RIVISTA MILITARE 1868 TOMO II

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RIVISTA

MILITARE ITALIANA RACCOLTA MENSILE DI SCIENZA , ARTE

J<'.: S T O R I A

MILITARI

~~

Serie II. -

Anno

Volume II. ~

•.,n . ,•. , ... !;1:

.•, ·'

}~l~i;~=-;;~j/ .

G . CASSONE E COM:P. TIPOGRAF'I-EDl TOR! Fll\E1'lZE

Via Cavour,

1'{9

TOIUNO

8.

Via S. !~rane. da J>~ola, 6.

1868


DELLA RESISTENZA DELL'ARIA SOPRA I PROIETTI OBi,UNGHI Jl

DELLA l10RO TRAIETTORIA Continuazione ( t.)

P1·oprietà lette,ra1·ia

ART. IL D~l movimento dei proi~tti oblunghi nell'aria.

§ 1. Stato. della questione.

1. Le forze che agiscono sul centro di gravità di un proietto oblungo nell'aFia si riducono: 1° al suo peso; 0 ~ alle due componenti della resistenza dell'aria, che abbiamo espresso con ,

X

= rt k' a

2

·-

u' -

g

t ,

Y

.

= rt k' a' u' X g

la pi;ima diretta secondo l'asse di figura del proietto,

(1) Vedi RiuiBta Milit. Itat. , anno xm , voi.

1,

pag. ~1.


6

7

nIOVIME~TO

DEI PROIETTI OBLUNGHI

la s~c?nda normale a questa e giacente nel piano meridiano, a oo·ente alla tra iettoria , . h che contiene la ra piano c e abbiamo già det o altrove piano di resi-

momento della coppia perturbatrice abbia un valo.re cosiante, e che la tange,nte, che ne determina ii piano, rimanga fissa: quanto al movimento di traslazione, che l'asse del proietto proceda parallelo a se stesso . Ciò è stato realmente fatto dal signor conte di S. Roberto, an~co uffleiale della nostra artiglieri<!. (~), il quale con tali spedienti ha reso il problema non già facile, ma accessibile all'analisi. Supposta la traiettoria divisa in· ar<:hi corrispondenti a piccoli in- . tervalli di tempo , egli suppone che ciascuno di questi !).rchi sia perco!'~o dal proietto, rimanendo col suo asse parallelo alla direzione che a vea al pri~cipio dell'arco : alla fine qi questò arco egli inclina l'asse di figura della quantità dovuta all'azione della coppia perturbatrice, duran te lo stesso intervallo di tempo ( supposi.o che in tale intervaìlo l'azione di essa sia ' stata conforme all'ipotesi enunciata ) , e co.n questa nuo va inçìinazione egli fa percorre re dal proietlo l'arco successivo; e così via discorrendo . . In tal guisa si possono ottenere diversi punti della traiettoria, e diveese jnclinazio ni dell'asse, punti ed inclinazioni tanto più prossimi .ai veri punti ed alle vere inchnaziòni , quanto più piccoli sono gl'intervalli di tempo considerati . Questo metodo sebbene lasci molto a desiderare. dal lato della praticabilità, è tuttavia il più raz·ionale. che, per quanto io sappia, sia stato finora proposto,. 3. Il pr0blema. della rota z(one nell'ipotesi enunciata, è stato tr.,lttato dal signor cli S. Roberto con metodo, geometrico. Qq_esto metodo però, _commendevole forse sopra tutti per semplicità ed evidenza, ove trattisi di scoprire taluni fenomeni del movimento , cioè come e

stenza. La COFJpia poi che modifica il movimento di rotaproietto, e che per conseguenza fa cambiare zione ad Ggm istante la direzione del s uo asse ·di fÌo·ura è, o

~el_

N

= ò' le' a ·[Iu2 s 3

-

il cui asse e perpendicolare al piano di resistenza . , ~elle suddette espressioni ft esprime la densitl1 del- · 1 ana, u la velocità del proietto, a il diametro della sua partè cilindrica, g la gravità, k' uria. funzione della velocità determinata coll'esperienza (Vedi art. I N. 15), t X, funzioni dell'inclinazione dell'asse di fi~ura sulla tangente alla traieuorié.l., funzioni tutte dipendenti dalla forma c!el proietto. Que_ste. f~~z: e q.ue~ta .· ·coppia danno luogo a sei eq.uaz10m ct1fferenziah d1 second'ordine o a dodici di pnmo, n:lle qu~li è contenuta la risolnzione _completa del ~opp10 movnnento dei pfoietti oblunofo: sei di queste equazioni si riferiscono al movim;nto di traslazinne, le altre sei a quello di rotazione . 2. L'integrazione di tali equazioni nella ·loro· o-eneralf tà è diffi~ilissima.:. ~è il problema ·della rota~ione, puo es.sere n~oluto md1pendentemente da quello della traslazione, g1a.c<;hè l'uno è dipeude:ote. dall'altro o in ~lt~·i ter!llini, le dodici equazioni summenzionate 'sono mt1mamente connesse tra loro . Tutt~via per un intervalto di tempo sufficientementebre:v.-~ L due m_ovi_menti posson_o considerarsi_indipendenti, qualora per tale . intervallo di tempo si supponga: quanto al· movimento di ro~azione, ehe il

s

(*1Études rnr la vta·iectoire des pruicct:iles oblongs. Paris, 186) ..


8

MOVIMENTO

perchè avvengano, può dar luogo ad obbiezioni. quando sia questione di determinare le quantità che misura.no le circostanze dei fenomeni stessi. Lo stesso problema e mantenendo le stesse ipotesi è stato in seguito trattato con metodo analitico dal generale Mayevsky dell'artiglieria russa (lf-), e le formole a cui questi è giunto sono più approssimale di l{Uelle del signor di S. Roberto. A tali formo le però, anzi a formole alquanto più approssimate di queste, parmi si possa giungere per via alquanto diversa, che se non è più semplice, non è forse più intricata. Io mi propongo adunque in questo secondo arti.colo, 1° di ricavare alcune formo le relative al medesimo problema della rotazione dei proietti oblunghi, sempre nell'ipotesi del signor di S. Roberto, parLendo immediatamente dalle tre notissime equazioni euleriane, la cu i dimostrazione del resto s'incontra in tutti i trattati di meccanica razionale ; 2° di dimostrare alcune proprietà relative alla traiettoria dei proietti medesimi. § 2.

'

ORI PI\OIE' l"l'l OD LCNGHl

adunqu e da ogni movimento del centro di gravità del corpo sia O questo centro che supporremo fisso; siano OX, OY, OZ tre assi fissi ortogon<?,Ji· tra loro, il primo coincidente colla tangente alla traiettoria. Siano poi a capo al tempo t : Ox, Oy, Oz le posizion i di tre assi ortogonali fissi nel proietto, e per conseguenza mobili con esso , il primo coinci dente coll'asse di figura, e gli altri due giacenti nel suo piano equatoriale; ON una perpendicolare al piano di resistenza XOro, che per conseguenza sarà l'intersezione del detto pin no equatoriale col piano fisso YOZ; o l'angolo XOx; cioè l'angolo che fa l'asse di figura colla tangen te ;

X ,

I

1l!ovimento di rotazione.

4-. L'ipotesi nella quale s'intende qui trattare il problema della rotazione, è come abbiamo accennato

che il momento della coppia perturbatrice N sia costante, e che fa tangente che ne determina il piano mantengasi parallela ad una data direzione. Tale ipotesi si discosta tanto meno dal fatto reale, quanto più breve è l'intervallo di tempo che si considera. Astraendo

(*) De l'in/1,uenoe du. mou1>ement de 1·otatio1i SWI' la t1'aiectoi?-e des prr·oiectiles oblongs dans l'air. (R 1wu2 DB TECIINOLOGIR ~llLlTAIRE. Tome V, Li'ège, 1866).

z v l' angolo dietro, che fa _il piano XOx col piano fisso XOY; _ '11 l'angolo ZON, contato a partire da Oz . I due angoli o ~ v determinano la posizione dell'asse di figura Ox del proietto, e della retta ON; "1 deter~ mina la posizione degli assi equ_iltoriali. I tre angoli o, v ed "1 determin an o adunque la po-


·10

MOVTME!UO

DEI PI\OIET'l'I OOLUNGlll

sizi one del pl'oietto ud ogni ·istante rispetto agli assi fissi . Perchè però il problema sia appieno riS<iluto oltre la cognizione di questi angoli in funzione ciel tem po, importa espri mere in funzion e di questo onche le velocità angolari del proietto intorno a tre ass i qualunque, i quali potranno essere o fissi o mobili, purchè però, in ~al caso, se ne conosca la posizione a capo al tempo t . Queste vcloc"ilù angolari vengono fornite dall'integrazione delle eq nazioni eulerianc. 5. Immagineremo, secondo l'uso, rappresentate le velocità angolari, come anche le coppie, con rette giacenti s,~ll 'osse intor110 a cui ha luogo o tende ad aver luogo la rotazione - rette pl'Oporzionali alle dette velocità angolari, o coppie - dirette poi in guisa, che un a persona appoggiata ad esse, coi piedi al pu nto fisso, vedrebbe gfrare il mob ile so tto a sè da sinistra verso destra, eome gl'indici di un orologio. Rappresentate a qu esto modo le velocit.\ angolari e le cop pie , esse si compongono q decompongono com e le forz e, il che d'altronde è ben noto . Ciò posto sia ~ la coppia costan te di cui si tratta. Essa sarà rappresentata in ON se tende a fa i' crescere 6, sar,\ Tapprcsentata in. ON' se tende a fa rlo diminuire ("'). Nel p rimo caso le componenti di N secondo gli assi principali Oy ed Oz, saran no r ispettivamente N cos (90°

+ ·<i) ,

H

nel secondo caso saranno

cioè nel primo caso saranno - 1\ sen "'I ,

N cosYJ

e nel secondo

• N sen 'Yl

,

-

N cos 'YJ

·ranto vale c,rmbi are il segno ad N, e riten erl a sempre rappresentata in ON. Riterremo perciò _la coppia N semp re rappresentata in ON, e lit considereremo positiva o negaLiva secondo che tende a.d aur~entare o a diminuire O: analogamente per le veloe1tà an. . golari. Ciò posto., chiamando p, q, r le velocità angolari secondo Ow, Oy, O.z, le equazioni euleriane nel nostro caso sono

<lq l t

(2)

B -l - (B- A) rp = - N senYJ,

(7)

dr B _dt - (A- B) pq=N COS'(J ,

' ~

COSYJ

(*) Il ·senso in cui agisce la coppia N dipende dalla forma del proietto : generalmente porò il primo dei detti casi si verifica qua odo il centro di resistenza è anteriore al centro di grarità, ed il secondo quando è posteriore .. Questo, per fissare le idee, noi supporremo in questa discussione.

dove A B sono i momen Li d'inerzia del proietto se' . condo l' asse di figura, e secondo un asse equa.tonale qualunque. Le relazioni fra p, q, 1· e O, v, 'YJ ci forniranno tre


12

MOVIME"ITO SUl Pl\0IET'1'1 013LUNGH.l

altre equazioni differenziali di prim'ordine, che integrate ci faranno conoscere i suddetti angoli. Le velocità angolari stimate secondo ·oN, OX, Oro saranno ~videntemente espresse rispettivamente da .

quindi d6 dt = - q senYJ + rcosr,

2

dv

sen6 dt =-q cos·r, - rsenYJ

(4)

alla quale ultima abbiamo dato il segno negativo perchè ll cresce da destra verso sinistra. Queste · tre velocità o rotazioni non sono ortogonali fra loro: pr; iettiamo

!;

d6

dr,

dv

sen 6 dt '

dt '

Queste tre equaziom insiem e alle (·1), (2}, (3), solvono completamente il propostoci problema. 6. Dalla equazione (·1) ricavo immediatamente

in O~l sopra il piano equa-:

toriale, e sopra l'asse di figura Oro: alle (4} potremo sostituire qu1::ste allre che sono ortogonali (5)

dt -t- sen,io (d•,)' =rr•+ r (d6) \.dl

(7)

-

dt

dv

+ cos 6 dt

Le prime due giacciono sul piano equatoriale: la prima è stimata secondo ON, la seconda secondo OM perpendicolare ad ON, la tHrza secondo l'asse di fi' . gurn Ow.

Ota siccome p, q, r sono le velocità angolari secondo Oa,, Oy, Oz avremo in primo luogo ·

p

V la velocità inizial e, si ha p

(j COS

(90°

+ r,) + r

COSY)

q cos (180°

+ "IJ) + r cos (90° + ri) ;

.

V

, po1chè h

+ l

~ 13 d. (p~ r' ) = N (- q senr, -1- r coS"I)

2

Quindi moltiplico la prima per cos·r,, la seconda per senr,; e sommando oiterrò-

e secondo OM 1

2-rtV

= + -h-

è il numero dei giri che fa il proietto in 1". Il segno piìt vale quando guardando il cenLro di gravità del proietto dalla sua punta, lo si vede gi1:arc da. sinistra. verso destra, co me per la granata lanciata dal nosLro cannone da compo, ed il segno meno ha luogo nel caso contrario. 7. (.)uan to alle (3} e (4), moltiplico la ptima per q, la seconda per r , e sommo : otterrò (8}

Pl'oiettando poi q ed r sopra ON ed OM, si otterrà secondo ON

= costante ;

cioè la velocità angolare stimata secondo l'asse di figura del pro·ietto è costante. Se h è il passo delle l'ighe ,

- -dtdY) + eosO -dtdv = p .

(6)

ri-

(9)

B

~ d.!l. cos"I- rp cOS"I -d sen't) pq senr,) ( dl t. . ;\p (r eos"'l - q sen"I) = o.

+

+

+

t


MOVIMENTO

DEI PllOIETTI OBLUNGHI

La quantità contenuta nella prima parentesi può scriversi così

d. q tosti dt

cl'Y'J

-f- q sen'Y'J dt

cl. 1· sen"I]

~ 1p cos·r, +

dt

d"I] - r cos"(J dt

+pq sen"(J quantità che si riduce a

d (q cos"CJ

+ r sèw,1)

d'Y'J (rcos·n-qsen"IJ) dt - p(rcos"IJ - ·q sen·n)

dt

_ d (q cos ·r,

-

+ r sen "IJ) dt

(. 1·

cos"(J - q sen·n)

(d"IJ

dt

)

+P

Per conseguenza, . fatte le sostituzioni (6) e (7), le equazioni (8} e (9) divengono (10)

(14)

· l,..cio

2

dv2] B d. clt 2 -l- sen-Odt2 2 '1

B [ cl ( sen O~)

=

NdO

+ clO coso ~J= Ap do

La prima è immediatamente integrabile. Integrando · . da -clo clv = o si l·n guisa c}ie a 0 = 0o corrispon clt clt ' avrà

=-

(•12)

è csempre positivo, cioè O non può mai Essere < 60 . Il contrario succede q uando N è negativa . . · Dalla equazione (13) si ricava che v non è costante. Quindi l'asse di figura gira: intorno all'asse ox) cioè in,u1·no alla tangente alìa traiettoria. Questo movi. ~ d. d ( . , dv , mento pot sar1.t iretto o retrogra o c10e clt avra segno eguale o contrario a quello di p) secondo che il fattore cus60 - cos6 sarà positivo o negativo. E s iccome cos00 - cos6 ha lo stesso segno di 6 - fio , e questo è , positivo o negativo come N , così deduciamo il se. guente . teorema: ' Quando il centro di 1·esistenza è · ante,riore al centro

di gravitcì, l'asse del proietto gira attorno alla tangente alla t·raiettor·ia per l'istesso verso per cui gira i'l pro~ ietto 1:ntorno cdl',asse cl-i figura . Quanclo il centro di resiste'nza è clietro il centro di gravità, l'asse del proietto. gù·a intorno al7a tangente pel verso contmrio a quello per cui gù·a i'l proietto intorno all'asse di' (ìguta. 9. Eliminando :~ ,tra le equazioni (112) e (·13), si ?l- tiene

B2 cW dt

L'equazione (11) diviene in tegrabile moltiplicandola P.er sen O • Eseguendo questa moltiplica , ed integrando Sl

8. L'equazione (·I ~ì ci dimostra che quando la coppia N è positiva, doè quando tende ad allontanare l'asse di figura dalla tangente alla traiettoria, ilfattore O- Oo

2

dv

B sen O dt

=

Ap (cos0 0

-

cos6)

= (O _

.

60 ) [ 2 NB _

A~ p 0-

2

(cos0

60

cosf/) lJ senO 2

0 -

ovvero, facendò O-- 00

ha

(13)

2

(14)

= A6,

-

cos60 - _coso = A cos6

n2 do: = AO Lr2 NB -'- A2P2\seno ( A c~sAO.o ) 2A al dt'

-


16

"10VIMEN'rO

>o.

Per fissare le idee s;upponi-amo N [I fattol'e M non sa1·à mai negativo. Quindi anche l'altro fa tto re sarà sempre positivo . Ma questo secondo fattore diviene 2 i\B , quando 6 = 00 e diviene - oc quando 6 = 1t : dunque fra Oo e 1r \'i surù un vu[orn di O che !'annullerà . Questo valore sarà dato dall'equazione (

11>)

1

A

coso ) 2= 2-.-. NB

~6 ( ~-~ ..16 seno

A- p-

.

Chiumnndo -0dunq11e 61 il \·a]ore più prossimo a 60 che soddisfa a questa equazione, 61 sarà il massimo valol'e che potrà assumere 6 . . Dopo aver raggiunto questo limite, 6 decrescerà nuovamente fino a 60 , e da quel punto tutto ricomincia. Nel caso di N < o, le conclusioni sono analoghe; cioè l'asse di figura comincia coll'avvicinarsi fino ad un valore 01 dato <lall'equa.zione (H>) , quindi se ne allontana fin o a che divenga nuovamente O= 60 . L'asse del corpo fa cosi una serie cli. oscillazioni isocrone , ora avvicinandosi , ora scostandosi dalla tangente alla trai ettoria. Questo movimen to oscillatorio dicesi nutazione, men tre l'altrn continuo intorno alla tangente è dello precessione. ,1O. L'equazion e trascendente (·I o) che dà l'ampiezza della nutazione si può con molla facilità risolvere, specialmente quan do p ha, come accade sempre in pratica , un valore assai grande. Iofaui il fatto re A cosO • ·imo a1hn . in tal caso un val ore assai· pross Afi

seno

l'unità, ed è rigorosamcnle eguale ad essa quando M = do. Si potrà adunque per una.pri.nia appros~imazione porre A cos6 AO

seno

=4

IH·:L PROIETTI OBLUNGRI

cioè

Il valore di AO' così ottenuto servirà a calcolare un A cos 6 ., . . do va 1ore d 1. A.O pw prossimo al vero: chiaman sen O a

questo valore si porrà

e così via discorrendo.

In generale basterà attenersi alla prima approssimazione l"~. H . . Possiamo da quanto si è detto ricavare l'angolo massimo che fa l'asse inslant~neo di rotazione del proietto, col suo asse di figura. A·vendo trovato che le componenti ortogonali della velocità angolare intorno a tale asse istantaneo sono [veggansi le espressioni (5) e l'equazione (6)]

dO dt'

dv

seno dt, p

(•) Per la granata russa cl, manchon da 4 il gen. Mayevsky dà le seguenti quantità:

.p

= 536

A = 0,0052

=

B O, 012 N 3, 12 sen O. A, B, N sono in misure russo; N è relativa alla velocità di 306". Calcolando colla della prima appr ossimazìgne AO, si ollione

=

AO= 0, 000168 che equivale a

meno di 3i.i1'.

AN1io xm,

VoL . 11.

2


MOVJMEl'i'l'O

cos ~,

=

Perciò il valor massimo di :~ sarà dv_ 2 .i\ sen6 1 A6, dt - Ap sen0 1 ~ cos0 1

- --:--=====::::;:;;=l=?======= -1ll /

y

p

!

~9

DEI PROtETTI ODLUNGHI

e p essendo la velocità angolare costante intorno all'asse di figura, l'angolo c,1 che 1'a con questo l'asse istantaneo avrà per coseno

d6~ I ! dvi , dt! , sen 6 df

..L

2N ~

Ap cx

Pssendo

sen0 A61 A cos6 1 1

ovvero, osser~anclo l'equazione (12)

cosw

=

,ÌI!/

y

p

p'

1

- - --=========

+ -n-' (6-60) -11.J1/ (,):\1

sarà tanlo più grande, quanto maggiore sarà o- 60 : si avrà per conseguenza il valor massimo di w sostituendo a O~ 60 il valore dì ~o ricavato dall'equazione (15) . E facile vedere come il term ine secondo che trovasi sotto il radicale sia sempre piccoli ssimo rispe~to al prim o; cosi ccltè l'angolo Ci> sarà molto prossimo a zero . 42. La 'i'elocitù. angolare con cui l'asse di figura · 1· n torno a lia t angen~e ' e' dt, cl•; 1.· t cm· , va.ore l gl. ra è d· ato

dall'equazione {13), cioè 1

) dv Ap ( dt = B sen•o cos 6 - cos 6O

seno

~6

cl•J N dt = Apcx sen6 1

ovvero posto

(Y.

= I, 6 = 0 1

A

cos6

lì valore di :~ oscilla fra o, ed il valore dell'ultimo membro quan do vi si sos tituisca per O la quantità determinata dall'eq uazione (15).

0 ,

sarà

N

dv

clt = Ap sen6,1 · C'") ,13. La form ola (16) è la sola che occorra richiamai·e, quando ragliasi calcolare la traieLLoria per parLi. Completeremo LuLtavio queste nozioni nr·,,vando i val~ri dì O e di v in funzi one del tempo . L'equazione {li.i,) ponendo 1

Ao

2

Ap A O ( A cosO ). cscn6 A6)

= B seno

Il valor medio cl i :; sarà aclunque

1 +'.tN(0 - 6 ) Hp 2 o

w

6_ COSO

""'= X - - - = cx ' ~6 seno

(*) Applicando i dati del Mayevsky si trova

·

dv

cii = 1, 12

cioè l'asse del proietto ru sso in quello condizioni metterebbe circa O'', 70 per descrivere un ottavo di circonferenza.


2·1

DEI PROIETTI OBLUNGHI

20

MOVIMENTO

diviene

Tale sarà il tempo necessario all'asse del proietlo per compire la sua nutazione (li-). Dall'equazione (13) si ricava

dv _ Ap

AO (A cosO)

dt - B seno ove a è una quantità che si mantiene sempre assai p_rossima ad ·1 . Per rendere integt·abile quest'equaz10n~ assur:ne~emo. per a l'unità, o meglio, un valor me~~o fra 1 . d1 versi valori che assume dentro i limiti dell rntegraz10ne, cioè faremo

..

AO

seno '

e fatto anche qui A

cosO

-AO-se_n_6 SI

=a

'

ha

Ap ('/. -AO dt=-1' dt ( Ap a ) dv=- - 1 -cos--t essendo 01 il valor più prossimo a 00 che soddisfa all'equazione (15). Ciò posto, estraendo la radice e separando le variabili, si ricava

B

=

o corrisponda

o=

Apa sen6m

B t = -1 -ar

;,._pa

Apa

i~ a~ ) cos ( 1 _ ._p_a;

B

essendo 001 un valore medio tra 00 e 01

60 •

2

B

N - ( t - --sen--t B . Apcx ) v= - --

v

(-17)

Apasen6

ed inlegrando in modo, che a t = o corr isponda v = o, si ottiene (19)

. lnt~grando in niodo che a t s1 ottiene

scnQ

[Apa = Atp~aNB . - B- t • senOm

,

ovvero

J

Apa sen -t B

NB

Il tempo necessario all'asse di figura per descrivere una rivoluzione intera intorno alla taugente sarebbe dato da questà equazione posto •J = 211:.

ossia

(*) Applicando i dati del generale Mayevsky e ponendo a =l

per

2B

t = -Apa 11: si ha O- 0

0

= ·o

t < O", 0:17


22

JIIOVIMEN'fO

DEI Pl\O!E'l"l'l OBl,U NGHI

Chiamando T q uesto tempo, se si trascura rispetto a T il termino

A1.~ a T -B- sen-B

Apa

si ha (20)

_ T-

Apa senOm N

Q

,.,1t',

che combina con quanto si ottc!'l'ebbe clall' equazione (·f 6) che ,dà il v.:i.lore medio di

Jt (..}.

Le formole ('16), ('17), (118), ('19), (20) sono ;1iù approssimate delle analoghe del ~Iayevsky, alle quali si può passare ponendo a = 1 , 01 = Om = 00 •

§ 3. Caratt~ri principali della traiettoria. •14. Le brevi nozioni svil uppate nel § precedente relative al movimento conico o di precessione dell'asse di figura del proietto intorno alla tangente alla ,traiettoria ci possono servire a scoprifo alcune prnprietà a questa attinenti. (0 )

(*) Il problema che abbiamo traLlalo in questo paragrafo ha molta anu logia con quello de lla t1·ottota, cosicchè il movimento di questa intorno alla verticale del punto fisso può dare una chiara idea àel movimento del proietto intorno alla tangente alla traieLloria. ('*·) Della nutazione non è il caso ài far parola stante la sua estrema piccolezza.

23

Nell 'istante in cui iJ proietlo esco dalla bocca da fuoco, il suo as~e di 11gura coincide, aiiueno _teoricamente, colla tangente nlla traieLto ri,L Nell'istante successivo perè> q uestn, per effetto d~lla , gravità , è già cu rva, q11 indi la tan~cn te d~torim_~a coll 'asse di fig ura un piano, clte abbia,_no. g tì,_ chw.mato piano di resis-tenz.a, piano su cut g1~cc1~no le forze applico Le nl ccn t.ro cli gravitb, JJ'~·ovementt dall.a re::;isteuza dell' a1-iu, forz.e che o!'a cons1derererno composte in due, l'una secondo la 1.ongente, che chia~ererno ritardatrice, l'altra normale a questa, che chi~meremo clèvùitrice. Sullo stesso piano giace la coppia perturbatrice, la quale fa sì cl1e l' asse del p_roielto mentre si stacca dallèl" tangente assuma un mov1:1"1e_n Lo conico, ed esca per cou:=éguenza dal piano dt tlro: Ou esto movirncnt•> sarù cliretto, fincl1è il centro dt ~~esistenzn trovc1si avanti al cc11tl'O di gravi.Là, sarò. retrogrado se il centl'o di resistenza trovasi dietro al centro stesso (Vedi n° 8). Supporremo per fìssa1~e le idee ch e la rotazione iniziale impressa al proietto sia {aie, ehe la s9p~rftcie superiore del proiet_to_ ali' uscita do.Ila bo cca dn fuoco si muova da sunstra verso destra dell'osserrnlore posto dietro l'arma (come poi nostri cannoni da cen t. 112. B.~.), . e suppol'r~n.10 inollre che all'origine della tnueLtoria il cenlro d1 r ~~ sistcnza del proietto trovisi anteriore al centro di . gravitlt, co me accade sempre in pratica. L'asse del proietlo (..) adunque appena .uscito dalla bocca da fuo co comi ncie1·à a gi rare leniamonte da sinistra verso destra intorno a qu esta tangente, e

(*) Qni o nel seguilo •parlando di osse di figura intond?rem? la parte di esso a partire dal centro di gravità , che contiene 11 centro di resistenza.


~lO\"DlE:',TO

continuerà. a giral'gli attorno per lo stesso verso fino a che il centro di resistenza non divenga posteriore al centro di graviti1. Il distacco del l'asse di figura dal piano di tiro im·porla il distacco dallo stesso piano del piano di resistenza. Quindi , in virtù della forza deviatrice, il centro di gravità uscil'à anch'esso dal piano di Liro, portandosi verso la destra("') di questo, e dcscrircndo un arco di curva a questo tangente: arco che proiettato sopra un piano orizzontale darà una curva connessa rispetto alla lin ea di tieo (l'•J, e tangente a questa; proiettata sul piano di Liro darà una cuna ... concava verso la linea stessa. L,\ traiettoria sarà adunque in gencrole una curva n doppia curvatu r·;i. Avrà essa dei punti ct'inflessionc 't Se ne hn, in quei punti non deve esistere forza centripeta; cioè la forza deviatrice composta col peso del proietto deve produrre una risultnnte che coincida colla direzione delln forza ritardatrice. Pcrchè ciò accada è necessal'io. in pl'imo lu ogo, che le tre fo rze siano in un piano, o in nitri termini che il piano di resistem.a sia verticé,1]e. Dunque :;e Yi sono punti d'inflessione, essi non possono trovarsi che là dove l' asse· del proietto trovasi nello stesso piano verticale colla tangente, e al di sopra di questa. lla affinchè questi punti siano d'inflessione è pur necessario, che peso e for1.a derivatrice diano una risullante che coincida colla tangente. Questo non può accadere se non

(') Noi supponiamo che la risultante delle forze ritardatrice e deviatrice faccia coll'asse del proietto un a11golo maggiore, cho la tangente alla traiettoria: questo ù il caso ordinario: diversamente il proietto uscirebbe dall'allra porle. ('") lnlendiamo la lrucci11 del piano di Uro sul piano .orizzontale che passa per l'origine della traiettoria.

\

OEI PROIETTI ODWNGHI

per condizioni speciali~sinie di resistenza . Dunque la traiettoria non avrà in generale punti d'inflessione. Da ciò però non ne segue che le sue proiezioni non possan o averne. Comi nciamo dall'orizzontaie. Perchè questa proiezione abbia dei punti d'inflessione è necessario e basta che il piano osculatore, nei punti corrisponclenti della currn obb iettivt1, sia Yerticale. Ciò è ben chiaro. Ora il piano osculatore, contenendo la risultante di tutte le forz e, non ·può essere verticale se non quando lo è il piano di resistenza; e siccome qnesto gira eontinua mente fino a che il centro di resistenza è anteriore ,)I centro di gravità, ne deriva che ad ogni mezza rivoluzione di questo piono intorn o alla Lnngente, corrisponderà un punto d'i~fl~ssione . sulla proiezione orizzontale. Dunque la proiezione orizzontale, tnnO'ente all'origine alla li nea di tiro, sarà su l 0 principio convessa rispetto a questa, quindi diverrà concavo, e quindi nuovumente convessn, ecc. .Le pa rti convesse apparterranno alla primo, all a: terza, alla quinta ecc. semirivoluzione, le parti concJY c apparterranno alla seconda, alla quatta, alla sesta ecc. semirivoluzion e. Quanto aila proiezione sul pian o di tiro, affinchè alcuni punt.i cli essa siano d'inflessione, t'.i necessario che proiettand o sul pi ano di tiro · le tee fone che agiscono sul cen tro di gravità del proietto,. cioè la ri tardatrir:e, h1 deviatrice, ed il peso, la r1sult.onte delle proiezioni di ques te due ultime forze sia sulla direzione della proiezione della prima. Ora se consideriam o che la deviatrice è sempre a~sai piccola quando è piccola l'in cli nazione dell'asse sulla tangen te, ci convinceremo faciln1 ente, che se vi sa l'anno punti d'inflessione sulla proiezione ,·erticale della LraieLloria, questi non pot1·anno trovarsi che sul ramo discendente, e


MOV!MEN1'0

dove la tangente alla traiett.oria è piuttosto ·prossima alla verticale. Colla stessa considerazioue della tenuità della forza deviatrice J"ÌS(9etto alla quan tità di moto del projetto, si può vedere che la proiezione ÒrizzontaJe sebbene alternatìvamente convessa e concava verso il piano di tiro , non si potr& avvicin are a questo se non quando l'asse di figura fa un angolo considerevole colla tangente alla traiettoria, cioè nel ramo discendente · di questa, e quando trattasi di tiri a grandi elevazioni. Nei tiri ordinari non accaclrù mai nè' l'u no n~ l'altro caso. ("') Quanto alr'asse di figura esso si. troverù ora sopra ora sotto la tangente alla traiettoria. Alla fine della prirna mezza rivoluzione esso trovasi al di sotto., e la traiettoria ivi è concava ri_spetto ad esso. Ciò significa che l'asse del proietto nell'istante precedente tendeva ad avv icinarsegli; cioè l'angolo 6 fatto dalla tangente e dall'asse di figura tende quivi a diminu ire, ·ma all'origne l'angolo 6 era nullo; dunque durante la prima mezz,a rivoluzione 6 sa rù passato per un .rnas-

(*) In alcune sperienze fotte nel 1862 al campo di S. Maurizio, una granata da 12 centimetri sparata con picco!,\ carica e con un angolo_ cli' proiezione di 75• . fu vedu ta a llontanarsi per tutto il ramo ascendente dal piano di tiro, e nel ramo discendente avvicinarsegli fino ad oltrepassarlo. La granata fu trovata ad una certa profondità nel terreno colla punta in alto. Sa reb be del res to tro ppo lungo di;;cukrc i vari car.ilteri che pnò assumere in certi ca si la traie ttoria di un proietto oblungo. Basti sapere che le tante e sì svariate Jorme delle · traie ttorie delle stelle meteoriche sono della stessa na tura di quelle dei nostri proietti. Veggimsi le Note e 1"ifles.çioni intorno allei teorici astronornica .n1,lle stelZe cadenti, di G. V. Schiaparelli ( Mm10nrn D'ELLA Socurr.~ ITALIANA DRJ.LE ScrnNZR. Firenze. 1867, -pag .. 162}. ' ·

DEI PROIE'l''l'I ODLUl',;GHI

simo. Alla fin e della seconda mezza rivoluzione, l'asse di figl! ra è sopra la tangente, e la Lraietto ria ivi è convessa rispetto al medes imo asse . Ciò sign ifica che ·l'angolo e i.vi aumen ta. Ma alla fine della prima mezza rivoluzione esso diminui·1a; dunque nell'intervallo sarà passato per un minimo . Procedendo con 1.ale ragionamento si viene a concl udere, che in ogni rivoluzione l'inclinazione dell'asse di. figura sulla tangente alla traiettoria passa successivamente per un massimo_ ed un minimo almeno finchè la trnietto.r:ia si mantiene concava verso l'orizzonle, che è il caso ordinario. Tal i sono i caratteri principali s}ella Lraiettoria ordinaria dei proietti oblungbi. ,J 5. Il generale Mayevsky dietro i principii dichia'rati al principio di questo al'ticolo ha calcolato per parti la traiettoria della granata russa a mcmchon da 4 sparata con velocità iniziale di 306 metri (il 004 ·piedi) e con angolo di proiezione di 10°. La tavola seguente, che contiene i risultati di questo calcol9, può dare un'idea più precisa délle principali circostan'ze del movimento di un proietto oblungo. 1

1


28

)IOYUIENTO

Peso H libbre (5k 733). Diametro 3po11. 42 (0"'087,

29

OE! PROIETTI OULUNG!ll

T1•aiettoria della granata

oblunga russa da 4 (à manchon)

536 = 2-r. ll· ioo.1, , 76 - . ·-===-= =---== == ===- ======= =====:.:..-:e_,: .b

A= Ol i

·

ct·oo-2 ::i· '

. pie i

P

Aagtli che ruao le dimiooi dtll'me di figua

_ _v_ ____-_t _

o• 45° 90· 135· 180· 225°

270° 315° 2-r.

+

Secondi

_ x__ ,__y_ Sageni

o

o O, 48

o, 99

1, 14 l. 76

1, 97 2, 11

2,26 2, 51

68, 1 138, l 205, 2 246, 9

2'74, 292, 312, 344,

3 2 O 2

2 1': +90° 2r. +135· 2r. + 180·

2. 89 3 44 97 4, 42

3:

892,0 460, 5

z,. +

4. 71 4'. 92

612, 5 636, 1

5: 12

659.9 693,0

2rr

45°

225°

21r + 270 ' 21r+ 315' 4.,, 4 1t + 45° 4 rr +~90° 41t+ l35° 11-r. + 180'

4r. +225° 4-.r + 2'70' 4r. + 315' 6

1r

6 -.r + 45° 6-r. +81°4'

5,41

524,7

578. 5

Piedi

o

80, 13 156, 10

219, 91

257. 00

2'78, 49 .291, 68 305. 71

414, 83 415, 08 414. 34 110: 35

887, 2 944,9

332, 35 289, 6

8, 08 8. 36

983,7 1012. 8 1040; O 1077,5 1136, 8

1196, 7

0,00

0,06

957, 4

o; 94

935, 9 922, 8

o. 15

1,499 1, 867 2,225

3,601

7. 17 1·, 71

19

1004, O 980, 7

353, 16 388, 44 403, 85 412, 41

397, 55

9, 59

Piedi

o

2,830

747, 9 819, 0

10,

Piedi

326: 64

5, 90 6.54

8:9,0063

__z____ii_

914, 6 909, 1 903, 2 893, 7

4. 988

879, 9 860, 6

828 8,880

843, 3 829, 4

10, 267 11.247

820, 7 814. 8 809, O

6:

11,229

13,399

801. 2

colle laogeuli

=

~

_ 90° -

~

w

10•

9,9•

o•

8°14'

o·o·

7°47'

6° 38' 6° ll' f 5° 53'

0'3' 0°-5•

o• 10·

5°34'

·0°10·

5'4'

O" 9' 5 o• 8' 5

4° 10' 3'4' 1• 56' 0°54'

o• s'

0•8' o, 10' 0°J8' 0°20'

o• 15' - 0°13'

- 0·41' -1·21'

o•w'

I

0· 19' 0° 17'

15. 188 17,890 2ù. 926

788. 6 77'i 6 758; 3

24,148

746, 9

- 5° 19' - 6·38'

0•22·

261. O 232. 3 2)3:2

26, 684 28,572

739, 5

- 7° 36'

159, 4

32,371

734, 1 729, 3 722,8

0°28' o• 32'

- 8· 59' - 9°52'

370, 36

86, 7 -2,0

30, 233 35, 517

713, 1

39, 968

'703, 7

_ 2·25· -3· 49'

Oò l6'

Qo 16'

- 8° 19'

o, 32'

0'31' 0'28'

-ll·l6' - 12· 42'

0°26'

oo 26'

= 7 piedi = 2° 1336. = 12 pollici = 0" 3018.

0°32'

1 sageno 1 piede

'

l pollice l libbra

o•

o

10· 9°45' 8°14' 6·

ci

Qo37' 1° 37'

C)

s

1•22· 0°10'

1•37' 1'46' 1• 21'

- 0· 29' - 0'35' -0'24'

o•s'

0°54' 0°44' 0°47' l' 12'

1° 31' 3• l ' 2'22' 0° 20'

1°57' 2•49' .2' 57' 2• 17'

"O

5° 17' 5• 32' 5° 53' 6° 7'

00

e.;:; ·oòf)·Ao

6° 16'

~§ fo-= «s

5° 32'

3°4' - 0°9' -1° 23'

"O

o o oo

- 0054' - 0013'

o· 18'

·~"' e:

0· 34'

-0°18' -3· 49' - 8· 16'

- 0·50'

1° 38'

-1•2' -0'42'

1°20'

o• 16'

i5

-

3° 50'

- 8'17'

3· 26'

4° 11' 3° 18'

0

0° 32'

- 9'15'

- 1°8' - 1°24' - 0°56' 0° 26'

- 7°35' - 7° 13'

- s• 21·

- s• 25'

-11°37' -11°41'

= 10 lince = O,. 0.254.

= Ok 4095.

3° 19' 6· o·

minimo

massimo

minimo

1• 55' 2•59• 4°3'

{

massimo

1° 24'

2°23' 23'

-9°56'

-8' 19'

o• o• 51'

2°20' 1• 53' 1° 58' 2°39'

4°3' 5° 6'

massimo

mfoimo


30

MO\'rMEf\TO DEJ J>ltOlETTI OllLUN.GHl

Sul metodo seguito da l gen . Mayevsky in questo calcolo per pari i non entreremo in isvil uppi, sia perchè non ci servirebbero a riliwarP. alcun nuovo carHttère della traietto ria, sia perchè i risultati nu merici a cui essi conducono non ci sembrano gunri attend ibili per la pratica del tiro, stanle l'incertezza rl ei dati su lla resistenza dell 'aria. Avvertirò solo che il metodo . del generalè Mayevsky , sebbene n; diversifìchi per qualche detlé1glio, coincide in sosLanza con quello proposto dal signor di S. Roberto nei suoi Tttudes sur la traiectoù·e des proicctites obiongs . Paris ,; ,: f:O , metodo che, appunto perchè fondato su principii rozionali , non può a meno di riuscire tanto laborioso, quanto il problema è complesso.

..... •

SUL LA D IFESA

DELLE PRO VI ~J CIE VENJ~Tl~ SULL'IMPORTANZA DEL QUADRILATERO NE L SISTEMA G ENERALE

I N ITALIA

CONTl~~AZl0~2 6 Fta6

F.

DI DIFESA

(l)

SIA CCI .

HL

( Continita)

Discussione s ulle proposta, d ifesa del V eneto. L~ linea de ll'.t.digc, Rh•oll, !Hantovn, Pn1,; tre ng o e Peschiera.

È un folto incon testabile che uno dei mezzi mi~liori per rendersi ragione del modo con cui deYe essere condotto la difesa di un terreno di uno. certa importanza militare, è quello di studiare la storia delle operazioni mil itari di cui fu il tea tro, analizzandone lo svolgimento e sapendo fare nostro pro degli · errori e delle glori e ultrui , giacchè fu sem pre la storia la maestra dell a vi ta. Prima del 1796 la stol'ia cl' Italia non ci forn isce 1

-------- - - ----- - -------(1) Vedi R-iv'ista il!ilit. Ital. , ·an no xm , vol. , , pag. 316.


3.2

33

S UJ,J,A OH'ESA

lll<:1,1.E PROV I l\'ClE YENE'l'E

alcun fatto milita1·e rimarchevole successo nelle pt'Ovincie venete a pro della loro difesa , da cui poter dedurre utili ammaestramen ti. Pel'ò sarebbe un voler elutiert la \'eridicilà della storia se volessimo passare sotto silenzio corne la repubblica veneta facesse in altt·i tempi studiare questo problema. Dopochè i Veneziani, perduta Gorizia, videro frustrate tutte le loro speranze di riconqui starla, riv.olsero le loro forze allo scopo di costrurre un balua1:do clie provvedendo alla difesa della loro frontiera orientale valesse od elidere l' impot·tanza della piazza perduta. A Guidobaldo, duca di Urbino, capitano illustre, ed il più rinomato in allora nell'arte di fortificare, fu affidato lo studio di quel terreno e la ricerca del punto a fortificarsi. Da un carteggio, che si conserva dalla città di Udine, tenuto da questo esimio capitano colla Veneta repubblica, risulta come esso proponesse la posiziono di $acile qual punto in allora più atto a formare la di.:. fesa della nuova frontiera. Intanto facciamo osservare che la scelta fatta di Sacile, fa vedere come anche il duca di Ud)ino riconoscesse impossibil e tenere la linea della frontiera, ma credette invece necessarto, come noi abbiamo proposto, di ritirare all'interno la difesa, dal momento che il nodo di Tarvis e Gorizia , ossia la linea del1' Isonzo, non erano più in pote1·e della repubblica. Egli non si preoccupò neppure di occupare la linea del Tagliam ento, perchè la riconobbe una debole linea di difesa fuci le a sormontarsi in c,rdine spiegato, anche davanti ad un esercito ben condotto, che ne contenda il passaggio, come chiaramente lo dimostrò il primo peeiodo d-ella campagna di guerra del •f 797. Fu scelta invece la linea della Li venza, anzi di questa lin ea il ·solo punto $acile, perchè a quei gt0rni questa posizione a vcva l'importanza strategica che <leve ricono-

:;rersi oggt m Tre,·iso, al quale passò <lacchè Yenne ultimata la nuova strada reale lungo il litorale adriatico , che da Palmanova per Lati sn na e l 1ortogr11 al'O, viene a meLtrre capo u 4uesto nodo, girando .la posizione di Saeilc. Anche snt! o il pl'Ìmo regno d'Italia noi vediamo ave1·e Sacile unn grande importanza strategica nella difesa delle proYincie venete, importanza elle pcrdè tntt'affoLto coll'aprirsi al pubblico esercizio della strada suddetta, la eoi eosf ruziorw fn drcretata cd eseguita sotto quel regno. Da quel giorno, la proprietù di costituire il noùo ùcllc strade che v,~ngono dalla fron tieru veneta, da Sac1le passò a Tre,·iso. Jl punto strntegico Sacile, da quel giorno si combiò in una linea, per In necessità che ne sorse di oeeupare altrcsì la ~lotta e Porto Duffolè, linea la c·u: relatirn imporlauza mil itare sparisce al ronfronto del!u poi-i7.ionc di Treviso, la quale oltre ad avere i pregi della linea della Lìvenza , ha pur queìlo di essere una po~izion<' più eccentrica e meo-lio collPrrata i.I Yenezi,\ 'Sua base immediata. o o Specialmente dopo i progrr.ssi dPlle armi da fuoco, Sactle non potrebbe essern occupalo che dando alle sue fortifirazioni una estensione al di là di quello d1e richiederebbe la sua impo rtanza, essendo a tremila metri do111iuato dagli 1,lt nii contrafforli clclle Alpi. Trc,·iso fortificalo a campo trinccr.ito, perdute le posizion( di Castellavazzo e Primoluno, potr.\ perdere le sue r,omunirazioni con Yerona e colla linea del1'.\dige, non mai quell0 con Venezia. Col nemico a Bassano, a Vicenza ed a Padova, Treviso potrà sempre continuare una difesa, la linea ùella Livenza invece sarebbe irremissibilmente perduta. E dacchè siamo sulla via dei confronti, vediamo ancora di quanlO sia a preferirsi la disposizione della A:SNO Xlll, VOL. ll,

3


SU l,LA OlJ?ESA

difesa da noi data, allfl linea che presentano le po~,izioni dei monti Berici e colli ·Euganei~ della quale può intendersi come estrema dest1'a la piazza di Venezia. Sebbene a questa linea non possa negarsi la proprietà di lasciare avanti a sè t11lti gli sbocch i delle· Alp'i da Bassa no a Palmanova, pregio però non sempre reale, quando alcuno di questi sbocchi possano essere fortificati, come quelli di Castellavazzo e Primola no, ciò nonJimeno i suoi principali difetti ponnq così enumerarsi: ·1° Per la troppa estensione, e per le sue condizioni topografiche, la sua occupazione richiederebbe una quantità troppo grande di opere e di truppe per difenderla, eludendo la proprietà di posizione concentrata che acquista col ritrovarsi più in ad dietro. 2° Lascia scoperta una pnrte troppo estGsa di paese da cui po trà il nemico trarre viveri e sussistenze non solo, ma la cui occupnzione soltanto potrebùe compensarlo nelle sue esigenze, e spi ngcrlo perciò ad un'occupazione che non gli costerebbe grandi s~rifici . · 3° Così addossata come è alla linea dell'Adige , sarà sempre a questa posposta, le proprietà ta~1;, · , e strategiche dell'una non potendo subire il paragone di quelle dell'altra . 4° Questa linea essendo troppo ritirala, lascia libero al nemico, che avrebbe invaso contemporaneamente il Tirolo ed il basso Friuli, di compiere la sua riunione senza diilicoltà, per poi spingersi con maggiol' sforzo contro le opere del difensore, cli c non potrebbe per lo meno salvar Padova, centro d<::lla linea, da. un colpo di mano, senza averla pre,·entivamentc fortificata . Dippiù egli è necessario che la disposizione di difesa

DF,J.l,F, 1'1\0\"l'.'i:CIE YEN ETE

35

che noi adottiamo, ci permett:1 pure di potere inizia re o. riprendere ·quando che sia dell e or)erazi~ni offensive sia fuori della frontiera, sia co ntro 11 nemico che avesse di già operata un'invasione sul nostro territorio. La linea Vicenza, Padova, Venezia ha un carattere puramente difensivo. La posizione di T~oYis? invece, superiorn a questa sotto il rapporto cltfens1vo, . presenta ancora il ca rntteFe essenzialmente offensivo. Difatti le posizioni centrali che formano a~golo saliente ve rso i l nèm ico sono le più vanto.gg1ose, perchè esse perm ettono di agire su di una linea i_n~ terna , e cond ucooo alle spalle o su una estrem ita dell' esercito nemico. . L'esercito nostro nei piano cli difesa da npi stabilito prenderebbe una posizione salien te che s~rebbe determinata dni punti Treviso, Cadore e Rivoli, della quale il salien te sarebbe il distr~tlo di Ca_dore,'. eh~ si internerebbe nel centro della lmea nemico, di cu1 la destra sarebbe nel Ti rolo, la sinistrn nel Friuli. Venuto il tempo opportuno per prendere l'offen.sivo, l' esercito italiano potrà pertant<;i, operan<lo su .eh una_ linea interna, o minacci,tre la destra del nemico per Schio e nassano, o passatcl,, ,pJ] a valle della Drava a Toblach per Cortina d'AL11pezzo e a Dranhurg pel colle di Monto Croce, pee comprometterne le comunicazioni ; oppure attaccare la sua si,~istra passando dalla val del Pia\'e in quella del Tagliamento per le due strade di Cima e della Mauria. In tal modo avrù il vantam,.io di -poter acrire offens ivamente o] sull'una t'>O O {' o sull'altra . a seconda delle circostanze , c 1e, i.orte noHa sua JJosizione, potrà auendere gli si volgano prnpizie. La i·iuscita di tutti i più grandi movirnen ti strateg ici della storia rnilitarn moderna, conco rre a provare


36

SUl,J,,\ OJFES.\

Ob:LLE PI\OVINCIE VENt'l'E

l'importanza di <lueste pos1z10ni centrali. Scopo di esse è appunto di soddisfare al principio, tanto raccomandato, dell'arte della gucrrn, ùi clirigcrn cioè le proprie mosse ,·crso i punii decisiYi della lin ea delle operazioni , cioè a dire sul contro , se il uernico ha commesso lo sbagr o di non tenersi unilo, o sopra una delle. ostremi.tù se si pl'(~senta in iinea continna. Sot.to quesLo aspetto pGrtanto la posizione di Treviso è eminentemente om,n::.irn, giacchè ollre al creare la posizione centrale suesposta rispetto ad un esercito che o.hbia gi:t inizia te In sue operazioni offcnsi~e contro la frontiera, costituisce allrcsì unita mente o.i quadrilatero un'altra grande posizione centrale, aHa qu ale convergono tutte le strade eh<> cond ucono nell'interno dcH'i mpel'o austl'i.ico e nella Gen na1, ia . Di maniera clic oltre a eoprire, eo11H' si è "eduto, quella parte di sbocchi delle Alpi eh, gli spetta, e di servire come piazza di deposito pN la. difesa di quasi in tera la provincia vciwtn, Treviso si può ancora considerare come ecccl!{11tc piazza di deposi io per un·operazione offcnsirn al di là della nostra frontiera òrien tale, specialmen te poi al giorno d'oggi, che le vie ft:>tTate fanno sparire la distanza alln qu ale si trova da essa. L'occupazione dei monti Berjci e dei colli P,, 6anei dovrà in qualunque caso farsi. sol!a11to per nu.zzo di truppe mobili, e di quakhe opera di fortifi<-nz ione occasiona le. Il vantaggio di u na tale occupazione potrà riescire reale per la difesa, qvando il nemico, forzate ad esempio le posi zioni ùi Castelfo vazzo e di Primolano, ten lasse di girare le posizioni di TrcYiso e di ·nassano. f.osì protetta Vicenza, e padrone il difenso re di Venez ia e Trcri so, non potrà certamente il nemico inoltrarsi su nessun al~rq punto collo sco po

31

di intercetto.re le comunicazioni tra Venezia e l'Adigr senza correre rischio di compromettere le proprie. E di qui principalmente si scorge qual sì~ l' im~ortanza di Venez ia, com e buse di opcrv zione unmediata della difesa della fronLiern orientale del regno. Caduta Treviso non cessa l'importanza di questa piazza marittima, il cui ufficio cumliiandosi in 1uello di gran testu di ponte. darà agio al difensore di operare serie diversioni alle spalle dell' attaccante che tentasse .forzare la linea dell'Adige . Prntetta dalla parte di terra dalla laguna, e dalla parte del mare dalla_ fl.ott_a padrona dell'Adriulico, non potrà temere pe1 suo1 magazzini e i suoi arscr1ali di costruzioni maritl_ime, talchè anche caduta Treviso, sarà sempre la prnzza di tleposito e la base alla qual0 si potranno appoggiare le operazion i, sia di truppe regolari_ com e ~i volontari che si potrebbero condurre a1 fi ancln od alle spalle del nemico che si inoltri ver:so l'Adige, onde compl'Omettcrc le sue co municazion i._ ... , · Senonchè per poter dare a Venezia la poss1b1Iita di sostenere questa sua importanza, convcrrebb~ allargare maO'aiormente il pel'Ì rnetro delle sue fort1ficaob . zioni verso la terraferma, per. dare a: qu esta piazza il carattere della difesa attiva, in cambi.o di quello di difesa puramente passiva che attualmente riveste. Sotto questo aspetto la testa di P?nte ?.i ~la~'ghera dovrebbe essere aumentata di uno. cinta ct1 for ti staccati, il cui punto più prominente arri:ass_e a Mestre, e venisse colle sue estrem ità ad appoggiarsi alla laguna in wodo , da avere l'attuale testa di ponte come ridotto della nuova. 1 Le campagne di Napoleone e del principe Eugenio 1 in Italia, hanno fino all'evidenza dimostrato la grande importanr.a della linea dell'Adige e di ~erona :ontro un attacco che venga sia dalla frontiera orientale .,


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SULLA DIFESA

che .dal Tirolo, o da ambed,µ e le direzioni ad un tempo. Verona, doppia testa di ponte , che ci fa padroni dell'una e dell'altra spon da del fiume, inguadabile in tutti i suoi punti, è il perno principale delle manovre che l'esercito difensore dovrà eseguire; onde attaccare e battere separatamen Le i due attacchi, frapponendo fra essi, a tempo opportuno , questo ostacolo, a11o scopo di impedire il reciproco soccorso nel mori'lento dell'azione. Da Legnago al mare la linea dell'Adige .è naturalmente forte, perchè protelta dal corso inferiore del Po e dai non pochi corsi d'acqua a questi intermedi, che si frappongono alla libera esecuzione dei ranidi mov~menti degli eserciti odierffi. Il corso dell'Adige, considerato come linea difensiva, avrebbe la sua parte meno forte nel tratto da Verona a Legnago, se non fosse protetto dalle due doppie leste di ponte di questo nome, che lo rendono intransitabile da un intero esercito, prim_a che questo non abbia· compiuta Ja loro espugnazione, od almeno non abbia battuto e ridotto nell'interno del campo trincerato di Verona, e , a non poterne .più uscire, l'esercito destinato alla sua difesa attiva. Per tal modo , dalla foce a Verona, l'Adige copre non solo il corso del Po, l' Emilia e l'Italia peninsuìare, ma bensì tutta l'alta valle del Po da un attacco dalla frontiera orientale . . Ma perchè Yeroi1a possa adempiere convenientemente al suo scopo, fa bisogno che le sue fo l'tificazioni sulla sinistra del fiume sieno aumentate, per dare una uniformità di re~istenza a tutti i suoi lati. Napoleone, poi, indica il modo migliore cli postarsi davanti a Verona,' per opporsi ai progeessi di un nemico 1 venien te dall'alto Veneto. La posizione di Caldiero egli dice, facile a fortificare, ed ~ cui l'esercito di~ fensore dovrebbe appoggiare la SU!J- destra, prolun-

DELLE Pil OYJNClB VEN ETE

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gando la sua sinistra alle palud i di AI'~ole,_ assicura i ponti sull'Adige, che dovranno esser_e getlal.1 ~ Ronco'. e fa abilità ul · difensore eh gettarsi sul nemico og01 qual volta tentasse di passare il fiume tra Albaredo ed fl mare. . . Anche qui , l'a nor.rnaliLà de11è condizioni d?Jla nos~ra froniiera centrale di terraferma, per le quah l'Austria, padrona del Tirolo, s' ìnte_rna nel_ n?stro teerit~rio pm: una profondità di 150 clnlom_etn Cll'Ca ~alla _hnea di displuvio delle Alpi Retiche, non poco rnfl~1s_cono ~ seeinai:e la naturale fortezza clell' estrema srn1stra d1 questa linea e della front.iera central? a cui s~ ap_poggia, la quale dovrebbe ess~re la prn forte. D1fatL1, abbiam o veduto come l'Aust.r_ra, mediante la nuova . ferrovia del Brenn~r e qu ella della Drava e dell:E~such, possa oggi' più eh.e C1on lo potes_se ' per 1·_add1etr_o . mediante la costruzione nel T1 rolo eh piazze eh deposito suflìcientemente protette, correggere coJJ'importazione Ja sterilità di quella provincia, e costituin'.i ur~a b~se di operazioni ,per un esercito abbastanza for1Tndab1le destinato a tentare un attacco da quella parte neJla valle del Po. Questo naacco. il cui scopo sarebbe di girare il nostro sistema difensivo del~V~neto, nonchè tutte le altre Jinée difensive dell a sm1stra del Po , 1 compresa quella dell' Ad·ige, sarà più serio di quulunque / altr;o tentato per l'addietro. _ _ , . Ma fortunatamente l'altipiano d1 R1voh · fornisce una posizione forte, la cui occupazione procura dei grnn vantaggi alla difc~sa . .Difatt.i su di essa l' armata difensiva può marciare, a<.:campare, e comballere c?lla stessa facilità che si jnconlra su di un terreno umto, , e può cli là minacciare ad µn tempo gli s~)occhi del nemico _che tutti danno sull'altipiano ed rntorno al quale stanno a guisa d'anfiteatro le pendici di 1:1?nte Baldo. L'altipiano vfene così a formare una pos1Z1one


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SlJ UA DH'RS.\

cent.rale, nella quale il nemico non polrebbP aUD ccm·e il difensore che in condizioni molto sf:worcvoli. Difatt i l'armaln fran cese del -1'i96 titlese tranquillamente che le colonne austriac:bc s,~ìl uppassceo i loro movimenti avviluppanti, onde erea re la pos::,ilii!itit ni suoi battaglioni ed alla sua eanilleria , sc;Rrsi di numero, di portarsi rapidamente da un punto all' altro della circonferenza c:he occupnvano ne<'essariamente le colonne nemiche. Così, primn che queste potessero opera re la loro congiunzione, furon o sepal'ntamcnte battnte e rigetf.a te in disord ine nelle strette. dalle quali avevano tentato cli sboccare . Sebbene però la posizione <lell'altipi:rno di Rivoli sia natural,nentc fo rte, pure è nceessario <'he l'Hnlia si pl'eoccupi, per la sua g rande importanza, di, aumentarne le fo rtificaz ioni, al punto da rendere questa parte della nostra frontiera. per fo q11ale un'invasion e può ginngMe più so\ler itamente al suo obbiettivo principale, capac0 di resi.si.ere a qualsiasi attacco. Cosi facendo , si darà ca mpo all'e~c1·cito difen sore, nel caso di un attarco simultaneo dn tutti i punti della' nostrn fr ontier:l di terra fennn, di Lene,· divisi i due attacchi orientali erl occidentali, e manovrare in modo da batterli separatamente. Non è quindi presumibile che i punti fortificn ti. lasciatici dagli Austriaci in val d'Adige, scopo de'quali e ra ùi resistere ad un altacco clel sud, per q11anti miglioramen ti ad essi si facciano , possano ricsci1·e sufficienti a difendere la posizion e di ro ,·escio. Difatti i forti di Ceraino e di Monte sono battuti :1 distanza efficace dnl punto di ~Ionte Magnone ove trovasi la cappella cli S. Marco, da do ,·e l<~ artiglierie moderne impiegherebbero brevissimo. tempo ad uprire larghe brecce nelle loro murnture intemnienLe scoperte . Essi son o clipp iù soggetti nel un colpo d i m1rno,

nEJ ,t.F. t>ROVlNCIE YF.NETE

mentre, compreso quello di Ri rnli, battono troppo scarsamcnLc l'altipiano. A cornplctarc poi al momento dell'azion~ la di!,csa di val d'Adige, è necessario aver in cons1del'az1o_ne che i monti Lcssini sono u:1 terreno adatto ::il nem ico per opernrn su Veron11, girnndo l'altip!ano di ~ivoli. Volendo pcrt:rn to ovviare n questo in convenien te, dovranno essere impiegati alla difesa di qn estc montarrne non meno ùi sci a selle mila Ùomin i di truppe m~bili, protetti tutt' nl più in alcuni punti speciali da opere eh forti.fìcnzi oni occnsional i , 1~on _ess~n~o possibile su terreno di tal fatta, transllah1le lacrlm el) te in tutti i sensi, poler sLah ilirc un sistema pcnnl:lnente di d ifesn Caduta la linea dcll' Adige e la difesa della valle., sarà co ntro ~1antova_, la qtwle anà fino allora fa~to l'uffi cio di perno dellii d ifesa, che si rovesc:i~rh l'mvo.sione. La posizion e di qu esta pin1.zn, sul)a Jmea del Po, e nella sna parte più centrale, la cost1t.u1 scono la chiave di questa linea, eome lo è Vcronn per qu ella dell'Adige. . . ìia questo punto l' eserci to della d1fe~n che abbia faciliu\ di portarsi a seconda dell e esigenze , su lla destra e sulla sinistra sponda del fium e, poLrù accorrer.e a prote7,ionc dei punti minacciati, . e mc~in1:te . la simultan eità· delle operazioni colle p1nzze d1 P1~cenza e Bologna potrà rendere impossibile il passaggio di questo Jiume all' esercito nemico d~lle sue :oc·1 tsl Ticino, giacchè non è su tal geneee eh cors? d acqu_a che J' operaziorre del passaggjo di un eserc1~0. cons1~ de!'evole non possa essere conteso. La pos1z1onc eh Mantova ha per l'Halia l'i1t1portan za che avevu Yei:ona p er gli Austriaci prima del 18?6, giacc~è oltre ad appoggiare la difesa della fron tiera , cong1unt~ a _Bo~ lorrna copre all' ese rcito difen sore le su e comun1caz1om t,

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.

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SULLA DIFESA

coll'.interno del paese, pro teggendo l'arrivo dei soccorsi e la sua linea di riti rata . Per questa sua importanza Mantova merita speciali CUT'è dal governo , ed ampliamenti che la rendano capace di contenere tutto l'esercito difensore, formandon e 1ma estesa doppia testa di ponte sul Po . La configurazione topografica del terreno circostaote determina le nuove dimensioni a dars i. a ques ta piazza. Il s·erraglio compreso al nord dni lag·hi di Mantova, all'ovest dal corso inferiore del Mincio, all'est dall'Osone e chiuso al sud dal Po, costitufrebbc-i il campo tsincerato, del quale le lince del!' Osone e del Mincio doVl'ehbero essere rnfforzate da un ben inteso sistema . di forti staccati. Il libero sbocco dal cam1)0 sulla I 1 sponda destra del fiume dovrebbe essere nssicurato da una testa di ponte lo cui dimensioni possono es- · s~re determinate prendendo l'auuale forte di MoLLeg. gianu com e ridotto. Vi fu un'epoca in cui g li Austriaci avevano progettato di form a re presso Mantova un campo tl'inc~rato nelle co~dizioni suespresse; ed anzi le opere. che ci hanno - lasciate a Curtaton e e ~fo n tanara non fur~no che un principio dell'attuazione di . questo p rogetto. Qu esto fatto però potrebbe credersi una contraddizion<" n quanto abbiamo ,d etto di sopÌ·a i,l.1torno_ al!'importa,nza della piazza di Mantova sotto gli Aust,nac1, giacche un ampliam ento, come quello accennato, avrebbe fatto <li Mantova, anzichè una semplice piazza di d'eposito e perciò puramente difensiva, una posizione fortificata eminentemente offensiva. Solo, però, che si osservino le diverse epoche a cui . si 1:iferiscono questi due fatti, troveremo urrn spiegaz10ne a questa apparen te contraddizione. Difatti il progetto cli . ingrandire Mantova fu agitato a Vienna dal f849 al 1859, quando l'Austria interven iente nella ristaurazione dei governi dei Duc~ti, della Toscana e

DELLE PRO'YINCIE VENETE

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del governo pontificio nelle Leg!lzioni e nell e ~forche, a.vev(). anche in q uelle provincie italiane buona parte delle sue lru ppe, ed in quei principi altrettanti vas: salii, le cui condiscendenze alle pretese del gabinelto . di Vienna finirono per ingelosire la Francia ed a fornire una delle ragioni principali alla venuta in Italia dei li'rancosi nel ·1859. L'epoca . invece a cui si accenna, dando a l\'Iantova lo scopo di piazza di deposito, è il periodo di tempo trascorso dopo la pace di Villafranc.a, le di cui condizioni , obbligandola al non .i ntervento, e limitando ul solo Veneto i suoi possedimen Li in Italia, :finirono col fade deporre le idee di ingeandimento che aveva fino allora nudrite sulle ahre provincie italiane . Scopo peinc.)pale cle!la pos izion e di Pastrengo per gli Austriaci era cli impedire l'occupazione e lo stabili rsi del nemico sulle altnre di S .. Giustina, Sona e Sommàcarnpagna , dalle quali si può minacciare Verona e paralizzare l'offensiva proven ien te da quella piazza. Dippiù . proteggeva le comunicazioni colla Germania lungo la val cl' Adige, minacciando i fianchi del nemico ehe volesse marciare su ili.voli tra l'Adige ed il lngo di Garda. Difatti le opere cli Past:r:engo hanno . i loro fronti principali rivolti aq occi.den te, e la loro disposizion e costituisce una testa di ponte che proteggeva i passi dell'Adige , di Pol di Pastrengo e di Ponton, onde fare abilità all'esercito. destinato alla difesa attiva di Verona, di sbocçare · sulla destra del!' Adige,. per operare nel senso suespresso, e proteggerne la ritirata nel caso di rovescio. Il combatLlmento cli Pastrei;igo nel 1848, le disposizioni date da Napoleone III nei primi di luglio 1859, durante l'investimento di Peschiera) e per ulLimo gli ordini emanati dall'arciduca Alberto nel 1866 nel caso 1


8ULl,A OH' ESA

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che un insuccesso avcss ~, nella !!ÌOl'naLa àel z4 o(Tiu()'no '--' n , condotto ad una ritirata il suo eserci to, provano ad oltranza qu es to asserto . Oggidì però, ne] sis tem.a gc:;eraie ùi dife sa dcl!'Tto.lia, lo scopo della posizione di :Pastrengo è ben camb iato . L'obbwltivo principal e del q uadrilatero non è più Verona , ma l\1antova, chiave della difesa clella valle del Po . Le comunienzioni lungo la val d'Adige non hanno per l'Italia I' in1portanza essenziale che avevano per gli Aust!'iaci . Nel caso di attacco dal ~lincio, perno della difesa è )Iantova, e le minH ccie del difen sore Yer ranno da qu esta piazza, non pitt da Verona . Quindi è che scopo principale di P.isLrengo nellri difesa nazi onale, e la base dei camhiarnen Li a fal'sì alle opere di fortificazione ch e guarniscono quella posizione, deve essere cli appoggiare la difesa cli val d'1\dige e di trattenere l'auacco dal Tirolo, quando questo, supei·ata l~ posizione di Rivoli, ccrci1sse di sboccare nella pianura. [n tale bisogna oltre alla piazza di Verona, Pastrengo sarà fortem enLc sostenuto dalla piazza di Pesc l1 iern. Le open1 zionì di Napol eone nel luglio e nell'agosto del 1796, ci fann o conoscere l' importanza di Peschiera contro un nemico che discenda dal Tiro.lo costeggiando le due rive tlel lngo di Gard:.i, per le sLrade di Ri vn, Salò e Brescia, e di Roveredo , Rivoli e Castel nuovo. In questo cnso Pesch iera sarebbe il perno all' appoggio del quale de,·e manoHHre il corpo d'esercito .destinato a.cl opporsi a questa invasione, come lo è Verona pe r un 'i nvasione che proéedu dal Tirolo e dall e provincie venete. Sotto questo a--ne ttof astrazione fatta dall' impol'lanzn delle lin ee su ~ui si trovano questè due p iazze, e delle linee d'invasione che ciascuna d'esse copre, il loro scopo strategico è an alogo.

llF.1,l.l: PR() \' l '.'! Cl E VE NETF.

IY . Dm;wrh\oza cie l Qua<h•ll&tero.

Co l Ve oe~o l' Austria L: i lasciò la formida b ile posizione del qnadrilatero, ulla cui forza appoggiand~si teneva disgiun tn q 11 oll a p1·ovinci.1 dal resto dell ' [tali a. L' imporLanza del quadrilate ro nelle mani deìl'Auslria non ammettevu discussione, l'esperienza avendolo più volte dimostrato. Veronu a cavuliere della linea dell'Adige, nel punto ove si riuniscono le qua_tLro lin_e e stradali del Tfrolo, di 11ilano, di Mantova e di Venezia, rappresentava la grnn porta dalla quale l'Austria poteni dalla Germania sboccare nella valle del Po. Questa p iazza era qu\ndi la più import<1n le di _quelle del quadrilatero, e gli Justriaci l'avevano perciò poderosamente fortilicata, porche'> sarnbbe sempre stato l'ob bietti.vo principale <1ell'attacco. Mantova era il centro di gnwili• della linea del l\lincio, ed una piazza di deposito importante, sulla q11ale basarvi una opernzione offensiva con tro l'Ital ia . Nel suo complesso poi la posizione del q uadrilatero tn,~icurava all'~ser~it~ au striaco una difcnsivn attiva, e le co1uurncaz1on1 coli' interno del! ' I in pero ùa cui ritrarre risorsf. cl' uomini e d-i materia li. Il quadril atero, conservn egli tuttavia nelle mani_degli Italiani una analoga importanza o deve creders1 che per un tale passaggio ssa sia aumentala o diminui ~a? I giudizi disparati che si udirono su tale proposito dopo la cessione del Veneto, fa nno credere che fino ad ora non si ebbe in paese' una idea abbastanza precisa in proposito. Noi cercheremo di svolgere le


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SUL LA

DIFESA

ragioni che, a parer ·nostro , militano in fa vore del quadrila~~ro com:' posiz·ione importantissima per fa nostra d ifesa nazwn::de . · · Le linee stradaìi che mettono in com unicazione la . penisola ilalia_na col co nLinen te~ europeo, sebbene p~ch~, ~ perciò suscettibili di essere coperte, come g1a s1 disse, dal corso del Po, ;1on possono esserlo tu tte egual~ente dal . quadrilatero. · La posizione centrai~ pero, cl:e esso ha rispetto alle · Alpi , ed appog?iato come s1 trora alla linea del Po, lo costrtuiscono li cuore della difesa delì'alt:: H .. lia. I vantaggi che, .da quan lo abbiamo visto, si può d~durre, presenta 11 quadrilatero nel nostro sistema d1fensiv.o, sono di ~oprire direttamente le Alpi centrali, app~?grnndo la d.ifesa cl~ val d'Adige, e degli sbocchi ' dal Iirolo, colle piazze d1 Peschiera, Verona e 'Mantova f~~endo di 9uesto punto della nostra frontiera J;a part; p~~ forte, ciò che assicura l'obbi ettivo prin cipale. della difesa, . eh~ deve essere di tener divisi gli aùacchi · provement1 dalle Alpi occiden rnli ed orientali e cli fornire un sicuro rifugio all' esr·rcÙo nazionale che potrà tenersi concentrato, per sboccare unito 'ed a tempo opportuno sull'uno o· sul l' all.ro onde baLLerli separa tamente. Qua_nto ancora ci. resta a vedere, si è che il quadrilatero · copre le comunicazioni coli' intern o del paese, e co:3tituisce una posizione di Ganco eccellente, dalla ~ruale 11 d1[ens?r-e_ potrà, senza corr:prornettere le p ropne ~omunicaziom, minacciare seriamente quelle del nenm~o, che venendo sia dal Veneto che dall'alta valle del _Po, tentasse di penetrare nel cuoredel paese, s~~za prima aver& espugnata questa formidabile pos1z10ne. Allo scopo cli constatare fino all'evidenza l'importanza del quadnlatero come posizione d'i fianco, nella difesa

OE L,J...E PHOV lN CLC YE i't ETE

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del nostro paese , veùiùm o quando , in tesi gen.eral e, il prendere una tale posizione può giustificare l'ab- . bandono della difesa direu.n .della ìinea strategica . lungo la quale si avanza l' invasione, per dedume se · ciò possa essere giustificabile nel nostro caso s.peciale. · L'opinione dell'.rlrciduca Carlo , su tale proposiLo è la segu ente : « non basta, egli dice, di. prender sempre posizion·e su di una lin ea strategica per. coprirla. Vi sono. circostanze nelle quali val molto maglio stabil irsi . ad una certa d istanza sui fian chi . « Una buona posiztoné di fianco obbliga il nemico a cambiare la direzione delle sue operazioni per marciare contro il nuovo ostacolo che gli si presenta . Non si può cost.r,ingerlo a questo cambiamen to cli direzione, che scegìiendo una posizione tale, che, se egli volesse passar oltre' , questa si trovi più vicina alle sue comunicazioni ·che nol sarebbe egli stesso dall'obbiettivo che si è proposto, di_ppiù bisogna che questo obbiettivo sia al caso di opporgli nna vigorosa resistenza. 1> Ed. il Brialmont soggiunge che« acciò una p_osizione . di (ìanco realizzi questi vantaggi, deve essere convenientemente fortificata e difesa da un nmrnfro di truppe che siù in relazione colla forza dell:a rrnata nemic~; · poichè altrimenti questa potrà o forzare la posizione o .coprirla, e proseguir la sua marcia verso l'obbiettivo ·principale. » Napoleone nel 18'13 concorreva nello stesso avviso dell' arciduca Ca·rlo, come ne fa fede la nota diretta a Parigi ul Corn)tato di difesa il 27. 01.tobre di q uell' anno . Egli ripeteva questa stessa opinione al principio della campagna del '18:14, nelle sue istruzioni sul modo di difendere Parigi. PoQo dopo però questa· sfortunata campagna, nella quale il movitnento laterale dell'ar-


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SULLA Dl F!l:SA

mata francese d11 Arcis -sur-A ube.a Saint-Dizi.er aveva cornpromossa, Napoleon e nel dettare le sue mernorie emetteva un p arere co.ntrario: « Bisogno, di ceva egli, difenJ0rn unu {;api tale copremioiù cii.rctta n1ente, o chiudendosi in un campo tl'incer ato alle spalle (della inva sione:•) Il primo partito è forse il p iù sic u~o. » · · Senonehè q uando Napoleone d ava qu esto giudizio, egli pensava a Parigi non fortificata, nè pro tetla da alcun ostacolo natu rale importante, fa cile ·a difendersi . Dippiù il moYirnèntofatto ùaNapolconedaArcis -s ur-Aube a Saint-D.izior auzichè un movimento di fianc o verso una posizione forte ch e coprisse tultavi.a le sue comunica zioni con Parig i, era decisamente un movimento alle spalle del nemico, verso una posizione relativamente forte, e che impli cava l'abbandono delle sue comunicazioni con quella capitale. Dippiù le circostanze pol itich e che accompagnavano questo fatto erano così av:verse a Napoleone, che ormai la soluzione della campagna dipendeva da esse, e da esse la coalizion e doveva regolarla abbenchè una saggia condotta militare avesse richiesto di seguire . l\apoleone neìla sua marcia. In allora, sebbene anche il suo poter mili Lare fosse rovinato, Napokone era sempre grande, perchè protetto dal suo genio, che messo alla p rova in m omenLi così difficili , finchè la coalizione avesse sognato di ·dargli battagl ie, avrebbe corso il rischio di essere battuta . Ma i1 $.UO potere politico era cad\lto , e la Francia era stanca di guerra, di coscrizioni e di prefeLLi imperiali, per cui una volt.a che l' eser.ci to coalizzato sj fosse presentato sotto Parigi, avrebbe ~alo . l uogo ad urn.1 manifestazione p ronta, generale, irresistibile, nella quale Napoleone sarebbe stato messo da parte, ed avrebbe rèso possibili i Botboni. Era pertanto politicamente e n on militarmente ch e bisognava cercare di finire la guerra,

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DELLE PROVINCIE VENETE

giacc),è in tal modo soltanto la coalizione poteva far cadere di mano a Napoleone quella spada, che forse non avrebbe potuto strappargli colle armi. Queste ragioni che influirono grandemente nella risoluzione dell'imperatore Alessandro di marciare su Parigi, non ponno. creare una norma sicura di guerra . . .Il maresciallo di Sassonia , -i generali Gouvion Saint-Cyr e Rogniat, sebbene in modo più assoluto, hanno la stessa opinione dell'arciducà Carlo e di 'Napoleone, quando si ammetta il punto strategico decisivo al sicuro dalle diversioni dell'aggressore, e che la posizione di fianco sia di una certa importanza, ben fortificata e difesa da un'armata relativamente numerosa, rispetto a quella dell'invasore . DifaLti queste condizioni, che noi trqviamo sì pienamente soddisfatte nel quadrilatero 1 danno all'armata difensiva la sua libertà di Dzione, ed un cH.mpo più vasto per manovrare s ulle· comunicazioni del nemico. Essa non sarà. così costretta, come potrepbe esserlo resistendo di fronte, di dové1' accett_a ré una battaglia eh~ il . nemico ha, tanto bisogno di impegnare sul bel principio dell'invasione, e per la q uale una vittoria, ad essa per lo più facile in quel momento, è sempre un pre,.liminare indispensabile. · A questo scopo pertanto, come si è acc~nnato fin da principio, converrà. che l'Italia abbia, a compimento . del suo sistema generale dì difesa, un ridotto centrale 'fortificato, che dovrà trovarsi pressochè sulla linea. mediana. 'della Penisola, al nodo delle comunicazioni principali che lungh' essa si sviluppano. Abbenchè a primo aspetto appaia che Firenze debba occupare una posizjone che soddisfi a queste esigenze, le sue circostanze topografiche locali però non la rendono suscettibile di costituire una posizione veramente forte. Converrà quindi ricercarla su altro punto ANxo xm, VoL. n.

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SU l,LA DIFESA 50 della Pcn isola nei pressi ùi Foligno ad ese,npio o lungo la valle del Tevere, anche nella prospeltiva di Roma futu ra capitale d'Italia. Nel caso aUuaJe però della sede del govern o in Firenze, un' invasione dovrà deciderlo a trasportare il proprio focolare nel ridotto centrale, affinchè la sua azione sia conservata libera fin o all 'ultimo momento <lell n difesa nazionale. f~ben!-ì vero che Firen:1,e si trova già naturulmente protetta da un' invasi one dalla valle del Po, dall'Appennino, i cui passi, contrastati da volontari, ponno arrestarla quanto basta, perchè l'esercito difensore possa agi re alle spalln del nemico, o riceverlo degnamente agli sbocchi nella Toscana; ma giova altresl osseevare che sarà sempre necessaria l' es isten za di un ridotto centrale, perchè oltre a dare libertà d'azione all'armata difensiva, serve d'.:ippoggio all' estremo sforzo che questa dovrà esercitare negli ultimi momenti della difesa contro un nemico esten uato ed affievolito sia dai combattimenti , che dalle difficollà che .:ivrà di mantenersi lontano dal cenrro delle sue risorse, e su di un paese i cli cui mezzi di sussistenza saranno già stati sfruttati . Questa possibilità che avrà la difesa di offrire una rivincita all'invasore, sarà tanto pil'.L utile, inc1uantochè se essa non potrà sperarne vittoriai· potrà valersene almeno ~f ~i.tenere cond izioni meno on erose al paese, nelle traha live di pace . Dal fin qui detto pertan to si desum e cl,e il sistema generale di difesa del!' Italia sarà cosi costituì to : sull a fronti era le gole delle Alpi sbarrate da forti staccati, la cui )jnea difensiva si ripiega ad oriente lu ngo' il co rso del Piave, il corso inferiore del quale è protetto da Treviso. Più addietro la linea del Po , che giunta ad Alessandria si ripiega e s:i appoggia al mare per mezzo della piazza di Genova. Inferiormente questa linea è protetta dall'Adige e dai corsi d'acqua

DELLE l>t\OVll'\CIE VENE-TE

e paludi del Polesi ne, al centro da Mantova, superiormente dal triangolo Piacenza, Alessand ri a e Genova, piazze situate sul"te zone probabili di invasione. Il quadrilatero, appoggiato innanzi ed al centro di questa linea. Dietro la linea del Po, l'Apennino, difesa naturale della capitale, e dietro ad esso il ridotto centrale fortificato asilo in caso di guerra delle amministra zioni dello Stato , ed ultimo rifugio dell'esercito difen sore. Così composto il piano della difesa nazionale, non si può mettere' in dubbio che il quadrilatero no n soddisfi a tutte le esigenze volute per le posizioni di fianco dagli uomìni più eminenti di guerra. Però se è faci le comprendere che questa po·sizione si oppone al passaggio del basso Po, ed all'invasione del!' Emilia e cl ella Toscana, per parte dell'esercito nemi co, che, superate le prime difese del Veneto, si sia stabilito nel Padovano , non è forse altrettanto evidente questa sua infl uenza contro un nemico che provenendo dalla frontiera occidentale si sia impadronito del triangol o Genova, Al essandria, Piacenza e che ad esso si appoggi come D sua base per ulteriori operazioni offensive neJla Penisola . Prenderemo pèrciò ad esame questo caso speciale, onde far vedere che l' in vc~ :rine non po trà procedere verso il sno obbiettivo decisiv.., , senza prima essersi impadron ita della formidabile posizione del quad rilatero, Supposto pertanto l' esercito nemico concentrato nei pressi di Piacenza, l'esercito italiano, perd uu l'estrema sinistra della linea ciel Po, prend erà la: posizioné Quad rilatero-Bologna, fro nte naturalmente ud ovest, col nerbo dell'esercito nel quudrilatero ed un corpo d'armata a Bologna conveniente.mente fra loro collegati e protetti da corpi minori . Bologna si terrà in comunicazione colle truppe che a difesa dell'Apen-


SULLA DIFESA 52 nino e della Toscana saranno a Pistoia e Pisa, appoggiando la difesa dei passi dell' Apennino, dall' Abetona alla Cisa. Le qualità tattiche di qu esta linea sono incontestabili. Essa è protetta alla sua estrema destra dal quadrilatero, mentre la sua sinistra è coperta dall'Apennino. Il suo centro è ritirato e posto al sicuro da un colpo di mano dalle fortifica zioni di Bologna, e da un scrio attacco, dal quadrilatero da cui l'esercito difenf;ore può sboccnl'e dalla doppia testa di ponte di Mantova sui fianchi del nemico , che marciando sulla destra del Po tentasse di oltrepassare Reggio colle sue test1:: di colonna. Di qui l'importanza della piazza di Bologna, come quella che assicura lo sbocco dalla Toscana nella valle del Po, ed il bisogno di metterla. in comunicazione diretta con Mantova, céntro di gravità della difesa della linea del Po e del quadrilatero. Sarebbe quindi necessaria la. costruzione del tronco ferroviario Mantova-Modena, di preferenza a quello di l\Iantova-Reggio, perchè trovandosi questi due tronchi a parità d'importanza rispetto agli interessi industriali, il ptimo risp onde maggiormente alle esigenze della difesa nazionale. Senonchè l'importanza di una piazza di guerra a Bologna apparisce maggiormente quando supposte cadute tutte le altre difese nella valle del Po, debba l'esec·cito ritirarsi nella Toscana, per sostenere l'ultimo periodo della difesa nazionale. In allora le strade lungo }q valle del ·lleno, e quella della Save~a, e,s sendo le naturali linee di ritirata del difensore, che sgombra il quadrilatero dopo un attacco dall'occidente, è certo che la piazza di Bologna gli_ servirà di protezione per eseguire una marcia ordinata lungo quelle due strette e le altre linee più orientali del1' Apennino. Soli punti isolati che difendessero questi passi,

DELLE PROVINCIE Vli:NE1'E

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non soddisfarebbero più allo scopo dell'importante posizione di Bologna, la cui cerchia fortificata potrà mano mano ricevere i diversi corpi dell'esercito difensore battuti, riordinarli, e proteggerne la marcia verso la Toscana, mediante un'energica difesa attiva, affidata ad un corpo d'armata. Sotto questo aspetto Bologna presenta tutti i vantaggi delle ~este di ponte,_ le di cui qualità essendo appunto di occupcvre e di di(endere un grande spazio con poche truppe, non è a peetendersi che le. sue fortificozioni debbano prendere una maggiore estensione, ma soltnoto una maggiore consistenza, riducendo le opere che la difendono dal sistema provvisorio al sistema perm~nente, munenèiole di scarpa e controscarpa in muratura, noochè .di volte alla prova a protezione della guarnigione e del materi ale. Le qualità strategiche di questa linea non so~o me~? salienti delle sue qualità tattiche. Essa è la lmea pm breve che congiunge l'Emilia col Pisano ed il Lucchese, campi probabili di un'azione decisiva nella Toscana. Dà quindi facoltà al difensore che si trova a Mantova. e Bolo(Toa di prevenire qualunque movimento del nemicoo da Piacenza nella Toscana e a·1 contrastare la cono-iunzione con un corpo che. avesse sfoi·zato con succes~o uno sbarco a Livorno, solo caso in cui il corpo principale di Piacenza potrebbe decidersi a qu esta marcia, che implicherebbe l'abbandono del.la antica base di operazione per assumerne una marittima a Livorno, od alla Spezia, quando pure qu.esta piazza fosse caduta nelle sue mani. L'operaz10.ne combinata della flotta nemica su Livorno e Spezia, allo scopo di stabilirvi una nuova base sarebbe l'unica manovra che l'invasore potesse tentare per rendere possibile un'operazione offensiva ·nella Toscana, e far cadere il quadrilatero senza colpo feril'e , poichè ope-


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SULLA DifmSA

rando diversamente andrebbe a rischio di compromettere seriamente ll~ sue comunicazioni. · Però indipendentemen te dalle difficohà militari ed amministrative inerenti ad un Cf.lmbiamento di base di tal natura, non converl'à mai ali' esercito nemico · di abban~onare la sua antica linea · di operazione per assumerne una nuova. Dopo la battaglia di Solferino, -l'amministrazione cen trale in Francia si occupava seriamente della quistione di sapere se con-veniva, come misura di p recauzione , di costituire . alle bocche del Po e a quelle dell'Adige, no'nchè nelle acque venete una riserva galleggiante di derrate di prima necessità, avente per iscop o di dare maggior sicure;,;za alle operazioni degli alle_ati. Dal q uartiere gènerale impel'iale fu risposto, a tale proposito, che la linea Milano-Peschiera era troppo preziosa perchè si sognasse neppure di abbandonarla. Difatti se l'armata francese aveva potuto prevenire gli Austriaci a Torin o e ' ad Alessand ria, se essa aveva potuto, marciar.e ed operare con rapidità e sicurezza nella Lombarçlia, questi risultati non eran tutti dovuti ai vuntaggi immensi che le erano stati offerti, prima dalle fe ri·ovie · francesi, poi da quelle piemontesi, ed infin e dalla lin ea del Lombardo-Veneto? Napoleone III pensa va ·che i grandi serv.igi ch e gli erano sta ti resi dalle ferrovie fino a Peschiera , gli sarebbero resi al tresì fino a Verona, Vicenza , Padova · ed a nche a Venezia, se l'armata avesse dovuto andare fino Jà. Le sue conclusioni pertanto furono che quand'anche l'attacco del quadrilatero daìla parte del lUincio implicasse maggiori difficoltà , Genova e Tor.ino dovevano rimanere per tutta la campagna . i veri punti d'appoggio e la base d'operazione . dell'armata. Tale fu la decisione dell'Imperatore, sebbene da qualunque parte a,v esse v.oluto stabilire una nuova base per

DELLE l>llOVINCIE VENE1'E

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facilitç\re l'espugnazione del quadrilatero , avuebbe potuto farlo senza grandi difficoltà sia strategich e die àmminislrative, tro v:andosi egli a far la guerra in paese alleato , e padrone dei · mari Adriatico e Me?iterraneo, deJl' Emilia e della Toscana. Dippiù nef nostro caso il nemico, padrone · delle piazze di Piacenza, della stretta di Stradella, di Alessandria e cli Genova , alla ·conquista delle quali avrà sacrificato il fiore del proprio esercito, che si sarà foqnato su di esse una solida base a cui l'lppoggiarsi ·in qualsiasi periodo fortuna to o sfortunato della carnpag na, non potrà certo tanto fa cilmente decidersi ad abbandonarle e comprone ttere così tutti i risultati che avrà ottenuti fino allora in un'operazione complica ta ed ince rta, 1il cui esito sarebbe di cambiargli una base eccellente in una mediocre, capace di coudurlo ad un disastro nel caso di rovescio. Ma anche indipen'denternente dalle difficoltà, e dalla poca convenienza che presen ta sempre, e più specialm eote nel caso che consideriamo, un cambiamento di base; il nemico che fosse postato a Pia cen za non potrebbe avere una fondata · probabilità di effettuare la. congiunzione delle sue colonne, discen?enti dai pass_i degli Apennini. nel Luchese,. prima di esservi prevenuto dall'esercito italiano, che si tiene sulla linea Mantova-Bologna-Pistoia. Difatti, abbiamo già osservato che .delle linee che attraversano l'Apennino, la più breve che congiunga l'Emilia con quel d'i Lu cca è la linea Bologna-Pistoia. Questa è dippiù percorsa da una strada ferràta , mentre le linee del Cerreto e della Cisa e le alt.re più occidentali meno importanti (che sarebbero · le linee di marcia delle colonne nemiche) dovrebbero essere percorse a tappe ordinarie e solo la linea Piacenza-Alessandria-Genova.Spezia, ~he è di una lunghezza · doppia di quella


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SU l,LA DIFESA

Df:LLE PUOVINCIE. YENE'l'E

Bologna-Pistoia-Lucca, sarebbe munita di ferrovia. OJl1·e di ciò una energica guerra di montagna combattuta dai nostri volontari, potrà dare tutlo il tempo necessario al nostro esercito di postarsi agli sbocchi per attendervi il nem ico: La fortificazione campale, convenientemente applicata, perd1è offre il vantaggio di creare ostacoli imprevisti alla marcia dell'invasore, influ.irà grandemente a ritardare la marcia offensiva del nemico. La storia non di rado ci addita come il ritardo cagionato da simili ostacoli, anche di poca importanza, abbia influito sull'esito delle battaglie. Essi mettono il nemico nella, necessità di fermarsi, riconoscersi cd attaccare, tutte cose che gli fanno perder tempo. Nel ·1799 duecento montanari male armati, chiu_si nel piccolo castello di l\1ontecuccolo, presso Pavullo, sulla stt'ada che da San Marcello per l'Abetona discende a Modena , al'restarono per due giorni le truppe di l\Iacdonald, che senza essere p1·evenute si trovarono do.van ti quell'ostacolo. Questa perdita di tempo permise a Souwarow di trovarsi sul Tidone il giorno 47 giugno, ad appoggiare con tuLLo l'esercilo la p.ivisione del generale Ott, che Uacdonald credeva di sorprendere· sola. È aduoque fuor di dubbio che, anche nel caso in cui il nemico espugnato _il triangolo Genova-Alessandria-Piacenza, si trovasse nel caso di conti nuare le sue operazioni offensive, egli dovrà, anzichè gettarsi nel cuore del paese, cercare dapprima di sloggiare l'esercito italiano dal quadrilatero . È quindi a concludersi, clie il quadrilo.tero è una posizione importantissima nella .difesa nazional e, percbè: 1° Coprendo gli sbocchi delle Alpi centrali, tiene di visi gli atto.echi che procedessero dalle Alpi occi-

dentali ed ori en to.li, dandoci l' opportunità di batterli separatamente ; · 2° Come posizione di fianco , minaccia seriamente le comunicazioni dell'auaccante che volesse penetrare nella parte peninsulare dell' llalia, mo.n tenendo sempre copeete quelle del difensore (1). Da queste idee sul piano difensivo dell'Italia risu_lta, che migliorando le fortificazioni che ci hann o lasciate gli Austriaci, e quelle che già avevamo, e costruendo nella Ven~zia delle opere che valgano a proteggere quelle provincie dalle conseguenze di una invasione,

(1) A collegare assieme tutti i diversi punti del nostro sistema difensivo, converrehbe che si avesse speciale cura, allorchè si tratta di adottare nuove linee o r ami fcnoviari, di conciliare fra loro gl' interessi commerciali con quelli della difesa nazionale. L' impor tanza delle ferrovie nelle operazioni strategiche è in:liscutibilè. La loro influenza è così grande nella guerra, cho nei paesi. non fortificati le battaglie hanno quasi sempre avuto luogo 1wl pun to di riunione di più ferrovie_, il cui possesso ora sempre l'obbiettivo dell'attacco. La guerra d'America ne è un esempio. I perni della difesa di una r egione, di uno Stato, ossia le piazze di rifugio, ed a maggior ragiono il ridotto cen trale, dovrebbero avere grandi stazioni capaci di poter ri unirvi una quantità di materiale tale da preparare un movimento non interrotto di un intero corpo d'armata . Queste stazioni dovrebbero essere sussidiariamente coadiuvate polla riunione di questo materiale, e per la formazione dei convogli, dalle stazioni più vicine che trovansi sulle lince che da essa si staccano, ed a queste stazioni. dovrebbe darsi una importanza 'llaggiore di quella che sarobbè richiesta pel servizio ordinario. Le linee ferroviarie che riuniseono le stazioni delle piazze di rifugio · fra di loro e con quelle del ridotto centrale devono esser e a due binari. Tali da noi dovrebbero essere ad esempio la li nea dell" Emilia fino ad Alessand ria e Genova. e quella che dal ri1dollo centrale, supposto a Foligno, andasse a . PislQia, Boogna, MantoYa, Verona e Venezia.


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SULLA DIF'ESA DEr.u: PfiOVIl'i CIE VENETE

potremo avere un sistema di difesa dnlla parte di terrofemrn non inferiore certo a quello di qualunque altra potenza europea. A dare però a questo sistema tutta l' importanza che esso ' realmente merita , è assolutam en te uecessal'io di rne ttr.re al sicuro le n~stre cos te da qualsiasi possibilità di sbarco di viva forza, onde rendere impossib ile ogni operazione di rove.s cio. Forti fìca re i nostri porti e proteggere le nostre rade, rialzare la nostra marina, deve essere una delle principali preoccu pazioni dei nostri uomini di Stato. Finchè, poi, un governo di una politica affatto opposta a quella che informa le nostre istituzioni, si terrà padrone di un tratto delle coste italiane e di uoa parte del nostro territorio, l'Ilalia non potrà mai esser libera nella sua politica, perchè non sarà mai for te militarmente. Le provincie rom an e, soggette al potere papale, sono una testa di ponte dalla quale i nemici della nostra ind ipendenza e delle nostre libertà pottanno non sblo trovarsi nel cuore del nostro paese, senza colpo ferire, ma per mezzo della quale, senza gran pena, polranno divideyc le nostre risorse difensive ed il nostro territorio in due parli, senza che l'esercito, anche riunito, possa trovare in esse un punto soli do ove opporsi, con probabilità di successo , ad un a tale o{fonsiva.

A. G.

L! GEODESIA E LATOPOGRAFIA PRESSO IL

CORPO . DI STATO 1\1:AGGIORE

~ola del prof. @agg. PoRRo.

l.

, In una Memoria inserta nella Rivista rnilitare italiana dello scorso anno, vol. ~V pag. 205 e seguenti, si leggono esposte con ordine, con chiarezza, e con sano criterio le modificazioni organiche e regolamentari, che , secondo l'a utore di quella, potrebbero rendere più perretti e piu speditivi gl' importanti lavori di pace e di guerra della, dotta a rma regola-. t11ice delle battaglie. Pochi, ma sostanziali, sono i rifle"si circa il ramo geodesico e topografico ; essi bastano però a chiarire siccome amico del· progresso l' autore, che si cela a mezzo sotto la iniziale R...._......_. Egli suggerisce infatti di r ompere senza tema.colle antiché pratiche, e di adottare, pigliandoli di ovunque


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, LA G·EODESIA E LA 'l'OPOGHAPIA

Ii si tr~vino,, q~eì nuovi p1~ocedimenti, che ne' più moderni temp1 s1 son veduti sorgere per oo-ni dove ed in ogni cosa, semprècchè sian o aiudicati ~azionali . o e seven. La mia duplice qualità di antico ufficiale neo-li ingegneri militari, ~ di professore ~ppun to di geode~a normal e com~lem~nt~re (celerimensura) nella maggiore s~uola snper10re ltaha~a degli ingegneri, mi servirà d1 scusa alrardire di immischiarmi nella questione, rammentando secondo lo spirito di quella Memoria, -que_lle nuove dottrine, che, ne' miei lunghi studii in Italia e fu ori d' Italia, ho nella specie imparato; e tal or~ pure immaginato ed insegnato, sull'argomento, dottrine tutte che per una lunga ed estesa pratica possono dirsi oggidì pienamente sanzionate.

Il.

In quella Men-::)ria si tro".a, tra l'altre cose, lodato il principio di es,J nerare gli ufficiali di stato maggiore dalla parte t_roppo materiale dei rilevamenti geodesici e topografici, affidandola ad ingegneri civili, posti sotto la direzione di ufficiali del corpo ; l'autore ne dim?st_ra i vantaggi . Ed :invero non si può ·a ~1eno d1 riconoscere che l'ufficio · del corpo- di stato maggiore è piuttosto quello di studiare sulle carte e di milital'men te annotarle, che quello di fare ma: terialm ente le ca_rte stesse, le quali non sono che · strum ento agli alti suoi militari studii; le carte ei se le fa quando e perchè non le si trovano fàtte · . ' ciò in di qua della fron tiera. . Varcata' però dalle armate la frontiera, deve invece

PRESSO IL CORPO DI S1'ATO MAGG IORE

un ufficiale cli stato maggiore essere abnissimo essenzialmente nella topografia speditiva _per supplire alla · mancanza di carte ove non si siano potute procurare prima in tempo di pace, sia con rnodi • palesi, sia coll'arte sagace a cui l'autore allude ('1}.

III.

Si fanno carte (e son le più dettagliate ed a maggior scala) per il censimento e catasti, si fanno carte , topog.ra:ficbe mili tari terrestri' e marittime, si fanno , carte delle divisioµi amministrative p9litiche e giudiziar ie, ed i pubblici servizi di grandi viabilità, idrografico, forestale, geologico, minerario ecc., hanno, o dovrebbero ognuno avere la loro carta generale dello Stato variamente annotata secondo che ad ogni servizio conviene. Da ciò che iutti questi servizi, l'uno dall'altro in- . dipendenti, lavorano ognuno per sè senza. · mettere a profitto i hiateriali raccolti dagli altri, e lavorano con roetodi e fini speciali, avviene che, malgrado le molte spese ed il molto tempo, non si arriva che tardi o ma,i al finale completo risultato, - è dunque necessario considerare la questione delle carte riunendo col pensiero sotto un sol colpo cl' occhio tu Lti i servizi che fanno uso di carte, mappe e piani, a fine cli prov(1) S'avova in Francia sotto il primo impero un corpo speciale _cl' ingei;neri geografi, ed un ib(/ìcio d1lle longitudini; ora il primo più nou esi9te e fu accpllafa ancbe colà la sua bisogna allo stato maggiore, ed il secondo è ridotto a funzi oni quasi

meramente accademiche.


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l,A GEODESIA E LA TOPOGRA FIA

vedervi con una disposizione un ica, ia quale evitando le duplicazioni di lavo ro permetta di arrivare, colla maggio e economia di tempo e di spesa, alla meta. _Lo stato che io chiamerei volentieri stato normale della questione delie carte d'ogn i specie, in un paese ben governato, quello sta to a cui tender dovrebbe con tutte le soe forze l' ILal ia, che sotto tan ti rispetti ha tutt la fa re a nuovo, è 1I seguente: In materia di censimento e di guarentia della fe de pubblica riguardo alla proprietà fondiaria, è ipdispensabile adottare con poche variazioni ed aggiunte le antiche lP,_:::-ì romane le quali erano basate , per la parte gf·(lù1eLrica, sopra. un sistema quadratico poco differente dal moderno sistema per coordinate rettangolari . ' Aggiungasi la terza coordinata, di che -la moderna civillà ,sente vivissimainente il bisogno, la qual cosa come vedremo si può ottenere· qu._asi senza spesa, e si faccia per mezzo di un r,orpo di operatori speciale temporario, che po trebbe ess~re sou,o la dipenden~a , del ministero dei lavori pubblici, una misura generate pa•r. ::Ilaria ed ipsometricci _dell'ù1tiera Italia, riferendqne ogni punto per x, y, z a tre assi rettangolari, dalla quale misura risulti la equazi·one numerica per punti di tutti i perimetri degli. appezzarr~en ti (parcelle) di proprietà, come la chiede il Robernier, anzi la equazione generale numerica per punti di tutta la sup_erficie del SJJOlo italiano con ogni suo più rninuto accidente .. Sia, questa misura generale, numericamente, scritta nel gran lib ro fondiario a cui serva di base, e sia illustrata da un atlante cli carte disegnate ÌJ?. fogli kilometrici alla scala del doppio deci-millesirno e colle curve orizzontali assolutè di dieci in dieci metri· in collina e monte, poi di cinque 'in cinque, di due in

or S1'ATO l\lAGGIORE 63 due, d'uno in uno, ed oltre se occorre, nelle· r.egioni di meno .in meno acclivi, e sarà con ciò, come or ora vedremo , provvisto nl pl'imo bisogrio di tutti i servi7.i . . Un tal gC'andioso lavoro sarebbe, diciamolo subito, relativnmente irnpossibile, se si dovesse ottenerlo coi procedimenti dell'antica geodesin, giacchè, a conti fotti, richiederebbe · di tempo più di un secolo, e di spesa· ·ben meglio che un miliardo , ed esigerebbe inoltre sul parcellario, a fa\·lc coi metodi di quella geodesia che mi permetto cli chiamare antica, sebbene non ~ncora io disuso, le larghe tolleranze che tutti sanno, e non potrebbe esse re ipsometrica sen za c@stosissime livellazioni a parte. · -~ra coi' procedimenti della geodesia rnoderr;a sì può comodamente eseg1ùre, a conti pure accuratamente fatti, in otto anni, e con una spesa di cento se_;santa milioni ('1}, che per, cli più non sarebbero se non per piccola parte a carico del pubblico erario, come altro"'.e ho ampiamen te dimostralo (2) e potrebbe sostenere sul parcellario una tollera nza dieci volte pjL1 r_istretta di quella concessa nelle operazioni parcel. lal'ie catastali ta nto· in Italia che PNSSo le altre nazionL Una tal misura generale, i Cl,li vantaggi giuridici e civili, "finan ziarii ed amministrativi, ho altrove a più . riprese ampiamente dimostrato (3), si sostituirebbe PllESSO IL CORPO

(1) Questo ca lcolo- è basato sul costo effetti vo di grandi lavori stati i'aUi neg li ultimi q uarnnt'anni decorsi ta n to in Ita lia che a ltrove ed ha servito di base ad apposite Memorie . in' vario tempo rimesse. al ministero cui spella. · · (2) Vedi Ingegner e·Mchitetto, anni 1863 a 1868. (3) Memoria s ulla guarentig ia de lla fede pubblica col mezzo . del g ran libro fond iari@.


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LA GEODESIA E LA TOPOGRAFIA

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PRESSO IL CORPO DI STATO MAGGIORE

prima di tutto agli. attuali nost.ri ~atasti che fanno difetto a tutti i lbro · fini. Le riduzioni poi, e le riproduzioni della medesima carta a minori scale, ottenute coi· mezzi ' moderni esatti e fedeli, rapidi ed economici, fornirebbero evidentemente senz'altra spesa le carte le più preziose alle annotazioni della topografia militare, le quali esser debbono opera speciale degli uffièiali del corpo di stato maggiore. Altri · esemplari annotati similmente dai geologi, dai mineralogisti, dagli ingegneri ciyili, dagli idrografi, dai forestali, ferroviarii, ecc., fornirebbero a tutti i pubblici servizi tutte le ·carte speciali di che un governo bene amministrato deve essere fornito e di' che l'Italia ne è ancora a sentire solamente, ma a sentire vivis.simamente, il bisogno.

IV. Ma v'è ancora chi ignora perfino l'esistenza di questa nuova geodesia, malgrado le su~ quattro ed~zioni, ed i quarant'anni di pratica vastissima, apph_: cazione ai lavori pubblici civili e militari in Ilalia f fuori d'Italia, malgrado il pubblico insegnarr:ienJo della medesima in varie · epoèhe a Torino, a Genova, a Firen7e, ed ora da cinque anni a :Milano nell'Istituto teénico superiore; v'è ancora chi cr:ede che la celerimensura consista tutta intiera nella stadia per mi'sùrare. le distanzé; menti\:; delle distanze non si f~ più uso alcuno; è necessario d?nque lo esporre p~r sommi capi in che cosa_ consistano della geodesia nuova l'o1;igine, i pregi, ed il fine .

Il pérchè da molti ,ancor s'ignor·i, da q?elli sopra:itutto che dovrebbero propagarne la adoz10ne, sta m ciò che v'hanno due specie di prudenza in simili co~e, l'una che· porta a seguire sempre il progresso per goderne al più pre.sto i vantaggi, l'altra che porta a respingerlo sistematicamente per tema ?el da~mo passeggero, il più delle volte d'interesse privato, inerente sempre a qualunque m utamento. In Italia ha fin qui prevalso il secondo.

V. ./

L'o.rigine della ' geodesia nuova è antica almeno di due secoli; essa nacque in ,Inghilterra coll' invwzione del teodohte (1), .trovò nel ,1769 un utile, ma poco esatto ausiliare nella invenzione della stadia di William Green , fu resa esatta neH 824 coll'invenzione italiana dello anallatismo centrale' e d'allora in poi segnatamente, <lacchè fu immaginato il proèeclimento conoidico, progr6dì a passo celere perfezionan?o.s i _sempr~ più e semplificandosi fino al giorno d'oggi. Gh ult1m1 perfezionamen ti li ebbe ne' cinque anni dacchè figura tra gli insegnamenti normali e complenientari all'i,stituto superiore di ~Iilano. La geodesia t!,i. cui parliam? si può dire. oggidì nuova, radicalmente nei metodi ed un tal poco anche (1) Il téodolito di cui s'ianora l'inventore, fu da principio, ed ' t, . in Inghilterra anche oggidì, lo strumento degli a~rimenson. Si cos!russero però ·nel corrente· secolo', segnatamente in G~rmania, dei teodoliti più raffinali por servire nell'alta geodesia. è

ANNO XIII, VOL. II .

5


LA GEODESIA F, LA TO ~OGI\Af'IA 66 . negli strumenti ('I}; si ammette in essa per base fiss·a, impl'escindibi le, generale, quell'adagio comune alla giurisprudenza di tutta Europa, compasso non fa fede, il quale adagio va invaJendo poco a po co anche le grand i amministrazioni di lavori pubbli ci, e ne ha invaso già i laboratori e le officine. Si pretendono oggid1 ,;ppertutto tulle le d; rnensioni manualmente scritte; i piani, le carte, le mappe o-rafiche son ridotte ali' ufficio <li sirwpsi figurative, si ~ole oo-cridì nelle dimensioni una. esattezza di che il 00 grafìcismo non è capa(<,, :si ,i;ole oggidì una generale ed universale compro1·u:1,i.one che coi soli mezzi grafici è imro;:;sibile. In tal frangente, motivi evidenti d'ordine, di chiarezza, di brevità comandano di dare la preferenza al sistema delle coordinate, scritte ·in libri a flacte, sistema di gran lunga più conveniente di quello delle lunghezze dei lati e delle diagonali scritte sulle mappe stesse, la qual cosa del resto giù si pratica da lunga mano nell'alta geodesi,\ 0 nei rilevamenti delle miniere; solo occorreva trovare 1 " sistema di coordinale che fosse estensibile uniformemente dalle più grandi dimensioni del paese fino ai termini perimentali della più piccola parcella di proprietà, senza cambiamento di origine o di sistema, e si prestasse per le carte ad." una proiezione geografica convenien te; l'una e l'altra 1 cosa furono trovate. Le nuove coordinate italiche riferite al meridiano di Roma, sono nel nuovo sistema curvilinee come le latitudini e le longitudini; ma sono espresse in metri e non in gradi, esse sono cioè topogl'afiche e non

(1) Cli strumen ti speciali della geodesia nuova si costruiscono in ~lilano nella Filotccnica, corso Magenta , 48.

PRESSO JI, CORPO Dl STA 'l'O MA GGJORE

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geografiche, e sono ubificati.ve in modo assoluto per i si ngoli punti perimetrali di ogni proprietà, in egual modo che pei punti trigonometrici di ,1° ordine, esse sono perciò di tal natura da ~potersene estendere l'uso uniformemente dalle più grand i regioni di paese fino alle più piccole parcelle, da i piani di ferrov ia di ,.ii1le kilometri fino ai piani locali fclella più piccola opera d'arte . ' Il modo di proiezione geografica è quadratico rettilineo, e riferito ai paracardini in vece che ai merid ,w1 :, esso deform a podtissimo le figul'e ai più !011tani opposti ital ici confini e per l'applicazione pratica non se ne può dare di più semplice.

VI.

Nell e grandi opernzioni geodesich e, le quali pure "Mhienc rifal'e a nuo vo unifo rmemen te su tutta Italia, si ha 11 no nella nuova geodesia: ·1 ° )>er la misurn delle basi, un metodo più esatto ed un istrum ento più sped itivo del·germanico e del fra ncese. e gli è compagno un rectogra,fo , istl'Umcn to nuovo affa tto iu geodesia, che segna il preciso andamento di una retta assoluta nello spazio purgata dagli effetti della rifrazione, e fac ilita la csaua determ inazione della Yera curvatura locale della superficie di equilibJ"io idrostatico della tet"r-a in tutt_i gli azimut senza osservazioni astronomiche. 2° Per la misurazione degli angoli, dei triangoli di primo ordine. de' quali si diminuisce possibilm ente la grandezza , aumentandone il numero, si ha un istrum ento capace di dare, con quattro sole reitera-


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LA GEODESIA E LA TOPOGHAlè!A

zi·oni, l'esattezza stessa, anzi rn~glio, di 'quella cbe coi migliori teodoliti. e cogli. strum.enti uni versali Erteliani della geodesia antica appena si otteneva con cinquanta e , più 1·ipetizioni, e di. dare contemporaneamente, per ogni punto osservato, lo apozenit con uguale esattezza senza, che .occorrano nuove apposite osservazioni. I -segnali di ,! 0 ordine possono essere con limitata spesa tutti permanen ti perchè consistenti per lo più in un. semplice pilastrino. 3° Lo stesso strumènto fornisce astronomicamente gli azimut c9lla stessa speditività e collo stesso grado di esattezza, ed un altro strumento molto semplice, ma molL<? potente, fornisce in tre sole sere d'osservazione la latitudine, ed insieme, siccome elemento della longitudine, il tempo, e ciò con una certezza ben maggiore di quella, per esempio, stata ottenuta da Biot in quattro mesi e mezzo di osservazioni, per la famosa latitudine di Formentera. 4° Non si fann o triangolazioni di 2° ordine, ma si'interseçano dalle stazioni. di primo ordine dei punti che bastano a farne le veci, e quanto ai punti di 3° ordine se ne ottengono le tre · coordinate in un modo speciale equivalente e speditivo nell'atto stesso del rilevamento parcella.rio e collo stesso strumento. 5° ~Tanto· i metodi di. osservazione· sul teneno quanto i' mezzi materiali di calcòlazione, sono eminentemente facil~, rapidi ed in gran parte meccanièi e sicurissimi contro gli enori. 6° Il parcellario si rileva con un metodo che è pure in alto grado speditivo, e con un istrumento di una potenza e di un'e;;attezza che sarebbe, in geodesia antica'. superiore al bisogno, ma che pure 'dev'essere tal~, sia per ottenere con esattezza que'punti trisezionah che debbono supplire alle triangolazioni di 3° ordine, sia per apportare poi ne' più minuti det-

PRESSO IL CORPO DI STATO MAGGIORE

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tagli qnella molto maggio.r: esattezza che modernamente si reclama in tutti i pubblici servizi, che è necessaria sopratutto alla ricostituzione del . titolo cli proprietà, medi~nt_e . ~n gran libro fondiario capace di tutti gli effetti c1v1h· che sono oggidì altamente reclamati dai più dot.ti giureconsulti , de' quali effetti civili erano. capaci gli antichi libri censuarii .r omani, ma sono impossibili totalmente coi vigenti catasti. Questo metodo cli riempimento si compone di tre procedimenti, che s'impiegano promiscuamente senza discontinuità e sempre collo stesso istrumento, nel · solo primo de' quali s' impiega la stadia, ma la stadia anallatica esattissima, non l'antica ·s tadia che tutti conoscono, e non per ottenere la distanza che non serve a nulla, neppure transitoriamente, come linea di costruzione, ma per ottenere direttamente le tre coordinate del punto osservato.

I

VII.

Passando alle_ operazioni speditissime militari, anche di fronte al nemico, si ha nella nuova geodesia un metodo completo, che media,nte l'impiego di due strumenti {1) uno de' quali fotografico, ma tascabile; l'ufficiale che lo impiega non ha bisogno punto di

(1) Nulla v'è da aggiungere al non infrequente caso di esser privi cl~ ogni strumento, in che gli ufficiali di stato maggiore fanno m guerra a colpo d'occhio dei piani e carte tanto più esatte quanto più essi sono esercftali in tempo di pace a vedere il prodotto degli strumenti esatti, ed a farne il confro'nto col· vero.

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LA GEODES.IA E I.A TOPOGR,A1''IA

sapere di fotografia, ma solo di sapere posare la carta od il vetro. La fotografia applicala alla geodesia celerissima fornisce la prospettiva ,sferica del paese e può in tre o meglio in quattro posate fornire il giro intiero , dell'orizzonte. · Son note le bellissime carte topografiche militari state ottenute in Francia mo.lto spedit.ivamente, col daguerotipo ordinario, dal c_olonneHo Laussedat, ma . qui non si tratta di quel grande ed imbarazzali te apparecchio, i cui' risultamenti. lasciano n1olto a desiderare in quanto ad · esattezza, e molto da fare in gabinetto per risolvere graficamente per ogni punto il problema inverso della prospettiva e deduere dalle num erose vedute prospettiche piane, la planirnensura (mappa) e la ipsografia del terreno, la quale operazione es ige moltissimo tempo. · , La fotografia sferica arreca nelle operazioni ben altra rapidità, e ben altra perfezione; al daguerotipo sfe1·ico tascabilè che in quattro pose dà completo .il panorama del luogo di stazione, senza aberrazione di sorta, va unito un teodolite sui generis che, con brevissima operazione eseguita in gabinetto sulle fotografie stçsse anche di notte , ·fornisce gli elementi, . sia grafici, sia numerici, della planimensura, ed insieme della ipsometria (altitudine), colla pr<:)cis·ione angolare del centesimo di grado nei due sensi. Portando la guerra offensiva oltre la frontiera dove non s'abbianò carte, pochi u;ficiali, al bisogno anche téasvestiti, levano di giorno fotograficamente quanto di paese possono vedere davanti a loro; e non si fermano che pochissimi' minuti in ogni stazi@e, poi nella. notle ne ricavano la carta topografica e all'alba del dì seguente la possono mettere a profitto, ed anche darne già delle copie ai generali comandanti, e dare

PRESSO Il, CORPO DI S'l.'A'I'O MAGGIORE

anche, per ,riproduzione fotografica, mettendo à profitto il processo del signor colonnello Avet, delle vedute di punti rimarchevoli per guida nelle marcie e nelle fazioni. La guerra germanica del 186G ne presentò una splendida prova; gli strumenti di cui si parla erano stati a.equi.stati fin da otto anni prima in Parigi {il) e fin da due anni si era messa all'opera una brigata di ufficiali del genio prussiano, trasvestiti da fotografi ambulanti, ,po.sti sotto gli ordini di un maggio_re, che, siccome lo si vide di poi dopo Sadowa ne' grornali, aveva fissato il suo principal soggiorno a Rei. chelberg, e 'fingeva l'istesso mestiere; questi ufficia1i intanto face vano le carte accuratissime di. tutto il campo di quella g;·ande e brevissima gue.rra che sorprese il mondo nel '1866.

VIII.

Questa è la somma di tecnomatici mezzi e di strumenti, che, a soluzione dello special problema delle carte d'ogni speCie, mi reco a gloria di deporre

(1) Tengo a.d onore cli ricor dar e, che (nvitut.o allora in Parigi

da inviati del govèruo prussiano, e poco dopo del govérno russo; a ·far costrurre gli strumenti -ed insegnarne !'µso, io credetti fare atto di buon it,:tliano inviando tosto al gover110, allqra piemontese, un esemplare di quei strumenti con apposita memoria; ma mentre la Prussia ne traeva gran profitto, non consta che d'allora infino ad ora !e ne sia Italia neppur data per intesa. ·

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CA GEODESIA E LA TOPOGRAFIA ECC.

sull'altar:e dGlla patria italiana nell'insegnamento cornple~entare ?egl' ingegneri a M.ilano, e coIIa. st~mpa. Non ha dipeso dalla mia volon tà se l'Italia non è sempre stata la :)rima ad approfittare de' molti lavori che nella lunga mia carriera ebbi la sorte di condurre a bene. La dotta memoria dd -ignor BH.\<H e la presente che ne _consegue, saranno esse un' occasione per il corp? d~ s_tato '> m~ggi?re ~i prendere que' lavori in cons1deiaz10ne , CLè> m vista del pubblico bene è permesso di desiderare.

1

IL PROBLEMA 1VI1LI1ARE DELLA

INDIPENDENZA NAZIONALE CO~T INUAZIONE ·(I)

c.

p. M. I.

PORRO .

Xl. . Fortificazione nelle valli e nelle · mo1.1 1agne.

Nella difesa di valli e . di monti la ·fortifica zione rn ornentanea si trova .proprio a casa sua. Non sarà discaro ai lettori di gittare un rapido sguardo a cosiffatta questione, la quale per noi Ìtaliani è divenuta di maggiore importanza, dopo che abbiamo trasportato la capitale dietro quella spessa corazza eµ' é l'Appennino, e che abbiamo detto all'Austria: se vuoi attaccarci, gli è in questi · monLi che il veloce · piede · del nostro . soldato arresterù Ia tua (arda e pesante marcia. Io non istarò a ripetere tutte le regole che assegna (1) Vedi Ri~ista Jllilita1·e Italiana, anno xn, voi. 1, pag. 173 YOI. n, pag. 54. voi. 111 , p. 26, voi. 1v, p. 2.9, e anno xm, voi. 1, p. 334.

e 265,


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IL Pll0DLEMA Mll..l,'rAHE

la tatt~c~ per la .dife.sa delle valli e dei monti, nè gli splend1di- esempi d1. questa guerra di audacia e dì destrezza. Napoleone e Wellington hanno troppo dimostrato eh~ il pritlcipio al qua le s· informa questa guerra speciale ~ semplice, è uno ed è il seguente: manovrare offensivamente e co'mbattere difensivamente. ·Lo scopo che mi son prefisso con questo la voro mi f~, v~lg~re piuttosto Jà men te a studiare una questione p~~ particolare. La fortificazione che adopreremo neJJa difesa delle montagne sarà la perman ente o la passeggera? Due sistemi stanno di fronte e si guardano pu1;e in cagnesc.o: l'uno tiene per l'uso ,dei forti isolati, permanenti, l'altro. non vuol .sentirne nemmanco a parlare e non va rn solluchero che per i trinceramenti passegge~·i; il primo non vede bella posizione che no? voglia ot~urare coll un forte, il secondo par proprw che vogha muoversi e manovrare col trinceraavnrnno avuto la pa~ ento in. tasc11: I Jetto ri. - · zienza d1 segmrm1 e se non si saranno stancati di quel piglio franco, ehe in me non è figlio di vanità, ma cli convinzioni lungamente meditate e di anirno focapaee di giri ,diplomatici e raggiri gesuitici· - si saranno per fermo accorti che per me il. vero è cosa nemica all e opinioni esti:eme ed esclusive. Pertanto eglino avranno indovioata che io non saprei faepa.(-te con çoloro . che vo?·liono ad ogni costq piantar forti come cavoh, e chmder le valli con tu'ra.ccioli 0 ome ~i f~ con i fias?hi, nè tenere per coloro che cli questi forti non voghono punto. Non si può neo·are che ~uanclo l'inimico riescisse a sorprenderci e si°avv:iasse maspettatament~ p~r una valle da noi non occupata con forze suffic1ent1, quando ci cogliesse così all'improvviso . come fece Napoleone al '1800 con la. discesa del San Bernardo, allora un forte permanente con la

se

D'ELLA ÌNDIPENDENZA · NAZIONALE

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sua guarnigione risoluta e solè rte e con ~a caserma , può ·essere di grande gwvamen Lo, Pee alloO'o·iarla 5'5 ' può fare quel che Bard non seppe, ossia arfrstare la marcia inaspettata e veloce dell'as~alitore e dar tempo ed i.igio al dffensore di accorrere. In .tal caso l? scopet:to trinceramento campale non offnrebbe asilo ad un 's1:1fficiente nerbo di truppa, e non grande ostacolo all'assalitore. Tutto ciè è verissimo; ma questo non è ehe un caso eccezionale, contro il quale è prudente premunirsi, senza ,-~t:.vare del rimanente a sistema assoluto la piant.agi,J1le dei fo(ti. Io, veramente, non ostante la mia predilezione per le opinioni armoniche, che in que·sta questione sento · pure non so neo·are 0 un certo debole, una C<; ··ta simpatia per la for.tificazione passeo·g dei forti permanenti. b · era a dis.)etto , . E forse non mi ho il gran torto. Le montagne sono di per sè qua.lche eosa di c?sì. acco:ic~o a. difesa c~e a me pare gli agili bersagher1 , glt svel~1 volontan, ad usati a fare una guer ra di alberi e cli balze, dovrebbero ,)vere agevolmente Tagione dell'avversario e potrebbero contentarsi di èoprirsi all'?cc~sione con terra e gabbioni. Do ve l'ostacolo naturale g1gantegg1a'. lì la fortificazione è rnestieri naneggi. E poi che m1 è uscita dalla penna questa parola nuova io la voglio usufruire. Il trincerarvento nano hé). un grande ed intrinseco vantaggio su quello rilevante dei forti isolati a varii piani, irnperocchè. esso non presenta un così eviden te, va~ìo e sicuro bersaglio alle lontane b{l.tterie defl'li assalitori. Di fronte al projètto ogivale 0 val me<l'lio acc0vacciarsi. Questi forti colloeati bella·mente ~u di un'altura· eminente, su di una roccia che sorge nel mezzo della valle, hanno avuto nel passato uno seepo prossimo, ossia i1uello di batter~ la strada che passava al loro piede e precluderne _1I varco. Ora la grande gittata, l'aggiustatezza, l'efficacia 0

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IL l>ROJJJ,'F.~lA MIU'l'ARE

distrutti\'a delle nuove artiglierie hanno un po' mutale le condizion i, chè non è sempre impossibile, anzi è spesso possibil e il trovare a grandi distanze il posto per collocare alcu ne batterie e cli là farle trarre a smantellare. La lotta sarà allora tra un invisibile nano e un visibilissimo gigante, e il risultato evidente. Questo ragionamento che non sarebbe valido cli fronte ad un grande · campo trincerato , perchè. si hanno maggio:r:i risorse di difesa e minore possibilità di attaccare vorrei dire carponi e inosservato, ha molta verità nel caso di un semplice ed isolato forte. Non poniamo adunque un gigante sulle spalle d'altro gigante, ma contentiamoci di un . nano, il quale sulle spalle di gigante è risaputo che vede bene e largo. Comprendo che si può trovare forma di fortificazione permanente che sia più bassa di quella usata dai nostri padri; ma in tale caso il forte non potendosi sviluppare in altezza per non offrire un viso scoperto, non in ampiezza per la natura del si to, non offrirò. la capacità per costruire nel suo giro una' caserma, ampia sì che alloggi la truppa sufficiente alla difesa. E~ ecco diventar necessario il 1.rapasso alla forLificaz10ne passeggera. Queste cose io osservo non coll'idea di voler proscrivere affatto il forte jsolato nella difesa dei monti, ma perchè ciascuno si persuada ad usarlo con parsimonia, -quando le condizioni sfavorevoli esposte di sopra non possono verificarsi ag~ olrnente, insomma fra limiti raz/onali e ristretti. E dico ristretti, perch è in verità quella certa sorpi-esa della quale· abbiamo discorso al principio,· non è tanto 'probabile a verifi. carsi a' nostri dl. L'esattezza delle informazioni, la rapidità delle s~nalazioni tel egrafiche, la libertà della stampa, renderanno impossibile la ripetizione del fatto del passaggio al S. Bernardo; la facilità delle comu"1

DELLA INDIPENDENZA NAZIO NALE

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' pronto più_,

· nicazioni renderà il riparare ad una possibile sospresa, massime quando il difensore è al punto di convergef!.Za delle valli ; tutta la natura della guerra modernissima , guerra co ncentrata, su teatro determinato, come si è discorso precedentemente, 6 itterù nell'obblio questi giuochi del nascondersi sorprendere su larga scala. Ciò posto , l'assalitore sceglierà più linee eh operazione in guisa da porci in sull'incertezza? Peggio per lui, massime in un paese come l' ltv.lia: noi movendo da posizione interna, lo batteremo pàrtitamente. Questo fu il vantaggio e il segreto che permise al giovane e inesperto Buonaparte di battere un dopo l'altro gli eserciti dei vecchi e ' pratfri ·Boaulieu, Wurmser, AlvinzL Ne sceglierà una nelle altre farà I delle finte? La nostra posizione centrale e interna, il divergei e che fanno le valli verso l'inimico, la difficoltà di scavalcare da ui't versant'e all'altro , la possibilità che i corpi separati., da ingannatori divengano ingannati - perchè raggiunti e battuti. prima di aver potuto rimontar la valle e ,;;ongìungersì. agli altri, il quale caso è facile ad accadere ·,dovendo. le finte , , per riuscire a trarre in . inganno , essere spiegate e non solo accennate tutte qu este ragioni io . credo che un nemico. ragionevole non opererebhé così, perchè e' ci perdernbbe più di quel che ci guadagnerebbe. Speglierà una sola linea di 'o perazione? E noi la sapremo, _tanto pìù che la nostra posizione concenLrata non ci toglie di porre vanguardie nelle varie valli laterali, l' aspetteremo manovr:ando , offensivamente e combattendo difensivamente, corre~emo c;ol grosso delle forz e ove è forte l'attacco e in tal caso, avendo sotto la mano te nostre truppe, i trmceramenti momentanei ci basteranno a rendere solidissime le posizioni già solide di natura. Che resta allora? Che mandi per altra valle

e

e


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lL PROBLEMA .\ llLlTAI\E

DELL.\ 1ND1PENDENZA i"AZIONA.LE

u~ distaccàmento~ Ma a qual fine f Per· rubàre e fuggll'e? Per essere anche tagliato e massacr:Ho ? Gli è questo un supporre l'inimico stupidamente vandalo. Infine, essendo .u na la linea d'operazione. e due o tre q?elle d_i niarce, la tat.ica suggerisce· come miglior chfesa quella che si fa allo sbocco delle valli combattendo riuniti èontro le separate teste di coÌonne. Ed écco le prin cipali ragioni per le quali senza escludern in tesi genenlli l'uso del forte isolato nella difesa di valli , e montagne, io preferisco i trinceramenti carnpali, ·. soprattutLo in un paese a modo del nostro. ~ . E ciò avrebbe · anche l'altro vantan'O'io oo .di non l~re oziare 1..i. truppa dentro a quei ritiri, in tempo dt pace, e di risparmiare un capitale improduttivo in tempi di tasse pesanti. Tutto questo mio ragionamento riposa sul fatto che i forti ~erman~nti si collocano non su i pass11ggi da carn_osc1, ma m quelli d'artiglie~·ia e traini, i quuli sogliono. essere pochi, saputi e facilm ente difendibili da vigile genet·ale. Esso è un ragionamento che guarda al caso . più generale e probabile, senza dim enticare . c?e la guerra è problema complesso e pieno di svariate combinazioni, e senza esclu dere pertanto con regola assoluta . e rigida qualunque uso del forte isolato permanente. :È questione di predominio, anzi che di ostracismo. Immaginiamo, come accadde nel "8,U. alla ~rancia, una coalizione cli forze triple a quelle del difensore. In tal caso l'attaccante p uò senza gran peri~olo dividersi, come fecero di fatti gli alleati , i quah condotti da Schwartzenberg e da Blucher avanzavano per le valli dell?- Marna, dell'Alba e della Senna, convergenti su Parigi, e il difensore, obbligato a fare come Napoleone, ossia a trasportarsi da una valle ·in un'altra per battere un dopo l'altro o·Ji eserciti nemici che si avanzavano sulla c~pitale, p~ò

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trarre in'estimabil e giovamento da un iorte che arresti e tenga in iscacco l'assalitore, mentre il difensore è ancora· li.mg i di fronte all'nltro esercito. Ah Soissons, Soissons , se tu avessi trovato un B.ampon ! E qui sento ad obbiettarmi : ma sai tu quaii possono 'es. sere questi punti '? e se non lo sai, non istirni prudente porsi da prima in difesa? Replicherei: lo ~o e non lo so; lo so s~ parlasi di punti strat.egici, che in generale sono costanti e determinati; non lo so se di taLtici, che sono ev-entuali. Ora . lasciate io interroghi · voi : volete costruire tanti forLi permanenti quanti sono possibili punti eventual i da manovra '? - No, certo. - Adunque trattasi di forti in punti strategici. Ebbene quei di primissimo ordine fateli . pure; ma i rimanenti fateli come gli Austriaci a Cavecchia e Gabellini di Verona, fateli misti e nel tempo che precede la guerra. - E lo saprò io ? - Dio buono, voi no; ma coloro che reggono, sì , massime oggi che le guerre non scoppi.ano subitanee come le caldaje di di acq1Ja boU ente . A.pplicando alla. difesa dell'Appennino le idee esposte di sopra, segue che, anzi che profondere danaro e accrescere le forze morte col seminar forti e giUarvi dentro guarnigioni, i:: ''liglior partito l'essere avaro di muratura e prodigar terra all'occasione. Svolgendo il pen siero da un sistema che è una maniera di manomorta rn1Jitare, sarebbe, d' uopo tener modo che nella stagione dei campi i varii Corpi. facc"iano marce e percorrano p~r lungo e per largo gli Appennini,. in guisa da impara!"' per bene il terfeno . Nella guerra il vantaggio appartiene ben sovente a colui che conosce meglio i particolari del teatro di operazione. 'Siffatta scuola è più utile di quella delle manovre convenzion.?-li, <lacchè quella è acquistata per la guerra e questa non si vedrà mai a ripetere in realtà.

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. DELl,A INDIPENDENZA ~AZIOl'iALE

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lL PROBLEMA MILITARE

Coloro i quali vogliono convincersi davvero del modo agevole con cui si possono difendere gli Appennini mediante la tatti ca, legata alla fortificazion e passeggera, non hanno che a leggere la bella monografia del maggiore Corsi, intitolata « Firenze » e pubblicata nell' Annuarfo dell'Italia .llilitare del 1865. l?ra le descriz ioni delle strade che menano a Firenze e del paese ci rcostante non ve n' ha alcuna, eh' io mi sappia, tanto precisa e c.:hiara quanto quella del Corsi. E così doveva essere, perchè il Corsi non pure conosce materialmente il paese ,che descrive, ma ha mente lucida per comprenderlo, forma chiara e italiana per esporlo, e cognizioni militari per applicarvi i principii della mobile e veloce guerra moderna.

XII. Fol'tifieazione sul eam1lo di battaglia.

Dai Greci dell'Iliade a quei del tempo di Ciro, dai Romani ad Annibale, da Annibale a Cesare, da questi a Pietro il Grande, Federico di Prussia, Napoleone e Wellington, la fortificazi,.,,10 e in generale le posizioni trincerate ebbeco importanza grandissima su i campi di batto.glia. T lettori ricorderanno certamente il campo tr'incerato fatto costruire da Cleomene, re di Sparta, in Selasia; il campo di Gerunium, oggi Dragonara, nella Capila nata, al nord di Luccra, trincerato da Annibafo per vivere e difendersi; le linee distese dal principe di Bade a Stoloffen; quelle della Lauter; Pultawa e Bunzelwitz; e venendo a<l un'epoca p1~ossima rarnmentceanno quanta parte si ebbe nelle

guerre napoleoniche la fortificazione dei campi di battaglia. Caldier o, tenuto dall'arcidu~a C~rlo ne~ '1805, i poggi innanzi Heilsberg, occupati dai .Ru ssi nella campagna del ,1807, spuntarono lo slancio f~·ance~e; Talavera, Albuera, Fuenles d'Onoro sono tnonfi mglesi su campi difensivi; i ridotti e le frecce di Bor odino furono bagnati di troppo sangue francese r,erchè la battao-lia della ~Ioscova potesse addimandarsi una vera vitforia da Napoleoné e non da Pirro; e Ligny nel 1815? e più di tutto Waterloo ? Ora se tanto .grand~ fu l'importan za delle posizioni trincer ate negh evenll delle passate battaglie, e quan to maggiore n on. sarà ella dopo la invenzione dell'artiglieria rigata? Per ~e ragioni medesime, esposte al cominciam ento ~el d1~ scorso sulla fortificazione nelle marce e manovre, noi dobbiamo cred ere che la fortificazione su' campi di battaglia prenderà svolgimento immenso ? acqu.i ster~ una solidità. maggiore , poichè p er la difesa d1verra u n modo di prima ed indeclinabile necessità. . La natura di questo mio lavoro mi di spensa feli cemente dal dovere di esporre qual modo è a tenere p er trincerare le ali di un esercito e. le posizioni ~alienti innanzi il s uo fronte, per occupare un poggio, rinforzare il centro e coprire con op ere la linea di ritirata . I corsi di tattica e di fortificazione son 11 cento per ogni scaffale e pur nessuno acco?cio ~ libro di testo come voglion o i nostri professon; - d1 guisa che i lettori di queste pagjne vorranno risparmiare ad essi ed a me il fastidio di rim aneggiare una pasta già vecchia, anzi r ancida . Farem~ ~dunqU<~ soltanto qualche osservazione generale che s1 .natt~cclu al ,principio supremo della presente fort1fì~az10ne'. ossi:a alla difesa attiva . Nell'apparente rimescolio 'degh svariati sistemi per fortificare un campo di batt.a~lia'. a me pare che si veggano lucicare due opm1om AN.NO l.'.111, VOL. Il .

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• IL , PllOHliE!MA !tt!Utr,AnB 82 opposte, due si~mi generali, i quali sono come a dfre l' ossat1rna intorno a aui è venuto ad afilui;ue t11Ua la materi& dei r idotti, delle foecce, dei, poggi, delle distanze, del fio.ncheggiamento, del difilamento e via\ Sprigi onando e di.still on do e.o!, ma L1'.oocio· rlell'anali s4 quesLii due priueipii predorninirnti , noi 1ti, accorgiamo che; dopo, lo., precipitazione della materia bruta, non ci resta,nelle mani cho a· il, p rincipio della, linea eontiinuai o quello della linea ad intervalli, e continuando ad, operare· su. que.sta no i, la vedremo part.i rsi secondo un, oerto metodo io linea, o.cl interva lli fo 11n1aio da' opere deboli e molle, secondo un altrn formata da ope.re forti• ~ poche. That is tlie question. La veochia· e sistematica fo rtificalliotrn predilig.eva la prima man iera· di linee. A, guardar la, bu ccia· della. cose· si direbbe ch!eJ;a aveva ben ragione : vo19liamo. difenderci-bene? eh via copriamoci, fasciamoci io·giro . l\Ia in ver.ilà è questo un senno da vecchia, un senno soveruh io,, e ·il soperch io , rompe li oopEH·chio. ·v.olete infrcddarv,i.? Irnbacucoatev i tutto : se un Gletto d'aria arriva, ad insin uarsi per lieve spiragli o, il nemioo vi prende. per-en tro la cravattaucia , ~i auacca di rovescio e siete perduto . Nè più, nè meno accade con la linea: continua : e qu f•:: · ,empio calza a pennello e non è punto a, ritenere per celia. CoS'.iffatle-linee continue, o fasoiature,che si- voglia,. costano molto 1 com e tut~e le cose lunghe; pre tendono moho lavoro; e però mol to tempo a innalza rle; vo .. , ghono essere ug.ualmente guardate dappertutto; ri-· chiedon o, a, cagion e dehloro spezzamento, un ,nurnero· di difensori che potrebbe difendere megl io un fronte di doppia: lunghezza; e in.fine riducono i soldati alla\ gtuis:a di , aquile appollaia.te in un a giJ.bbia. Altro che difesa aui,~a I Neanche la~passiva si può svolgeTe con! libertà . Mar a quaJ pro starci, a stil1are il cervello . 1

DELT,A IN'DIPEN OEN.ZA' NAZIO NA LE

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con le qualità di queste fasce da bimbi , quando la storia' milita re è lì per pro varci la loro dèbol,1zzcr? Le fa mose linee di Stolofferi furono egrogi·a mente forzate dal maresciallo di Villa rs, e qu elle rlella t ào ter dal mar'esciaH0 di• èoigny nel 107&.t. Ciò• accé1dl:J-e ne], · mbrlo· più natl1ralc al mondb; chè i difetJsot·i non • sapendo ove l'attacco fosse direlto ,_eruno obblig'atr a:d es$e1Je presenti su· rutta la: linea, e pe rò· debolir da per ogni dove, mentL'e che gli assaiìtori, che sope·firno 1 ove ,rolevano attaccare, muovevano' co nce ntr'ati e fo,,ti i ov1 enr il· loro• obbiettivo, e le altre parti dell a 1 line~l' facevano le viste di assal tare . Atroge che, non ·ostante l;rildto esten sione, v' ha q uasi sérnpre modo· a girar'le, · come accaJde a·quelle di Stoloffen, e nncl'volta gir'atc e battute di rovescio cadono di repcnte appun t01 pe~ q1.rnlla loro ' eslensione che le ren de sì fiacch e. Ai Pietro il Grnnde e poi • al marescia llo di Sasso·nia· l'arte della difesa deve la.• prima p roscrizione dell e Jinee con tinue· e i primi1 esemp i·' di · lin ee· razioo a.Ji·, ossia ad intervall i, e quei· gl'andi a" siffatti ridotli debl:lono Pulta:wa e Miistricl1 . A)lùnqu e, anzi che ap· pli ca rsi a tracciare lince artificiali , avvjticchiamoci sul campo di ballaglia alle _posizioni che ci offi:.c la natura e perfe zio niamole , raffo,--zah'dolé quando ò nec'assario con' op(fre chius'e , iridiperrd erni e éapaci di pote-i·si sostene1·e da sè. Se 1100 di qirnsti punti cad ,'à nelle mo'ni • nemiche;, ,tdll' pert qoa~to · avi·~mo il nemico in casa e luna la· linea mirrn.cciaca· e pericolante ; se esso sal'i'.t attac~alo di rovescio, non pi·ese ntcrà aWa:ssalitore uaa' cl ebole go la', 1n1:1 1un ffo nte ugualmente forte; se vorremo stur~ in su lla-difen sivà o ripremJere·J'offensivb.; no i' po tremo rna1·1ov\·t:r-e ap-poggi:l'ti·, ar pdt·ni~ ma~ non schiavi di' essr~ n'6'i1 J1è5lrè'trfO ' inompere per gl'interva'lli senza chiudetc'il il me·zzéf di;d ifénderci e offende:re', p·ey assi·c ttn1rc!i dtr1Jb'ia n1èn te


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IL PHOBLEMA MILlTAI\E

e malamente di non essere sloggiati. Se non si vuole essere uccisi, non si uccide, e allora si finisce sempre per essere facile preda del più ardito. Queste consid erazioni, e quelle che abbiamo esposte negli altri paragrafi, ci debbono far pure prefe rire la linea ad intervalli con forti e pochi appoggi trincerati a quella con deboli e spessi. · Ciò in generale; ma, seg uendo i principii della fortificazione armonica, noi non daremo lo sfratto alle linee continue e le adopreremo con parsimonia, quando cadono a proposito. Cadono appunto in acconcio nei luoghi disadatLi a man ovre, e ove s' incontrano, a maniera d'esempio, alture inaccessibili o capaci di essere rendute tali, · LeITeni inon<labili e simili. A questo modo la linea continua e priva di uscite concorre a impedire che quella posizione sia. presa con un colpo di mano, qualche volta non così impossibìle come impreveduto, e concorre a permettere che i difensori si concentrino in maggior numero su' punti più esposti e più attaccabili, mentre :i rimanenti sono agevolmente difesi dall'ostacolo naturale o artificiale. Le condizioni alle quali debbono obbedire le opere da campo di battaglia, sia che si elevino nei tranquilli ozii che precedono le battaglie, sia che si elevino d'improvviso, sono, ::ìecondo ,fones, le seguenti: 4° Avere profilo e difese che le pongano in grado di resis tere all'assalto; 2° Essere ben chiuse alla gola; 3° ColJoca te acconciamente e tracciate in forma <la fiancheggiarsi n. vicenda; 4.. 0 Armate di quell'artiglieria che è necessaria ad impedire alle forti colonne di passare tra le opere, senza correre rischio di essere rotlc ; o<• Capaci di guarnigione sì numerosa, che possa

85 fare sortire alle spalle di una colonna che avesse . . osalo sorpassarle. Un campo da battaglia può essere 1mprovv1sato , come avviene quando due eserciti giungono ad un sito e appena giunti si spiegano per combattere ; può essere di posizione stabile, ossia che si debb~ combattere in una posizione difensiva scelta d1 lunga mano di:t una delle· due parti, come Dautzen; e può essere qualche cosa di medio, ossia di posizione vorrei 'tlire eventuale, come i villaggi che furono ~eatro della battaglia di Lutzcn . Nel pl'imo cas.o n~n v1 ha tempo per l'opera della fortificazione, ez1anch o temporan_ea ed improvvisata; nel secondo ve n~ ha_ per co~.trmr.e opere anche più solide dei rido.Lt1 d1 Baschutz; 11 terzo è propl'io quello nel quale s1 può trarre grande partito dalla fortificazione momentanea. In questo caso il tempo concesso dagli even ti di guerra non è molto, ma non è nemmanco nullo: è proprio un tempo sufficiente a perm ettere l'uso della fortificaz ione campale. A proposito della citata battaglia di Lu~.zen, rammenterò come Napoleone aveva mente d1 muov~re su Lipsia-- per girare i coalizzati, tag!iarli da Berlmo e gittarli sulle montagn~ de_lla Bo~mia; ~a che, nel mentre egli marciava dritto m_nanz1, prevlde colla sua profonda intelligenza un attacco. di fianc? dal ca?to dei collegati, e, come misura d1 pl'ecauz1one, ordmò a Ney di occupare alla destra, verso il Floss-Graben, i villogui di Gross-Gorschen, Klein-Gorschen , Rahna, Starsiedel, Kaja. Difatti i collegali tentarono girare colui che voleva O'Ìrarli, e questi villaggi, riputati da prima un accesso~io, furono il t~atro principale, anzi unico della baLlaglia. Napoleone v1 accorse dalla strada di Lipsia, e, quantunque il suo centro fosse per es~ sere sfondato, e i villaggi venissero più volte presi ,d ai Russi e Prussiani, pure in termine guadagnò una DF.l.LA INDIPENDENZA NAZIONALE


DELLA INDIPÈNDEN½A NAZIONALE

d~filcile vitto,rio.. ilo non voglio ·frnitai:e q11.ei greUi e tronfi scrittori militarj, adepti della scuola:bw·banzosa e p.e.dantelica di .J omioi, i q9ali fanno consiste1:e la ioro .facile isciem~a nel dim,o_,stui._re ·a CQ::\e ,finite ,quel ,che ~apole.one <iloyEwa fare e no,o seppe. ~apoleon.e aveva un potente ingegno divinatore, ina certo J)OJ1 .era Jorni.to di compiuta e infinita prescienza; .egli {eqc ,molto nel sospett~e queJJ'a~tacco ,e nel pN~munirsi e neI vincere; ma senza essere taccia 16 cli folle orgoglio si può affermar-e che se egli avesse spregiato meno il valore strategico degli alleati, se egli ,si fos,s.e ,r..enduto coscienza .che alla fine i suoi av-versaci gli avevano i ndovinato l'arte, senza rapirgliela, che lra di loro erami uomi ni., come Diebitch, cap_aci di comprendere le .belle e grandi manovre stL'ategiohe, ohe era i .nteresse degLi alleati tenersi stretti alle ,montagne di Boemia per trascinare l'Austria nell' onbita loro, che pertanto era quasi certo l'attacco di fianco e Ja manovra girante degli alleati, alloÌ·a avrebbe invertite le parti, e Ja marcia su Lipsia sa rebbe stata una finta, lln accessorio, menlre il concentrarsi dietro i villaggi e il trincerarli la cosa precipua. In ty.l .c aso u.vremmo avu.to qu el medio campo di posi~ione eventuale, del quale abbiamo _dello di sopra; in t.al caso la fortificazione campale avrebbe renduta la battaglia detta di Lutze1;i assai più fatale agli _alleati . .Ciò ho voluto affeumare megli.o p er notare la grande importanza della foutificazione passeggera su' campi di baLtaglia, anzi che, ripeto, per muovere rimprovero ad un ingegço straordinario, il quale doveva risolvere un problem a di guerra fra migliaja di dati, alcuni dei quali a noi posteri c i -Saranno anco sfuggiti. Napol~one si può b iasimare in politica, quando si g iudica superficialmente, come ha fatto il poìVer.o C.antù, e si fa astrazione dalla fol.ea

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·che la conquista ,era appunto la 1sua missione ,s torica, che sulla punta della sua spada egli doveva ']!>'OI1lare ,da ,un estremo clell' Eur0pn all:altu0 i p1rincipii elell'-89, e che ,il ,conqui,s tatone non può t!ilOn e&seriil soldato assoluto; Napoleone si •p.uò crjbicare •pe.r qual·che sua opinione; ma nelle grandi manoue stnategiche è mestieri andar cauti nel sentenziare dei su©Ji conoeui . ,Ora dal detto s'-infori~ce che ad innalza:11e opere più solide di quelle d'una volta, nella medesima atreLtazz:a di tempo offer~a <la un campo d i posizfone eventuffle, non v' ha altro modo che acorescel'e ili num ero de' lavoratovi e di color o che sopraintendon0 -al lavoro; e però anch e da questo la1 0 è evidentissimo che co n la tattica moderna e le nuove armi cresce l',impol'Lanza del Corpo del genio militare. La costruzione di queste solide opere della linea principale non credo possa affidarsi alla fanteria. nicLro le opere staccate della lin ea .che copre ill campo, si pon e l'esercito difensore e si colloca. com~ sta il centro verso i punti della circonferenza ai quali mettono capo i raggi.T oncs dice che il difensore può dimorare in massa sulla vetta delle alture, coperto da' ,tiri del cannome nemico mediante qualche piega del terreno, e quando siffa tta piega non s' incon tra, può essere collocato sul rovescio .detle alture, presso la cresta e pronto a cor· rere in corpi compatti e formidabili su i punti minacciati. Esempio : le al ture d'Almada. Nella difesa delle alture gli esempi degl'Jrìglesi sono da imitare, perchè nelle guerre della Spagna e del Portogallo hanno dimostrato d'intenderne e non poco. Jones consigJia pure di coprire la fanteria mediante una trincea , la quale lighi i ridotti come farebbe . una parallela, ma abbia intervalli, perchè la cavalleria e


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IL PI\OilLE MA MILI1'AllE, ECC.

l'artiglieria possano uscire e spiegarsi, se non possono operare in massa su i fianchi. In generale possiamo conchiudere questo paragrafo affermando che il a umeeo di queste opere dev'essere . in ragione inve,rsa delle qualità guerr.iere della truppa e in armonia col tel'reno e col principio del concen.tra mento, il quale è il vero segreto deUa vittori:a. E qui ha termine la parte della fortifìcazione in . relazione alla tattica dedicata al problema della d1/esa. Abbiamo fatto del campo il vero centro di movimento dell'insieme; Abbiamo messo il campo, sotto le .forme permanenti, miste e passeggere, in relazione alla truppa, e ci siamo fatti coscienti che i prin cipii . della difesa sono sempre gli stessi e il principio supremo signoreggia davvero il tutto e vive fortemente nelle pm~ti: l~ l'ordine nella scienza uno spettacolo consoJante, com'è consolante il vedere che, trovato il bandolo, la chiave, questo bandolo e.i fa svolgere facilmente !''intero gomitolo, questa chiave ci dà il segreto d~ll'aì·monia che regna in ogni particolare. Difeso tatticamente il campo, non ci rimane che ad . attaccarlo eziandio tatticamente, e così, sposando il problema dell'attacco a quello della difesa, completeremo questa prima parte.

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RIVISTA STi\TISTICA

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Confederazione della Germania del Nord. Togliamo da periodici militari -tedeschi i seguenti ragguagli sulla é.ostituzione dell'esercito della Confe:. derazione Germanica del Nord:

Legge sulla leva pubblicata il 9 novembre J867. 1° Ogni individuo appartenente alla confederazione

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N. ~fAnsELu.

del Nord è tenuto al servizio . militare, ed in questo . non può farsi surrogare. Sono solo esentati dall'obbligo del servizio militare: a) I membri di fo~iglie fognanti; ~ b) I membri delle fa'miglie principesche · mediatizzate, e di .quelle altre case a cui per trattato venne assicurato tale diritto, od a cui compete per qualche particolare diritto di legge. Quegli individui soggetti ad obbligo di leva i quali non sono atti a portare le


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RlYISTA

armi, ma ehe pe1'9 possono prestare alt1;i serv1z1 m-ilitari cor~·ispondenti alla loro civile professione, possono esser chiamati a prestare i rnedesimj . 2° La forza armata consiste: a) nell'esercito', b) nella leva in massa, o) la marina. 3° L'esercito si divide in eserci to stanziale e Jandweher. ta marina in flotta e riserva d_i mare. La ·1eva Ì!il massi). -con~is,te Jn 'tutti i veJ;}\flLl ~ ~ervizjo militare dai ,J7 anni compiuti ai 42 anni compiuti, i quali non appartengono nè all'esercito nè alla marina. 4° L'annata stanziale ..e J_a~o,tla sono continuamente pron ti per la guerra . Ambidue sono le scuole dell 'intiera nazione per la guerra. 5° La lar,dweher e la riserva di mare sono destinate a sostegno dell'esercito stanziale e della flotta. La fante.ria dèlla la.ndweher formata •in ·corpi particolari di fanteria della ·landweher, viene impiegata per la difesa della patria come riserva -dell'esercito stan~iafo . .G li uor.Hin~ deìle cla,ssi più giovan i -della llandweher ponno p(:}rò in caso di hisogno ,essere in.c.orporati al momento della moibiJ.iziazione nei clef>©Sili delle truppe stanziali. Gli uomini della cavalleria della ' landweher sono formati in caso di guerra a seconda del '1Ji,sogno -in particolar,i :00-rp-i .di tru pp-a.. Gli uomini della landweher delle altri armi sono in caso ~ii gueN·a cÌ!l.illmali a seconda del bisog,n.o nelle f'ia.e dell'esercito stanziétle. Gli uomini delia riserva di mare sono richiamati press@ la flotta. 6° L'obbligo di ,se1'vizio pe'll' esercito s-taaziale e rispettivamente nella ma1,iFra, comincia co'1 primo di gennaio di q,uell' anno in cui l'insciiitto compie i ~O anni d'età e .d ura 7 anni. Durante questi sette anni gli uomiBi -sòno tenuli a ser.vire tre a11ni attivamente senza interruzione: 1II tempo di serv·izio atti-v0 viene

S'I'ATIS4'ICA

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càlcolato èlal momento in cui ·tale serv.1z10 ebbe. eff ottivamenle prirwipio, colla norma però che a quc~gli uomini che vengo.no incorporati dal .2 ottobre al 3·,1 marz0, viene ,calcolato il tempo di se.rvizio ·attivo come cominoiaLo a partire dal 1° ottobre. I:l congedamento però degli uomini di marina può essere Pitardato ,fino al ritorno nei porti della çonfeàérazione , quando le circostanze non permettesser..o di esegui r·lo al momento voluto. Durante il rimanente dei 7 anni di servizio, i militari rimangono di riserva ·in congedo, sempi;e però inquantochè le annuali esercitazioni, un aum.,nto di eff'eltivo o la mobilizza-zione dell'esercito, e rispettivamente l'armamento della .flotta, ,non richiedono il loro richiamo sotto le armi_. 0gni uomo di riserva durante il tempo che trovasi :i,n -tale posiz.ione è tenuto a clue periodi di esercitazioni. _Queste esernitazioni non devono ognuna ollrepass·are il ·periodo di 8 settimane. Ogni richiamo al servizio sia nell'esercito, sia per 1·arrnamento della flotta, conta per. un'esercitazione. 7° L'obbligo di servizio nella laùdweher ·e nella ·riserva di mar.e, du-ra 5· anni . L'entrata nella landwèher ·e nella riserva di mare ha luogo coll'aver compiuto ali' obbligo di servizio nell'esercito stanziale e nella flotta. Gli uomini della landweh er e della rise·l'Va di ,mare -stanno in congedo ·Sempre però inquantochè non .siano chiamati a prestar servizio. ·Gli uomini della fanteria della lanclweher -ponno nel tempo del loro servizio in quest'ultima essere chiamati per- due esercitazioni della durata ·dagli 8 ai 14 giorni, in particolari compagnie o battaglioni. Gli uomini di Iandweher appartenenti ai racciatori, alla artiglieria, ai pionie.ri, al treno, hanno uguali periodi di esercitazioni, ,però cornpioHo i -medesimi . presso -i


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RlV.[STA

rispettivi corpi dell'esercito stanziale. La eavalleria della landweher in tempo di pace non è chiamata ad -esercitazioni. 8° Il richiamo sotto le bandiere derrli uomini in o congedo, della landweher e della riserva di mare, ha luogo dietro l'ordine del capo dell'esercito della confederazione . Il richiamo sotto le armi per mezzo del generale comandante ha luogo solo nei · seguenti casi, a) Per le esercitazioni annuali; b) Se una parte del territorio federale, è dichiarata in stat9 di guerra. ,9.0 Il capo d_ell' esercito della confederazione pre~crive per ogm anno nella misura stabilita dalla legge; li numero delle reclute da incorporarsi nell'esercito stanziale e nella flotta. Il numero complessivo "delle reclute occorrenti viene in seguito ripartito fra (vari Sta~i della confederazione in proporzione della popolaz10ne per mezzo della rappresentanza della confe-. derazione per l'eserci~o di terra , e le fortezze, e rispettivamente colla cooperazione della rappresentanza -della confederazione per la marina. . · Nello stabilire la popobzione dei singoli Stati confederati, vengono compresi. gli stranieri che vi dimorano, non già i sudditi degli a ltri Stati confederati. '10 . Onde incagliare il meno possibile, coll'obbligo generale del servizio militare, l'istruzione scientifica , B commerciale, ·è fatta facoltà ad ogni giovane, che abbia le volute cond·izioni fisicl:\e e morali, di entrare volontario nell'esercito già a 17 anni compiti. 14. I giovani che hanno avuto un'educazione -i quali . durante il loro tempo di servizio si vesto~o, equipaggiano e mantengono a proprie spese, ed i quali abbiano dimostrato le acquistate cognizioni nella

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STA l'ISTlCA

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misura prescritta, sono mandati in congedo a far parte della riserva, dopo un solo anno di servizio abtivo, 'contato dal giorno dell'effettiva loro inco~·porazione nell'esercito . Essi • nella misura della loro càpacità e del loro 1i1odo di far · novizio ponno essere proposti per ufficiali nella riserva o nella landweher. . .12. Gli uftìciali della riserva ponno, nel tempo che· rirnangonG in tale condizione, essere chiamati tre volte per <lene esercitazioni della durata da 4 ad 8 settima.ne. Gli ufficiali della landweher sono chiamati per delle esercitazioni presso i corpi dell'esercito stanziale, solo qaando si tratta di dimostrare la loro idoneità per la promozione al grado superiore; nel rimanente non sono chiamati che per gli ordinari esercizi della land,veher. In guerra, in caso di bisogno, gli ufficiali della landweher ponno essere impiegati nei corpi dell'esercito stanziale. 13. Per la marina andranno in vigore · le seguenti prescrizioni: I. Alla flotta di guerra la quale a somiglianza dell'eserci to si trova sempre in pronto, api,>artengono: a) i marinai, macchinisti, fuochisti, operai e soldati di marina, che trovansi in servizio attivo . b) I marinai, macchinisti, fuochisti, operai, e soldati di marina stati congedati dalla marina attiva, sino a che compiano il . settimo anno cli servizio. II. La marina attiva si compone di: a) gente di mare di professione, cioè d"i . quei volontari o coscritti i quali al loro eutr.:i,re nell'età stabilita pel servizio hanno servito almeno per un anno sui bas.timenti cli commercio della- confederazione del Nord, od _hanno, per ugual tempo lavorato su bastimenti da pesca; . b) dj volontari o coscritti operai, macchinisti e fuochisti; e) di volontari o coscritti per le . truppe di marina (artiglieria e fanteria}. III. Il teinpo di servizio nella marina attiva, per la ge.n te di mare di profes-


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!UYJSTA

STA'rlSTICA

sione e pel personale delle macchine, pnò essere ridotto ad un ann o io considerazione della preceden te loro istruzione tecnica dd' in misura della loro istr~uzio ne pel servizio della tlolla . lV. I giovani mari nai ,Ji professione e macchi nisti, i quali nell'entrare nell'età· in cui sono tenuti al sel'vizio, raggiungono le qualità volute pci ~olontari per: un an no, o che hanno passato gli esa mi da timoniere, compi ono al loro obbligo di servizio nella mal'ina attiva mediante un anno di servizio volon Lari o, senza esser tenuti a·vestirsi, r"l rnante·oersi a proprie spese. A norma della loro · idoneità gli stessi saranno proposti e rispeLLivarnen te nominati a sott' ufficiali, ufficiali di r,iser·va ad uffit;iuli della riserva di mare (seeweher). Gli ufficiali di marn della riserva, e quelli dell a riser va ùi·mare (seewe11er), ponno a seconda del bisogno esser, chiamo.Li tre yolte pe1· le esercitazioni presso la ma rina attivn . V. Gli uomini di mare, i qu ali hanno preso -servizio su un bastim ento di dommercio della conf.èderazione, ingaggiandosi nal modo -prescr,itto, sono in tElrtlpo di,pace li berati da ogni servizio militare, pel tempo pel quale essi si sono obbligati di servi re all'attb dell'ar:ruola.nierrto oro.detto; devono pei'ò adempiere in segui to ai loro obblighi di servizio dal momen to del loro li oenzianrento dal bastimento e pri!na di prendere un nuovo ingaggio. U1-1ualmente ·in tempo di pace, , gli uorn·in i di m'are che frequentan o una scuola di navigazi one od , uoa scuola di costruzione cli navi, appartenenti" ad un o degli Stati confederati non s0no chi.amati· a, se rvire ,rttivnmente pel tempo che dura-no dcttè seu ole.VL In caso di guerra, o,·e occorra, viene chiam ato in servizio; oltre i coscritti, gl i uom ini in· perm esso: e· quelli in congedo·,, an che la seeweher (riserva dì· mare). VIL La see,Yeher consiste : a) degli in·dividui che·- dalla posizione di-congedato illimilatamente della~

mar.ina passa·no alla, seeweher; b) degl'i altri indi... vidui tpnuti al servizio <lclla marina, i quali· non lia1nflo ,sc1.wito ,nella floua, sino-a,c!Je abbiano co mpito) il 34') anno d'ct;\. VIII. Pei ten uti al servizio di mare designati nell' alin ea p1·ecedente han no luogo a bordo• di, tanto , in tanto cleHe csercilazio11i, per l'istTUzione nel, mc:1neggio -delle artigj\ierie; in regola· ognuno 1 dei, lanuti. al servizio , do, rù essei• chiamato a d1.1e di queste eseroitaZJioni,. ·U,r. Le norme stabilite in questa legge per la du •· reto, dell 'obbligo al servizio nell'esercito• stanzù1le , nella flotta, nella landweher e nella, seeweher, ,hanno 1 valoHe solamente pel, tN1po di pace .. In tetnpd di euema, decid e solo.io proposito il bisogn o, e saranno allora completati, tutti i corpi, dell'esercìto, e della, marina ( in,. q~ianto sono chiamati· so tto, le armi•) ·, in· mi"sma delle loro perdite per memo di tutti gli in.., dividui disponibili, senza riguardo ad· età. ·15. Gli uomini in congedo dell'eset'c ito1 e dell a,, marina,,. sono, . pel tempo • ohe tro vansi in congedo, sottoposti alle presc1,izioni necessa ri e per l'effettuazione del controllo mili tare; µet res to sono ~ottoposti ull e· leggi comuni del paese ; così non saranno essi sottoposti a restrizioni, nè nella scelta del loro luogo di dimora, sia nll' interno che all' esterno, nè nell'esercizio della loro prnfession e, nè pel loro matr·im onio, nè in alcun'alLra civile loro circostnnza . '.'ion si dovirà negare il ,('.l eTrriesso di, emigrare agli uomini di r-iserva" o. della landweher.· ne.l tempo in cui" es&i-> non~ so1i0"' chiamaLi a servire attivamente. 16, Lo landsturm , non si- raduna che di ct.ro ordine-. del , capo deH' esercito' dolla, confoclerazion e' in, ocoa..:-. sione di un' in vasione nemica ohe minacci o effetti~ vamente colpisca una parte del territorio federale. 47. Og,oi,individuo appar,tenente. allaiconfeder.a,zione


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lllV.IS'rA

del Nord sarà chiamato a comp iere i suoi obblìghi di servizio militare in quello Stato della confederazi one :in cui egli aveva la sua r esidenza al momento della sua entrata nell'età prescritta pel servizio militare, oppure in quello in cui egli si trattiene prima della defiuitiva decisione sul suo obbligo al servizio attivo. È libera al volontario la scelta del corpo di truppa ·federale, nel quale egli intende di soddisfare al suo obbligo di servizio. Gli uomini di riserva e di landweher nel passare a risiedere dall'uno all'allro Stato confederato, sono trasferti nella riserva, rispettivamente landweher di. quest'ultimo. 48. Saranno emanate dal capo dell'esercito della confederazione le norme per la graduale diminuzione del tempo in cui si è tenuti al servizio militare in quegli Stati della co nfederazione, nei quali sino ad ora era in vigore una durata di. servizio nell'esercito e nella landweher, maggiore di quella fissata nella presente legge. 4 9. Le norme occorrenti per l'esecuzione della presente legge saranno definite con speciali ordinanze.

Ordinamento. La formazione dell'esercito, dimostra che l'artnata della confederazione della Germania del Nord è costituita inti eramente dietro le norme finora in vigore in Prussia, che si è aggiunto all'esercito prussiano oltre ai rinforzi avuti dagli es·istenti corpi d'armata, anche un intiero nuovo corpo d'armata (1:2°), ed una divisione completa, la quale venne addetta all' '14 ° corpo . L'armata della confederazione della Germania del

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STATISTICA

Nord comprende cosi un corpo della guardia e 12 d~ lin ea , questi ultimi uniti a due a du~ form~no sei scompartimenti d'esercito. Alla test.a ~1 questi scompartimenti d'esercito stanno generah d1 rango elevato, i quali hanno pur missione di ispezionare e sorvegliare le truppe del loro scompartimento. L'11 ° cor~o ha tre divisioni, tutti gli altri sòlo due. La cavalleria della guardia e la cavalleria Sassone del ,f ~0 corpo, formano delle separate divisioni di cavalle:ia. Com~ prendendovi il corpo della guard(a.; . qu_est~ 13 co~p1 d'armata, contano in tutto 29 d1v1s1om d1 fantena, 5~ brigate di fanteria e 28 di cavalleria.. . Le brirrate di fanteria hanno due regg1ment1 , solo o la 2• brigata della guardia nonchè la 12a, Ha, 16• e 3,ta b;igata. di fanteria di linea ne hanno 3. . Ali' infuori delle brigate, 4 reggimenti appartenenti all' 8° corpo d'armata, formano la g~ar~igi_o?~ di :Magonza. I reggimenti fucilieri sono d1str1bu1t1 m modo che presso I' 8° corpo se ne trovano due , presso il 1°, 2°, 6° e 10° nessuno, e presso gli altri co~pi 1, tutti poi fanno parte delle ~rig~tc. S~I.c, ~resso il 12° corpo, il reggimento cacciatori (fuc1hen) .è portato isolatamente. Nove corpi d'armata hanno ognuno 1 battaglione di cacciatori, il corpo della guatdia.' il 9° ed il 12° ne hanno 2, l' 1 ~ 0 3; solo presso 11 corpo della guardia, nella divisione de~l'Assia_Grand~cale (25a) e nella 34a (nleklemburgo), br1~ata dt fan.tena, sono i battaglioni cacciatori compresi nelle brigate. Delle bricrate di cavalleria la 5a, 70. e 20a hanno ognuna t r:ggiìnenti; la 2a e 3• brigata di cavalleria della guardia, la 1a, 3", i•, 63, 9a, ma, H•, ~2a, ~'78, 19\ 23a, 2tn, brigate di cavalleria, ne hanno ognuna 3, le altre brigate di ·cavalleria ne hanno 2. ~In questa enumerazione sono contati col 3° e 4-- 0 corpo 1 due reggimenti del 1° e 7° corpo comandati presso i due primi)· ANNO xur,

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II.

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Il corpo della guardia ed i primi otto corpi della lin ea, hanno ognuno una completa brigata d'artiglieria. (~ reggimento da campagna, 4 da piazza). Il ,12° corpo ha pur un reggimento da carn pagna ed •I da piazza; il 9° corpo ha solo un reggimento da campagna ed un abtheilung (brigata) da piazza. Il '10° ed 41° hanno solo un reggimento da c... ,•. pagna, l'ultimo ha inoltre un abtheilung (brigata d'artiglieria) assiana. Ogni corpo d'armata ha un battaglione del treno ed uno di pionieri, J'.l •1° corpo ha inoltre una compagnia di pionieri cd una ùtigata del treno della divisione assiana.

Forza delle truppe dei diversi Stati della Confederazione della Gerrnania del Nord, e loro ripartizione nell' esercito federale. I. Esercito prussiano. a) Forza prima d'ora 97 reggiment.i di fanteria (compresi i 9 reggimenti di fucili eri), 13 baltaglioni di cacciatori (compreso il b<1ltoglione tiragliatori della guardia), 64 reggimenti di cavalleria, '12 reggimenti di artiglieria da campagna, 9 reggimenti cli artiglieria da piazza, ed un abtheilung di artiglieria da piazza, 12 battaglioni pion ieri, 42 baLLaglioni del treno. b) Truppe degli Stati dP.Jla confedera_zione della Germania del Nord, le quali in seguito a convenzioni militari appartengano a partire dal 4° ottobre all' esercito prussiano. Quelle de l Granducato di Oldenburgo. Il l'eggimento oldenburghesc n° 9•1 della 37• brigata di fanteria, ed il reggimen Lo dragoni oldenburghesi n° . 19 della ·19a brigata di cavall eria, della 19a divisione del ·I 0° corpo d'armata, una balleria o)denburghese da 6, ed una da 4 addette alla 1n brigata

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S'l'ATISTICA

RlYISTA

a piedi del 10° reggimento d'artiglieria da campagna del 10° corpo d'armata. II. Truppe, le quali in seguito a convenzioni stabilite, vengono ad essere più strettamente collegate coll'esercito prussiano. Gli Stati di Turingio. Il 5v reggimento di fanteria di Turingia (Granducato di Sassonia) n° 9t, formato dal contingente del Granducato di Sassonia-Weimar-Eisenach, della 44/ brigata di fanteria. Il 6° reggimento di fanteria di Turi ngia, n° 95, for mato dai contingenti dei ducati di Sassonia Coburgo, Gotha e Sassonia l\Ieiniogen della 43a brigata di fanteria, ambidue facienti parte della 22a divisione del1' 1,1° co rpo d'armata. Il 7° reggi mento di fanteria di Turingia, n° 96, formato dai contingenti cli Sasson ia Altemburgo, Schwarzburg, Ruclolstadt, Rcuss ( lin ea scniore e juniore) addetto ali' sa divisione del 4° corpo. b) Oucato di Anhalt. Il reggimento di fanteria di Anhalt, n° 93, della H• brigata della 7a divisione del 4, corpo d'armata. Così la forza dell'esercito prussiano, accresciuto dalle truppe che stanno strettamente collegate col medesimo, ascen·de a 102 reggimenti di fanteria (compresi quelli di fucili eri), 13 battaglioni cli cacciotori (co.m preso il battaglione tiragliatol'i della guardia) , 65 reggimenti di cavalleria, 12 reggimenti di artiglieria da campagna, 9 reggimenti, più una brigata (Ab theilung) isolata di · artigli eria da piazza, "2 battaglioni di pionieri, 12 battaglioni del treno. L' esercito prussiam> forma così il corpo della guardia e gl i altri primi 11 corpi, dei quali ultimi il 10° ed H 0 sono rinforzati con truppe meklemburghesi e brunsvighesi. · III. Truppe della confederazione della Germania 1

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STATISTICA

RIVISTA

del N'ord, le quali assieme alle truppe prussiane for..: mano l'esercito della confederazione. a)· Regno della Sassonia. ~ reggimenti granatieri n° 100 e .f 01. 6 reggimenti di fanteria n° 102 e 107. ·1 reggimento tiragliatori (fucilieri) n° 108. 2 b~ttaglioni cacciatori n° 12 e 13. 1 reggimento di cavalleria della guardia. 3 id. di cavalleria. , 7 id. di ulani n° 17 e 18. 1 reggimento d'artiglierìa da campo n° 12. 1 battaglione di pionieri n° 12. 1 id. del treno n° 12. . Formanti il 12° corpo d'armata con 2 divisioni di fanteria ed uno di cavalleria. b) Granducato di meklemburgo. Reggimento granatieri meklemburghesi n° 89. id. fucilieri id. n°· 90. Battaglione cacciatori meklemburghesi n° 14. For,man ti la 34a brigata della 17• divisione del 7° corpo d'armata, 1° e 2° reggimento dragoni meklemburghesi, n° 17 e ·18, addetti alla ,17a brirrata di cavalleria della medesima divisione del medesimo corpo d'armata. 2 batterie da 6 e due da 4, sono addette alfo: 3a brigata a· piedi del 9° reggimento d'artiglieria da campagna del 9° corpo d'armata. e) Ducato di Braunscsweig. Il reggimento brunsvighese n° 92, fa parte della 40n brigata di fanteria. Il reggimento usseri brunsvighese n° 17, fa parte della 20a brigata di cavalleria. · Ambidue dipendenti dalla 20a divisione. di fanteria, del 10° corpo d'armata. 1 batteria da 6 brunsvighese, addetta alla 3a brigata. r

a piedi del 10° reggimento d'artiglieria da campagna. IV. Oltre alle oradétte truppe vengono a far parte, (in seguito a , particolare convenzione) dell'esercito federale, anche le truppe dell'Assia Granducale. ·4 reggimenti di fanteria a 2 battaglioni, 2 battaglioni ,cacciatori; 2 reggimenti di cavalleria, una brigata di artiglieria (una batteria a cavallo, 2 a piedi . da 6; e '3 da 4 a piedi), una compagnia pionieri, una brigata tl,e l treno. Questi corpi forrriano la 25• divisione di fanteria, addetta all' 11 ° corpo d'armata. L' intiero esercito della confed~razione della Germania del Nord, conta così 1,18 reggimenti di fanteria, 18 battaglioni di cacciatori, 76 reggimenti di cavalleria, di cui 1 O di corazzieri, 2 1 di dragoni, 18 di usseri, iH di ulani, 6 ,di cavalleria (Neiterregimenter). 13 reggimenti di artiglieria da campagna. ·1 brigata (Abtheilung) di artiglieria da campagna. 1O reggimenti d'artiglieria da piazza, ·ed una brigata (Abtheilung) id. 13 b3:ttaglioni pionieri ed una compagnia id. 13 battaglioni del treno ed una brigata id. 9 reggimenti fanteria della guardia. DaH' 1 all' 88 di linea sono prussiani. L' 89 ed il 90 meklemburghesi. Il 9 1 oldemburghese. Il 92 brunsvighese. Il 93 d'Anhalt. Il 94 Granducato di Sassonia. · 11 95 Duca,ti _ id. Il 96 Ducati Sassoni e R.euss. Il 97-98-99. Il W@-1 08 Sassoni. ,Quir,id;i 4 reggimenti assi~ni, sinora senza numero.

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RIVISTA .

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I. Per ogm reggimento di fanteria viene formato un reggimento di landweher a 2 battaglioni, il quale porta l'ugua1 numero e .l'µgual denominazione provinciale del primo. Ad ogni reggimento di fucilieri corrisponde un battaglione di riserva di landweher, con numero uguale . La fanteria della Jandweher della confederazione della Germania del Nord, consterà pertanto per l'avvenire di: · 94, reggimenti di fanteria ,a 2 battaglioni m tutto, dunque "88 battaglioni. 12 battaglioni di riserva della landweher. 4 reggimenti di lnndweher della guardia a 3 battaglioni.

Ordinamento della landweher. La landweher in Prussia è ordinata in modo che tutto · il territorio è diviso in circondario di battaglione di landweher, ognuno dei quali prima d'ora doveva fornire un battaglìone di P chiamata, uno dj 2a ed un squadrone. In ogni circondario di batt~glione di landweher esiste un personale (nucleo del battaglione), il quale ha l'incarico di provvedere a quanto occorre per la formazione della land,veher del circondario, e ' ·di conservare e mantenere gli oggetti di vestiario ed equipaggiamento che devono servire per la landweher medesima. In pari · tempo la divisione del paese fo circondari di battaglione di landweher, forma la base del reclutarnenfo dell'esercito stanziale, pel regolamento di quanto riguarda i pensionati che vivono alle loro case, pel controllo degli uomini in congedo, come anche per effettu~re il passaggio dello iutiero esercito dat piede di pace a quello cli guerra, particolal'mente per quanto riguarda il completamento degli uomini e dei cavalli. In seguito dell'organizzazione militare delle provincie di nuovo acquisto, · come anche in conseguenza della applicazione del sistema militare prussiano, agli .a ltri Stati della' confederazione della ·GermJ1nia del Nord, vennero resi necessar.i considerevoli cambiamenti nella circoscrizione territoriale di vari corpi d'armata . Questo momento doveva sembrare particolarmente appropriato per riformare l' intiera scompartizione del territorio del regno in battaglioni di landweher, e rimediare a vari difetti che da lungo tempo si facevano ·s entire. I principali punti della nuova organizzazione · della landweher, or ora compiuta, sono i seguenti:

La landwehcr del Granducato di Assia. II. La forza dei circondari di battagli one di landwehr

è calcolata in modo, dietro il numero della popola.zione, ch(ogni due dei medesimi, che riuniti assieme formano un reggimento, possano fornire . il reclutamento per un reggim.ento di fanteria, nonchè il numero cl' uomini in congedo occorrenti. per portarlo al piede di guerra. Gli individui tenuti al servizio militare che non cambiano domicilio, rientrano in caso di mobilizzazione nel corpo in cui hanno essi compiuto il loro tempo di servizio attivo. HL Nel costituire i circondari di battaglione cli landweher, venne possibilmente tenuto conto della differenza nell'accrescimento della popolazione che venne dall'esperienza dimostrata. Le inevitabili disuguaglianze saranno colmate col mezzo dei circondari di . landweher di riserva, cioè i circondari che rimarranno indietro nell'aumento della popolazione rice-

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,RIVISTA

STATISTICA

veranno gli occonenti rinforzi dal circondario di riserva di landweher dal loro cor.po d'armata. IV. I limiti dei circon,dll-ri di battaglione di landweher nonc(1~ queUi delle cgrnpagnie sono dappertutto messi m concordanza c~n . quelli delle ,circoscrizioni am~ini~trative, in :modo,. che in nessun punto delle porz1om del medesmw circolo appartengano a diversi · · battaglioni di landweher : In regola, ogni circolo forma il circondario di una, compagnia, od è diviso in due di questi ultimi. V. Onde poter attuare questa regola si è dovuto rinunciare ·a dividere ogni circondario di battaglione in 4 circondari di compagnia. II numero dei circondari di compaa:nia nei battarrlioni varia da 3 a 6 e l:) fu rn complesso di molto aumentato, in confronto di quello che ·era precedentemente. Ciò venne fa tto al doppio scopo di render possibile una maggior s@r,v:eghanza 1~egli .uomini in congedo, e di facilitare .a questi ultimi i rapporti col furiere del circondario . In 9uesta co.nsi?e-i·azìone venne scelto in ogni circon.clari~ :ome residenza del comando di compagnia la Jocahta, nella quale affluisce maggior numero di ipersone. •

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Ln ,tempo di guerra l'Assia Darmsladt formerà un ..reggimento di ,deposito di 4 ,battagÌioni: la forza della Jandweher assiana si ritiene sarà di 3 o 4, reo:gimenti 0 a 2 battaglioni.

Prussia. Spazio assegnato agli ammalati negU,ospedall . militari in Prussia.

A seconda delle esperienze fatte da ultimo venne determinato dal ministro de1la guerra, che lo spazio assegnato ad ogni ammalato negli ospedali, che finora era stabilito a 920 piedi cubici venga d'ora in avanti portato a ,1200. · . In pari tempo venne stabilito che d' 0,ra in avanti nei criteri da aversi presenti nello stabilire gli. ospedali militari si debba calcolare il numero normale di ammalati· di un ,presidio in ragione del 6 213 O[O come &ora venne pralicalo.

Austria. Relazione del bilancio della gue~ra.

La ,delegazione dell'impero ha presentaito la relazione della sotto-commissione del bifancio della guerra per l'anno ,1868, dalla quale si rileva che il preventivo · per la parte ordinaria e pel solo esercito di terra. :amrn0nta a fiorini 79,4-90,000. I proventi proprii dell'amministrazione della guerra ammontano a fi9rini 6,990,000 per cui risulta conie, .di.fferenza fiorini . 721 500,,00.0 sottraendo da questa cifra la deduzione fis- . .satadalla sotto-com.missione di fiori.ni . 3,207,000

la somma to,t a1l'e da imporsi a carico deJl4@ Stato sarebbe 'cli . ·69,293,000


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IUYIS1'A

STATISTICA

La sotto-commissione termina la sua relazion e col sottoporre le seguenti proposte : 4° Che prima ancora della discussione del prossimo bilancio sia riordinato l'esercito e la s ua amministrazione sopra basi che corrispondano alle condizioni ed alle esigenze attuali, a vendo particolarmente di mira: a) Abolizione degli ispettorati e comitati dipendenti dal ministero e del comando del corpo del treno d'armata. b) Cessazione di ogni ingerenza della giurisdizione . militare in materie civili e nelle criminali che .non sieno d'indolepurnmente militare, deferendone l'azione ai tribun ali civili. c) Abolizione dei comandi generali territoriali, dei comandi del treno , e d elle direzioni d' artiglieria. cl} Riordinamento radicale dei commissariati di guerra. e) L'amministrazione dell'esercito sia affidata ad impiegati civili. Abolizione delle tesorerie di g uerra affidandone l'operazione amministrativa alle sezioni dipendenti dal ministero delle finanze. g) Modificazione del sistema di provviste del vestiaro per l'esercito, per modo di rendere inutile l'esistenza delle relative giunte, provvedendo che i corpi ricevan o gli oggetti già interamente confezionati. h) Limitazione del quaJ ro di generali ed ufficiali superiori sul piede di pace . i) l.>er quanto possibile i r eggimenti siano stanziati ne i rispettivi circondari d'arruolamento e non frazionati , evitando le inutili dislocazioni. k) Abolizione degli a ttuali domestici militari con una istituzione più consentanea ai tempi. l) Abolizione degli istituti militari d'ordin e se-

condario. Soppression e dell'Accademia Giuseppina medico-chirurgica. 2° È indispensabile che i maLeriali e gli stabilimenti militari sieno regolarmente inventariati per servire di norma nei successivi preventivi del bilancio e che perciò tali inventari sieno presentati sotto forma di prospetti sommarii in occasione del bilancio.

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n

( Militdlr ZeitutigI.

Attrib1.izioni del comandante su7Jrenio àell' esercito. . Col 31 gennaio scorso fu soppresso il comando supremo dell'esercito, e l'arciduca Alberto eh~ n'er a rivestito fu nominato comandunte dell'esercito. La differenza del nome è piccola , ma la diversità delle attribuzioni è· assa i rilevant.e, come può riscontrarsi dalle seguenti di sposizioni ministeriali ch e r egolano appunto queste a uribuzioni, la dipendenza e le relazioni de: comandante dell'esercito col dicastero della guerra. A. datare del 1 ° febb raio 1868 tutti i rapporti e le carte finora dirette al comando supremo dell'esercito ad eccezione però del rapporto annu o dei generali, verranno spediti al ministero dello . g~erra. . . Quest' ultimo però nei casi in cm s1 trutt1 d1 cambiamenti nell'ordinam e nto, nella leva, ne1l'armamento, nell'equ1paggiamento, dislocazione ~d o rdin~ .<li _ba.t~· .taglia fondamentale, di regolam enti e pr~scr1z~om pi~ importanti, oppure quando si tratta di riempir~ post~ vaeanti di general i ed ufficiali superiori, tra~f~r1~1ent1 dei medesimi loro allontanamento per motm d1 servizio dall'attività e finalmente pel conferimento di


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RIVISTA

ricompense a generali ed ufficiali superiori attivi del!' esercito, prima di presentarle a S. M. l'imperatore, dovrà richiedere il parere del comandante dell'esercito, ovvero dovrà comunicare al medesimo la minuta affinchè la esamini. Inollre il ministero della guerra deve trasmettere al comandante dell'esercito tutte le sovrane disposizioni concernenti i sopraccennati oggetti. Gli stati caratteristic.i, la relazione sulle truppe, i protocolli della commissione incaricata di esaminare gli stati caratteristici e specialmente della classificazione degli ufficiali s•upcriori, dei capitani di fanteria e di cavalleria descritti individualmente e finalmente~ rapporti più importanti relativi alla sfera d'azione del comandante dell'esercito. S. ~I. giudicò all'incontro d'affidare al comandante dell'esercito : l'istruzione uniforme dell'esercito, la sorveglianza. del buon andamento del servizio e l'incarico di rialzare e conservare l'elemento morale. Egli deve inoltre passare in rivista le truppe e gli stabilimenti militari in qualunque epoca da lui ritenuta oppo1:LUna, deve accertarsi del grado della loro istruzione milital'e, della loro moralità, del buon andamento del servizio, come pure deve conoscere lo stato delle provvigioni esistenti, e qualora avesse a verificare qualche mancanza, deve pretendere una spiegazione e per·ò porvi i'mmediatamente riparo, qualora ciò non riguardi oggetti spettanti l'amministrazione militare e non porti spese all'erario e non leda l'interesse di a.ltre persone. Il comandante dell'armata s0ttoporrh per l'approvazione al ministero della guerra dell'impero le proposte per avanzamento d'u fficiali generali~ superiori, pel trasferimento dei medesimi cd in.fine per loro collocamento allo stato di · tiposo. I rapporti annui

STATISTICA

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sui O'enerali vertanno spediti da quelli incaricati della com~ilazione di questi document\ ~1 comandante dell'esercito, il quale li trasm ette al mm1stero della guerra. colle proprie osservazioni. . . . . È falla facoltà al comandante dell'eserclt? di dm: gere al ministero della guerr~ pro~~ste 1:1guar~~nL1 modificazioni dei reg{)lamentL tatt1c1 e d ~serc1z~o.'. formazioni di campi d'istruzione ed altri eserc1z~1 militari più importanti co me pur~ l'?rdiné che ~tab1lisce quali truppe e quali generali v1 debbono mtervemre. . Il comandante dell'esercito ha facoltà di determmar~ · modi che crederà più addatti p er ispezionare questi ~ampi d'istruzione ed esercizii, ten.endos.i però .sempre nei limiti fissati dalla sovrana nsoluz1one nguardo ai mezzi pecuniari per ciò accordati. . . . . Il comandante dell'esercito deve avvisare 1l m!mstero di guerra su ogni irregolarità che scoprisse durante la sua ispezione. Pel distrigo degli affari ordina1·ii, v.ien.e ass~gn,ato al comandante dell'esercito, olLre agli arntantl d ala (fl'ugen adiutanten) ~n . utf~ciale s~per~~re . di sl~to maggiore, in caso d1 la,~ori str~o~·.dma1:1 poi, s~ec1~mente prima e du ranLc 1 campi d. 1struz1on~, .gh verr~ assegnato il personale necessano dal m1mstero d1 guerra.

Spagna. Bilanci• della guerra per il 1868,

ié spese generali per l'anno fin anziario dal 1° luglio 1868 fino al 30 luglio 1869, ammontava alla som~a totale di 263,005,296 scudi, 1 scudo è uguale a lire


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RiV1STA

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S'rATIS'flCA

italiane 5, 43 , mentrechè le rendite as·cendono a 258,200,479 scudi, per cui il deficit è di 4,804 ,817scudi. Al ministero della guerra sono assegnati 37,4 22, 128 scudi ed a quello della marina 8,585,444. scudi. L'effettivo. dell'esercito per:uanente è fissato a . -80 mila combattenti, mentre la forza complessiva della flotta ammonta soltanto a 9, 756 uomini, fra i quali vanno compresi i 3,:1.30 soldati di fanteria ma'rina . P-et i riparare alle strettezze in cui versano le casse -' ~),,dello S~ato , ~ntti i ~ipar~im ent_i hanno, ch·i più chi ,.., meno, ridotto Il loro b1lanc10, e s1 ottenne per tal modo un risparmio complessivo di 6,735,090 scudi. La riduzione del bilancio della guerra arriva a 909;215. scudi; vi si riuscì diminuen'do l'effettivo dell'eserèito di 5,7·15 uomini e di 2,451 cavalli e muli· rid.uzione che avrebbe dovuto portare un hsparmi~ di 2,309,2Hi scudi, ma che stante l'aumento dei prezzi dei commestibili porta uua maggiore spesa di ,J ,400,000 scudi, per cui questa riduzion e non è di fauo che di' soli 909,215 scudi. Verrà aperto un credito di ,f ,456,900 scudi per le spese di guerra nel mar Pacifico, per il caso che si dovessero continuare Je ostilità in quelle acque nell'anno finanziario venturo.

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Navi· corazzate.

1

Fregat: il\ » ,J )) ,1 1 )~ » 1 Corvette 1J

dì » » » » »

34 cannoni e 600 cavalli di forza .i-O ) > 1000 )) 21 800 )) 30 800 » 13 » 800 » ,10 » 500 »

..

1

Vapori ad elfra Fregate ,1 » 2 )) '1 » 1

di » » » • »

cannoni e 800 cavalli di forza . l> ) 600 .,, {i,1 1500 » 32 » )) 600 ,. .,, ,1 )) 25 360 ,1 . )) ) 26 :, 360 Corvette 4 » '10 » 300 » , Goletle 1 )) . 3 » 130 » )) » ·1 » 2 }> 80 ~ · )) 1J 1160 )) » o » r ,1 ) )) 3 » 120 » 31

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1

Navi da trasporto. Flotta. I risparmi ottenuti dal ministero della marina ascendono _all~ somma di 2,259,550 scud i; questi risparmi sono il risultato delle diverse economie introdotte in tutti i rami di quell'amministrazione. Lo stato della marina da guerra in seguito al nuovo bilancio è il seguente : .

1 della portata di f!OO tonnellate e di 120 cavalli di forza

» »

600 600

» »

»

90

· Piroscafi a ruote. 1 di 1.i cannoni e di 1500 cavalli di forza ·1 ) ' 6 » 350 »

,, »

,

)

6 9. .,

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200

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,


J\IVISTA S'l'ATISTICA

Navi-scuole. 1 Fregata ad elica di 51 cannoni e di 360 cavalli di forza per l'istruzione dei cadetti e delle reclute della mariria, 1 corvetta a vela di 30 cannoni per l'istruzione dei<mozzi. 1 Fregata a vela di 28 cannoni per marinai. 1 :& della portata di .1000 · tonnellate destinata ai viaggi di lungo corso peì cadetti di marina.

RIVISTA TECNOLOGICA

Trasporti a vela.

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Schooner ·1 della portata di 800 tonnellate ) ) 1 }} 700 )

1

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)

Navi guardia costa. Golette ad elica 5 di 2 cannoni e 80. cavalli di forza. » , 230 , Vapori a r uote 1 di 2 » 3 di 2 » 120 t

Navi a vela. ~ 2 Palischermi di 2• classe armati ognuno di un cannone. 72 Jole, 6 barconi. e 1 pontone.

Saggi sull'arte dell'Ingegnere militare.

DaH-0 stesso scritto della Revue de technologie et d'arts militaires da cui ·nello scorso mese ri cavavamo alcun interessante ragguaglio sulle corazzature di ferro applicate alla fort1ficazione, togliamo oggi altre notizie non meno importanti su cose attinenti all'arte dello ingegnere militare. Il capitano del gen'io france.se Richard, autore dello scritto, accenna ad alcuni oggetti da zappa, da ponti , militari e da mfna, da . lui osservati all'esposizione . di Parigi, tra cui noteremo i seguenti: Un gabbione formato con lamine di latta galvantz~ zata 'di 1m di spessezza, 75m di larghezza e 2m di lunghezza; . ogni lamina ha ad un'estremità due bottoni di metallo, e due bottoniere dall'altra parte, per Aimo xm, ' VoL. u .

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RIVISTA

TECNOLOGICA

potet· collegarle. Con coteste lamine si formano gabbioni , graticci, coperti per baracche e peranco travature di ponti d'avanguardia. L'idea è buona ma poco praticabile, peeocchè i teaini degli eserciti sono già abbastanza considerevoli per non accrescerli ancora con cosiffatto provvigionamento. Un gabbione vuole 1O lamine del peso complessivo di chilogr. 13,50. Un ponte per. fanteria 546 lamine lunghe 3m; ollre ad alt1·i elementi parimente di ferro; e voglionsi 34 uomini e 9 ore per gittarlo per una lunghezza di som 48, cd una larghe~za di 2m 24 ; il suo peso sarebbe di 789 chilogra~mi. Può farsi pure per i1 passaggio de'carri dell'artiglieria, ma· allora pesa 2,298 chilogr. Se si tien conto del peso, della flessione e clell'oscillamento , questa specie di ponte pare assai poco conveniente di riscontro a quelli che oggi si adoprano per analoghi bisogni.

cilindri e da 3 traverse. I pontoni siintervallano di 6 a 7 metri d'asse in asse.

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Il capitano Richard accenna ·ad un'altra specie di ponti, vantaggiosamente adoprati nella guerra d'America, e sono di cautchouc. Consistono in sostegni galleggianti atti a farne zaLte ed anche ponticelli. Ogni zatta o pontone è formato di 3 cilindri di cautchouc vulcanizzato, di circa om tiO di diametro e dì 6m 50 di lunghezza, ricoperti di tela da vela e collegati con fibbie e traverso di legno. Ciascuna delle loro estremità è munita di un r ubinetto e di un soffietto. Quest'ultimo può avvitarsi sul tubo; ciò che permette· di gonfiare celeremente ogni cilindro: 8 minuti circa. bastano per quest'operazione. Questo pontone è abbastanza stubile; presenta poca resistenza alla corrente, cd ha una portata di circa 5000 chilogr. Per essere trasportato, lo si sgonfia, e non pesa più di 240 chilogr. Le travicelle poggiano sopra un telaio di travicelli miU<,ri, sostenuti dai 3

L'attenzione del signor Richard fu pure attratta da parecchi modelli di scale da scalata esposte dal sig?or Masbon (francese). La originalità del sistema cons1ste nell'impiego di un tenditore di iìlo di !erro più o meno teso, che dà alle scal~ ed a'possato1. la. fo rma di un arco convesso Yerso la parte del peso che deve reggere. Il tenditore dà loro molta rigidezza; la ~urvatura dei montanti fa sì che scivolano meno; ed moltre coteste scale sono leggiere per il trasporto. Esse sono articolate, per potersi ripiegare onde trasportade. All'epoca della campagna del ·1866, ment1:e l'esercito nostro stava concentrandosi , una scala d1 modello analogo fu presentata al nostro· quartier generale, onde giovare per innalzare un uomo a '12 o 44m. si.ll suolo per esplornre il teneno all'intomo . Un leggicro carro bastava al suo trasporto. Peccato che non sia stata adotta ta, o per lo manco studiala. I '"utore menziona poscia il barile fulminante adotta lv dal genio a11striaco pet distruggere ostacoli, come palizzate, muri, ponti, in una parola all'uso de'petardi. Esso consiste in un cilindro di robuste lastre d'acciaio, di ci rea om 4.0 di altezza e di om 30 di diametro: un sol nomo può facilmente portarlo, mediante · un manubrio che -vi è applicato. Si carica con 36 chiloo-r. di polvere ordinaria, ovvero con U chilogr. di pi~ossilina, e può accendersi coll'elettricità o colla salciccia. L'efficacia ne è grandissima. Noi crediamo per altro che un mezzo assai più possente a questo riguardo si possa trovare nell'applicazione della nitroglicerina o olio esplosivo, gi recente scoperta, e di cui parleremo nel prossimo fascicolo.


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RIVISTA

Il capitano Ricard aggiunge alcuni cenni sopra telai da galleria di mina, inventati dal colonnello del genio au&triaco Scoli; sopra apparecchi da salvataggio per le mine del colonnello austriaco Ebner e del signor Galibert, francese; sopra il ventilatore per le mine dell'americano Roots, che può dare da 100 litri a 850. metri cubi d'aria per minuto, secondo le sue dimensioni; e sopra una cordicella porta-fuoco .p ure del colonnello Ebner, la quale porta il fuoco, anche sott'acqua con una velocità di 20m per minuto secondo. Egli dà infine interessanti notizie circa alcune applicazioni m ilitari dell'elettricità, come a'Lelegrafi, ad a pparecchi per proiettare la luce a grandi distanze, a lampade per i minatori, ed a congegni per appiccar il fuoco alle mine; e conchiude lamen tando che tutte le potenze non abbiano organizzato all'esposiz;" ne di Parigi, esposizioni complete, per quanto concerne l' arte dell' ingegnere militare. L' Austria e I' I nghilterra si sono distinte per la lodevol e premura , che , nell'interesse della scienza , esse hanno posto a far conoscere i mezzi nuovi che i loro eserciti avranno oramai disponibili. Ad ogni modo però l'esposizione di Parigi ha presentato dei tro".ati, d~lle idee, che sebbene perfezionabili , devono attrarre lo studio diligente dell'ingegnere militare. Per conto nostro supponiamo che anche il nostro governo avrà. avuto la previd enza di mandare ad esaminare ogni cosa meritevole di attenzione, e che ora si occupi intorno a' vantaggi che le relazioni avute ponno procacciare all'esercito. In siffalla materia la trascuranza è colpa imperdonabile.

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TECNOLOGIC.à.

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Prezzo di fabbricazione d i arm i a retrocarica in ,1.naericn. ·

Alcune grandi officine di a rmi dell'America hanno fissati come segue i prezzi dei loro prodotti. Fucile , , .,

Spencer con :, baionetta Peabody . Rcmington Sharp .

L. 218 > 490 » 135 > 4M

Per grandi provviste fanno lo sconto del 15 al 20 · per cento.

Scovolo pieghevole pea• le bocche da fnoeo.

Dall'A.rmy and Navy Journal togliamo il seguente ragguaglio sopra uno scovolo pieghevole per cannone: Il ristretto spazio nelle torri dei monitors r ende l'operazione di caricare i cannoni di non poca difficoltà. Dopo che si è fatto fuoco e che il pezzo è rinculato, nop rimane che uno spazio di eirca tre piedi fra la bocca del pezzo e l'apertura della torre per la quale esce il proiettile. Bisogna maneggiare lo scovolo in questo ristrettissimo spazio. Due sono i metodi che finora furono in uso.


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RlVISTA'.

Il primo consiste nel far girare .la torre in modo che presenti la bocca dalla' parte opposta al nemico ; ma questo può farsi soltanto quando il monitor ·è attaccato da un lato solo e non da due come avviene spesso. Il sécondo metodo consiste nell'aver uno scovolo a pezzi, che si cacciano successivamente nell'anima · della bocca da fuoco, e che quindi si estraggono un dopo l'altro. Ma questo sistema ha il grande inconveniente di richiedere molto tempo. Il s·istema seguente, proposto dal cadetto G. B, Waltter dell'accademia militare degli Stati Uniti, è in esperimento presso al ministero della marineria, ed ha per iscopo il servizio dei pezzi delle torri dei monitor non solo, ma pur anco di quelli delle case~ matte. Un'asta costruLta a nodi e flessibile scorre in un tubo che si -ricuna ad una estremità in un semicerchio. Uno scorritoio fisso coll' estremità dell'asta spingesi avanti liberamente dentro il tubo. Quando questo scorritoio viene spinto, egli cacci.a fuori dal tubo l'asta snodata. I pezzi èell'asta scorrendo nel tubo ne seguono la curva e sono quindi cacciati fuori in una '.direzione affatto opposi.a a quella per la quale hanno agito. Lo scorriLoio pnò essei· messo in movimento sia per mezzo di una vite che si adclentrn. nel tubo, sia per mezzo di una specie di catena senza fine ad una ruota. Si estrae lo scovolo . agendo in senso contrario . Il tubo ha. l' esteemità retti linea confinata nella parete posteriote della torre ed è sospeso al coperto della torre ,per mezzo di una corda che si accavàlca su· di una puleggia, per modo che l'estremità curva, avendo libero il movimento in tutti i sensi, presentasi alla bocca del pezzo e se ne ritira con tutta facilità.

[l'ECNOLOGICA

La vite che , agisce sullo scorri toio è messa in ro. tazione da· una ruota verticale con rnan,ovella posta verso l'estremità rettilinea superiore del tnbo . Essa appoggia il suo· verme allo scorritoio, che è fisso all'estremità superiore dello scovolo o asta snodata, e sporge superiormente del tubo dn un in.castro praticato nel tubo stesso per tutta lM- lunghezza del braccio superiore: A s,'concla del senso della rotazione impressa ana vi ;() si spinge fuori del tubo o si ritira nel ;medesimo lo scovolo o asta snodata. Si può anch e muovere lo scovolo sostituendo alla vite una catena seoza fine, cioè all'estremità rettilinea del tubo lo scovolo è attaccato alla catena la quale y.ppoggia su di una ruota piccola postavi fissa sul tubo e quindi passa sotto alla: ruota motrice ~ndandosi appoggiare ad un' altra piccola ruota simile alla prima fissa all'altra estremiLà r-ettilinea del tubo, e finalmente si va a raccoglier-e nell'iocastro della ruota motrice. A seconda del senso di rotazione impresso alla ruota motrice, la catena scorre nell' incastro , lungitudinale del tubo estraendone o ritirando lo scovolo, che segue la direzione del suo punto estremo attaccato alla catena. Quest'asta flessibile è · stata riconosciuta adattatissima al suo scopo, benchè Lali esperimenti non sìano sta.ti fatti realmente nelle toi·ri dei monitors. Molti ufficiali di t.e rra e di mare ed alcuni meccanici che hanno assistito a tali esperimenti hanno espresso una opinione favorevole non solo per la sua superiorità nel modo di caricamento dei pezzi delle torri, ma anche sullé\ sua adattabilità nelle casematte ristrette. I suoi vantaggi non consistono solamente nell'abbreviare il tempo del caricamento, ma anche nell'econ4mia d.i due o tre uomini nel servizio di ogni pezzo.


mo

RIVISTA ·TECNOLOGICA

Siccome l'inventore di questo scovolo si trova ancora all'accademia per terminarvi i suoi studi, non ha potuto consacrarvi, per perfezionarlo, il tempo che avrebbe voluto. E gli esperimenti faranno conoscere le modificazioni che sarà necessario cl'introd urvi. È però da encomiarsi assai questo ritrovato, sopratutto in considerazione della giovinezza del suo inventore.

DELLA RESISTENZA DELL'ARIA SOPRA I PROIETTI O BLUNGH I E

CO~JJNUHIONB R PING (I)

ART. III.

Tavole ,H. ah-o. >

§ 1. MARTlNI CARLO,

G-erente.

Traiettoria empirica.

Per la . costruzione delle tavol e cli tiro, scopo supremo di tuui gli studi balistici, le forma le che possano riuscire di una vera utili.tù pratica, debbono possedere duo qualità essenz iali: sufficiente esattezza e molta semplicità. Le . formo le teoriche del movimento dei proietti oblunghi, cioè quelle dedotte o che possono dedursi da una legge della resistenza dell'aria, potrebbero quanto ad esattezza lasciar nulla a desiderare , qualora tal legge fo sse appieno conosciuto., come, verbigrazia, è conosciuta la legge della gravitazione universale. Invece lo nozioni che abbiamo sull a natura (1) Vedi Rivista Milit. !tal. , anno xur, voi. r, pag. !81 , e

voJ. u,

pug. 5. ANNO Xlii, \'OL. IL

9


122

T.\YOLE

01

del fluido resistente sono quanto si può dire vaghe

-rmo

123

che discutibili? Potranno esse servire benissimo arisolvere le questioni d el come e delpetchè, ma. le questioni del quanto non mai; voglio dire che l'analisi delle dette equazi.911i teoriche ci farà bensì scoprire i caratteri speciali della trftiettoria, e fino ad un certo punto l'iuflucnza. su quesla di certi dati o condizioni o costanti , non ci daranno però mai c1uel numero che ci è tanto necessario per colpire, quanto il cannone .e la poi vere. Ciò quanto ad esattezza. Quanlo a scmplicitit, le equazioni del moto dedotte dalla resistenza dell'aria non soddisfano certamente a tale cond izione: basta per convincersene la semplice en umerazione delle costanti che donebbero concorrere a formare siffatte equazioni , costnnti che sonù, oltre i coefiìcienti della resistenza dell'aria, tutti i param etri della superficie esterna del proietto, la posizion e del suo centro di gravità, il suo peso, i due momenti d'ine1·zia, nonchè le arbitrarie, cioè la velocità in iziale, la rotazione iniziale e l'angolo di p roiezion e . Se .i.dunque coteste formole, empiriche quanto quelle della resistenza dell'aria, sono meno esatte di queste., se inoltre esse sono talmente complesse da renderne

ed jncerte, le relative spel'ienze poi cosi poco concludenti che, se è ardire dedurne una legge, cioè una -formola empiriC'fl qual siasi , sarebbe temeriLà accordar loro una fiducia più ch e limitata ..... 1\la siano pure quanto si vogliano complete coteste sperienze, e le formole empil'iche della resistenza sì felicemente composte da rappresentarle con la più inspera ta appr9ssimazione, e per giunta a~nmettiam pure c11 e le forrnolc differenziali siano sì fatto.mente semplici ch'esse possano integrarsi esattamente (ciò ch'è, sto per dire, impossibile); le equ azioni integrcite, domando io, empiriche quanto le prime, sar anno quan to le prime approssimate e degne di fiducia? Io nol credo . Infatti se la legge della resistenza è empirica, cioè non esatta, qualche termine che la compone vi è certamente trascueato, e questo termine, ch e può esser disprezzabile, e per esser tale non si ;:ifJ'accia quando trattasi di resistenza pura e semplice, può a traverso le integra zioni dar luogo a termini non grandi per certo, ma che òmessi possono p rodune errori considerevolissi.111i ('''). Che cosa rappresenteranno poi cotesti integrali quando le equazioni differenziali sono esse st~s~e più

- ------- -(·) Nella stessa astronomia, scienza esatta, si producono fatti dt questa natura . li colonnello Pontécoµ lant nella sua 'l'héorie anatytiq1te clu systèma d 1i monttc {Introd. pag. xxx) così si esprimo : € La determinazione delle perturbazioni dei pianeti o dei sa« tolliti presentava ancora grandi ostacoli pclla difficoltà di di~ slinguere nell'inlìnilo numero di quelle ineguaglianze quelle <i che, abbenchò piccole nollo•cquazioni differenziali, acquistano « nell'integrazione divisori cho le r endono considerevoli e for« niscono così la spiegazione di regolari anomalie cho gli astro({ nomi avean notate nei moti di alcuni fra i precipui pianeti (i senza po terno scoprir la cagione . .•. L'accoleraziono del moto

'

« della luna occupò a lungo i geometri , o si Ara creduto in« disponsabile ( n-ientemeno I). affìne di spiegarla , u1w modifi« cazionc della logge della gra1•itazione universale.» Vodi anche le pag. 132 e seg. del Yol. m della _stessa opera. Ciò potrebbe servire di spiegaiione al fatto osservato, che le gittato medio reali dei proietti sferici differiscono sempre dal le gittate calcolale eon formo le di i-esistenza abbastanza soddisfacenti ; senza che sia necessario che la direziono della resistenza non coincida colla direzione dol movimento , ciocchè dol resto può anche esser vero.


1;24

.

T.\VOLE

DI Tll\O

il cémpuLo pressochè impraticabile, sembrerò. t·agion evolissimo che alcuni artiglieri, mettendo in cl isparte qualunque ipotesi di resistenza, si sian dati a com-por1:e direttamente delle form olé empiriche che rappresentino, den tro certi limiti almeno; la traiettoria sperimentale. · 11 merito di . essersi il primo messo francamente su questa via è dal signor llélie attribuito al sig. PitonBressant, ex-luogotenente dell'artiglieria navale francese, il quale per rappresentare la traiettoria clelt'aria dei proieLti sferici propose di aggiungere un termine all'equazione della traiettoria nel vuoto, cioè propose l'equazione

Sarebbe estraneo al nostro assunto en trare in una più minuta discussione a tal riguardo ,; diremo solo, che trattan dosi di proietti sfol'ici, per cui la resistenza è abbastanza. conosciuta, parmi più sicuro l'uso delle . • fo rmole teoriche i cni risultati non si discostano troppo dal Yero. Esistono poi tarnle che rendono facilissima la prati ca di tali formole, sia che assumasi la res istenza prnporzionale al quadralo deìla velocitlt, sia che la si assuma pl'Oporzionale al quadrato e al biqua<lraLo , on;ero al quadrato ed al cubo. La mediocre rfoscita pei pro ietti sferici della for-tnola empirica sopraccennaLa vuolsi, secondo mc, altribuire a due cause :' 1° alla grandezza della resistenza dell'aria , la quale renù e troppo sensibili le Yariaz;ioni del termine addizionale rispetto a quelle degli altri termini; 2° alla inesaUezza del tiro delle bocche da fuoco lisce, per la quale le medie sperimentali, prese anche sopra un numero considerevole di colpi, risentono troppo delle anomalie dei singoli Liri, e riescono pee conseguenza poco adatle a simil i ricerche. Adottando per la traiettoria dei proietti oblunghi una fo rmola analoga, la Lonui t,\ della riLardazi.one prodo Lla dall'aria, in causa della forma acu ta del proietto e del suo considerevole peso rispetto alla superficie battuta, poteva farne sperare una riuscila assai migliore. t vero che in tal caso K dipende da un maggior numero di quantità, ma è vero alLresì che la rotazione iniziale ùei proietti in uso è sempre assai grande, e quanto a form o esLeme eù interne essi non si .discostano molto dalla similitudine . Comunque sia, in grnzia della precisione del tiro, l'esperienza non potea tardare ad indicare le modific azioni da introdurs i nell'equazione sucldetla, perchè potesse con una discl'Cla approssimazione rappresentare le traiettorie ordinarie, se non cli tutti i proietti

= x tanga -

y

,qx:

2 cos·o:

(-:!.+K x) V·

La quantità K, nulla quando è nulla la resistenza .. dovrà avere per fattore il rapporto a! ( a diametro -

J)

,

p peso del proietto) ;· a Lai rapporto infatti , cceterù; paribus , è proporzionale la rital'dazione prodotta dal· fluido resistente. Il signor Hélie, dietro esp erienze assai num erose ed accuratamente discusse, ha trovato che per a non superiore a 10° il coefficien te K soddisfa egualmente · bene aJJe lre equazioni 1

1oIO J!.. K 1

a

-

4690

,r.,., 1

1010P K

a•

4 G10]!_ K = 2570

a•

.

2

Vo

= .'.!._720 i .

V!f

-{p essendo preso in kilogramrni, a in decimetri) ('vJ.


~~6

TAVOLE

oblunghi, alm eno dei proietti oblunghi di ciascun sistema. Il signor Uélie ha Lron1lo che le traieltori c dei vari proietti oblunghi dello. marina frances e erano assai bene rappresentate da equazioni dello forma • y

= a, tang

tY. -

V"gx ·

2

2 · cosa

+ pa- h Va, 2

1

( 1

)

h però, com'era da prercdersi e come scorgesi dal seguente quadro in cui sono r iassunti i risultati delle sperienze discusse dal signor Iléli e, varia da proietto a proietto.

'


Velocità iniziali

PROIETTI

sperimcnlale

Angoli di proieziono Valori sporlmenlali di h (*)

I

l

p=30k0 ; a= om 1623; -a == 2.. 329; i== 1:208; l_ = l 972 a

I

1 p = 30k4;

»

))

)

a

I

'

)

l i p= 30k 4; a == om 1623 ; - =2,286; - == 1 208·' J_ .1 , 972 a a )

2 p =3lk9;

l a

a~

da 309mn 331m

dn 1° 42' 2511 0,000347 a 35° 17' .

i

p = 3lk49;

))

l a

::;,

a

})

))

o

)

i

3 p=45k; ci=0 1915; - == 2, 04; - = 1, 044 ; l = 1,68{ 303m8; 320ID9 111

a

a

' 3l ; -'I, ==12· 4 v=8lk5; a=Om2209; -l =2,3· a , , a ~ l i 5 p = 11t no; a=om-0022 ; - = 2,491 ; - = l, 283;

a

a

da 5° a 35° t0,000414

1.. = 1,702 da 194 a 255m9 30° o 40° 0,000343 01

a .

L = 1,897 a

{*) Si suppone che nella precedentè equazione ci sia preso in motri 1 op in chilogrammi.

,,

~

H

a= 0 1623; - =2,286; -(t = 1,208; l. = l, 97Z 10

ti

H

0,000320


TAVOLE

Il sio-nor Hélie, paragon ando i valori di h relatiYl o . ai proieLLi 1, 2, 5 ul coeflicien te e della resistenza dell'aria, trovato nell'ipotesi che quesla cresca come i cubi della veloc'itit (Vedi art. 1, § 2) , ha osservato che si ha presso a poco

·12!).

DI TIRO

ai proietti N. 1, N. ~, N. 3, N. J. e N. 5, e se chiamo L 11 1 2 , 13 , L., LG i valori relati ri agli stessi proietti dell'espressione 1

( à,3)~ -..l

1jl

l,l'OVO I)er i proieui N. 3 e N. 4 non ha potuto fare la stessa osservazione, poichè sono incogniti i Yalori di e relativi agli stessi proielli : vi ha però motivo a credere, osservando i loro parametl'i, che la stessa eguaglianza si verifichi rispeuo ad essi. Qùalora si potesse suppoere che per tutti i proietti oblunghi la resistenza cresca come i cubi delle velocitit, e che per Lali pro ietti la. stessa eguaglianza si verifica sempre con su fficien te approssimazione, l'osservazione del signor Ilélie sarebbe utilissima per il calcolo delle tavole di tiro, poichè basterebbe fare a tal uopo alcu ne spel'icnze sulla l'esistenza deU' aria. contrn il proietlo pl'oposto, e tl'onito e sarebbe trovato h. Il valore di e trovato colla misura della velocitù in due punti dclkt trniettoria Si.l rebbe , secondo me , più attendibile del valore di h tro vuto direttamente med iante l'equazione tra la veloci tà iniziale, l'angolo di proiezione e la. gittata., cioè median te la. 'relocità in iziale ed un punlo della traiettoria. ira. le jpotesi necessarie per lo. giustificazione di un simile metodo sono per ora qua.si affatto grn Lui le. Vediarno se il valore cli h potrebbe ricavarsi con un altro metodo, cioè mediante l'osscrv_azione dei parametri del proietto, poichè alla fine h deYe essere funzion e cl i questi. · Se io chiamo hl> h~, h3 , hu h, i rnlori di h relativi

hl -_ O, 0008·.1'"'" IO

1

I

?= o,

0007850

3

h2 = o 0008098 L2 '

~:=o,

0007486,

~,, =o, 0007886. Questi rapporti non sono eguali, ma le differenze non sono neppure mol Lo gra ndi . Se si assume O; 00078 per va.lor medio di essi, l' errore massimo. non arriva a i B/ 109. Quando si assurne per densità media dell'aria. 4,208 si può commettere un errore assai maggiore("') ; non minori scarti si trovano nelle velo cità iniziali e negli angoli di proiezione. Q 1iindi io credo che si possa senza esitaz ione porre in g.mcrale h

= o, 000 '"18' ( i(t3j l ).!_ 2

(*) ~ell'esporienzo falle per delormiuarc la resistenza dell'aria .si è trovato (art. 1, § 2)

ò=lk231; lk290; lk 230;

lk260 ; 'lk211;

()uindi 1.

290 - 1· 208 }, 208

= 6/100 circa.

lk211 .


430

TAVOLE

e con ciò tutte le traiettorie sperimentate degli otto p roietti contemplati nel precedente quadro vengono ad essere sufficientemente bene rappresentate da una medesima equazione

a(a )l ) . 2

3

(1)y=xtanga- V.gcr:/ 1 ( 11+0, 00078- .,-;-l 2Vx 2 - cos a 1) iJ

a essendo preso in metri, e p i n chilogrammi. Interessa sapere se pei nostri proietti possa essere adoperata la stessa equazione. Le numerose sperienze fatte sul tiro del nos tro cannone da 9 cent. B. R. modello 1863, ci permettono di istituire una simile ricerca. 1


Ri~tdtatJ dh•etti cli espe1•ienze sul tiro ciel cannone tla cent. 9 B, R. inod. 1863: I

p= 4k500' a= omo93; l = om 1110' i == omo6o; j = omo78. '

\

- --Distanze del bcrsnglio

Alzi tolali

Angoli di mira Numero dei -·-....~ colpi riferiti al centro dei tiri

in millimetri

~

o gittate

OSSV.RVAZIONI

\

t:;j H

5QQm 7QQrn

8QQw 900

10

1100 1400rn 1490m 1733m 2135 01

21 42

~

~ ...... o

16 59 16 ·

;-,

:.; ..:

.:::

s

104

"0

129

~

"e

152

~

206 90

10

232i(JI

262,5'u 32QOm

~

~

C1 ... "·~ e a ~

·-~:-6~-

105

137 200

0° 56' 20" 1° 38' 30" 1° 17' 5011 2° 16' 011 zo 58' lù'1 1° 3' 3011 4° 50' 2011 5° 55' lb" go O' O''

9° 19' 011 12' 5 1

,17° 21'

G9

47 79 43 78 ·

71

50 150

150 60 149 198

1-Ì

Gli alzi totali qui notati riferisconsi al centro elci tiri e sono stati ·dedotti da una rapprescnthziono grafica in grande scala degli alzì medesimi . che ha servito di originale alln Tavola 12a clel G'io1·nalc cZ'.frti,ql'ierin 1863, 2J parte. Gli angoli rii mira sono dedoW dalla R~ -r+ h

equazione tango: =

i

H

;:;

o

.;a,

w .::i.


' 'f.\ YOLE

DI 'l'IRO

La gittata X, corrispondente alla velocità iniziale V cd all'angolo di proiezione a, viene data dall'equazione ('1 } posto y =o, cioè dall'equazione

L~ velocità .misurato. al pendolo balistico ha dato 394 m, al pendolo eleLLro-balistico ha dato 395m . La ve-

ca)i

sen3a =..!_--L O, 00078 ~ 3 1 v JJ iJl - · 9 x . v· Dalla stessa equazione si può ottenere la velocità iniziale corrispondente all' angolo di proiezione a ecl alla gitlala X. Per il proietto da cent. 9 m 0 ,1863 si ha

a2(a3)1= 4·, 17823 -10 · .

Log. O, 00078 p ijt

2

Le gittate sono ·date nella prima colonna del preceden te quadro ; gli angoli. di proiezion e corrispondenti però non devono essere confusi cogli angoli di mfra, atteso il rilevam en lo tanto meno trascurabile quanto più il til'o è teso . Supporremo in ma.ncanza di' dati più precisi, che il dello angolo di rilevamen to sia in media di ,J 5' , cioè quale viene dedotto nella nota in fine di questo scritto. FaLti i cnlcoli , si trovano per le dodici g ittate f'ispeu i,,amen te le seguenti velocità iniziali:

locità iniziale dedotta dall a curva elci tempi e data dal 0,iornale cl' Artiglieria ò 40'.3"' (,.) . . Per consèguema ·1a formola proposta panni possa r itenersi come soddisfacente per rappresen tare il ti ro di lancio del nostro cannone da cen t. 9, mod . 11863 . Circa gli altri nostri cannoni rigati non esistono sp erienze così complete come pel de tto cannone da 9 cent., specialmen te per ciò che rigunrda le velocità iniziali. Si sono , è vern, misnrate al pendolo elettro-balisti co le velocitit prodotte da direrse cariche nei cannoni da 12 cen t. G. R. e B. R"'; ma le tavole cli liro esistenti per tali cannoni si riferiscono ad una qnalitù. di polvere cliYersa da quella usata nelle sperienze al pendolo. Tuttavia p roveremo la nostra formola anco sulle g ran ale da cent. 16 e da cen t. 112, profittando dei dati spe:rimenlali p ubblicati, sebbene non completi.

Granata cla ccnt'. ·16:-, p = 29k 600, a = om1 606, l = om3,J4., i = om 134-, j = om~61) 2

ca )1 3

a Tft 2 = 3, 6 1727 -10 log. O, 00078 p

391m2; 39401 2 ;

332m o; 4.04m 3 ;

40 tm 2 ; 4.i14m9;

392m5 ; 40omo; 4·1&.m4; ,f.'13m9; 398m8; 399m ,1

Tali rnlori , sebbene differenti , non sembrano seguil'e· ulcuna legge deterrninata. Prendendone la media si trova V= 1,.oom 3 .

1

Dalle tavole di tiro del cannone da 16 cent. G. R. p ubblicale nel Giornale cl'A rtiglieria 4863, parte II, si ha (*) È da osservaro che le sperienze furono eseguite con cannoni in stato di servizio assai diverso . Alcuni erano nuovi: ed a quosli in generale appartengono lo differenze in più.


TAVOLE

DI TIRO

Carica 3k200 polvere da cannone

Carica ,1k200 polvere da cannone

Distanze . . . . . 2000m , 3ooom , 4000m , 50oom. Angoli di tiro . . 6°45', 4 1°21', 17°7 11, i5°24'.

Distanze 2000ni, 2500m, 30001n, 3300111 (ultima distanza). ,A.l~i (lin. di m . lat.) 85mm, 1127nm'., '1'7_5mm, 205mm.

1

1

1

Assumeremo per angolo di l'.ilevamento 115', che è l'angolo medio cli rilevamento osservato sui cannoni francesi dello stesso calibro; l'errore ohe potremmo con ciò commettere non può riùscil'e di grave importanza, trattandosi di angoli di p_roiezione piuttosto considerevoli. Calcola ndo adunque con questi dati le velocità iniziali, t1·ovasi essa rispettivamente eguale a

Il Giornctle d'Artiglieria· dà 325m . Tal velocità iniziale è dedotta dalla curva dei tempi.

·135

Gli angoli di tiro corrispondenti a cotesti alzi si ri. . cavano da1I'equaz1one tangrp

=

11, 2+alzo 765

d

, essen o

' ,17mm2 la differenza di altezza dei due punti di mira, e 765mm la distanza di questi punti proiettata ~ull'asse.

· Dalla detta equazione si deducono i seguenti angoli .di tiro :

Assumeremo anche p~r questi tiri un angolo di rilevamento medio di 115'. Calcolando con questi dati le . velocità iniziali corrispondenti alle dette quattro cli. stanze, si trovano essere 3i15m5;

314m4; -309m;s;

3'11 mo.

l\1edia 31-1 m 8 .

Granata da cent. ,t 2. p=HkiJ3o; a=Om ,1.181; l=Om230; i=om ,100· ; j = om 185. 1

1

2

3 )~ · _ ;i,=

- ci I a log . O, 00018 ·- i -::-l . JJ VJ

3, ..,18374 - '10 .

Dalle · 1'avole di tiro delle artigUerie di modello regolamenta·re e vario, ecc., pag. 2!), si ha relativamente a l cannone da ,12 cent., modello 1863:

-n cannone da 12 cent. B. R. di vecchio modello ; colla caeica stessa e con un proietto quasi identico, . ha dato al pendolo elettro-balistico 1a velocit~ iniziale di 305m.

In seguito a tali risultati io credo che il tiro · teso dei· proietti cilindro- ogivali del nostro sis tema e di quello francese, che è simile al · nostro, pqssa essere rappresentato, per ciò che riguarda la traiettoria, dal. l'equazione '


· 136

TAVOLE

DI TIRO

Sareb be però irragionevole trarre da tale formoi a conseguenze troppo est.ese circa la forma più conveniente da darsi ai proietti dell'artiglieria; ricordando ch' essa per essere empirica cessa d' éssere applieabile allorquando trattasi di tiro areato, ovvero quando i proietti differiseono troppo da quelli sperimentati. Così il signor Prehn trova per la traieltoria 'dei proietti dell'artiglieria prussiana, una formola empirica alquanto diversa dalla precedente, cioè

y

= x tanga ·- -,.,..cg~cx_~_ (,1 2V 2 cos\x

1-

§ '.2. -

J.,a dura,ta della traiettoria è utile a çonoscersi per ,diversi rig11atdi, specialmente per dedurne le perdite d i velocità che subisce il proietto alle varie distanze. Il signor Hélie propone la formola ·

x_)

__

-, 3k coscx.

t da avvertire. poi che il signor Prehn, analoD'ao mente a quanto ha fatto il signor Hélie, determina la costante k per ogni proietto coi risultati del tiro stesso, senza però precisare alcuna relazione che leghi i diversi valori trovati di quella costante. Pare per con seguenza che la formola da noi trovata , la quale darebbe immediatamente le gittate corrispon-· denti a dati angoli dì proiezione o viceversa, indipendentemente da ogni preventiva sperienza di tiro _ (bastando per stabilirla la cognizione della sol a velo.:.. cità iniziale) possa essere di qualche vantaggio nella pratica, poichè potrebbe fornire una tavola di tiro d,,: prhna apptossimaz1:one' che faciliterebbe ed abbrevierebbe non poco le sperienze neces-s arie per la costruzione della tavola di tiro definitiva.

Curva em,piricCL dei tempi.

.

T=~(, i +cVX) V cosa ;2

ove e è il cocfficien te della resis.tenza dell'aria supp osta proporzionale al cubo della velocità. Pei proietti di 30 chilogrammi della marina fran cese pare che tal formola possa so'd disfare. Anche pei nostri cannoni può convenire una fòrmo la ..maloga . Noi però, anzichè trarre il coefficiente e da sperienze sulla · resistenza dell'aria, lo trarremo dai parametri stessi del proietto, cioè porremo .

;J "

(a~)~ i:il

a2 -

e- --~ 11000 .P , -

2

Nef;li specchi seguenti trovansi i risultati di tali sostituzioni .

.ANNO XIII, V.OL. IL

10


438

'l'AVOLE

139

J)l TITtO

1

Proietto da ceut. 9, mod. 1863.

(a')~ = O, 000001932 , 1000 p zj"l •I

a

Granata da eent. 16.

2

2

V= 3g5m.

J

4 ~OO;

I(;lS)l2 = O, 0000005290,

V= 325m .

.

Distanze

-

Durate osservate

Angoli di liro

- - ---100" 200= 300'" 400" 500" 60D" 700" 800'" 900" 1000'" 1200°' 1400" 1600" 1800" 2000'" 2400'" 2800" 3200"

00 !O'

0'' 26

O" 54

o• s1 o• 4~·

O• 5V 11' 29' 4.9' 11' ·

I

34' 3· 23' 4° 5° 6' 7° 10° 13° 17•

Differenze Dislanze

----

o·.20· 1• 1° 1° 2° 2°

Durate calcolate

17' 16' Hl' 26'

2'

17' 32'

O" s ,1 l " 16 l" 51 l " 88 2" 26 2" 65 311 05 3" 46 4" 31 5" 26 6" 2 7 11 3 811 4 11" 1 14" O 17" 1

O'' O" 011 111 111 l" 2"

26 54 . 85 17 51 S7 25

Z' 6-1

311 311 411 5" 611 7" 9" 11" 15" 18"

06 50 37 45 56 74 01 83 68 90

0,00 0,00 +o, O.l. +0,01 0,0:) -0,01 -0,01 -0,01 +0,01 +0,04 +0,06 +0, 19 +0,36 +0,44 + 0,51 +0,73 +1,68 +1,90

1000111 2000"'

3000" 4{)()(p

5000"

811 7" 11" 16" 23"

5 2

7 9 8

Durato calcolate

Differenze

3" 35

-

7 11 26 11" 85 '

17" 33 24" 41

I

0" O" 0'' O'' + O"

+ + +

15 06 15 43 61

(Cann. B. n., mod. 1863ì

(a

3

1 a' )~ ·l OOO p ijl 2 = O, 0000 007792, V= 34201 •

I

1

'>

i secondo, cioè ad 1/15 circa. L'accordo sarebbe mag1

giore, e più protratto se si prendesse V = 402''\ cioè la velocità qual è data nella suddetta tavola di tiro del

Giornale d' Artigli'eria.

2° 58' 6° 45' 11• 21' 17° 7' 25· 24'

Durate osservate

Granata tla cent. 12.

I

Le colonne 1°, 2" e 3• di questo specchio sono state tratte dalla tavola di tiro inserita riel Giornale d'Artiglieria 1863, parte u, pagine 166-157. Come vedesi eia queslo specchio, la formola proposta può convenire per la granata da cent. 9 fino a 4800m. A quella distanza l'errore non giunge ad

Angoli di tiro

..

n;,tanze

Angoli di tiro

100'1" 1500"' 2000" 2500" 3000"' 3300'"

3· 6'

5' 4'

7• 10• 14° 16°

36' 41' 6' 12'

Durate osservate 3" 5" 8" 1011 13" 15"

5 8 1 6 4 3

Durate calcolate

Ditlòrenze

3" 5" 8'' 10" 13" 15"

+ + + +

60 70 04 64 54 45

0" 0" O" O'' O" O"

10 10 06 04 14 15

Le prime tre colonne di ciascuno di questi due specchi sono state tirate per la granàta da cent. -i6


HO

TAVOLE

dalla tavola di tiro contenuta nel Giornale cl'A·rti.glietia 1863, parte II, pagine 188-'I9 1, e per la granata c\a cent. 1~ dalle Tavole di tiro, Torino 1866, pagine 28-29. Da tali specchi risulta che' la formala proposta per le durQ.te è applicabile a tutto le di stanze considei·ate nei mednsimi specchi. È quasi superfluo avvertire che le formale em piriche fin qui discusse non -si riferiscono che al tiro teso. 1

1

§ 3. -

1

Derivazione.

Terminerò questo scritLo, ormai troppo lungo, col <lìre due parole intorno alla derivazione. Nell'articolo n, § 3, si è messa in luce la causa donde qeriva q uesta prùprietà caratteristica della traie ttoria dei proietti oblunghi, causa che consisto nel movimento conico (precessione) che assume in torno _alla tangente a.Il a braiettoria l'asse di figura del proietto . Il sign or Hélie ha tentato stabilfrc p er il calcolo della derivazione un a legge empirica , che consistetebbe nell'assu mere le derivazioni corrispondenti alle diverse gittate, proporzionali al quadrato della componente verticcile (/ella velocità, iniziale . Questa legge, ben semplice per verittt , se conviene _per alcuni dei cannoni considerati dal signor Hélie , non soddi sfa sgraziatamente ai nostri. · Noi però siamo cl' avviso che la rice1;ca di una for·mola emi.> ieica atla a r appresentare le derivazioni osservate in un numero piuttosto esteso di tiri, per esempio come quello .cui soddisfo. la fo rrnola (2) tro_v_i;i.t~ per le gitta te, debbo. incontrare difficoltà ben ~upe- · non a quelle che abbia potuto incon.tral'e quést'ultìi:na .

'141 Le gittate infatti, ·O gli abbassamenti, che fa lo stesso, dipendono essenzialmente dal peso del proietto e dalla componente· ritardatrice della resistenza dell'aria, rispetto alle quali forze ben poca importanza è da attribuire alle variazioni dell a componente cleviatricG , che nasce dallo scarto angolare dell'asse del proietto dalla tangente alla traiettoria. Le derivazioni al contrario dipendono unicamente cl~ ques to scarto. Quind i come nel calcolo degli o.bhassamcnti sarebbe impossibile non tener conto della velocilù iniziale e dell'an-· golo. di proiezione, così nel calcolo delle derivazioni . sembraci necessario a ver riguardo, oltre a queste quantit.ù, alla rotazione iniziale, alla posjzione del centro di gravità ed al momento d'inerzia del proietto. Ora Una formala empirica che ten-ga--e{HltO di tutLi questi elementi ci par cosù o.ssai difficile a siahilire, tanto più che le sperienie a tal riguardo non ispirano grnn fidu cia per le numerose anomalie prodotte sul.le derivazioni clulle variazioni atmosferiche. Per conseguenza io credo , o che a·ebbasi ( ed in ciò sarei d'accordo col signor Prehn) rinunciare per ora al calcolo preventivo di questo troppo delicato fen~meno, ovvero -debbasi per s iffatto calcolo r icorrere alle formole teoriche, le quali non riescono poi · eccessivamente Iaboriòsé, quando conoscasi · con un a certa approssicnazione la proiezione· della traiettoria sul pian9 di tiro e ,hl curva dei tempi. _Il generale l\Iayevski ha proposto un metodo p er questo caso. Anche il maggiore Martin De Drcttes , fondandosi su teoriche consi d.erazioni, ha proposto un metodo per calcola re le cleri vazioni dej proietti oblunghi. La espo . sizione però ed applicazione di questi metod i al tiro delle nostre bocche da fuoco po trà essere oggetto di un altro lavoro . Conchiudo col notare, come potendosi mediaiùe l'inDI TIRO


,143

'142

TAVOLE DI 'l'InO

•( 3)1

·• p a- ijl a -fì 1· · trocl uz10ne el eIla quant1La 2 e 1cemente rappre-

senta re co n fo rmole iden tiche rispettivamente la resistenza dell'aria sui proiètti oblunghi considerati, la. loro tnùelloria , e la curva dei tempi, la suddetta quan tità viene ad assumere pe1' ta li proietti e dentro i limiti dri casi considerati la stessa importanza che

ha

l' ;'

NOTA

nel tiro dei proie.tti sferici, e siccome questi

~ furon detti p equipollenti l~), perchè desctivono la stessa traiettoria, . cosi po1rnbbero chiamarsi per la stessa cagione equipollenti i proietti oblungh i pei quali è com une il valore di

quando hanno comu ne il _valore di

(a p ijt a' -

-

Fanno/e di movimento di un vroietto obl1aigo lanciate coi~ piccolissimo angolo d'i_ proiez·ione , snpposta la r"sisten.za dirotta (cioè i-asse di fìg·1wa del JJ?·oietto tangente altà traiett01·ia), e propor;;ionale al wbo della 'Velocità.

3 )~

2

Torino, dicembre 1867.

F. Succr.

(•) Araldi, Sulle traiettorie identiche e sui p1·oietti !equipollenti (R IVISTA MILITARE I1'ALIANA, anno 1867, voi II, 'pag. 5 e 141, rol. m , pag . 67) .

In tal caso la curva giace intera sul piano di tiro. Riferiscasi il céntro di gravità dol pr oietto a due assi OK , OY , l'uno o'rizzon tale e di rotto vorso il molo, l'altro · vorLicale all'insù; l'or infoe sia alla bocca. Siano a capo al tempo t, x, y le sue coordi;atc, ti In velocità, o l'angolo cbe fo. la direzione di q uesta coll'asse delle x . Le équazioni di movimento saranno: ~l) cl (u coso)

dt

- cn• coso {2)

d (n seno)

dt

=-

s

01i

seno - g

w • la ritar dazione dovu ta alla r esistenza · dell'ar ia. ~lolliplico la (1) per uscno, la (2) ·per u cosa, sottraggo la prima dalla seconda, cd ho ·

g essendo la gravilà,

'Il

coso d (useno) - useno d dt

(ii coso)

= _ g ncoso


1H

NOTA

NOTA

,e n1olliplicandÒ ambidue i membri per ~

,

si ricava

iv cos'o

avrò

.ossia . cbJ gtU=-1tcoso

(3)

gcls = -

,(6)

cos9o

Moltiplicando per questa la (l) e le seguenti ds -

d:r. dt

- = ·UCOS i

dt =U'

1

gda; =

dii

-fc,.t = nsen o

'

{4)

gd _(11 cos o)

.-

(v} gcls

' clo = - ·u-coso '

gd:>;

=-

\

\.

= ç1i' d <-;

n' d6 , gdy

=-

;sai:

mi (11 coso;

•u' cos'' o

l

l

V' cos" a - iis cos3 o

cl. tanno

= v,

·e

= g (3 tamg 0 + tanga fJ .:.._ 3 tang,;,. -

]2

'

_

·[ C - e (3tang · o+ tang 30) 3

0

tango d . tana o

.l

gc ·Y = :- [

C-

a. t.ci11g 0 +

do

= e cos'o

che integrata in guisa che a o= '7. corrisponda u

. _0

e

g {3 tanrt o+ tang

3

]2

0) 3

equazioni che s'integrano colle quadrature. Hitfottendo però che nel tiro di cui ci occupiamo o si montien'e piccolissimo, possiam') ottènere espressioni finite e sufficientemente opprossinrnte d.i tutto ciò che interessa special.: mente conoscere del movimento del nostro proietto. Infnlli nell'espressione

ii' clo tan g& •

Integra ta la (1), cioè tro\'ata una relaziono finita fra 1, e le eèJtrnzioni (3) e (5ì clivengono integrabili anch'esse, o tamente o per le quadrature. · Ora dalla (4) si ottiene

cl o

[e -·% (3 lango + tcmg"o)}

_

.'

r(cariamo

.

. = tang o.(·2+-.J.) cos·.o

tang'O

il termine oos _J_ 'rJ si .manterrù.. per la ra!:l:ione anzidetta.• nssai prossimo all'unità, ·tan to . pih che .le variazioni di coso sono poco considerevoli · quando o è prossimo allo zero. Potremo porre per conseguenza .

dài

~

tcmrla)

donde posto

3 tang o + tanl o = 3 k 1 tango

l

·

~+

e

g (3 tang + Cl,

· tang3a)

=e

~

ritenendo. per k' un mu'nero costante che determineremo a su o tempo.


,\

NO.TA

NOTA

Quanlo alla velocità orizzontale. fatta . nella {7) , la sostituzione (8) si trova

Ciò equivale a supporre

V cosa u cosa = l + k!oV e.osa ,e

.

(7)

(12)

e siçcome il secondo membro di questa -equazione dee ridur::;i a V oos o. quab.do a = a , ne d.eriva che dovrà essere

Le formofe (9, 10. 11, 12) corrispondono a quelle date dalsig. Hélie nel suo trattato. D'altronde è assai faci le vedere come la supposizione da noi fatta coll'equazione (7) equivalga alla ipotesi del dettp autore. Infatti dall'eq11aiione (7) (o dalla (12)

·

1

.

3 k~o

, +G= .-v.-C0Sa g. - ta1iga .

dx

che è la stessa cosa, dividendo per clt cd osservando che dt .equivale al primo membro della {12), ricavasi d livcos0i (lt

Con tali sostituzioni la penultima delle equazioni (6) diviene immediatamente integrabile, e si ha infatti da essa (8)

']1

k' C V3 COS3a k' e V C0S'l-

+

o:l".

-0d anche, in virtù della (12)

. [,~ 1 3 k!c 1k'ox= - (tanga - tango) 3' - -V coso: . cos· +a g

giacchè ad x = o corrisponde o = a Da tale uHima cquaziorrn otteniamo

(1

.

Con!'ronlando questa colla {l), s·i Yedc che facendo l'ipotesi (7) si è cambiata J'acceleraziono cn' in k'w' cos96. Per conseguenza il valore eia darsi a: le saril un medio fra l'unilà ed il massimo valore di J::_ . Prendendo per k la ~edia geometrica .fra 1 C'JS 0

,

Sostituendo

:r

ed _ l _ . si ottengonp formole assai semplici. . Esse sono le a ta~.~a, moltiplicando per clx ed integrando

si ottiene (10)

.

C0Sf/. '

seguenti (13}

gx•

y=xUingo- 12 ~:,' cos, Ct (6+ 4k'oVcoso:x+k•c•v•cos'aa:

2

t

= ~ (1...1... /,:• eV{J;) V cosa

'

2

tango

= tang °' -

) :

equazione della: traiettoria... Quanto al tempo, fatte ne lla .2' del le (6) le sostituzioni (9) e ' (8), si trova (11)

,

(14) (15)

(16)

y

= x-tanget- -

gx (3 ' 3 V , , ; o ·') 3 V" cos'a · .- , e x + o , x ,

gx•. , (6 -. • 4cVx -. • v~•v• x') . v• co.s (I. . 12

u coso

V COSr,, CV;!ì) ,

= (1 +

cvx) .

t = -x- ( } --1.. -

V cosa.

' 2 ,.

..


148

NO'rA

Per una gittata X l'angolo di proiezione l'equazione (17)

sen2<:t gX

l

=~+

2cX 3V

è'X 2

+6

sa~ebbe dato daf-. ·

o:

;

I

-149 Il signor .Hélie assegna ad alcuni cannoni rigali clf:l)la marina francese un rilevamento di 12!, 15', 17' e fino di 4.0'. Ciò ch'è più singolare si è che tal rilevamento sembra prodursi anco néi cannoni a proietto forzato . Il Mayevsky pel cannone russo <la 4 a retrocarica, corrispondenti agli angoli di tiro · NO'L\

e la durata doJla traiettoria sarebbe (i.8)

- - 2' , 5' , 11' , 15' , 30'

T.= _ X ·( l~ cVX) . V cosa

'

h a trovato i seguenti angoli di proiezione

2

6' , 12' , 17' , 23' , 39'

Questa ultima equazione coincide con quella empirica pr oposta per le d~rate, § 2.

e quindi i rilevamenti· seguenJi:

8' ' 7' Applicazione ctlln 1·icàca dell'ct ngolo di ritevament <) del nostro cannone ~ta cent. 9, B. 11., mocl. 1863.

L'a formala (17) non può essere applicabi!è che per ai:wolii di proiezione picc_ohssimi, tali cioè che la i·claliva traielt; I'iai possa supporsi ben tesa e l'asse del proi~tlo sempre ad essr1. tangente . Ora l'angolo di proiezione è sempre assai incerto • poichè la direzione iniziale' del la veloci là dilforisce in generaj~ da quella _dell'ass11 della bocca da fuoco. Siccome poi ·tal di1Ier enza, per qu·m to piccola, produce, quando trattasi di tiro, basso, variazioni notevolissime nelle gittale; ne risulta che l,t verifica della formo la predetta riesce assai difficile . anzi impossibile, se non si conosce preventiva'mentc l'angolò formati.> dalle due direzioni anzidette. . Per le bocche da fuoco liscio , esper:enze ben nolo hanno dimo~lrato come il ver o angolo .di proiezione sia 'i n. generai~ superiore all'angolo di tiro, cioè all'incli.naziono dell'asse sul'l'orizzonte, il che si suole spiegare cogli sballimenti dentr(> l'an'.rn~ in relazione alla lunghezza ordinaria di qu esta (Drn1 9N,. Bal·1stiq1w, 1860, pag. 385). , · . Per le b9cche da fuoco r igate, quantunque sembri che tal rilevamento, ove dipenda da simile causa, non dovrebbe sussistere , tuttavia par.e const:i tal.o che tal rilevamento sussiste, realniente anche per taii bocche da fuoco.

I

6' > 8'

>

9' •

Il medesimo generale Mayevsky cita altre sperienze dell'art iglieria sassone sopra allri cannoni a retrocarica, da cùi ri'?ulta il fenomeno stesso. Da noi non sono state fatte, ch'io sappia, sperieuze in proposito. Tuttavia, che per il nostro cannone da cent. 9, m• 18G3, un tal ,rilevamcnto sussista, pare possa concludersi dalle sperienze s tésse eseguite per la determinazione della sua tavola cli tiro. Per esempio per le distanze di 300•• e 400' si sono trovati per angoli di tiro 26' e 37' 30". Ora se colle formolo del ,,noto , la velocità iniziale essendo :395"', si ricavano gli angoli di proiezione corrispondenti alle dette gittate, 0

per la distanza di 300"'. si trova 32' » 400"' » 43' . Si può concludere da ciò che il detto cannon'c ammetto un · rilevamento almeno di 6'. Ammesso dunque che tal rilevamento sussisto, la formala

(17)

.fon2a . 2 cx , c X - - -1~ - - -[JX - v· ' 8 v ' 6 2

2

.applicata alla ricerca degli angoli di proiezione necessari per ? ate gittate fornirà, se essa è esatta, nella differenza di tali .angoli da quelli sperimentali~di tiro, i r ispettivi Ùlevamenti : i


150

NOTA

151

NOTA

quali poi dovranno poco differire lra loro trattandosi di cariche eguali e di angoli di tiro poco differenti . Per verificare_poi se l'equazione pr<~citata sia· più soddisfacente di alcun'altra dedotta da altre ipotesi di .resistenza, per cS'ompio , di una resistenza proporzionale af quadrati delle velocità, calcoloreino i :rilevamenti colle due for1i10 le, e la for1nola che darà r ilevamenti teorjci nieno irregolari sarà. da ritenersi pro.feribile all'altra . L'equazione che dà Pungolo di proiezione corrispondente alla gittata X nell'ipotesi di una resistenza .proporzionale al quadrato della velocWt, cioè di una rilardazione espressa ' da

u2 ,

2Q e

1 risultali di fa.l i calcoli trovansi nel quad ro seguente, nel q uale, come r isulta dal lo specchio N. 9 dell'art r , abbiamo supposto o = O, 000002019 , Q = 658 .

Q

I

1

di 400"' ed 80~"' erano nuovi, e per conséguenza in ottimo stato di ser vizio, mentre quel li che hanno sparuto alle altre distanze aveano già fa tto molti colpi (*). Quindi la velocità iniziale in questi ultimi doveva essere alquanto inferiore, il che spiegherebbe la inferiorità dei ri levamenti calcolati p<~r quellQ distanze. Tuttavia i' rilevamenti calcolati colla prima formala sono assai meno irregolari di quelli calcolati colla seconda~ e, per conseguenza, l'ipotesi· dei cubi può ritenersi più soddisfacente della vecchia ipotesi dei quadrati. Uu a ltro argomento in fo.vore di unà resistenza proporziorHtle. ai cubi t\ella velocità può ricavarsi dalla formola (18), la quale. se vi si pone o = O, 000002019, dà risultati che fino a QOO°' differiscono quasi di nul la dalle durate osservale . Prendendo adunque la nledia tra i numeri contenuti nella quarta colonna del precedente quadro , possiamo concludere che 15' è all'incirca il rilevamento medio del nostro cannone .da cent. 9 B. R: , mod. 1863.

F. S.

. Gillate X

Angoli di tiro sporimontali

Resistenza proporzionalo

Resistenza propmimle

ai cubi

ai quadrati

-------- a

- - -300 400 500

700

800 ,900

o• 26' o• o•

37' 30" 56' 1° 38' 1° 48' 2° 16'

o· 38' o• 53'

1• 10' 1• 481 2° 9' 2• 32'

10'1

Uilevamenti

12' 16' . 14' 10' 21' 16'

,..__..

a

- - -o• 38'

o•

53' 25" 1° 11' 1° 52' 2· 15' 3• 4!

>

-

Rilerameati

12' 16' 15' · 14' 27'

4.-8'

I rilevamenti calcolati con ambedue le formale si mostrano piuttosto irregolari. Tali irregolarità n on provengono unicamente da difetto delle formale stesse, ma anche dalle diverse - circostanze in cui sono stato eseguite le sperienze ; e specialmente da ciò , che i cannoni che hanno servito per le distanze

(•J Veggasi il Resoconto delle spel"ienxe net Gio-rnale d.'Artig!ilwia, parte .11, pag. 153.


103

LA TATTI C1\ ll!ODE!INA

LA TATTICA MODERNA

Il faut changer la laclique de la guerre lous Ics dix ans si l'on veut conscrver quelque supul'iorité. NAPOLEONI! I.

Napoleone I pensava che la tattica dovesse mutarsi ogn i 1O anni , affine di poter sempre sorprendere l'inimico con qualche novella forma o modo <k attaccarlo o difendersi, di combattere. Ciò che allora il gl'an Capitano crc·deva una convenienza, oggimai è diven uta una necessi tà, e tutte le potenze lambiccano novelli metodi tattici, adeguati alle armi · da fuoco perfezionate. _ Siamo pei: questo lato in una crisi, ed in una ben seria crisi; e chi meglio ne uscirà il primo, potrù. poi avere il grandissimo vantaggio. Le campagne di Boemia e d'Italia del 1866 non furono che una prova: la decision e appartiene ancorn all'avvenire. ~fa bisogna prepararsela propizia questa decisione, e ciò appartiene in ora allo studio. 1

Qual più qual meno tutti gli eserciti modiGcano od hanno già modificato i loro regolamenti tattici, come hanno mutate o per lo meno modificate le loro armi, e stanno l'occhio l'un sull'altro inteso, onde non lasciaTsi prendere il passo. A parer nosteo chi sinora camminò più risolutamente sul campo novellamente nper lo, gli è l'esercito au striaco, ove quasi ogni giorno vien adottato un utile . perfezionamento tattico. Ci convien però dire che anche In. Francia, la quale è d'ol'dinario un po' restia in consimili mutamenti - e n'è una pr~ra palpabile l'ultimo regoìamcnto per gli eserciz i della sua fanteriasi dà questa volta attorno con molta attività e seria- . mente; e vedemmo invero nell'nnno passalo dettati al campo di Chulons, prima dal maresciall o Forey e poscia dallo stesso imp eratore, novelli ptincipii sul modo di combattere. · Gli è su questi principii che ci proponiamo di intrattenere i no st ri lettori , premettendo la versione di una parte delle istruzion i date dal maresciallo Forey l'anno scorso all e truppe raccolte sotto a' 5uoi ordi ni al campo di Chttlons .

1

AN"O

Xlii , VOL. Il .

11


LA TAT'l'IC A

..

DISPOSIZIONI GENERALI

da adoUarsi per la formwlione delle IJuppe sul campo di battaglia.

Non esistono regole fisse per determinare il miglior modo di disporre le truppe, sia per l'attacco, sia per la difesa di una posizione. Tutto è dipendente dalla importanza e dalla specie di truppe che si hann o davanti, e dal terreno che queste occupano. Bisogna adunque qui limitarci ad indicare come si devono al campo applicare le regole generali prescritte dal regolamento per il servizio di campagna. Vi si aggiungerà qualcfrn principio basato sull'esperienza delle ultime campagne e sulle modificazioni portate nel nuov~ armamento delle principali potenze. Principii che_ possono essere riass~nti come segue, per l' applicazwne loro alle tre armi, tanto nell'attacco, quanto nella difesa . Il nemico si dovrà sempre assalire o ricevere tenendo un ordine perfetto. La sconnessione nei movimenti, uno slancio in considerato che facendo abbandonare ,. al soldato il propl'io posto nei ranghi per farlo combattere in caccia tori, può esporre ai pel.'icoli più gravi . Non si saprebbe qui mai abbastanza ricotdare, che i più bei successi ottenuti nelh~ guerre del primo impero andarono devoluti a ciò che si mantenevano compatti. Non dobbiamo dissimularci che oggi è da temersi che i nostri soldati, quantunque prodi e coraggiosi

O,

MODERNA

155

al pari de' loro antecessori, avendo però presa l'abitudine di gettarsi qualche volta la testa bassa sul nemico per loro conto e rompendo le righe , non prnsentano più che confuse masse e potrebbero dare alla cavalleria nemica delle propizie occasioni di circondarli e tagliare loro ogni via di ritirata. Essi devono presentare al nernico d,elle masse solide e cosi connesse che nulla valga a romperle. Durante l'azione si dovrà sempre far concorrere, con molta cura, all'obbiettivo cui si tende, le tre anni riunite. La fanteria generalmente indicherà questo obbiettivo coll' in-;ieme de' suoi movimenti. La cavalleria verrà iri' soccorso di quella, colle sue dimostrazioni -~ coi suoi arditi soprassalti; l'artiglieria in taccheuà i punti pr~ncipali dell'attacco, o pt·oteggerà vigorosarhente quelli della difesa. Gli ordini da a·d ottarsi davanti al nemico, dovranno sempre basarsi sulla idea generale, che, nell'offensiva, abbisogna adottnre un modo che riunisca mobilità, solidità ed impulso; mentre che nella difensiva conviene sopratutto di riunire alla solidità la massima quantità di .fuochi po~sibile, Le colonne profonde essendo 9rmai divenute pericolose nell'offensiva, a motivo della lunga gittata delle n uove' armi , · non- s'impiegheranno che fuori dalla vista del nemico. Nella difensiva, gene'r almente, bisognerà adottnre l' ordine spiegato per la prima linea, mentre la seconda sarà disposta in colonne. Conseguentemente ai sunnotati principii , ci si accontenterà di qtù enunciare le seguenti raccomandazioni, applicandole alle diverse arrm.


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LA 1'A'l'TICA

MODERNA

' ,gli elementi che la compongono, ma oltre di cio, (ruando le du e linee ugiscono per un obbiettivo. comune, è difficile che il comandante la seconda hnea possa giudicare così bene come quello della prima · il momento opportuno nel quale le sue truppe devono. venire in aiuto a queste, dare il cambio a' suoi battaglioni, o mandargli clélle riserve ~ventuali. Il secondo modo offrè maggior facilitù. alle _manovre. Esso permette a varie divisioni che marciano in colonna ed jn direzioni paralelle , cli spiegare simultaneamenfe le loro brigate e cli prendere così, più rapidamente, il I.oro ordine di battaglia. Nelle manovre del campo ·si · potranno irnpiegare i -due metodi, secondo gli ordini che dariL il maresciallo 4';0mandante in capo, e ciò per esperimentare e paa-ao-onare i difetti ed i vantaggi di ciascuno di essi. 0 La fanteria della prima linea sarù tenuta m colonne di, battaglione a intervallo di spiegamento, e generalmente, per queste colonne, si adotterà la formaz,ione i n colonµa col centro in testa , la quale si' piega e si spiega rapidamente più che ogni altra e che di'.t sempred.ei fuoch i durante qqesti rt10virnenti. . . Si manterrà la seconda linea e le riserve , in colonne se1.·rate di battaglione; ogni qualvolta il terreno permetta di nasconderle al nemico. Nel caso eontrario, si ..iumenteran~,o le distanze fra le sucldjvisioni di ciasche(luna c'Olonna, e si faranno coricare a terra gli uomini·, in modo a presentar minor bersaglio ai colpi nemici. Nel medesimo caso si aumenterà il ·numero •leHe colonne nelle riserve, .onde sparpigliare il fuoco <d.eHe bauerie nemiche e dar meno presa alle infìlate p r-0fonde; in questo caso pure sarà conveniente far c oricare gli uomini . Le li11ee di fanteria si stabiliranno in modo che fra loro non esista una troppo grande distanza, la quale 1

DISPOSIZIONI Dl~LLA FANTERIA l

tJ.

Della , fanteria nell' o(fenswa.. Nel raggio d'azione del nemico, si marcerà in colonna e con tali àirezioni che le colonne spiegandosi· si trovino nel loro ordine cli ·battagl ia continuato, e semp re possano ricevere un attacco dal nemico senza arrischiare di venir tagliate foor1 o di esser battu.te isolatamen te . L'ordine òi battaglia si formerò. di due, tre ed anche quattro linee; la prima è destinata ad incominciare l' azione, la seconda a porgerle <.1ppoggio , la terza. e, qualche volta anc~he la quarta per fornire delle-riserve di teuppe fresche, pronte a portarsi sui puntt deboli del nemico per colpi decisivi, .oppure a' riparare un disast1·0 . toccato a qualche punto della nostra linea. · Le llinee della fanter·ia possono. essere attelate in due differenti modi, ciascuno dei quali offre dei vantaggi e degli inconvenienti. Secondo il primo, ciascuna divisione di fanteria si trova spiegata su di una sola linea; giusta il secondo modo, ciascuna di-visione presenta una beigata in prima e l'altra jn seconda lin ea; caso questo in cui le divisioni si dicono ·contigue. Il primo metocto ha l'inconveniente di dare a eia~ scuna · divisione un fronte tanto esteso- da non permettere al genernle che la comanda di vedere tut~i .._,

V


,rns

LA TATTICA.

· potrebbe rendere tardivo il reciproco loro aiuto. D'altra parte però, tale distanza non dovrà essere eccessivamente piccola·, essendochè -il · fuoco djreLLo sulla prima linea inqui'etcrebbe pure le altre. Dovrassi adunque calcolarn questa distanza secondo la O'iLLata effica~e cl:lle a!·mi d~l nemico. In genei·ale, al iampo le due prmie lmee disteranno l'una dall'altra cli 4,00 metri; si riavvicineranno però tutte le volte che ii terreno presenterò. occasione di riparare la seconda linea. Le riserve saranno collocate dietro la second a linea, sopra punti scelti collo scopo di nascondere tal_i trup~e al nem~co, e senza però all9ntanarle troppo dai punti presunti per la loro successiva azione . Dal momento che si arriverà sotto il fuoèo nemico e mentre si eseguiranno i movimenti preliminari dell'azione, si farà·coricare la fanteria della prima lin ea e d@lla seconda . E ciò nello scopo, non solo di diminuire l'efficacia de.I fuoco del nemico, ma pur anche per dare al soldato un poco di Tiposo . Si riconoscerà con cura i punti importanti che costituiscono la chiave della posizione, e si daranno tosto le disposizioni, perchè su questi punti sia por, tato ogni possibile sforzo. Marciando sul nemico nell'ordine suenunci~to, si copriranno le colonne della prima linea con numerosi cacciatori, · i · qùali inquieteranno il fronte nemico, e si spiegheranno marciando! quelle colonne che fossero troppo bersagliate dal cannone. · Se il ·riemico mostra risolutezza, si spiegheranno tutte od una parte delle colonne, per eseguire qualche fuoco, mentre i cacciatori riempiranno o-li intervalli ~asciati _fra i battaglioni. Se si riesce Qosì ~cl obbligare · 11 nemico a scoprire qualche punto debole della propria linea, si riforrnerà sveltamente qualche co.. ·Jonna, che si precipiterà sopra questo pun_to a baionetta ·

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in resta, mentre i battaglion i sp iega ti a quelli vicm1, continueranno i loro fuochi. In questo caso si potrà •. pui·e rinforzare le dette -colonne con truppe tolte dalla seconda linea, le quali verrebbero a completare i primi successi ottenuti. In questi movimen Li avanzando , sarà massima la cura cli conservare, per quanto il terreno lo permeuerà, gli ·intervalli prescri.tti dal regolamen to fra le varie colonne;. ciaschedun com andante di hattag1ione regolerà perciò la marcia su quella del ba ttaglione di direzione . . . Se le colonne sono obbligate ·a fe rmarsi, per resistere alla cavalleria, bisognerà tosto far loro prendere e rapidamente ' una posizione favorevole per disporle a quadrato ed in maniera che i battaglioni vicini , iìancheggianclòsi fra loro recipiocamente, si possano recare mutuo appoggio . Non è in dispensabile cosa la formazione dei ·quadrati per opporre resistenza allù cavalleria. In circo.stan ze ben frequenti, é che qui in utile sarebbe rammentare, .si vide della fanteria assalita da consid erevoli masse di cavalleria, resistervi senza rompersi in qualun que ordin e di formazione ell a si trovasse, sia nell'ord·ine profondo , sia in quello spiegato; que,ste circostanze ora, colle nuove armi, ben più sovr.nte si presenteranno. Un'attitudine risoluta, unita ad un ben out.rito fuo co, basteranno il più delle volte a fermare l'impeto della cavalleria. Quando si desse però il caso che si dovesse temere un attacco cli numerosa cavalleria e che d'al~ronde si avesse forte motivo di tener spiegata la fonLeria per ottenere una linea di fuoco estesa, si dovrà in allora, con qualche battaglione in colonna, fiancheggiarla. In massima si eviteranno i grandi-·quadrati


MODERNA

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I.A TATTICA

formati con più batLaglioni, ii+ quadralo di un battaglione solo è preferibile, resistendo esso tanto come i grandi quadrati., e dando , a forze uguali, fuochi più utili che quelli . Dopo il primo sfol'zo della prima linea :e in caso d'insuccesso, oppure di un . non compl eto s uecesso, si dovril r ilevare tu LU( od in pane questa linea colla seconda. E ciò si dovrà fare nè troppo presto, nè, troppo tardi . Se troppo presto, non si sarebbe ot-:tenuto tutto l'effetto utile delle prime truppe impegnate nell'azione; se troppo tardi, la prima lin ea potrebbe disordinarsi irreparabilmente. · La seconda linea dovrà presentarsi su l sito della azione nell'ord ine il più pel'fetto. L'effetto morale che ciò produrrà sul nemico sarà dei più possenti,. e per poco che. esso sia stato scosso preceden temente, sarà ben difnci!P. che resi.stere possa a q nesto secondo sforzo . Ed allo1:a appunto sarà il ·momento di slanciare una colonna della riserva sul punto capitale, che si sarà fatto divisamento cli togliere nl nen1ico. Generalmente una colonna çosì leva La dalle ris~rve speciali, <lovrù ma1·ciare rnpidamenLe e risolutamente sul nemico senza spiegarsi, senza fal' fuoco , e solo coll'arma bianca nssicurerà il successo.

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delle riserve in colonne ancora più income pure ira quei punti, che dalla ricogn izione pred{etro, sopµ lterebbero i più soggetti' egli awwchi del ventiva risu nemico. ;izioni difensive, tutte le volte c:he se ne Nelle pos>, sarà bene che la fanteria c.opru il prnpr~o ha 'il tempoliccoli trinceramenti. di terra , dietro .i qua1i fronte con piea sarù in parte gat1i111 tiLo. dai fuoch\ della la prima lin:mica. In un'ora e mezza o due ore un fanteria nesimil genere pu<'.) essere com piut.o. Sopra lavoro di ~nienti di tnl trinceramento e secondo la "punti convderreqo, si stabil iranno delle batterie, le natura del mo difese in modo che i soldati che le : quali saramno, come quelli di fante ria, al riparo dei setvono sie:fucileri a nernicn. colp i della > si far,\ una o più applicazioni di questo Al campo:)nsivo, ' il di cui impi ego alla guerra non sistema difeche eccellenti risultati . potrù dare

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Della fante1·ia in online spcirso . J

amo detto che nell'aLtacco le colonne di Noi nbbitcieranno al nemico precedute dii numerosi fanteria mar Ciasc un batt?-glione distaccherà generalcacciatori. lè coprirsi, uno dei suoi pelottòni disteso mente, oncb. Questi si manterranno sempre collegati in cacciatordei battnglioni vicini e precedernnno la con quelli i:>O ai. 200 passi, ed anche a distanze maglinea dai ,1rio il caso. giori seco~mza dei cacciatori si è fatta mol to maggiore, L' importl)lrmi portatili. ricevctter? ~al i perf~zionadacch è le ,permettere grnstezza eh tJro a distanze menti da · cacciatori foranno i loro movimenti len maggiori. :raramente alla corsn, onde essere sempre .tamentè , r,

Della fanteria nella difensiva. Più sopra si disse che nella difensiva bisogna: unire a1la solìdità la massima quantità cli fuochi possibile. Da questo principio ne risulta che la fanteria dovendo difonck;re una posizione, presenterà una prima linea spiegata, mentre in secon da linea dovrà avere .dei battaglioni piegati in colonna . a mezza distanza, a distanza intiera. o serrati in massa secondo il ca:so ,

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calmi e più sicuri dei loro -tiri; essi cureranno specialmente di non schioppettar troppo, ma piuttosto di putilar bene e tirare a colpo sicuro. 'In tutti i movimenti approfitteranno degli accidenti di terreno per nascondersi al nemico, avvicinarglisi e sorprenderlo. Se movepdo in avanti, i battaglioni venissero minacciati dalla cavalleria, si faranno tosto rientrare i cacciatori. Essi rientreranno fra r;li intervalli dei battaglioni, i quali apriranno .il fr oco. Al momento d'assaltare il nem ico, un segnale richiamerà i cacciatori al posto di battaglia nel loro baitaglione, cl ove essi aumen teranno la forza delle eolonne, oppure saranno disposti negli intervalli liberi fra i battaglioni e sulla li nt>a delle teste di colonna. Ess·i con tinueranno i loro fnochi colln massima intensitù, mentre che le colonne ·,i getteranno alla baionetta sulla posizione nemica.

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MODERNA

LA 'l'A'Ì'TfCA

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vire utilmente nelle operazioni cfolicate, quando si ttaLta ùi un passaggio di un corso d'acqua a viva forza, sia per prnteggere questo passaggio'. si~ pe1: opporvj osta('olo. Possono venir~ u.tih_nente 1mp_1~gat1 allorchè trattandosi di i mpadronJJ.·s1 d1 una pos1z1one difficile scoscesa, ·là dove uomini di fanteria non scelti, ;pperciò meno robusti, e non av?ndo velocit~ ai marcia , perd erebbero inu tilmente 1 ~oro s~orz1. Infine con maggiore efiicucia d'un batt_aglione ~1 f~~teria ' essi possono proteO'aere un rnonmenlo d1 riti-. t>b rata, tenendo maggiormente l'inimico in rispetto coi loro tiri più sicuri a grandi d·istnnze. . In generale si può adunque conchiudere che ess1 costituiscono unn riserva particolnre ('1), che , adoperata con intelligenza, per scopi speciali, _può rend.er~ eminenti servizi . Si dovrà però eYitare di stancarli eh froppo, perchè in campagna il rrclutarli è cosa seria e difliù'ile , e fo rse anch e impossibile.

Cacciatori a piedi. L'adoperare i battaglioni dei caeciatori a piedi collie si adoperano quelli della fanLe1·ia di linea, sarebbe uno sfalsare interamente l'i dea dic.ha prevalso nella creazione di tal corpo del nostro esercito. Non sal'à uclu~que che eccezionalmente che questi. ·si dovranno fare combattere in Jineu . Il loro modo tullo affatto speciale di reclutamen to e la loro istruzione li chiamano a ben diversa destinazione. Essi.formano in certo modo un' arma intermediariu fra la fanteria cli linea e l'urtiglieria, ·che può in certi casi, per esempio, quando questa è assente, surrogarla momentaneamente e supplire a questa co.' suoi fuochi di precisione a grande portala. Essi son chiamali a ser-

D1SP0SIZ10Nl RELATIVE ALLA CA Y.ALLEB.IA nell'attacco e nella diifesa.

I principii generali indicati ?al _regolamento, relativi all' i111_piego della cavalleria m campagna, non

(1) Ciò va riferito ai nosl!'i bersaglieri. ·

Il Trad.


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MODERN A LA TA'ITICA

perdettero menornàmente valore dopo l'introduzione delle armi a fuoco perfezionate. Converrà ·solo, ne!Ìa loro applicazione, ada!.tarli a queste nuove armi in ra?io~1e.. dei loro fuochi più estesi. e conciliare questi p rmc1p11 colJa mobilità più grande dell'attuale fantetia e artiglieria. Se veramente la forza . della cavalleria ha sernpr~ dipeso clall'opportuirità del momento, dalla celeritù e dall'urto, non vi ha dubbio che nell' av\fenire quest'arma dovrà in grad0 più · ancora eminente riunire queste tee qualitù. La di lei parte nella difesa è quella di preparare e co~ple tare la vittoria . Da questa d eilnìz ione, sembra, che se ne possano dedurre le disposizioni a prendere per regolarne l' impie·g o . Sono appunto queste disposizioni che noi cercheremo di enumerare succin tamente. Quando il nemico· sia in prossimitit di una bn·iornata (Ii marcia, sarà utile · usare la cavalleria pe~· riconoscere le di lui intenzioni, qual i sono i suoi punti di concentramento e oLtencre che nessuno de' suoi movimenti resti a noi ignoto. La cavaJ.leria dovrà essere, in questo caso , il canocchiale dell'esercito. In ogni operazione cl.i l'icogn izione o scop erta si impiegherà la cavalle ria leggera o quella di linea , piuttos to èhe . Ia <;avalleria pesan te , essendo quest'ultima specialmen te destinata a costituire le rise1·ve . · . Nell'ordine di battagl ia che si dovrù prendere a prossimità del nemico, si conformerù alle prescrizioni del r egolam en to, sempr·e tenendo calcolo d ella configurazione del terreno. Si ripartir.\ la cavalleria in scaglioni suÌle ali ~ecl al centro, i n ' modo che ella sia alla portat~ del punto che dovrù minacciare e sul · quale dovrà agire. La s~ ~rnsconderà dietro acciden ti di terreno, se è poss1b1!c, e se non è sotto il fuoco d'artiglieria nemica

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ell!l' sarà disposta in colonne serrate, altrim enti in orcline spiegato. Le linee di ·cavalleria spiegate in scaglioni od in scacchiere, presentano sulle linee continue il vantaggio di permettere lo sGlarnento facile delle trnppe cli prima linea che fo ssero r espinLc in disordine. Se le linee sono continue , converrà che le. distanze · ch'e le separano sieno sufficienti, acchè il disordin~ che può intromettersi nella. prima non si comunich i alla seconda linea. In nessun caso però, mai la cavalleria verrà col,. locata davanti o dietro ad ostacoli di terreno di fficili a s1mernre . La' cavalleria s i preparerit all'azion e della fan lei:ia coll'artirr]ieria di cui ella·. disporrà., oppure si unirà a. questazione operando contro i fianchi delle ' linee n emiche, eseguendo dimostrazioni . minaccian ti Con ciò ella obbl·igherù la fanteria nem ica a formarsi in in colonne o quadr ati e dar e così all' arLiglieria. il campo di mennre larga strage in queg]j ordini profondi . Se · l'artiglieria. riesce, ella pa:5serù tosto dalle dimostrazioni agli attacchi vigorosi, oppure , ripetend_o la stessa manovra· al fine di stancare il nemico e disorclinado per poi caricarlo a fondo. Essa assalirà più soventi una delle ali del nemico. lo rrirerù se 1:>ossibile, fosse pure il caso di operare a o~randi distanze, ben inteso che i mezzi di ritirata b . . \ . . . non vadano mai in comprnmess1one . User-a m tutti i suoi movimenti vigore e celel'itù e coJ'.lservando nei ranghi (eccetto nella carie;a a fondo) fl mass imo ordine, · che · costituisce la sua più grande forza . In aenerale ì combattimenti di cavalleria contro cavall~ria si danno in ordine spiega to, in linea retta od obii q ua e su varie ' lin ee ; la seconda linea restando spiegata dietro la prima o disposta in sca-


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)IQDERNA

LA TATTICA

glioni. In ambidue questi casi, la seconda linea dovrà estendersi di molto e spuntare la prim a di gran parLe del proprio fronte, onde, portandosi avanti , . possa prendere di fianco il nemico, il quale da sua parte tenterà pure di pr endere di sbieco la nosLra prima linea. Quando alla seconda linea si possa aggiungere una riserva, questa, collo stesso scopo di cui. sopru, si collocherà dietro la seconda linea, di guisa che la spunti pure .

Nei movimen ti avanzando e nagli auacchi ch e esigono granderapidiLà, si impi~h_eràl~ cavallerialeg~era e quella di linea. Desse st npart1_ra~no alle ah ed un poco ritralle da queste, oppure rnchet.ro del centr~ fra l'una linea e l'altra. Nelle stesse circostanze s1 impiegherà la cavali-eria pesante o le riserve per men are colpi decisivi . . Allorchè gli sforzi combinati delle tre arrnt ~ve~nno trionfato della resistenza del nemico, e che 11 pieno disordine si sarà manifestato ne' di lui ranghi,. si scaglierà. la cavalleria e specialmente quell.a dt l~ne~ e di riserva, per completare il successo e 1mped1rgJ1 la riconcentrazione sulle linee di ritirala, per avvilupparlo, tagl iarlo a pezzi e fargli prigionieri. . La cavalleria: nella ritirata, servll'à a contenere il nemico che baldanzoso ci seguisse. In questo caso, combinando le sue munoVl'e su quelle delle proprie batteri.e, nasconder.\ al nemico i movimenti r etrogradi delle 1inee respin le in disordine, e farà in 1?~~o, eh~ queste possano avere il te~1~0 e l.a P?ss1b.1ht~ d1 riordinarsi su qualche pos1z10ne d1fens1va indietro della perdula. . . Abitualmente sarà in ordme d1 colonna che la cavalleria attaccherà la fanteria; caricherà per squadrone successivamente gettato sopra a. un tal battaglione spiegato, in colonna, oppue~ m quadrato: Se il battaglio ne è spiegato oppure m colonna, s,t o-etterà su uno dei suoi fiancln, oppure lo prendcra o d . obliquamente o di sbieco; se è_ in q_ua 1:ato s1: pr~cipiterà di preferenza sugli angoli morl1. Gh squa~ront, in questo o.ttacco, prenderanno .rea l?ro doppia od anche tripla distanza. Quando 11 pnm~ squadron? avrà riuscito, il secondo e terzo lo segmranno rapidamente, gli altri rimarranno in riserva; q~o.ndo mvece sarà stato respinto, smascherando 11 fronte ,

:i

Cariche di cavalleria.

La cavalleria carica in vari mo.di, secondo l'l).rma che le sta davanti. Dovere del comandante, quello sarà cli assicurarsi bene, prima d'entrare in azione, se il terreno non presenta ostacoli capaci di togliere la forza d'impulsione a' suoi. squadroni nella direzione in cui intende lanciarli. Non bisognerà prendere il galoppo di car;ca che· a distanza dal nemico tale, che i cavalli possano giungervi nulla avendo perduto della loro pòtenza d'azione . Egli non comprometterà tutti i suoi squadroni ìn una volta, ma ne terrà un terzo al.meno per riserva, in colonna od in scaglioni, all'altezza oppure indietro delle proprie ali, onde tenersi pronto ad as·sicurare l'inseguimento, o sulle guardie contro un rovescio o contrattacco delle riserve di cavalleria nemiche . . La cavalleria non attende mai una carica di piede fermo; se è minacciata dalla cavalleria nemica, la previene caricandola essa pure ; se non fosse abbastanza in forze, si ritirerà manovrando e si t,>reparerà a nuovi attacchi.

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I.A T.\TTIC.\

andrù. a riu01rs1 dietro la colonna, mentre che il secondo sq uatlrom: attaccherà alla sua voi La, seguìto dal terzo e quarto se l'urto ebbe luogo. Per qunnto possibile, l'attacéo contro la fante ria si eseguir,\ men tre questa manovra. Contr-0 molti quadrati di fante ri a disposti a resistere, l'attacco don.\ essere di retto contro quelli delle ali. Quando la cavalleria attacca fanteria appoggiala pure da cavalleria , per caricare si fo~me rà pure in colonne a distanza , onde potere eseguire parecchie cariche , successire sullo stesso punto, ·ai più il comandante donù tenersi una riserva in buon numero per rispondere all' intcnento probab ile della cavalleria nemica. Per principio generalo, la caYalleria non agirà mai tutLa insiem e; . essa non si getterh s ul nemico con una carica gene rale che nel punto ·in cui il successo dell'azione è giù assicnrn.to . L'effetto della cavalleria, contro fanteria ben ord inata, sarà sempre <liflìcile; lo sarù meno però , se quello che coma nda lrn cura cli far precedere i propri nttacchi da un fuoco di tutte le batterie a su~ disposizione. Talé effetto sarit poi quasi sicuro se la fanterio. che si attacca so.1·à giù stata imbrecciata dalla fanteria nemica. ' Nell'azione di ca..-alleria contro cavalleria. l'attenzione di chi comanda sarR, dopo D.ver ben pro~,veduto alla sicurezza. dei fianchi, di cercare di g uadagnare quelli del nemico, ciò che si ,lowit foro coll a più grande rapidità e prima che il nemico abbìa aYulo tempo d'accorgersene o difend ersene . Il mezzo più semplice per riescire a qnesto intento , sarà quello di attaccare di fron te col grosso delle proprie forze, ed il rimanente disporlo dietro l'una delle est.remitù della linea. l'ilentre che la prim~, prcnJerà il gnloppo , l'altra si

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:l!ODEHN.\

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staccherlt rapidamente obli quando, di modo che, con un semplice per peloLlon e a sinìst1·a od a destn1, possa tosto caricare il nemico sul fian co , mentre il grosso cariclterù sul fronte (generale Vamcry) . Per auaccare l'artigl ieria, la. cavalleria si <livide in dlte corpi, uno che attacca la scorta della ba'Lteria, l'altro che si gena sulle batterie. La prima carica la trnppa del distaccamento che protegge la batteria, l'altrn si precipita in foraggeri sui pezzi. I cacciatori di cavalleria si impiegano secondo i medesimrprincipii che reggono per quelli di fanteria . Essi mascherano il fronte delle proprie lin ee, tenend o in rispetto quelle <lel_nemico, men tre che il corpo prepara i moYirnenti; coprono i di lui fianchi nei movimenti, in cu i si lia per obbiettivo di girare l'inimico, oppure quando da questo è sepa rato da terreni coperti ed acciden tati, o togliati da foss i così, che rendessero il di lui anicinarsi pericoloso e p1·esentassero im·ecc ai cacciutori nemici un sito favorevole per bersagliarci. Qual conclusione a ques te .co nsiderazioni , · che ~ommariarnenle si esposero sul cè.impilo della cnvalleria, si può qui ripetei-e l'opinione del maresciallo l\Inrm~nt nei s uo libro Des Institutions milit,aires, dove dice: « la cavalleri.a francese è la prima del mondo (cosa "- che prima area pure della il duca <li Wellington) « per il solo fatto che essa ha l'abitudine di caricare ~ a fondo. » ' . Ch i la comanda deve avere un colpo d'occhio sicuro ,e pronto~ una decisione rapida ed energica , e nel medesimo tempo molta prudenza. Egli deve studiarsi il modo di mettere le. sue truppe a coperto del fuoco mentre non sono nell'azione, ma prod igarle a.1Iorchè il momento di caricare il nemico è giunto . Allora egli de\;e largheggiare di questa cavalleria senza riguardo ."AAlla for tuna ocl alle perdite ; l'unica di lui preoccupa.Àl'iXO Xlii, VOL . II.

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MODERNA

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LA 'fA'f TICA

zione quella deve esser e di tirarne il miglior successo possibile. Bisogna abituare le truppe di cavalleria a caricare a fondo senza tener troppo minuziosamente all a conservazione di qu ell'ordine perfe t_to che impossibile sarebbe coll' impeLuositò. formidab ile che solo è il miglior mezzo di battere il nemico .

DELL'ARTIGLIERIA.

Còmp1·to generale dell'artiglieria sul campo di battaglia. >

Il còmpito dell'artiglieria su·l campo di ba ttaglia è così svariato che non si potrebbe qui esporlo completamente. Ci accontenteremo adunque in queste istruzioni di indicare i prin cipii ammessi e la loro applicazione più fre quente in guerra . Secondo i migliori autori, l'oggetto generale della artiglieria nelle battaglie è quello dì incominciare il . combattimento , di tenere il n emi co a tu1e distanza che le sue armi portatili non ci arrivfoo, e di sostenere la fanteria e cavalleria durante l'attacco, la difesa e la riti rata. L'art_iglieria di campagna , divisa 'in batterie divisionarie e di riserva, sarà ripartita come segue : le b atterie montale nelle divisioni di fanteria ; le ba tterie a cavallo più particolarmente con quelle di cavalleria.

1'H

Le ba Lterie di riserva si comporranno e di batterie montate e di quelle a covo.Ilo . · L'artiglieria anà una missione differente a compire nell 'attacco e nell a difesa; nell'altc1cco, i su oi proie tti getteranno lo spaven to nei ranghi del nemico, lo terranno in rispetto , lo stordiranno e prepareranno l'urto della fanteria o della cavall erio, aprendo delle breccie nel fronte delle l inee n emiche. Essi arrestea r anno o r allen te ran no le cariche della cavalleri a, e metteranno l'esitazione nella marcia delle colonne n emiche incaricate del contrattacco. ~ Nella difesa, l'artiglieria proteggerà efficacemente la lirrna di battaglia , battendo da lungi le colonne che tentano l'assalto, rallentando la loro marcia e gettando il disordine. Questi effetti saranno altrettanto più certi, quando essa sarà sta ta collof ata J? l'6ven tivumente su ~unti scelti dai qual i non sia scorla dalle tr uppe nemiche. Nell a ritirata, starà unita pa rticolarmente con la cavulleria opde contenere il nemico .v ittorioso, fe rmar e la sua mui1cia e <.lare il tempo a ll e trnppe disordinate di r ìco noscr.rsi , collegarsi , riordinnrsi e prendere posizione all'indietro, sia per tener testa di nuovo al nemico, sia per operare un ritorno offensivo. Sarà principi.o generale di un comandan te le ~r e armi riunite, di esporre al comandante dell'artiglieria le sue intenzioni e l'obbiettiYo cui si tende. Gli lascierà quindi una grande latiludine sui mezzi d'esecuzione p el' ciò che con cerne la scelta precisa della posizione, la disposizione delle batterie e dei pezzi, degli avantreni, cassoi1i, determinazione del tiro a farsi, ecc. L'ufficiale d'artiglieria dovrà conoscere àbbastanza le sue bocche da fooco cd il lor o effetto per regolar e convenevolmente le disposizioni di dettaglio e rispar:.. miare cosi preoccupazione a chi comanda in capo.


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TATT!C .\

Dell'artiglieria divisionaria nell'offensiva. Nell'offei:s~va_, l'artiglieria di visionaria agil'à qm;le aema-sussid1ana; essa marcerà in modo di rimaner sempr~ lega.la colle truppe della divisione alla quale appartiene. Dovrà essei-e attiva dal primo momento dell'azione fino all'ultimo. Col tiro più lungo e più preciso che la caratterizzano, al oJ'.l'Ìorno d'omri oo , colla sua massima. mobilità , le to ccherà sovente di pre· cedere nell'azione tutte le altre armi. · . Allorchè le tt~uppe destinate a formare la prima ltne~ saranno giunte sul pmito dove dovranno spieg_ars1, le batterie divis ionarie, · protette da cacciatori, s1 porteranno rapidamente coi loro pezzi e cassoni di cornbattii:nènto là dove dovranno mettersi in batteria esse lascieranno gli altri cassoni e carri indiett'O' nascond_endoli alla vista del nem ico diètro qualch~ ondulazwne cli terreno. Piccoli distaccamenti levati dalle truppe della divisione le accompagneranno e prenderanno- una convenevole posizione alle spalle delle medesime, oppure su i loro fianchi per servire di sostegno.·Le batterie non do vranno essere sogo·ette a colloca.rsi su p unti od a distanze iìsse. a van ti 1~ linea o-enerale . della divisione ; qualche volta potranno esserlo indiet1:o o sulle ali della divisione o cli una hi'igata a seconda delle circostanze e del terrèno . Sopratutto dovranno essere postate in pun ti dai quali il loro fuoco possa - P;ssete più _eflìcace (Napoleone prescrive di . collocarle n_el)e posizio1ii più vantaggiose , ed il più avan ti posstbrle senza comprometterle) . Se le batterie divisionarie sono stab ilite dietro le truppe, bisognerà sieno

!\IODEf\NA

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messe su un'al tura , abbastanza elevata , affinchè il loro fuoco non inquieti le truppe sottoposte. Si terranno in generale come favorevoli le posizioni che trovandosi un poco elevate, scopriranno da luno-i in tutte le _direzioni gli sbocchi dai quali il nemiio potesse arrivare e che abbassandosi con dolee declivio presentassero un vasto campo di tiro eflicRce. Le batterie divisionarie metteranno in batteria ed ~priranno_il fuoco allorchè saranno ; tiro dalla prima _linea nem1cn . .~sse ·proteggeranno così lo spiegamento, spazzeranno gli sbocchi e s'opporranno a qualunque movimento offensivo contro 'di loro. Esse clirio·eranno principalmente i loro colpi sulle colonne nem~l1e che manovrano per prendere posizione . Se controbattono l'artiglieria ncmi cq , sarit solo per att.irare su lor.o l'attenz~one e l' azione di questa e risparmiare le altri armi, del lè quali se ne fac il itano- così i movimenti . , -Nelle marci.e, in av1.rnli e pendente l'azione, -1e batterie divi_sionari9 collocate in prima linea, agiranno secondo 1_ rned~s imi principii, uniformando sempre i loro mov1men t1 · alla marcia generale delle divi sioni e delle brjgate. Esse concentreranno i loro fuochi riuniti sopra uno o più punti del! a linea nemica ch e si vorrà più seriamente attaccare. · Le batterie divisionarie della seconda linea saranno generalmente collocate sm fianchi delle colon ne diquesta linea. Per quantq possib ilè si nasconderanno alla vista del nemico, e mentre che la secon<la linea s! spieghe1\\ , i comandanti d i queste batterie forànn o ricor_1oscerc prontamente le vie le più · sicu re per le quali sarà loro possibile d'arrivare ulteriormente alle batterie di prima linea.' ~Esse si terranno allora pron te p~r andare in aiuto delle batterie di prima lin ea, qualora queste avessero a lo ttare con svantaggio contro l'artiglieria nemica.


MODERNA

f74

175

LA TATTICA

Nei movimenti delle batterie della seconda linea portanti aiuto a quelle della prima, i comanùanti delle batterie si terranno sempre in comunicazione sicura con le loro riserve di rìrnnizioni che avranno lasciate ali' altezza dell'all in eumcnto generale delle divisi oni e deile brigate della lor-o linen , oppure un poco indietro fra gli intervalli lasciati liberi dalle altre due armi . Il rnàriovr;are così di concerto defl'artigli eri.a divi- · sionaria delle èiue linee, sosterrà coi suo fuoco i movimenti tal.lici della fanteria. e cavalleria, ed impe- · dirù quelli del nemico . Dopo la vitto ria , essa aiuterà pure a inseguire il nemico e rendergli disastrosa e preci pitosa la riti rata.

Attacco di una stretta.

Per attaccare una stretea, l'artiglieria combatterà da ·lungi l'artiglieria nemica che ne difende il passaggio. Appena riuscito l'inten to, sa1,à prudente penetrare nella stretta con qualche batteria in testa di colonna onde essére pronti a mettere in batteria alla sortita della stretta a portata di mitraglia e col più gran numero possibile di pezzi.

Dell' artig lie1:ia divi-sionaria .nella difesa.· Attacco di u,n 'dllaggio.

Per a ttacca re un villaggio, sìJarh sempre precedere l'assalto della fanteria da un fuoco violento.d'artig-lieria. Si concen trerà il · fuoco dei pezzi s0pra i pun ti verso i quali si dovranno lanciare le colonne, sui casali, magazzeni di grani, fie niìi e stabilimenti, dove infine s1 avrà la possibilità di gettarvi I' in?endio. Attacco

cli 1in

ostacolo.

Per distruggere un os tacolo, l'artiglieria impi egherà il calibr o più grosso che avrà a sua dispos'izione . Se l'ostacolo è un muro 1 tirerà al suo piede per vedere di romp~rne la base; se si tra_Lla di ostacolo in terra tirerà alla' sommi tà per spuntarlo e quindi n ella massa per franare le terre . ·

·Nella difesa , · 1e batterie divisionarie sparse m gene.rale su tutta la linea ·occupata , possono essere paragonate a dei bastioni legati fra · loro da linee di fanteria, che sarebbero le cortine. -La loro attenzione dovrà essere dire tta sul . punto, o sopra i punti pei quali l'accesso sarà più fac ile all' inimico; bisognerà , adunque ·che i comandanti delle batterie conoscano . questj punti tanto bene, quanto il terreno in generale. L a scelta deUa posiziòne per l'artigli_eria nella difensiva è eccessivamente importante. È cosa certa che una batteria di cui gli uomnn ed i cavalli sono convenevolmen Le riparati, fa rò. toccare ,dell e oo-eavi perdite al nemico e potrù, .senza pericolo, resistere : ad un'artiglieria molto superiore. Spesso sarà anche possibile di rinforzare i van~aggi mnurali del terreno con la vori di facile esecuz10ne. Si faranno dei piccoli foss i , la di cui terra scavata, buttata sul davanti, fornirà ai pezzi uno spalleggiamento


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LA T.\1TlC,\

l\1 0 DERN .\

di un metro di elevazione. A destra ed a sinistra di ciasèhedun pezzo si_praticherà un fosso di trincea tra~Versale dai om 50 ai 0111 80 di farghezza, per coprire in par~e gli inservi6nti , · e questo riparo hasterù per meglio ·garan tirl i dalla mitraglia: e dalla moschetteria. Esso nggiungerù molta forzn alla resistenzù.

Per dife ndere u na stre tta, l'art·igli'et·ia non prenderò posizione davanti la medesima che nel caso in cui si abb ia il tempo di costrurre dei· lavori di fortificazione pa.sseggiera. ·1n caso. contra:-io clov1:it piuUosto concentrare il suo fuoco sullo sbocco della stre tto. o sulle tagliate che si soranno praticate di tratto in trat.to.

Dcll' artiglieria divisionaria. nella ritirata. ~

Nei movimenti di ritirata delle divisioni cui son o legate, le batterie eseguiranno ·1a loro marcia retrograda parzialmente e successivamente pèr batteria intiera o per mezza hatterià in scaglioni. I pezzi continueranno il loro fuoco fi no all'ultimo momento , e t.irerann o il loro ultimo colpo a mitraglia_ _ })er difen dere lu fanteria che si forma in q uadrato ; l'artigli.eria ripartirà i pezzi agli nngoli del quadrato ed infuori , in modo che possa esercitare la propria: azione senza neutrnlizzare la fucilata e senza obbjjg-are ad aprire il quadrato. - Quando più qunclrati si sosterranno mu tuo.men te incrociando i loro fuochi · l'artiglieria ?i collocherà negli intervalli dei· quadta1.~ · sul prolungamento delle loro diagonal i. . . Per dife ndere un Yi ll aggio , si stahilil'à Fartiglieria· r::i destra ed a sinistra della pòsizione, in modo' che ess,l't possa battere cli fr on te e di sbieco le colon ne nemicìie nelle direzioni in cu i si presenteranno. Ln si proteggeri't da una riserva collocata indietro , onde arrestare ii nemico , qn alora. tentasse di gi1;ai'la. In ogni .case~ non si esponù rnai l'artiglieria nel villaggio a men o che esso non sia·. fortifica lo arti tìcialmente o prnteHo da ostaco'li naturali , ed a meno che esso debba ven}!' difeso fi no all'ullirna· estremità.

Artiglieria di riserva nell'ofTensiva. L'artiglieria d i riserva man ovra da se stessa, s9tt~ la mano di ch i la comnnda, o piuttosto ancora eh chi colllanda io r.apo; in generale In di ìei posizione nell'-orcline di battaglia sarà unn. . posi zio né garantita dal fuoco del nemi co e sceìta all' indietro dell'ul tima linea, sui fia nchi , al centro, od a parte delle riserve ai fànteria e cavnlleria. Generalmente si clisporrù in colon ne serrate per baUeria o per · divisionr. Lè comunicazioni colle bntterie riparti te nell e lin~e e coi punti essenziali dì queste lince, dovru nn o sempre · essere rk.onosciu te con cura; vi si spianeranno gli ostacoli se del caso, imperciocchè il minimo r itardo che impedisse l'urrivo i.o· tempo sulla linea di questa riserva, potrebbe compromettere iii molti casi il successo. Il niomen to cl i far ngire la riserva di artiglieria si determina secondo il risultato generalé dei comb attimenti dati duran te la battaglia . Lo scopo che ci propon iamo , essendo quello di rompere la lin ea del nem'ic0 per dar· passaggio alla fan teria e cavalleria, sarà importante che il nemico ignori il più lungamente possibile il punto d'attacco princip!lle. Quando si sarà scoperta la posiz ione più debole per attaccarla, e che d'allronde il combattimento sarit giù iì~noltrato su tùlli


478

L.\ 'l'A T't'ICA

i punti, si ricorrerà àlle batterie di riserva· queste si avanz~rarino rapidam~nte e,. secondo il te1'.reno, per batterio, mezze ba ttene o per sezioni. Giunte a buona portata dal nemico, si spiegheranno ecl entreranno anche esse in azio'ne, aggiungendo· il loro fuoco a quelJo dèlle bat~erie divisionarie vicine, .per concorrere così allo s.copo. . Nell'attacco, le riserve d'artiglie ria si uniranno alle r~serve di fanteria o cavalleria, quando queste dovranno amt_are alle ~orze ~ivisio~arie impegnate , e rompere , la linea nemica sm pùnt1 dove mfggiormen te _resiste, oppure, per attaccare un punto unico che deve demdere della ritirata del nemico .. Soventi le riserve dì art_iglieria riunite in grandÌ masse p,otranno pure, unite a ~uelle delle altre armi, dirigersi sopra un'ala del no~1co per avvi lupparlo, oppure per minacciare le sue hnee . di ritir;ata ed obbliga rlo ad abbandonare la posizione. ~i.nalm~nt e in alcuni casi, esse si porteranno davan~1 alle _riserve delle altre armi per po·rtare da se _sole de1 ~olpt terribili su tale o tal aJtrn punto ~lella Ime~ nemlCa, del quale ad ogni costo bisognerà 1mpaclrormsene. I~ generale ,le riserve d' artiglieria ag·iranno "'"em ,., " porarramente per scopi· determinati.

• Artiglieria di riserva nella difensi:va.

L'artiglieria di riset'va nella difesa dovrà essere tenuta dietro a quella divisi<:maria pronta ad essere ~ortata. sui punti attaccati qualora questa divenisse msuffic1ente. Bisog!1erà dunque sempre che vena-a collocata a prossimità dei pu nti riconosciuti deb~li.' nell'ordine dibattaglìa, e ch'essa abbia tutta la facilità

'

MODEl\NA

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pel' arrivarvi prontamente; si spianeranno all'occorrenza gli osLacoli di terreno, e si eviterà con cura ogni movimen to di truppe che possa in tralciare questi · rapidi movimenti. L'attenzione di chi comanda sarà qu ella di non metteda in azione che quando si sarà ben riconosciuta la serietà degli attacchi nem ici. Colle batterie di ris~rva, ~gli" pren derà di sbieco od in fianco (essendogli p~.ssibile) le colonne assalitl'ici già battute di fronte dall'artiglieria divisionaria; in caso con trario, egl\ se ne servirà per coad iuvare potentemen te al fuoco di questa e rompere le teste cl i colonna, prima che esse ci arrivino . Riserve d' a.rtigljeria nella ritirata.

Una parte delle ~·iserve d'artiglieria si unirà generalmente all' artiglieria delle divisioni per cont)nere _in rispetto il nemico vittorioso. Essa retrocederà di po_sizione in posiz ion e regolando i propri movimenti su quelli · delle altre armi . Queste, da ·parte loro, non perderanno di vista che esse son sempre il sostegno dell'artiglieria, e non devono mai abbandonarla a se sola quantunque pure sieno in ritirata ed in marcia per, prendere nuova posizione. _L'altra pàrt.e delle riserve sarà destinata a prendere posizione su punti convenevoli della linea di ritirata e a renderne gli accessi difficili 'al nemicp, mentre le truppe respinte sfileranno, onde andare a riunirsi e riordinarsi più indietro.


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• ~IODEI\N.\

L:\ TATTICA

rn ,

senza provare delle pP-rdi lo troppo sensibili. Il terreno, fo questo caso, sarà il miglior consigliere per clii . <:omanùa ; se egl i riconosce che il terreno fra lui cd .il nemico presen ta qual che ondulnzione tC'aversale, .parallela o leggermente parallela al fronte della posizione che attacca, ne approfiìtlcrù per dare l'ultimo r,olpo, comcgià avrà fallo per slanci successi vi. Così, dopo àver prevenuto i siwi delle proprie inteuzioni {ciò che non dimentichcrit mai <li fare}, egli getterà a -tutla celerità le proprie truJ)pe dietro il primo ondulam cnlo di terreno che anit davanti sè, e in questo movimentc, perderù pochi uomini, se sarà stato fatto con tutta rapidità. Appena giunte le Lruppe al coperto, esegu iranno fuoch i ben nutriti, se il c.ipo ne riconosce la necessità, poi, al cessare del fuoco, lo slancerò di nuovo al secondo ripn1.·o, più vicino al nen1ico . Con movimenti suceessivi eseguiti nello stesso modo, egli avrà ottenuto l'importante risultato che, man mano avvicinandosi al nemico, avrà reso brevissimo il momento nel quale il fuoco · di ques to è più mie idiale ; avrh potuto fat· guadagnare alle proprie truppe, e senza troppe perdite, una distanza relutiMmente considerevole, difficile a i:fercorrere in un sol trntto sotto un fuoco troppo possente, esteso e preciso delle nuove armi. Ed allora con un ultimo sforzo potrà gettarsi sul nemico. Alla battagl ia di Solreeino il ,i.5° e 70° reggimento '<l i Jin_ea, ed il reggimento dei cacciatori Algel'ini sotto un pericoloso fuoco usat·ono con successo di questa tattica, servendosi abilmente delle ondulazioni di teril'eno per prendere d'assalto la ripida posizion e· di Cavriana. Di giù che noi siamo venuti sul discorso delle nuove armi, è bene avvertire che non bisogna per altro fars i un' idea esogera la del loro effetto nell a guerra

OSSERYAZIONI SULLE NUOVE ARMI.

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incontrastabile clic Ju guerra prendcl'it ncll'avvenrrc n? nuovo carattere, in seguito ui perfczionurnenti portati n~ll:armamento delle trnppe e dei scrii studi sulla prec1s1onc del tiro. {;n ufficiale generale ne dovrà te~er? ?ran ~onto nell'.applicazionc delle regole e elci punc:1pu ,dcli arte. Egli clovrù mod ificare tali regole s?condo ; armamento del nemico che avrù daranti di' !e e ,dell ~r~namento delle proprie sue trnppc. Quest() o_enc1 e cl a1 mam~nto regolerà la sua tatti r.;i., le su e hn~e _; ~e su~ rr~ervc saranno collocDte a distanze: mnog 1ori, cvJLera le colonne profonde e darà la preferen za alle piccolo colonne metlendo . ·1· r f' . . . ' . grane ll ~ istanz? ,a le_sudchv1s10ni che le compono·ono le· 1arù spiegare pJù_ soventi e con maggiore ccleritù'. C~n cu_ra particolare egli cercherà di npproffiltare degli ac_cidcnt~ di terreno , per nascondere Ie proprietru ppe ~n . p_os1zione od in movimento ; egli eviterì.t ~ mov1met1t1 rn colonna, mentre si potevano fa re precedcnteme_nt~ con tutta. sicurez7.a; farù marciare la sua• fantena in• colonne cli battan-11·one a d·st . d-r e 'o I anza sp~cgamento; 1 s'.10 i cacciatori prcndcronno mao·ofore S:'1Jupp.o e<l un còmpito più serio; tutti i movfi~enti di avviluppamento si esegu iranno sopra più la!'g() raggio, ccc. Supponinm o' ~e.r citare un esempio' ch e si tùttti del 11:omento c!ec1s1_vo in cui si do\'l'ù assalire cli fronte~na_ !1~1ea nem ica g1.\ ondulante o a mezzo disordina.tal a.~iht~t della m~cferoa tattica consister.\ ncll'approffit~ tl\l e cli Lutto le CH'cos tanze che J)erine tlono d'",.,vnnzare . .

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LA TATTICA ~IODET\NA

mo~erna. - Due eserciti nemici fra ·loro, incontrandosi P.er combattersi, non saprebbero cannonego'iarsi o sc~10ppet~arsi da lungi per un tempo indefinito: ma b!so.g nera pur sempre che uno dei due si decida a mar.·cwre tlva nti e scacciar l'altro dalla posizione . S\lccesso apparterrà a quello dei due che avrà p1u _ab1Ime~He manovrato a seconda dei principi i della tatl/ ca. anttca, che Jomini così riassume: « Saper lan ~iare, al momento opportuno, la massa « delle ~ro~rte t~·uppe su quel punto dèl campo di « bat_tagh.a il cm possesso può decidere della vit« tona, facendovi concorrere le tre armi simultanea~ mente . 1>

.!I

STUDIO - intorno agli sbocchi e strade varie che mettono in Italia dalla Francia, dalla Svizzera e dal1' Austria, e cenni sulle fortezze esistenti a difesa delle medesime.

Per l'avvenuta cessione nel 1859 del ducato di Savoia e della contea di Nizn alla Francia, n'è derivato da quel lato un notevole indebolimento al nostro confine; ciò nullameno questo trovasi sempre in condizioni tali da poter opporre valida e vigorosa resistenza ad un nemico che tentasse di colà innoltrarsi in Italia. Dalla parte della Svizzera la nostra frontiera è totalmente aperta e sprovvista d'ogni difesa. Ilavvi però fondato motivo per supporre che mai la Svizzera diverrà potenza aggressiva verso l'Italia,. e che saprà a1l'.occorrenza farsi rispettare anche coll'armi, ed impedire il passo attraverso ai suoi Stati alle potenze


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SHOCCHI E STRADE

a lei vicine, che calpesLandone la neuLralitù intendesser_o inf'rangei;e i trnttati che là garnntiscouo. Siccome per a!Lro nulla: havvi d' im possibile in questo mondo , così sono persuaso che a qu es t'ora certo si saranì10 già studiati i mezzi che converrebbero alla difesa delle nostre strade e valli , onde provvedere all' evenienza. Da poco tempo in possesso dell' aLLuale confine i taliano verso l' impero austriaco , non si è ancora potuto pensa re a provvederlo di quei mezzi d·i difesa · che gli occorrere:bbero per · rendedo sicuro da un · improvviso attacco . In complesso convien quindi dire che la nostra fronLiel'a· è affatto scoperta; quella occidentale e settenti'ionale potrebbero peìè> con facilitò mettersi in istato di difesa anche con opere occasionali, specialmente la pi-jma, mentre che la frontiera orientale in~'ece, per la delimitazinne attuale dei confini, è la più debole ed accessibile. Non essendo noi padroni dei vari sbocchi delle Alpi Giulie, converrebbe_quindi ritirarsi sulla linea <lella Piave ed appoggiarsi , su Venezia e<l al mare. Premesse quesLecons Lderazioni gènerali, imprenderò a eicorclare brevmnen te le strade, sbocch i e fortezze varie esisten ti s ulla frohtiera italiana cominciando dalla pal'te estl'ema s}nisLra della linea delle Alpi. Costeggiando il mare havvi la strada della della Camice che dal centro cleìla Francia viéne a Nizza ~cl a Genova. Acl arrestare un nemico che dà quella parte intendesse varcare il confine· trovasi il fo rte cli _Ven::timiglia. Lu -posizione sulla quale ei giace è un contrafforte isolato dal rimanente dell' Appennino , avente a levante ì'uhin10 tratto del fiume Roja, a settentrione i1 torrente_ Bevera , a l)onente il burrone detto del · Latte ed a mezzogiorno il mare . La fronte della fonezza è volta a ponen te, suo scopo

rn5.

CHE METTONO IN !'.l'AL!A

quell o di battere la strada veniente da Nizza e le adiacenze. Continuando verso destra la catena delle Alpi troviamo la strada da Nizza a Cuneo pel colle di Tenda toLalmente sgoernita ed ap~rta; però facile a difendersi in vari pµnti. Viene poscia la strn da che per la valle di Stura meLLe in Piemon Le. Fra le tante posizioni _militari esistenti in quella valle fu sçella quella di Vinadio, e certo nessun'altra quanto questa poteva opporre più imponen.te ostacolo af passo di quella valle. La fortezza di Vinadio serve quindi come di centro di un a buona linea di difesa dell_'inl.era ,Valle di Stura; convien però sempre occupare tutte le posizioni che la cop rono quali posti àvanza1.i1 eioè : colle dell' Argentiera; colle della Scaletta , sito della Gippiera , le Barricate ed all'estrema destra il. colle del Alul di Valcovera . Di fìan co al Monviso e pel Colle dell'Agnello passa · un senti ero mulatti ere che du lla Franèia scende nella vallata della Vraita per Castel Delfino. Sulla strada chepel monte·Ginevra dalla Francia mette in Piemonte, havvi il forte di Fenestrelle; suo scopo , è di chiudere il passaggio al nemico, che, valicato il monte Ginevra e giunto a Cesana, volesse penetrare in Italia per· la valle di Pragellù. La fortezza corrisponde pienam ente, giacchè chiu de intieram enle la t,J lata . colla sua ammiro.bile e vantaggiosa posizione; ma ad evitare che un nemico infrnprendente potesse girarla, pen etrando in Piemonte pel colle di Sestriere, converrebbe occupare i posti cieli' Assietta , Valletta e colle delle Jì'i"nestre, com e pul'e il colle del!' Albergian che viene a formar parte del- versante destro della vallata del Cbisone. Da Brianione pel monte · Ginevra, Oulx ed Exilles havvi pure la strada che conduce Susa; a difendere

a

ANNO Xlii, VOL . II.

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S.BOCC.HI E ~TRi..DE

CU_E •METTONO IN ,ITALIA

questo passo venne edificato il forte d' Exilles; esso giace sopra una rocc_ia isolata che sorge nella valle di Oulx a sinistra de1la Dora Riparia, corrisponde abbastanza al suo scopo per la sua struttura e posizione. Viene quindi la gran strada d.el Moncenisio che d<;llla valle dell'Arco ln Savoia passa in quella della Dora Riparia; essa è assolutamente indifesa ,dopo la cession e del forte di Lesseillon che la copriva; converrà fortificare Susa e·sue adìace_nze, qup.le importante punto militare di frontiera; ivi succede pure la congiunzione della strada di Monte Ginevra, con quella del 1\1.oncenisio. Sulla strada che dalla Francia per la valle dell'Isère sale al piccolo S. Bernardo e che poscia scende nel1;1 vallata d'Aosta, giace presso Donnaz i( forte di Bard, il cli cui scopo è di coprir~ la sola linea di operazione che esista è, c1.iel lato e quindi la strada che per Ivrea mette nel centro d'Italia .. Onde però meglio impedire il passaggio dell~ valle d'Aosta coadiuva ndo le difese del forte, afnnchè il nemico non potesse girarlo, bisognerebbe disLr)lrl'e od occupare convenientemente tutti i ' passi · che si trovano sia sulla sua destra che suHa sua sinistra ' ' tra . i qunli indichiamo quello pel colle delle Bioule, per l'altip1:ano d'1!lbared'o · e pel carnpo delle Lepri. Tenuta ben inteso nella debita considerazione la neutralità della Svizze~'a riguarrlo al passo che. pel Gran S. Derna rdo va, dal Can tow del Vallese nella viillata d'Aosta al disotto del forte e peosegue per Ivrea. Quivi hanno termine le vie che dalla Francia scendono in Italia; e contiquando verso destra il giro delle Alpi, cominciano quelle provenienti · dall11 Svizzera, · che qui sotto per ordine, e man mano che s'incontrano, descrive remo.

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Dopo il passo pel Gràn San Bernardo detto di · sopra, · havvi la gran strada del Sempione che pure dà! Canton Vallese per Domodossola mette al Lago bfao·giore. Viene poscia ·la strada che pel S. Gotva1'.do un'isce la Svizzera, e per Zurigo anche la Germania e la valle del Reno a Mi lano . .In ultimo la strnda che per lo Spluga unisce Milano per Ber!!amo e la Valtellina colla Svizzera, e pel lngo di Costanza e Zut'igo comunica con la Germania; a · detta strada sì pn isce pure in Valtellina, presso Tinn10 passando pel colle di Bernina, quella proveniente da Samaden nrlla va ll ata dell'Jnn. , Moltissime sono le strade cogli ·sbocch i che dall'impero austr·iaco mettono in Italia, e ciò si capisce facilmente dal momento che per molti anni domihando esso da lle due parti ' delle Alpi, convenivagl i, sia per interesse comrnérciale, si.a per quello strategico , lo aprirsi quel rnl'lggior numero di vie possibi li in tutti i sensi e nelle varie direzioni, onde viemaggiormente mettere in comunicazione la sua capitale, Vienna, con le estreme provineie dell'impero. Difatti considerando attentamente le diverse strade e comunicazioni éhe uniscono l'Austria al!' llalia, si ponno dividere in due gruppi, da' quali stacc!lnsi tutte le altre secondarie, fru esse .unite da una strada traversale. Le 'linee principali intorno a cui si raggruppano é s'ann< · !ano tutte le altre .sono: al Nord la gran linea ferrovia ri~ che da Vienna, Linz, Salisburgo, Innspruck, .8olzan·o. e Trento viene a Verona per la valle dell'Adige. La cillà di Verona è fortezza di prim'ordine, essa è situata sopra un gomito che fa il fiume Adige nel sortire dalla valle·' oltre ad. una cinta con tinua e venti

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CIIE METTONO IN I'l'ALIA ~ 88

SROCCHI E STRADE

opere avanzale, ha un campo trincerato coperto da ,u. opere staccate. Possiede caserme per alloggiare comodamente oltee 20 mila uomini . A. compiere il suo sistema di difesa ed a chiudere completamente la vallata, per cui scende la strada del Tirolo, vi sono dei. fortini presso Pastrengo cd un gruppo cli q·uallro opere a Ceraino presso la ch iusa Veneta. L'altra è la linea ferroviaria che pure da Vienna per Bruck, Lubiana, Trieste e 1'ebresina va ad udine. Esse vengono fra loro collegate da una strada tra versale, che percorrendo i versanti scttenLrionali delle Alpi da Bressanone per Brunechen e pol colle di Toblack passa a Villack e Klngenfurt e va . ad annodarsi, a :Marbourg, a quella <li Trieslo. Dalla ,Ja linea, che chiameremo di Verona, st.accasi a Pradl. poco sotto dì Glurns la magnifica strada dello Stelvio che rlall'alto Adige cond uco in Valtellina. Da Lavis, sulla stessa linea, si diparte verso l'ovestsud altra strada strategica molto conosciutu, che dalla valle della Noss pel Tonale scende nella vallata dell' Oglio a Bergamo. A Trento fa capo la strada della delle Giudfrarie, che per Vezzano · o val Bona va a Vestone, costeggiando il lago d'Idro, passando sotto al forle di Rocca d'Anfo, che per la sua posizione è fortissimo, ed adempie bene allo scopo di coprire la via che per -colà si. scende in Lombardia; però puossi faciJmcnle evitare. prendendo da Paccarooc, la via che tende a Bagolino, pel colle cl~_e divide, la valle Sabbia dalla valle Trnmpia e che nomasi di Ceoce Domini. All'a!Lezza di Vezzano staccasi altra strada per Riva sul lago di Garda, collegandosi di colà con Roveredo, che trovasi su Ha linea principale sopra indicata; da

189

Riva poi per Storo collegasi di nuovo colla strada delle Giudicarie. Da RiYa dipartcsi pure una strada mulattiera che conduce a Gargnano costeggiando il la~o ?i G~rda, che poscia prosegue por steada carreggiabile smo a Salò. Dal colle di Toblack sulla· strada traversale sopradett~ staccasi altra via verso il sud, detta del Cadore, dL grande importanza strategica, eh~ dal)a valle d'Eisack pel colie di Ampezzo e valle d1 Bo1ta, passa nella vallata della Pieve di Cadore. Dalla s.tessa linea traversale dipartesi pure altra strada che dalla valle della Drava pel colle di Tarvis passa nella valle del Fella, varca alla frontiera il passo della Pontebba, che mette nella valle del Tagliamento. Il forte d' Osoppo è siLUato- allo sbocco della v~ll~ del Tao-li a mento· per la sua posizione può dirsi inespugt>nabile; adempie però molto imperfettamente ' al suo scopo, perchè la valle è troppo larga su ~uel punto per poter esser difesa e battuta .dal medes1m?~ può servir quindi come magazzer.o ~ ricever:- depositi di viveri, ma sollo l'aspetto strategico è u~ mcorn?do più che un ostacolG alla marcia. di un eserclto nemico. A Tarvis staccasi altra strada che pel passo del Predite va nella valle dell'Isonzo, biforcandosi a Caporetto su Udine pel Cividale, e ·per Canal~ va ~d unirsi a quella che da Lubiana ~ulla gran linea .g~à detta, viene pur essa pel colle d1 Prervald a GorlZla nella valle del!' Isonzo. Qui finisco il còmpito··intrapreso ~d a conclusion~ dirò (a modo di semplice osservazione), che ~e 11 critico stato nostro finanziario non permette d1 f~r spese, non bisogna poi che lo spirito . d'?co~om1a faccia dimentica1·e che per esser temuti e d uopo


SBOCCHI E S1'RAD1il CHE r.ÌETTONO· IN ITALIA

esser ll' I for11i: e pronti• agl i eventi , , che d.-a un momento a .a tro potrebbero improvvisamente s~oppiare. <Che se al-presente i ti mor·i di guena sono dileguati ?ccorre però approflìltare di questo tempo per porsi rn quel gra~o d_i f~rza adattato alla nuova posizione assunta dall .ltaha , . . rn .faccia . ali' E'u10pa, on de potersi. mantenere J1ben edi inch,pendent1· da o . . di · fl ' gm press10ne o rn Denza estera da qualonque parte essa provenga.

DIASTIMETRO ELETTRICO PER LE BATTERIE DI COSTA ·

Li 20 aprilo 1868.

di J. H. Kr.omhout,. B ESTUNO

Colonnello 'di fanteria .

.

'I

,

.

NeBa dispensa ·dello · scorso marzo il Journal du Genie Civil pubblica un rapporto del capitano del genio: de' Paesi B1assi, signor J. H. Kromhout, sopra· un apparecchio ' da lui ideato per poter conoscere ad ogni momento ·e mediante celerissime osservazioni la distanza cui una nave da guerra trovasi dalla costa'. 'l"utti intendono fa grandissima utilità di ùft· èotale istrumento per le bàt'terie da costa, tanto · più in oggi, quandb· le boccHe da fuoco rlg1:tte esigono più cHt! ni'ai' la' giusta' cbghizione delle' disranze, onde i loro tiri' possanti riescire della voluta efficacia. Erano noti ed anche adottati altri apparecchi per' c'o.t~stb uJnzio, ed ebbimo occasione di citarne parecchi in· questb medesimo periodico: pet' a:lwo·· ci pare elle quello proposto dal capitarib' Krorrihout, meriti' la'. , prevalenza, o quanto meno la seria attenzione1 degW


li

49i

DIASTU!E'rno E LETTIUCO

uomini dell'arte. Crediamo per altro ,che tale stru mento sia suscettivo di qualche maggiore semplificazione, sebbene sia già pon soverchiamente c·ompli cato. · Ricaviamo quindi dalla relazione del capitano KromhouL quanto basta a chiarire l'idea sua ed il modo di applicarla.

Considerazioni generali.

Da diversi anni si studiano istru menti e si è in · cerca di metodi cosi che, con ~alcoli sempli ci, si possa avere la misura delle di stanze; i te ntativi fotti finora non diedero risultati abbastanza soddi.sfacenti, non ottenendosi con i metodi ed is'trumenti proposti quella esattezza e celerità che sarebbe necessaria per la difesa delle coste e posi zioni marittime. Allo scopo di ottenere daNe bocche da fuoco rigate di grosso calibro un efficace effetto, è necessario <li conoscere la loro distanza dallo scopo . . Se qu esto scopo è un oggetto mobile come bastimenti, battelli a vapore, occorre in oltre di conoscere la distanza al momen to istesso di far fuoeo. Il miglior metodo conosciuto finora pe r determinare le distanze, sarebbe quello p1·oposto da: Madsen, ispettore nell'amministrazione reale dei telegrafi, nella sua opera : Progetto d'un metodo telegrafico per la misura delle distanze per uso dell' art1'glieria, stato pubblicato a Copenaghen nell'ottobre del 18ò3. In seguilo ai risultati soddisfacenti avuti dietro esperienze . appositamente folte, il governo di Danimarca adottò quel sistema per la misura delle distanze nella difesa delle coste.

PEll LE IlA'P'l'El\lE Dl COSTA

193

Il governo Olandese all'istesso oggetto ord.i1~ò esp~rienze, che vennero fatt.e con molta precisione m Helder, e dieaero risultati abbastanza sodd isfacenti; però si riconobbe che il metodo Madsen presentava alcuni inconvenienti. Il metodo che si propone avrebbe dei vantaggi sopra tutti quelli conosciuti, ed i vant.iggi sarebbceo: 1° Di essere più semplice, non occorrendo pe1' le osservazioni che una sola persona; 2° Di dare risultati più preci si, inquantochè si ha la distanza di una batteria da un oggetto mobile ad ogni istante, senza perdite · di tempo iu manipolazioni, le quali pec· semplici che sieno esigono pc.rò sempre un te mpo, durante il quale l'oggetto mobile può spvstarsi; . . . 3° Che in ciascuna batteda i mov1menl1 dei bastimenti sono visibili figurntamente, di maniera che si è meno esposti a commettere errori nella traslazione delle cifre. Colla risoluzione d'un triangolo di cui la base e gli a n•·o;i adiacenti sono noti, si ottiene esattamente la b distanza di un oggetto qualsiasi . Sia AB C un triangolo (fìg. 11) in cui la base AB rappresenta la distanza tra du e punti sopra un a c~sLa, per esempio tra una batteria ed un punto necessario per le osseevazioni, oppu~·e tra due batterie: nell'ipotesi che il bastimen to si trovi in C, si avranno le distanze A C, B C, quando per un processo qualsiasi si abbia il triangolo AB C ridotto ad una scala nota. . . . S'.lppongasi che la distanza fra le due batterie sia d1 1000 metri , e che si abbia il triangolò A' B' C' (fig. '.2) in cui A' B' sia di O, 05 metri, A' B' rappresenterà la distanza AB nella scala di 1: 20,000; sulla base A' B' costruendo un triangolo simile all' A n C, si avranno · le distanze A C, B C nella scala di 1 al 20 ,000.


~·95

DIASTJM~Tll6 ELE'l'TnICO

PER LE IlAT'l'~RIE DI· COSTA

kllo scopo di melte(e questa teoria · in prùtica, ba-sta trovare un istrumento che dia il triangolo A' B' C' coll' istessa veloc ità. con cui il' movimento del bastim ento fa vari.a re il triangol'o vero A .:13 C. Se nelle _batterie A e B (fig. 3) ·si mettono ' due c_anocchiali, ai qua Il si possa comunicùe un moviment_ o laterule ·a destra ed a si·nistra, come . a quel d' un teodolite, e se questi canocchiali sono provNisti di micrometri , necessari per la misura degli angoli·, si potrà seguire i movimenti del bastimento che' si trova in C. La d'iffereflza in altezza fra le batterie di costa ed il pofl te d'una nave da guerra qualsiasi, in confronto della distanza, è così piccola, che misuran do gli angoli perc~rsi dalle navi, si potrà ommettere la, riduzi1one per la declinazione. Con un processo ·meccani00 abbastanza semplice , riesce facile trasportare sopra un indice od un regoI1o i movim enti che si possono comunica-re ai canocchiali, cioè ottenere gli angoli orizzontali che fanno le visuali secondando i spostamenti d;el' bastimento colla 'linee di base. In taJ- modo si avrà un tTiangolo simile a quello formato dalle ha:tterie col bastimento, e se telegraficamen te il movi·men'to· dell' ind'ice esistente nella batteria A, si fa ripetere ad un indice analogo· nella .ba tteria B, e reci-p1'ocamente l' angol'o segnatò· d'a;l'indice o regolo nella batteria . B, si fa ripetere' telegrafit\amente nella batteria A, si a'Vranno nelle duè butterie due triangoli simili a quel'fi che fati!'no I.e visuali dirette' dalle due batterie a·l basti.mentb . . Abbiasi nella batteria A i'l canocclh ale fr., e n'ella batteria B il çanocchiale B' (figO4-), il' moviment'o di A. può trasferirsi meccanic~mente all'indice a; nella batteria· A, e· telegraficamente ad a' nella batteria B'. Similmente il· mo:vim ent o d1el, canocchiale B può·

c0munièarsi ali' indice 6' nella batteria B e telegraficam eBte all'indiee 6' nella batteri a A. Cosicchè spostandosi il bastirr.ento, i triangofr ab e, a!· Il e' varieranno qnando si abbia cura dì seguire coi canocehiaJ·i il moviìnenro del basti mento stesso. Nell'ipotesi che a 6 e, a' b' e' {1) rappresentino il triango1'o· )l. B C nella scala di 1: 20,000, si avrà esatta mente· la, distanza del bastimento da ciascuna batteria, còJil'approssimazione di _1'0 metri, quando' gli indici· a0niano delle divisioni di 0,0005 metri, sempre quando coi canocchiali non si facciano osservazioni inesatte, di ,cui tra~teremo iri seguilo. 1

Scopo dell'ù;trumento. b

Prima· di p·assare alla, descrizione dell'istrumento·, ·vedfarno a quali , condizioni deve sodd'islare. .8hmo A e B· due batterie (fig. 5); qualunque sia H1· forma· e l'a posizione delle riiedesìme, si potrà sempre · scegliere due punti ab in modo che e.orioscendosi la ·. distanza di questi punti dal bastimento e, si possa facilmente avere con app.rossimazione sufficiente · la dis.tanza di ciascun pezzo d'artiglieria dal bastimento. In questi due punti si 1;1etteranno i. canocchi ali, ed i suesposti1 serviranno di base a-1' triangolo d'osservazione, e c~ò sia ne_! caso che essi si trovino nell'intemo della batteria, sia che si trovino esternamente uno o tutti due, allo scopo di avere la vista libe'ra.

(1) a· b e e a: b' e' s'intendono due piccoli triangoli a lati para1lli!i ev simi,li al grarr triangolo AB C (fig. 3).


496

DlAS'rlMETRO ELETTRICO

491

PER LE llATTERlE 01 COSTA

Nei calcoli che fanno segu ito si è supposto che la base abbia sempre una l.u·ghezza di 1000 metri, come massima di dislanza. Si è adottato questa base di 1000 metri, perchè ~ssa costi Lu isce le condizioni le più svantaggiose per il calcolo delle differenze , conseguenza degli errori nelle osservazioni; difatti con una base di 600 o 500 metri, le differenze sono minori . Ammettiamo ora che la base del triangolo d'osservazione sia sulla linea che unisce le linee di fuoco delle due batterie, come nella (fig. 4). L'angolo massimo che possa fare un pezzo colla li~ea di fuoco, essendo di 45°, ne consegue che nel triangolo A B C (fig. 5) essendo CA D di 4-5°, l'angolo CA .O sarà di 135°, e la linea A C sarà la distanza del bastimento dal punto A. Si su pponga che un bastimento possa avvicinarsi alla batteria A sino alla distanza di 200 metri, si avrà un triangolo nel quale il valore dell'angolo B sarà un minimum, in r,onsegueoza l'angolo B rappresenta l'an- . golo che il canocchiale ùeve poter fare sulla base A B. Dimostriamo ora che la distanza A C = 200m è un minimum. Dal triangolo AD C abbiamo: 1

a'~+ e' 1

stim cnto dalla costa sarebbe di 1,H ; ed invero sarebbe inam essibile che un legno da guerra possa avvicin arsi a11a costa maggio1·menLe quando questa è occupata da batteri e nemi che, quindi la disLanzn A C = 200, può realmente considerarsi come un rnùnmurn . . Calcoliamo ora il valore dell'angolo B. Nel triangolo A e B abbiamo A C = 2oo•n, A n · base del triangolo d'osservazione = 1000m, e l'ango lo A che fa la linea di mira A C con la linea A n = 135°, cioè 1

e A B = 135° '2.!_ •' e AB='.!_ A. = ~

67° 30'

e 90 ° - '2.!_ A =0~-9.0 30' , e=·•~ 000 ; b = 9.00 ...

e

'

e- b = 80 O,

e+ b= •1200 C-B = D .

4 e- b 1 tang 2 D =e+ b.cot-2A

da cui

..

= b'

ma nell' ipotesi che C AB sia di 135°, abbiamo:

90° - '.!_ A=22° 30' 2

,,

A= C=45° quindi a' ed a'=

= e'

-,I½

b! che nell'ipotesi di b=200, dà a'= U~

metri, ciò che indicherebbe che la distanza del ba-

I. canocchiali dovranno, in conseguenza, poter fare colla base un angolo di 7° 30' all'indice, e lo spazio angolare da percorrersi da ciascun canocchiale sarà di


199

DIAS'I'IMETnO ELET'l'nTCO

PER LE UA'l'TEIUE DI COSTA

Per seguire esattamente il movimento d'un bastimento con un canocchiale mu nito di fùi in croce, è necessario com unicare al canocchiale un movimento di rotazione; questo movimenlo si otterrà esattamente e semplicemente, co l rnezr.o d'una ruota dentat;-i, in cui più i denti saranno piccoli, mPgl10 si potranno seguire i suc~essivi spostamen ti del bastimento. Divid1'\odo il grado in sei 'parti col can occhiale, si avranno osservazioni che differiscono dì 10'. ·

Nel triangolo AB C avremo A = ,13(i0 , B = 29° 50', e= '1000. Dalla risoluzione deI:triangolo si ha a = 2702 metri, b = 1901 . 2° Ammetta.si che la bntLeria A osservi co rrettnmente, ma che la B commetta un errore di '1 O' in più. I dati sono : A= 135°, B

= 30° 10', e= 1000

da cm

Calcolo delle differvize conseguenti da osservazioni in1.:satte di 1 O'.

3° Suppongasi che nelle operazioni fatte nella batteria A si sia commesso un errore di •I O' in più, mentre le operazioni fatte nell a balleria n sieno esatte. Avremo in conseguenza un triangolo in cui

Consideriamo in primo luogo il caso più sfavorevole, cioè quando il b!lstirnen to si trova nella posizion e la più obliqua rìspetlo alle due bauerie. A) 1• pos,."zione. S1J ppongasi che nel triangolo A B C (fig. 5) c~e si deve determinare, si abbia

l'angolo A= 135°, l'angolo B = 30° la base C = 1000 facilmente si ricaverà a = 2i32m, b = 1931m. Trnttiamo ora i diversi casi che si possono ·avere per errore d'osservazione. 1° Suppongasi che la batte1·ia A osservi esattamente, ma col caoocchiale situato nella batter·fa B si commetta un errore di ·10' in meno nel seguire i spostamenti del bastimento.

A= 135° ·IO', B = 30°, e= -1000

4- La batteria A avendo fatte osservazioni inesatte di 1 O' in meno, amme ttasi che le osser vazioni fatte in B sieno esatte. 0

Avremo A= ~34° 50', B = 30°, e= 1000

a= 27,i,im, b = 19nm. 5° Suppongasi che nene due batterie .si facciano osservazioni in cui gli angoli sieno di 1O' in meno. :Avremo un triangolo in cui

A= 13i. 0 50', B

= 29° 50'

e= 1000


200

201

PEll LE 8ATTEJ.IIE DI COSTA

DIASTIMETRO ELETTRJCQ

·nr:r

da ClÌi

j.

.

Angoli osserrati

Valori di

Difforme ('Or a

Difforme per b

I No ~ ~ - , ~ - - -

6° Se gli errori commessi fossero nelle due bat. terie di -1 O' in più, avremo nel triangolo i seguenti ·dati '

A

B

135· 1 135° 2 185' ·3 135° 10' 4 13-1· 50' 5 134.0 50' 6 135· 10' '7 134,· 50• 8 135° 10'

A= 135° 10', B = 30° 10', e= 1000

da eui

7° Se nella batteria A si f~ce nelle osservazioni

30'

·29• 30° 30' 30' 29° 30• 30° 29·

_ a_ __b_

2132 1931 50' 2702 1901 10' 2762 1962 2'754 1953 2711 HJll 50' 268.2 1881 10' .2'785 1984 10' 21,w 1941 50' 2724 1922

~I~~~~~~ 30

30

30 22

31

22

:21 50

20 50

53 8

53 10

8

9

Da questo quadro rileviamo che le maggìori differenze per le distanze b non sono che di 50 metd in menò, e 53 meiri in più; in quanto ai valori di a· non · occorre occuparsene, poichè a quella distanza non si farà mai fuoco sopra un bastimento. Osservasi che le maggiori differenze rilevate, si .,·iferiscono nel 5° e 6<' caso, in cui si .è supposto che ·le batterie commettessero un errore d'osservazione nell'istesso senso; avendo però rigtJardo alla distanza, magofore di -1900 metri ed all'angolo di 135°, si ha ragign~ di ritenere questi risultati come soddisfacenti. Come abbiamo già detto, le differenze nelle distanze ,cunseguenti da osservazioni inesatte, sono . le massime mel caso supposto del triangolo estremo; difatti ammettendo la stessa distanza di HJ3,t met_ri dal bastimento ad una delle due batterie, queste differenze ·diminuiscono a misura che si avvicina al centro delle .due batterie, come verrà dimostrato, SU:[.')ponendo che il bastimento si trovi fra le due batterie.

un errore in men.o di 1 O', e nella batteria 13 un errore di 1 O' in più, avremo

A . 134° 50', B = 30° 1 O', e = 1000 1

da cui

8° Finalmente se nella batte.ria A l'errore fu di 10' in più, e neil.={ batteria .B di ·1 O' in- meno, i dati del triang.olo saranno

1

A= ,f35° tO', B = 29 50', e= 1000· 1

da cui

Riepiloghiamo' ,i differenti casi nel seguente quadr,o.

B) 2a posizione. Trattiamo il caso in cuì il basti.men to st trovi precisamente ad eguaì distanza dalle ANl'iO

i

xrn, Vo1.

IL


202

203

Df,\S'J'!META.0 ELE1'TRICO

PER LE O.\'l'1'EfU E Dl COST.\

due batterie A e. Il (fig. 1); quesla posizione essendo quella che dìffe risce m aggiormente dalla precedente , noi avremo esaminati i casi estremi . All'oggetto di fare un giusto confronto , calcoliamo gli ango li A e B supponendo che A C B C 1931 m ed AB = 11000m.

3° Suppongasi che nelle osservazioni fatte nella batteria A, si sia commesso un errore di 1O' in più, mentre le osservazioni fatle nella batteria Il sieno esatte. A.vremo

=

=

A = 75° 10', Il= 75°, e = ·1000

AD sen ACD = A C da cui l'angolo A CD

= ,15°

4° La batteria A ave ndo fatte osservazioni inesatte di 4O' in meno, ammc ttasi che le osservazioni fatte da B sieno esatte. Avremo

A CB = 30° , l'angolo A= l'angolo n = 7/S0 Supponiamo ora gli stessi casi stati ammessi nella prima posizione, cioè : 1° Che la batteria A osservi esattamente, mentre la .batteria B commetta un errore in meno di 1O' i ' dati del triangolo saranno

A= 74° 10', B

= 75°,

e = 1000

da cui

5° Suppongasi che nelle due batterie si facciano osservazioni erronee i cui angoli sieno di 1O' in meno. Avre mo

A= 74- 0 50', B = 74° 50', e = 1000

Dalla risoluzione del triangolo avremo

da

CUI

a= b.= 191 tm. 1

2° Ammettiamo che Ja batteria A osservi esattamente, e che la B commetta un errore in più di _40'. Avremo A= 75°, B 75° 10', e= 1000

6° Se gli errori commessi fossero nelle due bat• lerie di 10' in più. Avremo 4

A = B = 75° 1O', e = 1000

=

da cui


D1AS'l'I~1ETn0 ELETTRICO

l'ER LE DA'l"l'ERIE DI C0S'l'.\

7° Se nella batteria A si fece nelle osservazioni un errore in meno di 1O', e nella balleria B un errore di •IO' in più, avremo 1

A= 7,i.0 50', B = 15° ·IO', e= '1000 da cui

a= ·1930111 , b = 1933m.

8° Finalmen te se nella batteria A l'errore fu di -10' in più, e nella batteria B di ·10' in meno, i dati

205

Un bastimento in qualsiasi posizione si trovi rispetto alla base, purchè la distanza dal medesimo a_d u.n ~ delle due batterie sia all'incirca di ~ 9QO metn, c10e a dire quando il bastimento si ti·ova a portata del fuoco delle batteri e, gli errori conse~uen t1 .aa_ o~~er~ v&zioni erronee ai 1 O', sono comprest fra 1 hm1t1 dt 5:3 e 22 metri in più, e di 50 e 20 metri in meno. A misura però che il bastimento s'avvicina alle batterie, la differenza originata dDgli errori di ~ O' diminuirà , difatti nel triangolo soli to AB C (fig. 5) abbiasi

del triangolo saranno A= 15° 110', B = 'H-0 50', e= 1000

da

CUl

dalla risoluzione. del medesimo faci lmente s1 avrù che

a= 1933m, b = ~930 111 •

Riepilogando ·i risultati ottenuti come nel precedente caso, avremo il seguente quadro, in cui vediamo che le moggiori differenze sono di 22 in più , e ùi 20 in meno.

CT----,.,.,; -··; . . .; ,....... ---------- I

Nel caso n° G della prima posizione abbiamo trovato una differenza di o3 metri, e se supponiamo

si trover~t

m,..w, •• b

o

A

- --1 .2 4

1 5 6

7 8

75° 75• 75° 75410' '74° 501 74· 50' 75° 101 74° 50' 75° 10'

B

75° 74° 75° 75• '75° 7.1• 75· 75° 71°

~

a

1931 19.22 1041 19,13

192) 50' 10' 10' 50'

19Ll 1953 1930 1033

b

--------. iu 11iù

io meno

iu più

io meno

-- - - - -- - - 1931 1920 1943 1941 1922 1911 1953 1933 1930

11

9 12 10

10 12 11 20 2.2 1 2

9

22

20

2 1

e la differenza del valore di G non è più che 1·1 metri · a vece di 53. Avendo dimostrato abbastanza chiaramente che le differenze conseguenti da osservazio ni erronee di 1O', non sono di grande en ti tà, possiamo _amm~tt~re che basterit dividere il grado in sei parli, e limitare le osservazioni di 1O' in 11O'.


'206

DIASTIMETRO ELETTRICO

1

Descrizi·one del['. 1·strurnento.

La macchinn colla quale si è in caso di costrurre in cias~nna ba.tteria un triangolo 11ariabile che rappresenti ad una scala data la posizione del bastimento rispetto ~Ile due batterie, si compone di tre parti. ' ·1• D1 un congegno per dar adito od interrompere a volontà le correnti . Sia AB CD (fig. 7) un cerchio in rame, diviso in .due paeti, AB C ed AD C) isolate l'una dall;altra nei plinti A e C, mentre il cerchio iutiero è ugualmente isolato da tutti gli oggetti circostanti, ad eccezione delle molle e fili conduttori , clie saranno indicati in · appresso . Il cerohio è r;punito di una gradu.azi.one da · a in b e da e in d in avorio (per l'isolamento), ed in bronzo d:allumini~ ~Tl in platino (per il contatto); la gradùaz1~ne è disposta sul cerchio in modo che l' angolo aXb = cXd = 165°, cioè comprenda l'arco che deve e~sere p~rcorso dal canocchiaJe; come più sopra abbiamo visto. · · · Nel cerchi.o vi ha una ruota dentata e sop~a questa un canoech1,ale, analogo 'a quello di un teodolite: la ruota è a volontà messa in movimento da due ·;ocèhe tti E ed F; il rocchetto E serve · à com unica re al canocchiale un movimento a de.stra, ed il rocchetto F un movimen to a sinistra. · ·· . La ruota dentata' è completamente isolata tanto· dàl ·canocc~iale nel p unto e (fig. 8), éhe dal punto· di appogg10 dell'asse in o, e dal rocchetto F. . Sulla ruota dentata vi sono due · molle G ed H · a punta di platino , che scorrono sulla parte grad uata

PER LE BATTERIE DI COSTA

207

.del circolo esterno, quando la ruota dentàta è messa . in movimento da uno dei rocchetti K od F. Con le due molle C ed N si potrà così a volontà ottenere l' interrlizion e, o l'introduzione d'una corrente galvanica sulle due metà isolate del circolo esterno. Lè due metù isolate del eircolo graduato sono con un filo conduttore unite all'apparato che descriveremo in ,seguito, e che si trova nell'altra batteria. La bronzina o punto d'·appoggio o (.fig. 8) è unita con due punti conduttori ai dati in rame isolati L ed M: che si trovano sulla tavola dell'istrum ento, sulla quale si hamio ancora d ue lastre, Ne P, che in forza dfJlle molle Q ed R non sono a contatto dei due dati L ed ì\I. Ora se una dell.e lastre N o P ricev~ una pressione, la corrente galvanica, che dalla batteria passa ai fili conduttori, si chiude tostoche una delle molle C od H ha posto in contatto la ruo ta dentata col circolo gradua,to. · ' · Si hanno adunque dùe ·correnti galvaniche, con due fili· conduttori, cioè 'a' U D H X O L N S b', e a T P M O X G B V b 'fig. (8); e quando si voglia far . muovei·e a -destra il carìocchialo, si dovrà come più sopra si · disse -far uso del rocchetto J;; a tal effetto si abbassi la molla n, appoggiando la mano deslra ~ulla lastra p e così si darà. adito alla corrente, poichèH rocchetto E mette in movimento la ruota ,dentata, e conseguen- , temente la p unta della molla C scorre o sopra l'avorio (isolatore), o sopra il bronzo alluminio o platino (çonduttore). La batteria del rocchetto F non agisée in quanto · che la molla· Q impedisce la chiusura del c~cui~. . · • Quando poi . si volesse comunicare al caoocchiale un movimento a sinistra, si toglierà la mano_ destra dalla lastra P ' 'e si chiuderà il . circuito . di sinistra ,operando colla mano sinistra sul rocchetto F, analo·


208

DL\STlMETRO ELE'rTnrco

l'ER LE DATTElUE Dl COSTA

gan1ente come si è descriLLo pel rocchetto E; cosi alternativamente si opererà colla mnno destra o sinistra, .e si avrà sempre una mano libera per dare a} canocchiale la direzione (elevazione o declinazione} conveniente.

Esaminiamo 01:a l'azione ·delle correnti quando il circuito ab è chiuso. La calamita A A (fìg. · 9 e 10}, attrae la leva G H, e comunica alla ruota un movimento di rotazione a destra, spostandosi d'un dente; in quanto che chiudendosi il circuito a b per effetto del movimento del rocchetto E (fig. 7 e 8}, non solamente le 'calamite A A agiscono, ma anche contemporaneamente le calamite B B, C C, ed allontano i ritegni . K' ed Il' dai denti della metà inferiore .della ruota, mentre il ritegno K agisce per effello della molla spirale K. . Aprendo il circuito a b, la molla spieale F agisce sulla leva, la cui estremità s'avanza e va ad impe. gnarsi in un altro dente, mentrn il ritegno K impedisce che la ruota torni indietro; contemporaneamente i ritegni K' cd H' ricadono s~,i denti, e chiudendo ed aprendo allernativamente il circuito, si potr~\ colln , corrente gnlvanica far a.vanzare· d'ùn dente ogni volta la ruota. Per far girare- la ruota in senso inver:So, si dovrà far uso della corrente a' b', senendosi del rocchetto F (fig. 8), e si ottem'.t, come è evidente dalla -figura, lo stesso movimento nella direzione opposta. Come la ruota descritta ha in ciascuna. direzione un numero di denti uguali alla graduazione dell'alto congegno, ne consegue che l'indice che si Lrova sull'ist~sso .asse della ruota a denLi d'acciaio farà co]l a lmea . orizzontale l'angolo descritto dal canocchiale nel-l'altra batteria con la base del triangolo d'osservazioné. .Per dare ai dènti della ruota ·una resistenza sufli- ciente, essi dovranno avere circa 0,00 1 metro di lar.. ghezza; tutti i gradi essendo divisi in sei parti, in . ciascun grado vi saranno sei denti, · ed il raggio della ruota -si avrà dalla formola 1

Deì.l'appm·ccch.io pel rnovimcnto del quadrante. Sia X una ruota dentata, i cui dentf sieno in acciaio e disposti in modo· che-nella metà -superiore D H E si trovino a sinistru, e nella metà inferiore D' H' E' .:A destra . . G Il è una leva a gomito, girevole attorno all'asse G~ e costituì La da due parti G ed II nella posizione. di riposo; essa appoggia con Lro alla molla spirale F, e l'altra estremità H por il proprio peso sta dietro ad uno dei denti d~Ila ruota, come vedesi disegnato nena (fig. 9). La leva G' I-I', che è Dpplicata alla parte infe-~·iore della stessa ruota, e che la molla spirale l?' tiene immo])ile, ha pure l'alLra estremità H' impegnata in un depte, in forza del contra peso I; le viti L e_d L' servono a -regolare l'azione delle molle spirali. I due ritegni K e K', clie ,,i sono sulle dlle mezze ruote, appoggiano contro i denti in fÒrzil delle due pièçole molle spil'ali _K e K'. Come scorgesi nelle (fig. 9 e 4O} si hanno du~ gruppi di calan1ite A A, l3 B, Ce, ed A' A', B' B', C' C', per le due correnti galvaniche ab ed a' b'; queste due correnti per mezzo di due fili conduttori sono messe in comunicazione colle due correnti indicate ue] congegno (fig. 8) con le lettere a T P M O X G B y {, • ed a' UD H X O L MS b'.

:2 1t' r

I

=

6 X 360 X O,OOL


:2,10

DL\S'rIME'fllÒ E LETTRICO

Del congegno per mettere in movùnentv l' i'ndice . Nella fig. 7 vicino al punto A vi ha un rocchetto W, il quale è i.solato, e viene messo in movimento dalla grande ruota denta ta; lo stesso rocchetto W vedesi nella fig. H, nella quale -A rappresenta i.n sezione il circolo esterno, e B in sezione la ruota dentata; · il r occhetto W è munito d' una ruota vel'ticale a, ruota, che per me·zzo d'una seconda ruota verticale ·b, fa: girare l' asse orizzontale be cl. L'asse è provvisto · di · una piccola ruota dentata cl {fig. ,, il e 12), che agisce sopra il sem icerchio dentato e', e come l'indice / è unito all'asse del cerchio denta,.to, cÒsl si ha )'angolq orizzontale descritto dal canocchiale, ripetuto dal!' indice verticale f. Come nell' ìstessa scatola, si può far muovere l'indic9 A meccanicamente, e l'indice B telegraficamente , (fig. H-), si avrà un triangolo d'osservazione ad una: scala· data. In questo modo si è costrutto meccanicamente e galvanicamente il triangolo grafico della tavoletta di riduzione dì Madsen. · Per maggior chiarezza consideriamo ancora Ì'azione dell'istrumento metrico . . Sia A {fig. 13) una lastra di rame per mezzo della. quale la batteria galvanica comunica. colla teàa, il filo c·onduttore passa per fa batteria B, e va all'apparecchio d'osservazione C,. dove il circuito è aperto o ·clii uso;. se è chiuso la corrente è condotta dal filo conduttore all'altro posto , e giunge nell'apparecchio D che fa muovere l'. indice ele ttrico E, segue il solo -condu ttore F e va alla lastra di terra G.

PER LE MTTEUIE Dl COS'l'A

Analogamente l;, seconda corrérite . dell'istesso posto segue il cammino indicato dalle lettere A' B' C' D' F' G'.' . Nel secondo posto d'osservazione si hanno anche due batterie galvaniche per comunicare all'indice elettrico del primo posto i due movimenti . In ciascuna batteria di costa con uri' individuo $Olo, ad un segnale dato, seguendo i movimenti del bastimento, potrà far muovere i dùe indici che si trovano sopra una stessa lastra in urw. scatola, chiusa da un coperchio di vetro, ciò che permetté al comandante della batteria di conoscere ad ogni istante la distanza del bastimento dalla batteria.

--


213

RIVISTA STA'l'ISTICA

RIVISTA STATISTICA

Aus-tria~ ProgcUo d'ordinamento dell'esercito. ~

Leggiamo nella Corrisponcleìiza . ,generale ciustriaca: « Un · giornale di Gratz pretende aver ricevuto le seguenti comunicazioni sul progetto d'organizzazione dell'esercito; che dev'essere sottoposto ai du e Parfamenti austriaco ed ungherese. « L'obbligo dèl servizio sarà generale; però la sostituzfo.ne militare sarà mantenuta. La durata del servizio è stabilita a 1O anni, di cui tre nella. linea , cinque nella riserva e due neI1a landwehr. Coloro cbe sono· liberati dal servizio nella linea, med.iante sostitu zione o la sorte·, entrano nella landwehr di cui fanno parte durante ,fO anni. · «L'esercito attivo deve ascen'derc in tutto .a 300 Ooo uomini, la riserva a 500,000. · · ' « Ammettendo un reclutamento annuo di1 00 000 uo,. mini, la landwehr si comporrù di circa 200,000 soldati esercitati, non compresi gli uomini chè devono servire

1;

dieci anni nella landwehr. Questi ultimi saranno sue- · cessivamente chiamati ed esercitati, ed a questo effetto, · una compagnia per battaglione della landwelrr sarà sempre sotto le armi. L'esercito attivo è unitario e sarà posto sotto gli ordini del ministro com'une della guerra. « Le risorse n.ecessarie al suo mantenimento saranno . votate dalle delegazioni e divise fra le due metà della monat'chia nella pro·porzione di 30 e 70 °[0 , adottata per le spese comuni. Al contrario la landwehr forma un esercito speciale diviso in due parti, ognuna delle quali è posta sotto gli ordini del ministro della guerra rispettivo; le .risorse necessarie al suo man-· teni.mento saranno votate da ciascuno dei due Parlamenti; in tempo di pace la· landwehr è incaricata · del servizio interno, cioè di quello eh~ fa oggidì la gendarmeria, ed in Ungheria sarà comandata nella lingua nazionale. L'esercito attivo si comporrà, come abbiamo dett0, di 300,000 uomini; però esso dipenderà dalle somme votate dalle delegazioni, ì )

Il bllauc io della gue1•ra 1uw l'anno 1Sf;8. ,

11 bilancio della guerra pn~ssiano per i1 ·1868 pre senta i seguenti capitoli di spesa: , ' Per il ministero della guerra . Per la cassa generale militare · Per la intendenza militare

A. ri:portarsi

Talleri » ))

. Talleri

3i6, 030 30,4150 290,06()


$TAT1ST1C.\

1UV1ST:I.

Riporto

. Talleri

Per j! clero militare Per la-amministrazione della giustizia militare. Stipendi dei comandanti superiori delle truppe . Stipendi dei comandan ti, maggiori di piazza e ispettori delle truppe . SLipendi degli aiutanti di S. 11. il re di Prussia . Per lo stato maggior generale Stipendi degli ufTiziali aiutanti -. Per il corpo degli ingegneri . Per le competenze in contanti alle truppe Per le competenze in natura . Per il vestiario dell'esercito, ecc. . Per l'amministrazione del servizio e delle guarnigioni . .Per il servizio degli ospedali . Servizio dei depositi del treno e mantenimento degli equipaggi da campagna Mantenimento delle truppe di ri mpiazzo e di riserva . Per compre di cavalli di rimonta . . Per il servizio dei depositi di rimonta . Spese di viaggi, indennità di via, alte paghe, ecc. lstit~ti d'educazione militare Contqnti per la cura e l'istruzione dei fanciulli . . . . . . . Corpo sanitario e stabilimenti d'istmzione medico-militare .

646,54-5

»

4o~,375

»

122,/i..72

»

661,198

»

17s,p92

» 29,500 » 267,400 » 83,798 » 4 15, 9'1°2 » 22;326, 114 8 1

>>

14,633,061

.,,

4,745,969

))

»

7,239,967 4,t.U.,000

70,000 » » »

43,1,050 825,358 360, 190

» »

793,736 487,910

»

61,269

1

70,733

Talleri 55,996,6158

Riporto . Tallrui 55,906,6:58 Serviz·io cl' artiglieria , fabbri cazione » 1,95·1,744: delle armi e delle polveri. Costruzione e conserrnzione delle for)) 505,53B 1,ificar.ioni . Per sussidi a militari in attività e a impiegati, e per sopperire ad asse26,000 gnamenti sussidiari non _specificati 1> 5,980,948 Per il servizio degli irn-alidi . » 230,000 Sussidii alla cassa delle vedove militari » 23,760 Per varie spese minute >> 1

Totale spese ordinarie Talleri 64,714,613 Spese per una sola rolta e straordi» 1,702,960 narie Totale · Talleri 66,4: 17, 573 (pari a lire italiane 2!6,!~09,'1 Oo; il tallero computalo a L. 3, 7'1). 1

Con coteste spese si provvede al mantenimento dell'esercito, composto come appare dal prospetto seguente:


·--:-

!iH 6

lU\'ISTA

217

ST.\TJSTICA -!

NUMERO DEGL

NUMERO

I

l)JVIDUI DI TnUPPA

~---I llCSI CANTI

degli

Sollo

ufftziali

uflÌ7.iali Sotto uflìz.

Soldati ·

·;:

-

Caporali 1nfer- Operai <l'ecomieri nomio 0 soldati

TOTALE

:o .., "' e:

"'i::! ..... s

o ·:::l ·;:a

s

(.J

>

<

V2

-

348 16

76

'76

o~

,

rotale fanteria

G671 352

18879 848

4.29

umi. pe,,s.

2052

1688 208

5568

- - - - -

7,155

217i9

1896

:5568

II. CarnUerici cli l-inea .

1889

607'1

1203

III. A·rt'iglieria: Arliglieria da campagna o eia fortena. .... Stabilimenti pirot.ecnici . Scuole di tiro rl'artig lioria_

1608

5169 53

415

176

21

2

,

Totale artigliol'ia

12 1.2

-

156648 7168 1784

-

1G3.2

5213

117

181

234

ss,1

13

156

156

598

-

'26

54

368

-

-

26

702

-

-

-

-

-

64

-

165600 . 1444

,1 I

---

1380

5628 189791 8544 256 1 .3836 5884

2021'71

43895

374

1875

53421

200r

283

955 12 10

30999 339 155

270 120

-

- -

l

i..

o3

I

I

I. Infantcria: Fanteria di linea Cacciatori . Landwher di fanteria

O)

CA VAL.LI

35() 16 1

-

76

455

-

3254

112

3· - - ----- - --367 3369 - 364 56436

9372 - 3 -53 - - - - - - - - - - -24 9428 65 22

65

l l

-

-

24391

284

977

31493

5226

52

208

6539

13

-

-

-

91

2145

26

156

2951

13

13

-

-

1599

755

-

-

1Ì23

-

-

233.2

-

-

-

-

-

300000

493

IV. Pionùri:

13 batterio di pionieri . V. T-i·eno:

13 battaglioni del trono VI. ln~ alidi .

.

VII. 7'-l'uppc speciali .

VIII. U(fiziali sen.:;a t1·11.pw1,

I

Totale genera le

1250 12696

I

35648

1600

-

35291 59;

243612

-2180

9100

-- - - -

533

440

2390 -- --76

73313

! ANNO XIII , VOL. Il .

J

15


I

~

218

2L9

srATISTICA

lUVlSTA

Ci.<iscuna delle suallegate sezioni si scompone come segue:

Francia.

:I" Sezione

H bilancio della guc~ra per- il 1860.

Il bilancio della · guerra fr:mrP$e per l'n nno '186n presenta il seg,1.ente prospetto di spese per sezioni: 1a Amministrazione centrale è' depo"ito generale della guerra . . L. 2,74,l,838 2a Sezione. Stati-maggiori; gendarmeria» 51,,60,480

3" Sezione. Soldo e mantenimento delle truppe . » · 303,3.f-5,720 4" Sezione. Materiale d'artiglieria e del genio · . » 45,987,555 5• Sezione. Scuole militari· - invaJidi - soldo e trattamento di rifqrma sussidi - spese segrete . » 7,859,259

Cap. I. Amministrazione centrale personale . . L. » II. Amministrazione centrale materiale . » :» III. Deposito della guerra. . »

L.. Nel 1868, il credito assegnato era di Differenza in più pel 1869

2,046,338 551,000 144,500

1

»

2,7{ ! ,838 2,683,838

. L.

58,000

. L. . »

23,.i-74,787 28.,285 ,393

L.

5 11,760,180 49,65o,S60

1

2a· Sezione: Cap. IV. Stati maggiori » V. Gendarmei:ia

/

Totale

. L. . 38·1,6~H-,552

Nel ,1868, il credito assegnato era cli »

Là somma in scritta sul bilancio del 1868 era . » · 348,i31 ,238 Differenza in piL1 pel ·1869

. L.

Differenza· in più pel 11869 .

2,'1.04,820

3a Sezione

33 ,563 ,314

Oltrè ulle spese sopra esposte, sono prevedute sul bilancio del 1869 anche le seguenti: Per la dotazione dell' esercito . · . . L. 5,l,,510,1§05 Credito eventuale per le iscrizioni delle pensioni militari . » 2,800,000

,' L.

Cap. VL Soldo e competenze in natura 1. 2iS9,775, 971 » VII. Vestiario e cose da campo » '19,780,229 )) >,> J.,9159,&-H) VII1. Letti . }) · IX. Trasporti generai i . » 2 ,664 ,4 50 .

A riportarsi ANNO

xm, Vo.t.

11.

. L. .~87,080,10ti "' 15


STATISTICA

220

RIVISTA

.Riporto )) ))

))

» ))

L. 287,080,105

X. Reclutamento e riserva. • » XI. Guardia nazionale mobile, » XII. Giust.izia militare » )) XIII. Rimonta generale )) XIV. Bardatu l'a

619,000 4,960,000 ,1,265, 72.7 8,719,100 7 0·1,788

t.

303,345,720

..

Nel 1868, il credito assegnato era di » 272,709,080

Composizione tlcl campo (ti Cb:llons nel 18f,;8.

(l' Serie).

Comandante in capo - il generale cli divisione De Failly. - Capo di stato maggiore: generale di brigata conte Reille. •1 3 Divisione di fa?iteria (genernle Lebrun). P b rigala (generale Boedas) .-

Differenza in più nel ,f 809 .

. L.

30,636,640

4a Sezione. Cap .. >)

2° e 6° regg. di fanteria - ·1 ° ballaglion e cacciatori a piedi. 2a brigata (generale Charmet) - 8° e 33° regg. di fanteria . j•

XY. Stabilimenti e materiale di artigliet'ia. . L. XVI. Stabilimenti e materiale del genio . . »

L.

Divisione di fanteria (generale Goze).

P brigata (generale De Mausson) -;- 18° e .26° regg. di 6,630,660 9,351,890 ·15, 987, !$55

fanteria - 3° battaglione cacciatori a piedi. 2• b rigata (generale Duplessis) - 29° e 78° regg. di fante ria . 3· Divisione

di fanterici

(generale De Po]h ès). O

1 a brigata (generale Levassor-Sorval) - .U e 6'1° r egg. di fanteria - 1O<> bauaglionc cacciatori a pi edi. j& brigata (gen. Guilhem) 69° e 70° rcgg. di font.

5" Sezione.

Cap. XVII. Scuole imp'. militari . . L. » XVIII. Invalidi di guerra . . . » > XIX. Soldo di non attività e trallamento di riforma ~, » . » XX. Soccorsi . . . . . . , » XXI. Spese segreto . , . »

3, 903,003 "1,621,256

L.

7,850,259

Nel rn68, il credito assegnato era di »

7,069,413

Differenza in più pel 1869 •

})

55~,000

1,733,000 50,000

789,846

Dim·sionc di c-avalleria (generale Legrand). P brigata (generale Berni s}- 5° e 6° regg. dì lancieri'. 2• brigata {generale De GL·amont) 3° e 7° regg. di corazzieri.


RIVISTA TECNOI,OGICA

223

fo stesso volume ha una forza dieci volle maggiore della poi vere. Gli si riconoscono però degli inconven ienti che tuttora ne contrnstar.10 l' ~mpieg_o negli eserciti, e sono i pericoli della sua rnan ipolazi one, del suo trasporto e della. fac ilità che esso ha di esplodere jnopinatamente. Tuttavia codesti difetti non hanno da tenersi per irremediauili, tanto più in oggi ove pal' che nulla i·esista alle elalJo,·azioni sapienti della chimica; difatti stan<lo ad una nota del sig. Nobel, ingegnere svedese, ·si sarebbe g iù riuscili a rend ere la nitroglicerina temporaneamente inesplosibile, mediante mescolarla con dell'alcool metilico. Oosì corretll.1 essa non può· più esplodere per l'azione del calore o dell'urto ; e per servirsene basta ng&iungere dell'acqua al miscuglio: l'acqua assor1Je l'al co9I, e la nit1~oglicel'intt ~recipita in fondo al vaso, da do~e può poi essere attinta con un sifone. Questo processo sarebbe gi.'.t stato sperimentato in America con successo, e la nitrogliceri na, dopo la sua sepani.zionc dall'alcool, nulla avrebbe perduto delle sue quulitù esplosive. . I.a nitroglicerina è un liquido oleoso , cd invcl'o il si<r . Nobel, che n'è uno de' passio nati cultori, lo chiama olio esplosi,vo, <li colore · giallastro , cd il cui peso specifico è di 1, 6. Come giù abbiam detto si compone di 3 atomi di acido nitrico {3 N 0 5) e di un aLomo di gl icel'ina (C 0 n· 0 3) , di guisa che la sua ·compos1zi.one pub essel'e ropprcscntata da

RIVISTA TECNOLOGIC l\.

l,a nitroglicerina.

La nitroglicerina non è cosa nuova, pcrocchè le sue proprietà furono scoperte dal S0br1:;ro nel 18:i.7, nel laboratorio della Sorbonll a Parigi. Gli è però solo da qualche anno, dappoichè la glicerina è di\·enuta di uso comunissimo, che si stanno studiou clo ed applicando le qualiLù c ·plosirn di questo corpo, quando lo si tratta. coll'ocido azotico. Si faccia un miscuglio di 3 pnrti d'acido azotico e di i di glicerina , e lo si versi in un tu bo di ferro, in fondo al quale si trovi una cassula esplosiva. ll tubo sia 1·iempito a ùue terzi col predetto liqui do e poi l'altro terzo d'acqua, e lo si chiuda ermeticamente. S'infiammi In cassula mediante la. scintilla elettrica por!8ta da un lungo filo. Si produrrà uno scoppio pari ad una cannonata, ed il tubo andrà spezzato in minuti pezzetti. Questo novello pfrosillo è già adoperato per le mine nella Sve7. ia, e in Francia. se ne fanno spcricnze per gli usi militari, perocchè giù si ;, constatato che sotto

Essa sostiene la temperatura dell'acqua bollente senza esplodere o alterarsi, ma esplode a 360° Fahr (circa 183° C). Per i cangiamenti ch e si operano durante l'esplosione, ogni volu me del liquido produce

•~--


'.

TECNOLOGICA ,

nIYISTA

469 volumi d'acido carbonico, 554 volumi di vapore· acqua, ?0 d'o?sigeno.. e 236 d'azoto: in tùtio 1298 volumi di gaz . · t gaz prodotti dall'esplosione della polv~re da mina rappresentano .a freddo 21SO volte solo il volume della polvei'e che. li ha genèrati, ond e paragonando a quest~ risultati quelli che si ottengono colla n.itroglicerina e supponendo l'uguale temp~raiura ai gaz prodQtti nei due casi, la nitrogli~erina avrebbe, a volume eguale, un'attività cinque volte maggior-e che· la polvere. 1\fa · si osservi che la nitroglicerina .s vHuppando molto maggior calore che la polveré da mina, la tension·e dei gaz è talmente considerevole, che a volume e a peso uguali può ritenersi avere un'attività 1O voltesuperiore. Non ci esten'd eremo maggiorm.ente sulle proprietù chimiche di questo · novello agente distruttivo, il cui impiego nelle mine è incontrastabilmente superioi·e e più economico di quello della polvere - bast1:1 per convincersene di legger.e una memoria del sig. Nobel, peesentata nel 1835 all'Accademia delle scienze di Parigi. - Aggiungeremo soltantd che a nostro avviso questo compostb può trovare utilissime appli cazioni militari, a motivo dell'enorme quantità di gaz cbe sprigiona all'atto dèlla combustione. Combinando l'impiego della nitroglicerina col razzo di Stascham e il ro·cchetto di Rumkor:ff, si potrebbe , produ t·t·e da lontano degli effetti esplosivi che · non potrebbero sicuramente aversi colla polvere ordinaria . Ci sembrerebbe quindi che il nostro ministro della guerra . ordinasse alcune sperienze per studiare la fabbricazione e . l'impiego utile della ,nitroglicerin.a , come pure i modi di trasportarla e serbarla senza pericolo . .

Una tor1>ertUne mobile,

L' A.rm.y ancl navy journal accenna di una nov~lla torpedine che sarebbe mobile. L'invenzione consiste · in una nave di ferro foggiata come una balena, con degli sportelli nel ventte ed una provvig!one d'ar~a compressa. A 200m circa della nave eh~ s1 vu_ol ~~v1~ nare, la torpedine, montata da 2 o 3 marma1, . s1 sommero·e alla profondità necessaria. La scatola esplosiva è fissata° all'estrem.ità. di un travicello lungo 113m, cui s'appicca il fooco sia coll'elettricitù, sia coll'urto.

Cannone ad ar;o sve1lese da fanteria,

In una recente opera, attribuita al re di Svezia, ed intitolata : Riflessioni sÙi cangfamenti cle}la tattica , proponesi di aggiungere ad ogni battaglione di fanteria 2 cannoncini ad ago inventati dall'autore medesimo . n <~ann oncino sarebbe a retrocarica e ad. ago, d~l peso di 370 chilogrammi trél. aff~st_o e cofano , trainato da ~ cavalli, servito da .4 uonmù, e,sparante da 4 a t$ . colpi, al minuto, colla gittata efficace di 740 m·éLri:

i\'uovi paletti pe~ la cavalleria al bivacco.

Il ministro della guerea francese èon una nota del 19 gennaio ultimo ha prescritto il materiale per


RIVISTA

TEC "OLOGIC.\

attaccare, al.bivacco, i cavalli della cavalleria a 4 a 4, mediante corde e paletti. Ecco questo materiale:

:2° Quauro paletti, di cui 3 sono necessari per fermare la corda; il 4° sene di ricambio. Ogni cavaliere porto. il suo paleuo dietro alla valigia. Nel stabilire il bivacco , la corda viene attaccai.a a ciascuno dei paletti delle estremità , per mezzo del cappio scorsoio cl1e la COl'Ùa ha ad ogni suo capo ; i capi scorsoi passano negli anelli dei paletti, e sono quindi fortemente streui sulle teste di essi. Il paletto di mezzo è piantato per il primo pe.rp~ndicolarmente e sino rasente al suolo, e la corda v1en fissata all'anello di questo paletto mercè la correggia mediana. I.due paletti delle estremità sono poscia interrati parimenti sino rasente il suolo, ma inclinati d i t>cruisa a ricondurre sensibilmente la loro punta verso il centro e a tendere la corda.

,t O Una corda a palelti, di canapa incatramata, lunga 5m 50 e grossa om 02, avente ad ogni capo un

occhiello impiombato, formante cappio corsoio. La corda è fornii-a di q uattro correggie di cuoio d'Ungheria, lunghe om 57, larghe rnmm, le quali annod.ate alla distanza di 1m ,10, l'una dall'altra, formano il pun to doxe essere attaccate le pastoie. In mezzo alla co rda è posta innltre una correggia dello stesso cuoio, lunga 0111 24 e larga 35mm, munita di una bottoniera e di un canelletto formante bottone, che serve a fissare la coeda all'anello del paletto di mezzo. 2° Quattro paletti da campo cilindro-conici di legno di frassino, quercia, olm o o go.e ia, lunghi 55 cent. compresa la punta ferrata, sovra 55nun di diametro . · Ogni paletto porta alla sua punta uni1. ferratura consistente in una forchetta avente 4 rebbi di ferro fucinato, forata di ,i. buchi e fissata da <lue chiodi ribadi ti e attraversanti il legno da parte a parte. La lunghezza totale della forchetta è di rn ccnt. ed ogni rebbio ha 9 ccnt. di lunghezza sopra ,nmm di larghezza. La testa del paletto è armata di un eercbiello di ferro fucinato e saldato, alto 39mm circa e grosso 2mm, e fissato da una ribaditura di ferro che attraversa il legno da banda a banda; a 25mm al dissolto del cerchiello è fissato mediante un chiodo forato, ribad ito sopra una rotella di ferro, un anello di 5 cent. di eliometro interno e grosso gmm. Ogni quadriglia di cavalieri riceve: ·1° Una corda per 4 cavalli, portata arrotolala e per turno da uno dei 4 cavalli.

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RIYIS'rA BIDLIOGRAFICA

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istr:uziçrni, a complemento del regolamento sul trasporto delle truppe sulle ferrovie. È vero che codest' i ~Lru zione comecchè. scritta per 1' applicaiione alle ferrovie austriache, per molti paTticolari è diversa da quanto ci occorrebbe , ma ciò rion toglie che per le g eneralità, per i precetti che dà circa all' iJnpiego, alla costruziorfe· ed alla distruzione deile ferrovie , rion sia un lavoro che possa. grandemente giov{).re per tutti, tanto più per servir· di guida a chi ne in traprendesse uno consimile per l'uso nostro . Egli è é\ qnesto titolo che la raceoman diarno. all' a ttenz'io ne del nostro ministro della . guerra ed a qu,~lla del corpo di stato :maggiore. Sappiamo che su di ciò è fatto un corso d' insegparn en Lo. presso la scuola , s uperiore di guerra, mà. ol tracciò non sarebbe male che ne uscisse una pubblicazione per coloro ell e n on ponno godere del beneficio di quell'istituzion e, e ai quali · possono ciò nondimei10 al)bjsognare le ·cognizioni medesime . Per il canto. n qstro ci prefiggi amo di trattare questo importante soggetto in qualche p1:ossima dispensa , prendendo appu nto pe r tra,ecia l'istruzione a ustriaca e tutto q uel buono ehe i0 essa .Po1remo atti ngere. Gli è p er qu0sto che prescindia mo di parlarne qui maggiormente.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Le Spectate1u· illilitah•e. I

(DispeosQ di gennaio · a aprii~ 1868).

l\iolti sono, nelle dispense cui vorrliam o accennare gli ar;icoli che meriLereh lJ. ero un ~steso resoconlo ' .9 ual per:ò ~on ci co1:sen te !a brevi tà dello spazi~ 11nposloc1. C1 c~mpencl1eromo 1mpertaùlo a quelli che fermarono parl1èo larmente la nostra attenzione, ·e s·ono ·: Le /errnvie al ptmto di m·sta militare, estratto delle istruzioni ufli~iali, . Lradotte dal tedesco dal capitano dr stato magg ior e E. CosLa de Serda . Il m.inis tero dell a guerr a·· irustriaco penetrato della n.e.cess1tà, additata !n un nostro scritto nella dispensa ?e~Jo scorso . genna10, che Lutti gli ufficiali cui può mcom.berc cli essere adoperati a regolare ~ dirigere gr.an d1 ~ra~po.rti mi litari sulle ferrovie, e segnatamente gh ~~cialr d~ stato maggiore, i quali·, per il , loro s~rv1z10 P.art1colare, ponno preferibilmente aO'li altri rrcevere, d1 .tali inc~richi, abbiano conoscenze ~peciali : ~Ile ferrov1~, e n?onoscenclo per altro che quanto :;I~10 ad oggi ~ubbhcaron~ scrittori militari su queslo aLgomento, ne lo abbraccia abbastanza in grande n è lo tratta s ufficientemente a fondo, emanava qL;este

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I ripari per le artiglierie, per il g eP.erale Tripier , autore di quell'npera pregievoliss\ma e recente conosciuta souo il titolo · di : Lei (ort1fication déduite cle son histoire, nella quale già eh!Je a trattare ed assai este7 sarnente lo s tesso soggetto . . Ben co·n ragione egli dice che oggimai i ripari' per il materiale' d'artiglieeia. hanno un' importanza grandissima .e det:isiva, .che essi ponno dar valore anche àÌle fortificaiiònt le -più difettose ·, e·,sopratutto alle


01131,lOGTlAFIC.\

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TllYISTA

al tra specie: clappertu tto altrove, egli di,~_e , il paropclL? di terra è il solo prati cabil e e convemente , ·purche s'abbia la spessezza necessaria. Il ferro non dev~ adoperarsi che sopra . ol paro petto di terra, a' ~unti deboli, ch e sono quelli ove la terra non _ha sufficiente spessezza per presen tare la vol_uta resistenza, c_ome ao-li ancroli interni delle g unnc1c. delle cannornere. o o . :Bisoo-na disporne , ma colla maggiore economrn possibil: alle Leste delle casamattc per guarentil'e dai fuo chi' estei'ni, le volte e i blindaggi di legno che le copr·ono. Egli propone c1uincli un sistema di casamaLte, protette promiscuamente _di fe rro, tc~Ta e _muratura, di cu i non potremmo qui dare una gmsta 1dea senzo. riprodurre le figure che rischiarano il testo, ciò che non ci è consentito.

forlificazioni campali. Egli distingue cotesti ripari m trn specie : il parapetlo contro i fuochi di facc.ia, la traversa contro i tiri di fianco, e la volfa o cielo contro i tiri ficcanti. Ammesso che la tena è il mezzo più adatto pei' resistere al cannone, e ricordato un metodo da lui consigliato nell'opera succitata e consistente nell'usare concorrentemente terra e muratur-a per soLLili strati orizzontali, egli propone per riparare le artiglierie dai tiri di faccia, di adottare per tulte il caricamento per la culatta o quanto meno di sostituire alla mano dell'uomo Ì.111 meccanismo che caeichi il cannone per la bocca: così gli inservienti del pezzo non essendo più costretti a scovriL-si, saranno bastantemente coperti da un parapetto alto da 1'11 60 a 1m 70 . Come . ripari ai colpi di· fianco il generale propone delle traverse speciali , che egli chiama trcwerse-merloni. Sono traverse (sovrnposle al paropetto s'intende) di base quadrata, le quali. hanno una diagonale per· pendicolare e l'altra parallela alla magistrale; lo spigolo esterno è ritondato, la gl'Ossezza dipende dalla distanza dei pezzi, perocchè fra due traverse vicin e la volata del cannone deve troval'e spazio sufficiente per un· campo di tiro cli 90°. Per questa di sposizione , il . parapetto presenta una serie di cannoniere, le cui guancie contigue si uniscono esternamente per lo spigolo ritondato della traversa, onde la sommità del parap etto può di1·si reolmente merlata. Trnttando· la maniera come ripararsi dai colpi in arcata, il generale Tri pier . accenna ai vari sistemi di corazzatura metalliche e ne viene a conclnudere che l'impiego di grosse pareti di ferro sovra grandi superficie, come masse coprenti delle teste di casamatte, non gli sembra npplicabile che per le batterie delle navi, ove manca lo spazio per le rnasse copre;1ti di 1

Un nltro articolo fermò la n.ostra attenzione in modo particolare, ed hn per ti Lolo La tallic~ e_ i ti:ra~liatori. Ivi è et1gionato, forse un po' tro ppo m 1scorc1_0,. sulla nu ova tanica ch e il perfezionamento delle armi lrnnno imposto alle varie armi, ed in_ porti~olar modo in to1:n? . al munovrare e comhaLtere m ordme sparso. I n e preso argomento dal ropporto g~nerale _sulle 1~anov1:e di fanteria, ema nalo, se non e' mganmamo, 11 1° d1~ cembee 1867, pee ordine clel ministro della gu erra d'. ]t'rancia. Più che tutto ci piacque la conclusione d1 qu esto seri tto, che ben si riconosce dettato da un proveLLo soldato, tutlochè coperto del mo<l_est~ pseu_dorni no di wi .r;ardc national mobile : e c1. piace n portarla, comccchè vi concorria~no _r_rec1sa,~1ente: « F,o-li è indispensabile, di porre rn -rilievo l 11J1portan;a del comando dei baLLagl ioni e degli squadroni nelle guerre a venire, e la necessi tù. p~r gli uffìcioli cui tol comando può essere deferto, <h una grande iniziativo, ùi una grande inlelligcnza, di una grande 1

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IUVISTA

13IBLIOGnAFICA

istruzione e sopratutto di un gran colpo d'occhio . Da cotesti ufficiali dipcndertt il risultato di una vittoria e fors'anèo di una campagna. « P er ammaestrare questi ufficiali, gli è più che mai necessario di fissare in tempo di pace la giusta gerà l'chia de' comandi, per lasciare a ciascuno la parte che gli compete giusta i regolamenti; di rifare l'educazione d'ognuno, onde ognuno s i.a idoneo a l'iempiere le funzioni clel grado superiore, invece di vedersi ogni giorno richiamati, sotto il pretesto della disciplina, non solo ai semplici attributi del suo grado, ma ben anchP, costretto soventi ad adempiere momentaneamente funzioni del grado inferiore . « Il capo che sa valersi colla sua autorilh non ha bisogno di essere geloso : l'antoril,\ non gli farà mai difetto ed egli si alzel'à ulzando i suoi tlipenrlenti. « Per questo conviene rivedere la legge sull'avanzamento: e come conseguenza delle progettate m odi0.cazioni, la scelta avrà necessariamente più larga parte. « 1fa scelta non rnol dire favo re: il favore è iri certi casi non men dannoso dell'anzianità. ~

debb'essere, le è mestieri di maggiore esperienza, eh' è come dire d i essere maggiormente addestrata nelle vere manovre da eombattimento.

.Jo111•11al ti es Sciences 1\lilitah·es. (Dispenso di gennaio ad aprile 1868).

Citeremo un Trattato sulle ricognizioni militari ctd uso degli iifficicili cli fanteria e ccwalle?'ia, tradotto dal ·tedesco dal sig. L. A. Unger, il cui nome è cono~ sciuto per altra traduzione sullo s~esso .argo1:1ento _d~ un libro che fu noverato per molti anm fra 1 class1c1 militari. Supponiamo che l'editore ne farà un volume a parte, e far'à bene, perchè il libro ci parve ecceJlente, malgrado esca forse un po' troppo dalla cerchrn definita dal suo titolo.

'~ ,,

Menzioneremo pure un'altra versione dal tedesco'. quella del Manuale -istorico della tecno~ogia delle .amu. cla fiwco, del sig. i\Ionti Meyer, capHano prnss1~no, il quale è entrato nello stess_o c~m~o delle labono~e, e, dicasi pure, ingrate, invest1ga:u~n~ d?l nostro a~11co e collabol'atore il capitano d'art1ghena Angclucc1:

Citeremo per ultimo due orticoli sulla cavalleria, l'uno per il sig. E. Erdneget, l'altro ci parve dello stesso Garde national mobile di cui parlammo sopra. Nel primo - si vuol provare e con ragione cli e la cavalleria lungi dall'esser divenuta, come alcuni sventatamente credono, un' arma inutile e cli lusso, ::.i.vrà invece nelle future guerre, oltre all' .impiego tatLico, un impiego strategico importantissimo ; e ad appoggiare quest'asserto, l'autore cita i fotti della cavalleria nell' u!Lima guerra d'America. Il secondo riconosce pure che la cavalleria è tuttodì necessaria negli eserciti, ma che per essere di quella reale utilità che

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Noteremo per ultimo la ve1·sione dallo spagnuol~ di tre interessanti notizie dellatc dal comandante eh artiglieria D. Sabas Marin y , Gons~lcz, sopra spe~ l'ienze fatte in Russia por · l adozione de cannoni destinati a perforare le navi corazz~te, into1:no ~l!a polve_re prismatica, e sulla preparazione dell acciaio fuso.


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fllBLIOGI\AF!CA

JUYIS'l'A

Rente ì.\Ulitai re Suisse.

Neg:li 8 f~g)i di que?ta ~pprezzala raccolta militare, ~he 110 qm c1 sono gwn11, oltre a parecchie cose dì interesse locale, ab.b.1amo letto un preci~o ragguaglio s ~lla n.uova legge 1:f!tl1tare francese, che c1 proponiamo eh. registrare per rntero _nella ventura dispenso., e la PF11t10. parte clt uno studJO sul profìlo della fortifica7,1onc campale, rapporto alle novelle armi. Aspelteremo ad informarne i nostri lettori, dopo che avremo P?luto penetro.re tutte. J~ ide.e dell'autore , ~I quale c1 sembra per ~llro o.vv1crnars1 a quanto pubblicavamo l'anno rassat.o rn questo stesso periodico sotto il titolo: La fort1fica.zwne campale e le armi rigate.

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Meritano pure di essere citati alc~ni studi detta.ti dal comandante di fanteria ~ . cnp1tano del genio D. José de Olnnneta. Qu cst' uffic;1,H? .rniwd~to, n.cl ,t862, dal suo O'Qverno negli Stati Urnll per 1studiarne le novità defi'artiglieria, della fortificazione e del\;.. i:na-: rin cria militare , di quella che tra le g.ucrre ~1v 1l1 dt tutti i secoli ebbe le maggiori propo~·z1on1, _v1 rnccoglieVa una quantitÌ\ di ~ati e 1ri~rnon e preziose '· ~he ora sapienten1ente ordtn~!e, <;gh p1:1bbhca per ia1ne sorr~elli di studio ai sno i co!11pl1~n1 d'nrr~1. Q 111rnto us~\ finora 11011 si riferisce che aìie '.1ruglt er.1 e adoprt1t~ negli Slali Uniti: si parla ci.i s~s~em1 oram,.n ?Onosc111ll a tutti, per ic rn ohe relaz1on1 m tutte le !1.ngue ~~e si pubblicarono nello ste:;,o argomento, rnc1 1 par Ltcolari registrati d.:d l'.nutor~ poll·,~n~10 pc,r ~empre esse re utilmente consu llat1 dagli uon1101 del! a1 te .

( Fogli <la gennaio ad aprile 1868 ). ( fascicoli da gennaio ad aprile 1868).

'fra i molti arti coli della Jlevi:stq. 111ilitçir di Lisbona, rirnarcammo in partir:olare alcuni st11d1 sopra .l a ~~1tiea per il sig. Gon7,alvo. D.c Sousn. So~o, a, vero \111e! de' ra O'ionamenti scolnstl('t sullfl ':c"lt1ca a tempi d1 Fedei7co il Grande e sui progrEc'SSl. che l'u1:Le r0e~Jesima fece in allora, ma sono rng1onamcntt log1~..1 e sodi· legt•ernmo poi con vero interesse 11na relnzwne del ~olorfn el\o Joaquim .José de Mecedo e f.?uto sul campo di Chalons nel 1861. Ivi, dopo c)ala dt qu~sto campo , orarnai classico, una so mmarli) 1descri_zio1:e topocrrafic·n, è accennato alle manovre ed al.e spe11enze fouc;ì nell'anno passato, come. pure a\1' a!·mam ento, all'equipacrO'iam ento della fonte:r1a, ~ q~1111d1 ~ono fatl~ alcune pto0postc circa a mod1ficaz1om. da rntrodurs1 nel regol nrnento di servizio della fonter1~ portoghese . . Notere111 0 fra queste proposte, quella d1 a.are. nl. bnttagliorie . du e plo~toni c~s~anter:oentc foort . (h hn ea '. per serv11· nlla. d1f~sa dc fi.l~H.:hl ~. delle spalle, e pe1 forni re ·i ca.cci a ton della linea eh battagha, fl p.oco

,, Q.ne~to p C('io_di~o milila_re che va noverato tra i più anziam e d1st111t1 , pubblica nelle sue prime dispense <l~ll'anno corrente . un '?pera che al ~oncorso fu premwt~ con medagha cl oro: La forti/i.catwn en 1807, pe!' t1 colonnel}.o del genio spagnuolo D. Angcl Roclr1guez dc QmJ[rno y Arroquia. La pubblicazione med~sima no~ ~ terminata , e aspetteremo lo sia per dirne l' op11110ne nostru. Ci piace però dicl1iarare fin d'ora che da quanto ~e abbiamo g_ià le Lto, ci è. parso un lavoro degno d1 molta allenz,onc . Eccone frattan~o ~l qua.d ro: Prima .parte. Id ~a general e, stato della. fort1fic az1one, enunz1alo ,lei problema generale, sol11~10ne ..- .Seconcla parte. Dati vari , difilam,énto, a~·m1, m~r!ncria da guerrn,. -:- Terza parte. Questioni cl1 nltuallta, casomaLte, aflusl1, cannomere. - Quarta pcirte. Considerazioni, costruzioni militari , forti avanzati. -:- Quinta parte. Conseguenze, proposte di nuovi profìlL, forti e ricinti di piazza.

IL__.....--


236

RIVJSTA BIBLIOGllAl'l CA

presso com'ebbimo a proporlo noi stessi 111 questo periodico fin dal ,1861. Se il battaglione è piccolo, dic~ l'autor~, ed è. di vi~o in !lllmero dispai~i .di plottorn, uno .ai questi sarà fuon rango, a11'ufhz10 dett'o sopra. Egli consiglia I' adottamento delle colonne di cornpagma, sempre quando il battaglion e debba camminare sopra un terreno acci dentato; il ristabilimento della colonna doppia cli plottoni, per la prontezza che questa colonna può spiegarsi così sulla. fronte· come sul fianco; accrescere di ·due o tre passi la distanza dei plotloni nella colon na serrata, per poterla più facilmente spiegare ·e ripiegare; introdurre il can- · giamento di direzione del battaglione marciando in linea; sopp.ri.rnere la forma.zione de~, q ua,dr.ato. sulla seconda d1VJs1one, quando 11 battagl10ne e m lmea, e sostituendo invece il quadrato sui due plot.toni del centro; adottare come ::ibituale il qua".lraLo vuoto su due righe con riserva, perchè più prest9 fatto e perchè presenta un mnggiore sviluppo cli fuochi; adotwre la massa in difesa contro la cavalleria, pe1: il caso in r.ni una colonna di fante.r:ia subitamente attaccata IJvc; ha tempo dì formare il qundrato vuoto; per formare il quadrato obliquo, ponendo prima la colonna in direzione obliqua, sciogliere e riformare prontamente il battaglione sì in linea come in colonna; i gruppi dei cacciatori contro la cnvalleria si facciano per sezioni,, mai per quadriglie. e possibilm ente scagl ionati; sopprimere il quadrato di brigata sul 2° battaglione, quando la brigata è in linea, ma quando debhasi · fare il quadrato di 2 o 3 battaglioni, cc,rninciare a mellere i battaglioni in colonna di divisi one a mezza distanza, e poi formare il quadrato, come pella scuola di battaglione.

~IARTINI CARLO,

Gerente.

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SAGGIO DI UNA NUOVA TEORIA DELLA

DERIVAZIONE DEI PROIETTI OBLUNGHI lanciati dalle armi a fuoco rigate E DELLA POSIZIONE RELA.TIVA

i'Ri\ IL CENTRO DI PRESSIONE E QUEl,LO DI GRAVITÀ

PREFAZIONE

Non è senza una grande perplessità che noi ci siamo determinati a pubblicare questi nostri primi studi sovra due argomenti, i quali, a giudizio dei moderni scritlori di balistica, avrebbero già ricevuta la loro completa e ra7.ionale soluzione nelle teor.ie annunziate, fino dal 1851, dall'illustre fi~i co berlinese dottor l!agnus, ed accettate or a universalmente e senza contrasto. Può sembrare al certo cosa temeraria il voler tentare di scalzare una convinzione sì lungamente nutrila da tante persone illustri e competenti nella materia assai più a i quanto possa esserlo l'umile autore di questa memoria : ed il porsi a dimostrare che le A!'iNO l'.lll, VOL, 11 ,

16


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DE[ PI\OlETTI OBLUNGIU

DELLA DERIVAZIONE

teorie anzidette, sebbene finora non col).trastate, da nessuno, mancano non pertanto di ùn logico fondamento, e peccano anzi per la insussistenza totale delle stesse basi fondamentali sovrà cui vennero elevate. l\fa poichè la veritì\ è una sola, e ci venne fatto di potere dimostrare, sia col sussidio del calc.olo sia con facili, ed. i_ncont~astab_ili : f,~p,e}imenti, _che la ~a usa della denvaz10ne dei proietti oblunghi è ben al tra da quella defini_ta dal Magnus con l unghi e complicatissimi ragionamenti; che essa è ben semplice ed ovvia, conducendo immediatamente al. risultato pratfoo che si- osserva nel tiro: e che finalmente le deduzioni fondamentali su ·cui il l'tlagnus appoggia · li.ltta la sua teoria sono affatto insussistenti: · così noi abbiamo creduto- che fosse nostro debito il rischiarare la verità e l'esporre pubblicamente il risultato dei nostri studi e ricerch~, e delle esperienze da noi eseguite, affinchè g li amatori di balistica più di noi competenti possano giudicare della loro attendibilità ed importanza . · · · La- teoria dell'illustre dottor Magnus si fonda interamente sui lre seguenti punti cardinali, la cui inesistenza, o separata , o complessiva, distrugge in teramente la teoria. · 1 ° Se confro, un cilindro retto che ruoti attorno al proprio asse di figura, in p.osizione Yerticale, ve~ga direUa una corrente orizzontale d'aria, il lato del cilindro che ruota in senso contrario alla corrente risentirà una pressione maggiqre di q uella risentita dal lato che ruota nel senso medesimo della corrente . 0 • , centro di pressione, ossia il punto in cui la risultante di tutte le resistenze' opposte dall'aria agli elementi superficiali d'un proietto oblungo, il cui asse di figura trovisi leggermente inclinato al latercolo per·Cors.o di traiettoria, e la punta del proietto trovisi

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--elevatq. su questo latercolo, è sempre situato dav,rnti .al centro di gravità del proietto. 3° Il moto di rntazione di sotto .in su, che la re~istenza dell'aria ténde ad imprimere alla punta del proietto oblungo, si compone con quello di rotazione normale attorno l'asse cli figura, e produce in questo . -asse una deviazione laterale: il proietto presenta allora il fianco all'aria res istente, e vie.ne da questa na. turalmente deviato . . Il primo principio viene assunto dal Magnus come base dalle deviazioni dei proietti sferici. Gli altri due come basi de,lla de viazione o deriva.zione costHnte dei proietti oblunghi . Noi abb iamo la convinzione di potere ampiamente dimostrare ne i. nostri studi che la eccedenza di pressione laterale no tata nel 1° punio non potrà mai essere la causa ~era delle grandi deviazion i cui vanno .sogget~i i proietti sferici neH'aria. E con u na sperienza diretta e conclud en tissima crediamo pure cli di.mostrare ad evidenza che , nel fatto esperimentato dal ~Iagn us , l'eccedenza di pressione o non esiste affatto, -0d è piccolissima e trascurabile . · Noi crediamo pure di potere dimostrare, e coll'appoggio di fatti universalmente constatati ed evidenti, ed in base ad una ipotesi che ci sembra necessariamente cleri varo dai fatti niedesimi, che il centro cli pressione cade costantemen te dietro al centro di gravità, iìnchè l'angolo di divergenza dell'asse del proietto oblungo col latercolo di traiettoria è piccolo, come nel caso contemplato dal Magnu·s, e 19- velocità di traslazione del proietto è ,grande . Finalmente noi crediamo pure di poter .dimostrare -c he la composizione dei moti rotato,rii annunziata dal signor Magnus non può aver luogo nel modo da lui immaginato; e che in forza di questa non può l'asse 1

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~40

DELLA DERIV.AZIONE

di figura venire deviato lateralmente al piano del tiro od a quello di resistenza. P_erciò n.o n crediamo amm.issibile nè fondata la spiegazione data dal Magnus tanto per la deviazione dei proietti sferici, quanto per la derivazione de'i proietti · oblunghi. Alla teoria del signor Màgnus noi intendiamo sostituire quella data anteriormente dal Ta:misier e che noi completiamo e rettifichiamo in ciò che ;veva~ di m~Iic~nte e di meno esatto. Questa nostra teoria, apP!tcablle tanto ai proietti sferici che agli oblunghi; s1 compendia in due capi principali: 1°,La causa principale ed unica della derivazione è la resistenza d'attrito che l'aria· compressa davanti e sotto al proietto oblungo (inclinato sul latercolo di · traiettoria} oppone al moto di rotazione normale da cui il proietto stesso è animalo. 2° Il proietto deriva :rotolando o ruzzolando suO'li strati d'aria compressa che incontra davanti e so~o di sè; e la direzione di questo moto è direttamente opposta a quella della rotazione della generatrice in. feriore del proietto. ~Noi crediamo che le esperienze da noi eseguite ed i calcoli istituiti rendano evidente la verità dei due cardini sui quali appoggiamo la nostra teoria. All'appoggio di questa le leggi del moto di derivazione e le sue perturbazioni nel proietto diventano fi-~cili ed acce~sibili. al calcolo: e nella memoria più distesa e part1colar1zzata di cui stiamo occupandoci (e di cui la ptesente non è che un sunto od esleso annunzio), speriamo di rendére evidente .che: la traietton:a di derivazione, ossia la proiezione della tra1·ettoria reale sovra un piano orizzontale è una curva ' generata da elementi consimili a quelli che generano.

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DEI l'I\OiitTI OBLUNGHI

.1

la traie ttoria teorica o normale, e _c he n:Ìeglio s1 prestan.o al maneggio del calcolo. Noi nutriamo opinione perciò che $Ìa possibile all'analisi di determinare, se non l'equazione generale, almeno le varie particolarità di questa èurva di derivazione in modo più semplice ed entro limiti di àpprossimazione anche più estesi di quelli foa cui si determinano le particolarità della traiettoria teorica . . Noi pr,e ghiamo duùque per ~ra i cultori della balistica, cui cadranno nelle mani queste povere carte, a non volere adombrarsi dell'apparenza di tem·e rità che può rivestire l'arduo assunto che ci siamo proposti : ed a volere esaminare questi nostri studi con quella serenità di giudizio che l'importanza della materia esclusivamente richiede. · L'autorità di un nome meritamente stimato fra i èultori delle scienze fisiche è forse stata la _c ausa principale che distolse finora dalla teoria. del dott. i\faO'nus t). il severo esame e la critica inte,lligPnte dei cultori della balistica, e. che ne propagò universalmente i deuami s.e nza verur1 contrasto. Noi ci rallegriamo che la niuna autorità, anzi la povità del nostro nom~ debbu, secondo ogni probabilità, produrre l'effetto opposto: ed invocando sulla nostra teoria l'esame dei nostri più dotti confrat'elli, ci auguriamo che i loro lumi e la loro critica imparziale possano ben presto completare la nostra teoria e le n·o stre ricerche laddove non potè giungere la n_ostra pochezza, e rettificarle dove per avventura fossimo .senza sapedo caduti in errore.

ANT. ARALDI • .


DELLA DERIYAZIONE

§ 1.

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Se una palla sfet·ica lanciata da -un'arn~u a fuoc o abbia concepito nel suo trngitLo per la cannu un moto iniziale ~j rotazione·.atloroo ad un suo diametro q~rnlunque, e da lungo tempo ammesso dao·li scrittori di bali stica e dimostrato con mille fatti, eh~ tale rnotò cii _rotazione ~lovrà necessaria men.tè far deviare la pa1Ja dal cammrno che percorrerebbe se non avesse aie-un moto di rotazione. , · Una sola eccezione esiste pel caso in cui il moto rotazione preconcepito .abbia luogo attorno a quel .d~.:1.me_Lro asse che coincide col latercolo percorso · d_1 trarn:ttoria, e pel tempo in cui questa coincid enza s1 mant1tme . La spiegazione cli questo fellomeno che fino al 1852' fu data ed· uccellata universalmente non è a nostro avviso interamente esatta e completa; ma contiene la base della vera dimostrazione, e perciò solo forse fo acce~tata per l' addietro senza . contrasto come _persuasiva. Detta spiegazione può riassumersi nella seo-uènte·: . .·Immag~niamo che in un dato· istante il p;oietto sfe.r~c? ruoti attor~o a quel suo diametro che è in posIZ1one perpen_d,cola~e al latercolo di traiettoria percorso, e trovasi nel piano verticale del tiro . . · · La resistenza del!'aria - al moto progressiv.o della p_alla condensa questo fl uido contro- l'emisfero anter10re, mentre il posteriore trovasi circondato dal vuoto od almeno da un fluido assai rarefatto. •

d!

o?

243

DEI PROIETTI OB¼UNGHI

Egli è evidente che raria deve opporre una resistenza d'attriCo contro al ·moto di rotazione della superficie di cui trovàsi , a contatto, e che quesla resistenza dev'essere maggior·e dove il fluido è più denso o più compresso contro la superficie ruotante . · Si avrà perciò una resistenza d'attrito assai più forte contro la rotazione deWernisfern anteriore che non contro quella dell'emisfero posteriore. Queste due resistenze si rnanifesterunnci inoltre in sen·so direttamente opposto ;'llla rotazione del relativo emisfero: e siccome quP.sti due emisferi ruotnno evidentemente in senso contrario l'uno all'altro così le due resistenze d'attrito si manifesteranno pure senso contrario l'una all'al.tra. Se queste due resistenze fossero di uguale {ntensità, l'effetto ne sarebbe unicamente di rallenture il · moto di rotazione della palla senza deviarla dal suo cammino: ma poichè la resis,Lenza contro l'emisfero anteriore dev'essere necessariamente ·prevalente; così la palla sarà spfr1ta da quesL.?- nella direzione opposta alla xotazione· dell'emisfero anteriore. E se questo emisfero .ruoti da destra a sini.s tra (rispetto ad un osseevatore rivoltQ nella direzione del tiro) la palla sarà .spinta o devia.La verso la destra del!' osservatore. - Combinando questa diìnostruzione con tutte ·1e p·ossibili posizioni che può avere l'asse di rotazione della palla rispetto al latercolo di traiettoria · ed al piano verticale in cui_qu1!slo latercolo esiste, si possono spiegare tutte le deviazioni in ogQ.i seriso, che turbano, com·e causa pi:.incipàli~sirna, il moto dei proietti sferici nell'aria. · Quando poi l'asse di rotazione coincida col Jatercolo percorso di traiettoria, allora la densità dell'aria cÌ1e avvolge il proietto risulta simmetrica attorno Ì'.asse di rotazione, poichè è sempre simmetrica attorno al

in


DELLA DEDIVAZ,lONE

latercolo suddetto; e .non esiste più alcuna prevalenza d'attrito fra i due emisferi superiore ed inferiore, nè fra i d ue laterali: e non avrà più luogo alcuna deviazione, · ma soltanto il rallentamento nel moto di rotazion e, chç sopra abbiamo ac~ennato, e che si verifica costant.emenle durante tutto il tragi tto del proie~to . A questa conside~·azione importantissima è dovuta l'inven.zione delle rigature ad elica praticate nelle 'armi da fuoco, e mediante le qu ali si viene ·ad imprimere al proietto un moto rapidissimo dì rotazione attorno a quel suo asse che coincide colla prima direzione del moto dì traslazione, ossia col primo latercolo della traiettoria.

§ 2.

Nell'esporre questa succinta dimostrazione abbiamo no tato con caraLtere diverso il punto ove esiste il difetto ·cli essa : cd è q uesto l'azione attiva di spinta che viene attribuila ad una ,forza unicamente passiva, quale è l'attrito. Notiamo ciò intanto di volo riserbandoci ad esporre a suo luogo come si possa completare questa dimostrazione in modo più esatto. Ammessa l'adozion e delle a rmi rigate ad elica ed il , forzamen to dei proietti, onde ovviare anche ad altre cause di deviazione, quale quella principalissima della divergenza fra la direzione iniziale del proietto coll'asse della canna, il Del vign e , che può considerarsi quale il primo e più benemerito inventore delle . attuali armi di precisione, fu ben presto co~dotto a so-

DEI PROIETTI OBLUNGHI

stituire alla forma sferica dei proietti la forma oblunga, che fu dapprima cilindro-conica, indi cilindro-sferica, o cilindro-ellissoidi ca, o paraboloidale, e finalmente cilindro-ogivale più o meno acuta: senza voler tener conto per ora delle molte altre forme e rpodificazioni, sì estP.rne che interne, arrecate a i proietti in questi ultimi tempi presso le varie a rm-a te . Il grande vantaggio di un considerevole aumento nella portata e penetrazione, che presentavano i nu ovi proietti oblunghi, era. però aceompagnato da un fenomeno costante che ne sembrava alterare la precisione del tiro, e che sulle prime rese perplessi gli sperimentatori; finchè, prontamente riconosciuto e spiegato dal Tamisier, non costituì pi1ì un ostacolo alla ado- · zione- dei proietti oblunghi . . Questo fenomeno era una deviaziooe costante , sia nella intensità che nella direzione, che verificavasi in ogni. arma rigata a proietto oblungo nei tiri alle stesse distanze, e la cui intensità cresceva col crescere delle distanze. A questa deviazione speciale fu dato allora il nome di derivazione . · La. spiegazione che n e diede pcl primo il Tamisier, a i cui studi va pure debitrice la bali stica di molti dei_ suoi progressi più importanti, è fondata sulla teoria _che abbiamo esposta sommariam ente al § ·1°, e cade p el'.Ciò nello slesso essenziale difello che per ques ta abbiamo segnalato. l?inchè l'asse del proie tto, attorno a cui queslo ruota rapi~issimamente , coincide col latercolo di traiettoria ' p ercorso , la densità dell'aria resistente risulta simmetrica attorno l'asse cli rotazione, e la resistenza d'attrito opposta a. questo movimento non può produrre deviazione o derivazione alcuna. l\la non uppena l'asse massimo diverge dal latercolo


246

DELLA DERIVAZIONE ·

di traiettoria, se si immagini il proietto diviso "in due pàrti eguali e simmetriche mediante un piano pér-_ pendicolare a quello verticale del tiro, e passante r,er l'asse del proietto> l'aria trovasi assai più condensata contro la superficie de.I semi-proietto anteriore che non. contro quella del semi-proietto posteriore; considerati ambidue rispetto al detto piano, e ad un os- . ,. sei·vatore· rivolto nèlla direzione d()! tiro. Anche _in questo c·aso le ,resistenze d' al trito al moto rotatorio delle dette superficie dei due semi-proietti si manifestano in .senso contrario l'una all'altra, e quella contro il semi-proietto anteriore è necéssariamente prevalente. Il Tamisier ne concluse pertanto che _H. proietto sarebbe spinto · dall'ultima in setiso opposto alla _di-· rezione in cui riJota la supe rficie del semi- proietto anteriore . Ciò concorda col fatto cbe · rculmente si verifica: ma per la ragion e accerinata di · sopra. non ne dà la vera e completa spiegazione, poichè una · forza unicamente-passiva non può spingere, bensì soltanto arrestare. Qnesla spiegazioné o teoria del Tamisier, com~ ·semplice, chiara, e c_o ncludente sopratutto di Primo slancio nel senso conforme a quanto realmente av-. viene, fu accolta favorevolmente dalla. maggior parte degli scritt~ri di balìsti~a e da essi riprodotta; ma bento,sto una nuova teoria a-s sai più complicata ed -astrusa, annunziala nel 485·1 dall'i1lustre fisico berlinese il dottor Magnus, venne a sostituirsi a lei, ed a fgi..rla handfre molto imriieritamente del tutto dai trattati di balistica e dalle scuole teoriche di tiro.

DEI PROIET'l'I OBLUNGHI

§ 5. .

La nuova teoria det dottor Magnus, ·sorta accidentalmente da esperiepze dirette ad. uno scopo div~rso, hn il suo principale fondamento rn alcune espen~nze assaì sempli ci, delle quali noi descriveremo succmta· mepte le due più importanti . . . La prima esperienza consiste nel ~irigere una ~orrenle .d'aria di qual che forza .{ mediante un ventilatore Ja, cui bocca d'uscita avea la forma d'un rettangolo molt.o allungato ed il cui lato .maggiore .era orizzontale) contro un cilindro ret.to cui era stato impresso un rilevante moto di rotazione attorno al suo asse verticale immobile. Il Maom1s collocò ai due lati d el cilindro due ventole mobiliss ime dirette dapprincipio nel senso della · corrente d'aria, · , · e girevoli esse 1! }. ·/ / pure attorno ad ,r un asse verticale I in modo da potersi a.vvicinàre od allontanàre, ruotando, dal ci.loL-- - - - - - -__-==:i---i lin dro s tesso. Ventil,1tore , Quando il ciI

li ndro era immobile, le due ventole prendevano da sè la . drtezione della con:entc d'aria, perpendicolare cioè a])a bocca rettangolare d'u·s cita . Ma quando il cilindro ruotava velocemente attorno


DEI PROIETTI 90LUNGHl DELT.A DERIVAZIONE

il proprio asse, in allora la ventola che trovavasi da quel lato ove l' emicilindt·o ruotava in senso contrario alla direzione della corrente fluida , discostavasi dal cilindro stesso : e la ventola che trovavasi dal lato opposto accostavasi invece al cilindro, prendendo una posizionè prossimam ente parallela a quella dell'a1tra ventola. Il l\Iagnus concluse da questo fatto, più e più volte ripetuto e confermatQ , che sovt·a l' emicilindro dal quale la ventola discostavasi dovéva necessariamente manifestarsi la pressione della corrente fluid a in mis ura maggiore di quella che manifestavasi sovra l'emic ilindro al qu ale l'alLra ventola si accostava . Che perciò se il cilindro fosse libero di muoversi , d ovrebbe venire sospinto verso la parte ove la pressione cm minore. Tale essere pertanto la causa vera della derivazione nei proietti sferici . Noi confessiamo che, fino dalla prima volta io cui potemmo rinvenire, pochi mesi or sono, la memoria originale del dottor Magnus, tradotta in francese dal signor Delobel <:: stampala in Parigi da Borrani e Dt·oz cd in Liegi da E. Noblet nel 1852, la deduzione che ricava va il dotto fisico berlinese dalla descritla esperienza ci parve poco fonda ta e quasi par adossale , quando vegliasi apppcare all e deviaz ioni dei proietti sferici nell'aria. Questa dedazione non può dir.si certamente conseguenza diretta -ed immediata deila sua e sperienza {if ).

(1) La conseguenza diretta non può essere altro che la se-

• g uen tc : Nel lato ove il cilindro gira in senso opposto alla corrente, questa viene deviata dal cilindro in grado maggiore cli quello

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Ammettendo anche la sua teoria, che il mezzo entL'O j} quale m uovesi una corrente fluida d'egual na tura

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eserciti contro questa una pressione crescente quando diminuisce la velocità della corrente , noi non p ossiamo concepire come questa differenza di pressione sulle due correnti possa risultare abbastanza rilevante per produrre le rilevantissime deviazioni che in fatto accadono nei proietti sferici lancia ti nell'aria. E tan to più che la differenza di pressione deve es~ sere necessariamente p roporzionata alla differenza di velocità delle due correnti che scorrono dai due lati del cilindro o della sfera. Quest' ultima differenza non potrà mai oltrepassare la misura della velocità tangenziale concepita dalla superficie del proiello: e questa. velocità è_be~ poca cosa anzi sarà bene spesso quasi trascurabile rispetto ' . . . alla velocità progressiva e di traslazione nei pro1etL1 sferici lanciati da canne liscie. Il lfognus stesso nota a pagina 1 iS ch e : affinch è la differenza di pressione possa produrre un effetto sensibile, bisogna che la velocità tangenziale del cilindro sia di poco inferiore alla veloci là della cor_re~te. . . Se ora s upponiam@ ch e una palla sfer1_c a da fu cile del calibro di 16 millimetri circa , e lanciata con una Yelocitù iniziale di oltre a 500 metri, abbia anche concepito una velocità rotato~·i,a qualungue di 200 giri al minuto secondo .; la veloci la tangenziale della sua St)p crficie sarit di circa 10 metri, mentre qu~lla dell'ari~ in senso inve rso è di oll.re a 50011 La differenza dt 1

che venga deviata nel lato ove il cilindro gira nel senso medesimo della corrente. , Di più la prima corrente verrà alquanto rallentata , l altra verrà invece affrettata.


DELLA DEnlVAZlONE

DEI ·PROIETTI OBLUNGHI

p1essione non potrà produrre perciò alcun effett-o sensibjle. Quanto poi ai proietti sferici lanciati da canne rigate · mediante · un leggiero ·forzamento che non alteri sensibilmente la forma prim:tiva, questa tèoria condurrebbe a risultati opposti .a quelli che si verificano in pratica. · Ed infatti questi proietti derivano dalla ~tessa parte in cui derivano i proi~tti oblunghi, ai quali il !Uagnus conviene non potersi applicare questa parte della sua · teori~, percli.è concluderebbe in senso ·opposto a quello della pratica costante. Noi dubitiamo inoltre, e grande1nente, c he la differ~nza di pressione addotta dal ~1agnus, se a,nche · -potesse v-erificarsi esternamente all'angolo formato dalle due correnti, potesse verificarsi ~gualmente nella parte interna. e _s ui due . lati dell'angolo stesso. La legge della eguaglianza di pressione in tutti i . . sensi pei tlu idi in guiete esclude rebbe, a nostro avviso, questa possibilità, poichè il mezzo entro al quale si muovono Je d'ue correnli è necessm;iamente ·su ppo·;,to · in quiete. Il signor Magnus ha creduto di trovare la conferma della sua teoria in un'altra · esperienza descritta àalla pagina 20 a 23, e nella quale sospende un cilindro verticale, niotante entro un anello circolar.e, ad un'asta orizzontale sòspesa essa pure e mobilissima attorno ad un fulcr o. · La co1:rente fluida 9rìzzontale direlta contro il cilindro ruotante determina il moto di questo verso quella parte dove, secondo la sua teoria, la pressione del mezzo esterno è minore. Noi non · crediamo che questa· esperienza sia tanto CO!].clUdeÌ)te , come viene Supposta dal SUO chiaro autore. ·

Noi non oecrhiamo in questo caso una prevalenza di prèssione ;u quel lato del cilindro cJ1: gira i~ senso. opposto alla corrente fluida; ma dub1tiar:n~ -assai che ciò sia da allribuirsi sopratullo ·alla . vicmanza delÌ'anello, che impaccia da quel. lato il libero efflusso della corrente deviata, e rimbalza questa contro il cilindro. Se l'anello .avesse una forma elittica molto allunrrata od anche se vi si sostituisse un telaio rettangolare ~llu~gato, col lato maggiore orizzontai~, rioi dubitiamo . assai che si potesse ortenere lo stesso nsultato. . . Per le deviazioni o derivazioni dei proietti oblunghi il ·Magnus abbandona, come già notammo'. la teor~a della differenza di pressione del mezzo, e s1 appoggia invece sovra la composizione dei ·diversi moti rotatorii cui va necessai·iamente soggetto il· proiettile ne~ suo tragitto per l'aria. · . . Errli si applicò pertanto ad esarmnare l'effetto d1re.tt~re della resistenza dell'aeia al moto di traslazione del proietto; e sopràtutto a determinar~ il punt? dell'asse nel quale cade il centro cli pression e, ossia pel quale passa la risultante éli tutte le pressioni dell'aria cÒntro la superficie del proietto. Dirio-endo la · corrente orizzontale d'aria del suo ventilator~ contro un solido vuoto e leggerissimo di forma cilindro -conièa, il cui asse cli figura esistente in un piano verticale parallelo alla_ corrente facev~ _u_n_ leggiero angolo coll' orizzonte , ed era ?-10?1Iiss;mo, pòtendo ruotare attorno l'altro asse prrnc1pale orizz-ontale, ril.e vò: Che la corrente fluida diretta contro la testa conica rialzava la punta di questa: e ne concluse c~e il centro di pressione della resistenza dell'aria contro un proietti;> il cui as.s e faccia un piccolo angolo col latercolo percorso dj_ _traiettoria, ed al disopra di questo·, tro-

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DELLA DERIVAZIONE

DEI PROIE'f'l'l OBLUNG!ll

vasi ·sempre e necessariameate davanti al centro d1:

probabilmente che: se il centro di pressione cadeva dietro al centro di gravità, egli non avrebbe più potuto otten·ere dalla composizione· dei moti ro.tatorii una conseguenza èonforme ai risultati della e§p,er.ienza.

gravità àel proietto.

.Ne concl~se anche perciò che la resistenza direttrice dell'ar1a tende sempre necessariamente a rialzare la J!imta del proietto, facendo ruotare questo att?rno a. quel suo asse principale che trovasi in posiz10ne orizzontale. . Anche in questa seconda deduzione non mancarono al dottor l\lagnus gli avvertimenti ir~ senso contrario della esperienza diretta. . . '.Egli stesso racconta a pag. 26, 27 e 32, d'aver ·1ancrn ~o con, piccolissime cariche proietti molto allungati, e d avere osservato: che · in luogo di elevare gradatamente la punta ii1 allo a misura che procedev~~o nel I_oro tragitto, la inclinavano fovece sempre plll verso 11· basso I . La CfUSa di questa ~contraddizione 'fra la esperienza d! gabmetto del Magnus e quella diretta a piccole car1c!1e, v_errà da noi più ampiamente discussa in se-gmto. Cr 'bas~a per o~·a di in dic:arla senza svolgerla. · _. ~ssa cons1~le nella piccola e, relativamente, piccolissima velocità della corÌ'ente d'aria lanciata dal ventifo.Lore a bocca rettangolare. L'effetto di questa corrente contro il solido cilindro-conico può con~iderarsi ui1a semplice pressione, mentre l'effetto che ~·isente nell'aria un proietto lanciato da un'arma a fuoco: è un urto pot~ntissimo, e. per nulla paragonàbile al primo caso . . L'av~ertimento dato al l\lagnus'. dalla esperienza di-: retta non valse però a farlo dubitare della esattezza della sua deduzione, ed egli cercò di ricondurre la sua teo~·ia al caso concreto mediante astrusi ragio~a~entr, che · nòn crediamo per ora.prezzo dell'opera li riportare. , · · La ragione principale che a cib l'indusse fu '. però

§ 5.

Il ragionamento che egli fece a tal uopo, e che fu , ampiamente svolto dalla maggior pa·rte degli scrittori che ne accolsero fa teoria, può riassumersi per sommi capi nel seguente: . Mentre il proiettile ruota velocissimamente attorno · al proprio asse di figura, la resistenza direttrice del1' aria tende ad _imprimergli un altro moto rotal'Orio che ne rialzi la pun La, e che avrebbe luogo attorno ad un asse orizzontale che pa_ssa pel ~entro di gra;ità, o più propriamel).te attorno ad un asse normale al piano che· coniie11è l'a_sso. di figura e.d il latercolo di traiettoria percorso. , · . La risultante cli quest.i due impulsi sarà un moto ~otatorio attorno ad un asse intermedio ai due primi. Il proiettile perciò inclinerlt-il suo asse di figura lateralmente, ossia si rivolgerà di fianco rispetto alla direzion~ del moto . La resistenza dell'aria in tal caso lo spingerà a desLra od a sinistra, secondo che il proietto le presenterà il fianco sinistro od il destro. ff fondamento di questa teoria è pertanto la cornposizione fra il moto di rotazione normale del proieLto con quello che tende ad imprimergli la resistenza direttrice· dell'aria . . Ora , noi siamo ben dolenti di dover notare che questi ctue moti di rotazione non possono com1~prsi ANNO Xlii, \'OL. li.

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DELLA DE1\1YAZLONE

fra loro; e elle la legge della composizione dei moti rotatorii, qual e è assunta dal Magnus, non è appli<:abile ai pl'oietti oblunghi lanciati dalle armi ricrate . . ~d infoltì no i compreudiamo che una simi le co1~postz1one debba aver luogo , e lo abbia l'ealmen te, quando il medesimo corpo, in quiete, venga contemporaneamente sollt!citato a ruotare attorno due suoi assi ùnmobili e passan ti pel suo centro di gra,·ità. La causa unica di questa cornposizionc è il nesso invariabile di ciascuno degl i clementi del corpo con -0gnuoo dei due suoi assi, attorno ai quali è solleci,cflato a ruotare contemporaneamente. · Ma allorquando il corpo, gill ruotante attorno ad un suo asse quil Ìunq ue, è successivamente sollecitato a ruotare attorno ad un altro asse immobile, il quale non appartiene al co rpo, ma è fisso soltanto nello spazio: in allora il nesso invariabile, di cui sopra, non esiste più rispetto a qoesto secondo asse, e non può più essere causa della supposta compo5iziooe. In tal caso l'asse primitivo di rotazione, fisso nel corpo, concepisce a sua volla un moto di rotozione attorno al nuovo asse, e trasporta con sè nel suo moto jj corpo intero, che uon cessa perciò di l'U Otare, come prima, attorno nl primitivo asse. Per conseguenza, allorquando il proietto, già ruotante attorno al suo asse di figura, viene dal la resistenza dell'aria applicata eccentricamente, sollecitalo a 1·uotarc attorno un altro asse fisso nello spazio, e perpendicolare al primo ed al piano che contiene la resistenza e l'asse su ddetti : l'asse di figura concepirà necessariarnente un moto di rotazione attorno al nuovo asse, e trasporterà con sè nel nuovo movimento jl proietto egualmente ruotante ('I). . . (1) In ogni ,;orpo che ruota in un senso qualunque vi è

ll.El PMIEl'T! OBLUNGHI

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Per dimostrare come ciò debba accadere nel proietto, e vengn necessariamente esclusa la creduta composizione di moti totatorii, basterà dìmostrare cònie questi si man tengano contemporanei e distinti in alcuni ,casi interam ente paragonabili a qu ello di cui si tratta.

Si immogini un cilindro l", lisso entro un telaio rettaogolare aa aa, e mobile attorno due perni b, b, situati nel prolungamento del suo ussc di figura ed infissi nel eletto telaio . Si immagini questo telaio mobile aLtorno al tri due perni e e, infissi in un secondo telaio d d d d immosempre un nsse onico di rotazione appartenente al corpo, che è permanentemente od istonlancamenlo fisso. Anche nel caso da noi considerato esiste sempre questo asse di rolazionr, ed è istantaneo . E questo un asso coniugato dell'asse di figura per J'jstante infinitesimo in cui viene a coincidere col nuovo asso .di rotazione fisso. nello spuzio, o non appartenente al corpo. ·


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DELLA DERIVAZIONE

bile sovra una tavola . Lu linea .retta e e che uni-sce i due nuovi perni, passi, come la b b, per il centro cli gravità del cilindro: e per maggiore chiarezza d'idee supponga:si verticale il telaio d d d d. Se al cilindro N venga impresso un rapido moto di rotazione attorno l'asse b b, e successivamente si im·prima al telaio a a a a un · moto · pur rapido di rotà.,zione attorno all'asse e e : egli è evidente che questo secondo moto di rotazione potrà eseguirsi liberamente (fotta astrazione dalla gravitazione del crlindrostii suoi perni) senza disturbare od essere disturbato ~al moto primitivo di rotazione del cilindro attorno l'asse b b. . E così il cilindro ruoterà contemporaneamenté, sia attorpo al proprio asse di figura b b ; sia attorno nl nuo,to asse e e ~sso nello spazio e non nel corpo. Noi crediamo che questa esperienza che ognuno può fare a suo talento, . e con poca spesa, dimostri irrefu tabilmente la contemporanea coesistenza dei due moti rotatorii, e confermi in modo non dubbio la nostra asserzione che: i moli di rotazione così combinati non · si compongono, ed hanno luogo contemporaneamen ~e senza che l'uno influisca sull'altro (1). . Alcuni specchi da toelette a doppio movnncnto sono 1

(1) n meccanismo · dolla figura 2' è dello stesso genere cli quello della figura 4• ( da noi r iportata . al § 16 ) ed· usato .dal Magnus per confermare la sua composizione dei moti rotatorfi. È singolare come egli , riportando a pagine 38 e 39 \lÌ1a circostanza in cui l'asse del corpo in rotazione acquista una .grande mobilit.à senza che cessi o ·s i cambi la rotazione',, . uon vegga in ciò la possibilità della coesistenza dei due moti di r<?tazione, ma si applichi invece a spiegare la ragione del fenomeno che questa mobilità .si ottiene .i/ferrando colla mano iJ circolo od anello mediano. Questa ragione è per noi assai !ìemJ?lice ..

DEt PROIETTl OBLUNGHI

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un esempio cohiunissimo del meècanismo da noi indicato: così pmc le lampade a doppia sospensione usate comunemente nelle sale e cabine dei -navigli e dei piroscafi, ed in alcune carrozze_<li fe1·rovie. Noi osserveremo di più che la combinazione dei moti rotatorii contemporanei può- aumentarsi fino\ a tre: e basta all'uopo di immag,inare il secondo tela'.io d d dd non più fisso, ma girevole a stia ·volta attorno due perni e e, situati nel prolungamento della b b e fissi in un terzo telaio verLicate ed immobile. Dopo comunicuto il moto di rotazione prima al cilindro atto rno - b b , poscia al telaio a a a a attorno i perni e e, si comunichi pure al telaio 4,d d d atLorno j perni e e: e questo pure ruoterà attorno l'asse e e · verticale ed immobile nello spazio, trasportando con sè l'altro telaio ed il cilindro , animati ciascuno dal loro pat:ziale moto di rotr-izione. In tal caso il cilindro ruoterà conternporaneamente atLorno tre. assi, uno solo dei quali gli appartiene, e degli altri due, l'uno è mobile attorno ad un punto fisso, e l'al trn è interamente fisso . Da quanto siamo vcnutt finora -esponendo risulta· per noi i.odubitato: che i moti rotatori.i èlel p roietto nell'aria non possono comporsi'., ma. debbono sussistere contemporanei e cli'stinti: e che la teoria . della composizione applicata .a questi moti riposa miicame.n te sovra. un equivocò, col quale si è supposto 'clte il nuovo asse attorno, a cui viene sollecitato ~ ruotare Perchè si possa- imprimére senza perdita di forza ad nn sistema un moto di ro tazione- attorno ad un dato asse, bisogna che questo asse. sia fisso ed immobile. Afferrando colla mano il circolo medio si rende fisso il nuovo asse di rotazione del · primo anello : e · questo può aliora rotarvi attorno senza spreco · di fol'za, trasportpndo con sè il solido, che prosegue a rotare attorno al s:,w asse di figura.


Ot,8 Av

DEl.LA DERIVAZIONE

~J ·pr~·iet_to sia fisso nello s.tesso , ed abbia un ·nesso, rn~~nab1le e costante coi suòi elementi. 1 • ~ : dep)orabile invel'o, a parer nostro, che sovra u~ t~~·e · e_qt11voco_si ?iano ar?hitettate, per sì lunga serie,mm., tante hellr~ e profond e t~orie e tar1ti artifizi rng~gnosiss_imi di calco lo·. per appianare la via e ri'sclnararla rn .mezzo al <lerfolo di diffic0ltà ·cbe da tale· eqnivoeo ven iva cre;;Ho . · . Rgl i .è co:n un senso profondo di am~n~zza .che noi e,. sentiamo Lr·usei nati ·a tale conr:lusione, eh·c annullerebbe in porle il fr utto degli studi · di umte emi- · neni.i intcHigenze : e la c:.ii durezza ci farehlrn dubit~re. della _su a . verità, se non aressimo l'i ntinia eo.n~mz10n~ d1 1:~;cte ?PP LicaLo r~Llam enic Jc leggi più· sempl1c1 e prn ovvie dc'lla meccanica rnzionale. · . D?po cl~e ~'?'emo_interamente svil upp.at.o le nostre teone, 1101 c1 1·1serb1amo a dimostrare in fìne di questo· lavor~ come l'csperienz_n decisiva' e la più conclud·ente eseglllta_ dal Magnu.s (e_descritta a pagine 3~ 6 seg.) soprn un corpo c1hndrico-conico ruotante attorno al suo 1.1ssc di figura e · rnobil~ entro tre -anelli concen-, trici, c_~mbi~ati co me i tre telai d·i cui s·opra·, riceva una sp1egaz1one assai più logica è razionalo oalla nost.ra .~eorfa, che no11 dalla composizione dei rnoti, rotatoru come egli erede.

?

§ 6.

Dimostratn la insussistenza dell<\ teoria del sio·no·r · n~??1rn_s, s_ia l'iguarào alie deviazioni dei proiett/'sfenc1: sia ."';Pe.tto alla ~~rivazione dei proietti -.obllJnghi, e nserban~o~1 a. descrwere fra P?co una ·esperienza,· concludent1ss1ma e cli°'l'ett.a relati-va ai primi, veniamo. ·

DEI PROIETTI OBLUNGHI

ora ad esporre succintamente la spiegazione più lo,gica e fondata sui più semplici e -chiari principii d:ì meccanica, che può darsi alle deviazioni· e derivazioni dei proietti rJell'aria. Che l'aria opponga necessariamente una resistenza. d'.awito. al moto rotatorio della superfi,cie esterna qel proietto, . è cosa che crediamo indubitata. Se u_na · prova se ne vòlesse, basterebb e il fatto osserva!.() nella prima esperienza del l\fognus, di cu i al § 3 ~ della deviazione a cui va soggett.a la corrente d'aria diretta contro il cilindro che ruota attorno al suo assé di figura immobile, poichè la velocità comunicata nel senso della ta ngente alle molecole d'ariu aderentj alla sùperficie, non può avvenire che , à scap-ilo della velocità angolaxe del cilindro stesso . Ora quale sarà l'effetto di ques ta sottrazione·di veiocit,à che accade alla superficie d.el cilindro ruotan te ?' : Riservandoci ad esporre nella .apposita memoria ,. di cui di~mo soltanto nn sunto, ' la dimostrazione .ri. gorosa del pi·ooodimento meccanico che ne consegue, · noi ci limiter~rno· ad -esporre intanto c;lue esperienze semplicissime, le quali ne rendono evidente il risultato_ Noi abbiamo· sospeso un cilindro pel suo asse di 01_ . fignra, prolungato oltre =e==le due estremità ~d una staffa costruita in modo . che il solido potesse ruota.ce liberamente attorno. l'asse medesimo, e venir lasciato libero dalla staffa in qualunque i.stante si desiderasse. ed appena.esso fosse altrimenti sostenuto. Impresso colla mano un rapido moto dt rotazione al solido, noi l'abbiamo posato sopra uh piano orizzonta!~, e quindi abbiam tolta ·immediatamente 1,a, staffa. Il cilindro, .appena toccato il piano, J'Qtolò su quest0>


.260

DELLA DERIVAZIONE

rap_idamente nella direzione opposta a quella della rotazione · della sua superficie inferiore, che· veniva di n:iano _in_ mano a contatto col pianQ. La stes"sa ésperienza. ripetuta sovra un solido cilindro-sferico diede lo stes~o risultato, l'l lo darebbe evidenternente sovra og?i altro solido cilindrico a testa conica, ellissoidica, og1 vale, ecc. . · _ · Se il piano non avesse opposto resistenza d'attrito al moto- rotatorio del solido, questi avrebbe evidentemente proseguito a ·ruotare attorno al proprio asse immobile. · · ·· La trasformazione del rnoto rotatorio in moto rotolatorio è dovuta evidenteme'i;ite all'attrito del piano. E l'effetto immediato cli' questa resistenza d'attrito si è : la trasfonna.zione cli -ima parte clella velocità angolaré del soliclo 1·n veloàtà ret-tilinea comimicata all'asse di figiira (ed al solido ùitero), in senso opposto alla direzione clella velocità, angolare della generçt..trice infima del soliclo .. La dimostrazione rigorosa che ne diamo nella 1ne-'rrioria suddetta determina la misura di CJUfSta velocità rettilinea, la quale risulta uguale o.Ila metà della resistenza d'attrito fra il · piano e la superficie del solido ruotante. Per avvicinal'ci maggiormente al cas~ dell'attrito risentito dal proiettile che ruota nell'aria, ,ossia in un fluid o aeriforme compresso, noi abbiamo sospeso alla staffa un solido cilindro-sferico vuoto (onde.diminuirne quanto era possibile il momento d'ineriia e renderne più ev,idente il movimento); ed impresso il :moto -cl-i rotazione , l'abbfomo disceso leggeun ente sovra ·una' .superficie d'acqua , togliendo immediatamente la staffa. · Anche in questo ca so il solido galleggiante stÌlla superficie fluida rotolò immedi,)tamen te nell a direzione opposta alia· rotazione della parte infima della sua su-

DEI PROIETTI OBLUNGnr

26~

perficie: e ciò nella, stessa -guisa con_cui muovesi nel. l'acqua la ruota a pale d'un piroscafo. Confortati da questi due fatti, semplicissimi bensì, ma altrettanto c:oncludenti, noi né abbiamo inferito : -Che la derivazione dei ·proietti nell' aria altro non è · che un moto di rotolament9. o n izzol-amento dei proietti medesimi sugli $Irati d'aria compressa che essi incontran o da..vmiti e .sotto di se med esimi E in fatto, se si immugini l'asse di figura e di ro, tazione dei proietto oblungo inclinato al la tercolo ·di traiettoria _percorso, in modo che la punta del proietto riman·g a supet'iore al Iatercolo stesso : Se per l'asse del- proieLto si immagini passare un piano perpendicolare a quello momentaneo del tiro, ossia al piano verticale che contiene il latercolo di traiettoria, egli è evidente che contro la superficie del semi-proietto anteriore , determinato dal primo piano, trovasi aria fortemente compressa: rnentre la superficie del semi- proietto posteriore , o nuota nel vuoto, od in un mezzo-molto rarefatto. L'attrito contro la rotazione del semi-proietto ante.1.'Ìore sarà perciò tanto più potente, quanto maggiore è la compressione del mez!o: mentre ,l'allrito contro· la rotazione del semi-proietto posteriore sarà o nul,Io, o piccolissimo. Saremo pertanto in un caso affatto consimile a quello del solido, di cui la parle. inferiore ruota in nn fluido denso come l'acqua, mentre la -parte superiore ruota in un fluido relativameo·te assai rarefatto, come l'aria. ,. L'effetto deve dunque essere il medesimo, ed il proietto dovrà rotolare. sugli stra-ti d'aria compressa che trova ·davanti e . sotto di sè, come il cilindro rotola sull'acqua: la direzione del nuovo moto sarà clirettan:iente Òpposta a quella della velocità angolare della

e


262

DELLA DEHTVAZIONE

gener~ttiice an t~riore del proietto, ossia di quella ge-' neratr1ce che giace nel piano verticale momentaneo del tiro . . Per farsi una idea adeguata della densità dell'aria davanti e sotto il proietto, e della resistenza d'attrito che essa può opporre al nìoto rotatorio cli questo , basterà notare: che nelle ordinarie velocità da 300 a 500 metri la compressione dèll'aria non sarà mai certamente minOi'e di 20 a 30 <1 trn osfo l'e, perchè il volume d'aria cacciato viol entemente dal peoietto avanti a sè non puè> avere il tempo di sfuggire interamente dai lati, e si condenserù in un a specie di ·n ucleo o vortice estremamente cornpresso. . Se pertnnt~ la parte arHerio re ed infima del pro1etto, o meglio la sun gener,,u·ice anteriore, ruoterà da destra o. sinistra, risp etto ad un osservatore rivolto nella direzion e del tiro, la derivazion e o rotolamento àccadrà verso la destra; e se la rotazione del proietto sarà i11 senso opposto, deriverà. verso la sinistra. Ciò è perfettamente consentaneo a quanto accade realm ente nell:i pr:ilirn. Ln spiegazione da noi data per la derivazione si applica interamen te al caso delle deviazioni prodotte nei proietti sferici dal moto di rotazione preconcepito aLLorno nd un asse o diamQtro qualunque, di cui abbiamo parlalo nel pl'imo paragrafo, e toglie l'inesattezza da noi segna lata della finale conclusione. Difatti i p~·oietti sferi ci ·rossqno consid erar;si co me composti di elementi cilindri ci, ed il senso della deviazione dipenderà evidentemen te dalla inclinazione del loro asse di . rotazione rispetto a.I latercolò di traiettoria ed al pian._o del tiro.

DEI PI\OJE.TTI OnI,Ul'iGHl

§ 7.

A scliiarire intewunente la cosa e dimostrare l'i~sussiste.nza assoluta dell a .prirna · parte della teoria del · Magnbs, noi abbiamo ripetuto e completato la sua ,esperienza fondamentale, disponen do le cose in modo che, se la creduta differenza di pressjone esiste , possa produrre direttamente un cffotlo - vis ibile cd apprezza.bile. In luogo di·tenerc immobil e so pra una ttwola l'asse del cilindro ru.otan\e , noi l'abbiamo fissato sovra un· pir:colo carretto mobilissimo a. q uattro ruote, ed abbiamo collocato qu es t.o eane ll o in modo che po tesse scorrere soltanto in direzione perpendicolare a quella della eorrenle di ariafancfrtla dal rn11tilatore. Situato J'osscrvnto re dul lat o del ventilntorn, e :rivolto lo sguar·do al cilindro ruotante sul ,suo asse verticale fisso su l carreLt.ri, quanr!o il cì!inèlrn ruot,1 da destra a sinistru, dovrebbe, secondo il Magnus, risen Lire maggiòr press to1rn sulla sua· destra che s ulla sua sinistra, ed il carretto dovrebbe ·perciò scorrere a sinistra .. L'effe-Llo opposto, dovrebbe .accàdere se. il cilindro ruola.sse dà sinis~ri:i a destra. Ora ecco ciò che è rc.ilmente accaduto. Situato l'asse del cilindro sull'asse della c:onènte orizzontale, sia che il c-ilindro fosse imrnolJile, sia che ruo tasse ,rapidissimamente .a destra. od a sinistra, il carretto non si d mosso affatto. M:a. se toglievasi da .una pi-irte, mediante un diafragma od applicando la mano all'orifizio rettangolare


DELLA DERIVAZIONE

DEI Ì'ROIE'fTI OBIXN GIII

del ventilatore, porzione della corrente fluida, il c;u·retto scorreva rapidamente verso la parte opposta, ed arrestavasi appena_ l'asse del cilindrn giungeva sulrasse della nuova corrente . Ciò accadeva . indifferentemente; sia che il cilindro non ruotasse affatto . c.-sia _c he ruotasse a destra od a sinistra. ' Togliendo alternati,ramentc porzione della corrente laterale, ora da un lato, ora dall'al tro, il carretto andava e veniva successivamente in senso opposto. To- · gli endo tutta intern una fatda la terale di corrente, il carrettC? scorreva nel sqnso opposLo con tale rapidità; che sortiva dal raggio d'azione della çorten te restante·. - Togliendo infine contemporaneame nte le due falde laterali di eorrente, il carretto rimaneva immobile come pdma era stato situato . Da q ues ta esperienza,- che noi ·crediamo concludentissima perchè eseguita da. noi· con ogni c ura, con un ventilatore 9i molta forza e con attrezzi sensibil~ssimi, noi crediamo di potere concludere con· tutta sicurezza: Cbe la, creduta differenza di pressione attribuita dal Magnus alla rotazione del ;:;ilindro, o non esiste af/aJto, . o è impercettiMlc ed interamente trascurabile in pratica . .. Cade interamente con ciò la teoria del Magnus sulle deviazioni dei proietti sferici. · ' Crediamo dunque inutìle il fermarci a confutare partitamente, ogni altra deduzione del Magnus, e ci riserviamo soltanto a: dimostrare a suo hiogo · che il centro di pre;ssione non cade · già sul davanti del centro di . gravità _del proietto, come crede aver dim ostrato il Magm1s; ma cade costantemente dietro a questo ultim.o punto in tu-tti quei proietti, in cui le forme e dimensioni esterne, ed il riparto della massa nell'interno del volume sono informati ai sani prin-.

cjpii di balistica, ed i quali proietti danno perciò risultati soddisfacènti nel tiro . ." Passeremo perciò ad esi,orre invece sornmariamente i risultati ai quali siari10 pervenuti nell'analizzare le leggi. del moto di. rotolam ento o ruzzo lamento laterale del . proiet_to, che, a p arer nostro, è il modo col quale si p roduce e si esplica la sua derivazione.

§ 8.

A tal uopo noi ab~iamo comincia to dall'esaminare le leggi del moto di un cilindro animato da una data velocità angolare ' attorno al proprio asse di figura, il quale venga istantaneamente posato sovra un piano orizzontale -resistente. · Indi siamo passati ad esmpinare le leggi del moto dello stesso cilindro, e quelle d' un solido cilindro sfer ico, i quali, ;mimati egualmente da forte velocità an·: golare ; vengano discesi istant~neam~n te sovra una ma~sa liquida in cui possano galleggiare; ed abbiamo . considerati tutti i casi diversi che possono accadere nella diversità di immersione: che cioè l'asse del solido si. mantenga parallelo od obliquo allà sup erficie di lìvello del liquido, e che la linea di immersione risulti inferiore o superiore all'asse medesimo, in qua. lunque m1sura_. -· Finalmente abbiamo applicato le conseguenze appurate in queste ricer che al casò· del solido cilindro-. sferico o cqnoidico che muovasi nell'aria in virtù di una rilevante velocità di tra~lazioi1e e di altra pur rilevante velocità angolare nttomo al proprio asse di 0


DEI PROIETTI ORLtiNGHJ

:26(i

DELLA D.l,;l\lBZlOl'iE

figura: e ne abçiamo. ricavato le norme e leggi p1;in cipali alle quali deve necessariamente andar soggetto il suo movimentò, e le perturbazioni cui deve pure andar soggetto in forza del moto conico dell'asse, pl'Odolto dalla eccen tri cità dei punti a cui sono applicate le vn rie forze ch e vengono a<l an imar·lo. Le leggi del moto di un cilindro che ruzr.ola sovra un piano orizzontale resistente in virtLl di una velocità angolare pl'econcepita allorno al prop rio asse sono assai sem plièi. Cl:iiamnn<lo col nom e di forza clerivcLtrice quel!i:l parte della velocità angolare che in causa dell'auri to opposto dal piano si trasforma in velocità rettilinea applicata all'asse del cilindro, questa forza derivatrice ri sulta in ogni istante proporzionale ulla velocità angolare, alla. pressione del cil indro sul piano, al quadrato del raggio del cilindrn, e fìnolm ente al coefficiente d'attrito . Indicando con w , P, R, r le (]UV.ltl'O quantità suddelte e con ·r la forza dCf'i,·att'ice, risu lla pereiò

267

sponclenti al tempo necessario a che _il_ cili ndro porti success ivnm cnte tutte le sue generalr1c1 a co ntatto del piano, ossia compia una rivo luzi one compl eta: e duranle il tempo d'ogni 1·ivoluzione la forza acceleratrice si manterrlt costante, diminuendo soltanto nell'istante che separa una rivoluzione compiuta da quella che le succede immediatamente. Il ruzzolamento de] cili ndro sul piano si comporrà perciò di tanti moti un_iform em?n-~e accelerati! nei quali la fo rza acceleratrice va d_m~:nuendo ad intervalli discreti e se mpre crescenti m durata; men tre essa forza acceleratrice si manti ene costa nte duran te ogni intervallo. · . Questo molo è far,il mente calcohibile c_on formole finite, e tutte le sue leggi ne vengono rnteram ente determinate. Nella determinazione di queste formole abbiamo creduto di potere prescindere dalla resistenza dell' ari a. al moto del cili ndro ruzzolante sul piano, attesa la sua pochissima i mportanzn.

--I =2-;·t> Rw . '.i 2

Siccome ad ogni istante viene a contaLto col piano resistente una nuova generatrice, o piuttosL0 un nuovo elemento del cilindro rotolante, che perde una parte dell a sua velocità angolare, la quale viene trasformata in una nuova velocitù 1·cuili nea y' applieata all'asse ~d uguale nlla metà di tI uella perduta dalla superficie cifindrica : cosi il moto del ci li ndrn sul piano sarà necessariamente accelerato. Ma la forza acceleratrice, ossia la forza derivatrice, ande'rà necessaria menle diminu end o colla velo.citù angolare del cilindro. · Questa di~inuzione accadn\ inoltre non per successione continua, ma ad intervalli discreti e finiti. corri-

§ 9.

Venendo al caso del cil'i ndro galleggiante nell 'acqua od in nltro liquido qualunque; abb iam o supposi-? d~pprima l'asse del cilindro parallelo nl livello del hqmdo e non inferiore o coincidente con esso. ln questo ca~o tutta la resistenza del li quido contro al moto rotalono della. parte cilindrica immersa, può in~e? clersi conccn\rata sulla generatrice inferiore del cilindro stesso, e si viene così a ricadere nel caso precedentemente


~08 DELLA DEIU\'AZIONE considerato del cilindro che ruzzola sul piano orizzontale. Rimano soltanto a calcolarsi in più la resistenza allo sposlament.o della massa fluida che deve essere smossa, onde far luogo al ruzzolamento laterale del cilind ro. Ciò introduce necessariamente un nuovo elemento di calcolo che rall enta considerevolmente il molo di derivazion e nell'acqua e la velocità angolare del cilindt·o. La profonditi\ dell'immersion e del cilin dro nel liquido non ha influ enza alcuna sulla misura della forza derivatrice, finchè l'asse del cilindro si mantiene pa. rallclo al livello elci liquido. Influi sce però grand emente sul moto di derfrazione in quanto che fa variare la massa di liquido da spostare nel movin1ento. La forza derivatrice è scmpee applicata al centro di gl'avilà del cilindro, il cui asse si mantiene perciò costantemente perpendicolare alla direzione del molo di dori vazione. La resistenza poi allo spostamento opposta dalla massa liquida deve essere eviden tcmen te proporzionale alla sezione parallela all'asse del cilindro della massa suddetta : e per lo stesso cilindro immerso u varie profondità sarà proporzionale al seno verso della metà dell'arco immerso o alla profondità stessa della immersion e. Cosi pure la detta resistenza sarù pei liquidi e poi fluidi proporzionale al quadrato della velocità derivatrice, quando voglia.si per semplicità adottare la nota teoria newtoniana . L'obliquità dell'asse del cilindro rispetto al livello del liquido non ha pure influenza sulla misura della forza deriva trice , quando il suo peso venga in_teramen te sostenuto dal liquido e la obliquità derivi da non omogeneità della materia del cilindro.

26D

l)Er' PHOIETTI OBLUNGHI

Però la ineguaglianza di .resistenza che incontra nella massa fluida da spostare fa divergere l'asse anche neJ-senso orizzontale durante la derivazione. Allorchè l'asse del cilin dro è perpendicolare al livello del liquido non ha più luogo alcuna derivazione. Anche pe r un solido cilindro-sfer.ico o cilindro-ogi · va.le, come in genere per qualunque altro solido di rivoluzione i cui elemen ti possono considerarsi come cilindrici , si verificano le stesse leggi che abbiamo indicate pel cilindro. Le forze derivatrici elementari essendo proporzionali al quadrato del raggio dell'elemento (come vedesi dalla formala del § 8), sono ·anche proporzionali al peso dell'elemento stesso: e la risultante delle prime, ossia la forza derivatrice totale, sarà perciò applicata . al centro di gravità del solido, ove è applicata la risultante dei secondi. A completare queste indagini e potere poi meglio passare all'esame delle leggi della de!·i vnzion.c dei pr?'ietti nell'a ria, abbiamo anche considerato 11 caso rn cui un cilindro od altro solido di rivoluzione sia immerso in lutto od in parte in un fluido equi-premente, il quale cioè prema con eguale intensità sovra ogni. punto od elemento della superficie immer~a. . · Basta pe1·ciò supporre costante la pressione del liquido a qualunque profond ità sotto al _suo live.llò: . Anche in questo caso, a.d ugi1a.glia.nza di pressionetotale, la profondità dell'immersione non fa variare la forz a derivatrice fìnchè tasse del cilindro si mantiene superiore al livello del flu ido, o parallelo a questo, o coincide col livello stesso. . . Varra soltanto, come nel caso del ltqu1do, la resistenza allo spostamento della massa fluida. Ma quando 1' asse del cilindro _si abbassa sotto al livello del fluido, la forza derivatrice diminuisce nella INNO

xm, VoL.

11.

18


'

~70

'

DELLA DERIVAZIONE

proporzione in cui diminuisce l'arco non immerso délla sezione retta, vale a dire che: A~ _eguaglianza di pressione totale, la forza derivatrice ·i n quest' ultimo caso sta alla forza derivatrice d~l cil~ndro iminerso -per la metà, o meno ; della sua c1rc_onferenza, Gome l'arco non immerso.della sezione retta sta all'arco immerso. _E q~an_do l'immersione è totale, · la forza-., derivatrice s1 riduce allo zero. -

-§ 10.

P~r pot~1:e ora passare al caso del cilindro o del proietto c1hndro-conoidico il quale muovasi nell'aria con_ grandissima velocità di traslazione ed in una direzione ·eh~ faccia un piccolo angolo CQn quella del s~w asse. d1 figura, e che ruoti nel contempo rapidissimamente att9rno a questo· asse, noi dòbbiamo ora premettere le peeannunciate 'o sservazioni sulla resis~enza d.ir.ettric~ dell'aria e- sulla posizione del centro d.i press10ne: g1acchè queste ci condurranno anche a riconoscere l'enti_tà della resistenza d'attrito che agisce separat~mente, sia contro la prua o ,parte · conoidica del ,pr?1etto, che contro il c~rpo cilindrico q.i questo. I~ pa_n tempo queste indagini ci forniranno il mezzo d1 spiegare ampiamente il leggiero moto conico attorno .~~ later?olo di traiettoria che si verifica pure nel tragitto dei proietti oblunghi. • Allo~·ch~ l'asse del' proietto è leggermente inclinato . alla d1rez~one ~el moto, la prua, qualunque ne sia la forma, ,\lene investita . quasi interamente e diretta-

DEI PROIETTI ODLUNGH[

27·1

men te dalla resistenza deU' aria, mentre il corpo cìlindrico sembra doverne rimanere investito in direzione sommamente obliqua. È · pertanto opinione di m~lti ed . insigni balistici che la prevalep.za della pressione ,contro la prua (la cui risultante parzialé è applicata ,o al (\entro se la prua è emisferica, o sulla porzione -dell'as·s e di figura ·corrispondente alla. lunghezza della J)rua, se è conoidica) de~ba portare necessariamente il centro .cli pressione. molto davànti.,. alla metà dell'asse del corpo ciliridrico , ove sarebbe applicata la risultante della pressione contro di questo. In tal modo dovrebbe risultare il centro di pressione più discosto dalla detta metà. dell'asse cilindrico di quello che lo sia il centro di gravità del proietto: e perciò il centro -d i pressione cadrebbe dava1iti al centro di gravità del p roie tto. , A misura che la divergenza fra l'asse di .figura e ·la direzione del moto o del latercolo di traiettoria. aumenta, la prevalenza della resistenza incontrata dalla prua su quella incontrata dàl corpo cilindrico va dih1inuendo; perchè diminuisce per un lato la quantità di prua investita dal fluido resistente, e -cresce per l'altro l'angolo. d'incidenza contro il corpo ,-. cilindrico . Il centro di pressioùe anelerà perciè> avvi.cinandosi a quello di grp.vità a misura che crescerà la divergenza suddetta, e potrà anche oltrepassarlo ,quando, questa aunienti oltre un dato lim ite. . . Finchè il centro cli ,p1·essione si mantiené davànti a quello cli gl'avità, l'effetto della resistenza delraria sarà di rialzare · ancora: la punta o prua del proietto aumentando fa divergenza: quan~o_ poi p·assi dietro, tenderebbe invece ad .abbassare la prua re?iringendo . J . l'angolo di divergenza.· . · Ne verrebbe pérciò in breve, dopo il principio del moto:


DEI.LA DERIVAZIONE

Che· l'"asse di figura del proietto sa-rebbe costante?1en.te ~antenuto dalla resistènza. deH'aria, in una tale ~nchn;azwne o divergenza -rispetto al laterçolo di traiettoria percorso, che il centro di pressione coinci:des.se sempre col centro di gravità . . · . Diffatti ad 0gni _maggiore aumento o diminuzione d_r tale_ angolo succ_e derebbè costantemente la correz10ne_ 1~ ;1!1 senso o nell'altro per l'effetto della ec-. centrlCltà della re.sistenza. Ora p~r poco che si voglia perder tempo a calcol~re la dr vergenza costante che dovrebbe avere l'asse d1 figura · d'un dato proietto col latercolo di traiettoria àftìnchè il centi-o di pressione possa coincidere co~ quello-_di gravità, · è facile il convincersi che tale angolo d1 d~verge~za è di qualche . ampiezza; e che in , tal caso 11 proietto non potrebbe produrrè un foro rotondo nell'attraversare a q.ualche distanza un bersagli_o . verticale: bensì dovr~bbe produrre un for0, · sensibilmente oblungo in senso verticale. · La pratica'. costante ed in variabile di tutte le buone armi rjgat~ ci dimostra invece ehe · i fori fatti nei bersagli :erticali sono costanteJhente circolari a qualùnque distanza, con pochissime anomalie soltanto -per le grandissime. -La pratica dimostra con ciò che l'ano·olo di divergenza verticale dell'asse · dal latercòlo di traiettoria è cos.tantemente ,_assat piccolo, e tale si· mantiene anche alle grandi distanze . · · : · Non è perciò ammissibile l'azione di un'altra causa C~e tend,a. ud accrescere tale angolo, oltre quella già. d1 per se molto efficace e sufficiente della O'ravità la quale fa inclinare gradatamente il latercol; vers~ 'il basso, ed aumenta la .sua divergenza dalla ·direzione dell'asse. ' E iiccome questa divergenza il} pochi istanti , . e

273

D'El PllOI'ETTI ORl.UNGHI

,tutto al più nella durata di un minuto secondo, diver-

:ai

rebbe qualche entità pel s·olo effetto della gravi~à; •così bisqgna ammettere necessariamente una ipotesi ,opposta a quella che abbiamo finora discusso , e · rioeonoscere che la resister1za dell'aria deve fin dai primi istanti correggere la divergenza che . va di' mano in mano manifestandosi fr? l'asse di figura ·del proiett0 ·ed il latercolo di traiettoria percorso ; e che perciò ~ende invece _ad abbassare continuamente la prua del proietto.verso il latercolo medesimo. Bisogna perciò a:mrnet~ere necessariamente che il centro di pressione cade fino dai primi i_sta nti del mo.t0 ,dietro il centro .di gravità.

§H.

Una riflessione assai semplice può servfre molto ac:eonciamen.te, a nostro giudizio., per rettific~re la teoria ,esposta di sopra e ricondurla nella realtà . In quella teoria si supp<:me implicitamente che tanto ·g li strali d'aria urtati dalla pr_u a del proietto, quanto ·quelli urtati dal suo corpo cili~drico siano in quiete . Ora, me_ntre ciò è vero cer.tamente pei primi, non. può dirsi egualmente yero pei secondi. Ed in fatto gli strati e molecole d'aria smossi violentem~nte e -slanciati in parte verso il basso della · prua trovansi necessa riamente stil carnrn.in o che deve pe.rcorrere la parte cilindfica del proietto; reagendo per la loro forza elastica colla stessa velocità con cui furono urtati ·dapprima, ·- essi devono _necessariam~nte m·tare alla ·loro volta la ·parete cilindrica che viene .a

e


DEI PROIETTI OBLUNGHI

275

DELLA DEl\IYAZIO!'iE

spost~rli nuovamenté, e ciò sovra ~m'estensione tanto· maggiore, quanto più questa parete è lunaa. D~ più; la direzione nella quale essi ve~1o·ono ad investu~ la . parete cilindrica non è più quella opposta _ alla d1rez1one del latercolo di' traiettoria: ma alterata nei v?rtici àer ei dinanzi alla prua: e risospinta dalla ?ress1?ne eguale in tutti i sensi del fluido circostante 1~ qmete, la direzion e del loro urto potrà essere assai chversa dalla prima, e diYenire anche . normale · alla generatrice. cilindrica ed all'asse. · · . ~i v~de da ciò c~rn la resistenza incontrata d,Ù corpo cilmd:·1co del pro_1etto deve essere realmente assai magg1,ore, ~i quanto si era dapprimà s upposto, sia perch~ 1aria_ ur_tata e smossa non è in quiete, s,ia per_che _la d1rez10ne d(;)ll'urto n_o n è sommamente obliqua t ma può · anche esse re perpendicolare all'asse. • · . L_a propòrz~orie supposta fra le-due componenti pai·z1ah . della r esistenza dell'aria dev'essere pe_rtanto assai n:od1fic~ta: e queste componenti possono invece con- s1derars1 come espresse ciascuna da quella che inc?ntrerebbero se urtassero l'aria, in quiete ed in modo difetto . Vi ha al_lora la seguente importante conseguenza: · che la resistenza . diretta contro la prua agendo nel sen:o opposto a quello del latercolo di traiettoria ha o~·dmariamente un piccolissimo braccio di ieva ed un . p1cc~l? momento di _rotazione rispetto a_l centr~ di gr~v,t,~ :_ ~~nJre la ?omponente normale alla superficie c1lmdnca è_app~1cata alla metà dell'asse di questa, ed ha un bracc~o d1 J_eva assai sensibile, e perciò un forte momento d1 rotazione attorno al centro suddetto. La prevalenza avrà luogo · pertanto; e di necessità dal la~o ,di quest't:ltima componente, _ed avrà l'effett~ che s1 e detto d1 sopra , di inclinare cioè grada.! a-

mente l'asse di figura del proietto verso il latercolo di traiettoria percorso, diminuendo là divergenza pro. dotta dalla ·gravità. · , . Egli -è per questo effetto direttivo e costante, che la r è1istenza dell'~ria al moto progressivo dei proietti fti anche chiamata resistenza direttrice: poichè acquista tale propri_e tà dalla popizione eccentrica del suo punto d'applicazione. In tale senso rioi a.bbiamo intesa e calcolata l'azione della resistenza direttrice nella prirna parte della nostra Memoria sulle fraiettorie _identiche e sui proietti equipoll enti, che noi inserimmo nei volumi n e rn di questa 'Rivista Jliilitare dello scorso anno ,1867. Nè questa azione élirettrice s i limita soltanto al caso che l'angolo cli di vergenza fra l'asse ed il latercolo esista in un piano verticale: e·s sa si estende pure a quello in cui, p~r l'influsso di altre cause, l'angolo di divergenza esista in un piano comunque inclinato al verticale . Noi crediamo di ·poterci disp·ensare dall'estenderci a dimostrarlo, poichè lo crediam9 di tutla eviclènza.

§ Hl.

Siamo ora al caso di applicare le svolte teorie alla derivazione d@i proietti oblunghi lanciati nell'aria dalle bocqhe .a fuoco rigate. Da quanto siamo venuti finora esponendo risurta · ad evidenza che, allorquando l'asse di figura del proieUo ha una leggiera divergenza dal latercolo di trai_ettoria percorso colla prua elevata da questo, la prua


~76

D,ELLA DEIHVAZJONE

del proietto è quasi interamente immmersa in una massa fluida compressa, ed il corpo cilindrico rimane immerso in della massa soltanto per metà, ossia nella posizione in cui il suo asse coincide col livello o limite superiore del fluido premente. La resistenza d'attrito al moto rotatorio dovrà pertanto considerarsi separatamente rispetto alla prua ed a.I corpo cilindrico. Rispetto alla prima, dividendo questa nei suoi elementi cilindri0i perpendicolari all'asse di figura e di rotazione, egli è evidente che gli elcrnenti prossimi alla punta saranno per intero immersi nel fluido premente, e che ql\elli prossimi al corpo cilind rico saranno immersi per una parte soltanto della loro periferia, la qual parte andrà diminuendo fino a ridursi alla semicirconferenza nell'elemento aderente al corpo ci li ndrico . Pel caso di una divergenza piccolissima fra l'osse di figura ed il la tet:colo cli traiettoria, noi crediamo che si potrà sempre su pporre, in pratica, che l'immersione della prua nel fluido premente sia totale, e che l'errore ri sultante sarà sempre trascurabile. In ui l caso l'attrito del fl uido con tro il moto rotatorio della prua non può dar luogo a derivazione di , sorta, e la porzione dell 'asse di figura che corrisponde all'altezza della prua non andrà soggetla ad alcun impulso di forza derivatrice. Ri mane all ora a calcolarsi soltanto la forza derivatrice applicata alla porzione dell'asse che ~orrisponde . · , al corpo cilindrico. Questa forza derivatrice sarà evid en temente applicata' alla metà della dett-a porzione dell'asse di fi()'ura t, I ·e d 11 coso sarà interamente simile a quello del cilindro che rotola sovra una massa liquida, e perciò

DEI PI\Oll,'fTl OIJLUJ.\'GHI

277

paragonabile a quello del cilindro che rotola sovra un piano. · . Varierà soltanto il coefficiente d'aUnto e la pressione, la quale non sarà più espressa dal peso del proietto o del solo suo corpo _cilindrico_, ma sarà la risultante di tutte .le pressiom del fluido premente contro gli elementi cilinùrici, valutate n~l scn~o pe~pendicolare all a superficie degli elementi stessi, ossia nel senso del raggio della sezion e retta. Noi abbiamo calcolai.o qu esta pressione, ed abbiamo rinvenuto che <lessa si ottiene moltiplicando per '.'.:.. = O, 7854 quella che risentirebbe il rettangolo li:

i:reneratore del cilindro se fosse direllamente premuto ~d urtato dal fluido colla medesima intensità con cui è urtata la superficie cilindrica. · Se indichiamo pertanto, a maggiore semplicità ed a seconda della teoria newtoniana, con kvt la resistenza dell'aria alla unità di superfici e ch e muovasi in essa con velocità v, e se in dichiamo con R ed h il raggio e l'altezza del corpo cilindri co, la pressione tota le esercitala contro e p·erpcndicolarmenle alla superficie cilindrica sarà espressa da

11;

4 kv' 2Rli : e so-

stituendo questa espressione al peso P del proietto nella formola del § 8, otterremo subilo il valore della forza derivatrice comunicala ul proietto nell'aria ip un istante qualunqua rappresentalo da: F = k(

11;

4

v 1 Rh R1w

11;

=i

kfv'h R'w

ove v eù w rappresentano le velociLù restanti di traslazione e di rotazione nell' istante considerato, k il <:oefficiente costante della resistenza dell'aria al moto


278

DELL,\ DEfllVAZIOJSE

DEI PROIETTI ODLUNGIII

progressivo, f quello pure costante d'attrito dell'aria confro·il moto di rotazione. ' La velocità che quesia forza può imprimere al pro. jetto nel senso perpendicolare p,ll'asse ed al piano istantaneo di tiro sarà ·evidentemente y' .

F

p

. ossia "l '

. = '1"(:Jkf -··41) v h R w 2

3

g E tale sarà il valore ~ella vel ocità di derivazione

in cui si trasforma parte della ' velocità angola~·.e del proieuo nell'istante in cui tale velocità. angolare è w, e·qu~lla-restante di traslazione è v. A questa velocità farà contrasto unicamente la resistenza allo spostamento della massa fluida eh~ deve far luogo al p1:oietto derivante in senso laterale. Questa resistenza sarà la · stessa che gli verrebb~ opposta dall'aria in quiete; giacchè le pressioni potentissime dell'aria sui due lati del proietto e dèl piano istantaneo di tiro si elidono pienamente. Ora, finchè la velocità di derivazione si mantiene piccola, questa resistenza laterale dell'aria potrà trascurarsi senza errore molto sensibile, e la determinazione . delle leggi del moto ne verrà assai semplificata pei primi minuti secondi di tragitto del pi·oie.tto, a~sumendo a rappresentare la velocità di derivazione il valore di y'- or ora determinatò. Questo valore di y' però non varia solo al variare della velocitji. angolare w ,· _come quello di y relativo · al cilindro che rotola sul piano, ma varia pure al va'r iare della velocità restan~e progressiva del proietto, e Yaria anzi come il quadrato di questa. Segue da questa osservazione che y' non potrà considerarsi, a rigore, come costante durante unari-

279

voluzione intera del proietto a Horn o al suo .asse di figura, poichè in questo interv~lo la : el?c1t_à ·progressiva del proietto verrà certament_e _d,1m~mnta.. . Se però si rifletta alla estrema rap1d1ta ~1 r?taz10n~ da cui sono animati i proieui delle arm1 rigate, L quali· fopno ordinariamente 200 ?iri al second~, ed alcun~ di essi (quelli della ca.r~bma fe?erale svizzera ultimò modello) fino a 900 giri per mrnu.to second?, ·è facilè convincersi che ben minimo ed rnte_ram_ente t;.ascuré!-bile potrà essere l'errore, se . si cons1den .~ostante la velocitìt restante progressiva durant~ 1_111tervallo di una di queste rotazioni compl ete , lurutativamente. ai primi minuti secondi di tragitto del proietto . · I l Dietro c1ueste osservazioni è ch'iar_o. che le leggi e e. moto di derivazione divengono quasi intermnente consimili a quelle del moto del cilindro che rotc,la sovra · . un piano·, e così: ,._ . . . . . , . . 1° Anche nel caso di cler1vaz10ne dei p1 oielt1 nell'arfa, 'il moto può considerarsi come unifoànem~ntc acceler:ato durante il tempo di una qualunqu~ rivoluzione completa del proietto attorno -al proprio assq . . : . - di figura. · '.2° La forza acceleratnce va pure costantemente diminuend o nel passaggio da uùa rivoluzione compiuta alla sua sl,ccessiva. . . . , . , ~. 3° Però la. causa della _d1mrnuz10ne e pru cvmplessa, e dipende anche d?lla diminuzion_e _del!a velocità restante progressiva , la quale fa clumnmre la pressìone _che nèll'altro caso è costante . .


z80

DELLA DEÌUYAZIONE

§ 13 . .

P~r dete~·min~re pertanto arÌahticamente le leggi del moto d1 der1vaz10ne dei proietti è necessario di introdurre nel c_alcolo la legge con cui varia la velo· cità progressiva. ~cl è . pure necessario di determinare la legge con c~1 va1:ian.o e crescono gradatamente i tempi delle r1voluz10111 complete del proieuo. Per conoscere la perdità di yelocità progressiva accaduta nel ,tempo di una rivoluzione completa, bisogna pri1'.3a_ determinare questo tempo:· .e ci occ.uperemo perciò 10 prevenzione di questa ricerca. · Basta a tal uopo di determinare ta perdita di velocità angol~re cu_i soggiace il proietto durante il tempo di una r1voluz1one completa incominciata colla velocità angolare restante w , e colla progressiva pure restante v. La velocità angolare viene diminuita daWattrito dell'aria con due azioni ben distinte l' una dall'altra: 1 • 1° La pressione contro la prua, che ao·isce sul . ' . . . o suo mtero cn·cmto a strati o zol)e anulari più o meno compresse, secondo che l'elemento cilindrico della prua è più o meno direttumente opposto alla direzione del moto. · · 0 , ~ La p,ression·e conlro· l'emicilindro inferiore del proieuo ch_e abbiamo calcolato al paragrafo pre·ceden te. · Bisogna perciò calcolare anche la pressione torale contro la prua, ·come · se la direzione del moto pro-

281

DEI PROIEt'l'I OBLUNGHI

gressivo coincidesse con que)la dell'asse di figuta, onde , i'imanere consentanei a quanto abbiamo pl'emesso. Ccmosciuta la natura della curva generatrice della prua, il calcolo infinitesimale ci offre il mezzo di detElrmirìare non solo la pr;ssione totale esercitata dal fluido nel senso · nòrmale alla superficie çlella prua, ma anche la somma di tutte ·le resistenze di attrito che ne risultano ·contro al moto rotatorio di ogni elemento, El perciò la quanbtà di moto rotatorio Q di velocit~ angolare sottratta in un istante determinato. Quest~ quantità di moto, o resistenza complessiva d'aurito in un ·istante determina~o, si può intendere applicata unicamente alla ·curva generatrice inferiore, che nel detto istante trovasi · nel piano istantaneo del tiro, suppoirnndo. che questa generatrice sola perda per tal fatto altrettanta pa_rte della propria ·velocità · angolare. · Lo stesso procedimento p11ò seguirsi ,~ispetto alla resistenzà complessiva d'attrito sofferta in detto istante ' dalla superfiéiè ·cilindrica , upplica_ndola egualmente alla generatrice inferiore. La resistenza complessiva d'attrito sofferta dalla prua avrà necessariamente un rapporto costante con quella _sofferta dal _corp·o cilind_rico, ed eq1.Jiv.arrà alla resistenza che incontrerebbe un cilindro d'egual rl:l.ggio e di una determinata altezza, immerso soltanto per metà come·l'altro nel fluido eesistente. · Per esempi() nella prua emisferica abbiamo trovato che là re·sistenza complessiva d'attrito in · un ·istante qualunque equivaìe a quella che risentirebbe un ciiindro ·d'egual {·àgg10, e· la cui altezza fosse 8 del 15

r.aggio. Si potrà, perciò considerare il proietto cilindr"o-sfe-


282

DELLA DEnIVAZ!ONE

DEI PrtOIETTI ODLUNGHI

rico come se fosse soltanto cilindrico, e la prua fosse

Nel primo caso, che sarebbe iJ più logico e regolarn, ma importerebbe un lavoro assai faticoso , le v·elocità progressive restanti sarebbe~·o le vere, e da queste si -potrebbe dedurre con tutta esatte}za la pressione del fluido· contro il proietto, la misura della forza derivatrice dueante la rivoluzione relativa, e lo spazio percorso, ossia la q1rnntità di deriYaziorie verificatasi in tale periodo.. Nel secondo caso, con minor esattezza cel'tamente, · ma forse con sufficiente approssimazione, si cléterminerebbero le velocità· restanti dopo intervalli di 1O o 20 rivoluzioni ciascuna , secondo la maggior appro.ssimazione che si volesse ottenere, od anche secondo la minore o maggiorè · entità della veloci.tà angola1;e. La perdita di velocità verificata in ogni periodo -si ripartirebbe in parti uguali sovra ciascuna l\ivoluzione, e si avrebbe così la velocità restante prog-ressiva .in ciascuna di esse. In seguito si procederebbe' çome nel caso precedente. La . ragionevolezza del riparto in. parti uguali sembra giustificata dalla riHessione . che la maggior durata d'ogni rivoluzione successiva viene compensata dalla n).inor perdita di velocità sofferta in ·ogni istante: sicchè '!a perdita totale può considerarsi costante in ogni rivoluzione. L'equidiffer~nza fra le velocità_restanti progressive, di uno stesso periodo potrà probabilmente f~cilitare ancora la determinazione di una formola che dia lo spazio percorso o la derivazione verificata in· tutta .Ia durata · del periodo stesso, semplificando così ~d ageyolando le operazioni di calcolo.

sostituita da un prolungamento cilindrico hmgo ,,~ del raggio. E. la resistenza totale d'attrito risentita dal proietto in un istante determinato sarà la somma delle due resistenze complessive risentite parzialmente dalla prua e dal corpo cilindrico, e che costitu,isce la quantità totale di moto rotatorio perduta dal proietto. Questa qua1ùità divisa per la massa dell'intero p1:o-· ictto, · darà la perdita di velocità angolare sofferta dal me·desiri10: e da questa si rJcaverà la velocità angolare restante alla rivoluzione successiva. Dietro tali principii, il tempo o dur~ta della ri~oluzione eseguita colla velocità angolaee <,.> viene determi11àta da '.21r =· giacchè la rivoluzione si compie con w

moto uniforme e colla veloèitù w, finchè ogni elemento .della superficie cilindrica abbia preso la posizione della generatrice infima , ed abbia ivì perduta in causa dell'attrito una egual parte della s1.,1a velocità angolare. . ,. . Ed indicando ·con w', w'1, w 111, .ecc. le veloclta restanti nelle rivoluzioni successive, le durale di queste sa-

.

2~

2~

2~

eanno egualment_edetem11nate da w' ·; w" ; <.J.>;"·' ecc., dalle quali si poLrlt 1;icavare anche il tempo in cui il pròietto eseguirà un dato num.ero n di rivoluzfoni . Ciò posto, le velocità restanti p_rogressive . si potranno calcol.a:i;e e.olle note forniole di balistica, ·sia. J)er ogni singola rivoluzione, sia per intervalliTegolari composti ciascuno di un dato numero di rivoluzioni, e . la cui durata totale si può presumere con qualche approssimazione quando si sia calcolato esattamente la durata di un certo numero delle prime rivoluzioni.

283

1


DELJ.A DER1VAZI0~E

§

u.

Con questo metodo che noi ci limitiamo p er ora ad indi,!are, riserbandoci di applicarlo é svolgerlo nella Memoria di cui abbiamo parlato, la dete rminazione delle derivazioni dei proietti oell'aria viene ridotta ad un calcolo assai semplice di spazi percorsi in -xirtù di forze acceleratrici costanti, la cui intensità va diminuendo ad intervalli discreti conosciuti, ed in una misura pure conosciula. Tale ricerca vi ene perciò quasi interamente limitata al calcolo ed ~lla meccanica elementare. Rimane soltanto a determinarsi colle note formole balistiche, ed a'Jl'appoggio dei coP.fficienti ben noti della resistenza dell'aria, la velocità restante e progressiva del proietto dopo un tempo determint1 to. Ma rimane pure a determinarsi per ogni diversa costruzione di prnietlo il coefficiente costante d'attrito contro il moto di rotazion e .. La p rima di queste due ricerche verrà di molto semplificato. se si considererà nei primi minuti secondi del tragitto ( nei quali la divergenza dell'asse di figura dul latercolo è piccolissima) la r esistenza dell'aria limitata soltanto a quella che incontl'erebbe la prua moventesi nell a direzione precisa dell'asse. Della sec·onda ricerca tratteremo or ora con qualche ampiezza. Intanto crediamo utile di far notare fin d'ora la molta analogia che deve esistere fra la traiettoria di de~ivazione, ossia la proiezione della traiettoria reale

285

DEI PROIETTI OBLUNGllI

sovra un piano orizzontale, e la traiettoria teorica, ossia la proiezione della stessa sovra il piano vel'ticale che contiene la direzione iniziale del proìetto. Tale unalogia diventa maggiore quando la direzion e iniziale è orizzontale. Prendendo in tal e ipotesi la direzion e iniziale come asse delle ascisse nella traiettol'ia teorico, e la traccia del piano verticale suddetto ( o del _tiro) come asse delle ascisse per la traiettoria di derivazione, le o·rdinate so no pl'odotte in ambe le curve da forze acceleratrici variabili e perpendicolari agli assi. La variazione d'intensità in ambe le curve è dipendente dallo stesso elemento, vulc a dire dalla velocità restante progressiva del profctto, colla differenza che nella traieLLoria teo rica la forza ucceleratrice va gradaturnente crescendo con successione con tinu a, mentre nella trniettoria di derivazione essa va invece diminuen do ad intervalli discreti, e si mantiene costante . p er la durata d'ogni intervallo. In ambe le curve un primo tratto, ed assai lungo , coincide qua si interam en te coll'n sse delle uscisse (e ciò più lur)O"ameole nella traiettoria di derivazione); ed oO'ntJtHl. delle due si allon~ana dal detto asse rivolo O'endoo·Ji la concovitit e discoslandosene con moto o o sempl'e più accelerato. . Venendo ora alla determinazione del coefficiente di attrito, dell'aria contro il molo rotatorio del proietto, questo coefficiente potrebbe forse credersi unico per le vnrie specie di metallo di cui p uò desso essere formato, e per le var,ie forme che possono darglisi. Se ogn i proietto uscisse dalla bocca dell'arma interamente liscio, è assai probabile che il detto coefficiente sa rebbe unico. Ma senza tener conto che sulla superficie della maggior pal'te dei proietti di piombo lanciali dalle ANXO Xlii, VOL. Il.

19


287

OELT.A DE1UVA7.I0NE

DE I PI\OIETTI Onl,UNG H!

a rmi portatili vi rimangono sempre alcun.e leggiere traccie della rigatura della canna, le quah sporgono sulla superiì,cie u nita cilindrica , e .debbo~o aumentarn_e la r esistenza dell'aria al moto d1 roto.zwne : !;>asta rifl ettere alle alette di zinco o d i rame le quali spo~gono talvolta fino ad ol tr:e .6 ~illimetri sul c~rpo cilindrico dei p roie tti d'art1g1Len a , od an che r1~lcttere ai risalti continu i elicoidali dei proietti Cavalh, per convincersi che queste circostanze debbono a.ccresccre di m olto la resistenza opposta dall'aria al moto rotatorio e tradursi nell'esperienza in un a umento del coefllcien te d'attrito, vario per ogni specie di p roi~tto, e dipenden te dalle particolat'ità della s ua costruz.1on e

o dei risalti continui debba anche farla crescere sensibiìmente n ei proietti d' artiglieria . La minore derivazione dei calibri piccoli è anche dovuta al momento d'in erzia dei p roietto, che relativamen te a quello dei calibri g rossi è minore, e che man tiene in limiti più ristretti la di vergenza fra l'asse di figu ra cd il latercolo di traiettoria percorso, p roducendo anche per questo lato un a m aggiore precisione nel tiro . È q uesto un vantaggio speciale ed una p rop rietà preziosa dei proietti obl unghi di piccolo calibro, nei quali si verifica precisamen te l'opposto di quanto accadeva nei proieui sferici, pei q uali un maggior momen to d'inerzia era un elemento di maggior precisione nel tiro .

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esterna. . Il coefficiente d'attrito dell'aria dovrà perciò variare per ogni diversa specie d i proietti d'ar.tiglie;~ia, e venir deter minato sperimental mente per ogm spee1e.. . Tale determinaziòne n on offre alcuna seria d ifficoltà , dietro le tcÒi'ie che siamo v~nu t~ svolgcn d.o: giacchè basterà di c~nos~ere la_ dcnvaz1o~e _prec'. sa ùi un pi·oietto a vane dista nze, p~~· le q~ah siano cogniLe le velocità r estanti cd i tempi ct1 tragitto . _ . . Anche però senza procedere aJJe deterrmnaz1om esperimentali si può a rg uire facihnen l;, da -~u.~n t~ siamo venuti finora esponendo , che 1e den vaz10m dei p roietti d'artiglie ria debbono, .a p ar:i ve locitil, r e: stanti, sia angolari che progressive, r1~ultare assa~ - .maggiori di quelle che si verific~n,o nel ~u o .d ell~ a rm~ portatili : e che inoltre, a panta o su?1ht?d1~c dt forma ed applicazione delle ale~t.e,. le der~va~wm debbono essere p iù grandi nei cahbn ~nagg1or1.. . Difatti la fo rza derivatrice da no1 detel'mmata nel § ~ 2 è proporzionale al cubo del raggio del proietto, ed abbiamo già n otato come la sporgen za delle alette

Veniamo ora ad esamin ar e un'altra causa pcl'tu rbatrice del moto dei proietti neli'aria, dovuta principalmen te alla forza di derivazione . Noi abbiamo già notato al § ,12 che questa forza der.i vatricc è nei primi minuti secondi del moto applicata alla me tà dell'asse di figura del corpo cilindrico del proietto . Questo punto è situato dietro al centro di gravità del p roicuo intero; e perciò la forza derivatrice sarà applicata eccen tricamen te e dietro al centro di g ravità, ed il proicUo dovrà, n el mentre che deriva in un senso , inclinare la sua p unta nel senso opposto . La direzione della derivazione è , come abbiamo


288

DELLA DERIVAZIONE

v-is.to, perpendicolare ai piano che contiene l'asse di figura ed il latercolo o la tangente della tr;iettoria _ Questo piano, che noi abbiamo soventi indicato col nome di piano istantaneo cli tiro, supponendolo verticale, viene più propria~1ente distinto col nome di piano di resistenzli: poichè la resisten1.a dell 'uria al. motq progressivo del proietto risulta. simmetrica attorno ad esso . A misura per tan Lo che il proietto deriva in t1n s~n,so · (e prosegue nel suo moto cli traslazione), jl piano di resistenza s'inclina al. l'orizzonte nel senso medesimo . ' ~ l'ango.lo di divei·genza fra l'asse di figura del proietto ed il latercolo di traiettoria si accresce I tanto per effetto ?ella rotnziéne laterale dell'asse di figura attorno altro ·asse perpendicolaTe . a qnesto nel piano di resistenza e passante pel centro di gravità, quanto ·per l'abbassarnento naturale del lalercolo dovuto a.1la gravità. - Il moto di rotazion e ora accennato dell'asse di figura ·non può, diet.ro a quanto abbiamo ampiamente dimostrato al § 1>, comporsi con quello di rotazione normale attorno il medesimo nsse di fig ura, ed ambedue i.moti sussisteranno contemporanei e completi . Ora la resistenza direttrice te'nde a . ravvicinare direttamente }'.asse di fig ura . al latercolo cli trai ettoria, fa,cendolo ruot11re 1.1ttorno ad un ;.)sse che pa ssa pel centro di gravit.ù ed è perpendicolare a'l piano di resistenza . ·' Questa forza direttrice esistè tutta nel pi ano cli re-. sistenza. Questo secondo' moto di wt.:1zione dell'asse a·i figura deve necessal'iamente cò'mporsi con q.uello pur anzi acc~n nato dovut9 alla forza. derivatrice, poichè qui è jl medesimo asse che· deve contemporaneamente uuo...tare in due sensi diversi.

I) EI P~OIETTJ OBI,U.l't:GHI

289

Ed in fatto la resisteriza direttrice applicata al centro tli pressione, posto dietro quello di gravità, può ,sempre immaginarsi sostituita da un'altrq. equivalente appli,cata alla meti1 dell'asse · delJa parte cilindrica, ove è ~pplica ta la forza derivntrice. In allora ambedue queste forze lineat:i sono applicate allo stesso punto ·ed hanno una risultante d'eguale natura . L'asse di figura del mohile ruoterà perciò nel senso della risultante, delle .predetLe forze' e la punta <;lel proietto si abbasserà. bensì verso. il latercolo di cUrva, ma divergendo leo-~ germente m senso contrario alla derivazione. Secondo che fra le due cori1ponenti è più prevalente la resistenza direttrice o la forza derivatrice acquistata, si aumenterà l'aderenza dell:E,tsse verso il late1;colo o tangente della traiettbria, ovv!=!ro la divergenza laterale o l'angolo compreso fra queste due lin ee rette. Nei priri10rdi del molo la resistenza· direttrice è :assai potente, perchè la velocità progressiva è con~ :siderevole, e la forza derivatrice è assai tenue. La di·vergenz~ perciò sal'à assai piccola. Nel progresso del moto la resi$tenza direttriee dimin uisce rapidamente ,colla velocità del proietto, men tre la forza df.ri va trice aumenta pel suo carattere acceleratorio ad intervalii ,<liscre.ti. La deviazione della punta del proietto nel senso opposto alla derivazione dovrebbe perciò crescere, e crescerebbe realmente tino a capovolgersi, se col maggiore angolo cli deviazione non crescesse anche la resistenza direttrice, che diventa più diretta ,contro la superficie del proietto. Perciò l'angolo di derivazione late1:ale si manterrà i;OSlante entro ]imiti discreti, e probabilmente assai piccoli, finchè la velocità progressiva del proietto non divenga assai piccola: nel qual caso il proietto potrà · anche capovolgersi, perchè la resistenza direttrice non · .avrà più la neces_saria efficac~a . .


• 290

Dll:I,LA DERI'l'"AZlONE

Notiamo però che a questi 'effetti concorrerà implicitamente anche un'altra forza, cioè la resistenza dell'aria allo sp9stamen to laterale del proietto per la der ivazione. Questa forza è implicita nella resistenza direttrice, la quale agisce in senso opp.osto al latercolo della traiettoria reale, il quale latercolo per la derivazìone esce dal piano di re_sistenz/;\ ·contenent~ il latercolo precedente. / L'azione combinata di tutte queste forze sull'asse di figura del proietto riuscirà pertanto nl seguente ' effetto: Che durante il tragitto la punta verrà continuamente e sempre più inclinata verso il basso; Che contemporane.a mente la punta divergerà alquan Lo dal piano verticale passante pel ]atercolo di traiettoria percorso, ed anch.e dal piano di resistenza, e nella parte opposta a quella della cleriv.azione. , Se ora si rifletta che la risultante 'clelle due forze da noi più sopra clescritte ed applicate alla metà del1'asse della parte cilindrica del proietto deve conti. nuarnente cangiare di direzione a m'i sura che il piano di resiste11za va inclinandosi sempre più all'orizzonte, poiehè la forza derivatrice è sempre perpendicolare a questo piano dì resistenza, e la forza direttrice esiste nel piano stesso; risulterà manifesto che il ca~1min,o percorso dal detto punto di mezzo dell'asse sarà una curva che volgerà la sua concavità al basso: e che . perciò l'asse di figura concepirà necessariamente un moto conico attorno al centro di° gravità ed alla tan· . gente della traiettorìa. , È questo il moto conico che da tutti gli scrittori di b~listica viene attribuito all'asse di figura-del proietto, e che viene paragonato. a quello dell'asse della , terra da cui deriva la_prece$sione degli equinozi. Allorchè perq la punta del proietto nel suo. pro-

DEI PROIETTI OBLj:JNGHI

gressivo abbassamento oltrepassa il piano perpeNdi.· colare a quello istantaneo del .tiro e condotto per la tangente alla traiettoria, la direzione della forza direttrice si cambia cd agisce verso il basso, tendendo perciò ·a risollevaré la pun~a mentre abbassa la parte cilindrica. , Perciò la punta del proietto non potrà, a nostro giudizio, oltI'epassare il detto . piano perpendicolare a quello istarltaneo del tiro, ed il moto conico s~ ridurrà tutto al più ad un quarto di giro descritto con -una curva piuttosto allungata in causa dell'acceleramento della. forza deriva,trice. La similitudine col moto conico dell'asse terrestre non 'avrà luogo p ertanto che assai imperféLLamente e per un solo quarto di giro al più. . Noi concordiamo pertanto nella supposizione di al- . cuni insigni balistici, e specialmente del sig. conte di S. t-Robert (Étud~s sur la trajectoire des projectiles obtongs ~ Parigi 1860) , che tale mo~o conico non · possa verificarsi se no~ · in piccola misura durante il tragitto del proietto, e crediamo che la ragione da noi datane sia convincente. ·La divergenza poi dell'asse di ·figura dalla tangente della traiettoria non potrà inaì essere rilevante, perchè, a misura che questa cresce, cresce pure l'intensità della forza direttrice ( la q~uale è proporzionale almeno al quadrato della velocità restante progressiva), attesochè, come notammo sopra, la parte cilindrica del. proietto viene ad essere più direttamente ·investita dalla -,resistenza dell'aria al.ruoto progressivo. -Lo acceleramento della_ forza derivatrice va fovece dimin-uendò col necessario rallentamento della velocità -di rotazione normale. Noi, crediamo perciò assai probabile che l,a detta divergenza s1 arresti e rimanga stazionaria.-per qual-


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DELLA DEI\IVAZIONE ·

DEI PROIETTI OllLUNGHI

che tempo quai1do la punta àel proietto giunge a toccare il piano perpend~colare a quello ista ntaneo di tiro e che passa per la tangente della traiettoria, qi. cui abbiamo ripetutamente parl,,to, Però noi andremo assai guardinghi nell'affermare questa . conseguenza, attese le ,molte e complicate cause che influiséono su questo moto, e la cui azione complessiva non può abb racciarsi' tanto facilmente m un esame unicamente sintetico; e solo può essere espressa _in tutta la sua generalità da formole analitiche la cui ricerca non sarà scevra di 1nolte difficoltà, benchè il problema sfa, a nostro credere, assai semplificato da quello che fu fin-ora :

§ 16,

Dopo aver svolto in,teramente la nostra teoria sulla causa della derivazione, ci rimane ora il còmpito, che .ci siamo ris~·rbati al§ 5, di dimostrare come da questa possa ricavarsi una facile e. logica spiegazione dei fenomeni · osservati ,dal Magnus nelle esperienze fatte sul solido cilindro-co nico ruotante, ed assunti da lui come conferma àssoluta della sua teoria, Il solido suddetto, sospeso. ai tre anelli circolari con-cen_tr.ici {vedi la figura), è mobile attorno al suo centro di gravità :che coincide col centro comune degli anelli, , ed attorno a tre assi, uno dei quali' è invariabile ecostante rispetto al solido :poichè è il suo asse di figura), gli altri due sono y,ariabili , rispetto al solido suddetto, e soggetti soltanto a passare pel suo centro di gra,. vità, ed uno di questi è fisso nello spazio. Nella esperienza definitiva riportata a'. pagina 36 i'i ,,j

29,3

solido fu disposto davanti .alla corrente fluida in modo che avesse la sua punta rivolta v.erso quella e.leggermente · rialzata sul pig,no o,rizzontale de.Ila corrente. . · . · Impresso al solido u_n rapido muto di rotazi0ne (droitier) attorno .al suo asse di figura, in modo cioè che ia parte superiore ruotasse da sinistra v.erso · destra, rispetto ad un osservatore posto alla base del proietto e ri_vol.to verso la punta: e, diretta la cor11ente .contro il so.lido rùotante, avvenne: Che il solido rivolse lentamente la sua punta verso la _9estra., seguendo dapprincipio una direzione orizzontale, indi subito abbassandosi, In caso di rotazione in senso contrario, il movimento .accadeva dalla parte opposta e colle stesse 'modalità, · Se la rotazione durava abbastanza perchè la punt~ . si abbassa'sse oltre il piano orizzontale passante pel centro di' gravità, si vedeva allora decrescere poco .a poco la deviazione laterale. . ùra alli;t spiegazione del Magnus desunta dalla com·pòsizione dei moti rotat0rii ci sembta che_possa contrapporsi molto .più ragionev.olmente.Ja seg.ue.nte~


~94

DELl,A DERIVAZIONE

, T:~tta~do~i di veloci~à assai . piccola n elJa corrente d a~1a, I_ attril? contro 11 moto rotatorio deI!a punta comca mvest1ta più direttamente, deve certamente es~ere maggiore . di quello contro la superficie cilindrica, contro cui la pressione è quasi nulla affatto, quando l'asse del corpo è quasi parallelo alla corrente. . ?ra_ Ja parte inferiore della punta conica esposta pm ~1rettamente alla corrente fluida ruo\a , nel caso cons1derato, da destra a sinistra, e l'attrito deve pro?urre nella parte corrispondente dell'asse di fio-ura un unpulso d~ derivazione verso Ja destra, come re~lmenle accade, po1chè il solido gira a destra. L'a?bassamento graduale poi della punta devesi a lla ~res~10ne contro la parte inferiore della superficie cilrndrica, la quale nel movimento di rotazione a destra a~tomo all'asse verticale viene ad essere esposta più direttamente alla corrente aerea. ~uando la punta del solido si abbassa oltre il piano orizzontale, allora la parte di punta esposta più direttamente alla corrent~ _fluida è la superiore : e poich,è questa ru~tava da sm1stra a destra, l'attrito deve prod~rre un impulso verso la sinistra, ritardando il moto d1 derivazione a destra già concepito, ed invertendolo an fhe , se potesse agire per un tempo sufficiente. J~ bene da notare qui la circostanza dell'abbassamen_to della punta, il quale- sarebbe contrario alla t~oria del J\Iagnus _sulla posiziono del centro di press10nc, esposta e dimostrata sperimentalmen te da lm nella pagina precedente 35. Di questa apparente anomalia egli non ti ene alcun ~on_to e n~n t~n ta darne alcuna speciale spiegazione, hm1tandos1 urncamente a dire che : « Le mouvement « de la pointc se fai sait clone complètement comme « il deYait se fai re, d'après ce que nous a vons posé (I. plus haut, pour le cas où la r ésultante de la r ési-

DEI P ROIETTI ODLUNGnI

~95

« stanco passe par la partie de l'axe située a~ d~ssus « du ccntre de gravité, c'cst-à-dire entre celm-c1 et la ~ pointe du mobile . » La spiegazione a cui ·allude è cer.u:rn~ente, quella contenuta a pagina 33, la quale attr1bu1sce l_ab?assamcnto della punta alla ci rcostanza che la ~ev1az1one laterale di essa deve accadere in senso prossimamente normale al piano che passa per la tange~te d.ella traiettoria e per l'asse del proietto (pia no di_ res1stc~za), e che questo piano va gradatamente inclmandos1 all' o.rizzon te. In questo caso pe.rò, egli aggiungo che la du~ata del tragitto del proiettile è. troppo corta percho la punla possa discendere al disotto della -~an?ent~. . Ora come può accadere invece che c10 s1 ver1fi.ch~ in una deviazione di pochi gradi soltanto, quale e quella che può ottenersi nella esperienza da lui descritta? La deviazione della tangente della traiettoria dal piano p rimitivo del tiro che . si ottiene re~lrr:en Le ~elle armi a fuoco dopo pochi minu ti secon d1 d1 tragitto, è certamente assai maggiore di quella osservala dal ì\Iarrnus nel suo istromento: e ciò non pertanto la de. r iv~zi.o ne non si rallenta ~osì presto , e mollo meno poi non si r iYolge in senso opposto. . Concludiamo pertanto che la teorrn del _fllagnus non spierra co mpletamente il fenomeno da lui. constatato, ed a~zi in una sua particolarità lo contrad~1c~: mentr~ la nostra teoria desunta dall'attrito contro 11 moto d1 rotazione 19 spiega in.t eramente i~ ogni s_uayarte. . Riassumendo in poch e parole le basi d1 questa, noi osserveremo: 1° Che il moto normale di rotazione dei proietti non può aver luogo in un mezzo resistente quale è l'aria , e specialmente quella fortemente compressa


J '

296

DELLA DERIVAZIONE ])El PROIETTI OBL UNGHI

contro i proietti delle armi à fuoco, senza clie si sviluppi una resistenza d'attrito assai sensibile .. TUtte le esperienze del Magnus, fatte con ben picco!~ p.r~ss,ione d'aria ~ per n uila paragonabile a quelle fort1ssune . contro i proietti delle armi a fuoco, provano che vi è 'comunicazio.t1e di moto alle molecole d'aria: aderenti al corpo ruotante; e perciò dovrà esservi perdita di forza ,v,iva ·in questo per l'attrito o per l'inerzia delle molecole stesse. La resist~nza d'attrito esiste dunque, e dovrà cr~~ scere naturalmente colla pressione. · · 2° L'esame del modo o processo meccanico pel quale l'attrito opposto alla circonferenza di un corpo .ruotante produce in questo la trasformazioni? di parte della velocità angolare in forza derivatrice, spiega interamente la genesi delJa derivazione latérale dei proie~ti, sia oblunghi che sferici. 3° Le leggi del moto del cilindro che rotola sovra un piano in virtù tlella velocità angolare prec?n?~pi ta prima di venirne à con tallo, leggi · assai s1m1li a quelle che l'esperienza ha finora dèterminato sullq quantità delle derivazioni, le quali crescono prossimamente per un certo periodo pella ragione dei quadrati dei temp·i, e quindi in una ragione decrescente, fanno ritenere fin d'orq come accertato: che la causa del moto è la stessa, l'attrito cioè éontro al inòto rotatorio. ·E per conseguenza tutto concorre a far ritenere come indubitato: che questo· attrito sia la vera causa della derivazione, la CJtrnle viene ppi perturbata o lég. germente anche modificata dalla eccentricità con cui agiscono sul proietto la forza d~rivatrice e la resistenza direttrice. ---.;,- -- - ---

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CONSIDERAZIONI SUI.

COllPO SANITARIO 11uxr A.UE ITALIANO BASI DI UN NUOVO ORDINAMENTO • DC

ORAZIO AMANTE

Medico di battaglione di l° cl., acldoUo al 31' fanteria,

Dopo che l'unità d'Halia cominciò dall'idea di~renire un fatto, dopo che questa decantata terra, sogg1~ga~a da dispotici principi, per volere de'.suoi figli commc1ò a godere l' indipenden7:<1 e la_ libertà sotl? lo scet~ro del Re _italianissi mo, si p_ubbhcarono van opuscoli. e non p_ochi articoli -si lessero e si leg~on_o tuLLora m periodici sc(entifici e politi ci a f~ne d_1 drnrnstrare or l''uno, o l'altro difetto nell'orgf)mzzn.zwne attuale del corpo sanitario militare italiano .. Questo' corpo invero improvvisato, formato, ~ome qualunque altro della nuova armata, da elementi del veeehio esercito ·s ardo, di quello dell'Emilia, dell'altro dell~ Toscana, di quello del Borbone e del Meridiona~~.' . sorretto da un regolamento vecchio da trenta e pm


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CO RPO SANlT\llfO lll!LI'rAl1.1~ I1'ALlANO

anni~ insufficiente e perfino discorde in non pochi punti col progresso attuale della società e della scienza m~dica, nec_essariarnente doveva presentare nella sua prima genes_1 tutte quelle imperfezioni, ch'è impossibile ~on stare m una corporazione formata quasi per rncanto. È dop? siffatta formazione che l'esperienza, l'attenta o~se~·vaz10~e ~anno allontanare non solo quanto fu gmd1cato mutile, ma eziandio d' impedime~to e" di dan,no . allo scopo pel quale si dà vita ad , un corpo. Cosi .s1 cer~a di rcnc!erlo più pel'fetto e capace di megl,o funz10nare. I_l dif~ t_to c.lell'attua'.e org~nizzazione del corpo sanit9-r1? rntlttar~ fu pa1·1ment1 ammesso dal Parlamento ~az,o?ale, ez,andio dagli uomini distinti che dal ,f8 60 m P?t furono chia,nati a.I ministero per dirio-ere gli aifan della gueera; perciò nel 1863 nel!' Aul; parlam~:~ar:~ .venne proposto un_ or_diue . ~lei giorno pel r ~10 lior ~me~ L~ del corpo sanitario nuhtare : nel ,J 866 s1 crede m1gltora1fo di fatto, dando diritto a ciasc un - 1· ,, . med1co m111Lare a un aumento del quinto dello slipend IO · . . per ogni . qumquen_nio p_assato nello stesso grado, abolendo 11 grado d, medico ao-o-iunto e aumentando quel_lo del presidente e degli i~;ettor/: perfino pochi m:s 1_fa l~ commissione parlamentare nella relnzione de bdanc1 del ·f 868, faceva voti presso il ministero della guerra d_i contiuuare nella via del rni<rlioramento 0 del corpo samtario militare. _Ammesso così. e generalmente la necessità di migliorar~ le condizioni de1 medici militari, di dare loro un ordmamento conforme al proa-resso attuale milita d Il . d. o re e e a sc_ienza 1:1e 1ca, sarà prezzo di questo scritto, s~' pogg1andos1_ sul vigente regolamento, ne farà r1sa.lt~re . alcune ~~perfezioni, e ne rassegnerà le utili anzi md1spensab1l1 correzioni.

DASI DI UN NUOVO 01\D! N,UIENTO

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Così al certo sarà tenuto in ccrnsiderazione da chi oggi è chiamato alla suprema direzione degli affari che riguardano la parte più vitale della nazione, e su cui poggiano il benessere, la prosperità e la g t·andezza futura di essa, l'armata. Non è inspirato dall'ambizione, nè da materiale interesse, sibben e dal sen timento profondo di poter giovare sempre più iì s·oldato in fe rmo. È fatto altresì per aggiungervi un sassolino al compimento del grande edifizio ch e tanto si studia di condurre a termine, l'organizzazione dell'armata. Le considerazioni che verranno esposte, mirano esclusivamen te all'interesse del governo , al bene del soldato, che domanda soll ievo e conforto delle sue ambascie, dei suoi dolori, ed alla maggiore istruzione del corpo destinato ?- tanto; sono figlie d' una esperienza di · circa sette anni, e se soìe non bastano a raggiungere il fine proposto, s'aggiungano le altre di coloro che per lunga dirnorn nel corpo meglio sapranno apprezzare le cose medico-militari.

! , AìUrihuzioni. - Esami. - Anzianità ed istruzione del personale saoihu•io.

Prendendò per norma il nuovo quadro organico del corpo sanitario i'!_)ilitare del 15 settembre 1867, questo corpo risulta di 589 medici, de' quali 39 rivestono un grado superiore a medico di reggimento, ~00 sono medici di l'eggimento e 350 medici di battaglione. In ordine alle attribuzioni, stando al regolamento atluale, d1 tutti soltanto i medici di reggimento, vale


:mo

301

BASI DI UN NUOVO OH)nNA!tENTO

. COJtP0 SANIT A!UO MI LITARE · ITALIANO

a, dire il te~zo de! to~ale , . Yengono propriamente ed in modo diretto 1mpiegat1 alla c1J.l'~ dei soldati infermi. _Presc~ndend9_ dai _grad1._sup_eriori a. medie~ di regg1me~to ,_la cn1 r_ng-1one eh esistere sta princjpalmente· nella '. nd1spens?b1 le sopravveglianza_e nella necessaria super1ored1rez1one disciplinare ed istruttiva-del servjzio ,. nel ~ante_nerlo in consonanza coli' ordinarnen'to generai; del! éserc1to, provvedendo così alla necessaria un ità, al concentram:nlo, ed alla regolar'ità di es~o, nel mantener~ la g1_u~ta di_rez~one. e . malie va ria f('enerale di tutlo 11 . servmo san'.tar10 d_1 ciascun stabilimento, potrebb~s~ trar~e maggwr partito dai medici di battaglione. Questi in~atlt, che del totale de' medic i militari comP?.~g~n? 1 3[5, senz~ ten~re _conto _a)cuno del grado d 1st1 uz10,nc e degli anrn d1 servmo, in massima , vengono add~tti a~ ~orpi e agli ospedali militari per ~~ genere d1 ser~~z10,_ che_,_ cliiamato ·secondario, si ud ?ce . a .p_o_co pm d1 quello che negli -stabilimen ti san: ta-r; c1:1h s'~ffi~a ad espet'Li infermieri, 0 a giovam c ie rncom1nc1an.o appena ad iniziarsi nel.l'arte, salutare . ' Se si considera . che le osci llazioni che continua~· n:ie~te _si veggono avvenire nel eorpo sanilai·io militare, st nfer1scon o alla classe de' medici 'di battaglione; che a questa. classe è dovuta la grande deficienza nel cor~o, lacchè è dimostralo chiaramente nella relazio~e delh 15 settembre 1867 a S. M. per stabilire un nuovo quadt:o. org~nico , dove )~fatti .sta d~tto: mentre. allo · scoppia1e d una guerra mniimereuoli cultori dell'arte sal~tare ?fl'r-ono c?n n_obt:le gara l'opera lqro a pro dell esercito, pochi poi ~ono i gi·ovani che accorrono p~1· occupare i po!ti d:i medico di battaglione ùi tempo· . di pace. Il perche somma d1:ffìcoltà s'incontra a mantenere in numero il' qu-adro', ed anzi sempre lamentasi

una g1·ande deficienza. nel graclo suddetto (1}, è facile dedurre che in questa classe principalmente bisogna apportare clé' miglioramenti. Inoltre, se la riirosì-a dei giovani medici ad accorrere pe t" occupare i posti di medico di battaglione_in tempo di pace, e l'emigrazione di quelli che già l'occupano, perdura ez.iandio dopo la legge 28 giugno ii 866, per i quinquenni, devesi concludere non dipenderè esclu~ivamente dagli stipendi, ma da ben altre e più valevoli rr.gioni; fra le quali non è cer tamente l'ultima, il-posto che dalf'altuale regolamenfo. viene assegnato al medico di battaglione in . rapporto alle sue attrib~zioni. Se si vuole che come in tempo di guerriJ- così in tempo . di pace accorrano i giovani me<lici ad occupare i posti <li medico di battaglioqe, è su ciò che una nuova riforma deve basarsi. Al medico di battaglione dovrà assegnarsi maggiore autorità in ordine alla scienza ed all'arte che professa, Dovranno essere grandemente avvantaggiate. le attribuzioni di questa classe, ch'è il perno su cui poggiano gli altri gradi; e l'avvenire del corpo. , Il giovine medico che con fatid1e, con abnegazione ha potuto ottenere ì suoi diplomi, s'espone ad un novello esame , e viene ammesso alla carriera del medico militare. Crede sul principio di ritrovare un a carriera splendida, o per lo meno capace di un avvenire che stia in rapporto colle sue fa tiche , con i suoi studii; ma presto si acco rge che sterile è il terreno, privo di mezzi e d'incoraggiamento. Si avvede che per tutto il yeriodo che dovrà occupare il posto di medico di battaglione, che non è breve per la

(I)- Direzione generale de'servizi ammini!trativi. Divis. ospedale,

sezione 2'. ANNO

xm,

VOL. li,

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30~

CORPO SANITARIO MILITAllE ITALIANO

lentezza della carriera, non avrà mai neppure quella soddisfazione morale , che è conforto nel curare le malattie, è incitamento allo studio. In tutto questo periodo, meno casi eccezionali, al medico di battaglione non viene mai affidata la direzione di una sezione di ommalati, perciò le sue conoscenze per quanto fossero giuste, estese e pratiche, per quanto potessero riuscire vantaggiose al soldato infermo, rimangono sempre nel campo della scienza. ILmed·ico di battaglion e se presta servizio all'ospedale, colle braccia conserte, quasi in operoso e sempre pedissequo del medico capo-sezione, massime quando è sezione di medicina, non deve che aspettare il cenno di questi per armarsi la mano di una lancetta e spaccare una vena, sola operazione che gli compete. Vero è che il medico di battaglione, seguendo il medico capo-sezione al letto dell'ammalato , può eta sè e a suo modo osservare l'infermo e formarsi della malattia il concetto che più gli persuade. Vero è che egli approvando o criticando silenziosamente l'operato dell' altro, può trarne ammaestramenti, ma è verissimo pure che egli non ha mai la soddisfazi one di vedere condotta a termine felicemente una malattia curala a suo modo , e con le sue vedute scientifico-pratiche. Questa soddisfazione, che è divin a, che non può sentire chi non professa l'arte salutare, che sente il. medico anche quando sa di essere pagato colla ingratitudine, il medico di battaglione non ha mai. Ma puossi realmente e con vantaggio affidare la c ura d'importanti ammalati riuniti in una sala di ospedale militare al medico, che è appena entrato nel corpo ? Che probabilmente da pochi mesi soltan to ha ottenuti i suoi diplomi? È cosa facil e e sollecita apprendere l'arte di riconoscere e curai·c convenientemente le malattie, anche quando si è in possesso

DASI DI UN NUOVO ORDINAMENTO

303

della scienza? No : sarebbe vano il dirlo, follia il sostenerlo. L'arte salutare è difficile quant~ l~ ~c~en~~ medica, anzi più della scienza, perchè richiede pm tempo, più fatica, più ponderazione. . .. Al med ico appena éntrato nella ·carnera rn1hta_r~ , non si può, non si deve affidare l'importante scrvJZlO della direzione di una sala di amm::ilati; ma se cosi <leve essere nell'esordire della carriera, non lo si dcY~ dopo un periodo <li quattro o cinque an~ i, .quan_do_ 11 giovine medico, avendo frequentato le sez1om, ~s~1 sllto assiduamente alle osserrazioni del medico dmgen te e pratico, ha potu to acquistare su ffic ientemente l'eterna arte . Laonde è indispensabile stabilire per legge regolamentare che il giovine medico, dopo un breve esame , wnmesso nel co1po sanitario niilitare in q1,1,alitù cli medico di battaglione, nei prim1· tre anni cli servizio vengc: addetto in un ospedale militare, nel quarto anno potra e.ssere destinato ad un corpo attivo dell' eseràto, e nel corso del quinto sarà chiamato infall-ibilmente ad tm esame per rendere conto della siui capacità, dell'arte ni edica e clel servizio mi:titare . Sortito un esito {avorevole da qiwsto esame, dalla clctsse cli medico di battaglione verrèt a far parte di quella di nuova creazione , e che si dircì med ico di reg-. gimenlo di 3a classe (·1), sarà r.ivestif~ del g-r:aclo ~i. capitano . Avrù diritto allo stipenclio de~li attu~li medici di battaglione di ./ .. classe col 1° qumquennio c~n la nomina o poco dopo . Avnì diritto di potere acquistare_ in tutto e per tutto le prerogative ed i vantaggi clet niedici di reggimento di 2• classe, anzi passerà cli fatto a fcir parte cli questa classe tutte le volte che essen-

.(l} Vedi lo specchio generale in ullimo della 1• parte.


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CORPO S.\!'ìITAUIO !IIILI'L\UE ITALIANO

dovi. posti vacanti per anziani'tù, gli spetti. , A,vrcì attribw~ioni speciali, e, se non saranno quelle che oggi-spcttan_o esclusivamente ai medie~ di reggimenlo, molto s'avvicinano. Saranno quelle, che detlaglialamente verranno détte in seguito, dopo aver parlato del modo come condurre gli esami, e come si dovrà slabilire l'anzianità. Gli esami dovranno essere distinti in quelli d'ammissione, ed in quelli teorico-pratici. Il primo varrà a stabilil'e l' am:ianitù in ragione de' punti riportati fra i concorrenti in una data epoca, e servirà a confermare l' entità medica cli ciascuno, benchè a sufficienza ; dimostrata da' diplomi. Varranno le norme per l'esame d'ammessione attuale, e si raggirerà sulle stesse materie, se pur non si vuole stabilire su più vasta scala quella che riguarda la patologia medico-chirurgica . Il secondo poi, dovendo dare un'idea esatta quanto più si può della capaci tà del candidato in ordine alle sue conoscenze medico-scientifico-pratìco-militari, dovrà essere più importante e più es teso . Perc iò s i dovrà raggirare su tutte le rnnlerie determinate dall'attuale r egolamento per l'esame di promozione a medico di reggimento, potendosi fare eccezione pe1·ò di quello che si riferisce alla patologia speciale medico-chirurgica e nH'anatomia sul cadavere, perèhè il p1·rn10 fo dato nell'esame d'ammissione e si comprende benissimo nell'altro di clinica medico-chirurgica, ed il secondo meglio verrà sostituito dall'esame di anatomia delle regioni all'atto stesso che si fa l' esame di chirurgia operativa sul cadavere . Aggiungasi l'esame di medicina legale che tanto necessita a qualunquesiasi medico militare. Gli argomenti degli esami d'ammissione e quelli riguardanti la chirurgia operativa sul cadavere, le malattie sifilitiche, la medicina legale degli esami

..

D.\SI DI UN NUOYO

onD1l'iAME~1'0

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teorico-pratici, foss ero sempre preslàbiliti dal regolamento , ed estratti a. sorte all'alto dell'esame dal can<lidato stesso, se si vuole . Fra tutti abbia la. maggiore importanza l'esame clinico medico-chirurgico . Mercè questi pubblici esarni e mercè il modo dei servizi prestati, ognuno potrà form_a~·si l'id~a ~hiara del valore scientifico, pratico e militare d1 ciascun medico, perciò si aboliscano gli ulteriori esaI?i, e dopo <1ue1lo teorico-pratico dato favorevolmente , ~1 percorra ~la carriera per anzianità, e solo per mento quando fra i medici di reggimento vi sin chi per scop~rte '. p er memorie e per altri lavori scientifici, r11s1 d~ pubblica ragione per l~ sta~p~ ~ per 1:1odo, ~1 sia realmente sopra gh altri d1stmlo (1). Cosi anco1a per i gradi superiori . L'anzianità dc' medici di battaglione che hanno subìto favo~e_volmente l'e_same teorico-pratico . dovrà essere stabilita fra quelli che son~ chiamati all'esame contempo t·aneamente, per~hè tutt~ nel quinto anno di servizio . La si farà ~n. rag1o~e de: punti ripor tati e solo in p_ar~tà di conc:1z1onc s1 .terra conto dell'epoca dell'amm1ss1one (2) : L epoca de suddetti- esami sarà sempre alla fine eh ciascun anno .

altr? .

(1) Gli attuali medici di reggimento c_he raggiunsero q~e~t? grado in tempo di necessità,. sc~17:a esami, soltant? per ~nlia°:1~a per scelta, per acquistare 11 dtnllo a!la pro~1o_z1one dt ~ed1co 0 capo di 2• classe, dovranno subire glt esami d1 promozwne a medico divisionale, come è stabilito dall:attua!o re?ol~m~n~o. Appena fatta la nuova logge verran~o cl11am~t1 perciò ind1sl1~tamente a prestare i suddetti esami,. e q~~lh so(tanto c~e porteranno l'idoneità verranno class1Gcat1 _m rag10n0_ d~ punti riportali, e altenderanno la nomina di m~dtco capo d1 2 classe . . . man mano che i posti si faranno vacant1. (2) I medici di battaglione che sono in sernz10 d~ cmq_u? o più anni, se, con le vigenti leggi, _non s~no decaduti dal d1r1~lo di concorrere ai posti di medico d1 reggimento, verranno ch1a-

n:


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OOUPO SANITARIO MILITARE ITALIANO

I ':1edic~ di bat~a?lione, che chiamati una volta agli esami teor1co--prahc1 non avranno conseguito l'idoneità, entreranno a fa~ parte di un ullimo esame con quelli ~~e ver:·~nno cruamat_i almeno un an.no dopo. Riportata l 1done1ta c?n_ q_uest1 e con le norme già dette "verranno classrficat1. · · Saranno esclusi daJ passaggio alla classe de' medici di reggimento di 3• classe, e perciò dai diritti che a questa competono·, Lutti quei medici di battno-lione che . dopo :ssersi presentati due volte agli . esar~i no~ ~b~rnn_o ~1port~to l' i~oneità, e così pure gli altri che mv1tat1 a1 detti esann, volontariamente siansi · ricusati d'intervenire. D~P? l'~·~po~to, sarebbero medjci di battnglione quei rnecl~c~ m1hta~·1 che stanno nei primi cinque anni di serv1z10, e gli altri che per due volte diedero l'esame teorico-pratico sfavorevolmente; sarebbero med.ici di reggimen to di 3• classe tutti quelli che subirono l'esam e teorico-pratico fa vorevolrn ente. . . · . Ai prir_ni. _conve.rranno le _attt~ibuzionj, che. oggi spett.ano md1stmtamen te a tutti i medici di battao·lione · 0 ai secondi quelle che sieguono. ' ·1°

Servi%io dei corpi.

Tut.te le volte che il medico cli reggimento di 1" cfasse (1) di un dato corpo, verrà comandato al sermali agli. esami_ teo rico-pratici subito dopo la nuova legge. Solo queU1 ch_e r 1po_rteranno !' .idoneità passeranno a fare parlo dolla classe d1 medico di reggimento di nuova creazione. vanz-ianità poi verrà loro fissata con le norme suesposte fra quelli entr ali in servizio lo stesso anno. . (1) Vodi lo specchio generale por la ·gerarchia 0 la ripàrtizione del personale.

DASI DI UN NUOVO ORDIN AMENTO

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v1z10 d'ospedale o a .qualunque altro che non sia: il ser vizio del corpo al quale è addetto, rimanendo un medico di reggim.ento di 3"- classe al servizio del corp~, questi, come quando. è isolato, ~.bbìa_le stesse attr1~ buzioni e sia tenuto alle medesime mcumbenze de1 medici di reggimento di . 1• classe in quanto concerne il servizio del corpo . Del servizio tutto del corpo risponda al rispettivo medico_di regg~':1ento ~i ,1 • ~lasse · solo in via gera rchica, com e fa oggi 11 medico d1 servizio al corpo nella compilazione degli stati di statistica. .trimestrale. Da ciò derivano i seguenti vantaggi: . 1° Al medico di reggimento di 1a classe c omandato di servizio all'ospedale rio1arrà più tempo allo studio delle malatt:ie degli individui giacenti nella sezione da lui diretta per più convenientemente curarle. : 2° Il servizio del corpo sarà fatto più p ronto , più solleci to ; non soffrirà ritardo come oggi avviene, non rare volte, per mancanza del medico di . reggimento comandato altrove, massime in certe incumbenze speciali. . · . 3° Il· med ico di reggimento eh 30. classe , sap~ndo di dovere assumere tutta la responsabilità del servizio del corpo mentre vi presta servizio , maggiormente si studierà e s'impegnerà del preciso e regolare anda- . mento del servizio stesso . 2° Servi%io d'ospedale. A) Serv1:zio clinico. - In massima ai medici di reggimento di 3' classe, sin che é!ppartengan~ allo ospedale, sia che appartenendo ad un corpo vi. · ve~gano comandati di servizio, deve essere sempre atLn-


308-

"'

COUPO , SANITAIUO MILITARE !'rALIANO .

.buito, . com è ai medici di ~-egO'imento di /4 .. e '.iln classe il servizio clinico pfimario d'una sezion e. · Solo i~ · mancanza . di medici di battaglione in qualità cl' assistente potranno essere applicali· alle sezioni di chi. rurgia, dei venerei e degli ottalmici, ove. si ricl1iedono · speciali medicazioni; mai nelle sez ioni di medicina, ·dove per. 1~ natura. delle malattie che più frequente.'.. mente - nffl1?gon o 11 sold~to, e per il numero degli ammalati nclotto come s1 dirà, ·un solo n1edico intelligente e pratico è più che sufficiente per l'andamento · regolare del servizio . Qui potrebbesi obhiett0;re che presen temente tro,"." :ando~i il to~ale delle sezioni di tutti gli ospedali militari m rag!one diretta del numero dei medici di reggimento, che v1 prestano servizio, non si saprebbe come po tere assegnare ·al medico di reggi men Lo di nuova creazione la d~r~zi~n e di. una sezione, senza lasciar da parte i med1c1 d1 reggimen to attuali. , · L'obbiezione cade se si riflette eh.e non ~olarnen te fra i medici di reggimento di diversa classe addetti allo stess~ re?gime_n Lo, si potrebbe stabilire un ·pl:' -- '), come , oggi. s1 pratica esclusivamente fra i medici-' di battaglione, per concorrere a vicenda al servizio dello ospedale , e reciprocamente ,istruirsi; n1a eziandio potrebbesi pro vvedere facendo che le sez-ioni di ciascun ospedale stass·e ro in raO'ione diretta dei medici 0 dichiarati capaci a: fare il cap o-sezione. Così la media degli ammalati in ciascuna sezione resterebbe ridotta p. e. al n. 40 invece del n. 60. Con ciò non pochi vantaggi: 1° Ogni medico capo-sezione, tenendo sotto le -stie cure un numero di ammalati più p.iccolo relativamente a ·q_u:llo che h~ oggi, . avrà più tempo e più oppor- , tumta per magg10rmente occuparsi dello studio . e della cura di .essi.

OASI DI UN NUOVO ORDINA)IENTO

309

2° S'eviterebbe l'inconvenieI?, te che, per circostanze eccezionali ma frequenti nel militare, avviene di vedere subitamente aumentarsi il n umero degli ummalati' in una sezione, tanto da stancare perfino la mente di chi ha l'obbligo della cura, mentre altri medici, tenuti soltanto pel servizio secondario , rimangono quasi inutili. 3° Si. avrebbe il vantaggio di ridurre dal quadro il n umero dei medici di · reggimen to e di battaglione addetti agli ospedali. · 4° AumentaI).do così il numero delle sezioni in ciasèun ospedale militare vel'rebbe a tenersi occupato un p·ersonale inferiore maggiore di quello che esiste oggi. Tale personale aumentato jn tempo di pace, meglio organizzato, specialmente neìla classe degli esercenti, ai quali se non conviene il grado d'uffiziale, neppure è addatto quello di semplice soldato, formato in parte da' giovani che hanno riportato la dichiarazione . d'idoneità, ed aspettano i posti vacanti per divenfre medici di battaglione (circolare n° 30_del 5 dicembre ,186t) , in parte da giovani intelligenti -reclutati dai corpi, istruiti di fati.o negli ospedali mifitari in ciò che concerne la chirurgia minore, come la fleh olomia, il modo di frenare pro ntamente un'e1norragia, il modo cli raccogliere convenientemente i fel'i ti, collocarli e trasportarli opportunamente, se riuscirà utile in tempo di pace, sarà utilissimo e di grandissima importanza in campagna. In guerra questo personale organizzato convenientemente, messo.al servizio dei corpi e delle ambulanze, soll.9 l'immediata dipendenza de' medici mili tari, virrrà grandemente a sollevare c1uei generosi che col §angue ri rendicano l'onta della loro patria. Se, oggi massimam ente, per la prontezza delle cariche , e la precisione delle urmi, per quanto sia grande il n umero dei medici in campagna, è sempre


1

3 10

CORPO SANJTAIUO MILITARE !TALIANO

insuffi ciente ai bisogni e al numero dei sofferenti n,ella e dopo la pugfl:a, -valga a supplire il difetto in parte un esperto personale ùi(eriore. Esso potrà divenire . più u tile, ed è più n ecessario di tanti e tanti -medici borghesi, 'che vecchi d' età, digiuni affatto del servizio ?_1ili~are sanit?rio, non abituati ai · disagi, alle privaz1om, alle fatiche del soldato, nel momento · sublime n ell'estremo b isogno o si veggono smarriti; o son~ essi i primi che domandano sollievo della loro stanch ezza , ristoro del loro abbandono . · · Una seconda obbiezione potrebbe nascere dal CJ~edere eh~ il medico di battaglione, che oggi è messo ad -. assistere un capo-sezione in una sala di medicina presa conosèenza della natura e del grado delle malattie' che. affliggono . gli individui i vi giacenti ' mecr]io che b a,ltr~ valesse ne! . surroga~e il capo-sezione quando s esime dal serv1z10 per c1rcos tanze accidentali . Questa obbiezione affatto gratuita . non può avere luogo, se si considera che il medico assiste1ùe, stando all'attuale regolamento, non è nella sezione per surrogare il .r:1edico di reggimento capo-sezione quando per_ malattia o per congedo annuale s'esime provvisonamente dal servizio;· ma viene esclusivamente destinato pel servizio secondario . · Ciò dimostra ad evidenza l'articolo 2 del regolamentò san-itario militare n° 1!1, dove parla ndo delle attribuzioni _dei ~edic~ di reggimento sta detto: è quel solo (mechco d1 reggunento) che non assume il servizio di ·. tma sezione deve surrogare, i mancanti per malatt-ia

o per congedo annuale, sì che trovi continua occupazione in tutto l'anno . . Lo prova eziandio lo stesso articolo al n° ,U,.2 dove enum~rando le attrib_uzioni dei medici di battaglione non viene f~~ta menz10ne alcuna cli tale surrogazione, e. sta detto mvece : può bensì (ai medici di battaglione)

nASI DI UN NUOVO 01\DTNAMENTO

31,t

ma n(!l solo caso di straordinarie esigenze de,l servizio od ùi difetto cli" numero di medici cli reggimento, essere loro affidata la direzione di una sezione, avendo in tale caso sempre clintto cl-i preferenza il pi'ìi .anziano (istruzione 1850 s . c·. art. 19 e 24). Col nuovo sistema , mancando al servizio un capo sezione, troverebbe sostituzione non solo nei medici di reggime nto di 1 • e 2• classe, che non assumono il servizio d'u na sezion e, ma eziandio nei medici di reggimento di 3° classe, che trovan si in !:\i m ilc posizione, ed in quello che è addetto all'assistenza della clinica come verrà detto in segui to. Il) Servfaio di guardia . - li servizio di guardia in generale verrà attribuito agli esercenti, ehe a norma della citata circolare n° 30 d el 5' dicembre 11864, hapno ottenuto la dichia razione d'idoneità a passare medici di ballnglione, ed ai medici di b a ttaglione addetti all'ospedale o ai corpi del presidio, siano o no comandati di servizio all'ospedale . ln questa ullima parte si verrebbe a stabilire per legge ciò che in non p.ochi ospedali miliLari del regno oggi si pratica per ordin e superio re del comando della divisione . Dovrù ~ltrcsì aLtribuirsi o.i m edici di reggimento di 3a classe a<lde LLi al servizio dell'ospedale sempre quando il numero dei medici di baltaglione e summentovati esercen ti è minore di sei. Negli ospcdal i succursali ed in quelli di visionali i medici di r eggimento di 3" classe che vi prestano servizio, se saranno ,dispensati dalla guardia come sopra , dovranr10 assu mere per turno di settimana un nuovo servizio, che si potrà dire d'1'spezione'. Avranno l'ob bligo perciò di recarsi due o più vol te n el corso d'.un giorno, e preferibilm ente nelle ore delle controvisite, per visitare lo stabilimento e provvedere ai cosi urgenti.


312

.BASI DJ UN NUOYO ·ORDIJ.li AMENTO

CORPO SA.Nl'l'AlUO !IIILITAl\E ITALIANO .

C) Flebotomia. - Quanto dall'attuale reo·olamento s~a d~Ho per i medici di r~ggirùento di ,j a / 2a classe ?irca ~· ~bb!ì~o d~ tale op~razione, dovrà ripetersi pe; 1 med1c1 <l1 reggimento d1 3a classe, cioè che questi

dovrann? solt_anto nei ca.iii strz:n{fenti del servizio praticare alt ~venienza le operazioni flebotornJche e di chir wrgia minore, non potendo ùi questi casi considerarsene -esenti per qy,antunqite di regola si'ano attribu:àoni dei medici cli' battaglione (si aggiuncra) e degli esercenti. _S_tab~lìte con queste norme · 1e ;ttribuzio1fi dei medici rml1tar1 , _-s_o no e':'identi i van·t aggi che verrebbero ad 0Uer:ers1 . m ord1~1e all'istruzione del corpo. Infatti, ì1 me~1co_d1 battagl~one sapendo che dopo i primi q uattro ~nm d1 sua carriera, e sempre prima che incominci il :e~to, non ~·n ai i? ten:ipo' indeterminato com,. è oggi pet l_e~ame d1 medico d1 reggimento, verrà chiamato 1nfal_lib1lme~te a rendere contò delle sue conoscenze :eorIC0-p,ra~1che _mediche e militari, sapendo inoltre che . sull esito di quest'esame pog·gia la sua fu{ura carr~era, non può fare a meno d'impegnai·si, di sforzarsi perfino a studiare onde avvantaggiare le sue conoscenze. Ciò_farà tanto più a_gev_oh:1en t~ per quanto l'ospedale, ove ~r~ne ad~etto ner pr1m1 anm cli carriera, è terrerio propmo e più opportuno all'istruzione . Acquis_tat~ così l'abitudine allo stud,io, non può rin~anere rndrffer~nte ad esso il medico di reggin'!ento ~ii , 3a classe, sia per quel sentimento relicrioso eh' è ~nn~to nei medici di s tudia~·:i a tutt' uomi\ per acqui~tare le conoscenze che piu v:algono .a riconoscere il nemico_ c?e . affligge gl' individui sottoposti all'a- loro c?ra, e d1 sapere adoperare i mezzi atti a debellarlo · sia per qutl nobile sentimento d'emulazione che sente verso i propri compagni, ed anche sup~riori in grado, che curano ammalati nello stesso stabilimento. .

si

3 !3 1

Così ogni medico militare incom_incian do non molto dopo dell'alba della sua carriera a- curare· infermi, meglio imparerà l'ars longa che per vita brevis più d1ffìcile diviene quando tardi assai e con molti · anni. sulla schiena s'incomincia ad ·entrare in confidernm con gli ammalati , le . malattie e. le sostanze medicamentose. . Non potranno rimanere indifferenti allo studio nemm eno i medici degli altìi gradi, e per le ragioni sud- dette e perchè sanno che il nierito reale fa più rapida la carriera . Arizi; pet avvantaggiare sempre più l'is truzione di quei medici militari, che provetti nella carriera hahno il diritto della direzione di una sezione, e per favorire maggiormente l'istruzione pratica di quei medici che sono nell'esordire di essa, si dovrà stabilire una cli nica medi'co-chfritrg2:CCt in . tutti - gli ospedali rniliLari potendo, ma sempre in quelli di Napoli, di Torino, di Firenze, di fiiilano, di Bologna, di Palermo, di Verona e di altri, che come questi hanno sempre tin personale sanitario · numeroso, e contengono un numei·o d'arnmalati più o meno grande . Questa cljnica, .correclati'1 da -tutti quei mezzi che l'odierno progresso degli. studi medici ha sancito come indispensabili a raggiungere la precisa conoscenza delle rrwlattie, e a convenientemente curarle, dovrà essere diretta dai medici capi di 1" e 2a classe (-1). Vi dovrà essere addetto eziandio un medico di regg imento di 3a classe e se~pre dé' più anziani , per· disimpegnarvi .il .servizio .d'assistente. Questi dovrà eziandio assumere l'obbligo di surrogare nella direzione di una sezione qualsiasi capo-sezione, che ac-

{l) Citato specchio • attribuzioni.


3'14

CORPO ·SANI1'An.TO MILITARE I'l'ALIANO

BASI DI UN NUOVO OnDINAME,N'l'O

cidenlalniente s'esonera dal servizio, -quando non evvi altri che possa surrogarlo. In queste clinichè verranno riu·nit.i tutti g·li ammalati dello stabilimento che per importanti malattie esigono minuziose indagini, é difficili cure. Per lo studio di es.se malattie verranno chiamati a generale consultazione due o più volte la settimana, a seconda de' casi, i medici .tutti che prestano servizio all'ospeqale, e potendo anche quelli dei corpi. Queste cliniche serviranno ad · avvantaggiare l'istruzione pratica de' medici militari, come le conferenze bimensili servono prèsentemente a avvantaggiare

medicina nella vigilia della promozione, il giorno dopo promossi, vengono ritenuti cap!3-cissimi, come se l'arte medica si acquistasse in una notte.

I'istruzi·one 1ned-ico-scientifica. · La relazione della malattia - di ciascun ammalato nella clinica · sarà fatta per turno , e riferita all'atto stesso della generale consultazione da medici di battaglione, che stanno nel tirocino de' cinque anni. Sarà cura poi del medico <)i reggimento di 3' classe assistente di tenere in ·apposito registro le suddette relazioni, e le os·serva1.ioni che avranno potuto aver luogo fra i medici consulenti, non che quelle che si riferiscono all'andamento successivo del male, -agli effetti dei mezzi curativi, e alle alterazioni cadaveriche . ' qualora l'esito fu letale. Ogni importante osservazione dovrà essere pubbìicata sul_ Giornale di medicina rniWare, il quale a sua volta troverà, un corredo di fatti d'osservazione, che lo renderanno utilissimo, perchè pratico. 'Un altro vantaggio che si otterrebbe nello stabilire le attribuziòni dei medici militari nel modo anzidetto, e di non poco rilievo, è quello di allontanare il tanto difettoso attuale sistema di vedere promuovere per necessità ìn tempo di guerra, e soltan to per anzianità o per meriti noti a pochi, perfino centinaia di medici di battaglione , che tenuti incapaci ad esercitare la

~.

.il.vam:amento,

Un secondo ostacolo, pel quale pochi sono i medici che domandano di concorrere alla carriera militare, sta nella lentezza , con cui si succedono i gradi nella stessa. Invero non evvi corpo nell'esercito nazionale in cui tanto raramente si fanno le pTomozioni come nel corpo sanitario militare. In esso la carriera è tanto limitata che ·possonsi chiamare fortunatissimi quei medici militari che raggiungono il grado di medico direttore, e prima di diventare medico di reggimento bisogna passarvi de' decenni nel grado inferiore. Quest'ostacolo potrà sormontarsi in parte con una nuova e migliore ripartizione dei. gradi, e quale è indicata nello specchio generale in ultimo di questa parte . In esso , bcnchè sia realmente aumentato il numero de' medici di reggimento di 4a e ~a classe, pure non viene ad aumentarsi il bilancio , quando si consideri che anche oggi molti medici di reggimento, a norma della disposizione del 15 settembre 1867, stanno a prestare servizio con l'intero stipendio nei battaglioni bersaglieri. Anzi dal quadrn citato risulta una reale economia, essendo nel totale ridotto il numero dei mèdici militari a 559, mentre quello del nuovo quadrò organico dclli 45 settembre rno7 è di 589. Ancora si potrà allontanare facendo più frequenti le giubilazioni per ragione degli anni di servizio, di età e d'infermità, che rendono inabile non già allo 1


3 16 1

CORPO . SANITARIO MIL!T,ARE ITALIANO

esercizi·o 'del medico, perchè questo si -può fare anche essendo decrepito .e storpiato; ma che rendono inabile al servi~i·o militare. Nell'epoca della giubilazione pèrb dovrass1 tenere conto dei ànque anni· di studi univ~r~itari ~er otte~1e1:e i diplomi medi:o-chi~urgici, ~1 ~n al.nm_ent1 . r:he s1 tiene conto degli anm passati in colleg10 militare per diventare uflìziale dell'esercito.

3, Destinazione.

Un allro fatto, che ostacola il facile concorrere dei medici borgr:esi ad intraprendere la carriera militare, e che_, favor1s~e pote~1temente l'emigrazione di quei che grn son o m servizio dell'armata, è certamente il modo contin uo , rapido ed irregol;.lre con cui si effettuano le. traslocazjoni fra essi. Così vi sono dei medici militari e pi~ di b_attaglione, che quantunque in servizio da molti anm , pochi mesi soltanto ·contan o d'essere stati addetti ad un ospedale militare: altri furono sempre soggetti a trasferimenti e sanno di avere ~ppart,er,i,uto a diversi corpi: mentre altri pm vi sono · 10 condizioni melto diverse . ·· Quest'ostacolo è facile tener lontano, se nelle destinazioni de' medici militari. si calcola sulla loro anzia~ità, _m:.tssime in tempi normali e quando casi ec_c euonah non comandano altrimenti. Quìndj, addottando la nuova gerarchia dei gradi segnata nel già più volte citat,o spec~hio ·generale, iI presidente e gli ispettori, co~ or~, rnnarrebbero a formare il consigli'o; i medici ca~i 1a classe rùna:rrebbero addetti agli ospedali 1:nncip_a_li ; . i 1nedi"cj ·capi di ,2a classe tutti gli altri; i medici di reggimento di 1'' classe, i°'n ragione direttct

:li

in

. 317

BASI DI UN NUOYO OllDINAMENTO

della loro anzianità: 1° n~gli ospedaH·; 2° nei reggimenti d'artiglieria; 3°-in quelli di cavalléria, e i meno anzi·am: in quelli di fant~ria. I medici di regg·ùnento di .2a classe come qiwlli d-1: 1a, per anzianitù, verrebbero addetti negli . ospedali, nei carabinie1·i e nei bersaglieri.} rneclici di reggimento di 3a clq,sse ve1:rebbero addetti i più anziani n13gli ~spedal-i, e gli altr:i hei reggimenti tutti dell'esercito; finalmente cle' mecliçi: cli bcittagZ.ione verrebbero clestinati per sempre nei regg·imenti attivi quelli eh~ hanno avuto per due volte esit.o s(a1Jorevole agti: esa11ii, e glt altri di nuova. nomina dopo tre anni cli permanenza in un ospeclale militMe. Meno motivi urgenti e valevoìissimi , nessun medico militare dov:rà essere tra:::ferto dal reggimento ove per ordine d'anzianità fu destinato. Stabilite con le suddette norme le destinazioni, ogni medico militare verrà a godere il vantaggio di potere · provvedersi i mezzi che più valgono e che sono indispen sabHi alla sua istruzione; e[)sendo più .stabile meglio potrà studiare , e sentirà meno i disagi ed i fastidi inerenti alla vita militare. Verrà allont&nato il malcontento, ed il servizio si renderà più regolare.

Fra i motivi per cui è difficile mantenere il nurnero del quadro de' medici milit~_ri e•1vi anche quello dei · . gradi con ·cui questi vengono· rives.titi. Ai medici militari mentre si danno qt\RSi tutti gli onori, e gli on~ri tutti spettanti a ciascun uffiziale dell'armata, non si danno poi tutte le prerogative ed 1 diritti che si danno a questi. A•l(O :11u, VOL, u.

21


CORPO SANITARIO MILITARE ITALIANO

DASl DI UN NUOVO ORDINAMENTO

Essi vengono chiama ti uf/-ìzi'ali assimilati, parola tanto vaga ed indeterminata , che per molti uffiziali effettivi non si sa neppure comprendere il vero significato . Infatti non pochi sono gli uffiziali nell'armata che, sapendo_ essere i medici militari rivestiti cl' un grado assimilato, credono non avere eglino neppure diritto al saluto quando sono rivestiti <le' propri distintivi. Credono che anche a parità di grado i medici militari debbono ritenersi loro inferiori perchè assimilati .. In realtà ciò non. è. L'assimila:Z'ione degli uffiziali sanitari , che devono convivere continuamente con uffiziali effettivi, che devono dividere sempre seco loro i pericoli, i disagi, le privazioni e le gioie della vita militare, costi~uisce un clualismo tale, che non rare volle r ende difficile la posizione dei medici militari in mezzo ad uffiziali che r ivestono un grado inferiore al loro, nnche se si è nell'esercizio delle proprie funzioni. Se per le ·attuali leggi regolamentari gli uffiziali sani tari devono riunire ai fpregi propri di chi professa

fo rza l' ai,toritèi del medico è indispensabile al buono undamento del servizio, dirimpetto agli uffiziali effe Ltivi slassero come questi stanno a loro. In questo caso gli uffiziali sanitari, fuori della loro gerarchia, dipenderebbero direttamente dal comandante del corpo o dello s tabilimento ove sta nno addetti. Dette cosi le principali cose, sulle quali dovrà poggiarsi una nuova organizzazione di quel corpo, la cui importanza in un esercito è fuori di quistione, come altri distintissimi medici militari , in modo superiore a qualunque elogio hanno dimostrato, non sarà inutile dare fine a questa prima parte con un specchio gen erale che comprenda sommari arnente quasi tutte le proposte fatte .

l'arte sah,tare, 1·1 coraggio, l'energia e quelle altre doti che distinguono l'i,omo d'anni, si dovrebbe dare loro un grado effettivo , come sì dà al corpo del genio militare eh' è ezian<lio un corpo dotto. Facendo così si verrebbe ad imitare quella potenza europea , che dopo il i 866 mise in discussione il p rimato in Europa, e verso. la quale stanno rivolle le potenze tutte per attendere ai progressi che colà con tanto studio e senno si compiono . Ch6 se , ad onta delle suddette evidentissime ragioni, non si crede poter rivestire i medici militari d'un grado effettivo, si potrà per lo meno mettere in atto il sìstema dettato <lalla legge di uguaglianza , cioè c.he gli ufiiziali sanitari dirimpetto alìa bassa forza conservando l'attuale posizione , che l'assimilazione gli dà, perchè con essa


DASI DI UN NUOVO ORDINAMEN:I'O ·.

3:20

3'.M

CORPO SANITAI\10 MILITARE ITALIANO

'

.

SPECCHIO GENER 1 · ALE DELLE RIFORME .PROPOSTE RIPARTlZlONF.,

;z;

NOMI

GRADI

DEL PllllSONALE

EFFETTIVI

ATTRIBUZIONI

I

Quelle stabili~e dall'attualo Regola mento. L'attuale.

li Presidente

Magg. gen. 1

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4 Isp~ttori

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28 Medici capi di .2• classe .

Id.

130 l\iedioi di regg. di l" cl.

Maggiore

120 80 » 19 »

110 · Modici di regg. di 2a cl.

Capitano

14<1 » 45 » 13 » » 2 3 2

127

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»

9 1 »

l)

))

Id.

1 82 160 » 19 » 9 .2 2 3 2

280

I Medici di bai.taglione

559

. Luogoten.

I

ld.

Id.

Quelle dei medièi capi a ttuali, di più la Id. con i q uinquenni se evvi dirit.to. . direzione delle cliniche medico-chirurgiche. · Quelle dei medici dit·ettori aUuali, con la Quello attuale dei med. dkc ttori, con i q uindirezione delle cliniche come sopra . quer. ni s'evvi rliritco . L'attuale , ·Con i quinQuelle at tuali. que nni come sopra. Id.

Medici ·ai regg . di 3° cl.

STIPENDI

Id .

Quello atto:J'i dei med ici d i batt. d i l• cl. Quello d ei med. di. bat.t. di l• cl., con i quin• con le ·seguen ti modifiche : Nei corpi, servizio d'assisten te quando è presente quenni, il primo poco dopo la nomina, ed il Il med. d i regg. di l •cl. , p rimario ~ua ndo questi~ comandato altrove; negh ospe- 2• quando spe tta. dali ser vizio clinico primario, solo nelle sezioni d i chirurgia, venerei, ottalmici, servizio d' assist. in mancanza di medie.i di batt.; obbligo del servizio cli guardia sempre che i medici d i batt. e gli esercenti laureati, ai quali è sempre devolu ta, sonò meno d i sei; servizio di-assi.s ten te nelle cliniche med.-cbirurgiche; I medici di hatt. che preesercitano la Uebotomia in casi ucgenti. sentemente godono sLiQuelle dei medici di hattaglione ,attuali. Quello dei med. d i hatt. P.endio di l • cl., sé sono di 2• cl., con o senza i decaduti o dccadel'anno quinquenni. dal diritLo di appartenere alla nuova classe d i medici di regg., conserveranno l' a ttualc stia pe ndio be nché passino a far parte della crasse dei med. d i !)attaglio.ne.


322

323

CORPO SANITARIO !\IILI'fARE l'fALIANO

nASI DI UN NUOVO ORD!NAr.lEi'lTO

Divisa degli uffizlall sanitari.

trasportati, con l'attuale uniforme, fatto a modo di busto, per potere disimpegnare me.no difficilmente quelle operazioni è costretto o a sves#rlo, o vestendolo

Un uniforme per megli0 corrispondere allo scopo per cui si fa ve_stire ad :i.m dato corpo, bisogna che unisca ai pregi dell'eleganzci e della sempl-icitcì , la cMarezza del distintivo, ed i vantaggi della cornoclità, e di -prestarsi facilmente ogli _'u/7izi del corpo cui spetta. L'attuale divisa del corpo sanitario militare non presenta alcuno _di questi pregi, nè di questi vantaggi. Invero, prescindendo dell'eleganza, che puossi considerare come cosa secondaria, essa manca del distintivo, e se l'ha, è così poco manifesto, che sono ben pochi coloro ché, anche da una mediocre distanza possono distinguere il vestiario degli uffiziali sanitari,' quando è vestito senza bandoliera e giberna, da quello che comunemente vestono certi impiegati 1n1'.lita1·i, m1'li e perfino 1nunicipali. Non è nemmeno distintivo dei gradi di ciascun medico; invero quando gli uffi. ziali .s_anitari vestono la grande tenuta, i dist.intivi nel ricamo della goletta sono così poco marcati , che se riesce difficile perfino al medico stesso di riconos.cerc çlalla divisa il suo superiore, diviene impossibile a ~hi non appartiene al corpo. · La picco1a tenuta poi non ha distintivo di sorta e se la si veste col cappello, non è più possibile ri~o~oscere i gradi. · . No_n ha _il vant_aggio di essere comoda, nè quello eh convenire agir uffizi del medico nùlitare. Questi infatti che in campagna pri11cipalmen te viene obbligato, p~r so?cor:ere prontamente i feriti, getta1:si per terra e med1carh, usa~e eziandio della sua forza fisica per convenientemente collocarli in posizione da essere

a stracciarlo.

·Da ciò la necessittt d'un nuovo vestiario pel corpo sanitario militare . Senza entrare nei minuti del.tagli delle . divise che si propongono, locchè si farà quando realmente si volesse adottade, si cercherà nella descrizione non om ettere quanto è necessario per formarsi l'idea alquanto esatta. Come oggi, la divisa è distinta in piccola e grande. Accola tenuta .

Sarà presso a poco quella che vestono gli uffiziali sanitari della regia marina. Consisterà in un abito di panno turchino scuro a due petti. Si terrà aperto , oppure potl'à abbottonarsi per due file parallele di 4 bottoni, una ~n ciascun lato. Non .yi saranno pistagne. Sarà foderata di seta od altra stoffa. nera . Avrà internamente al di dietro due saccoccie, ed uu a terza internamen te nel petto sinistro per mettervi la busta tascabile de' ferr i. La goletta sarà dello stesso panno, rovesciata, e al davanti vi saranno due mostre , una per ciascun lato, di velluto in seta di colore cileste oscuro, ov' è ri camato in oro un cacliiceo. I bottoni doro ti del busto e -delle saccoccie avranno il diametro di 0,0'.21 e quelli delle maniche di 0,015, e porteranno l'impronta del!o scudo di Savoia· con intorno la leggenda: corpo sanitario mjlitare. Su i paramani, che non hanno pistagne, vi sa1:anno invece i distintivi del grado consistenti in filetti in oro. Sott'abito. - Sarà un gilet comune dello stesso panno dell'abito; abbottonato sul petto e "nelh linea mediana


CORPO S,\:-IIT.\RJO M[LlTARE IT.\LIA!'iO

da una fi la di 7 bottoni do rati , e della dimensione di quelli delle maniche dell'abito. Pantaloni . - Saranno anche essi di panno turchino co me quello dell'abito , verranno ornati lateralmente da una banda di tessuto in seta cileste oscuro, di viso nel mezzo da un filet to in oro. Cravatta. - È quella che si usa comunemente in forma di nastro , sarà di seta nera e si terrà sotto la goletta della camicia, che sarà sempre di tela bianca, con una nocca sul davanti .del collo. Copertura del capo. - Berretto di fatica, come quello prescritto attualmente , però le pistagne saranno ùi velluto in seta cileste oscuro, e sull'orlo inferiore vi sarà una fascia di velluto in seta del colore d i quello delle pistagne, sulla quale . staranno i filetti in oro, distintivi del grado. Porterà in mezzo alla fronte, ed immediatamente sopra la visiera ricamato in oro il caduceo sorniontato dalla corona reale. Arma e su,oi annessi. Sarà ln spada, come è prescritta presentemente, cinta per mezzo di un cinturino al disotto dell'abito. Il cinturino sarà simile a quello prescrilLo ogg i per la piccola tenuta, e cosi la <lrngona. L'impugnatura però della spada con tutte le sue gue rn iture sarà dorata, etl il fodero per tuLLi i. gradi sarà di ferro bianco forbito. La calzatura, i guanti, le staffe ecc., saranno quelle ch e s'usano oggi. Pastrano. - Invece d'un pastrano per cappotto, si dovrà stabilire una mantellina in tutto e per tutto · sim ile a quella p rescritta pe r gli uffiziali de' beroagheri. La piccola tenuta dall'uffiziale sanitat·io potrà vestirsi con o senza la spada . Si vestirà sempre con la spada quando è ch iamato ad assistere alle manovre a fuoco all e passeggiate militari, alle marcie ecc., sempre quando il règgim cnto è sotto le a r mi.

BASI DI UN NUOVO ORDIN.\MENTO

325

• Grande uniforme. Siccome l' uffiziale sanitario donà vestire il grande uniforme soltanto nelle grandi ricorrenze, nelle parate, nei giorni fe stivi ecc., cioè quando no~ è ch_iama.to ad esercitare il suo uffizio, che per casi eccez10nahssirni, cosl potrà ritenersi la tunica oggi, prescri~ta, alquanto modificata, perciò la golet~a ~ara _roves~1ata e di velluto in seta cilcs te oscuro: 1 r1cam1 cons1steranno in un cacluceo sormontato dalla real corona, oppure in un piccolo ra mo di quercia od ~lloro con un serpe frastagliato, saranno in ore, e post1 all'est1~emità della goletta. I bottoni saranno come per la p1ccola tenuta . l paramani di vellnto in seta del color~ di quello della golletta, sopl'a d'essi staranno i fil~lll distintivi dei gradi . Sulle spalle due contro spa1lme di cordone in oro intrecciato . I pantaloni saranno come la piccola ten uta, e cosl la spada. Il cinturino Lessuto in o ro come quello attu_ale dcali uffiziali d'artiglieria. Il cappello quello prescr1tto att~alm cnte·, soltanto la guarn itura in metallo dorato. Il r esto come la prescrizione attuale .

ÀfJANTE

dott. OaAz10.


RIVISTA TECNOLOGICA

om 0785;

RIVISTA TECNOLOGICA

· § perienze sul eà ouone d'ueclnlo fuso di ìF. liru1>p.

])al Journal des sciènces mil-itaù·es ricaviamo alcuni interessanti ragguagli circa alle esperienze fattesi in Prussia sullo scorcio dell'anno passato, di alcuni cannoni d'ac'ciaiQ fuso di F. Krupp. I caifooni scelti furono tre, ·a retrocarica, del calibro da i, e scelti sòpra 4-00 del calibrp stesso che il signor Krupp aveva allora. in fabbricazion e per conto del governo prussiano . . · Programma delle sp~rienze era di provare: 4° la resistenza del cannone, .con aumento delle carich e; 2° la resistenza del sistema otturante con aumento · delle caric)le; 3° l'otturamento, con é~iche debolissime e con lastre di cattivo metallo; 4° è p er ultimo, di constatare quali fossero le parti· più deboli dell'apparecchio otturante e del cannone stesso sino allo scoppio, per via del tiro ad oltranza. Le principali dimensioni del cannone erano le seguenti: lunghezza totale del cannone 1m 935.1,; lunghezza totale della parte rigata 1m 252i; lunghezza dello spazio cilindrico per la carica, om 4'76; diametro, del ca.libro

327

diametro dello spazio cilindrico per la carica, om0789; ~ 2 righe coniche; passo, 3m 583; spessezza delle pareti della camera om 0451 ; spessezza alla boc·c a, om 032-75; distanza tra il focon e e la superficie del cuneo dell'otluratore om 0654; diametro degli orecchioni, om03275; distanza O~ 17i6; peso del cannone 258 chilogr.; peso dell'apparecchio otturante 20 chilogr. (per uno dei cannoni questo peso era di 30 chilogr., e p er il terzo di chilogr. 27112),. Carica regolamentare del cannone 258 chilogr.; peso della granata carica chilogr. 4 300. Per le sperienze della resistenza del cannone e dello otturatore, si usarono proiétti pieni, il di cui peso, compreso quello della camiccia di piombo, era di chilogr. 5,250. Pei; pro_vare la. solidità dell'otturatore si adoprarono granate non caricate, pesanti 4 cbiJogr. Per constatare le parti più deboli dell'otturatore e del cannone si spai·arono proietti pieni a testa piana , del peso di chilogr. 5. 500, compresa la camicia di. piombo; poi dei supplementi di carica cilindrici di ferraccio del diametro di om0762, lunghi 001 344 o del peso di 10 chilogr., ·furono tenu ti in riservu. . Ogni cannone sparò 22·1 colpi con cadche variate da chilogr. 0,150 a · chilogr .. 1.750. Dopo il tiro i c.innoni furono riconosciuti ancora in p·erfe tto stato ; non si rilevò alcuna traccia di distruzione, l'ultimo sforzo avea prodotti su tutti e tre, quasi uniformemen te, un allargamento cli diametro alla camera sino a om 0026 . ' Gli otturatori .si comporlarono di versD,mente secondo. la differenza della loro costruzione. Il m jgliore risultato fu presentato dall'otturatore form ato dal cuneo semplice cli F. Kru pp , ch'è un prismatico-cilindrico massiccio e di un sol pezzo. Quest'otturatore si conservò inalterato s ino alla fine del tiro.


328

nIVISTA.

A questo breve cenno ci viene il destro, di aggiun_gere una notizia sulla. manifattura Krupp , ch'è oggidì . la più importante in' Europa. .· La superficie occupata .da questo stabilimento di A~sia è di 920 morgen, pari a 235 ettari. La quarta parte di questo terreno è occupata da fabbricati. Per le comunicazioni interne sono stabilite ferrovie della lunghezza comple~siva di circa '.20 chifometri, fornite di 6 locomotive· e 4 50 vago oi; 60 cavalli servono per i piccoli trasporti. Vi sono_im.piegati 40,000 operai, ·oltre a 12,000 tra minatori e fabbri. Il salario anirno di tanta gente ammonta annualmente a· 6,770,000 lire . · Vi agiscono 160 macchine a vapore della forza totale di 6 mila cavalli. Il consumo giornaliero cli carbon fossile e coke, ascende a poco meno di 20,000 ettolitri al giorno.

l11ovella nav,e cerazz_a ta del slg. !Ertcson.

Il sig.- Et'icson ha co·s trutto una nuova nave· corazzata . Essa è munita di una torre di ferro con un can, none di fortissimo calibro. Per spar;rlo di fianco si fa girar la nave su se stessa. Il propulsore è messo in moto a mano: lo manovrano 32 uomini. La nave è quasi per intero sommersa : è poco mobile a motivo del suo gran peso, ma la sua celerità basta per il · combattimento di posizione . Non consumando carbone, è di poco costo, e il suo prezzo non è superiore al sessantesimo di quello di . una fregata ed a] decimo di quello di un monitor.

1'ECNOLOGICA

329

l'Wnovo slstewn di bnrdahu•a per la cavalleria proposto dal .iiig. Daniele Berfaee~1i.

Il sig. Daniele Berta.cch i veleri nari o in ,1° nel reggi mento cavalleggeri di Saluzzo, ha proposto al ministro della guerr a un nuovo sistema di bardalma per la cavalleria, con sella a bande mobili e senza la grande coperta sotto s.ella. Questo sistema intende ai seguenti vantaggi: ~0 il minore nocumento possibile al corpo del cavallo; 2° la maggiol'e agilità di questo, massime nei movimenti dorso-lombali; 3° un minore spreco di forze per una minore perdita di sudore; 4° un sensibile alleggerimento nella carica; 5° l'economia. Il ministro della guerra che s'interessa grandemente e molto saviame-nte a tutto ciò che ' può vantaggiare l'arma di cavalleria - e il problema della bardatura è importàntissimo - ha ordinato al comitato di cavalleria di esaminare il modello progettato dal signor Bertacchi, e di vedere se convenga di adottarlo. - Da particolari informazioni ci risulta che i~ progett~ Berlacchi sia cosa veramente seria e meritevole d1 tutta attenzione.


RIVIS'l'A STATISTICA

RIVISTA STATISTICA

I-tali a.

Nel primo progetto cli bilancio ·che il ministro· della guerra pl'esentava al Parlamento per l'anno 4869 , le spese safivano : Nella pal'te ordinaria a · L. 150,636 -930. » » s lraorclin . » 4,63,1 400.

. In totale a L. ·1 IHS,~68, 030. Di riscontro col bilancio approvato peì /4 868 si av~va nella parte ordinaria un aumento di L. 3 ,320 270, ed m q_uella straordin. una dimin uzione di L. rn,2546 40, onde m complesso una diminuzione di L. 6,93i 370. L~ Nota pr~lùninare accennava i motivi principali d-: ~h ·am:ienti e delle d~minuzioni, · e da quest'esposmone c1 sembrava manifesto come l'Amminis trazione

331

della guerra si fosse già lambiccata a trovar le massime economie fattibili senza rovinare l'esercito. Ma la carnera dei deputati non se ne contentava, e votando l'ordine del giorno Chfaves ·nello scorso aprile, infliggeva ai dicasteri della guerra e della marina novelle economie. Dietro a questo voto il mìnistro della guerra in troduceva nel bilancio pel 1869 altre ec'onomie per L. '12,585 020; eppertanto l'economia definitiva tra la somma approvata per il ,t 868 e quella ora proposta per il 1869, salirebbe alla cifra non lieve di 19,1519,390 lire . Per realizzare questa vistosa economia si dovette: venirne ·a ridurre la bassa forza dell'esercito a '178,634 uomini, compresi i carabinieri reali, gli istituti militari, e i veterani ed invalidi; eliminare assolutamente un collegio militare; ridurre di 500 mila lire la spesa per la rimonta annuale, ed operare altre economie d'ordine differente. Rimane quindi proposto per l'anno 1869 Parte ordinaria L. 137,434 170. 5,248 81-0. » straordin . '1>

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Totale L. H·'.2,683 0110. Il seguente prospetto indicherà le spese per _capitolo, e gli effettivi anno per anno, mentre ci r iserviamo di ·pubblicare nella prossima dispensa gli organici · in base al bilancio proposto, e più tard i anche diremo le nostre idee sul merito delle economie proposte e su quelle che sappiamo essère proposito di alcun deputato di chiedere ancora.


332

IUVIST,A

333

$T;\,TISTICA

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Cavalli

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r.asa militare del Re. Guardie del palazzo . . . . Comandi generali . . . . . . Corpe di stato maggiore . . . . Comandi militari di provincia. IntendenzfJ militari. Giustizia militare .

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Artiglieria . . Genio

5,967 890 100 60 789 91 965 398

,

1,251

729

401 165

260,800. 140,410. 640,400. 911,400. 1.784:,850. 921,800. 456,100.

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9,260 145!000 154,260 4,280 171010

36,523,960. 5,742,220. 212,680. 352,550. 7,413,160. 726,360. 8,803,900. 2.748,300.

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17,657. » 8,532,706. 1,239,341. 10.915. 59;107. 1,301.510. 102,165. 1,418;215. 210,552.

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290,032. 65 2,196,373. 310,344. 3,969, 12,968. 5.,488,756. 280.777. 2,78Ù64. 111,983.

5,423,459. 65

11 47,253,039. 36 11 7,291,905. 36 227,564. 74 74 . 424,925. 92 42 52 14,204,026. 52 04 1,109,30~. 04 74 13,003,679. 74 84 3,070,836. 34

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33i

RIVISTA

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19,509

19,999

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Veterani od invalidi . . . .

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'Personale dei magazzini della amministr. della guerra . . . Sussistenze militari . Quartiermastro . . .

1,049

1,664

65

407

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1,302,592. 34

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Corpo sanitario . . . . . . . . . Mantenimento e cura dei militari informi . . . . . . .. .

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4,097

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Foraggi . .. . . .

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.. Pane e vivèri . Mantonimento ~e-tto;aglie· ~ei forti. .... . . .... -~- .

Tol.àle

Foraggio . Pane e viYeri e casermaggio

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Istituti militari . . . ... . . Reclusione militare e stabilimenti di pena . ... . ...

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335

STATISTICA

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1, 336

RIVISTA

337

STATIS'rICA

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.Cavalli

Ammontare per somministrazioni in natura

Per

Armi, stabilimenti eservizi diversi

competenze

Totale

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in contanti

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Pane e v1ven

Foraggio e. casermaggio

Totale

1

Letti, .legna e spese di casermaggio . ·

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Trasporti, spese d'alloggio delle truppe in marcia , ed altre relative ., . . . . . . . . . . .

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98,000, »

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Magazzini generali dell'amministrazione della guerra (solo per le spese varie e dei giornalieri), . . . . . . . . . . • . Mantenimento arredi . . . . . . Mantenimento del materiale da campo o dal carreggio.

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Rimonta cavalli . . . . . Depositi d'allevamento.

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---1---- ---- --- --Materiale d'artiglieria ..

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2,000,000.

- - - - - -1----1--- Polveri e nitri . Fitti

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Lavori ordinari e spese diverse pel servizio del genio militare.

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500,000, >

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RIVISTA

343

STATISTICA

Svizzera. I nuovi uniformi dell'esercito fede1•ale svizzero.

Il consiglio federale svizzero· ha defini Livamente ,ri·solto diverse modificazioni nell'abbigliamento delle t_ruppe. federali. L'artiglieria e la cavalieri~ porteranno la tumca a galletta con risvolta, la prima di panno bl~u, la. s~conda di panno verde, 'taglio uniforme per gh uffiziah, e la truppa senza taglio, largo nel petto e sulle anche, sormontate sul davanti con due file di bottoni paralleli. Il colore dei bottoni è giallo per la artiglieria e bianco per la cavalleria. La veste di scuderia per la truppa delle due armi consiste in un camiciotto di tela bleu oscura con cintur~, gollettà a risvolta. Berretto· da scuderia per la truppa del treno e per la cavalleria di mezzalana grigio-ferro, invece dell'attuale berretto di polizia. Il collo superiore del mai:i tello di cavalleria è .soppresso. Colore dei pantaloni: grigio-ferro per gli uffiziali dello stato maggiore federale, pei segretari di stato, maggiore, per ·gli uffiziali con cavallo degli stati maggiori di battaglione, per gli uffiziali e truppa dell'artiglieria e della cavalleria e per tutti i medici. Segni distintivi degli uffiziali: striscie di metallo intrecciato, stampato, inargentato o indorato, secondo il colore dei bottoni da portarsi attraverso alla spalla. La giberna 'dei chirurghi è soppressa. Tutti i chirurghi porteranno la sciabola degli tufiziali di fanteria. Gli iscriLtori e gli aspiranti di tutte le armi portano

il medesimo abito degli uffiziali, ma senza le striscie. I medici di corpo , il personale medico dello stato maggiore federale , i cappellani, i barbieri e gli infermieri portano come distintivo sul braccio sinistro la fascia inter.nazionale, a fondo bianco con croce rossa. I galloni al colletto dei barbieri sono soppressi:, Le liste d'oro e rosse alle copertine dei cavalli sono soppresse e sostituite da semplici filett1. Cinturino della. sciabola, per tutti gli uffizi ali, di cuoio nero : gli uffiziali e la truppa m9ntanti portano la sciabola sotto la tunica. Per gli uffiziali, guanti in pelle di daino che possono essere lavati.

(Italia Militare).

--


. \ ll.IVISTA . BinLIOGnAFICA

RIVIStA BIBLIOGRAFICA

~oglfa~10 da.I Km~arad cli Vienna i due· seguenti articoli, 1 quah, fra 1 molti di questo accreditato periodico, ci sembrano meritare particolare attenzione.

La Yérité sur la carnpa911e dc Bohèm·c en 18 66, on !es quatre grandes fautes militaires des Prnssiens par Ch. Ern. LuLLrnn.

Dalla rivista letteraria del Kameracl n. 19 del 6 rr:arzo ·1868, ricaviamo i cenni seguenti a proposito ~1 . un opuseolo pub.blicato in Fran'c ia, ed · avente per t:tol? : « I quattro grandi errori 'Commessi dai pruss1~m nella campagna çlel ~ 866 », del quale ebbimo a rn trattenere i nostri lettori altra volta. · · L'arm.ata francese stupefatta ed indio-nata dei successi inauditi ottenuti dai prussiani 1~Ila loro campag~a di 7 ?iorni, . sentì maggiMmente deprimersi il s~nt1me~to eh ~ropr1a _apprezziazione, allorchè sui primi quest anno 11 generale Tt'ochu pubblicava un nuovo

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lavoro, che in br~ve :volgere di temp~ acquistava tanta . . celebrità. ' Trochu che da troupier guadagnavasi i suoi primi speroni già sotto Napoleone il Grande, ufficiale istrutto tanto profondamente quanto in modo distinto, avvezzo sempre. a studiare e considerare il soldato da. un punto di vista filosofico umanitario, si proponeva nella sua opera nientemeno che di persuadere i francesi, come, nelle condizioni in cui versa attualmente il loro esercito, non sono in grado di tener testa ai prussiani forti della loro tattica calcolata di · posizioni. Quest'opera in principio suscitò nell'armata francese un- vero uragano, ed il suo autore fu fatto segno a rancori non pochi; passato il primo impeto però si fe' giustizia al vero, ed il generale Trochu ritornò in quell'alta considerazione cui i suoi meriti gli danno dfritto. Con intendimento affatto opp-0sto al lavoro di Trochu, usciva ulteriormente dai torchi in Parigi un opuscolo col titolo. accennato in testa a queste nostre righe: lo scopo del suo autore si è di provare che i successi dei prussiani in Boemia ad altra cagione non devono attribuirsi che all' inéapacilà del condottiero dell'esercito austriaco, anzi, che i quattro maggiori errori comme·s si dai prt;tssiani erano di tale natura che approfittandone dèstramente dovevano di necessità menare ·a ·1oro totale disfatta. L'opuscolo offre al lettore molto d'interessante. Il suo autore, ~I. Lullier, nella sua qualità di francese estraneo ad ogni spirito di parte, nega ai prussiani in modo categorico qualsiasi cognizione dei principii della gran gU:er1ia e tenta di provare che dalle file dell'armata prussiana. non sortì mai un generale di · prim'ordine . . Chiama il Gran Federico « un semplice· tattico, che


3,i6

RIVISTA

non conosceva la strategia, o se la conosceva non ne pose in pratica i dettami fondamentali che una volta . sola nella sua lunga carriera. » Le marce dì quel gran capitano nella guerra dei 7 anni, che a ragione vengono ammirate da ogni militare per la loro celerità prodigiosa ed a mezzo delle quali potè tener testa a tempo e con successo agli austriaci, ai russi, ed ai francesi contemporaneamente, vengono chiamate dal sig. Lullier <1.. uno stancore continuo delle sue truppe senza avere mai un obbiettivo strategico. ~ I suoi rileritì in tal guerra ben poca cosa, perchè la Francia non comparve che una sol volta sul campo di battaglia, a Rosbach; la Russia non volendo schiacciare la .Prussia preferiva agguerrire i suoi soldati portandoli di quando in quando a contatto del nemico, e l'Austria in quell'epoca trova vasi in una specie di decadimento militare , men tre la Prussia da lungo tempo si era convertita in un accampamento. Com'è naturale, della battaglia di Ien a l'autore ne parla diffusamente ed esclama : (( ·a rmi erano necessarie per fiaccare e rendere impotente la burbanza dei prussiani I Un lampo · di sciabola sull'altipiano di Iena bastò I » Non volendo addentrarci· nei particolari di questa parte dell'opuscolo, ·passiamo innanzi sino alla campagna del 1866 , di cui l' autor e s' intrattiene lungamente. Egli addita quale primo enore rimarchevole J.ci prussiani il loro movimento in avanti su tre linee di operazione. Napoleone I nel suo « Précis des guerres de Fréderic II 1> , condanna quale un grande errore, ché Fe.. derico si sia avanzato su due linee di operazione· alla conquista-della Boemia con due armate distant.i 60 leghe

BIDUOGRAFIC.l

3i7

-l'una dall'altra e col punto- di congiunzione fissato a 4-0 ]eO'he dal luoO'o o o di partenza e di fronte all'armata nemica, « poichè un esercito non deve avere che una sola linea di operazione e non abbandonarla che in forza di circostanze speciali. » · La marcia dei prussiani nel 1866 poco differì da quella del ,1756 e t>7, Federico si avanzò per le strette della Sassonia lungo la riva sinistra dell'Elba, mentre il principe Federico Carlo ed il generale Herwarth sfilarono pei passi della Lausitz e lungo la riva destra dell'Elba . Entrando nei particolari vediamo nel 4866 tre corpi d'armata prussian i, sepurati l'un dall'altro da ostacoli insuperabili, penetrare contemporaneamente nella Boemia, onde riunirsi a Gitschin. L'armata del centro, il 24 giugno a Reichenb erg, il 26 a Turnuu, si rende padrone nella notte del 26 al 27 di Eodol e del ponte della ferrovia sull'lser. Il corpo d'armata di Slesfa, formante l'ala sinistra dell'esercito, obbligato a marciare diviso in 3 colonne in causa delle gole difficili a valicarsi, comparve colla sua colonna di sinisLI'a il 27 innunzi Nachod dopo avere respinto il 6° corpo austriaco, mentre la colonna di destra battuta a Trn.utenau dal corpo di Gablentz è rincacciata nelle monlagne ; per sua sventura però la colonna del centro arrivata a Braunau, sboccando su Sohr, c'ioè sul fianco di Gablentz, obbliga questo corpo alla ritirata. In questo stesso giorno (il ~8) l' armata formante la diritta dell' esercito prussiano, armata dell'Elba, ingaggiava combattimento a Munchengratz, ossia a 'I 2 leghe dalla sua sinistra. · Noi vediamo quindi un'armata divisa in 3 masse operare su di un fronte dell'estensione · cli più di 12 leghe, per riunirsi a Gitschin e Kònegri:i.tz, dove ha operato il suo concentramento e stabiliti i ·suoi so-


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RIVISTA

, stegl}i l'armata nemica agguerrita e quasi eguale di forze. · À qual grado deve . mai giungere l'inettitudine di qùel generale che permette' al ;nemico di compiere tranquillamente una tale congiunzione dei suoi diversi corpi I ! Nell'armata di Slesia la colonna del centro vittoriosa a Sohr, fl 29 si. avanza sull'Elba, si rende p;3.drona di Honiginhof e si spinge fino su Araau: il 30 si mette in comunicazione colla colonna di destra che ha respin to il 4° corpo austriaco a laromi1:, e poco dopo effe Ltua il suo congiungimento coll'ala sinistra. Di tal guisa la sera del 30, 13000 uomini dell'arm~ta di Slesia poterono conceMrarsi di fronte agli austriaci, che , disposti' lungo l'Elba per l'estensione di ~ o 7 leghe, non si mossero d'un passo. _ E dire che Benedek. in questi 3 giorni avrebbe potuto oppOl're 23000 uomini ai~ 3000 prussiani, poichè il solo corpo di Chlarn-Gallas era stato respinto nella Boemia settentrìonale, e pqi perchè .chlam il 29 si era ripiegato su Gitschin e finalmente perchè l'armata del centro non giunse colla sua avanguardia. che il 30· acl · Horsitz ; e tutto ciò a 4 o o leghe di distanza dalle ultime posizioni occupate dalle ·3 colonne dell'ar mata di Slesia. . Da questo momento il concentramento dei prussian~ sti~ategicamente poteva considera.rsi assicm:ato, ad ess1. non rimaneva che di manovrare tatticamente sul campo · di battaglia a seconda delle posizioni prese dal nemico. · E di fronte a tutti questi movimenti Bened'ek non mostrò la benchè minima attività. Se i prussiani riuscirono nelle loro operazioni ~e devono saper grado all' inettez.z a del loro avversa.rio e non all'eccellenza delle loro combinazioni sLrategicbe. Con un nemico come Napoleone I, in tali èircostanze,

nrnLIOGRAFTCA

l'ultima orà dell'armata prussiana. sarebbe , suonata , niuna delle sue divisioni . avrebbe più visto Berlino . · Sul campo di battaglia di Sadowa i. prussiani ripe~ terono gli stessi eàori comrness~ nell_a . co_ndotta di guerra, e qui pure furono gli sbagli tatt1c1 eh Benedek che procurarono loro la vittoria. . ., . L'armata di Slesia era in ritardo d1 prn d1 3 ore ; essa difatti comparve soltanto nll e 2 sul fianco destro degli a.ustriacj , mentre gli altri corpi d'a~m~ta avevano di già ingaggiato il fuoco dalle 8 ~lel. m~ttrno .. Ques~o ritardo non può evidentemente attnbmrs1 che a sbagli~ di calcolo, poichè l' armata di Slesi.a nel suo avanzarsi non ·incontrò neppure una pattugl-ia austriaca, ed è questo il 2° grave errore de~ pruss_iani . . . II 3° errore '.consiste nell' rnsegmmento rnsuffì.cien-, tissìrno dopo la , battaglia di Kònigratz . ~lle '· l~ sconfitta degli austriaci era completa: era l~gho, ~um?1 rimanevuno anco1;a 5 ore di giorno, , ed 11 nemico m p Lena rotta con un fi urne alle sp~lle; un. generale i_ntraprendente gli ah·ebbe fauo subire un disastro. pari _3 quello di Iena. Lu cavaUcrfa prussiana poteva fare migliaia di prigionieri, l'a1:tìglieri~ menare strage nel~e masse sbalordite foggent1, che SL accalca van~ n~lla eh~ rezione dei ponti dell'Elba: invece i prus_siam1 paghi dei. loro successi 9 null'altro pensarono che a congratularsi a vicenda e riposarsi. MalO'tado i molti errori commessi, gii austriaci non perdeftero a Sadowa e ' durante la r iti:at~ c~e 40,000 uomini tra morti, ferì ti, pr igioniel'i e d1spers1 , ~na_ben maggiori sarebbero sta.ti i vantaggi dei !Jruss1a?1. se avessero immediatamente inseguito il nennco da v1cmo. Invece l' armatà austriàca il g· luglio dopo di avere tranquiilarrien~e condotto a te~mi:1e ,i-l s uo.m_ovimento di ritirafa. e distrutte dietro d1 se tutte le vie ferrate, 23 ANNO XIII, VOL. Il.


RIVISTA

si concentra va m pien ordine sotto le mura di 01imiitz: . n 4° erroee è il maggiore di tutti. Pardubitz dista . <la Vienna sulla piLl brev.e per Iglau e Znaim 25 leo-he 0 p èr Brtinn, Nikolsburg 28, per Olmiitz e Prerau 42: Be~edek che. anzitutto doveva aver per ·scopo di coprire la capitale e di guadngnare il Danubio onde r~org~nizz~rsi dieLro di esso e procurare il su~ congmng1mento coll' arrnati:t del sud proveniente dall'Italia b attè la strada più lunga e pàssò per Olmi.itz. Pefrhè non fu tagliato. fuori da Vienna e dal Danubio? Il vincit.or~ ,invece per>m:ise ~l vinto di compiére in sua pross1m1ta una marcia d1 42 leghe e di o·odere un ripos~ di 4 gior?i, ~entre non avrebbe abbisognato che d1 una marcia d1 27 leghe per tagliarlo · dalla sua capitale ed annientarlo. Il 15 sol_tanto l'armata di Slesia ·presentossi dinanzi 0Imlitz e forniva colà gli foutili: combattimenti di Tobitschau e Prerau, soltanto_ il '16 l'avanguardia dell'~rmata dell'Elba raggiungeva HQllabrunn ·a 6 leghe da_,, renna, soltanto il 48 · il quartier generale dell' armata. del centro era a Ni.ckolsburg, H leghe da Vienna. Ne risulta pcrt.a~1to che quest'ultimo corpo d'armata aveva impegnati 15 giorni a percorrere , 9 leghe, ossia· 5 marce. Una tale .·lentezza non ha bisogno di èommen ti. · Le cifre e le date parlano per sè abbastanza chiaro. Ecco i maggiori errori dei prussiani, essi sono senza ·dubbio tali da far tutt'altro che inorgoglire chi aveva la direzione delle operazioni. · · ·

· L'opuscolo è scritto con intelligenza e per quanto .concern~ -1- errori suddetti è in piena ragione. I p1:ussiam rn questa campagna no,n si mostrarono in alcun modo grandi strategici.

ll!BLIOGUAl:!GA

Per ciò però che riflette la loro tattica fino ai movimenti di pelottone, il loro modo di combattere è consentaneo alla specialità delle loro armi e crediamo che i fra.ncesi troverebbero un Òss0 ben duro da rodere . u~u~l~ à quello che costò tanta fatica ai loro mag~ g1on m Ispagna, contro gli inglesi, la di cui eccellcnle tattica cli posizione sempre rintuzzò i ripetuti attacchi dei fran cesi, perchè come tanto aro·utamente dice il vecchio e rispettabile Bugeaud << strateofa è una grond'arte, ma chi decide ·c1ell)sito è l'urto°iauico. »

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LE POSIZIONI TATTICHE FORTIFICATE.

Le posizioni passeggere sono i muscoli. delle posizioni lattiche. W lLLISBN .

Lo scopo principale delle opere passeg·gere sul campo -di battaglia si è quello di rendere possibile a poche forze cli difendere un fronte, procacciando in tal modo al corpo principale una specie di base taLlica. sicura, da cui . passare· all'offensiva senza preoccuparsi delJ.a posizione lasciata addietro, la quale appunto perchè fortificata in alcuni si.Li di difficile accesso ,, anche· in caso di disastro, potrà essere facilmente mantenuta od almeno non girata. Tale scopo si raggiunge elevando ad intervalli sulla linea di battaglia diverse opere chiuse, dalle qua,li l'artiglieria possa potentemente battere non solo sulla


352

3o3

RMSTA

BIDLIOGBA FICA

linea d'attacco, ma oJtresì con fuochi incrocicchia ti gli in tervalli, nei quali si muovono le truppe qualora l' inimico tcn tasse invaderli. Gettiamo uno sguardo retrospettivo nella storia e troviamo adoperale tali opere campali dagli olandes i nella guerra d'indipendenza contro la Spagna, poscia nella guerra di 30 anni come sostegno d'esercito di assedio, e più tardi dagli sved esi con ho 0e· continue di comunicazio11e fra le..·opere maggiori, e da Gustavo Adolfo che al campo di Niirenberg faceva erigere diversi ridotti ad intervalli. Pure i francesi preferirono il sistema delle for tificazioni campali a linee conlin u(nelle guerre dei Paesi Bassi, in Germania ed Italia, mentre invece i russi all'istessa epoca a1la battaglia dell(Pultava coi loro ridotti innanzi al fronte cli battaglia, dimostrarono quali ostacoli sian o per l'assali lore opere campali coslrutte secondo i dettami della tattica. Qui Carlo XII respinse i russi penetrando fra i ridotti che non pòtè conquistare, e che strapparono perciò ni svedesi la vittoria di mano. - Un esempio pure brillante cc lo fornisce la posizione dei francesi contro gli inglesi, annoveresi ed olandesi nel 17,1.5 a. Fontenoi, dove erano stati eretti ci nque ridotti. Le proposte di Vauban, l\Iontalembert, Clairac, Slruensee, Ipey ed altri hanno tutte il difetto di patrocinare il sistema. delle opere campali a lince continue, tenendo in non cale la massima del celebre maresciallo di Sassonia che sollan to a mezzo di ridotti ad intervalli, si può ottenere una linea di difesa sufficientemente guarentita., Gli austriaci fece ro uso di tali ridotti in Boemia nel 1778, ed a Caldiero si mo· strarono maestri~~ncl preparare il campo di battaglia. Nel raccomandare pertanto di fortificare i punti più

importanti di una bdona posizione, onde aumentarne la facoltà difensi va , non intendiamo certo di approvare l'esagerazione di coloro che sul così detto terreno di difesa ammassano opere chiuse cd aperte con tutto un sistema di lince di comunicazione ecc. Un nem.ico accorto non verrà certo da sè, nè sempre sarà costretto .a dar di capo contro · tali ostacoli, i qunli affievolend o le sue forze lo porranno ncll'impossibilit.à di resistere all'urto del difensore, che uscendo dall e opere passasse all'offensiva. Sul terreno preparato per la difesa sarà sempre di sommo vantaggio il procurarsi i mezzi pei quali po ter passa1·e all'attacco uscendo dagli intervalli . di opere chiu se. I vantaggi però emergenti dalla fortificazi one di posizioni tatticamente importanti, come pure la' probabilità. di successo e la possibilità cli minacciare le co municazioni del nemico da un fronte più esteso del suo, soltanto allora saranno •>tLenibili che l'attacco potrà. pa rtire da tutti i punti della li nea di difesa. ,1° Un camp o di battagli a per dirsi convenevolmente preparato nel senso dell a difesa con fortifica zioni di posizioni tattiche importanti, dovrà essere munito di opere èhiuse ad intervalli di 1000 passi l'una dall'altra. Tale dovrà essere I' ampiezza degli intervalli perchè vi possa passare una brigata di fapteria in ordine di battaglia. 2° Sui fianchi delle posizioni tattiche e nei punti maggiormente importanti, le opere chiuse dovranno essere fornite di linee di comunicazione , munite di tu tti gli ostacoli che l'arte insegna. Ed il maggiol'e spiegazione dell'esposto, soggiungerò che qualora un' armata nel suo fronte di battaglia non avesse che una sola linea. dove dirigere l' urto delle sue forze, abbisognerebbe di troppo tempo per ordinarsi ad opporsi agli assalti provenienti da altro lato~


354

RIVISTA

ed il nemico, approfitterebbe di qu~sto indugio per spi,ngere con vigore e probabilità di successo il suo attacco; sarà pertanto scopo dell'arte cli preparare la di.fesa delle posiziop.i in modo tale che la truppa clestmata a proteggerle possa resiste1'~ al nemico da qualunque parte egli venga, senza spreco di un mh mero eccessivo di forze attive, 'Tale intento perb non si potrà ottenere che a mezzo di opere chiuse elevate ad intervalli. Nel sistema cli Rogniat, consistente nella costruzione una. serie di lunette aperte con batterie scoperte m 2a lmea negli intervalli, ogirnno dei punti più importanti dall'occupazione dei quali dipende la possibilità di resistenza di tutto il fronte, non è sufficientemente assicurato e può essere preso troppo facilmente. · Jl sistema di foi'tifìcazioni campali adottato dacrli ~rnstriaci a Chlum nell'ultima campagna 1866 cont~·o i prussiani, cioè di batterie aperte appoggiate a trincee per cacciatori non fece buona 'riuscita. Difatti come avvenne che alla battaglia di Sado~va, Chlum, chiave della posizione , potè così facilmeute essere. presa d'assalto da un debole distaccamento prussiano, e non potè e,ssere ricuperata malgrado tutti gli sforzi della brigata Brandensfein ~ · Perchè non erano stati occupati che i 'lati nord ed est del luogo sul centro ·ed a dritta della posizione, ed il nemico irromp endo dall'ovest non potè essere trutten uto dai soli pezzi .delle opere 4, 5 e 1: Quanto diverso non sarebbe stato il risultato di tale parziale combattimento se. invece di b<;1.tterie aperte, vi fossero state opere chiuse, dalle quali battere anche posterioimente Chlum e quindi rendere difficile al nemico un attacco da quel · Jato I A qual punto fossero insufficienti batterie aperte per ·difendere con efficacia . la posizione di Chlum, lo

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nIBLIOGnAFICA

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dim ostra l'attacco dei prussiani contro ·1a batteria n. 3, dove la mitraglia della batteria da 8 ri cavallo trattenne il nemico, nia i pezzi· dovettero essere. ritirati stante il ripiegarsi della scorta cli fanteria soprafatta nel1o , assaltò. Se la linea dì Chlum-Nedelitz fosse stata fortificata con una serie di ridotti chiusi, il nemico non avrebbe potuto al certo impadronirsi così facilmente di Ch1uìn partendo da !Uaslòwed durante la ri tirata del 4° corpo~ Soltanto opere campali chiuse , ben sostenute dalla artiglieria, sono capaci: 4° di rendore forte un t1:atto. cli terreno, 2° di permettere di passare per gli intervalli a!l'offcnsivn . , · . Willisen dic;e che « il modo più si.curo pel quale le fortificazion~ raggiungono questo importante doppio scopo, consiste nç.ll'uso di opere isolate; queste però ~on potendo élvere ·quel grado d'indipendenza o di 1rnportanza necessaria se non quando sono chiuse ne vi ene che opere isolate ·e chiuse sono l'indispensabile per ogni tèrren.o ,di battaglia preparato alla. difesa . » Piiì sopra abbiàino e1,posto il pensiero essere errore il chiuder9 assolutamente il terreno a difendèrsi, ma ··con ciq intendemmo soltanto di sconsigliare dal chiudere zone troppo estese, mentre il non innalzare ostacoli an?l1e ~i ?1.aggiori proporzioni in que'punti, col possesso d.e1. quali 11 nemico patrel:ìbe minacciai·e l' intiera pos1z10ne_, sarebbe trascuraggine. .La chiave della posizione ed i .fianchi che maggiormente sono esposti agli attacchi, dovranno sempre essere protetti da opere ·chiuse con linee di co m'unic.azione . Se }a Lenuitù delle forze e la brevità del tempo non permetteranno d'innalzare fortificazioni più estese, almeno non d9vrassi mai · tralasciare di far erigere opere chiuse nei punti più importanti: Potendo' disporre

\


IUVISTA 356 di maggior tempo sarà di somma importanza dietro le opere ch iuse e cioè negli intervalli a profondità di ordine di combattimento d'u na brigata, far costrurre spall eggiamenti pel' collocarvi batler:ie allo scopo di un'energica difesa negli in tervalli in co so di ritirata. Non è però a dimenticarsi che non si potrà mai in tempo di guerra traITe grande utilità da11e fortificazioni, se i soldati già nelle esercitazioni cam·pali non saranno s tati addestrati alla loro difesa.

(Dal Kamarad del 6 marzo)

ll.

DI R.

In una delle prossime dispense ci proponiamo di trattare l'importante quistione dei trinceramenti sul campo cli' battaglia, quistione resa anche più importante dalla introduzione negli eserciti dei fucili a retrocarica. I Francesi se ne occupano alacremente, e sappiamo che anche da noi si fanr:ip . studi ed esperienze al . riguardo. Crediamo però di dichiarare fi n d'ora che le nostre idee procederanno rla un ordine -diverso da quello dello scrittore del Kamaracl. G. G. C.

Le Spectatcur l\lllUaire. (Fascicolo di maggio 1868).

Questa dispensa comincia con un articolo che il ·diciamo francamente, non cj saremmo aspettati di leggere in un giornale serio come lo Spectateur, e

DinLlOGRAFICA

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tanto meno ci saremmo attesi di vederlo scritto dal sig. F. de Lacombe, del quale segnalammo più volte ai nostri lettori il merito distinto nel trattare le cose militari e particolarmente quelle attinenti all a storia. r er sicuro no n entreremo in polemica nè coll'autore nè col giornnle, e ci limiteremo soltanto a riportarne qualche squarcio dell'articolo: L'articolo è intitolato : La cam,pagne de •1867 dans les états pontificauco, ed ecco come ne comincia il proemio - traduciamo letteralissimamente ; · « Lo Spectatcur Mihtaire mancherebbe alla sua missione, se non registrasse nelle sue colonne, consacrate al ricordo delle guerre moderne, i GRANDI a11venimenti miUtari dei qnali gli Stati pontific i vengono d'essere il teatro . Il dife tto di una parte dei doc um en ti ufficiali e la difficoltà di attingere a fo nti a11tentichc i particolari che si leggerann o qui 1n appresso, hanno rita rdato il cornpiri1ento di qu esto dovere. .: Non di meno, l'emozione sollevata nel mondo intero ila un'aggressione di un'audacia inaudita, dalla violazione flagrante dei diritti i più sacri, dall'energia della santa sede, dal coraggio cavalleresco dei suoi difenso ri, dalla irHervenzione fie ra e generosa della Francia e dal trionfo splendido della causa la più augusta e la più legittima, riman vivace negli spiriti. La relazione stessa retrospettiva dei fatti · che vi si riattaccano, offre ancora un possente interesse, e le peripezie di questa guerra suranno in tutti i tempi il soggeUo di med'itazioni profonde e un grave insegnamento. » Infediddio che ci sembra l'esordio di una predica I. ... e cotesto tuono non si smentisce l?er tutto lo scritto, come neppur si smen tisce un sentimento della più passionata parzìalità, la quale fa dire all'u-ntore delle cose erronee e gli detta degli apprezzamenti falsi ed ingiusti. Ma come l'abbiamo dichiarato da principio


358

RIVISTA. , DIBLIOGRAFICA

non vogliamo intavolare una:polemica, perchè vi sarebbe più di un argomento a farci trascorrere, onde Ìascieremo c'he altri si occupi di quest'i~grata bisogna. . . . Per altro non possiamo a meno d1 smentire recisamente alcune false asserzioni dell'au tore . La pi·ima si è quella che egli pretende che dei. solàati ~ost~i passarono colle armi nelle bande insurrezion~h '. disertando le regie insegne: questo è falso, fals1ss1mo; non· si verificò neppure una cliserzion~ co~similfl. La seconda consiste in ciò che egli dice che Ie truppe ~ostre non opposero il benchè menomo incaglio allo sconfinamento delle bande, mentre i11;vece è not~ che dapp~rtutto ove le truppe incontrarono volonta:1 armati · li disarmarono e li respinsero dalla frontiera. N;teremo anche per il culto alla v'eritù storie~ eh~ p rofeisiamo, non essere vero che quando ~ar1bald1 fu rilasciato da Alessan dria, si ottenne da lm la promessa che andrebbe a Caprera e non ne moverebbe più: Garibaldi può avere avuto grandrssi~i torti, e ~iamo ~primi a riconoscerli, ma Garibaldi non ha g1ammat falli to alla parola data. In quanto poi ·alle !)Umerose vittorie eh~ in. quell~ strepitosa guerra il sig. de Lacombe attnbmsc~. ai soldati del Papa - e si noti che la sua nar~a7:10ne è appena giunta sin' ora al_ ~4 ~t~ob_re - g~i cons1ghamo di procurarsi, i documenti ufhziah che gh m~ncarono, probabilmente solo per la parte de' volòn~an, ·~ non potrà a meno di ricredersi per dovere d1 .c~scienza. LeO'ga e.dli la relazione del generale J,i'abrm, e legga O pure gli, sf.udi m,ilitari nell'idtima ccvnip~gn~ irzsit!-re~ :donale pe:r Roma di Giuseppe Guerzom (d.1spe~se ~1 .marzo e aprile della ·Niwva Antologia), e .v1, aUmgera la verità, perocchè noi Italiani almeno scrmamo quel

3/S!.l

che è, e se qualche volta la forma- respira lo spirito di parte, la passione, nel fondo però la verità è sempre religiosamente rispettata. •

Legginmo nella dispensa medesima un altro brioso scritto del Garde national 1nobile, il quale particolareggia alcune circostanze della battaglia di Solferino per parte ·francese, e particolarmente al punto di vista dell'impiego della cavalleÌ'ia, delle gran guardie e delle ri.cogni~ioni. Chiama pur l'atlenzione un secondo articolo del sig. Erdnegel sulla ccivalleria grave; egli vuol dimostrare la superiorità della cavalleria grave sulla leggiera, e quin9i. la convenienza di accrescere la prima. La tesi è assai controvertibile , e ci si serbiamo di discutèrne, ciò che non ci vien concesso dalia brevità dello spazio. · . · Noteremo per ultirno la traduzione per iJ sig. Odiardi dell'opuscolo Sulle nuove armi portatili' adottate , ed alto stiulio nell'eseì·àto i'tali'ano , opuscolo del quale furono ampiamente ragguagliati i nostri lettori. L'autore ha fa tto una premessa, nella quale è incors~ in qualche ingiusto apprezzamen'to che I'Itaha 11:filitare ha già in parte rilevato. _

-1\fAnTINI CA1u:,o, Gerente.


INDICE DEL VOLUME II -- ANNO XIII

Aprile

t,

F. Sacc1. - Della resistenza dell'aria sopra i proietti oblunghi o della loro traiettoria (Contin1tazione) . Pag. 5 A. G. - Sulla difesa delle provincie venflte e sull'importanza del quadrilatero nel sistema centrale di difesa in Italia (Continuazione e"' fine) . . . • . l) 31 C. P. M. I. PORRO: - La geodesia o la topografia presso il corpo di Staio Maggioro . . . . » 59 N. MARSELtt. - Il problema militare della indipendenza nazionale (Continuazione) . . . . . . . . > 73 Ri1>ista statittica. - Confederazione della Germania del Nord: Legge snlla leva pubblicata il 9 novembre 1867; Ordinamento dell'esorcit.o; Forza delle truppe dei diversiJSlati della ·Confederazione della Germania del Nord, e loro ripartizione nell'esercito federale; Ordinamento della landweher ; La landweher del Granducato d'Assia. - Prussia: Spazio assegnato agli ammalati negli ospedali militari in Prussia. - Austria : Relazione del bilancio della g uèrra ; Attribuzioni del comandante supremo dell'esercito. - Spagna: Bilancio della guerra per il 1868; .Marina da guerra . . . . > 89 Ritista tecnologica. - Saggi nelrarto dell'ingegnere militare. - Prezzo di fabbricazione di armi a retrocarica in America. - Scovolo pieghevole per le bocche da fuoco . . . . . . . . . . • 113 1)


36;2

INDICR

INDICE

363

Rivistci tecnologica. - Sperienze sul cannone d'acciaio

Maggio F. S1Acc1. -

Della resistenza dell'aria sopra i proielLi obluflghi e della loro traiettoria (Continuazione e fine) . . . . . . . . . . . . . . . • Pag.121 La tattica moderna • . . . . . . . . . . . . » 152 BP~5TAGNO, colonnello cl-i fanteria. - Studio in torno agli sbocchi e strade varie che meltono in Italia dalla Francia. dalla Svizzera , o dall'Austria, e cenni sulle fortezze esistenti a difesa delle medesime . i> 183 Diastimetro ·elettrico per lo batterie di costa, di I. H. l{romhout (con tauola litografica) . . . , , > 191 Rivista stati$tica. - Austria: Progetto d'ordinamento dell'esercito. - Prussia : Il bilancio della guerra · per l'anno 1868. - F~ancia : Il bilancio della guerra per il 1869; Composizione del campo di Chalons nel 1868 . . . . . . . . . . . > 212 Rivistci tecnologica. - La nitroglicerina - Una torpedine mobile - Cannone ad ago svedese da fanteria - Nuovi paletti por la cavaùeria. al bivacco > 222 Ridsta bibliografica. - Le Spectateur militaire Journal des Sciences militaires - Revue llilitaire Suisse - Il Memoria! de Ingenieros - Re. . . . . . . > .2.28 vista militar . , . .

Giugno Saggio di una nuova teor ia della derivazione dei proietti oblunghi lanciati dalle armi a fuoco rigate, e della posizione relativa fra il centro di pressione e quello di gravità . . . Pag.237 OnAz10 AMAi'\TE, medico d-i battagUone di 1' classe, addetto al 51• fanteria. - Considerazioni sul corpo sanitario militare italiano : Basi di un nuovo ordi namento . . . . . . . . . . . . . · > 297 ANT. ARALDI. -

fuso di F. I{rupp - Novella nave corazzata del sig. Ericson - Nuovo sistema di bardatura per la cavalleria proposto dal sig. Dan iele Ber tacchi . Pag. 326 Rivista statistica. - Italia : Il bilancio della g~rnr ra per l'anno 1869. - Svizzern: I nuovi uniformi dell'esercito foderale syiz1.ero . . . . . . . . > 330 Rivista bibliografica. - La vérité sur la campagne do Bohème, 011 les quatro grandes fautes militaires des Prussiens, par Ch. Ern. Lullier - Le posi1.ioni tattiche fortificate - Le Spectateur Militaire . . . . . . . . . . . . . . . . > 344

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