RIVISTA MILITARE 1867 TOMO IV

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RIVISTA

MILITARE IT ALIAN.1-i_ RAC(;OL'l'A. DEl\'SILE

nI SCIENZA) ARTE E STORIA MILITARI I

Serie Il. - Anno :x11. Volun1e IV. '

G. CASSONE E COMP. TTPOGRAP.l -EDITORI

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TOIIINO Vi~ S. l'r~nr.esM ,la l'a•1la. N. G.

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FIIIENZB Via Cavou r (~i ~ 1'13 ;,ar~1.), "'· 11..

1§67.


MEMORIE . E CONSIDERAZIONI SU!

P ONTI E RI l 'TAL IA N I CO~TINUAZIONE

(1).

Proprietà lettrm1,1•ù1,.

PAHTE SBST A. I PONTIERI INSTITUITI IN BRIGATA DI PIÙ COMPAGNIE.

Seguendo il sistema chè abbiamo tenuto fin qui, sarebbe tempo che rivolgessi il mio dire alle consi. derazioni relative all'uso dei materiali d'equipaggio-, in ispecie durante la campagna del 1859. Dovremmo vedere tosto quali vantaggi e quali inconvenienti ' l'esperienza abbia attribuito ai due equipaggi di' ponti, modèllo Cavalli, e come ne sia conseguita una radicàle modificazione de~ materiale medesimo. Credo pèrò (1) Vedi , Rivista militare italiana, anno xn, Torino 1867. - 1'ipogr:Jlia G. Cnsone e Colll1> ,

e 225.

YOJ.

m, pag. 129


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1CEMORIE .E CONSJ OE RAZIONI

che sia; il caso qu i di allontanarsi dal si:-;terna tenuto 6 di ultimare la variazione storica, mettendo i lettori a1 fatto dell'ingrandimento che èbbero ben presto i pontieri dopo ìa campagna del 18f)9, e di quanto vennero operando, sia n el consueto giro dell~ loro annuali occupazioni, cume nella campagna del 1860-6], La disc ussione relativa. ai materiali che adoperarono nella campagna del 1859, e che si vennero dappoi adottan.do, dovrà essere ampia e particolareggiata, ed abbraccjare, sia il 1859., sia gli anni successivi. It qùindi partito mig liore il tenerla i n serbo> per dar fine anzitutto alla narrazione storica.

1. -

Iristituzione di _una brigata pontieri cornposla d-i qttatlro compagnie attive .

Malgrado che al la compagnia· attiva r,ontieij si f'osse · aggiunta urla com_pagnia déposito, i risultati della guerra del 1859, dal trattato di Villafranca sanciti, la ~tessa esperienza fatta durante ìa guerra, e l'aspettCJ assai poco pacifico d'Europa, determinarono la foh11azione di due nuove compagnie pontieri, ossia la costituzion e di una brigata pontieri ( regio decreto 3 settembre 1859) di quattro corn_pagnfe attive, decretandosi così la conversione della compagnia deposito 'in ·altra compagnia attiva, e di un piccolo stato maggiore; /la brigata risultò della forza portata dallo specchio VIII. . Il comando di q uesta brigata fu affidato al magg iore Maraldi, e dessa pose sede e si organiuò a ;'.Pavia col Ì 0 QLtobre 1859.

SUI PONTlERl ITALIANI .

2. -

Alle quattro compagnie attive se ne aggiunge una di deposito.

Con successivo decreto 11 marzo 186,0, quando già era su larga scala incominciato quel movime~to .ammirabile delle annessioni, da cui doveva uscir fuor'i la formazione e consolidazione del 'regno d'Italia, la composizione della brigata subiva essenziali modificazioni. · Ho potuto queste e l'altre, di cui verrò discorrendo successivamente, seguire ben da vicino, chè appunto nella primavera del 1860 io avevo la for~un.a ~ l'onor.e d'essere in qualità di luogotenente d'artiglieria desti nato alla brigata pontieri. _ Fu soppresso lo stato maggiore, che col decreto_ del settembre 1859 era stato· dato alla brigata pontieri, e venne esso incorporato con quello del reggimento ~operai d'artiglieria cui la brisa_ta appa~teneva, ed ~H<~ sue quattro cornpa.gnie una d1 depGs1to ne vem va assai saggiamente aggiunta; sia perchè, rompendos~ una guerra, essa raccogliesse temporariamente gli elementi da destinar poi bene istrutti alle quattro compagnie attive; sia per contenere nei s·uoi. quadr~ riuniti e contemplati certe individualità, certi art_efic1 speciali occorrenti in un corpo di pontieri, e ut~lmente impiegati a preferenza presso la sede del corpo stesso'. an.zichè nelle singole sue compagnie; sia per destmarv1 . il personale, che fu poi specialmente addett~ al se~vizio dei piroscafi-rimorchiatori, di cui abbiamo già parlato, e parleremo più diffusamente a suo. tempo. La forza e composizione di questa nuova brigata appare . dallo specchio IX, nè intendo celare dal canto


SUI PONTJERf ITALIANI

!.IE:MOHIE E CONSIDERAZIONI

mio, .éhe se in molti casi fu saggia disposizione la soppressione delle compagnie deposito che successi- . vamente f)-1 decretata, nol fu punto per il corpo dei pontieri, cui essa doveva essere conservata .

3. -

Fo1·mazione di ·una nuova compagnia atti1Ja.

Ma la consumata r iunione degli eserciti dell'Emilia e della Toscana coll'armata sarda, già ingrossata .dall'elemento toll).bardo, rendeva ben tosto necessario un nuovo riordinamento dell'arma 1'artiglieria, affinché il suo quadro organico corrispondesse, siccome quelli delle . a ltre armi, a llo, ingrandito Stato. Tale ordinamento fu stabilito con· regio decr eto 17 g(ugno 1860 . . Per esso il reggimento operai, cui i pontieri appartenevano, con~ervò il nom_e di 1° reggimento ai artiglieria, stanziato sempre a Torino, e· la brigata pontieri risultò composta di cinque compagnie ,lttive e di una di deposito, della forza portata dallo spec- · chio X, che, per le circostanze di quei. tempi burrascosi, non doveva ancora ,;ontem plare, sfocome l'antecedente, e quello che vedremo poi, che la formazione sul piede di guerra, la quale del resto ove non si fossero portati a cinque gli uffiziali esistenti in ogni compagnia, sarebbe stato per vero troppo forte. La brigata continuò ad avere sede a Pavia. sotto gli ordini sempre del maggiore Maraldi. Essa ebbe però tosto una compagnia distaccata a · Casale Monferrato, la terza, la quale attendeva specialmente alla riparazione dei baréo.ni del commercio, ed al comple· tàmento della dotazione dei materiali pel g ittamento dei ponti sul Po . •

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4 . .:_ Aumento nei quadri della compagni0ii deposito.

La compagnia deposito nel novem bre del 1860 fu leacrermente modificata; ché per accelerare l'istruzione 0 0 delle nuove leve che giungevano ai corpi, quando non era per anco consumata quella del numeroso personale avuto nel corso di quell'anno, l'amministrazione della guerra permise che l'organico contemplato nello specch io antecedente fosse aumentato ·per la compag nia deposito di 2 sergenti e di 4 caporali.

Attività ed intelligenza spiegata dal maggiore 1llar.aldi nella formazione della b1·igata pontieri.

5. -

Mirabile fu l'attività ed intelligenza con cui il mag· oiore Marald i, degno d isce1)olo, del Della Rovere, or· e, ganizzava i pontieri dopo la campagna del 1859. Vedremo or ora quale incremento essi andarono prendendo nel 1861, vedremo come nel 1860-61 essi prendessero degnamente parte alla campagna delle .Marche e dell'Umbria, e della Bassa Italia; vedre_mo come l'operosità d~l Maraldi si estendesse alla costru· zione di un nu'mèroso · ed eccellente materiale da. ponte, mentre l'organizzazione di tan to n uovo personale avveniva. Incominciamo però dal considerare quanto da questo Jat0 g ià si .era compiuto, dalla pace di Villafranca alla fine del 18'60, ossia in poc? più di un anno di tempo .. · Abbiamo veduto che due solamente erano le com pagnie pontieri esistenti nell'estate dell'anno 1859, e di queste una soltanto attiva e orgau izzata su quadri 8


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SUl PON'l'llrnl ITALIA NI

MEMOltrn E CONSIDERAZIONI

vecchi , provetta ed istrntta . In un auno d i tempo all'inèirca quelle d ue compagnie banr.o dato origin e una brigata di cin que compagni e attive e di uua compagnia deposito' . Sotto quali condizioni s'era una. tale brigata di gr~sse compagnie formata? Su quali basi era essa stata stabilita ? Le basi che servirono alla formazione della brigata pontieri erano eccellenti, solidissime . Il cemento che doveva r iunire i n uovi elementi dellii. nascente brigata era saldissimo .. L'intelligenza difaitinta, il car.attere ferm issimo del maggiore Maraldi , non potevano venir meno a lla prova. Operoso, instancabile, osservatore, sia dèl generale. andamento della truppa ad esso affidat~, sia dei minimi particolari di servi_zio alla medesima attinenti, egli r iuniva in sè tutte .Je doti di un esimio organizzatore e di un inflessibile comandante . La sua inflessibilità non era tuttavia di quelle che urtano gli animi subordinati, non era cieca, non era mai,· come accade a certi eccellenti sol. dati, d'idee alquanto pedanti, spinta all'assurdo. Egli ; il maggiore Maraldi, aveva il vero concetto e della militare disciplina, µ osta nel senso ·.assoluto della pa. rola, e ùelle modificazion i éhe l'appliçazione della medesima dovrebbe necessari amente subire a norma delle truppe c ui si è chiamato cornand~.re. Molti provetti militari vorrebbero che le t ruppe del genio, quelle dell'artiglieria e la fanteria. leggiera avessero insieme ad ubbidire alle stesse norme di disciplina, c ui lé truppe di li nea, i granatieri, la cavalleria, sono chiamate ad osservare . I~ ~.araldi invece vedeva (io credo) a modo di quegli altri, che ritengono che la disciplina è una sola nella essenza sua, ma che essa va (come tutte le cose di questo mondo) diversamente applicata, -non solamente quando a diverse armi si deve comandare '

ad

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1.1

ma. quando a talune specialità di un'arma si vuole attag liarla . Così, non mi sembra difficile il provare che la militare d isciplina, q uesta suprema legge di salutE< degli eser,;iti, deve con cr iterio diversamente applicarsi in alcune circostanze a.lle truppe d'artiglieria da piazza., a quelle d'arti gl ieria da campagna ed a quellf• d'artiglieria pontieri. Una stes~a specialità dell'arm n d'artiglieria e del genio segnatamente, deve saper fars i ::l. norma del caso, a due diverse applicazi0ni del prin · cipio supremo reggente la bU'Ona disci plina . In un caso i pontieri., per esempio, sotto le armj, a custodia dei loro convogli, o quando agiscono come cannonieri propriamente detti, dovrann<J' attener si a quelle norme generali ed inflessibili di disciplina che dominar drvono special mente le armi di linea, mentre q uando sie,no in servizi0 di po_n ti militari dovranno essere addestrati ad ubbidire in UD modo affatto distinto. Nell'eseg uire delle evoluzioni, de1le manovre armate . delle cariche, delle ritirate, e via dicendo, l'ubb idienui cieca è la prima _fonte di salvezza. Nei particolari di un gittamehto d i un ponte (specialmente occasionale), di U D traghetto di un fi ume rapido e vorticoso, la cosn è diversa, e il pontiere sarà ianto più lodevole, quanto più intelligente sarà in lui 'l),pplicazione degli ordin i ~vuti . Nel pr1mo caso, ordini precisi vogliono essere eseguiti in modo assoluto; nel secondo caso, accadrà · • di leggieri che l' uffiz iale non potrà dare che delle di' sposizioni gener ali, c;tie dovranno esser~ a qualunqu e costo osservate e rispettate, ~na che p otranno ricevere nei particolari loro degli indirizzi d iversi. Il pontiere · deve essere avvezzo ad una ferm a disciplina e deve questa saper conciliare con una famig liarità intelli-


12 MEMORIE ~; C0"1S1DERAZI0N I gente verso il suo s uperiore; deve ad un tempo saper ciecamente esegu ire un comando avuto, ed applicarvi invece un altro a norma del caso, ed in modo che la sua applicazione conduca alla esecuzione di ordini , avuti. Il senso della disciplina nei pontieri non deve soffoc!'l,re le mosse dell'individuo, non deve impedire che il medesimo, nell'interesse del sel'vizio, rivolga al suo superiore delle osservazioni sul modo di meglio e più prontamenté ottenere un determinato scopo. So che queste idee urtano il senso militare di certi soldati, e che invece se mbrano tanto .facili ad applicarsi a coloro che sognano la possibilità di ottenere in modo assoluto dei soldati 1agionatori, ma io ritengo che in alcuni casi speciali (e per l'arma dei pontieri in ispecie) sieno rette, sebbene assai difficili a t11adursi in pratica. Il maggiore Maraldi, che aveva vissuto lungamente nei pontieri, era, a mio avviso, creato a bella posta per applicare quel modo speciale di disciplina. Vei·satissimo nell'arte del pontiere, sapeva addestrare i suoi novelli su bordi nati alla stregua degli accennati princi pii. Inflessibile faddove faceva mestieri di esserlo, non credeva di perdervi d'autorità nell'accogliere le osservazioni de' suo.i subordi nati, laddove esse potevano essere opportunamente dettate dalle necessità di un servizio affatto speciale. Con un uomo di questa tempra, attorniato da parecchi uftiziali :'.'Otti come lui alla scuola del Della Rovere, e in potere ·ai d_ue compagnie già consumate nel :,ervizio dei ponti, non poteva non sortire esito feli ce lo straordinario ingrandimento che in pochi mesi ri ceveva il corpo dei pontieri. Le circostanze in cui esso ebbe luogo furono ·delle

Sl'l PONTIERI lTALlANl

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più difficili. L'elemento vecchio ed istruito intorno a cui si andava raggruppandosi l'elemento nuovo, era assai scar so . I pontieri lombardi provenienti dall'armata austriaca erano fatti . a principii di disciplina, a modi di istruzione affatto speciali e non convenienti nelle brigata nascente; eccellenti soldati però, dovevan ~ ben tosto sentire il nuovo indirizzo ed accostumarvisi con quell'inevitabile rincrescimento che uomini già avvezzi alle grandezze di un poderoso esercito, dovevano allora provare trovandosi su di un teatro ristretto e ancora sprovvisto di mezzi. Gli eccellenti pontieri savoiardi dovevano in que1l'anuo stesso per la magggior parte abbandonarci, scemando così sempre più il numero di quei bassi uffiziali, le file di quei - soldati su cui si doveva pur co"ntare per l'educazione dei nuovi elementi. Per le nuove reclute finalmen te si ingrossavano i ranghi della brigata di un eccellente elemento, l'el emento dell'avvenire, ma esse giungevano al corpo quando scarsissimo era il personale atto a compierne la istr uzione. Fin d'allora .poi si lamentava l'inconveniente al quale non si è mai saputo {cosa strana a dirsi) porre riparo·, che al corpo dei pontieri affluissero numerosi i contadini, i pastori , i domestici, e via dicendo (eccellenti pei corpi di fanteria), e scarsi affatto i barcaiuoli, i pescatori, gli uccelli d'acqua in una parola. Anche da questo lato adunque era non poco aumentata la difficoltà di spingere l'istruzione della brigata, la quale poi contava un ristretto numero di uffiziali che versati fossero allora nel servizio dei ponti militari. Ad onta di questi e di molti altri ostacoli, il maggiore Maraldi non veniva meno all'opera sua. Presente ovunque, e' spingeva nelle nascen~i officine i lavori


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intorno <J,l materiale, ed ~ra sempre in mezzo ai suoi uffì:l.iali nelle numerose manovre che da mattina a sera· si avvi~endavano sul Ticino o intorno - alla caserma. Instillava col suo esempio l'amo.re al lavorò che in un ben ordinato ·corpo di pontieri deve esser~ incessante. ·Faceva a' suoi subordinati vedere come il pontiere che deve essere in guerra provat~ ad oaoi specie · di stenti; deve durante la pace essere rotto fat.ica. Provava agli uffiz iali come la loro missione fos~e ad un tempo djff:ìcile e bell a, chè nei pontieri essi non sono chiamati ad esercitare un comando sempre uniforme e previsto nelle sue rnodificazion i ma sibbene un impero intelligente, operoso, io cui sovente è mestieri lo scendere loro stessi a dare al soldato l'esempio pratico di quanto si vuole1 poi dal medesimo esigere . . Egli accoglieva con molta intelligenza l'elemento lor.n~ardo proveniente dall'armata austriaca, Io sapeva ut1hzza.re laddove le tradizioni del sostenuto servizio erano _imitabili, lo piegava con un ragionato impero . alle esigenze della nuova istituzione. Accommiatava i soldati savoiardi ·~on tal19 una emozion e da dare ad in~end~re come i buoni soldati potessero trovare sempre m lui un_ pa~.r~, ~n fratello,, un arnico. Rilevava lo spi· rito degli uffiz1al1, ehe affatto nuovi al difficile servizio temevano talora di non poterne abbracciare ad u~ tempo e i principii teorici e le pratiche difficoltà. Conciliava il meglio possibile,1a opportunità di dare alla brigata una istruzione estesa anche nelle principali manovre d'artiglieria da piazza, e di prepararla in pari tempo per le eventualità di una guerra al gittamento dei ponti di qualunque specie, e spingeva con un a alacri~à senza pari la scuola del ba1·caiuolo, che è l'anima

:ua

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15 l'el'emento di vita del corpo dei pontieri, che è per esso quello che divenne per l'uomo il saper leggere ed il saper scrivere. ' SU! PONTIJ.i;RI lTALIANI

;\ffiMORIE E CONSJDERAZ!ùNI

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6. -

Stanza delle vm·ie compagnie pontieri. . .

Ad ogni modo l'istruzione della brigata pontieri era nel corso dell'estate dell'anno 1860 spinta come meglio non si sarebb.e potuto desiderare, il suo spirito con· formato ad essa era già in grado dt cimentarsi al difficile esercizio dell'arte sua. La terza delle sue compagnie veniva distaccata a Casale, dove vedremo che nuove officine pontieri lavoravano a preparare materiali da ponti sul Po; la quarta,, con alcuni materiali di modello Birago, · era mandata a Piacenza, dove si clivisava stabilire un distaccamento di p·o utieri, e dove la 4a. compagnia veniva ben tosto adoperata nell'inverno del 1860-61 all'armamento delle nuove fortifieazioui di Piacenza. Le compagnie 10., 2·, 5"' e deposito conservavano stanza .in Pavia, dove pure nell'inverno o nella primavera 1860-61 veniv&no a loro volta, e specialmente la 1a. e 2"', adoperate all'armamento delle fortificaz1oni di Pavia. La primavera del 1860 poi, m&ntre la brigata era tutta riunita in Pavia, erano spinte alacremente I ' tutte le istruzioni da pontiere. E qui giusto il notare pertanto che, dietro impulso del maggiore Maraldi, l'allora capitano Bianchini diede un breve corso pratico da pontiere ~agli u:ffiziali nuovamente avuti alla brigata, che gli allora capitani Rossi e Monticelli ·a loro volta non pocçi contribuirono a rassodare quella istruzione, che sotto il particolare aspetto era avan7 taggiata a.ssai da .qualche spedizione combinata dal


' 16 MEMORIE E (l0NS1DERAZI0NI capitano Rossi e saggiamente tentat~~ durante le piéne di Po e Ticino. Vedremo fra breve come il maggiore Maraldi, contemporaneamente alla formazione dei quadri é del personale della sua brigata, attendes;e alla. ' direzione dei lavori che le officine create a Pavia ed a Casale con quelle ancora esistenti a Torino facevano, perchè al rompersi di una guerra s'avessero a disposizione gli occorrenti materiali çia ponte. Intanto soffermiamoci a consideran~ come la brigata pont ieri era già chiamata a dàr prove di essere pronta a qualunque evento, e ciò fin dall 'autunno del 1860,_ossia un anno dopo che era incominciata la sua esistenza.

PARTE SETTIMA. CAMPAGNA

DEL

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860-6~.

SUl PONTJ1': RJ !TALUNI 17 quando gli avvenimenti de lle Marche e dell'Umbria il loro bastimento chiamavano rnai dintorn i di Ancona. Noi! è qui il luogo di dirvi quant.o q uel distaccamento abbià operato all'assedio di Ancona, e poi nella carppagna della Bassa Italia, chè il libro del generale Valfrè ne parhL bastantemente. Noterò tuttavia, che i servigi che esso rese all'artiglieria assedia1,te fur_ono segnalati, che gli uflhiaJj Borgetti e Mila.ni (quest'ultimo passb in seguito addetto al comando dell'artiglieria all'assedio di Gaeta), vi si fecero assai d'onore, e che il sergente furiere Antola venne pe1 · valore da esso mostrato promosso, sotto le mura di Ancona, al grado di uJifoale_, onore questo al certo ,non còmune. _Ma del signor Borgetti e del distaccamento della 4a. ' compagnia dovrò dire fra breve qualche altra parola.

2. - Biffrssioni intorno al piccato nume1·0 di pontieri

chiarnati a far pà1·te della campagnn del ] 860-61. 1. -

Un distacèam,ento della 4a cornpagnia s'imbarca sulla., 1·egia marina.

È opportuno il premettere anzitutto che nell'estate 1860, mentre si preparavano i due piroscafi-rimorchiatori, che serviti dai pontieri porteranno in bre-ve tempo num~rosi materiali da ponte . del commercio laddove le esigenze della guerra li richiederanno, un distaccamento della 4a compagnia della brigata con due uffiziali, signori luogotenenti Borgetti e Milani, era imbàrcato per imparare nella regia marina il servizio di borçio. Da poco tempo stavano.facendo quel loro tirocinio,

È q ui jJ luogo oramai di toccare una corda dolorosa. In poche righe potrò compendiare l'operato dei pontieri nella campagna del 1860-61. E perchè'? Perchè dovrò .dire che la- sol~ W' compagnia pontieri, che prese parte all11 campagn a della Bassa Italia, fu impiegata soveute a Lutt'altr.o che nel vero esercizio dell'arte sua'? Perché mentre nelle ]i'Iarche e nell'Umbria, ad ogni tratto si doveva aver ricorso all'oper?, del genio pel gìtt~mento di piccoli ponti (ed il genio a buon .diritto si lamentava sprovvisto a tal uopo dei , materiali di prima neGessità), la brigata pontieri se· ne stava inoperosa domandando d'essere ricordata, e mentre aveva una compagnia, la , 4•, distaccata a ANNO

xn,

YOl.

1v. -

2.

.

.


18

MEMORIE E CONSIJ)ERA ZION I

Piacenza e specjaJroente addestrata all'uso de1 mate riale Birago, che appunto in quella breve campa gna avrebbe potuto tornare utilissim o? Forse che i materiali facevano djfotto? O che essi erano invece a11estiti e quasi si muovo\'a.no di per sè, tanta era in tutti la smania d'essere provati nei g loriosi cimenti clw si svolgevauo poco lungi da noi. E che? Si dirà forse, che una compagnia pòntieri, con alcu ne i::Pzioni B1rago, sarebbe stata difficilmente mobilizzata? Fole quest,e che non si' ponno dare ad intendere ad anima viva. Che se si fosse erroneamente ritenuto che le sezioni Birago potessero e~sere pr_,r b campagu a delle Marche e dell'Umbria più d'impaccio che vantaggiose, rimaneva sempre inconcussa l'opportùnità di n,otiilizzare una compagnia pontier i con alcun e vetture di attrezzi pel gittamento dei ponti occasionali. Che serve, per Dio, che i pontieri in tali opere si addestrino tutto l'anno se poi li dimenticate il giorno buono ? E perchè venite poi lamentando che il génio sia sprovvisto di quei mezzi e di quella istruzione che lo scopo per cu i i pontieri esistono ha appunto concen trato là dove essi esistono? E che? il genio non aveva di che fare abbastanza in una campagna ove tanti assedi, tante mancanze di buone comunicazioni stra dali dovevano metterlo allà prova? Forse che hanno torto dal canto loro gli uffiziaJi del genio mi litare quando si lagnano di. essere in guerra chiamati a far quello p~r cui i loro subordinati mancan o in Lem!JO di pace d'ogni istruzione solida e sufficiente, e per cui fanno difetto i materiali occorrenti? Se l'Amministrazione della g uerra crede davvero che i pontieri d'artiglieria (e pare che ciò sia) devono da noi provveùere in guerra al gi ttam en to di qua-

l0 hmque specie di ponti non permanenti nel vero senso dell a parola, sieno essi cliiarnati in tem po all'opera coi loro materiali. Se f'ra i ponti occasional i ed i pie. coli ponti invece essa crede che il genio debba gettarne alcuni promiscuamente co i pouti eri (e ciò starà sempre ma le), si munisca il genio degli occorrenti mezzi. Io dal canto mio opino che il genio debba poter bastare a se stesso per i piccoli passaggi, e che esso dovrebbe a quest'uopo essere provv isto della istruzione e dei materiali occorrenti a quei passaggi, che alle esigenze del suo speciale servhio potranno occorrere. La natura delle sue istruzioni e del suo servizio è tale, che sarebbe ridicolo il supporre che per improvvisare un passaggio sopra di un burrone o di un torrente guada hile il gonio militare avesse (in caso si trovi jsolalo) da ricorrere all'opera altrui; chi vorrà sostenere che esso dehba far sosta quando si traLti di improvvi sare un passaggio con alcuui ca~ valletti o con altri materiali di circostanza da impiegarsi senza bisogno di riflessibili manovr~ da ba rcaiuolo o da pontiere? Del resto i ponti er i (che da noì appartengono all'ar tiglieria) dovrebbero essere in caricati senza restrizione di sorta della costruzione di ogni specie di ponti non perm anenti pel servizio del· l'armata, costruendoli anche per soccorrere ai bisogni del genio militare ogniqualvolta esso agisca di conserva colle altre armi, ·e non si trovi momentaneamente isolato, come dissi più sopra. Da questo lato a dunque (e si dica pure che. io sono devoto ad imitare la vicina Francia) jo copierei le disposizioni che là sono in vigore. Del resto il genere dei servigi prestati dall'artiglieria e dal genio non ·ponno non toccarsi talora e non con~Ul PONT IERI 11'ALIANI


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ME~IORIE F: CONSlDEHAZlONl

foudersi cosl come accade nelle sden:ze e nelle arti, che, affini , talora si coofoudono, sicchè un argomento svolto da una di esse cade anche sotto l'impero di un'altra. Si vorrà forse che il gonio arresti la sua azione laddove incontrasse una difficoltà sormontabile coi suoi mez1.i unicamente, perchè l'art.iglieria dovrebbe torre d i n1ezzo quella difficoltà per le esigenze proprie dei servizio pr~so n~ senso <1ssol uto <lella parola? Si vorrà che una batteria d'art.iglieria abbia ad aspettare l'opera del genio per aprirsi uua. via htddove coi suoi att,rezzi e coi mezzi suoi propri possa rimuovere l' ostacolo che le si pani di nanzi ? Appartenendo i pontieri all' artiglieria e dovendo essi preparare le vie di immediato accesso ai ponti da essi gettati arresteranno a ciò l'opera loro, se il geni o non fosse in tetnpo di spingere più oltre g li accessi anzidetti l'apertura delle volute comunicazioni si.rada li'? Ed il genio rifiuter à forse l'opera dell'artiglieria in questi incontri, o qu.esta r espingerà di sussidiare l'arma del genio in quei lavori d'assedi o in cui le fatiche e le glorie delle due armi si devono incessantemente confon dere? Su via adunque, arnmcttiamo che i servigi di quell e due armi devono essere dai regolamei1ti ben definiti, sia nella specialità del gittamento dei ponti, come in altre a naloghe; am metti a mo essere inutile che il genio ' sia .incaricato d i far quello per cui l'artiglieria ha già speciale mandat-0, e viceversa, e riteniamo del resto che in pratica non può l'opera di queste due armi non confondersi talora e non sussidiar~i, come nelle arti è impossibile che non si confonda e non si sus• sidi a vicenda l'opera di chi costruisce le fonda menta e le murn.tu re di un edificio, e guella di chi è chia-

SU! PON1'1ER1 l'l'ALlANi

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mato a coprirlo, ad assicurarne gli accessi, a guernirlo delle occorrenti difese, degli addobbi occonenti. Questa mia digressione fu un po' lunga, ma non mi pento d'averla fatta. 3. - Lavori eseguiti, nella lot·o specialità di pontieri, da un distaccamento della 3a e del distaccamento della 4' compagnia. Ho detto che breve è la storia dell'operato della 3" compagnia pontieri nell a campag na 186Ò-61. Chiamata tardi in azion e e quasi senza matèri ali, essa operò assai, e fu instancabile nel breve. periodo di tempo in cui si trovò impiegata, ma pure essa avrebbe potuto fare assai più e meglio assni ove a tempo e con alcune sezioni Birago si fosse trovata colle . truppe che nel 1860 passarono la Cattolica. Nell'autunno del 1860., e precisamente il giorno -9 di settembre, il capitano Bianchini , con un distaccamento della 3a compagn ia di soli 26 pontieri ed una sezione Birago (e propriamente 26 metri da ponte con due barche e quattro cavall etti) parte da Genova p~r Firenze, e vi rimane fin o al 17 dì ottobre a fabbi'icarvi cartuçcie, mentre il capitano è mandato a riconoscere lo stato delle polveriero di Perugia, Foligno e Spoleto. Il 19 ottobre s' imbarca il distaccamento a Livorn o per Napoli ove rimane fino' al 24, ed è poi in fretta e in furia incaricato di requisire ca.valli, e colla sua sezione Birago recarsi a ge1tare un ponte sul Volturno, al passo di Oaiazzo. Il 26 mattino q uel distaccamento, dopo lunga e faticosa marcia, in cui si assaporò la delizia di ca mminare con cavalli di requisizione, giunge sul luogo e


:\fE:\iORIE E C0,'.1;S!DERAZ IONI

v1 trova il . Volturno largo 60 metri all'incirca, non avendo con sè che i famosi 26 metri di punte. Fortu natamente che il capitano Bianchini seppe trarsi d'impaccio, che il distaccam ento suo s i pose all'opera l~on una alacrità senza pari , e fortunatamente ~ncora che un uffiziale del genio garibaldino (di cui non ho la fortuna di poter declinare il nome) offerse al Bianchini alcun e zattere portatili, che vennero tosto uti lizzate. Òonsistevano di un telaio rettangolare sorreggente un tavolato di 4 metri superficiali, munita ognuna di due barili della capaciUt di 180 litri all'incirca; si univ ano esse co l mezzo di funi fissat e ai borà i delle zattere. S'ingrandiva il sistema con alfre oppor· tune legature, assicurate sempre al ~elaio d'ogni zattera. Così gettate all'acqua ed ancorate , si aumentò la resistenza loro ricorrendo a pali che, piantati nr l fiume, erano poi ai tavolati delle zattere collegati opportunamente. Per gettare un ponte con materiali così bizzarri e tutta volta preziosi, si dovette la varare l'intiera noLtf' del 27. La mattina del 28 esso serviva al passaggio dell'intero quarto corpo d'armata con i suoi r elativ i parchi di riserva. Due giorni dopo il drstaccamento è già in moto col la sezione per Sessa e Castrese, col mandato di gettarvi . un ponte s ul Garigli an0. Anche qui , comr era da prev edersi, la sezione Birago (intanto che a Pavia, a Casale, a Piacenza si av<'vano materiali di ogni specie affaLto oziosi) fu insufficiente, ed i~ capitano Bianchini do vet.te, nell fL uotie del 3 novembre, r icoì·. rere a mille ingegnosi ripieghi, cd approfittando persino di due canotti chiesti alla marina, gettare il suo ponte alla presenza degli a vampòsti napoletani, cioè

SU! PON'l'lERI ITALl,\ NI 23 io quelle condizi9ni io cui il materiale <l'equipaggio è appunto tanto prezio$:O. Alle ore 6 del 4 novembre il ponte forniv a passaggio a quattro battaglioni bersaD'li eri , che erano destinati ad entrare tosto in azione all'opposta sponda del Qarigliano. Vi sarà talun o che osserYerà che la mancanza di materiali da. ponte non incagliò tuttavia le mosse dei nostri corpi combattenti. Essa li rilar,dò, rispondo _io, e lo prova anche la relazione del generale Menabrea, giacchè nella breve campagna delle Marche e del· l'Umbria è mestieri consultare quell a pure. Ma in ogn i modo, se un g;ave difetto di acconcio materiale da ponte fu reso meno sensibile dallo zelo, dall'intel ligenza, dall'~bilità dell e nostr e a rmi speciali, è egli lecito il dedurne che esso non abhia esii;tito, e che si possa senza pericoli la~ciarlo in altra simile occasione sussistere? Intanto che il distaccamento Bianchini gettava a Castrese il ponte anzidetto, il sig nor luogotenente Sorgetti (credo che allora il luogotenente Milani fosse già passato al servizio dello staio maggiore ael gener ale Valfrè), col ·suo piccolo <lista(;camento di 10 uomini all'incirca, veniv a incaricato (era tanto il bisogno che dei pontieri si sentiva in quell'istante cbe non par vero che non si fosse preveduta l'opportunità di' rapidamente raccogliere a Napoli o dintorni l'intera compagnia comandata dal capitano Bianchini che rimaneva lun gamente a Casale sotto gl i ordini del luotenente in 1° Brignone) di raccogHere a tutt'u0mo materiali e barconi ne ll'arsenale di Napoli rer proce· dere alla costruzione di un ponte verso la foce del Garigliano. Nel pomeriggio e nella notte del 3 .novembre, dopo (')


24 i\iEMOR!E E CO:-lSJDERAZIONJ fatiche inaudite e con mezzi dis~datti, il distaccamento comandato dal luogot6nente B0rgetti ,_ aiutato d~ .una sessantina di marinai all'incirca., getta il desiderato ponte' di barconi, luogo oltre a 100 metri, e 1a mattina del 4, ,mentre il Bianchini a Oastrese apriva un passaggio a q uattro battaglioni di bersaglieri, il Borgetti vedeva sul suo ponte transitare il resto dell'esercito , Da queste mosse combinate, i Napoletan i venivano rinculati e chiusi in Gaeta. Accennando ora per sornmissimi capi quanto dai due distaccamenti anzidetti ancora si _operava, sendo j medesimi stati ri'uniti sotto gli ord.ini de] capita4C> Bianchini, noterò che jJ 5 novembre era posto a sua disposizione del mate1'iale da ponte napoletano trovato inoperoso da -chi sa quanto temp_o nei magazzini di Capua, 11 giorno successivo se ne vale immediatamente il capitano Bianchini .per gettare con esso un solido ponte ai 80 metri all'incirca, mettendo così in comunicazione le due opposte sponde del Garigliano, laddove il distrutto ponte sospeso aveva separato i du~ tronchi della strada postale d i Napoli. Si sentì J)erò tosto la necessiLà di avere i n quella località un ponte ancora più robusto di quello gettato; perchè si voleva per esso far transitare il parco d'assedio. A tal uopo 'il g iorno 11 di novembre, quel bravo d istaccamento di pontieri, facendo . sforzi degni d 'essere qui rnenzio.nati più che io nol possa fare, trasportava sul 1uogo dalla foce il materiale che aveva servito pel g ittamento del ponte adoperato il giorno 4, siccome vedemmo. Di quelle barcacce com binate in portiere, i pontieri formarono dei treni che essi stessi trascinarono sino al l_~ogo!"indicato rimontando penosamente il Garigliano.

SUI PONTIERI ITALIANI

25

Il g iorno 12 110vembre un robustissimo ponte atto a fornire passaggio anche alle grnsse artiglierie di ferraccio, permette.va si levasse il primo ponte get tato con materiale napolE:tano, che nel successiv o giorno 13 poteva essere rinviato a Capm,. Se quel d istaccamento aveva finito di gettar ponti con materiali tanto disacconci, doveva però ben presto veder provato dalle piene l'ultimo dei pon ti da esso gettati. Dal 12 di novembre infatti al giorno 8 del successiyo dicembre, tre pien,e, non però straordinarie, cimentavano la saldezza,, del ponte d i barcacce, che funzionò sempre bene, .ed intanto il 20 di novernbrf' poteva per gli ordinari passaggi essere r imesso in servizio il ponte sospeso. Ma il g iorno 9 dicembre, uua piena straordinaria che innondò le campagne e. lo stradale postale per ben tre miglia ve:r:so Sessa, fu cagione di lavori faticosissimi pel distaccamento pontieri, che malgrado tale sfortuna,seppe mantenere teso il suo ,ponte d istaccato dalla sponda sini stra, ove la . coscia d'appoggio del ponte era immersa per 2 metri s.otto il pelo dell'acqua. · Fu' in q uell'occasion e ch e il bravo , ponti ere Pedrazzini (barcaiuolo di professione), mentre arditamente s'era spinto ad assicurare un ancoraggio, veniva travolto dalle onde rapide e vorticosè del Garigl iano in un colla sua · barca, e m iseram ente periva. . Tale piena non permise che le comu_nicazioni fra le due opposte sponde del Garigliano fossero ripre~e prima del giorno 12 dicembre; in cui trovaronsi rimessi in pieno servizio tanto il ponte di barcace;e, quanto quello i?Ospeso della strada postale.


26

.MEMORIE E CONSll)ERAZ!ONI

4. -- Arrivo del rimanente della Ba compagnia a Mola di Caeia. E qui i:ni si permetta di far notare un singolare concorso dì circostanze. Con quanto son venuto narrando rapidamente, ho finito di tracciare ciò che operarono i pontieri nella carnpa·g na del 1860-61 per quello che ebbe· rispetto alla specialità del loro servizio. Vedemmo eh~ essi tornarono ancora assai uti li, ma non toglie · che 1-addove essi erano stati indispensabili era appunto ~n quelle operazioni in cui avevano mancato assolu' tamente di mezzi occorrenti e sì erano trovati oltremodo scarsi di nunrnz:o. Ciò premesso, non è possibile il non tro~are strano che l'imprevidenza degli uomini col concorso di varie circostanze abbia appunto fatto cadere in taJ punto l'arrivo a Mola di Gaeta della rimanente compagnia pontieri (la 3a), di cui il capitano Bianchini non aveva pr eso allora con sè che un piccolo distaccamento. L'intiera compagnia riun ita sotto gl: ordini del suo capitano ebbe un distaccamento a Capua ed uu altro s ul Gàrigliélno ove stava a éustodia e m~nutenzi one dei ponti ; essa poi fu immediatamente occupata al penoso lavoro di sbarcare a Mo1a di Gaeta le munì- · zion i da· guerra, le artiglierie, ecc., che dovevano servire .,a ll'assedio di Gaeta. 5. ·-

la 3" compagnia ed il distaccamento della 4a sono impiega.ti negli assedi.

Rimandando ormai il lettore :a quanto {}arra sull'opera~o della co1:1pagnia pontieri, considerata come

S_CTI PONTIERI ITALIANI

27 ' '

compagnia d'artiglieria, la relazione del generale Valfrè sulle operazioni dell'artiglieria negl i assedi di Gaeta e Messina, ecc., nel 1860-61 , accennerò solamente di volo, che sul principio del 1861, un uffiziale (il luogotenente signor Pozzi) della 3a compagnia venne incaricato con 25 pontieri della costruzione dì una batteria corazza ta, modello Cavalli , come anche in seguito del servizio dei sqoi pezzi carican_tìsi per la culatta. Tale batteria fu costrutta sul monte Tratina a 900 metri dalla piazza, ed aprì il suo fuoco nel giorc o stesso in cui Gaeta capitolò. In quel giorno trovò la morte al suo quinto pezzo il-sergente Ponciroli, dei pontieri, mentre stava verifica ndone il puntamento. Altri pontieri furon o- nelfo stesso istante feriti. Durante il born bardamento dell'S g8nnaio, . l'intier~ compagnia pontieri coi suoi uflizia.1i fu iin piegata parte a trasportare m unizion i alle batterie e parte al serv izio dei pezzi della batteri a n° 16 dei Oapuccini , ove si distinsero oltre a diversi bass'uflìziali e pontieri, i sig nori uffiziali Pozzi e Dell~c.;roce. Caduta Gaet,~, una metà della compagnia pontieri sotto gli ordi ni del luogotenente Brignone (uffiz iale intelligente e carissi1bo), parte da Mola per Messina , ove colla sua operosità e maestria presta un eccel lente ser v"ìzio per lo sbarco del matnjale d'assedio e coopera alla presa di q uella piazza. In seguito lavora essa alcun tempo ad ,im barca re molto del materiale di quella piazza , ed in1barc~~tasi poi essa pure, tocca Genova un paiÒ di giorni dopo l'arrivo della mezza compagnia che era rimasta in · Gaeta e rientFa poi con essa a Fa.via, ove fu ricevuta dalle co mpagnie rimastevi come essa si merita va. Mentre il distaccamento della 4a comr,agnia pont ieri


28 MEMORIE E CONSIDERAZIONI Stil PON'f!ERI I TALIANI e la 3a compagnia q~este diverse cose oper~va.110, la 5a compagnia della brigata, sebbene di recentissima formazione, passava a s urrogare la 3a a Casale. Vedremo tra breve a quali operazioni essa attendesse in quel luogo, ma finiamo prima di tracciare la storia degli aumenti di personale e di modificazioni de'i quadri cui andava soggetta l'arma pontieri fino all'epoca iu cui dovrò con questa mia narra~ione fer- marmi. · ÙESARE

CA VI.

IL

PROBLE1VIA ~iILITARE DEL LA

· l~DIPENOENZA. NAZIONALE

(Continua)

C0ll1'1NUAZI0NE

(1)

VI.

T ..ovatl moderni appHeaii alla fortlfl4'aziono.

La civiltà moderna, con i suoi trovati, ha fat.to irruzione da per ogni doye, e tutto ba tras.formato, ligaio, accelerato, vivificato. Il vapore e l'elettrico non sono soltanto due forze fisiche da ,rilegare ~elle scienze naturali e nelle arti meccaniche, ma due poteuze morali da porre a Cl;l.po <f un gran periodo storico, d'un gran rivolgimento sociale. Già· arriva il tempo nel quale la sqciet.à si accorge che acc~nto a'nomi dei più grandi riformatori religiosi, scientifici, politici, sociali (1) Vedi Rivista militare italiana; anno :m, vol. 1 1 pag. 173 e 265, vol. n, pag. 54 e vol. 11r, p~g. 26. · '·


30

li, PROBLEMA ì\11LITARÈ

deboo.rio·-·iùìclar· c·ollocatLquel li degl'immortalì déopritori del vapore ~ dell'elettrico, Papin e Watt., Volta · e Weatstone, qu~/µuovi Prometei che han no rapito il fuoco al cielo e l'hanno amman ito alla terra; già di 1ontan lontano si ve9e albeggiare un'era no\reJ la, nella quale della guerra iscemata se non distrutta si rend.erà grazie s9p_ratutto ad una schiera di eroi della scienza, tra i prim i dei quali sarà un grande italia no, . Alessandro Volta. Ci si lasci n el vuoto scientiflco del pre- ' sente almeno il fiero conforto del passato e la. lieta lusinga dell'avyenire . · La fortificaz ione, q uesta pesante macchina in ritardo, non ha an cora ricevuto il battesimo novdlo con lo spruzzo dell'acqua del vapore e con °]a scossa della còrrente elettrica ; ma almeno incomin'da ad aspi · rarvi, si dà pena per istudiare H pas.so e giungere alla fonte che ringiovan isce. Jl Brialmont, p. e., che non appartiene a quella schiera la quale uon crede se non alla scienza del regolamento~ rìçle di tutto quello che esce fuori dai . cancelli della sua men,t e, h a proposto nell ,t s ua opera di applicare alla difesa dei grandi campi trincerati le ferrovie, i telegrafi elettrici e persino le ricognizioni nel pallone a corda fissa . OccupìamocenE:, inco_rnìnciando dall a terra, e di poi spiç. cao,do a l éielo un vqlo che speriamo non sia q uelJo d'foa1:o . Il :Brialmont stabilisce pei campi trincerati, a fiM · di trasportare rapidamente le truppe, tre linee ferro :iarie: l'una lungo ]a ci n ta a p iè del ramparo, l'altra dietro .la linea dei forti con ramificazioni ,1erso ciascuno di questi, e la tt:rza pér congi ungere le prime due, le quali egli chiama ferrovia .di cinta la prima ; e grande via militare la secpnda. Quella ei v orrebbe

DELI;'l NDIPENDENZA NAZION.A.I;E 31 ' c:he menasse a' principali stabilimenti, a' grandi depositi·, a' magazzini più importanti; q uesta che in certi casi si prolungasse e mettesse capo alle posizioni esterne tenute dall'eser:cito difensore o nel cominciamento del' \ l'assedio o nell~ ripresa dell'offensiva. A siffatte proposte io vorrei muovere "un'obbiezione. La quistione delle ferrovie, considerata in rela-zione alla guerra, è di recente data; ma in seguito alle cam pagne di America, che sono state sovente una vera auerra da ferrovie, essa ha ricev uta una _soluzione abbastanza certa e ch iara. Il princi pale r isultato eg'.i è che le ferrovie. giovino ;néglio alla difesa che all'offesa, il che è evidente, perch é l'esercito che avanza le trova guaste da quello si r itira, dove che questo le trova intatte al.le sue spalle quando ha libera là s ua retrolinea di operazione, il che è coudizione essenziale dì sua ritirata. V'ha inoltre un secondo risultato non meno corroborato da ragioni e da esperienze, ed è che eziandio al difensore le ferrovie poco giovino '· anzi nuocano, quando è breve la distanza a percorrere. Il tempo che ci vuole a montare su i vagoni e a discen derne e poi a formare la truppR, la quantità d i convogli necessaria e spesso spesso_impossibile a procurarsela, gli im provvisi ostacoli che ritardano senza pietà, gli urti non difficili ad accader e in tanta con.~ fusione, hanno fatto smettere il pensiero di guadagnar poéo tempo a pr~zzo di grandi sacrifi7.i e d-i molta probabilità d i s~nistri accidenti. Il c~pitano Tyler, in · glese, offre i segueri ti dati : « Una batteria d'artigli eria da campo richiederà 45 minuti pel carico e 45 per lo scarico, eçl occuperà, su i binari angusti di questo paese 6 vetture , 20 ·vagoni con e senza freno e 57 vetture a cavalli 1 . ossia in t utto

I ,


32

IL PROBLEMA )llL ITARE

DELL'l:S-JJIPENDE~ZA NAZIONALE

83 ve_icoli. Quest! pot.rebh ero e~scre trasp01;tati l ungo nna h ~ea passab_1lmente orizzontale in due c.om·ogli pesanti, senza la macchina ed i tender, circa 250 tonnellate ciascuno . Uf reggi mento d' infantcri a ch e ri?biede 45 veicoli, potrebbe anche esser0 trasportato m un solo convoglio . Ed un reggimento di cavalleria, a cavalli e 500 uomi ni , coi bagagli e foraggi, a cui b1sog nauo 135 vetture a cavall i e 25 alt ri veicoli, può essere !!pedito in quattro convogl i. Quando non si può trar profitto delle piattaforme pel carico delle rr~orci, o non sono sufficienti , è mestieri disporre dPll e prnttafor me temporanee per imbarcare i cavalli ed i cannoni , ed il tempo per queste operazioni sarà più o meno luogo, secondo il numero delle comodità da cu i si è p otuto trarre partito. • Urla d ivisione dell'eserci to composta di due briga ~e di due reggimenti d'infanteria , una batteria -ria campo, sarebbe quiDdi trasportai.a in 16 convogl i, ciascuno di cir ca 40 veicoli ; ed un \ orpo d'esercito di tro divisioni viaggerehbe in 48 convogli anche di 40 Vf1icoli, (1).

~oo_

Come si scorge , non ci v og liono p och i mez;i , n è ci si gua dagna poi gran tempo a breve distanza. Senza voler fare una lunga discussione sopra cose semplici, il che peccherebbe per pesante pedanteria, credo che Ja cosa si chiarisca p aragonando i l m etodo a tenere per le ferrov ie con quello che un uomo di buon senso adopera quando manda una lettera. Se la lettera è direttn fu ori la città, allora si mn,nda per la poi-ta ; ma (1) Vedi nella Rassegna mensile dell'ltalia militai·e, anno II, vol. 4°, la Lçttura sulle vie t'errate co11sicler<tte sotto l'aspdto stra-

tegico.

{

se è diretta ad un am ico che dirnora in cit ta e se preme, allora val megli o consegnarla al proprio domestico: A brP,ve distanza le gambe proprie valgono meglio d i quelle dell a posta . Sono così fatti · t utti · i trova ti moderni, i quali barino per iscop o di dìvora,·e le 9rancli distanze. L'uomo nei suoi momenti di entusiasmo per una invenzione non sogna che appl icarla a tutto , e cosl ab biam o veduto ge nte dabhen e porsi a stabilire i l telegrafo elettrico nella propria abit.a 1,ione; ma poi l'entusiasmo svapora. la calma sopraYviene, e ci accorgiamo che nella propria dimor a val megli o suonare il p rosastico campanello e parlare cuore a c11ore, viso a viso con la fantesca. Applicando ai campi trincerati le cose dette, io sti mo ch e, atteso .lo sviluppo della linea dei forti s taccati, la g rande v ia m ilitare sia necessari a; che, a cagion della. distanza tra i forti e la cinta, qualche linea di congiunzione ci voglia; rna non p iù che tanto . Farei senza della linea d i cin ta e di tutti i r amoscell i ch e lìgaoo la grande via militare a' forti, anche per cYitare l'ingombro proprio sotto il muso di essi. Che i-a una nazione, avendo molti danari da sciupare io og gett i d i lu sso, com e è il caso del Belgio, e come - pur troppo e dolorosamente non è il nostro, voglia accettare ezìandio la linea di cinta, si diverta pure, se nè av valga pel tranquil lo e r ado trasporto di materiali , ma creda che negli assedii il Brial mont istesso ~p osterebbe i difensori da un fronte della cinta e li lancerebbe agli altri , ordinando loro di porsi tra le gambe la via più breve, a nzich è di andare alla voli.a dell'imbar cat0io della ferrovia. Il Brialmont propone eziandio di collegare i forti i n tra loro e con la cinta median te fil i elettrici sotterANlio :xn, vol. 1v. -

3.


34

r·ati per meglio di un metro, in guisa che i comandanti dei forti possano comunicare tra di loro e col comandante in capo. Quesfe comunic~zioni istan tanee renderanno impossibili le sorr,rese, e permetteranno, dic'egli, di fare Lra due forti vicini , che formano, corne a dire, u na base ùi nota lunghezza, quelle rapide operazioni che servono a determinare la distanza alla quale trovasi una bat.teria di attacco , e però a rettificare e precisare il tiro dei' propri i canncni . In· fine, ei continua, sì dovranno congiungere ' alla posi zione centrale quelle opere lontane e sparpagliate,. il cui. isolamento rende la sorveglianza più diffici le e la protezione più incerta. Cosiffatte proposte · sou·o di così evidente aggiustatezza che non formano oggimai soggetto a discussioni. Col t~legrafo elettrico si può -essere più larghi che con le ferrovie, e n~i abbiamo. veduto gli Americani Della recente guerra spargere a piene mani questo fulmineo veicolo che rende rapido tutto quel che tocca., e che però abbrevia la guerra e qualche volta rende .facili le risoluzioni a prendere. Il colonnello Lecornte, nel suo rapporto al governò svizz~ro intornò alla guerra · degli Stati-Uniti, afferma che nella cainpagna del Potomac r~de volte lo stato maggiore generale è stato più di due o tre giorni senza cc,municazioni eleU.riche con le divisioni deìl'esercito e .col governo di ,,1 asbington; che con maravigliosa rapidità sì stendeva una rete telegrafica, la quale era lavoro di ragno attorno allo stato maggiore, sia che questo fosse su i battelli ancorati nella baia, sia nel mezzo , dei pantani dellà penisola di Yorktown, sia nel seno di spesse foreste e qua.ndq le strade non erano tracciate nemmanco per le carrozze . Un esercito r,he camminava,

3f> svolgeva suoi fili con ' la medesim,L facilità con la quale lo strascico d'una lunga coda di donna parigina' lascia un solco. sulla terra dei giardini; e come il vianrlante raitrcva la via smarrita. seguendo l'orma del pìede umano' così gli uffiziali dello stato maggiore arnerica!10, perduti nelle foreste della Virginia, ritro-, va.vano il loro filo <l'Arianna nella processiope dei tra.vi e degli alberi tagliati dai telegrafisti. I vari i eserciti di operazio;ie erano poi tutti cullegati col governo cii Washington, il quale poteva f~rli procedere insieme -eome l'auriga ·i cavalli del suo cocchio . ~oi vediamo_ adunque che col t'elegrafo si può essere prod ighi·, massi me nella difesa., chè esso al pari delle ferrovie serve più alle spalle che a chi incede di fronte. Pare pro-. prio che la civiltà venga in tutto al soccor:,o della_ vittima I , Ma il sorriso schifiltoso i_n comì ncia quando si parla dell ' uso dei palloni, dirò degli aerostati per offendere meno il senso del ridicolo d i questà gente positiva, nella difesa d'un campo trincerato . Quel cervello bal.~ano del Brialmont si è fatto scappare la parola fatale, e, non ostante la serietà dei suoi studii, la mole del suo libro, il profluvio dei suoi disegni, egli è stato riputato da quella gente pratica e grave poco men , che un nuovo Cagliostro. Al mondo si vuol essere diplomatici, si deve .rispettare il gus~o del pubblico e. l'odDrato squisito delle signore, e quando sì parla ad. un uditorio grave e solido, con abito nero e cravatta hianca, ci vogliono linee e non sempre rette, numeri e non tutti astratti ; no~ ci vogliono mica codeste ~ poesie . Ma vedete, il 'Brialmont, quantunq ue uol dica, non pretende certo che nella piazza vi sia Nadar col suo g igantesco aerostato ·per fare escursioni da romDELL'INDIPENDENZA :NAZIONALE , .

lL J?ROBLEMA MlLlT ARE

f'I


36

JL P:ROBLEMA: 1llLJTA RE

picolli : no , si tratta di aerostati a: corda fissa , Gon telegrafo elettrico avvolto alla corda; si tratta di aeronau!i che s'innalzano per iscoprire e · d_ominare un vasto orizzonte ; insomma che facciano un a ricognizione e nulla d i più, una di quelle dcognizioni che tanto g iovarono persi no a' tempi della battaglia di Fleurus. Che importa, le son baie codeste, le son fan. tasiine di mentP. inferma I Il generale Mac-Clellan , nella spedizione del Potomac , era giunto a poc.a distanza da Richmond, e si era posto ad oste sulle rive del Chikahominy; ma la disposizione che a".ea data al suo esercito f'\ra, diciamolo sénza arnbagi diplomatiche, cattiva; era quel che v'ha di più antitattico al mondo . S'immagini un au. g olo, il cui vertice era sul fiume, a Bot.tom-Bridge, ed i cui lati si protendevano a destra e a sini:;,tra del nume , l' uno verso Richmond e l'altro assai verso il suo nord. Dal lato di destra, d ico la destra del fiume, era l'ala sinistra di Mac,Clellan, com posta di quattro divisioni scalo nate; dal sinistro era la destra di cinque divisioni e la riserva. L'esercito federale, fr~mmezzato • dal fiume, era diviso dappresso al confederato unito e a casa: propria. La com unicazione per Bottom -Bridge era troppo lontana, e però richiedeva un giro assai lungo ; la sta·gione delle piene poco favorevole alla ..., gittata dei ponti: Ce ne avrebber o voluto almeno tre e ben solidi per menomare le conseguenze dell'errore di separarsi così; ma a mala pena se n'era costruito un solo quando i confederati attaccarono . Attaccarono l'al.a si oistra ; ma era questo un falso attacco ? L'attacco principale sarebbe stato diretto a destra o a sinistra? I confederati, soccorsi da' loro rinforzi, e, sapendo diY isi i foderali , non potrebbero attaccarli a

r

DELL'rNDIPENDÉNZ A NAZIONALE 37 destra e a sinistra? Non potrebbero essi concentrati · attaccarli e batterli partitamente '? Erano questi i dubbi che agitavano la mente di Maç-Cìellan; erano i dubbi che volevano una pronta soluzione, atteso che bisognava decidersi subito e sapere se l'ala sinistra dov~va passare il ponte e soccorrere la destra ,· o viceversa , o prendere altro . partito. L'atta.eco incalza, il tampo stringe, ché un solo ponte doveva dar passaggio a metà dell'esercito. Chi salverà l'esercito del nord da quasi certa catastrofe ? Le ricognizioni dello stato maggiore ? Ah son troppo len te in un rn.o- . mento desisivo, e poi con quei stati maggiori d'America sarebbero state anche incerte. Salverà l'esercito là divinazione del genio del generale '? Napoleone non era lì, e Mac-Clellan non ha neanche il gen io di Grant e di Shermann. Chi dunque salverà l'esercito del nord e con esso la libertà umana? Alcuni aeronauti si librarono nell'aria e rapportarono che la sin istra del Chikahominy era libera da assalitori, e che tutto l'esflrcito confederato avt,.nzava alla volta della stazione di Fair·Oaks . Allora Mac-Clellan ord inò al generale Aummer· di passare il fiume con due divisioni. Questa fu Ja salvezza dei federali. La battaglia fu vinta, e ( confederati sarebbero stati pieoament~ distrutti se tutte le d ivisioni ·avessero potuto passare . Lascio· i commenti al lettore e il ridicolo a chì tocca . Ride bene colui. che ride l'ultimo.


IL PROBLEMA MILITA RE

VII. C!a1npi t1•ince ..ati •li secondo 01•dine.

1'es te cli ponte. Il campo trincerato è adunque, come abbiamo detto ·Sino alla stanchezza , il cardine intorno al quale si aggruppa ed aggira t utta la fortificaz ione presente . Ora, a q uel modo che la passata fortificazione classificava le piazze · in due ordini, parimente la presente distingue i campi ; ma con la differenza che i l irnit.i di separazione si disegnano più nettamente. Ii:i quello sciupio di piazze che un tempo si faceva, noi incontravamo piazze che, se per la grandezza potevano addirnandarsi di primo ordine, eran poi di secondo per la posizione secondaria che occupavano .. Il concetto dei nuovi campi diminuendo, come vedremo, il numero delle grandi piazze, unifica le ragioni di gran•• dezza con q uelle di posizione; im perocchè un grande campo non occuperà che 1rna vera posizione strategica . Pertanto chiameremo campo di primo ordine la g rande fortificaz ione dei perni strategici, e di secondo :quella, delle posizion i, dei pasfiaggi da marce e da mapovre, dei siti più strettainente tattici . Il terzo ordine è così r iserbato al forte isolato che è deputato , a chiudere uno di quei passaggi non pt:.1re stretti, ma eziandio. presso che inn-irabili. o Quando il punto a fortificare è girabile, e quando non si vogliono cùstruire tanti altri forti quante sono· le vie che menàùo alle spalle di quello e che offrono passaggio all'artigli eria, allora - è mestieri

39 occuparlo con una fortificazione tale che il nemico non istimi prudente il lasciarsela al le spalle; ed in ciò è la differenza tra il campo di secondo ordine ' ... ed il forte i;olato. Qnest i tre . sori o i gradini della fortificazio ne permanente, sonq l'.ossa.tura intorno alla q ualo va a prender corpo e forma tutta la materia di essa. Noi vediamo non solo l'ordine, la chiarezza. accrescersi, ma anche l'orizzonte dilatarsi, chè usciamo. dal campo ristretto delle linee e dei numeri che formava l'occupazione precipua e prediletta della fortificazione, per occupar.ci anche di grandi combinazioni strategiche, di manovre della grande e della piccola . tattica. Difatti il campo di primo ordine diviene davvero un perno, un obbiettivo delle combinazioni strategiche di, pi1ì .cbrpi d'esercito; il campo èi seconde.) ordine, il punto a cui s'appoggia la leva tattica di 4n corpo ; il forte isolato, if centro della piccola guerra di montagne, strette, gole, valli e simili . Ciò dicu in generale e per cogliere il la:to predominante d i ciascun obbietto, senza escludere quelle 'ecceziona li ed imprevedibili a1.ìonj di g uerra ehe potrebbero fornire una grande importam.a strateg ica al camp0 df' secondo ordine e persino al forte isolato. I lettori. _avranno ben corri preso, senza che io spend:1 molte parole a definire, che per me la posizione stra. tegica è q nella che forma uno dei fini predomi nanti e generali della guerra, e che pos1z10ne t.attica è quella che presenta i mezzi per aggiungere il · fina. Mi pa;e che solo così. possiamo intenderci in questi brogli di stra.tègia e di tattica che fann~ ordi nariamente venire il capogiro a scrittovi e lettori. È evidente che le son c0se distinte quanto il fine dai mezzi , ma è pure· evidente che le sono inseparabili DELJ,' JNDlPENDENU NAZIO)(AL E

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40 lL PROBLEMA Mil.lTARE quanto quei due ter~ini, chè il fine sta nei mezzi ed i mezzi° vivono e sono pel tipe. Con la coriquisttL dei mezzi si' viene a conqu istare il fine, di gu isa che in una operazione .o posizione tattica si agita latente lo spirito deìl a strategia, e viceversa non si può senza tattica compiere un'operazione, impadronirsi d'una · posizione strategica. I campi tri.µcerati adunque; sieno . di primo o di secondo ordine , ed i forti isolati si ligano alla strategia per la posiz~one, alla tattica per . la disposizione, alla fortificazione propriamente per la formazione; ma i forti isolati ed i campi di secondu ordine, a differenza di quei di primo ordine, anche per h~ posizione si Jigano solo in modo indiretto alla -strategia, si ligano come veicolo e non come polo, e .perciò · da questo lato possono hEme essere compresi più stretta~ente nel dominio della tattica. Una testa di ponte è sempfrce o doppia, secondo che difende uno sbocco od entrambi gli sbocchi del ponte. Essa è di primo o di secondo ordine a proporzione che il sito è perno strategico o tattico; in entrambi i casi il principio direttivo pèr costruirla, in forma che soddisfi alle condizioni ta:ttiche, è s_e mpre lo stesso, è sempre quello della difesa attiva, dell'ingrandire il campo d'azione, dell'agevolare le manovre ed aprire il varco a ritorni offensivi . E qui chi ci torna dinanzi1 La povera _vittima di Napoleone I, l'eterna ombra. di Banco della fortificazione presente, Rogniat. Il Rogniat, come ha intravveduto il principio dei grandi campi trincerati, così h a cc1lto quello delle test~ ,di ponte. Nè ·poteva accadere d iv ersamente , sendo uno il principio .' Egli ha deito che una testa di ponte, dovendo risolvere il problema di dare agio

DELr:rNDlPENDENZA N A.ZfON A r:.E

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a poca truppa di difendere grande spazio, è mestieri sia composta d'una cittadella di due o tre fronti che c~pra lo sbocco del ponte, e d'una cinti1 aianzata d-i tunette s"taccate, le quali occupino una mezza circon · ·ferenza di 1,200 a 1,500 metri di raggio, distino fra loro per 400 , a 600 metri in gu isa che si fiancheggino. sieno protette alla gola dal cannone della cittadella, o ridottò che si voglia. A q ue~to modo il ponte é. coperto dai fuochi nemici, l'esercito ha spazio a manovrare, sboccare, ritirarsi , ripiegarsi, passare il ponte, e poca mano di truppa i)Uò tenere in iscacco l'assalitore . Il Brialmont dice che al presente è a smettere il pensiero di coprire il ponte dai fuoch~ nemiçi. Che la maggior portata dell'artiglieria rigata faccia sl che si possa da più grande distanza colpir@ il ponte, è troppo evidente; che con una testa di ponle, le cui open' avanzate erano su di una circonferenza di 1,100 n 1,500 metri di raggio, il ponte stesse al coperto da i tiri della vecchia artiglieria, i c.ui tiri giusti avevano aµpunto questa portata di 1,200 a 1,500 metri, è del pari evidente; ma siccome spesso.spesso nella vecchia fortificazione s'incontravano teste ·da ponte, lfl cu i opE;re avanzate non distavanù che per 700 ad 800 metri dallo sbocco del ponte (esempio quella di Aar berg recata dal Dufour nel Corso d'i_ tattica), così, in quest' uliimo caso, prima coU1e adesso, si pòteva colpire il ponte, entrando però nel campo di tiro del difensore. Adesso con1e prima, e prima come adesso, se vi piace a tirare sul ponte, dovete aver là pazienza di lasciarvi tirare su dai forti staccati. Per questa parte rni pare che le condizioni non sieno gran fatto mutate. L'accresciuta portata dell'artiglieria rigata c1

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IL PROBLEMA ~ULJTARE

mette nella necessità di aumentare le dimf'nsioni del Rogniat, il che è condiàone essenziale se non si ,:uole distruggere per rne tà il valore .delle teste di ponte. Kè quest'aumento deve mena~e ad uno sviluppo esagerato, quando sì sa bene scegliere il sito del fium e sul quale gittare e fortificare il ponte, e quando l'in gegnere tattico si sa avvalere del terreno circostante. Ma, checcbè sia di ciò, è mestieri persuadersi che la ·nuova fortificaz ione riposa sulla necessità di sostituire il poco e buono, al molto e debole. ò!etter..do dall'un canto questa discussione, noi scorgiamo che partendo dal principio della difesa attiva dobbiamo preferire una testa di ponte a forti staccali , ad una con una semplice fortificazione isolata. Quest'ultima ha pure . l'inconveniente di poter essere agevolmente .trascurata e girata quando le acque del fiume sono guadabili .· Il Dufour, che colla sua lucida mente ha ben veduto il princjpio e le applicazion i <lella difesa attiva, reca l'esempio d<-:lla testa di ponte> fatta costruire dal ùuca di Rohan, a 450 metri dalln Tardis-Bruk, nell'angolo formato dalla Landquart ù dal Re.r..o . Quando , le acque della Landquart sono basse, si può girare quel forte e andare comodamente s ulla Tardi~-Bruk seguendo il Reno. Operare così sarebbe meno prudente ', quando si aYesse a fare con una testa da pont.e in forma di campo trincerato, perchè in questo caso potrebbe più faci lmente ripetersi il giuoco che Turenna fece a Mo.ntecuccoli nel 1674. Questi passò il Re!lo per entrare in Francia, e quegli il passò pure senza curarsi di difen dere la propria frontiera, e ne sP.guì che il Montecuccoli dovè ripassarlo . La manovra arditissima di Tu renna si può più facilm ente eseguire quando si ha s ulla riva op-

43 posta una testa di ponte che offra il modo di raccogliere l'esercito, se è assalit o inaspettatamente da forza maggio1e, di permettere una difesa energica <=' <li proteggere davvero lo sfilare sul ponte. E protr gger e, non dico t anto dai proietti - non è sempre questo alla guerra il peggior danno - ma dall'inseguimento, dallo stringervi, dal chiudervi lo sbocco t> circondarvi cbe fa un assalitore ard ito. , Volendo procedere nel trattare le questioni 'della difesa non mica col principio dell'esclusione, ma piultost0 con quello dell'inclusione, noi non proscriveremo al certo l'uso del forte isolato com e testa di ponte>, ma ragionuemo così: in generale Yal meglio una testa di ponte con ridotto centrali; e forti staccati , ma quando le svantaggiose con dizioni sopra esposte nou si possono realizzare e si ba a coprire un ponte che sbocca in un passo stretto, si usi pure 11 forte isolato. In tal caso non si sco rdi l'i11gegnere di a,Pplicare le massime di Napoleone, il quale ben a ragione bia simava la disposizione di molte teste di ponte sul Reno, s ull'Elba, sulla Vistola, perché non cont enevano tra la piazza ed il fiume quello spazio che è necessario affine che uu esercito vi si possa ordinnre senza essere obbli gato ad entrare e passare per la piazza . Il Brialmont, inspirandosi ai saui principii della presente fortificazione, ha proposto una bella doppia tesla di ponte, di sistema poli gonale, con piazza cei · trale ed otto l'unett.e staccate dalla 1;iva più esposllt, e con la cittadella e due lunette laterali alla ri\'a meno attaccabile. Dna sola cosa io non so compren- · der e, ed è il perché abbia prescelto gittare i ponti e fortificarsi ~ul fiume in guisa che la s porgenza d~l gomito sia rivoltti verso il sii.o che egli ammette più DELL'lNDlP ENDENZA NAZlONALF.


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IL PROBLEJ\~A MILITARE

esp~st~ a~li. at_tacchi. Ne.Ila difesa dei fiumi bisogna a ppigliarsi a1 nentranti, per t utte quelle ragioni che la tattica e la fortificazione assegnano, e eht:; sarebbe superfluo ·ripeter8. A q ueste ragioni si aggiungono ora quelle dell'artiglieria rigata, percbè e quanto più saliente è ir gomito del fiume, e tanto maggiore sviluppo c1ebbe avere la fortificazione, perchè dirniuuisce la distanza dal ponte all'inimico. Così anche, per ua ponte fortificato ai due sbocchi, mi pare che si d;. vrebbero scegliere quelle posizioni che offrano la cou- · cavità dal lato _più esposto, più attaccabile, e su quelle accumulare le r:naggiori difese. Sal'vo del rimanente il ca~o nel quale sia dato il ponte e vi si debbano applicare lf teste fortificate; ma n on è questo il c.;aso ~el Brialmout, il quale ha inteso fare un progetto 1,.leale, e le cose ideali vogliono essere davvero perfette. Forse egli avrà voluto studiare il caso più svantaggioso, avrà voluto porsi il quesito di un ponte gtà esistente in una posizione che abbia. il saliente volto al lato più attaccabile, ed allora egli ha avuto / ben ragione di accrescere le d ifese artificiali ove la disposizione primitiva, naturale, esistente era difettosa..

VIII. Caml)i t1•incc1•ati 1nisti.

Linee cl{ Ton·es Veclras.

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La for tificaziune mista è l'anello di passaggio tra la permanente e la passeggiera, di sorta che -dei campi misti è acconcio parlare dopo i permanenti, e prima dei temporanei. Nella vecchia fortifica.zione, col nome .

45 di misti si ,clinotavano ordinariarnente i campi ligati a.Ile fortezze; ma. questi , come abbiam0 v edufo, sono stati da.lla presente fortificazion e trasforn~ati in per., ma.nenti merliante il sistema delle piazze a forti staccati. I caro pi non s0no più un a(cessorio, ma µarte intfigraote della piazza. Pertanto daremo il nome di misti a quei campi i quali. astrazion fatta dalla posizione , sono per ·loro costruzione meno· solidi dei permanenti r, più dei passeggeri. Di siffatto genere d~ campi le lin ee di Tmws Vedras ·sono l'esempio più bello , e noi vorrem o parlarne. non tanto per descriverle, quanto . p er mettere in lu ce i principii che le informavano, e collegarli ai pr.incipii generali che siamo }loda-ti svolgendo nel corso di qu esto lavoro. Coloro che amano maggiùri parlil:olari di deflcrizione e costruzione consultino l'opera del colonnello Jones, in~ titolata : Mémofre sur les lignes ~ de Tur1·es Védras. Dal canto mio fo ogni opera. per non allontanarmi dal mio obbietto, ricordandomi, e spero che i l ettori vorranno pure r ecarlo alla memoria, che in questa parte io non 'discorro della fortificazione in sè, ma in r elazione alla tattica . Lo scopo preCÌf)UO di queste linee fu il cre:irsi una posizione' , la qu11le, poggiata al mare èd avente · i fianchi in attaccabili ed ingirabili, permettesse agli fnglesi di ri nchiudervisi quandq fossero stati inse• guiti, e d'imbarcarsi tranquillamente quando la po sizione fosse stata sforzata. La ritirata del generale .Moore nella campagna d~lla Corogna, la possibilità che egli avrebbe potuto essere dai Francesi impedito di imbarcarsi ed affatto distrutto , se non li avesse preceduti per una sola marcia, avevano fatto comprendere a We11ington che la guerra nella penisola DELL'INDIPÉNDTtNZA N AZIONALE


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IL PROBLEMA MILITARE

na sicura senza una certa ritirata nel fondo del Portogallo. E dopo la battaglia cii Tala""era egl i pensò rnriamente a crearsi un sicuro rifugio. Questa bella posizi_one, qu esta èerta ritirata g li In glesi la tro\·3 ron o nel promontorio por tl,ghcse, formato dall'estrc1~10 della catena dell'~strclla, e c hiuso tra rOcca_no e l'aperta imboccatura del Ta go . Scelta egregiamente In posiiiòne, essi ne trassero partito in un modo èhe sarà mai SP.mpre degno di amm irazione e di studio . Ed in prima ~glino pensarono di chiudere iÌ" !JfO· mont6rio con una ,lin ea di opere, le quali poggiavano la si nistra a Torres V0drc1s, verso l'Oceano, e la destra ad Alandra , sul Tago . Qnesta prima l inea era posta per nove o dieci leghe innanzi Lisbona e per dodici dalla punta del prom on torio. Le alture <;li Ala.ndra cadono a' picco dal lato del Tago, propriam ente sulla strada che mena a Lisbona, e dall'altro risalgono sino a Sobral, che è il puuto di separazione ·tra i due versanti : il versan_te del Tago è bagnato dall 'A rruda, quello marittimo dalla Zizand ra. A Sobral ev vi un altopiano, ed alle spalle un'eleYazion e èetia MonteAgrasa. È questa in poche parole la posiz ione dell a, prima linea. ·Gli Inglesi vi applicarono un sistema di fo rtifi cazione eccellente percbè non siatematico. Ove la nat.ura era inaccessibile l'abbandonarono alle sue forze : ove era forte, ma accessibile ·, per.fezionarono; ov~ de bole, la ren derono potentissima. La strada di Li8booa, lu ngo il Tago, fu barri0a.ta ed infìlala da canno ni ; le agevoli col line eh-e si distendono da Ala.ndra a Sobral furono dalla ma no dell'uom o rendu te scoscc~e; i letti dei burro::ii, chiusi da ridotti o da tagliate d'alberi; sulla vetta delle alture , forti fiancheggiantisi con· 11011

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DEl,I !NDIPENDENZA ~AZIONALE

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grossa art.igl ieria, la quale infilava anche l e vi e che potevano dar pal-saggio all'inimico: l'altopiano di Sobral, irto di s variate opere forli~sime; sul Monte~ Agrasa tc, rreggiava. un a ci ttadella. Lo s tesso dal ver1,ante marittimo. Queste opere non obbP-divaoo ad altra rngola che a quella imposta dal terre·no. Più o meno sol ide, aperte o chiuse alla gola, con 6 o 50 cannoni , con cannoni da 6 e cla 8, o da 16 e da 24, secondo l'imrortanza della posiz ion e; ma in generale con fossi. spalti cli terra. scarpe di pietra secca e maaazzini d i Jeano {)ei viv eri e le munizioni. Questa o o pritnc1, linea, per quanto aveva agevole alla difesa il t erreno sul quale si stendeva, per altretlaoto aveva di nanzi un terreno malagevole all' attacco; imperoccbè i contraffort.i del Mont e .Junlo impedivano all' in imko il ma novrare. Gli Inglesi per contra possedevano innanzi Sobral un campo di battaglia sul quale poter concentrare tutt.o l'rsercito . La seconda li nra era collocata dietro la prima per tre o quattro ll ghe e protendeva del pari una mano all'Oceano e l'altra al Tngo, passando per le alt.ure di Mafra e Montac ica. Essa aveva un lato vuln erabile, · ed era h:1. streUa di Buccel\as , e qui l e difese furono acconciamente a1,1mentatc . In generale s i tenne modo che le quattro strade le quali, tra il Tago e l'Oceano, trc1versano il promontorio . e, salvo quella di Al'andra . 1 a Lisbona, lo traversano t ra le strette formate dalie alture, fossero p ulenteme ule chiur-e. Tra questa seconda linea, il t;U Ì sv iluppo seconde Jones era cti 24 miglia , _e la prima, il cui sviluppo era di 29 miglia, eravi adunque una specie di campo da battaglia dì 150 miglia, quaùrate, fpieno di ostacoli naturali cd artificiali. 1

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1[. PROBLEMA M ILITARE

Dalla terza lin,ea, e.be er a proprio qu elli che ·vorrei chiamare d 'imbarcn. ìl fo rte San Giulian o formava il perno, il centro di un se mi-cerch io di alture erte ed irte di ca nnoni, il quale, inaccessibile dal lato di mare, era forte in g uisa da tenere, dopo la cad uta delle due prime linee, il tempo n ecessario ad im harc~ re l'intero eser cito . · Le opere ~i queste tre linee c't,Vevano g uarnig ione permanente; erano coll egate in fra loro e col cen tro da un sistema òi rapide comunicazioni interne, e di segpali telegrafici ; e , volendo for e un ' totale appros: simativo , potevano compr<'n àere 152 ridotti e 700 bocche da fuoco in batteria. I difensori ascendevano da 50 a 60 mila uo;ini. Le linee di Torres Vèdras occupavano la d estra d el Tago, e coprivano Lisbona senza formare sistema con la capital e , vol endo lorcl "\Vellingto,n condurre sul campo le operazioni militari in modo indipendente dalle passioni popolarj . Dalla. sinistra avrebbesi potuto bombardare Lisbona, e però faceva d'uopo · costruire su quella riva. opere protettrici; ma a Wellington di Lisbona non importava più che tanto, e repùtava che l'i,nimic~ avrebbe trascurata la provincia dell'Alent.ejci per recarsi in massa di fronte alle linee di Torr.es Vedras . Egl i ha avuto ragione; ma avreboe potuto ayer· torto, come vedremo _nel discorrere dell'attacco strategico. Questi tre ordini di lin ee adunque potevano considera,rsi, così per le d)fese nrtluralì co~e per le artificiali,' la prima come l'avanguardi a, la seconda come il corpo di battaglia , la terza come la riserva rer avere l'agio di fare una bella riti-rata. Poche considera2ioni, e noi ci accorgeremo che il campo di Torres

49 Vedras obbediva a quei principii generali ch e sono a sopraccapo della fortificazi,o ne moderna. Di fatti, abb,iamo di g ià veduto come il terreno si prestasse ad una difesa pa.lmo a palmo, e come contrastasse alle manovre dell'assalitore. Gl'intervalli , la d isposizione, la natura delle opere offrivano tutte le condizioni anche per la d ifesa attiva, imperocch è le opere erano , concè'pite e costruite in guisa da non impedire le grandi manovre della truppa; erano tali da poter essere abbandonate alla loro difesa e eapaci di tenere in sino a quando l'esercito, raccolto in una posizione centrale, poteva per linee interne e facili comunicazioni &ccorrere ove ~ra il fronte m inacciato. Le opere di fortificazione si potevano considerare come i pun.telli dei quali u~ esercito si circonda senza indebolirsi. I ridotti erano indipendenti in fr~ loro , e siti in ~ punti sui quali assai malagevol m ente poteva trasportarsi l'artiglieria per· trarre su di essi~ le tre linee di opere erano pure i~dipendent1 in fra loro. Quest'indipendenza congiunta ad una gr ande · unità, questa libertà accoppiata con l'ordine, era il carattere intimo di que1le linee, ·Je quali per simile rispetto fu rono un capolavoro de1la fortificazione tattica. Ciò assicurava a i difensori tutta la libertà dei movimenti e tutti i vantaggi della difesa successiva. Un punto debole vulnerato dag]i assalitori, noù pro~uceva nel sistema· q uell e scosse la cui eco rimb0mba. dappertutto e la . cui onda di movimento scardina e scompone l'intero congegno. Per contrario, l'assalitore, fortunato apparentemente per avere sfondata una porta, si sarebbe accorto di essersi posto così in u n cattivo ballo, pe'rchè avrebbe offerto il fianco e dato il destro alDELL' INDIPENDENZA NAZIONALE

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50, JL PROBLEMA MJLJTARE l'esercito difensore di avvilupparlo. L'assalitore, sforzando un punto della linea, dice il colonnello Jones, sì sarebbe venuto a collocare tra un esercito ed UD!l, città messa al coperto da un colpo di mano. Che se, poniarn? caso, tutta la prima linea fosse caduta sotto i colpi dell'assalitore, allora la fortissima seconda linea sarebbe divenUta uno strenuo appoggio del campo di battaglia, il quale era · collocato nella vantaggiosa po~ sizione di avere il suo fianco più ,inv ulnera9ile posto nel sito più prossimo al punto di ritirata e d'imbarco Ed eccovi in qual modo Wellington risolveva il problema di difendere con 50,000 uomini, secondo Jones, un campo il cui fronte aveva nientedimeno che l'estensione di_25 miglia. Questo che, ~econdo la fortificazione da professori - intendo di quei pedanti -- e da scolari sarebbe stato un errore, diventava, dice egregiamente Jones, Ùna mirabile applicazione del principio che in fortificazione il terreuo è l'assoluto, al quale bisogna saper congiungere, adattare e sottoporre le linee della fortificazione ed i movimenti della tattica. Ciò conferma q uello che abbiamo detto precedentemente, parlando della relazione tra la truppa ed il fronte di un campo, 9ssia che ·questo equilibrio è di natura sì speciale da far conch-iudere che una stessa _truppa può essere soverchia per difendere un determinato campo, e può diventare. poca per difenderne uno di minore grandezza. Sembra ua paradosso, ed è una profonda verità. Lo studio delle linee di Torres Vèdras è argomento importantissimo per noi Italiani che abbiamo a difen dere una penisola attraversata da una perenne catena, la quale gitta contrafforti a piene m~ni di qua e di là, e lancia prornontori nel mare. ·Nutriamo fiducia

51 che i prnm eventi di guerra saranno per noi lieti e definitivi , ma se avessimo a perdere le nostre prime linee di difesa; rincoriamoci col pensiero che abbiamo nel · nostro paese posizioni naturali da poter diventare nuova Torr~s Vedras, e formare così lo scoglio della fortuna nemica, l'asilo, anzi l'astro della nostra. 1

DELL 1ND1PENDENZA NAZIONALE

lX. lnftnenza ,lei n1o<le1•ni t.1•ovati sulla 'tattica e sulla forti.fieazione passeggiera.

linmiitabilità clella g·1·ctnde tattica. Abbandonando il campo della fortificazione permanente e mista, ossia della fortificazione di posizione, . per' quello della passeggera, ossia occasionale, e vorrei dire mobile, noi incontriamo di nuovo sul limitare la q~1estione: quale influenza arrecano le armi rigate ed i nuovi trovati .sulla tattica ? quale sull'uso della fortrficazione di campagna'/ diminuiscono o crescono -ia importanza e lo svolgimento di questa? stringono od allentano i legami fra di essa e la tattica? Ci si concederà di sconfinare dal camµo della pura fortificazione e d'invadere quello della tattica, così pei Jeaami che corrono t'ra queste branche, come anche o per essere le questioni che t~ccbia~no quelle che og;. gidi attraggono maggiormente l'attenzione dei rnilitart Se con la mia digressione violerò un precetto oraziano sull'arte di porgere armonia alle parti ai un lavoro, mi conforterò di tanto delitto pensando che i lettori non saranno dolenti di essere di tanto in tanto tratti fuori deÌ campo un po' arido della fortificazione. . Temo più la noia dei lettori Jhe l'ombra di Orazio.


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IL PROBLEMA ~HLITARF'.

Dopo la campagna d'Italia del 1859, tutti gli scrit- _ tori militari si sono fatta la domanda intorno ai cangiamenti che le nt1ove armi ed i trovati rnoderni saranno per produrre allo operazioni tattiche e stra~ tegiche in generalo. Jomini, Bonneau du Martray. il barone d' Azémar, Renard,. Van cle \Velde, Ponitz, Rustow, Lecomte, ed in ultimo il generale Ambert, banno ventilata la questione, e nat.uralmente apporiandovi varia sentenza e dividendosi in campi oppost.i. Gli uni, spiriti un po' pedanti e t.enaci del mondo come l'hanno conosciuto -essi, si sono rifiutati a riconoscere qualunque modificazione, e proprio per grazia hanno Jargito ai nuovi mezzi il diritto di fàre accrescere il numer.o dei buoni bersaglieri e di far menare innanzi le colonne per com pagnia o per divisione di due compagnie; gli altri hanno sconvolto tutto ed hanno finito eziandio per negare quale, come il generale Renard, la strategia e quale la cavalleria. Tra questi due estremi io credo che.sia la vera 8oluzione, ed in questo fuoco intermedio vengono a col1ocarsi coloro i quali, so dall'un ' canto non vogliono capovolgere l'universo , dall'altro non possono neanche rassegnarsi a. ridurre tutta la questione all'ordine sottile o profondo, alemanno o francese, romano o macedonico, legionario o fal angico, in una, parola non possono contentarsi sol o" col trovato di un ordine sottilmente profondo che mi so-miglia un po' agli ozi-( fa· ticosi del Cantù. Nella storia dell'arte militare, come nella storia in generale, quello · che si vede mutare per nuove scoperte non è mica la sostanza, nè la forma g~neralissirna, ma le forme determinate, secondarie, accidentali . Se noi prendiamo a studiare ed a comparare le varie ·

53 civilt.à, ci accorgiamo che il fondo dell'uomo è sempre uno, che gli elementi di quei varii mondi sono sempre gli stessi. L'uomo pensa e sente nella ~re~ia e. nel~ l'India, ,in questa e nell'Italia: i suoi pensieri ed 1 suoi sentimenti vestono la forma artistica, religiosa, scientifica dappertutto. Le varietà incominciano negli . ac.cidenti, nelle cose caduche e contingenti: · quella divinità che tutti i popoli sentono il bis?gno di amare, è sempre rivestita di forme individuali o animali od umane, ma è poi rivestita di forme più o m eno belle, più o meno pure. Gli elementi componenti forman~ una medesima pasta, la quale prende ora la forma d1 biscotti, ed ora <li ciambelle, ed ora di taralli; di guisa che la storia si può ben anche definire lo svolgimento successivo di un · 'medesimo contenuto. che p1·ende forme diverse. Applicando alla stùt'ia dell'arte militare, ~oi vedia~o ripetersi il medesimo fatto . Napoleone diceva e dimostrava che la strategia è sempre una, E: che tutte le 84 campagne dei grandi capitani souo condotte con i ·medesimi principii, pochi e semplici . La di~erenz~ sta nell'avere maggiore o minor coscienza d1 questi principii. Il Dufour con~ente in ciò, ma cred: che la tattica muti sempre. Ei s'inganna, mel perdom. Anc!1e nella tattica vi ha un fondo,.iminanente, ed io potrei beo dimostrarglielo , facendo un parallelo tra alcuni suoi capitoli ed alcuni libri dell'arte della guer1·a ~el Machiavelli, il quale è tutto ordine romano. Da siffatto ç>arallelo si vedrebbe luminosamente come la grand; tattica, il concetto direUivo delle marce, ma. novre e battaglie è sempre lo stesso, e quel eh~ è cangiato e che solo può cangiare è certa peculiare . disposizione riguardo ,,Il' 0rdine col quale marciare, mano-vrare, alloggiare e simili. DELL' INDIPENDENZA NAZIONALE


54 IL PROBLEMA MILITARE Il fondamento di questo errore sta nel non distinguere nettamente la grande tattica dalla tattica propriamente detta, o meglio, nel confondere la grande tattica con la strategia. Da quel che ho detto, parlando dei crn1pi trincerati, riguardo alla differenza essenziale tra la posi~ione strategica e quellà tattica, il lettorf: avrà compreso che per me la strategia è la scienza dei p1·incipii che abbracciano l'insieme del teatro della gue1·1·a, che regolano la direzione suprema secondo la quale muove1·e gli eserciti, che gita1·dano ai predominanti fi,ni della gue·rm, la tattica, e la logistica sono l'a1·te dei mezzi pe1· aggiungere q1.4ei fini. Le due branche non ·sono poi che diverse facce di un medesimo contenuto, la guerra, il cui principio è stato sì profondamente e brevemente definito da Napoleone: Separa1·si pe1· vivere, unù·si per vincere. I grandi fini che occupano la strategia si riducono a tre: una base una ' linea d'ope1·azione ed un obbiettivo. Si potrebbero stimare la base e la linea come mezzi per conseguire il fine, ma chi ben guardi scorgerà come in esse vi predomini il concetto di fice, di guisa che io vorrei piuttosto denominarle fini immedia,ti, a differenza dell'obbiettivo che è fine mediato. La strategia pertant o · comprende il piano generale della campagna, l'insieme del gran teatro delle operazioni, dove che la tattica è relativa all'esecuzione e guarda l'immediato teatro delle marce, delle manovre e delle battaglie. Un gran teatro di operazioni si può anche rompere in più teatri, ed allora, rimanendo ferma l'unità strategica che li sintesizza e fa tutto concorrere allo scopo supremo della guerra, noi vediamo ripetersi anche sui parziali teatri quelle distinzioni di fini strategici e di mezzi tattici. \

55 Strategia e tattica adunque sono parole diverse, che rappresentano pure cose diverse ma non separate. La separazione appartiene all'astrazione della nostra mente, e tutte le confusioni degli scrittori · militari derivano appunto da quel giuoeo di ottica intellettuale che crede separato in natura quel che separa il metodo della scienza. Come una vera teorica ed una vera pratica sono riflessione l'una dell'altra, sono la medesima cosa veduta da due punti di vista diversi, così la strategia e la tattica. Per esempio, la linea di op1::razione appartiene all' una branca come all'altra: appartiene alla strategia come scelta, alla tattica come modo di perco1··rerla. Accetto il nome di scienza per la strategia, usato dall'arciduca Carlo, perchè, come diceva disopra, ella consiste tutta di principii immutabili, non ostante che il suo contenuto sia così chiaro e ristretto da poterlo ccmprendere in un foglio solo. Condurre, com e dice Jomini, il grosso delle proprie forze successivamente sui punti decisivi del teatro della guerra, adoperandosi a togliere all'inimico le sue comunicazioni senza comprometter le proprie, è stato e sarà sempre, · io credo, un principio immanente non solo, ma così ovvio · ai nostri dì, che · a ripeterlo si può essere scambiato pel signor della Palisse, del quale dice il poeta : nm,L'lNDlPENDENZA. NAZLÒNAU:

Las, le jour de son trépas Fut le dernier cle sa vie.

In quella vece la tattica è arte, perché consiste di · variabili e contingenti modi e forme. Ma in questo campo dei mezzi, del1a tattica, - e questa è la nostra questione, - vi serpeggia n,el fondo l'elemento scien-


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!!, PROBLEMA MIL ITARE

tifico, onde io distinguo eziaudio i· princip,ii che prèsiedono a quelle determinate manovre, i piani direttori di quelle peculiari battaglie, dai modi di attuarli. Quei principii, quei grandi mezzi, diciamo per più chiarezza, chiamo la g1·ande tattica, questi variabili modi la tattica ordinaria, la tattica nel senso stretto e direi anche la piccola tattica se non si potesse generare ' confusione con la piccola guerra, che è pa.rte di essa . Oso dire« chiamo » perchè queste distinzioni precise non. ho mai trovato nei libri d'arte militare, e Napoleone istess0 ideutiiica la grande tattica con la strategia. Eppure quelle gradazioni esistono di fatti, ed a me pare che il non averle poste chiaramente in rilievo abbia arrecato tanta confusione' nelle lingue. Adunque dilucido il pensiero con un esempio q ualunque. Quando Napoleone era a Parigi, p rima della cam pagna del 1800, e nella sua cameretta di studio, meditava. su di una carta- d'Italia e diceva al segretario Bourienn~, indicando le circostanze di Marengo: qui , qui io raggiungerò e batterò Melas; - Napoleone avea studiato e concepito il fine al quale dovevano tendere i suoi _sforzi, il nodo · vero del dramma: Egli aveva. veduto balenarglisi dinanzi l'obbiettivo ; egli aveva scelto la sua linea d'operazione; egli aveva compreso che doveva piombare coi.ne un fu lmin e su di quella dell'avversario, chiudergli la ritirata e fargli metter giù le armi. Il fine ultimo e mediato, Marengo ; il fine immediato, passare per le Alpi e nelle Alpi pel San Bernardo, ecco la strategia. Trasportiamoci ora col pensiero alla seconda metà della battaglia di Marengo, quando l'esercito di Melas, fidente nella creduta vittoria, si avvia per la strada .di Piacenza. Il concetto di fare una conversione ed attaccarlo

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57 per fianco, mentre altri corpi girano per arrestarlo · ed attaccarlo in testa, e così schiacciarlo i11a due forze convergenti al medesimo punto e ligate tra di esse, ecco la grande tattica. Le peculiari disposizion i di dettagl io, il modo di attuare questa grande manovra, gli ordini serbati da Dtlsaix, la posizione presa sÙlla destra del primo scaglione dì Desai:x. dalla batteria di 10 pezzi condotta da Marmont, in guisa da poter trarre a 350 metri e prendere di rovescio la profonda linea austriaca, le operazion i fatte da Kellermann e simili, ecco la tattica ordinaria, secondaria. · Ora, come dicevo disopra, quel che cangia e che solo può cangiare, è questa tattica secondaria, ma la grande tattica rimane sempre costante e formerà perennemente l'anim~ delle battaglie. Prendiamo qua.lche principio di grande tattica che il generale Jomini pone come risultato della sua analisi: « È mestieri mano vrare in modo da impegnare il grosso delle proprie forze contro frazioni dell'esercito nemico. J Questo principio, comune alla strategia ed alla grande tattica, sarà più o roen0 difficile ad att.uare; sarà oggi; coc~e dice il generale Ambert, di più rara applicazione a cagione del concentramento di truppe prodotto dalle vie ferrate, ma rimane sempre un prin~ ci pio vero ·e direttivo, un conèetto il quale bisogna. sempre adoperarsi a recare ad atto. • Nel giorno della battaglia,. di1·igere, mediante mo' vimenti tattfoi,~il grosso delle pròpr-ie forze sul punto decisivo del campo di battaglia, o sulla parte della linea nemica ·che importa opprimere. • Il generale Amber.t ha ragione di affermare che l'ampiezza cresciuta del campo di battaglia renderà più l ungo lo · scegliere . questo punto, mentre che dall'alt.ro canto DELL'INDIPENDENZA NAZIONALE


58 JI. PROBLEMA MlUTARE la rapidità delle ·operazioni darà minor tempo alle me-.,, dita~ioni del generale in capo, e ]a mobilità degli eserciti porgerà maggiore possibilità al nemico di " accorrere al punto minacciato; ma per questo H principio sarà meno vero e dovrà esser meno il gran mezzo col quale deve operare un generale sul campo di battaglia? Per contrario si richiede un colpo d'occhio più pronto, un'intelligenza più svi luppata e maggior decisione nelle manovre. ( Tener modo che le masse non s ieno soltanto pre~enti sul punto decisivo, ma che sieno poste in azion e con energia ed insieme, di maniera che ' si produca un effetto simultanee, » Le nuove armi, aumentando la mobilità,.l'energia, jl bisogno di associare gli sforzi di tutti i corpi, banno reso più imp?rtante questa vecchia massima di guerra, Quello che incessantemente cangia, è la tattica secondaria. · Io spero di essere stato chiaro abbastanza e di essere riu·scito a disbrogliare_una matassa un po' irta di nodi, a ozi, direi che ne son certo, se fosse vero che quando un uomo sente di avere idee chiare, riesce del pari chiaro scrittore; ma non ardisco affermare ciò, perchè so che la più difficile sapienza sta nel sa;iersi. Dal detto s'inferisce che quando si chiede della trasformazi9ne che genererà una scoperta non si deve mai correre colla mente ·alla ricerca di mondi nuovi sostanzialmente, e che quando si afferma che le mutazioni sono accidentali e formali, non si deve credere di aver detto nulla o poco, perchè solo questo genere · di mutazioni s'incontra nel mondo, Allora tutto si riduce a studiare se la trasformazione è di rilievo o no, se continua un'epoca o ne crei una n~ova, se sià

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un commovimento che si ,i,giti sul fondo delle acque e lì si arresti o giunga la sua ~co insino a turbare e sc.onvolgere la loro superficie. ) Posta la questione i-q cosiffatti limiti determinati, si può dire che l'influenza delle nuove armi e dei moderni' trovati: sulla tattica, è rilevante meno di quel che fu la scoperta della polvere, e piLt di una semplice' scoperta ordinaria; ·meno di quel che dica il generale Renard, e_ più di quel che reputi Jomini. È mestieri collocarsi in questa questione nel medesimo punto· di vista nel quale ci siamo posti nella questione sulle . fortezze e l'artiglieria rigata, Non, rompicolli in guisa da credere che la fortificazione sia da imbalsamare e chiudere nelle casse <;lelle -mumm ie egizie; nè uomini del passato sino a '.uégare qualunque influenza ai nuoYi trov-ati ed a non credere che la fortificazione si debbrseriamente trasformare. Il gener.ale Bixio ha scritto una lunga lettera nella quale, fra molte cose, discone pure delle piazze d'Europa, e dice chÌ'elJe n9n hç1.no o gran valore dopo l'invenzione delle nuove armi. Egli ha ragione, ma avrebbero il torto coloro che da ciò volessero argomentare . dell'impotenza della fortificazione in sè, dell'incapacità ch'ella ha a vestire nuove fogge, Alieno dagli eccessi , io credo del pari c~e la strategia e la grande tattica rimangano inalterate, ma che la tattica ordinaria d'applicazione, di dettaglio dovrà mutare, e mQtare -seriamente. lrlutctbilità della tattica o1'dinaria. Il faut q ue nous soyons légers., , diceva Napoleone nel 1813, ed egli apparecchiava di fatù contro la lega un esercito mobile e spigliato, a differenza di <


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(L PROBU;MA .MI LJ'I'ARE

quello da Serse che menò nella Russia. In quelle parole è l'avvenire della tattica e della logistica. Noi dovremmo essere assai più leggeri di quel. che da Napoleone si voleva e pensava. Fanteria.

Incominciamo dalla fanteria , base di un esercito . A parer mio 1~ nuove · armi non pure risolveranno definitivamente la questione delle formazioni, ma modificheranno d'assai la tattica. generale della fanteria di linea. È troppo evidente che l'ordine profondo deve essere abbandonato se non si vuole esporre la truppa agli effetti distruttori delle armi rigate e s.e le si vuol' porgere maggiore mobilità. Certo che con la tatticacreata dalle nuove armi non si potrebbe attaccare, come fece Napoleone alla battaglia detta di Roveredo, ossia facendo precip-itare nella stretta di Calliano nove battaglioni in colonna serrata. Il lettore rammenti che la stretta era larga _·400 tese e chiusa da muraglia e da fortificazioni armate da parecchi cannoni. Ma a~unesso ciò, sorge la domanda se è bene adottare la formazione spiegata o rigettare anche questa e ridurre il combattimento a qualche cosa di più fraz10nato ed individuale . Jomini si è con sane ragioni pronunziato contro i lunghi spiegamenti , ossia per esempio quelli di 40 o 50 battaglioni su , due o tre righe su . di un terreno di 1,100 a 1,200 metri , i quali spiegamenti tolgono la possibilità di procedere con insieme e di attaccare l'inimico con energia; di guisa che i tattici seguaci di Wellington dovranno contentarsi di serbare per la difensiva quest'ordine, , il quale, se ai tempi delle guerre napoleoniche era 1

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incomport.abile, , oggidì che si vogliono eserciti mobilissimi sarebbe proprio una. contraddizione. Ma la linea di spiegamento, sia pure non lunga, io credo che di rado dovrà essere continua, per non essere esposta tutta all'infilata di lontanissim e batterie. In generale l'essenza della _nuova tattica sarà nelle piccole e maneggevoli colonne-manovre, le quali sa.ranno formate dar battaglioni piegati in colonna non di una compagnia, ma di due , per fronte. A questo modo, osserva bene il generale Ambert, i piegamenti e spiegam enti si faranno due volte più presto' che quando _si è formati in colonna doppi~i (di due plotoni di fronte) e quattro volte che in colonna 8emplice, si presenterà all'inimico un fronte maggiore ed una profondità minore, la• formazione in quadro sarà facile, . gli ostacoli naturali scuoteranno meno un battaglione più- sottile e più mohile. L'abbandono delle colonne profonde, l'abbandono di tutto queJJo che offre massa aggomitolata, trascinerà a poco a poèo a fare smettere l'abuso della formazione per quadrati. Di già il generale GouvionSaint-Cyr li credeva assurdi anche per difen dersi dalle , · cariche di cavalleria. Questa è in vero · un'opinione esagera.ta. Gli è certo che il quadrato offre un bel . bersaglio .alle artiglifrie rigate e priva là truppa di tre quarti dei suoi fuochi; , ma non si può negare che esso salvi una fanteria poca e non agguerrita dall'essere preda di cavalleria forte e numerosa. Sarà dunque prudente u.sarlo èon parsimonia, ma non proscriverlo interamente. E qui si arrestano i tattici; ma m1 pare che sarebbe da procedere un po' più innanzi . Io diceva eh~ 'and~à modificata ezia.ndio la tattica generale della fanteria di linea. 11 bersagliere, crea-

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• 62 IL PROBLEMA MILITARE zione delle guerre dell'indipendenza americana, elemento integrante di quelle della rivoluzione francese, gloria del Piemonte, i l bersagliere, col suo genere di ·guerra ad ordini aperti, colla s ua 1nobilità, col suo individualismo sarà il tipo delle nostre fanterie. Non già che le . battàglie avranno a ridursi ad un duello di carabina, secondo l'espressione di Jomini,, nel quale le -due parti si traggono reciprocamente senza manovrare; non gia che la guerra abbia a trasformarsi in un combattimento individuale: no,. la manovra ri-. marrà sempre la base delle battaglie, e la massa il migliore strumento della v ittoria. La manovra è però una parola generale e che comprende molte forme, e la massa non bisogna intenderla in senso troppo materiale. Ora se è chiaro che i fuochi di linea non son o quelli voluti dal n uovÒ fuçile, perchè si trae a caso e non con quel sangue freddo e colpo d'occhio esercitato che .si vuole, segue che i fuo:)hì, dicia.1n così, i n'dividuali e da bersagliere dovranno .prendere maggiore syi luppo, e per tanto accrescersi quel velo di . bersaglieri che copre il fr<:>nte d i battaglia, accrescersi quella piccola guerra d'imboscata e di rifle-pits, accrescersi anche nelle manovre ·quel mobile errare dei piccoli gruppi, i quali col cambiar continuo di sito s1 vanno a postar meglifJ di qua e di là 'e si sottraggono 1 più al fuoco nemico (1).

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(1) L'Italia militare nel suon° 724 dell'anno VI (11 aprile 1867), ha pubblicato un articolo, firmato C. C, , suÌ!a Tattica prussiana nella scorsa campagna. Mi è grato riportaroe un brano, perchè io non posso far zittire la soddisfazione che pi·ova il mio animo no! vedere come cla un acconcio punto di vista segua.no sempre sane deduzioni logiche, anche 1.1enza .si abbia notizia di alcuni fatti particolari:

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Inoltre, se una delle più sicure conseguenze delle nuove armi è lo stimolo prepotente di passar tosto dai fuochi all' attacco della baionetta, è il rendere più vera la mas~ima del maresciallo di Sassonia, ossia che ìl fudle non è ehe il manico della baionetta; se per questo attacco si richiede grande velocità nell'oltrepassare lo spazio intermedio, grande destrezza nello stringere l'inimico e balzargli d'intorno, è naturale cbe, e quanti più battaglioni di bersaglieri si avranno, e tanto più certamente si riuscirà. Comprendo che l'arte del bersagliere è qualche cosa di così individuale che non si puà imparare per accessorio, come uon si può fare del rn_arinaro un fantaccino e del corazziere un cacciatore d'Africa. Riesce più facile , al bersagliere il manovrar serrato del fantaccino di linea, che a questo il .manovrar da bert-1aglie re. Comprendo che appunto questa individualità del bersagliere impedisce di moltiplicarlo a· piaci mento, ma. mi pare che addestrare · meglio la nostra fanteria a quella tattica si potrebbe; 'che senza adottare per sistema l'andatura celere si potrebbe .far • • • • • • • • • • • • •

, La odierna tattica prussiana è leggera e spigliata, ed ba preso oggi mai così salde radici che un nuovo modo di pedantismo è già sottentrato all'antico. Questo d'oggi non cura più la rigidezza del portamento, il perfetto affilarsi delle righe, ecc., ma tr<,va il suo campo nell'applicazione delle manovre al terreno , nella . scherma di baionetta, nello stormeggiare (tìrailli1'e1i), negli sfoggi ginnastici. Il vecchio Kmnaschenknopf ha mutato l'oggetto dei suoi amori: corre, salta, scavalca mt\ri e siepi, ha mille regole diverse, potrei dir~mille formole per mi-ile diversi casi che ,possono darsi Ùel combattere a stormo ; è insomma il rovescio di quello che fu prima, e guarda con un sogghigno di compass(one chi gli parli' delle antiche pratiche cli parat\J,, Vedete da ciò se le nuove irti abbiano già fatto molti studi in quel classico regno deJJ\ pedanteria militare. ,

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IL PROBLEMA MlLIT.ARE

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<liv_entare elemento principale quella manovra ad ordini ap-e rti che ora è un accessorio; e che in fin e si dovrebbe seriamente pensare a render leggiera la tenuta . Stimo adunque che cql volger 'degli anni, procedendo sempre innanzi nel pensiero di mobilitare e render leggieri gli eser citi, le proporzioni si inverti rannti e, senza escludere alcun fattore, l'accessorio diverrà principale e v iceversa, ossia che gli elementi leggieri, dall'essere un accessorio dei pesanti, diverranno la base a cui sostegno accessorio saranno gli eleme·nti pesanti . Cosl la fanteria di lin ea si trasformerà in bersaglieri ordinari, ed i bersaglieri attuali, renduti anche più leggieri, saranno gli scelti. Se è \rero che nella guerra il morale signoreggia,· io credo che l'effetto dell'attaçco di un battaglione di bersaglieri equivalga a quello di 1m reggimento di linea .

distruttore di quei grandi concentramenti di masse di . artiglieria che fecero di già tanta strage dei nemici a Friedland, a Wagram, a Lutzen . . La grande mobilità che fa o·ccupa.re all'artiglieria acconce e lontane posizioni rendèrà l'?ieoo agevoli i movimenti gfranti dell'inimico. Ora se hi mobilità le erà mu,agior ardire, se la mobilità congiunta alla o o . Por·o portata le darà grande indipendenza nelle manovre e le permetterà cli profittare a -suo modo, e senza preoccuparsi pedantescamente dei movimenti tattici di altre armi, di quelle posizioni che sul cam po si nresenteran oo come utili alla sua azione, dall'altro canto bon si può negare che questa medesima mobilità, che questa istessa capacità di volare ad occupare lontane · posizioni la. costrimgeranno sovente ad associarsi alla. cavalleria e farsi sostenere qualche volta da un drappello di fanteria. · Degli effetti di queste associazioni S! hanno splen· d idi esempi ~ad A1Jsterlitz, a Friedhrnd, a Borodino, ad .Hanau ed al combattiniento di Mussbach, che a riprova di q nell'idea è stato recato nelle ste~se istruzioni del marescìallo Mac-Mahon pel campo di Chalons. Dalle cose dette sègue benanche che l'artiglieria a cavallo prenderà uno sviluppo alquanto più grande nei paesi a grandi pianure, non ostante i suoi difetti · intriuseci , e phe si fosse di giii. post o ogni studio per rendere assa.i leggiera e mobile, l'artiglieria di battaglia. L'artiglieria a cavallo , alla quale si deve la vittoria di Wattignies, oltre a tutti i grandi servigi che colla nuova tattica potrà rendere, contribuirà non poco ad accrescere importanza alla cavalleria; collo·. cata anche agli avamposti, terrà più spazzato il terreno sito innanzi alla linea di battaglia, e, come dice

Artiglieria.

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Passando dalla. fanteria a1l'artiglier.i a, che è il suo più grande sostegno, e muovendo dal concetto della grande mobilità che la nuova tattica richiede e dal fa~to della g rande portata delle nucve armi, noi ve· dremo accrescersi nell'artigl ieria la capacità di correre ad occupare buone e lontane posizioni, sulle qual i collocandosi in massa, ma non accum ulata di sover~hio, essa potrà adoperare più · spe.sso e con m aggiorEl efficacia i tiri di traverso e d'infilata che sono sì distruttori, -e che tanto scom paginano le linee di attacco. La cresciuta portata aumenta eziandio la potenza deìì faochi convergenti, ed' in generale qualità del proietto ogival~ accrescono a grande dista.n,za: l'effetto

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ANNO xu, voL 1v. -

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H, PROBLEMA )HT,lTA RF:

67 iìone per scaloni anzi che quella in colonna a distauza inLera o doppia; che fa mestieri accrescere la mobilità col rendere leggera la tenuta del soldato, le.,giero il carico dei cavalli e col curare assai la nutr~ione e l'esercizio di essi. In breve dobbiamo porre in pratica quel che diceva Seydlitz, il Murat di Federico li: Due r1'ghe, piccoli squad1·oni, grandi ·inter,valli. Dopo del generale Rocliefort è venuto il generale Arnbert a trattare la questione jn modo più complesso . L'Ambert, che ha comandato lunghi anni. c.0rpi di caval,l eria, ebhe dal maresciallo Randon, m1111stro nella guerra in Francia, il carico di trattare la questione della cavalleria.. · Il generale Ambert, partendo <lai principio che l'uso di un'a1·ma è subo1·dincilo sovente ,alla su.a combinazione con le altre, ha deliberato fare opera più completa, e studiare la Lattica delle tre armi stabi lend o un rall elo tra uua battagl ia di Federico ed una di Napo· leone, di applicare ai campi d'istruzione le manovre analoghe a quelle delle batt.aglie studiate tattica.mente, e di a:nalizzarEl in ùltimo le modificazioni arrecate alla ta.tLica dalle nuove armi. 1~ questo lo scopo della sua recente ed importante opera: Éludes tactiques pou1· l' instruction dans les camps, l • serie, Zorndorf (1758), Austerlitz (1805). L'autore, non ostante u11 certo debole c.;h'egl i ha per Jomini, pure si colloca a<l un punto di vista medio .e sano nella questione della nuova tattica delle tre armi, ed esamina bene le molteplici trasformazioni che aY· verranno. La; questione della cavalleria predomina. sulle altre nel suo libro e vi è trattata largamente. L' Amhert crede che per la' caV'alleria incominci un · nuovo periodo, DELl,'INDIFENDENZA "<AZIONALE '

Marmont, può essere adoperata c0n vantaggio alla riserva . Da cosiffatte riflessioni sarebbe contraddiltorio l'inferirne la nece;-1sità di aumentare d'assai la quantità r]j artiglieria, , o guisa da trasformar quasi le battagli,~ in lott e di artiglieria contro artiglieda. Al contrario. Dagli ef:cmpi che ci offrono l0, campagne di F~derico e di Napoleone, possi'amo argomentare, dice il generale Ambert, che l'accrescimento dell'artiglieria é 1n ragione inversa delle qualità tattiche della truppa. La perfezione e l'indipendenza maggiore acqui!ètata dall\1rtiglieria hanno dato a quest'arma un'importanza. che può stare anche in ragion diretta delle qualità ta~tichc della truppa; ma a cagione della mobilità, ch'è i1 carattbre essenziale della guerra attuale, un'artig lieria che sc.;oufinasse troppo dalle proporzioni volnte sarebbe molte volte d' impaccio nell'offensiva., dividerebbe le forze e ne tu'rberebbe l'insieme. Cavalleria.

La quest1onP deJl'avven ire deJla cavalleri a è più grave di quella sulla fanteria e sull'artiglieria. È ri saputo che da parecchi scrittori militari è negata alla cavalleria qualunque importanza., dopo l'invenzione dell e armi rigate. Il ge11 t; rale Rochefort, vecchio sol· da~o di cavalleria, ha rotto pel primo una lancia contro di quest'opinione. Dal suo lavoro si può conchiudere es!':ere ormai necessa.rio persuadersi chl'l la cavalleria \'eloce, poca, intel ligente debbe sostituirsi alla pesante, molta e cbe opera per massa; che le cariche per plotoni con doppi intervalli debbauo adoperarsi in vece di quelle per ~quadroni; la disposi-

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ra-

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68 U, PROBLEMA x!ILITARE nel quale la sua importanza crescerà anzi che scemare . Innanzi tutto l' Ambert crede che si esageri molto l'influenza che il fucile rigato ha contro le cariche della cavalleria.. Ei fa un suo calcolo, mediai1te il quale dimostra che una linea di cava.lleri,1, caricante una trappa posta a 1,100 metri lontana, non può ricevere 1 che due s carìche davvero danqose, l' una a 350 o 400 metri, l'altra a 100 metri. Di queste due la prima è più efficace colle nuove anzi èb.e colle antiche armi, la seconda è presso che uguale, essendc, noto che a breve distanza le nnove arm i non superano 'in efficacia le antiche. Naturalmente questo ragionamento s uppone una cavalleria non mai immobile nel campo di tiro, nè mai earicante in colonna pròfonda. Di poi l' Ambert, a.ccettanclo l'efficacia dìstrnt.tiva dello scoppio dei proietti ogivali, crede col Marm.ont, il quale aveva di già preveduto il cangiamento acc~d uto nelle armi ' . e nella tattica, che non debba distruggersi la cavalleria, ma trasformare il suo modo di manovrare, proscrivendo l'ordine profondo, sparpaglia.nclola a.Ila cacciatora, rendendola più mobile, pi ù ·irrequieta. sul campo, e collegandola di più con l'artigÙéria; come abbiamo veduto nel parlare di quest'arma . .L' Amuert accetta lo spiegamento della divisione per reggimento . in massa appena essa entra nella sfera attiva dell'artiglieria nemica, rd in ciò pare che ei sia pocu prudente. La formazi one intermedia tra la colo:ma e .lo spiegamento, la. formaz ione a scaloni che in part.e si copron,o l' un l'altro, è bene adottare non solo per le cariche, _ma, se è possi bile{ anche sin dal primo ent rare nel campo' d i tiro. S'immagini un po' quale strage farebbero i proietti che cadessero in una linea di reggimenti in massa. - Quello a cui è mestieri

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DELL'INDlPEND.ENZA NAZIONALE

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por mente sopratutto gli è che, riguardo aJJe cariche, !a cavalleria, dev'essere oggi più subordinata di prima alle altre armi, e non mai dare nella. linea nemica se q uesta non, è stata scossa dal fuoco dell'artiglieria e dall'attacco della fanteria . - Infine, la cavalleria sarà maggiormente utile per · Jigare la linea di battaglia alle riserve, le qual.i, a cagione della portata delle armi rigate, dovranno essel'e col!ocate assai dietro. Tutto adunque si riduce a porgere mobilità grandissima. alla cavalleria ed a farla comandare da uf!iziali intelligenti, che sappiano spostarla, maneggiarla, stenderla, aggrupparla, collegarla., che sappiano usarla a tempo, ora con parsimonia ed ora con slancio impetuoso e sempre a. proposito (1). (1) Acl udire gli a.rrabùiati fautori delle righe e i 11areva che per esse la cavalleria fosse di venuta poco meno c:l1e intttile. t a credere · che il combattimento di Tobitschau, nel quale uno squadrone e mezzo di corazzieri prussiani attaccò una batteria austriaca di 20 pezzi -e i;ie prese 18, loro avrà un po' fatto sbollire quei furor i esagel'ati. Il colonnello prussiano Borbstaedt, che ha scritto la sto\-ia dell'ultima campagna di Boemia, dice : • Ils essuyèrènt à 900 pas un feq violent d'obus et do mitr.aille, , mais un léger pli de terrain ]es protégca; ils ne perdirent que • 12 hommès et 8 chevaux; un monient après ils étaient dans la ,, batterie, renversant et massiwrant tout ce qui se défenda.it en" core. Cette brave troupe de cavalerie (le 2e escadron et un pe' Joton du 4° escadrqn du 5° régiment cle cuirassiers) enleva e1\ • un clin d'reil 18 canons, 7 caissons, 168 chevanx et pl'it 170 , ar til!eurs, dont 2 officiers. • Egli è naturale che per conseguire tali effetti bisogna a.vere lungo esercizio del sapei:e avanzare coprendosi e profittando d'ogni leggera ondulazione di teneno, di qualunque ost.acolo. Aduuquc il fatto è che in seguito della guerra la Prussia ha aumentata la canilleria più che la fanteria: Prima della guerra aveva 253 battaglioni e 200 squadroni; dopo ìl suo rior rlinameut o essa ba 3.04 battaglioni e 288 squad1·oni , vale a dire che le unità di fanteria 1 2 sono state acci·esciute di -f> e c1uel!e di cavallei·ia di-:o.


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IL PROBLRMA M!LlTARE

~: ben naturale che questo principiò reca ~on sè I., necessità dì dare l'importanza magg iore alla cavalleri:1 leggera. Ma non si può disconoscere che ciò non basta e che, massime in un paese come l'It.alia, poco acconcio a. manovre ed a cariche d i gran di corpi di cavalleria, ci vorrebbe eziandio una. cavalleria leggerissima, una cavalleria bersagl iera. Qu est'idea non è da por re dall'un canto, perchè è in a.rmonia colla nuova tattica. Si badi però che col dire una cavalleria bersagliera, io non intendo accennare a quella che si vorrebbe fa r combattere a piedi cd a cavallo, ma sibbene ad una Ma si dirà: la Prussia ha mestieri di pii1 numerosa cavalleria, a cagione del suo 'pin.no ed aper to ton:euo. Sì, è vero; ma se la guerra avesse .cominti i Prussiani della smisurata efficacia delle armi· riga.te contro la cavallcrht , essi non ponserebbero ad aumentar d.i tanto quest'arma, appunto a. ca~ione cli quel terreno piano ed ape'rto nel quale crescono gli effetti tlist,ruttori rl elle arrn i rigate. Ecco quel che Jice le Journal de Z' Armée bel9e (11° 188): , En y réfléchissimt un p eu, la prise d'Line batterie ray ée n'est , pas chose aussi difficile qu'on poul'l'ait se l'iQ1.maginer. La di_ffi• colté d'adapter la hausse exacte :mx dif!'ùreutcs dista11ces, qui se , modifient à chaque instant daus une progression notable paL· suite , de la rapidité croissante cl'une charge de cavalerie; la grande • élévatiou de la trajcctoire: l'usage <l'une fusée percutaute, qui , annihile complètement l'efficiicité du projcctilc hormis au point de chute, tont concourt, claus une pièce rayéc, à assurer, dau~ , ce cas, l'impunité à un aclversaire .:,ntreprenant. • De par eilles attaques aurnient été cousiclérées commc fort a,·en· turées devant !es boulets roulants et la mitraille des anciennf~ , pièces lisses. Les Prussieus , qui ont approfondi. toutes ccs que· • stions avec le soin et l'esprit logic1uè qui !es clistingnent, le sa• vaient fort bien, et c'est ce qui leur a inspiré tant d'ard eur et • de confiauce. • :Mi si perdonino que$te frequenti citazioui, ma io son convinto eh~ le lingue straniere sono dotate per gl'ltaliani di u1aggiori qualità persuasive, massime quando esprimono il senno cli poi, e rammento bene tutto quello che mi ho sentito a ripetere quando ardiva seri· nre siwili cose nella nostra lingua e col senno di prima.

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DELL !ND11'EN:DENZA. ':'IAZil)NALE

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cavalleria che per leggerezza e mobilità stf•sse a quella leggera come i bersaglieri se.ehi alla fanteria, c~e io ho denominata « bersaglieri ordinr1ri » per sp10gar meglio il concetto. Il aenerale Ambert reputa che 11011 ostante le cose o h . tlett.e, i corazzieri non perdano importanza, e e v1 :;ieno combinazioni di guerra nelle quali l'urto Yiolento sia d'inestimabile vantaggio, e che le nuove armi e gl i attacchi alla baionetta dieno maggior \'alore alla corazza. E così, c:ombattendo l'idea di una cavalleria unica, egli vuo10 conservale le varie gradazioni ciascuna acconcia al suo peculiare officio. A fine d( dare maggiore unità alla ca v~lleria, f' di non farla esser d'impaccio alle rimanenti armi; e di non fare che queste sieno d'rmpaccio ad essa, il generale Ambert appoggia l'opinione del generale Marhot, ìl quale la vuole ordinata per divi:;;iou i. Ma qu,.·s:c grandi unità di cavalleria sono da an,mettere µrrn,a di entrare in azione, imperocchè, come abbiamo detto disopra, ·sul campo di battaglia la cavalleria non deve mai operare in grandi masse, le quali attirano il concentramento déi fuochi. - La maggior velocità impressa alla guerra, il cresciuto bisogno di riparare all'im_preveduto, renderanno meglio di una volta necessa1·1a la riserva di cavalleria. Noi lo vediamo adunque: se per la graude tattica :;i può dire con Sl}loroone : , Niente è nuovo sotto il sole, , per la tattica ordinaria e secondaria possiamo dire con Eraclito : , Tutto cambia e si trasforma incessantemente. • E, strana cosa in, apparenza, ooi avremo mestièri di forme ed ordini in qoalcbe parte più leggieri ed in qualche· pa.rte più pesanti dei precedenti ; ci vogliono i cacciatori a sciami, ma anche


1

72 lf, PROBLEMA MII.I'l'A RE DllLL'tNDlPENDE N7.A NAZIONALI''. la corazza e la fortificazion e passeggera in maggiore abbondanza, come diremo ; con una mano q.ovremo spingerci nell a via degli eserciti a venire, ~ coll'altra rivolgerci al medio evo e r ipigl iare arma bianca, _corazìa, ur to, macchina. C'è proprio un congiungersi di estremi : un g rande individualismo nella lotta, !)la sottoposto a più ferrea discipli na ed a-più tenace.collegamento; il teatro della guerra ingrandito e le colonne manovranti impiccìolite; un accresci mento della quan tità totale di massa insieme a quello di sua velocità; onde un urto più prepotente, ma insieme con for tP predominio di astuzia, di manovre, e l'intelligenza maggioreggiar su tutto . L' unità tattica di base, il battaglione, andando sottoposta in guerra ~ maggiori spostamenti, acquistando una vita più individuale ed indipendente, noi vedremo a poco a poco l'ordinamento a battaglioni riescire più comodo e l'unità tattica identificarsi col centro amministrativo . T legami più stretti in fra le armi richiederanno col tempo nuovi ordinamenti, e vedremo come il procedere unito e sempre unito delle tre armi da battaglia - fanteria, , artiglieria, cavalleria - ci condurrà alla necessità utile e razionale di separare l'artiglieria da battaglia dagl i ingegneri di artiglieria, e di sottoporre le tre armi sorelle ad un medesimo comitat~ o comando, com e nelle manovre e nelle batta.glie ésse son maneggiate da un medesimo generale, il quale deve saperne !'es.senza e gli usi . A questo modo con l'unità crescerà la semplicità, e con la semplicità l,'ordine. N.

(Continua).

MARS.8LLI.

Ccipitano nel genio.

LA

HUERRA DELLA SECESSIONE P llR II,

LECOMTE

COLONNELLO CAV. VOLUMI

II

E

III

N01'IZI.A BIBLIOGRAF ICA

Ci permettiamo di r ichiamare la memoria dei nostri lettori ad una nostra notizia bibliografica inserta a ·pagina 71 del volume u , anno x1 di qàesta Rivista (dispensa di aprile 1866). l vi davamo loro cont.o del pri mo volume dell'opera che or a l'egr egio Lecomte ha completat o con due altri volumi. Non ripeter~mo q ui quanto dicevamo a llor a, che cioè pochi meglio del Lecomte fossero in grado di narrare gli avvenimenti della grande guerra. della Secessione americana, co mecchè egli avesse studiato sulla faccia dei luoghi ed il terreno e gli uomini, e vi avesse raccolti con rara diligenza autentici d_ocu-


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LA GUERRA

menti, e comecchè anche la sua valel'.ltìa nel trattare lit , storia militare fosse generalmente riconosciuta per antecedenti opere pregieYolissime sulle _moderne guerre Nell'annunciare il primo volume avvertivamo l'impossibilità. per noi di seg·uirc il Lecomte passo passo uella sua narrazione, sem:a dilungarci oltre misura, perchè il suo scritto è cosifattamente denso e legato , e tutto pieno . di interessantissimi pal'ticolari d'ogni maniera, che non avremmo saputo come compendiarlo. Ci troviamo rapporto a questi d ue ultimi volumi nella stessa circo$tanza che allora, G come allora altro non possiam fare che accennare i titoli dei vari capitol-i, eccitando i nostri , J-ettori a le2:aere e studiare l'intera uO opera del Lecomt'e , chè di cotesta lettura e stlldio. non dubitiamo, riusciranno grandemente soddisfatti: come il fommo noi; ed è specialmente ai giovani nostri uffiziali che volgjamo questa raccomandazionE:'. ' . ' assicqrànrl.oli che nei tre libri del Lecomte essi troveranno i più interessanti argomenti di studio, e le più sennate discussioni sulle grandi teorie dell'arte della guerra; Il prìmo volume fini va coll'io v·asione del .Maryland, coli~ cadut~ di Harper's-Ferry e colla battaglia · di_ Ant1etarn tra gli eserciti di Mc-Clellau e di Lee . Il , secondo comincia quindi col: , XIII. -'-- Ri~rga nizz.azione degli eserciti b~ìligeranti sull'Alt0 Potornac. - Rip~·esa dell'offesa ' per parte, dei federali contro Richemond. -- Misure politiche del governo di vVashing ton · ed intrighi dei partitt - · Rìvocazione del gendale Mc-Clellan dal comando dell'esercito del Potomac e sua sostituzione> col maggfor generale Burnside. · · C APITOLO

DELLA SECESSl ONE 75 C.A.PlTOLO XIV. - - Presa d ì comando del generale Burnside. - I federali cangiano linea d'operazioni e stabiliscono la loro base a Aquia-Oreek, nel disegnò di rjunire l'esercito intorno a Warrenton, e di finger ·roscia una mossa attraverso. il Rappahannock contro Gordonsville, per ricadere rapidani ente per sinistra su Fredericksburg e passarvi il Rapp·ahannock. Battaglia di Fredericksburg (13 dicembre 1862) perduta dai federali. - Demissione cli Burnside , cui è surrogato il ~enerale Hooker.

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la

CAPITOLO XV. - Campagna nell'occidente, ·- Op~· razioni sul Mississipì. - Offensiva dei confederati all4i! spalle dei federali .. - Scontri di Richemond : Mm1~ fordsville e Perryville nel Kentucky (agosto e settembre 1862). - Combattimento di Juka (20 settembre), Seconda battaglia di C~riiH.o (3 e 4 ottobrn) . .- Battaglia di Mur-fresboro (31 dicembre 1862 e 2. genna i(, 1863). - ' Assedio · e éapitola7{ione di Vicksburg. CAPITOLO XVI. - Operazioni sulle coste. - .BJocchi e corsari. - Relazioni all'estero. - Primo tentati rn navale contro Charleston. CAPITOLO XVII. - Ripresa delle operazioni nella Virginia. ~ Nuova offensiva dei federali sul Rappahanuock. - Battaglia di Cbancellorsville (2 maggio 1863). ÙAPITOLO XVIII. - Nuovi disegni di campagna dei federali sul Rappahannock. - Difficoltà dì Hooker a · prendere una risoluzione. - Nuova offen siva dei confederati nel Maryland e nella Pensylvania. - Il geI,


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LA GUERRA

nerale Hooker è s urrogato dal generale Meade. Battaglia di GeLtysburg (2-4 Juglio 1863). - Ritirata dei confederati al di là del Potomac.

ÙAPrrow XIX. - Situazione polit ica all'interno. Stato dei partiti. - I ·Copperheads. - La cosc~izion e. - Insurrezione a New-York. CAPITOLO XX. Secondo attacco navale di Charìeston ( estate del 1863).

XXI. - Campagne nel Tep.nessee e nelJa Georgia. - Raids disgraziati di Streight e di lYiorgan nell'Ohio e nell'Indiana. - Battaglia di Obickamauga (l8 _e 19 settembre 1863). -- Il generale Rosencranz surrogato dal generale Grant. - Battaglia di Ohattanooga (25 novembre 1863). ÙAP.ITO LO

CAPITOLO XXII. Operazioni secoridti.rie. - Campagne della Luigiana, d'Arkansas, nel Far-West e rteU e regioni indiane ..

XXIII. - Campagt1a del 1864. - Opernzi.oni secondarie e preliminari nella Floridia, nello Alabama e nei' Tennes~ee . - Strage de-I forte I?illow. - Situazione militare nella primavera del 1864. CA PITOLO

XXIV. - Disegno della gran campagn;:i del 1864. - Stato delle fo'rze opposte nella Virginia. - Grant e Meade passaùo il .Rapidan. - Battaglie di Wilderness (5 e 6 maggio 1861), di Spottsylvania (11 , e 12 maggio) , del North-Anna (24 maggio) e di ColdHarbor (3 giùgno) . - Congiunzione di Grant. e di Butler sul James-River. ÙAPITÒLO

77 CAPl'l'OLO XXV. - Operazioni nella S henandoah. Stabilimento dei foderali a City-Point. - Posizioni dei confederati a Richemorid ecl <1, .Petersburg . - Primi tentativi di Grant contro Pel.ersbnrg (gi ugno o luglio DELLA SECESSIONE

1864) . CAP1T0Lo XXVI. - Operazi oni offensive dei fed-erali nella Shenando~h sotto il generale Sheridan . - Nuovi att,acchì contro Petérsburg (agosto, settembre ed ottobre 1864). - Descrizione delle linee belligeranti dinanzi a Richemond ed a Petersbmg sullo scorcio dell'estate 1864. CAPITOLO XXVII., - Campagna dj S hermao nella Georgia. - Comb~ttiment.i di l uzzard-Roost, di Resaur e di New-Hope-Ohurcb: - ,Ritirata metodica di Johnston. - Movjmen ti giranti di Sherman e battaglia d'Atlanta (20 e281uglio). - ,Johnston surrogato da Hood. - Occ upazione d'Atlanta pe~ parte . dei

federali. ÙAPJTOLO XXVIII . - - Atlanta trasformata in base per ì federali . - Evacuazione fo rzosa della fortezza per . parte dei suoi abitanti e polemjca a quest'oggetto. Operazioni di Forrest e di Hood alle spalle di Sher~ man. - Combattimento d'Alatoona. - Risoluzione dì Sberman di lasciare una parte del suo esercito a Th.omas per guE,rd.are i l Tennesee e Hood, -~ traver- • sare col rimanente tutta. la Georgia. - Dispacci a que$tO fine. - Ordinamento della grande mar cia. ·-:Arrivo di Sherman aJJ' Atlantico. - Assalto del forte Mc-Allister. -:- Occupazione di Savannah.


78 LA" GUERRA 0AP1TOLO XXIX. - Invasione· del Tenne~see per p.arte dell'esercito confederato. - Battaglie di Franklin e di Nashville (dicembre 1864). - Operazioni second~ri~ ~el Missouri, nel Tennessee, nel Kentucky, nella . V1rg1ma occidentale, nel Mississi pi, nell'Alabama e nella Luigìana. CAPITOLO XXX. - Opemzioni sulle coste e sul mare. - Assed.io di Mobile per l'ammiraglio Farragut. _ ~ombatt1mento contro la flo ttiglia confederata e particolarm ente contro il Tennessee . - Presa dei forti di Gaines e Morgan. - Distruzione dei corsari Alabama e Florida. - Gesta del corsaro Tallahssee . - Progressi della marina: da guerra degli Stati-Un iti.

C APITOLO

XXXI. -

. Situazione politica interna.

Campagna elettorale per l'elezione presidenziale. I diversi partiti. - Lincoln e Mc-Clellan. -'- Rielezioné di Lincoln . ·

XXXII. -

Ripre::;a deile ostilità pt=:r la campagna del 1865. - Operazioni preliminari contro il forte W ilmington. - Attacco fallito del forte Fìsher ~er Bu.tler. - Presa del forte Fisber per il generale Ter.r y . - Occupazione di Wilmington per, parte di _Schofield e di Terry. - Campagna di Sherman att,raverso la Carolina . CAPI1'0LO

·

0.~ PITOLO

XXXIII. - · Si tuazione degli ' eserciti prin-

cipali intorno a Richemond . - Petersburg nel febbr aio 1865. ......!. Piano d'operazionì generali di'Grant. -- Vasti raids dall'ovest all'est ed al sud, e per la' Sbénandoah. - Offensiva dei confederati il 24 marzo Petersburg.

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DELLA SEGESSlO~E

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- Gran cons iglio cl i guerra.. - Cìty-PoìoL, il 27 marzo - Novella rnossa di Grant per la sua sinistra dinanzi a Pertersburg . - Battaglia dei cinque giorni. - Presa di Petersburg e di Ri cbernond (2 aprile 1865). - Ri tirata e c!pit0lazion0 di Lee. - Fuga · di .Tefferf?on Davis. - Assassinio del presidente Lincoln. CAP1To1:.o XXX IV. -- Capitolazione di Job,nston nelle mani di Sherman . - Presa d ì Mobile da Canby e capìtoh,zione di Dick Tay lor. - Gli ultimi rnids ed i loro risu ltati. - Cattura d ì J efferson Davis. - Capitolazione .di Firby Srnith nel Texas. - Fine della guerra. - Licenziamento delle truppe . - Conclusione .

I nostri. lettori aNranno rilevato dal sommario che abbiam dato, come l'opera del Lecomte sia dì tutto punti) completa - completa, ben i~teso, come è possibile trattandosi d i fatti q uasi ancora palpitanti. , Forse il racconto è un po' men preciso e particolareggiato per quanto riguarda i confederati, e ciò di pende dalla maggior difficoltà che s'ebbe in generale a raccogliere notizie degne di fede cirç;a alle c;perazioni d i essi, ed anche perchè il Lecomte, se ebbe modo di procu'ra.rsi molti documenti rapporto ai federaÌi clii quali militò qualche tE)rnpo nel Potomac, non così f51i fu fa ttibile rispetto agli altri. La fine dell'opera è forse un pochinc1 precipitata\ e se ne accusa lo stesso autore nella concl usione, dicendo esserne cagione incidenti indi pencfenti dalla sua volontà. Ma nel suo complesso l'opera novella del Lecomte è all'altezza delle sue precedenti, e crediamo sia la più acconcia per istµdiarvi la grande guerra a merican a politicamente e strategicamente.


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I,A GUERRA

81 pHragg i del governo e degli stati maggiori. La rimar-·, chevole facil ità delle opera2.ioni co mbinatii per t erra e per acqua dev'éssere n ullameno menzionata, come · anchè l'agevolezza dei g randi imbarchi e sha.rc:hi. « Ci rammentiamo lo scalpore fattosi in Eu ropa per lo sbarco cìell 'e,;e~cito alleato in Crimè ~1 . Stando ai giornali cl i Parigi e d i Londra, gli era l'ottava meraviglia del mondo . Gli American i oprarono una cinquantina dì consimili sbarchi, sènza credere di far prodigi. , Il dec~no della strategia , in un rer-ente opuscol o inspi rato dalla cam pagna di Boemia dell'anno passato~ parla con ragione dell' infl uenza sempre crescente che le ferrovie deggiono prendere nelle operazioni militàri , ed avrebbe voluto, se nou·fosse per la sua troppo avanzata età, trarre da questo soggetto un nuoYO ed importante capitolo da aggiungersi al suo immortale P1·,fois de l'ai·t de la guerre . Noi comprendiamo sicuramente le preoccupazioni del generale Jornin i, confrontando le grand i guerre d i Napoleone I con _q uelle clei tempi ftttual i , cioè guerre in cui _eserciti piccoli, relativamente parlando, erano ;mimati dal genio, con altre guerre in cui colossali mezzi sono affidate a rriani ben meno esperte . Ma se il capitolo ~peciale accennato dall'illustre generale rimane a scriversi, possiam convi ncerci che gli American i ne bann o fornita tutt a la materia desiderabile durante la lor0 guerra civile. Essi hanno adoprato senza tregua le reti esistenti com e linee d'operazio_ni, e le hanno talvolta abi lmente completate. Cercarono sempre avidamente le occasioni di aaire contro le "reti del nemico, e codesti furono tra o ' gl i altri g li oggettivi principali di quei numèrosi roids (scorrerie) che a questo fine ahhiamo accuratamente regjstrato. DELLA SEG!!SSIONE

Ci sia ora concesso di tradurre letteralmente le conclusioni dell'autore, comeccbè ci sembrine; ben meritevoli di non essere messe in iscor:ciÒ: · • Giuuti al termine del nostro lavoro, vorremmo domandarci quali ponno essere le in.tlu~nze della . guerra della Secessione sullo sviluppo dell'.arte militare in generale; quali sono i progressi che può aver ' realizzato o fatto germogliare nel campo delle scienze militari? ~ La risposta a queste diverse quistioni non è facile nei sttoi particol ari, ma è semplice nel suo complesso. Gli Americani hanno realizzato un imrneriso progresso nel dominio del materiale e del tecnicismo. I loro nume.rosi sistemi di fuci le a retrocarica ed a ripetizione, i loro revolver, le loro fabbriche in grande di queste armi, le loro enormi artiglierie, sino al calibro di 300 libbre ri gate e dì 1,000 libbre liscie, i loro monitor ed altre navi corazzate, le loro -bocche da fuoco da campagna e da posizione d'ogni specie, batterie Reg1:1a, cannoni batteri e-revolver Gatling , ,. affusti-locomotive, pezzi a bilico, ecc., le loro celeri costruzioni di ferrov ie, ponti, strade, canali militari , il loro ammirabile impiego del telegrafo e dei segnali, poi alcune innovazioni d'equipaggiament,o e d'accampamento, la coperta di caoutchoitc, la pala da fanteria Benham, gìi ani~si d'ambulanza fra gli altri, ecc? i loro reali trofei e che domanderebber o. un grosso vo· ]umè per ·essere numerati con cura . « Nel dominio della strategia n ulla v'ha di rilevante. Gli strategi abbondano negli Stati-Uniti; m1'!, i· btloni risultati ne furono più rari , stante le difficoltà di a ccordare convenevoli disposizioni strategiche colle abitudini di discussione e di pubblicità inveterate nei

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LA GUERRA

« In fatto di tattica l'impiego della cavaller ia in grandi corpi e sull'adoperamento degli antichi dragoni, ad un tempo cavalieri o fanti, è questa la pre· çipua. novazione a constatarsi, come pure quei mids all'indiana od alla cosacca, di cui abbiam citu'to molti 0asi rim'archernli. La tattica dei tiragliatorj e degli avamposti , la sLetisa dappertutto in quanto a principi! , pare aver pure acquistato in Americ:i, per l'istinto e per la pratica solo, un grado reale di superiorità su

ciò che è d'ordinario praticato in Europa od in Al· geria, ed anche sopra quel metodo Waldersee, del qualn, alcuni teorici' fanno tauto caso. , In quanto all'organizzazione, alla disciplina, alle · manovre io massa , alì e tenute militari, !ilio spirito ,gerarchico, la guerra della Seeessione nulla ha offerto di n~ovo che sia degno di studio d'imita1.i1Joe: Se l'esercito regolare , sopra . questi vari rapporti, non cede certamente ad alcun altro esercito del mondo, s i capisce che non ha potuto essere lo stesso con YO •lontari, in serv.izio a tempo limitato, soldati·ciLtadini dovendo aggiungere all'adempimento dei loro do"Ver1 militari, fastidi di famiglia; d'affari e di politica. • È insomma . in quest'ultimo campo, ·in quell o della politica, della morale, del cristiauesimc, che questa guerra avrà effettuato il suo p iù accentuato e caratteristico progresso. , Essa, ha emancipat.o i n egri. Essa avra liberato una. numerosa e potente razza d'uomini da uua schiavitù che era sulla via di eonsacru.rsi in dogma ed in fatto, che ti·cstendeva già su più di quattro milio01 d'esseri urn a ni, cristiau i e civilizzati, come. pure su dei vasti territori , e che minacciava d'estendersi ben più ancora. lDssa coud urrà l'abolizione della schiavitù in tutti gli Stati ove sussiste ancora.

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DELLA SECBSS10NE

, Questa profonda e sanguinosa riYolnzìone segnera,,

rnalarado le sue imme n.:e miserie, uno ~taclio c;pknd1do . " nell'i:-:toria rlell11, c ivilizz;izi nne e dell 'av11nzamen~o d!èl reano di Dio sui diversi continenti . E!"!<a Rvrà co1-ta tn, o . è Vl-'ro, oltre a centinaia cli migliai·di rii clollari. il , ~;icri'fìzio di circa 500,000 vite umane, fra le quali 2'20,000 nel Sud e 280,000 ne l Nord . .Ma ò forse pagar tn,ppo caro il profitto di lavare il N11ovo-Mond 0 di

questa macch ia e dal rlelitto d'averla tanto tenipo t(illerata? , Speriamo che il I": ,rovern o am<>ricauo ,:aprà lavarne completamente n compierP la sua opera. fino al fine, senza perdere dì vista · tuttavia che l'aquietamento rlel le passioni scatenate è necessario anche alla ricoi-1i tt1zione ed alla prosperità della grande _repuhhli ca , G. G. C.


DESCRl.Zl!]Nll: Dl UNA VETT URÀ D'AMBUJ:.,\NZA

DESCRIZIONE Dl UNA

VETTURA D'AMBULANZA

Riordinare gli eserciti sopra nuove basi da ottenere un maggior n umero possibile cii combattenti, perfezionare le arm i da guerra per mettere fuori di combattimento un considerevole num ero d'avversari in breve tem po, sono la preocc upazione dei gov~rni di Europa. Una nuova organizzazione dell'esercito implica un maggior numero di medici pel tempo di g uerra. La benemerita Commissione Internazi onale Sanitarja, coll'istit uzione delle ambulanze borghesi? procurò di sciogliere il problema dell'arruolam ento temporario dei sanitari: il. conservare un buon quadro di uffizial i di sanità istrutti e capaci, è missione del Consiglio Superiore Mili tare di san ità: il cercare i mezzi dì por-

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tare colla massima sollecitudine un valido soccorso al prode ferito, è il vivo desiderio di tutta la nazione. Animato anch'io da questo desiderio ed edotto dall'esperienza delle guerre com battute in Italia, dal lb48 al 1866 e da quelÌa dell a Crimeé)., che gli attuali mezzi di trasporto pei feriti lasciano qualche cosa a desiderare, nell'agosto 1866, in Padova, nel tempo dell'ar lllistizio, fec i ·cJ.bbozzare un modello al quinto dal vero di un carro d'ambulanza col ' quale si potesse prontamente aècorrere sul campo anco nelle più difficili locali tà., raccogliere un maggior numero possibile di foriti , adagiarli compatibilmente col loro stato alleviando il torm,ento delle scos~e, ripararli dal disagio del sole, del polve,rìo, dell'intemperie senza vietar loro il benefie io dell'aria. libera, praticare alcuni soccorsi medici durante il trasporto, e combinar~ tutte questç condizion i colle pratiche esigenze della campag11cJ, coll'economia della spesa. prima e di manutenzio ne, in ui{ coi requisiti meccanici del traino. Avrò raggiunto lo sco po prefissom i ~ Lo giudiclieril. all'esposizion e di Parigi la Commissione Int,e rnazionale • Sanitari a dall a. q uale, ben di buon g rado è con ricono~cenza accetterei quelle modifi~azion i che si degnasse e, suggerirmi (l) . Il modello in legno al quinto dal vero, presenta un sP-mplice carro a due ruote trainato da un solo e.a vall o : nella vettura ponno adagiarsi tre persone sedute, e due cox:icate suHe barelle, ovvero sei per'.sone sèdute in caso di somrna necessità per bn--:ve I.ratto di c,tmmino (2). (l) Per cagioni indipendenti dalla mia volontà, il modello non venne inviato all'esposizione. (3) I disegni annessi, in nulllero ~i sei, sono al ventesimo.


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Dl,SClUZlONE

Le s tanghe l:'Ssenào mobili s' infUzano in due (;amen· erneruenti dall'estr(::mità tanto anteriore rbe postèriorc o della vettura; esse sono ienuLe fisse da appositi acciarini muniti di catenella,: la caknel'ia del p rimo acciarino è appesa alla stanga, quella del secondo parte dal centro delle sponde del carro, onde utilizzarla iu caso di ricambio. Nell'applicare le stanghe alla coda del carro se ne c0nserverà la risp1)Ltiva loro posizio ne. dovendo sempre la stanga destra Currispondere al latti destro del ca vallo, da qualsiasi pa rte il carro sia trainato. La mobilit/1. delle s tanghe offrfr potrebbe i seguenti vanta.ggi : a) Assicurare il ruoviu1eoto retrogrado della Yettura nelle , vie incanalate, strette od eccessivamente fangose, nei t,0rrenti, nelle terre coltivate, in caso d'ingombro dell e strade ove fosse impos:-:ibile di rivolgere la. velt ura; b) Servire a ripartire il carico in modo coufa cient e al tiro; e) Facilitare il ricambio -delle slaugbe, e sup!Jlin-i in caso di bisogno con un travicello; · , d) Renderu il carro p iù ma1wgg iabile da occ u_pare. un mi11or ,;pazio sui bas timeuti , n ei vagon i delle ferrovie, nei corLili delle caserme, uei magazzini. Nelle dimensioni d ella ruota lll'aUenni al modello di queÌla dei carri da battagl ion e : sarebbe a desidrrarsi che la ruota fosse più leggiera, lo che s'otterrebbi: diminuendo c;lel quinto la spessezza dei legni. Tre molle composte di più fogli d'acciaio tengono sospesa la cassa della vettura ; d i q ueste una è posteriore e due laterali , tra di loro connesse da tutelare la solidità senza torre quel grado di elasticità indispersabile per alleviare le scosse .

DI UNA Vl~TTUHA n ',HfBULANZA

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Due casse di ferro bianco, verniciate in bigio, stanno infisse alla· parete inferiore della coda del carr0; la - più grande, a tiratoio, per oggetti di medicazione e medicina li di f)rirna necessità, contenere pu? un rniriagramcna di peso; l'altra, con rubiqetto a col lo di lJCa può capire sei litri <l'acqua. La serratura deJla cassetta per le med icine <leve essere eguale per tutte le vetture; ciascun medico terrebbe sempre seco una chiav~ affinchè in ogni evento sia in grado di usufruttuare delle risorse di quel carro che gli cadde sotto mauo. Fra gli oggetti acce~sori che s'infiggono ai ganci, a tal effetto applicati sotto il carro, si comprendono una secchia, la tasca degli oggetti per il governo del ca- , vall o. il sacchett.9 a bi:1da, una tela per il fieno, la scatola del grasso per le ruote e per i piedi del cavallo, nna piccola lant"!rna, non che il punteruolo e gli sta.troni. La cassa della vettura è div isa in parte anteriore libera, ed io parte posteriore od interna. La prima (coupé) oon differisce da quella delle vetture della messaggeria se non nel doRsiere, la di cu i metà superi<>re è tolta per dare l ibero ~arco all'aria; notansi in questa il fanale, la spagnoletta, il manubrio del freno, il graticcino di fer ro v erso il pavim ento per difendere i pied i d8lh~ persona cor icata, ecc.; tengasi presente r.he nell'alza.re i sedili posteriori, i quali sono mobili ed isolati, si devano ribattere sul dossiere i guanciali posteriori, a maggiore comodità dell'infermo, che vi trova un soffice appoggio. L'interno della vettura ha il pavimento munito di r egoli entro cui_, , scorrono due barelle a capezzale e manubrii rientranti ; queste barelle sono articolate nel

.


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.OE,'SCR IZlON E

DI UN.A VETTURA D'AMBULANZA

centro per piegarle e nasconderle .sotto i sedili, tutelandone con questo mezzo la conservazione ; esse sono coperte di tela cerata verde per maggior proprietà e tenute a segno dai suindicati regoli, da. un acciarino: ma più ancora dallo sportello a ribalta ohe viene abbassato ogni qual volta si abbia a caricare 0 scaric:are '· un ferito. p;ello spa,zio esistente fra le barelle e l'interna. sponda del carro si ponno collocare i fuci! i scarichi. La copertura della vettura è 'iu parte fissa, in parte mobile. La fissa è costituita da un leggiero scheletro in legno cop8rto di tela _di vela di color bigio, resa impermeabile coll'olio di lino cotto, alle cui pareti laterali esterne s'infiggono dei ganci ,a sostegno dei zaini. La parte mobile è una tenda o cortina della tela suindicata, !"a quale può considerarsi divisa in tre lembi, uno posteriore e due laterali; questi si alzano a piacimento o per intero od in parte · soltanto fissandoli sui bottoni del lembo posteriore, ovvero si · Leogon o ambidue applicati su questo qualora si desideri che l'aria circoli col la massima libertà. Sempre quando si voglia alzare t utta la co·r tiua, non si ha uhe a piegare i lembi laterah sul posteriore, ribatLere questo sul tettuccio che gli è pari in lunghezza e larghezza, fissare le catenelle sui bottoni in fiss i al margine anteriore della vettura. Adottai, i fermagli a catenella reputandoli di più facile e pronto maneggio. Due tiranti in ferro partono dagli angoli posteriori del tettuccio, · _abbassandoli e fissandol i agli angoli posteriori del carro valgono a rafforzare la cortina in caso di piog;gia, vento, temporale, oss ivero di notte tempo , se.1·vèndo- fL mantenere ,meglio distesa la cortina ' e proteggere vfd idarnente- l'infermo dalle intemperie, 1

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Nello scegliere ii modo di attaccare il cavallo mi attenni a quello comunemente usato nei traini del commercio, per cui qualunque cavallo munito della comune bardatura troverebbesi acconcio a trainare questa vettura d'ambulanza (1) . Colla. vettura in discorso si ponno celeremente trasportare due o tre · medici sul campo di battaglia; al ritorno il conducente dovrebbe essere a piedi, e supponendo il carro al completo, cinque pei·sone, il peso non eccederebbe i 700 chilogrammi, limite pratico dei trasporti ad un cavallo. · Inoltre si potrebbe trarre partito di questa vettura,~ specialmente nelle grandi città, pel trasporto dei malati dalla caserma allo speda.le utiliz-zando il cavallo dei carri d!,i, batta:glione di c ui è dotato ciascun reg· gimento ; nei cambi di guarnigione, nell~ passeg: ~iate militari, neHe fazioni campali, da che l'uffiziale di sanità non sarebbe costretto a fornia.rsi per soccorrere · q uelli che per accidentale infermità non ponno reggersi in pied·i, ma appena adagiato l'infermo nella vettura seguiterebbe la ~olonna, e sarebbe in grado di dargl i quei s_occorsi di cu'i può abbisogna.re. Qualora poi si consideri eh~ questi carri costituirebbero l'ambulanza leggiera, la di cui prima idea è de;voluta al celebre barone Larrey (agost0 1797), e che la brevità del cammino da percorrere, allorchè sono carichi, non eccede il limite dei trasporti anco in teneni · fangosi, per strade campestri, s~ comprendei:à di qua.l vantaggio esser possa un carro il quale abbia seco due barelle e gli oggetti per una prima m1::dicazione. (1) Qualora. si desiderass~ cl'adottat·e le stanghe fisse con , due ca.va.lli, dei quali uno per il postiglione, vedasi la fì~nra N" 6.


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DESC1UZ101'E

Non si supporrà, ne son certo, ch'io mi creda d1 potere coi carri in que!'ltiooc trasportare tutti i feriti caduti io uua gran battag lia, nè che proponga la to tale al,>olizione delle attuali vetture d'~mbulanza, ma bens't che mi prefissi <l'accorrere con celerità sul campo per soccorrere il più presto possibile. Quegli che ha fatto una sola campagna non jgnora essere impossibile ad un governo anche il più ricco ed il meglio ordinato d'avere mezzi sufficienti da Lrasportare nello stesso giorno del combattimen to I utti i feriti allo spedale, quand'anche la battaglia avvenga alle porte di una popolata città, come il vidi a Novara · nel 1849; tanto meno poi se il combattimento succede lontano dai paesi , poichè a ll'approssimarsi delJe armate i contadini fuggono, condu-· cono altrove e nascondono il loro bestiame; i mezzi' di requisizione si rendono difficilissimi: sarebl>e ne . cessario che queste verità fossero sempre apprezzate, ed a· torto non s'incolpasse l'amministrazione mi · · litare. Ma che l il Congresso Sanitario Internazionale di Ginevra. ha sciolto questo difficile problema coll 'aver ottenuto da tutte le potenze d'Europa la neutralità dei feriti. Voliamo fra questi coi carri leggieri, con sufficienti mezzi di soccorso, ed il medico avrà compiuto la sua missione, l'umanità ot.tenutu il suo intento. Dottore A R E N A Aled-ico direttore.


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DI U~A ' : ETTUIU O'AMBULANZ<\

!!iplegazione delle Fi3·111•e.

A Stanghe collo l'ispett.ive catenelle.

B Pellana. C Grembiale rotolato. D Graticcio di filo di ferro. E Sedili. F Dossiei;e. G Sedile postel'iore sinistro aunulato. H Scheletro in legno. I Tettuccio. L T h·anti in ferro. 1 M Tenda distesa. :'i Parte del lembo laterale della tenda rialzata. O Zaini. P BarelJa con una perso1111 coricata.

Q R S 'I' U V

Regoli per le barelle. Intermezzo ove ponno collocarsi i fucili. Cassa pei medicinali ed oggetti di medicazione. Cassa per l'acqua. Ribalta riah:ata. Molle. \ V Unione della molla laterale destra colla posteriore. X Freno. K Punteruolo u. rotella. Y Staffoni. Z Came1:e posteriori pPI ricl\lnbio dell e 11tanghe .

91


HIVISTA STATISTICA

RIVISTA STA'I1ST'CA 93 - Un rlecrrto impP.riale miglior?> sen1-ib1\mente la po- · siz1one degli uffiziali generali, degli 11ffiziali di stato maggiore e dei funz1on3ri dell'i ntendenza militare che passano <la\l'attività alla disponibilità od aspettat.1va. Secondo la legge del 1837, que:;ti uffiziali entrando nella posizione di dispr>0ibilttà perdevano immediatamente la ruetà dello stipendic, d'attivi1à e la metà delle indennità di alloggio e foraggi, CIÒ che li c,ostringeva a disfarsi subito dei 101'0 cava lli, <{Uand'anchc questa posizioni:! di disponibilità non fosse che trausitona. Era un rigore iniquo. D'ora in poi es--i continueranno a godere per sei m~si dell0 stipendio d'attività e dell'indennità intna d'alloggio. OltrP Il ciò aYraooo, per 1 cavalli che realmente possederanuo, i foraggi in natura nei limiti degli assegnamenti del grado 1·ispettivo e per la durllta di tempo anzidetto.

( Le Spfcla teur Mililaire). l<'RA~ClA. - Il bilancio della guerra per l'e;;ercizio 1868 sale a hre 362,83.3,2313 ripartito come segue: Amministrazione centrale e deposito della guerra. . . . L. 2,683,838 Stati maggiori e gendarmeria . . 49,674,017 Paga e mantenimento delle truppe . • 272,709,080 .Materiale d'artiglieria e del genio . , 15,994,890 ~·cuole militari, invalidi, sussidi, ecc . . > 7,069.413 TOTALE ,cfulle spese , 348,131,238

- Furono rifatti i programmi della scuùla dell'artiglieria e del genio a Metz, nello scopo di mantenere l'insegna mento all'altezza della scienza e di assicurare alla. parte pratica uno sviluppo sufficiente; e v,li allievi del primo anno furono assoggettati ad esami di passaggio al secondo anno, ciò che finora non er:i usato. - Alla fanteria di linea fu ridata la tunica, invec(j della giubba. L'attuale tu nica però sarà a doppio petto e colla goletta rovesciata.

Governo dell'Alge1·ia. \

A1oministrazione centrale, spese segrete L. Amministrazione generale. . . . Giusti zia, istruzione pubblica, cu Ili , servizi finanziari e marittimi . · Golonizzazione, lavori pubblici . TOTAUl

703,360 4,213,867 4,052,866 5,731,907 14,702,000

STATO PONTIFICIO. - L'Unità, Cattolica ba dato i seguenti ragguagli su ll'esercito pontificio: ~ L_'esercito ba per comandante supremo il generale Kanzler, al t43inpo stesso ministro delle arrni'. Sotto di sè ha i due generali conte De Courteo, comandante la prima suddivisione, e marchese Zappi, èomandante la seconda s,ddivisione, m cui è ripartito tutto l'esercito. Le:-; l è


94

RJVISTA

I corpi che compongono l'esercito sono i seguenti: O « l Un reggimen1o di fanteria di linea di 3 battaglioni, ciascuno formato di 8 compagnie. Questa milizia è tutta d'indigeni Yolontari, e ne ba il_comando 11 colonnello Azzanesi; , 2° Un battaglione di cacciatori, parimeute indigeni, di 10 com pagnie, comandato dal t~nente colounello Giurgi ; • 3? Un reggimento di zuavi formato di 14 compagnie da 160 e più uomini l'una, comandato dal cdonnello Alter; · • 4~ Un battagl ione di carabinieri esteri di 10 com-. pagaie, comandato dal tenente colonnello Jeannerat; . , 5° Una legione frll;ncese di 10 compagnie, c:omandata dal colonnello conto. d'Argy; , 6° Un reggimento di dragoni; quasi tutti indigeni, comandato dal tenente colonrn!llo marchese Zappi; • 7° Una legione di gendarmi a piedi ed a caval lo, forte di · oltre 2,000 uomini , c.omandata dal colonnello Evangelisti ; • 8° Tre batterie da campo con peai rigati ed vb1ci -:li . prima. quali tà., Comandate dal tenente colonnello. COUL': Ca.imi ; Hn'altra ài quattro obici da montagnn, che forse saranno sostituiti dai piccoli cannoni a manòv.e!la, arrivati <li frescp ; , • 9° Un corpo del genio in_digeuo, comandato dal tenente colonnello Lana; <1 10• Fi.nalmente un corpo del treno, del servizio dì ambulanza, un battaglione di veterani sedentari e lo stato maggiore goneral'e. »

'

lNGHlLTERRA. - 1\}tualmente le forze militari dell'Ioghil\erra consistono in 185,ùOO nomini con 600 bocche a fnoco, cioè: Inghiltena ed Irlanda 81,000 uomini e 156 bocche a fuoco ; colonie 42,000 uomini e 60 bocche a fuoco; Indie 62,000 uomini e 384 bocchc•a fo6co. E sarebbero ripartite come segue:

ST ATJSTICA

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Jnfante,r1:a: l reggimento d1 grana1ieri della guardia di 3 battagli6ni; J r~ggi[)Jento di coldst1·~am-g,ua1·ds a 2 battaaliooi· 1 regaimenh) di mosdwttieri sr.oiz!lsi della guardia o ' ci • . e 109 teg3iment.i di fanteria, dei quali 25 a 2 battaghom, I. a 4 · ba.ttagliooi, e gli altri di l battaglione sok,; l brigata di 1·i/fos. di 4 battaglioui, più •1 corpi coloniali._ . Ca'lJa,llerfo,: 1 reggimento di horse-q-uards; 2 regg1ment1 di guardie del corpo; 7 · nig~imenti d1 dragorn della guardia e, 21 reggi me oh di cava.Ileria (dra151,oi, nssari . e lanci'3ri). A1·tiq{ieria: 6 brigaté· a 0avallo ciascuna d1 5 o 6 batterie ; '25 brigat& presiJiali e ~a campagna di, 8 batterie ciascuna, e 3 depositi di brigata'. Gen'io: 40 sezioni ed 1 comp,~gnia dei Lreuo. Treno: 24 sezioni. · Amminist1·az-ione,: 5 compngnié. Il bilancio per l'a~.aata 1867-68 :::aie a lire sterline 14,752.000. La 'fanteria è armata del fucile Enfield trasformato al sistema Snider a retrocarica. BELGIO. - Il progetto di riorganizzazione dell'eserci1o stato µreseotato dal governo porta. l'effettivo a 100,000 uommi ripartiti trn le varie armi nelle seguenti proporzioni. Fauteria 73,652, cavalln1a 7,114, a rtiglieria 15,394, genio 2,440, treno 900, amm in istrazione 500; tolalç 100,0CO. La commissione mista della Camera dei Deputati ha poi già adottato in tal progElttO le seguenti disposizioni. Il contingent~ annuo è di 13,000 nomini, di cui 2,000 destinati ai ba.ttaglioui di riserva . La durata del servizio è ùi due anni e roeizo per l'eser· cito attivo. Di 7 mesi io vari periodi per coln:ro che sono iocorpo· rati nei battaglioni della riser,va. Le surrogazioni e le sostituzioni sono abolite. Si può soltanto essere esonerati innanzi l'estrazione. 11 prezzo per ~ssere esonerati è fi~sato dal re due mesi prima dell'estra-


96

RIVISTA STATISTICA

ziooe; non pnò' essere inferiore di l ,000 .franchi, ahro che: nel caso cbe uno dei figli della famig lia abbia già pagato. 10 questo caso i fratelli ottengono una riduzione. Nessun esonerato sottrae il fratello al servizio militare. Il progetto istitnisce una prima chiamata di guardiana · zionale che può fornire in teH11Jo di guerra 30,000 uomini. La commis,ione emette inoltre vari voti, frà i quali è da notare quello che domanda al governo di esaminare se non sia il caso di ridurre il minimu,m della statura pe.r l'es~rcito attivo. La commissione richiama eziandio l'attenzione del governo sulla nec·e~sità d•i creare una riserva di danoro pnr far fronte ai bisogoi dei tempi difficili, come fu fatto rn Prussia .

"PRUSSIA . - L(J, Co1·risrondenza di Bei·lino ann1rnz1a la formazione di quattro reggimentj di cavalleria prussiana, due di dragoni e due di lancieri. Lo stesso foglio fa pure noto coUJe la iiorgauizzazione dell'e~ercito prussiano abbia necessitato un aumento nel corpo degli uffiziali. Di l ,6'ì0 posti vacanti, 670 sono stat i cJati a militari no;-eJlarneote rientrati al servizio della Prussia, cioè: Annoveresi, Assiani, ecc. I reggimenti di raoteria di tutta la confederaiione d1>l nord riceveranno un nnmero d'ordine generale. Sino ad orit i reggimenti prussiani e sassoni form ano 97 numeri. Gli altri Stati della federazione i::omministrando 12 reggimenti òi fanteria, essi ammon teranno in_ totale a 109 reggimenti.

.MA llTJNJ

CARLO,

Gerente.

MEMORIE E CONSIDERAZIONI Stil

PONTIERI · ITALIANI CON'f lNIJAZIONE

(1)

PAR'fE OTTAVA.

1. -

I pontieri costituiti in un reggimento.

L,arma d'artiglieria, per le mutate condizioni del regno ed il fortunato conseguente ingrandimento di quell'armata, che, cessando d'essere sarda, era divenuta in breve tempo italiana, andò soggetta nel gennaio 1861 ad un nuovo ordinamento: per esso le sei compagnie pon\ ieri già esistenti, disgiunte dal 1° reggimento d'artig1ieria (operai), vennero costituite in un (1) Vedi Rivista militare italiana, anno xu, vol. m, pag. 129 e 225, e vol. rv, pag. 5. AN><o xu, voi. 1v. - 7.


98 MEMORIE E CONSIDERAZ[ON I distiu'to r~gimento, che assunse la denominazione di 9° reggimento d'artiglieria (pontieri). ~sso venne composto di otto compagnie attive, ripartite in . due briga.te di quc1ttro compagnie cadauna, comandata ciascuna da un maggiore ; -e di una compagnia de-· posito. Comandante il reggimento fu nominato il luogotenente colonnello Maraldi, con sede nella città d i Pavia. Delle due brigate, una provvisorìamente comandata da un capitano, ebbe stanza a Casale Monferrato, l',a ltra, comandata dal ·maggiore Monticelli, rimase a Pavia, somministrando poi un distaccamento a Pia-· cenza. La forza del 9° reggimento d'artiglieria., che esistette col 1° aprile 1861, venne fissata siccome la si rileva dagli speèchi XI e XII. P<?rò la compagnia deposito, per disposiztone del 28 febbraio 1861, incominciò dal 10 marzo a rispondere al suo quadro di formazione. Ru poi dietro una ministeriale disposizione del 23 aprile di quell'anno che. venne autorizzata , la formazione delle compagnfe attive 6'1, 7a ed 8'1, che vennero comO poste il l maggio cli quell'anno con personale tratt0 dalle compagnie già esistenti, come pure dai reggimenti di fanteria e cavalleria, con inscritti na.politani e con quelli della leva 1861 delle Rornagne. Al luogotenente colonnello Maraldi fu dato in quella occasione ottenere che buon numero di barcaiuoli fossero destinati al reggimento pontieri, presi in ispecie dai reggimenti di fanteria, ove mis ure ancora poco provvide lasciano andare . delle specialità, che pòtrebbero essere in altre armi di tanto vantaggio. Ritocco questo punto perchè, mi pare, l'amministrazione della

SUI PO~TIER[ ITALif~II

99

guerrn potrebbe trov~r m~do /~cile.. d~ soddisfarlo senza decretare complicate. rnvest1gaz10m, e senza incorrere in ispese di qualche rilievo. ·

2. -

Osservazioni into1·no al quad1·0 di formazione rlel 1861.

Del resto, poche· m;servazioni devo fare_.s~l quadro . di formazione 1861 del 90 reggimento d'art1glier~a pontieri. Esso/ considerato parzialmente per ogm compagnia è quello che nel 1860 era stato adottato P<:~' la formazi one della brigata. L'esperienza' c?me g1~ dissi, dove'Ìra suggerire di riçlurre alq uant? i quadn delle compagnie pontieri coll'aumentare il numero delle medesime, o' di conservare sempre al~e medesi me ci nque uffiziali, di cui quattro subaltern~; la loro forza non sarebbe così stata eccessiva, ed anzi sare?b~ !':·ata vantaaaio3a non essendo il reggimento pont1en ~~ 00 ' ' t nel suo complesso eccedente i bisogni del. cres~1u .'o · esercito . L'amministrazione della guerra ~1 appigliò allora saggiamente a questo secondo p~rt1~0 . Osserverò ancora che, dato anche che i pontren non d0-_ vevano e non potevano allora avere i cavalli ne~essari pel traino dei loro equipaggi, e che tale cò~p1to er~ lasciato al treno militare, e ,sventuratament~ rn alcuu_1 cas( al treno borghese, i 40 cavalli di cm. ~ra ed e , tuttora fornito il reggimPnto non erano sufhcre~t~ pe~· e·sso . E ne dò la ,ragione. Essi, a mala pena suffic1en~1 pei movimenti del materiale, sia alla sede de~ reggi: mento, sia a lle brigate distaccate, adoperati t.alor"' necessar iamente in servigi estranei all'arma, appena . · · per, 1··1st rl:lz10ne · d, ~ot~.'ufpossono essere suff1c1ent1 e1 ., • fiz iali, che in ter:h po di guerra dovrebbero es~ere ca-


l 00 :\1EMORIE E CONSIDER.AZ!ONl paci ài stare a cavallo sia nello stato maggiore sia nelle compagnie del reggimento pontieri. Come potranno a.dunque essere sufficienti per prestarsi ai trasporti di materiale che le manovre annuali dov1·ebbero rendere necessari. Dico doiirebbe1•o, perchè io sono d'av':_is? c~e i pontieri vanno esercitati più che non accade rn man9vre- di qualche importanza aYenti un carattere straordin ario e fuori dei consueti luoghi ~1 manovra . Mi si dirà che ciò si eseguisce di tratto rn t ratto ricorrendo ai cavalli del· treno ed ai sussidi che l'artiglieria di campo noij manca · di fornire ai pontieri laddove combioata con essi si trova . Rispondo tosto, che vissi nei pontieri abbastanza per poter dire, c~e q.uelle straordinarie manovre sono troppo straordinarie, accadono cioè troppo di rado, e solamente alla sede del reggimento, o dur.ante qualche fazione campale. Sarebbe desider.a bile, che spesso, ogni sèttimana .dell'estate, ?gni com pagnia pontieri fosse in qualche m?ào esercitata a gettar ponti in località poco conosciute, recandovisi coi materiali suoi in condizioni simili a "quelle che in gu'erra si possono verificare. Così gli nffiziali acquisterebbero facilmente la voluta prontezza nel dare le disposizioni, nel provvedere l'occ~rr:nte materiale, nell'e~eguire delle buone ricogni z10m, e nella bassa forza si svilupperebbe specialmente .quell'istruzione individuale, che nei pontieri dovrebbe essere spinta il più possibile. Non è a dire c4e già molto non si faccia nel senso ?a me in~icat?, siccome v~dremo più innanzi, pure 10 sono d avv1so ' cbè converrebbe fare ancora assai più che non si usi. Riguardo poi all'istruzione dei bass'uffiziaJi destinati

SUI PO'.'lTIERI lTALIANI

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in guerra a mo1:tare a cavallo, io la ritengo nei pontieri importan_tissima . Non~ a dire che il furiere mag-g iore, i furieri ed i dué sergenti, almeno più anziani di ogni compagnia attiva, ~cl i trombettieri debbano essere nel reggimento pontieri degli eleganti ca val ieri. Ci guardi Iddio da siffatte esagerazioni. Sostengo però ,c·be il quadro di formaz ione del reggimento pont ieri, che nel 1861 stabiliva che il suddetio personale doveva jn guerra essere a cavallo, ed istrutto in pace a tale scopo, era ispirato a principii sanissimi. Ed infatti, come approvare la disposizione del 1862, che stabilì che .nessun graduato deìle compagnie attive, neppure il foriere, debba ess.ere a cavallo in tem po di guerra'? Non par vero che la meschinissima idea di risparmiare, io credo, s uì servizio in guerra del reggimento pontieri . una ventina di cavalli, abbia suggerit.a uria così infelice disposizione. E che in una compagnia pontieri , ~he ha i suoi uffiziali a cavallo, che deve tener dietro ai suoi equipaggi da ponte, che deve prom iscuamente servire con armi a cavallo, che ha _da disimpegnare delicatissimi mandati, oh~ deve eseguire ricognizioni, marce rapidissime, e via dicendo, il capitano non potrà disporre di un cavallo pel suo furiere, e dovrà metterlo a cavallo (supposto che ora si pensi a dargli la voluta istruzione a tal uopo) facendo appieda/e un bass'uffìziale del' treno, 'ò dovrà incaricare questo bass'uffiziale di missioni attinenti al servizio da ponti? Non par veto che tutto ciò non sia sem'brato assurd~ a chi decretava il gqadro di formazione del 1862; non par -rr:;ro come uo mini eminenti, che vissero per degli anni nell'arma dei · pontieri , e che l'avevano tanto sollevata in dignità, abbiano potuto approva.re di simili dispos~zioni ; non


1oi

MEMORIE E CONSJDERAZ!O'.'lI

par vero come ancora al dì d'oggi esse sieno mantenute in vigore. Ritornando al quadro di formazione de~ 1861, un'u.1tima osservazione vo' farvi. Se si analizza la formazione della compagnia deposito, e del resto quanto io dico qui per la formazione 1861, vale p~r quella J.862, non si può a meno di non essere conv inti de ll'opportunità della sua esistenza in un reggimento quale è quello cli cui ci occupiamo. La soppressione delle compagnie deposito, in massima fu opportunissima, ed era del resto da tempo preparata dal generale DellaRovere. Ogni regola però ba le sue eccezioni, e dico il vero, che la sola ispezione dc?.i quadri di formazione del reggimento pontieri negli anni 1861-62, avrebbe dovuto sconsigliare l'abolizione della sua compagnia deposito, che avvenne ora, corre più di un anno. Credo la -cosa tanto evidente per sè, che non mi curo di soffermarmi a svilupparla maggiormente . Da tutto quanto ho esposto sulla formazione 1861 del reggimento pontieri, erperge che in massima non v'era nulla d'importante a ridire sulla medesima. Il reggimento pontieri qual era di otto compagnie nel 1861, si poteva dire modestamente costituito nelle forme, chè il suo stato maggiore era assai limitato. ma era nella sostanza sufficientemente forn ito di uffi· zia.li e di sott'uffiziali, e p0teva dunque reggere benissimo ad onta della g rossezza delle compagnie onde esso era costituito. 3. -

Nuova fo1·ma:zione det 1·eggimento pontieri.

Ho già detto che ì'anno successivo segnava nuove modificazioni nell'arma d'artiglieria. Per esse anche

SUI POt'lTIERI ITALlANl

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l'ordinamento del reggimento pontieri era toccato. Nel marzo di quell'anno infatti la direzione delle officine pontieri che avevano acquistato, come vedremo, .u~ grande sviluppo, fu esclusivamente affi~ata ad uffi.z1alt del 9° reggimento. In tal epoca esso venne au?'1e_ntat? di una compagnia attiva, la 9a, che fu cost1tmta . 11 1° maucrio con individui presi daUe altre compagnie. o~ , l . Quest'aumento ebbé origine <lacchè venne ~ 1:eggrmento pontieri affidato il servizio dell~ flott1~ha del Lago di Garda, affidato prima alla. regia manna_. Pe1: un tale cambiamento infatti si rese necessario dr lasciare permanentemente distaccata a Salò una delle compagnie del r eggimento. In seguito alle ,modificazioni ~ccennate, ed . a~l'~.umentata ìmportanza del 9° reggimento d art1~he11a, esso veniva costituito sul quadro indicato dagli specchi XIII e XIV, in cui finalmente ritroviamo conte~p1ato il piede di pace, che le circostanze d~i. tempi, alquanto modificate, lasciavano vedere da Y1c100 parziale applicazione .

4. -

Osser~azioni relative alla nuova formazione

del 1·eggimento avvenuta neU'cinno 1862. Soffermiamoci un istante ad esaminare il quadro che teniamo sott'occhio. Esso contiene essenziali mo• dificazioni. E prima di tutto, l'aumento d i una compagn!a er~ esso necessario fi.nchè il reggimento era fornito d1 una buona compagnia deposito? Lo era dal momento che una compagnia attiva del reggimento dovev~ ~~­ sumersi il poco g rato incarico di servire la flottig11 a del Lago di Garda. Fu egli saggio divisamento quel lo

/


.

104 MEMORIE E CONSIDERAZlONI che faceva passara il servizio di quella flottiglia dalla . regia marina al 9° reggimento d'artiglieria? Da,vvero che, ad onta dell'opinione autorevolissima di uomini eminenti, io non posso a questa domanda rispondere in modo affermativo, cbè mi par proprio che la compagqia pontieri distaccata a Salò sia affatto distolta dalle più essenziali occupazioni alla specialità dell'arma attinenti. Siccotne però io son d'avviso che la flottiglia del Lago _di Garda, quale essa -si trova attualmente costituita, é poco meno che inutile, non potendo la medesi13:1a essere da noi portata a livello dell'austriaca appoggiata per, giunta a Peschiera (1) , così conchiudo che ì'avvenuto passaggio dalla regia marina ai pontieri avrà questo di vantaggio, che la com pagnia pontieri distaccata a Salò potrà, al ~umoreggiare di una guerra, essere riunita celeremente alle altre compagnie del reggimento, che conterà così non ìnutilrpente nove compagnie attive a luogo di otto, che sarebber'o state scarse per le esigenze del servizio che pio mberà addosso al reggimento pontieri al rompersi , di una grossa guerra. E che cosa accadrà della flot tiglia sul Lago di Garda? Quello che dovrebbe accadere fin d'ora: sarà abbandonata senza che ì'Italia abbia da un tale abbandono altro vantaggio di quello d'averla inutilmente mantenuta per più anni. Non la si potrebbe invece portare a livello dell'a:ustri'aca o fare modo che l'abbia a superar~? Non si potrebbe esegu ire lavori di fortificazione passeggera cui appoggiare la medesinia nel golfo di S?,lò '? Si potrebbero queste e molte altre cose eseguire, rispondo io, ma a quale scopo ora che il perno della difesa del regno

in

(1) S'intende che l'autore ciò dettava nanzi il 1866.

SUI PÒNIIERl ITALIANl 105 d'Italia si è di tanto -allontanato da Salò e dal Lago di Garda, ora che sareb.be stoltezza il voler difendere la Lombardia settentrionale che, inva~a dagli Austriaci, sarebbe ben tosto con incruento loro danno sgombrata ove appena le nostre mosse offensive fossero coronate di qualche autorevole successo sul nostro vero teatro di guerra . . Per queste ed altre molte considerazioni, io insisto ~elle espresse mie opinioni, facendo voti perché , la . compagnia pontieri 9istaccata a Salò sia, in caso di guerra, riunita a tempo alle altre Jel suo reggimen:to. Le mie convinzioni su tale proposito non solo sono . pienissime, ma sono, io spero, d'accordo con quelle di autorevoli personaggi. E.d allora perchè dunque non si fa ora quello che si dovrà fare poi ? · Forse, io credo, perché si .t eme che l'abbandono di . quella flottiglia•possa gettare sospetti, dar corso a dicerie, suscitare timori tendenti ad abbattere gli animi delle brave popolazioni del Lago di Garda e dintorni; forse perchè il timore le invaderebbe e si propagherebbe ben oltre nelle provincie settentrionali di Lombardia. Convengo che il là.sciar di botto la flottiglia, che l'affondare queJl'àncora, che alcuni ritengono di salvamento, senza far precedere delle comunicaiio?i atte ad illuminare le popolazioni anzidette, ed a trau;_ · qu illarle, sarebbe misura di grave momento, convengo, che ai punto in cui siamo, potrebbe una misura di quella fatta destare dicerie pericolose, ma. dubito che qualo];'a essa st compia (e lo si dovrà) sotto la pressione di una vicina. -guerra non abbiano a nascere inconvenienti più gravi . Egli è perciò che non , ho esitato a toccar l'argomento. La mia povera voée contribuirà forse a far nascere sull'argomento in discorso

ne

'.


106

MEMORIE E CONSlDERAZlONl

delle discussioni che varranno a preparar~ molte d~lle pro:7incie di Lombardia ad attendere impavide gh eventi, che inevitabilmente le minacceranno in caso di ~uerra, sia cbe si mantenga, 0 che venga a . t empo distrutta la flottiglia del Lago di Garda. ~;tra. s~stanzial':1 '.11odificazione C!)ntenuta nel quadro 186~, s1 e q.uella d1 avere ridotto a quattro gli uffi z1~!.1 . d~ ogm compagnia at~iva: un capitano cioè e tre uffiziah s ubalterni a luogo di quattro . Se la forza delle c.ompagnie attive in tempo di guerra fosse stata d'alq uaa.to dimin uita; trattandosi che nel complesso il reggnnento veniva sensibilmente aumentato di forza avrei_capito la riduzione fatta di un uffiziale per com: pa~n~a. ~Ia. l'avere ?onservate le compagn ie di 210 rnd1~1du.1 d.1 bassa forza, effettivo imponente date le attnbuz1om di una compagnia pontieri, non concorda coll'introdotta diminuzione, , e tanto ~meno concorda q uan~o si vede , che furono conservati sul piede di pace 1 quattro uffiz: ali per compagnia, sebbene l'effettivo di questa risulti portato a soli 144 individui di bassa fo rza: . ~inasc.e nel ~uadro 1862, in tutte regole, il capor ale fur1ere per ogm compagnia attiva .- tante volte creato e tante. volt,e . abolito: - non so quale imp~rtanza si ~ttaccbr cosi in bene ch e fa male a quel personaggio, 11 q uale d1 fatto ha sempre esistitò c0rne sussidio al furiere, e che sarà sempre più o meno utiie o dannoso dell'impiego che ne lascierauno far e i sianori a norma . . . b capitani, 1 quali soli ponno impedire che l'uso di certi i~dividu! deg:neri io abuso. È certo che, semplificata ammm1straz1one delle compagnie e ridot tala anche 111 te~po di pace a quelle forme spicci8 che si devono per forza adottare quando romba il cannone, il capo-

!

107 rale fur iere dovrebbe avere ben poco da fare; ebbene sarebbe egli mestieri di abolirlo per cavarne altrimenti partito? No perdio~ quando e furiere e caporale furiere sieno ambedue tenuti al loro vero posto erisponda il primo il più possibile al tipo del sergente modello, ed il secondo a quello del caporale modello; essi dividerebbero 'le istruzioni , le.fatiche, gli stenti, le glorie della compagnia, ed in pari 'tempo a ttende, r ebbero _alla facile amministrazione, lasciando coflì al comandante ed agli uffizia.l i della medesima il tem po di occuparsi degli essenziali b isogni di essa e non del disbrigo di occupazioni facili e materiali, che ridotte alla loro s'e mplicità sarebbero benissimo compiute dal furier e e dal caporale· furiere. ' · L'accennata forza del reggimento rese necessario uu , corrispondente sviluppo del suo stato maggiore; forse si esagerò alquanto da questo lato, ma certamente nou ne venne gran male e per il diminuito personale in uffizùlli delle compagnie, e per le moltissime occupazioni del reggimento pontieri e segnatamente degli uffizi ali , suoi. La com pagnia deposito era anche nel quadro del 1862 opportunamente mant~nuta. Quanto ho poi detto circa all'opportunità che nel reggimento pontieri vi fosse estèsa l'istruzione a ca.vallo a parecchi graduati di bassa forza di ogni compagnia, mi suggerisce evidentemente il rimprovero che co~ì oppo rtuna disposizione . sia stata nel quadro dell'anno 1862 completamente dimenticata. Ché anzi voi vedete nel médesimo prescritto che &aranno a ·cavallo in tempo di guerrn i forieri maggiori, i caporali maggiori , il caporale trombettiere, ossia quei pochi individ ui dello stato maggiore del reggimento, che a fronte dei furi6ri dell e sur \

PON'flERI ITALIANI I

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MEMORIE E COKS!DERàZIO!\ [

SUI PONTIERI ITALIANI

compagnie attivo, e di un trombettiere per compagnia, non ave,ano ragione cli essere a cavallo quando a c1uesti tocca in sorte di trottare a piedi dietro il proprio capitano, che viaggiar deve necessariam ente a cavallo. Su questo argomento non dirò che un'ultima parola. O in guerra accadrà che saranno a• cavallo in ogni compagnia atti,;a (e malamente a caYallo perchè non istrutti forse all'uopo) , il furiere, qualche sergente ed il trombettiere di ogni compagoìa attiva, ed i regolamenti saranno nat,uralrnente in questo senso sconfessati con qualche danno sempre pel principio di autorità, od i regolamenti saranno osservati e non mancheranno conseguenze che proveranno ]a loro assoluta sconveni enza. Chi poi ba vissuto nei pontieri, sa benissimo che. quel corpo che sostiene anche iu tempo di pace tante fat iche e privazioni, che ha un servizio clie. poche soddisfazioni morali pt·ocaccia a chi Yi appartiene, che le più difficili manovre da pontiere si eseguiscono lungi dall'occhio del pubblico, che sa come le mansioni di quel corpo dovrebbero suggerire di rile, arne il più possibile lo spirito, onde il servizio armato, che esso è chiamato a prestare, ,sia improntato di quella eleganza e di quel carattere essénzialmente militare, che contrastano alquanto colle abitudini del barcaiuolo e dell'operaio, sebbene in militari assise, non può concepire come l'amministrazione delJ.a guerra abbia cancellato dai regolamenti alcune dì quelle innocen tissime abitudini, che appunto tendevano allo scopo anzidetto: ,Chi è stato mi litare 'mi darà ragione, ne sono certo, e mi coocederà che l'istruzione a cavallo di alcuni gradu~er compagnia fosse stata inuti le 1

per le esigenz\ del· sen-izio in goerra, era pore da I

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rispettarsi, come non era un gran male per _le finaoz_e dello Stato il concedere che il caporale furiere ed 11 trombettiere più anziano di ogni compagnia attiva, avessero col caporale trombetti ere comun e il diritto e }'obblio-o di portare la sciabola a luogo della daga, purchè a quell'obbligo fosse stato unito quell~ di ~sser~ in tempo di guerra a cavallo. Le sono rnez1e, s1 dirà ; ma le sono inezie che hanno più valore che non si crede. La vita militare è per sè una vita di abnegazioni: in tem po di pace poche sono le soddisfazioni che ali~ bassa forza si ponno procurare, perchè dunque levargli quelle che' tendono al supremo scopo cu~ ~ev~ ~irare chi comanda un esercito, a quello c1oe dt rilevarne 1o spirito militare delle truppé? Egli è appunto partendo da questo punto di vis~a che io vorrei che i pontieri, con qualche loro equipaggio, non fossero sempre dime~t~cati !ad?ove l'esercito fa bella mostra di sè. Egh e qumd1 con vera gioia che li vedo da due anni chiamati a pre~dere qualche parte ai campi milit~ri,_ e ~olo .bra~1ere1 eh~ talora fossero dalle popolaz1om veduti sfilare collo altre truppe al seguito di quegli equipaggi, che con tanta cura conservano, che con tanto zelo adoperano e per cui tante e così ignote fatiche sos~eng?no . Qu ella del 1862 sarà l'ultima organ1zzazwne del , reggimento pontieri di cui mi occuperò in questo lavoro . Aggiungerò solo, che essa fu sostanzialmente mantenuta fino allo scorso anno, in cui fu soppressa la compagnia deposito. Ho già toccato di que~to argomento, nè più voglio insistere sul medesimo. Il reggimento pontieri poi dall'essere il 9°: passò a? essere il 1° d'ar tiglieria, quando venne rn quest anno


110 ME~,CORlE E co:-,;srnKRAZl'._Q~l SUl PO'.'IT!ER! lT.ALlANl soppresso il reggimento operai, ed il 10• reggimento d'artiglieria di campagna, divenne il ' 9°. Toccherò ancora più innanzi di alcune cose rifl ettenti l'organizzazi-one del persona!e, e più ancora l'istruzione e l'andamento disciplinare del reggimento pontieri, ma le varie osservazioni avranno sempre riferimento (a meno che io non accenni divei.·samente nel mio lavoro) al reggimento pontieri studiato fino -alla fine dell'anno 186:2, epoca in cui non senza versare qualche lagrima (militare s'intende), dovetti abbandonare quel reggimento, ove io passavo dalla primavera del 1860 giorn i certamente carissimi.

RICORDI E DOCUMENTI . Df

UOMINI E DI TROVATI ITALIANI DA SERVIRE ALLA STORIA l\IILITARE ' QO:'<'l'l!'iUAZ!O!O;

CESARE CAVI.

(Continiia)

(*).

I

FBA MARCELLO DA GASSINO GIACOMO E SIMONE ROBERTO DA TORI);O o

I CAN~ONI ED I FUCILI IN PIEMONTE NRGLI MNI ½327 E-157 4 Il primo documento, che non soffra eccezione, sulle armi da fuoco in Italia (1), è stato finora l'ordine della Signoria di Firenze del dì 11 febbraio 1326 di fabbricare cannoni di metallo e palle di ferro. A questo io (*) Vedi Bi-vista mi~-itare italiana, anno· xr, voi. m, pag. 1l::O e anno xn, voi. 1 1 pag. 69. (I) Citando questo doc1.1meuto come il primo sulle armi da fu.oca in Italia, nou intendo che questa sia la pdma notizia che noi pos-

siamo mostrare di questi nuovi strumenti bellici. Yeggasi in proposito in questa stessa Rivista, anno vi, voi. u, png. 209 e YOI. nr, pag. 289, la mia memoria : Delle artigl-ieri·e da fuoco italiane.


112 ' FRA MARCELLO DA GASSINO posso aggiungere l'altro, finora inedito, che ricorda il maestro di getti cui fu commessa l'opera, e ritolta poi, non saprei dirne il perchè, due mesi dopo dal Consiglio dei Cento, colla delibera~one seg uente : · « Die xxiij mensis aprilis . ' « Item prouisionem factam super eo quod RJNALDUS , de Villamagna (2) qui dicitm· electiis fuisse c·u m vno , sotio ad faciendum cannonès ferreos et pallottas fer:reas , et ad ipsas pallottas sagipolandum (3) sit capsus vi, : gore presentis prouisionis D (4). Dalla quale sappiamo che RINALDO non. solo era fabbricatore di cannoni e di palle (5), ma che sapeva eziandio governare quelle armi, ossia che era bombardiere; professioni coteste che in quei primi tempi riunivansi spessissirno jn un sola individuo, con l'altra di fabbricatore di polvere. · Ora al documento fiorentino v iene a fare riscontro un documento piemontese non meno di quello im,por(2) Y xLLA)lA G NA. Si hanno tre paesi in Toscana ed uno nell'ex reame di questo nome. Io tengo per fermo che il nostro Rinaldo fosse di Villamagoa di Toscana e della più vicina a F irenze. Ad o.gni modo qu esto fabbro bombardiere è sempre un ll'ALIANo, (3) Sagipolandum. Non sapevano d imenticare le ' armi più usate in quei tempi, e dissero perciò saettare le paJle, come . avreb bero detto parlando del trarre le saette. Notisi pure che nel vernacolo toscano si dice sagepola per saetta, ed il popolo dell'Umbria dice

saeppola e saieppola. ;f

·

Libe_r sitie (Juate1·nus continens in se breueni -et sunimariain me1norimn,. etc. . . . . . sub annis d.ni, millesimo frecentesimo ·vigesùno sexto - a c. 82. (5) Dedico questa notizia dei camioni di metallo e delle palle di ferro a tutti gli scrittori di storie e di enciclopedie, e specialmente a quelli' italiani, i quali assevera.no che canno1ie è voce v·enuta di Francia con Carlo VIII, dal quale fu anche introdotto l'uso del)e palle cli f m·o ! (4) Archivio centrale toscano -

113 tante per la storia nostra sulle ar.mi da fuoco. E qui ìn mezzo a questo popolo d'indole e di costumanze · bellicose sin da tem po antichissimo, è un Frate, l'uomo delìa preghiera e della pace , l'inventore ed il fabbro del nuovo strumento pirobalistico da guerra . E non si creda già che sia un secondo Frate nero, o Schwartz, o Anhlitzen· (chi ne sa ancora il vero nome?), del quale han detto tante e sì svaril!,te cose, da ridurlo un mito. Mai no. Ed. a provarlo subito, cito le parole testuali del documento, scritto su pergamena, che è il conto della caste1lania dì G1iss1No reso dal castellano Guglielmo Oro per ~n anno intero, dal 21 di novembre del 1326 al giorno e mese stessi del 1327 (6). ' • Item librauit iµ factura cuiusdam I NSTRUMENTI seu 1 AR'trFICIJ facti per FRATREM MARCELLUM ad proiciendum ~ BALOTAS PLOMBEAS , facta deliberatione per manus « Rubei, pèr licteras Domìnj de testimonio et con« fession e, <latas die 16 mensis <!-Prilis 1327, .quas red« didit. - Sol. 72, den. 7 viennens » (7). FIRENZE dunq ue, potente repubblica, e GASSINO (8), E GIACOMO E SIMONE ROBERTO DA T ORINO

(6) È al signor avvocato :Monticelli che debbo la comunicazione di questo documento importantissimo, per la qua.le e ~er la gen: t ilezza con che si presta a facilitare le mie ricerche, gli rendo qm i più vivi ringraziamenti. . (7) Archivi gene1;ali del regno, Sezione Camerale. Conti ~ella Castellania di Gassino, mazzo 1 °, rot olo n" 5. - Avverto qm una volta per sempre che tutte le citazioni nelle quali non è inJipata la provenienza sono tratte dai documenti dell'.A?·chivio Camerale. (8) GAssr;o (Gax(mwi, Gaxurn, Gasignum) capo luogo di man· _ <lamento nella provincia e diocesi cli Torino, sulla destra del .Po ed a grecò di quest a città., dalJi.; quale ~ l ontano circa 6 chilometri. E ra Gassino munito, in antico, d1 un castello, d1 quattr~ torri e più tardi di bastioui, dei quali si veggono ancora gli avanzi. È rammentato col no me cli Gasingumi in un diploma del re Ar·duino nel 1003. Dall'imperatore Federico I fu cfata questa terra al

!

ANNO xu, vol. rv. -

8,


114

FRA :\LI.RCELLO DA G!SSl~O

piccolo castello presso Torino, danno alla storia delle armi' da fuoco italiane i primi documenti, cui non è potenza di critica che valga a negare o sminuire la yerità, poichè si couservano di ambedue gli originali sincroni nei mentovati archivi. (~ualcuno mi potrà fare l'obbiezione che ·Ie parole inst?·umenti .~eu a1·t,i(ìcij acl proiciendum balotas plombeas sono troppo generiche ed oscure; per me invece, sono espl icite e chiarissime, e significano CANNONE, schioppo, bombardella. Se non si spiega la forma dello strumento, se non si parla di polvere, non ne consegue che quello non possa essere un'a''!11a da fuoco . Si neghi che nel documento fiorenti no non si parla di armi da

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marchese Gugli elmo <li Monferrato, che n el 1158 concedettq agli abitanti di essa, tutte le franchigie e tutti i privilegi dei quali era stato largo col com un e di Valenza, con obbligo ch'essi facessero p!irte del suo esercito tre volt•i all'anno, e per tl·e giorni in ogni volta. senza paga, promettendo loro di pagarli se avessero dovuto portare le armi per un tempo maggìo1e. Sul principio del secolo xiv Filippo dr Savoia, durante la guerra col marchese di :i.\'Ionfenato, co•1 l'aiuto cli Chieri, pose l'assedio al luogo fortificato dì GassillO ed in breve se ne impadronì. Terminata la guerra. il marchese di 1foufenato ricuperò tutti i paesi per lo inna nzi a lui sogge tti, meno Gc,ssino, Verrua e Leynì che avevano giurato fedeltà a Filippo di Savoia. Nel maggio del 1355 fu Gassino compreso nell'atto col ([uale re Carlo confermò a.I ·marchese Giovanni gli Stati Monfcrratesi. Ma in giugno del 1393 Amedeo • principe d'Acaia,, venuto col suo esercito dalla Savoia in Piemo nte, . occupò questo luogo al mo.rchese Teodoro. Nel luglio del 1397, per cessare le discordie tra i due mentovati principi, io un compromesso nella p ersona di Giova,n Gal eazzo Visconte, fu da questo ordinato che Gassino e gli altri paesi del Monfen nto 11resi dal principe cl' Acaia e quelli di questo principé oecupati dal mnrchese, venissero fra dieci giorni consegnati ad una terza persona che doveva ritenerli sino a che egli avesse pronunziato la sentenz,\. Nell'an no medesimo Gassino venne in potere del conte cli Savoia.

E GI.\COMO E SIMONE ROBBRTO O,\ TOUINO

115

fuoco, avv8gnachè nemmanco in quello si faccia motto di polvere I .Mi si dirà forse che vi si nominano i cannoni, e che è tolto così ogni dubbio sulla forza impulsiva da adoperarsi per trarre le palle; ma in questo di Gassino si dice chiaramente che il nuovo strumento è fatto per giltm· palle di piombo . Dunque lo stnimenlo, l'arti(ìcio di F RA MARCELLO (che io dico addirittura da Gassino) od era del genere dei nem·oba!istici, o di un 11uo-vo genere cioè dei pfrobalistici. Ma gli st1·umenti nevrobalistici er ano già di uso comunissimo e tanto conosciuti i nomi loro, che non si sarebbe fatto un mistero, nè si sarebbe conservato tanto scrupolosa, mente il segreto appellandolo strumento od a?'li(ìcio da scaglia1· palle di, piombo e nulla più . Una prova che mi appongo con questo mio ragionamento la trovo n~lle parole che qu i riporto dal conto stesso. « Item librauit in prepar endis et de aqua , et riperia padij (sic) extraend1s et aportandis super « rippam padi juxta Sabauianij quùngent-i"s lapidibus , grossis de Tmbu cho vel circa causa portandi illos in « castro èlauaxi, ecc. » (9). Dunque a Gassino conoscevano benissimo le macchine da guerra usate in quei tempi; e se l'a?'l'ific'io di FRA MARCELLO fosse .stato di tal genere, lo avr ebbe quel castellano francamente appellato col suo vero nome. E potrebbesi anche ragionevolmente supporre che in quel castello fosse già qualche costrutto,re di cotali artifici. Uhè otto anni più tardi trovo un pagamento di 105 viennesi (lire italiane 34,12) fatto dal castellano Folchctto Melioreti.

io

(!!) Fu proprio in quest'anno che il principe d'Acaia occupò Chivasso, e le grosse_ 1,ictrc (così chiamavausi allora le palle) da Traboccq dovevano essere clcstiuate a 111unì111cnto del castello.


116

FRA MARCELLO DA GASS)NO

capi/,Xio (cioè carpentie1·e, dalla voce • della lingua. romanza chapuis latinizzata) pro .eius , Jaboribus in quòdam b1·icola facta apud Gaxenum << de no uo , clauellis, cordis, vno corio cum dimid io « bouis, corrigìjs et alijs necessarijs ad opus diete • bricole, emptis et allogatiS per cedula'm Domine si' gìllatam, datam die XXJ augusti .M ccc0 xxxv» (10). Io poi non ioi marav iglio punto che, essendo lo stru,mento fabbricato da FRA MARCELLO una cosa affatto nuova, non abbiano saputo con qual nome chiamarlo. Giorgio Stella, l'annalista genov~se si tr,ovò nel caso stesso del castellano di Gassino. Parlando egli di quello strumento col quale i fuoruscit.i Genovesi scagliavano n el 1319, si noti l'anno, pal le incendiarie contro la t orre posta .alla bocca dell a Darsena, lo dice: « Artificium « longum et ingens ari modum tubae in qito ignis magna « guantitas et frequente1· accenclibilia fe1·ebantu1· » (l J ). E lo Stella scriveva questi an nali in sul finire del secol o xiv, per cui p,d teva bene chiamare quell'artificio a m o' di tromba c0,l suo vero nome, cioè cÒl nome di bombarda. Ma qui è chiaro che l'annalista si attenne fedelmente alle memorie sincrone che al suo tempo si consen~avano dei fatti avveouti in patria, ripetendone le parole stesse . E gli scrittori di quelle cro-mich.e raccontarono i fatti, dettero un'idea del nuovo artificio, ue spiegarono l'uso e gh effetti, ma non seppero chiaq1arlo col vero nome, perchè a Genova, usato forse allora per la prima volta, non era stato ancora · 1 battezzato. « THOMfi: PAGANO

0

,

(10) Gom.putus Folcheti de J.ìieliore.tis Castellani Gaxeni, 13341335, mazzo 1°, ro tolo n° 11. ( 1 \) Annales Genue1,••ses. "rn'ru~ • ToRr ,· R er. Ita•. > , t o~. xvn,, coJ. . .-.. 1038.

E GIA COMO E SlMQNE ROBERTO DA TOR! ~O

117

Per la stessa ragion.e lo storico di Oividal del Friuli d escrivendo l'attacco d i q~ella 'Città, nel settembr e del 1331, dice: « Postmodu m veneruut (i nemici) ad • P.Ontem, et inciserunt dictum pontem, ponentes VASA « versus civitatem • (12). Il canonico GIULIANO non ' sapeva che quei V ASI, drizzati contro la sua città., in altri luoghi d'Italia erano già chiamati BOMBARDE. E questa notizia trova esatto riscontro in quella tratta dalla bib lioteca imperiale di Parigi - le plus ancien de ces renseigrcements, relati vi alle armi da fuoco in . Francia - dalla quale si ar.prende che nell'arsenale defla marina fran cese a Rouen nell'anno 1338 esisteva e un Po·r de fer à t1·aire garros (13) à feu • (14), cioè un V A~o di ferro ~M' 'tm1··1:e quadrella incendiarie. Ma perchè questo · V Aib di ferro no~ è chiamato col suo vero nome militare? La r agione ce la di ce ld st esso FAVÉ che cita il documen to: « La bouche à feu ne • porte pas clè. nom , ce qtti p1·ouve au moins que « Guillaume du Moulin ne lui en connaissait pas » (15). Così nei conti 'di Lilla del 1347 è registrato il regalo di 8 soldi: « à un maistre qui vint chigielier d'un « TONNOILB (tonnoù-e, tonne1·re, dal latino tonit?·u) », e più innanzi: « .... . mais tre qni gieta dou TONNO!LE » (16). Ed in una carta di Brusselle, scritta in li ngua fiam minga , il bombardiere è chiamato DONDERBUSMEESTER, (12) Fragrn. Hist. Foro,ju.liensis. l\1uRATORI, Rer. !tal., tom. xxrv, col. 1288, nota. · (13) GARRos, -gm·os~ garot, garoz, ga1..,.au, garreaii, gw"rieu, gauros, gitarot. Gros baton, dard, trait d'arba-lète, flèche, etc. de qi~ad!ratus (RoQUEE·oM·, Glossai?'e de la langue 1·o·m.ane, alla v. GA:iios). (1 4) FAv:Ìi:, Èt1,des sitr le passé, ecc., tom. m, pag. 73. (15) FAvf:, ivi. (16) FAvi:, op. e toin. cit., pag. ·ss.


MARCELLO DA GASSl:-iO cioè maestro r.lei tubi, o canne, da tuono (17). Istessamente nel racconto di Co:~mÉ agli anni 1324 e 1325 :::i ricordano: « maquinas è ingenios que lanzaban globos 118

FRA

« de fitego con grancles truenos •; e , incesante fiiego 1

«

de las maquinas de ·truenos •. Ed all'anno 1340 nar-

rando l'assedio di Tarifa, dice che truppe moresch<' <li Spagna la battevano « con maquinas cle truenos que • lanzaban balas de hierro gmndes con nafta, ecc. , (18). :Ma a che cercare documenti di questo uso in paesi stranieri, se ve n'hanpo pure in Italia oltre_quelli già. citati? A Lucca il dì 5 di settembre del 1341 esistevfi, nella 1'61·zena1·ia « Vnum CANNONE:'11 de fer,·o ad proicien• das pallas de fe1·1·0 »; il 17 dello stesso mese furono pagati tre fiorini d'oro a mastro MATTEO da Villa Basilica « qui fecit et construxit TRONmI a sagittando pal« loctas, die xr mcnsis presentis , ; finalmente il giorno 20 settembre G1ovAKN1 NACCHr, pure da Villa Basilica, ricevette « L. xn, s. x, d. x1, pro vno CaNNONE de , fer?'O ad TRONm.1 et pallis de fe,·ro , (19) . Dopo aver citato tanti documenti italiani e stranieri nei quali le nuove armi da fuoco non avevano un nome prc,prio ma generico sìccome - m·tificii,m longum et ingens ad modum tubae; - maquinas de t1·uenos; - vasa; - pot de fe1· à traire garros; - tronum a sagittando palloctas; - - tonnoile; -

don<le1·busmeester;

chi rnì vorrà impugnare che lo s'rRUMEN'l'UM sEu ARTIFICIU'1 AD PROICIENDm[ BALLOT.AS PLOMJmAS, fabbricato da FRA MARCELLO da t,assino, non sia CANNONE, uno scmoPPO od una no~IB.ARDELLA, cioè una vera arma da

un

( 17) Loco cit. (1.8) Co~nf:, éùition Bauilry, 18-!0, pag. 3!l3 e 60,J. 011, e tom. cit., pag. 67. ( I 9) Bo~m, Bandi Lucchesi, pag. 333-33~ .

In

F'Av{.:1

GI.\COMO E snIO~E ROBERT() DA TORIKO -119 fnoco? Pi.>rtn.nto concludo: se il castellano di Gassino non regi~trò col nome propdo lo srnu)1E:no od ARTIr,ic10 per la cu,i (altura pagò il 16 di aprile del 1327: soldi 72 e clen. 7 viennesi (20) a FRA MARCELLO, ciò E

avvenne soltanto o perchè egli non ne sapeva il nome, o pe·rchè il nuovo stntmento non era stato anCQra. battezzata. Registriamo dunque, per mandarlo, alla posterità tra i primi fabbricatori delle anni da fuoco italiane, il nome di FRA M,rncrr.1Lo da (;assino; e così poni amo l'Italia in grado di segnalare anch'essa il suo Frate con nome, data ed opera incontestabili.

Ora veniamo agl i archibugieri G1ACOMO e SIMONE ROBERTO, ossia al FUCILE. Foc1r.E, o FUCILE, è voce toscana più vecchia assai dell'applicazione fattane ad una parte e_ quindi all'arn:ia da fuoco portatile che noi conosciamo sotto questo nome. Essa viene da fuo co, ed è un piccolo ordigno d'acciaio col quale percuotendosi una _selce, perciò detta anch'essa pietra focaia, se ne traggono faville di fuoco ad accender l'esca; quell'esca la. quale secondo Valturio ai suoi giorni si adoperava (20) Il cleuaro viennese clebile nel 1327 valeva, in metallo, lire italiano o,03,25; 12 cli questi formavano il soldo L. it. 0,~9; perciò soldi 72, cleu:1ri 7, COl'rispouclono a L. it. 25,30,75. A Torrno nell'anno predetto si pagò il • ferro lavorato per far (,nesfre alla • to1Te 6 denari dc bili alla li bbra • (C1un ,rnro, F,co nomirt Politica, toro. u, pag. 372), ossia L. it. 0,46,11,69 a l chilogramma. Supponendo lo strmncnto in quistion e di feno batt11to, sarebbe stato del peso di chilogrammi !?4,876. Una ù01nuardella di ferro hattuto esistente nel nostro Museo cl'artiglieria, della portata di chilo..,rammi 5 circa di 1Jietra, pesa chilugn1m mi 41. Lo strumento dunq:1e cli Fn11. l\IJ.nCELLO, doveva essere un camume di 1Jiccola portata cioè cl::t dice o tre libbre 11iemontesi cli valla di piombo.

=


120 FRA MARCELLO DA GASSINO come tempo o spoletta per accendere la carica interna delle palle cave inventate da Pandolfo . Malatesta, e che · il dottissimo Favé, poco fortunato nell'interpretare le parole latine del nostro scrittore, ba scambiato in una mèche en{l,ammée (21). Di q uest'ordigno di uso domestico parla DAN'fE: , Onde la rena s'accendea come esca sotto facile (In(., 14, 39); e ce ne dà la definizione BoccAcc10 colle seguenti parole : « Il fucile è uno e strumento di acciaio, a dovere dell~ pietre, le quali • noi chiamiamo focaje , fare percuotendole uscire « fauille di fuoco » (Com. In(., 14). Anche la Ungua romanza , originaria dalla latina e madre a molti idiomi che parlansi in Europa, ha la voce fusa, corrispondente a b1·iquet, e se ne ba esempio nella traduzione del Decameronc: • Le Varlet ja sacbant que • l'on dormoit partout, advisa que temps et lieu « estoit d'accomplir son desir, ou de soy donner voye « avec autre cause de advancer la mort que il desi« roit, si fìst d'une pierre et d'un fusil qu'il portoit · • avec soi un pou de feu à buchettes (22) cnsouffrées, • touchées à la méche esprinse par le feu du fusil. , Bocc.ACE, 1or nouvelle, 3e journée , (23). E poichè questo è il più antico esempio che si cita di tal v0ce iu quella dotta opera del RoQUEFORT, ed è una traduzione del nostro sommo prosatore del trecento, così (21) Perchè non sembri che io faccia il critico irra"ioncvolmente ' riporto i passi degli autori, francese ed italiano, me:tovati. Il Val~ tinio scri,•eva che quelle " pilae aeucac tonnentarii pulveris plenae • cum fungi aricli fomite imientis emittuntur •. Il l!'avé dice che traavausi quei • projectiles d'arain pleius de p01tdre à ca11-0n et • munis d'une mèche en(lmmnée • (FAVÉ, Op. cit., tom. nr, p. 110). (22) DoucflET, Buisson, broussaillc; de boscus. RoQuEFORT, Glossaire cle la langue romane. (23) RoQUEPoRr, Glossaire de la lm1g1te romcme, alla voce FusJL.

SIMONE ROJ;F.RTO DA 1'0RlNO 121 io credo che dalla nostra sia stata portata in quella lingua. Come noroè di arma da fuoco portatile il primo a segnalarla, in tempi assai remoti, sarebbe stato il Cibrario; ma disgraz.ìatamente il chiarissimo scrittore ha preso un grave abbaglio . Eccone le parole téstuali: , 1372. THONON. Dono ad un menestnero cbe fece e, varii giochi con la daga, la spada ed i fucili (fou• cilii.s), 4 franchi d'oro (23,86,02), 95, 44. (Lo noto « per la più antica memori<3/ che io conosca di quel• l'arma da fuoco sotto tal nome) , (24). Se non chè questi · (ouciliis non sono altro che la faucille dei Francesi latinizzata; e perciò non si tratta_qui di armi da fuoco, ma da taglio, cioè dì Falciuole. Venendo inn anzi si giunge sino al principio del xvi secolo senza ~rovar ment0vato mai il fucile, arma da fuoco. Il MoRITZ MEYER in questo torno ce lo vorrebbe ricordato colJa seguente notizia: « 1515. Le fusil est , nomm é pour la première fois, dans les édit,s des • rois de F·rance, r elatifs à la chasse » (25). E sarà vero ciò che assevera. lo scrittore prussiano, cioè che sia in quegl i editti ed in quell'anno nominato il fucile; ma come mai si p uò credere che questa voce indicasse quell'arma da fuoco portatile che fu chiamata emù perchè munita di facile o fucile, se due an ni più tardi si ha la prima notizia della: • lnvenlion de la PLATJNE , A ROUET, à, Nuremberg, et SELON toute appai·ence, ine vention simulta.née de la platine de Miquélet, ou « platine espagnole (Schapphabu-Schloss) en E~pagne?, Ma che rinculavano anche allora 11 secolo? ' E GIACOMO E

(24) CrnnAnro, Op. cit., tom. n, pag. 396. (25) MomTz M1mrn, .ilfam1el historiqw~ de

à

fw.

la tech11-0logie des an11es


}22 !<'RA ~I \l\CF.l.LO O.\_ OASSl:-10 .Ma sia pur vera questa invenzione, essa tosto nata morì; che nè autori fraucesi, nè altri ne fanno motto E lo stesso MoRnz MEYEH, dotto e solerti ssim o ricercatore in tale materia, non ritorna a parlaroP che ~!l'anno 1604, nel quale dice che : « On voit des fusìt.~ • avec platine à bcitle?'Ìe • . Ciascuno vede che è troppo grande la lacuna cbo si ha nella storia del fucile, ed io mi studierò di riempierla, per ciò che .riguarda l'Italia. e non con vane parole, ma con incontestabili documenti. Se io <lassi retta all'amore che porto al mio paese, correrei risico di farmi da questo trasportare così da dire non solo probabile, ma da stabilire addirittura come cosa certa, sino da i primi vent'anni del xvi secolo l'uso del fucile in Italia. Ed av~er to q ui, una volta per sempre, che quando dico fucile •intendo l'arcbibuso munito di questo congegno cioè dell'acciaiuolo, azzalino , o piastra a martellina. Ma ' voglio lasciar parlare i documenti, perchè il lettore colla scorta di essi pronunzi il suo gi udizio. F ra questi viene primo uno Ferrarese che è la: « Crid a facta a clj vlt .• de lujo 1513 per il douedo e (divieto) de por tar arma da asta al tempo de nocte, « ne ba lestre, schiopetj, ecc . « Desiderando lo IIJ.mo et Ex.mo principe S. N. Don • Alfoo so per la diugratia Duca de Ferrara, ecc., in • questa sua inclita cita d_e Ferrara dextramente po' nere l>ou ordi ne ... . . Per questa sua publica Crida , commanda vuol et statuisse che persona. alcuna de « che conditione voglia ei:;sere on sia : ancorcbe foss e • allo stipendio et soldo di sua Ecell! non ardisca « ne presumi senza expressa licentia de sua lll .'"" S . • di .note ·cum lume, on senza lume andare per la

E HUCO\IO E Sll!O~E ROBERTO DA TORl~O

1~3 -

« predetta inclita sua cita curo arme inbasiade, ne

• curo balestre, on schiopeti, al pena dc trati quatro « d"3 corda, ecc . . , ..... Declarandose, quanto sia per la presente « prohibitioue, la nocte comenzare a moza, bora. No' tificando a tutj che sua Exc:ell! per questa sua « Crida riuocha, et annulla ogni et singole licentie. « et concessione di portare diete arme che sta te facte • per q ualuncha causa, ecc, » (26). . ... Io non voglio dire che gli srhioppetti pro1b1t1 rn questa Grida del 1513 fossero a facile, ma certo erano, già armi bastantemente insidiose, e perché corte, e per chè certamen te non a m iccia; chè in tal caso non si sarebbe potuto nascondere, di notte senza lume, 1a miccia accesa ; ma a ruota, o con un altro congegno che, come questo, procurasse con facilità, e senza çhe altri se ne addasse preventivamente, l'accensione della carica. Ed in questa mia $Upposizione trovo appoggio validissimo nella seguente notizi a del già cita\o MoR1Tz MEYER : e 1519'. Maximilien interdit les armes à feu · « qui partent spontanément (ce q ui sign(fie probable« ment sans le secours d'une mècbe) • . Dalla quale io tiro francamente la concl usione che le armi proibite non erano a miccia, perchè con questo mezzo non si fann o partire i colpi spontaneamente, e che perciò erano a ruota. Comunque però il lettore voglia supporre gli schiop7Jelti od a ruota od a facile , a mc basta aver provato che non potevano essere a miccia e tiro innanzi , ed (26) Biblioteca c0munale di Fcnara. Statu.to di Fe1Tct1·a, manoscritto della prima metà del secolo xv, con agf1ilmtc, cU. gride ducali sino al 1523. Classe I dei Ferraresi, n• 218, f. 8G, ve.rso.

Il


124 FltA MARCELLO D.A GASSINO i documenti che riporterò in seguito mostreranno che non mi sono ingannato. E fossero anche a ,·iwta cotesti schioppetti, l'Italia avrebbe guadagnato già molto nella priorità di questa inve{fzione attribuita , finora dagli storici ad un armaiuolo di Nurembergh nel 1517. Chè io non credo punto all'autent icità della data 1504 incisa nella piastra a ruota del moschettone tedesco che si conserva nel museo d'artiglieria di Parigi. E mi associo al dot to scrittore del llfanuel histo,·ique de la technotogie des armes à feu, il quale su tal proposito osserva giustamente : , Gomme sa date n'est pas mar• , quée sur le canon , il est possible che la, platine soit · , d'une date postériew·e • ,

Questa notizia sarà dello stesso valore di quella dello stesso M oRITZ MEYER che r icorda il cannon~ (I?), rinvenuto in un pozzo del castello di Coucy, nel quale • on lit l'inscriptioo suivaote : fait le 6 mars 1258, « 'Roul, ,·oi de Coucy » . Ma egli soggiunge con molta sana criti ca : « Gomme à celte <'poque les chiffres arnbes , n' étaient pas enco1·e en usage, on peut conteste,· la vé« rité de la date » (27).

E volendo citare un altro battesimo di antich ità, ricorderò la: , Boucbe à feu de la p,·emière moitié du « x1ve siècle, en fer forgé, composéc de trois douves (27) • Ce fragment a vingt-deux pouces de longueur. Le tube n'a , qu'un pouce de calibre; il est brisé à quatre pouccs cn ·avant • clcs TOURILLoNS (gli oai::ccmoNr nel 1258!), et comprend la culasse • et le renfort; il est EN ClJrVRE JAONE . • • •• • l\[a lasciamo questa descri.done, percl1è vi è già. di troppo per dichiarare apocrifa anche una rlata posteriore a quella di un secolo. , D'ailleurs (dice il , B.i..Rou,}, suivant l'histoire, Baoul deux fut tué à la battaille de • Massoure en 1250 • (Dictionnaire de l'armée de terre, alla v. · C'or1.P.vnrnE).

1:25 , maiotenues par quatre anneaux. 1'ourillons servant « a fixcr la pièce sur un pivot d'affùt à deux brao« ches . L'ét1·ie1·, sans bride postérieure, est de la forme e la plus ancienoe. Le calibre est de 0,060. Ces armes , « se cbargeaient par la culasse au moy~n de boites « en fer à poignées, assujetties par des coins et placées « dans l'étrier , (28) . Questa bocca da fuo co della prima metà del xiv se~ colo, che è posta per prima nella co llezione delle arm i del suo genere nr,l. museo d'artiglieria di Parigi, non è altro che una bombardella da nave, o meglio una pet1·ie1·a a b1·aga della seconda metà del secolo x~ o forse della prima metà. La b1·aga o staffa ( étrier) per contenere il mascolo o came1·a mobile (boUe), !a forcella mobile (pivot' d'affitt à deux branches) e gh 01·ecchioni, dovevano reodere avvertito il dotto scrittore di quel catalogo a non mettere al primo posto questa artiglieria le cui parti, che accennano un gran progresso, sono in contraddizione coll'epoca e mostrerebbero che anàando innanzi col secolo si andò indietro coll'arte; perchè di orecchioni special mente , non si h~ono altri esempi fino alla prima metà del secolo xv, testim,onio il catalogo stesso, che non ne registra altre con orecchioni sino alla seconda metà del secolo mentovato. La Grida ducale del 1513 pare non ottenesse gli effet ti voluti , perchè tl'ovo un : <e Proclama factum « per personas euntes de nocte sine lumine, et po,·tantes , arma, publicatum de anno 1522. Indictione X.a, die 14 , febb1·uari;' » . Nel quale, dopo le solito formole , e , E GJJ\C0:-10 E S1M0t•m ROB.l!:lt'l'O DA TORINO

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(28) Gat(tlogtw des collections c011iposant le Musée d'm·tillerie, par O. P i,;NGUILLY 1/HJ..1UDON, ArtilZe1·ùJ gros modèles, n° l'.

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,, FRA MARCELLO D.\ G.\SSINO

E G!ACO}l[O E 8!MONE ROBERTO DÀ TORJi'sO

ripetizioue di divieto di portare armi in genere, si aggiunge : ' « Et òltre di questo, comanda e vole S. Excell. a _ « che niuno cossi terriero come forastiero possi portar « in dieta s~1a. citade ne de di ne de noete balestre, « scoppetti da fuogo, che cerca el po?'/ù,?· quelli DA PR~DA · « O DA FUOCO ~!ORTO se repo1·la a qu,into "P ER ALTRE CRlDE « S. Excellentia ha statui to, ecc. » (29). È chiaro dunque, da questa seconda Grida, che gli schioppetti _vietati in quella del 1513 erano da preaa. o dn fuoco morto, e perciò dissi benissimo che non potevano ·essere a miccia, ma almeno a ruota. E d ico alm,eno a 1·uota perchè le parole da preda mi darebbero diritto di crederli ragionevolmente anche a facile. Se non che potrebbe supporsi che nelle ruote primiti ve adoperassero la pietrajocaia, invece della pirite, o niarcassit,a , marchesita, ed anche ma?'Gheset,ta sostituitavi perchè non soggetta · a scheggiarsi, e pèrciò di lunga durata. Anche questo però dovrebbe essere soggetto di ricerche per accertarsi bene del fatto; e chi sa che non mi capiti col tempo qualche documento in proposito. Ma andiamo pure innanzi, e seguitiamo a giovarci dei documenti ferraresi. In un'altra « Crida de gli homicid,,j -pensati et SCHIO « PET[ DA P.REDA » fatta tra il 24 ottobre 1523 ed il 1525. sono r1onovate le proibizioni di portare armi vietate, e stabilite pene severe contro coloro che le portassero • cum, p1·oposito et animo deliberato di ama« cia1'e (ammazzare) alc1.ma pe?'sona, ecc. • E si ordinava che a chiunque insidiasse l'al trui vita, e s'inten(29) Stctti~to di Ferrnra, manoscritto a

L 90,

verso.

desse caduto in pena, gti fosse tagliata la mano, , e questa oltre quelle altre imposte dagli Statuti di Ferrara. E si aggiunge poi : , « Et perche SE SONO COMINCIATI acl 1;,sare schìoppeti « d'ima so1·ta molto periculosa che vulgarmente se chia« mano SCHIOl'PETTl DA I •REDA cum li qual-i f'acifmente se « pot1·ia conirnetter homicidio, cognoscendo il predicto • Hl.mo S. N. che :rALl SCHlOPPETTl SONO Al'nfl DlABOUCHE, « sua Excell.a. prohibisce, et comanda exp,ressameute « che alcuna persona di qua.lunque con ditione si sia « ardi_sca portarli ne fare portare per lo · aduenire de ( dì n~ d i nocte per la dieta cita di Ferrara, et suo « distrecto senza ex pressa licentia ,d e sua rn.rna S. soto ( pena cle una ma1:1-o della q uale.più potesse et si va• lesse, da esserli pubblicamente tagl'iata in piaza » (30). Io prego il lettore a por meute alle parole della Grida - se sono cominciati ad, usare schioppeti molto perfoiilosi che vulga1·rnente se chiamuno SCHIOPPETTI DA 1,nEDA. E vero che anc:be gli schioppetti a r1.iota potevano dirsi preda, ma la denominazione a ,ruota e-ra già con.osciuta, e poteva usarsi -in un bando del governo. Nel 1534 si stamparono gli statuti ferraresi çol titolo : « Statitta prouisioaies et ordinamenta magnificae « ciùitalis Fer1·1i1'iae, nupe?' 1'rformata, cum .nouissimis · « p1·oui,sionibus pro litium dùiitiirnitatibus praecidendis « anrw Do . M:.D .xxxu u »,(31). N,e1 libro terzo a.Ila rubrica - Poena'-'{Jo·rtanti1.tm arma vetita, •ecc., - si tro'vano tra le arn;i vietate schiopetus, arcusb1.isus et hìs sirnilia. Quindi segue così:

aa

.[

(30) Statuto di Fcn-a-ra, manoscritto citato a f. 91, verso. (31) lm1Jressiwi Ferrariae per I?rnnciscwn Rubcum dc Valcnti'a,

mmo Domini 1584.


1~8

FRA MARCELLO DA GASSINO

« Quia tamen sCLOPl LAPIDEI

E GI.À.COMO E SIMONE RO.BER'l'O DA 'l'ORlNO

NOCI· « BILlA, ideo mandamus quod nullus audeat eos por• tare, vel portari facere, sub poena ultra praedictas « poenas quatuor ictuum fonis ». · Alla rubrica poi - De licentia po1·t0Jndi arma, ecc. , - si legge: ( Praesenti edicto concedimus ..... licentia.m impune • omnia arma portandi, etiam vetita, praeter scLoPos « LAPIDEos, et balottas ferreas. vel ten·eas eundo de ci« vitate ad villam, etc: »; e segue poi accorda~do agli avvocati, ai procuratori, ai notari ed ai loro se:rvi, di potere 11. portare quaecumque arma vetita, praete,· scLO·« POS UPTDEOS, et ballotlas terreas, aut ferreas,, et a1·rnc.1, « inhastata, etc. • Ma non voglio insistere più oltre su questi schioppetti da pietra o lapidei, nè forzare il lettore ad accettare la int~rpretazione ' che h~ dato a ' quelle parole: Mi basta che sia accertato l'uso di ·essi a Ferrara sino dal 1513, e se in quell'anno si proibiscono non dovevano essere introdotti proprio all'ora; e di aver provato colle riportate Gride che quelle armi diaboliche e valde nocibilia dovevano essere colà già molto generali¼zate nel 'lasso di tempo che bo discorso. Allontaniamoc:i dunque da quella città, e rechiamoci in altra pure italiana, cu.i . spetta fino ad ora il merito di poter mostrare il primo documento incontéstabile suUe armi da fuoco in Italia. Andiamo dunque a Firenze. Riporto un Bando sopra gli archibusi et schioppi da 'fuota del dì 2 giugno 1547, ab incarnatione. « L'Illustriss. et Eccellentiss. Signore il sig. Duca · « di Fiorenza, e per S. E. li spettabili et dignissimi « ,Signori Otto di guardia et balia di detta citt~. : : .. e ordinano, comandano et proibiscono. A qualsivogl ia SUN'l' ARMA

V.ALDE

.

129

( persona di qualuoqÙe stato , izrado, militia, di« gnita, ecc ..... , non po,s sa hauere, tenere, o usare , alcuna sorte di dett.i archibusi da ruota, da F U.CJLF, « o vero da PIETRA, o da ACCJA!UOLO, o da 9orda, che « siano di minor lunghezza di un braccio et mez?,O , (0• ,875) in alcun luogo del Ducale Stato di Sua , Eccell, ecc. • (32). Ora poichè si ha un bando scritto in un paese dove la purezza e le proprietà d.ella lingua non dà luogo a cavillar~, esaminiamo bene questo documento e tragghiamone le giuste e ragionevoli conseguenze. Qui si parla di archibusi da ruota, da FUCILE, o vero da piet1·a o da, Acc111rn0Lo o da co1·da, che siano di Iunahezza minore di un braccio. e mezzo. Si ·tratta o dunque di vietare ,con questo bando le armi da fuoco . I • corte, e perciò bastava accennare 11 genere e non venire alla enumerazione delle specie. E' se queste specie non esistevano, no;ninandole, sarebbe stato un prevenirne l'invènzione. Dunque nel genere· di armi da fuoco portatili, esistevano nel ·1547 quelle specific.:ate ne·l bando: Ed è un gran regalo per la storia delle armi da fuoco italiane il bando fiorentino, del quale nessuno, che io ~i sappia, ha fatto finora tesoro ; e non era poi un documento da· andarsi a ricercare tr.a la polvere degli archivi! Se in quel tempo non si fosse conosciuto altro modo di comunicare il f~oço alla carica dell'archibugio che la nwta e la co1·da cotta, bastava accennare queste due specie di archibugi . Ma chi scrisse il bando non si contentò di nominare quell e soltanto, dùnq;e al· suo tempo si adoperava anche un'altra specie di archibugio, ed egli non volle, tacen-_ dola, dar luogo a persona di poter eludere la legge. 0

(32)

CANTINI,

A!-INO

Legislazione toscana, tom. r, pag. 358.

::ur, voi.

1Y.

-

9.


·, 130 l'RA MARCRLLÒ DA GASSINO Dunque oltre all'archibugio da r-uota ·e da corda, vi era anche quello . da FUCILE. E si osservi come è stato chiaro ed esplicito lo scrittore del bando toscano, affiochè tutte quelle parole non sembrassero poste lì a mo' di sinonimi. Egli ha prima nominato le due specie sorelle direi quasi degli archibusi cioè da ruota, da , fucile, e quindi ha posto le altre voci a chi8rrirle maggiormente - o vero da pietra o da acciaiuolo - ; come sarebbe a dire - da ruota o vero da pietra, - da FU. CJLE o da ,\COIAIUOLo. Dunque archibuso da ruota o vero da pietra è una stessa cosa, come, lo è archibuso da }"UClLE o da ACCIAIUOLO; ma quello non potrà mai scambiarsi con questo. I Toscani sapevano bene' cosa · fosse l'acciaiuolo e Gosa fosse la ruota,, e co~ quanto diverso modo servissero a trarre scintille daUa selce, il pdmo éioè per percussione, la seconda per confricamento. Mà lasciamo di commentare il bando toscano del 1547 perchè è tanto cbiaro di per Bè stesso, che parrebbe qua~i un far torto al lettore se si credesse non persuaso della distinzione che in qu esto è fatta delle due ~pecie di archibugi. E concludiamo che se in Toscana nell'.anno 1547 si proibiva di portare archibugi da FUCILE ,O da ACCJAIUOLO meno lunghi di un braccio e méz~o, ciò prova c~e questa specie di archibugi era colà già. in uso. Ora prego' il lettore a seguirmi sino a Torino, cbè vuo' fargli una grata sotpresa col mostrargli i fucili di Emmanuele Filiberto; l'eroe di Casa di Savoia che diede quella memoranda lezione ai soldati di Enric6 II di Francia a San Quintino per la quale, con tutti gli · ~iuti che gli portò d'Italia il vittorioso duca di Guisa., dovette concludere à Castel Carnbresi l'onorevole pace malaugurata nel 1559. A dfr vèro i fucili non potrò

TORINO ~ 131 mos'tri:i.rli, ma invece ne mostrerò i documenti~ chè con tanti ladri, amici e nemici , che sono venuti sin da quel teìnpo in Italia, è gran rn\3rcè che vi sian rimaste le carte, che pure non sono state sempre da t_o tti costoro rispettate. Il primo a farci sapere che al tempo di Emmanuele Filiberto si usavano archibusi a fucile in Piemonte , anzi che ,egli n e avev·a armato gli archibugieri della. sua guardia, è GIOVANNI ANTONIO CoRNARO in un suo manoscritto dello scorcio dell'anno 1594, conservato nella biblioteca Ambrosiana (33), e cono~ciuto per la pubblicazione che fece il Venturi di a lcune parti di vn dialogo tra Vete?'ano -e Tirone, che io qui riporto. Il dia,logo s'aggira SUfli archibugi; e Tirone accennando · gli inconvenienti/ di quelli a cor~a, dice che potrebbero usarsi quelli a ruota e spec;ialmente quando se ne abbiano di quelle alla ilamminga bellissime e per , venticinque scudi l'una, per cui così gli r eplica il E GIAGOl\IO E SUlONE ROBERTO DA

« VETERANO: Tanto più queste sono faci li e sottoposte a rompersi, e difficili al povero soldato di « averne. Però non s'usano tali archibusi se non_ da • Grandi. .. .. Vi si prevederà col porre in uso sopra « gli archibusi una sorta di fo.cile di poco costo, es« sendo composto di pochi ferri, e però sicuri da non « rompersi o guastarsi, e facili in modo da adoperare « che dandosi in mano al più rozzo uomo egli in :un , tratto ne apprenderà la pratica, e li troverà sicuri, , cadendo il fùoco che fanno ) n mezzo al polverino, « sicchè non falla~o, e con. ogni menuma pietra si • possono fare ben mille tiri, e si possono accomo«

(33) ·Registro Q, pag. 12~.


• 13'2

F'RA .MARCELLO DA GASS l"NO

• dare sopra gli al'chibusi ordinarj senza mutare o , guastare la cassa: , . « TmoNE. - Questa sarà invenzione nuova., percbè anch'io ho veduto e adoperato focili e de'più stimati « e buoni, che usaua Emma.nuell~ Duca di Savoja • nella guardia di sua Persona; i quali ho dismesso, « perciocchè oltrechè costano caro, hanno tutte le n principali opposizioni delle Ruote, e sono fallaci nell'accendere il polverino, gettando il ' fuoco non , dentro ma fuori del focone ». «

• VETERANO. - L'inventore è stato un am ico mio (34), · • •c he à tanto faticato colla mente e con molte espe• rienze, che finalmente quest'anno à ridotto il sopra «- detto istromento nella bontà che vi ho narrato'» (35 ).

Siamo giunti a tal punto con la descrizione che il Cornaro fa della nuova piastra in sostituzione di quella ,a ruota, che, senza volere aggiustar pienissima fede ai miglioramenti operativi per ridurla alla bontà che aveva narrato al Ti1·one, bisogna convenire essere la piastra descritta null'altro che un vero FUCILE, un ACc1.A.rnor.o, come le diceva il bando toscano del 1547, un .AZZALINO, come le chiama la Grida del governatore di Milano nel 1583; insomma quella tale piastra a martellir.a, eh.e fu caus~ giustissima di fa.r cambiar nome al tutto, e farlo chiamar fucile. Nome che si doveva · cambiare al tutto, quando ne fu tolta la sua parte · (34) • Dal contesto di tutto il restante dialogo sembra che l'amico • fosse il Cornaro medtlsimo •. No ta del Venturi. (35) Dell'origine e dei primi progressi delZe odierne artiglierie, del cavaliere GIAMBATTISTA VENTURI. ]}femoria letta -4/,l'.J.nstituto· (Verona) il giorno 8 giugno 1815, pag. 37 .

..

E GlACOMO E SLMONE ROBElrfO DA TORINO

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speciale, se i militari moderni non avessero cred uto ·forse scapitare ritornando al noi-ne generico primitivo di schioppo o di , archibugio, o. se avessero amato e curato come si dovrebbe proprietà dei termini; i quali se nulla tolgono od aggiungono alla bontà ed all'efficacia delle armi, mostrano bene però che il soldato non è una macchina, e che in esso al valore' nell'arte milita:e non fa brutto contrasto l'ignoranza della propria lingua. Ora vengo a manteil'ere ia promessa fatta ai lettori intorno ai ruc1u di Emmanuele Filiberto. Senza il dialogo del Cornaro sarebbe stato ignorato questo speciale armamento degli archibugieri che ·forrnavano la guardia di quel principe. E non è da sospettare punto che i fucili che fornivano quegli archibugi non fossero veri fucili ; ma ruote; perchè la differenza è provata dalla. descrizione del Cornaro, e percbè allora i militari, scrivendo o parlando, nominavano tutto pro, priamente. Eglino si sar!:)bbero guardati bene dal dire, per es., fucile a ruota, un a1·chib·ugio che non avesse avuto il fucile; mentre oggi, senzà sospetto di errore, si dice e si stampa FUCILE AD AGÒ (36). Bìssendo certo

la

(36) Oggi non esistono più fitcili nè nell'esercito, nè nell'armata. del regno italiano, ma soltanto !).rchibugi rigati lunghi, corti e cortissimi per le truppe di linea, pei bersaglieri e per la cavalleria. Gli archibugi od archibugietti rigati, si sono chiamati generalmente anni carabi-nate, o semplicemente carabine. Dunque si adotti questo nome di genere per tutte le nuove armi ; e que.llo di specie per' distinguer la lungb~zza dell'arma sia. carabina lunga, carabina corta e carabinetta. Questa nuova arma poi si distinguerà pel modo del caricamento, dalla bocca, dalla culatta od a "ripetizione, è dal congegno per comunicare il fuocq alla carica di che sarà munita, dicendola a percussione o ad ago secondo che l'uno o l'altro vi sarà adoperato.


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.FRA MARCIU,i,O DA GASSIN O.

• E GIACO~lO E SlMONE ROBERTO DA TORl NO

pertanto che gli archibugieri della guardia ducale a Torino avessero q,rchìbugi a fucile, sarebbe ottima cosa l o accertare egualmente l'anno in cui ne furono armati, il quale non può essere che tra il 1560 ed il 30 agosto 1580. · Qui non mi è mestieri perdermi in congetture, percbè l'archivio camerale m.e ne fornisce il documento. Nel Conto del teso1·iere generale Fauzone , anno 1575' ·trovo, al capo 759, il seguente ricordo di pagamento: • Piu !iure cento pagate a S1MONE ROBERTO arc;hibu« g iero che sono a conto et .in deduttione de scudi « cento quaranta, di tre liure ducali l'uno, donategli • per sua Alt.' per resta de archibugi et" FUCILI a ·zei , datbi, come si vede per il mandato fatto per detta < sua Alt.a li quindici dì nouemb1·e 1575, la cui copia • autt.ca, insieme con due quittanze .fatte per il detto • Roberto li vinti due di x .mbre di esso anno et vinti • tre dì germ. 0 1576, si rimette in Camera , .

fra il Veterano ed il 1'irone, io mi sarei peritato dal riportare il documento piemontese come una prova ioùubbia che nel 1575 si avessero qui fucili nel vero significato italiano di questa voce cioè di piastra a F UCI LE. Ma dopo le parole del Cornaro spttrisce ogni dubbio, ed il documento citato vieue mirabilmente a confermare quelle parole, a stabilire un'epoca certa ,dell'introduzione di tal nuovo sistema negli' archibug i della guardia di Emmanuele F iliberto, e perciò Ìa scoperta è preziosissima . E •lo è tanto più in q uanto che, chiaramente vi è detto non essere quello il primo pagamento fatto per tali · arrn i e parti di esse, ma per resta -(resto, 1·esiduo) de a1·ch-ibnsi et FUCILI a lei datti. E questo, a parer mio , significa che il mandato del 15 :novembre 1575 si riferiva agli ultimi archibugi a FU-' 9 ClLE che il duca aveva ricevuti da M. Simone•di quelli che a ve vagli ordinati. E polch è · questo maestro archibugiere non aveva certamente una fabbrica d'armi da potervene costrurre molti al giorno; ' così. è da credere che, almeno, sin dall'anno antecedente ne avesse i ncominciato il lavoro . Dùnque mi si consentirà di stabilire che i FucILI in Torino datano dal 1574. . Ora poichè conosciamo il nome dell'armaiuolo che fab bricò Fuc1u per Emmanue~e Filiberto, sarà bene dirne qualcosa, perché di qu~sto umile artefice; che non diventò n è barone, nè milionario, come nel secolo nostro il signòr Dreyse, ma invecchiò e morì povero ai servigi dei d uchi di Sa:yoia; passi aÙa- posteri t:à 1a memoria, come inventore di q uesto congegno in Pie. monte . Degli arch:ibiigieri Robe1·to troYo prìmamente Iiominato Giacomo nei conti di Emmanuele Filiberto. Eccone il documento: • Mons.r le Tresorier, payes à.

760. ~ Pi u liun. trecento vinti pagate al detto Sn.10N~ Ro:sERTO archibugie1·e, che sono per resta et intiero pagamento delli scudi èe,pto quaranta contenuti nel mandato dessignato nel precedente capo. Il qual mandato insieme con la contenta (37) fatta J,i vinti « cinque di marzo 15ì6, si rimette in Camera. (38). In verità: se non avessi conosciuto gjà il dialogo

( • , •

1

(37) ~o~te~ta, vo~e usa ta spesso nei conti citati, che corr isponde

aHe voci 1tahane ncevuta o quitcm:m. (3~) Conto ed anno citati.

.


136 1''It.A MARCELLO DA GASSINO ( Jacques Robert, faiseur d'arqueòouses pour ses gaiges • comptés de moys de may procbain passé, et ce « present moys de juing la somme de quatre vingts u florins, monaye de Piémont..... Faict a Rivolles, le « dernier jo ur de juing mil 5.e soisante vng. - De • Schettis , (39). S1MONE RoBERT lo trovo ricordato la prima volta uel conto del tesoriere della casa reale Cattaneo l'anno 1568, al cap. 22, per un pagamento fattogli di L. 30 per ' il di lui stipendio dell' ultimo qnar ti ere dell'anno 1567. Quindi è rammentato insieme con G1 ACOlfO in una nota di pagamento fatto con mandato del duca rlei 12 febbraio 1'569. così concepita: • Piu ha pagato a « Simone et Giacomo Robert archibitsieri di sua Alt.a ..... « scudi ducento trenta doi liura una soldi tre et de- , ~ nari cinque che sono per altritanti che essi hanno • speso in far fare 117 moschetti, ecc . , (40). E la quitauza ha la data del 1° agosto del detto an no. . Dello stesso anno sono le lettE:re patenti di Emmanuele Filiberto - Donne (sic) a Brou les Boiwg le de1·nier aout 1569 - , che riguardano una concessione da quel duca fatta al suo arcbibusiere SrnoNE. • Scauo1r « faisons (esse dicono), que vou llans aulcunement re• cogn·oystre les ordinaires seruices que journellement « fa ict, a n.re bien · ame et feal SnwN RoBER1' n.re are qy,ibusier, et l uy baillier moyen de bien en mieulx • nous seruir, pour ces causes et considerations de ses • dites seruices et diceulx que sperons il fera a la• dueoir, auons de n.re ,propre mouuement, pure li" beralite et pleine puissan ce donne et donnons , et

fi; GIAOO~iO E SC-IOSE ROBERTO DA TORJ~O

par liberal et irreuocable don a n.re. d.it arquibusier, toutes les peynes et a.mendes pecuma1res, es quelles ont estes et seront condaonees ceulx qui contre noz editz et deffences sur ce faictes, auront, jusques a la datte de celui, chasse aux betes reserue et deffendues rier e le gou ueruement de Bresse Beugey et , Verroneys, sans n.re expres cooge et per mission , accordes, mesmes deo des nouuelles deffences sur ce , faictes de part nous, par o.re lieutenant et gouuer' neur audi,t pais de Bresse Beugeyes et Verroneys, le « huictieme nouembre 1568, auec pouuoir audit Robert e de feré exiger les dictes a mendes, etc. • (41). Qual parentela passasse tra Giacomo e Si~one Roberto, i documenti non lo accennano; ma 10 tengo per fermo , essend0 nominati insieme ne~ pagamento dianzi citato, che fossero tra loro fratelli. In quanto poi alla loro provenienza, ci vieue questa chiarita dal. documento che vado a ripç>rtare. , Concessione, . infeudationc et albe1·gamento a Jl. ro , Simon Roberto, archibugiera della guardia di V. A., et « suoi di const·ruir vno martinetto , vna mola, una , ruota p~ li mantici sopra la bialera che fa venir S. A. • dalla Stura per c9ndur al Palco, pagando vno scudo , d'oro d'Italia ogn'anno per ciascuna ruota » . • Em. Filiberto, etc. Hauendoci fatto intendere m.ru , Simon Roberto, della Franche contee di Borgogna , • • nostro archibusiere, che desidererebbe fabricare sopra , la bealer a ,~he facciamo venire della Astura per • condur al n.ro Palco et al rimpeto di certa posses«' sione suoa, qual e situata nel territorio di Cullegno , nel Juocrbo et confini detto la valletta, vno martio «

, , , ,

(39) Arch. camerale. (40)

Conto del tesoriere generale F,m zone,

156!1, c:ipo 5S!.

13i

{:U)

Cont·rollo, 1,egistt·o mandati, 1569, f. 122, verso.


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FRA MARCEL!.O DA GASS1~0

( netto, una mola per aguzare et ammolare ogni sorte • de ferrij et instrumenti di taglio, et una rota per li mantici, che· sono in tutto tre rote, mentre che cio « fosse con buona lìcenza e perrnission nostra, et de~ « siderando noi di grattificarlo si per la buona et · • grata seruitù fataci et che continua di far ogn'hora, < che per il benefitio vniuersale, massjm.e di quel , luogo et altri vicini; e'~ parso adunche per questi « r ispetti . .... concedere sicome per le p.nti di n .ra « certa scienza> .. concediamo ad esso Simon Roberto ( n.ro archibusero, et alli suoi heredi et successori et « chi hauera raggiane de loro, in perpetuo ampia et libera licenza, facultà et permissione ,di far con' struir, ecc ...... ne innestiamo detto Simon Roberto .. ... et glie le concediamo in alberg. 10 et affitto , " perpetuG, sotto il censo et a ffitto annua,le d'vno scudo d' oro in oro d'Italia per ogni rotta, pagabile il « aiorno di San Martino nelle mani del · Tes.i-c n.ro ' o ' • della Camera p.nte et altri futuri, ecc ..... Dat. in • Turino alli vinti quatro di marzo M. D. settanta , tre • (42). · Da questo documento si apprende che Simone Roberto era uno degli archibugieri della guardia ducale; che era originario della Franca-Contea, ma non si sa; d i qual luogo preciso; che aveva prestato e seguitava a prestare buona e grata servitù al duca; finalmente che il duca intendeva gratificarlo con questa concessione. Ammettendo pertanto, secondo io supponeva, che Giacomo fosse f1·atello di Simone , sarebbe comune ad,. awbedue il luogo d'origine . .Arnb€due poi stabiliti (,!2) Patenti e concessioni, R.0 di n. 0 11 1 anni 151 6-1573, f.° 174, v.•, e 175.

E GIACOMO E SIMONE ROBERTO DA TORINO

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ìn questa città .ai servigi del duca, addi vèn'nero di fatto cittadini torinesi, ed una prova se ne ha nella nomina di Giacomo Roberto a r e degli archibugieri , nell'anno 1584; titolo questo, al quale potevano aspirare soltanto i cittadini di Torino e che quivi avesse!'o stabile -dimora (43). Nel 1577, con mandato ducale del 29 aprile, si pagano L. 60 « a m.ro J ACOMO l'archib1igiero a conto della , spesa et vestito del putto che tiene in apprendissa• gio, ecc. » (44). Nell'anno seguènte riceve« scudi 23~ • f. 5, g. 3 per resta della spesa et altre forniture et • vestiti ch'egli ba fatto far per Omtio (il putto ri• cordato sopra), qual sua A. l'ha dato µer imparar il , m esti ero come ... .. per la list a nel rliscarico di S. A ..... « dato in Turino a:lli cinque d'agosto 1578 • (45). E per lo stesso motivo un anno dopo si ha l'ordine che _ segue: • Il Duca di Sauoia. Thes.ri n .r i gnali . .. .. , pagate a rns. Giacomo Robert n.ro archibugiere la « somma di libre sessanta cin qu e, soldi quindeci, quali « gli sono douuti per la norritura d' Oratio che per « altre cose, ecc . .. ... Dato in Turino alli 8 giugno (43) • Piìi, non sia licito nè p'errnesso ad alcuna pers-ona di qual• sivoglia grado et cQnditione che si sia, di n on t irar al Papagallo, , che non sia cittaclino di questa città di T orino; sotto 1)ena di • priuatione da lla detta compagnia, et confiscatione delle sue arme, • et di fiorini uinticinqne, d'applicarsi aJJ>:Hospitale di questa città. • Intendendo però, che detto cittadino teng11i casa aperta in Turino • a nome suo, acciochè, occorrendogli esser Re, possa farsi onore • (C APrrou, 01mrnr, e·cc..... per lo giiw.co 'dell'cerchibusio della città di Turino, ecc.; Beg.0 ordini dei ditchi di Savoia, di n. 0 2, a nni 1541-1559, n. 0 8) . . (44) Conto dei tesorie1·i generali Fauzone e Bruno , 1577. , capo 25. (45) Conto clei detti tesorieri, 157S, capo 608.


140 ti

F.ll.A MARCELLO DA GASSINO

1579 • (46). Questi tre documenti provano che

m.

0

Giacomo doveva essere un molto abile archibusiere, se il duca affidava alla di lui istruzione il giovanetto Orazio .. Ma oltre all'essere assai valente nell'arte sua, era valentissimo n e!l'imberciare con l'archibugio. Chiunque conosca la instituzione delle compagnie dei tiratori al segno; instituzione che io .ho prov_ato di assai ,vecchia data in Italia (47), ed in Torino (48), con apposite storie colla scorta di documenti inediti; sa bene che l'onore di essere d ichiarato re della compagnia non era dato che al migliore fra i tiratori. Ed j} nostro Giacomo Roberto fu (come già accennai) re degti archibugieri rii To1·ino· nell'anno 1584, ed ebbe dal Comune il donativo di venticinque scudi, che gli si davano ..... in ag~uto della spesa pe'r lui fatta ..... in rioeuer « et banchelar li forastie1·i vinuti a . tirar del archibugio «, sicondo il solito • (49),. , . Ritorno ora a S 1M0NE ROBERTO il fabbricatore di .FU· om. Morto il duca Emmanuele Filiberto ( 30 agosto . 1580) il di lui figliuolo Cado Emmanuele seguitò a tenere ai suoi servigi ambedue i Roberto come archi buaieri e Sn,IONE anche nella carica di suo po1·ta o . archibu.gio . Per la _quale volendolo rinumerare specialmente, g li fece dono « de scuti cento d'oro sopra la ( condanna seguita -Sopra Glaudio Vedrinç,, mercante , · francese , qiial portava monete proibite per li Stati » di (46)- Controllo, 1578 in 1579, f. 152. (47) ANG:i::1,occ1, Il tiro a segno in Italia, dalla sita 01·igim sino

ai giorni nostri. Torino, 1865, tipografia G. Baglione; (48) ANGELuccx, Del ti1'o a segno in Torino, sto1'ia con docu.me·nt-i inediti. Torino, 1865, tipografia Letterariit, ' (49) Storia citata, pag. 43.

I

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E GJACOlW E Sl1lONE RODER'fO DA 'l'OR!NO

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Casa ~avoia. E con lettere paten'ti, ~ Date in .Torino e li diece sette di marzo M. D. ottanta sette,, ordinava cbe fossero pagati « al d. 0 SIMONE ROBERTO detti _ • cento scuti d'oro » (50) . Nè finivan q ui le larghezze 'riel nuovo duca; cbè con altre lettere, pure da Torino 17 maggio dello st.es~o anno, scriveva a~ Veedore (51) generale della sua milizia quanto segue: • ... .. Per le • p.nti vi ordiniamo che abbiate d'assentar (52) sopra « il libro o sia soldo di essa n.ra m ilitia et paghe • delli officiali di n.ra artiglieria M.ro SrMONE RonERTO « in la somma di libre dieci n.re ogni mese, quali , e haueua per auanti ne i chiostri (53) et leuatoli sono < alcuni anni , cominciando detto pagamento dalla « data delle presenti et continoando per l'auuenire a -~ n.ro beneplacito! Et questo oltre le dieci libre che , esso Roberto tiene da noi ogni mese in detta arti(50) GoMroZlo, 1587 in 1588, f. 24. (51) VE~:DORE GENERALE dicevasi nel

XVI é XVII secolo, qu'egli che . in, nome del principe sopraintendeva a tutto un esercito od alla milizia di uno Stato, e ne sopravvedevtt il numero, le vestimerita, le armi e l'istruzione. D'agli Spagnn:>li passò l'uso nelle milizie del duca di Savoia Emmanuele Filiberto che Io intro<lu,se in, Piemonte col nome di veadore o veedore generale. (52) A SSENTARE , Scrivere in libro apposito e dar forma di ob• bligo alla parola data ,da chi veniva a porsi volontariamente agli • stipendi dello Stato per militarvi un tempo determinato. È voce , • venuta di Spagna fin dal secolo xvJ, elle durò in alcun i Stati • ·d'Italia sino al fine del xvm • (GRAss1). E sarebbe ora che, non essendoci pii1 quegli . St.ati mtt una Ital-ia sola, qu èsta voce fosse · tolta dal vocabolario~ militare italiano. (53) Nei Conti cZei tesori eri generali, trovasi talora una rubrica · a parte-Stipendiati delle G!liostre-, sotto la quale erano posti tutti gli artefici · che erano agli stipendi del duca, nel palazzo detto dei chiostri o delle chiostre presso il campanile di 'san Giovanni, quindi detto il palazzo vecehùJ. Gli ·stipendiati delle Chiostre in Torino, erano la stessa cosa che quelli in Galleria a Firenze. ·


14:.', ìi'RA MARCELLO DA GASSINO • glieria , (54). E nell'anno seguente, colla data del 31 gennaio, trovo ricordo di • scudi 50 d'oro pagati a , ,S1MONl!: porta archibugio del fu Ser.mo Sig.• suo p.re , glo. me., di ordine verb ale di S. A. • (55). Nel 1589 il nostro Simone fa una supplica al duca per certo danaio dovutogli, non saprei dire a qual titolo,- che ebbe favorevole risultamento, come si ·apprende dalle lettere ducali che seguono: • L'Infanta < Dona Caterina d'Austria, etc. Al bendiletto Recev.or • n.ro ..... ms. Gio. Batta Rota sal. Veduta l'alligata « supp.ca, et copie authentiche di due mandati fatti , dal Duca mio S.re al supp.nte ..... per le p.nti vi < mandiamo che di qualonche dinari. .... habbiate da , pagar a A1.ro S1MON ROBERTO s'upp.'nte ]iure seicento • a c<mto del dinar douuto_gli per la caùsa suppli' cata, ecc. Date in Torino li 12 luglio 1589 » (56). Ma restàva ancora creditore del Duca questo bravo artefice, e reso impotente al lavoro dagli anni, ed obbligato a provvedere al mantenimento çli numer~sa ' famiglia,· si rivolge nuovamente al suo Signore per esserP soddisfatto. E la Duchessa, il g iorno 8 dicembre 1589, dài in Torino le lettere pel pronto soddisfacimento . Le quali sono comunicate dal generale Gromis colla nota seguente, che ritrae lo stato compassionevole in cui si trovava il supplicante. « Al Receuedor « Rota che paghi M.ro SrnoNE ROBERTO di quello resta , hauer per suoi stipendij, al qual pe1· sua seruiti;,, « vecchiezza., pove?·tà e carigo di X figli se gli prohibisce « ogni molestia personale per soi debiti, et per tre (54·) Controllo citato, f. 50. (55) Controllo, 1588 in 1589, f. 273. ( 56) Controllo, 1589 in 1590, f. 12.

ROBERTO DA TORINO }43 « mesi . nelli beni, et le p.nti gratis. Per dee. to di « V. A.» (57). Qui finiscono le notizie del maestro archib_ugiere Simone Roberto; il quale se fosse vissuto fo questo secolo di civil tà, ed avesse fatto qualche miglioramento od invenzione, relativamente ai progressi del secolo, della importanza di quella del 157L..I:, principi e popoli gli avrebbero offerto somme favolose per oomperare il su'o trovato, a benefizio della umanità!! Così non _sarebbe stato egli costrètto nella sua vecchiezza, per la miseria e pel carico dei figli, a domandare' ai suoi padroni, quasi come un'elemosin'a, il frutto ' delÌe invenzioni della sua mente e del lavoro delle · sue braccia. Ora mi si perm~tta, prima di co~piere il racconto dell'altro maestro Roberto, una digressione; chè per essere storico imparziale, nulla togliendo di merito 'a l mio paese , voglio segnal~re ai nostri vicini di Francia un fatfo da essi ignorato finora, altrimenti avrebbero da tempo datò fiato alle trombe della storia per an nunziare la importante novella a tutto l'orbe conosciuto. Dirò dunqu e che sino dal 1579 a CASTEL V1LLAN0 (Chttteau- Villa in); piccola' città della Francia, dipartime.nto dell'Alta Marna ,, 4 leghe, S. O., . da Chaumont ; si fabb1·icavano FUCILI. E per provare che questa notizia non. è da mettersi tra quelle che si appqggiano ad un si dice, o ad un si crede; detto e creduto qualcb'e mezzo ~ecolo dopo acoaduto il fatto che si conta, riporto docu1~enti di scrittore sincrono e testimonio oculare di quel che narra. E lascio subito la lI GIAC.0110 E SD10N'E

(5 7}

Oo11f;rollo citato, f. 137:

...


144 FRA MARCELLO DA GASSINO parola ad essi (58), i quali saranno storici migliori che io non potessi essere. « «

SER. 110 GRAN DUCA DI TOSCANA.

Sig.,. et Pat.ne Colend1110

Essendo da qualche tempo in qua al seruitio del , S. 0 r Lodouico da Diaceto (59), oggi conte di Castel«

· (58) Questi documenti i di cui originali sono nell'Archivio centrale toscano , Ii debbo alla cortesia dell'ottimo direttore di quell'archivio signo'r cavaÌiere Gaetano Milanesi, che, durante il tempo che fui colà ' a fare ricerche di documenti sulle anni da fMco itaUane, mi coadiuvò efficacemente e mi colmò di ogni sorta di gentilezze. Perchè ne porgo ora a lui questo pubblico attestato della mia gratitudine. (59) D1AccETO o Dr.1.cETo, castellare in Toscana, in val di Sieve, con pieve antica sotto il titolo di San Lorenzo, nella comunità di Pelago, giurisdizione , di Pontassieve, diocesi di Fiesole, comparti- . mento cli Firenze. Lopovrco, DE CATTANI Signori di Diacceto, figliuolo di Lapo e di N_annina de' Ricasoli, obbligato, per un omic1dio commesso da giovane in Firenze, ad espatriare , anclossene a Lione , e colà, secondo il costume dei1 nobili suoi concittadini, diessi a negozi. Dai quali traendo grandissimi profitti, e questi largamente spendendo, accumulò ad un tempo stesso vistose ricchezze e sommi onori. PerdoccM ingraziatosi per la sua splendidezza i;e Carlo IX, questi, circa il 1570-71, lo • creò suo maestro di casa, e quincli nel 1580-81 Enrico IV lo nominò gentiluomo cli camera. Fece costruire in Parigi un sontuoso palazzo. nel quale spese cento cinquanta mila scudi, e piì1 che dugento mila ne aveva già spesi Jler la compra della contea di Castel Villano, cbe prima chiamavasi Castel Gentile. Il' Re e la Regi!Ja recava.usi soventi a diporto nel palazzo del conte Lodovico, e cercarono mostrargli quanto loro fosse egli caro, e per le sue splendidezze e per altre' sue opere. Perchè volendo eglino clar marito ad Anna Acquaviva, unica superstite cli Giovan Francesco duca cl'Atri e di Camilla Caracciolo dei ·principi di Melfi, cresciuta ed educata in corj,e, fra tanti cavalieri e signori scelsero a di lei

145 , uillano in B0rgogna, per riC'euitore del · enttate di « detta conteà et essendo sempre sta,to buon suddito 1 « et fedel issimo seruitore di V.a A.IV Ser.ma, le voglio « ram meinoriare con. questa il grande desiderio che « ho di far cosa che le sia grata sernpre, che la si de« gnerà comandarmi, et perchè in questa te1·ra si la• uora assai bene di RUOTE r;t OHIAUE d'archibuso, bo . • voìuto pigliare l'ardire di mandare a quella una « cNiaue che serve di pol11.erino et di chiaue; et ancora « che io sappia che quella ne ha d'ogni sorte, 1~00 • dimeno gli ho voluto mandar questa la quale le « sarà preseutata per mia· parte da M. Antonio Mar' telli, dice0.d0Je che. ho mod~ di farne fare che ser« uiranno di polu~rino chiaue et bacchetta, pur che « sa.ppi ]a lunghezza del archibusetto et grandezza « della palla et c'tstario u no scudo l'una; et alsi ci si , fa delle ruote bellù:isime da archibusetto, che in un • medesimo istante col dilo g1·osso fa scali.are la chia«' ·uetta che guardà che la 1·uota non spari, et co l'p,ltro <• dito spara la 1·uota in 'l,l,n medesimo tempo, talche i sendo a cauallo si p1c1ò tenere la briglia con la ~ man manca et l'archibusetto con la dritta, et in « un medesimo tempo si può fare li due effetti si • c~me us.ano qua li ristri o fermiuoti (60) a cauallo E GIACOi\'10 r,; sn,CONE ROBERTO i)A T0R!N O

sposo il conte Lorlovico. Qnanùo egli morisse noi saprei clire: chè l 'Ammirato (Delle Frmvi{!lie Nobil{ Fio1·entine, pag. 18 e 19)·, dal quale ho tolto queste notizie, non la nota. Sembra però che vivesse ancora nel 1583; · nel quale anno è nominato in uua- lapid~ posta nell'urna che conLienè le spoglie di san Romolo nella: cattedrale cli ~'i~sole, ohe il conte LodovicO' aveva fatto costruxre a proprie spese rns1eme con l'altare principale , essendo vescovo di quel!,t, chiesa l<'rno_cesco Cattaui dei signori di Diacceto. , (60) Raitri (dal tedesco reiter, cavaliere) soldato t edesco a cavaJJo, armato ùi archibusetto o cli lunghe pistok Militarono essi ANNO

xn; voi.

11' .

-

-

IO.


146 FRA MARCELLO DA GASSINO ({ senza metterui tutta dua le mani per leuare 'la chia« uetta, et in tal modo si può senza pericolo marciare « col cane in su la ruota; et dett~ ruote costano quattro « sc'udi l'una, ma son belle et buone, et caso che V. A. « Ser.ma si contenti che io gne ne faccia fare un paio, « Quélla si degni farmelo accennare, che io le farò fare , • di tutta perfectione come anche- della chiaue, ecc ... « Di Oastelvillano il dì 18 d'ottobre 1579. « Di V. Alt.za Ser.n~a

147 nelle ruote degli archibugi, e dei vantaggi che ne risultavano per le armi date ai soldati a cavall o, cose che, per quanto io mi sappia, erano finora ignorate. Ingegnosa assai doveva pure essere la costruzione di quelle chiavi che, ol tre al servire da polve1'ino, ossia da fiaschino pel polve1'ino, cosa conosciutissima, potevano anche adoperarsi come bacchetta per caricare l'archibusetto. Ma importantissim~ poi è la notizia che lo · stesso M_onti dà al granduca in un'a:ltra sua lettera, c he ora qui trascrivo. E ·GLICOMO E SlMO NE ROBERTO DA TOR ÌNO

Deuotis~imo et fedel seruitore « JACOPO Mo~m » (61).

Questa lettera è importante assai per la storia delle armi da fuoco, perchè da notizia d1 perfezionamenti gran .tempo come ausiliari nelle guerre civili di Fiandra e di Fran- , eia. Aggiunge poi il GnAss1: • Pare che à questa milizia si abbia • ad asc1·ivere il p·rùno uso delle armi corte ,la fuoco a cavallo •. ]\fa il dotto ·autore non pensò che più innanzi alla voce scmoPPETTO, avrebbe r iportato le parol e del Bembo (Storia Viniz-iana; lib. 4)', sulla guerra Pisana del 1497 che suonano così: • Per questa ca-; gione ccwalleria con gli scol'PJÉT-rl all'oste del Senato fu man• data "i con la giusta osservazione che , Questa è forse la prima • e più antica aiitorità , che' si al,bia dalla storict , cli una caval• le9·ia r egolarinente annata di ai·mi da fìwco ,. Se la cavalleria veneziana ertt armata di sco1,pietti, cioè di arm,i da fuoco corte, spet.ta· a questa e non a.i 9:aitri tedeschi il merito di essere sta.ta la prima ad avere armi da fuoco porte. In un altro mio scritto Gli schiopettie1·i e gli archibugìe9·i a cavallo in Italia - cercherò cli prov,are con clocwnenti inediti, e non con · la ripetizione delle solite' storie, i diritti che ha il mio paese nel primato di questa istituzione. (61) Archivio centrale toscano, Carteggio unive1·saZe del granduca · Francesco cle' Medici, filza 728 verde, f. 72.

.« Se1'.'110 Grand D.

s.,·e et

Patrone Colend.1110 ,

Io mandai alli mes.i passati a V. A. Ser.ma per le , mani di Ms. Antonio Martelli una chiave da archi~ buso che seruiua di chiaue et di poluerino, et scrissi < a quella che qua nella Contea del S .0 r Lodouico di • Diacceto, al sérnitio di chi ,io sono, si fa varie ruote « da archib uso, et infiniti altri belli ferramenti. Et ora « Le replico che volendo che io Le mandi qualche , cosa capricdosa, che basta che Quella me lo facci • accennare, che io non maneherò di farla seruire con • ogni diligentia;· et oltre a quello che per l'altra « detta mia io le scrissi si fa ce1·ti st-r·wnenti da mettere « a uno archibuso in cambio di riiota, perchè non è • ?'Uota ma un aUra cpsa come un FUCILE che batte in « sur una pielra in sullo scodellino del poluerino,. et nel , « tempo che si ca1·ica et scarica 1mo archibuso o archi« busetto a ruota, ca1·icerebbe (sic) et scha.richerebbe, tre « volte vno di questi, perchè non ci va tanti misterii, « e quel che è più bello, è che so' leggerissimi per causa che non ci va tanto ferro: vagliono da 3 a 4 «

~

~


149 cuna. Il RÒberto ricorse al duca Carlo Emma~uel e esponendogli che essendo creditore di circa ·dy,ecerito · scuti pe1· tanti lauori et altre cose che gli aveva fornite, perciò lo s upplicava. a concederg li nuovamente q uel bosco in p.agarne~to del suo credito . Il duca, at:certa.tosi che l'esposto del s uo archib ugiere er a verissimo, ed avuta una attestazi:me in p roposito dal suo porta archibugio Antonio d'Albano; esprimendo la sua soddisfazio1Je per le opere e peì serv.igi di q ueJ · maestro ar: chibu gier e; con lettere date da Torino lì H marzo 1590, g li dona e concede le dette due giornate di, bosco delle qual i ·il . Rober to s i chiamava contentissimo, abbenchè fosse1·0 di minor valore clel credito che egli aveva col diica (64). Finirò di d ire del maestro a1·chibugiere G1A · COMO RoBERTO col' riportare l'atlestcUione del porta arl'!: GIAC0l\10 E SIMONE ROBERTO D,~ TOlll~ O

FRA 11!.AilCELLO DA G.l.:SS!NO 148 ducati l' uno senza la -canna. Ci si fa d i molti beìli ·• fe rramenti da tagliare, ecc..... ·

«

Di Castelvilla.no il dì 23 di dicembre 1579.

• Di V. A. Ser.ma ( 1llinimo servo « JACOPO MONTI •

(62).

Ora co mmentare- questa lettera sarebbe un volerla. rendere oscura, e ·perciò non aggi ungo verbo all a descrizione ch e fe ce il Monti della piastra a fucile o, semplicemente, del FUCILE Ua rnetle·re a uno archibuso in cambio di ruota che fabbricavan<;> i m aestri armaiuoli · di Castel Villano nel 1579 (63), E sperando che que'sta n ot izia r iesca qnanto n uova altrettanto gradita jn quella città della Fran cia, ed iuv ogli qualcuno dei cittadini a fare delle ricerche in proposito, finisco la dig ressione, per · rimettermi sulla mia strada e comp iere il racconto degli armaiuol i Roberto. Sino dall'anno 15';7 il duca Emmanuele Filiberto aveva donato due giornate di bosco ad Antonia, moglie · d i Giacom o Rob erto, con lettere del giorno 11 nove11: b re, e ne fu quindi messa al possesso dalla Cam era dei conti. Ma non passò mol to tempo e quelle due giornat e di bosco le furono tolte senza causa al(62) Arch ivio centrale t oscano, Carteggio imiversale clel g1·ancluca Francesco dc' JYicdici, filza 731 ,,erde, f. ,102.

(63) Potrei qui esporre il dubbio che gli artefici di quei facili fosséro toscani, essend·o uu toscano il signor e di quella contea, cù avendo colà condotti molti d' ltnlia al di lui servizio. Ma Inscio ~l la lealtà. degli ab itanti di quella città. il chiarire q uesto pun to storico, molto importa.nte per essi, colle memoiie che si consen ,eranno per certo in q uegli archivi municip:iJi.

chibugio sopra,en ontiata . Io s otto. 10 Anton io d'Albano di Cheri, porta are chibug,io d i S. A., fac io fede ìn giusta consci0.n ti 3: « come ms. Qjacom o R oberto archibusiero di S. A. « ha dalto parecchie para in più volte di pistolle et • archibu.g1j· a S. A ., di\ che S. A. g li ha poi datti et «. presentati a rnoltj S .ri, et ollm tutti li F OSJGLI (65) «

(64) Gont?'oUo, 1580 in 1590. (65) A. prova dell' uso molto gen eralizzato ìn Italia degli archi• bugi a FOClLE , volgarmente detti ad A.~zA.t,INO , r iporterò qualche brani delle G1irnE dei governatori di :Milano nel secolo xn : 1583, 5 aprile. -: « Che niuno possa ne 1,enerc, ne por tare ar• chibusi da ri,ota' o d'AZZALlNO SEN:i;,l RUOTA (può esser e piìt « esplicita q uesta grida?), sotto pena di scudi 500 d'oro, ecc. •·· (Gmnp.cnclio cli tutte le g1·idc et orclini pu.blicati nella città et Sta./o d·i Milano . :Mila no, 1609., pag. 5). 1584, 9 giugno'. - « ••.•• Col quale Sua Eccellenza vieta et • proibisce tutti g li archibi,si a nwtet, ouero da azzAuNo, di qua • luu que s.orte, et misura, ecc, • ( OJ:1. cit.,-pa.g. 34). 1593, 5 giugno. - • Prohibisce parimente S na Eccellen za t,ntti


. 150 · FRA MARCELLO DA GASS1N'O « tanto di pistolle corne degl'archibus1j' et a'l tre ac'c onzature che lui ha fatto per S. A. doppo che sono « al seruitio di S . A., faccio fede come non , ha mai « tirato per queste fatture per mezo mio tanto che sia « un soldo. Fatta in Turino alli 11 (66) di marzo 1590. • Sotto.ta - lo Antonio Albano, porta archibusio di • S. A., affermo quanto sopra» (67). «

-.

• gli archibuggj a 1·uota oue1·0 d'AzzAT.TNO di · qual unque sorte et • misura, reu oca.n do a questo effetto , et annulla.udo ogni periùis• sione, ecc. , • Di pi1\ Sna: Eccellenza ordiria et com~anda, che ni uno ardisca • tenere in casa, o in altro luogo archibitggi a 1·uota di ninna « ~orte, ne anco1'a la ruota, od AZ:r.AuNo separati dall'archibuggio, • sotto pena se saranno delli longhi di trecento scudi d'oro, .... • • · et se saranno de i c1irti, oiie1'o piccioli di cinquecènto scudi • simili,..... et il medesimo s'intenda delle ruote od AzzALINI soli « senz'archibugg io, ecc. • (Comi1endio, ecc., pag. 18). 1595, 20 marz o. - • . . . . . Comp rende ancora S. E . sotto la • medesima pena gli maestri de gli archibuggi,- non ,volendo, che « possano tenere, nè acconciare, nè meno fabricare di nuovo archibugi a niota, nè ruota sola,. nè ..1.zuuNo per tal effetto, nè a soldati, nè a:d altri, senza. espressa lice nza sottoscritta di man~ " di Sua E ccellenza • (Compendio cit., p ag. 63). 1596, 19 luglio. - • Comanda che persona alcuna.. . . . niuua • eccettuandone, possano te1l.er in casa nè · in qualsivoglia altl'o • luogo, ancorchè sacro, nè m·e no portar nel pl·esen te Stato ar, chibuggi a ruota di nùma sorte, nè di Azzurno, nè ancor la • niota, o Azz,~Lrno separati dall'archibuggio, sotto pena. deùa • vita, ecc. • (C011111Jendio cit., pag. 95). ~ finisco qui, per non dilungarmi troppo, le citazioni di queste gride, perchè si rassomigliàno tutte, e perch~ quanto più si va innanzi tanto meno di pregio ha la not/zia. Spero p erò che il lettore avrà notato la distinzione che si fa n el divieto tra le riiote di qualunque sort e fossero, e l'AzzAr.rno,. il che mostra chiaramente che erano due piastre ben diverse. (66) Chi abbia sbagliato non so ; ma il fatto sta che Carlo Emmanuele cita questa t estimonianza del giorno imclici nelle sue lettere patenti del giorno nove marzo 1590. ' (67) Controllo e f. citato.

E GIACOMO E SIMONE ROBERTO DA TORJN0 151 Dopo questa notizia non n e ho tr0vate altre intorno a maestro Giacomo, per cui finiti i documenti io ter mino qui il racconto. Qualcuno anzi osserverà che l'ho pòrtat-9 · troppo a luogo per discorrere di artefici chè nessuno aveva sentito mai nominare. Ma' proprio per questo io me ne sono occupato; per chè erano ~rtefi ci, e perchè erano ignorati. E non si riflette punto a)l'onore che_ridonda al paese nostro col segnalare certi . uomini che han fat to ingegni dei quali ignoravamo la esistBnza in tempi tanto remoti, e quanto fondato diritto avessimo alla priorhà della loro invenzione? Fra MAR.CELI.O DÀ GASSINO nel 1327 ha fatto per l'artiglieria da fuoco piu assai ài quello non abbian fatto i vari riformatori . di essa; chè, quell'.umile frate ha creato un nuovo ~trumento guerresco, gli altri mano a mano lo hanno migliorato col frutto di lunghi stud'i e col costante lavoro di più che cinque sécoli. Così maestro S1MONE RoBER.To nel 1574 è stato il Drey se del Piemonte e dell'Italia, ' non voglio dire deH'Europa; chè per due secoli e mezzo, semplificando, mi- · gliorando , va.r iando qualche parte , si è adoperato sempre il suo FUCILE. Queste invenzioni le. banno operate un frate ed -un A1·maiuolo, uom ini ignorati, perchè anche la storia., avvegnachè imparziale, ha i suoi idoli, e raram ente li sceglie di creta. Ma questi umili inventori, questi uomini senza titoli ereditati ne acquistarono uno, che tal fiata manca a chi rie ba molti, quello, cioè, che dà diritto alla -riéonoscenza del paese.


152

FRA YARCELLO DA GASSl'.'.O

Conclusione. Prima di compiere questo articolo voglio concludere q ualcosa, e fissare qualche data storica incontestabile sulle armi da fuoco in _Italia. I pri mi cannoni di bronzo e le paJle di ferro sono nominati nel doc umento fiorentino del giorno 11 febbraio 1326 (68). Uno strumento od artificio da scagliar pallottole cli piombo, cioè una bombo.r delta manesca, uno schioppo od un cannone , fu fatto da Fra MARCELLO da Gassino ·nel principio del 1327. Nel 1513 si proibisce in .F errara di p6rtare gli schioppetti di notte senza lu me o con lume , e v'ha ragione a ·credere che fossero a ruota. Nel 1522, pure a Ferrara, · si fa una Grida contro chi portasse scoppetti da {'uogo, riport andosi ad altra Grida circa quelli da preda o a fuoco morto; dunque gli schioppetti del 1513 ez:ano da pietrn. Si ripete nella stessa città la Grida tra il 1523 ed il 1525 contro i portatori degli schioppetti che vulgarmente se chiamano schioppetti da preda; · e siano pure questi a 1·uota e non a fucile, il divieto di portarli sotto pena del taglio di una mano, pr ova che quest 'arma era già molto generalizzata n el Ferrar,ese . Finalmente lo statu to pubblicato nel }534 ripete le stesse proibizioni , quia SCOPI r.APlDEI sunt ar·ma valde nocibilia. Il lettore tenga a mente le date 1513, 1522, 1523 a 1525 e 1534, e le parole schioppetti, schioppetti da preda o a fiwco morto, e sclopi lapidei, e gi 1:1 d icb i se si tratti sempre d i 1·uota, o se non si alluòa anche ai FUCILI. Nel 1547 abbiamo il Bando fiorentino, e r1ui, no~ v'ò ragionamento che tenga in contrario, qui si parla di (6S) Archivio cent.rale tosc~no, Provvis., fìlza 2~, f. 25.

i:: GfACO~IO E sn!O:SE ROBEHTU Dà 'l'ORl'.'.O

153

archibitsi da ruota o vero da pietm, e cli a1·chibusi da FUCILE o da ACCI AIUOLO ; e dagli Italiani ' come dai. Toscani, FUCILE e acc1A1uo10 non si ponno fare si nonimi di 1·uota. Viene il 15'ì4 e maestro Sn.JOcsE RoBEH'l'O fabb~i ca FUCCLl per g li archibugi di Emman uele Fi liberto, e che questi fossero vere piast?·e a focile ce lo prova il Oo'rnaro nel suo dialogo . Dunque il FUCILE se non è stato inventato in Italia, ciò che debbono prova.rei gli strani eri, in Italia ha preso il nome, in Italia ha i primi documenti incontestabili della sua esistenza . Ohi me lo vuole impu gnare cerchi dccumenLi con truri alle mie asserzioni, ed io ren derò a ciascuno il suo. AKGELO ANGELUCCl

Ca,p~tano cl' artiglie1·ia. (Continua)


,,

LA

GUERRA DEL 1866 IN GERMÀNIA ED IN ITALIA REL~ZIONI UFFICIALI

DER FELDZUG \'ON 1866 IN DEUTSCIILA~D , redigirt von der Kriegsgescbicbtlich,m Abtheilung dcs Grosscn Generalstabcs. - Erstes Heft. - Berlin, 18 67, Ernst Siegfrh·d 81iltler und Sohn.

Finora la guerra del 1866 non ci è conosciuta s_e non . per mezzo di relazioni · parziali, o troppo generiche, incomplete sempre e spesso senza verun caratt ere d'aute·nticità, . che non potevano fornire allo studio ed alla critica delle operazioni militari un fona damento abbastanza sicuro: il dire che · un'imperfetta cognizione dei fatti conduce troppo facilmente a giu-

LA GUERRA DEL 1866 IN GERMA NIA ED IN I1' ALIA 155 dizi err_one1, a conseguenze diffornù dal vero, sarebbe una proposizione di preadamitica ingènuit à. Salutiamo quindi con vera soddisfazione le pubblicazioni ufficiali che. ora stanno p er farci conoscere la storia militare di quell'anno memorabile in tutta la sua interezza e con tutta quell'autor-ità di cui la copia delle fonti ufficiali e la collaborazione di persone a ciò espressamente adatte ci sono immancabili· mallevadori. Così in Austria come ·in Prussia tale lavoro è stato affidato allo stato -maggiore, e sebbene tanto per l'una parte quanto per l'altra, la compilazione non possa a meno di riuscire unilaterale, tuttavia le due pubblicazioni venendo alla luce contemporaneamente servirannù l'una all'altra di reciproco controllo, di completamento e di d'Hucidazione, e ci daranno, unjte insieme, la storià compiuta degli avvenimenti, almeno per ciò che riguarda la guerra fra quelle due potenze. Per parte dell'Austria la pub bìicazione sarà fatta per opera della Oesterreichische )fìliliirische Zeitschrift, la quale promette di darvi principio colla prossima puntata (1). La relazione prussiana viene pubblicata come · opera a parte, e già ne è uscita alla luce la prima dispensa, di cui è riportato il titolo in testa al presente scritto. L'importanza di q ueste due relazioni ufficiali ci fa' un dovere di farle conoscere per sunto ai lettori della · Rivista, come ci prop0niamo di fare per tutto il corso delle pubblicazioni. (1) Al momento cli mettere in torcl1io essa è già uscita con tutto il primo volume dell'opera, col titolo : Oeste1·reichs Kar1npfe irn Jahre 1866. Questo volume, di cui daremo l'analisi nel pros)limo numero della Rivista, contiene i preliminari e gli a-vvenimenti militari in Germania fino alla battaglia di L angensalza.


156

LA GDRllDA DKL 1866

La rclazìone prussiana non è corredala da carte e piani, dovendo supplire a quest'uopo la r icca colle 1.ione che già ne fu messa in luce alcun tempo fa p r>r opera dello stesso stato maggiore prussiano, sotto il t itolo: Schlacht-und Gefechts(elde1· des Feldzugs van 1866 . Alla prima dispensa sono annesse in appendici separate le tabelle di formazione (01·dre de bataille) dei VR,ri eserciti che presero parte all a guerra in Germania. Il solo annunziare che la compi lazione del lavoro è opera della sezione storica dello stato maggiore prussiano (che ha già a rri cchito la letteratura militare della più b ella relazione cbe si abbia sulla campagna. del 1859) çi dispensa dall'annoverar e i pregi della esposizione, come opera letterario-militare . Nel darne J"apalisi, noi seguirem o l'ordine stesso e la distribuzione delle materie che troviamo· nel testo. ·

I. I m ~g·oziati politici e gli a1•mament.i. Dal p unto di vis ta militare i preliminari politi~i non l1anno guarì importa nza, se n on in quant o essi poterono servire di fondamento al piano d'operazione, e i11 quanto ~i col legar.o coi preparativi militari. Nel caso presen te non è p ermesso mettere in dubbio che la g uerra sia stata voluta dalla Prussia, e c.:be l 'Austria non vi fu indotta se non a malincuore : la re- , ]azione ha almeno il merito di d ichiarare che nell e coodiiioni in cui si trovava la Ge rmania era i_n evita· bil e una lotta fra le due g randi potenze che si cont endevano l'egemonia. La questione dei ducati dell'El ba - ,,i si dice_- non fu se non un sintomo di

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GE IUI,\:-IIJ\ ED lN J'f.\LB

157

tale antagonismo; questo sintomo µerò divenne la ~ausa occasioP.ale per cui la lotta proruppe n el 1866

in aperta guerra. . Questo è giosto, ma non basta. Bisognava agg1_un1rere che la Prussia, in previsione di questa lotta m e:itabile, a,eva da lunga mano preparato il suo eser ~ dto per la gigantesca impresa, e sa re_b~e s~ato ass~1 istruttivo uno sguardo dato a quanto si fece rn Prussia solto que!!to riguardo fin dal giorno che il con te Bisroark fu chiamato .al ministero, poiché è per lo meno inutile· il cel are a q uale scopo fossero diretti i provvedimenti che d'allora in poi si vennero _pre~dendo con tanta assiduità e costanza, anche a rischio di provocare una èrisi costituzionale. Il Trochu ci ha testè luminosamen'te dimostrato quale importanza abbia una buona, avveduta e lu nga preparazione dell~ guerra, e la Prussia ce ne ha somministrato ~no de~ mig li ori esempi . Perché tacerlo? Percb.è n on farci assistere a quel continuo Javorìo , spiegan docene i priocipii direttivi? Certo nessuno era in caso di darcene una più giusta e chiara idea c.:he lo stato maggiore prussiano. . Invece di questa pagina che ci avrebbe procurati tanti utili insegnamenti, i compilatori della relazione h aono creduto meglio fa.re una storia riassuntiva dei uerroz iati diplomatici fra le due g ra ndi potenze, che su:seguirono la g uerra di Danimarca, e si studiarono di provare che fu veramente l'Austria quella che voli~ la guerra e che la Prussia non la fece se non perche ti ratavi pei ca[.>elli: Non sappiamo a qual fine questa mis~ificazione, che poteva esser buona tutt'al più. pel conte J3is~a~k pr.itlla della guerr3; ma ornai n on è più possibile


158 LA GUERRA DEL 1866 sostenere simili enormità, e dobbiamo quindi vivamente deplorare, non · solo per la verità storica, ma anche per l'apprezzamento dell'azione militare della Prussia, che non siasi creduto di poter francamente esporre la realtà delle cose. · Ma senza più, ecco in breve' gli argomenti della relazione prussiana. I ducati erano stati ceduti dalla Danimarca ali' Austria ed alla Prussia : essi però per la loro posizione erano naturalmente attirati ne.Il'orbita d'azione della Prussia. L'Austria non poteva con ragione pretendere di tenerne indefinitamente il possesso, ma poteva bensì richiedere un equo compenso per la cessionè alla Prussia della sua parte di condominio; tale compenso la Prussia era bensì disposta a darlo in danari, ma non io territorio. Dopo molte. pratiche all'oggetto di termiuare la differenza, si venne ad un compromesso col trattato di Gastein nell'agosto del 1865; si veniva con esso a differire, ma non a sciogliere la questione. L'Austria, per attraversare i d isegni della sua rivale, cercò di i'iversare i suoi diritti in favore di un terzo s·ostenendo le pretese dell' Augustemburgo, e lasciand~ libera azio.n e alle mene del partito democratico. èiò non poteva essere negli intendjmenti qella Prussia, la quale vedeva in tal modo pregiudicati i diritti che .essa affacciava al dominio dei ducati, e scorgeva in tal condotta dell' Austria un'fofrazione ai patti di Gastein. . Una nota prussiana deJ 26 gennaio 1866 protestava contro questo modo di procedere, domandando Ja rein~egrazione dello statu quo. La risposta dell'Austria ( delli 8 febbraio era evasiva, ma il gabinetto di Ber~ ,

rn G Eil~A~IA ED 1N ITALI ,\ 159 1ino non replicò, e le relazionì fra i due governi rimasero quasi interrotte. Intanto cresceva l'agitazione nei ducati e nell'opinione pubblica ; un consiglio fu tenuto a Berli1,10 il 28 febbraio , in cui si determinò di non indietr eggiare nella q u~stione dei ducati, anche a costo di una guerra; altro consiglio fu tenuto a ViEmuai l 10 marz_? (1), e poco dopo il gabinetto viennese indirizzava a varie corti di Germania . una nota segreta per concertarsi colle medesime pel caso di una guerra. Nello stesso tempo l'Austria accumulava truppe su1la frontiera prussiana: a tutto il 28 , marzo le forze di presidio in Boemia erano state aumentate di 10 battaglioni e di 10 squadroni. In :risposta a ciò la Prussia negli ultimi di marzo cominciò a p~endere a.lcune misure militari çli carattere puramente difensivo . Provenne da ciò uno scambio di note sulla priorità degli armamenti, che parve un momento riconducesse le cose alla pace, quando si · convenne da ambe le parti un comune disarmo. Ma in seguito (26 aprile) l'Austria si dichiarò bensì p·ronta a rivocare le mi~ure militari prese in Boemia, essere però costretta a mettere sul piede di guerra }'armata stanziata in Italia ; e lo stesso giorno un dispaccio del conte Mensdorff ritornava sulla q uestione dei ducati, proponendo cb ~ questi venissero dati , a quello fra i pretendenti che dalla confederazione fosse riconosciuto fornito dei maggiori titoli. A ei'ò non poteva certo consentire la Prussia, la quale maggiormente insospettitasi, e visto il poco (1) Le ùate di, questi ùue c~nsigli non proverebbero ce1,to in favore dell'assunto che si propose lo stato maggiore p1:ussiano.


160 LA. GUElUtA DEL 1866 aiuto che poteva sperare dagli Stati di Germania, slrjose coll'Italia pa.tt.i fo r mali, mentre prima l'alleanza delle d ue nazioni erasi fatta solo genericamente. Il conte Bismark ayendo risposto che in tali condizioni la Prussia non poteva con.sentire a disarmare, il conte Mensdorff con nota del 30 aprile dichiarò esau_riti i negoziati sui reciproci armamenti. Quanto agli Stati minori di Germania, interpellati dalla Prussia sulla loro attitudine nel caso che l'Austria le dich iarasse guerra, essi risposero quasi tutti in modo evasivo, riferendosi all'articolo 11 del patto federale, secondo il quale la Prussia e l'Austria dovevano deferire la loro contesa davanti al Consiglio fe derale. · Ma qui si ravvisava l'insufficienza di quella costituzione, noÌl essendo . possibi,Je che . la ~onfederaziÒne riuscisse a piegare ai suoi voleri le due grandi potenze. Perciò la Prussia in un dispaccio delli 11 aprile proponeva una riforma della costituzione medesima ' é l'istituzione di ·uri Parla1neo to con eleÌioni dirette. Gli Stati minori cominciavano ad armare anch'essi, fra i quali specialmente la Sasso mia, la quale per la :;ua posizione fra l'Austria e la P!ussia, non poteva rimaner ne utrale. Il gabinetto di Dresda pensò inoltre ad invocare contro la Prussia il predetto articolo 11, ed ebbe favorevole risposta da vari i Staii fra cui l' Annover . , Con tem poraneamente anche l'Austria proseguiva gli armamenti; i reggimen ti stanziati in Boemia, Moravia e Galiz:i a erano portati alla formazione sul piede di guerra ed aumentati coi quarti battaglioni; le piazze forti ven ivano mes5e in istato di ·difesa, montate le artigl ie rie, richiamati i permessantì.

, IN GERMAN IA ED IN l'l'AL IA 16Ì Perc'iò anche la Prussia si decise a prendere corrispondenti mis.Ùre. Un ordine del 3 maggio portava la formazione sul piede di- guerra di tutta l'artiglieria e cavalleria, mentre tale misura per le altre armi fu limitata a' cinque corpi d'armata. Con ordini successivi tra il 5 e il 12 maggio si provvide per la mobilizzazione di tutto il ·rimanente e per l'arrnament'b delle piazze forti. Un invito del 27 rna,g gio delle altre grandi potenze ·d'Euròpà, per un comune disarmo, fu bensì accP.ttato incondizionatamente dalla Prussia e dall'Italia, ma ,r imase senza effetto perchè l'Austria pose condizioni , .. inaccettaibili per aderirvi . L'Austria avendo convocato nell'Holstein · pell' 11 giugn·o gli Stati ge'nerali, la Prussia v'ide in ciò una nuova violazione del trattato di Gastein , protestò contro tale convocazione, ed il generale Manteuffel, gòvernatore nello Schleswig, fu incaricato di occupare alcune località nell'Holstein. La brigata austriaca Kalik era troppo inferiore alle forze del generale Manieuffel per potervisi opporre, e si concentrò quindi in Altana, mentre le truppe prussiane, varcando l'Eider, occµpavaao Itzehoe, impedivano la convocazione degli Stati generali e marciavano s 1;1 Altana. Di fronte a ciò la brigata Kalik sgombrava questa città e per ferrovia raggiunge_va l'esercito austriaco. Per tal modo l'Austria era stata costretta ad abbandonare i duc~ti senza colpo ferire; ma era naturalmente da aspèttarsi che ciò producesse la rottura delle ostilità. Di fatti l'Austria proclamava -eh.e la Pru~sia aveva infranto il patto federale e sollecitava t!Jtte le altre corti di Germania a porre i loro eserciti sul piede di guerra entrt' 14 giorni. Il Congresso ANNO

xu, voi.

lV. -

11.


I -

LA GUERRA DEL 1866 162 federale ebbe luogo il 14 giugno; votarono coll'A ustria la Baviera, la Sassonia, l' Annover, il Wiirtemberg, le due Assie, la 13a e_la 16a curia; la proposta • fu accolta con 9 voti contro 6. Il legato prussiano dichiarò sciolta fin da quel momento · la confeclerazione, e presentò un progetto di riforma. L'aro basciatore austriacò fu richiamato da Berlino il 12 giugno; poco dopo quello prussiano lasciò Vienna. ]l 15 giugno la Prussia mandò alla S<1ssonia, all'Annover ed all'Assia Casse! un'identica nota, richiedendo da quelle corti Ja neutralità, e guarentendo loro in cambio i diritti <li sovranità, limitati però secondo il progetto di riforma; la risposta doveva essere fatta entro la·sera stessa. Non avendolà ottenµta, la Prussia dichiarò la g uerra ai tre Stati oradetti.

II. Conccnt1.•amento e tlis1,osizi.onc delle armate.

Gli ordini per la mobilizzazione erano stati dati in Prussia verso la metà di maggio. Dovevano concentrarsi il 6° corpo a Neisse, il 5° a Schweidnitz, 1'8° a Coblenza, il 3° ed il 4° fra Torgau e Cottbus; di quest'ultimo l'8a divisione rimase ad Erfurt fino a . compiuto l'armamento della piazza, e la 32a brigata si concentrò a Wetzlar. Il corpo del1a guàrdia dovea raccogliersi in Berlino, e del 7° corp~ la 13a. divisione a Minden e Bielefeld, la 14a. a Munster ed IIamm. In regola generale - osserva la relazione - non sono da consigliarsi tali concentramenti di grossi corpi di trup9a prima. del loro definitivo trasporto. Ma la

JN GER.M.A'.'l!A ED IN !T..iLIA

163

Prussia non poteva agire diversamente, ignorando essa ancora contro quali ilemici avrebbe avuto a combattere, e sperando anzi di poter piegare dalla sua la ,Baviera. Ma durante il maggio la situazione si spiegò più decisa, e la Prussia vide che nella gu~rra imminente essa sarebJ:>e rimasta sola. I suoi nemici si dividevano in tre gruppi : Nella Germania del Nord circa 36,000 uomini; Nella Germania del Sud circa 100,000 , L'Austria e la Sassonia circa 264,000 Quanto all'Annover ed all'Assia Elettorale, che non conveniva lasciarsi alle spalle, si trattava di disperderne le forze prima che queste potessero riunirsi, ed er a perciò solo questione di tempo. Gli Stati germanici del Sud, poco preparati alla. guerra, senza unità di direzione, non erano un nemico molto temibile; riguardo a questi il miglior con- siglio era attaccarli nel loro proprio territorio. La questione principale si riduceva dunque al terzo gruppo, dove si presentava un esercito poderoso. ben organizzato e pronto ad entrare in campagna. Per affrontarlo non bastavano i sette corpi d'armata stanziati nella parte orientale della Prussia; ma d'altra parte richiamando i due altri concentrati nella provincia r enana, questa rimaneva affatto scoperta. Tuttavia si adottò questa misura, per la ragione che riportando una vittoria sul teatro principale , questa avrebbe deciso anche degli alleati dell'Austria; nelle fortezze del Reno, furono lasciate le guarnigioni composte di lanclwehr, incapaci ad impedir l'invasione, ma sufficienti a difendere le piazze forti. . Però, ad evitare tale invasion e, fu messa in piedi


}64.' · LA GU K!l .RA DEL 1866 un'armata con parte delle truppe et.te occupavano i ducati e coll a 13a divisione accantonata a Minden. Restava a decidere su quali punti convenisse concentrare l'esercito principale. Si sapeva che il 1° corpo austriaco stanziato in Boemia aveva i suoi avamposti a Tetschen, Reichenberg e Trauteuau, minacciando c·on~empora~eamente Berlino e Breslavia. _ Sarebbe certo stato desiderabile concentrare t uttò l'e$ercito in una .posizione che coprisse i due punti minacciati; Gorlitz pareva soddisfare a tale scopo. Ma oltre alla grave difficoltà di provvedere alla sussistenza di una massa così numerosa in uno spazio eosì ristretto per un tempo ancora indefinito, s'aggiungeva la considerazione che per operare il concentramento sovra un sol punto si richiedevano più settimane, ed urgeva intanto di coprire le Marche ·e la Slesia. Si· dovette quindi adottare il partito di concentrare J'esercito in due masse separat e. Certo s'offriva così il mezzo al nemico _di gettarsi tutto unito sovra· l'una o sovra l'altra delle due part.i; ma qualunque dispo- . sizione si fosse presa non poteva var iare la conformazione geografica del teatro di guerra, o rimuovere il pericolo che il nemico si cacciasse fra la Lusazia e la Slesia. Non v'era modo di 'ripararvi che portando la o-uerra in Boem' ia·' ma sempre si rendeva prima ne~ o cessario d.i trfl,sportare le truppe alla frontiera. Le linee ferroviarie .che dall'interno della Prussia conducevano alla frontiera facevano capo a Zeitz, Hall e, Herzberg, Gorlitz, Schweidnitz e Neisse, formanti in complesso un arco di circa 60 miglia (450 ch ilometri) di lunghezza, su cui si doveva schierare l'esercito, per quindi concentrarlo, sia con marce

l~ G ER~i ,HHA ED lN 11'AL1A

lungo la periferia, sia con operazioni _verso il centro, secondo le circostan'ze. Perciò i corpi 6° e 5° che eransi concentrati a Neisse ed a Scbweidnitz ebbero ordine il 24 maggio di accantonarsi a Waldenburg ed a Landshut, formando il/ nucleo della seéonda armala (armata della Slesia) ~otto il comando del principe er editario. I corpi 3° e 4° nella bassa Lusazia furono raggiunti dall'Ha. divisione e dal 2° corpo proveniente dall_a Pomerania. Il corpo della guarditl. da Berlino_ doveva portarsi fra Baruth e Luckau. Quf>ste truppe. do:'eva~o formare la prima arm.ala agli ordini Jel prmc1pe 1'ederico Carlo. Il 1° corpo, che si conc~ntrava a Konigsberg, doveva poi portarsi a ·i:;orlitz per servire di legame fra le due armate . · 1'8° corpo dalla Vestfalia do?ea recarsi, per fe~rovia'. ' a -Haìle. Del 7° la 13a. divisione rimanere neJ SL101 · quartieri; la- 143 portarsi a Zeitz, formando coll'8ci, cor po l'a1·mata dell'Elba sotto il comando del generale Herwarth von Bittenfeld. · 0 La bri'g_a ta Beyer dell'S corpo distaccata a W: tzlar erasi accresciuta dalle guarnigioni ritirate dalle for tezze federali, i'n modo da formare una grossa divi sione. Finalmente · col 19 maggio si ordinò la formazione di uri corpo di riserva a Berlino con 24 battaglioni di landwehr ed altrettanti squadroni pure di landwehr. I movimenti necessari per esegui-re questo concentramento ebbero compimento fra il lo maggio ed il 5 giugno, parte per ferrov ia, parte a. tappe ordina~i~. In questi 21 giorni fur~mo trasportati 197,?00 uo~11111, 55,000 ,.cavalli e 5,300 carri, a distanze da1 ~2,00 ai 600


166 L.A GUERRA DEL 1866 chilometri, senza verun sic.istro accidente . Un'apposita appendice éontiene il dettaglio di tutto il movimento fatto per ferrovia. . Con tali disposizioni la Prussia, che prima si trovava in ritardo negli armaC1enti per rispetto all'Austria, venne ora ad aver radunata sulla frontiera una forza superiore. Le considerazioni militari avrebbero consigliato ad aprir la guerra il 6 giugno; ma il re di Prussia conservava ancora qualche speranza di mantener e la pace, ed in questo frattempo l'Austria potè condurre a termine i suoi concentramenti. Per restringere in posizione più concentrata le truppe si d ispose che i corpi 2°, 3° e 4° con un movimento pel fianco sinistro lungo la fronti era si ravvicinassero alla seconda armata nella Slesia. Il movimento durò dal 30 maggio all'8 giugno ; il 3° corpo si portò fin presso il 1° a Gorlitz; il 4• a Hoyerswerda ; i l 2° a Senfteoberg. Il corpo della guardia seguì il movimento, r ecandosi a Cottbus. - Ciò eseguito, il 1° corpo da Gorlitz si trasportò a HirschbArg. Nello stesso tempo l'armata dell'Elba fu portata sull'Elba, presso la fr~ntiera sassone. Con tali movim enti l'esercito venne ad occupar e un'estensione minor e qua si dell a metà di quella primitiva. Quando le notizi e sull'esercito nemico confermavano che q uesto si trovava col g rosso, non già in Boemia, ma io Moravia, cosicchè la minac·cia era dfretta all a ' Slesia e non più a Berlino, si dovettero modificare di conseguenza le primitive disposi zion i. Si giudicò quindi conveniente di portare la seconda armata più ad est dietrò la Neisse, colla fortezza di Neisse per appoggio .al fian co sinistro, rafforzando altresì la detta armata

.,,

IK GERMA~ IA ED 1~ ITALIA'

167

coll'aggiungerle il 1° corpo e il corpo della g ~ardia. Necessaria conseguenza di ciò fu un nuovo mov1~1ento pel fianco sinistro della prima armata, la quale s1 co~centrò attorno a Gorlitz, pronta ad operare nella Slesia ed altresì ad entr are nella Lusazia sassone. Dietro a questi nuovi ordini I~ lru_p?e :vennero ad occup1re pe.118 giugno le seguenti pos1z1001 :

Seconda a?·mala. . 6° Corpo 5° , -

Steinau; Grottkau; 1o , Miiosterberg; Guardia - Brieg; Cavalleria - Strehleo. Prima a,•mala.

3~ Corpo - Lowenberg e W iegandsthal ; 40 , . - Laubao e Greifi'enberg; 2° » Cavalleria -

Dintorni di Gorlitz; Lowenberg.

L'armata dell'Elba non mosse, essendo necessario tener d'occhio i Sassoni; ed anzi, t emendosi che ess:t non avesse forze sufficienti nel caso che il 1° corpo austriaco sboccasse io Sas.sonia, fu da Berlino portato avanti a Torgau il corpo d i riserva. · Così l' es.ercito prussiano destinato a combattere contro l'Austria si trovava diviso in tre grupp~: a_ Torgau, Gorlitz e Neisse, ad i~terv_all~ di_ 150 e d1 180 chilometri. Il modo più sollec1to d1 riunire queste tre masse era d i portarle avanti, cioè sul territorio nemico .


168 LA GUERRA DEL 1866 Occupare la Sassonia era perciò una necessità non solo politica, ma anche militare, poiché permette:va la riunione della prima armata con quella dell'Elba sulla linea Oresda-Bautzeo. L'esercito prussiano verrebbe allora a trovarsi spartito in due sole masse, ciascuna però di tale entità da poter operare come un'armata indipendente, cosicché gli Austriaci non avrebbero mai potuto spiegar tutte le loro forze contro una delle due masse , ma avrebbero sempre dovuto darsi pensiero aI1rP.sì dell'altra. Ed anche qui la via più diretta per la riunione delle forze si presentava nuovamente in avanti.

Forza delle annate eombaltenti

l1> Combotte11U

1° -

Esercito austriaco del Nord . Esercito sassone .

Esercito bavarese. Contingente del Wurttemberg , del Baden. . > dell'Assia Darmstadt • del Nassau

Contingente delrAnnover . » dell'Assia Cassel TOTALE

52,000 16,250 10,850 9,400 5,400 93,900

TOTALE

31> -

TOTALE GEN~:RALE dei tre gruppi contro la Prussia 390,300 combattenti. Combattenti

4° -

Esercito prussiano: Seconda armata: il corpo della guardia, i corpi 1°, 5° e 6° ed una divisione 115,000 di cavalleria. Prima armata: corpi 2°, 3° e 4° ed un 9:-i,000 corpo di cavalleria Armata dell'Elba: 8° corpo e 14• divi46,000 sione . 24,300 Corpo di riserva . 14,300 13a Divisione . . 14,100 Corpo Manteuffe l . 19,600 Divisione Beyer . T OTALE

326,300

271,000

TOTALE

2° -

247,000 24,000

169

JN GERMANIA li:D !)l l'l'AJ, IA

18,400 7,000 •

25,400

(I) Queste cifre possono avere valore uffiziale solamente per ciò che riguarda la. Prussia ; pegli altri eserciti furono portate le cifre dei quadri organici.

Queste forze si ripartivano nel seguente modo: Sul teatro di guerra dell'est : La Prussia 278,300 com battenti; Contro la Prussia 271,300 combattenti. Sul teatro di guerra dell'ovest : La Prussia 48,000 combattenti; Contro la Prussia 119,000 eombattenti . È da notarsi però che il corpo di riserva non prese parte a nessun combattimento.


170

LA. GUERRA DEL

1866

IN GERMANIA. ED IN ITALlA

III. .

r A.nnovcr e l'Assia Cassel.

Le -operazioni cont1•0

Il 15 giugno il generale Manteuffel, che aveva concentrato le sue tru·ppe in Altonà, varcò l'Elba, entrando nel territorio dell' Anno'ver , ed occupando Harburg con un'avangu1.1.rdia, a cui tenne dietro il grosso il giorno seguente. _ Anche i generali Falkenstein e Beyer incominciarono il 16 le loro operazioni: il pri1no colla divisione Goben mosse da Minden verso Annover, il secondo da Wetzlar verso Casse!. Tanto l' Annover qllanto rAssia Elettorale furono colti alla sprovvista in fatto di preparativi militari. Il re d'Annover, àlla n otizia dell'invasione, fece il possibile per. concentrrare le sue forze a Gottinga. Le truppe assiane furono avviate, per . ferrovia, in direzione di Fulda e di Hanau. Il 17, il generale Manteuffel marciò in due colonne verso Annover; queste giunsero il 18 a Liineburg e ad Heber. Nella notte dal 17 al 18, con un colpo di mano, ~i occupò la piazza di Sta.de presso l'Elba. · Dalla s 11a parte il generale Falkenstein entrò il 17 in Annover, dove si g iovò del ricco materiale trovatovl per completare ciè ·che ancora manca-ya ·alla divi~ione Gèiben; il generale Beyer lo stesso giorno · prol,eguì n ella sua marcia, ed udito che le tr uppe assiane a ve vano sgombrato Cassel, si affrettò a far rompere la ferrovia che 'da Casse! conduce a Bebra, per impedire che si trasportasse via anche il materiale; \

171

. potè anche far riattare la ferrov ia da Giessen a Casse!, nella quale ultima città egli.entrava con un'avanguardi a il 20 giugno. Ivi la divisione Beyèr compl~tò' il suo materiale, di cui -aveva difetto, essendo stata organizzata di fresco . Le ·comunicazioni ferroviarie furono pure riattivate . al più presto sulla linea Luneburgo-Aunover; più a rilento procedettero queste riparazioni pel tratto da Annover a Gottinga. Una delle due colonne del gener ale Manteuffel giungeva 'il 20 in Annover; l'altra toccava nello stesso giorno Celle, mentre la dìvisione Goben in' marcia su Gottinga giun geva il 20 ad Alfeld. Le truppe annoveresi si trovaron o quasi tutte concentrate il 18 a Gottinga; ma radunate così all'improvviso, mancavano d~l materiale occorrente a S6stenere la campagna. Il 20 giugno ammoutavano a 15,000 uomini di fanteria (tra cui 2,000 c_oscritti), 2,000 ca. valli, 42 pezzi (d i cui 22 rigati) e 12 pezzi di riserva. Nel detto giorno - fu dato l'ordine per la marcia in· direzione verso sud, nell'intento d i operare la cong iunzione colle trup pe federali della Baviera e degli altri Stati del sud. · S i.rinunziò alla via d iretta per Escbwege per evitar e . un incontro 'éolla di visione Beyer negli angusti passi della Werra, e fu deciso di prendere la direzione di Hei ligenstadt, dove le truppe giunsero il 21. In previsione di ciò a Berlino si qispose che due battaglioni ed uno squadrone di landwehr· fossero trasportati il 21 giù.gno da Magdeburg:o a Nordbausen, e da Erfort si d irigessero ad Eisenach tre battaglioni, uno squadrone ed una batteria; il duca di CobqrgoGotha inviò p ure verso Eisen,ach il suo reggimento fucilieri. !\'elio stesso. tempo il generale Beyer mandava


l ?2 tA OtJERRA nm. 186(-i nella stessa direzione in tutta fretia un dis.taccamento, ed un altro ne mandava a Miinden . Questa dispersione di forze aveva solo per jscopo di guardare tutti i passi per cui gli Anuoveresi potevano tentare di dirigersi al sud, onde conoscere di prP-ciso la loro direzione di marcia.. · Il 21, i genernli Manteuffel'·e Falkenstein prosegui rono a marciarB verso Gottinga. Le nòtizie sulla posizione degli Annoveresi erano contradittorie; il generale Beyer credendoli a Goitinga portò in questa di.r ezione le sue forze; ma, avutane ' certa còn't ezza, il 22 le riportò verso Ottmanshausen, mentre la divisione Goben giung.eva a G9ttinga ed il corpo Manteuffel a Nordheim. GII Annoveresi si spinsero ir 22 fino a. Miihlhausen, dove si trovavano a tre marce dalle divisioni Beyer e Goben·, non avendo dinanzi a sè che le poche forzi~ raccolte ad Eisenach sotto il colonnello Fabeck, le quali poi il ~3, avendo inteso che il nemico prendeva la strada di Gotha per Langensalza, ritornarono a Gotha. Si entrò allora in trattatiYe, che durarono tre giorni; esse non poterono riuscire a nessun cornponime"nto ; ma i Prussiani si giovarono di. questo indugio per concentrare le loro forze, in modo da precludere agli Annoveresi ogni via di scampo. La divisione Goben giungeva il 24 a Munden, donde avea 0rdine di portarsi a Casse! per essere trasportata in ferrovia ad Eisenach. Il 25 una metà di essa già si \ d . . trovava a estmo. , Del corpo Mantenffel, giunto a Gottinga, un distaccamento sotto il generale Flies :r:ecavasi per la ferrovia di Magdeburgo e di Halle a Gotha.; un altro distac-

173

lN GER11ANU E D IN ITALI A

I

camento marciava su Miinden, il resto rimaneva a Gottinga. . Il generale Beyer giungeva pure il 25 ad E1senach. La sera del 25 · stavano )n semicercb10 a~tor~o a Langensalza, e ad una marcia dagli Annoveres1, le seguenti truppe: . . A Gotha: il generale Flies con 13 battaghom, 3 squadroni, 4 ba_tt~rie, circa 8,150 nomini, . 225 cavalli, 22 pezzi ; · . Ad Eisenach: 12 bf.ttaglioni, 4 squadroni, 4 batterie .e rpezza, in tutto 12,000· uomini, 550 ca.valli., 28 pezzi. - Il generale Go ben ne prese il corn_~ndo; A Kreuzburg e Treffurt: il generale Glumer ~:o_n B battaalioni, i squadroni, 1 batteria; 8,000 uomrn1, t,

• . 1

.

250 cavalli, 6 pezzi. • • Essencfo riuscite vane le trattative, e temendosi eh dar tempo ai Bavaresi di accorrere in aiuto agli An: noveresi1 il giorno 26 fu denunziata la .tr~gu~. ~ vutas1 ctippiù da Berlino notizia (che fu chiarita po1 ~alsa) che gli Annoveresi volessero ritorn'ltre verso G~tti~ga, . furono prese tutte le disposizioni _per accerchiarli ed obbligarli a capitolare. , ., Però non si tardò a constatare che gli Annov~re~i si concentravano a Lang-ensalza, dove pres.e ro posizione difensiva sulla sinistra dell'Unstrut. Il generale Flies, incaricato di tener d'occ~io l'es.ercito nemico e di seguirlo passo passo, mosse 11 mattmo del 27 verso Langensalza, e ne nac~ue così un ' com~ battimento, del quale si tralascia qui di riassumere 1 particolari. Il ge~erale Flies non avea s.eco che il ~uo distaccamento (8,150 uomini, 225 cavalli e 24 pezzi)~ dovelte quindi cedere alla superiorità del nemico, e s1 ritirò la sera a Warza..

/


LA GUERRA DEL 1366 IN GERMANIA ED 1N l'ULIA Le perdite dei Prussiani nel combattimento furono: morti 11 uffiziali e 159 di bassa-forza; feriti 613; dispersi 33. - Quelle degli Annoveresi: 10.2 uffiziali e 1,327 di bassa-forza tra morti e feriti. Ma questa vittoria degli Annoveresi hon potea loro fruttare, poicbè erano cinti da ogni parte, e nel combattimento del 27 avevano esaurito le loro forze. Il generale Goben nella notte dal 27 al 28 portò a Gotha, per ferrov ia, parte delle truppe che aveva j n Eisenach, facendo marciare il resto a piedi verso Lan·gensalza. v Nello stesso tempo il generale Manteuffel marciava da Gottinga verso Langensalza, ed il mattino del :28 con parte delle sue truppe già si trovava a Miihlhausen. La sera del 28 gli Ann0veresi erano circondati da pi~ 'a i 40,000 uomini. In tale situazione essi non potevano pensare ad opporre ulteriQre resistenza; perciò il 29 fu segnata una capitolazione, colla quale l'esercito annoverese deponeva le armi colla promessa di non prendere servizio contro la Prussia. Le armi ed il materiale. doveansi consegnare alla Prussia; il re d'Annover ,, potea scegliersi quel soggiorno fuori del r eg1iO che più gli piacesse.

174

SUL

CUSIGONIMI~TRO DELL'INGEGNERE SPANO

Napoli, 20 novembre 1867.

Signor direttore,

un- nuovo istrumento detto clisigonimetro (o livell_o universale) è test.è venuto alla luce per op~ra d:l signor Giuseppe Spano, macch inista de_ll'u~1~:rs1tà. e de1la sezione di stato maggiore e gemo !Jl~htare m Napoli, e che venne altresì messo in evidenza. all'espo· sizio·ne mondiale di Parigi. Esso serve di livello ordinario e di pendìo, con ~ezzo di orientazione,~e risponde ad un tempo alluso d1 go· niometro e;on cannocchiale a stadia. di Questo nuovo istrumento merita, a mio ~vvis?, . ricevere una giusta e meritata pubblicità nell'.utile ~1 coloro che si applicano agli stqdi topog.rafic1, e prn


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SOL CLISIGO~IME'l'RO

specialmente perché utile, a parer mio, al nostro genio m ilitare negli stadi preventivi di tracciamenti di strade, piani quotati, progetti d'innondazioni artifi ciali, ecc., ecc . E ,però poichè l'accreditata Rivista .Militare Italiana da S. V. IJl, m• diretta, nell'interesse dell'esercito, ebbe già altre volte ad occuparsi di simili perfezionamenti, sarebbe pure desiderabile che in essa si fac esse parola dello strumento di nuova invenzione del signor Spano. - E qui lasciando la parola al signor ingegnere del genio civile cavaliere Alessandro Zecca, che più volte ebbe ad esperimentare detto strumento sul terreno, io le com piego una relazione sua su detto istrumento ch'egl i gentilmente mi comunicò per leggere, autorizzandomi ad un tempo di darne pubblicazione, quando Ella acconsèuta, nella Rivùta Afilitare Italiana. · Suo devotissimo se1·vo A. 0AIMI.

DELL' I)l\:ll,GN'ERR SPANO

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Sull'applicazione ..apida. del 4'1islgonlmetro dell'ingegne..e meccanico signo.. Giuseppe Spano, nel t1•accia111euto delle vie •li comunicazione.

Non havvi ingegnere che non sappia il livello da pendio, niveau de pente dei Francesi, così detto nella primitiva sua apparizione, chiamato poi clisimetro, ed oggi perfezionato dall'ingegnere meccanico signor Giuseppe Spano, appellato cli&igonimet1·0. Questo strumento, sorto per facilitare grandemente ed a preferenza lo studio delle strade di montagne, viene commendato fra gli altri a tale scopo dal Cavalieri nella sua opera di architettura statica ed, idraulica, e' dallo Sganzih nel suo corso di costruzioni : ciò non ostante oggi si vede q~asi trascurato dalla generalità degli ingegneri nello studio delle vie di comunicazioni, fatto. , .senza dubbio che mette i giovani operatori nella dubbiezza se quei valentuomini che si occuparono della creazione della macchina, ed altri che la raccomandarono come di proficui e rapidi risultamenti, spendessero utilmente il loro tempo e le loro parole. . A dire il vero, intorno all'imperfezione dei metodi topografici nello studio delle ferrovie, massime sulle falde delle montagne, è stato l'egregio ingegnere signor Coriolano Monti, che nella traccia di una ferrovia a traverso il Colle di Tenda, ebbe occasione di pubblicare la sua dotta memor.ia, nella quale va dimostrato quanto lavoro inutile si può incontrare nella determinazione della via per vera mancanza di tatto, per cui spesse fiate l'asse dell'opera sta così lontano dagli studiati profili longitudinale e trasversale, che ad ogni costo occo rre cli ritornare., una seconda ANxo im, voi. 1v. -

1~.


} 78 SUL CLISIGONIMETRÒ e for~e terza volla sulla stessa campagna colla facilità che 311a fine, indovinato un andamento longitudinale accettabile per pendenze, discreti movimenti di terreno, e per convenienza di bene adatte curve, fa desiderare nei profili trasversali maggiore sviluppo per ispostaroento di punti sulla poligonale, essendovi deficienza in un lato ed esuberanza dall'altro, se pure in qualche raro caio l'asse non resti del tutto fuori della trasversale. Tali perdilempi e deficienze di studi avvengono incontrastabilmente dal perchè ordinariamente si eseguiscono profili longitudinali e trasversali con poco criterio pratico, o col solo livello ordinario, o tutto al più coll'aiuto del teodolite; che sebbeno dia planimetria ed altimetria ad un tempo, non presenta la facilitazione di ca1colare tosto in campagna con rapidità le dilTerenze di livello, se non coll'uso delle tavole trigonometriche; mentre per contrario il clisigonimetro, in forza del suo originario organismo, dà con ammirabile 1:a pidità ed esattezza le distanze e le differenze di livello. La ragione per cui oggi si adotta generahuente il teodolite nello studio dei progetti delle vie di comunicazione, può essere quella che ognuno comprende di leggieri; vale a dire l'utile di ottenere contemporaneamenle la pianta ed il profilo di un andamento; mentre il semplice livello da pendio, per come ·fu spacciato nei primi tempi con traguardi semplici, non offriva altro che il comodo di accertare il pendio fra due punti molto fra loro rayvicinati, cioè fì~ dove poteva giungere la vista ordinaria; ma da che lo Spano uaiva fin da molli anni al livello da pendio il cannocchiale a stadia, e lo corredava di bussola, e poi anche del cerchio ripetitore , quest'istrumento fu di grand'e aiuto all'ingegnere, avverandosi perciò le parole del Cavalieri , che col livello da pendio cioè , un esperto

01, 1.L'ING-EG:--l EHE SPANO

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ingegnere può in poche ore tastare diversi andamenti di ttna richiesta linea e scegliere con cognizione di causa quello che a preferonza si rende il migliore. Ma il prefato ingegnere meccani co non ebbe allora un pieno successo nell'adattare cannocchiale, bussol a e ccrc,hio al clisimetro, avvegnacchè la macchina gli resLava insensibihnen Le disquililn·ata dalla posizione eccen trica del primo di tali aggiunti, e nei daLi planimetrici dava una qual~he inesattezza, sebbene poco valutabile nelle ordi narie distanze, e riesciva eziandio di qualche noia allorchè per frequenti contrapendi doveasi volgere il cannocchiale per aggiustare l'oculare; percbè fin . oggi il clisimetro modifìcato dallo Spano dovea subi re una mezza rotazione ad ogni cambiamento di acclività in declivi tà, e viceversa. Oggi però tutte queste difficoltà si sono superate da quell'abile ingegnere meccanico, ed il suo clisigonimet.1·0 presenta cannocchiale, l)ussola e cerchio al centro nel più · perfetto equilibrio, col traguardo mobile di livello in ascesa ed in discesa, essendovi due scale graduate a nonio; una superiore al zero o traguardo di livello, e l' altra disotto; ed il movimento della visuale inclina ta si opera come nei primi iivelli da pendio del Lenoir, cioè prima colla mano, 0 poi colla vite microm etrica pei movimenti capillari, la mercè di un morsetto come tutti sanno. Perfezionato in siffatto modo il primitivo livello da pendìo, pare che non vi sia piò ragione in contrario per usarlo nel tracciamento delle vie cli comunicazione; e però sotto questo punto di vista si andrà a dire del modo di applicarlo nelle operazioni pratiche sul terreno nel tracciamento delle dette vie, per le quali ogni ingegnere sa che oggi si vanno indagando dei metodi che diano risultati esatli, ral)idi ed economici.


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Senza dubbio la lettura della dotta memoria del prefalo ing13gnere signor Coriolano :Monti, quelle riportate negli annali della costruzione del signor Oppermann e le squisite con.sid erazioni esposte dall'egregio ingegnere e professore signor Menclia nella elaborata e sapiente relazione intorno alla ferrovia da Napoli per Benevento e foggia, offrono dei ~umi incontrastabili per formare la pratica di un giovane ingegnere nella difficile arte del progeuare le vie disopra dette; ma però fra tutti questi scriltori, il solo signor inµ-cgnere )lendia a pagina· 31 della ci lata sua opera accenna al cl isimetro; e poichè questo è l'istrumento che può rendere all'ingegnere i migliori servigi, gli è perciò che dell e sne applicazioni si terrà ampia manifestazione. . ~ell'intenclimento però di rendere questo primo capitolo Jnchpenùen to dalla lettura degli altri che seguono, e CO!lccntrare in esso il concetto dello scritto, si dirà che tutto il segreto nel ~racciamento delle vie di comunicazione sta nel piazzare sulla campagna un asse rettilineo o spezza-tt1, detto da taluni la poligonale, ed operare sullo stesso sia nel s~nso longitudinale, sia sopra spesse e frequenti tra1versa!J col livello, ond e ollenere una zona quotata della campagna, nei cui limiLi di lunghezza e _di ·larghezza debùa contenet·si il progetto della via. :.\Ia se la cosa è agevole a concep irsi nel suo divisamento non. è invero della stessa facilità sulla campagna; e quest~ lo dimostrano le opere succitate, e molle altre dello stesso genere. . Infatt.i spesse ·fiata quella zona rilevata del terreno non ~1 pres~a alle esigenze del problema pratico, come si è detto m~anzi, eu a mala pena potrà essere di guida e criterio a mette~e una nuova direttrice sulla campagna in mi o-Jiori condizioni. Ma se quella direttrice fo ,~so ::;' tat·i< p1·a·zza i"a co I-

1R1

l'anticipato criterio nella possibilità della pendenza longi· tudinale in relazione ai movimenti di terreno ed alla forma planimetrica dell'opera, di certo che un primitivo lavoro di profil i per lungo e per traverso darebbero la pianta quotala di tal zona di terreno, nella cui estensione indubitatamente dovrebbe restare il progetto. " Ed in vero, poichè una semplice traguardata col elisi· metro o clisigonimetro fa scemare la pendenza del terreno anche a punti molto lontani tra loro, è chiaco elle questa operazione ripetuta poche volte in estesa campagna, e colla misura delle distanze intercalate fra quei punti, mettono l'ingegnere nel caso di scorgere non solo se vi sia la convenienza della scella, ma eziandio della fissazione dei punti principali del tracciato. Ottenu,to. con questo primo lavoro l'accertamento della pendenza, l'ingegnere svolge col medesimo clisimetro Cra i p1·escelti punti obbligati e sulla falda piana o rapida de l terreno un'elica -spezzala o poligonal e, che dir vagliasi, con pend enza disc1·etamente minore di quella risultata dal tasto precedento fra quei punti; e cosi si ha un tale asse, lungo il quale, se l'altro del . progetto potesse stare in coincidenza, non vi sarebbero movimenti di terreno in essi, ed ecco come ottetTebbesi la massima economia possibile. Questo primitivo concetto che ni uno può impugnare, deve essere applicato con discernimento alla natura della via ; la q1ial e se è una strada ordinaria di montagna, ceder deve il suo andamento alla necessità di molte curve e contro-, curve per evitare i grandi movimenti di terreno che costituiscono una parte più importante della spesa di primitiva costruzione, sicchè l'asse stradalé occorre che si faccia restare per quanto più è possibile sui punti o vertici di quell'elica poligonale e direttrice. Se trattasi cli strada or-

,


182

SUL CLISIG ONì MÌfTRo'

DELL'INGEGNERE SPANO

dinaria i11 pianura O? in falso piano, i ·1ungbi' rettifili e larghe curve sono consentite dalla discretezza dei movimenti cli terreno, ed in questo caso i profili traversi debbono · essere di sufficiente lungh~zza onde prestarsi all'andamento planimetrico. Ma quando poi vuolsi riferire ai canali ed alle ferrovie, senza escludere le stesse vie ordinarie di pianura, o falso piano, allora gioverà pure far prendere l'elica poligonale sulla campagna per direttrice del lavoro, ma non sempre a fio r di terreno; ed in questi casi quell'elica deve restare nell a mente dell'ingegnere, il quale scegli erli punti a zero, incassati o rialzati sul terreno, onde conciliare la forma planimetrica colla mitezza dei tagli e dei riporti. E però anche in questo caso il clisigonimetro è quello_che risolve il problema sulla campagna, per cui l'ingegnere sa fino dal momento in cui fissa quei punti quali sono i movimenti del terreno in relazione della pendènza longitudinale dell'opera.. Per quanto ri GeLte poi. il lavoro della planimetria si divide pienamente l'opinione g.el lodato ingegnere signo,r . Mon ti , cioè che uno scrupolo_ troppo oltre portato, fa adot- ~ tare il cerchio ripetitore in campagna per segnare gli angoli, mentre l'adottamento della tavoletta nei soli primordi dello studio esclude un penoso lavoro di tavole non .solo, ma rende avvertito tosto in campagna di qualche inconveniente planimetrico, ad eliminare il quale basta lo spostamento di pochi punti dell'elica poligonale; e la tavoletta è pure quell'istrumento che subito fa discernere sopra luogo l'estensi one di profili trasversali. · Non pert~nto , se a,d alcuno piacesse tuttavia l'adattamento del c_erchio per -la misura degli angoli, il clisigonimetl'o di Spano ne è pure corredato colla bussola, e la mobilità rotatoria cli quel cerchio rende lo strumento adatto alla

183

ripetizione delle os·servazioni per attenuare gli errori. Questo generale concetto adoperato dallo , scrive.nte in tutti i suoi studi di progetti stradali lo mette in grado di far seguire a questo altri articoli sul maneggio del elisi~ metro e clisigonimetro dell'ingegnere meccanico signor Spano, svolgendo in essi tutti quei problemi pratici che con tale istrumento si risolvono in campagna alla presenza delle varie circostanze del terreno, e si aggiungerà per fine l'esempio di tracciamenti completi .di strade ordinarie e ferrate, sia in pianura, sia sulle falde delle montagne. \

Ingegnere '

l

ALESSANDRO ZECCA.


.-185 Negli specchi qui di seguito riportati sono indicati i principali dati relativi al tiro della carabina da bersagliere e . del fucile di fante~'ia t~asformato ~ r~tro: carica. In alcuni di questi specchi sono pure md1cah dati corrispond~nti del fucile ad ago prussiano. !lATl SPECIALI SULLE ARMI PORTAT ILI

ì'W. I. -

DATI SPECIALI

Velocit.à iniziale della pallottola.

SULLE

-A'R MI PORTATILI

INDICAZIONE DELL'ARMA

TRASFORMATE A RETROCARICA

~

oc

$~ o3 o ,,,;:::

.... s:::

QQ Q o,

<I)

<Il ..

VELOCITA iniziale

"'""

~~= ""..,

., _., ""o ""

Carabina da bersaglieri ..

36,00

1,60

4,50

287,00

Fucile di fanteria . . . . ,

36,00

1,60

4,50

295,00

Fucile ad ago prussiano

31,50

4,00

4,60

257,00

a retroc;1.1:ica

PEJl LE

ol .,

-

I>

in metri

-- --. --

FANTERIE ITALIANE

Da un opuscolo pubblicatosi or ora a ribadire molte ·ingiuste critiche mosse alla commissione tecnica per lo studio di un'arma da fuoco caricantesi per la culatta ) togliamo i seguenti dati, che ci ·sembra utile di portare a cognizione dei nostri lettori, come a completare quanto, alcur1 mese fa) scrivevamo su Uo stesso arfiomento.

------

PESO IN GRAMMI

• NB. - Nella ca.rabina da b1!rsaglieri e nel fucile di fanteria la polvere impiegata nella carica fu da fucileria italian~; nel fucile ad a:go prussiano la polvere impiegata fu da fucileria prnssiana.

I .


N. ~. - Alzi e dati 1•clativi alla t1•aietto1•ia. CARABINA

D~~

DISTANZA IN :METRI DAL BERSAGLIO

BERSAGLIERE

a retrocarica 100

200

300

400

500

I

Alzi in millimetri

. . ., . . . . . .

Tangente dell'angolo di mira

.. ..

25,4

30,7

3G,9

44,0

52,1

I

600

700

750

61,1

71,0

76,4

0,0112 0,0171 0,0269 0,0367 0,0478 0,0601 0,0735 0,0810 ~·

Abbassamento del proietto sotto la linea di tiro . . . . . . . metri

1,12

3,42

8,07

Altezza massima della traiettoria sulla linea di mira . ' . . . . . . . metri

0,24

0,85

Spazio battuto (bersaglio alto 1m,60).

176

238

..

.

'

.

.

.

'

14,68

23,90

36,06

51,45

60,75

2,10

3,90

6,35

9,90

14,75

17,65

54

36

33

20

17

\

I

J

-

I,

,. I•

i:

I '-'

(

NB. - La distanza fra i due punti di mira della carabina è di millimetri 730. L'altezza del mil'iqo sull'asse della canna è di millimetri 17,3. • ·


• ...

-

DISTANZA IN METRI DAL BERSAGLIO

FUCILE DI FANTERIA a retrocarica

100

200

300

400

500

600

700

800

...

Alzo in millimetri verticale .

Id.

.....

23,4

29,t

34,6

42,0

51 l O

61,7

U,2

88,6

..

0,3

0,7

1,0

1,3

1,7

2,0

2,6

3,2

oriizontale . •

Tangente dell'angolo di mira

..

. . . ' ' . 0,00805

0,01438 0,0~170 0,03075 0,04170 0,05475 0,07bOO 0,08756 I

Abbas!amento del proietto sotto 1a line!\ d'asse . ' . . . . . . . metri

0,80

2,88

6l 52

12,29

20,85

32,85

49,00

70,04

Altezza massima della traiettoria sulle linee di mira . . ' ' . . . . . . metri

0,20

0,76

1,65

3,15

6,15

9,85

15,55

22,90

.

Derivazione a destra

.....

'

Spazio battuto (bersaglio alto 1m160).

'

J

0,05

0,17

0,37

0,63

1,04:

1,·1G

2,21

3,12

)

177

249

59

42

29

19

15

-

~-

NB. - La distanza fra i due punti cli mira del fucile è di millimetri 820, a meno che per il tiro a 200 metri. ~ dove è di millimetri 855. L'altezzR del mirino sull'asse della canna è cli millimetri 16,8. ~


188 !H 'J 'l . Si'ECIAL1 Gli alzi sono misurati dall'asse della canna al fondo delle tacche rispettive. La sommità dtl mirino è alta millimetri 17,3 sull'asse della canna nella carabina, e millimetri 16,8 nel fucile. L'altezza massima dAlla traiE:ttoria sopra la linea di mira corrisponge a pochi metri al di là della metà della distanza che separa il tiratore dal bersaglio. Lo spazio battuto comprende tutto quel tratto di terreno sul quale, collocando un uomo di media statura (métri 1,60), sarebbe colpit0 in qualche punto del suo corpo, conservando nel puntamento la stessa linea di mira diretta, cioè sempre a metà altezza dell'uomo stesso. Prima e dopo quel tratto di terreno, puntando come fu ora indicato, la pallottola o passerebbè sopra il capo dell'uomo o colpirebbe il suolo prima di giungere al medesimo. Per le distanze maggiori di 200 metri, il bersaglio trovasi prossimamente alla metà dello spazio battuto, per cui il numero indicato nel precedente specchio diviso per due, rappresenta il tratto di terreno avanti e dietro il bersaglio preso di mira, pel quale un uomo sar.ebbe colpito in un qualche punto del suo corpo. Tanto nella carabina che nel fuci le a ·r etrocarica, la derivazione del tiro è così picco!~ da non essere quasi nece8sario il tenerne conto nella pratica del tiro.

18\)

SULLE .lll1Cl PùRT.\ l'ILI

!W. 3, -

~ ~

~ ·l: 200 H H ot I 300 <11 ~ 400 t> ... ' ~ ~ 500 ,-J ~ 600 <

motl'i

' { 100

.z

II

I soo I

100

Probabilità di eolpire.

-- --- - - - ---

metri

0,16

0,11

75

100

100

100

l,86

0,37

0,30

58

96

90

96

1,72

0,62

0,50

52

84

81

88

1,39 1,39

l,15

0,70

22

64.

51

J,70

'1,12

10

39

24

2,25

1,55

7

36

15

69 46 35

2,80

2,00

5

25

9

22

0,35

2,60

2

16

6

16

0,25

3,35

I

0,79 0,55

75

- I 10

92

1,68

92

100

88 100

95

100

100

2,21

150

86

100

100

ioo

2,10

200

50

90

90

95

1,40

300

34

80

70

82

1,08

400

12

65

34

60

0,98

·15 20

16

36

0,46

6

12

0,20

450

8 l 750 \

NB. - La giustezza. di tiro e quindi )0, probabilità di colpire a.Ile diverse distanze si può ritenere uguale per la carabina e pel fucile, avendo queste due armi canna e cartuccia uguale, a differenza della. lunghezza della cann:i,, che nella carabina. è cli 120 milli metri piii corta che nel fucile.


190

DATI SPECULl

SULLE ARMI , PORTATILI 191 I 00,50 di base e 2 metri q'alLezza; con un punto, quando colpisce i due rettangoli laterali di Jm,50 di base per 2 · metri; infine con zero pu.nti, quando non colpisce il bersaglio. Tutti i risultati inscritti nel precedente specchio n° 3 non furono rettificati , ma rappresentano fedelmente quelli ottenuti n egli esperimenti. Quelli relativi ~ al tiro col cavalletto furono ricavati da una serie di . esperimenti in cui si usarono fucili ridotti a r etrocarica presi a caso, dei quali una metà avevano il calibro regolamentare di · millim etri 17,6, e l'altra il calibro ingrandito, ma anco1;a nei limiti di tolleranza di millimetri 18, I. Con ogni fucile furono sparati 500 colpi per ogni distanza. I risultati corrispondenti al tiro alla spalla furono ricavati dalla media dei 'tiri eseguiti da . dieci buoni tiratori dei bersaglieri con carabine scelte. Devesi però notare che i risultati di tiro corrispondrnti _a lla distanza di 75 metri rappresentano la media di .10 spari accelerati eseguiti da ' ogni tiratore nel tempo n1€dio ' di 67 minuti secondi.

La colonna n° 3 dello specchio rappresenta il pe1· cento dei t iri che ad ogni distanza colpiscono la proiezione di un uomo, cioè ·un rettangolo avente Om,60 di larghezza per lm,60 d'altezza. Il fronte di 12 uomini indicato alla colonna n° 4, è ,r appresentato da UD bersagìio aventé 8 metri di base per l°',60 d'altezza. Le colonne n° 5 e n° 6 rappresentano il pe1· cento dei tiri che colpiscono i bersagli regolamentari, quali si usano dalla fanterja negli ésercizi del tiro indivi- · duale. , Il punto medio nel bersaglio regolamentare indicato nella colonna n° 7, è calcolato n el modo seguente: il risultato d'ogni sparo è segnato col punto stabilito dal regolame~to del tiro per la fanteria; si fa quindi la, somma di tutti i punti marcati, e questa si divide per il numero degli spari eseguiti. I punti che rappresentano ogn i sparo sono s~gnati come segue: quando si fa uso del bersaglio semplice di l "',50 di base per · 2 metri d'altezza, cioè per le . distanze di tiro min~ri ai 350 metri, si segna con tre punti lo sparo che colpisce il circolo centrale avente Qm,25 di raggio; con due punti, quando colpisce la zona compresa fra Je due circonferenze aventi 0"';.25 e Om,50 di raggio; con un punto, guando colpisce il rettangolo formante bersaglio, ma esternamente al circolo di Om,50 d i raggio; infine con zero punti, quando la pallottola non colpisce il bersaglio. Quando si fa uso del bersaglio maggiore avente 4m,50 di base per 2 metri d'altezza, cioè per le distanze uguali o macrofori ai CO 350 ?1etri; si segna con tre punti lo sparo che colpisce il circolo centrale av..ente Om,50 di raggio; con due punti, quando colpisce il rettangolo centrale di

Col fuci lB e colla -carabina a retrocarica si p9ssoòo e::;eguire facilmente e con sufficiente giustezza di puntamento 8 spari per minuto primo. Individui molto esperti possono èseg_uire fino a 12 spari per minuto, con;,ervaudo pur sempre una giustezza di puntamento. Col fucile ad ago prussiano in un minuto si possono sparare 6 .co !pi.

' ' f

~


·J9°2

DATl SPIWIALI SULLE AlU11 POUTATJLl

l'W. u, - Forza di penetrazione della pallottola. Prendendo per unità di misura un'assicella di abete bianco di millimetri 27 di gror;sezza, traforata: la quale il proietto conserva ancora forza sufficiente per produrre gravi ferite negli uomini e cavalli; da esperienze fatte direttamente col fucile e carabina ridotti a retrocarica si ricava che: ' a 200 metri la pallottola trafora n° 5 assicelle; a 400 id. id. , 3 1/2 id. a 600 id. id. • 2 1/2 id. a 800 id. id. , 2 id.

RIVISTA TECNOLOGlCA

In questi esperimenti le assicelle erano disp'os-te l'una dietro l'altra alla distanza di 50 centimetri.

L'iimnzione della corazza dell'italiano Murattiri ed il ministro Bertolé-Viale.

..

. Il ministro della guerra ha definitiv.ameJ{te- nominato 1 membri incaricati di esaminare la corazza Mura.tori. Oltre. a distinti uffiziali dell'esercito e della mari1,1a, in.vitò ~ far par~e della medesima diverse persone nOtl militari, deputati ed altri, le quali possano pel corredo delle cognizioni ed il portato della loro esperienza aiutare la commissioné nel dare colla maggior cognizione di causa possibile i l suo giudizio. ~on possiamo ..a meno di approvare l'oculatezza del generale Bertolé-Viale, che in soggetto ove ·sono ri.uniti tanti interessi, li abbia voluti tutti. rappresentati a vantaggio dell'esercito è ad onore della nazione. L'istoria delle invenzioni e delle scoperte pi.ù utili dimostra come in ogni tempo ed in ogni luogo i loro autori ANNO Xll,

vo!.

IY, -

13.


194

RIVJS'l'A V

~rEO~OLOGICA

'

abbiano dov_uto passare per dure prove, e sormonta.re osfa-0oli difficilissimi per far trionfare principii che appari van0, perchè nuovi, genernlmente assurdi, epperèiò osteggiati e spregiati, Ma in generale si scorge altresì che quando tali principii finirono per ven ire riconosciuti· e gli antoti furono bene accolti, sostenuti ed appoggiati, ciò si doT;ette sen;ipre a qualche mente eccelsa, di aropie vedute e dì non comune perspicacia; ond'è che i nomi di q11es1i coraggiosi pro tc·t-_ tori delle novità figurano scm pre acca.o to agli a utt1ri ste~si, condivid endone la gloria. Il signor Muratori, in una lette ra diretla a varii giornali, ha reso al g iovane ed intel !igen te ministro qnellti, giustizia che gli è a buon diritto dovuta, indicandolo alla pubblica opinione come il primo che abbia preso in seria considerazione la sua proposta , e con tratto di squisita cortesia soggiu nge che, proseguendo nell'opera in trapresa, meglio di esso stesso avrf1 il ministro geuerale B~rto lé- Viale meritato del pae:sP. E noi crediamo che il paese rìconoscerà q nanto sia a tenersi a pregio l'avere a ministro un uomo che nel brevissimo tempo in cui si trova a quel posto, ha già. dato all'amministrazione militare tale ìmpulso e tale spinta che a n:ente meno sagace ed ardita non av rebbé?o ~astato gli anm. · Uornini cosiffatti sono rari; essi per la loro ind iv idua lità sorvolano ai partrti ,' da cui dovrebbero es, ere rispettati come si conviene . L'0steggiarli, l'attraversar loro la via, il ,' olel'li ro,fe. sciare per spirito di fazione, è opera non df'gna di uo mi ni ouestamente liberali; per farlo, non bisogna aYere cari !à di patria .

• L~ commissione · incaricai.a dell'e&ame dt-:lla C'orazza Mu,i:atori è compos ta dei seguenti membri :

195

Pres·ldente. Mezzacapo ca.v.aliere Luigi, luogotenente generale, pres idente del consiglio superiore per gli is·tituti d'istruzi0ne ed educazione militare. '

:ntembri militari dett'eseroito .. De Saint-Pierre cavaliere Alessandro, luogotenente genet·ale, ispelt.ore dell'esercito. - Brignone cavaliere Filippo, id. in disponibilità. - Ansaldi cavaliere Giovanni, ( id ., . membro del comitato d'artiglieria. - Cavalli cavaliere Giovanni, id., comandante la militare accademia. - Avo· gadro di Casanova conte Alessandro, id., comanèlante la divisione di Torino. - Gi·iffini NJ.valjere Paolo, id., presidente del comitato dell'arma di cavalleria. Deleuse cavaliere· Giuseppe', maggior gene rale, coman· <laute territoriale d;artiglieria in T0rino. - De la Forest cavaliere Alberto, id., i~pettore dell'esercito. - Mazè de la_Roche, id., comandante la brigata Pinerolo, - Brignon~ cavaliere Antonio, id., membro del co,mitato del genio. Sacchero cavaliere Celestino, id., comandante la scuola di applicazione d'artiglieria e genio. ~ . Nicolis di Robilant cont~ Carlo, id., comandante la scuola superiore di guerra. - Griffini cavaliere Saverio, id. in aspettativa. Incisa di Camerana cavaline Luigi e Cavagua cavaliere Giaciuto, colonnelli n e·l corpo dei reali carabinieri. - De Vecchi cavaliere Ezio, id. di° stato maggiore, direttore dell'ufficio tecnico del corpo di stato maggiore. - Mattet cavaliere Emilio, id. d'artiglieria, comandante il 5° reggimento d'artiglieria. - - Spinola marchese ·Giacomo, id. di cavalleria, comandante il reggimento guide . .;_ Belli di Carpeneto <,avaliere Simone, id. di fanteria, comandante il 14° reggimento fanteria. Pellegrino cavaliere Giovanni, luogotenente e,olonnello, ANNO :im, vol. 1v. 13*.


106

HIVJS'rA

TECNOLOGlCA

comandante il 13° reggimento fanteria. - Coardi di Dagnasco e di Carpeneto marchese Luigi, id. di cavalleria nel reggimento guide. - R icci cavaliere Agostino, id. di stato maggiore; professqre d'arte militare alla scuola supe· riore di guerra. Rossi cavaliere Ctlestino, maggiore d'artiglieria, addetto al laboratorio di precisione. · Lard cavaliere Ambrogio, intendente militare,- Torino: Elia ci1valiere Gio.v anni , medìco-direttore, in aspettativa a Torino. - Arena Macelli cavaliere Gaetano, direttore all'ospedale militare di Torino.

Jlembri militari dell'a7:mata. Aci.on cavaliere Enrico, capi tano di fregata. cavaliere Felice, ingegnere navale.

Pasella

Membri civili. Cbiaves Des~derato, deputato al parlamen.to. - Fambri . Paolo, id. - Corte cavaliere Clemente, id. Vìlale caYaliere Cesare, colonnello delia g'uard ia nazionale di Torino1 - Noli cavaliere Corrado, id. Riccardi di Nétro cavaliere E rnest_o , consigliere munk:ipale a T orino.

Segretario. · Mocenni cavaliere Stanislao, maggiore ùi stato maggiore, profe~sore a lla scuola superiore di guerra.

NB. - Sarann o ~ggion ti alla commissione aJcuni uffi. ziali di marina. La commissione risiederà in Torino.

Pucilc a mitraglia di Dreyse. 'Nel fucile a mitraglia di D reyse, la cartuccia, che ha molta somiglianza a qu ella di un fucile ad ago, ha 85 rr.iJ . JimP,tri di lunghezza, 22,:3 di grossezza e pesa 79 grarn mi . L'esca fu lminante è rincbi~sa in un p iccolo imbuto di car.ta, posto al centro della base della cart~cia e sul suo asse; ciò che perrnet1e di adattarvi un breve r:ooto d'ago. La cartuccia racchiude inoltre il proietto di ferro, lo specchio di ,çarta compressa e la (,arica di' 107 decigrammi di polverino . Il proietto cavo, della grossezza e de\la forma esterna di ' una pragoa di Da.masco, è lungo 53 millimetri e p1:sa in tutto 88 grammi, compresa la carif'a che è di 27 decigrammi cli polvere fulmina.nte, ed è aggiustato all'estremità. inferiore del terribile proietto. Un corto ago è collocato sull'asse di , un piccolo ~arte!lo di stagno dalla cui parte posteriore esce la sua testa, mentre la punta rimane_ nascosta nell'inter!30. Il colpo del proietto fa uscir ,subito quest11 pu_nta , e l'i>sca 7 che nel trasporto era senza p,-ricolo, diviene seo.s·i bil issima. ])inanzi all'ago sta il fu lmiuato (avviluppato di carta), n1,l quale l'ago penetra tosto che il proietto incontra un ostacolo ~ . sul suo cammino. Il fucile di Dreyse, per poter resistere al rinculo, ha una forma particolare. Si è adattata una molla a spir,ale appunto per reggere al rinculo. Il cal ibro dell'arma è di 21 millimetri : il peso del proietto, per millimetro qµad ra to io sezione trasversale, è di g rammi 19 circa, e la carica di 19 per 100 del peso del 11roietto. (Dalla Corrisponden za di Berlino). - - ...,,,vvvv1.NV\JVVvvv,., ...,_.


RWISTA STN1'1ST1CA

RIVISTA STATISTICA

199

popolazione, di tal modo che due distretti formanti un reggimento daranrro i l deposito, ed i-n caso di mobilizzazione, gli uomini per il reggimento di fanteria~di linea. Nel cas~ ora detto, gli uomini rientrano danq11e nel corpo ove essi hanno fatto il loro servizio attivo; 3° , Si è tenuto conto nello scompartimento delle diffe. ;enze d'11ccrescimento della popolazione; 4° Si posero d'accordo dappertutto i confini dei distretti di battaglione é di compagnia della lcmdweher con le divisioni amministrative; 5° Conseguentemente si lasciò, di dividere ogni distretto di battaglione in 4 distretti di compagnia; rua, giusta t · bisogni, si è formato in ogni distretto di battaglione da 3 a 6 distretti di compagnia·.

Composizione de.ll'esercito foderale della Germania settentriooalr.

PRUSSIA. - L'ingrandimento deIJa Prussia e PesteN~ ,sione del suo ordinamento militare agli altri Stati della · Confederazione del Nord, hanno necessi'tato alcuni cangia~ menti nella primitiva organizzazione e costituzione della landweher. I punti principali del nuovo · rierdinamento sa-· rebbero i seguenti: 1° Per cadun reggimento di fanteria vi sarà un reggimento di landweher a 2 battagli o:r1i 1 collo stesso numero e coJlo stesso nome provinciale. Ad ogni reggime~to di f\1cilieri corrisponderà un bat1aglione di riserva della landwèhe1• collo stesso numero. La fanteria della landweher consterà dunque di 94 reggimenti a 2 bat1aglioni , cioè - 188 battag lioni di rise1·v~, in tutto 200 battaglioni. Aggiungansi 4 reggimenti di landweher della guardia a 3 battaglioni cadauno e la land,weher del gra!l ducato fAssia; . 2• L'estensione dei dist retti è reg0lata conforme alla

Dai giornali tedeschi ricaviamo le seguenti notizie sulla composiziun~ del nuovo esercito federale della Germania del Nord. L'esercito prussiano constava, come è not<:i, di 9 corpi d'armata: cioè il corpo della guardia a 8 corpi d'armata corrispondenti alle otto provincie dell'an tico regno di Prussià. · In seguito alle annes&-ionì dell'anno scorso furono aggiunti 3 eorpi : cioè il 9° per lo Schleswig-Holsteio, il 10° per l'Annover e 1'11° per l'Assia ed il Nassau . . . Colla costituzione della confederazione della Germania del. Nord fu anche decretato che l'esercito della con federazione .avesse unità di di rezione e f?sse tatto organizzato sullo stampo prussiano. Si aggiunse a faciutare questo còmpito il fatto che la pii', parte degli . Stati della confederazione, cioè l'Oldenburgo , gli Stati della Turingia, l' Anhalt e le città libere conchiusero col la Prussia convenzioni particolari, · in f;rza delle quali le forze m.ilitari dei detti Stati entrerebberò senz'altro a far parte integran te dell'esercito p russ1_a o? ;


200

RIVISTA

Le truppe dt'l Meklenburgo, formate in una brigata, fn . rono addette al 9° corpo d'armata, quelle del Brnnswick al 10°, le truppe del gràoducalo d'Assia_ vennero esse pure in forza di una particolar convenzione · assegnate ali' 11° corpo, costituite in una di visione. Le ·truppe del regno di Sassonia formano da sole il 12° co rpo d'armata. Con ciò l'esercito fed erale germanico viene àd essere composto del corpo della guar,iia e di 12 corpi d'armata: questi ultimi ri un iti a due a due, compongono 6 scompartimenti ct'arm' ta nel modo sEJgueute : Corpo della guard ia prnssiana; . 1° Scompartimento d'armata : l O c.orpù, Pruss:a. - 2° corpo, Pomerania ; 2° Scomprn tirriento d'armata: 3° corpo, Brnndeburgo. - 4° corpo, Sassonia, Turingia ed Anhal t ; 3° Scompartimento d'armata: 5° corpo , Posnania e Bassa Slesia . - 6° corr;o, Slesia; 4° Scomparti mento d'armata : 7° corpo, Vtstfalia. 8° corpo, Provincia del Reno, Huheozollern e Magonza; 5° ~compartimento d'armata: 9° ' cor po, Scbleswig Holstein e Meklemburgo . - 10° corpo, Annover, Oldemburgo e Brunswik; 6<' Scompartimento d'armata: 11 ° èorpo, As~ia-Ca~sel, Nassau, granduca to di Sasson ia e granducato d'Assia. - 12° corp', Regno di Sassoni:i.. Ciascun corpo d'armata è formato di d!le division i, meno 1'11° c:he ne ha tre (io seguito a ll'ingl'.esso delle truppe del granducato d'Assia). Nel corpo della guardia e nel 12° corpo I.a cavalleria è formata in una divisione speciale. In tu t1 i gli allri ogni divisìoue è cqn1posta di due brigate di fanteria e di uoa di cavalleria. L' 11° corpo ha tre battaglioni di cacciatori, il corpo della guardia, il 9° ed il 12° ne hanno due, tulti gli altri UJl O solo. Qua11 to all'a rtiglieria, il corpo della gnardia ed i prnm

STA1'1S1'!CA

20 l

otto corpi d'armata hanno ciascuno uoa brigatf1' completa (un reggimento d'artiglie ria da piazza ed uno da campagna); il 9° cot·po ha completo uo reggimento da campagna e solo noa frazione di un reggimento da piazza; il 10° e 1'11 ° hanno soltanto un reggimento da campagna per ciascuno, e quest'ultimo anche una frazione di un reggimehto da piazza. Ad ogni cor p'.:l d'armata è ~ddetto un b:ittaglione di pionieri ed un battaglione del treno. L'esercito prussiano colle truppe federali che ne fanno parte in tegrante ha una forza. di 102 regg11nenti ili fanteria (di cui 9 di fucilieri ), 13 battaglioni di cacc.;iaturi ( compreso il battaglione dei cacciatori della guardia), 65 reggigimenti di cavalleria , 12 reggimenti d'artiglieria di caru· pagna, 9 reggimenti ed una frazione d'artiglieria di piazza, 12 battaglioni di pionieri e 12 Lattaglioni del treno. Tutto insiemé l'esercito federale novera 118 reggimenti di fanteria, 18 battaglioni di cacniatori, 76 reggimenti di cavalleria, ( 10 di corazzieri, 21 di dragoni, 18 di ussari, 6 di _cavalleggeri), 13 reggi menti ed una frazione d'a rtiglieria di campagna, l ù reggimenti ed una frazione d'artigl eria di piazza, 13 battaglioni di pionieri, 13 battaglioni ed una frazione del treno.

L'cserùilo frnucese al 1O novembre. La chiusura del campo di CM.Jons e la spedizione di Roma hanno reso necessari molti cambiamenti nelle disio·' cazioni delh, truppe di tutte le armi. Riassumiamo brevemente la situazione e la stanza dei reggimenti che compongono il nostro esercito. Abbiamo oggi io Francia 11 divisioni attive, di cui due su l piede di guerra per la fanteria; altre due divisioni della guardia (Bclurb3.ki e d'Auternarre) ;_tre del Jò corpo (Douay, De Caen' e Picard); tre del 4°' corpo (Esterhazy, Grandcba n,p e De Castagny); due sul pieù!:: di guerra che com-

..


202

R1VIS1'A

pongono il corpo spedizionario di Roma (Dumont e Bataille); ed un'altra in formazione fra Tolone e Marsiglia. I corpi di fanteria che compongono queste tlivisionì attive o sul piede di guerra sono: tutta la fanteria della guardia imperiale, e per la linea I' 8°, 18°, 20° battaglione a piedi al 1° corpo; 4°, 9° e 19° al 4° corpo; 2° e 6° a Rorna. I reggimenti di fanteria di linea impiegati in queste divisi<1ni sono: il 4°, 9°, 24°, 43°, 51°, 62°, 64°, 81°, 93°, 94°, 95°- e 99° di linea a Parigi; l' 11°, 13°, 16°, 30°, 46°, 47°, 53°, 61°, 71°, 79°, 86° ed 88° a Lione; il 1°, 19°, 29°, 35°, 42°, 59°, 80° ed 87° di linea a Roma ed a Civitavecchia , La divisione in formazionè deve essere composta di reggimenti tolti dall'Africa e dalla Francia. I grnera·li di brigata che comandano queste truppe sono: a Parigi: i signori Ayruard, D~ Clinhant, L'Hériller, Garnier, Grenier e De Brayer; a Lione : i signori Saurin, LaMetelle-, Metman, Guioroar, Jolivet e Nicolas-Nicolas; a Roma : i signori De Polhes, Duplessis, Raoul e'Poitiers. Le batterie divisionarie sono 'fornite a questi corpi dal 10° reggimrnto d'artiglieria al 1° corpo ; dal 10°, 12°, 14° a Lione ed a Roma. La fanteria ha inoltre un bdttaglione di _cacciatori a piedi, i l 12°, e sette reggimenti di li nea, il 12°, 20°, 34°, 36°, 37°, 48° e 92°, nelle tre provincie d'Algeri. Gli 11 altri battaglioni di cacciatori ed i 55 reggimenti che non formano parte delle t"uppe attive o di stanza in Algeri, sono nelle guarnigioni e nelle città principali a ragione di 7 battaglioni di cacciatori a piedi nel nord e- nell'est e 4 nel ,centro ed a mezzogiorno; di 22 reggimenti di linea nel nord e nell'est, di 14 nel centro ~ di 29 nel mezzogiorno. Da questa breve esposizione si vede che un set~imo della fanteria francese è sul piede di guerra, due settimi in divisi_oni e brigate attive e gli altri quattro. settimi . in guarnigione . La cavalleria della guardia forma, sotto il comando del duca cli Montebello, tre brigate attive comandate dai ge,

ST.\ TIST!CA

~'03

nP.rali Du Barail, Dalmas de Lapérouse e De Bonnemains. L'artiglieria per questa rlivisione è servita clal reggimenÌ0. a cavallo della guaròia. Vi sono poi altri 14 rnggimenti di ca valle ria format i in truppe atti ve; 12 in Francia e 2 a· Roma. In Francia sono : 9° e 10° -dragoni, e 5°, 8°, 9° e 10° co;azzieri che formano la divisione Depoue del l° corpo, a Versailles, la brigata De Lascours a Parigi, e q uelle Ameil e Lepic a Versailles; il 3°, 5°, 8° e 12° dragoni che l'ormano la divisione . Dt'svaux e le brigate Galand de Longuerre e De Montaigu stanziate a Luneville; il 7° dra.gooi, 6° lancieri, 12° cacciatc,ri e 8° us::;a ri che formano la divisione ' Clérembault e le brigate Gerbois e Du Preuil ; infine il 3° e 7° cacciatori sotto gli orcli t;l del generale òi brig'lta De France. La C'avaJl(,ria ha inoltre il 6° cacciatori ed i l 1° ussari in Algeria. Alternativamente partono dalla Franrin per l'A lgeria i reggimenti di cavalleria leggera, per farvi serv,izio e rin;ontarsi. Su 50 reggimenti di cavalleri a, oltre a. quelli della guardia e speciali all'eserci to d'Africa, dì cu i si compone la. cavalleria francese, 36 sono in guarnigione nell'interno della Francia, 16 nel n0rd e nell'est, 9 nel centro e nel mezzogiorno. Circa un terzo della nostra cavalleria è o in Algeri o , formata in brigata; 4 reggimenti sono sul piede di guerra e 12 su q nello di pace. L'arti.n·lie.-ia o . ·s empre nelle scuolè di Renne's, Grenoble, Bourges, Strasbourg, Douai, Tolosa e La FeJ'P., distacca un re<mìmento iutiero in Algeria per le tre provi,ncie e due a no Vincennes per il ser vizi.o di Parigi. I reggimenti che tronnsi nelle scuole in prossimità delle truppe atti ve forniscono a queste delle batterie Il genio ha i suoi t re reggimenti nelle scuole d'Arra7, . Monpellier e Metz; anch'essi staccano, come l'artiglinia, delle compagnie di zappatori alle truppe attive; talvolt11. a&che àHe division i di fanteria e ai campi d'istrnzione I .. Una compagnia è- a Roma, sei iu Algeria, tre al campo di Chalon", una a quello cl i Sathon11y. ~

~


204

lUVIST,\ S'l',\TIST!C A

L'armata fra ncese ha inoltre un corpo spet.;iale addetto a ll'esercito di Parigi, che forma una briga tà detta di r iserrn e non muove mai dalla capit·ale (g uardie di Parigi a piedi ed a c~vallo e reggimento di zappatori pompieri); più dei l'Orpi di fan teria e cavalleria speciali all'esercito d'Africa, corpi che si distolg0110 qualche volta dal servizio della CO · ionia per inviar li agli eserciti in campagna. Da q ualche an no a questa parte il reggimento tiratori algerini tiene a Parigi un distaccamento d1 battaglione che s i rinnova ogni aono. F inora non si è parlato di mandare a Roma tru ppe di Algeria: ma è supponibile che se la campagna non fosse fìnita così pres_to, se ne sarebbero mandate, come si fece . altre volte in Crimea, in Italia e nel Messico. ·

IL

CORPO DI STA_TO MAGGIORE

(Dalla Pat1·ie). ITALIA . -

Il nuovo m101stro della guerra il generale

Bertolé- Yiale, ha disposto per l'immediata ricostituzione delle q uarte compagnie nei battaglioni dei b0rsaglieri, ed affinchè pel 1° dicembre veniente fossero pure r iforma ti i quarti battaglioni nei reggirt\eoti di fanteria. Egli ha pure costituito un Comando generale delle truppe attive nella rnP,dici Italia, che fu affida to a S. E. il generale d'armata Cialdini. Qn esto cor po d'armata, pro.nto ad essere m ob ilizzato ad ogni momento, componesi di tu tte le truppe stanziato n ell'Italia media, e colle quali sono fo rmate cinque divisioni attive, i cui quartieri generali hanno sede in Firenze, Pe1·ugia, Siena, L ivorno e Bologna. Questo corpo di truppe comprende qui ndi 20 reggimenti d i fanteria, 11 battaglioni bersaglieri, 5 reggimenti di c,avalleria, 19 batterie d'artig lieria e l'occorrente in truppe del genio e treno..

·MARTJNI CARLO,

Gerente.

SOH.rtlA.lllO.

I.

Generalità.

Il corpo di stato maggiore dinauzi la pubblica Qpinione. Prime sostanziali riforme state introdotte nel corpo. 3. - Ampliazioni posteriori e progressivo sviluppo. ,1. - Couclizioni del corpo rapporto alla sua maniera cli clipendenza dal ministero. 5. - Frutti avvenire del nuovo · sistema. 6. - Considerazioni in proposito. 7. - Come si provveda ai vai:i servizi dell'esercito. s. _ Necessità cli direzione più definita e più. s.tabile sotto certi

1. -

2. -

~~. . 9. _ Quanto a t ale riguardo incomba al co1·po di stato magg10re.

· ANNO .xrr, voi. 1v. -

H ..


206 10. J l.

lL COR_PO

II.

Dei rami in cui si riparOsce il servizio degli .Uffiziali di Stato Maggior<~. 12. -

Ufficio tecnico, uflkio milita.r e, servizio prrsso le tr upp e.

UFFICIO TECNICO. .

PARTE

TOPOGRAFICA.

Costruzione delle carte.

13. H. 15.

Bsà.ttcz1,;). dt>i 1,wori, loro importamm rehttiva, difetto dei sistemi. Parei e su a.Icune modificazioni suggerite. .iYfigliorc impiego del personale. Riproduzione delle carte.

16. 17. 18.

Es.attezza dei lavori. Dei sistemi usati. Delle riforme. PARTE GEODETICA.

19. 20. 21.

DI S'l'AT O MAGG tC,:RE ,

Passaggio rlftl lo stato di pace a qncl lo di guerra. .Dtil personale non mai soverchio quando COll\'Cnientemeu!e impiegato.

.Della intelligente direzione dei lavori e del loro pregio. Del personale impiegato e da impiegarsi. Si conchiude.

UFFICIO MILITARE. 22, :-- Sua ripartizione nei rami statistico, storico, bibliografico.

207

RAMO STA'l'lST(CO.

Della statistica generale. Della militc1,re. Studi statistici del paese. 26. - Sviluppo di tali studi con applicazioni pratiche. 27. Sistem~ che dovrebbe regolare le trasloca>1ioni degli uffiziali di stato maggiol'e. 28. Studi statistici degli eserc:iti strani.eri. 29. Mezzi stati finora a disposizione del ramo statistico. , 30. Differenti scopi di que~ti stuJi. , 31. Come accrescere ' mezzi e faci lità a tale bvoro. 32. Missioni all'estero comhinate coi hwori c1·ufficio. 33. - Addetti militari ttl le h~gazioni. 34. Previdenze sulle possibilità delh\ guerra. 35. - Mialiore ordinamento dei rnateri,di esistenti n<'gli archivi. 36. _ , Sistemi d' infi>r mazion i; la Prussiii prima della campagna del 1866. 37. - Che abbia f'~tto l'It:tlia in qu ell'epoca. 38. Co ndannevole il sistema, ingiusti /\li attacch i personali. 39. Somma impor tanr.;). di un buon sis tem:t d'informaz.ioni . ·iO. Metod.o migliorn us:,to nel 1SG9. 1 ,JJ . È necessario accr escere il pii1 cbe possibile le cognizioni pratiche degli nffiziali <li stato maggiore. Ancora degli addeLti milita.r i alle legazio ni. 42. 43. Se gli ngenti diplomatici si occnpino della parte mili.tare. ,H . - Lett.eni. di Napole-or1e I al suo ministro degli affari est eri. 45. - Utilì tìt delle relazioni personali contratte all'estero. 46. - Conoscenza elci maneggio diplomatico. ,17. - Uffiziali inviati a far la guerra all'estero. 48. Che cosa sieno i combattimenti rispetto all'arte della guerra. 49. - (~ualità che per essi si acquistano. 50. :.._ Impugnate le anni, ba ragione chi Yince. 51. - L'Afric,t ~campo prntico agli nflìziali francesi. 52. - .Cina, Cocincina ed ·il :Messico. -53. - Gli Stati-Uni ti d'America. 54. - Brasile, r ep ubbliche dell'America :Meridionale , Candia, Abissinia. La questione d'Oriente. 55. La lHati ca al confronto colla teorica. 56. 23. 24. 25.


208

lL CORPO

Uffiz iidi di ogni arma e funziormri u.mministrativi da mandarsi a fare la guerra all'estero. 58. - Difficoltà acca011rnte ri er l'adozione cli t ale misura. 57.

b i STATO MAGGIORE

Uffiziali in accompagnamento di ispettori, generali ecl nitri. Brigantaggio. Conclusione.

82. 83. 84.

RAMO S TORICO, 59. 60. 6 1. 62. 63. 64. 65.

-

Incombenze del ramo storico. Perchè non abbia. finora dato alla luce alcun hworo. Deve raccoglier e i fatt i mili tari di tutte le mi lizie italiane. Condizioni che rendon o li\ impresa non facile. Come debba essere condotto il lavoro. Consiglio cli Pietro Colletta. Della riuscita del lavoro e base p er procc1lcr e iu avvenire.

III.

Di alcuni allri lavori ed incombenze spellanti al Corpo di Stato Maggiore. 85. -

RA M O B I BLI OGRAFICO. 66. 67. 68. 69.

70. 71. 72. 73.

Dei molti lavor i con pochi mezzi eseg uiti. Deve essere sviluppato di pi(1; deve giovare all'istruzione dell'esercito. Fondazione di u11 giornale. Spirito che lo deve guidare. Giornali ,dell' ar tiglieria e genio. - Natura, carattere e scopo del periodico. - Della compilazione. - Riunioni o conferenze militari.

SERVIZIO PRESSO LE T ltUPPE.

H.

Primo passo nel ca.mpo pratico, fatto dagli uffiziali di stato maggiore. 7 5. Ser vizio giornaliero, norma.le. 76. Campi <l'istruzione. 77. L avori a compiersi durante i medesimi. 78. Semplificazione e rifor;na del servizio burocratico :t farsi dagli uflìziali stessi. 79. )1'.iglioramento della. corrispondenza. 80. - Si cita ad esemp io la corrisponclen zii di Napoleone I. 81. Uso del telegrafo da generalizzarsi maggiormente nelle corrisponden ze d'ufficio.

86. 87. 8S.

89. -

·oo. 91. 92. 93.

94.

95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. LO -L L05. 106. !07.

-

os.

1

109. 110. _

Lavori commessi allo stato maggiore, imminenti le ostilili1. Necessifa di provvedervi dnrante la pace. Creazione di nuova esercitazione prnticit per gli uffiziali del corpo cli stato maggiore. F ru tto delle osser vazioni fatto sui vari servizi. Servizi amministrativi. L' intendente generale d'armata. Dev'essere designato durante la pace. Strategia e tattica ammin istrative. Uffiiiiili cli stato maggiore aclùetti all'iut,mùenza gencrnle d'armata in t empo di guerra. Istruzione de lle tre anni. Composi..:ione delle grantli unità. tattiche. Del personale addetto ai qm\rtieri ge nernli. Norme per i combattimeuti. Guerra di monhigna. Fortificazione. A reostati. Ferrovie. Telegrafi. Si~toma burocratico cli c:1imp1tg na. Manuale per gli nffiziali di $lato maggiori": Campi permanenti. Aiu tanti di campo. Persom.le di bass:t forza agli stati maggiori in campngna . Difes,t generale dello Stato. ]\farina. . Amm issione di uilìz iali (li marina nel cor po di stato magg:nr e.


:210 11 1. 1 12. 113.

IL CORPO

Dl STATO MAGGlOili!:

I1wenzioni e scoperte. VoJÒnturi e guardie nazionali. Si conchinde.

IV.

1Z9. ISO. 131. -

132. IB3. Ul4 . 135.

211

For mi,zione di l>uoni uffizi.ili superiori nella fantc1fa. i>e ne deve accrescere il pr estigio. Vantaggi· per l'istrnzione della cavalieri'.\. Per quella degli u-ftìziali di st,1 to nrnggwrc. Indirizzo pratico a ·darsi all e varie istruzioni. Utilità, di cogoizioni non pm·;i.mcntc militari. La scuoh1 superiore di guerrn de,·e assurnere aspetto c1i '

ateneo mili tare.

Del Cnp11 dello Stato Maegiore dell'Esercito e del Comandante il Corpo di S(u!o Maggiore.

VI.

lH.

La direzione genera'e cfol servizio in campagna aflìdata al capo rii st,Ho maggiore. 115. Suoi dover i -.·erso il generale in ca po, l'<'scrcito, il govemr1 , la nazione ld il c,,.po dello Stato. 1 16. - Dell e qnalìt,ì. richieste, intellettuaii e n!orali, dell'abili tà, dell int<.:lligenzp, e tldle cogniz:oni. 117. - Importa11;::, nwssima dt>lla buona scelta. 11 8. Cogni;:i!lm 1wcessarie a facilit.itrgli il còmpito. 119. Deve essere designato dnra.nte la pace. 120. Come il e ,~rnndante il corpo di stato maggiore deliba esserlo eù ,i q ll.tli ccndizioni. 12 1. Utilità, che ne deriverebbero. 122. Le condizioni attuali del corpo ne rendono più lusinghiero il comando. 123. Doveri e diritti del comandante del corpo rispetto ai suoi . ufifaiali. J 2-t. OiLgione di ili ustrazione rcciprocl.

V.

La Scuola Superiore di Guerra. 125. 126. -

127. -

12s . -

La piìt radicaJe delle nuove riforme. Poco frntto ricavato d:tl le scuole tecniche. Cagioni. La otwva istituzione nou accolta molto favorevolmente.

Conclusione. Importanza del corpo <li stato maggiore.. Cambiamento radirnle di antichi s:stem1 non diflkilr ad attuare. 138. I] corpo di stato nrnggiore, hi1se alle altre istituzio11i <ldl'cscrcito. ' 139. Delle spese relative al le riforme sng~erite. . 140. - Dovere ed interesse della nazione d1 proHcdcrn. 141. - Necessità di hen costituire l'esercito; sentenza di Niccolò Macchiavelli. 1'16. -

1:n

._


2 13

Dl STATO MAGG10llls

IL CORPO DI STATO HAGGIORE

,.. Generalità. Dcll'appai·etcltin . J/uc~iù~i l'11ppar occhio por tempo

mc nl1'0 che lo stJlo pu hbliro è i11 calm~.

)losnu:~r.cou.

i. - .Tl corvo di stato rnaggiore clinan:;i la pubblica opinione.

Preoccupandosi la pubblica opi11io11e delle nost re istitu1.ioni militari e seguendone le Yarie fasi d i accrescimento e svi luppo, e gli attuati ed i possib il i miglioramenti, fo ten uto varie vol te discorso del corpo di stato m aggiore . - Non sembranJoei però dalle idee qua e là emesse sopra il mcdc·simo che ne sia ad eguatam ente riconosciuta e constatata la. importanza, specialmente nelle sue rtlazioni col rimanenlP dell'esercito, credemmo conveniente, n ell'interesse del corpo stesso, lo esporre a tale ri g uardo alcune nostre considerazioni per mettere in sodo quanto da quello abbia. ad aspettarsi l'esercito, e p er coutro quanti e quali mezzi gli si debbano ~amministrare per man tenerlo a quell'a ltezza ed :.1. quel grado ,di µre c niioenza


214 IL COUl'O che gli competono, fermamente persuasi che dal buono o cattivo ~uo o possono gmn<lern en le d ipendere nei g iorni sulenni delle prove la gloria 0 le sventure della nazione. Lo sc1•i.tto 11011 1•accJumlc 1wcgio di 110,,Hà , itcnsì cose tlctte e 1•itlettc le naillc fin.te e 110111 1•c1•auc o state 4:scg·nitc. - lusistcu!lo anche una , •olia, ci lnsiuglaian10 i•e1•ò tli a.vc1• 1.•accolti e t1•a1lotti i 1•ensic1•i tli •inclla piu•te cldl'ese1•cito giovane cd iufoliige ntc ciac desitlc1•a tli , ,cde1.• 1n•esto e solicla.m entc 1•iflo1•it•c le istituzioni n1ilita1•i ·del 1•aesc e che clell'cse1.•cito s tesso è atl 1111 tc111110 la. 1•iì1 1,clla spc1.•auza, l"ossano ffnestc 11ochc 1>ag·i11c essc1•c 1•c1• alt1•i occasione tli niig·li o1•c e 11i11 accn1•ato la1·01•0; a nòi l,aste1•à 1•~1.· 01•a l'avc1•nc s 11gge1•ita l':iclca,

DI STATO M,\GGlOUE

3. -

A1npliazioni posteriori e tJrogressivo sviltt]Jpo.

Ampliatosi l'esercito per g li avvenimenti pol itic i df\lla penisola, ven ne poi nel 1861 con apposito rego· lc1men to riform ato il corpo ; pPrò non tutte le nuoYC e~ b uone istituzioni in esso c reate furon o post e in atto; il tempo era breve e senza posa succedevansi le Yi<.:en de. Fattosi ora sentito il bisogno di riforme generali in tutto l'esercito, il corpo di stnto maggiore fu ragionevol mente tra le primo cure del mi nistero, e mentre per altre parti di organizzazione pendono tutt avia le discussioni ed i lavori delle commissioni , è sodd isfa· co nte il vedere g ià' funzionar e quel le nuove crea te per il Cl>rpo di statò maggiore. ti. -

2. -

215

Condizioni del corpo rapporto allei sua maniera di di11e-nàen~et <lal niinistero.

Prime sostanziali riforme state introdotte nel corpo.

Stimando, per b revità, inutile a l nostro assunto il ricordare la gene.si di questo corpo , volgeremo lo s~uar do a quanto ad esso r iflettesi in tempi a noi pi ù vi cini. La guerra di Crim ea fu la pritua a pòrgere occa- 1 sione agli uffiziali di stato maggiore di occupar si con ! maggiore de ttagliò dei bisogni e dei sc•rvizi dell e \ t ruppe, loro principale missione. Dopo quell'epoca s'i ntrodusse nel corpo maggior numero di uffizialì tratti da altre armi e procedendo su cosiffatta base, si provvide in seguito più ampiamente e fors'anche più l\J 6 icamen te al reclutamento cl i esso.

Precorritrice delle sue rifurme fu la disposizione per cui esso veuue posto sotto la d ipc1ldenza. più diretta del ministro della guerra, e gioverà g randemente al progresso delle nuove istituzioui, se ad un tempo meglio clcfinitc e più chiare sara.nuo fatte per lo innanzi le sue relazioni e la dipendenza dal ministero; se ampliati i mezzi di cui dispose siuora, se condiziouate allo scopo le faco ltà che g li verranno lasciate . :-,,- Vuolsi che per lo passato, forse per effetto della. stessa organ izzazione del' corpo ch e 1wn aveva una. direzio11tJ definitamente concentrata in una sola persona, molte pratiche per loro na.tura di assoluta spettanza di esso, fossero direita men t,e trattale dal mi-


2lu

!L CORPO

Dl STATO llfAGGIOl~E

nistero, lasciato sovente in dispa rte il capo delVufficio superiore, i · Spesso egli ignorava fin dove g iungessero i suoi poteri, e per quanto tempo potesse disporre del per~onale di c ui abbisognava per compiere lavori comrnessìgli per lo più colla massima sollecitudine. Inceppata quindi riusciva l'azione, non come si conveni v~ libera ed indipendente , contenuta d·aJla incertezza, non spontanea, impotente per anco alle proprie aspirazioni ed alJa volontà talvolta buone. Cagione però queste di maggior merito per gli uffiziali che con zelo indefesso e formo volere condussero non di merro a termine molti ed importanti lavori. 5. -

7. -

Frutti' avvenire del niwvo · sistema.

La riorganizzazione del corpo ( regio · decr eto 11 marz~ 1867) , e la sua n uova ma~iera . d i dipendenza dal .ministero -, so:.io però ancora di troppo recente data per arguire se saran no giovevoli gli effetti delle riforme introdotte. Ma lo speriamo. Occorre tempo alte nuove istituzioni per colorirsi, · per riconoscersi e modificarsi all'uopo in vantaggio del servizio . ./ Jugiusto quindi ogni prematu_ro giud izio.

r

i

Considerazioni in p1'oposito.

Insistéremo però dicendo : o l'organizzazione implica questione di fid ucia in una persona, ed in quel caso vuol essere accordata ampia al comaudante del corpo; ovvero vuol essere emanazione diretta cd as-

Come si proi;ve1la, cii va;ri servizi clell'esercz'to.

Provvedono a molti bisognj dell'esercito molteplici rarhi di servizio tecn ico; a molti altri jnvece sistemi burocratici, abitudini sem pl icemente consacr ate dall'uso ;. quando, per r ipiego, p~reri di commission i ; quando, per brevità, regolarnc.1nti di occasione; j l tutto senza scopo su.f ficientemente determinato e senza unità di impulso; cagione: non mancamento della volontà, o dei propositi , ma di un nesso che raccolga le varie parti d isgiunte, le ravv icini perchè si cono scano, le unisca perchè si compensino. .Deplorevoli effetti della politica che spesso nega il tempo ad un ministro, ne sia pur vasta la mente, larghe le vedute o radicalmente innovatrici le idee.

, 8. -

Necessità di direzione più definita e più stabile sotto certi aspetti.

Importa ad~rnque che nell'interesse dell'esercito e paese e$ista per certe questioni di generale ordì\ narnento una fon ke stabile e perenne, non soggetta a \ politiche vicissitudin i, aliena dai parLiti, immune dalle 'i influenze, estranea alle personalità, alla quale eser cito \e paese in ogni occasione possano attingere con siIcurezza. l Sollevato così il ministero da numerosi pesi e g rav<.; r-

I' del 6. -

217

solata del ministero, ed allora diventa inutile ogni carica di comandante d i quello . Nociva sempre al buon a ndél,mento la duplice inge .. - reoza, benchtà col li mante allo scopo medesimo, lasciando it1certa la responsabilità del lavoro.


~18

IL COHPO

responsabilità, e riserbatosi il primo impulso e l' alt a d in zio11e , specialm e nte per le parli burocratie;he t'd amministrative, sorgeranno frutti di vasti e profondi studi, svolLi prima nella aUiv ità della pratica, discllssi Ji poi e comparati ne lle quiete regioni dt:ll.t scienza e della riflessione.

1

Dl STATO MAGGtlll.E

da renderle io p,1ce famigliari .igli u,:i di guerra cotanto, che la rliJfor0nza su l campo con sista nnicament\' nell'avere di fronte un nrmico reale. Ma , ad ottenere cosiffatto risul!ato, - è uecessaria opera lun ga, pertinace, costante.

H. -

9. -

Quanto a tale ri9uardo incomba al corpo di stato 11u,1,ggiore.

Questa fonte, per cagione della sua stesrn n atura, dev'essere il corpo di stato uinggiore, che avendo continuam ente in pace per suo scopo la gi,er1·a, pu ò e deve imprimere, a tutto che si riferisca all'organizzazione dell'esercito, il ca rattere pratico d el campo d i battaglia, non quello di un'arida burocrazia o d i teorie falsate dalla 1wn esperienza dei fatti .

IO. -

Passaggio dal piede di pace a quello di guerra.

Il nostro orùinam enlo militare presenta nel suo complesso il clifl'tto di non permettere all'('sercito di passare insens ibilmente o per grad i dfd pi ede di pace a quello di guerra; ciò invece succede di uu salto ed assai bruscamente, con notevole sq uilibrio d~l'arnministrazione generale. Il nostro soldato, troppo diversamente che nella guer ra, nella pace marcia, manovra, è_ disci pliuato, alloggiato, equipaggiato e nutrito. Sarà bu?na quella organizzazione soltanto, f!1ercè la quale .s i passerlt nel minor t empo dal piede di pace a quello di guerra, procurando ai varii ordini del paese la minore scossa possibile, ed alle trnppe e~ercizi tali

219

Del personalo non rnai sover·chio, quando convcnie11ti-:rnente impiegato.

Per così fatti lavori consig liando noi l'im piego a farsi del personale dd corpo di stat o maggiorP, riesct· dol oroso che per esso siano vr n nte a lla nwu 1o riduzioni di quadri e quindi le aspettative e permessi semestrali, onde farne purament e rientÌ'are il bilancio n ei nuov i limiti st,tt igli assegnati. Per tutto il personale disponibile, sarebbesi dovu to trovare conveni ente destinazi one ed occupa:zi one più proucua, per cos·, <li re, al l'erario stesso impiegandolo, che non conàannandolo all'inn:t.ione. La soppressi one dei dipartim enti, porrà a disposìzi0ne à el comandante dl'l corpo n umeroso personale, non certamente soverchio , quando v enga conveniente men te impiegato.


-2'20·

lL CORPO

Il.

Dei raini in cui si ripartisce il servizio degli Uffiziali di Stato Maggiore. 12. -

Ufficio tecnico, ufficio ?nilitare, servizio presso le truppe.

Dopo queste generali premesse, discorreremo part itamente ~ei va ri( rami in cu i si dividono in genera le le attribuzioni del corpo , come abbiano funzionato finora, come possa.no io avvenire svolgersi, migliorarsi e perfezionarsi. · Questi rami principali sono: U FFIC IO TECNICO; U FFICIO .MILITARE ; S ERVIZIO PRESSO L'E l'HUPl:' I•: .

UFli'JCIO Tl1Cì\lCO. PART E TOPOGRAFICA. /

13. -

Costruzione delle carte.·

Escittezza dei lavori, loro importanza t·elcitìva, <li/etto dei sistemi.

Nei miglioramenti che si vennero su~cessivamente introducen d o dal corpo nei sistemi di rilevamen·to, e quando il medesimo cominciò ad assumere lavori di

DI STATO MAGGIOR E

noievole mole .e s u p iù ampùi sca la , si slctb itL altreflì ne i lav ori stessi un p rocedi1 oen to di esattezza tale ch e si n; utò poi in Lradizio nafe us~mza , per modo che ora sotto questo aspetto n ul la havvi a desiderare . - Lo attestano i nume rosi lavori deposti negli ar-ch iv i. Il merito, ai pazienti esecutori ed a i d ili gen ti d iretturi s ucced 1.:1 tisi gli uni agli alt ri, inten ti tutti a mautenere, a continuare e d iffondere la valentia acquistata dagli uffi ziali del corpo pe r la l u nga abiLudine. Però, senza dire se l'esattezza spinta spesso all'inutile scrupolo abbia per avvo nt ura reca,to danno al la cele rità dei la vori, laruen tererno un periodo d i tempo t rascorso, in cu i la qual ità di-v alent e esecu tore topo grafo era_consi cìen\.ta q uasi la principale, e pr essocl1è in esso riposta la ' rip utazione di abile · uffiziale del corpo . '.A vven tu ratarnente fu b reve il periodo, essend o da alcun tempo scemata la . sma nia, fatti co ncorrl:re a que i la,,ori ingegne1:i civili, ci rcoscrittane l'irn portan'.l,ét nei lim iti p iù r istreU.i della ragionevolezza; ma nu dve riforme prod urranno n uovi al t ri vantaggi. E q ui di v0lo acc! n nere mo a nche a.I s istem a usato nel n apoletano che; se lcdevole i n quan to a precisione, aveya il di fetto della len tezza, il perchè, ch i avesse incomi nciato un lavoro di alquan to e's tese proporzioni non potevcl spe rare d i vederlo finito. Da questi sistemi? risultò i ncon testabi le il · danno causato a n umcr.,osi uffrzial i distolti dagli stud i e dall e pratich e pu ramente m ilitari (chè lunghe giornate di . i nteri mesi consecu tivi tolgono al l'qffiziale in C'ampagna topografica il tem po e la lena per occuparsi di q uel li); gravissin: o il fatto di parecchi uffiziali destinati alla campagna di ·guerra del 1866, dopo s peso numero A ::-.NO

xrr, voi.

I V,

15.


222

IL CORPO

DI STATO MAGGIORE

maggiore di anu i in rilevamento di terreno ~he non presso le Lr uppe, a.i dipartiment i, alle d ivisioni, in oec upazioni insom ma di carattere spedalmente militan'.

Con quesLo metodµ, ol treG,chè le spes(~ di r ile,·nme nto saranno n otevolmente diminuilè, si p<.1trà aver libero per pi ù i mportanti lavor i mil itari maggior num er o d i uffo ial i.

14. -

Parere su alcune morU(icazioni 'suggerite.

Ravvi perciò chi , preocc4pandosi di tali inconvenienti, vorr ebbe tolta al corpo d i s tat.o maggiore la co struzione delle carte, e questa. affidala al genio militare ' Per la aran é,trta d' Italia, nessuùa difficoltà di com"" me t.ter la a uche al genio civ ile, per così dire , ma_è il nostro par ere d i verso , sem brandoci opportuna e più converiient e una sola officina d i tali lavori, una s ola direzione d i essi, perché m inori le spese, percbò mriggiori e pii.1 efficar,i i ' mezzi se riuniti . Per a ltra parte, le carte tattiche, abbraccia,n ti terreni più fac ili ad essere guerreggiati, la ~oua imrnod ia ta al Pù, q uelle di confine ed altre cons imili, importa sien o cost rutte da . uffiziali cui i ncombe più specialmente lo s tud io e la conoscenza del terreno sotto il rapporto tattico, ·15, -

Migliore impiego det personate.

A conci liare esattezza. e celer ità di laYor o, economia di . denaro e di t em po , fu m olt o opportu namente istitui t a una scuola di a\lievi d isegna tor i-topografi traLti dai co llegi dei figl i di militari (cui si pot rebbero anche aggiungere sott'Ùffizia li dell'esercito che abbiano sufficiente istruzione) , i quali, dopo u n corso teorico-pratico, p osti sotto la dir ezione d i uffiziali · del cor po, anima e mente del lavoro, ue div enter anno, con m olto frutto, speriamo, lo s t romento ed il b raccio,

ni11ro1ìuzioM delle c11rtc.

:l6. -

Escit:tezza dei lavori.

Quanto sopra rig uarda la cosLruzione delle cmte C' de i pia,ni. Circa le r iproduzion i loro e quelle di altr<~ ea.rt ,· non riguardanti i\ terri torio n ostro, vedernrno ca tn · minare insie me cu'n quel la usata. dagli nffiz iali in ca,tllpagna, la diligenza ed es«t t ezza degli incisori e di. seg natori. Anche ad es;i perc:iò le me ri tate lod i per l'ass id uità e zelo spiegati ne l porre in atto i s istem i cui era.no applica.ti.

17. -

Dei sistemi usetti,

Ma di q uesti s istem i, del la natura dei pro0eJiment,i e della loro opportun ità., che diremo? Le arti nuove, le scope rte recent i ed il loro con tirrno perfezionarsi , man tenendo il dubb io e la spera nza che qualéhe nuovo m etodo più spedi tivo sorgesse, furon o forse cagione cb e non siansi pr ima d 'ora abban dona.t i i s ist e mi a ntiquati usati per le r iproduzioni . Laonde la congerie di lavori da eseguirs i, passata per la l unga t rafila delle ri duzioni e dell'autografia e della calcografia, nè, ad esempio, chiamata in aiuto


224 JL CORPO la fotografia con seopo e metodi ,ibbastanza pratici, I perfezionati e speditivi.' 18. -

Dr STA'rO MAGOIGRR

Progredirono quindi i n poco tem1ir> ed in gran copi a lavori affidati ad una chiarissima intelligenza nota per la var ietà, di cognizioni · profonde, e fece in oltre ott.i rna riuscita il div isamento d i pro<;urare a1_ corpo buon · numero di sagaci operatori geodetici, a molli dei quali si potrà in avvenire affidare, occorren do, la direzione di importanti incarichi scien tifièi. ·

Delle ,rif01·me.

Certi che per l'avveni re gli uffiziali del cor po n1m saranno impiegati c·he in levate necéssarie p0r la loro istruzione e dove i lavori di uatura più s pecialmen te militare lo esigano, e che inoltre si dar~~ tra i vari lavori la precede nza ~ a quel li che' hanno maggiore importanza di tempo, di IÙogo e di ocqisione, constati amo essersi di recente mostrata fer ma volontà di mig \iorare i metodi della riproduzione, fatto con criterio e senza incertezza., buon viso al le innovazioni della scienza e dell'arte, benevola ed incoraggiante accoglienza a chiunque offr isse il frutto dei s uoi studi, non temendo di lasciare l 'antico pel nuovo, purch è ne r is ulti · ·utibità, pratica ed immediata e mass·i ma celc-

20. - Del personale impiegato e da impieqarsi. Crediamo però anche in questa parte stato di troppo impiegato il personafe rnilitare . Essendo lz. materia puramente ma.t ematica, è egli necessario che venga interamentè affidata ad uffiz;a li? P ur conservandone un numero per destina.rii ad essere, come abhiam detto , futuri direttori dei lavori , ci pare che, sp'e cial mente per le operazioni di calcolo, ~i potrebbero impir~gare ingegneri · ci vili, e talun o di CJUl~f giova ni uffiziali subalterni che por tano SeCO magg ior cori;edo di cognizioni matematich e, seppure non gioverebbe altresl in ~dcuna part.e l' opera dei m ig liori allievi topografi, accennati piò sopra 'e che posseaés;,ero per avventur~ speciale istruzione od inclinazione . per q uest o r amo .

,rità di esecuzfo'Yle.

PARTE GEODETICA.

rn. - Della intelligente

direzione clei lavori e rlet. loro pregio.

Poch e osservazioni occorrono a q uesto soggetto. Un buon avviamento d a l unga pezza stabilitd e negli anni più recenti l'impulso datogli dal capo dell'ufficio s uperiore, persona profondamente versata nella materia di tanto da figu rare onorevolmente a fian co dei dotti stranier i, acquistarono aL corpo bella fama, di rinomanza in questo importante r a mo scientifico .

21. -

Si conckiiide.

Come nella Jiarte Lopografica, così nell a geodetica., { abbiamo fiducia c he per lo avvenire g li uffiziali di sta.t o maggiore saranno impiegati con pit.1 scarsa e pili rag ionevole misura, onde J,i materia s ia ad es&i m(~zzo di istruzione, nçm sieno essi quasi ese lusiva~ l mente st.rnmenti deila materia medesima.

! '

r


IL CORPO

DI STATO MAGGIORi;:

UFl<'ICIO AIILiTAHE.

22. -

25. -

L'ufficio militare si divide nei seguenti rami: STATJSTICO ;

SToRico; B lBUOG RA F ICO .

RAMO STATISTICO.

Delta statistica generale.

La statis~ica generale, constatan do e paragonando il risu ltato di tutti g li umani ,Ìvvenimenti, è certamente la g uida ed il cons·igl io mi gliore per ordinare sapient emente lo Stat.o, porgendo all'amministratore, all'economista ed al legislatore i dati p iù certi ed i·mezzi più sicuri per calcare la via del progresso e dell'umano perfeziona.mento.

...

24. -

Della

Stucli statistici siil paese.

Primo oggetto di occupazione e di studio deg li ufii. ziali di stato maggiore, dev'essere quanto riflette il proprio paese, non potendosi assolutam ente da essi ignora.re quali sieno e come d istribuite le principali risorse ed i mezzi di cui d ispone la nazione e le varie ;e:ue for ze in uom in i , in bes1iami, in armam enti, in fo rze m arittime, in materiàle, i n vettovaglie, in ferrovie, ecc.; le condi1,ioni topografiche sotto il punto di vista militare, le frontiere, i loro passi più i mportanti , i fiumi, le coste, i ponti, i porti, i l uoghi d'imbarco o sbarco , 1 e tutta insomma quella. svariata · quantità di cogniiiooi che ,si comprende sotto la denom inazione generica di statistica milita1·e cli 1.m parse.

Sua ripartizi01ie 1iei rmni statistico, storico, bibliografico.

23. -

227

26. - · Sviluppo di tali studi con applicazioni pratiche. Così fatti studi furono e saran no '.<sempre nelle ;;cuo1e più o meno sviluppati, ma non basta; è essenzialmente necessario che agli uffizial i d i stato maggiDre sia quindi fornit.o il mezzo di Gonoscere da vicin o e constatare personalmen te qua.nto fu oggetto delle loro scolastiche el ucubrazioni. Questo sistema d'istruzione attiver~L forse la scuola. $Uperiore d i guerra, del resto finora soltanto casi spe· c ial i di destin_§l,zioni fortu ite 0ffrirouo agli uffizial i rnczzo ad aver e qoa.lcbe pratica conosceri'Za di q uclk molteplici nozioni e di queg li svariati dettagli.

m:ilìtctre.

In conseguenza, per quel ramo de lla pubblica. cosa c lie alla guerra più specialmente si r iferisce, beri regolato e g iudizioso processo di studi e di la vari statistici può essere fonte di profittevolissim i risultati. - Considerevole n urnero· di ufìiziali deve perciò esservi costantemente applicato, ed a poco a poco debbono concorrervi tutti.

un

i


~28

IL COUPO

2i. - Sistema che do'IJrebbe regola1;e le t·raslocazioni degli u(fì,zialt di stato maggiore.

materiali, la b uon a volontà. ed i mezzi intel le itnali non bastano .

30. E semb randoci utile, a questo scopo accen niamo ad un metodo speciale, cu i si dovre bbe precedere ne l far v,iaggiare per servizio gl i uflìzialì di stato maggiore, cioè lasciando loro una C(}l'\ a latitudine , concili a.bile se rn pre coll'inte resse de l servizio, nell o. SCf'gliere la strada per trasferirsi da un punto all'altro del r egno, acciocbè, dovc:"l non urge impel lr' nto ne cessità, posrnno v isitai·e per v.ia importanli punti o loca.lità n on note ad essi c:he su lle carte o su i libri .

28. - S1;1uli statistici df?gli eserciti stranieri. Acq uislata. così la. conoscenza del p)'vprio paese'; emer ge la necessit à di stud iare i ·paesi str a.nier-i, onde

229

Dl STNJ'O MAGG-IOlrn

Differenti scopi lli questi stucli.

Differenti scopi debbono naturalmente guidare l' ufficio m il itare in così fatto genere di s tudio, c ioè: tenersi con costante vigil-anza informato d i tutte le innovazioni e m ig lioramenti introdotti negl i eser citi ùegli altri Stati, percbè il nostro non resti loro i nferiore; quindi, per l a possibilità. eventuale della g uerra contro q ualsivoglici altra pot.enza, proc urare di conoscerne ·sotto altro punto di vista le d isposLr,ìo11i , l'armamento, g li approvigionamenti, le for tificazioni, i ' movimenti d i tnuppa, i concentramenti e tntt.ochè al condurre la guerra si riferisca ed importi, per ì·a,gjoni economiche, commercial i, pol itiche e sLratcgiche, d i èonoscerè.

porre al Grogiuolo del paragone la varie l ò. delle cogni zioni raccorte.

29. - Mezzi stati fino1·ct a disposizione clet ramo statistico. Per questo fine i mezzi prjnc ipali di cui d ispose finora il r a mo statistico furono qu ell i forniti dal ramo b ibliografico, intento a racçogliere dalle opere e specialmente dai g iornal) p·ubblicati a ll'l~stero, le notizie p iù rilevan t i in fatto di cose m ilitar .i ; pocbe le· relazioni di uffizia li che abbiano personalmente percorsi i terre n i, nè stud iate molto da vicino l e istituzioni militari degli altri paesi. · Da. fo n ti così i ncerte e così scarse, ne consegue un laYoro infer iore a l bisogno, poichè mancando i mezzi

3L -

Come accrescere mezzi e facilità a tale lai-orq.

Per sodd isfar e ~ tal i scopi , g ià accennammo qgali siano stati finora i materiali d isponibili, d ir emo lm-:)vernente come c i pare ~i si po t r0bbe meglio provvedere .

32. -

Missioni aU' es tera combinate coi lavori. d' itf{tcio.

Tncaricata parte degli ufr-ìzial i alla sede d vi cor po r accoglie r e, "coord inare, confrontare e compendiare quanto si riferisce agli eserciti s tranier i per r icavarne proposte utili all'esercito nostro, altro n umero di essi sia sparso n e i vari Stati stra n ieri per jstudiare· ~ icino le vari<~ istituzio ni ed innovazioni, m andand o

di

da.


;?3 l

IL CORPO

Dl STATO MAGGJ(JRE

agli uffici del corpo le relazioni ed il frutto delle osscrvaziooi fatte e rispondendo ai quesiti ed incarichi :spedali a q uesto o q1Jell'altro oggetto stati loro affidati.

giacquero confusamente in archivi affastellate, o trasc ura.I.e, o non i::onosciute abbaslanza, senza colpa <lei personale àirigente, perché sen za tregua mu tato. Ma se per lo passato le aspirazioni -nazionali riduceva.no e concentravano gli obiettivi possibil i al la guerra, trascurati gli altri, per lo avvenire si deve proce<lere cliversarnPnte .

230

. 33. - Alllletti 11i-ilitari cilte legazioni. Uffiziali addetti alle legazioni potrebbero_ad un tempo, per la d imora più :;ztabil e e più lunga, r nccogli orr maggiori particolari . fornin:1 a quell i che viaggiano lumi e schiarimenti e facilitare loro il còmpito delle rispettive missioni. Così stabili to e quindi continuato con alacrità il lavoro; in modo che una parte coll'altra concorra e vicendevolmente si aiutino , e confrontate le nostre c;olle migliori ist.ituzioni degl i altri paesi si potranno proporre perfezi onamenti radical i e giovevoli .

34. -

Previdenze s.ullci possibilità dellct guerra.

In quanto alle eventualità di guerra contro altro potenze, le notizie ricavate dai giornali , fornirono per lo passato in massima parte anch'esse i mezzi maggiori alle necessità del momento. .Ma non bastano a conoscere le intenzioni di un nemico da combattersi; altri materiali vi debbono inoltre concorrere. 35. -

Migliore ordinamento dei materiali esistenti negli a1·chivi.

Non è a d irsi che sempre mancassero informazioni ricavate d'altronde, ma per lo p:ù documenti e noti;,.ie non abb"l.stanza bene ordin ate o classificate

36. -

Sistemi d'infonnazioni; la Prussia prima della campagna del 1866.

E qu i uno sguardo sui sistemi d' in formazione usat,i prima della campagna del 1866 ci permetterà di meglio chiarire le nostre idee. La Prussi,a, pritila della guerra, tenuta generalmen te per la lunga abitudine della pace, poco alla a combat. tere , assai tempo innanzi che avessero pri ncipio le osLili tìl, innondava dei sn oi u(fi7.ia li _i l terr!torio au striaco, che in mille forme, sotto mille guise e sva\·riati aspetti percorsero in luogo ed in largo, ripor~a.ndone le pi ù pa rticolareggiai.e ed interessanti notizie'. 'Che lo stato maggiore raccoglieva. da tutte le parl i e coordinava, tenen<losi colla massillla diligenza in 1 , formato di ogn i più minuto fatto concernente il ne mico. 37. -

Che abbia ,(citto l'Italia in qiielC epoca.

Che fece l'Ital ia? Stette coutenta in massim a parte del l'opera di un com itato nazionale, se patriottica e devota, insufficiente ai parti colari di carattere csseni'.ialmente mili tare, inoltre di qnella di pochi uffiziali incaricati di


232

IL CORPO

ra.ccogliere, _per mezzo cl i agen ti, notizie dì oltre confine, proibi(o il varcarlo. · E le notizie, scrirse , confuse od i neerte, non · vennero pr ima della guerra con sufficienti mezzi chiarite, nè coordinate con un sistema abbastanza p ratico da SE!rv ire poi durante le osti lità. Ma si. credette di saperne abbastanza coi ~1ateriali d i cui disponevn:~.i, n è si volle che d i più si facesse. E $0 la guerra avesse cont.i-nuato siccome le ultime fas i di essa parev~no accennare, i paesi da percorrere ci sareb bero · sta.ti quasi ignotj , scarsi i mezzi di conoscere il ·terreno , le informazioni· ristrette a quelle 'rac·c olte per vie, tutti frutti di falso sistema, peggio anzi d'i non esistervene alcuno che abbastanza per tempo ~Y("ilSe ogni cos~t sagacernente preveduto e preparato.

38. -

Conàanneyote a sistema, ingiusti gli attctechi persona,ti.

Epperciò è che indagand o spassi onatamente la storia di quei Sf;Creti avvenimenti, se nza dirne di più che la delicatezza e la gravità del soggetto il consentano, soggiungeremo non esser st'.1,ti diretti a pr oposito certi a ttacchi personali a questo riguardo, perocchè il dife tto della , organizzazione fosse meglio ch e altro a combattersi per cercare di migliorarlo.

39. - Somma ùnpo1"tetnza di

itn

buon sistema tl"informaz-ioni.

Il servizio d'i nformazioni per un esercito in campagna è senza contrasto il più i mportante. Un avviso giun to a tempo può dare la vittoria. e salv.are da una sconfitta. Fauno dll bbiosi i risultti.ti della guerra g li errori che si possono commettere su i

DI STATO MAGG10Hl~

233

movimenti del nemico; chi li conoscesse senza ri tardo e senza i ncertezza, anche con g rand e in feriorità d i f~rze e senza straordinari; in telli genza, non avrebbe. a temere rovesc1. Ma nelle g uerre odierne, co n ta~ta sovrabbondan·za di mezzi di comunicazione e di trasporto, è difficile ric8vere in tempo anche i men o im portan t i r agguagli. Occorre per ciò che con tutti i mezzi che l'arte ed il genio µossono scoprire o creare_, e che ~o zelo, l'a.t~ tiv·ità e la sca.ltrezia possono mettere rn opera, s1 v incano g li ostacc,li int erposti dalle precaùzion i del

-

'

nEm1ÌCO.

Non - è adunque nè n,lla vigili a di entrare in campag na., nè tampo~o incomi nciate le osti lità che si .po~sa i mpiantar e uu bJon sistema. p ratico di informa z10m . Ogni pro vved imento allora è tardp ed è giuocoforza limitarsi ai soli mezzi for niti dalla i mprevidenza e dalla povertà del concetto. Un buon sistema: pratico d'informazioni deve sempre essare in vigore, ed allo avvicinarsi di ;ona g uerra con tro questa o quell'altra potenza, farsi più atti vo nelle_ri, cerche, più sollecito nelle inv estigazioni : ecco tutto. Ma. così costantè e r egolare l~voro vuol rnsere d iretto da lunga mano, da men~e libera ed unica nell'azione e poten te nei mezzi, evi tati g li sbalzi continui di personale che lasciano all'u lti mo venuto le _intricate fila ad ord inare e disporre colla massima responsabilità del suo 9 perato.

40. -

111eto(lo migliore usato nel 1.859.

Nella campagn a del 1859 questo servizio fo regolato . assai m eglio. -


234

IL CORPO

Ci si pensò per tempo, la direzione operava più sciolta, le idee erano più amp ie e furono maggiori ]a previde nza e l'ardire. Valga la d olorosa esperienza di un recente passati) a riformarn q uesto ramo important.issimo d i serv izic, . disconosci uto finora, trascu rato, n on sviluppato nelle pr oporzioni reclamate dalla sua natura e dai suoi bi- / sogni a. depor re l,a funesta abitudine di cr edersi sem pre sufficientement e informati . ,

41. - È necessario accrescere il JJiù che possibile le cognizioni

v~·aticlw degti uffiziali cli stato maggiore. Allo sco po poi di procurare agli uffiz iali di sta to maggiore cognizioni pratiche intorno all'organizzazivrn) mi li t~1re degli a.lti,i Stati ed a umentare in tale materia il corredo delle loro cognizioni, ci pare debban·s i r icer c1:tre con istudio particolare tutti i mezzi e le occasioni possibil i, epperciò di alc uni d i essi di-scorreren10 i n appresso.

42. -

Ancora clegli acùletti militC1Jri alle legazioni.

All'articolo 7° del r egolamento sul riordioameot.o del c~rpo d i stato maggiore, 24 gennaio 1861, leggevas1 :

Di questi addetti militari abbiamo già fatto parola;

se ora, auspice l'autorevole nome c:he controssegoava · quel regio decreto, nuovamente insistiamo s~lla lor~ vedcrlI f pratica utilità, si è perchè i ntendiamo, 1'.on i ridotti in tale uflizio a sempl ice corteggio d1 questo o di quell'altro n ostro inviato straordinari o, ma che, scelti fra i m igliori u'flìziali di pr ovata int elligenza e di maggiore criterio, diventino pel governo fonte con\ tinua di notizie m ilitari strani0re e ch e l'incari co fornisca agl i uffiziali stessi materia d i studio e di lavoro 1indefesso . Fuvvi 'ch i ne co~b attè l'isti t uzione a moti vo del la spesa r avvisata. inuti le ; se in uti le realmente, concor ~ reremrno noi pure in quel parere, ma quan do quegli oppositori medesim i sapessero di qual genere noi propon iamo gli aicldetti militari e quali eminenti serv izi essi possono essere in grado di rendF:r e all'esercito, allora p robabil mente si accoster ebber o alla n ostra opinione. Econom ie ben ragiona te ed intese, possono per al tra parte fornire i meui a sopportar e tale spesa e non farla apparire soverch ia.

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l

i !

Ì

43. -

-

Degli uffiziali di stato maggior e potrnnno anche essere messi a disposizione del ministero degli affari esteri, per esser e addetti a.Jle \ legazioni.

Ma q uesta provvida d isposizion e g iacque lettera morta.

235

DI STATO ìlHGG lORE

Se gli agenti ciiplornat-ici si occupino delta parte militare.

Noi crediamo che i nostri diplomatici all'ester o non si occupino gran fatto d i quan to concerne hl parte m ilitare, nè sa ppiamo che speciali e particolaistruzioni abbiano per lo addietro dato loro rerT<:riate DO · or dini e non ne iu proposito . Ci rcolari del tenore della seguente lettera, per es0.mpio, dub itiam o ne abbiano avute.


~36

IÌ 4-i. -

Lettera di Napoleone T al siw ministro degli affari esteri ·

sonàli e le amicizie che si conir-aggoo o, feconde se mpfe di utilissimi vantaggi pel proprio paese in avver;iire. 46. -

A hl . de Champagny, due de Cadore, miu istre cl~is rélatio11s· extéricures à Parìs. S:iint-Clon<I, 2 ao(1t 181 O. llfonsicur le dnc de Cadore, mcs miuistres à l'étranger doiven t· : ous cnvoyer tous !es mois un état des forces militaires dc la puissance chez laquelle ils se tronvent. - Ainsi le comte Otto rloit. m'envoyer tous les mois 1'6tat d~s régitnents, des hataillons et d,is } compagnies, d.t_,h~J~r~~-~l~ .~ ompa_g,n~es, :tnta~t éxi!st qu'il w.urra, i les_3.<1m.~ lt~ _offìder~ quj l,~.s _comm:1~dent, ..ct l'indicatioi1" des Jie ux ou' se trouvc, chaque corps, .bataillon et compagnie. l\fon amhas- }.1 sadeur en Russie doit ni'e1noyer le meme 6tat mensuel, a,insi que mes. miuistres auprès dcs alliés, meme mou ministre anprès dn roi • de W estphalie. NAPOLÉON.

Ecco per serdre d'esempio come in brevi e succi1ite paro!~ Napo le9ne I. prescriveva che i suoi m inistri all'estero lo informassero di talu1;li particolari sugli e:::;erciti strau ieri, particolari che si faceva poi mandare regolarmente per mezzo di certi livrets conten0nti la, traccia voluta per poter fornire con facil ità m ,ggiore t.utli i dati richiesti. Occorre forse un Napoleone il grande per dar v ita ,1, così impor.tante lavoro '! Cred iamo basti u n po' di b uona volontà. 415, -

,' 237

Dl STATO MAG GIORE

JL CORPO

Utilità clelle relazioni personali contra.tte alt' estero.

Conoscenza clel maneggio ,li7Jloinatico.

Talvolta può altresì giovare od al pri110ipiarr~ od al fin ir di una g uerra, od in caso di alleanza da stringersi, di trattati a conchiudersi, di diri tti da sostenere, di intenzioni a st.:rutare, di d isposizioni a conoscere , l'opera piuttosto che d i un semplice agente dir- p1omatico, di un uifizia le c:he alle cognizioni proprie \ della scienza e cl.e lla po li tica militare, aggiung~ qu~lle

d

j

delh <liplomazià, va,leYoli ad agevolm·gli compito; l epperciò sarà utile lo avere per t al.e uffic10 uomini i l quali abbiano già1 avuto pratica di siffatti manegg i I d ura11te la l oro carriera, t:: noi desideriamo che alla \ sc:uola su periore di guerra sia. a t,tle · 1.1ggetto forni ta ' conv·e niente istrnzione. 47. -

U(fiziali invictti ci far la guerrn all'estero.

Ancoraal lr:t fonte iuesauribile di cog nizioni pratiche per gli utli'l.iali e di cui può trarne vantaggio l'esercito , si è il mandar molti di essi per tutto ove se.oppi ht guerra e, potendosi, anche da ambe J.e parti belligentn ti. Jn qualsiasi punto de1 d ue emisferi, non dovrebbesi lasciar trarr~ .\;ll1 col po di moschetto senza che v i venissero inviati immantinente degli uffiziali nostri, poichè il campo pratico è, · senza contrasto, il più utile .

Altro vantaggio dell'avere uffiziali addetti alle lega- ' zioni, è la con,oscenza degli uomini, le relazioni per·

si

.Ai.No xu, vol. 1v. -

IG.


238

48. -

lL CORPO

DC STATO J\'l AGG-lùRE

Che cosa siano i combattimenti rispetto all'arte della guérra.

Bisogna combattere molto per im parare a combattere beue, ed è q uesto molto cbe vorremmo procurato a.g li uffiziali di stato maggiore per ayerli un giornù g\meral i esperti .

Infatti, per l'arte mili tare, i combatti menti dei'quali si costituisce la guerra, sono ad un tempo il risultato e lo scopo d i tutt'i i si~tem i, di tutte 1~ iLuova:t.ioni, di tutte le tattiche e d i tutti i piani; l'oggetto dei calcoli i più maturati, · delle più .profonde meditazioni dei capi dei governi e dei comandanti di eserciti. Gli è sui cam pi di battaglia ove i genii si mostrano e le felici ispirazioni si desta no, per moltiplicare gli in cident i fa vorevoli e diminuire quel li contrari alla fortuna delle armi, dalle quali pendono spesso le sorti delle nazioni.

49. -

50. - lmpifgnctte le armi, lia ragione chi vince, Impugnate le armi, ha ragione· chi ,;ince; è vano lo arg'o men tare in appresso per iscusar l'im per izia che produsse il disastro , È d'uopo convincersi che : Chi sii h ene pr esentnre al nemico un a giornata, gli altri errori che facesse nei maneggi de lla, guùrrn sarebbero sopportabili; ma eh i m,\uc,i éli q uest:1 disciplrna, ,\ncorch<~ neg li altri particolari valesse ass,ti, non condurrà mai u na guern1, a,d onore. Perchè una giornat,t che tu vinca, cancella ogn i tua mal.i, azione; cosi rnedesimiimentc penle nùol.~, r estano vane tu tte le cose beue tla te avan ti ope r.,t<',

Qualità che per essi si acquistano.

È incontestabile che del-la confusione e · del disordine di un campo di battaglia, in mezzo al quale con viene acq~istare e conservare sangue freddo, mente calma e tranquilla, lucidità. di idee, subitaneità di concetti e prontitudine di disposizi oni, non si può acquistare un'idea precisa dalle, discipline scolastiche o nel vasto campo della teorica. Epperciò l' esperienza. acquistata dagli u ff}ziali sui carn pi di battaglia, qitalunq'tte sia il genere dei combattenti, sarà ·s empre appç,rtatrice del doppio vantaggio di abituare tali uffiziali alla ;uerra e • di far loro conoscere nei più minuti b ed importanti particolari i vari sistemi usati d alle altre nazioni. Il f'aut qne la fiùre des hommes, snrtout celle cles capitaiues, se trempe à ces émotious d'un ordre nouveau, car il est indispensaùl,e

239

de conserver du sang-froid, un co1,1p cl'ceil prom pt et sù r an milieu de ces scènes presque diabQl iques,

Concetto d i .MacchiaveUi, al quale si assom igl ia q uel!-; d i Lamartine che ne ll'Ilisloire de la Révotution dice : \

L'insuccés est souvcn t' un crime pour !es hommes <l',É;tat, ccmme

J pou; )es

bommes de guerre,

Ambedue grav i e solenni sentenze, fo ntiatc su lla. esperìe.nza delle passioni umane che danno im mediato e()'iudizio e condanna agl i effetti non r icercandb le cause . tH . - L'Africa, campo pratico ctgli uf!iziali fra.ncesi.

Dicem·mo , più sopra, qualimque il genere dei com~ battenti, poìchè non ostante il còntrario parere , di


2'40 IL C@PO alcuui, op1t11amo v1 sia qtialche cosa cìo, imparare pe•· tutto, anche ove il soggt!tto appare di lieve momento. Così sotto gl'i llustri figli di Luigi Fil ippo, imparando a combattere dapprima selvaggi Beduini, si forrnarono in Afril~a quei generali che condusséo di poi i soldati di Francia all'Alma, a Sebastopoli ed a Solferino. 52. - Cina, Cocincina ed il Messico. Continuarono essi ad agguerrirli per le future eventualità i n Cina, in Cociucina e nel Messico, ma ~e . non eb1)ero sempre a fronte esperimentati nemici o valenti capi strategici, si perfezionarono se_n1pre più nella parte più modesta, diremo così, ma importantissima dell'equipaggiare, imbarcare, vettovagliare . e far marci~re i soldati, esercizi ed esperimenti questi a fortificare gli eserciti utilissimi., inattuabil.i ad alcuno Stato praticamente in tempo di pace, da non doversi' perciò lasciar pRssare inosservati, ma da studiarsi da vicino con tutti i mezzi possibili per profittare della espèrienza di essi.

53. :..... Gli Stati-Uniti d'America.. Cosi, lunghi anni di guerra nuova alla presente g<ilnerazione degli Stati-Uniti, da Bull S'Run a Five-Forks, le battaglie di Antietam, di Fredericksbourg e di Gettysbourg; la contrastata Viksbourg; Charleston e Ricbernond eroicamente difese , gli straordinari e por,tentosi armamenti, le subite aperture di strade, di canali e di ferrov ie, 1.e mostruose macchine da guerra mari ttime improvisamente create, · saranno forse cagione che qu~l popolo, prim.o al mondo per la forza

\

f

ÌH S'i' ATO ?l{AGG11rn 1t 241 <iella volontà, potrà gravemente pesare in epoca non lontana nella bilancia. diploma.ticn o n0ll'a,r€'mt dei combattimenti della vecchia E uropa.

51,. -

Brasile, repubbliche dell'America meri&ionale, Candia, Abissinùt.

E con quella formidabi le guerra le contese brasiliane, quelle delle varie repubbli che dell'Am er ica meridiona le, come altresì il teatro della insnrrezione di Caodia o la spedizione dell'Abissinia, dove per tutto fu od è Crastuono di Rrmi o di armati confusamente cozzantisi fra di essi, sarebbero stati o sarebbero alt.retfanti campi di studio, profittevolissimi per i nostri u ffizial i.

55. -

La questione d' 01'iente.

Havvi in Europa una questione politica che tutti i gabinetti si sforzano d i assopire; contenere o comprimere, temendone terrib ili g li effetti dello scoppio quando q uesto avvenisse. ' 'Provvisorie alleanze, simulati a(;curdi, transizioni o temporarie èoncessioni reciproche, tutto viene posto in opera per iscongiurare il pericolo. · È questa la questione d'Oriente. Ma la forza degli avvenimenti rovescierà le innalza,t.e ,barriere e · gli a.rgini, e presto l'Enropa si troverit dinanzi alla im,preteribile necessità della soluzione·.. Converrà allora all'Italia il prendervi non seconda parte onde uscirne col rango dì nazion~ primar;a ed intanto, per 11011 e~sere colti alla sprovveduta, .sarebbc necessità lo spedire per tempo nei differenti pun ti rid i stu rlian" le conosciuti più acconci, uom ini -capaci ,


242

JL CORPO

D1 STATO MAGGIORE

condizioni locali sotto i varii punti di vista. acce.unati dal le possibili even ienze. Assa.i tempo prima che l\:'! sercito sardo saJpasse per la. Crimea, fu mandato in Turch ia un uffizialè di stato rn ;tgg iore, e for tunato fu l'esito della sua m issione per le Lft.i li relazioni dapprima c1n ncdate, pe r le conoscenzi:: acquistate sulle condizion i morali, pqli tiche ed amministrative in èui sarebbesi trovato il corpo di spedizion e i n quellaterra straniera:. Similmente, quando più tardi ie arm i nostre furono ad un punto d i mettere il piede su!la reggenza d i Tunisi , da un uffiziale di stato magg iore era. stata ogni cosa prepa.ra.ta pt.:r modo, che giungendo le truppe, v i avrebbero trovato già spianate le vie, già i primi ostacoli su pera ti . Come per questi casi fu fatto, cos1 si facessé per que'Jlo di· gran lunga p iù intricalo e complesso ! Non per e ntrare uel merito della importante q uestione noi l'abbiamo qu i toccata., sib beoe per aver occasione d i dichiarare uti le e conv·C:!llÌente che gli uffiziali dj stato maggiore prenda.no possi bilmente parte attiva non soltanto a· quelle fasi dei grandi avvenimen ti poli Lico -militari nei quali gli eserciti da ambe le parti già mossero ad iucontrarsi, rna a quelle altresì in cui l,L guerra; aqcon.i, combatt uta dall e armi della dip lournzia, tr0vas i agl i ultimi periodi delle disposizioni e dei provved imenti che preparano l'azion~ e che precedono l' urto.

la virtù strategica vada piuttosto riservata al geni o) non crediam0 abbia la pratica a cedergli di un palmo il terreno; però si facciano camminar di conserva e ,:i avrà allora saviamente ed utilmente operato.

06. -

La prntica a.l' confronto colla teorica.

O;;sequeuti alle. discipline teoriche della scienza, quanto a tattica e logistica spe'ci~.lmente (impercioccliè

57 . -

Uffiziali di ogni arma e funzionari amministrntivi eta mandarsi a fare la giteira, all'ester·o.

E non solo uffiziali d i stato maggiore dovrebbera essere mandati a far la guerra all'esteì·o, ma altresì uffoiali di altre armi per modo che v i acquistassero le cognizioni peculiari di quel le c'ui appartengono, ed . ancora infine fonzionari amm'inistrativi, come medici e commissari eh.e l'importantissimo loro servizio di guerra, ·durante fa pace, non hanno mezzo eia studiare praticamènte e perfezionare. 58. -

Difficoltà acccirnpate per l'aclolione cli tale misura.

All'attuazione dì queste proposte, di mandare -cioè uifiziali all'estero dove sia campo aperto di combattimento, obbietta taluào la d iflieo ltà di ciò ottenere dagli altri governi, difficoltà presto superata però, quando sia adoperçita quella finezza cd arte che son necessarie al soggetto , seppure cotanto sia riservato il favore; conviene inoltre cattivarsi l'ani mo altrui, presensentandCtsene la circ0st anza, 1..:on o"gn i maoiern d i affabilità e di cortesia . Si disse che .gli uffizi ali di po tenze estere che furono a l no~tro quartier generale principale r.~lla campagna del 18()6, non sieno stati trattati in generale con tutti i riguardi che la loro posizione richiedeva. Quando ciò sia stato realmente, non sarebbcsi al certo p rc-


24'1

TL COR PO

RAMO STORICO.

59. -

Incombenze rlel ramo storico.

245

DI S'rATO MAGGICYRE

parato ad o ffiziali nos tri c;he s ì trovasser o in consimili circostanze un ben evolo accog lime nto. Altro mezzo infine darelJtle facile mod o agli ufliziali d i po ter fare la guerra all'eslerb, q uel lo cioè di avere adde tti rn ilita.ri a ll e legazioni , pc rcb è occorrendo, sare bbero i primi ad essere p iù facilrnent(') accolti dalle potenze b elligeranti presso cui si trovass ero g ià in missione di plomatica . l\Ia qui ch iuderemo qu(~slo lung o rag io!'iamento, creden do aver sufficientemente indicato come, vol endo, f;i possano apportare al ramo s tatistico deJ.l'u ffì cio militare abbo ndan'ti' materiali, rendendo ne così i la vori ,issai più im porta.ntì e proficui che non s ieno stati p er l'ad dietro.

e

A questo ramo si a ppartiene l'occuparsi dei fat ti storico-mi li tari del paese, r egis t rare tutte le circostanze che lo il lustran o, raccogliere tutti i documenti che possono dare luce e materia su di essi, per poi indicare alle e tà future quanto s iasi pe r le armj nostre operato.

g ià fatto parola, furono le principali c:i.gioni per cui non si ottennero finora quei r isultati che sono at.t,csi da ternp9 .

Devè' raccoglier-e i fasti 1nilitari cli tutte te milizie

6L '

' ita,lia.ne.

'

Ora però, congregate insieme _le . vari e parti delb penisola, radu nati sotto la stessa bandiera quelli che furono già parziali esercit i o mi lizie locali, siccoml~ ognuno portò seco una parte di gloria che è g lori a Haliana, è dovere nazionale il rintracciare le varie origini le tradizioni ed i fatti onorevoli che con varia for tuna furono compiute da ciascuna de1Je vari e part.i di cui ora si cdmpone l'esercito, per innalzare al medesimo imperituro monumento di gloria.

62. -

Conclizioni che rendono la impresa non facile.

L'impresa non è facile, dovendo ri~pondere a molt issime e svariate cGn<lizioni di tempo e ,di fatto. La direzione a . darsi al lavoro e la sua redazione, . vogliono essere degpe del soggetto; l'esposizione chiara e sincera, ricca di interessan ti ragguagli non corh sciuti dall'universale . '¼'

63. -

Come debba essere .conclott o il lavoro.

60. - Perchè non ctbbia finora dato alla lnce alcun lavoro: Sennoncbè, il rapido succedersi dei politici avvenimenti e con esso lo sviluppo del corpo d i stato maggiore e le molte occupazioni addensate su esso, in.fine quel continuo movimento di ,personale del quale venne

La serie degli avvenimenti non descritta in modo secco e monotono, p erchè l'optra non ri esca arida e sterile; debbono il nascere e lo sviluppars i delle varie istituzioni apparire d'un colpo d'occhio; n ello avvicendarsi dei politici av,,enimentj e nella storia delle


246 IL COHPO avvenute campagne ciascun fatto vuol emergere colla · impronta propria del suo ca rattere, naturali le descri zioni, l'andamento della narrazione ecrrave ed autorevole qual si conviene ad opera classica di cosl fa tta uatura. Affine di presentare al pubblico co~ì importante lavoro, occorre una chiara intelliò'enza, coani1.ioni o e svariate, assid uo lavoro e fatica indefessa. · Vogliono essere conosciuti i minuti particolari delle va·rie parti , o la situazione generale per rispetto alla politica; deesi sapere a fondo che cosa sieno le istituzioni militari , le orgauizt.azioni degli eserciti, che cosa sia la guerra , che cosa sieno i vari teatri di combattimento , gli uomini che per avventura vi si fossero segnalati. Giusta deve essere la critica, parche le lodi, o non corrivo il biasimo, non debolezza d i parte, non troppo stringata o prolissa la uarrazione , buona la scelta degl i a rgomenti tra la gran copia di essi .

64. - Consiglio di Pietro Colletta.

Non tutti i fatti sono da istoria, nè v'ha guida fuori cho nel giudfaio dello scrittore, per discernere i degni dai non degni. Nei piccoli fatti la. scelta è difficile e la fama dell'autore è in pericolo; s'egli è moderato sarà eletto macro, e se abbondante, noioso. Ed oltr acciò, non essendo nelle umane coso pieno bene, pieno male, ma l'uno all'altro misto e confuso, narrando degli uomini virtuosi al cun vizio, dei viziosi a lcuna virti'I, delle buone clottrine alcun tlifetto, delle difettive al cun pregio, si deformano senza m1:ntire i c!\ratteri cli un nomo, cli un popolo, cli un'età, della quale necessità gli scrittori passionati nbur.ano per onorare o foro oltraggio; lo scrittore cli coscienza clù leggi t~lla scelta.

Così il Colletta, confessando poi a ragione di se

2-17 stesso qualche amo1·e, qualche sdegno, di che non seppe mondarsi appieno comunque lo' abbia cercato instancabilmente. DI STATO MAGGIORE

G5. -

Della riuscita del lavoro e base .per precedere in avvenire.

Nou ci spaventano ~crò fa mole del lavoro, non le difficoltà accennate, confidando in un vigoroso irn- pu lso ed in r obu!=-te penne a cu i affidarlo. Così riempita la prima grande lacuna, o meglio, posata la base, si ergerà per l'avvenire un bellissimo obelisco, sul quale le gesta militari del nostro paese saranno tutte diligentem,mte st:olpite.

RAMO BIBLIOGRAFICO.

66. -

Dei molti lavori con poclt'i me;:;:zi ~segniti.

A questo ramo si domandò quanto era mater ialmente possibile di <.;hi edere, cd esso diede quanto gli fu possibile di avere, desumoudo le notizie per lo più dai giornali esteri 1:: da qualche in1portante pubblit:azione; ma, scarsi i pcriodi<:i e k opere compulsatc, poe;o il personale per ocuparscne e limitalo il tempo. Con cura e cl iligeuza però ·si L:s0gnirono , per servizio del ramo statistico , lavod assai comrnondevoli , avuto specialmente ri guardo allà scarsità del materiale cfaponi bilo.


248

IL CORPO

67. -

'

Deve essere sviluppato di più,: deve giovcwe all'ist,ruzione dell'esercito . .

Ma questo ramo ha d'1:J0po di più vasto sviluppo per estendere maggiormente I.e sui~ ricere:he. Devesi inoltre ·dare alla biblioteca del corpo quella irnportariza che gli conviene., .prdirÌarla per modo cbe possa dare continua ragione delle pubblicazioni nuove., delle migli:ori fra esse. Questo r.amo è altresì in obbligo di far partecipare all'esercito, per sua propria istruzi one, buona parte dèlle fatiche fatte e tante nozioni con sì _gran diligenza e con tanta spesa raccolte.

68. -

Fondazù;me di un giornale.

Desunto dai giornali, dalle pubblicazioni bibliografiche, dalle opere invi.ate o socnmariamen~e accennate · dagli uffiziali all'estero, quanto possa tçirnare utile per iscopo ,segreto o di qualche interesse particolare, si faccia il resto, che sarà messe uti le ed abbondante, di pubblica ragione mediante un giornal.;, In quest{ tempi in cui di giornali nuovi ne nasce uno almeno ogni giorno, non vi dovrebbe essere difficoltà a fqndarsi questo di cui parliamo, o per lo meno a valersi di uno di quelli che già han no vita e con dargli l'opportuno indi rizzo._ 69. -

249 rao-ione dello scopo di tale pubblicazione, non cada in\na raccolta di teori e pedantesche, in continue e .d iva,rate dis~ertazioni , in no iose .traduzioni del le o . . . . altrui 1,critture, od infine per i·ipiego o riernpit'l!Vo lll pubblicazioni di bollettini e, di circolari ministeriali. DI STATO MAGGIORE

Spirito che lo deve (JMid(JJre.

Pe r crearlo e per dargli moto, .occorre però criterio molto, pratico ed intelligente, il quale, fattosi giusta

70. -

Gio1"nali llell' artiglieria e genio.

Così ad esen1pio i giurnali t!ell'arti glieria e del genio sono ridotti a passare per le sole mani degli ufliziali delle rispettive armi, fìenza alcun profitto per la fanteria e la cavalleria. Pochi gli altri lettori, e quei fasc icoli, da chi non appartiene a quelle armi, radunati in fin dell'anno e leaati in bel volume con atlante e nulla più. ~)a questo fatto, des unto da osservaz.ioni pratiche, vt".(.l'liamo con chiudere ,come altro essere, altra natura do;rèbbe avere un gi~rnale; frutto degl! studi del ramo biuliografico der corpo di stato maggiore. · 71. - 1Vatw·ct, carattere e scopo del periodico.

Venne , già detto più sopra dei differenti servigi riflettenti l'esercito, di cui si deve occupare il corpo; improntato perciò ai diversi bisogni generali dell'esercito stesso, deve apparire il giornale onde corra I per le mani di tutti. \ , È necessaria una ben ordinata divisione in parte scientifica, in parte storica, in parte tecnica, e vuolsi . che i vari argomenti siano trattati ciascuno a seconda• del' soggetto, con quella amenità c.h e alletta, con quella vivacità che soddisfa e si fa ricercare coq avidità, per modo che chi vi trovi una parte che lo interessi \.


250

lL CORPO

più dét vicino, chi un'altra, chi tutto , e !'.insieme riesca fonte <li istruzione generale, sporta con piacevole semplicità e jiletto. ~on è qui nostro intendimento lo stendere il prog1·amma di così falto periodic;o , ma abuiamo vo· luto insistere sul carattere cbe meglio gli sarebb<·, a parer nostro, confacente percbè si diffond esse nel1'oserci to e la ,nazion e stessa pèr esso imparasse ad apprezzare l'utilità dei laYori dello stato maggiore e tutti sapessero delle varie innovazioni, delle vicende politico -militari <li questo o di quell'a ltro paeSE\ delle invenzioni, delle scoper te e dei miglioramenti introdotti nel nostro e negli altri eserciti ed anche <lei fatti personali che quello di continuo anche in pace illustrano i bravi nostri soldati, o colle armi alla mano combattendo il brigante, od al letto di un coleroso, tra le fiamme di un incendio, o tra i vortici di un'innondazione. Gli sarebbe infine di non inutile complemento la parte artistica, sia per la parte tecnica, che per la teorica e per le varietà, tanto feconde, quando trattate con maestrìa, di dil etto ed insieme di cllriosità e di studio, atte ad ogni modo a far popolare il soggetto. Ma bisogna volerlo compnndere questo genere di ragionamento, poichè se ostili per sistema o per progetto, è inutile occuparsene; com prende ndone però lo scopo, prcvodendone i risultati e mettendosi all'opera cou ferma volontà di riuscirvi, si possono ricavare i frutti in brevissimo tempo. L'Inghilterra, la Prussia, l'Austria, la Russia, ecc. , hanno rispettivament e: il Journal of the United Service l nstitution , il l'tfilitai· Wochenblatt, l'Osterreichìche-llfilitarische 7,eiMchrì(t, la Raccoltci Militare, ccc; perch ò

251 di essi, non sceglieremo noi il meglio da ciasc un o compilandone col l'aiuto di ispirazioni proprie uno che racchiuda i pregi di tutti? · DI STATO MAGGlOHJ!:

72. -

Della compilazione.

Quanto <1.lla co lllpilazione, oltre al personale speciale da destinarsi al ramo bibliografico e che dovrebbe per conto suo raccogliere ed ordinarP, la materia, gioverebbe inol~re l'opera degli altri uffiziali dell'esercito che vi sarebbero allettaii chi! buon inclirizzo dato al o'iornale e quella degli uffiziali del corpo di stato ~aggiore, specialmente degli incaricati di mission i 0 di svariati lavo,ri , per i guali dov rebbe essere un obbligo la collaborazione. 73. - · Riunioni o conferenze militari.

Ed a proposito della collaborazione esporremo qui una nostra opinione e conseguente proposta : L'attua le personale del cor po di stato maggiore novera non poche belle intelligenze e svegliati ingegni, di cui pochissimi si applicano, siccome il dovrebbero, nè si occupano sufficientemente di studi continuati e profo ndi. E questo un appunto che ne duole di dover fare, ma pur troppo constatiamo un fatto. Vi si può forse trovare una scusa nella mancanza di un eccitamento, .di un mezzo per esplicare gl'intendimenti, la vari età delle cognizi oni, il frutto di buoni studi? Ebbene, s'impieghi il tempo nelle guarnigioni, dove ciò è possibile, raccogliendosi in amichevoli convegni, in conferenze di carattere puramente militare;


252

II, CORPO

si aprano discussioni sulle più im portanti questioni, esprima ciascuno i proprii pensieri, si discutano quelli di tutti, e poiché dii choc des opinùms jaillit la liirniè1'e, poichè dalla <.focussione nasce fa verità., non sa.rà ~terile per l'esercito il fr utto di tali r iuuioui ' ed i rui«liori o avranno occasione di segnalarsi. - . Il risL1ltato poi delle quistioni trattate e degli studi fatti, formerebbe n.aturalmente pregevole materia per · il pcriodi\jo .d i cui proponiamo la fondazione e che speriamo fermamente di veder pr~sto attivata sulla base dei princip ii enunciati .

253 maggiore colle truppe è però limitato generalmente a quella parte burocratica che dà moto al servizio . Dl STATO :MAGGIORE

76. -

Sola.mente nei mesi in cui hanno luogo i campi di 1struzione quel contatto si fa più attivo, più frequente qµell'interesse, quelle cure, quel lavoro, quella continua occupa.zione che obbligano l' uffiziale di stato maggiore ad internarsi maggiormente nelle particolarità delle singole armi e _n~i :vari rarnì di servizio · ~rnministrativo che insieme li co llega ed unisce.

' simVIZIO PRESSO. LE 'TRUPPE.

71~ . - Primo passo nel ca:mpo prcttico fcilto dagli uffiziali d-i stato met{/(jiore.

Il serv1z10 pTesso le truppe è il primo passo fatto nel campo pratico dagli uffiziali di stato maggiore addetti ai comandi generali del le divisioni . Questo dovrebbe essere per essi continua scuola dei bisogni de l soldato, del meccanismo del servizio rapp0rto all'istruzione, all'amm inistrazione, al vjtto, all'equipaggiamento, alla disci pÌina., all'igiene, al-l'aquartieramento, · ecc.

Cmnpi cl'istruzione.

77. - Lavori a compiersi diwante i mellesirni.

Chia·mati a questo servi-zio speciale r ispondono sempre gli uffiziali con intelligenza, con attività e solerzia; sol chiederemmo che durante i campi venissero loro commessi studi più r ilevanti ed osserVafioni speciali sull'istruzione tattica delle truppe e sui servizi amministrati vi; ma più ancora vorremmo i frutti dei loro lavori tostam ente esaminati e con pronte disposi~oni r iparati gli inconvenienti accennati , apportando o·ve d'uopo immediate riforme:

78. - Sem11lificC4:tione e riforma d,el servizio biwocrntico a. fèirsi clagli uffizictli stessi. I

75. -.Servizio giornalierà, normale. Nel corsp dell'anno e nelle circostanze ordinarie o non mutate da condizioni eccezionali del paese o · di ·nlcune gueroigioni, il contatto dell'uffiziale di stato

Quanto agli altri mesi dell'anno il lavoro burocratico negli uffizi divisionali, vorrebbe esser meno materiale, quotidiano oggetto di osservazioni pratiche e maP-aiormente efficace, assumendo una speciale imoo portanza cha non ebbe fi.n or'a. ANNO

0

::m, vol.

1v. -

17.


254

255

IL CORPO

Dl STATO 11):AGGlORE

Primissimo soggetto apparirebbe intanto quello d i diminuire e semplificare il sistema burocratico stesstJ c ol quale procedé il servizio. Chi credesse , per esempio, mosso da lodevole scopo, d i proporre ad un tratto un r egolamento semplificato per quel genere di servizio o di radu·nare .a tal fine una <lelle solite commissioni per istudiare come perven irvi , non raggiungerebhe probabilmente l'i nten to, poicbè troppi sono i minuti dettagli e troppo svariati i casi che si offrono alla pratica di ogni giorno per potere lungi da essa, fra le pareti di una stanza appar tata o della semplice discussione accademica tuttò prevedere ed a tutto provvedere. Portiamo pertanto parere, che quando fosse com' messo a tutti i comandi di divisione di rifer ire in fin dell'anno s ul l' andamento del loro servizio, seguenclo certe norme generali da inùi~arsi precedentemente, in tanta quantità di uffizi, e varietà di condiziun i local i, si sarebbero parte dall'uno, parte dall'altro verificati tutti i casi possibili e raccolti i dati occorrenti per introdurre ne ll'andamento dei vari rami del servizio grandissimo miglioramento; la r iduzione delle pratiche ad una metà, semplificaz ione <li metodo nelle rassegne , nelle operazioni di leva , nei procedimenti giudiziari, nel regolare i movimenti di individui isolati ed in un'infinità di altre che sar ebbe lungo il descrivere, apportando per tutto eco11omia di denar o, di tempo, di car te e carteggio con riduzione <li formati, con soppressione di registri e di stati, con unificazione di sit uazioni , ecc., ii tutto regolato da massime complessive e concrete, definite, non vaganti, come spesso, nella indecisione, non schiave, come sempre, di vecchie abitudini.

.Per ciò ottenere, ciascun uffizialc incaricalo di q uesta o di quell'altra parte dell'andamento. b urocratico, dovrebbe tener conto costantemente s1 tutto e quind i porgere al sno capo d'ufficio il. frutto delle osservazioni fatte di momento in momento, ed a lato dei difetti riconosciuti, indicare i rim ed i suggeriti dalla pratica e dal buon senso. Radunate poi dai capi di stato maggiore tutte queste osservazioni e complessivamente esam inate, si troverebbe la sol uzione e semplificazione di moltissimi ,problemi con im menso vant,~ggio del ser vizio e sollievo dell'amministrazione cent.rale.

79. -

Jfi~lioramento della corrispon<lm;:;a.

C0 ncordemente a questo lavoro, agli uffiziali di stato maggiore iucorn be quellu di imprimere. _al metodo attuale di corrispon<lenrn un carattere pi u confacenle a natura militare, cioè pit.1 conciso e più breve, migliorando insieme la. l ingua e lo stile con cui n,Ltualmente si scrive. Impor ta assolutamente che a così fatta. misura r adica.le s i addivenaa u na volta e si abbandoni d'un. tratto b l'ant ico sistema. Questo cambiamento, non sembri strana la similitudine, è identico a quello che si avesse a fare di una teoria d'ese1·cizio o dell'armamento di un ese1·c-ito . In questo ramo di pubblico servizio, in cui tu~to dev'essere generalmente ridotto ad ordini perent?ri e ~td esecuzioni immediate, le frasi inutili, le perifras i superflu e, le espressioni così dette cortesi ~ d~ ~rerrhiera certi riguardi personali, i modi dub1tativ1 ed tem~i imperfetti, non valgono che ad oscurare gli ord ini ed a r allentare l'azione .

f


256

IL CORPO.

La chiarezza, 1~ brevità e la precisione debbono essere le doti principali dcJlo stile militare; spetta quindi, lo ripetiamo , agli uffiziali di stato maggiore imprimere al carteggio quella robustezza di sti le e quell'austero laconismo che dà maggior forza alla materia trattata ed acquista agli ordini maggior prontezza di esecuzione. Non basta: debbono ancora gli uffiziali di stato maggiore far sì che quel sistema metta salde radici in tutti gli uffizi da essi dipendenti. E così poi in tempo di g uerra, dove i momenti sono supremi e le circostanze fatali, nella sfera di ciascun ramo di servizio gli ordini dati e le istruzioni ricevute otterranno più facil mente il loro scopo. Sarà tolta a chi non è incaricato che di una parte esecutiva l'incertezza di una determinazione delicata; nelle c ircostanze difficili resterà evitato, il che accade sovente, il pericolo d i lasciare ai su bordinati quella responsabilità che è propria, nè ' avverrà che alcuno cerchi riparo dietro gli avvenimenti, destreggiandosi onde avere coll'aiuto di qualche frase vaga od in determinata , il mezzo di gettare sugli altri la cagione delle disgrazie od il risultato della propria impr'e videnza, assicurandosi , e di più, senza rischio e falica, l'onore del successo, per ottenere il quale non fece neanche quanto imponeva il dovere. 80. -

Dl ST,ITO MAGGI O'RB 257 Là si riscontra brevitf~ senza dimenticanze, il ma s· simo dettaglio senza la menoma inutilità, la ~hiarezza che soffoca il dubbio e quell'efficace risolutezza di comando che non conosce l'indugio, che forza ad ubbidir sull'istante e che racchiude il segreto dell'ordine, delJa disciplina e della riuscita. Vi si riscontrano è vero alcuni difetti, q ue11o &.d esempio di trattare alle volte vari argomenti nella lettera stessa, ma sono facili ad evitarsi.

8'1. -

Uso clel telegrafo da generalizzarsi maggiormente nelle cori-isJ)ondenze d'uf/lcio.

Sulle modificazioni e miglioramenti da introdursi nelle corrispondenze esprimeremo un ultimo pensiero, quello cioè che venga maggiorme.nte generalizzato, in tempo di guerra specialmente, e sostituito in massima part~ nel carteggio ordinario, l'uso del teleg rafo, non 1:>adando alla spesa; compensata ad usura da, maggior forza impressa agli ordi ni, dalla maggior prontezza con cuiessi vengono per questo mezzo eseguiti. Al postutto, a qu al cosa debbono servire i telegrafi ..... ? Essi sono chiamati a sostituire la corrispondenza;

82. -

Vffiziati in accompagnamento di ispetlOt"i, generali ed altri.

Si citct cul l!Sempio la corrispondenza di Napoleone J.

E qui non possiamo non indicare per esempio a seguirsi, la Corrispondenza di Napoleone I, libro non abbastanza conosciuto e che non corre come sarebbe necessario tra le mani degli uffiziali.

Continuando a discorrere dei servizi cbe prestano gli uffìziali presso le truppe, citeremo come da alcuni anni in quà siansi veduti a quando a quando alcuni degli uffizial i dì stato maggiore addetti ai comandi delle divisioni, seguire or l'uno, or l'altro generale


258

IL COHPO

nella ispezione di truppe di. fanteria o dì cavalleria, di stabilim enti od isti tuti mi litari, ecc . Siffatti casi però si verificaro no in assai scarsa misura, e quei temporarii incarichi,' perchè non @onsacrat.i da ~peciali ord ina nze, fu rono taJvolta cons,iderati come abusi (secondo noi scusa bi li~si rni). Questo metodo di far conoscere agli uffizi ali di stato maggiore, in modo ad un tempo parti colareggiato e com plesso, le parti piÌ1 eseuzial i del servizio dei corpi, sotto un punto di vista che giova assai al sagace osservatore e gti è frutto di non pochi g iovevoli ammaestramenti, dovrebbe venir generali-zzato per modo che tu tti assolutamente vi concorressero. , ~ A-q ualsiasi uffiziale su periore o generale incaricato di una missione all'interno od all'estero, di un'ispezione, di una rivista, di q ualunque gener e essa fosse, qualunq ue l'arma, qualunqu e il soggetto : tecnico,,ammioistrativo, o disciplinare, ecc., dovrebbero venire sempre aggregati u1fo.iali di stato maggiore, pei qual i la materia , se nuova sarebbe cagione di utili cognizioni, se conosciuta di uti'Jiss imo perfezionamen to. 83. -

Brigantaggio.

'Ancora, furo no gli uffìziali di stato maggiore troppo poco adoperati in un altro campo nel quale avrebbero reso assai utili servi zi al paese, si sarebbero esercitati ad una scuola pratica pel trattamento di svariatissimi affari, mettendo a profitto le loro cognizioni ; vogliamo dire il brigantaggio, nella cui repressione quelli che vi furono impiegati dimostrarono moltissima intelligenza, ma, ripetiamo, furono troppo pochi . ·

259 Non era a trascurare tale pratica cont inua di astuzie, di operazioni, di aspre ,j ifficolt à., proprie a quella r:;pecie di g uerra, quell'oécasione di spiega re le virtù cittadine, pigliando parte a.gli orpioarnenti ci vili, quel mezzo di portar rim edio a quella piaga ,sociale e br:riovare all'incivili mento di tanto belle ed. infelici contrade. Così facendo, si sarebbero potute in gran parte paragonare q uelle fatiche e quei servizi a quelli d'eo'li u ffiziali francesi in Africa , di . cui ebbe a dire o Bugeaud: Dl STATO MAGG[ORE

Cc sont les officiers ll'état major qui out conquis I.' Af'rique.

84. -

Conclusione.

E così parlando del brigantaggio, acceniamo a t utti' quelli avvenin1enti di non ordinaria. natura tra i quali vorr:.emmo si trc,vassero costantemente gli uffizia•li di stato maggiore, perchè possono porgere loro occasione · di spiegare la propria intelligenza , di acquistare co.o<Ynizioni e rendere utili ser vizi al paese. · . . Ripeter emo perciò quanto già abbia.mo detto pi4 ' sopra, non essere il per sonale del corpo soverchi0 quando venga convenientemente impiegato. Ma per l'addietro, bisogna. pur dirlo, k topografia assorbiva la mao-o-ior parte degl i uffizi al i. oc ' Or son due anni, mia disposizione rnì nister.i ale prescriveva com'e dovessero gli uffi.ziali addetti a.Ile di-. visioni ven ire eser citati, çome convenisse a pprofi ttare dell'opera loro in lavori statistici, in imp iego presso lo truppe , ecc. ; ma pare che tale disposizione non abbia a vuto il suo pieno effetto. ' · Sorta col buon intendimento di voler trarre pr0fitto


260

IL CORPO

DI STATO MAGGIORE

del personale, forse, perchè Ì8olata, inaridì e giacque negletta. Fondendosi. ora coi nuovi principii che daranno nuova vi'ta al corpo, ri nascerà, probabilmente, rigogliosa e fruttifera secbndo lo spirito chè saviamente la dettava allora.

86. -

Di alcuni altri lavori ed incumbenze spettanti

al Corpo di Stato Maggiore. Lavori commessi alto stato maggiore imminenti le ostilità.

Accennati i vari rami in cui si divide il personale del corpo, e detto quale sia l'ufficio che a ciascuno di essi principalmente si appartenga, citeremo ancora sommariamente altre incombenze~ altri lavori che ne pare dovrebbero essere còmpito del corpo di stato maggiore avente sempre per obbiettivo la -guerra. Suole avvenire che avvicinandosi . la probabilità di essa, molti studi vengano a questo corpo affidati, . molte proposte date ad esaminare, molti incarichi a disbrigare, ma perchè tutti in furia ed in fretta, manca spesso il tempo a. ben risolvere tante e sì differenti questioni.

Necessità di provvedervi durante la pace. ·

Nella quiete della pace adunque arda sollecita l'attività del ·lavoro, e si cerchi no collo svariato pensiero quelle necessità più urgenti, quei bisogni più vitali e si sciolgano . con previdenza tutti quegli innumerevoli problemi di cui il tuonar del cannone avverte non esservi più tempo per occuparsi. Entrando poi l'esercito in campagna si addensa sullo stato maggiore straordinaria · quantità di attribuzioni sorte dal contatto con ogn i ramo di servizio da cui esso si tenne durante la pace isolato e discosto.

lii.

80. -

261

87. - Creazione di niwva esercitazione pratica per gU uffizial i I del corpo di stato maggiore.

· Tale ·direzione non è cosa di:" poco momento e somma ' ne riescè la respoos,Lbilità, ma intanto non vengono . fatte esercitazioni pratiche per quell'ufficio. La fanteria, la cavalleria, l'artigl ieria hanno, ·per co9ì dire, la piazza d'armi, il maneggio, il poligono, le marcie, le manovre, ecc. Lo stato maggiore ha nulla che nel suo genere di '--servizio a ciò sì a vvìcini. Ne emerge quindi la necessità di creare un rnet.odo per cui gl i uffiziali di stato maggiore esercitandosi, per esempio, a provveder.!3 ai bi~ogni di un esercito ipotetico ed a fOndurlo, abbiano poi all'atto pratico a trovare nulla di nuovo. · · Questa creazione s_orgerà, ne siamo certi, inspirata, da un'acutezza di vedute, e .;e attuata e regolata con discernimento, perspicacia e costanza, darà ottimi risultati.

n


262 88. -

DI STATO MAGGIORE

IL CORPO

90. -

Frutto delle osservaz:ioni fatte sui vari servizi.

263

L'intendente genera.le d'q,rinatq. '

Affacciandosi difficoltà, perchè non correrà insieme la fatale necessiUt del tempo, saranno esse discusse , opportunamente r isolte e tenute per norma al pratico verificarsi dei casi. Principali soggetti di osservazione e di studio, dovrebbero essere i segu'enti. 89. -

Servizi amministi·ativi.

I servizi amministrativi, i vari loro rami posti, durante la guerra, sotto la direzione dello stato .maggiore, la mobilità del carreggio, la sua costruzione, rispetto al trasporto di viveri e di munizioni; ambulanze, poste, telegrafi, ecc .. l'adozione di bestie diL soma pel trasporto giornaliero dei viveri della truppa e bagagl i degli uffiziali, pei bersaglieri almèno, comechè più atti a seguire le fanterie in terreni diffici li, non d'ingombro sulle strade, potendo prender posto lateral.mente ad esse , conveniente sostituzi.one ai grossi carri di batta.g ~ione . Riduzione e soppressione di tutti i trasporti · superflui , ricerca e · scelta dei generi di vitto migliori r iguardo al trasporto, incoraggiamento all'industria privata perchè fornisca, se possibile, so, stanze alimentarie atte ad un buon n utrimentò con Yolume miI!imo , il servizio sanitario, gli ospedali provvisori, le norme per raccogliere e trasportar e i feriti 'Sul campo, vagoni-ambulanze sulle ferrovie, q uestioni di equipaggiamento e vestiario, revisione delle competenze ed indennità di campagna ragguagliate ai bisogni ~ffettivi, ecc., ecc .

Intervenendo la guerra, tutti questi servizi vengono regolati dall'intendentè generale d'armata e posti ad agire sotto ·1a dipendenza dello stato ma.ggiorf:; .è quindi necessario che il medesimo so ne occupi in tempo di pace; ma si commette talvolta l'errore di scegliere l'intendente generale d'armata all'ultimo momento, facendo pesar grave su di esso la responsabilità dei servizi cui deve ad un tratto ·provvedere senza essersene preventivamente occupato. Ma giova ricordare che non si ba sempre la sorte di trovare chi, assunto l'incarico in tanto sfavorevoli condizioni, lo copduca lodevolmente a termine.

. 91.. - Dev'essere designato durctnte la pace. Importa peréiò fare per tempo la sce lta conven iente della persona cui affidare !'_importante ufficio, onde esso possa impratichirsi nei vari rami, che io guerra è chiamato a dirigere . Si prepongono, durante la pa.ce, al comando di compagnie e di reggimenti, uomini· che presum ibi lmente li dovranno g uidare in campagna, onde si avvezzino a c·onoscere. i loro dipendenti, ad addestrarli ed istruirli e studiare come poterli poi impiegare in g uerra ; percbè non si sèguirebbe lo stesso sistema riguardo alla direzione di un servizio spesso assai più intricato meno .i mportante di q uello? L'azione amministrativa, specialmente per vettovagliare e mobilizzare le masse, fu oggetto di min uto

••


264 lL CORPO studio dei più d istinti generali che ebbero cura 'ctei loro soldati. L'ufficio suo appare poco brillante e poco glorioso, ma nondimeno contribuisce potentemente a far brillante la vittoria e gloriosa una campagna,; trascurato, manda in rovina l'esercito. Vettcvaglie e salmerie sieno adunque tra le principali preoccupazioni. . . .' .. agli altri casi può trovarsi temperamento sul fatto, ma l'annona non ha nel bisog_no rimedio, se ·ella non è st.ata tempestivamente riposta;, onde, senza colpo ferire, si riman vinto . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . .. . . . .. .. · ·. ·. ·. ·. ·. ·s~;dltis~i~e si eseguirebbero le imprese se il bagaglio non fosse loro d'impaccio. l\ioNTECUCCOLI.

La guerra moderna poi ha esigenze nuove che dì continuo si accrescono e si moltiplicano. Al giorno d'oggi, agli eserciti occorrono numerosi convogli per vivere nel paese che occupano; importa quinài che gli stati maggiori abbiano l'abilità di asseanar loro un ordine di marcia tale che ogni. cosa n restando s0tto l.a mano, detti convogli siano al riparo dalle offe:'le del nemico, lontani dal raggio delle operazioni per non intralciare i movìi:nenti. La neglig~nza e l'imprevidenza nell'ordinare un tale servizio, mentre possono essere esiziali ad un esercito, danno solenne prova di incapacità in chi ne abbia avuto l'incarico. E noi vorremmo che agli uffizi ali dì . stato maggiore non fossero riservate soltanto lezioni accademichè di amminist'razione militare, ma che essi fossero sovente chiamati a discuterne praticamcn,te le più importa,nti questioni e portarvi il frutto della loro esperienza e delle loro cognizioni.

, DI STATO MAGGIORE

92. -

265

Strcttegia e tattica amministrative. ·

Havvi, per così d ire, in un esercito combatte~te una specie d i strategia amministratìva che ca~mrna con quella delle grandi operazioni di guer~a, s1~come esiste una tattica amministmtiva per eseguirrie 1 concetti . Si accordi la prima ·col generale in ca po, la seconda coi capi di stato maggiore.

93. -

Uffiziali di stato maggiore addetti all'intenllenza general.e l!' armata in tempo· di giwrra.

Al modo stesso che è necessario ad un intendente generale d'armata largo corred0 di cognizioni . tattiche ; 'str~tegiche per coadiuvare efficacemente l'esercito nelle sue imprese·, così. sarebbe , a nostro avviso, utilissi mo che gli fossero addetti in tempo di guerra alcuui uftìziali di stato maggiore, quasi anello tra la parte amministrativa e quella puramente militare. 94. -

Istruzione delle tre armi.

Spetta.no al corpo d i stato maggiore l'esame delle attuali teorie insufficienti sotto il rapporto tattico, le prnposte relative aì loro riordinamento, sia per la fanteria, che per la cavalleria e per l'artiglJeria, i progetti per esercitare le truppe in . operazioni che in campagna si eseguiscono d'ordinario per la p?·ima volta., come ad esempio imbarco e sbarco di truppe su legni mercantili o da guerra, sulle ferrovie , ecc., quelli per speciali bivacchi ed attendamenti, per . im-


266

lL CORPO

provvisate costruzioni, per gittate di ponti, per passaggi di fiumi, pèr 'lavori c;li forti:ficaiion e·campale, eèc., approfittando dell e locali tà a tale scopo adottqte; infine progetti di esercizi delle tre armi combi11ate pE!r abituare a l loro impiego gli uffizi~li s uperiori delle armi medesime affinchè non avvenga., cofoe _pur troppo s uccede di spesso, che il giorno in cui i colonnel li vestono l'uniforme di generale, pare debbano saper far uso delle · tre armi , mentre forse durante la loro carriera non furono mai posti nel éaso d i comandan3 insieme alcuni battaglioni di fanteria con qu alche squadrone o batteria. In questo modo, l'ingerenza del corpo di stato maggiore nell'istruzione pratica dell'esercito, avrà per risultato quello di imprimere alle esercitaz,ioni · dello truppe·, così in g uarnigione come nei campi d'istruzione, un carattere differente dall'attuale, troppo pedante, non tattico abbastanza, nè somigliante alle circostanze della. guerra.

95. -

Composizione delle gramli unità tattiche..

La esperienza delle passate campagne,. i risultati pratici in qua.nto a marcie, a manovre, a combattimenti ed all'andamento gen.e rale del servizio, così nel nostro, come negli altri eserciti, debbono fornire materia allo studio nelle innovazioni ed indispensabili riforme ad introdursi nel caso di eventuali fo rmazioni di corpi d'armata, di divisioni o riserv~. I recenti perfezionamenti introdotti nelle armi , fanno anch'essi riflettere al modo ed alla misura colle quali sono distribuite nell'.esercito combattente la fanteria, l'artiglieria e la cavalleria, ,come altresì all'au-

DI STATO :MAGGIO~~E .

267

mento che si fosse reso perciò necessario nella forza .d i a lcuna di esse, dell'artiglieria ad esempio. A tutte le sopradette modificazioni si pensi quindi per tempo e non s'attenda la vigilia. di una guerra.

06. - Del pet·sonale addetto ai qi~artieri generali. Vuol essere coscienziosamente esa.minata la composizione dei quartieri generali, sia principale che dei corpi d'armata e delle divisioni, onde rendersi ragione di quale utilità reale sia stato finora il person~le che in gran numero e di . difftrente specie Yi fu quasi sempre agglomerato , e ciò per vedere ·quanto convenga per avventura mantenere o sopprimere, modificare od aggiunger e. Citiamo ad esempio tra i capi di vari servm, i co,mandanti dell'artiglieria e del genio , ecc. Di rado vengono essi consultati in torno alle disposizioni ge~era.li a darsi alle truppe ~ rarissime appaiono le missioni speciali loro affidate; il servizio stesso alla cui sorveglianza sono preposti, procede egualmente anche senza il loro impulso diretto, ed il loro amor JJroprio finisce quindi p~r ·non rimanere gran che soddisfatto. Ne risultano invece o qualche volta degli attriti e sempre un notevole aumento di personale in uffiziali e bassa forza non disponibile pel servizio primario . degli st,ati magg(ori, con grave ingombro di carri, di bagagli e di cavalli al seguito, il tutto -a detrimento della mobilità. di quei grandi centri di comando. Con buoni ed -autorevoli capi di stato maggiore, ben pratici dei vari servizi, questi debbono senz'altro procedere regolarmente, essendo sufficiente per gli


268 IL CORPO speciali dettagli qualche uffiziale o funzionario sott'ordine. La brillante campagna dell' Umbria e delle Marche ha provato come si possa condurre felicemente la guerra con un quartier generale principale a m inime proporzioni dì personale . . Però, nel giorno del combattimento, occorrono molti uffiziali a cavallu, pronti, intelligenti ed arditi, ma tutti assolutamente e direttamente dipendenti da. centro unico nel comando, nelle aitribuzioni e nel concetto, Sul loro servizio solam ente è r idotto a fondarsi il cri.t.erio del generale, quaJ:Jdo al periodo dei calcoli e delle disposizioni preventive sottentra quello dell'azione. Queste cose conosce per lunga pratica e per varie vicende il corpo·di stt1to mag·giore; gli spetta adunque in tern po di pace lo stabilire come debba in guerra venir regolato quell' importantissimo servizio, con norme che ne assicurino il buon andamento, procurando che la q'uant-ità, del personale nei quartì~ri generali sia conciliata colla q'ualitèi e mob'ilità, d1 esso. Nello svolgere così fatta questione, si riconoscerà pure insufficiente al bisogno il numero di uffiziali di. cu i dispone un generale di brigata ed un comandante insufficiente pur anco, quando. si . vodi re<Tgirnento, b . . lesse persistere a prendere per base delle eserc1taz10m o delle emergenze del c<1,mpo di battaglia la fatale piazza d'a1·1ni ben piana e quadrala senza accidenti del terreno.

un

Dl STATO MAGGIORE

' 97. -

269

Norme per i combattimenti.

Ancora dalla esperienza e dal perfezionamento delle armi sono a dedursi migliori regole e norm e pell'im piegp dell'artiglieria, della fanteria, della cavalleria, :ù nella difesa che nell'attacco ed al momento dell'azione, dando ai' movimenti naturalezza, ordine , r isolutezza è cercando in essi sopratutto la novità che tanto giova a sorprendere efficacemente l'avversario.

98. -

GiMrra di montagna.

In paese come il nostro cos't classico per i monti · che lo circondano o che lo attraversano, ricchi tutt.i iin,dalle età più remote pei mem orandi fatti compiutisi d,i mern()rie mili Lari celeberrime, cfovreb~er o far::ii sopra vasta se.a la studi, della guerra di montagna. e preparati gli elèmenti necessari, converrebbe r iunire piccoli corpi di truppa a campi d'istr'uzion e special i, quasi avamposti ·alle porte delle Alpi o guardie ai passi principali degli Appennini, istituendo così. u,n a nuova ed utile esercitazione pratica per l'esercito e cessando dal ristringere i campi d'istruzione in segmplici lande od in sole brughiere. Al corpo di stata maggiore ancora il far tali studi e le relative proposte. 99. -

Fortificctzione.

In- q uanto a fortificaz ione, conviene occuparsi del partito cbe si possa trarre sul campo di battaglja . della passeggiera, destinata forse a rientrare in azione ANxo xn, 'VOI. 1v. :... 18.


270

lL CORPO

DI ST.ATO MAGGIOTIE

io giornata carnp4le (come le ridotte di Pultawa, ad esempio) tanto più pe,rcbè quel genere di fortificazione deve essere oggetto di studio meglio dell' uffiziale di stalo maggiore che di quello del genio .

per posa, per armamento,. per movimento o tr·azione ecc ., e che quindi, considerando come in tempo di guerra possono essi trovarsi ad avere in mano numeroso materiale senza personale dirigente, apprendano per pratica, lo ripetiamo, il meccanismo delle manov,re di stazione, sappiano compMre un convoglio , guidarlo , calcolarne il movimento, le condizioni di viaggio ed i fort uiti incidenti lungo la linea, sappiano opportunamente tener conto e servirsi degli scambi, abbiano qualche nozione del la qualità e capaci tà del materiale, della f01·za e dell'impiego delle macchine, ed infine di alt.ri molti particolari di facile accesso bensì a1le persone non tecniche, ma che per conoscere bisogna avere esperimentato e non letto solamente sui libri. Di tutti questi dati, opportunamente raccolti da uffiziali del corpo stesso mandati a dimorare per alcun tempo nei gr andi centri ferr oviari , si dovrPbbe compilare un'istruzione speciale colla scorta della quale si -potessero fare studi necessari sul materiale e sul ser·vizio delle ferrovie, progetti d i modificazioni o m iglioramenti, sia nel servizio pubblico combinato col militare, sia in quello puramente necessario ali a g uerra . Nella sc:ors~ carnpagoà i corpi d'armata prussiani avevano ciascuno una sezione speciale composta di lavoratori e di ingegner i di ferrovia destinati a ristabilire prontamente il movimento di una linea interrotta, a dirigert il servizio, a provvedere prontamente all 'imbarco e sbarco del personale e del materiale, a rendere, ove occorresse, impraticabile un tronco di strada od a ripararne un guasto. I Prussiani sentirono specialmente il vantaggio di quella nuova creazione al primo irrompere sul terri-

i,00. -

Areostati.

Vennero g ià fatti dal corpo di stato maggiore studi sugli areostali (ballons captifs); conviene rinnovarli, • per giudicare se f,osse utile lo assegnarne ai comandi dei corpi d'armata e delle divisio.ni, t rasportabili con bestie da soma, come fo usato dalla. Francia, dall'Inghilterra e segn atamente dagli Stati-Uniti d' Amer ica (ove fu creato un cor po speciale dei segnali), e vennero impiegati in levate a vista, in ricognizioni e durante il combattimento con molto v,rntaggio.

fOL -

Ferrovie.

Ferrovie. Non fu mai fornita agli uffiziali di stato maggiore occasione d i occuparsi di questo odierno potentissimo mezzo di muovere gli eserciti . Occorre perciò che tale ramo diventi oggetto di studio speciale e che si cerchi come offrire ai detti uffizi ali la faci ~ lit.à dì potersene praticamente istruire. Vogliono essere raccolti materiali e documenti da porre sott'occhio in modo .succinto e proprio del servizio dello stato maggiore, i sistemi ferroviari nostri e quelli degli Stati 1imitrofi non ch e i relativi mezzi di cui l'uno e gli altri dispongono,. Conviene abbiano detti uffiziali una idea sommaria pr:atica (non un'istr 11zione scientifica) d ella costruzione . di una ferrovia, ,sappiano che cosa s'intenda

2il


.. 272

IL CORPO

torio nemico, avendo potuto in brevissimo tempo riattivare le comunicazioni state interrotte dagli ·Austriaci ed avanzare rapidamente. Così fatto servi7,io, com binato con quello dei telegrafi , venne riconosciuto utilissimo e crediamo sia da • aggiungersi ·all'ordinarilento di un esercito, facendovi çoucorrere i zappatori del genio istrutti a ta.l fine in modo speciale.

102. -

Telegrafi,.

Ragionamento analogo a quello delle ferrovie, vuol essere fatto per i telegrafi, intorno ai quali, aie.une nozioni pratiche, le più essenziali , sono di estrema necessità agli uffì.ziali di s~ato ma.ggiore, per la varietà dei casi che loro si possono presentare in tempo di gùerra quando non hanno sempre disponibile l'uffiziale del genio incaricato di tale servizio. ·103. -

Sistema burocratieo di ccimpagnii.

Esaminato l'attuale sistema bitrocratico &i campagna, ne emerge la .necessità di.. modificarlo, semplificarlo, ridurlo nei rapporti, nelle sit,uazioni, negli stampat.i; conviene compilare un completo e più ragionevole cif1·a1'io; importa stabilire preventivamente una traccia uniforme ai singoli uffiziali del corpo, perchè alla fin e rli una campagna raccolgano il frutto delle specialJ osservazioni loro occorse 'nel1a varietà delle circostanze in cui si trovarono durante la guerra, onde nnirle a quelle dei capi dei vari · servizi, ma con fermo proponimento nell'amm~nistrazione centrale ·di attuare ·imrnantinente le riforme riconosciute necessarie.

DI STATO MAG(:HOR E

2i3

:104. - Manuale ver gli u/fizùtli cli stato maggiore. Compilare col frutto delle osservazioni e dei documen ti esistenti un !rfanuale generale e completo pegli ,.1,f!ìziali di stato maggiore, comprendente il loro servizio in tempo di guerra e quello in tempo di pace (base questo al regolamento da cr earsi pel servizio delle divisioni e del le piazze) avvertendo che le varie armi vi trovino pure larga copia di cognizioni con indicaz1om dei diritti e dei doveri r eciproci. 1.03. -

Campi per-mctnenti.

Si esamini-la I questione dei campi permanenti e si raccolgano dati statistici sotto il rapporto economico, ,tecnico, anmiinistrativo, igienico e topografico, per vedere se coloro che ritengono troppo lunga la ferma attuale si. potrebbero contentate di una ferma ridotta ' a tre anni, passando le truppe in ognuno di essi s~i od otto mesi ad un campo perrnamente; ovvero concentrando le truppe in grandi piazz~ militari, pu-rchè la spesa non riesca maggiore di quella portata dal la durata della ferma att.uale ed il val or e tecnico e morale dell 'esercito venga avvantaggiato, provvedendo in altra g uisa alla custodia delle carceri, dell e tesoterie, dei magazzini, dei teatri, delle ~allerie , dei musei e simil~ a cui è assurdo sieno de~tinati soldati.

104. -

Aùttanti di campo. ,

Nel nostro esercito, molte delle missioni affidate agli aiutanti-di campo confinano con quelle degli uffi-


, }

274 IL CORPO ziali di stato maggiore; talvolta havvene di quelle che li elevano per così dire al disopra del loro grado e richiedono intelligenza e criterio per coropferte. Sarebbe quindi a studiarsi dal corpo di stato maggiore od un ~uovo metodo per farne la scelta, ancora se fosse il caso di esigere da essi .speciali cognizioni ed attitudine, e ciò per accrescerne il prestigio ed averli intelligenti a ben capire gli ordini, stimati per poterli far eseguire.

01

1.07. '""'.""' Personale di bassct forui agli stati maggio1·i in campagna.

L'opportunità di un personale speciale di bassa (oi·za negli stati maggiori -in tem,po. di gue1·1·a, è da molt i sostBnta. Nell'intento di non diminuire le file dei combattenti, potendosi . con persone pratiche di guPl genere di servizio speciale diminuire il llumero sohtamente 'imp iegatovi . Ecco quindi un altro argomento ' di studio.

1.08. - Difesa generale dello Stato.

Dl S1'ATO MAGGIORE

109. - Mcwina.. /. Destinata spesso l'armata ad agir -di concdto coll'e. sc rcito e chiamata ad un grande avvednire per_ lbe sorti / fut ure della nazione, non sono questi ue ra.m1 astan- , / temente fra di loro uniti per la comunanza degli studi , I per il concorso reciproco della loro azione; non sono cercate occasioni per concertarsi sopra casi di even l tuali operaiioni, sia di di_fesa delle n ost re coste, sia ~; di .sbarchi, di spedizioni od operazioni sopra territori ~ stranieri. Di evidente utilità perciò, un avvicinamento in tal senso, per evitare che al momento decisivo si abbiano a mettere le alte pa!'ti dirigenti per la prima volta a contatto , con perdita di tempo e con danno della simultaneità dell'azione.

r.

HO. -

i l_

Gli studi ad essa relativi . le raccolte di documenti necessari per il comitato che ne è specialmente incaricato, incombono al corpo di stato maggiore; le sue relazioni dovrebbero, a parer ncistro, ·farsi col comitato anzidetto assai più intime di q uanto nol sieno attualmente. i

Ammissione di iiffiziali _di marina nel corpo di stato maggiore.

Guidati da questo principio, crediamo inoltre_çh e .~arebbesi dovuto aprire l'adito al corpo di stato maggiore anche ad uffizial i di marina, i quali per moti vi di salute, per propria elezione od altro ne · avessero a fare domanda. Gli è certo che, impratichitisi in breve dei servigi speciali dell'esercito, potrebbero forse un giorno pel doppio corredo delle cognizioni venire molto utilmente impiegati.


276

' IL GOBPO

Hl.

~

Dl STATO MAGGIORE

113. -

Invenzioni e scoperte.

· Dacchè si combatte, .si arrove]larono i cervelli per accrescere i mezzi di offern <: _quell i d i difesa; dell e invenzioni e scoperte utili alle arti -ed alle industrie molte furono dalle mi lizie applicate e contribuirono a mutare notevolmente .le condizioni della goerra, epperciò l'occh io vuol essere cos,taotern ente vigilante sopra di esse. Lasciando alla parte tecnica la missione cbe ad essa più. ·specialmente è devoluta circa l'esame ed il g iudizio sul merito intrinseco dell e rwvitèb, quanto ad applicazione, in quan_to alle qualità od agli effetti morali delle medesime; incombe al corpo di stato maggiore una parte del g iudizio per consigliar~e l'introduzione· se utile, per rigettarle se illusorie od in efficaci. Questo diciamo, memori che fu detto aver cont,ribuito spesso potentem ente al la vittori~ il principio nuovo nel primo combattimento come fu successivamente della falange, della legione, della polvere, de l passo uniform e, del passo celere, del fuoco di fi la, dell'artiglieria leggiern, della massa, del cann one rigato ' del fucile ad ago, come lo potrà essere forse del piccolo cannone francese e simili, 'd i quei trovati insomma che un esercit'o esperimenterà per primo con felice successo sul campo d i battaglia.

Si conchiitde.

Porremo fine al lu"Qgo ragionamento dicendo che molti altri argomenti della natura di quelli sin qui citati possono e debbono parimente formare oggetto d i studio del corpo di stato maggiore, ma di essi per brevità tralasciamo, creden_do aver sufficientemente indicato a quali generi di lavori multiform i e speciali u,oi crediamo convenga applicare g li uffiziali di questo corpo per trarre di essi maggiore profitto per 1'8aer cito e per il paese, di quanto non siasi fatto finora.

IV.

Del Capo dellq' Stato Maggiore dell'Esercito e del Comandante il Corpo di Stato Maggiore. 114. - La clirezione generale del servizio assunt(I, ùi campagna

dal capo cli stato maggiore.

H2. - Volontcwi e gùardie nazionali. S tudiarne il carattere, pesarne il valore, g iudicare dell'impiego più acconcio a fars i di essi , preparare ogni cosa per r eclutarl i, ordinarli e g uidarli, ciò vnol essere fatto innanzi che incalzino gli avvenimenti.

277

1

Quasi tutti i vari servizi prestali dai vari rami militari passano in tempo di guerra sotto gl~ ordfo i immediati del gènerale scelto a capo di stato maggiore dell'eser cito, il quale poi è responsabile del loro andamento verso il generale in capo.


278

IL CORPO

Ho. -

Siwi doveri verso il grmerale in capo, l'esercito, il governo, la na;ione ecl il capo dello Stato.

Dire qui dei doveri e delle qu:ilità di un generale in capo, non è còm pito nostro, e, prevedendo pur anche tutti i casi possibili, sarebbe un voler limitare il genio; epperciò faremo cenno di un giudizio, di una ~pecie di definizione di quello che dovrebbe essere il capo di stato maggiore di un esercito, enumerando i principali doveri che gli incombono, le qualità più necessarie che a coprire tale carica si ricbieggono. Da esso, il generale in capo, l'esercito, il governo, la nazione ed il capo dello Stato, aspettano ad un tempo servizi che altrettanto l'onorano s'egli si mostra · deg no della missione affidatagli , quanto il disfamano se insufficiente alla stessa. Riguardo al generale in capo, deve eseguirne i concetti, tradurne in atto i pensieri, sottoporgli quanto può inter essare l'esercito; prudente e sagace nel consigliare, risoluto e fedele nell'eseguire . Esso è in obbligo di consacrare la più viva sollecitudine per tutti i bisogni dell'esercito, dovendo senza eccezione curarsi .di tutti. Deve al gove:no esatti e circonstanziati rapporti rig nardo alle operazioni dell'esercito ed all'amministrazione di esso, vegliando alla esecuzione delle leggi dello Stato iu tutto quanto ba rapporto alla guerra. Gdoso dell'onore della nazione, deve farne rispet.tare in qualsivoglia circostanza le prerogative ed i diritti, intento sempre a crescerne la potenza e la gloria. Al capo dello Stato infine, deve quella illimitata

~79 devozione che prende misura solamente delle circostanze, diventando talvolta atto di personale abnegazione. Dl STATO MAGGIORE

H6. - Delle qualità richieste, intellettua'li e ruoraÙ, delf abilità, dell'intellgcn::a e dette cognizioni. Per compiere convenientemente tutti questi doveri, è d'uopo unire alle qualità intellettuali ~ morali le

più sviluppate, un carattere di provata fermezza, grande abilità ed intelligenza, le più esatte ed estese cognizioni, godere di molta popolarità ed esercitare un grande ascendente. Le qualità intellettuali ed il carattere, importano quello spirito d'o,rdine e di metodo che classifica e distribuisce con criterio il lavoro, con precisione e senza pedanteria, quella fermezza che non n~ria gli ordini dati, quella attività che dà vita, quella giustizia che incoraggia, quella severità cho im po nendo contiene, quella vigilanza che destando le menti, produce lo zelo ed a ciascuno fa fare il possibile. Rivelano le qualità morali quella calma dignitosa, quella nobiltà del tratto che sa rispettare e solleticare l'amore proprio, quelle forme che sanoo raddolcire un rifiuto, correggere le asperità di un rimprovero, io grnudire l'effetto di un favore o di una grazia ; il segreto di premiare a tempo, quell'integrità insomma, quella delicatezza, quella bontà e squisitezza di modi che si cattivano l'affetto, la stima e la considerazione di tutti . . Si dimostrano l'abilità e l'intelligenza coll'assennatezza del giudizio, colla chiarezza delle idee, indizio sicuro di una esposizione facile, chiara e concisa; colla


280

IL CORPO

c~noscenza degli uomini e delle cose cbe sa a tempo impiegare questi e quanto si eonvenga a quelle, con quella virtù pratica che lascia nulla d'inosservato , colla ' lucidità di mente e la conoscenza del servizio che sempre usa l'a,ggiustatezza del termine e la proprietà del vocabolp. Ancorlj, impiegando quelle risorse che sorgono dalla· circostanza e proporzionate al bisogno; colla previdenza che antiviene l'errore e chiarisce le discussioni, e da ultimo con quel giusto criterio che nella qualità di primo consigliere di un generale in capo si ha continua occasione di spiegare nelle giornaliere discussioni, ·così dei più importanti progetti, come dei minori particolari. Debbo;no le cognizioni racchiudere, oltre allo studio dei regolamenti e delle disposizioni che regolano i vari servizi, famigliarità dell'impiego delle differenti ,armi per quanto si riflette alle loro teorie, specialmente nella pritica applicazione del còmbattimento ; la. conoscenza del paese che può servire di teatro "d'azione sotto i rapporti militari, topografici ed econòmici, specialmente quanto alle guerre che vi fossero state per avventura combattute e ciò col mezzo . più che della storia generale, a tale scopo insufficiente, delle parziali relazioni e memorie che ne abbiano raccolti i particola.ii dettagli . Per quanto sia grande questo complesso di qualità (~ di cognizioni, esso è irrdi.spensabile alla persona che ('lli'apri.r si della guerra venga rivestita di quella carica. Più che nel generale in capo, è talvolta riposto nel suo capo di stato maggiore, il buon esito di una , campagna.

Dl STATO MAGGIORE

H7. -

281

impot·tanza mctssi1ncv della buonct scelta.

L'opportunità della scel~a è perciò in tal caso somma prova di talento e di avvedutezza e percbè appaion~ calzanti all'importante argomento, citeremo le seguenti pa.role çlettate non ha guari da u?o ~tr~niero fa~tos~ giudice severo della nostra battaglia d1 Lissa, e di cui abbiamo già. riferito un brano · più sopra. ..... Les souveràins, rois, chefs de république ou cl'empire, feraient bien cle n'achnettre dans Jeurs couscils, surtout à. la téte des grands services militaires, qne des bommes capables d'orgauiser la victoire, et on l'or.,.anise en aonnant aux moyens d'action, hommes et cboses, toute leu/pnissance eff~.ctive. Soubaitons leur d'a.voir la. mai~,assez heureuse pour ne confier Jes commeudements en -~hef ~u a ~es hommcs que l'éclair du ca.non, loin de rendre stup1des, ùlùmme d'.uu éclat soudaiu lenr révélant toutes Ics ressources du cha1~1p de bataille.

118. -

Condizioni necessctrie a facilitargli 'il cò1npito.

· Ma non bastano il corredo e la copia delle cognizìoni e delle qualità. a reggere tanto peso e tanta responsabilità se al capo di stato magg!ore genera:e dell'esercito, non sono dati i mezzi voluti per porlo m grado di dis_irnpegnare l'ufficio. Scelto ad esempio a]la vigilia delle ostilità, come potrt~ egli farsi un'idea ch iara e precisa dello stat~ i_n cui si trovano j 'vari servizi .c_ui è chiamato a dmr.rere ed il relàtivo valore del personale destin.a to a ~oadiuvarlo? Prendere di botto le varie redini e tutte sagacemente tenere , è al disopra di ogni sforzo umano.


282

IL CORPO

1.19. -

Deve essere designato durctnte la pace.

Importa quindi necessariamente che la persona la ,quale in previdenza delle eventualità verrebbe des1- · gnata a quel posto, possa avere per tempo studiati ed indirizzati i varii servizi in modo che dovendo di poi agire sotto la generale sua direzione, essi si muovano in mod? facile e piano , senza attriti , con armonia nelle varie parti, nè diventino, nei supremi momenti, oggetto di preoccupazione o perdita di tempo prezioso e da non doversi spendere a provvedere ai particolari del loro organismo. 1.20. -

Come il comandante il corpo di stato maggiore debba esserlo ed a qiiali condizioni.

Quando adunque il corpo di stato maggiore venga dal suo comandante portato a funzionare nei . modi sopra indicati e provveda su larga scala collo studio, eo1l'opera e col consigl io ai differenti bisogni dell'esercito, e quando ancora il comandante ora detto alla conoscenza di tutti i mezzi i quaJi concorrono a preparare la guerra ed all'i ntelligente applicazione di essi, aggiunga, in massima parte almeno, quelle altre qualità pers0nali cui abbiamo accennato, ne consegue naturalmente che questi debba essere il capo di stato maggiore dell'esercito , ' Ove poi q uestiòni speciali, alle quali però non dovrebbero mai sottostare gli interessi nazionali, spingessero la fiducia del· comandante in capo dell'esercito ad una determinata scelta del suo capo di stato maggiore, il comandante il corpo di stato maggiore, do-

Dl STATO MAGGJORE 283 vi-ebbe neces~ariamente avere larga parte d'azione nel quartiere generale principale, dovendo esso, diremo quasi, guarentire e rispondere dei molti servizi stati ordinati per la guerra in tempo di pace dal corpo di stato maggiore e nou già esserne totalmente escluso . Ma lasciando anche ,in disparte le persone e le cariche , insistiamo perchè venga affidato al corpo di stato maggiore l'ufficio di preparare la guerra, dandogli mezzi e i:,oteri per , ingerirc;i in tutti i rami' principali di essa, sorvegliarli e dirigerli. Ristrette le faco ltà tanto al comandante del corpo, quanto in generale al corpo stesso, tolta o negatane l'importanza, negletti nei consigli supremi e nelle deliberazioni importanti , diventa inutile la combinazione delle due carwbe- od il pensiero delle speciali attribuzioni indicate, e si ricadrà nelle deplorevoli abitudini di 1 un funesto passato.

1.21. __: Utilità che 11-e deri-verebbero.

Diversamente invece, il comandante del corpo , di stato maggiore, preparando nella pace, dirigendo ed ordinando lo studio dei suoi uffiziali., imparerà a conoscerli, a servirsene convenientemente, e quelli alta loro volta si abitueranno a coadiuvarlo, ad interpretarlo subitamente e bemi a conoscere dapprima .il modo con cui sòno ordinati i servizi, ed il capo di stato maggiore, quaudo in campagna eJ:!lanerà ordini e disposizioni, sicuro cbe questi saranno faci lmente compresi e con pr~cisione eseguiti, potrà avere la mente più li~era per occuparsi col generale in capo · delle grandi operazioni dP-lla guerra. Insegnando ai suoi uffiziali come si conduca la


284

1L CORPO

DI STATO 1\IAGGLORE

guerra, per vie più facili li ·guiderà alfa vittoria ed il recipròco còmpito, così grave per tutti, sarà .reso per tutti assai più lieve e pi.ù semplice.

v.

i 22. -

Le attuali condizioni del cor po d i stato maggiore, ne rendono molto onorevole e lusinghiero il comàndo, trattandosi di dargli nuova vita e nuovo indirizzo conforme ai bisogni di esercito, forte per numero, per disciplina e valore.

123. -

La Scuola Superiore di Guerra.

Le condizioni attuali del corpo ne renllono piiì lusinghiero il coniando.

Doveri e dfritti clel comandante del corpo 1'ispetto ai suoi . iiffiziali.

Molti nella pace i doveri che gli incombono verso i s uoi uffiziali, molti i diritti ad esercitare su essi. · Dare loro ogn i mezzo di pratiche esercitazioni e . di · studio; -esigerne rigorosamente i frutti. Non negatogli dal governo l'aiuto, avrà mezzo di dare compimento a molti importanti lavori.

124. -

Cagione lli illustrazfone reciproca.

Fatti così rendere dal corpo utili servizi all'eserc.ito, avrà ad esso cresciuto estinrn.zione e decoro, titoli che g li gioveran no ad un tempo per la propria illustrazione.

1.25. -

La piiì rculiwle dette niwve riforme.

Delle istituzioni che r i1leLtono ìl riord inamento dell'esercito , q uesta che in fo rma élffatto nuova più delle ~,ltre qall'antico si sc.;oi:;ta, racchiuae altresì riforme più radicali e più convenienti d.i tutte .

126. .:_ Poco frutto ricavato dalle scuole tecniche.

.

I risultati ottenuti dalle varie scuol e tecniche d ivisionali, furono sempr e sca rsi in confron to di quanto si aHendeva da esse. Le sciiole tecniche. non corrisposero att' aspeUaz-ione. (relazione a S . M., 11 maggio 1867). ·127. -

Ccigioni.

I motivi vanno r icercati nelle difficoltà pratiche incontratesi nell'attuat ione della istituzione stessa. Impossibilità di combinare le rn~lte occu pazion i di ser vizi'o, le une faticose, le altre lunghe e pedantesche, ' col tempo e col la calrn a voluta per applica.re la.me nte allo st-udio, màncanza. d i stimolo a bbastanza efficace da far sormontare cosiffatte di fficoltà, fecero lang uire l'istitu2.ione, e se a quando a quando apparvero soddisfacenti risultati , furono casi speciali , non segni di riuscita normale o continuatamente félice. ANNO

::m, voi. rv. - .19.


2B6 · 1L CORPO Non mancav,i nei giovani uffiziali volontàdi istruirsi , ne senti vano anzi la necéssità e lo a ttestarono accorrendo nurnero~i agli esami d'arnmessione alla scuola su peri or<~ di guerra; mancava la molla potentissima dell'amor proprio accarezzato e delle fatiche premiate. . Lo spirito della nuova istituzione indica di voler corregger·e quei difetti , accrescendo consirlerevolmentc e diffondendo un'istruzione uniforme nell'esercito, procurandogli uffiziali istrutti, ed offrendo a questi ultimi in pari tempo i mezzi per migliorar la intrapresa éarriera., promettendo un premio ai p iù meritevoli. '128. - La niw:va istituzione non accolla molto favorevolmente.

Non dubita alcuno della bontà della istituzione, ma tutti ne aspettano ansiosamente l'applicazi one ed i fru tti. Però, siccome accade di tutte le novità, fu a nche-questa in sulle prime accolta in parte con diffidenza, non giova nasconderlo, da coloro specialmente per cui doveva apparire fo nte sicura di più immediato vantaggio. Considerazioni di differenti aspetti ne furono la cagione; dirà il tempo da qual parte la ragione accampasse. Intanto, fatte le prime prove, si ricorrerà alle mende; le lacune verranno ricolme, il di più sarà tolto ; ed a poco a poco speriamo che modificazioni e riforme completeranno un'istituziçme la quale ha bisogno di vivere prima, per crescere e svilupparsi di poi .

DI STATO MAGGIORE

'129. -

28ì

Formazione <li buoni uffi,ziali superiori nella. fanteria.

È a desiderarsi che la scuola super iore di guerra, assuma p ro porzion i piuttosto ampie, r ispetto al numero degli accorrenti, onde poter- procurare all'escrcito molti buoni uffiziali superiori. Resa anche più , faci_le la prima ammession, si a,vrà. campo a far e scelte migliori ed il rimanente ritornando ai corpi con maggiori cognizioni, le potrà diffonder e utilmente nelle masse. In q uesto modo, la fante ria sarà la pri.ma a risen. J. time vadaggio e a.d essa veramente conviene sotto \ Jil rapporto tecnico, pensare di più che non per lo addietro siasi _fatto . Nel suo r ecl utamento, essa è forse troppo sacrificata alle parti accessori e dell'eser1 cito, non ponderandosi abbastaoza il valore relativo fì éhe possa avere al c:onfronto di a ltri eserciti la supe.riorità di quelJ'arma. In tempo di g uerra, nou accade mai per l'ordi na.l'io che ad un uffiziale superiore dell'artiglieria o del genio si affidi il comando di una colonna di truppe, che veoga incaricato di un'operazione qualsiasi , di condurre un'avanguardia, di attaccare ? difendere una posizione, di scortare un convoglio, di tendere un'imboscata e simjJi ; tali operazioni ~ono per lo più affidate ad uffiziali su periori di fanteria; occorre per ciò migliorarli.

f

!

f

130. -

f

Se ne cleve accrescere il prestigio.

Il procurare di averli buoni, deve per ciò essere oggetto di serie e continue preoccupazioni e rom-


288 . JL co:RJ?O pendo colle abitudini antiche , conviene far salire la p_l)Sizione di uffi ziaie su peri ore di fan teria in pi Ll alta considerazionP., ammettendovi anche, occorrendo, per compe_nso di segna1ati serv izi , uffiziali di altre armi che vi portino buon corredo di cognizioui.

DI STATO 1vi,\(}GJOHE

130. '131. -

280

Nei diffe renti ra1yi militari ed :am-ministra.tivi, basta che ciascuno conosca i proprii doveri, ma lo stato maggiore deve conoscere quello di tutti gli altri , , perchè esso abbraccia tutto il meccanismo della guer ra. fndihzzo

p1'citico a (tarsi alle vcirie istruzioni.

Vantaggi per l'istruzione della cavalleria.

Considerazi·oni di somigliante natura importano uno sguardo a.ll'i struzione tecnica della cava1lel'ia, nc,n· abbastanza sviluppata, siccome esige la natu ra dell'arma a cui sono in cam pagna affid'ate importanti missioni di esito principalissimo e che esigono negli uffiziali molto criterio, avvedÙtezza, colpo d'occh io ed insieme risolutezza, coraggio e prudenza. Auguriamo che alla scuola su perio re di guerra, trovino i giovani uffiziali di cavall eria allettament o di istruzione e vantaggi a farveli accorrere numerosi per crescere valore e prestigio alla propri a arma. 132. - Per quella degli uffi,iictli di stato maggiore.

Provvedendo così alla b uona formazione di uffiziali di fanteria e di cava1leria, arricchite la loro mènte delle nozioni più necessarie relative al servizio dep e altre parti dell'esército, si saranno ad un tempò fondate le basi di una buona istr uzione per gli uffizia.li di st.ato maggior e, pei quali essa deve poi esser e con~enientemente sviluppata ed abbracciare le idee generali che si riferiscono alla guerr a, essendo che il loro ,ufficio si compia in gran parte esercitando una sorveglianza nell'andamento del servizio che veramente non è completa se non è generale.

Ma queste svariate nozioni, questa quantità di conosce!1ze, non si possono apprendere bene se non coll~t pratica. Facciamo perciò voti .che la seuola superiore di guerra acquisti un carattere cli vita pratica a.ffatto sconosciuta per lo addietro e non diventi una sempLice serie di insegnamenti teorici n0n già inutili, ma non srnfficientemente addatti al cas0 nostro. Non domandiamo del resto che una r igorosa applieazijone del concetto espresso .dall'autore dell'Inl1'od'Uzione allo studio dell'a1'te delta g.uerm , che fa. dettava nel 1862, allora capitano di ~tato maggiore. Le istituzioni militari..... quando si abbht una nazione larg~ di intelligenza, e nella quale i gradi non siano il privilegio di una casta favorita, vogliono essere vaste e la.rghe per quanto è possibile, spogliate dal pedantismo che impastoia le intelligenze e snerv.a gli ingegni, ed accessibili alla fortuna cli tutti; e poi qui come in ogni altra questione, !'_osservazione, deve completare sempre i povtati del r0,ziocismo.

Ed è q:1;1esta o~servaz:ione, moltipl icata il più eh.~. possibile sopra i casi pratici, quella che noi dc,manétiarno perchè la sola a.tttt a porta re fru tti im med iati e buoni . L'e~€rcito è giovane, ha bisogno di mostrarsi presto poteote per istr uz:one e ·perdisciplina, onde acquistare in breve fama di solido, bene ord inato e compatto .


290

,

IL CORPO

Le istituzioni ohe lo reggono, se debbono per una parte g ettare le basi di un~ istruzione misurata con agio e con calma, per goderne i frutti più tardi, deve intanto centuplicare la forza degli elementi di cui ora dispone con u1et0Ji pra.ti:c·i, aHontanaudo il superfluo . Bisogna insomma provvedere all'oggi ed al domani insieme. « Tutta la pratica militare, per così dire~ può insegnarsi cogli elemen ti di Euclide. Il resto è affare di specialità e pei bisogni di una nazione che abbia un esercito di 500,000 uomini, d i uffiziali che sappiano maneggiare il circolo ripetitore od il teodolite, ne bastano dieci. - Agli uffiziali di stato maggiore s'insegni piuttosto a cercare un guado od improvvisare un ponte con materiali raccolti sul terreno, a fabbricare una tettoia, un telegrafo o<l a raccomandarne gli apparecchi guastati dal nemico, a riattare una ferrovia , a mettere una casa in istato di di resa, ad a<ldattare al terreno uno spalleggiamento od un ridotto con quel veder pronto e con quella celerità di esecuzione che da lunga esperienza del lavoro ; si lasci l'aula a tempo opportuno e sì corra la campagna a cavallo colla carta alla mano, o con un pugno di guastatori con za.ppa e badile. ,

i34. -

Utilità di cognizioni non pitramente militari.

Con tuttociò non intendiamo di menornamcnte disapprovare le varie nuove serie di studi non esclusiva.mente militari, introdotti nella scuola superiore di guerra, anzi le appr oviamo altamente · e crediamo che altre ancora vi si potrebbero aggiungere; sol doman-

2~1 rlìamo che le teorie non assorbano il tempo alle applicazioni pratiche. , Quando una nazione, dalle tranquille abitudini della pace, consurge alle tempestose eventuali là della guerra, è in diritto e dovere di presentarsi al conflitto con tutte le sue forze intellettuali e morali. E l'aver molteplice scienza non che essere superfluo accessorio nelle decisioni della milizia, è anzi malleveria di più assennato e più completo giudizio: e.bi sa abbracciare maggior sfera cli cognizio1,1i e di rapporti sociali, tutto vede, giudlca bene e meglio consiglia. » DI STA'rO MAGG!ORR

i3n. -

La sc1wla superiore di guerra deve assumere aspetto lli Ateneo Militare.

Onde poi, per mezzo della scuola superiore di guerra, si possa meglio generalizzare l'istruzione, ne parrebbe giovevole che quella dovesse rivesti re il carattere di un ateneo od università militare, e che perciò, oltre ad esservi chiamate per l'i nsegnamento le più belle intelligenze e le menti più capaci di da re all'istruzione un indi rizzo conforme allo scopo della scuola, le lezion i vi venissero date pubblicamente e forse lasciato libero l'accesso a chiunque volesse arricchire il corredo delle sue cognizioni militari, senza essere astretto alle discipline di un corso r egolare di ' studi. Questo pensiero, avendo comuoe l'origine coi principii di libertà a i quali oggi s'informano gli ordinamenti civili rispetto all'istruzione generale, speriamo possa venir favorevolmente accolto ed attuato a vantaggio dell'esercito ed a maggior decoro della scuola medesima.


292

IL C_ORPO

DI STt\TO MAGGIORE

VI.

:l38. - Il corpo di stato rnaggiore base alle altte istìt1tzi'om:

293

delt' esercito.

Conclusione.

• 136. -

Importanza del corpo di stato maggiore.

. Senza r,lcapitoiare la materia sin qui svolta, ripeteremo soltanto essere stata intenziòne nostra il far vedere quanta. sia e quanto debba essere universalmei;rte 1·icpnosciu·ta l'im portan,za del çorpo. di stato maggiore, quanti i 8ervizi rhe da esso deve aspettarsi l'esercito con grande sol lievo del rninistero della guerra.

Ripeti.amo altresì che fondata su larghe basi là istituzione del corpo di stato 10aggiore, dandogli carattere e natura le quali il più che possibile alla guerra, si rassomig lino, debbono le altre dell'esercito modellarsi su. quel.la e r.11,:illa è intanto a trasçurarsi per procurare al suo personale tutti i mezzi d'istruzione. possibili ed atti c;_1.d acqu istargli tra le fi le d,ell'esercito quell'asceudeote morale nece;;sario pe:r: esserne l'anima e la di- · r eiione nei nùnnenti sup11emi ove gli occorre godero della massimµ. fidu.cia ed una stima degnamente acquistata.

139,. 137. -- Cambiamento ra1licale di antichi sistemi non difficile ad attitm·e.

Io queste pagine, tralasciate affatto le personaliUt, fu usata talvolta severità di l1nguaggio cont.ro i sistemi, non credendo opera condanuevole l'indicare taluni d ifetti ~ s ugger irne ad un tempo i rimedi, dovendosi ora carnmin,are per vie nuove, dovendosi, lo diciamo di nuovo, rompere risolutamenté' contro viete usanze ' e pregiudizi antichi. Il còmpito non può essere diffa:ile quando affidato a mente bene ordinata e sagace, congiunta a carattere pertinace e deciso.

Delle spese relative alle 1:1.lorme sug,qerite.

Molte tra le varie idee acceno at.e per accrescere la istruzione pratica degli uffiziali .di. sta.to maggiore del 0 l'e~ercito in generale importano nuo,'. e spese.all'erario; non apparir ebbe qutndi carità di patria il suggerirle negli a ttuali frangenti, senonébè.,_ olt_re a talu,ne. eco - . nornie state contemporaneamen te indicate speciidmente per lo stato maggiore, soggiungiamo che tornerebbe assai più utile al paese, tenere annualmente sotto lti armi anzichè un più forte contiugen1e, per esempio, 10 o l5 mi.la uomini di 'meno, volgendo la ~omma ri:\parmiata a migliorare l' is,l ruzione delle truppe. L'esercito è il peso più g rave che sostenga l_a 1rnzione , ma è altresì fra le istituiiooi ·migliori che possa vantare dopo acquistata la propria indipendenza;


294 IL CORPO devesi quindi pensare seriamente a migliorarne le condizioni morali e· mate riali, dirigendo ogni suo atto· al vero scopo per cui esiste, la guerm, altrimenti illusoria ne riesce l'istituzione. Trascurando i mezzi a ciò necessarii, disconoscendoli od osteggiandoli, si sarà recato grave danno al paese.

140. -

Dovere .ed interesse clella nazione di provvede1·vi.

Ma non crediamo i rappresentanti della nazione, dissenzienti mai dalle spese necessarie all'esercito quando abbiano certezza che esse sien·o ordinate con criterio ed · assennatezza, quando i frutti si mostrino loro immediati e reali. UL -

Necessità di ben costituìre l'esercito; sentenza di Niccolò Macchiavelli.

È sacro dovere ed interesse vitale per il paese il non ommettere cosa alcuna nella pace perchè l'esercito riesca in ogni ràmo solidamente costituito per poterlo condurre con sicurezza sul campo. Non basta in Italia (ci lasciò sc1°itto Niccolò lY!acchiavelli)· il super comandare un esercito fatto, ma è necessario prima il saperlo fare.

Si faccia tesoro dei consigli di questo nostro maestro dei quali buona parte appare scritta per i giorni nostri. Non si dicano intempestive o soverchie taute riforme proposte; 1101 sono. Nol sono, quando sia costante, prepotente e tenace

295 la volont.à di portare ad ogni costo radicali rimedi dove sono i mali latenti; nol sono, quando vogliansi 1·ealmente attuare innovazioni e riforme universalmente gridate utilissime, ma a cui, il timore di lasciare il veechio pel nuovo , tolse ardimento di porre la mano. All'esercito, provveda e presto, la generazione presente, e lo faccia per modo che non si abbia a dire di essa., q,uest'esercito ,non averlo saputo né comandare, nè fa1·e. DI STATO MAGGIORE

Ottobre, 1867.


,

IMPOR'l', ANZA lV!l'LITARE DELLA Rl"1'E, ECC .

IMPORTANZA MILITARE

RETE FERUOVIARIA GE1ll1ANICA SULfo\ ,

SINISTRA DEL RENO

( Dall' ALLGEMEINE MILITAllt ZEI1'U NG di Darmstadt).

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-'"

il teatro di avvenimenti, dei quali il mondo inte1;0 dovrà risentirsi. Prenderem o a considerare primieramente la rete . ferroviaria del Basso--Reno ~ della contrada. a.diaçr.ntf:\. Codesta rete si compone di tutte le strade ferrate, le q un.li corrono il tratt'o di paese da W esel a Colonia e traggono verso ponente. · Wesel, a cagione della sua posizi one eccentrica, lonta,na e speeialmente diretta contro il s·e ttentrione, uel caso che contemvliamo, di una guerra cioè tra Germania e Franèia, poco conterebbe e varrebb_e solo eome estremo appoggio della base del Reno. Grande sarebbe invece l'importanza della condotta politica del Belgio , Se questo rimane neutrale, l'azione della r ete ferroviaria del Basso-Reno sarà limitata principalmente a faci litare lo schieramento strategico lungo il confine prusso-belga., ed a coadiuvare quello che si dirigesse verso mezzodì, mercè le linee longitudinali :

1° Oberhausen - 9refeld - Viersen;

2° Diisseldorf - Gladhach - Aachen; 3° Colonia - Diiren -

Le ferrovie hanno acquistato tale influenza nella g uerra moderna, come linee principali di cui un piano d'operazioni deve tener conto, <;he stimo non riuscirà privo di un tal quale interesse di attualità, lo esaminare particolarmente il sistema di · quelle esistenti, nella parte dei confìni germanici, alle cui condizionj strategiche, un recente trattato politico-militare, san. cito da tutta Europa, ha arrecato profonde mod.ifìcazioni e dove, come conseguenza di tali modificazioni apparentemente di poco rilievo, un giorn() sarà forse

Aa.chen .

Le trasversali:

1° Oberhausen - Dùsseldorf -· Dentz (riva destra del Reno); 2° Crefeld - Neuss - Colonia ~ (riva sinistra). 3° Viersen - Gladbach

-

Ed i tronchi :

1° Di.1ren - Euskirchr:m;

2° Aachen - Eupen.


298

,

Tutte le quali vie non solo servirebbero a portare suila prima linea di difesa le risorse di un paese ricco e popoloso, ma ancora riuscirebbero di grande valore, sìa come comunicazioni tra la prima e la seconda linea-; sia perchè agevolerebbero non poco il trasporto .ed il collocamento delle truppe disloca.te nelle provincie orientali . e séttentrionali della Confederazi0ne del Nord. Ben maggior valore acquisterebbe questa rete ferroviaria nel caso che il Belgio fosse coinvo1to nella. lotta. ~ Il ~onfine francese verso il Belgio non è protetto da ostacoli naturali, bensì da una linea difensh.:a artificiale, traverso la quale passa la più breve fra le diverse linee strategiche che un esercito invasore rnuoven't e su Parigi può seguirE:; la regione che un tal esercito percorrerebb,e è quasi ovuuque affatto accessibile, ben coltivata e popolosa. -- ,,, Sbarra codesta · linea di operazione,. una triplice disposizione di piazze forti, cioè: In P linea . - Dunkerque, Cassel, Lille, Valenc iennes, Maubeuge, Charlemont, Rocroy , . Mézi ères, Sédan, Carignan, Monmédy e Longwy, - 12 fortezze; In 2• linea. - Saint-Omer, Ail'e, Béthune, Arras, Douai, Bouchain, Cambray e Landrécies, - 8 piazze forti; In , 3·0. linea. - Péronne, San Quintino, La Fère, Laon e Soissons, - 5 piazze forti; in totale 25. Ora, benchè di tutte queste piazze, quelle di Dunkerque, Lille , Douai, Arras e Valenciennes, siano collegate d,a una ferrovia, ed anche le altre, pure prossime al confine (cioè Cambray, Landrécies, Rocroy, Mézières, Sédan, Carignan, Monmédy, Longwy

299 e Thionville), siano eziandio unite da una ferrovia o compiuta ? vicina ad esserlo, e perciò una linea in direzione dà nord-ovest a s ud-est, congiunga tutte queste piazze da Du nkerque, per Douai e Sant'Avold, fino all'incontro della gran de ferrovia Strasburgo-Parigi, comunicando poi direttarnente colla capitale per due linee principali, malgrado tutto questo rimangono pur sempre, tra Maubéuge e Rocroy da un lato, tra Sèdan e Longwy dall'altro, due aperture cli 13 a 17 ore di ampiezza, per le quali l'invasione pl,)ò penetrare in Francia, purchè disponga dei necessari corpi di blocco. Dal eh~ appare quale importante parte sia riservata alle ferrovie prussiane adducenti nel territorio belga, e', per esso, alla ftontiera franco-belga, quando si trattasse di grandi operazioni strategiche da quella direzione. E tale parte sarebbe evidentemente maggiore, quando tali operazioni fossero collegate con altre che contemporaneamente si intraprendano sulla Mosella e,la Saar, o sull'Alto Reno. In tale ipotesi le operazioni procedentì dal Belgio, potranno riguardal'si come una potente cooperazione di fianco ai corpi che concentricamente, dagli altri punti, si dirigono su Parigi. . Dal Basso Reno, volgiamo ora lo sguardo al ben più importante confine franco-germanico, ed alle ferrovie del Medio. Reno. 'La· Germania, mediante il sistema di piazze forti Magonza - Coblèoz - Colonia, che aggiunse cotanto àlla naturale fortezza dellac linea del Reno, possiede in questo fiume un~ base dì operazioni ed insieme una linea di difesa contro l'occidente, che le migliori non si saprebbero immaginare. La ·contrada che stenDELLA RETE FERROVIARIA GERMANICA

IMPORTANZA MILITARE

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300 IMPORTAN ZA MILITARE desi a pone nte di siffatta base (Hu odsruck cd Eifeld òestra e sinistra della. Bassa Mosella) è poco appropriata alle grandi operaz ioni, stfmte la su a natura ruontuosa, impervia e sprovv ista di r isorse ; quindi è i:lie le niosse di grandi corpi di truppe riesGouo neeessariamente ristretti alle contrade più accessibili e più ricche e;he si int.;ontrano a mezzodì ed oriente del Jìume Nahe, ed a sera dell'Ahr e del Kyll. Per appoggiare e rendere possibile lo sch ieramento di un esercito prussiano lungo il confine francese di questo tratto di paese, le cui co municazioni sono la via naturale che terrebbe l'offt•nsiva . movente dalla. Francia, v'era un primo baluardo costituito dall e ,; ~ piazze fort.i d i Luxemburg, Saarlouis, Landau e Ger\ i'ncrscheim. F.ra questa una linea, che, considerata a sua volta come base di 0µe razione, per la ma direzione obliqua rispetto alla pri ma linea di diksa dell'avversario, e pel suo carattere avvi luppante, offriva i p1ù g randi vantaggi . Aµpoggiato ad es!:'a l'aggressore poteva. iniziare le sue operazioni da un punto relativamente uwlto vicino al gra1iclc obbiettivo d i Parigi, e m in acc ia va di fianco la prima d ifesa dei Fran cesi; sicchè un primo vantaggio quivi conseguito, poteYa condurlo a.Ile terga della medesima . S upposto neutro il Delgio, e la Francia agente offeusivamentc Yerso il Reno, contro. la Germania, si presentnn o le seguenti linee da segui rsi: Luxemburg Ooblenz, Luxemb urg-Colonia, Saarlouis-Rin~en e Saarbri.i.ck-Manobeim; linee tutte che partono dal forte quadrilatero Longwy, Tbionville, Verdun e Metz. Vi . sarebbe pure la direzione Strasburgo-Mannheiro, nella va.Ile del l~eno, che l'aggressore potrebbe pur tenore;

301 ma essa ·conduce su Landau e Gdrmerskeim, le q uaJ.i piazze, se per la natura accessa della contrada non la sbarrano ·c ompletamente, costituiscono nondimeno mi pericolo non indiffer ente per linea d'operazioni che passano vicino ad esse ed inoltre in prossimità di Rastadt. Per passar oltre, vi vorrebbero necessariamente considerevoli forze per osservarle eJ investirle. Le liuee di orerazione che si dirigono su Colonia e Coblenz, incoot,rano immediatamente Luxernburg; quelle su Bingeo e Maunheim adducono su Saarlouis, ovvero Lra Saarlouis e Landau. Luxernburg era dunque l'a la destra ed insieme il principale appoggio d i quella. linea d i Jifesa, di cui Germersheim, colla sua testa di pouto, costituiva la sinistra, e Saarlouis con Landau i puuti intermedi.: Colla perdita di Lux.emburg è posta in forse la,' possibilità di un primo spiegamento strategico sulla. J:losella, giaccliè per essa si è. pur perduta la possibilità di una base àvvil uppante, e lct facoltà che ne derivava di potere liberamen te scegliere quella combinazioue strategica. che più paresse opportuna, e finalmente ri lllase aperta la via all'aggress ione contro Colonia, centro di 00-ravità della lint>a Berlin·o·Pariai. ..., Tutti codesti svantaggi che dalla perdita di Luxemburg derivarono al sistema difensivo germanico, divengono ancora più sensibili pel caso di eventuali operazion i offensive da parte della Germania, soprat.utto poi se il Belgio si conservi assolutamente neuDELLA RETE FERROVIAR IA GERMANICA

trale. Infatti, la linea d'operazione più br eve e da minor.i o3tacoli naturali ed art,ifiziali irnpedit&., e perciò la migliore, contro Parigi, è quella che mo've da Luxemburg e traversa le Ardenne e la Champagne, propriaA,o.o 1:u, vol. 1v. -

20.


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302 IMl'ORTàNZA MlLlTA11E mente seguendo la strada per Reims (lunga circa 290 cbilnmetri) e qnella per Chù,lons-sur-Marne ( 310 chilometri). La prima è ' preferibile permettendo di facilmeute cansare Verdun, e non jncontrandosi lul}gh'essa se non se due fiumi da p'nssare, la. Mosa e l' Aisne ; mentre, seguendo l'altra per Chàlons, si incontra anche ]'Aire e la ·Marne, nonchè l'intricata foresta d'Argonne. Ambedue codeste comunicazioni. dal dì che Luxcmburg cessò di essere fortez1.a tedesca, andarono perdute per le operazioni. L'influenza strategica cotanto considerevole, che un esercito tedesco esercitava pel fatto solo di essere in posizione in Luxemburg, di minacciare cioè il fianco e le tergil. di un esercito francese che operasse contro l'Alto Reno, e d i costringerne perciò una grossa parte a trattenersi sull a Mosa e Mosella, è ora affatto sv anita. In luogo della dirézione d'attacco testè considerata e delle l inee di operazioni che ne d ipendono, le direzioni di marcia partenti dalla Saar, per l'avvenuta modificazione nei confini germ anici, sono oggimai le . sole che meglio si prestino per l'offensiva contro la Francia. Dalla Saar (Saarlouis - Saarbruck - Saargemiinde) quattro ed anche cinque strade, di differente lunghezza ( dai 310 ai 400 chilometri), si aprono all'offen siva su Parigi. Ma oltrecchè tali vie sono più l unghe, l'inva:,ione incontrerebbe ben maggiori ostacoli territoriali che non rnovendo da Luxemburg. Urterebbe immed iatamente nelle pic1zze forti di Thionville, Metz e Verdun, mentre che sulla sua sinistra verrebbero a trovarsi le piccole fortèzze di Bitcbe, nilarsal e Toul; quanto poi a difficoltà naturali, dovrebbe superare pri rnieramento la Saar e la Mosella coi molti aflluenti e

303 le numerose loro strette, la cu i difesa è favorita assai dalla fe rrovia l ungo fa. sini stra della. Mosella, indi la Mosa e le Argonne nella loro parte piL1 aspra. Pi ù svantaggiose ancor a sarebbero le lince di operazioni che dal Palatinat.o bavarese, cioè da Zwedbruckeu ( Due Ponti) e Pirm asens, couducono verso ponente; g iacchè sono più l unghe delle precedenti, passano attraverso i Vogesi , rasentano a sinistra le piazze montane di BitchP, Lichtcmberg, la PeLite-Pierre e Pfalzbu rg, che dappresso lo minacciauo, e finalmente entrano quasi nel r aggio dj azione di Strassburg. P,rem esse qurste rapide considerazioni sulle condizioni e rapporti strategici della linc:a di frontiera, le quali parvero 11ecessarie al giusto · arprezzalllent.o del valor rnilita.re della rete fo rroviaria occidentale germanica, passiamo ora ad esaminare il valore delle singole linee e del loro insieme . DEf,LA Rlo:TE FERROVIAHI A GERMANICA

Nella distesa da \Vesel a Mannheim, il Reno ha sn am bedue le sponde una linLia fe rroviaria quasi con tinuata, sicchè, colle vie ordinarie e con q uella d'acqua, presenta un sisLema di quattro comunica7.ion i p aral lele. Da questa eccellente base d'operazioni eonducono al confine franco-germanico tre tronchi ferroviari , cioè: 1° Bi ngen - Saarbriick; 2° Worrns - ifannheirn; 3° Ludwigshafon - Germcrshei ni. I due ultimi hanno un carattere· piuttosto difensivo, servendo specialmente per addurre le fo rze della med ia Germania sulla solida posizione Landau-Germersheim, passando per Magonza e lfannhe.im ( dove il 10 agosto ultimo fu aperto al commercio un ponte stabile ); po-


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304 IMPORTANZA .MILITARE sizione la quale , tanto perché copr e direttamente il Palatinato, quanto perchè minaccia in fianco l'esercito francese che proceda contro Ulma, richiede di essere occupata e difesa solidamente . A qu~sto proposito è a lamentarsi che non esista una congiunzione ferroviaria tra Landau e Gerrr.ersheim , dalla quale la posizione dietro il Queicz ( su cui siede Landau ) r iceverebbe un notevole accrescim ento di forza difensiva. Il ramo che da Karlsruhe, pel pont e di barche éti Maxau e per Winden, mena a Landau , potrebbe esser e µtilizzato , per trasportare truppa e materiale nel Palatinato , soltanto fino al momento in cui abbiano principio le ostilità~ imper0cchè esso e per la sua grande prossimità al confine, e pel suolo acquitrinoso e solcato da correnti sul quale è costrutto , sarebbe presto minacciato ed interrotto da Lauterburg che re è lontana da 20 a 22 chilometri, mentre Germersheim ne distt megli0 che 30. La linea Saarbrùck-Bingen è la più breve comunicazione dell'alta Saar con Coblenz ed anche con Magonza, e; per conseguenza, per le esposte considerazioni, il più i'mportante le~ame tra le operazioni offensive e difensive germaniche. Le pri me mosse quindi e le prime disposizioni delle truppe si fondera:nno su di essa; per cui essa diventerà un obbiettivo importante alle imprese dell'avversario. La congiunzione tra questa ìinea e le altre due (2) e (3), sopranominate, .è costituita dal tronco Neunkirchen-Homburg-Neustadt-Schifferstadt; il qual~ benchè più sica ro invero per la sua lontananza dai confini percorra un largo giro e s'allunghi così di 20 chilometri circa più del dovere, nondimeno, mercè dei piccoli tro~1chi sussidiari Homb µrg-Saint-Ingbert ( 12 chi-

DELLA RETE FERROVIARIA G~RMAK!CA 30~ lometri da Saarbrìlck) ed Homburg-Zweibruekeri , servirebbe a collègar o la di.,;posizione di truppe, che fosse presa sui confini meridional i del Palatinato colle posizioni dell'alta Saar e con Landau. Da Saarbruck una linea ferroviaria conduce, para llelamente al confine e 'per Saarlo uis, su Treviri , e quindi con una diramazione verso ponente su Luxemburg. Benchè molto esposta, stante la sua vicinanza al confine francese ( da cui dista da 7 o 8 chilometri) essa form a n'o ndimeno il più importante collegamento tra Saarlouis e Luxemburg; la quale ultima piazza era, come già fu detto , il punto capitale d'appoggio all'ala destra della linea difensiva principale della media Germania trans11enana. Codesta ferrovia era pure la ' più pronta com~nicazione tra l'ex-fortezza di Luxemburg e le maggiori piazze del Reno ( nove ore e mezzo ,da Colonia, sette ore e mezzo da Coblenz ' e sette ore da Magonza ), _ Non tenendo anche conto dei rapporti della strada in discorso ,colle posizioni retroposte , e fatta ·pure astrazione che essa collega le diverse· parti del principale fronte difensivo germanico cplla fìa.ncheggiante Luxemburg, la medesima favor iva la giunzi one col nodo fe rrovia.rio di Luxemburg stessa, del quale an diamo ad occuparci. Da Luxemburg partono qualtro linee princi pali per altrettante dir"lzioni mol to importanti . Ur,a, verso mezzodì, mena 'in, un'oretta al confì1ie francese; una seconda, verso ponente, quasi nello stesso tempo ad Arlon nel : B~lgio ; una terza, vorso settentrione, in tre ore pure sul territorio belga; la quarta, verso oriente, in un'ora e meno territorio germanico . Finchè il Belgip fosse neutrale, per mezzo delle linee

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306 lMPORTANZA :MTLITARE orientale e settentrionale esisteva un tal quale collegamento, benchè per un giro un po' \;izioso tra il teatro d'operazioni del Medio Reno con quello de l Basso Reno, giacchè per esse si poteva , giungere alla stazione di Usling (Trois-Vierges) presso l'estremo coufine s0t.tentrionale tra il Granducato di Luxemburg ed il territorio prussiano, a 20 chi lometri dalla ~ittà prussiana di Saint-Vith e a 34 circa da Call, ultima stazione del tronco Duren-Call ed ·irnporta,nte assai, dovendo essere tra breve collegata colla ferrovia Coblenz-Colonia per mezzo del ramo laterale Call-Sechten. Che se il Belgio partecipasse alla guerra, allora niente osUiva acchè si proseguisse senza interruzione fino ad Aachen per Verviers. Le altre due · diramazio;1i fàcilitavauo una pronta azione dalla fortezza verso occider.te e rnezzodì; singolarmente però in q uest'ultima direzione, essendocbè la l inea d1e vi corrisponde, si tripartisca conducend o a destra a.cl Etsch e Ottange ( 20 · e 15 chilometri da Tbionville) .a sinistra su Thionville stessa, Dal momento adunqqe che la ferrovia proveniente da levante cessò di essere utilizzabile militarmente al d i là di Treviri, si formò una lacuna tra i due sistemi . di cammini ferrati che si stanno esaminando, e fu perciò preclusa ogni d iretta congiunzione tra i due teatri di o~erazioni. Questa circostanza, già sì ~mpor• t,rnte per sE: stessa, acquista ancora un peso maggiore, quando si dia u·no sguardo alb rete ferrovia1:ia t francese che vi sta opposta, e che è cqsì ampiamente sviluppata, ben collegata neJle .sue parti e completa. 1 In una grande guerra contro la Germania, la Francia può d ispor re d i due grandi s_istemi, di stra,de ferrate : l'uno nel la direzione P arigi-Colonia per Namur; l'altro

DELLA RETE FERROVlARTA GERMANJCA

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per Metz s_u Ma.gonza. Di mezzo i;t.d essi si tr:ova110 il campo di Chaloris ed il quadrilatero sovrammentovato, i quali permettono alle truppe di dirigersi con uguale rapidità sull'uno o sull'altro di tali sistemi. La trasversale di Sèdan po i permette ancora die un movimento ' cominciato sull'uno sistema possa improvvisamente _ essere trasportato sull'altro. F inché Luxemburg era fortezza prussiana, simile cambio di linea d'operazione doveva effett.uarsi per un giro assai più largo, e con impiego di tanto tempo che l'avversario ne sarebbe stato istruito. Ma ora che la sgombrata Luxemburg può essere facile preda di un corpo francese, il quale improvviso ' irrompa da Longwy e Th ionville , le cose cambiarono assai a danno dei Prussiani . La massa principale francese può, per esempio, collocarsi ad oriente di Metz, minacciando apparen1cm_ente il Palatinato e Magonza, e mentre dall'opposta parte si opera un forte coD'centramento di trupp~ tra Merzig e Zweibriicken, · gettarsi, mercè la ferrovia che <la Luxemburg va a nord e non curando la neutr~ità belga, su Aach en, oµpure, rispettandola., sul territorio prussÌano a · sud d i Aachen; e prendendo {I, base l'impotente Luxemburg ( la .cui neutralità sarebbe tenuta nello stesso conto di quella di Ansba~h e di Bayreuth nel 1805 e del Chiablese e Faucigny nel 1859) potrebbe con rapide e• ben combinate mosse procurarsi condizioni strategiche analoghe a quelle che condussero alla vittoria di Jena. Dal· iln qui detto appare come la rete ferrov iaria germanica transrenana, perchè abbia a rispondere a lle esigenze militari della moderna guerra, richiederebbe imperiosamente i seguenti .ampliamenti :

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IMPORTANZA MILITARE DELLA RETE, 'ECC. O

l Uoa comun icazione principale parallela al Reno ed attraverso la zona di terreno tra Glàdbach e la ferrovia del Nahe, però a maggiore distanza dai confin i di quello non sia la linea Trevir i,Saarbriick, affine di avere così una comunicazione più pronta e più sicura tra i due t~atri di operazioni , ed essere in migliori condizioni rispetto alle eventualità strategiche precedentemente discusse. A questo scopo risponderebbe completamente la linea già com inciata nella valle del Kyll, e che dirigerebbesi ad un punto sulla Mosella, a metà distanza tra Treviri e Coblenz ; 2° Una linea, lungo la Mosella, tra Treviri e Coblenz; arterfa principale che trasporterebbe le molte risorse della base sul Reno, sul punto oggimai il più pericoloso della frontiera germanica occidentale .

RIVISTA TECNOLOGlCA

Prussia. - Servizio ili guerra dellè fo1TOYia. È noto come nella campagna di Boemia i Prussiani avessero presso il quartier genarale di ogni esercito una sezione speciale per le ferrovie di campagna, composta di pionieri e d 'ingegneri delle strade ferra te. Queste _sezioni resero importanti servizi con ristabilire prontamente le comunicazioni ferrov iarie, laddove il nemico le aveva in terrotte ritiran'dosi. D'allora in poi si studiò come per fezionare q oesto servizio, le cui prime prove ~ranò riuscite di tanto vantaggio, e pare che il servizio stesso sia on1mai addivenuto no ramo ordinat'io nelle attribuzioni dell'ingegnere militawi e dell'uffizia:le d-1 stato maggiore. Vennero altresì costrutti per ordine del governo speciali vagoni, i quali oltre al servire per il ,trasporto dei passeggieri e della truppa mediante leggiero e spedito mutamento ponno utilizzarsi per il trasporto dei fori ti e degli aroma-


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lUVlSTA.

TECNOLOGICA

lati, meglio che non le attuali vetture. Il governo ordinò pure di studiare una m3B iera di vagoni da merci, che possano facilmen te servire pe r il traspnrto dei cavalli e dei carri militari d'o8ni spec.ie, e le società krro,•iarie saranno poi obbligate a adottare questa nuova specie di veicoli. Di tutti questi studi e perfezionamenti fu incaricata una commis:-ione d·uffiziali e d'ingegneri denominata Commissione sul servizio ·in guerra delle fer?·ovie. Non potremmo abbastanza raccomanda re al nostro governo di volersi occupare dello stesso soggetto che è del massimo rilievo, comt: pur auco di quello dei telegrafi in campagna.

può sparare facilm ente da 12 a 14 colpi al minuto, con una sufficie nte ginstezz;i, La cele1·i tà del tiro ottenuta o dunque più g rande di quella del fuc ile ad ago prussiano. L'ago non è esposto a rottura nè a deterioramento. Il meccauisrno non s'infeccia per l'effetto dei ga7,, e può funzionare costantemente senza alterazione e senza difficoltà. La nuova arma è altrettanto facile a caricarsi come a scaric-ars i; il calibro del proietto r esta lo stesso che pei nostri a ntichi fu cili. La cartuccia è coperta di carta ordinaria; alla s ua parte poste riore si applica una picc.ola capsula su uui viene a batter l'ago per mettP-r fuoco a lla polvere. « Le esperienze a,endo dati dei risultati pienamente soddisfacenti, S. M. I. ha approvato questo modello, e in ·questo momento, non solamente le nostre ruanifattur_e di armi, ma anche l'industria privato s'occupa attivamente della trasformazione. , • Le qualità che gli esperimenti della commissione delle armi rilevarono nel nostro fucile ad ago Yennero confermate dalle prove che ne fece testè il batt11glion e d'istruzione d'in fanteria, tant.> pit'I che gli uomini on-l'è. composto non avevano mai maneggiata alcu u a rma di questo genere. , Ecco i principali risulta ti: , Dopo aver ripetuto più volte !"esercizio della carica sotto la direzione d'un sott'uffiziale, gli uomini d~l b?.tlag lione passarono immed iatamente a l tiro a pallottola e :;p;1rarono dagli 8 ai 9 colpi al minuto, ritirando ogni volta la cartnccia bruciata dalla cu latta e puntando. D~po 20 o 30 spari la più parte eran gi/l. riusciti a sparare sino ai 12 colpi al minuto . ' • Non s'era ancor fatto finora a lcu n esperimento per vedere se le cartucce a carta del nuovo fucile possono sopportare senza inconveniente l'azione della pioggia e della neve. A fine di assicurarsene, furon riunite venti cartuc:cie in un pacco e poste nell'acqua e nella neve; dopo un'ora le si tolsero, se ne caricarono dei fucili, s1 spararono e si ottennero dei risultati perfettamente soddisfacenti.

Russia. , F acendo segni.to ai ragguagli ch'ebbimo a dare altra volta sng li studi fatti in Russia per la trasforma zione a retrocarica delle armi da fuoco portati li, togliamo dati' h1valido Russo la seguente notizia sullo stesso oggetto: , Per trovare il miglior sistema di trasformazione, la commissione delle armi ha esperimentato, sopra una vasta scala, tutti i modelli di fucili a tiro veloce, conosciuti o adottati nei paesi stranieri, ed anche un g ran numero di armi presentate da vari inv<mtori. « La sua attenzione si portò sul fucile ad a.go , sistema Cari, che più J i t1:1tti gli altri :iuaisce le qualità richieste per le armi a rapido tiro. Questo fucile fu sottoposto ad u u serio esame, che ilm portò alcnnr:, modifica1.ioni neì particolari del mecca nismo, e un modello di nuove cartuccie, le qn11li so!idisfacessero alle esigenze del combattimento. Più di trentamila colpi furono sparati con fucili frasformati secondo questo sistema, e i risultati delle sperienze hanno pienamente d imostrato la superiorità di q uest'arma su tutti g li esistenti modelli d i fucili ad ago. « La giustezza di tiro a tutte le distanze non fu 11lterata per detta trasformazione. Con quest'arma un tiratore esercitato


312

RIVIStA

« Fu inoltre fatta un' esperienza su due fuci li, con ciasoun_o dei quali si spar:uono cioqnecento colpi. Sui mille co1p1 così tratti neppur uno ha ma,nc::ito o è andato a male. Umide o secche, le cartuccie entrano lib~r~mente n ella canna. e li'u provato con diligenza se i l meccanismo funzionasse liberamente, se non penetrassero dei gaz, e se il ma~egg1~ della nnov'arma fosse comodo. Sott0 tutti i rapporti il fuci le Cari ha subito mi rabilmente la prova. Non si ebbe _una sola vol'la, durante il tiro, a smontare o a n ettare il mecc~nismo; solamente dopo i 30 spari (cosa che del resto non si poteva evitare) si <levette lasciar 1:affreddar l'arma. ,

vf

l~alia.

Progetto di legge per la trasformazione di armi portatili. ( RELAZIONE E .PROGETTO DI LEGGE)

Speta straordinari(J) sui bilanci del 1868 e 1869 del ministero della gue1·ra per la trasforniazione di arm'i portatili. Signori l - Con legge 28 luglio 1867 ven iva stanziata la spesa straord inaria di lire un m ilione trecento ottantamila per la _trasfor~azione di armi portatili caricantesi per la bocca m armi a retrocarica. Nel presentarvi quella legge il m io predecessore vi ha svolto i motivi ch'e lo indussero a preferire la trasformazione delle armi in uso alla fabnricazione imrr.ediata di armi, a retrocarica nuove, "i quali si compendiano nella spesa m~lto minore e nella celerità di esecuzione congiuntantamente alla sufficiente efficacia delle armi trasformate e vi. ha a?cen nat? la presunLiva somma occorrente per J~ t1,asfonna1.1one di, quaLtrocento cinquantamila tra fuclli di fanteria e carabine da bersaglieri (tornata 6 maggio cor· rente anno).

TECNOLOGICA

313

Ora su tale agomt•nto sono lieto di annunziarvi due fatti importanti, cioè: 1° Ohe le esperienze iodefessamentE1 continuatesi così sui fucili di fanteria, come sulle carabine da bersaglieri trasformate a retrocarica, hanno sempre più dimostrato ottimo il prescelto sistema di trasformazione, e dirò anzi che ·la solidità del sistema, semplicità di maneggio, celerità ed efficacia del tiro, vennero const:atati in grado superiore alle previsioni dei pri mi giorni . 2° Che il prezzo di trasformazione ri_sulta essere ben poco diverso da quello che in via presuntivà fu computato dal mio predecessore, perciochè se da una JJarte la trasformazione di un fuci le o di una carabina viene a costare 11 lire invece di 10 prima calcolate., dall'altra s; r ealizza qualche risparmio rispetto al previsto nella trasformazione e fabbricazione a nuovo delle cartucce, cosiccbè si può ritenere che la trasformirnione delle 450,000 armi compresa la trasformazione di 90,000,000 di cartucce e la fabbricazione di '10,000,000 di cartucce nuove verrebbe ad ammontare a lire. 8,000,000. Otto milioni iovece dei 7,750,000 lire previs te; differenza ben picwla, quando si r_1fletta che Ì primi calcoli non potevano essere bas!lti su d,a ti accertati da lungo corso di regolari lavori. Riconoscendo la somma Ul'genza di provvedere completamente l'esercito d i armi a retrocarica, ho studiato con pa•ticolare attenzione se convenga piuttosto provv,edere armi d i nuova foggia o continuare di preferenza si no a compimento la trasformazione dei fucili cli fanteria e delle carabine da bersaglieri, e qua le in ogni caso sarebbe la via· che possa condurci più rapidamente a raggiungere Io scopo, , poichè, o signor i; -. in tale quistione la brevità del tempo è condizione i mpreteribile. A tal fine ho anche consultato uffizia li, per la loro posizione E!l per provata perizia, più competenti sotto il .rapporto tecnico ed amministrativo, e venni a convincermi ess~re conveniente ed indispensabile il continuare la trasformazione sino ad esaurimento degli


314

315

RIVISTA

TECNOLOGICA

esistenti fucili di fanteria e carabine da bersaglieri. Di questa mia convinzione ,,i esporrò s•1ccintamente le ragioni. Le armi trasformate r isultano quanto a solidità, celerità ed efficacia di tiro talmente buone da poter sostenere il confronto di qualsiasi altro sistema d'armi nuove o trasformate adottato da altre potenze. Unico difetto che si pnò rimproverare alle nostre armi trasformate è l'ampiezza dd calibro ed il conseguente considereYole peso delle munizioni; ma se confrontiamo il peso della nostra cartuccia -con quello delle cartucce adottate da altre potenz8 troviamo che esso è minore di quello delle cartucce Sn-ider adottate in Inghilterra, e di quello delle cartucce adotta'.te in Francia pci fucili e carabine trasformate, che supera solamente di due grammi il peso delle cartuccie prussiane e due grammi e mezzo il peso delle cartucce Vantzel adottate in Austria. Comparativamente parlando aduoqne l'incon~eoiente del maggior peso delle ca rtu ccie non $Ussiste, e si è infatti stabilito che il nostro soldato in g twrra porti seco 80 cartucce, numero più che sufficiente chi consideri che nella guerra del 1866 i soldati prussiani non giunsero, colle loro armi a retrocarica e colle brillanti vittorie ri portate du rante l'intera campagna, a bruciare più di 60 cartucce ciascuno, e la massima par.te ne bruci,ò ruolto meno. Già a quest'ora dalle fabbriche d'armi dello Stato escono giornalmente circa duecento arnù trasformate, e frattan to più copiosi ID<'.7,ZÌ in p-, rsonale, operai e nrnteriali si a pprec sta:no; cos'iccbè la produzione che va continuameo·ie crescendo potrà portarsi a non meno di settecento sul prin~ cipio del v,enturo maggio 18681 e eo.ntinuare quindi con successjvo maggiore aumento semprechè si possa disporre dei fondi pecuniari occorrenti. Seguitando la trasformazione si potrebbe d;nque avere per la primavera del 1868 una buona quantità d'armi a retrocarica in servizio presso l'esereito, e per .l'autunno 1868 si potrebb~ avere _arml!.ta tutta la fanteria ed i bersaglieri ,

che ·sono i corp_i p•~i quali l'arma da fuoco portatile è più . importante. E qui mi cade opportuno l'annunciarvi che ho anche esaminato se convenga affidare, per guaòagnare tempo, anche !:tll'industria privata u na parte ·delle armi da trasformare e che dt::bbo decisamente pronunciarmi pel .no. Perciocchè prima che un industriale privato possa sistemare le proprio officine col macchinario indispensabile ai la,•ori di trasformazione, passerebbero alrueno quattro_ mesi; dopo tal tempo gli converrebbe iòcomiociare l'organizzazione e l'istruzione del personale oper ai, e non potrebbe quindi lavorare io iscala abbastaoza estesa da recare efficace sussiclio al lavoro. Inoltre per rimettere a privati le armi a trasformarsi converrebbe che l'amministrazione òello Stato si circondasse delle -debite cautele, esigend~ depositi pecuniari che, o i mpedirebbero i l concorso degli industriali, o li obbligherebbero a sacrifizi ingenti, dei quali dovrebbero rivalersi coll'elevare il prezzo dei lavori. Si dov rebbe infine ocèupare un personale tecnico nella visita delle armi che si ricevono trasformate, diroodochè invece di guadagnare si sciuperebbe tempo e si spenderebbe di più. D'altronde le fabbriche d'armi dtillo Stato, mentre effettuano nelle interne officine la composizione delll:l armi trasformate, ricorrono all'industria privata per rallestimento dcllé occorrenti parti d'armi di ferro e d'acciaio, epperciò il sistema di lavoro già inaugurato si' p uò dire per ogni aspetto il_ miglio're, come quello c)ie utiliz~a tutte le forze produttive, così dei reali stabilimenti come della privata industria. D'altra parte se analizziamo Io schema d'armar l'esercito con armi nuove invece delle trasformate, lo troviamo accompagnato da sì gr,a.vi difficoltà che assolutamente non ci permettono di basarci su di esso per provvedere ai bisogni immediati. Vi sarà noto, o signori, che nello' scorso settembre il minist~ro della guerra pubblicò un capitolato d'appalto per la provvista di 300,000 (trecent_omila) armi da fuoco por-


316

RIVISTA

tatili a retrocarica. Dalle condizioni di esso . vengono concessi due anni alla società imprenditrice prima della presentazione <lelle .prime rate' éd otto anni pel compimento della intiera provvista. Or bene, da quanto mi risulta generalmente gl\ndustriali trovano piuttostu brevfi il termine di due. anni per la 'presentazione delle prime rate, stante i molteplici e complicati lavori pnJparatmi ohe si esigono. Il tempo che si concede agli industriali privati converrebbe pur concederlo, almeno in parte, alle fabbriche dello Stato per organizzarvi la fabbricazione di arme nuove su vasta scala, eppere;iò non si potrebbe calcolare · sopra una regolare e con~iderevolEJ produzione almeno per tutto il 1868. · Dirà taluno che se puos5i stabilire ptesto nello Stato una ·copiosa fabbricazione d'armi nuove, si pt)trebbe provvedere tali armi all'estero . }4a qui giova osservnre che se noi ricorriamo all'estero per provvedere armi già pronte e vendibili in commercio, ci assoggettiamo anzitutto a provvedere armi di sistema non determinato da noi, non abbastanza p rovato e di qualità p resumibilmente scadente, poichè le armi ,da gut:rra che si trovano in commercio sono d'ordinario armi fatte per commissioni di go.verni che poi le ripudiarono per attenersi ad altri prderibih sistemi, non essendo supponibile che case industriali, anche P?tentissime, abbiano fabbricato grosse qua,n tità d'armi da guerra senza averne commissione, mentre son ben rari i casi in cui i governi costituiti si determ inano ad acquistare armi di mo· dello non prestabilito da essi medesimi. Arrogi che la quantità di armi che possonsi trovare v endibili e pronte \n commercio, è certamente piccula in proporzione del quantitativo occorrente pel nostro esercito, e che provvedendo una piccola quantità di armi I)uove noi ci esporremmo ad a vere in servizio, per un certo tempo, armi taricantesi dalla bocca, armi trasformate a retrocarica ed armi nuove a retrocarica, esigenti ciascuna specie una specie particolare di munizioni, la quale complicazione gli

TECNOLOGICA

317

uffiziali provetti ben sanno a quai-i dolorose conseguenze potrebbe condurre. Anche maggiori inconvenienti conseguirebbero dall'affidare a case industriali estere la fabbrieazione di armi nuove, poichè oltre al lungo tempo che sarebbe richiesto, si avrebbe tuttavia la complicazione di tre modelli di armi differenti · in servizio, e per di più in caso di guerra potrebbero essere dalle potenze belligèranti intercetta ti .gli arrivi delle armi commesse, Nè è da premettersi infine la condizione degli · elevatissimi prezzi che vengono domandati all'estero per armi- che siano in buona condizione di servizio, il che ci obbligherebbe ad esportare somme colossali con incomportabile aggravio delle nostre g ià infelici condizioni finanziarie. Per ragioni di tempo, la fabbricazione o la provvista di armi nuove non ci dispenserebbe adunque dalla necessità di trasformal'e le a,rm i in uso, e potrei aggi.ungere, come fu da altri osservato , che la trasformazione delle ,armi. in uso sarebbe pur sempre conveniente, quand' anche si avesse già una buona provvista di armi nuove, per dare un valore reale alle ar1ui esistenti nei magazzini dello Stato, le c1uali a ltrimenti r imarrebbero inutilizzate ed inutilizzabili . Il mio progetto , conseguenza delle suesposte considerazioni, è dunque di spingere con tutta la possibile celerità. e fino ad esaurimento la trasformazione delle armi caricantesi per la bocca ancora in uso. Sparite le armi caricantesi per la bocca si potrà con più agio e con determinazione g ius.tifìcate da maturi studi esperimentah, ai quali intendo dare intanto il roaggior possibile im pulso, siccome avrò occasione di intra.Uenerv, nella circostanz1t che si discuterà il capitolato· di appalto pubblicato nello sco rso settembre, il quale è riservato all'approvazione del Parlamento. Ho pertanto p iena. fiducia, o signori, che penetrati dalla gravità delle considerazioni elle vi ho · svol'te, sarete per .convalidare del vostro favorevole voto lo schema di legge che, come corollario di essa, qui vi presento. A~irn xu, vol. lv. - 21.


318

RIVISTA TECNOLOGICA

Computando che alla fine del 1868 si potranno aver trasformate circa 280,000 (duecento ottanta mila) armi, comprese quelle trasformate nell'anno in corso, e le rimanenti 170,000 (centosettanta mila) nel 1869, dovrebbe la relativa somma totale prest1nta, come .già vi ho accennato, in lire 8,000,000 essere proporzionalmente ripartita tra gli anni 1867, 1868 e 1869 ; ma siccome le spese di primo impianto per l'alles1imento dei mezzi di lavoro cadono sui the primi anni, cosl domando di poter disporre a tutto il 1868 della somma di lire 5,500,000 (cinque milioni cinquecento mila) invece di soli cinque milioni che risulterebbe dal riparto proporzionale. Deducendo poi le lire 1,380,00ù (un milione tl'ecentottanta mila) già starn~iate con legge 28 luglio 1867 per gli anni 1867 e 1868, rimane la richiesta limitata a lire 4,120,000 (quattro milioni centoventi mila) pel 1868 e lire 2,500,000 (dne milioni cinquecento m ila) pel 1869. Ecco il decr~to:

A1·ticolo un,ico. - È autorizzata la spesa straordinaria di lire S8Ì milioni seicentoventi mila per la trasformazione di arm i po rtatili da fuoco, da inscriversi in aggiunta al capi tolo 36 del bilancio del m inistero della guerra, ri partitamente iu due esercizi come infra : Esercizio 1868, capitolo 38 bis . Id. 1869, id. Totale

L . 4,120,000 • 2,50ù,OOO L. 6,620,000 BERTOLÉ-VIALE.

Nella. tornata deJJa camera del 18 corrente i l progetto di legge fu approvato quasi all'unanimità.

RIVISTA STATISTICA

...

FRANCIA. lt niwvo progetto di 1·iordinamento dell'esetrcit.o. - Le modificazioni introdotte nel primo progetto, ch'ebbimo a rip•)rtare unitamente alla relazione del genei'ale Allarcl, ponno riassumer~i nelle seguenti:

Fe1·ma,. - La durata del servizio sarà di nove anni; ma se alla fine del quinto anno si è in pace, il soldato sarà rinfaudato a casa. al 1° luglio dell'anno del• L'anno della ferma comincia l'est.razione, anzichè dal l O gennaio, come per la legge del 1832. I soldati saranno d unque congedati al 30 giugno, e non più al 31 dicembre. Saranno così restituiti sei mesi al ser vizio mili1are, perchè la legge del 18~2 faceva contare i l primo semestre dell'anno prima ancora che il coscritto fosse soldato. · In tempo di pace egli sarà liberato due anni prima di . adesso.


320 RIVISTA In .tempo di guerra i soldati nen saranno tenuti in serv izio pi_ù di nove anni. All'arrivo della. nuova classe a l reggimento essi saranno congedati.

Esenz,i,oni. - ' Le cause d'esenzione ilssate dalla legge del 1832 producono il loro effetto sino al _giorno del con- · siglio di revi~ione. . Non . è dunque la posizione del coscritto al momento dell'est.razione, ma tre mesi dopo, che ,servirà di base alla decisione del consiglio. Congedi. - Gli uomini lasciati in congedo potranno essere sottoposti a riviste e ad esercizi periodici. Il progetto dice che • gli uomini lasciati o r imandati in - " còogedo potranno ammogliarsi entro i due ultimi anni, « cioè dopo sette anni d'iscrizione sot!o le ba.ndi'ere. » La situazione attuale sarebbe cos\ mantenuta; e quantunque il !ler vizio lega le duri nove anm, l'epoca dei matrimoni non ~arebbe ritardata .

Ingaggi. - Pot(a essere contratto l'ingaggio per due o µer nove anni; ma in questo secondo caso soltanto si conferirà l'esenzione ad un fratello. I reingaggi non potranno essere contratti che durante l'ultimò anno del servizio. Essi daranno luogo ad un'alta paga dopo cinque anni. È il s·istema attuale, salve le altre condizioni che saranno decretate. Camb·i ài n,umero. - Il progetto ristabilisce la sostitu:-::ione tra i giovani di uno stesso cantone, come nella legge del 1832. Così pure circa il modo di surrogazione, a termine della detta legge. · In seguito di che si sopprimerebbe in parte la legge sulla dotazione de ll'arroat:a. Come si vede, il fondo del primitivo progetto, per quanto concerne il reclutamento, è scomparso, e il novello ri.on è c]ie una semflice modificazione de!)a leege del 183i,

321

STATTS'l'ICA

Il nuovo progetto fu presentato al corpo legislativo con una bella relazione dell'onorevole deputato Gressìer, e le discussioni . relative al progetto stesso cominciarono nella tornata del 19 di questo · mese. Dalla relazione citata disopra, crediam utile di .togliere i seguenti ragguagli numerici, dai quali appare quale forza , secondo il nuovo progetto, l'esercito verrebbe ad avere :

Contingente di 100,000 uomini che deve fa1·e cìnq'uc anni sotto le armi e quattro nella 1·iserva. Uomini

Contingente

100,000

Occorre dedurne: Arruolati volontari già legati al servizio Inscritti marittimi . Scuola politecnica . Membri dell'istruzione puHBlica. Culti . Grandi premi dell'istituto e dell'università 2 0/0 sostegni di famiglia . Non fo rniti da certi distretti Perdite (morti, riforme, ecc,)

6,372 2,038 57 1,200 1,070

10,470

3

2,000 185 1,500 14,426

Rimangono I

14,426 85,574

,

Dei quali sono destinati :

AIla marina . All'eserci to di terra

9,000 76 574

'

( sotto le armi 63,000 t nella riserva 13,574.


3~2

RIVISTA '

323

STA'r1ST1CA

La sìnistra· ha aperto una vivissima opposizione al nuovo progetto · per la bocca del signor J ules Simon, ne par però sicura l'approvazione a grande maggioranza.

Esercito attivo. Comprenderà: Uomini

Cioqufé: contingenti di 63,000 uom1m Ciuq ue contiugeuti di 8,260 arruolati volontari. anticipaCinque co~tingenti di 1,200 uomini zione alla chiamata (passanti dietro loro domanda <lalla riserva all'attività) . l'jon provenienti nè dalle chiamate, nè dagli arruolamenti volontari, come gendarmi, stranieri, veterani, ritenuti per cond_a nna, uflh:iali, ecc.

in

279, 160 36,650

5,320

94,120

1USTRIA - Soppress,iorw dei corazzieri - Con im periale decreto dell'S agosto furono soppressi i 12 reggimenti corazzieri, e mutati in altrettanti reggimer;ti di dragoni. Onde oggi la cavalleria austriaca ha 14 reggiment( di dragoni, 14 d'ussari e 13 d'ulani. · Lo stesso decreto stabilisce per le reclute di cavalleria la statura minima di 61 pollici di Vienna o la massima di G8. - La misura pei cavalli non è variata. I

TOTALE

dell'esercito attivo

415,250

Rìse1·va. Comprenderà: Quattro contingenti a 57,080 aiatichi militari: (51,370 chiamati, ridotti per via dei riassoldamenti a 50,500); (6,750 arruolati volontari ridotti parimenti 21'7, 146 a 5,620); (980 in anticipazione alla chiamata . ridotti egualmente a 920). Nove contingenti di 13,574 uomini delle seconde 112, 172 categorie TOTALE

della riserva

Si avranno dunque: Est::rcito attirn Riserva

329,318

415,250 ;329,::HS T OTALE

744,568

Forza complessiva secondo il nuovo progetto di legge.

.

-

Parallelo delle perdite degli Austriaci e dei Prussiani ' uella guerra di Boemia. L'ufficio statistico prussiano ha pubblicato il quadro delle vere perdite sofferte dall'esercito prussiano nel 1866 qual i quest~ risultavano alla fine di _d icembre di_detto anno.

La Rassqgna rnilitare austriaca ( Oesterreichische mìhta1·ische Zeitschrift) nel riprodurre questo quadro, cli'essa non, esita a qualificare degno ~ai tutta fede, fa. un parallelo tra le perdite in mat·li dei due eserciti, ·comprendendovi per quello prussiano solamente l'esercito princi pale (quartier generale del re, prima e seconda armala, arm.ilta dell'Elba . e primo corpo di ri:,;erva) e per quello austriaco, l'arniata del Nord. Il p rospetto, di viso per anm. è il seguente :


RIVIST A

STATISTICA

DISPERSI

:MORTI

------ ---------LA (;Ul SO RTE NON Sl CONOSCE

SU I, C,UJPO O l N SEGUI'l 'O A Ft:RI'l'E:

.e"'"' "'' "' P=l

N

'8

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I

Siccome poi questi dispersi , di cui è ignorala la sorte, possono (meno qualche rara eccezione) essere tutti considerali come morti, così la perdita totale sarebbe la seguen te:

"'

e;!

...

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à

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V, V,

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E-<

~

-(

Austriaci 796; Prussiani 204.

f<

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çQ

Uffeziali.

..,

u,

325

o

E-<

l

Stati maggiori .Austriaci rrussi:mi

12

2

2

4

548 169

3,o,rn

4,983

5,53 l 3,215

12

. .. .• "

Bassa fm·za . Austriaéi 18, 156 ; P russiani 4,074 .

Fante,·fo A ustdaci Prussia.oi

.

9,452 570

9,509 570

.

1,529 3

I,541 3

57

Cacciatori AÙstriaci Prussiani

1,07 L 1,182 87 95

111

8

'

12

Cavalleria Austl'iaci Prussiani

28 J7

323 183

351 200

7

.

359 77

366 77

18 5

2\7 92

235 97

3 »

167 3

170 8

3

8 4

fl 7

»

1 6

6

."

51

1

717 204

6,597 3,415

7,314. 3,619

Artiglieria Austria.ci Prussian i

Tntppe tecniche Austriaci P r uss iani

))

.

l

T1·cno Austriaci Prussiani

l

. . 51

To·rALE

Austriaci Prussiani

I

'

79 11,559 11 ,638

659

659

A tale prospetto la Ra.~segna austriaca fa tener dietro le seguenti osservazioni. Il rapporto delle perdite deg li Austriaci a quelle dei Prus · sia ni, è :· Per gli uffiziali di 3, 9 a l ; Per la bassa-forza di 4,5 a l ; · In tota le di 4,43 a 1. E q ui è da notarsi che alle perdite degli Austriaci dovrebbero ancora aggiungersi quelle del corpo Sassone (ch e non si hanno ancora cos\ d ivise pe~ a~ma), per cui la propor zione per parte austriaca verrebbe ancora ad aumentarsi. Quanto a rapidità. di carica e di tiro il fucile a carica ordinaria si trova, per rispetto al fucile a retrocarica, come 1 a 4, e quasi come 1 a 5; ciò corrisponde appunto colla propor2ione delle perdite. È da notarsi il lievissimo numero di perdite dei cacciatori prussiani, che sono inferiori a q uelle subite da qualche .singolo battaglione di cacciatori austriaci. Ciò per la d ifferenza del modo d'impiegare queste truppe nei due es6rciti; . g iacchè i cacciatori prussiani (Jiige1·), sebbene siano considerati truppe leggiere, non altr imenti che i fucilieri ed i carabinieri, tuttavia vengono di preferenza adoperati nella


320 ,

RIVISTA STATISTICA'

difesa delle posizioni e delle località. già forti e coperte per loro natura. È pure cosa che dà all'occhio la sproporzione della perdita fra. le artiglie_rie dei due eserciti, spiegabile pel fauo ehe una gran p3:rte delle perdite dell' artiglierià austriaca sono dovute esse pure al fucile ad ago. Se nelle trupp~ tecniche si vede una proporzione inversa, ciò si spiega colle pArdite cagionate dalla distruzione del ponte ferroviario di Schurtz in Boemia. Il rapporto degli uffiziali alla bassa forza, è: Per l'esercito austriaco di 1 a 22,8 Per l'esercito prussiano di 1 a 19,97

..

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

Guerre de la !'russe et de l'Italie ,contre l'Autriche et la Confédération Germailique· en 1866 - Rélation historiqiie

--~-

et critique var

FEnDINAND LEcowrE.

L·egregio Lecomte il cui nome ricordiamo soventi ai lettori della Rivista, come quello di uno tra i più illustri ed iufattuabili storici militari del giorno, sta pubblicando la storia della guerra dell'anno passato, e per tratto di corttse amicizia ' già ci ha favorito il primo volume di questa novella opera sua. Ci manca il tempo ed anche lo spazio per render conto di questo primo volume che non ha: meno di 472 pagine, e che abbraccia tutte le operazioni militari dal principio della guerra sino a Sadowa ed a Custoz~, onde siamo costretti a rimandar tale cosa ad una delle prime dispense dell'anno venturo, Per altro dalla rapida scorsa che già abbiam data


328

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

al libro, ci siamo convinti che questo nuovo lavoro del Lecoxnte anà uoo' dei primi posti tra le molte storie della stessa 6 ue~ra che già si sono ~critte. A l'armée fra.nçaise en 1867. - Examen c1·itiqii,e cl'u.ne 1·eccnte brochure pa1· Cu. LYAUTEY,

INDICE . VOLUME IV. -

ANNO XII.

Ci limitiamo per ora ad annunziare quest'opuscolo, imperocchè per ragionarne c·oovenientemente dovremo estenderci a parlare dell' opnscolo criticato che è · quello ben noto l'A1·mée française en 1867 attribuito _al generale Trochu. Diciamo però fin d'ora a coloro che hanno letto quest'ultimo, che dovrebbero pur leggere quello del signor. Lyautey.

Ottobre.

Abbiam pure altre novelle pubblicazioni militari assai interessanti di cui dobbiam ragguaglio ai nostri lettori, ma essi, come pure gli autori , ci vorranno perdonare se anche per questi siamo in ritardo, per motivi indipendenti dalla nostra volontà ..

Memorie e considerazioni sui pontieri it:\li,ini (continuazione) . . . . . • . . . • . • ., . . . pag. -Il proble.ma militare dell'indipendenza nazionale (continuazione) • . . . . . • . . . . . La guerra della secessione per il colonnello caval!ere .Lecomte • . . . . . . . . . . • . • . Descrizione. di una vettura ·d'ambulanza (con sei tavole ' litografiche) Rivista statistica . . . . . . . . • . . . .

5 29 73 84 \12

Noveml,re. MART1NI CARLO,

Gerente.

Memorie e considerazioni sui pontieri italiàni (continua• , zione) . ·. , . . . . . . . . • . . • ; . 27ag. , -1 Ricordi e documenti di nomini e di trovati italiani da ser111 vire alla storia militare (continuazione) La guerra del 1866 in Germania ed in Italia . 154 Sul clisigonimetro dell'ingegnere Spano . . . 175 Dati speciali sulle armi portatili trasformate a retro• • 184 · carica per le fanterie italfo.ri·e Rivista tecnologica ' 193 Rivista statistica . • . , . . 198


330

INDICE

Dice1nbre. Il corpo di stato ma.ggiore . pag. Importanza militare della rete ferroviaria germanic:t sulla • sinistra del Reno Rivista tecnologica . Rivista statistica . . • Rivista bibliografica .

205 296 309 319 327

1 •

.

,,

,

I


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