RIVISTA MILITARE 1869 TOMO I

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MILI -TARE ITALIANA

' RACCOLTA MENSILE DI SCIENZA, ARTE E

STORIA MILIT ARI

DELL' ESERCI TO ITA LI ANO

Serie III. - Anno XIV. ·Torno I.

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G. CASS0~1E E COMP. TIPOGilH'l-EDITORI 'l'ORll'llO Via S. Frane, da P~ola, 6.

FIRENZE Via Cavour, l'\ 0 8.

1. 869 .


PR.O GRA 1-1NIA

Proprietà letteraria

Firenzo, 1869 -

G. Cassone e Conip . Tip. di S. M.

!ffinchè la Rivista Militare che da 13 anni pub.blicavasi in Italia meglio rispondesse al suo fine, il }lìnistero della Guerra con provvida iniziativa ha voluto darle più larghe e solide by.si. Tale intendimento è clirclto ad alimentare ed a favorir~ gli stud~ nel nostro esército , in guisa che gli ufficiali delle vatie armi pos.sano tener . dietro e .concorrere al progresso delle scienze in tutto quello che si riferisce all'arte militare in generale. A..rdna opera è questa ai nos tri tempi, poichè l'immenso sviluppo delle moderne cognizioni r ichiede uno studio assiduo, lungo e svariato, per non rimanere estranei ai nuovi portati delle scienze, e poter cogliere, in mezzo ·a:1 flusso di tanle ricerche , quel che torn i utile all' arte della guerra.


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PHOGRAM~lA

PROGRAMMA

Il progresso di un ramo qualunque del sapere deriva senza dubbio dagli sforzi collettivi, sia diretti che indiretti, della intera società e dallo sviluppo storico cli tntte le scienze, le quali tanto più fra loro si connettono quanto pit1 chvengono il riflesso di una ragione comune. Laonrle coloro che ebbero -l'onorcvolç incaric.o d'intendere alla redazione di questa Ri'vista sono convinti che ne falserebbero il fine., se avessero la stolta presunzione di i)oter da. soli soddisfare a sì cliffì. cile compito. Invece, dovendo questo periodico aver· vita da lavori. cli quanti coltivaB.o gli studi che, entrano nel suo vasto campo, la J1eclazione non pnò rimanersi dar fare appello a tutti gli ufficiali deJl'esercito, onde i più studiosi vi arrechino il tributo delle loro cognizioni e del loro ,ingegno. Eglino troveranno in questa· Rivista. il più vasto campo aperto ai loro- lavoTi: e così la costanza nello studio, la fede nel nobile scopo a cui si tende, e la discussione libei'a ma calma, dignitosa e ']ontaI).a da . qualnnqHe peI~Sonalità, qual si conviene alla serietà della scienza, da· ranno una vita utile a questo periodico, estraneo affatto per sua natura alle ·passioni·politiche . Questa 'Rivista accoglierà i lavori speciali delle varie anni' e quelli relç1.tivi ai vari servizi delreserci ~o sia iri pace come in guerra; i lavori tecnici; scientifici e didattici che al)biano attinenza alle cose militari ; e sì giovo1:à dalle miglior_i pubblicazioni straniere. Gli scritti si pub-

blicheranno con la firma degli autori, ai quali ne rimarrà intera Ja respon~mbilità. E qui stimiamo opportuno aggiungere che, senza pretendere che la Rivista debba trarre il suo lustro unicamente dalla elevatezza delle materie, mir iamo soprattutto all'utiìità che possa ritrarne l'esercito: onde collimeranno del pari con l'indole di questo periodico e gli scritti di elevate teorie, e i lavori informati a queilo spiri~o di pratica utilità che ritrae il carattere dei nostù tempi. J,a bnona pratica infatti. non può ·mai tipngnare alla ver.a, teoria, poichè esse si fondono. in un medesimo principiò che è il vero; cosicchè .se una buona teoria è quella da cui può scaturire un'utile .pratica, una buona pratica ha sempre, anche inconsapevolmente, la sua ragione in una sàna tèoria. Certo sarebbe difficile voler delineare con contorni precisi fin dove la cooperazione delle scienze possa concorrere al'lo scopo cli un periodico mi~itare. Si noti però che l'arte della guerra, di sua natma coJ1egata al complesso dell'uman sapere, è come l'espressione della coltura intellettuale e c1·e1 grado d'incivilimento di ciascuna nazione, avvègriachè al mo progresso concorrano tutti i t.r'ovati delle scienze. Onde sebben'e i principii generalissimi di tale arte sieno in fondo sempre gli stessi; tuttavia_-le, scienze positive e le progredite industrie forniscono sempre nuovi elementi per poler applicare in modo mi-

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PUOGHAMMA

gliore co<lesti principii; e da qui jl largo campo che dee avere un periodico scientifico-militare. Dacchè l' Italia è risol'ta ha sempre con so- . lerte proposito dato opera a migliorare ed a far progredire le sue istituzioni militari, fecondando i buoni germi che ereditò dall'escrèilo subalpino. E, dopo che la guerra del ,1866 ha scosso l'Europa e fotta sentire la suprema necessità di tra'sfondBre negli eserciti il progresso intellettuale accanto a razionali e ·solide istituzioni, l'Italia può dire a ragione di non esser r imasta seconda a verun altro Stato. Chè se non mancavano al nostro esercito utili istituzioni intese a tener alta la .coltura intellettuale; se non difettavano le scuole teoriche e pratiche, e se le armi speciali avevano organamcnti degni della loro m issione, è sorta ultinrnrnente' la Scuola superiore <li guerra, che afferma la necessità di un' alta istruzione militare per coloro che aspirano ai supremi gradi della milizia. Questa Scuola ha iniziàto un nuovo movimento intellettuale fra di noi, poichè l'istruzione vi è ispirata alle J)ÌÙ larghe vedute. Essa accoglie il fiore di una parte degli nfrlçiali del nostro esercito ed apre la via peL' g iu ngere ai pi Li alti gradi a traYerso un ti-. rocinio sc ientifico e nobilìssimo. Vegga dunque l'Italia con orgoglio questa g iovane Souola ,._la quale ha trovato nel seno stesso dell'esercito i , buoni elementi della sua. prosperità presente , che è aurora di un avvenire splendidissimo.

PROGRAMMA

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In Italia, o per nna certa timidezza d'ingegno o per soverchio amore cli un classicismo che non. si appaga se non del sublime, o -per Jc agitate condizioni politiche dei tempi, la diffusione e il progresso delle scienze proccaevano forse a rilento. Ma oramai in tutti è penetrata 1a con. vinzione che il terreno che non guadagna la sc ienza è inesorabilmente conqu istato dall'ignoranza con dmmo sinisurato dell'intera nazione. · Adunque, sè gli ·studi hanno preso fra di noi un nuovo· imP,uJso conformato da tanti fatti che segnano uno splend ido avvenire dinanzi al nostro ~sercito, noi confid iamo che questa Rivista par~eciperà anch'essa a sì nobile fine. E se non ci verrà meno il fraterno e leale concorso dei nostri comm ilit9ni, quest'opera periodica , divenendo come la estrinsecazione delle ' buone tendenze dell'esercito, tornerà certamente a decoro della car,a nostra patri'a.


IL PROBLEMA MILITARE DELLA

INDIPE NDE.NZA NAZIONALE.· CONTINUAZIONE (1)

Pubblichiamo il seguente lavoro, che fa parte di quello che il maggiore }larselli già anelava pubblicando in questa Rivista .

VI. Applicazione all'attacco d'uu esUUJlO ti!•i nce1°ato. A corroborare le cose dette recheremo esempi di assedi ben condotti, ed a svolge1:le faremo una applicazione ad un'" caso determinato. A quel modo che nel disco nere della difesa abbiamo prescelto di fare · un'o studio sul s istema a seguire per fortificare tallicam ente la Fiazza cli Danzica, pariment.e nel tenere -

(l } Vedi R:foista '!JfitiJ(J;re Ital-iana, an no xli, voi. 1, png .. 173 e 265, yi)J. n, p~g. 54. voi. Hl, p. 26, vol. lV, p. 29, anno x m . YOI. r, p. 334, YOl. fl . p. 73, (l YOI. IV , p. 34.


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43 L11Lto fu pos to in opera per Yincere l'ostinata rc•sistenza di eroici difensori. . U~a Lerza regola è quella di rivolgersi alle posiziom sporgenti, salienti, e in genera le di forsi una base occt1pando le posizioni avanza te e incomincian do l'a LLacco co l prender possesso dei forti stuet;a li , non di tutti, ma di quelli che aprano la \'ia alla. cinta . Farn una punta sulla cinta, insinuandosi tra i forti e lasciandoseli olle spoUe, sarebbe rovinoso errore , . mass1m.~ quando la _cinta è solida ed ha il vantaggio della d1fesa success1va , ossia 11011 già ehe pl'eso Ma.Jakoff sia preso SebasLopoli. Simile errol'e non si faceva neanche con la vecchin fortificozionc, non ostante che il l'iescire f'osse opera più agevole che non sia con un campo trincerato model'l1o . :Uassena, nel 4810, per imestiee Ci udad-Rodrigo , ebbe siccome primo pensiero il prendere il po nte dcll'Agueda e il sobboro·o d_i PuenLa; e di poi seppe trarre egregiamente pu~·llto della dominante posizione del Teso per collocu rvi l'artiglieria, e br1ttere la cinta che si scorgeYa a buona portata. Così e' sperava abbreviare i Iarnri da trincea e potern brnscare (mi si permetta questo italian o francesi smo) l'allocco. Non ostante ciò, i conventi, ch'erano i forti staccati di quelle piazze, gli diedero mol to da fare, e moles tavano di fian co i lavol'i di assedio e pel' consiglio di Ney e clegli ufficiali del genio si fu costretti attaccarli prima della cin t.a. "E i lettori ricorderanno quanto sangue e quanti sfol'zi costò il cooYento di Santa-Crnz. Clte se nell'assedio di Lerida al "8 10, l'Haxo potè ri volgersi alla cinta, senza darsi pensi,,ro ciel castell o, f'u pcrchè il cas tello era quasi addossato alla cinta. e ii teneno ondulato in guisa da coprire i lavori d'assedio. l\Ia nel mezzo dei suoi lavori il colonnello Haxo si accorse che il forte <li Gardin, situato dulia parte opposta a quella degli DEJ,I..\ ll'iD1PEl'iDEfliZA NA ZIOl'iALE

TI. PROBLE)!A mr,lT.\llE

parola dell' attacco, diremo come ella s' abbia ad attaccal'e tatticamente. .rielfe cose di gue rra , ove i p1·incipii assol ut.i son pochi, mi pare migliore e più pratico metodo questo, anzi che quello di spa7.iar molto in su i generali e co rrere per le astraLl.ezze. Per qnan lo dissim ili son o 'i vari.i casi particolari nelle loro peculial'i forme, per altl'eltanli simili ei sono nei principii generali che formano come a dire la loro sostan za. I lettori si soranno ben e av\'ecluti clte la stella polare della fol'tificazione, dell'arte milita,·e in generale è il principio dell'armonio, e clie pertnnto negl i attacchi combinati sta il segreto della vittoria. Un esame .issennato degli assedi durati farebbe vedere Mmc non v'abbia assedio ben condotto e felicemente riuscito che non sia stato informato {I quel principio, quantunque di sovente i Capitani, al modo degli artisti, lilCciano bene per istinto retto e senza · rendersene coscienza scientifica. La prima regolo, come abbiamo detto . si è cli spazzar l'inimico dalla campagna. Per essersi conformalo a sifl";lLLa regola, il maresciallo Ney potè nel 1810 liberarsi dagli Inglesi, investil'e Almeida, òarsi tranquillamente ad assediarla e pt·enderla. Per la medesima ragione il maresciallo Soult, che nel ·181 1 assediava Bn.dajoz, fece l'arrliLa e prudente operazione di passare la Gnacliaua e muovere al nord della pi~zza per attaccare l'esercito spagnuolo di soccorso che accampavo, nel camp o trincerato di Santa Engrazia. La vinta baHaglia della GeYora gli die' agio a menare innanzi l'assedio . Di po i lo seconda regola è quella degli attacchi combinoti. Il generale Saint-Cyr, ch'era tattico abilissimo, seguiva cop predilezione siffatto metodo, e l'assedio tli Girona .al ·1800 n'è un esempio. Lavori d'assedio, auacchi a viva forza, blocco, combattimenti, 1

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lL P ROBLEl!A MILl'l'AllE

altacch i, era la chi.aye del castello e della pos1z10ne in generale, e venne nella delibel'azione di attaccarlo e occuparlo. E .in questo carnbiam en Lo di direzione delle batteri e gli-assedianti ebbero non poco a soffrit'e dal trascurato castello , l i generale Suchet, c!J'era giusta. mente prudente e però fortunato nel riuscire, n_ell'as::;edio famoso di T,uTago0na al 118411 prese prima il forte Olivo e CQn lavori di trii1eea, batterie da brecc ia e assalto. Intanto , per dimos trare come neanche l'esclusione dell'attacco di viva forza debba essere un partito preso, Jarnmen terò che lo stesso gen~rale Suchet nel medesimo assedio deliberò prende t'e il forte Francoli facendolo prima opprimere dall'artiglieria e poi assaltare, senza metter tempo in mezzo con lavori · da trincea. La speciale posizione gli permise di operare cosi,' quantunque il forte avesse scarpa e contro::;carpa in muraÌura e fosso pieno d'acqua. Il vern assoluto nella· guerra è di non aver sistema esclusivo e di r ip utar tutto bene quel_ clie a bene ritorna, tutto proficuo quel che al terreno in generale ed ai diversi casi in particolare si acconcia. Le regole che abbiamo poste innanzi, quantunque · pochissime, gli esempi che abbiamo scelti, quantunque -pochi, sono nondimeno sufficie11ti a 1netterci in grado di fare un'applicazione ad una piazza deLerrnim1ta che per noi sarà Danzica. Mi lusingherei di. troppo sperando che i lettori àvessero alla mem ol'ia q uel che ho esposto intorno alle difese di Danzica , e forse sarei petulante se h ripregassi a leggere · questa ap:. - plicazione con l'.aiuto d'una carta di Danzica e dei . suoi dintorni. Ma dall'altro canto non amo a ripetenni se non in quelle cose che giovano alla chiarezza. Gittando gli. , occhi su 'di una earta cli Danzica e

DELLA INDIPENDENZA NAZlONALE

si

delle sue circ9stan~e {'I), vedrà a bella prima con1'ei sia malagevole, quando non si ha il dominio del mare e del fiume, il bloccare questo gran campo trincerato . Ciò non ostante, noi che tenemmo la riva sinistra della Vistola, potremmo piantarvi batterie in aceonce posizioni, a fine di molestare tu tta quella parte di vettovagliamento che si opera pel fiume. Non affameremo i difensori, m~ loro recheremo é1uel danno che per noi si può maggiore. Altl'i opinerebbe per avventura d i spingere un corpo a destra, fa rlo salire h\nghesso la Vistola, e lassù all'altezza di Ileubude o Neufaht· ordi1iargli di fare ogni opera, di sforzarsi ancbe a gìttare d ue ponti per occupare ·l'altr& rivn della Vistola, e i!Ìlpedire il vettovagliamento che si effettua per di .là . .Ma no i noi faremmo, perchè non vorremmo dividerci e ,indebolirci per compiere una azion e di guerra, la 'tiuale non ci mena alla meta, ma ci Loglie solo qualche 'ostacolo nel cammino, e ~_ un èosiffatto erroi:e sarebbe tanto più grande, quarito più noi potremmo far t.:adel'e Danzica altrimenti ·che per blocco. [I Capitano formatosi il concetto dell'attacco , afferrata l'idea clominante, · trovata la chiave della posiziòne, fa Llltto concorrere a quello scopo, adoperando con giusta misura i. - suoi mezzi , Ora se · Ja mente direttrice avrà scoi·to che il campo non pDò. esser nostro per :blocco e può esserlo per altl'O modo, non sciuperà per fermo le sue forze rivolgendole. a bloccare, il che_ non esclude che egli volga la mente a tormentare le comunicazioni dell'assediato con tutti quei_mezzi ch'egli ha sotto' la mano o che non in~ fiacchiscono la sua mano. Le medesime ragioni ci tolgono d'inves tire anche (1) Vedi p. e, quella Cònlenula ncll '1itlante cìPl Consolato e dell'impero del Tnnms.


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IL. PllOBLEMA MH,l'l'AllE

non istrettam en le il campo; la q ual cosa a noi c1 deve parere una iieta nécessità. -Spesso spesso l'assalitore cede alla voglia di cingere e non s'accorge da pmna quanto gli può esse_re fatale ques~o sottil e cordone di forze disseminate. In q nella vece 11 campo cli Danzica, per la sua configurazione topografica, ci toglie cli obbedire a questo ticchio e ci rinserra e concentra àl suo ovest. E non v'ha miglior modo a spuntar-la con un campo estesissimo che il tenersi raccolti e il dirigere tutti gli sforzi su di un punt? solq. Lo Schiller dice che non si fanno opere grandi senza accumulare un'i1n mensa forza su di piceolo punto; Il mondo, l'uomo è uno, e quel che nccn de nei éampi dell'arte . e della sc,ienza, accade eziandio per mirabile armonia sul campo della guerrà. Abbiamo veduto come la natura istessa della po- · sizione di Danzica ci };a gittati e concentrati di fron Le al suo lato ovest; ma · concentrati non suona accumulati ed ammonticchiati. Il concentramento è a prendersi come un termine relativo all'eccessivo disseminamento, e non come quell'ammassamento di fo1·ze che impedisce Io stromitolarsi, lo svolgersi , lo spietrarsi della truppa ; che sarebbe nientedimeno ·che ~onfusione. Noi abbiamo dinanzi tutto il lnto ovest, noi possiamo e dobbiamo spaziare, muovere e manovrare, noi doblnamo fare scelta del nostro punto di attacco ivi urtare con la punta del noslro cuneo e di lato ~enere in iscacco il difensore e metterlo in sul chi viva. In qw~sta scelta def punto di attacco è il - principale, il più importante e più ?iffi~ile pro- · , blema dell'assedio, chè da esso tutto 11 rimanente discende ed emana, come l'asse nel quale s'impernia il mecèanismo delle ruote. Nell'assedio dd ,1807 il generale Cba.sseloup prescelse l'ffagelsberg, la sin_istra del lato ovest; ma noi

47 attaceh iamo un campo trincerato e non una piazza isolata con . fiacche difese esterne, e però ad ostacoli nuovi ci vogliono metodi nuovi. Noi in ·quella vece ci volgeremo a destra per le ragioni seguenti. Innanzi tutto a questo modo poggiamo la nost.ra destra nll'inondazione e per tanto non abbiamo paura di essere per di là girati o presi nel fianco. Di poi è a considerarsi che se è mnssima di guerra il cacciarsi nel mezzo dell'inimiéo ·per separarlo e batterlo partitamente, è ragione di suprema logica il comprenàere che quest~ massima, ottima quando i corpi nemici ,sono separati da grandi distanze, da quella dis'tanza che impedisc~ la congiunzione d~i cotpi nemici prima che l'uno dei due sia stato sconfitto, è pessima regola quando la distanza è breve e la congiunzione cer'ta . In questo ultimo caso l'attaccante è schiacciato. Applicando · alla fortificazione· questa massima strategica, noi non vorremmo atta·c care come Chasseloup l' Bagelsberg, perchè ci collocheremmo così nel brutto e non ~el bel mezzo, Lra i fuochi dei forti e fortini col locati a destra sul Bischofsberg e a sinistra nell'isola d'Ho·tm e lungo la riva sinistra della VistolD ,. Che se pure il difensore avesse costruito quakhe forte sul terreno dell'inondazione, noi , se non saremo al coperto dei fuochi, saremo almeno sicuri di non essere molestati con i ritorni offensivi. Adunque deciderer~JO prendere la posizione pel suo lembo P,Stremo meno protetto, e possiamò sperare che afferrato questo estremo noi ~trappererno man mano il manto di ferro che copre la sua Danzica, Questo istesso si può applicare all'a ttacco delle fortificazioni di Anver1:,a, e in generale· possiamo dire ehe come la guerra è un probl~ma che ha sempre la sua soluzione, così il campo trm?erato· ha ordinariamente il suo pu,nto debole. Il gemo del DEI. LA INDIPENDENZA . NAZIONALE

ANNO XIV, VOL; I ,

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IL PRO BLEMA MILITARE

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capitano sta tutto nel trovare quella incognita, nel coglier-e quel segreto. Eccoci adunque di fronte all'altura detta Bischof;sberg, s ulla quale torreggia· un forte di valida forma poligonale. A chi tocch~ranno i primi onori dell'assedio'? All'artiglieria e al genio, a queste due armi inseparabili. L'accesso al forte è ben protetto, . l' altura ripida , il versante e tutto' il terreno circostante assai battuto, di guisa che un attacco di viva forza coprirebbe forse di allori la fanteria, ma certo di cadaveri il suolo ; ci farnbbe acquistare ·il nom e di soldati gloriosi, ma non conquistare il forte. ~dunque tocca al genio , a questo povero, oscuro ~ laborioso corpo, . a questo maledetto condannato o a camminare sotterra come la talpa o sulterra come la tartaruga, tocca ad esso il gittare la carabina per la zappa, lo zaino pel cofano, e via a dare cominciamento .al ·penoso e lento lavoro delle s trade e delle trincee. Intanto mentre dall'un canto si · procede per strade e per rami e si versano gabbioni, fas cine e sacchi da tena a piene mani, la splendida e potente artiglieria profitta, col suo rnirabile fiuto della preda, di qualche posizione elevata su' colli circostanti; veloce corre; vola ad occuparlq e di lassù rizza le sue batterie e trae fuì·iosamenle sul forte. · .Da queste du e forze, l' una operante di sopra quasi · -per tangente e J'altrl:l di sottò quasi c~ntripeta , esce fuori una diagonale eh' è il canale pel quale scorrerà l'onda delle colonne di attacco . Di fatti, oppresso il f©rte dalla pioggia dell' artiglieria, attaccato ndla ·sua base dal lavoro pazi ente del genio aiutato dal fulminare delle batteri e da trincea , noi giungeremo ad, ·un momento nel quale vedremo il forte scosso e vacillan te e i lavori di zappa avanzati, e forse anche

DELLA INDIPENDENZA NAZIONALE

qualche favorevole piega di terreno ci offrirà il suo benefico seno . A:tiora è il momento di uscire dalle pastoie e attaccare con ordine, vigore e slancio . Alla nostra sinistra, ossia a dirimpetto dell'Hagelsberg, non faremo un falso attacco, ma piuttosto un doppio attacco. Questo r1on sarà deciso e compiuto come quello di destra, perchè ciò ci togli erebbe di condensare i nostri grandi sforzi su di un punto solo, il che è la condizione essenziale d'una pronta riuscita, ma sarà tale da scuotere l'inimico su l'intera line<,1 e metterlo in tentenne e cos tringerlo a disseminare le sue forze . A tal fine ci comporteremo come si è detto di, sopra, ossia lascieremo agli zappatori e all'artiglieria la çura di piantar batterie su acconc j posiz.ioni e can noneggiare, la qual cosa nel nostro caso è possibile, come si scoTge dallo studio del terreno all'intorno del campo di Danzica. Simili azioni non saranno così agevoli a fare come a dire. Probabilmente le posizioni da occupare saranno e·sse occupate da prima da difese avanzatissime. del campo, da opere che formeranno le sentinelle perdute del campo , e però noi _si dovrà forse avanzare spingendo colonne miste a ~cacciarne i difensori, ma cerlo si finirà per tr.1scinarli nell'urto violentò del nostro movimento progressivo. Quello che dovrà seriamente essere in cima ai pensieri del capitano gli è la quasi_certezza che quando avrenio scoperti· i nostri attacch i l'esercito difensore muovel'à a noi e vorrà darci battaglia. È mestieri adunque il capitano, mentre dall'un canto volge la mente all'attacco dell a posizione fortificata, dall'altra stia sempre in sulle guardie e dia op era a tutte quelle tattiche disposizioni con· le quali s'apparecchi a venire a giornata. Ed abbiamo da intendere che in questo nuovo . genere di guena s'in contreranno


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IL PR OBLE MA MILITARE

a volte cond izioni tali .che costringeranno l'assalitore a comportarsi come Cesare ad Alesia ossia a campeggiare trincerati fra le due linee di circo e controvallazione, a opporee can:Jpo a campo. La cavalleria in cosiffatto assedio non avri'.1 1:1gio a sp iegare la sua attività, a cagione del terreno inlerlagliaJo da valli, burroni , macchie, boschi, poggi, ca- · scine e simili ; di. guisa ch e il cap itano potrà conservarne una sufficiente quantità sotto la sua mnno, nella riserva; e il rimanente dirigerla a battere la campagna circosti'\nte al campo di assedio, a custodirne gli sbocèhi, a molestàre il passaggio di convogli e drappelli nemici, a ritardare )'-arrivo di una van.,. guardia nemica, a renderne avvisato il capitano . Ma quest'ultimo ufficio, importantiss imo una volta, sarà incomparabilmente meglio conseguito dal filo eleurico, del quale è a fare come gli Americani un uso grandissimo riegli assedi . . ~lesse convenevolmente in az ione Luue le arm i, superata ogni _sorta ostacoli, vini.a la giornata, l'assalto definitivo ali' altura forÙficaLa, ch'è il nostro precipuo obbiettivo, procederù. sp iccio e sicurÒ. Ed e' g ià mi pare di vedere snl cigli o dello spnlto luccicare le baionette, svolazzare all'aria le piume d.e i nostri bersa-. glieri e nel mer.zo _ agli squarci df\l fumo che tutto avvolge comparire, cll'ìzzarsi, sventolare, splendere la nosLrn baocliera sulle mura del forLe; ma .... ma fo grazia ai lettori della descrizi one dell'assalto - poicbè l'uomo si azzuffa sempre ad un modo e la mischia non cangia· per cangiar di armi e di difese e lor<;> abbandono il forte del Biscllofsberg; ma CON cannoni inchiodati e pochi difensori~ perchè noi voeremo vincere nemici -che sappiano ·il loro dovere, e il loro dovere pt'escrive di tenere stren uamente, ma, disperando di vincere, ritirarsi dietro le operò che

DELLA INDIPENDE!\ZA NAZIONALE

~Ol'Onano la spianata lungo la cresta del vers·ante.che guàrda Danzica. I~d ecco la necessità di non rinchiu?ersi e addormentarsi nel forte , m.a dì appoggiarvisi per guaclagnarè tutta la posizione, disputandola piede a piede al difensore, il che non sar~t sì diffìeile, quando riporr-emo in azione }'_artiglieria del forte. Scacciati i difensori da tµ tto il girò della spianata, accampatici di sopra come il leone s ulla preda, la chiave della piazza è nelìe nostre mani. CaLtacco di ffinislra diviene allora setio, e la posizione dell'Hagelsberg, battuto dal Bischofsberg e attaccato di fronte, cadrà per fermo. Padroni delle alture noi trascineremo le nostre al'Jiglierie lassù, verso l'odo interno della spianata, e trarremo per bombardamento sulla piazza. Che se ella avesse a tener duro, la qual cosa non è probabìle, lora discenderemo ad attaccarla di vi va forza, i l che sarà di fe lice riuscita, . atteso il cannoneggiare della n_ostra artiglieria . Là ov'era la forza di Danzica, là 's arà la slla debolezza quando noi saremo padrOJ)Ì. di quell'elemento vitale . Gosì sono fatte le umane cose: ogni rnedagha ha il suo rovescio. Caduta la ·piazz;a i forti staccati cederanno man mano, come un albero il cui tronco fu attrnversato dal folmine rov in a ~~n tutte quelle frutta che nella ricehezza deÌla vegetazione pareva avessern una vita propria. L'esercito difensore potrebbe pero avere ancora tanto .ardire, serbare tanta vi ta, nutrire tanta fiducia e speranza da ..rip assare sull'altra riva del fiume, di s~ruggere i. ponti, . e coperto dal fi u'me e appoggiato ai forti trince1:arsi egregjamente, . 1mpedirci il vali\5o del fiume, sfidarci e guadagnar tempo. Questa bella: manovra sarebbe in vero un po' imbarazzante per noi, perchè ci porrebbe· nella neeessità d'incominciare · una seconda operazion~ di ,guerra e non facile ope- razione . Gli è perciò che sarà principale . studio del


Jl, PROBLEl'tlA MILITARE 22 capitan o l'impedire questa ritirata, il che egli farù attaccando conLemporaneamente all'attacco cli sinistra e come parte del medesimo sistema posizioni, comè quella di Kalk-Schanze, che occupate batterebbero e distruggcrebberò i ponti. In oltre avrù pronte barche cannon i.ere corazzate a pezzi smontanti da far discendere nel fiume e da lanciare contro il ponte pel quale ardissero ritirarsi i difensori . In una pai·ola farà ogni opera per eviLare una seconda lolla. E qui mi arresto, sperando che i lettori in questo caso ideale vorranno trovare un'utile applicazion e di quel sistema di attncco armonico che pone in opera ogni fo rma e in az ione ogn i arma , il che ho propugnato come il solo possi bile per trionfare d'un campo trincerato.

VII.

Campo

di

Pirna.

DeJJa verità di una parte delle idee che siamo andati esponen do è un chiaro esemp io il modo che Federico II nella campagna del 1756 tenne per avere in sue mani fl famoso campo di Pirna. 11 campo cli Pirna - .che si appoggia all'Elba mercè la piccola fortezza di SonnensLein e che dopo di essersi disteso sino al Kohlberg ritorna a metler capo al piede di Koenigstein - quantunque fosse stato un abito troppo am pio pel piccolo esercito sassone, pnl'e, a cagione della forza intrinseca della sua posizione naturale e pér esser pochi, difficili e ben fortificati i passaggi che ad esso menavano, era assai malagevole a prendere

DELLA INDIPENDENZA NAZIONALE

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per sorpresa e per attacco a viva forza, secondo qu el che afferm a Fèderico istesso. I Sassoni ascendevano a U.,000 uomini e Federico ne comandava 64-,000. Federico deliberò bloccarlo, e a tal fine divise l'esercito in due parti, l'una per fare la circonvallaz ione e l'altm per formare l'esercito di osservnzione. Il re fondava grandi speranze sul blocco, perchè i Snssoni, rifugiatisi colà in fretta non avevano avuto l'agi o di ammassare sufficienti sussistenze, e stimavu non ne avessero che per durare in piedi al più due mesi. Queste speranze erano poco meno che illusioni. A conferma di quel clJe si è detto sul blocco dei campi riportiamo le parole çlel re: « tes grands coups ne purent se porter cette année quc par l'armée du roi. Cette arméc avait le Saxons à prendre, et les secours qui peuvaien t leur ven ir à éloigner. Les choses s'embrouillaien t de jour en jour da vantage dc ce coté-li\; quoiqu'on eut enfermé le carnp de Pirn a de manière à empècher l'entrée des vivres e des secours, il avait été toutefois impossibles d'occupcr tou s les sentiers qui traversen t les forèts et les rochers des environs. » ll principio che per espugnare un campo faccia mestieri tenere il dominio della campagna e battere l'esercito di soccorso lo trnviamo applicato da Federi co. Lowositz fu una battaglia vinta sul ma,resciallo Braun, il quale muoveva a liberare i Sassoni. ll principio anche da noi enunciato ossia· che l'attaccém te debba fare ogni opera per vincere con l'astuzia e per attirar di fu ol'i l'esercito assediato, lo troviamo realizzato nel fatto che l'evasjone dei Sassoni dal campo di P1rna, fu J'un ico modo per prendere col campo tutto l'eserci to sassone ('I).

(1) V. Mémories de Frédéric II: Gueri·e de sept ans, capo 1v.


IL PROBLEMA ~ULITARE

VIII. Attacco d~lle Une.e passegge1•e.

Esempi: Pcissaggio delle line_e della Jrléhaigne operato cla il'larlborough nel 1705 - . Idem di Bouchain nel 1711 . Nel capitolo sulla difesa tattica si"" è parlato del campo permanente, del misto e del passeggero . Parimente è a fare per l'a ttacco tattico . L'applicazione al caso ideale di Danzica è un esem pio della prima categoria; l' esempio del campo di ·P irna . t iene in questo capitolo il posto che Torres Vedl'as nell'altro. Non ci resta che a dire qualche cosa sulle lin ee passeggere. In generale non sj può dire al tro su di cosiffatto arg6mento che la miglior ta nica sta nello stragernrna . Le · linee B 'posizioni trincerate sono come Ìe posizioni occtJpate nelle montagne : si Beve fare dall'assalitore ogni .opera per non attaccarle di fronte, ma per girarle : deve manovrare in guisa da richiamare altrove l'attenzione dell'~nimico. Gli esempi varranno più di _ qualunque teoria. In fatto di astuzia v'ha, pochi capitani ch'e abbiano superato il furbo é corrotto 1Har!borough, Accenn~remo a due passaggi di linee trincerate operati da questo abile generale. Le lin ee della Mébaigne si stendevano dal Marché-amcDames sulla destra insino ad Anversa sulla sinistra, passando per la Méhaigne a Wasseigne , traversando la pianura sino alle sorgen ti. del piccolo Ghect, verso

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le quali raggiungevano Le uwe. Da Leuwe ad Aerschot, sulla Demer, il gran GheeL e la Demer formav~no una difesa naturale; di poi 1vipighavasi la linea tri o.cerata ad Aerschot e si accompaguava sino ad Anversa. I trinceramenti erano continui e consistevano in denti, collegati da còrtine: le linee avevano richiesto tre anni di lavoro . Le fortezze di Anversa e Namur proteggevano i fianchi, e gl'intervalli erano -guardati da posti fortificati come Leuwe, Diest, Siekem, Aerschot. Le difendevano nel 1705 70,000 Francesi comandati da Vill eroy, il quale aveva a lUierdop il suo quartier generale e leneva l'ese.rcilo raccolto tra il gran-de e il piccolo Gheet. Che cosa fece Marlborough per farfo cadere? Deliberò attaccarle ov'erano per natura pili fort i, ossia tra Leuwe e . Heilisheim , perché reputò che ov' erano più forti colà d0vevauo essere meno guardate .. Ordinò ad .Overkik un falso attacco ovP non intende.va passare, ossia tra la Méhaigne e la lVlosa, fece egli stesso col nerbo delle forze un movimento a sinistra per sostenere Overkik.ed ·ingannare Villeroy, riuscì ad . attirare questi al punto minacciato e a sguernire il vero obhi etlivo, e allora sui. dedici ponti 'galleggianti fatti coslruire sulla Méhaigne, ripassò · rapidamente questo fiulne, attaceò ove aveva divisato e vinse. Le linee di Bòuch'ain furono faUe costru ire da Luigi XIV pfff copeire la fro.ntiera al nord della Francia, e si estendevano dalle rive del mare in Piccàrdia sinò a Narnut· sulla Mosà. Marlborough aveva designato impadronirsi del triangolo compreso tra Pallue, Cambrai e la congiurìz:ione della Schelda_col Sanzet, perchè aveva osservato che una volta·cacciatosi clenlro trovava una pos izione acconcia a tenere in iscacco fo1·ze maggiori. Arleux ed Aubigny erano i punti forti della posizion~, i punti che faceva mestieri con1


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IL l'ROBI,EMA lllILITARE

quistare innanzi tutto. Aubigny fu preso agevolmente, ma l'importanza suprema di Arleux -faceva sì che i Francesi stessero molto in sulle guardie. Inoltre il 1\larlborough temeva che col mostrare di porgere 3:d Arleux una grande importanza, il Villars non fosse riescito a divinare il suo obbiettivo. Vinciamo per inganno, disse tra sè fl, Marlboroug. E, secondo jJ :MacdougaJ!, dal quale traggo questi particoh1ri, il duca ragionò così: Se io prendo Arleux, e ne aumento le difesè per togliere sia ripreso, Villars indovina che ho mente di passare in, quella vicinanza. Ma se lo prendo , lo fortifico, l'.amplio e poi l' abbandono menando l'esercito a minacciare un altro punto, in tal caso l'importanza in cui ho dimostratoI di •averlo, spingeranno Villars a rioccuparlo, e la diversione l'at:... tirerà ove · io minaccio, e probabilmente l'ampi ezza delle opere richiedendo una guarnigione maggiore diquel che consentano le forze di Villars, questi per non indebolirsi deciderassi a demolirle. Allora io ritorno velocemente ad Arleux e forzerò le linee prive di fortificazioni e dell'esercito difensore. Questo ragionamento è sì so ttile che par quasi poste1:iore al fatto. Le cose accaddero perfettam ente come il l\Iarlborough prevedeva, e così le linee non impedirono al duca d'investire Bouchain. Coloro che desiderano maggiori particolari sulle due menzionate manovre del Marlborough leggano la Teoria della Ouerra del ì\lacdougall e propriamente il supplemento ai capitoli V e VL ·

DELLA INDIPENDENZA NAZIONA,LE

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IX. · Passaggio dei fiumi.

Esame dell'opera americana dell' Haupt sui ponti·militari.

Il modo a tenere per passare un fiume afforzato con teste da pon.te è in fondo ·.p.arj a quello per at,.. taccare le linee passeggere, e consiste supremamente nel sostituire i trovati dell'astuzia alla pericolosa brutalità d'un attacco di fronte. Quantunque le posizioni fortificate fossero in questa parte del ,_ nostro libro il perhò intorno al quale facciamo aggirare la guerra, e propriam ente la tatticn, nondimeno la larghezza del titolo ci permette di spaziare più ampiamente. Nel capitolo sulla -Difesa ci siamo distesi sulle modificazioni che le · nuove armi hanno arrecato e arrecheranno alla tattica; in questo sull'Attacco ci piace trattare del passaggio dei fiumi in generale. Non ridiremo . quello a profusione detto nei trattati; m~ crederem_o fa.re opera più utile e nuova occupandoci ~·un la:01~? americano che svolo-e o l'argomento in occasione. d1 c10 che si· è operato nella recente guerra d'America, e studiandoci dì trarne profitto pei passaggi di fiumeche dovranno effettuarsi dalle nostre armi.


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li. Pf\OllLE~IA MILl'l'AllE

Un po' di" proemio dell'espositore (i ). Coloro i quali compl'Cndono a fondo le grand i operazioni sLraLegiche si. persua.dono ogevolmente che in una guerra offensiva per liberare il Veneto dall'Austria, gl'llaliani potrebbero trarre immensurabile profitto dal passare il Po nel suo co rso in(eriorc e piombare sulla principale retrolinea di operazione au striaca. Se l'Appennino è la nostra base, se la guerl'a successiva difensiva si ha da condu rre nella Penisola, se la naturale nostrn linea d'operazi one è quella che muove da questa base e si drizza al cuore dell' inimi co, segue per inesorabile e logica necessità che il nostro esercito principale non dovrà manovrare in Lomb ardia e passare il ìUincio, ma sibbene il Po inferiore. Gli era col pensiero vo lto all'Appennino siccome base, siccome linea cli appoggio così nell'incedere offensivo come nel retrocedere difensivo, c!Je noi, discorrendo delle di fese dell'App en nino, non tememmo di affidarle in gran parte alla fortificazione passeggera, anzi che a' for ti perman en ti . Che se per deplorabile errore di guerra si dovesse fare cli Piacenza il nostro gran perno çli raccolta allora con siglier·emmo tli,chiudere i varchi dell'Appennino con più robusti modi e con form e più duratu re. E pur non basterebbero! Adunque guerreggiando _nelln gui sa 1;hc diciamo, non si può negare che, strappala dalle . mani austriache la tesla di ponte a Borgofo rte, passalo il P.o, osservata e forse

(1) Vedi la nota alla fine di ques.lo capitolo dato allo stampo nel marzo 1865. •

O ELLA lNDIPENJ)ENlA NAZIONALE

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stretta e bomhardata Mantova, occupala una posizione minacciosa nel torno del la principale linea di ritirata nemica, la guerra offensiva sarebbe abbreviata di molto, semplificata d'assoi e ci?> che più monta condotta con quel metodo urdimentoso, il quale mentre ci pon e in grado ·di togliere all'inimico la sua migliore ritirata, non espone· le nostre-comunicazioni attraverso jl Po inferiore con Bologna, Firenze e in generale coll'Italia peninsulare. Ma ezinndio coloro che opinano così non possono dissimularsi la· grave obbi ezion e che incontra siffatto piano di guerra, la qual e si può riassumere in due t'at.ti : passare un fiume come il 'Po dinanzi ad esercito nemico, e conibàtterc in . terreno intersecato da fiumi e possibilm ente con un fiumo alle spalle. Per :-;imili cagioni, noi vediamo n~lla guerra combinazioni · ostrattamente bell e e razionali cedere dinanzi a materiali ostacoli, e trasformarsi_in pericolose e cattive. Perchè alla bellezza e raz·ionalitù del 1:;oncetlo risponda la bontà. dell'esecuzione è mesti eri dominare l'ostacolo materiale. Qui debbono rivolgersi i nostri sforzi e non ad abbandonare un concetto fecondo, per .:iltre combinazioni artificiali e false . Il combattere con un fium e alle spalle gl i è certo un errore; ma .la storia delle guerre c'insegna che molte volte si è costretti a violare un prin cipio per obbedire ad altro più cle,;ato e complesso, Napoleone nella campagna _del ,1809 lia gu erreggiuto col Danubio alle spalle, e quell'isola di Lobau, che era per fel'mo un piede a terra, poteva pu re tramutarsi in una gabbia, nell a quale l'inimi co con certe temibili !combinazioni avrebbe i;otuto ..far perire il Icone e la sua fortuna. Ma il gran capitino comprese che ragi~ni di un or~ . dine superi ore l'incatenavano nelle circostanze d1 Vienna, sul Danubio, e vi. stette di fro nte all'arciduca


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IL PROBLEMA MILITARE

Carlo,. adoperandosi però a diminuire i pericoli della posizione col creare molti passaggi sul fiume. I lettori ricorderanno i prodigi di ostinazione e lo sfoggio dei .trovati con i quali il genio e l'artiglieria, rappresentati dai generali Bertrand e Pernetti, riuscirono a dominare la natura. Chi la dura, la vince I I generali veri, quando hanno coscienza di non violare la logica della guerra, sanno la.sciç1re qualche cosa all'en ergia del carattere, che, sposata all'intelligenza, formano in gran parte quella potenza dal morirlo superficiale chiamata ·« fortuna. >) Qual è adunque uno dei modi coi quali si rimedia alla ribellione dei · mezzi materiali a' concetti veri ·e profondi '! La risposta è semplice: I ponti. Il passare un fiume, e massime -un fiume come il Po, alla presenza dell'inimico, è operazione oltremodo difficile. Napoleone istesso che lo afferma soggiunge del rimanente: che un abile ed accorto capitano può sovente cogliere acconciamenté l'ora nella quale ingannare l'avversario e porre il piede sull'opposta riva . « Il est difficile d'empècher un ennemi qui a des équipages de pont de passer une rivière. (111aximes de guerre de Napoléon) . » E si badi che Napoleone usa 1' espressione rivière in seriso lato. E poichè abbiamo citata la campagna del ,J809, rammenteremo come Napoleone, alla presenza dell'inimico, gittò un ponte a Lobau in un rientrante del Danubio . E qui anche si pone in rilievo quanto sia immensa la necessità di gettare speditamente i ponti. Non crediamo superfluo il recare alla memoria dei lettori un brano col quale il Thiers, nelle ulLime pagine della sua 'storia, riassume splènjdamente questo grande avvenimento delle guerre napol_eoniche. ~ La dernière opération (il passaggio del Danubio innanzi la battaglia di Wagram} surtout, sera un éternel

DELLA INDIPENDENZA NAZIONALE

sujet d'étonnement. La difficulté consistant en · cette occasion à aller chercher l'armée autrichienne au delà du Da,n ube pour lui li vrer bataille, et à traverser ce farge fleuve avec centcinquante mille hommes en présence de deux cent mille· autres; qui nous atLendaient pom nous précipiter dans les f19ts, sans qu' on put les ·éviter en se portant .au- dessus ou au-dessoils de Vienne, car dans le prèmier ca.s on se serait trop avancé, et dans le second on · eùt rétrogradé, cette difficu]té fut surmontée d'una manière merveilleuse. En trois héures 1150 mille hommes, 500 bouches à feu aYàient passé davant l'ennemi stupéfait, qui ne songeait à nous combattre que lorsque nous avions pris pied sur la rive gauche, et que nous étions en mesure de lui tenir teté. Le passage du St-Bernard, si extraonlinaire qu'il soit, est loin d'égaler le passage des Alpes par Annibal; mais le passage du Danube en ,1809 égale toutes les opérations tentées pour vaincre la .puissance combinée de la nature et des homrnes, et restera un phénomene de prévoyance profonde clans le calcul, et d'audace tranquille dans l'exécution. >) E si osservi che Napoleone, rincantycciato per necessità nell'isola di Lobau, se dall'un canto guadagnava con l'avere a passare un braccio del Danubio, anzi che il grosso del _fiume, dall'altro perdeva quella libertà di muoversi che tanto contribuisce ad ingannare l'inimic9 sul punto del passaggio. Gli Austriaci furono un po.! lenti, è vero,. à eontrasLargli il passaggio, ma i nostri nemici non soRo dessi? e non son sempre gli stessi? valorosissimi, ma incertissimi? . Ma, ci si dirà per fermo: a compiere sì ardita impresa ci vuo~ un Napoleone, ed è poco men che follia l'innalzare cotanto edificio su base sì eccezio- · nale. È la consueta obbiezione che fanno i volga1i Condizione a grandi fatti è la forte fede. Se dinanzi


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IL PR08I.EMÀ MILITARE

DE LLA 1ND1PEN1>ENZA NAZIONALE

ad ogni lieve ostacolo ci stemperiamo io qu er uli dubii, allora noi non passeremo non che il Po, il Rubicon e; ma se in quella vece noi reputeremo che volere è f~re, se avremo fiducia che per quanto è' .indomabile l'impos~ibil e in sè, per ~ltrettanto è domabile qu ello , sen tenziato tale dalla nostra. fiacchezza, allora noi ~enz'aver_e un Napo_leone, passeremo il Po come questi 11 Danubw. E -meglio, chè dal 1809 ai nostri dì nuovi ti;oyati hanno arricch ito l'arte del pontiere; -di guisa che se la poca fiducia in noi non avrà compagna la poca fidanza negli altrui esperimenti, noi potrer~o dalla 1_·ec~otc guerra d'Amel'ica trarre esempi assai proficm. E questa dello scettismo -di tutLo quel ·che esce da i confini orclinarii e dalle abi'tuclini dell'oggi una piaga che afOoscia i caratteri, e che non si appiglierà, ah no, ·.al ,corpo di un esercito così pieno di . gioventù e di avvenire com'è il nostro . E nell'esercito italiano non vi sono uomini che dalle gesta passate fanno argo men tare dei fatti a ;enire? Del resto, se noi non abbiamo Napoleone, i nostri avversa.rii non hanno nemmanco l'arciduca Carlo. Sl, noi trionferemo dell'inimico se giungeremo a comprendere che la nostra salvezza è nei ponti sollecitamente gittati, e se a questo studio rivolgeremo. tu tta la nostra attenzione; sì, noi non avremo paura ~i ~erdere le nostre comunicazioni se s~prem'o molt1phcar_e con rapidità i passaggi. Non vi ha piano strategico che non incontri gravi obbiezioni, ma tra le obbiezioni della logica e quelle c)egli ostacoli naturali sono a preferire le seconde, perchè questi so110 dominabili, dove che quella non si dornina giammai, e quando ella ci abbandone la riusciti ci abbandona del pari spesso spesso. · Col sistema di guerra offensiva, al quale accen- · niamo, non intendiamo che presupporre .il easo più.

ge11crnle e più probabile, senza aYere la stolida pretensione di chfudere la porta ai molti casi. imprevecliJ)i!i e possibiii che possono alla yigili11 d'un a guerra rovc\sciare qualsiasi p-inno preconcebto. Piani .di guerr4 a !on Lana scadenza ·sono pur "troppo la cosa più ri- · dicola ai mondo . Noi non abbiamo per . tanto inteso fare altro che d iscorrere su dj una astrazione, ossia s ulla presupposizione fol'se gratuita , ma certo possibile, d'un nemico che operi razion almente. Nè è nos tro pensiero il vincoline ia g uerru al ceppo d'un pern o strategico, ptivando così l' esercì Lo della libertà nei suoi moviirie,n t.i . Non sa i·erno no i qu eglino ch e vorrebbero fare pei campi teinceniti quel che un tempo si faceva per . Jo piazze , e ricondu rre la guerra aì periodo dei Nàssau, n'el quale al dire del Thiers - che, qtwntunque non n1fritare, di cose di g uena in LMcle assai meglio di multi mii itai'i da pi azza d'armi - l'al'te « était comme un oiseau fa.é fHU' un lien à la terre, ne pouvant ni 1u0rcher, ni encòre rn oins voler 'à son bu t, c'est-iH:tire au point decisif de la guerre.- )> I\la la libertà non è mica licenzn , capriccio, disordine . Per con trari9 élla è ne<'.essitì:,, legge, ragione, ordine; di g uisa che noi cli remo : movctevi pure liberamente, ma non v{olate chrn prece tLi essenziali : essere concentrati per vincere, essere i'r1 eonfonieazion e colla ba.se p<~r ritirarsL Voi non vonete eerlo ripc~ere la vecchia strategia dal81 due e tre l(nee .:<li operazione, nè fare come Federico a niolwitz, ov'egli, ancoea novizio nell'arte deìla guerra , cornbattè; tagliato dalla sua base, con la facci.a voltà a Be rli.no, e obbligaLo o a pet"ire o a passare sul corpo dell'esereito a uijriaco , Federico vinse pel valore della sua sojida infanteria, ma non pet' questo l'er'rore fu minore, tan"to ehe egli ,~sclamò: la lezione è stata: bu.ona e fruLterà. Rompere . r esercito in più eserciti, come

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!\MO XLV, Vor,. i.

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Il, I>ROlil.EMA ~1JLJT.\IU!'.

fH;cndrebbc coll'aggirarci intorno n Piacenza e a Bologn a, e col seguire clne lince d'operaz·ione, scovri.rc le proprie cornnnicnz ioni, come l\ccadrebhe col prendere l'offensira passando il Mineio, esporsi a perdere la base, Ia quale nel caso nostro è l'Jtalia peninsu.lare, non è rni ca Jibertù, mc errore grossolano, e l'errore grossolano in un rnilitarn è deliLLo, poicl1è esso è cagione delle grandi caLastro1i nazionnli . . A.dunque se la diplomazia e la ciriì Li.l par:ilìca non ei verranno in aiuto, se il disarmo non ci sfibrer,\, e se i Ducati e i l)rincipati saranno la poca favi lla cui gran fiamma seconda, noi Italiani dovremo conquistare la nostra indipendenza guerreggiando in un paese attraYersato cla larghi fiumi e intersecato .da ogni maniera cli e.anali. Quale che sia il piano che $Ì voglia adottare in una gueri'a offensiva nel Veneto, e il sistema che si pensi seguire per incarnarlo, gli è certo che il primo e maggiore ostacolo che e.i si · affaccia è sem pre n.el passaggio dei fiumi, e, varcatili, nell'esser sicuri di ripassarli in caso di ritirata disastrosa . La grande mobi\itù della guerra presente è poi un altro fa Ltore che non pure rialza l'importanza clell'ingegnern da pon Li, ma che r·.rea a volte la necessitlt di trasformare in qun.lche rnodci la sua arte, vogliam dire di abbandonare le costrnzioni lungl1e e metodiche per abbracciar c1udlc spicce e imprO'Vvisa Le, ·di non affldarsi macchinalmente ni suoi parchi, e all'or..casione di sc,1per trarre profitto da quel che offre la natura . Di questo lato noi po tremo trov,wci in :,:; it"uazioni quasi. identiche a quelle degli eserciti. ame r-ican'i, ed è per ciò che reputiamo utile il dure notiz ia d'uria recente opera dell'HaupL, pub~li cuta .a Nu?va. Sorca è intitolata: Ponti militari, con sugger'l'lnenll clt novelli espedienti e costmzioni 7Jcr. travershr fiumi e

DEU ..\. INO IP.ii,,Dl, NZA ìHt.lOK.HE

,vcicni (·I). Nell'opern sono contenuti disegni di y,:n·ie maniere di poriti occasionali ad uso dì ferrovie militari. L'untore è capo dell'officio delle cos.truzioni e(.l operazioni. relative nlle ferrnvie rnili~ari degli Stati. Uniti, ed è nutore deila 1'eo'ria genernle 7Jer la co#ru·

zio.ne clei ponti:. Diremo qualch e cosa dell'opera in su i generalì esponendo e traducendo Jiberissihrnmente, tanto quanto busti a stuzzicar l'appetito dei lettori e non a sodd·isfarne pier:wmentc la curiosit,\ e ad adescarne l'ozio.

.Il Pròern io che precede fu pubblicato nell'Italia 1lfilitare prima della campagna del ·1866. Quantunque l'aver veduto ·di poi e studiato per bene il terreno nel Veneto ci abbia fattò temperare certi ardori, pure lo lasciamo intatto, non volendo colmare Dlcune fosse col sentio dì poi a prezzo di svuotarne nltr·e del senno di prirna. Solo come nota ciggiungiamo che quel che affermavamo allora e r.iportiarno oggi· supponeva una gtierra ·còntro l'Austria nel Veneto fotta a condizioni

___,______,.,.,_____. ,. .____,.__~-4'•---- ··-- -·- ·- ---~ (1) Mililary bridges : wilh suggcstions of iJew cxpedicnls.and conslruclions for crossiug slrcams and chasms. Including, also; tle:::.igns Jor lrestlo nnd truss bridgcs l'or rnilitury n1i lroads '. ·


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I L PRO lf LE~U. MlU'l'ARE

pari e nen e-on quella sproporzione cli forze C'!ie si vide nel 11866, una g11erra nella quale Bologna fosse sta ta irasformnta nel nos tro vero e grande carnpo trincerato o perno strategico che si voglia, una gucrrn nella quale impellente ma razionale necessiti• arasse dovuto governare la di!'ezionc delle operazioni milttari: tenersi jn comunicazione con Bologna e con l'Itnlia peninsulal'e in generale. Era tutLo un sistema, del quale un altro lato vennn esposto nella nostC"a lettera al l3ria1111ont, pubblicata nell' Italia Militare del novembre 486/S . Inoltre l'operazion e sul Po da noi vagl1eggiata partiva dall'ipotesi che si avessero pronti i mezzi proporzionati a cotanta impresa, e per conconerc collo :; tucl io a cib s.i esponeva da noi il s.istcma dei battelli aJopernti dagli Americani nei passaggi dei loro larghi fiumi . E infine comprendendo bene che in quella operazione v'ha un fatto anche più rnalagerole del passare n Po, ed è il mnr·ciare e rnanovl'are e con1 batLc1·e in buone condizioni dopo a,.:erlo pnssato, presupponevamo ed accennavamo che era mestieri assicura1:$Ì di alcuni punti d'appoggio prirna cli lanciarsi in arven Lurosc imprese. Coll'id ea di fare della co.duta di Borgoforte uua opm·az ione preliminare, e con l'altra di pasulizzarc Man,tova, era evidente d1e la. nostra linea avrebbe dovuto passare per ncvere ed Ostiglia, posi1.ionc che validalllente e prontamente afi'orzata avrcbhe dovuto e potuto dfrcntare Ili nostt·a Lolrnu. Se nvcssimo uggiunto un punto sull'Adige, Legnago, facile a prendere e importante per-manovrare, il nostro concetto sarebbe stato con, piuto. Tutto ciò non es!udeva la P.-Ccessitil di agevol ure l'opel'azionc principal e con dimostrazioni sul ~linci.o e sul Po infe1·iore verso Ferrara a fine di ingan1w 1·c l' aLLom:iunc dell' in imito ., ben inteso dimostrazioni fotte con disLatca-

DELJ,A IKOJl'ENDENZ A NAZIONALE

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menti e non 111ica con eserciti. Ciò posto, nell'opera di osservare 3fontorn e prender Legnago, l'inimico ci ;i.vrcbbc attaccati, com'era presumibile, co m'era forza ei facesse? Ed allora avrnmmo avu to una grand e battaglia forse tra :'iogara ed Isola rlellaScala , dalla quale uscendo vittoriosi anern rno potuto co mpiere l'operazione prnlirninarc e procedere sicuri snlla strada Vicenza-\'croJÌa per iagliare una delle comunicazioni ·degli Austriaci ed attaccare Verona dal lato est e nord- est , vera chiave di sua debol ezza; vin ti saremmo soggiaciuti ad una sconfitta , ma non ad una catastrofe . Lu posi 1.ione cl i Revere-Ostiglia , l'altra di Massa-S0rmidc · e 1rn buon sistema di ponti ci ot'.frÌ\'ano un rifugio ed una ritirata bene assicuratn, mentre che lu ritirata pc! Mincio r.sponcva le nostre comunicazion i peninsulari, e quella per PolcseHa e Ferrara ( posto che :;i fosse vol ulo operar sì basso) r.i aYl'ebbe impigliati m un pelago di cliffico ltù. Se ci si obhieuc ,·ù che In. baltnglin data inlmno i1 1l n linea Tstila della Scàla-Nogara-Ostiglia-Rcvere ha Mantoya al suo fianco sinistl'o, risponderemo col dire che l'avrcrnmo tenuta in iscacco con un corpo d' osserva1.ionc . ~fa avreste distratto f'ol'zc, si replica! Sì , ma e l'inimico ci arnrn dentro poche o numerose truppe? Se poche non ci mettevo paura, se numerose, anehe esso :,arcbhe disceso sul campo di ballaglia con forze minori . Ci arcorgiamo che molte obbiczi0ni possono fa rsi e rnoltc risposte trnvarsi, Onde facciamo punto sulle obbiezioni secondarie. A<l una, formulata e ripetuta so,·cn tn da i profani cd estranei alle cose cli O'uerra vogliamo rispondere ccl è : ma questa vost.~a la guerra pedantesca e non mica geniale r. ardi ta; noi si do....-c,·a gieare il quadrilatero e attaccare Verona di bo1.1.o. Acfogio a ·rn a' passi , cru·o mio. E l'avreste

è

•.


lL PII OBLEl\.IA MJLI'l'.\ Rf. 38 potuto? E ve l'avl'ebbero fatto potere? ll quadTilatero nelle mani degli Austriaci e,·a tuuo un solo sistema , un solo campo: Verona ridolto centrale, Peschi era , Mantova, Legnago suoi forti distaccati. r.on sì vas to · campo era a proced ere , in · condizioni normali r ipetiamo , come si for-ebbe con un campo trincerato unico, con Verona soìa p. e.: prendere eia prima alcuni for ti avanzati pee formarsene una base a manovrare ed attacr:are il 1;idotto centrale , la piazza intesa nel senso stretto. Si pub ben sognare in una estiva notte di delirio di fare di versamente, n1a all o ap1:iarire della prosa mattutina ostacoli insuperabili si incontrano a volere imitare il viaggio di Astolfo . C' è la inesorabile legge di,gravilù che impedisce i voli a noi poveri mortoli, e c'è qu ella della irnpenetrabiliù della materia che ci vieta cli passare nel pieno, ma non ci vieta di cadere nel vuo to. QtJesto ohhiamo voluto aggiungere a cièl , che ·di- · cevarno allora. Ma nelle condizioni avreratesi nelìn campagna del 4866 noi p'otcvamo. a c:agwne dell'esuberanza di nostre forze , sottrarci alla penosa neccssilù di operare sul Po, tanto più che non si avevano mezzi pari all'ardita e perir;olosa impresn, e potevamo pertanto passare pel Mincio e p~ssegginre, com e si è detto, a nostro bell'agio pcl qtiadrilatero e spingerc i pure ad est e nord-est di Verona , aL!.accando la quale da qu el !alo si poteva com piere e co n non molta pena un fatto militare da far stordire ·il mondo, che vede la superficie delle cose e ,,a in furor.i per gli effeui . Ma tu tto cib ad un patto solo ed era : concentrament.o di forze ed uniti.l di comando. Gli Au striaci prendevano l'offensiva·? Era .quello che dovevamo desiderare, non temere. Ma eziandio codesto piano non escludeva la necessiti\ di dimostrazioni lungo il Po inforiore) fatte .ripe-

DEL!..\. .INDTPENDEN"ZA N:,ZJONA!.J~

39

tiarno co n semplici distaccamend; non escllldeva quella cli. paralizzar Mantova e di prendere Borgoforte E: Legnago, e quel che è più c'imponeva cli poi l' abbandonal'e la linea d'operazione pel l\Iincio e l' adoLtnt·o quella . pel Po. Questa sarebbe diventata sempre quella pel' Reveee-Ostiglìa; ma siccome la cadu ta di Legnago e la marc i·a su ll a strada Vicenza-Verona aveebbern fa tto ca.dere medesinrnmente j [ campo di Rovigo, cosi la nostra definitiva e prineipale linea di com unicniorn} sarebbe divenu ta quella Padova-Rovìgo-Po1esella. e le secondarie quelle che raggiungono il _Po a ~fos sa, a Fi.ccaro lo, ad Oqchiohello . ln cond izioni normali ad 1rnq1w non sarebbe valuto meglio sforzarsi sin dal princ ipio ad avvicinarsi senza rigiri a q uella linea che doveva essere la definitiva, ed a concepire un piai10 clJc ri'Spondesse a questi. tr-e conceui cardinali: tenersi legati con l'I talia penins ulare ; minacciare le comunicazioni degli Austriaci con le Alpi , Carni.che e attaccnr Verona pel lato debol e? Tnl era il nostrn pensiero. E sia, si dice. Vuoi il conccn tea rnenLo delle forze ') ed abbì lo l?Ure; ma noi si vinceva n Cuslozn. non ostant e la separazione e col solo esercito del Mincio, se si rnareiava ligati e co mbatteva con insiem e, ingui sn cla ... ccc . E qui il nqsLro interloc ulo çe ci spiffererebl>e un o clei prinr;ipii' cl i Jom ini del quale fo g,·azin al h~Llore cli c se lo sa pur troppo . t vero; ma e.i siamo JonHrndato quel che · avi:emmo fotto dopo vi nto a Gustozn ~ Corona i' le alture nppoggianùo la sini stra aPeschiern, Verona e le forLifieazioni cl i Pastr(111go '? Non si ponga in non cn ìe che Pastrengo è forLificato e che a Rivo li non ci si anclavn co me al 4848 . Non si può credere e.ho 'st volesse com mettere l'errore di appoggiar la sinistrn all'in imico collocato in tre posizio1Ji fortificate e tendei· la destra ali'csere ito del Po , clis len dendosi. in iun~o corcronc <la Pastrengo n Rorigo. :Nè si pnb


4.0

JT, PROHLE1TA Mil,I'T'AHE

neanche supporre che si volesse soltanto coronar le alture di Custoza e Sommacumpagna per attaccar yerona per 1e corna e conLinirnre a rimnner separati dall'esercito del Po, il qual<~ che cosa avrebbe potuto far di. meglio1 Venirsi a r iun ite <'.on qu ello del. Mi11cio. Ebbene non valeva megli9 il farlo sin <'fa l principio · senza prend eesi tanti fostidii'1 L,1ondc, a nostro credere, il miglior partho dopo una vittoria a Custoza sarebbe stato sempre quello dì muovere a congiungersi con l'esercito del Po, ed in tal caso, ripetiamo, valeva meglio il farlo si.n da principio della campagna e porsi così in grado di rip arare agli enori sempre possibili e agli even ti della guerra sempre incalcolabili . In quanto poi. uì dar lu. mnno ni Prussiani sotto Viem~a, com0. alcuni hanno detto, senza aver fatto prima cadere Verona, è da riputare poco serio partito. Le . fi:n'ze che avremmo dovuto distearre per osservare il quadrilatero e tutta la nosn·a linea d'operazione, l'unga ed irta cli ostacoli, avrebbero fatto gi ungere sotto Vienna un distaccarnento,t non un esercito . E se i Ph1ssiani fossero stati battuti, che cosa diveniva il povero corpo di spedizione e il geand 'esercito d'osservazione! Cosiffatte imprese, massime quando gl i eserciti che combattono in due diversi teatri di guerra non sono comandati da una mentè unicn e sovfana , non si recano ad atto operando sempre in t1ria e senza soli di pnnti in terra; ma con apparecchio, con cauteln, con previggenza. Napoleone, clie al cuni credono di onornre trasformandolo ;u un matto cava.liere errante, non era ardito che dopo essere stato mollo prudente, non si spingeva innanzi senza crearsi prima soli di appoggi indiet1:o. Ulma e l\fantova sono sta te per lui lé due chiavi dei due bacini del Danubio e del Po e non si è andato a caccrnr su Vienna senza mettersi prima ie chiavi. in tasca.

DELLA INDIPEN:l)RNZA NAZIONALE

La ·c~lma che portiamo in (JU<~sto ragionare e l' amore che nutriamo per un esercito al quale ci siamo de~

dicati con tuUo le forze, ci farann o perdonare l'esser ritornati su cli urw. questione eotanto dolorosa. 11 non voler guardare in faccia le situazioni qnnli che esse sieno è indizio di fì acchezza indegna di soldati. Oramai la questione de-Ila earnpagna del 11866 appartiene alla storia, e le lozioni del passato, quando vengono stu diale con animo tranquillo, c-osciènza spassionata o djrittura cli giudizio divengono utili in segnamenti per l'avvenire. (Conti.nna)

N. M.\ RS E!.LT.


f1i ECC.\NJCA Al'i>LICA'J'.\

ThtIECCANICA APPLICATA Nuove applicazioni delle ruote a cune o per semplificare alcune macchine comunissime per usi militari e civili.

M EMOH J A n

I

n. n

l •:

u r, :\i F. u

li ,v 'l' 11 §

C:i pito no del Cer,io.

Le macehine per elevare oggcUi pesanti da un pian,, all'altro nei vasri stnbi lirn e1Hi mtnrnfotlurieri o negl i r..d ifìz ii rnili tari o eivili sono al certo <la lnngo tempo in nso, sia in Jnghiltena, ove quasi lu tti gli opifiz ii hanno il eosìddetto teagle, clie è un sislenrn cli catene e di pulegge, il qual e pennette elevurn con poca forza da un piano all'altro le persone o gli oggetti, sia in Francia e anche fra di- noi, oYe si ve·ggono spesso apparecchi di tal. fotta in molti edifizii. Nei gmncli ospedali, i quali abbinno le cucine e le farmacie a terreno, sono al ceno utilissirne le macehinc elevatri ci _per mandare facilmente e ptesto· le vivan de , i farmaehi, o al u·o ai diversi pi ani: ed ·,rncl1e uelJ e ca. se.rme esse giove1'ehhero quando vi fossero le cuci1rn

4-3

al basso e si ,·0lcssc arnminisLrnre il v.i ll.o all a Lruppa con ordine e pul itezz.a, per via di sernp lici macchin o clic dalle cucine elev ino lo vivand e direttamente sino ad apposite sale. Un'nppl icaziono in grande cl i. t.nli apparecel1i si fec;e ffel palazzo dell'Esposizione di l)ar,gì clef 1l86i, ove . J:ascenseu·r mécanique del sig. Edoux, mosso dall'acqua, elerav/:1 le person e a una ven Lina per volta sino all a sornrnith del vasto cdluzio ; nè è cb tacere che anche in Ilt1lia l' esimio ingegnere· Agudio ha ideato un npparecchio cli tal faL!.a in grnn<li propoezioni. CotcsLç macchine utilissime, nn che quando sieno su piccola scala, dovrebberh rendersi più fam iliari fra di noi, poLendosene riLrnrre granò<~ u1ijiti1 in moltissimi casi; onde i mezzi ch u qui proponiamo per semplificarle e renderle più eco nomiche e di più facile -eostrllzione forse non saranno privi di qualche uLilit.\ . Jn ques(o scrill.o si propongono del pari ale11 nc mod iflcl1e da poter·si nrrecnre ngli apparecchi in usq pel Lirò verti cale dell'nc:qun, delle Lerrc o di allri mnterinli, sia nei grand i movimenti cli terrn , ehe néi lnYori da mina e nei cosiddeLLi piani automotori sempre nel Jìn e di semplifica l'e co testi utilissimi congegn i. R siccom e nhbinmo potuto recare ad nllo alcune di tnli proposLc e Òttenernc un buon r is ultalo, così ( '. i fa cciamo animo a pnhhlicnre questo tenue lnrnro, perc51 ò j ris ul,!;1.ti de lla teoria sono stati avrnlorati dall'esperienza .


.\Pl'LT.CA'rA

~IECCANICA

« 19 Ad oltcnerc più gnmdi effetti con minor forza nelJe macchine da premere, corne i torch i, i mu1

<<

I.

.lngrana.ggio a cuneo del !llùwtto. Corregge a cuneo llal -Clissold. F1111i agenti .rn coi·one a ·lembo cimeiforn_ie. Proposta dell'autore. L'idea cl'incavnrc a cuneo la gola delle ruo te per avvalersene nella. trasmissione dei movimenti non è nuova al certo, ed nll'Italia è dovuto l'onol'~ di tale invenzione: dappcichò fin dal 4854 il chir1.rissimo si-

gnor Giovanni filinoito immaginò sostituire alle ruote d.entate delle ~ltr~ incavate a cuneo Jungo la loro per1fcna, le quali ag1~wano contro c1Itre ruote che abbiano il lembo cuneiforme . Così supp0nendo che AB e CD (fig. ,1 °) rappresentino i lembi di due ruote a. cuneo premute con (1ualche mepcanismo l'una contro l'altra I ungo la direzione AD , è chiaro, per le note proprietlt de l cuneo, che la pressione lungo AD produrrù. due forti spinto laterali sulle pareti -dei lombi a contatto fra loro e perè> una forte aderenza quivi, in guisa che girando una deìle ruote I girerà ancor ì'altra. 1 Non intendiamo esporre nè discutere i particolari di queste ruote, essendo essi. giA diffusamente narrati in varie opere periodiche: solo ci lirnitiarno ad osservare <'he uelle molte 11pplicazioni . proposLe dal Minotlo trl'litasi sempre di far r.gire una ruola contro nn'alLra. OifoLti codeste <'lpplicazioni .si ridurrebbero ('I'): (*) Annali delle Opere Pubbliche rlcll' A.rchitett·u ra,. Napoli 185;L anno 4", pag. 1'22.

« lini da olio, ccc. ; · « 2° Ad impedire lo scò1·rimento delle parti mobili « con una pressione rnoderatu;

« 3° A dare un nuovo ingrannggio clic riunisce le buon<~ qualità delle ruote dentate alla dolcezza « delle eorregµ;e; « 4° A trasmettere un moto rapidissimo alle viti « dei battelli a vapore; « 5° Ad al!en.tare il moto delle macchine a vaporn « dello locomotive; « 6° A da1'e alle locomotive la fo1·za e !'aderenza « necessarfa per rimontai·e pesanti convogli su!ie « rampe; « 7° A procurarsi un freno po,tentiss1mo per le « ferrovie. » , In tutti q;uesti casi ben definiti 1n r·11ote del Minotto agiscono sempre come _ingra'naggio, cioè in' luogo delle ruote dentate; <1uindi ciascuna ru o:u con lembo incavato ne richiede un'altra con ìçi:r1bo pieno, o-la rotaia cnneiform0, ecc. Onde, come dicevamo, tnHt.asi sempre dell'impiego d_i rnota contrn ruota. , In seguito il sig . Clissold ("') propose sostitufre alle ordì:narie corone pet· fa. traimJissiorw dei rnovfrncnti a distanza dello ruote incavate u cuneo, come il Iernbo AB, (flg . 1") delle ruote del '.\linotto, adoper1rndo, in lu ogo deìle cigo·e piatt.e di cuoio, del! e altre la · cui sezione trasversale sia. trupezir1. Qucs\o nuove corregge a c1rnco sarcbbei·o formtte di varie strisce Jj cuoio di diversa larghezza, sovrapposte le une alle altee, e l'itenute da viti di metallo elie le forano du parte a <<

(') 1'e<;hnvlog·iste. Gennaio, 186.2, N' 268, pag. 202.


46

I

i\lE!:C.\i'iICA '

pìJtte. Propose anche il Cl issold di fute eoteste t;Orregge di cauLscinc o di guttnperga riducendole alla fomrn e alla spessezza dovute · per mezzo del laminatoio, della pressione o cl'ultro . Come ben si vede il principio ù lo stesso cli quell0 del Minotto. Lo. forma a cuneo favorisce grandemente l'aderenza contro le pareti ~ella ·ruoLa o pnleggia; quindi, anche soli.o moderate tension i, si può tras~11ettere il moto in una rnacchiiia dall'organo ricevitore hJJ'operatore, anèorcl1ì>. la resistenza che dee vincere quest'ultimo sia forte; mentre citl non pub ottenersi colle cigne ordinari e se non sottoponendole a forti tensioni che sono sempre a svantaggio delle macchine, poichè numentano gli attriti; · massimr. iquando dcbhano ado(Jerarsi i noti artifizii, come ·i compressori, le rotelle di tensione, ecn. Questo sarebbe _in gran parte evitato con le cigne e le ruote a cuneo. Da ultimo notiamo che le corone cuneiformi si fanno spesso agire mercè sSernplici funi ordinal'ie perpeLue senza aver ricorso alle cigne del Clissolcl, come se ne veggono molli esempi anche in !Lnlia con ottimo ri::-u Itato. Aclunqu e se il Minotto, inventore delle ruote a cuneo, le ha appl icate tigl'ingranaggi ed il Clissolcl a quei congegni definiti nel.la cinemntica sollo il nome di {raSmissiOlll; con C01'0ne Q, distan;::,a; e Se aJ presente vediamo spesso in questa muniern cli 'trasmissione, semplici funi tener lu ogo delle cigne del Clissold, il mio scopo è di sostituire cziandio le ruote a cuneo ni tamburi o cili.ndri in tutte quelle macchine comunissime nelle quali traLLasi cli far sali re un peso mentre un altro discende, confo si vedrù nel COl'SO del prc-. scn te scritto.

AL' l:'Llt:AT,\

4:7

.. n. · l~same sommnrio dei prese1zti congegni ai' qnali si propone di sostiluù·c le 7ndegge a cuneo .

\cr la chiara intelligenza delle cose che seguono sura bene prendere le mosse da ulcuni risultati delle teorie di rnec:canic~ che qui ricorderemo. Supponiamo che;' da uno degli estremi di una fmrn avvol_t.: per la semicirconferenza A ì\I D (fig. 2) su di u?. ci~mdro f~sso penda j] peso Q, e dall'altro il peso p1tl piccolo P. Tenendo conto dell'attrito tra la fune e la supel'ficie convessa · del cilindro, abbiamo dalla meccan ica cl1e il -valore di r, strettamente necessar:io a imp ed ire la cliscesa <li Q, è

(·I)

?s~endo e. la ~ase dei _l ogaritmi ncpc l',iani, / il coeff1c1entc d attrllo, e ,,; il rapporto della c'it·confor'eriza al' diamelrn. ._ Vinchè il sistema e m eq uilibrio, la sola influenza che pull avere la rigicler.za della fune sul valore tlel peso P si è che la foì'rnola ('I) suppone che il contaLtl'. ~ra la fune e il cilindro si fae<:ia pee un'i ntera serrncirconferenzu, mentre la fune essendo 1·io·icla, i l · contaLL? si ese~-eila in realtù pcl' un arco un °po' minore dr 180°; 11 che dirndo luogo a minore sviluppo 1


48

APl'L.I C.\'f.\_,

illECCA~lCA

di atLrilo , ci obbl igherà ad accrescere i' ::;e vo rremo conservare l' equil ibrio. l?r0ttunto trasC''ti riarno questa d iminuzione di lunghezza nell' arco di con talto prodotta dalla rigidezza della fune, e supponiamo pee poco ìl cil indt·o girevole intorno ,.d suo asse mercè una forza aél esso direttarnent:e app! icn ta . In tal caso In. rigìd_ezza della corda obblighel'à pet· un'altra ragione ad accrescel'e il valore (·!) di 1\, se, si vonù produrre l'ascensione di Q, Inf'HLLi, quar1tlo il cil indro gir!)., la corda per· sccond,nc tnl moYimcn to deve continuamente piegarsi in B; al che essa oppone u na certa resistenza , tanto maggiore quanto più piccolo è il diametro del cilindro : tal resisLenza dovrà essere vint.u. da P, aìtrimenti la fune rimanà immobile , e quando il eilindeo gira essa s!riscer~t contro la superficjy eoiivessa di questo . Ora il valore ('1) di P non p uò vi ncere la resistenza allo incurvmnenlo in B, percl1è tal vnlore è appena · bastevole a sosLener·e il 50'lo Q: dunqne dovremo occup,u.·ci di trovare il n1101·10 vuloee di P, capace non solo d'impedire la discesa di Q, ma anche di vincece la resistenza della corda a piegarsi continuam ente in B quando il .eilindro gir1.1, Ot noi sappiamo che per poter porre a ca lcolo quest11 resisLenz~ basterù inten- ' dere aumentato il peso Q di quella tule quantiLà p d1e è gi,\ stati< cal colntn dai rnccc:anici e ehe chiamasi -rigidezza dei canc,p'i. Co1;icchè, se non vi fosse attrito . fra la corda e la superficie del tnmhuro , pott'à salire Q al girnre cli questo, quanclo fosse P = Q p; m,l essendovi nttr1to, è da ri flettere clrn la resistenza p non è tutta distrutLa dtt P, ma in pa rte anche dall'attrito; o in altei termini che la 'q uantità p, di cui è duopo intendere accresciuto il peso Q per poter consider;1re ln fune come del tuLto flessib ile· , genera essa stessa un attrito, quindi p va sin dal principio

+

4,9

del calcolo· sommala con Q; il eh e dù, dopo l'integraztou e,

"=Q + r, (rr:

(2)

e CilJ premesso, è ch iaro che essendo applicato a Ul!O degli estremi della fune il peso Q e all'altro estremo il pcs_o P dato dal valore (2}, se si faccia girare.il cilindro rntorno al suo asse e nel senso della freccia, meru~ una forza direttamente applicata sn ,.li esso, cioè senza l'intermezio della fun e, il p~so Q salirà e la forza motrice non dovrà che equilibrare con tinuam ente il peso Q -. P. Cosicchè l'azionl' del peso P si spenderà a vanta,~gto della potenza, come accade in tutte quelle macchme con le quali si ele\'a un peso mentre un altro discend~. l\fa è duopo por mente alla gran differenza che eone quando I~ forza motrice è applicata alla fune in S, come ·accade nella troclea fissa ordinaria ' o quan~lo è applicata direttam ente sul cilindro A MB, mercè un manub_rio , una ruota .dentata o simili. Nel ~ri,~o .caso, c~ualunque sia la relazione di grande;za fra t du e pesi che pendono dagli estremi della fune, ~ quello che scende polrà s~mprc uLilizzarsi a vantaggio '~~lla potenza., la quale, a] più, dovrit diventare una f~rza moderatrice, se il peso che scen de è maggiore di quello che sale. Ma quando la potenza ao-isce diret113,r.nenle sul cjlinclrQ, come nel caso nost1~0 i due pesi.' non potranno più essere arbitearii, perchè' qui il movimento trasmettend osi alla corda in virlù del suo a_lt.rito con la superfkie ,con,vessa del cilindro, il, peso che scende 11 0n potrà mai essere inferiore al valore (2) , quando l'arco uhbrncciato dalla fone sia una semicireonferenz"1, altrimenti Ja fune striscerebbe sul cilindro e il peso Q non salirebbe. Questo è un seri0, ANNO XIV, VOL, I.


MECCANlGA 50 inconveniente , perchè col prolungato contatto delln fune la superficie del cilindro diviene molto liscia, quindi ( decresce rapidamenle e p dee nttmenlD l'C'. cosicchè in fin dei conti il suo valore doYJ'i\ cssPr di poco inferi'ore a Q p se non si vuol veder la f'u ne strisciare sul cilindro. Per ovviare a tale inconvenicnle, cioè per impedire lo strisciamento della fone, ancorchò il peso che scende sia di'°rnolto infe riore a quello che sale, i mezzi attuali finora sono i seguenti: · ,J o prescindere adclirillura dall'azione. dell' a ttri lo fra la cordu e il cilindro, e nfliclarc i pesi P e Q a due funi ( Gg. 3) indipendenti, infisse sul medesimo cilindro, ma avvolte· in senso opposto , sicchè noli.i rotazione mentre una fune si svolge l'altrn si m-volge. ]l difetto di queslo sistemu è la doppia lu ngliczza di fone necessaria, e la gran lunghezza eia darn al cilindro AB quando trattasi cli grançli ulter;zc. J+:cl ancorchè si obbligasse1·0 con diafragmi i trulli d.i fu11c ad avvolgersi sopra se stessi dopo un ce rto n_umero cl i gi ri, pure il cilindro donù sempre avere ,L1~1a ~erla lunghezza, e ad ogni modo non s1 potrù rrHu evitare il suo insieme pesante e volu min oso. 2° L'altro mezzo in uso è que1lo di utilizzare bensì (ùg. 4) l'attl'i to fra la supedìcie del cihndro e lo fune, facendo pendere dai capi es lremi di una stessa corda i due pesi, ma avvolgere per tJih gù-i la fuue intorno al cilinclt'O; in modo che l'alleito grandiss imo che ne nasce impedisca alla fune di striseiare per piccolo che sia il peso P rispclto a Q. Tal disposi1.ione richiede·, è vero , una minor ]'unghezza nel cilindro , ma nondimeno questo dovrà avere una certa estensione, dacchè, mentre il peso Q sale, il capo di fune che si avvolge occupa successivamente la parte del cilindro dtl. A in A', la quale clovrù essere ben lunga

APJ>Ll CA'l'A I

qua11do t1·auasi di gn111di. altezze. Si pui> bene impedin) alla fune cli corrnre liberamente lungo il cilindro, costringendo il capo cbe si avvo lge a non uscir mni dallo stesso pia110, rn ercè appositi diafragmi (fig. 5); ma si noti che in tal caso il capo che si avvolge C, per mnnLcnersi semp re neUa stessa positura, cioè u co ntatto del lembo N del.la ruota, deve comportarsi a guisa di cu neo e con tinuamente spostare gli altri capi 1 1: , ,;", cec., sino ali' ultimo e" -che si svolge; quindi Mvrù la tensione del ca po C generare tali pressioni laLcruli, C'h e la sp inta contro gli. nitri capi cli fone valga a spostarli, il ehe non sempre può accadet'e. E(l ancorcl1è cii> si aYVeri, non si potrù disconoscere il gl'nn consumo del r'npo C pel suo con tinuo strofinio so tto fo ni pression i con tro il lembo N e contro gli altri capi cli fun e, i q11ali alla lor volta, obbligati a striscia1·e contin twme1ìle. conlro la superfici(! convessa del tambut'O , dovranno presto logora1:si. Ad ev itare i descritti inconvenienti proponiamo limiLo rc l'a,:co abbraec.io to dalla fune a non pii\ di unu ci1·co11fnrnnza, afiìnehè il capo che si avvolge e quel1o clic si svolge stieno sempre nello stesso piano. Così il tamb uro si ridurrà ad una semplice puleggia ; e l'attri to necessario clivisiamo o'Ltenerlo mercè l'incavo a cuneo.

+

lll. TcoJ'ia della p'Uleggia a cuneo.

l

Premesse le cose precedenti, calcoliamo di qllanto l'in cavo a eun eo permetta diminuire il peso che pende du uno degli estremi dello fune rispetto a quello elle


.\PI>LICAT.\

pende clall'ahro estremo , senz!:I clic vi sia strisciamento . . Adottando la forni a del cu neo isoscele, sieno in pro-· filo A B, DE (iìg. G), le due pareti dell'inca rn dell a puleggia, la quàl e si suppon e verti cale, e che, Yi sia accavallata , come nella fig . :2, una fun e, che da u11 estremo sostenga il peso Q. Si cerca il peso da sospendere all'altiio estrem o della corda, streuamenle necessario o po ter far s,1lire il peso Q qunn do la puleggia g ira, ossia a poter impedire che la fun e strisc i su ll a puleggia. Si chiami P H peso cercato, e si supponga la fune in equ ili brio so llo l'azi one dei pesi P e Q e ll cll'attri to lungo la gola della puleggia. Sia <p l'angolo· d'attri to della fu ne colla sostanza_di cui è fo rmata.la puleggi,;1, cioè l'angolo che so ddisfa alla relazione ~

/= lang 9 essendo / il cocfìièien te cl' n Llrito . La tensione della fu ne è cer tamente variabile dall'estremo n ( fig. 2), ov' è uguale a Q, all'estremo A, ove è ugu ale a I> ; ma polendosi essa tensione riguardare costante per la lunghezza <li un tratto infin itamente pi ccolo n ì\I · dt fune, rap presentalo da ds, noi supporremo che abbia quivi il valore T. Dal pun l•) infimo della circonferenza che nella fig ura 6 rappresenta Ja sezion e trasversale della fu ne, tiriamo la tangente xy e suppon_iamo per poco la pul eggia pi en a da D E ad x y, ~enza che vi sieno le pareti laterali .Lo e Dy . Chiamando r la disLrinza dal cen tro della puleggia ad xy, sarh per le teorte di mcc~anica

T ds r

(3)

la pressione che l'archçtlo elementare ds della fune eserciterh contro wy. Or siccome in reaHà in luoo·o della superfic ie x y esi stono le due pareti AB, DE. con le qu ali la fune è a contatto, così la pressione (3) eserciterà due spinte 11gHali. co ntro si fatte pareti; e dalla meccanica abbiamo ch e, a causa dell'attrito , Je direzio ni cli queste spinte faranno colle pareli dell'incaYo l' angolo

+y •

!)QO

Di sorta che dinotando con la retta O L, che si-suppone in.finita mente piccola, la pressione {3), saranno O ~r ed ON le du e sp inte contro le pare ti dell'incav.o prodotte dall'elemento ds di fune. Or noi sappiamo dalla teo ria del cun eo iso scele, che chiamand o S il vnlorc di ciascuna spinta lnlerale, P la pressione che Jt~ genera, ed A Ttlflgolo BA D n,lla base del cuneo, sì lta p S= --· ;t cos (A-cp) ' qnindi al caso nostro la spi nta genem ta dall'elemento ds di fune conl ro ci asc una foce ia dell'incavo sarì, T ds 2 r cos (A - ç) .

(4-)

Ciò poslo, i; ch iaro che ciascuna delle sp inte rappl'esent n!c clnl n:i lore (k) si risolve in du e fo rze, 1'11na norrnnle :dia paretr., che è quell a clte genera l'atlrilo, o l'altl'a para ll ela; e saril facilissim o vedere che il Ya]nre di ciasc una componente normale è

T cls -~ ;,r cos;( \. - 91\ X cos <p •


55

ìUECCAN!C;A

APPLICATA

Ond e la sornma degli attriti dell'elemento ds della fune con tro.le due pareti dell'incavo sarà

ed eseguendo Yintògrazione fra i giu sti ]imiti, c10e che all'o rigi.ne degli ·. archi , quando s ~o, si ha T Q p (essendo p la rigidez za della fune), e nel punto A (fig~. 2} ove s = TC r si ha T = P, si avri.t subito

.(T ds · X cos cp • r cos (A -cpì

(5)

= +

(8)

E ponendo per brevità

= ò'

cos <p cos (A- rp)

(6)

E passando dai logaritmi neperiani agli oedinarii; col ricordarci la nota relazione la= 2, 302.i.>8 log: a aveemo

+

0 (} ,...1) 1': Jog - P -p -- 2. , r309"8 -- ·1, 36h1· 36 1·~

il valore {o) divenà

T ·ds J .

(7)

f r

Ora passando da un elemento della corda al suo successivo infin itamente vicino, andando però sempre da B verso A (fig. 2}, la tensione _T diviene T- dT; e questo decremento dT è appunto quanto l'attrito lungo l'archetto cls, il quale attrito, come si è veduto, per tutte due ly pareti insi eme ha il valore (7). On de .avremo cì T=-(T. cls t· r '

(9)

J~d ecco il minimo valoFe di P capace d'impedire lo strisciamento della fune quando l'arco abbracci ato da qu esta sia precisamen te una semicirconferenza : in ques ta fo rmola 15 ha il valore (6) . Potendo in alcuni casi l'arco abbraceiato dalla fune essere maggio re o minore di una semicirconferèm:a, gioverà porre la forrno la (9) sotto un aspeLto p_iù generale. A ~al fine, chiamando S l'arco total e abbrac~ cjaLo dalla fune, osserviamo che quando s = S si ha T = P; quin di, rifacendo l'integrazione, si avrà .

ossia

-

'

e chiam ando n il rapporto fra. H nutnero di grad i delJ'arco abbracciato e 360° _si avrà e quindi

S = _~ 1trn ;

.s

l. T

f

= - /1:

o

cls

+C

ond e · l Q+ pf'ò' X2'iÌ' n: ;., .. p ., .

. • .A,J-: ·, .

,!


56 e

~IF.CCANfC.\.

qu indi

o-1..:. p

Jog - p

APl'I.ICA'L\

\

0

¼i

'

= 2, 30]58

..,.,._s· u f. - -cos / 'Z -Jbn - - '9--

cos {A- 9)

DI

materia di cui sono formale In pareti del l'incavo; la leviga'tezza e la pulìlezza loro, e altre lali cause cliffici lr da porre a calcolo, ma che nel lòro ·insiem e hanno una potente azione sul valore di f ('I'}. Adunque non potendosi contare in pr·utica su di un valore esatto del coefficiente (', o in altri term ini non

r

2 1': 1i. &

= 2, 7'.2875 nfrs =

,,~

,

(

10)

1

'

.Ecco la formola piLl generale che riassume la teoria della. puleggia a cuneo, quando s1 considera il puro attrito soltanto, indipendentemen te dalle altre cagioni di aderenza fra la corda e le pareti dell'incavQ. ,Con la formola {I O}, ci ate quat.trn delle cinque quanti lit A, Q, p, P e q>, si poll'tl determinare la quinta in modo che non vi sia mai strisciamento della fune, cioè che, girando la puleggia, iJ peso Q salga mentre P discende.

IV.

Consùlera~ioni sull'uso prat-ico delle pulegge ·a cnneo. L'equazione (10) risolve pienarne·nte dal lato scientifico .il problema della puleggia a cun eo che ci siamo proposti; ma se in prutica fosse necessario dover applicare rigorosamente tal equazione, sarebbe èluopo che l'esperienza fornisse il valore esatto del coeffi- . ciente d'attrito f da introdursi nella {'IO}. Se non che ciò non si può forse ottenere, essendo il valore di / variabilis~imo secondo lo stato igrometrico, la tessitura e il maggiore o minore consumo della fune: la

(*) Abbiamo scoria la grande incertezza .dei valori di /' dietro alcune esperienze crnguitc e;on la cura che si potè maggioro per trovarli. Queste spericnze erano fondato sulla nota fori11ola

di meccanica log. Q-~P = 1,36431 l che ~1on ù.se non la formola ('2) del testo scrilla altrimonli.

- na essa .si desumo - _ log.. (O+ p) - log. l) l- . 1, 36437-

(A}

Onde, accavalcata una fune s~1 di una col'ona di ferro liscin, che serviva in 1m 011i(ìcio hlla trasmissione del movimento con cigne, si uttac.cava arì uno degli cslromi della funo 1111 dato peso: indi si andava lentnmentc nggrnvando con vari pe~i l'altro estremo 'della conia lìno a trovare il minimo poso [,.r,apacc di far sal ire il cennnto peso Q men tre aggiral'asi la corona. Con le nolo formo )(} di nwc:r;a nica si calcolava la rigirlezza p, e nella formota (A) introdotti i va lori di P, ri i Q, e di p si aveYa f. Questo mclo:!o non snr:1 forso reputalo inesallo se si considera cho nella Jorrnola (A) non en trano i valori assoluti di P e di Q. ma ben5°1 i loro logaritm i ; qu i;-,di i piccoli errori nel la rnlnlazione sperimentale dei pesi clcbltnnn aH!l'u una lievissin;a ioTiocoza su l valore di f'. Simi li esperienze furono ripetuto · più voll') su varie corone da O, '"40, n O, "'00 di diametro e con rlh'c rsn fu11i tiel diame tro da O, "'01. u O, "'0.2, facendo variare il peso Q da 1 a 100 chilog. I Ytìlo1'i' d.i f' si trovarono variare sensibilmcnlo per poco che cnmbiavasi la fune e per le più piccole nceidcntal it~ clùllc corone, le qua li erano sempre di ferro e in apparenza lisce quasi tulle a un · modo. Anche si vide che i valori di f' variavano alquanto al crescere dei pesi Q e P


59

MECCANICA

Al'l'LICATA

potendosi ben vnlutare l'attrito nò- l'aderl;\nza fra la c?r~a e le yarnti ?eH~ puleggia, -miglior consiglio è di formarsi un cnteno della potenza c.he può avere una pu le_ggia a cuneo dietro l'osservazione, oppure quando si assume per/' il minimo valol'e presumibile. Imper?cchè, .uniforrnandosi in pratica a quésto criterio, non vi sarà mai timore di veder la. corda a strisciarn su lla puleggia. mentre questa. gi.ra. Così, per fissare le

puleggia sempre e quando il peso che scendo, affidato a uno dei cap i della fune, sia un a parlo non minore di 0;-15 del peso che sale ·aum entatodella rigidezza c],~lJa fon e. Se si supponesse di 6° l'angolo 1;11 vel'l.ice dell'in cavo, si troverebbe _con un calcolo simile al prececlente.

_idee, assum iamG per / il valore minimo ..'!_

,10 '

=

5°, 43' .

Dippiù , supponendo che ]~angolo al vertice dell'incavo cunniforrne sia di 8°, sarà A= 86° ed A --

cp

~

il quale

ceetamente è al disotLo <lel vero nei casi più ordinari: a .questo valore l'isponde l'altro di : cp

p o+ = o, 'te,•• ;:io . p

Cosicchè chiamando in ge.neralo T' la tension e del capo di fune ov'è raccomandato il peso minore clie . scende T la tens.ione dell'altro capo, la condizione perchè non vi sia. s trisciamento sarà per l'inca, 0 a cuneo di 8°

e

1

= > O)1~5 T· )

(A)

T' >0,1 25 T .

(B)

T'

V

= 80°, ,J7' :, e per l'in r.avò n cuneo di 6°

e ammesso che l'arco abbr-ucciato c.lalla. fone srn una ·

semicirconferenza, sar,\ 1i

= :!_. 2'

quindi, introdou.i co-

desii valot'i nella (1 O), si avrù

log. Q

+ P = 2, n 875 x ! X i_ X _cos 5°, 43' P ~ 2 'IO cos 80°, ,t 7' = o, 8084,8

e qu in ~i Q

t

P

=

6, 43; e Q ~ P = O, ,155 ..

AchÌnque nel caso nostro rimanà cortnmento impedìLo ,lo strisciamento dello furie Jnngo la gola della

E ciò ·semp re nell'ipotesi cl:{~ non si voglia cori, side,rare altra azione tra .là fune e le pureti dell'incavo se non il purn attrito proporz ionale alla pressione secondo la legge generale . . Ci'ortunatarnenìe nej casi pitì o.cdinari delle rnacchine colle quali cercasi far salire un peso mentre un altro diseencle, aceade che, per la soli diti1 che debbono avere i recipienti in ragione del carieo maggiore di cui si vogliono aggravare, il peso del recipi.ente vuoto · ha sempre, · rispetto a quello del recipiente pieno, uri valore maggio/e dei ~alori (A) o (B) . h ~r conseguenza 1


60

61

MEt.CANJC.\

AL'l'UG.\ 'l: :\

ancorcli è l'attri to fra la corda o le parnli dell'incaro si voglia supporre tanto piccolo da avere il coefficiente

Laonde conchiudcremo che le migliori pulegge a cuneo, come l'esperienza ci ha climostrnto, sarebbero quelle gettate in bronzo e poscia lavorate ul tornio per renderne perfetto e ben levigato l'incavo. Le pulegge di ghisa sarebbero certo più economiche, ma sono da preferire quelle di bromo, perchè più forti ed esenti dalla ruggine . Giova riflettere che ment1.·e In puleggia a cuneo gira , in virtù di una forza ad essa direttamente applicata, e produce l'el eraz ione di un peso simultaneamente alla discesa di un altro, l'attrito lungo l' ineqVO entra in giuoco ossi a opera per una quantità precisamente uguale alla dilTerenzn delle tensioni dei due capi della furrn. Cosicchè s_e i clue pesi f9ssero eguali e la fune non avesse rigidezza, il lol'O alterno moto avrebbe sempre luogo cruantunque l'attrito fra la corda e le parnti dell'incavo fosse zero; e da cib _risuha: 1° Che meno disuguali saranno i due pesi e meno lavoreb\ l'altrito pel' impedire .che la fune strisci lungo la periferia della puleggia. _ 2° Che per due clnte tensioni eslreme, qunnto maggiore snrit la lunghezza assoluta dell':i.rco abbracciato dalfa funè, tanto più questa si conserverò, perchè la _pressione e quindi l' uurito riportendosi fra un muggior 11umcro .di punti di eontalto della fune, tanto n1eno sarù tormentato òiascun punto. Gioverù dunque dare alla puleggia a cuneo il rnaggior diametro che l'economia della J11acchina consen tirò. Volendo far costrnfre una ·puleggia a cuneo sar:l bene disegnare alla scola no.turale la sua sezione con un· pinno che passa pel suo asse . Ind i si foggérit con lo maggiore csattezzo la puleggia in legno a due pezzi; e fatta dipoi la fusione si ri.correrù al tornjo onde l'incavo riesco preciso e ben levigato, e si abbia la

. .

,1

.

mm uno 10 , non v1 sarà mai a temere lo strisciamento della corda . E questo è il risultato più importante :he potevasi cavare dalla formala (IO) . Adunque conch ,ud eremo che: non è necessario pci· ,qli usi clella · JJra·tica dovei' conoscere csaUc1rmente il valore· dell'attrito /i·a la corda ·e le pareti dell'1:ncavo; ma potersi ritenere che una puleggia ci cuneo dell'angolo al· ·vertice <ii O~ c1r 8° sarù sempre valevole ad ùnpeclire lo stri"sciamento della fune in tulle quelle macchine,. ordùiarie nelle qucili 11n peso debba salù-e mentre un altro discencle. , Ciò premesso notiamo che pe1· la buona conser. vnz ione della cord.a debbono le parnti dell'incavo della puleggia essere ben lisce; qui ndi sn·Nl mestieri otten ere la forte nclerenz~ solo mercù la grande acutezza dell '~ngolo ul vertice dell ' incavo. Infatti, altcsa la forma circolare della sez ione della fune, il con tatto con le pareti si esercita secondo un limitalo numero cli punti· onde se queste fossero I rnvicle, l'altrilo, sotto forti pressioni, tormenlet·ehbo d'assn'i la corda . Avendo speri:nentato 'roric pulegge a cuneo di Iegnumc duro, ablliamo veduto çl1e tosto o lardi la fune, prcme1)do sui. poehi suoi punti di rontùtto con l'incavo, finisçe per ulLeral'lo, forrrinnclovi com e un lieve solco: donde nasce che il contr.ttto si vi en e ad eserci tare sopra el~rnen li superficiali meno i-ipidi, qnin~li dimfriuiscono le pressioni e gl i attrili, e p11i1 seguirne lo striseiarnen lo della 1'11ne. I~ nf'ccssni'io' ndunque poter conlnre nella p_raliea E;u l!a inallerah iìilA dell a forma dell'incavo, cio è poter esse1·e certi èhe le :-;_ue pareti, sotto continuale pressioiri, non testino mai ammacco te clnlla fune; al che n till a si prestn così bene rorne i mcla lli.

1


62

MECCANICA

certezza del giusto valore del suo arwolu al verLice O / 1 il quale è bene che sia dai 6 a ,10 grndi . Per disegnare speditamè'i1te la sezione della pu leggi a a cuneo coll'angolo al vertice dì 8°, per esempio, si ' til'i (fig . 7"} la rella A B uguale al din melro precjso che dovi:it avere la Cun e ; ed ai p unti A e B si facciuno gli angol i E A F. e C B D cin sc11no _cli k0 • Dai punti A e B si tirino ad A F e B D le riorrnali AN e B i'1, le quali si farnnno hrnghe in guisa che l'intervallo r, M l'iesca aLbastanza pi.ù picculo di AB, afflncl.tè la fune ntLovn, assott igliandosi colh1so, ·non possa n1,;1i toccare l'incavo N O Tìl . I lemb i della p11leggir1 saranno Lerm.inaLi da due accordi semicircolari, i cui cliamelri dipen derunno dalln g l'ossezza che vorrà darsi nlla puleggia, secon do che sia d i gh isa o di bronzo, e secondo gli sforz i che dorrà sopportare. V

V. · · Applica::;ione clella 7wlegyù1, a cuneo alle m,ctcchùw pel tiro vertica.le dette terre, delC cwqua e di ctttrimatenali. . Nei pozzi da mina, nei cav1'menti di ·ter.ra e sopratutto nei poz7.i cl' acc111a si costumano di frequente i congegni accennati ne lle fig. 3 e -1-, i -quali · si vegp.;ono :oempre i'Ìpeluti claì moderni scriltor i di mecca·. niea applicata. Siffatti eongegn i si potrebbero ulleo·gerirn moltissimo rid ucendo anzitutto le du e carr ucole 1VI cd N ac] una sola A (fig. 8) a doppia scanala tura e cli tale diametro che i du e recipienti, i quali si tratta dì far salire é scendel'e, non si tocchino quando si incontrano. Ecco un p rimo vantaggio essendo notis- ·

Al'PLIGA'fA

·63

simo che, sotto lo stesso peso, una sola carrucola grande presenta minori resistenze ehe non chie pie- co!c. ~noltre ul l\mgo tamburo o cilindro si potrà sostituire una semplrce puleggia di 1·invio n verticale ad asse fisso e ciel_ diame tro di circa O, in 20, la guu le abbi a la gola cuneiforme. A questa puJef)·p-in è incavalcata i.a .ru~e, a· . ·1 oo i cu1 : . capo a m, che ·passa dalla sua parte ~upe!'101·e e a sinistra dell'altro capo, si farà passare rnfe_1~1ormente per la gola sinistm det!a carrncola sup~norn A e vi sì affiderà all'estremo uno <.lei recipien ti S._ L' altro capo a.m', che passa di sotto ulla p uleggfa e a destra. <li am, si avvolge superiormente sull'aJ_tra gola ~ella carrucoìa . A é va a metter capo al secondo t'ec1p1cnle S' .. Questa disposizione deHo.. fune rende_ l'_arc6 di contatto con la puleggia maggiore della sem1c1econferenza, il che torna a vantuo·ofo deli' a~tnto, . Facendo girare la puleggia B mercèt,;:,un semplice man ubrìo o altro congeg1,o, secondocliè il p~so c1el recipiente pjeno sia più o meno grnndt~, si pro~urrù l' altemo moto dei seec!1i; cd è superfluo aggrnngere che gìovérb , secondo il solito éonncttere alla puleggia B un piccolo volante se si ~t1dk' .· Se fa c~rrucolu A e la puleggiu B stessero rigoro~~1~ente m un. medesimo piano verticale, i due capi cli fune b m e e z , _che passano pe1· una stessa gola d~lla carrucola A, s1 toccherebbero nel punto t, orn v~ sarebbe un continuo strofinio. Q11estQ inconveniente si p~ò s.ubito togliere facendo di due pezzi la parte superiore dell'annatura della carruGola A (fig. 12). 1~1 :a_l_ca~o, d~po aver messo a posto tutto il sistenrn , s1 fora girare un poco !'armatura della carrucola A intorno a.ll'usse A X , .fino a scostare il capo . di June e? '. da b m, (D.g. 8) e anche il capo b m dal\' altro b_m·; dopo :h eh: c_onla viLe di pression e Y (Dg . -1:2) st ferrncrà rnvanabilrncnte T armatura· di A. Questa


)lECC.\NlO.

.~P.PLICA'J' A.

armatura è foLta in guisa da poter girnre · lìbentrnente jntorno al perno orizzontale di appoggio h h', perchè souo l'azione dei pesi S ed S' (fig. 8) e . delle tensioni dei eapi cli fune che partono dalla pt;]eggia n, l'asse A X (Ag. 112) tende ad inclinarsi; quindi si sono disposte in modo le cose che esso possa prenùeee lìberameµtc cotesta positura inclinata. Nei pozzi d'acqua, ove per la grande profondità o per la grandezza dei secchi non si possa npplicare dil'ctwrnente la forza dell'uomo alla corda, poln\ ' essere utile il 'descritto congegno, il quale si presta del pari ad essere applicato alle .capre pei cavarnenti di terra o per i pozzi da mina (~}. Frattanto giova notare che quando la ,puleggia B gi ra nel senso della freccia, lu tensi~ne del capo di fune m'. l/ è uguale al peso ,del secehio pieno, ilccresciuto cli cìuelli della catena z' h' e del tratto decrescente dì fune n z', più l'attrito della can:ucola A e la rigidezza della fune in 11.. La tensione del capo b.1n è poi eg.uale al pP-so del secchio vuoto, più quello della catena z h, più il peso crescente del capo di fune che . si svolge. Sarebbe facilissimo calcolare Ja ~ensione del capo b' 1n', ma eib è inutile nella pratica;

o ìn parte nell'acqua. prima che il secchio pieno S sia giunlo al prestabilito livello lìI N, la tensione del tratto cli fun e che mette capo in h', cioè del tratto b' m', cambierit subitamente ,,,di va lore per · la pe1·di1a cl i peso cbe nasce dall'immersione. - In tal caso, senza impigliarsi jn lunghi cDlcoli, si ch iamino:

pèrocchèi secchi vuoti pesa-nclo circa

!

di quelli pieni,

' s'inferisce che la tensione del capo· b m sarù sempre nei buoni limiti che irnpecliscono affatlo lo sconirimento della fune lungo la periferia della puleggia B. Al massimo si potrebbe osservare (fig. , 9} che se accade che il secchio vuoto S', si sia immerso in tullo

-- - ------- - -- - '

------

I', il peso del recipiente pieno S. .

P', la tensione che il secchio imme rso esercita h. p, il peso del trat.to cli fune e z . p', il peso del tratto di fune n z'. C, il peso di ciascuno dei tratti cli catena uguali z h, z' li' ai quali si sogliono affida.re i secchi. 111

È chiaro che, partendo dalla relaz·ione (B) trovata in-

nanzi, non vi sarit timore di strisciamento c1uanclo si abbia 1

P

+ e+-JJ' > o, 1:20 (r + e +Pl

Ora non si. anclrù lontani dal vero facendo P'~ Oi poichè l'esperienza dimostra che il secchio immerso esercita un'azione debolissima in h'; oltre· di che la supposizione cli P' = O torna a ~naggior sicurezza dell'apparecchio . Il . peso p del tratto di fune cz si pu<.J libernmente trascurare, e del pari si può preseinderc, senza grave errore, dalla piccola perdita di peso dalla parte di catena 'Che per avventura polesse imme1·gersì nell'acqua. Aclunque avremo

(*)' 11 capitnno del Genio sig . Ila violi con gentili e inlelligcnti cure ha applicalo il congegno d.ella fìg. D u un pozzo di Peschiera. Egli ha adopernlo unn puleggia a cuoco di ghisa del ùiamclro di circa· O, "18, e ne ila oLlonulo un._buon risultalo.

·. (11 ) ANNO XIV, Vor,. r.

5


r.lECCAN!CA 66 Il modo più semplice per soddisfare questa condizione si è di supporre già date le quantità P e p', e lasciare indeterminato il solo peso C di èiascuna delle due catene. - Dalla {11) si ha:

=0, 125 P-p'

e>

o 875

·

'

67 deve continuamente spostare il capo che gli è a con-: tatto, confricando con forza contro di esso, e tutti gli altri capi debbono del continuo strisciare dall'alto al basso o viceversa contro le pareti del tamburo: il che spiega la necessità di ungere spesso la fune con sapone o con sego come si costuma nella pratica. vece adoperando una puleggia a cuneo In quella 1 orizzon tale A di pochi decirnetn di diametro (fig. H) . e una grande carrucola o ruota C a doppia scanalatura (sostenuta da un'armatura dì legno che può va·riare in mille modi secondo i casi) tutto il congegno diviene più semplice e più leggero; gli attriti rimangono attenuati, e la fune si conserva di più. Al>PLICATA

(·12}

Laonde in pratica, se mai per essersi fatto troppo aperto l'incavo a cuneo .della puleggia o per qualunque altra ragione, si avverasse lo strisciamento della corda nel momento più sfavorevole pel congeg~o, c(oè ffbiello espresso dalla fig. 1O, basterà dare tn pesi dei du~ tratti uguali di catena il valore (12) . per esser certL che non vi sarà più strisciamento d1 sorta e che lo apparecchio agirà benissimo. 1

VII.

Applicazione clella puleggi·a à cuneo per le maccMne da elevar pesi da un p1:ano all'altro nei grandi edifizi.

vr. Applicazione della puleggia a cuneo al cosiddetto maneggio svedese. . NelÌa fìg. 13 è accennato l'apparec~hìo usit~tissirno t~oI1 cui si applica la forza dei cavalh per gh aggottamenti e per l'estrazione dei minerali o. della ~en:a dai pozzi. Il tamburo A B sì suol ~·are d1 grandi di~ rne nsioni con le pareti leggermente mcmvate, affinche la fune avvolta.vi contro per più giri si manten~a sempre verso la parte centrale. Qui regge la _stessa osservazione fatta innanzi, cioè che il capo d1 fune che si avvolge, nel mantenersi presso a poco al.la . stessa altezza (come l'esperienza dimostra che fa) .

/

.

Nelle macchine elevatrici che spesso sì costruiscono nell?interno degli edifizi si cerca sempre poter limitare là forza motrice ai soli oggetti da elevare,· e ciò eqÙil(brando la cassa Ò gabbia che deve c0n'tenerli c0n un contrappeso, o facendo l'apparato a doppio effetto, cioè tale. che mentre una cassa sale piena l'altra scende vuoto . Quando trattasi di elevare piccoli pesi le macchine sono semplicissime. Esse hanno in alto una sola ruota; come la C della fig. H, su cui è incavalcata una fune, che da un estremo sostiene il contrappeso e dall'altro la cassa, la quale ha infissa nel fondo una fune o catena 1'. Supposto che la cassa vuota pesi 20 chilog., e che il massimo suo carico


G8

G9

'.\!ECCANICA

APPI.IC,\'l'.I.

sia p. e. di 10 chilog.; si faeù il eontrnppcso di 3l) ch ilog. Per tal modo abbandonata a se meclesinrn ]a cassa, quando è cari ca , essa salirà per la sola ~zio ne del contrappeso, e la mano, cbe segue lo svolgerst della f~rne r, potrà sempre moderare l'ascen~ione. Al contrario pei: far J iscendere la cassa vuota si dovrh esercitare sulfo fune 1· una forza poco maggiore di r, chilog. i\Ia quando si debbano elevar pesi di parecchi quintali, il descritto sistema non sarebbe più adatto, sia perèhè richiederebbe di enormi contrappesi, e perchè la forza dell'uomo, immediatamente applicata. alla fune r, sovente non basterebbe a far discendere la cassa vuota. ·Onde si costumano altri congegni i quali, salvo piccole differenze cli detLaglio, ·presentano l'insieme della fig. 11O. Le due funi ,ni ed n partendo entrambe àalla som mitù della cassa, cui son•) fissa le, passano ciascuna per le gole di due coppie di canucole e mettono capo l'una al contrappeso P e l'altra al tam]rnro del verricello M, il quale girando in un se riso o . nell'altro, produce la salita o la disces4 della cassa.. Indipendentemente dall'uso della puleggia a cuneo può farsi una prima sempliilca:r.ione a questo sistema sostituendo alle quattro carrucole e, e', e", d" una sola carrnco1a o ruota ben più grande C (fig . ·l'I ) ma a doppia scanalatura. I due capi cli fune che, come nel caso peecedente, partono dalla sommità della, cassa, passano ciascuno in -una delle distinle gole dellaruota C e mettono capo l'una al verricello e l'allra al con trappeso, i quali in tal caso sono entrambi dalla stessa parte sen za impedirsi a vicenda C').

In luogo del verricello si pot,à con più semplicità adopernre una pu leggia a cuneo V (fig. 15), il · che dispensa dal farn lri ruota grande a doppia scanalatura, ma richiede una ruota separata pel contrappeso. Si avrebbe cosi un sistema più vantaggioso dei preeedenti. Difalti pei eongegni accennati nelle fig ure 1O e 11 si noti che il contrappeso non può esser 1nai 1nciggiore del peso delta piira cassa, altrimenti quando questa è vµota e la si vuol far discendere col girare il Yerricello in gffisa che si svolga la fune, .la discesa non potrebbe aver luogo se mai il eonlrappeso, elle si suppone al basso, pesasse cli più delh1 cassa vuota. Ed ove esso avesse il peso preciso cli lale eassa b~sterehbero, quando questa èin alto, i solj a ttri,ti a impedire la discesa, allorehè si cerca di svolgere la fune del verricello. Laonde quando il peso che dovrà sopportare la cassa, come nelle caserme o nei geandi stabilimen ti, sia mollo grande, non potendo esso pe r nulla essere equilibrnto dal 'contr·appeso (che forzatamente ~ limitalo a meno del peso della cassa vuota) sarà necessaria una gran · forz a per produrrl~ l'ascensione, altrim enti si dom\ aYer ri corso ai soliti meccanismi che certo renderanno lento il moto. Invece il congegno semplicissim o della fig. ,(5 perrneqe equili brare al trimenti la macchina., e fare il contrappeso più pesante della cx,ssa vuota, aYendo la puleggia a cuneo in sè la ·virtù di far discendere quest'ultima dall'ùlto; ancorc.Jiè il contrappeso , c:he ò giù, pesi di più. Or questa possibilità di accrescere il contrappeso torna a vantaggio del sistema, perchè so tto la ste~sa forza Sl'.ll'Ù la salita più rapida che non nelle ma~chine delle fig. ~O e ,J,l. t ben vero che tutta la forza çli meno da ~pendersi nell a salita, in grazia dell' ac.crescinlo con trappeso, si trasforma in tanta forza 'dì p-ilì che dovr.'t farsi per p1·odurre la discesa della cassa

1

C') una simile macchina per elevare oggetti a 10" di altezza fu costruHà non ha molto a Verona con buon risultato.

0

1

1 1


70

ll'IECCANieA

APPLICATA.

vuota; ma di. leggieri s'intende che questo aumento di forza non ·è poi· nocivo, stantechè la · discesa o-ià di per se stessa richiede poca forza. o Una macchina, mossa da un uomo, secondo il sistema accennato neIJa fig. '15 , è stata costruita con buon succ~_tiso a Verona nel passato. anno. La puleggia a cuneo d1 bronzo, rappresentata dalla fig. 17, ha il diametro di om, 48 e pesa chilog. 7,. 60.' Il massimo carico che si deve poter elevare con questa macchina all,' altezza di 10m, 74 è di circa240 chilog., compresa la gabbia di ferro che pesa 90 chilog., mentre il _contrappreso è di circa 125 chilog. Secondo i sistemi in uso, cioè quelli ,delle fìg. ·1 o e 1 14, dovendo essere il contrappeso 8 a 11O chilog. più leggero della cassa vuota, supponiamo che si fosse fatto di 80 chilog. È evidente che la resistenza utile éhe si incontrerebbe nel far salire la cassa piena sarebbe di .

E se col sistema della figura 15 abbia la cassa impiegato il tempo t' per giltngere all'altezza h, sarà il lavoro fatto · in ·1"

1

210 -

80 = 130 chilog.;

21 O- 125 = 85 chilog. Ora supponendo · in ambedue i casi appl icata sul manubrio la forza ordinaria dell'uomo, ammettiamo che questa sia stata capace col primo sistema cli . far salire la càssa piena all'altezza richi esta h in t secondi: sarà il lavoro dinamico fatto in ,111 t

' (C)

(D)

t' ,

ma le quant.ità (C) e (D)· debbono essere uguali fra loro, poichè le resistenze passive si possono ritenere a un dipresso le medesime nei due sistemi , dunque avremo t' = '17 t . Onde la macchina deÌla fig. 1 5 26 offre nel nostro · caso il vantaggio che con la stessa . nei. n del tempo necessar10. coi. forza la cassa sale 26 sistemi delle fìg. 1O e 11 . . · La resistenza utile che s'incontra nel far discendere la cassa vuota col sistema della figura 15 non è che di 1

1

·120- 85

laddove col sistema della figura ,15 nella salita della cassa piena la resistenza utile è

h X 130

h X 85.

= 35 chilog.

Da ciò si vede che avrebbe potuto farsi maggiore il contrappeso per rendere più rapida la salita. l\la è da riflettere che questo aumento del contrappeso ha un limite, avvegnachè in generale nel far girare il manubrio in senso inverso l'uomo prova maggior difficoltà che non · nel senso ordinario; quindi un c_ontrappeso troppo grande renderebbe la salita della cassa piena agevolissima ma per converso disagevole la discesa della cassa vuota, massime quando non vi· sia un volante; posciachè l'uomo ratttovasi in questo secondo caso in condizioni più sfavorevoli per sviluppare la sua forza muscolare. Nelle macchine a doppio effetto fa puleggia a cuneo . potrà essere del pari vantaggiosa. D,ifatti in grnzia , di


MF.CC.\i'i !C.\

essa .il congc~no della !ìg. ,JG riesce se mpli cissimo, poich è ivi la puleggia a cuneo C, su cui agisce la forza motrice, produce direuamente il moto alterno dell e casse, secondochè la si J'a girare in un senso o nell'altro . La puleggia C rimane chiusa nel fondo del canale di legno entro il quale si muoYono le funi , che passando sulle r uote A ed A', vanno a metter capo all e sommità delle casse. Il moto s'imp rimerebbe all a puleggia C o mercè un semplice manubrio, se il peso da elevare non sia molto grand e, u con qualunque altro congegno di ruote dentate, vite perpetua, ecc., secondo la forza motrice che s'impiega. li poi evidente che la puleggia C pu t, collqcarsi in qualunque punto dell'altezza M N alla quale s·i debbono fa r salire le" casse. Le molle m. colloca te sollo le casse servono per attenuare l'urto, se mui queste cadessero dall'alto per fr1curin o pel' un ca so qualunqu e. Seguen do i sistemi in uso codeste rnacehine riescono ancor più complicate di quelle a contrappeso. Imperoccht'~ d'ordinario in esse i du e capi di fune pal'tendo dil ll e sommità delle singole casse passano per le gole di alcune pulegge e vanno ad avvolgersi in senso contrario su di un unico cilindro còrn c nelle figure 3 e J., facendo git:'arc il quale, si opera l'ascensione di una delle casse mentre l'altra discende. Non si negherà .fo rse clic il congegno divi ene così ben più pesante e com plica to cli qu el!o accennato nella fig ura iJG, e ric!tiede spazio tale che non sempre è dato aYctfo disponibile nt'IJ'interno cl egli edifizi.

.t..l'l'Ut:AT.\

73

vm. Applica;:,ione della JJUle,ggia a cu.neo ai piani inclina,ti cwtomotori. Parallelo ·col si:stema seguito 1·n Fraiicfa nella. cost ru:::;ione del fotte cli Sainte-A dresse . Quan<lo delle grandi quantiL,\ di terra si debbono trasportare da un sito .i nn altro più elevalo, è irn ti co l'uso dei cosiddc tL,i piani in clinati autoniotori, 11ei quali si approfìlla della discesa dei cal'ri vuoti per ngevolare la salita di quelli pi eni . Che se le terre si debbono trasportare in un si to piì1 basso. si trae partito addiriaura da lla discesa dei. recipienti carichi per operai·e la s:;.lita dei YUOLi. Se si votTù npplica re il vapore o la forza animale ai grand i rnori1n enri di Lcrra co i piani auLomotor-i , la puleggia a cuneo aù asse fìsso sal',\ vantaggiosissima per semplificare cli molto gl i apparecchi, come dimostra ra figura '18. Info.tLi si 11 0 Li che quando tl'attasi della forza dei cavalli, questa esercitandosi nll'estrerno di 1111 Rlbero OL'iz zòntalc, rich iede p11 r se mpre che pc1· rill di ingranaggi o cli altl'i rn ccca11ismi si trasfo rm i il molo orizzon tal e in alLl'i movime11Li tali da produrre in fin e l'arrotolamentc cl clla corda e qnindi la sali ta ,e la discesa dei earri. Ciil rende complicali gli apparecchi, laddove col sistem a dell a figura '18 la forza del cavallo, sen za altri organi sussidiari ehe un nlbero orizzontal e e una ruota a cun eo , produce nel moclo JJi·Ìt dh·etto possiMtc l'alterno moto elci carri sul piano inclinato. Nè questo è un piccolo rantaggio, 1.1vvegno.e;lt è o.lLl'e dei minori attriti, si ha rnin ol'e


74

l\tECOAl'jICA

75

APPLICATA

.spesa d'impianto e maggior faciltà di scomporre e trasportare l'apparecchio nei vari centri dei grandi movimenti di terra , secondo che progredisce il lavoro. La ruota a cuneo, ad asse fisso, rimane chiusa in irna' specie di cassa sotto il piano ove cammina l'animale e il suo asse si protrae di fuori e gira nel collare in ·sostenuto da quattro bastoni di ferro inclinati, i quali danno forza a tutto il sistema. La figura 18 dimostra che l'arco di contatto della corda con la periferia della ruota ·è di '180°; ma facilissimamente si potrà aumentare tale arco e ridurlo fin quasi a 360°. Difatti poichè le due ·ruotelle r ed·1,' sono s.empre necessarie per tener sollevata la fune da terra, si comincerà per fare la .scanalatura della ruotelia r molto profonda sì che la fune non ne possa mai uscire, e la si porrà dì piatto (figura 19), affinchè, insieme all'aln~a piccola ruota s fissata nella ,cassa, faccia deviare il capo di fune r s e renda l'arco cli èontatto quasi eguale alla intera circonferenza. È ben vero che ciò accresce un po' gli attriti, ma. questo tenue aumento delle resistenze nocive è un nulla rispetto al vantaggio della maggior sicurezza della macchina e della maggior conservazione della corda, che nasce <lacchè l'attrito fra questa e l'incavo viene ad esercitarsi, nel caso della figura 19, su· di un trailo di co~·da quasi· doppio cli quello della figura 18. Pe1'.altro le tensioni dei due capi di fune r s ed r s' non potranno · pr0durre una forte pressione contro il ·perno della ru.otella r, essendo le rette r s ed 'r s' inclinate fra loro sotto un angolo ottusissimo; cosicchè l'attrito della ruotella r sarà molto minore di quello della s. L'altro vantaggio della disposizione della figura 119 si è che la macchina potrà servire quand'anche per una r.agione qualunque sia molto grande la differenza fra le tensioni dei due capi della fune. Difatti sup1

poniamo che l'arco di contatto fra la fune e ia ruota sia ai 350° e che l'angolo al vertice dell'incavo della ruota sia sempre di 6°. Ripigliando la formola (10) faremo 1

· 1 = 350 = O, 97; / = ; cp = 5°, 43', A = 87° : 10 360 1

n

sarà

+

50 3 / O 97 x ...'.!._ 'x COS ' ~- ' - •1 '"'4773 · Q P -9. '"'9.8'"'r' 1OR---,<,,,_ · /oX, · A A'"''- , 1 ~' p • 'I / 10 COS 8'I°, 1

E' quindi p

Q+p P = 515 ' 94-

.

o+ .:_ o,.017. -~ p

e

Cos1cchè la tensione· di uno dei capi della fune po,

trebbe, nel caso della fig. 19, sc~ndere fino ai

17 délla 1000 1

tensione. dell'altro capo srmza che vi possa essere strisciamento quando la ruota gira. Ed ancorchè si voglia ammettere che sotto grandi pressioni ìl coefficiente d'aUrit9

l si riduca a molto meno· di ,/ 0· si vedrà la

aderer:iza fra la- corda e le pareti dell'incavo rimanere tuttavia. assicurata fra limiti molto larghi per la pratica. Così, se per f assumiamo il valore O, 05, si troverà, con gli stessi dati precedenti,

~~P =

O, 4 3 .

Onde conchiudesi che se il coefficiente d'attrito fra la corda e le pareti dell'incavo sia disceso al valor minimo o, 015, 111. maechina della figura 19 potrà Lut-


'76

~IECC.\NICA

tavia .operare, purchè la tensione di uno dei capi della der. ;11:1 c1 1· que . Jl1a dell'altro. . minore . fune non sia 100

· Nei gran dì trasponi cli terra' a un livello rnagg.fo re P?l' via di piani inclinnti si è avuta l'ingf1gnosa idea eh fare il pinno di discesa più ripido di quello di salita, cioè tale che, partendo come questo dal l'ivello del cavamento, metta a un livello di poco superiore al sito del riempim ento. Da ciò nasce che la sola componente del peso di una carriuola vuota, avvalora ta dallo sforzo eh du e operai che l'a ccompagnano, produce la sàli ta di una sirnil_e carriuola piena ·, accompagnata anch'essa da due manovali lungo il piano meno acelive. E questo in virtù cl i una c·~rnwola affidata ad un trave drizzato verso il culmine dei p'iani, s:1lla quale e incavalca ta una fune che per un capo s, aLtacca al la caniuola piena ,e per l'altro a uno dei · manovali cbe accompDgnario la vuo ta . Questi piani. a diverse pendenze sono stati applicati in Francia alla costruzione del forte di SainteAd!'esse e su tal un e ferrovie , come · risu lta eia un accuratissimo lavoro del luogotenente co lonnello fran cese de la Greverie ('~'). Nondimeno un si migliante sistema non è se,nza cl ifc tli ; « nè se ne ricava tu tta l'utilit.'ù « di cui è capace se gl i operai non spiegano molta « forza ed una certa clcs tr-ezza. Inoltre non ù scevro « di pericoli, almeno pe1· le persone non assuefattt~ « a quell a man'ovra, e le disgeazie di. c: ui può esser « cagione po Lre.bbero essei'c grnvi$s ime quando l'al« tezza del rip.o-rto è considerevol e. In conseguenza « vuolsi riguardare come una specie di· lavoro che

('') Giornale ll~/, Genio 11/i/.itare, :1 ri'I10 18G4, pag. 317 e seg.

Al•N,IC\T.I

« le amministrazion i non potrebbero imporre agli ap« paltatori. » ~ Il sig. de la Grevèrie ammette che l'apparato di Sainte-Aclresse non può competere dal lato dell'eeonomia del lavoro con le maechine mosse dalla forza anirnale. Ma a svantaggio dì queste si. puè> obbiettare, come dicevamo, che a ca usa dei loro meccanism i necessari per trasformare il movimento esse riescono per (ermo complicate e dispendiose. Solo la ruota a cuneo può trionfirre di tale obbiezione. PeroccM col proposto sistema della fig. 18 si viene a schimre la complicazio ne dei meccanismi, e ·si ha un congegno che al vantaggio di poter im piegare la forza animale unisce la più desidernta sernplicith. Difatti il movirnerito essendo quivi regolarissimo, forse non sarà duopo cl i apposite rotaie, e potrebbero bastare delle semplici guide di legno su tavolati ordinari sorretti alla meglio cìa armature di legno secondo i vari casi particolari. Cosicchè in. luogo dei due piani di Sainte-Adresse e della terza rampa loro necessaria pcrch<~ le carr-iuolc vuote possano raggiungere la som mità del piano di , discesa , col sistema della fig. ,18· non avremmo che un .sol piano più largo: e in luogo di un trave con la carrucola affidata a suo estrem o avrem mo la cassa di. legno contenente la ruo ta a cuneo. Qu es ta · ruota, po1.1;ebbe farsi di ghisa e forarsi nei suoi settori in ·'rJJodo da r iescirc dell a maggior.leggerezza possibile. Laond e oserei ~creclere che dnl la to della semplicil,\ e dell a movibil1tù il sisLema della fig . '18 sì possa reputare non da meno di quello di Sa inte-Aclresse ; il che mi perme tter;\ cl i fare un purallclo fra -ques ti due sistemi, anche rispetto all'economia del lavoro. Anzitutto notiam o che a Sainte.-Aclresse una carriuola vuota pesava 30 chilogrammi e pien a di terra ·1'4'.z ehilog. (png. 320). 1

un


78

APPJ,ICA.TA

l\IECCANICA

si Lrae che , · un cavallo che lavora al maneggio al passo con la velocità cli om, 9 a seq_ondo è capace di uh lavoro dinamico di

Cpsicehè' sar~ 30 . 142

79

ossia O, 2·1·1

il rapporto fra H peso di una carriuola vuota e quello di una carriuola piena, rapporto che supporremo rimanere lo stesso anche quando si voglia applicare il sistema. della ruota a cuneo. Sia dunque un certo numero di carriuole piene affida.te a uno degli estremi della fune ( fig. 18) che nrcavalca la ·rnota, e ~n egual numero di ca.rriuole vuote attaccate all',altrq estremo. Immaginando il sistema io equilibrio, è chiaro che (a prescindere dagli allri ti), se facciamo uguale a 1. la tensi,one della corda che sostiene le carriuole piene, l'altra tensione sarà uguale a O, 2'1 1. i\Ia, messa in moto la macchina, accade che, a causa delle varie resistenze cbe provano le car.: riuole che scendono , la tensione della lore5 fune si fa un po' minore di O, 2,1,1 , appunto perchè gli attriti assorbono una parle della componente dei' loro peso parallela al piano. Viceversa il capo che si avvolge, dovendo, oltre la componente del peso delle c~rriuole piene, vincere del pari gli attriti e la rigidezza della corda, soggiacei·à a una tensione maggiore di ,J. Laonde si conchiuclc che quando il sistema è in moto , . sa rà per una doppia ragione il rapporto delle . tensioni dei due capi della fune un po' minore di O, 2,1,1. Ma giù sappiamo che non vi sarù strisciamento, ancorchè que~to rapporto sia eguale alla melù circa del eletto valore , ossia .i O, 1125 (formo la B); dunque nel nostro -caso potrerno affermare cli essere nei buoni )imiti, entro i quali lu fune non può scorrere sulla • ruota. Accertato questo fatLo , nolìamo che dalle tabelle dei lavori dinamici dei quali sono capaci fo forze anima li

11 !36400 chilogrammetri

in una giornata di 8 ore. E però il lavqro dinamico fatto in un'ora sarà '145800 eh. m. ,

del · quale nel nostro caso riterremo che le resistenze ' ne assorb ano nocIYe

11

' hè ' 5 ; ~ice porremo a cal colo C(?me

lavoro utile eseguito dal cavallo fr1 un'ora . . 1·,16640 eh, m.

1

Per conseguenza, computando 5 lire per la mercede di una giornata di 8 ore del cavallo col conducente, avremo che i H .64,00 eh. m. di lavorn costeranno ~ 8

di lira, oyvero L. O, 625: quindi ·10000 eh. m. costeranno.L. O, 0536. D'altra parte sappiamo che la mercede di ciascuri operaio che lavorava alle carriuole di Sainle-'Adresse era (pag. 326) di 4 lire per una giornata di 1O 01·e; cosicchè .{. operai costavano ,, 6 lire al giorno. li lavoro utile medio che questi 4 operai fa cevano in una ora era (Tabella n , pag. 325). - 59fj25 eh.· rn.

e costava per conseguenza L. "1, 60. Laonde '10000 eh. m. di .lavoro costavano u Sainte-Adresse L, O, 2687. ?a questi risultati s'inferisce che il prezzo del lavoro utile che sarehbesi fatto a Sainte-1\dresse adoperando la mota a cuneo e la forza animale, sta al prezzo dello stes,so lavoro fatto dagli operai col sistema dei

'


80

.,JEGCA:'\'JC.\ ..\J.>l'J.I C., TA

due piani inclinati, nel roppoeto di 5;3;j a 26~7, cioi~ nel 1" caso il lavoro snrébbe costato 0, •19 ossia circa

i,

del prezzo che si è pagato nel secondo !

i)

tlh

Fraltanto se il proposto sistema della figura ,18 una util it~t incomparobilrnente rnaggiore di quella che

pub ritrarsi dai piani inclinati di S~inte-Adresse, I.a velocità delle carriuole è con quel sistem a molto m1nore· il che forse conferirà a sciupar meno i materiali 'ed a rendere regolarissimo H servizio. Infatti a Sa inte-Adrnsse la velocità media delle carriuole secondo la verticale era di om '18.1: a secondo (Tabella rn, pa, gioa. 339) ; comprese perli le intermittenze che nascevano in ciascuna ascensione per le manovre delle cal'riuole. L'inclinazione media dei piani di salila era a Sainte-Adresse (Tab ella r, pag. 3~{c.) di 3,1°, 'i'; quindi la velocilì1 lungo tali piani doveva essere di om '184 = sen 3 1", 'i'

om3u6 a secondo.

1

~:1vece nei' caso nostro, supponendo in media di 3"' il ~·aggio della circonferenza che percorre il .cavali~ , e dando il raggio di 011' 40 alla ruota a cuneo (11 dopp10 di. quello della ~~rr:ucola dì Saint.e.-~dresse) .s~1n\ l~ velocitìt nlln. per1lerrn della ruoln , c1oe la veloctLtt delle caniuole 9, 9 o, 4 _:_ om tz a secondo, che ù quasi

f

la terza pm'le della velocità delle carriuolc di Saintc-

Adresse. Torino, Gen naio 1869.

Alcune lu·eli considerazioni· sul 1morn progetto !li una ferrovia lrn il ~Iedi!.errauco e la Yallc del Po, l)CI' Chiarnri, Varese, llorgo!aro e I,arma.

Pubblichiamo il seguente articolo del luogotenente generale barone Righini, in cui· sono svolte talune considerazioni intorno al progetto di una strada ferrata tra il Mediterraneo e la. valle del Po per Chiavari, Varese, Dorgott11·0 e Parma; in relazione ad altro peogetto · per la hnea Spezia, Pontremoli, Parma. Siffatte considerazioni che fin dal 11865 furono palesa te dal prelodato s·ignor generale, condttcono, massime per quanto riguarda la quistiope st1•ategica, a conclusioni conformi a quelle a cui· giungeva l'illustrissimo senatore' Paleocapa in un~ lettera pubblicata net· N° 3•1 del 11lon-itore clelle Strade Ferrate in data 2 dicembre. La concordanza di opinione che ebbero due au torevoli persone, le quali giudicarono sull'argomento ANNO XIV, VOL, I.

6


82

SUL NUOVO PROGETTO DI UNA PERROVIA

TIIA IL ill.lWITEl\HAl'(EO E LA VALLE DEL PO

indip;ndentemente l'una dall'~ltr~ ed in diversa e'poca, sono una confermu delle ragwm prevalenti che ~on~ sigliano il tracciato tra Spezia e Parma per la via di Pontremoli. LA Dll\EZlOl'\E.

Sin che le Spezia non sia per di~entare un grande emporio del Mediterraneo, 1~ for.rovia che at~r,w~rso all' A.ppennino deve rnetter~ rn clteetta contl~Dl~~zwne la bassa-valle del Po col httorale del. ~led1tenaneo , debbesi considerare più dal lato militare che non sotto l'aspetto commerciale. Ed invero, per q_uanto ognuno non possa disconoscere l'i~1portanza d1 una via ferrata, pel commercio del bacmo cent~'al_e del ~? con Genova (grande scala di derrate. colomah) e p1u ancora pel commerC'io della Germama centrale con Genova, pur tuttavia non si saprebbe scorgere un grande utile nella costruzione d1 una seconda com nicazione con quel gran porto, la quale sebbene prn. breve di quella per Piacenza e Novi, . attraversa per altro una estesa regione montan ~ e rn~o~tra molte e grandi difficoltà tecnicl1e: ~pperò _11~gent1s~Hne le spese di costruzione e quelle d1 esermz10. . . Che altre- vedute d'interesse, pnr vitali pel }.Htese, avessero suggerito e favorito il pr_ogetto. d1 una comunicazione diretta tra Parma e 11 ~lcd1terrl).~eo, .Jo prova abbastanza 1a direzione data a qu elh1 lmea la quale partendo da Parm~1 e proce_d~ndo _da Borgo taro e Pontremoli raggiunge 1l golfo eh S~~z1~. Questa linea .infatti nò~ mette 111 prn_ d1~·etta co_municazi.one fra loro Parma e Genova (prmc1p~le . scalo a. cui si dovrà affluire per molti e molti anm ancora)

~1:

83

·impen.:iocc:hè ques ta sia lunga quanto qùella che passa . . per Piacenza e Novi. Oia inforinura essenzialmente quel progetto: ·1° L'utilit.ù, anzi il bisogno di congiungere il prineipale aesenale marittimo del regno colla basstl valle de·1 Po. , 2° La necessità di avere una ferrovia che , fosse intermedia fra la Liguria e la Toscana, e , mercè la quale si potesse celeremente portarsi in tempo di guerra dai versanti mediterranei nel bacino del Po e viceversa da questo a quelli. Questa necessità sì fa tanto più in oggi sentire, . in quanto ehe la sede del goverpo ·sta per trasferirsi · a t' irenze. Queste idee, come facilmente scorgesi, sono di un ordine puramente strategico. Non disconosciamo punto che quando la Spezia diventerà àltresì un grande emporio del Mediterraneo, la ferrovia Parma e Spezia acquister:à pur .anche una gra'nde 'irnpottanza com~ merciaie, specialmente quando s,1rà attivata· la grande arteria ferroviaria germano-italica attraverso al ·Brennero ..Ma sino ad oggi la Spezia non è scalo di gran-de entità commerciale ; epperò solo debbesi considerare c~ome arsenale marittimo e s~ vuolsi anche come un gran deposito per un esercito operante sul Po. Ora col nuovo .progetto di una strada ferrata che unirebbe Chiavari e Parma con diramazione alla Spezia per Vare_se, egli è bensì vero che la distanza fra Spezia e Parma è uguale a quella ,del primo progetto ·per Pontremoli; vero pure che la nuova linea riesce intermedia quanto quella della Lunigiana fra Liguria e Toscana, ma con questo nuovo tracciato viene per altro sostanzialmente a mutarsi la giacitura o meglio 1a posizione militare della ferrovia per rispetto ad una fra le prime condizioni strategiche a cui deve


84

Tft.\ IL ?,IEDI'rEIUlANEO. E LA \'ALT.E DEL PO

SUL i\:UO\"O PI\OGE'l'TO DI C: l'iA l'JrnllO\',IA

soddisfare. Ed invero la sll'ad~ ~he clero congiungere il l\ledilerraneo colla valle del Po, ha da .essere anzitutto al coperto da ogni minaccia o insulto del nemico. Adempie essa n. questa imprescindibile condizione la nuova comunicazione Chiavari, Varese, e Parma '? Non lo crediamo . In una i:çuerrn, ad esernpio, contro Francia (e nelle quistiom strat.egiche convien fare tutte le supposizioni), in una guena contro una potenza che, per molti e molti anni ancora, sarit dt gran lunga superiore all'Italia in forze mariLtim e, non riuscirebbe facile al nemico di operare uno sbarco a Chiavari o in quelle spiagge scoperte e spingere o_rditamente a Varese che dista solo di un a marcia da Chiavari (30 chilometri circa) pochi battaglioni di cacciatori i quali dist1·uggerebhero e intercetterebbero qnellu comunicazione 1 Nè uno sbarco si potd contrastare, perchè niuno per certo ha in mente di, fortificare Chiavari; nè ivi vi sarà un forte pl'esidio come a Genova ocl a .Spezia; nè ivi infine si farù un grande concentramento di forze come potrebbe esserne il caso a Genova o a Spezia. Si esamini invece la ferrovia Parma, Borgotaro, Pontremoli e Sp ezia, ed ognuno si convincerà come essa sia al coperto da. ogni minaccia, da ogni attacco dal mare. Essa corre infatti lontana. dalla spiaggia; sbocca alla testa di un golfo lunghissimo, stretto e recinto tuLt'aUorno da rurtiliii. Oltreacciò da Spezia, munita di forte presidio, si · potrà accorrere e contrastare ad uno sbarco che il nemico volesse tentare nelle vicinanze del golfo o dalla parte di Sarzana o da quella di Levante per minacciare l'interna nostra comunicazione col Po. Il grave inconveniente adunque che la ferrovia. Chiavari-Varese sta esposta agli insulti di uno sbarco , è a mio giudizio ragione aqbastanza potente per respingere il novello progetLo e raccomandare per

80

contro la prnnta o.ttuazione del primo per Pontremol:i. Non entrer1) nel tracciamento t.eenico della linea Chia vari, Varese e Parma : bisognerebbe a tal i·iguardo fare nppÒsiti studi sul terreno: omeuerò clel pari altre consideraz ioni d'interesse economico e commerciale che forse 11·011 militerebbero in favore del nuovo progetto. Solo mi perme tterò ancora poche altre consideraz ioni, le quali gioveranno sempre più a . fal'o prevalere il partit o per la linea Spezia, Pontremoli. e Parma . Se male non mi appongo, alcuni porterebbero ceedenza ehe più facile e più sollecita riuscirebbe la eostrnzione della fe rrovia Chiavari-Spezia per Varese : anzichè quella Jittdranea. Onde di leggieri se ne potrebbe inferire che converrnbbe rinunziare alla via lit.t.oranea tra Spezia e Chiavari e prescegliere invece quella per Varese . Se siffatta modificazione venisse adottata, egli è ovvio avv ertire (fotta. perl> astraz ione dalle condizioni strategiche) che per unil'e Parma e Spezia convene,bl1e p-roceclerc da Varese pee lo. valJe del Taro , mercè una gallct·ia sot.to il colle cli Cento CL'oci, e dovrebbesi perciò abbandonare il progeLLo di Pontremoli . A meno d'insupeeab ili diffieollit lungo il. 1i ttora!e , non saprebbesi CO[Jsigliare l' adozione della nuova linea in sos tituzione della littoranea. La prima difatti è più lunga di . venti' chilometri circa della seconda; olLreaccili su quella si costringere_bbc la locornil.iva a 'non lievi pendenze, cloven.: dosi da Spezia salire a considerevole altezza, cioè sino a Tagl ieto, per rnggiungere il punto donde si possa ridiscendere al liuorale di Chiarnri. , E ,alle maggiori. spese cli trazioI)e e di esercizio che necessiterebbe una via più lunga e più ardua, si aggiung~1no poi quelle della cosLrnzionc di due gallerie,


86

SUL NUOVO PROGETTO

or

UNA FERROYL\ ECC.

l' una so llo il monte Bissa pel la strada ùa Varese a Chiavari e l'altra sollo il eolle cli Cento Crnci per la diramazione a Parma . E queste due gallerie, si crede, possono occasionare un traforo cli otto chilometri in totale. Io porto ad un que opinione che ponderate tutte le ragioni sia economiche, sia commerciali, sia militari, abbia a prevalere la linea Jittor~nea, quella cioè che unisce dire ttamente Chiava ri allu Spezia pel' Sestri . Ed in tal caso, uguali essendo le distanze fra Spezia e Parrna, sia che si passi per Varese, sia che si passi per Pontremoli, dovrassi necessariamente dar la preferenza al tracciato di Pontremoli, si ccome quell o che o!Lre ad essere più economico meglio d'ogni altro soddisfa alle esigenze militari.

UN REQUISITO l\lIILITARE

Parma , li 4 l'ebbroio 1865. At. BSSANDRO R IGHINI.

Anche un lettore leggiero, alieno dagli studi e clie legga per semplice passatempo, può notare nella stori a mil itare il seguente fatto importnnte : nel le felic i ispiraz ioni che hanno i gran di generali sui camp i di battaglia, nelle riforme dell'arte rnilitai:e, nei consigl i e nelle usanze dei tattici pit'.1 ripu lati, e persino tra le pat·e~i clom c:;; Liche dei più insigni uomini di guerra spicca, nnzi, ·a dir meglio, signol'cggia una semplicità maravigliosa.. Arresture, infatti, la marcia sopra Novi e marciare invece verso Marengo dove tuona il cannone; abbandona1·e l'assedio di Mantova pu piombare con tutte le forze riuniti sopra Davidovich e Wurmser prima che si fossero congiunti; occupare il villaggio di Cat·care per impedire che si riunissel'O l'eserc·iLo austriaco ed il piemontese e per batterli separatamente a Dego ed a Millesiluo; sorprendel'e i Russi ad Austerl ilz mentre eseguono una marcia di fianco senza le convenevoli


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UN REQUISITO

'

precauzioùi perchè scruarniscono la posizion e dì Pra~zen che doveva' proteggtrla, sono, senz~ ~lubbio, dei eonc:eLti felici, arditi, grandi ma sernphc1. .. Parecchie tra le più notevoli riforme dell'arte rml1taro non sono state aìtra cosa che delle semplificazioni. su dieci righe si formava la fanteria ed jn novantaquattro tempi si cari:ava il_ fu_cile qu~ndo, G~st~v?Aclolfo comparve su 1 carnp t eh ballagli_a. tg.11 d1m1nuendo il num ero delle righe, vale a cltre adottando un ordine di battaO'lia più semplice, iniziò una importante riforma, 1~erch~ estese lo .svilupp? dei ~uochi e scemò i danni delle già pl'Ogred1te ama da tuoco. Alleggerendo poscia il fucile, rese più semplice ~l modo di caricarlo ed aurnentò, per conseguenza, la efficacia dì queH' arma. Abolendo Jt'ederico II ì'uso del!~ armi da fuoco nella cavalleria e formandola su cÌue righe, vale a dire, adottando dpe semplifica7:ioni, potette introdmre l'irnportantissirn~ progeesso_ eh fare eseguire le caridie al galoppo, a cu~ la càvallcrrn p~ussiana fu debitrice della sua fama rncontrnstatn . !iu 11 sistema di vettovagliare gl i eserc iti per requ isi zione che perrnise a Napoleone quella r~pid~Lit di manovt1. che tante volte lo condusse alla vittoria. Ebbene, ci1e cosa è il sistema delle requisizioni, con~iderato perrispetl_o a · ~uello dei _m aga?ini, :~ -~on un modo più . . semplice d1 veLtovagltare gli eserc1lL I migliori tattici vogliono nelle manovre, rnnanz1 tutto, la semplicità. Essi ravvisano nella col~nna s~rrata introdotta per la prima volta dal Re eh Prussia, un ~otabile progresso, perchè quella formaz ion e, tra i vari vantaggi, presenta quello. di poter· maneggiar~ i batlacrlioni con molta semplicità. Essi sono avversi a quelle manovre ehe han chiama~e sinon~me, perchè, somigliando·si _troppo, una sola d1 es~e e, rea_lmente necessaria. La ragione di quell'avversrnne e ev iden te.:

89 l'uso di quelle manovre nuoce alla sempli.cilà della istruzione. Togliendo dagli esercizi il superfluo, diceva Moritecuccoli, s'imparn meglio ei.ò ehe è necessario. E Bugeaud chiama manoeuvres, cte tiroir quelle rnanovre complicate che piacciono tanto in pinzza d'armi e che prod.urrebberò delle disfatte sui campi di battaglia. Molto semplicemente i più ill ustri militari maiaifestano i loro pensieri. Nelle Memo.rie che essi sogliono dettare tra gli ozi della p ace , massime in quelle di Napoleone, uno dei pregi ehe più .si ammira è la forma sern plicissirna, a trave rso della qual~ limpidamente teasp'aiono dei eonceui elevati e peregriri'i. Quando i'l goYernb inglese inlim () a Klebcr in Egitto ad arrende1·si a patti che erano disonorevoli per la Frnncia, egl i disse semplicissime parnle ai suoi soldati: 'fece mettere quei palli all'ordine del giorno e poscia: « Solda ts ! on ne repond ù de telles insolenees que par cles Yictoires; préparez vous ù cornhaure. » Uomini eminentemente di azione, i 111ilitari non volgari, rifuggono daita purnla prolissa , inlricaln , ingnrbugliata, in sosta nza, poco semplice. Napoleone ne.I le sue Memorie deride il ùopp{~t, medico diven ulo generale e comandante l'a ssed io a Tolone, pei·çhò mentre ·incendiavasi una polverier[,, egli si occupavn. a verbalizzare l'accaduto e ad in serire nel verbnle che quel disastro era opera degl i uffìzinli _aristocratici! Magnitìci, g!Cillust,ri nomini cli guerra. al eospe Lto delle truppe o in altri simiglia nti o·ccasion i, soglfono essere sernpli.ci e qualelie volta soverch iam en te, nelle abitudini della vita privata. Eugenio di Savoia dilettasi a coltiYar dei fiori; Launes e Desaix hanno una semplicità che tiene alquanto della selvatichezza; il gran Cond é mandato vicerè in Ispagna, non ·piace agl'i immaginosi Spagnuoli per le sue semplici .illitrnJini; ìl!ILITAliE


l; N REQUISITO MILITARE 90 Fede'rico II è servilo da un solo cameriere e non ha più di dieci camice; a Suwarof sembra troppo. lusso che un i:nilitare si mirasse in uno specchio e rompe tutti quelli che trova negli alloggi in cui capita. Ebbene è forse per accidente, a caso, per una strana combinazione, che .codesta sempli cità trovasi in tutte le (~ose militari? Io credo fortemen Le di no. Essa ha una profonda ragione di essere cd è degnissim a di studi: è un importante requ isito militare. La semplicità facilita l'ordine e genera la l'apidità : due pregi che ·in guerra non son mai abbastanza desiderati. L'ordine sce ma quegli errori quasi sempre ineviLahili nelle campagne. La rapidità è poi molto spesso la causa vera delle vittorie. È noti,ssirno che· se Napoleone a Waterloo poteva attaccare all'alba anzichè alle undici, avrebbe vinto, perchè avrebbe potuto combattere separatamente WGJlington Blucher. Non sono certumente nuovi questi pensieri, ina hnnno pérò una .importanza manifesta. Se Desaix, per esempi o, invece di 'll.ppigliarsi al grande, opportuno, ma semplice partito di marciare dove tuonava il cannone, avesse, verbigrazia , scritta una minuziosa lettera a Napoleone o fatto qualche cosa di consimi le , non avrebbesi potuto nell e pianure di Marengo trasformare una disfatta in una splendida vittoria.

.LA TELEGRAFIA NELLA GUERRA

I.

e

G.

Una fra le conquiste delle scienze positive più opportunamente nclope,nHa nella guerra è senza dubbio il telegrafo elettrico. ' · Questa scoperta che, per alcuni riguardi, può dirsi valga ad estendere le nostre percezioni a distanze smisurate, ci dn modo di trasmettere istantaneamente i nostri pensieri tradotti in segni in telligibili. Questi segni, aggiungasi, come vivacemente dice uno scrittore , poteLtero essere le .lettere alfabetiche tali quali uscirebbero dalle mani 'd'un tipografo; o la riproduzion e della scrittura individuale non solo ' ' ma ciò che davvero sorprende e che all'uomo non è dato realizzare nello scambio ordinario dei suoi pensieri., dei dispacci differenti potettero contemporanearr.tente trasmettersi da due stazioni e sopra un medesimo filo senza confondersi o nuocersi in nulla. Questi meravigliosi risulati se ·già per se soli confondono

FEilll.ARELL I.

.'


92 LA TELEGI\AfH l'immnginnzione, che cloni\ dirsi quando si consideri che possono pers istere ccl otteirnrsi attraverso il mare, ì)Ltravcrso le perturbazioni· degli elementi, i ghiacci, le nevi, e ci(> da un capo all'altro del mondo'? Senza dubbio l'arte delìn guerra dovendo procedere all'unisono e collegarsi al resto dcli-e umane cognizioni, non poteva prescindere cli for servire a suoi osi il telegrafo elettrico. Le maece inopinate che disorientano il nem ico i rapid i concentramenti, le combinazioni tattich~ cl'o~·ni forma, le disposizi.oni logistiche, le ricogniiioni , l'a~11ministrazione ccc ... possono molto giovars i del tclcg~·afo; e soi~rntutto la infaticabi le vigilanza dél capo d1 un esercito cli c può · meglio dirigere, cb.ordi narc o tenere d'occhio le operazioni dei Yari corpi , divisi nel vasto teatro della gucrr;1, non altrimenti che se fossero raccolti entro il ·rnggio della sna vista e della voce del suo comando. · Peril mentre vediamo di quanto l'arte della guerra pt1ssa giovarsi' del telegrafo e cli Culle le altre scoperLc che onorano il nostro secolo, rjteniamo altresì ehe se i nuovi mezzi, i nuovi modi rendono svn ri ata e mutabile l'applicoz ione dei priocipii generalissimi s11 cui essa 'si fonda , pure questi prineipi i rirnmwono i'rnrnutahìl i e que ll i sono sempre che il genio::, elc i grandi capitani d'ogni tempo seppe est.1·insecare. Sentimmo giì1 a cli t·e rl1e il vapore, lc'l armi rigate, le strade ferrate, · i telcgrn!ì e perfino la fotografia e l' areona uLica dovovnuo ciuscnnn. a sua Yolta, arrecar.e un cataclisnrn nella scicnzn clclln gnerru. Ogni nnoYo l,rovato era, a sentire certun i, l'urlo d'una cometa che sposti l'asse del globo . Noi cred inrno ehe u cotesti timo i·i non possano parl.c.cipare eoloro che abbiano elevatezza di mente e eoprn di studii , onde veggano chiari i 1·t1pporl.i tra

03 ciò che si,eno precelli fondamentali dalle acciclentnlitù, dai modi o da eccezioni nelle regole; le quali alla fin fìne confermano i veri principii. · Ma il t.elegrnfo rende egli forse più agevole 11 còmpito d'un genernle? Noi questo non crediamo, perchè quanto crescono i mezzi e quanto più sono essi efficaci ,, tanto più chi deve coorclinnrli e spenderli avvedutamente è forzo clic li adoperi con intelligenza. Anzi i mezzi pi ù utili adoperati anche mediocremente conducono a pessimi risultati; perciocchè nella guerra a cbi li. trascura o non sa nvvalerseì:le tocca l'èsizio cli tutto il prq elle l'avversario put> trarne. E qui notiamo che il non S<l))Crsi on-iovare dei' buoni mezzi, si dice anche -di colui che ne abusasse servendosi, co me direbbe Voltaire, cl'-un bel eì, propos sans ù propos. Ed invero se j] telegrafo con le ferrovie ed in generale con tutti i migliori modi di ricognizioni che si posseggono forniranno mnggiori da ti su cui debbono basarsi i calcoli <l'un gener1.ile, questo appunto ridurrù più ardua la soluzione del problema strategico; onde vieppiù richiedesi rapido colpo d'occhio e vigorosa intelligenza. Dopo l'ardua sentenza elie la storia ha pronunziata sulle cause del clisnslro cli Wa terloo, 11011 sareb'be pel'rnesso di creare delle supposizioni su quella me.rno rabile catastrofe; rna se Napoleone dopo aver Lu tto preveduto a ·waterloo, jmrnagininmo, con un anacronismo di cui ci faranno grazia i lettori, che pbLendo Le.nersi unito a Groucby con un fi lo tclegrélfico avesse trascurato di farlo, non sarebbe sta te\ lÒ. sua una imprevidenza da Jascinrgli div idere la rèsponsabil ità degli errori commessi dal _suo generale? ~el modo stesso non sarebbe sta to grnvissirnol'erTore dell'a rciduca Ca rlo di non r..urnodnte la sua lin ea da NELL.\ e,; UElÙ:..\


NELLA GUERRA

.Monaco a Ratisbona per evitare la disfatta Ji Ahesberg, se a concentrare i suoi corpi immagini amo che avesse avuto abilità· di farlo col telegrafo? Non insistiamo però su qiiesti confro.nti, perchè temiamo un sor:riso per parte dei lettori che non vorranno fare con noi dei sogni sul passato. Ma peggio che il non servirsi del telegrafo è talvolta il servirsene troppo. Infatti chi non sappia rendersi ragione che nell'uso dei telegrafi, a simiglianza di quanto avviene nelle strade ferrate, ·tanto più si ha lavoro utile quanto maggiore distanza corre fra àue punti messi in comunicazione, e che al di quà d'un certo limite al vapore va preferito un quadrupede ed alla elettricità una staffetta: chi, inutilmente e solo per un certo vezzo di prestidigitazione, per frivo li motivi, per una smania infantile, stendesse inutili linee : od in casi che un segnale qualunque servirebbe egualmente ed anche meglio che il tell~grafo eleltrico ;' chi credesse che il materiale delle linee e gli apparati sieno cosi ·d·isciplinati da essere sempre pronti al comando; chi si facesse di coteste od altre simili illusioni, . merita pure che gli si dica: peccalo che abbiate il telegrafo I Noi ci proponiamo in una serie di orticoli, che pubblicheremo. in questa nivista, di trattare della telegrafia per gli usi della guerra, ir1 modo da porgere in complesso non un trattato , ma un modesto manuale di teC.: legra.fia. Il desiderio di fare opera utile per coloro che non ' abbiano tempo ed agio di fornirsi delle cognizioni · necessarie per ben f,tdoperare i telegrafi negli usi della guerra c'inclusse a pubblicare alcuni studi che ci occorse di fare su questo argornento. In ·essi non sarà inopportuno, 'a simiglianza di quanto vediamo praticato nei più pregevoli trattati

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su tale argomento, di entrare a parlare della telegrafia, arrivandoci per la via delle teorie della fisica che diretto vi cond ucono. Parleremo poi del materiale telegt·afico e degl i apparati adottati e del modo di adoperarli. Da ultimo procureremo di studi are quando, come e_ dove le comunicazioni telegrafiche saranno bene adoperate nella guerra.

CESAUE GuAnASCI

Maggiore del Genio.


97 3° Grado dì responsabilità tl'a i gènerali e i comandanti di reggimenti e di truppe; 4° 1\Iezzi contro la tendenza a sottrarsi dalla responsabilità. « La responsabili ti\ di un comandante in capo, la più grave che potè mai essere frnposta ad un uomo, e ancor più grave oggigiorno per l' immenso upparato di forze delle guerre moderm\ vuol essere misurata, dice l'opuscolo, nel più equo modo e nel complesso di tutte le cause influenti che agiscono pur troppo frequentemente all'infuori dell'a'u tol'ità del comandante di un esercito; giacchè quest' ultimo è e rimane un uomo sottoposto e soggetto tanto a fisici difetti quanto a 1norali influenze·. Egli non ha a)cun potere sul clinrn e sulle condizioni atmosferiche; un tele"ramma male o c1·r_rato può avere le più infauste conseguenze; il non arrivo od il tardo arrivo di un aiutante spedito con ordini importanti può trurre con sè la perdita di una battaglia; eppure il com~ndante . in capo· non ci ha colpa. . . ~ ~is~gna inoltre vedere'. nel misurnre la respon~ab1ltta d1 un comé).ndanle rn copo, se ha avuto egli stesso un'adeguata influenza non solo sul corso 1na anche sui precedenti della campagna, e principalmente qual parte egli ha avuto nella educazione ed istruzione dei suoi generali e delle sue trnppe. » Tra i p1·ecedenti di una campagna l'autore annovera pure il lavor? degli uomini di Stato << i quali, non di rado, alle spalle del comandante dell'esercito, pren" clono decisioni e contraggono obblighi che egli è poi costretto .ad effettuare. » Nella seconda parte dell'opuscolo si vede combattuta con molto vigore la tesi comunemente ammessa che si P?ssa supplire ai difetti di un comandante in capo mediante l'aggiunzione cli un uomo eminente qualolUYJS'l'A UIOT,IOGl\Al•'l CA

RIVISTA BlBLIOGHAFICA

Dalla tipografia Faesy e Fl'i'ck è usr.ito recentemente alla luce in Vienna un opuscolo - degno veramente, sia. per l'illustre autore a cui si attribuisce (1) sia per l'argomento che tratL:i e per il rnodo con cu i .il medesimo viene svolto, di auirare l'attcnz.ione degli uolili,ui cli Stato e dei militari. L'opuscolo porta per titolo: « Sulla responsabilità in guerra » e si. divide in una introduzione e quanro capitoli : 1° Responsabilìttt del comnnclanLe in capo·: 2°· Partecipazione alla responsabilitù; a) Degli uomini di Stnto; b) Degli organi ausiliari che cir:conclano il comandante in capo; e) Dei comandanti in second'o; 1

-------- ------ ---'-(1) L'Arciduca Alh'.'rlo .

AM O XIV, VOL, I.

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RIVIS'l'A 98 capo di stato maggiore od ad la,tus. « Si sono spesso citati i nomi di Radetzky, I-less, Bhìcher, Gneisenau; ma questi capi di stato maggiore si trovavano a fianco di celebri comandanti, e difficilmenle avrebbero potuto far valere le lo'.ro spleridide qualità, se avessero avuto a che fare con inflnenze meschine, incapaci, ingiustificate, con · caralleri deboli ò privi di qualsiasi autorità. » · « I comandanti in secondo, ossia i comandanti di divisioni e di corpo, devono essere iniziati per quanto è possibile allo scopo di ciò che è ordinato, e vogliono esser resi responsabili non solo del preGiso adempimento degli incarichi r icevuti , ma àltTesì. della redazione degli ordini in conformità allo spirito e alla situazi.one momentanea delle cose: principio quest'ultimo che deve valere per tutto l'esercito dal sotL'ufficiale sino al comandante di un corpo d'armata, e l'estensibne della libertà d'iniziativa e in pari. tempo della responsabilità deve aumentare con ogni geado. » La 3• parte tratta particolarmente dei rapporti tra i generali e i comandanti di reggimenti e di truppe; e vi si combatte princi.palmente il vezzo, tanto in uso fino ad ora, di frnmischiarsi nella sfera d'azione dei dipendenti, « il qual vezzo conduce ai mali tanto funesti della mancanza cli iniziativa e diminuisce il prestigio di cui a sua volta abbisogna necessariamente ogni comandante· in faccia ai suoi dipendenti. » La 4a parte contiene suggerimenti e proposte contro la tendenza a sottrarsi alla responsabilità, e noi' finiremo questo breve cenno · col riportare le seguen ti. parole dell'autore: « solo per ·mezzo di un genera.le allargamento della autonomia di ciascuno nella propria sfera, può formarsi quella coscienza di se stesso che produce la fiducia, e che tanto aiuta a trarsi d'impaccio nelle circostanze critiche . e a non perdere la

99 risoluzione e la presenza di spirito di fronte all'inaspettato; giacchè solo colla costante libertà d'iniziativa e 0oll'abitucline alla responsabilità si possono formare nei lunghi periodi di pace i caratteri per la gtierra. » BIIJLIOGRAFICA

~l dipaetimento dell'in~erno a Cristiania ha ordinato . la pubblicazione di una Carta generale della Norvegia alla·scala cli 1;':W0,000 . L'intiera Carta com,terà di '18 fogli; ed il pr.ìmo foglio che contiene la parte sud della Norvegia è già in via di esecuzione. 1

()m•te

tlel Gt·a~t:ducttlt> ,li Blldeu.

·8 uscita alla luce, in tre edizioni, la Carta del Gran.: ducato di Baden alla scala di 1,400,000. La prima edizione riproduce l'ossatura generale topografica del paese senza rappresentazione del terreno; la seconda porta la stessa ossatura generale colle nuove divisioni amministrative, giudiziarie e mili tari; la te11za riunisce tutto e contiene pure la rappresentazione del teereno. 1


RJ.VJ.S'rA

_Il ministro della guena francese lia folto diffondere, su larga scala in quell'esercito due opuscoli riflettenti la Pru~sia. L'uno è intitolato : L'Armée cle la Confcderàtioii du nord cle l' Alleniagne. Organisation, effectif, aperpus généraux .s·w· les mananwres cle l'infanterie et de la cavalerie, cl'aprés les docwnents cmthenti·ques, pas un offiàer d'état-maior; l'altro: Ordonnance sur les grandes 1nanoeuvres del' armée prussienne: - Come lo dice la Revue 11filitaù·e Française Io scopo di questa disposizione è quello evidentemente di render famìgliare agli uffiziali francesi l'organamento e i vari elementi dell'esercito prussiano, col quale, è voce generale nell'esercito francese, non debba esser lontana l'ora di trovarsi faccia a faccia sul campo di battaglia. La notizia sull'organamento dell'esucito della Confederazione del nord, compilata negli uffizi stessi del Ministero da un uffiziale di stato maggiore, il signor Sarnuel, che conosce perfettamente la Germania, è un lavoro · di statistièa del massimo interessamento, perchè tessuto sopra documenti di tutta precisione, ed è quindi ricco di particolari preziosi e poco conosciuti fin qui, altrove che in Prussia. B un librelto di H :2 pagine di bellissima ed accuratissima edizione del Dumaine. Il secon,do opuscolo ~ una semplice traduzione dùl tedesco dell'Ordinanza reale pmssiana clel f20 gù1.gn-J 18(]1, che comprende i precetti per le manovre e ·per le rnarcie seguiti nell'esercito prussiano. Questo libro che certamente sarù conosciuto . alla gran parte dei nostri lettori, è nel genere il migliore che si conosca. Certamente dall'epoca della suo. pubblicazione , appena 7 anni, richiede che vi siano apportat0 diverse variazioni; ma perchè i cambiamenti nei particolari non al terano punto nia conformano i precetti, perciò potrà anche riuscire utile oggidì.

nIDJJOGT\AFICA

,1 011

E poichè si.amo a parlare di pubbli cazioni francesi non lascieremo di avvertire ai nostri lettor(uno scritto ~eritevol_e di riguardo che troviamo nella dispensa d1 gennaio della Revue Militaire Prancaise. Ouesto s~ri_tto so~to il titolo di: Co1nmùsion, d;s con(;rences regimentaires -- Première con{érence; · Co1isiderations g~nérales ,~ua l' état militafre de la France et des princ1pales. pm:~sances étrangères, dà un' analisi ragionata • e precisa rntorno ai pregi ed agli. effetti sulla legge f;an~ese del 1°, febbraio 1868; e opde poter riscontra_r I ordmamento fr<rncese, basato su questa leo-o-e con 5 ~[uelli_d~!le ~Hre_ pote.nze, riassum._e in poch~ ~agine 1punll p1u salienti deglt organament1 della Russia, dell a Prussia, dell'Austria, dell'Ingliil terra e dell'Italia ; se·gnaLamen te riguardo al reclutamento ed alla forza che da questo deri va . · Rapporto alla Prussia, ed ali' Austria, ed ' all'Jno,Jiil0 terra i dati soh o abbastanza esatti. ~la per noi no~ è preciso il dire che gli esentati e 1. non valori siano nella leva più considerevoli che altrove: attesochè potremmo dimostrare facilmente che sono i,n minor numero che nella stessa Francia. Inoltre il nostro contingente di 1" cateo'oria non fo mai dì G~,000 uomini, ma al più cli 55~000 e per la classe ult1111a, quella del 1847, non fu che di 40 000 gio:vani ; e così pure non è esatto che la 2" cateo:oria 0 salga ·a 52,000 giovani, chè al più tra prima e seconda categoria._ il nostro contingente annuo è di 90,000 uomini; e ciò perchè .appunto li scediamo con . o rigore. Queste nostre. ossenazioni, unicamente dettate per amor del vero, punto non infirmano il preo-io dello ~critt.o di cui discorrwmo, e che anzi noi di;hiariarno ![ meglio inteso a . spiegare jl meccanismo della nnova l<'gge francese, 1


nJVISTA 102 Così metteremo pure sott'occhio al lettore la 2" conferenza, che si legge 'nella stessa dispensa della Bevue:

L' q,rmement noiweau. - Considél'ati'ons généralas swr les _mocl1:-fi.cations que la tactique cloit subfr par suite du ·noiwel état cle l'armement européen . Questo secondo scritto; ·di origine ufficiale quan to il primo, ·perocchè amendue escono dal D<fpot de la <ruerre, è inteso a fare spiccare i pregi del Chassepot, posto in confronto colle armi a retrocarica adottate per le fanterie delle altre potenze europee, e ad · insegnare alla uffizialità francese le principali modificazio,ni dipendenti. dall'adozion e della nuova arme, modificazfoni sperimentate particolarmente nel 11868, al campo di Cluilons.

BIB:t,IOGRAFICA

103

Ila del pari jl Plebani ideato un nuovo sistema per calçolare i logariLmi delle frazioni, pi.ù speditamente che non coi sistemi esis tenti; ma tal. sistema richiede o l'uso del regolo con una piccola modifica fati.avi dal Plebatii, o delle tavole appositamente calcolate. Cosicch è il suo libro può essere utilissimo a coloro che intendono agli studi delle matematiche applicale, ai quali sono ul certo assai noti i vantaggi del regolo calcolatorio per la speditezza ,iei ealcoli . Il lavo1;0 del Pleban i fornirà loro il modo di po Lere in breve tempo rendersi famigliari con questo utile jst!'umento e intenderne la sua intima ragione.

., !

Il Regolo Calcolalm•io e l' At•itmetica lofJtwitmi,Ja i,icen,levolm.e nte illusti•,iti e t •iiloUi ,ul intelligenza ed uso comuni, - Torino, presso i principali

librai.

J

Dit,ule {le ,~f(ilique 1,,1,usique P ~·{.ncipe 9/mét•(!l porn• délt!1•m.in<!i' les 111•essions, el les feusio,,:.,; d,in.,; tm sy.,;tème éltfsUque ~ par I.ours lìJttuli1uc MENA}3RE,\ . Tu rin, Jmprinwrie Jloynle, 1868 (Er.r;trciit- des 11Umoi res cle l' .1cad1foiie Royale des Sciences cle Pwrin ,

serie u, tome xxv),

Autore cli questo importante libro è il cnpitano del nostro esercito Plebani Benedetto, il quale ol tre di essersi ivi largamente diffuso ad esporre il modo come avvalersi del rep;olo calcolatorio per risolvere moltissimi problemi, di aritmetica e di geometria e di trigonometria senza l'aiuto dell'algebra, ha poi stretto con fel ice connubio il regolo e l'aritmetica logaritmica , e fatto vedere il grande vantaggio che ha quest' ultima sull' aritmetica ordinaria massime nelle applicazioni.

Ii nuovo.Jt)rincipio cl i statica fisica 'che forma obbiello di questo i mpo_rtantissimo lavoro, oltrn di essere una conqnista per:- la scienza, offre un metodo generale e semplice per deLerminare le tensioni e le pressioni nei sistemi elasticì, sottoposti all' azione di date forze esterne. Onde cotal principio potrà essere fecondo di ottimi risultati, quando si sappia applicarlo negli svariat issimi casi delle moderne costruzioni. Già insigni matem atici erano pe1've11u ti ad alcune equazioni, le


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nIVIS'fA

qua,li ora figurano come easi part.i'colari nel lavoro di cui parliamo; ma 'si deve al suo illusi.re autore l'aver trovato, che cotesti casi particolari non sono che deduzioni di un principio generale da essolui formulato ed applicato a vari problemi, ai quali ha unito la dimostrazione matematica del nuovo principio.

Traduciamo dall'ultimo numero ,]ella .R1'.m:sta 1lhlfirire Svizzera il ~eguente rnessaggiò diretto dal Consiglio· federai~ all'alta Assemblea c'irca il Regolam ento d'esercizio per le truppe di fanteria. È un docnmento che torne1·à grato a colorn che seguono con occhio attento le fasi della trasformazione che sta operandosi neì Regolamenti d'esercizio · di tutti gli eserciti d'Europa; ed il quale noi riproduciamo senza entrare nel rnf'.lrito di esso. Colla decisione federale 48 dicembre ,t867, voi autorizzaste il Consiglio federale ad esperimentare nel corso d'istruzione del\' anno ,1868 i Ruovi regola men ti, d'esercizio per la fanteria che vi furono. presentati con 'messaggio 6 stesso mese. Essendosene compiuto l'esperimento, ·noi siamo ora in grado cli proporyen e ]a definitiva adozione. Già nel primo nostro messaggio vi abbiamo indicato i motivi che ci avevano indotti a rivedere i nostri regolamenti per la fanteria; e nel tempo stesso ab- . biamo dato la rngione delle mutazioni state introdotte. Laonde il Consiglio si limita alle seguenti spiegazioni:

nrnI,IOGUAFJC ,(

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I regolamenti che furono in vigore sino al presente, sLaLi introdotti nel '184' 7 e riveduti nel 1185(i, non ri- · spondevano già più al bisogno allorquùndo s'intrn- · dussero le armi di precìsione, ed ancor meno poi quando occorse adotture i fucili a retrocarica. Per altra parte, in seguito alle esperienze delle campagne combattutesi nel ·1866, tutti gli. eserciti modificarono i singoli regolamenti d'ogn i loro arma; e ciò senza neppure eccettuarne quello di Prussin, sebbene i regolnmeuti di tale po tenza abbiano precisamente servito di base alla revisione de'regolarnenli dello stesso esercito francese. Le revisioni condussero dovunque a semplificazioni tnti chè, lé quali nel nostro -esercito di milizie e pel brevissimo lasso di tempo conceduto all'istruiione di esso, dovevano esercitare un'influenza affatto speciale tanto sulla. revisione stessa, qunnto sul modo di procedervi. · Le modificazioni del progetto sono di doppia naturu. Da un lato non si ebbe altro rn mira, dal punto di· vista tattico, fuorchè quanto succede nlla pt:esenza dell'inimico : e çlaH'altro non si esitò a pa-ssar sopra a tutto quanto suolsi comprend ere sotto la denominazione di pamtci. Noi ci ponemmo il quesito se lo sfilamento in parata, quantunque giit notevolmente semplificato, non si potesse u dirittura sopprimere, sul riflesso che in parecchi esr-:reiti i generali si limitano a collocarsi in un. punto qualunque all'usciee , od al · rienttar clelle truppe, lasciandosele sfilar dinanzi nell'abituale ordine cli. marcio. Noi già soppdmemmo, nel primitivo progetto che vi fu presen tato-, parecchi maneggi d'arme: lè antiche prescriziom che stabilivano il contatto degli uomini nelle righe, nonchè 'il "'errarsi delle righe le une sulle altre : l'uso del passo cadenzato fuori ,della scuola: le evoluzioni. semplici ad -angoli retti : gli allin eam enti


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RIVISTA

JHDLIOGRAFIGA

esagerati : le svariate rnaniçre di porsi in linea: i fuochi, i piegamenti e gli spfogarnenti complicati, dei cprnli .ultim i se ne è per altro conservato ancor uno, quello cioè che potrebbe occotTere di dover eseguire sotto il fuoco nemico : infine le molte formazioni di quaùrati . Già segnalammo quali innovazioni essenziali: l'introduz ione della ginnastica nella scuola del soldato, la cui prima puri.e .divento. con ciò un'istruzione dell'insegnamento mil itare nelle scuole popolari, come infaLLi vi ha già luogo parziulmente : il fuoco i'\Ccelerato co i fucili a ripetizione: la marcia obliqua, la quale rese gli schieramen ti più pronti e più sempli ci : per ultimo le colonne di divisione. E quanto a queste noi dobbiamo fa!' osservare, che ad eccezione del francese, tutti gli altri eserciti anela vano assai più oltre, inquaritochè adottarono la colonna di compagnia per nnir,a formazione da manovra, e soppressero la colonna di hatlaglione. Pal've a noi che così facendo si fossero esagenHi gli effetti del fuoco, comecchè sarcbbersi presi per misura del fuoco di guerra i risultati del tiro a beJ'saglio, senza forse ri flet.tere abbastanza a quale sparpagliamento cli forze <lebba per i grandi corpi di truppe condurre l'abituale impiego delle colonne di compagnia, giacchè allora cessa qualsiasi direzione e tutto rimane abbandonato ali' apprezzamento dei singoli comandanti delle compagnie. Per cer to noi crediam o d'aver trovato 'il gi usto mezzo conservando r iu nite le l'orze col mezzo delle èolonne di battaglione, e non ricorrendo all'i111piego di. colonne minori, fuorchè nei casi in cui esso fosse richiesto dall a naturò: .del te1Teno o da qtialche particolaee obbiettivo del c:ombattirnento. Il progetto insiste pl'incipalrncnte sull' uso de' bersagli eri (tirailleurs) rnclamato dall'attuale eff:icacia del

fuoco, non che dal terreno co tanto accidentato d~l nostro paese. Delle formazion i in colonna una sola vi fu da noi propriamente riconosciuta, quella sul centro: e pel' assicurare alla 11Jcdesirna un'applicazione piena ed esatta, ogni pedantigmo fu bandito, cosicchè non si tenne più . conto alcuno del numero d'ordine clclle compagnie. · Il quadrato fu ridotto a tanta semplicit.ìt, che più non occorre pee esso veruna eserciti:1zione speciale; non consistendo oi:mai i.n ahro l'evoluzione ohe nel chiudere gl'intervalli colle file delle ali. Il nuovo regolam ento non riposa pertanLo clre sopra le basi ora deue, vale dire: largo uso cli bersaglieri: colonna sul centro: un'unica formazione in quadrato: e colonne di divisione, - tutto il rimanente non si riferisce che a forme di marcia cd a forme di transizione. Oppostumente ai vecchi regolamenti, i quali cl'})ltro non s'o<:cupavano guarì che di fol'me, l'attuale pi:ogeLto spiega costantemente lo scopo .di ciascuna formazion e. noncl, è dell'uso di essa in faccia al nemico. Parti colarmen te poi pel servizio cle'bersaglieri il piano del rel ativo regolam ento fu tale, che quello venne a riuseire una vera istruzione Lattica, nella quale di regolamen Lare aHro non si rinviene che qualche forma e qualche eornando . . Malgrado le rilcranti modificazioni e semplificazioni state arrecate a.i vecchi regolamen ti, si è non pertanto rispettato rigorosamente il fondo dell'antieo: e sn di ciè non si potrebbe dare una prova più concludente che il fatto della somma faci'litù colla quale tali regolamenti furono tosto compresi tanto dalle truppe quanto dagli ufficiali a.lloi-chè quell i furono posti provvisoriamente in esecuzione.

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818UOGlìAl'IC.\

Le truppe in generale sono contente del.nuovo regolamento : i signÒri ispe tLori non vi fecero sopra che poche ed insignificanti-osservazioni. Nessuna, ma proprio ness1.ma opposizione si è sollevata contro lo, spirito e la redazione di. questo lavoro nè in seno alle varie commissioni composte degli uffiziali più competenti, nè dallu ·scuola generale degl' istruttori, dove tutti gli istruttori-capi di ciascun'arma e dei singoli Cantoni . emi~ero il loro parere. , Sebbene quella scuola generale abbia ancor molto da apprendere per giungere alla perfezione. non pertanto i brevi corsi d'istruzione, a cui per le nuove armi ed i nuovi regolamenti si è dovuta assoggeftarc la parte scelta della fonteria e dei carabinieri, diedero soddisfacen.ti risultati: altrettanto accadde in tutte le scuole delle reclute. Eziandi@ il numeroso corpo tanto d"ufOziali parlanti tedesco riuniti a Basilea pel corso ai quadri, quanto di quelt_i parlanLi francese riuniti a Thoune, si prontrnziò ad unanimità in favore del progetto; sebbene questi ultimi, come essi medesimi ebbero a clichiar11re, fossero entrali in ~ervizio con una certa prevenzione con tro i nuovi regolam enti. Dopocl~è 'il nuovo regolnmento rimase provvisoriamente in vjgore durante uu anno, nel qual periodo fu praticato da tµtti i battaglioni di fanteria e scelt.<~ compagnie di carabinieri, nonchè parzialmente da truppe della ri serva e della )andwehr, il Diparlinienlo militarè federale riunì ancora una vqlta una Commissione onde raccogliere le osservazioni che fossero state fatte su di quello nell'interesse della tallica, ovvero dell'istruzione; come pure per rivederne ancora una . volta la redazione. In tale circostanza non s'ebbe a procedere che a qualche leggern va rionte nelle paro le cli talnn comando, nella maniern rli fom1t1r(1 i

fasci ecc. Per contro la redazion e e l' Ol'dine degli esercizii ricevellero notevoli 'miglioramenti, cui non erasi potuto sempre pervenire nel primitivo prngetto, per la ris treltezza del tempo. Appoggiandosi alle spiegazioni ed ai motivi suesposti, ed in contemplazione che giammai ver1m altro regolamento fu sino ad oggi sottoposto ad una prova cotanto completa, e finalmente perchè è sempre.desiderabile uscire il più presto che sia possibile dal provvisorio, il Consiglio feclei'ale vi raccomanda l'adozione del pn.,getLo di cui è caso. Gradite ecc. Berna 13

novembre 1868, Jn nome del Consiglio federale svizzero

ltpresiclente clella Confederazione D. ·.J. DuBs,


RIVISTA S1'A TISTICA

lng·bildierra.

RIVISTA STATISTICA !ldozione

Si attribuisce ul generale Prim un progetto di riorma per l'esercito spagn uolo, del quale fareb bero parte le seguenti proposte : ,1° Modificazione del quadro degli uffiziali generali; il limite dell'e tà sarebbe per l'avvenire applicato in modo assoluto; 2° Un quinto dei posti di sottotenente sarebbe risenato ai sott'uffiziali, e per· la bassaforza in generale sarebbe istituita un a medaglia militare con annessa pensione ; 3° Si creerebbe un'intendenza per l'amministrazi~me dell'eserci to; h,0 Si in trodurrebbe una · riserva organizza.ta permanentemente in modo conforme alla Landwehr prussiana o alla guardia mobile francese : quésta innovazione potrebbe permettere di ridurre di un terzo l' esercito regolare . (Dall'11llgemeine rnilitii;r Zeitnng del 12 dicembre) .

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del .<Ji.<1te1rnn ,U ca11•ictunenl<> ,,e,• la f,occa · nell'o:1•tit1lie)•iti di eam.1mt1na,

Come è noto, pochi anni dopo l'adozione nell'artiglieria inglese del cannone Armstr.ong ·a retrocarica, i difetti di questo sistema appal've.ro tanto nurn emsi che fu incaricato un Comitato special e di sottopor.re nuovamente ad accurate esperienze di . confronto i ca.nnoni ArrnsLrong e Whitworth ca.rican tisi per la bocca. Quelle esperienze ebbero luogo nel 1864 e nel 1865, e in seguito acl esse il Comitato cmjse il parere che i due sistemi in disc9rso di caricamento per la bocea erano di molto preferibili neH'ar'f,iglieria di campagna al sistema di caricamento·' per I~ culatta. Secondo una recente ·c1ecisioné del Ministero della Guerra, i cannoni riguti a retrocarica dell'artiglieria di campagna saranno oru definitivamente aboliti, e si adotLeranno in loro , vece cannoni rigati .caricabili per la bocca. 1

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ll!YJ:STA

Svizzera~

Le basi del nuovo progetto di organizzazione militare, proposto dal dipartimento federnle svizzero, possono riassumersi nelle seguenti : 1° L'esercito della Confedera zion e è formato da tutti i' cittadini svizzeri soggetti al servizio militare; · 2.° L'obbligo al servi.zio militare dura dal 20° anno compìto fino al 45° anno d' etù; 3° L'esercito della Confedernzione è diviso in contingente attivo (Auszug od Élùe), riserva e landwehr; 4° In ogni classe d'età si forma un ugual numero di unità tattiche di ugual forza. ' Il rapporto delle singole armi tra di loro è il se{;11r.nte : Fanteria •100 - Genio 2, 6 - Artigliel'ia 12, 3 ~ Cavalleria 3, 2 - Carabinieri 9, 2. La cifra di base adottata per l'inti.et·o esel't:ito <folla Confederazione è di 2H, 1189 uomini. Il contingente attivo, la riserva e la landwehr hanno un ugual numero cli corpi di fanteria, carabinieri e genio; ed un numero disuguale di corpi d'artiglieria e ca va]leriu. , Un aumento di sei batterie leggere e di una batteria da 8 porterebbe il totale effettivo dell'artiglieria o 42 batterie da 8, 36 batterie da ,i,, e 4· batteri e da montagna, ossia in tutto a 304 bocche a fuoco: L'effettivo della cavallqria l?et' il con tingente attivo 1

sarebbe slabili to in 2'2 squadroni di i!OI uomLn1 a 3 pelottoni, e a 12 compagnie di gu ide a B2 uomini; ossia in Lutto 2606 uomini. Nella riserra non ci snrebbe cnvallerìa; gli uorni11i però di que1J';lrnrn dopo aver fioilo jl loro tempo di' sel'\'izio nel contingente attivo rimanebbero ancora un altro anno nddétli agli squadroni onde c~mplctarne l'effettivo. ,. • A.i corpi ed armi giit e:;i.sLenti si aggiungerebbero compngn ie per i servizii telegrafico · I!' ferroviario, e compagnie di operai . . La fanteria conserva il battaglione a sei compagnie di 120 uomini; ma non avn'.t più compagnie scelte. Il battaglione avrà un sofo ù(fieiale superiore, il maggiore comandante. I carabinieL'i formeranno battaglioni a- 4 com pugni e di '120 uomini. 11 Consiglio federale nominerà i maggiori comandanti. Lo , squadrone di dragoni, anù' 4 cap i(ano, 2 uffiziali, 1 fe ld webel, 1 foriere, . 9_ sergenti. Le gnick nog eambiano. · li genio forn1e rù pure compagn'ie cli ·120 uòrnfhi; i zappatori aveanno .4 capitano e 4., uf1;ì.7:iali; i pontonieri 11 cap ilano e 3 uffiziali . L'artiglieria conscrvn la sua attuale formazione . . Compagnie ferroviarie saranno formaie nei Can lon i dove esistono ferrovie od officina di macchine. Nel corpo degli operai saranno o.rnmessi quei giovani soggt~Ui al sel'vizio militare che, per troppo piccola statura o pee altro difetto fisico, non potrebbero destintU'SÌ a nessun'arma, ma sono perè> ,atti al la voro. Questi operai non avranno speciale organizzazione. L'istituto degli ufficiali federali è cornplctamcnte riorganizzato. Sono ufficiali federn li: I comandanti dei corpi composti (brigate, divisioni, ·ccc.), lo sla~o nrng. 1

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AN-NO XiV, VOL. 1,

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llIVIS'l'A

giore gene'rale, gli statj maggiori sanitario e veterinario, . non che queJJi d'intendenza e di giustizia. I primi comandanti formano una sezione a parte, e saranno reclutati tra i coma.ndanti delle unità .tattiche, o nello stato maggiore generale. Lo stato maggiore generale eonsterà di 3 colonnelli, 16 luogotenenti colonnelli e maggiori, 30 capitani; ad ogni divisione o ad ogni gran corpo distacc~to · · sarà addetto un luogotenente colo.ùnello o maggiorf.f come capo di :tato magg_iore, e il n~cessario numero di capilani. Il corpo si recluterà in tutl.e le armi; gli ufficiali avranno un avanzamento a plrte, ma potranno in pari tempo far ritorno alle truppe. Sarà abolito il corpo degli aiutanti; gli aiutanti saran~; scelti temporariamente tra gli ufficiali dei corpi di truppa e specialmente tra quelli sopranumeral'i di ·caYallel'ia. Lo stato maggiore di giustizia sarà diminuito, e conste61 o1tre all'auditore capo, di tanti ufficiali di o·iustizia quanti saranno i tribunali militari da crearsi. Questi ufficiàli di giustizia saranno ·presidenti !dei rispettivi tribunali, e le altre funzioni saranno coperte temporariamente da uff}.ciali a· cio adatti dei di.versi corpi. · Allo stato maggiore sanHario apparterrà soltanto il personale sanitario delle bl'igate, divisioni, ed armata: esso consterir di un colonnello (medico-capo), 12 luogotenenti colonnelli (medici di divisione), <·i 40 maggiori (medici: dr brigata e per le ambulanze). Invece degli assistenti sanitari,' che si abolirebbero, o(J'ni compagnia avrebbe 2 soldati istru tti per il seto vizio sanitario presso le truppe e negli ospeda1·i. I medici addetti .ai corpi non contano nello stato maggiore sanitario : sono specialmente . destinati 11 I servizio presso le ambulanz~, e possono avanzare sino

STA'l'lS'l'ICA

al grado di capitano od,,eccezionalmente, sino a quello di maggiore. ·' Gli ufficiali-aspiranti sono aboliti: ogni uffkiale dovrù percorrere la s~a caniera ascendendo regolarmente dal grado inferiore al più elevato; la capacità, è non . il tempo di servizio, deciderà delle ·promozioni.

Aus·t ria.

1 giornali austriaci riportano la nuova legge militare sancita con decreto imperiale del 5 dicembre 1868. I leitoti della .Rivista hanno già potuto vedere nel fasdcofo dì agosto p. p., il progetto di · Iégge quale era stato pr'esent.ato dal Ministro della Guerra; e noi ora non fal'emo quindi che aggiungere le mutazioni introdotte daJla Commissione padamentare e adottate dal Reichsrath. Il decreto del 5 dicembre che precede la legge si compone di 8 articoli, dei quali riportiamo i seguenti più impC>rtanti: ~ Art. 2° La .legge entfa in vigore dal giorno della sua pobblicazione, ed è applicabile enh'o certi limiti anche a coloro che servono attualmente nell'esercito o nella marina da guert•a; Art. H Sono abolite' tutte lè eccezioni e facilìtazioni tuttora vigenti per la città di Trieste e suo territorio in rapp-orto al servizio militare: 1

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llff1ST .\

S1'.l1'TS'flC.\

I giov.nni del distrcllo di CnW1ro e della parlc continentale dell'antico dìstret.lo di Ilagusa saranno soggetti al solo sci-v izio della l,~ndwehr. · · Una nuova legge regolerit l'organiaazione .e l'im· piego degli indi vidui nppartcnenti al Tirolo e Yorarlbcrg soggetti all 'obbligo militare e non necessarii al reclutamento del reggimento cacciatol'i tirol esi. Art. 5° A datare dal giorno in cu i la presente l<~ggn entra in vigore vengono abolite sì ncdl'esc rcito clic. nella marina da guerra e n'ella landwehr le pene corporali e la catena.

la propria aLLitudine ai. diversi . corpi dell'esercito: in

Le princi1;ali mutazioni npportate da l Reichsrath al progetto niinisleriale sono contenute nei seguenti articoli della legge : Art. '1° L'obbligo al ·servizio militare è generale ed ogni ciltadino dello Sfato atto alle urmi deve sqddisfarlo personalmente; Art. ~0 La forza armata· si divide in esercito permanente, mariùa da guerra, landwehr ed Ersatz-Reserve: quest'ultima è destinata a ripararn le perdite ehe l'eserc ito (o marina da guerra) subisce in campagna, e tenerlo così èontinuamente nella forza volulu. Una legge speciale· sar,\ emanata relotivamentc alla l,1ndslu rm. Art. 4. 0 Gli ind ividui prenotati per la ErsaLz-Reseeve 1·imangono disponibili pet' Pesercito o per la marina da guerra sino a 30 anni compiuti. . . Art. 10° li totale della Ersalz-Reserré di '10 anni non deve superare il primo contingente annuule di reclute accordnto nei 40 anni dal potere ·legislativo . Art. 12. L'effettivo ,totale della Jandwehr è dato dul numero degli uomini disponibili soggetti a:Ja landweli r. A.rt: 3.3. Gli individui destinati alla Ersati;Jleserve :sono prenotati nelle liste di levu; ciascuno 'scconùo 1

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tempo ,di pace sono lasciati alle loro occupazioni civili e in tempo di guerra, solo dietro ·ordine dell'im-

peratore, sono chiamati a completare l'esercito permanente e la marina da guerra in conformità all'obbligo che loro incumbe a seconda della loro età. Terminata la guerra, gli individui della Ersatz-Reservc, che furono chiamati all' esercito ò alla mo rin a di guerra, sono congedati e restituiti nella loro primi ern condizione.

Facciamo ora seguire in riassunto i progetli di legge sulla landwelu· e sull a land sturm: . i q_uali però, a quanto ci risulta, non fornrnrono ancora oggeuo delle discussioni del potere ' legislativo.,

Le!JfJe ~ulla ltintlwel,.1•1

§ 1. La lanclwehr dei regni e territori rappresentali nel Rei.chsl'ath costituisce una parte délla forza armata. Essa è chiamata in tempo di guerra a sostegno dell'esercito. e a difesa dell'interno; in tempo di pace, , eccezionalmente, anche al mantenimento dell'ordine e della sicurezza. § 2. La chbmata e mobilizzazione di tutta quanta la landwehr o di una parte di essa non può aver luogo che dietro ordine dell'imperatore, controfirmato dal ministro responsapile per la difesa · dello Stato (fondesverth eid1·gu.ngsminisle1'). . . 1


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RIVISTI\

STATISTICA

· § 3·. I~ casi eco·ezionali In iandwehr può anche

esser chiamata a prestar senlzio fuori dei confini dei regn i e territorii rappresentati nel Reiclìs1;ath mediante però una legge specinle. ' § 4. L;i landwehr vien formata: a) Cogli uomini della riserva che hanno compiuto il loro tempo di servizio ; b) Con coscritti; e) Con volontari che banno soddisfatto al 10110 obbligo verso l'esercito, ma non sono ancora soogetti 0 ad essere in corporati nella lnndwehr; d) Con quei volontari f'.he ,non sono più soagetti all'obbligo della landwehr, ma sono ancora abili al servizio. .§ 5. Le condizioni necessarie per essere ammessi nella landwehr sono : a) La · cittadinanza nella rispettiva metà dell'impero; b) Attitudine fisica e morale, e :;tatura come_per l'esercito; e) Età di almeno 17 anni. § 6. L'obbligo al seJ.'Vizio nella landwehr dura: a) Dùe anni per coloro clic sono incorporati nella landwehr dopo aver cornpi11to il loro tempo di servizio nell'esercito; . b) Dodici anni per i cosc· r·iui nmmessi i.rnrnediatamente nella landwehr; ·· e) Due anni, oppui•e la durata della; guerra, per i volontari indicati negli .alinea e) ed) del§ 4, § 7. La landwehr dei regni e territorii roppresentati n_el Reich.srntl~, eccezione fotta del Tirolo e Vorarlberg, si compone d1 79 battaglioni, di fanteria, e di uno 0 due sqqadroni . di cavalleria pet· ogni distretto di recluta~ento di 'Qn reggimento di cavalleria: § 8. I comandi generll,)i e milita1·i, non che quelli 1

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di divisioni auive , sono in pari tempo comand·i di landwehr per i corpi di landwehr del territorio· da loro dipendente. . • . § 9. O,gni distretto di reclutamento pe~l'e~e:·c1t~, eccezione fatta del Tirolo e Vorarlberg, s1 dmde lO due distretti di battaglioni di landweh1', ed ogni ~istretto di l!attaglione in quattro disLret:ti di compagnrn: Gli antichi circoli di Ragusa e Cattaro del regno d1 Dalmazia formano insi eme un sol distretto di ba_llaglione di_landwehr. . . ., . Gli squaù1·oni di landwehr si reclutano m p1u distretti di battaglione. . . . . . § ,10. Gli ufliziali e la bassaforza d_e1 ~alt_a?ho.~1 ?1 landwehr e degli squadroni sono d1stnbu1t1 gia 111 tempo. di pace nei relativi c~uaclri e ruoli, e i battaglioni ·già divisi in compagme. . Quegli uomini della i.andwel:r che provengono da~l'artio-lieria, dalle truppe tecmche,' dalle compagnie o ' ' sanitarie, dal treno, dal ramo vestiano e suss1stenz:', devono essere compresi in uno stato a parte;_ e _rn caso di guerra quelli · d'artiglieria veng~no dcst1~at1 a rinforzare l'artiglieria di piazza, quelli. del)e tr~pp~ tecnich e sono inviati nelle forlezze od 11np1egat1 net I-avori tecniei preparatorii sul teatro di guerra, gli altri sono impiegati negli slabilimenti di riserva e deposit(della landwehr. . . . l)er la tenuta dei ruoli e per l'am1wmstrazrnne del materiale. d'a.pprovvigionamenlo de;i battaglioni e sc~n,~droni di ]andwehr è stabililo nel capoluogo -cl'ogm rhstretto di battaglione un ufficio di maggiorità costituito co me segue: · 1 capitano; 4 furieri per i distretti di compagnia; 4 soldati; 11 armaiuol o. 1


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nTYIS'l'.\

fiTATISTTC:.\

§ 14. Gli approvv1gwnamenti di unifo1·rni, armi e munizioni saranno tenuti nei capiluoghi cki distretti · di battaglioni di ltulllwehr, e, dove le circostunze lo permettano, negli stessi rn;i,gazzini di deposito dei reggimenti di fanteria o cavalleria del rispelt.ivo distretto. § 12. li piede di guerra dei battaglioni o squadroni di landwehr è uguale a quello dei .battvglioni o sq 11ndroni dell'esercito. § 13. In tempo cli' pace le persone appartenenti all:i la~dwe?r, fan~ ~c,cezione di cru~lle imp~egate nell ' nf'ficio d1 magg1onta, sono considerate 111 congedo e possono attendere alle loro private occupazioni. § H. Le reclute ammesse immediatamente nella landwebr sono per regola soggette ad otto settimane . di istruzione presso ,il deì.posito del corpo dell'esercito stabilito nello stesso distretto. § 15. Gli esercizi della fanteria della landwehr hanno luogo ordinariamente dopo il raccolto e duràno H g10rm. · La cavalleria della landwehr, tutta composta di tiomirii che hanno servito n.ell'esercito, non è soggeua ad esercizi. § 16. Dopo il raccolto hanno pure luogo riunioni di controllo, che non durano però più cl'i un giorno . § ·17 , Il corpo degli uffiziali della Iandwehr si comporrà per ora : a) Di uffizi'ali pensioBati a ciò idonei; . b) Di uffiziali dimissionati che non siano destinnti a passar nei quadri della riserva; e) Di altre persone non soggelle al serviz io mili- · tare che, avendo le qualità necessarie, fanno domanda di un grado . · rl) Di sott'uffiziali della landwehr che hanno su-

hìlo con buon esito l'esame d'uOìziali e sono atti a coprire un grado. li reclutamento normale del corpo degli utfiziuli della lnndwchr nvri1 poi luogo: , a) Mediante passnggio di uffiziali dal!' esercito attivo; b) Medinnr,e passnggio di nffìziali dalla riserva; e) Mediante promozione Lra gli umzit1li della lnnùwoh;, sec;ndo le· norme esistenti per l'esercito. Per ln distribuzione degli uffiziuli nei battaglioni o s<prncll'oni della lnndwehr si avrù specio-le riguardo al loro siLo di dimora. § '18. Gli nffiziali della landwehe sono cornpar~ti a quelli di ugual grado l'lf::ll'esercilo; ma gli uflìciali dell'esercito hanno la p1;ecedcnz11. § '19. La lin'gua di comando per la landwel1e dei regni e tcrritorii rDppresentnti nel Reichsrath è la stessa dell'esereito; le bnndiere sono uguali a quelle dell'esercito, e 1:ìortano da Ìrn lato l'aquila imperinlc, dall'altro le armi del rispcltivo territorio. I distintivi cJ·ei gradi, l'arman1e~to ed equipaggiamento, non che i regolamenti di servizio e di eser·cizio della Jandwcht· sono pure uguali a qu elli del l'esercito: la forma ed il colore del Yestiario saranno determinati per cl ecrcto ministeria le. § '20. Le comricteme per la lanclwehr in servizi o sono uo0 ·uali a c1uelle per l'eserc ito: le . competenze per i periodi di esel'c itazion e saranno stabilite in ria òi der relo . ministeriale. § 21 . Gli ufthiali o soklnii della landwehr fattisi invalidi in servizio allivo godon o lo stesso trnttamento, nccordato all'esercito; e cosl pure si elica riguardo alle vedove ed agli orfani degli uflì ciali .della land wehr. § 22. Le spese per la lanrlwehr in lr'mpo di paro

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423 spensa dall'obbligo al servizio nell'esercito o nella landwehr. § 35. Questa legge entra in vigore immediatamente dopo la sua pubblictizione, ed il ministero per la difesa dello Stato è incaricato della sua esecuzione.

RIVISTA

stan~o a carico _del bil.anc io ciel mi-nisterò per la difesa dello Sta Lo; quelle di mobilizzazione o -impiego della landwehr in guerra vanno a carico del bilancio per la guerra. § 23. Per massima gli uffiziali e soldati della landwehr che non si trovano in servizio attivo sono soggetti alle leggi ed autorità civili; in servizio attivo, · per contrariQ, alle leggi ed autorità militari. Ogni cambiamento di domicilio di individui appartenenti alla Iandwehr dev'essere notificato al rispettivo comando di distretto. § 24-. Gli individui dell a landwehr che sono stabiliti all'estero sono obbligati a rientrare irnrnediatamente, anche senza esser chiamati, non appena per mezzo della pubblicità vengono a sapere che la l\fonarclifa è minacciata da una guerra e che la .chiamata della landwehr è stata decisa. §§ 25 e 26. (Riguardano le punizioni per coloro che non si presentano alle chiamàte annuali, -e limitano il dirilto di passaggio all'estero). §§ 27 e 28. Tutti gli affari relativi alla lan dwehr sono di pertinenza del ministero per la difesa dello Stato. Per il comand o militare l'i mperatore nomina un .generale o comandante supremo della ìandwehr. § 29. In tempo di guerra il comandante supremo dell~ lanclwehr e tqtta quan ta la Jandwehr sono soggetti al comandante supremo dell'esercito attivo. . §§ 30, 3il, 32 e ·33. (Nomine cli · uftìziali e sott'uffi ziali - Disposizioni disciplinari --Rapporti-sull'istru·zione e cliscipltna). ' § 34 . .La presente legge non concerne per nulla i corpi armati de' diversi municipi , appoggiati a spè- ' ciali privilegi e statuti: la loro posizione verso l'esercito o verso la landwehr non è quindi cambiata, ma la qualità di rn ernbro di una' cli que' corpi non di-

STATISTICA

Legge 111«11« laml11turm.

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§ ,t. La landsturm è cost1tmta da quei volontàri che non appartengono nè all'esercito nè alla landwehr. § 2. La chiamata e l'organizzazione della landsturm ha luogo dietro ordine dell'imperatore, per mezzo del ministro per la difesa dello Stato, nella misura richiesta da immediata invasione nemica. L'irnpiego della landsturm ha luogo per mezzo di comandanti nominati dall'imperatore ste-sso. § 3. È missione della Jandsturm l'appoggiare e sostenere l'esercito e la landwehr nei lavori preparatorii sul teatro di guerra, nell'inquietare e danneggià1~ il nemico, distruggere o stabilire comunicazioni, creare ostacoli, fare il servizio di messaggeri ed altre prestazioni di .guerra, § i. Le spese della Jandsturm sono sopportale dal bilancio della guerra. § 5 . I dis1ac_camenti di landsturm si eleggono i loro uffiziali e sott'uffiz iali, e il grado di questi cessa col fi!.}ire della guerra. § 6. Gli ~individui appartenenti alla landsturm c9nser vano il loro propl'Ìo modo di vestire, e non portano per distinzione che una fascia al braccio sinistro. § 7. Gli individui della landsturm hanno diritto, dal giorno in cui escono dol loro comur:, e, al godimento


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le ·slrn.dc clic duJ:n Gallizia occidentuk conducono all'Ungheria: tutte le colonne .russe clie nel ,t819 entrarono ·in Unglieriu erano infoui dirr,Ue ad Eperies, e si riunivano iri stesso per open11·e poi contro lu Tb ciss.

del soldo e dei vivnri stabiliti. do! minif.Le . . . · ro per ]a difesa dello Stato. § 8. La landsturm, come purte completante della forza armata, · è posta so!Lo la · protezione de]· diritto delle genti. §§ 9 e rn. Dal giorno della convocazione sino a quello dl~l licenziameuto la landsturm è soo·gctta alle 0 leggi militari. § ,1·I. Per le ricompense a fatti speciali, per il trattamento dei feri ti od amri1alati, e così pure per ri- _ guardo nlle Yedorn cd ·orfani dei morti in faccia. al nemico, valgono le si.esse di~posizioni che perl'csercito e per la lanclwehr. ·

Dq,oaiti sft1Uoui e 11uwtll'ie milit,u-i.

Anche in Austria le mandrie mi)itari e i depositi stalloni sono passati, col 1° gennaio 1869, sotto la dipendenza del ministero d'agricolturn e commercio . . L'organizzazion e mi.liwre pedi ri mane intatta , e l'azione del ministero d'agricoltura e comme1:cio si lirniten\ agli affari tecnici, am_mioistrativi ed economic·i. Non occorre dire che le mandrie e depositi stabiliti in Ungheria sono contornporèJnearnente passàli sotto la dipendonia <lei rispettivo ministero ungherese. 1

il

li generale barone Scholl, una dei pi,', eapaci .ulTiziali del genio dell'esereito austriaco, è stato spedito ad Rperies nell'alta Ungheria per intraprendervi studi sul ~cr~eno e disporre le. cose in modo da potervi incornrnc1èJre da un momento all'a ltro dei lavori di forii fì caz ione. ~a qn estion? d.cll e fortilìcaz ioni .di Eperies ha g ii, . d01 precedenti: · nel ,J82,3 Yi si , voleva stabilire un r.~mpo trin cerato; nel ,t 83 0 il progetto fo cli nuovo ripreso, ma non conthlto ad esecuzione·; più tardi · le fort ificazioni nell'Hai in- s11periore nssorbirono, olt.,:c a somme immense , tu li.e l e preoccupnzioni del gòverno nu strrnr.o . J.:pcrir.s e il punto dove _si in crociano quasi lultc

•125

ST.\'l'lS'l'J C.\.

,fl.tt>fkfoui rlei ll'ilnuwli 111•e.,1w i <,orpi di h•u1111e,

Una importante ,nodifìcazione al sistema giucliziariò è entrala in vigore nell'esercito austriaco col ,1° gennaio ,J8G9. · 'fut~i i t1·ibunali militari addelti ai corpi cli truppe sono aholi1i, nel eccezione di quelli delle truppe confinari e , e sono stab.iliti in loro vece 51 tribunali di brigat~\ còn un auditore ciascuno.


126

127

STA'(IS'l'ICA

IUVIS'fA

Questi nuovi tribunali sarannno chiamati a giudicare soltanto in cose penali, e la loro azione si estenderà alle truppe appartenenti aJia brigata tattica. Gli affari privati, la cui trattazione ~pettava sinora ai tribunali dei reggimenti, passeranno provvisoriamente ai tribunali militari territoriali.

Baviera. Comtindi genei•,,,li -

Comtmdi ,ti ,Uvisione.

Con decreto del 5 gennaio 1869 sono stati aboliti i due comandi generali d'Augusta e Norimberga, e Bita,Ìcio del minililero

,t; guer1•11,

Il bilancio del ministero di g;erra per il ·1869 porta: .Nella parte ordinaria . Nella parte straordinaria.

75,4'24, 000 fiorini. 6,593,798 - --

Totale .

-.,....--;...._

82,0•17,798 fiorini.

E la forz,a computata nel bilancio è calcolata in: ,t 6,373 ufficiali; 212, 722 bassaforza: ~8, 026 cavalli.

creati quattro comandi cli divisione {Monaco; Augusta, Norimberga e Viirzburg), due dei quali dipenderanno dal comando generale di Monaco, mentre gli altri due dipenderanno dal comando generale di Vi.irzburg. Dal quadro Dhe va annesso al decreto si può rilevare la seguente distribuzione tattica dell'esercito bavarese. a) L'intiero esercito è formato su quattro di.visioni distribuite tra due comandi general i. b) Ogni cli'visione è composta di: , 2. brigate di fanteria; 1 brigata di cavalleria ; 1 compagnia sani Lari a. e) Ogrii brigata di fanteria . si compone di due reggimenti fanteria. e di un battaglione cacciatori, ad eccezione delle due brigate ·P e 7a, che contano ciascuna 2 · reggimenti a.i fanteria e 2 battaglioni caçciatori. Da ogni comando cli brigata di fanteria dipendon o quattro comandi di distretto cli land\Vehr. . d) Due brigate di cavaller-ia contano 2 reggimentì ciascuna: le altre due ne contano 3. e) L'artiglieria dipende direttamente dai comandi generali, ed è divisa in 2 brigate a 2 reggimenti cia scuna. 1

0

,.


1\1\°JST.\

/) Le· truppe e le direzioni dd genio dipemlono invece direttamente ed esclusivarncnto dal conwuclo del corpo del genio. lliassumendo, l'esercito bavarese conta ora: 1 reggimento di fa nteria. della g11urcli·,;; 15 reggimenti cii .fanteria; 1O battaglioni cacciatori; ,io reggim enti di cavalleria (~ di coru zzi eri, 6 di ca\'alleggeri, 2 di ulani) ; q.. l'CCTO"Ìfl1enti d'articrlieria' Ot) O , 1- compagnie sani tarie; 1 reggimento del genio.

~'i'.\'J'JST!CA.

.

Stati Uniti d' .A.1nerica.

1

(:)lauda. 'l'il'lf/.ol'i seèlli.

1J'8a11•ina- ti.ti fJfl.eJ•J•ti.

Dal rapporto del dipartimento di marina al Congresso degli Stati Uniti d'Am~rica si rilevano i seguenti dati statistici: Il num ~ro totale dei bastimenti da guerra è di 206, con 11743 cannoni. 52 sono navi corazzate , e portano in totale ·129 cannom. 95 sono bastimenti ad eli ce, e portano in totale 938 cannom. '28 sono bastimenti .a ruote, e portano 199 cannon i. 311 sono bastimenti a vela, e poTtano 4, 77 cannoni".

Nell e truppe a piedi dell'esercito olandese non vi saranno più d'ora innanzi cornpagn ie specù1li di ca ccia.tori: ma ogni hatl.uglione auù invece un determinato numero di Lira tori scel ti, eaporali o soldati, i quali avranno cliril.Lo ad un soprassoldo giornalièro di 5 centesimi e porle1·tinno per distintivo un gallone sul braccio sinistro. Il numero di questi tirntori scelti surù cli '.:25 in ogni battaglione di granatieri, di ·100 in ogni ballaglioJJc di cacciat.or·i, di 20 in ogni lrntLi.lglionc di fon.leria, o di 1!5 in ogni di.vision e di deposito.

ÀNNO XlV. VOL. I.


lllVISTA TECNOLOGICA

RIVISTA 'TECNOLOGICA

Le mih•<19li,1trici.

Gli esperimenti dì tiro ripetuti, che hanno luogo in questo momento al poligono di Tegel (presso Berlino) colla mitragliatrice francese ed il cannone Gatlino(modello arnel'icano e belga) volgono al loro fine ed hanno dimostrato fin d'ora in un modo decisivo il poco valore pratico di questi. La mitragliatrice si compone di 37 canne rigate, aperte dalla pal'te della culatLa, riuni te a fascio col mezzo di una calotta di ferro e poggiate sopra un affusto simile a quello di un pezzo da 6 o da 8, senoncl1è ognuna delle bande (branches) dell'affusto della mitragliatl'ice sostiene una grossa cassa di ferro batLuto contenente una certa quantità di munizioni. Il meccanismo della carica e della scarica si muove in un pezzo allungato (pièce-rallongée) dietro il rinfo rzo della canna. Questo pezzo è munito cli una leva

-

131

1

che si ritrae indietro per caricare o mettere in riposo e che si preme innanzi contro le aperture delle canne per far fuoco. L'in terno contiene 87 cavicchie a percussione o batterie, circondate da una molla spirale, ed appoggianti le loro punte conteo un primo listello, dinanzi al quale se ne trova un secondo in cui sono incassati 37 Iuminelli corti, poco mobili e corrispondenti alle 37 batterie. Nell'apertura praticala tra questi due listelli s'introduce il porta-cai·tucce di forma cellulare e contenente 37 cartucce cpe il movjmenlo della leva e la percussione dei luminelli infiammano e dirigono nel tempo stesso nelle conne. I listelli sono ritirati lateralmente per mezzo di un grilletto addentellato nel quale viene ad introdursi una copiglia. Quanto più la manovella gira rapidamente tanto più simultanei sono gli spari. Il calibro della canna è di ,u. millimetri, il proiettile pesa 34 grammi e la carica 6 od 8. La cartuccia è dì carta ed inzaccherata di polvere di sopono, ond e facilitare la scarica. In seguito alle esperienze già fatte, la portsta ordinaria della mitragliatrice si estende sino a 600 passi; a 900 passi le palle sono inoffensive. 11 fuoco accelerato dà a 600 passi in 40 secondi 284 colpi, di cui 92 in media toccano lo scopo o bersaglio e 3 scatLì a vuoto. Col fuoco ordinario nello stesso spazio dì tempo si ouengono 111 colpi, dei quali 81 in media colpiscono il segno . Il cannone Gatling, di un pollice di diametro, ha dato dei risultat.i analoghi; ma dopo 45 colpi fu necessario sospendere il fuo co per cau?a di un impaccio di cartuccie. Il cannon e-revolver Claxton si è presentato talmente difettoso sotto il rapporto del meccanismo e delle munizioni che non venne ammesso all'onore della prova.


132

llIYISTA 'l'ECNO LOGICA

Insomma i ri,;ultati ottenuti con queste armi sono , so tto il punto di vista miliLarc, poco soddisfacenti, e ·la loro portata, mediocrissima, dà luogo alle più serie obbiezioni contro l'impi ego ch e si potrebbe farn e in campagna.

11i,wvo fucile ll'ern ,U.

I giornali austriaci riferiscono che lo stabjli mc11 to di Steyr ha ora completato il materiale per la fabbricazione dei nuovi fucili Werndl; il 22° battaglione cacciatori, stabilito a S. Polten (e comandato dal maggiore Kuhn, fratello d(:ll ministro) sarà il primo ad essere provvisto della nuova arma, e gli terrà dietro il '.in° battaglione. La produr.ione di 2,500 fucili alla settimana sembra assicurata.

n1All'l'INr CAnLo,

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· RAGIONE SOMMARIA DEGLI

ATll DELL'AMMINISTRAZIONE DELLA GUERRA DURANTE L'ANNO 1868

Nell' Annuc1;r·io 1lfilitare del corrente. anno essendosi pubblicato un lavoro sugli Atti dell'Amministrazione della Guerra nel ·1868, crediamo far cosa grata ai nostri lettori col riportarlo in questo periodico, onde essi possano meglio ~ssere a giorno delle cose che , riguardano il nostro esercito.

AlìNO

'xiv, VOL.

f. .

10


ìii\(}10NÉ S0i1H\1ÀRIA DEGLI AT'l'1

CAPO I. PROVVEDIMENTI ORGANICI.

§

° - R-iorganamento det Co1po di'sciplinare.

•1

Era generalmente lamentato come nel Col'po dei Cacciatori Franchi andassero confusi, sotto lo stesso uniforme e nelle medesime Compagnie, i soldati mandati temporaneamente al Corpo disciplinare per cose di mera disciplina militare, con altri macchiati. di colpe aventi carattere indecoroso; ed infatti il contatto -di giovani per la gran parte traviati da giovanile inconsideratezza, e che d'ordinario ridirizzano facilmente e più prontamente ì mezzi correttivi più energici del Corpo disciplinare, con individu( rei di colpe ripugnevoli, disgradanti, e quasi sempre provenienti da a.bbiezione d'animo e di costumi: siffatto contatto non poteva a meno di essere esiziale e funesto per i primi; . Provvedeva a questo il R. D. del 9 fob];iraio ;!868, con disciogliere il Corpo dei Cacciatori Franchi, e istituire in sua vece 4'.2 Compagnie di disciplina. Queste Compagnie tutte quante autonome e dispartite l'una dall'altfa1 furono distinte in due categorie. Lè une, chiamate speciali - quelle di numero pari - furono designate ad incorporaré definitivamen.Le,. cioè sino al fine -della fenna, i rnilitari usciti dal carcere o dalla

OELL' AMM1NIS'1'RAZl0NE DELLA GUERRA

135

1

reclusione militare, dopo condanna per furto. Delle altre sei, dette cli punizione, quattro (quelle N° ~, 3, 5, 1) ricevono t~mporaneamente i soldati dell'Esercito e dell'Armata che si addimostrano insensibili ai mezzi correttivi ordinari, e quelli che contr·aggono matri- ' monio senza la prescritta autorizzazione; una Compagnia (la 9a) incorpora coloro che siano transitati al Corp~ disciplinare per colpe cJi natura indecorosaJ come la pederastia, i tentativi di stupro, la camorra, l'indelicatezza, i propositi sovversivi contro le pa~rie istituzioni, la pubblica mendicazione, le infermità si~ mulate ond e essere riformati e simili; un'ultima in.. fin e (la 111a) fu destinata a ricevere le Guardie di Pubblica Si curezza e le Guardie Doganali, nei casi e per i motivi con templati nei loro speciali Regolamenti. Ad assodar meglio il mu tato organamento del Corpo disciplinare, emanava, approvato con R. D. del 22 marzo 1868, il Be,g?lamento speàale contenente i precetti e le norme d'is tituto, di ordi n.,amento, di disciplina; di comando, d'istruzione e governo economico per le Hl Comp agnie: norme e precetti che si cercò di meglio conformare all e vigenti leggi costitu tive dell'Esercito, attesochè quelle che reggevano il Corpo. dei Cacciatori Franchi rimonta vano fino al ,1836. Per la parte discij)linare fu forse alquanto aumentato il rigore per le · Compagnie di punizione, ma nello intendimento di ottenere con un'azione correLtiva più energica un ravvediment,o più pronto; e questo consentiva di ridurre da 18 a 12 mesi il termine di tempo nel quale ~n soldato, passato alle '.Compagnie di punizione, puo liberarsene e rientrare al proprio Corpo, con tenei· per: l'ugual tempo irreprensibile condotta. · Questo riorganamento oltre ai vantaggi morali sue.:.: Cennati, portò pur quello di una seusihile economia'. nel bilancio passivo della guerra, un'economia netta

e

1


di più che 100 mila lire, senza contare cbe furono notevohnente accresciuti gli emolu men ti ai _graduati di quelle Compagnie, com'era giusto di fat·e in vista del d·ifficile e oneroso servizio che loro spetta. La sperienza di . nove mesi e . le risultonze dell'ispezione cui furono soggettate 7 delle 12 Compagnie di disciplina avrebbero affermala la convenienza dell'attuale ordinamento, il cui quadro è dato dallo specchio seguente.

137

1

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136 1

SPECCHIO ;rndunlè

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dl una Comt)agnla di disciplina.

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I ,___,

ANNOTAZI0N1_

1

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21

TOTAT.E UH17.IALI

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Caporali

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80 sergenti; oltre a questo numero ogni 25 soldo li è au1 menlato un sergente.

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Il numero dei cnpora\i è doppio di quello dei sergenti :

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Uno degli uffìziali suho.1terni è incaricato dei lavori d'amministrazione e contnbilil11.

Caporali furieri

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1: l

Capitan o Comandante .

Sotlolenente .

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438

DELI.' AMMINISTR,\ZIONE DELLA GUERRA

RAGIONE SOMMARIA DEGLI ATTI

139

b.) Soppressio~e delle due Legioni in Salerpo e .•

§ 2° -

Riorganarnento dell'Arma dei Beali Carabinieri. . .

Il dovere di alleggerire quanto più fattibile le spese dello Stato, dovere reso anche più pressanLe dalle ·condizioni finanziarie auuali ed al quale l'Ammin istrazione della Gùerra cercò di volgere con ogni assiduità le sue cure, e di informarè gli alti suoi per quantq non ne foss~ro di troppo pregiudicati la saldezza delle is ti tuzioni militari del paese, il ben éssere dell'Esetèito e le esigenze del servizio , consigliò a studiare se non fosse possibile di realizznre qualche notevole economia nell~ spesa portata a· bilancio per l'Arma dei R. Carabinieri , in base all'organico del 28 luglio 1867. Frutto di questo studio, altrettanto , diligente quanto misurato ed al quale parteciparono di comune concerto e il 1\linistero della Guena e il • Comitato dell'Arma, si fu l'organarnen to che piacque alla M. S. di sanzionare col suo Decreto del rn novembre 1868. Le principali modificazioni introdotte da questo Decreto sono le seguenti:. a) Soppressione delle Divisio_ni dell' Arnrn. - . La esperienza aveva chiaramente dimostrato come questo anello gerarchico, intermedio alla Compagnia ed alla · Legione, fosse non solo superfluo , ma di ritardo al disbrigo degli affari del servizio del!' Arma; La Legione territoriale rimane quindi innanzi ripartila in Compagnie, Luogolenenze e Stazioni; Il Comando di ogni Compagni.a fu affidato ad un Luogotenente Colonnello, ad un fiiaggiore o ad un . Capitano, conforme la sua irnporLanza; 1

Chieti ..- essendosi riconosciuto che il riparto delle Compagnie , di esse Legi·oni tra quelle di Napoli, Bari e Catanzaro, non . poteva arrecal'e verun i11caglio nè all'amministrazione di esse Legioni, nè al servizio; e) Soppressione dei medici e dei veterinari presso alle Legioni territoriali dell'Arma - ritenendo elle il servizio sanitario del personale alla sede della Legione potesse facilmente essere prestato da un medico militare del presidio:; e analogamente per quello veterinario; Fu però conservato il veterinario alla Legione di . Cagliari per le sp.eciali condizioni della Legione stessa; . , d) Soppressione del caposoldo di anzìano agli individui di bassa-forza che godono del trattamento di riassoldati con premio, - Questo caposoldo era stato stabilito quando la bassa-forza ,non aveva ancora il beneficio del riassoldamento con premio, per il quale il riassoldato dopo la Legge del 7 lugfio 4866 venne a percepire un soprassoldo assai maggiore che non era il caposoldo: e quindi due competenze per la stessa ragione; e) Soppressione della paga agli individui eh bassaforza dell' Aro1a che si recano in licenza. - Il Regolamento 29 gennaio 1850 sospende la paga ai s9tt'ufficiali, caporali e soldaLi dei vari Corpi dell'Esercito duranLe le licenze _sì ordinar.ie, sì sLraordinarie, e cib onde indenni.zzarc l' erario della spesa 'che esso in-: .contra pe[' somministrare loro la indennità di via così nell'andata in licenza, come nel ritorno della medesi.ma; · Per i Reali Carabinieri era fatta un'eccezione,. e la paga loro era continuata anche durante la licenza. Sembrò non abbastanza giustificato questo modo di -


Hi

RAGIONE SOMMAI\IA DJZGU AT'l'l 'ECC.

verso di trattamento, e fu pareggiata per questo l' Arrqa dei Rèali Carabinièri agli altri Corpi dell'Esercito; /') Riduzione della bassa-forza dell'Arma a 19,.294 · uomini, di cui 3,38\.) a cçl.vallo e ·15, 900 a piedi. L'ordinamento del 28 luglio 1867 portava 22,549 uomini, dei quali 5,004 a cavallo e 1'i,545 a piedi. Con l'ordinamento del 19 novembre 1868 fu fatta una diminuzione di ' 3,255 uomini; ma questa non fu in fondo che una dirr1in11zione di pura forma, avvegnachè non si fosse riuscito quasi mai a superare l'effeuivo di 20,000 uomini; ed al momento dell'ultimo riordinamento l'Arma aveva appena il personale bisognevole per il progettato organico; e ciò per le difficoltà che si incontrano nel reclutare a dovere questa truppa, cui si richiedono speciali requisiti . Questo riordinamento, che si ha fiducia non abbia pregiudicato nè la forza n è la saldezza istitutiva di quest'Arma, segnalata per gli importanti servizi che rende al paese, procurò nel bilancio passivo della Guerra la rilevante economia di più che due milioni, di riscontro a · quella che esigeva l'ordinamento del 28 luglio ,1 867.' · Il \seguente Quadro presenta l'attuale riparto orga~ nico dell'Arma.

QUADRO ORGANICO

. DE-LL'ARwtA DEI CARABINIERI REALI IU novemlu•e IStlS.


142

l

l\,\QIONE SO~!MARIA DEGLI ATTI

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DELJ.'AM MINIS'l'RAZIO NE l)ET,LA GtJEl\l\A

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11.i.i,IONJ<: SOM.MAlìJ..\ f)JWl.f 1\ 'J" l'f

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3. -- ]liduzioni nelle Case Reati Invalidi

• l>ELl.'.UDlli\ilS'l'HAZIOi\'È DELL.\ GCEHII.\ .

§ 5. -

/Vonlinamento clell' Intendenza Militare .

e Compagnie Veterani. I.e diminuzioni . che mano mano av\'erìgono nella forza_ delle Case Reali }nvalitli e Compagnie Yetararri gi.\ avevano consentito; sullo scorcio del dicembre '18(i7, di sopprimere, per il 1° gennaio 1868, tre compagnie della Casa d'Asti, ed ora hanno pur consentito di diminuire di una compagnia la Casa di Napoli. Così le Compagnie Veternni e Invalidi sono uttualmente ridotte a li.:>, cioè 6 nella Casa d'Asti e 9 in q1rella di Napoli. E così poco a poco si riuscirù ad un organico e ad un e_ffettivo che più non saranno sproporzionati con quelli dell'Esercito; e la spesa che sul bilancio del 1867 figurava per più di '.i milioni, potrh presto essere ridotta a non mollo più di 800,000 lire. 1

1

1

1

§ i. - Soppressione dei TJattagli<mi di Figli lli Militan:.

In ossequio al voto espresso dal .Pal'larncnlo nella occasione della discussione del bilancio per il ·1868, · fu decretata la soppl'essione pei :-i Battnglioni di Figli di Militari, e mentre due, quel li in Bucconigi e in Palermo, furono soppressi nell'unno trascorso, il tel'ZO, quello in Maddnloni, conservnto ondù accogliere tutti i giovanetti del 2.0 anno di corso, potrà essere abolito per estinzione nel corso deJl'amrnta '1869. E questa fu pure una Jnisur·n imposta clnlle condizioni fìnnnzinrie del pnese.

La legge 21 mar1.o ,1868 che fissa va il bilancio passivo dello Stato per l'anno 1868, stnnziava per il Corpo dell'Intenden1.a Militare una somma inferiore a quella · necessaria per mantenet·c questo personale sul piede dell'ordinamento 30 dicembre ·1866. Fu però.forza di venire ad una pianta ridotta, a quella sancita col R. D. ,J8 aprile 1868, per la quale il Quadro graduale nwnerico del Corpo clell'Inte1ìclenza JJfilitcire venne fissato eome segu e : 1

Intendenti militari di 18 classe Id. id. di 2• id. . Commissari di guerra di ,Ja classe Id. id. di 2" id. . Sotto-commissari di guerra cli I" clusse ld. di 2" id. di3" id. Id. Id. aggiunti ,Sct·ivani di ·I" classe . Id. di 2" id. 1

Totale

6 6 ·13

,rn .i.O 4.5

.u ; -· 75 80 8_0

. .i-03

. E sempre al fine di intrndurre ogni possibile economia nel bilancio, si sono soppresse 3 sulle 6 Dirczion i dei ì\Iagazzini dell' Amminislrazione militare, onde altu alrnente più non vi sono che quelle con sede a Firenze, a Napoli e a Torino. E sonosi del pari intl'Odotte delle economie rilevanti nel Servizio Sanitario.


. 1

DELL AllIMIN1STI\AZt0NE DELLA GUEIU\A

I\AGION'E SOMMAlUA DEGLI .\1'1'Ì

Jfodificazione ~u· ordinamento. degli Impiegati tecnici del Corpo di Stato lliagg1'.ore. § 6. -

)

1. Topografo principale anziano . 6 '.to1)ografi .principali di 1• classe. 1

id . di 2" di 4il classe. 8 di 2" id. 8 Id. di 3" id. 7 Aspiranti topografi. 8

Id. Id. Id.

§ 7. - Persona'le insegnante civi"le clella Scuola ilf-ilitare di Fanteria e Cavalleria.

Il personale insegnante oiv1le della Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria in Modena aveva, per tutti i gradi, stipendi infel'iori a quelli del personale insegnante della R. ~1ilitare Accademia. Considerato che per buona parte i due .personali insegnano materie identiche, e quindi con pari studio e lavoro, .e che i professori della Scuola vivono inÒHre' in una città ove è men facile che ·a Torino il trovar modo di dar lezioni private, onde aumentare i proventi, fu giudicato equo e provvido che .gli stipend i del Corpo insegnante civile della Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria fossero pareggiati a quelli del Corpo insegnante della Regia Militare Accademia.

Per aprire maggiore carnf>O allo avanzaménto dei Lopografi . del Corpo di Stato l\iaggiore, pei· vieppiù rialzare una caàiera, a percorrere la quale si richiedono cognizioni scientifiche e capacità artistiche 110n comunj; ed anche per debito di giustizia, a similitu.:. dine degli altri personali tecnici, · il R. n. del 9 luglio 1868 E.levò di un grado cotesta carriera,. istituendo il topografo principale anzicmo, collo stipendio di L. 4 ,000 annue e coll' ussimilazione cli rango al grado di maggiore dell'es'ert;ito. Onde la pianta organica del personale in discorso fu stabilita come segue:

7

.

U7

id.

§ 8. - Moclificazionì nell' Arm,ct di Fante1\ia: La rnaggi.ol latitudine accotdata all'azione dei Con-' sigli amministrativi dei Corpi di truppa, avendo semplificato non di poco 'l' ammitiistrazione e la contabilità dei Corpi stessi, e la disposizione per ·la quale tutti gli ufficiali superiori dei Corpi furono dièhiarati membri permanenti · dei. detti Consigli, presentando maggiori tutele e guarehtigie di buon governo, hanno fatto sì che non fosse più necessaria la cariqa :fissa di Relatof'e che sì aveva nei Reggimenti di Fanteria. Però Mn R. D. del 9 ottobre ·1 868 la predetta carica fu sopptessa . a far tempo dal 1° novemb.re successivo;

Ciò per. altro non ha prodotto verur1 aggravio al bì.- · , lancio, perocehè dal Qu'adro '11 marzo 1867 fu diminuitq un aspirante topografo . 1


11.\t;J O~ E S011MA II lA OEc; Ll A'J"l'I H8 e contemporaneamente fu ordinato che le funzioni di Relatore nei Reggimenti di Fanteria venissero affidate, alternativamente per turno annuale, agli ufficiali superiori del Corpo, eccettuatone, come s'intende, i1co-· • mandante. Questa . <letermina'zione fruttuerà un rispar mio di L. 360,000 nel capitolo 4° del bilancio, e quest'econqmia è valsa o giustificare la proposta fattasi nel progetto di bilancio per il 1869 di portare a 2 le razioni di foraggio, al giorno, dei maggiori di _Fanteria, provvedimento la cui opportunità è da gran tempo sentita.. Un' altra modificazione organica alla Fa,nteria fu quella sancita col R. Decreto del 24 dicembre 1868. Per essa fu stabilito che a partire dal ,1° ap,nnaio -1869 niun soldato di 2a classe potesse essere iominato olla P, che non avesse in prima conseguita la. distinzione di tiratore scelto. E ciò fu fatto, evidentemente, nello scopo di eccitare vieppiù l'emulazione dei soldati in un'istruzione che, se fu sempre importante, <lacchè si adoperano le armi da fuoco, la è oggidì più che mui , e diverrà sempre maggiore in proporzione dei perfezionamenti nelle armi stesse. Siccome poi an~l1e nei Bersaglieri è necessario mant,enere viva la gara nella destrezza del tiro, questo essendo per· essi requisito essenziale e quasi il caratteristico, collo stesso De·creto Reale furono istituiti nçlle compagnie di quest'Arma i bersaglieri'. di 1a classe, dando ad essi, come hanno i soldati di 1a classe nella Fa~teria, un aumento di 5 centesimi sulla paga giornaliera del bersagliere di 2a classe, ed UJJO speciale distintivo. Il distintivo de' soldati, di_ 1a classe è ·un dopp io galloncino suf braccio sinistro, posto a metà distanza tra la s1falla ed il gomito ed inclinato alla guisa stessa

H9

1>°.r:u.' AmU."i1ST1UZ10 NE DEU.\ GUliltllA

dei disti ntivi . di · grado dei sotL' ufficiali e caporali di Fanteria: di filo bianeo per la Fanlel'ia e di lana gialla per . i Bersagli eri. § 9. -

Opificio meccanico per robe cli vestiario ed arrecli nu'lita1·i.

. Va sic.ùrame.nte noverato quàle importante provve-: çhmen to orgamco quello del- R. Decreto 13 dicembre 18?8, per il quale fu eretto ad Istituto Militare I'Opific10 che, a cura clell' Amministrazione militare e con le somme stanziate dal Municipio cli Torino, venne non ~a guarì fondato in essa ci tUt. . . Per esso l'Esercito avnì assicllrata, a prezzi modici, dt b uona lavoratu'ra e colla· voluta uniformità a' campioni regolamentari, la confezione delle · robe di ve- ' stiario e degli arnesi d'arredo militare; e pel tempo di guerra ivi si avranno gli elementi a provvedere all e s~raor~linarie esigenze del servizio, senza tÌ:oppo eccez10nulr e trnppo onerosi sacl'ifici. Questo stab i.l imerito, sorio senza .veruna ·spesa per le finanze dello St,ato,. sàeè\ pure ammini~Lrato senza. pesare pel' niente sul bilancio · della guerra, cui anzi potrà fors'essere fra qualche anno sorgente di . non lievi risparmi. E . di ciò da_nno ·chiara contezza il R. Decrelo sum men zionato e la Relazione che lo precede.

1

s ·IO.

-

Carreggio da campagna. ·

" In · .s~g11ito a diligenti studi fu stabililo un i1uovo riparto normale dd carre ·c:io da canÌ1)ao-rw. . • Ov O . che cor~ 0

ANt'ìO x,v, Vot.

1.

11


RAGIONE SOMMARIA DEGLI A'f'rl

DELL' AMMINIS'l'RAZ!ON-E DELLA . GOEllRA

rispondesse a quella maggiore mobilità eh~ oramai è necessaria alle truppe d'ogni arma. E in questo intendimento non s0laménte fu diminuito il numero dei carri per quanto fu possibile, ma fu eziandio alleggerito il carico e regolato il caricamento di essi, e furono studiati nuovi mode]li di vetture, più appropriate ad alcuni trasporti speciali. Conseguentemente in vari punti dello Sta.to furono ·formati dei magazzini, ove sono ordina.tam ente accolti e conservati in punto e carri, o bardature', e, arnesi accessorii per intere Divisi·oni, e per .interi.. Corpi d'Esercito, di guisa che ad ?gni occorrenza di mobilizzazione si potrà colla maggior prèstezza e completare le dotazioni dei Corpi di truppa, e provvedere a quell~ dei vari Quartieri generali, non solo per jf carreggio de' bagagli e degli arredi da campo, ma eziandio per quello dei vi veri.

norme intorno alla compilazione · ed alla trasmissione gerarchica di codesti specch i, posciachè le norme e le prescrizioni all'uopo dettate dal Regolamento S1Jll'avanzarnento, 5 giugno 11854, aveano dovuto variare per se stesse, per gli ordinamenti dell'Esercito ampliati e mutati. Si studiò per tanto un modello cli specchio il quale potesse applicarsi alla generalità degli uflìciali del1' Esercito; e nel divisare e questo modello e queste · norme, s'ebbe singolarmente in mira che lo specchio potesse , quando debitamente compilato, esprimere veritevolmen te tu tte quelle qualità fisiche, in tellettùali, morali, e speciali militari, mercè la cognizione delle quali chi legga lo specchio possa farsi un criterio completo e portare un giudizio coscienzioso e sicuro sul valore dell'ufficiale cui lo specchio si riferisce. Il nuovo metodo, inaugurato nell'annata scorsa, richiede certamentc··nei compilatori un lavoro maggiore che non jn passato, perchè l'intestatura d'ogni casella dello specch io più non si limita a chiedere delle semplici negative od affermative, ma esige delle notazioni periodate, a senso compiuto, preciso e perféttamente esplici to. 'Ma in vista appunto ·di questo mag~ gior lavoro, ritenutosi superfluo che gli specchi fossero così da ca po a fondo rifalli in ogni anno, si stabilì la dueata triennale agli specchi, mentre in ciascuno degli anni ·in cui non si dovranno ricompilare, haster'à che siar._10 fatte giungere al Ministero quelle. notizie che per avventura potrebbero variare in bene od in male le principali notazioni dello specchio.

§ 11,1 . -

Specchi· ca·l'atte1'istid per gli U/fìdali.

Deve pur prèndere posto tra gli atti d'ordine istitutivo la Isttiizione per la compilazione degli sper..chi · cai'atteristici degli ufficiali, sancita dal Sovrano Dececto del 1O settembre 1868. L'antico metodo di specchi lasciava a c~esiderare, sia perchè orrettizi per qualche dato che non i'ichiedevano e che pur sembrava necessario, e per qualche altro che non domandavano in maniera abbastanza categorica, sia particolaemente per difetto· di unifor.rnità tra Arma cd Arma, · perciocchè quante le Armi compoa nenti l'Esercito aitrettan ti erano i modelli di ve.rsi di specchi. Ed era. parimente sentito jl bisogno di raccogli~!'.~ in ~n· unica Istriizi·one le prescrizioni e le 1


HAlilONE :;u~DI.\HIA llEt;J,1 .\'l'Tl

DELl,' .\~IMINISTIL\ZTON E DEL!..\ · GllF.P.P.A

Quaranta furono i Rcggimonli di Fanl éria e ventuno i Dattngliooi di Bersaglieri che poterono attendere a queste eserci tazioni, ed applicarsi a)Lresì alle marcie-manovre cd alle· pratiche del serv izio ci i guerrn; dodici altri Reggiment i di Fanteria e sei Ballaglioni Bersaglieri andarnno al campo a Fo iano . I rimanenti venlolto Reggimenti di Fanteria e diciolto Battaglioni Dersoglicri ue furono impedi ti per il gravoso serviz io di pubblica sicurezza cui sono adoperati nel Mezzodì. Anche le truppe d'Artiglieria mandavansi come negli anni tl'ast.:orsi ni poligoni di tiro, rneo tre ;J5 bnLLcl'ic presero parte ni catnpl di Fo inno e di Pord enone. ,

CAPO IL ISTRUZIONE

~ ,JO

DELL'ESERC I TO .

istrn:zi'one in gencrcite. r

Particolari solle.c'i tuçli{1i furono rivolte ali' ist1·uzionc dell'Esercito; e ben_ l)UÒ ·dirsi essersi cercato di fare e fatto tutto il poisibile , entro i limiti dei mezzi disponibili,! Jirnit.i i quali, come- è noto, furono ristreltissimV ... . . . . ·· L'adotlament.o per le Fanterie dell'arma a rclrocurica e i loro Régolamenli ·d'esercizi e di manovra che si dovettero modi'ficare avrebbero richiest9 che nell'anno trascorso si ~fossero potuti fare dei campi di. istrnzion~ su larga ·staia; ma cibò non fu consentito . • dallo s(afo dell e finanze.. Ci~nori.t\i.rp eno l'Amrnjnistraz i~ne della guerra ingeo·nossi . a fo'lùnare un campo a Foiano per truppe delle 0 . varie Anni, "' eclnuq altro ·a \Porde none per l a (:ava Il er1a; e presct'iveva i110Jtfo,/ h~ tulti i Reggimenti di Fanteria e i BaLtaglioni di Befsnglieri, che senza troppo danno net· il servizio presidiale potevano ossenlarsi per alcuni giorni dalle loro stanze, si dovessero recare in qualche sito , ove avesse ro campo e modo a compiere l'istruzione sul tiro, anche per le maggiori distanze, -e ad esegu ire quello da combattimento.

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2° -

Campo a Fofrmo .

Al cnrnpo di Foiano intei~venn cro in du e vo lte dudici Il0ggimei11,i cli Fanteria, sci naw1glioni Bl'rsagliei·i, due lleggim eqti di ' Cav:.illeria , dodici Batterie d',\1:1.iglieria, ccl una Compagnia Znppnlori; e fur0n o all'intorno 2 1, 000 uomini . Nel ·1° periodo, cio è dal I O luglio al 10 agoslo, le _truppe ful'ono comandate da l Luo, gol.enente Gen el'n le Bixio; nel 2° periodo, dnJl',11 ngost.o nl 27 seltcmLre , dal Mnggiol' Gener-nle Piola Caselli Carlo. Oggetto pn.rticolare cli questi due coricentrnmenl i si .fu queHo di s.pcl'irnentore il nuovo 'Rl'golamcn lo di esercizio e di manovra per la Fanteria, e di stu<linrr~ praticamente, per quanto fo.Ltibile con sirnuintc f'azion.i, i mutam en ti resi necessari dulia introduzione delle armi portatili a tiro celere, nella tattica comb iuaLa delle tre Armi ed· applicala al terreno . Le tl'uppe, ta nto del primo quanto del secon do pc. riodo, ebbero l'onor-e cl i un a vi $ita di S. il Be, ed 1

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I\AGIONE SOMMARIA DEGLI A'l"l'I

DELL'AnintlNISTRA.ZIONE DELLA GUERRA

entrambe le volte la M. S. degnavasi di esprimere al Comandante del campo ed al Ministro della Guerra la sua piena soddisfazione iì1torno _alla maniera disfovolta ed intelligente con cu i le Lrnppe manovrarono. Ed ivi pure fu avverata la bontà del nuovo armamento a retrocarica. § 3° - · Campo di cavalleria a Pordenone.

Dal 1Oagosto al 30 settembre furono accolti al campo d'istruzione presso a Pordenone 4 Reggimen ti di Cavalleria, con tre Batterie di Artiglieria, e costitu ita eosì una Divisione di Cavalleria sotto gli ol'Clini del ~Jaggior Generale De. La Forest. Questo. concentramento di Cavalleria era intes9 singolarmente ad esperimentare sovra scala abbastanza ampia la nuova Appendice all'Istruzione i'ndivicluale a ' cavallo, di cui -sarà dato cenno in appresso , come eziandio ll: provare alcune proposte relative allo equipaggif!.rnento del soldato di Cavalleria ed alla bardatura. · S. A. R. il Principe Ered itario degnavasi cli visitare quel Campo e di elogiare la sveltezza e l' abilitb della truppa nello squadroneggiare. 1

§ 4° -

l.

Istruzioni invernciH.

Per il periodo invernale si riaprirono in tuLLi i presi.dii, ove fatt ibile, le Scuole reggimentnli in conformilit del Regolamento 21 maggio 1865; e si raccomandava che oltre alle Scuole si attendesse a quelle istwzioni

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100

1

teoriche essenziali che imparano al soldato i suoi do, veri riscontro alla disciplina , alle legge penale militare, al servizio di ~iazza ed a quello di Campagna, e quelle no11me di buon contegno che, convenientemente osservate, carauuizzano la discip linà . l'educazione e lo spirito militare di un Corpo. E fu puì·e raccomandata la maggior diligenza per le istruzioni preparatorie al tiro, come eziandio di ri prendere le esercitazioni pratiche del tiro appena compiuto .il corso dell'annata, e di non trasandare l'esercizio delle truppe nelle marcie in completo assetto da campo, perocchè qL1esto sia l'esercizio migliore p~r preparare il soldato alle fa tiche della guerra. In quanto agli. ufficiali fu prescritto che nei Corpi di Fanteria, Bersaglieri e Cavalleria si tenessero , a diligenza dei comandanti dei Corpi medesimi, delle conferenze sulle operazioni secondarie della guerra e · sui princi-pìi della nostra legislazione militai'e, come alresì sui principi i teorici della costruzione e del tiro delle armi da fuoco portatili, coll'aggiunta di alcune nozioni sulle artiglierie da. campagna e sull'·impiego in guerra di esse. Riguardo alle materie di istruzione regolamentare, 'p er le quali esistono dei testi ufficiali, ritenendo essere d0vere d'ogni ufliciale d~ impararle di per se stesso e di tenersene costantemente in memoria ed a giorno, il Ministero della Guerra stabiliva · che i Comandanti dei Corpi, dopo· fissato, o per ciascun RegolamP.nto o per il complesso dei medesrn1i, un adeguato lasso di tempo, avessero a riunire i loro.ufficiali inferiori, onde accertarsi, mediante interrogazioni, della loro cognizione dei Regolamenti in discorso. Per questa disposizione e, per altee esplici te dichiarazioni contenute e nell'Istrtizione sulla compilazione degli Specchi caratteristici, ed in quella sulle I~1Jezioni


DELL 1 ,1W\IINJS'l'l\AZlO NE DELL.\ GUE RRA

RAGIONE SOMMAnL\ DEGLI .\TTI

generali, come in qualunque altra congiuntura abbia presentato l'opportunità di farlo , il Ministero della Guerra ha ten uto di affermare con insistenza come oramai munc possa nspirare allo av:.inzamento che non ne abbia tutta la idoneit~t l'i chies ta, e come le cure cli tutti i Capi militari debbano vogliosamente rivolgersi a spingere quanto più possibile l'istrnzione, perocchè questa sia il più essenziale dei fattori del!a bontù dell'Esercito.

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§ 6° -

Corso magistrale superiore d'equitazione.

.Era vivamente, desi derato un Istituto ove si potesse formare dei valenti istruttori di equita zione, allo scopo di cl1:1re nell'Esercito il maggiore incremento ed impulso a questa nobile arte. In tale prnponimento, pel ·15 novembre ,1868, fu istituito, presso nlla Scuola Norrn ale, un Corso magistrale su;periore cl' eqiit'ta:done, cui furono chiamati dieà ufficiali subalterni, scelti nei Reggimenti di Cavallerin, com e qnelli di e ,· per att.ituclin.c intellettuale e fisica e per inclinazione, erano rep utati più idonei a divenir ·valenti istruttori nella equitazione. Questo corso durerì.l '10 mesi e 1['.2, e vi dovrh essere insegnato: l'equitazione di man eggio - l'equllazione di campagna - a superarn gli ostacoli - a dar lena ai eavalli - nozioni cl i alta scuola - ippologia e mascalcia - ed una notizia i ntorno ai migliori _autori ncll'1:1rte ippica .

Riàpertm·a dei Corsi presso le Scuole Normali.

Pet· . il 1° novembre 1868 furono riapert.i i corsi presso le tre Squole Normali cli Fanteria, Bersaglieri e Cavalleriçt, che come di solito erano stnti cliiusi nel luglio e nell'agosto. Per il nuovo co rso furono ammessi : <lei luogotenenti anziani dell' Al'ma per accertarne l'icloneitù all'araniamento a capitano; dei sottoufficiali per completarvi le cognizioni necessa1·ie ond e essere poi nominati sotto tenenti ; e finalmente elci sotto-ufficiali, dei caporali e dei soldati per formarn e dei buoni istru ttori particola rmente nel ti t·o. Questi corsi furoµo istituiti· a poco presso sulle basi degli anni antecedenti; solo si cereò di renderli un po' più .pratici, riducendo e spogliando i programmi di tutte quelle cose clic non parvero di ulililit reale ed immediata. 1

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1

§ 7° -

Corsi speciali cli scherma clipimta e sciabola .

Onde procurare ai Corpi dell' Esercito capae i maestri di seherma, e promuovere per. ta·I man iera nei Corpi stessi i buoni principii cli que~t'arte, furono istituiti 3 COl'Si speciali, uno a 1llilano, sotto l'alta direzione cli quel Comando Territoriale di Cavalleria, per sott'uffiz1ali, caporali e sold ati dei Reggimenti di Cavalleria e di quelli dell'Artiglieria da campagna; quivi il corso avrh a du rare da '.z a 3 anni .

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,158

RAGIONE SOMMARIA DEGLI ATTI

Uno a Modena, presso la Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria, por 25 sott' uftlziali di Fan teria e di Bersagljeri ; ed un altro a Parma, presso 1a Scuola Normale di Fanteria, per altri 25 sott'uffiziali di Fanteria . La durata di questi due corsi fu fissat.a a 9 mesi circa, cioè dal 4° novembre 1S68 al 34 luglio '1869; e s\ntende che dopo questo corso saranno chiamati altreUanti sott'ufficiali, finchè tutti i Corpi abbiano maestri di scherma. Quelli che avranno compiuto il corso con successo saranno fregiati, a cura del Min istero della Guerra, di patente, come maestri 1~1ilitari per la scherma di punta e sciabola, e come tali saranno riconosciuti e adoperati nei rispeUivi Corpi. Fu altresì. incaricalo il Reggimento Cavalleg·geri di Monferrato di ammaestrare quatLro militari di bassaforza di ciascuno dei Reggimenti di· Cavalleggeri in un metodo speciale del maneggio della sciabola sl a piedi e sì a cavallo, il quale dovrà poi essere adottato da tutti i Reggimenti della Cavalleria · dell'Esercito.

§ 8° -

.Corsi normal-i straordinari sul tù·o clel f'ucite e della carabina a retroca1"ica.

La differenza :3-ssai notevole, tra Corpi e Corpi, dei risultati ottenuti nel tiro coll'armi a retrocarica in questo primo anno c~e furono usate, las(;iò credere ehc i prin cipiì dati. dall'lstru.zi·one· siil tiro non fossero stati ugualmente bene applicati presso Lutti i Corpi. Pertanto si giudicò util e il riunire in Parma,· sotto l' alta direzione del Luogotenenté Generale Ricotti Magnan i, che aveva presieduto agli stud i per· la trasformaz ione

f

1

DELL AMi\1INIS'rRAZI0NE DELLA GUERRA

459

delle armi, un capitano per ciascuno ,dei Reggimenti di Fanteria e per ciascuno dei Battaglioni Bersaglieri, cui apprendere con metodo pratico le norme migliori pel puntarpento, per la misura delle distanze e pel tiro al bersagli o , come eziandio il modo di funzionare delle varie pari.i del!' arme · attuale e delle car·tucce e di conservarle in buono stato cli seevizio. Questo insegnamento deve essere attuato in tre corsi successivi, ciascuno dell a durata di un mese, dal 1O novembre 1868 al ,io febbra io •1869.

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§ 9° -

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Corsi specicili sulle arrnf.

Affinchè vi siano in ogni Corpo uffiz iali particoJarmente abili nel sopraintendere ai lavori degli armaiuoli , nel riscontrare questi lavor i, e per visitare e riconoscere le armi da ripararsi, furono istituiti in via sLraordinària qua ttro Corsi special'i sulle armi, cit1scuno della clurnta di 3 mesi: due, successivi ru no all'altro, per luogotenenti di Fanteria, presso la Direzione della Il. Fabbrica d'a rrni a Toi·ino: e gli altri due pér luogotenenti di Bersaglieri, presso la H. Fabbrica d'armi · a Brescia. Ogni Reggimento di Fanteria ed ogni Battaglione cli Bersaglieri dovette mandare un suo luogotenente a qqesti corsi speciali, l'u ltimo dei quali avrà luogo dal 16 febbraio al ,J 6 maggio 118fi9. L'insegnamento deve comprendere i particolàri della fabb ricaz ione del fucile e della carab inn a relrocnnça, delle cartucce a pall ottola e da salve, delle r iparuzioni e riscontri :,Il e diverse pnrti. dell'arrn c e dell e cartucce, e delle cure da ave rsi all e une e alle altre per conservarle in isl.ato di servizio,


1

160

llE Lt. .DDlll'\JS'l'II.\ZlO::"iE l)_ELU li CEIUI .\

11.IGIONE SOMM.1111.\ OEGr.I A'l'TT

§ 1O. 1

§ ·I I. --

Scuole cl'equitazione per gli u/ficiali delle anni a JJiecli.

I (H

Scuole tecniche per gli operai d'Artiglieria.

Allo seopo utilissimo di forma re dei buoni Capi operai, Capi officina, e Controllori d'urmi per il servizio d'artigli eriu, presso ·cadunn. Direzione territoriale (]:Artiglieria l'u istituita uua Scuolri tecnica per gli operui <l'Artigli e ria.

Con Circolare N. 27 del 15 ottobre ,f868, ftirono rio1:dinate su basi più estese e stobili le Se uolc d'eq11i~ taz,one per gli ufficiali delle anni a pied'i, nelle què,ili - e ne furono istituite 30 - potranno imparal'e a montare a cavallo non solo i c;1pitan i delle dcuc Armi, ma altresì i capitani e i luogotenenti di 1• classe del Genio, e i medici di reggim ento e i funzionari d'Intendenza militni·c assimilati al ~;,'l'ado di . capitano e di ufficiale sup el'iore, e potranno ezia'ndio mantenervisi esercitati gli uITiciali in fel'ior i dell'Artiglieria che non siano addeui ai Il.eggimenti dti cam pagna e gli uiutanti di cumpo. Il programma p21· q uestc Sc11ole por~a che l' istrnzione debba essere fatta in un in tend in.ento assolu tamente p1·,1t:co, nflìnehò, col non pretendere _cl i io,~. mare cavalie,·i perfoui, si possa, nel limitato tempo concesso per essi corsi (f.: mesi, dalla rnel.i'.t di novembre alla metù di marz(,) ollenere i rnio-Ji0ri l"isultati, infondendo nel caval iere tale confide;~za nt>I cnYallo da potersene e sapersene sr.l'vi re con sciollezzn. Al corso deve essere ))l'Crne.;;sn 1111.1 breve notizia sulla nomencl.itura delle parli cslcrne <lei cavallo e~ dco·li arnesi di b:irdatura; e l'insegnam ento ricn comp]:talo annualmente do nlcune brevi cd clem1.•1llu1'i ·noziori'i sul gorerno e sul l'igiene del c,lliallo . 1

Concorso per la compilazione eh Libri cli testo ad uso delle scuole elci Corpi dell'Esercito. ·'J

§ ·12. -

1

La convenienza di avere per le Scuole dei Corpi dell'Esercito dei buoni libri di testo, precisamente conformati ai programmi di esse Scuole. suggerì cli aprire ·dei çoncorsi per lu compilazione dei tes ti medesimi, così per le Scuole reggirnentali delle armi di. Faulerin.. e Cavalleria, corne per quelle d'Artiglicr::: e degli Zappa.tori del Genio. I prem i proposti furo no abbastanza rilevanti, e n'è p~ova il seguente risultato di concorso. ,1° Concorso ai libri cli testo per le Scuole reggtmentali delle a.rp1i di lin ea.

ii:.•

10 Al metodo cnlli_~rafico concorrenti N. '18 )) 20 All'Aritmetica cd Algebra id. 215 30 Alla Geometrin, piana, solida e )) H id. pratica 4, )) id. ,i, 0 Alla Forlificazionc 4 l> id. 0° Alla Topografia


16'.2

1

DELJ:AMl\llNIST!\A ZlONE DELLA GUERIIA

RAGIONE S0Ml1IA1UA DEGU A'P'rl

6° Alle Nozioni sul tiro . 7° Alla Geografia . 8° Alla SLoria 0 ~ Al lìbro di lettura

..

conconenti id. id. id.

N. 4 » ,1s » 7 » 42

2° Concorso ài libri di testo per le Scuole degli Zappatori del Genio. ,1° Alla ,Fortìficazione passeggera e permanente, conN. 4 correnti

2° Ali' impiego delle Lruppe del Genio nelle operazioni cnmpali, concorrenti . » 3° Alla Telegrafia elettrica id . » 4° Alla Topografia e di segno topografieo, con» correnti 5° Agl i elen1enti di costruzione, concort'enLi . >>

1

1

3 4..

O

3° Concorso ai libri di testo per le scuole d' Artigl ieria.

10 Al .Libro - Polveri, munizioni ed artìfizi da _guerra N. 6 conconentì 20 id. - Armi portatili, artiglierie, affusti e carreggio e materiale da ponte, )) concorrenti .o 30 id. - ·servizio dell'Artiglieria in guerra, ,1 )) concorrenti 40 id. - Tiro e puntamento delle artiglie>) " 6 rie, concorrenti 50 id. Corso elementare sulla cost.ruzione delle .batterie, concorr. )) 4 I manoscritti presentati vanno ora deferiti a Commissio ni le quali stabiliranno quelli che avranno ad essere premiati. ·

163

Istitiizione di un perioclico di Arte e Scienza Militare.

§ ,13. -

Nella convinzione che potesse tornare assai profittevole allo svolgimento della istruzione scientifica, écl animativa allo sLudio ed al!-a trattazione delle militari dottrine, l' isti Luzione di un periodico destinato ad nccogliere scritti meritevoli cli pubblicazione di ufficiali dell'Esercito, e a dare ragione cl' ogni progresso de1le cose di guerra, il ~1inistéro della Guerra indu-cevasi a prendere alle sue cure la pubblicazione della Rivi"sta Militare Italiana. E perchè questo giornale potesse avere un indirizzo elevato e il più proficuo possibile, ne affidava la direzione àl Luogotenente Generale Luigi Mezzacapo; e stanziava per la redazione tale somma mercè cui avessero ad essere convenientamente retribuiti coloro che alla Rim."sta avrèbbero lavorato. § 1L _; Nuovi llegolcwienti tattici. 1

(I,) Regolamento d;eserciz.io e di manovra per lu Fanteria.

· L'a-d~ttamento del fucile a retrocarica implicava necessariamente delle mutazioni nel Regolamento d' esercizio èlella Fanteria , almeno per quanto concerne ir maneggio dell'arma e i fuochi; ma giacchè clovevanosi fare questi cangiamenti sul vigente Regolamento, e poichè le ultime guerre ave-vano appalesato la con.. venienza di mochficare qualche disposi.zione e qualche


l\.\GlO ì'ì l~ so,rM.\lllA

l))'è(;Lr

165

1

DEJ,L_',DIM J.l'i !S'l'IIAZLONE DEUA Gl.3Elll\A

ATTI

norrnn della tàùica elemen lare, si ceree, di soddisfare ad un temi)O ad entrambe queste es igenze. Come fa chi,uito in opposita l fota clell'8 luglio 1868, parve che, 1101\e attuali condizioni della la ltica, il pregio più desid erabile di un Regolamento di esercizio e dì manovra fosse di essere ristretto ai soli principii ed insegnam enti teo1·ici che possono trovare applicazione nel combattimento. Epperò il concetto essenziale dei mutamenti introdotti nel Regolamento del 17 ottobre 1852, fu quello di far sì che i precetti della tattica elementare s'informassero più immediatamente · ai nòvelli principii che l'introduz.ione delle armi a tiro . accelerato hanno imposto alla tattica di combatlimento, con dare maggiore importanza al terreno è con ri- · thiedere per le evol uzioni la sempliciU1, la facilitù e la rapicli t.\ maggiore. Questo Regolamen'to che fu messo in vigore nel principio dell'aprile 1868 , ad esperi mento per un anno , andrà riYeduto e definitivamente adottato nell'anno volgente. · Tolti. i Comandanti di truppa di Fanteria furono invita ti ad ef'am in are attentamente l'applicazione praticu del nuuvo Regolamento e a dar quindi, con tu tta la titudin e, il loro avviso sopra ogni pun to suo . Il Regola mento definitivo contel'ri, inoltre innestati crli esercizi ginnastici e la scherma di baionetta, ridotti alla loro pili semplice espressione di utilità pratica. · Sono poi pel' csser·e ripubblicate, corrette e modificate conforme il portalo della sperienza dell'anno pnssato, le lstni.z1:oni sulle armi e sul ,tiro del ('ucilc. di Ji'anterici.

b) Regolamento d'esercizio e di manona per i Bersngliori.

1

Il Regolamento d'esercizio e cli manovra per i Bersaglieri ha pur dovuto esse re modificato per la avvenuta trasformazione della carabina ; ed apposita Comm issione sta rivedendolo in questo senso, ed anco collo . scopo di introdurvi quelle semplificazioni ed acceleramenti di manovra che saranno possibili: Frattanto già fin dall'anno scorso fu <lata in via di esperimento, per un anno, un a nuova J<;tr·uzione pet la scherma èolla bafonetta, nella quale codesta scherma si è ridotta ai movimenti d'arma e di persona riconosciuti cli pratica utilità. Questa, come anche gli eserciti ginnastici, saranno pure innestati nel nuovo Regolamento d'eserc izio e cli manovra per i Bersaglieri. E saranno pure tra breve pubnlicate le Istruzioni sulle armi e sul tiro clella carabina per i bersaglieri, rivedute e modificate conforme le risultanze della spcri enza .fatta delle analoghe Istruzioni rubblicatesi e messe in vigore sullo scorcio del ·1867.

1

c.) Hegolamenlo cl'osrreizio e di manovra per la Caval leria.

f'

Mentre anche- per la Cavalleria si sta riYeden<lo 'i l Regolamento di esercizio e di manovra ·per farn e più semplice e più rapido lo squaclronegg iare, si reputò conveniente lo aggiungere fra ttanto un'appendice alla Istr1.1,z·ione inclivuluale a càvallo, la quale contenesse le regole onde imparare all'uomo ed al ca_vallo u superare con fo cilitù gli ostacoli ùel terreno, a sostenere lunghe ANNO x1 Y, VoL . 1.

12


166. llAGIONE SOMMARIA DEGLI A'l"1'1 corse ed a regger meglio alle fatiche. Quest'appendice, ,derivata in gran parte dal Regolamento d'Istruziorie della cavalleria Austriaca, e quindi di già sancita dai buoni risultati da essa ottenuti, fu adottata per la nos'lra Cavalle1·ia sulla metà del luglio 1868 ad esperimento per un anno; e perchè la sua applicazione potess: succedere regolare ed uniforme nei vari Corpi di Cavalleria, ne fu prima attuato in Venaria Reale un corso normale teorico-pratico, della durata di 2 mesi, cu i furono chiamati 11 ' capitano, 1 uffiziale subalterno, ed 1 sottufficiale per ciascuno dei Reggimenti di Cavalleria. . . Dalle prove già fatte della nuova appendice dai vari Reggimenti e particolarmente da quelli che / urono, come s;è rammentato di sovra, al campo di Pordenone, si ha fondamento a credere possa corrispondere al fine proposto.

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1

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Nel lugtio ,1868 fu altresì · prescritta all'Esercito, ad esperimento per un anno , una nuova Istruzione sul servizio clegli avctmposti, per la quaJe si cercò di resteingere ai veri bisogni della pratica questo importante servizio di guerra, sceverandolo d; ogni superfluità e complicazione. § 11o........ Altri B~golamenti van· cli servfzio.

r

167

contenuto, abbisognavano di essere riveduti o rifatti in coordinazione coi Regolamenti tattici innovali, ovvero con le mutate od allargate istituzioni militari del paese. Fu quindi provveduto alla r'icompilazione di un Regolamento per il servizio te1•ritoriale ( di Piazza) e di un altro per il servizio clelle tritppe in guerra; e sperasi che essi potranno essere ultimati e fors'anche applicati nell'annata in corso. li ~4 dicembre .l 868 · fu sancito ·con Reale Decreto un nuovo sistema per l'am1ni:ni'strazi·one e la contabilità, clei Corpi , che si presume debba rendere notevolmente pit'.i semplice, più chiara e . più spedita la Contabilitù dei Corpi.. . Prima per altro di applicare definitivamente a tutti i Corpi dell'Esercito questo nuovo sistema, lo si sta sperimentando nell'Arma dei Bersaglieri. Fu ordinata la compilazione di un Regolamento che comprenda le varie istruzioni speciali degli Zappatori del Genio, poste a livello dei progressi fatt i nel servizio del Geffio e corrispondente alle nuove esigenze ?el ~ervizio stesso in g·uerra. E già ne fu pubblicato 11 pruno tomo, che tratta del servizio della Telegrafia m1.Htare. · 1~ pur da rammentare che nel loglio 1868 emanò e fu reso eseeutorio un Begolamento per. la conservazio~e delle polveri nei trasporti e nei magazzini, del quale già da tempo . sentivasi la opportunità, per impedire il deteriòramento delle polveri e per antivenire disastri. " 1

d} Islruzione per il serviiio degli avamposti.

t' attenzione del ])Ìinlstero della Guerra si rivolse ezian.dio a quegli altri Regolaménti, che per essere .di dat~ ~~~~i remo.ta 7 o per la natura stessa del loro

DELL' AM1'11NIS'l'l\AZIONE DELLA GUEllllA


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SU~I M.\111.\

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CAPO HL

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DE l.l.

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)I ,li Ji\l S'rn .\ 7,fOXF. DF.Ll. \

169

n OF. nn.,

,.. § 2° -

Scuola d'appliccizione d'Art(qlicria e Genio.

ISTITUTI MILITARI.

A meli, l'anno 1868 uscirono ùalla Scuola d'Applica1

~ ·I O

-

Scuolct Superiore di G·uerra.

La Scuola Superiore di . Guerra, che in augurava i suoi corsi nel noYemb re del ·1867, comp iva il suo pri mo anno scolast ico collo scorcio <l'agosto "868. In cl ett.o ann o, sopra 245 ufficiali inferiori che frequentarono le Scuole speciali preparatorie ten utesi dal 11° aprile a tutto luglio 11868, hanno concorso all'am. missione ·18·1 ufficial i inferiori delle Arm i cli lin ea, de i quali ·18 capitani, 44 luogotenenti e HO_sotto Lenen ti. Tru qu esti furono ammessi 61, dei quali 7 capitani, H luogotenenti e 30 sottotenen ti. Il 2° anno scolastico della Scuola Superiore cli Gu erra fu aperto in principio del novembre 1868, co i corsi così formati :

. . 2° anno di corso : 50 ll l'lìICIU 1I

2 capitan i. 9 luogoLenenti. · . 20 sollolenent, . · Osoltot. di Stato Magg.

i

7 capitani. 4n anno di co1·so. (H . ufficiali H· luogo Lenen ~i.

j._ 4·0 sotLotenenl1.

zione d'Artiglieria e ciel Geni o 56 souotcnenti per l'A1·tiglieria e 28 per il Gen i.o. Non furon o apprornti e passarono qu in di alle Armi di linea 22 SùllOlenenti. Nel •1868 en trarono nel ·1° ann o clall'A ccadcrniaiiO so ttotenenti per l'Artigliet·ia e 1G per il Genio . Alltrnlmcnte si trovano: Nel 2,, anno <li co rso\ PPcr .~'AGrli~licria ,iO sotLotc.1cnti l er 11 erno ·IG » Nr.J

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ll.e.qia illilitare Accademia Fan /aia e CnM llcria ~

è Scuola Militare ,li

Neli'anno 18iì8 s1 p1·csenlaro110 ngli esami per gli Istit uti militari superiori 222 gioYani. 'J'ra q11 csLi , ()(:i furon o dichia rati n111rn issib ili nlln R. ~l iii tare Accade ini_o, e 5G alla Scuola ~liii tare di Fanteria e Cavullerio, dei qual i &,3 per l'Arma di {<'anlcrin e '13 pèr quell a ili Cavnll cria. Agli esanii d'uscita dati nel luglio ·1808, su 7 1 all ievi nel 3° ann o del la Hcgia Militnre Accnd cm ia ne filron o


'110

DELJ,' A~iMINISTRA.ZIO NE

~AGIONE SOMMARIA DEGLI ATTI

promossi: per l'Artiglieria e pel Genio 56 e 6 pello Stato Maggiore. Il 31 dicembre .1868 i corsi della Regia Militare Accademia erano così formati:

281

3° anno ·ai corso: Allievi 2° id. id. 39 1° id. id. '78

145.

Agli esami d'uscita , su 1109 allievi che erano nel 2° anno di corso della Scuola Militare · di FanteÌ'ia e Cavalleria furono dichiarati idonei ad essere promossi sottotenenti: Nell'Arma di Fanteria 68 ) gu 5 id. di Cavalleria · 27 j · Il 31 dicembre 1868 i .corsi della Scuola -Militare di Fanteria e Cavalleria erano così composti:

-

••

,.

20 anno d1 corso . Alhev r 94

16" a·d.r CFan lena. ·· . 30 1 ava11 eria. ·l:

·) ,i.8 di Fanteria. id· 69 j 21 di Cavalleria.

id.

§ 4° -

Collegi lltfilitari.

Per l'anno scolastico 1868-69 furono afnmessi nei Collegi Militari 68 giovanetti, èioè 29 in quello di ~lilano e 39 in ·quello di Napoli.

DELL,\

GUETlR,\

,17,i_

Addì 31 dicembre i corsi dei due Collegi erano co~ì composti: Collegio Collegio di

di

Milano

l'lapoli

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3° Anno di corso

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18

58

id.

id.

23

35

58

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39

43

82

102

96

198

TOTALI

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1 ·

DELr.' AMMINTS'l' RAZfONE DEI.I.A r.uimn.\

nAGtoNE SOMMA MA DEGLl ATTl

indicando ' le cause di esse perdite; e dal riassunto di esso si uttinge che in detto anno uscirono dal servizio militare: CAPO IV. .MOVIMENTO DEGLI UFFICIALI.

I cinque specchi A, B, C, D, E che seguono, danno, in forma sinotticu, il movimento degli ufficiali nell'annata 1868. Lo spécchio A presenta il parallelo numerico, arma per ·arma, degli ufficiali d'Ògni grado sotto le armi al 1° genna__io ·1868, e 1° gennaio 1869, e da esso-risufta che nel corso dell'anno si ebbero :

Maggiori Generali Ufficiali del Corpo di Stato Maggiore Id. in servizio sedentari o Id. dei Reali Carabinieri Id. ùell'Arma cri Fanteria Id. dell'Arma di Càvalleria. Id. dell'Arma d'Arliglieria Id. dell'Arma del Genio . Id. dd Treno cl' Armata . Totale

.

17

1

4 u .3 54,

338 48 30 9 12

6.55

1

1

Il numero degli ufficiali in set·vizio il 1° gennnio ·1868 essendo di 15,08·1, la perdita fu del 1, 34 -010. Gli specchi D e E dimostrano il rnovin:iento dei richiamati dall'aspettativa e di quelli cbe vi furono collocati; e qui è da avvertirsi, che se il movimento è rilevantissimo per gli ufficiali inferiori, ciò è avrenuto da quella provvida disposizione, adouata dal Governo, di cambiare quanti di essi ufficiali essendo in servizio attivo hanno chiesto l':.1spettativa, con altrettanti che si tro~'avano in aspettativa. Per questa disposizione, la quole si effettuò nei due ultimi mesi dell'anno, cioè dopo il periodo delle istruzioni più essenziali, circa ·1,liOO ufficiali ebbero modo di' rientrare sottò le armi a rinnovarsiI in quelle istruzioni e prntiche del mestiere che facilmente si per<lorio non adoperandole , e parecchie delle quali eran d'altra parte state mutate. Le promozioni segui rono costantemente in , conformità della Legge sull'nvanzamen to dell'Esercito; so lo 1

1

6 maggiori generali 1 luogot. -colonnello

In aumento [

1

7

1 luogot. generale

1

rn colonnelli In diminuzione

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85 131 ~32 130 1

maggiori capitani luogotenenti sottotenenti

G97

Differenza in meno Lo specchio lJ ra 6guaglia intorno alle promozioni fatte nell'anno trascorso in ogni grado ed in caduna arma. Lo specchio C offre un prospetto delle perdite· avvenu te nel ;J868 negli ufficiali d'ogni grado ed arma,


• RAGIONE SOMMARTA DEGLI ATTI

rapporto ai sott'ufficiali delle armi cli linea fu forza temporeggiare, perchè se era nell'animo del Governo di frustrarli punto da quella quota dello avanzamento a so ttotenente che loro si appartie.ne di buona legge, era plll' suo strettissimo dovere lo as1curarsi che i promovendi avessero tutta quella idoneità che si richiede a tale grado (·1). Ed è a quanto ha provvisto la Circolare 1J1.inisteriale numero 4, 23 ottobre 1868, che mandava per il 1° gennaio •1869 in Parma 81 sott'ufficiali di Fanteria, 9 dei Bersagliel'i e 1O dì Cavalleria, onde esservi soggettati ad esami cli idoneità. Fratlanto onde non violare i diritti legali di essi sott'ufficiali fu sospesa l'anzianità ai sottotenenti usci ti nel 1868, come già erasi fo.Lto nel 1867, dalla Scuola Militare di Fanteria e Cavalleria. 1

SPECCI:1I. (1) E giova rammentare che nel 1866 l'avanzamento dei solt' ufficiali a sotto lenenti su però di moltissimo la quota concessa loro dalla leggo di l j3 del numero delle vacanze, nttcsochè ·su 1580 promozioni a sottotenenti noli e Armi di Fanteria essi ne ebbero 1036, cioè quasi i 2/3.


(A) n•,1.1&iltlJEL@ fra fa fo1·za degli Ufficiali delle §lngole 1\rmi esistm1ti ul 1°· gemmio 1~68 e quella nl 1°· gm~aulio ISCP9. -,_-=._-_--.:..._=·==-=-==:.:::::::====----·:::=::::::.=="==-=·==:=.::...·..:::-::::-:::-::.::·--===-==,===::::::===--·===·· G Il AD I ,. '

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~cncrali Luogot: !)Iaggior_il ColmJ- 1Ltiogot. Maggiori Capitani Luogot. Sottotcn. d armnta. ..,2"enemh j l")'·enerah nelh · ico1onne.1 . .

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DELL'M Hil Nl STI\AZlONE DELLA GUERRA

RAGIONE SOMMARIA: DEGLI ATrf

(C) PllOSPE'fTO gradtu,le numerico delle 11e1•dlte avvenute neg li ~ ~. Ufiiciali <lelle <livel'se ,l l'mi e Co1·pi 1lm•a11te l'anno 1868 e per le cause infra<lesei·itte. Faoteria, Ber uglicri e Cor1,i dirersi

Umziali Corpo Seniiio sedentario Carabinieri Jleati Generai!' di S~to!!aggiore

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SPEtCIIIO graduale numerico degli Unìziftli cli tuffo le l1•mi e t;orJ)i flell'~se1•cuo stati c~ollocati in disponibilità e as1teflntb~, clurante l'armo 18tJ8.

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.in·crtcnza. - Io questa tabella sono pure compresi gli ufflcinli che, dopo essere stali collocoti nella posiziono

di aspettativa, eessnrono nell'anno dal servizio o per dimissione volontaria o per riforma, o per colloca:. monlo a riposo, o per morte, e che quindi figurano pure nel prospetto dolio perdite. 1


(E) SPECCHIO gl'adnale immcrico degli Uffi:daH .di baUe le ·1lu•mi e Ctn-J>i dell'filscl'cifo 1•iehiamati dalla dis1umibilità o tlall'nspeU~livn 4hu•ma!e !'mmo :l§fi>8. ··'

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CAPO V. ARMAMENTO .

183

1

1

DELL AMnrlNIS'l'RAZI0NE DELLA GUERllA

l\AGIONE SOMMAnIA DEGLI ATTI

presimta fatt ibile l'intera trasformazione delle armi e non poteva a meno di ritardarla; e vi si aggiunse anche l'indu,giamerfto di provvigioni affidate all'estero. Tuttavia le tre Fabbriche d'armi dello Stato con un raddoppiamento di nttivitit cercarono di compensare, . quanto fattibile, coteste imprevedute ed imprevedibili cagioni cli tardanzé\, e mentre nello ott0bre 1867 esse potevano trasformare appena 70 fucili al giorno, oggi ne] danno poco meno di 1000; e questa produzione giornalier~ va sem pre aumentando. Così fu possibile di avere nello ottobre passa,to forniti d'armi a retrocaricn e tutti i Reggimenti di F«nteria di linea e tutti quanti i Battaglioni Bersaglieri. E il 31 dicembre 1868 s'aveano 'trasformati a retrocnrica HfS,000 fucili e 29,000 carabine . 'Frattanto la- Cornrnissio,ne in caricata dello studio delle armi portatili, sotto la presidenza del Luogotenente Genernle Ricotti -Magnani, attendeva con la maggior .diligenza, non solamente .a riscontrare i risultati dei fucili e carabine trasformati, sulle relazioni che le pervenivano dalle truppe che le adoperavano nel tiro, e a studiare di riparare a tutti gli inconvenienti che le erano segnalo ti, ma occupa-vasi eziandio assiduamente alla ricerca di un'arma nuova cJ]e precisamente rispondesse alle aLtuali esigenze della guerra rneglio della trasformata. ... , , .Questa Comm~ssione, tea la congerie d'armi esami.~ ·nate, òue modelli ha prescelto, che stanno Ol'a .per essere sperimentati su larga scala e con tutta quella minuta diligenza che è indispensabile pee un argomento che può còsta1;e allo Stato dei milioni. Nè per questo ha cessato di accettare al suo esame quanti modelli le sono direttarrien'te presentati dagli inventori,. e quanti essa· si procura che vengono in grido. 1

~ 11° -

·Armi a retrocarica per la Fanteria e per i Bersaglieri.

1

Con la Legge del 28 dicembre 1867, era stata de.'.. cretata una somma per la trasformazione a retrncarica di quant'armi portatili potevano occorrere anco nel caso della ge~erale mobilizzazione dell'Esercito; e per parte dell'Amministrazione della Guerra fu adoperata la massima sollecitudine, affinchè codesta trasforma~ zione avesse ad effettuarsi nel più breve termine d'i tempo :possibile. ·. In ossequio al desiderio manifest~to dal Parlamento fu offerta la più larga parte all' industl'Ìa nazionale privata. Nei primi giorni del febbl'aio 1868 la Gaz~ <1;5ètta Vffi,ci"ale pubblicava una proferta d'appalto per la trasformazione di 4"50;000 armi in parecchi riporti. L'appalto andò totalmente deserto., malgrado il prezzo esibito fosse sensibilmente pièt elevato di quello cui le Reo·ie Fabbriche d'ai'mi potevano trasformare un'arma, e iilàlgrado le altre condizioni fossero quanto larg~e le poteva consentire la garanzia di un lavoro eseguito bene.ed in tempo utile. Il fallire di questi appalti, sui quali si era fatto assegnamento, sviavà. i calcoli del tempo in cui erasi 1


DELT.1 .0 DCTNIS·J 'nAZ!ONE nF.T.LA GUERflA

184,

§

I\.\G lONE SOMM.\HJA. OEGLI .\'J'TI

2° -

Anni a (uoco poréalili per lri Cavalleria.

Una Com missione fu parimente istituita per proporre le arm i ponntili a fuoQo per la Cavalleria, ed i suoi studi 60110 presso nel essere trndoui in atto. ~

3,,

Artig tierie.

Non minori cuee furono rivolte alle ar'Liglieri e. Fu stu di ato e proposto un nuovo materiale da campagna alleggerit.o; e dalle prove che gitt ne furon o fatte è presumibile una favorevole riuscila. Mà in cosa cli si grave mome1Ho forza è, prima cli venirne ad una defin itiYa determinazione, che più numerose speriirnze e anche più pon derati studi, cui si attende con la debita sollecitudine, precisamente ci. o.ssicurino della bontil e della · convenienza del trovato. Sono atLtrn.ti del pari i prov,,edimenti e gli studi .intorno alle boe~he da fuoco di grosso calibro. Il numero sempre crescente dell e navi cora zzate nelle· Arrnate delle varie P<ìtenze e delle potenli artiglierie di eui queste si provveggono, ha fallo indi spe-nsahile un più efficace armame~to per le nostre Coste. Una Coihrnissione di ufficiali d'Artiglieria è occupata nella soluzione . di sì difficile . problema; e colla scorta degli ' studi suoi, fu allestita nell'anno passnto una quantitù abbastanza eonsiderevole di obici rigati, di bronzo e <li ghisa , del.calibro di 22 centimetri, e ne sono peesso che definiti gli affusti. e i materiali accessori. Avvicinano pure u termine le speri enze sui cannoui

,] 8i.\

rigati di acciaiò da 22 centi metri, e si ha fiducia di poter presto mettere in punto coteste bocche da fuoco . E si proseg\)ono gli studi intorno al cannone di ghisa da 2t centim etri, rigato e cerebia to, rne1·cè il quale sarebbe assicurato un sistema d'Òrtiglieria atto a for fronte ai bisogni cli una difes a, anche sufficiente nel caso in cui i rriezzi offensivi attual mente conosciuti venissero ad acquistare un'ef!ì caern maggiore. Gli studi e gli e~perimcnti sopra uc:cennati ti allri non po chi di irnpol'lanza comparativam ente min ore non hnnno im ped ito che si prn vvedesse alla rnanutenenzn del mnteriale d'artigìi eria es1stenle. ed 1111' nrrnamenlo' delle foetezze nel Yeoe to, in attesa elle si possa dotarle. di un armamen to definitivo , i:i hn sc alle proposte della Commissiode pe r la difesa generaie dello Stato.


186

ll,\GIO!'iE SÒM~L\RIA DEGI.T ATTI

DELL'.\ì\IMTNISTRAZIOt\E DELLA <:UERRA

187

La legge per il bilancio 1868 non comportava in~ vece sotto le armi che : 1

Ufficiali Truppa

CAPO VI. LA FORZA DELL'ESERCITO.

Totale

§ ,1°

- Lri forza rlell' Ese,·cito nel corso rlel

1868.

1

206,448

Per altro nella parte slraordinaria si era provveduto al manten imento della classe 4~41 per 20 giorni , e per 60 giorni a quello della classe 18/4,2. Eppertan to provvedevasi affinchè il 15 del gennaio 1868 fogse rinviata .in congedo i.lli mi lato la classe 48,f.,t, e più tardi, il 10 marzo, la classe 1842, meno gli uomini della Cavalleria e della Artiglieria dn campagna che fu forza di. trattenere sotto le armi un altl'O mese, cioè finchè l'istruzione delle t eclute della classe 1846 fosse avanzata a tal segoo, che sapessero attendere al governo dc' cavo.Il i. Nell'aprile, nella fausla occasione delle nozze di S. A. R. 'il principe Umberto colla principessa l\iargherita, la nL S. degnavo.si di largheggiare indulti di pena, nonchè ai disertori e renitenti, ma eziandio a. detenuti nelle carceri e nella reclusione mili tare. Ciò portò una qualche diminuzione nella foria, per i condoni di ferma cosi fatti a qu elli cli classi già in congedo, ma tratL~nuti sotto le arm i od a. scontare condanne, ovvero a restituire il tempo di se1·vizio, sciupalo od in is tato di diserzione ovvero ditenuti. Ma questa diminuzi one non fu tale che la fo rza dell'Esercito, cui s'era aggiunta nel gennaio la nuova classe di ,1a categoria del 1846 , potesse pareggiare quella computata a bilancio, ed invero il I luglio •1868, cioè a metà dell'anno, si avevo.no sotto le al'mi: 1

1

In principio dell'anno 1868 e più precisamentP. il 1° gennaio ,1868, si avevano set.lo le armi:

1

Ufficiali . Truppa . Totale.

H,668

227,259 238,927 uomini.

In questa forza erano 11overati della classe 186.-,1 id. 48.f,2 cioè in totale

19,301 uomini 3.i,'283 id.

1

---

53,586, uomini,

che, li cenziati in anticipazione nel 186'7, si erano dovuti richiamare nell'ot.tobre dell'anno stesso.

O


,188

IHGIONE SO'.\rnIAnL\_ DEGJ,f A'l'TT

Ufficiali Truppa

H,6H> 202,641., Tolale .

2H,250

Fn per queslo , che, come ripiego economìco, nel maggio mandavunsi in li.cenza straordinaria; in atLesa, del congedo assoluto, coloro d1~l!a categoria d'ordinanza , he avrebbero avuto diritto ad esso congedo . nell'anno 11868 o nel 11869, nrn si Lernperava questo provvedimento di guisa che non ne avesse u. soffr ire nè il s,~rvizio, n è gl'individui. · Nello s.tesso mese s'anticipava l'invio in \ congedo illimitato ngli uom'ini della classe 1843 dei Corpi degli Zappatori del Genio e del Treno di Armata; la qual cosn. non potevasi allora fare rispetto ai militari delJa med esima classe ascriLti agli allrì Corpi dell'Esercito a motivo che essi clovevansi prima istruire a dpvere nei nuovi Regolamenti cl' esercizio o nel manegg io delle arn11 trasformate. l\Ia tutto questo neppur bastò a livellarn l'effettivo dell'Esercito al bilancio, f tanto 1neno poi u èlar luogo nel secondo sem estre dell'annala ad un risparmio c11e val esse a cornpensqre la maggior spesa del primo. Per altro avevasi nell'animo che codesto compenso fosse fattibil e coi licenziare il restante della classe ,18t3 nel' settembre. Ma malgrado tutte le dil'igenze fatte, i c·Dmpi d'istruzione attuati, e l'invio delle truppe dalla grnn parte èlei presidi in luoghi adatti , agli esercizi nel tiro, come fu detto al capitolo 2°; nel settembre la cl nsse 18i3 non ·avc-wa per anco raggiunto nelle nuove pratiche delle armi quel grado cl' is t.ruziope, senza cui sarebbe stato colpa impe-r·d onàlyile cl'i rnpreviclema il li cenziarla. 1

DEJ.t,' A~lMINIS'.l'nAZIO~R DELLA GUF.l\f\A

189

1

Questo accu.deva sì per i ritardi g·ià rammentati nella trnsformazione a retrocarica delle armi portatili della ,Fanteria, e sì perchè il'servizio di sicurezza pubblica, e le esigenze econorniche non consentirono di concentrare i Corpi di truppa e di occuparli esr.li1sivamente nell'istruzione , come sarebbe stato neeessaeio per guaclaO'na~·e in qualche maniera il tempo perduto.per gli indugi nella trasformazione delre armi u. retro. carica. Tutt.avia onde ristringere CJLlanto possibile la maggiore · spesa, decidevasi che per l'ultimo di settembre 1868 fossero ma nd ati in licenza straordinaria, in attesa del congedo illimitato, 110 uomini della e.lasse ,1843 per ogni compagnia, squadrone e bntteria del!'Eserei_to, e vi fossero designati i più istruiti e quellt la cm presenza fosse presunta più utile alle famiglie loro od a privati interessi. Finalmente tosto ehe si seppero compiute le nuove . istruzioni, il 30 novembre, fu licenziato il restante della classe 18!13, per 'il che la foi·za sotto le arm i dell'Esercito si trovò essere il 3·1 dicembre 18(ì8 di 'I~ ,359

Ufficiali Truppa

159,5$1

1

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Totale .

• § ~0

Jlassegna, annucilc alle classi congedo illfndtctto.

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1

Un provvedimento d'ordine dis.ciplinare quanto di ordine econom ico fu il ripristinam ento delle rassegne \


190 ,

1

DELL' ,,UIMINISTRAZIONE DELLA

RAGIONE SOMMARIA DEGLI A'TTl

. annua.li, prescritte dalla Legge sul, reclutamento per gli uomini delle classi· in congedo illimitato. Da più . anni, per motivo d'economia, eransi tralasciate queste rassegne, che pur sono l'unica maniera onde ottenere ed accertarsi che i soldati in cong~do illimitato con~ servino il loro corredo militare ed osservino quelle altre prescrizioni cbe la citata legge loro impone. Ne segul che all'epoca della mobilizzazione per l'ullima guerra vennero da congedo a migliaia a migliaia i soldati 1sforniti d'ogni arnese di vestiario; onde non solo un perditempo sensibile prima di incorporarli nelle file combattenti, ma gravi· diffiéoltà per trovare · subit~ come provvederli, e poi una spesa enorme per l'erano, avvegnacchè alla maggior -parte dei debiti fatti allora sulle masse individuali forza è che l'erario vi sopperis~a, giacchè non potrebbero tenersi indilatarnente sotto le armi, sin'o ad estinzione del debito, quanti allora s'indebitarono per riprovvedersi dei capi di vestiario, sciupati in congedo. ' L'aHuale Amministrazion e della Guerra trovo il modo di attuare nell'ottobre 11868 la ressegna senza grande spesa . ed anche senza grave dfaturbo per i rassegnand1, · perocchè per essere staLi :fissati moltissimi centri di rassegna, salvo pochissime ·ecc,~zioni, in una sola giornata eglil'lo hanno potuto dalle lore case convenire alla rassegna e riLomarsene. · Giusta i ruoli dei Comandi Militari di provincia il numero dei rassegnandi era di 130,019. Di cui'102 870 . ' s1 presentarono alla !assegna del H> ·novembre; onde z7,H. 9 sarebbero stati i mancanti, c_ioè il 21 ow. Vi hanno per altro delle provincie ove questo rapporLo , fu solo del 6 Oro, ed altre invece del 31 Oro, come può rilevarsi dal seguente ragguagliò 'Divisione per Pi visione ;

6 O[O 6 )) . 6 )) 8 )) 9 »

Verona . Mantova Treviso . Padova .. Ancona Firenze . Bologna Piacenza Cagliari . Genova . I Palermo Venezia. Alessandria Bari . Torino Livorno. Pamrn. '" l\lilano Salerno . Napoli. Perugia . . Chieti Brescia . Catanza.ro

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A chi. voglia per allro farsi un pi·eciso e giu st0 criterio di queste mancanze alla chiamata, gioverù avvertire : ,1° Che in rèaltù il numer~ totale dei mancanti non po'tè essere 27,449, attesochè per inesatte7.ze de i ruoli provinciali il numero dei ra sse_gnandi fu cornputnto a 130,0H) per le classi di 1" categoria 1837, 1838, 1839, 1840, 18,i.1 e 1842, quando invece non è eb e di 125,876. Ques.ta cliffere11za proviene da ciò, che nei detti r.uoli sono noverati anche i provinciali traLtenuti solto le 1

1

1

1

1


I\A!~IONE SOMMAl\JA DE!rLf' :\'l"fl

arm i {e per le classi in discorso erano ·1.762 il 3 I ottobre} e da cangiamento di domicilio , decessi, riforme, ecc. non regolarmente partec ipati ai Comandi Militari dell e pl'Ovincie. Pertanto il n t11nero dei rnuncanli andrebbe gic'.1 ridouo a 23,00G, ovverossia a poco più del 18 0/0. . '.:'.° Che molti pl'Orinciali trovandosi assenti dal Mand amen to di loro dom icilio, si pr-esentarono per la rassegna in altro luogo che quello ove erano attesi, e ciò senza :nvertirnè in tempo ,uti le il. Comandante della Provincia loro; a!Lri non poch i hanno creduto di. poter presentarsi il lun edi ,10, anzicliè la domenicn, e ful'Ono c.ome di rngionc portati come mancanti; ed altri infìne, malgrado il buon volere, non poterono trovarsi presenti il dì presnrillo, per le dirotte pioggie che ingrossaroi:10. i eorsi d'acqua a segno di t enderli per più giorni insuperabili, patticolar1pcnte nel Veneto, in Sardegna ed in qualche luogo del Napoletano: In quanto . a Brescia, ove i 111nncant.i furono 31 010, gius tizia vuole sia qu i avYcrLito , come pt~r un equivoco nel Manifesto del Co11wnclo Mili tare della provincia cli Bresc ia non si trnvar·ono chi;irria le le classi ,J8g7 e 11838 . E vuol pure essere no tala Jn ragione per la quale · nelle anLiclie pr-o\'incic, il nurn érn de i maneanti fu assn i scnsib i!c; ci<> è ,1ncn ul? pen·hù molti ·di quelle provincie, e pa rticolarru entc: dell a provincia cli Torino, emigrarono dni circondari cli lol'O domicilio sia per .l 'estero sia per al tre contl'adc dell' in- . terno, traseurundo cli avver tirne l'Au torità Militnre. In sostanza adtinquc fu ahlrnstauza sodd isfocenl o sotto il punt<~ di 1·is la c.lc:ll'obbcclienza nl!n c!Jinmata il risultato di. questa rilSSegnn; pnrticolunnente se si Lenga conto che dn parecchi ann·i consim ili rassegn e ernno and ate in dis uso. E f'uron o concord i le relnzioni elci

DJ, 1.J:.\:\J.111:'il::5'.FI\AZlO'NE O.E LLA GCEI.UL\

rassegnatori nello elogiare l'ottimo spirito e la disciplina dei rassegna li. , . . Nou così sodùisfucente fu pero 11 nsult~to della russeo·na r.io-uarclo alla conservazione delle robe del corb redo militare dei pro,~inciali, imperocc1·ie' si. ven'('1carono mancanze e sciuparo en Li su scala piuttosto larg?; e cib in parte per colpa degl i individ~i, rn.a anch~ 1.n purte per mo tivi da loro indipenclen:1, ~u.1 l'A1~1:ril111strnzionc d(:;Jln: Guerra non manchera d1 nrnedwrc. t)

La Classe clel 1184 7.

3° -

; Osservando le prnporzioni degli ultimi anni , la ,1a Categoria delln cla sse ,tsn a~re~)be dovuto essere levata in 5,1,000 uomini . Ma il !\Iimstro della Guerra ottenne , dal Parlamento che il contingente fosse stabilito solo a l0, 000 giòvani, affinchè negli anni avvenire non ·,we·sse a succedete un eccesso di forza non c6m portnto dal' bi lancio delle spese, che diffi cil~ mente, almeno per alcuni. anni ancora, s~reh!': si potuto accreseere , e pet· non essere c~str~t.t1 cosi a violare l'attuale le<rge di Leva con pregrncl1z10 per la solidità dell'Esercito, col dovete anticipare l'invio m congedo ill imitato a soldati. non sufficientemente formati alle militari discipl ine. t)


., 1

DELL A1'IMINIS'l'IUZIONE DELL.\ · GUEHIIA

lt.\GIONE 80~1MAJIJA DEGLI ATl'l

195

/

1lfo&ficazioni all'Elenco delle ùnp,~rfezioni fisiche e clelle inf'ennità che clanno l11ogo alla clichiaraz,ione d'inabi:Htcì al,rnilùare servizio. ·

§ 4° -

Là esperienza degli unni trascorsi aveva chiarito come le .ingenti perdi te cui .le classi sotto le armi soggiacciono a seguito di congedo eh rimando o riforma, provenisse da ciò, che si ammettevano nel contingenle di levata giovani d'insufficien'te-idoneità fi sica Onde risultava un danno grave e pl~r l'Esercito\ e per l'erario, ed anche per le fam iglie e per l'intero paese. Per ovYiare a questo inconveniente, con R. Decreto del 6 ottobre 1868 la• accettazione <legli inscritti, sotto il rapporto della loro idone itù fo;ica, -fu fatta più rigorosa, sempre peraltro nel limite di una ri.1isura giusta e ragionevole; e fu quindi decretato un nuovo Elenco delle imperfezi oni fisiche e delle infermità che danno luogo alla dichiarazione d' idoneità al militare servizio, il quale ebbe giù la sua applicazione al contingente della classe 484,7, Ghe sta orn venendo sotto le anni. Questo provvedimento farà sì che d'ora innanzi con contingenti d.i forza minore . si potrà dare all'Esefoito una forza valida uguale a quella somministratagli per . lo passato da contingent.i piu numerosi. 1

t

Progetto. di Legge per la abolizione della dispensa dal militare servizio c,,qli aspiranti al Sacerdozio.

§ 5° -

Interpretando i voti 'della maggioranza dd Parlamento , e per soddisfare d'altra parte ad un principio di giustizia, informatò alle liberali i'stituzioni del paese, il Ministro della Guerra presentava sullo scorcio dell'anno 4868 al' Parlamento uri progetto di Legge per il quale sarebbe abrogato il privilegio dall'attuale Legge . di Leva consent_ito agli alunni cattolici in carriera ecclesiastica ed agli aspiranti. al Ministero di altri Culti tollerati nello Stato, di essere CÌispensaLi dal militare servizio.


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L\.\GlO~E SO.\lMAIU ,\

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197

1

DELI) .\MM LN JSTHAZlONE DELLA Gllf:llHA

CAPO V[L SERVIZI PRESTATI DALLE TRUPPE .

N'el ,1868 come sempre, l'J~sérci lo prestò ul paese elci servizi 'che gli en'e accrebbero di p~ù i titoli di benemerenza. Ma]O'rn.clo le economie intrndotte nel bilancio avessero ;ostrello a diminuire considerevolmente gli effettivi rnercè l'intelligente ecl attiva direzione dei Capi, Ja buona voglia e lu 1Jatri?ttic~ a~rnegazi?n~ delle truppe, e mercè l' operos1là eh tutti, s1 soppen a1 bisogni. . . . , Neìle provincie napoletane 11 lmgantagg1? fu _cos,1 instancabilmente perseguitato, senza darglt mai ne posa nè tregua, che può ben dirsi _pien<').ment~ _d~minato, e qutisi definitivamente estirpato, éd 1~ 1 L'lstauratu, TH'essochè dappertutto, Ja qu1ete pubblica e la sicurezza delle persone, che da tan ti anni trovavasi a.cl incessante repentaglio. · Nella Sicilia , ladélove il malandrinaggio e gli odii · di partito e di persone tenevano in continua e dolorosa emoz·ione le popolazioni e rendevano mal~"evole e sovente pericolosa l'azione dei pubblici fun ~ionari, mercè le trnppe, .l'ordine e lo spirito pub- , blico vi si sono grandemente migliorati; e non fosse · altro, n'è una prova assai pa ten te il risultato dell'ultima leva. 1

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Nel Ravennate una mano di scellerati. infeslava la i::ont.rada, turbando con reati di sangue e colle depredaiìoni la trnnq uilliti'.t dei cittadini; ed e rasi così imbald anzita ehe i 1m~zzi ordinari più non reggevano . In breve tempo la truppa stana quei malandrini, sonschera i loro rnanutengo.li e ne purga jJ paese, coll'applau:w e la riconoscenza cli tutta quella popo , lazio11e. L'auno prima il soldato itnliano aveva destato ìa ammirazione e l'entusiasmo uni versale per t suoi mira~oli di caritù fraterna quando prodigava e vitu e pane e peculio a soccorrere di sua mano i. colerosi nelle provincie del Mezzodì e strappava così migliaia di vittime all'implacabile morbo : nel ,1868 il · soldato l_otw contro le acque, ed in nome del Re e <lel paese meritava dal IIIinistro della Guem1 il seguente ordine del giorno:

Orchne del gioni,o ctll'Esercito. «.Ai molti titoli cli patt'Ìu benemerenza che formano il o·iuslo oro·o<rlio dcli' Eserci to, un nuovo e chiai-iso o o simo se n'è aggiunto or ora, per opera delle trnppe che stanziano nella media Valle del Po. « A Parma, il torrente, superati, e rotti 1 r.1tegni e i ponti. straripa impetuoso nella stessa città, cagionando ben luttuoso disastro : tra i primi a recare soccorsi di ogni maniera sono le Truppe. « Presso Piacenza, il Po ingrnssato a dismisura, infranta l'arginatura di sinistra, inonda repentinamente la carnpagnn, rovina caseggiati e pone a terribile repentaglio le vite de' tenazznni: accorrono le Truppe, sfìdnno le onde scat~nate e fueiose, e strappano ad esse le vitLirne . AN;-;O XIV, VOL. 11

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DEtr,' AM MINIS'l'lUZIONE 'DE LI,A GUERRA

RAGIONE SO~flliAIUA l)EGLI A'J'Tl

« A Mantova, a Verona e più che altrove a Legnago, i rigonfiamenti del Po e dell'Adige minàcciano la più spaventosa delle catastmfi: e qnivi ancora sono le Truppe che animose, infaticabili e cimentando ogni sorta di pericoli, lottano giorni e notti contro le acque infuria te e riescono a dominarle , salvando così da imminente e incalcolabile devastazione contrade e persone. 4: Gli uflìziali ed i soldati dei presidi d' In tra , di Parma, di Piacenza, di Mantova, cli Vero_na e di Legnago e singolarmente gli uffìziali ed i soldati dei Pontieri, degli Zappatori del Genio ed i Carabinierì Reali , s' abbiàno pertanto da me, a nome del Re e dell' Esercito, quel ben mentato plauso, eh~ il paese riconoscente ha già loro tributato colla pubblica voce. ,

CO~CLUSIONE.

1

« Firenze, 27 ottobre 1868 . 1

I

Il Ministro E. BERTOLÈ-VIALE.

A cHmostrare poi, con cifre irl'efutabili, i se1wigi prestati dnlle truppe nel 1868, basta citare che in detto anno furono occupati ogni giorno in media 36, 533 uomini in servizio di pubblica sicurezza o di piazza; e siccome sono le truppe di Fanteria ed i Bersaglieri sulle quali geavitano particolarmente codesti servizi, e che la forza disponibile di queste due armi a met.'.~ anno era di circa iH0 ,000 uomini, ne risulta che ìn media più di un terz~ della forza di dette armi fu giornalmente occupato m detti servizi. S'aggiungano i servizi interni, e si riconoscerà quanto sia s,tato if lavoro del soldato, alVinfuor.i delle istruzioni e delle eserci tazfoni. ..... ....,...,

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Dalla premessa. esposizion e dei provvedimenti dati ed attuati parrebbe giustificélta la conclusione che l'anno 1868 non sia stato tra i meno attivi ed operosi dell'Amministrazione della Guerra. Se il riflesso che l'Esercito e le istituzioni militari di uno Stato sono un edificio di anni e anni di lavoro e di milioni e milioni di spesa, cui pertanto non si può portar la mano senza i più delicati riguardi, e che per altra parte l'Esercito nostro e le sue istituzioni hanno soli_de b~s!, alle quali anzi per molti punti altre Nazioni s1 avvicinano, hanno consigliato a_l Governo di procedere a passi ben misurati nella via delle riform e e delle innovazioni, e di operare prudentemente nei limiti dei mezzi' disponibili, i quali, com'è noto a tutti oggidì non largheggiano per lé condizioni poco pro~ spere della finanza pubblica, è però certo che punto fu~mo precorsi dagli altri nella via del progresso . ~1htare. E ne sono 'prova oltre agli atti rammentati d1 sovra , le svaria te sperìenze cui si attende e sul vestiario, e sulle bardature , e sui materiali di carreggio da campagna, su i parchi da ponte e del Genio,


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l\.\GJO~E S01!M.\1\U DEGLI ATTJ

m~c.

su ll e trincee da 1auagli t1, sul servizio miiita re delle . ferrovil~ , sulla tclegralìa militare, e su un' infinità di altri argomenti secondari . èome po i l'Esercito abbia con tinuato a corr1spon-· derc ai sacrifìz i pecuniari della Nuzione ed alle cu re· del Governo n'è giudice la Naz ione stessn; e n'è la ' più chiara testi mo nianza quel sentimento di benevolenza genernle quanto rneritato, con cui essa lo riconosce da i serviz i Glie le presta, dnlla sua incrollabile devozione al He e<l alle patrie istituzioni.

.. IL PROBLEMA Mf.LlTAR.E DEtU

I\ T.. DJ{''..i hl! i\ J 1.. b.. . l1 l\i I h,ì\T .D·1. fH? NAZI ON ALI~ l;

CO N '.rI~UAZIONE (l i

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. 'I. .

L'opera deWHa11pt è pr-eceduta da una prefazione, la quale riportcr6rno, irnperocch ò in ussa l' a11tore depone il suo concetto predominante, il suo prngr·amma si direbbe ai -nostri di parlamentari. Nelle operazioni di un esercito che si pone in s 1ill'offensiva , dice l'HaupL, condizione essenzinle nl lrinnf'o è la mobilità: ma il potere dei rapidi movimenLi è circoscritto dalla neces~_ilit, sinon.1 r iputata impr.riosa,

:1) '.'~di dispensa <li

gennnio.


...

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IL PTIODLEJIIA l\:lILI'l'AllE

DELLA. IND.IPENDENZ,\ NAZIONALE

di trasportare equipaggi da ponti a.fine di rendere

zione furono 300 soldati comuni, rifiuto di tre reggimenti. Poc,hissimi tra di essi erano operai, molti ntin sapevano maneggiare un'asC'ia, nessuno apparteneva alle truppe degl'ingegneri, nessuno era abituato al lavoro speciale. a lui assegnato, parecchi non po. tevano e molti non volevano lavorare. Non ostante ciò, interrogando cosiffatti individui intorno alle loro abituali occupazioni, classificando li e fonnandoli in squadre, si pervenne a recare ad effetto risultamenti ' non pu re soddisfacenli, ma, attesa la specialità dei dati, veramente straordinarii. Il genio della risorsa!.Esso è poco men che onnipotente: con esso poche cose . sono riputate impossibili, e senza di esso lievi ostacoli si cangiano in insormon- . tabili difficoltà. Un uffiziale di stato 'maggiore che di natura ha sortito questo genio, che è fornito del1' energia per applicarlo acconciamente, può tornare di maggior vantaggio ad un esercito che se a quesLo un nuovo corpo si aggiungesse. Questo libro, conchiude l'Haupt, suggerirà forse molti espedienti pratici, risult.Ùi dall' osservazione e · dal!' esperienza. dell' autore, i quali non possono- ritrovarsi. in alcuna pubblicazione esistente. Il loro uso è a stimare che non sarà per riescire svantaggioso agli uffiziali che sono fecondi nel progettare ed abili nell'eseguire, e che poLrù aiutare grandemente coloro che di tali facoltà hanno difetto. Alla prefazione segue l' introduzione, nella quale l'Haupt si esprime così: L'esperienza e le osservazioni dell'autore durante un periodo, di circa due anni, nel quale fu addetto al servizio militare, lo hanno convinto che l'opera elaborata di S. Howard Douglas ed altre, non descrivono espedienti e modi di costruzione che sieno acconci al terreno ed alle altre condizioni pec uliari dogli

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agevole il pàssaggio · dei fiumi. Sino a quando dura siffatta necessità, è . chiaro cbe la possibilità· del mo~ vimento d'un esercito viene determinata dalla condi..: zione delle strade, e l'esperimento fatto dall'esercito del Potomac ha dimostrato come eziandio dopo avere intrapreso un movimento importante, il successo del quale è figlio della grande celerità di esecuzione, esso può essere sospeso ed an'che mandato a vuoto da una smoderata pioggia che renda le strade impraticabili ai carriaggi. Quanto grande non sarebb'egli il vantaggio pei nostri eserciti, se potessero rendersi meno dipendenti dagli equipaggi da ponti, se r energia e il genio della risorsa nel ricercare e applicare espedienti potessero sostitui rsi ai trasporti, se gli eserciti non mai dovessero ve1qir costretti ad aspettare lnngo la sponda cli un fiume più di un giorno senza assicurarsene il passaggio, anche quando i pontoni non fossero giunti? Q.uantunque dall'un canto non sarebbe mai ragionevole pei grandi eserciti il fare affatto senza di equipaggi da ponte, è certo d'altro lato che quasi tu_tte le località offrono materiali per la costruzione di ponti, zattere, galleggiant·i; mediante i quali ogni ora •I O a 20 mila uomini possono attravel'sare il fiume senza i ritardi che di frequente accadono in sim igliant.i operazioni. Egli è solo necessario che gli uf. · fiziali posseggano quella facoltà che appresso un uffiziale dello stato maggiore o un ingegnere è 'di pregio inestimabile, ossia il genio della risorsa, che sieno abili ad usarne ·acconciamente e ad assicura ,\e quei risultati che gli scolari dei libri o gli schiavi di viete regole stimerebbero impossibili .. Il ponte del Potomac-Creek è un esempio considerevole di quel che possa compiersi con favorevoli condizioni. Gli operai che lavorarono all a sua costru -

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IL PUOBLE:\!A :\IILI1:ARE

Stati Uniti. I piani che vi si descrivono sono in generale complicati di troppo, e ad eseguirli richiedono materiale che non si può avere prontamente soUo la mano, Lrasporto non facilmente procurabile e maestria non sempre a disposizione. In nessuna delle opere prima d'ora pubblicate si twvano pfani per ponti militari da ferrovi·e, e siccome la presente guerra ci vil.e negli Stati Uniti riclliecle tra sporti per ferrov ie in proporzioni ignote sinora 1 ·siccome la varia fortuna della guerra vuole alt,unarnen te, a brevi intervalli e nel modo più sollecito ehe sia maggiore, la distruzione e la rìcostrufione de'.ponLi, così è oltre ogni dire importante che gli uffizi ali cui è affidato il carico cli distruggern e .rieostnii,t'e, conos1:.ano i più sicuri e migliori piani e ·corne usare vantaggiosamente le risorse dalle qua li si pub trarre partito. Gli eserciti europei fanno assegnamento in ispecie sopra i trasporti con· carri s ul le strade <:om uni . In caso di riLirata i peesecutori ed i perseguitat·i sono a. condizioni _pari più c:he quando il LrJsporLo è per fenovia.. A maniera di esempio, se in quel caso ]'e- · sei:cito in riLirnla distrugge i ponti per ritardare l'insegu imento, le comunicazioni del r iman enLe possono essere subito ristaura1,e mediante gHacli, ponton i -e simili. Ma egli è ben [.diverso quando dall' un canto . l'esercito in ritirata manda le sue impeél imenta per ferrovia e marcia sgombro dopo cli esse, mentre dr.1l'altro l'incedere dell'eseguire è riLard,Ho dalla necessità di ricostru ire i ponti in guisa da sostenere traini da ferrovie, e spesso di procurarsi il ferro per repristinar le ifotaie. La dìsparitù dei vantaggi fra l'avanzare e il ritirarsi è grandemente accresciuta, imperocchè mentre i persecutori allungano la distanza tra essi e 1a loro base d'operazione, col per~nne ,rn-

DELLA INDIPENDENZA NAZIONALE

mento del pericolo di avet'e distrulti i ponti e tngliate le t;Omunicnzioni, pet· contrar.io gl'in seguiti diminuiscono n' loro rinforzi cd npprovvigionarnen ti la distanza de1 trasporto. L'uno si ritira rapidam·1~nte su . cli ·una linea di ferrovie in buone cond izion i., l'altro avanza lentamente su linea inLenotla che è mestieri ricostruire. Non è per·tanto a far le rn ci·11viglie che la goerra a ttuale di melo offra l'esempio del fortu nato in seguimento d'un esere:ito in ritirata, e spesso dia quello de' segnalati insuccessi . Non pu<) accadere diversamen te che lù dovo sono ferrovie e che ambi gli eserciti sono o ugualmente ingombr:i o ugualmente sgornb ri da traini di tr-a'Spoi.'Lo. Nessuno d1e sia stato famiglinr·c eon relaz ioni commerciali, eondotte con effi.cacia e sistern.a, pn/) rimanersi dal rimpiangere l'enorme spesa del trasporto in proporzione ai risultati che si conseguono. Negli eserciti degli Stati Un iti vi è stato alcune volte un numero d'animali· metil di quello degli uomini, senza calcolare quei da macello, ognuno de i quali animali richiede nei battelli e nei cnrri uno spazi.o equiv<ilente a quello cli e occu perebbcro ci nq u0 uomini . A questo rnqdo, anzi che concorrere al vigore e alla mobiliti\, gl i enormi , traini da trasport.o i1anno servi lo ad ingombrare le strade e spesso a rendere irnpossibli i rnovirnenti dell'esercito . Se i suggerimen ti pratici del g,mera!e Mac Dowell potessero adot.t:usi, se i soldati in marcia traspor-tassero pane , caffè .e sa le e pcl' provveder·si di carn e usassero un pa 1'co da buoi a piedi, so in nggitinta una bt'igata del genio bene esercitata e con ufficiali at;cOnci u proporre espedienti puè, fue trnver~are i fiumi all'esercito avvalendosi dei. mate riuli offerti dall e vari e localitù, senz'essere sl dipendçmti dai traini da ponti ,


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IL PROBLEMA MIUTARE

:il numero dei quadrupedi potrebb'essere fa~ilmente ridotto della metà e l'inLero trasporto di uomini ed animali quasi ad un terzo di quello ora giudicai.o · necessario. Mentre . l'autore dall'un canto reclama che una gran parte del contenuto cli quest'opera sia nuova, nientedimeno il desiderio di originalità non gli ha fatto <:lall'altro porre in non cale di :1vvalersi di qualnnque cosa, utile praticamente, rinvenuta nelle opere altrui. Egli, ha perciò consultato e fatto est.ratti da sir IIoward Douglas, Ilaillot, 1\ieurdra, generai Cullurn, generai Meigs, capitano Daune, l'Aide-J11émoire1' essendo suo scopo di: fare un libro pratico, uti!e, acconcio al servizio degli eseniti negli Stati Uniti, suggerendo speclienti in forma da utilizzare il materiale che ovunque è disponibile e che sinora fu negletto, e da ridurre le spese che rendono esauste le risorse del paese. E qui ha termine l'introduzione dell'Haupt. Preghiamo i lettori a sospendere le loro conclusioni, i loro giudizii, i quali potrebbero essere per lo meno prematuri.

Idee generali -su i ponti a cavalletti. Dopo di aver fatto conoscere a' lettori il concetto generale, lo scopo precipuo di questo libro, volgiamoci ad esporre sommariamente U suo contenuto, :( ermandoc( propriamente a qualche punto saliente, poi che savebbe impossibile e lontano dal nost.ro scopo il porgere a'letlori un'esposizione particolareggiata di tuLto . E ci pBre che a fine cli porre in luce il pensiero dell'autore sia pregio dell 'opera il riferire

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DELLA INDIPEl'(DENZA NAZIONALE

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prima d'oO'ni altro quel ch'egli dice in generale su i ponti a c:valletti per le ordinarie strade militari, imperocchè in questa parte si rivela nella'sua interezza il geniQ americano, comparato all'europeo, così pel sùo ardimento come per le sue pretensioni. I disegni e le descrizioni di ponti militari a cavalletti che sinora sono stati pubblicali, dice l'Haupt, sono app licabili soltanto a' siti ne' quali si possono procurnre legnarne segato, buoni utensili ed abili operai, e a ~ondizioni che vogliono ordinariamente - grandi mez~i .di trasporto. Siccome ogni lihbr~ tra~ sportata senzfl necessità è impedimento a' mov1 men t1 dell'esercito, co.sì è stato mente dell'autore di proporre piani ed espedienti per ponti, tali che evitino il trasporto, consentano l'uso di qualunque materiale offra il paese, non ricliieggano 'officine di fabbri e carpen· tieri, non buoni utensili ed abi li operai, e tali che diano il modo di costruire i ponti colla mano d'opera dei semplici soldati e col solo aiuto dell'ascia e ciel succhiello. · La semplic ità di siffatto modo di costruzione, con~ tinua l'Haup t, forma un considerevole contrasto cogli elaborali progetti usati neJl'Europa, e spiega il perchè della so rpresa dimostrata da chiari uffiziali europei, i quali, quando visitarono il maggior generale MacDowel a Fredericksburg mentre ero al coman do dell'esercito del Rappaliannock, fecero le meraviglie pel carattere sLraol'dinario della strullura delle strade militari nelle su e linee di con1unir;azione. Si scorgerà, afferma l'Haupt, nel leggere gli est.ra lli dalle relazioni di sir Hovard Douglas, che, per ristR. bilire la cornunicnzione attraverso up' arcata roLta vicino Dresda, l' altezza della strada essfndo cli 26 piedi, « i Russi ricorsero ad ima largB e difricile applicazione cli lavoro in legname. A fine cli rip~rare tale


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IJ; PfiOfl LRMA :lHl,!TA llE

ll ELf•.\ .l NJ}J!.'f;;N OtN Z.\ NAZlOX \ LE

breccia cl i considerevole larghez~a fu mestieri l'acloperure adegua te e grosse travi . Bt'uciato il ponte al ritirarsi degll alleati, gl'ingegneri di Napoleone inLrapt·esero a ricostruirlo . In qtrnnto a' loro proge tti è risaputo che dapprimo fur ono propos ti grandi cavalletti, come il metodo più semplice e spedito a riuscire, ma ehe il progetto fu rigeUalo , n cag ione clçlla profonditù del vano (26 pied.i) e pel' tanto della grande aìtezza ehe sarebbe stato necessario porgere ai cavalletti · volendoli fare ad un solo oed ine, e della dit:.. ficoltù e instabiliL,'t a volerli collocare in più ordini.» Questo brano di sir Douglas di1nostra, secondo l'Haupt , 1' opinione portata dagl' ingegn,er i . europe i nel vedere le regole ecl i pl' incipii delle e-ostruz ioni mili tari cosi vioìatc, come i: i.H:caduto pel :ponte del Potornac Creek. -·- In questo ponte i carnlleLLi erano et·eui a Lre ordini su l cu lmino cli. 1.:alaste nll0 per ,Jil piedi , è'l.Uraverso un'apertura di HJO piedi, e por- · tanti all'altezza di 80 piedi unn fe:tTovi.), sulla quale

Uo dalo te1·mi ne, dice l'Haupl. nl generale Hal lcck, Hlle mi e esperienze suli~) za LLer e di battelli in telo, le qunl i. ri escon o soddisfac8nLi eome io aveva preveduLo. Unisco a questo rapporto una serie di foLografie illustrative dei diversi stadii delle costruzioni e delle operazioni. Io desidernvn un'occasione per dimosLrnre su cli una scala pratica l'util ìti1 di queste semplici costruzioni, impei·ocèhò, ri uscendo esse, si renderebbero ai.tunbi li opern ioni militari fìnorn reputnLe imposs ibiìi . Elle rend erc~bbero effeLtuabile il passaggio di. un fiurn(~ a fronte di un esercito d'osservazione, senza operazioni preparn torie ehe svelassero j) passaggio prima di" circa quindici minuti dal momento di effettuarlo . Cosi ffatti hatteJlj offrono la foe ilitù <li traspor tare per ogni ora ,1O miln uomini, i quol i, sotto la pro Lezione cl r~lle bntlerie collocate in un rientrate del fiume, potrebbero afferrare la sponda opposta e stabilirsi in una posizione difensiv a prima che- ' l'inimico si concentri· per opporvisi ; essi evi terebbern la sospensione delle operazioni offensive o difen sive procl9tta dalla necessitil di nspcWH' l'arrivo del traino da ro :, ti o la costru zione di ponti occasionali. Poehi lenzuoli idrofughi , legati nll c selle dei cavall i, ò tuLLo quel ch'è necessario ud essere traspor tato pcl pussaggio dell' eserc ito sui fiumi. Ne1Ja vos tra opera tanto istrutti.va « Ell~meo Li di scienza ed arte militare ~' voi dite: <i Il generale Taylol' uon poll~ cogli er vani.aggio tlalla · vittoria cl i Pa lo a!Lo e Resaca della Pal·ma coll'inseguire e distruggere l'esceeito d'Arista , poiehè egli' non aveva equ i.pnggio da ponte per segui rlo attraverso il Rio Gen ncle . » Se il genera] Tnylor av esse avuto poclic cen tinaia di lenzuol i di gornmn ,~Jastica , cd anche UilD: quantit~

passavano giorna lmen te

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n 1':2 conrogli pesantr.-

rnente cnrieati.

Rapporti dr:ll" <1 u/.orc al .(Jr'lle rn!e J!a ì!cc-1, intorno ai /;atteUi in tela .

Fra le svariate proposte e gl i li Lil ì spr ri111cnti fau.i dall'Ifo 11p[, l,unno pos to import,1ntc, eosl in sò come per qu eìlf\ opc rnzi oni del le · qutìli discorrevamo nel nos t,l'O pì·oernio, i ba ttell i in tela, e pNb noi tradmremo libe:·arnen te rruel che l'nnlor·e espone tanto nr,J suo rnppoeto ai ,rrn g-gi orc /~C!H'r nle Ih1H eck, qunnto in nlll\; pu t'Li· dellu HUO. opet ,·a,

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IL PROBLEMA OllLITARE

DELLA INDIPENDENZA NAZfON!LE

di vecchie tende a vernice impermeabile, e se avesse saputo usarle, l'equipaggw da ponti non sarebbe stato necessario, e le lamentale calamità evitate. Io chiamo battello cli tela .l' elemen Lo del sistema, poichè questo è costituito precipuamente di un lenzuolo impermeabile. Con tali elementi possono costruirsi zattere, chiaLLe e ponti. Il battello in tela consiste in un'ossatura pa.rallelepipeda , coperta in cinque facce da un lenzuolo impermeabile. Le dimensioni dell'ossatura sono: lunghezza, 64 pollici ; larghezza, 28 ; altezza, 18. I lati longitudinali, tanto nel telaio superiore che in. quello inferiore dell'armatura, consistono in travicelli colla sezione di 2 pollici o in quadro o di diametro secondo la loro forma parnllelepipeda o cilindrica. I due telai sono connessi con bastoni di 1 pollice in quadro o di diametro, distanti 6 pollici in fra loro e lunghi 17 pollici. Erasi stabilito d'intagliare a ciascun estremo di essi una caviglia cilìndrica ·lunga 1 pollice e 1J2, ' di 1 t-1- di pollice per diametro, da conficcarsi in buchi fatti nei telai, e fu in ventato un utensile tascabile per t~gliar le caviglie, ma gli operai mi dissero ,;he avrebbero proceduto più lestamente nella bisogna intagliando le estremità dei bastoni con coltelli da tasca (1), e siccome io soglio adottare i consigli degli uomini pratici, così aderii. Invece di limitare esattamente l'altezza della caviglia, fo scorrere un tubo di rame sul succhiello col quale sono perforati i buchi

nelle barre, in guisa che non possa penetrare di là di 4 pollice e 1[4 di profondità. 'Perchè il succhiello sia portotile, la sua lunghezza è circoscritta a i5 pollici. Non ha manico fisso, ma lo stelo è eipianato e curvato nell'estremo a guisa di occhio, nel quale s'immette un pezzo di legno rotondo. Un tubo di rame scorre sul succhiello, il quale si arresta ad un pollice e ,1J4 del suo estremo, essendo questa la lunghezza dei buchi dç1 perforare. All'estremo si fissa un astuccio in modo da impedire che il succhiello possa guastarsi o produrre danno nella tasca, È oltre oo-ni dire importante che le sbarre sieno o . tagliate ed i buchi segnati c~n una sagoma, in guisa che si abbia perfetta uniformità e che tuLLe le parti sieno scambiabili. Le sagome possono essere fatte cpn sottili strisce di latta, rame, acciaio. L'armatura è ligata negli angoli mediante corde incatramate, ed i lenzuoli sono ligati ad essa da cordicelle ugualmente incatramate, passando attraverso occhielli fatti nei lenzuoli a distanza di 6 pollici l'uno dall'aJtL'O. IJ lembo superiore del lenzuolo è mestieri stia almeno per 1ti· di pollice di sotto la faccia inferiore delle sbarre superiori, in guisa da permettere che le corde passino in mezzo e possano connettere più ai·mature per farne zattere.

1

(1) Ciò è agevole per gli Americ.ini in ispecie · essendo risaputo che le principali operazioni della vita essi le compiono intagliando con un coltello tascabile tulio quello che loro capili sotto le mani, onde il verbo to tòhittle intagliare, aguz• • zare, da whittle coltello da til.sca.

1

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Tempo -qcco1·so a costrnire un batt,ello. Quaranta uomini, senza esperienza alcLioa, costruirono 50 battelli in 19 ore e in condizioni sfavorevoli. In questo computo è incluso il tempo imp!egato ~ preparare il materiale, il quale fu tutto taghato·dagh alberi. Con pezzi rotondi o con un materiale prepa-


2 1:2

DELL.\ J:'i DIPE:XDE:'iZ.\

l'i.\ZIO~,.\LE

IL Pl: Olll,E.11.\ )I I Ll'J'.\ I\E

rn.Lo da prilJln ii tempo S,) rebbe i-idoLLo d' u 11 terzo, e colla pratica alla melù. Una brigata di truppe <leì genio , corHenicnLemcnl<! addestrata, pub rngion cvolmente considernrsi capace di. e.os tru ire un lw ttello a l'Ug10ne <li due uomini per ogni q t1 i1ttro orn di lavoro. t prcfcrihil n <:l1c gli uom ini la;'o rino n coppie. No11 ocrorrono utensil i per mettere insieme le armature, oltre di un pezzo in l'o nne tli legno o di una pietra cla aclopcriHSi come maglietto . Quaranta uomini ta vo rando a coppie, col materiale colloca to inn anzi ad essi, misero in sieme renLi arrnature in sedici minn ti, e talun e copp ie finirono le loro u1·1rnHure in ouo minuti. Furono impiegati da 8 a 11O minuti per ligare i lenzuoli all e armature, e da 2 a .f. minut.i per discioglierl i e torli via . Cinque minuti fu rono giudicati sufficienti per scomJ)Oqe un'armatura eù accatastare i bastoni . Il peso di un'armatura, costruita r.on rami verdi di quercia, esse nd~ i pezzi dì ùimension, maggio ri delle necessal'ie, fu di 65 libbre. TI peso di una delle specie di lenzuoli sperimentati fu di 7 libbre ciascuno, e ùi un altro di miglior qualitò. 110 li bLre.

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2 13

l battelli possono essere usuli isolatam ente d~ coloro che so no nbitunli n vop;arc, cd anch e-q uegli cli e hu poca espc l'i enza di cib put'.> 11sarh, a men? . che 110n sia eccessirn rnrnle maldestro. Du e uomrnr setl crn nno n pintlo s11l fondo, uno con tro l'nlLro , adoperando il rf' rno . . I battelli semplici possono C'sser sovente d1grancle utilit.i'.t nel scrYizio di ricognizione o di Ycdetta . Du r vedette posso no in mezza giornnLn cos Ln1 ire nei ~oschi. un l.>1lltel lo, che posso no poi trns portare senza mconvenienLi e con siffaLLo artifizio rssi posseggono un mezzo a,·an zare, o eh eln de re un in seguim ento che ben sovente riu sci re\ infru Ltu oso. · Quattro battelli di tela legati insieme fotmano uno stabi!issimo gallegginnte, il quale può esse re menal~ con pe1·ticl1c, portnto sopra sta~gh~, o rn?nato a ren11 co n gran de fncil ilù. Gli appoggi pe1 rcirn son ? p_restu fotti forantl o alcuni hnclti nelle sbarre su per10r1, ed in serendo,•1 scalmi di legno . Un galleggiante di quattro battelli fu ncloperato per filare e porre a posto una corda per f11rc un a chia tta, e conispose perfettamente allo scopo.

di

Zattera di ba Ueili cli tela.

Un a. zaLte1·a di rent.iqualtro ba ttell i fu sperimentnta per senir:.;cne- da ch iatta o pon te .volan te. La. chiattn. fu formula col distendere du e fu111 ntlraverso 11 fium e alla distanzn di circa 100 yards l'una ùall'ultra. Uno di queste funi fu des tinala all o chia~t~ cal'ic~ie e l'n hra al ril orno dell o sca riche. Nello stab ili re la chialla deve esser·e scelto un sito per la traversata, ove l'acqua sia poco profonda Yicino alle rive, in forma 15 ANNO xiv, Voi .. 1.

U8o li i battelli scmvlivi.

Un baLLe11o semplice ha una superficie di pi cù i quad rati 1'.2,4-0, e rìcl1iede un peso di 387 libbre per imm ergersi i.l i 6 po ll ic: i. D11 e uomini di peso ordinari o, co n armi e bagagli o, non giungerebbero a fai-lo im mergere a tale pro.foncl ità.

1

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2H

...

lL ·PROBLEMA MILITARE

che mentre la zaue.ra è spinLa da una fune all'altra, gli uomini possano discendere nell'acqua ed entrare od uscire dalla zattera senza fermarla . In tal guisa con un movimento di due miglia per ora possono traghettare il fiume 11O mila uomini ogni ora, collocando le zauere alla distanza "di una loro lu nghezza l'una dall'al tra. Con quattfo funi. posspno traghettarlo nello stesso tempo 20 mila uomin i. Se si suppone il fiume largo 600 piedi, il numero dei battelli semplici delle sovraindicale dimensioni, richiesto pel trasporto di 1O mila uomini all'ora, sarà di 900. Se la corrente è rapida , le funi debbono essere ritenute da ùncore e gall1!ggianti, e se il fiume è troppo largo per perme ttere che le funi siano distese, bis,og_nerà invece usare pali, remi o pertiche. Non si richiède nè pavimento nè ponte per tra.sporto clélle truppe, e le zattere sono così stabìli ·che gli uomini · possono stare a piacere seduti, oppure ritti. Un a zattera di ventiqmlttro battelli fu caricata di M soìdati con armi e bagaglio, ca rico eh ~ può essere trasporta to senza pericolo con moderata corrente, ma siccome s i perde molto tempo a fa1;e entrare tre uomini in un battello, così è meglio lir:nitarne it numero solamente a due .

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DELLA. INDIPENDENZA NAZIONALE

clini di battelli furono collocati sei correnti cilindrici, 1egati alle traverse superio1:i dei battelli. Attraverso a questi, e però ·nel senso longitudinale, fu rono soprap-pos Li d ue correnti lunghi 26 piedi, e su di questi di nuovo normalmente ci nquanta traverse da ferrovia per costituire un pavimento . La st1·~1ttura risultò stabilissima e nessuna difficoltà fu scorta ·nel farvi correre- avanti ed indie tro un pezz0 da dodici. Por tando Ja ,lunghezza della zattera a nove battelli, poterono far visi andar su anche i cavalli se1tza staccarli dal pezzo. Dalle misure prese trovai che la distanza dalla testa della pariglia davanti dei cavalli al dietro delle ruote posteriori era d i 43 p iedi. Un'altra zattera aggi unta per gli artiglieri conteneva venti. soldati, ed fl peso delle ,tra.verse che costitl}.ivano il pavimento equivaleva a quello di altri trentatrè uomini . Usando siffatto sistema, le pertiche o traverse do for-rovia (fence rn·ils) serviranno a costitu ire il pavi mento quando non si possa disporre di tavole o palanche. · La · cavalleria può traversare il fi ume sulle' zattere . portan<lo i cavalli a nuoto e tenendoli per la brig lia. El'a ·ansioso di fare un tale esperimento, ma. non potei trovare un . sito convenien te alla prova .

Obbiezioni. Zattm·e d i bcttteUi di tela per l'(tttiglieria e la cavalleria.

L'obbiezione al battello di tela è che il lenzuolo fa cilmente si consuma e si lacera, se viene a conta tto con un corpo duro , come ghiaia, arena , legno o pietra; per queste rngioni gli uomini ppssono entrare · od uscire dnl battello con un piede di acqua. Il lenzuolo può esser garan Lito coll'arrotondare gli angoli ce gli spigoli dei tela.i dell'armatura, e se debb'essere .

Essendo stata revocata in dubbio la possibilità di u:;are simili zattere ·per l'arLiglieria , determinai di stabil irla con esperimenti diretti . costruita una zattera di trenta· battelli, cioè di sei in lunghezza e cinque in largbezza. Attraverso il mezzo dei sei .or-

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. IL PI\OllLIDIA MILI'rARE

DELLA INDIPENDENZA NAZIONALE

adoperato frequentemen te, allora un lemrnolo ordino.rio od un pezzo qualunque di tela sarà collocato sul fondo con fieno, pagl ia od el'b a o fronde da forrrrnre un cuscino , per proteggere la parte. interna del lenzuolo di gomrnn dove è a contatto colle traverse del fondo . Se il lenzuolo che ha sofferto per stropiccio è asèiutto, in tal caso puèi esser renduto ce,iasi is tantanearnente impermeabile col passarvi su, ove occorra, con un pennello della gomma disciolta nell' alcool, e, se è leggermen te lacerato , un pezzo di panno imbevuto nel la vernice può collocarsi sulla lnceratura . Quando questa fosse pi ù grand e dovrà usars i un a rappezzatura jntonac:ata con cemen lo di gomma clastica. Tutte queste pr·ovviste posson o esser trasportate in casse tte senza inconvenienti.

di .pertiehe o tra.verse da ferrovie . L'a rtiglieria terr.\ il mezzo del ponte, e la fanteria i lati . La capacità ,di sostegno con sei po lli ci d'irnmet·sione snrà di 58 3 libbre per pi ede li neare, o 949,i. libbre per 118 piedi, che corl'ispond e ad un ordinario in tervallo di ponti di pontoni sul quale il massimo pnso da sopporturs i è ·cli ,000 li blire. La fanteria può passa re per otto di fronte senza pericolo. Un pezzo dn ,12 P\'Odurrlt una inflessione di meno di 4 pollici. La cavall (}ria può passare, ))Cl' 4 di fronte . Se fosse stimato convenien te di trn s.porlare le armature ed i len zuoli, il peso per 600 piec1i dì pon te sarebbe 48 mila li bbrn, che è quasi iì peso d ei pon-· toni nell'cquipnggio da ponti frnncrse . Pe r la qual cosa non si guadagn erebbe niente pel trnspol'to, ma la. spesa sarebbe circa il terzo dì ~1uella dei pontoni con maggior capacità cli gullegg iarnento . Però q uesto ponte offrirebbe maggior resis tenza ull a corrente che qu ello di pontoni e non sarebb e molto adauo ne' fiurni di rnpido corso. 11 maggior . pl'egio del si stema d i bnttelli cli _.tela consiste nella straordinaria celeritc'.t colla quale . possono Cl'eursi es temporan earnente ponti e zattere, con traverse da fe rro vi a, pertiche, rami d'alberi verdi , o , pezzi di legna me traui da vecch ie costruzio ni. Con due.mila. lenzuoli Lee aHebbe potuto cosLruirc due 11onti e far traversare all'intero suo eserc ito il Potomac a Will iamspori, con tutti i suoi equipaggi; 21: o 36 oi'e dopo il suo arrivo sulle sponde cl i esso, Ecco into.rno a cosiffatli battelli maggiori partìeolal'i, che noi inconLriamo in altre parti del libro. Le dimensioni ordinari e dei lenzuoli di gomma sono : lungh ezza, 6 piedi; larghezzu , 4 pi.e di, 9 pollici. Sono però da preferire quelli di 7 piedi per 5, o anche meglio di 8 per 5.

Ponte di battelli di /.elci.

Nei fi umi nei quali la corrente non è molto rapida ed ove possono stabilirsi punti cli appoggio con lu nghf~ pertiche o con allri espedienti, può fonnarsi un pon to di buttelli di tela in un tempo non maggiore di quel lo che occorrn a costruirne uno di pontoni . Per ciò è necessario stendere una fun e à uraverso il fi ume, ancorata a brevi intervall i, e legare la lirn~a dei ballelli alla COi'da . 11 ponte surù fot;mato cli. zaLLere da dieci a venti battelli di l unghezza e non meno cli otto ìn larghezza, che debbon o ~ollocarsi colla maggior celeritù possibjle. Le tra vi longitudinali che corrispondono alle lunghr: rine del ponte di pon toni devono essere staccate e collol'at~ in cinque ordini. Il pa vimento in maneanza di tavole o palanche sarù fatto


... 2·18

DELL,\ IN DIPENDENZA NAZIONALE

IL t>ROBLEnlA MILITAl\E

I 3i- pontoni di un ordinaTio traino da ponti richiederebbero- in sostituzion e 680 battelli in tela, ed il materiale per le ossature potrebbe trasportarsi in 4 carri soltanto . Se fosse mestieri poi trasportare il legname per formare il pavimento del ponte si richiederebbero a tal fine éirca rn car ri. L'uso dei battelli di tela invece cli pontoni risparrn iehbe la metà del carreggio; ma quelli non sarebbero acconci nei fiumi di rapido corso. I battelli di tela avre·bbèro l'alti·o considerevole vantaggio che, ove le strade fossero cattive, il materiale per costrufrli potrebbe essere trasporta to dagli uomini. 1 Il pavimento del ponte sarebbe trasportato da 1800 uom ini, distribui to in :30 libbre per ciascuno .

Se l'altezza del battello si fa di 1 piede, la lunghezza ?arù di 4 e la larghezza di 2 e 7 polJicj, in guisa da essere affatto coperto dal lenzuolo. · L'ossatura può f~rsi di bastoni rotondi di 11 pollice od 1 4r2 di diametro, .e in modo che pel fondo i due· bastoni delle testate sieno lunghi 2 piedi e 9 pollici e queBi laterali 3 e 9. Essi si connettono forando i pezzi corti con bu chi di il 12 pollice di diametro e i lunghi con altri buchi nei quali vanno ficcati i chiodi. Lo stesso pel telaio superiore. Compiuto il passaggio, le ossature dei battelli sono abbandonale o bruciate, e all'occorrenza riempité di. terra a guisa cli gàbbioni per costruire la testa di ponte. Se il materiale per la costruzione dei battelli si voglia trasportare nei carri, è mestieri che le ossature sieno costruite con legname seceo. Quello necessario ad un battello peserà '15 libbre circa, ed ogni carro può trasportare quello per 200 batlellL Supponendo che i battelli sieno coperti con lenzuoli lungbi 7 piedi e larghi o, le dirnension-i di essi saranno: Lunghezza Larghezza: Altezza

Sguarclo generale e conclusione. Egli è ornai tempo di porre termine a questa esposizione del libro dell'Haupt, chè altrimenti fa~endo, noi non saremmo fedeli al programma di stuzzicar l'appetito dei lettori e non di adescarne l'ozio. E quasi quasi ci pare d'incominciare a meritare il rimprovero di non aver tenuto la promessa. Gittiamo adunque uno sguardo generale sul libro e conchiudiamo. · · · Noi abbiamo esposto un po' diffusamente quel che l' autore dice intorno ai ponti n (:avallelti ed ai battelli fo tela; ma l'opera sua abbonda di notizie, particolari ed esperienze intor no alla costruzione e scomposizione · di ponti che vorrem mo dire ad elementi ( truss-briclge) , i quali elementi possono essere costruiti sul sito ovvero preparati e trasportuti sn ca rri. L'autore parla del modo col quale adaLLarc questi elementi alle :varie

4- ,1 (2 piedi 2 11{2 id . ,1 ,1I~

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id.

La superficie .dell'area del fondo sarà cli piedi 11 ,114. Lo spostamento dell'acqua con una irnme r·sion<1 di 7 1 (2 pollici sarebbe di 7 ,piedi ·cub ici , e il peso necessario a produrlo 437 libbre . Ven ti battelli con tale immersione sosterrebbero il peso di 8740 libbre, cioè pi ù di un pontone. Una zattera di 20 buLtelli ,. sostituita ad un pon ton~,. sarebbe ]unga <i?2 piedi e ,J (2~ e ln rga 110. 1

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220

lI. PllOllLDJ.\.. mu.T.\J\F.

larghezze, poggiandoli all'occorrenza sop ra piloni in legno, dei quali & descritta la eostruzione. Nel libro s'incontmno modelli e regole per la r·ostrnzione di ponti di rn.ttere per ferro \i e; di ponti. di ta rolon i sospesi formantL ea Len aria su i pi loni ; di pon1i. sospesi <;li corda; di ponti pel passnggio clell'arLiglic l'ia e dei cani; di ponti so_spesi.nppoggiati a cnvnlletti; di ponti di pontoni intela Li; ponti di casse in tela le, di carri intelatiì di caoutchouc. In generale nell'opera v'harino tante notizie sugli svariali ponti per ferrovie militari e su i ponti occasionali. da eon sjgliarn e In leÌ.tura agli ·ingegneri miViLari. Rigunrdo ai ponti occasiona li, l'Raupt si esprime così : l'elemento per la co~Lruzione dei ponti militnri occasionali dev'essere semplice, e . l'ordinamento delle pani clrn lo compongono I.aie che soldati inespcrLi i11 oi:icre meccaniche possano intenderne la cornbinazione e metterne insieme i pezzi. t mestieri che l'ordine sia così fatto che tutti i pezzi della medesima specie, co me corde, Lt'ave1·:sc, tiranti e Simili, sieoo identici in guisa che presone uno da un rnucchio si adatLi. senza ostaeolo ore dev'essere collocato e fllnzioni convenevolmente . Cli elementi debbono andare ordinati in modo dn r.onscntire l'opera sinwltanea di numerose brnccia, sì che lutte Iu parti del ponte possano pr0gredi1·c contcrnporauearnentc nelle loro costruzioni. (~ .necessario ùel pari che ponti di qualsiasi lunghezza sieno d.:i prima prepnr,lli, senza riguardo alle loca litit o allo lnrgliena del tratto a tra-versare, e si sia certi che r ispondano senùtlterazione ailo scopo quando vengono collocati in operu . La co mbinazione più sem pli c-c per sopportnre un càrico costante è un arco con una Qordn, e la specie d'arco più lestamente cos truita (~ quell a di tavole od assi . Per un cal'ico va ria bi le, un ar-eo con traverse a contrasto, o connesso con un telnio cnpace di resiste re

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OEU,A. JNOT.PENDJ~N Z,\ NA7.I0N,U,E

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ad un cangi.nmento di figura, è In più semplice combinazione. li telaio più , ngevolmcntc formalo e messo ins ieme con lavoro che non r ichi ede nrncs!rin è un ingrntieciato o qualche cosa di npp rossi1na!ivo. Riassumendo adunque possiamo dire c:11·e il concetto del libl'O dell'Haupt è tutto nelle; parnle segl1enti : « Il perder tempo ne!l'aspeLLare malerial i è l'ulLima cosa alla quale deve pensare un ingegnere mil itare. Se non può procurarsi di quel clic_ gli è mestieri, deve avvalers i di quel ehe ba. 1:aspellare lungo tempo sulla riva d'un :fìume il giunger-e del traino da ponti, per Lrnghettare l'esercito in mom en ti. pi·cziosi, è in dizio o di paese esausto in materiali o di poca risorsa in coloro che debbono adoperarli. }) Il libro dell'Haupt, chi ben l'inlencle, è unn nnova confem10. di due ·Veri: l' uno evidente, ossin cl;e il servizio da ponti debb'essern unificnlo; l'.:il!ro latente, ossia ch·e n fine di svolgere e<l npplicare cp.iesta feconda focolU~ che ha nome cli « genio della risorsa» ~ for-za aver di gi,\ unn cognizione dell'arte da in gegnere ed essere temprnlo oella prntica di CS..:5 a. A fare un buono e bel quadro non basta quel clrn cliian1nsi « la sciu Lilla nr-Listica » ma è eziaod io ncces:;a ria la conoscenza del disegno . L'nutore pnre che nelle sue parole non sernp rc nbbia coscienza cli questo . p1.jnc-ipio che ri su lta dall'insi em e del suo hbro. Avrebbero il torto coloro i q1wli da! libro dell'Hau pt 'volessero infe.ri1·e che un escrt:ito possa far scnzn di pa rc;hi e pontoni. Al genio militare sono indispensabili i pnrehi perchè ad nvval ersi della na turn r,i vogliono gl' istrurnenti . S,1rcbbe strnno quell'individuo, <~he volesse i:nuovere disarnrnto alla gue rra, arnndo focfo s u!ln focilti\ di arrnnrsi della sc iabola e della carobinn del primo cava liere da lui ucciso . li piìi .~f:mpliec buon senso gli suggerirebbe tosto elle nel uc-


223

IL PROBLE~U MILITARE

DELLA INDIPENDENZA NAZIONALE

cidere ci vuole almeno un revolvere .. L'Haupt non nega ciò, ma si studia ad .infondere la çredenza che il mondo non è poi perduto quando si riman privi in un momento decìsìvo dì tutto il confortable dell'arte militare. Così pei pontoni. Non si può revocare in dubbio che i pontoni son o un'impedirnenta ben grave da far scapitare l'esercito nei suo{ Yelòci movimenti. NapoleoBe I nel suo libro: Précis des Guerre~ de Cc~ar, manifesta con la sua ordinaria ne Ltezza di idee gl'inconvenienli ch'egli aveva scorti nei pontoni. Nelle osservazioni relative al passaggio del Reno operato da Cesare, il grande scrittore fa un parallelo col passaggio del Dan uhio al 1809, e fra le alLr.e dice le seguenti cose attinenti alla nostra quistione. « Les grns baLeaux de navigation sont plus propres que tout autre chose à la constrùction des ponts provisoires sur les grandes rivières, sur les derrières d'une armée, parce que Ics bateaux pris dans le pays sont en général très-grands et d'un excellen t servi ce; mais les pontons sont bien délicats pour s~rvir aux ponts que l'on jette sur une rivièt·e devant l'enn emi; ils sont bien exposés à, des accidents; ils font de l'eau, soit par l'e:ffet · de la sécheresse, soit par celui de la mitraille ou du. boulet, et ils sont suhmergés si le poicl s qui passe dessus est trop. considerable, soit par un mouvement précipité d'infanterie, soit par la riunion de plusieurs grosses pièces sur un point; enfin ils sont lransportés sur des haquets, qui sont, de toutes le,s vo.ilures cl'artillerie, les plus incommodes, Ics plus lourdes , puisque la moindre a dix-hUit pieds de long et que le pon'ton ordinaire en a jusqu'ù trente; ce qui a l'inconvénient: 1° qu'ils n'échappent jamais aux regards des espions et cles obsàvateurs, et c'est cepedant de toutes les · voitures de l'artillerie celles qu'il importerait le plus de cacher à la connaissance de

l'ennemi; ~0 qu'étar1t obligées d'approcher des bords de la rivière avec beaucoup de silence ·pour ne pas donner l'éveil à l'ennemi placé sur la rive opposée, elles ne le peuvent faire qu'ayec les plus grancles dif:ficultés, parce qu'aux approches des fleuves, il se trouve souvent des marais, . des flaques d'èau ou de digues ». Di poi il· capitano scrittore si fa a proporre i modi ch'egli riputava acconci a ripararè a tutti gli enumerati · inconvenienti. Quantunque dai tempi di Napoleone ai nostri dì si sieno fatti considerevoli progressi in questa parte del.l'arte militare, pure riman sempre costante il desi-: derio, massime colla prese nte· mobilità nella guerra, che maggiori progressi si facc iano e d'assai s'aum enti la legO'erez'za di cruesti traspoiti.. Pertanto le proposle o ' dell'Haupt e gli sperimenti fatti nell'America sono da prendersi in seria considerazione, e da farne argomento di severo esarr1e. Ua, chiederanno i lettori, non e:vvi fors e· una certa esagerazione in quel che l'Haupt narra e promette? Non pecca un tantino l'opera sua per quell'ecGessivo amore de1 proprio sistema che pone le traveggole~ agli occhi di uomini eziandio illuminati 1 Sono do~ · mande queste che T!O'Ì pure ci siam fatte, ed alle quah abbiamo dovuto rispondere affermativamente. Innanzi totto noi crèderemmo dir cosa vera sino alla volgarità affermando che svariate costruzioni improvvisate sono per _l'Anrnrica possibili e n'on cosl per noi. Il seno della natura della vecchia Europa non è ricco di foreste al pari di queÙo del nuovo mondo : e ciò fìa suggcl che sganni il soverchio sentimento di. supremazia che gli Am.eri'cani nutrono verso gli Europei . Ma tralasciando di parlare di queste materiali condizioni, le quali sono relative ~1 · eiascun paese, noi vogliamo fermarci ad un'osservazi one generale che all'America si riferisce

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meno che all'Europa, ed ò questa: che fo. duopo non esagernre di troppo il partito che si può trarre in campagna da mezzi ignorati e irnprorrisati . Se noi cred iamo fare un ponte a furiu di tagli are alberi, noi nndrerno piì, per le lun ghe d1 quel che si tiene; impeL"occhè se il ponte Ila da sen·ire alnieno al passagp;io di pedoni, è necessario che si abbia legname suftlcientelllénle sqnaclrato , ,i per c:onseguen:rn apparecch iato da prima. Inohrc pal'ecchi sistem i di ponti di circoslnnza, come quelli deLLi a co11traslù, sono graziosi a vedere in disegno e bell i in opera, ma non sì foi.;ili e spicc i a costruire conie si afferma. In questo esagernl'e i frutti dell'improvv iso noi crediamo che stia il clifelto clell' Hanpl, e però siamo di creclern che nel libro di lui vi sia molto da sluclil'tre , molti trovali cla utilizzare , molle costrn,zioni JJ iù scmpli<.:i e Lre-.·i da impill'are, che sopr-attutto vi si apprenda a spa stoiarsi da certe Yi ete forme e a !'are pil'.t a fidanza con In naturn, ma che in pari tempo vi s' in co ntt·i lo sdrnc:ci.olo a fidarv isi di trnppo . Com1wrtiamoci a<lunqu e col suo libro come si fa nella ,·ita pralica verso le pt·ome:;sc troppo larghe e i pl'o(.:Tarnmi rnoltb secl 11eenti : acce ttiamolo cioò 00! he11clicio dcll' inven t.ario e siamo g uardingl1i. r•ee noi 1111 sistema di ponti occasionali devo sposu rc la grnnde leggerezza. alla oece:;snria forza, la grande mohilitìt alla sufficiente :sohdi tù. f.: questo un prnblema. clic richi ede tutta l'attenzion e dell'esperto cd i ogego oso costr11 tto re. Colu i che rnlgerà In mente a ricel'ca re la facil e scorn ponibilit.'t troH.:rh la soluzi one. Le travi non sicno pesanti, ma n pi ccoli pezzi e suh ilamcnlc con nettibi li, in guisa che quasi quasi ogni soldato possa porli.lr seco il suo pezzo di ponte e gi unto sul sito darsi con i co mpagni a far sorgel'C com e per incanto belle cd ll Oll

DELT..\ Iri:Oil'El'iDENZ.\ .N.\ZIO:'i.\ l,E

armate le trarnte eLl il tavolalo del ponte,. A qneslo modo noi potremo armonizzare la Yclocitù clc ll'c~ecuzione, così necessaria nelle condizion i delle gunrc moden1e, con la scarsezza cli ncconci materiali, i qual i nelle nostre contm<!e non s'incon truno ad ogn i pip, sospin to, e con la possibilità di gittnre d'un snbito un ponte che sia solido e che non rovini con la truppa cl;e lo att.raversa. ":{ . ì.\hns.ELLJ .


227

LA CLESSIDRA ELETTRICA · ~,..,

........ .

Questo n uovo strumento del capitano sig. Le Boulengé, dell'artiglieria belga, inventore di altro crono'"" grafo ben noto , destinato alla misura della velocità dei proietti, ha per iscopo la determinazione delle durate delle traiettorie, e trovasi descritto, insieme a varie sperienzc di tiro , in un int<>rfssante lavoro del medesimo uflìciale, intitolato: Éludes de bahstiqiie, Ifruxelles 1868. Crediamo cosa utile riassumere qui brevemente la descrizione di questo strumento , non a ncora abbastanza_ noto , non che i risultati delle principali sperienze con esso eseguite nel Belgio. Aggiungeremo poi a tali risultati alcune osservazioni. 1. Lf, clessidea elettrica è fondata in generale sullo stesso principio elettro-magnetico, su eui riposano il CI'.Qnografo Navez e suoi eongeneri; ne differisce però per la q1iantitcì che dà la misura del , tempo, la quale 1

invece di essere lo spazio a;ngolare o l'(;)ttilineo deseriLto da un pendolo o da un grave libero, è il peso di mercurio fluito da un vaso, il cui orifizio si apre quando il proietto rompe un primo circuito ele tLrico, si richiude quand-o ne rompe un secondo. La durata dell'efflus~o è alquanto superiore alla durala del passaggio del proietto dal primo al secondo circuito; e la loro differenza resta misurata , col m~todo fec ondo del signor Navez, nel peso del mercurio, che sgorga quando si rompono contemporaneamente i due circuiti con un clisgiuntore. · Il vaso in ghisa (iìg. -1) è composto di un serbatoio cilindrico-circolare di om 20 di diametro per oro 03 dl altezza, sostenuto da una colonna con anima cilindrica comunicante col seebatoio, la quale porta alla base l'orifizio distante om 20 dal livello iniziale del mercurio, che vie ne determi nato da uno sfioratore. Sotto l'orifizio trovasi il recipiente D., destinato ad accogliere il liquido misuratore del tempo. L'orifizio è chiuso da una valvola tronco'-conica, il cui gambo traversando il liquido ed 11 coperchio del serbatoio, si un isce ad articolazione , col braccio preponderante di una levn di primo genere H . Due altre leve I, J , aventi il fulc r0- sulla stessa verticale della prima, hanno i bracci prepondeeanti muniti d'al'mature di ferro dolce K, L, destinate ad essere attratte dalle calamite temporanee (I) e (Il}, attivate rispettivamente dai circuiti del primo e del secondo bersaglio. · ;Quando la p-rima corrente è interrotLa, la leva K (leva d'apertura), cessando d'essere attratta dall'elettro-calamita (I), cncle sul braccio libero della H, ne fa sollevare l'altro bntccio , e la vnlvola si npre. Quando è ro Lto il secondo circuito, il braccio ìeggero della J (leva di chiusura) sollevandosi, rileva la K, e la valvola allora .ricade .


229

LA CLESSU)lU

ELETTI\IGA

Le tre leve poi sono regolate in modo ch,e, rompendo contemporan eumente col cl isgiuntore i due circui ti , lu valvola ha tempo cli sollevarsi e di ricadere. Questo tempo , misura to <:o]. peso cl i liquido colato , dorrù essere souratLo dnl tempo ouenn lo e.olle due. frite r!'Llzìoni suceèssivo otLenute col tiro, Ia differenza sa6.1. il tempo cercalo, corso fru il passnggio del proietto n traverso il primo ccl il secondo bersaglio. ~on descriviamo il di sgiuntore , il quale , sebbene indispen sabile per ottenere la suddeLLa difforenza di temp o, non è parte integrante della clepsiclra. Ess.o del resto non differisce da qnello n.doLLato dallo stesso sig. Le noulengé pel suo cronograf'o modifica lo ,

a O gradi, R il raggio del serbatoio}, si ottiene in tegl'ando

Chiamando h1 l'abbassamento del li vello, a cnpo del primo secondo si avrà

e quindi

2. Calcolo del tem po, La fo rmola che serve di base a questo calcolo è {I )

P

=

m A V'.2 g

(TI- h}

do ve H è l'altezzn ini zi ale del li vello , sull'or ifizio, o rneglio sulla se zion e contral!a , h la quantità di cui esso ìi vello si è abhassllto nel tem po t , g la gravilà, A l'area del l'orifizio, 1n un coefficiente costante, P la · portata nel ttì0 si rno seconclo. Pc:. r ded urre da ques ta formcJb le porla te corrispondcn ti a . ci.:isclm secon do, al metodo approssimato d(d!'autore , può essere ~;ostit uito quest'al leo, _elle pnrmi ulquanto più sernp lie;e e più rigoroso . Avendosi infatti per la continuitcì m A A/ v 2' (! (!I -

/)i

l=

= o-" 1'é R'- dh ctt

(ò' = 1131- 098 essendo il peso cl i un litro cli mercurio

· Se finalmente P1 e Q sono le quantità di mel'curio colato rispettivamente nel primo secondo e nel tempo t, si avrà l'"= ò'1tQR2 :'

,.

e fatte tali sostituzioni, ]a precedente formola diviene . (2)

1

t= 1

-V

-Y

1 -o'ni2H

1 - ò'n

il2H

Per questa formola si possono facilmente trovare le durate corrispondenti m pesi Q, purchè si conosca ANNO XIV, VOL. I.

16


L.\ C:LESS10!l.\

differenze prime secondi, saranno co rTi:,;p~ndcnte al (t) esimo se-

le pur latc . La J) Ol'L\ta c.rnd0 sarù d1inqup

23·1

ELETTI\JC.\

spcl'i :n en r.alni en tC' l n portnta I\. Le <li (}, ,·orrispond<•nti .ii sucrcssiri

'lf:n,olla d~iì t.e m1li.

1-==--=!

-

Avendo l'csperi cuza forni lo Pt = 6300, Gcentigrammi, $I

Ll'OVél W --

I

9cg e1:.: f'f.lf) -

' .4v \

Su questa base è calcolala la seguente tavola delle porlale presentata cfoil'autore.

j

II

(v) 1\.I niedcsimo risult,i !o giuuge l'autore per approssim,l-

ziono.

(*'') Per H si pone 0" 20, qua11lunqu0 essa sia realmente In distan1.o. do! mouisco del mercurio dalla so;:ione contralto della

1

vena. L'autore però ha dimo ,!l'alo cho un errori! Hiléhodi 3 mil1imotri in 11 non produco diffcronzo sensibili sul valore dì w.

I

I ..

Q

_ _ _ 4,.

=i

620'.)cy5

620; cg 5

2

GlD8, 2

12398, 7

3

Gln6,0

1859-.1-, 7

4

6193, 7

2'1788, 4

.)

l"

l.<' succrssù•e 7Jortate Nurno dunque decrescendo tli una qna.nhtù costante ('1') . L;:i ciifferrnza poi fra le successive portale ·smù

p

q

Gl!ll, 5

30979, 9

6

6189, 2

37109, 1

7

6187, O

'13356, L

8

6181, 7

19,540, 8

9

6182, 5

10

6180, 2

11

6178, O

12

6175, 7

13

6173, 5

H

6171, 2

I I I I

55723, 3 61903, 5 f.8081, 5 '74257. 2 E0130, 7

I

8GG01, 9

I

92110,

I

n

15

6169, O

1G

Gl6G, 7

17

()1(3.J, 5

18

ul82, 2

19

6160, O

117124, 3

20

-0157, 7

B 3581. O

l

I I

98937, 7 105102, 1

111213 t, 1.

l

Il lj

!I I,

il!1 ,lr 11 li


232

ELETTRICA

LA CLESSID RA

In questa tavola r e Q si riferiscono alla temperatura O: quindi per giovarsene è necessario moltiplicare i pesi Q di mercurio fornit i dalla clessidra pel fattore 11 a" , a essendo il coeffidcn'te di dilatazione del mercul'io = O, 000•1 8, e -r la ternp~ratu ra -del bagno . Osservando finalmente che per la stessa quantilà di liqujdo effluita i tempi variano in ragione inversa di V g, la stessa la vola non potrebbe servire per un luogo ove la gravità fosse d iversa da g = om 8 108, che è quella del sito dove è. stata determinata P 1 • Bisognerebbe in tal caso mol tiplicare i numeri della

dolo, è chiaro che il ramo e verrà urtato ogni 2", che lo ·stesso accadrà del ramo d, che finalm ente tra · 1·urto del ramo e e l'urlo del ramo. d nel senso opposto, correrà 1''. Sùppongasi ora messo il bilanciere in movimento : quando esso trovasi presso m, si spezzi qr: il coltello urta in c, ed interrompendo la corrcnt,e fa aprire 'la valvola. Quando esso trova.si presso m', rompasi il tratto vx: il coltell o urta cl', interrompe -!'al.tra cor1·entc e la valvola si richiude . Sia a il liquido sgorgato. li liquido dovuto all'efflusso nel primo secondo sarà a - p, ~ essendo quanto si sarebbe ottenuto colla disgiunzione simultanea , r.frJè rompendo contem poraneamen te le. col'ren ti. Si rimetta il licruido al livello, e tutto il resto nel primo stato . Qua~do il bilanciere t.rovusi presso m si. rompa qr; il coltello urta in c, e la valvola si upi·e : il bilanciere continua. la sua corsa, arriva una prima volta in m', e poi una seconda volta . La seconda volta che arriva in m', si spezzi vx, allora l' urto contl'o cl' produ rrà l'interruzione della seconda corrente, e quindi la chi usura della va!Yola. Sia y il Jiqtiido sgorgn1o . Ln porzione di esso dovuta a tre secondi sarà ·r - ~: quindi il liqu ido sgorgato in due secondi san\ ·r - a. L'autore assume in sostanza (y - a) per la quan titit ·effluita nei dite secondi successivi al primo, e pone per -.conseguenza

+

1

.

pmna co1onna per

y

233

9m 8·108 ... • • - - . tiara pero sem pre 9

-

più sicuro calcolare un'altra tavola ricavando n uovamente la costante sperimentale P 1 , Lantopiù che potrebbe variare colla gravità anche il coefficiente m.

3. Per ricavare la costante Pi serve il seguente apparecchio (fig . 2). · Due piccole ancore ac, df metalliche, perfettamente egu ali, mobili intorno a due assi normali al piano di oscill azione d'un bilanciere o regolatore a secondi, possono essere successivamente urtate da un coltello o, posto all'estremità del bilancien:i. Per le due ancore , quando siano rispettivamente appoggiate contro le viti g ed h, passano due correnti elettriche, corrispondenti la prima alla leva d'apertura, la seconda alla leva di chiusura della valvola. Quando le due an core non sono appoggiate in ,g ed h, le correnti possono ancora funzionare , purchè non siano interrotti i tratti qr e vx dei due reofori . Tutto il sistema essendo simmetrico intorno al piano verticale che passa per l'asse di sospensione del pen-

.Ne deduce P1

.. I

+P

2

mediante là r~lazione


2:3'i,

E LETTrUCA

J,A CLESSID!\A

don de 'e li minando x si trova

facendo

// 3

=

y-cr. ò''IT l·l2 •

(4-}

Quin di tro vato'·s sì hu P1 in virtù della (3) , ossia

Conosci uto P -, -

(ù,

si avrà evi den temente

(y - o.}+ w

I p I e \= ·,.. -·., (•).

":z

y-a

Essendosi trovato - 0,..- == 6HYj'cY, 11 r isulta w=2, '25 e qui.ndi I\ = 6200, 5. Io credo che si potrebbe ottenere P 1 con maggiore pr2c:ì sione , e quindi una tuvola u1qu an to più ap-· pross in.wta, qualora, dopo otten uta la quan titù a e rimesso l'apparecchfo nello stùto priJniLivo, si facessero ('. Orn pierc nl pendolo pi ù d·i tre oscillazioni, pee esempio 20 oscil ltrz ioni (la tarnla si estende a 20"), e h for mola (2) eì darebbe il modo di calcolare fo cilr:n ente s , e quind i P 1 . Infatti, chfarnando xi l tempo do ml.o a (-3 (incognita), e y il liquido sgorgato dopo n oscil!az:oni, si ba dalla (2) .

e

.

w+ 1) = 1 -

1 1

e {,-:t: ·-r1 n) /

=

,1 -

V V

i

1

1.

1

'

1-

1

--

a - -.,&r.: R· H

'(

- é,;r Rt il

)

Se si pone n = 3 , si oLLtcne un ri sulta.lo nurne rj co che non c1ifferisc8 sensibilrn enlc da rp1cllo olLenu lo dalì'n utorn. La sola: 0bb iezio nc nd t111([UC che secondo n)e pu ò farsi al! a tri'voìa caìc:oln La cln ll'au lore, de1'ir.,1. (~tilì n ml-: tura della formala d i ·partenza (!) la qual e non ò fon data sopra una ipole:s i nffatto rip;oros!1 , e speci'.i lincnl!: dulia supp osta coslnnza del coefficien t.c m pe r_ durata dell' efflusso . Peri') il hntLen Lc v,1rin ndo poch ss1m0, la Yariazione, seppprc esiste, della con rrazionc fÙ.ìt> r itenersi -min ima . In ogni modo ci potremmo nssicurnrc di ciò flc terminando 1\ nel rnocl o cla no i incl1~;ato , for.011(1!0_ ~ioè ;i:_ ;20'' nell a formoln (:i-j. Se _m vnria in sepsi bilmen te i! vò\ore ' nurn crico cl i i e qu in di cl,i ì\ '. Lrovnto colla ipotesi di 1'l~ 3 non diffcriri1 da <1uello t:·ovnto _eo;~ porre ·n = 20.· In cnso co ntrario, sar·ù 1neg1,o,st~r v1r.sl di qncs t'ultirno vnlore ~1i P1 : col qnole s_i v~ri'!?bb e ;i. · suppori-e 'per m un vulo.1·c in Qdi10 lrn. qucl!t ·da cs:;-o assu nti. cl ui'an le i prirni 20 se,conrJi. . . . ·L'nuto rc poi h a trovato che le intl~cnz ioni ,<1c!ln c~cssid r-a conco rclnno ·con cprnllc. (.; hc~po ssono essere !ot·nfte dai crnnogrn fi bali stici ordinnr·i, com e iofrd-ti rt-

la


236

LA CLESSfDRA

suita dal seguente quadro ottenuto col tiro del cannone da 4. Numero

I

Cronografo

Cronografo

N. 5

Dorala da O a 200'"

Clepsidra

dei colpi

Durata da O a '!00"

N. 21 Durala da !00'" a 200'·

1

0" 26i2-14

O'' 217338

O'' 54492

2

O" 267842

0" 278370

0" 54559

3

O'' 267406

O" 278276

O" 54447

...... )Jedie

O'' 267497

0'' 27i995

0·1 54199

n

4 . Sperien::;e. Le sperienzc sulla dul'ala delle l.raiettoric si rifcl'i scono alle granate irnpiornbule da 4, cla •12 e da :H, cd alla bomb,1 da ·180. Le p1·i ncipalì però sono quelle relative al tirn del cann one da 4 , 1 cm risultntì compendiamo nel seguente qunclro. (') (, Tycho arn it lclllt) un moyen physico-chi111iquc do me« surc-r lo temps par l't'•coulcrn!.\nt du mcrcur, hien purifìé et « rcvifìù, qu'il laisrnit éctwppor par un pctit oriOce, on con« sc1·v,:tnt toujours la mòmc haulcm• ctans le vaso coniquo qui «

renformait lo métal. Le poids du mr.rcure écoulé dovait

« donnr.r lo lcmps.. ..» (D BtAllllRE, Histoil·c de L',istrnomic mo1lenie, tom<~ 1.c1·, Paris 1821, pug·. 176). Il sig. prof. Govi , cui lleblJo questa citazione, mi ::1\·,·ertc che l'ingleso l(ater, morto

non sono molli anni, arava anch'esso coslraito una clessidra a mercurio, che coì peso del liquido sgorgato dovea mis111·.<1 1'.~ le piccolo frazion i di tempo. Qnos li apparecchi però non ,uw brano arer fornito risultati socldisf'acenti . Il successo della clessidra dol sig. Le I3ou lcng6, la quale, como vedesi clalla LéJbel\a precedente, concorda cogli altri cro nogrufì oltre il m'illesimo cli seconclò, ò spccial~uto doruto alla felice applicazione da lui falla\'i clell'elellricilà.


.

.:.

~

I

...

·-

- -

-----

tlessith•a

C1·011og1·afo ·

C> (""\

~

Durata ·do! passaggio Velocità a ~g,n Durala dalla bocca \'elocilà media fra i quadri dalla bocca lioo alloscopo nella lraielloria

Q)

I

'

0'' 097969

377:68

,: 0"51967

'

o

~

j:Q

e h o

é,-:

o

!:; a)

8

o

~

I

[' I,

OSSERYAZIONI

.

,.

, Il I,

~

bi) H

.

..

,.

•.

~

749rom 12c 25 :79

363:86

1

-....o ~

r-.

-

'

200

...,

o

~ .....

===i, .•

l)istanzo

oi,..

I

,,

400

0"096797

382,25

1"1182 1

:348,38

600

0"098445

375,85

1''7666

339,64

75omw 19,75

800

0 095271

' 388,37 .

2"3984

33·1, 1'1

75i11u111

11

»

.l

»

--

8

81

I numeri relativi al eronografo cd alla clcssidra rappresentanole medie prese su tre col pi, eccetto pèr la prima distanza , per la quale i colpi furono <ruutLro.

1000

0'' 095072

389,15

311 0491

3.27, 98

7541nrn

13

67

1200

0'' 095292

388:29

3"7606

319;07

754mm

10

61

1400

011 0950605

389,225

411 4726

1600

01109732)

378,25

5"2261

306,09

1800

011 096193

0

611 0206

~ 8,98

2000

011 099360

611 76 ll

295} 71

ù

lt I•

77 9"'I 1

t

,

372,39

I

,,

I•

313,02

i 1

l

Carica 01.: 530.

52

'

754wm .lO 745u1m 5 12, ·75

61 87

749cun 12,25

79 ,

7,1gmri

12

75

7,19111r11

14

76

745,uia

13

75

I•

-n ;i,-

1,

.


23,8

.LA CL.t-;SS!llll.\

5. Questo ri sulta to però, ch i considel'i bene, cliì)encle, qu anto nlla {orm a , dall a fo rma stessa _éJttrihui!a alla legge delle durate. Posto in fatt i

· Dalle sole durate accusate clalln clepsi dra ed indicate nel precedente quadro , l' autore si propone cli ded urre la forma nnal iLi ca più co1wcniente da dnrsi alla resistenza de ll'ariu, 0 !1 in pnri tempo il valore num eri co pi ù probabile dei coeflicicnli ch'cssa racchindc . A tnle oggetto egli dapprima si oec up~ della legge dell e cì nrate; e Lrorn cb'essa_ pu i.i suffi cientemente bene . rapprescntuesi colla rela zione .,, (r>; OYC

t = u. x

a

=

C! i

+ p al

la ~elociLù orizzontnle 'n viene data da

clx

ti

t=u. (1)+[1a;2

x son o 1e distanze, ti tempi,

239

El.ETTl1ìC:\

,

1

= -z - = -a 1, -9f:l . lt ';.' . 1, X

Differenziand o ancora si ba coefficien ti •'

O, 002G7'1'.2 I ,

{3 =O, 000000374'B83

clu non Ora --dt

che lo resisten za ori zzontale su lia

unitft .di rnnssa . Se cbiurniarno 6 l'inclinazione della traiettoria alla dislanzn m, v !J velocità assoluta , P la resistenza nssoluta alla s tessa cli.stanz n, p il pe§o çlel proietto, g la gravi L~t, si uvt·ìt in pr imo luogo

furono determ i.noti col!n regoln dei 1ni nirni quadrati. Quantunque q13est:i. rel:J;,.ione non sia la espress ione es:1ttn, come di ce l'autore, delle condizioni che leg;\no i dati dclì'esper ienza (p. 'i8}, tuttav ia egli la giudicn. co11ve nie nte pe r se rvire di. base alla propostasi r iceren . :Perciò, . nies$e in disparte al tre relazioni più npprossimnte rna più cornfll esse, cla lu i .tro,iate., cle. I 1 .·. - . 1· clw -J ù-. t crmrna e ve oc1la or1zzonl,1 1 u,l -;, a (11\'erse istanze. ' .

e da q ueste , prese cl,rn a clue, cl etc rrrri na r,ol principio dell e forze vive le componenti orizzontn lì dell e resis tenze, e quind i median te Je incl ioazioni dell a l l'lliettorin, dedo tti~ dal calcolo degli abba ssam en ti, le !'esistenze assolute ; dal confron to d i queste colle ve~ loeitù trova , che le 1;esistcuze s tes.se decresco no in ragione dei cubi delle ~/elocitù .

t

11,

p clu g dt

- - - = p COS 0

= V COS 0

e per conseguenza, astraendo dal segno, -

·

p

=

E_ 2 ~

g

2

V~ COS

0

Prescindendo adunque dal faLLore ·cos2 6, che per il genere di tiro sperimentato si scosta·hen poco dnll'unitì.1 , la res isten za dedo tta dall'equazione (::i) .non


LA CLESSIDRA 240 può a meno di risultare proporzionale al cubo della velocità. Ponendo cos 6 = 1 , si_avrà il limite superiore di p nella relaz ione

El,E1'TRICA

"'I 11 • l.- d l (6'J per -z-= dt · do e chw. ··li o ~1p tcan o a -'1 rntearan GX ·u' v mando V la velocità iniziale, abbiamo

1

p

= J!..g 2 t().V~= 0.' 000061)43 S V

3

dx . Ponendo ora dt 111 luogo di 'U , ed integtando nuo-

indicando con S = omq OO-i-98766 la sezione dell'anima del pezzo. Questo -risul tato concorda con quello dell' autore, il quale ha trovato per la resistenza media p

= O, 0000646786 S v

3

lfo

-clt = -

3

Ctt

tìlinea ed orizzontale, e per conseguenza

..

cYm ). 1)-1--2

Sia ora nola la velocità u 1 corrispondente ad X\, tra queste quantità sussisterà la relazione

1

. I

e se è noto anche il tempo t2 corrispondente alJa distanza x 2 avremo l'altra relnzione

e da queste du._e ultime equazioni eliminando V avremo il coefficiente

giovar.: doci dei risul tati accusati nel tiro a 2001n, 400m e 600rn, tanto dal cronografo quanto dalla clepsidra, distanze alle quali si può supporre la traiettoria ret-_ · resistenza sull'unità cii massa.

( t =x y-

Tale relazione non è cla ritenersi come l' espressione assoluta della resistenza in tutta la traiettoria, bensì. come una espressione capace. di restituire i risultati dell'esperienza colla stessa approssimazione con cui li rende la fonnola di pal'lenza (o) . Siccome però questa se ne sr,osla sensibilmente al princi pio della traiettoria , così e naturale che la resistenza nei prtmi istanti debba essere considerevolmente diversa. Per a vere di ciò una prova cerchiamo direttamente il coefficiente e dell'equazione (6)

vamente si ha

u _x~ 1

t

:;i come la

Ora dalla tavola a pag. 237 risulta che tirando a-


1..\ CLF.SSWlU

ELETTIHCA

200.1n, Ii.i: velocili1 a 29m è 377i:n G8, e la ve]ocitil. medie).

fe rirehbe certam ente rnolto da <1uello sopra incli-

su tuua ìa traiettoria è 3G'.Y" 86. Dunque porremo ·

(;1Ho

u l = 3'i7m 68 ,

ed .ottenemo

n.

G. Abb iamo in aìtn1. occasione ('":r-) osservato come ris u!Lati delk sperienzc cldla 1wu·ìna francese ci tate dal sig. Ué!ie , e di alcune ul trn esegui te sui nostri proietti possono sufficien temen te bene essere riprodo tti dalla fonn ob

e= o, 00000,1.uGt . {8) 1 Operar:do an a,ogan~en te 111 600 si ha

1·1·st1ltati a 400m e a

C01

11 valore medi~ è e

/ a3 '\ 1 c.2 0 00 ! 1 / -.-. \=i' ..:._ ' \ì.J t; J) 1

V~

dove rappresentano

e = O, 000001&87{ , e= O, 00000 ·10467 .

('1)

·i ' =

r la resislcnza sull'un ilit di massa \ v la veloci ti'.t ) a il diametro del proief.to (senza ìe alette) ~ in l la lunghezza lo tale ùe1 prnicttoì non comprm la spo- ( metri. 1 . se essa non . la J11rg11e;;;za 1, (lCJl'ogiva . )I lolla, raccordala. f j il raggio dell' ureo generatorn di questa / p il peso del pro i~tto in chilogrammi.

è'

= O, 000001' 3 168 1

La resistenza adu nque ne1 primi 600m sarebbe

Po Lrebbesi d.omandure se ln stessa formola soddisfo. p

= I!.g O, OD000'13 1G8 u 1

3

con un coeflicicnie quasi dop ;)io di quello che sì rieava daìla (5), ponendo cioè c=2~

= O, C0;}000718iSG6 .

Se si operasse perb nel mod o anzidetto per le di~ stanze superiori a eoom, si teoverebbero per e valon sur,cessivamente min_orj, ed il medio fra tutti non dif-

(*) Il sucoessiYo c:lecr1~sccre del coof'flcien te e col lo rl istnnzc, e per conseguenza colle velocità indicherebbe che la rc;:istonza decresce più r.1pidnmcnlc che coi cn bi delle veloci[ù stessè. Questo ris111ln t 0 non confraddico affatto alle spcricnze note sulla r esistenn dei pro:etLi oblunghi, sperienzc eseguite, come quelle citate dnl sig-uor Hél ie , a piccole distonze alle quali la direzione del moto coincide quasi coll'asse di figura, mentre a dis[anze consi'dcrevoli questa coincidenza non vcrificn ndosi più, le condizioni della resis!enza souo essenzialmente cambiale. (**) J/fo,ista Mili lcwe, 1868, p'..ig. 303.


24 5,

LA CLESSIDH A

E LE'l'TRICA

alla granata impiombata da 4 belga , cioè se si verifica

velocità iniziale V da quella v misurata alla distanza x, nel quale caso la formola da adoperare sarebbe perciò

= O' 00,11 ( -.1Ja-.l)1ii -aJ) 3

e

2

1

.

y- ·

. -

V

])

Il sig. Le Boulengé si è gentilmente compiaciuto cli favorirci pai·ticolarmente le quantitìt necessarie per una tale verifica, le quali son o

a3)~xv .

. a2 ( 1 - O, OOH - -:-:-t 1-J

2

7. Fra le sper1 enze alla clepsidra ci tale dal sig. Le· Boulengé troviamo la determinazione della durata della. traiettoria della bomba da 180 sotto l'angolo cli proiezione di 45° e colla carica di ,1 k 290 . Le med ie, prese su 113 colpi , delle gittate e delle durate sono · 1

a = om 0'76&, {*) i t

j

= om 04-86

= om,1634,

=0

01

069 .

Con questi dati, e con p

as)1 o, 00,i,1 (~t 1-J '

a i -

2

p

= 4tt 277,

troviamo

= o, 000001353(5

mentre il valor medio fra quelli speri mentali è e

= O, 0000013,168 .

La differnnza, come vedesi, non è grande. Crediamo quindi che, ove manchino sperienze dirette, si possa utilizzare la form ola per il calcolo della traiettoria alle piccole· distanze, e speci almente .per dedurre la (*) Le granate ìmpiombate ( sistema prussiano) comportano

due diametri, que.llo del cor po del proietto, e quello degli anelli di piombo che lo cingono. Noi per a abbiamo assunto H primo diametro facendo astrazìone dagli anelli, analogamente a quanto abbiamo fa tto per i !Jl'Oietti del nostro sisteina, ove non abbiamo nel diametro computato le alette.

Possiamo partire da questi t'isultati per indagare quale delle forrn ole di. resistenza più in uso pei proie tti sferici eonvenga meglio pel calcolo della traiettoria delle bombe. · Queste fo rm ole sono per la media densi.La dell'aria. (,t, 208 )

(

.- • ( ,I P= -0, 027 -1t'a·v·

4

....L I

- ·v ) 435

(9) 3 ) = O' 000 146/..l (o' 88 + 0, !J07 O, o p +a 1

2

-,,; a 4

3

V

delle quali la prima è 'la not1ss1ma del sig. generale Didion, la seconda è del sig. maggiore Tousard, deANNO XIV, VOL. 1,

17 '


dotta dalle sperienze di Hutton , la teeza è del signor maggiore Weher, ricava La dalle ultime sperienze di Metz.

'[

Dividendo queste tre forrn ole per ; , e ponendo

'

l,A CLJISS!ORA

;ia

,q=0m8108 gravità del luogo delle sperienze) /J = 58k ~rno , a = om 288,i, (,,.) risulta la resistenza sul1' un i tù di massa

·-~~[,·+ c~\q

1

,J

r

""9. 11!.t'O ,.1,,,

-

f

1' 9 :) "} i),..

I

.J

v3

= 2 ::l387i:i0

·

Tutt e tre c1uesLe rel azio ni si possono ridurre alìa fonn a uniéa

E LETT I.\IC .\

Se la resìs ten za si suppon e se1npliccmcnlc p ropor'l.ionalc al q uadrato della velocitù, Q sa rebb e costante e potrernm o trovarne il valor n umerir. o eolle tavole del gc~nerale Otto, partendo a tal uopo dai valori nu merit i sperim ental i della gittata e de[ tem po . Questo valore è ,15Hl1'1. Colle stesse tavole po tremo r·ieavare una velociu\ iniziale ed una veloc:iu\. minima; le quali , attesa In qualità del proietto e la piecola g itta ta, non potranno diJferil'e con siderevolmen te da lle effettive. Supponi énno ora clic Q non sia cos LanLe, ma che debba avere il valore rnriabi[e espl'esso da un a delle ' tlO), pe r- esemp io daìla 3". In tal easo po tremo aneora servirci cleJ!e .tavole di Otto , sos tituc::ndo a Q Yarinbile un eel'to ·valore costante, med io tra quelli che ass ume ne i diversi pu nti della traiettoria . Questo valor medio poi non sat2l altro che 1i:H9, e dovr..\ necessarinrnen te essere compreso fra i due valori estrem i Q, e 0 2 , che assume 1

O = 338750 -

orn si ponga per ciascuna cli esse

-

1490 · 0 = - - - --,;

1

0=

1699

1 '

-

1)

+ '1-35

1

'

I

Iv )-

_L ; _

1

\525

. 338750 ' 0 = - -

V

al punto do ve la. velocità è massima, ed al punto ove la velocità è minima. Se Q1 e Q2 non cornprendono ·! 549 potrenio concludere che la ?a non è esatta, o piuttosto , che non , riprnduce i risultati dell'esperienza cita ta. Ciò prem ~sso, dalle tavole di Ouo risulta

V

velocità iniziale velocità min ima

1,J 3m O

1

6,i'" 9.

(*) Anche questo diametro ci è stato gentilmente comunicato

dal signor Cùpitano Le Ilo uhrngé.

Sostitendo tali velocità nelle ('10) troviamo

,


..I

248 per la 4a

ELETTRICA.

LA CLESSIDRA

o·~1 _· 1380 1

7J

per la 2"

Nessuna di queste tre coppie di valori comprende Q1 , ma è chiaro, che con una ben piccola alterazione nei coefficienti delle prime due formole si potrf1bbero ottenere per Q1 e per Q2 dei numeri che comprendano 1o49, mentre lo stesso non avviene per la terza formola. Quindi ci sembra si possa concludere che le prime due formole forniscano valori numerici della resistenza che s' accordano con · questa esperienza meglio di quelli forniti dalla terza. ·· Giova p erò osservare che le esperienze di Metz, che han dato lùogo a questa ulti ma formola , sperienze per val'ie ragioni più attendibili di tutte le prece. denti , si riferiscono a veloci tà comprese fra 201:;m e 554,m, e per conseguenza non può pretendersi che la formola del sig. Welter vm·ifi.chi risultati d'esperienzP, non comprese fra ~ detti li miti("') .

ognuno comprenderà di leggieri quali importanti ser-· vigi pt1ò l'artiglieria ripromettersi dalla cleps·idra del sig. Le Boulengé. Ci augurinrno perlanto, che colle semplificazioni e colle migliorie di cui' l'autore slesso e le persone com petenti potranno troval'la suscettibile, ·essa divenga. presLo di uso comune fra gli artiglieri, come ·oramai lo sono i cronografi destinati alla rn'i sura ,della velocità dei proietti .

Torino, .22 gennaio 1869.

F.

Dalla natura di queste e di molte al tre ricerche che si potrebbero istituire sulla durata delle traiettorie,

(*) Del resto pel tiro pratico , a cui la formoln è specialmente destini1ta, essa dà risultati abbastanza soddisfacentì. Calr:olanclo infatti con tlssa la dura ta della trai('J.tor.ia corr ispondente alla gittata di 1000 cd all'angolo di 45° troviamo 14", 5, che differisce da quella accusata dalla clepsidra di circa O'', 6. 00

.

SIA.CCL


RIVISTA S·T..\TISTICA

etvile , al la quale infraz ione di legge sarebbero incorse le poJ)Olazioni di alcune proY~ncie nell a vnna speranza di poLer così sonrarre i loro figl i all'obbl igo della levn. La popolazion eca.JcolaLapresenta il seguente riscontru p~r il quinquennio dal ;\8G3 a11867 .

RIVIST.A STATISTICA

AUME:'iTO

1'0T'0LAZIO:-iE CALCCL.\TA

Tòtu!e

- - - - - --

I-tali a.

1863

2'1,GS0.9,4

1864 -1 '24 .882.6J3 18G5

~".!,) , oa~ u1 . 18~ e".!

"!866

2:i:814,182'

l

Dal movimento dello sta Lo civile· del regno nell'ann o 1867, pubbl icato dalla Gazzetta. Ufficiale, ricaviamo alcun~ dati , che ci sembrano utili anche per coloro ehe s1 occupano cli cose mili tari. Nell'anno 1186'7 si ebbero 927,396 naseite e 866 ,865 morti . Ques t,'~1l!imonnrnero èstraordinario, avvegnacchè supera di ,133,67~> il nnnrnro delle morti nell'anno precedente, nel i1866, n ell a ragione proporzionale del rn, 26 pe r .JOO. Questo fatlo t' attribuito ;111a morìa del cholèra che ' pee molti mesi travaglièl la maggior parte delle provincie nostre .. Notevole pure, nel 11867, è la diminuzione delle nasciLe , chp fu di 52,801: inferiore al numero de llè nascite nel ,1860 , ovverossia ti 39 per '100 . Questo aumento assai sensibile è attribuito prine ipulmente a tre cause: al caro dei viveri , al cho lèrn~ e l' inadempimento alla denunzia delle r nasc ite allo stato

18G7

I

iI

25,40<1,723

'" ot:1!(1

~Jas~~\ Femminn

--

l

'· .

l:z.:330,.533

! l':.U330.44l

12,453.745

12,428.888

I

12.691 .:118

Per

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1'2,''1",('>61 ·- .·N".!

" ·a1,;:,:.. •0 1 l, :t,.:lv'

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9··31O ,i·

201,G::,9 214 .5<10

!! '12,652,7'1-1 I 247,~~(~

12,72G.G88 f ì2,G78.03:i

1

1

o ,) C V

l o, su l{), ::

(O,,J3L

[

O. 82

I i

0,- -

1

Ln popolaz ionfl cnìcoìnta per il ,JS67 rn cosl ripnrLi ln. per compartimento te i'ritorinì e :

Piemonte Lig uria Lombiudia Yeneto Em ilia Um.bria ~!arche Toscnna .

~

Da rzj)Orfarsi

'11~$~;,

1§6'1

2 ,883,017 809 ,'I 30 3,233 ,395

2,888,998 8'16 ,60~

2,(H,1,057 2,081>,on 532 ,61$3

3, f\0 I J-~4-

3,3n1t,rno

2,0U5,'1:21 ii~n ,353

~)!12 ,539

Wì0,074

2,059,'167

2,0S3,G08

IJ6 ,Hi6,03 1

,J5,337, 360


... 21'>~

138(;6

,15, 41>6, 03 11 .Riporto .\bruzzi e 3lolise . ,, ,250,014 Campania 2,7 1] 6,253 1,378,689 Puglie Basilico ta 508 ,805 1,,181-,890 Calabrie . ~,541,,J/51 Sicilia Sardegna 608,557 1

Regno

253

S'rATISTlCA

IUYISTA

25,344 ,390

caldi dell'.tnno, giugno, luglio, agosto e settembre. In tt·e soli companini enti : Veneto, Umbria e ì\]o rche la maggior mortalità fu nei mesi più freddi, gennaio e dicembre. Per la Sardegna la mo rtali tà mossima avvenne 11ell' ottobre. . Questi fatti sono meritevoli di rimarco al punto di vista dell'igiene militan:, particolarmente riguar<lo alle epoche dei concentramenti di truppe per campi di istru zione e per gran<li mano,,re. La popolazione d' Italia in principio del 4869, in base all'aumento medio di ·I O, 76 per ·l 00 (e dovrebbe essete del 0,87 per 400 se non fosse lo stragrnnde abbassamento di quest'aumento nel 18G7), dovrebbe ,essere stata d i 23,597,790 abitanti , ed in numero tondo 2,600,000 . Riteuen<lo che il 2 ,05 per 100 raggiunga ogni anno J'ann ,) 20° di età, dovremmo aYcre 260,897 giovani ogni anno inscritti sulle liste di ]era; ed ammollendo cli c 3Ii,: 1100 possano essere l'equisibili per il servizio militarn, otterremo un contingente annuo di 88, ,0i:i giovani, non compresi. i capilista, che in media sono

11867

15,237,360 ,1 ,208,310 2,727,2 17 4 ,367,'~86 fH'.2 ,0'19 '1,191,953 2, 406,5'70 6'14, 008 1

25, 404,723

1

Le morti immature che nel 1866 si ragguagliavano alla totalità dei morti in ragione di 53,94 : 400, diminuiro110 a 49,05: '100 nel ·1867. I compattirnenti territoriali che diedero ur:i numero maggiore di morti immature ncl 1867 sono: la Basilicata (57,,2 per 1100 morti) e la Toscana {54 ,73: mo); il numero stesso fu comparatirnmentc minore: nel Piemon te (4·6 ,3·1: 100); nella.Lombardia (4,6,,1:5 : 100) e nel la Sicilia (4·6,48 : 400) . · La mortalità immatura si \'erificò maggiore del 2,47 per ,JOO negli uomini clic nelle donne, salvo in Sardegna. Rispetlo alla mortalità si è anerato anche nell'ultimo qu inquennio la legge necro logica seguente: agosto, luglio, settembre, gennoio, febbraio, dicembre, ottobre, marzo, novembre, giugno, aprile e maggio. Ond' è che i mesi meno salnturi sarebbero luglio, agosto e settemb1·e; i più salubri aprile, maggio e giugno. In undici compartimenti: Puglie, Piemonte, Lom.bardia, Em ilia, Toscana , Basili cata, Sicilia, Calabri e, Liguria, Abruzz i e Molise , e Campania le massime mortualità niensual i cadono tutte nei quattro mesi più 1

1 ;, del contingente, cioè nel caso presente 4435 = ~0 ' -contingente totule 93,'14,0 g iovani; tenendo peri, conto

delle ultime disposizioni del governo che hanno fatto più rigorose le condizioni d'idoneità per il miliLare sel'vizio, il contingente annuo per la classe dell'anno 1848 pul> pre_sumersi di 92,000 uomini all'incirca.

... 'l


1 J\ffIS'l'A

ST\'l'IS1'ICA

2 cnpitani cl i 1• classe, 1l eapi.tano 'Cli 2" clnssc, 11 luogotenente, 1 attuario di tribunale. Comrnùsariato. - 1 intendente generale 2 commissarii-capi cli P classe, 2 commiss;rii-cnpi di 2• clnsse , 3 commissarii, J. ugg iunti di ,Ja classe, 1 aggiunto di 2• classe, 1 agg iu n.to cli 3" classe . Meclici d1: marina. - - ·l med ico col onnello, ,J mP.clico . superiore (stabsarzt}, 9 medici di vnscr-dlo, 8 di fregatn, 19 cli corve tui, ,19 chirurghi cli 1" clnsse, 6 di 9". 1mpicr;ati alle costnm·oni navali. - 1 ispe ttore , 3 ingegncri-eapi, 6 ingcgn e;·i di 1'· cla sse , h. di. 2•, 8 di 3\ :{ alli evi, 11 direLt.ore di 11\ ,J di 2a cl usse. Impiegati alle costruzioni 11wr ittànc . - 3 ingegn eri capi, 2 ingegneri di 11·, 2 di 2", 1! cl i 3• classe . Impiegati meccanici. - 3 ingegneri-cap.i, «· ingegneri di 2" classe , 11 direttore-capo, ,1 direttore di 1" clusse , 2 di 2", 113,macchin isti di 11" ch1sse, 27 di 2", 56 soLtonrncchini sti di .1" classe, 48 di 2", ed 8 di 3•. · .lrnpicgati d'w1mn·m·st·ra::ione. - 1 cnpo-arnmin is t.ratore, 7 amministratori , 47 uffic i::i! i (o/fiziale) di 1• elasso, 20 di 2•, Hi di 3•, 24· cli 4", 2:3 di fi•, 21 accessisti. e 7 all ievi. .. hnpic,qati contabili. - - ,1 con sigli eee- con Labile-cnpo di 2" classe , 3 co nsigli eri coni.abili, 4 ufficiali di il a, 4 di 2", 5 <Ji 3«, 2 di /4,", :3 cli i.in . hnpiegati di cancelleria. - ,1 archivista, 1 ufficiale di 1a elasse, :i di 2", ,1 di 3", 3 di 5a e 5 nccessisti . Impiegati ·iclrografici. -= 9 idrografi. Totale 1018. 1

.

)

1

1

3fou:wchia Austrn-Ungarira.

1

Dalla Rangs-wicl Eintheilungsliste della marina cli guerra austriaca per il primo trim es tre ;J86!), rica.,iamo ~ segllenti interessan ti da ti: 1)

1

U 1,·r-1z1ALI ,

C., nETTl, Assrnu,Yr1 r.n

h1PJEG.\TJ.

T.1/fi-;;:;iali di marina. - 4 vice-am n'1Ìr;lgli, 3 contrournmi ragli, 1k capitn ni dì vascello, 13 cap i.ta ni di fre["n ta 13 capita ni di coi:vetta, 'iO luogotencnLj di va;~c!l~ di , ,. classe, 315 lu ogotenenti di vascello · cli ~a cl.asse, ,J .w ·ulfieri (fiihnrichc) cli vascello, 63 cadetti clw !tanno g ii\ sub ito l'esame di uffizi ale, 8!, che non t' hnnno nncora subi to e un cadetto provvisorio. Artiqlieria di marina (Marin e-Zeugs- Corps). - 1 colo·nn e:lo, l luogotenente colon nello, 1 maggiore, li, ca pitani cli ,1a elasse, ·3 cap itani di 2" classe, 1 11 luogotenP-nti, 10 sottotenenti . Heggimento f'a.nteria di marina.. - ,J c9lonnello , 4 luogo ten ente colonn ello , ,1 maggiore, ,J 1 capitani <'li 1" clnssc, ,1. capitani di i• closse, .'.:!1 luogotenenti e 30 so tLolenenli . Per il servizio spirituale delta manna. - 1 1 cnppellani. Aiiditoriato. - 11 luogotenente colonnello, 11 maggiore, 1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

,.

2)

1

AoTO nrn' ~L\nl'l"l'D!E E ST.\.BlLÌM Ei'iTL

1

!lfarine-Sei.:ti'on (Direzione generale della marina ) presso il ministero cli guerra . -..:. Una ·cancelleria


J R1V1STA

centrale, due gruppi d'affari (geschafts gruppen) con nove divisioni (abtheilungon), ed una direzione della cancelleria . A.mmiragli"ato clel porto cli Pola. ComandJ milita,re del porto di Pola. » dell'arsenale di Pola. » distrettuale marittimo di Tri·cste. » dell'isola e fortezza ~i u~sa. » del distretto di reclutamento per la marùia a Spalato. Accadem,ia di marinci a Ffume .

,

3)

2iS7

STATISTICA

d)

Trasporti. Gaonooi Tonnellaggio Cmlii a rap.

.Schouner Charniileon.

168

1

e) Stazionarii.

Schooner ad clice lliove {Klek) Vapore Andrea Ho(er (Zara} » Tanrus (Gala.cz) . Cannoniera ad elice di 3a classe Sansego (l\'I egline} Peniche Nafacle {Veruda)

2 4· B

380 560 40.0

50 180 •l 00

90

1

2

3'12

3

73

"Fregata ad elice di 3° classe Adria, 29 » a vela Bellonct » ,,, Vcnus ' Goletta Aretiisa 8 Prahme (pontone) J1fongibelto . 10 Batteria corazzata Feuerspeier ·16

•1826 1206 110i1 2 14 268 •1650

300

4737

· 800

FLOT·T A. I·

f) Bo.stirnenti-Scuolo. a) Squadra. Caonooi Tonnellaggio Cmlii a rap.

Fregata corazzata cli l" classe Areicluca Ferdfnando :Massimiliano . 16 Fregnta corazzata di 3a classe Salamander . 10 Cannoll'ieraadelice di2•cl. Vellebicli {. )} )) )) Wall . 4 )) )} }) Seehund. 4· }) )) )) Streiter 4 1

1

4'737

800

2268

500 '230 230 230 230

680

596 596 596

In missione.

Fregate ad elice di 3" classe Donaii 29 Corvetta ad ehce Arciduca Fcclerico 22 e) In

Corvetta 11lùierva Goletta Saida

1826 1267

1

1

crociera.

'12 6

485 343

300 230

1

g) In prima risel'va.

Fregata corazzata di 1a cl. Ilabsburg 16 Fregata ad elice di ~a classe Ra.detzky , incendiatasi e scoppiata .' nelle acque di Lissa il 20 feb .braio ·1869 • 29 Vapore Trieste . 2 )) (;orskovsky Vulkan » Alnoch » » .Hentzi 1

b}

1

1826

300

759

220

50 rn 690 1;ao 137 40 183 1/. 40


258

STATISTlG.I.

ltlVlSTA

Crnt011i Tui1:1dlag ~io Ca<alli a rap.

Cmmoui Tomllaggio Cmlii ara~.

Yacht; Phanlasie Cannoniera ad elice di 2/1 cl. Ffom .

2

292

1

120

4

396

~30

h) In scCOì!da riserva.

Frega ta ad 1:l ic:e di 2" elasse Novcirc1,

45 Vapore Elisabetta 6 Cannoniera ad elice di :>" cl. Gemse 2 1 Br.igg J11011tecuccoli. l6

2182

500

1'I 03 3'12

350 90

i1iàx

,12

Frega la corazzata di 2a cl. PrincijJe Et1genJo ·12 Fregata corazrn ta d·i :2." classe Don Giovanni d'Austria . '12 Fregata corazzata di 3" cl. Drnche ,io Fregata ad clice di 2" classe

SGliwar:zenberg

46

22

Corvetta ad elice Dcmdolo

»

~

6

Cannoniera ad elice cli 2a cl . Dalmat )) » >> Reka )) » 3a cl. Grille >> Perka . Schooner » » Narenta Vapore Greq » S. Lucia

4

}>

))

Ourtatone

Relgoland ·

5·i66

800

33 13

650

31H3

65 0

313'1 3

650 500

1

2268 23 ·13 1067 1635 680

1

2 4

400 230 4-00

596

230 230

3·12

90

5]4 524

90 90

1030 93·1

300 300

1

649

I

2

430

2

G2i' 1 170 i:>O

;1:20 ;3-;o /2.0 '.:W

'18 8

2H

Facciamo ora Beguire alcuni dati , raccolti neìla

Gazzetta di Trieste, sulla L-issa, il cui varamento ha avuto

39 ,1

1) ln disam10.

Vasc,~llo ad elice /{aùer (in ri costru zi one}. \H Ka$emattsch i.ff Lissa ~ vedi più sotto) Frega ta corazzata di 2" classc Haiser

V::ipore Fiume . }> G-cirg nano . » 'l'urn cl Tawis » :lfessa.ugere Corvettà Carolina. Goleua Artemisfo .

mo

luogo negli ulLimi giorni dello scorso febbraio . . La nave è stata costru tta secondo i disegni dello ispettore H.orrwko e so tto la sorveo-li o anza deH' in bo·egoere Soyka nello stab ilim en t:o Ton ol!o. Le macchine falÌbricale nello stabilim0,nto tecnico di Trieste do ranno, secondo cnlcoli faa i, una fo eza di 3000 cavalli a vapore ed una celeritù di H miglia . La Ussa porterà dieci Armstrong dé'J. 300 in una casamatta, e 2 nell'altra. Le due casamatte sono corazzate : - la co razza ha 6 pollici cli spessore e pesa 9'ì0 tonnellate . . '>1 1· . 111L1ero corp o del bastimento è in Jer"no, _:_ ma . .('1erro. o l' ossatura e' m La. prnra ha la forma di collo di cigno , ed è provvista di sprone. La Kasemattschilf Lissci è jJ più grosso bastimento della marina da guerra :aus triaca, e misura 2'72 piedi 8 pollici di lunghezza, - 5f. piedi 9 pollici e 1 di larghezza , ...::. 33 piedi 8 pollici e ,J i:~ di altezza, e a completo armamento, darà uno spostam ento di 6o'oo tonn·ellate.

rz


(

260

. RIVISTA

I

N uove tliSJ>o.dzioni 01·r1anic!ie pei• l'esercito enti•tile in vif101•e il '1° f ebinl'lii<> ·11~4;9,

S'J'A'l'IS'l'ICA

La '.2a sektion si compone della 6a, 7a e sa abthei:lung ,del ministero. La 3" sektion si compone della 4•, 9a, ma e '14' abtheilung del ministero . Gli uffari economici sono trattati nella okonomischesekti·on, ch e comprende la 1,1u, ,12\ ,13a e 15~ cibthe1:lung del ministero. Alla tesla di ogni abtheilung sta un abtheilungs'Vorstand. Il servizio di cancelleria presso il ministero di guerra è affidato alla direzione generale della cancelleria, alla cui testa sta il capo (vorstand) della 9• -abtheilttng, -aiutato in ciò dai seguenti uffici ausiliarii : a} Amministrazione delle spese di cancelleria. b) Protocollo generale di entrata. e} Spedizione generale. d) Registratura generale (Archivio) . Il pri.isidial-biirecm ha un pl'Otocollo d'entrata, una speclizio"ne e una regislraLura a parte. 1

Ct ) °MINISTEP,O DI GCERHA. _

La ripartizionè interna del l\I'inislero della guerra si basa sulla categoria degli affari. Gli nffari sono: a.) l)residiali -e personali. b) ~Ii!itari e tecnici. e) Economici. Gli uffari personali e presidiali son o tea LLati nella prèisùlial-sektion (1). Questa si compone del prdsidialb.ureau e della ,1a abtheilnng del ministero di g uerra, e dipende direttamentl~ dal ministro e rispettivamente dal vice-ministro . Gli affori militari e tecmc1 sono trattati m tre . sektionen , ognuna· delle quali è presieduta àa un sektions-chef. La 1• sektion si compone della 2a, 3• e isa abtheilwng del ministern.

1

Il vice-ministro è un generale di grado elevato, che · funge in pari tempo da sektions-chef per gli affar.i presidiali e personali , e rappresenta il .ministro in caso di sua temporanea assenza o speciale impedì.mento.

, -·

(1) La sekt'ion corrisponde alla nostra di?·ez'ione r;eneral_e. La abtheiZnng a·lla nostra di·visione. Il priis'idùtl-burean al nostro gabinetto. ·sekMons-chef corrisponde quindi al nostro direttore generale, e ctbtheilungs-'Oorstancl al n~stro capo-divisione.

I capi della 1\ ;2a e 3" sektion sono generali; quello deUa okonomische-sektion è in pari tempo capo della .intendenza militare, al cui quadro egli ordinariamente .appartiene. Questi sektions-che(s dipendono immedia1

.ANNO XIV, VOL, I .

18


~63 1" Abtheihmg. Affari personali dei g<'merali ed uffizialì superiori non in senizio attivo e cl i. tutti gli uffizinli inferiori - Nom ina dei cadetti - Ruoli degli uffiziali pensionati di tutti i gradi . S1'ATIST1C.\

lUYJSTA

tamente dal m1rnstrn, o in caso d'assenzà di questo ultimo, dal vice-ministro, e sono stretLan:iente responsahili, negli affari di loro 8pe t.t.anza, dell'esatta applicazion e delle leggi e regolamen ti in vigore.

Affari rnilitari e te cnici.

Gli abtltàlungs - 'vorstéinde dipendono di rellamen le dai sektions-chef's, innanzi ai quali sono· responsabili di tutti gli alti della rispettiva ciùt!ieiltmg ; e sono coadiuvati da un determinato numero di ufficial i ussimila(i od impiegati. '

l" Sektion.

2" Abtheilung. -.- ·organizzazione della fanteria cli linea, caccia Lori e trnppe san itari e - Obbligo al serviz io militare _:_ Reclutamento clcll'cserci to - Istrnzion e delle reclnte e dei permessanti - Quadri e bnssaforza in generale. 3a Abtheilung. - Organizzazione de!L1. cavallerin e del corpo del treno - Carreggio cli tutte le truppe e stabil.im enti militari - Cavalli - Rimonte - Istituto veterinario mi litore - Affari personali del ramo veterinario, della bassafona del treno, e dei distaccamenti militari addetti ulle ma1idl'ie e ai depositi stallon i. ('i" Abtheilung. Opernzioni mil itari - Dislocazioni -- 1'farcic - Istruzione dell'esercito - Scuole presso i co rpi - Eserc:it.azioni militari - Affari dello stato nrnggiore generale -;- TopograGn militare dello Stato - }$.1.itut.o geogrnfico mi litare - Lavori topografici - Ar7:bivio cli guerra - Pioni eri - Statistica mi~itare - [<'or-t.ifìcnzioni dello Stato e comunicazion.i .

·n complesso dei generali, uffiziali s uperiori e iuferiori, militari 'ccl impieo·a . . auditori,. medici . o ti acldeLti al m1mstero cost1tu1scono il Quadro del ministero della guerra. '"'b i •

,,

(Distriliu.zione degli affari).

.Prèisicl·ial-Selction. P1'éisiclicd-bureau . - Affari' presidiali - Statuto cli orga~izzazione .- . 1~ffari persona li degli uffizinli gene.r~lt .e sup_enor1 m servizio at.tivo, dei cap prlltrni 1111!1t.an, . au~l itori , medi·ci militari e ùnpiegnti dall'8" classe d1 diet.a ('I) in su - Reclaziorl6 · del Ve1:orrlnungs-Blatt.

)

11aturalmenle secondo il grado, o tull.i gli uffiziali, assimilati od impiogati che hanno diritto alla stessa cJfota, costitnbcouo una c:lasse ·di dìeta . •

(1} Le clieta è il soprassoldo giornaliero nl quale si ha di-

ritto in circostanza di serrizi straordioarii: [aie dieta varia

r.


264,

RIVISTA

6a Abtheilung. - Organizzazione e direzione degli stabilirne 1ti militari di educazione . 7" A.btheilung. Organizzazio.ne ed amministraziori.e dell'arma e del materiale d'artiglieria - Armamento e munizionamento deH'inLiero esercito. 8• A.btheilung. - Organizzazione ed amministrazione dell'arma e delle direzioni del genio - Fortificazioni e fabbricati militari.

S'l'A'fISTlCA

'.265

degli impiegati alle sussistenze ed ai magazzini viver-i e magazzini letti. 13a Abtheilitng. - Uniformi, vestiario, equipaggiamento e attrezzi da campo - Materiale per letti Affari personali degli impiegati con tabili del ramo . vestiario , non che degli operai e bassaforza degli stabilimenti di vestiario . 115" Abtheifong. Bilan cio e Jiq uidazioni - Contabilità Decisioni principali sulla contabilità Affari personali degl'impiegati al controllo della contabilità mili lare, non che degl'im piega ti con tabili presso i corpi .

III" Sektion. 4a Abtheilung. Giustizia militare. 9° Abtheilwng. - Pensioni ed invalidi - Serviiio spirituale dell'esercito -' Direzione della cancelleria. ,wa Abtheilung. - Organizzazione e amministrazione dei confini militari. 14° Abtheilung. - Servizio sanitario militare - Affad personali dei medici e impiegati farmaceutici militari dalla 9° classe di dieta in giù, non che dei professori ed altri impiegati della Aceademia Giusep. pina medico-chirurgica. 1

Okononii'sche Sektion. •11° Abtheilimg. - Competenze in generale e acquartieramento - ·servizio amministrativo degli stabilimenti militari - Imposte, tasse e bolli ~ Casse Affari personali degl'impiegaLi d'intendenza e delle tasse militari. 112a Abtheilii'ng. Sussistenze - Magazzini - Viveri ·e magazzini lett.i - Trnspoi'ti :-- Affari personali

b)

COMANDI GENERA.LI E COMANDI onJ.ITAn1.

• Per la direzione superiore del servizio militare ed amministrativo dell'esercito la Monarchia è divisa in 17 circoli territori ali (territorial-bezirlw). La circoscrizione militare territoriale è basata sui distretli di reclutamento dell'esercito, e la distribuzione ,tattica dell'esercito è in divisioni attive e brigate . In o()'nuno di questi '17 circoli territoriali si trova un'aut;rità militare superiore: e la sede di ognuna di esse è indicata nella Tabella qui annessa.

, Le autorità militari superiori stabilite in ognuno dei circoli territoriali sono o comandi generali o comandi militari, e a ciascuna di esse è addetto un ufficio d'intendenza militare per la direiione ed il controllo del servizio economico-amministrativo.


266

IUVISTA

Il capo di un comando generale p'orta il titolo di comandante ,generale. t capo di un · comando rn ili tare il più elev1Jto in grado <lei comandanti le divisioni attive stabilite nel rispettivo territorio; egli c0nserva in p rrri te1Ì1po il comando della sua divisione, e in tui e doppia qualità porta n titolo di comandante militare e della ... • divisione attiva. ·

Tutti quanti i comancl1: generali ed alcuni dei comand,i miHtari e di divisione attiva dipendono dirella~ e_nte dal rninistero di guena · sotto ogni rnpporto; 1 . rimanenti comandi militari e di divisione attiva , pur· rtma nendo autoritù amministrntive autonom o, dipendono però , nel rapporto militare , . da un comando generale, al quale spetta c1uindi l'ispezione di tutte le truppe e stal)ilimenti militari per quanto ha-tratto alla disciplina, istruzione, bùona organ izzazi one e all'andamento generale del servizio. Il raggio d'ispezione assegnato in tal modo a certi comandi generali, ed estenden tesi oltre il territorio proprio dei comand i stessi, chiamasi generalato.

I comandanti generali e i comandanti rnilituri sono ri ~pe_uivamente ussisti ti nella direzi one degli affari, i prum da ·un luogotenente feld -rnaresciallo, i second i Ja un maggiore genera le. In easo di breve ' assenza del èomandonte generale o cl~I cornandrnte ·militare, sottentra nel· co,~anclo il generale più elevato in grado o più anziuno residen.te nella sede ,stessa del co marido; in caso poi 'di lunga

STATISTICA

267

ussenzt\ , i comandanti generali e militari sono sostituiti dal generale più elevato in grtldO o più anzian o residen te ncll'intiero territorio dipendente do! ri spettivo comando. Nel c·aso che il luogo tenente felci - marescia llo o maggior generale adde Ll<:> al comanda nte sia precisamente il più elevo to in grado o il più anziano, prende egli stesso il comnndo; e lo prende pure ogni<Jtrnlvolta le truppe vengono mobilizzate .ed il eomandante general e o militare è chiarnalo presso l'esercito· mobilizzato.

La ripartizione interna dei comandi g(~ncra1i e militari si basa sullu eategoria degli affnri: ques'Li si tlividono in : a) Militari ·e tecnico-amministrativi. · b) Economico-arnmioistrnti vi e co nlroll eria. Della trattazione degl i uffari militari e tecnico-ammirris trat(vi è inca6cata la mtlitar-cibiheilung (divisione mil itare), la q uale poi si divid e in Jlriisidictl-!mrean _(go.binetto) e9eneralstabs-burean (uflìcio di stato mnggiore). Ad Agnnn e Peterwardeio esiste inoltre una special e abtheilwig per l'amministrazione politica dei confini militnri . Gli affari economico -amministrativi eh con tro1l eria sono cli spettanza del capo dell'uflicio d' intend enza 1n il it1re addetto al cornando genernle o mil itare.

. Capo della militèir- abtheilwig è il capo di stato iore del comando generale o militare. ' 1110.n·g 0•.J , Capo della. abtheilunr;. per l'amministrazion e politica V

..


268

269

RIVISTA

S'fATSITlCA

dei. confini militari è un Iuog-otenente colonnellò dell'amministrazione confinaria . . II capo dell'intendenza milìtare è riferente del co mando generale o militare per gli' affari economicoamministrativi . Il capo di stato maggiore, il capo della speciale abtheiOZ.ung per l'amministrazione confinaria, ed il capo dell'intendenza militare sono ciascuno incaricati della direzione del ramo di servizio od ·amministrazione a loro affidat,o, e pienamente responsabili del preciso adempimento di quanto è prescritto dalle leggi e regolamenti in vigore.

b) I direttori del genio. e) Il parroco militare addetto ad ogni comando generale o militare. . . cl) L' auditore più elevato m grado del tribunale di guarnigione residente nella sede stessa del comando. e) Il capo del servizio sanitario militare del comando generale mj}itare.

/

''

10. La totale o parziaìe lllobilizzazione dell'esercito non conduce con sè alcun cambiamento nelle form e del servizio presso i comandi generali o militari.

Il personale per il servJZJo di concetto {konxeptsdienst) presso i comandi generali o militari è trattoin parte dal corpo cli stato maggiore, in parte da ufficiali dei diversi corpi. Il personale per il servizio di cancelleria e reo·io stratura è tolto da ufficiali dei diversi corpi o de11 quadro dell'esercito (armee-stand), oppure dagli impiega ti dell'apposita categoria.

so. Gli 11ffiziali generali, superiori od inferiori , e gli impiegati addetti ad un comando generale o militare· costituiscono il quadro del comando stesso : e tale quadro non può essere variato se non in tempo di. guerra o per stÌ'aol'dinarie circostanze, e'sempre colla approvazione del ministro della guerra. 90,

Sono organi ausiliari dei comandi generali o militari,. ciascuno nella propria sfera cli servizio : a} I direttori o capi dell'artiglieria.

f


rl'ABELL-\ dlmu:-;t1•u11lu l.u uit'co~cl'i:douu mllilure turritol'itùe della M onarchia Aus tro· Ungnrica,

·= ============e-cc.-'---"'==c-'-C.C====== =-:==== =c,::;-==,=== === RIPABTIMENTO MJMINISTRATlVO

IUPAilTIMENTO TATTICO

= = == == == = ===--= - =~-:::-:-======-c::=----===l::====== =:.=c======il

huloril3mililHi con A[mministrazione e.!oroSedi j Comando generale .

Yienna

Bassa .\uslria . . . . ,

Linz

Coma nclo goncrale

Briinn

Comando generale

Graz

Alla AuslriacSali~bnrgo Moravia <~ Slesia.

~

. .

Briinn

Slirin, Carinzia eCarniolal I~Ciltil di Trieste, Islri,1 , Gorizia o Gradisca .

Trieste

Comando militarn e della s• dirisionc allira

Pra:;a

lloemia . . .

Comando mi litare o della 18" divisiom· allha-- .

l

Com;in<lo generale . . .

I I

Zara

( 5' (Olmùlz) .

If

6• (Graz).

! '7• (Trieste).

L·s·• divisione ([nnsi>rnck) l'r,,ga

. .

dipende dircllnmeulc dal Ministero. o·, )O• e 19, ( l'l'ilga'.

------111" -

-

(1.emberg) . · · · · · ~ Lnml,or~ 4" dh·isione. di carnlleria. \ 12• <CracOYlll). Gallizia occidentnlc . covrnn

Crncol'in

14., (Brunu).

I

~- =~~--ì[J!9---------:--~-- -=-~ Comancfo g-euora lc Lom berg I (.;uJlizi_n orieulnlo e Bu- Ì

I Comando mi litarn o della ,

o 2' (\'knno).

I :J• (Linlz).

i

Tirolo e Yorarlhcrg ,

Jnnshruck

ComanllO gcnurale

. .

I)'

Graz

Comando militarn n della 'i'· di.visione auiva

12• di\·i~ionc attira

Divisioni che ne dipendono

Generalati

( Vienna

Comando mi litare e della I 3• divisione attiva

l

Celimildzione geùgrafic3

1 ·

I

• Dalmazia

I

'

La 18' diri~ione (Zara) clipende dircltamcnlc eIa I )li ni~lero.

. . . • .

Ofen , l'.'!' {Pesi).

Comando militare ç della 3• rlil'isiono attira di cavallerii.t

20' (Ofen).

\ 2• dil'i$iooo rii cavalleria.

Prcsburgo i

Comando rnililaro e della 15• dirisione attira . . Comando militare o della 17• division!l attira . . I 1

Ungher ia

'

i

finaria)

.

.

.

Comando generale

I

) J.1' (Prc! shurgo). . 3" d i\·i,iono di can1lleria. l :1' (Kasclrn 11). / li' (Tt!IUCS\\'Jl'Ì ,

•, 1• d'i visione di ca rn llcria.

Temcswar I

Comand o mililaro o della 16' divisione alti va . . llcrmannstadl Transilvania . . . . . Comando militare e della :.,,a• di Yisione attiva (con-

Ofou

.. .. · 11.astadl) 16' <li visione {ll i:rm:rnne In 23· l'cl(•rn ai·-

dcin) dipent!e>no (lirctta-

Pctc~rwardein Agr.:im

Confini mi litari del Banato . . . · · · Croa1.ia . Slarnnia e confìni mii. croato-slal'oui

nwnlc d,1 1 l! ini;;Lcro).

I

Agram

' 'n' (CarlslMH). l 21' {Agran1). I

..:-


111\'ISTA

Svezia e N or~regia.

I regni di Svezia e Norvegia son o, come ognun o sa, perfet.tamante indip endenti l'uno dall'altro: - e l'unico loro l:game è lo sccltro di un solo regnante. I due regm hanno un a rappresentanza diplomatica co~~ne, ma ognuno d'essi ha le proprie istituzioni poht1che, un'amministrazione separata, finanze e forze militari proprie.

1. -

EsEncrro

SVEDESE.

L'esercito svedese si compone: et) Dell'esercito permanente, b) Della landwehr, e) Di volontarii.

a) L'esercito permanente si suddivide in Indetta (coloni militari) e arruolati (Vèi:rfvade) . . L'I~ulc~ta_ forma la base dell'esercito sved ese; e sono rncar1cat1 d1 ma~tenerne l'effettivo i Signori territoriali (Gutsherren) dei possedimenti militari. I Gut~herren sono chiamati Rusthollars se reclutano ca_valle~ia, e ~othollars se fanteria; - sì gli uni ch e gh altri conchrndono contratti coi coloni li destinano ad un tenimento qualsiasi e li provved~no di mezzi

273 di sussistenza, cli una certa somma di danaro, di armi, uniformi e cavalli. I soldati dell'Inclelta si dividono in due categorie. Alla prima di esse, qu ella che ne comprende il maggior numero, appartengono gli individui che conchiudono un contratto per tulla la vita : costoro dopo 30 anni di servizio sono congedati con una tenue r. "nsione, e nel caso che vogliano Jascial'e il servizio prima di quel tempo sono obbligati a mettere un surrogante. Alla seconda categoria appartengono i sott'uffìziali e i non combat.tenti (musicanti, operai ccc.), questi ricevono <lai Gutsherren un determinato soldo e possono prendere il loro congedo quando vogliono . Gli ufficiali di queste truppe ltanno uno stipendio ·fisso, rappresentato dal godimento di una tenuta territoriale. In tempo di pace le truppe dell'Inclelta sono obbligate a quattro mesi di sel'vizio ogni anno (guarn igioni, occupazioni di fortezze ecc.), - ccl a brc,·i esercitazioni, durante le quali vengono riuniti in un sol campo i singoli reggimenti di coloni. · Durante siffatte riunioni, come pure nel caso di mobilizzazione, le famiglie dei coloni rimangono alle loro case per i lavori agricoli sotto la protezione dei STATISTlC,\

Gutsherren.

L& trnppe_arruolate (Viirfvade) sono sempre sotto le arn;i e vengono impiegate in guarnigioni permanenti; - l'arruolamento si fa per 3 e per 6 anni; - e l'età ,richiesta. è da i :t 7 ai 30 anni. b) La fandwehr (TJeviiring) è la ri serva armata del paese, basata ·sufl'obbligo generale al 'Servizio militare . - · Essa non vien chiamata se non in caso . di guerra e quando si tl'Ovano difficoltà agli arruolamenti ~volontarii.


274

, 3'1'5

S'L\TlST1CA

R1Y1STA

Al serv izio della landwehr sono chiamati tutti 1 giovan i dni :20 ni 25 anni, divisi in cinque classi d' età; fo tempo di pace le due classi piì1 giovani hanno !'obbligo di un'eserc itazione an nunlc di ,J,f. giorni, ed in tempo di gnena decide jJ re quant~ cltlssi devon o esse re chiam ate sotto le nrmi. La landwehr non forma corpi speciali, ma serve ad ingrossare i reggim enti d'fodelta e di Vèir/va cle.

Ar tiglieria. UiHiiali

nma forza

'1'0(11,~

3 reggim. (3 a piedi ed uno a

·cnrnllo, 3 batterie d'assedio, 5 cornp. di treno - 150 pezzi 20 1 3,009 3,2~0 1

Genio. 1 battc1gl. pionieri

1

a du e co mp.

8

256

e) I volontari svedesi hanno un'organizzazione

assai co nsimile o qu ella dei volontari ingl esi; - in tempo cli pace fo rm ano nelle singole città delle societit di tiratori, e in tempo di guerra sono puramente incaricati della difesa della loro città nativa. Oltre ali' Indclla , alla Vurfvnde e ai Volontari vi è pure là milizia del l'isola di Gothland, composta di . tutti.c1trn1Hi gli abitanti dai ,J 6 ni 60 anni e incaricat~ esclu siva me nte della difesa del!'isoln. l'i: el "8G8 la forza dell·esercito svedese risultava come segue: Uffiiiali

Stato maggiore dell'eS't3 l'ci to.

. . '1-17

Bds1;1

forza

"9

Truppe di coloni (Indelt,1}. Fanteria.

20 reggimenti e 4 battaglioni

cacciatori (43 ba tt aglioni) \;

89 '1 25,235 26,126

Cavalleria.

6 reggirnen ti (37 squadroni) P.isene.

Totale

. 136 1

Landwehr Extrarotering . ~ilizia del] ' isola dì Gothlancl

l'rupj)e arruolate (Vilrfvade). Fariteria .

309 87,202 87,5,JJJ H67

6()7

107 8, 596

8,703

' 1

Riassumendo : Uffiziali

2 reggi menti della guardia e 5 battaglioni cacciatori.

103 2,-\.62

1

2,560

·Cavalleria.

2 reggimenti ('10 squadroni).

53 ·1,1 00

4, •I53

Stato maggiore V,'id'vade In delta Riserve . Ossia in totale

lla,,a

foi;z;n

,1'17

,19

365

6,82'7

,1 ,060

29, 245 96 ,4-61)

trn

Tolalr.

436 7,19;:? 30,iH}5 96,881

,J ,9(i8 ,1s2,1:>1j6 rn~, 5'14-


276

277

RIVISTA

ST ..\.'J'ISTICA

Se alle cifre suesposte si aggiuniono poi i volontari1 (20,000 circa) si può stabilire la forza militare svedese a d un totale di 150,000 uomini. I reggimenti di fanteria hanno ciascuno due battag lioni a 4 compagnie e i quadri per il 3° battaglione, c½e in caso di guerra vien formato colla landwehr. La forza dei reggimenti di i::avalleria varia da i 4 ai 1 O squadroni. Nell'artiglieria i due reggimenti a piedi hanno ciascuno 6 batterie. - Il reggimento a cavallo ne ha 4. Tutte le batterie sono ad otto pezzi. Le compagnie di riserva dei reggimenti d'artiglieria servono in tempo di guerra a formare i parchi e l'artiglieria di piazza .

ad un servizio di 5 anni - dopo i qùali sono dispensati da qualsiasi obbligo militare. Ecco ora la forza dell'esercito norvegiano nel t 868: Wfiiiali

Stato maggiore dell'esercito

Tot~le

36

. 36

Fanteria .

i o battaglioni di linea e 4- di 4-0iS H ,2-19

cacciatori

,1,1 ,62t

Cavulleria.

3 divisioni di cacciatori a cavallo -- 1,1 sq uadroni . · 2. -

llma fma

58 1,215 1,273

E SERCITO NORVEGL\NO.

Artiglieria.

L'esercito norvegiano si recluta per mezzo d'arruolamcnti e di coscrizione . I coscritti sono obbligati a 5 anni di serv izio , trascorsi i q uali passano per altri cinque anni n ella .Riserva di landwehr. - Nella cavalleria e nel genio le tr uppe rimangono sette anni sotto le armi, ma non hanno p oi alcun obbligo di ulteriore servizio nella landwehr. Quei coscritti che rn segu ito ad estrazione a sorte sono dispensati dalla chiamata sotto le armi, sono annotati quali Riserve .delle truppe dì linea per tre anni, - trascorsi i quali appartengono ancora per due a nni alla landwehr e per 5 anni alla riserva di landwehr. Gli arruolati volo11tarii si obbligano ordinariamente

,) J;attaglioni (·1 ·1 bal.tel'ie) ed ,1 compagnia opera 1: in tutto 60 pezzi.

7·1 1,73'.2

1, 808

lliserr~. \

4,,7-18 ·1.U,

Fanteria Ca va lleria _ Artiglieria

ioo

Landcwhr. >.

4-,708 58 1

l<'an te ria Cavalleri a Artiglieri a ANNO XIV, VOL. J.

ì7,t

19


!78

STA'flS'rICA

.-RIVISTA

traslocazioni·non devono aver luogo se non nello scopo di esercitaziÒni necessariP-, e che le. truppe traslocate .non possono superare i 3000 uomini. .In' Isvèzia il re · ariuninistra l'esercì to per mezzo del s~o ministro per la guerra, che è responsabile in faccia <11 Parlamento; - in Norvegia l).mministrazione clell' esercì to è divisa tra il ministero della guerra e e ·10 stato maggiore generale. - In assenza del re le forze militari della Norvegia dipendono tutte quante dal ministro per la guerra che è responsabile al solo stesso re della sua condotta come comandante i.n -capo. Per quanto riguarda la circoscrizione territoriale mihtare, la Svezia è di,;isa in 15 ,divisioni-- e la Norvegia in 5 circoli di brigata. Il comandante della divisione territoriale in Svezia ha sotto i suoi ordini tanto le truppe dell' In delta che quelle della · Varfyade .

Riserve di laridwehr. Ulfiziali

Bassa forza

Toiale·

8,619' .

Fanteria Cavalleria Artiglieria

104 1, 156, 1

Ossia · riassumendo : U!fiziali

Esercito permanente . Riserva Landwehr e riserva di landwehr Totale

Bacssa forza

Totale

570 14, !66 14,'7365,312' 15, 1)69 1

36,0 117

La· fanteria si compone di cinque brigate, ognuna delle quali conta dai 4 ai 6 battaglioni; in guerra ogni brigata riceve da 16 a 24 compagnie di landwehr. La cavarleria · consta di 11 brigata a 3 divisioni eh cacciatori a cavallo ; ed ogni divisione conta dai due ai 5 squadroni. L'artiglieria forma ·1 brigata a 5 battaglioni ; ogni battaglione, ad eccezione · di un solo .,. ha: due batterie - tuUe le batterie sono di 6 pezzi.

°3.

'

Le forze militari della penisola Scandinava ponno· dunque, come abbiamo visto, essere valutate a 200,000 uomini . Il re è comandante .in capo .dei due eserciti; ma egli non può destinare truppe svedesi .in Norvegia o viceversa; ed apposite leggi stabiliscono che simili

1

MAJUNA,

~Le flotte dei regni di Svezia e Norvegia forman0 -0.ttualmente l'oggetto di un completo studio di riorgani:zzazione - e i dati che esporremo ora non possono quindi aver~ che un valore relativo:


,280

S'L\'US'l'lC.\

1\IYISTA

a)

FLOTTA SvEoESE. NAVI A VAPORE

lfiimero

.!\lo nitori corazzati V,1scelli <li lin ea Fregate . Corvette. Briggs e Schooner Cannoniere. Vorii

ì

Caoneoi

3

6

·I

70 22 H

,1

2

Dan.hnarca.

:'l'.-I.H A VELA

'Nnmero

[aaMoi

5

330,

2

illat•i1u1 ,,,,, !1•re1•1•11 .

'!

?

5

5 ,15 '

53 1144,

Dal Calendario per la marina risulta che la flotta danese conta attualmente:

198

1

H

- -- - - - - - -- -

Totale b)

·22

165

1

'175

5

528

'19

FLOTTA NOl\YEGlANA. N.lVl A VAPOIIE

NAVI A \' ELA

...----..--_ ~...._......-- , Numm

,1

Monitori cor·azzati Vascelli di linea Fregate . Corvette. Briggs e Sehoonee Cannoniere. Varii.

2

Cmoni

Numer•

Ca1111oni

')

'

"38

,1

•,)

6

,i.

37

4

4

?

Totale

17

·103

48:1

8

5

?

'112

-1-8~1

2·i

Gli equipaggi della marina Scandinava si compongono di 6500 uomini circa della flotta svedese e 3500 della flottà nòrvegiana, ossia in tutto ,10,000 uomini circa. (Dal Kamernd del 27 gennaio J869).

1

co razzate ad elice, ossia : 3 fregate, 2 batterie galleggianti. navi ad elice ·corazzate, ossia : ,t vascello, 4 fregate, 3 corvette, 4 schooner, 7 cannoni~re. vapori a ruote. nari a v.ela, ossia: ·1 fregata, 1 cutter, 27 scialuppe cannoniere, 8 barche cannoniere. lr·<1sponi.


282

RIVISTA

STATISTICA

283

· Czernowitz e Burduseheny. - . Quest'u\tima proposta fu già mandata ad esecuzione, e il ~ovimento qi grossi corpi di truppa e d'artiglieria pesante non trova più ormai alcun ostacolo su quelle strade . .

Russia e Princi1lati Danubiani.

(Allgemeine mil'itiir Zeitung del 20 febb:. 1869).

Sembra . ehe .in considerazione dello s'tato a.ttuale delle cose in Turchia, si stian0 prendendo,dalla Russia, d'accordo· coi Pl'incipati Danubiani, delle misure militari sul basso Dniester. Posto avanzato d'osservazione sarebbe la fortezza di Chotim sulla: riva destra del Dniester, la quale verrebbe riunì fa , così almeno si dice~ per mezzo di una serie cl'opere di fortificazione, con Kamieniec.:. Poclolsk a circa due miglia nord est. Se tale notizia si conferma, l'intenzione dei .russi sarebbe apparentemente quella di crnare nel triangolo fluviale, avente per base .la strada d:a Cfaotim a Kamieniec, un gran campo trincerato 'èlie · per la sua vicinanza ai confini della Galizia non riescirebbe certo . troppo aggradito all'Austria . · . Il progetto di tali fortificazioni sarebbe già stato studiato nel passato autunno -dal genèrale .del genio Freytag. È pure buòn0 a sapersi che l' intieea linea di confine russo-rumena-austdaca dalla riva · destra del Dniester sino ai confini della Tran'sÙvania è già stata rilevata · topograficamente nei suoi più minuti parti coluri da ufficiali dì · stato · maggiore rumeni e" russi; e fu appunto .in . .segnito a tali lavori che Io stato maggiore rmneno propos_e l'addattamento a scopi militari dei tratti di strada da Bottuchany a

l17uovti m•ganizzazion.e •tlel 1J6inisf(!j•Q di guet•t•«

in Russia.

Il Ministero della guerra in Russia fu rece!)temepte riordinato nel seguente modo . · · Vi saranno sotto la dipendenza del ministro '12 amministrazioni centrali: 1. Ammìnistrazine del consjglio generale e della cancelleria militare di S. l\L 2. Il consiglio . di guerra. 3. Il tribunale militare supreÌno. 4. La cancelleria del l\Iinistro. 5. Lo stato maggiore generale. 6. L'int.end enza . 7. L'amministrazione superiore dell'artiglieria. 8. L'umministrazion e superiore del genio. 9. L'amministrazione superiore del servizio sanitario. 1O. L'amministrazione superiore degli istituti di educazione e delle case per i cadett.i. 1 ·1. Il comando generale delle truppe irregolari. 12. L'amministrazione della giustizia militare. 1

i


llf\' l.S'l'A ST.4.TJSTICA

Sottoposti alla sorregli3nza del ministro vi sanrnno pure cinque com itati. incaricati. dei seguenti rami : ,1.

Organizzazione ed istruzione delle truppe.

z. Affuri scientifico-militari. J . Codici militari . .i-. Spedali militari.

5. Prigioni militari. S,Ù·ù aflidala ollrncc.iè) :il ministro per la guena la

direzione superiore e la sotveglianza di alcune division·i specia li per la leva e 'distribuzione delle reclute, per gli avanzamenti e ricompense, per le disloeazionì, per il scevizio cli munizionam ento e sussisterlzc, pe.r j} vestiario, per i lnvoÌ·i topografici, per la ispezione e costruzione delle fortezze, ecc.; cd entre ranno pu rn nel rnggio d'azion e del ministro le jspezioni gencrnli della cav3JJei'ia e dei battaglioni eacciatori. (Ualla AUgenwine m-il·i.td,r Zeitli!n.!J) .

illAr.nNr CA1u,o, ireren te.·

\


SULLA

.P RODUZIONE EQUÌNA DELLA CAPITANATA

Pubblichiamo il seguente lavoro sulla produzione eqtrina della Capitanata. . Le considerazioni ippotechniche ed economiche che intendono a .rr1igliorare in Italia un ramo di. indusLria, pur troppo ridotto in povera coudizione, riescono .p~r certo utilissime. Facciamo anzi voto che, nell'esercito, i cultori delle · cose ippiche concorrano a portare i loro lum\ intorno a . cosiffatto argomento generalmente importante ed in particolare per'le nostre armi a· cavallo. Certo l'origine ed i mezzi ' tu ~tiitro che comuni di cui sono forniti j nostri ca va:)l'i ~-flm no sperare che col sostituire alla pastorizia primi ti va, che in molti luoghi ancora dura, le sane regole di zootecnja pratica, si giungerà ad ottenere i buoni risultati di cui ci danno e5empio quasi tutti gli altri Stati d'Em;opa.

...

,LA DIREZIONE .

ANNO XIV, VOI,. I.

20


SULLA PROD UUONE EQUINA DELLA CAPI'1'ANATA

.287

L

SULLA PRODUZIONE EQUINA DELLA GAPl'ftUTA

· Riunire e valutare sinteticamente le jdee ch e, a volta a volta, si affacciano alla mente è, in ogni umana impre;a, il metodo migliore per giunge,;e faC'ilmente ad utili risultati. Conseguentemente a questa norma, mi parve ch e raggruppare le impressioni ippiche riportate in una peregrinazione da me fatta_ d1•I marzo 1868 col conte Morelli, capitano nel reggunen to cavalleggieri di Saluzzo, in Capi tanata e ~ulla fi era , che testè vedemmo, in Foggia, non dovesse. riusr·ire lavoro senza una. q·ualche utilità, e mi vi accingo volonteroso. . L'amore per cotale genere di ricerche, e la mia nessuna pretensione, valgano a farmi giudicare meno severamente, e· se non d'altro _voglia il lettore tenermi conto della , buona volontà .

La quantità d'indiv id11i equ ini co ndotti sulli'l , vasta piazza di. ·Foggia, ' fu i11 q11es t'F1 nno di molto i11!'e rio1_'e . a quella che io aveva avuto l'agio di vedPrP nel maggi~ del passato •18G7 . L' 11l 1iina fir~ra di Gravigna, c:h e ·m, si assicnra essere ri11sc ita assa i an irrrn 1a, forse contribuì a re nd ere q11 f! IL, di Foggia meno del .::olito popolosa . Ma, ud ogni 111 Pdo, non tenendo ~.alr·ol o dell_a moltitud ine dì cav.i ll i ÌllPLl.i. l'itLli, di cavalle- tlJF1 dr1, di soggP.tt.i di lusso . . ti i pul edri al dissono del · terzo an no il numero d' 111dividu i ehe si snrr,bhe potuto acr:et~are dalla Com111ì ,s1un1~di El irno nta, senza IH co ndizione della cast.ri'lz in"t', ragg iunse almeno ii migliai o. L'osservato re in con lrilVH in quella vaslil e tumu ltuante agglomerazione di e11v;1l11 due t.ipi dis~inti_. .u no p~r forza, per forme , pt' r r1'sis1.e11za ed a1111.udrn1 s1 presenta fornito a doviz ia dr i requisiti necPSSRf'i i, perchè possa considerarsi co111 e singo larmente acJ;:ittò al servizio della ca vall erin gr" ve e dell'artiglieria da cam po. Il sec.o nòo 'a taglia 1r11• 110 elevata , forte, rnsistente, dotato di andature fr;i nche e briose, è cle.ci samente in ta li cond izioni ga Cl Stìtuire un ottimo elemento di rimonta per la cavalleria leggera. Avuto perwnto in c·onsid eraziooe il numero e le quali tà dell e razze dPl ln provincia di Capitanata, n~,r è difficile il comprendere, che una volt.a adottata rn grande la 'ca strazio ne clr:~i puledri, sì verrebb~ ad a:e~e · in quella provincia co111e un vasto deposito d1 rtmonta, ed a questa s~;erata risultanza, io spero, ehe 1


~S·8

SULLA P,ll0DU~IONE< EQUI,NA

il Governo voglia intendere con ogni mezzo; imperocchè, non potendosi senza ingenti spese avere sempr~ in pronto un cospicuo numero di cavalli per ogm subitanea evenienza, importa in altissimo grado che il paese possegga questo fondo ippico, sparso nelle sue diverse zone a ciò specialmen te ch~amate dalla loro condizione territoriale. Ntm .bisognq, dis~~Jnularsi che: al consegui:ment0 dello s.copo o~teggin,o mplte e poteQt,i éjtliviià negati:oe.. In.~ v•ète1.rate abit,i:,idin~ e s.istemi, tr,a<lizio.nal.menbe :rwey.utJ., per 0-ttimi, nor), si possono abhattere d'un solo colpo,. e non sarà ohe cqn un gran fomlo di persev.eranza, 1;ae si :(!)Otrà iniziare nelJ'e provincif ipenidionali <il·e1 Regn.o. mia nuov.a e:r&. ippiea,.

II.

La, c·astra~ipne è, e del)1)' essere condizione sine g,ua non. Questa pv<\tic;l im.po»tando un radicale cambi.amento di sistema, incontra FJressoehè la generale riprovazione. Le . reintera.te istanze, le mosse q'ogrni fat~a !i)er otten are· la .Commissione di rimonta . sulla fiera, a. che valgoffo, se poi gli allevatori non acce.tta,no le condizioni .imposte dal Governo? Mo!ti sperano ahe ·u,na nuova determinazione possa metterli in grado di vendere i loro puledrt inLieri come per lo pass,ato .. l\fa se non si cederà, e ciò nel modo più assoluto, i proprietarii di razze brade, a tipo grettamente napoletano, finiranno con castrare; imperocchè al pari di ìutte , le produzioni indust.riali, quella dei ·cavall.i vada

. DELLA. C'A:l>-iT'A.NATA

anch'·essa sottoposta ad una l'egge economica, in forza della quale i prodirnoti debbono uniformarsi alle esigenze del ·consumatore. In Italià, ·senza fallo, il massimo consumatore è il Governo · éoll'e sue grandi e · periodiche acquisizioni di rimonta . per rifornire i reggimenti a cavallo, ed il Governo è in diritto d'i imporre agli allevatori le proprie condizioni, senza dì che la bisogna assumerebbe càrattete di in'solito ·ed impossibile prot~zlonismo. . . Ma perchè mai cotanta ìnsistenza µer fare addottare la pratica della castrazione? Benchè su questo punto ,capitale io sia convinto ·di essere d'accordo colla grart maggioranza delle persone v'ersate nella materia, rianderò tuttavia le ragioni che consigliano di· insistere, nè tacerò quelle che fanno ritenere non lontana l'epoca in cu i, anche per le provincie meridionali, l'emasculazione degli individui equini diventerà necessaria éd abituale. Le esigenze cM . servizio militàre escludono dai ranghi i cavalli intieri; il èonsuinatore esige ·la castrazione ed attende èlie 1a pt·oduziòne si uniformi. Ma nella quistione ippica il Governo è iotèresshto sotto un dop'piò puhto di vista; non solo egli è il consumatore ·massìrho della j:n1oduzionè, ma anch~ è pdrtalo ad insistere per la castràzi11r1.e _dalla propri~ qualità di protettore. di un importànt1ssuno rarho dt industria, intornd à cui irhpi èga tant~ cu.re, fatiGh~ è spese. La .càstra.ziòrì.è precoee dei putedri è da a v(}rsì in conto di mezzo attlvjss\rtlo per' cooperare aJ mi~ g!iora mento della produzloHe equinà dèlle n'ostre prd.:.:. vincie roeridionaii; ed è questa Urì' altra valida ragione 'che consiglia di'. i'nsistere, àffih:èhè per parte degti allevawri si addivenga àll'acdetta.zì.one della pratica in cfo,éorso. Etiminàre dìfatti l1rià infinità di cattivi ed ignuòiH


SCU,A PRODUZIONE EQUINA. 290 maschi, i quali per uo a mnlintesa economia servono a coprire cavalle di piccoli prùprietari.i, è cért_ament~ cosa feconda di buoni risultali. Questi accoppiarnenti che · danno prodotLi destinati all'idlevamento domestico e che nella generale produ zi one potl'ebbero essere · rappresentati da tipi migli orati ~ distinti? s_o?o ~er l'ordinario nelle .provine;ie meridionali cosl1t.mt1 da individui ind efinibili, e perf"'tttrn1ente inutili. Per la m~ggior parte dei piccoli proprietarii, che.pure, per quanto sparsa, posseggono una cosl vistosa somma del nostro· patrimonio ippico, lo stallone più aHa mano e che costi meno è sempre il migliore. Pul'd1è le loro giumente siano fecondnte e rag?iungano il termine della ,gestazione, il riman en te dovrebbe venire da sè facile, e, qu el che più monta, non costoso. Accoppiamenti così irraziimali, ben lo_ veggo, eh~ per quanto addottata in grançle la castrazione, non s1y~tranno mai escludere del tutto, ma dalla loro d1m1n11zione, combinata con un più retto modo d_i vedere nell'al1evamento quasi casalingo dei proprietarii, se ~e debbono con fondata ragione sperare favorevoli risu,l tanze. L'adozione della castrazione inoltre varrà a prontamente correggere il mnssimo difetto, che gl'intelligenti, specialn:iente militari, a_ b_uon ?~ritto lamentano nelle razze delle provincie merid10nalun .genere, quello voglio dire della groppa soverchiamente esile ed affilata. La legO'e che regola il progressivo svilu ppo del puledro· vers; lo stato ·di _cavallo,_ è oramai_ un fatt~ acquisito nella moderna , 1ppotecrna,_ e ~e?ho che d1 · ~emplice allevamento, si tratta ogg1rna1. di ~era fabbricazione animale. :,,i sa che effetto fis1olog1co della castrazione sui puledri, è quello di ' imprimere una maggiore attività nei fenomeni di. nutrizi?ne delle paeti posteriori, della cavità addornmale c10è, della

DELLA CAPITANATA

294

oro·ani entro contenuti, e delle masse n o Polvina , deO'li muscohiri c,:.ircosta nti. E per contrario diminuisce in modo affatto sensibile e pronto il Javorìo formativo del treno anteriore, ingentilisce il collo e rfmde le spalle meno musco lose e pesanti . Adunque nella ~astraz1:one precoce abbiamo un potente mezzo co rrPtt1vo della generata strutt1fra dei puledri meridionali; 'ed una gr0ppa più arrotondata e rinforzatà si otterrà con fac ilità, in br·eve spazio di tempo, e quasi senza dispend io. Ottenere altrettanto dallo impiego di ottime fottf'ici, da incrociamenti razionali, equivarrebbe ad una vera trasfo rmazione delle razze locali, cosa difficilissima per non dire impossibile a conseguiesi nelle attuali condizioni del commercio equino di quelle p~ovince. Dissi che la c.astrazione vuole essere precoce.. Ritengo non inutile fotic~ il dire tosto le ragioni che mi C1)Ilferm11no in una tale sentenza, mentre non mancano ippologi, per i quali le castrazioni tardive sono indicate allo scopo, dicono, di dare al pu ledro il maggior tempo possibile di svilupp·arsi sotto l'influsso dell'in tegri tà sessuale, che servirebbe ad accele!'arne lo sviluppo e ad imprimer:gli uno stnbile fondo di brio, di coraggio e di maggiore resistenza., Se esamin iamo la progressiva, evoluzione dEI puledro, sotto l'azione di adattato nutrimento e di convenevole ginnastica, vediamo ehe fino ai trenta mesi egli crèsce in modo uniforme e proporzionale in ogni sua regione.· Avvicinandosi al terzo anno, il treno anteriol'e del pult'\dro assume un caratterisco predominio, e se la castrazione n·on interviene a fermarlo nel suo ul teriore sviluppo, egli va semp reppiù·e;onsolidandosi io quel complesso di forme che sol itarnente vedi.imo nei prodotti equini maschi della Capitanata. Adunque per ehi abbia fior di senno, le castrazioni a bello studio ritardate,


~9~

SULLA PJlQJ'.>UpOì';}, ~~UINA

DELLA, GAPIT AN~ TA

sono nel caso no~tro assohgament~ controiqcljcal,J3! ~e altrove o~ in p.ltre cpndiZiio1:ii siano ,conv.enev.oli !lOP. è qµi iJ caso .di òis_cqte.re: · All'entrare pepa loro ten:a primavera, su pHledrj puglj~si bra_di, visti a qu1.1lche pj.stanr,,a, &i& pun~ da ~n ·occhio e~er~itato, invan,o si vorrebbe dalla I.oro esterI,J~ conforrµazione ,distinguer.i;ie il sesso. Ciò avyie11e perchè fino a quell'epoça essi vivono in una vera neutralità sessuale, e Je due g11andi sez·ioni çlel loro tr.onco norf haono ancorp, a seconda çleJ sesso, sentita quest?, ene rgia di 110.trizion,e, la quale al.Lr.o n.on è che una lenta preparaz,ione all'atto cui cospi~ano tuge )e pot~nze biotiche, all'atto cioè òl'J lla. rip.rod.qzj0rie. È qµfslo il tempo propizjo. :r,:aticanct',o la castrazione primn dell'apparizione degli accenna\i fenomeni dt maggiore sviluppo nel treno a.nteriore o posteriore! a secopcja che si tratta di maschio· Q d-i ,femmina, noi arrjviamo ad ottenere qpa, speGù~ d( neutra[ità se~,ti'<q,le. permanente, sotto la çli cu.i ii;1flu.eaz~ il cqnsecµti v.9, !:Wil11p,pfl.l'S\ del p~ledro proeeçle urnforrne eq artr)qnico jn ogni sua parte e s'incammina per ta_1 g,~!~il alla eostitpzione d\ un caya.J\e,, SfHtq <?~~i I'(lP,port9, conveqiente al ~er.vi~i9 mili~are. Cont,to l'ind,ica~ione del pr~cesso oper9 torio in qqf,. stio.ne su,i cavalli flf\f}P.letaqi, perspne.qbba.stanza com... pet~nti. ~l~v1u-ono, ~ubbii; ma f4rono gh1diz ii i0&pinH1 ~a ide.f? preçqn c13~Le e non .~ailjl sev-erq. o.sserya~iAfJ~ 1ei .fat~i. fer c~rtuni la castfa~ior.e r-eMle , il oa,,allo merid.\9na!e ~(),S,CiO, debo1e eq ~net~Q. a Ji)ret,lilt:e ~UQf\1 se_f".izi, Qu~li ~ati appoggiAJilQ una eos.\ rigorO&ilt s,ep!t terrz~ \ ., · for!:i~ la ril!S.cita qei cq:v~!Ii borbonici ei;n~,. s,c~-1,\iti PRAP. il 186.0T ~fo si trat.~a\i{\ ~H oayalli f'dit\~i, e~~ust;i da, una C{l.{Tip.<}gna. Nè d'altron~e la c~s.(-1 f4 t,an t,o dis.:lst.rosa come si vopreb,qe f~f çr{!deflt3; l;e per-, (tjt~, Q.~l.ço,~1;1..~e le eo.ndizi9.~~•. fqronp ab~astanza m.i~t.

e di quel numero vi.vono tuttora ottimi individui, che prestarono e prestano buoni si>rvizii·. 'E dippiù; nei reggimenti di cavalleria leggit~ra abbiamo pure un cospicuo contingente di cavalli maschi castrati, co-: nosciuti sotto. la genericà designazione di Napoletani. Ebbene, fra questi e gl'intieri che vivono so Ila pianura di Foggia e nelle mu,rgie di Gravigna quali dissomiglianze '? Ve ne hanno sì; ma attestano in favore ,61,PI cavaHo castrato, a meno che una rnaggi0re doti'l ità e(if; una: ·groppa più solidnmenle cost,ruita si abbiano ad annove11ave fra i dìfètti. lo sono convinto che gli-oppositori della castrazi@ne si lasein:o t11oppo guidare dal falso principio che dice di fare oosi, · pernhè cosi si è fatt0 sempre. Ma pra' ticapdo in cotale guisa, it:,vece di zootecnia prat1ca e scienza applicata alla molLiplicazioue e perfezierne del cavall0, si Pitorna alla pastorizìa primitiva. Vedere e giudicare da uno o· pochi casì è ben s0venti m.etodo enroneo. Se si ha da ripurliare I-a eastraz,iooe sui cavalli rwp('))etani, sia per gl'ind.ividui di già fatti; e la ragione noQ istà nel danno arPecalo, ma ben·sì nell~utile 0he non si è più in grado di 01'tènere per, il solo fatte <l'i aVlere troppo ta r.dato. Il sistema dAlle éastra zioni prec0ci ha nel nostro avveni1•e ippico una eccezionale importanza i la ii\Uà ampìa adozione segnerà un pass<ti @i·gantescio verso la meta desiderata, e tutto porta acl. augu11are c~e ·ciò av,~enga presto e nel modo più ?if'fus0,, ne,ll'inte.rasse della nazionale industria equina:

'


294

, SULLA PRODUZIONE EQUINA

III.

I proprietari di razze, non v'ha dubbio castreranno quando siano perven nti· a com.prendere ~ssere que.sto l'u~1ico modo per disfarsi a vantaggiose cond izioni d~1 lor-o prodotti. eqnini; c::isl.,reranno quando acquistino la necess;:,iria confidenza circa la rettitudine delle inteozi.oni del ~ornprato_re; e questa confidenza pur troppo non esiste oggidì nella generalità dei proprietari. Fortunat~mente, alcu·ni allevatori dei più influ en ti fecer9 praticare la castrazione, e· tul.lo induce a cre?ere che l'esempio sia per produrre buoni risultati 10 un tempo ·più o ni eno remoto, abbenchè siasi incominci~to su troppo piccola ~cala. Pier quanto restìa la ~~ggwr~nza d1 quei proprietari, è a sperarsi che arnv1 a valutare le seguenti ragioni . ,1° Per mezzo ,della castrazione le perdite di puledri derivant{ da imperfezioni per rolpi di piijde è per le solite sfuriate dei masclii intieri, verranno ad essere minime per la maggiore tranquillitù dei bran chi. 2° Per Jo effetto succitato si potra non ten ere in un solo braIJco maschi e femrnine con immensa economia tli pnscoli e personale. y0 E per l'adozione delle con dizioni volute dal G~verno i proprietari sono messi in grado di esitare s1c~rament~ ogni anno i loro prodotti qunsi in massa,_ mvece d1 dovere attendere gli acquisitori in dettaglio, cosa affatto eventuale, incomoda ed infallantemente meno proficua.

DELLA CAPJ'l'ANA'l'A

· 1'1i giovi il ripeterlo, hav vi d'uopo di perse':ernnza, ed ogni piL1 pi crolo su ccesso che si possa ouenere nell'autunno prossimo, avrà una portata singolare nel maggio 1869, e sempre rn::iggiore negli ann i (ivve nire. E se troppo male non mi appongo, sono certo di vedere fra qualche anno prestare nei nostri reggimenti ottimi servizi i robusti cavaJli del Ga,·gano, di Andriu, d'Ascoli, di Gravigna, ' ec<:· La quantità e la qualità del genere rispondono in massima alle esigenze del compratore; non occorre che fare accettare la condizione della castrazione, P.d io spero che, questa sia per diventare tra non molto pratica del tutto .solita nel paese e generalmente adottata .

IV.

Le perdite di puledri sono imm ense; sulla fiera di Foggia, ordina riamente un gruppo d1 cènto cavnlle fattrici non manda di.e dieci o dodici prodotti di 3 anni. Per la generr1le indu stria ippica è questa una vera calamità; migliaia di ruledri all'anno scompaiono in Capitanata per effetto dei cattivi tratlélmenti alle madri e della più assoluta mancanza di riguardi ai · puledri nei primi giorni ,della loro esistenza. È . ben questo un fatto, che nella poca florida situazione delle nostre cose ippiche meriterebbe di essere preso in seria considerazione e possibilmente porvi riparo_. · Fra l'allevamento soverchiamente naturnle e quello oltre misura artificiale, havvi una giusta via di mezzo, e per quella debbono incamminarsi gli allevatori pu-


296 ·

SULLA l'UODUZIONE EQUINA

gliesi. Solo le vaste distese di pascoli della Russia perm_ettono di tenere razze pienamente libere, spinte, meglio che da g·uardianì, dalla necessità di cibarsi di sJeppa in isteppa. Noi dobbiamo economizzare fissi al doppio intento della migliore prod uzione e del' minore impiego _di ter~eni. Egli è necessario adunque, che gli allevaton adottrno il sistema dì far partorire le loro ~avalle i~ ricoveri, anz ichè lasciarle compiutamente ~ibere ~m pa scol i; od almeno bisognerà che ritirino ~mmed1atamente le madri appena abbiano effettuato Il parto. Nè questa ra zionale precauzione importerà gr~ve spesa o disturbi; una tettoia ed un mediocre parco nelle vicinanze delle masserie bosterebbe all'o scopo. . Il puledro appena nato pare che stenti ad ndat- · ' tarsi alla novella vita; lo vediamo difatti inclinato al riposo, pr~sò da continua sonnolenza; (?pp ure, ritto sulle mal ferme estremità, si se rra instanLaneamen te alla madre come se non god esse ancora di indivi?ualità p_rop ri a, o. come se le dipend enze della vita intrau te rina non fossero anco ra del tutto cessate. In queste condizioni, obbligare il neonato .a seguire la ma?re. sopra un vas,to e magro pascolo, sottoposto a variaz1 001 termometriche rapide ed intensìssime è lo stesso .che destinarlo ad insopportabili patimen~i. 1l P~,ledrm? ~be soffre, è un ca,·allo scìupato, ed invano . ~m tardi s1 cercherebbe di rimediare alle sinistre influen ze subite. L'artitre che decima e deturpa tanti novelli fnclividui equini, troverà il suo più valido preservativo nell'adozione della proposta mìsura igienica, sola valevole contro la singola.re incostanza del clima d1 Pi_i~lia. 1': .co~ì p~re_le frequenti dìarree distruggitrlci, gl ingorgh i sinoviali , le deviazioni d'appiombo e di rapporto nei raggi ossei, verrebbero a quasì totat-

DELLA CAPITANATA

297

mente scompari.re, con grande vantaggio degli allevat.ot·i e della industria ippica. Io insisto su lla ne"" C6SSiLà di usare alcuni riguardi ai neonati puledri ·;rnche sul riflesso, che le ra.zze s·entenclo da qualche anno un notevole ingentilir.en to, sono per tal guisa mollo maggiormente impressionabili alle cause negative. Qu,alch e settimana di assistenza (non diffi.cile, non costosa) basterebbe a porre i giovani individui in grado di avviarsi a quello stato complesso di condizioni, che fa dire a.!l 'osservatore : quel puledro riuscirii: sarà a suo tempo un bravo cavallo. Nel novero delle couse che determinano la proporzione lamentata fra le cavalle fatlri ci ed i puledri da fiera (a 3 anni), è da ammettersi come principalissima l'aborto, cagionato dalle fatiche della trebbiatura. Il luglio è per l'ippocoltnra pugliese un mese nefasto, e l'amatore di quel simpatico animale che è il cavallo, invoca non lontana l'ora in cui, per la battitura dei cereali , dappertutto funzioneranno congegni meccanici. Ma fatulrnente qu est'epoca non pare vicimissima, e per lunga pezza ancora la giumenta costituirà per il ricco proprietario di Puglia la sola ed economica trebbiatrice.

V.

Per tal uni l'adozione io grande di mezzi meccanici per i bisogn i agrari dov rebbe necessariamente importare la scomparsa delle razze pugli esi. Io che or ora ho desiderato prossimo il giorno in cu i le cavalle più non s~ranno consiùerate come macchine da trebbia,


298 .

DELl.A CAPITANATA

SULLA PHODUZIONE EQUINA I

sono in debito di esporre i ragionamenti che mi indncono in una tale convinzione. Inev itabilmente si arriverà a grandi riduzioni. Sì certo, e per questo falJo istesso la qualità della p roduzione verrà ad essere notevolm('Ote migliorata, e la giwntitèi del pari, se non sentirà ingrandimenti, certo non sarà notevolrne,nte diminnita, essen dochè l'economia · del pro- . priE>tario gl'imporrà di diventare allevatore nel vero senso dell a parola. I proprif'tari a censo vistoso, che fanno coltivare i loro campi a maggese (e ciò per condizione in Psor·abile di · s~wlo e di dirna), che hanno pascoli naturali abbondanti, non adattabili a coltura di sorta, sarann·o obblig11ti dnl l0ro· interesse a diven•re allevatori. Rammento la prontezz.a colla quale i proprietari di razze acquistarono su lla fiera le pul ed re del barone ·sara cco. Di queste nessuna è destinala alla trebbiatura, per la qunle i compratori lrnnno ca-valle in esuberunzu, nè per lo scopo accwnato '7orrebbero acquistiire soggeui di così elevalo prezzo. Le pul ed re Baracco diventeranno madri, e questo valga a convincere chiunque:, che il mantenimento di razze equine, è per i grandi _possidenti della Puglia una assoluta necessità ecqnomica. . Ben vengano a<lunque le macc'iine, che nella ge..: nerale industria agricola in ogni tempo ed in ogni luogo segnarono un'èrn . di progresso; l'ippoco ltura essendo un ramo importantissimo dell'industria agrnria, infallanternente sentirà la propria parte di benefica influenz::1. e si avvicinerà sempre maggiormente a quella meta cui ai nostri giorni ved iamo in Italia intendere con tanta .forza di volontà, di studii e cli spese. Lo impiego del cavallo come forza motrice nelle svariatissime esigenze del servizio·agraeio, tende ogni dì più a diffondersi nella provincia di Capitanata, ed anche questo fatto cospira al miglioramento ed al

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mantenimento delle razze . TI suolo ngrnrio di qurllà ri0ea zona df•lJ'.ltali11 rneridion.flle è s<•tLile ;. poco com - , patto, e come t,de non esige pel dissodàmento che mediocri trazion'i. In siffatte condizioni, ognuno sa che il cava.Ilo merita la preferenza sul b1Je, come quPllo cbe si disimpegna con maggiore sve ltezz11 . La introduzione dei molteplici strumenti per at·are, seminare, mietere e preparat·e i Ct.. •.·eaii per il mr.rcato influirà anch'essa, senza via di mezzo, ed assai beneficamente sull'industria equina, rich iedendosi magi;riore rap iditù di lavoro, una più forte eluse rli energia, congiunta ad una tal quale intel ligf'n_za, che invano si vorrebbe cercare fuori cb e nel 1.:avédlo. 11 · timore adunque dell'impoverimento è dispersione delle razze equine pugliesi per l'a<lo7.ione di mezzi meccanici e sistemi agricoli più con son ì alle esigPnze del gio rnm, è affa~to chimeri(;O, e tutto ne induce a credere che sia durantè le attuali condizioni, sia che queste vengano a notevolmente ·mutarsi, l'industria ippica ha ed avrà in Capitan~ta uuo dei suoi migliori centri di produz1one.

VI.

L'intelligente dì cose ippiche, non tmpacciato nei suoi giudizi dal vincolo di idee preconcette, su lla fiera di Foggia assai facilmente si convince della superiorità del tipo equino locale e caratteristicamente puglie~e, sulla produzione meticc~iata con insanguamenti.stranieri. Bellissimi branchi, uniformi, rigogliosi,


3U0.

301

SULLA· .P'l{O.J:lVzt<lNE EQUINA

DEUA CAPITANATA

di sta'mpo identico, di p'rezzo mod~r'a to, e pt'Or'De'~.~entii di di.ven;tare in roassa o\ttimi,c.àvalli milit:a:r.i, aip1parlengon:0 per lo ll'ppllnto a Oe'rti pro:pwiE!ta'})i,. ehe cosumtem@Le si tenne·ro· contenut di' impfogare stt{:l... Ioni di distin0io ne si, fflà i taJ,i1arlh Pe11 qlìl!este mi,~· esplìcite paìiote noni vorrei cbèl mi s-i opp0nesse la taècia d'r nerilico degli foc~ro'Ciarnentt. Io apprez.w tFo}i>po altamente là' efficace po1.,n1,a ~'J\Ìi., glioraòrie!e dell'incrn·eiamen:to; ma questo é-sige ùn' alta dose di senso pl'atic6, vi.ehfode u.0, 11ale c01po·d1oéòhiro cl~·e Ifod1issim i, dei nO'stri a,llevatori posseggO'i::to. 'f-aluni p,uop•rietari ricchissimi ed app-a,ssionati del cava111!t(I)' credettero_di p0tel' ottenerè' sue·cessì·iò• ragi·on<e dlrettar; dellè spesè impiegate; e dagli stal10'!'1'i clii pl'lrò sangt1e inglese e clall'amrninistrazione della- biade ai p'ule'd ri; si attesero rni1raéoli. Ho potùto cònvincertni ·che alcufrtj sorf0 ben lungi da!l poter c0mpeum~ con altri, mentrè · i ìnezzi impi,egati dai· prlm( ec0w01tiicartrn:ri te, soptav~· viamano · dli g~·an hmga' q~eHi posti in aitoùe· dih se.cottdri. La rag-ioné del fat to sta in ciò, che· molti allevatori dimenticano la regola el,ementare dell'iricrociamento, che dice di non troppo esigere. Di violenze la natura ne tollera fino ad un certo limite; al di là si vendica apportandoci disinganni e spese frustrate. Razze tipiche al pari delle nostrane meridionali, aventi quei caratteri di fissità cui i Tedeschi danno il nome di costanza, non si mi(J'liorano o ad un tratto con incrociamenti, se . anche i pregi ed i_ difetti dei due tipi siano perfettamente opposti ~ bilanciati. Inclubbiamente, i prodotti ottenuti con tale erronea pretesa saranno senza uniformitii,, in definibili, disarmonici nelle loro proporzioni e ben lontani insonùna dall'avere · ottenuta la trasfusione delle qualità, forme ed anitudi'Ili del tipo incrociante. E dippiù, havvi per le razze pugliesi non dirò la

necessità, ma la giusta indicazione di ricorrere all'inerncjamento 01·ient;,de od inglese T Io credo che no. Di le~a, .brio', ~·esistenza, in una parola, di sangue, i cavalli d1 Grav1gna, Ascoli, Foggia, ecc., ne hanno a sufficienza. La loro origine. storica ce lo attesta e viernmeglio ce lo confermano i mezzi tutt'altro dhe comuni,. onde li vediamo forniti nel disimpegno delle loro faticose attribuzioni . Un più ~acile, certo, ed economico agente miglioratore )o s1 avrebbe nel metodo che gl'.Inglesi chiamano in and iv, i Tedeschi z:nzucht, e che per servirmi di locuzione italiana chiamerò dentrora.zza, riserbando per l'inGrociamento la designazione di metodo fuorirazza. Per i gruppi bradi, che scorrazzano le vaste pianure pugliesi, io. sono persu;1so che il metodo di miglioramento denh:orazza si meriti la più asso'Iuta preferenza. Con questo metodo non si può dare addietro mai, ogni prodotto segna un passo in avanti. L'agire nella razza colla razza istessa, non è forse il metodo che produsse il tipo_ arabo e l'inglese? Anche da noi si adotti e si generalizzi questo metodo, che ha effetti sicuri, continui e scevri d'ogni rischio, e posto da parte il prineipio che suggerì fin ora la crea-. zione di mezzi-sangui, di meticci, di incrociati, si operi: allo scopo di ottenere cavalli ùaliani, prettamente ita-li'am·, e l'esercito avrà nella p!'oduzione indigena un,. valido ed .economico elemento di rimonta. · In Italia, e _nelle attuali nostre condizioni ippiche ,. ben .poco si~dovrebbe badare al bello convenzionalè. · In ·fatto di cavalli e di cose attinenti a questo nobile animale, vedemmo in voga str:rnezze d'ogni fatta. La. moda ed il · lussò ippico avranno seguaci nei nostri; nipoti, sarà quello il complemento degli sforzi attuali:. Noi dobbiamo badare -all'utile, al facile, all'economico, nostra meta sia il cavallo di utilità positiva, di resi-

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SULLA Pl\ODUZIONE ' EQUINA

DELhA CAPITANATA

stenza, in una parola, il cavallo della gu~rra _e· -dell'agricoltur:a. Attenendoci al metodo di migliorare la razza colla razza, le spes·e cui vam10 incon tro gli allevatori sono abbastanza miti. li costo sempre considerevole dello stallone estero, sia di proprietà privata, sia governati,·o; la maggiore somma di riguardi che esigono i prodotti meticci (a meno ehe non _si vogliano compiutamente trascurare, contro ogni più sana regola di allevamento e di economia), non sono per fermo fatti favorevoli a disporre i proprietari a dare i loro puledri, quali .rimonte, al prezzo medio offerto dalle Commissione d'incetta. Ed invece gli allevatori di razze brade, a tipo locale, che quasi null'al \ro costano cbe l'irnp0rto del pascolo, troveranno sufficiente ed anche vantaggiosa la media offerta dalle Commissioni. In .una parola, non cavalli incrociati che sono ordinariamente tipi sbagliati, e che se rie~cono, costano troppo, ma cavalli p·retto sangue pugli ese, che costano poco e che riescono serr_ipre.

deUato ai suoi mezzi éd ai suoi bisogni. Per q1)anto paia. all'ippofilo che il sangue straniero si adatti all'azi0ne modificaÌ.ri~e del paese nos tro , · quantunque tipi esteri soddisfacciano ~gregiamente a certi bisogni, per il veterinario la bisogna corre ben diversarnente e la sua soddisfaziòne è in gran parte paralizzata da .una folla di considerazioni eziologiche. La peripneun10nia essudativa dei boviui, la zoppina lombarda sono pressochè · intieramente dovute alla introduzione del lipo svizzero, che pure è ottimo. Della trichinosi Jei maiali m Germania, vuolsi ,tro~ vare la causa nello avere i Tedeschi troppo notévolmente, in questi ultimi anni, insanguati i loro suini con miticciamenti stranieri. I magnifici risultati in fatto di prodotto utile, vennero fun esta mell'te ne.utrahzzati, dall'apparizione deHa Trichina spfralis. Le t'requeo ti e gravi forme morbose, che fanno .strage dei n.ostri pennuti di cortile, sono assolutamente cagionélJte dagli strani incrociam enti che da qualebe a,nno sono. ,1,n voga. Molte malattie degli ovini non hanno altra causa che i troppo a:rtificiali met,icciamenti. Cheppiù? la . lana <ielle greggie pugliesi ha più facile esito e migliori offerte p·roveniente da pecore stabilite ab ·antiquo nel paese e punto meticciati_. · Nessuno ignora che i cavalli imporlati di Germanfa e d'Inghilterra, tutti vanno soggeLti a forme pabologiche così identiclue, da p0lersi: quasi a.sserire .che i.n, otlo decimi degl'i_mpo.rtati, si ha ç. fai:e com, febbr.i tifoidee.. · . La rabbia primitiva dei cani, meglio che nel difetto -di copula, nei maltrallamenti, nel caldo eccessivo, trova la sua ragibne eziologica nella pluralità e stranezza dei tipi. Toffoli e Palletta osservano appunto -c·che le razze bastarde, cioè brutte, schifose, colle-

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se

VII.

. Un'altra gravissima ragione che mi porta ad insistere suJla neeessi.tà di produrre cavalli prettamen,te italiani per; il servizio dell'esercito, e che vorrei potesse diventare convrnzione generale, è il bisogno di farla una. buona volta finita col moccio equino e coi mo'ltiformi fatti .morbosi riferibili alle cachessie. Ogni .paese ha un tipo ippico _destinato · a pre:valere, mo~


SULLA PRODUZION E. EQUINA 304 « riche, sono più soggette a divenire rabbiose. • E

dippiù, sappiamo che in Oriente dove i cani sono . pressochè tutti d'un tipo, non si hanno mai a lamentare casi d' idrofobia. In Prussia, in Austria i r.eggimenti a cavallo quasi non sanno p iù che sia il moccio. Questi ottimi risul- . tati sono in massima parte devoluti all'unità. ed omo.geneità del tipo onde provengono Je :i~o~~~· I~ un? squadrone italiano si incontrano rndmdm md1gem, francesi svizzeri semi-orientali. prussiani, ungheresi ed una 'infinità di tipi indefinibili. La statistica delle perdile di cavalli per moccio parla troppo chiaro, nè havvi speranza di veder.la modificata in meglio fino a · che i reggimenti italiani non siano rimontati con cavalli nazionali. Dippiù, la stragrande promiscuità dei tipi equini d~gli squadroni rende impossibile un unico ed identico trattamento. I bisog.,ni, i mezzi, le attitudini delle diverse razze che ci forn irono finora le rimonte, osteggiano alla rigorosa uniformità che si esige · nelle militari operazioni, ed una tanta disparità. di tipi agisce più sinistramente di quello che non si creda sulla sanità dei cavalli di truppa e sulla loro durata. Ecco, di quale eccezionale interesse sia l'argomento che_ ne intrattiene; · sotto molti. punti di vista adunque importerà. adottare tutti i .mezzi tendenti ad ottenere la ricostituzione delle razze equine italiane, e spunti presto il giorno in cui nello sfilare dei nostri reggimenti a cavallo, i conoscitori non vi abbiano a rav~ visare che cavalli italiani.

DELLA CAPITANATA

305

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VIII.

Se si ammette che la Capitanata e le sorelle pro._ vincie _meridionali, per le loro condizioni locali, siano in grado di somministrare all'esercito un economico .e valido contingente di giovani cavalli, e se si adotta il prin cipio sanissimo di non acquistare in tempi i:ior-:maJi che dai -produttori del paese, esclusi i contratti èogli appre[)ditori nel modo più assoluto, si i1:1corre ' nell'obbligo di accettare tutte quelle misure, che razionalmente possono r endere la bisogna più facile e piu proficua. Ho di già parlato della necessità: di convince1'e i proprietari; ed a questo scopo si dovrebbe -con avvisi, circolari e commissioni mobili per le zone . designate a simile genere di operazioni, insistere ·onde indurre negli ippocultori . quella tal dose di fìducia della quale hanno .così stretto bisogno. Sono. certo di non esagerare lo stato delle cose affermando trattarsi anche più di una piccola quistione morale. Il prezzo medio dovrebbe essere di alcun po' ac-:cresciuto, onde indurre i proprietari di razze ad avere spe.c ialmente -di mira lo allevamento del cavallo- militaré. Senza dubbio, ed in brevissimo· tempo la pro-: duzione perve1~rebbe a sopravvanzare le richieste del Governo, e così incomincierebbe nel nostro pae_se a stabilirsi un vistoso ed economico fondo ippico, scopo finale che si deve ad ogni costo raggiungere, essendo


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SULI,A PnODUZIONE EQUINA .

il cavallo uno dei più validi elementi della forza nazionale. Manca presso di noi un corpo di rimonta. A mente mia. questa instituzione si rende indispensabilf> , volendosi dal Governo acquisfare dai proprietari sulle fiere. ed alle esposizioni ippiche, i puledri per i depositi, nel doppio scopo di avere buoni cavalli militari r a buoni condizioùi, e di influire efficacemente sul nostro rinnovamento ippico. I componenti le Commissioni di rimonta devono possed'ere singol are nbilità mdla trattazione di affari commercia li , devono avere u n' esatta conoscenza delle località, .degli allevatori e delle qualità inerenti ai diversi gruppi equini. Tutto -ciò importa, oltre al buon gusto ippico, una pratica tale, che non si può acquistare che sul posto e · ritornandovi a pil\ riprese. lnsornma, per ouenere favorevoli risultati si richi ede negli ufficiali dì rimonta qualità ed attitudini speciali, non so vedere cosa pi~ ·conveniente allo scopo, che la instituzione di un corpo 'speciale, od almeno di unà Commissione permnnent& ai rimonta, incaricala di incoraggiare e consigliare i proprietari di razze, combattere pregiudizi, insegnare nuove pratiche, e preparare, in una parofa, il terreno su cui dovrà agire con piena e perfetta conoscenza degli uomini e delle cose. E gia<;chè mi trovo in cosiffatto genere di considerazioni, mi sia concesso di brevemente esporre una ·mia idea, che, or volge quasi no anno, ebbi ad esternare in uno scritto sui cavalli della Capitanata al signor generale · Strada. Il Ministro della guerra cui 1re.rveniva quella mia Memoria, scriveva in data SH luglio ·,1867 - N° 2'18·4', Divisicine cavalleria - che pre's'tntàndosi l'occasione, terrebbe pr!!sente le riflessioni· ed i iparéri espressi nella citata l.nfemoria.. Io pròpone va l'instituzione di Commissioni di rimonta reggimentali.

307 Come il reggimento è autorizzato ad eliminare i cavalli resi inabili a prestare ulteriori servizi, non potrebbe venire faeo ltizzato ad acqui sta 1:ne nello stretto limite del necessario·? Sarebbe questo un sistema di rimonta incessante, destinato specialmente a sfiorare la produzione casalinga, a .man tene re gli squàdroni in condizione perfetta, e ad influire bf.\neficamente sull'allevamento semi-do1'nestico, suddiviso tra i piccoli proprietari, che, come di già ebbi a dire, posseggono una abhast,rnza ragguardevole parte delle nostre risorse ippiche. La speranza di vendere al r8ggimen to stanziato nella loro zona, ·i ndurrà senza dubbio i piccoli proprietari a prodìgare ai. loro puledri quelle cure ed attenzioni, che sono ora sventnratarriente cosa insolita. Il reggimento che compra, utente e responsabile com'è, con l'aclozione di tale sistema, è necessariamente forzato a porre in azione tutti i mezzi che valgano a procurargli belle e buo.ne rimonte e trovasi 'eccezionalmente interessato alla loro buona riuscita. Adnnque la proposta sovra enunciata r,1ggitrngerebbe lo scopo di esercitare favorevol~ influsso sulla produzi onB equina, e sullo stato, conservazione e condizione degli squadroni. Per ottenere successi in fatto di produzione ippica migliorata ed ampliata non esiste un espediente universale, preciso e pro nto , nei suoi effetti; ma egli è dalla combinata az.i-0ne di molti e diversi mHzi . che irresistibilmente e quas·i senza che ce ne accorgiamo, ci troveremo portati al compimento dei nostri voti, al rinn ovamento ippico italiano. Fra questi mezzi, se io gravemente non e.rro, va anche annoverato il proposto sistema, che è nella sua applicazione facile ed econormco. DELLA CAPITANATA


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SUI.1,A PRODUZ!ONE EQUINA 308 Pass,) ad un'ultim a eonsiderazione e pongo termin'e alla scrittura cui hanno dato àrgomento le reminiscenze ippiche della Capitanata. Gli stµdi zootecnici sono in Italia cosa pressochè sconosciuta; eppure i fatti acqu isiti, i risultati ottenuti in Germania, in Inghilterra ed altrove sono oramai tali, così luminosi e preci.si, da costituire da per sè un nuovo e .vasto ramo cleHe scienze naturali. L'importanza degli studi sulla moltiplicazione e miglioramento delle specie animali domestiche egli è tempo che anche fra noi venga riconosciuta. La zootecnia entra iiì Germania nel programma dell'istruzione primaria; la Francia, il Belgio, l'Olanda prodigano alle masse le nozioni agrarie e sovratutto i moderlli ' principii zootecnici. $venturatamente noi siamo in tale genere d'insegnamento gli ultimi in Europa, ed è gravissimo danno. Qualj cattedre, quali libri, quali giornali abbiamo di zootecnia? Meglio il tacere e sperare. L'ippocoltura è quella che maggiormente ba in Italia bisogno di un indirizzo pratico, razionale ed uniforme; senza di che i produttori · continueranno a lasciarsi' guidare rlall' ultimo articolo d'ippologia che lorn si presenti. in giornali od opuscoli. !\la questo brancolare in un caos di idfle nell'interesse dell'industria equina si potrebbe agevolmente far cessare colla instituzione di un Bollettmo men sile emanato dal Consiglio ippico. Lo iovi0 gratuito della proposta pubblicazione periodjca ai depositi di rimonta, alle stazioni di rnonta,_ai comiz.i agrari ed ai più rinomati allevatori produrrà inevitabilmente ottimi risurtati e con tenue dispendio i più sani principiì ippotecnici, le pratiche migliori, le più assennate osservazioni verranno a prontamente diffondersi. lo sono convinto che lo intenderci sui mezzi e sullo scopo sia la migliore via per arrivare

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309 economicamente e facilmente alla· meta sospirata, eppertanto sarP.i fortunato se questa idea potesse venire presa in considerazione dall'illustre Consiglio cui dal Governo è affidata la soluzione del nostro problema ippico. ' DELLA CAPITANATA

G.

CAVIGLIA

Veterinario in l ' nei lancieri Vittorio Emanuele.

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STRADE FERI\ATE

3H

Po; e qqind1. c0i passi dell' Alpi per ra'ggiungere le -ferrovie della Svizzera, della Germania e de l!' Austria. Certo avrà termine, ed è sper~bile al più presto, la imperfetta condizione attuale delle nostre liù ee di strade ferrate, mentre è superfluo oramai ricordate che uno Stato il quale nel suo organ ismo manchi di. vene da esser penetra-te per diffondere l'influsso ,folla civilLà, non può aspirare. a prosperità e- grandezza.

STRA.DE: FERRATE

II.

I.

Chi getta uno sguardo sulla rete delle strade ferrate d'Italia scorgerà subito quali lacune rncora la rendono irnperfetta, e quali tronchi si abbiano di preferenza a costruire, sia per r.ompleta.rla, sia per collf!l$ilt-la alle · grandi lmee europee. Epperb vedrà di leggieri che nella regione Jneridionale rimangono monche, ad Eboli e verso Castrovillari, le due prin. cipali linee luogo i due versanti J0ll'Ap pennino, e che queste due linee, a cui affluisce il movimento commerciale dei porti più cospicui dei due mari, difettano tuttavia di comunicazioni laterali da un versante all'altro dell'Appennino, se si eccettui la sola che vi è già da Roma ad Ancona, e l'altra poco sicura per Pistoia e Bologna. Non sfuggirà, da ultimo, quanto sia necessa rio che si provveda alle più pronte comunicazioni· del- territorio subappennino con la valle.del

I

Molto si è scritto e moltissimo s1 e ragion ato e discusso intorno alla questione delle strad·e ferrate, e non è nostro intendimento di ricalcare su di argo·men't i oramai a tutti noti; ma non sarà del pari inutile di prendere ad esame un caso speciale su cui .ancora sono ·fluttuanti le opinioni, e cbe, massime sotto i 1iiguardi strategici della difesa dello Stato, merita seria considerazione. Intendesi di sco rrere di ·una linea più diretta che dovrà essere attuata per le comunicazioni della valle del Po con la via del Brenner. ·Su tale argomento, come si è accennato,· sm10 tuttora disparate opinioni; rnèntre altri vorrebbero fòsse congiunta Bòlogna direttamcinte ton Verona, passando per Cento, Ostiglia, Finale e Revere, altri invece che fosse congiunta · Mantova con Modena per la via di Borgoforte. '· · 1Un uflìziale superiore del genio militare, la cui competenza su t_ale argomento cred'io,mo molto autorevole,


STRADE

ebbe non a •guarì per propria iniziativa a studia re la quistione, e quantunque le sue dedu_zioni .non ~otettero essere con form a te con l'aiuto d1 studt parLicolareggiati, non dimeno le idee di massirna, .ci pare c~e furon o bene definite, segn ata mente dal riguardo militare; perciò sarà grato ai leuo ri d~ q ues.ta ~iv.ista se porremo loro sott' occhio alcune cons1 der~z10m, riass um e ndo quel tanto che corteseme~te c1. v.en~e comunica to , ed a cui le nostre proprie op1moru concotdano pienamente (1).

lII.

Tutti veggono la necessità che Bologna, nodo. che raccoglie le d ue linee principali di d.ue :ersan_tt appennini, abbia col Bren ner una comun1caz10ne d1r~tta, p er a ccorciare quella che ora ha l~ogo c~n la lmea per Padova-Vero na. ?el p~ri è f?on dubb~o che per favorire il commerc10 dei port1 sul Med iterraneo e s ull'Ad riatico si debba costruire alLra strada che passerà nella S"t7.zera per lo Spluga; con la quale si verificherebbe anche il gran vantaggio di no? essere noi dipendenti dalle tariffe differenziali de ll'Austria e

(1) Nel giornale l'Adige di Verona: in <l~ta 15 corrente, 1.~ggemmo un articolo a cui rimandiamo 11 lettore che des1d~rasse di avere in modo concreto e breve maggiori ragguagh , ·su l riguarrlo tecnico, di quanto si è stimaw far parola nel pre.sente scritto.

FERIIATE

3·13 della Società padrona della lin ea di Trieste. Finalmente non è quistionaqile che debbasi aprire una comunicazione diretta tra la Spe7.ia, che certo dovrà divenire un g rande emporio marittimo, e la valle del Po. Premessi questi punti fondamentali, r esta a vedere quale delle due linee dianzi accennate, quella cioè tra Bologna e Verona per Ostiglia, o ,l'a!Lra fra i medesimi termini per Modena Mantova, sia da preferll'sl.

La linea diretta da Bologna a Ve rona per Ostiglia misurerebbe HO chilometn e sarebbe tu lla da costruirsi con una spesa che, compresa quella pel ponte s ul Po, da presum ersi di tre milioni, ascenderebbe in circa .a L. 17,300,000. Per Ja via Modena, Borgoforte e Mantova si a vrebbe uno sviluppo di 132 chilom etri, e la spesa per la sola parte da costruire, compi:eso anche il ponte sul Po, sarebbe circa di 13,750,000 lire. Ciò prova che questa seconda linea òffrirebbe un risparmio di 3 milioni e . mezzo circa, ma sarebbe più lunga di 22 chilometri per r appol'to all'allra. Questo aum ento di lungh ezza, se pure è calcolabile, tra i due punti Bologna e Vetooa, riducesi a ben poca cosa se si consideri rispetto alla lung hezza to tale fin o all' obbiettivo il Brenner. Ma d'altro canto è indubitabile che Bologna dovrà. pure tendere alla più breve comu nicazione con Lecco ed indf con lo Spluga. Ora col primo tracciato diretto tra Bol ogna e Verona, la linea più b reve tra Bologna e lo Spluga sarebbe necessariamen te quella per Reggio, Brescello e Casalmaggiore, lungo 2iH chilometri, e che a completarla, compresa la spesa del ponte, costerebbe L. 12,100,000 circa. Invece la linea Modena-Mantova permetterebbe di accedere a Lecco solo che, con una spesa di circa


:~u.

STRADE

6 milioni, fosse costrntto un tronco da Mantòva alfa alture di .S. Ma reo presso Bergamo , e così lo sviluppo totalP. sarebbe, fino a LRcco, di 245 chilometri, più breve f\ncora di quello indicato per Brescello e Cc1~alruaggiore. Da ciò emerge che .con le d_ue comunicazioni tra Bo'lngna ed il Brenner P. lo Spluga la prin;ia con la linea diretta per Ostiglià e Verona, e la seconda per la via Casalmaggiore- Brescello, si avrebbe in complesso la spesa di 29,400,000 lire. Invece con la linea Modena-Mantova ·e con l'aggiunta del Lratto Mantova S. Marco la spes.?- complessiva sarebbe· di '19,in0,000 lire. Nel primo modo però occorreranno due ponti sul Po, nel secondo un solo. . Queste sole considerazioni già basterebbero per decìdne che la congiunzione di Bologna a Verona debba farsi per la via ~lantova-Modena, piuttosto che direttamente per Ostiglia-; ma v'ba dippiù. Genova senza du;bbio dovrà aflch'essa trovare le più brevi comunica,.. zioffi c'olio Spluga e col Brenner. Al primo obbiettivo e vid entemente soddisfa lll linea per Mezzana-f.orte e Milano; ma aJ· secondo, avuto riguardo che ragioni incon ~rover'tilvili richiedono la costruzioue di un. tronco da Genova a Parma, risulta che il più breve cammino 1 p el Brenner si otterre·bbe proseguendo per Borgoforte a Mantova e,d indi a Verona, ricadendo cioè sulla .. linea già da noi preferì.La. In bre\'e, pare che daJ. dett0 sin qui risulti chiaro) che eon la linea Mod,ena-Maritov~ e ool solo passaggi@ del Po a B'orgoforte. si provvede nel miglior modo per, g_i.trngere ai due òbbiettivi Brenne.r e Spluga, e ciò eo'n un solo ponte sul Po a Borgoforte. Che se taluno ancora si · preoGeupasse dei 22 chi-, k>rnetri di maggiore· sv,iluppo che si avr..ebbero nel,

I FERIMT.E

tratto da .Bologna a Verona, gi-overà fargli notare ebe certo Livorno dovrà quonolochessiH ae(,edere Hl Bren:roer .ed a·llo Spluga per una via più breve e meno incerta di quella per Pistoia e Bolog,na; che l'Italia non vorrà rimaner:e eon qiuesta unica via per le· cornunicazioni della_ valle del Po eon Firenze, -Roma e Napoli, e percrò , non sarà fuori proposito il ripromettersi che si·a costrutta_ una J.ioea L1'a Lucca e Modena, la q·uale per la V-ia di MarHova stabilirà in modo assolut0 le più ·brevi . eomunicazi0ni tra i pMti dei due ,nari e col 'Brenner e con: lo. Sph11ga. Le conclusioni- Irati.i: fin qui, segnatamente in· ciò che riguarda il parHllelo della spesa di costruzione d~lle due linee paragonatH, richiederebbero l'appoggio d1 appositi studi, nè ,può ignorarsi che il confronto fra due linee non va fat.to col mettere solo a calcolo la loro lungh ezza rispHt1va, ma sibbene il lavoro dinarnieo necessario a trasportare una tonnellata di merci e la corrispondi>nte pnrte di vagone e macchine sulle .due vie COl!frontate. ~la per tronchi cadenti in pianura, · quali sono i due che furono parngonati, non può al certo' esservi differenza sensibile nel co~t<ti chilometrico, nè è peesurnibile che la natura del terreno, a des~ra od a sinistra, del Po, nella pianura tr-a il Panaro ed il· Crostolo, l'ra l'Oglio e l'Adige, rechi differenza di spesa, calcolabile. È fuori dubbio invece che a Borgoforte molto meglio che ad Ostiglia an.., drebhe .costrutto il ponte, per le condizioni peeoliari dell'alveo del fi1,une io ciascuno dei due luoghi; ·ed aggiungasi anzi che, o,,e fosse attuato un pr0getto di nuovo . inalveamento der fiume da Casteltrivellino ai .llonghi presso· Bonizzo, per evitare gl' incalcolabili danni di cui sono minacciati· i territori d'Ostiglia e del: Polesine nel caso di u-n a 1~otia ai :froldi di Serra-


3~6

ì STRADE

valle, allora si cadrebbe nella necessilà di costruire . un secondo ponte. Da ultimo si vorrà pure ammettere che sopra i fiumi che costituiscono importanti linee strategiche, i ponti vanno necessariamente difesi da testa di pon te. Or bene, a Borgoforte, sia per le condizioni del terreno, sia perchè ivi il fiume, senza presenta re una larO'bezza eccessiva, procede in un alveo stabilito, sia ~ erchè 1~ cerchia delle fortificazion i occor, l: 11 ti per una testa d1 ponte ~on dovrebbe raggiungere limiti tanto ragguard evoli quanto a d Ostiglia, si può asseverantemente ritene re che la spesa relativamente non sarebbe assai grave.

IV.

~ a lasci~ndo stare ogni altra considerazione, giovera. ora di guardare la quistione dal lato strategico della difesa dello Stato: Nessuno pel passato revocava in dubbio l'irnport~nza del quadnla~e~o per l'Austria, che col possesso di quell~ forte pos1z10ne aveva un vasto campo trincerato situato nel mezzo della li nea del Po 1 col vant~ggio di poter fronteggiare da ogni lato u n attacco diretto contro quella forte posizione. P~rn.o della dif~sa per l'Austria era Verona, posta su.11 Ad1g~, ~ perciò sopra una l inea secondo la quale · gh Austriaci avevano sicure le comunicazioni e lari~irata. AttuaJme~te per noi la vicenda è cambiala, ed il perno della difesa sarà per noi Mantova. Difatti la linea del Mincio divide la valle del Po in due vasti

FERRA.TE

317

cam pi di battaglia, pei quoli Mantova e rn una posizione importantissima, dalla quale si può operare sulle due rive del Mincio .e del Po, quando su qu esto :fiume siéno assicurati i ponti con le opere fo rtificatorie già costrutte e con altre che potrebbero stimarsi necessarie. Le campagne dello scorso secolo dimostrano a chiaro esempio l'importanza di Mantova per le operazioni neI!a valle del Po e spiegano perchè gli Austriaci tanto ostinatamente ne curarono il possesso e tanto ostinatamente i Fran cesi tentavano d'impadronirsene. Ma un esempio /anche più chiaro si ha in ciò che operò il Principe Eugenio nel 18'14-. Ridotto egli in Mantova con forze di gran lunga inferiori a queile degli Austriaci , r iusci per due volLe a rendere frus tranei i tentativi di Bellegarde di forzare la linea del Mincio, e dopo averlo costretto aII'inazionc, da Mantova istessa spediva sulla destra del Po il generale Grenier con ~O mila uomini per combattere 1\lurat. Questo corpo fu vinto per la g rande superiorità · delle forze austro - napoletan e ; ma ciò non revoca l'accorto concetto del vicerè, cioè d'i rradiare la difesa attiva da Mantova, valend osi di una vantaggiosa posizione , che gli permetteva di scegliere l'occasi one per comballere separatamente i corpi del nemico. Ora se ~Ian tova è per ]a difesa del Po un perno strategico importantissimo, nessuno vorrà porre in dubbio la necessità di collegarla n el modo più sicuro e diretto con le altre piazze della destra del Po , e par ticolarmen te con quelle sia di terra , sia di mare, s u cui dovrà esser e basata la difesa della capitale. Se egli è così, ci sembra che dopo le cose già dette sarebbe super.fluo d ichiarare ancora che tuttociò si otterrebbe col ponte a Borgoforte, difeso da una 22 AffNO XIV, VoL. r. .


STRADE FERRATE

7

doppia testà €li ponte In quale as!riaurerà le CQml:lnicazioni con Mat1L0va ed il possesso delle due rive del Po~ assieme alle opere già costrutte su questa linea I e potram10· gitt1.òi~ai:si neces.sa.rie "\lerso la parte bassa del corso del fiume. j

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ESPERIENZE

Torino, .20 febbraio !1869. CESARE GU.UlASGI

PAT'rE IN ING-HH,TERRA

Maggiore del Gonio Militare

~ULLE BATTERI~ CORAZZATE (Tavola I• e li')

Da rn anni a qu esta parte l'Inghilterra ha istituit~ molt.isgime esperienze ad oggetto di determinare le nonne necessarie pn adoperare convenientemente le corazzature nella costr.uzione dei vascelli e delle batterie di costa. Irn verun altro Stat0 fors e si sono affrontate maggiori spese di quante ne ha incontrate l'Inghilterra per gettar luce sii questa importante quistione; ma ad onta dei sacrifizi fatti rimanevano tuttavia gravi dubbi su taluni punti, e perciò nello scorso anno il governo britannico venne nella deliberazione di fare eseguire a Shoeburyn ess una serie d'espe1'ieuze regolate in larga scala, e tali da ollenerne i più completi e decisivi risultati. La prima par~ dell'esperienza ebbe luogo nel giugno dello scorso anno; e grazie al:lo spirito liberale che


320

ESPERIENZE FATTE lN INGIUL'l' ERRA

·

/

distingue la Gran Brettagna, furono ospitalmentt _~messi a partecipare alle esperien-ze varii uffiziali stramert. 11 capitano dell'artiglieria belga sig. Nìcaise fu tra costoro, e la . sua Relazione, non ha guari uscita per le stampe, contiene importantissime notizie di cui fece già tesoro il nostro Giornale di Artiglieria, in un articolo della puntata I di questo anno. Noi crediamo cosa utile che l'importante argomento sia il più che è possibile diffuso, e crediamo far cosa grata ai_)ettori di questa Rwista pu bblican<lo le più importanti notizie su tale soggetto. Furono adunq,nè sperimentate nel giugno dello scorso anno : 1 1° Una casamatta simile a quella del forte pl'ogettato per la difesa del frangi - on.de di Plymouth. 2° Una casamatta di esperienza detta del Ministero della guerra, con corazzature in ferro di diverse spessczr.e. . . 3? Una piastra in ferro laminata di · H>' pollici (Oin. 381 ), fabbricata nella officina di « Atlas works di . Sheffield. » · 4° Una piastra in ferro martellato di '15 pollici (Om 381), della fabqrica « The Thames Iron works » di Blackvall.

l SULLE BATTERIE CORAZZATE

I cannoni da 12", da 9" e da 7" sono del sistema Armstrong. Il primo pesa in me dia 23 tonnelÌate; ha nove righe col pa.sso di ,100 calibri alla culatta è .50 alla bocca. Il cannone da 9" ha sei righe col passo di 45 calibri e pesa 12 tonnellate; quello da T' ne ha tre col passo di 35 ~calibri e pesa 7 tonnellate. Il can- ' none da ,1O" è pure Armstrong, modificato però da Frase1-. Ha sette righe del passo di 100 calibri alla culatta e .f.O alla bocca, e · pesa 18 tonneliate . 11 cannone ·liscio da ·15" è di sistema americano e pesa 19,400 chilogrammi. 1

Proietti. Sia' i proietti pieni sia i vuoti erano in ghisa, fusi col processo Pallisier.

Polvere. Pei cannoni rigati da 40", da 9" e da 7" e pel cannone americano liscio da 15" fu adoperata polvere ·ordinaria inglese (1). Pel cannone da 42" si adoperò invece una polvere speciale conosciuta sotto il nome di « Pellet powder » lenta a grani grossi.

Cannoni adoperati nelle sperienze. Furqn? ad?perate le s~guenti bocct~e a fuoco: Un cannone rigato da 12 pollici _:, om 3'05 ». » da 110 » ,- om 254 }) . » da 9 » - om.229 da,. 7 » » » - o~ ns » liscio da '15 » - om 381 1

321

(1) Composta di 75 di nitro, 15 carbone e 10 di zolfo.


ESPERIENZE FATTE IN

~•

S ULLB BATTERIE OORAZZ-A'l'E

Esperienza della casamatta corazzata del frangi-onda del forte di Plymouth.

Ln oasamatla corazza ta sperimentata a Shoeburyness, simile a qu ella progettala pel forte sul frangi-ond e di Plymou Lh, era coslrutta per un cannone da ·I0'' o da 9" sopra affusto a rotazione sulla volata, ed in gu isa da avere un campo di tiro di 70°. La col'azza è in clina ta all'indi etro dì 1/H , distacca la dai piedritti che sorreggono la volta, ed ha 6m 635 di lunghezza e 5m di altezza, compresa la parte superiore piegata in ·curva per·nascondere l'arco fro ntale della volta. La corazza si compo ne di un triplice ordine di piastre di ferro della grossezza di 5 pollici (Om 127), salvo nella parte destra de!l,a cannoniera, dove fu aggiunta una piastra di più, portando la grossezza complessiva della corazza a 20 pollici {Om 508). Nello strato _esterno le piastre sono disposte col lato maggiore orizzontale. Dietro le medesi1,n e, il secondo strato ~i oomp'One di piastre lntghe m. O, 48 e ,lunghe m. 3, 35, disposte vertic.almente. Da ultimo lo sfrato interno è com post() di pia_stre di diversa larghezza , situate coi lati maggiori orizzontalmente ; e così al basso corre una piastra di 1 piede ·(0111 305) di larghezza, e di lungheu.a 21 piedi e 9 pollici (6!" 680); la piastra che segue ha la stessa lungh ezza, ma 4 P· .2" di larghezza (1'n 26). Al disopra, in luogo di una sola piastra, ne sono situate du e, l'una in prolungamento dell'altra; e più sopra ve ne ha tre disposte l'una in seguito all'altra. 1

323

Tra lo stra to intermedio e l'ultimo è interposto uno strato di cuoi o dell a grossezza di un cent. Accenneremo brevemente che la corazza è appoggiata contro ritii forrnatj. g.a pia~trn di fer~Q accop,:. pili.te e che stringono in mezzo una trnve r1qua_drata di q~ercia; ~ fra i ritti e la co razza è pure interposto uno strato di cuoio, Per 11.rrestare le ,schegge 1 chiodi, ~gç., provenienti dall'urto dei proietti, a pGc<1,, distanza daila fac c·ia interna della corazza, fq postii un a ventiera di co rdame sospesa ad una .barra di fe rr0 e distesa per mezzo d'altra barra attaccata al J,çmbo i.lilferi~n·~. Qµ~s~ ven.\ierll. cop,ri"a per in1ti ~rq, la superficie della co razza, lasciando solo un diaframma per dar passaggio alla volata d.el ~an none .. -Contro la cle$critta corazzatura furono t1rat1 22 çolp1 coi p~nnoni riijati da 12 e 10 poll~ci e o~l ~anp on~ liscio da 1o pollici, sitqati a metri 183 ~1 distanza , N~lla ~,av-ola seguente sono rac.colli i risiùtaLi ottemiti.


324

SULLE BATTERIE COR,\,ZZATE-

ESPERIENZE FATTE IN INGJHLTERRA

325

A. - Tiri eseguiti sulla par.te (lesta:a della corazza. (Quattrq s trati dì piastre della ~ grossezza lo tale di 0° 508) (*).

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Proietto pieno obi.

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III

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Metri

Metri

34,475

360

0, 350

Il proietto si rompe producendo tre fessure, spezza una chiavarda.

1

Granata obl.

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Cannone da: 15 pollici liscio aniericano

>

EFFETTI OTTENUTI

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>

0,177 Scoppia prima della penetrazione complét.a; si ftmde la -piastra interna presso una ch1avarda.

Proietto pieno obi.

.271

>

0,34.2 Produce due fenditure, una delle quali va fino al N. IV ; spezza la piastra interna e ne proìetta un pezzo a 30"'.

Granata obi.

.27.2

>

i(),406 Spezza la phstra esterna, produce 5 fenditure presso le impronte dei colpi antecedenti , fa cadHe il pezzo di piastra compreso fra le impronte I e llI , e spezza 1_:ma chiavarda. -

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-

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I

Il

6,00

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>

Palla piena

.205

-

36,290

>

0,114 Tocca di rimbalzo, si deforma ma non si rompe; produce due fenditure senza danno alcuno all'interno.

37, 760(**)

41.2

0,114 Si rompe il proietto; la piastra s1 fende a sinistra dell'impronta. Si muove l'arpese centrale che serra il sostegno• .

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risultati delle speri,mze, vennero tratte di peso dal Giorn-ale di Artigl·ieria.

(~) Questa t.11v0Ia e le seguenti, che riassumono in modo molto chiaro i

(**) Equivalente a ~5t 360 di polvere americana. ,_,

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B. -

Tiri eseguiti sulla ·('llre strati di piastr-e dolla

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321

SULLE BATTERIE CORl\:ZiAT.H

ESPBRIENZ'E FA'l"l'E IN lNGlfll!l'ERRA

e

Peso

parte sinistra della eorazza.

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. l ). ·totale gross~zza di 0 38

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Cannone 11lga~o \la ],2 pollici

VI

Proietto p jeno obi.

Chil.

272

-

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360

34,475

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8

Metri

Chil.

Chil.

Metri

o,S05 La parte ctHndrica del proietto si rompe: si spezza una delle piastre orizzon,ali interno, si pjega un sostegno e si fon de a sua trave interna; si spezza una chiavarda .

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VII

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VIII

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Granata o,b l.

froietto meno obi.

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212

6,00

21'4

-

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-

A~roenta gli effetti del VI colpo; il sostegno rn rticale è fortemente incu rvalb; l'arpbso inferiore quasi schiacciato.

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>

-

Perfora completamC1nte la corazz1:1; la piastra interna ò spezzala. 5 grandi fendiL1.1 re partono dall'impronta, il sost1igno vor ticai~ di sinistra è mollo danneggialo .

>

>

-

Il proiello si rom pe; s pezza però la piastra interna , nella piastra esterna si produce una fenditura dall'impronta all'angQ,tQdella cannoniera.

:t

-

Perfora, completamen\e; lo las,tre inwrne si pi,·~ano.

2.G,080

330

-

Perfo ra completamente la corazza netta su~ parte curva e si perde nello. grossezza della volta.

26,070

>

-

SpAzza la piastra o mette a nudo la volta, ì cui guasti .ono visibili dall'interno.

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-

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j

r (") La carica fu ridotta per dare al proietto la velocità cho avrebbe a 1000

.,

n?ds {914'") s13 fosse lanciato coU<! bal'Ìoa di chil. a.i, 475,. . il. ,1,1


328

ESPERIENZE FATTE IN INGHILTEI\IU.

Segue B. -

Tiri eseguiti sulla

SU LLE DATTERIE CORAZZA.TE

329

pa1•fo sinistra (leJla. corazza. totale \unghozza di 0" 381).

(Tre strati di piastre della ~ (!)

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PROIETTO

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EFFETTI OTTENUTI

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i Cbil.

Chi!.

Metri

Motti

180

4,115

27,210

393

0,381

Perfora i tre strali di piastre crl esporta la parlo di piastra compresa tra l'i mpronta di questo colpo e qUl•lla dell'VIII.

181

4,115

>

>

-

Il proietto si rompe. si spezza però la piastra interna cd un grosso pezzo no viene proiett11to all'interno; a ll'esterno si presento. una fenditura.

21,770

356

-

Colpisce la parte curva esportandone una parte e facendo gravi danni alla volta.

>

..

-

Spezza la fiarte curva e penetro. profondam~nle ne la volta.

14

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15

XIII

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>

27,210

393

-

Colpisce il piede della corazza e produce grari danni alla base di granito.

19

XXI

>

>

>

181

>

21,770

356

--

Colpisce la parte curva e spezza la piastra.

37,760

412

0,177 Il proietto si deforma; l'im pronta ha la larghezza di 0'" 432 e la profonrlilà di Om178.

>

>

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Cannone r igato da 10 pollici

Chi!.

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LX

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XVII

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22

XXII

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-

Granata obi.

4,115 >

I

-Palla piena

196

-

>

>

205

-

>

>

204

Cannone lisci-? da 15 pollici americano.

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-:

{•) La car ica fu r idotta per dare al proietto la velocità che avrebbe a

0,140 · colpisce la parte curva. _la piastra s/ fenço diagonalmente ; una chiavarda è spmta all'intorno.

-

Colpisco la base di granito e la riduce in mi.nuti frantum i.

1000 yar ds (914") so fosso lanciato colla carica di cbil. 27,210.

.

I

• rl ·-


SUU,E BATTER)B CORAZZATE

330

ESP EllIENZE l<'l.TTB JN 1'il!GIIill.1',ERRA

Deducesi dai risultati annotati nei preceden ti specchi: 4° Che la co razza del t1po proposto pel forte di Plymouth resiste ai più forti cannoni lisci. 2° Che quan tunqu e 1 caniiont rigati -da ,r2- e ro pollici siano potentissimi, pure è da presumere che non riuscirebbero a demolire questa corazza quando fossP.ro controbattuti da cannoni di pari calibro. 3° Che non s ia sufficien te la ?'esistenza della parte curva dell a corazza ·deputata a proteggere la fronte deUa ~asamaua, -e r/he sareabe 13-iH opp<:H'-tut1-e -a tafo scopo di aumen'ta-re_ l'altezza della parte piana della corazza. 4° Che il gradito non resiste nè al cannon e da 12 pollici rigato ne a quello da ~5 pollici liscio. 5° Che la vefHiera di co rda pro~egge completamente l'ihterno della casamalla daHé scheggie prodolle dall'urto dei proietti, ·

~· Esperienza - Casamatta detta del lJJinistero della G-u,~·,ra. Questa casamaua fu costrunà a aèsTra &erlfa precedente, e distingu,e si da qu~st'uh.ima in ciò che la corazza, invece di es'se1·e s'taccàta eàì piedritti , fa corpo con questi . L'in tera corazza ha -,sm oO di lunghezza e 3m 66 di altezza·, eèl 1è di~pos'ta verticalmente sopra un letlo di granito. · . I piedritti di questa ·casamatta sdtio cfi carcestruzzo rivestito d1 lami era, e pre·s entano nella faccia anteriore la larghezza di _3m 66. La voJ.t.a della cas_amatta è impostata sopra una trave di fer.ro di forma sp.e-

..;

834

ciale che da un lato poggia sQl piedritto, dall'altro s u di una mlàf'atura it:1 direzione del piedritto. La corazza presenta le diverse strutture che qui appresso sono descritte. 111 Parte. ..,_ L'estremità sinistra, g uardando la casamatta, è c?mposta di d.ue piastre_ di ferro add~ssate, dell e quali l' est'ertrn ha otn ~t)g di grosse~a, I interna om 051; esse sono fissate con. grosse clna varde lunghe 3m, che passano per entro tubi vu()ti incorpo" rati nel calcestruzzo. 2« Parte. -'-- A destra della precedente, è anche addossata "alla faccìa anteriore del piedritto, e si compone di una piastra di ferro larga 1m_28, gro ssa om114 , situata verti calmente ed appoggiata ad una serie di ferri d'angolo accoppiàti e disposti in rtrndo da formare una sequela di cellule verticali, che furono riempile di calcestruzzo. 3" Parte. - Al centro la corazza si compone di . tre piastre sovrapposte orizzon tal men t~ , $ross~ ciascuna om ·15'2, coll ocate contro una sene di ferri ad u, formanti anche delle cellule verticali riempite di calceslruzzo. - Questa porzione della corazza in parte ricopre il piedritto, ed in parte il vuoto ove è situato il pe,zzò. Dietro quest'ultima parte v''è però un muro di calcestruzzo g rosso om381, rivestito di lami ere e r info rzato da ferri a T. 4• Parte. - (A destra della cannoniera). È for~ mata da una s•ola piostra verticale della grossezza di om ·101 che poggia su ferri d'angolo disposti come è detto disopra. 5• Parte. _._ (Estrema d_e stra). È appoggiata parte sui ferri d' ang0lo dèscritti, parte direttamente sul pie.. dritto. I r isultati delle esperienze fatte sù tali corazzature si desumono dai seguenti quadri.


332

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llel, l\'linistero ·de)fa Gne1•1•a.

Tiro eontro la easa1natta

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333

_ S!JLLE BATTEllfE CORAZZATE

ESPERÌENZE FATTE IN INGlÌlLTERRA

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9,980

447

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EFFETTI OTTENUTI

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0,215 Nessun danno nell'interno della casamatta; la testa del proietto resta intera ed è respinta.

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0,355 Fora la piastra di 0"' 127, e la contropiastra di Otn 051, senza produrre fendi ture. I

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0,266 Non giunge alla contro piastra, 6 chiodi del r ivestimento interno si spezzano ; l'impronta ha il diametro di 0"' 184. · 0,336 Perfora la contropiastra; si rompono 7 chiodi del rivestimento interno.

»

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Proietto pieno obL

I

0,222 Non giunge alla contropiastra, la testa res.ta ·,. inOssa.

0,355 Rompe una chiavarda, pm:fora la pias(ra e contropiastra, e resta infisso nel piedritto.

0,222 Nella mednsima parte della èorazza la granata del lo stesso calibro non penetrò che di 0" 214.' . .. ~-

,.

0,329 La granata non penetrò che di om 266; nessun guasto interno.

0,287 Il proietto colpì· la parte rinforzata d'ai mo11tao U della cornice della cannoniera e si ruppe; nessun gunsto interno. 1

408 0,330 Nessun c[etto nell'interno della casamatta.

))

»

0,541 La testa resla infissa nel 'piedritto.

))

»

0,462 La contropiast.ra è forata ed una chiavarda è rotta.

ANNO XIV, VOL. I.

~,

·

23


..

SULLE IIATTERIE CORAZZATE

335.

del llliniste1·0 della Gucr1·a. Q)

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Chil.

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19,500

408

0,367 Non fora la contropiastra, spezza 5 chiodi.

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»

0,503 Non pr.rf'ora completamonle la corazzatura. ma no piega lu contrùpiaslra e spezza vnrii chiodi.

>

»

»

0, 566 Si infigge nel calcestruzzo del piedritto.

>

»

»

0,414 No n fa nessun guasto nell'interno.

>

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0,381 11 proietto si fentlo srconrlo 5 raggi che partono dalla cavità interna.

»

»

0,{06 li proioLto si ro mpe secondo 3 raggi parten ti da l vano 'interno. 0,490 Il pr oiollo si spr.zza in quattro parti; penetrazione superiore a quella dolla g rana la ; nessun guasto all'inter no.

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Cannone rigalo da 10 pollici Granala obi.

' EFFETTI OTTENUTI

Chil.

113

Proietto pieno

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-

li proietto perfora compleiamonle la ma-

schera , la ba tteria v,errn coperta di fra olu mi di fe rro' e calcestruzzo. 27,220

393

>

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»

1, 450 Penetra noi pied rillo ; nessuna fend itura nella piastra.

»

>

>

1,800 Penetra nel piedr itto, stncca il rivostimen l.o in lamiera dell 'angolo di spalla o spezzn 10 chiotli.

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>

182

4,540

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0,810 Penetra nel piedritto e spezza varii chiod i.

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Perfora cr>mplel.amente lo mascher a e squarcia il rivestimento in ter oo, riempiendo di frunturni l'interno della batter ia .

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Ultimo ·colpo. Il proietto perfora completamente la maschera , produce tina larga breccia nella corazza e due gPandi fenditure ne.Ila piastra. T~lta la co_razza _è fortemente sconnessa; 11 m,,sso d1 gramto che sorregge la piastra colpita si spezza i.n due parli per effetto del cootracc.olpo.

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SULLE l3A'l'TEIUE COIIAZZATE

ESPERIENZE f'A'l''fE IN INGHILTERRA

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Spezza una chiavarda al disopra del punto colpito; si r ompono i chiodi che muniscono la piastr a di rivestimento interno , e questo si sposta. Colpisce il piedritto, il proietto si spezza e non produce nessun danno all'interno dell.a j casamatta. i

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338

ESPERIENZE PAT'l'E IN INGHILTERRA

Le conclusioni che si traggono .dai risultati esposti sono : ,f ° Che il tiro dei c,rnnoni riga ti da 1O'' e da 1211 è efficacissimo sopra le corazze addossate alla struttura cellulare formata con ferri d'angolo, le quali non resistono che appena al cannone da 7". 2° Che il proiet~o sferico del éannone liscio americano, sebbene dia minori penetrazioni, tuttavia produce grandi effetti di scuotimento nelle corazze, cosa gìà constatata da ,altre sperienze anteriori. 3° Che i proìetti pieni danno gener·almente maggiori penetrazioni delle granate, il che prova che quest'ultime scoppiano prima d'aver prodotto tutto il loro effetto di penetrazione, ed inoltre la carica esplosiva delle granate è anche troppo debole per produrre degli effetti importanti.

SULL1i) BATTERlE COUAZZATE

339

3• Esperienza. - Sulla piastra laminata di om 381

di spessezza. Qu esta esperienza e l'ahra . che verrà descritta in seguito sopra una piastra martellata di uguale gros, sezza, furono foae per provare la resisten za assoluta delle piastre indipendentemente dalla speciale congegnazione della corazza. La piastra di cui ora trattssi venne situata verticalmente, ed era appoggiata contro quattro barre :verticali di ferro di om ·125, distanti tra loro di om 687, e che alla loro volta erano ~ppoggiate contro un muro corazzato . Il risultato delle sperienze apparisce dal seguente specchio. ·


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SUT,L.è' BATTERIE CORAZZA'rE

ESPERIENZE FATTE IN INGHILTERRA

Es1)e1•hnento sulla piastra di fea·ro laminata

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393 ,0,254 Il proietto si spezza; una dP.lle fondi ture pro~ d,>tt~ dal colpo I si prolunga fioo a l labbro ~, · sqperi•ore delle piastre ; si presentano -molte alLre f'énditure. J• ' . .ft • t"J ( ,< 11

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3t3

SULLE BATTERIE CORAZZATA

34,2

ESPERI J:NZE FATTE IN lNGHil.:rEllnA

Dalle esperienze risultò : 1° Che la mancanza d'un appoggio continuo dietro la piastra in generale è sfavorevole per farla resistere. . 2° Che finora non siasi pervenuto ad avere buone piastre laminate della spessezza di 15" (Om 38 1), e si . rit1ene che la massima grossezza delle· buone piastre deve, per ora, limitarsi a om 20. Dal processo delle esperi.enze si trassero poi alcune conclusioni, di cui qui appresso è cenno, e sono: Ch e le piastre di om 381 non sono più resistenti di tre piastre accollate grosse om 127. Ben vero per altro che a questa concJu.sion e non le si possa dare un carattere generale, essendochè numerose esperienze preced enti abbiano giù dato pruova che sovente una sola piastra resista più di più accollate, che insieme formino la spessezza della prima. Tutto al più può inferirsi che, ad eguali gros!-ezze di co razze, la maggiore resistenza delle piastre d'un sol pezzo va compresa fra dati limiti ed in date condizioni non ancora scoperti dall'esperienza. 1

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Esperienza. - Sulla piastra martellata cli 15" (Om 38 1) di spessezza. · 1

1

1

Questa piastra fu disposta presso a poco come quella della precedente esperienza, solo fu adùossata a tre ritti di ferro, dei quali quello di mezzo era discosto di 1m 78 da qu ello di destra e om 68 dall'altro di sfoistra. Il risultato della esperien za è notalo qui appresso.


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SULLE BATTEI\IE CORAZZATE

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346

ESl'EnIE NZE FATTE IN INGBIL'l'ERnA HCC.

La conclusione che ricavasi è che la piastra martellala abbia presenlalo scarsa resislenza, e molto al <lisott.o di quella ollenuta dnlla piastra laminata di eguale grossezza. Del resto ciò è conforme ad altn: esperienze che già avevano fatto riconoscere la superiorità delle piastre laminale sulle martellate.

LA

LA GUERRA DEL t866 IN GER~IANIA ED IN ITALIA Relazioni Ufficiali.

Oesterreichs IUimpfe in Jahre 1866. III Band (1)

--

Il terzo volume della Relaz ione austriaca ci riporta in Germania, e ci descrive le operazioni militari in Boemia fin o a tutta la battaglia cli Koniggratz, abbracciando così qu el periodo che i Prussiani con pomposo titolo (e non senza ragione) chiam ano la guerra dei setti giorni. Il volume è diviso in due parti, di cui la seconda forma essa sola tutto il racconto della battaglia, ed è corredato dai pi ani dei combattimenti. Anche qui la Relazione austriaca ci si presenta molto più estesa che non la prussiana (2), ed anche qui la (1) Vedi dispensa dol gennaio 1868 di questa R'it>ista. (2) Di questa non abbiamo proseguito a dare il sun to già incominciato nella dispensa del novembre 1867, poichè la traduzione francese la rende accessibile a tulli i lettori di questa

Rivista.


LA GUERRA DEL

4866 ,

critica delle operazioni è fatta con decoro bensì ma senza riguardo, come · già ne avemmo un saggi~ nel 1° vo lu me . La condanna del ma1·esciallo Benedek vi appare esplicita , senza riserve, tanto che si direbbe che tuHo· il · racconto, altro non è che una requisitoria· contro ,di 1Jui .•~ .. i., ,, . . ;i: 1 · r.: •• ;';., E veramente tale appunto fu l'origine di questa Relazione . Quando la Gazzetta di Vi~nna p u hblicò il rescritto impe riale del4 dice~bre· 1S-66 , -col ·quale si sospendeva l'azione della commissione militare ordinata per esaminare la condotta del maresciallo Bened ek e dei generali Henikstein e Krisrnanic, essa lo faceva seguire da: un comunicato nel quale si ' espon)evano le :r11gio ni di quest'atto di sovrana clemenzà . V~1 'Sl diceva, riguardo ai generali Henikstcin e Kr.i smanic, che questi àvevano mostrato di non possedere le qualità che si richie' dano p ei posti di fiducia ai quali erano stati chiamati : ma che, siccome essi avevano errato; non per negligenza o mala voglia, ma per incapacità, e siccome inoltre l'influenza ch'essi potevano, in grazie della loro carica, esercitare sulle determinazioni del maresciallo non giungeva fino al punto di toglierne a questo la responsabilità, cosi era sembrato si dovesse a loro usare indulgenza. Tale responsabilità del resto il maresciallo era ben lungi dal volerla riversare su altri, chè anzi francamente · l'accettava tutta senza ' accusar nessuno, riconoscendo· se stesso come il solo autore dei rovesci toccati, e d'ichiaranclosi pronto a subit'è col ringraziamento· prescritto dà,i règoiaménti quella qualunque pena di cui fosse creduto 1rieritevole.· Questo nobile contegno dell'1nfelìce ' ma·reséìalio avea · reso piu ·difficile il" còmpìto della coiirn1issfonè;· la quale :peTò erli. busc1ta a porré fuod di corùestàzione che veramente il Benedek non era all'a!Lezza del comando affidatogli, e che nelle sue operazioni 1

IN GERJ\IANIA ED IN ITALIA.

»

349

si notavano errori non giustificabili in venrn modo, tali ch'egli sarebbe incorso in un'azione penal e mililare, se altre considerazioni non avessero prevalso. E queste considerazioni -· che crediam giusto qui ,ricordare, prima di esaminare colla scorta della Relàzione gli errori dà lui commessi - erano veramente di natura tale da fare apparire anche agli occhi dei più severi come un atto di equità quello che si annunziava sotto la forma di grazia. Una vita di molti · anni spesa con onore e non senza gloria a servizio della bandiera, l'opinione pubblica che prima della guerra lo aveva non solo additato, ma quasi imposto al ~ovraoo, e ·1a riptignanza da lui stesso mostrata ad assumersi un carico ch' egli stimava s11periore alle sue forze, ripugnanza da cui desistette solo quando l'ordine dell'imp eratore gli fece sembrare un dovere quello che per ogni a1tro sarebbe stato il massimo degli onori; tutte queste consi.derazioni erano certamente da mettersi in contQ, per non far pesare materialmente sopra di lui il peso della sventµra gene.raJ'e, ch'egli già moralmente sentiva più di tutti . Gli atti del processo della commissione, da cui furono giudicati i tre generali, servirono di fondamento alla Rel azione che è tutto ra in corso di pubblicazione, la quale perciò si risente, per così dire, ad . ogni pagina della sua origine. L'impressione che resta al lettore, dopo · avere es-a.minato qu·esta Relazione, si riassume nella consegu enza che le vittorie de' Prussiani, più chè a qualunque altra causa, furono dovute all'erroneità del concetto cl ireuivo :del comando generale a ustriaco . Noi, astenendoci da ogni apprezzamento sul merito dei fotti esposti dalla Relazione, cercheremo di porre in maggior luce i punti che si riferiscono al modo con cui funzionò durante la carnpagna il comando 24 ANNO XIV, VOL. I.


I N GE.ùMANJA ED !l'ì l'rA. Ì,lA

&~nerale; le Op(jlra~ioni militari ip. se stesse sopo già &.?,l?astanz1;1 cor.1oscrnte dai nostri lettori, cosicché il r~assumer q.ueste non darebbe loro nessuna cogni~\0n e che già ~on, a vesse.ro; ma no,n del pari sono nQ~e le c~µ$e~ ~ ?oncet~i che le. diress~1·0,. e senz~ qj, qw 11oq e p9s51b1l.e forma.rsi di es$e un'idea chiara. q p,ror.1um;iare up giqdiz,o fopdato. , ···

35(

PRHlA SEZIONE.

Opemioni militari prima dell'invasiollll d-ei Prussiani in Boemia. La forza combattente d'éll'ésercilo del nord verso hl: metà. di giugno è data in 192,089 uomini di fa ntdria, 22,832 di cavalleria, 23,288 fra artiglieria e gérlio; l'effeUivo 283,184 uomini e 66,847 cavalli. E'l·anò 6 corpi' d'armata, di 4 b1•igate ciascuno, 3 di~ ·s ioni · di ca,,alleria di linea, 2 di leggiera, e (ma ri:.. s·erva d'artiglieria: ossia . 203 battaglioni, 155 squadr oni e 736 pezzi·. Il corpo s,1ssone con tava '.20 battaglio,n i,. 16 scwadroni e 58 pezzi; ossia' una forza co ml5altente di t8,8U uo'mini di fanteria, 2,574 di cavalleria, '.2,04.ii fr'a artiglieria e genio; effeÙivo 26,265 uomini, 7,560 cavalli. In tutto 223 · battaglioni, 17 11 squadroni, 794. pezzi,. c'on una forza combattente di '.M0,930 uomini di fan. teria, 25,406 di cavalleria, 25,53~ fra artiglieria e genio,. . ed una forza ,~ffettiva ,di 309,H9 uomini, 74J,07 cavalli. Così la cifra delle forze combattenti dell'esercito austro-sass6.ne è data dalla Relazione austriaca di circa '1'0 mila uo:mini inferiore a quella calcolata dalla Relazione prussiana. Quanto all'esercito ptussiano destinato ad agire sul· teatro orientale, la sna forza, che è data dalla Relazione prussiana in 278,300 combattenti, viene invece · dalla Relazione aùslriaca computata a 291,738.


352

LA GUEllUA DEL

1866

1

Nel sunto del 1° volume già vedemmo (,1) come la missio_ne affidata al genel'ale Cln m-Gallas fosse unicamente quella di nttendere la ritirata del corpo sassone. Erasi anz i convenuto che l'Austria metterebbe a disposizione delle truppe sassoni la ' ferrovia; pel più celere coq1pime9to della ri tirata. Ma nel fatto,poi non fu così, per cui il movimento si eseguì con qualche ritardo. Dietro concerti passati fra Clam-Gallas ~ il principe eredita rio di Sassonia, il corpo d'armata dovea riunirsi presso Pardubitz sulla destra dell'Elba. Clam-Gallas, completato il suo corpo d'armata coll'arrivo dall'Holstein della brigata Abele (già Kalik), , erasi concentrato a Jungbunzlau , incaricando la 1a divisione di cavaHeria leggiera della sorveglianza alla front iera a nord per la strada di Zitlau: le sue istruzioni dànno chiaro a vedere com'egli intendesse limitare la resistenza a quel tanto ch'era necessario per .coprire la ritirata del corpo sassone. . . Ma il giorno 2,1 giunge un ordine da]. comàndo su-. premo, secondo il quale l'esercito sassone deve sostare a Jungbunzlau, e quivi unirsi col 1° eorpo; ciòebbe per effetto che le truppe sassoni, di cui una parte già avea toccato Prelauc, dovettero rifare la strada; la loro unione eol corpo dì Clam-Gallas ebbe luogo. a tutto il 25. 1

· Il maresciallo Benedek avea ricévuto comun icazione dell'invasione della Sassonia operata.si dai Prussiani, ecL un telegramma dell'imperatore, in dat~ del ~6, che

(1) Vedi dispensa di gennaio 1868, pag. 71.

353

IN GECIMANIA ED IN ITALIA

·merita qui di _essere riportato, perchè fa pro~a ?ella J.ibertà d'azione che era: lasci ata al generahssirno: « Gli avv:enimenti in Germania rendono sommamente « desiderabile che si dia principio alle operazioni. « Ma siccome ·gli interessi militari debbono prevalere, « io lascio a Lei dì determinare il momento oppor« tuno per .com inciare le mosse. » Il maresciallo rispose lo stesso giorno eh'era già stato diramato l'.ordine pel concentramento, il quale sarebbe comprnto al 20: ciò fatto., secondo le notizie che s'avrebbero -sul nemico , l'esercito sarebbesi schierato a Olmiitz, o sarebbesi portato a Josefstadt, richiamando in ambi i casi le truppe- di Boemia (1). '. Il criorno susseo-nente avvisi da Vienna assicmarono il m~resciallo il grosso nemico era presso l'Elba, per cui egli si decise: a traspo rtare -l'eserci to dal.la Moravia in Boemia, e s·chierarlo -: secondo la sua fa,,orìta espression,e - nel tratto Josefstadt-Konig_~nhofMiletin. Questa marcia d.i. fianco doveva assorbire '13 giorni; ma Benedek contava che g~à all',11° giorno avrebbe a Josefstadt un tal nerbo d1 forze da poter dare battagli().; il 2° corpo, marciando rasente I~ fronti era, dovea coprire il movimento. Questo dov~vas1 fare su tre colonne :

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(1) In un rapporto scrillo elle i l maresciall_o spediva que~ giorno s tesso (16) all'aiutante generale dell' 1mp~ralore, egh nota la sproporzione di forza fra l'esercito prussiano e l'austriaco. calcolando quello- a 200 mi la uomini e questo a 153 mila. La Relazione fo ossc~rvare che quesl'ulti~a cifra si riferiva ad un tempo anteriore al giorno 10, dopo jl qnale l'esercito erasi già accresciuto di 16 mi_la combattenti, senza contare 2 bri~ate che dovr.ano in quei giorni raggiungere l'esercito . La RcJlaz1one fa a qt;esto proposito la confessione elle la compilazione dello slalo dimostrativo della forza era così complicata che soltanto al g iorno 18 ~i potè avere lv situazione del giorno 10.


3:54

LA GUll,IIRA DEL

1° I corpi 1Q•,

,I 866

I~\ 6° e 2°, la ,1a diyisione di ca-

-valleria di -linea, e la ~a leggera pér la via Mi.iglitz, Landsk1~on, Senftenberg, B.eicheuau, Solnic, Opocno, Josefsla d t ; 2-0 I corpi 3° e 8°, la 3• divisione di cavalleria di li,nea, e il quartier principale per Abtsdorf, _Wildenschwert, Wamberg, Tynist, Josefstadt e Smiric; 3, .L~secopda divisione cli cavalleria di lin ea e la ri·serv~ d'artigJieri.a , per Policka, Leitomisehl, J;t.o,henmauth, Holic e Si:niric. Secondo il piano di marcia doveano giungere a Jo-_ sefstadt: 0

Il 21: giugno la 1a divisione di cavalleria di linea; iq. il ,10° corpo; id, il 3o e il ,i.O; Il ~6 Il ~7 id. il 6° e 1'8°; li ~9 id. il 2° e)a'.2•divisionedicav.aJeggera; 30 id. )q. riserva d'artiglieria.

Il '.2iS

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Nessun g10rpo di fermata, benchè le strade da percorrersi non fossero in ogni tratto buone; la ·fenovia fu utìlizzata in questo movimento solo pel trasporto di 2 battaglioni di pionieri con 8 eq uipaggi da ponte e di un battaglione del genio; all 'infuori di ciò essa rimase esci usi va men te adibita per trasporto dei viveri (,1). ~ota ttui la Relazione, che sarebbesi potuto gua(1) il S!)n'jzio dei yiveri durante . il movimento fu assai di{etl0~9,; le risorsi;) dei P,aesi attraversali dalle colonne di marcia :;i ravvisarono ben P,resto insuftìcienti, nwntre le colonne dej ma~azzini <1vevano un itinerario differe-qte, Le truppe ~he si tfo,;11vano .in coda ebbero così a soffrire non poco per rnttn., canza di sussistBIJ?,O.

IN GÉ'llMANIA

ED IN

l'l'ALIA

355

dacrnare alcuni gioI'ni preziosi, e podai·e anche per fur;ovia alcune truppe agli sb-Oèchi dei passi, non p&iendo il comando genefale dissimulàrsi che l'arrit~ dell'esercito nella voluta posizione senza incontrare il nemico era assai pt'oblerirntico c0lle disposizioni . date. Il grosso nem ico, èhe le n_otizìe_yortav~no ·col~ }òèà.to a. Gòrlilz e a Landshut (r,roè prn prossrn10 alla frontiera di quaiito in renltà non f~ss~) aveà ~la p~r~ eorrere- rn it1or stradà che gli AustrJac1 per giungete · a:lla posizione in cui Benè9ek voleva portare il su'ò èsercito. . La marcia si eseguì senza vari~zioni fino a tut~o il 2.L 'l\'ta C(jn ordine .del 20 si éàrnbiavano le u~t1me màrce di alcuni' corpi, dando una forma d~termma~a allo scbierumento da eseguirsi; ci<J probnb1 lrnente seguito alle · notiiie che giunsero al co_mando generale sulhi 2a armata prussiana, constatanti cl)c questa ~er fa coni,ea di Gfatz si dirigevà ai passi della · no_e rma. Il 2d stesso Benedek faceva sapere all'irnperat?_re ~h.e Mli, , dopo avere sèhiera to e riposatò l'ese~·c rto, __ 1~~ t!ideva preù'dere i'ofl'ensi.và, :°1a c~,e non s'era _fi~s~ ;jncora urià: d irezione deterri1mata; fu qrn~st? g~o1_n~ stesso' che egli ordinò al corpo sassone d1 rrnrr1tsl a Jungbui1Zlau col corp~ di ~la_rn~Gal,la~, porten~o. t~t~~ éfu'este truppe sotto glr o~·drn1 del pn_n è~p~ ,è:e?~tllr1o di Sassonia. Alla domanda che questi gh fece ~1 1 s~rnzfoni su"[ lii Odo cdnie conténer1si, ei t ìsposé'_ chè il cèJm.:.. pito di dette~truppe era quello di òpp'Ol's1 ad un at~ tacco' p·rovènierite dà Reichenberg . 6' da , Gab:I ;. g~ sfgrrifica va còrne in tal càs6 qoès(e- sa rè~~et~, ~~at_e sòste'ntrte dal gi'd,,so, . o, sè sorYtaffatte dal nemico, dovevano ritirarsi . . . Il 25 giug.no Benedek ebbe notizie ~erte s~l n;m1:o e S"UL movimenti di questo; contuttoc1ò egli fe p10seguirc la matcfa, èome· se éte'des's-è·. èl i poter g~un~

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gere a tempo alla posizione cli Joselstaclt. Egli avrebbe an cora potutò (•I), con opportune disposizioni e coll'a ccel erar la marcia, giungere coll' esercito completo ed intatto in tal posizione, ma non avrebbe in · tal <::aso dovuto espo rre i suoi corpi a combattimenti parziali, e sovratutto av1:ebbe dovuto richiamare .le truppe che stavano sull'Iser; il meglio era certamente, nelle condizi.oni in cui si trovava il 25 l'esercito austriaco, volgersi con tro la ~a armata ch'era la più vicina; ma allora, non solo avrebbe dovuto richiamare le truppe dall'Iser, ma non portare nemmeno un corpo solo al . di là dell'Elba-: Quanto ai Prussiani, Ja Relazione dichiara aperta,mente che il modo con cui essi sboccarono in Bo emia era il solo ragio; ,cvole a tenersi colla dislocazione a_dottata_prima delJ,i gu ena. L'esercito clis_teso su ampia .linea da Dresda fino alla Neisse non poteva così restare dinanzi all'esercito austriaco; esso doveva perciò tendere a concentrarsi in avanti con una mossa offensiva, e il punto che s'indicava da se stesso a tal concenLramento era la regione intorno a Gitschin. Certo una simile operazione andava incon tro a serii pericoli; se l'esercito austriaco si presentava in forza ai pas.si per cui doveva sboccare la 24 armata, v'era ogni ragion cli, credere che questa sarebbe stata .battuta, e in tal caso l'esito della cau; pv_gna non poteva esser dubbio. Ma il comando generale austriaco, preoccupa to unicamente del pensiero di condurre a fine il suo schieralllento strategico, non badò per n.ulia ad impedire al nemico Io sbocco in Boemia nè si curò di s?arrare i passi con for tificaz'.ioni pass~ggere, come le c1rcostanze parevano suggerire.

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SECONDA SEZIONE.

Operazioni fino alla lialtaglta di Koniggralz. Le due armate prussiane sovradette cominciarono le loro operazioni in Boemia, 'quan'do le tr'.1ppe sassoni stavano ancora facendo la · contromarcrn causata dai' contrordine di Benedek, la quale non fu com_pita che il 25. Intanto alcuni piccoli combattim enti d'avamposti miser0 Clam-Gallas in grado di c?noscer~ per quali direzioni il nemico si avanza~a .. Grnnt: poi le truppe sassoni, il principe di Sassonia prese 11 comando di tutte le truppe che stavano :-ull'Jser: non · sembra · però. che il generale Clam-~alla_s si ac~on~ ' Ciasse di buon grnclo a questa subol'dinaz1~ne, ~01~he appariscè dalla Relazione, come, avendo 11 pr1nc1pe combinato una punta offensiva su Turnau, Clam-Gallas ritenne partito · migliore tener riunit~ le sue trupp~ nella posizione di Mi.inchengr.iitz, e d1 mante~ere gh ordini ch'egli aveva impartiti alla divisione _di ca~al• lerit=1, di restringersi cioè alla difensiva, ed '. non impegnarsi in verun serio combattimento. Pe!·cm, q~ando la divisione. Horn della 1a armata pru ssiana s1 presentò per li stra.da dì Reich enberg pr:ssQ I:ie?ena.u, la divisione di cavalleria,dopo una leggiera avv,sag\Ja, si ritrasse sulla sinistra dell'Iser, sgombrando Turnau (26 giugno). . ., . Lo sgombro di Turnau era g,a comp_iuto, quando il principe di, Sassonia ricevette nella giornata stessa del 26 il seguente telegramma del comando generale:

(1) Sono apprezzamenti delta Relazione stessa.

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« Portar subito il quartier gene rale a Mì.inchengratz, ., e tene~e ad ogni costo 1Jfunclumgratz e J'urnau. Guar-

« darsi _dolla parte di Eisenbrod, e sov1·at11tto mante« nere ,I co ntatto col nemico. » Un Ol'di ne siffatto m.utava Lotalrrn,n te la natura delJa missione che ern affidata allo truppe dcll'Iser. li principe di Sassonia per ottemperarvi, decise di agire offensivamente sull; spon~a de~tra dell'lser, riten endo poco proficuo il r1.nch1uders1 alla stretta di fens iva· gli · ordini eia J · d · · • Ul ati. rn pl'Oposito condussero nella notte stessa al comhatllmen~~ not_turno di Podol, in cu i gli Au~trinci do~ veuero rtt1rar.s1 con perdite notevoli; mn non ebbeC'O nl~ra con seguenza, poichè nella notte stessa un alti'ò telegramma del comando generale most1ava di non annettere grande importanza a quella mossa offensiva. 1

Ben~dek giunse col suo quartier generale a: Josefstadt 26, e dai num erosi rnpportì che l'icevette in quel g,~rno ~ nella noLte (1), era perfettamente in grad? di ~arsi ~n'idea chiara e precisi sulle posizfrmi e ~UJ mov,.m ~a t~ dell'armata del principe ereditario; • da, ~edes,m, nsultavn come qu esta tendesse a sboccare m tre colionne peii1passi di 1'rnutenau, di B-ra:unau o liti .Nacho~. L'esercì to aost6aco sr tr~va:va a.Bora cer~ament.e ·~ posi1.ione di poter fat fl'onte al nemico ed 1mped1rgh lo sbocco ~ il 4° corpo ptesso Schutz

I!

(JJ L~ R~la1.ione riporta per esteso ooctict di questi rapporti·, prevemenh dalle tr'l:ippe alla frontiera e da.i urie allré fonti.

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era disponibile il 27 verso Trautenau; il 10° a Jl')fOmirz poteva marciare su Tu rnau; il 6° corpo a Opocno verso Nachod ; il 3° corpo e 1'8° che si trovavano a Koniggratz e a TynisL potevano su rrogare il 4° e il 10° ed essere disponib ili per combattere il 28, . mentre il 2° co rpo e la 2a divisione di cavalleria lr.ggera, che trovavansi a Senftenberg potevano pel 28 portarsi nella posizione di NeustadL. Insomma pel giorno 28 il maresciallo avrebbe potuto opporre 6 corpi <l'armata e 2 divisioni di cavall eria (giacchè la ,1a divisione di cavalleria di linea trovavasi già sul silo) ai 4 col'pi di armata ed alla divisione cli cavnll eria che coni ponevano l'a rm ata del principe ereditario di Pru ssia. o·ra il comando generale austriaco altro non vedeva foorchè il suo schieramento strategico da compiere nella posizione di Josefstadt, e si limitò a portare a destra due co rpi per cop~·ire la marcia. Furono questi il 6°, che ebbe ordine di avanzarsi da Opocno su Skalitz, qui prendere posizione e spingern un'avanguardia verso Nachod, e il 1 O°, che da Jaromirz dovea movere verso Trau tennu, esso pure spingere un'avanguardia e prender colà posizion e. 1\ l 6° corpo fu anche addetta la 1 a divisione di cavallerìil dì linea. L'ordine del comando generole tra cciava al.tresì le mosse degli altri corpi, e si chiud eva colla segu ente avvertenza: « questa disposidone ha « per iscopo di coprire il non ancor compiuto schie« rarnento dell'esercito çt Josefstadt ; il che per altro « noo toglie di attaccare energi1:a mentc il nemico « (m1·t aller Energi"e ait/ den Leib zii gehen), ov'egli si « mostri. Nell 'inseguirl o non sì dovrà però oltrepassal' « 13 fron tiera, nè spio gersi troppo oltre. >~ Il maresciallo attendeva a prender egl i l'offensiva - come scrisse quel giorno stesso all'imperatore - quando fosse compiuto lo schi eramento dell'esercito, e quando 1


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egli ave_sse ricev1_1te più sicure noLizie sulla posizione del nemico. Con v1en dire che il maresciallo fosse veramente incontentabile in fatto cli sicurézza di notizie, poichè quelle ch'ei giù possedeva in quel mome~to erano più che sufficierHi per "illu1;1inal'lo : la c~p1a d<f rapporti ricevuti e la composizione simme~ trica dell'esercito prussiano non potevano a tal riguardo lasciargli alcun dubbio . Del resto nella sera stessa egli ricevette ripetuti avvisi che il nemico avea atta?cato in fo_rza ed occupaLo Nachoù, senzà ch'egli abb_1a_ d~po c_1ò cr~d uto di mutare alcun che agli ord101 gra. dat1. Cosi per copri re lo schieramento delJ'~sercito s~ trovava no sul teatro d'operazion e i corpi d armata dt fronte od alle prese col ne mico· il 6° a Skalitz, ìl ·10° a Trautenau, il 1° e i Sassoni' all'Iser.

27 Giugno .

. S~n note a~ let_tori le conseguenze di questi ordini; 11 g10rno 27 11 6° corp.o, dopo un micidiale co mbattimento a Wisokow, dovette ritira-rsi a Skalitz, lasciando così sboccare dalla stretta di Nachod il corpo di Steinmetz; a Trautenau invece il o-enerale Gablenz co' ~an dante 1·1 10° corpo, riusci ado occupare la posizione d1 Trautc?a u, respingendo il 1° corpo prussiano fino alla frontiera; fu queslo fra tanli combattimenti il solo j~ cui la vi_t~oria ~rridesse alle armi austriache, e pot1_ebbe ~erc,o for_n1re ~n argomento a sostenere l'opinione dr co(or~ 1 qua li cre?o~o che il fucile ad ago non fu nè I unica nè la prrnc1pal causa delle vittorie de' Prussiani. 1

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Nel mattino del 27, nppunto men tre era impegnato 11 co mbatti mento a Nachod, il maresc iallo dispose che 1'8° corpo, in luogo di portarsi a Josefstadt, come era prescritto dall'ordine del giorno prima, prendesse in vece posizi one a Dolan, a mezza via tra Josefstadt e Skal itz, per appoggiare in caso di bisogno il 6° corpo: diede pure ordine al 4° corpo, che trovavasì fra Jaromirtz e Miletin di tenersi preparato a marciare al. primo cenno in direzione di Skalitz. Ma co n ciò Benedek era· così lu ngi in quel momento dal voler tentare un colpo decisivo sull'armala del pri ncipe ereditario, che anzi - in seguito oi rapporti ricevuti sui combattimen ti di Podol e di Tu rna u - rinunziando al primitivo suo progetto dello schieramento stratégico, fino allora proseguito con tanta ostinazi one. egli concepì l'idea di lasciare di fronte a questa solamente i corpi 6° e 11O°, egli con 4 c~rpi d'armaLa, 4 divisioni di cavalleria e la risc1·va d'artiglieria, marciare il 29 e il 30 verso l'Iser. E già erano compil ati gli ordini per questo movimento, quand o verso sera egli ebbe dal comando del 6° corpo il rapporto sull'infelice esìto dello scontro di Nachod: in esso il generale Rarnming dichiara che le sue truppe non son0 in caso di resiste re da sole ad un .attacco che il nemico tentasse e chiede quindi di essere rilevato i l giorno se/l'uente b ' . dall'8° corpo. In conse/l'ucnza di ciò il comando generale dirama i seguen ti ~rdini: 1° al com ando della fo rtezza di Josefs tadl: invìar tosto a Skalitz al 6° corpo 2 battaglion i della guarnigione; 2° al .i0 corpo: movere tosto, meno una brigata, e portarsi dietro 1'8° corpo-a Dolan; 30 al 2° corpo ed allo. 2a divisione di cavalleria leggiera : allo sp.untar del giorn o meuersi in ma rcia verso Neu Ples e Jasena · 4° alì'8° corpo : in caso di com' . battimen to a Skalitz nel giorno successivo, portarsi. 1


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IN GERMANIA E.O- lN IT/\t.lA

iTl 1a J.i:nea, collocando il 6° in ri serva· ambi i corpi s_ouo· gli ordini c1i~1 arciduca: Leopoldo. ' ~~a ciò non impedì po~to che il marescial'lo pens<1s~e, a_~icora ~d ~Llun-re 1! suo progetto di marcfare su!I I~c,, ~ eh e~I, nella noHe stes·sa telegrafassé a'l' pr1nc1pe d1 ~ilssonia cbe il quartier generale si tra .. sporterebbe 11 29 a Miletin, il 30 a Gitsèb in. Poco do~o giungeva· pure al quartie·r generale il rapporto dr ~ablenz sul combnttirnent'o d.i Trauter':t-au. li Gablenz s1 mo.strava molto preocci:rplHò del 9110 fia?co> destr~, e c_hiedeva ~be si _facesse occupare in forza l rau~nitz-Ka1le, onde l!npedire- al nemièo di sboccare da E1pel. li. marescial lo si contentò di orclina:re 0 al .~- C;Orpo di spedire a Pruu~n·it.z , cluè , b;i{t'agliorli\ 0 a~ ~ cotpo, e neH'informa!'e Gablenz di que·s ta d1sp~stz·1(}ne, come· purn delle pòsiizioni occ1:1pate dai c?rp1 6" _e 8°, gJ.i d-ava mttizia deli comnauimento di N-ach'od m· cru'esti amBigai termj:ni : « fra Skalitz' e <~ Nachocl ebh~· luog~ un ·conflino - fra. lé eruppe' cl1el 0 <<: 6- corpo ed' 11 nemico; Skalitz è in, nostra f.nano x doe òatt aglioni non' furono poi trim1dati', avénd~ il comaindo, gener'ale creduto d'i p·oteri1e p·rescindere .. SaH'rsef'JJI p:rincip·e di·Sassonilf a'ire, a riunito le su; ttuppe:a'. Mun?hengriitz, coll'interJidirtien to di difendere 1~ pos12:10ne 1I 27, se i-t nemie;O' àttaccasse e in caso d1:er~o mettersi in marcia il 28 per riunirsi ~ll'eserci'to P'Finc1pale. Fu appunto aJ'l' avv-iso ch'eo-li diede· al co°:ando genera.le di questa sua· intenzion~, che Benedek rrsp?S'e, _ch'egf.i sar~l),besi trovato il 29 a Miletìn, il 30 a, GHschu~. _Il 1nattmo seguente egli riceveva ordine forma'le di l<D?òm~nciar' la ritirata, per avvicinarsi al ~osso: quest erch~e fo motivato dal rapporto fatto · dal. ,fo .corpo· · ~ ·, d 1 d ie rì nemico si avanzava s·u G't 1 scmn, ~ -rn~e~ian coS"l _ interporsi fra le truppe austrosro.svm del1 !set• e rl grosso~

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28 Giugno.

Q-t1ssto. rapporto ebbe pei- effetto ~mll'an imo· di Beuedlilk di confermarlo sempre· p~ù ne1l'idea ·d.i rnarciare v.er:sq. l'lsev. Questo. n10virn,entò 0l:t'e11a stato, sospeso dag)i av~enimenti del gior,no prima. d0,vea. ril.iligharsi il 29; a tal fine i corpi 6° e 8° ebbero ol'd.tne che per le. ·2 ·del, po,meriggi0;,_ se ancmta il nemico mcm li a_y,esse atta{;~abi nelia posizione di Sk:alitz, si- metrtessero .ira rna,r,cia V©-.l!SO, l'Elba. 1 e.0rpi 1Q0· e. 4° dO,\ IMOO C0pr~i;e l' es~woiito _contro Va1\mat.a del principe ere<l~tario~d;i Fi:ussi-a ;, a talr uopo, il 10° si, sar6bbe portato a Prausnitz, il 4° a Skalj.tz, richia-rna·ndo la brigata di-· sta,<;:ca.ta.,. Ciò che segue: è, abbastanza earaHel'istic0\ perchè sia, iL caso i;li, esse,r qui ripofta t0 per aisles0·: « Dati. qqesbi, 0.rdini, i~ comanàante·dell'a11mata, se-. gµi.to da gna,n p.a rte del sl.'1.o sta<to 1r1a,g1g,iore, siJ diresse a. Skalitll, J,)er ùd p nende.t: c0J)oscenza e.o' suoi occhi . stessi <:lel vero stato delle cose. Giunto a- Trebe-s.ow (ver-so le 9 ~ 12}, vide che il 6-0 corpo era già stato :ri-le.vato, da,!1'80; erano p.ur g,iunte a Tre.bes0w-le-ul'tirne foaziQni del 6° co,rp,o, che st.avai c0n,eentrato a cavallo d.eJ.11-1, strada .. « Il 4° cori;iò, ohe ve.rso ·le 1·~- 1(~· di notte., cbn 3 b.lìigat,e, colla, s-u1;1. ri_serva,r q'an\iglieria, era parLÌU6 da L~n-so,\v, gitung,_eva, in qµel m(:Jmento a Dolam.. *' IJ mar.esoi~llo richiese- al luogotenente; féld, lil:.la.r~fjiallb ba:r;on<?; Ramming i p.arlic.ola,ri- sul· combattim~n.to d.eJ giorn,o antecede.nte, ed entrò a- p.arlare coo, lù.i de.i· v<!,niagg-i e d.eg1i svantaggi-deJ'la posi!zfone 1


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di Skalitz. Già a questo punto s'udiva d'intorno il rombo del cannone. Il fuoco continuava an cora a lungh e pause, quando il comandante dell'armata giunse a Skalitz verso le 1O 112. Sulle alture del Schafberg in direzione nord est vedevansi truppe nemiche con artiglieria: altre truppe apparirono presso il cascinale d"i Dubno: e contro queste, come pure contro le batter{e nemiche si aprì il fuoco dà alcune batterie del1'80 · corpo. Non si vedeva che il nemico facesse grandi movimenti di truppe; il grosso loro stava pur sempre · a Wisokow. « I movimenti verso-il Schafberg pareano accennare che il corpo nemico non intendesse marciar direUamente verso Skalitz, ma bensì sfilare per la destra verso l'Elba, per evitare possibilmente un nuovo combattirnen_to parziale e per assicurarsi la giunzione ·colla colonna sboccante per Braunau. · « Siccome il comandante dell'armata non avea intenzione di sturbare i movimenti della 2a armata nemica verso l'alta Elba, e non parea verosimile un attacco_ su SkalitZ, egli rimase fermo nel proposito di avviare . i due corpi 6° e 8° verso Elba quel giorno st1?Sso. Esprimendo ad alta voce la sicurezza che non vi dovea essere nessun serio. combattimento, eh' egli aveva altri piani e voleva mantenersi fedele alle sue decisioni già prese, il Feldzeugmeister," mentre ancora durava il fooco della propria artiglieria e della nemica _posta sul Schafberg, diede orcl,ine al generale Krismanic di redigere gli ordini .in proposi~o: « Il capo della cancelleria delle operazioni dettò verso le. 4~ il seguente ordine: << Se oggi fino alle 2 «- pomend1ane non si viene a Skalitz ad alcun serio «- combattim ento, il 6° corpo si recherà da 'frebeso:w « a Lansow; gli terrà · dietro 1'8° corpo, che porrà « · campo,.,a Salnèi. Il 4° cO'rpo clovrà contemporanea-

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IN GEl\HÀNIA ED IN ITALIA

, mente pr·endere posizione nella sua_ zoqa _aLtuale a « Dolan, collocando avamposti verso 11 nemico. « ·n ~ 0° corpo si move domattìna per te1:ipo dall~ « sua attuale posizione, marcia verso Josefstadt, e s1 « colloca accanto al 4.0 corpo: il tenente maresciallo « b'aròne Gablenz assume il comando di questi 2 corpi. « La 4• divisione di cavalleria di _linea si raccoglie « stassera nelle posizioni del ,V' corpo, e r~1a~ci~ do« mani verso' Dubenec. Si daranno nltenon 1stru« zioni. » « Quest'ordine era appena scritto, che il Feldzeng~ meister died e all'arciduca Leopoldo l'ordine a voce d1 incamminar~i subito col suo corpo per la partenza. Iridi il comandante l'armata si al\ontant), dirigendosi verso Josefstadt; nel passare ,presso il 6° corpo d'arm·ata diede pure a questo l'ordine di mettersi in marcja verso l'Elba. « Siccome però in questo momento s'udiva da Ska~itz tuonare più forte iL cannone,_jf ·g.e~er~le. Ra?1m~ng credette di dover sollevare alcune obb1ez10m all ordme che riceveva ; ma questo fu mantenuto saldo; ed egli dovette porre in marcia le sue truppe -verso Lansow. e Il ìnaresciallo Benedek aveva appena _lasciato Skalitz, che 1'8° corpo, a cui già era stato d~to l'ordine di partenza, si trovò impegnato in seno combattimento. » E fu questo il ~ombattimento di Skalitz, ~n cui 1'8° corpo con 3 -sole brigate fu assalito _d~l 5~ _corpo pn~ssiano e da parte del 6°, e dovette nt1r,ars1 con perdite enormi; il ,~0 · corpo che doveva venire ad or.cu par~ la posizione non giunse che sul tardi; e no~ pote prender parte all'az_ione che con 2 sole battene. . -Mentre cosi veniva sacriflcato 1'8° corpo, anche 11 10° perdeva nel cornbat~imento di Neu-Rognitz e di A!'i NO :XIV, VOL. I.

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IN GER•MANIA ED IN ITAUA

R1Jd,ersçlorf (l) i , van ti;\igi che a-veva i) giorpo l?ri ma ottenuto ~ Tr9 t1Lem11J . l\'I en~rç, qonferrmrndo~i agh w<lini ricevuti, egli marciava da Trautenau su Prnusnitz, veniva preso in fianco dal corpo della guard ias'bpocan~e 9il Eip,el,. messo in djsorçline, ~ 1,1na cLel(e su~ b1!jgate spe1;ia\meqte1 riiu,a&.tA iso!a,ta, ~11bivçt up v@r,o òisast1:o (~) , .Questil. rotl;1 tocc;:\La da un gen~r<1le eh~ il giorpo prin::i1J. av~a TpQstrato m.olto ?,çcorgi ~ ~nto e ?Olpo cl' occhio, fu rn gran parte dovuta a c10 che il generale G.aMeQz :r;iel ·dar0 i,l ~tJO ordin,e di rna,rc[i:\. \?l'i:l P,~;:tito dq.,l fo,lso ~unposto che\~ çomunjçuzigrij eh'~gli dov~a . perQo1:11@.re fo ~ser.o protet/.e verso Eipal (]a ~ battaglioni e rnepa batteri.a : questi;, Sllp.po~·to si l)qsavf in P.arte sovra up. -II\alinteso di nomi , jn. quanio.ch~ una mezza . br~ata del ! corpq, cb'egU, clietro rapporto avuto., . credeva a Prausnitz presso Kaile, stava 'invece ?.d qn . aJ.iro I?~w1snitz pre-sso Ri:iniginhof i in p./lrte poi Qe · av:Bl). ..~RlPti il con1a,.nçlo ge11erale, in q1,1~nto che dopo awtu~ infpnn~to il 1 Q cprpo d.ell'ordinfl.~O invio di 2. ' ba,ttagli-0.iai a , Prausnitz, noq gli avesl p.oi. p,otj6,~atq · l';;tnnullamt}nto di qu~st'or.çljne. Il maresciallo Benedek jntanto ritornato a. Josefsfo.dt vi.i~icev:ev~ p!}n pres,to .no.t;izia del çon:ibattjn;ientQ in cui era· ,ifflp~gnat9 1'8° COJ;pçi a ,Skalitz 1 e pçco pi,ù tar.cli Ye-n~v-!), informato ,della c;:itic3 posi_zj.one del 10° corpo. Ciò non influi per nulla sul partito da lqi preso ,d i prni:Gii~,i:e ~uH'Is.e\·, e nell.a s.e ra stessa qiram,ò g.li -Or.~in.i ~.Q. .f:>~çipQsitq, .eh~ era.no sta-tj cpmpilati fin dal 1

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{l) Più gener,almente conosciuto sotto il nome di Eipel o di Soor. '(2) ·Da b'!rigata GTivi:cic, 6.he jl giorno susseguente !)ra •r appr~sèntat9c .dii .~ $OJ,i baUagljç>ni.

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gior-no antecedente, iotrodueenpovi l'uniea modificazione cl.le innanzi a .fosefsladt dovesse restare col t 0 cov~o il 10° invece d,el 6° . Mentre l'ese·Ftito:prinàpale nei giorni 29 e 30 si sarebbe av~nzato vers_o _l'Iser, questi · du .e c@rpi doveano tenersi n~lla pos1z10ae. a ogrrnn d'essi prescritta « e non la~c_iarla s.e ~.on m c. cas0 eslre.rno . Se obblig.ati alla rll1rat-a, essi la·ose_ - .· « guh'arrno su Josefstadt, dove rilmiti sot~o il comando « del tenente fold maresciallo Gablenz prenderann0 « nuovamente posizione, e, appoggiandosi alla fo.rt:zza, 4: dovFanno procu·rare di àrrestare l' avanza1:s1 del e nemico. » Questi ordini erano già spediti, qu.ando cominciafon~ a giuNgere a Josefsta~t le truppe _àell'8° a?rpo cl,1e s1 ritiravaFIO dal combattimento ; mdi(! poeto 11 comando generale riceveva su questo . com~atti_mènto e sul suo .esito infelice ampi ragguagli da\l arciduca Leopoldo. Questo annunzio non po_rta -~lt:o . risultato che un~ nuova modificazione agh wdrn1, secondo la <~uale ~~orpi ~,o e ~ 0° devono formare ]~ . retr?guarcha. de!l'esercito, e quest'ultimo deve l'ltll'ars1 nella posizione del ii-0 • Nella notte finalmente giunse un rapporto del generale Gablenz nel quale- qu13sti riferis~e.. suf etombattimento da lui sòsLenuto, e con t~~m~n1 :1spettosa: men,te risentiti osserva che i timori <il,a hn esternati per la posizion.e di Prausnitz nor1_ abBastanza gu-aPda'ta nòn erano che tropJ1lO fondati. . 1t l1JOÌ non -poc0 singola,re il n:0~B con_ gm il m~~esciallo esponev-a al'VimpeJ:1a,tore ~ •J.lt~ulta~t -~ell~ g10nnata del 2.8 e le pPoprie iNienz1onl pe1 g.w,m successivi .: . . . . ·11 « Fin@ a mezzocriorno ki P11ussiaQ1 IiHJ;1.aseFO ne .~ . « ·posizione qi -~ is~kow;iche avevalno. oc~tifHl'~ ,i:l'lf; .. « a quell'ora s'impegnò un breve combattimento &'8.r-


368 .,

LA GUERRA DEL

1866

IN GERMANIA ED ll'C ITALIA

« -tiglieria, du·tante il quale ebbi io stesso occas.ione e di persuadermi della straordinaria precisione dei « ·nostri pezzi da 8 anche .a distanze di 4,500 passi. ,f,

Siccome .erano sole forze insign ificanti che s'a-

« -vanzavano in quella direzione, ed io rimancro fermo . « nel mio disegno di a van zare verso l'Iser, diedi or• dine che . il 4° corpo prendesse pòsizione a Dolan, e e che il 6° corpo ·dapprima, indi 1'8°, sotto la pro.: tezioné del 4°, eseguissero la ritirata. « Questa mossa necessaria ul concentrament.o del« l'eserci.to del nord fu efficacemente protetta dall'arK tiglieria dell'8° corpo. • In qu_esto stesso giorno del 28, così fatale alle armi austriache, -~nche l'annata dell'Iser·subiva u~ parzfole scacco a Munchengratz e si ritirava su Gitschin.

29 Giugno.

. Le. tjoLizie giunce ,sul combat~imento dì Neu-Rognitz ,riusc1.rono · alla perfine a persuadere. il comando o-enerale dell'ineseguibìJità dell'ordinato rnovime1Jto ve~~o l'I~er'. de' . 6; corpi d'.armata che formavano l'esercito ~rrnc1~ale, già tre avevano sostenuti parziali comh.att1m~nt1 con esito infelice e con perdite straordinarie ~ si tr~.v~va~.o a_ metà di'sordinali ; . era ·quindi omai 1mposs1b1Ie 1mprm1ere alla mossa offensiva meditala d~- maresciallo qnell'energia e quella rapidità senza ~m non si _può. c?nlare sul successo: d'altra parte I armata del prrn~1pe· _ereditario stava ormai troppo v1qma, troppo .mma0c10sa, perchè la si potesse trascmr~e._

"

369

Perciò j[ maresciallo rinunziò all'idea di marciare sull'Iser, ma ritornò a quella primitiva di concentra~e f'esc rcito nella posizione di .Tosefstadt-Koniginhof'..M\leti n sulla. destra dell'Elba, fronte a nord-est; tre corpi, od anche quattro, doveano formare .1~ prima linea -con una divisione di cavalleria a sinistra e due a destra; il '10° corpo una division e di cavalleria e la riserva d'artiglieria in riserva a Gross-Biirglit~; ?n corpo doveva coprire· il fianco sinistr9 a M1letHl, dove pel 30 si attendeva l'an:ivo dell'armata dell'Jser: Furono quindi dati gli. ordini in prnp?s·ito; _m~ e_ss~ giunsero ai corpi mentre già erano rncommc1atl _1 movimenti ,ordinati la sera prima; ciò produsse andirivieni, ritardi, incngli, che non fu rono senza consegù.enza, massime nel combatt~mento cli ~oniginbof, ~ in quello di Gitschin. L'appanre del nemico su ques~1 punti e a Schweinscbiiclel cagionò nuovi spostamenti, contrattempi e confusioni, che qui sarebbè lungo volere accennare. Ornai gli avvenimenti s'incalzavano senza posa, e un ordine giungeva difficilmente a destin·azione, che già non fosse reso nullo dalla forza delle cose. Di questi contrattempi il più_ fat~le fu qu~llo che influì sul cornbaùimerfto di G1tschm. Era gmnto al quartier generale di buon mattino un tele~ra~ma_ di Clam-Gallas che riferiva sui combattimenti d1 1\Iunchengriitz e cl i Podol, mentre 1:arma.~a dell'lser _si .r itirava, e mnnifestuva la sua · mtenz1one pel giorno . successi.vo ("29) di prende-re posizione a Gitschiri (1). Il

·

(lì In questo ed in nllri ,punti della nelazionc i_l geirnrale Clam-Gallas apparisce colle funzioni di comandante dell'armata dell'Iser, mentre l'effctt_ivo comandante era il principe 9i Sassonia, al quale infatti, e non a Clam-Gallas, -il comando gc-


370

tA G'UERRA DEL ,j 866

maresciallo fécl:i rispondei·e al principe di Sassonia, che egli aveva dovuto rinunziare all'idea di portarsi co ll'eset'cito verso l'Jser, per cui il ,J~ corpo e il corpo :s<Jssone doveano prosegu ir la ritirata e ri1.iilirsi coll'esercito prir1cipale evitand·o ogni serio combattimen to. Quest'ordiné fu bensl co mpilato nel iniluino stesso, ma non fu spedito che òel porneriggiCJ, e giunse a&sai tardi a d~stinazione, cosicchè il prihcìpe di Sassonia, · igMr·o di ciò che fosse degli nitri corpi, e riposa,ndosi sull'assic11raziorie ri cévutà il giorno prirna (28) che l'esercito principale marciava sull'Isei' e che il quattier generale s-a rebbe il 30 a Gitschin, credette di dov·er fèr111are il suo movimento retrogradò e prendere po. sizi0ne a Gitschi0, punto, la ·c ui import-anza militare - non poteva sfuggire a veruno. Alle 2 pomeridia-ne giunse 1;1] fJrincipe l'ordine emanato nella sera prèced ente dal comand o generale, secondo il quale 4 corpi . d'armata e 2 divisioni di cavalleria d0vevano in quel m.attino porsi in marcia sùlla via dì Gitschin, e oìò valse a ·sempre più confermaeè il principe s~ess0 n-eHa presa ris0luzione di tenere Gitschin, ed anche, a.ll'oe. casione, di difendere la posizione ad oltranza siàuro ' di essere appoggiato, Quànào si presento ii nem,ico, l'armata dell'Iser gli · oppose ferma resistenza, che si prolungò fin0 a sera, senza che i Prussiani potessero riportare lib decisìvo . vantaggio. Intanto si mandarono a sollecitare i coi'J;ii d'armata che, seeondo l'ordine del giorno ricevuto, do,;evano essere più vicin·i ; ina gli uffizi ali spediti a rin trae-

..

IN GEL\MANIA ED fN ITALIA

?i

ciarli ritornavano ç1nnu.nziand_o_ ~on averv_el~~ro~d~' , tosicchè la speranza d1 soccorsi s imdava dileo?a , . - giunse . l'.av:1s , 0 a1· sopra Allé '7 ,112 cli sera _ , menzrnnato . , .' che finì di chiarire il pnnc1pe sul. ve_ro stato de_lle cose. Egli perciò prese le disp~siz1_on1 ~er_ ese~~n~~ in buon ordine la ri-tirtHa' ma l arrivo d1 rrnfolZl ~~ l?russfani, la stanchezzà cl-ell e frup~e austro-s~ss~m e il calàr della notte furono ca usE'; di_ non poc~H,_ c_o?tusioni' cosicchè la rilit•ata degenero ben pre:,tO m foga . .

Dal 30· giv,gno . aUa &attaglia cli Koniggrdt~,

Pèl 30 giugrìo fi.halt11ènte I' esercito ausn·_iacu . d}~l ijord si frova raccolto nella posiziM~ éhe il r11are.•sciallo .... , .Bene cl ek s1, ·pr'èficr' o g·evil allo . schrntamento . , J' . stra.. ,, . . ,·t ·· ali conctizibni I D1 8 corpi O armata tecr1co. ~ a rn qu . - I ;, 1· · ·d'é 0 · ,.. · 1· d . so· no 1'htatti · frlì altfi , è[llà p1'u qua men'O, so 1 ue , o .. · · · · · l • ·rt cimati c'lisorgàniizali, él~!ì16ralizzi'Ì~1 {1_): J_rìem1c1. ia~ o , , . . 1··a_ l01·o concr1ùnz1one e , 11 loro pressochè compiuta ~ . , . ' ,· .. , ,. prestigio s;è rialiato di .tanto, ·th quanto ~ caéluto il morale nel campo austnaco. , ' - , · >: il marescial1o Benedék, riptilaìi_ do arr1s_cl:1.at_a P.erc1u .. ·,. . attuale chè presétita 1-1 t"ianco s1 ilistto. 1a pos1z1one . : . , . . . . , . , tF · r rtl1rn a\1 1armata_del prrnc1pe Fec1eri_c~- ~ai 10_, . -~ · e1 èoncentrafuehtò bel.la ._~ò~1zwn\~! Ko_n~g?Jatz.~~ Bistrilz e l'Élba, é ·rre r1fèt1sce ail amta~te genèiale òell'imperatòre cot séguent~ telegraìni:ha:

r~./ .

ia

, norale dirige i suoi dispa'cci.. La Relazione nou fa osservazioni , in f)rop·osito s ma i fotti ch'·éssa- ci presenta parlano chiaro èli . per sè; era anche qucstar eome tante aHrc, una ruota guilsla . della macchim1.

(1) Le perdite subite dagli Austri:1ci ~!rima d,el!a battaglia .di Kouiggrilz sòtnmilrano a più di 30 mila uom101.


3n

LA GUEllnA O.EL

·1866

« La débéicle del 1° corpo e del corpo s.assone mi « cosLJ inge ad eseguire una ritirata in direzione di « Koniggratz . » Nello stesso tempo egli emanava ai comandanti di co r·p? le rela.tive is~ruzioni, da c11i togliamo { seguenti passi, che c1 sforziamo di rendere il più letteralmente possibi.l e, y e~· cons~?·vin· loro il carattere: << Le pèrdite « non ins1gn1ficant1 che singoli corpi d'armata hanno « soffe rte negli_ u~tirni_ giol'ni, la necessità di dar tempo « alle. truppe d1 r'.ordrnarsi e di r:iposarsi completamente « e d1 prepararsi - oggi che finalmente l'esercito è « tutto_ riunito - a decisive battaglie; e infine la « cons1:for~zionc dì attivare nuovamente dopo le rapide « r~a rc~e rn mod ,i pienamente regolare ·il servizio «_viveri,.~ tutto .': ;ò. 1~i determina a portare le truppe « m pos~z10ne p1u nt1rata ....... Io esigo una puntuale « esecuz10ne degli ordini, esigo la conservazione della « più s~ve1·~ .disciplina per parte della truppa, esig·o « che si ev1t1~0 tutte le manifestazioni deprimenti, « ~utte le voci allarmanti . .... Consideri ognuno la « 11_11por~anza .ciel ~o.mento -ed operi in conseguenza; « giacche altr1m~nt1 10 dovrei - quando notassi od « apprende-,si col . . il menomo disordine - rivol(l'ermi o « massimo rigore senza riguardi ai . relativi cornan-« clan ti. » Ma quella fiducia che il ma t·esciallo cer<r:a infondere negl i altri, egli ormai non l'ha più in sè. Giunto a Koniggratz il 1° luglio egli vi riceve un telecrramma dell'.i?1peratore in risposta al suo, col quale ann°unziava la rH~rata: « Sebbene da' rapporti del 27 e del 28 da· « Josefstadt , indi dal dispaccio telegrafico del 29 da « Duben ec. Io non possa rilevare il risultato delle « operaz-ionì, tuttavia - ad onta della notizia relativa « alla ritirata su Kooiggriitz divenuta necessaria, _ « Io nutro la ferma fiducia, che la energica direzione

IN GERMANIA ED IN ITALIA

373

« di Lei saprà d'oM i·nnanzi raggiungere favorevoli « risultati e la di Lei fermezza mantenere l'ordine.» l\'fa nemmeno queste parole - aggiunge la Relazione poterono rialzare l'animo abbattu~o dell'. infeli~~ ma-. resciallo. Verso il mezzcrgiorno eglt spediva all imperatore il seguente telegra rn rn a: · . « Prego istantemente Vostra ~laestà di voler conehrn« dere ad ogni costo la pace : una catastro~e per « l'arma ta inevitabile (1). » Contemporaneamente egli rinviava all'imperatore il tenente colonnello Beck, il quale erasi recato, d'ordine dell' im peratore stesso, al campo , per prendervi COD;Oscenza del vero stato delle cose (2). La risp~sta d·ell' imperatore non si fece as~ettare più di due ore; essa era preved.ibile,: « Far pa.ce impossibile. Io ordino - se non s1 puo fore al1nment1 « che s'intraprenda la ritirata nel massimo ordine. e Eobe luogo una battaglia?» Quest'ultima. !nterrogazione era abbastanza sign ificativa; come rntavolare trattative di pace senza che fosse avvenuta una.bauagli a decisiva? Ed era troppo naturale, a chi non era al fatto delle co.se, il rifiutarsi a credere che una catastrofe fosse inevitabile.

,:

(1) Bitte ·Eure Majeslat rl;ingend, um jedeo Pr~is :den Fr-ierlen zu sc.hlil'\ssen. Katastrophe fiir Armee unverme1dhch. . (2) Si vede da queslo tratto, come da .altri ~ià sopra toccali, che nella ,;.uerra del 1866 l'imperatore r111uuz10 compl etamente al sislem~ tr~dizionale del gabihulto aulico, che da Vienn~ dirigeva le operazioni di gutirra. - E. v.ed'.amo .alu·e~ì ~o~e 11 Benedek usasse senza rMtrizione della 11l1m1tata hl)erta dazione che gli veniva concessa, a segno tale c'1e. I' i~peratore stesso, non che il giornalismo di Vienna, è a.I buio rl1 quanto s~ccede sul teatro di guerra'. l•'ino al 29 giugno si direbbe che 1.1 ma: resciallo nasconde il vero stato d<~lle ·cose non solo. a1 suoi generali, ma cerca perfino di dissimularlo a 5e medesuno.

_


. 374

f..A GUÈìiRA ÙÉL

186(3

La sera stessa dèl 1° iuglio il maresciallo ailnùiiiia terìn!ni seguenti fa determinazione da lùi prttsti: « ~ ~orpt 6° e ,J,0° hanno sofferto µerdité strat:Jl'd1t:1artè id' 81>. (;Ofpo fortissirtie~ il '1 ° èòf'pò, còtne fo srnss; « bg'g1 tn_e ne sono person:iltnente persuaso, é in parte

~f

sono

pùl" E!ssi stra6rtllìlàdi pàteéchi « g10T~1 per rannodah;1; at1che il 4- 0 corpò ha subi'io « perdi te. , «.Così _di otto èMpi d'ahtiata, senz'à chè sfa:-tri stata « battà-?·ha, ma sol6 in seguii.o a j:5aì'ziali èt:Hbbatttn1etrt~ « 2_ sol.t s6!10 ~n~att~i: ma' arìché questì, còme j:n1r~ 1~ · « riserve d art1glier1a e di cavàlletia molt6 atl~ ti · 11·· "' t '('' h . ' CaL, . ~ u tl a1100 a~soluto bisbgrìo di ristòro, · di" rlùova « oalz~.tura, ~ .d1 ail:e ,eose? è il ,f Oò corpo 1h ISJYède (< an~lie_~egli .og~ett1 d1 cuc1ba. Le g~avi perdite sott0, (< ~OVUle lh Iì"la'SSJl1là pai•te al fuoco dei fud ]i aà' acro << èfèlla cui micidiaì~ eftìctièia Hn'là'rr&'Ona imp· · è ,I? ~ ,· · · . o r SSIO « nati eccezione c'Ji1elH che fuNrnò a· 1f"ll OCv. · .,,. T tlitt1 seìlia ·· · / . uttò c1è1 mi ~ostrins'e, .aopn i r·app·o·rti i'iéèVu'ti «1er1 e dopo lli debc1clè dt!J 1 <J cò1'po e dei Sasson ·, « ~su cut lìò spe_J(tò avviso tel egtàfit o)· a i1Ìpiegatm; « rn que~ta pos1z1ooe. Per via trovai accumulato H « carregg.10 de!l'a~·mata che non potè più essece portato ~ ~b_bast.anza_rndietro, . e se in tali circostanze fosse « avvenuto o . ~ùtlora avvetilssé un énetgièo :.ittaéco « p.er pa,rte_ de~ ~emi_co ;_ prima che iÌ ,jo corpo, e i <<- Sasso~1 ~rnns1 rJOtldma1'.1 .e, l'~ser:-ito abbia ripreso ~ u? P~ . J1 fia:O·, satebbe· mev1tab1le mi-à catastrofe. <1: ~e'r fort110a Ii nerriìco :fi.no a ttuesttt m'étne l,. , -- , •i; , .. , . ; 'i nvn'dh « ei 11a rnca zari: io lascfo q · fliruJ,; a io1na ~ n ~' " .. · .... ·, . . _ . · · .. • u • nposare « l ese7 oi~o, e· /o ~01·~,a·re indietro 1·t carreg,qi·o; ma non «,poss~ 1 est01r qui a lungo, percliè pei· dop0'din-it1n:i «·1io~ 'd,vremmo piw . acqu'à potabile, nel 8'(J;fllpo ' é 1,f 8 « p'fosegtdr ld: i'i't'tt-àta vérsb PaYd'ubitz. '

« a?che 11 corpo · sas~oné

t< t·~arii~rt~e ,hla!concì, . ed abbisog·natw

_piu

IN GEll~ik-Jlilk_ Eri iN I'iALIA

« Sè io Boii vèi'rà sop·réìVvahzato, potl'0 nùovan1enie : « contar sulie truppe,. e prèsèntandosi l'accasi@é iìli tèn'tarè

un

colpo deeisìV0, lo fài'ò ~ in casèi d ìvH~o nèl rn.igliot sbaCo << posSillJile à Olmi.it?J·. » .· · . li gi:òrna seguent~, 2 luglì0, il càpo di stil.Lo n.1agg10re Mtineri1le Benikstein rhàntfava: ali' aiu~ante gerieì·ale del!' in:i~~ratote il S'e'f:tùetit~ dispàL~è'io i « Spè·t'o ·cht:l le «itYip't<tssioni dèl tènerire é6lonnello Bedt sàran no· st.ate . « ò'i'od ificate dal telegt'amnià tlè1 Fèl'dzèUgfrréistéi' oi · * ~uèsta notte. Egli era giunto p1'0'Jjrio né-I mornènto . « più catfrvd( tutto si puà' ancbi· disp'<'>rrè al J1il:)gJio. >> . ?tl'a prima anèb'tll èhe qilesto tel'egrantm à gtUnge:sse . a destìnazlomri it génerale Hénìksu~iri .e ra. sospeso dàlle sue funzioni d'oi·dfi1é tlèlÌ'i11ìp~i'àtòfé; eglitil disgrazia toMò pure al gMèra'le Krisi.harìic; clipo dell'uffizio opèrazlohi, e àl ge'rìerale Cla:rn.:.Gallàs. Gfò .fu l'èffeUd tlell'andaw al campo dél terteùt'é colonnello Beck., àl qnale il maresciallo Ben e0eclf esternò lé s1:11e in'.1pression'i. sfav·orevoli sol èòrlto' dei tté dett:i gé'i:ietrali. L' i'ìhpeNHore , i(gciò Bènèdek ii\ piena ìacoltà d! s6stiiwH·li don chi voless:e; r11à. ticl'iiésè èhe i ti'é' gén~tt!l i sospe'si-fossero tnabdatì à Viénil'a ; de-vé furono assò_g.g~ttatL ad urlà Comniiss~<ùié i'nìli Lare d' ind'liéstà (1l Nìwvo él:ipb di stata magg'iore fù non'iilià·to 'il géiiettlle <Bat1ma:gàrtèn addetto all6 sLatò ìna'gglòrè' d~I 3° 6orp16. il ·h1oreMiallo rtéllb sèta dijJ 1·0 luglio, ò·iven ctto f1iù _calmo, diede gli ol'diffi, di cui egU tt\reà: famr éetlfiò t<

ti. pt·<Jci-Jrerò di Ti'ì)oNate Ì'esèMito

(1) È noto carnè qùesta 'C<immissiòhe non trovò nulla ·da appuntare al generale Clam-Gallas, mentre i generali Heuikstein e 1t rism1ìltii'c è don tfù'e sti lo 1;:eesso Bl:filedèli' fùrofrò', in se~uito lilte ti&1folu.iWN1 d'élla. OofiimisJionè stèssa; tblti èlatt' attivo serviaio.


376

LA GUEIIRA DEL

1

J

866

all' impeì·atore, e il giorno seguente, verso mezzogiorno, radunò presso di sè Lutti i c,,mandanti di corpo, di divisione, di riservo. ecc. Qu esti si attendevano a ri cevere importanti comunicazioni sul corso ulteriore delle operazioni; rna egli non tenne loro parola cl'altro, che di cose spettanti al servizio interno, della disciplina, dr.Ilo zelo a mostrarsi nel se rvizio di sicurezza della mancanza d'acqua nel campo ecc. Avendo poi 'il maresci allo accennato · la sua inte nzione di far riposare l'esercito nell'attuale posizione per alcuni giorni, il generale falebh cim (2) osser vò che difficilmente l'esercito avrebbe potuto godel'e di qu es to riposo , giacchè forse la se ra stessa o s icuram ente il giorno appresso era da aspettarsi un attacco del nemico. Ma il maresciallo si mostrò di contrario avviso e so lo ordinò si facessero alcune ricognizioni lontane di cavall eria. : egli conged ò i generali senza aver loro dello in qual modo dovessero disporsi e regolarsi nel caso di una battaglia. Ormai l'intenzione del maresciallo era decisa, e con quella tenacità di proposito con cui si prefiggeva uno scopo , senza tener conto di ciò che potesse attraversa rlo , egli voleva ora fat· riposa re l' esercito nella posizione di Koniggriitz per alcuni giorni, a quel modo stesso che prima aveva voluto eseguire il suo imposs ibile schieramento strategico, e a quel modo stesso che poi, ad onta degli avv~nimeoti, aveva voluto marciare sull' Iser. Nel pomeriggio del 2 egli telegrafava in questo senso all'imperatore: « L'esercito resta domani nella sua

(2) l lettori ricordoranno in questo generala il brioso colon.nello di cavalleria, che a Solforino si coprì d'onore colla sua famo sa carica attraverso e dietro le linee francesi.

IN GEIIMA!'iJA 'ED IN 11'ALJA

317

« posizione di Koniggriitz; un giorno di riposo ed una « eccellente distribui,ione di viveri hanno prodotto « buon effetto. Spero non sia necessaria u11' ulteriore « ritira ta. » Il maresciallo Ben edek provvide bensì alla possibilità d'un attacco dalla par.te nord, col dare incal'ico al comandante del genio, colonnello Pidoll, di cos~r~rt·e alcune batterie; ma precisò egli stesso la pos1z1on? di queste batterie, in modo che ~l colonnello. non crede poterla cambiare, sebbene egli ~tesso la r1conosce~se cattiva, e ne movesse osservazi on e fio da l mattino del 2. Esse erano intieramente dominate dall'alLura di Ma slowed , distante solo un due chilome tri da Chlum,. e dietro la quale è noto come la 1 n divisione della. guardia abbia trovato un si to eccellente per formars1 e marciare all'attacco di Chlum. I lavori furono proseguiti su questa ed in altre posizioni tutto il 2 luglio ~no .a.I ~attino ~el 3., Questi lavori , due ponll m1l1tan gettali sull Elba fra Opatowic e Bukowina, l'or~ine dato. ~e_r P?rtare ancor più addietro i carri , ed altre s1m1h m1su_re, facevano bensì credere che il maresciallo presentisse }a. probabilità d'una batt~g~ia, ma_ ~ol~ a tar~a sera questi pensò a dare or.d101 ~~po~1L1 , 1~ seguito alt~ relazioni avute dalle ricog mz1 om sped1 te , le quah non permettevano omo.i più il ù~b?io sul_l'at_tacco imminen te del nemico. Questi ordm1 comp1lat1 alle H pom. furono spediti per mezzo di ordinanze alle ~ del mattino susseguente. VALENTJNO CHIALA.

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SUL.LO Zh,.IijQ l'-~!}A- !.'ALLE

p1;ue e.sperier;iz:e yerrn.e1'Q f{lLI.~ ip {;:i.i~ta, n~· giQrni 9 e ,1J feJ)brniQ :1869, :i.Ila pre$fn.za de' sjgpori ufficiali geli a bri_g;1ta. Sieilia ( tH 0 e tii 0 ) , ?o~to )a pre5,id~1;1.1,ç1 e ~Q. qjrezimJJ3 <foi ~ignor maggior geqeriìJJe eon~w.lanJ.# <li den~ ò.rjgaH1, è,onJf Lil:ÒZfl.Y~-çebia Ji -Ouri.

Esperien~e eseguite dalla Hr.ig,ata ,Sicilia, sotto la direzione del maggior generale eomandante la Brig:ata Lanz&vecchia di Buri;- sulla possi'bilità di poter utili?zare il zaino del soldato in sostituzione de' progettati trin~eram~nti ist~ritanei Q 4! battagli~'.

Nello .'Sp,tt,e,ta,,:ttVlt Mihta'Ìll,' t d~Uçi scors,o geni0~ri0 .era aQ·J;J'l:li\'lZl~t-,a !11W p1\Qpo$ta dfj}l P.fpi:lii.PO sig . .Clw.r~iri , · d~H'¼5.it:Jl~it<,:1 ~elg~, in.t~n·,uo alla u.tilit'i) cbe il &0ld$lt0 pqt,.,ç~)itl~ t q~•llrn cl,~Jl~. zç1.,ino .per ·form,HJSB.l'H:} Wil rip~rQ· coJHJ.l@ W WP~~lrnU~na., !iita~~cto .s.c~11Aiato ~ul te.ne.no. F4,v~uo s t.,al~. oggtit{o et,e,g,!.IHe J)le!'lne spe,rf~nie, in Ga~.~si, .~l(i))j~ qµ,ç1,li irnj p(pç,r~i~rrrn ~sJi~alw,enJ~ i.a re,~($, cqtHg 1

.

Scopo delle esperienze, s.b~~~~ fq çp)ello q.i riç;pnpSGo.er,e : . q) ~e i.l zatn9 d~l sol,q?,LQ riempi,L!> çlel CWT~clo nor.011,ate rt;golan,~ntare pJJ.ò qppoyre· ~.'11,t;i palle cl~ila fu ciL~r~q. suffi,cien~e QStf),CO)Q per n1e.w~r.e al 6lQUrQ iJ sol~laio CQiìÌCa~o d~eLro di .e~so; /J) ,S,e ,éJ. forcbeJt.p,, pro,pp$!ft pl;lr sm,tenere il z.ajpo ÌI\ 1po~i?i{)·Qe f:JJJ.Jl.$.Ì y,w ti.c~e è abbastanz.a resjsJtn~e agli 1.11:ti .d,e' ,proi~tVl~. $e e;fìSp. pop. ~ ca,gionf çl'jnconvenienti pel soldato mentre ha lo zain.o açlò9sso, e infine se se ne potesse sostituire con vantaggio un'altra di altro rnodello: f) .S.e .i p~cb.i di c4rtuoce e~isif:)nti nel i4ino possonq, @s~ep1o, .co\pjti, 9.C.C!'ln,:ltr;5,i9 f,cQp,piare coJl daµr,ig del soldato; · d) Finalrnente: se, e quanto è facile al soldato il · mettersi al coperto dietro al propl'ÌO zaino, il tras)oc;rs1 çlal)'unQ ;;i.ll'.altro sitq, il mett,er~flo ip i~p.alla, 1 ecc., . d1;1ran~~ 1.u1 ,c.omP,llLtirn~pto. ~~l ,prpç~der.e

Le esperienze sovra indicate vennero motivate dalla propostµ,, 4~1 Q.~Pii~?!rn sig. Charrin, dell'esercito belga, contenuta nel fascicolo del 1 o ora scorso gennaio dello Spectateur .~filitai"re, e riportata nel N. 100~ dell'Jtali'a lfili'tare del 25 stesso mese, col titolo di zaino parapalle. ·

a .qette ~$peri~}n,e g,J pr~p,Wil.XOJ1P due

zaini riempiti cl.i tut~o. il ~o,rr~~9 {ii -.car;npagn,a, 1 con tença, . ç9,pecti ,e b.Mt,Qpi , m~r10 ,,~erò 1~ CtH'Lup,ç13 che si miSMP ip, ,B$Sj -~ll'ultiJ;rni ,P,r,Q:V4 s.oi~:m~me; ~. per vcrific:are meglio sino a qual punto essi zaipi .coprire po.~.€)v,wo il sol/iato, si misl;\ro di,f)iro q,i essi due fantocci di paglia nella posizione dtl sold.ato, çorfrq,to.


380

PARA-PALLE

SULLO ZAINO

Quanto alle forchette destinate a sostenere i zaini nella posizion e verticale, ad uno di essi zaini se ne applicò .una perfettamente conforme a quella proposta dal cap itano Charrin, che è di ferro, piatta, larga 2 centimetri èirca, lunga 30 centimetri, leggermente curvata per potersi adattare alla schiena del soldato, ed attaccata al zaino da una fascetta di corame che ne attraversa l'anello superiore. All'altro zaino invece se ne applicò altra conforme al modello proP,osto dal 6 1°, · anch'essa naturalmf?nte di ferro, ma ci]jndrica, di circa 3 millimetri di diametro, raddoppiata per i due terzi della sua lunghezza, ed attaccata al zaino per mezzo di un anello di ferro 1nobile sul suo perno , entro il quale scorre per potersi far passare (con un facile movimento orizzontale di 'va e vieni) sotto le cinghie della coperta, quando il soldato lia il zaino in spalla. 1

Ciò premesso, ecco i risulta ti ottenuti dalle esperienze diverse che vennero fatte sparando contro il zaino per provare la resistenza. Distanza

metri

50. A qu'e sta distanza, · su otto palle che vennero lanciate, sette colpirono gli za1ni; coi.seguenti , risultati : Una palla trapassò il zaino, contorse, ruppe e mandò a parecchi passi di distanza la forchetta (modello belga} senza ferire il soldato; Altra palla trapassò il zaino ferendo il soldato; Una terza palla penetrò nel zaino senza trapassarlo; ' E finalmente due altre palle colpirono la tenda senza passare oltre.

38~

Distanza

metri

mo.

Su trenta palle lanciate, quattordici colpirono gli zaini ne' modi seguenti: ·una palla attraversò il zaino ferendo . il soldato; Altra palla attraversò la gavetta,. il zaino, e ferì il soldato; Cinque altre attravei·sarono gli zainì senza ferir,e i soldati; Un'altra colpl i bastoni ne' ferri, li -ruppe e passò oltre attraverso la tenda; · Sei altre irifine colpirono la tenda.

150. Si lanciarono venti palle, delle quali: Una colpì il zaino senza trapassqrlo ; Tre restarono conficcate nelle coperte; E tre altre attraversarono le coperte senza ferire i soldati. · 200. Su 35 palle lanciate risultò che : Quattro palle attraversando il zaino ferirono il soldato; Tre palle attraversarono ancora il-zaino .senza ferire il soldato ; ·Due colpirono le ga,vette pene.trando nel zaino, ove si arrestarono ; Tre colpirono lo zaino senza attravers.arlo; Cinque finalmente colpirono le coperte; 20 .' Riuniti 1 tiratori in numero di · otto, si , fecero .da questa breve distan.za sp,ar-a,re uniti · sl,i za~tli (nei quali si . ~rano prima pos\i .6 pacchi-di cattucce per caduno), e si ebbe per risultato: .. Gli zaini perforati parte a parte d~ cinque palle; . ANNO XlV, VOL. · I.


SUUO ·zAINO

L'accensione della polvere di un pacco di cartucce; Le palle di un altro pacco di cartucce tutte guaste da uha palla ehe le aveva sfiorate. Riassumendo ora le notazioni numeriche: precedenti .ed osserva'zioni .fatte durantè le esperienze, sembra potersi conchiudere: 1° :che il zaino, benchè riempito di. tutto il prescritto èorredo, è facilmente attraversato, con danno del soldato, dalle palle che lo colpiscono; 2° Che le cartucce conservate nello zaino possono, quando percosse, accendersi o sco-ppiare; 3° Che per togliersi il zaino, situarlo e corìcarvjsi dietro, occo·rrono al soldato 20 secondi cifèa, ed ·altrettanti per rimetterselo in spalla e muoversi; 4° Che il so'. dato coricato dietro il zaino difficilmente si pl}{') scoprire oltre ,150 circa metri; ma sembra però d'altra parte che il zaino ritto, con la s~a forma regolare··ed il suo colore biancastro, sia da.-lungi più visibile che un soldato coricato, massime se protetto da qualéhe ostacolo, per leggiero che sia; 5° Che la forchetta (modello belga) offre per la ''stia larghezza sensibile presa alle palle che attra- _ versano gli zaini ; che la fascetta di corame che la tiene unita al zaino è facilmente spezzata; che dovendo essa re-stare costantemente lungo il zaino, ed aderente quindi alla schiena del soldato, riesce al me'desimò ~i fastidio a causa della sua rigidezza, ed i'n 1>ari te'lnpo di da'nno al vestiario per la_continua sua confriéà~idne sulla stessa parte , -massime se il soldato suda'•e 'sé il ferro si ossièla. · 6'0 rGhe 'l'alfra f orchetta invece (modello del 61°) sa rebbe forse preferibile all'altra perchè, potendosi con facile movimento situarsi orizzon:-talmente come i ba0

P ARA-PA 1,l,E

383

stor1i, ed essendo -fissa al zaino con anello di ferro convenientemente ribattuto, sfugge a par~c~hi degli inconvenienti suaccennati; ohre che, invece di costare 30 centesimi come la prima, costerebbe soli 2t5 0entesimi, nè peserebbe più di 100 grammi, ch'è assai meno del peso della prima .

Gaeta, 16 febbraio 1869.


LE NOSTRE ,ARMI t•ORTATIU A RETROCARICA ,

'

LE NOSTRE ARMI PORTATILI ARETROCARICA

I,

In questo stesso pel'iodico, nella dispensa dell'agosto 1868, pubblicavasi uno scritto inteso a combattere ed a distruggere con argome-n li incontrastabili, con prove di fa llo, la sfiducia che talu no pi acevasi a spargere circa alla bontà dello armamento delle nostre fanteri e. Quella genuina pubblicazione, riprodotta da altri fra i più accreditati .giornàli nostri, ha convertito le opinioni di molti; non per questo è riuscita a imporre silenzio agli screditatori, la cui maggi'oranza, com'è pur troppo nell'ordine comune delle cose di questo mondo, è composta appunto d i coloro che m eno s'intendono del soggetto . E dopo di allora abbiamo letto su più di una gazze lla, ed abbiam perfino udito sostenersi in seno al Parlame~to che le armi trasformate delle nostre fanterie sono una pessimità, e che per esse è a pericolo l'onore dell'esercito e la sicurezza della nazione.

385

Per b uona ventura codeste erronee quanto sconfortanti opi nioni non trovano eco n~l~'esc1:ci.Lo,. e non potl' ebbero troval'velo di ris.co~tro a1 pra Ltc1 r1sulla: menti, che migliorando ogni giorno accrescono anzi la co nfiden za dell' ufficiale e del soldato n elle sue armi. E neppul' possono trovar eco presso . a pensatori savi e seri, i quali comp rendono come 11 G_o_v?rno non potrebbe cimentarsi a sì grave respon~a~ihta, se non foss e più che sicuro del fatto suo; e qm_ le ce:tezze non ponno essere ideali, ma sola_ment~ dt l'ealtà. . Ad ogni modo, p oichè è dato ~ chi scrw~ que_st~ poche pagine d i aver tra le mam docun:1c.nti uf~ciah valevolissimi a comprovare quanto la Rivista ~,~ afferma va nell'agosto passato ed a rischiarare l'op1_mon~ pubblica su alcuni punti· abbastanz~ i~po1~lan t1, egh crede sia cosa nè inopportuna nè mutile 11 tornare sull'argomento .

I.

Non è qui il caso di rammentare i motivi per i quali si ven·ne nella determinazione di tra.sforma_re a r etroca rica i ,fucili e le carabi, nc esistenti, anztehè fabb ricarne .}mbito dei nuovi. E cosa q~esta c~e fu ampiam ente chiarita in seno -al Parlamento nel grngno e nel· I uglio del ~ 867, allorachè vi si discuss~ la legge p er cotesta tra sformazione. D'altra parte clu voless.e conoscere queste Tag ionj, non avrebbe _che a consultare la Rivista dell' ngosto rn67, o m.egho ancora u_n pregiato libretto pubblicatosi in Torrno sullo scorcio dell'anµo ora detto dalla tipografia Cassone, allo scopo


386

LE NOSTf{E Al\&II PORTATILI

·espresso ·di illuminare il pubblico sul vero stato- delle cose in allora. Quello che è ben sicuro e che si può ·con 1utta ·coscienza affermare, gli ·è che quei motivi ·e rano plausibili e giusti, come lo hanno provato· i fatti. Per fabbricare nuovi fucili e nuo.ve carabine ·per' i nostri bisqgni ci voleva non meno di 50 milioni , e stasse lì: ed era lavoro di almanco 6 o 7 anni · a · meno ·che si volesse ricorrere ali' estero ed av:re, ·come ' di solito, pessima mercanzia ad altissimo prezzo. Trasformando invece 4.50,000 delle armi esistenti non si spende che 8 milioni, cioè meno de.li.i s·esta parte ·della predetta somma, ,e il lavoro si è compiuto in · -2 anni. ·Durique ecor1omia considerevole . dt spesa ed economia di tempo: due cose di altissim111importanza. l\la fu anche provvidenza, poichè accingendoci subito ·alla fabbricazione di un'atme nu ova, · avrebbe potuto succederci quello ch 'è succeduto al , altre potenze; cioè di avere speso dei milioni e. dei milioni· intorno ad un modello, e di doverlo poi lasciare per appigliai'ci ad allro, o quamo meno di doverlo modificare. Il lavoro di trasformazione cominciava nell'agosto 1867, cioè irmnediatamente dopo votata e sanzionata dal Re la relativa Legge. · , Da prìncipio s'incontrarono difficoftà e non lievi per ottenere una produzione giornaliera soddisfacente, tanto 'più nelle fabbr.iche El'a,:mi governative di Brescia e di Torre Annunziati, laddove trattavasi di un .lavoro affatto nu·ovo:, ··per ' il quale mancavano macchine e · attrezzi ed anche pratici artefici. In quelle di Torino, 1 la cosa· riesci va forse un po' meno disagev:o.le, peroc··chè ivi si eràno preparate tutte le armi di sperienza, · e si aveva g~1indi ·già una cena conoscenza del la' yoro; . ma, ivi pure mancavano macchine e attrezzi, , onde avviare la trasform"3ziàne su quella ampia scala ' necessaria.

A l\ETI\OCAll.ICA.

Pertanto, alla fine del dicembre 1867, la fabbrica di Torino non poteva dare che 8000 armi trasformate, e 1,500 quella dì Brescia; mentrg quella d~ Torre Annunziata non aveva ancora av·u.to · rnodo d1 intraprendere regolarmente il lavoro stesso. . Accer:tato il buon esito della trasformazione, il Ministro della guerra presentava al Parlamento, i!'6 dicemb.re· 1.8.67, un nuovo progetto di Legge per l'assegnamento dei fondi, occorrenti, a,ffine di esten_d_ere fino a 450,000 le a.rrni da trasformarsi a retrocarica. · l'..a . somma necessaria montava a 6,620,000 li.re., ed1 H l\'lin istro chiedeva fosse ripartita frà i due bilanci del 1868 e 1869; e il Parlamento (·1) non solo. accordava la somma dimandata, ma votava fosse pel' intero accollata at ··bjlancio del 1868, pérchè il Governo aceelerasse la .trasformazione e vedesse di comp ierla nello stesso. anno. Il Ministro pe.r altro dichiarava che àv,rebbe fatto il possibile per soddisfare a questo de-. siderio.' del, .Parlamento, ma che non poteva pre.ndere. assoluto,un impegno che fin, d'allora egli vedeva quasi iirr'ealizzabile per la scaPsità· e per: l'incertezza deii mezzi disponibili. . . . , .· A tanta mole di lavoro 1100 potevano bastare le t.re fabbriche d'armi dello.Stato, ed il ~1inistero rivolgevas~ per~ tanto nella più larga misu.raa lla iod11stria pri.vata nazionale, sperando di ottenerne efficace concorso. Ma furono spe.rauze che fallirono, pev i motivi che' :il letto11e potrà trovare accennati a pag. 182 della Rivista d~l· febbraio, ultimo; e ·veràmente era cosa alla . quale bisognava· aspeuarsi, sia perchè . nel paese nostr~ L'industria. non ha an~ora quello· slancio che compor,h} gli 'arcliti. ed· '·

\

(1) Camera dei Dèputati. tornata del 18 dicembre; e Senato del Regno, tornata del .22 stesso mese. ·


388·

LE NOSTnE ARMI PORTATlLf

i- grossi affari, sia perchè il tempo concesso ,era troppo breve onde si potessero impiantare opifizì privati pr-0vveduti delle macchine e di tutto il necessario per· conc:imile fabbricazione. Fu forza allora di concentrare ogni sforzo ad ac.:. crescete il più possibile la produzione giornaliera delle fabbriche dello Stato, limitandosi a dare all'industria privata ed. a cottimo la fabbricazione di qualche pezz0 d'arma; e si riusci a questo risultato, che il ~ 0 gennaio 18.6 9, le tre fabbriche fo rnivano giornal:mente circa 1000 armi trasformate, ciÒè 500 quella di Torino, 300 qu P-11<1 di Brescia, e 200 quella di Torre Annunziata; ed alh data stessa si aveano già trasformati e distribuiti ':?00,000 tra fucili e carapine. Di pari passo p ro vverlevasi ali/-\ fabbricazione delle.· nuove cartuccie, estendendola a tutte le principali direzioni d'artiglieria, cioè di Torino, Genova, Piacenza, Bologna, Verona, Firenze, Capuf\ e Messina: onde al presente l'Amministrazione militare, oltre ad una conveniente dotazione di cartuccie che tiene nei depositi maggiori del Regno, possiede mezzi per pote.r ali' occorrenza produrre oltre a mezzo milione di Mrtuccie -al giorno. Dopo cotesti risultati sarebbe ingiustizia o ignor.;J.nza della cosa i~ negare che siasi adoperato colla massima diligenza nella misura dei mezzi disponibili. E l'uguale diligenza fu posta all'istruzione delle truppe nel maneggio e nel tiro dell'arma nuova, attalchè tutti i . reggimenti di .fanteria e tutti i battaglioni di bersaglieri hanTlo potuto nel corso dell'anno pac;~ato.·r,ompiere codesta istruzione, e dare tali risulta men ti che hanno posto fuori di contestazione le buone quàlità' dell'arma trasformata sotto tutti i rapporti. , . t però vero che si dimostrarono taluni inconvenienti, ma per· la maggior parte attribuibili alla non

-A RETROCARICA

389

sufficiente perizia del soldato nel maneggiar !'arme e dell'ufficiale nel dirigere l'istruzione del tiro. Ed era cosa naturale ,per il primo anno di esercizio. Altri inconvenienti si riconobbero procedere da difetti di fabbricazione, più st)ecialm,.mte delle cartuccie. Al primo bisogno si è provveduto e con attuare tre corsi normali di tiro, cui fu chiamato un capitano per ogni reggimento di fanteria ed u?o p_er ogn~ battaglione di bersaglieri, e ·cotla pubbhcaz10ne d1 u~1a· nuova -e più particolareggiata Istruzione sulle · armi e sul tiro . . Ai difetti proprii dell'arme e della cartuccia, d~ ~ui è stato .fatto . cenno nella Rivista di agosto 1868, s1 è riparato · mediai1te poche varianti di facile ed ir~me~ diata appli.cazìone, che furono .apprpvate e pu~bhcate nel (]iornale M/litare del 27 febbraio 1869 (D1spensa 9a, pag. 77). . :Per questi provvedimenti si ha fiducia che nel cor.so delle istruzioni dell'anno corrente, 1:arme trasformata di.mostrerà di corrispondere perfettamente a tutte le e$igenze . del servizio militare, _e di lasciarci_ qui?di il tempo di divisare .con ponderatezza e poscta d1 fabbricare senza troppa precipitazio.ne e senza rovinosa spesa un'arme ntiova a calibro ridotto. · -- La necessità di addivenire col tempo aJJ'adòttamento di un'arme a retrocarica del tutto nuova fo ammessa dalla Commissione tecnica e dal ~linistero fin dal di' cembre 186:6, quando appunto si decideva. ~overs~ prima- d~ogni cosa addivenire 'alfa trasforma~10ne dei fucili e delle cat·abine esistenti. E niuno , v1 ha che possa contestare cotesta necessità, onde, mercè_ l'impicciolimento del calibro. aumentare l ~ffica_cia del tiro colla maggior- giustezza, colla magg1or gittata, e con rendere più tesa la traiettoria, e rendere attresì


390

39.f

tE l'ìOS'IIRE ARMI PORT~TÌLI

· A RETI\OCARHl:.\.

possibile al soldato, colla diminuzione del peso·delle cartuc:cie, di p:oi;tarne un maggior numero. La èornm issione infatti non tralasciò di pro-,eguire, negli studi e negli sperimerHi per determ irrnre il modello d'al.'ma nuova da adottarsi per la nostraJavter.ia,. ed al momento la quistione trovasi portata ne' seguenti termini: _ 1° È stabilito il mo.dello. d'arme nuova in 'tutti i suoi particolari, salvo il sistema di chiusura della culatta. Quest'arma dovrà ave.re il calibro di millim. 10; 5, e il suo peso, senza sciabola-baionetta, non superare i 4- chilogrammi. . . 2° È d eciso il modello deI1a cartuccia, <!he avrebbe il bossolo di rame del peso di grammi 7', u na ca rica.· di grammi .i, 50 ed una pallottola di gra'rnmi 20 o 24 ., 3° Sono ammessi a nuovo c0ncorso diversi sistemi di chiusura alla culatta, già riconosciuti di; buon servizio; e furono commesse 200 at'mi con cias?un.o di essi sistemi, per essere poi mess i -in espemnen to presso i corpi,. cosicchè i corpi inedes.Lmi abbiano · a decidere qualé di detti sistemi meriti la preferenza. _Si pe.nsa_ ch_e queste armi potranno essere in gran P.arte d1str1bu1te nel maggio venturo; e sei mesi dopo,. cioè nell'ottobre, i reggimenti di fanteria e i battag.Iioni di bersaglieri cb;e le avranno ricevute in espe: nmento, potrunno con fondamento esprimere il loro par:.el'e in torno ad es.s e. La questione sul -modello· definitivo d'arma a retrocarica da adottarsi s.arà così infallantemente risol'uta per il principio del 1.870, di guisa che allora appunto che- le nos~re fabbriche d'armi avr,uino compfuta la trasformazwne cui ora ~avorano, esse potra-nnq subito por. mano . alfa fabbricazione delle armi nuove: le quali mano mano fabbricate, sarebbeJ'o sostituite alle tra-

sformate òra in uso riell'eseréfto. E questa sa-rà cosa che dovrà costare al paese da 4-5 a 50 milioni, ma '. che potrà ripartirsi fra parecchi bila?ci c?nsecutivi, come ci si vorranno parecchi anm per costrurre 500 000 tra fucili e carabine di nuovo modello.

'

IL

A cornplet~re· il ragguaglio che fu dato dalla R~v~·se~ , di ag@sto- l868 cir.ca alla .giustezza ed_ alfa ~ele~·1La dl tiro col fucile e colla carabina a retrocaNcH, dt cui sono armate le nostre fantf~ rie, ecco in ora i risultati rnedii che si sono ottenuti nella scorsa annata dai reggiim enti. di fanteria.

;· ·· . "'~--·-~···

........-:

-:


Specchio .A.. ,.

DIMENSIONI

PER CENTO HEI TIRI

DEL BERSAGLIO BETTANGOLAIE

DISTANZA

. 1,

' CHE COLPIRONO IL BERSAGLIO .,

';

I

IN METRI

....

i L~rghezza ~

1

'

\ i

5

83

93

1..

150

1, 50

2,00

77

90

200

2- 00

64

79

300

( tr0J 1, 50 /, T 1, 50

2, 00

47

61

400

.9-.. ,,?-o\4, 50

2,00

44

56

600

/4, f ~ 4, 50

2, 00

28

'

1

I

I

--

.

4

2, 00

'

-

3

,-v ; 1. 50

100

.

2

dei 10 regg. Media di tutti i regg. Media primi classificati

Al tozza

--

'

'

.

34


. /\ HE'l'l\OU~ICA

39~

Ad apprezzare giµstamente il valore relativo dei ~isulla:ti di tiro ottenuti dai nostri reggimenti di fan,teria ·riell'anno 1868, conviene però aver presente: '.~·p d ° Che la maggior parte di essi reggimen_ti _ese:·guirono il tiro al . bersaglio. con soli . 4-00 fucili a re:trocaric!l per cadauno, facendoseli - pa;s sare volla a volta da una c·o mpagnia all'altra, s.enza aver · prim~ ac.quistato una sufficiente cognizione della nqova arma; 2° .Che le istruzioni segu~te nello . insegnamentp, della scuola di tiro erano .imperfette, perchè co~pi:-· .late senza le norme inp.ispensabili che solo si posson~ dedurre ·cta grandi esperimenti1 e sulle quali è poggiata la istruzione or or~ , pubblicata a luogp ,della prima. Se poi confroI)tjamo questi r,ìsultati di, ,tirq con quelli dati dal noto rapporito . d~l 20 maggio 186~ .d~l maresciallo Niel all'Imperatore, e che· si poss.ono leggere a pag. ·168 della Rivista dell'agosto 4868, e con altri che si cono-scono della fanteria prussiana e della austriaca, si è condotti alle seguenti conclusioni: 1° Che nel tiro individuale al bersaglio i nostri ·r eggimenti di fanteria armati col fucile a retrocarica hanno ottenuto complessivamente e sino alla distanza di 600m risultati migliori che la fanteria francese col Chassepot e che la ranteria austriaca col Wiinzl, e di poco inferiori ai prussiani ('1 ). ·-

(1) 'Alla scuola normale di tiro la fanteria austriaca armata col fucile Vanzl avrebbe ottenuto l'anno passato i seguenti risultati: Per cento dei colpi che toccarono il l:iersagliò. largo l" 25 e alto 1, 90: a 110" '75 colpi; a 150" 63 colpi; a 225• 82 colpi ; a 300" 34 colpi. I tiratori scelti di un reggimento prussiano sparando contro un bersaglio largo l" !O e alto 1,. 80, alla distanza di 200'", avrebbero avuto 87 colpi per cento.


LE NOSTRE ARMI PORTATILI

2° Che rispetto a questi ultimi, ollrecchè i dati di confronto che si posseggono sono quelli di una scuola dì ti ço e di tiratori scelti, sta il fatto che làfanteria prussiana da più di 20 anni è armata del fucil e a retrocarica, mentre il nostro soldato non lo ha avuto a mano che l'anno passato, ed in maniera non abbastanza regolare. 3° Che al presente, essendo state elimina.e condizioni sfavorevoli che si appalesarono nelle nostre · scuole di tiro nel -1868, si può ritenere per certissimo che nel corrente anno si otlerrà dalla generalità dei reggimenti migliori e sempre migliori risulLati. In quanto al tiro di combattimento, che è poi la vera stregua della bontà di un'arme e dell'istruzione dei sold ati nel tiro, i risultati medii ottenuti dalle nostre fanterie nel 1868 sono riassunti nel seguente ·specchio.

:e

',

1


Specchio .E. PEll CENTO DEI COLPI CIIE C0LP,I1l0NO IL BERSAGLIO

DISTANZE'

largo 10m e alto 2m

SPECIE DEI TIRI IN TIIETU

Media dei Corpi .Media complessiva meglio classificati

,,>-

4

~

1

l_:Ej

. Da 550 a 600 Da 450 a 500 Da 400 a 450 · Da 300 a 350

Da 300 a 350

I D:150 \

In ordino sparso, a volontà

Id.

id.

.

26

17

.• .

..... In ordine sparso, a volontà . . . . . . In ordine chiuso, a comando . . . . • . In ordine chiuso, a comando •

I

a~

..

In ordine chiuso, a volontà con tiro accelerato

i-3

:;i:,

o C"l > :::, ~

e')

26

32

26

30

38

al

S6

49

31

48

>

~

...

·-

~

e,,


396

LE NOSTRE ARMI PORTATII.I

E si avverta:

1° Che le distanze alle quali si eseguirono i tirì

di combattimento non , erano conoscìute dalle com·pagnie, ma soltanto stimate a vista dai soldati al mo, mento di far fuoco. ~° Che nella determinazione dei per cento dei tiri che colpirono il bersaglio si sono considerati . come sparati tutti i tiri che per scatto a vuoto, per difetto dell'arma o per qualsiasi altra causa noq furono ~seguiti _nel:tempo prescritto. Questa prescrizione della nostra Ist-ruzione sul tiro influisce nqtevolmente a svantaggio del per cento che si ricava di tiri di combat_timento, particolarmente in quello accelerato. 3° Nel tiro a volontà accelerato furono accordati !O minuti secondi per eseguire 5 spari, ed è q·uanto dire che la celerità di tiro dovea essere di 7 o 8 spari per minuto. Riguardo alla celerità dèl tiro è oppor. tuno di qui aggiungere che dei soldati molto destri giunsero a sparare sino a U. colpi in .un minuto, cioè assai più . che col Chassepot e col fucile prussiano. Esaminiamo ora ·un momento quali sarebbero gii effetti di questo tiro di coml;>attimento . Supponiamo , che un nostro 11attaglione di" 400 baionette si trovi .a far fuoco ·sopra un battaglione nemico che si avanzi allo scoperto, e ché il _fuoco cominci soltanto alla distanza- di 4.oom. · Per percorrere questa distanza; anche , al passo .di corsa, vi vprranno almeno tre minuti: in ._tre minutt il nostr.o. _battaglione a_vr~ _p()tuio._slanciare 8,400 pallottole, delle qua'I i 2-,600 avranno colpito · : l'inimico, ch:e è come dire distruggerlo· -non una, rria ; , ·_tr~ ~"'-q_~~!:!:-2.. .~;: Ammesso . pure , chè _ sul campocli~' · Eattagha i r.jsultati del tiro siano ben differenti di , quelli eh~ si ottengono nelle esercitazioni, nondimeno ; è evidentissimo che l'arme de1Ie nostre fan_terie, e per

Ij

397

A RETROCAJHCA

celerità e per giustezza, è in tali condizioni di bon~à da ispirare _la maggior fi_du.cia ~I soldato e da :·assicurare il paese conlro a1 tm10n che sp~~rgono l:oloro i quali si divertono nello screditare ogn.1 ~osa. o parlano di ciò coi nulla intend.ono. I fatt1 cllall. sopra sono la più eloqnente risposta che. a costoro s1 pos_sa fare, senza il benchè menomo dubh,o_che possano nescire a contestarli con validi ar~· ,..-·en ti. G.

CoRVETTO.

:

ANNO XIV, VOL . I.

27


RIVISTA BIBLIOGRAFICA

399

col quaÌe si svolgono i principii gen~ral_i ~d immutabili della scienza militare e le va l'1a_z1om che. nel modo di applil"arli son o r ese neces~an e d~I- variare delle al'mi delle quali dispongono glt es~rc1t1; raccomandano quest'opera all'attenzione spemalc dello studi oso di cose militari.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA ·

Die Tal.lii. ,ter niic la11ten Zuk1mft v on B, Gatti. Vienna 1868.

(La Tattica det prossimo avvenire, di B. GATTI)

Le tre pàrli dell'opera sono dedicate ai seguenti temi: 1° Principii inlellettuali e mor ali; principii di strategia e tattica ; apprezzazione spassi onata dei rapporti nei quali stann o fra loro du e forz e nemi che; 2° Teo ria sull'efficacia delle a rmi moderne e delle attuali formazioni delle truppe nei vicendevoli rapporti che esistono tra le une e le altre ; 3° Legame che unisce le tre armi nel combattimento, ed influen za della tattica modificata sulle oper azioni sti-ategiche del futuro . Le idee elevate dell'autore, la molta erudizione che si appalesa ad ogni tratto, il modo stesso affatto nuovo 1


IUVIS'l'A STATIS'l'lCA

Somme approvale dalla Camera

~ = = = = c=.D= A,=l:=,:=:=:=n=:= :i=o=n=e======

PARTl, ORDlN.\JlU,

RIVISTA. StATISTICA

1 . ~rnministrazio uc centrale (Persm_rnlc) · Id. · · · (Malerrnlc) 2 ' · 3 Stnti maggiori . . 4 Esercito . . . · 5 Cara bi DieTi · r eali · 6 Vete.ra ni ed invalidi 7 J~ti luti militari . . · · · · . · . ·. ·. · · 8 Reclusione e stabili menti pe_nall m1_l1tan ,: . 9 Persoo1ile cli contabilità pl~l se_rv1z1 dell ,HU·· mi nistrazione della guerra· 10 Servizio sanitario · , · · · 11 Pano e viveri · · · · 1 12 Forac.•izi . · · · · · ·. · 13 Letli~'fegna, lumi e spose d1 casermaggio 14 Trasporti . . · · · · . ·. · : . · 15 lUaLnri,lli pei servizi ~mm1111slralm . 16 HiJ110nla 0 dcp_os!t' d allevameuto 1'7 Mnteriale d'arllgl1er1a. . · · · · 18 Polveri e nitri . · · · . : · · · 19 F;tli rl 'immohili ad nso militare . · · : . · 20 L~Yò!'i ordinari_ spese diWH'SC pel serv1z10 riel genio m1t11are . . · · · . · · · , ·. · 21 . Spese pel corpo_ di s_lato maggiore e per 1e biblioteche m1i1Lan · · · · · : · 22 Spe~e di l_eva . . . · : . · · • · · 2 3 Ordine 01 11,tare eh Savoia . ·.. · · 24 Spese di giust.izia-_cl'iminale _m1 l1tare 25 Dispacci tel••graflc1 .goveri1.al:lV( . . 26 Pagh,~ d' aspettativa ad u1ficialt · 2:7 Casuali . . . · · · · . · ·

!

:I

I talia. J!lilancio della guerrti per l'atuw 1869~

e

Nelle tornate della Camera dei deputati dei giorni 19, 20, 22 e 23 febbraio era discusso e votato il bilancio della guerra per l'anno 1869, del quale per altro era stato accordato l'esercizio provvisorio per i primi 4 mesi dell'annata. -Ne daremo le cifre de' singoli capilo li, e poi sommariamente le ragioni. 1

Per indc•nnità alloggi ad _uf'fìc_iali subalterni (qnota neUa pa1·te ordi naria)

,

·

Totale della par te ordì nari a

/

·

·'

989,100 125.000 4,919:370 H5 .666.330 18;331 ,210 861,150 668,700 713,270 64'1,560 4.753,910 1i2os,010 s:240.420 s :rnL1,310 3,000.000 180.000 1,000:000 3,800,000 1,130,000 4.20,000 2,'100,000 260.600 200:000 237 650 25,000 ,1().000 300,000 300,000

·

887,900

. L.

135,898;490

·


STATISTICA

.t02

IUYISTA

I 8omme approvate I

CAP IT OLI

w

I

I

dalla Cam •ra

Denomi nazione

PARTE STRAORDl!'iARIA.

' 28

29 30 35 36

37 38

39 40 41 42

43

Pa~h~ ~i disp~ni_b!tìtà ad impiegati . . . Pa.,,!~1. ad ufficia li 111 aspellati.va per r ·d . . d1 quadri . . . 1 uz10ne f.11\'1La JOPO~~alìca clcllè p~o;iocie ·-m~ridio~nli , o eg10 m1l 1tare . ' Ba ttag lìone di fiO'li di· mÌlit~ri · \ane. . . . ~ . · l·oraggi . . . . Vetcrnni ed invalidi · · · · Servizio sanitario · · · · Letti e l<~gna . . : : : · · c~?1te~eozo ~ua maggior rorza . . . A~se,,oa 1?0llt1 111 danaro a tru comandi ·g '. neral1 . . . . . . . . . ·. . . . e-

60.000

.

Per( indennità alloggi agli ufficiali subalterni

quota nella parte straordinaria)

!

3,570,000 150.000 91440 226,~70 1,lM.190 1,298.160 841.550 248.560 312,480 3,294,210 111,000

. . .

12,100

L.

11.382,560

. L.

»

135,8.98,490 11,382,560

. L.

147,281,050

Totale della parte straor dinaria

fiJEP ILOGO. Parte ordinaria • . Parto straordinaria Totale generalo .

,i,03

Il Mi nistero della guerra nel suo progetto di bilancio presentato nell'aprile ~868, avendo dimandato L. 03,8'iH,Oìt. 60, si vede che la Camera gl'i hc concesso in più L. 3,4-04- ,970-: 4-0, del quale fatlo diam o qui som mariamente le ragioni. La sotto-commissione della Camera per il bilancio della guerra, composta dagli onorevoli generiili La rtlarmO!'a, Pia nel I, Cosenz (relatore) e Bixio, e dal signor Fambri, si preoccnpò innan zi tutto dell:.\ insuffici enza della forza pol'lata in bilancio per le truppe di fanteria e dei bersaglieri, in rispetto alla gravezza del servizio che loro incombe, sia nei presidii ordinari, sia per ragione di pubblica sicurezza nelle provin cie del mczzodl ed anche in altre. Questo difetto di forze non solo nvrebbe affaticato di troppo i1 soldato, ma gli avrebbe irnpcdilo d'intendere bastevo lmente alla sua istruzione militare co tanto ne, cessaria. Oltre di ciò è da notare che, quanLUnque non vi siano sotto le armi se non quattro clossi, compresi i coscritti rlell'ullirna leva, tuLlaYia trovasi l' esercito avere 28,000 uomin i circa di più di quelli che il Ministero avea dovuto portnre nel bilancio per uniformars i alle deliberazioni della Camera, la quale nello scorso anno stabilì che la somma pel bilancio della guerra non doven ecacde re i HO milioni . Onde per rim anere nel limite dell e spese consenti te dnl bil,incio, si sa rebbero dovuti mandare subito in congedo- illimitato pel pritllO bimestre dell'anno corrente 2,,1,000 e più soldati della classe più ·anziana, cioè di quella del 1844- . Questa classe conslando di circa 37,000 uomini, 16,000 av rebbero dovuto restare ancora in servizio per tutto l'anno , affinchè la forza dell'esercito non fosse al disotto del numero bi lanciato . Tal cosa avrebbe manifestamente crea lo un 1


404

.IÙVlSTA

S'l'A'J'ISTICA

serio imbarazzo al Ministero, perchè con qual criterio si sa rebbe ro poluLi sopra ogni 37 soldati della classe in discor;so mandarne a casa 21 e trattenerne sot.to l~ ~rrni '16, quando tutli i 37 hanno diritto ad uguahssuno trattamento? E se t;Ì mandavano Lutti i 37;000 uomini a casa, come avrebbe potuLo reggere l'esercito con ,16,000 uomini di men o del risLreUissimo numero bilancialo? . P6r queste ragioni la Cam era, secondo la proposta . della sotLo-commissione, votò: · . 1°. Che io via normale ciascuna compao·nia di .. o 1anter1a e dei bersaglieri si dovesse accr'escere di 5 sol~ati ' donde ,un ,aumento all' effettivo proposto dal M1mstero d1 6,400 soldati di -fanter ia e dl' 900 bersaglieri; in tutto 7,3PO uomini; 2° Che fosse nccresciu to il bilancio di tale somma da perroettere che la classe del 184.3 potesse restar sot~o le arn(i sino a tutto il se,tternbre del 1869, il che ag·gravò di quasi 5 milioni la parte straordinaria del bilancio. Un altro argomento di cui si occupò la sotto-commissione fu il vitto del soldato. La ca rezza att.uale dei viveri ha costretto ad un enorme debito i singoli corpi, i quali ciò non ostante hanno in qualche luocro il vitto che lascia a desiderare ed in qualche alt~o un po' . al disotto della quantità regolamentare. Dovendosi pur rimediare a· ciò, come già vi avevano rimediato la Fran cia, l'Austria e la Prussia, il Ministero della guerra rappresentò tal cosa al Pa1·lamento nel lugl io passato, e ne seguì, dietro proposta della sòtto-= commissione, che la Camera .unanime approva va un au1~ en Lo di centesimi 5 alla paga dei caporali e soldati; il che accrebbe la somma del bilancio di circa

1

1

1

L. 2,400, 000 .

Yotavasi inoltre la · somrnà di L. 600,000 onde si

potessero fare alcuni car~1p! ~i . istruzio.ne. La c?rn~ missione raccomanda-va d1 farli m grandi -proporz10m e di sufficiente durata, per studiare i perfezionamenti · da arrecare alle nostre istruzioni, avendo presente ciò che le altre potenze p.otessero aver fatto di rneglio, non che i suggerimenti dell'ordinanza prussiana del 29 giugno 18(H . Questi savi consigli saranno ce rt~rnente seguìti dal Mini.ste ro della guerra, 11 quale anzi, penetrato della grandissima utilità .de' c.arnpi d'istruzion e, s'indusse il passato anno ad apr,1rne due, un? a Foia no e l'altro a Pordenone, quanLUnque nel bilancio non ne ,avesse i fondi. La somma cli L. 600,000 non è gran cosa quando si parla di grandi campi di lunga durata; tuttavia vi si potranno mandare da 35 a Hl,000 uomini per 2 mesi , che sarà pure un notevole vantaggio per l'esercito. , . Accresceva p'er ultimo il bilancio 1a somma d1 L. 900.000, che la Camera votò ad unanimità a titolo d'inde~nità d'a lloggio agli uflìziali su balterni non alloggiati gratuitamente. Sino dallo scorso . an,no e1:a stato proposto nella Carnera un aumento d1,st~pend i~ agli ufficiali subalte.rni, e sebbene la magg1,oranza v1 avesse fatto buon viso, pure per una quesl10ne preo'iudiziale ne rimase sospesa la reaJizzazione. La soLto~ommissione pel bilancio di quesL'anno .richiamò la questione in · campo, . parendole be~ g1Usto che la Camera avesse miglioralo, almeno cli qualche poco, la condizione rnalmente durissima d~·gli ufUziali subalterni. L; sollo-commissione propose per essi una in dennità d'alloggio di L. 120 annue . Alcuni deputati proposero invece di accrescere lo stipendio di L: ,150 all'anno così ai sottotenenti come ai luogotenenti. Ma il Minis~ro dell a guerra faGeva osservare che dell'aumento degli stipendi 'era meglio pada_r~e dopo v_otata la JeO'o·e delle arnrnwistrazwm cenoo sul riordinamento .

1


,i,06

tra-li. Peroc'chè sembrandogli equo che gli stipendi degli uffiziali dovessero essere almeno pareggiatì a quelli degli impiegati civili governativi; se d'altra parte avesse accettato il proposto aumento di L. 150, avrehbe gravemente pregiudicato i1 suddetto pareggio in virtù del quale i sottotenenti di fanteria dovranno avere L. 1,800 all'anno ed i luogotenenti L. 2,390, questi essendo i due più bassi stipendi portati dalla legge in discussione per gl'impiegati civili. Onde il Ministro con savio divisamento accettò per ora senz'altro la somma di L. 900,000, con la quale . farà corrispondere una indennitò dì alloggio di 25, 20 e 15 lire, seéondo la carezza delle pigioni nelle varie città dello Stato , a quelli uffiziali che non sono alloggiati gratuitamente; e in tal guisa rimane impregiudicata la questione dell'aumento degli stipendiì da potersi ventilal'e quandochessia ne!Ja Camera . La Camera intanto nel votare le dette L. 900 000 invitava ad unanimità il Ministro ad accrescere ~deguatarnente gli stipendi degli uffizia li inferiori nel bilancio del ,1s-;1 : atto che sarh al certo apprezzato da tutti gl'Italiani i quali comprendono che il benessere dell'esercito è benessere della nazione. Fin qui degli aumenti di spesa. Accenniamo ora le· diminuzioni . Argomento di ri,duzione fu il calcolare in meno il 2 °{o ed il 4 °(o sull'effettivo de.lla forza degli uffiziali e della truppa nel capitolo 3°, nel 5° ed in altri, come già si praticava per il 4.0 • Questa riduzione non è.per avventura troppo forte'? Per poter dedurre, per es., '100 soldati tutti in una volta sin dal principio dell'anno, in previsione delle perdite che hanno luogo · 1ungo l'anno, è duopo almeno che alla fine di questo si trovìno essersi gradatamente perduti 209 uomini, poichè allora il nurhero d.i ,100 · computato. sin dal 1

STATISTICA

l\IVISTA

407

princ1p10 dell'anno sarù una qiedia esalta. Onde la deduzione del 2 °1 0 sugli uffizinli e del .i- 0 (o sulla truppa fin dal principio 'dell'anno implica r:he. le perd ite che avverranno man rnano si trovino alla fine dell'anno essere st.at.e ri spettivamente del 4 °(0 e dr W8 °(o· Ora le perdite nell'uffiz1.alità potendo essere del 5 °( o tutto al più, la cifra della diminm:ione rir:hi esta non sarebbe eccessiva; però è da considernre che non si potrebbero lungo l'anno far promozio ni se non nella misura di 1 su 5 posti mancanti, e questo sarebbe al certo un grave inconveniente, massime per certi servizi speciali. In quanto alla bassa forza, la perdita annual~ media non raggiunge mai, non che 1'8, il 7 °(o, salvo casi straordinari , e pnèi ritenersi del 6 °{o· Dunque la riduzione del 4 °[0 sin dal principio d'anno è troppo considerevole e non dovrebb e superare il 3 °10; anzì più giustamente il 2, 5 °10· , Altro urgomento d'economia indir.ato dalla commissione fu quello che le '15 batterie d'artiglieria delle troppe attive nella media Ita_lia fossero ridotte allo · stesso piede delle a'ltre, cioè a 1'09 uomini e· 4-5-cavalli. li che recherà all'arma d'artiglieria, qual fu bilanciata dal l\1linisLero, una diminuzione di 666 artiglieri e di ·1 ,026 eavalli. La sotto-commissione voleva L. 500,000 di riduzione sull'arma dei reali carabinieri, diminuendo del 2 °fo gli uffizia!L e del 4 °1 la bassa forza. Ma il Ministro: avendo rapr.)resen tato di non poter accettare al presente tale riduzione, dappoiehè per il passeggi o dall'!.1rdinamento · del rn67 a quello del 1868 vi erai:o · circa 4,80 sott' uffizi ali in soprannurnero, la Camera, sulla proposta del Ministro, si limitava a ridurre il . ., . capitolo di sole L. 200,000. Fu pure fatta una considerevole riduzione d1 prn d1 1

0


408

S1'AT1S:l'ICA

nrVISTA

300,000 lire sul capitolo 8° (Reclusione militare), atteso il diminuito numero deì condannati, per i molti condoni di pena accordati dal Re nell'occasione delle nozze del Principe ereditario. Infine con diverse riduzioni proposte qua e là sui diversi -capitoli del bilancio la sotto-commissione otteneva ancora l'economia di L. 1,800,000, la quale fo del pari accettata dal Ministro della guerra . · La più grave quistione che pel bilancio della guerra siasi sollevata fu l'is.Lituzione di tre comandi geT)erali pr9posta dal Ministero nel cap itolo 3°, perocchè alcuni vi vollero vedere la ripristinazione dei grandi comandi di dipartimento soppressi nel 1867. Ma iì generale Bertolé-Viale faceva osservare che non aveva punto in· animo d'indurre il Par'.larnento a disd ire il suo voto del 1867, clappoichè i nuovi comandi generali proposti son cosa cliver&a dai soppressi gran comandi'. I nuovi comandanti non avranno veruna ingerenza nel servizio territori ale, e la loro autorità sarà limitata alle trnppe attive di alcune divisioni, le quali saranno tenute su piede mobile per., chè r,ossano meglio :intendere alla loro istruzione di guerra, ed anche per poter essere all'evenienza più prontarnente mob il izzate. SLimava quindi indispensabile per questo scopo un impulso direttivo più accentrnto che non qu ello di un comandante gAnerale cli divisione, il quale impulso partisse appunto dai generali che occupano i primi posti nella militare gerarchia. Oi questi 3 comandi genera'li uno sarebbe sLab.ilito nell'ILalia meridi0nale, l' altro, come già ,esisle, nell'Italia media, ed il terzo nella seLLen1rionale, ,e ciascuno avrebbe sotto i suoi ordini du e, tre o più divisi0ni attive, organizzale in piccolo precisamente come sul piede di guerra , le quali più che al servizio di piazza o ad altro, sarebbe.ro 'occuoaLe nella .loro ' 1

1

,

istruzione militare, massime in quella di guerra. Queste divisioni andrebbero per parecchi mesi al campo d'istruzione, e sarebbero insomma tenute sen1pre, come a dire, ad una scuola di guerra, nella quale pertanto s'alLernerebbero d'anno in anno le truppe tutte dell'esercito. Queste spiegazioni ottennero che la Carnern sancì la proposta del Ministro. · Ecco accennati in iscorcio i punti principali della discussione del bilancio della guerra per il 1869 ed i risultati della , otazione della Camera. In seguito a ciò, durante l'anno in corso la forza del!' e!;erci to dovrà essere: Dal ,1° gennaio-a tutto settembre: di 208,485 u_o1:1ini; Dal 4° ottobre al 31 dicembre : di 17.it ,.i-85 uomm1. I quadri organici cont.emplat.i nella parte ordinaria del bilancio darebbero: 1

Uffiziali

Stati maggiori varii. Fanteria . Bersaglieri . . . . . Corpo-d'a.mmjni_str.az~orte. Compagme d1 d1sc1plma . Cavalleria. Treno d'armata . Artiglieria. Gemo . . . . Reali carabinieri Veterani e invalidi IstiLuti mi11tari . Reclusione militare Corpo sanitario . Totale In parte straordinaria . ·

1

'fotale generale

Troppo

Totale

870 381 1,2M 5,967 1101,200 1107,167 890 14,730 15,620 100 - 2,300 - ~2·,400 700 760 60 . 789 '1.4,3'26 15,H/S 91 ,t,127 . 1,2 18 965 '14 ,931 15,896 398 2,320 2,7-18 456 rn,294 rn, 750 45 4,049 1,064 1

65

407

472

56 . 308

589

645 308

173,354 43,699

484,384 .13,834

11,031 132 1

198,215


4·10

nrYISTA

STATISTICA

Si osservi però ~che nella pv.rte straord inaria invece di 28,000 uomini cbe sare bbero in eccesso ai quadri, se ne portarono soli Hl,000, profittando che la classe ,1843; cioè 37,000 -uomini dovrv.nno essere congedati il 30 settembre ,1869.

41-1

Il piede di pace della ))Witdr Intendantur consiste in .: 1 sektions-chef'. 2 intendenti generali. 44 sopra-intendenti militari. 23 intendenti milit.ç1ri. 41 sotto-intendenti militari di 1a classe. 46 sotto-intendenti militari di 2° classe. Ossia in totale ,12'7 persone.

Honarchia Austro-Ung,arica. Aruove di,<J1>0sizioni oi•11a11:iclie per l'ese1•eito~ entrate in VifJM'e il 1° /ebb·1 •aio 18.G1J.

Il sektions-chef" è incaricato della direzione della ' okonomische sektion del ministero di guerra, ed è in pari tempo capo dell'intendenza m~J itare. . . Gli intendenti generali, sopra-mtendent1 ed intendenti fungono in parte come capi delle abtheilungen della okonomù;che sektion del ministero della guerra, in parte come capi dr,gli uflìci d'intendenza militare presso i comandi generali e militari , oppure come eapi d'inten.denza. . . . . I sotto-intendentì so,no imp1egat1 nel serv1z10 d'uffizio o nei servizi esterni dell'intendenza militare.

(V. fascicolo di febbraio)

L'INTENDENZA MILITARE.

L'intendenza mil itare (Mihtiir-Intendanz) è incaricata òella direzione e del controllo del servizio economicoamministrativo dell'esercito:

Il ser~izio· d'intendenza militare è prestato, per q~anto r1g:uar?a la direzione, amministrazi·one e ispezione, da 1mpiegati che costituiscono uno stato concretuale speciale sotto l'indicazio'ne colletti va di Mi,. litdr Intenda_ntur.:, e pe_r _quanto riguarda la contabilità da impiegati conta bili . - '

Le autorità d'intendenza militare fungono, entro i limiti dei loro speciali incarichi, quali autorità autonome immediatamente dipendenti dal ministero della '1/Ì!.

f

l

guerra . . .. , . . Il capo dell'uffizio dell'intendenza militar~~ m pari tempo riferente del comando generale o militare, e


412

RIVISTA

S'1'A'1'IST !CA

\

attend e ,· in tale qualità, alla trattazione degli affari economico-amministrativi di questi comandi. Gl'irnpi ega ti dell'intendenza militare sono, nell'.esercizio delle Joro funzioni, gli organi delegati del ministero di guerra, pe.r incarico del quale e sotto propria responsabilità essi devono dirigere il servizio econ.omico ed esercitare il controllo. Nella qualità di autorità autonoma l'intendenza militare attende, secondo il disposto delle leggi e regolamenti vigenti, a procurare alle truppe, stabilimenti e individui appartenenti all'esercito l'occorrente in danari, viveri, .vestiarii, equipaggiamenti., ecc.; conchiude e ratifica i contratti, sorveglia l'amrninistrazione delle provviste e fa lo spoglio dei diyersi conti. Dall'intendenza militare dipendono immediatamente souo ogni riguardo i seguenti stabilimenti militari: a) Le casse; b) I magazzeiii viveri e letti.

Dipendono poi dall' intend'enza militare solo . per quan_to riguarda il servizio arnministralivo :

·a) Le case di trasporto autonom~ (Selbstiindige Transporthauser); · b) Gli stabilimenti d'ammin}strazfone del vestiario; e) Gli stabilimenti sanitari e farmaceutici; d} Gli stabilimenti penali; e) Le case in validi; f) Le case di ed uèa'zione inferiore e s1iperiore sino . a quando C?ntfoueraÌ:lnÒ ad e·sistere, Non entra per contrario nel raggio d'azione della intendenza militare- la dfrezione· e s·orveglianza ' def servizio tecnico:

a) De·ll'artiglieria; b) Del genio; e) Dei pionieri ; d) Del treno é dél materiale di éarreggio presso le truppe; e neppure dipende dall'intendenza milita1·e tuno ciò che si riferisce a cavalli. Le funzioni di cont.rollo spettanti alle intendenze militari sono esercitate o per mezzo di riviste regolari àn nuali fotte cli conserva coi g~}nerali specialmente incaricati, oppure per mezzo d'ispezioni da irìtrapre.nders! o periodicamente o secondo il bisogno.

In tempo cli guerra là formazione dell'intendenza militare ha pee base quella dei corpi di truppe. Ad• oo-ni division e attiva e ad ogni coepo- d'armata t> viene add etta un'intendenza militare, colla designa:. ziono: fotcndenta militare eletta ... a dfvisione attivct, oppure clel .. .0 corpo d'armata. Per ogni esercito viene poi formata un'intendenzo dell'esercito. Quest'ultima si divid e in due Abthei:. lungen; una militare ed una d'amministrazione (Verwaltungs).

·

Capo deWintend enza dell'esercito è un generale di grado elevato: un uffiziale superiore di stato 1rn~w giore è alla tRsta della ltlilitar-Abtheilung, ed. un ID"' tendente generale alla testa della Verwaltungs-Ab-theilung.

Dovendosi mettere una piazza forte in istato cli difesa, viene il'lcarìcato del seevizio economico ammi nistrativo . un sotto-intendente militare dH a elasse. 0

ANNO XIV, Vor.. L

28


'l i14

RTV1S'FA

.

.

10°.

1

, ·I ·capi delle intendenze di divisioni e di corpi d'armata, quali organi dei rispettivi comandanti, hanno con questi ultimi il r apporto della dipendenza personale e di servizio; essi devono poi agire nel più ·stretto acéordo coi capi di stato maggiore e prender -sempr:e ~er base delle loro .operazioni le disposizio'ni dei comandanti, comunicate sia di rettamen te, -sia per .mezzo dei capi di stato maggiore. ' ln uguali rapporti si trova il capo della Verwaltungs-A.btheilung dell'intendenza dell'esercì to rispetto all'intendente generale e al capo della Jlfiliti.ir - Abtheilun[{,

È incarico dell'intendenza dell'eserc.ito l'assicurare, procacciare, riunire e distribuire tulto quanto è necessario all'esercito in campagna; ed è pure di sua ,s pettanza la di rezione centrale del servizio amministrativo e la clirei;ione immediata degli stabilim enti militari non specialmente assegnati a divisioni attive .o corpi d'armata . . Le in·tenden11.e cli corpi d'armata so no incaricate dell'alta direzione del servizio amministrntivo di tutte quante le tr uppe o stabili menti militari appartenenti al corpo· d'armata; la loro aziorìe però non si estende nè. al , reclutamento degli uomini e cavalli, nè all'approvvigionamento d'armi, munizioni o materiale delle truppe tecniche. Le truppe od uffici militari non appartenenti ad una divisione, ma assegnati al corpo d'arma.ta, di· pendono immediat~mente, per ·quanto _riguarda il

STATISTICA

sèrv1z10 ammini strativo, dalle intendenze ·dei corpi d'armata . Le in tendenze divisionali hanno la direzione del servizio ammin:istrativo peesso le truppe od uffici appartenenti alla divisione.

Il personale della Mz}ùèir-Jntendantur si recluta, in casi ordinari, tra capitani ed impiegati militari della 9a classe di dieta, appartenenti al servizi o attivo, che abbiano compiuto il corso d'intendenza; e la scelLa ha luogo in base ad esame. Non sono' però esclusi in modo assohìto dal concorrere a posti nell'i ntendenza militare nè quei luogotenenti più anziani, nè quegli uffi.cial i superiori° che possedan o speciale attitudine. I capitani, luogotenenti, ed impiegati della 9" classe di dieta ammessi dietro esame nell'intendepza · militare, vi prendono posto a seconda della classifica-zioné riportata, e di mano in mano che si suc~edono l'e vacanze, senza riguardo alcuno ulla loro antica anzianità rispettiva . Gli ufficiali superjori vengoilo ammessi nella classe di dieta corrispondente al loro grado . Gli intenden ti gene rali, per quanto riguarda il loro diritto di nvanzamen to ad una classe superiore, appartengon o ad un solo stato concretul'l.le . col vicario apostòlico militare, cogli auditori generali, coi rriedièi generali, ·ed impi egati de}!a 5a classe di dieta del l\'Jinistt~ro di guerra. Tutte le nomine e promozioni nel personale della 1lWitéir Intenclant'ur sono riservate a S. M. I. Il. A. Agli ex~ufficiali non è più concesso il ritorno nei corpi attivi dell' esercito.


4•16

lUV1STA

Riportiamo qui le di?posizi oni più jmportanti contenute in un regolamento recentemen te pubblicato eìrca,_ i

l/otonla1·· i 'jJe1• un (UUH>,

I volon tari dì un anno hanno diri tto di scegliersi il corp o di truppa_e la guarnigione dove prestel'a'nno il loro tempo di ,servi zio ; succedendo un cambio di guarnigione possono ottenere un passnggio ad altro corp o. Un galloncino giallo di seta, attrnverso,to da una riga nera nel mezzo, e collocato sul paramuno della manica, costituisce il distintivo dei volontari. I volontari , eccezione fat ta di coloro che, essendo affat!O privi di mezzi, sono vesti~i e pagati dal' Governo, devono provvedere· essi stessi i lo!'o effetti di uniforme; le armi però e gli oggeLLi di buffeueria potranno esseee loro somministrati dv.i corpi a titolo di prestito, contro pagamen to di /S fiorini nella fan teria e '10 fiorini 20 lueuzer nella cavalleria, pee fl consumo. I volontari di cavalleria devono olteacciò condur seco un cav,rno da sella perfettamente atLo al servizio ,_ oppui·e pagare 200 fiorini in cavalleria pesante e '180 in cavalleria leggiera per l'uso di on cavallo cli servizio, compreso il mantenimen tù e la fei·rnt ura. I volontari cl' un amio sono uguaJmcn te ripartiti nelle unità tatLiehe inferiori (compagnie,' squadroni, batterie), ma ricevono l'istruz ione in comune da un conispondente numero di ufficiali e sott' ufficiali istruttori. L'istruzione teorica, da impartirsi loro separata-

S'.L'À'l'JS'l'ICA

mente- dal resto della, bassa-forza, dev'essere regol~ta in modo che trascorsi i pri mi H- giorn i ·delle esercitazioni estive, essi possano già tutti essere ·impiegati come graduati, e che nel seco ndo ·periodo delle esercitazioni possano esseh} destinati anche a '.post.i d'ufficia li qu elli tra essi che in tendono divnntar ufficiali nella riserva. NeJJa seconda metà dell'anno in servizio si.potranno. concedere ai. volontari i distintivi di sott'ufficiali. Le cognizioni teorico-militari e le qualità pratiche che si richiedono per essere nominuti ufficiali nella riserva sono : Lingua tedesca e stut"istica militare, topografia pratica, teoria del terreno, amministrazione militare, regolamento d'esercizio e di servizio, esel'cizii pratici, organizzuzione ,dell'esercito , servizio di campagna, servizio di pioniel'i, fortificazion e c,:fmp !}le e permanente, teoria delle armi; e di più; nelle armi a cavall o, cogn izi on i di veterinaria, e nell'artiglieria la teoria d'a1:tiglièria e · la costruzione delle batterie.. Q'uesti esam i l1Mino luogo presso i comandi dì divisiene e possono, in caso di sfavorevole esito, essere ripetuti du e nltre volte, a distanzn sempre di liii anno. · Gli stu den ti di med icina ehe prestano servizio quali volontari per · un anno negli spedoli di guarnigione, sono impiegati come allievi medi ci. . I praticanti di 'Veterinaria prestuno servizio quali veterinari ci maniscalchi; gli studenti di farmacia sono aclopexati come lavoranti nelJ e·farmacic militari.


418

RIVISTA ,

s ·rATISTIGA

Svizzera. Si parla a Pietroburgo di grandi movimenti di truppe che l'Austria sarebbe per fare in Gallizia, sulle basi di un ben determinato pinno di operaz ioni . Qu attro corpi di osserva zione sarebbero stabili ti 1.mo nella Bukowina ; un altro p,resso la piccola città di Zalescz ix , il terzo presso Brody e l' ultimo presso Cracovia. L'anrniinistrazione della Knrl-Ludwigsbahu , incari- . cata della costruz ione della linea LP.m b1erg-Brody, fu eccitata dal Mini::;tero . di gue1Tu ' ad affrettarne per quanto possibile il comp im ento. Da parte dei Ru ssi ·si assicu ra che a Varsavia, nelle. vicinanze della cittadella Alessandro, devono essere a))battute circa cento case, per lasciJ re lo spazio alla co·strnzione di alcun e opere esterne riputate necessarie . N:elle fortezze di Novogeorgiewsk, .Tvangorod, e Brzcsc-Litewski - assai pross ime alla fronti era austriaca - si s_ta r imettendo in perfetto stato tnnto le opere stesse quan'lo il mnteriale d i fortezzD . Nella piazza di Brzesc-Litewski, converli ta a poco a poco , in questi ultim i' 10 anni , in fortezza cli ,1° ordine, si sta lavorando ad un rinforzo della cinta principale, la quale viene al za ta di due b raccia e più, oode cop ri r megl io le opere in muratura e le torri di difesa collocate all'interno . (Da una COlTispondenza da Pietroburgo all a Weln· Zeitting di Vienna, del 6 marzo 1869).

· Da u na corrispondenza della Gazzetta Settùna1ial.e Militare, N° i2, del 17 corre.nte rileviamo, che in Svizzera venne diramato allo studio delle Commissioni militari dei singoli Cantoni un progetto di un nuovo 01~dinamento dell'esercito federale. Tale ordinRmento s'i nformerebbe specia !mente dai seguenti pl'incipii più importanti tendenti ad eliminare od almeno diminuire gli inconvenienti inerenti al · sist~:m a delle milizie, e, cioè: Procurare con un pronto ed efficace sviluppo dell'intelligenza dei giovani soldati di rimediare al di-:fetto de1l'eccessiva brevità di tempo accordata per l'ist11uzione, quindi istituire un sistema di spiegazion~ chiare, precise, a ripetizioni inutili che stanéaù.o la mente. Acceuare e diclfi arare sufficientemente isJrutte le reclute, allora soltanto che, avranno date pr0ve di soddisfaèente abilità nel servizio e manovrà di cacciatori. Raccoman dare agli ispettori .di cercare fin dall'i.nizio di loro funzioni cli fa rsi un concetto giusto del grado d'istruzione degli uffiziali del rispettivo loro circolo. Fare chiamare per mezzo degli ispettori l'attenzione dei Cantoni sugli ufficiali superiori in capaò, e sul bisogno di affidare l'istruzione delle reclute ad abili uffiziali e sott' uffiziali, Dare l'importanza necessaria ad una buona istruzione sul sérvizio .in campagna.


nlYffi'l'A·

Sorvegliare i Cantoni, per acccrts_,,rì ~e ademp iono ai loro doveri circa l'istruzione delle reclule, e se curano l'i nlervento alle istrnzioni degli uomini npp-neten enti ai quadri aLLjv i; veder~ di pone un fre1"-, all'abuso delle di spense troppo frequ en ti dalle manovre senza legitti mo motivo . Falle poche eccezioni, il progelt.o fu . accolto dappertutto favorevolmeute e si lia motivo a credere eh:, nell'ann ata sarà presentato pella discussjone al Parlamen to federale.

STA '('IS'l'ICA

Prussi.~:J,. Secondo un prospetto uffiziale presenta to dal predetto periodico, il nurne!'o degli individu i di bassaforza che in Prnssia dal 11° luglio ·1866 fino all.'u ltimo dicembre 4868 fu rono riconosciuLi come invalid i per fotLi proveni en ti daila guerra del 1806 salirebbe alla cifra di 11,f ,O&O di cui : 1

76 per perd ita o storpiatura di 9 membri, o per

perdita della vista . Altro soggetlo d'interesse milit are, che desumiamo dalla stessa fonte, sono diversi progetti che si stanno face ndo nella Svizzera per la costruzione di tronchi di ·vie ferrate sulla ri rn sinistra del Reno . Uno frn. questi partirebbe da Ba sile11 J uhgo-il Reno, per ]a vulle del Frick e Monte Dot.z su Drug·g e più innanzi passarebbe stilla sinistra del eletto fiume oltre · Sch iaffusa, lo costeggerebbe fino a Shreutrlingen (di fronte n. Costanza) , dove poi si co lh•gherebòe con quella che segue il lago fino a nomn nshorn e che dovrù P-ssern posta in eserci7.io nel ,18711. A quan to se ne pub inferire, ragioni milita~i, oltre ,1gli interessi del commerc:io, vengono poste in c,1 mpo per consigliare l'effe tt ua zion e di tuie proge·tto.

,677 per perd ita o storpiatma di un hrnccio o cli ,J 35G

'3158

4098 ,Hì3 !Wz

un piedP,. invalidi affatlo, incapaci a gundcignarsi di che vivere, pcrehè inetti al .lavoro . invalidi la più partr, incapaci n gunclagnars i di clie vi vere, perèhè in etti al lavoro. · invali di in parl:c, abili al lavoro. invali di. mezzi imalidi.


RlVlSTA TECNOLOGICA

••

di Tori·no, serie 12, tomo x; nel lavoro intitol ato Nozioni sulle materie fulminanti, del capitano sig. Go. nella e del sig. Parone , inserito nel Giornale di Artigl-ieria del 1867; e in vari periodici, compresa questa stessa Rivista, anno 1868. Dal 4864 in poi varie esperienze furono fatte presso altrr- nazioni pe r applicare allo scoppio delle mine la ni lroglir.erina, la quale ultimamen te è stata altresì i~1prngata in America in vari lavori della famosa fe rro vrn. . del Pacifico. Nell'esplosione la nitroglicerina esercita la sua azione principalmente dall'alto al basso, al pari di tutti i fulminati; cosicchè, nel deplorabile scoppio accaduto il 24 giugno 1868 a Quenast nel Belgio, si vid.er~ de.i veri imbuti escavati nel suolo ove le scatole eh nitroglicerina si trovavan o accumulate nel momento ddla catastrofe; e nel sito ov'era un carro che cont~neva la nitroglicerina si trovò un'ampia fossa. La nitroglicerina non esplode çorne ltt polve l'e nl contatto di. un corpo acceso; ma basta per produrre l'esplosione esercitarvi una pressione anche leggera o darl e un piccolo urlo; e da qui SÌ ' vede quanto sia pericoloso il trasporto di tale sos tanzn, il quale pare che sogli a farsi in iscatole copehe di a.equa . Vari scoppi accadu ti çon dan ni più o men o grandi far:<wano temere che si dovesse rinun ;1,iare ad un prepnrato così potente pei lav·ori da mina com e la nitroglicerina ; ma il signor Nobel ha cercato potE't' paralizzare le p.ropri età esplosive di ques ta sostanza senza nuocere ai suoi effetti balistiéi. Egli è giunto alla soltnior_1e di. questo difficile problema col sem pli ce espediente di mescolare alla nitrngliceri na dell a sabbia fina, ed ha dato il nome di dinnrniLe n qu esta miscela, la qunle,· men tre ha la stessa potenza balistica della pura ~i l,rogli cerina, è del tolto innocua nei tra1

1

RIVISTA TECNOLOGIC tl

t no to che nel fabb r icare il sa pone e le can dele stea riche si pub ottenere, d'i etro vari proc:essi chimici, la glicerina, che è 1111 liquido inoclorn, denso come un o sciroppo, e quasi pri vo di colore. La glicerina era nota fino dal <1779 ; ma al chjmico italiano professo re Sobrero si deve l'avere sco-perto, fin dal 4847, che truttandola coll'acido solforico e con l'acido ni. . ' . trico se ne puo ottenere una potentissima sostanza esplosiva, la quale egl i chiamò nitroglicerina,. Così la scienza fu arricchita di un nuovo fulminato, forse il pi·ù potente che si ·a bbia; ma « la nitroglicerina non « è praticamente conosciuta che dal ,18G4 a questa « parte, essendo stata la scoperta del chimico itaiiano « in su l µr incipio considerata soltan to come una cu-· « riosità della sc ienza. » Della nitroglicerìni1. si possono trovare estesi ragguagli nelle Me11iori·e della H. Accademia delle Sàenze /

.

.

423


424

UIVJS'L'A

sporti . Nello scorso anno si sperimentò la dinamite in Inghilterra, alla presenza di molti fra ingegn er-i, intraprendi tori e minatori, e-se ne ebbero soddisfacenti risu lt<lti. A quanto pai·e si vide anc,;he in modo cer'Lo l'innocuità della dinamite quando essa è posta in condizionì diverse cla quelle dirette a farla esplodere; .cosicchè se, com'è da credere, la scoperta del Nobel sa rà coronata da uguàli successi in più vaste esperienze, torn erù certamente utilissima per la grande. fac il ità con cui si potranno fare delle mine pot.entìssirne. Probabilme"nte nnche l'arte dell& guerra potrà ,Ìvvantnggiarsi dì tnle scoperta allorchè, come spesso accade nelle fortunose vicende di una can;ipagna, sia necessario far sa ltare prontiss imamenté ·delle fortifica.7.i-&ni , dei ponti in muratura , ecc. Impiegando la dinamite sembra che ba.sti praticar~ dei piccoli fori col trapano nei massi dw si vogli ono minare, senza dover ricorrere a tutti i penosi e lunghi luvori ord ìnari da minatore. Ancora r:on si hanno, a quanto pare, <lei dati precisi sulla forza esplosiva della dinamite, ma è certo che questa è incomparabi lmente maggiore di quella della pol vere orùirwrin: onde si vede in gene rule quanta poca qu antità sai'ebbe duopo traspoì-turne in cnrnpagna per aleun i usi della guerra~; il c;hc non render·ù forse difficile lo studinee un modo cli trasporto tale. da essere il più al sicuro possibile clu q1rnlnnqne sin isLr'o .

TECNOLOGICA

Secondo una corrispondenza dellu Gazzetta Settimanale 1lfilitare, un ultro emulo sarebbe sorto in Svizzera a gareggiare col fucile Vet_terli; certo Walser, arrnaiuolo di Herisan (Appenzell), avrebbe presèntato un · fucile a retrocarica che da espe!.'ienze'fatte a S. Gallen in confronto col fu cile a ripetizione Vetterli sarebbe riuscito · superiore a quest'ultimo. I risultati delle esperienze in due riprese di tiro accelerato per la durata cli 2_ minu ti per ognuno dei sistemi, sarebbero stati i seguenti:

, Nella prima ripresa: Sistema Velterli

23

7

13

3

Sistema 'i_\lulser

22

16

6

o

Sistema Vellbrli

22

10

10

2

Sistema Walser

27

11

15

1

Nella sec;onda ripresa :


INDICE ·DEL VOLUME I -- ANNO XIV .. Gennaio

La Direzione della llivista sente iÌ dovere di .parlare della vita e degli scritti del generale Joi\nl'ìr, morto snl finire di m,arzo a Passy presso Parigi ; . e. lo farà ·pubblicando il discorso pronunziato adcll 6 aprile dal maggiore Marselli nella Scuola Superiore di' Guerra. Solo è dolente che tale di scorso non potrà essere inserito che nella dispensa di maggio·, essendo di già composte quelle di marzo e di aprile.

l\1AnTINI

CAttr.o, Gerente.

. . • . . . . . . . . . . . . . Pag. 5 Il probloma militaì'e dell'iodipondenza nnz1ona le . . ' . . . . . . . . . . . . . . . )) 11 B. Di, BENED ICTIS, capitano cfot Genio. - Meccanicu a ,.,_ plicata. - Nuove applicazioni delle l'uotc a cuuèo pe~ se.IJ?pliµcar~ ?~cune macchine comunissim0 pnr ns1 mihtan e c1v1l1 . . . . .. . . . . . . i, 42 ALESSANDRO R1GmN1. Alcune considerazioni sul nuovo progetto di una ferrovia tra il Mediterraneo e la val le del Po, per Chiarari. Varese, norgotaro e Parma » 81 G. FERRARELLJ. - Un requisilo militaro . . · . . . . .., 87 CESARE Gu.rnAsc1. maggiore' !lel Gewio. La telegrafia nella g.uerra-. , . • · . . . · . . · . . . . . . . » 91 RIVISTA BrnLtoGRAFlCA. - Sulla responsabili:/). in g uerra -- Gart~ t0pogrn[kho deila Norvegia - l~orle del Crnnducato di 13aden - Il Regolo ca lcolatorin ,1 L\rirme(ica logaritmica vicende,vol mente illustrati e rido tli ad intelJigenza-ed .uso c0muni , per 13. Plehani. - Éludo dt, stati que phisique; -Principe génf'.lral pour dùterminPr Ics pressions et les tensions dans un sislème é.lastiq ue, par -Louis Frédéric Menabrea. - Messarg-io del Con siglio Federa le al l'alta Assemblea, circa il Il egoia~ mfllllO d'esercizio per le truppe di fanteria. . . >) 96 RIVISTA STA'J.'ISTlC.~. - Spagna. Riorganizzazione deli'<•sN'cito . - Inghilter1·a. Adozione de l sistema di t,ll·icamcnto per la bocca nell ',1rtiglieria di camragu:i. Svizzera. Pr.ogctt0 di riforma nlla .leg!,\e mi lita re Austrfa. Nuova legge mili lare - Legge sulla landwehr - Legge sulla landstnrm - Progetto di fortifica zio ni ad Eperies - Depositi stalloni e mandrie mil.itn1·i -·- Abol izioni dei tribunali presso i c,n·pi di t.rup;le Bilancio del ministero di g uerra. - Baviera. Comandi generali ; Coma ndi di Divisione - Olanda. Ti r ·llo r·i scelti - Stat,i Urviti d' A.m ei-ica. Mari ;ia da guer1a » 110 RIVISTA TECNOLOGICA . - Le mitragliatrici - Nuovo 1'uci l3 Werndl . • . . . . < • . • , . , • • » 130 Programma

N. ~L~nsELLI . -


128 '

Febbraio llagione sommaria degli alti del l'Amministrazione _della Guerra durallle l'auno 1868 . . . . . . . pag. 133 N. M..1.H~1,1,u . - l i prpblema rnilitore della indipendenza naziona le . . . . . . . , . . . . . » 201 F. S1Acc1. - La clessidrn elettrica ( ton taM là li.togra,{ica) >) 29:t n1nsr..1. S TA TISTICA. - Italici. Statistica del.Regno. llfonarch·i.a A-ustro- Ungarica . Marina. - Nuove disposizioni

organ iche per l'esercito, entrate in vigore il 1° fcbbrnio 1869. - Svez ia e_No1·vegùi. forze militari. Danima1·oa. :,· arinu da guerra . - Rus.~ici e Principati Danul)icmi. Progetto di un campo trincerato - Nuova orianizzazionc del Ministero di guerra in Hussia . » 250

Marzo G. CAnGtIA, veterinario in 1° ne~ lancieri Vittorio Ema~ nuel e. - Sull:t produzionii equina della Capitanata Pag. 285 CESARE GuARASC1, ·maggiore clet gen'io mil·itare. Strade forrate . . . . . . . . . . . . . . . . » 310 Esp<:rienze fa(le in Inghilterra sulle bat.lerie corazzale

(con t<wole) . . . . . . . . . . . . . .

VALEl'iTJNO GHIAI.A . -

La

»

in Ilalia . . . . . . . . . . . . . > Espcrienze~snlla possibilità di poter utilizzare il zaino del solda to in sostituzione de' progettati 'trincN'amenti istantanei o di lJa llaglia . . . . . . ,. . » G. Co1tYlìTTO . - Le nostre armi portatili a retrocarica » RIVISTA BlllLIOGRAFICA, La fallica del prossimo avvenire, di B. G«tti . . .. . . . . . . . . RIVI STA STATISTICA. Itcilia. Bilancio· della guerra per l'anno 1869. - 1l!oncirchùi Austra-Un,qcirica. Nuove disposizioni organichn per l'eserci to entra te in vigore il 1° febbraio 1869. - Volontari pel' un anno. - ,Preparativi militari ai conlìni rus;o-austriaci. - S1,-tzzera. - Pnissici . . . . . . . . . . ,, Il1 v1sn TRCNOLOGICA.. Scoppio delle mine con la dinamite. -

AVYiso

319

guerra del 1866 i n Germania ed

Fucilo Walser

., .

>> >>

347 378 384

398

400 422

426


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