e poi di mano in mano clic s'impiceioliscono le sezio ni il rettangolo, elle si oLLicne a vece del quadrato, viene nd essere prcssochè vuoto. Col le fo rmazioni sopradescri lle il quadrnto potrebbe per cl i più sch ierarsi jn battaglia su cl i uno quulunquc dei s uoi 111.ti se: nza cli c si a necessario di ricorre1·e 1;11l'ordin e di colonna. Al cornnndo: In battaglia sulla coda, lato opposto a destrn , od a sinistra. 11 loLo di coda non muove , il Jato des tro converge a des tra , il lato sinist..J,;o a sinisLra, ctl il lato cli tesla si po rterà a destra od a sinistra . Anaìogamen te si esegu ìl'cbhe per form arsi in batti.i.glia sopra un qual unque ckgli nitri loti. Ln difesa del quadrnto dovreb_b e poi essere lasciata a ciascu n coman dante di lato per la rag ione (:.J1e ii coni andantc del quad!'ato non può dure .a tempo i comandi del fuoco , spccialme1He se questo dovr.'.t essere eseguito da due o tre lati contempo raneamente, e tanLo più qualora la distanza del nemil!o non sia ug uale da ciascun lato . I comandi riescon o troppo proliss i. Si Rggiunge che : .

« L' ou·,e du soldat souITre du br11 it con tinue! du cnnon et de la mousquetel'ic; le:; commandements ne s'en tend cn t et ne se comprcnncnt plus; In furn ée de la poudee favorise ì'npproclie ùc la cavnlcrio sans qu'elle sJit , remarquée . Tou tes ces cì l'constances iutimidenL les fontassi ns et fovoriscn t les c·.avaliers » (13rs:.nn:,) . D'nl trond c il comandante del quadrnto non deve esse re distolto dnl seguire le Yal'ÌC fas i del comlrn ttimen'to, a fine di ,1pproflLtare dei momen ti favorevo li per sposta re il quadrato se bcrsagli,.1lo dall'.:1rLiglieria ecc., mrntrn che colla prescrizione del § 871 dcll'auualc Regolame nto cl 'cscrc i;,.io tu tta l'atl t: nzi onc del comnndonlc viene ad essere n:;sorbila doll' csecuziunc dPI fooco . '

PadO\'D, 5 api ile 1SG9 I Lu1 G1.

Bmcc.,

Capi tano m·l G" ll<'::;-gimenlo Crnnali('l'i.


l VOLONTAI\I DELLA RIVOL UZIONE ECC.

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o07

· L'articolo vi è in tutLo degno del libro, è anzi, in mole minore, un altro libro che lo vale. Il critico, con evidenza di poeta, scienza di storico e sapienza cli filo1:; ofo, presenta, a proposito del libro del Bourgoing, un quad ro politico e mili.tare il quale non può principinrsi a leggete seuià sen tire il bisogno di correre avidamente al fine, nè può d'altra pÙte al fine rapidamente corrersi, perchè si sente spesso il bisogno di arrestarsi, rileggere, meditare. ~u l'op era del sig nor Bourgoing e la .s ua spietata demolizione delJa leggenda rn ilitare repubblicana, principia dal notare il Broglie come essa gli procacciasse non poca popolarità in Francia. Ha ragione di affrettaTsi a notarlo quale un fatto importante. per un cri.tico, tanto più che esso non lo è meno per un serio pa trio ta . Gli è un gran bel segno in un paese questo non solo della tolleranza della verità, anzi della riconoscenza a chi la dice, qualunque sieno le illu sioni lungamente accurezzate che essa ci ferisce o a dirittura ci strappa dall'anima . Da noi è tutt'alfro . I pochi che non si peritano a dirne delle verità, consolazioni dalla propri a coscienza ne avranno, soddisfazioni dagli altri no davvero. Qualche volta, dice egli il Broglie, parlando però della Francia sua, qualche volta un'opera \ la quale cerca popolarità e che. anzi sembrava dover condune all'opposto, ne trova. La gente gli sa grado d'avere· avu to la previdenza e il coraggio di pensare prima di essa ad una cosa che era pure nei suoi bisogni e nella sua cosci1~nza, e della quale a un tratto misura intera l'importanza . Il Broglie si è proposto nel 1868, di fronte al colosso del!' AJlemagna unita, Io stesso quesitb che. nel ·1838, di fronte agli indirizzi dei colonnelli fra ncesi, si ponevano gli, scrittori inglesi. Egli, come loro, interroga non solo la ragione tecnica, ma la storica, e cerca per davvero la veritù,

I VOLONTARI DELLA RIVOLUZIONE E

QUELLI DELLA C01\TTRORIVOLUZI01\TE ( 1792)

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L'onorevole deputato Paulo Fambri, ex- capitano del genio , ha fatto dono alla &vista di un s uo lavoro, che qui trnbblichiamo dietro ' il cortese consentimento del l'autore.

Non erano corsi tre mesi dal mio discorso alla Carnera, ed uno dalla prima lJubblicuzione dc~ll'Antologia, in cui erano rivedule le buccie ai volontari spa- · gnu oli ed americani, che nella Revue des deux mondes apparve un articolo critico del sig. Alberto de Brogl ie, che per proprio conto le rivedeva ai volontari francesi del_"792. E ciò per h pubblicazione del segu ito della Storia dijJlornatica d'Europa d'Urante la rivo/.uzioue francese del signor Bourgoing.

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1 YO LONT.UU DEL,L.\ HlVOLU ZJON B

E QllE LLl DF,I.L.\ CO NTROJ\lYOJ,U·ZIOl'\E

chè la presente nos~rn non gli pare l'ora. delle millanterie, rna potrebbe essere invece q uella del pericolo. ' Qun ndo noi pensiamo, egli dice, che clalla·sera nlla mattina la guerra può accen dersi incalcolabilmen te tremenda alla nostra frontiera del nord, tutti i fatti anteriori che somigl iano più o meno da presso a questo avvenimento acqu istn110 un nu ovo e grnnclc interesse. Dopo simi le co usiderazione viene una ·aoma_nda: « a qua li sorgenLi attin se egl i il paese nel 11793 co testa· energia eroica che lo salvò dnlla enorme massa dé.i uemici. traboccanti da uua aperta frontiera?» Io riass umo l'autore ed il critico tenend o .dinanzi agli occhi il d1nrio dell a campagna di Francia del Goetlie, il grnn de eppure inconscio volontario della reaz ione, e le }lcmorie del Cnrno1.; vero Lollvois d01la rivoluziono. Tl JJourgo ing è di coloro che conta.no fra i propri ante nati non pochi difensori dell a pa tria. So egl i, dice Broglie, fosse vissuto in quell'epoca, avrebbe preso le armi non solo per l'in dipendenza della Franc ia, ma a!Lresì per le conquiste dell a rivoluzione . Ciò malgrado egli non si crede in dehìlo di ricorrere a quei luoghi comuni rivoluziona n: e a q ueì patriottismo deein mato rìo al quale gìi scrittori. p.iù serii non hanno sernp l'C di!;clegnato cl i pagnl'C un tributo . Vi hanno intorno alla ì'CSistem:a nazio nnle ehe disputò il suolo cl ella Frnne ia nll,1 coal izio ne del ,1 'i!)'2 certe vei·sioni che l'orgoglio 1rnzionnl c e la poesia !ll)nno preso so lro la loro pro lczionc. Jl mernviglioso Yi ò diventato ciò che i i critico nrguLnmeJHo clì iDni.1 la .condition de gcnrc. ?er vero gE lia qualche YO lt::i. l' aria di un canzolHl.lo re. Ei farebbe saltu re pl'Op l'i o la bizza a un demngo~~o italiano dove ci rappotta e CO!llpcnd ia tutti cotesti luoghi comuni usati, 1rnzic·nza dngli orato ri,

perfino dagli storici, e·, peggio nncora, dai così del.li filosofi della storia . A sentirli loro, nelle battaglie i cannon i ertJno pel' eh più, ma quell i che vinsero sono stati i prineipii. I ba!La~ glioni, sta be.ne, hanno anch'essi contribuito,_ rna eh ~ veramente ha spazza to. il suolo naziorwle dai soldatL di Federico sono st,ate le idee . - E via cli questo tenore, e se incontrano n'è! soggetto, cl te pure hanno a svolgere seg nitamen te, o uno scocco cfa nal'rarc ·o una dura verità eia non po terla prnprio dissimulare, g iran o largo che gli è un piacere. Ù buo no , ch i lo nega? 11,vere una b uona ca usn, sta re dalla parte dell a ra·;:,0 ·io11e ' avere dei :'\Old ati 1·)atriottissimi, ma nessuno più di noi Italiani , sta ti volontari 20· anni fo, e battuti sebbene ricch i di ' non m·inore entusiasmo , o di fprntlro LarHi più di ragioo i che i volontari_del_ 17?~'. deve avere imparato a prop rie spese che 1 princ1p11 vinceranno benone a lungo g iuoco le campagne della coscienza e quelle della storia, ma che in pi·a Lica si posson o perdere e si perdon o inian to, se mal dfrette, le bnttaglie di un giorno . Do.po il qnale, per anni e qualche volta secoli , addio prodotti. I çiotl.rinarii invece, dando la mano ai leggcndarii, connubio frequ ente, per qnanto mostruoso, banno lungamente seguitato . a proclamtu·e d i comune acco~·do con un ' ferYo re che a loro pai·eva non solo patrwttico, ma umanitario, la onnipotenza del popolo armato. Per mezzo della l0ro como_çijAìlosofia, col processo il più solido arri vavano nlìe . concl usioni più vnporose in pro' della soprac itata conditZ:on cle gcn;re . Dacchè !a lotta tru l' .Europa e la Fl'nncia avvenne per una opposizione· di principii anche più che di interessi , pi acque alle rnolti LUdini, e qufodi a tutti coloro che amano sop ratutto di piacere a loro , nè sap rebbero far senza del loro suffragio, una scuola pro=-

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l VOLON11ARI DELLA Hl VOLUZION~

E QUE.LLI D'ELLA CON'l'HOI\IVOLUZJONE

clamante che in questo gran de confli tto ogni cosa successe al tu_tto fuori delle regole della politica e della taLti ca ordinaria. Non fu, clicesi, un cozzare d'uomini, ma cli idee, un vero e ·proprio duello fra il diri tto divino ed il po. polare, e la Francia attinse la forza non dai suoi sbandati battaglioni, ma dall'ardore di un popolo reso superiore a se medesimo dalla $Ublirnità dell'opera di rigenerazione sociale che aveva iniziato, men tre l'Europa ha trovato la pt'Opria debolezza nella caducità dei suoi ordinamen ti decrepiti. · Con tali assiomi si spiega tutto (meno le rotle, le quali del resto o si dissim ulano o si negano) ed ecco come su per giù la contano i sen timentali: i-due eterni avversari si danno un bel giorno il convegno sovra un campo di battaglia (il quadro di Bl'oglie vale tanto oro): le aristocrazie della vecchia Europa sfilano sotto le stemmate insegne, altere del loro frivol o fasto e dell'impertin.enza de.i loro disdegni. Quand'eccoti loro in faccia i rustici figli della nuova Francia, senza scarpe, senza pane, si direbbe . volentieri .anche senza armi. le leve in massa li fanno saltar su da tuui i punti del patrio suolo. Poi viene da un parte e dall'altra la sua brava contromarcia come all'opera, poi i con ti e i marchesi scappano, la Francia è liberala e l'Evangelo di una nuova società è bandito pcl mo ndo . Il quadro somiglia all'originale come la leggenda alla storia. Senza dubbio nelle grandi rivoluzioni sociali l'ultima. parola appartiene più assai all e forze mornli ch e alle materiali. Bourgoing lo sa, ma ci corre dall'ammeLtere cotesto al supporre che i princip ii bastiqo a sfondare i battaglioni. Broglie osserva che Dio stesso, il quale è un prim.:ipio, il primo dei principii, all'esecuzione dei suoi disegni, procede meno che può nella via spiccia dei miracoli . Egli preferisce di ser-

virsi di quella che la teologia ch iama la serie delle cause seconde, vale a dire gl'incidenti naturali della vita e le passioni ordina.rie 'degli uomini'. La rivoluzion e non può offendersi se i suoi discepoli trattano lei co m0 i devoti trattano la provvidenza, cioè se cercano nei mezz·i ordinarii della politica, nella composizione degli eserciti, negli intrighi e nelle d~bolezze dei gabinetti, le ca use seconde de' suo·i trionfi. \

II.

.Ciò che è più singolare e non dovrebbe del resto dirsi tale, chè pur ti'oppo già è invece comune in qu esta generale fals ificazione della storia, in questa incontrastata sovranità della rettorica sulla critica, si è che il Bourgoing potè distruggere la leggenda senza avere ricorso ad un solo documen to nuovo . Tutte le cose le quali egli not:::i , discute e coot'dina, sono stnm_. pate. di giil , ovvero si conservarono per comodo di tutti negli archivi diplomatici o rnili tari . Le autorità principali a cui egli si riferisce sono Dumouriez , Carnot e Napoleone. Qualche volta, anzi spessissimo , non sono i nuovi materiali ma i già no ti che bastano il rivelare ed a completare la verità . Il Fiorelli nel f nseo di Napoli, raccapezzando fra i rud eri scavati e gettati inconsciamente su per tutti gli angoli dei suoi magazzini i frammenti della statua equestre di Ne rone giovinetto , non ha egli fatto di più che mille operai i qunli per un anno avessero scavato nelle viscere


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l VOL07"T,\HI DELLA Jll.VOLUZiOl'\E

della terra tanti ruderi che · bastassero ad empjrne 1,.ma piazza? Non hustn cornpu1sare gli archivi , anzi gli è forse molto meno neees~ario che non si , pensi; sbao-lia chi suppone che il mondo abbia cavato Lutl.o o l . . il partito che può e deve da ciò d1e da mo t1 anni gli sla dinanzi, non e.i essendo niente di pi.ù comune ,dell'avere occhi e noo ve dere, 0rccch i e non sentire . Nel libro di 13ouegoing no n èi sono rivelaz ioni, non c'è storia segreta, ~ppure c'è una tutt'altra storia da quella n~rr!}ta finora cln gente che per appunto non aveva voluto nè vedere cogli occhi nè udire cogli orecchi. C'è la stutua raccapez 4nta .per davvero dal · Fiorell i dai mille framrnenti pnientem enl.e, sap ientemente accostati in mille guise . diverse., fino a trovare 1a combinuzion e effettiva, la verità vera, la quale c'insegna che non è .bauendo il suolo col piede che la repubblica francese abbia avu ta la po t.enza magica - d~ ~a1:ne uscire i suoi ,a e~ei~c iti_ pro?t,i a co r~·ere ~ll'~J vittoria, che essa non creo rn ..un giorno dei solaatl e ·dei genenlli con . degli avvocati tolli al club e dei paesani tolt.i all'nra tro, ma che fi no ùlle giornate clr~cisive cli Valrny e di .Jernmapes i volontari fnrono pel generale in capo un imbanazzo assai più cìrn una forza , sia com promettendo delle operazioni çlelicat.e in corso di esecuzione, sia paralizzando colla lusinga dei loro privilegi il reclutamento clell' esercito reO'o lare. ,. ·o E' nel nudeo dell'armata regolare già .formata dalla mona-rchìa, nei _ quadri degli eccellenti so tt'ufficiali cli cui abbon_dava, gent.e che dalle passioni e dalle paure aristocratiche non era tirata a emigraee , che la Francia trovò i suoi elementi di difesa . Ci(i è tanto vero che il Broglie cita la testimonian za di Dumouriez, che gli narrò come a Jemmapes, prima dei fomosi assalti delle alture, un grido partì da destra : En avant !

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E QUELLI DELLA CONTRORIVOLUZIONE

Navarre sans peur; al quale fu risposto da smistra: ~ive A1:'-ve~gne sa~s tach_e. Erano i due antich i regg1ment1 d Alvernia e d1 Navarra, le vecchie tradizioni, non i nuovi entusiasmi; erano pur sen1pre, secondo la splendida esp ressione di Ilrogl ie, le ombre di Tu renna e di Maurizio di Sassonia che ·conducevano alla vittoria le bandiere anche tricolori. , La salute della repubblica è dovuta ai quadri dell'esercito ereditato dalla morente monarchia. E badisi però che questo,· non è mica negare l'azione efficace, irresistibile fors' anche, cl !;li principii. Qu egli avanzi medesimi rimasti ai servizi, puta il caso, di un pretendente, non è provato che valessero altrettanto, ed io in cli nerei anzi a ricisamente negarlo. Se valsero, gli è che ricevettero non pure l'impulso, ma l'infusione di un nuovo sangue col rovesciarnento delle barriere dell'àntica gerarchia militare, che serbavano i gradi superiori alla nobiltà. I nuovi chiamati vecchi d'esperienza sebbene giovani · di grado, pol'tar~no nel loro servizio non più il coraggio umile e rassegnato del giorno prima, ma fa gioia e J'0rgoglio di una emancipazione inattesa. Essi :;i trovarono dinanzi alla controrivoluzione minaeciosa cogli accumulati risentimenti, di una dignità lungamente con culcata. Essi dovevano in ultimo r iuscire più profondamente rivoluzionari degl i altri, Anche se ·le id r:e dE• Jla rivol uzione li avevano toccati un po' meno, gli interessi li toccavano assai più, e gli interessi hanno il grosso vantaggio di non essere dei puri spiriti. Tu tta questa non è che storia, la qunle ha la sua imponente significazione per lo passato, pe~ 1uel passato lì, non per uno più vicino, 1:011 pel )presente, molto meno per l'avvenire. Grande errore sarebbe lo argom entare da qu elle circostanze a queste, il ripromettersi di risuscitare oggi nella stretta di nuovi peANNò XIV, VOL. II.

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I VOLONT ,\RI DELLA RIVOL UZIONE

ricoli le maraviglie ·della prima repubblica, sperando di raggranellare tra gli avanzi di un esercito sciCllto gli elementi. di arte, di ordine e di comando per condurne alla vittoria uno nuovo, creato all' occasione dal · patriottismo. In primo luogo non facciamo alla repubblica francese nè l'onore nè la colpa ( chè sarebbe o l'uno o l'altra, secondo il vario giudizio degli uomini) di averlo vol uto distruggere l'esercito. Tutt'altro : egli si era sfatto da sè per la emigrazione degli uflìciali nobili, ed essa vi supplì chiamando in luce dei meriti oscuri, ripiego e conforto che non resterebbe certamente a noi, che si vive da lungo tempo in una società aperta ad ogni maniera d1 merito, e dove non rimangono · nell'oscurità se non coloro che la meritano . La repubbl ica francese pertanto fu, come si ·vede , assai meno radicale dei radicali nostri, i quali purff non restano dal citarla in ap~o_ggio d~l1e_ lor? p1:o~oste. ; Se costoro si foss ero trovati in quei g10rni d1 fronte a Carnot, lo avrebbero trattato peggio che non abbiano La Marrnora e Fanti. E che? avrebber:o detto, che non si sciolgono, non si dispeedono cotesti avanzi del dispotismo , coteste viventi e mobili ciuadelle della monarchia? che si danno i comnndi delle compagnie e dei battaglioni della libertà a degli individui che hanno scortati dei , patrio tti alla Bastiglia, iovasi i club, sgombrate le piazze, versato, bevuto, come diceva il Pè re Lachaìse, il sangue del popolo? Se non che egl ino si trovarono di fronte a dei moderati di altro senno e di altro polso da quelli del '18,i,8 in Italia, che lasciarono loro vincere il partito e rimandarono a casa gli ·uomini per re_clutare i bambini; · Del resto un'altra cosa si conosce e non si valuta . Storici e critici, come. ho detto più sopra , fecero proprio la rettorica cospirazione del silenzio contro a tutto ciò

E QUELLI DELLA CONTROIIIYOLUZIONE

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che potesse per avventura attenuare la gloria dei vincitori di Yalmy e di Jemmapes. La cosa dissimulata è questa: che l'aggressione straniera alla quale si trovarono di fronte fu non soio a12pena mediocremente num erosa, ma altresì molle, sconnessa, incoerente. Cotesto , si vede, anche i coalizzati, anche gli emigrati avevano interesse a tacere. La contro rivoluzione, dopo d'avere contribuito ai buoni successi della rivoluzione, si trovava nel barbaro caso di doverne anche aiutare la rettorica. Ho detto di gl-à che scrivevo que$Le considerazioni non solo tra il Bourgoing e il Brogli e· ma dinanzi al Goethe e al Carnot. Il Goethe, per motivi che il signor Enrico Richelot mostra per bene al lettore, e che non è. qui il luogo di analizzare, fu uno dei volontari della _reazione . I più assennati ed nrguti appunti che io abbia mai letto su quell'epoca e su quell'impresa sono i suoi. Non solo letterariamente, che s'intende , ma anche amministrativamente e militarmente. Il genio è la rgo e perspicuo in tutto e sernpre. Ho detto dei volontari dell'azione: una pennellata su quell i della reazione non guasterà. Per giudicare il merito di una vittoria è indispen?abile averla una qualche idea della potenza del vinto. Non c'è nulla di più relativo che una vittoria. « A poca distanza dall'obel.isco di Grevemmarchen mi si presentò uno spettacolo tutto nuovo. Ci ho trovato il corpo degli emigra.ti, tutti gentiluomini e quasi tutti cavalieri di San ·Luigi . Non avevano nè domestici nè palafrenieri, i loro cavalli li pulivano e ci attendevano da loro. Ne ho veduto più d'uno condurre il proprio cavallo all'abbeveratoio o alla ferratura . Se rwn che, strano contrasto a tale soldatesca semplicità, lu-n vasto piano era coperto di carrozze blasonate e di vetture <la viaggio. ·


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I VOLONTAl\l DELLA RIVOLCZIONE

« Gli emigrati erano accompagnati da mogli ., da O'anze, da· bambini, da aie e via di.scorrendo.» 6 Ne volete ·an cora· dei particolari ? Se non ne avete abbastanza dei cavalieri di Sr1n Luigi, eccovene degli altri. Le notizie partono da buona fonte, gli è un loro compagno d'armi, semprn il Goeth~ che li di_ ~inge . . « Di ritorno al cAmpo ci siamo mcoutrat1 mundistinto ernia-rato, di cui abbiamo fatto conoscenza, lo ubbiarno :r:colto eordialmente e gli abbiamo offerto di sed ere al frugale nostro desco che egli non ha disdegnato. . . . « A nessu JJ o però poteva sfuggire la sua ag1tazt0ne; l'amarezza del suo cuore era trad ita da frequenti esclamazioni. Noi lo abbiamo pregato a più riprese di fa rci par.Le delle sue afflizioni, di onorare~ della . sua confidenza. Lo fece. Egli l'aveva col re d1 Pruss!a, mostratosi, diceva, mostruosamente (:rudele verso i principi fra ncesi. Fu un senso di sorpresa, direi quasi dicosternazione generàle; si chiesero, si voJlero anzi dell e spiegazioni. '-Eccole: il re par_tendo da Glorieux, malgrado la pioggia, non aveva rnfilato un pa~tr~n?, no? s'ern gettato sull e spalle un rni:iotello. I pl'rnc1p1 reah, come persone del seguilo, ne avevano dovuto far senza e affrontare indifesi il cauivo tempo. Ecco ciò che spezzavu il cuore. del nostro pov_e1:o marchese: ve~ere qu egli augusti personaggi frad1c1 sotto la p'.o_gg,a I ! ea-li avrebbe dato all'uopo la vita per vederli m carr~iza e di.fesi dall'umidità quei famosi principi sui q:,uali riposavano le sp eranze ?el pnes~. Poveretti l abituati com'erano a tutt'altra vita I No1 non avevamo, si capisce, proprio nulla da rispondere ai lamenti del marchese. » La moglie, le favorite, i bambini, le balie, le carrozze, tutto ciò, chi non lo vede,, apparteneva piut-

1~ QUli U , I DE LLA CONTflORlVOLUZION R

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tosto alla logica ed alla logistica di Serse che a quella di Federico. E questa era l'eletta dei volontari. Niente di più naturale, anzi di più necessario che da questo eccesso si passasse all'altro, che di fronte alle carrozze mancassero le scarpe , che ai cavalieri di San Luigi si accoppiassero gli straccioni, loro correlativo politico e socia le, e che questi straccioni fos,, sero maledèuamente ladri e peggio. I superiori avevano poca au torità, e di quella poca non osavano servirsene; punivano qualche volta così per non parere, come dice il Goethe, ma quando potevano chiudere un occhio e anche due gl-i erano contentoni. Le popolazioni impararono così il patriottismo dall a reazione; di realiste che erano prirna, e ansiose di vedere e abbracciare i liberatori coalizzati, finirono per augurarsi. i soldati della repubblica che li liberassero da cotesti liberatori. Un'altra felicità portava inoltre la nobile coati:zione, nello scopo di rilevare quella che cltiamavano la Francia ·oppressa: gli àssi·gnati della . legittimità. Le poche voltè che i prussiani non rubavano , pagavano ...... pagavano con uùa eerta carta che si chiamava i· buoni di:LuigiXVI, buoni che sarebbero divenuti buoni quando le belle dei cavalieri di San Luigi avessero dall' nlto delle loro carrozze veduta Ja dispersione d'ei cavalieri di Kellermann. Il Goethe racconta pure delle concussioni dell'amministra:zione militare prussiana e della ferocia dei volontari della coalizione, di tiah scene strazianti che, sono parole sue, le sole tragedie greche possono mostrarne di simili. Chi è in difettò è in sospetto: volontari e regolari prussiani sapevano quello che avevano seminatO)L_e per conseguenza ciò che avevano solo dit'itto a raccogliere.


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I YOLO'NTAI\I DELJ, A IUVOLUZION'E

L'indignazione, il furore anzi delle popolazion i pro:- · dussero un panico generale, le truppe temevano di essere avvelenate o assassinate alla spicciolata. A questo s'erano ridotte le cose pochi giorni, e quasi direi ore, da che le giovinette più belle e meglio educate di Verdun si erano presentate al re di Prussia, offrendogli discorsi, fiori e confetti. Chi può dire con altri elementi e con altri diportamenti fin dove sarebbe arrivata la controrivoluzione? forse osando, anzichè pigliare troppo sul serio il motto del blasone di Luigi XIV: Nec pluribus impar ( in volgare significherebbe che un francese è buono per molti), sarebbe anche così arrivata a qualche cosa di grosso. Secondo il Broglie e il Bourgoing sta fra i possibili che _alcuni reggimenti ben comandati , con una punta: vigorosa su Parigi, avessero potuto penetrarvi senza resistenza in mezzo alla confusione universale. Chi lo sa che cosa avrebbero trovato dinanzi a sè dei bravi ussari .od ulani all'indomani .del.,t O agosto o del 2 settembre, in quei giorni di orrore nei quali non solo l'Abbaye o les Carmes, ma tulla la città presentava l'aspetto di una prigione insanguinata custodita dai carnefici ? 'A Parigi del resto lo credevano possibile e lo dicevano. Un articolo del Jffoniteur del 3 setteinbre diceva : << l prussiani potranno venire a Parigi, mai's ds n'en sortiront pas. » C'è egli bisogno di osservare che il forte della questione per un invasore sta sempre nell'ent1;are in una capi.tale, e che quanto al poi gli è infinitamente più il problema del vinto che quello del vincitore? Ciò che_davvero non si può negare ai generali e ai gregarii della rivoluzione si è della faccia franca e dello spirito. A :Valrny, chi lo crederebbe! nòn avevano mica vinto; le perdite delle due parti furon o

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QUEL!, ! DELLA CON'l'l\OllIYO LUZION E

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presso a poco uguali e piccole, il duca di Brunswick restò padrone delle posizioni, tagli.?.> fuori il nemico, dormì sul campo di battaglia, mentre Kellermann sgo mbrò col favore delle tenebre. Ma l' effetto morale è tutto. Alle truppe della rivoluzione, sino allora infelici dovunque, Io aver tenuto testa al duca di Brunswick fu una rivelazionPche elevò l'animo; agli emigrati .e ai prussiani, i quali consideravano quelle truppe come assembramenti di volgari malfattori, a loro ché non distinguevano Girondini da Montagnardi in politica e per cui i generali della · repubblica, noQ erano che caporali pervenuti, quella resistenza a sera p.,aì·ve. uno scacco e l'indomani una rotta. . Goethe descrive il bivacco della sera. « Terminato il fuoco, le nostre truppe si rit'rassero in così perfetto ordine, come se nulla fosse stato; però l'esercito era in preda alla più' profonda costernazione. Jl mattino anc"Qra non si parlava che d'infilarli allo spiedo e mangiar;seli tutti i francesi (la confidenza in se stessi e nel duca di Brunswick era senza limiti); gli è ciò che aveva indotto anche me a far parte di cote's ta perigliosa spedizione. · « Allora la disillusione era completa. Nessuno accostava, nessuno guardav.a in faccia un altr o. Se gli occhi si ' incontra vano a guardarsi , le labbra altresì si incontravano ad imprecare e maledire. Caduta la notte, proprio senza volerlo, alcuni di noi s'aveva formato il solito capannello, senza però comé il solito accendervi il fuoco. Eravamo pressochè tutti muti; se qualcheduno rompeva il silenzio gli era a sproposito; tutti avevano perduto la testa. Come ~idero me, che per solito rallegravo la brigata con qualche motto o con qualche novella, d9po avermi lungamente guardato in silenzio, finì qualcheduno per chied~ 1i:


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E QUELLI DELLA C0NTR0lUV0LU7.I0NE

l VO LO NTAT\l DELU t1 IVOLUZ!ON1'

la sua parte di fossa, quasi ad inum az ione anticipala . lo ho pagato 8 grossi il nolo di una coperta per la notte, e mi ci sono rinvolto senza troppo badare che la fosse bagnata, mi gettai so pra il mantello e buona noue. « Il più strano si è che tutto questo armeggio si faceva proprio a dispetto del colonnello, il quale ci ripeteva che sulla collina in fa ccia, dietro ad un mac- chione, i francesi avevano bravamente piantato una ba Lteria, e potevano a grado loro seppellirci davvero nelle fosse che noi avevamo scavato. Osservazioni in negabilmente serie e ragionevoli, ma noi non volevamo davvero esporci al vento per salvarci dalle cannonate; stavamo così ben e lì I Non era d'altra parte la prima volta che jo r notava come ci sgomentasse molto più il disagio che il pericolo. « Salutammo, sveglian doci, il 21 settembre; del buon umore del 20 non ce n'era più, la condizione pareva a tutti umiliante 8'.-..disperata . >> Umiliante e disperata I Perchè? Fino a qu esto punto delle sue Memorie della.campagna di /i'rancia e' non ci sì deplora nè un corpo disperso, nè un caro amico perduto. Quanto alle condizioni generali c'era qualche cambiam ento, come sarebbe quello del saper oram ai di trovarsi a fron Le un esercito med iocremente regolare, anzi chè la scomposta e vil e accozzaglia che si cred eva e sperava , e l'a ltro l'imbara1.1.o proprio crea1to:5i colle proprie mani, dell'avere rivoltato lo spirito 1del_le popolazioni, che, tavorevoli prima, come s'è detto, finirono per averne d1 troppo della cavalleria, dei cavalieri della legittimità e delle prodezze dei sanéulotti della controrivoluzione. !\la tutto ciò non le spi ega an cora quell e parole:

Ebben e, Goethe , che ne pensi tu? - Cotesta volta risposi serio. Delle mie parole me ne ricordo perfettamente. Eccole: - Su questo terreno e in questo giorno si è iniziata un a nuovo èra storica , e noi sì potrà dire d'essere stati testim oni. » Allorchè vien meno il buonumore militare la confidenza in se medesimo, all orché al fratern~ e direi quasi vispo cameratismo succedono l'abbandono, gli scoramenti ed i musi, siccome nessuno fa niente per gli altri, e ciascheduno poi è impotente a fare da solo per sè, la vita militare diventa moralmente insopportabile e materialmente insostenibile. Più sotto Goethe ne dice qnulche cosa. « Nessuno aveva nien te da mangiare, manco peggio per me ch e ho potuto reclamare un pezzo dì pane comperato la mattin a; del vino della vigilia ch'io avevo sì largamente prodiguto non ne restava più che quanto poteva essere contenuto nella borraccia· ho dovuto ben rinunziare alla parte di taumaturg~ che avevo cosi bravamente rappresentato la sera prima attorno al fuo co. « Il cannon eggiamento era cessato al nuovo scatenarsi della piogg ia e dei venti; noi eravam o nel lo stato più tl'iste, sopra un terren o umido, viscoso, e senza tende . Nondimeno la v.eglia era stata cosi luno-a, le agitazioni morali e fisiche cosi penose , che il son°no ci prese tutti come la notte fu nera. Stavamo accampati dietro ad un 'a ltura, la quale ci proteo-rreva da un vento dei più rigidi e moles ti. Non si pot~~a però corica rsi cosl gettandosi addirittura per terra e ·coprendosi col proprio mantello; bisognò fal'e prima qual_che pr~pnr:aLivo, ripianare il terreno, cavare degli scoli, locche si fece dando mano ao-li strumenti del0 l'artigli eria . « 11 duc,1 Weim ar medesimo ci h1vornva a cavare

condizione umiliante e disperata .

.Perocchè dov'era essa l'urniliazione se si dormiva

'i


1 VOLON1'AIU DELLA RIVOL UZIONE

sul campo di battaglia? e dove era la disperazione se l'esercito, meno un 300 forse, era rimasto tale e quale? _Per ispiegarsi quesLi due vocaboli, i quali motivarono una riLirata che non è davvero quella di .Senofonte, bisogna ricordarsi che i cavalieri di San Luigi dormivano .in carrozza, che le loro mogli e ganze ci stavano a disagio e che i bimbi strillavano, mentre la bassa forza andava per proprio conto maledettamenLe a rubare, a bastonare ed ammazzare occorrendo, per cui non c'era Qramai più il verso di a vere una informazione giusta, un servigio amichevole , e anzi i sospetti di -rappresaglie le più fantastiche e le più assurde turba v11no, come s'è visto, le menti e gli animi. E per completare cotesta spiegaz ione bisogna anche aggiungere alla vergogna e al danno delle popolazioni non trovate, ma create ostili, quello di una geràrchia militare che non funzionava perchè contradetta dalla sociale {c'è da scommettere che il colonnello a dispet.to del quale quella brava gente si accampava in quel posto, aveva un blasone meno importante di qualcheduno dei coricati costà, onde, dopo di avere fatte le sue osservazioni a scarico di responsabilità, ebbe a lasciar correre)·, c'è da aggiungere l'indisciplina delle truppe persino nelle righe, l'ii''.l'egolarità d'ogni servizio di dislocazione e di muoizinnamento, e finalmente risale ndo, non meno che tutte CO\eSte:Jorze centrifughe locali create dalla mancanza di autorità, dal conflitto delle gerarchie, dalla nessuna omogeneità degli elementi, contribuirono al disastro e alla vergogna le forze centrifughe generàli della coalizione. Dopo ciò non resta davvero difficile il farsi ragione come si trovasse umiliante e disperata la condizione di un esercito nè battuto nè girato. Se non che , di tali buoni successi i generali e i governi hanno diritto e dovere di fare sul momen to

E QUELLI DELLA CON'l'llO I\l YOLUZlONE

523

tutto il chiasso che possono, per cavarn e dentro e fuori tutto il partito che possono; ma gli storici ed i filosofi, segna tam.ente 70 anni dopo, mancherebbero proprio ·di buon senso apponendovi il proprio suggello. · Che poi dire <l,ei tecnici che lo facessero? Che mancherebbero non solo di buoni studi e di buon senso, ma a dirittura di coscienza.

PAULO F,Dl(JRI

,

Ex-capitano del genio.

(

,

I


ALCUN.E PROPOS'rE RELATIVE AI FORTI MODERNI

FORTIFICAZIOl\fE Aleune 11roposte ·11•elalive

ti·i fm•ti ·m .odenii, di ANTONIO cajJi tano del genio ( con una .ta vola litografi ca). Modena, 1869, pei tipi d1 A. ed A. Cappelli.

ANDEHLO.NI,

-

. È fama che il Franklin, quando seppe della prima mongolfiera libratasi in aria, esclamò: « ecco il fanci ullo che rn1sce. » Questo fanciullo divenne poscia adulto ed ora sembra che voglia diventare uomo operoso, se si riflette agli arditi ·sfo rzi di alcune società in Francia e segnalam en te in Ingh illerra per la navigazione aerea I La nostra menle ricorse involontariamente alle parole del gr11nde americano, leggendo le proposte del capi tano Anderloni sui forti moderni; e, se non ci tradisce l'amore delle cose patrie, ci sembra che l'avvenire potrà forse gi ustificare il raffronto che abbiamo fatto . Certo non ci di ssim uliamo le gravissime difficoltà delle proposte dell'Anderloni; ma diciamo solo che le sue idee si vogliono riguardare come un primo lampo di lu ce verso una nuova via nella quale potrà forse co:1· successo mettersi. la fortificazione; e questa via sarebbe la mobitùà, clclla

\.

525

difesa, che è lo scopo essenzialissimo a cui mirano le proposte dell'autore, come si vedrt1 dal breve cenno che segue . « L'osservazione mi ha sempre mostruto, dice I' An« derloni, come in tutti i forti che vennero costruiti « con tutti i sistemi immaginati, allorchè si presen« tava, l'atLacco, questi eran o sempre costrelti a ri« spondere ai fuochi nemi ci con solo una piccola parte « delle proprie artiglierie, la quale naturalmente mal « potAva reggere all'urto delle attaccanti, mentre al « loro fianco doveva sta rsen e silenziosa l'alt1·a parte « sol per il fatto che il traccia to le impediva di pr~n« dere parte al cornbnttimento, o non le -permetteva · « la mobilità necessaria onde tutte assieme potessero « rivolgersi verso il . nplmico. >> Preoecupato da questo pensiero, l'Anderloni stabilisce le seguenti condizioni per rialzare la difesa. << I. Che le batterie della difesa. abbiano a di<< venta re mobili t1el modo più assoluto possibile, e « ciò : 1° Onde costringere il nemico a variare spesso << il puntamento . '.2° Ond e possano rivolgere i loro tiri « in tutte quelle direzioni verso le quali si presenti l'at« tacco. 3° Ond e si possano concen trare tutte all'oc« corren·za verso un dato punto acqu,i_§,tando in tal « modo una superiorit;1 su l nemico. « 11. Che ques te batterie sieno costruite in modo « da presentare la massima resistenza ai tiri ne1nici « o?i·de non sieno in breve rovina te . « III. Che ques te batterie si possano senza grave « in comodo e ·peri colo rinnovare e riparare solleci« tamente. « I V. Che in luogo perfettamente sicuro dàlle sor« presç e riparato dai proiettili si trovino abbondanti « locali alla prova onde tenervi truppe al coperto dalle « offese nemi che e sem pre pronte all'azione, ed inoltre


ALCUNE l'nOPOSTE 526 « magazzin t di ·materiali, viveri, munizioni ed officine « di riparazione delle macchine da guerra. Aggiunge dipoi l'autore che non è «possibile risolvere « tali problemi senza chiamare in socco rso dell'arte « della costruzione e difesa delle piazze forti i pro« gressi ed i nuovi ritrovati delle arti meccani che. « Occorre che le macchine messe in circostanze fa« vorevoli vengano ormai in aiuto del braccio del sol« dato e dell'artiglieria della difesa. · « Io non intendo già qui di avere la pretesa di dare « un modello di nuove fortificazioni fissandone forme « e dimensioni. La fortificazione è scienza soggetta a « leggi e Cl!iteri e non già a forme e dimensioni pre« stabilite: queste debbono adattarsi e modellarsi a « seconda dei bisogni cui deve soddisfare ed ai terreni « sui quali deve impiantarsi. Solo, onde poter concre41: tare le idee, traccerò le linee principali di un nuovo « forte che sembrami ri spondere all e esigenze ed ai « problemi sopraccennati, ammettendo che qu este non « abbiano a servire che di base alla discussione e di « tipo originario ad un nuovo genere di fortifi cazione « che in molti casi sarà adottabile nelle grandi piazze « forti, ecc. » (V. la Tavola litografica annessa). In virtù di queste considerazioni l'autore diviserebbe di formare i forti stacca ti, che rivolgano la gola alla piazza, di due p.1rti distinte: 1° Una caserma alla prova, a due o tre piani, con vasti cameroni aperti verso la gola e coperti dal lato opp osto da un grande ammasso di terra con la scarpa esterna a dolce pendìo a fin e di esser meno danneggiata dai ti ri nemici; 2° Una larga fossata con le pareti e il fondo coperti da buoni intonaci idraulici, la quale deve· avere una profondità d'acqua sufficiente onde vi possano galleggiare delle batlerie corazzate che costitu iscono il perno della difesa. Il fosso è sernicircolare verso il nemico cd ha la

nELATl\'E Al FOnTl MODEUNl

larghezza di 30 metri ·al pelo d'acqu a : esso permetterebbe poter collocare in lin ea contro ogni direzione nella quale il nemico si presentasse 6 batteri e corazzate a sufiìcier1te intervallo l'una dall'altra; e siccome ciascuna batteria avrebbe 4 pezzi, così si .potrebbe concentrare il fu oco di 24 pezzi su d'un sol punto. Per mezzo di barche si com unica attorno al forte e una specie di ban china d'~pprodo darebbe accesso ai cameroni della caserma dalla parte della gola, tranne quegli estremi che,· dando immed iatamente nel fosso e avendo nell'interno una sufficiente profonditàd'acqua, servono a ricoverare tutto il material e galleggiante. Le batterie corazzate con un dominio di circa metri 2, 40 su l ciglio della controscarpa sa rebbero animate da macch ine a vapor~_capaci d1 farle muovere in ogni senso. Sul fosso non vi sarebbe alcun ponte stabile per non impedire il movim ento dell e batterie, ma un suffici ente numero di barche e di zattere, da ricoverarsi so tto le casema tte, servirà per le com unicazioni. « Alla gola vi sarebbe uno scalo con rotaie di ferro « per tirare all'a sciutto le batterie corazzate e tras« portarle nei magazzini e nei parchi, ecc. L'autore non s'illude sull'arditezza della sua proposta , a segno clt e con molto spiri Lo dice: «\§e essa « verrà ritenuLa in qualche parte rea li zzabile da chi « ha ingegn o e drillo per giudicarla, acquisterò lena « ad lfsten derne ed approfondirne lo studio; che se « al contrario essa verrù ritenuta corne un sogno, mi « acquete rò pensan do aver anch'io paga to un tributo « al ciclo ove nacqui che rese me pure almeno una « rolla in mia ·vita poeta. » Queste parole ci rivelano l'uomo uon invasato dell e sue ide e, ma saviumcnte circospetto sui concetti dell.:,. sua men te, dei quali egli sente tutta l'ardi tezza. l\la questi concetti meritano il più se rio esame degli uomini dell'arto, avvegnnch è se


528

ALCUN E PI\OI>OSTE

HEUTJ\ E Al 1ro1nl 3!0DEllì\l ,.

togli l'ardire dall'ingegno umano, 'le scienze e le arti sarebbero rimaste stazionarie e noi staremmo ancora con gli arieti e con h, catap ulte. I vantaggi che- l'autore si riprornetle dal suo sistema sarebbero: << ·1° Che le batterie verrebbero tenute sempre al « riparo dietro la caserma od anche sotto le apposite « casematte in essa costruit~: esse non comparirebbero « fuori che al mornento nel qua le fosse utile fan~ « fuoco ; « 2° Al momento che entrerebbero in azione po« trebbero collocarsi comunque e perciò dirigere i loro « tiri in tutte le direzioni possibili, rispondendo ai « ti ri nemici nel modo più conveniente, o concen« trando tutti i tih sul medesimo punto o. facendo « fuoco simultaneamente in pi i~ direzioni; « 3° Difficilmente il nemico potrà danneggiarle, sia « per la loro corazzatura che per l'elasticità del mezzo « sul quale galleggiano, il quale rende faci le il coraz« zamento delle navi e non già quello delle murature; « come anche e più principalmente per la mobilità « del bersaglio che esse prnsentano; . « 4° Nel caso che esigessero delle riparazioni esse ~ troverebbero sul posto nelle casematte apposite e « perfettamente al sicuro tutti quei mezzi meccanici « che le arti possono ora prestare e perciò le ripa« razioni s1 farebbero nel minimo dì tempo e col mi« nirno di spesa. « 5° Anche un prolungato .e vivissimo bombarda« mento del nemico arrecherà lievi danni al nuovo « forte, giacchè durante lo stesso, le truppe si riti« rerebbero Mlle casematte aIJ a prova, le quali . col« ~ocate p·erfettamen te al rovescio dei tiri nemici e « protette dall'ammasso di terra disposto a pendìo <1: dolcissimo non ,potrebbero essere rovinate, Le bat-

«. terie riei,1lrerebbero nelle apposite darsene o verreb,x,!Yero n ,col!ocarsi appoggiandosi al muro della . ca- . « senna ove troverebbero uno spazio _protetto anche « coptro il tiro delle bombe, aspettando il . momen to « di ripigliare il fuoco con vantaggio. L1 massima . .: parte dei proiettili nemici cadendo . nell'acqua non « pl'odurrnbbe nessun danno . Ì1è ,1! forte nè a . qtielli « che si trovassero vicin i al luogo ove cadessero. 7) Accanto a, questi vantaggi sorgono però delle gravi obbiezioni. · · Primieramente l'impossibilità d[ avère in ogni piazza · degli ampi fossi inon,dati, e av erli ben alti sul piano della camp11gna, cioè da 5 a 8 metri, poi che la moderna fortificazio.ne tende ai grand i dominii di 8 a ·10 · metri della linea: di fnoco dei forti in pianura. Ma, soggiunge l'Anderloni;- che niuno pr_etend erà un. tipo di fo rtificazio·ne ada Lto per tutti i luoghi; onde è già molto se un. sistema pr0posto possa applicDrsi i·n un c~rtò numero di ràsi. Del resi.o egl i frm~bbe grande assegnanwpto sulla potenza e sulla perfezion e delle modern e macchine pcl sollevumento dell'acqua. Altra grave obbiezione è forse quelJa che il galleg_ .g iare delle batterie possa rendere meno precisi i tiJ"i . M.1. l'autore · dice che Il le acque del fosso si t.rover atmo « sempre in una inalterabile tranquillità; ch,e Ì\Jno vi-· < menti delle bQ.tterie saranno sempre suJficientemen te « lenti; che la loro massu rend endole alquanto ine rli, <! non soÌ'lo a ternersi ondulazioni o mti; e io . credi), « anzi, che non vi sarà differenza alcuna fra queste · « batterie e quelle eollocate fe,ulla stabiìe terra . , Questa opinione d~ll' aotore potrebbe forse parer: e tl'Oppo recisa, e forse la sola esperienza p,iù che il raziocinio potrà confermarla o confu tarla; ma con unu benintèsa costrnz·ione delle · batterie corazzai.e e · co.\ sussidio di potenti. mezzi ,meccanici non . s, dovr~;b.he Amrn xi v, Vot . 11.


030

ALCtlNE PRÒPOSTF!.

disperare di rendere stabili le batterie almeno nei momenti del puntamento, onde non abbia a soffrirne l'aggiustatezza dei tiri. Alla difesa vicina .l'autor~ (che non crede grnn fatto al fiancheggiamento int,foseco cioè a que:la mutua protezione dei lati di una stessa, opera fra di loro) prnvvede col munire« il · piede del largo ammasso di « terra coprente la caserma verso il nemico di Ùn pa._ rapetto diet,ro il quale corresse comoda ··banchina « in comunicazione coi cameroni della caserma per « mezzo di appositi androni. Dietro tale parapetto la ( fanteria, armata dei nuovi fucili, potrebbe al sicuro « dalle offese fare un fu oco si vivo da costringere il « nemico alla ritirata; e all'o~corren za vi si potreb« bero anche condurre da un istante all'altro dei can« noni leggieri da ·campagna. « Tale parapetto, per quan to venga da nneggiato du« rante l'assed io, sarà sempre facilmente riparato, non « occo rrendo altro se non che esso abbia a sommini« strare un riparo anche informe alla fanteria. Esso » avrebbe poi anche 'il vantaggio d'impedire la c,Jduta « delle terre nel fosso, l<3. qual_i potrebbero ingom« hrarlo. 'I> Del rimanente una fossata larga 'ollre metl'i 30 con 4 a 5 metri d'acqua deve per se 1mdesima già reputarsi come un potente sussidio della difesa vicina. · In quanto allo scabroso ar.gomento della spesa l'au~ tore d ice che il costo delle batterie galleggian ti corazzate è in ce rto modo compensato da che il fune non avrebbe in muratur:a altro che la grande caserma alla prova, la, quale è al certo indispensab ile qualunque sia il sistema che si adotti. Del resto se le batterie·c'Ol'azzate richiederanno una spesa un po' fo!'te, si pensi che non meno costoso s11rebbe il corazzamento delle batterie stabili e delle murature, da molti

RELATIVE AI FORTI MODERNI

531

proposto e stimato indispensabile nelle presP.nti condiz ioni della difesa. Vari altri particolari aggiunge l'autore sulle sue batterie g :1.lleggianti e sulla capacità del fosso, le quali tralasc;amo per brevità, stimando che le cose dette basti1w a dare un'idea di qu este nuove ed ardite pr0poste. Ad esse· speriamo 'che te11·gano dietro stucli del pari animosi, cui un giorno il · campo della pratica possa coronare di pieno successo .

.

'


53:.1

llIVIS'i'A Bf8LIOG-IUFfC., '

---,. ·---- ------ -·-·..___,_.

- - - -·,.-- .--

R~VISTA BIBLIOGRAFICA

Itela::io11e ,Lei ge11e1•alt! .'l'm•1•1! ,ml/a levtt: della classe ·J.8 ,tG ~ 11ulle ·v icet1tle tlell' es;et<cito ifal

I • otlob1•(! 186$ ,d 3f> 11ellembi•e 1868.

Come la Bivistà fec e negli unni addieti·o, otfrirerno anche in questo ai suoi JettMi un compendioso ragguaglio della Bela.zione del · gen èrale Torre ; or ora .pubblieatasi. Diversam ente dàlle pì·ecedentì, le · quali , se si. eccelllla la prima, del 186.i- , abbracciav-ano il pel'iodo di un ' ~olò anno, questa Helaiion e compreiide un periodo biennale, e ei ò perchè ·Jn. leva dcl -·'i(81-6fo eseguita in du e voltt=:1 e per le duplicate operaiioni du rò daìla metà: del ,1866 alla metìi cìi.rnsi del 1868·. I>ertanto l' egregio generale ravvisò opporLùno di allargare ad ugual tempo , · eioè da1 ·1 '° · ottobre f86ò al ' 30 settembre ,t868, la seconda parlo dell,i 1lelazionc, (j'uella d1e discorre delle vicende dell' esercito.· Come sempre; la Relazione è rìeca di dati preziosi, dùivati da calcoli rigorosissimi ·ed elaborata men tè ol"dìnatì, e questà volta se ne aggiungono di nuovi àssai inLerr.ssanti, con1è so"no · ciuelli c6htenuti nèll'Appen-

<lice in tomo alla prima ' applieazion e della legge del 7 luglio 1866 dell'affrancazione dal servizio militare e del riasso ld amcnto con premio. Ci spiace che laristrettezza delle nostre pagine non ci consentn di riprodurre neppur tulLi i principali di cotesti dati, e ci imponga di limitar.ci a quelli soltanto_ che riass umono i· risultdmèrlti della léva ed accennano sommariamente a movimenti di personale nell'esercito. Aggiungeremo per altro anche qualche notizia sull'Appendice ora citata, la quale dia un'idea dell'oggetto su o. · I. -·- Della leva della, classe 1846. - Questa le va 1:t1, .esegu~t~l in ùue volte ed in virtù d.i due leggi: nei 1$.66 sui g~ovani . nati , ncJle provincie ehe èosti.tuivann jl regno d'Italia pr.ima d~)l'ultima _guerra _coU'Austria-, e nel '1867 sui giovani' nati nelle provincie della Venezia e di Mantova . .·Il contingente di 1a_ cawgoi:ia della prima fu stabili.to di. 46,000 uomini e rie diede 4o,78J: il c~ntin: gente della , secçmd.a fu fissato di 'ts,ooo; e i1e fo rnì all'ese,.'cito altrettanti precisamente. , Gli ,inscritti sullejliste di leva el'ano:

1

-Antiche ·proyinc.i e Venezia e~Iantova · ln tutto

264·' ·4-·1ij

28, 756

293, l~t

Di :questi, 272,084 eeano nati. n,cl ;1816 :' -degli nltri 18,34-:3 erano capi-lista e . 2,8U. omessi : quindi i prirnì nella proporzione di 1, 08~·-0 ~ della p_òpolazione; gli altri nella proporzione di O, 0843 "Io della popolazi one, di 7; ,75,"[o dei nati nell'anno _,J8i6, e di 7, Hl 0 [o sul totale deg·!ì in_set'iLLi . . Dcpurnte le lis.te di le'b.i dai rno.rti,, insçrit.ù ' iifàrilti:ri,; .:rnd.di,ti estò1\ doppi:_1m0nt1;


535

BIBLIOGRAFICA

e indebÙamente inscritti, cioè di 24,2i-2 indiv idui, le liste ' d'estrazione si ridussero a: Antiche provincie Venezia e Mantova

243,891 25, 538

'

-----

In tutto

268°,~29

cioè 1, 076 °10 della popolazione. Ecco ora il risultato delle operai ioni della leva:

4,295 57,585 62,299 -19,21.i 45,783 44:,938 H,028

2rn,u2

431

.i-, 726

4,360

61,9.i,5

8,0H 1,282 5,000 6,069

70,343 20,496 50,783 51,007

·352

1-1,380

25,538 ~70,680

Deducendo: Renitenti assentati per conto del contingente di 1•categoria, che non figurarono sulle Iiste di estrazione . Renitenti assolti; assentati in conto del contingente di 2• categoria, che non figurarono sulle liste di estrazione

1,582

l,75·1 •' ,

..

.

··.

.

I

1,751

:.-i."'; : ~!

I ; e,

Totale inscritti in tutto il regno

.

.

Antiche pr.ov. Cancellati dalle liste d' estraz. 1, 76 Riformati 23, 66 ' ,25, 6 1 Esentati. Rimandati alla prima leva . 7, 89 Contingen1,i di ·1" categoria. 18, 8•1 di :za id. Id. 18, 46 Renitenti 4, 53 1

'

Antiche pror. Venezia eManlov1 Totale Cancellati daìle liste d'estraz. Riformati . . · . . Esentati. . . ; . . . Rimandati alla prfma leva . Assegnati alla ,ta categoria. Id~ alla 28 id. Renitenti ·. .

Le varie opel'azioni di leva stanno col numero degli inscritti nelle proporzioni seguenti:

268,929

'

Venezia 1, 60 17, 31, 5, 19, :i:13, 1, 1

Totale 1, 16 23, 03 26, 16 1

07

oO

7, 62 18, ~8 76 ·18, 97 38· 4, :i:13

02 58

mo, 72 mo, oo ,t oo, 05 Dèdùcendo i renìten~i assentati per conto dei contingenti di ta e 2•categ ,che non figuravano sull~ liste . 1

Si ha :.

o; 72 o, 00 ·--- --- · ..

o, .

05 .

100,-00 100, 00 '100, 00

In base . a questi dati ed a quelli chè desumiamo dalle precedenti Rel azioni del generale 'forre, pres~ntiarnp_·il seguente specchio di riscontro, il quale potrà ·non essere inutile per coloro ·che si occupano delle cose riflettenti il reclut/,lmcn'to. I numeri di questo specchio si riferiscono a 5 leve, cioè da queJla del · 1842, che fu la prima eseguita sulla genernlità delle provincie .del regno, sino a quella del 1846. Si avverta che dal numero degli inscritti abbiamo levato quelli di essi c;:incellati dalle . linee d'estrazione, e che dal numero' dei renitenti <1bbia1Ìlo per ogni annata sottratto -quello dei renitenti assentati o assolti degli anni precedenti'.


53C-.

537. · La foria dell'esercito al 30 settembre ,1866 era di ,i.96,883

A) ,fomenti avi,enuti ?iel biennio.

SpeccMo comparativo dei nsultmnenti delle leve nell'1tltìm:o qitinquennfo.

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1842 1843

1844 1845

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Ql ;::: , .,

I ~ «s..51 j< ~ I

1

Contingente ,1a categoria, classe -1846 . Id. 9a id. id. Soldati veneti-provenientì dalle leve austriache Volontari.·arruolati . Napoletani delle antiche leve . Uomini avuti dalla marina Disertori costituiti e arrestati Renitenti, classe 118Vi - già sotto le armi

.

1

83866

Ì- - .--.- i

100, 00 ! 38, 25 1 23, 59 ; Q5, 7~

I

5!1154 I

1·-·-

7, 26

!

f) .

1:!

: Il. - Movimento delta forza dat r ottobre 1866 al 31 settembre 1868. Rispetto al movimento della forza nel· bienni o ora dello, la Reìazìone 'porge 'il seguente rapg·uacrlio: P, I?

La forza sarebbe accresciuta a

6i3,2i2

B) Perdite av~,enute nel Mennio. Uornini assegnati al!a nrnrfoa , . Congedati per fine di ferma .. ld. per l'art. 95 ~ Legge reclutam.ento Id. id. 96 id. Soldati rn)polctani congedati per arresti cli refrat.tazione . ' · Congedati per virtù dei RH. Dee. 22 aprile :1868 ld. p_er rassegn e di rimando. ld. · . per (l.ffrancazionc dal servizio Collocati 1.1 riposo (bassa forza) . Cancellati dai ruoli (bassa forza) . Disertori . · Morti (bnssa fol'za) . Uffiziali dispensali dal · servizio , ' rivocati , morti, ecc.

69G 8i,048 '

:1,247 3,;j36 131 833 11,6'i2 (H3 1,5,i,.i,

3;53 5,!5H 9,70'~

·121-,997 ' ;>-

Onde la forza al ao settembl'e ,1868 avrebbe .-.lon,Ho essiwe di .


538 · '"

RlVISTA

~

Que'sia forza era così ripartita: Bassa forza .

Fanteria di linea . Bersaglieri , . , Cavi:rllefia . Artiglieria .. Geriìo '. . Tre'hb·' . Carabinieri reali . ·· Corpi e stabilimenti diversi Co rpi sedentari

303,122 36,175 35 ,364

H,67~ . .i-,78a .

1;54'4353 5,01 .i· ' :9, '70t

Abbiamo dj perduto nel biennio.

33,570

8,ì39 9,605 19,628 8,"88 2,96,i.

Uffiziali dei corpi attivi IiL id . · · ' sedentarr " Id.: in aspettativa o_,iù disponibilità

ovverossia 16,785 uomini all'anno , che è come· dire 3, 36 °10 della bassa. forza déll'.esercito. Comparativamente . agli anni precedenti, questa perdita fo minore, che nel 1863-64 .e nel 1865-66, e maggiore che nel 1864-65 (sem pre dall'ottobre di un anno all'ottobre dell'ami.o successivo). Difatti la perdila fu: 1

'10,'815

1763 3,765

Uomini di 2• c11 tpgo1·ia, classe 1846, non an~ c·ò ra àssegn·àti ai corpi . . 50,063 ' · Uomin i ancora: in forza,· malgrado fosse già 2,8 1· 5 . ordina.to il loro congedò

Bf'ìcui ·: Truppa. ;.(Jffiziali

I congediiti per ra:isegria di rimaiido · Id. per' dif·iui acquisiti all'esenzion·e . • I colloca ti a riposo . : I can cellati dei ruoli I disertori . I morti. . . . . .

25,769

U(fiziali.

. Totale.

539

BIBLIOGnAPICA

.

51 8,275

502,932

-15,343 ,

Se dàll e perdite A} enum ernte di sovra leviamo quelle provenienti da congedi per fine di ferma o per diritto di esenzione, e consideriamo sohanto le altre relative alla: bassa forza dell'.esercito, -cioè , ' ·· ... :, :

,

.., ·

,... . 15401 40568

Nel 18Cì,:i-64 d1

Nel 486{,-65 cli

\ii;\

4

4 9

,

· · ...

= 3, 71 °1

0 •

= 3, 07 °f

0 •

Ì.T l A 86'" .6 6 d. • 29908 6 04.. !' ne ,, t>1 480224 . ' olo.

Si rammenti che quest'ultima p~rdita è quasi doppia delle altre a motivo della guerra del 1866. Ne ..a:v.verrebbe che il per cento med io delle perdite-- i~ questi ' ultimi 4 anni sarebbe 4, 045; ma se non si tién calcolo delle perdite eccessive nel 1866, iL per cento si riduct:: a 3,. 38 , cioè a poco presso quello dell'ultimo anno. ' ' "')-

III. - Affrancati e, riassoldati. - Per chiunque desideri farsi un'idEJa precisa del modo in . cui è a mmi-


11rvrs·T,f -:

BlllLlOGIIAt'lC!,

nistrata e funziona la legge 7 luglio ,1866, · torna interessante la lettura dell'Appendice, o,,e sono raccolt, e le notizie le più complete ed esatte sul soggetto. Secondo cotesta Appendice la situazione della cassa militare· al 23 dicembre 1868 era di L. n,o~0,029 50, così ·1'ipartite :/ 1

fi'on<l·1,· ol'Cl-inari.

l roventi ·' Depositi 1

.J ~- 9'17 400

'.

'

931,600

Totale'totale proven_ti . ToLale deposìti · : Joléde

1,120,,i,(H ,S-5 ·

1

17,020,039 /SO

Il 'n umero dei riussotqati con premio dal pl'incipio di ques t'is~i_tuzione sino a tiltto il dicernbr~ r868 fu di 3,821, ripartito com·e segue :

Treno d'Ùmata C;rab1nieri reali Corpi e stahilirnc11 ti di\'ers-i. Fanteria ll. rnarilla

.\vevano la ferma d'ol'dinanzu , Id. · · id. provinciale .

,}:)

,J5,899,588 Oi:>

,J,819

rsn :>31 ~73

60

(iénio

92 !:\Oì ,1., a . t

{96 -3,824

47_,020,039 50

Fanteria di linea Bersaglieri ca,•allcria Artigli eria

3015 ·i2 ., . 8

»

982, 188-: or, ,j 88,851

2,986

:..

Fondi str.a,ordùiari.

Proventi J)eposiLi

.·.Oi. q-uesti : .SotL' utnziali Caporali. , . ~laniscalchi. Musicanti Trombettieri Soldati .

.. ,

3,,134 687 3,821

Su. questi . 3,.82j 1fassoldati, avvennero net contempo ìe dii:ninuzioni in appresso specificate-: . Per·p1·omozione ad uffiziale Per passaggio ad altre amministrazioni .. ùello Stato . : . . .,l>_~r rin{inda spontane~. afli·aricandosi . · -Per congedo di rimanc!o . . ,'_ . cattiva condotta, dietro parere delle ·· · . ,Cornmissioni di disciplina ~et condanna dei tribunali . Pe.r indebita concessione Per diserzione . P~r morte per cause di .sen·izio · · Id. per cause estranee .

Pe.r

.3

~t2 .

':t7 7

31

Di <1nèsti: 88 sott'ufflziali, 6 cnporali e 8 soldati.


..

RIVISTA

Una tabella particolareggia il numero dei riassoldnti , a_rrpa per arma, e da qu esta ricaYiamo r.lie 907 sui 3,821 riassoldati appartengono all'arma dei reali c.arabinieri. L'Append ice è completata con un ragguagl io cfoi rias~ soldati e della situazione di cassa sino al 31 mnrzo H!69. I -riassoldati in questo primo trimestre furor10 i,.H-, e la situazione di cassa al giorno so vra indicato era di 22;495,525 80.

BTBLIOGRAFICA

· is,s

nella Svezia ; .e ntra nei più minu 1,i particolari sull'igiene, sul vestiario, sul servizio di cam po, e cerca di sta bilire alcune no rme ael combaLLimento. È ~nsornma una vera e .preziosa lezione di filosofia militare, infohnal.a ai più gene rosi sen Limen ti del.J'animo e t.endente .i for frutlu are 4uanto più possibile la potenza rnorale dell' uomo. Ci spiac:e che. la ristreuezza dell.e nostre .pagin e non ci consen ta per .orn di dirne. dì più ; però affermiamo che questa nuova pubblicazione è pari ·alla prima che fu così altamente apprezzata nel mondo militare..

Condderazioni nalla f anterla. Per S. M.

CARLO

XV Re di Svezia e di Norvegia.

La Gernannla Ml Sud •otto l 'egemonia pru•11inna.

S. M. Carlo XV Re di Svezia e di Norvegia autore · di quel pregevole libretto .Tdee e -ri.,1essioni sulle mosse della tatt~a moderna, di cui questa llivista da·,a l'intera traduzione nelle sue ultime dispense de1l'unno passato, ha pubbl icato or ora un altro suo scri tto dedicato unicam en te alla fanteria e indirizzaJo agli ufficiali dell'esercito. r.hiari to come ora più che mai la fante ria sia divenuta, quasi in modo assoluto, il principale allo re nelle battaglie, l'augusto scrittore .rn alizza lo spirito delle istituzioni militari appli cabil i ,td un paese !ibe ro, il quale abbia a cnore la propria indipendenza ; indica e spiega i pri ncipii e i metodi d' istruzi one che meglio convengono per educare i l sold at.o recluta; sui vari sistern i della Francia e della P: ussia, raaiona o e ne ~duce quanto pub essere utilmente applicato

.:.:D'ie Menschen zu Verwirren ..

Tra i molti opuscoli di cose militari e politiche che -dopo il 1866 si succedono nella sta mpa tedesca, uno vi le vò grnnde,-rurn orc e fu quello inti tobto : La Germania del, Sud sotto l'egemonia prussiana, la su.a certa rovina in caso di guerra tra La Franàa e la Prussia. L'autore si copre so tto 'il pseuuonimo di Arkolay, ma nello stesso modo che -si mostra accanito avversario della Prussia, si rivela però uomo di profonde cognizioni sì politiche e sì militari. Peccato che il buono di questo li bro è appannalo di fiele I L'autore vuole diruostrnre che oggi la ~ermania P. più esposta e me~o bene difesa, particolarmente dalla parte della Francia, che nel tempo della Confede,·az.ione Germ~nica; che i'Austri_a è tuttora e sarà·ampre


ll!V IS'L\

!a pad1·ona strategica della Gei'mania del Su<l-Ov.~st; onde in una guerra tra. Francia e Prussia, la Germania del Sud-Ovest non potrebb'essere difosa con successo, se non quando l'Austria concorra in questa difesa; e che quindi cotesti Stati germanici non avrebbero alcun vantaggio ad entrnre nella Confederazione ' · del Nord, ma ben anzi un danno irreparabile, e che l'unico sistema che può convenire alln ]oro arrischiata situazione si è il sistema svizzero dell'amw.mento generale. • A nostro avviso, il capitolo <:he d(~sta maggior in~ teresse è quello c;ive l'autore ragiona intorno ..al processo probabile di una guerro. t~·a ~a Francia e la Prussia, guerra che egli crede inex1Labile e possa scoppiure da un gio!'no all'altro. . . l)rli valuta a 800 mila soldati le forze·mrn~te dell~ , Confederazione del· ,Norù e dei contingenti tedeschi del Sud, che trattati esistenti mettono a disposizione della Prussia, ed a 450 mila uomini le forze con le qual i la Srancia puq assalire la Germania_, S~ l_a Franci,a prende l'offensiva essa c~rch~rà su~1to cli diYidere le f'ot·ze della Prussia e dei su01 alleai.i; mentre le è più facile; ed in cotesto modo essa _fa scomparire la sproporzione considerevole delle forze . . La Francia può fare assegnamento su .quat~ro elementi principali per dividere le forze dei suoi nvversarii: ,1° Le coste: 2° La frontiera .tedesca del nord-ovest 0 della Confedera;,ione del Nord; 3° La frontiera del su~orcst della Germania ; 4" finalmente l'Austria. ~ssa d! spone senza condizioue dei tre primi di quest1 mezzi, inevitabile sarebbe dunque la divisione delle for7:e dell'esercito prussiano, anche qurnido la diplomazia facesse il miraè:oìo <lì annu llare il quarto elemento, l'Austria. . Certamente se la Prnssig potesse prendere l'otfon~

,,

BIDJ,lOGnAF'ICA

545

siva le cose muterebbero · d'asw~uo; rria lo può ella se non è sicu rissirtia d'avere da11a sua l'Au stria? ·La Russia non può imporne all'Austria di guisa ad im pedirgli di fare almeno delle dimostrazioni sul fianéo dell'esercito prussiano. E poi può essa Prussia contare ,p1·opriarnente sui suoi nùovi alleati, una parte dei quali le so.no alleati per forza? Da ciò il signor Arkolay conchiude che per necessità la Prussia dovrebbe rassegnarsi alla difensiva, . Allo scopo di dividere le forze del nemico, la Francia troverebbe uù •gran soccorso· nella sua flotta, la quale è ·così superio,re alla prussiana, e:he questa potrebbe quasi considerarsi corne oulla. 'Se Ja flotta francese, con soli· 50,000 uomini da sbarco, si mos_tra nel marè del Nord e nel Baltico il commercio.._n1arittimo della Prnssia è subito ann icn~ tato e le suè coste sono min11ccfo.te. Queste truppe possono essere sbarc«1te dapprirnu in una delle isole · d:)Oesi, ,e siccome la Danirnar,;a sarà, .~_enza dubbio, · l'alleata della Francia, l'aggiungirnento di~30,000 danesi, porterà la forza di sbnl'èO a 80,000 uomini. I francesi possono allora sbarcare in poco ternpo 80,000' soldati sul rwnto più conven iente delle coste prussiane; levare contrib·uzionì ed anche progredire verso l'int'eroo. · La Prussia dovrà quindi adoperare 200.000 uorriini alla gua1·dia dellè sue cosi.e, il cu i s·vi ln ppo è di 200 ·miglin. Essa dovrò inoltre i111piegare almeno 100,000 soldati per le guarn igioni dell'inte1;9.o e dei pnesi annessi, come lo Schleswig, .FIIolstein .e l',\nno Vf~ r. · Poi vien e l'Austria: quesw potenza non s:iprù addomiP.ntarsi in presenza di una gu (~1Tn <:on sirn ilP, e per non lasciarsi sorprPndere dagli avve1 ii rnc·nti, esrn disporTà dei co rpi d'osservaz ione suflìcienti sui con fin i ,della Slesia, del la Sassonia e deH1 Baviera. L'A ustria

la

ANNO XIV;-'"VOL. U .

36


54,6

(llVISTA

ha q 1Jasi un milione di soldati, e non è quindi esagerato il s upposto che ne impiegh i '.200,000 in cotesti corpi d'osservazione. Aia qu e:-iti 200,000 11ust.riàci possono da un istante all'altro ricevere l'ordine di muovere inn unzi. Kòn igriitz è da vendicn rsi. Saranno pertan to altri 200,000 prussiani e loro alleati, che dovranno essere pronti a tener testn ni 200 ,000 austriaci. Rimarranno alla fin dei conti 300,000 prussiani contro 400,000 francesi . La Prussia e i suo i alleati non potra nno prendere l'offensivn; e potranno tener testa al nemico? L'autore ne conch iude che gli alleati della Confederazione del Nord, come quelli eziandio .del sud-ovest della German ia, adoprandosi ad aumen tàre a tutta forza i !pro eserciti permanenti, non fanno che rovinarsi durante la paee, seuza che cosifatt.i accrescimenti di forza possano poi salvarli in caso di gucrrn, attesochè senza l'appoggio formale dell'A ustria, la Prussia e i suoi alleati, anc:he contasse tra questi l'ILalia e la Russia, non sarebbe in grado di difendere· con successo la Confederazi one del No.rd, e tanto meno la Germania del Sud. In tutto questo vi ha palesemente deil'esagerazione, ma oiò non toglie però che nel fondo non ,,i sia del vero ; e . pet' ciò I' opuscolo di cu i abbi.amo dato questo rapido cenno merita di essere letto, col proposito di. legger an che le risposte e le repliche che lo hanno seguìt.o.

- -, - -

BIDLIOGRAFICA

547

Il soldtilo ilali,iiw istr•utfo nei fasti miiita,•i d elta sua 1udria i/alle epocl,,e piiÌ reinot,! fino tri 1io.d1ri !J.im•ui. - ~izionar·,;) storico, biografico . topografi.co , rnilitm~e d'Il_alia, conipitato sullri scorta delle [Ji1'.i, accreditate ope:re antiche e moderne da Pio Ilos1. lu0go tencnte di fan. ter,a. - Torino, 1869, Tip. G. Cassone e Compagnia .

È uscito il ·1° volumetto di H,4 pao-in c di questa opera, di _cui è lodevole certamente / 'pensiero, rnass11ne se sr p~nsa ~?e l'Italia difetta di opere complete suHa _sua storia .'mi li tare . Ond e speriamo 'che il lavoro del signor Bosi . acquis ti il favore del pubblico.: nè ...,,.. sapremmo rnegl10 farne conoscere Jo scopo se non con le _stesse parole dell'au tore . Il quale si è propo~to d1 . es~orre nel suo libro « con rnpidi cenni Ja « v:1ta _de, plù celebri capi tan i e gli avvenimenti rniq; htan \:>nd'è ricca la _s toria d'It,dia, ricordare al gio« ~ane sol<luto le nobrì1 tradizioni della patria e <lei« J eserc'. to,. far menzione di qu elle località che per la « lor? g1ac1tura e carattere talti co e strntegico si ac11.. qu1starono rinomanza nella difesa del paese, ecc. » V


RIVISTA STATISTICA

RIVISTA STJ\TISTICA

ziali e 5935 uomini, compreso il reggimento di riserva. L'effettivo di pace di una compagnia attiva: 3 uffiziali e 95 soldati; l'effettivo di guerra 4 uflìziali e 236 soldati. I cacciatori constano di 1 reggimento (t irolesi) e 33 battaglioni autonomi di 4 compagnie cadauno, più una compagnia di riseeva ed una di recluwmento. In caso di guerra le 40 compagnie di riserva forme1:ebbero ,10 battagl ioni di cacciatori di riserva. L'effettivo d'ogni battaglione è : in pace di 22 uffiziali e 474 cacciatori; in guerra 30 uffiziali e 7&.31 cacciatori.

Austria. · Dànimarca. Un imperiale d~creto del '.2:2 marzo scorso e che ~ndò in vigore col 1° moggio, de~tò i~i~ortan ti mo: dificazioni organiche per la fanteria dt lrn ea e per 1 ·caccio tori . Gli 80 reggimenti di linea sono ordinati su 6 battaglioni: 5 auivi a 4 comp1!g_nie, ~d ~ di red~tamento. , I tre primi batt11glioni atlIVI cost1tmscono lil . ternp~ di pace l'elemento mobile e_ ~osson_o es~ere d1slocat1 conforme i bisogni del servizio. · Gh altri due battaglioni attivi, composti dei soli ~ua:fI,rf, rimangono nel di:-;treLto flel recl111amento per l'1struz10ne delle reclute . e dei soldati in congedo illimitato. II battaglione di reclutamento, coi:nposto a~che dei so li quadri, stanzia t>sso pure nel d1str~t10 d~ reclutamento, co lla mission e Jella tenuta dei ruoli e dell'amministrazion e del rnngazz ino di risern1. In l.empo di pact. la forza del r~ggimento ~ di 89 uffi~iali e ,u.34, uomini di trupp,1, rn tempo d1 guerra 133 uffi1

La forza dell'esercito danese è di 44,000 uomini sul piede di pace , e 67,000 sul pi2de di guerra, ·con 6,200 cavalli e 90 bocche da fuoco; e sono ripartite come segue: Fq,nteria :

2 ·16 battaglioni tra guardia e linea.

1O

Cavalleria: Artiglieria_:

Genio: Treno:

id. di riserva. squadroni . . 9 · batterie da campagna. 6 compagnie da forteiza. 3 id. di riserva da campagna. 1 battaglione. 2 divisioni.

~5

Il servizio è obbligatorio per tutti dal 22° al 36° anno di e.tà. Una parte d'ogni classe di leva forma la 1• ca-


550

llIYISTA

tegoria e dopo trascorsi 3 o 4 ann:i sotto le armi, secondo l'arma. cui appurtiene, il soldato ri.mane in congedo illim itat.o sino al 27° anno d'e tà; poi passa alla 2° categoria, a formare la quc1le eoncorrono altresì tutti col Mo non des ignati al · servizio sotto le armi . Chiamand o sotto le ar·m i tutte le suo milizie per un supremo sforzo, la Danimarca può disporre dì '15Q,000 armati . In quanto · all a marina ne abbiamo da to cenno a pag. 2s,1 di spensa detrultimo febhn.iio . ---'·-

Baviera. A completare il ragguagl io che abbiam dato a pag. ·127 della dispensa de.Ilo scorso genna io sull'attuale organamento dell'esercito havnres<"-, aggiungeremo che il suo piede di par.e è cli 48,000 uomini. Sul piede di guerra la Baviera conta disporre di un Asercito di 86,00,0 uomin i e 26,000 di landwehr, cioè in tutto di , 1ÙJ,000 soldati . · Il fuci le che pare definitivamente adottato per Ja fanterin è quello modello ,verder, con cartuccia metallica sistema am ericano Berdan. Al campo d'istruzione sarnnno in quest'anno chiamati anche 8 ba ttaglioni di Jandwehr.

S'l'ATSIT10A

Sr.à,-ti Uniti d'America. Il bilancio delle spese per l'esercito per l'nnno che finisce il 30 giugno ammonta a :i3,350,898 dollari. Fanno seguito ai diversi capitoli delle spese i seguenti articoli : In nessun regg imento di fanteria si fa ranno nè nuove nomine, nè promo7,iqni, nè Drruo lamen ti sino a che il nu mero totale· dei reggim enti stessi non sia ridotto a % : il segretario di Stato per la guerra è invit.ato a p1·ocedere, colla maggiore sollecitudine che i biso()'ni del servizio perm etteranno, alla fusione degli attl:ali reggimenti di fonteri'a. No_n sarà fatta aleuna nomina di brig,id iere prima che 11 loro numero non sia ridotto a meno di otto· e dopo d'allora non vi saraon~ nell 'eserctto più di o~to brigçtd ieri. , ' L'arruolnrncnto sarù d'o1·c1 ·innanz·ì per cinque anni. Le H5 bande rnusieali, organizzate nel 1866, saranno tutte immediatamente sciolte e licenziatf) ad eccez ione di quella del l'Accademia mil itare; ma pet' ogni reggi- , mento snrù nrruola to un capo-musica, istruttore di _rrrnsica, collo stipendio di 60 dol,lari al mese. Sino i1d ulteriore ordi ne non vi saranno più nè nuove nomine, nè promozioni nei diparti menti dell'aiutante generale, de ll'ispettore generale della tesorel'ia , del CjtHll'Lier· m'astro, del <.;Ommissarinto della arvigl ieria, del genio, e del servizio sanitari o. ' Il grado ono rario (Brevet-rank)' non darà agli ufficia!i alc;un diritto a precedenza od a comando eccetto


552

HlYISTA

553 L'attuale forza totale dell'esercito degli Stati · Uni ti d:America, secondo le ultime notizie, sarebbe di 48,081 uomini; dei qunli 4,340 apparterrebbe ro corpo d·egl'ingegneri, all'artiglieria, e ad altri rami diversi di servizio. Non ci risulta poi quale variazione di forza sarà per arreeM·e la riduzione o consolidation dei reggimenti cli fanteria da 45 a soli 25. , STATISTICA

in ca,so · di spec iale ordine del presidente; ma tale ordine non conferirù ;ill'uffidale alc un diritto a mnggiore stipend io od assegnamento.

;1

..

Riportinmo ora in sunto le disposizioni emanate dal eoma ndo generalt3 deJJ'esereito p.er recore ad atto la fusione (consohdation) dei 4,0 attua li reO'.()'imen ti di . bb fanteria in soli 25 . I reggime nti saranno consolidati ~ompagnia per compa,gnùi; in modo tal è che ogni nuova compngnia riesca ad avere la forza di: 1 capitono, 1 lqogoteoente, ,J sottotenente, 6 sergenti. 8 <;aporali , 2 musicanti, 2 operai, 4 conducen te, 100 soldc1 ti. Tra gli uffiéial i di due compagnie destinate a fonders i insieme, sarò l'ufficial e più anziano dì ciascu n grado che conserverà il rispettivo posto; Lutti gli altri che resteranno in soprann umero saranno mandati alle ·loro case in attesa di ordini . .J sott' ufficinli soprannumerarii saranno onoreYolmen te licenz iati dal servizio, a meno che non prefe- ' riscano riman ervi con un grado infe riore. Tutte le vacanze che si and ranno formando in seguito nei posti d'uffiziale dei 25 reggimeriti di fanteria saranno coperte dagli uffiziali più anziani del rispettivo grado che Lrovaosi alle loro case in attesa d'ordini. Ogni reggimento (fo rma to su un battaglione solo e 10 compagnie) avrù 4 colonnello comandante, ,1 luogotenente colon nello ed 1 maggiore , il resto dello stato muggiore sarà formato in segu ito. 1


RIVISTA 'l'ECNOLOGlCA

RIVISTA TECNOLOGICt\

RevoltJer tlneeric,u~o Smill1e1•-li'etsoti,

Traduciamo dalla Il/vista Jfilitare Portoghese del prossimo pass;J to marzo quanto segue : Quasi tutti i militari sono presentemente d'accordo che gli ùffieiali di fanter ia debbono in campagna aver con sè un revolver per i combattimenti a corpo a corpo, inquantochè la spada o la sciabol a sono armi di nessuna risorsa contro il fucile. ·' Gli ufficiali prussiani usano il revolver di compiicato meccanismo, che portano in una borsa di cuoio appesa al cinturino; ed assicurano d'avere in critiche circostanze ritratto grandi vantaggi dall'uso di tale arma. Per altra parte gli stessi ufficiali dicono che le spade fabbricate nel celebre stabilimento di Chatechrant, per quanto ottime siano, non valgono nulla contro il fucile a sciabola-baionetta; che comincia a diffondersi in tutti gli ese rciti europei. f: poi molto· desiderabile che gli ufficiali di fanteria vengano muniti d'un'arma di precisione, il cui mec-

canismo sia forte e semplice nello stesso tempo, sì da poter resistere agli strapazzi della guerra, ed essere occorrendo riparata fa cilmente . Tale desiderio tr·ovasi, a parer nostrn ,. soddisfa Lto dal revolver americano Smither-Wetson, di cui passiamo a dare una breve descrizione. I revolvers americani sono d,i tre tipi. Il primo, chiamato pistola da tasca, è a sette col pi, ha selle eentinrntri di canna, la culattn liscia, ed il cnlcio intarsiato: il suo calibro è cli cinque -millim etri, ed il suo peso è di 286 grammi. Il secondo tipo, che in .,grazia delle sue dimensioni è g·uello adottato per gli ufficiali di fanteria, ha sette mi.llirnetri di calibro,· e l<1 sua canna è l,lrnga nove centrimetri. 'La cul utta è di ferro liscio ed il calcio è pure intarsiato : pesa in tutto 430 grammi. · Finalmente il terzo tipo di cotes to revolver, che è da fonda , appartiene allo stesso modello che il secondo, e caricasi con ugual palla; ma la lunghezza · della sua canoa è di quindici centimetri. La portata di queste pistole è assai considerevole. Alla distanza di duecento metri la pa ll a attraversa una tavola di legno della grossezza di tre centimetri, •ed a quattrocento metri il colpo conservh ancora tanta forza da poter esser mortale. ~ì potenti effetti sono dovu tì al modo còl quale si fabbricano le cariche. nelle quali combinasi il fulminato con una polvere moltissimo compressa, cosicchè la palla conica ne riceve un'impulsione straordinaria. Cotest'arma è rigata, la canna è d'acciaio forbito, ed il grilletto scompar·e qu,ando la P.ìstola è disarmata. La canna si ripiega ' sopra se medesima col mezzo) d'una moll a o braccio di leva, formando ~n angolo retto colla culatt_a, e ciò per introdurre nel cilindro le cartucce. Il cilindro può essere tolto via senza


556

RIVIS'rA

levarne le cartucce, e custodito in tasca, sempre quando si avesse timore che le medesime potessero soffrire l'umidità. Too·liendo la vite che tien salda la piastra, da cui è co;erto il sistema, presentasi all'occhio il meccanismo, il quale ~ il più semplice che si possa immaginare : compon~si di ~oli tre pezzi. , . JI principale vantaggio che ta le arma poss_1ede ~o~ra t11 tte le altre consiste in ciò, che all'acqu1sto d1 ciascuna pistola sì possono per un ten uiss_imo pre~z~ aver tutti i przzi di ricambio della medesima, tagliaLI tutti con tanta precisione, che. si possono esattamente sostiLUire agli altri )oro co rTi~pondenti, così~chè l'ufficiale può fare da sè J'arma1uolo ed eseguire senza la minima difficoltà qualunque riparazione occorrente. Ogni carica, o cartuccia che dir si voglia, costa a Parigi quattro centesimi . . . , ,. ' Questi revolvers escono dalla rinomata f~bbnca d1 Springfield, dove milioni di f~cili ~i fabbricarono e si vendettero. per· la guer-ra d Arner1ca. Da quel che ne abbiamo scritto sc?rgesi pertanto, che una tal arma riempie, secondo 11 d'ebo_le nostr~ parere, una lacuna che da molto tempo des1d~ravas1 di veder scomparire, risolvendo .il problema~, poter dotare l'esercito d'un' arma da fuoco portatile elegante, moltG leggera'. caricantesi per la c~:I~t;a., e suscettibile d'essere riparata con grande fac1l1ta. L'auma suddeua occupò un i:ost0 distinto nell'esposizione uuiversale d1 Parigi.

TECNOLOGICA

557

Russia. Secondo l'Allgerneine Zeitimg, sino ad ora . la Russia i10n avrebbe che 62,000 fucili ridotti a retrocarica, ,con i quali sono armate 5 divisioni di fanteria, più il ·battaglione znppatori della guardia. Ma ci ris11Jta inveee il che numero delle armi trasformate supera già i '170,000. La trasformazione vien ope rata col concorso delle fabbri eh è dello Stato e degli appnlti; e la 'produzione gfornaliera sarebbe di 560 fucili. Ciò sicuramente è pochissimo per una potenza come h1 Russia, e proviene dall'incertezza in cui ivi si è tuttavia sul sisterna da adottarsi. ' Le sperienze proseg110no alacremente su quanti modelli sono presentati, e pare che qnivi pure siasi deciso di rinunziare al sistema ad ago . '

MAnTrNr CAnLo,

Gerente.


\ INDICE

559

Maggi~

INDICE D~L VOLUME II -- ANNO XIV J

Aprile Progetto di Legge per le basi gener~li . d'or dinamento dell'Eseeeilo - presentato da S. E. 11 Alm1str_o della guerra alla Camera dei Deputati nella tornata del 12 aprile 1869 . . . - . . · · . . . · · Pag. N. M.utsEr,r,1. _ Un dialo,5o sulla strategia . . · · · -,, BENEDETTO PLEDANI. -- Proposta d' un nuovo armamento per la fautcria di li'.rna_ . . · · .· ·. · .. :. · . '. ·, ~~ · . ./Jfoggior e et' J!rtialieria. - · Cons1dernz1orn sull 01 F• BAVA ,1 din~mento mi litare del Regno · · · · · · · >> BAROFFIO. _ Le Conferenze di Ginevra 18?4-_1868 e la Convenzio ne ed articoli addizionali per m1gl1oraro la sorte deiìni li tari feriti nelle armate in guerra. . . . » RIVIS1'A STATISTICA, - Francia. - Russia. . . . . . » IltVISTA 'l'llCNOLOGICA. - I pozzi d'acqu~ istanten~1 per. le truppe in campagna (con , tavola lito,qrc~fica,;. - Riepilogo del resoconto ~1fficia.1e dc!le .sp~r1:nze, comp~rative, fo tte alla Spezia, dei pro1elt1 d1 diversa_ speme lanciati con tro piastre da corazzature - Svezia » RIVISTA llIBLJOGRAHCA. - Cartografia »

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'82 108 ,

160 188

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Nmo Brx1o~R GmOLAlfO BusF.TTO - Rifless ioni sul sistema di difesa dello Sla lo e parlicolarmente sul perno strategico di Alessandria . . . . . Pag. 213 P. VALLE, colonnello. - Studio intorno a lla campagna 243 del 1866 in Ger:11a!1ia G. GNr.cco, maggiore. - Studi sulla cavalleria•. . . . . · 276 F. llAVA, maggiore d'a1'ti,qlieria. - Considerazioni sull'ordiname.nto militare del Regno (continuazione) . 288 ETT01rn AlllIAN, sottotenente nell'~0 nggimento {ante1·ia. · - Sull 'abolizione dcll'esonerazione . . . . . . . 32ò RIVISTAs1·AnsncA. - Itrtlia : Ri lancio del la guerra pel 18'70 - aussia: ~forina da guerra - Campi d'istrn ziooe Dati statistici suita cosc.r.i zione operata nel 1868 !\uovo arnrnm~nlo dell 'esercito. - Inghilter1'a : Cantiere navale di Woolwich - Bi lancio del ministero 1 della guerra ·e riòuzione della forza dell'esercito Abolizione del com,1ndo generale delle forze mili tari in lrJanda.- Marina. - Mon ar·ch1:a Attstro- Unga1·ica : L'ispcltorato generale sostituito al comando dell 'esercito :- .Bandiera de lla marina mercantile della Monarchia Austro- Tlngarica. - P1·w;sict : Por to mili tare di IIcppeus. - Conf'ecle-razione Gerrnanioa clel 1Vord: Bilancio della guerra . . . . . . 344 RIVISTA TECNOLOGICA. - Spcrienze di nuovi fucili a retrocarica in ltalia ·- Esperi enzo sull'uso della dinamite. - .Esperimento comp.:ra livo fra il fuçi lo Barunow e que llo del sistema Cari, in llussia 361

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· Giugno NINO B1x10 e GrnOI,AMO flUSETTO. - Rifl essioni su l si~tcma di difesa dello Stato e particolar mente sul perno strntegico di Alessandria (Continuaz'ione e fine) . Pag. 369 N. MARSELLI. - Il genera le Jomini. - Discorso pronu nziato il 6 aprile 11ella Scuola superior,3 di guerra 392 DANIELE IlERTACClIL 1Jete1'inario in 1• nei cavallegge1·i Saluzzo. - Proposta d'un nuovo modello di sella a

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INDICE

bande mobili e senza coperta per uso della cavalleria con varie modificazioni nella bardatura e nell'insel, . I'ag. menlo . F'. BAVA, mar;giore d'arti.glieria . - Consiclerazioni sull'ordinamento mi litare del regno (Contiuuazione) LuIGl BRICCA, capitano nel 6' reggimento g1·1inatù1ri. Considerazioni ~ul quarlrato PAULO F,11rnR1, ex-capitano del genio. I volontari della Ri voluzione e quelli della controrivoluzione (179~) . F01·tificazione. - Alcune proposte rela livc ni forli modc:rni, di Antonio A11derloni, capila trn del gen io (con

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524 " Jlclilzione dnl gennale Torre sulla leva de lla classe 1846 e sulle 1•ieeode dell'esercito da l 1° ottobre 1866 a l 30 settembre 1868. - Con} sidnrnion i su lla fanltwia, per 8. M. Carlo XV, rd di SvHzia e di Norvegia. - La Germanin del Sud sollo l'egemon ia prussiana. - Il soldato italiano istruil o rn:i fast i militari della su.i pa tria d«lle l'j.Hlche le più 532 ' rer= note fino ai nostri giorni RIVISTA S1'A7 ISTICA. - Austr·i(t. - Dttnimarca. - Bavie·ra. 54.8 - Stati Uni/:i d'Arnerica . RIVISTA TECNOLOGICA. Revolver america no Sm ilher554 \Velson. - Russia. 1wa taMla litografica)

RIVISTA IlIBLIOGllAFICA. -

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